Semestrale del CLUB ALPINO ITALIANO – Sezione Cadorina “Luigi Rizzardi” AURONZO DI CADORE (BL) – ANNO XVI n. 32. Dicembre 2015 - Spedizione in A. P. – D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, NE/VE QVOTAQVOTA 864864 QVADERNI DI VITA DI MONTAGNA “Quando arrivi in vetta ad un monte non fermarti, continua a salire” Un Maestro del buddismo Zen
ANNO XVI. N. 32. DICEMBRE 2015. Semestrale Registrato presso la Cancelleria del Tribunale di Belluno col n. 15/2000 in data 01.08.2000 Iscritto al Registro Nazionale della Stampa n. 10331 - R.O.C. N. 6944 Spedizione in abbonamento postale - art. 1, comma 1, Legge n. 46/2004 - CMP/CPO Venezia PAOLA DE FILIPPO ROIA Direttore Responsabile
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2 QVOTA 864 DICEMBRE 2014 ORGANICO DELLA SEZIONE 3 Cosa possiamo fare noi? CIBO, CIBO, CIBO... Innanzittutto dovremmo assumere la buona abitudine di utilizzare tutto il cibo e non sprecarlo. Il risparmio che ne conseguirebbe potrebbe essere devoluto per tutti quei bambini che se non possono contare sulla generosità delle persone non ce la fanno ad arrivare a domani. Ed oltre ai nostri poveri, purtroppo ogni giorno assistiamo a sbarchi o passaggi di frontiere di persone disperate che sono alla ricerca di una vita migliore. Troveranno il cibo indispensabile per la sopravvivenza? Riuscirà alla fine l'Expo ad indurre i Potenti del mondo a cambiare la " politica di mercato ", per giungere ad un equilibrio delle risorse? Sappiamo tutti che molti problemi oggigiorno restano irrisolti per non ledere gli interessi di alcuni.
a anni stiamo assistendo ad un proliferare di trasmissioni che riguardano il cibo e la culinaria in particolare. A qualsiasi ora del giorno Paola De Filippo Roia Direttore D ci vengono propinate ricette di ogni tipo. Ad Auronzo, più specificatamente a Misurina, l'anno scorso è giunta persino una troupe della BBC inglese per delle riprese a carattere culturale e culinario. La regi- *** *** *** sta, di origini comelicensi, ha ideato una serie di trasmissioni che in seguito sono andate in onda in Inghilterra in prima serata, ma anche in Italia con gran successo 6 PRIORITá PER LO SVILUPPO di audience. Protagonisti un famoso cuoco ed un critico d'arte che hanno scovato località caratteristiche, talvolta poco conosciute, cercando tesori d'arte e preparando DELL'AGRICOLTURA IN MONTAGNA piatti tipici del luogo, possibilmente con prodotti locali. A Misurina, in una cucina gen- tilmente concessa da una signora del posto, hanno utilizzato le trote del nostro lago, formaggi tipici di malga e verdure del mio orto... Attraverso i moderni mezzi di comunicazione e con la globalizzazione, si è instaura- Promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore to un continuo confronto tra diverse culture, anche nel campo dell'alimentazione. Ne agricolo e forestale e nelle zone rurali. esce un quadro aperto ai mercati ed agli scambi, interagendo talvolta in maniera intelligente con le risorse del territorio. Ancora oggi, come già nel passato, l'uomo Potenziare la redditività delle aziende agricole e la competitività sceglie il cibo basandosi sulla propria visione del mondo e sull'appartenenza ad una dell’agricoltura in tutte le sue forme e promuovere tecnologie innovative comunità, ad una religione. per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste. Nell'ambiente della ristorazione, al fine di rispondere a sempre più specifiche richie- ste, c'è una ricerca continua di un cibo rinnovato nei sapori e nelle capacità nutri- Promuovere l’organizzazione della filiera agroalimentare, compresa la tive. Un'enorme filiera di certo, se pensiamo che la cucina e la tavola sono momen- trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere ti terminali di un complesso ciclo che, partendo dalla produzione di alimenti, attra- degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo. verso la loro distribuzione giunge alla consumazione. L'alimentazione è stata il tema dell'Expo 2015 a Milano, che ha richiamato milioni di Preservare, rispristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi persone da ogni parte del mondo per visitare i vari padiglioni. Si sono tenuti dibatti- all’agricoltura e alla silvicoltura. ti, convegni, conferenze intorno al binomio: alimentazione & sostenibilità. All'Expo " nutrire il pianeta, energia per la vita " si è posto quale principale obiettivo Incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia quello di giungere ad una soluzione concreta per risolvere il problema della fame nel a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore mondo. agroalimentare e forestale. Intanto, nei paesi più evoluti, va in crescendo il problema dell'obesità, soprattutto riguardo ai bambini. Ma oltre che a mangiar troppo, si sperpera tanto cibo, che Adoperarsi per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo diviene un problema anche l'eliminare la quantità di tonnellate di immondizia, spre- sviluppo economico nelle zone rurali. co che sarebbe sufficiente per sfamare le popolazioni malnutrite.
4 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 CIBO, CIBO, CIBO... 5 di goderne nel modo che ognuno ritiene a sè più confacente, fatto salvo il rispetto NUOVE SFIDE per l'ambiente e per gli altri. Questi nuovi orientamenti, come per il passato, deter- ’ notte fonda e sono sveglio. Può capitare, anzi, minano anche nuove tendenze, meno esasperate ma in grado di coinvolgere un capita sempre più spesso, si configura così un gran numero di appassionati. Il turismo oggi è sempre più abbinato ad eventi sporti- tempo nuovo a cui è necessario dare un senso. vi di questo genere, meeting ed incontri a tema, festival e raduni, sono occasioni uni- Alzarsi oppure no? E' faticoso abbandonare il letto che per riempire gli alberghi, oramai sempre meno affollati dai classici villeggianti E che soggiornano per lunghi periodi. Cosicché anche le infrastrutture dovranno adat- caldo, particolarmente adesso che la notte è fredda e dalla finestra si vede solo la brina che, piano piano, avvolge tutto con tarsi e ammodernarsi per trasferire ed accogliere persone alla ricerca di emozioni un velo sempre più spesso, ravvivato solamente dai riflessi all'aperto ma anche di attività ricettive dotate di sempre maggiori servizi diversificati delle poche luci accese. Il momento è comunque suggestivo e di qualità. Questo significa trovare un giusto equilibrio tra il mantenimento dell'am- ed il ricordo che affiora è legato alle volte in cui ci si alza di biente naturale e la realizzazione di infrastrutture per la mobilità, l'accessibilità, l'ac- buonora per affrontare una lunga escursione in montagna, coglienza ed il divertimento di chi intende sì visitare ambienti incontaminati ma alla un'arrampicata o una risalita con gli sci. Vi è sempre un momento in cui da soli, in portata, comodi, in grado di soddisfare una molteplicità di esigenze in un tempo limi- silenzio, ci si prepara all'arrivo degli amici di quella che si preannuncia una nuova tato. Una nuova sfida con particolare attenzione alla gestione dei flussi, alla distri- avventura, una nuova sfida. buzione dei numeri, alla destagionalizzazione dei periodi. Ma oggi il programma è diverso, nessuna gita in vista, ma il tempo è prezioso e va All'interno di queste tematiche, per lo sviluppo futuro del nostro paese, auspico trovi impegnato bene, quindi accendo il pc e ascolto il sommesso ronzio del disco rigido spazio la voce della nostra istituzione che da oltre 140 anni è presente sul territorio, in attesa che lentamente il software si avvii. Scorro le cartelle contraddistinte con i ne condivide le vicende storiche, facendosi portavoce dei sempre validi principi alla vari numeri della rivista, la nostra rivista, QVOTA 864. Molti sono i files archiviati ma base della sua fondazione. Una voce indipendente che dovrebbe continuare ad uno solo è l'argomento: la montagna. Un mondo complesso dalle varie sfaccettature, esercitare un'azione di tutela e di salvaguardia del territorio ma anche delle popola- palcoscenico della vita reale e dei sogni di molte persone, ogni giorno chiamata a zioni che lo vivono e che in esso dovrebbero trarre legittimo e dignitoso sostenta- riscrivere il significato di ciò che in essa accade. mento, senza rinunciare alla prerogativa di mantenimento del bene che ci è stato Quello che abbiamo alle spalle è la parte più facile da valutare, una storia scritta, temporaneamente affidato in gestione. Per questo servono persone preparate, equi- ricca di episodi suggestivi e a volte eroici che spesso ci inducono a pensare che il librate che abbiano nuove idee, la lungimiranza per intuirne le potenzialità ma anche meglio sia passato, che l'età dell'oro sia finita, che quell'aura di mistero e avventura la prudenza per valutarne eventuali controindicazioni. che ammantava un mondo sconosciuto ed inacessibile sia sfumata di fronte ad un Chi possiede queste qualità dovrebbe farsi avanti, per senso civico e soprattutto per eccesso di frequentazione e di superamento dei vari limiti. Ma non è così, ed ecco la superiorità del bene comune, valore assoluto e patrimonio da tutelare sia nei con- che la ricerca si spinge su nuove frontiere, su nuove discipline. L'escursionismo, fronti di chi anela ad un illegittimo interesse personale a scapito della collettività ma l'alpinismo, lo sci alpino lasciano il posto a nuove pratiche sempre più estreme che anche dagli ignavi che si lavano le mani di fronte alle questioni importanti, non si pro- trovano nella montagna il palcoscenico ideale: slacklining, base jumping (o meglio nunciano, restando così indenni e puliti, qualunque cosa accada, non mettendosi in wisbase con tute alari adatte al proximity flying), mountain e fat bike, ultra ed gioco, preservandosi da ogni sorta di errore, intenti a salvaguardare solo sé stessi, extreme trail, sci estremo, parapendio e speedriding sono solo alcuni dei nuovi modi ma destinati ad un misero destino come disse il sommo per esprimere la libertà; un'esperienza esaltante che va praticata con dedizione in poeta: un ambiente accuratamente scelto. E io ch'avea d'error la testa cinta, dissi: "Maestro, che è Il tutto amplificato dalla facilità e dalla spettacolarità delle immagini che se ne trag- quel ch'i' odo? e che gent'è che par nel duol sì vinta?". Ed gono e dalla successiva ampia diffusione sui social networks che ne amplificano la elli a me: "Questo misero modo tegnon l'anime triste di portata ed esigono una sempre maggior estremizzazione per stupire di più, attrarre coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo". attenzione e consenso, incrementare i like ed i follower. Inutile spingersi in raffronti Il tempo è trascorso, la notte cede il passo all'aurora ed o valutazioni, che lascerebbero solo il tempo che trovano; chi può dire se sia più è tempo per me di deporre la penna e recuperare il etico arrampicare, camminare su un filo sospesi nel vuoto o gettarsi dalla vetta di sonno perduto, un letto caldo mi attende per reintegrare una montagna a volo radente? le forze e ritemprare lo spirito, sperando un giorno di Fondamentalmente rimane inalterato nella storia l'aspetto della sfida verso se stes- uscire a riveder le stelle. si e gli altri, esercitata in un ambiente ostile e pericoloso, alla ricerca esasperata del Intacto vertice ardens. superamento del limite. La montagna è a disposizione di tutti e quindi va garantita a ciascuno la possibilità Massimo Casagrande Presidente
6 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 NUOVE SFIDE 7 un timido inizio, le idee non proprio chiare su cosa volevamo fare e su cosa ci attendeva. A COLLOQUIO CON I LETTORI Bepi mi ha scritto che lo trova sempre più interessante. Allora, guardando fuori dalla finestra della Sezione, si vedevano le Tre Cime. Quella era la mia unica certezza. "LA TENGO SUL COMODINO PERCHE' QUI C'E' LA MONTAGNA, QUELLA VERA." Gianni Poloni
el numero scorso riportavo le parole di un amico che mi aveva scritto: “Il Buon Dio mi ha dato tanto e per tanto tempo: quando si dovesse decidere a conclu- N dere la faccenda, nessuno potrebbe dargli torto.”
