Paolo Baffi Arturo Carlo ]emolo

Anni del disincanto Carteggio 1967-1981

a cura di Beniamino Andrea Piccone

© 2014 Nino Aragno Editore

sede legale via San Francesco d'Assisi, 22/bis - 10121 Torino

sedi operative via San Calimero, 11 - 20122 Milano strada Santa Rosalia, 9 - 12038 Savigliano

ufficio stampa tel. 02. 72094 703 - 02.34592395

e-mail: info@ninoaragn oedi tore .i t sito internet: www.ninoaragnoeditore.it Nino Aragno Editore Indice

Introduzione IX

La crisi italiana degli anni Settanta nel carteggio tra Paolo Baffi e Arturo CarloJemolo, 1967-1981 1

Apparati 147

Paolo Baffi. Biografia 199 Arturo Carlo ]emolo. Biografia 203

Nota sulle fonti 207 Indice dei nomi 209

Ringraziamenti

Questo volume vede la luce anche grazie al costante sup- porto dell'Archivio storico della Banca d'Italia, diretto da Al- berto Baffigi. In particolare ringrazio per i preziosi suggeri- menti Alfredo Gigliobianco, direttore della divisione Storia economica, ed Elisabetta Loche. Ringrazio, per l'amichevole sostegno e gli utili suggeri- menti, le seguenti persone: Umberto Ambrosoli, Alessandra, Enrico e Giuseppina Baffi, Pierluigi Ciocca, Gherardo Colom- bo, Sandro Gerbi, Salvatore Messina, Silvio r-.;ovembre, :Maria Teresa Pandolfi, Domenico Pertocoli, Marco Vitale. S'intende che sono l'unico responsabile delle opinioni espresse nonché degli eventuali errori residui. 1A CRISI ITALIANA DEGLI ANNI SETTANTA NEL CARTEGGIO TRA PAOLO BAFFI E ARTURO CARLO ]EMOLO, 1967-1981 r

Arturo CarloJemolo a Paolo Baffi, 11 maggio 1967

La prima lettera del carteggio è di Arturo Carlo Jemo- lo, che ricorda il maestro di Paolo Baffi, Giorgio Morta- ra, il professore di statistica dell'Università Bocconi che aveva segnalato la brillantezza del suo allievo e assistente all'allora governatore della Banca d'Italia, Vincenzo Az- zolini, con cui era in rapporti d'amicizia:

Stante la mia consuetudine di lavoro con Mortara, non tanto lunga, quanto intensa e sorretta dall'energia e dalla dedizione esclusiva di cui è capace la gioventù, non mi me- raviglia che ad occasione del mio passaggio al Servizio studi della Banca d'Italia, awenuto nel marzo del 19361, ossia col varo della nuova legge bancaria che creava l'Ispettorato del credito, fra Mortara e Azzolini vi sia stato uno scambio epistolare semischerzoso sul «rapimento» del giovane di buone speranze. Fu proprio in questo scambio che Azzo- lini scrisse all' «illustre professore e amico carissimo»: «Mi auguro che vorrai farmi qualche visita e darmi una mano nell'organizzazione dell'Ufficio studi». Mortara fu ben lie- to di venire. Andai ad accoglierlo alla stazione di Roma Termini dove trovai il padre Lodovico, l'eminente giurista che era stato Ministro della Giustizia e Primo presidente 2 della Corte di Cassazione •

Jemolo, in chiusura della lettera, segnala l'atrocità del «processo e condanna» del governatore Vincenzo Azzo-

1 La necessità di raccogliere ed elaborare in modo sistematico dati sull'an- damento dell'economia e del credito indusse Azzolini nel 1936 a poten- ziare il Servizio studi della banca, che divenne un vero centro di analisi e una palestra dove si formarono gli alti dirigenti e i membri del direttorio della banca stessa a partire dagli anni Sessanta. Cfr. A. Gigliobianco, Via Nazionale. Banca d'Italia e classe dirigente. Cento anni di storia, Donzelli, Ro- ma 2006, p. 147. Sull'impulso dato da Baffi al Servizio studi cfr. Via Nazi(}- nale e gli economisti stranieri, 1944-53, in Paolo Baffi, 1èstimonianze e ricordi, Scheiwiller, Milano 1990. 'Paolo Baffi, Giorgio Mortara e la Banca d'Italia, in Id., Testimonianze e ricor- di, cit., p. 24.

hz 4 PAOLO BAFFI - ARTl:RO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 5

3 lini (1881-1967), il quale era stato direttore generale 23 furono inviate in Svizzera e a Fortezza ne rimasero 6 della Banca d'Italia dal luglio 1928 al gennaio 1931, poi altre 25 • governatore fino al 1944. Azzolini, nella sua testimonianza davanti al giudice, Come scrive Alfredo Gigliobianco, «la vita di Azzoli- scrisse: «In some instances, to help the Jews, I have even ni è il dramma di un funzionario pubblico che, stretto antagonised Mussolini. Defending the son of Ludovico nelle maglie di una dittatura, provò a distinguere lo Mortara (an eminentjurist), George, I had the courage Stato dal regime. Gli alterni risultati della sua azione, to tell Mussolini what he deserved. He allowed George non soddisfecero né i fascisti né gli antifascisti, né forse Mortara to goto America and I sent him there the me- 7 lui stesso» 4. ans necessary far living some months» • Il processo che lo vide protagonista e imputato era L'Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il connesso alle riserve d'oro della Banca d'Italia. II 6 giu- fascismo dichiarò Azzolini colpevole e lo condannò a gno 1944 Azzolini fu arrestato e incriminato con l'accusa trent'anni di reclusione. A seguito della condanna Gior- di alto tradimento per avere «posteriormente all'8 set- gio Mortara scrisse una lettera a Baffi - che la consegnò tembre, in Roma, collaborato con il tedesco invasore ai familiari affinché la girassero ai difensori - da Rio de facendo al medesimo consegna della riserva aurea dell~ Janeira8, dove si era rifugiato nel 1939 dopo le leggi raz- Banca d'Italia»". ziali, in difesa di Azzolini: Dopo la fuga, all'alba del 9 settembre 1943, del re Vit- torio Emanuele III a Pescara, il 20 settembre il console Confesso che resta per me un mistero il motivo che ha condotto all'incriminazione ed alla condanna di Azzolini. · tedesco a Roma, Eitel Friedrich Moellhausen, chiese l'in- Che cosa poteva fare, egli solo, nella generale diserzione vio immediato in Germania delle riserve auree italiane dei capi politici, amministrativi e militari? Trattenere la sol- 119 tonnellate d'oro depositate nei sotterranei blindati datesca teutonica come Orazio al ponte? Lasciarsi uccidere di Via Nazionale. Azzolini, che pochi giorni prima ne o suicidarsi in un finale melodrammatico, per non con- aveva fatto nascondere circa la metà, diede l'ordine di segnare il metallo che quella diserzione aveva già posto, riportarle alla luce nel timore che i tedeschi ne conosces- virtualmente, nelle mani del nemico? Se non ricordo male, sero la reale consistenza, per poi trasferirle nella sede di quando usavano queste soluzioni, era Saul che si gettava Milano della Banca d'Italia e successivamente a Fortezza in Alto Adige, in territorio sottratto alla sovranità italia~ 6 Per approfondimenti sulla vicenda si segnala il volume di Sergio Car- na. Da Fortezza, a seguito di un accordo firmato a Fasa- darelli e Renata Martano, I nazisti e l'oro della Banca d'Italia. Sottrazione e no tra l'ambasciatore tedesco Rudolf Rahn e il ministro recupero 1943-1958, Laterza, Bari 2000. delle Finanze di Salò, Domenico Pellegrini Giampietro, 'Dal Bollettino del Servizio Informazioni per la Stampa Estera del 9 otto- bre 1944, in ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 1, fase. 10. presero la via della Germania ben 71 tonnellate, mentre 8 Baffi racconta: «Una volta giunto l'invito [per Mortara, ndr] dal Brasile (che venne preferito alle non bene definite possibilità che gli si offrivano negli Stati Uniti) per la posizione di consigliere tecnico della commis- sione del censimento, col modesto stipendio di tre contos di reis men- 'Si segnala il volume di Alessandro Roselli, Il governatore Vincenzo Azzolini sili, avvenne che a Roma il Sottosegretario agli interni fece difficoltà a (1931-1944), «Collana storica della Banca d'Italia», Laterza, Roma-Bari 2000. concedere l'estensione al Brasile dei passaporti già rilasciati per gli Stati Uniti per timore che "un uomo come Giorgio Mortara andasse a vivere da 1 Alfredo Giglio bianco, Via Nazionale, cit., p. 138. 5 pezzente al Brasile". Quale delicatezza!» (Baffi, Giorgi,o Mortara e la Banca Ibid., p. 151. d'Italia, cit., p. 33).

- h p

6 PAOLO BAFFI - ARTL'RO CARLO JEMOLO ANNI DEL DISINCANTO 7

sulla punta della propria spada, non il suo tesoriere! Mi 11 maggio 1967 parve crudele ed iniqua la condanna. Nella meno torbida atmosfera di oggi, s'impone un atto Illustre Direttore Generale, di clemenza, o meglio di giustizia, che la cancelli!9 molto La ringrazio dell'articolo su Giorgio Mortara; che rievoca anche altri nomi della mia generazione e di Successivamente l'amnistia del 1946, voluta dal mini- quella che mi precedette, degli uomini eh 'erano in auge stro della Giustizia Palmiro Togliatti, consentì ad Azzoli- ni di essere liberato dal carcere di Procida, grazie anche allorché ero giovane. al fatto che la Banca d'Italia - convinta dell'innocenza di Conobbi solo superficialmente, ai Lincei, Giorgio Mor- Azzolini - non si costituì parte civile. tara, mentre meglio avevo conosciuto suo padre; e m 'inte- Lo stesso Baffi era decisamente convinto della non ressa in particolare quanto scrive a pag. 6; io sono uno colpevolezza di Azzolini. In una lettera al figlio Sandro dei pochi che osi dire che il 191 Y 2 inquinò la coscienza scriverà: «Le [sue] alte doti morali e intellettuali costi- italiana13 in un modo da cui non si è ancora ripresa, e tuiscono ancor oggi un luminoso esempio di vita e di trovo in quel che Ella scrive di Mortara nel 19351 4 una moralità professionale per quanti operano nell'Istituto e che fu legato da fraterna amicizia al mio Maestro Gior- 10 gio Mortara» • 12 Per la rivista «Italia Nostra», nei primi mesi del 1915, ]emolo aveva E ancora nel 1985 Baffi scriverà malinconicamente: scritto ben otto articoli il cui filo conduttore era l'appoggio incondizio- «Intanto "la giustizia" poneva drammaticamente fine alla nato alla scelta neutralista. Di particolare interesse è Il partito d'educazione carriera di Azzolini, come l'avrebbe posta, trentacinque nazionale, in cui vi è un'aperta sconfessione della disinvolta politica dei 11 nazionalisti.Jemolo aveva da poco stracciato la tessera dell'Associazione anni dopo, alla mia» • Nazionalista. Come ricorderà nel libro Anni di prova, l'iscrizione al par- tito di Federzoni e Corradini risaliva al 1913: «Tra i peccati di cui dovrò rendere conto a Dio è di aver avuto la tessera del partito nazionalista dal 1913 al giorno in cui il nazionalismo si schierò decisamente per l'inter- ventismo; a dimostrazione del mia ingenuità di ventiduenne, sta che ero persuaso che quello fosse l'atteggiamento che doveva avere chi aveva sete di libertà» (p. 120). Il 1 ° giugno 1915 ]emolo fu richiamato alle armi con il grado di sottotenente e venne assegnato al IV Reggimento di artiglieria da fortezza, di stanza a Taranto. 13 Scriverà ancoraJemolo: [Lo storico, ndr] può affermare senza ombra di dubbio che nel 1915 la monarchia, ed il governo del tempo, mancarono al loro compito. [ ... ] Si giunse all'intervento mostrando anche ai ciechi che il Parlamento votava sotto la minaccia della violenza popolare, men- tre si esprimevano propositi di assassinio di Giolitti. [ ... ] I dieci mesi di neutralità, con la raffica dell'interventismo, divisero gl'italiani come nes- sun contrasto, nei sessant'anni precedenti, era riuscito a dividere. Meglio, li marcò» (Arturo Carlo ]emolo, Anni di prova, prefazione di Francesco Margiotta Broglio, Passigli, Firenze 1991, pp. 128-130). «Con l'intervento 9 Lettera di Giorgio .\l[ortara del 27 agosto 1946, in ASBI, Carte Baffi, è morto non tanto lo spirito risorgimentale, quanto l'Ottocento col suo Monte Oppio, cart. 1, fase. 10. 10 senso del giusto, dei limiti dello Stato; [ ... ] siamo ripiombati nel peggiore Lettera di Baffi a Sandro Azzolini del 14 gennaio 1976, in ASBI, Carte Seicento con la ragion di Stato. L'interventismo ci ha pervertiti (ibidem, Baffi, Monte Oppio, cart. 1, fase. 10. pp. 138-139). 11 Cit. in Mario Talamona, Paolo Baffi, l'economista che difese l1talia pulita, in 14 Mentre nel 1935 Giorgio Mortara impegnò con «ardore» il «Giornale «Corriere della Sera», 24 aprile 1999. degli Economisti» nella campagna contro le sanzioni comminate all'Italia

