COMUNE DI

PIUSS “ LIVORNO CITTA DELLE OPPORTUNITA”

Valutazione Integrata

Il PIUSS proposto ed i relativi interventi riguardano la riqualificazione, il recupero, il restauro di immobili del centro storico, in particolare sia la città buontalentiana, che le espansioni avvenute in epoca medicea e lorenese, prima dell’Unità d’Italia. Gli altri interventi sul territorio sono finalizzati a ricucire questi interventi, migliorandone l’accessibilità e intervenendo per provvedimenti tesi alla rivitalizzazione commerciale dei Borghi storici. Non si prevedono nuove costruzioni e quindi non costituiscono elemento d’indagine le analisi ambientali di cui alla Dir. 2001/42/CEE. Pertanto la valutazione iniziale è riferita essenzialmente a fare emergere la coerenza degli obiettivi dello strumento PIUSS, con la pianificazione territoriale del Comune di Livorno (Piano Strutturale e regolamento Urbanistico) e degli altri strumenti di pianificazione ed atti del governo del territorio, che interessano lo stesso territorio. Sarà analizzato in particolare il PIT ed il PTC, e la coerenza del PIUSS con gli obiettivi del PIT e del PTC.

Coerenza strumenti di pianificazione territoriale e governo del territorio Il nuovo piano di indirizzo territoriale (2005-2010) Il nuovo Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Regione Toscana è stato adottato dal Consiglio regionale il 4 aprile 2007. Si propone di essere non un semplice aggiornamento di quello precedente 1, ma un suo ripensamento complessivo, in qualche misura una sua nuova formulazione, con strumenti, obiettivi e priorità diverse, al passo con la nuova fase storica delle politiche urbane regionali, che segue quella ormai considerata superata inaugurata dalla legge Regionale 5 del 1995. Il PIT imposta le sue scelte strategiche e i suoi obiettivi su considerazioni di carattere generale che riguardano la crisi produttiva che investe il territorio della Toscana, una Regione impegnata a salvaguardare i buoni livelli di welfare e di coesione sociale raggiunti, ma che dimostra una scarsa propensione verso scelte di investimento, magari più rischiose, ma più dense di potenzialità future. Il PIT sposa l’interpretazione critica che il nuovo Programma Regionale di Sviluppo (PRS 2006- 2010) pone alla comunità regionale: la Toscana si trova ancora nel gruppo delle regioni avanzate dell’Unione, ma ci sono rischi di declino e di marginalizzazione, seppure non apprezzabili in tempi brevi. Il PIT opta per l’avanzamento di “proposte coraggiose” per il futuro: proposte che sappiano coniugare, nello stesso tempo, un elevato e qualificato livello di competitività e un nuovo modello universalistico di welfare . Il tutto in un contesto di sostenibilità e di coesione sociale per i vecchi e i nuovi toscani. Adotta logiche e strumenti di governo del territorio che favoriscono apertura , dinamismo e qualità dello sviluppo regionale.

1 Il piano di indirizzo territoriale precedente è stato approvato dal consiglio regionale nel gennaio del 2000. Pagina 1 di 30 La competitività si misura sul rafforzamento dell’accessibilità, sulla valorizzazione del patrimonio territoriale, culturale e ambientale. Alla base del PIT, si pone un’ampia nozione di territorio: il “territorio è quell’intreccio di esperienze individuali e collettiva che dà significato e dignità di “luoghi” agli spazi in cui mettono una qualche radice le nostre esistenze e le relazioni che le alimentano. “Luoghi” che hanno o non hanno una loro “qualità” se e in quanto ci rendano riconoscibili a noi stessi e dunque capaci di interloquire e interagire con il nostro prossimo: per vicino o lontano che sia. (…) Il territorio è l’ambiente della produzione locale di ricchezza e della sua funzionalità collettiva. Ma, ad un tempo, il territorio è anche il suo motore e il suo regolatore in quanto produttore di potenzialità e condizioni; di limiti e valori da tutelare e di opportunità e vocazioni da coltivare”, si cita nei documenti di Piano. Concludendo, il territorio è l’integrazione esistenziale e funzionale di almeno due “sostanze”. Da un lato, infatti, è il patrimonio ambientale, paesaggistico, economico e culturale della società toscana. Dall’altro è un fattore del capitale sociale, di cui dispone l’insieme di antichi, nuovi e potenziali cittadini della Toscana.

Il PIT nelle sue scelte statuarie e nei suoi obiettivi Le scelte strategiche del PIT si basano su due grandi visioni territoriali della Toscana. Da una parte, “una regione di città”: la città policentrica Toscana rappresenta il sistema territoriale urbano, fatto delle tante città e delle configurazioni metropolitane in cui è organizzata la vita e l’economia della regione. Dall’altra parte, il moderno sistema rurale, che rappresenta le diverse realtà rurali, fatte di comunità locali, di agricoltura, di settori verdi e di connesse filiere produttive e di turismo legato alle risorse naturali, che è, pur con differenze notevoli da zona a zona, ricco, avanzato e innovativo e, per questo, competitivo nello spazio delle aree rurali agricole. I metaobiettivi del Piano sono le opzioni su cui la Regione Toscana costruisce il suo sviluppo, attorno ad un’attenta combinazione di scelte discriminanti.

1° metaobiettivo: integrare e qualificare la Toscana come città policentrica Il primo metaobiettivo riconferma la filosofia generale del Piano di acquisire una nuova visione della Toscana, rafforzando le funzioni delle città da un lato, e le relazioni tra le città dall’altro. All’interno del metaobiettivo rientra, tra gli altri, l’obiettivo di sviluppare la mobilità intra e inter- regionale . Si tratta di perseguire la messa in opera del Piano regionale per la mobilità e per la logistica al fine di rimettere in moto la “città regionale” e stimolare le opportunità rendendo agevole il muoversi tra i suoi centri e le sue attività secondo parametri di efficacia e di sostenibilità. Si tratta, in particolare, di rafforzare: - il sistema ferroviario che, mediante la piena realizzazione degli investimenti nell’alta capacità, potrà configurarsi come una delle più importanti reti metropolitane di scala regionale in Europa; - il sistema portuale e la sua rete logistica a partire dalla sua configurazione costiera secondo le previsioni del masterplan dei porti; - il sistema stradale e regionale; - l’integrazione del sistema aeroportuale regionale, sempre secondo le previsioni del suo relativo masterplan.

Pagina 2 di 30 Un altro obiettivo significativo a cui le azioni ricompresse nel PIAU sembrano ricondurre riguarda la qualità della “città toscana”. Per “qualità” non si intende “solamente” l’offerta di buoni ed efficaci servizi alle persone e alle imprese. La qualità assume un carattere “creativo e competitivo” e apre i suoi spazi e la sua definizione alla creatività, alla sperimentazione, alla possibilità per le città toscane di far convergere e di mettere in rete le intelligenze, le energie, gli stili di vita e le opportunità di azione per chi vuole sviluppare la propria creatività. “La creatività urbana, laddove si manifesta e accumula, conferisce potere attrattivo e capacità competitive alle città nelle quali si possano dispiegare peculiari abilità professionali e spiccate esigenze culturali ed esistenziali”. In questo senso occorre valorizzare il patrimonio edilizio del pubblico demanio o delle sue aree una volta che siano cessate le rispettive destinazioni originarie, mediante strategie organiche di recupero che privilegino esigenze e funzioni di interesse collettivo, capaci di coprire un arco tematico che va dall’edilizia sociale all’innovazione dell’offerta culturale e museale, e delle infrastrutture per la ricerca scientifica e tecnologica. Ne deriva da parte del PIT un invito per la “città Toscana” a rimuovere le contrapposizioni concettuali e funzionali tra le centralità urbane e periferie urbane a sapere e dimostrare di sapere che ogni periferia è semplicemente una parte di un sistema urbano di cui va perseguita e sancita la qualità in quanto “luogo a sé”. Le azioni che la città di Livorno ha compiuto e persegue nell’ambito dei quartieri nord, così come quelle relative alla creazione della porta a terra e della Porta a Mare, creano equilibri nuovi: destinazioni considerate tradizionalmente “periferiche” o scarsamente attrattive rispetto agli usi civici, assumono il valore di nuove centralità, grazie alla nuva offerta di spazi dedicati allo svago e al loisir .

3° metaobiettivo: conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana L’obiettivo che ne consegue è la conservazione del patrimonio costiero: si vogliono, con questo, privilegiare chiari e innovativi disegni imprenditoriali, capaci di far sistema con un’offerta turistica organizzata e integrata nella chiave di servizi plurimodali e coordinati. Più in generale, inoltre, si vogliono incoraggiare le potenzialità attrattive connesse allo sviluppo di armoniosi waterfront che, mediante attente progettualità coordinate di conservazione attiva e di neoqualificazione funzionale, pongano in armoniosa relazione – pur nella salvaguardia della discontinuità urbana- il fascino delle città e dei borghi, la suggestione dei porti, nelle loro infrastrutture demaniali così come nelle loro passeggiate a mare, entro una trama paesistica in cui centri urbani ed entroterra costiero acquisiscano, nella piena riconoscibilità delle loro componenti insediative ed evitando qualunque logica di conurbazione, una nuova vitalità nell’abitare e nell’intraprendere. La tutela e la valorizzazione del patrimonio costiero toscano ha anche il volto di una grande e specifica politica pubblica che persegue l’innovazione profonda del patrimonio territoriale e delle sue potenzialità competitive: si tratta della piattaforma logistica, che occupa uno spazio cruciale nell’agenda del Piano regionale di sviluppo e nelle strategie regionali di sostegno alla dinamicità del sistema economico toscano, ma anche italiano e comunitario. E’ un disegno infrastrutturale decisivo che conferisce alla Toscna una posizione cruciale nel sistema nazionale della mobilità e nella progettualità nazionale ed europea in materia di reti portuali e logistiche e, di connessioni ferroviarie e viarie tra le sponde del mediterraneo.

Pagina 3 di 30 I sistemi funzionali del PIT Il PIT definisce la propria strategia attorno ad una serie di sistemi funzionali con i quali pone in sintonia sia il perseguimento dei propri metaobiettivi e dunque il proprio specifico disegno territoriale, sia la costruzione di quest’ultimo con le opzioni programmatiche generali della Regione: in modo che piani, programmi e linee di azione che investono il territorio, o fanno comunque leva sulle sue risorse, interagiscano con le capacità e i funzionamenti della società toscana per influenzarne il movimento, le molteplici combinazioni e l’evoluzione innovativa. I sistemi funzionali del PIT in cui, più di altri, sono inscrivibili le azioni del PIAU, ponderate e analizzate nel seguente studio sono il 1°, il 2° e il 4°.

