Semestrale del CLUB ALPINO ITALIANO – Sezione Cadorina “Luigi Rizzardi” AURONZO DI CADORE (BL) – ANNO XVI n. 32. Dicembre 2015 - Spedizione in A. P. – D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, NE/VE QVOTAQVOTA 864864 QVADERNI DI VITA DI MONTAGNA “Quando arrivi in vetta ad un monte non fermarti, continua a salire” Un Maestro del buddismo Zen

ANNO XVI. N. 32. DICEMBRE 2015. Semestrale Registrato presso la Cancelleria del Tribunale di Belluno col n. 15/2000 in data 01.08.2000 Iscritto al Registro Nazionale della Stampa n. 10331 - R.O.C. N. 6944 Spedizione in abbonamento postale - art. 1, comma 1, Legge n. 46/2004 - CMP/CPO Venezia PAOLA DE FILIPPO ROIA Direttore Responsabile

GLAUCO GRANATELLI Direttore Editoriale e-mail: [email protected] COMITATO DI REDAZIONE Alberto M. Franco (G.I.S.M.) Mirco Gasparetto (G.I.S.M.), Mario Spinazzè

Questo numero esce in collaborazione con l’Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti” di Fermo HANNO COLLABORATO: Borsetto L., Bresciani M., Carrel A., Cattaruzza P.S., Censi C., Chen J. Colli G., Fornari A., Galvan A.E. Martin F., Mazzitelli F., Orlich V., Patriarca E., Rotelli A., Zhang L., Vaia F. FOTOGRAFIE di Coledan W., Granatelli G., Grilli B.A. Mazzitelli F., Patriarca E., Raffaelli P., Vaia F.

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Collezione Vladimiro Orlich SOMMARIO ORGANICO DELLA SEZIONE 2014-2015 3 ORGANICO DELLA SEZIONE 4 CIBO, CIBO, CIBO... - Paola De Filippo Roia ANNO DI FONDAZIONE 1874 “Nutrire il pianeta, energia per la vita” un obiettivo irrinunciabile per tutti Presidente - Massimo Casagrande 6 NUOVE SFIDE - Massimo Casagrande Servono persone preparate, equilibrate che abbiano nuove idee, la lungimiranza ma anche la prudenza Vice-Presidente - Davide Da Damos 8 A COLLOQUIO CON I LETTORI a cura di Glauco Granatelli. G.I.S.M. Segreteria - Elisa Cella De Dan 10 GUERRA: DALLE STELLE ALLE STALLE - Alberto E. Galvan Consiglieri - Siro Maschio, Paolo Monti, Stefano Muzzi, Riflessioni un po’ libere per verificare quanto ci sia da stare allegri per il futuro 16 LETTERA DAL FRONTE di Gaia Colli Giuseppe Pais Becher Un messaggio di dolore per la propria madre che si trasforma in uno di conforto Revisori dei Conti - Sergio Boso, Francesca Caldart, 18 RICONOSCIMENTO DELLA BELLEZZA IN COSTITUZIONE ll CAI aderisce alla proposta di Legge di modifica della Costituzione Federica Monti 20 GLI OCCHI DELLA MONTAGNA - Franco Vaia Volò come un angelo ed in quel volo ebbe il tempo di sentirsi felice: stava cadendo tra le braccia della sua adorata montagna SOCI N. 607: Ordinari N. 256 - Familiari N. 182 - Giovani N. 94 - Aggregati N. 75 23 I LUOGHI DEL SACRO - Paola De Filippo Roia Vitalizi N. 2: Magnifica Comunità di Cadore (Delibera del 15.9.1925), Leonardo Vecellio I Kapitiéi Il Capitello di S.Antonio da Padova a Cima Gogna Venticinquennali: Casagrande Massimo, Larese Filon Jolanda, Rossi Santi Domenico, Bottan 25 NEVE E SCI NEI MANIFESTI DEL CINEMA Paola, Boa Paolo. Curve nella neve polverosa, salti, capitomboli, paesaggi romantici, scenari eroici, attimi di comicità o di grande agonismo 30 LA CAMIGNADA, UN’EMOZIONE PER LA VITA - Franco Martin STRUTTURE DELLA SEZIONE La Camignada nel ricordo di alcuni partecipanti Rifugio Auronzo - Forcella Longéres m 2330 slm alle Tre Cime di Lavaredo - tel. 0435.39002 - 62682 32 GRADO: UNTERJÄGER - Franco Vaia Alta Val Giralba m 2297 slm alla Croda dei Tóni - 0435.400485 Ricordo di ‘Bèpele’ Giuseppe Vaia Rifugio G. Carducci - 36 PER MONTI CON I DAHÜ - Ettore Patriarca CAI Gattinara Il Rifugio Curò e le cascate del Serio TESSERAMENTO - ll tesseramento è un atto d'amore verso la montagna e un atto responsabile. La montagna ci offre la cornice... tocca a noi inventare la storia che va con essa! A partire dal 2014 ha preso avvio la nuova piattaforma del tesseramento valida sia per i nuovi soci sia per co- 38 CAMPI E CAMPETTI DI BOCCE DAPPERTUTTO IN CADORE - Glauco Granatelli G.I.S.M. Solo le montagne rimangono lì, immutabili, testimoni eterni della grandezza del creato loro che non hanno sottoscritto e rinnovato il bollino nel corrente anno. Completezza dei dati, istantaneità delle 42 ABBIAMO LETTO PER VOI registrazioni ai fini assicurativi, cura della riservatezza: sono questi alcuni dei miglioramenti introdotti dal nuovo Dai ghiacciai dell’Adamello agli uliveti del Garda - Luigi Barzini servizio. Questi i vantaggi del nuovo sistema: 45 LIBRI, RIVISTE, GIORNALI... E ALTRO ANCORA AL FRONTE (maggio-ottobre 1915) - Luigi Barzini - garanzia della correttezza e dell'istantaneità delle registrazioni ai fini assicurativi tramite il tesseramento on-line; 65 RACCONTI, LEGGENDE, POESIE... - risoluzione di omonimie e duplicazioni di dati attraverso l'utilizzo del codice fiscale; Dolomiti - Antonia Pozzi. 1929 - rispetto della normativa sulla privacy nel contesto di Statuto e Regolamento generale del Sodalizio. Sempre risorgon monti. 1971 Forcella Lavaredo - Antonio Rotelli. 2015 La nuova piattaforma del tesseramento costituisce un trattamento dati dei soci nuovo ed indipendente dal prece- 66 ANTONIO BERTI - Archivio Franco Licini dente: pertanto tutti (nuovi e vecchi soci) sono invitati a prendere visione e sottoscrivere una nuova informativa 68 GENTI DEL TRIANGOLO D’ORO Tribù delle montagne - Linda Zhang, Jane Chen, Luca Borsetto sulla privacy, che darà loro modo di esprimere la propria volontà in merito alla conservazione dei propri dati ed A noi piace pensare a loro come 71 XUANZANG - Cesare Censi. Museo Polare di Fermo alle modalità con cui ricevere le comunicazioni (per esempio, via mail) dalla propria Sezione/Sottosezione. Un pellegrino buddista sulla Via della Seta Sul sito www.cai.it o www.caiauronzo.it è disponibile la nuova informativa sulla privacy. 73 UN VIAGGIO TRA SOGNO E REALTA’ - Francesco Mazzitelli QUOTE ASSOCIATIVE: Socio Ordinario € 42,00 - Socio Famigliare € 22,00 (I Soci famigliari devono essere com- Fiordi norvegesi, Capo Nord, Isole Svalbard 75 IL CIBO: UN PO’ DI STORIA LOCALE - Paola De Filippo Roia ponenti del nucleo famigliare del socio ordinario, con esso conviventi, di età maggiore di anni diciotto). 76 TUTTI A TAVOLA: IL PRANZO E’ SERVITO - Sara Cattaruzza Pino Socio Giovane € 16,00 (I minori di anni diciotto - nati nel 1998 e seguenti). Dal secondo socio giovane coabi- Premio Letterario nazionale “Trichiana paese del libro” tante all'interno del nucleo famigliare è prevista la quota di € 9,00 a condizione che esista il socio ordinario di 78 A TAVOLA CON I LARES 81 GFM - GRUPPO FILATELICI DI MONTAGNA riferimento (capo nucleo - quota intera). Ai Soci di età compresa fra i 18 e i 25 anni viene applicata automatica- Le donne e la Prima Guerra Mondiale - Antonella Fornari (pag. 82) mente la quota di soci famigliari. Il fronte dolomitico - (pag. 87) INFO: tel. 0435/99454 (con servizio di segreteria telefonica) o a mezzo mail a [email protected] L’astro di Carrelino. Luigi Carrel, Guida alpina di Valtournenche - (pag. 90) Il versamento delle quote può avvenire a mezzo di: Cima Mitikas. Il castello del Dio Zeus - Marco Bresciani (pag. 95) c/c postale n.63312789 intestato al CAl, Sezione Cadorína - 32041 Auronzo di Cadore BL Unicredit Banca Spa Agenzia Auronzo di Cadore IBAN IT86E0200861020000003411021  IN COPERTINA - La croce del piccolo cimitero di San Vito di Braies, verso la Croda del Becco. Foto Glauco Granatelli ABBONAMENTI: Le Alpi Venete € 5,00 - Le Dolomiti Bellunesi (soci non locali) € 8,00

2 QVOTA 864 DICEMBRE 2014 ORGANICO DELLA SEZIONE 3 Cosa possiamo fare noi? CIBO, CIBO, CIBO... Innanzittutto dovremmo assumere la buona abitudine di utilizzare tutto il cibo e non sprecarlo. Il risparmio che ne conseguirebbe potrebbe essere devoluto per tutti quei bambini che se non possono contare sulla generosità delle persone non ce la fanno ad arrivare a domani. Ed oltre ai nostri poveri, purtroppo ogni giorno assistiamo a sbarchi o passaggi di frontiere di persone disperate che sono alla ricerca di una vita migliore. Troveranno il cibo indispensabile per la sopravvivenza? Riuscirà alla fine l'Expo ad indurre i Potenti del mondo a cambiare la " politica di mercato ", per giungere ad un equilibrio delle risorse? Sappiamo tutti che molti problemi oggigiorno restano irrisolti per non ledere gli interessi di alcuni.

a anni stiamo assistendo ad un proliferare di trasmissioni che riguardano il cibo e la culinaria in particolare. A qualsiasi ora del giorno Paola De Filippo Roia Direttore D ci vengono propinate ricette di ogni tipo. Ad Auronzo, più specificatamente a Misurina, l'anno scorso è giunta persino una troupe della BBC inglese per delle riprese a carattere culturale e culinario. La regi- *** *** *** sta, di origini comelicensi, ha ideato una serie di trasmissioni che in seguito sono andate in onda in Inghilterra in prima serata, ma anche in Italia con gran successo 6 PRIORITá PER LO SVILUPPO di audience. Protagonisti un famoso cuoco ed un critico d'arte che hanno scovato località caratteristiche, talvolta poco conosciute, cercando tesori d'arte e preparando DELL'AGRICOLTURA IN MONTAGNA piatti tipici del luogo, possibilmente con prodotti locali. A Misurina, in una cucina gen- tilmente concessa da una signora del posto, hanno utilizzato le trote del nostro lago, formaggi tipici di malga e verdure del mio orto... Attraverso i moderni mezzi di comunicazione e con la globalizzazione, si è instaura- Promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore to un continuo confronto tra diverse culture, anche nel campo dell'alimentazione. Ne agricolo e forestale e nelle zone rurali. esce un quadro aperto ai mercati ed agli scambi, interagendo talvolta in maniera intelligente con le risorse del territorio. Ancora oggi, come già nel passato, l'uomo Potenziare la redditività delle aziende agricole e la competitività sceglie il cibo basandosi sulla propria visione del mondo e sull'appartenenza ad una dell’agricoltura in tutte le sue forme e promuovere tecnologie innovative comunità, ad una religione. per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste. Nell'ambiente della ristorazione, al fine di rispondere a sempre più specifiche richie- ste, c'è una ricerca continua di un cibo rinnovato nei sapori e nelle capacità nutri- Promuovere l’organizzazione della filiera agroalimentare, compresa la tive. Un'enorme filiera di certo, se pensiamo che la cucina e la tavola sono momen- trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere ti terminali di un complesso ciclo che, partendo dalla produzione di alimenti, attra- degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo. verso la loro distribuzione giunge alla consumazione. L'alimentazione è stata il tema dell'Expo 2015 a Milano, che ha richiamato milioni di Preservare, rispristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi persone da ogni parte del mondo per visitare i vari padiglioni. Si sono tenuti dibatti- all’agricoltura e alla silvicoltura. ti, convegni, conferenze intorno al binomio: alimentazione & sostenibilità. All'Expo " nutrire il pianeta, energia per la vita " si è posto quale principale obiettivo Incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia quello di giungere ad una soluzione concreta per risolvere il problema della fame nel a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore mondo. agroalimentare e forestale. Intanto, nei paesi più evoluti, va in crescendo il problema dell'obesità, soprattutto riguardo ai bambini. Ma oltre che a mangiar troppo, si sperpera tanto cibo, che Adoperarsi per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo diviene un problema anche l'eliminare la quantità di tonnellate di immondizia, spre- sviluppo economico nelle zone rurali. co che sarebbe sufficiente per sfamare le popolazioni malnutrite.

4 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 CIBO, CIBO, CIBO... 5 di goderne nel modo che ognuno ritiene a sè più confacente, fatto salvo il rispetto NUOVE SFIDE per l'ambiente e per gli altri. Questi nuovi orientamenti, come per il passato, deter- ’ notte fonda e sono sveglio. Può capitare, anzi, minano anche nuove tendenze, meno esasperate ma in grado di coinvolgere un capita sempre più spesso, si configura così un gran numero di appassionati. Il turismo oggi è sempre più abbinato ad eventi sporti- tempo nuovo a cui è necessario dare un senso. vi di questo genere, meeting ed incontri a tema, festival e raduni, sono occasioni uni- Alzarsi oppure no? E' faticoso abbandonare il letto che per riempire gli alberghi, oramai sempre meno affollati dai classici villeggianti E che soggiornano per lunghi periodi. Cosicché anche le infrastrutture dovranno adat- caldo, particolarmente adesso che la notte è fredda e dalla finestra si vede solo la brina che, piano piano, avvolge tutto con tarsi e ammodernarsi per trasferire ed accogliere persone alla ricerca di emozioni un velo sempre più spesso, ravvivato solamente dai riflessi all'aperto ma anche di attività ricettive dotate di sempre maggiori servizi diversificati delle poche luci accese. Il momento è comunque suggestivo e di qualità. Questo significa trovare un giusto equilibrio tra il mantenimento dell'am- ed il ricordo che affiora è legato alle volte in cui ci si alza di biente naturale e la realizzazione di infrastrutture per la mobilità, l'accessibilità, l'ac- buonora per affrontare una lunga escursione in montagna, coglienza ed il divertimento di chi intende sì visitare ambienti incontaminati ma alla un'arrampicata o una risalita con gli sci. Vi è sempre un momento in cui da soli, in portata, comodi, in grado di soddisfare una molteplicità di esigenze in un tempo limi- silenzio, ci si prepara all'arrivo degli amici di quella che si preannuncia una nuova tato. Una nuova sfida con particolare attenzione alla gestione dei flussi, alla distri- avventura, una nuova sfida. buzione dei numeri, alla destagionalizzazione dei periodi. Ma oggi il programma è diverso, nessuna gita in vista, ma il tempo è prezioso e va All'interno di queste tematiche, per lo sviluppo futuro del nostro paese, auspico trovi impegnato bene, quindi accendo il pc e ascolto il sommesso ronzio del disco rigido spazio la voce della nostra istituzione che da oltre 140 anni è presente sul territorio, in attesa che lentamente il software si avvii. Scorro le cartelle contraddistinte con i ne condivide le vicende storiche, facendosi portavoce dei sempre validi principi alla vari numeri della rivista, la nostra rivista, QVOTA 864. Molti sono i files archiviati ma base della sua fondazione. Una voce indipendente che dovrebbe continuare ad uno solo è l'argomento: la montagna. Un mondo complesso dalle varie sfaccettature, esercitare un'azione di tutela e di salvaguardia del territorio ma anche delle popola- palcoscenico della vita reale e dei sogni di molte persone, ogni giorno chiamata a zioni che lo vivono e che in esso dovrebbero trarre legittimo e dignitoso sostenta- riscrivere il significato di ciò che in essa accade. mento, senza rinunciare alla prerogativa di mantenimento del bene che ci è stato Quello che abbiamo alle spalle è la parte più facile da valutare, una storia scritta, temporaneamente affidato in gestione. Per questo servono persone preparate, equi- ricca di episodi suggestivi e a volte eroici che spesso ci inducono a pensare che il librate che abbiano nuove idee, la lungimiranza per intuirne le potenzialità ma anche meglio sia passato, che l'età dell'oro sia finita, che quell'aura di mistero e avventura la prudenza per valutarne eventuali controindicazioni. che ammantava un mondo sconosciuto ed inacessibile sia sfumata di fronte ad un Chi possiede queste qualità dovrebbe farsi avanti, per senso civico e soprattutto per eccesso di frequentazione e di superamento dei vari limiti. Ma non è così, ed ecco la superiorità del bene comune, valore assoluto e patrimonio da tutelare sia nei con- che la ricerca si spinge su nuove frontiere, su nuove discipline. L'escursionismo, fronti di chi anela ad un illegittimo interesse personale a scapito della collettività ma l'alpinismo, lo sci alpino lasciano il posto a nuove pratiche sempre più estreme che anche dagli ignavi che si lavano le mani di fronte alle questioni importanti, non si pro- trovano nella montagna il palcoscenico ideale: slacklining, base jumping (o meglio nunciano, restando così indenni e puliti, qualunque cosa accada, non mettendosi in wisbase con tute alari adatte al proximity flying), mountain e fat bike, ultra ed gioco, preservandosi da ogni sorta di errore, intenti a salvaguardare solo sé stessi, extreme trail, sci estremo, parapendio e speedriding sono solo alcuni dei nuovi modi ma destinati ad un misero destino come disse il sommo per esprimere la libertà; un'esperienza esaltante che va praticata con dedizione in poeta: un ambiente accuratamente scelto. E io ch'avea d'error la testa cinta, dissi: "Maestro, che è Il tutto amplificato dalla facilità e dalla spettacolarità delle immagini che se ne trag- quel ch'i' odo? e che gent'è che par nel duol sì vinta?". Ed gono e dalla successiva ampia diffusione sui social networks che ne amplificano la elli a me: "Questo misero modo tegnon l'anime triste di portata ed esigono una sempre maggior estremizzazione per stupire di più, attrarre coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo". attenzione e consenso, incrementare i like ed i follower. Inutile spingersi in raffronti Il tempo è trascorso, la notte cede il passo all'aurora ed o valutazioni, che lascerebbero solo il tempo che trovano; chi può dire se sia più è tempo per me di deporre la penna e recuperare il etico arrampicare, camminare su un filo sospesi nel vuoto o gettarsi dalla vetta di sonno perduto, un letto caldo mi attende per reintegrare una montagna a volo radente? le forze e ritemprare lo spirito, sperando un giorno di Fondamentalmente rimane inalterato nella storia l'aspetto della sfida verso se stes- uscire a riveder le stelle. si e gli altri, esercitata in un ambiente ostile e pericoloso, alla ricerca esasperata del Intacto vertice ardens. superamento del limite. La montagna è a disposizione di tutti e quindi va garantita a ciascuno la possibilità Massimo Casagrande Presidente

6 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 NUOVE SFIDE 7 un timido inizio, le idee non proprio chiare su cosa volevamo fare e su cosa ci attendeva. A COLLOQUIO CON I LETTORI Bepi mi ha scritto che lo trova sempre più interessante. Allora, guardando fuori dalla finestra della Sezione, si vedevano le Tre Cime. Quella era la mia unica certezza. "LA TENGO SUL COMODINO PERCHE' QUI C'E' LA MONTAGNA, QUELLA VERA." Gianni Poloni

el numero scorso riportavo le parole di un amico che mi aveva scritto: “Il Buon Dio mi ha dato tanto e per tanto tempo: quando si dovesse decidere a conclu- N dere la faccenda, nessuno potrebbe dargli torto.”

Bella, no? L’ho trovata da un rigattiere. Canciani, chi era costui? Ci scrive Claudio da Codroipo: “Grazie per le informazioni... sarò felice di inviarvi una copia del nostro ‘Sentiero’... ritengo sia bello collaborare con altre Sezioni e poter attingere a quel- lo che hanno di interessante da proporre. Sarò debitore con voi tutti.” Collaborare tra Sezioni certamente sì, debitore assolutamente no. Tutte le pubblicazioni, in questi anni, tornano con il pensiero all’evento tremendo della Grande Guerra. Anche noi, depositari della memoria dei nostri Padri, lo stiamo facendo quale doveroso tributo verso tutti i caduti. La guerra in montagna è stato un evento disastroso il cui ricordo si perpetua ancora oggi, a cento anni di distanza, nelle tracce indelebili che sovente ci colpiscono al cuore durante le escursioni alle alte quote. Noi, cui è demandato il compito di conservare e tramandare. Chiudo con un pensiero di Don Bracchi. Nel suo dolore scrive: QVOTA 864 “è come un Questo è l’originale della sua lettera. fontanino di montagna dalla generosa acqua ‘chiara, dolce e fresca’... voglio raggiungere tutte le ‘gestanti’ che danno alla luce questi quaderni; ‘le’ raggiungo con un abbraccio.” Nino Barberis ci ha lasciati. Lo abbiamo ricordato in tanti, tanti, cui lui ha dato il sogno di una Grazie. vita. Io voglio ricordare così, con le sue stesse parole. Non so dire altro perché un nodo di commozione me lo impedisce. Grazie Nino per quanto ci hai donato. E grazie a tutti Voi fedeli Lettori di queste pagine. I Vostri scritti ci responsabilizzano sempre più e ci confortano nel cammino intrapreso. Glauco Granatelli Non so dimenticare quel giorno in cui nacquero questi “Quaderni”, quasi per scommessa. E fu Redattore

8 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 A COLLOQUIO CON I LETTORI 9 100 anni fa la Grande Guerra choccante che rimanda a se stesso e, magari quanto rimproverasse alla scienza e alla tecnica proprio per questo, può girare a vuoto e preci- moderne di aver ben presto rinunciato alla com- pitare senza fine. Tanto ormai ogni pericolosa ponente morale, mentre all'inizio proprio tale spontaneità e reattività umana sono state, o componente ne aveva fatto delle forze di libe- stanno per essere, liquidate. E proprio quando - razione da vecchie oppressioni e delle forze di come direbbe la Arendt - il potere dell'uomo è rinnovamento in senso democratico. E' questo tutto nelle mani dell'uomo stesso; ed è così suo richiamo alla responsabilità che scienza e grande da consentirgli realmente, se volesse, di tecnica devono avere nella costruzione di una GUERRA: DALLE STELLE ALLE STALLE essere ciò che vuole. Amara ironia. società democratica che mi sembra esser diven- Riflessioni un po' libere per verificare quanto ci sia da stare allegri per il futuro Volendo fare l'avvocato del diavolo potremmo tato drammaticamente sempre più attuale. di Alberto E. Galvan trovare retorico l'umanismo un po' ingenuo di La denuncia delle "dannose conseguenze che quei vecchi film quanto i moderni effetti scenici? l'attuale regime industriale e finanziario ha sulla Direi proprio di no; la differenza la fa appunto realtà dei metodi e dei fini democratici" (p.107 ), ell'ormai remoto 1988 la marina mi- ma anche di risate, d'amore e, a volte, di leg- quella parola che in nome dell'essere umano la cui lungimiranza siamo andati tristemente ve- litare statunitense testò un missile gerezza. Bastava saltare allegramente nella cerca di tenere insieme le parti che lo compon- rificando, e soprattutto quel richiamo alla "fiducia harpoon con sistema di autoguida. Il buca lasciata da un bomba per sentirsi scara- gono. Pezzi che sono sempre più esplosi e sem- nell'uomo 'comune' [che] non ha altro significato missile sbagliò bersaglio ed andò a manticamente al sicuro: "Più nessun pericolo bra ormai quasi impossibile poter reincollare. se non di esprimere quell'intimo e vitale legame N Per chi si chiede da dove ci venga tanta difficoltà fra democrazia e natura umana" (p.143), fanno colpire un innocuo mercantile indiano di passag- all'interno. Sbrigatevi signori e signore. Qui siete gio facendo un morto oltre ai vari danni. al riparo, ve lo garantisco. Metà prezzo per i mi- a fare tesoro dell'esperienza e a saper quindi del suo messaggio (trascurato al punto da non Incidente messo a tacere, naturalmente. litari e gratuito per le ragazze". Gli aspetti nega- cambiare rotta direi che la situazione attuale non essere stato più ristampato in Italia dal 1953) Che gli addetti ai lavori avessero imparato la tivi della guerra erano la distruzione e la morte - offre né risposte né molti spunti per essere l'indicazione di quella che, a mio parere, è l'uni- lezione ? La ricerca tecnologica verso armi che mai gratuitamente esibite - ma anche, e a pari ottimisti. C'è chi rileva sinistre costanze e simi- ca via di salvezza. abbiano sempre meno bisogno del controllo merito, la fame dei civili e il fatto che "non larità ideologiche e psicologiche addirittura con il Quell'indifferenza "da parte del genere umano umano - perché gestite dall'intelligenza artificiale bisogna lasciare le donne da sole; non è una quindicesimo e sedicesimo secolo. La Riforma per la qualità delle sue opinioni", quella "letargia - avanza senza posa. Potrebbero essere più buona cosa". Alla fine il messaggio è che "siamo ci avrebbe abituato all'idea di libertà e di autono- quanto ai metodi che turbano vecchie opinioni", "precise" e salvare la vita dei civili, ci dicono. tutti colpevoli": tutti responsabili di qualche mia, ma anche alla certezza che la natura il fatto "che desideri e conoscenze esistano in Questo nella migliore delle ipotesi: qualora non manovra errata sulla stessa barca. Sempre del umana è malvagia e l'individuo impotente ed compartimenti separati e non comunicanti" ci potesse essere nessun errore, né in partenza 1930 All'ovest niente di nuovo di Milestone. irrilevante. Ne conseguiva la necessità per l'indi- (p.159) rischiamo di pagarlo sempre più caro. né nello svolgimento dell'azione. Ma se già la Consacrato, dall'inizio alla fine, a denunciare viduo di subordinarsi ad un potere esterno. Non Non abbiamo un po' troppo dimenticato che "tutti mente umana può errare non possiamo certo come la pomposa retorica della guerra nascon- solo, "allora come oggi un vastissimo settore i movimenti decisamente progressisti e liberali illuderci che la tecnologia sia guidata da Dio. Il da una sola e ben squallida realtà: quella che della popolazione vedeva il suo tradizionale dubbio nasce appunto dal fatto che i sistemi l'individuo è diventato "carne da macello". Un modo di vita minacciato da mutamenti rivo- operativi possano operare autonomamente ed macello in cui il singolo è non solo deprezzato, luzionari dell'organizzazione economica e automaticamente nella ricerca del bersaglio. ma anche deresponsabilizzato perché plagiato sociale; era soprattutto la classe media, come Certi missili possono già volare per centinaia di dai cattivi maestri. Paolo, nella trincea, dopo oggi, a esser minacciata dal potere dei monopo- miglia manovrando in autonomia e senza nes- aver accoltellato a morte il soldato nemico che li e dalla forza superiore del capitale (…) sun contatto radio con la base, per non essere era saltato dentro per ucciderlo, preso dall'or- accrescendo il sentimento di solitudine e irrile- scoperti dai radar. A questo punto l'impossibilità rore dice, quasi come una preghiera: "Tu eri un vanza dell'individuo". Fromm, Fuga dalla libertà, d'intervenire per variazioni o per correggere uomo come me ed io ti ho ucciso, perdonami 1941 (p.35). errori sopravvenuti non comporta complicazioni camerata; dimmi che mi perdoni. Ah sei morto! Son passati ottant'anni, ma basta sostituire 'ca- che finiscono con il moltiplicare il rischio di con- Tu stai meglio di me ora; hai finito; non possono pitale' con 'mercato e finanza', 'individuo' con 'in- flitti: vedi Afganistan, Irak e dintorni? Da notare, tormentarti più ora. Oh Signore, perché ci hanno teri strati sociali' o magari anche 'intere Nazioni' cosa particolarmente allarmante, che si dà per costretto a questo; noi due volevamo solo ed il discorso continua ad essere drammatica- sicuro, a sentire i giornali almeno, che qualsiasi vivere; perché ci hanno spinti l'uno contro l'al- mente attuale. Certo, soprattutto nel nostro obiettivo sulla faccia della terra, anche singola tro?". Certo non riusciamo ad immaginare una paese, la politica ha fatto di tutto per di- persona, potrebbe già ora essere individuato e frase del genere in film più recenti: da Platoon samorare ed allontanare il cittadino dall'esigere colpito "chirurgicamente" grazie alla supervi- ad American Sniper per esempio; pur ammet- il controllo effettivo della vita pubblica. sione dei satelliti. tendo che tentano, a volte anche esplicitamente, Ma il cittadino s'è lasciato fare per la ragione di Fra i vecchi film rispolverati per il centenario un approccio critico. E nemmeno in altri come cui sopra: una sorta di penitente accettazione della Grande Guerra mi è capitato di vedere Poll di Kraus o La France di Bozon. L'intento del destino cui già ci è capitato di accennare? Fronte dell'ovest 1918 di Pabst (1930). La guer- critico vi è, nel migliore dei casi, sfumato ed "E' duro intraprendere la via della democrazia - ra vi risulta un insieme assurdo e drammatico, intimizzato fino a diventare indiretto; più di fre- scrive Dewey nel 1939 - E' la via che impone il ma nel quale c'è ancora tutta la dimensione quente sparisce dietro effetti speciali sempre più maggior peso di responsabilità sul maggior umana. Anzi a ben vedere il tema centrale sono vistosi. Spesso accade addirittura che i dettagli numero di esseri umani"; Libertà e cultura gli sconvolgimenti che la guerra arreca alla 'forti' siano esibiti fino alla nausea; probabil- (p.149). dimensione umana appunto. Amici e nemici uniti mente fino ad anestetizzare ogni reazione, e a Sappiamo quanto trovasse illegittima la di- nello stesso fronte: fatto della stessa sofferenza, qualsiasi proposito. Resta solo lo spettacolo stinzione tra forze economiche e forze morali;

