CAI SETTEMBRE2018_caigiugno06/11/1811:49Pagina1 S e 2 t t 0 e m 1 8 b r e leAlpi Orobiche N A A o n n n n T o o

I X X z S S X X p p I I I e I A e I

d d n n r i i . . z z

1 I . 1 . A A

o 0 i 0 i r r n n 5 5 t t

.

.

A

A

/ / D 1 1

b

b S , S , b

b

e e e C C . . t t

L o t o t P P e e m L m o o m m s A s m m t t b b . . a

r a

r - S - e

e

2 2 D

D

e 2 2 , ,

.

z . 0 0 D L D L 1 1 . . I C

C

8 8 o 3 3 B B

5 5 / /

3 N

3

B B T T / / r e r e 2 2 e i i r r m m 0 0 g g

0 0 a e a e e 3 m 3 m s s

t

t

S r ( o r ( o c a c a o ” ” o l o l

e

e n n T

v / v /

. T

.

“ I I o P P n n o o

L L s S s t . t .

e e

e 2 2

z I 7 I 7 t t / / a I a 0 0 o l l i 2 i 2 a a / / n N n 2 2 e e 0 0

I

0 S 0 S

p 4 p 4 C a

a

n n A

- - . .

I 4 4

6 6 D ) ) , , I

B e I r l g

A D r D B D A m A e ’ e I o I A n A V

f l r s u g U D

u

g n C C V P a

s o c g I a o A A I I s a t n

s z p s e I m I r r t

I l z o o

a t

t m e D I o o o o n A A s s s t a I g n a CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:49 Pagina 2

Editoriale

Le ALpi OrObiche Emozioni in cammino Notiziario del Club Alpino Italiano Sezione e Sottosezioni di SeTTemBre 2018 dei giovani e ragazzi Anno XXII - n° 105

editore Sezione di Bergamo “Antonio Locatelli” del Club Alpino Italiano sulle Orobie (Associazione di Volontariato) Via Pizzo della Presolana 15, 24125 Bergamo Tel. 035-4175475 Fax 035-4175480 Direttore responsabile a stagione estiva in montagna sta terminando, come i rifugi Nevio Oberti alpini preparano la chiusura di porte e griglie, per attendere una Direttore editoriale nuova stagione invernale. Paolo Valoti Nascono spontanei ricordi di attività vissute e esperienze ascol - Comitato di redazione L Nevio Oberti, Luca Merisio, tate tra i sentieri e rifugi delle Orobie, a conferma di una stagione positi - Glauco Del Bianco va e ricca di soddisfazioni per tutti i frequentatori appassionati, trekkers Segretaria: Clelia Marchetti e turisti, italiani e stranieri, grazie anche al lodevole e competente lavo - Hanno collaborato ro dei gestori dei nostri ‘nidi d’aquile’ del CAI Bergamasco. Antonio Rota, Maurizio Agazzi, Matteo Bertolotti, Vincenzo Cervi, L’Alta Via delle Orobie nella sua versione integrale e trasversale le valli Nadia Rossi, Emiliano Perani, bergamasche, da occidente a oriente da Cassiglio alla Presolana e Elena Ferri, Claudio Malanchini, Giancelso Agazzi, Santo Giancotti, Ardesio ma anche lungo il sentiero naturalistico ‘Curò’, ha rappresenta - Reteradiomontana, Danilo Donadoni, to un asse portante per organizzare percorsi e realizzare itinerari adatti a Davide Castelli ciascuno. Consulenza grafica e fotografia Nel salire in alto e ritornare a valle ognuno ha attraversato il territorio e Luca Merisio la natura, riscoperto luoghi e cultura, condiviso avventure e vissuto emo - Progetto grafico e impaginazione Lucia Signorelli zioni autentiche. Sul ‘Sentiero degli angeli’ delle Orobie alcune presenze particolari sono Direzione e redazione Via Pizzo della Presolana 15, state registrate come il console generale dei Paesi Bassi a Milano, Johan 24125 Bergamo Verboom, che ha percorso con la famiglia alcune tappe, i giornalisti della Tel. 035.4175475, Fax 35.4175480 Gli uffici sono aperti, rivista del Deutscher Alpenverein (il DAV club alpino tedesco) Georg lunedì, martedì, mercoledì e venerdì Hohenester (caporedattore) e Joachim Chwascza (fotografo), la console dalle 14,00 alle 18,30; generale della Bolivia a Milano, Eva Chuquimia, salita al Rifugio Alpe giovedì dalle 14,00 alle 20,30; sabato dalle 9,00 alle 13,00 Corte con un gruppo di amici boliviani residenti a Bergamo. e dalle 14,00 alle 18,00 A conclusione del loro ‘anello di scoperta’ delle nostre montagne, tra e-mail: [email protected] sentieri e gastronomia tipica, un solo parere ricordo: ‘Fantastico’. www.caibergamo.it Ma ciò che rappresenta un particolare resoconto per la nostra missione Stampa Litostampa Istituto Grafico s.r.l. CAI di questa passata stagione è la presenza diffusa e crescente di tanti Via Corti 51, 24126 Bergamo giovani e ragazzi sulle Orobie. Tel. 035.327911, Fax 035.327934 Li abbiamo notati e osservati questi ragazzi e giovani pieni di gioia e Trimestrale energie, con zaini leggeri e scarpe veloci, abiti caratterizzati da colori Per arretrati e abbonamento annuale rivolgersi in Segreteria. vivaci che aiutano a rendere allegra la loro vista e presenza, all’apparen - Articoli, disegni e fotografie, za sembrano tutti uguali ma ciascuno esprime l’unicità della personalità. vengono restituiti solo se richiesti al momento della consegna. Ecco sono loro il vero bilancio culturale e investimento generazionale La redazione si riserva di pubblicare per un futuro in montagna e anche per donne e uomini nella nostra gli articoli pervenuti, nei tempi società . e con le modalità che riterrà opportune. La pubblicazione degli articoli implica La felicità e la voglia di vivere di questi giovani, ci fa capire come l’al - l’accettazione, da parte dell’autore, pinismo e il salire verso una meta, in ogni loro manifestazione e innova - di eventuali tagli o modifiche ai testi. zione, è un cammino di educazione e formazione, una scuola di vita sem - Dato alla stampa: 5 Novembre 2018 pre aperta a tutti. Oggi e con lo sguardo più avanti, con il bilancio pieno di meraviglie delle registrazione Tribunale di Bergamo N. 1 del 22 Gennaio 1998 Orobie e di fiducia nelle nuove generazioni, vogliamo dire “ bravi e com - plimenti ” ai ragazzi, giovani e le persone che come tutti noi, credono Soci benemeriti della sezione nella Montagna e nell’Amicizia e vera.

Paolo Valoti

a dida a dida CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:49 Pagina 3

anni in questO numerO

4-8 vita sociale di storia Berlendis 155 CAI-DAV

9 eventi Curnis si racconta

10-15 alpinismo Pizzo di Scotes Vallarsa di Nevio Oberti Ciamim piò

i pochi giorni fa (da oggi che 16-20 alpinismo giovanile Aquilotti in Città Alta scrivo) l’anniversario della fon - Nuovo Direttore dazione del Club Alpino Italiano: 23 ottobre 1863. Ora 21-23 montagne dal mondo D Refugios Amdinos quindi, 2018, festeggiamo l’invidiabile età di ben 155 anni di sodalizio. Mi viene la 24 tam vertigine al pensiero di cosa è passato sotto i ponti in 155 anni: cambiamenti, rivolu - 25-34 escursionismo zioni, guerre, tragedie, scoperte, invenzio - Il Serio e il Calmo ni, persone: soprattutto tante persone. Un Agosto! mondo che prima non c’era, ora c’è. Forse è questa la vertigine che mi prende. 35 speciale sicurezza ReteRadioMontana Come sempre la Storia è fatta da storie. Noi vediamo i grandi titoli e che si strilla - 36-37 commissione cultura no ovunque in base alle convenienze o alle Linea Cadorna mode che siano e, spesso, dimentichiamo il silenzioso appassionato lavoro di chi questi 38 biblio piccoli titoli li regge, li ha resi possibili. E’gioco 39-40 biblioteca forza pensare all’immagine dell’iceberg: tutte le persone sulle cui spalle si reggo - 41-42 commissione medica no155 anni di CAI: i soci! L’augurio è dunque fortemente diretto a 43 montagna tutti i soci che reggono, condividono e por - in pellicola tano avanti un ideale nato più di un secolo Holy Mountain e mezzo fa: con semplicità, silenzioso lavoro, passione, gratuità. Grazie a tutti!

In copertina: Ferrata Ottorino Marangoni sul Monte Albano (Foto Luca Armanni) CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:49 Pagina 4

VITA SOCIALE

considerazione del valore assoluto dell’at - Bruno Berlendis tività alpinistica svolta, accreditandosi così come uno dei capifila riconosciuti dell’al - (1926-2018) pinismo bergamasco. L’attività alpinistica si accompagna in questi anni al crescere dell’attività didattica: importante, da que - sto punto di vista, il ruolo svolto all’inter - di Davide Castelli no della «Scuola di roccia» della sezione, divenuta poi «Scuola di alpinismo», che ossiamo solo immaginare, leggen - sarà intitolata a Leone Pellicioli. Berlendis do il breve resoconto delle salite vi fa parte fin dalla sua costituzione a par - effettuate durante i giorni di per - tire dal 1956, ricopre il ruolo di Direttore Pmanenza a Courmayeur, cosa del corso roccia negli anni 1957-59 e la significasse, in quel 1946, ad appena un carica di Direttore della Scuola nel biennio anno dalla fine della guerra, andare per 1962-63. Organizza poi la Squadra di soc - monti: «Dopo molti preparativi e non corso alpino, che andrà articolandosi negli pochi sacrifici finanziari, dopo una lunga anni e di cui sarà direttore dal 1954 al giornata piena di trambusti di cui è reo 1964. Dal 1956 è fautore, insieme ad altri, l’improvvisato mezzo di locomozione (un dello sviluppo nella sezione anche dell’at - asmatico motocarro Benelli), possiamo tività scialpinistica, come testimonia e

l raggiungere la tanto agognata Courmayeur l’Annuario 1956. Le mete segnalate sono a

i appiedati, e per di più rinfrescati da una valentissimo Giulio ed introducendo le di tutto rispetto: il Pizzo Bernina, la c 1 o temporalesca doccia di mezzo agosto». mani nella fessura riesco, annaspando con , il e il Monte s

Autore di queste righe è Bruno Berlendis, gli scarponi sulla liscia parete e con grande Bianco. Dal 1967, infine, entra a far parte a

t classe 1926, allora ventenne. Le prime dispendio di energia, ad alzarmi di alcuni del CAAI. i 2 V notizie sull’Annuario CAI Bergamo risal - metri e superare questo duro passaggio». Il 1958 è un anno funestato dalla morte del gono all’anno precedente, quando il 3 giu - Durante la salita Pellicioli rimane pure compagno e amico Leone Pellicioli, colpi - 4 gno sale la Punta Giulia in con ferito alla testa da un sasso, ma la ferita to da un fulmine dopo la conquista del Piz Taramelli, Poloni, Prandi, Tavecchi, viene subito disinfettata e l’alpinista rin - Roseg alla quale partecipava anche lo stes - Colombo e, a ottobre, lo Spigolo Sud della francato con un po’ di alcool, così che so Berlendis. E fu proprio l’amico e com - Presolana in una gita sociale del CAI com - possa proseguire! pagno che si adoperò con altri nell’opera - posta da tre cordate (Prandi, Stella; Quelli a cavallo fra i Quaranta e i zione di recupero del corpo 4 e che ancora, Berlendis, Mandelli; Poloni, Monti). Cinquanta sono anni di intensa attività, poco dopo, si fece promotore con un grup - L’anno seguente le uscite si susseguono durante i quali Berlendis compie il suo po di soci dell’iniziativa che portò nel 1962 numerose: oltre alle molte scalate docu - apprendistato alpinistico, costruendosi un all’installazione del bivacco «Leone mentate in Grigna e sulle vette orobiche, notevole bagaglio di esperienze, cimentan - Pellicioli» nel massiccio dell’Ortles. 5 spiccano, oltre alla salita al Monte dosi su alcune delle vie più importanti Alla fine del decennio, grazie soprattutto a Cevedale, quelle compiute nel massiccio delle Alpi occidentali e affermandosi così figure come quella di Berlendis, l’alpini - del Monte Bianco (la cresta est come una delle personalità più significati - smo bergamasco ha ormai raggiunto la dell’Aguille Noire de Peutérey e la vetta ve dell’alpinismo bergamasco. Oltre alle piena maturità e spazia da un capo all’altro passando dal Rifugio Torino e dal Rifugio salite di minore o maggiore rilievo, testi - Gonella). monianza di un’attività assidua e di pri - Qualche anno dopo, nel 1949, il Monte m’ordine, l’impegno di Berlendis si mani - 1 Bruno Berlendis, Bergamaschi al Monte Bianco è teatro di una seconda spedizione, festa anche in alcune importanti iniziative Bianco, Annuario CAI Bergamo 1946, p. 20. quando una comitiva di cinque bergama - all’interno della sezione. Dal 1950 è pro - 2 Bruno Berlendis, Monte bianco per la via schi, tra cui Berlendis e l’amico Leone motore e membro, insieme ad altri, del dell’Innominata, Annuario CAI Bergamo 1949, Pellicioli, raggiungono la vetta più alta «Gruppo camosci», sorto «con lo scopo di p. 21. delle Alpi per la via dell’Innominata, ricor - raccogliere e di tenere uniti quegli elemen - 3 Annuario CAI Bergamo 1950, p. 14. rendo pure a qualche tecnica che oggi può ti che si sono distinti per alcune notevoli 4 Antonio Longoni, Il recupero di Leone apparire bizzarra ma che allora doveva imprese effettuate dentro e fuori la cerchia Pellicioli in vetta al Roseg, Annuario CAI essere del tutto consueta: «Sfruttando una delle Orobie durante un ciclo di diverse Bergamo 1958, pp. 28-31 5 cengia, raggiungo il ristrettissimo ballatoio stagioni caratterizzate da intensa attività». 3 Giambattista Cortinovis, Nel cuore dell’Ortles sul quale, con estrema prudenza di movi - Nel 1954 è nominato Portatore e, alla fine il bivacco Leone Pellicioli, Annuario CAI Bergamo 1959, pp. 9-13 e Andrea Facchetti, menti, mi raggiunge Pio. Dopo essermi esi - dello stesso anno, ottiene (insieme a Leone Installato sulla Cima delle Vedrette il bivacco bito nelle più strane acrobatiche contorsio - Pellicioli) la promozione a guida alpina Leone Pellicioli, Annuario CAI Bergamo 1962, ni, mi riesce di issarmi sulle spalle del mio con una procedura del tutto eccezionale in pp. 10-15.

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:49 Pagina 5

VITA SOCIALE

della catena alpina. È in questi anni che ze della sua prima spedizione che tre anni che, più di noi, gareggiarono forti e risolu - matura l’aspirazione, in virtù dei risultati dopo il CAI Bergamo decide di riprendere ti in questa seducente e meravigliosa natu - fino allora raggiunti, di volgersi a più la via del Perù». 7 Inizialmente Berlendis fa ra. E sempre, dopo l’asprezza delle dure ambiziosi obiettivi al di fuori delle Alpi. parte della rosa di dieci alpinisti fra i quali lotte, gustavamo, nella profonda quiete L’idea di una spedizione al di là dei confi - il capo spedizione Annibale Bonicelli deve delle valli, un senso di vita ritrovata. Il ni europei nasce durante un colloquio tenu - scegliere i partecipanti all’impresa, ma non ricordo della violenza del vento e degli ele - tosi nel novembre 1957 in casa Legler fra viene selezionato. L’impresa al Pucahjirca menti scatenati che ci avevano ricacciati a Berlendis e il famoso alpinista austriaco sarà ritentata vent’anni più tardi in una spe - valle, con le gole aride e col peso della Toni Egger. Il progetto, elaborato dallo dizione (anche questa non coronata da suc - sconfitta, affiorava ora con impeto furente. stesso Berlendis, con annessi piani logisti - cesso) guidata da Mario Curnis. L’anno Meritavamo grazia per il diritto della vitto - ci e preventivi di massima, viene presenta - successivo sarà ancora la volta di Bruno ria, che sentivamo aleggiare armoniosa al to al Consiglio della Sezione all’inizio del Berlendis, di nuovo a capo della spedizio - di là delle torri, dove il dorsale granitico si 1959 e poi approvato dall’Assemblea dei ne «Valle di Scalve 1981» con il medesimo adagia e finisce, vicino alla nuvole. E Soci. Si tratta di un’impresa onerosa da obiettivo: ma l’impresa verrà interrotta vaghiamo così nei sogni vissuti, salendo ogni punto di vista, per la realizzazione dopo la tragica morte di tre dei cinque pazienti verso l’alto sotto l’incombente della quale viene creata un’apposita com - componenti della cordata (Nani Tagliaferri, profilo della nostra chimera, irta di campa - missione e lanciata una pubblica sottoscri - Italo Maj e Livio Piantoni), travolta da una nili acuminati, dai vividi colori dorati, che zione. La scelta dell’obiettivo cade sul cornice di neve poco sotto la vetta. La con - di solito la natura riserva agli ultimi tratti Pucahjirca Centrale, uno degli ultimi due quista avverrà solo l’anno successivo, ad che precedono le vette. Una cavalcata gra -

seimila inviolati nella Cordillera Blanca, in opera di Marino Giacometti e Gian Battista nitica di torri, dalle murate a perpendicolo, V i Perù. Sette saranno i membri della squadra Scanabessi; ma sono ormai anni in cui le che forma nel suo rincorrersi un gigantesco t a

(il capo spedizione Berlendis, Nino Poloni, spedizioni extraeuropee non sono più merletto e che orla il fianco sinuoso di que - s

Santino Calegari, Rino Farina, Oddone eventi fuori dall’ordinario: solo l’Annuario sta montagna. La nostra Montagna. La o 8 c Rosseti, Franco Rho e il medico Franco del 1981 ne registra tre, fra cui quella al montagna perfetta». i a

Chierego), coadiuvati da due portatori Nanga Parbat, primo ottomila conquistato l locali (Emilio Angeles e Martin da alpinisti bergamaschi. Ancora una volta, e Fernandez); il materiale alpinistico conste - allora, emerge il ruolo precipuo di rà di 106 casse per un totale di 2800 kg, per Berlendis nella storia dell’alpinismo berga - 5 il trasporto del quale al campo base saran - masco: quello di apripista e di “guida” di no necessarie una cinquantina di bestie da una generazione di alpinisti più giovani ma soma; più di due i mesi trascorsi in Perù. non meno valenti. Le vicissitudini della spedizione sono Siamo ormai agli inizi degli anni ’60: il note 6: a poche decine di metri dalla vetta, bagaglio di esperienze accumulate da per difficoltà oggettive insormontabili, la Berlendis e la sopraggiunta maturità sono conquista dell’obiettivo principale sfuma, forieri di considerazioni più generali che mentre vengono salite quattro cime ancora travalicano la singola impresa. La descri - inviolate della zona, denominate Nevado zione dell’ascesa alla cresta ovest del Bergamo, Nevado Giovanni XXIII, Salbitschyn è preceduta da alcune conside - Nevado Antonio Locatelli, Nevado Leone razioni meditative (condotte con stile cari - Pellicioli. Condivisibile rimane, però, il co di pathos) sulle imprese trascorse, che giudizio dato, qualche anno più tardi, da rivelano che siamo in presenza di un alpi - Aurelio Locati: «Ora a distanza di tempo, nista dall’animo sensibile che non solo può si può serenamente affermare che non è ormai vantare un notevole curriculum, ma stato un insuccesso: restano i risultati rag - per il quale l’alpinismo è attività carica di giunti dalla spedizione in altri settori, gli significato, per così dire, esistenziale: interessanti rilievi medici raccolti dal dott. «Quante volte su quelle crode assistemmo Chierego e le annotazioni storiche e folklo - gelidi all’apparire della livida luce diurna, ristiche raccolte da Franco Rho con l’acuto che faticava a filtrare attraverso la foschia, 6 Oltre al lungo resoconto pubblicato spirito di osservazione del giornalista. sovrastata dal muggito cupo e lamentoso nell’Annuario CAI Bergamo 1960, si può leg - gere la sintesi nel volume Cento anni di alpini - Resta soprattutto l’impresa in se stessa, col del tuono! Quante volte, fradici e paonazzi smo bergamasco (Cai Bergamo, 1973) di suo coraggio e i suoi imprevisti; un’espe - in quelle brume mattinate, volgemmo lo Aurelio Locati alle pp. 145-153. rienza nuova e preziosa, una “prima” anche sguardo fra quell’intercalarsi di monti e 7 Aurelio Locati, Cento anni di alpinismo ber - questa che, come le “prime” alpinistiche, valli bianche, fredde ed immobili sino alla gamasco, Cai Bergamo, 1973, p 153. apre nuove prospettive all’alpinismo ber - lontana evanescenza della pianura! 8 Bruno Berlendis, Salbitschyn Cresta ovest. gamasco. Ed è appunto sulla base di un Scorribande indimenticabili che ci riporta - Prima salita italiana, Annuario CAI Bergamo nuovo studio di Berlendis e delle esperien - rono nell’atmosfera dei nostri predecessori 1962, p. 60.