1° sistema funzionale: la Toscana dell’attrattività e dell’accoglienza “L’attrattività dei luoghi si misura sulla loro capacità di avere peculiari specificità, risorse e qualità che hanno un valore riconoscibile nel resto del mondo; significa non solo essere competitivi sul mercato delle merci, dei servizi e degli investimenti, ma anche visibili nell’area della cultura, dell’ambiente, del paesaggio, della società e della politica e, più in generale, delle diverse aree dell’agire umano, non solo ai fini economici”. “ (…)Accogliere significa, in termini di pianificazione territoriale, pensare ad includere in maniera soddisfacente ed efficiente chi viene da fuori. Mettersi da quel punto di vista e prevedere le esigenze strutturali, di servizio e di supporto che emergono da parte di chi non vive ed opera abitualmente nel contesto locale o di chi, pur interessato a farlo per un periodo più o meno lungo, non si è ancora inserito in maniera stabile”. L’attrattività e l’accoglienza sono le caratteristiche che qualificano le capitali europee più competitive sul fronte internazionale: da una lato, infatti, è importante la capacità di attrarre investimenti e risorse con una buona offerta turistica, ricettiva e culturale, dall’altro è importante garantire un welfare efficiente per i residenti. Le città della Toscana non sono metropoli; il suo territorio è costellato da città medio-piccole e da piccoli borghi: i livelli di attrattività da intercettare non vogliono compromettere la loro natura e la loro morfologia ma piuttosto, contribuire ad un loro rilancio sul fronte internazionale. Livorno, dal canto suo, vanta dei requisiti di eccellenza, grazie alle strutture portuali e al traffico merci che può ospitare. Le azioni di riqualificazione in atto, tra l’altro, optano per aumentare le condizioni di attrattività legate alla presenza del porto, creando le occasioni di migliorare l’offerta turistica e ricettiva (si vedano i progetti per la Porta a Mare). La sfida sul piano dell’accoglienza è tuttavia aperta e va giocata sui fronti dell’offerta residenzale, dell’offerta ricettiva e dei servizi.

2° sistema funzionale: la Toscana delle reti “La Toscana delle reti è una regione che sviluppa le funzioni avanzate, che cerca di radicarle nei diversi territori e di diffonderle nei diversi settori, e che, nello stesso tempo, è consapevole degli “elevati livelli di scala” oggi necessari a competere e ad essere presenti con un ruolo attivo (non solo economico) nello scenario globale, e che perciò punta a integrare queste funzioni per fare sistema e per creare sinergie e complementarietà positive”. Le reti sono, dunque, di vario tipo: c’è la rete delle infrastrutture, sia relative alla mobilità, sia ai flussi informativi e sia, infine, allo sviluppo economico e sociale. C’è la rete della città, la rete delle imprese, le rete delle istituzioni locali: queste sono necessarie per la creazione dei tavoli concertativi in cui scambiare le conoscenze e le informazioni e sviluppare azioni strategiche a diversi livelli amministrativi e secondo diverse scale territoriali.

Pagina 4 di 30

4° sistema funzionale: la Toscana della coesione sociale e territoriale “La sfida della Toscana è quella di puntare ad un nuovo dinamismo facendo leva quindi sulle componenti più avanzate e innovative del sistema regionale ed anzi affidandosi per questo anche alle capacità di soggetti esterni, ma nello stesso tempo senza rinunciare ad una coesione globale che è fatta sia di elementi economico-sociali che di elementi territoriali. Per raggiungere questo obiettivo occorre tenere assieme sia le spinte propulsive dei soggetti più forti, a cui è in primo luogo demandata l’azione di impulso per una maggiore crescita, sia gli atteggiamenti “equitari e solidaristici” che producono, ed hanno sempre prodotto in particolare in Regioni come la Toscana, una forte redistribuzione sociale del reddito e una diffusione delle opportunità attraverso l’azione rilevante delle istituzioni pubbliche a tutti i livelli territoriali”. “Nella nuova filosofia del PIT l’approccio territoriale tende a modificarsi, in primo luogo, non riferendosi più al concetto, oramai ambiguo e desueto, dello squilibrio ed in secondo luogo, in maniera conseguente, abbandonando lo strumento della zonizzazione come elemento “selettivo” per l’intervento strutturale”. I nuovi strumenti della programmazione puntano infatti ad una visione organica ed unitaria del sistema regionale, non per eliminare e nascondere le differenze e le tipicità dei diversi luoghi, ma piuttosto per spingere queste diversità dentro un quadro complessivo di integrazione e di sinergia di sistema a favore di un nuovo dinamismo complessivo e di una più elevata crescita dell’insieme della realtà regionale. In questo modo si punta a selezionare le priorità di intervento per la regione, le aree che si presentano come più efficaci per un innalzamento complessivo del sistema, le possibili sinergie funzionali fra le diverse componenti e, quindi, di conseguenza, ad individuare i luoghi e i soggetti sociali e territoriali in grado di progettare, realizzare e gestire gli interventi necessari per un più intenso e qualificato sviluppo.

Pagina 5 di 30 Sistemi funzionali del PIT, progetti integrati; piani e programmi regionali

Tabella 1 Sistemi funzionali del PIT, PROGETTI INTEGRATI; PIANI E PROGRAMMI REGIONALI (fonte: Regione Toscana, il Piano di Indirizzo Territoriale, il PIT nelle sue scelte e nelle sue agende, aprile 2007)

Il nuovo PTCP di Livorno Il Consiglio Provinciale ha approvato l’adozione del PTC con delibera n. 231 dell’ 11.12. 2008 l’avvio del procedimento di formazione del nuovo PTC. La necessità di apportare modifiche al PTC vigente si manifestata grazie alle mutate condizioni poste dal quadro normativo di riferimento (la Legge regionale, il PIT) che ha esortato la provincia a Pagina 6 di 30 sviluppare il suo ruolo di coordinamento e propositore e a causa dalle condizioni economiche del territorio, per il miglioramento delle quali si richiede l’elaborazione di nuove strategie. Inoltre, la nuova Legge Regionale (LR n.1/2005) affida alla Provincia un nuovo ruolo: non più e non solo di tipo regolativo, ma anche programmatorio e valutativo. L’innovazione più significativa, comunque, consiste nella “cogenza delle varianti strutturali del PTC e delle relative misure di salvaguardia ai fini dell’utilizzazione delle risorse essenziali a garanzia dello sviluppo sostenibile, in primo luogo, ma anche riferimento e punti fermi strutturali delle linee strategiche di sviluppo”.

La determinazione degli obiettivi del nuovo PTC nasce dalla nuova versione che gli si è attribuita nella quale la fase programmatoria e quello pianificatoria non sono più due momenti distinti ma coincidono.

Obiettivi generali Gli obiettivi generali, individuati nel documento di Disciplina del piano adottato sono: 1. Tutela, valorizzazione e gestione sostenibile delle risorse territoriali ed ambientali quali fattori fondamentali per la promozione ed il sostegno delle potenzialità e delle tendenze locali di sviluppo; 2. Sviluppo di un sistema di città policentrico ed equilibrato, promuovendo la massima integrazione funzionale e sinergica tra i diversi territori della provincia; 3. Sviluppo delle potenzialità dei territori collinari, della fascia costiera e delle aree agricole nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale ad esse peculiari; 4. Crescita del territorio provinciale come luogo di accoglienza, di coesione ed integrazione sociale e di nuove opportunità per le comunità e per i cittadini che vi risiedono e che le frequentano, di effettiva affermazione delle apri opportunità; 5. Promozione di un diffuso e stabile livello di qualità della vita urbana e rurale finalizzato ad assicurare la migliore accessibilità ai beni e servizi pubblici e di interesse pubblico, creare sinergie fra le diverse componenti, sostanziare i principi del decentramento, della innovazione e dell’efficacia amministrativa,d ella partecipazione, dei diritti alla scelta dei tempi della vita, della coesione e dell’interazione sociale, etnica e culturale; 6. Un adeguato livello di sicurezza delle persone e dei beni rispetto ai fattori di rischio connessi all’utilizzazione del territorio; 7. L’assunzione del paesaggio come valore fondativo, culturale, attivo, prima ancora che vincolistico, su cui basare i principi e gli obiettivi generali di qualità territoriale e da assumere come cardine condiviso delle comunità locali e della provincia di Livorno per il coordinamento territoriale dell’attività di pianificazione e di gestione del territorio; 8. Una qualità insediativa ed edilizia opportunamente differenziata nei diversi ambiti territoriali, che garantisca la salvaguardia dell’ambiente naturale, la riduzione dei consumi energetici, la sanità ed il benessere dei fruitori, l’eliminazione delle barriere architettoniche, il diritto all’autodeterminazione delle scelte di vita. Per una crescita della competitività economica sostenibile del territorio provinciale si individua di base l’attivazione di processi sinergici interistituzionali sui temi e obiettivi strategici di interesse regionale quali: • lo sviluppo del sistema portuale regionale della provincia di Livorno; • assumere la mobilità e la logistica come fattore di incentivazione allo sviluppo;

Pagina 7 di 30 • il completamento infrastrutturale del corridoio tirrenico; • lo sviluppo dei territori connessi al sistema portuale regionale; • le relazioni interprovinciali: Pisa, Grosseto; • affermare un’economia del mare fondativa del sistema economico provinciale; • affermare il ruolo della provincia quale luogo laboratorio della sostenibilità ambientale; • costruire il sistema delle relazione i territoriali fondato su una sinergia di azioni mirate; • assumere come fondativa la scala ai gradi qualitativi superiori della vita urbana e di relazione.