Bella, no? L’ho trovata da un rigattiere. Canciani, chi era costui? Ci scrive Claudio da Codroipo: “Grazie per le informazioni... sarò felice di inviarvi una copia del nostro ‘Sentiero’... ritengo sia bello collaborare con altre Sezioni e poter attingere a quel- lo che hanno di interessante da proporre. Sarò debitore con voi tutti.” Collaborare tra Sezioni certamente sì, debitore assolutamente no. Tutte le pubblicazioni, in questi anni, tornano con il pensiero all’evento tremendo della Grande Guerra. Anche noi, depositari della memoria dei nostri Padri, lo stiamo facendo quale doveroso tributo verso tutti i caduti. La guerra in montagna è stato un evento disastroso il cui ricordo si perpetua ancora oggi, a cento anni di distanza, nelle tracce indelebili che sovente ci colpiscono al cuore durante le escursioni alle alte quote. Noi, cui è demandato il compito di conservare e tramandare. Chiudo con un pensiero di Don Bracchi. Nel suo dolore scrive: QVOTA 864 “è come un Questo è l’originale della sua lettera. fontanino di montagna dalla generosa acqua ‘chiara, dolce e fresca’... voglio raggiungere tutte le ‘gestanti’ che danno alla luce questi quaderni; ‘le’ raggiungo con un abbraccio.” Nino Barberis ci ha lasciati. Lo abbiamo ricordato in tanti, tanti, cui lui ha dato il sogno di una Grazie. vita. Io voglio ricordare così, con le sue stesse parole. Non so dire altro perché un nodo di commozione me lo impedisce. Grazie Nino per quanto ci hai donato. E grazie a tutti Voi fedeli Lettori di queste pagine. I Vostri scritti ci responsabilizzano sempre più e ci confortano nel cammino intrapreso. Glauco Granatelli Non so dimenticare quel giorno in cui nacquero questi “Quaderni”, quasi per scommessa. E fu Redattore
8 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 A COLLOQUIO CON I LETTORI 9 100 anni fa la Grande Guerra choccante che rimanda a se stesso e, magari quanto rimproverasse alla scienza e alla tecnica proprio per questo, può girare a vuoto e preci- moderne di aver ben presto rinunciato alla com- pitare senza fine. Tanto ormai ogni pericolosa ponente morale, mentre all'inizio proprio tale spontaneità e reattività umana sono state, o componente ne aveva fatto delle forze di libe- stanno per essere, liquidate. E proprio quando - razione da vecchie oppressioni e delle forze di come direbbe la Arendt - il potere dell'uomo è rinnovamento in senso democratico. E' questo tutto nelle mani dell'uomo stesso; ed è così suo richiamo alla responsabilità che scienza e grande da consentirgli realmente, se volesse, di tecnica devono avere nella costruzione di una GUERRA: DALLE STELLE ALLE STALLE essere ciò che vuole. Amara ironia. società democratica che mi sembra esser diven- Riflessioni un po' libere per verificare quanto ci sia da stare allegri per il futuro Volendo fare l'avvocato del diavolo potremmo tato drammaticamente sempre più attuale. di Alberto E. Galvan trovare retorico l'umanismo un po' ingenuo di La denuncia delle "dannose conseguenze che quei vecchi film quanto i moderni effetti scenici? l'attuale regime industriale e finanziario ha sulla Direi proprio di no; la differenza la fa appunto realtà dei metodi e dei fini democratici" (p.107 ), ell'ormai remoto 1988 la marina mi- ma anche di risate, d'amore e, a volte, di leg- quella parola che in nome dell'essere umano la cui lungimiranza siamo andati tristemente ve- litare statunitense testò un missile gerezza. Bastava saltare allegramente nella cerca di tenere insieme le parti che lo compon- rificando, e soprattutto quel richiamo alla "fiducia harpoon con sistema di autoguida. Il buca lasciata da un bomba per sentirsi scara- gono. Pezzi che sono sempre più esplosi e sem- nell'uomo 'comune' [che] non ha altro significato missile sbagliò bersaglio ed andò a manticamente al sicuro: "Più nessun pericolo bra ormai quasi impossibile poter reincollare. se non di esprimere quell'intimo e vitale legame N Per chi si chiede da dove ci venga tanta difficoltà fra democrazia e natura umana" (p.143), fanno colpire un innocuo mercantile indiano di passag- all'interno. Sbrigatevi signori e signore. Qui siete gio facendo un morto oltre ai vari danni. al riparo, ve lo garantisco. Metà prezzo per i mi- a fare tesoro dell'esperienza e a saper quindi del suo messaggio (trascurato al punto da non Incidente messo a tacere, naturalmente. litari e gratuito per le ragazze". Gli aspetti nega- cambiare rotta direi che la situazione attuale non essere stato più ristampato in Italia dal 1953) Che gli addetti ai lavori avessero imparato la tivi della guerra erano la distruzione e la morte - offre né risposte né molti spunti per essere l'indicazione di quella che, a mio parere, è l'uni- lezione ? La ricerca tecnologica verso armi che mai gratuitamente esibite - ma anche, e a pari ottimisti. C'è chi rileva sinistre costanze e simi- ca via di salvezza. abbiano sempre meno bisogno del controllo merito, la fame dei civili e il fatto che "non larità ideologiche e psicologiche addirittura con il Quell'indifferenza "da parte del genere umano umano - perché gestite dall'intelligenza artificiale bisogna lasciare le donne da sole; non è una quindicesimo e sedicesimo secolo. La Riforma per la qualità delle sue opinioni", quella "letargia - avanza senza posa. Potrebbero essere più buona cosa". Alla fine il messaggio è che "siamo ci avrebbe abituato all'idea di libertà e di autono- quanto ai metodi che turbano vecchie opinioni", "precise" e salvare la vita dei civili, ci dicono. tutti colpevoli": tutti responsabili di qualche mia, ma anche alla certezza che la natura il fatto "che desideri e conoscenze esistano in Questo nella migliore delle ipotesi: qualora non manovra errata sulla stessa barca. Sempre del umana è malvagia e l'individuo impotente ed compartimenti separati e non comunicanti" ci potesse essere nessun errore, né in partenza 1930 All'ovest niente di nuovo di Milestone. irrilevante. Ne conseguiva la necessità per l'indi- (p.159) rischiamo di pagarlo sempre più caro. né nello svolgimento dell'azione. Ma se già la Consacrato, dall'inizio alla fine, a denunciare viduo di subordinarsi ad un potere esterno. Non Non abbiamo un po' troppo dimenticato che "tutti mente umana può errare non possiamo certo come la pomposa retorica della guerra nascon- solo, "allora come oggi un vastissimo settore i movimenti decisamente progressisti e liberali illuderci che la tecnologia sia guidata da Dio. Il da una sola e ben squallida realtà: quella che della popolazione vedeva il suo tradizionale dubbio nasce appunto dal fatto che i sistemi l'individuo è diventato "carne da macello". Un modo di vita minacciato da mutamenti rivo- operativi possano operare autonomamente ed macello in cui il singolo è non solo deprezzato, luzionari dell'organizzazione economica e automaticamente nella ricerca del bersaglio. ma anche deresponsabilizzato perché plagiato sociale; era soprattutto la classe media, come Certi missili possono già volare per centinaia di dai cattivi maestri. Paolo, nella trincea, dopo oggi, a esser minacciata dal potere dei monopo- miglia manovrando in autonomia e senza nes- aver accoltellato a morte il soldato nemico che li e dalla forza superiore del capitale (…) sun contatto radio con la base, per non essere era saltato dentro per ucciderlo, preso dall'or- accrescendo il sentimento di solitudine e irrile- scoperti dai radar. A questo punto l'impossibilità rore dice, quasi come una preghiera: "Tu eri un vanza dell'individuo". Fromm, Fuga dalla libertà, d'intervenire per variazioni o per correggere uomo come me ed io ti ho ucciso, perdonami 1941 (p.35). errori sopravvenuti non comporta complicazioni camerata; dimmi che mi perdoni. Ah sei morto! Son passati ottant'anni, ma basta sostituire 'ca- che finiscono con il moltiplicare il rischio di con- Tu stai meglio di me ora; hai finito; non possono pitale' con 'mercato e finanza', 'individuo' con 'in- flitti: vedi Afganistan, Irak e dintorni? Da notare, tormentarti più ora. Oh Signore, perché ci hanno teri strati sociali' o magari anche 'intere Nazioni' cosa particolarmente allarmante, che si dà per costretto a questo; noi due volevamo solo ed il discorso continua ad essere drammatica- sicuro, a sentire i giornali almeno, che qualsiasi vivere; perché ci hanno spinti l'uno contro l'al- mente attuale. Certo, soprattutto nel nostro obiettivo sulla faccia della terra, anche singola tro?". Certo non riusciamo ad immaginare una paese, la politica ha fatto di tutto per di- persona, potrebbe già ora essere individuato e frase del genere in film più recenti: da Platoon samorare ed allontanare il cittadino dall'esigere colpito "chirurgicamente" grazie alla supervi- ad American Sniper per esempio; pur ammet- il controllo effettivo della vita pubblica. sione dei satelliti. tendo che tentano, a volte anche esplicitamente, Ma il cittadino s'è lasciato fare per la ragione di Fra i vecchi film rispolverati per il centenario un approccio critico. E nemmeno in altri come cui sopra: una sorta di penitente accettazione della Grande Guerra mi è capitato di vedere Poll di Kraus o La France di Bozon. L'intento del destino cui già ci è capitato di accennare? Fronte dell'ovest 1918 di Pabst (1930). La guer- critico vi è, nel migliore dei casi, sfumato ed "E' duro intraprendere la via della democrazia - ra vi risulta un insieme assurdo e drammatico, intimizzato fino a diventare indiretto; più di fre- scrive Dewey nel 1939 - E' la via che impone il ma nel quale c'è ancora tutta la dimensione quente sparisce dietro effetti speciali sempre più maggior peso di responsabilità sul maggior umana. Anzi a ben vedere il tema centrale sono vistosi. Spesso accade addirittura che i dettagli numero di esseri umani"; Libertà e cultura gli sconvolgimenti che la guerra arreca alla 'forti' siano esibiti fino alla nausea; probabil- (p.149). dimensione umana appunto. Amici e nemici uniti mente fino ad anestetizzare ogni reazione, e a Sappiamo quanto trovasse illegittima la di- nello stesso fronte: fatto della stessa sofferenza, qualsiasi proposito. Resta solo lo spettacolo stinzione tra forze economiche e forze morali;
10 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GUERRA: DALLE STELLE ALLE STALLE 11 dei tempi moderni si sono basati sull'opinione meno piccole, nessuna di per sé letale, ma per "Storia e natura ci sono diventate altrettanto può sperare sia rispettato il diritto umanitario che l'azione sia determinata dalle idee"? (p.160). la maggior parte irreparabili, soprattutto nella estranee, nel senso che l'essenza dell'uomo non quando è l'insieme del diritto internazionale che Ogni singolo cittadino dovrebbe saper esigere misura in cui diventeranno troppe per essere può più essere compresa con le loro categorie. è sbeffeggiato" (p.58) "Il diritto è una merce. che "la democrazia è un modo di vivere" (p.150), affrontate singolarmente. Nel corso di tale D'altronde l'umanità (…) è oggi diventata un Un'autorizzazione non viene più data, viene il suo modo di vivere. Vale a dire che giorno processo, le diverse parti del tutto tenderanno fatto inevitabile (…) ha in effetti assunto il ruolo venduta. Gli aiuti umanitari, prima di poter dopo giorno, dettaglio dopo dettaglio, dovremmo sempre meno ad incastrarsi l'una con l'altra, precedentemente attribuito alla natura o alla sto- servire alle vittime, devono ripagare i boia" saper rifiutare le contraddizioni e le aporie, per- attriti di vario tipo prolifereranno e conseguenze ria (…) implica che il diritto di ogni individuo ad (p.60) E così, sempre più di frequente, "aiutan- ché anche le scelte cui viene attribuito un sem- inattese si propagheranno seguendo concate- appartenere all'umanità, dovrebbe essere ga- do una parte del sistema, si agisce sulla sua plice e circoscritto "significato pratico, hanno un nazioni causali sempre più misteriose (…) Alla rantito dall'umanità stessa. Non è affatto certo economia d'insieme" e si finisce con allungare lo valore morale (…) L'abitudine prevalente è tut- fine, la miriade di rimedi provvisori concepiti per che questo sia possibile. Perché (…) questa stato di guerra invece di abbreviarlo. Senza con- tavia quella di presumere che un evento sociale gestire la crisi sul breve periodo crollerà sotto il idea trascende l'attuale sfera del diritto inter- tare che l'aiuto non protegge le popolazioni civili, non implichi valori che si debbano preferire e per peso dei disastri quotidiani prodotti da un ordine nazionale (…) Per giunta, questo dilemma non anzi le espone (pp.156/8-164-200) cui si debba combattere, ma piuttosto qualcosa sociale ormai preda di una confusione profonda sarebbe eliminato dalla creazione di un governo "L'instabilità politica è un segno: lo Stato- di predestinato dalla costituzione della natura e anomica". Nell'economia della stagnazione mondiale (…) I crimini contro i diritti umani (…) nazione nel terzo mondo ha molta difficoltà ad umana. Questa assunzione è fonte di seri mali "diminuendo la crescita e aumentando i rischi, la possono sempre venir giustificati con l'affer- imporre la propria legittimità a dei gruppi che in sociali" (p.131). lotta per la sopravvivenza si farà più intensa (…) mazione che diritto è quanto è bene o utile per il teoria dovrebbe riunire. E questa dinamite so- Se poi la scienza "non è capace di sviluppare si andrà alla ricerca di modi sempre nuovi di tutto, tenuto distinto dalle sue parti" ( Le origini ciale diventa tanto più difficile da maneggiare delle tecniche morali che determinino anche sfruttare la natura, estendere e rendere più del totalitarismo pp.410/13/14) che il contesto internazionale si incarica di se- queste relazioni [degli esseri umani], la divisione intenso l'orario di lavoro e favorire la finanza cre- Ogni richiamo all'attuale globalizzazione eco- minarvi i suoi tizzoni ardenti. Due fatti con- della cultura moderna diverrà così profonda che ativa (…) una stagnazione accompagnata da nomica e alle masse di profughi ci pare tribuiscono a fare dei conflitti interni dei problemi non soltanto la democrazia ma tutti i valori della bolle speculative come una guerra di tutti contro doveroso. Nelle ultime righe già la Arendt sem- internazionali: l'intangibilità delle frontiere e la civiltà saranno condannati. Questo almeno è il tutti intervallata occasionalmente da momenti di brava estendere la sorte degli ebrei ad intere rivalità Est-Ovest" (pp.273/4). Vogliamo, quando problema. Una cultura che permette che la panico collettivo" (pp.166-8) fasce del nostro mondo e delle nostre società. al recente, ricordare l'Ucraina ? E poi una frase scienza distrugga i valori tradizionali, ma che La tesi - ormai famosa - dell'economista e soci- Poche pagine prima aveva scritto "Quanto più i particolarmente inquietante, se pensiamo ora non ha fiducia nel suo potere di crearne di nuovi ologo tedesco è che il capitalismo mondiale popoli si conoscono, tanto più sono restii a con- alla Siria: "Americani e Sovietici diffidano dei è una cultura che sta distruggendo se stessa. La applicandosi, da almeno quattro decenni, a di- siderarsi uguali, tanto più indietreggiano inorridi- conflitti spontanei ed incontrollati fra Stati" guerra è un sintomo, oltre che una causa, di struggere le forze sociali che gli si contrap- ti di fronte all'ideale di umanità". Che settant'an- (p.278). Più oltre addirittura rinforza: "La diplo- questa divisione interna" (p.178). ponevano, ha distrutto ciò che lo obbligava a ni dopo sia sempre più vero? mazia umanitaria non è un'alternativa all'azione E' evidente che la fondatezza di tali timori l'abbi- darsi delle regole, una sua struttura e dunque Il sospetto viene leggendo quanto scrive J.C. militare, ma un suo complemento: un tipo di amo verificata sulla nostra pelle, ma non è sem- una stabilità. Sarebbe così caduto in una sorta Rufin, cofondatore di Medici Senza Frontiere, in arma adatto a dei territori particolari " (p.313). pre più drammaticamente urgente che serva a di bulimia paranoica, in un declino morale che La trappola umanitaria (1993), a proposito degli Le istituzioni internazionali benefiche le vede farci cambiare rotta? "Affermare che il problema "può ben essere ricollegato al suo declino eco- aiuti umanitari che Stati, associazioni e privati, "ridotte a ruolo di croupiers". Possiedono spes- è di carattere morale equivale a dire che alla fine nomico, nella misura in cui la lotta per acca- riversano sempre più abbondantemente sull'u- so delle vere e proprie banche che - nell'igno- dipende dalla scelta e dall'azione personale" parrarsi le ultime opportunità di profitto si fa di manità in sofferenza. "Il movimento umanitario è ranza dei donatori - farebbero attività finanziaria (p.174). "La democrazia deve cominciare a casa giorno in giorno più violenta trasformandosi in un il vero vincitore della Prima Guerra Mondiale. Ne come tutte le altre. Senza contare che gli aiuti propria, e la sua casa è la comunità vicinale (…) saccheggio di