10 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GUERRA: DALLE STELLE ALLE STALLE 11 dei tempi moderni si sono basati sull'opinione meno piccole, nessuna di per sé letale, ma per "Storia e natura ci sono diventate altrettanto può sperare sia rispettato il diritto umanitario che l'azione sia determinata dalle idee"? (p.160). la maggior parte irreparabili, soprattutto nella estranee, nel senso che l'essenza dell'uomo non quando è l'insieme del diritto internazionale che Ogni singolo cittadino dovrebbe saper esigere misura in cui diventeranno troppe per essere può più essere compresa con le loro categorie. è sbeffeggiato" (p.58) "Il diritto è una merce. che "la democrazia è un modo di vivere" (p.150), affrontate singolarmente. Nel corso di tale D'altronde l'umanità (…) è oggi diventata un Un'autorizzazione non viene più data, viene il suo modo di vivere. Vale a dire che giorno processo, le diverse parti del tutto tenderanno fatto inevitabile (…) ha in effetti assunto il ruolo venduta. Gli aiuti umanitari, prima di poter dopo giorno, dettaglio dopo dettaglio, dovremmo sempre meno ad incastrarsi l'una con l'altra, precedentemente attribuito alla natura o alla sto- servire alle vittime, devono ripagare i boia" saper rifiutare le contraddizioni e le aporie, per- attriti di vario tipo prolifereranno e conseguenze ria (…) implica che il diritto di ogni individuo ad (p.60) E così, sempre più di frequente, "aiutan- ché anche le scelte cui viene attribuito un sem- inattese si propagheranno seguendo concate- appartenere all'umanità, dovrebbe essere ga- do una parte del sistema, si agisce sulla sua plice e circoscritto "significato pratico, hanno un nazioni causali sempre più misteriose (…) Alla rantito dall'umanità stessa. Non è affatto certo economia d'insieme" e si finisce con allungare lo valore morale (…) L'abitudine prevalente è tut- fine, la miriade di rimedi provvisori concepiti per che questo sia possibile. Perché (…) questa stato di guerra invece di abbreviarlo. Senza con- tavia quella di presumere che un evento sociale gestire la crisi sul breve periodo crollerà sotto il idea trascende l'attuale sfera del diritto inter- tare che l'aiuto non protegge le popolazioni civili, non implichi valori che si debbano preferire e per peso dei disastri quotidiani prodotti da un ordine nazionale (…) Per giunta, questo dilemma non anzi le espone (pp.156/8-164-200) cui si debba combattere, ma piuttosto qualcosa sociale ormai preda di una confusione profonda sarebbe eliminato dalla creazione di un governo "L'instabilità politica è un segno: lo Stato- di predestinato dalla costituzione della natura e anomica". Nell'economia della stagnazione mondiale (…) I crimini contro i diritti umani (…) nazione nel terzo mondo ha molta difficoltà ad umana. Questa assunzione è fonte di seri mali "diminuendo la crescita e aumentando i rischi, la possono sempre venir giustificati con l'affer- imporre la propria legittimità a dei gruppi che in sociali" (p.131). lotta per la sopravvivenza si farà più intensa (…) mazione che diritto è quanto è bene o utile per il teoria dovrebbe riunire. E questa dinamite so- Se poi la scienza "non è capace di sviluppare si andrà alla ricerca di modi sempre nuovi di tutto, tenuto distinto dalle sue parti" ( Le origini ciale diventa tanto più difficile da maneggiare delle tecniche morali che determinino anche sfruttare la natura, estendere e rendere più del totalitarismo pp.410/13/14) che il contesto internazionale si incarica di se- queste relazioni [degli esseri umani], la divisione intenso l'orario di lavoro e favorire la finanza cre- Ogni richiamo all'attuale globalizzazione eco- minarvi i suoi tizzoni ardenti. Due fatti con- della cultura moderna diverrà così profonda che ativa (…) una stagnazione accompagnata da nomica e alle masse di profughi ci pare tribuiscono a fare dei conflitti interni dei problemi non soltanto la democrazia ma tutti i valori della bolle speculative come una guerra di tutti contro doveroso. Nelle ultime righe già la Arendt sem- internazionali: l'intangibilità delle frontiere e la civiltà saranno condannati. Questo almeno è il tutti intervallata occasionalmente da momenti di brava estendere la sorte degli ebrei ad intere rivalità Est-Ovest" (pp.273/4). Vogliamo, quando problema. Una cultura che permette che la panico collettivo" (pp.166-8) fasce del nostro mondo e delle nostre società. al recente, ricordare l'Ucraina ? E poi una frase scienza distrugga i valori tradizionali, ma che La tesi - ormai famosa - dell'economista e soci- Poche pagine prima aveva scritto "Quanto più i particolarmente inquietante, se pensiamo ora non ha fiducia nel suo potere di crearne di nuovi ologo tedesco è che il capitalismo mondiale popoli si conoscono, tanto più sono restii a con- alla Siria: "Americani e Sovietici diffidano dei è una cultura che sta distruggendo se stessa. La applicandosi, da almeno quattro decenni, a di- siderarsi uguali, tanto più indietreggiano inorridi- conflitti spontanei ed incontrollati fra Stati" guerra è un sintomo, oltre che una causa, di struggere le forze sociali che gli si contrap- ti di fronte all'ideale di umanità". Che settant'an- (p.278). Più oltre addirittura rinforza: "La diplo- questa divisione interna" (p.178). ponevano, ha distrutto ciò che lo obbligava a ni dopo sia sempre più vero? mazia umanitaria non è un'alternativa all'azione E' evidente che la fondatezza di tali timori l'abbi- darsi delle regole, una sua struttura e dunque Il sospetto viene leggendo quanto scrive J.C. militare, ma un suo complemento: un tipo di amo verificata sulla nostra pelle, ma non è sem- una stabilità. Sarebbe così caduto in una sorta Rufin, cofondatore di Medici Senza Frontiere, in arma adatto a dei territori particolari " (p.313). pre più drammaticamente urgente che serva a di bulimia paranoica, in un declino morale che La trappola umanitaria (1993), a proposito degli Le istituzioni internazionali benefiche le vede farci cambiare rotta? "Affermare che il problema "può ben essere ricollegato al suo declino eco- aiuti umanitari che Stati, associazioni e privati, "ridotte a ruolo di croupiers". Possiedono spes- è di carattere morale equivale a dire che alla fine nomico, nella misura in cui la lotta per acca- riversano sempre più abbondantemente sull'u- so delle vere e proprie banche che - nell'igno- dipende dalla scelta e dall'azione personale" parrarsi le ultime opportunità di profitto si fa di manità in sofferenza. "Il movimento umanitario è ranza dei donatori - farebbero attività finanziaria (p.174). "La democrazia deve cominciare a casa giorno in giorno più violenta trasformandosi in un il vero vincitore della Prima Guerra Mondiale. Ne come tutte le altre. Senza contare che gli aiuti propria, e la sua casa è la comunità vicinale (…) saccheggio di proporzioni inaudite" ( Come finirà esce carico di mezzi, ma anche di illusioni. (…) sono spesso usati per influenzare i conflitti. Ne Un armonico accordo fra estese attività che pre- il capitalismo 2014 ). I pionieri degli aiuti umanitari sono consci di fare risulta un fenomeno correlato: la febbrilità media- cludono contatti diretti e attività intensive di rap- "Ci siamo accorti - scriveva Hannah Arendt nel appello alla parte migliore dell'uomo per com- tica nel raccogliere fondi esplode nel caso di porti di comunità è urgente per la democrazia" 1948 - dell'esistenza di un diritto ad avere diritti batterne la parte peggiore: la guerra e le cata- un'urgenza; spinge il cittadino alla cattiva (p.185). Un fattivo trait d'union fra valori ed ( e ciò significa vivere in una struttura in cui si è strofi. (…) Nel 1922, le campagne russe sono coscienza e a dare sul momento, ma poi gli per- azione sarebbe già nell'esigere, a 'casa propria', giudicati per le proprie azioni e opinioni ) solo colpite dalla morte. (…) Per la prima volta, gli mette ( prudentemente, direi ) di dimenticare; in coerenza fra ciò che sappiamo essere vero e ciò quando sono comparsi milioni di individui che lo aiuti sono oggetto di un ricatto politico in grande sostanza lo abitua al disimpegno (pp.293/4/7- che accettiamo. Tanta pubblicità e, soprattutto, avevano perso e non potevano riacquistarlo a stile, il quale prende in ostaggio sia una popo- 307), mentre, va da sé, sarebbe l'esatto con- tanto spirito pubblicitario che pervade l'arte, la causa della nuova organizzazione globale del lazione e quelli, in America ed altrove, che vor- trario a servire: una dettagliata e strutturata politica e più ancora la comunicazione, non mondo. Questa sventura non derivava dai noti rebbero soccorrerla. Ci sono già tutti gli elemen- visione d'insieme ed un'azione capillare e con- sarebbero drasticamente ridimensionati? In par- mali della mancanza di civiltà, dell'arretratezza e ti di ciò che troveremo più tardi, cioè oggi, in tinua. Per questo dovrebbe esistere l'ONU. Già, ticolare nel caso in cui la pubblicità riempisse la della tirannide; e non le si poteva porre rimedio certe figure della diplomazia umanitaria (…) Il se non continuasse ad essere più che mai vero funzione di colmare - per coloro che hanno perché non c'erano più sulla terra luoghi da 'ci- movimento umanitario si è trovato a confrontar- che malgrado una posizione superiore a quella bisogno di un'autorità esterna - il vuoto di cre- vilizzare', perché, volere o no, vivevamo ormai si per la prima volta con qualcosa che aveva degli stati, è ridotto all'impotenza a causa della denze teologiche oramai entrate in crisi! realmente in un 'unico mondo' ". sino ad allora ignorato: la cattiva fede" (p.39-40 ). pesante collegialità. "Diretto da delle istanze Quanto alla prospettiva socio-economica nel Credo che potrei variare la continuazione del I fatti che, nella sua lunga carriera, ha rilevato internazionali eteroclite con interessi divergenti", mondo globalizzato Streeck prevede che "l'inte- testo originale dicendo che solo perché l'uma- negli anni 70 e 80, li abbiamo purtroppo visti l'ONU finisce col restare "una mostruosa buro- grazione sociale sembra irrimediabilmente com- nità è ormai completamente organizzata, la ripetersi tali quali nel Corno d'Africa, nel Medio crazia che ha letto Montesquieu a modo suo, promessa e lo stesso dicasi per l'integrazione perdita, pur graduale, dello status sociale si può Oriente e poi in Libia. "Il diritto inciampa sempre poiché durante la pace si dà il meno da fare pos- sistemica. Lo scenario cui molto probabilmente identificare con l'espulsione dell'idea di umanità più contro l'irrazionale e la violenza. Le amba- sibile e durante la guerra si procura i maggiori andremo incontro col passare del tempo è quel- stessa. Osservazione terribile che la stessa sciate vengono attaccate, i diplomatici rapiti, le vantaggi possibili" (p.318). lo di un aumento costante di disfunzioni più o Arendt motiva scrivendo qualche pagina oltre convenzioni rinnegate senza vergogna. Come si Che al povero singolo cittadino resti, come dice-

12 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GUERRA: DALLE STELLE ALLE STALLE 13 vamo, il solo impegno coerente e testardo nel sopravvivenza è legata alla vitalità di queste cul- tro tutte quelle componenti che ci spingono alla quotidiano? Nei primi anni cinquanta la Arendt ture" Il ritorno del Principe (2008). L'incremento distrazione e alla passività, dall'altro contro la 1915-1918 denunciava che "l'atomizzazione sociale, del sapere è l'unico strumento che permette, da disperazione di poter incidere in modo efficace. l'estrema individualizzazione, la disorganiz- sempre, di non subire ed anzi di scalzare l'or- Mi chiedo se non si tratti pur sempre, duemila e LA GRANDE GUERRA zazione, l'astensionismo, portano a rifiutare vin- dine tradizionale, mentre il pensiero confuso è trecento anni dopo, di sfuggire alla suddivisione coli e doveri sociali (…) La combinazione di intrinsecamente statico e perciò conservatore. aristotelica fra uomini racchiusi nel mondo della credulità e cinismo era stata caratteristica della Dobbiamo allora guardare con allarme ad una quotidianità: uomini 'passivi' o meccanici perché NEL CINEMA mentalità della plebe prima di diventare un società che cura sempre meno il livello culturale la loro vita si limita a rispondere alla necessità fenomeno quotidiano di massa. dei propri componenti. Le persone - lo sappiamo immediata ed uomini 'attivi' perché vivono nel LA GRANDE ILLUSION “In un mondo [quello degli anni trenta] in conti- ormai sino alla noia - si possono tanto più facil- mondo dei fini che si sono scelti e delle attività Regia: Jean Renoir nuo mutamento, e sempre più incomprensibile, mente manipolare attraverso gli incantesimi per perseguire tali fini. Allora c'è da temere che Francia, 1937 le masse erano giunte al punto di credere tutto e della pubblicità, il lavaggio del cervello, la diffu- la guerra futura sarà piuttosto contro il rischio di Nel 1916 due aviatori francesi vengono rinchiusi in una niente, da pensare che tutto era possibile e sione di false notizie o il chiacchiericcio politico cadere in quella sorta di disperazione che è il fortezza tedesca. Stringono amicizia con l’ufficiale niente era vero" (op.cit.pp.439-526). che va nelle direzioni più disparate e ci perde nel relativismo assoluto: autodistruttivo per la civiltà. Sono parole che si adattano drammaticamente labirinto. E guarda caso, causa o conseguenza Si è molto giocato sino ad ora sulla polivalenza comandante del posto ma, nonostante il rapporto di re- alla situazione di oggigiorno. Avremmo fatto che ne sia, ci risulta sempre meno facile tener del concetto di razionale, ma oramai i rischi che ciproco rispetto che si instaura, dovranno confrontarsi davvero ben poca strada, anzi staremmo peri- presente che i nostri atteggiamenti verso le altre si corrono di distruggere le possibilità di man- con la triste realtà della guerra. colosamente regredendo se dovessero avere persone poggiano più su una carica emozionale tenere un buon livello di società civile, degli Magnifica parabola pacifista, il film mostra come le affinità ragione quanti sostengono che, nel mondo occi- e su pregiudizi emotivi che non sui nostri equilibrati rapporti internazionali e soprattutto di sociali si manifestino malgrado le barriere nazionali. dentale, si è andati verso una maggiore atteggiamenti verso i fatti e le cose i quali sono conservare l'ambiente fisico in cui viviamo sono “Quello scenario mi permetteva di insistere su una teoria democrazia e distribuzione della ricchezza solo necessariamente più realistici; da qui le difficoltà globali. E' su tale piano che urge ridefinire i no- che mi è sempre stata cara, rivela Jean Renoir. Forse gli nei primi quindici o vent'anni del secondo a prendere le misure che ne dovrebbero con- stri fini ed i valori e le strategie indispensabili a uomini non si distinguono per nazionalità, ma per cate- dopoguerra e subito dopo le forze del capitali- seguire. Forse è per questo che la scienza - realizzarli. Nessuno può ormai più credere che gorie lavorative. È ciò che facciamo che costituisce la smo più becero sarebbero ripartite all'attacco. come conoscenza dei fenomeni - e la cultura in la guerra risponda a primordiali istinti aggressivi, nostra vera nazione.” Scarpinato scrive che "tutti questi fenomeni generale risultano scomode. repressi ma incancellabili o a ideali di patriot- regressivi sono solo il sintomo di un fenomeno Purtroppo, per il singolo individuo, anche quel tismo; la prova ne è che nessun popolo o DIE FRAU UND DER FREMDE più complesso che potremmo definire la piccolo impegno nel quotidiano, per comportare nazione si cimenta più in una guerra contro il destatalizzazione e il ritorno del popolo delle scelte efficienti, necessita di vera conoscenza e proprio vicino. Sono tutte guerre fatte da grup- (La signora e lo straniero) tribù. Lo Stato democratico di diritto (…) è una di severa coerenza. Vale a dire che si può puscoli di specialisti che si combattono per inter- Regia: Rainer Simon sofisticatissima creazione delle culture della prevedere per ognuno di noi una ben dura guer- posto paese da sacrificare. Già questo ba- Germania (Rdt), 1984 modernità - illuminismo e liberalismo - e la sua ra da combattersi su due fronti: da un lato con- sterebbe a togliere a tali conflitti ogni credibilità. Due prigionieri tedeschi sul fronte russo durante la Prima Magari proprio quest'aspetto potrebbe diventare Guerra Mondiale. Richard racconta a Karl di sua moglie un punto di forza per la società civile. Anna. Karl sogna la donna, riesce a fuggire e ritorna in Dovremmo prendere la globalizzazione in con- patria spacciandosi per il marito di Anna. Quest’ultima, tropiede, rimproverarle le sue aporie e utilizzare, ritenendo il marito morto in guerra, accetta il legame con per costruire il mondo a venire, quel suo ritardo lo sconosciuto. Ma Richard non è morto e un giorno si rispetto a se stessa, rispetto alla propria pretesa ripresenta. "razionalità". Lacuna che si può rilevare in vari Il film è il terzo adattamento cinematografico del raccon- ambiti e non solo in quello dei valori sociali. Non to di Leonhard Grank “Karl e Anna” del 1927 e nel 1985 solo, ad esempio, non abbiamo ancora un ha vinto l’Orso d’Oro al Festival del Cinema di Berlino, esercito globale, ma nemmeno europeo; non dei sindacati globali, ma nemmeno europei; per non unico film prodotto nella ex repubblica Democratica parlare di regolamenti globali contro l'inquina- Tedesca ad aver ottenuto questo riconoscimento. mento. Non vedo alternative su cui basare la ALL QUIET ON THE WESTERN FRONT ricostruzione di quello spirito democratico per (All’Ovest niente di nuovo) cui non si fa ad altri ciò che non vogliamo sia Regia: Lewis Milestone fatto a noi stessi. Quello spirito che mette in USA, 1930 primo piano ogni individuo in sé quale fonte di Germania, agosto 1914. La guerra è stata dichiarata. Un diritti e non il mercato, meno che mai quello professore nazionalista esorta i suoi alunni ad arruolarsi. della guerra. Battaglia lunga e senza speranza La disillusione sarà amara. La caserma, i sorprusi, lo spie- di vincere la guerra - soprattutto se risultasse tato addestramento sotto il comando del feroce vero che le oligarchie economiche preferiscono Himmelstoss. Il primo contatto con il fuoco sarà atroce. la distruzione del globo ad una semplice limi- tazione dei loro poteri - ma senza alternativa per Il più famoso dei film pacifisti e antimilitaristi, adattato dal la barca mondiale sbattuta da marosi che già la romanzo di Erich Maria Remarque, pubblicato nel 1929. fanno scricchiolare più che mai. Oscar per il miglior film nel 1939. (continua)

14 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GUERRA: DALLE STELLE ALLE STALLE 15 Trascorriamo giorni e giorni tutti uguali, ma ad un tratto senti una voce, LETTERA DAL FRONTE che grida: ''All'attacco!''. A questo grido tutti escono e l'artiglieria comincia di Gaia Colli a sparare, qualcuno finisce sul filo spinato, altri combattono corpo a corpo, Scuola Secondaria di I grado di Auronzo di Cadore, classe 3° B. Docente Carmen Martignoni molti muoiono. Alla fine chi è sopravvissuto torna in trincea, i morti vengono Il testo è stato premiato per l'immediatezza comunicativa della forma epistolare, l'efficacia descrittiva dell'ambi- lasciati là. entazione storica, la sensibilità dell'autrice nell'affrontare tematiche relative alla guerra con uno sguardo al ruolo Molti soldati sono giovanissimi, come me, e non pensano ad altro che alla salvifico dell'arte. La giuria ha apprezzato anche l'originalità del capovolgimento della lettera e la maturità con famiglia; si chiedono se torneranno a casa sani e salvi e perché devono com- cui il soldato rinuncia a raccontare la propria sofferenza trasformando un messaggio di dolore in uno di confor- to per la madre che ha un figlio in guerra. battere contro altri giovani. Alcuni, nelle ultime settimane, si sono procurati persino delle ferite per evitare la prima linea; si sente dire che molti hanno abbandonato la postazione, anche se le punizioni per chi diserta sono terri- bili. LETTERA DAL FRONTE Sul fiume Somme abbiamo combattuto per mesi, conquistando e perdendo Finalmente! Dopo tante settimane passate in prima linea sulla Somme ho avuto qualche giorno di licenza, troppo pochi, però, per tornare a casa. Con i miei compagni siamo venuti a Montdidier, una terreno: noi da una parte, i tedeschi dall'altra. I combattimenti più duri piccola città nelle retrovie. Tutto ci sembra bellissimo, rispetto a quello che abbiamo appena lascia- sono iniziati ai primi di luglio, in piena estate e sono proseguiti fino a poche to al fronte. Percorrendo le viuzze del centro, ho scoperto per caso lo studio di un pittore. Incuriosito settimane fa. Con l'arrivo dell'autunno le trincee si sono riempite a poco a sono entrato: i suoi quadri mi hanno colpito soprattutto per i loro colori; ho deciso di farmi fare un poco di acqua e di fango, rendendo le nostre condizioni di vita ancora più ritratto, voglio essere raffigurato proprio lì, nel suo studio. Tra pochi giorni sarà pronto, lo manderò terribili… a mia madre con questa lettera. Smetto di scrivere. Davvero voglio che mia madre legga queste cose così terribili? Non può essere Montdidier, 20 novembre 1916 questa la lettera che accompagnerà il mio quadro. Prendo un nuovo foglio e ricomincio a scrivere… Cara mamma, avrei voluto trascorrere a casa con tutti voi questi pochi giorni di licenza, ma Montdidier, 20 novembre 1916 sarei potuto solo arrivare per poi dover subito ripartire. Cara mamma, Mi trovo a Montdidier, poco lontano dalle nostre prime linee; la guerra va tuo figlio in licenza ha avuto avanti da anni, non so più da quanti ormai, perché ho perso la cognizione una strana idea, quella di man- del tempo. Non so quando potrò tornare a casa, ma nel frattempo ho fatto darti, tramite un amico, un una cosa che ti sembrerà strana : mi sono fatto raffigurare da un pittore nel quadro: mi vedrai dipinto in suo studio, in compagnia di tanti altri quadri. mezzo a tanti altri quadri, sicu- L'artista, che ho scoperto girovagando per le viuzze del paese, ha trovato ramente farò la mia bella figura insolita la mia scelta ; molti si rivolgono a lui per farsi fare un ritratto, qual- appeso alle pareti del nostro cosa che li raffiguri più da vicino, altri preferiscono una fotografia, che li salotto! rappresenti così come sono, ma io ho preferito essere immortalato cosi, in Qui va tutto bene. Non credere a mezzo a tante altre immagini: paesaggi, persone, scene di vita quotidiana... quello che ti raccontano sulla immagini di pace e non di guerra. guerra : c'è molta esagerazione. La tela la affiderò ad un amico che è stato ferito e prolungherà la sua licen- Si tratta certamente di un con- za a casa ; mi ha promesso che, appena gli sarà possibile, verrà a trovarti e te flitto duro, ma siamo ben adde- la porterà. strati ed equipaggiati, pronti ad Siamo ormai in novembre e incomincia a fare freddo, ancora di più a causa affrontare il nemico e a fare la dei vestiti bagnati e sporchi che spesso portiamo addosso per settimane. nostra parte, proprio da veri La vita al fronte è fatta di momenti convulsi, attacchi improvvisi, ritirate francesi. rapide, ma trascorriamo anche molti giorni senza fare niente, in una logo- Ma non voglio parlarti di guerra. rante attesa. L'atmosfera è pesante: abbiamo sempre davanti a noi la vista Ti racconterò, invece, di come ho dei cadaveri, che vengono lasciati là , nella ''terra di nessuno'', in attesa di conosciuto il pittore che ha fatto poter essere portati via. Si sentono le grida strazianti dei soldati feriti, che il quadro e che cosa ha pensato aspettano con ansia una medicazione e pregano Dio di poter tornare a casa. della mia strana idea...

