MARCO ERPETTI

GLI SCAVI DEL 1861 LUNGO LA VIA PRENESTINA IL SEPOLCRETO E VILLA GORDIANI

«L’ERMA» di BRETSCHNEIDER Roma-Bristol Marco Erpetti Gli scavi del 1861 lungo la via Prenestina Il sepolcreto e villa Gordiani

© Copyright 2021 «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER Via Marianna Dionigi, 57 70 Enterprise Drive, Suite 2 00193 Roma – Italia Bristol, CT 06010 – USA www.lerma.it [email protected]

Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione di testi e illustrazioni senza il permesso scritto dell’Editore

Sistemi di garanzia della qualità UNI EN ISO 9001:2015

Sistemi di gestione ambientale ISO 14001:2015

MARCO ERPETTI - Gli scavi del 1861 lungo la via Prenestina. Il sepolcreto e villa Gordiani - «L’ERMA» di BRETSCHNEIDER®, 2021 - (Collana Bibliotheca Archaeologica, 70) 236 p.; ill.

ISSN 2240-8347 ISBN 978-88-913-2202-9 (cartaceo) ISBN 978-88-913-2205-0 (digitale)

CDD 930

1. STORIA ANTICA. ROMA

Stampato nel rispetto dell’ambiente su carta proveniente da zone a deforestazione controllata. INDICE

INTRODUZIONE. LE FONTI E LA STORIA DEGLI SCAVI ...... p. 9

AVVERTENZE ...... p. 18

1. IL III MIGLIO DELLA VIA PRENESTINA. CONTESTO ARCHEOLOGICO ...... p. 19 1.1. LE EVIDENZE A NORD E A SuD DELLA STRADA ...... p. 19 1.2. TESTIMONIANZE ARTISTICHE ...... p. 27 1.3. I SEPOLCRI AI MARGINI DELLA VIA E GLI SCAVI DI LORENZO FORTuNATI ...... p. 35 2. I RAPPORTI DI SCAVO ...... p. 39 2.1. RAPPORTO N. 1 DEL 17 MARZO 1861 ...... p. 39 2.2. RAPPORTO N. 2 DEL 24 MARZO 1861 ...... p. 40 2.3. RAPPORTO N. 3 DEL 31 MARZO 1861 ...... p. 44 2.4. RAPPORTO N. 4 DEL 10 APRILE 1861 ...... p. 46 2.5. RAPPORTO N. 5 DEL 14 APRILE 1861 ...... p. 46 2.6. RAPPORTO N. 6 DEL 21 APRILE 1861 ...... p. 47 2.7. RAPPORTO N. 7 DEL 28 APRILE 1861 ...... p. 49 2.8. RAPPORTO N. 8 DEL 5 MAGGIO 1861 ...... p. 59 2.9. RAPPORTO N. 9 DEL 12 MAGGIO 1861 ...... p. 62 2.10. RAPPORTO N. 10 DEL 19 MAGGIO 1861 ...... p. 64 2.11. RAPPORTO N. 11 DEL 25 MAGGIO 1861 ...... p. 66 2.12. RAPPORTO N. 12 DEL 2 GIuGNO 1861 ...... p. 69 2.13. RAPPORTO N. 13 DEL 9 GIuGNO 1861 ...... p. 70 2.14. RAPPORTO N. 14 DEL 15 GIuGNO 1861 ...... p. 72 2.15. L’ACquISTO DELLE ISCRIZIONI PER I MuSEI PONTIfICI ...... p. 75 3. I MATERIALI ...... p. 79 4. CONCLUSIONI ...... p. 155 4.1. IL CONTESTO RESIDENZIALE. GLI AMbIENTI DI VILLA GORDIANI ...... p. 155 4.2. IL CONTESTO SEPOLCRALE ...... p. 157 4.2.1. TOPOGRAfIA ...... p. 157 4.2.2. ESTENSIONE ...... p. 158 6 INDICE INDICE 7

4.2.3. TAbELLA 1. DIMENSIONI NOTE DELLE AREE SEPOLCRALI ...... p. 159 6.2. nomina ...... p. 185 4.2.4. CRONOLOGIA ...... p. 160 6.3. cognomina E NOMI SERVILI ...... p. 187 4.2.5. IL SEPOLCRETO E VILLA GORDIANI ...... p. 160 6.4. agnomina ...... p. 191 4.2.6. TIPI DI TOMbE ...... p. 161 6.5. TRIbù ...... p. 191 4.2.6.1. RECINTI SEPOLCRALI ...... p. 161 7. SIGLE E ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE ...... p. 193 4.2.6.2. RECINTO INDIVIDuATO DA cil VI, 30073 ...... p. 162 7.1. SIGLE ...... p. 193 4.2.6.3. COLOMbARI ...... p. 163 7.2. AbbREVIAZIONI bIbLIOGRAfICHE ...... p. 193 4.2.6.4. COLOMbARIO b ...... p. 163 8. REFERENZE FOTOGRAFICHE ...... p. 209 4.2.6.5. COLOMbARIO C DELLA gens faberia ...... p. 165 4.2.6.6. COLOMbARIO D ...... p. 165 9. ELENCO DELLE ISCRIZIONI CITATE ...... p. 211 4.2.6.7. ALTRI EDIfICI SEPOLCRALI ...... p. 165 10. ELENCO DELLE TAVOLE ...... p. 215 4.2.6.8. TAbELLA 2. I SEPOLCRI ...... p. 168 11. TAVOLE ...... p. 217 4.2.7. DEDICATARI E DEDICANTI ...... p. 173 4.2.7.1. bIOMETRICA ...... p. 174 4.2.7.2. PROfESSIONI ...... p. 175 4.2.8. I SuPPORTI EPIGRAfICI. TIPOLOGIE ED ELEMENTI DECORATIVI ...... p. 175 4.2.8.1. Termini sepulcri ...... p. 175 4.2.8.2. STELE ...... p. 175 4.2.8.3. uRNE ...... p. 176 4.2.8.4. ALTARI CINERARI ...... p. 176 4.2.8.5. ARE ...... p. 176 4.2.8.6. LASTRE ...... p. 176 4.2.8.7. ALTRE TIPOLOGIE ...... p. 177

5. PALEOGRAFIA ...... p. 179 5.1. ERRORI DI SCRITTuRA ...... p. 179 5.2. i longae, LETTERE MONTANTI E LETTERE NANE ...... p. 179 5.3. apices ...... p. 180 5.4. NESSI ...... p. 180 5.5. SOPRALLINEATuRE ...... p. 180 5.6. INTERPuNZIONI ...... p. 180 5.7. SEGNI DI SCANSIONE METRICA ...... p. 181 5.8. LINEE GuIDA ...... p. 181

6. INDICI EPIGRAFICI ...... p. 183 6.1. fORMuLE SEPOLCRALI ...... p. 183 6.1.1. consecraTio ad manes ...... p. 183 6.1.2. VERbO INDICANTE L’EREZIONE DELLA TOMbA ...... p. 183 6.1.3. fORMuLE LEGATE AGLI iura sepulcrorum ...... p. 183 6.1.4. fORMuLE DEDICATORIE ...... p. 184 6.1.5. EPITETI ATTRIbuITI AI DEfuNTI ...... p. 184 6.1.6. EPITETI ATTRIbuITI AI DEDICANTI ...... p. 185 6.1.7. PAROLE NOTEVOLI ...... p. 185 INDICE 7

6.2. nomina ...... p. 185 6.3. cognomina E NOMI SERVILI ...... p. 187 6.4. agnomina ...... p. 191 6.5. TRIbù ...... p. 191 7. SIGLE E ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE ...... p. 193 7.1. SIGLE ...... p. 193 7.2. AbbREVIAZIONI bIbLIOGRAfICHE ...... p. 193 8. REFERENZE FOTOGRAFICHE ...... p. 209 9. ELENCO DELLE ISCRIZIONI CITATE ...... p. 211 10. ELENCO DELLE TAVOLE ...... p. 215 11. TAVOLE ...... p. 217

INTRODuZIONE LE FONTI E LA STORIA DEGLI SCAVI

espressione utilizzata da Carlo Pietrangeli «epigraphia tota nostra est», che sottolinea il valo- re storico-archeologico della raccolta epigrafica dei Musei Vaticani1, trova un antecedente in ’una nota di Luigi Grifi, secondo cui «l’acquistare le iscrizioni serve alla scienza epigrafica e L 2 perciò i Sommmi Pontefici hanno avuto sempre cura di ampliare le raccolte che vi sono nei musei» . L’importanza dei reperti iscritti fu ribadita anche nella relazione «sull’acquisto di marmi con iscri- zioni romane cavate presso la villa dei Gordiani sulla via Prenestina» presentata a Papa Pio IX nel corso dell’udienza del 24 luglio 1861: «Il Cardinale di Pietro avendo scavato in quest’anno nella tenuta di Tor Sapienza lungo la via Prenestina e presso l’antica villa dei Gordiani ha ritrovato ai lati della via parecchi sepolcri antichi, dai quali sono stati cavati termini, cippi con bassirilievi lapidi, urnette cinerarie intagliate leggia- dramente e sopratutto un vaso di pregiato lavoro in marmo. Quello però che rende importanti questi ritrovamenti, si è che sono tutti adorni di epigrafi latine, in cui appariscono nomi delle più illustri prosapie romane. E quantunque nella qualità di liberti vi si leggono i nomi dei Poblici, dei Cassi, dei Corneli, Giuni, Pompei, Appulei, Terenzi, Claudi, Ortensi; e da ciò si mostra che aves- sero le loro tombe ai canti della Prenestina. La Commissione pertanto di Belle Arti e Antichità, dopo di avere esaminato i marmi, ha opinato che trattandosi di monumenti romani scritti, che ser- vono a dare maggior luce agli studi della storia e della archeologia protetti altamente dalla Santità Vostra, si porgessero suppliche al Trono Sovrano di Vostra Beatitudine; affinché fossero acquista- ti per essere collocati nel Museo Lateranense in ampliamento delle epigrafiche, le quali vi si vengo- no ordinando per generosa munificenza della Santità Vostra. Aggiungendo essere cosa pregevole il serbare unita una quantità di lapidi che mantengono memoria dei sepolcri di più ragguardevoli casati»3. Queste iscrizioni, rinvenute da Lorenzo Fortunati grazie all’appoggio del card. Camillo di Pietro, entrarono a far parte delle Collezioni Pontificie il 1 agosto 18614 e furono collocate nelle sale del Museo Lateranense, nel quadriportico del Lapidario Pagano Lateranense e nei magazzini, dove re- starono fino al 1963 per essere poi accolte nei Musei Vaticani. Nonostante l’interesse suscitato dai