proporzioni inaudite" ( Come finirà esce carico di mezzi, ma anche di illusioni. (…) sono spesso usati per influenzare i conflitti. Ne Un armonico accordo fra estese attività che pre- il capitalismo 2014 ). I pionieri degli aiuti umanitari sono consci di fare risulta un fenomeno correlato: la febbrilità media- cludono contatti diretti e attività intensive di rap- "Ci siamo accorti - scriveva Hannah Arendt nel appello alla parte migliore dell'uomo per com- tica nel raccogliere fondi esplode nel caso di porti di comunità è urgente per la democrazia" 1948 - dell'esistenza di un diritto ad avere diritti batterne la parte peggiore: la guerra e le cata- un'urgenza; spinge il cittadino alla cattiva (p.185). Un fattivo trait d'union fra valori ed ( e ciò significa vivere in una struttura in cui si è strofi. (…) Nel 1922, le campagne russe sono coscienza e a dare sul momento, ma poi gli per- azione sarebbe già nell'esigere, a 'casa propria', giudicati per le proprie azioni e opinioni ) solo colpite dalla morte. (…) Per la prima volta, gli mette ( prudentemente, direi ) di dimenticare; in coerenza fra ciò che sappiamo essere vero e ciò quando sono comparsi milioni di individui che lo aiuti sono oggetto di un ricatto politico in grande sostanza lo abitua al disimpegno (pp.293/4/7- che accettiamo. Tanta pubblicità e, soprattutto, avevano perso e non potevano riacquistarlo a stile, il quale prende in ostaggio sia una popo- 307), mentre, va da sé, sarebbe l'esatto con- tanto spirito pubblicitario che pervade l'arte, la causa della nuova organizzazione globale del lazione e quelli, in America ed altrove, che vor- trario a servire: una dettagliata e strutturata politica e più ancora la comunicazione, non mondo. Questa sventura non derivava dai noti rebbero soccorrerla. Ci sono già tutti gli elemen- visione d'insieme ed un'azione capillare e con- sarebbero drasticamente ridimensionati? In par- mali della mancanza di civiltà, dell'arretratezza e ti di ciò che troveremo più tardi, cioè oggi, in tinua. Per questo dovrebbe esistere l'ONU. Già, ticolare nel caso in cui la pubblicità riempisse la della tirannide; e non le si poteva porre rimedio certe figure della diplomazia umanitaria (…) Il se non continuasse ad essere più che mai vero funzione di colmare - per coloro che hanno perché non c'erano più sulla terra luoghi da 'ci- movimento umanitario si è trovato a confrontar- che malgrado una posizione superiore a quella bisogno di un'autorità esterna - il vuoto di cre- vilizzare', perché, volere o no, vivevamo ormai si per la prima volta con qualcosa che aveva degli stati, è ridotto all'impotenza a causa della denze teologiche oramai entrate in crisi! realmente in un 'unico mondo' ". sino ad allora ignorato: la cattiva fede" (p.39-40 ). pesante collegialità. "Diretto da delle istanze Quanto alla prospettiva socio-economica nel Credo che potrei variare la continuazione del I fatti che, nella sua lunga carriera, ha rilevato internazionali eteroclite con interessi divergenti", mondo globalizzato Streeck prevede che "l'inte- testo originale dicendo che solo perché l'uma- negli anni 70 e 80, li abbiamo purtroppo visti l'ONU finisce col restare "una mostruosa buro- grazione sociale sembra irrimediabilmente com- nità è ormai completamente organizzata, la ripetersi tali quali nel Corno d'Africa, nel Medio crazia che ha letto Montesquieu a modo suo, promessa e lo stesso dicasi per l'integrazione perdita, pur graduale, dello status sociale si può Oriente e poi in Libia. "Il diritto inciampa sempre poiché durante la pace si dà il meno da fare pos- sistemica. Lo scenario cui molto probabilmente identificare con l'espulsione dell'idea di umanità più contro l'irrazionale e la violenza. Le amba- sibile e durante la guerra si procura i maggiori andremo incontro col passare del tempo è quel- stessa. Osservazione terribile che la stessa sciate vengono attaccate, i diplomatici rapiti, le vantaggi possibili" (p.318). lo di un aumento costante di disfunzioni più o Arendt motiva scrivendo qualche pagina oltre convenzioni rinnegate senza vergogna. Come si Che al povero singolo cittadino resti, come dice-
12 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GUERRA: DALLE STELLE ALLE STALLE 13 vamo, il solo impegno coerente e testardo nel sopravvivenza è legata alla vitalità di queste cul- tro tutte quelle componenti che ci spingono alla quotidiano? Nei primi anni cinquanta la Arendt ture" Il ritorno del Principe (2008). L'incremento distrazione e alla passività, dall'altro contro la 1915-1918 denunciava che "l'atomizzazione sociale, del sapere è l'unico strumento che permette, da disperazione di poter incidere in modo efficace. l'estrema individualizzazione, la disorganiz- sempre, di non subire ed anzi di scalzare l'or- Mi chiedo se non si tratti pur sempre, duemila e LA GRANDE GUERRA zazione, l'astensionismo, portano a rifiutare vin- dine tradizionale, mentre il pensiero confuso è trecento anni dopo, di sfuggire alla suddivisione coli e doveri sociali (…) La combinazione di intrinsecamente statico e perciò conservatore. aristotelica fra uomini racchiusi nel mondo della credulità e cinismo era stata caratteristica della Dobbiamo allora guardare con allarme ad una quotidianità: uomini 'passivi' o meccanici perché NEL CINEMA mentalità della plebe prima di diventare un società che cura sempre meno il livello culturale la loro vita si limita a rispondere alla necessità fenomeno quotidiano di massa. dei propri componenti. Le persone - lo sappiamo immediata ed uomini 'attivi' perché vivono nel LA GRANDE ILLUSION “In un mondo [quello degli anni trenta] in conti- ormai sino alla noia - si possono tanto più facil- mondo dei fini che si sono scelti e delle attività Regia: Jean Renoir nuo mutamento, e sempre più incomprensibile, mente manipolare attraverso gli incantesimi per perseguire tali fini. Allora c'è da temere che Francia, 1937 le masse erano giunte al punto di credere tutto e della pubblicità, il lavaggio del cervello, la diffu- la guerra futura sarà piuttosto contro il rischio di Nel 1916 due aviatori francesi vengono rinchiusi in una niente, da pensare che tutto era possibile e sione di false notizie o il chiacchiericcio politico cadere in quella sorta di disperazione che è il fortezza tedesca. Stringono amicizia con l’ufficiale niente era vero" (op.cit.pp.439-526). che va nelle direzioni più disparate e ci perde nel relativismo assoluto: autodistruttivo per la civiltà. Sono parole che si adattano drammaticamente labirinto. E guarda caso, causa o conseguenza Si è molto giocato sino ad ora sulla polivalenza comandante del posto ma, nonostante il rapporto di re- alla situazione di oggigiorno. Avremmo fatto che ne sia, ci risulta sempre meno facile tener del concetto di razionale, ma oramai i rischi che ciproco rispetto che si instaura, dovranno confrontarsi davvero ben poca strada, anzi staremmo peri- presente che i nostri atteggiamenti verso le altre si corrono di distruggere le possibilità di man- con la triste realtà della guerra. colosamente regredendo se dovessero avere persone poggiano più su una carica emozionale tenere un buon livello di società civile, degli Magnifica parabola pacifista, il film mostra come le affinità ragione quanti sostengono che, nel mondo occi- e su pregiudizi emotivi che non sui nostri equilibrati rapporti internazionali e soprattutto di sociali si manifestino malgrado le barriere nazionali. dentale, si è andati verso una maggiore atteggiamenti verso i fatti e le cose i quali sono conservare l'ambiente fisico in cui viviamo sono “Quello scenario mi permetteva di insistere su una teoria democrazia e distribuzione della ricchezza solo necessariamente più realistici; da qui le difficoltà globali. E' su tale piano che urge ridefinire i no- che mi è sempre stata cara, rivela Jean Renoir. Forse gli nei primi quindici o vent'anni del secondo a prendere le misure che ne dovrebbero con- stri fini ed i valori e le strategie indispensabili a uomini non si distinguono per nazionalità, ma per cate- dopoguerra e subito dopo le forze del capitali- seguire. Forse è per questo che la scienza - realizzarli. Nessuno può ormai più credere che gorie lavorative. È ciò che facciamo che costituisce la smo più becero sarebbero ripartite all'attacco. come conoscenza dei fenomeni - e la cultura in la guerra risponda a primordiali istinti aggressivi, nostra vera nazione.” Scarpinato scrive che "tutti questi fenomeni generale risultano scomode. repressi ma incancellabili o a ideali di patriot- regressivi sono solo il sintomo di un fenomeno Purtroppo, per il singolo individuo, anche quel tismo; la prova ne è che nessun popolo o DIE FRAU UND DER FREMDE più complesso che potremmo definire la piccolo impegno nel quotidiano, per comportare nazione si cimenta più in una guerra contro il destatalizzazione e il ritorno del popolo delle scelte efficienti, necessita di vera conoscenza e proprio vicino. Sono tutte guerre fatte da grup- (La signora e lo straniero) tribù. Lo Stato democratico di diritto (…) è una di severa coerenza. Vale a dire che si può puscoli di specialisti che si combattono per inter- Regia: Rainer Simon sofisticatissima creazione delle culture della prevedere per ognuno di noi una ben dura guer- posto paese da sacrificare. Già questo ba- Germania (Rdt), 1984 modernità - illuminismo e liberalismo - e la sua ra da combattersi su due fronti: da un lato con- sterebbe a togliere a tali conflitti ogni credibilità. Due prigionieri tedeschi sul fronte russo durante la Prima Magari proprio quest'aspetto potrebbe diventare Guerra Mondiale. Richard racconta a Karl di sua moglie un punto di forza per la società civile. Anna. Karl sogna la donna, riesce a fuggire e ritorna in Dovremmo prendere la globalizzazione in con- patria spacciandosi per il marito di Anna. Quest’ultima, tropiede, rimproverarle le sue aporie e utilizzare, ritenendo il marito morto in guerra, accetta il legame con per costruire il mondo a venire, quel suo ritardo lo sconosciuto. Ma Richard non è morto e un giorno si rispetto a se stessa, rispetto alla propria pretesa ripresenta. "razionalità". Lacuna che si può rilevare in vari Il film è il terzo adattamento cinematografico del raccon- ambiti e non solo in quello dei valori sociali. Non to di Leonhard Grank “Karl e Anna” del 1927 e nel 1985 solo, ad esempio, non abbiamo ancora un ha vinto l’Orso d’Oro al Festival del Cinema di Berlino, esercito globale, ma nemmeno europeo; non dei sindacati globali, ma nemmeno europei; per non unico film prodotto nella ex repubblica Democratica parlare di regolamenti globali contro l'inquina- Tedesca ad aver ottenuto questo riconoscimento. mento. Non vedo alternative su cui basare la ALL QUIET ON THE WESTERN FRONT ricostruzione di quello spirito democratico per (All’Ovest niente di nuovo) cui non si fa ad altri ciò che non vogliamo sia Regia: Lewis Milestone fatto a noi stessi. Quello spirito che mette in USA, 1930 primo piano ogni individuo in sé quale fonte di Germania, agosto 1914. La guerra è stata dichiarata. Un diritti e non il mercato, meno che mai quello professore nazionalista esorta i suoi alunni ad arruolarsi. della guerra. Battaglia lunga e senza speranza La disillusione sarà amara. La caserma, i sorprusi, lo spie- di vincere la guerra - soprattutto se risultasse tato addestramento sotto il comando del feroce vero che le oligarchie economiche preferiscono Himmelstoss. Il primo contatto con il fuoco sarà atroce. la distruzione del globo ad una semplice limi- tazione dei loro poteri - ma senza alternativa per Il più famoso dei film pacifisti e antimilitaristi, adattato dal la barca mondiale sbattuta da marosi che già la romanzo di Erich Maria Remarque, pubblicato nel 1929. fanno scricchiolare più che mai. Oscar per il miglior film nel 1939. (continua)
14 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GUERRA: DALLE STELLE ALLE STALLE 15 Trascorriamo giorni e giorni tutti uguali, ma ad un tratto senti una voce, LETTERA DAL FRONTE che grida: ''All'attacco!''. A questo grido tutti escono e l'artiglieria comincia di Gaia Colli a sparare, qualcuno finisce sul filo spinato, altri combattono corpo a corpo, Scuola Secondaria di I grado di Auronzo di Cadore, classe 3° B. Docente Carmen Martignoni molti muoiono. Alla fine chi è sopravvissuto torna in trincea, i morti vengono Il testo è stato premiato per l'immediatezza comunicativa della forma epistolare, l'efficacia descrittiva dell'ambi- lasciati là. entazione storica, la sensibilità dell'autrice nell'affrontare tematiche relative alla guerra con uno sguardo al ruolo Molti soldati sono giovanissimi, come me, e non pensano ad altro che alla salvifico dell'arte. La giuria ha apprezzato anche l'originalità del capovolgimento della lettera e la maturità con famiglia; si chiedono se torneranno a casa sani e salvi e perché devono com- cui il soldato rinuncia a raccontare la propria sofferenza trasformando un messaggio di dolore in uno di confor- to per la madre che ha un figlio in guerra. battere contro altri giovani. Alcuni, nelle ultime settimane, si sono procurati persino delle ferite per evitare la prima linea; si sente dire che molti hanno abbandonato la postazione, anche se le punizioni per chi diserta sono terri- bili. LETTERA DAL FRONTE Sul fiume Somme abbiamo combattuto per mesi, conquistando e perdendo Finalmente! Dopo tante settimane passate in prima linea sulla Somme ho avuto qualche giorno di licenza, troppo pochi, però, per tornare a casa. Con i miei compagni siamo venuti a Montdidier, una terreno: noi da una parte, i tedeschi dall'altra. I combattimenti più duri piccola città nelle retrovie. Tutto ci sembra bellissimo, rispetto a quello che abbiamo appena lascia- sono iniziati ai primi di luglio, in piena estate e sono proseguiti fino a poche to al fronte. Percorrendo le viuzze del centro, ho scoperto per caso lo studio di un pittore. Incuriosito settimane fa. Con l'arrivo dell'autunno le trincee si sono riempite a poco a sono entrato: i suoi quadri mi hanno colpito soprattutto per i loro colori; ho deciso di farmi fare un poco di acqua e di fango, rendendo le nostre condizioni di vita ancora più ritratto, voglio essere raffigurato proprio lì, nel suo studio. Tra pochi giorni sarà pronto, lo manderò terribili… a mia madre con questa lettera. Smetto di scrivere. Davvero voglio che mia madre legga queste cose così terribili? Non può essere Montdidier, 20 novembre 1916 questa la lettera che accompagnerà il mio quadro. Prendo un nuovo foglio e ricomincio a scrivere… Cara mamma, avrei voluto trascorrere a casa con tutti voi questi pochi giorni di licenza, ma Montdidier, 20 novembre 1916 sarei potuto solo arrivare per poi dover subito ripartire. Cara mamma, Mi trovo a Montdidier, poco lontano dalle nostre prime linee; la guerra va tuo figlio in licenza ha avuto avanti da anni, non so più da quanti ormai, perché ho perso la cognizione una strana idea, quella di man- del tempo. Non so quando potrò tornare a casa, ma nel frattempo ho fatto darti, tramite un amico, un una cosa che ti sembrerà strana : mi sono fatto raffigurare da un pittore nel quadro: mi vedrai dipinto in suo studio, in compagnia di tanti altri quadri. mezzo a tanti altri quadri, sicu- L'artista, che ho scoperto girovagando per le viuzze del paese, ha trovato ramente farò la mia bella figura insolita la mia scelta ; molti si rivolgono a lui per farsi fare un ritratto, qual- appeso alle pareti del nostro cosa che li raffiguri più da vicino, altri preferiscono una fotografia, che li salotto! rappresenti così come sono, ma io ho preferito essere immortalato cosi, in Qui va tutto bene. Non credere a mezzo a tante altre immagini: paesaggi, persone, scene di vita quotidiana... quello che ti raccontano sulla immagini di pace e non di guerra. guerra : c'è molta esagerazione. La tela la affiderò ad un amico che è stato ferito e prolungherà la sua licen- Si tratta certamente di un con- za a casa ; mi ha promesso che, appena gli sarà possibile, verrà a trovarti e te flitto duro, ma siamo ben adde- la porterà. strati ed equipaggiati, pronti ad Siamo ormai in novembre e incomincia a fare freddo, ancora di più a causa affrontare il nemico e a fare la dei vestiti bagnati e sporchi che spesso portiamo addosso per settimane. nostra parte, proprio da veri La vita al fronte è fatta di momenti convulsi, attacchi improvvisi, ritirate francesi. rapide, ma trascorriamo anche molti giorni senza fare niente, in una logo- Ma non voglio parlarti di guerra. rante attesa. L'atmosfera è pesante: abbiamo sempre davanti a noi la vista Ti racconterò, invece, di come ho dei cadaveri, che vengono lasciati là , nella ''terra di nessuno'', in attesa di conosciuto il pittore che ha fatto poter essere portati via. Si sentono le grida strazianti dei soldati feriti, che il quadro e che cosa ha pensato aspettano con ansia una medicazione e pregano Dio di poter tornare a casa. della mia strana idea...