La struttura identitaria del territorio: sistemi e sottosistemi funzionali

Attraverso i sistemi e sottosistemi territoriali il PTC, in base alle peculiarità fisiche, idrogeologiche, ambientai e insediative, individua la struttura del territorio provinciale in riferimento alle componenti in cui si articola il sistema territoriale del PIT e, più in generale, alle risorse essenziali di rilievo sovra comunale da tutelare. Il PTC individua i seguenti Sistemi Territoriali: • il Sistema territoriale della fascia costiera e della pianura , in cui rientra il sottosistema territoriale urbano di Livorno e della Pianura dell’Arno; • il Sistema territoriale delle colline; • il sistema territoriale delle isole. Le connotazioni specifiche di ciascun sistema e sottosistema sono: • i vincoli preordinati. • la geomorfologia; • l’idrografia; • il mosaico forestale e quello agrario; • gli insediamenti storici, moderni e contemporanei; • le reti, gli impianti tecnologici e e le aree estrattive; • i parchi, le aree protette e le emergenze paesaggistiche; A ciascun sottosistema, corrispondo poi, specifici ambiti di paesaggio. Gli ambiti geografici e dei sistemi e sottosistemi individuati non coincidono con i limiti amministrativi dei Comuni. Il PTC prescrive che i sistemi territoriali con le specificazioni proprie dei relativi sottosistemi e delle componenti dei sistemi funzionali su essi incidenti, siano assunti, assieme ai relativi Sistemi economici locali (SEL) dagli strumenti di pianificazione territoriale comunale e da ogni atto di governo del territorio quali ambiti territoriali di riferimento per quanto attiene alla previsione, programmazione e realizzazione di obiettivi e interventi di interesse sovra comunale. Il sottosistema interessante il territorio livornese è costituito dal territorio ricompreso nei seguenti ambiti di Paesaggio appartenenti al Sistema provinciale di paesaggio della pianura dell’Arno e delle colline livornesi: • Paesaggio di Pianura dominante insediativa urbana (Stagno, Livorno, Antignano); Pagina 8 di 30 • Paesaggio di pianura a dominante agricola e insediativa (, Vicarello, Collesalvetti). Per tale sottosistema sono indicate le caratteristiche relative alla geomorfologia, all’idrografia, al mosaico agrario e forestale e a tutte le tematiche sopra elencate afferenti il quadro conoscitivo.

Figura 1 Sistema della pianura dell’Arno e delle colline livornesi; Ambito di Paesaggio n. 1, Paesaggio di Pianura insediativa urbana (Stagno, Livorno, Antignano)

Pagina 9 di 30 LA STRUTTURA IDENTITARIA DEL TERRITORIO : SISTEMI E SOTTOSISTEMI FUNZIONALI I sistemi e i sottosistemi funzionali individuati dal PTC sono strumentali alla individuazione della struttura organizzativa e funzionale del territorio provinciale e sono di norma composti da nodi di funzioni a vario livello territoriale – presenti o da attivare- e da reti di interrelazioni fra essi, che ne determinano lo stato di sistema organizzato. Gli ambiti che costituiscono ciascuno dei sistemi o sottosistemi funzionali non contigui tra loro, non sono sempre rappresentabili cartograficamente e possono interessare più sistemi o sottosistemi territoriali dei quali comunque, assumono le specifiche regole statuarie. Nella tabella che segue sono evidenziati i sottosistemi funzionali che sono riconducibili agli interventi del PIUSS e rispetto ai quali sarà opportuno verificare la coerenza normativa e la unitarietà degli obiettivi perseguiti. SISTEMA SOTTOSISTEMA 1. Sistema funzionale degli insediamenti 1.A La struttura insediativa: i nodi urbani, la città diffusa 1.B La rete dei luoghi e degli spazi della collettività 2. sistema funzionale delle attività economiche 2.A Produzione di beni e servizi 2.B agricoltura 2.C commercio 2.D turistico- ricettivo 3. sistema funzionale delle reti e dei nodi 3.A mobilità e logistica infrastrutturali 3.B risorse idriche 3.C rifiuti 3.D risorse energetiche 4. sistema funzionale per l’ambiente

Per quanto riguarda il sistema funzionale degli insediamenti , il PTC promuove l’evoluzione qualitativa ed il pieno utilizzo del patrimonio edilizio esistente in relazione alla tipologia funzionale e al contesto nel quale è inserito e l’adozione di tecniche edilizie ed impiantistiche in grado di contenere i consumi energetici ed idrici, gli effetti conseguenti alla impermeabilizzazione del suolo ed, in generale, i costi di gestione e di manutenzione, superare le contrapposizioni tra le aree centrali e quelle periferiche con interventi finalizzati alla equilibrata integrazione delle componenti insediative e sociali ed alla rimozione dei fattori di degrado edilizio ed urbanistico, privilegiando interventi che favoriscano la sostenibilità ambientale e sociale anche attraverso al riqualificazione del patrimonio edilizio sotto il profilo del minor consumo di risorse energetiche e d idriche e dei minori costi di manutenzione e gestione. Per i centri storici di più antica formazione il PTC promuove: • la salvaguardia del patrimonio insediativo; • il recupero della effettiva centralità dei centri di più antica formazione, garantendo il permanere di funzioni pubbliche e di rilevanza sociale e culturale negli edifici, nei luoghi e negli spazi che hanno determinato i valori fondativi identitari della collettività; Pagina 10 di 30 • il controllo de mutamenti di destinazione d’uso al fine di garantire il rispetto di prestabiliti livelli di qualità e il loro concorso al miglioramento delle dotazioni che determinano la qualità degli insediamenti; • il recupero delle funzioni originarie degli spazi pubblici, la libera percorribilità e la pedonalizzazione dei percorsi di rilevanza storico paesaggistica, la conservazione delle pavimentazioni tradizionali; • il mantenimento della rete commerciale di vicinato e la valorizzazione dei centri commerciali naturali; Agli obiettivi che riguardano specificamente i sistemi funzionali intercettati dagli interventi del PIUSS se ne aggiungono altri di grande rilevanza le cui ricadute rafforzano le azioni perseguite dal PIUSS e che riguardano il sistema delle reti e dei nodi infrastrutturali: anche il PTC infatti, oltre al PIT, ritiene di interesse provinciale la realizzazione di infrastrutture, come la navigabilità del canale Scolmatore d’Arno e del canale dei navicelli, così come il ripristino delle vie d’acqua costituite dai fossi medicei di Livorno.

Le invarianti strutturali Il PTC individua come invarianti strutturali del territorio le risorse ed i beni riconosciuti quali elementi cardine dell’identità dei luoghi e, pertanto da sottoporre a tutela al fine di garantire la sostenibilità dello sviluppo. Le invarianti strutturali sono individuate e definite in relazione ai sistemi e sottosistemi funzionali. La matrice sinottica sottoindicata mette confronto gli ambiti di paesaggio con le invarianti strutturali relative alla risorsa paesaggio. L’ambito che interessa il Comune di Livorno è il n. 1 “Paesaggio di Pianura e dominante insediativa urbana Livorno, Stagno, Antignano”. L’unica invariante relativa a questo ambito è la n° 9, “identità paesaggistica dei contesti di diretta pertinenza dei beni culturali soggetti a tutela”.

Pagina 11 di 30

Figura 2 Matrice sinottica di confronto delle invarianti strutturali con gli ambiti e i sistemi di paesaggio Per quanto riguarda le invarianti strutturali del sistema Funzionale dei nodi infrastrutturali è importante qui citare che relativamente al porto di Livorno il PTC individua i seguenti obiettivi prestazionali: _ lo sviluppo di nuove banchine idonee all'accoglienza dei nuovi vettori navali consentendo l'attracco contemporaneo di più vettori in lunghezza non inferiori a 2 Km; _ lo sviluppo di nuovi spazi di banchina di larghezze adeguate per consentire la movimentazione delle merci inutilizzate secondo i nuovi canoni operativi non inferiori a 100 ettari; _ lo sviluppo di una capacità di movimentazione complessiva delle merci non inferiore a 36 milioni di tonnellate per anno mediante velocizzazione temporale della movimentazione e la specializzazione a seconda del tipo di merce dell'organizzazione retroportuale e le opportune esternalizzazioni necessarie alla successiva localizzazione delle merci soggette al deposito di lungo periodo; _ lo sviluppo di una capacità di traffico passeggeri non inferiore a 2,8 milioni di passeggeri per anno; _ lo sviluppo di nuove darsene capaci di accogliere i nuovi vettori mediante accesso a idonei canali di navigazione e movimentazione di adeguata larghezza; _ il potenziamento delle infrastrutture di collegamento stradali con le direttrici longitudinali e trasversali del territorio provinciale;

Pagina 12 di 30 _ il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie e dello scalo Calambrone e lo snellimento del collegamento con le direttrici trasversali (Interporto, Faldo); _ il raccordo diretto con le nuove aree portuali dei collegamenti stradali e ferroviari; _ il raccordo con le stesse direttrici dei terminal passeggeri; _ la ricerca di soluzioni tecnico progettuali coordinate della nuova foce dello Scolmatore in funzione della navigabilità fino alle destinazioni logistiche dell'Interporto e dell'Autoporto; _ la possibilità di accogliere attività turistiche, commerciali e della nautica da diporto; _ l’effettuazione dell’attività della pesca in sintonia e interazione con la città; _ l’approvazione del nuovo PR Portuale.

I porti nautici da diporto e le relative previsioni di ampliamento dei Fossi medicei e del Molo mediceo costituiscono invarianti strutturali del sistema produttivo provinciale del Turismo . Più in generale, invarianti strutturali del Sistema urbano e della pianura dell’Arno sono: • La connotazione insediativa della pianura configurata da una vasta rete di canali di scolo sui depositi alluvionali del fiume Arno e sedimenti palustri e/o di ei bacini dei principal corsi d’acqua che vi si trovano; • Le opere strutturali dimessa in sicurezza idraulica previste nel Piano di bacino dell?Arno e di quello regionale Toscana costa; • Il canale scolmatore dell’Arno; • La trama dei fossi e dei canali di scolo del reticolo idraulico minore; • La qualità scenico percettiva della fascia pedecollinare e collinare; • Gli acquedotti storici e le relative opere civili; • La centrale di produzione di energia elettrica e i connessi elettrodotti di trasporto dell’energia elettrica, • Il porto di Livorno e i suoi ampliamenti e le opere infrastrutturali a carattere territoriale connesse; • La funzionalità logistica dei territori afferenti la movimentazione di merci; • Il sistema delle cave dismesse e i processi di riqualificazione paesistico ambientale; • Le fortezze medicee e il sistema dei fossi; • I luoghi di culto della storia cosmopolita della città.

Elementi di rilievo in relazione al PIUSS Le tematiche del PIUSS di Livorno hanno una spiccata pertinenza con alcuni dei principali obiettivi del nuovo PTC. Interventi come il recupero e al riutilizzo delle strutture storiche della Fortezza Vecchia, della Fortezza Nuova, della Dogana d’Acqua, intercettano gli obiettivi del PTC relativi al sistema funzionale degli insediamenti, in particolare quelli relativi al recupero della centralità dei centri di più antica formazione, attraverso il permanere di funzioni pubbliche e di rilevanza sociale e culturale negli edifici, nei luoghi e negli spazi che hanno determinato i valori fondativi identitari della collettività. Il recupero delle funzioni originarie degli spazi pubblici, la libera percorribilità e la pedonalizzazione dei percorsi di rilevanza storico e paesaggistica, così come il mantenimento dei centri commerciali, sono gli obiettivi del PTC che le azioni del PIUSS riguardanti la rivitalizzazione commerciale dei Borghi. Gli interventi riguardanti lo Scoglio della

Pagina 13 di 30 Regina e la Dogana d’Acqua rafforzano la crescita della competitività del territorio provinciale rafforzando il contributo dell’economia del mare. Ulteriori elementi di rilievo sono rappresentati dalle invarianti infrastrutturali del sistema Funzionale dei nodi infrastrutturali, tra cui ricadono: - la ricerca di soluzioni tecnico progettuali coordinate della nuova foce dello Scolmatore in funzione della navigabilità fino alle destinazioni logistiche dell’interporto e dell’Autoporto; - la trama dei fossi ed ei canali di scolo del reticolo idraulico minore.