1 PIETRANGELI 1995, p. 5. 2 ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 407, fasc. 15, prot. 3098, 20 maggio 1861. Qui Grifi, segretario della Commissione Gene- rale Consultiva di Antichità e Belle Arti, espresse il suo parere favorevole all’acquisto delle iscrizioni rinvenute da Lorenzo Fortuna- ti a Roma presso vigna Marchini, su cui cfr. ERPETTI 2018, pp. 135-163. 3 ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 407, fasc. 15, prot. 4742, 24 luglio 1861. Cfr. ibid., prot. 2701. 4 ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 407, fasc. 15, prot. 4896, 5 agosto 1861 (qui in fig. 69). 10 MARCO ERPETTI INTRODuZIONE - LE fONTI E LA STORIA DEGLI SCAVI 11 ritrovamenti, pertinenti ad un tratto di necropoli limitrofo al complesso tradizionalmente noto come ARCHIVIO DI STATO, ROMA villa dei Gordiani, non vi è stato sinora alcuno studio complessivo dei materiali. Al di là di alcuni Ministero dei Lavori Pubblici, Industria, Agricoltura, Commercio, e Belle Arti. Escavazioni articoli su riviste5 e di una monografia sui soli tituli pedaturae6 che sono stati concepiti come preli- (1854-1870): minari al presente lavoro, la bibliografia archeologica più recente si è limitata ad una mera trascri- • busta 378: musaico per la sala del Vaticano invenuto negli scavi di Tor Sapienza o Tor de’ zione dei testi epigrafici ma non senza imprecisioni7. Dopo un lungo lavoro di ricerche sull’attività Schiavi, 1865; di Fortunati svolto in collaborazione con il Reparto per la Raccolta Epigrafica dei Musei Vaticani8, • busta 405, fascicolo 42: Lorenzo Fortunati domanda il permesso di scavo fuori di questa edizione dei suoi scavi al III miglio della via Prenestina vuole restituire ai reperti archeologi- nella vigna di Nardi, 1861-1862; ci il loro contesto di origine. • busta 406, fascicolo 1: rapporti del sig. cav. Guidi sulle escavazioni che si fanno da diversi Lorenzo Fortunati (1819-1886) è stato oggetto di una recente biografia9 di cui si sentiva la man- intraprendenti, 1862; canza nella storia degli studi. Egli infatti veniva ricordato quasi esclusivamente per le sue scoperte • busta 407, fascicolo 15: Lorenzo Fortunati domanda il permesso di scavo nella vigna di Lo- del 1857-1858 lungo la via Latina ed il suo contributo complessivo alla storia dell’archeologia ro- renzo Marchini fuori di Porta Pia, 1860-1863; mana e laziale non era mai stato valutato con la giusta attenzione. Le sue prime esperienze di scavo • busta 423, fascicolo 25: Lorenzo Fortunati. Vendita dei musaici rinvenuti a Tor de’ Schiavi, interessarono i territori della Sabina come Poggio Mirteto, Montasola, Vicovaro, Torri. Indubbia- 1860-1862; mente gli scavi romani della via Latina costituirono l’ἀκμή della sua carriera, soprattutto per la sco- ARCHIVIO APOSTOLICO VATICANO, CITTà DEL VATICANO perta della basilica di Santo Stefano Protomartire. Pio IX fu così colpito dall’importanza di questo Palazzo Apostolico, titoli 258 (ex 112). Titolo IX. Monumenti. Articolo 4: Musei e Gallerie Ponti- ritrovamento tanto da onorarlo con una medaglia d’oro e da acconsentire all’erezione di una lapide ficie. Fascicolo 12: notizie e descrizioni circa gli acquisti e proposte di acquisto e la provenienza degli 10 commemorativa ancora oggi visibile all’ingresso del parco delle Tombe Latine . Purtroppo la gloria oggetti d’arte dei Musei, delle diverse Gallerie Vaticane, della Biblioteca, ecc. (anni 1856-1921): lasciò presto spazio agli affanni, in quanto Fortunati dovette affrontare non pochi problemi che, se • fogli 362-379: anno 1861. Acquisto dal cardinal Camillo di Pietro di lapidi, termini, urnette da un lato riguardarono le vendite dei reperti, dall’altro videro vari personaggi avanzare pretese cinerarie e cippi trovati negli scavi della sua vigna fuori , con descrizione e ca- economiche sui proventi degli scavi. Tra debiti e penuria che lo assillarono costantemente nel corso talogo, fatto dall’archeologo Angelo Pellegrini, degli oggetti antichi con iscrizione rinvenuti 11 della sua vita, nel 1860 si dedicò ad un piccolo sito sepolcrale a vigna Marchini per poi dedicarsi nel territorio di Tor Sapienza; alle perlustrazioni lungo la via Prenestina. Possiamo definire questa come la sua seconda impresa ar- cheologica più importante per numero di reperti emersi. ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, ROMA Ministero della Pubblica Istruzione. Direzione generale antichità e belle arti 1860-1890, I versa- Le fonti per tracciare la storia di questa campagna di scavo, che consentono di seguire le tappe mento. Posizione I. Scavi: delle esplorazioni e di ricostruirne il contesto archeologico, sono costituite da documenti di varia • busta 100, fascicolo 131: rapporti Fortunati, dal 28 maggio al 31 dicembre 1876; natura (licenze, rapporti, lettere) custoditi all’Archivio di Stato di Roma, all’Archivio Apostolico • busta 100, fascicolo 133: Roma. Scavi. Rapporti Pellegrini, 1853-74 riuniti e 1872; Vaticano, all’Archivio Centrale dello Stato, all’Archivio dell’Ecc.ma Casa Massimo. I principali • busta 322, fascicolo 195.1.10: mosaici da Tor de’ Schiavi, 1875; sono i seguenti: • busta 322, fascicolo 195.3.7: istanza del sig. Lorenzo Fortunati per offerte in vendita, 1876; Ministero della Pubblica Istruzione. Antichità e belle arti. Divisione arte antica. Personale 1860-1880:

5 ERPETTI 2009, pp. 177-210; ERPETTI 2011, pp. 55-60; ERPETTI 2012, pp. 63-72. • busta 14, fascicolo 37a: Fortunati Lorenzo; 6 ERPETTI 2015. Cfr. GONZáLES GALERA 2016, pp. 312-314; buONOCORE 2019, pp. 306-309. 7 Le trascrizioni dei testi epigrafici sono state recentemente oggetto di pubblicazione in COSSu-PLESCIA 2019, pp. 338-348 ARCHIVIO ECC.MA CASA MASSIMO, PALAZZO MASSIMO ALLE COLONNE, ROMA nn. 127.E.1-151 (E. Mizzoni). Si tratta di schede che non apportano grossi contributi rispetto a quanto già edito in CIL e che talvolta Giornali del principe Vittorio Emanuele Camillo IX Massimo. non sono complete. Ad esempio, per la maggior parte dei casi mancano le misure dei reperti; non sempre vi è la proposta di datazione; è pressoché assente l’apparato critico; non di tutte viene fornita la collocazione attuale; in bibliografia vi sono riferimenti ad «ACS» Come vedremo, le esplorazioni di Fortunati riguardarono la tenuta di Tor Sapienza e la tenuta di senza specificare a cosa si riferisca questa sigla (probabilmente si tratta dell’Archivio Centrale dello Stato, ma non viene indicato il fondo archivistico). L’assenza di esame autoptico ha inoltre portato ad errate definizioni tipologiche dei manufatti e a letture da emen- Acqua Bollicante (o Bullicante), quest’ultima con relativa pedica detta di Tor de’ Schiavi. Il princi- dare, che saranno discusse nelle schede epigraficheinfra in nota e non in apparato critico. pale strumento per la ricerca topografica su questi territori è costituito dal Catasto Gregoriano, primo 8 Al dott. Giorgio Filippi, curatore della raccolta epigrafica dei Musei Vaticani, va il mio più sentito ringraziamento per avermi sempre sostenuto e motivato negli studi. Ringrazio anche tutta la direzione dei Musei Vaticani, in particolare Alessia Amenta, catasto geometrico particellare dello Stato Pontificio, e dai relativi brogliardi, ovvero i registri dove Rosanna Barbera, Maria Antonietta de Angelis, Ivan di Stefano Manzella, mons. Paolo Nicolini, Cristina Pantanella, Giandome- ogni particella catastale viene descritta riportando anche il nominativo del proprietario. La tenuta di nico Spinola, Claudia Valeri. Ringrazio Lisa Cattaneo per le infinite e proficue giornate passate insieme negli archivi e mons. Paolo Tor Sapienza e la pedica di Tor de’ Schiavi sono comprese nella mappa Agro Romano 32, mentre la Braida, grazie al quale è iniziata la mia esperienza di studio ai Musei Vaticani. Un grandissimo ringraziamento va a tutto il perso- nale di custodia dei Musei Vaticani, che con grande pazienza ha assistito me e Lisa Cattaneo durante le autopsie dei monumenti tenuta di Acqua Bollicante è nella mappa Agro Romano 42. Qui sono rappresentati anche gli edifici epigrafici. pertinenti al complesso di villa Gordiani: l’aula ottagona e la doppia cisterna, indicate rispettivamen- 9 ERPETTI 2020. 10 ERPETTI 2020, p. 41 fig. 22. te con un cerchio e con un rettangolo, rientravano nella tenuta di Tor Sapienza (particella 3), mentre 11 ERPETTI 2018, pp. 135-163; ERPETTI 2020, p. 59. il ninfeo con volta a conchiglia ed il mausoleo, indicati rispettivamente con una linea e con un cerchio, INTRODuZIONE - LE fONTI E LA STORIA DEGLI SCAVI 11

ARCHIVIO DI STATO, ROMA Ministero dei Lavori Pubblici, Industria, Agricoltura, Commercio, e Belle Arti. Escavazioni (1854-1870): • busta 378: musaico per la sala del Vaticano invenuto negli scavi di Tor Sapienza o Tor de’ Schiavi, 1865; • busta 405, fascicolo 42: Lorenzo Fortunati domanda il permesso di scavo fuori di Porta Pia nella vigna di Nardi, 1861-1862; • busta 406, fascicolo 1: rapporti del sig. cav. Guidi sulle escavazioni che si fanno da diversi intraprendenti, 1862; • busta 407, fascicolo 15: Lorenzo Fortunati domanda il permesso di scavo nella vigna di Lo- renzo Marchini fuori di Porta Pia, 1860-1863; • busta 423, fascicolo 25: Lorenzo Fortunati. Vendita dei musaici rinvenuti a Tor de’ Schiavi, 1860-1862;

ARCHIVIO APOSTOLICO VATICANO, CITTà DEL VATICANO Palazzo Apostolico, titoli 258 (ex 112). Titolo IX. Monumenti. Articolo 4: Musei e Gallerie Ponti- ficie. Fascicolo 12: notizie e descrizioni circa gli acquisti e proposte di acquisto e la provenienza degli oggetti d’arte dei Musei, delle diverse Gallerie Vaticane, della Biblioteca, ecc. (anni 1856-1921): • fogli 362-379: anno 1861. Acquisto dal cardinal Camillo di Pietro di lapidi, termini, urnette cinerarie e cippi trovati negli scavi della sua vigna fuori Porta Maggiore, con descrizione e ca- talogo, fatto dall’archeologo Angelo Pellegrini, degli oggetti antichi con iscrizione rinvenuti nel territorio di Tor Sapienza;

ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, ROMA Ministero della Pubblica Istruzione. Direzione generale antichità e belle arti 1860-1890, I versa- mento. Posizione I. Scavi: • busta 100, fascicolo 131: rapporti Fortunati, dal 28 maggio al 31 dicembre 1876; • busta 100, fascicolo 133: Roma. Scavi. Rapporti Pellegrini, 1853-74 riuniti e 1872; • busta 322, fascicolo 195.1.10: mosaici da Tor de’ Schiavi, 1875; • busta 322, fascicolo 195.3.7: istanza del sig. Lorenzo Fortunati per offerte in vendita, 1876; Ministero della Pubblica Istruzione. Antichità e belle arti. Divisione arte antica. Personale 1860-1880: • busta 14, fascicolo 37a: Fortunati Lorenzo;

ARCHIVIO ECC.MA CASA MASSIMO, PALAZZO MASSIMO ALLE COLONNE, ROMA Giornali del principe Vittorio Emanuele Camillo IX Massimo. Come vedremo, le esplorazioni di Fortunati riguardarono la tenuta di Tor Sapienza e la tenuta di Acqua Bollicante (o Bullicante), quest’ultima con relativa pedica detta di Tor de’ Schiavi. Il princi- pale strumento per la ricerca topografica su questi territori è costituito dal Catasto Gregoriano, primo catasto geometrico particellare dello Stato Pontificio, e dai relativi brogliardi, ovvero i registri dove ogni particella catastale viene descritta riportando anche il nominativo del proprietario. La tenuta di Tor Sapienza e la pedica di Tor de’ Schiavi sono comprese nella mappa Agro Romano 32, mentre la tenuta di Acqua Bollicante è nella mappa Agro Romano 42. Qui sono rappresentati anche gli edifici pertinenti al complesso di villa Gordiani: l’aula ottagona e la doppia cisterna, indicate rispettivamen- te con un cerchio e con un rettangolo, rientravano nella tenuta di Tor Sapienza (particella 3), mentre il ninfeo con volta a conchiglia ed il mausoleo, indicati rispettivamente con una linea e con un cerchio, 12 MARCO ERPETTI erano nella pedica di Tor de’ Schiavi (particella 62). Per quel che riguarda il lato meridionale della strada, compreso nella tenuta di Tor Sapienza, la grande cisterna quadrangolare ed un’altra cisterna oggi scomparsa sono rappresentate con un quadrato e con una sorta di C retroversa (particella 9), mentre la piccola cisterna oggi presso l’incrocio tra la Prenestina e largo Irpinia è menzionata come «rudere» (particella 204). La tenuta di Tor Sapienza era proprietà del principe Vittorio Emanuele Ca- millo IX Massimo, mentre la tenuta di Acqua Bollicante e la pedica di Tor de’ Schiavi erano proprie- tà del principe Filippo del Drago12. Esiste una questione toponomastica legata al termine di «Tor de’ Schiavi», in quanto esso veniva utilizzato per indicare sia la pedica omonima individuata dalla particella 62 del Catasto Gregoriano, sia il quarto della tenuta di Tor Sapienza corrispondente alla particella 3 del Catasto Gregoriano. Nella documentazione archivistica qui presa in esame va segnalato che il toponimo «Tor de’ Schia- vi» sta ad indicare la pedica di proprietà del Drago, e non il quarto della tenuta di Tor Sapienza di proprietà Massimo: siamo certi di questo fatto sia perché Fortunati stesso specificò in maniera mol- to chiara che si trattava della «pedica di Tor de’ Schiavi», sia perché la documentazione relativa alla tentata vendita di alcuni mosaici ivi rinvenuti riguardarono esclusivamente del Drago in quanto si- tuati all’interno dei suoi possedimenti13. Nelle fonti il termine di «Tor / Torre / Torrion de’ Schiavi» viene inoltre utilizzato per definire sia il mausoleo sia l’aula ottagona. Di fatto era il mausoleo che dal XVI secolo aveva assunto tale deno- minazione per il fatto che esso rientrava nelle proprietà di Vincenzo Tedallini de Sclavis, dal cui nome deriva anche il toponimo della pedica. L’aula ottagona veniva invece così chiamata a partire dalla seconda metà del XVII secolo in quanto si trovava nel terreno pertinente al quarto detto di Tor de’ Schiavi facente parte della tenuta di Tor Sapienza: il «quarto di Tor de’ Schiavi» si chiamava così non perché fosse appartenuto alla famiglia de Sclavis, bensì semplicemente perché esso prese il nome dalla limitrofa pedica di Tor de’ Schiavi, secondo una tipica consuetudine di nominare i «quar- ti» sulla base dei toponimi delle proprietà confinanti14. I confini delle diverse proprietà terriere compaiono in maniera meno precisa in altri documen- ti cartografici. Ne sono un esempio alcune carte della collezione «Disegni e Mappe» dell’Archivio