16 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 LETTERA DAL FRONTE 17 CLUB ALPINO ITALIANO RICONOSCERE LA BELLEZZA RICONOSCIMENTO DELLA BELLEZZA IN COSTITUZIONE Intervengo in rappresentanza del Presidente generale del Club Alpino Italiano Umberto Martini. La IL CAI ADERISCE ALLA PROPOSTA DI LEGGE DI MODIFICA COSTUZIONALE Proposta di Modifica Costituzionale è un atto di principio e dovere verso le generazioni future che già ci vede, come CAI, impegnati nella nostra quotidiana attività sociale a servizio delle Terre alte e delle popolazioni che le abitano. Nella giornata di oggi al Castello di Udine ha preso il via la manifestazione "Riconoscere la Fra le tante attività che svolgiamo sul territorio c'è il sostegno alle attività scientifiche e didattiche Bellezza", dedicata al valore della Bellezza come elemento costitutivo dell'identità nazionale. E' per la conoscenza di ogni aspetto dell'ambiente montano e ogni iniziativa orientata alla protezione intervenuto, in rappresentanza del Presidente generale del CAI Umberto Martini, il Presidente del ed alla valorizzazione dello stesso, attraverso l'operato dei nostri organi tecnici nazionali e territo- CAI Friuli Venezia Giulia Antonio Zambon. Udine, 9 ottobre 2015 Il Club alpino italiano ha aderito riali. Per noi i monti sono un richiamo per la bellezza dei paesaggi, delle esperienze alpinistiche, ufficialmente alla Proposta di Legge di Modifica Costituzionale 2401/14 sul riconoscimento della per il fascino della conoscenza, della scoperta e per la storia delle popolazioni che vivono in mon- Bellezza in Costituzione. Il contenuto della Proposta riguarda l'aggiunta all'Art. 1 della Carta tagna. La conservazione, la salvaguardia e la promozione di tutto il patrimonio della nazione è un Costituzionale del seguente comma: "La Repubblica riconosce la bellezza quale elemento costitu- atto di principio e di dovere. tivo dell'identità nazionale, la conserva, la tutela e la promuove in tutte le sue forme materiali e Nell'articolo 1 dello Statuto il Club Alpino Italiano, già più di 150 anni fa definiva in modo inequivo- immateriali: storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche e naturali". cabile il suo ruolo che ha: "per scopo l'alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo Il CAI, a seguito della richiesta pervenuta lo scorso giugno dall'On. Serena Pellegrino, prima fir- studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale". mataria della Proposta, ha aderito in quanto impegnato da sempre nella tutela e nella valoriz- Nei corsi di formazione riservati ai soci e agli organi tecnici, i riferimenti alla tutela sono parte della zazione dell'ambiente montano e della cultura delle popolazioni che vivono nelle Terre alte. didattica. Commissioni Scientifiche e di Tutela dell'Ambiente Montano sono organi integrati nel CAI "La conservazione, la salvaguardia e la promozione di tutto il patrimonio della nazione è un atto di ai vari livelli, nazionale e locale come gli Organi Tecnici che ci insegnano l'andar per monti in principio e di dovere nei confronti delle generazioni future, e il Club alpino italiano, con la sua glo- sicurezza. Diversi i documenti interni quali il Bi-decalogo sono per il CAI principi e approcci condi- riosa storia e con l'impegno che lo contraddistingue nella tutela e nella valorizzazione dei territori, visi nei confronti del territorio; comportamenti etici e culturali rivolti ai soci, ma anche alla Comunità. delle genti e della civiltà della montagna del nostro Paese, ne è il simbolo e attivo testimone". Il riconoscimento sottoscritto anche dall'Italia per l'applicazione della Convenzione delle Alpi e da Queste le parole con le quali l'On. Serena Pellegrino ha motivato la richiesta. L'adesione ufficiale noi sostenuto, può diventare uno strumento valido per garantire un futuro di vita e di crescita alle è avvenuta nella giornata di oggi a Udine, presso il Salone del Parlamento del Castello, in occa- popolazioni che vivono in montagna. I suoi protocolli e le dichiarazioni fra le quali Popolazione e sione della prima delle tre giornate di "Riconoscere la Bellezza", una serie di appuntamenti e Cultura, possono aiutare a promuovere un futuro dove, l'equilibrio fra la necessaria e dovuta sal- incontri dedicati al valore della Bellezza come elemento costitutivo dell'identità nazionale. In rap- vaguardia dei territori e il l'importanza dell'economia locale, diventano obiettivi che garantiscono la presentanza del Presidente generale del Club alpino italiano Umberto Martini, è intervenuto il Bellezza dei luoghi che poi è qualità della vita e risorsa economica rivolta alle giovani generazioni. Presidente del CAI Friuli Venezia Giulia Antonio Zambon. "La Proposta di Modifica Costituzionale Ogni piccola azione può andare in questa direzione: così l'impegno volontario dei nostri soci sul veicola principi che, come CAI, perseguiamo da sempre nella nostra quotidiana attività sociale a territorio con la manutenzione dei percorsi diventa un supporto utile. L'accordo siglato CAI-MIUR e servizio delle Terre alte e delle popolazioni che le abitano", ha dichiarato. "L'operato dei nostri applicato in diverse Regioni (anche la nostra FVG) con l'Ufficio Scolastico Regionale, riconosce il organi tecnici nazionali e territoriali riguarda attività scientifiche e didattiche per la conoscenza di ruolo strategico del CAI. Permette un'attività di informazione verso i giovani nelle scuole pubbliche ogni aspetto dell'ambiente montano e iniziative orientate alla protezione e alla valorizzazione dello e paritarie. stesso". Possiamo quindi parlare loro della Bellezza promovendo la frequentazione della montagna a par- La Proposta di Legge di Modifica Costituzionale 2401/14, sottoscritta da oltre 120 parlamentari tire dalle nostre esperienze di educazione culturale, ambientale, sociale e solidale nella la comu- appartenenti ai vari schieramenti, può essere visionata integralmente sul sito della Camera dei nità di oggi e per quella di domani, stimolare entusiasmo e riconoscere il valore della Bellezza. Deputati a questo link: http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0026690.pdf Ciò rende più viva la voglia di crescere in un paese che è bello, che ha un'identità e risorse umane Per maggiori informazioni sulla manifestazione "Riconoscere la Bellezza": positive. Antonio Zambon Presidente CAI FVG http//bellezzaincostituzione.it Udine, 9 ottobre 2015 uno dei tanti laghetti lasciati dagli antichi ghiac- apre per riversare dal petto squarciato (in realtà GLI OCCHI DELLA MONTAGNA ciai. L'acqua era ancora gelata, la superficie era il grande becco aperto) il nutrimento ai piccoli. di Franco Vaia coperta dai resti dell'ultima nevicata e Marino Ma la sua ricchezza intellettuale istintiva, innata, rimase a bocca aperta per la scena che gli si gli consentiva di accrescere una forma di cultura presentava: attraverso la rigida superficie ben più profonda, ricca, articolata in maniera icordava quando da ragazzino saliva fossili che tanto lo affascinavano da sempre. innevata compariva una serie di orme indubbia- quasi eclettica, alimentata da tutto ciò che quo- per le cenge a cercare quelle strane Non se ne rese conto se non dopo alcuni anni, mente appartenenti ad una mamma orsa, tidianamente sperimentava disquisendone solo cose che qualcuno gli aveva detto ma con questo suo andare per sentieri, detriti e poiché, mentre queste procedevano in linea con se stesso. Naturalmente continuava la sua R essere conchiglie antichissime. roccette divenne inconsciamente un perfetto retta ad attraversare il laghetto, attorno ad opera di dipendente falegname, eccellendo Dapprima aveva pensato che lo volessero pren- conoscitore di quasi tutte le montagne che con- esse si snodavano le piccole orme di un orsac- anche in questo con grande soddisfazione del dere in giro, poi il parroco gli aveva spiegato finavano la valle, ma anche di alcune che stavo chiotto costruendo un artistico percorso sinuoso mastro bottaio, ormai anziano, che gli voleva un come stavano le cose e dovette credere. E ne fu al di là dei limiti oro-idrografici, sia verso nord sia fatto di archi e di cerchi, che dimostravano la gran bene e lo spingeva a fare lavori complicati ammaliato: ma come, sulle sue montagne verso sud. La differenza stava nel fatto che gioia del piccoletto nel trotterellare accanto e per committenti danarosi o comunque importan- altissime, ripidissime, durissime, una volta c'era andando a sud sconfinava in Italia, mentre attorno alla madre. Marino arrivò a pensare ti, come il comandante militare della piazza in il mare? Ma va là! Eppure il don lo aveva con- vivendo nel suo Trentino automaticamente risul- qualcosa di ancor più profondo: l'orsacchiotto cui ricadeva il loro paese. Costui era un serissi- vinto, quei monti erano fango del fondo marino, tava cittadino austriaco. Non pose mai mente a era felice anche per il fatto di essere immerso in mo Oberstleutnant viennese, di nobile famiglia, con bestiole che giravano e si rintanavano e tale distinzione; sulle montagne, tra i boschi, in quello splendido angolo di natura che in quel quindi danaroso, che si dilettava nell'arreda- morivano e restavano sepolte in quel fango, che mezzo alle bestiole che giravano libere momento era solo per sé e per la rassicurante mento della sua provvisoria dimora con oggetti, divenne roccia e ne imprigionò i resti e sbucò dal ovunque, lungo le creste panoramiche per lui figura che lo accompagnava e lo proteggeva. vale a dire mobili di varia utilità e collocazione, mare e fu montagna. Accidenti, che storia. non esisteva confine: i fossili, i fiori, gli alberi sta- Doveva essere così e Marino si sentì felice ed rigorosamente fatti con i legni del territorio e Decise di verificarne i contenuti e la veridicità. vano di qua e di là da quella grossa linea trat- appagato, condividendo intensamente il benes- soprattutto modellati dai migliori artigiani locali. Così ogni estate, quando era un po' più libero teggiata a crocette, che sulle carte topografiche, sere di quello che doveva essere un meravi- Che erano in numero limitato, almeno quelli dagli impegni scolastici, se non da quelli imposti a lui ignote, segnava i limiti di Stato. Qualcuno lo glioso fagotto di folto pelo bruno sbuffante per veramente bravi: tra essi l'Oberstleutnant intuì dalla famiglia contadina, saliva per quei ghiaioni pose sull'avviso, ma non se ne preoccupò, l'eccitazione. Il giovane non ebbe più simili Marino come più che promettente, lo incaricò di e per quelle cenge, solo, sicuro, come un camo- poiché nel suo girovagare non aveva mai incon- esperienze, anche se sapeva che gli orsi, pur diversi lavori importanti, ma soprattutto lo scetto baldanzoso, a cercare quelle strane cose. trato una divisa, di un colore o dell'altro. Solo rari, vagavano per quei monti; non ne desidera- annotò come utile elemento da istruire per il Ne riempì, col tempo, la sua stanzetta e il don boscaioli, cacciatori, bracconieri, raccoglitrici di va più di tanto l'incontro, ma in cuor suo sentiva Corpo del Genio una volta arruolato. ogni tanto gli diceva i loro nomi e, felice, li scrive- erbe, pastori e cervi, camosci, caprioli. che amava quelle bestie al punto di credere che Tuttavia Marino in qualche modo fu nel contem- va con l'inchiostro nero del banco di scuola su A nessuno di costoro interessava il concetto di poteva discendere non tanto dalle scimmie, po fortunato e decisamente sfortunato: il colon- quadratini ritagliati dalla gialla carta-paglia che confine. come aveva detto il maestro a scuola, quanto nello, parlando con i valligiani e con lo stesso il macellaio gli regalava. Cercava anche di E piano piano accadde quello che doveva gio- piuttosto dall'orso. Per molti particolari che lo Marino scoprì i suoi interessi e le sue capacità di impararli a memoria, ma non era facile. E poi, coforza accadere: si trovò a percorrere tracce convincevano in tal senso, soprattutto se parag- alpinista innato, ma soprattutto ne intuì le capa- per dirli a chi? Così passarono alcuni