h p

8 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 9

conferma. (Badi che i Mortara erano del tutto staccati Paolo Baffi a Arturo Carlo Jemolo, 31 dicembre 1969 dalla religfone israelitica; il padre mi diceva quanto gli bruciasse di dover pagare un contributo alla comunità Jemolo dedica numerosi scritti all'analisi critica della per poter poi riposare nel cimitero di Mantova accanto al- classe dirigente, in special modo quella pubblica, che la madre ed alla moglie; ed una volta che lo pregai d 'inte- già nel 1956 «non tiene più saldamente il timone della nave», e aggiunge: «Ha qualcosa di patologico una classe ressarsi presso la UTET per un povero israelita licenziato, dirigente che abbia un orientamento volto al passato, mi rispose bruscamente che non conosceva la solidarietà mentre la maggioranza del Paese è decisa ad allontanarsi 15 della circoncisione; non so se dopo il '38 ci sia stato un sempre più da quel passato» • ritorno del figlio). E come ricordi personali mi consenta di aggiungere C'è qualcuno, che oserebbe elevare a teoria che il Parla- mento debba continuamente deliberare sotto la minaccia ancora quello di un articolino che scrissi nel '4 5 su un di scioperi di dipendenti statali, di ogni grado, sapendo foglietto ebdomadario che si stampava allora, a segnalare che, se non vota in un certo senso, può essere paralizzato il ridicolo, se non si fosse trattato anche di una atrocità, un servizio vitale? Ed altro sarebbe da raccomandare agli del processo e condanna di Azzolini. esecutivi di tutti i partiti: non vivere alla giornata. Quan- to saggio sarebbe quel partito che, confidando nel giusto Grazie ancora dell'articolo, che è anche molto ben scrit- giudizio che a lungo andare ottiene dal popolo ogni regi- to, e gradisca i miei deferenti saluti. me, accettasse di perdere nelle prossime elezioni qualche seggio pur di cancellare dalle liste dei suoi candidati quei Suo dev. Arturo Carlo ]emolo parlamentari, magnifici procacciatori di voti nel loro ango- Al Sig. lo, ma del tutto incuranti degl'interessi della nazione, e far Paolo BAFFI posto a qualcuno degli iscritti, sempre lasciato in disparte Direttore generale della Banca d'Italia perché colpevole di guardare in grande e di guardare lon- ROMA tano16.

Jemolo, efficacemente, descrive uno «Stato che si oc- cupa di tutto»:

Lo Stato, con l'ampio, sempre più ampio, codazzo di enti pubblici, spende male, sciupa, distribuisce malissimo le somme destinate all'amministrazione, alle sue vecchie funzioni: abusi di ogni genere, sperperi, negli alti gradi compensi reali senza alcun rapporto con quelli tabellari. Fin qui sindacati, partiti di sinistra se ne sono del tutto di-

13 Arturo Carlo Jemolo, La dasse dirigente in Italia, estratto dalla rivista «Oc- cidente», a. XII, voi. 1, 1956, pp. 10-13. dalla Società delle !\'azioni a seguito della guerra d'Etiopia, successiva- 16 Arturo Carlo ]emolo, Un freno aUe spese. No! Al governo d'assemblea, in «La mente fece appello alla collaborazione economica internazionale. Stampa», 10 febbraio 1963. -

ANNI DEL DISINCANTO 11 10 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO

sinteressati. E fino a che industria e commerci erano in via programmarlo. Abbiamo corrotto al tempo stesso il 19 mano di privati, e sindacati e partiti conducevano la lotta socialismo e il capitalismo» • contro i datori di lavoro, era naturale che quel che seguiva La storia economica ridonda di esempi che testimo- nell'amministrazione pubblica non li interessasse. Finché niano dell'assoluta ingovernabilità degli enti a parte- restavano o restano su una posizione puramente negativa, cipazione statale. Eugenio Scalfari e Giuseppe Turani, di demolizione, avrebbero torto a crearsi avversari in quan- nell'ormai classico Razza padrona, riassumono con effica- to fruiscono dei vantaggi della cattiva amministrazione. cia tale fenomeno: Ma se c'è uno Stato sociale, che si assume come compito di dare un lavoro a tutti, anche (e sempre più) in aziende «La nazionalizzazione» [dell'energia elettrica, ndr], ci passive di cui sostenere l'onere, se si vuole che la parte più ha detto Cappon, «ebbe come risultato d'immettere un modesta della popolazione non sopporti gli effetti di crisi enorme capitale liquido nelle mani d'una classe ritenuta economiche, i sindacati non possono non collaborare, non imprenditoriale. Era un'occasione storica e ri_ten~o ~he aver nulla da dire contro il sovvertimento dell'amministra- quelli che si batterono allora per mantenere m p1ed1 le zione, con le piramidi rovesciate dove abbondano sempre società ex elettriche e farle destinatarie degli indennizzi 17 più gli alti gradi • pensassero a giusto titolo di aver fatto una scelta in favore dell'imprenditorialità. Purtroppo si vide ben presto che, È negli anni Settanta che lo Stato «imprenditore» esa- tra i gruppi, ex elettrici, d'imprenditori non ce n'era nep- gera e allarga la sua area d'influenza: pure uno; i capitali che gli furono affidati furono dissipati al vento in iniziative sbagliate e non produssero per l'eco- E lo Stato divenne il grande rifugio; attraverso l'IRI sal- nomia italiana nessun beneficio che fosse lontanamente vate le aziende che non potevano sopravvivere; lo Stato, paragonabile per esempio a quanto era avvenuto agli in~zi cioè la massa dei contribuenti, direttamente od indiretta- del secolo, con la nascita dell'industria elettrica dalla naz10- mente tutti i cittadini, gravati dal compito di mantenere in nalizzazione delle ferrovie». vita aziende in costante passivo, e che in mani private, con È vero: quei miliardi furono sprecati al vento. Peggio: la vecchia legislazione, avrebbero continuato a dare pro- misero in moto o aggravarono una serie di elementi nega- fitti, a creare nuovi posti di lavoro. La macchia ad olio delle tivi di carattere industriale, finanziario e politico, che con- partecipazioni statali è oggi, la piaga più bruciante dell'economia tribuirono potentemente alla degenerazione del sistema 18 italiana • quale oggi lo conosciama2°.

La visione di Jemolo è la stessa raccontata a Eugenio Manca, insomma, una classe dirigente all'altezza. Je- Scalfari da Guido Carli nel 1977: «Abbiamo deresponsa- molo, infatti, in una lettera ad Alessandro Galante Gar- bilizzato l'imprenditore senza tuttavia eliminarlo, abbia- rone del 4 settembre 1961 scrive: mo aperto il varco all'intervento dello Stato senza tutta- La verità è che la malattia di cui muore l'Italia e forse il mondo occidentale è l'esaurimento della classe dirigente;

10 Guido Carli, Intervista sul capitalismo italiano, a cura di Eugenio Scalfari, 17 Arturo Carlo Jemolo, Questa Repubblica. Dalla contestazione all'assassinio di Aldo Moro, introduzione di Giovanni Spadolini, Le .\1onnier, Firenze Bollati Boringhieri, Torino 2008, p. 74. 1978, p. 131. ,o Eugenio Scalfari, Giuseppe Turani, Razza padrona. Storia della borghesia di 1 Stato, Feltrinelli, Milano 1974, p. 22. ' Ibid., p. 297, corsivo nostro.

òr 12 PAOLO BAFFI - ARTCRO CARLO JEMOLO AN~I DEL DISINCANTO 13

che dà ancora molti pugili, cioè dei conquistatori, [ ... ] ma È cambiato qualcosa rispetto al 1981? Non abbastan- non più uomini pensosi più d'altrui che di sé, consci dei za. Nel 2013 il Centro Studi di Confindustria scriverà: doveri prima che dei diritti. Non vedo in giro nessuno che abbia un briciolo di un Quintino Sella21 ,,22. La banca dati CONSOC, istituita presso il Ministero del- la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, indica Le riflessioni di Jemolo sono le stesse cui giungeran- che, nel 2012, erano 39.997 le partecipazioni possedute da no Scalfari e Turani in Razza padrona tredici anni dopo. amministrazioni pubbliche in 7.712 organismi esterni. L'o- nere complessivo sostenuto dalle pubbliche amministrazio- Il male oscuro sta nella mancanza o almeno nell'incer- ni per il mantenimento di questi organismi è stato pari a 5 tezza dei valori e questa a sua volta dipende dall'assenza 22,7 miliardi, circa 1'1,4% del PIL2 • di un~ classe di~igente che esprima di sé un'immagine co- struttiva e su d1 essa attragga l'emulazione e l'imitazione Le critiche di Baffi e ]emolo sulla pubblica ammini- di altr~ c_o1:1ponenti ?ella società. [ ... J La classe dirigente strazione erano dirette a non nascondere la forte positi- plasmo noe nel pegg10 a sua somiglianza la gran massa dei 23 vità dello Stato sociale che funziona e protegge i meno governati . abbienti. Secondo loro, la demolizione dello Stato socia- E, a distanza di alcuni anni, Scalfari spiegherà a Enzo le avviene ad opera dei suoi finti «difensori». A questo Biagi la genesi della «razza padrona»: proposito vale la pena di citare un intervento di Ezio Va- noni - che J emolo considerava «il miglior ministro delle 26 Ci s~r~bbero volute istituzioni almeno adeguate, una Finanze d'Italia» - in Parlamento nel 1956: classe dmgente almeno all'altezza del compito. Invece la classe dirigente è al di sotto del comeito. È una classe diri- Guai a noi se indulgessimo in qualsiasi momento a gente d'u_n Italia agricolo-pastorale. E una classe dirigente spese inutili, guai a noi se indulgessimo in qualsiasi mo- affamata m un paese ormai ricco. Sono usciti dalle soffitte mento, per considerazioni di tranquillità e di popolarità, e dai sottoscala, dalle sacrestie e dagli ufficetti di partito, nell'amministrazione delle entrate del nostro Paese. :'.\Toi dalle preture senza processi e dalle mutue senza ammalati non risolveremo mai i nostri tragici problemi di fondo, se e sono diventati razza-padrona. Governano non solo i mi- non sapremo trovare il modo di destinare, nei limiti delle nisteri, che sarebbe forse il meno, ma gli enti, le banche, i nostre forze, delle nostre capacità, delle nostre valutazioni consorzi di opere pubbliche, le industrie di Stato, gli ospe- ogni lira disponibile per il benessere della gente più umile dali24. che popola il nostro Paese. Guai a noi, se nell'amministra- re i tributi non sapessimo usare la giusta severità, il giusto equilibrio per saper prendere a chi può, per dare a chi ha 27 bisogno di avere •

