Giuseppe Aldo Di Ricaldone L'archivio CARRONE DI SAN

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Giuseppe Aldo Di Ricaldone L'archivio CARRONE DI SAN Giuseppe Aldo di Ricaldone L'ARCHIVIO CARRONE DI SAN TOMMASO Introduzione L'Archivio della famiglia Carrone (1) di San Tommaso, racchiude un cospicuo numero di documenti relativi soprattutto ad Alessandro, a sua moglie la marchesa Enrichetta Guasco di Bisio, a Felice loro figlio. Ma è soprattutto di carte riguardanti la vita e l'attività del marchese Felice che l'archivio abbonda. Alessandro Carrone marchese di San Tommaso ricoprì la carica di Intendente Generale dell'Erario di Toscana e fu Maestro delle richieste nel Consiglio di Stato dell'Imperatore Napoleone. Dopo la Restaurazione fu inviato a Parigi dal Re di Sardegna, quale suo Ministro Plenipotenziario nei Paesi Bassi. Morì appunto a Parigi a soli 37 anni nel 1816. Aveva sposato il 20 febbraio 1805 Enrichetta Guasco di Bisio nata in Alessandria il 13 luglio 1785 la quale, dopo il matrimonio, visse sempre a Torino e nei feudi ereditati dal marito e dal figlio. Ella morì nel 1870 nella capitale piemontese, dove era conosciuta e dove il suo salotto era frequentato da letterati ed artisti di fama. Unico figlio di Alessandro e di Enrichetta era Felice nato il 4 agosto 1810. Ma a questo punto è opportuno cedere la penna allo stesso marchese il quale così scrisse di sé stesso: “Carrone Felice, marchese di San Tommaso, piemontese, nacque in Firenze addì 4 d'agosto del 1810 da Alessandro Carrone Maestro delle richieste nel Consiglio di Stato dell'Imperatore Napoleone ed Intendente generale dell'erario nella 29^ Divisione militare, della quale era capo la città di Firenze e da Enrichetta Guasco dei marchesi di Bisio da Alessandria.” “L'antica e nobile famiglia savoiarda Carron si trasportò in Piemonte nel 1649 in persona del marchese Giovanni eletto dal duca di Savoia Carlo Emmanuele 2° suo consigliere e Segretario di Stato e cavaliere dell'Ordine Supremo della SS. Nunziata; qualità che per più di un secolo furono continuo retaggio di questa famiglia, la quale annovera fra i suoi membri parecchi Magistrati, Ambasciatori e Ministri di Stato autori di trattati importanti e vantaggiosissimi alla R. Casa di Savoia. Nonostante le occupazioni degli uffizi pubblici, alcuni di essi cultivarono le lettere e fra questi Angelo Carrone (inviato straordinario del Re di Sardegna Carlo Emanuele 3° al Re di Polonia Augusto 2°; poscia primo scudiere del Re Vittorio Amedeo 3°, suo ministro per gli affari esterni, (1) Il cognome trovasi nei documenti variamente scritto: abbiamo scelto la forma italiana usata dal marchese Felice, anziché la francese (Carron) usata dal padre Alessandro. 3 Soprintendente generale ai Regi Archivi) autore di buone prose ed Alessandro Carrone il quale morto di soli 37 anni inviato straordinario e ministro plenipotenziario del Re Vittorio Emanuele al Re dei Paesi Bassi, lasciò alcuni scritti intorno alla letteratura latina, una parte dei quali è tuttora inedita, l'altra fu pubblicata da Felce Carrone suo figliolo, nelle sue “Considerazioni intorno alla Farsaglia di Marco Anneo Lucano”. “Felice Carrone imparò grammatica e le altre cose letterarie nel Collegio de' Nobili di Parma dove stette due anni. Studiò umanità e rettorica nella propria casa in Torino , filosofia nella Università Torinese. Ha stampato le opere seguenti: – “Dialoghi italiani ed inglesi di Giuseppe Baretti seconda edizione migliorata