anni, sempre più fuori mano, percorsi sempre più onava i plantigradi ai suoi compaesani. cità di osservatore attentissimo dei dettagli del durante i quali si fece un forte giovane che si impegnativi, vie sempre più ripide e sempre da Ciò che fu sostanziale per la sua vita fu territorio. adattò a fare, oltre che il contadino, anche il solo. Godendo dei silenzi, ma anche dei rumori comunque l'intensa frequentazione di quei Non ci volle molto perché il giovane rag- boscaiolo. soffusi del bosco e della montagna. Si era quasi luoghi che allora erano scarsamente visitati, giungesse l'età prevista per l'arruolamento e, Cosa che gli impedì per molto tempo di soddi- trasformato in un animaletto della foresta, vi si come lo fu la necessità di spostarsi con atten- volente o nolente, si trovò in testa un cappello sfare le sue curiosità naturalistiche e i fossili aggirava senza far rumore istintivamente e sem- zione, in assoluta sicurezza, con gesti e movi- da Cacciatore delle Alpi, K. und K. Alpenjäger! restarono a impolverarsi sullo scaffale che pre più spesso accadeva che si trovasse, girato menti precisi allorché affrontava superfici roc- Bello finché si vuole, ma lui, un trentino aveva costruito apposta per loro. l'angolo di un sentiero, faccia a faccia con un ciose ripide, spesso alquanto difficoltose, talora purosangue, si sentiva alquanto a disagio nella Fortunatamente fu preso in simpatia per la sua capriolo, un gallo cedrone, una volta addirittura decisamente pericolose. In altre parole divenne tenuta da Reale e Imperiale Cacciatore delle vivacità intellettuale semplice, ma decisamente un cervo. Si guardavano stupiti e smarriti, uno un espertissimo conoscitore dei luoghi ed un Alpi. Un colpo feroce alla intolleranza di vincoli e interessante, dal mastro bottaio del paese, che più emozionato dell'altro, poi uno scatto e l'ani- altrettanto imbattibile arrampicatore solitario. al desiderio di astrazione nella natura più selva- lo accolse a bottega. Era un falegname esperto, male spariva ed egli era felice di quell'incontro Era partito alla ricerca dei resti fossili degli abi- tica. Avrebbe voluto disertare e arruolarsi con gli che si era fatto una cultura presso artigiani che nel suo cuore sperava sempre di fare e che tanti dell'antico mare, era passato alla Alpini. Il giovane però aveva anche imparato, tirolesi e carinziani, imparando il mestiere in tutti infatti sempre più spesso accadeva. Solo con i conoscenza degli attuali abitanti dei boschi e sia lavorando sia arrampicando, che la disci- i suoi dettagli e con tutti i trucchi che ne fecero camosci la cosa si faceva difficilissima, poiché delle crode, era diventato un cercatore di plina esteriore e soprattutto interiore, è fonda- man mano un esperto riconosciuto come tale per lo più essi stavano a quote alte, sopra il limi- momenti e luoghi in cui sentirsi sempre più mentale per la sicurezza personale, per la stes- anche al di fuori della sua valle. Fu così che te degli alti fusti e lo vedevano invariabilmente immerso nel silenzio del Creato. La sua cultura sa sopravvivenza in qualsiasi ambiente e per Marino poté avere lavoro, ma anche tempo arrivare, anche se silenzioso come sempre. materiale gli veniva dall'aver frequentato scuole tanto si adattò rapidamente alle rauche direttive libero per le sue passeggiate tra le curiosità L'incontro che tuttavia più lo affascinò, anche se elementari con un maestro di quelli tosti: un pel- impartite dall'Unterfeldwebel durante la quotidia- offertegli dalla natura, andando a cercare sem- non diretto, e probabilmente per sua fortuna, licano, diceva il don, riferendosi alla figura mito- na massiccia razione di istruzione militare. pre più avidamente, nei pomeriggi domenicali, i avvenne in un inizio di primavera sul bordo di logica del maestoso e generoso uccello, che si Durante questa poco sopportabile tortura venne
20 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GLI OCCHI DELLA MONTAGNA 21 I luoghi del sacro convocato nell'ufficio del comandante, che, affliggeva l'idea di sparare su conterranei nati guarda caso, era lo stesso Oberstleutnant, pas- appena di là dal confine; lo rallegrava l'essere I KAPITIÉI sato di grado e dunque Oberst, già conosciuto a stato prescelto, in base alle proprie attitudini, a di Paola De Filippo Roia suo tempo. Costui lo accolse cordialmente, si fare l'esploratore, spesso solitario, lungo i rilievi informò del suo stato fisico e morale e pian al di là dei quali il cosiddetto nemico si stava piano gli espose il progetto che riguardava la organizzando. sua persona: si era ormai in stato d'allerta per i Quella mattina stava appunto ricordando tutte uronzo, come tutta la vallata cadorina è ricca di elementi di un passato permeato di fermenti sempre più vivaci che si percepivano queste cose, gli passavano davanti agli occhi spiritualità, reliquie di una fede che un tempo animava e contrassegnava l'esistenza negli Stati periferici dell'Impero, ci si aspetta- luoghi, momenti, eventi vissuti nel passato più o A degli abitanti della montagna. vano atti terroristici anche gravi, si temeva di meno recente ed era tranquillo. Anzi, era felice, Ottimi manufatti di una inventiva artigianale, raramente riscontrabili in altri settori, sono sparsi un po' dover fare, o forse subire, una dichiarazione di poiché aveva attraversato un bosco ben noto e ovunque: all'incrocio di vie, lungo i sentieri, sulla facciata di campanili o sulle porte di stalle abban- guerra. I primi tempi sarebbero stati essenziali stava salendo su un solido pilastro che gli donate, si possono scorgere segni di pietà che fanno riflettere su particolari aspetti della vita di un per ottenere un successo, quindi conoscere i avrebbe consentito di sbucare ben protetto sulla tempo quando l'unico sostentamento, per la maggior parte delle famiglie auronzane, proveniva dai movimenti tattici e strategici del potenziale nemi- cima del massiccio e quindi dominare la valle frutti dell'avara terra, oppure dall'aiuto del familiare emigrato per lo più oltre oceano, quando una co era importantissimo. "Le tue caratteristiche ti posta a meridione in territorio italiano. Ma la roc- famiglia era considerata ricca se proprietaria di una mucca. Generalmente sono frutto non della rendono assolutamente idoneo a far parte delle cia era mutevole, un potente strato di materiale volontà del singolo, ma di una ristretta comunità, spesso quella della contrada, segno di una forte pattuglie di esploratori da sparpagliare lungo il più friabile lo costrinse a deviare e ad aggirare lo coesione e solidarietà. Un tempo la religiosità era vissuta come significato della vita e - nello stes- confine, ma anche al di là del confine, per spigolo del pilastro in cerca di qualcosa di più so tempo - stimolo all'operosità. ottenere le informazioni necessarie". resistente per procedere in sicurezza. Appena al Nonostante le ristrettezze economiche, ogni famiglia concorreva con il proprio contributo, sia nel- Marino si sentì gelare: girare per le montagne, le di là lo percorse un fremito di gioiosa sorpresa, l'acquisto del materiale, che nel mettere a disposizione le proprie braccia. sue adorate montagne, al solo scopo di spiare per un attimo pensò alla scena dell'orsacchiotto Spesso un kapitél veniva eretto a ricordo di grazie ricevute... ex voto pronunciati in occasione di gente come lui e magari proprio in quelli che sul lago gelato: sotto di lui, a un paio di centina- calamità, quali un'epidemia che poteva colpire persone o bestie, una frana, un'alluvione, una valan- ormai considerava i suoi territori. In silenzio ia di metri, spiccava un occhio ceruleo incassato ga, come una preghiera per ottenere guarigioni o protezione del Santo invocato, per sconfiggere le ascoltò le istruzioni, le raccomandazioni, gli tra i massi alla fine del canalone. Un laghetto tante paure che tormentavano la popolazione di un tempo, la devozione ai Santi, alla memoria di elogi del comandante e fu congedato con la mai visto prima e ora lo ammirava da lassù, tra qualche particolare avvenimento triste o felice. assicurazione che sarebbe stato un ottimo gli scarponi attaccati alla roccia, ed era mera- Non sono frutto di una particolare architettura rispondente a criteri urbanistici ma manifestazioni di esploratore. E accadde Sarajevo e scoppiò viglioso. La montagna lo stava guardando, forse un'arte popolare in connubio con la pietà attiva e spontanea, senza pretese, ma scaturite da davvero la guerra. anch'essa lo stava ammirando per la sua ele- devozioni popolari che sembrano privilegiare i temi della morte e del peccato. L'unica cosa ganza ed audacia, forse lo voleva vicino. La roc- Per decenni i kapitiéi sono stati tappe obbligate nel corso delle "rogazioni", processioni che si che lo rasse- cia, che invece non era attaccata agli scarponi, tenevano in primavera con lo scopo di benedire la terra e pregare perché la stessa concedesse renava cedette ed egli volò come un angelo ed in quel abbondanti messi, o luogo di celebrazione dei "fioretti" nel mese di maggio. parzialmente volo ebbe il tempo di sentirsi felice, perché quel- Essi racchiudono anche il folklore, le feste, i costumi delle povere genti. in quella follia lo era ciò che aveva sempre desiderato dentro E' importante la tutela, la conservazione e la cura di queste opere perché esprimono non soltanto mondiale era di sé ed ora si realizzava e lo riempiva di sere- la fede, ma anche la storia, le gioie, le speranze della vita quotidiana delle popolazioni di un tempo. il pensiero nità: stava cadendo tra le braccia della sua ado- Così ha scritto il cardinale Gianfranco Ravasi: "Cerchiamo di salvare dal degrado e dall'oblìo una di che forse la rata montagna dagli occhi azzurri. queste cappelline o un'edicola sacra posta sulla strada. Sono segni non solo di fede, ma anche di sua terra Non lo trovarono più. Solo un'aquila reale e una vita, di morte, di dolore, di speranza, conficcati nel cuore della nostra moderna distrazione e super- sarebbe tor- coppia di corvi imperiali si rallegrarono di quei ficialità. Potrebbero essere ancora uno spazio di pace, un asilo quieto dell'anima". nata definiti- resti. Anni dopo, a guerra finita e quasi dimenti- Pur non essendoci alcuna particolare ricerca storica, ma notizie vaghe ed imprecise, di seguito vamente a cata, un pastorello e le sue capre, andando a elenchiamo i kapitiéi che arricchiscono il nostro paese, con l'augurio che possano divenire richiami parlare nella bere, si imbatterono in quel mucchietto di ossa e eloquenti all'impegno del silenzio meditativo. propria lingua cenci celato tra i massi attorno al laghetto. Radio - Cima Gogna: dedicato a Sant'Antonio da Padova; - gli erano scarpa attraversò la valle e giunse al paese di - Strada statale tra Cima Gogna ed Auronzo: S. Apollonia - protettrice per il mal di denti; giunte notizie Marino: dai pochi oggetti personali incon- - Via dell'Angelo: dedicato all'Angelo, ricostruito recentemente; sulla proba- fondibili, sparsi accanto ai miseri resti, riconob- - Via dell'Angelo: dedicato a Sant'Antonio; bile dichia- bero il caduto e gli dedicarono esequie solenni. - Via Cella: dedicato alle Anime e a San Lorenzo - voto a seguito di un incendio; razione di Quando la gente entrò in chiesa per la cerimo- - Piazza Rizzardi: dedicato alla Madonna di Lourdes; guerra e sul- nia ebbe una sorpresa, che zittì l'inevitabile bru- - Via dello Stadio: dedicato a Maria; l'uscita dalla sio e diede molto da pensare a quei semplici - Via Corte: dedicato a Sant'Antonio - ricostruito in seguito allo spaventoso incendio del 1914; Triplice montanari e contadini: sulla bara, accanto al - Via Pais: dedicato a San Fermo; Alleanza da cappello piumato dell'alta uniforme di Cacciatore - Via Ajarnola: dedicato a Sant'Osvaldo; parte imperiale, una mano sconosciuta aveva depo- - Via Ajarnola: dedicato alla Madonna; dell'Italia; lo sto un cappello da Alpino. - Via Alpini: dedicato alla Madonna della Seggiola;