12 ASRm, Presidenza Generale del Censo, Catasto Gregoriano. Cfr. fig. 3;S PAGNuOLO 1981. Ringrazio la dott.ssa Luisa Falchi dell’Archivio di Stato di Roma per il suo fondamentale supporto nello svolgimento delle ricerche sul Catasto Gregoriano. Cfr. ERPETTI 2015, p. 17 fig. 5. 13 NIbby 1837b, p. 712: «Questa tenuta [scil. Tor Sapienza] è di circa 232 rubbia di estesione, e si divide in quarto detto della Torre per la torre sovraindicata [scil. la torre i cui resti si trovano in corrispondenza dell’attuale via Francesco Paolo Michetti, su cui cfr. quILICI 1974, pp. 287-289 n. 170]; quarto delle Cappellette per le nicchie delle conserve a destra della via prenestina menzionate di sopra, e quarto detto Torron de’ Schiavi che dà nome a tutta la contrada per la torre diruta de’ tempi bassi, già sala termale, e che fu descritta a suo luogo [scil. l’aula ottagona]. Oggi però communemente appellasi Torre de’ Schiavi l’Eroo de’ Gordiani [scil. il mau- soleo]». In un rapporto relativo alla sua seconda campagna di indagini sulla via Prenestina, Fortunati indicò in maniera esplicita che nel corso della sua prima campagna, oggetto del nostro studio, aveva scavato nella «Pedica di Tor de Schiavi» (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 660, 26 gennaio 1862; cfr. infra nota 204); a tal proposito si veda anche infra il rapporto di scavo n. 3 (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 2009, 31 marzo 1861), in cui Fortunati definisce Tor de’ Schiavi come pedica di Acqua Bollicante (cfr. infra nota 163). Tali indicazioni fornite dallo stesso Fortunati smentiscono quanto sostenuto in DI fAZIO 2019b, p. 166 nota 128, secondo cui il toponimo di «Tor de’ Schiavi» si riferirebbe invece al quarto della tenuta di Tor Sapienza di proprietà Massimo, cosa che risulta incompatibile anche con il resto della documentazione archivistica, in particolar modo quella relativa alle trattative di vendita legate ai mosaici che furono rinvenuti nella pedica di Tor de’ Schiavi di proprietà del Drago (cfr. infra note 145, 192, 194, 195, 197, 198, 799, 800). Il tema sulla toponomastica è affrontato molto bene in RuGGERI 2009, pp. 121-143 e in GRAZIAN 2019, pp. 97-145. Sulla seconda campagna di scavo di Fortunati sulla via Prenestina, cfr. infra nota 50. 14 Questa questione è chiarita in RuGGERI 2009, pp. 128-143; cfr. GRAZIAN 2019, p. 126. In DI fAZIO 2019b, p. 150 è precisato correttamente che l’aula ottagona, situata nel quarto detto di Tor / Torron de’ Schiavi pertinente alla tenuta di Tor Sapienza, «non è mai appartenuta ai Dello Schiavo»; lascia dunque perplessi che in ibid., p. 166 nota 128 sia riportata la notizia contraria, che l’aula ottagona sarebbe stata invece «la torre appartenuta ai Dello Schiavo». Su Vincenzo Tedallini de Sclavis, cfr. infra nota 88. INTRODuZIONE - LE fONTI E LA STORIA DEGLI SCAVI 13 di Stato di Roma, come il «Tipo della strada che da Porta Maggiore formando bivio alla Tenuta di Tor tre Teste conduce a sinistra alla Tenuta di Lunghezza, e a destra a Poli, colle indicazioni delle Vigne e Tenute alle medesime strade adiacenti e che le attraversano, desunto dalle Mappe Origi- nali esistenti presso la Direzione Generale del Censo»15, oppure la «Pianta della Tenuta di Tor Sapienza spettante a S.E. il Sig. Principe Massimo con indicazioni delle altre tenute confinanti, e la delineazione delle strade per la questione, che si agita al tribunale della Sagra Rota nella strada consorziale che dalla colonnetta del tribunale delle strade conduce a Lunghezza fra il Sig. duce don Ferdinando Strozzi e S.E. il Sig. Principe Massimi» del gennaio 184216. Interessanti sono la carta di Filippo Trojani del 183917 e quella di Pompeo Spinetti del 1914, quest’ultima dotata dell’elenco dei proprietari dei fondi18. Non vanno dimenticati i fogli 38 e 39 della «Carta dell’Agro Romano» pubblicata dall’Istituto Geografico Militare nel 1904 in scala 1:8000. Di fondamentale interesse è la pianta di Giuseppe Lugli del 1915 che, nonostante alcune imprecisioni, resta ancora di preziosis- sima utilità19. Tutta questa zona del Suburbio fu teatro di scoperte di antichità sin da almeno il XVII secolo20 e non mancano le notizie sui rinvenimenti21. Nel 1702 nella vigna Caballini Buonaccorsi, ad Acqua Bollicante, all’interno di un mausoleo venne recuperato un sarcofago oggi esposto all’ingresso della Galleria Lapidaria dei Musei Vaticani22. Da Francesco de’ Ficoroni sappiamo che intorno al 1732 in un contesto sepolcrale fu trovata, a un miglio di distanza da Tor de’ Schiavi, una grande urna mar- morea contenente un vaso in alabastro, al cui interno stava una bulla in oro23. Prima della metà del XVIII secolo nell’area del ninfeo con volta a conchiglia di villa Gordiani furono riportati alla luce alcuni tappeti musivi24. Nel 1772 fu rinvenuta a Tor Sapienza una testa di fauno25, mentre qualche tem- po prima del 1773 presso Tor de’ Schiavi emerse l’iscrizione IGUR 87126. Il titulus CIL VI, 16971 fu trovato nel 1788 «distante da Tor de’ Schiavi cento canne a mano diritta sotto la strada»27.