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:49 Pagina 6

VITA SOCIALE Giornalisti tedeschi del DAV sul sentiero delle Orobie

al 17 al 20 luglio 2018 un gior - rivista del DAV, mentre Joachim tal proposito i due hanno voluto sapere la nalista e un fotografo del Chwaszcza é un fotografo, appassionato di condizione dell’allevamento del bestiame Deutscher Alpenverein (DAV) montagna e di viaggi in zone montagnose sul nostro territorio montano. La giornata si Dsono stati ospiti del CAI del mondo, che risiede nei dintorni di é mantenuta insolitamente limpida fino a Bergamo. Il contatto é avvenuto tramite la Monaco. Due persone gradevoli che hanno sera, senza temporali. Giunti al rifugio, i provincia di Bergamo, in collaborazione voluto conoscere le Orobie. Così alcuni due hanno voluto conoscere il custode. con “Visit Bergamo”. consiglieri sezionali si sono presi l’incarico Fatta una piccola merenda si sono intrat - e

l Si é trattato di un’interessante iniziativa di accompagnare i due tedeschi in alcuni tenuti con lui, in particolare Joachim ha a

i che, certamente, ha dato lustro alla nostra dei nostri rifugi. La prima tappa é stato il fotografato alcuni piatti tipici che il bravo c

o Sezione. Rifugio dei Laghi Gemelli in Alta Valle cuoco propone agli ospiti. Poi, Amedeo li s

Il DAV rappresenta il più grande club alpin - Brembana. Giunti a Carona, io e Amedeo ha accompagnati fino alla diga del Lago a

t istico a livello mondiale, con sede a Locatelli li abbiamo accompagnati lungo il Colombo, sotto la Cima del Becco. Poi, i

V Monaco di Baviera e con 730.000 soci, sentiero che sale da Carona. Lo abbiamo verso sera i tre hanno fatto rientro a Carona fondato nel 1869, la ottava associazione fatto il pomeriggio del 17 luglio. I due ospi - e, poi, a Branzi, ospiti dell’Albergo Corona. 6 sportiva tedesca in ordine di importanza. ti si sono dimostrati subito affabili e capaci La mattina del 18 luglio i due sono ripartiti L’associazione é nata con finalità accade - di parlare un poco di italiano, subito inter - in auto per raggiungere Valbondione dove miche e culturali e con l’intento di far essati al nostro territorio montano, ponen - erano ad aspettarli Gepi Mutti e Angelo conoscere le Alpi, costruendo anche alcuni doci molte domande. Joachim é stato molto Panza per accompagnarli al Rifugio Coca. rifugi. attratto dai nostri fiori di montagna e ne ha Hanno percorso il ripido sentiero sotto un Georg Hoehnester é un giornalista di fotografato molti. Dopo la diga del Lago caldo sole, raggiungendo il rifugio verso Monaco, caporedattore di “Panorama”, la Marcio, abbiamo incontrato una malga e a mezzogiorno. Sono, poi, saliti fino al

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:50 Pagina 7

VITA SOCIALE V i t a

s o c i a l e 7

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:50 Pagina 8

VITA SOCIALE

Laghetto di Coca per ammirare il paesaggio circostante, in particolare il Pizzo Coca e il Redorta. Dopo il pranzo, sono ripartiti alla volta del Rifugio Curò. Il tragitto é stato apprezzato e anche il tempo ha retto, evi - tando la pioggia. Dall’alto i due tedeschi hanno potuto ammirare la straordinaria conca del Barbellino. Nei pressi della diga hanno osservato alcuni stambecchi attac - cati con i loro zoccoli alle pareti della diga. Dopo la cena, hanno trascorso la notte presso il Rifugio Curò. Gepi li ha las - ciati al rifugio, scendendo a Valbondione. Il giorno seguente Dario Nisoli ha accompagnato i due tedeschi attraverso la Val Cerviera fino al Passo di Bondione, facendo apprezzare le bellezze del “sentiero naturalistico e

l Antonio Curò”. Scesi in Val di a

i Gleno, attraverso il Passo di Belviso, i tre c

o hanno raggiunto il Rifugio Tagliaferri. Qui s

hanno gustato le specialità culinarie che a

t sono state preparate con arte da Cesco. I i

V due hanno molto apprezzato l’ottimo cibo e anche le buone grappe offerte loro dal 8 rifugista scalvino. Lungo il percorso hanno visto fiori e animali, tra i quali marmotte, alcuni stambecchi e qualche camoscio. Joachim ha paragonato la Val di Gleno ad alcune regioni del Ladakh in India. A causa delle peggiorate condizioni atmosferiche, é stato cambiato il programma dei due ospiti. La mattina del 20 luglio, infatti, i due tedeschi sono scesi a Schilpario. La sera di sabato 21 luglio i due bavaresi hanno fatto visita al Palamonti e, poi, vi si sono fermati per la cena in compagnia del presidente Valoti e di alcuni accompagnatori. Il giro sul sentiero delle Orobie é stato un’impor - tante occasione per scambiare idee, con - frontarsi e per far apprezzare ai due ospiti le nostre incantevoli montagne. L’esperienza di questi giorni verrà riportata su “Panorama”, la rivista del DAV, e servirà a far conoscere il sentiero delle Orobie anche in Germania. Georg e Joachim si sono dimostrati molto soddisfatti, dando l’impressione di aver molto apprezzato le Orobie, non escludendo l’ipotesi di ritornare sulle montagne della bergamasca. La matti - na di domenica 22 luglio i due sono partiti per Monaco.

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:50 Pagina 9

EVENTI

Cà Berizzi, venerdì 15 giugno 2018 delle lusinghe della montagna. E, a propo - sito di sua moglie, ha ricordato quando, n evento interessante quello partito per una spedizione quando lei era organizzato venerdì 15 giugno incinta, era rientrato a figlio ormai nato da 2018 dal Centro Studi Valle due mesi. È stato bello ascoltare il racconto UImagna in collaborazione con il di una vita. Una vita che ha presentato alcu - CAI Bergamo a Cà Berizzi nel comune di ni aspetti tinti talvolta di amarezza. Alle Corna Imagna. Protagonista Mario Curnis, soglie della vecchiaia il fallimento della sua alpinista bergamasco, che è stato intervista - impresa e una malattia hanno posto Mario to dal reporter Giorgio Fornoni. di fronte a grosse difficoltà. Un momento Quest’ultimo ha voluto conversare con molto duro, ma che lui é riuscito ad affron - l’alpinista, seguendo le fasi salienti del suo Un passo più tare e risolvere dopo un periodo non facile percorso esistenziale. Una vita molto inten - trascorso da solo sulle Creste di Bares in sa, sia dal punto di vista lavorativo che alpi - in là, Mario Val Seriana con un gregge di un centinaio nistico. Mario Curnis è nato a Nembro in di capre. Un momento di riflessione, di una numerosa famiglia di operai. Curnis forte introspezione, che ha, tuttavia, ridato a Un’origine semplice che, però, gli ha pro - Mario serenità. Ha saputo affrontare curato molte soddisfazioni. Mario ha sotto - un’enor me difficoltà scoprendo che non lineato l’importanza che il lavoro ha avuto si racconta sono i soldi a rendere felice un uomo, ma la nella sua vita. Ha fatto il muratore con scelta di vita. Il vivere nella sua baita di San molta passione riuscendo, negli anni, a della parete. Con Simone Moro ha salito tra Vito con la moglie gli ha ridato la voglia di creare un’ impresa edile. Con grande impe - il 1999 e il 2000 i settemila dello “snow vivere. Mario ha manifestato l’amore per la

gno é riuscito a condividere l’attaccamento leopard”, nel Tien Shan in Asia Centrale. sua compagna, il piacere di voler vivere con E v

per il lavoro e l’amore per la montagna. La Da giovane Curnis ha avuto modo di cono - lei, che lo ha seguito per una vita, che gli ha e n

montagna che per lui é stata quasi un’aman - scere e, quindi, di frequentare ed arrampi - sempre preparato lo zaino prima della par - t te, come ha voluto dichiarare in una lettera care con famosi alpinisti come Walter tenza per ogni spedizione, che ha condiviso i aperta a tutti. A volte un’amica dura, che ha Bonatti, Riccardo Cassin, Reinhold le sue difficili scelte e anche i momenti più portato via, negli anni, molti dei suoi amici. Messner, Renato Casarotto. È amico di faticosi. Un piacere che cresce anche negli 9 Coerenza, onestà e schiettezza unite a una Simone Moro e Denis Urubko. È stato pre - anni della vecchiaia. Un messaggio molto volontà di ferro, le doti caratteriali di sidente del CAI di Nembro, cercando di forte che ha voluto trasmettere ai presenti a Mario. Ha raccontato che la sua passione infondere la passione per la montagna nello Cà Berizzi e non solo. per l’alpinismo che é nata in giovane età, spirito dei giovani. Curnis ha partecipato Ha sottolineato che gli alpinisti devono sce - grazie alla conoscenza di Leone Pellicioli, nel 1973 alla Spedizione Militare Italiana gliere compagne in grado di comprendere alpinista nembrese degli anni ‘50, scompar - all’Everest, condotta da Guido Monzino. la loro passione, disposte ad aspettarli a so sul Rosec. La carriera alpinistica di Un’esperienza che ha definito negativa, che casa senza tensioni, altrimenti, meglio non Curnis ha avuto inizio nel 1959. Il suo cur - lo ha segnato profondamente, a causa dei sposarsi. Mario ha pure manifestato il suo riculum è cresciuto negli anni, con salite dissapori con i vertici della spedizione. dissenso con l’utilizzo indiscriminato dei sulle Grigne, sulle Orobie, in Himalaya, Mario allora giovane e forte alpinista telefonini da parte dei giovani. Un invito a nelle Ande, in particolare in Patagonia avrebbe voluto e potuto salire sulla vetta limitarne l’uso, privilegiando la comunica - (Scudo del Paine, Cerro Mayo e Torri del dell’Everest, il suo fisico glielo avrebbe zione tradizionale. Nel corso della serata Paine). Nel corso di una salita alla parete permesso, ma gli fu negata l’opportunità di sono stati proiettai alcuni filmati per riper - Nord del Lyskamm Mario ha rischiato, realizzare quel sogno. Un sogno accarezza - correre i momenti importanti della vita alpi - insieme al compagno di cordata, di essere to fino a quando, a 66 anni, riuscì finalmen - nistica di Curnis. Dopo due salite invernali travolto dalla caduta di alcuni seracchi, che te a raggiungere con Simone Moro la meta. con i figli, Mario ha concluso che la monta - hanno investito altre cordate, causando un Ha voluto far presente che l’Everest di oggi gna non faceva per loro. Ma l’approccio era morto e alcuni feriti. Nel 1975 ha partecipa - è ben diverso da quello del 1973. Allora stato, forse, un po’ troppo duro per loro. to alla spedizione al Lhotse con Reinhold non c’era nessuno, ora file di alpinisti asse - Ora Mario sta riordinando i suoi lunghi Messner; nel 1980 a quella invernale al diano la via normale della montagna dal diari, ripercorrendo le innumerevoli impre - Makalu, con Renato e Goretta Casarotto versante nepalese. Mario ha risposto alle se alpinistiche, la sua testimonianza di vita, oltre ad altri alpinisti svizzeri. In quella domande di Fornoni in modo risoluto e sin - davvero importante. Li ha scritti con gran - occasione ha rischiato di non tornare a cero. Ha voluto manifestare la sua grande de precisione durante i momenti di calma, causa delle incredibili, abbondanti nevicate. fede nella montagna. Ha ringraziato la magari di brutto tempo, ai campi base in Ha ricordato la spedizione all’Alpamayo e moglie Rosanna Giudici che negli anni lo tenda, quando si trovava lontano da casa, quella al Pukajrka, in Peru, nel corso della ha sempre aspettato con un sorriso al ritor - nei luoghi più sperduti del mondo. quale, da capo-spedizione, é andato incon - no da ogni spedizione a differenza di quan - Mario ha 82 anni e si diverte facendo il tro a molti rischi, a causa dell’insidiosità to sono solite fare altre mogli tradite per via fieno sulla sua montagna.

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:50 Pagina 10

ALPINISMO

arriva così alla sommità della prima gran - pizzo Di sCotes de torre, che domina il Passaggio di Caronno, e che facile nella sua parte più Cresta Sud-Est (integrale) alta è di placche favorevolmente imbricate verso la base: si scende con cura nella brec - cia, quindi si rimonta su buone placche la di Maurizio Agazzi ma che silenziosamente s’è fatta strada sullo parte inferiore della seconda e maggiore stanco e freddo viso. L’ultimo desiderio lun - torre, per arrivare a un muro di roccia, ncipit, sarò sincero. gamente rincorso era divenuto realtà! quasi verticale, limitato sulla sua sinistra Quando alle 12 abbiamo aperto la Uno degli itinerari più interessanti e meno (est) da una spaccatura che si prolunga in porta del Bivacco Corti un po’ mi sono conosciuti delle Alpi Orobie è sicuramente basso sul versante di Arigna e s’inizia in Iemozionato. Mai e poi mai avrei pen - la Cresta Sud-Est del Pizzo di Scotes: “è la alto con una specie di imbuto colmo di sato che la stagione 2017 potesse riservarmi più bella via del Pizzo di Scotes; interessan - detriti. Su brevi appigli si vince il muro di così tante sorprese e, senza troppo esagera - te, con qualche passaggio non facile, neces - roccia, salendo da sinistra a destra in modo re, così tanti sogni realizzati. sita sempre di cura e attenzione” … scrisse - da entrare nell’imbuto, badando ai frantumi Ne sono quasi certo ma quel primo novem - ro i fratelli A. e P. Corti nell’ormai lontano instabili che ne occupano il fondo, quindi di bre del 2017 il Pizzo di Scotes, silenzioso e 26 settembre 1916. sale direttamente alla sommità della torre superbo, sembrava aspettare soltanto noi Da parte mia quel crinale rappresentava una (Torre di Scotes, nda). prima di vestirsi con l’elegante mantello piccola ambizione in quanto avevo già asce - Si scende tenendosi un poco sul versante di dell’inverno. so lo Scotes da un po’ tutti i versanti: da un Arigna e, superando i piccoli rilievi della Insomma, nell’istante in cui abbiamo aperto canalino posto ad est, dalla faccia sud e cresta l’un dopo l’altro per roccia scistosa

o la porta del Bivacco Corti ho provato la stes - dalla pala nord. Però la Cresta Sud-Est mi ma discretamente buona restando bassi lad - m

s sa sensazione di un bambino alla vista del - mancava e quella storica relazione proprio dove il crinale si fa troppo affilato ed espo - i

n l’ambito regalo la mattina del giorno di non riuscivo a togliermela dalla testa. sto, si arriva a un paio di gobbe un po’ più i

p Natale emozionandomi e librando una lacri - “Dalla Bocchetta di Caronno*, la strettissi - evidenti che sono presso la vetta”. l

A ma e maggior depressione fra la Cima di In sostanza, la percorrenza è consigliata Caronno e il Pizzo di Scotes, si traversano all’alpinista avvezzo a questa tipologia di 10 i primi tre modesti denti della cresta, percorsi avventurosi ed esplorativi (come affilati e di roccia fogliacea, e si quasi tutti gli itinerari raccontati in questa

La salita alla Torre di Scotes richiede molta cura ed attenzione per via della roccia embricata e fogliacea

Nel dedalo roccioso delle grandi torri di Scotes. L’ultima chiamata del 2017; nell’aria s’è librato un leggero profumo di magia

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:50 Pagina 11

ALPINISMO

Novembre 2017; il Pizzo di Scotes s’è lasciato abbracciare dalla cresta più bella! Da parte mia quel crina“le rappresentava una piccola ambizione. ” Da un mio vecchio scatto l’elegante profilo della Cresta Sud- Est del Pizzo di Scotes impreziosito dall’omonima torre A l p

grandi torri basali della Cresta Sud-Est del contraddistinta da una vista strepitosa sul i n

Pizzo di Scotes. Conviene salire quindi il Pizzo di Scotes e sulla Cresta Corti alla i s

canalino mediano, meno angusto e un po’ Punta di Scais (2900 metri circa, purtroppo m meno erto degli altri due, che con percorso quel giorno l’altimetro faceva le bizze e non o faticoso, molto dipende dalle condizioni del siamo riusciti ad avere una rilevazione pre - suo fondo, e caratterizzato da sfasciumi e cisa). Scendere quindi direttamente e con 11 rocce instabili, culmina al Passaggio di cura (III) seguendo la via più logica fino al Caronno (qualche passo di II, ramponi successivo intaglio alla base di un’altra tor - obbligatori -anche in questo caso- ad inizio retta piuttosto friabile. pubblicazione). Per l’avvicinamento da stagione). Dall’intaglio traversare a sinistra, sud, per Valbondione bisogna percorrere il Sentiero In qualche tratto ci si può tenere, non age - una cengia molto stretta ed esposta e rag - 301 e giunti al Rifugio Coca si seguono i volmente, alle rocce della sua destra; all’im - giungere il filo della torretta per poi seguir - segnavia, a tratti sbiaditi, che salgono e suc - bocco una grande “M” dipinta moltissimi lo fin nei pressi della vetta. cessivamente costeggiano sulla destra il anni fa su di un masso vi farà comprendere Da quest’ultima il crinale diviene molto Laghetto di Coca. Il sentiero, poco visibile e che siete sulla retta via. Dal Passaggio di aereo ma ben camminabile e arrampicabile riconoscibile, porta nei pressi di un masso Caronno bisogna rimontare la prima torre con passi di II grado a volte molto esposti; con lapide cementata, poi devia deciso cercando il percorso più logico appoggiando dove il crinale diviene troppo affilato, pre - all’inizio del ghiaione discendente dal Passo all’inizio sul versante sud (Caronno) con stando attenzione alla roccia spesso foglia - di Coca. Raggiunto il valico si scende alla passi di II. Dalla cima scendere verso l’inta - cea, conviene appoggiare sulle cengette sottostante Vedretta del Lupo, ramponi glio attraverso una paretina povera di appi - laterali. Si scala infine anche la torretta fina - quasi sempre obbligatori, puntando a vista gli, III, alla base della grande torre della cre - le giungendo così su “ la più elevata e la più al Bivacco Corti che però non bisogna toc - sta altresì denominata Torre di Scotes. bella vetta del contrafforte di Rodes dalle care giacché il canalino inizia pochi minuti Stando alla sinistra di un evidente camino forme di piramide tronca ”. prima di raggiungere il comodo punto di attaccare la torre per rocce rotte, embricate Il colpo d’occhio sulle Alpi Orobie è spicca - appoggio. Contrariamente alla relazione ori - ma abbastanza gradinante formate da roccia tamente istruttivo! ginale conviene raggiungere la cresta salen - prettamente fogliacea, pertanto delicata, Dopo essersi abbassati per qualche metro in do dal canalino del Passaggio di Caronno e fino ad un terrazzino per poi appoggiare leg - direzione nord-est la discesa conviene com - non da quello della Bocchetta di Caronno. germente sulla sinistra e salire un muretto pierla dalla pala nord fino ad intercettare il Alle spalle del bivacco, sul margine sinistro povero di appigli ma di roccia compatta fino segnavia della GVO che, seguito verso est, (nord-ovest) della Vedretta del Lupo, sfocia - ad immettersi nell’imbuto colmo di detriti rientra al Bivacco Corti. no tre canaloni paralleli: quello meridionale menzionato dai fratelli Corti nella descrizio - Per evitare una serie di salti lisci e compli - scende dalla Bocchetta di Caronno, quello ne originale (III… forse qualcosa di più, cati conviene scendere dalla pala obliquan - mediano dal Passaggio di Caronno e quello sosta su friend). Per sfasciumi infine si tocca do da destra a sinistra, faccia a valle. settentrionale dalla depressione fra le due la panoramica vetta della Torre di Scotes La grande (ri)scoperta continua…