21 Quando Baffi fu chiamato nel 1987 come campo- SuHa figura ,di Quintino Sella si veda Fernando Salsano, Quintino Sella mznzstro delle }manze. Le politiche per lo sviluppo e i costi dell'unità d'Italia il Mulino, Bologna 2013. ' 22 Alessandro .Galante Garrone, Maria Chiara Avalle, Arturo Carlo ]emolo. Da lettere znedzte 1913-1981, La Stampa Edizioni, Torino 1994, p. 34. "Centro Studi di Confindustria, Scenari economici. La difficile ripresa, di- 23 Scalfari-Turani, Razza padrona, cit., p. 396. cembre 2013, n. 19, p. 96. 24 Enzo Biagi, Eugenio Scalfari, Come andremo a incominciare?, Rizzoli, \fi- "]emolo, Epilogo, in Questa Repubblica, cit., p. 281. lano 1981,p.17. 27 Ezio Vanoni, intervento in Senato, 16 febbraio 1956. 14 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO AKKI DEL DISINCANTO 15

nente della Commissione di alta consulenza al gover- BANCA D'ITALIA 28 no - presieduta da Sergio Steve , istituita al fine di Il Direttore Generale verificare l'efficienza, la produttività e le possibilità di contenimento della spesa pubblica - fece presente la sua Roma, 31 dicembre 1969 visione liberale contro lo statalismo, come già aveva fatto Illustre e Caro Professore, in Commissione Giacchi. ho letto con viva ammirazione e pieno consenso il Suo Nella corrispondenza di Baffi con Cesare Zappulli, 30 articolo su «Economia e libertà» • editorialista del «Giornale», il tema dello statalismo è ricorrente: L'immagi,nario discorso che in esso lo Stato ( o il legi,- slatore) rivolge al risparmiatore, dal mio posto di parteci- Ho l'impressione che l'economia italiana si stia gra- pazione al governo e allo sgoverno della cosiddetta «inter- dualmente configurando come una grande macchia rossa mediazione finanziaria» lo vedrei continuare all'incirca di statalismo, attorniata da una frangia di imprese private medio-piccole che si avvicinano a una condizione di mer- cosi: cato nero del profitto aziendale e dell'accumulazione; con «Se, impedito o dissuaso in ogni altra direzione, affi- questo schema non andremo certo molto lontano29• derai il tuo peculio a una banca o ad un ufficio postale, fidando nel segreto bancario e nella possibilità di cogliere, chissà quando, l'occasione favorevole a più stabile impie- go, io, settore pubblico, provvederò, nella sostanza se non nella forma, a dissiparlo: appropriandomene (d'imperio nel caso del risparmio postale; mediante la pressione po- litica e pretestando esigenze di ordine pubblico nel caso del deposito bancario) per finanziare i disavanzi correnti dei vari enti in cui m'impersono: stato, comuni, regi,oni, istituti assistenziali, aziende municipalizzate e di stato; identico a me stesso solo e sempre nella mala amministra- zione». RinnovandoLe devoti auguri, La prego di credermi Suo dev. Paolo Baffi

Ch.mo Prof. Avv. Arturo Carlo ]EMOLO Via Paulucci de Calboli, 9 - ROMA

28 Si segnala, di Sergio Steve, ]emolo e l'economia, intervento alla Giornata lincea nel centenario della nascita di Arturo Carlo ]emolo, 18 dicembre 1991, in Atti dei convegni lincei, Roma 1993, pp. 81 sgg. 29 Lettera di Baffi a Cesare Zappulli del 18 luglio 1972, in ASBI, Carte Baf- 30 fi, Monte Oppio, cart. 14, fase. 8. Articolo pubblicato su «La Stampa» il 31 dicembre 1969. Cfr. qui a pp. 150-152. 16 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO JEMOLO ANNI DEL DISINCANTO 17

Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 18 novembre 1970 fettivi non dovrebbero superare il 40% del numero attuale, con poche Direzioni Generali, con l'obbligo dell'orario d~- In questa lettera ]emolo ricorda l' «indimenticabile viso in due turni, con semplificazione della scala gerarchi- maestro Einaudi: le cui parole, i cui ammonimenti mi ca, con le promozioni conferite esclusivamente per merito, sembrano sempre più aurei». e con retribuzioni pari a quelle degli impiegati delle buone In linea con la sobrietà sostenuta da Luigi Einaudi, società private, il sollievo nel funzionamen:o c?e ne avreb- nelle Considerazioni finali sull'anno 1977 Paolo Baffi am- be il Paese sarebbe immediato. [ ... ] . Contmmamo pure a monirà sulla necessità di un intervento «senza mezze mi- sorridere come di un paradosso a queste proposte, ma i_ieI sure». 1970 l'Italia gemerà sempre sotto il peso della sua pletonca 33 burocrazia • Se si è convinti che la spesa pubblica corrente ha rag- giunto valori insostenibili, che essa non risponde in modo Purtroppo per noi, il vaticinio di Jemolo per il 1970 appropriato alle esigenze sociali e che per di più ha in sé vale ancora oggi. fattori di ulteriore deterioramento quantitativo e qualitati- vo, occorre intervenire senza ulteriori indugi e senza mez- Da noi domina la demagogia; si esalta la creazione di ze misure31 • una industria con capitale pubblico, che tutti sanno sar~ sempre passiva e dovrà avere ricostruito periodi_ca~ente il Sulla stessa linea si pone ]emolo, che in Anni di prova proprio capitale, perché darà due, tremila postI dr lavoro, rimpiange l'Italia di Giolitti: e non considera che la svalutazione conseguente a quella continua immissione di capitale - stampa di biglietti - sarà pagata soprattutto dagl'_i1.1fimi, ~ai_ dis<:>c~upati,. sottoccu- In questo ricordo della burocrazia del tempo di Giolit- pati, emarginati, «omettI mdustnos1», c10e che vrvon_o_ all~ ti rawiso ancora un elemento comune con la scuola: l'i- dea del servizio. Si sa che la burocrazia non è un fine a se giornata, delle zone più povere d'It~lia, ~?e _s?no ~1hom, e che saranno spinti ancora un gradmo pm grn dal_nncar~ stessa, è al servizio del Paese; chi domanda informazioni, dei prezzi. Di fronte a quei milioni, i tre, cinquemila postI chi inoltra reclami magari infondati, chi avanza denunce di lavoro cosa sono?34 o proteste, non è un seccatore, è il cittadino, il nostro padrone32 . Le invettive sdegnate contro la «malattia burocrati- L'eccesso di burocrazia, dice ]emolo, danneggia alla ca», contro le degenerazioni della burocrazia (che pos- fine i meno fortunati. La sua denuncia è antica: possia- sono portare a odiare la cosa pubblica: «Il vero salto n~l mo rintracciarne le prime tracce nel 1945, sulle colonne buio è in questo smantellamento dello Stato, nel consi- 35 del «Mondo»: derarlo come il nemico con cui è pietà l'esser feroci» ),

Se in un momento qualsiasi della vita italiana (meglio venti anni or sono, ma anche oggi la cosa sarebbe possibi- 33 le) si stabilisse un nuovo assetto della burocrazia, i cui ef- Arturo Carlo ]emolo, in «Il Mondo», Firenze, 1 ° gi_ugno 1946, _cit. in Cosimo Ceccuti (a cura di), Il Mondo. Lettere sczenze artz mwzca 194)-1946. Antologia di una rivista della «terza forza», Polistampa, Flfenze 2004. "]emolo, Questa Repubblica, cit., p. 151. 31 Banca d'Italia, Considerazioni finali (1977), p. 746. '·' Lettera di ]emolo a Spadolini, in Giovanni Spadolini, Per Arturo ~aria 32Jemolo, Anni di prova, cit., p. 113. ]emolo, intervento alla Giornata lincea :'el centenano della nasota d1 Ar- turo Carlojemolo, 18 dicembre 1991, m A.ttz dez convegni lzncez, cit., P· 13.

+, 18 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 19

si possono ricercare in ]emolo nelle sue origini di figlio aveva colpito la vista dei minatori gallesi, che marciavano della piccola borghesia - raccontate nelle pagine auto- in fila indiana lungo il bordo del marciapiede cantando biografiche di Anni di prova - che non rinnega le sue ori- tristi nenie e chiedendo l'obolo di un penny, e quella 40 gini e ricorda le tradizioni di altruismo, di sacrificio, di delle navi in disarmo e delle gru immobili nel porto» • nnunoa. In relazione all'elefantiasi burocratica J emolo scrive: «L'impiegato pubblico gode da noi anche del privile- Secondo ]emolo è la politica che deve dare il buon gio dell'impunità, giacché se non vuol fare il suo dovere 41 esempio: «Ho sempre detto che non si possono chiedere non gliene viene alcuna sanzione» • E aggiunge che il sacrifici agli umili e pure ai ceti medi, se chi è al vertice difetto fondamentale della carriera direttiva è l'eccessiva 36 non dà l'esempio» • Ma poi, sconfortato, conclude che numerosità, «sproporzionata rispetto al significato della 37 42 «non si è fatto niente e non si intende fare niente» parola "dirigere"» • anche perché esiste il mito del «diritto acquisito», scusa' aberrante per beneficiare di privilegi acquisiti. Jemolo è In quel che scorgo oggi (i parlamentari che elevano nettissimo: sempre più i loro stipendi e pensioni, nei giorni in cui i quotidiani pongono sotto luce tutti i drammi delle qua- La parola «diritto acquisito» ha un fascino grande, pres- si irrisorie pensioni della Previdenza Sociale; i gabinetti so i più degl'italiani, che non credono si debba scrutare costituiti con pletora di ministri e di sottosegretari, per come quel diritto sia stato acquisito né se abbia un fon- contentare quante persone possibile; le diatribe interne damento in norme razionali o piuttosto in abusi; e non dei partiti con infinite parole e mai la puntualizzazione di riflettono che la legislazione toglie tutti i giorni altri diritti problemi concreti; le continue amnistie; la «comprensivi- quesiti. [ ... ] Nella mente dei più ci vuole una rivoluzione tà» verso ogni indisciplina ed ogni rivolta, il ministro della vera e propria con spargimento di sangue, per togliere di- Istruzione che va nei licei a parlamentare ed a chiedere ai ritti acquisiti, come erano quelli feudali, od il gesto di un professori di sopportare le violenze degli allievi), mi pare tiranno illuminato, come la soppressione in Russia della di veder piuttosto quel distacco dei dominanti dalla opinio- 43 servitù della gleba, ad opera di Alessandro 1138• ne pubblica, dal popolo, che fu proprio dell'ultimo zar •