Il PASL – Patto per lo sviluppo locale

Il 12 giugno la Regione Toscana e la Provincia di Livorno hanno sottoscritto il Patto per lo Sviluppo Locale. Ad apporre la firma sul documento sono stati i presidenti Claudio Martini e Giorgio Kutufà. Secondo la LR n. 49 dell’11 agosto 1999, il Patto per lo sviluppo Locale è uno strumento ad adesione volontaria, di natura negoziata tra la Regione, gli enti locali, le parti sociali, le associazioni ambientaliste e altri soggetti pubblici e privati, per il coordinamento e l’integrazione delle rispettive determinazioni programmatorie e progettuali. All’interno del PASL sono inseriti diversi tipi di azioni, tra cui: 1. progetti inseriti all’interno di programmi e/o progetti di iniziative regionali; 2. progetti di iniziativa locale coerenti con la progettazione regionale; 3. idee progettuali ancora non sufficientemente dettagliate che rivestono un’importanza strategica sia a livello locale che a livello regionale;

La firma dell'accordo sancisce la conclusione formale dell'iter costitutivo del PASL ed il passaggio alla fase applicativa di questo importante strumento di programmazione economica. I progetti inseriti nel PASL sono il frutto del lavoro svolto dalla Conferenza di concertazione, alla quale hanno partecipato gli enti locali, le associazioni di categoria, i sindacati e gli altri soggetti della realtà economica e sociale del territorio. Le linee strategiche di sviluppo individuate in sede di Conferenza concentrano gli interventi su tre linee di indirizzo principali: • logistica, infrastrutture e trasporti; • industria, energia e ambiente; • turismo, cultura e agricoltura di qualità.

Fra le priorità contenute nel Pasl: il completamento del Corridoio tirrenico, il sistema logistico integrato, il potenziamento della grande industria, il consolidamento della rete provinciale a banda larga e poi ancora la valorizzazione in chiave turistica e ambientale del territorio, con interventi per lo sviluppo del turismo e dell’agricoltura, e il sostegno al capitale umano.

I progetti del PASL

La provincia di Livorno si presenta sulla scena regionale come un territorio non eccessivamente vasto ma segnato dalla presenza di aree fortemente connotate dal punto di vista sociale ed economico. Le aree continentali sono caratterizzate da una presenza di tipo industriale , che si accompagna ad una accentuata attività nel settore dei trasporti e della logistica che fa capo al porto di Livorno e di Pagina 14 di 30 Piombino e che appare sempre più come motore di sviluppo soprattutto se questa attività viene letta in termini sistemici. Ci sono anche settori come l’agricoltura , il turismo , che negli ultimi anni hanno visto accrescere gli investimenti e l’interesse di numerosi imprenditori. Il turismo, in particolare ha una duplice natura: quella di tipo balneare e quella ecologico-ambientale, legata all’entroterra. In questo caso si notano elementi di grande interesse legati all’integrazione con la cultura e l’ambiente attraverso il sistema dei parchi della Val di Cornia, dei Monti Livornesi, della vecchia Magona. Per il nord della provincia, il sistema della logistica , con il porto di Livorno, l’interporto di Guasticce e i collegamenti di area vasta con l’aeroporto di Pisa creano un complesso sistema rilevante come peso economico e come potenziale di sviluppo, che ne fanno una cerniera fondamentale, sempre in area vasta con le aree manifatturiere del Val d’Arno pisano ed in particolare con l’area industriale di Pontedera, fino a lambire importanti aree della provincia di Lucca. L’arcipelago, con l’isola d’Elba e l’isola di Capraia, in particolare, per la specificità ambientale, è oggi invece l’area tipicamente turistica. Anche in questo caso, il turismo soffre di un protagonismo imprenditoriale che non è portato con sufficienza ad incrementare la qualità dei servizi e delle presentazioni, come pure ad affrontare la questione dei costi in rapporto agli investimenti. Il sistema industriale è presente sul territorio in maniera rilevante, anche in termini occupazionali. E’ qualificato nelle produzioni, ma subisce il confronto con il mercato globale. La logistica rappresenta il settore più innovativo e potenzialmente più forte. L’interporto di Guasticce è quasi completato e ora richiede scelte di gestione che ne promuovano la razionalizzazione, l’innovazione e l’espansione. Il PASL insiste sulla necessità di adottare un’ottica di area vasta di forte integrazione tra Livorno e Piombino. La piattaforma logistica di area vasta è, infatti, una grande occasione di sviluppo per tutta la regione Toscana. Il documento del PASL fornisce anche un quadro sulla situazione sociale della Provincia di Livorno che presenta alcuni aspetti critici. La disoccupazione è la più alta della regione ma, soprattutto l’occupazione presenta indici piuttosto bassi che diventano bassissimi se si guarda all’occupazione femminile. Il mercato del lavoro è segnato da diversi anni da elevati indici di abbandono scolastico, dal fenomeno dell’immigrazione e dal forte invecchiamento della popolazione.

Gli obiettivi del PASL

Dalle considerazioni sopra riportate sul quadro economico e sociale della Provincia di Livorno, scaturiscono gli obiettivi del programma, quali: 1. investimento nel settore della logistica; 2. investimento per il consolidamento e l’innovazione nell’industria; 3. investimento per la qualificazione dei settori agricolo e turistico.

Pagina 15 di 30 Competitività e sostenibilità sono i principi a cui si rifanno tutti gli interventi e le azioni previste dal PASL. 2

Le azioni e i progetti Le azioni proposte sono di tipo strategico e funzionale, considerando le prime come opere o azioni di sistema, cioè capaci di incidere sull’ambiente complessivo, mentre le seconde riguardano progetti il cui finanziamento o la cui realizzazione serve ad indirizzare o sostenere lo sviluppo locale di intere aree sub provinciali. La classificazione dei progetti segue l’indirizzo dell’apposito protocollo di intesa Regione Provincia di Livorno, nel quale sono state individuate le priorità di intervento. I tre livelli di intervento sono: 1. Logistica, infrastrutture e trasporti 2. Industria, energia e ambiente 3. Turismo, cultura e agricoltura di qualità

Le opere che fanno parte del primo livello garantiscono garantiscono il perseguimento di una pluralità di obiettivi integrati tra le politiche dei diversi comuni e quelle più ampie dei territorio e si inseriscono nell’accordo sulla piattaforma logistica. Riguardo la seconda linea di intervento le opere rappresentano un importante passo verso l’utilizzo del territorio ai fini produttivi legato al risanamento ambientale e soprattutto la possibilità di offrire aree industriali attrezzate, anche con tecnologie avanzate a prezzi competitivi. Nell’ambito della terza priorità rientrano quei progetti che per loro natura hanno un valore preminentemente strategico e storico-culturale. Nelle tabelle che seguono sono riportati i progetti integrati relativi a ciascuna priorità (evidenziati in corsivo quelli interessanti tematiche attinenti il PIAU).

Priorità 1_ Logistica, infrastrutture e trasporti TITOLO SOGGETTI COINVOLTI Completamento corridoio tirrenico (asse Regione Toscana, provincia di Livorno e altri autostradale Rosignano-Civitavecchia) –Lotto 0 Progetto Integrato potenziamento area industriale Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune e logico costiera di Guasticce (A) di Livorno e Collesalvetti, interporto di Guasticce, Rete Ferroviaria, SPIL SpA, Privati Progetto Integrato potenziamento area industriale Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune e logistico costiera di Guasticce (B) di Livorno e Collesalvetti, interporto di Guasticce, Rete Ferroviaria, SPIL SpA, Privati Completamento della rete provinciale a larga Regione Toscana, provincia di Livorno banda per il progressivo annullamento del Digital Divide di primo livello nell’ambito del progetto regionale notificato all’UE Intervento di riorganizzazione dei servizi t.p.l. Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune

2 A questo proposito prioritaria viene considerata la messa in sicurezza dei corsi d’acqua principali e dei fronti di frane, come pure il ripristino ambientale delle cave dimesse, soprattutto come la Val di Cornia che vogliono fare del turismo e l’ambiente i loro punti di forza. Pagina 16 di 30 di Livorno Progetto integrato per il collegamento Regione Toscana, Provincia di Livorno, CM dell’arcipelago toscano Arcipelago Toscano, Comuni interessati, Autorità Portuale, Ministero ambiente, Ministero Infrastrutture e Trasporti Progetto Integrato Circondario Val di Cornia: Regione toscana, Provincia di Livorno, Comuni adeguamento delle dotazioni infrastrutturali del di Campiglia Marittima, San Vincenzo e territorio Suvereto

Industria, energia e ambiente TITOLO SOGGETTI COINVOLTI Progetto integrato recupero immobile per Campo. Provincia di Livorno, comune di Livorno, Lab : creazione laboratorio di ricerca UNIPI, SPIL, PST BIC, OO.SS:, Associazioni Imprese Informatizzazione aree industriali Val di Cornia Comuni di Piombino, Campiglia Marittima e San Vincenzo Progetto Parchi Val di Cornia: localizzazione La Comune di Piombino, Val di Cornia SpA Sterpaia Progetto Integrato per lo sviluppo sostenibile Provincia di Livorno, Ministero Grazia e dell’Isola di Giustizia e dell’Ambiente, Soprintendenza Archeologica di Firenze, UNIPI, CM Arcipelago toscano, comune di Campo Elba Progetto per contrastare la dispersione scolastica Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comuni di Campiglia Marittima, San Vincenzo e Suvereto Completamento messa in sicurezza del fiume Comune di Cecina, Ministero dell’Ambiente Cecina per recupero aree destinate a PIP Progetto Integrato Circondario Val di Cornia: Comuni di Piombino e Campiglia Marittima messa in sicurezza da rischio idraulico delle aree per insediamento produttivo Progetto integrato per la riqualificazione delle Comune di Capoliveri, Rio nell’Elba, Marciana, strutture sociali –Arcipelago toscano Campo d’Elba Creazione di un sistema ferroviario Comune di Cecina, soggetti privati