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:50 Pagina 12

ALPINISMO

VAllArsA di Matteo Bertolotti a “Parete dei Sospiri” è una fas - parete dei sospiri cia rocciosa, caratterizzata da un pronunciato tetto triangolare, sit - Luata sotto all’abitato di Foppiano via “il bacio della morte” nel comune di Vallarsa (TN). La via “Il bacio della Morte” è stata aperta da Matthias Stefani e Matteo Bertolotti il 27 Stefani in apertura sulla prima parte luglio e l’1 e 5 agosto 2018 con largo uso della terza lunghezza di cliff e protezioni veloci; la progressione è principalmente in arrampicata artificiale moderna. Il breve sviluppo della via non deve trarre in inganno: la difficoltà nel posizionamento di alcune protezioni fa si che occorrano diverse ore per la sua ripe - tizione. Tutte le soste sono attrezzate con 2 o più fix da 10 mm; lungo i tiri si trovano fix da 8 e 10 mm. Prestare molta attenzione al secondo tiro dove si è obbligati ad una lunga sequenza su cliff; un’eventuale cadu - ta potrebbe avere conseguenze importanti. Il nome della via deriva da un avvenimen - to accaduto ai primi salitori durante l’aper - tura. materiale da portare: Normale dotazione alpinistica. Utilizzare mezze corde da 60 m per un’eventuale calata da S3. Per ogni componente della cordata prevedere 2 staffe e fifì. Fondamentale portare: 20 rinvii; 1 cordino in kevlar aperto; 7 cliff (principalmente per Bat Hole: Reglette Petzl, Taloon BD, Cmv Stubai, ecc...); 1 friend misura 2 (Camalot BD); 1 friend misura 1 (Camalot BD); 1 friend misura 0.75 (Camalot BD); 1 friend misura 0.5 (Camalot BD); 2 friend misura 0.4 (Camalot BD); 2 friend misura 0.3 (Camalot BD); 1 friend misura 2 (Microfriend BD); Potrebbero tornare utili: alcuni nut medi, friend/cliff ausiliari, qualche chiodo universale. Avvicinamento: Da Rovereto (TN) imboccare la strada provinciale 89 che sale lungo la sinistra orografica della Vallarsa seguendo le indicazioni per Matassone. Dopo aver superato l’abitato di Albaredo e poco prima di raggiungere la piccola frazione di Foppiano, sulla destra si trova uno spiazzo; subito dopo, sulla sinistra, si stacca una stradina asfaltata (poco visibile) contornata da un guardrail arrugginito che perde repentinamente quota e che conduce, dopo un centinaio di metri, a un impianto di depurazione completamente recintato. Sulla destra, nel prato, è possibile lasciare

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:51 Pagina 13

ALPINISMO

l’auto. Imboccare la strada a sinistra che scende (qui l’asfalto lascia il posto al cemento) e che dopo aver superato alcune coltivazioni (e un pollaio) diviene sterrata. Continuare ignorando le varie diramazioni e raggiungere un’ampia radura (prato ben curato). Attraversarlo e portarsi all’estrem - ità destra dov’è presente un masso con un bollo giallo. Pochi metri più a destra una traccia tra gli alberi permette di perdere velocemente quota e raggiungere alcune facili rocce. Dopo pochi minuti la parete è ben visibile; continuare ad abbassarsi e superare un breve tratto attrezzato con una corda fissa. Al suo termine, traversare verso destra (viso a valle) lungo una facile cengia e raggiungere una caratteristica grotta. Abbassarsi ancora per qualche metro lungo il canale terroso e traversare verso destra (viso a valle) sino alla cengia basale. L’attacco è posto sotto la verticale A

del grande tetto (visibile il primo fix a l p

pochi metri di altezza). i n

Descrizione dei tiri: L1: salire le facili i s

rocce e continuare lungo la placca compat - m ta sino a raggiungere la sosta (3 fix), posta o sulla sinistra. 15 m, III, A3, 3 fix. L2: lunghezza chiave della via. Salire la placca 13 nerastra mediante una lunga sequenza su cliff; superare uno strapiombino e contin - uare per placca, ora più appoggiata, sino alla sosta (4 fix), posta leggermente sulla destra. 22 m, A4, A3, 5 fix. L3: altra lunghezza impegnativa. Alzarsi sin sotto al tetto e, sfruttando la fessura, iniziare a tra - versare verso destra sino al suo termine. Più facilmente si raggiunge la sosta (4 fix+catena+anello+libro di via). 28 m, A3, A2, A1, 10 fix. L4: salire in obliquo verso destra lungo la placca e superare un tratto verticale. Portarsi poi a sinistra in direzione della sosta (3 fix). 18 m, A3, A1, A3, 4 fix, clessidra da attrezzare. L5: dalla sosta salire verso destra e superare uno strapiom - bino. Continuare per rocce più semplici sino a uscire su dei terrazzamenti. Qui attrezzare la sosta (albero). 17 m, A1, I. Discesa: Dal termine della via alzarsi rimontando il muretto a secco e piegare verso destra raggiungendo così l’ampia radura. Da qui tornare alla macchina per - correndo a ritroso il sentiero d’avvicina - mento.

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:51 Pagina 14

ALPINISMO Una bella giornata in presolana, in altre parole “Ciamim piò”

on fatica, facendo perno sul ati”, “stai attaccato alla roccia, lei ti vuole fondo schiena, ruoto le gambe bene, è tua amica”. verso il bordo del letto, punto i La frettolosa ricerca della sola soddis - Cgomiti sul materasso e stringo i fazione nell’arrivare, rischiava di farmi denti. Con i muscoli ancora indolenziti, dimenticare che il piacere e la felicità, in mentre le ginocchia scricchiolano, mi compagnia della fatica, è nel vivere ogni metto in piedi, persino le radici dei capelli attimo della salita, così come lo è per me ormai caduti, fanno male … ma chi me l’ha correre e nuotare o nello scrivere un pen - fatto fare. Meglio sarebbe rimanere sdraia - siero a un amico, nel fare l’amore … un to e continuare a dormire, rinco mi trascino assaggio di eternità. in cucina e faccio colazione o almeno così Grazie miei Capitani, come già per le pas -

o penso. Esco da casa e sotto il sole, nel sate proposte, oggi mi resta il ricordo della m

s caldo della bassa mentre a piedi vado al tanto splendida, quanto faticosa, giornata i

n lavoro, sogno la fresca brezza di ieri, là passata insieme sulle creste della Pre- i

p sopra in cresta, scivolare sulla pelle … ma solana. l

A chi me lo fa fare. Per fortuna che anche questa volta ho Andiamo in Presolana, vedrai è un bel seguito i consigli dei medici che mi hanno 14 trekking! Bene non ci sono mai stato e poi, seguito dopo l’incidente, non “arrampi - ho già fatto alcune ferrate, nessun proble - care”. Comunque, Vincenzo e Roberto, la ma. prossima volta che vi vengono queste idee, Fino al passo del Visolo 0k, poi … la fac - ricordatevi che ho ancora una famiglia da cenda è cambiata, su e giù per le croci, me mantenere e come Vincenzo scriveva compreso, la gamba con la ferramenta che, “Sono troppo vecchio per queste cose”. sulla paretina, si incastra un paio di volte, fino all’ultima … dove la fatica e l’affanno Grazie per la pazienza, sono stati acquietati dal silenzio e ho respi - senza di voi non ce l’avrei fatta, rato con gli occhi. Marco Più tardi, scendendo dalla Grotta dei Pagani alla baita Cassinelli, mi avete mostrato le pareti sulle quali salite con gli allievi e sotto quelle pareti ho caricato lo zaino con alcune riflessioni da portare a casa “le creste della Presolana sono solo un bel trekking” e “la ferrata non è arrampi - care” e se a queste, aggiungo gli incorag - giamenti di Clara, mia moglie, che al mio ritorno, dopo di quella che pensavo fosse un’impresa “Se sei tornato, ce l’hai fatta e poi vai sempre a correre” ho fatto filotto. Acqua finita, gola secca e labbra incollate eccoci alla Baita Cassinelli per condividere una weizen ed un pane a salame con Vincenzo e Roberto; che bel campà. Tornando a casa mi ronzano ancora nella testa i consigli ricevuti “non abbiamo fret - ta”, “tranquillo, è un sentiero per pension -

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:51 Pagina 15

ALPINISMO A l p i n i s m o 15

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:51 Pagina 16

ALPINISMO GIOVANILE Gli Aquilotti di Bergamo conquistano Città Alta ed il suo Castello

di Massimo Adovasio

aglietta bianca con

e l’Aquilotto CAI stampato su di l i essa, pantaloncini corti, scarpe n

a da ginnastica e tanta voglia di v

o M correre, di cercare il tesoro nascosto per poi i

g conquistare il castello di Bergamo (San Vigilio).

o È domenica 24 giugno 2018, ore 8.30. Una trenti - m

s na di Aquilotti di Bergamo sono seduti sul prato i

n verde della Fara, di fronte alla ex chiesa di San i

p Agostino in Città Alta, con lo sguardo rivolto agli l

A Accompagnatori di Alpinismo Giovanile che gli stan - no comunicando qualcosa. Ma che cosa? Le coordinate 16 per poter scoprire i tesori di Città Alta e poi poter con - quistare il Castello di Bergamo. Gli Aquilotti, grazie all’uscita del Cornello dei Tasso, qualche nozione di ori - entamento l’hanno appresa: ma l’avventura si fa ancora più entusiasmante, poiché per trovare gli indizi, bisogna anche risolvere indovinelli e decifrare mappe. Cinque gruppi di Aquilotti con percorsi diversi, sono pronti alla partenza. servizio fotografico a cura di massimo Adovasio Ritrovo finale alle 11.30 in piazza Vecchia, il cuore di Bergamo Alta. Secondo voi quale poteva essere la modalità di partenza degli Aquilotti dalla Fara per l’avventura in Città Alta? Ovviamente la corsa. E non poteva accadere nient’altro di diverso, altrimenti loro, gli Aquilotti del CAI di Bergamo, non avrebbero potuto vivere den - tro di loro la fantastica conquista del castello di Bergamo! Ma cosa centra questa attività di Città Alta, con l’Alpinismo Giovanile? La Commissione Alpinismo Giovanile del CAI di Bergamo che studia e programma le varie attività, ha inserito da due anni, a metà Corso AG, un importante momento di gioco e di svago per gli Aquilotti. Lo scopo è quello di favorire tramite il gioco ed un contatto ravvicinato tra i coetanei, una maggiore conoscenza, comunicazione e senso di grup - po tra Aquilotti ed Accompagnatori di Alpinismo Giovanile. Si è scelto il nome di “ Palagames ”, poiché le prime due edizioni di questa iniziativa si sono svolte all’interno della palestra del Palamonti. Con la terza edizione, quella odierna in Città Alta, si è deciso di uscire dal Palamonti mantenendo il nome “ Palagames III ”. E gli Aquilotti? Trovati gli indizi in Città Alta, si sono lanciati alla conquista del Castello di Bergamo… Conquista effettuata nei tempi previsti con molto entusi - asmo e soddisfazione…

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:51 Pagina 17

ALPINISMO GIOVANILE A l p i n i s m o

g i o v a n i l e 17

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:51 Pagina 18

ALPINISMO GIOVANILE

di Massimo Adovasio

nzo carrara ANAG , è il nuovo Direttore della scuola berga- masca di Alpinismo Giovanile E“Alpi Orobiche” del CAI di Bergamo, che ha la sede al Palamonti. Profondo conoscitore della tematica dell’Alpinismo Giovanile, Enzo offre il proprio contributo nell’AG del CAI di Gazzaniga e collabora con la Commissione e con la Scuola Regionale Lombarda di Alpinismo Giovanile del CAI. Nell’augurargli un buon lavoro, gli abbi - amo posto alcune domande.

e ● La scuola bergamasca di Alpinismo l i Giovanile è un importante riferimento n Enzo Carrara (a sinistra) spiega tecnica alpinistica a del cAi di bergamo per chi vuole far v

o conoscere la montagna ai più giovani. i

g cosa è questa scuola e come opera?

o enzo CArrArA La Scuola AG Alpi Orobie, a differenza di m

s altre Scuole del CAI che si occupano di i

n istruire allievi che desiderano imparare i i nuovo direttore p rudimenti della specialità di competenza l

A quali alpinismo, scialpinismo, ecc., non si della scuola AG “Alpi orobie” rivolge ai ragazzi, ma ha come specifico 18 compito il formare ed aggiornare gli Accompagnatori, e nello specifico della Scuola Bergamasca, gli Accompagnatori Sezionali di AG (ASAG) , qualifica prope - deutica all’accesso ai successivi titoli di Accompagnatore Regionale (primo livello) e Nazionale (secondo livello). La formazione e l’organizzazione di attiv - ità per i ragazzi è invece demandata alle Commissioni di Alpinismo Giovanile pre - senti nelle Sezioni e Sottosezioni presenti in nella bergamasca. La Scuola AG Alpi Orobie opera tramite i titolati e qualificati dell’Alpinismo Prove di tecnica alpinistica Giovanile che sono chiamati, a seconda delle proprie abilità o competenze lavora - tive e professionali, a dare il loro apporto nell’organizzazione di corsi e aggiorna - menti su argomenti legati al Progetto Educativo CAI, tramite il rispetto di rego - lamenti stabiliti dalla Commissione Centrale di AG. All’occorrenza, in queste attività, vengono coinvolti professionisti anche esterni al CAI. La Scuola Alpi Orobie è nata per rispondere alle esigenze formative del Coordinamento Bergamasco di Alpinismo Giovanile, organismo che si occupa di tenere collegate le varie realtà di AG, supportando quelle già operative e sti - Arrampicare

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:51 Pagina 19

ALPINISMO GIOVANILE

riesce a ottenere il meglio dal gruppo, por - esportare anche a livello regionale, un tandolo a una coesione che poi diventa gruppo che si occupi permanentemente fucina di nuove iniziative da proporre ai della formazione organizzandone la pro - ragazzi. grammazione delle attività per un più ampio lasso di tempo, in modo da curare in ● in veste di nuovo Direttore, come pensi profondità ogni aspetto dell’AG, sia esso di condurre la scuola ed hai particolari tecnico, culturale e soprattutto educativo. idee o progetti per il suo futuro? Per raggiungere questo obiettivo penso sia Per il futuro penso sia importante estendere importante coinvolgere in questo gruppo il numero di persone impegnate nella persone che si occupino di didattica, for - Scuola, sfruttando, oltre alle passioni per - mazione e educazione di ragazzi a livello Giocando sonali, anche le proprie competenze pro - professionale e che colgano la montagna fessionali, oltre che naturalmente come ambito educativo facilitante e privi - cementare la collaborazione delle persone legiato. molando la nascita di Commissioni di AG già coinvolte, studiando iniziative che nelle situazioni dove l’AG non esiste. aiutino la coesione del gruppo. In modo Fotografie di Massimo Adovasio ed A

particolare mi piacerebbe creare e poi Emilio Amodeo l p

● tu enzo sei stato uno dei fondatori i n

della scuola bergamasca AG Alpi i s

Orobie. Gli obiettivi che ti sei posto per m o

la crescita della scuola si stanno con - m g cretizzando? La foto c i si pati a o La Scuola ha già all’attivo tre corsi ASAG v a

(Accompagnatore Sezionale di Alpinismo n i Giovanile) oltre che numerosi aggiorna - degli Aquilotti di bergamo l e menti sui più disparati argomenti a cura di Massimo Adovasio riguardanti l’AG, con numeri di corsisti sempre cresciuti nel tempo: quindi ritengo 19 sia riuscita fino ad ora a concretizzare l’ob - biettivo principale di crescere nuovi Accompagnatori.