Anche per Paolo Baffi - certamente memore della povertà delle proprie origini (suo padre, emigrante, era tornato dall'Argentina per «difetto di fortuna» 39 ) - i de- boli non devono essere danneggiati dalla politica econo- mica, e in particolare dall'inflazione. Sensibile alla sorte dei meno abbienti, a proposito della propria permanen- za in Inghilterra nel 1931 scriverà: «In quel soggiorno mi

40 Baffi, Via ;Vazionale e gli economisti stranieri, 1944-53 (1985), ivi, p. 95. 36 Jemolo, Questa Repubblica, cit., p. 34. 41 Lettera dijemolo a Luigi Einaudi del 22 febbraio 1956, in «~uova Anto- 37 Jbid., p. 35. logia», fase. 2177, gennaio-marzo 1991, p. 249. 38 Ibid., p. 36. "]emolo, Questa Repubblica, cit., p. 20. 39 Baffi, Testimonianze e ricordi, cit., p. 16. 43Jemolo, Anni di prova, cit., p. 263. •

20 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANI\! DEL DISINCANTO 21

Aw. ARTURO CARLO ]EMOLO Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 5 luglio 1971 Professore emerito nella Università di Roma Jemolo aveva sposato Adele Morghen (sorella di Raf- c.p. 00195 ROMA, 18 novembre 1970 faello, storico del Medioevo) il 31 ottobre 1921. Aveva Via F. Paulucci de' Calboli, 9 - Tel. 354.297 celebrato il matrimonio il sacerdote Ernesto Buonaiuti, figura centrale del modernismo italiano. Dalla loro unio- Illustrissimo Dottore, ne nacquero tre figli: Guglielmo Luigi (1922), Adele Ma- ria (1925) e Viviana (1939). Le sono molto grato del ricordo che mi ha fatto tenere Adele Maria, appena diciottenne, fu una dirigente del passaggfo in Svizzera nel tristissimo settembre 1943 delle ragazze comuniste nelle manifestazioni antitede- del caro, indimenticabile maestro Einaudi: le cui parole, sche di piazza a Roma nei giorni della caduta de fasci- i cui ammonimenti mi sembrano sempre più aurei, man smo. Abbandonata la politica militante, sposerà il mate- mano che gli anni passano ... e l'umanità impazzisce. matico Lucio Lombardo Radice, da cui avrà tre figli: Da- Purtroppo sono troppo vecchio per sperare di salire an- niele (1947), Marco (1949) e Giovanni (1954). Morirà a soli quarantacinque anni nel 1970. cora fino a quella lapide. Ed è scomparso anche il confor- Guglielmo, arrestato e rilasciato nel giugno 1943, par- to della visita annuale che facevamo con mia moglie a tecipò alla Resistenza nelle file del Partito d'Azione. Mo- donna/da. rirà a quarantanove anni nel 1971. Mi sembra che Mario continui molto il padre; ma non In una lettera di J emolo al figlio primogenito, scritta l'ho più visto dopo la morte di donna Ida. nel 1948, si legge: Grazie ancora e si abbia i miei deferenti saluti. Se gli italiani avessero una certa elasticità mentale, mi Suo dev. a. c. jemolo farei fautore di un movimento per la restituzione di Roma al Papa e per riportare la capitale a Firenze. Evidentemen- al dr. Paolo Baffi te si è sbagliato; il Papa ha bisogno di un suo Stato; se no ROMA tutta l'Italia diventa Stato pontificio. Ma gli italiani non sono intelligenti al punto in cui si possono tenere loro certi discorsi 44.

44 Lettera di ]emolo al figlio Guglielmo del 17 luglio 1948, cit. in «La Re- pubblica - Il Ylercurio», 17 giugno 1989, p. 3.

+r 22 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 23

Roma, 5 luglio 1971 Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 19 giugno 1972 e 14 luglio 1972 Illustre e caro Direttore, ]emolo, con la sua consueta ironia, invita Baffi a inter- grazie delle parole che ha voluto inviarmi. venire ai Lincei - e a stimolare un po' di rinnovamento Ad un anno di distanza la figlia, madre di tre ragazzi, nello stile e negli argomenti - «nella speranza [ ... ] che dopo dodici mesi di alternative di speranze e delusioni; ed qualche Suo intervento possa rialzare un po' lo squallore il figlio, anch'egli padre. Siamo veramente stroncati. di certe adunanze in cui non si parla che di archeolo- Continuo a vivere ed a lavorare; due giorni dopo il fu- gia». nerale ho difeso in Cassazione. Cerco di evitare gli ango- Nella lettera successivajemolo rimarca il concetto: «ci terrei che la classe di scienze morali non fosse monopo- sciosi pensieri, i ricordi, la paura di tutto quel che ancora lio dell'antiquariato». può sopravvenire; ma male vi si riesce. Debbo vivere per Lo storico deprecava la sterile erudizione di molti mia moglie. Ma entrambi non abbiamo altro desiderio di convegni dei Lincei, e invece vedeva con favore l'inter- quello che il nostro cammino umano sia alla fine. vento di nuove personalità, non più letterati distaccati Grazie ancora delle Sue parole e mi abbia con devota dalla realtà. Baffi, ai suoi occhi, potrebbe essere porta- amicizia. tore di una ventata di pragmatismo e di una rinnovata visione sulle questioni di attualità. Ma l'Italia non vuole Suo a. c. jemolo rinnovarsi, «vi è il permanere di istituzioni arcaiche, in- capaci ormai di rispondere alle domande della società e Ill.mo Sig. 45 portate a irrigidirsi in forme di autodifesa» • prof. Paolo BAFFI ]emolo si sente più a suo agio nelle aule di giustizia Direttore Generale della Banca d'Italia che nella cittadella universitaria. Pensa che il corpo do- ROMA cente sia significativamente peggiorato nel corso del tempo: «Quando guardo alle raccolte giuridiche degli anni del post risorgimento[ ... ] resto ammirato dell'ope- rosità dei maestri di quel tempo, della intensità con cui dissodavano il loro campo, di quanto scrivevano. Qua- si tutti non avevano altra cura che l'insegnamento e lo 46 studio» •

'' Guido Crainz, Il paese mancato, Donzelli, Roma 2003, p. 31. 46Jemolo, Anni di prova, cit., pp. 226-227.

+, 24 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 25

ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI

Roma 19 giugno 1972 Roma, 14 luglio 1972 Illustre Professore, Illustre Professore, di fronte alla Sua posizione scientifica, sociale, nella spero abbia ricevuto la parola di congratulazione ed vita del Paese, la nomina a socio nazionale dei vecchi augurio che Le inviai, come decano linceo, per il suo pas- (ed ahimè piuttosto spenti) Lincei è ben poca cosa, perché saggio alla categoria dei soci nazionali; indirizzai all'in- valga la pena di rallegrarsene. dirizzo accademico, Via Mandello 50, Fregene. Mi consenta tuttavia come decano della classe di scien- Ora La pregherei di trovare il tempo, pur tra tanto più ze morali ( e forse di tutta l'Accademia), di darLe un cor- gravi cure, di partecipare in qualche modo all'incontro dialissimo e deferente benvenuto: nella speranza di ve- del 30-31 ottobre, sul tema «L'impresa alla luce dell'at- derLa qualche volta e che qualche Suo intervento possa tuale giurisprudenza e dottrina del lavoro». Penso che la rialzare un po' lo squallore di certe adunanze in cui non Cancelleria dell'Accademia Le abbia già fatto pervenire si parla che di archeologia. la mia piccola relazione introduttiva. Nessun intervento Mi abbia devotamente e cordialmente potrebbe essere più autorevole. Suo a. c. }emolo Come Le scrivevo nella precedente mia, ci terrei che la classe di scienze morali non fosse monopolio dell 'antiqua- Illustre riato. Prof. Paolo BAFFI Gradisca i miei deferenti saluti e mi abbia. Via Mandello 50 -00050- FREGENE Suo dev. [a. c. }emoloJ (Roma) Illustre Prof. Paolo BAFFI Direttore Generale della Banca d'Italia Banca d'Italia - Via Nazionale - 00184- ROMA 26 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 27

Paolo Baffi a Arturo Carlo Jemolo, 17 luglio 1972 BANCA D'ITALIA Il Direttore Generale Come possiamo intuire dalla risposta ajemolo, Baffi Roma, 17 luglio 1972 è presissimo nel suo ruolo di direttore generale: «il mio principale impegno è sul fronte monetario interno e in- Ricevo in questo momento la Sua gentile lettera del giorno ternazionale ora nuovamente in pieno movimento. In 14. Le lusinghiere espressioni della precedente Sua rego- questa situazione non posso assolutamente darLe affida- larmente pervenuta, mi hanno profondamente toccato: menti». non per negligenza, mi creda, ma per prudenza mi sono A questo proposito è interessante citare una lettera astenuto dal riscontrarla subito, la votazione essendo an- 47 di Baffi all'amico Robert Triffin , dove si intuisce che le cora in corso. cure dedicate alla gestione operativa della Banca d'Italia erano senza dubbio prevalenti: «From me, there is not Ero presente alla seduta nella quale Ella ha proposto il 49 much that you can expect. I am a worried man, having nome di Lenti e il mio per l'incontro su l'impresa. Anche to do with a powerful and ruthless trade union and with di questo Le sono grato; però il mio principale impegno è more than 7,000 employees a great part ofwhom do not sul fronte monetario interno e internazionale ora nuova- appear to be happy with what the Bank has to offer them mente in pieno movimento. 48 in terms of salaries and advancement» • In questa situazione non posso assolutamente darLe affidamenti. Leggo assiduamente i suoi contributi a La Stampa: in nessun altro autore vivente trovo tanta altezza né ampiez- za di visione sui problemi dell'uomo e della società. Molto devotamente Suo Paolo Baffi ''Robert Triffin (Belgio 1911-1993), economista, professore alla Yale Uni- versity dal 1951 al 1977, svolse importanti funzioni presso il Federai Re- serve System (1942-46), il Fondo Monetario Internazionale (1946-49) l'Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica (1949-51)'. Ebbe il ~erito di evidenziare con estrema lucidità, in un'importante ope- ra del 19::i7 (Europe and the Mane;· Muddle), la contraddizione esistente tra il funzionamento di un sistema di gold exchange standard e l'assenza di un'adeguata offerta di oro a livello mondiale (il cosiddetto dilemma di Triffin). Infatti la creazione di riserve valutarie può adeguarsi alla crescita degli scambi internazionali solo attraverso il deficit della bilancia dei pa- gamenti del paese che emette la valuta utilizzata come moneta internazio- nale, sebbene ciò possa comportare la perdita di credibilità del sistema. 48 «Da me non puoi aspettarti molto. Sono ora un uomo assillato, che si confronta con un sindacato potente e spietato, e con più di settemila di- pendenti gran parte dei quali non sembrano contenti di ciò che la Banca 19 Libero Lenti (Alessandria 1906 - Milano 1993), docente universitario può, offrir loro in termir1:i di stipendio e carriera» (lettera del 14 maggio di statistica, saggista e banchiere, fu tra i fondatori del Partito d'Azione: 1962'. m ASBI, Carte Baffi, cart. 120, fase. 6. Devo la segnalazione ad Alfre- socio dell'Accademia dei Lincei e presidente della Banca Popolare d, do G1ghobranco, Via il/azionale, cit., p. 321). Milano dal 1956 al 1960. ..