16 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 LETTERA DAL FRONTE 17 CLUB ALPINO ITALIANO RICONOSCERE LA BELLEZZA RICONOSCIMENTO DELLA BELLEZZA IN COSTITUZIONE Intervengo in rappresentanza del Presidente generale del Club Alpino Italiano Umberto Martini. La IL CAI ADERISCE ALLA PROPOSTA DI LEGGE DI MODIFICA COSTUZIONALE Proposta di Modifica Costituzionale è un atto di principio e dovere verso le generazioni future che già ci vede, come CAI, impegnati nella nostra quotidiana attività sociale a servizio delle Terre alte e delle popolazioni che le abitano. Nella giornata di oggi al Castello di Udine ha preso il via la manifestazione "Riconoscere la Fra le tante attività che svolgiamo sul territorio c'è il sostegno alle attività scientifiche e didattiche Bellezza", dedicata al valore della Bellezza come elemento costitutivo dell'identità nazionale. E' per la conoscenza di ogni aspetto dell'ambiente montano e ogni iniziativa orientata alla protezione intervenuto, in rappresentanza del Presidente generale del CAI Umberto Martini, il Presidente del ed alla valorizzazione dello stesso, attraverso l'operato dei nostri organi tecnici nazionali e territo- CAI Friuli Venezia Giulia Antonio Zambon. Udine, 9 ottobre 2015 Il Club alpino italiano ha aderito riali. Per noi i monti sono un richiamo per la bellezza dei paesaggi, delle esperienze alpinistiche, ufficialmente alla Proposta di Legge di Modifica Costituzionale 2401/14 sul riconoscimento della per il fascino della conoscenza, della scoperta e per la storia delle popolazioni che vivono in mon- Bellezza in Costituzione. Il contenuto della Proposta riguarda l'aggiunta all'Art. 1 della Carta tagna. La conservazione, la salvaguardia e la promozione di tutto il patrimonio della nazione è un Costituzionale del seguente comma: "La Repubblica riconosce la bellezza quale elemento costitu- atto di principio e di dovere. tivo dell'identità nazionale, la conserva, la tutela e la promuove in tutte le sue forme materiali e Nell'articolo 1 dello Statuto il Club Alpino Italiano, già più di 150 anni fa definiva in modo inequivo- immateriali: storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche e naturali". cabile il suo ruolo che ha: "per scopo l'alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo Il CAI, a seguito della richiesta pervenuta lo scorso giugno dall'On. Serena Pellegrino, prima fir- studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale". mataria della Proposta, ha aderito in quanto impegnato da sempre nella tutela e nella valoriz- Nei corsi di formazione riservati ai soci e agli organi tecnici, i riferimenti alla tutela sono parte della zazione dell'ambiente montano e della cultura delle popolazioni che vivono nelle Terre alte. didattica. Commissioni Scientifiche e di Tutela dell'Ambiente Montano sono organi integrati nel CAI "La conservazione, la salvaguardia e la promozione di tutto il patrimonio della nazione è un atto di ai vari livelli, nazionale e locale come gli Organi Tecnici che ci insegnano l'andar per monti in principio e di dovere nei confronti delle generazioni future, e il Club alpino italiano, con la sua glo- sicurezza. Diversi i documenti interni quali il Bi-decalogo sono per il CAI principi e approcci condi- riosa storia e con l'impegno che lo contraddistingue nella tutela e nella valorizzazione dei territori, visi nei confronti del territorio; comportamenti etici e culturali rivolti ai soci, ma anche alla Comunità. delle genti e della civiltà della montagna del nostro Paese, ne è il simbolo e attivo testimone". Il riconoscimento sottoscritto anche dall'Italia per l'applicazione della Convenzione delle Alpi e da Queste le parole con le quali l'On. Serena Pellegrino ha motivato la richiesta. L'adesione ufficiale noi sostenuto, può diventare uno strumento valido per garantire un futuro di vita e di crescita alle è avvenuta nella giornata di oggi a Udine, presso il Salone del Parlamento del Castello, in occa- popolazioni che vivono in montagna. I suoi protocolli e le dichiarazioni fra le quali Popolazione e sione della prima delle tre giornate di "Riconoscere la Bellezza", una serie di appuntamenti e Cultura, possono aiutare a promuovere un futuro dove, l'equilibrio fra la necessaria e dovuta sal- incontri dedicati al valore della Bellezza come elemento costitutivo dell'identità nazionale. In rap- vaguardia dei territori e il l'importanza dell'economia locale, diventano obiettivi che garantiscono la presentanza del Presidente generale del Club alpino italiano Umberto Martini, è intervenuto il Bellezza dei luoghi che poi è qualità della vita e risorsa economica rivolta alle giovani generazioni. Presidente del CAI Friuli Venezia Giulia Antonio Zambon. "La Proposta di Modifica Costituzionale Ogni piccola azione può andare in questa direzione: così l'impegno volontario dei nostri soci sul veicola principi che, come CAI, perseguiamo da sempre nella nostra quotidiana attività sociale a territorio con la manutenzione dei percorsi diventa un supporto utile. L'accordo siglato CAI-MIUR e servizio delle Terre alte e delle popolazioni che le abitano", ha dichiarato. "L'operato dei nostri applicato in diverse Regioni (anche la nostra FVG) con l'Ufficio Scolastico Regionale, riconosce il organi tecnici nazionali e territoriali riguarda attività scientifiche e didattiche per la conoscenza di ruolo strategico del CAI. Permette un'attività di informazione verso i giovani nelle scuole pubbliche ogni aspetto dell'ambiente montano e iniziative orientate alla protezione e alla valorizzazione dello e paritarie. stesso". Possiamo quindi parlare loro della Bellezza promovendo la frequentazione della montagna a par- La Proposta di Legge di Modifica Costituzionale 2401/14, sottoscritta da oltre 120 parlamentari tire dalle nostre esperienze di educazione culturale, ambientale, sociale e solidale nella la comu- appartenenti ai vari schieramenti, può essere visionata integralmente sul sito della Camera dei nità di oggi e per quella di domani, stimolare entusiasmo e riconoscere il valore della Bellezza. Deputati a questo link: http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0026690.pdf Ciò rende più viva la voglia di crescere in un paese che è bello, che ha un'identità e risorse umane Per maggiori informazioni sulla manifestazione "Riconoscere la Bellezza": positive. Antonio Zambon Presidente CAI FVG http//bellezzaincostituzione.it Udine, 9 ottobre 2015 uno dei tanti laghetti lasciati dagli antichi ghiac- apre per riversare dal petto squarciato (in realtà GLI OCCHI DELLA MONTAGNA ciai. L'acqua era ancora gelata, la superficie era il grande becco aperto) il nutrimento ai piccoli. di Franco Vaia coperta dai resti dell'ultima nevicata e Marino Ma la sua ricchezza intellettuale istintiva, innata, rimase a bocca aperta per la scena che gli si gli consentiva di accrescere una forma di cultura presentava: attraverso la rigida superficie ben più profonda, ricca, articolata in maniera icordava quando da ragazzino saliva fossili che tanto lo affascinavano da sempre. innevata compariva una serie di orme indubbia- quasi eclettica, alimentata da tutto ciò che quo- per le cenge a cercare quelle strane Non se ne rese conto se non dopo alcuni anni, mente appartenenti ad una mamma orsa, tidianamente sperimentava disquisendone solo cose che qualcuno gli aveva detto ma con questo suo andare per sentieri, detriti e poiché, mentre queste procedevano in linea con se stesso. Naturalmente continuava la sua R essere conchiglie antichissime. roccette divenne inconsciamente un perfetto retta ad attraversare il laghetto, attorno ad opera di dipendente falegname, eccellendo Dapprima aveva pensato che lo volessero pren- conoscitore di quasi tutte le montagne che con- esse si snodavano le piccole orme di un orsac- anche in questo con grande soddisfazione del dere in giro, poi il parroco gli aveva spiegato finavano la valle, ma anche di alcune che stavo chiotto costruendo un artistico percorso sinuoso mastro bottaio, ormai anziano, che gli voleva un come stavano le cose e dovette credere. E ne fu al di là dei limiti oro-idrografici, sia verso nord sia fatto di archi e di cerchi, che dimostravano la gran bene e lo spingeva a fare lavori complicati ammaliato: ma come, sulle sue montagne verso sud. La differenza stava nel fatto che gioia del piccoletto nel trotterellare accanto e per committenti danarosi o comunque importan- altissime, ripidissime, durissime, una volta c'era andando a sud sconfinava in Italia, mentre attorno alla madre. Marino arrivò a pensare ti, come il comandante militare della piazza in il mare? Ma va là! Eppure il don lo aveva con- vivendo nel suo Trentino automaticamente risul- qualcosa di ancor più profondo: l'orsacchiotto cui ricadeva il loro paese. Costui era un serissi- vinto, quei monti erano fango del fondo marino, tava cittadino austriaco. Non pose mai mente a era felice anche per il fatto di essere immerso in mo Oberstleutnant viennese, di nobile famiglia, con bestiole che giravano e si rintanavano e tale distinzione; sulle montagne, tra i boschi, in quello splendido angolo di natura che in quel quindi danaroso, che si dilettava nell'arreda- morivano e restavano sepolte in quel fango, che mezzo alle bestiole che giravano libere momento era solo per sé e per la rassicurante mento della sua provvisoria dimora con oggetti, divenne roccia e ne imprigionò i resti e sbucò dal ovunque, lungo le creste panoramiche per lui figura che lo accompagnava e lo proteggeva. vale a dire mobili di varia utilità e collocazione, mare e fu montagna. Accidenti, che storia. non esisteva confine: i fossili, i fiori, gli alberi sta- Doveva essere così e Marino si sentì felice ed rigorosamente fatti con i legni del territorio e Decise di verificarne i contenuti e la veridicità. vano di qua e di là da quella grossa linea trat- appagato, condividendo intensamente il benes- soprattutto modellati dai migliori artigiani locali. Così ogni estate, quando era un po' più libero teggiata a crocette, che sulle carte topografiche, sere di quello che doveva essere un meravi- Che erano in numero limitato, almeno quelli dagli impegni scolastici, se non da quelli imposti a lui ignote, segnava i limiti di Stato. Qualcuno lo glioso fagotto di folto pelo bruno sbuffante per veramente bravi: tra essi l'Oberstleutnant intuì dalla famiglia contadina, saliva per quei ghiaioni pose sull'avviso, ma non se ne preoccupò, l'eccitazione. Il giovane non ebbe più simili Marino come più che promettente, lo incaricò di e per quelle cenge, solo, sicuro, come un camo- poiché nel suo girovagare non aveva mai incon- esperienze, anche se sapeva che gli orsi, pur diversi lavori importanti, ma soprattutto lo scetto baldanzoso, a cercare quelle strane cose. trato una divisa, di un colore o dell'altro. Solo rari, vagavano per quei monti; non ne desidera- annotò come utile elemento da istruire per il Ne riempì, col tempo, la sua stanzetta e il don boscaioli, cacciatori, bracconieri, raccoglitrici di va più di tanto l'incontro, ma in cuor suo sentiva Corpo del Genio una volta arruolato. ogni tanto gli diceva i loro nomi e, felice, li scrive- erbe, pastori e cervi, camosci, caprioli. che amava quelle bestie al punto di credere che Tuttavia Marino in qualche modo fu nel contem- va con l'inchiostro nero del banco di scuola su A nessuno di costoro interessava il concetto di poteva discendere non tanto dalle scimmie, po fortunato e decisamente sfortunato: il colon- quadratini ritagliati dalla gialla carta-paglia che confine. come aveva detto il maestro a scuola, quanto nello, parlando con i valligiani e con lo stesso il macellaio gli regalava. Cercava anche di E piano piano accadde quello che doveva gio- piuttosto dall'orso. Per molti particolari che lo Marino scoprì i suoi interessi e le sue capacità di impararli a memoria, ma non era facile. E poi, coforza accadere: si trovò a percorrere tracce convincevano in tal senso, soprattutto se parag- alpinista innato, ma soprattutto ne intuì le capa- per dirli a chi? Così passarono alcuni anni, sempre più fuori mano, percorsi sempre più onava i plantigradi ai suoi compaesani. cità di osservatore attentissimo dei dettagli del durante i quali si fece un forte giovane che si impegnativi, vie sempre più ripide e sempre da Ciò che fu sostanziale per la sua vita fu territorio. adattò a fare, oltre che il contadino, anche il solo. Godendo dei silenzi, ma anche dei rumori comunque l'intensa frequentazione di quei Non ci volle molto perché il giovane rag- boscaiolo. soffusi del bosco e della montagna. Si era quasi luoghi che allora erano scarsamente visitati, giungesse l'età prevista per l'arruolamento e, Cosa che gli impedì per molto tempo di soddi- trasformato in un animaletto della foresta, vi si come lo fu la necessità di spostarsi con atten- volente o nolente, si trovò in testa un cappello sfare le sue curiosità naturalistiche e i fossili aggirava senza far rumore istintivamente e sem- zione, in assoluta sicurezza, con gesti e movi- da Cacciatore delle Alpi, K. und K. Alpenjäger! restarono a impolverarsi sullo scaffale che pre più spesso accadeva che si trovasse, girato menti precisi allorché affrontava superfici roc- Bello finché si vuole, ma lui, un trentino aveva costruito apposta per loro. l'angolo di un sentiero, faccia a faccia con un ciose ripide, spesso alquanto difficoltose, talora purosangue, si sentiva alquanto a disagio nella Fortunatamente fu preso in simpatia per la sua capriolo, un gallo cedrone, una volta addirittura decisamente pericolose. In altre parole divenne tenuta da Reale e Imperiale Cacciatore delle vivacità intellettuale semplice, ma decisamente un cervo. Si guardavano stupiti e smarriti, uno un espertissimo conoscitore dei luoghi ed un Alpi. Un colpo feroce alla intolleranza di vincoli e interessante, dal mastro bottaio del paese, che più emozionato dell'altro, poi uno scatto e l'ani- altrettanto imbattibile arrampicatore solitario. al desiderio di astrazione nella natura più selva- lo accolse a bottega. Era un falegname esperto, male spariva ed egli era felice di quell'incontro Era partito alla ricerca dei resti fossili degli abi- tica. Avrebbe voluto disertare e arruolarsi con gli che si era fatto una cultura presso artigiani che nel suo cuore sperava sempre di fare e che tanti dell'antico mare, era passato alla Alpini. Il giovane però aveva anche imparato, tirolesi e carinziani, imparando il mestiere in tutti infatti sempre più spesso accadeva. Solo con i conoscenza degli attuali abitanti dei boschi e sia lavorando sia arrampicando, che la disci- i suoi dettagli e con tutti i trucchi che ne fecero camosci la cosa si faceva difficilissima, poiché delle crode, era diventato un cercatore di plina esteriore e soprattutto interiore, è fonda- man mano un esperto riconosciuto come tale per lo più essi stavano a quote alte, sopra il limi- momenti e luoghi in cui sentirsi sempre più mentale per la sicurezza personale, per la stes- anche al di fuori della sua valle. Fu così che te degli alti fusti e lo vedevano invariabilmente immerso nel silenzio del Creato. La sua cultura sa sopravvivenza in qualsiasi ambiente e per Marino poté avere lavoro, ma anche tempo arrivare, anche se silenzioso come sempre. materiale gli veniva dall'aver frequentato scuole tanto si adattò rapidamente alle rauche direttive libero per le sue passeggiate tra le curiosità L'incontro che tuttavia più lo affascinò, anche se elementari con un maestro di quelli tosti: un pel- impartite dall'Unterfeldwebel durante la quotidia- offertegli dalla natura, andando a cercare sem- non diretto, e probabilmente per sua fortuna, licano, diceva il don, riferendosi alla figura mito- na massiccia razione di istruzione militare. pre più avidamente, nei pomeriggi domenicali, i avvenne in un inizio di primavera sul bordo di logica del maestoso e generoso uccello, che si Durante questa poco sopportabile tortura venne

20 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GLI OCCHI DELLA MONTAGNA 21 I luoghi del sacro convocato nell'ufficio del comandante, che, affliggeva l'idea di sparare su conterranei nati guarda caso, era lo stesso Oberstleutnant, pas- appena di là dal confine; lo rallegrava l'essere I KAPITIÉI sato di grado e dunque Oberst, già conosciuto a stato prescelto, in base alle proprie attitudini, a di Paola De Filippo Roia suo tempo. Costui lo accolse cordialmente, si fare l'esploratore, spesso solitario, lungo i rilievi informò del suo stato fisico e morale e pian al di là dei quali il cosiddetto nemico si stava piano gli espose il progetto che riguardava la organizzando. sua persona: si era ormai in stato d'allerta per i Quella mattina stava appunto ricordando tutte uronzo, come tutta la vallata cadorina è ricca di elementi di un passato permeato di fermenti sempre più vivaci che si percepivano queste cose, gli passavano davanti agli occhi spiritualità, reliquie di una fede che un tempo animava e contrassegnava l'esistenza negli Stati periferici dell'Impero, ci si aspetta- luoghi, momenti, eventi vissuti nel passato più o A degli abitanti della montagna. vano atti terroristici anche gravi, si temeva di meno recente ed era tranquillo. Anzi, era felice, Ottimi manufatti di una inventiva artigianale, raramente riscontrabili in altri settori, sono sparsi un po' dover fare, o forse subire, una dichiarazione di poiché aveva attraversato un bosco ben noto e ovunque: all'incrocio di vie, lungo i sentieri, sulla facciata di campanili o sulle porte di stalle abban- guerra. I primi tempi sarebbero stati essenziali stava salendo su un solido pilastro che gli donate, si possono scorgere segni di pietà che fanno riflettere su particolari aspetti della vita di un per ottenere un successo, quindi conoscere i avrebbe consentito di sbucare ben protetto sulla tempo quando l'unico sostentamento, per la maggior parte delle famiglie auronzane, proveniva dai movimenti tattici e strategici del potenziale nemi- cima del massiccio e quindi dominare la valle frutti dell'avara terra, oppure dall'aiuto del familiare emigrato per lo più oltre oceano, quando una co era importantissimo. "Le tue caratteristiche ti posta a meridione in territorio italiano. Ma la roc- famiglia era considerata ricca se proprietaria di una mucca. Generalmente sono frutto non della rendono assolutamente idoneo a far parte delle cia era mutevole, un potente strato di materiale volontà del singolo, ma di una ristretta comunità, spesso quella della contrada, segno di una forte pattuglie di esploratori da sparpagliare lungo il più friabile lo costrinse a deviare e ad aggirare lo coesione e solidarietà. Un tempo la religiosità era vissuta come significato della vita e - nello stes- confine, ma anche al di là del confine, per spigolo del pilastro in cerca di qualcosa di più so tempo - stimolo all'operosità. ottenere le informazioni necessarie". resistente per procedere in sicurezza. Appena al Nonostante le ristrettezze economiche, ogni famiglia concorreva con il proprio contributo, sia nel- Marino si sentì gelare: girare per le montagne, le di là lo percorse un fremito di gioiosa sorpresa, l'acquisto del materiale, che nel mettere a disposizione le proprie braccia. sue adorate montagne, al solo scopo di spiare per un attimo pensò alla scena dell'orsacchiotto Spesso un kapitél veniva eretto a ricordo di grazie ricevute... ex voto pronunciati in occasione di gente come lui e magari proprio in quelli che sul lago gelato: sotto di lui, a un paio di centina- calamità, quali un'epidemia che poteva colpire persone o bestie, una frana, un'alluvione, una valan- ormai considerava i suoi territori. In silenzio ia di metri, spiccava un occhio ceruleo incassato ga, come una preghiera per ottenere guarigioni o protezione del Santo invocato, per sconfiggere le ascoltò le istruzioni, le raccomandazioni, gli tra i massi alla fine del canalone. Un laghetto tante paure che tormentavano la popolazione di un tempo, la devozione ai Santi, alla memoria di elogi del comandante e fu congedato con la mai visto prima e ora lo ammirava da lassù, tra qualche particolare avvenimento triste o felice. assicurazione che sarebbe stato un ottimo gli scarponi attaccati alla roccia, ed era mera- Non sono frutto di una particolare architettura rispondente a criteri urbanistici ma manifestazioni di esploratore. E accadde Sarajevo e scoppiò viglioso. La montagna lo stava guardando, forse un'arte popolare in connubio con la pietà attiva e spontanea, senza pretese, ma scaturite da davvero la guerra. anch'essa lo stava ammirando per la sua ele- devozioni popolari che sembrano privilegiare i temi della morte e del peccato. L'unica cosa ganza ed audacia, forse lo voleva vicino. La roc- Per decenni i kapitiéi sono stati tappe obbligate nel corso delle "rogazioni", processioni che si che lo rasse- cia, che invece non era attaccata agli scarponi, tenevano in primavera con lo scopo di benedire la terra e pregare perché la stessa concedesse renava cedette ed egli volò come un angelo ed in quel abbondanti messi, o luogo di celebrazione dei "fioretti" nel mese di maggio. parzialmente volo ebbe il tempo di sentirsi felice, perché quel- Essi racchiudono anche il folklore, le feste, i costumi delle povere genti. in quella follia lo era ciò che aveva sempre desiderato dentro E' importante la tutela, la conservazione e la cura di queste opere perché esprimono non soltanto mondiale era di sé ed ora si realizzava e lo riempiva di sere- la fede, ma anche la storia, le gioie, le speranze della vita quotidiana delle popolazioni di un tempo. il pensiero nità: stava cadendo tra le braccia della sua ado- Così ha scritto il cardinale Gianfranco Ravasi: "Cerchiamo di salvare dal degrado e dall'oblìo una di che forse la rata montagna dagli occhi azzurri. queste cappelline o un'edicola sacra posta sulla strada. Sono segni non solo di fede, ma anche di sua terra Non lo trovarono più. Solo un'aquila reale e una vita, di morte, di dolore, di speranza, conficcati nel cuore della nostra moderna distrazione e super- sarebbe tor- coppia di corvi imperiali si rallegrarono di quei ficialità. Potrebbero essere ancora uno spazio di pace, un asilo quieto dell'anima". nata definiti- resti. Anni dopo, a guerra finita e quasi dimenti- Pur non essendoci alcuna particolare ricerca storica, ma notizie vaghe ed imprecise, di seguito vamente a cata, un pastorello e le sue capre, andando a elenchiamo i kapitiéi che arricchiscono il nostro paese, con l'augurio che possano divenire richiami parlare nella bere, si imbatterono in quel mucchietto di ossa e eloquenti all'impegno del silenzio meditativo. propria lingua cenci celato tra i massi attorno al laghetto. Radio - Cima Gogna: dedicato a Sant'Antonio da Padova; - gli erano scarpa attraversò la valle e giunse al paese di - Strada statale tra Cima Gogna ed Auronzo: S. Apollonia - protettrice per il mal di denti; giunte notizie Marino: dai pochi oggetti personali incon- - Via dell'Angelo: dedicato all'Angelo, ricostruito recentemente; sulla proba- fondibili, sparsi accanto ai miseri resti, riconob- - Via dell'Angelo: dedicato a Sant'Antonio; bile dichia- bero il caduto e gli dedicarono esequie solenni. - Via Cella: dedicato alle Anime e a San Lorenzo - voto a seguito di un incendio; razione di Quando la gente entrò in chiesa per la cerimo- - Piazza Rizzardi: dedicato alla Madonna di Lourdes; guerra e sul- nia ebbe una sorpresa, che zittì l'inevitabile bru- - Via dello Stadio: dedicato a Maria; l'uscita dalla sio e diede molto da pensare a quei semplici - Via Corte: dedicato a Sant'Antonio - ricostruito in seguito allo spaventoso incendio del 1914; Triplice montanari e contadini: sulla bara, accanto al - Via Pais: dedicato a San Fermo; Alleanza da cappello piumato dell'alta uniforme di Cacciatore - Via Ajarnola: dedicato a Sant'Osvaldo; parte imperiale, una mano sconosciuta aveva depo- - Via Ajarnola: dedicato alla Madonna; dell'Italia; lo sto un cappello da Alpino. - Via Alpini: dedicato alla Madonna della Seggiola;

22 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 I KAPITIÉI 23 - Località Foletto: dedicato a Maria di Fatima - costruito in seguito ad una frana; - Località Riziò: dedicato alla Madonna; NEVE E SCI NEI MANIFESTI DEL CINEMA - Località Riziò: dedicato a San Valentino - protettore della paura; - Via Pause: dedicato a Gesù Misericordioso; - Bivio per la val da Rin: dedicato a San Francesco; Il cinema ci ha offerto centinaia di immagini del più noto sport invernale, lo sci: curve nella neve polverosa, salti, - Località Pian de Sera: dedicato alla Madonna di Caltagirone. capitomboli, paesaggi romatici, scenari eroici, attimi di comicità o di grande agonismo. Fotografie, disegni e rap- presentazioni grafiche che riportano alla mente film che hanno fatto la storia del cinema, un’interminabile flirt tra la macchina da presa e l’andar per monti con gli sci ai piedi, un’innegabile intreccio di immagini suggestive. E’ una grande pagina di storia. Il Capitello di S. Antonio da Padova a Cima Gogna

A Cima Gogna, dove un tempo si affronta- I cadorini hanno sempre riservato una L’ “arte bianca” è stata, forse, imprigionata nella pellicola, per la prima volta, da Arnold Fanck nel va la "valle" che porta in Comelico, si può grande devozione per questo Santo. Un 1913, sulle nevi di Davos e del in visitare il capitello dedicato a Sant'Antonio tempo, spesso con mezzi di fortuna, molti si Die Erstbesteigung des Monte Rosa- di Padova. E' una costruzione semplice con recavano a Padova - città del Santo - per (La prima salita del Monte Rosa- all'interno un altarino intarsiato in legno, pregare, talvolta per grazia ricevuta a Punta Dufour). Con Fanck, dietro la macchina con la classica immagine di sant'Antonio seguito di un voto. da presa, c’è Sepp Allgeier, uno dei più grandi con in braccio il Bambin Gesù. Per tanti, era l'unica occasione della vita operatori di montagna nella storia del cinema. Il nome di battesimo di Sant'Antonio è per uscire dal Cadore. La stessa troupe firmerà nel 1927 Der grosse Fernando. Nasce a Lisbona verso il 1195. Molto conosciuto un aneddoto divenuto Sprung (Il grande salto). Non è un film di sci, o Giovanissimo sceglie la vita religiosa, proverbiale: due cadorine si recano a almeno non solo, anche se il manifesto li fa calzare a ufficiali e gentiluomini e perfino ad una unendosi ai francescani, affascinato dai Padova a piedi, chiacchierando lungo tutto capra. loro messaggi. Gira per il mondo a predi- il percorso di andata e ritorno. Giunte a Lo sci è invece il protagonista assoluto nel primo care il Vangelo; con parole semplici e con- casa si lasciano ma, non avendo finito di DER GROSSE SPRUNG lungometraggio di Fanck, Das Wunder des 1927 vincenti riesce a penetrare nei cuori della raccontarsela, si ripromettono di riprendere Schneschuhs (Le meraviglie dello sci), del 1929, gente. Dopo molteplici viaggi, si stabilisce a la conversazione nella prossima occasione vera e propria opera ideologica che doveva san- sulla neve anche campioni italiani, o Padova, ritirandosi in un romito dove muore di incontro... cire la definitiva vittoria, sui pendii bianchi comunque diventati famosi in Italia, come Leo nel 1231. Riconosciuti numerosi miracoli, dell’Europa continentale, della scuola Gasperl e Giuseppe Pirovano, oltre alla guida ben presto viene proclamato Santo. La città Notizie tratte anche dal calendario del 2006, ideato in dell’Arlberg, e quindi degli insegnamenti di Luigi Carrel. ladino dagli alunni della Scuola primaria di Villapiccola di Padova Gli dedica una imponente basili- Hannes Schneider, nei confronti della tecnica Tra i film di Fanck non va poi dimenticato, - Auronzo. sciistica norvegese. Ci resta un manifesto me- almeno per il titolo immaginifico, Der weisse ca, meta di devoti provenienti da ogni parte raviglioso, risolto da Fennetzer con un efficace Rausch (Ebrezza bianca), del 1931, un remarke del mondo a chiedere la grazia al "Santo". stile espressionista. di Das Wunder des Schneeschuhs - denunciato La classica immagine propone un giovane Con queste premesse, erano successi annun- fin nel sottotitolo: Neue Wunder des Scheeschu frate che nella mano destra porta un giglio ciati anche gli altri film di argomento più o meno - ma girato con mezzi ben più sofisticati. Le immacolato e con la sinistra regge un libro esplicitamente sciistico in cui Trenker era coin- spettacolari discese - un fotogramma finì addirit- sul quale posa il Bambin Gesù. volto: Der Sohn der weissen Berge (I cavalieri tura in un’opera di Salvador Dalì, La mélancolie La sera del 13 giugno, giorno della sua della montagna) regista Mario Bonnard e festa, è stata ripristinata la tradizione di sceneggiatore Nunzio Malasomma, del 1930, recarsi al capitello di Gima Gogna per rimontato nello stesso anno anche per il mercato to francese con il titolo Les chevaliers de la mon- recitare la tredicina. Infatti la devozione ha tagne: oppure Der Verlorene Sohn (Il Figliol origine dalla convinzione popolare che il prodigo), del 1934 - premiato a Venezia l’anno Santo conceda ogni giorno, ai suoi devoti, seguente per «l’opera straniera eticamente più ben tredici grazie, anche per il fatto che la significativa»; Liebeesbriefe aus dem Engadin Sua festa cade il giorno tredici, numero che (Lettere d’amore dall’Engadina, in Francia per Suo merito porta fortuna. Hymme à la neige), del 1938, che più degli altri Un'antica credenza attribuisce a risente, fin nel manifesto di Richter, della lezione Sant'Antonio anche il potere di ritrovare “sciistica” di Fanck; e Im Banne des Monte oggetti cristiani smarriti. Lo si invoca con Miracolo (Monte Miracolo), uscito in Italia nel ‘43, prima della guerra, tutt’e tre diretti e inter- una particolare preghiera: il "si quaeris". DAS WUNDER DES SCHNEESCHUH’S pretati dal divo sudtirolese. Quest’ultimo schiera 1922

24 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 NEVE E SCI NEI MANIFESTI DEL CINEMA 25 DER SOHN DER WEISSEN BERGE LES CHEVALIERS DE LA MONTAGNE 1930 1930 Miss Helyett Liebesbriefe aus dem Engadin Hymne a la neige (pieghevole francese) 1933 (manifesto tedesco) 1938 (Liebesbriefe aus dem Engadin) 1938 gâteuse des chiens comme une vertigineuse Pure Trenker, suo malgrado, venne trascinato Con la guerra gli sci diventano un accessorio addirittura un Oscar, nello svizzero La dernière descente en ski - vennero realizzate con ben sul mare delle Spitzbergen da Bonnard e importante dell’equipaggiamento militare. Era chance o Die letzte Chance (L’ultima speranza) quattro cineprese in simultanea. Nella pellicola, Malasomma per Der Ruf des Nordens (Legione stato così anche per il primo conflitto mondiale. di Leopold Lindtberg. «Un film formidabile», assieme a Schneider e a «cinquanta dei migliori bianca o Sole di mezzanotte) ispirato alla vicen- Sullo schermo la montagna ridiventa teatro di promette il manifesto, grandioso nella sua ica- sciatori internazionali», recita anche la da del dirigibile Italia e, più in particolare, alla passioni violente: La neige sur les pas, del 1941, sticità, con il gruppo stracciato dei partigiani che Riefenstahl, nell’insolito ruolo d’una villegiante tragisca spedizione di Amundsen. di Berthomieu e La valse blanche, realizzato da si trascinano, sulla neve, inseguiti sullo sfondo che impara a sciare: «La parte» racconta nella Nel 1933, Miss Helyett. di Hubert Bourlon e Jean Stelli nel 1943. I disegni dei manifesti, dagli efficienti militari tedeschi sugli sci. La pelli- su autobiografia, Memoiren, «mi era assai poco Jean Kemm porta sullo schermo Josette Day, molto scarni e decisamente lontani dal tratto cola, effettivamente, non ha un suo ruolo impor- congeniale, tuttavia rappresentava un’occa- campionessa francese di sci: il professor multicolore delle licandine dei decenni succes- tante nella storia del “cinema in bianco”. Il sione per racimolare altro denaro per la mia Amithson pretende che la figlia Helyette sposi sivi, mostrano volti dolenti, celati da neri mantel- soggetto, tratto da un romanzo di Richard Bella maledetta». l’uomo che ha fotografato le sue mutande, li, lontanissimi da certa spensieratezza delle Schweizer, la recitazione, le riprese tra le nevi Non potevano mancare, fra i primi titoli dedicati uscite allo scoperto in una caduta sciistica. pubblicirà cinematografica americana. delle Alpi svizzere ne fanno un capolavoro del allo sci, quelli sulla grande avventura polare. Nel 1941, in un film di George Cukor, Two-faced Ma sull’Europa incombe la catastrofe. primissimo dopoguerra. Capolavoro solitario, in La spedizione Nobile avrà nel 1928 un suo do- Woman (Non tradirmi con me), la Garbo sfoggia, Nel 1946 Arbe Mattson otterrà a Cannes il “pre- quegli anni e nei seguenti, per quanto riguarda il cumentario ufficiale (con relative foto pro- ad Aspen, uno stile perfetto - giura la pubblicità - mio per la pace” al primo festival di Cannes e nostro tema e nei seguenti. mozionali dell’Istituto L.U.C.E.). senza controfigura.

LES CHEVALIERS DE LA MONTAGNE La spedizione Nobile - La partenza dalla baia del Re (foto Istituto L.U.C.E.) La neige sur les pas La valse blanche 1930 1928 1941 1942

26 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 NEVE E SCI NEI MANIFESTI DEL CINEMA 27 I Cavalieri della montagna di Severino Casara, nel 1949, nulla hanno a che fare con il quasi omonimo film di Bonnard: si tratta sostanzial- mente di un documentario sportivo dedicato alle Dolomiti, firmato dal Cantore di Emilio Comici e interpretato fra gli altri dalla guida Angelo Dimai. E così Vertigine bianca di Giorgio Ferroni, del 1956, non va confusa con l’ebbrezza dello stes- so colore, di Fanck, ma è la pellicola ufficiale delle olimpiadi invernali di Cortina. Nel ‘59 arriva Alberto Sordi con Vacanze d’inverno.

Vertigine bianca Dernière chance 1956 1946 Vacanze d’inverno Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà 1959 1969 Se Soldati nel ‘51 ha battuto la pista, è Camillo zione, rispettivamente, in La saetta nera (1958) Mastrocinque che mostra qui i migliori virtuosi- di Hans Grimm e Grande slalom per una rapina smi, complice il ragionier Moretti, rovinato al (1972) di George Englund. Una finestra sul cielo Grand Hotel di Cortina per fare colpo su (1976) di Larry Peerce è l’ennesima vicenda Eleonora Rossi Drago. Con loro Vittorio De Sica, d’amore e malattia, sulla scia del successo pla- maître d’hotel che accetta in pegno l’utilitaria di netario di Love Story. Sordi per pagare il debito astronomico: 120mila E venne infine 007. lire di whishy, altrettante per il completo da scia- Ci prova, con ottimi risultati, una prima volta in tore, 80mila per le orchidee. Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà Scenari analoghi, ma trama centrata sulla solita (1969) di Peter Hunt e interpretato da George malattia guarita da sole, neve e abbondanti Lazenby. Gli esterni vennero girati quasi esclusi- gocce di passione, per Un amore senza fine vamente a Sankt Moritz e Interlaken. In Solo per (1958) di Luis Knaut e Mario Terribile. i tuoi occhi (1981) di John Glen con Roger Per fortuna, dalla metà degli anni ‘60 arriva sullo Moore. Lo ritroviamo in Agente 007 - Bersaglio schermo un ventaglio di piccoli capolavori nei mobile (1985) ancora di Glen che nel 1987 quali lo sci è parte integrante della trama: Gli dirigerà Timothy Dalton in 007 - Zona pericolo. eroi del Telemark (1965) di Anthony Mann, Per Non saranno forse dei capolavori, i film bondia- favore non mordermi sul collo (1967) di Roman ni, ma è innegabile che costituiscono una pre- Polanski, Donne in amore (1970) di Kenn senza non trascurabile, nella storia del film Russel. Il fascino di Marlon Brando, infine, uffi- d’azione. ciale nazista pentito in I giovani leoni (1958) di Edward Dmytryk, rimane inalterato anche su un *Queste note sono state tratte dalla presentazione di paio di sci. Leonardo Bizzaro del volume “SNOW & SKY. Neve e sci nei manifesti del cinema” edito dal Museo Nazionale della Cavalieri della montagna Di Toni Sailer e Jean Claude Killy ricordiamo più Montagna “Duca degli Abruzzi” - Club Alpino Italiano - Sezione 1949 volentieri i loro gesti al traguardo che la recita- di Torino, 1997.