● La scuola bergamasca AG Alpi Oro - bie è abilitata per formare Accompa- gnatori sezionali di Alpinismo Giova - nile. come è andata con il 3° corso for - mazione AsAG appena concluso? Il terzo corso di formazione per ASAG, ha coinvolto 42 aspiranti Accompagnatori, distribuiti per varie fasce di età. La novità rispetto ai precedenti corsi, è stato il numero rilevante di giovani che hanno deciso, dopo aver assaporato l’AG come utenti, di mettersi al servizio nei confronti dei loro amici più giovani. Questo dimostra che l’AG è una realtà in divenire, attenta a trasmette anche ai più giovani i valori di volontariato, interesse verso gli altri e pas - sione per la montagna alla base del proget - to del CAI. I corsi ASAG sono sempre estremamente “... mi assomiglia?...” emozionanti, sia per gli allievi che per i docenti, perché solo attraverso l’empatia, i Uscita del 17 giugno 2018 - Monte Sasna (2229m) fare insieme e il mettersi a fianco non come (foto di Antonio Rota) esperti, ma come compagni che hanno già percorso alcune tappe della formazione, si

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:51 Pagina 20

ALPINISMO GIOVANILE e l i

n Il volo primaverile a v o i degli di g Aquilotti

o m s

i Bergamo n i p l A 20 Foto di Antonio rota

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:51 Pagina 21

MONTAGNE DAL MONDO

Cresta finale dell'Ishinca (foto di Emiliano Perani) M o n t a g n e

d a

La magia dei l

m o

Refugios Andinos: n d alla scoperta dei rifugi del Mato Grosso sulle Ande o 21 Due settimAne Di VOLOntAriA - i rifugi dell’Operazione mato Grosso re un po’ questa realtà di montagna, così che tO AL riFuGiO ishincA – sulla cordillera blanca questi posti non vengano vissuti solo dai reGiOne DeLL’AncAsh - perÙ Tra 20 e 10 anni fa, nel cuore della turisti ma anche, piano piano, dalla gente Cordillera Blanca, migliaia di volontari del locale. Gente che è coinvolta poi lavorativa - Un’esperienza di Nadia Rossi (testi) Mato Grosso e di giovani oratoriani hanno mente anche nel trasporto di materiali e e Emiliano Perani (foto) costruito, trasportando materiali a spalla e viveri con muli e cavalli, ma anche in quali - fermandosi settimane a lavorare, quattro tà di guide, grazie alla “scuola di guide Don iL ViAGGiO rifugi d’alta quota sul modello dei rifugi Bosco sulle Ande”, che ha formato tanti gio - n insolito viaggio di coppia europei: il Rifugio Huascaran, il Rifugio vani locali come guide alpine. attraverso l’America Latina. 198 Perù, l’Ishinca e il Contrahierba. I primi tre giorni, 5 stati, più di 15.000 km, sono ormai in piena attività e ogni anno, da La nostra esperienza Ututto con mezzi pubblici, zaino maggio a settembre, sono visitati da miglia - Prima della partenza, dall’Italia, ci mettia - in spalla. Un viaggio di scoperta e di condi - ia di turisti da tutto il mondo e utilizzati mo in contatto con padre Alessio, parroco visione, fatto non solo di turismo ma anche come base per escursioni e scalate di media della parrocchia di Shilla nonché gestore dei di volontariato e incontro con associazioni e e alta difficoltà. Tutti sono gestiti interamen - Refugios Andinos, per informarci sulla pos - realtà locali. Da Buenos Aires alla Terra del te da volontari e questo permette che tutto il sibilità di trascorrere un periodo di lavoro Fuoco, e poi verso nord, risalendo il Cile, la ricavato dei rifugi vada a sostenere le attivi - volontario in uno dei rifugi. Lui ci risponde Bolivia, il Perù e l’Ecuador. Dalle capitali ai tà di carità promosse dall’associazione. I subito che è molto contento della nostra paesini più sperduti, dalle vette della cordi - volontari sono in parte persone, italiane o disponibilità e che c’è sempre bisogno di gliera andina alle dune del deserto; dalla peruviane, che vivono permanentemente in una mano! Concordiamo all’incirca il perio - foresta amazzonica all’Oceano Pacifico. zona e che si dedicano ad un rifugio per l’in - do di arrivo e di permanenza e, mesi dopo, Questo il viaggio che ci ha portato, nel mese tera stagione e in parte viaggiatori come noi finalmente ci incontriamo. di giugno 2018, a raggiungere la regione che vengono a conoscenza di questo proget - Scopriamo così di essere stati assegnati al dell’Ancash, in Perù, e a fare un’esperienza to e decidono di fermarsi qualche settimana Rifugio Ishinca, 4350 m. Questo rifugio, di volontariato in uno dei rifugi gestiti a dare una mano. Inoltre ogni settimana arri - situato nella parte finale della Quebrada dall’Operazione Mato Grosso, il rifugio vano rinforzi anche dalle parrocchie della Ishinca, è la base ideale per molte escursio - Ishinca (4350 m), nel cuore del parco nazio - zona, che a turno mandano due o tre ragaz - ni di acclimatamento e anche per tentare nale Huascaran, la vetta più alta del Perù. zi ad aiutare e allo stesso tempo a conosce - alcuni impegnativi 6000. Partendo dal rifu -

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 22

MONTAGNE DAL MONDO

gio si possono infatti raggiungere in giorna - ta la vetta Ishinca (5530 m), con possibilità di pernottare al Bivacco “Longoni”, sempre di proprietà dell’OMG e a quota 5000 m, la vetta dell’Urus (5495 m), o la più tranquilla laguna di Milluacocha. Decisamente più tecniche e impegnative sono invece le ascensioni al Ranrapalca (6162 m) e al Tocclaraju (6032 m). Il rifugio ha una capa - cità di 60 posti letto e offre un servizio di mezza pensione più cucina e caffetteria sempre attiva. Offre anche un servizio di Salita al rifugio Ishinca doccia calda e da qualche anno è autonomo di un portatore con muli in corrente grazie alla centralina idroelettri - (foto di Emiliano Perani) ca costruita, sempre dai volontari, poche centinaia di metri più in alto. Fuori dal rifu - o

d gio si può anche campeggiare liberamente n

o con la propria tenda, avendo sempre la pos - m

sibilità di entrare a fare una partita a carte o l a bere qualcosa di caldo! a d

Noi saliamo al Rifugio Ishinca venerdì 8 e giugno. La salita è stata lunga e piuttosto n

g faticosa, non per via del sentiero ma a causa a

t dello zaino super pesante! Arriviamo final - n mente e ad accoglierci c’è Angel, giovane o

M studente di gastronomia e responsabile del rifugio per questa stagione, Luigina, altra 22 volontaria vicentina a cui noi daremo il cambio, e altri tre aiutanti. Il clima è allegro e il rifugio non troppo affollato, e così riu - sciamo facilmente ad ambientarci e a pren - dere le misure. Nei giorni successivi la gente aumenta e il lavoro si fa intenso, spes - Salita alla vetta dell'Ishinca so incessante: piatti da lavare da mattina a (foto di Emiliano Perani) sera, stanza da pulire, pasti da cucinare, clienti da accogliere e con cui chiacchierare, cercando di spiegare loro cosa sono i “refu - giovane si è aggrappato ad una roccia che si bocco del sentiero di salita), che si attiva per gios andinos” e qual è la filosofia di questi è staccata facendolo cadere e cadendogli salire al rifugio, a piedi più un cavallo. Il rifugi. I momenti di stress creano qualche sulla gamba, rompendogliela. Per fortuna soccorso in elicottero non esiste... o meglio, piccola incomprensione o pasticcio, come in nulla di troppo grave, ma le operazioni di non è formalizzato e a quanto abbiamo capi - tutte le cucine che si rispettino, ma poi tutto soccorso sono state alquanto lente e rocam - to interviene solo in base alla quantità dei si risolve in una risata, una mangiata o un bolesche, e questo ci ha fatto riflettere sulle soldi che gli si offre e alla volontà del pilo - gioco di società. In mezzo all’intensa routi - condizioni di isolamento piuttosto impor - ta. Al rifugio restiamo in attesa, ma alle ne quotidiana riusciamo però anche a pren - tanti in cui il rifugio si trova e, purtroppo, nove di sera ancora nessuna traccia, né del derci alcune mezze giornate per fare qual - sulle molte problematiche e controversie gruppo di turisti soccorritori né della poli - che escursione. Raggiungiamo così la vetta legate al sistema di soccorso alpino peruvia - zia. Entrambi i gruppi arrivano al rifugio dell’Ishinca (5530 m) poi quella dell’Urus no. Le cose sono andate all’incirca così: verso le 23... ma senza il ferito! Il gruppo di (5420m) e infine la laguna Milluacocha. l’incidente è avvenuto verso le 13. Verso le improvvisati soccorritori non era riuscito a 15 l’amico dell’accidentato arriva al rifugio trasportarlo fino in basso perché il sentiero L’incidente ad avvisare e chiedere aiuto. Mezz’ora dopo era brutto, il ferito pesante e in più era Durante le nostre due settimane e mezzo di l’amico e altri quattro turisti alti e spallati sopraggiunto il buio. Così avevano deciso di permanenza non sono mancati poi alcuni che fortunatamente si trovavano nel rifugio forzare la porta del bivacco Longoni e di imprevisti, il più serio dei quali ha coinvol - partono con barella sulle spalle con l’inten - lasciarlo a dormire lì. Dopo un veloce pasto to un ragazzo belga nel tentativo di ascesa al zione di riportare il ferito al rifugio. Nel frat - caldo, la polizia parte alla volta del bivacco, Ranrapalca. Poco sopra il bivacco Longoni, tempo chiamiamo la polizia della città di dove arriverà intorno all’una di notte e da in un tratto di sentiero un po’ accidentato, il Huaraz (a circa 30 km di distanza dall’im - cui ripartirà, ferito in spalla, allo spuntare

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 23

MONTAGNE DAL MONDO

Il rifugio Huascaran (foto di Emiliano Perani)

Nadia (terza da destra) e Emiliano (primo da sinistra) con il gruppo di rifugisti e volontari

del banco”, nonché di sostenere un progetto lodevole che può stare in piedi solo grazie all’aiuto di tantissime persone che ogni 23 anno dedicano del tempo alla montagna in modo un po’ diverso dal solito… e forse meno egoistico. Come dice il motto dei rifu - gi, stampato anche sulle tovagliette da Vista del Huascaran dalla partenza del sentiero per salire al rifugio Ishinca pasto: “ Subir a lo alto para ayudar a los que (foto di Emiliano Perani) abajo están ” (salire in alto per aiutare chi sta in basso). Prima di lasciare il mondo dei rifugi, non ci lasciamo scappare anche una del sole, per arrivare al rifugio verso le 8. buona forma e di bella stazza che subito si toccata e fuga al Rifugio Huascaran (4675 Dopo una buona colazione il ferito viene sono resi disponibili... altrimenti noi, bassi e m), seguendo padre Alessio nella sua mis - caricato a cavallo (che, per fortuna, riesce a mingherlini, come avremmo fatto? sione di aggiustare il collegamento radio. montare) e portato a valle, dove sarà arriva - e) che il rifugio avesse a disposizione una Anche il Huascaran è un rifugio architetto - to in clinica presumibilmente circa 24 ore barella. nicamente sorprendente ed efficace. Lavora dopo l’incidente. Da lì non abbiamo saputo Questo episodio ci ha fatto riflettere su meno degli altri un po’ perché è sfruttabile più niente, ma certo è che, nella sfortuna, è quanto purtroppo spesso in questa zona si esclusivamente da chi vuole lanciarsi nel - stata una fortuna che: gestisca il turismo montano investendo più l’ascensione della omonima vetta, la più alta a) il ferito non fosse in pericolo di vita sulle entrate economiche che gli escursioni - del Perù (6768 m), che certo non è cosa da b) la comunicazione radio del rifugio abbia sti portano - all’agenzia privata piuttosto tutti, e un po’ perché spesso scarseggiano i funzionat o (qualche giorno dopo si è rotta e che al parco nazionale, pagandone la quota volontari che garantiscano l’apertura del siamo r imast i per un certo tempo senza possi - d’ingresso - che non sul servizio di soccor - rifugio. Chissà che alcuni di voi lettori non bilità di co municar e col mondo se non assol - so. Anche in questo senso i rifugi del Mato ci facciano un pensierino per l’estate prossi - dando qualche sherpa come messaggero) Grosso offrono un servizio di comunicazio - ma… noi ce lo stiamo facendo! Per infor - c) tra il luogo dell’incidente e il rifugio ci ne radio e di prima assistenza che altrimen - mazioni e contatti, questo è il sito da consul - fosse il bivacco, altrimenti il ferito avrebbe ti non ci sarebbe. tare: http://refugiosandinos.com/es/home/ probabilmente dovuto trascorrere parte della Che dire, imprevisti a parte, l’esperienza di per chi volesse saperne di più, questa e le notte all’aperto lavoro al rifugio è stata davvero magica, e ci molte altre avventure del nostro viaggio d) che al momento dell’arrivo dell’amico al ha permesso di vivere la montagna non solo sono riportate nel nostro blog! rifugio ci fossero questi quattro turisti in da escursionisti ma anche “dall’altra parte www.emilianoperani.com/travel/sud-america/

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 24

TAM TAm TAm NewS lA TAM reGionAle con gli studiosi del Muse di Trento e dell’ Università degli Studi di Milano

1 di Danilo Donadoni

ell’ambito dell’aggiornamento annuale degli opera - tori CAI TAM, si è svolto il secondo dei 5 moduli, organizzato questa volta all’Ostello Curò. Per due 1. Ranunculus Glacialis giorni i nostri operatori e i nuovi aspiranti al titolo si 2. Androsace Alpina N sono confrontati e hanno assistito con molto interesse alle rela - 3. Oreonebria Soror Tresignore zioni del Dr. Marco Caccianiga docente di Botanica all’univer - 2 3 sità degli studi di Milano, dipartimento di Bioscienze e del Dr. Mauro Gobbi, ricercatore del MUSE: Museo delle Scienze di Trento, Sezione di Zoologia degli invertebrati e Idrobiologia. In particolare il Dr. Marco Caccianiga ha parlato delle piante endemiche delle Prealpi Orobiche e dell’andamento altitudina -

M le di altre specie botaniche, compreso il loro spostamento in A

T base alle variazioni climatiche attuali. Lo studio sulle Orobie è tutt’ora in corso e anche gli studenti del 24 dipartimento di botanica stanno monitorando costantemente la temperatura dei suoli con strumenti molto sofisticati e lasciati in loco per l’immagazzinamento e l’elaborazione dei dati, sia degli ambienti periglaciali che glaciali. In particolare lo studio è focalizzato sul ritiro dei ghiacciai oro - bici come ad esempio il ghiacciaio del Trobio. Infatti il secon - do giorno di aggiornamento si è svolta l’escursione al fronte del Ghiacciaio del Trobio, gruppo dei partecipanti (foto Danilo Donadoni) ghiacciaio appena menzionato, ormai ridot - to ad un glacionevato.

Il Dr. Mauro Gobbi ci ha mostrato in esclu - siva un nuovo insetto endemico delle Prealpi Orobiche, un vero gioiello in ento - mologia e ancora in via di studio che ha il suo habitat al fronte del ghiacciaio e lo segue nel suo ritiro. L’insetto si chiama Oreonebria soror tresignore , scoperta per la prima volta nel 2014 sul Pizzo dei Tre Signori. Ricordiamo che questo modulo di aggiorna - mento si è potuto svolgere anche grazie alla collaborazione con il Parco delle Orobie Bergamasche il quale sta finanziando la ricerca dei due professori. Il prossimo modulo sarà nel Parco dell’Adamello a tema “Ammodernamento dei rifugi alpini: gestione delle acque e fitodepurazione”, l’1 e il 2 settembre.

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 25

ESCURSIONISMO

di Nevio Oberti

• the cALL (©by b. Anderson) <> Fatto sta che quando ti arriva dal Serio - il tuo socio di sentieri - una offerta simile, così immediata e quasi perentoria, quasi non las - ciasse adito a risposte diverse da uno squil - lante <>, cosa vuoi rispondere? <>. E il tuo cervello inizia a correre e ti vedi zaino in spalla camminare su quel monte spettacolare che sembra messo lì pro - prio per stupire, come quando il gioielliere espone il pezzo unico, lo stravolgente monile che fa appiccicare le facce al vetro della vet - rina. Come i bambini che spiaccicano il naso davanti a… alle play-station. L’aria fresca, il

profumo dei faggi che lasciano il posto agli E s

abeti che si trasformano in cembri accompa - c

gnandosi a larici; gli orizzonti variabili in u r

quell’intrico di sentieri, valli, vallette, pendii, s i creste con sotto il lago che accarezza i il “serio” e il “calmo”. o n

fianchi larghi del monte; i fiati che escono i s

dalla terra attraverso le caverne; i buchi e le m

Grigna: un mondo a parte o doline che sembra di essere nel Carso. Ho pensato a Leonardo che ha posto questi sieri, finiva per inciampare e cadere, trasfor - monto, intervallato da happy hour e defati - monti alle spalle della sua Vergine delle mando quelle uova gravide di progetti in camento su sdraio. Insomma, quella voce 25 Rocce e mi pareva di sentire la voce di una grande frittata. Vero che la mia figura dall’oltre cortina di Bengodi, mi aveva rag - Lucia, navigante sulle acque a salutarli. poco ha a che spartire con l’esile ed aggrazi - giunto proprio al culmine di una estenuante Già vedevo rincorrersi in cielo le nubi senza ata donzella dell’immagine che illustrava la e improba lotta il cui scontato esito non nessun ostacolo tra noi e loro se non l’aria storiella, ma al pari suo già camminavo sul poteva altrimenti essere che il mio soc - pungente del mattino. Il rumore dei passi sul crinale con la testa fra le nuvole… combere. E senza nemmeno la scusa dell’in - sentiero. Il fiato che si fa più pesante ad Ma calma Calmo! Un passo alla volta. fingardo tendine. accompagnare i muscoli che sentono il Un salto indietro, visto che questo spazio Malandrini furono i troppo perpendicolari gioioso lavorio della fatica di salire. ancora vuoto che è il foglio bianco permette raggi di sole, oppure le ammalianti vivande, Insomma: un attimo e, trasportato dall’etere anche il viaggio nel tempo e lo strumento fatto sta che: telefonico, già ero là. Su per i ripidi e ruvidi che con parecchia imperizia sto maldestra - << Ciao Calmo! Cosa dici, hai voglia di fianchi della montagna in vista del Brioschi, mente usando – il racconto – può attraver - andare al Brioschi? Sul Grignone?>> anzi, già dentro, seduto al tavolo in compag - sare le dimensioni e mi fa sentire un po’ <> saldamente e gelosamente stretta nella mano dica, già mi pento di averlo scritto). <> in attesa del meritato e desiderato pranzo. La telefonata mi ha raggiunto mentre ero in <> la che avevo letto sul libro di lettura delle monti e delle fatiche dei terreni inclinati, mi << Possiamo fare un altro giorno se elementari (si nota qui tutta l’ampiezza del stavo godendo al pieno un traviante all- preferisci>> tempo passato. Già, a quei tempi c’erano inclusive nella tanto orizzontale quanto <>. immagine raffigurava una ragazza che cam - più, spuntini vari al seguito. Il tutto a con - Questi rapidi scambi di conversazione, allo - minava con una sporta colma di uova, diret - cludersi poi la sera con cene stroncanti; ra non me ne rendevo pienamente conto, ta al mercato per venderle. E nel cammino i sconfitte per KO tecnico dopo estenuanti erano i primi mattoncini del Calvario che mi suoi pensieri correvano già a cosa avrebbe round di antipasti, primi, secondi, piatti stavo preparando, stazione dopo stazione, poi acquistato con la vendita delle uova, e misti senza alcun ordine cardinale, per l’or - incastrati con inconsapevole perizia da poi rivendendo quello ancora di più e poi rore di ogni masterchef. Il tutto ovviamente, Maestro del Lego. Ma, non pago di quanto ancora e così via fino a che, persa nei pen - dall’alba – meglio, dalla sveglia – al tra - già con ghigno sinistro mi si stava avvici -

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 26

ESCURSIONISMO

nando, provai a metterci anche del mio • iL seriO (©by Val roseg) confesso. A volte tende magari a mettersi in quando il Serio mi piazzò la sfidante Personaggio dalla secca figura, alto - solo seconda fila ma - è più forte di lui - quando prospettiva: un poco meno di me e un bel po’ più gio - serve, con un rapido scatto, è lì pronto a <> costante e continuo. Al primo impatto ti • si, ViAGGiAre…. (©by L. battisti) <> commissario con atteggiamento sospettoso Protetti dal parabrezza in viaggio verso la <>. Tono di voce con timbro pressoché bari - tre sul sedile passeggero mi godevo lo scor- Chiusa la comunicazione per un attimo è tonale e impostazione di petto in quasi per - rere della strada – parecchio alta. rimasta quella eco di silenzio che resta fra il fetto stile Vittoriano - presente il maggior - Negli occhi e soprattutto nelle gambe - e per termine di una conversazione e il ripristino domo di Batman? -, per poi scoprire, se estensione, simpatia o empatia, nei muscoli della presenza al mondo circostante e, in annusa che sei non-ostile, che il suo volto è tutti – ammicca ancora, sornione, lo zavor- quel nanosecondo di distacco, ecco che ho capace con repentina metamorfosi di rante peso della morfologia cipriota con o sentito come un soffio dietro alla testa, pro - spalancarsi in un sorriso che prende gli tutte le multiformi appendici gastro - m s

i prio alla base del collo, come se uno schiaf - occhi, di ridere affabilmente e virare verso nomiche. n fone mi avesse mancato per un nonnulla. una allegria che era lì pronta, solo in attesa Fortuna che alla guida c’è uno Serio! Già la o i

s Ancora qualche giorno di incosciente pace e del momento propizio. Riesce, se non lo sveglia mattutina con l’apertura degli occhi r tranquillità da perfetto vacanziero in ciabat - conosci bene, a metterti quasi in soggezione su un mondo ancora sconvolto dal jet-lag – u

c te, costume e scottature e poi……. per la sua precisione e attenzione nelle cose, si lo so, da Cipro non c’è praticamente fuso, s

E [Ma, giunto a questo punto, mi permetto uno la sua memoria puntuale che a volte ti fa da Cipro, ma io si: decisamente – mi ha get- stacco con cambio di scena e vado un attimo sentire inetto. Ammetto che in varie occa - tato improvvisamente in una caotica mis- 26 a carrellare in campo stretto sul Serio] sioni mi fa da agenda, il che non è male, lo chia dove la mia assoluta speranza è che