ANNI DEL DISINCANTO 29 28 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO

contributo del progresso tecnico alla crescita del PIL nel Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 5 aprile 1973 51 periodo fascista» , • Negli anni successivi, di fronte alla svalutazione del- ]emolo, nella lettera che segue, si dilunga sulla riva- la sterlina nel settembre 1931, l'Italia mantenne fermo lutazione della lira voluta caparbiamente da Mussolini l'aggancio all'oro, determinando un ulteriore apprezza- nel 1926-27, operazione che causò gravi conseguenze sul mento del cambio e un inasprimento della deflazione. sistema economico italiano. Quando il cambio era di 153 Da qui «l'ondata di fallimenti» di cui parlajemolo. . lire per una sterlina l'obiettivo di Mussolini era raggiun- Baffi spiega come si possa commettere un errore esi- gere «quota 90», cosa che, dopo il pronunciamento du- ziale se, pur scegliendo il regime di cambio corretto, si rante il suo discorso di Pesaro del 18 agosto 1926, sem- sbaglia il liveUo del cambio. Con formidabile sintesi così brò subito azzardata: conclude: «Mussolini aveva nella rivalutazione della lira Noi condurremo con la più strenua decisione la bat- una buona causa, che trovava consensi: con ampiezza di taglia economica in difesa della lira e da questa piazza a mezzi, la coltivò oltre il punto nel quale cessava di essere 52 tutto il mondo civile dico che difenderò la lira fino all'ul- tale» • timo respiro, fino all'ultimo sangue. Non infliggerò mai a questo popolo meraviglioso d'Italia, che da quattro anni lavora come un eroe e soffre come un santo, l'onta morale e la catastrofe economica del fallimento della lira. [ ... ] La nostra lira, che rappresenta il simbolo della ]\'"azione, il se- gno della nostra ricchezza, il frutto delle nostre fatiche, dei nostri sforzi, dei nostri sacrifici, delle nostre lacrime, del 50 nostro sangue, va difesa e sarà difesa •

Il 21 dicembre 1927 il cambio venne fissato a 92 46 rispetto alla sterlina, corrispondente a quota 19 ris~et- to al dollaro. Rivalutare da 150 a 90 lire per sterlina fu un'esagerazione che portò all'apprezzamento del cam- bio «reale» del 30 per cento tra il 1925 e il 1935. Co- me scriverà Pierluigi Ciocca, «gli industriali chiesero compensazioni per la decurtazione della competitività e di profitti subìta. Le compensazioni vennero concesse, con tanta larghezza da spegnere lo stimolo alla ricerca dell'efficienza e dell'innovazione da parte delle imprese. I profitti "facili" contribuirono a far scendere a zero il " Pierluigi Ciocca, Per il centenario della nascita del dott. Baffi, in «Aperta Contrada», 23 agosto 2011, http:/ /www.apertacontrada.it/2011/08/23/ per-il-centenario-della-nascita-del-dott-baffi/ Testo pubblicato p~i in Pao- lo Baffi. Scienziato e maestro, a cura d1 Mano _Sarcmelh,_ P1erlmg1 C10cca, Lorenzo Infantino e Paolo Savona, Rubbetuno, Sovena Mannelli 2013, 0 ' Benito Mussolini, ciL in Paolo Baffi, ~a rivalutazione del 1926-7, gli inter- pp. 35-38. venti sul mercato e l apmzone pubblica, m l'vuovz studz sulla moneta, Rubbettino 52 Baffi, La rivalutazione del 1926-7, cit., p. 142 . Saveria Mannelli 2011, p. 120. '

• 30 PAOLO BAFFI - ARTCRO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 31

ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI cui erano grosse eredità, ai fini della progressività, quelle che ora erano divenute molto modeste; con l'ultima legge Roma, 5 aprile 1973 ci si era rimessi a posto in questo valutare cosa fosse im- Personale porto da colpire fortemente con la progressiva e cosa no; ed ora siamo di nuovo scivolati. A pg. 67 vedo che già deplorava il ritardo italiano Molte molte grazie del volume «Nuovi studi sulla mone- nell'adottare le misure di politica di bilancio; non so cosa ta», scritti con tanta chiarezza che anche il profano qua- pensi ora. Ma certo non dà letizia leggere oggi pagine le io sono può comprenderli e valutarne tutta la impor- scritte in tempi relativamente felici per la Italia. tanza. Ho pur visto volentieri qui reinserito il ricordo di Gior- Considero particolarmente le regole che chiudono il gio Mortara; anche quello pieno di tristezza. capitolo «Il movimento dei salari»; e poi, come cultore Grazie ancora, Illustre Direttore e caro collega linceo; e di storia contemporanea, sono specialmente interessato al mi abbia devotamente e cordialmente capitolo relativo alla rivalutazione del 1926-27, vicenda Suo a. c. }emolo vissuta; ed ho colto ciò che scrissero e pensarono miei anti- chi maestri, come Loria ed Einaudi ( questi da me sempre Illustre veneratissimo), e colleghi, come Flora e Del Vecchio. Ricor- prof. Paolo BAFFI do anche l'ondata di fallimenti che a Bologna si ebbe in Direttore Generale della Banca d'Italia quegli anni, ma non sarei in grado di dire se fosse con- Via Nazionale 91 - 00184 - ROMA nessa o meno alla rivalutazione, e se fosse fenomeno locale o nazionale. Quel che allora m'impressionò, come analisi della società locale, fu il vedere professionisti, così medici, che nessuno sapeva uomini di affari, di cui si sentiva un giorno dire che era stata loro estesa una istanza di falli- mento come soci occulti d 'imprese. A pg. 19 scrive che si deve seguire con vigile attenzione il diffondersi delle clausole di riferimento al valore della moneta; non so se parli solo per la scala mobile, od anche per le clausole di contratti di affitto e simili. Però una lira teorica la vorrei per le ammende ed in genere per le disposi- zioni fiscali. Le ammende si riducono rapidamente a cosa irrisoria; mentre poi ad es. fino ad ieri eravamo andati nella imposta sulle successioni con la tabella del 194 9 per •

32 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 33

Paolo Baffi a Arturo CarloJemolo, 13 febbraio 1974 sul mercato comune è due; salviamo gli enti inutili, purché 56 Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 15 febbraio 1974 non vi sia disoccupazione •

. È una costante leggere negli scritti di Baffi l'esigenza Baffi - allora direttore generale della Banca d'Ita- d1 proteggere i «gruppi socialmente deboli» dalla «tas- lia - nel post scriptum invitajemolo a partecipare al con- sa ingiusta» dell'inflazione. In un passaggio diretto a vegno organizzato dall'Accademia dei Lincei che si terrà commentare le assicurazioni sulla vita egli annota: «È a Roma 1'8 marzo 1974. crudele, oltreché ingiusto, che una persona anziana, Nel suo intervento lo stesso Baffi introdurrà l'espres- che vive dei suoi risparmi, debba consumare l'attesa del- sione «gioco delle illusioni»: «In questi anni ha inizio il la morte con l'angoscia di essere ridotta all'indigenza gioco delle illusioni, che sembra destinato a continuare, 3 dall'inflazione»'" • Altrove aveva scritto: «Ritengo, co- per cui il risparmio delle Famiglie non si traduce intera- 57 munque, di non aver mai sottovalutato le potenzialità mente in accumulazione di ricchezza reale» • Possiamo distruttrici dell 'inflazione»54. dire, con gli occhi di oggi, che eravamo solo all'inizio, ~ell_e sue Considerazioni finali più volte Baffi spiega perché l'illusione monetaria è proseguita a lungo, con ma1eut1camente perché bisogna favorire la formazione gravi effetti distorsivi sul funzionamento del sistema eco- 8 del risparmio - e quindi combattere l'inflazione che nomico italiana5 • erode il valore reale dei beni mobiliari - poiché senza Prosegue Baffi: r~sparmio non esistono investimenti. Anche ]emolo, sto- neo e non economista, è allineato: «Risparmio e capitale La politica del risparmio [ ... ] delle Famiglie è condizio- son~ termi_ni indissolu~ili; scoraggiare il risparmio signi- nata dallo stato di crescente inflazione in cui da qualche fica impedire la formaz10ne di nuovo capitale»55 • anno si dibattono le economie dei paesi occidentali svilup- Ma purtroppo - come deprecava Einaudi - il rispar- pati. [ ... ] Esso rende più arduo e spesso vano lo sforzo del mio è convogliato in sterili investimenti di rendita, in tito- li di Stato che regalano sì interessi elevati, ma non tali da compensare la svalutazione awenuta. Siamo in piena illu- 56 lbid., p. 15 3. sione monetaria. E che cosa finanziano i titoli pubblici? "Paolo Baffi, Il risparmio in Italia, oggi, Accademia ;\/azionale dei Lincei, Roma, 8 marzo 1974, p. 11 (gli atti relativi sono stati pubblicati dai Lincei nel 1975). Ampliamo Bagnoli, costruiamo Gioia Tauro, estraiamo "Kel 1999 Mario Monti - riferendosi all'inflazione che ci ha accompa- minerali che vengono a costare cinque quando il prezzo gnato per tutti gli anni Settanta e Ottanta - osservava che «l'Europa, con la sua impostazione culturale e con l'azione politica, ha fatto ,sostanzial- mente sparire l'inflazione e, con essa, l'imposta da inflazione. E l'Europa che ha spinto verso la liberalizzazione e ha fatto cadere i diversi vincoli che gravavano sui mercati finanziari, eliminando così l'imposizione im- ·" Paolo Baffi, Alla ricerca del valore perduto: la moneta, in «Libro Aperto», plicita sul risparmio che da essi derivava» (Risparmio, finanza e fiscalità settembre-ottobre: 1980, p. 31. Riteniamo opportuno e significativo cita- in Europa, nel volume collettaneo Il risparmio in Europa, oggi. Un dibattito re qm un passa?g10 di_ una lettera di Baffi a Federico Caffè dell'8 aprile nel ricordo di Paolo Baffi, atti del convegno, 1-'.niversità Commerciale Luigi 1981, dove tra I altro s1 legge: «Caro Caffè[ ... ] mi rimproveri[ ... ] di oc- Bocconi, Milano 2001, p. 59). Poco prima Monti aveva scritto: «Siamo tut- cuparmi della difesa del risparmio piuttosto che delle immediate necessità ti ancora colpiti dalla sua [di Baffi] affermazione secondo la quale ogni di sopravvivenza degli italiani». Cfr. qui a p. 188. volta che il settore pubblico si indebita non per effettuare investimenti, 5 ma per effettuare spesa corrente, "tradisce l'intenzione di risparmio delle ~ Baffi, Via Nazionale e gli economisti stranieri, 1944-53, ci t., p. 119 nota. famiglie". Ebbene, Baffi nel 1974 era più avanzato del Trattato di Maa- ·'"]emolo, Questa Repubblica, cit., p. 147. stricht» (ibid., p. 54). -