22 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 I KAPITIÉI 23 - Località Foletto: dedicato a Maria di Fatima - costruito in seguito ad una frana; - Località Riziò: dedicato alla Madonna; NEVE E SCI NEI MANIFESTI DEL CINEMA - Località Riziò: dedicato a San Valentino - protettore della paura; - Via Pause: dedicato a Gesù Misericordioso; - Bivio per la val da Rin: dedicato a San Francesco; Il cinema ci ha offerto centinaia di immagini del più noto sport invernale, lo sci: curve nella neve polverosa, salti, - Località Pian de Sera: dedicato alla Madonna di Caltagirone. capitomboli, paesaggi romatici, scenari eroici, attimi di comicità o di grande agonismo. Fotografie, disegni e rap- presentazioni grafiche che riportano alla mente film che hanno fatto la storia del cinema, un’interminabile flirt tra la macchina da presa e l’andar per monti con gli sci ai piedi, un’innegabile intreccio di immagini suggestive. E’ una grande pagina di storia. Il Capitello di S. Antonio da Padova a Cima Gogna
A Cima Gogna, dove un tempo si affronta- I cadorini hanno sempre riservato una L’ “arte bianca” è stata, forse, imprigionata nella pellicola, per la prima volta, da Arnold Fanck nel va la "valle" che porta in Comelico, si può grande devozione per questo Santo. Un 1913, sulle nevi di Davos e del Monte Rosa in visitare il capitello dedicato a Sant'Antonio tempo, spesso con mezzi di fortuna, molti si Die Erstbesteigung des Monte Rosa- di Padova. E' una costruzione semplice con recavano a Padova - città del Santo - per Dufourspitze (La prima salita del Monte Rosa- all'interno un altarino intarsiato in legno, pregare, talvolta per grazia ricevuta a Punta Dufour). Con Fanck, dietro la macchina con la classica immagine di sant'Antonio seguito di un voto. da presa, c’è Sepp Allgeier, uno dei più grandi con in braccio il Bambin Gesù. Per tanti, era l'unica occasione della vita operatori di montagna nella storia del cinema. Il nome di battesimo di Sant'Antonio è per uscire dal Cadore. La stessa troupe firmerà nel 1927 Der grosse Fernando. Nasce a Lisbona verso il 1195. Molto conosciuto un aneddoto divenuto Sprung (Il grande salto). Non è un film di sci, o Giovanissimo sceglie la vita religiosa, proverbiale: due cadorine si recano a almeno non solo, anche se il manifesto li fa calzare a ufficiali e gentiluomini e perfino ad una unendosi ai francescani, affascinato dai Padova a piedi, chiacchierando lungo tutto capra. loro messaggi. Gira per il mondo a predi- il percorso di andata e ritorno. Giunte a Lo sci è invece il protagonista assoluto nel primo care il Vangelo; con parole semplici e con- casa si lasciano ma, non avendo finito di DER GROSSE SPRUNG lungometraggio di Fanck, Das Wunder des 1927 vincenti riesce a penetrare nei cuori della raccontarsela, si ripromettono di riprendere Schneschuhs (Le meraviglie dello sci), del 1929, gente. Dopo molteplici viaggi, si stabilisce a la conversazione nella prossima occasione vera e propria opera ideologica che doveva san- sulla neve anche campioni italiani, o Padova, ritirandosi in un romito dove muore di incontro... cire la definitiva vittoria, sui pendii bianchi comunque diventati famosi in Italia, come Leo nel 1231. Riconosciuti numerosi miracoli, dell’Europa continentale, della scuola Gasperl e Giuseppe Pirovano, oltre alla guida ben presto viene proclamato Santo. La città Notizie tratte anche dal calendario del 2006, ideato in dell’Arlberg, e quindi degli insegnamenti di Luigi Carrel. ladino dagli alunni della Scuola primaria di Villapiccola di Padova Gli dedica una imponente basili- Hannes Schneider, nei confronti della tecnica Tra i film di Fanck non va poi dimenticato, - Auronzo. sciistica norvegese. Ci resta un manifesto me- almeno per il titolo immaginifico, Der weisse ca, meta di devoti provenienti da ogni parte raviglioso, risolto da Fennetzer con un efficace Rausch (Ebrezza bianca), del 1931, un remarke del mondo a chiedere la grazia al "Santo". stile espressionista. di Das Wunder des Schneeschuhs - denunciato La classica immagine propone un giovane Con queste premesse, erano successi annun- fin nel sottotitolo: Neue Wunder des Scheeschu frate che nella mano destra porta un giglio ciati anche gli altri film di argomento più o meno - ma girato con mezzi ben più sofisticati. Le immacolato e con la sinistra regge un libro esplicitamente sciistico in cui Trenker era coin- spettacolari discese - un fotogramma finì addirit- sul quale posa il Bambin Gesù. volto: Der Sohn der weissen Berge (I cavalieri tura in un’opera di Salvador Dalì, La mélancolie La sera del 13 giugno, giorno della sua della montagna) regista Mario Bonnard e festa, è stata ripristinata la tradizione di sceneggiatore Nunzio Malasomma, del 1930, recarsi al capitello di Gima Gogna per rimontato nello stesso anno anche per il mercato to francese con il titolo Les chevaliers de la mon- recitare la tredicina. Infatti la devozione ha tagne: oppure Der Verlorene Sohn (Il Figliol origine dalla convinzione popolare che il prodigo), del 1934 - premiato a Venezia l’anno Santo conceda ogni giorno, ai suoi devoti, seguente per «l’opera straniera eticamente più ben tredici grazie, anche per il fatto che la significativa»; Liebeesbriefe aus dem Engadin Sua festa cade il giorno tredici, numero che (Lettere d’amore dall’Engadina, in Francia per Suo merito porta fortuna. Hymme à la neige), del 1938, che più degli altri Un'antica credenza attribuisce a risente, fin nel manifesto di Richter, della lezione Sant'Antonio anche il potere di ritrovare “sciistica” di Fanck; e Im Banne des Monte oggetti cristiani smarriti. Lo si invoca con Miracolo (Monte Miracolo), uscito in Italia nel ‘43, prima della guerra, tutt’e tre diretti e inter- una particolare preghiera: il "si quaeris". DAS WUNDER DES SCHNEESCHUH’S pretati dal divo sudtirolese. Quest’ultimo schiera 1922
24 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 NEVE E SCI NEI MANIFESTI DEL CINEMA 25 DER SOHN DER WEISSEN BERGE LES CHEVALIERS DE LA MONTAGNE 1930 1930 Miss Helyett Liebesbriefe aus dem Engadin Hymne a la neige (pieghevole francese) 1933 (manifesto tedesco) 1938 (Liebesbriefe aus dem Engadin) 1938 gâteuse des chiens comme une vertigineuse Pure Trenker, suo malgrado, venne trascinato Con la guerra gli sci diventano un accessorio addirittura un Oscar, nello svizzero La dernière descente en ski - vennero realizzate con ben sul mare delle Spitzbergen da Bonnard e importante dell’equipaggiamento militare. Era chance o Die letzte Chance (L’ultima speranza) quattro cineprese in simultanea. Nella pellicola, Malasomma per Der Ruf des Nordens (Legione stato così anche per il primo conflitto mondiale. di Leopold Lindtberg. «Un film formidabile», assieme a Schneider e a «cinquanta dei migliori bianca o Sole di mezzanotte) ispirato alla vicen- Sullo schermo la montagna ridiventa teatro di promette il manifesto, grandioso nella sua ica- sciatori internazionali», recita anche la da del dirigibile Italia e, più in particolare, alla passioni violente: La neige sur les pas, del 1941, sticità, con il gruppo stracciato dei partigiani che Riefenstahl, nell’insolito ruolo d’una villegiante tragisca spedizione di Amundsen. di Berthomieu e La valse blanche, realizzato da si trascinano, sulla neve, inseguiti sullo sfondo che impara a sciare: «La parte» racconta nella Nel 1933, Miss Helyett. di Hubert Bourlon e Jean Stelli nel 1943. I disegni dei manifesti, dagli efficienti militari tedeschi sugli sci. La pelli- su autobiografia, Memoiren, «mi era assai poco Jean Kemm porta sullo schermo Josette Day, molto scarni e decisamente lontani dal tratto cola, effettivamente, non ha un suo ruolo impor- congeniale, tuttavia rappresentava un’occa- campionessa francese di sci: il professor multicolore delle licandine dei decenni succes- tante nella storia del “cinema in bianco”. Il sione per racimolare altro denaro per la mia Amithson pretende che la figlia Helyette sposi sivi, mostrano volti dolenti, celati da neri mantel- soggetto, tratto da un romanzo di Richard Bella maledetta». l’uomo che ha fotografato le sue mutande, li, lontanissimi da certa spensieratezza delle Schweizer, la recitazione, le riprese tra le nevi Non potevano mancare, fra i primi titoli dedicati uscite allo scoperto in una caduta sciistica. pubblicirà cinematografica americana. delle Alpi svizzere ne fanno un capolavoro del allo sci, quelli sulla grande avventura polare. Nel 1941, in un film di George Cukor, Two-faced Ma sull’Europa incombe la catastrofe. primissimo dopoguerra. Capolavoro solitario, in La spedizione Nobile avrà nel 1928 un suo do- Woman (Non tradirmi con me), la Garbo sfoggia, Nel 1946 Arbe Mattson otterrà a Cannes il “pre- quegli anni e nei seguenti, per quanto riguarda il cumentario ufficiale (con relative foto pro- ad Aspen, uno stile perfetto - giura la pubblicità - mio per la pace” al primo festival di Cannes e nostro tema e nei seguenti. mozionali dell’Istituto L.U.C.E.). senza controfigura.
LES CHEVALIERS DE LA MONTAGNE La spedizione Nobile - La partenza dalla baia del Re (foto Istituto L.U.C.E.) La neige sur les pas La valse blanche 1930 1928 1941 1942
26 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 NEVE E SCI NEI MANIFESTI DEL CINEMA 27 I Cavalieri della montagna di Severino Casara, nel 1949, nulla hanno a che fare con il quasi omonimo film di Bonnard: si tratta sostanzial- mente di un documentario sportivo dedicato alle Dolomiti, firmato dal Cantore di Emilio Comici e interpretato fra gli altri dalla guida Angelo Dimai. E così Vertigine bianca di Giorgio Ferroni, del 1956, non va confusa con l’ebbrezza dello stes- so colore, di Fanck, ma è la pellicola ufficiale delle olimpiadi invernali di Cortina. Nel ‘59 arriva Alberto Sordi con Vacanze d’inverno.
Vertigine bianca Dernière chance 1956 1946 Vacanze d’inverno Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà 1959 1969 Se Soldati nel ‘51 ha battuto la pista, è Camillo zione, rispettivamente, in La saetta nera (1958) Mastrocinque che mostra qui i migliori virtuosi- di Hans Grimm e Grande slalom per una rapina smi, complice il ragionier Moretti, rovinato al (1972) di George Englund. Una finestra sul cielo Grand Hotel di Cortina per fare colpo su (1976) di Larry Peerce è l’ennesima vicenda Eleonora Rossi Drago. Con loro Vittorio De Sica, d’amore e malattia, sulla scia del successo pla- maître d’hotel che accetta in pegno l’utilitaria di netario di Love Story. Sordi per pagare il debito astronomico: 120mila E venne infine 007. lire di whishy, altrettante per il completo da scia- Ci prova, con ottimi risultati, una prima volta in tore, 80mila per le orchidee. Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà Scenari analoghi, ma trama centrata sulla solita (1969) di Peter Hunt e interpretato da George malattia guarita da sole, neve e abbondanti Lazenby. Gli esterni vennero girati quasi esclusi- gocce di passione, per Un amore senza fine vamente a Sankt Moritz e Interlaken. In Solo per (1958) di Luis Knaut e Mario Terribile. i tuoi occhi (1981) di John Glen con Roger Per fortuna, dalla metà degli anni ‘60 arriva sullo Moore. Lo ritroviamo in Agente 007 - Bersaglio schermo un ventaglio di piccoli capolavori nei mobile (1985) ancora di Glen che nel 1987 quali lo sci è parte integrante della trama: Gli dirigerà Timothy Dalton in 007 - Zona pericolo. eroi del Telemark (1965) di Anthony Mann, Per Non saranno forse dei capolavori, i film bondia- favore non mordermi sul collo (1967) di Roman ni, ma è innegabile che costituiscono una pre- Polanski, Donne in amore (1970) di Kenn senza non trascurabile, nella storia del film Russel. Il fascino di Marlon Brando, infine, uffi- d’azione. ciale nazista pentito in I giovani leoni (1958) di Edward Dmytryk, rimane inalterato anche su un *Queste note sono state tratte dalla presentazione di paio di sci. Leonardo Bizzaro del volume “SNOW & SKY. Neve e sci nei manifesti del cinema” edito dal Museo Nazionale della Cavalieri della montagna Di Toni Sailer e Jean Claude Killy ricordiamo più Montagna “Duca degli Abruzzi” - Club Alpino Italiano - Sezione 1949 volentieri i loro gesti al traguardo che la recita- di Torino, 1997.