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 27

ESCURSIONISMO

quanto prima l’arbitro fischi per potermi <> Primo pensiero: ma cosa cavolo metto sem - riprendere e riorientare. <>. sempre nello zaino che pesa una cifra? È a questo punto, ora che l’arbitro non sta Ottimo! Pur già sapendolo, non è male in Sono monotono, ma già il tirarlo sulle spalle fischiando, che di quel <> certe condizioni avere una ulteriore confer - non mi fa presagire nulla di buono: senza improvvidamente buttato lì comincia piano ma. dover lanciare gli auspici già prevedo il a palesarsi il significato: le pericolose insi - futuro. Sarà una faticaccia. die celate dietro quella piccola sillaba, sti - • WutherinG heiGhts Ma sarà bello, ne sono sicuro! pate e pronte ad esplodere. In assenza della (©by e. brontë) Comunque eccoci che si parte. <> agognata sospensione arbitrale, mi rassegno Ed eccoci. La strada ora inizia a prendere <>. La macchina si allontana alle pensando che per il momento sono comoda - un’inclinazione che decisamente punta in nostre spalle, pochi passi ed entriamo dentro mente seduto sul sedile passeggero a su. Abbiamo varcato il passaggio. D’ora un bosco con il sentiero che subito inizia a guardar fuori dal finestrino e il viaggio dur - innanzi, lo so, per scrutare l’orizzonte portarci in alto. erà ancora un poco. Mi accomodo a goder - dinanzi ai miei occhi dovrò necessariamente Mi rendo conto che ora, veramente, stiamo mi questa calma prima della tempesta con - alzare lo sguardo. La strada si fa stretta, si varcando la soglia. Guardo il Serio, è come sapevole che i segni ci sono tutti anche se incurva che sembra non sappia bene in che me. Quando chiediamo accesso a questi cerco di guardare vicino per non vedere direzione andare. Mi fido. Il Serio è alla ambienti, quando la montagna ci accoglie,

cosa prepara l’orizzonte. Il Serio guida con guida e sa il fatto suo e la strada è una stra - assumiamo subito un atteggiamento di river - E s

piglio sicuro e baldanzoso, già pronto per da e quindi sicuramente sa dove andare: in ente riconoscenza. Non ce lo diciamo ma so c

l’ascesa e, si capisce dallo sguardo lanciato qualche luogo, in un chissà dove, di sicuro che entrambi siamo nella stessa condizione. u r

alla fine dell’asfalto, già pregustando la con - conduce. Ultimi metri sobbalzanti sopra Camminiamo lungo un sentiero protetto dal s i quista dei panorami, della cima, soprattutto sassi e buche ed ecco che il Serio gira la chi - verde abbraccio del bosco, fresco, invitante. o n

– mi pare di intuire – del rifugio. ave e spegne il motore. Cala un attimo di Mi lascio prendere la mano dall’entusiasmo i s

Ho un sobbalzo. No, non è una buca: il silenzio, palpabile. per il bello che mi accoglie e parto con un m Serio, pur essendo di parecchie anagrafi “Eccomi. Sono qui. Ieri ero a Cipro oggi passo bersagliero. Su su su, un piede dopo o posteriori alla mia, sicuramente conosce il sono sulla Grigna. Sincero sincero: spero di l’altro mi metto davanti al Serio e faccio ritornello e sa evitare le buche più dure. farcela senza problemi. Mi accorgo che l’andatura dimentico delle mie giornate 27 L’improvviso scossone è dovuto al fatto che dopo 15 giorni di “piatto e piatti” non sono cipriote. Ma non c’è reciprocità, loro non si si è improvvisamente materializzato alla proprio al massimo della forma dimenticano di me e poco dopo, sopraffatto mia coscienza - ancora poco brillante, ma smagliante.” dal fiato che subito si fa corto – proprio questo è un eufemismo - che alla fine della <> schiocca il Serio. <<È da qua come le gambe delle bugie – mi vedo malandrina telefonata, così senza batter che si parte?>> chiedo guardandomi in giro costretto ad assumere un’andatura più simile ciglio, ho inconsapevolmente firmato e realizzando che domanda più idiota non la alla mia condizione. Oltre gli squarci fra gli l’assenso al supplizio, in un impeto di inco - potevo fare visto che la strada si è volatiliz - alberi si intravvede un cielo che non è pro - sciente sicumera. 1200 metri! zata e davanti a noi non ci sono che alberi e prio il simbolo della limpidezza: un po’ vela - “Ma, santo cielo, 1200 metri sono più di un salite. to, grigio. Lontano anche qualche nuvolone chilometro dritto dritto su verso il cielo”. <> Per ora sono ancora ben concentrato su di cospetto dell’insuperabile pendio, somma <> me, sulla tensione che le mia sopravvivenza infinita di piccoli centimetri, tanto minuti <> si protragga almeno sino al rifugio, per il nella loro individualità, quanto temibili uniti <> ritorno punto sul recupero della, spero, a lineari schiere. <> ci penserò poi; ora ho altri pensieri più e non sto faticando - se non per tenere gli <<2409!>> urgenti che mi impegnano e non mi fanno occhi aperti - e fin qui ce la posso fare. <<2409…>> notare cosa sta sopra le cime degli alberi. Fortunatamente in mio soccorso ecco un Mi piace la chirurgica precisione del Serio. Prima sosta: eccoci al 89° Brigata Garibaldi flash che mi infonde coraggio: come verga - Mi compensa. Non gli sfugge nulla. È atten - – Poletti, piacevole e delicato luogo dove to a chiare lettere nello statuto che regola - to, preciso, meticoloso, affidabile. Non per riprender un po’ fiato. Ci guardiamo intorno menta le nostre uscite montane, il tragitto in niente è Serio! Non lascia adito a dubbi e e il Serio propone una piccola deviazione auto di avvicinamento prevede, inderogabil - nemmeno scampo alcuno. Purtroppo! Che prima di recuperare il sentiero di salita: mente, la sosta caffè-colazione. Il pensiero fare? Ora sono qui, dopo tutto è solo una <> appello ai doveri della buona fratellanza macchina, infiliamo gli scarponi. Ci E cosa vuoi che dica? <>

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 28

ESCURSIONISMO

Eccolo il diavoletto sulla spalla che mi sus - scorciatoie, ben sapendo che queste, proprio <> meno al Serio. sono ripide, sconnesse e cattivissime. <> e già mi sento un poco ora che siamo sulla cresta. Non sarebbe sim - direzione che dovremmo seguire e raggiun - sollevato da questa scoperta frutto di una patico!>> giamo l’Arco di Prada. Pausa – ci voleva – molto sommaria ricerca. <> mischiano, non hanno un loro senso se non giunge il limpido e inequivocabile grido del E qui mi rendo conto che con questa ultima il Passaggio con gli spazi che schiude. Serio <>. Giro i mia uscita ho dato campo libero al Serio che Da quando ho scoperto le Grigne me ne tacchi rassegnato, lo raggiungo e cominci - subito prende la palla al balzo e mi infila in sono innamorato e ogni volta che mi capita amo ad inerpicarci su per l’infima scorcia - contropiede: di andarci mi accorgo che l’impressione è toia. Dopo poco vediamo il sentiero, là <> sguardo: curve che ti aprono paesaggi nuovi sento giungere a me, spezzettata dal fiatone Così dicendo se ne parte con passo deciso e, o dietro ogni spigolo; ombre che giocano con <

i le prospettive; colori che fanno i giochi di toia… taglia le gambe>> non ho altra scelta, rimpiangendo l’aereo n prestigio. Le Grigne non sono montagne: Mi alzo di una spanna e impegno tutta la che non è passato a darmi manforte: solo nei o i

s sono una formula magica, un sortilegio. volontà affinché la mia voce se ne esca non film che vedevo da piccolo all’oratorio r Sono il binario 93/4. Mi pare, ad ogni vol - dico senza troppe pause da fiatone, ma arrivava sempre il Settimo Cavalleggeri al u

c gere di sguardo, di cogliere nei tagli di luce, almeno in modo tale che il mio fiato sia suf - momento giusto a togliere tutti d’impaccio. s

E negli impasti di colore, nelle prospettive, un ficiente a farla uscire in modo udibile La cresta ce la facciamo quasi di corsa, le pezzo d’arte, l’anima di un quadro: Turner, <> - per È uno spettacolo e, cavoli, siamo sul palco. inciso, verità di cronaca e per non affaticare • the FOG (©by J. carpenter) Forse è proprio per questo innamoramento troppo i posteri nelle ricostruzioni degli I tuoni sono passati, probabilmente se li è che senza pensarci bene mi sono buttato in avvenimenti storici, questa pausa non è la portati con sé l’aereo, ma hanno comunque tale impresa: dopo tutto non si dice che seconda: altre e per i più nobili motivi ce ne lasciato a farci ovattata compagnia uno stra - l’amore è cieco? Ma la fatica si fa sentire sono state dalla ormai lontana prima -. to di nubi innocue ma insistenti. La cresta è benissimo e in ogni caso io a lei non sono Meno male che tutti i manuali e le guide alle spalle, la corsa giunta al termine. Alla affatto sordo. consigliano di fermarsi spesso per bere e fine il temporale si è esaurito da sé stesso e Torniamo sui nostri passi lungo il sentiero mantenere la giusta idratazione…. l’accelerazione che mi ha mandato i consu - che ora in leggera discesa mi si è fatto Comunque sia, ripreso quel tanto di fiato mi alle stelle mi sa che è stata inutile ma, per amico, e ad un tratto il Serio si blocca e che basta a proseguire, eccoci che affronti - mantenere una parvenza di seria e altezzosa comincia a guardarsi: sembra proprio la amo la Piancaformia: bella, diritta, che sale necessità al repentino consumo energetico, guida indiane che nei vecchi western con - gradatamente e senza cedimenti – la cresta mi immagino che la cresta sia ora in balia trolla il terreno per trovare la giusta traccia. senza cedimenti, mica io -. degli sferzanti ceffoni di raffiche di Eolo, Sento nascere in me un embrione di preoc - Il silenzio ci avvolge, non c’è nessuno oltre secchiate di grandine, Gioviane saette, il cupazione. Mi fermo muto dietro di lui e noi due a salire questo sentiero, rotto solo profilo della Piancaformia sconquassato cerco di capire cosa gli passa per la testa: dal rumore degli scarponi che calcano il ter - dalle martellate del Mitico Thor: strapazza - <> mi dice <> una lattiginosa nuvolosità che in alcuni farci trovare là esposti a tutto ciò (la nota è Ecco! punti assume un colore un po’ cupo. Il silen - autoreferenziale – si - ma necessaria come Avanti e indietro lungo il tratto di sentiero zio, il sottile fruscio del vento, i nostri passi, puntello giustificatore). alla ricerca della smarrita via. Approfittando il… <> fa il Serio Ora possiamo camminare con passo più tur - del momento di sospensione, subito inizio la improvvisamente scheggiando l’incanto che istico, il Serio davanti ed io che lo seguo a mia ricerca verso il basso, speranzoso di non mi stava portando avanti. ruota: entrambi un po’ persi e presi dallo ricavarne alcun esito e quindi tornare a <> spettacolo del paesaggio che, complice riprendere il canonico cammino evitando <> questa grigia nuvolosità che le sta provando

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 29

ESCURSIONISMO

tutte per mutarsi in nebbia, assume sempre l’antitesi delle alate caviglie di Mercurio. siamo arrivati. Saliamo ancora qualche più caratteristiche lunari. Ci circonda un ter - Un ripido scivolo di roccia, con una provvi - metro per raggiungere la croce posta sulla ritorio carsico: rocce pallide, rada, timida, denziale catena posta sulla roccia di lato alla vetta della Grigna: l’immancabile foto della nana erba e soffici muschi. quale la mia mano si artiglia dando sosteg - conquista. Sento che ormai non manca molto a rag - no alla gambe in questa salita penitenziale. Che poi, diciamolo, non ho ancora capito giungere il sicuro porto, l’Itaca in mezzo a Mi fermo posando a terra lo zaino per osse - chi sia il conquistatore e chi il conquistato. questo mare pallido, distesa di cangianti chi - quiare i preziosi consigli riguardo l’impor - azze che sembra protendersi ovunque all’in - tanza di bere spesso – soprattutto sostare • OGni cOsA È iLLumintAtA finito mischiandosi nel gioco dei veli della mascherando che sia per svuotamento ener - (© J. s. Foer) nebbia che fluttua come una sottile tenda getico – quando da sopra mi giunge la voce Quando arrivo in cima alla montagna, qual - alla leggera brezza. del Serio <>. siasi sia la natura del monte, per sentieri per - Non sarà ormai tanto lontano il Brioschi. Il sorso che sto bevendo mi scivola scintil - corsi o immaginati, mi prende una leggerez - Questo è il refrain che mi si ripete nella testa lante a allegro come un ruscelletto pri - za da aria sottile che penetra ogni pensiero, ormai da qualche minuto, con un rumore di maverile nella gola. Siamo arrivati. Guardo cancellandoli, prendendone il posto. Come treno in partenza che rulla sulla rotaia, in su e vedo che il Serio è fermo, lo raggiun - per sortilegio si spezzano gli ormeggi las - incalzante, in crescendo, come il Bolero di go e poco oltre ecco il Brioschi. Il sollievo ciando che ogni cosa galleggi portata dalla Ravel. del raggiungimento del Rifugio cancella corrente del tempo, dalle onde dello spazio. E infatti io sto rullando dietro al Serio. Se improvvisamente la fatica: il giorno prima I riferimenti perdono valore per assumere

non arriva presto la stazione rischio il ero a Cipro e oggi qui. 2400 metri di disliv - una dimensione che è insieme un fuori e un E s

deragliamento. Fortuna che la montagna è ello. Sparisce in un istante anche la voce del dentro arrotolati su sé stessi: nuova dimen - c

amica e consolatrice e corre in soccorso pre - Serio che annuncia la meta raggiunta e den - sione entro la quale, ogni volta con sorpresa u r

sentandosi in questa sua affascinante e intri - tro la quale – innegabile – avevo scorto la e meraviglia, mi trovo a sostare. s i gante veste: aurea di mistero e promessa di sua perfetta consapevolezza della mia con - Qui, sul culmine del cammino, sapendo che o n

bellezza che i lembi delle nubi basse, sco - dizione di consumato attore di bettola da prima o poi dovrò ridiscendere, per un atti - i s

standosi di tanto in tanto, mostrano con sottoscala intento a mascherare l’istinto di mo, come in uno squarcio, ogni cosa è illu - m seducente maestria. Sarà per l’effetto di sopravvivenza che continuamente mi insin - minata. Il legame con il luogo, sia esso con - o questo paesaggio che nasconde la sua pre - uava il dubbio sul “macchitelohafattofare!” quistato o concesso, si materializza e rende senza facendola presagire, immaginare, Ma siamo qui. visibile l’intreccio vitale che tutto unisce: 29 desiderare, che mi si presenta per analogia Ci guardiamo attorno, gli sguardi che cer - inevitabile gioco dei ruoli dove i personag - l’immagine della siepe “che da tanta parte cano di penetrare la nebbia cha dalle pendi - gi, recitando a soggetto, cercano un autore. dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”; ci sale ad avvolgere la cima e il rifugio. Sono morto e sono vivo in un continuo sarà! Comunque il risultato è che mi sembra L’aria si è fatta fresca e frizzante. mutamento che ogni volta si ripete pur mai di camminare come sospeso, leggero e cul - <>. simile a sé stesso, trasformazioni che las - lato da tanta diamantina bellezza. Nonostante ciò siamo entrambi contenti e ci ciano intravvedere oltre la cortina qualcosa guardiamo attorno grati dello spettacolo, che è sempre in fondo al sentiero: in • tAVernA pArADisO visto o intuito che sia. Il rifugio è lì. Noi accogliente attesa del diradarsi della nebbia, (©by s. stallone) Nella nebbia continuiamo a salire. Mi accorgo che il Serio guadagna metri come se ai piedi calzasse i favolosi stivali dalle sette leghe, mentre i miei di piedi sono

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 30

ESCURSIONISMO

del volgere del mio sguardo. E per un lam - <> e il cammino assume in sé uno ad uno tutti i Itaca trasportato dai venti dell’orizzonte. È <> magistrale che nella trama porta il cenno dalla terra che calca e che la sostiene, dal dell’arte che la genera. Come un rimando, in cielo che la contiene ed esalta. • LentO ritOrnO A cAsA un gioco che di segno in segno in qualche Un sussurro dell’universo, il suo respiro, (©by p. handke) modo, in un qualche dove, conduce. che come un battito di ciglia, fulmineo si Di conquista in conquista ora bisogna par - Con questi inconsapevoli pensieri che si apre e si chiude. L’alito dell’origine, unico e tire alla conquista del ritorno. È difficile sollevano dalle suole degli scarponi, vado e non replicabile, che da il “La”, l’incipit abbandonare questo luogo. Sembra che tutta attraverso l’aria e la terra, Cipro, la telefona - dello spartito che nostro compito ineludibile la fatica della salita sia di colpo svanita, non ta, il jet-lag, le buche più dure; Itaca, la sali - è leggere, interpretare, suonare. Si aprono ve ne è più traccia alcuna. ta, il rifugio. Mi accompagnano - con il sinfonie, dissonanze, stonature, assoli e con - La nebbia gioca a risalire il pendio, arriva ad Serio - le nubi, le voluttuose danze della certi…… avvolgerci per poi ritrarsi e lasciar compar - nebbia, la scorciatoia, il tuono, l’arbitro che In questo scorrere di pensieri che pensieri ire qualche scorcio del mondo che sta sotto non ha fischiato. Il sudario di tutti gli attimi non sono - forse in realtà sono segnali che e attorno. che fin qui mi hanno condotto mi avvolge, io, divenuto per un momento antenna, rice - Scendiamo, il Serio ed io, reimmergendoci come ogni volta, come in ogni andare. vo - , scorre inesorabile il tempo e il rintoc - nel pallido grigio. Sopra, velato dalle sottili Il nostro andare attraversa il giorno e o co del pendolo mi dice che è ora di tornare. nubi, si intuisce il sole mentre alle spalle la insieme la montagna, la nebbia ci abban - m s

i Ecco lo sapevo! Sulle cose si spegne la luce vetta si allontana, si cela dietro il velo ver - dona, noi ci abbassiamo. Il Serio ha in n ma rimane quella musichetta che ti ritrovi di gando una pennellata d’ombra sul nostro mente la cartina, non sbaglia un passo. Una o i

s tanto in tanto a fischiare senza capire bene cammino. sosta a metà per una birra rinfrescante al r da dove arriva, dove l’hai ascoltata e cosa Andata e ritorno, salita e discesa sono sola - Bogani. Tra di noi non sono mai troppe le u

c sia. mente due nomi che diamo al viaggio, che la parole, forse per l’inconsapevole timore che s

E nostra specie non ha ancora del tutto abban - i suoni, se non essenziali, possano distur - donato la sicurezza del cerchio per la bellez - bare la musica, oppure perché, come in 30 za della linea. Il ritorno si avvia lento, lon - questo momento, stiamo avidamente tano dalla conclusione così da aver ancora scolandoci la meritatissima birra fresca. spazio per accogliere tutto ciò che questa È ora di tornare, scendiamo l’ultimo tratto e giornata ancora ha da meravigliare. Con il questo lento ritorno ci posa alla fine della Serio proseguiamo inoltrandoci in un sen - montagna. Che se ne sta lì, come sempre, sicura e salda al suo posto. E noi a cercare il nostro.