e pubblicata da Felice di San Tommaso con una sua prefazione e traduzione in volgare della prefazione dell'autore. Torino 1835. Stam. Favale, Libreria Bocca. – “Elogio del Conte Gaspare Roget de Cholex ministro per gli Affari Interni del Re di Sardegna Carlo Felicie. Opuscolo in 4°. Torino, 1835. Tipog. Favale. – Saggio intorno alla rivoluzione della Filosofia dai tempi di Talete sino al sec.XIX. Torino 1837. Tipog. Favale. Opuscolo in 8°. – Tavole genealogiche della Real Casa di Savoja descritte ed illustrate, torino 1837, stamp. Favale, Libreria di Giuseppe Bocca, 1 vol. in 4°. – Notizie intorno alla vita di Bona di Savoja duchessa di Milano tratte da inediti documenti. Torino 1838, stamp. Favale, Libreria di G. Bocca, 1 volumetto in 8°. – Due novelle, Torino 1839, stmp. Fodratti, Libreria di Pietro Marietti, 1 volumetto in 12°. “Egli è uno dei sessanta decurioni della Città di Torino (carica conferita dal voto libero degli altri decurioni, non a tempo, ma a vita); membro della R. Deputazione sopra gli Studi di Storia Patria e della R. Giunta Provinciale di Statistica; sozio d'onore dell'Ateneo di Brescia, Corrispondente della R. Accademia Lucchese, Cavaliere degli ordini de' SS. Maurizio e Lazzaro di Sardegna, di San Lodovico pel merito civile di Lucca e di San Giovanni Gerosolimitano.” Aggiungeremo ch'egli, come dai documenti d'archivio, venne eletto sindaco di Sommariva Perno nel gennaio del 1839 e nel 1842 Consigliere Aggiunto nel consiglio comunale di Monteu Roero. Ebbe dal Re di Sardegna l'incarico di rintracciare negli archivi di Berna, di Friburgo, di Losanna, di Ginevra, eventuali documenti relativi ai rapporti tra queste città e la casa di Savoia. Ed ecco quanto egli scriveva al 4 Re, alla conclusione delle indagini: “Quando Vostra Maestà si degnò affidarmi l'onorevole incombenza di ricercare negli archivi pubblici di Ginevra i documenti ragguardanti alla storia della Monarchia di Savoja accennati come ivi esistenti in una lettera indirizzata di colà al conte di Cossilla e da questo comunicata a S.E. Il Presidente della Regia Deputazione sopra gli Studi di Storia Patria, non si diede altra norma nelle necessarie indagini fuorchè il seguente passo della lettera suddetta =..........= (sic). Guidato da indicazioni così poco precise e provenienti da fonte anonima e perciò poco speranzoso di ricavarne gran frutto, non riusciva a trovare nell'archivio del palazzo civico né della biblioteca pubblica di Ginevra le lettere di Pietro de La Beaume né le carte concernenti il cardinale di Brougny, quantunque ne interrogassi con particolare premura ed insistenza l'archivista e il bibliotecario e gli inferiori uffiziali. Ma se non mi è stata conceduta l'ambita soddisfazione di recare a Vostra Maestà copia autentica de' suddetti documenti ho tuttavia quella di poterla accertare che, quando siano nell'archivio del palazzo civico ginevrino, e vengano alle mani dell'archivista signor Luigi Sordet, nella generale ordinazione delle scritture ivi serbate, alla quale sta lavorando con assiduità pari alla perizia, egli non fallirà alla promessa datami di avvertirne tosto questa Regia Deputazione Storica e previa la permissione del proprio Consiglio di Stato, mandargliene copia autentica tanto è grande in lui la divozione all'Augusta Persona di Vostra Maestà e vivo il desiderio di adoprarsi in servizio di Lei. Nello stesso Archivio del Palazzo civico Ginevrino radi né guari importanti per la storia della Monarchia di