15 ASRm, Disegni e mappe, coll. I, cart. 90, f. 669. Cfr. ERPETTI 2009, p. 182 fig. 7. 16 ASRm, Disegni e mappe, coll. I, cart. 95, f. 850. 17 TROjANI 1839. Cfr. fig. 1. 18 SPINETTI 1914. 19 LuGLI 1915, tav. V. Cfr. ERPETTI 2015, p. 16 figg. 3-4. 20 MAIuRO 2005, p. 32. 21 Cfr. ERPETTI 2015, pp. 111-121; COSSu-PLESCIA 2019, passim. 22 MV, inv. 9261. All’interno del sarcofago fu trovato un lenzuolo di amianto che purtroppo è andato disperso. VALESIO 1983, p. 200: «Venerdì 30 giugno 1702. Ne’ primi giorni di questo mese Domenico Caballini, gentilhuomo romano habitante in Traste- vere nella piazza avanti la chiesa di S. Rufina, facendo cavare nella sua vigna ad Acqua Bullicante la puzzolana, scoprirono un pilo di marmo longo 12 palmi e largo 4 e ne’ cantoni con due mezze figure di rilievo, a sinistra d’un togato con laticlavio, a destra di uno col paludamento, con coperchio liscio di marmo simile senza alcuna iscrizzione, e dentro al detto un lenzuolo di amianto incombustibile, lungo palmi 9 e largo palmi 7, con dentro uno scheletro, la di cui testa appariva patentemente annegrita dal fuoco. Il detto lenzuolo è cosa singolare, tessuto nella forma d’un canavaccio nostrale, ma lustro come fosse di seta et io Francesco Vale- sio, scrittore delle presenti memorie, hoggi sono stato a vederlo in casa del detto Caballini». Il luogo di rinvenimento è individuato sul lato sinistro della Prensestina da fICORONI 1709, pp. 57-61 e da NIbby 1819, p. 224. Secondo NIbby 1819, p. 224 il sarcofago fu trovato nel 1703 a un miglio di distanza da Porta Maggiore. Anche ASHby 1902, p. 152 cita il 1703 come anno di rinvenimento. Nei Codici Lanciani della Biblioteca Apostolica Vaticana si parla del lato destro della Prenestina, «prima del Torron de Schiavi»: buONOCORE 2002, pp. 137-138. Cfr. MONTfAuCON 1722, p. 31; fICORONI 1744, p. 172; fICORONI 1745, p. 99; Gazz. Mil. 1819; fEA 1820a, p. 145; VENuTI 1824, p. 226; MORONI 1844, p. 19; VOLPINI 1887, p. 76; ASHby 1902, p. 152; TOMASSETTI 1906, p. 35 nota 6; COSSu-PLESCIA 2019, p. 291 n. 57.A. 23 fICORONI 1732, pp. 6-10; fICORONI 1754, p. 174; NIbby 1819, p. 225. ASHby 1902, p. 162 individua il luogo di rinvenimento non molto distante dal sepolcro noto come Casa Rossa. 24 PIRANESI 1756, tav. LIX. Cfr. LuSCHI 1990, pp. 439-440; MAIuRO 2005, p. 32. 25 British Museum, inv. 1805,0703.82. Cfr. ELLIS 1836, pp. 56-57; SMITH 1904, p. 60 n. 1661; COOk 1985, pp. 16-17, fig. 14. 26 AMADuZZI 1773, p. 473. Cfr. TOMASSETTI 1906, p. 38 nota 1; TOMASSETTI 1976, p. 547. 27 Marini, Vat. 9122 f. 176. 1 canna architettonica corrisponde a circa 2,23 metri: MARTINI 1883, p. 596. 14 MARCO ERPETTI INTRODuZIONE - LE fONTI E LA STORIA DEGLI SCAVI 15 Nel 1818-1819 Ignazio Vescovali esplorò diverse zone della tenuta di Tor Sapienza portando alla rono le iscrizioni CIL VI, 5351, 92752, 2625453 e tre busti femminili in buono stato di conservazione54. luce un mosaico con émblema di Medusa28, varie sculture, sarcofagi, un bollo CIL XV, 122329 e le iscrizioni30 CIL VI, 188131, 769532, 9168, 11377, 11598, 11741 (= 1266733), 12174, 1359234, 15017, 17068, 17154, 17498, 19024, 19263, 19551, 2018835, 23668, 25816 (= 26520, 26533, AE 1979, 66)36, Sempre ibid. è riportato che «nel rapporto del 6 gennaio, relativo alle esplorazioni intraprese presso Acqua Bullicante, Fortunati par- 37 38 39 la di un colombario con pozzo centrale», nonostante in quel rapporto non sia menzionato alcun colombario (ASRm, Min. Lav. Pubb. 25823 , 27466, 29365, 33053, GOETHERT 1972, 392 , IG XIV, 2032 (= IGUR 969), ICVR VI, 17285 . Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 110, 6 gennaio 1862: «Il terreno prosegue a dimostrare il medesimo risultato di essere stato già ricercato. Egli riprese le attività nel 1829-1830 nella parte meridionale della tenuta di Tor Sapienza che si tro- Una prova di questo fatto è l’avere rinvenuto un profondissimo pozzo quadrato già sgombro, e ricoperto con mezzo fondo di enorme va dirimpetto al mausoleo di Tor de’ Schiavi40. Tra i rinvenimenti vi furono le iscrizioni41 CIL VI, 1463 sarcofago, avente le traccia appena di buona scultura»; cfr. ERPETTI 2015, pp. 47-48 nota 68). 51 42 43 Si tratta di un’ara danneggiata nella cornice superiore a causa del fuoco che fu trovata nella tenuta di Tor Sapienza (ASRm, (add. p. 4702) , 3531, 15100, 16406 (= 11651, 26696, AE 1979, 74) , 16873, 25031, IG XIV, 1822 Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 1425, 22 febbraio 1862). Essa fu vista da Bormann e Kiessling che la registrarono in CIL (= IGUR 757), 2141 (= IGUR 1472), i bolli CIL XV, 363,3, 842a, 1692b,3, due busti tradizionalmen- VI, 53, ma attualmente sembra irreperibile. Secondo Fortunati il monumento era in travertino, ma il CIL parla di peperino; il CIL inoltre te noti come Marco Antonio e Lepido44, un presunto busto di Augusto45 nonché una testa di Nettuno46. segnala erroneamente il 1861 come anno di rinvenimento anziché il 1862. Il testo è: Aelia Exusia / Bonae Deae / sacrum. L’ara fu dunque consacrata alla Bona Dea (cfr. MARCATILLI 2010, pp. 7-40) da una donna, il cui cognomen grecanico è un unicum. La datazione Nel 1836 il marchese Urbano del Drago Gentili diede avvio a scavi sia ad Acqua Bollicante sia ipotetica è al I-II secolo d.C. Cfr. bROuwER 1989, p. 52 n. 42; bOëLS-jANSSEN 1993, p. 438 nota 46; CHIOffI 1993, p. 198; LANCIANI 2000, a Tor de’ Schiavi mettendo in luce alcune tombe47. Tra le iscrizioni rinvenute ad Acqua Bollicante vi p. 397; SOLIN 2003, p. 1301; ERPETTI 2015, p. 10 nota 3, p. 38, p. 48 nota 74; COSSu-PLESCIA 2019, p. 339 n. 127.E.4 52 furono CIL VI, 37824 e 3774648. Il 4 novembre 1853 gli fu concessa una nuova licenza di scavo con MNR. inv. 39801, rinvenuta nella pedica di Tor de’ Schiavi «nelle adiacenze del così detto Torrion de’ Schiavi», dunque in una zona vicino al mausoleo (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 3367, 12 maggio 1862). Il testo è: Neroni Caesari 49 la «condizione di mantenere la distanza di palmi dodici d’ogni intorno dei ruderi» . Aug(usto)̣ / et sancto Silvan[o] / aediculam cum imagiṇ(evel -ibus) / faustus Caesaris (scil. servus) / d(e) s(ua) p(ecunia) [f(ecit) ?]. Fortunati, dopo la campagna di scavo oggetto di questo studio, si dedicò ad una breve attività a Si tratta di una base parallelepipeda (mm. 145 x 255 x 210) rovinata soprattutto agli angoli inferiori. Sulla parte superiore è stato ri- 50 cavato un incavo che in origine serviva per l’alloggiamento di una piccola scultura e che oggi funge da appoggio per la grappa d’al- Castel Gandolfo per poi tornare sulla via Prenestina tra dicembre 1861 e luglio 1862 : i reperti fu- lestimento museale. Il lapicida impaginò il titulus in maniera grossolana: non vi sono tracce di ordinatio, con righe dal ductus irrego- lare. Le lettere (mm. 22-7), incise poco profondamente, conservano tracce di rubricatura moderna. Nelle parole finali della prima e terza riga si nota l’impiego di litterae nanae, mentre Caesaris ha la I longa. La T alla quarta riga ha i bracci molto corti, tanto da 28 sembrare una I. In corrispondenza della O di Silvan[o] la superficie della pietra è abrasa. Il servo imperiale faustus provvide ad eri- Il mosaico è oggetto di studio in ERPETTI 2014, pp. 149-191, dove per un refuso di stampa è scritto gorgonéion anziché gorgó- neion. gere una piccola edicola che ospitava una imago, ossia una statua di culto, che ritraeva il dio Silvano. Possiamo ipotizzare che l’ima- 29 bIONDI 1819, pp. 70-72; fEA 1820a, pp. XI-XII; fEA 1820b, pp. XXXIV-XXXV, CXV; CARDINALI 1835, p. 70 nn. 102, 103; go fosse stata una per il fatto che l’incavo sulla sommità della base è uno solo, ma non si può completamente escludere che si trattas- ASHby 1902, p. 162. se di un gruppo scultoreo. Probabilmente si trattava di un semplice omaggio devozionale e votivo del servo faustus che, a proprie 30 Cfr. bIONDI 1819, pp. 70-72; Amati, Vat. 9734 ff. 89, 89’, 90, 91, 91’, 92, 92’, 93, 93’; 9748 f. 3, 110; 9758 f. 3; Marini, Vat. spese, realizzò il monumento. La formula conclusiva poteva essere d(e) s(ua) p(ecunia) [f(ecit)], oppure [f(aciendum) c(uravit)], 9126 f. 49; ASHby 1902, p. 162; buONOCORE 1988, pp. 3-11, 42-46, 67-70. [p(osuit)], [p(onendum) c(uravit)], [d(edit)], [d(edit) d(edicavit)], [d(onum) d(edit)], o anche d(e) s(uo) p(onendum) [c(uravit)] e 31 MV, inv. 9133. Cfr. fEA 1820b, pp. XXXIV-XXXV. così via. Il rinvenimento nelle immediate vicinanze del mausoleo di Tor de’ Schiavi potrebbe significare che già dall’epoca neroniana 32 La provenienza da Tor Sapienza viene indicata da Amati, Vat. 9734 f. 92’, ma il CIL dice che si tratta di un errore. vi era qui un lotto di terreno di proprietà imperiale. Cfr. CIL VI, 927 (add. pp. 3070, 3777, 4306-4307); ILS 236; HENZEN 1863, p. 34; 33 La provenienza da Tor Sapienza viene indicata da Amati, Vat. 9734 f. 89, ma il CIL dice che si tratta di un errore. ASHby 1902, pp. 160-161; bOwERMAN 1913, p. 101; STuART 1939, p. 609 nota 2; CALAbI-DEGRASSI 1953, p. 120; GORDON 1958, p. 117 34 È incerta la provenienza da Tor Sapienza. Cfr. Amati, Vat. 9758 f. 3. n. 121; fISHwICk 1991, p. 537; DORCEy 1992, p. 80 nota 173, p. 104 nota 101, p. 117 nota 67, p. 156; LATTE 1992, p. 316; fISHwICk 35 È incerta la provenienza da Tor Sapienza. Cfr. Amati, Vat. 9758 f. 3. 1993, p. 239 nota 7; ZAPPATA 1997, p. 185 nota 1; CLAuSS 2001, p. 110 nota 156, p. 296 nota 34, p. 511 nota 121; CROISILLE-PERRIN 36 Cfr. DI STEfANO MANZELLA 1977, pp. 76-77, n. 2. 2002, p. 288 n. 2; MARI 2006, p. 246; PANCIERA 2006, p. 424; EDMONDSON 2007, p. 556 nota 38; BarBoş 2008, p. 191; kRAuTER 2009, 37 Il CIL indica Trastevere come provenienza. Cfr. Amati, Vat. 9734 f. 91’. p. 86 nota 196; BarBoş 2010, p. 49; MEyER-wITSCHEL 2014, p. 101 nota 82; ERPETTI 2015, p. 10 nota 3, p. 38. In COSSu-PLESCIA 2019, 38 L’iscrizione è inedita nel CIL. Cfr. bIONDI 1819, p. 70 n. 1. p. 338 n. 127.E.1 alla R. 3 si propone imagin[e], ma sulla pietra non sembra vi fosse lo spazio sufficiente per ospitare una E; inoltre 39 È incerta la provenienza da Tor Sapienza. Cfr. Amati, Vat. 9734 f. 91’; GOETHERT 1972, 396. nell’ultima riga viene data per certa la presenza della lettera f che l’esame autoptico non ha rilevato. Ringrazio la dott.ssa Rosanna 40 ERPETTI 2014, pp. 172-174. Friggeri per avermi autorizzato ad effettuare l’autopsia del monumento. 53 41 Cfr. Amati, Vat. 9764 ff. 5, 5’; ASHby 1902, p. 162; buONOCORE 1988, pp. 79-81. L’epigrafe, rinvenuta contestualmente a CIL VI, 927 nella pedica di Tor de’ Schiavi nelle vicinanze del mausoleo, attualmente 42 ASHby 1902, p. 162; DuCROux 1975, p. 34 n. 105; bOSCHuNG 1987, p. 69 n. I176, p. 82 n. 110*. è murata nel grottino delle iscrizioni di villa Wolkonsky a Roma. Si tratta di una lastra marmorea ricomposta da tre frammenti, di cui 43 Su questa iscrizione, cfr. ERPETTI 2015, p. 118 nota 32. due contigui e uno solidale (tipo «DEF»). Vi sono lacune nei margini superiore, destro e angolare sinistro. La superficie è in alcuni 44 ASRm, Camerlengato, II, tit. IV, b. 201, fasc. 1180, prot. 54813, 15 aprile 1830. I due busti furono trovati il 3 marzo 1830: punti coperta da stucco moderno. Le dimensioni sono di mm. (390) x 460 x (?). Il testo è il seguente: ------? / Viva[t ? ------] / ASRm, Camerlengato, II, tit. IV, b. 201, fasc. 1180, prot. 54256, 4 marzo 1830. Busto di Antonio: MV, inv. 2228; AMELuNG 1903, [S ------] / vivat C[̣ - c. 10 -]s l(ibertus ?) / Hilaṛ[- c. 4 -]ịaẹ, / C(aio) Septumio C(ai) ḷ(iberto) Hilaro, / Tiburtiae (mulieris) l(ibertae) ͡ p. 112 n. 97a, tav. XVI. Busto di Lepido: MV, inv. 2236; AMELuNG 1903, p. 120 n. 106, tav. XVII. Cfr. Diario 1830, p. 4; fEA 1830, Chelido[ni], / Septumiae C(ai) l(ibertae) Potest[ati], / C(aio) Iulio Caesaris l(iberto) / Metrobio, / v(ivae) Baebiae T(iti) l(ibertae) p. 123; GRIfI 1832, p. 4; TOMASSETTI 1906, p. 38 nota 1; TOMASSETTI 1976, p. 547; uNCINI 1990, pp. 167-168; DI fAZIO 2012, pp. 96-98 LYCCIṚ[- c. 2 -]. L’impaginazione è centrata sull’asse mediano della lastra. Le lettere (mm. 25-20) sono di ottima fattura. La lettura nn. 4-5; ERPETTI 2014, pp. 172-174; DI fAZIO 2019b, p. 163; COSSu-PLESCIA 2019, p. 329 n. 126.1. riportata da Fortunati nel rapporto di scavo (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 3367, 423 fasc. 25, 12 maggio 45 MASSI 1835, p. 49 n. 112; NIbby 1837a, p. 712; köHLER-bRuNN 1864, pp. 8-9; VISCONTI 1879, p. 61 nota 1; HELbIG 1891, pp. 27-29 1862) è estremamente interessante poiché egli trascrisse solamente il testo del frammento maggiore: è chiaro che l’epigrafe fu rinve- nn. 40 (97a), 46 (106); ASHby 1902, p. 162 nota 1; AMELuNG 1903, p.112 n. 97a; uNCINI 1990, pp. 167-168; MAIuRO 2005, p. 33; DI fAZIO nuta già rotta, ma nel rapporto non vi è notizia degli altri due frammenti minori. Secondo Fortunati la terza riga si apriva con la lette- 2012, pp. 85-86; ERPETTI 2014, pp. 173-174. ra S, oggi perduta. Alla quarta riga dopo vivat seguiva una formula onomastica di cui resta traccia dell’iniziale C forse del praenomen 46 ERPETTI 2014, p. 174. Nella carta archeologica di COSSu-PLESCIA 2019 non vi è menzione di questo reperto. C(aius). Alla quinta riga probabilmente doveva esserci un’onomastica femminile se consideriamo la desinenza -ịaẹ. Dalla sesta riga 47 ASRm, Camerlengato, I, tit. IV, b. 241, fasc. 2481, 19 aprile 1836. Cfr. ibid., 30 aprile 1836; ASHby 1902, p. 159; TOMASSETTI il testo è più chiaro, con un elenco di cinque liberti fra i quali spicca il liberto imperiale Metrobius (cfr. wEAVER 1963, p. 274, nota 8). 1906, p. 36 nota 2. L’ultima liberta ha un cognomen incomprensibile: in SOLIN 1982, p. 193 e SOLIN 1998, p. 152 si ipotizza che fosse Lychnis. La data- 48 Notizia 1838, pp. XX-XXII. In ASHby 1902, p. 159 si specifica che le due iscrizioni erano pertinenti a sepolture poste sul lato zione ipotetica è all’età giulio-claudia. Cfr. ERPETTI 2015, p. 10 nota 3, p. 38. Ringrazio la British Embassy di Roma e l’architetto destro della via. Valentina Puglisi per avermi consentito di effettuare l’esame autoptico di questa lastra e di CIL VI, 27184 (cfr. infra XI.6.TSPS). La 49 ASRm, Camerlengato, I, tit. IV, b. 306, fasc. 3850, prot. 5539. Cfr. TOMASSETTI 1906, p. 36 nota 2. restituzione del testo in COSSu-PLESCIA 2019, p. 339 n. 127.E.3 è diversa. 54 50 Sulle attività a Castel Gandolfo, cfr. ERPETTI 2020, p. 65; sulla seconda campagna di scavo lungo la via Prenestina, cfr. ERPETTI ERPETTI 2015, pp. 35-38; ERPETTI 2020, pp. 65-71. I busti furono trovati nella pedica di Tor de’ Schiavi: «Denuncio il rinveni- 2015, pp. 35-38; ERPETTI 2020, pp. 65-71. Secondo DI fAZIO 2019b, p. 171 «la seconda campagna di scavo ha inizio nel mese di set- mento di tre busti retratti di donne, rinvenuti in terreno che non presenta affatto traccia di muri o di monumento: il che mi fa ritene- tembre e prosegue fino al 23 dicembre 1861», ma ciò non corrisponde a quanto attestato dalla documentazione archivistica: il primo re che quelli oggetti furono ivi gettati nello sperpero di qualche monumento. Sono essi conservatissimi, se si eccettui in uno, la rottu- rapporto di scavo della seconda campagna è datato 23 dicembre 1861 (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 8395, ra del naso prodotta dal primo colpo di gravina: e se non erro due rappresentano le due Drusille […]. Fù parere dell’E.mo [scil. il 23 dicembre 1861), mentre l’ultimo è del 21 luglio 1862 (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 4991, 21 luglio 1862). cardinale Camillo di Pietro, su cui cfr. infra nota 143] che tali busti per ora si trasportassero nella mia vigna ove abbito [scil. vigna INTRODuZIONE - LE fONTI E LA STORIA DEGLI SCAVI 15 rono le iscrizioni CIL VI, 5351, 92752, 2625453 e tre busti femminili in buono stato di conservazione54.