Turismo, cultura e agricoltura di qualità

TITOLO SOGGETTI COINVOLTI Villa Maurogordato: recupero immobile per Provincia di Livorno, comune di Livorno creazione centro interuniversitario Progetto integrato Bassa Val di Cecina per la Comuni di , Bibbona e creazione di percorsi enogastronomici Castagneto Carducci, Agenzia delle entrate, Associazioni e consorzi olio e vino Recupero cantine s. Maria Assunta e parco Comune di Rosignano Marittimo antistante con collegamento alla struttura polivalente del Parco Sorbetto Centro di degustazione ed esposizione del vino e Comune di castagneto Carducci, Agenzia delle dell’olio nella struttura del forte di Marina entrate, associazioni e consorzio olio e vino

Pagina 17 di 30 Recupero del fabbricato nel centro storico di Comune di Bibbona Bibbona da destinare a spazio per la valorizzazione e degustazione dei prodotti tipici locali Progetto di valorizzazione paesaggistica - turistica Provincia di Livorno, Comune di Collesalvetti dell’Acquedotto Leopoldino Percorsi Comune di Castagneto Carducci Comune di Castagneto Carducci Percorsi comune di Bibbona Comune di Bibbona Realizzazione di un centro polifunzionale Parco Comune di Cecina fiume Cecina Rete sentieristica all’interno delle zone ANPIL – Comune di Cecina Fiume Cecina Recupero zone archeologiche e storiche Comuni di rio nell’Elba, Marciana, Portoferraio, Arcipelago Toscano Capraia Isola, CM Arcipelago toscano, Ministero degli Interni, UE, Privati Valorizzazione area archeologica della Valle del Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comuni di Cecina Bibbona, Cecina, castagneto Carducci e Rosignano Marittimo, Soprintendenza beni archeologici e architettonici, Privati Necropoli di Palazzino Comune di Bibbona Area archeologica di san Vincenzino Comune di Cecina, soprintendenza per i beni archeologici Fornace e deposito anforico in loc. La Mazzanta Comune di Cecina, soprintendenza per i beni (Comune di Cecina) archeologici e per i beni architettonici Progetto integrato di riqualificazione zone storico- Comuni di Suevereto e Campiglia Marittima culturali della Val di Cornia

IL PIANO REGOLATORE GENERALE DI LIVORNO

“Banco di prova” della legge urbanistica regionale del 1995, il Piano Regolatore Generale di Livorno 3 è costituito dal Piano Strutturale (entrato in vigore il 13 agosto 1997), il quale presenta la particolarità di individuare aree di interesse strategico su cui è possibile intervenire anche in anticipo rispetto all’entrata in vigore del Regolamento Urbanistico, e dal Regolamento Urbanistico (entrato in vigore nel gennaio del 1999). Il primo è l’atto di pianificazione urbanistica che definisce obiettivi e contenuti strategici per il governo del territorio comunale, nonché l’insieme delle invarianti territoriali e urbane del PRG; il secondo individua dettagliatamente, per tutto il territorio comunale, la disciplina degli interventi urbanistici ed edilizi. La redazione del Piano Regolatore è avvenuta tra il 1993 e il 1998. Particolarmente importante, dapprima nella costruzione del PRG e, successivamente, nella definizione dell’ambito urbano del PIAU è stata la sperimentazione di nuovi strumenti di pianificazione attuativa particolarmente attenti alle forme di collaborazione tra pubblico e privato nella progettazione e gestione di interventi di riqualificazione e trasformazione dell’assetto urbano.

3 Sul PRG di Livorno si veda: P. Bertelli “Livorno” in Urbanistica n. 104, giugno 1995, pp. 124-125; A. Cagnardi, “Nuovi piani, nuovi progetti: Livorno, Gorizia, Pavia”, in Urbanistica n.° 115/2000 pp. 95-106. Pagina 18 di 30 Le potenzialità di tali nuovi strumenti sono state accolte e definite in senso urbanistico nel corso della formazione del PRG; attraverso la delibera 200/1995 è stato quindi reso manifesto il carattere e l’ambito urbano di applicazione di tali strumenti.

IL PIANO STRUTTURALE

Il Piano strutturale, perseguendo gli obiettivi della salvaguardia, della riqualificazione e della valorizzazione delle risorse ambientali, la definizione di un nuovo ruolo della città nell’ara vasta e nel contesto regionale, la tutela e la valorizzazione dei valori storico-ambientali della città e del territorio, l’esigenza di miglioramento della città contemporanea (con particolare riferimento ai quartieri nord), l’obiettivo di dotare la città di aree in cui localizzare servizi ed attività di rilievo urbano e territoriale decongestionando le aree centrali ed arricchendo di funzioni le aree residenziali della città contemporanea, la necessità di dotare la città di strutture per il turismo ed infine rispondendo all’esigenza di facilitare l’impianto di nuove attività, ha individuato sistemi territoriali e funzionali a loro volta suddivisi in sottosistemi ed unità territoriali organiche elementari su cui consente di intervenire tramite piano attuativo o tramite strumenti della programmazione complessa anche precedentemente all’approvazione del RU. Le scelte del Piano Strutturale, formulano una differenziazione dei settori produttivi rispetto a quelli che storicamente hanno caratterizzato la città, sostanzialmente riconducibile alla grande industria e al porto, e una relativa riconfigurazione del sistema urbano con il conseguente approfondimento di ipotesi di trasformazione che riguardano i settori del Porto, dell’industria, dei servizi, della residenza, dell’ambiente e del turismo. In linee generali, il Piano si articola secondo quattro livelli di intervento: - la “città da non costruire” (area dei monti Livornesi/ fascia costiera/ pianura), per la quale prevalgono condizioni paesaggistiche da salvaguardare; - la “città da tutelare” (la città storica, le mura, le fortificazioni, altri borghi antichi suburbani), per la quale il Piano individua specifiche norme di tutela e obiettivi di riqualificazione; - la “città da migliorare”, ovvero la città attuale, per la quale si propongono obiettivi di riqualificazione degli spazi pubblici e privati di integrazione di funzioni; - la “città da trasformare”, costituita dall’insieme delle aree su cui concentrare opportunità di cambiamento. IL REGOLAMENTO URBANISTICO Il Regolamento Urbanistico di Livorno articola la propria disciplina su due piani: la disciplina degli interventi ammessi sugli edifici esistenti quando non vi siano modifiche della sagoma dell’edificio, della superficie lorda di pavimento o della destinazione d’uso, e la disciplina delle modificazioni ammesse distinta per aree normative. Questa distinzione consente di intervenire in maniera più puntuale su un’area come su un edificio, superando per molti versi i limiti e i condizionamenti dati dallo zoning tradizionale. Il Regolamento Urbanistico di Livorno distingue, inoltre: una, il “piano della città”, costituisce la struttura normativa e localizzativa del Regolamento Urbanistico come definita dall’Amministrazione Comunale; l’altra, chiamato “collaborazione dei cittadini” individua, rispetto ad alcune particolari aree normative, le condizioni di ammissibilità di proposte avanzate dai cittadini non coincidenti con i contenuti del piano della città. Il Piano regolatore di Livorno, per le aree di trasformazione, di ristrutturazione, per gli isolati di riqualificazione urbana, prevede che gli interventi di nuova edificazione siano sempre subordinati a meccanismi di cessione di aree per servizi e strutturati in maniera da assicurare benefici anche alle aree circostanti, ovvero collegare gli interventi di trasformazione urbana a un complesso di vantaggi per la città e per i cittadini. Pagina 19 di 30

LE RELAZIONI CON L ’AMBITO DEL PIUSS

Già nel corso della redazione dei Lineamenti per il PRG (1993) si intuisce come la riqualificazione dei Quartieri nord e dell’interfaccia porto-città-ferrovia debba essere affrontata sulla base di una strategia unitaria che ha come filo conduttore fisicamente riconoscibile – in una città pesantemente segnata dalle distruzioni belliche e dalle connessioni ai grandi sistemi infrastrutturali (nodi tra le diverse modalità, accessi ai sistemi delle reti lunghe) - il sistema delle fortificazione e delle mura doganali e quello delle vie d’acqua. Un ambito territoriale che si estende dunque dai cimiteri storici immediatamente a nord della cinta lorenese per giungere, seguendo la linea delle mura e delle fortezze, al di là del Cantiere Orlando, dove la palazzata sul lungomare e la Terrazza Mascagni segnano l’inizio della città turistica ottocentesca. Rispetto a tali aree il Piano Strutturale sottolinea l’importanza di avviare un processo di modernizzazione della città basato sul rafforzamento dei valori identitari dei luoghi. Nello specifico rispetto all’ambito oggetto di studio: • rispetto al porto gli interventi di trasformazione modificazione dell’assetto territoriale e urbanistico sono diretti a separare, migliorando il livello prestazionale del porto, i flussi merci da quelli passeggeri ( cruise & ferry ) e diportistici. I principali interventi contemplati dal Piano strutturale riguardano: – Per il traffico merci: l’ampliamento della banchina della Darsena Toscana e la realizzazione del Molo Italia; – Per il traffico cruise & ferry : il miglioramento dell’accessibilità stradale e l’integrazione con la ferrovia; la realizzazione della Stazione marittima da concepire quale centro servizi “globale” al traffico turistico; – Per il settore diportistico la specializzazione in tal senso del Porto Mediceo – dove comunque una porzione del bacino è destinata a specializzazioni nell’ambito del traffico crocieristico- e la trasformazione di parte del Cantiere Orlando, ovvero le aree non più funzionali alla produzione e prossime al tessuto urbano, in centro di servizi per la nautica da diporto, reintegrando ad usi urbani l’intero bacino del Porto Mediceo.

L’insieme di operazioni inerenti il Porto Mediceo e la Stazione Marittima perseguono anche obiettivi di recupero e rivalutazione dell’immagine storica – attraverso la valorizzazione e il recupero del sistema delle fortificazioni, delle mura delle vie d’acqua – di apertura ai flussi turistici che interessano il porto dei tessuti storici della città.