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 31

ESCURSIONISMO

AGOSTO! AGOSTO: monti, tracce, persone, intrecci rapidi cenni di una settimana Austriaca con l’escursionismo

di Nevio Oberti E s c

a montagna è un essere saggio. u r

Sa attendere nelle strade del s i tempo come un grande monaco in o n

meditazione e accoglie aprendo le i s

L m valli, i passi, i crinali, le creste, le selle, per farci passare a volte inconsapevoli di quan - o to stiamo facendo, di dove stiamo entrando. E sempre riserva sorprese, che a volte non 31 sono quelle che noi ci attendiamo, che a volte fatichiamo a capire, oppure sono tal - mente altro dalle nostre aspettative che non possiamo o vogliamo… ma essa sa ciò che noi non comprendiamo. E sono alchimie che si sviluppano e mutano e lasciano senza fiato e fanno sbarrare lo sguardo: e quando tracciati. Sin da subito ti fa comprendere belle fatiche una fantastica piscina nella torni dalla montagna, magari te ne accorgi, chi conduce il gioco e, se non lo fai tu, ci quale rilassarsi e recuperare le energie tra altre volte – la maggior parte – no, ma non pensa lui a prepararti ad ogni suo capriccio. risate e scherzi peggio che bambini. Ma in sei più quello che è entrato in quella valle ed E sono giornate che ti svegli la mattina e fondo questo è il bello: riuscire a mantenere è salito su quella vetta e ti accorgi che le dalla finestra entra lo stupore di un paesag - la meraviglia di fronte allo spettacolo che ci persone che incontri, quelle che sono con te, gio tutto da scoprire e quando la sera ti circonda e dentro il quale ci muoviamo. lungo il percorso cambiano e ti cambiano. addormenti ti girano negli occhi le immag - E alla fine rimane sempre più la certezza Una settimana passata in Austria, a Matrei ini e le sensazioni della giornata, la trepi - che quando affronti un sentiero, ovunque in Osttirol, nel cuore dei monti, nel cuore dazione per la mattina che verrà. E sono pensi esso conduca, alla fine ti porta dove dell’estate, e la magia sin dal primo giorno giornate di boschi e mulattiere che sfumano vuole lui e non sai mai le sorprese che ti opera i suoi prodigi. Un gruppo di 30 per - in sentieri, poi in pascoli alti e rocce che attendono; e quando torni non sei più la sone, la maggior parte fra di noi sconosciu - quando ci sali in cima aprono il sipario sulle stessa persona che era partita. Le aspetta - ti, presi in questo sortilegio potente si sono vette lontane abbracciate dai ghiacciai: il tive te le ha frantumate come un ghiaione e ritrovate quasi come vecchi amici già alla , il Grossvenediger. La fila ciò che hai incontrato è stato sicuramente sera della prima giornata. Gli incroci degli dei 30 che camminano con passi diversi per inatteso. sguardi e delle parole, i gesti, gli scambi di giungere poi tutti al rifugio e guardarsi Un grazie a tutti i partecipanti che hanno storie, la sorpresa della nascita di nuove orgogliosi negli occhi in cui si riflettono i contribuito alla riuscita della “Classica” amicizie. Il Grande Saggio sa come operare paesaggi osservati. dell’Escursionismo e al Grande Organiz - ben oltre le nostre intenzioni e prepara sem - Certo, i luoghi aiutano e la loro bellezza zatore Roberto Guerci con il prezioso sup - pre il terreno sul quale poi le vicende di sicuramente unisce chi la osserva, chi li porto di Luisa Gotti e Cristina Persiani. intrecciano e ci avvolgono conducendoci cammina fianco a fianco. Inoltre che la loca - E al Grande Saggio che ci ha condotti per i verso vette i cui sentieri non sono da noi tion che ci ospitava offriva al ritorno dalle suoi sentieri d’agosto.

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 32

ESCURSIONISMO

Ferrata “Ottorino Marangoni” sul Monte Albano (Mori - Trento) Due splendide (foto Luca Armanni) esCUrsioni confine con la Francia. Si tratta di una via non adatta a neofiti, poiché molto scoscesa, molto esposta, che richiede abilità di buon equilibrio, di padronanza nell’utilizzo di braccia e gambe, senza provare senso di vertigine. Il percorso è molto ben attrezzato, garanzia di concreta condizione di sicurezza. Il ripido e spettaco - lare “Fungo Magico”, il “Grande Piastro”, ripide strisce di roccia con scale, lo spigolo di “Lama”, la “Scala Bionica”, i traversi aerei mozzafiato e la vista superlativa sulla meravigliosa valle sot - tostante ci hanno fortemente entusiasmato, rendendo memorabile questa splendida esperienza. Nel pomeriggio, tutti i partecipanti si sono raggruppati alla Baita Gimont (2088 m), storico rifugio ubicato ai piedi dei “Monti della Luna”, nel comprensorio della “Via Lattea” e del Monginevro, facendo poi rientro a Clavière con interessante visita al locale o Museo che conserva interessanti testimonianze e reperti storici. m s i

n Domenica 7 ottobre: o i

s Via Ferrata “Ottorino marangoni” sul monte Albano r (mori – trento) ed escursione sul monte stivo. u

c Coordinatori Responsabili: Giovanni sartorio, tiziano Viscardi, s

E marco Generali, roberto Guerci, coadiuvati dai collaboratori della scuola. 32 Difficoltà Ferrata: eeA – tD (molto difficile). Si tratta di una via considerata tra le più difficili dell’arco alpino, di Santo Giancotti già citata da Messner in una sua pubblicazione. È stata realizzata nel 1976, ma recentemente rinnovata e modernamente riattrezzata. Domenica 16 settembre e domenica 7 ottobre 2018, Anche in questa occasione il gruppo dei partecipanti si è rivelato due splendide escursioni promosse dalla commissione piuttosto numeroso ed entusiasta. escursionismo e scuola di escursionismo “ Giulio Ottolini ” Si tratta di una bella parete verticale (350 m di dislivello), che si erge sopra l’abitato di Mori, vicino al Santuario antico (1556) della • Domenica 16 settembre: Madonna Annunziata, con il campanile sormontato da un’originale Ferrata rocca clarì e ponte tibetano (clavière - Val susa). cuspide metallica e da un grande orologio rivolto verso l’abitato. Coordinatori Responsabili: Giovanni sartorio, tiziano Viscardi, La parete presenta molti passaggi aerei a strapiombo, facilitati tal - roberto Guerci, Valter tadè, coadiuvati dai collaboratori volta da staffe inserite nei punti opportuni. Placche verticali con della scuola. appoggi su roccia che richiedono notevole accortezza, suggestivi I partecipanti all’escursione sono stati molto numerosi (pullman da camini, cambre metalliche che fuoriescono significativamente 57 posti esaurito), e si sono divisi fra coloro che hanno affrontato dalla parete, costringendo ad esporsi maggiormente lontano dalla la Ferrata e coloro che hanno attraversato il fascinoso e lungo ponte roccia, rendono piuttosto eccitante il percorso, che tutti hanno por - tibetano sopra e lungo la profonda gola della Piccola Dora. Devo tato a termine senza incidenti e con grande soddisfazione. Sopra un sottolineare con mia notevole sorpresa (io ormai appartengo alla pianoro della sommità del Monte Albano, ci siamo concessi la mer - schiera dei Soci Seniores) che fra gli “arrampicatori” era presente itata pausa pranzo in plein-air, festeggiando pure con una buona un folto gruppo di giovani, che hanno affrontato con invidiabile bottiglia di vino il compleanno odierno del buon Marco Generali. abilità il difficile tracciato della Ferrata, giovani che in questi anni Il Gruppo Escursionistico diretto al Monte Stivo (m 2054), che hanno frequentato i corsi della Scuola Ottolini, perciò, positivissi - divide la Valle del Sarca dalla Val Lagarina, ha potuto ammirare lo mo segnale della qualità evidente dell’opera dei nostri competenti splendido contesto naturale ambientale di questa zona, raggiungen - Istruttori. do il grazioso Rifugio Marchetti, per poi giungere sulla vetta, da Difficoltà Ferrata: eeA – D+; cui uno sguardo magnifico abbraccia la Valle dell’Adige con Difficoltà ponte tibetano: eeA – F. Rovereto e dintorni, e la splendida superficie del Benaco con Riva La Via Ferrata (550 m di dislivello) risale le pareti verticali del ver - del Garda e paesi limitrofi. sante nord della Rocca Clarì, strapiombanti sulla Piccola Dora, con queste escursioni possiamo archiviare due nuove nelle Gorge di San Gervasio di Clavière, in alta Valle di Susa, al appaganti esperienze del programma 2018.

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 33

ESCURSIONISMO

Oltre le tracce della storia: tematici accompagnati dalle voci dell’attore CronACA sei percorsi guidati da una APP e scrittore Giuseppe Cederna, che descrive nei luoghi della Prima Guerra Mondiale dal punto di vista storico e ambientale i vari di una luoghi, e dell’attore Matteo Chioatto, che G.C. Agazzi racconta vicende e testimonianze di un peri - odo storico che tanto sangue di giovani ital - escursione a mattina di sabato 25 agosto iani ha visto versato. 2018 siamo partiti in dieci per il Nel corso dell’escursione abbiamo coperto passo del Gavia. A Bergamo un dislivello di 750 metri, camminando per Laveva appena smesso di piovere. circa 5 ore. L’itinerario previsto si snodava Lungo la strada molte pozze d’acqua, ma le lungo il sentiero 525. previsioni non erano male. Arrivati al Abbiamo incontrato numerose opere mili - Rifugio Arnaldo Berni, poco dopo il passo tari, compresi alloggi per ufficiali e soldati, del Gavia, abbiamo lasciato le auto sul postazioni per l’artiglieria, trincee e linee di bordo della strada. Nel secolo scorso il filo spinato. Gavia era detto passo “della Testa del Nelle prime ore del pomeriggio il brutto Morto”, un nome sinistro dovuto alle tempo non ci ha permesso di raggiungere improvvise bufere che sorprendevano i il Pizzo di Val Umbrina, situato sopra il

viandanti, seppellendoli sotto cumuli di bivacco Battaglione Skyatori Monte . E s

pietre assassine. Proprio in una di queste In questi luoghi combatté, come ufficiale c

lugubri piramidi venne ricavata, a monito degli alpini del battaglione Mondovì, un u r

perenne dei camminatori imprudenti, una mio prozio, Guido Ferrari. Mentre salivo s i nicchia – esistente fino agli inizi del 900 - lungo il sentiero pensavo a lui, a lui gio - o n

entro cui vennero collocati due teschi. vane con gli ideali intatti e il coraggio di i s

La meta della giornata è il bivacco servire la sua patria, costasse quel che m Battaglione Skyatori Monte Ortler, a 3141 costasse. Attorno a noi le cime del Pizzo o metri di quota. Superato il vecchio rifugio Tresero, del Dosegù, la Punta Pedranzini e Gavia dove, ai tempi della Guerra Bianca, il San Matteo con la sua calotta glaciale, 33 La meta della giornata si trovava il comando delle truppe italiane, dove, il 3 settembre del 1918, morì il è il Bivacco Battaglione seguendo una strada militare siamo giunti Capitano degli Alpini Arnaldo Berni, sem - “ sott o le morene del ghiacciaio del Dosegù, bravano proteggerci, maestose e quiete. Al Skyatori Monte Ortler, girando, poi, a destra, per salire lungo il val - di là di esse, il monte Mantello, la cima lone che conduce verso il passo della Villacorna, il Pizzo e la Cima di Val a 3414 metri di quota Sforzellina. Umbrina. Il tempo era piuttosto clemente, tanto è che Durante la discesa è iniziato a piovere, ma a tratti si affacciava anche un sole tiepido. per fortuna siamo riusciti a ripararci nel Lungo l’itinerario, Stefano Morosini, stori - rifugio Arnaldo Berni. Passati i temporali, co e per l’occasione guida del nostro grup - alcuni dei quali violenti, ha fatto la sua po, si è collegato con il suo cellulare all’ comparsa la neve, che ha imbiancato le App “Near”, creata per offrire una panoram - cime oltre i 2500 metri. ica 2.0 di sei percorsi della Guerra Bianca, La mattina della domenica tutto era coper - situati nel Parco Nazionale dello Stelvio. to di neve attorno al passo dello Stelvio: era Per meglio valorizzare questi luoghi dove fu il 26 agosto 2018, ma sembrava quasi ” combattuta la G uerra Bianca la Regione inverno su quelle montagne che per oltre Lombardia ha affidato all’Ente Pubblico tre anni, tra il 1915 e il 1918, erano state per il Servizio all’Agricoltura e alle Foreste teatro di aspri combattimenti a più di trem - (ERSAF), che si avvale della collabo - ila metri. La temperatura era improvvisa - razione scientifica del Museo della Guerra mente scesa al di sotto dello zero nonos - Bianca di Temù, un progetto di promozione tante la mattina fosse limpida, ma natural - del patrimonio lombardo relativo al conflit - mente il nostro piccolo gruppo, tutti soci to armato del ‘15—‘18 . del CAI di Bergamo, non aveva alcuna Da qui l’idea di utilizzare la tecnologia per intenzione di non continuare la sua visita accompagnare i visitatori senza portare sui luoghi della Guerra Bianca. Lasciate le squilibrio all’ambiente e ai paesaggi. La auto poco sotto il giogo dello Stelvio, abbi - App, alla cui creazione ha contribuito anche amo seguito il sentiero che porta verso il Morosini, permette di percorrere sentieri villaggio militare dei Filon dei Mot.

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 34

ESCURSIONISMO

L’itinerario parte dal tornante n.° 8 della Braulio con altri soldati. Proseguendo trovò lavorocome custode della Terza SS 38 dello Stelvio e raggiunge la meta, lungo il sentiero abbiamo incontrato il Cantoniera dello Stelvi. Fu uno dei protag - percorrendo il versante orografico sinistro laghetto dello Scorluzzo. Attraversata una onisti sul fronte Ortler-Cevedale, accanto al della Valle del Braulio. Siamo passati dal piacevole conca, abbiamo intrapreso la tenente Guido Bertarelli, con cui ebbe un laghetto Alto e, poi, dalle Rese Basse di salita finale al Filon dei Mot. Il sentiero si legame di amicizia e una collaborazione Scorluzzo. Sopra di noi le cime dello snoda lungo i ripidi fianchi di un pendio che durarono per tutta la vita. Dopo la Scorluzzo e dello Scorluzzino a più di 3000 sassoso coperto di neve. Finalmente abbi - Guerra Bianca, i due continuarono a veder - metri, imbiancate dalla neve appena caduta amo raggiunto il villaggio militare che si con l’intento di ricostruire alcuni rifugi e battute da un vento gelido. Più sotto, domina la valle dei Vitelli. Quest’ultimo si distrutti o devastati dall’evento bellico. verso Ovest, il confine svizzero di Piz trova sopra la valle del Braulio in un punto Tuana fu comandante del reparto speciale Umbrail e la punta di Rims più a di straordinaria bellezza che l’orrore che Guide Ardite della Val Zebrù. Si racconta Occidente. Il sentiero che parte dalla strada evoca non riesce a offuscare. E’ ancora che, all’inizio della Guerra Bianca, durante dello Stelvio sembrava una riga nera in molto bene conservato, grazie all’opera di una perlustrazione sullo Scorluzzo con una mezzo alla neve. Durante la Guerra Bianca ripristino di alcuni volontari. Qualcuno lo pattuglia di militari italiani si sia imbattuto la zona alta della valle del Braulio era terra ha paragonato al villaggio incaico di in un gendarme austro-ungarico che di nessuno. A Est, sul valico dello Stelvio, Machu Picchu, in Perù. I muri del villaggio conosceva. Non gli volle sparare perché era si intravedevano le postazioni austro- militare sono stati costruiti a secco con un amico. Il fatto venne riferito ai comandi ungariche, le finestre scavate per far posto mirabile precisione. All’orizzonte il passo italiani e, per questo, la guida venne alle canne dei cannoni. Più sopra la vetta d’Ables, le pendici del Cristallo, le cime e trasferita altrove. Dal mio punto di osser - o dello Scorluzzo, dominante il fronte ital - le creste del Reit. Dal Filon dei Mot parte la vazione scorgevo anche la dogana svizzera m s

i iano, nel corso della guerra presidiata da lunga cresta che arriva fino all’ultima e la strada che scende in Val Monastero. Ai n una ventina di soldati austro-ungarici, che postazione italiana situata ai piedi dello tempi della Guerra Bianca gli svizzeri o i

s vivevano in una caverna scavata nella roc - Scorluzzo. Era un presidio difficile da man - costruirono una trincea che sale lungo il r cia, poco sotto la cima. Sul crinale a Ovest tenere, che è costato molte vittime. Furono confine italo-svizzero. Si riportano tanti u

c dello Stelvio la Dreisprakenspitze, oggi 264 i giovani, tra ufficiali e soldati, che fatti successi nel corso della Guerra Bianca. s

E cima Garibaldi, bombardata dalle persero la vita nella zona dello Stelvio. Ci Si dice, per esempio, che all’inizio vi fos - artiglierie italiane nel corso della Guerra sorvola un gipeto che si abbassa e, poi, sero a presidiare il confine svizzero gen - 34 Bianca. Dopo una ventina di minuti di cam - sparisce veleggiando giù nella valle dei darmi di lingua tedesca, che, pare, collabo - mino abbiamo incontrato alcune postazioni Vitelli. Guardando questi luoghi mi viene rassero con gli austro-ungarici. A seguito italiane con caverne scavate nella roccia, in mente Umberto Balestreri, ufficiale degli delle proteste degli italiani, vennero man - riparo per i cannoni. Più sopra abbiamo Alpini e alpinista di fama. Ricordo una sua dati gendarmi ticinesi di lingua italiana. Si percorso una strada militare carrozzabile, relazione riguardante un’ incursione not - narra anche che vi fosse un piccolo com - molto ben conservata, proveniente dalla turna in pattuglia verso le linee austro- mercio tra italiani ed elvetici, che, a loro terza cantoniera, che raggiungeva una serie ungariche il 28 aprile del 1916. Nel fondo volta, vendevano agli austro-ungarici. Gli di postazioni scavate in galleria, dotate di valle scorgiamo la strada che sale al passo austriaci sistemarono i loro baraccamenti a finestre per i cannoni. Un’opera davvero dello Stelvio. Venne costruita nel 1825 dal - ridosso del confine svizzero, che cosìri - incredibile, edificata nell’inverno del 1916 l’ingegnere Carlo Donegani, per mettere in masero al sicuro da ogni nostra offesa. Fu in condizioni estreme. I muri della struttura comunicazione il Lombardo-Veneto con il costruita la cosiddetta “trincea svizzera”, erano in parte di cemento armato. Tirolo, permettendo di portare con rapidità che dalla Dreisprachenspitze scendeva Raggiunto un colletto, siamo scesi in una le truppe austriache nell’Alta Lombardia. A sulla Valle del Braulio. Con il passare del conca, dove abbiamo incontrato i ruderi di quei tempi il passo era tenuto aperto anche tempo, specialmente con l’avvicinarsi del - una caserma e, più sotto, il basamento di d’inverno, per permettere alle slitte trainate l’inverno, la vicinanza con territorio neu - una teleferica. Di fianco, mucchi di sassi da cavalli di transitare. Numerose le trale suggerì a qualche soldato di disertare che servivano da contrappeso per far salire valanghe che, nel corso degli inverni di e proprio a metà dicembre del 1915 due i carichi fino alle postazioni italiane che si guerra, travolsero, ferirono o uccisero una fuggiaschi vennero raggiunti poco lontano trovavano più in alto. Sopra di noi, a Est la moltitudine di soldati sia italiani sia aus - dal confine e riportati alla Quarta vetta dello Scorluzzo, dalla quale i soldati tro-ungarici. Sul versante di Trafoi, proprio Cantoniera dello Stelvio e subito fucilati. austro-ungarici battevano in continuazione per evitare le valanghe, vennero costruiti La guerra incominciava a mostrare il suo le posizioni italiane. Sul versante settentri - ripari in legno, poi scomparsi. Dall’alto si volto brutale. Poi, due autocarri di onale della montagna erano dislocate vedeva la quarta cantoniera, un tempo Carabinieri salirono verso lo Stelvio con il alcune postazioni austro-ungariche di gestita da Giuseppe Tuana, detto Franguel, compito di impedire fughe di militari verso artiglieria Abbiamo attraversato il piano una guida valtellinese che aveva combat - la Svizzera. Chissà in quanti lo sanno. dello Scorluzzo e la Malga dell’Alpe. Qui, tuto in questi luoghi. Nato a Groasio in Alta Nelle prime ore del pomeriggio abbiamo proprio sotto lo Scorluzzo, venne ucciso Valtellina il 23 dicembre 1878, dopo aver recuperato l’auto. Nel frattempo all’oriz - Simone Giudici, padre di un amico di mio prestato servizio di leva al battaglione zonte, verso Est era comparsa la vetta padre, che riposa nell’ossario del piano del Tirano del 5° Reggimento Alpini, nel 1902 glaciale dell’Ortler.