35 34 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO JEMOLO ANNI DEL DISINCANTO

risparmiatore di ricavare un frutto reale dalle sue attività BANCA D'ITALIA finanziarie, od anche semplicemente di conservare il valo- Il Direttore Generale re di queste nel tempo. Roma, 13 febbraio 1974 In Italia, durante gli anni Sessanta, i titolari di attività finanziarie hanno tratto dai loro averi tassi d'interesse reali Illustre Professore, modesti, nulli o negativi secondo i tipi di attività e gli anni in relazione alle cortesi premure da Lei rivoltemi in fa- d'investimento e disinvestimento. Poiché l'inflazione si è vare della «Domus Nostra» di Grottaferrata, ho il piacere venuta accelerando, quanto più a lungo l'investimento è 59 stato mantenuto, tanto peggiore è stata la sua sorte • di comunicarLe che la Banca ha già provveduto recen- temente ad elargire al suddetto Istituto una erogazione Fu per questa ragione che nel 1974, al fine di pro- nella misura di L. 100. 000. teggere il risparmio dall'inflazione, Baffi propose di of- Le soggiungo peraltro che, tenuto conto di quanto da frire titoli a scadenza più breve (intrinsecamente meno Lei riferitomi in merito all'opera particolarmente merito- esposti alle variazioni dei corsi) e titoli con clausola di aggiustamento monetario (quali furono, a partire dal ria che la «Domus Nostra» svolge a vantaggio della gio- 60 1976 , i nuovi Certificati di Credito del Tesoro). Una in- ventù abbandonata o disadattata, ho disposto affinché novazione assoluta. Non per niente, come testimonierà venga consentito al predetto Ente un contributo straordi- Tommaso Padoa-Schioppa, «aveva lo sguardo lungo. Era nario di analogo ammontare. infastidito dalla moda di stare costantemente sintonizza- Mi è gradita l'occasione, illustre Professore, per ricam- 61 ti sulle onde corte del fatto quotidiano» • biarLe i più cordiali saluti. Suo aff. Baffi

P.S. - Spero che vorrà onorarmi di un intervento nel di- battito sul «risparmio in Italia» (8.3). Parlerò anche delle «clausole di valore».

Chiar.mo Prof. Avv. Arturo Carlo ]EMOLO Via Paulucci de Calboli, 9 ROMA

39 Baffi, Il risparmio in Italia, oggi, cit., p. 15 60 Nel giugno 1976 venne introdotta l'indicizzazione finanziaria con rife- rimento ai Certificati di Credito del Tesoro di nuova emissione. Di questa innovazione Baffi diede atto nelle Considerazioni finali del 1977. 61 Tommaso Padoa-Schioppa, Commemorazione di Paolo Baffi, nella brochu- re collettanea Paolo Baffi nel ventennale della scomparsa, Broni, 3-4 agosto 2009, Banca d'Italia, Roma s.d. [2009], p. 39; cfr. anche Id., La veduta corta, il Mulino, Bologna 2009, passim.

• 36 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 37

15 febbraio 1974 Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 21 gennaio 1975 Illustre Direttore Generale e caro Professore, La ringrazio molto di quanto ha disposto per «Domus Secondo Guido Carli l'ascesa del banchiere/banca- Nost~a», gr~direi e~orme_mente di partecipare al convegno rottiere Michele Sindona è riconducibile alle opportuni- tà offerte dalle «incongruenze di una legislazione arcai- sul rtsparmzo, e dz sentire la Sua autorevolissima voce. ca in materia di disciplina delle società per azioni, delle Purtroppo la mattina dell '8 ho anche una discussione società finanziarie, dei fondi comuni di investimento, in Consiglio di Stato; pregherò il Presidente di darmi il dell'offerta pubblica di acquisto, [ ... ] della consolidazio- 62 ~rimo posto per poter ascoltare almeno in parte, e poi verrò ne del bilancio» • zl pomeriggio. Il dizionario della lingua italiana Devoto-Oli, alla voce Quanto avrei bisogno di apprendere e di chiarirmi le «Volpe», indica «simbolo della furbizia e dell'astuzia». idee! Ma temo di non essere il solo, tra i profani, a sentire Non si può dire lo stesso dell'ambasciatore degli Stati UnitiJohn Volpe63, che nel gennaio 1974, a nome dell'A- qu~sto bisogno, e che sia comune anche a molti parlamen- tart. merican Club of Rome, premiò come «uomo dell'anno 1973» Michele Sindona in considerazione della notevole Mi abbia con deferente cordialità e gratitudine rilevanza economica acquisita negli Stati Uniti dalle so- Suo Arturo Carlo ]emolo cietà facenti parte del suo gruppo. Del resto Giulio Andreotti, nell'aprile 1973, lo aveva Illustre incoronato davanti alla comunità italo-americana a New prof. Paolo BAFFI York «salvatore della lira», mentre peraltro Sindona apri- Via Mondello, 50 va posizioni short, ossia scommetteva al ribasso sulla lira 00050 - FREGENE italiana sul mercato dei cambi tramite il suo collaborato- re Carlo Bordoni, amministratore delegato della Banca Privata Italiana. Il 197 4 è l'anno del redde rationem per Michele Sin- dona. È l'anno del fallimento dei suoi sogni di gloria. L'agonia della Franklin National Bank durò da giugno a ottobre - la dichiarazione di insolvenza avvenne 1'8 otto- bre -, quella della Banca Privata Italiana (BPI) da luglio a settembre. Il 27 settembre 1974 venne firmato il decre-

62 Guido Carli, Cinquant'anni di vita italiana, in collaborazione con Paolo Peluffo, Laterza, Bari 1993, p. 322. "John Volpe, ambasciatore degli Stati Cniti a Roma dal 1973 al 1977, repubblicano, sostenitore d,el presidente Nixon, leader indiscusso della comunità italo-americana. E colui che raccomandò nel 1975 di non ri- lasciare il \Ìsto di ingresso a Giorgio l\'apolitano, che voleva recarsi negli Stati Uniti per una serie di conferenze in quattro università americane. 38 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 39

to di liquidazione coatta amministrativa della BPI e due In un'arrogante lettera a Paolo Baffi del 17 marzo 1977 giorni dopo, sempre con un decreto del Ministero del Sindona, in evidente conflitto di interesse, accusa l'avvo- Tesoro, venne nominato un unico commissario liquida- cato Ambrosoli di partigianeria, disonestà, malafede, in- tore, l'avvocato Giorgio Ambrosoli. competenza, prospettando minacciosamente al governa- Eugenio Scalfari è netto quando accusa la Democra- tore la possibilità che anch'egli possa, in un domani, esse- zia Cristiana di aver tenuto bordone al banchiere sici- re accusato di complicità nelle «malefatte» di Ambrosoli: liano: Illustrissimo Governatore, [ ... ] Che un uomo come Sindona abbia potuto sedurre pic- L'avvocato Ambrosoli, con estrema approssimazione e coli ~israrmiatori, piccoli azionisti, agenti di cambio, ope- in via d'urgenza [ ... ] ha concluso disastrose transazioni per raton, e cosa abbastanza comprensibile. Che abbia potuto la B.P.I., aggravandone il passivo. [ ... ] per qualche tempo colpire la fantasia anche di giornalisti L'avvocato Ambrosoli è stato solerte nel gettare le colpe e uomini politici, è anche questo comprensibile. Ma che su di me e sulle società da me controllate, senza peraltro un grande partito, anzi, il maggior partito italiano, e i suoi approfondire, come avrebbe dovuto, la complessa vicenda. massimi esponenti abbiano accettato soldi da lui e si siano Egli non mostra evidentemente alcun interesse a protegge- impegnati in contropartita a patrocinarne le richieste verso re la Banca di cui è liquidatore, cioè di compiere il proprio lo Stato, questo è un fatto che supera ogni immaginazione dovere. e che non ammette alcuna indulgenza. L'avvocato Ambrosoli vuole portare a termine il manda- Abbiamo saputo, sempre dalla bocca dell'onorevole to che ha sostanzialmente ricevuto e cioè quello di punire Micheli, che la DC è stata addirittura socia in affari con Sindona e non fa nulla per richiedere il mantenimento de- ~ichele ~ind~na, poiché due società controllate dal par- gli obblighi dei terzi verso la Banca Privata Italiana. Egli si trto e gestite direttamente dallo stesso Micheli, domiciliate vuol sostituire al Pubblico Ministero senza averne il diritto all'estero, a Vaduz, operavano sui cambi e sui titoli in stret- e la competenza. [ ... ] ta connessione con Sindona e ricavavano da quest'attività La invito a voler intervenire per la revoca del mandato profitti che venivano versati al partito. all'avvocato Giorgio Ambrosoli. Se è vero, come ormai risulta provato da cento indizi, Mi riservo di agire in sede giudiziaria per la tutela dei che Sindona riciclava denari mafiosi, ed era in collegamen- miei interessi65. to con lo stato maggiore della mafia siculo-americana ab- biamo dunque la prova, data dallo stesso segretario ar:.imi- Sindona non molla e il 18 luglio 1977 scrive ancora al nistrativo della DC, che quel partito ha avuto la mafia come governatore Baffi con in copia , mini- socio in affari, il che è ben diverso dall'affermare che alcu- stro del Tesoro, piduista come Sindona: ni uomini politici siciliani colludano con la mafia. Qui il discorso è un altro: qui i vertici del partito, pur di far soldi, Illustrissimo Governatore, [ ... ] si legano a un uomo losco, speculano insieme a lui (forse Ambrosoli si sostituisce ai miei accusatori ed allo stesso utilizzando notizie segrete delle quali il partito dispone), pubblico ministero. Instaura cause illogiche e distrugge, accettano doni munifici, sostengono le sue richieste verso così facendo, il patrimonio dei piccoli azionisti, mio, e del- la pubblica amministrazione64. la comunità. Spende il nome della Banca d'Italia per co- struire sue malefatte. [ ... ]

64 Biagi-Scalfari, Come andremo a incominciare?, cit., pp. 171-172. 65 ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 12, fase. 4. Cfr. qui a pp. 153-158. 40 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 41