28 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 NEVE E SCI NEI MANIFESTI DEL CINEMA 29 LA CAMIGNADA, UN’EMOZIONE PER LA VITA di Franco Martin
a Camignada è senza dubbio, per gli appassionati della mon- L tagna, la più affascinante, anzi si può dire il top delle manifestazioni. Negli anni 1975-1985 le corse o le marce in montagna erano considerate Per me è stata un’esperienza le cenerentole del podismo. unica. Rimane un bel ricordo. In quegli anni venivo in ferie in Rossana De Begnach 1988 Cadore, anche accompagnato dai miei nipoti. In particolare, la prima Nonostante la fatica, i crampi, le vesciche... eravamo tutti entusiasti dell'esperienza fatta, domenica di agosto era mia abitudine ci sentivamo come dei "Leoni". recarmi in Auronzo per assistere all'ar- Lì per lì pensavo che quella fosse stata solo un'avventura, una parentesi della vacanza in Se vuoi vincere “non ti curar di lor ma guarda rivo dei partecipanti alla Camignada montagna, invece fu solo l'inizio perché venne costituito un Gruppo Sportivo che aveva e passa” Dante. Midollini Graziella 1989 nella Piazzetta della Rotonda. come obiettivo principale di partecipare ogni anno alla Camignada. Un anno siamo riusci- Mai avrei pensato che un giorno vi ti a coinvolgere ben sessantacinque persone. avrei preso parte anch'io. La Camignada è per tutti, agonisti, amatori, camminatori: la più gratificante delle manife- Nel 1986, prima di partire per le con- stazioni in montagna, vuoi per il paesaggio che ci circonda e che fa strabuzzare gli occhi, suete ferie in Cadore, proposi scher- vuoi per le tante amicizie che si fanno lungo il percorso. zosamente ai miei nipoti di parteci- Io vi ho preso parte per dieci anni, e ogni volta mi è sembrato come se fosse la prima per- pare alla Camignada, convinto che mi ché ogni anno scorgevo qualcosa di nuovo che non avevo mai notato. avrebbero preso per matto. Con un Un giorno ho chiesto ad uno dei miei nipoti, che si era presentato alla partenza per la ven- inaspettato entusiasmo, invece, ac- ticinquesima volta consecutiva, quale fosse il motivo di tutte quelle partecipazioni. Mi cettarono la mia proposta. Addirittura rispose: "Per me è come un richiamo. Malgrado tutta la fatica è la sfida di arrivare entro il invitarono altri quindici loro amici e tempo che mi sono ripromesso, è voler riuscire a vedere ogni volta qualcosa di nuovo, è amiche di età tra i dodici e i diciotto voler gustare quello spettacolo meraviglioso che solo la natura ci può offrire". anni. La Camignada mi ha dato molte soddisfazioni sia come partecipante che come spettatore. Non sapevano a cosa andavano Ho provato grande soddisfazione e gioia quando ho avuto l'onore di vedere giungere Certo per vincere bisogna partecipare. Per me è incontro e sinceramente non lo sape- soprattutto importante vincere. Danila Moras 1997 prime al traguardo alcune donne, nonché amiche e, poi... quei due secondi posti ottenuti vo neanche io. Non l'avevo mai fatta e da un ragazzo. né pensavo di farla dal momento che Sono passati tanti anni e la Camignada ha fatto passi da gigante grazie al CAI che ha ero in convalescenza. Ma i ragazzini saputo e sa tuttora gestirla molto bene. mi 'costrinsero' e li seguii. Penso che nessuno abbia goduto Ai giovani lancio un appello: parteci- dello spettacolo di quei meravigliosi pate, è un'occasione da non perdere, panorami; la fatica, infatti, si faceva scoprirete cose mai viste, vi farà sentire... contavamo i rifugi superati e sognare. giunti all'ultimo rifugio, il Caducci, pen- savamo che Auronzo fosse ormai a portata di mano. In realtà eravamo ancora a metà del percorso. Arrivati alla spicciolata, aspettando Essere ancora ricordata mi fa Vengo dal mare. Ma la montagna mi ha ammaliata. l'arrivo degli altri compagni d'avventu- piacere. Poter vincere poi mi sembra ancora oggi un sogno. ra, ognuno raccontava la propria 'bra- Maria Teresa Tieppo La mula triestina Valentina Bonanni 1995 - 1996 vata'. 1984 - 1980 - 1981
30 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 LA CAMIGNADA: UN’EMOZIONE PER LA VITA 31 con durezza, ma correttamente. sussurrato dalle voci di corridoio: no al confine GRADO: UNTERJÄGER Si mette ad aiutare il fratello Marino (nonno dello con l'Italia, sì alla Galizia sul confine con l'impero di Franco Vaia scrivente), mastro bottaio, che lavora anche per russo, che suggerisce rogne infinite per i soldati le cantine tirolesi, ma non è cosa per lui, anche italiani dell'impero asburgico. Mandati di propo- perché lo spirito del tempo è tale che un sito lontani dai confini con l'Italia, a farsi ammaz- i certo Bèpele, il solito diminutivo di della preda tra muschi e humus di conifere trasporto di tini con il carro a Innsbruck dura un zare dai mongoli, dai tartari o chi diavolo fos- Giuseppe alla tedesca, non aveva senza mai fallire, anche quelle dell'astuto e for- mese, poiché al primo paese dopo quello di sero. Non era il caso di spararsi in un piede, grossi problemi ad andare fino a tissimo camoscio, che finiva per soccombere... partenza, Daiano, sono già in osteria. ormai era trucco vecchio e risaputo, né esisteva D Bolzano, dopo la licenza passata nei ed era carne da mangiare, da portare a casa e L'andazzo è improponibile per un uomo che ha malattia fasulla capace di fornire ricovero e poi campi da curare assieme a tutta la famiglia. Gli mettere in salamoia per l'inverno o per farne una girato le terre dell'Impero vestito spesso in convalescenza a casa. Era uno strazio acquat- dispiaceva solo lasciare la sua Val di Fiemme scorpacciata con amici e parenti dopo giorni e grande uniforme, che era una meraviglia, tarsi nelle trincee umide e gelide per non beccar- ancora una volta, specie per i suoi. settimane di polenta e formaggio. soprattutto il cordone con le nappine sulla spal- si una pallottola di Nagant o simile, pensando Era dura lassù, a quota 1200, trarre prodotti suf- E venne dunque la lunga leva per l'Impero. la sinistra e ancor più il cappello con quell'onda nel frattempo ai boschi innevati della valle natia: ficienti per sopravvivere, ma nessuno se ne era Bolzano e poi Innsbruck, poi in giro per Tirolo e di piume ammiratissimo dalla fanciulle più o quella neve familiare era certo uguale a quella in mai lamentato. Tra un cosa e l'altra, il bosco, le Carinzia, un periodo in Stiria. meno audaci che incrociavano attraversando i cui erano rannicchiati, ma sembrava, a pensar- bestie, la terra, insomma tutto ciò con cui e in cui Una volta, con tutto il I Reggimento Cacciatori paesi. la, più morbida e calda, più dolce e più amica, si trascorreva la vita e si occupava un posto Imperiali Tirolesi, anche a Vienna per una Purtroppo la soluzione a questo tormento è più accogliente. Follie della paranoia da trincea. davanti a Dio e agli uomini con dignità e quindi grande cerimonia. offerta, anzi imposta, qualche tempo dopo da un Qualcosa accadde un anno dopo. con fierezza. Tuttavia era sempre rilassato, stava sulle sue, evento, il più tragico mai ipotizzabile: l'assas- Le solite voci: si va al confine meridionale, gli Gli venne in mente quella volta che in osteria, amichevole con i commilitoni trentini, tranquillo sinio di Sarajevo il 28 giugno del '14. Richiamo, italiani tengono duro, anche troppo, in Val Vanoi. giocando alla morra, saltò fuori un coltello e con gli altri, comunque da sempre parlava divisa e via. Sulle coste della Valsugana, sul Lagorai ci si andò in giro un po' di sangue. Ma poco. Erano tedesco, soprattutto quello dialettale del Tirolo e Comincia una storia ben più impegnativa da scanna coscienziosamente per avanzare, da un tutti abituati ad una certa prassi, ma comunque quindi, non pretendendo troppo, era a suo agio. vivere e da raccontare. E senza una donna da lato, e per tener duro, dall'altro. Servono rinforzi, molti degli avventori si stupirono quando l'agita- Lo era soprattutto quando partivano per le lasciare a casa in lacrime, ulteriore sofferenza vi terranno d'occhio, ma vi manderanno dalle to si sedette e piantò il coltello sotto il tavolo, per esercitazioni in montagna. Tornava nel suo anche per un montanaro solitario come d'altro vostre parti. Che schifo. Solo per farci ammaz- sicurezza: l'ostessa bendò il ferito e il figlio partì mondo, tra i boschi e le bestiole di sempre. Si canto era Bèpele. Di nuovo a Bolzano, poi anco- zare meglio, diceva Radio scarpa. di corsa verso il capoluogo, due chilometri più a divertiva a gareggiare con i compagni nel salire ra Innsbruck, un po' di eserci- valle, a chiamare i gendarmi. Arrivarono, infatti, veloce i sentieri, nello scoprire per primo le pre- tazioni, istruzione, manovre ma, come sempre, era uno solo, di quelli con la senze nascoste, nel cogliere i bersagli con quel tanto per fare e infine in viag- piastra di acciaio sul petto e il Mauser sulla spal- fucile Mauser, che il sistema di caricamento gio verso il confine. la. Uno solo; entrò, guardò, senza una parola il Mannlicher rendeva un'ottima arma precisa e Quale? Voci di radioscarpa rissoso allungò i polsi alle catenelle e partirono affidabile. danno informazioni diverse, i verso il fondo valle, scambiando alcune frasi sul- Nel 1911, a Bolzano, gli venne consegnata la trentino-tirolesi sono sconcer- l'accaduto, come andassero a passeggio. medaglia del Giubileo con l'attestato che lo tati: qualcuno dice che Come dicono soprattutto a Trieste, l'Austria era autorizzava ad indossarla, avendo nel frattempo essendo vera guerra e per di un Paese ordinato e non si discuteva. Diritti, compiuto 12 anni e mezzo di servizio militare e più contro l'Italia, essi verran- doveri e rispetto. Diritto di essere tutelato come ottenuto il grado di Unterjäger - caporalmag- no mandati al confine orien- cittadino dell'impero, rispetto dalle istituzioni e giore). Alla fine di quell'anno torna a casa. tale dell'Impero, perché gli alti per le istituzioni e dovere di svolgere i servizi Tutto sommato è spaesato; parla di nuovo il suo comandi non si fidano di loro. che l'impero chiedeva. Quindi eccolo in divisa da dialetto fiammazzo, ma non sa che fare, vor- Scoramento generale. Cacciatore dell'Imperatore (Kaiserjäger, appun- rebbe emigrare, ma con chi e per dove non sa Certo, combattere contro i to). Gli veniva anche un po' da ridacchiare, per- bene. E per fare cosa, poi, visto che per tanti fratelli di sangue e di lingua è ché era stato ed era veramente un cacciatore, anni ha fatto in pratica l'armaiolo e mai con com- durissima cosa. Tuttavia, do- ma lo era sempre stato, regolarmente per molta piti di rilievo essendo comunque sostanzial- po tanti anni di corretto parte dell'anno, in qualità di bracconiere. Anche mente un Welschtiroler, cioè un tirolese servizio militare sotto le da ragazzo, anzi soprattutto in quel periodo straniero, in quanto trentino. Pertanto virtual- bandiere dell'Imperatore a- della sua vita in cui aveva un po' meno obblighi mente sospetto. Gli manca anche la disciplina vrebbero diritto ad un minimo e viveva più nei boschi che in paese e legava la imposta con giustizia e decisa severità dal suo di fiducia nel loro senso del vecchia doppietta - un ottimo tortiglione belga a Zügsführer e, incutendo ancor più sacro timore, dovere e dell'onore. Sarà cani esterni - sotto il ramo di un vetusto abete dall'Ober-leutnant. durissima cosa, ma quasi di rosso, abilmente mimetizzata. Ufficiali e sottufficiali gli avevano in effetti inse- istinto si sottometteranno al In realtà era abile nel fare tutte le cose che gnato a comportarsi da uomo onorevole, al di là concetto del zum Befel, agli riguardavano la vita solitaria: seguiva le orme di ogni provenienza, istruzione, cultura. Magari ordini! Invece è proprio come Soldati austriaci
32 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GRADO: UNTERJÄGER 33 Qualche reparto finisce nell'Isontino, ma per lo co, questo ormai non li impressionava più, ma ricordi e dalla tristezza instillata dal comporta- chiuso nei propri ricordi, forse lieti in parte, ma più sono in Veneto e in Trentino. Sofferenza un conto erano i russi sui Carpazi e un conto mento duro e indifferente dei responsabili della per il resto amari. Fece qualche tentativo per infinita, nel pensare che casa e famiglia sono là erano gli alpini veneti e trentini che ora stavano miniera, vedeva svanire dai volti l'espressione imbracciare ancora la sua vecchia, ma sempre sotto, talora a due tiri di Mauser. E non si può di fronte a loro. aperta e orgogliosa dei fiammazzi, sostituita da efficiente, doppietta; però desistette assai far nulla per rassicurare la propria gente, per Quel che più tormentava Bépele era il fatto che maschere di carbone altrettanto dure e indiffe- presto, poiché dopo gli anni passati in trincea e salutarla, per vederla anche di straforo, un atti- avendo guadagnato il grado di Unterjäger era renti. Non era questo che cercava nei boschi di poi ancora al fronte di scavo della miniera lo mo solo, giusto il tempo di versare una lacrima costretto a dare ordini ai suoi commilitoni, se Fiemme, non era questo che si aspettava di infastidiva terribilmente il rumore dell'esplo- insieme. Ma tant'è: il richiamo del zum Befel è necessario a ordinare di fare fuoco contro quegli realizzare compiendo con onore il proprio sione: gli richiamava troppe immagini di sangue, imperioso e la vita di un Kaiserjäger non gli altri disgraziati, solo perché erano di là, di fronte dovere di Kaiserjäger, non era questa la vita che troppe grida di dolore. Si mise a curare una appartiene più, è dell'imperatore, che, pur sem- e non di fianco a loro, pur pronunciando le sperava di vivere tornando italiano e veramente parte dell'orto della cognata Virginia; non provò pre con rispetto, ne fa quel che vuole. In quelle stesse parole, con la stessa cadenza, senza trentino e non più Welschtiroler. ad allevare animali da cortile, non poteva trincee d'alta quota, tra fumo e budella, il cervel- bisogno di traduzione. Aveva sperato che con il I quattro dollari guadagnati nella pancia del ucciderle dopo aver braccato splendidi animali lo si assopisce, si rifiuta di elaborare, di parteci- richiamo sotto le armi all'inizio del conflitto giacimento nero e puzzolente li spese in buona sui versanti boscosi. Ma doveva pur sopravvi- pare, si trincera dietro un cauto e lunghissimo sarebbe stato inquadrato di nuovo come soldato parte per pagarsi il ritorno e per comprare uno vere e le verdure non erano granché. Così ogni tempo di attesa. Che importa se Leonardo si ri- semplice, ma, come si è detto, l'Austria era un splendido orologio da tasca per il nipote Guido e tanto Jole, la moglie del nipote, lo vedeva com- balta con un foro nella testa, che importa se una paese ordinato, quindi fu fregato. partì, sordo alle parole dei compagni, che lo inci- parire al piano superiore dove abitava per scheggia sventra Guido detto il drago, che Tuttavia, quando era certo di non essere con- tavano a restare, a tener duro, nella speranza di chiedere