• Il rafforzamento dell’identità della città si attua attraverso il recupero e la “restituzione” di molti monumenti che testimoniano la storia della città: le mura lorenesi, il Bastione San Pietro,la Fortezza Vecchia, la Fortezza Nuova, le Mura del Porto Mediceo, la Dogana d’Acqua, il percorso degli acquedotti dal Cisternone al Cisternino, le Ville collinari, le Vie antiche della città. Il quartiere la Venezia è stato oggetto di attenzione particolare da parte del piano, per la sua vocazione a divenire un’area speciale della città, pedonale e dal forte contenuto culturale. I Lineamenti del PRG (1993) specificano che “Speciale vuol dire renderla pedonale e rafforzare il contenuto culturale, espositivo, di rappresentazione, di celebrazione della città e degli uomini

Pagina 20 di 30 della città (…)” 4. Ma il tema dell’identità non rimane confinato nelle aree caratterizzata da una forte matrice storica data dall’ambiente urbano estendosi anche a una interpetazioen più sociologica di questo tema. Riferendosi ai Quartieri nord infatti “Il valore dell’identità, oltre che tutelato, va conquistato, trasformando, modificando quelle aree cui viene attribuito un basso grado di appartenenza e che, per questo, rischiano di attrarre condizioni di marginalità e degrado” 5. I quartieri Corea e Shangai sono rivisitati dal Piano, che per questi prevede l’adeguamento delle abitazioni e il ridisegno dello spazio urbano, di cui una prima traduzione, in funzione delle politiche urbane di livello nazionale, è costituita dalla delibera 200/1995 che definisce contenuti e modalità della partecipazione dei cittadini alla riqualificazione della Venezia e dei quartieri nord, successivamente rivisitata ed inserita nella disciplina urbanistica del Regolamento Urbanistico (1999) Infine, di particolare rilievo rispetto al tema della integrazione porto storico - tessuto urbano e dei quartieri nord alla vita urbana, è da segnalare come il Piano strutturale abbia incluso nel sistema insediativo la Stazione Marittima, la Stazione S.Marco, l’area del Mercato ortofrutticolo, dove gli obiettivi perseguiti sono la tutela dei valori storico-ambientali, il miglioramento della qualità urbana e della residenzialità, il miglioramento dell’offerta e della qualità dei servizi, la compatibilità dell’uso turistico con la residenza - sottolineando così l’importanza delle relazioni tra queste aree e il tessuto urbano.

UN BILANCIO A DIECI ANNI DALL ’APPROVAZIONE DEL PIANO STRUTTURALE L’attuazione degli obiettivi di carattere strategico perseguiti dal Piano Strutturale è avvenuta: - attraverso strumenti urbanistici: o da un lato individuabili nella disciplina di dettaglio, compresa nel Piano Strutturale attraverso la delibera 200 del 1995 successivamente perfezionata dal Regolamento Urbanistico, per gli interventi interessanti le aree di interfaccia tra il porto e la città, utilizzata dal Comune di Livorno per implementare le nuove possibilità di collaborazione, offerte dalla legislazione nazionale, tra enti pubblici e soggetti privati; o dall’altro individuabili nella disciplina data dal Regolamento Urbanistico – con particolare riferimento al campo di applicazione delle “proposte dei cittadini”- e dai successivi singoli piani attuativi; - stabilendo correlazioni tra strumentazione urbanistica e strumenti economico-finanziari pubblici (comunitari, statali e regionali), partenariali, come nel caso della sperimentazione condotta nell’ambito del PRU delle Mura lorenesi e dei contratti di quartiere.

Tale sistema di correlazioni è riuscito ad avviare processi positivi, alcuni dei quali vicini alla conclusione, in merito: - all’insieme di interventi di rivalutazione dell’identità della città: restauro e rifunzionalizzazione di edifici monumentali pubblici e privati, interventi edilizi e urbanistici nelle aree di impianto storico, recupero ad usi pubblici delle ville storiche, riqualificazione di spazi pubblici significativi; - alla riconversione industriale: nuovi orientamenti della cantieristica, recupero di edifici ed aree dimesse per nuove attività, ampliamento dell’offerta localizzativi;

4 Augusto Cagnardi, Proposte per i lineamenti del piano regolatore e per le varianti,Supplemento a “CN Comune Notizie” n. 4 n.s.” Giugno 1993 5 Augusto Cagnardi, Proposte per i lineamenti del piano regolatore e per le varianti,Supplemento a “CN Comune Notizie” n. 4 n.s.” Giugno 1993 Pagina 21 di 30 - alla diffusione dell’innovazione mediante la promozione di attività per la formazione e innovazione e per favorire la localizzazione sul territorio di nuove attività; alla promozione dell’innovazione tecnologica nell’edilizia attraverso i Contratti di Quartiere; - all’avvio del superamento delle condizioni di perifericità dei quartieri nord attraverso la realizzazione di nuovi servizi e spazi pubblici e/o l’insediamento di funzioni terziarie di rilievo cittadino; - allo sviluppo del turismo attraverso: varie iniziative di tipo culturale e di animazione della città storica; l’inserimento di Livorno nei circuiti delle crociere; - all’avvio di nuove iniziative dirette a completare la soluzione dei conflitti presenti nell’interfaccia tra porto, sistema ferroviario, assi stradali di accesso al porto, tessuti urbani, attraverso il programma innovativo in ambito urbano (PIAU) “Porti e Stazioni”.

Tuttavia, tali processi evolutivi, per giungere a compimento necessitano, date le trasformazioni socio-economiche intervenute e l’importanza assunta dalla logistica nei sistemi socio-economici, di una rivisitazione funzionale e dimensionale. A tali considerazioni si sommano: – quelle riguardanti la gestione del porto, il quale ha vissuto una lunga stagione in regime commissariale, situazione che ha inficiato la possibilità di avviare quegli interventi, compresi nella strumentazione urbanistica vigente, di estrema importanza per la competitività ed il livello di efficienza dei servizi portuali e per la soluzione di problemi che interessano le aree di interfaccia tra porto e città, dove –come sopra detto- particolare rilevanza assumono anche gli aspetti inerenti l’accessibilità stradale e ferroviaria.

Pagina 22 di 30 LA PROGRAMMAZIONE COMPLESSA

Figura 3 Le aree comprese nel perimetro della delibera 200/’95, parametro di riferimento per la valutazione delle proposte di intervento in seno alla “collaborazione dei cittadini” prevista dal Regolamento Urbanistico

Le leggi 179/92 e 493/93 introducono nuove modalità di intervento nei centri urbani, originali dal punto di vista delle procedure di attuazione, e dei rapporti tra operatori pubblici e privati. Nel dicembre del 1995 il Consiglio Comunale di Livorno individua un ambito strategico di intervento (del C.C. 200/95), che si estende dalla Fortezza Vecchia nel cuore del centro storico fino ai quartieri popolari di Shangay e Corea nel quadrante nord della città e rappresenta una vasta area in cui la situazione di degrado fisico e sociale impone di intervenire attraverso l’integrazione di risorse pubbliche e private. All’interno del perimetro individuato viene data priorità alle iniziative e ai programmi in grado di attivare risorse mirate al recupero dal degrado e alla riqualificazione del tessuto urbano. La decisione dell’amministrazione consente di cogliere tempestivamente le opportunità offerte dalla nuova legislazione compiendo un percorso sperimentale coordinato con la elaborazione del nuovo PRG. Il successivo Protocollo di intesa tra l’A.C. e la Regione Toscana, sottoscritto in data 16/4/1996, sancisce la priorità di questa area come ambito di attuazione dei programmi complessi volti al recupero e riqualificazione del tessuto urbano e sociale, recepito integralmente dalla nuova strumentazione urbanistica (P.S. e R.U.).

Pagina 23 di 30 PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO COREA - CONTRATTO DI QUARTIERE I E II Il quartiere Corea è situato in un'area a nord della città caratterizzata da elevata densità edilizia e carenza di servizi e infrastrutture. Nato nel dopoguerra per ospitare gli sfollati del bombardamento e gli alluvionati del Polesine, il quartiere si è ampliato nel 1960 e nel 1984, con l'introduzione di edifici a torre costruiti dallo IACP, in aggiunta agli alloggi di 2-3 piani preesistenti. Attualmente conta 477 alloggi di cui 400 pubblici (Comune, Demanio, ATER).

Il Contratto di quartiere si articola in interventi rivolti sia agli aspetti fisici che economici e sociali. L'obiettivo di fondo del programma è il miglioramento delle condizioni ambientali complessive con nuovi servizi e riqualificazione fisica di edifici e spazi aperti. Complessivamente l'intervento prevede la trasformazione di 200 alloggi, tra recupero e sostituzione. Una particolare attenzione è rivolta alla qualità e all'innovazione secondo criteri di sostenibilità e di fruibilità da parte dei disabili. Il programma per il Contratto di Quartiere I consiste in: - interventi di Edilizia residenziale Pubblica Sperimentale Sovvenzionata (100 alloggi + 2 domotici) attraverso la demolizione e ricostruzione di interi isolati; - interventi di edilizia residenziale agevolata attraverso il recupero degli edifici esistenti (44 alloggi) e la ristrutturazione urbanistica di un intero isolato (31 alloggi); - realizzazione di un centro civico; - realizzazione di un centro commerciale; - piazza pedonale, parcheggi e verde; - Opere di urbanizzazione estese all’intero quartiere.

Il programma per il Contratto di Quartiere II prevede: - la realizzazione di 46 alloggi di Edilizia sovvenzionata sperimentale; - la realizzazione della scuola materna e del nuovo Polo scolastico, ove troveranno migliore sede gli istituti di istruzione oggi ubicati nella ex caserma Lamarmora, nell’ area di V. Stenone; - la realizzazione delle opere di urbanizzazione.

PRU “MURA LORENESI ”

Il programma di Riqualificazione urbana “Mura Lorenesi” è stato interamente completato 6. La proposta presentata consisteva nella demolizione di circa 30.000 mq di capannoni e strutture adiacenti e/o appoggiate alle antiche mura e nel restauro delle mura stesse. Sulle aree di sedimentazione, da Piazza San Marco a barriera fiorentina, per quanto attiene la parte pubblica, gli interventi comprendono la realizzazione di percorsi pedonali, verde e parcheggi, passerelle e viabilità di servizio; per la parte privata, edilizia residenziale per 65 alloggi. Gli obiettivi strategici individuati dal P.R.U. “Mura lorenesi” sono: - perseguire la dotazione e la qualificazione dello spazio pubblico; - elevare il livello di accessibilità e continuità di fruizione lungo tutta la cortina storica delle Mura, rendendo il muro un elemento ordinatore, di traccia storica ne tessuto disgregato e

6 Si veda a proposito: Comune di Livorno, Ministero Infrastrutture e Trasporti, Le mura lorenesi, un restauro per la città , a cura di Gianfranco Chetoni e Franco Landini, Maschietto Editore, Firenze 2005. Pagina 24 di 30 informale della periferia nord della città, su cui polarizzare una serie di attività di interesse collettivo 8il verde, al piazza, le strutture sportive , ricreative e didattiche, etc.); - elaborare un attento programma di recupero degli edifici preesistenti capaci di un valore testimoniale aggiuntivo.