28 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 NEVE E SCI NEI MANIFESTI DEL CINEMA 29 LA CAMIGNADA, UN’EMOZIONE PER LA VITA di Franco Martin

a Camignada è senza dubbio, per gli appassionati della mon- L tagna, la più affascinante, anzi si può dire il top delle manifestazioni. Negli anni 1975-1985 le corse o le marce in montagna erano considerate Per me è stata un’esperienza le cenerentole del podismo. unica. Rimane un bel ricordo. In quegli anni venivo in ferie in Rossana De Begnach 1988 Cadore, anche accompagnato dai miei nipoti. In particolare, la prima Nonostante la fatica, i crampi, le vesciche... eravamo tutti entusiasti dell'esperienza fatta, domenica di agosto era mia abitudine ci sentivamo come dei "Leoni". recarmi in Auronzo per assistere all'ar- Lì per lì pensavo che quella fosse stata solo un'avventura, una parentesi della vacanza in Se vuoi vincere “non ti curar di lor ma guarda rivo dei partecipanti alla Camignada montagna, invece fu solo l'inizio perché venne costituito un Gruppo Sportivo che aveva e passa” Dante. Midollini Graziella 1989 nella Piazzetta della Rotonda. come obiettivo principale di partecipare ogni anno alla Camignada. Un anno siamo riusci- Mai avrei pensato che un giorno vi ti a coinvolgere ben sessantacinque persone. avrei preso parte anch'io. La Camignada è per tutti, agonisti, amatori, camminatori: la più gratificante delle manife- Nel 1986, prima di partire per le con- stazioni in montagna, vuoi per il paesaggio che ci circonda e che fa strabuzzare gli occhi, suete ferie in Cadore, proposi scher- vuoi per le tante amicizie che si fanno lungo il percorso. zosamente ai miei nipoti di parteci- Io vi ho preso parte per dieci anni, e ogni volta mi è sembrato come se fosse la prima per- pare alla Camignada, convinto che mi ché ogni anno scorgevo qualcosa di nuovo che non avevo mai notato. avrebbero preso per matto. Con un Un giorno ho chiesto ad uno dei miei nipoti, che si era presentato alla partenza per la ven- inaspettato entusiasmo, invece, ac- ticinquesima volta consecutiva, quale fosse il motivo di tutte quelle partecipazioni. Mi cettarono la mia proposta. Addirittura rispose: "Per me è come un richiamo. Malgrado tutta la fatica è la sfida di arrivare entro il invitarono altri quindici loro amici e tempo che mi sono ripromesso, è voler riuscire a vedere ogni volta qualcosa di nuovo, è amiche di età tra i dodici e i diciotto voler gustare quello spettacolo meraviglioso che solo la natura ci può offrire". anni. La Camignada mi ha dato molte soddisfazioni sia come partecipante che come spettatore. Non sapevano a cosa andavano Ho provato grande soddisfazione e gioia quando ho avuto l'onore di vedere giungere Certo per vincere bisogna partecipare. Per me è incontro e sinceramente non lo sape- soprattutto importante vincere. Danila Moras 1997 prime al traguardo alcune donne, nonché amiche e, poi... quei due secondi posti ottenuti vo neanche io. Non l'avevo mai fatta e da un ragazzo. né pensavo di farla dal momento che Sono passati tanti anni e la Camignada ha fatto passi da gigante grazie al CAI che ha ero in convalescenza. Ma i ragazzini saputo e sa tuttora gestirla molto bene. mi 'costrinsero' e li seguii. Penso che nessuno abbia goduto Ai giovani lancio un appello: parteci- dello spettacolo di quei meravigliosi pate, è un'occasione da non perdere, panorami; la fatica, infatti, si faceva scoprirete cose mai viste, vi farà sentire... contavamo i rifugi superati e sognare. giunti all'ultimo rifugio, il Caducci, pen- savamo che Auronzo fosse ormai a portata di mano. In realtà eravamo ancora a metà del percorso. Arrivati alla spicciolata, aspettando Essere ancora ricordata mi fa Vengo dal mare. Ma la montagna mi ha ammaliata. l'arrivo degli altri compagni d'avventu- piacere. Poter vincere poi mi sembra ancora oggi un sogno. ra, ognuno raccontava la propria 'bra- Maria Teresa Tieppo La mula triestina Valentina Bonanni 1995 - 1996 vata'. 1984 - 1980 - 1981

30 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 LA CAMIGNADA: UN’EMOZIONE PER LA VITA 31 con durezza, ma correttamente. sussurrato dalle voci di corridoio: no al confine GRADO: UNTERJÄGER Si mette ad aiutare il fratello Marino (nonno dello con l'Italia, sì alla Galizia sul confine con l'impero di Franco Vaia scrivente), mastro bottaio, che lavora anche per russo, che suggerisce rogne infinite per i soldati le cantine tirolesi, ma non è cosa per lui, anche italiani dell'impero asburgico. Mandati di propo- perché lo spirito del tempo è tale che un sito lontani dai confini con l'Italia, a farsi ammaz- i certo Bèpele, il solito diminutivo di della preda tra muschi e humus di conifere trasporto di tini con il carro a Innsbruck dura un zare dai mongoli, dai tartari o chi diavolo fos- Giuseppe alla tedesca, non aveva senza mai fallire, anche quelle dell'astuto e for- mese, poiché al primo paese dopo quello di sero. Non era il caso di spararsi in un piede, grossi problemi ad andare fino a tissimo camoscio, che finiva per soccombere... partenza, Daiano, sono già in osteria. ormai era trucco vecchio e risaputo, né esisteva D Bolzano, dopo la licenza passata nei ed era carne da mangiare, da portare a casa e L'andazzo è improponibile per un uomo che ha malattia fasulla capace di fornire ricovero e poi campi da curare assieme a tutta la famiglia. Gli mettere in salamoia per l'inverno o per farne una girato le terre dell'Impero vestito spesso in convalescenza a casa. Era uno strazio acquat- dispiaceva solo lasciare la sua Val di Fiemme scorpacciata con amici e parenti dopo giorni e grande uniforme, che era una meraviglia, tarsi nelle trincee umide e gelide per non beccar- ancora una volta, specie per i suoi. settimane di polenta e formaggio. soprattutto il cordone con le nappine sulla spal- si una pallottola di Nagant o simile, pensando Era dura lassù, a quota 1200, trarre prodotti suf- E venne dunque la lunga leva per l'Impero. la sinistra e ancor più il cappello con quell'onda nel frattempo ai boschi innevati della valle natia: ficienti per sopravvivere, ma nessuno se ne era Bolzano e poi Innsbruck, poi in giro per Tirolo e di piume ammiratissimo dalla fanciulle più o quella neve familiare era certo uguale a quella in mai lamentato. Tra un cosa e l'altra, il bosco, le Carinzia, un periodo in Stiria. meno audaci che incrociavano attraversando i cui erano rannicchiati, ma sembrava, a pensar- bestie, la terra, insomma tutto ciò con cui e in cui Una volta, con tutto il I Reggimento Cacciatori paesi. la, più morbida e calda, più dolce e più amica, si trascorreva la vita e si occupava un posto Imperiali Tirolesi, anche a Vienna per una Purtroppo la soluzione a questo tormento è più accogliente. Follie della paranoia da trincea. davanti a Dio e agli uomini con dignità e quindi grande cerimonia. offerta, anzi imposta, qualche tempo dopo da un Qualcosa accadde un anno dopo. con fierezza. Tuttavia era sempre rilassato, stava sulle sue, evento, il più tragico mai ipotizzabile: l'assas- Le solite voci: si va al confine meridionale, gli Gli venne in mente quella volta che in osteria, amichevole con i commilitoni trentini, tranquillo sinio di Sarajevo il 28 giugno del '14. Richiamo, italiani tengono duro, anche troppo, in Val Vanoi. giocando alla morra, saltò fuori un coltello e con gli altri, comunque da sempre parlava divisa e via. Sulle coste della Valsugana, sul Lagorai ci si andò in giro un po' di sangue. Ma poco. Erano tedesco, soprattutto quello dialettale del Tirolo e Comincia una storia ben più impegnativa da scanna coscienziosamente per avanzare, da un tutti abituati ad una certa prassi, ma comunque quindi, non pretendendo troppo, era a suo agio. vivere e da raccontare. E senza una donna da lato, e per tener duro, dall'altro. Servono rinforzi, molti degli avventori si stupirono quando l'agita- Lo era soprattutto quando partivano per le lasciare a casa in lacrime, ulteriore sofferenza vi terranno d'occhio, ma vi manderanno dalle to si sedette e piantò il coltello sotto il tavolo, per esercitazioni in montagna. Tornava nel suo anche per un montanaro solitario come d'altro vostre parti. Che schifo. Solo per farci ammaz- sicurezza: l'ostessa bendò il ferito e il figlio partì mondo, tra i boschi e le bestiole di sempre. Si canto era Bèpele. Di nuovo a Bolzano, poi anco- zare meglio, diceva Radio scarpa. di corsa verso il capoluogo, due chilometri più a divertiva a gareggiare con i compagni nel salire ra Innsbruck, un po' di eserci- valle, a chiamare i gendarmi. Arrivarono, infatti, veloce i sentieri, nello scoprire per primo le pre- tazioni, istruzione, manovre ma, come sempre, era uno solo, di quelli con la senze nascoste, nel cogliere i bersagli con quel tanto per fare e infine in viag- piastra di acciaio sul petto e il Mauser sulla spal- fucile Mauser, che il sistema di caricamento gio verso il confine. la. Uno solo; entrò, guardò, senza una parola il Mannlicher rendeva un'ottima arma precisa e Quale? Voci di radioscarpa rissoso allungò i polsi alle catenelle e partirono affidabile. danno informazioni diverse, i verso il fondo valle, scambiando alcune frasi sul- Nel 1911, a Bolzano, gli venne consegnata la trentino-tirolesi sono sconcer- l'accaduto, come andassero a passeggio. medaglia del Giubileo con l'attestato che lo tati: qualcuno dice che Come dicono soprattutto a Trieste, l'Austria era autorizzava ad indossarla, avendo nel frattempo essendo vera guerra e per di un Paese ordinato e non si discuteva. Diritti, compiuto 12 anni e mezzo di servizio militare e più contro l'Italia, essi verran- doveri e rispetto. Diritto di essere tutelato come ottenuto il grado di Unterjäger - caporalmag- no mandati al confine orien- cittadino dell'impero, rispetto dalle istituzioni e giore). Alla fine di quell'anno torna a casa. tale dell'Impero, perché gli alti per le istituzioni e dovere di svolgere i servizi Tutto sommato è spaesato; parla di nuovo il suo comandi non si fidano di loro. che l'impero chiedeva. Quindi eccolo in divisa da dialetto fiammazzo, ma non sa che fare, vor- Scoramento generale. Cacciatore dell'Imperatore (Kaiserjäger, appun- rebbe emigrare, ma con chi e per dove non sa Certo, combattere contro i to). Gli veniva anche un po' da ridacchiare, per- bene. E per fare cosa, poi, visto che per tanti fratelli di sangue e di lingua è ché era stato ed era veramente un cacciatore, anni ha fatto in pratica l'armaiolo e mai con com- durissima cosa. Tuttavia, do- ma lo era sempre stato, regolarmente per molta piti di rilievo essendo comunque sostanzial- po tanti anni di corretto parte dell'anno, in qualità di bracconiere. Anche mente un Welschtiroler, cioè un tirolese servizio militare sotto le da ragazzo, anzi soprattutto in quel periodo straniero, in quanto trentino. Pertanto virtual- bandiere dell'Imperatore a- della sua vita in cui aveva un po' meno obblighi mente sospetto. Gli manca anche la disciplina vrebbero diritto ad un minimo e viveva più nei boschi che in paese e legava la imposta con giustizia e decisa severità dal suo di fiducia nel loro senso del vecchia doppietta - un ottimo tortiglione belga a Zügsführer e, incutendo ancor più sacro timore, dovere e dell'onore. Sarà cani esterni - sotto il ramo di un vetusto abete dall'Ober-leutnant. durissima cosa, ma quasi di rosso, abilmente mimetizzata. Ufficiali e sottufficiali gli avevano in effetti inse- istinto si sottometteranno al In realtà era abile nel fare tutte le cose che gnato a comportarsi da uomo onorevole, al di là concetto del zum Befel, agli riguardavano la vita solitaria: seguiva le orme di ogni provenienza, istruzione, cultura. Magari ordini! Invece è proprio come Soldati austriaci

32 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GRADO: UNTERJÄGER 33 Qualche reparto finisce nell'Isontino, ma per lo co, questo ormai non li impressionava più, ma ricordi e dalla tristezza instillata dal comporta- chiuso nei propri ricordi, forse lieti in parte, ma più sono in Veneto e in Trentino. Sofferenza un conto erano i russi sui Carpazi e un conto mento duro e indifferente dei responsabili della per il resto amari. Fece qualche tentativo per infinita, nel pensare che casa e famiglia sono là erano gli alpini veneti e trentini che ora stavano miniera, vedeva svanire dai volti l'espressione imbracciare ancora la sua vecchia, ma sempre sotto, talora a due tiri di Mauser. E non si può di fronte a loro. aperta e orgogliosa dei fiammazzi, sostituita da efficiente, doppietta; però desistette assai far nulla per rassicurare la propria gente, per Quel che più tormentava Bépele era il fatto che maschere di carbone altrettanto dure e indiffe- presto, poiché dopo gli anni passati in trincea e salutarla, per vederla anche di straforo, un atti- avendo guadagnato il grado di Unterjäger era renti. Non era questo che cercava nei boschi di poi ancora al fronte di scavo della miniera lo mo solo, giusto il tempo di versare una lacrima costretto a dare ordini ai suoi commilitoni, se Fiemme, non era questo che si aspettava di infastidiva terribilmente il rumore dell'esplo- insieme. Ma tant'è: il richiamo del zum Befel è necessario a ordinare di fare fuoco contro quegli realizzare compiendo con onore il proprio sione: gli richiamava troppe immagini di sangue, imperioso e la vita di un Kaiserjäger non gli altri disgraziati, solo perché erano di là, di fronte dovere di Kaiserjäger, non era questa la vita che troppe grida di dolore. Si mise a curare una appartiene più, è dell'imperatore, che, pur sem- e non di fianco a loro, pur pronunciando le sperava di vivere tornando italiano e veramente parte dell'orto della cognata Virginia; non provò pre con rispetto, ne fa quel che vuole. In quelle stesse parole, con la stessa cadenza, senza trentino e non più Welschtiroler. ad allevare animali da cortile, non poteva trincee d'alta quota, tra fumo e budella, il cervel- bisogno di traduzione. Aveva sperato che con il I quattro dollari guadagnati nella pancia del ucciderle dopo aver braccato splendidi animali lo si assopisce, si rifiuta di elaborare, di parteci- richiamo sotto le armi all'inizio del conflitto giacimento nero e puzzolente li spese in buona sui versanti boscosi. Ma doveva pur sopravvi- pare, si trincera dietro un cauto e lunghissimo sarebbe stato inquadrato di nuovo come soldato parte per pagarsi il ritorno e per comprare uno vere e le verdure non erano granché. Così ogni tempo di attesa. Che importa se Leonardo si ri- semplice, ma, come si è detto, l'Austria era un splendido orologio da tasca per il nipote Guido e tanto Jole, la moglie del nipote, lo vedeva com- balta con un foro nella testa, che importa se una paese ordinato, quindi fu fregato. partì, sordo alle parole dei compagni, che lo inci- parire al piano superiore dove abitava per scheggia sventra Guido detto il drago, che Tuttavia, quando era certo di non essere con- tavano a restare, a tener duro, nella speranza di chiedere un po' di farina bianca. Serviva per fare importa se un colpo ben diretto sgozza il cugino trollato dai superiori, evitava in ogni modo di qualcosa che neppure essi sapevano descri- un sughetto. Solo più tardi Jole si accorgeva che Candido? Tutto fa parte di un gioco che non ci esporre i suoi (e gli altri) a contatti diretti, proprio vere. era di nuovo sparito uno dei gatti che giravano appartiene, ma che giochiamo con impegno e per non dover dare l'ordine tanto odiato e temu- Comparve in Valle una sera, quando i suoi erano per la grande casa contadina. L'orgoglioso che peraltro non deve coinvolgerci, pena la to anche dai commilitoni: feuer, fuoco! Non era attorno alla povera mensa. La gioia di tutti gli Unterjäger aveva definitivamente deposto le pazzia. Così, fino alla fine, Bépele tiene duro e difficile. Si andava di pattuglia tra rocce, roc- restituì la capacità di sorridere, ma poi tornò armi. ne esce quasi integro, in apparenza, ma incon- cette, guglie, creste, conche, dossi, senza ne- sciamente provato oltre ogni personale limite. cessariamente esporsi e guardando dall'altra Solo una volta ha avuto un momento di lucidità. parte solo in casi estremi e di intuita sicurezza. Era di pattuglia verso la cresta del Formenton Se poi qualcuno di là sbucava di qua, la fucilata quando oltre le rocce frastagliate di una forcella era inevitabile e rovinava la giornata. vide muoversi qualcosa. Prima che i compagni Con la divisa, il fisico e l'animo a pezzi si trasci- potessero accorgersene e reagire, con due tiri narono finalmente al giorno della resa. rapidi e precisi del vecchio bracconiere stese Non fecero salti di gioia, vennero inquadrati, due alpini - feriti, uccisi? - che si accasciarono trasferiti nei luoghi previsti e infine mandati a sparendo giù per il versante italiano. Rimase casa, tra contrordini burocratici, controlli, così, con l'arma ancora puntata e l'angoscia nel scartoffie, sguardi sospetti, qualche insulto da cuore: aveva colpito due suoi connazionali, parte di qualche becero e incolto addetto alla forse due conterranei, forse due convalligiani. faccenda, che neppure conosceva, né immagi- Perché? In nome di cosa? Per ottenere cosa? nava, il loro tormento di italiani austriaci. Gli venne dal petto un grido silenzioso, di A casa dunque. Ma a fare cosa? Tornava il protesta, la voglia di gettare il fucile e di dilemma del 1911. Falegname, contadino, andarsene là dove, a pochi chilometri di distan- boscaiolo, bracconiere? Non era più il tempo e za, c'era la sua casa con la sua gente in attesa. neppure lo spirito. Dalla finestra del fienile guar- Lo riscosse la mano di un commilitone sulla dava la catena del Lagorai, improvvisamente spalla, che aveva capito il suo tormento e che lo diventata Italia, le creste e i ghiaioni dove aveva consolava con le frasi semplici del montanaro: rischiato la pelle mille volte e non aveva più la "Dai, che forsi no ghe às fato niente, i è demò voglia di andare lassù a cercare qualche caprio- scampai! E po, che voleves far? Lagarli nar o lo o qualche camoscio. Voleva, doveva, sbararne a noe?" Sapeva che non era vero, che andarsene. Lontano. E si improvvisò emigrante. non erano rimasti illesi, era troppo bravo a Partì per la "Merica" a fare il minatore. Molti tren- sparare, lo aveva fatto di istinto da esperto brac- tini un tempo austriaci divennero così trentini coniere e ora malediceva se stesso. Girò il capo americani e si infilarono sottoterra in Il ritrovamento di un più ampio e dettagliato reperto storico, come avrete notato (QVOTA 864 n.31 pag.45), ha indotto l’autore a presentare un nuovo testo di quanto già pubblicato (QVOTA 864 n.28 pag.24). A corredo, oggi, per nascondere le lacrime e la pattuglia pro- Pennsylvania a estrarre carbone. pubblichiamo la foto del prozio Bèpele - Kaiserjäger. Partendo da sinistra e tralasciando quello seminginocchia- seguì commentando e cercando di dimenticare Non durò a lungo. Ancora una volta doveva to, Bèpele è il secondo in piedi, appoggiato con il gomito sinistro, con le due stellette di caporalmaggiore sul col- l'accaduto, cosa d'altro canto non certo facile. assistere alla sofferenza non tanto propria quan- letto. Il suo nome è Giuseppe Vaia anzi, come si scriveva fino ai primi decenni del '900, Vaja. Da troppo tempo sparavano al cosiddetto nemi- to dei compagni, ne vedeva i volti induriti dai Guardandoli in faccia non sembrano proprio questi pestiferi avversari,

34 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GRADO: UNTERJÄGER 35 Per monti con i Dahü IL RIFUGIO CURO’ E LE CASCATE DEL SERIO di Ettore Patriarca

Una valle operosa quella attraversata dal fiume Serio. Inizialmente conosciuta per i suoi tessuti e le sue follature attinse a piene mani da quella liquida fonte inesauribile. I bergamaschi costrui- rono canalizzazioni. Quando, fra il '600 e il '700, entrò in crisi il mercato tessile della lana essi riuscirono a far fronte alla crisi con la produzione e la filatura della seta. Successivamente il baci- no del Serio attirò l'interesse di investitori stranieri e locali che impiantarono aziende mani- fatturiere e cartarie. Verso fine '800 una linea ferroviaria collegava Albino a in poco più di quaranta minuti. Oggi la parte bassa della valle, fortemente urbanizzata, è un tutt'uno con la città di Bergamo. Sono ancora visibili vari segni di questa storia: la rete dei canali, gli opi- fici e alcune infrastrutture. La ferrovia è scom- parsa ed è nata una pista ciclabile che dalle porte di Bergamo si spinge verso le valli. Anche se con alcuni tratti condivisi con il traffico auto- mobilistico è possibile raggiungere Valbondione con le due ruote attraverso un percorso appa- gante di circa 50 km. La fame di energia spinse negli anni '30 alla costruzione di alcuni bacini idroelettrici che servissero ad alimentare le centrali esistenti in valle. La zona fu scelta per la sua peculiarità e nel 1931 fu completata la diga del Bardellino. Con lo sbarramento il salto delle cascate del Serio fu interrotto e solo dagli anni '60 un accor- do con l'ente gestore permette l'apertura della diga alcuni giorni durante l'estate per ridare vita con la massima portata d'acqua al salto di oltre 300 metri, il più alto d'Italia e fra i più alti d'Europa. Le cascate, anche a capacità ridotta, restano in ogni caso affascinanti anche grazie alla loro posizione che permette al sole di creare spettacolari effetti cromatici ben visibili dalla mulattiera che porta al Rifugio Curò. L'escursione il sentiero che si presenta con fondo sassoso un bellissimo tratto pianeggiante che permette Dai laghi si possono ammirare, e salire, le vette Parcheggio libero a Valbondione, salvo occa- nella parte iniziale. La vista sul triplice salto delle piacevoli visioni sulle vette e sul bacino del che caratterizzano le Orobie dal Pizzo Coca sioni particolari, presso il Palazzetto dello Sport Cascate del Serio rende la fatica meno dura e Bardellino. Seguendo la mulattiera si giunge 3050 mt. al Monte Torena che sfiora i tremila. (fontana). Da Valbondione proseguire in salita permette proficue soste fotografiche. sino al bacino del Lago superiore del Bardellino Accanto al Rifugio Curò è sorto nel 2013 su asfalto per un breve tratto verso Lizzola, Alcuni passaggi esposti ma percorribili in a quota 2130 circa. Rientro senza difficoltà sullo l'Ostello Al Curò, il più alto d'Europa. quindi seguire a sinistra le chiare indicazioni per sicurezza precedono l'arrivo al curato e ospitale stesso percorso prestando prudenza nei tratti In splendida posizione panoramica può ospitare il Rif. Curò e le Cascate del Serio. rif. Curò a 1895 mt. Nei pressi dello stesso è esposti. gruppi e famiglie alla ricerca di tranquillità ma si La strada si alza con pendenze impegnative sin stato recentemente inaugurato anche l'Ostello al "La montagna ci offre la cornice … tocca a noi propone anche come luogo di studio e di attività da subito senza mai concedere pause. Dalla Curò, il più alto d'Europa. inventare la storia che va con essa!". didattiche. partenza della teleferica che serve il rifugio inizia Dal rifugio la traccia prosegue sulla destra con Nicolas Helmbacher

36 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 IL RIFUGIO CURO’ E LE CASCATE DEL SERIO 37 CAMPI E CAMPETTI DI BOCCE DAPPERTUTTO IN CADORE di Glauco Granatelli. GISM

Da quando scrissi questi pensieri sono passati oltre trent'anni. Molte cose sono cambiate. In questi giorni un altro amico di quegli anni "se ne è andato". Lui ad Il campetto del mio vicino di casa è stato invaso dai fiori, a Reane è stato soppiantato da un Asti io qui, lontani ma vicini, eravamo legati da un'unica passione, sia parcheggio. Degli amici di allora "qualcuno mi ha lasciato". pur divisi da un verbo: 'rotolare'. Il 'rotolare' silenzioso delle bocce, il Graziano Aldo Forzatamente lo zaino si è fatto più leggero e le bocce giacciono in cantina al buio. 'rotolare' delle valanghe e dei sassi. Queste poche righe sono dedicate a Lui. Aldo, ci vediamo. g.g.

38 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 CAMPI E CAPETTI DI BOCCE DAPPERTUTTO IN CADORE 39 he estate quest'84! Dopo giorni di pioggia, lenta, sottile, il sole picchia sulla nord del bosco. Andiamo sempre insieme noi due quando la famiglia riposa: ci piace cogliere il primo saluto Sorapiss. Gli amici si ritrovano. Saliamo oggi la Rozes. Quando le nuvole aprono ai del giorno, i piedi nell'umidore e nei profumi della terra. tuoi occhi gli splendori della Travenanzes e ti sovrastano le pareti dell'immane Questa mattina anche i vicini sono al lavoro di buon animo, hanno deciso di ripulire dalle erbacce il C Tofana, senti il tratto sicuro della corda amica. Gronda acqua da tutte le parti. loro campo di bocce. Passandovi accanto nei giorni scorsi avevo pensato che fosse stata solo la Allora resti col fiato sospeso al contatto gelido che rinfresca il tuo volto. Scende nelle tue vene a cal- passione di un momento o l'ossequio ad una moda comune a tanti. Mi debbo ricredere. mare l'arsura della fatica. Là dove la roccia si fa più ripida volgo lo sguardo al vuoto fattosi infinito. Quassù in Cadore ho trovato campi e campetti di bocce dappertutto. Mi sorride una piccola figura d'uomo apparso improvvisamente alla mia sinistra. Mi segue e non mi Tirati a liscio, gibbosi, pendono a valle: ci vuole tutta un'arte per fare andare le bocce al punto giu- abbandona. "Di dove sei?". Vorrei dire… di quassù. sto. "E tu?" "Sono veneto, di Pieve di Soligo." "Allora giochi a bocce?" Ne conosco uno sulla strada di Alemagna, proprio lì ai bordi della sede stradale. Le macchine cor- Non so il perché di questa domanda, proprio lì, ora che tutto si fa sempre più difficile. rono via all'impazzata, loro mirano al punto. Imperturbabili. Una parentesi bagnata. Un salto di 6 m, poi la cengia. Ne ricordo un altro sotto la nord del Crozzon di Brenta. "No!". È sorpreso anche lui. Cosa c'entrano le bocce. Sono trascorsi alcuni anni, mi sembrano tanti. Bruno lo scoprì aprendo la finestra della nostra Sopra di noi lasciano cadere dei sassi. Tocca a me, proprio lì dove tutto è precipite. stanzetta al Rifugio Brentei: "Abbiamo anche le bocce!", e mi coinvolse in una serie di partite, la "Vai tranquillo, ti sto vicino!". gente a far capannello. Che gusto giocare a bocce sotto quel cielo freddo, oltre i duemila! Il rosso della corda si perde nell'azzurro del cielo. Le bocce, chissà poi perché? L'altra sera sentivo un insolito vociare dai vicini. Avevano messo dei lampioni lungo il campo di Sorride ancora quando mi lascia sulle ultime ghiaie, prima della cima. bocce e giocavano. Erano venuti anche degli amici. Many abbaiava a tutto spiano eccitata dalla "Ciao amico." novità. Dalla cucina un sottile odorino di polenta abbrustolita: attizzavano i legni nel caminetto e spandevano nell'aria cinerea faville come stelle. Continua a piovere. Su per le pieghe dei monti è un brontolio incessante, ora più forte ora lontano, quasi sottovoce. Se ne vanno queste vacanze tra un piovasco e un benevolo occhio di sole. Forse il gigante buono sta giocando anche lui la sua ultima partita di questa estate meravigliosa. Avevamo trascorso il pomeriggio in Val Giralba, là dove il sentiero s'inerpica volgendo a nord verso Il sole radente gli abeti, ho conosciuto una mattina il sior Lucio. il Carducci. Nel poggiare i sacchi nel cofano della macchina gli amici scoprono le bocce. Veniva su lentamente lungo la carrareccia, portando seco nel vestito il peso degli anni, la falce in "Perché non restiamo ancora, qui accanto tra gli abeti c'è un prato!...". spalla. Una faccia segnata dalle tempeste, evanescente dietro il fumo incessante della sua pipa. Un ultimo secco schianto e l'eco si perde su per i ripidi canaloni della Dodici… "Qui nel villaggio ci sono diciassette vedove, io sono uno degli ultimi rimasti", e mi raccontava di suo nonno, di suo padre… "Diciassette vedove", per lui era una cosa importante che io lo sapessi: questo dolore che si accom- pagna da sempre alla miseria. Appoggiato al balcone della mia casa aperto sugli spazi verdi delle Marmarole osservo venir giù Poi siamo venuti noi a turbare questo mondo invadendo i loro pascoli intatti. dalle gole alte dell'Ansiei nuvole foriere di pioggia. Si chiude il sipario sull'estatica solitudine delle Penso che quel campetto di bocce si farà ma non ho osato parlargliene. Non so se mi avrebbe com- Tre Cime, non vedi più le salienti pareti della Dodici. La pioggia è come una triste musica che can- preso. cella ogni ansietà, ti lascia solo i ricordi. Ora la pioggia è aumentata, sento bagnarmi le mani, i capelli, il viso. Senti tambureggiare tra le quinte dei monti il temporale che avanza. Mi sovviene della leggenda del È bello restare ancora un istante, così. gigante Lavaredo e me lo immagino come in certi caroselli televisivi: alto, enorme, la punta del suo Le mie bocce rimaste lì sul prato riflettono, a tratti, taglienti raggi di luce in questa notte cadorina. cappello da montanaro oltre le nuvole. Mi aveva detto un amico: "Perché davanti casa non facciamo un campetto per giocare a bocce?". La prima reazione era stata come di ribellione ad un fato incombente e irreparabile: bocce, bocce dovunque, ad oltranza. Alzarsi la mattina all'alba, il sole appena alle cime, il cane che rincorre gli odori della notte, le muc- Sono passati trent'anni e quel campetto di bocce non lo abbiamo più fatto. che all'alpeggio, e là, ai limiti del prato, l'idea fissa: mi dava fastidio immaginarmi delle bocce son- Come dicevo, molte cose sono cambiate. Solo le montagne rimangono lì, immutabili, testimoni nacchiose, come pecore in uno stazzo a farsi caldo l'un l'altra quando il gelo notturno le avvolge. eterni della grandezza del creato. Le piogge eccezionali di questa estate avvolgono ogni cosa. Una voce - Many! - e la mia cagnina mi segue su per il sentiero che parte da casa verso l'erta del Domani ci sarà il sole.