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:52 Pagina 35

SICUREZZA

Montagna in sicurezza con nalano la propria posizione, le condizioni meteo e l’agibilità del sentiero o delle vie rete rADio MontAnA ferrate/arrampicata. E, soprattutto, restano in ascolto nel caso in cui qualcuno avesse bisogno di aiuto, non è un’alternativa agli ete radio montana nasce dal - organi preposti al soccorso, ma un plus per l’idea di Simone Lucarini di la prevenzione degli incidenti. mettere in contatto persone che La partecipazione al progetto è gratuita ed rvivono la montagna, attraverso implica l’accettazione di alcune precise l’uso di radio ricetrasmittenti di libero uso regole sui contenuti e sulle modalità di e poco costo. Lo scopo non è quello di comunicazione, nonché sulle procedure in “socializzare”, ma di avere uno strumento caso di pericolo. Per esempio, se via radio di comunicazione in più per ragioni di si ascolta una richiesta d’aiuto, bisognerà sicurezza. Certo, nell’era degli smartphone allertare i soccorritori con il proprio tele - e delle app, uno strumento “vecchio” di fono se funzionante o via radio, ripetendo oltre ottant’anni può far sorridere o, quan - la richiesta ricevuta. un progetto-realtà che mira to meno, essere considerato inutile. In ad incrementare la sicurezza realtà, l’uso della radio in montagna ha la Gli utenti di rete radio montana hanno a funzione di sostituire il telefono e le app disposizione una piattaforma web, rerA - in montagna per mezzo

proprio quando manca segnale telefonico mOnet, sulla quale registrare preventiva - S i

delle comunicazioni radio e/o il traffico dati. Nasce così la proposta di mente le proprie attività, specificando il c riunire sotto un’unica frequenza radio a percorso in montagna prescelto, così da u r

livello Nazionale - 446.09375 mhz con essere più facilmente individuabili in caso e z

gli apparati radio PMR446 (Personal applicazione del tono subaudio di necessità. z a Mobile Radio, 446 MHZ), sono rice- (CTCSS) 114.8 hz , in banda PMR-446 La copertura del progetto aumenta grazie trasmittenti di libero uso in molti (UHF ), denominato cAnALe 8- al coinvolgimento dei rifugi che hanno paesi dell’Unione Europea . In Italia il 16 (canale 8 + codice CTCSS 16), disponi - deciso di aderire a Rete Radio Montana e 35 proprietario di un PMR-446 è tenuto bile a tutti e non riservata ai radioamatori o alla conoscenza del territorio da parte dei alle Forze dell’ordine - gli appassionati di Gestori. a comunicare con raccomandata al montagna: niente saluti o racconti sul pran - www.reteradiomontana.it Ministero dello Sviluppo Economico zo, via radio gli utenti del progetto seg - www.facebook.com/reteradiomontana il possesso dell’apparecchio ed è tenuto al pagamento di un canone annuo di 12 euro, indipendente - Data la bassa potenza di trasmissione , la distanza massima di collegamento a mente dal numero di apparati utiliz - livello stradale tra PMR-446 è di circa 5 km. Salendo in montagna è possibile zati. Un dispositivo PMR-446 è por - effettuare collegamenti con utenti posti anche a centinaia di km di distanza, con tatile e non supera i 500 mW ERP di buona qualità di segnale e in assenza di ostacoli. La rete radio montana ha fun - potenza. È semplice da utilizzare, zionalità “ punto-punto” , cioè non necessita di ponti radio e permette il collega - non presuppone conoscenze tec - mento diretto con tutti gli utenti sintonizzati sul CANALe 8-16: maggiore è il niche o radioamatoriali: lavora sulle numero degli escursionisti attivi, più cresce la copertura delle comunicazioni frequenze da 446.0 a 446.1 MHz, radio. suddivise in 8 canali normalmente già preimpostati sulle radio in com - Partecipare al Progetto è al quanto semplice e gratuito, basta essere degli appas - mercio e con la possibilità di sionati di montagna o attivi nelle attività outdoor. Se deciderete di partecipare al impostare dei subtoni per escludere Progetto vi verrà assegnato un Identificativo radio (ID), strettamente personale, altri segnali radio esterni al loro grup - con il quale potrete identificarvi nelle comunicazioni radio che transitano sul po: da qui il canale 8-16 della rete CANALe 8-16 di rrm . Ogni ID è formato da una sigla che indica la Regione di radio appartenenza, seguita da un numero progressivo. Vi verrà assegnata anche una montana . (8 è password per l’accesso alla piattaforma rerAmoNeT, sulla quale indicare l’at - il canale - 16 tività programmata e il percorso scelto, così da rendere più agevole la ricerca in indica il subot - caso di necessità. no).

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:53 Pagina 36

COMMISSIONE CULTURA

Mulattiere Grande Guerra in Val di Scalve It. Naturalistico A.Curò-Passo del Gatto (foto Paolo Maj) a r u t l u c

e n o i s s i m m o C 36

la Val di Scalve per raggiungere alcuni Con il CAI alla scoperta ambiti dove sono ancora ben presenti opere risalenti a quel lontano periodo. Ecco la della Linea Cadorna meta delle escursioni: Domenica 17 giugno al passo del Verrobbio (alta Val brembana ), a cura del e delle tracce della CAI Bergamo - Commissione TAM (Tutela Ambiente Montano) - Commissione Cultu - Grande Guerra sulle orobie rale in collaborazione con CAI Alta Val Brembana-Sezione di Piazza Brembana e Le trincee dimenticate - Val Seriana e Val di Scalve e di altre con il Centro Storico Culturale Valle adotta un pezzo di storia Istituzioni (Centro Storico Culturale di Brembana F. Riceputi”. 27 i partecipanti Un progetto per la loro conoscenza, Valle Brembana “F, Riceputi” – Museo alla escursione, inclusi il Presidente Davide salvaguardia e valorizzazione Etnografico di Schilpario) Le trincee Milesi, il Vicepresidente Dino Rossi e DimenticAte - ADOttA un Davide Bazzi della locale Commissione Claudio Malanchini (Commissione peZZO Di stOriA Alla scoperta della sentieri. Tempo splendido, scomparsa quasi Culturale-Gruppo Amici Linea Cadorna Linea cadorna sulle Orobie: un progetto totalmente la neve che ancora due setti - Tratto orobico) per la loro conoscenza, salvaguardia e mane prima ingombrava in parte la mulat - valorizzazione tiera. Partiti da Ca’ San Marco il gruppo ha ul precedente numero delle Alpi raggiunto lentamente il passo, percorrendo Orobiche abbiamo dato spazio al Uno degli obiettivi del progetto consiste la mulattiera militare; al passo scambi sim - progetto del CAI Bergamasco nella conoscenza e nel ricordo degli eventi bolici di saluti e strette di mano tra CAI S(Unione Bergamasca Sezioni e che un secolo fa interessarono anche le nos - Bergamo e CAI Piazza Brembana, espo - Sottosezioni CAI, CAI Bergamo, CAI Alta tre Orobie, fortunatamente senza fatti belli - sizione dei rispettivi gagliardetti, un pen - Val Brembana Sezione di Piazza ci; a tal proposito abbiamo proposto due siero a quei tempi ed a quanti li hanno vis - Brembana, Sottosezioni di Ardesio-Alta escursioni con meta la alta Val Brembana e suti ed un flash sulla Grande Guerra e sulla

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:53 Pagina 37

COMMISSIONE CULTURA Cannoniere al Passo Verrobbio (foto Claudio Malanchini) Tre gli itinerari proposti con partenze dal Vo’, da Ronco di Schilpario e dal Passo del Vivione, tutti con meta finale il Passo del Venerocolo, dove avrebbero dovuto incon - trarsi i gruppi partecipanti alla iniziativa. Ma al tempo meteo non si comanda e la prudenza in montagna, soprattutto alle alte quote, non è mai eccesiva. Quindi a dispet - to della complessa organizzazione e della condivisione allargata, l’iniziativa ha dovuto essere annullata il giorno prima, causa previsioni meteo decisamente avverse per la domenica 22 luglio. Un grazie sentito comunque a quanti ave - vano aderito e si erano impegnati, a comin - linea Cadorna, con particolare riferimento Sportivo Marinelli di Albino. ciare dal coordinatore Paolo Maj, scalvino C o

al tratto orobico ed alle opere ben visibili al La Val di Scalve, al contrario dell’alta Val ed al Direttore del Museo Etnografico di m Passo del Verrobbio (resti di una casermet - Brembana, non venne interessata dalla Schilpario Maurilio Grassi che avevano m i s

ta, trinceramenti, alcune gallerie e la carat - realizzazione di trincee e postazioni ma dedicato tempo con passione alla organiz - s i

teristica cannoniera ricavata in una parete venne predisposta una rete di mulattiere zazione della giornata. Non mancherà di o n

rocciosa dove vennero aperte due finestre che dal fondovalle conducevano in quota certo occasione di riproporre l’iniziativa. e

rivolte sulla sottostante Val Gerola. E lungo (dal Vò al Passo del Venano), complemen - Paolo Maj però non è riuscito a starsene c u

il percorso tanti altri momenti incluse tari a quella in quota dal Passo del Vivione chiuso in casa e, salito a Schilpario, si è l t

numerose osservazioni di natura botanica, a quello di Belviso (ora Itinerario spinto con il nipote, a titolo personale, sino u

grazie alla presenza di Danilo Donadoni, Naturalistico “A. Curò” riaperto a cura del al Passo del Gatto. Si riportano le parole r a vero esperto in materia. CAI, oltre a teleferiche; e poi la ben nota del comunicato stringato tipico del carat - Domenica 22 luglio al passo del strada del Vivione che collega la Val di tere montanaro ed essenziale di Paolo, Venerocolo (Val di scalve) Scalve (Schilpario) con la Val Camonica inviato domenica sera allo scrivente: 37 A cura di CAI Bergamo Commissione (Forno d’Allione); tali opere non ricade - “ciao Claudio, Vivione, Itinerario Culturale e TAM (Tutela Ambiente vano propriamente tra quelle costituenti la Naturalistico A. Curò, Passo del Gatto, Montano), condivisa con CAI Brignano, Linea Cadorna; esse rientravano nel settore alle 11.30 cielo blu, ore 12.30 nubi Lovere, Trescore Valcavallina e Val di camuno, dove la Guerra, meglio nota come dense, ore 13.30 tuoni e saette” Scalve, in collaborazione con il Museo “Guerra Bianca” (Adamello), venne L’iniziativa era stata ripresa con un bell’ar - Etnografico di Schilpario ed il Gruppo davvero combattuta. ticolo da ARABERARA del 20 luglio dal titolo “Tre percorsi con il CAI di Bergamo Passo Verrobbio (foto Davide Bazzi) sulle tracce della GRANDE GUERRA”. Il progetto ovviamente non si limita alle due escursioni ma vuole avere una sua con - tinuità nel tempo; una continuità che non può prescindere dalla collaborazione di quanti, soci e non, desiderassero davvero “ADOttAre un peZZO Di stOriA ” delle nostre Orobie., collaborando così alla conoscenza, salvaguardia e valorizzazione delle trAcce della GrAnDe Guer - rA sulle nostre montagne. Aiutaci per - tanto a favorire la conoscenza e lo studio di queste opere che ci sono rimaste da chi ha combattuto per noi, aiutaci a sal - vaguardarle e valorizzarle. trovi tutte le informazioni sul sito www. caibergamo.it nella sezione “Amici Linea Cadorna”

GrAZie per iL preZiOsO AiutO che pOtrAi e VOrrAi DArci.

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:53 Pagina 38

la BIBLIOTECA dei PICCOLI

, i uesto numero sarà interamente dedicato al lupo, re dei boschi, delle montagne e del - n

A l’immaginazione di tutti i bambini. Lupo baldo è un cucciolo di lupo molto coraggio - i so. Quando sente un ululato lui non ha lui non ha paura!! Ma quando sente belare la b n Qpecora o abbaiare il cane, trema come una foglia e corre a nascondersi. Sarà davvero coraggioso, Lupo Baldo? Certo. A voi scoprire il tenero messaggio di questo piccolo libro per pic - m

G colissimi (età di lettura: da 2 anni). L’agile edizione tascabile, il testo stampato in corsivo, il prez - a zo di copertina estremamente contenuto sono gli elementi che caratterizzano la collana e che A b hanno contribuito al loro straordinario successo. Sto parlando dei libri pubblicati dalle Edizioni

t EL dedicate ai classici. E allora come non portare alla vostra attenzione “Zanna bianca” ispira - e to al celebre romanzo di Jack London e raccontata in modo delizioso da Stefano Bordiglioni. Il

n i protagonista del romanzo è l’unico di quattro cuccioli che riesce a sopravvivere in una grotta dello

r Yukon, sopra un torrente, lontano da ovunque. Dentro la tana inaccessibile, il piccolo lupo viene o

b al mondo generato da colei che viene semplicemente presentata come ‘la lupa’. Solo in seguito i

l scopriamo che ‘la lupa’ è Kiche, figlia di un lupo e di un cane, una femmina agguerrita e astuta, M già di proprietà del capotribù Castoro Grigio. Zanna Bianca nasce nel Wild e nasce lupo con den - di Elena Ferri tro il codice genetico del cane: quest’altro archetipo alla fine prevarrà dopo una lunga storia for - mativa fatta di durezza e amore, rinuncia e crudeltà. Anche “il padre di Zanna Bianca è un arche - mamma, educatrice, tipo, ma il vecchio lupo grigio Occhio Solo, sopravvissuto a mille battaglie e alla furia della natu - amante della montagna ra selvaggia, diventa il simbolo della vita che sopravvive a sè stessa, del Wild che scorre dalle generazioni che lo hanno preceduto a quelle future” (cit. Davide Sapienza). Una splendida occa - sione per avvicinare anche i più piccoli a questo capolavoro della letteratura (età di lettura: da 6 a

c anni) e

t Se il bosco potesse parlare, racconterebbe di due ragazzi che amavano respirare il profumo della o

i resina. Se le montagne e i sassi avessero voce, direbbero che lassù, dove le cime graffiano il cielo, l

b a volte il respiro si ferma. Come quello di Giacomo, bloccato dalla terra che all’improvviso frana; i

B come quello del suo più caro amico, che preferisce non ricordare il proprio nome, perché da quan - do la montagna si è sgretolata niente ha più senso. E parlerebbero anche del respiro di Chiara, 38 amica preziosa che ama i boschi solo in cartolina. Non bastano le parole di genitori, professori o amici per riempire un vuoto che sembra incolmabile: Giacomo se n’è andato e ha portato via il sole. Vivere ancora sembra impossibile, se non passando attraverso ciò che è accaduto. Passando di nuovo attraverso il bosco. Quello della scrittrice milanese Laura Bonalumi è un libro dedicato ai ragazzi tra gli 11 e 13 anni ed è un libro “per chi odia gli adulti che hanno sempre ragione, per chi non ha paura di mettersi alla prova, per chi ama l’avventura e vuole andare lontano”. La let - tura corre via liscia, carica di emozioni così dettagliate che sembra di viverle davvero: è un libro che tocca il cuore Voce di Lupo . “Ho odiato questo posto perché mi ha mostrato la fragilità della vita e mi ha tolto l’amicizia, così, all’improvviso. Ma adesso sono qui e quello che mi circonda non mi fa più paura, anche se non riesco a trattenere le lacrime. Piango perché […] la bellezza della montagna, il canto dell’acqua che corre tra i sassi laggiù, lo sguardo di Jack mi dicono che il mondo è un posto meraviglioso dove la vita non finisce mai”. Cambio completamente registro nel parlarvi dell’ultimo libro che ho deciso di presentare. Fa parte di una collana edita da Elle Edizioni chiamata Un libro da scoprire . Si tratta di una serie di volumetti dedicati ai più svariati argomenti, tra cui anche il lupo, costruita in modo che il contenuto possa essere letteralmente sco - perto pagina dopo pagina: lucidi, pagine buie…ogni volta che si sfoglia una sorpresa ci attende! Non sono da meno i contenuti tecnico-scientifici che aiutano i piccoli lettori – ma non solo- a conoscere sempre più il mondo che ci circonda!! Voglio concludere questo numero con una pro - posta nuova. Pensate che bello sarebbe se, dopo aver tanto letto con i vostri ragazzi di lupi, del loro habitat, di come vivono proponeste loro di vivere una vera avventura alla ricerca di questi splendidi animali. A tal proposito allora vi segnalo il Trekking del Lupo, un percorso ad anello che percorre sulle orme del lupo due parchi naturali: quello delle Alpi Marittime (Piemonte) e quello del Mercantour (Francia). Per maggiori informazioni vi rimando al sito www.planetmountain.com.

Non mi resta che augurarvi buona lettura a tutti da Elena Ferri, mamma, educatrice, amante della montagna.

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:53 Pagina 39

BIBLIOTECA Ultimi ArriVi

Bouldern in Südtirol. B i Bouldering nel Sudtirolo . b l i

Ediz. italiana e tedesca , o

Mont Blanc freeride. Sport climbing in Arco. Vertical-life t e

Ediz. italiana, inglese e francese, Ediz. inglese, tedesca e italiana , l’AVS e Vertical Life presentano 22 aree c a Domenico Giusti, Giorgio Passino, Vertical-life boulder, tra cui alcune mai menzionate Idea Montagna Seconda edizione di Best of Arco. Matteo prima d’ora. Tra vigneti o di fronte al Il Monte Bianco è da sempre la mecca ita - Pavana, arrampicatore e fotografo si occu - magnifico paesaggio delle Dolomiti: Il 39 liana del freeride ed è ogni anno la meta di pa di aggiornare ed ampliare la guida con Bouldering in Alto Adige si prospetta vario migliaia di sciatori che fanno base a ben 51 aree nuove, di cui undici inedite. ed interessante come il territorio. La guida, Courmayeur e Chamonix per poterne Ricordiamo le nuovissime vie “Bus de contenente foto su foto a colori, descrizio - godere a pieno i panorami e misurarsi con Vela” e “Volta di No”. Le 122 falesie sono ni dettagliate ed immagini spettacolari, for - le esperienze e le sfide che questa monta - suddivise in cinque aree: Arco, Valle del nisce informazioni chiare in italiano e tede - gna sa regalare. La guida si propone d’es - Sarca, Valli Giudicarie, Trento, Rovereto, sco. Tutti i contenuti sono anche disponibi - sere un valido ausilio per chi si approccia corredate di foto, mappe e info tecniche. li nell’App Vertical-Life Climbing. al freeride intorno al Monte Bianco. Il volume descrive 48 itinerari, con diversi gradi di difficoltà, nelle vallate di Guida alla via degli dei. Il sogno delle mappe. Courmayeur e Chamonix. In alcuni casi gli Da Bologna a Firenze e ritorno , Piccole annotazioni sui viaggi di carta , itinerari sono serviti da impianti di risalita, Simone Frignani, Terre di Mezzo Paolo Ciampi, Ediciclo in altri è previsto l’uso delle pelli di foca. A piedi o in bici da piazza Maggiore a piaz - “Le mappe sono un modo di organizzare la Per la prima volta in un libro, gli itinerari za della Signoria: sei giorni lungo i basola - sorpresa”, scriveva Bruce Chatwin. Ci sono descritti e fotografati anche con pro - ti romani della Flaminia Militare, immersi sono i mappamondi su cui ancora oggi i spettiva POV (Point of View) dello sciato - nei boschi secolari di faggi e castagni, sfio - bambini sognano e ci sono i sogni che le re, con l’obiettivo di portare il lettore “nel - rando cime dedicate ad antiche divinità, mappe dei sentieri alimentano in ogni cam - l’itinerario” e spiegargli, per quanto possi - come il Monte Adone e il Monte Venere. minatore, non importa di quale età. Ci sono bile, l’ambiente e le difficoltà della discesa Tra le principali attrattive dell’Appennino, gli antichi atlanti di un mondo che attende - che dovrà affrontare. la Via degli Dei è la meta perfetta per gli va di essere scoperto e ci sono le carte che amanti del trekking e della mountain bike. ancora oggi accompagnano il viaggiatore, Una guida completa, con il tracciato nell’epoca dei Gps e di Google Earth. descritto in entrambe le direzioni, le mappe Malgrado le tecnologie digitali e una geo - dettagliate, le altimetrie, i dislivelli e le grafia di cui si vorrebbe fare a meno conti - indicazioni su dove dormire (anche in nuano a sedurre, emozionare, narrare. Le tenda). mappe sono la nostra isola del tesoro, e in Inoltre, gli approfondimenti storici e artisti - esse è ancora possibile ritrovare noi stessi ci e le località più significative da visitare. e i nostri viaggi.

