Di Storia Patria Società Savonese

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Di Storia Patria Società Savonese SOCIETÀ SAVONESE DI STORIA PATRIA ATTI VOL. XXXIV SAVONA STAB. TIP. PRIAMAR 1962 - * PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA Biblioteca Storia Patria SV s-sv-sv 0001 SSSP sv 03 034 CAN. LEONARDO BOTTA LA RIFORMA TRIDENTINA NELLA DIOCESI DI SAVONA PARTE I NOTIZIE BIOGRAFICHE SUI VESCOVI INTRODUZIONE LA STORIOGRAFIA RELIGIOSA SAVONESE PER IL SECOLO XVI. Sulla vita religiosa di Savona nel nostro periodo, parecchi scrissero, in epoche diverse e con diversi intendimenti. Nessuno però si accinse mai a narrare una vera e propria storia religiosa della nostra città e tanto meno dell’intera Diocesi. I lavori più organici e più completi, sotto questo punto di vista, re­ stano le trattazioni dell’UGHELLI nell’« Italia sacra »; di GIO BATTI­ STA SEMERIA nei «Secoli cristiani della Liguria» voi. II (1843), am­ pliamento della sua precedente « Storia ecclesiastica di Genova e della Liguria» (1838); di GIUSEPPE CAPPELLETTI nelle «Chiese d’Italia» voi. 13 (1857). Particolare attenzione meritano Pietro della Cella e Filippo M. Besio. II canonico savonese PIETRO DELLA CELLA (sec. XVI) scris­ se un « De Antistitibus Savonensibus », in cui sono assai interes­ santi le descrizioni, per certi aspetti molto dettagliate, della vita dei vescovi savonesi; per noi sono preziose le notizie sui Vescovi Fieschi, Ferrerò e Centurioni. Il lavoro ci è conservato nel manoscritto Codice Verzellino. Dal Della Cella (e da altre fonti che ignoro) attinse il FILIPPO M. BESIO (sec. XVII) per stendere le sue « Vitte dei Vescovi di Sa­ vona» (manoscritto, presso la Biblioteca Civica di Savona). Le informa­ zioni che il Besio ci offre, hanno un diverso valore; mentre circa i ve­ scovi del primo ’500 riferisce quanto sa delle loro ricchezze, del numero dei loro servitori, delle spettacolose feste da loro allestite, a cominciare dalla metà del secolo riferisce invece più esatti e più cristiani giudizi, ispirati alla valutazione della loro opera di vescovi più che al fasto di principi. Evidentemente egli è solamente un compilatore e raggruppa sotto ogni singolo vescovo quanto diverse fonti gli riferiscono. L’Ughelli e il Cappelletti sono conosciuti. Il SEMERIA, vissuto nel secolo scorso, non ha affatto preoccupa­ zioni critiche: i suoi sono per lo più giudizi laudatori, adattabili a tutti i vescovi: dottissimi, esemplari, zelanti ecc. E’ poi da notare che alcune 7 sue informazioni sono errate: fa sedere a Savona il vescovo Carlo Gri­ maldi, che già l’Ughelli aveva giustamente segnato quale vescovo di Sagena ; fa promuovere il vescovo F. P. Costa nel 1624 ad Albenga, men­ tre si tratta del suo omonimo nipote. Accanto a questi episcopologi completi, vanno messe le notizie che di ogni singolo vescovo dà GIO VINCENZO VERZELLINO nella sua opera « Delle memorie particolari e specialmente degli uomini illustri della città di Savona», edita nel 1891. Del Verzellino, contemporaneo in parte del nostro periodo (1562-1638), della attendibilità, generalmente buona, delle sue notizie, del limite della sua opera ristretta alla pura cronaca, delle lacune e delle vicende dell’opera, tratta largamente Fi­ lippo Noberasco in « I cronisti Savonesi e Giovan Vincenzo Verzellino » (Atti Deputazione di Storia Patria per la Liguria, Sez. Savona, voi. XX). Su un solo vescovo, Pier Francesco Costa, abbiamo un più ampio studio del Can. ANDREA ASTENGO (Atti e Memorie della Società Sto­ rica Savonese, voi. I, 1888, p. 207-231), il quale tuttavia non esce dal so­ lito schema laudativo e non oltrepassa i limiti soliti della storia locale ed esteriore, narrando l’opera del Costa per il duomo, l’episcopio, il capi­ tolo, la sua devozione alla Madonna della Colonna, i suoi donativi alla cattedrale. E’ da notare però una dichiarazione dell’Astengo, colla quale vuol dare ragione della ristrettezza del suo lavoro : « Se i tempi, che cor­ rono così nefasti alla religione degli avi, non mi persuadessero che sa­ rebbe vana fatica rintracciare quanto Egli (il Costa) operò perchè rifio­ risse la pietà ecc.... perchè insomma il Concilio di Trento venisse appli­ cato in tutte le sue più minute prescrizioni, io potrei tessere un lungo e ben meritato elogio... Ma perchè pur troppo questi meriti non sono oggidì apprezzati siccome conviensi, mi contenterò di accennare... ecc. » (op. cit., p. 229). Non è il caso di dimostrare quanto fosse falsa tale asser­ zione dell’Astengo: basterà ricordare che egli scriveva nel 1888, proprio quando il Pastor componeva, tra l’universale interessamento, la sua Storia dei Papi. Per completezza di informazione accennerò al lavoro di GIUSEPPE EMANUELE RAZZANO su « La sede vescovile e i Vescovi di Savona », (Savona 1925), il quale non ha nemmeno usato dei lavori fatti prima di lui, e alla povertà delle informazioni aggiunge solo tutti gli errori sparsi negli altri autori. Questi dunque i più organici e completi trattati di storia dei vescovi di Savona: son sempre i lavori ristretti alla biografia dei singoli: oltre i dati puri e semplici, tramandano notizie generali sulla loro attività pastorale, ma