Valutazione Integrata LR1 2005

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Valutazione Integrata LR1 2005 COMUNE DI LIVORNO PIUSS “ LIVORNO CITTA DELLE OPPORTUNITA” Valutazione Integrata Il PIUSS proposto ed i relativi interventi riguardano la riqualificazione, il recupero, il restauro di immobili del centro storico, in particolare sia la città buontalentiana, che le espansioni avvenute in epoca medicea e lorenese, prima dell’Unità d’Italia. Gli altri interventi sul territorio sono finalizzati a ricucire questi interventi, migliorandone l’accessibilità e intervenendo per provvedimenti tesi alla rivitalizzazione commerciale dei Borghi storici. Non si prevedono nuove costruzioni e quindi non costituiscono elemento d’indagine le analisi ambientali di cui alla Dir. 2001/42/CEE. Pertanto la valutazione iniziale è riferita essenzialmente a fare emergere la coerenza degli obiettivi dello strumento PIUSS, con la pianificazione territoriale del Comune di Livorno (Piano Strutturale e regolamento Urbanistico) e degli altri strumenti di pianificazione ed atti del governo del territorio, che interessano lo stesso territorio. Sarà analizzato in particolare il PIT ed il PTC, e la coerenza del PIUSS con gli obiettivi del PIT e del PTC. Coerenza strumenti di pianificazione territoriale e governo del territorio Il nuovo piano di indirizzo territoriale (2005-2010) Il nuovo Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) della Regione Toscana è stato adottato dal Consiglio regionale il 4 aprile 2007. Si propone di essere non un semplice aggiornamento di quello precedente 1, ma un suo ripensamento complessivo, in qualche misura una sua nuova formulazione, con strumenti, obiettivi e priorità diverse, al passo con la nuova fase storica delle politiche urbane regionali, che segue quella ormai considerata superata inaugurata dalla legge Regionale 5 del 1995. Il PIT imposta le sue scelte strategiche e i suoi obiettivi su considerazioni di carattere generale che riguardano la crisi produttiva che investe il territorio della Toscana, una Regione impegnata a salvaguardare i buoni livelli di welfare e di coesione sociale raggiunti, ma che dimostra una scarsa propensione verso scelte di investimento, magari più rischiose, ma più dense di potenzialità future. Il PIT sposa l’interpretazione critica che il nuovo Programma Regionale di Sviluppo (PRS 2006- 2010) pone alla comunità regionale: la Toscana si trova ancora nel gruppo delle regioni avanzate dell’Unione, ma ci sono rischi di declino e di marginalizzazione, seppure non apprezzabili in tempi brevi. Il PIT opta per l’avanzamento di “proposte coraggiose” per il futuro: proposte che sappiano coniugare, nello stesso tempo, un elevato e qualificato livello di competitività e un nuovo modello universalistico di welfare . Il tutto in un contesto di sostenibilità e di coesione sociale per i vecchi e i nuovi toscani. Adotta logiche e strumenti di governo del territorio che favoriscono apertura , dinamismo e qualità dello sviluppo regionale. 1 Il piano di indirizzo territoriale precedente è stato approvato dal consiglio regionale nel gennaio del 2000. Pagina 1 di 30 La competitività si misura sul rafforzamento dell’accessibilità, sulla valorizzazione del patrimonio territoriale, culturale e ambientale. Alla base del PIT, si pone un’ampia nozione di territorio: il “territorio è quell’intreccio di esperienze individuali e collettiva che dà significato e dignità di “luoghi” agli spazi in cui mettono una qualche radice le nostre esistenze e le relazioni che le alimentano. “Luoghi” che hanno o non hanno una loro “qualità” se e in quanto ci rendano riconoscibili a noi stessi e dunque capaci di interloquire e interagire con il nostro prossimo: per vicino o lontano che sia. (…) Il territorio è l’ambiente della produzione locale di ricchezza e della sua funzionalità collettiva. Ma, ad un tempo, il territorio è anche il suo motore e il suo regolatore in quanto produttore di potenzialità e condizioni; di limiti e valori da tutelare e di opportunità e vocazioni da coltivare”, si cita nei documenti di Piano. Concludendo, il territorio è l’integrazione esistenziale e funzionale di almeno due “sostanze”. Da un lato, infatti, è il patrimonio ambientale, paesaggistico, economico e culturale della società toscana. Dall’altro è un fattore del capitale sociale, di cui dispone l’insieme di antichi, nuovi e potenziali cittadini della Toscana. Il PIT nelle sue scelte statuarie e nei suoi obiettivi Le scelte strategiche del PIT si basano su due grandi visioni territoriali della Toscana. Da una parte, “una regione di città”: la città policentrica Toscana rappresenta il sistema territoriale urbano, fatto delle tante città e delle configurazioni metropolitane in cui è organizzata la vita e l’economia della regione. Dall’altra parte, il moderno sistema rurale, che rappresenta le diverse realtà rurali, fatte di comunità locali, di agricoltura, di settori verdi e di connesse filiere produttive e di turismo legato alle risorse naturali, che è, pur con differenze notevoli da zona a zona, ricco, avanzato e innovativo e, per questo, competitivo nello spazio delle aree rurali agricole. I metaobiettivi del Piano sono le opzioni su cui la Regione Toscana costruisce il suo sviluppo, attorno ad un’attenta combinazione di scelte discriminanti. 