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:53 Pagina 40

BIBLIOTECA Ultimi ArriVi

Appennino atto d’amore. La montagna a cui tutti apparteniamo , Paolo Piacentini, Terre di Mezzo “Se qualcuno, in questo momento storico, a

c mi dovesse chiedere a quale partito o area e

t Il Granito della Val Genova. Simboli della montagn a, politica appartengo, gli risponderei che o

i Boulder e arrampicata sportiva nel cuore Franco Brevini, Il Mulino appartengo all’Appennino.” l

b del parco dell’Adamello-Brenta , Questo è un viaggio attraverso l’immagi - Una fuga temporanea per uscire dalla rou - i

B Silvestro Franchini Thomas Morandi, nario della montagna. Per la prima volta il tine stanca e inconsapevole e attingere Alpine Studio mondo delle vette viene raccontato attra - all’energia vitale del cammino. Oltre il 40 Dal paese di Carisolo, verso ovest, ha ini - verso i suoi simboli. Sono le rappresenta - velo che offusca i propri desideri, alla zio un piccolo mondo fantastico. Una pic - zioni, le icone, le figure, gli emblemi con ricerca del senso profondo dell’esistere: cola strada carreggiata si addentra in un cui nel corso dei secoli la montagna è l’amicizia, l’amore per la montagna, i suoi ambiente alpino incontaminato e di rara venuta rivelando le sue infinite sfaccettatu - paesaggi, la sua gente, i luoghi che si spo - bellezza. Una vallata quella della Val re. Si parte dagli animali: l’aquila, lo stam - polano e i giovani che ritornano. Genova che si estende dal paese di becco e il camoscio, il cervo, espressioni Un’avvincente traversata lungo la spina Carisolo fino alla Piana di Malga Bedole, della wilderness. Si prosegue con il dorsale dell’Italia, da nord a sud, nello su una strada che nella seconda parte Cervino, che esalta la vetta come altezza, splendore delle terre alte. diventa privata e con traffico regolamenta - slancio, perfezione. E poi lo chalet svizze - to. In questo percorso si incontrano nume - ro, l’Edelweiss, Heidi, fino a giungere rose valli secondarie, dei selvaggi bastioni all’attrezzo-simbolo della piccozza, emble - d’accesso alle montagne più alte del grup - ma di sfida e di ardimento. Dalla letteratu - Orario invernale (dal 10 settembre) po dell’Adamello e Presanella. Tra di esse ra alla pubblicità, dagli stemmi dei club lunedì - mercoledì - venerdì: 21-22.30 la Val Siniciaga, la Val di Lares, la Val di alpini ai canti di montagna, dalla storia alle martedì - giovedì: 15.30 - 18.30 Folgorida, la Val Cercen, Val Gabbiolo, Val cronache, uno sguardo esemplare sulla sabato: 15.30 – 18.30 Rocchette e la Val Nardis. Per gli amanti civiltà del verticale. dei boulder, la valle è disseminata ovunque di blocchi di granito, per tutti i gusti. E la Festivi loro scoperta e valorizzazione è solo 1 novembre, 8 dicembre, all’inizio. 24-25-26 dicembre

chiusura di natale dal 29 dicembre al 5 gennaio

Per informazioni scrivete a [email protected]

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:53 Pagina 41

COMMISSIONE MEDICA

Oltre a questo obbiettivo di divulgazione Giornata ipertensione scientifica tra gli escursionisti e gli alpin - isti, la campagna ha anche l’obiettivo di nei Rifugi CAI 2018 effettuare una semplice, ma importante raccolta di dati per ricerca scientifica sul comportamento della pressione arteriosa in montagna e sul profilo individuale di ris - chio cardiovascolare tra gli escursionisti. A questo scopo sono state istituite postazioni in 19 rifugi di montagna che hanno deciso di partecipare all’iniziativa, sulle Alpi in Italia e sugli Appennini, dove gli escur - sionisti hanno potuto ricevere infor - mazioni sul rapporto tra pressione arteriosa e montagna, misurare la propria pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione C

di ossigeno nel sangue, e compilare un o breve questionario non solo contribuendo m m

alla ricerca scientifica (in modo anonimo), i s

ma anche verificando in modo semplice e s i o

rapido la propria condizione di rischio car - n

diovascolare e la proprio reazione alla e

esposizione a quote moderate o alte. m e

“Questa iniziativa, nata grazie allo sforzo d i congiunto della Società Italiana contro c a l’Ipertensione Arteriosa (SIIA), della Società Italiana di Medicina di Montagna (SIMeM) e della Commissione Medica 41 di Giancelso Agazzi Italiano e dell’Università di Milano- Centrale del Club Alpino Italiano, e speri - Bicocca hanno chiaramente dimostrato mentata con successo in alcuni rifugi alpi - l 29 luglio 2018 in 19 rifugi del Club come la pressione arteriosa salga in modo ni e appenninici già nel 2016. rispecchia Alpino Italiano é stata organizzata significativo durante esposizione ad alta pienamente la principale missione delle una campagna di sensibilizzazione quota (sopra i 2500 metri), iniziando a organizzazioni promotrici: aumentare la Isull’ipertensione arteriosa e sugli modificarsi anche in caso di salita ad altitu - consapevolezza di tutti sui rischi legati effetti cardiovascolari dell’ascesa a quote dini moderate (attorno ai 1800-2000 all’ipertensione e promuovere la sicurezza moderate – alte, promossa dalla Società metri). Questo si verifica in soggetti nor - in montagna” sottolineano il Professor Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, dal mali e anche in pazienti già affetti da Gianfranco Parati, Presidente della SIIA, il Club Alpino Italiano (Commissione ipertensione arteriosa, sollevando così il Dr. Luigi Festi, Presidente della Medica) e dalla Società Italiana della problema di come mantenere la pressione Commissione Medica Centrale del CAI, e Medicina di Montagna e sostenuta organiz - controllata anche quando si salga in quota, il Dr.ssa Lorenza Pratali, Presidente di zativamente dall’Istituto Auxologico per garantire un approccio alla montagna SIMeM. Italiano di Milano e dall’Università di sicuro e privo di rischi per l’apparato car - Milano-Bicocca. Sono stati scelti rifugi sit - diovascolare. Domenica 29 luglio, domenica 12 agosto uati a quote superiori ai 2000 metri. Dato che, soprattutto in estate, il numero di (Rifugio Casati), domenica 19 agosto e L’ipertensione arteriosa, detta “il killer persone, con o senza problemi cardiovasco - domenica 2 settembre (Rifugio Sette Selle, silenzioso” per la sua asintomaticità, è lari, che salgono in montagna è molto alto, Lagorai), giornate di sensibilizzazione su ancora oggi il principale fattore di rischio SIIA, CAI e SIMeM hanno deciso di orga - pressione arteriosa e montagna. per malattie cardiovascolari in tutto il nizzare una campagna di informazione su L’evento è stato organizzato congiunta - mondo, e colpisce circa il 40% della popo - questi temi. La campagna di sensibiliz - mente dalla Società Italiana lazione adulta occidentale. Per prevenire il zazione e di prevenzione “La Pressione dell’Ipertensio ne Arteriosa (SIIA), dalla verificarsi di eventi cardiaci e cerebrali Arteriosa In Montagna”, “Blood pressure at Commissione Medica del Club Alpino spesso fatali o invalidanti, occorre quindi moderate and high altitude” ha come scopo Italiano in collaborazione con la Società prestare maggiore attenzione al comporta - promuovere in chi si avvicina alla montagna Italiana di Medicina di Montagna mento della pressione arteriosa in diverse la consapevolezza sulle reazioni dell’appa - (SIMeM). condizioni della nostra vita quotidiana. rato cardiovascolare a quote moderate e alte. Sensibilizzare i frequentatori della mon - Studi recenti dell’Istituto Auxologico L’iniziativa dura ormai da tre anni. tagna rispetto all’effetto dell’ipossia (man -

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:53 Pagina 42

COMMISSIONE MEDICA

canza di ossigeno) in alta quota su eventu - Garstelet, Gressoney-La-Trinité - AO) CAI di Roma Rifugio Duca Degli Abruzzi ali patologie cardiovascolari, in particolare Rifugio Teodulo (Località Breuil Cervinia, (Località Campo Imperatore, Gran Sasso - per quanto riguarda l’ipertensione arte - Valtournenche - AO) Sezione CAI di AQ) Sezione CAI di Roma Rifugio riosa. È questo l’obiettivo dell’iniziativa Torino Rifugio Torino (Località Massimo Rinaldi (Località Micigliano, organizzata da Club Alpino Italiano, dalla Courmayeur - AO) Sezione CAI di Torino Monte Terminilletto – (RI) Sezione CAI di Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa Saletta Comunale PILA 2000 (Località Rieti e dalla Società Italiana di Medicina di Pila Gressan – AO) Rifugio Città di Montagna (SIMeM) nella giornata di Chivasso (Località Colle del Nivolet, Domenica 12 agosto Rifugio Casati domenica 29 luglio e domenica 12 agosto, Ceresole Reale – TO) Rifugio Bolzano al (Località Passo Cevedale, Valfurva - SO) 19 agosto e 2 settembre in 19 rifugi, dove Monte Pez (Località Fiè allo Scilar - BZ) Domenica 19 agosto e domenica 2 settem - per l’occasione escursionisti e alpinisti Sezione CAI di Bolzano Rifugio Franz bre il Rifugio Sette Selle nel Lagorai (TN) hanno avuto modo di misurare la pressione Kostner al Vallon (Località Vallon, arteriosa dalle ore 9 alle ore 17. Per ogni Corvara - BZ) Sezione CAI di Bolzano L’iniziativa ha riscosso molto successo, singola misurazione è stato compilato un Rifugio Segantini (Località Malga Vallina con una bella giornata di sole e con molti questionario ed è stata misurata la per - d’Amola, Val Rendena, Giustino - TN) soggetti che si sono resi disponibili nei centuale di ossigeno nel sangue, in modo Rifugio Vioz Mantova (Località Peio – Val rifugi per misurare la pressione arteriosa.

a non invasivo, per valutare eventuali stati di di Sole – TN) Rifugio Berti (Località La sera di sabato 28 luglio il Prof. c i iniziale ipossia. Vallon Popera, Comelico Superiore, Gianfranco Parati ha tenuto una conferen - d

e L’iniziativa si basa sui risultati recenti della Casamazzagno – BL) Rifugio Gherardi za presso il Rifugio Albani in Val di Scalve m

ricerca sugli effetti cardiovascolari della (Località Pizzino,Val Taleggio - BG) (BG), ai piedi del massiccio della e

n esposizione acuta all’alta quota, in gran Sezione CAI di Bergamo Rifugio Albani Presolana, per parlare di ipertensione e o

i parte basati su una serie di studi effettuati (Località Colere, Valle di Scalve - BG) montagna. All’evento hanno partecipato s

s nell’ambito dei progetti HIGHCARE Sezione CAI di Bergamo Rifugio molti alpinisti ed escursionisti presenti al i

m sull’Everest, sulle Ande e sulle Alpi Franchetti (Località Prati di Tivo, rifugio che, alla fine dell’evento, hanno

m dall’Istituto Auxologico Italiano di Milano Pietracamela, Gran Sasso - TE) Sezione fatto molte domande. o

C e dall’Università Milano-Bicocca. Questi studi hanno dimostrato che l’esposizione 42 acuta alla ipossia (ridotta disponibilità di SOTTOSEZIONI ossigeno) che caratterizza l’alta quota può far salire la pressione arteriosa in modo significativo, sia in chi solitamente ha una pressione normale, sia nei oggetti che già soffrono di ipertensione arteriosa, con dif - SottoSezione ferenze legate ad alcune caratteristiche individuali tra cui l’età. Conoscere il com - valcalepio portamento della pressione in quota può pertanto consentire a chi ama la montagna di effettuare ascensioni con maggiore sicurezza, mettendo in atto semplici misure protettive adeguate in collaborazione con il SALITA IN CONTEMPORANEA proprio medico e/o presso ambulatori spe - DELLE CIME OROBICHE cializzati coordinati da SIIA e CAI. CAI GRUPPO VALCALEPIO La prestigiosa collaborazione tra la Commissione Medica del CAI, la Società In occasione del 40° anniversario di fonda - Italiana di Medicina di Montagna, la zione, 1978-2018, il nostro gruppo ha deci - Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa so di organizzare una salita in contempora - ha offerto la possibilità di organizzare un nea di 40 cime delle Orobie. Abbiamo quin - evento a valore sia educativo sia scientifi - di coinvolto una settantina di nostri soci che co, di sicura utilità per alpinisti ed escur - nella domenica 9 settembre sono saliti sulle sionisti. All’iniziativa ha partecipato anche più importanti cime della nostra catena la Commissione Medica del CAI Bergamo. montuosa, dal Pizzo Coca al Monte Misma, dalla Presolana al Bronzone, dal Resegone I rifugi nelle Alpi e sugli Appennini coin - al Pizzo Camino solo per fare alcuni nomi. Verranno poi raccolte tutte le foto di volti sono stati: vetta e riunite in un poster che, esposto nella nostra sede, ricorderà questa bella Domenica 29 luglio giornata di montagna. Rifugio Città di Mantova (Località

Le Alpi orobiche - settembre 2018 CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:53 Pagina 43

MONTAGNA IN PELLICOLA

Holy MoUntAin di Giancelso Agazzi di grosse dimensioni precipitarono sulla cordata, ferendone tre, che rimasero attac - ono stato al cinema delle Alpi di cati a uno sperone di roccia e che tentarono Temù in occasione di “Alps”, il 3° di scendere molto lentamente. Reihnold Festival del Cinema di Montagna Messner e Oswald Olz, medico e alpinista delle Alpi, per assistere alla svizzero, compagno di scalata di Messner,

S M proiezione del secondo lungometraggio di che si trovavano al campo base, andarono o

Reinhold Messner intitolato “Holy incontro agli alpinisti in difficoltà, nonos - n

Mountain”(la montagna sacra).- “Ho usato tante le condizioni estreme della salita: la t a

il cinema per la seconda volta come story - caduta di grossi sassi e il pericolo del crol - g n

teller della montagna”- ha commentato lo di seracchi dall’alto. Il soccorso riuscì a

a Reinhold Messner nel corso della 66 edi - incredibilmente senza conseguenze. Si i n

zione del Trento Film Festival” dopo aver - disse che l’incidente fosse stato la vendetta p

lo fatto con musei e libri, e ho voluto nar - della montagna nei confronti di Edmund e l

rare con le immagini una delle montagne Hillary che si era ribellata contro la salita l i più maestose, l’Ama Dablam in Nepal, per clandestina del figlio. Nel film ci sono le c o

rivivere un memorabile salvataggio (1979) due visioni dei fatti accaduti sulla mon - l a da parte del mio team di una spedizione tagna: quella della popolazione locale e neozelandese in grave pericolo”. Il film é quella degli alpinisti occidentali. Messner ambientato in Nepal e racconta alcuni fatti descrive con estrema veridicità come si 43 accaduti in passato sull’Ama Dablan, sono svolti i fatti, senza esprimere dei detto, per la sua forma, il Cervino giudizi. Nel film compare la figura di dell’Himalaya (6814 m), una montagna Oswald Olz, medico e alpinista svizzero, simbolo. Per la popolazione locale si tratta già protagonista del precedente film di SottoSezione di una montagna sacra, protetta dagli dei- Una dimostrazione Messner “Still alive”, ambientato sul spiega il grande alpinista sud-tirolese. Il monte Kenya. È piacevole il suo resoconto, valcalepio film racconta il salvataggio di Peter di grande solidarietà sotto forma di intervista, di quei tragici Hillary, figlio di Edmund Hillary, il primo “ fatti. Una dimostrazione di grande solidari - salitore dell’Everest, lungo la parete sud tra alpinisti età tra alpinisti. Simon Messner, figlio di della montagna. Il film inizia con le Reinhold, impersona nel film la figura del immagini del passaggio degli Sherpa dal - padre, indossando gli indumenti originali, l’est del Tibet alla Valle del Khumbu, attra - gli stessi del genitore, forniti dalla verso il Nangapa La, un passo alto, portan - Fondazione Fila Museum di Biella. Per do con ventimila yak. Entrarono in una girare il film Messner ha voluto ricorrere a regione che non era mai stata violata dal - alpinisti veri ed esperti, e non ad attori pro - l’uomo. Solo verso fine Ottocento Hillary padre. In realtà lui si trovava in fessionisti. Le immagini sono molto belle, arrivarono gli occidentali. Gli Sherpa cos - America per far”e una serie di conferenze. un intreccio di filmati d’archivio e di reper - tituiscono un popolo vero e proprio, fatto Alcuni alpinisti della spedizione decisero torio e di riprese più recenti nello straordi - non solo di guide e portatori al servizio di salire la montagna senza averne l’autor - nario ambiente himalayano. Il concetto di delle spedizioni internazionali. Due alpin - izzazione. Accadde un incidente diplomati - montagna sacra é ben diverso a seconda isti inglesi nel 1959 salirono fino a circa co e Edmund Hillary appena atterrato a delle tradizioni e della cultura locali. Gli duecento metri dalla vetta della montagna Kathmandu venne fermato dalla polizia abitanti del luogo la considerano inviola - e, poi, scomparvero in mezzo alla nebbia nepalese e costretto a pagare una multa. bile, gli alpinisti occidentali, invece, l’han - senza più essere ritrovati. Secondo una Nel 1979 il figlio Peter Hillary riuscì ad no voluta salire e ne hanno portato gravi leggenda gli dei della vetta della montagna avere il permesso per salire la montagna conseguenze. In bilico tra la fiction e il l’avrebbero fatta tremare, facendo precip - sacra lungo la Mingbo Wall. Furono quat - documentario, il lungometraggio é senz’al - itare i due alpinisti. Nel 1961 venne orga - tro gli alpinisti a tentare la scalata, ma, tro godibile e non solo dagli appassionati nizzata una spedizione scientifica da durante la salita alcuni blocchi di ghiaccio di montagna.

settembre 2018 - Le Alpi orobiche CAI SETTEMBRE 2018_cai giugno 06/11/18 11:53 Pagina 44