un po' di farina bianca. Serviva per fare importa se un colpo ben diretto sgozza il cugino trollato dai superiori, evitava in ogni modo di qualcosa che neppure essi sapevano descri- un sughetto. Solo più tardi Jole si accorgeva che Candido? Tutto fa parte di un gioco che non ci esporre i suoi (e gli altri) a contatti diretti, proprio vere. era di nuovo sparito uno dei gatti che giravano appartiene, ma che giochiamo con impegno e per non dover dare l'ordine tanto odiato e temu- Comparve in Valle una sera, quando i suoi erano per la grande casa contadina. L'orgoglioso che peraltro non deve coinvolgerci, pena la to anche dai commilitoni: feuer, fuoco! Non era attorno alla povera mensa. La gioia di tutti gli Unterjäger aveva definitivamente deposto le pazzia. Così, fino alla fine, Bépele tiene duro e difficile. Si andava di pattuglia tra rocce, roc- restituì la capacità di sorridere, ma poi tornò armi. ne esce quasi integro, in apparenza, ma incon- cette, guglie, creste, conche, dossi, senza ne- sciamente provato oltre ogni personale limite. cessariamente esporsi e guardando dall'altra Solo una volta ha avuto un momento di lucidità. parte solo in casi estremi e di intuita sicurezza. Era di pattuglia verso la cresta del Formenton Se poi qualcuno di là sbucava di qua, la fucilata quando oltre le rocce frastagliate di una forcella era inevitabile e rovinava la giornata. vide muoversi qualcosa. Prima che i compagni Con la divisa, il fisico e l'animo a pezzi si trasci- potessero accorgersene e reagire, con due tiri narono finalmente al giorno della resa. rapidi e precisi del vecchio bracconiere stese Non fecero salti di gioia, vennero inquadrati, due alpini - feriti, uccisi? - che si accasciarono trasferiti nei luoghi previsti e infine mandati a sparendo giù per il versante italiano. Rimase casa, tra contrordini burocratici, controlli, così, con l'arma ancora puntata e l'angoscia nel scartoffie, sguardi sospetti, qualche insulto da cuore: aveva colpito due suoi connazionali, parte di qualche becero e incolto addetto alla forse due conterranei, forse due convalligiani. faccenda, che neppure conosceva, né immagi- Perché? In nome di cosa? Per ottenere cosa? nava, il loro tormento di italiani austriaci. Gli venne dal petto un grido silenzioso, di A casa dunque. Ma a fare cosa? Tornava il protesta, la voglia di gettare il fucile e di dilemma del 1911. Falegname, contadino, andarsene là dove, a pochi chilometri di distan- boscaiolo, bracconiere? Non era più il tempo e za, c'era la sua casa con la sua gente in attesa. neppure lo spirito. Dalla finestra del fienile guar- Lo riscosse la mano di un commilitone sulla dava la catena del Lagorai, improvvisamente spalla, che aveva capito il suo tormento e che lo diventata Italia, le creste e i ghiaioni dove aveva consolava con le frasi semplici del montanaro: rischiato la pelle mille volte e non aveva più la "Dai, che forsi no ghe às fato niente, i è demò voglia di andare lassù a cercare qualche caprio- scampai! E po, che voleves far? Lagarli nar o lo o qualche camoscio. Voleva, doveva, sbararne a noe?" Sapeva che non era vero, che andarsene. Lontano. E si improvvisò emigrante. non erano rimasti illesi, era troppo bravo a Partì per la "Merica" a fare il minatore. Molti tren- sparare, lo aveva fatto di istinto da esperto brac- tini un tempo austriaci divennero così trentini coniere e ora malediceva se stesso. Girò il capo americani e si infilarono sottoterra in Il ritrovamento di un più ampio e dettagliato reperto storico, come avrete notato (QVOTA 864 n.31 pag.45), ha indotto l’autore a presentare un nuovo testo di quanto già pubblicato (QVOTA 864 n.28 pag.24). A corredo, oggi, per nascondere le lacrime e la pattuglia pro- Pennsylvania a estrarre carbone. pubblichiamo la foto del prozio Bèpele - Kaiserjäger. Partendo da sinistra e tralasciando quello seminginocchia- seguì commentando e cercando di dimenticare Non durò a lungo. Ancora una volta doveva to, Bèpele è il secondo in piedi, appoggiato con il gomito sinistro, con le due stellette di caporalmaggiore sul col- l'accaduto, cosa d'altro canto non certo facile. assistere alla sofferenza non tanto propria quan- letto. Il suo nome è Giuseppe Vaia anzi, come si scriveva fino ai primi decenni del '900, Vaja. Da troppo tempo sparavano al cosiddetto nemi- to dei compagni, ne vedeva i volti induriti dai Guardandoli in faccia non sembrano proprio questi pestiferi avversari,
34 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GRADO: UNTERJÄGER 35 Per monti con i Dahü IL RIFUGIO CURO’ E LE CASCATE DEL SERIO di Ettore Patriarca
Una valle operosa quella attraversata dal fiume Serio. Inizialmente conosciuta per i suoi tessuti e le sue follature attinse a piene mani da quella liquida fonte inesauribile. I bergamaschi costrui- rono canalizzazioni. Quando, fra il '600 e il '700, entrò in crisi il mercato tessile della lana essi riuscirono a far fronte alla crisi con la produzione e la filatura della seta. Successivamente il baci- no del Serio attirò l'interesse di investitori stranieri e locali che impiantarono aziende mani- fatturiere e cartarie. Verso fine '800 una linea ferroviaria collegava Albino a Bergamo in poco più di quaranta minuti. Oggi la parte bassa della valle, fortemente urbanizzata, è un tutt'uno con la città di Bergamo. Sono ancora visibili vari segni di questa storia: la rete dei canali, gli opi- fici e alcune infrastrutture. La ferrovia è scom- parsa ed è nata una pista ciclabile che dalle porte di Bergamo si spinge verso le valli. Anche se con alcuni tratti condivisi con il traffico auto- mobilistico è possibile raggiungere Valbondione con le due ruote attraverso un percorso appa- gante di circa 50 km. La fame di energia spinse negli anni '30 alla costruzione di alcuni bacini idroelettrici che servissero ad alimentare le centrali esistenti in valle. La zona fu scelta per la sua peculiarità e nel 1931 fu completata la diga del Bardellino. Con lo sbarramento il salto delle cascate del Serio fu interrotto e solo dagli anni '60 un accor- do con l'ente gestore permette l'apertura della diga alcuni giorni durante l'estate per ridare vita con la massima portata d'acqua al salto di oltre 300 metri, il più alto d'Italia e fra i più alti d'Europa. Le cascate, anche a capacità ridotta, restano in ogni caso affascinanti anche grazie alla loro posizione che permette al sole di creare spettacolari effetti cromatici ben visibili dalla mulattiera che porta al Rifugio Curò. L'escursione il sentiero che si presenta con fondo sassoso un bellissimo tratto pianeggiante che permette Dai laghi si possono ammirare, e salire, le vette Parcheggio libero a Valbondione, salvo occa- nella parte iniziale. La vista sul triplice salto delle piacevoli visioni sulle vette e sul bacino del che caratterizzano le Orobie dal Pizzo Coca sioni particolari, presso il Palazzetto dello Sport Cascate del Serio rende la fatica meno dura e Bardellino. Seguendo la mulattiera si giunge 3050 mt. al Monte Torena che sfiora i tremila. (fontana). Da Valbondione proseguire in salita permette proficue soste fotografiche. sino al bacino del Lago superiore del Bardellino Accanto al Rifugio Curò è sorto nel 2013 su asfalto per un breve tratto verso Lizzola, Alcuni passaggi esposti ma percorribili in a quota 2130 circa. Rientro senza difficoltà sullo l'Ostello Al Curò, il più alto d'Europa. quindi seguire a sinistra le chiare indicazioni per sicurezza precedono l'arrivo al curato e ospitale stesso percorso prestando prudenza nei tratti In splendida posizione panoramica può ospitare il Rif. Curò e le Cascate del Serio. rif. Curò a 1895 mt. Nei pressi dello stesso è esposti. gruppi e famiglie alla ricerca di tranquillità ma si La strada si alza con pendenze impegnative sin stato recentemente inaugurato anche l'Ostello al "La montagna ci offre la cornice … tocca a noi propone anche come luogo di studio e di attività da subito senza mai concedere pause. Dalla Curò, il più alto d'Europa. inventare la storia che va con essa!". didattiche. partenza della teleferica che serve il rifugio inizia Dal rifugio la traccia prosegue sulla destra con Nicolas Helmbacher
36 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 IL RIFUGIO CURO’ E LE CASCATE DEL SERIO 37 CAMPI E CAMPETTI DI BOCCE DAPPERTUTTO IN CADORE di Glauco Granatelli. GISM
Da quando scrissi questi pensieri sono passati oltre trent'anni. Molte cose sono cambiate. In questi giorni un altro amico di quegli anni "se ne è andato". Lui ad Il campetto del mio vicino di casa è stato invaso dai fiori, a Reane è stato soppiantato da un Asti io qui, lontani ma vicini, eravamo legati da un'unica passione, sia parcheggio. Degli amici di allora "qualcuno mi ha lasciato". pur divisi da un verbo: 'rotolare'. Il 'rotolare' silenzioso delle bocce, il Graziano Aldo Forzatamente lo zaino si è fatto più leggero e le bocce giacciono in cantina al buio. 'rotolare' delle valanghe e dei sassi. Queste poche righe sono dedicate a Lui. Aldo, ci vediamo. g.g.
38 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 CAMPI E CAPETTI DI BOCCE DAPPERTUTTO IN CADORE 39 he estate quest'84! Dopo giorni di pioggia, lenta, sottile, il sole picchia sulla nord del bosco. Andiamo sempre insieme noi due quando la famiglia riposa: ci piace cogliere il primo saluto Sorapiss. Gli amici si ritrovano. Saliamo oggi la Rozes. Quando le nuvole aprono ai del giorno, i piedi nell'umidore e nei profumi della terra. tuoi occhi gli splendori della Travenanzes e ti sovrastano le pareti dell'immane Questa mattina anche i vicini sono al lavoro di buon animo, hanno deciso di ripulire dalle erbacce il C Tofana, senti il tratto sicuro della corda amica. Gronda acqua da tutte le parti. loro campo di bocce. Passandovi accanto nei giorni scorsi avevo pensato che fosse stata solo la Allora resti col fiato sospeso al contatto gelido che rinfresca il tuo volto. Scende nelle tue vene a cal- passione di un momento o l'ossequio ad una moda comune a tanti. Mi debbo ricredere. mare l'arsura della fatica. Là dove la roccia si fa più ripida volgo lo sguardo al vuoto fattosi infinito. Quassù in Cadore ho trovato campi e campetti di bocce dappertutto. Mi sorride una piccola figura d'uomo apparso improvvisamente alla mia sinistra. Mi segue e non mi Tirati a liscio, gibbosi, pendono a valle: ci vuole tutta un'arte per fare andare le bocce al punto giu- abbandona. "Di dove sei?". Vorrei dire… di quassù. sto. "E tu?" "Sono veneto, di Pieve di Soligo." "Allora giochi a bocce?" Ne conosco uno sulla strada di Alemagna, proprio lì ai bordi della sede stradale. Le macchine cor- Non so il perché di questa domanda, proprio lì, ora che tutto si fa sempre più difficile. rono via all'impazzata, loro mirano al punto. Imperturbabili. Una parentesi bagnata. Un salto di 6 m, poi la cengia. Ne ricordo un altro sotto la nord del Crozzon di Brenta. "No!". È sorpreso anche lui. Cosa c'entrano le bocce. Sono trascorsi alcuni anni, mi sembrano tanti. Bruno lo scoprì aprendo la finestra della nostra Sopra di noi lasciano cadere dei sassi. Tocca a me, proprio lì dove tutto è precipite. stanzetta al Rifugio Brentei: "Abbiamo anche le bocce!", e mi coinvolse in una serie di partite, la "Vai tranquillo, ti sto vicino!". gente a far capannello. Che gusto giocare a bocce sotto quel cielo freddo, oltre i duemila! Il rosso della corda si perde nell'azzurro del cielo. Le bocce, chissà poi perché? L'altra sera sentivo un insolito vociare dai vicini. Avevano messo dei lampioni lungo il campo di Sorride ancora quando mi lascia sulle ultime ghiaie, prima della cima. bocce e giocavano. Erano venuti anche degli amici. Many abbaiava a tutto spiano eccitata dalla "Ciao amico." novità. Dalla cucina un sottile odorino di polenta abbrustolita: attizzavano i legni nel caminetto e spandevano nell'aria cinerea faville come stelle. Continua a piovere. Su per le pieghe dei monti è un brontolio incessante, ora più forte ora lontano, quasi sottovoce. Se ne vanno queste vacanze tra un piovasco e un benevolo occhio di sole. Forse il gigante buono sta giocando anche lui la sua ultima partita di questa estate meravigliosa. Avevamo trascorso il pomeriggio in Val Giralba, là dove il sentiero s'inerpica volgendo a nord verso Il sole radente gli abeti, ho conosciuto una mattina il sior Lucio. il Carducci. Nel poggiare i sacchi nel cofano della macchina gli amici scoprono le bocce. Veniva su lentamente lungo la carrareccia, portando seco nel vestito il peso degli anni, la falce in "Perché non restiamo ancora, qui accanto tra gli abeti c'è un prato!...". spalla. Una faccia segnata dalle tempeste, evanescente dietro il fumo incessante della sua pipa. Un ultimo secco schianto e l'eco si perde su per i ripidi canaloni della Dodici… "Qui nel villaggio ci sono diciassette vedove, io sono uno degli ultimi rimasti", e mi raccontava di suo nonno, di suo padre… "Diciassette vedove", per lui era una cosa importante che io lo sapessi: questo dolore che si accom- pagna da sempre alla miseria. Appoggiato al balcone della mia casa aperto sugli spazi verdi delle Marmarole osservo venir giù Poi siamo venuti noi a turbare questo mondo invadendo i loro pascoli intatti. dalle gole alte dell'Ansiei nuvole foriere di pioggia. Si chiude il sipario sull'estatica solitudine delle Penso che quel campetto di bocce si farà ma non ho osato parlargliene. Non so se mi avrebbe com- Tre Cime, non vedi più le salienti pareti della Dodici. La pioggia è come una triste musica che can- preso. cella ogni ansietà, ti lascia solo i ricordi. Ora la pioggia è aumentata, sento bagnarmi le mani, i capelli, il viso. Senti tambureggiare tra le quinte dei monti il temporale che avanza. Mi sovviene della leggenda del È bello restare ancora un istante, così. gigante Lavaredo e me lo immagino come in certi caroselli televisivi: alto, enorme, la punta del suo Le mie bocce rimaste lì sul prato riflettono, a tratti, taglienti raggi di luce in questa notte cadorina. cappello da montanaro oltre le nuvole. Mi aveva detto un amico: "Perché davanti casa non facciamo un campetto per giocare a bocce?". La prima reazione era stata come di ribellione ad un fato incombente e irreparabile: bocce, bocce dovunque, ad oltranza. Alzarsi la mattina all'alba, il sole appena alle cime, il cane che rincorre gli odori della notte, le muc- Sono passati trent'anni e quel campetto di bocce non lo abbiamo più fatto. che all'alpeggio, e là, ai limiti del prato, l'idea fissa: mi dava fastidio immaginarmi delle bocce son- Come dicevo, molte cose sono cambiate. Solo le montagne rimangono lì, immutabili, testimoni nacchiose, come pecore in uno stazzo a farsi caldo l'un l'altra quando il gelo notturno le avvolge. eterni della grandezza del creato. Le piogge eccezionali di questa estate avvolgono ogni cosa. Una voce - Many! - e la mia cagnina mi segue su per il sentiero che parte da casa verso l'erta del Domani ci sarà il sole.