40 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 CAMPI E CAPETTI DI BOCCE DAPPERTUTTO IN CADORE 41 Abbiamo letto per voi DAI GHIACCIAI DELL’ADAMELLO AGLI ULIVETI DEL GARDA d'azione di pattuglie, di piccoli reparti, disseminato di vedette, percorso da esplorazioni, nel quale di Luigi Barzini risuona improvvisamente lo scoppiettio della scaramuccia. È un territorio solcato da burroni, coperto spesso da oscure boscaglie che assaltano i declivi pre- "Abbiamo visto come si combatte sull'eterno gelo delle più alte montagne, come si issano cannoni cipitosi e si fermano stanche sotto alle vette nude, è tutta una moltitudine di montagne che si affol- fino all'inaccessibile, come si creano per tutto nuove strade tagliate spesso nella viva roccia fino ai la come in gara per sorpassarsi, irta di rocce dall'apparenza inaccessibile, che levano nel cielo, fino nevai, come si distruggono fortezze nemiche, come si lanciano ponti sotto il bombardamento, come oltre i duemila metri, le sagome più bizzarre dell'architettura del mondo, i più inverosimili castelli si assaltano e si conquistano le posizioni più formidabili, come si respingono e si sfanno gli attacchi della creazione. del nemico […] I racconti dei giornalisti al campo hanno finito per costituire una specie di riassunto L'avanzata è stata una corsa alle sommità. Per essere padroni della valle bisognava essere padroni della guerra." dei monti. Quando il 24 maggio, con la contemporaneità e la coordinazione meravigliose che carat- Fratelli Treves, Editori. Milano 1915 terizzano tutto lo sviluppo delle nostre operazioni, fu portato l'attacco sull'intero fronte, dallo Stelvio al mare, il bollettino ufficiale annunziò al paese anche l'occupazione di una parte della valle Giudicaria. Ma nessun soldato aveva ancora posto piede sulla strada maestra, la vera valle era Nella nostra prima escursione abbiamo avuto un'idea dell'estrema sinistra del nostro vastissimo deserta: però la tenevano già. Era sotto ai nostri sguardi e ai nostri tiri. Gli avanposti italiani la con- fronte di battaglia, il quale si attacca allo Stelvio e scende al sud, lungo i ghiacciai dell', del templavano affacciandosi ai dirupi. Cevedale e dell'Adamello, formanti come un immane, favoloso triceramento bianco creato per una Per sentieri da camosci, le nostre pattuglie sbucavano su dai boschi, scalavano le cime e si man- guerra di titani. davano l'una all'altra voci di segnale e di saluto attraverso la sonora purità delle altitudini. Quattro Più oltre, la tempesta delle vette abbassa il livello delle sue prodigiose onde di granito, e in essa, giorni dopo l'inizio delle ostilità occupavamo la Cima Spessa, che domina la gola laterale d'Ampola, come un diritto e profondo solco, si apre da sud a nord la valle Giudicaria, la prima delle grandi vie così piena di ricordi garibaldini. Ancora tre giorni, e l'Ampola era passata, Storo era occupata, di invasione che l'Austria, imponendoci la sua iniqua frontiera, si era riserbata. Fu sempre un'arte- Condina era occupata: la conquista avanzava così anche nel fondo delle vallate nostre. ria di traffici e di guerre questa strada ampia, pianeggiante, capace, che dalle molli e ubertose val- Intanto, valicando difficili passi, per le ripide ed orride balze della valle Caffaro, e della Valcamonica, late italiane, dopo aver contornato lo specchio del piccolo lago d'Idro tutto pieno del verde riflesso reparti di alpini scendevano nella valle Daona, ad occidente della Giudicaria. Dopo un breve com- di montagne boscose, sale direttamente per la Giudicaria, e poi per la Rendena e per la Sarnthal, battimento, le truppe che avevano occupato Condino, risaliti gli speroni sulla bassa valle Daona, si fino ad allacciarsi alle prime, ben lontane vallate della vera terra straniera, dove i nomi geografici collegavano a quei reparti alpini, e si stabiliva una stupenda continuità di fronte, dal Tonale al Garda, cominciano a prendere un suono barbaro. I bollettini ufficiali hanno parlato spesso della valle dai ghiacciai dell'Adamello agli uliveti del lago. La grande, formidabile linea di posizioni sulle quali Giudicaria. La frontiera ci inchiodava in faccia a posizioni dominanti. Bisognava balzare avanti, ora ci teniamo era tracciata. irrompere nella valle dopo avere occupato le vette laterali, ed andare a stabilire il nostro fronte sopra Gli austriaci hanno tentato più volte di spezzare la catena dei posti avanzati italiani, di tornare in pos- una linea solida di difesa. sesso di picchi e di valichi da cui sentivano più forte gravare la minaccia. I loro attacchi si sono diret- Per ben comprendere questa operazione, il cui teatro è stato la meta della nostra seconda escur- ti specialmente verso l'alta valle Daona, dove più radi erano i nuclei di occupazione, più facili le sor- sione basta aver presente che la valle Giudicaria, diritta e mediana, ha i fianchi tagliati da valloni la- prese, e dove speravano forse di potersi aprire un varco verso la Valcamonica e disturbare nelle terali che si distendono con quell'apparenza quasi regolare che hanno le nervature di una foglia. La retrovie le nostre operazioni del Tonale. Giudicaria è il nervo centrale. Inoltrandosi si ha a destra la valle di Ledro, che finisce al Garda; a I loro sforzi, inutili sempre, sono stati però coraggiosi e intensi. Respinti, tornavano cercando altri sinistra la valle Daona che risale con una grande voluta fino ai Ghiacciai dell'Adamello. Ebbene, l'oc- passi, altri approcci. Durante quasi tutto il mese di luglio sui bollettini dello Stato Maggiore il nome cupazione nostra è arrivata ad affacciarsi a questi valloni; il massiccio montuoso, aspro che li sovra- della valle Daona si ripete. Il 6 luglio gli austriaci attaccano il passo di Campo, fra i contrafforti sta costituisce la nostra fortezza: il torrente nel fondo delle gole è il nostro fossato. L'altro versante dell'Adamello. Non riescono, e provano più in basso, più a sud. Tre giorni dopo attaccano il valico è nemico. di Malga Leno. Vi è nella loro azione come la ricerca affannosa di una apertura, o di una debolez- Al di sopra delle valli, a duemila metri di altezza, le vette di tanto in tanto si fulminano. za. Contro Malga Leno operano in forze, con artiglierie da montagna, dopo aver tentato di distogliere Si attraversa in riva al lago d'Idro l'antica fortezza di Anfo, massiccia, complicata, pittoresca, con le la nostra attenzione con un attacco minore, un poco più al sud, contro la cima Boazzolo, una lunga sue enormi muraglie che si sovrappongono fra le rocce fino alle costruzioni più alte sulle balze, con cresta rocciosa che sovrasta torreg- i suoi ponti levatoi, i suoi androni risuonanti di traffico, e gli spalti che si sporgono a immergere nel- giando il corso del Chiese. Il giorno l'acqua del lago le loro speronate robuste e grigie. Poco dopo si varca l'antica frontiera. "Regno dopo i combattimenti riprendono, ma d'Italia - Comune di Lodrone" si legge all'imboccatura del primo paesello riconquistato, al posto della le nostre punte avanzate hanno la scritta austriaca. solidità dei dirupi ai quali si aggrap- Del resto di austriaco non aveva che una scritta. Essa era indispensabile per avvertire che lì comin- pano. Niente le smuove. ciava l'Austria. Nell'altro lo dimostrava. Bianco, quieto, imbandierato, il paese ha l'aria ridente e sod- Il 28 luglio ci spingiamo all'occupazione disfatta di un villaggio brianzolo. Più oltre, passato Darzo, s'imbocca la valle e la vita normale cessa. del Lavanech, che domina la bassa Non vive più che la guerra. valle Daona. Dall'altra parte della valla- Un grande, prodigioso silenzio. Solo un mormorio cupo ed eguale di acque echeggia sommesso fra ta, dal versante austriaco, le artiglierie le scoscese falde delle montagne: è il Chiese, veloce e limpido, nato dalle nevi eterne, tinto di un tempestano la cima conquistata, e nella azzurro da aria liquida, come se sulle cime dell'Adamello, così vicine al cielo, si fosse imbevuto di notte, dopo una lunga preparazione di serenità. Più ci si inoltra verso il fronte, e più la calma appare profonda. medi calibri, la fanteria austriaca I due eserciti si sono fissati sulle loro posizioni, e aspettano. Si osservano, si studiano, vigilano, lavo- appoggiata da numerose mitragliatrici rano. Le linee più solide delle reciproche difese sono lontane fra loro. Vi sono certamente delle tenta l'assalto. È respinta. Tutto il ciglio trincee, ma non è una guerra di trincee. Fra un fronte e l'altro si stende una zona neutra, campo della valle è definitivamente nostro.

42 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 AL FRONTE 43 Libri, riviste, giornali... e altro ancora Da allora è cominciata questa tranquillità che ci sorprende. Il nemico ha rinunciato ad ogni iniziati- " Non perdete tempo in cose futili se non volete soffrire di rimpianti da grandi. Rifuggite banalità e va. Si rafforza e aspetta. Sembra persuaso della inutilità dei suoi attacchi e rassegnato ad un com- conformismi. Leggete libri e innamoratevi “. pito di vigilanza. Noi ci siamo incrollabilmente insediati sulle posizioni che ci eravamo scelte. Mario Rigoni Stern Ma anche nel periodo più attivo della lotta, la quiete alpestre della Giudicaria non doveva apparire troppo turbata. La montagna spezza l'azione in minuscole battaglie isolate, importanti per il risulta- to e infime per l'ampiezza, faticose, aspre, violente, brevi. La notte, improvvisamente, sopra una balza, la fucileria scintilla e scoppietta, e pochi chilometri più in là, al primo svolto della valle, non si EDIZIONI VERSANTE SUD sente nulla. La guerra ritorna lassù a proporzioni antiche ed a forme primitive. L'individuo diventa un'unità importante. Una pattuglia può costituire tutta l'ala di un fronte di combattimento. Il coman- PIETRA DI BISMANTOVA do non arriva e l'iniziativa personale supplisce. Diego Filippi e Matteo Bertolotti È risorto nei nostri soldati un istinto guerriero, fatto di scaltrezza e di ardimento; hanno ritrovato Collana LUOGHI VERTICALI € 28.00 un'anima primordiale da cacciatori d'uomini: sono divenuti come se sempre fossero vissuti nella sel- Un libro che fonde in uno vie di roccia e vie dell'anima. Mi piace cominciare con un pensiero di vaggia solitudine dei boschi; hanno la sensibilità di percezione dell'indiano nella jungla; conoscono Armando Aste che ben si sposa con quanto andremo a leggere in questo volume di Diego e Matteo. tutti i rumori, tutti i mormorii, tutti i fruscii, tutti gli echi delle valli; sentono la vicinanza del nemico con un orecchio selvaggio. La razza conservava insospettate armi di guerra, delle facoltà combattive "…le fantastiche montagne senza gli uomini, discese a noi da remote e gagliarde generazioni conquistatrici: e con esse, la gioia naturale e piena grandi o piccoli che siano, rimangono mute, inerti e senza senso. di battersi e di battere. Ecco, sono proprio loro, gli uomini, Le pattuglie partono lietamente, contente; hanno sempre in serbo qualche cosa di nuovo per il nemi- con la loro con la loro umanità co. Studiando le abitudini degli avversari, esse inventano tranelli, organizzano sorprese, con il buon a dare un'anima umore col quale si prepara una burla. Ne sanno più loro della mentalità austriaca che non tutti i psi- ai vertici emergenti di roccia e ghiaccio cologi del mondo. La zona aspra che separa i due fronti è un terreno di agguati, di sorprese, nel su quali rincorrere i propri sogni." quale i nostri soldati hanno scoperto tutta una viabilità invisibile. […] "Il camino Sirotti… un luogo magico" Carlo Possa: ognuno, immagino, ha il suo posto del cuore, alla Nella acque del Chiese è un brulicare rosato di soldati che si bagnano e si levano dai loro gruppi Pietra. E' così anche per me, che pure ho un rapporto con la Pietra basato solo sui ricordi, che mi canzoni e risate. Altrove si lavora. Si lavora con una letizia che mette in noi una serenità indicibile. riportano a quella età dell'oro che è la giovinezza. Si fanno baraccamenti per l'inverno, si fanno strade, si fabbricano arnesi, si costruiscono persino "Può sembrare strano" Gian Paolo Montermini: un mondo diverso da quello che conoscevo: sole, slitte, che porteranno viveri e munizioni quando tutto questo verde sarà morto e i nevai saranno mare, roccia bianchissima e anche ragazze che arrampicavano! discesi fino alla valle. Falegnami, muratori, carpentieri, zappatori, lavorano al sole, cantando. Gli "La cassettiera" Gino Montipò: ho molti oggetti nel mio cassetto di Castelnovo… Apro di frequente accampamenti che si inerpicano con un disordine da armenti al pascolo sui prati e sulle boscaglie quel cassetto: non ho bisogno di gironzolare sotto le pareti di Bismantova per accedere ai ricordi. "La Pietra" Carlo Alberto Montorsi: alla Pietra c'è il mio cuore, i miei amici, dal 2008 la mia casa e dei declivi, sono pieni di vita e di allegria. Direi quasi che scendono da essi delle buffate di giovinez- dal 2010 il mio lavoro… sembrerà strano, ma le guide alpine ci sono anche in Appennino. Lode a te za e di vigore. Bismantova per avermi cambiato la vita. Se il nemico contasse sulla nostra stanchezza, s'ingannerebbe molto. La guerra ci tempra. Pare che "La pace coll'Alpe" Valter Giuliano: la pratica alpinistica si compendia nel più generale discorso di i nostri soldati ritrovino al campo una vita che conoscevano, che amavano e che avevano dimenti- qualificazione del tempo libero ed è parte integrante di quel grande passo che nella nostra civiltà si cata. sta compiendo: l'uso del tempo libero non più e solo finalizzato alla cosiddetta 'ricarica psicofisica' Compiono opere meravigliose che la sola forza non può fare senza l'entusiasmo. Il dorso delle più dell'individuo, ma inteso come fondamentale momento di accrescimento culturale capace di far aspre montagne è solcato dalle volute di strade che scalano l'inaccessibile e per le quali l'automo- crescere una vasta coscienza popolare in grado di costruirsi un avvenire migliore. bile ascende. Sono centinaia di chilometri. I più grossi cannoni italiani tuonano da vette sulle quali finora non s'era posata che l'aquila. Declivi e rocce, ad altezze vertiginose, sono tagliati dal varco aperto dalla sapienza, dalla volontà, dalla gagliardia dell'esercito, e le strade nuove, simili a venature sui monti, portano come vene un fiotto di vita nostra alle più eccelse altitudini. Per interrompere la strada di Ampola, quella che va a Riva, gli austriaci hanno fatto crollare in un punto la montagna con tre tonnellate di dinamite. La strada che era incavata nella roccia è scom- parsa, e con lei tutta una falda della roccia. Ebbene, si è fatto un ponte che raccorda i due mozzi- coni della strada interrotta, un ponte sull'abisso, un ponte di legno, che si aggrampa alla parete, che si appoggia alle sporgenze, che sale lungo la roccia, così grandioso, così solido, che pare un lavoro permanente, e che probabilmente per molti anni reggerà il grave traffico di questo nuovo e antico lembo d'Italia. Nelle opere delle nostre truppe si rivela una visione monumentale delle cose. Pare che si faccia tutto col pensiero dei secoli. E per lunghi secoli infatti rimarranno su queste montagne le tracce profonde e gigantesche della nostra civiltà in lotta, che affacciandosi sulle sommità delle Alpi vi lascia come degli indelebili solchi di artiglio.

44 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 LIBRI, RIVISTE, GIORNALI... E ALTRO ANCORA 45 "Linee e chiodi" Matteo Bertolotti: un alpinismo da competizione non m'interessa più. Dedico molta VARESE E CANTON TICINO più importanza ai compagni di cordata… la cima, quel pianoro sommitale tanto uguale ma sempre Matteo Della Bordella e Davide Mazzucchelli diverso riesce a farmi sentire nuovamente felice. Collana LUOGHI VERTICALI € 30.00 "Ostinatamente controcorrente" Matteo Bertolotti: il silenzio domina questa mattina fredda e Il testo, dedicato solo alle falesie, propone un'ampia scelta di strutture attrezzate nel territorio uggiosa. Le pareti di arenaria sono completamente avvolte dalle nubi e tutto assume un aspetto Ticinese, interessanti, non solo per la bellezza della roccia e per la varietà dell'arrampicata, ma mistico e religioso… Tutto strapiomba e tutto sembra perdere senso… siamo in vetta. Un urlo di anche per il clima mite che le caratterizza e che le rende apprezzate anche dai climber delle vicine gioia ci ricorda il piacere di sognare. regioni a Nord delle Alpi. "Nato sotto la Pietra" Gabriele Colombani: scivolo sul facile e ci lascio la spina dorsale. Bè sono oltre Si accompagnano delle schede su personaggi o storie significative sull'arrampicata in questi terri- tredici anni che sono 'carrozzato', il sole mi bacia ancora… non è come prima ma è il contatto con tori. gli elementi che conta. "Bismantova: l'epoca d'oro" Stefano Righetti: spesso mi piaceva sui pascoli in cima alla Pietra, dove VALSESIA ROCK alle volte se ero fortunato potevo assistere da dentro il sacco ai giochi e insegnamenti di mamma Davide Borelli e Nicola Degasparis volpe con i suoi cuccioli. Collana LUOGHI VERTICALI € 27.00 "I 100 anni del CAI di Reggio" Matteo Bertolotti: Bismantova, quelle pareti che dal nulla salgono Terza edizione della guida sull'arrampicata in Valsesia. Gli Autori auspicano una maggiore frequen- verso il cielo; Bismantova, quell'insieme di versanti che portano su di un pianoro dove non esiste tazione di queste interessanti zone per non rischiare di perdere un pezzo di storia. vetta, dove non esiste lotta; Bismantova, quel luogo d'incontro spirituale… "Sabbia" Matteo Bertolotti: appena raggiunta la vetta avverto dentro di me la voglia di gridare. Ma SOLO GRANITO non ho il coraggio di un bambino. Il mio universo colorato resta dentro di me. Ho paura a condi- Mario Sertori viderlo. Collana LUOGHI VERTICALI € 32.00 "Cielo di piombo" Andrea Forlini: quando alzo lo sguardo verso l'inconfondibile profilo dello Spigolo Dopo l'uscita del tomo 1 nel 2014, relativo alle valli del Masino e del Disgrazia, si entra nel cuore dei Nazi, con la mente trono a bellissimi ricordi di arrampicata, di tensione e contemplazione. severo del massiccio risalendo le profonde laterali che si diramano dalla Val Bregaglia e dalla Val "Comunque vada… sarà un successo!?" Giacomo Gambarati: scrivere sulla Pietra non è una cosa Chiavenna. facile. Almeno per me… E' come rivivere Il voler scrivere di questo secondo volume di Mario Sertori sarebbe solo riduttivo. I luoghi, ma la storia di un amore. Un amore che soprattutto i nomi degli alpinisti che la parte storiografica fa scorrere sotto i tuoi occhi, se ami la mon- prende e che dà... questa arenaria sab- tagna e non sei qui solo per scrivere parole, hanno di che far tremare le vene e i polsi. Mi asterrò biosa, un po' mamma e un po' troia, è dif- volutamente dal fare citazione alcuna, rimandando il Lettore al contatto diretto con queste pagine ficile da capire. che sanno di cielo, di azzurro, di infinito. Tutta questa vasta area è stata l'oggetto del desiderio di "La legnaia" Alex Stecchezzini: è il mio generazioni di alpinisti dagli albori fino ad oggi. respiro. La Pietra è il punto d'unione tra la "E' roccia e ghiaccio, è il sogno, il mio sogno, ha guidato il mio destino nei momenti chiave della mia terra e il cielo, racchiude mille segreti esistenza, a volte sconvolgendola e per questo è stato per me splendore e disperazione" R.L. indescrivibili e incomprensibili per chi non si è mai legato a una corda. DAONE BOULDER "Il sorriso del Sasso" Gino Montipò: a Stefano Montanari volte, nella particolare luce pomeridiana Collana LUOGHI VERTICALI € 30.00 che filtra tra gli alberi, lo si può vedere Il potenziale sportivo della Val Daone deve essere veramente grande se consideriamo la mole di addirittura sorridere, per il solletico di mani lavoro svolto dall'autore, un'infinità di foto e di relazioni che ti prende e ti lascia senza fiato. e piedi che cercano prese e appoggi; E' lo stesso autore a dichiarare il fascino irresistibile della Daone: contagiato irrimediabilmente dal capisce che è gente che gli vuole bene. bouldering, ha abbandonato la corda. Anche noi ti vogliamo bene, costretti a La valle, con i suoi 24 chilometri di sviluppo, è una delle più lunghe laterali del trentino. La parte più salire le tue fascinose pareti con la penna.

MALOPASSO Arrampicate in Campania Oreste Bottiglieri Collana LUOGHI VERTICALI € 30.00 Sulla costa d'Amalfi, Positano, Palinuro e il Parco del Cilento l'arrampicata diventa spontaneamente un veicolo naturale di conoscenza dei luoghi, della gente, del passato e della storia. La pietra dove si scala si mescola spesso al mare blu, ai profumi mediterranei, alla storia e alle tradizioni popolari. Dall'alto si percepisce meglio la capacità di far emozionare che possiedono questi luoghi. Scenari insoliti dalla dimensione quasi mistica. Martina Roos

46 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 LIBRI, RIVISTE, GIORNALI... E ALTRO ANCORA 47 alta, compresa nel Parco Naturale Adamello Brenta, cambia nome in val di Fumo, un ambiente sel- vaggio, ricco di flora e fauna. Buona parte della valle è immersa in boschi. Camosci, cervi, mar- motte, aquile, stambecchi, volpi e ultimamente anche l'orso, popolano questo splendido contesto naturalistico. Questa edizione, dopo quella del 2009, ha una bella novità nei QR Code che permettono di vedere i molti passaggi sparsi per tutta la valle.

UP ANNUARIO DI ALPINISMO EUROPEO 2014 Edizione 2015 € 13,50 Edizione che ogni anno fa piacere avere tra le mani. La descrizione di due vie in particolare mi hanno spinto a se- gnalare al Lettore questo numero dell'Annuario - la Via degli Inglesi al Pizzo Badile e il Pilastro di Mezzo al Sass de la Crusc. Ma prima due parole su Mélissa Le Nevé, una climber francese determinata e creativa, una vera sognatrice. Giovane e agguer- rita, spirito indipendente con tanta voglia di scoprire strade nuove e accettare sfide impegnative. Campionessa boulder di Francia sempre in cerca di nuove esperienze ed emozioni in tutto il mondo: Stati Uniti, Malawi, Argentina, Sud Africa, Cina… "una ricerca interiore, un viaggio edificante, un'esperienza di vita… Amo esplorare, viaggiare, conoscere, cercare di avere meno limiti possibile. Amo la scalata e spero di potermici dedi- care tutta la vita, ma è impossibile rimanere a lungo ad alti li- velli." La Via degli Inglesi ha rappresentato per gli alpinisti del nuovo mattino un mito e un simbolo o - come diremmo oggi - un'icona. A quella linea che sembra incisa ad arte con un coltello, come per scuoiare il dorso immenso del Badile, si sono incollati i desideri di generazioni di arrampicatori. Al Sass de la Crusc mi viene in soccorso Reinhold: "Calza gli scarponi e parti. Se hai un compa- gno, porta con te la corda e un paio di chiodi, ma nulla di più. Io sono già in cammino, preparato a tutto, anche a tornare indietro, nel caso mi incontri con l'impossibile. Salviamo il Drago, e in avvenire proseguiamo sulla via indicataci dagli uomini del passato. Io sono convinto che sia ancora quella giusta" e qui chiudo. Difficile mansione questa che ci siamo assunta, la mansione di scrivere.

E SE DOVRÒ PARTIRE ANCH’IO La verità sulla Grande Guerra raccontata ai ragazzi: tutto quello che non si dice Antonella Fornari Edizioni DBS € 10.00 " …ognuno di noi dovrebbe andare al più vicino monumento ai Caduti, mettersi di fronte e leggere ad alta voce i nomi incisi sulla pietra. E poi dire: « Mai più! » Terry Deary Oggi, fra i banchi di scuola, poco si parla di Grande Guerra. Soprattutto nessuno racconta che cosa in realtà fu al di là degli scontri e delle battaglie. Come vivevano i soldati? Cosa mangiavano? Dove dormivano? Come badavano a sé stessi e di cosa avevano paura? E ancora: cosa accadeva se si ammalavano? Chi avrebbe curato loro il corpo e l'anima? Per capire cosa fu la Grande Guerra bisognerebbe iniziare da queste domande le cui risposte - spesso - sono storie di fame, di freddo, di pane e di pidocchi. Tutte storie sicuramente sorprendenti e spesso terribili. La verità che nessuno dice, ma che i ragazzi - e non solo - avrebbero il dirit- to e il dovere di conoscere. Infatti se a 14 anni si poteva combattere e perdere la vita, oggi possiamo almeno cercare di capire e scoprire ciò che la Grande Guerra fu e che cosa ci ha lasciato. Un libro che è una piccola perla che Antonella ci ha regalato. Lei che ha sperimentato in prima persona che cosa voglia dire 'amare la Montagna': lasciar lì la penna e, come molti noi, 'salire'. Un lungo cur- riculum di lavori fra Storia e Montagna. In altre pagine di questo numero lei stessa ci parla quale donna ricordando "LE DONNE E LA PRIMA GUERRA MONDIALE". Grazie Antonella.

48 QVOTA 864 DICEMBRE 2015

Racconti, leggende, poesie...