Sempre ibid. è riportato che «nel rapporto del 6 gennaio, relativo alle esplorazioni intraprese presso Acqua Bullicante, Fortunati par- la di un colombario con pozzo centrale», nonostante in quel rapporto non sia menzionato alcun colombario (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 110, 6 gennaio 1862: «Il terreno prosegue a dimostrare il medesimo risultato di essere stato già ricercato. Una prova di questo fatto è l’avere rinvenuto un profondissimo pozzo quadrato già sgombro, e ricoperto con mezzo fondo di enorme sarcofago, avente le traccia appena di buona scultura»; cfr. ERPETTI 2015, pp. 47-48 nota 68). 51 Si tratta di un’ara danneggiata nella cornice superiore a causa del fuoco che fu trovata nella tenuta di Tor Sapienza (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 1425, 22 febbraio 1862). Essa fu vista da Bormann e Kiessling che la registrarono in CIL VI, 53, ma attualmente sembra irreperibile. Secondo Fortunati il monumento era in travertino, ma il CIL parla di peperino; il CIL inoltre segnala erroneamente il 1861 come anno di rinvenimento anziché il 1862. Il testo è: Aelia Exusia / Bonae Deae / sacrum. L’ara fu dunque consacrata alla Bona Dea (cfr. MARCATILLI 2010, pp. 7-40) da una donna, il cui cognomen grecanico è un unicum. La datazione ipotetica è al I-II secolo d.C. Cfr. bROuwER 1989, p. 52 n. 42; bOëLS-jANSSEN 1993, p. 438 nota 46; CHIOffI 1993, p. 198; LANCIANI 2000, p. 397; SOLIN 2003, p. 1301; ERPETTI 2015, p. 10 nota 3, p. 38, p. 48 nota 74; COSSu-PLESCIA 2019, p. 339 n. 127.E.4 52 MNR. inv. 39801, rinvenuta nella pedica di Tor de’ Schiavi «nelle adiacenze del così detto Torrion de’ Schiavi», dunque in una zona vicino al mausoleo (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 3367, 12 maggio 1862). Il testo è: Neroni Caesari Aug(usto)̣ / et sancto Silvan[o] / aediculam cum imagiṇ(evel -ibus) / faustus Caesaris (scil. servus) / d(e) s(ua) p(ecunia) [f(ecit) ?]. Si tratta di una base parallelepipeda (mm. 145 x 255 x 210) rovinata soprattutto agli angoli inferiori. Sulla parte superiore è stato ri- cavato un incavo che in origine serviva per l’alloggiamento di una piccola scultura e che oggi funge da appoggio per la grappa d’al- lestimento museale. Il lapicida impaginò il titulus in maniera grossolana: non vi sono tracce di ordinatio, con righe dal ductus irrego- lare. Le lettere (mm. 22-7), incise poco profondamente, conservano tracce di rubricatura moderna. Nelle parole finali della prima e terza riga si nota l’impiego di litterae nanae, mentre Caesaris ha la I longa. La T alla quarta riga ha i bracci molto corti, tanto da sembrare una I. In corrispondenza della O di Silvan[o] la superficie della pietra è abrasa. Il servo imperiale faustus provvide ad eri- gere una piccola edicola che ospitava una imago, ossia una statua di culto, che ritraeva il dio Silvano. Possiamo ipotizzare che l’ima- go fosse stata una per il fatto che l’incavo sulla sommità della base è uno solo, ma non si può completamente escludere che si trattas- se di un gruppo scultoreo. Probabilmente si trattava di un semplice omaggio devozionale e votivo del servo faustus che, a proprie spese, realizzò il monumento. La formula conclusiva poteva essere d(e) s(ua) p(ecunia) [f(ecit)], oppure [f(aciendum) c(uravit)], [p(osuit)], [p(onendum) c(uravit)], [d(edit)], [d(edit) d(edicavit)], [d(onum) d(edit)], o anche d(e) s(uo) p(onendum) [c(uravit)] e così via. Il rinvenimento nelle immediate vicinanze del mausoleo di Tor de’ Schiavi potrebbe significare che già dall’epoca neroniana vi era qui un lotto di terreno di proprietà imperiale. Cfr. CIL VI, 927 (add. pp. 3070, 3777, 4306-4307); ILS 236; HENZEN 1863, p. 34; ASHby 1902, pp. 160-161; bOwERMAN 1913, p. 101; STuART 1939, p. 609 nota 2; CALAbI-DEGRASSI 1953, p. 120; GORDON 1958, p. 117 n. 121; fISHwICk 1991, p. 537; DORCEy 1992, p. 80 nota 173, p. 104 nota 101, p. 117 nota 67, p. 156; LATTE 1992, p. 316; fISHwICk 1993, p. 239 nota 7; ZAPPATA 1997, p. 185 nota 1; CLAuSS 2001, p. 110 nota 156, p. 296 nota 34, p. 511 nota 121; CROISILLE-PERRIN 2002, p. 288 n. 2; MARI 2006, p. 246; PANCIERA 2006, p. 424; EDMONDSON 2007, p. 556 nota 38; BarBoş 2008, p. 191; kRAuTER 2009, p. 86 nota 196; BarBoş 2010, p. 49; MEyER-wITSCHEL 2014, p. 101 nota 82; ERPETTI 2015, p. 10 nota 3, p. 38. In COSSu-PLESCIA 2019, p. 338 n. 127.E.1 alla R. 3 si propone imagin[e], ma sulla pietra non sembra vi fosse lo spazio sufficiente per ospitare una E; inoltre nell’ultima riga viene data per certa la presenza della lettera f che l’esame autoptico non ha rilevato. Ringrazio la dott.ssa Rosanna Friggeri per avermi autorizzato ad effettuare l’autopsia del monumento. 53 L’epigrafe, rinvenuta contestualmente a CIL VI, 927 nella pedica di Tor de’ Schiavi nelle vicinanze del mausoleo, attualmente è murata nel grottino delle iscrizioni di villa Wolkonsky a Roma. Si tratta di una lastra marmorea ricomposta da tre frammenti, di cui due contigui e uno solidale (tipo «DEF»). Vi sono lacune nei margini superiore, destro e angolare sinistro. La superficie è in alcuni punti coperta da stucco moderno. Le dimensioni sono di mm. (390) x 460 x (?). Il testo è il seguente: ------? / Viva[t ? ------] / [S ------] / vivat C[̣ - c. 10 -]s l(ibertus ?) / Hilaṛ[- c. 4 -]ịaẹ, / C(aio) Septumio C(ai) ḷ(iberto) Hilaro, / Tiburtiae (mulieris) l(ibertae) Ch͡ elido[ni], / Septumiae C(ai) l(ibertae) Potest[ati], / C(aio) Iulio Caesaris l(iberto) / Metrobio, / v(ivae) Baebiae T(iti) l(ibertae) LYCCIṚ[- c. 2 -]. L’impaginazione è centrata sull’asse mediano della lastra. Le lettere (mm. 25-20) sono di ottima fattura. La lettura riportata da Fortunati nel rapporto di scavo (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prot. 3367, 423 fasc. 25, 12 maggio 1862) è estremamente interessante poiché egli trascrisse solamente il testo del frammento maggiore: è chiaro che l’epigrafe fu rinve- nuta già rotta, ma nel rapporto non vi è notizia degli altri due frammenti minori. Secondo Fortunati la terza riga si apriva con la lette- ra S, oggi perduta. Alla quarta riga dopo vivat seguiva una formula onomastica di cui resta traccia dell’iniziale C forse del praenomen C(aius). Alla quinta riga probabilmente doveva esserci un’onomastica femminile se consideriamo la desinenza -ịaẹ. Dalla sesta riga il testo è più chiaro, con un elenco di cinque liberti fra i quali spicca il liberto imperiale Metrobius (cfr. wEAVER 1963, p. 274, nota 8). L’ultima liberta ha un cognomen incomprensibile: in SOLIN 1982, p. 193 e SOLIN 1998, p. 152 si ipotizza che fosse Lychnis. La data- zione ipotetica è all’età giulio-claudia. Cfr. ERPETTI 2015, p. 10 nota 3, p. 38. Ringrazio la British Embassy di Roma e l’architetto Valentina Puglisi per avermi consentito di effettuare l’esame autoptico di questa lastra e di CIL VI, 27184 (cfr. infra XI.6.TSPS). La restituzione del testo in COSSu-PLESCIA 2019, p. 339 n. 127.E.3 è diversa. 54 ERPETTI 2015, pp. 35-38; ERPETTI 2020, pp. 65-71. I busti furono trovati nella pedica di Tor de’ Schiavi: «Denuncio il rinveni- mento di tre busti retratti di donne, rinvenuti in terreno che non presenta affatto traccia di muri o di monumento: il che mi fa ritene- re che quelli oggetti furono ivi gettati nello sperpero di qualche monumento. Sono essi conservatissimi, se si eccettui in uno, la rottu- ra del naso prodotta dal primo colpo di gravina: e se non erro due rappresentano le due Drusille […]. Fù parere dell’E.mo [scil. il cardinale Camillo di Pietro, su cui cfr. infra nota 143] che tali busti per ora si trasportassero nella mia vigna ove abbito [scil. vigna 16 MARCO ERPETTI INTRODuZIONE - LE fONTI E LA STORIA DEGLI SCAVI 17 Egli scavò nuovamente a Tor Sapienza nel 1870 dopo altre imprese di scavo e dopo aver trascorso un Del Drago proseguì le indagini nel 1883 e a marzo si rinvennero tombe disposte su un divertico- periodo di malattia55, ma senza grandi risultati56. lo parallelo alla via e situate 85 metri a ovest dal mausoleo di Tor de’ Schiavi70. Le strutture, data- Le scoperte successive a quelle di Fortunati sono quasi tutte documentate nelle Notizie degli Scavi bili tra la fine dell’età repubblicana e l’inizio dell’età imperiale, rimasero in uso sino al III secolo71. di Antichità. Nel 1874 sul lato destro della strada furono scoperti un colombario e una catacomba, men- Le iscrizioni furono CIL VI, 33203, 33204, 33205, 33206, 33207, 33208, 33209, 33210, 33211, 33212, tre nel 1877 si ebbe la notizia del rinvenimento a Tor de’ Schiavi della stele CIL VI, 1526557. Nel 1880 33213, 33214, 33215, 33216, 33217, 33218, 33218a, 33219, 33220, 3322172. Nel sito di villa Gor- ad Acqua Bollicante, nei pressi del ponte della Marranella, fu messo in luce un tratto lastricato della diani furono recuperati fusti di colonne in cipollino e granito73. In aprile si scoprirono altri quattro Prenestina antica fiancheggiato da sepolcri58. L’anno successivo sempre ad Acqua Bollicante si indaga- sepolcri e le iscrizioni CIL VI, 33222, 33223, 33224 (= IG XIV, 1914; IGUR 860), 3322574. Nel 1887 rono diversi sepolcri disposti parallelamente alla via, con la scoperta di iscrizioni parte delle quali si furono rese note altre epigrafi emerse nel 1883 e provenienti da Tor de’ Schiavi come le precedenti: trovano oggi al Lapidario Zeri di Mentana59: CIL VI, 16681, 17054, 21763, 24447, 26052, 28131, CIL VI, 33226, 33227, 33228, 33229, 3323075, 33232, 33233, 33234 (= 26153a), 33235, 33236, 33237, 2947460, 30528,1-4, 3323061, IGUR 447 e 779, nonché un frammento non registrato in CIL VI62. Cinque 33239, 33240a, 33240b, 33240c, 33240d, 33240e, 33240f, IGUR 49776. A CIL VI, 33231 va aggiunto camere sepolcrali erano dotate di pavimenti musivi: quattro furono lasciati in situ, mentre uno caratte- il frammento contiguo CIL VI, 3323877. rizzato da un pavone a colori fu acquisito da del Drago63. Le indagini riguardarono anche l’area «attor- Nel marzo 1888 «presso la sommità del pendio, che dal fosso di Acqua Bollicante ascende verso no al sepolcro quadrato laterizio che sta in piedi vicino alla nuova strada militare di circonvallazione, e la villa dei Godiani» venne scavata una catacomba con tracce di dipinti policromi, fra cui una figura precisamente nel suolo interposto fra la strada e il sepolcro stesso»64: doveva trattarsi del cosiddetto muliebre in atteggiamento di orante78. colombario di largo Preneste65. Si trovarono altre tombe alla profondità di 3-4 metri, due mosaici rovi- Nel 1890 la tenuta di Tor Sapienza restituì altre strutture sepolcrali disposte lungo il margine destro nati con motivi geometrici66, le iscrizioni IGUR 1097, CIL VI, 35120 e 25859a (= 15543, 34165, AE della via, anche se la maggior parte di esse era già stata oggetto di esplorazioni negli anni precedenti. 2005, 9)67, alcuni bolli laterizi, due denarii di Valentiniano68. Un sepolcro venne individuato a 10 metri Fu trovato un bollo CIL XV, 348 nonché le iscrizioni CIL VI, 30010, 34216, 34324, 35334, 35874, di distanza dalla via, circondato da un recinto quadrato di 12 metri in opera reticolata e con sei colon- 36166, 36173 estratte da colombari79. ne in marmo bigio sulla fronte. In quest’area si trovarono due fistulaeedite in CIL XV, 7477, mentre A Tor de’ Schiavi nel gennaio 1900 fu individuato un sepolcro in opera laterizia all’interno del all’interno dell’unico loculo presente, accanto ai resti di uno scheletro, giacevano due campanelli con quale vi erano un frammento di sarcofago fittile, la steleCIL VI, 36477 e un bollo CIL XV, 49780. Di le iscrizioni IG XIV, 2409, 7-8, tre noci, un fico e un medaglione con scena erotica tutti in terracotta. altre quattro tombe in pessimo stato di conservazione si ha notizia nel 190681. Oltre ad alcune monete, si aggiunsero CIL VI, 11496, 17069, 25057 (= 35289)69. Al Museo Nazionale Romano è conservato un gruppo di reperti acquisiti tra il febbraio 1946 e l’aprile 1947 provenienti dall’area di Tor de’ Schiavi82. Fra essi, cinque iscrizioni risultano particolar-