Savoia mi si offerirono o documenti intorno a Papa Felice V già Amedeo VIII duca di Savoia. “Preziosissima al contrario io stimo la raccolta delle lettere e dei decreti d'Amedeo di Savoia cardinale di Santa Sabina, Legato e Vicario Perpetuo della Santa Sede in Lombardia, Savoja, Svizzera e Germania, dopo rinunziato il Sommo Pontificato, la quale conservasi nella Biblioteca Pubblica di Ginevra sotto il titolo di Registrum Epistolarum Amadei Cardinalis Sabiniensis (due volumi mss. cartacei in folio piccolo: il I di 424 facce, il II di 440 di carattere gotico minuto) e non è compresa nel catalogo dei mss. di essa biblioteca pubblicato colle stampe del signor Senebier. “Affinchè V.M. Abbia una misura del sommo vantaggio che verrebbe alla Regia Deputazione Storica dell'acquisto di si fatta collezione, alla quale ha forse voluto accennare l'anonimo scrittore della soprammentovata lettera colle parole = les actes de Felice V ceduto già dalla Repubblica Ginevrina alla Maestà del Re Carlo Emanuele IV nel 1754 e custodito nei Regi Archivi di Corte di questa metropoli; ch'essi illustrano parecchi punti della storia ecclesiastica e civile di Savoja e 5 Piemonte; che possono riuscire utilissimi a molti sudditi di Vostra Maestà offrendo loro particolari notizie intorno ad alcuni domestici fatti delle proprie famiglie ed ai loro interessi; che dalla lettura di essi ricavasi grandissima conoscenza dell'indole magnanima, dell'eletto ingegno, del cuore pio giusto di quell'insigne Principe che fu Amedeo 8° di Savoia mirabile sempre ai diversi stati del viver suo. “E vuolsi particolarmente notare che nel 1° volume contengonsi uniti insieme i minutari di tanti documenti i quali furono probabilmente smarriti o distrutti oppure confusi con altre carte d'archvio, disordinati, difficilmente reperibili, mutilati e guasti dalle ingiurie del tempo, giacciono sparsi negli archivi pubblici di Ginevra, Losanna, Friburgo e Berna una grande quantità di documenti inediti concernenti la storia della Reale famiglia di V.M., le gesta di alcun Principi d'essa, le politiche relazioni ed i negoziati diplomatici di questa Monarchia colla Svizzera tanto nei secoli antichi quanto nei moderni. I quali documenti, necessari secondo il mio credere alla Regia Deputazione Storica per non lasciare imperfetta una parte importantissima della sua raccolta, potrebbonsi pure dalla sovrana benignità della Maestà Vostra esserle procacciati inviando a trascrivergli alcuno dei suoi sudditi o valendosi cioè dell'opera de' molteplici dotti svizzeri, ne' quali trovansi accoppiate all'amore per le cose storiche la riverenza e divozione a V.M., l'ammirazione per la saviezza del Suo governare e per la protezione speciale conceduta alle Scienze e lettere ed i quali s'impiegherebbero assai di buon grado in si fatto lavoro. Fra questi debbo accennare particolarmente a V.M. I signori Luigi Sordet ed Edoardo Mallet in Ginevra, Barone di Gingins in Losanna, Felice Rémy aggiunto del Cancelliere di Stato in Friborgo e Colonnello di Wurstemberger in Berna. Di V.S.R.M. L'umilissimo e fedelissimo servitore e suddito Felice di Santommaso. Torino addì 25 novembre 1841.” Il marchese Felice, che aveva studiato paleografia sotto la guida di Luigi Cibrario, era solito trascriversi i documenti di suo interesse che rinveniva nei vari archivi da lui esaminati: gli esemplari di questi atti costituiscono numerosi mazzi nell'archivio in esame.
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