DOLOMITI Non monti, anime di monti sono queste pallide guglie, irrigidite in volontà d'ascesa. E noi strisciamo sull'ignota fermezza: a palmo a palmo, con l'arcuata tensione delle dita, con la piatta aderenza delle membra, guadagnamo la roccia; con la fame dei predatori, issiamo sulla pietra il nostro corpo molle; ebbri d'immenso inalberiamo sopra l'irta vetta la nostra fragilezza ardente. In basso, la roccia dura piange. Dalle nere, profonde crepe, cola un freddo pianto di gocce chiare: e subito sparisce sotto i massi franati. Ma, lì intorno, un azzurro fiorire di miosotidi tradisce l'umidore ed un remoto lamento s'ode, ch'è come il singhiozzo rattenuto, incessante, della terra. Antonia Pozzi. 1929

SEMPRE RISORGON MONTI Sempre risorgon monti da piatte lontananze, risorgon speranze da delusi orizzonti… Gaetano Arcangeli. 1971

FORCELLA LAVAREDO Omaggio a Giovanni Pascoli

Una nube apparì, sparì d'un tratto. Scaldava l'aria, Il sole così chiaro. Alte nell'immobilità del cielo, le vette son con l'altre vette attorno. Nelle tonalità dell'assoluto, parlan di solitudine e d'incanti. Così parlando, stanno. (continua) Antonio Rotelli. 2015 gia medica e clinica medica, diventando quindi "Le Alpi Venete", ma Antonio Berti, pur soste- ANTONIO BERTI primario all'ospedale di Vicenza dove esercitò nendo l'iniziativa, non volle impegnarsi in prima Archivio Franco Licini per più di trent'anni. Risiedeva in quella città già persona. La direzione della testata fu affidata a da tempo e nel 1908 era stato il primo vicentino suo figlio Camillo e Antonio Berti collaborò con ad essere ammesso al Club Alpino Accademico articoli ed editoriali che, per sua scelta, furono o avevano chiamato Antonio in ricor- del Cadore" che Antonio Berti dedicava alle sue Italiano. talvolta pubblicati in forma anonima. do del nonno paterno che era stato cime. Tale fu il successo di quel primo libretto Nel 1928 arrivò in libreria un volumetto tasca- Considerato che anche la seconda edizione sindaco di Venezia e nel 1876, appena che nel 1910, in occasione dell'inaugurazione bile, composto da fogli sottili rilegati in tela, ricco della "Guida" era ormai esaurita da molti anni, e L due anni prima di morire, aveva del rifugio Padova, gli venne chiesto di realiz- di itinerari, descrizioni di vie d'arrampicata, che non era più possibile contenere in un unico ottenuto la nomina a senatore del Regno. Anche zare una guida che descrivesse, in particolare, aneddoti e storie vissute: era la seconda edi- testo tutti gli opportuni aggiornamenti, Berti dette suo nonno materno, Francesco Ferrara, era le Dolomiti della Val Talagona. zione della "Guida", il prototipo di tutte le altre l'incarico ad Ettore Castiglioni di perfezionare la stato senatore, oltre che docente di economia Nel 1914 Antonio Berti sposò la contessina che usciranno in seguito sia in Italia che all'e- parte relativa alle Alpi del confine carnico-cadori- politica a Torino e Pisa, e da buon palermitano Maria Suman di Padova e, tanto per non smen- stero. no e a Giovanni Angelini quella riguardante le aveva strenuamente sostenuto l'autonomia della tirsi, la portò in viaggio di nozze alla conquista Durante la seconda guerra mondiale Berti venne Dolomiti zoldane e bellunesi. Berti tenne per sè sua Sicilia dopo l'impresa del Mille. della Torre Wundt sui Cadini di Misurina. fortemente colpito dalla morte di suo figlio la revisione dei capitoli riferiti alle cime del Come altre benestanti famiglie veneziane, Alle soglie del conflitto mondiale, tutte le accu- Sandro, ufficiale d'artiglieria ucciso dalla Cadore, dell'Ampezzano e della Val di Sesto, anche quella dei Berti amava trascorrere un rate descrizioni e i minuziosi disegni delle vie Ghestapo, ma ancora una volta il suo amore per lasciando ai suoi figli la pubblicazione della periodo di villeggiatura all'ombra delle cime dolomitiche che Berti andava raccogliendo, le montagne gli servì d'aiuto per superare il diffi- guida dei monti in sinistra Piave, dal passo dolomitiche. A Cortina, all'età di diciassette anni, divennero preziose anche per lo Stato Maggiore cile momento. Si immerse nella lettura dei versi Mauria fino alla pianura. Antonio ebbe così l'occasione di incontrare altri che, su quelle montagne, stava predisponendosi e dei brani coi quali, poeti e scrittori d'ogni Dal 1954 Antonio lasciò la sua casa di Vicenza ragazzi, veneziani come lui, coi quali iniziò ad alla guerra. Quando venne l'ora, anche Berti si epoca, avevano celebrato l'incanto della mon- e andò ad abitare a Padova assieme a suo figlio esplorare i magnifici dintorni della "Perla delle arruolò come volontario tra gli Alpini del tagna. Li raccolse poi in un libro dalle cui pagine Tito. Due anni dopo, all'età di 74 anni, lo spirito Dolomiti". Era l'estate del 1899, e assieme a battaglione Val Piave e la sua esperienza di sca- sembrava uscisse davvero la voce delle crode e di Berti potè finalmente vagare libero tra le mon- Giovanni Chiggiato ed ai fratelli Marco e Benno latore, unita alla perfetta conoscenza dei luoghi, lo intitolò "Parlano i monti". tagne. Il corpo venne sepolto a Venezia, sua Geiger, Antonio mise, per la prima volta in vita venne subito messa a frutto: distogliendolo tem- Nella primavera del 1947, per il comune interes- città natale, nel cimitero dell'isola di San sua, le mani sulla roccia salendo le pareti del poraneamente dai suoi impegni di ufficiale se di 19 Sezioni del CAI, prese vita la rivista Michele. Cristallo. Tale fu la sua soddisfazione che volle medico, gli venne affidata l'organizzazione dei subito ripetere quell'inebriante esperienza e lavori per installare un grosso faro sulla Cima imparare ancor meglio l'arte di arrampicare. Grande di Lavaredo. Il posto di primo soccorso Ebbe la fortuna, nella stessa estate, di incon- era situato ai piedi delle Tre Cime e poco di- trare da quelle parti il famoso alpinista Orazio de stante Berti aveva montato la sua tenda, proprio Falkner che accettò volentieri di fargli da guida, a ridosso della Cima Piccolissima. Mentre cura- e la Croda da Lago divenne la fucina dove il va i compagni feriti, ascoltava da loro il racconto "vecchio" forgiò il talento del "ragazzo". delle molte battaglie che si stavano svolgendo Negli anni successivi Berti scalò una ad una tutt'attorno, fra le crode di Lavaredo, sul Monte tutte le principali cime ampezzane, senza però Piana, sul Popera, sulla Croda Rossa e Cima rubare troppo tempo ai suoi studi universitari. A Undici. Finita la guerra, Berti riporterà quelle tes- Padova si laureò, puntualmente e a pieni voti, timonianze sulle pagine di numerosi libri nei dottore in medicina e subito dopo accettò il suo quali la fredda cronaca degli avvenimenti sarà primo incarico, come medico per villeggianti, al sempre accompagnata dal calore umano dei Pian delle Fugazze, ai piedi del Pasubio. Lì protagonisti: “Guerra per crode”, “Guerra in ebbe l'occasione di conoscere il pittore Luigi Cadore”, “Storia dei battaglioni Val Piave e Tarra e due giovani sposi, Maria e Gino ”, “Storia dei volontari cadorini” e “Crode Carugati, coi quali fece subito amicizia grazie contro crode”. Degli eventi bellici Berti fu cro- alla comune passione per la montagna. In nista e spesso protagonista. Curò, tra l'altro, seguito condivise con loro, in molte occasioni, il l'alpino De Luca ferito nello scontro con la pat- piacere di salire le cime del Cadore e il loro entu- tuglia di Sepp Innerkofler e si prese cura di man- siasmo finì ben presto col contagiare molti altri dare un suo attendente di sanità, Angelo Loschi, giovani. a dare degna sepoltura al corpo di Innerkofler Nel 1908 comparve, sugli scaffali delle librerie, che giaceva fra le rocce del camino Oppel. un volumetto di 116 pagine fitte di storie di uomi- Finita la guerra, Berti lavorò per un certo tempo ni e montagne: era la prima "Guida delle Dolomiti come libero docente in fisiologia umana, patolo-

66 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 ANTONIO BERTI 67 GENTI DEL TRIANGOLO D’ORO Tribù delle montagne i Karen hanno intensificato la loro lotta. Da allo- oppio di cui molti sono consumatori. Questa di Linda Zhang, Jane Chen, Luca Borsetto ra i rapporti con i Birmani sono degenerati e la pratica è stata totalmente sradicata dal governo popolazione Karen è stata vittima di un vero e tailandese ma la modernizzazione sta erodendo ill People, letteralmente Gente delle proprio massacro da parte dell'esercito regolare la cultura tribale e spesso i giovani vengono Colline, è il termine inglese usato ad birmano che ne ha distrutto centinaia di villaggi. mandati a lavorare in città mentre molte ragazze indicare in genere tutte le popo- Nella provincia tailandese di Mae Hong Son, vendute per essere avviate alla prostituzione. H lazioni che vivono in montagna, all'estremo confine nord orientale del paese, Lisu: sono un gruppo etnico che ha origine nella indipendentemente dall'altitudine. vivono circa 600 persone della tribù Karen dei parte tibetana dello Yunnan, l'estrema regione In tutto il mondo ci sono popolazioni che vivono Kayan, un sottogruppo dei Red Karen, le cui sud occidentale della Cina, e la cui migrazione è sulle montagne: molte di esse vivono in case di donne tradizionalmente indossano una serie di cominciata nel diciottesimo secolo. L'intera legno o di pietra e si dedicano ad un'agricoltura cerchi concentrici di metallo fatti a spirale che, popolazione è di circa 700.000 persone che di base ed al pascolo di pecore, capre, cammel- posizionati tra le spalle e la testa, tendono ad vivono tra Birmania, nord della Tailandia e la li e yak. Altre, nomadi, vivono in tende e si de- allungarne il collo: da qui il loro soprannome di regione indiana dell' Arunachal Pradesh. La loro dicano soltanto alla pastorizia. Le genti di mon- Long Neck, collo lungo. religione è in parte animista e in parte si basa sul tagna sono spesso divise in tribù che hanno la Akha: sono un gruppo etnico originario del Tibet culto degli antenati. Molti di loro si sono conver- tradizione di stare insieme e di resistere al con- e della regione cinese dello Yunnan. La maggio- titi al Cristianesimo Protestante anche se tanti trollo dei governi centrali. Queste tribù sono ranza delle genti Akha vive nelle montagne del rifiutano perchè convinti che questo minerebbe minoranze etniche, purtroppo spesso divise dai sud della Cina, della Birmania, del nord della le basi storico culturali della loro etnia. I villaggi confini politici degli stati. dopo l'Afghanistan. Tailandia e del Laos, piccoli gruppi anche nel Lisu sono tradizionalmente costruiti vicino ai Vivendo alcuni mesi dell'anno nel sud est asiati- Qui, seminascoste nella giungla, vivono diverse nord del Vietnam. La loro migrazione a sud è corsi d'acqua e le loro abitazioni fatte di bambù. co, siamo venuti in contatto con diverse tribù tribù delle montagne. Questi popoli hanno origi- cominciata circa 200 anni fa per fuggire ai con- La loro alimentazione si basa sulla coltivazione delle montagne del Triangolo d'Oro. ni lontane: alcuni sono venuti dalla Birmania flitti in corso nello Yunnan, in cerca di terreni del riso e di alcuni vegetali e frutta. Vivendo in In Cina, la popolazione è divisa in 56 gruppi etni- perseguitati dal governo dittatoriale, altri di ori- coltivabili. In Tailandia sono arrivati ai primi del regioni sempre coinvolte in guerre e dittature o ci. L'etnia Han conta per circa il 92% della popo- gine cinese, altri ancora di ceppo mongolo- '900 e la loro migrazione è ancora in corso. La soggette a disastri ambientali come frane e ter- lazione totale, il restante 8% comprende varie tibetano o himalayano che nel tempo si sono loro popolazione è di circa 600.000 persone di remoti, hanno sempre fatto del commercio la minoranze etniche, alcune delle quali avevano spostate a sud per sfuggire alla sottomissione di cui 240.000 vivono in Cina, 200.000 in Birmania, loro principale attività. originariamente anche una loro lingua scritta e altri popoli più forti o al controllo di stati veri e gli altri tra Tailandia e Laos. Gli Akha parlano Lahu: sono una minoranza semi nomadica parlata come gli Zhuang (al confine con il propri e mantenere la loro indipendenza. una lingua solo parlata di origine tibetano-bir- proveniente dai bordi del Tibet e della Birmania Vietnam) o i Manchu (originari del Nord-Est della Queste tribù sono: mana e si tramandano la loro storia e le loro nella regione cinese dello Yunnan che confina Cina) che sono state dimenticate nel processo di Karen: sono un popolo turco mongolico origi- tradizioni per via orale. Tradizionalmente vivono con il Laos. Alcuni di loro vivono in Vietnam e assimilazione alla Repubblica Popolare. Altre, nario del Tibet e della Mongolia che nel corso su palafitte o piattaforme di legno e bambù in Birmania, circa 60.000 nel nord della Tailandia. come i Tibetani o gli Iuguri - il cui processo di dei secoli si è spostato fino a stabilirsi, intorno al zone montuose comprese tra i 600 ed i 2000 Si dividono in Lahu neri, rossi, bianchi, gialli a aggregazione allo stato cinese è avvenuto in VI secolo a.C., nelle regioni orientali dell'attuale metri. Le loro case sono divise in tre zone, per seconda del colore dei loro vestiti. La loro lingua tempi molto più recenti ed in maniera molto più Myanmar, conosciuta storicamente come gli uomini, per le donne e le aree comuni. La loro è di origine tibetano-birmana ed è spesso usata turbolenta - oltre alla lingua nazionale cinese Birmania. Si calcola che i Karen siano oggi circa società è di tipo patriarcale dove il capotribù è come lingua franca dalle popolazioni delle mon- conservano ancora la loro lingua parlata e scrit- 7 milioni di cui 500 mila vivono nel Nord della anche responsabile dei riti religiosi e giudice tagne del triangolo d'oro. La loro religione è una ta. E' interessante rilevare che l'etnia è specifi- Tailandia. Parlano la lingua Karen che è molto nelle liti e nelle controversie. Anche se qualcuno specie di politeismo con un Dio principale con- cata chiaramente sui documenti di identità cine- simile al birmano e si scrive con gli stessi carat- si dichiara Cristiano o Buddhista, la quasi totali- siderato il creatore dell'universo ed ai cui templi si e viene sempre richiesta nella compilazione teri. La maggioranza di loro è di religione bud- tà di loro professa una religione di tipo animista e luoghi di culto gli stranieri non si possono di tutti i moduli governativi. dista anche se alcune minoranze sono state che si basa sul culto degli antenati e della storia avvicinare. Molti di coloro che abitavano in Cina Il Triangolo d'Oro è una zona che è stata molto convertite al Cristianesimo dai missionari cattoli- famigliare: essi credono in un mondo di spiriti sono stati convertiti al Buddhismo dai monaci, famosa in passato per la produzione di oppio e ci e protestanti. E' da segnalare che i Karen, per divisi in benigni (quelli della casa e del villaggio) altri invece, facilitati dal concetto di un unico Dio che comprende la parte settentrionale di motivi etici, sono contrari alla produzione ed e maligni (della foresta e della montagna). Tra le Creatore simile a quello Cristiano, sono diventati Tailandia e Laos, la parte orientale della all'uso di droga. Vivono in piccoli villaggi nella loro tradizioni ci sono riti propiziatori che com- Protestanti. In passato coltivavano oppio per Birmania (oggi Myanmar) e la parte meridionale giungla ed il centro più grosso della loro regione, prendono sacrifici di animali ma anche l'infanti- uso medicale e the che fornivano ai mercanti della regione cinese dello Yunnan dove vivono Pa-an, conta solo 40.000 abitanti. Da sempre i cidio di gemelli ed handicappati. In agricoltura si sulla Via della Seta. In tempi recenti, il divieto di almeno 20 minoranze cinesi. Negli ultimi anni, i Karen hanno perseguito la creazione di un loro dedicano alla coltivazione di soia, riso e mais e coltivare oppio in Tailandia seguito da quello di governi di Cina, Tailandia e Laos, in un primo stato ma è stato solo dopo l'indipendenza della usano ancora la pratica del Debbio che consiste cacciare, hanno avuto un notevole impatto sulla tempo con metodi brutali ed in seguito imple- Birmania dal Regno Unito nel 1948 e dell'assas- nel bruciare i campi dopo il raccolto, creando vita e la cultura Lahu che hanno cominciato altre mentando l'agricoltura ed il turismo, hanno sinio, da parte di un avversario politico, del ge- così un temporaneo humus ma danneggiando coltivazioni come quella del caffè. A più stretto messo fine alla coltivazione dei papaveri da nerale Aung San (padre dell'attuale leader spiri- non solo l'ecosistema ma a lungo termine contatto con gli abitanti di terre più basse, oggi oppio, di cui la Birmania rimane comunque tuale e Premio Nobel per la pace Aung San Suu impoverendo il terreno stesso. Hanno una lunga molti Lahu vanno nelle scuole tailandesi e stan- ancora oggi il secondo produttore mondiale Kyi) fondatore e primo presidente del paese, che tradizione nella coltivazione del papavero da no assorbendo la loro cultura.

68 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 GENTI DEL TRIANGOLO D’ORO Tribù delle montagne 69 Mien (Yao): l'etnia Yao comparve circa 2000 cina Tailandia, mentre circa 100.000 furono vit- anni fa nella regione dell' Hunan, nella Cina cen- time delle persecuzioni del governo laotiano. Dal XUANZANG Un pellegrino buddhista sulla Via della Seta trale. Gli Yao parteciparono all'insurrezione 1975 al 1982 circa 53.000 Hmong ottennero di Cesare Censi. Museo Polare di Fermo cinese contro la dinastia Ming (1368-1644 d.c.) asilo politico negli Stati Uniti che poi smisero di che durò quasi 200 anni, ma fu con l'espander- rilasciare loro il visto d'ingresso. Solo nel 1990 si a sud dell'etnia Han, di cui fa parte la stra- con governo Clinton gli americani hanno a storia del pellegrinaggio verso i grande maggioranza dei cinesi, che cominciò la riconosciuto l'aiuto dato loro dai Hmong e hanno luoghi consacrati al culto non è una migrazione verso le regioni del Guizhou, ricominciato ad accoglierli negli Stati Uniti dove prerogativa della cristianità, ma una Guangdong e Yunnan. Oggi la popolazione è di oggi la comunità Hmong è stimata essere di L caratteristica che appartiene a tutte le circa 3.200.000 di cui circa 2.600.000 vivono in circa 260.000 individui. Mentre i Hmong rimasti religioni storiche. Nel Medioevo questa forma di Cina, circa 450.000 in Vietnam, gli altri distribuiti in Laos sono soprattutto agricoltori e non hanno religiosità era diffusa tanto in Occidente quanto tra Laos, Birmania e Tailandia. La loro religione neppure diritto alla scuola pubblica, negli Stati in Oriente e i monasteri e le reliquie dei santi originaria è una sorta di Taoismo medievale Uniti si sono rapidamente inseriti assimilando i erano oggetto di venerazione e meta di molti anche se molti di loro si sono convertiti in segui- costumi occidentali; negli ultimi anni si sono pellegrini che, per soddisfare la loro sete di spi- to al Buddismo ed al Cristianesimo. Durante la anche formate delle associazioni per preservare ritualità, intraprendevano viaggi lunghi e faticosi. Guerra Civile dei Pathet Lao (l'equivalente lao- la lingua e i costumi tradizionali di questo popo- Le regioni himalayane, prive delle testimonianze tiano dei Vietcong in Vietnam e dei Khmer lo. E' interessante rilevare che nel film Gran cristiane, erano invece disseminate di monasteri Rouge in Cambogia), gli Yao furono accusati di Torino dell'attore regista Clint Eastwood i pro- e siti che ricordavano in qualche modo la predi- essere amici degli Stati Uniti ed in seguito tagonisti sono una famiglia di Hmong trapiantati cazione di Buddha e, come nel mondo cristiano, perseguitati dal governo centrale del Laos. negli Stati Uniti. la vita monastica era per lo più contemplativa e Avendo ottenuto lo stato di rifugiati dal governo Negli ultimi anni queste tribù sono state spesso dedicata allo studio dei testi sacri. tailandese e dalle Nazioni Unite, molti di loro riu- oggetto dell'attenzione di varie NGO (organiz- Un pellegrino buddista "celeberrimo in tutta scirono ad emigrare negli Stati Uniti soprattutto zazioni non governative) che si sono proposte l'Asia e protagonista di saghe e racconti colti e in California, altri si rifugiarono nei campi per cercare di aiutarle a modernizzarsi e ad popolari", definito in Cina il Gioiello dell'Impero, profughi tailandesi al confine con il Laos. aprirsi al mondo esterno amalgamandosi alla è stato Xuanzang. Nacque nel 602 da una Hmong (Miao): sono un gruppo etnico originario popolazione tailandese. Al di là del fatto che famiglia di tradizione confuciana, ultimo di quat- delle regioni montuose del sud della Cina, prin- molte di queste erano in realtà organizzazioni a tro figli. Il nonno era stato ufficiale cipalmente nella provincia di Guizhou ma anche puro scopo di lucro che raccoglievano denaro dell'Accademia ed eminente studioso, mentre il nello Hunan, Sichuan, Guanxi e Yunnan. Si solo per il beneficio dei fondatori, i risultati si padre, a causa della salute cagionevole, aveva crede che possano essere originari di regioni possono definire scarsi; quasi sempre depre- preferito rifugiarsi tra i libri piuttosto che molto fredde come la Siberia ma anche il piu' date dei loro beni più preziosi come oggetti intraprendere la carriera politica. vicino Tibet. Le prime traccie documentano che ornamentali in argento (di gusto eccezionale ed Xuanzang entrò in monastero all'età di dodici abitavano nella valle del fiume azzurro e siano ormai introvabili) e coloratissime stoffe, queste anni e fu ordinato monaco a venti. Per appro- stati costretti in seguito a spostarsi sulle mon- comunità vivono per la maggior parte ancora fondire la conoscenza della dottrina cominciò lo tagne e poi sempre più a sud per non essere segregate nella giungla e anche se molti giovani studio delle varie lingue in cui erano scritti i testi sottomessi alle varie dinastie di cinesi del ceppo nati in Tailandia potrebbero avere riconosciuto il sacri perché le traduzioni di cui disponeva non lo Han. Una parte di loro fu effettivamente assimi- loro diritto allo Ius Soli, cioè la possibilità di pren- soddisfacevano. Animato da questa sete di lata nell'impero cinese nel quale spesso i fun- dere la nazionalità tailandese perché nati lì, alla conoscenza e attratto dalla speculazione dottri- zionari Hmong ricoprivano cariche importanti, maggior parte di loro non interessa. Qualcuno di nale, prese la decisione di partire e recarsi in altri invece hanno continuato a migrare a sud loro è finito in qualche finto villaggio che vende India nella terra dove Buddha aveva vissuto e per stabilirsi soprattutto nella provincia di prodotti di origine cinese ai turisti o che mette in praticato per accertarsi dei principi dottrinali Guizhou ed arrivare fino al Laos ed al Vietnam. mostra, in una sorta di piccolo zoo umano, il direttamente dai testi originali. Ma la legge I Hmong oggi sono circa 8.000.000 e parlano collo lungo di qualche ragazza Karen avvolto proibiva l'espatrio ai monaci e laici non in mis- 30-40 dialetti molto somiglianti tra di loro. Nel nelle tradizionali spirali di rame. Apolidi, chiusi sione ufficiale e fu solo con l'aiuto di un fun- 1960, durante la guerra civile laotiana, molti nelle loro piccole comunità nel mezzo della zionario governativo che riuscì ad attraversare Hmong furono reclutati dalla CIA per combattere giungla, vogliono solo essere lasciati in pace. la frontiera e intraprendere il viaggio iniziatico. i Pathet Lao e i loro alleati vietnamiti nelle giun- A noi, che viviamo in case di cemento e ci Partì che aveva ventisette anni e la prima diffi- gle a nelle colline. Alla fine della guerra che vide spostiamo in rumorose scatole di metallo, coltà che dovette affrontare fu il deserto del Gobi i Pathet Lao prendere il potere, i guerriglieri schiavi della burocrazia, bombardati dai a dorso di un magro cavallo roano e poi l'alta Hmong furono considerati traditori e costretti a media e tutti presi dalla ricerca spasmodica catena del Tien Shan (Montagne Celesti). lasciare il paese per non venire sterminati. Si del denaro in questa nostra "modernità glo- Quando arrivò all'oasi di Turfan il re buddhista calcola che oltre 40.000 attraversarono le mon- bale", piace pensare a loro come < gli ultimi cercò di trattenerlo come consigliere spirituale. tagne ed il fiume Mekong per rifugiarsi nella vi- uomini liberi >. Al rifiuto di Xuanzang il re minacciò di impedirgli La statua di Xuanzang a Xian

70 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 XUANZANG un pellegrino buddista sulla via della seta 71 la partenza con la forza, ma dovette desistere di di monasteri buddisti di scuola sia Mahayanica fronte alla sua fermezza e lo equipaggiò di che Theravadica. A Kausambi (Kosam), antica UN VIAGGIO TRA SOGNO E REALTA’ trenta cavalli e ventiquattro servi, vestiti adatti ad capitale Gupta, si fece fare una riproduzione in Fiordi norvegesi, Capo Nord, Isole Svalbard affrontare gli alti valichi, oro, argento e stoffe legno di sandalo della grande statua di Buddha di Francesco Mazzitelli pregiate che sarebbero state offerte ai re che presente nel tempio della città. Ormai era vicino avrebbe incontrato. Il regalo di maggior valore, alla Terra Santa del buddismo, nei luoghi sacri però, furono ventiquattro lettere da presentare ai dove il Maestro era nato e vissuto. Infatti, er un appassionato di crociere, mon- porta dal centro alla cattedrale artica ed alla regni che avrebbe attraversato nelle quali si invi- Kapilavastu (Nepal), il regno dove si trova tagne e ghiacciai una tappa d'obbligo funicolare. Anch'essa, silenziosa e poco movi- tavano i sovrani a fornire a Xuanzang quanto Lumbini, il villaggio natio di Sakyamuni, era a e' quella nella terra dei vichinghi, nel mentata, ospita musei, università e centri di stu- necessitasse per il proseguimento del viaggio. pochi giorni di cammino. Quando vi arrivò pregò P mondo dei troll. Dopo aver sfogliato dio artici. Dopo aver visitato la cattedrale, un Dopo Turfan raggiunse Yanqi - evitando le sotto la colonna fatta erigere dal re Asoka nel III libri e cartine, collezionato francobolli e cartoline, giro in funivia ed una passeggiata nella via prin- bande di briganti appostate sui monti Qoltag - e secolo nel luogo dove Buddha nacque, poi si il 7 giugno 2015 sono partito con la mia famiglia cipale Storgata, ci siamo diretti all'acquario Kucha - "il regno più importante dell'Asia cen- spostò a Kusinagara dove morì e a Sarnath a bordo della Msc Spendida per una, non so se Polaria. Ricco di flora e fauna artica è uno dei trale" - ricca di quasi cinquemila monasteri. dove pronunciò il suo primo discorso e illustrò la definirla vacanza, crociera o spedizione dal sud punti di maggiore interesse. L'inverno nevoso impedì una partenza immedia- dottrina della Via di Mezzo. della Norvegia all'estremo nord. La piccola Eva, mia figlia, per la prima volta ha ta così rimasero in città per due mesi durante i Il suo viaggio continuò in India e tra le varie città Salpati da Amburgo in serata, dopo circa quattro potuto ammirare da vicino le foche e scattare quali Xuanzang approfittò per visitare le 236 che visitò ci furono Benares e Pataliputra, dove ore di navigazione nel fiume Elba lasciammo la tantissime foto. A pochi metri da questo centro grotte di Kizil. Quando riprese la marcia affrontò approfondì i suoi studi di grammatica, sanscrito Germania. Durante la navigazione fluviale c'è la statua e la nave di Helmer Hanssen, il picco di Tengri Khan (8.200 metri) che superò e logica. In seguito si recò nel Bengala, ad rimasi nei ponti esterni della nave per godermi il grande esploratore e navigatore norvergese, attraverso il valico di Bedal perdendo, per il fred- Orissa, nell'isola di Ceylon, a Goa e nel Gujarat, panorama della città. uno dei primi cinque uomini ad aver raggiunto il do e la fame, circa un terzo degli uomini e molti prima di prendere la strada del ritorno in Cina. Dopo un giorno di navigazione arrivammo a polo sud. buoi e cavalli. Il suo viaggio, o meglio, "pellegrinaggio dell'ani- Bergen di buon mattino. Quando mi svegliai, vidi Partiti da Tromsø, dopo un giorno di navigazione A Tokmak (Kirghizistan) conobbe il Gran Khan ma", durò sedici anni durante i quali percorse per la prima volta la Norvegia, la città era bellis- nel mar glaciale artico e dopo aver provato l'e- che, in segno di amicizia e ospitalità, gli offrì un 16.000 km e, come scrisse lui stesso, "nono- sima, accogliente, circondata da montagne e mozione di vedere le balene, i delfini, le pul- sontuoso banchetto. Il Gran Khan, in maniera stante le mille differenze di usi e costumi di cui tanto verde. Si respirava un'aria pulita di alta cinelle di mare e i gabbiani tridattili, intravedem- garbata, lo dissuase dall'andare in India in quan- sono stato testimone e i numerosi pericoli che quota, l'unico rumore che si sentiva era il canto mo all’orizzonte la parte meridionale delle Isole to "terra terribilmente calda, dove la gente vive ho incontrato, grazie al Dio del Cielo ritorno dei gabbiani. Appena scesi dalla nave la prima Svalbard, conosciute come "terre fredde", dove allo stato selvaggio e senza alcun decoro", ma senza incidenti e porgo i miei omaggi con il tappa fu al mercato del pesce, dove feci per quattro mesi all'anno regna il sole e, per Xuanzang rimase fermo nella sua decisione e corpo indenne e la mente soddisfatta dall'adem- colazione con la carne di balena. La cosa che mi altrettanto tempo, la notte artica. continuò il viaggio. Visitò Tashkent e pimento dei voti. Ho contemplato il monte stupì di questo mercato furono i venditori, molti Le Svalbard sono state il punto di partenza delle Samarcanda prima di giungere a Kunduz Ghridrakuta e venerato l'albero Bhodi; ho visto di essi italiani, che ci fecero sentire come a casa spedizioni al polo Nord del generale Umberto (Afghanistan) dove il re, cognato del re di tracce mai viste prima, assistito a prodigi spiritua- nostra e ci diedero anche delle informazioni sui Nobile e dell' esporatore Roald Amundsen. Turfan, fu avvelenato dalla moglie. Dopo il li che andavano oltre tutte le meraviglie della posti da visitare. Geograficamente posizionate tra i 74° e gli funerale e i festeggiamenti per le nuove nozze natura. Sono stato il testimone delle alte qualità Non molto lontano dal porto c'è la partenza della 81°nord, queste isole godono di alcuni primati della regina, su consiglio del defunto re, visitò la del nostro augusto imperatore e ho conquistato funicolare Floibanen che porta al monte Floyen, ed alcune particolarità: sono la sede ammini- città di Balkh ricca di cento monasteri e tremila per lui la più alta stima e la lode della gente". una delle principali attrazioni dei Bergen. In cima strativa più a nord del mondo; la composizione monaci. Riprese il viaggio e raggiunse Bamiyan ci attendeva un panorama mozzafiato: si vede- del terreno è in permafrost; hanno acque navi- dove osservò con stupore e meraviglia le due vano la città, il fiordo ed i paesini vicini. Oltre ai gabili a queste latitudini grazie alla corrente del grandi statue del Buddha. Si diresse poi a ovest negozi tipici di souvenirs, c'era anche un parco golfo; hanno la banca dei semi di tutto il mondo e arrivò a Kapisa (vicino Kabul), dove la gente giochi con un troll grandissimo, dove grandi e ed, infine, è vietato nascere e morire in quanto era "rozza e violenta", poi a Jalalabad, dove si piccini ci siamo subito avvicinati per fare delle non ci sono né ospedali né cimiteri. rese conto che il sogno di giungere in India foto. Prima del rientro abbiamo visitato il Arrivati alla capitale Longyearbyen fummo stava per diventare realtà. quartiere anseatico di Bryggen, patrimonio accolti da una fitta nevicata. Sottobordo ad La prossima città che incontrò fu Parushapura, dell'Unesco, con gli antichi magazzini ormai attendermi c'erano le due guide locali dell'agen- l'odierna Peshawar. Da qui si inoltrò nella valle adibiti a casette colorate che ospitano negozi di zia Poli Artici, di proprietà di Stefano Poli, un italia- dello Swat dove una volta c'erano 1.400 mona- pellame e prodotti tipici. Partiti da Bergen, dopo no, punto di riferimento per chi arriva alle steri e circa 18.000 monaci. In quel tempo, però, un giorno di navigazione, attraversammo il cir- Svalbard. Insieme ad altri otto compagni la situazione era cambiata e uno stato d'abban- colo polare artico con mare forza sette e da qui d'avventura, ci dirigemmo in furgone a valle del dono testimoniava il declino del buddismo. ebbe inizio il "sole di mezzanotte". Arrivati a monte Sarkofagen dove ebbe inizio la nostra Attraversando l'Indo raggiunse Taxila e da qui Tromsø, meglio conosciuta come la porta del- scalata. Giunti in vetta, dopo aver camminato entrò nel Kashmir dove vi soggiornò due anni l'artico, punto di partenza e di scalo per molte per circa tre ore nel ghiacciaio, il panorama ci studiando soprattutto la logica indiana. Proseguì spedizioni, vedemmo una città divisa su due ripagò della fatica. Il vento artico si fece subito Il viaggio verso oriente e giunse nel Punjab ricco sponde e collegata da un lunghissimo ponte che sentire e l'emozione fu forte soprattutto quando