Che cosa è successo dopo per far comprendere come ndr], ritennero inutile l'incontro, essendo stato il proget- Lei possa ora appoggiare un Ambrosoli il cui comporta- 70 to già bocciato» • mento è considerato notoriamente del tutto inammissibile In queste missive c'è tutto Sindona, la sua determi- sul piano della correttezza professionale?66 nazione «ostinata e incrollabile», la sua scaltrezza. Così Baffi, consigliato dall'avvocato , non lo descrive il giudice Camilla Passerini, estensore della risponderà a Sindona. sentenza sull'omicidio Ambrosoli: Stammati è anche colui che nel 1972, allora ragio- In tali azioni si manifesta anche, e soprattutto, una ra- niere generale dello Stato, fu nominato, d'intesa con il dicata concezione del potere, secondo la quale il potere, premier Giulio Andreotti, alla Presidenza della Banca meramente formale ed apparente, che si fonda sulle leggi Commerciale Italiana - la «banca corsara dell'Istituto di e si esercita attraverso le istituzioni pubbliche, è destinato 67 emissione» - in sostituzione di Raffaele Mattioli, ban- fatalmente, in caso di conflitto, a soccombere di fronte a 68 chiere di eccezionale levatura • Stammati - tessera della quello, effettivo e reale, che promana da certe condizioni P2 n. 1636 - è colui che, sollecitato da Licio Gelli, capo di fatto, quali le amicizie influenti, le complicità, gli appog- della stessa P2, «il 20 settembre 1978 si rivolse di nuovo a gi politici che contano, la disponibilità di danaro e le possi- bilità di ricatto, di corruzione e di intimidazione. Ciampi pregandolo di ricevere congiuntamente Guzzi09 Questa concezione essenzialmente mafiosa del pote- e Ambrosoli per valutare assieme il progetto di sistema- re - nella quale si rinvengono perfino connotazioni ideo- zione [ della Banca Privata Italiana di Sindona, ndr], ma logiche antistatuali, come è confermato anche dalla evoca- Ciampi e Sarcinelli, d'accordo con il Governatore [Baffi, zione e dalla mobilitazione dei vari poteri illegali ed occulti 71 di Cosa Nostra , di mafia e di massoneria piduista com- piute da Sindona durante il suo finto rapimento - non era priva di un suo torvo realismo. 66 Ibid. Cfr. qui a pp. 159-161. 67 Se infatti nella vicenda in esame non prevalsero, come La definizione è di Bancor, alias Guido Carli, intervistato da Eugenio Scalfari per «L'Espresso», 30 aprile 1972. altre volte, i poteri extraistituzionali, ciò fu solo per merito 68 Per approfondimenti sulla figura di Raffaele Mattioli si consiglia: Gior- di alcune persone che con imparzialità, rigore e determi- gio Rodano, Il credito all'economia. Raffaele Mattioli alla Banca Commerciale nazione operarono per l'affermazione della superiore civil- Italiana, Ricciardi, 'vfilano 1983; Sandro Gerbi, Mattioli e il filosofo domato, tà delle leggi. Fra queste persone merita di essere ricordato Einaudi, Torino 2002; Sandro Gerbi, Cuccia e Mattioli. Due banchieri del l'avvocato Giorgio Ambrosoli, il quale pagò con la vita il Novecento, Einaudi, Torino 2010; Giovanni Malagodi, Profilo di Raffaele 72 suo ammirevole impegno • Mattioli, a cura di Sandro Gerbi, Nino Aragno Editore, Torino 2010. '"Rodolfo Guzzi, avvocato di Sindona. Così ne parla il giudice Passerini nel- la sentenza di Corte d'Assise del 16 luglio 1986, pp. 40-41: «Fin dal 1974 Ro- Sempre Passerini, nel ricostruire gli scopi del finto ra- dolfo Guzzi era entrato, in posizione eminente, a far parte del collegio di pimento di Sindona, ne delinea la singolare «personalità difesa di Michele Sindona, e, [ ... ] negli anni successivi egli assunse progres- sivamente un ruolo sempre più importante nella gestione degli interessi del suo cliente fino a divenirne una sorta di factotum, svolgendo per conto del medesimo sia l'attività di difesa tecnica nelle varie procedure a suo ca- rico, sia una serie di altre attività che in tale difesa non rientravano. In par- ,c'Sentenza della Corte d'Assise di Milano, 16 luglio 1986, p. 128. ticolare, egli gestì una serie di rapporti con persone che in tali procedure 71 :\!ella sentenza-ordinanza firmata da Giuliano Turone il 17 luglio 1984, non svolgevano alcuna funzione istituzionale, e specificamente con uomini p. 118, si legge: «La scomparsa di Michele Sindona non ha niente a che politici e di governo, con personaggi del mondo economico e finanziario, fare con la lotta armata, ma presenta semmai inquietanti collegamenti e con esponenti di primo piano della loggia ma5sonica "P2", al fine di pro- con la mafia siciliana e siculo-americana». muovere il buon esito del salvataggio della Banca Privata Italiana». 72 Sentenza della Corte d'Assise di Milano, 16 luglio 1986, pp. 25-26. ANNI DEL DISINCANTO 43 42 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO tortuosa, le sue sconfinate capacità di frode73 e di simula- 21 gennaio 1975 zione teatrale e molto sensibile all'esigenza di proporre Personale al pubblico un'immagine positiva di sé»: Illustre e caro Professore, Il contesto e lo stato dell'intera vicenda sindoniana nell'epoca in cui venne decisa la simulazione del rapimen- poiché Ella è sempre così buono con me mi permetto in to [agosto 1979, ndr], alcune dichiarazioni rese durante via riservata di scriverLe quanto segue. le prime indagini da persone vicine a Sindona, e tutto lo Ieri da uno studio legale di Milano mi fu chiesto se svolgimento della messa in scena con i numerosi messaggi mi sarei associato in un 'azione che azionisti della banca dei «rapitori» e del «rapito», evidenziano in primo luogo, in tale operazione di Sindona, una finalità che si potrebbe di Sindona vorrebbero proporre contro la Banca d Italia; chiamare pubblicitaria, in quanto rivolta a ricostituire in naturalmente risposi che assistendo l 1stituto da molti an- senso positivo l'immagine del finanziere, a quel punto gra- ni, sia pure in un determinato settore, non assumo cause vemente deteriorata, ed a propagandare con la massimari- sonanza l'assunto della sua estraneità ai delitti attribuitigli contro di esso. e, in particolare, all'omicidio Ambrosoli. Non so se la causa sarà instaurata e su che basi; se su È logico quindi concludere che Sindona, già indicato basi di diritto bancario, c'è il servizio legale e comunque come bancarottiere in Italia e negli Stati L'niti, prevedendo avvocati esterni più competenti di me per patrocinare l1- o temendo di essere sospettato quale mandante dell'atten- tato che stava preparando contro Giorgio Ambrosoli, ed stituto. Se invece si trattasse del tema pubblicistico della essendo consapevole che tutto questo poteva influire sfavo- responsabilità dell'organo di vigilanza per non avere ade- revolmente sull'esito della procedura in corso a suo carico guatamente vigilato, è tema che ho più volte trattato, in in entrambi i paesi, avesse ideato la clamorosa simulazione via pratica e teorica, e volentieri me ne occuperei. del proprio sequestro ad opera di una organizzazione ter- roristica di sinistra, riproponendosi, fra l'altro, di distrarre Scusi la libertà della lettera, e gradisca i miei deferenti l'opinione pubblica italiana e statunitense dai delitti a lui e cordiali saluti. attribuiti, e di sostituire alla propria immagine pubblica di Suo dev. Arturo Carlo ]emolo bancarottiere e di mandante di un assassinio quella di vitti- 74 ma dell'altrui malvagità • al Chiar. Prof. Paolo BAFFI Via Mondello, 50 00050 - FREGENE

73 Tra le frodi compiute da Sindona c'è anche da annoverare il suo sui- cidio nel carcere di Voghera il 22 marzo 1986, accertato senza ombra di dubbio. Per approfondimenti si rimanda a Gianni Simone, Giuliano Turone, Il caffè di Sindona. Un finanziere d'avventura tra politica, Vaticano e mafia, Garzanti, Milano 2009. 74 Sentenza Corte d'Assise di Milano, 16 luglio 1986, p. 290. 44 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 45

Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 23 giugno 1975 Nutrito da questa sensibilità, Baffi prese a cuore la Te- Paolo Baffi a Arturo Carlo J emolo, 31 dicembre 1977 nuta Maccarese a Fregene, che frequentava fin dagli an- Arturo Carlo J emolo a Paolo Baffi, 2 gennaio 1978 ni Cinquanta, quando la pineta era un bosco incanta- to. Riuscì quindi - con il sostegno di «Italia Nostra» e Baffi fu tra i primi economisti - sulla scia delle grandi coinvolgendo il Ministero dell'Ambiente, la Regione e inchieste di Antonio Cederna - a farsi difensore dell'in- l'IRl ( che deteneva la tenuta, proprietaria dei terreni, 75 tegrità dell'ambiente naturale • Come ha fatto notare passata poi al gruppo Benetton) - a far trasformare circa Marco Vitale, «circa venti anni prima, nel 1951, un altro 400 ettari di macchia in un'oasi naturalistica gestita dal grande economista liberale, Luigi Einaudi, aveva scritto \VWF. L'oasi di Macchiagrande, a due passi da Fregene, al presidente del Consiglio De Gasperi, al termine di un fu inaugurata nel 1986 e successivamente dedicata a Baf- viaggio dalle zone del Polesine colpite dall'alluvione: "la fi, il cui impulso era stato decisivo nel convincere l'IR1 a lotta contro la distruzione del suolo italiano, sarà dura e cedere l'area in comodato al \VWF. lunga. Forse secolare. Ma è il massimo compito d'oggi se 76 si vuole salvare il suolo in cui vivono gli italiani"» • Nella lettera che segue Baffi conferma tutta l'ampiez- za del suo orizzonte culturale, che comprendeva anche le gravissime conseguenze economiche e sociali di politi- che ambientali miopi:

Sommessamente penso che dopo la rivoluzione indu- striale e soprattutto con l'esplosione demografica di questo secolo, ai problemi essi stessi resisi più gravi dei rapporti fra uomini, fra classi, si sia aggiunto, sino a farsi centrale, quello del rapporto tra la nostra specie e il creato, che es- sa viene distruggendo con una trascuranza, una ferocia e un ritmo che presto toglieranno senso alla vita e che in coscienze sensibili spengono la stessa fede: come si può infatti credere avere un rapporto privilegiato con Dio una specie che ne uccide la creazione?

73 Cfr. Massimo Omiccioli, Paolo Baffi tra bibliografia e biografia, introduzio- ne alla Bibliografia degli scritti di Paolo Baffi, a cura di Rosanna Visca e Va- lentina Memoli, con la collaborazione di Silvia Mastrantonio, «Quaderni della Biblioteca Paolo Baffi», editi dalla Banca d'Italia, n. !, giugno 2012, p.XV. 76 Marco Vitale, intervento alla presentazione a Milano il 29 gennaio 2013 del volume di Paolo Baffi, Parola di Governatore, a cura di Sandro Gerbi e Beniamino Andrea Piccone, :\lino Aragno Editore, Torino 2013. 46 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 47

Roma, 23 gi,ugno 1975 Illustre e caro Professore, Illustre e caro Professore, alla fine di un anno travagliato e sulla soglia di un con pensiero molto gentile l'avv. Persiani Acerbo77 mi altro carico di problemi e di conflitti ( tra gli obiettivi di aveva invitato a trovarmi una sera con Lei e la Sua Signo- politica economica, forse tra le parti sociali) mi consenta ra; e non può credere quanto mi sarebbe stato caro questo di ringraziarLa per la Sua illuminata e disinteressata incontro (c'è sempre tanto da apprendere da chi ha il Suo assistenza, sulla quale vorrei poter contare sempre e di ingegno, le Sue conoscenze su un vastissimo raggi,o, l 'afjla- porgerLe un deferente augurio. to umano, anche il culto per gli scomparsi, penso a Morta- Nel Suo messaggi,o odierno dalle colonne de La Stam- ra, che Ella coltiva). pa 78 colgo il retaggi,o della fede, liberato dalla componente Ma ho dovuto declinare. Ormai la mia vita familiare dogmatica e ridotto alla sua essenza morale, accettabile è tutta imperniata su mia moglie, che spiritualmente non alla coscienza moderna. si è più riavuta dopo il colpo della morte, ad un anno di Sommessamente penso che dopo la rivoluzione indu- distanza, dei due figli che l'adoravano e per cui era stata striale e soprattutto con l'esplosione demografica di questo oltre che mamma, grande amica fin dai loro primi anni; e secolo, ai problemi essi stessi resisi più gravi dei rapporti fisicamente non si è più ripresa dopo una rottura del collo fra uomini, fra classi, si sia aggi,unto, sino a farsi cen- del femore e le due operazioni che sono seguite. Per quanto trale, quello del rapporto tra la nostra specie e il creato, di nove anni meno anziana di me, è molto più gi,ù, e la sera ha bisogno di andare a letto subito dopo la parchis- che essa viene distruggendo con una trascuranza, una sima cena; e confesso che pensando alla nostra età ed al ferocia e un ritmo che presto toglieranno senso alla vita e poco che ci resta da vivere, non ho il coraggi,o di toglierle che in coscienze sensibili spengono la stessa fede: come si una sola ora della mia compagnia, di lasciarla sola oltre può infatti credere avere un rapporto privilegi,ato con Dio lo stretto necessario. una specie che ne uccide la creazione? Voglia quindi scusarmi per questo mancato incontro Suo Paolo Baffi extra-ufficio, che mi sarebbe stato tanto caro, e gradisca i miei deferenti, cordiali saluti. Palazzo della Banca d'Italia. Roma Suo dev. Arturo Carlo ]emolo Roma, 31.12.1977 all'Illustre prof. Paolo BAFFI ROMA