1° metaobiettivo: integrare e qualificare la Toscana come città policentrica Il primo metaobiettivo riconferma la filosofia generale del Piano di acquisire una nuova visione della Toscana, rafforzando le funzioni delle città da un lato, e le relazioni tra le città dall’altro. All’interno del metaobiettivo rientra, tra gli altri, l’obiettivo di sviluppare la mobilità intra e inter- regionale . Si tratta di perseguire la messa in opera del Piano regionale per la mobilità e per la logistica al fine di rimettere in moto la “città regionale” e stimolare le opportunità rendendo agevole il muoversi tra i suoi centri e le sue attività secondo parametri di efficacia e di sostenibilità. Si tratta, in particolare, di rafforzare: - il sistema ferroviario che, mediante la piena realizzazione degli investimenti nell’alta capacità, potrà configurarsi come una delle più importanti reti metropolitane di scala regionale in Europa; - il sistema portuale e la sua rete logistica a partire dalla sua configurazione costiera secondo le previsioni del masterplan dei porti; - il sistema stradale e regionale; - l’integrazione del sistema aeroportuale regionale, sempre secondo le previsioni del suo relativo masterplan. Pagina 2 di 30 Un altro obiettivo significativo a cui le azioni ricompresse nel PIAU sembrano ricondurre riguarda la qualità della “città toscana”. Per “qualità” non si intende “solamente” l’offerta di buoni ed efficaci servizi alle persone e alle imprese. La qualità assume un carattere “creativo e competitivo” e apre i suoi spazi e la sua definizione alla creatività, alla sperimentazione, alla possibilità per le città toscane di far convergere e di mettere in rete le intelligenze, le energie, gli stili di vita e le opportunità di azione per chi vuole sviluppare la propria creatività. “La creatività urbana, laddove si manifesta e accumula, conferisce potere attrattivo e capacità competitive alle città nelle quali si possano dispiegare peculiari abilità professionali e spiccate esigenze culturali ed esistenziali”. In questo senso occorre valorizzare il patrimonio edilizio del pubblico demanio o delle sue aree una volta che siano cessate le rispettive destinazioni originarie, mediante strategie organiche di recupero che privilegino esigenze e funzioni di interesse collettivo, capaci di coprire un arco tematico che va dall’edilizia sociale all’innovazione dell’offerta culturale e museale, e delle infrastrutture per la ricerca scientifica e tecnologica. Ne deriva da parte del PIT un invito per la “città Toscana” a rimuovere le contrapposizioni concettuali e funzionali tra le centralità urbane e periferie urbane a sapere e dimostrare di sapere che ogni periferia è semplicemente una parte di un sistema urbano di cui va perseguita e sancita la qualità in quanto “luogo a sé”. Le azioni che la città di Livorno ha compiuto e persegue nell’ambito dei quartieri nord, così come quelle relative alla creazione della porta a terra e della Porta a Mare, creano equilibri nuovi: destinazioni considerate tradizionalmente “periferiche” o scarsamente attrattive rispetto agli usi civici, assumono il valore di nuove centralità, grazie alla nuva offerta di spazi dedicati allo svago e al loisir . 3° metaobiettivo: conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana L’obiettivo che ne consegue è la conservazione del patrimonio costiero: si vogliono, con questo, privilegiare chiari e innovativi disegni imprenditoriali, capaci di far sistema con un’offerta turistica organizzata e integrata nella chiave di servizi plurimodali e coordinati. Più in generale, inoltre, si vogliono incoraggiare le potenzialità attrattive connesse allo sviluppo di armoniosi waterfront che, mediante attente progettualità coordinate di conservazione attiva e di neoqualificazione funzionale, pongano in armoniosa relazione – pur nella salvaguardia della discontinuità urbana- il fascino delle città e dei borghi, la suggestione dei porti, nelle loro infrastrutture demaniali così come nelle loro passeggiate a mare, entro una trama paesistica in cui centri urbani ed entroterra costiero acquisiscano, nella piena riconoscibilità delle loro componenti insediative ed evitando qualunque logica di conurbazione, una nuova vitalità nell’abitare e nell’intraprendere. La tutela e la valorizzazione del patrimonio costiero toscano ha anche il volto di una grande e specifica politica pubblica
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