72 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 UN VIAGGIO TRA SOGNO E REALTA’ 73 belvedere Flydal. Guardando il paesaggio da questi punti panoramici credevamo di sognare. IL CIBO: UN PO' DI STORIA LOCALE Come ultima tappa, prima del rientro ad di Paola De Filippo Roia Amburgo, Stavanger, una citta' situata in prossimita' di cinque laghi e tre fiordi. Il porto Se un tempo il cibo doveva rispondere alle necessità della sussistenza, con il boom economico ci divide la zona moderna dal centro storico, molto siamo abituati a vedere sulle nostre tavole "ogni ben di Dio". In tempi recenti assistiamo ad un avvic- conosciuto e visitato per le tipiche casette inamento a cibi genuini, a cibi a Km zero. Con ottime ricadute, soprattutto per quanto riguarda bianche in stile norvergese. Nell'aria si respirava l'aspetto educativo. Alcune insegnanti della scuola secondaria di I° grado di Auronzo e della primaria un'odore di acqua salmastra tipico di queste di Reane si dedicano ad un orto didattico, attente a ripristinare alcune caratteristiche degli orti delle zone. Nella zona del centro si trovano monu- nostre nonne. Perciò coltivano verdure della così detta "cucina povera", piante officinali e fiori. Un menti legati alla marineria ed alla navigazione. Il lavoro impegnativo, che non permette neppure le ferie estive. In autunno, a conclusione, organiz- Sul Sarkofagen classico laghetto con lo zampillo centrale e tanto zano un eccellente pranzo a carattere vegetariano, utilizzando esclusivamente i prodotti raccolti. verde intorno dominano la piazza principale. E' un segnale importante di un ritorno alle semplici ma genuine abitudini dei nostri bisnonni che ora- presi in mano il libro di vetta per scrivere Partiti per il rientro in Germania, sulle note della mai stavano per essere perdute. Infatti, soprattutto dal dopoguerra, il nostro territorio ha subìto un qualche frase di buon auspicio. Dopo la discesa famosa canzone "Con te partirò" di Bocelli, ci progressivo spopolamento che ha determinato l'abbandono dell'agricoltura con la ricrescita spesso dal monte rimasi in citta' per visitare i principali lasciammo alle spalle un'esperienza unica che incontrollata del bosco. E' risaputo che i " pagani " in località Malòn, ma anche a Stabìn ed altre punti d'interesse: dal museo all'ufficio postale, ricorderemo per tutta la vita. zone, coltivavano segale ed orzo. Tante le coltivazioni andate perse, anche nel fondovalle i campi alla chiesa cattolica più a nord del mondo. Partiti Un viaggio che consiglio vivamente a tutti. coltivati a patate, fagioli, mais, qualche qualità di radicchio e poco altro si erano ridotti a minuscoli alle 22:00 con il sole che splendeva alto sul mar fazzoletti di terra. Soltanto in tempi recentissimi qualcuno ha provato a recuperare questi antichi glaciale artico la nave mise la prua verso sapori. Negli anni di " miseria ", quando il problema principale era la sussistenza, la nascita e lo Honningsvag-Capo Nord, il punto più settentrio- sviluppo delle latterie sociali sono state provvidenziali ed hanno segnato l'avvio di una politica di nale d'Europa. Ad Honningsvag entrai nel sostegno e di un'attività consorziata; le cooperative erano così diventate il fulcro del commercio, famoso Artic Ice Bar, un bar fatto tutto di ghiac- basate soprattutto su principi di mutua assistenza. cio, perfino i bicchieri dove ci vennero servite le Ricordi di bambina mi riportano a fatti della quotidianità: erano le donne delegate a fare la spesa, consumazioni. Prendemmo quindi il pullman sostituite dai bambini per le cose spicciole. Ma da loro non veniva utilizzato il denaro, l'importo del che ci portò a Capo Nord distante circa 30 km. dare veniva riportato sul " libreto " al cui saldo mensile provvedeva il capofamiglia. Durante il percorso incontrammo le tende della Si acquistavano soltanto prodotti essenziali: farina, pasta, zucchero e poco altro, rigorosamente popolazione Sami e tantissime renne che pa- sfusi, versati in sacchetti di stoffa; qualche prodotto più prelibato per la domenica e le festività, veni- scolavano. va tolto da grandi vasi, per essere riposto in cartocci in carta oleata. Per altri prodotti quali uova, Arrivati nella falesia quasi a mezzanotte, non latte e tutti i suoi derivati c'era la massima autonomia; la carne veniva consumata soprattutto nel fummo molto fortunati a vedere il sole splendere periodo della macellazione del maiale e degli ovini. alto all'orizzonte a causa della fitta nebbia. Dopo Conoscenze agronomiche e pastorali, o legate al lavoro nel bosco, permettevano la raccolta di una le foto di rito visitammo il centro turistico di grande varietà di erbe e frutti selvatici. Un tempo, in montagna, l'approvvigionamento del cibo Nordkappallen dove acquistammo il certificato richiedeva certo fatica ed impegno, ma anche esposizione a rischi dovuti all' ambiente e clima par- che attestava la nostra presenza lì. Rientrati in ticolari. Le terre alte non sono mai state autosufficienti nella produzione alimentare, ma aperte a nave, salpammo con rotta verso sud, desti- mercati e scambi con territori relativamente vicini. Soprattutto nel periodo tra le due guerre non era nazione Hellesylt-Geiranger. Il fiordo riconosciu- improbabile incontrare giovani donne auronzane che tornavano dal trevigiano con il carretto a mano to dall'Unesco come uno dei piu' belli del carico di farina, un baratto con il legname che "quelli della bassa" venivano a scegliere nei nostri mondo. A mio avviso, la tappa piu' bella di tutto boschi. Oggi l'attenzione intorno al cibo è rivolta alla qualità degli alimenti ed alla sicurezza ali- il viaggio e il posto piu' bello che abbia mai visto. mentare, ma emerge un desiderio sempre più frequente di far tesoro del patrimonio di sapori che Quella mattina mi svegliai alle cinque per poter abbiamo ereditato dai nostri avi. ammirare, dai ponti esterni della nave, quel me- Per fortuna si è oggi livellato lo status sociale per quanto riguarda l'utilizzo del cibo. raviglioso dono che la natura ci offre e che meri- Ho conosciuto persone che mi raccontavano che da piccoli, passando davanti alle abitazioni di ta tanto di essere visitato: le montagne e le ca- famiglie benestanti, erano soliti aggrapparsi al davanzale per guardare, attraverso la finestra “come scate che scendono a picco sul mare formando che i magna i siòre ". Non posso affermare che quest'altro aneddoto sia fondato, ma un tempo si tanti ancobaleni. A Hellesylt, uno dei più antichi raccontava che nel Centro Cadore alcuni papà promettevano ai figli che se si fossero comportati porti vichinghi, ci siamo fermati per qualche ora bene durante la settimana, la domenica li avrebbero accompagnati alla stazione di Calalzo per per uno scalo tecnico. A Geiranger - piccolo vil- vedere " i siore che i magna l gelato e che i ciapa l treno"... laggio di circa 250 persone - alla fine del fiordo, Spaccati di vita che non possono neppure essere immaginati dai ragazzi di oggi. il nostro arrivo fu accolto dai fuochi d'artificio e Leggendo il libro "Una montagna di cibo" scritto a più mani da studiosi appassionati e legati al no- dai tanti turisti presenti. Dopo una lunga passeg- stro territorio, possiamo apprendere notizie molto interessanti sulle abitudini alimentari, coltivazioni giata tra le casette con i tetti d'erba optammo di ogni tipo con attività connesse, feste paesane e molto altro dell'intera provincia di Belluno nel per l'escursione alla Strada delle Aquile ed al corso della storia .

74 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 IL CIBO: UN PO’ DI STORIA LOCALE 75 Premio letterario nazionale "Trichiana paese del libro" gesto di voler condividere qualcosa. Perché allo- Finalmente capì dove la nonna voleva che ra non proseguire su questa strada? Decise allo- arrivasse. In una lettera la bisnonna Antonietta I° premio scuole secondarie di I° grado ra di parlarne con la mamma, che le disse: "Vai scriveva che era accaduta una cosa bellissima: dalla nonna, vedrai che ti potrà essere d'aiuto. un boscaiolo compagno di lavoro del marito, di Sai, vero, che i suoi genitori emigrarono in nome George, li aveva invitati ad andare a man- TUTTI A TAVOLA: IL PRANZO E' SERVITO! Pennsylvania perché qui da noi, in quel periodo, giare a casa sua per conoscere la sua famiglia. di Sara Cattaruzza Pino - scuola media Auronzo di Cadore non c'era lavoro per tutti. Il tuo bisnonno faceva Antonietta scriveva che non aveva voluto pre- il boscaiolo, come molti altri cadorini che sentarsi a mani vuote e aveva preparato qual- Anna ha 13 anni ed una grande passione: l'atle- Dopo l'allenamento cercava di scambiare andarono da quelle parti. Tornarono poi in Italia cosa anche lei: degli gnocchi di patate, secondo tica leggera. Già da alcuni anni fa parte di una qualche parola con la ragazza, ma lei era molto ed è qui che la nonna è nata, lei non ha mai vis- l'antica ricetta cadorina, e un bel piatto di zope, squadra nella quale pratica la corsa. Si è sem- timida o forse temeva che anche Anna volesse suto in America, ma certamente ricorderà quello che piacquero moltissimo a tutti. pre trovata bene con i suoi compagni: tutti prenderla in giro. "Voler far parte di un gruppo e che i suoi genitori le hanno raccontato di quel Grazie allo scambio di ricette tra piatti americani insieme formano un gruppo molto affiatato, ma contemporaneamente volersi distinguere da periodo lontano". e cadorini iniziò l'amicizia tra due cuoche, un anno fa tutto questo ha rischiato improvvisa- esso è difficilissimo", pensava Anna. Ma un Anna non perse tempo ed andò a raccontare a Antonietta e Genny, la moglie di George, che mente di andare in mille pezzi... giorno capì che era arrivato proprio il momento nonna Rosa quello che le stava accadendo. aiutò moltissimo la bisnonna a sentirsi meno Il pomeriggio era cominciato come al solito: l'ar- di fare qualcosa. Quando Rosa sentì che Anna veniva chiamata sola in quel paese straniero, come Anna capì rivo sulla pista, i saluti con i compagni, l'allena- Era domenica e il gruppo si era recato in trasfer- dai suoi compagni "amica dei marocchini", si leggendo le ultime lettere. mento. Ad un tratto l'allenatore chiamò tutti vici- ta a Verona per una manifestazione di atletica. rabbuiò, ma non disse niente e aspettò che la "Grazie nonna, ho capito cosa posso fare!". no a sè; non era solo: accanto a lui c'era una Concluse le gare i ragazzi si erano tutti ritrovati nipote finisse di parlare: "I miei genitori non Il giorno dopo, al termine dell'allenamento Anna, ragazza alta, con la pelle e gli occhi scuri, aveva per mangiare il pranzo al sacco; ognuno man- parlavano volentieri con noi figli di questo argo- con un po' di timidezza, si avvicinò a Meriam e lunghi capelli neri, raccolti in una coda alta giava quello che si era portato, ma dal momen- mento, anche perché avevano tanto da fare e le disse: "Mi piacerebbe invitare te e i tuoi geni- sopra la testa: sembrava un po' sperduta di to che le mamme avevano sempre paura che il poi allora non c'era la confidenza che avete voi tori a pranzo a casa mia, se vi fa piacere". fronte a tutti quei ragazzi che la guardavano cibo non fosse mai a sufficienza, si scambia- ragazzi, al giorno d'oggi, con i genitori. Ho con- Meriam la guardò con grande meraviglia, come incuriositi. vano tra loro quello che avevano e così gli servato però alcune lettere che i miei genitori se non credesse alle sue orecchie, ma sorrise e "Ragazzi, vi presento Meriam! Vive in Italia già scambi permettevano loro di provare un po' di inviarono dall'America ai fratelli che erano disse ad Anna che avrebbe parlato dell'invito ai da alcuni anni, ma si è trasferita da poco nel tutto. rimasti in Cadore e che io conservo gelosa- suoi genitori e le avrebbe fatto sapere. nostro paese con i suoi genitori che provengono L'unica nota stonata era Meriam: era la prima mente. Se vuoi, le possiamo leggere insieme e, L'invito fu accolto e la domenica successiva, dal Marocco. Frequenta la scuola dove insegno volta che usciva con la squadra per una trasfer- magari, scopriamo il modo per aiutare Meriam.” sulla tavola imbandita, accanto ai casunziei con io e l'ho invitata a far parte del nostro gruppo. ta, aveva gareggiato e vinto in maniera brillante, Il pomeriggio seguente Anna si precipitò a casa le rape rosse e le patate, gli gnocchi di zucca Sono sicuro che si troverà bene con tutti noi!" ora mangiava con gli altri del gruppo, ma un po' della nonna, che l'attendeva con una vecchia conditi col burro fuso e la ricotta, si trovò il posto Purtroppo il bel discorsetto dell'allenatore non appartata, come se avesse paura ad avvicinarsi scatola di latta tra le mani. anche per il cous cous, fatto con riso, verdure e suscitò grande entusiasmo: i ragazzi tornarono troppo. Anna non ebbe dubbi, si alzò e le chiese: Le sembrava di stare per vivere una vera avven- carne, per l'harira, che come Anna venne a tutti al loro allenamento e Meriam rimase lì, con "Vuoi assaggiare un po' del mio panino con il tura e provò una grande emozione mentre, sapere era una zuppa di origine berbera che Anna, che subito aveva capito che le cose non pastin? E' un prodotto tipico della nostra provin- piano piano, apriva quelle vecchie pagine ingial- veniva servita da sola o con dei datteri e, infine, sarebbero state facili per Meriam... e forse nem- cia. E' fatto con carne di …”. Quando arrivò alla lite con i margini rotti qua e là. Mentre leggeva a per dei buonissimi biscotti allo zafferano che meno per lei, se avesse dimostrato agli altri di parola "maiale" si rese subito conto di aver voce alta, spesso facendo un po' di fatica per la furono gustati insieme ai crostoli. La mamma di voler diventare sua amica. sbagliato, di avere clamorosamente sbagliato, calligrafia "svolazzante" e per le numerose Meriam, infatti, aveva chiesto a quella di Anna Nelle settimane successive, infatti, la situazione perchè essendo la ragazza di religione musul- espressioni dialettali che lei non aveva proprio se poteva contribuire al pranzo con qualche non migliorò affatto: Meriam arrivava puntuale, mana, non poteva mangiare la carne di maiale. mai sentite, le sembrava impossibile che la piatto tipico del Marocco. si allenava con grande impegno, ma non sor- Non osò neppure guardare Meriam in faccia e Storia non avesse insegnato proprio niente alle Tutto questo è avvenuto un anno fa ed oggi rideva mai, si sentiva completamente estranea sentì appena la sua risposta: la ringraziava del persone. Ancora dopo tanti anni i problemi di come stanno andando le cose per Anna? rispetto al resto del gruppo: i ragazzi non la aiu- pensiero, ma era a posto così. inserimento per gli emigranti di oggi erano sem- Continua a fare attività sportiva insieme a tavano certo a vincere la sua timidezza: la pren- Anna tornò velocemente sui suoi passi, tra i sor- pre gli stessi. Meriam della quale è diventata grande amica. devano in giro facendo battute sciocche. A peg- risini dei compagni. Per tutto il viaggio di ritorno Le lettere raccontavano di quando i bisnonni Molti altri ragazzi del gruppo hanno pian piano giorare la situazione c'era poi il fatto che Meriam rimuginò sull'accaduto; lo sapeva benissimo che erano arrivati a Bradford in Pennsylvania e di cambiato atteggiamento nei confronti della aveva subito dimostrato ottime doti di atleta, i musulmani non mangiano questo tipo di carne, come era stato difficile per loro vivere in un ragazza, colpiti soprattutto dal comportamento specialmente nel salto in alto e questo aveva come aveva fatto a fare quella figura? Paese straniero, con persone che parlavano di Anna, non tutti certo, ma non sta scritto da suscitato in alcune ragazze anche un po' di Nei giorni successivi, però, Anna si accorse che un'altra lingua e che avevano abitudini diverse nessuna parte che per piacere a tutti bisogna invidia. qualcosa era cambiato: Meriam si avvicinava a dalle loro: Anna rimase molto colpita da quello rinunciare alle proprie idee! Anna rimase sorpresa nello scoprire questi lei, le sorrideva e scambiava qualche parola al che stava leggendo, mai avrebbe immaginato atteggiamenti in ragazzi che lei aveva sempre termine degli allenamenti. Anna pensò che forse che anche degli Italiani avessero vissuto vicende ritenuto "perfetti", ma soprattutto stava male per l'idea del pastin non era stata proprio assurda; tanto simili a quelle che sentiva quotidia- Meriam, pensando a quello che stava provando. per riuscire a rompere il ghiaccio era bastato il namente in televisione.

76 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 TUTTI A TAVOLA: IL PRANZO E’ SERVITO! 77 A tavola con i Lares In cucina TEMPO DI... NOCI Oltre ad essere un gustoso frutto secco, da consumare tuttavia con moderazione, la noce può Non c’era casa colonica, un tempo, che non avesse accanto all’orto o nel essere utilizzata anche nella preparazione di deliziosi antipasti, salse, primi e secondi piatti, dolci, cortile un maestoso albero di noce (nogara) la cui ampia chioma, oltre ad liquori ecc. Ottima è la combinazione pane e noci, consumata come merenda di metà mattina: è offrire frescura negli assolati pomeriggi estivi, era generosa anche di frut- nutriente, gustosa, energizzante e molto ben digeribile. ti gustosi, nutrienti e facilmente conservabili per la stagione fredda. Tanto Non per nulla in campagna vige da sempre il detto: “Pan e nos, magnar de spos”! importante è sempre stata questa pianta per le popolazioni rurali del pas- Un tempo con i frutti acerbi (malli compresi) raccolti il giorno di S. Giovanni (24 giugno) le contadine sato che numerosi paesi, in particolare quelli del Nord Italia, ne portano delle nostre vallate erano solite preparare il nocino, un buon liquore digestivo, ritenuto utile anche addirittura il nome (Nogarè. Nogara, Nogaredo ecc.)! per curare la tosse e la bronchite. Il noce fu sempre tenuto in grande considerazione dai contadini anche perché ogni sua parte (legno, mallo, frutto,foglie e gemme) veniva utiliz- Il nocino trentino Salsa alle noci Spaghetti alle noci zata per scopi terapeutici e culinari, e per fabbricare pregiati mobili, quali Ingredienti: Ingredienti: Ingredienti: cassettoni, armadi e cassapanche, tanto resistenti ai tarli e all’usura del 1 litro di grappa 300 g di noci pulite 1/2 kg di spaghetti tempo da poter essere tramandati di generazione in generazione. 12 noci acerbe divise a metà 5 cucchiai di olio d’oliva ex. g 300 di gherigli Il legno di noce poteva durare, infatti, centinaia di anni e poco comporta 3-4 chiodi di garofano un cucchiaio di panna, sale g 50 di farina bianca se lo stesso legno era, invece, poco adatto per ardere nel camino. 1 stecca di vaniglia Un’insolita salsa ottima per 3 cucchiai di oli d’oliva Nel Trentino sono ancora molto rinomate le noti del Bleggio, una qualità buccia di un limone senza bianco condire pasta, lasagne o 2-3 cucchiai di latte assai pregiata la cui cultura risale addirittura al Rinascimento. A detta 250 g di zucchero anche patate, rape e porri, Scottare i gherigli in acqua degli storici, infatti, nell’anno 1579, in una località coltivata a noci, ci fu Mettere tutti gli ingredienti, purché bolliti. bollente e asportarne la uno scontro fra soldati tedeschi e abitanti giudicaresi che venne ricorda- all’infuori dello zucchero, in un NB! Per questa salsa si pellicina. Passarli nel mortaio, ta, per l’appunto, come “la guerra delle noci”. vaso di vetro a macerare in preferiscono i gherigli freschi poi al tritatutto, quindi mesco- Negli anni recenti s’è risvegliata in modo notevole l’interesse per questo luogo fresco e buio per circa cui togliere la pellicina. Tritare larli con la farina, l’olio, il latte tipo di coltura e ne è pure scaturita l’esigenza di valorizzare corretta- quaranta giorni. Filtrare con le noci nel tritatutto e metterle e cucere tutto a fuoco dolce. mente il prodotto per rispondere in modo soddisfacente, soprattutto dal una garza e aggiungere lo in una terrina, aggiugervi l’olio Lessare al dente gli spaghetti- punto di vista qualitativo, alla richiesta sempre più pressante del con- zucchero. Rimettere al sole a filo, come per la maionese. ni, scolarli e condirli con la sumatore. per una decina di giorni prima Mescolare di continuo col salsa di noci. Si sono così creati nuovi impianti, sperimentando varietà diverse dalla di consumare il liquore. cucchiaio di legno. Si servono caldissimi. tradizionale “Bleggiana” (v. Lara e Blanquette) ed eseguendo pure altri Prima di finire aggiungere la AI LARES tipi di innesto per migliorare sia la qualità che la quantità del prodotto Crostini al prosciutto e noci panna e continuare a Torta di noci stesso. Ingredienti: mescolare bene, aggiugendo Ingredienti: Splendido agriturismo un pan carrè un pizzico di sale. g 140 di gherigli di noce fattoria didattica Proprietà terapeutiche gherigli di noci La salsa di noci si conserva g 140 di zucchero in polvere realizzato in una ex La noce è uno dei frutti più nutrienti ed energetici perché contiene lipidi 1 hg di prosciutto cotto abbastanza a lungo in barattoli g 140 di cioccolato in polvere caserma militare e proteine, sali minerali (zinco e rame) e molte vitamine (A in particolare). 3 cucchiai di formaggi di vetro ermeticamente chiusi g 20 di cedro candito ubicata quasi al L’olio di noce, ottenuto dal gheriglio, grazie all’elevata concentrazione di molle e saporito e posti nel frigorifero. 4 uova, odore di zucchero vanig. culmine del passo di acidi grassi polinsaturi (circa l’80%, in particolare Omega-3 e Omega-6), Tritare finemente il Pestare finemente Sant’Antonio, valico è in grado di abbassare il colesterolo nel sangue e per questo ha prosciutto e incor- le noci con lo zuc- collegante Auronzo di notevolissime proprietà antiarterosclerotiche (superiori all’olio di soia e di porarvi il formag- chero e versarle in Cadore e Padola di mais); è anche un buon vermifugo ed è pure consigliato come cura rico- gio mescolando una terrina insieme Comelico Superiore. stituente per i convalescenti, i vecchi e i bambini. bene affinché il al cioccolato, Immerso nel verde di Le parti di questa pianta che hanno maggiore utilità come medicinale composto risulti l’odore di vaniglia, boschi e pascoli in sono le foglie e il mallo. omogeneo. le uova (gli albumi estate è ideale punto Con le prime si fanno pediluvi e si massaggiano le parti doloranti; si pos- Tagliare in quattro montati a neve) e il di partenza di sono fare anche cataplasmi da applicare su ulcere e piaghe croniche; le fette di pan cedro tritato. passeggiate ed inoltre, la sostanza antimicotica in esse contenuta (juglone), le rende carrè e soffrigerle Prendere una terri- escursioni. particolarmente utili nelle infezioni da funghi e nelle dermatosi in ge- nel burro da un na in cui il dolce In inverno sono nerale. solo lato. non diventi più alto comodamente Il mallo è ricco di tannino e di vitamina C; se ne può usare il frutto fre- accessibili il Spalmare il com- di 2 cm, imburrarla, sco sulla pelle come cicatrizzante e protettivo solare. comprensorio sciistico posto sull’altro lato cospargerla di pan- Con i malli schiacciati, lasciati a macero per alcuni giorni nell’alcool e poi di Padola e le Terme di delle fette e grattato e farla filtrati, le nostre nonne riuscivano a ridare il primitivo colore ai capelli neri Valgrande. guarnirlo con cuocere in forno a o bruni. mezzo gheriglio. calore moderato.

78 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 A TAVOLA COI LARES 79 MILLEFOGLIO Le grandi proprietà di un’erba preziosa