Nardi-Fortunati, su cui cfr. ERPETTI 2020, pp. 68-70]; perché essendo essi oggetto di facile asportazione, potevano essere mal sicuri nel suo noto casino [scil. presso la tenuta di Sant’Anastasia o Gottifredi di proprietà del card. di Pietro, su cui cfr. infra nota 165], ove 70 fIORELLI 1883a, pp. 82-83. Cfr. LuGLI 1915, p. 160 nota 1, p. 163; buONOCORE 2002, p. 142 f. 228, p. 146 f. 230; MARI 2006, p. 247, due volte in quest’anno vi penetrarono ladri a derubbare» (ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 405, fasc. 42, prot. 3538, 21 marzo 1862). fig. 238;E RPETTI 2015, pp. 114-115; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 360-363 n. 129. Per l’individuazione del sito, cfr. figg. 11, 12. Interessante Nella carta archeologica di COSSu-PLESCIA 2019 non vi è menzione di questi busti. Cfr. infra nota 272. la descrizione degli scavi fatta da LANCIANI 1883, p. 513: «Prince del Drago is excavating in the neighbourhood of Torre de’ Schiavi, on 55 Cfr. ERPETTI 2020, pp. 66-90. the Via Praenestina. The ruins already discovered belong partly to the famous villa of Gordianus, partly to the cemetery which lined the 56 Sugli scavi del 1870, cfr. ERPETTI 2012, p. 65; ERPETTI 2015, p. 113; ERPETTI 2020, p. 90. In LEONE-PALOMbI 2008, p. 127 si high road on each side […]. The necropolis of the Via Praenestina is in an excellent state of preservation. The tombs, mostly columbaria, dubita che queste indagini ebbero effettivamente luogo. Nello stesso anno Fortunati, in società con il conte Clemente Calcagni, si are profusely ornamented with niches of gilt or painted stucco, with mosaic pavements, &c. Three particulars are most noticeable. First, accordò con il principe Massimo per lo sfruttamento di cave di pozzolana nella tenuta di Tor Sapienza: ACM, tit. XII, tenuta di Tor the tombs belong, without doubt, to the end of the Republic or to the beginning of the Empire, as proved by the reticulated masonry, Sapienza, divisione XI, scaffale VI, prot. 234, mazzo 4, ff. 111-113, 20 aprile, 21 marzo, 23 maggio 1870. Ringrazio la principessa which is nearly as perfect as mosaic work, by the absence of bricks, and other such characteristics. Still the tombs were not occupied Isabella Massimo per avermi concesso la possibilità di consultare l’archivio di famiglia. before the second century of our era, as shown by the style and the palaeography of the inscriptions. Secondly, the tombs contain, at the 57 AbbATE 1890, p. 720: «Nel 1874, al lato opposto della torre degli schiavi [scil. il mausoleo], nel riparare la strada, si scoprì un same time, cinerary urns and coffins, and ought to belong, consequently, to the transition period between the burial and the burning of antico colombario, con talune iscrizioni di liberti, ed una piccola catacomba, detta Grotta dei Greci per le numerose iscrizioni che corpses. Thirdly, the cemetery is absolutely pagan, with one singular exception - that of a Christian girl buried among that infidel popula- erano nei loculi». MuRRAy 1899, p. 398: «In the spring of 1874, while repairing the road opposite the Tor de’ Schiavi, an ancient tion. Her tombstone is conspienous for the absence of the formula D·M, instead of which an anchor, the most ancient of Christian sym- columbarium was discovered, with several inscriptions of liberti; and a small catacomb, which seems to have been visited in former bols, is engraved. Her name was Erucia Irene; her parents were named Amor and Erucia Mellita [scil. CIL VI, 33221]». times, called Grotta de’ Greci, from the number of Greek inscriptions affixed to itsloculi ». Cfr. LANCIANI 1877, p. 34 n. 55; CLE 1833; 71 fIORELLI 1883a, p. 83; LuGLI 1915, p. 160 nota 1. Imagines 1999, 332; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 319-320 n. 121. 72 fIORELLI 1883a, pp. 83-85. 58 fIORELLI 1880, p. 479. Cfr. ASHby 1902, p. 154; MACCHIORO 1908, p. 296; Centocelle 2004, p. 92 n. 28; MARRONI 2010, p. 98 n. 22. 73 fIORELLI 1883a, p. 85. 59 fIORELLI 1881, pp. 106-107. Cfr. Mentana 1982, p. 375 nota 1; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 307-308 nn. 83.A-B. 74 fIORELLI 1883b, pp. 132-133. 60 CIL VI, 29474 fu pubblicata in fIORELLI 1887, p. 190 n. 36, ma secondo Henzen fu trovata nel 1881 a Tor de’ Schiavi. 75 Frammento minore. 61 Frammento maggiore. 76 fIORELLI 1887, pp. 188-191. 62 fIORELLI 1881, p. 107 frammento f. 77 Mentana 1982, pp. 395-396 n. 327. 63 fIORELLI 1881, p. 107. 78 fIORELLI 1888, p. 192. Cfr. ASHby 1902, p. 155; LuGLI 1915, p. 139 nota 1; COSSu-PLESCIA 2019, p. 311 n. 99. 64 fIORELLI 1881, p. 107. Cfr. ASHby 1902, pp. 153-154; buONOCORE 2002, pp. 141-142. 79 GATTI 1890, pp. 118-120. Cfr. buONOCORE 2002, p. 147; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 365-366 n. 138. 65 Cfr. MARI 2006, pp. 245-246, fig. 235; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 303-304 n. 78.A. 80 GATTI 1900, pp. 26-27. Cfr. ASHby 1902, p. 162; Mentana 1982, p. 411 n. 348; COSSu-PLESCIA 2019, p. 373 n. 152. 66 fIORELLI 1881, pp. 107-108. 81 VAGLIERI 1906, p. 403; COSSu-PLESCIA 2019, p. 349 n. 127.F. 67 Cfr. ALTMANN 1905, p. 215 n. 277. 82 MNR, invv. 124731, 124732, 124733, 124734, 124737, 124738, 124739, 124740, 124741, 124742, 124743, 124744, 124745, 68 fIORELLI 1881, p. 108. Cfr. buONOCORE 2002, pp. 143-146. 125267, 125269, 125270, 125271, 125279, 125281, 125351, 125352, 125354, 125355, 125356, 125357, 125358, 125359, 125360, 69 fIORELLI 1881, pp. 108-109; bRuZZA 1881, pp. 290-301; HAuTIN 1884, pp. 7-8; ASHby 1902, p. 154; TOMASSETTI 1906, p. 36 125361, 125362, 125363, 125364, 125365a, 125366, 125367a, 125367b, 125367bis, 125368a, 125368b, 125369, 125370, 125371, nota 1. Cfr. MARI 2006, pp. 246-247; bEVILACquA 2014, p. 518; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 307-308 n. 83.A-B. 125372, 125373, 125374, 125380, 125381, 125384, 125385, 125386, 125387, 125388, 125389, 125390, 125391, 125393 (= 238245), INTRODuZIONE - LE fONTI E LA STORIA DEGLI SCAVI 17 Del Drago proseguì le indagini nel 1883 e a marzo si rinvennero tombe disposte su un divertico- lo parallelo alla via e situate 85 metri a ovest dal mausoleo di Tor de’ Schiavi70. Le strutture, data- bili tra la fine dell’età repubblicana e l’inizio dell’età imperiale, rimasero in uso sino al III secolo71. Le iscrizioni furono CIL VI, 33203, 33204, 33205, 33206, 33207, 33208, 33209, 33210, 33211, 33212, 33213, 33214, 33215, 33216, 33217, 33218, 33218a, 33219, 33220, 3322172. Nel sito di villa Gor- diani furono recuperati fusti di colonne in cipollino e granito73. In aprile si scoprirono altri quattro sepolcri e le iscrizioni CIL VI, 33222, 33223, 33224 (= IG XIV, 1914; IGUR 860), 3322574. Nel 1887 furono rese note altre epigrafi emerse nel 1883 e provenienti da Tor de’ Schiavi come le precedenti: CIL VI, 33226, 33227, 33228, 33229, 3323075, 33232, 33233, 33234 (= 26153a), 33235, 33236, 33237, 33239, 33240a, 33240b, 33240c, 33240d, 33240e, 33240f, IGUR 49776. A CIL VI, 33231 va aggiunto il frammento contiguo CIL VI, 3323877. Nel marzo 1888 «presso la sommità del pendio, che dal fosso di Acqua Bollicante ascende verso la villa dei Godiani» venne scavata una catacomba con tracce di dipinti policromi, fra cui una figura muliebre in atteggiamento di orante78. Nel 1890 la tenuta di Tor Sapienza restituì altre strutture sepolcrali disposte lungo il margine destro della via, anche se la maggior parte di esse era già stata oggetto di esplorazioni negli anni precedenti. Fu trovato un bollo CIL XV, 348 nonché le iscrizioni CIL VI, 30010, 34216, 34324, 35334, 35874, 36166, 36173 estratte da colombari79. A Tor de’ Schiavi nel gennaio 1900 fu individuato un sepolcro in opera laterizia all’interno del quale vi erano un frammento di sarcofago fittile, la steleCIL VI, 36477 e un bollo CIL XV, 49780. Di altre quattro tombe in pessimo stato di conservazione si ha notizia nel 190681. Al Museo Nazionale Romano è conservato un gruppo di reperti acquisiti tra il febbraio 1946 e l’aprile 1947 provenienti dall’area di Tor de’ Schiavi82. Fra essi, cinque iscrizioni risultano particolar-