GLI INTERVENTI REALIZZATI Interventi pubblici: - Mura lorenesi: restauro completo, rimozione dei manufatti e degli edifici abusivi; creazione di punti di collegamento e attraversamento tra i due lati in corrispondenza delle “brecce” esistenti e riutilizzazione delle pietre per la composizione dei tratti mancanti o fatiscenti; su entrambi i lati fascia libera di rispetto pari a c.ca 20 mt; - aree demaniali: demolizione di tutti i manufatti abusivi; - sistemazione a verde: realizzazione di un parco pubblico di 40.880 mq e di un centro servizi parco di 400 mq; - realizzazione di parcheggi pubblici di 6.410 mq e nuova viabilità; - ampliamento del complesso sportivo della Bastia; - realizzazione di nuove strutture sportive per un totale di 5700 mq; - Interventi privati: - Nuova costruzione edilizia libera: un nucleo di 19.000 mc; - Nuova edificazione edilizia convenzionata: un nucleo di 16.250 mq; - (entrambi i nuclei sono serviti da nuova viabilità, parcheggi pertinenziali, percorsi pedonali e aree libere condominiali); - Ristrutturazione edilizia libera: recupero di alcuni fabbricati privati esistenti per un totale di 4.140 mc.

PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO La legge n. 179/1992 ha introdotto il Programma integrato di intervento (traendo ispirazione dal programma di recupero già prefigurato nel 1990 nella legislazione della Regione Lombardia). Le innovazioni sono state molte: innanzitutto la localizzazione del programma non ha incontrato limiti all'interno del Piano regolatore vigente. I PII non è strumento necessariamente attuativo del PRG ma ha caratteristiche di forte autonomia, contemplando diverse tipologie di intervento: la demolizione e ricostruzione di interi fabbricati, la ristrutturazione di interi edifici, il mutamento di destinazione d'uso, la realizzazione di nuovi collegamenti viari o la nuova edificazione etc. La sua attuazione ha comportato il concorso di più soggetti pubblici e la partecipazione di soggetti privati. Il fattore di successo del programma è stato nel realizzare “l'integrazione” sotto vari profili: quello operativo, mediante il coinvolgimento del maggior numero di operatori, sia pubblici che privati; quello delle funzioni, per l'ottimizzazione dell'assetto urbano; quello economico, attraverso il coinvolgimento di flussi finanziari differenti; quello edilizio-urbanistico, attraverso la previsione di diverse tipologie di intervento. La legge urbanistica della Toscana (la n° 1 del 2005) fa rientrare il PII tra gli strumenti attuativi del Pagina 25 di 30 PRG: “Ciascun piano può avere, in rapporto agli interventi previsti, i contenuti e l'efficacia dei piani di lottizzazione, dei piani per l'edilizia economica e popolare 7, dei piani per gli insediamenti produttivi 8. Nei casi in cui contrastino con gli strumenti comunali ad essi sovraordinati, i piani attuativi sono adottati ed approvati contestualmente alle varianti a tali strumenti”. Il primo programma di intervento attivato dall’Amministrazione comunale riguarda un’area interna al quartiere Shangay delimitata da Via Stenone e Via Mastacchi; il secondo, di grande interesse nell’ambito del presente studio, riguarda un’area che comprende l’immobile ex caserma Lamarmora e l’antica Dogana d’Acqua su via della Cinta esterna. L’iniziativa comprende un programma di affitti concordati (Bando regionale di cui al Decreto Ministeriale 4114 del 25/07/2005), la costruzione di 24 alloggi da affittare a canone controllato. Sulla stessa area l’A.C. ha in corso un programma regionale in materia di affitti concordati, denominato “20.000 alloggi in affitto” (D.M. 27/12/2001) che prevede la realizzazione di 21 alloggi all’interno dell’immobile dell’ex caserma Lamarmora (D.G.C. del 1/8/2003).

WATERFRONT MED

Il programma Waterfront Med, il sistema dei parchi portuali del mediterraneo, aree waterfront ed intermodalità, è stato presentato nell’ambito del Programma Interreg IIIB Medocc, e prevede la riqualificazione delle zone urbano- costiere che si affacciano sul mediterraneo, con riguardo alle aree portuali e ai territori adiacenti. Esso si propone di delineare un nuovo modello di pianificazione e gestione delle zone portuali, attraverso il rafforzamento e il completamento delle infrastrutture urbane ed extraurbane, il miglioramento dei servizi di trasporto e di mobilità, la tutela ambientale del territorio circostante. La Regione Toscana ha studiato alcune città portuali di eccellenza, al fine di sviluppare progetti di riqualificazione, valorizzazione del patrimonio urbano e artistico per l’incremento della competitività di città come terminali della navigazione del Mediterraneo. La Regione Toscana in seguito ad una analisi dei casi studio di Marina di Carrara, Livorno, Piombino e Portoferraio ha proposto come oggetto di intervento i porti di Livorno e Piombino ed ha analizzato gli atti di pianificazione attivati in un quadro di congruenza con il parco portuale. La Regione ha lavorato anche alla definizione del parco portuale, individuando gli ambiti di relazione porto - città - territorio in base ai quali strutturare le successive fasi di modellazione del parco. Il sistema di relazioni è stato studiato sia in un'ottica urbana e territoriale, sia da un punto di vista immateriale, in cui il quadro relazionale si dilata fino ad assumere dimensioni globali. Lo schema elaborato per il parco portuale di Livorno, mette in evidenza le potenzialità espresse a livello territoriale dalla prossimità del porto con l’aeroporto di Pisa e l’interporto di Collesalvetti. Una prossimità che va potenziata, sia per quanto concerne il trasporto merci che il trasporto passeggeri, con adeguati sistemi infrastrutturali. Lo schema preliminare, concentrato sull’ambito urbano, confermando i contenuti del piano strutturale, propone, confermando i contenuti del piano strutturale: - come aree di riqualificazione urbana, quella della stazione di San Marco e della Dogana d’Acqua; - un sistema di verde urbano che ricalca quello previsto dal piano strutturale; - come aree di trasformazione quelle della stazione marittima, mentre sono mantenuti tutti gli ambiti tecnico operativi del porto industriale;

7 L. 18 aprile 1962, n. 167 8 Programmi integrati di intervento di cui all'art. 16 della legge 17 febbraio 1992 n. 179; programmi di recupero urbano di cui all'art. 11 della legge 4 dicembre 1993, n. 493; Pagina 26 di 30 - la valorizzazione del sistema dei fossi e degli apparati difensivi buontalentiani; - la realizzazione di una tranvia che conduca fino al porto mediceo dai quartieri nord; - una nuova strada di accesso al porto passeggeri e alla città su sede ferroviaria dimessa; - l’apertura di un nuovo canale per l’insularizzazione della piastra passeggeri; - la riconfigurazione spaziale e funzionale della piastra portuale passeggeri. URBAN ITALIA Urban Italia è un programma di iniziativa comunitaria attivato con la legge 388/2000, in continuità con Urban I e II. Favorisce azioni di coordinamento e cooperazione tra le amministrazioni ed i sistemi produttivi, attraverso la rivitalizzazione economica e sociale di parti di città. Le azioni attuate promuovono lo sviluppo del settore produttivo artigianale, il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi. La struttura del programma prevede i seguenti assi di intervento. Asse 1: delocalizzazione delle attività incompatibili e riqualificazione dei siti; Asse 2: interventi a sostegno dell’occupazione, formazione e sviluppo sociale; Asse 3: gestione e monitoraggio. L’area di intervento, collocata nel settore Nord della città è un cuneo che separa la città dal porto e dalla zona industriale; al suo interno si trovano varie gamme edilizie sulle quali si sovrappongono sistemi contraddittori di attività, in parte legati all’attività produttiva del Porto e della zona industriale, in parte alle funzioni più proprie dell’abitare. Il processo di riqualificazione (divenuto, in accordo con la regione Toscana, una priorità non solo cittadina, ma regionale) ha fatto emergere la necessità di un recupero non solo edilizio, ma che riguardi l’ambiente, il tessuto sociale, l’identità storica, la qualità dei vuoti urbani in generale.

I vari assi di finanziamento contemplati dal Programma si sono così sovrapposti in quattro sistemi che caratterizzano l’operazione Urban: il sistema dei percorsi turistici per la valorizzazione del patrimonio storico/culturale; il sistema dell’area ferroviaria San Marco; il sistema dei quartieri popolari; il sistema dei fossi e da bonificare.

Rispetto all’ambito del PIAU, nell’ambito degli interventi gli interventi previsti dall’asse 1, è bene qui precisare che per la bonifica delle aree Pontino, TG5 (via Lamarmora) ed ex Feltrinelli (presso la dogana d’Acqua), dove oggi si trovano depositi abbandonati e locali in disuso, sarà sottoscritta una convenzione tra i privati proprietari di queste aree e l’amministrazione comunale.

Il via libera alla sottoscrizione è stato dato dalla Giunta comunale nel 2006, consentendo così ai privati di presentare i progetti edilizi relativi alla riqualificazione di questi siti e, al tempo stesso, di accedere ai finanziamenti previsti dal programma Urban Italia. Una seconda convenzione regolerà poi i rapporti per la cessione da parte dei privati al Comune della aree destinate a parcheggi e verde pubblico: nell’area Pontino, oltre ad una riqualificazione complessiva degli Scali Pontino, Naviglio e Dogana d’acqua, sarà realizzato un parcheggio pubblico di 700 metri quadri ; nell’area di via Lamarmora è invece prevista la realizzazione di una zona a verde di circa 4000 metri quadri, mentre una parte delle aree ex Feltrinelli sarà destinata alla viabilità per creare un raccordo con la zona portuale-industriale.

ALTRI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE

Per altri strumenti di programmazione territoriale, quale ad esempio la progettazione dello sviluppo della area costiera Pisa – Livorno, si rimanda al Documento di Orientamento Strategico.

Pagina 27 di 30 IL PIUSS

Il PIUSS si pone l’obiettivo, nell’ambito della città di Livorno, di perseguire i meta obiettivi del PIT ed in particolare di integrare e qualificare la Toscana, come città policentrica e conservare il valore del suo patrimonio territoriale. I meta obiettivi si legano in modo inscindibile ai sistemi funzionali, ed in particolare alla Toscana delle reti, all’attrattività ed accoglienza, ed alla coesione sociale e territoriale. L’aver basato il PIUSS sul Polo tecnologico della ricerca e della Logistica e sul Polo culturale ,mussale bibliotecario, collocandoli nelle principali strutture ed immobili storici della città di Livorno, quali la Dogana d’Acqua, lo Scoglio della Regina, i Bottini dell’Olio ed il sistema delle Fortezze in genere, coglie questo aspetto utilizzando in particolare come collegamento il sistema dei canali e dei Fossi cittadini, che con altri interventi speciali sono stati recuperati, riqualificati, provvedendo anche a nuovi escavi. Questa caratteristica è peculiare della città di Livorno,così come è stata concepita e costruita dai Medici, come città porto della Toscana.