Sono circa duecento le specie di achillea distribuite nelle regioni temperate settentrionali della Terra, undici delle quali presenti in Italia. La più comune è l’Achillea millefolium o millefoglio, termine quest’ultimo che sta ad indicare la forma delle sue foglie fitta- mente frastagliate. Il suo nome scientifico sembra derivi dal fatto che fu utilizzata, stando alla leggenda, dall’eroe omerico Achille ANTONIO RUSSO per cicatrizzare le ferite di guerra. Per la sua reale azione vulne- Gruppo raria e antiemorragica, la pianta fu chiamata anche sanguinella, erba del soldato, erba dei tagli, stagnasangue ecc. In effetti essa vanta numerose proprietà curative, tanto che i contadini di ogni epoca l’hanno sempre utilizzata ed apprezzata. Era nota anche ai Celti che se ne servivano per un rito religioso. ilatelici di Montagna Anche in Cina era considerata sacra e i suoi fusti venivano usati F nel metodo divinatorio, praticato da millenni e spiegato nel libro * Affiliato alla Federazione fra le “Un francobollo delle mutazioni - il famoso Yi King. L’uso costante dell’achillea si Società Filateliche Italiane è un'opera d'arte dimostrò utile, nei tempi passati, anche per combattere le epi- * Socio dell’Ass. “Ardito Desio” di dimensione universale, demie di morbillo o di scarlattina. * Socio dell’Associazione è il riflesso dell'anima, Note botaniche Italiana di Maximafilia della storia La pianta è molto comune in tutta la nostra Penisola, nei prati e * Socio del Circolo Filatelico e della cultura di un popolo; nei pascoli, ma anche in luoghi aridi, ai margini delle strade, dalla “Guglielmo Marconi” è l'immagine di fatti e imprese pianura fino ai 1500 metri e oltre di quota. Appartiene alla grande * Socio Centro It. Fil. Resistenza presenti e passate famiglia delle Composite; è un’erbacia perenne con radice che hanno plasmato e formato (rizoma) strisciante a fusto eretto, peloso, resistente, alto da 30 a una nazione. 79 cm, dotato di foglie alterne, pelose, pennate e molto sfrangiate “Quando arrivi in vetta Entro i suoi limiti ristretti in segmenti finemente divisi. Fiorisce tutta l’estate con capolini ad un monte non fermarti, un francobollo fiorali piccoli, a loro volta raccolti in corimbi compatti bianchi o continua a salire” porta un mondo di significati rosei. La pianta emana un odore agro e penetrante: la sua pre- Un Maestro del buddismo Zen senza rende il fieno particolarmente aromatico e la sua inge- che trascendono confini locali e nazionali.” stione conferisce un profumo caratteristico alla carne degli ovini. Salsa di achillea Ingredienti: Proprietà medicinali 30 foglie di achillea, 2 di rafano E’ una delle erbe più preziose della fitoterapia. Contiene un olio grattugiuato, un cucchiaio di essenziale di colore verde-azzurrognolo, presente soprattutto nei senape, 2 uova, un limone, fiori e dotato di una forte azione antispasmodica - è utilissima per un cucchiaio di burro, pepe. calmare gli spasmi uterini, l’asma, la tosse, l’influenza, la febbre In un polsonetto (recipiente di ecc.; per curare le malattie nervose, le emorroidi, le ferite, il catar- rame non stagnato) far emul- ro intestinale e le flatulenze; per regolare la digestione; è depu- sionare i tuorli d’uovo, il succo rativa e tonificante del fegato, cardiotonica, stimolante la circo- del limone, il burro e pochissi- lazione sanguigna ecc. L’achillea è valida anche per uso esterno ma acqua; mettere sul fuoco a calore moderato mescolando per la cura della pelle in generale, ma anche per arrestare le di continuo fino ad ottenere un emorragie e risanare piaghe e ferite, contro le screpolature delle composto denso. LE DONNE E LA PRIMA GUERRA MONDIALE mammelle, le ulcere varicose e le emorroidi purulente. Unire il rafano, la senape e le IL FRONTE DOLOMITICO Un ottimo vino, valido anche per curare i malanni di cui sopra, si foglie di achillea tritate molto L’ASTRO DI CARRELINO ottiene lasciando macerare due manciate di achillea in un fiasco finemente. CIMA MITIKAS di buon vino bianco; se ne consumano 2 bicchieri al giorno ai Insaporire con il pepe. pasti. Si consiglia cogliere i fiori in pieno sole. Questa salsa è adatta a www.filatelicidi montagna.com pietanze a base di pesce o e-mail: [email protected] © Provincia di Trento - Ass. Prov. Agricoltura e Foreste. A cura di Iris Fontanari uova. c/c postale n. 14266373 intestato: CAI Auronzo. 32041 Auronzo di Cadore BL 80 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 Passioni ed amori che oltrepassarono la potenza dei LE DONNE E LA PRIMA GUERRA MONDIALE: politici, la prepotenza delle nazioni. ANTONELLA FORNARI E così la Grande Guerra fu ancora "grande" perché esili come brezza tra venti di guerra. ”Sono un’alpinista, sono una scrittrice di libri di montagna, sono con essa la donna acquistò la sua identità. una donna di pianura, mantovana di origine. Tra Cadore, Ampezzo e Carnia Un'identità fatta di ciò che da sempre le sarebbe “Molti anni fa sono salita in Dolomiti per starci tre giorni e non di Antonella Fornari. Vodo di Cadore spettato; fatta di libertà d'amare, di scegliere, di sono più tornata a casa, non perché non ami la mia città ma per- sapersi apprezzare e rispettare. ché là manca qualcosa. Le montagne. “Ho cominciato ad avvicinarmi alla montagna alla rovescia. Ho Il cammino non fu facile e forse ancora non lo è, ma cominciato ad arrampicare. Quando si è molto giovani il senso lei continua, come sempre, a lottare per i propri della verticalità e della parete è qualcosa di incredibile. Il fascino onne, esili brezze dal dolce profumo di pri- Meno facile è raccontare di piccoli eroismi fatti di amori, per i propri ideali … ma non è forse ciò per cui è assoluto. E proprio un giorno tornando dalla Cima Grande di mavera. Il vento passa, potente, da ordini, quotidianità, non ultimo quello della sofferenza, della combatte un soldato? Lavaredo ho visto qualcosa luccicare tra i piedi, mi sono chinata D rimescola cose e pensieri. nostalgia, del distacco dall'amato, dal figlio, dal- e quel qualcosa era un bottone di una divisa militare. Così quelle montagne che mi sembrava di conoscere così bene mi hanno Scava solchi profondi e crea montagne con ciò che l'amore … "… ad una svolta mi si presentò un declivio erboso ha tolto dalle vaste pianure. Eppure le donne sono lì, a reggere con le loro mani introdotto in questo nuovo mondo: un muro a secco, una fer- che dall'orlo del bosco scendeva fino ai paracarri raglia, la suola di una scarpa, un palo a 3000 m di altezza, sicu- Può essere prepotente al punto da inaridire anche la ed il loro cuore il peso della storia e … nella nostra della strada, tutto irto di triangoli grigi di un attenda- ramente non un albero cresciuto lassù. Erano sì reperti di guer- terra più feconda, anche il cuore più denso di pas- bella lingua la STORIA è donna … e anche la GUER- mento e nello stesso tempo mi colpì un brusio di voci ra, ma erano soprattutto storie di uomini, uomini che amavano sioni. RA è donna … gaie. Sulla strada un gruppo di Fanti circondava due così tanto i monti da regalare spesso loro la propria vita. Così ho cominciato a ripercorrere sentieri, strade , mulattiere, vie di roc- Vento, come l'uomo. Parla forte, si insinua, ripete i Il vento è uomo, uomo che manovra la grande barca fanciulle smilze e bionde come la paglia che versa- suoi moti ancor più ad alta voce. del tempo portandola spesso ad arenarsi su ignoti cia. Ho potuto rendermi cosciente che forse quella guerra in vano loro del latte da un secchio nella gavetta prote- montagna fu la più incredibile follia architettata dai signori della E poi … poi si calma, respira, diventa quasi visibile lidi. sa. Queste ragazze cadorine non hanno forme, sono guerra. per incrociare un attimo il suo sguardo con quello Ma sarà la brezza leggera a portarla a casa. rettilinee e un po' angolose. Ma dal corpo piatto fiori- “Nel percorso della memoria mancava forse qualcosa. Ho sem- della brezza, esile, delicata, ma altresì decisa. Si apre il libro dei ricordi. Cento anni sono passati. sce una testina quasi sempre piena di grazia, dise- pre parlato di montagne, ho sempre parlato di uomini. E le donne? E noi dove eravamo? La brezza … alito profumato della primavera, odoro- Donne, donne piegate dalla fatica. gnata con finezza e colorata da una chiazza di lacca sa di erba, di muschio, di vita nascente. Animi semplici che speravano e spesso sperano solo “Scavando in una caverna tra Monte Piana e le Tre Cime di rossa su ciascuna gota …" (G. Frontali, "La prima Lavaredo avevano riportato alla luce il muro di una baracca. La brezza è donna. in un Amore. estate di guerra") C’era di tutto, del legno fradicio, dei caricatori, dei fucili... e in Gentile, ma determinata. Tempi lontani, ormai, quelli della fine del 1800, tempi Una piazza del Cadore, una scena non insolita quan- mezzo ad un conglomerato di terra e di sassi c’era un pizzetto. Passa là, dove è sorvolato il vento. in cui ancora la famiglia ed il matrimonio non erano do il vento degli eserciti arrivava in paese e la brez- Era una camicetta di donna, una camicetta di seta bellissima, raffinata con pizzi e merletti. Certamente era appartenuta ad una Accarezza la terra riarsa. coronati da venti di passione. za si risvegliava vedendo in quegli occhi senza Riaccende il verde degli abeti. Ma, ancora una volta, erano accettazione di un de- di quelle donne che hanno vissuto quella realtà tragica nei paesi sonno e nelle divise stazzonate il profilo del padre, di montagna. Le donne di tutti i giorni. Trascolora le nuvole al tramonto. stino che avrebbe pesato per sempre su di loro. del figlio, dello sposo lontano … “E il filo conduttore di tutte queste storie non è la guerra, è La brezza riporta il silenzio. Non erano tempi in cui si poteva scegliere. Erano Con atavica semplicità, con naturalezza, le donne l’Amore, qualunque esso sia. Ridona la pace. solo tempi in cui si poteva e si doveva ubbidire. ricostruivano una sorta di quadro familiare forse nella “E’ facile parlare di eroismi sui campi di battaglia, meno facile parlare di eroismi fatti di quotidianità. Il vento e la brezza. Si La si può quasi toccare. Accarezzare. E arrivò la guerra. speranza che anche ai loro cari fosse riservata E’ morbida. È di velluto, come viso di donna. I suoi eventi, stravolgimento dei ritmi quotidiani se- alzano entrambi, ma se è il vento che spesso porta la barca della analoga cortesia. storia a naufragare sui nostri lidi, ricordiamo che sarà sempre la È donna. gnati dal lavoro, soffiarono su questa semplice Era naturale, per loro, per quelle donne cadorine (o brezza leggera a riportarla a casa.” Riempie i vuoti. umanità, scuotendo gli animi. comunque per tutte le donne delle comunità mon- È vita. Uomini e donne cominciarono ad osservarsi in tane) a cui era capitata la sfortuna di nascere tali alla Le donne sono così, sono brezza che ricama il lavoro maniera diversa e il coraggio e l'ardore furono di fine del 1800, proprio quando il mondo stava cam- del vento. La brezza scandisce piano lo scorrere entrambi. biando,stava galoppando verso incredibili mutamenti. delle ore del giorno. Lenisce le ferite del vento, il E gli occhi si incontrarono, le mani si sfiorarono - Ma quassù, qui fra i monti non era così. vento bruciante delle umane passioni. magari solo per accettare un pezzo di pane - e la Appena una bimba apriva gli occhi diventava un debi- Il vento della storia. Il vento della guerra. forza superiore della vita esplose. to, un debito che ricadeva su lei stessa e che lei stes- È facile raccontare di scontri, di eroismi sui campi di Ancora il vento e la brezza si amarono, si amarono sa avrebbe pagato, saldato con il tempo con la vita, battaglia, di eroiche imprese. così tanto e così forte che - con quell'amore - can- con il lavoro. Meno facile è ricordare e raccontare di chi ha soffia- cellarono divise, riempirono i fossi delle trincee per- Quella nuova bambina, quella donna, avrebbe lavo- to piano sulle braci ardenti per trasformarle in fuoco ché non ci fosse più divisione. Si amarono così tanto rato sempre, forse anche più degli uomini, ma nes- allegro. e così forte che - con quell'amore - scalarono mon- suno se ne sarebbe accorto! Meno facile è ricordare di esili, ma forti presenze. tagne anche solo per vedere, per un attimo, l'amato.

82 QVOTA 864 DICEMBRE 2015 LE DONNE E LA PRIMA GUERRA MONDIALE 83 Le sue energie, la sua giovinezza se ne sarebbero razione, c'erano sempre loro, le donne, con la loro Lo spirito del vento racchiude così in un impensabile andate in silenzio, impalpabili eterei doni … silenziosa logica del senso di un dovere ormai parte diario i pensieri delle nuvole che si affollano sopra di MONTAGNE IN ROSA Mai festeggiate, poco amate, spesso tollerate, intrinseca del loro patrimonio genetico, pronte a me in un ultimo sprazzo d'estate. rinchiuse nell'isolamento dell'analfabetismo, quelle tenere fra le braccia l'estraneo che si trovavano di Intorno, le "mie" Montagne: mi costringono ad uno bambine cresceranno senza sapere molto della vita fronte. stretto colloquio mostrandomi, ancora una volta, che se non di quella che scorreva con monotona quotidia- "Sono gli uomini a sparare, ma sono le donne che, non erano esaurite le storie che mi volevano raccon- nità fra il focolare e i campi. alla fine, governano la vita preparando i rifugi … Gli tare. Guerra o pace, per loro, nei paesi del Cadore, uomini sono immersi nel tempo e ne sono le vittime. Il vento si insinua sussurrante nelle fessure trasfor- dell'Ampezzo e della Carnia, quasi non faceva dif- Gli uomini fanno la guerra e non ne ricavano che una mando gocce di cristallo di lievi cascate in ali di far- ferenza. passeggera esaltazione e poi delusione e tormento falle iridescenti. In cucina, nei campi, in stalla. Lavare, cucinare, … Le donne la subivano, ma la loro essenza era fuori Poi, si spegne nella brezza. cucire, falciare, portare il fieno, mietere, guidare l'ara- dal tempo, immersa nella natura inconsapevole che E la brezza soffia leggera contro le finestre del cuore tro … Non esattamente in questo ordine, ma tutto, dura oltre le guerre e gli eccidi e germoglia sulle per poi spalancarle su mondi remoti: i mondi e le pic- ogni giorno, sempre. rovine … Così è anche la vita …" (G. Zangrandi, cole storie delle "donne dei monti", delle "donne della E poi prendere l'acqua alla fontana, accendere il "I Brusàz") guerra". fuoco, accudire i bambini … e tutto si ripeteva all'in- … quella vita in cui, alla fine, c'è tempo per tutto: per Qualche "donna-soldato", le bambine che si affac- finito: d'estate, d'inverno, con il buio e con la neve. nascere e morire, per amare, per costruire, per ciano al mondo insieme alla guerra; il mistero della Senza tregua. Senza interruzione. chiedersi "perché". vita; il mistero della morte, l'esorcizzare odi e conflit- Spesso senz'amore. Quasi sempre senza tenerezza, ti nella sublimazione di rocce e pareti come fece E il giorno delle nozze, atteso dalle ragazze qualche ardita alpinista; la "Signora Anna" (… la della "buona società" se non come giorno "fame", come veniva chiamata!); la signora di Cortina d'amore, almeno come giorno di festa, per tutte che scrive diari e cronache; la levatrice, la nonna, la loro era un inutile lusso: ci si sposava il mattino, contrabbandiera, le vedove, la "sorella del prete", le il pomeriggio si lavorava. "signorine dai facili costumi" e quassù, con tutte loro: Forse, con il tempo, si imparava anche - se non "… la vita diventa un fatto essenziale e semplice. MARIA PLOZNER MENTIL ad amare - a voler almeno bene all'estraneo a Non è più qualcosa da buttare distrattamente e con Timau 1884 - Paluzza 15.2.1916 cui si "dava del voi". dolore dietro le spalle, ma è la vita, d'un tratto Medaglia d’Oro al Valor Militare Brezza leggera, soffocata al suo nascere dalla preziosa, irripetibile …" (B. di Beaco) prepotenza del vento. - ALLA MEMORIA - E come sempre, tutto questo, è bene prezioso che " Madre di quattro figli in tenera età e sposa di com- Esiliata, sola, spesso anche nel momento in cui stringo nel pugno sfiorando, come brezza, le cime dei battente sul fronte carsico, non esitava ad aderire, da lei scaturiva un'altra vita. monti. con encomiabile spirito patriottico, alla drammatica E se nascere donna era una sfortuna, restare La sera è strana. La brezza mi accarezza. richiesta rivolta alla popolazione civile per assicu- vedova era una disgrazia. Vento precipita burbero in fondo ai silenzi. rare i rifornimenti ai combattenti in prima linea. Eppure, tutte queste donne, con i loro vestiti Neve e farfalle volano intorno a me in questa singo- Conscia degli immanenti e gravi pericoli del fuoco austeri e i capelli nascosti dai fazzolettoni anno- lare giornata estiva. nemico, Maria PLOZNER MENTIL svolgeva il suo dati, non avevano ancora pianto e sofferto È bolgia e tripudio. servizio con ferma determinazione e grande spirito abbastanza. È caos e armonia. di sacrificio ponendosi subito quale sicuro punto di Arrivò la guerra. È l'essenza dell'inizio della vita. riferimento ed esempio per tutte le "portatrici car- niche", incoraggiate e sostenute dal suo eroico Per loro ancora privazioni. Non un susseguirsi logico di stagioni, ma una fanta- Si, perché quelle donne saranno le mogli, le comportamento. Curva sotto il peso della "gerla", sia surreale e sublime di tutte le possibili bizzarrie veniva colpita mortalmente da un cecchino austria- madri, le sorelle di quegli uomini che partiranno della Natura. co il 15 febbraio 1916, a quota 1619 di Casera per il fronte, fatti prigionieri, feriti, uccisi. Così, la mia avventura fra i segreti inesauribili dei Malpasso, nel settore ALTO BUT ed immolava la E i sopravvissuti sarebbero spesso "morti den- monti, prosegue. sua vita per la Patria. Ideale rappresentante delle tro", devastati nel corpo, ma - ancor più - nella La affronto, come sempre, con l'animo in pace, libero "portatrici carniche", tutte esempio di abnegazione, mente. da pensieri, il cuore pieno di farfalle, la mente di fioc- di forza morale, di eroismo, testimoni umili e silen- Fantasmi dallo sguardo smarrito. chi di neve. ziose di amore di Patria. Il popolo italiano Le ricor- Ma accanto al fuoco, mentre fuori ancora spes- Le donne, tutte, sono così: capaci di piccole, miste- da con profonda ammirata riconoscenza. " so soffiava il vento dell'odio e della dispe- riose magie e di grandi straordinarie imprese. 9 aprile 1997 D.P.R.

84 QVOTA 864 DICEMBRE 2014 LE DONNE E LA PRIMA GUERRA MONDIALE 85 IL FRONTE DOLOMITICO La Grande Guerra sulle Dolomiti “ Non ho mai ucciso per uccidere. Ho ucciso per tornare a casa, e per salvare i miei compegni ” Mario Rigoni Stern

el 1916 appariva in Inghilterra un saggio sulla guerra in Italia che sosteneva che: "La campagna sulle Dolomiti è stata forse la più meravigliosa di tutte […]. N Dev'essere stato come prendere d'assalto il cielo". L'autore era un inviato di guerra inglese, Herbert George Wells, che qualche anno dopo diventerà famoso con i suoi libri di fantascienza. Dal 24 maggio 1915 fino al novembre del 1917, quindi per più di 900 giorni, la Grande Guerra lasciò i suoi segni anche sulle nostre Dolomiti. Secondo il gen. Monticone in quei giorni: "un nuovo popolo abitò la parte orientale del- l'arco alpino, scavò caverne, trincee, camminamenti; costruì strade, ponti, fortificazioni e rifugi; fece saltare con le mine alcune cime; alterò la fauna e la flora; si spinse a vivere nei ghiacciai". Insomma lo sconvolgimento della guerra raggiunse anche le più belle cime del Mondo, mettendo di fronte, dalla al Peralba, la 4ª Armata Italiana dei Generali Nava prima e Di Robilant dopo, e la Divisione Pustertal del Feldmaresciallo Goiginger. Italiani, austriaci, tedeschi si affrontarono in una guerra che univa ai già intrinsechi disagi di uno scontro armato, l'impossibile logistica dell'alta montagna, le avversità degli inverni più rigidi del secolo e le difficoltà alpinistiche di una zona che all'inizio del secolo era consi- derata terreno di frontiera dell'alpinismo europeo. E così come nacque il mito della Grande Guerra, nacque anche quello della Guerra Bianca, che univa i soldati delle pianure alle guide alpine del luogo nella composizione delle "pattuglie volanti" che per affrontare il nemico in quota erano costrette ad aprire nuove vie oppure a passare interi inverni in baracche ancorate alle rocce, sepolti in ca- verne di roccia e ghiaccio. E gli uomini divennero eroi: non c'è vetta, cengia, rifugio o ferrata sulle Dolomiti che in qualche modo non sia legata a qualche personaggio leggendario. Alpini e fanti italiani opposti a kaiserjäger e landeschützen austriaci diedero vita a quel- l'eroismo di fronte al quale lo stesso Antonio Berti (tenente medico di guerra, storico divul- gatore, guida alpina ed autore di innumerevoli guide sulle Dolomiti) ci invita ad inchinarci.

Acquerello del Prof. Piero Raffelli Il fronte delle Dolomiti restituisce ancora le mute testimonianze di quei drammatici giorni.

86 QVOTA 864 DICEMBRE 2014 IL FRONTE DOLOMITICO 87 "Piove, piove, piove. 4 luglio 1915. Si diguazza nel fango, si è lordi "Sono in sei... hanno ricevuto di fango, si respira nebbia. l'ordine di arrampicarsi sul Gli abiti sono sempre bagnati, le Paterno e di occuparne la cima. tende e le baracche pure. Sono armati di moschetto e di Vedo scendere due con tavole e granate a mano. filo spinato, si levano bestemmie Le Tre Cime si levano spettrali e pur proseguono. nella notte, inargentata Comprendo cosa sia la fatica. pallidamente dalla luna, stagliate Il biblico sudore della fronte. nel cielo terso. La fatica che uccide e martirizza Si tuffano nel buio e nel silenzio. rimarrà sempre fra le mie Procedono furtivi, lenti, per non impressioni d'Oslavia. smuovere sassi che possano Resistere in questo fossato di destare l'allarme... si diradano fango aperto verso il cielo, sempre più le stelle, spunta e si ricordarsi di essere stato fino a dilata un pallido chiarore: l'alba. ieri un uomo con un lavoro, una famiglia ed essere ora un numero nel fango, un sudicione Ora i sei salgono uno dietro l'altro, per il filo della cresta. Si è scorto là in alto un uomo: è lassù, prostrato e stanco. Avvilimento che toglie l'intelligenza, questo è il martirio di Oslavia." lento, che ascende. Eccolo, è giunto a dieci passi dalla cima... D'improvviso appare la figura di un Adolfo Omodeo, Storico italianoi (Palermo 1889 - Napoli 1946) soldato alpino, campeggiante nel tersissimo cielo, alte le mani armate di un masso... scaglia con le due mani il masso. Il Sepp alza le braccia al cielo, cade riverso, piomba, s'incastra nel camino Il Sacrario di Redipuglia è il più Oppel, morto. grande e maestoso sacrario Sulla vetta, solo, trionfale, più alto del monte: Piero De Luca del battaglione "Val Piave". italiano dedicato ai caduti Sepp Innerkofler fu tumulato in cima; fu scolpita una lapide con parole reverenti. della Grande Guerra. Avvenuta l'invasione austriaca la salma fu trasportata nel cimitero di Sesto. Realizzato sulle pendici Ce ne duole. Avremmo amato, arrivando lassù, ritrovarla per inchinarci di fronte a un eroismo che del Monte Sei Busi su progetto ha onorata la Montagna al di sopra di ogni confine di nazione." dell'architetto Giovanni Greppi e Antonio Berti dello scultore Giannino Castiglioni, fu inaugurato il 18 Il sacrario contiene i resti di settembre 1938 dopo dieci anni 22.910 soldati. di lavori. Quest'opera, detta Al centro dell'ossario italiano c'è anche "Sacrario dei Centomila", il sacello della famosa custodisce i resti di 100.187 Madonna del Grappa, la Vergine soldati caduti. Ausiliatrice posta nella vetta La struttura è composta da tre il 4 agosto 1901 dal patriarca di livelli e rappresenta Venezia Giuseppe Sarto - poi simbolicamente l'esercito che scende dal cielo, alla guida del proprio comandante. papa Pio X. In cima, tre croci richiamano l'immagine del Monte Golgota e la crocifissione di Cristo. "L'Armata del Grappa non morrà. Percorsa la "Via Eroica" - 38 targhe in bronzo indicano i nomi delle località carsiche contese E' stato un formidabile strumento durante la Grande Guerra - si giunge alla tomba del comandante della Terza Armata, Emanuele di guerra: più ancora è stata, ed Filiberto Duca d'Aosta. Al suo fianco le tombe in granito di cinque generali: Antonio Chinotto, è, e sarà, un fascio meraviglioso Tommaso Monti, Giovanni Prelli, Giuseppe Paolini e Fulvio Riccieri. di anime; la sua gloria ha le radici nel vivo cuore del popolo italiano, che del Grappa, e dei soldati del Grappa, ha fatto il simbolo della patria fede e della patria fortuna. Non morrà! Voi, dunque, non la dimenticate mai, la vostra Armata! Riconoscetivi sempre fra di voi, come fratelli, nel nome del nostro Monte, in seno al quale riposano i nostri morti; portate sempre in voi, e diffondete attorno a voi, quando tornerete nel nostro grande popolo e ne farete parte così grande, rispettata, ed ascoltata, il sentimento e la religione di quella vostra disciplina di fede e di amore, che vi ha fatti eroi; vivete ed operate sempre come se foste, ancora e sempre, i soldati del Grappa." Oggetti della vita quotidiana degli uomini in guerra che dopo un secolo ritornano a noi. Maresciallo d'Italia, Generale Gaetano Giardino, comandante dell'Armata del Grappa

88 QVOTA 864 DICEMBRE 2014 IL FRONTE DOLOMITICO 89 L’ASTRO DI CARRELINO Luigi Carrel, Guida alpina di Valtournenche Ricordiamolo insieme nel 150 anniversario della prima salita italiana al Cervino il 17.7.1885

90 QVOTA 864 DICEMBRE 2014 L’ASTRO DI CARRELINO 91 1941. La principessa Maria José di Savoia ai piedi del Cervino insieme alle Guide alpine Luigi Carrel, a sinistra nella foto, e Giulio Bich. La principessa scalava bene e senza difficoltà, ed ebbe parole di elogio per i suoi accompagnatori. Giulio Bich, l’ “Alpino del Polo”, come si faceva chiamare, aveva fatto parte della leggendaria pat- tuglia Sora che nel 1928 era partita alla ricerca della Tenda Rossa del generale Nobile, precipitato con il dirigibile Italia sul pack. Bich morì a quasi novantasei anni, dopo una vita lunga e onorata.

92 QVOTA 864 DICEMBRE 2014 L’ASTRO DI CARRELINO 93 Sulle montagne degli Dei CIMA MITIKAS. Il castello del Dio Zeus di Marco Bresciani

Zeus Il dio del cielo luminoso fu in Grecia il sommo degli dei; e, anche se nelle pratiche del culto e nella solennità e magnificenza dei riti fu superato da altri dei, resta tuttavia sempre il “dio padre” o, come è chiamato nell’epica, il “padre degli dei e degli uomini”. Il culto si compiacque specialmente di venerarlo sulle più alte vette dei monti, dove lo si immaginava sedente in trono in mezzo a un nembo di luce, o anche rappresentato da semplici simboli. Tali vette, sacre al culto di Zeus, furono l’Olimpo, il Pelio e l’Eta in Tessaglia; il Liceo in Arcadia e il monte Itome in Messenia; il Parnete e l’Imetto nell’Attica; il Citerone, in Beozia; il Parnaso nella Focide; il monte Ida presso Troia, l’altro Ida nell’isola di Creta, e altre ancora. Di questi monti, il più alto di quanti dominavano le regioni che furono le prime sedi del popolo greco (cioè la Macedonia e la Tessaglia) era l’Olimpo, il quale fu perciòriguadato come la sede più propria del dio e fu anche inseguito considerato dai Greci come la dimora degli dei. Le alte vette dei monti addensano le nubi e provocano fenomeni meteorici e precipitazioni atmosferiche ond’è naturale che Zeus, il quale dalle sue alte sedi regnava sulla terra e sulla vita degli uomini della pioggia benefica; egli determina il succedersi, in cielo, della luce e dell’oscurità, egli suscita i venti benefici e prosperi e gli uragani: ma egli è anhe il signore del fulmine, l’arma sua irresistibile. EnciclopediaItaliana (1937)

urante le nostre recenti vacanze nella Grecia continentale, più precisamente nelle regioni della penisola Calcidica, di Salonicco e della Tessaglia, abbiamo colto l'occa- Dsione per una ascesa giornaliera alla vetta del Monte Olimpo. L'idea di poter raggiungere quella che nella storia della Grecia Classica antica è definita la Montagna degli Dei ci affascinava molto in quanto ci riportava ai momenti della scuola, tanti anni fa e la possibilità rivederla in chiave diversa. A nostro figlio Marco invece, novello liceale la possibilità di associare da subito due mondi così diversi, quello reale e quello divino. Altro aspetto stimolante è dato dalla possibilità di poter fare un'escursione alpinistica durante una vacanza al mare, infatti nella penisola calcidica, ad un'ora d'auto da Litohoro si trovano le più belle spiagge della Grecia continentale. In realtà quello che comunemente è noto come monte Olimpo è un notevole gruppo montuoso con ben 52 vette, di cui la cima Mitikas, 2918 m. ne è la più alta. Si trovano poi due vette leggermente inferiori e molto meno frequentate, Skolio (2912 m.) e Stefani (2908 m.). Veniamo ora alla nostra escursione: il 26 agosto del 2015 partendo dall'ameno paesino di Litohoro, base ideale per la salita all'Olimpo e sede dell'omonimo parco nazionale istituito nel lontano 1938 per preservare la grande biodiversità di piante, uccelli e animali di questo luogo; avendo disponibili- tà di un'autovettura, abbiamo percorso rapidamente i 18 km. che conducono alla località di Prionia Un grande amico: Bepi Mazzotti (1100 m.) dove, dopo un piccolo Rifugio escursionistico inizia la salita al Monte Olimpo.

94 QVOTA 864 DICEMBRE 2014 CIMA MITIKAS. IL CASTELLO DEL DIO ZEUS 95 Non esistono mezzi pubblici che percorrono questo tratto di strada per cui, se sprovvisti di auto, bisogna organizzarsi in tempo. Lungo questa strada si trova un posto di controllo delle guardie del parco che può fornire utili informazioni sia logistiche che metereologiche. Da Prionia si imbocca uno splendido sentiero che, tra boschi di latifoglie con faggi e querce nella parte iniziale, pini neri e balcanici nella parte più alta, in maniera relativamente dolce conduce, attra- verso 1000 m. di dislivello al rifugio A - "Spiglios Agapitos" a 2100 m. di altitudine. Il sentiero fin qui è splendidamente attrezzato in quanto recentemente sono stati realizzati impor- tanti lavori di riqualificazione finanziati dalla comunità europea. Si trovano due punti di sosta attrezzati ed una fontanella d'acqua fresca a circa un terzo del per- corso. Lo stesso rifugio non è collegato a Prionia da impianto teleferico pertanto tutti i rifornimenti vengono fatti con cinque muli che salgono, ogni mattina, carichi della merce destinata al rifugio lungo il medesimo sentiero degli alpinisti. La tabella di marcia del club alpino greco prevede un tempo di percorrenza di tre ore, ma a buon passo escursionistico in due ore si può giungere tranquillamente a questa prima metà. Il Rifugio è accogliente anche se semplice, si trova sempre un buon piatto di minestra calda e tal- volta, qualche secondo. Solo servizio selfservice, prezzi veramente modici per cibo e bevande. Pochi i posti letto ma si possono montare le tende all'esterno. Poco dopo il rifugio inizia il percorso alpinistico per la cima e superati altri 800 m. di dislivello circa, con uno sviluppo in linea piuttosto lungo si giunge sotto la vetta, dopo si trova un pregevole picco- lo altopiano. Questo ultimo tratto non è propriamente alla portata di tutti e richiede una certa preparazione alpinistica, tra l'altro va detto che l'ultima parte della salita originale non è minima- mente attrezzata né con cordini fissi né con nessun altro elemento artificiale. Ritengo che i passag- gi dell'arrampicata della parete sotto la cima si possano classificare di terzo grado. Significative sono le numerose lapidi che stanno lì a testimoniare le difficoltà della salita incontrate negli anni pas- sati. Dal rifugio Spilios Agapitos alla vetta si impiega poco più di due ore. A cura di: Gian Pietro Favaro Dalla cima, su cui campeggia una bandiera greca, si può godere uno splendido panorama, oltre che Testi di: Gabriele Farronato, Gian Pietro Favaro, Mario Guderzo - Giacinto Cecchetto, del parco anche della vicina costa greca e del mare ellenico. Franco Rebellato, Anna Nicoletta Rigoni Firmato il libro di vetta siamo ripartiti per Prionia che si raggiunge in circa quattro ore. Fotografie di: Silvano Zamprogna

In una “carrellata” tra i monti della Pedemontana trevigiana gli autori hanno descritto, con dovizia di particolari, l’ambiente naturale, le presenze insediative del territorio lungo la storia ed il grande contributo che hanno dato alla cultura italiana artisti, letterati, mecenati quali Antonio Canova, Pietro Bembo, Giorgione, Carlo Scarpa e la Regina di Cipro Caterina Cornaro. Il volume compo- ne un grande affresco delle terre trevigiane – chiamate “il giardino dei Veneziani” – in una ricca sequenza di testi, fotografie, riproduzioni di stampe, quadri e sculture che accompagna alla scoperta di un paesaggio e di una cultura ricchi di fascino e storia.

Salita a Cima Mitikas - Monte Olimpo - Grecia 26 agosto 2015. Bresciani Stefano e Marco, Leoni Cinzia - CAI-SAT Arco TN

96 QVOTA 864 DICEMBRE 2014 grafichevianello@grafichevianello.it – www.vianellolibri.com – www.grafichevianello.it "Ricevete baci e baci vostro obbligatissimo figlio Guerrino. Scusate il mio cuore si vuol sfogare e piango. Chiudo." Guerrino Bruni. Avio 1915 Guerrino Bruni non sopravviverà alla guerra. Con lui, il ricordo di tutti i Caduti. Pasubio. La Strada delle 52 Gallerie. Foto di Ettore Patriarca