70 fIORELLI 1883a, pp. 82-83. Cfr. LuGLI 1915, p. 160 nota 1, p. 163; buONOCORE 2002, p. 142 f. 228, p. 146 f. 230; MARI 2006, p. 247, fig. 238;E RPETTI 2015, pp. 114-115; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 360-363 n. 129. Per l’individuazione del sito, cfr. figg. 11, 12. Interessante la descrizione degli scavi fatta da LANCIANI 1883, p. 513: «Prince del Drago is excavating in the neighbourhood of Torre de’ Schiavi, on the Via Praenestina. The ruins already discovered belong partly to the famous villa of Gordianus, partly to the cemetery which lined the high road on each side […]. The necropolis of the Via Praenestina is in an excellent state of preservation. The tombs, mostly columbaria, are profusely ornamented with niches of gilt or painted stucco, with mosaic pavements, &c. Three particulars are most noticeable. First, the tombs belong, without doubt, to the end of the Republic or to the beginning of the Empire, as proved by the reticulated masonry, which is nearly as perfect as mosaic work, by the absence of bricks, and other such characteristics. Still the tombs were not occupied before the second century of our era, as shown by the style and the palaeography of the inscriptions. Secondly, the tombs contain, at the same time, cinerary urns and coffins, and ought to belong, consequently, to the transition period between the burial and the burning of corpses. Thirdly, the cemetery is absolutely pagan, with one singular exception - that of a Christian girl buried among that infidel popula- tion. Her tombstone is conspienous for the absence of the formula D·M, instead of which an anchor, the most ancient of Christian sym- bols, is engraved. Her name was Erucia Irene; her parents were named Amor and Erucia Mellita [scil. CIL VI, 33221]». 71 fIORELLI 1883a, p. 83; LuGLI 1915, p. 160 nota 1. 72 fIORELLI 1883a, pp. 83-85. 73 fIORELLI 1883a, p. 85. 74 fIORELLI 1883b, pp. 132-133. 75 Frammento minore. 76 fIORELLI 1887, pp. 188-191. 77 Mentana 1982, pp. 395-396 n. 327. 78 fIORELLI 1888, p. 192. Cfr. ASHby 1902, p. 155; LuGLI 1915, p. 139 nota 1; COSSu-PLESCIA 2019, p. 311 n. 99. 79 GATTI 1890, pp. 118-120. Cfr. buONOCORE 2002, p. 147; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 365-366 n. 138. 80 GATTI 1900, pp. 26-27. Cfr. ASHby 1902, p. 162; Mentana 1982, p. 411 n. 348; COSSu-PLESCIA 2019, p. 373 n. 152. 81 VAGLIERI 1906, p. 403; COSSu-PLESCIA 2019, p. 349 n. 127.F. 82 MNR, invv. 124731, 124732, 124733, 124734, 124737, 124738, 124739, 124740, 124741, 124742, 124743, 124744, 124745, 125267, 125269, 125270, 125271, 125279, 125281, 125351, 125352, 125354, 125355, 125356, 125357, 125358, 125359, 125360, 125361, 125362, 125363, 125364, 125365a, 125366, 125367a, 125367b, 125367bis, 125368a, 125368b, 125369, 125370, 125371, 125372, 125373, 125374, 125380, 125381, 125384, 125385, 125386, 125387, 125388, 125389, 125390, 125391, 125393 (= 238245), 18 MARCO ERPETTI mente interessanti poiché si tratta di termini sepulcri che inequivocabilmente provengono da conte- 1. sti già individuati da Fortunati nel 186183. Il XX secolo è stato un momento molto particolare per la storia del III miglio della via Prenesti- na. Se da un lato la costruzione del quartiere urbano con scuole, condomini, strutture di servizio, IL III MIGLIO DELLA VIA PRENESTINA campi da calcio e l’allargamento della via hanno comportato un radicale mutamento della zona a CONTESTO ARCHEOLOGICO discapito delle emergenze archeologiche84, dall’altro l’area di villa Gordiani fu oggetto di importan- ti campagne di scavo negli anni 1953-1965 ad opera di Antonio Maria Colini, Lucos Cozza e Gugliel- mo Gatti, i cui risultati rimasero purtroppo inediti. Si indagarono la parte repubblicana, il portico, le sale contigue al ninfeo e all’aula ottagona, nonché un’area necropolare lungo la Prenestina e nei pressi del mausoleo di Tor de’ Schiavi85. Gli scavi più recenti, oltre a riguardare l’area di largo Irpinia, hanno interessato il versante settentrionale della via, laddove all’altezza del complesso dei Gordiani è emerso 86 un tratto di necropoli rimasto in uso dall’età augustea sino al III secolo . 1.1. LE EVIDENZE A NORD E A SUD zionalmente alla villa dei Gordiani92, non sembra DELLA STRADA che Fortunati mirasse ad indagare proprio quelle strutture, fatta eccezione per la zona del ninfeo con l III miglio della via Prenestina, verso il quale volta a conchiglia. Lorenzo Fortunati iniziò a manifestare inte- A nord della strada, entro le terre che apparte- I resse almeno dal 1860, era compreso all’in- nevano alla tenuta di Tor Sapienza, procedendo in terno di due grandi proprietà fondiarie: a sud della direzione ovest-est, si erge una cisterna a pianta qua- strada si estendeva la tenuta di Acqua Bollicante drangolare a due piani del II sec. d.C., addossata (o Bullicante)87 con a nord la pedica detta di Tor alla quale vi è un’altra cisterna risalente al III sec. de’ Schiavi88, di proprietà del principe Filippo del d.C.: si tratta quindi di una doppia cisterna (fig. 7). AVVERTENZE Drago89; a sud e a nord era la più ampia tenuta di A sud-est di questo complesso di cisterne si Tor Sapienza90, di proprietà del principe Vittorio trova la cosiddetta aula ottagona, del III sec. d.C., la Nelle trascrizioni dei documenti archivistici si è mantenuta l’aderenza al testo originale, senza Emanuele Camillo IX Massimo91 (figg. 1-4). Tali cui funzione non è ancora stata del tutto chiarita fra correggere eventuali errori ortografici e rispettando la punteggiatura anche se non conforme all’uso definizioni dei territori, fisicamente demarcati da chi la ritiene una sorta di ninfeo e chi un padiglio- staccionate visibili in vedute e fotografie dell’epo- ne d’ingresso alla villa. In età medievale l’edificio contemporaneo. L’adozione delle parentesi quadre […] indica parti di testo volontariamente omesse. ca (figg. 5, 6), sono fondamentali in quanto costi- fu tramutato in torre attraverso l’aggiunta di una so- tuiscono il dato topografico imprescindibile e deter- praelevazione sostenuta da un pilastro circolare po- minante per seguire gli spostamenti di Fortunati, sizionato al centro93 (fig. 8). Tra la doppia cisterna e da lui stesso indicati nelle sue relazioni ministeria- l’aula ottagona esisteva una colonna infissa nel ter- li. Nonostante la presenza dei resti attribuiti tradi- reno oggi scomparsa, ma documentata da Antonio

87 Il toponimo si riferisce all’esistenza di sorgenti d’acqua acidula dal cattivo odore: Nibby 1837a, p. 7; TomasseTTi 1906, pp. 35-37; TomasseTTi 1976, pp. 544-546; RuggeRi 2009, pp. 125-126. La tenuta di Acqua Bollicante comprendeva anche la pedica di Tor de’ Schiavi: ASRm, Presidenza Generale del Censo, Catasto Gregoriano, Agro Romano 42, brogliardo, nn. 204-206; ibid., Agro Romano 32, brogliardo, n. 62. 88 Il toponimo ebbe origine nel XVI secolo dal nome di Vincenzo Tedallini de Sclavis: TomasseTTi 1906, p. 42; LugLi 1915, p. 160 nota 2; TomasseTTi 1976, p. 552; RuggeRi 2009, pp. 121-143. 125394, 125395, 125396, 125398, 125399, 125400, 125902. All’elenco vanno aggiunti i seguenti reperti provenienti da Tor de’ Schiavi, 89 Cfr. ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prott. 571, 609, 841, 869, 1405, 1604, 2037, 3246, 10281. ma nelle cui schede di inventario non compare la data di ingresso: MNR, invv. 125238, 125238a, 125238b, 125238c, 125239, 125240, 90 Il toponimo deriva dal collegio che aveva nome di Sapientia firmana voluto dal cardinal Domenico Capranica: TomasseTTi 1906, 125241, 125242, 125243, 125244, 125245, 125246, 125246a, 125247, 125248, 125249, 125250, 125251, 125252, 125253, 125254, pp. 38-42; TomasseTTi 1976, pp. 546-552; RuggeRi 2009, pp. 123-124. Sulla tenuta: ASRm, Presidenza Generale del Censo, Catasto 125255, 125259, 125268, 125272, 125273, 125274, 125275, 125276, 125282, 125283, 125284, 125285, 125286, 125287, 125353, Gregoriano, Agro Romano 32, brogliardo, nn. 1-19. Va segnalato che nelle figg. 4, 40, 51, 54 si è tentato di riportare sulle fotografie 125365. Cfr. GuLLINI 1949, pp. 50-60; fRIGGERI 1991, pp. 256-269; ERPETTI 2015, pp. 120-121 nota 90; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 349-354 aeree i confini delle tenute presenti nelle mappe del Catasto Gregoriano, nonostante l’oggettiva difficoltà nell’effettuare questa ope- n. 127.G.1-63. razione. Ringrazio il prof. Lorenzo Quilici per averle visionate confermandone la correttezza. 83 MNR, invv. 125245, 125243, 125244, 125247, 125369. Cfr. fRIGGERI 1991, pp. 256-257; ERPETTI 2015, pp. 57, 58, 70, 75-76, 91 Sul Massimo, cfr. LiTTa 1839, tav. VIII; Cenni 1873; CeCCaRius 1954, p. 39; ghisaLbeRTi 1957, p. 263; CaRpegNa FaLCoNeRi 2009, 86, nn. 4, 5, 15, 20, 86; COSSu-PLESCIA 2019, pp. 352-353 nn. 127.G.36-40. I gemelli di questi termini furono rinvenuti da Fortunati pp. 18-21. sul lato destro della via, ragion per cui il toponimo di «Tor de’ Schiavi» impiegato nelle schede inventariali del MNR non è riferibile 92 Sulla villa, cfr. Nibby 1837b, pp. 627, 707-712; LugLi 1915, pp. 136-167; De FRaNCesChiNi 2005, pp. 144-156; maiuRo 2005, alla sola pedica ottocentesca di Tor de’ Schiavi, bensì all’intera zona del III miglio della Prenestina compreso anche il lato meridio- pp. 31-39; paLombi 2019, pp. 27-48; moReLLi 2019, pp. 185-218; Cossu-pLesCia 2019, pp. 321-335 n. 126. Sulle strutture a nord e a sud nale della tenuta di Tor Sapienza. Cfr. infra nota 434. della via, cfr. eRpeTTi 2015, pp. 13-28 con bibl. precedente. 84 Cfr. LuSCHI 1990, p. 442 nota 12; DE fRANCESCHINI 2005, p. 153. 93 LugLi 1915, pp. 155-158 n. 6; WaDsWoRTh 1924, p. 88; ToReLLi-Zevi 1965, p. 883; CaRuso 1983, p. 31; LusChi 1990, p. 414; 85 MORELLI 2019, pp. 185-218. De FRaNCesChiNi 2005, pp. 150, 154; LaNCasTeR 2005, pp. 199-200; maiuRo 2005, pp. 35-36; eRpeTTi 2015, p. 18; Cossu-pLesCia 2019, 86 buCCELLATO 2000, pp. 345-351; COSSu-PLESCIA 2019, p. 314 n. 115. Cfr. fig. 17 n. 11. p. 328 n. 126. Addossata al lato est dell’aula ottagona si trova una cisterna del III secolo d.C.: De FRaNCesChiNi 2005, pp. 151-152. 1. IL III MIGLIO DELLA VIA PRENESTINA CONTESTO ARCHEOLOGICO