con i soliti schemi elogiativi da panegirico: soprattutto manca il quadro delle condizioni religiose del tempo; non esaminano i provvedimenti e le leggi dei singoli vescovi o dei loro vicarii generali. Si resta così nell’angusto campo della pura cronaca savonese, senza poter collegarsi allo sviluppo generale della storia della Chiesa; in particolare, per la nostra epoca, non è avvertito il grande travaglio della decadenza religiosa e del successivo sforzo di riforma. Si può forse applicare alla storiografia ecclesiastica di Savona quanto Italo Scovazzi dice della 8 storiografia savonese in genere, accennando ai pericoli della storia « mu­ nicipale » : « Il particolare acquista un valore sacro, per riflesso delle no­ stre cure amorose; l’altra umanità del mondo attorno sfuma in un mondo caliginoso: fascino delle cose nostre più vicine che porta spesso alla immobilità estatica» (I. Scovazzi, Filippo Noberasco e la storiografia savonese, in «Atti Dep. Storia Patria, Sez. Sav. », voi. 24, pag. 247). Migliori informazioni abbiamo invece su singoli aspetti della vita religiosa del ’500 e su singoli personaggi e questioni, vuoi dai cronisti contemporanei, vuoi dagli storici posteriori. Cosi i contemporanei GIO AGOSTINO ABATE, PIETRO DELLA CELLA e GIO VINCENZO VERZELLINO ci danno preziose informa­ zioni. Particolarmente interessanti le « Cronache savonesi dal 1500 al 1570 « di Agostino Abate (pubblicate da G. Assereto, Savona, 1897) quando riferiscono avvenimenti straordinari, ad esempio i viaggi di papa Clemente VII e Paolo III a Savona (pp. Ili e 114), la chiusura al culto della Cattedrale del Priamar per opera dei genovesi (pag. 140), il pro­ cesso all’eretico Bartolomeo Martino (pag. 206), inventari di chiese e ospedali, ecc. Si deve solamente lamentare che l'Abate non abbia esteso le sue Cronache ai campo più strettamente ecclesiastico. Uno studio più vasto sulle condizioni sociali, usanze popolari, cul­ tura e scuola, confraternite e ospedali, feste religiose, ecc. troviamo nella fondamentale « Storia di Savona » di FILIPPO NOBERASCO e ITALO SCOVAZZI, i quali però tracciano il quadro della « Vita, istituzioni sa­ vonesi nel medio evo », quali erano al termnie del periodo da loro stu­ diato, che ha come limite il 1530 (capitolazione di Savona), e solo di scorcio toccano il periodo che ci interessa, e soprattutto, poi, ne trattano da un punto di vista che non è il nostro. Abbiamo così nuovamente incontrato il nome di FILIPPO NOBE­ RASCO, che più di ogni altro ha lasciato numerosi contributi alla storio­ grafia ecclesiastica di Savona. E’ risaputo che egli intendeva stendere una completa storia dei vescovi savonesi, cosa che non gli riuscì di fare (i suoi appunti si trovano nell’Arch. di Stato di Savona). Ma i suoi nu­ merosi studi, di diversa mole, devono essere tenuti in considerazione da chi si accinge a trattare di storia religiosa savonese. Abbiamo infatti di lui lavori più completi, quali: Folclore savonese nelle sinodi dioce­ sane (già il titolo dice che cosa più direttamente interessi all’autore): L’azione sociale delle confraternite savonesi ; Il Santuario di Savona ; Storia dell’apparizione della Madonna di Misericordia; L’anno eccle­ siastico in Savona; Gli ospedali savonesi; e inoltre molti scritti minori in varie raccolte, e vari contributi a giornali e periodici locali. Una ri­ serva su Noberasco storico della religiosità di Savona va fatta per quanto riguarda l’ottimismo con cui giudica gli effetti dell’Apparizione della Madonna del 1536, che avrebbe prodotto un largo rifiorire di vita cri­ stiana in Savona («La Madonna di Savona », Savona 1936, pag. 42 e segg.). Ma, a suo tempo, torneremo su questo punto. In forma sintetica trattano della vita cristiana dei Savonesi G. B. PARODI e ITALO SCOVAZZI in «La Madonna di Savona»: assai im- 9 portanti i loro rilievi sulle forme di religiosità del primo '500 e sulle possibili relazioni col Divino Amore di Genova (in Atti della Sez. di Savona della R. Deput. di S. P. per la Liguria, voi. XVIII, Savona, 1936). Concludendo questa breve rassegna constatiamo che ci manca una storia religiosa di Savona: uno studio complessivo, cioè, che ci ponga sottocchio non solamente le notizie esterne e i dati cronologici, ma che ci faccia conoscere la vita religiosa del popolo, l’attività del clero e dei vescovi ; che ci faccia seguire passo passo lo sviluppo cristiano di Savona nel 1500. che si ponga il problema essenziale della storia ecclesiastica di quel tempo: fino a qual punto operò in Savona la riforma tridentina? quando iniziò il lavoro in quella direzione? quale ne fu lo sviluppo? quali le vicende? quali i risultati? quali scacchi e insuccessi si dovettero regi­ strare? fu solamente un movimento esterno di conformismo superfi­ ciale o riuscì realmente a produrre un moto di vera vita spirituale? Non risultando sufficiente, per rispondere a tali questi, il lavoro (sotto altri aspetti prezioso) degli storici savonesi, fu necessario per­ tanto accedere agli archivi e pazientemente far parlare le testimonianze del tempo, ora ricche e abbondanti, ora incerte ed oscure o incomplete.
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