Il PTC sviluppa le tematiche del PIT e le caratterizza con riferimento alla Provincia di Livorno individuando le azioni principali per lo sviluppo economico - ed in questo contesto la logistica (Dogana d’Acqua e Scoglio della Regina) – e il turismo e di beni storico culturali – Polo museale bibliotecario - . Le interazioni sono state obiettivo prioritario dei due Enti, Comune e Provincia di livorno, ed i lineamenti del PIUSS hanno costituito elemento per la città di Livorno, per l’elaborazione di strategie ed azioni che hanno visto la loro concretizzazione nella recente adozione del nuovo PTCP della Provincia di Livorno.

Analoga azione è stata perseguita dalla Provincia con il PASL che ha individuato tre azioni principali, ed in particolare: 1- logistica, infrastrutture e trasporti 2 – industria energia ambiente 3 – turismo cultura ed agricoltura di qualità

Il PIUSS persegue integralmente gli obiettivi, proposti dal PASL, ma, ovviamente, essendo localizzato nel centro storico, non riguarda l’industria e l’agricoltura di qualità.

Quindi il PIUSS s’inquadra perfettamente nella coerenza degli obiettivi degli strumenti di pianificazione territoriale e di governo del territorio.

Si analizzano sinteticamente i singoli interventi per farne apprezzare la coerenza con gli strumenti di governo del territorio.

Polo della ricerca e della Logistica - Scoglio della Regina e Dogana d’Acqua In questi due immobili, che si trovano alle due estremità del percorso del PIUSS, appunto alla Dogana d’Acqua che costituiva l’ingresso a Livorno del traffico fluviale dell’interno della Toscana tramite il Canale dei Navicelli, e allo Scoglio della Regina, situato in prossimità di uno dei Lazzaretti del vecchio Porto di Livorno, successivamente sede del primo Bagno della città di Livorno, collegati tra di loro tramite le vie d’acqua della città, vengono localizzati le attività del Polo della Ricerca e della Logistica perseguendo quindi il duplice obiettivo del sistema funzionale delle reti e del recupero degli immobili storici, peculiari e caratteristici della città di Livorno, che costituiscono elementi unici nel panorama toscano. In questo contesto questo Polo ha anche una forte valenza culturale e si collega con l’altro asse portante del PIUSS, il Luogo Pio.

Polo culturale bibliotecario mussale – Luogo Pio Bottini dell’Olio Il Luogo Pio costituisce insieme alle mura lorenesi, il primo progetto complesso attuato dal Comune di Livorno. L’area, collocata tra la Fortezza Vecchia ed il Forte San Pietro, lungo le Pagina 28 di 30 fortificazioni cittadine costituite dopo la prima espansione della città buontalentiana, con la costruzione del Quartiere della Venezia Nuova, si trova oggi ad essere cerniera tra il centro storico di Livorno e le vecchie aree portuali commerciali, oggetto di riconversione nell’ambito del Porto alla destinazione degli attracchi per le navi da crociera ed i traghetti. Il piano di riqualificazione, si poneva quindi l’obiettivo di riqualificare pedonalizzare queste aree, modellandosi sulla pianta storica catastale storica di Livorno del 1824. Il Ministero delle Infrastrutture ritenne di finanziare in questo progetto, che vede una forte partecipazione pubblico privato, il riescavo, restauro e recupero del canale storico dei Bottini dell’Olio, interrato per motivi igienici agli inizi del ‘900. Oltre al riescavo sono state finanziate tutte le altre opere connesse sia la finanziamento di impianti tecnologici nel sottosuolo, sia le opere di arredo urban collaterali. All’A.C. perverrà un immobile che collegherà la chiesetta del Luogo Pio con i Bottini dell’Olio, oggetto dell’intervento del PIUSS. In quest’immobile sarà locata con un secondo lotto d’intervento un ulteriore sezione del museo della città ed in particolare l’arte moderna e contemporanea, che per motivi espositivi necessita di spazi aperti e non condizionati da emergenze storiche non modificabili. Il progetto di recupero dei Bottini dell’Olio, che di fatto è un opera di recupero restauro ed inserimento di impianti tecnologici particolarmente complessi, s’inquadra in una politica di recupero dell’area iniziata nei primi anni ’90 e perla quale erano già stati richiesti contributi regionali di studio che sono stati utilizzati per il Master Plan dell’area e lo Studio di fattibilità del Museo, redatti dal Prof. Natalini dell’Università di Firenze. Erano già stati chiesti alla Regione contributi nell’ambito del Programma Pluriennale degli investimenti Beni Culturali (Delib. GR 90/2006). Il Museo ha anche forte valenza didattica e si rivolge alle scuole per far riappropriare la città della sua memoria storica. Risultano evidenti le interconnessioni con gli obiettivi del PIT del PTC.

Recupero Fortezza Nuova, Riqualificazione Piazza XX Settembre, PIR dei Borghi, Accessibilità Stazione Marittima –Nuovo Mercatino Americano Tutti questi interventi, collegati tra di loro ed al Polo culturale ed al Polo della logistica, tramite canali e Fossi cittadini, riguardano interventi di recupero e riqualificazione di immobili e spazi pubblici, per migliorare l’immagine della città di Livorno, facendo risaltare le emergenze storiche, quali ad es. Piazza XX Settembre, non più riconoscibile con la presenza fissa dell’ex Mercatino Americano. Obiettivo prioritari di queste azioni è la creazione di centri commerciali naturali che trovano con questi azioni elementi capaci di contrastare la tendenza di abbandono delle strutture dei centri storici a favore delle grandi strutture di vendita, normalmente localizzate alle periferie delle città . in questo modo si diversifica e si rafforza un’offerta di qualità delle strutture di vicinato.

Recupero ex Asili Notturni Le politiche di assistenza giovani e quelle di integrazione per gli immigrati, sempre più presenti nella nostra società, trovano locazione in questa struttura, adiacente a Piazza XX Settembre. La riqualificazione complessiva di quest’area connessa alle azioni sociali, cerca di coniugare, come nell’intervento URBAN, aspetti sociali e di riqualificazione urbana, nell’ambito di un’azione complessiva del PIUSS, che vede quindi il dispiegarsi di azioni concomitanti – ricerca, tecnologia, cultura, sociale – capaci di riempire e dare contenuti agli immobili ed aree oggetto di riqualificazione, recupero e restauro.

Fattibilità tecnico giuridica amministrativa, economico finanziaria

La coerenza degli obiettivi del PIUSS con gli strumenti di pianificazione territoriale risulta evidente; ma altrettanto evidente risulta la fattibilità tecnica, giuridico amministrativa, economico finanziaria di questi obiettivi. Tutti gli interventi riguardano attività o azioni già perseguite a vario titolo dall’A.C., che ha già investito ingenti risorse proprie, o convogliato in queste aree, finanziamenti provenienti da

Pagina 29 di 30 programmi speciali – PRU Luogo PIO, PRU Mura Lorenesi, Programmi Integrati di Intervento, Waterfront MED, URBAN Italia, Contratti di Quartiere I e II – tutti ricompresi nel perimetro della delibera 200/1995 sulla quale è modellato il perimetro del PIAU e lo stesso perimetro del PIUSS, nel quale viene fatto confluire anche l’attività del PIAU. Si ricorda che il PIAU non venne all’epoca sottoscritto dalla Regione Toscana ma solo dal Ministero delle Infrastrutture, dall’Autorità Portuale, dalle Ferrovie e dal Comune, e con questa operazione del PIUSS tutto viene ricondotto, in un ambito di coerente programmazione comunale – provinciale – regionale. È dal 1995 che l’A.C. investe in quest’area, in quanto in tutti i programmi concorreva una quota di partecipazione sostanziale e significativa dell’A.C.. Con il PIUSS si cerca quindi di ricucire, con una visione organica e congruente, quegli spazi e quelle aree su cui non si è potuto intervenire con le strumentazioni precedenti. Occorre rimarcare che lo strumento programmatorio che parte dalla Delibera 200/1995, che costituisce elemento fondante del PS, conteneva una forte innovazione fissando con la dizione “collaborazione cittadini” una metodologia innovativa per l’attuazione dei Piani regolatori ed ei Programmi, dettando regole e strumenti capaci di adattarsi in schemi di quadro prefissati ed ordinati, le proposte di operatori economici o e anche singoli cittadini. La capacità di questo strumento è confermato dal fatto che in questo contesto si sono potuti localizzare e realizzare significativi interventi di recupero, riqualificazione non riferiti solo agli immobili ed alle opre di urbanizzazione, ma anche ai servizi ed alle politiche culturali sociali e dell’accoglienza . La fattibilità giuridica di questi interventi è confermata dagli atti in essere, e si richiama il Documento di Orientamento Strategico nel quale sono puntualmente descritti i precedenti impegni. Anche nel PIUSS l’A.C. investe notevoli risorse proprie sia da oneri che da mutui, ma segnala anche la presenza collaterale di Programmi e Progetti che si articolano in coerenza con il PIUSS, ad esempio il II lotto dei Bottini dell’Olio Luogo Pio, che si articolerà in un immobile del valore di € 3.000.000, che perverrà senza ulteriori oneri al Comune, nell’ambito del PRU di cui all’Accordo di Programma del 1998.

Valutazioni ambientali

Il PIUSS riguarda interventi di riqualificazione recupero e restauro di immobili storici ed aree pubbliche, e non contiene nuove costruzioni e/o nuove infrastrutture, pertanto non necessita di specifiche valutazioni ambientali. Si segnala comune che nelle progettazioni degli interventi, per quanto possibile, sono adottate tecniche di risparmio energetico. Si propongono miglioramento dell’accessibilità e pedonalizzazione di vaste aree, che quindi contribuiscono al miglioramento della qualità dell’aria e del rumore.

Forme di partecipazione Il percorso di formazione del PIUSS è stato accompagnato da iniziative di divulgazione, ed in ultimo, da una giornata seminariale aperta alla cittadinanza, nella quale sono stati illustrati gli obiettivi ed i progetti del PIUSS. Parallelamente ad un percorso di costante informazione/comunicazione alla cittadinanza, l'A.C. si propone di porre in essere un percorso partecipativo simile a quello "Cisternino 2020". In particolare si ipotizza un coinvolgimento diretto della cittadinanza per quanto riguarda gli spazi che vengono restituiti alla piena fruizione, per un loro utilizzo e rivitalizzaione come spazi di aggregazione, in un ottica di crescita culturale ed economica. In questo contesto acquisterà particolare rilevanza il Museo della Città con valenza didattica.

Pagina 30 di 30