1.1. LE EVIDENZE A NORD E A SUD zionalmente alla villa dei Gordiani92, non sembra DELLA STRADA che Fortunati mirasse ad indagare proprio quelle strutture, fatta eccezione per la zona del ninfeo con l III miglio della via Prenestina, verso il quale volta a conchiglia. Lorenzo Fortunati iniziò a manifestare inte- A nord della strada, entro le terre che apparte- I resse almeno dal 1860, era compreso all’in- nevano alla tenuta di Tor Sapienza, procedendo in terno di due grandi proprietà fondiarie: a sud della direzione ovest-est, si erge una cisterna a pianta qua- strada si estendeva la tenuta di Acqua Bollicante drangolare a due piani del II sec. d.C., addossata (o Bullicante)87 con a nord la pedica detta di Tor alla quale vi è un’altra cisterna risalente al III sec. de’ Schiavi88, di proprietà del principe Filippo del d.C.: si tratta quindi di una doppia cisterna (fig. 7). Drago89; a sud e a nord era la più ampia tenuta di A sud-est di questo complesso di cisterne si Tor Sapienza90, di proprietà del principe Vittorio trova la cosiddetta aula ottagona, del III sec. d.C., la Emanuele Camillo IX Massimo91 (figg. 1-4). Tali cui funzione non è ancora stata del tutto chiarita fra definizioni dei territori, fisicamente demarcati da chi la ritiene una sorta di ninfeo e chi un padiglio- staccionate visibili in vedute e fotografie dell’epo- ne d’ingresso alla villa. In età medievale l’edificio ca (figg. 5, 6), sono fondamentali in quanto costi- fu tramutato in torre attraverso l’aggiunta di una so- tuiscono il dato topografico imprescindibile e deter- praelevazione sostenuta da un pilastro circolare po- minante per seguire gli spostamenti di Fortunati, sizionato al centro93 (fig. 8). Tra la doppia cisterna e da lui stesso indicati nelle sue relazioni ministeria- l’aula ottagona esisteva una colonna infissa nel ter- li. Nonostante la presenza dei resti attribuiti tradi- reno oggi scomparsa, ma documentata da Antonio

87 Il toponimo si riferisce all’esistenza di sorgenti d’acqua acidula dal cattivo odore: Nibby 1837a, p. 7; TomasseTTi 1906, pp. 35-37; TomasseTTi 1976, pp. 544-546; RuggeRi 2009, pp. 125-126. La tenuta di Acqua Bollicante comprendeva anche la pedica di Tor de’ Schiavi: ASRm, Presidenza Generale del Censo, Catasto Gregoriano, Agro Romano 42, brogliardo, nn. 204-206; ibid., Agro Romano 32, brogliardo, n. 62. 88 Il toponimo ebbe origine nel XVI secolo dal nome di Vincenzo Tedallini de Sclavis: TomasseTTi 1906, p. 42; LugLi 1915, p. 160 nota 2; TomasseTTi 1976, p. 552; RuggeRi 2009, pp. 121-143. 89 Cfr. ASRm, Min. Lav. Pubb. Comm., b. 423, fasc. 25, prott. 571, 609, 841, 869, 1405, 1604, 2037, 3246, 10281. 90 Il toponimo deriva dal collegio che aveva nome di Sapientia firmana voluto dal cardinal Domenico Capranica: TomasseTTi 1906, pp. 38-42; TomasseTTi 1976, pp. 546-552; RuggeRi 2009, pp. 123-124. Sulla tenuta: ASRm, Presidenza Generale del Censo, Catasto Gregoriano, Agro Romano 32, brogliardo, nn. 1-19. Va segnalato che nelle figg. 4, 40, 51, 54 si è tentato di riportare sulle fotografie aeree i confini delle tenute presenti nelle mappe del Catasto Gregoriano, nonostante l’oggettiva difficoltà nell’effettuare questa ope- razione. Ringrazio il prof. Lorenzo Quilici per averle visionate confermandone la correttezza. 91 Sul Massimo, cfr. LiTTa 1839, tav. VIII; Cenni 1873; CeCCaRius 1954, p. 39; ghisaLbeRTi 1957, p. 263; CaRpegNa FaLCoNeRi 2009, pp. 18-21. 92 Sulla villa, cfr. Nibby 1837b, pp. 627, 707-712; LugLi 1915, pp. 136-167; De FRaNCesChiNi 2005, pp. 144-156; maiuRo 2005, pp. 31-39; paLombi 2019, pp. 27-48; moReLLi 2019, pp. 185-218; Cossu-pLesCia 2019, pp. 321-335 n. 126. Sulle strutture a nord e a sud della via, cfr. eRpeTTi 2015, pp. 13-28 con bibl. precedente. 93 LugLi 1915, pp. 155-158 n. 6; WaDsWoRTh 1924, p. 88; ToReLLi-Zevi 1965, p. 883; CaRuso 1983, p. 31; LusChi 1990, p. 414; De FRaNCesChiNi 2005, pp. 150, 154; LaNCasTeR 2005, pp. 199-200; maiuRo 2005, pp. 35-36; eRpeTTi 2015, p. 18; Cossu-pLesCia 2019, p. 328 n. 126. Addossata al lato est dell’aula ottagona si trova una cisterna del III secolo d.C.: De FRaNCesChiNi 2005, pp. 151-152. 20 maRCo eRpeTTi Nibby e da varie testimonianze grafiche e fotografi- A sud della strada, entro la tenuta di Acqua Bolli- che94 (figg. 5, 6). Più a nord si trovano alcune delle cante, presso l’attuale largo Irpinia si incontrano resti strutture della villa messe in luce nel corso degli collocabili tra IV sec. a.C. e VI sec. d.C. disposti su scavi degli anni 1953-196595, tra cui il nucleo più diversi terrazzamenti: all’età più antica appartiene antico di età repubblicana, il complesso termale di un edificio a blocchi a destinazione pubblica o reli- età imperiale ed il portico. giosa; tra l’età repubblicana e l’età imperiale furono All’interno della pedica di Tor de’ Schiavi, a edificati sepolcri nella zona più vicina alla strada; ridosso del confine nord-occidentale con la tenuta all’età flavia risale un impianto termale101. Subito do- di Tor Sapienza, resta l’edificio di età antonina no- po l’incrocio tra la Prenestina e largo Irpinia si trova to come ninfeo con volta a conchiglia, detto anche una piccola cisterna del II sec. d.C. a pianta quadran- aula o sala absidata (fig. 9), mentre più a est si erge golare, priva del lato meridionale e caratterizzata da il grande mausoleo96 con accanto la basilica circi- una copertura a volta, distante circa 65 metri dalla forme del IV sec. d.C. (fig. 10). La basilica non Prenestina attuale102 (fig. 14). A sud-est vi è una gran- sembra avere avuto legami con la catacomba rinve- de cisterna di 21,8 metri per lato, anch’essa databile nuta in via Rovigno d’Istria nel 195397. A 85 metri al II sec. d.C.103 (fig. 15) e, proseguendo a sud, a circa a ovest dal mausoleo emerse un tratto di sepolcre- 50 metri di distanza ve ne era un’altra descritta da to con tombe rimaste in uso fino al III sec. d.C.98 Nibby ed indicata nella carta Agro Romano 32 del (figg. 11, 12). Catasto Gregoriano, ma già distrutta e irriconoscibi- Diverse camere sepolcrali furono individuate le agli inizi del ’900104. Poco più a nord-est della gran- anche presso l’area antistante al mausoleo nel de cisterna ci sono i resti di un muro isolato105 che corso degli scavi degli anni 1953-196599 (fig. 13), doveva far parte di una struttura absidata oggi scom- mentre nel 1999 se ne rinvennero altre al di sotto parsa, la cui esistenza è nota da una fotografia di dell’attuale manto stradale nel tratto corrispon- Thomas Ashby (fig. 16)106. Lungo il margine della dente all’area occupata dai monumenti di villa Gor- via si riconoscono vari edifici sepolcrali, tra cui il diani100. colombario di via Olevano Romano107 (fig. 17).

94 Nibby 1837b, p. 710 ricorda che vicino all’aula ottagona esisteva una «colonna spaccata di marmo caristio inserita nel suolo», di cui è opportuno tenere conto in funzione della ricostruzione della topografia del sito (in Cossu-pLesCia 2019, pp. 321-335 n. 126 non si fa menzione di questo manufatto). Cfr. LugLi 1915, p. 141 fig. 2 (= Gabinetto Fotografico Nazionale, inv. H005806). Un esem- plare della fotografia qui pubblicata in fig. 6 è custodita al Gabinetto Fotografico Nazionale, inv. F000718. Fra le testimonianze arti- stiche che documentano la presenza di tale colonna possiamo ricordare anche Torre degli Schiavi 2 ½ miglia di Roma di Gustav Jäger del 1837 (collezione privata), Fra den romerske Campagne di Bolette Puggaard del 1838 (collezione privata), Roma Torre de’ Schiavi di Ferdinand Gregorovius del 1854 (Bayerische Staatbibliothek München, Gregoruviusiana 10, 34r; cfr. gRaZiaN 2009, p. 98 fig. 1), Tor de’ Schiavi di Edward Lear del 1859 (Harvard University, Houghton Library, MS Typ 55.11-26, Edward Lear landscape drawings, Tor de’ Schiavi 15 april 1859), La campagne romaine, Via Praenestina, ruines antiques di Louis Boitte del 1860 circa (Musée d’Orsay, Paris, inv. F.3457.C.1224), Ruins. Campagna of di Albert Bierstadt del 1867 (collezione privata; cfr. Sotheby’s, New York, American Paintings, Drawings and Sculpture, sale 6336, sept. 24, 1992, lot 53), Ruiner i Den romerske Campagne di Janus la Cour del 1871 (Statens Museum for Kunst, Copenhagen, inv. KMS959), Campagnalandschaft mit römischen Ruinen di John Newbolt della metà circa del XIX secolo (collezione privata). Cfr. figg. 20, 22-28. 95 Cfr. moReLLi 2019, pp. 185-218. 96 Sul mausoleo, cfr. FRaZeR 1969, pp. 45-48; LusChi 1992, pp. 1-14; RasCh 1993; LaNCasTeR 2005, p. 199; ToRToReLLa 2010, pp. 131-136. 97 Cossu-pLesCia 2019, p. 366 n. 139. 98 Cfr. supra note 70-77. 99 eRpeTTi 2015, pp. 115-116; Cossu-pLesCia 2019, p. 321 n. 126, p. 322 fig. 69. 100 buCCeLLaTo 2000, pp. 345-351; eRpeTTi 2015, p. 116; Cossu-pLesCia 2019, p. 360 n. 129. 101 Cossu-pLesCia 2019, pp. 314-315 n. 115. 102 Nibby 1837b, p. 708; Cossu-pLesCia 2019, p. 314 n. 114. 103 Cossu-pLesCia 2019, p. 360 n. 128. 104 Nibby 1837b, pp. 708-709: «ha 40 piedi e mezzo di lunghezza e 16 di larghezza con 6 contrafforti e 5 nicchioni verso mezzo- dì, de’ quali però non sono visibili che due nicchioni e mezzo. L’interno ha gli angoli smussati ed è rivestito di astraco». LugLi 1915, pp. 143-144 n. 6 la descrive ormai come un cumulo di rovine coperte quasi completamente dalla terra. 105 LugLi 1915, p. 141 n. 4. Cfr. Cossu-pLesCia 2019, p. 360 n. 128. 106 Un esemplare di questa fotografia si trova in BSR, TA[PHP]-III.070. 107 bLaNC 1998, pp. 132-133; eRpeTTi 2015, pp. 20, 22; moReLLi 2019, pp. 203-205; Cossu-pLesCia 2019, pp. 363-364 nn. 130-132. Cap. 1 - iL III migLio DeLLa via PReNesTiNa CoNTesTo aRCheoLogiCo 21

Fig. 1. Particolare della Carta Topografica del Suburbano di Roma di Filippo Trojani. In arancio è indicata la tenuta di Acqua Bollicante, in rosso la pedica di Tor de’ Schiavi, in verde la tenuta di Tor Sapienza.

Fig. 2. Nel foglio IGM in arancio è colorata la tenuta di Acqua Bollicante, in rosso la pedica di Tor de’ Schiavi, in verde la tenuta di Tor Sapienza, mentre in giallo è indicato l’andamento della via Prenestina da Porta Maggiore. 22 maRCo eRpeTTi

Fig. 3. Catasto Gregoriano, Agro Romano 32 e 42. In arancio sono indicati i con- fini della tenuta di Acqua Bollicante, in rosso quelli della pedica di Tor de’ Schia- vi, in verde quelli della te- nuta di Tor Sapienza.

Fig. 4. Il III miglio della via Prenestina come si pre- senta oggi. Nella fotografia aerea in arancio sono indi- cati i confini della tenuta di Acqua Bollicante, in rosso quelli della pedica di Tor de’ Schiavi, in verde quelli del- la tenuta di Tor Sapienza.