77 Alfredo Persiani Acerbo (1933-1982), laureato in giurisprudenza, dopo un'esperienza alla Cassa di Risparmio di Roma, nel 1962 venne assunto dalla Banca d'Italia che lo assegnò alla consulenza legale. !\el 1972 venne nominato condirettore generale e si occupò in particolare della crisi del- la Banca Privata Italiana di Michele Sindona. >lei 1975 divenne capo del 78 L'articolo di Jemolo cui Baffi si riferisce è Le cose che la gente vorrebbe. servizio Affari generali della Vigilanza, nel 1976 segretario generale e dal Sogni o speranze?, pubblicato su «La Stampa» il 31 dicembre 1977. Cfr. qui 16 luglio 1978 al 22 febbraio 1982 vicedirettore generale. app. 165-167. 48 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO JEMOLO ANNI DEL DISINCANTO 49

Roma, 2 gennaio 1978 Ricordo tuttavia un libro «La lotta per la vita» del 79 Illustre Professore, matematico Vito Volterra e di suo genero lo zoologo d'An- scusi se uso questo termine anziché il titolo del Suo cona80, in cui si fa l'ipotesi di un largo spazio d'acqua, altissimo ufficio; mi è però suggerito dalla magistrale un mare, dove non ci siano che due specie di pesci, in ori- prolusione all'anno accademico della Accademia della gine entrambe numerose, i pesci A che si nutrono solo dei Guardia di Finanza, che ha avuto la bontà d'inviarmi, pesci B, ed i pesci B che si nutrono di alghe e vermi; e si così perspicua e così convincente; ma, mi permetta, che afferma che nessuna delle due specie si estinguerà, perché rende pure chiaro il groviglio in cui attualmente l'Italia quando molti pesci B saranno stati mangiati, i superstiti, si trova - ancora una volta nave senza nocchiero in gran diradati, non saranno facilmente ritrovabili, ed i pesci A tempesta -, malgrado il relativo ottimismo della chiusa; diminuiranno per mancanza di cibo; sicché ricresceranno ché, ci chiediamo, se potremo attendere «l'orizzonte più di numero i pesci B; e così via all'infinito. Non so se la lungo». razza umana, una volta ridotta ad un ventesimo del- Le chiedo anche scusa di scrivere a macchina ( sono io le dimensioni attuali, non troverà ancora nei residui di stesso il dattilografo), perché so che la dattilografia è esclu- natura esistenti i mezzi di continuare; né se ci saranno sa dalla lettera privata a persone del Suo rango; ma sta terre salve dal veleno, pochi pesci ed uccelli che possano çhe la mia scrittura a mano è ormai indecifrabile, e non riprodursi. mi pare mostrare urbanità pretendere che si debba fa tic are Del resto mi domando se l'estinzione della razza uma- a leggere. na sarebbe poi altro che un piccolo fenomeno del cosmo; da Per venire alla missiva che accompagna l'invio della rimpiangere se essa avesse conservato il grado che aveva prolusione, e che conserverò preziosa, Le dirò che da molti raggiunto, il pensiero, la dignità, la preveggenza, l 'intu- anni mi chiedo se la specie uomo non abbia iniziato la ito che c'è qualcosa oltre il profitto materiale, oltre la vita parabola discendente, il ritorno all'ominide: rinnegando fisica, che dignità dell'uomo non è una vana parola; ma i valori più alti che aveva toccato e dando soddisfazione e non da rimpiangere se l'uomo si fosse ridotto ad essere un quasi accettando come regola, la soddisfazione degl'istinti animale tra i più malvagi, con il piacere di fare del male, più animaleschi. Probabilmente la mia visione è parziale, di soddisfare tutti i suoi peggiori istinti, un animale che perché guarda soltanto all'Europa e non al cammino delle non lotta solo per nutrirsi e mantenere la sua specie, ma altre razze. Mentre la Sua preoccupazione, la distruzione del rap- porto tra l'uomo e il creato: mari inquinati e morti - niente 79 Vito Volterra (Ancona 1860- Roma 1940), matematico e fisico, tra i fon- datori dell'analisi funzionale, ebbe un ruolo decisivo nell'organizzazione più pesca, tra breve, - cieli senza uccelli, che avevano la della scienza italiana. loro funzione equilibratrice, terre avvelenate dai prodotti 80 Umberto D'Ancona (Fiume 1896- Marina di Ravenna 1964), biologo e naturalista, diresse l'Istituto di Anatomia Comparata dell'Cniversità chimici, ed uomini che comunque si rifiutano di lavorarle, di Roma, trasferendosi in seguito nelle Università di Siena, poi di Pisa e è molto più fondata. infine di Padova. Sposò Luisa Volterra nel 1926. 50 PAOLO BAFFI - ARTCRO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 51

che conosce l'odio ed ha intelligenza tale da poter portare Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 2 giugno 1978 a fondo i suoi piani distruttivi. O Ma queste considerazioni generali non debbono indir- Paolo Baffi, in una lettera a ]emolo del I giugno mi di ringraziarLa per le troppo cortesi espressioni del- 1979, scriverà che si sente poco portato per la Vigilanza. E infatti, viste le notevoli capacità di Mario Sarcinelli, la prima parte della Sua (sono io che debbo molto alla lo promosse in breve tempo, prima direttore centrale Banca, anche per quanto vi ho appreso, per l'esempio di e poi vicedirettore generale. Nel 1976 Sarcinelli assun- buona Amministrazione che vi ho trovato e che mi ha se la supervisione dei servizi di vigilanza delle aziende fatto ricordare i miei superiori degli anni in cui fui in di credito. Con l'azione e l'appoggio del governatore burocrazia - i tempi di Giolitti - ), e di esprimerLe il voto si impegnò a «contrastare i fenomeni degenerativi che che contro ogni previsione l'anno sia anche per Lei meno si manifestavano in quegli anni usando con efficacia e 81 tempestoso del prevedibile. senza timori reverenziali lo strumento delle ispezioni» • Dal 1958 al 1975, in effetti, aumentò considerevolmente Rinnovo gli auguri di salute e serenità per Lei e per il personale impiegato nei servizi di Vigilanza, che da 86 quanti ha cari, e La prego di credere nella mia devozione unità giunse a 287, permettendo tra l'altro la realizzazio- 82 ed ammirazione, che non escludono la venatura di af ne di piani ispettivi più incisivi • fetta. È lo stesso Sarcinelli a raccontare il suo punto di vista: Mi abbia sempre Egli [Baffi, ndr] proveniva dagli studi e si era occupa- Suo Arturo Carlo ]emolo to pochissimo di supervisione bancaria. [ ... ] È ovvio che Illustre: coloro che avevano interesse allo statu quo reagissero, ma Prof. Paolo BAFFI si sperava ( o ci si illudeva) che ciò avvenisse secondo le Governatore della Banca d'Italia regole della buona creanza istituzionale, cioè con discreti, ROMA fermi inviti alle dimissioni. Invece fu scatenato un attacco politico-mediatico-giudiziario volto a intimidire l'istituzio- 83 ne, oltre che a colpire i suoi vertici .

In una significativa lettera a Luigi Spaventa del 20 maggio 1982 Baffi esprime la sua verità sull'azione del- la Vigilanza, ritenuta ostile dalle «arciconfraternite» del 84 potere, definizione coniata da Guido Carli nel 1973 :

81 Alfredo Giglio bianco, Via Nazionale, cit., p. 328. 82 Cfr. Anna Rita Gresta, Il Fondo «Direttorio Baffi», in Paolo Baffi. Guida alle carte d'archivio, Banca d'Italia, Roma 2009, p. 8. 83 Mario Sarcinelli, Le «Considerazioni finali» di Paolo Baffi, in «Bancaria», numero speciale Parola di Governatore. Il pensiero e l'attualità di Paolo Baffi, n. 11, novembre 2013. 84 Banca d'Italia, Considerazioni finali (1972), p. 523. Ecco per esteso il 53 52 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO

Le mie relazioni hanno avuto minore risonanza ed effi- «solitudine del riformista», per usare le parole di Fede- 89 cacia pratica di quelle di Carli, per la mia minore attitudine rico Caffè : (e disposizione) a coniare slogans e frasi ad effetto (come quella sulle arciconfraternite); mi consola che trovino inte- Il riformista è ben consapevole di essere costantemente resse e favore presso gli studiosi. Pur meno vigorosa nelle deriso da chi prospetta future palingenesi, soprattutto per enunciazioni, la mia gestione ha aggredito i santuari del il fatto che queste sono vaghe, dai contorni indefiniti e si malcostume di quelle confraternite; provocando la rabbio- riassumono, generalmente, in una formula che non si sa sa reazione degli interessi colpiti, in una Santa Alleanza di bene cosa voglia dire, ma che ha il pregio di un magico cattolici e massoni che, ahinoi, ha trovato la sua punta di effetto di richiamo. lancia in un potere dello stato (passivamente acquiescenti La derisione è giustificata, in quanto il riformista, in gli altri). Allora i massoni almeno animavano i moti libera- fondo, non fa che ritessere una tela che altri sistematica- li; quelle déchéance3 5! mente distrugge. [ ... ] Egli è tuttavia convinto di operare nella storia, ossia Fu Baffi il governatore della Vigilanza, come sostiene nell'ambito di un «sistema», di cui non intende essere né l'apologeta, né il becchino; ma nei limiti delle sue possibili- Donato Masciandaro86? Sarcinelli dà una risposta negati- tà, un componente sollecito ad apportare tutti quei miglio- va: «No, ne fu vittima sacrificale. Se applicare regole teo- ramenti che siano concretabili nell'immediato e non desi- riche o valide in altri ordinamenti per la politica mone- derabili in vacuo. Egli preferisce il poco al tutto, il realizza- taria sarebbe stato atto di arroganza, applicare le regole bile all'utopico, il gradualismo delle trasformazioni a una 90 del diritto positivo per la vigilanza bancaria nel paese del sempre rinviata trasformazione radicale del «sistema» • 87 capitalismo relazionale fu atto di lesa politica» • Sul riformismo non è irrituale citare un carteggio bel- 88 Baffi, secondo Piero Barucci , venne colpito dalla lissimo, quello tra Alberto e Giovanni Pirelli, un dialogo padre-figlio nell'arco di tre decenni fra i più drammatici dell'Italia del XX secolo. Un confronto di generazioni: il padre, grande imprenditore internazionale, personalità passaggio del testo di Guido Carli: «Ancora una volta è apparso che di straordinaria levatura intellettuale e morale; il figlio la politica economica seguita nel nostro paese preferisce mantenere che, distrutta in lui dalla guerra l'entusiastica fede gio- una condizione generalizzata di sofferenza per il sistema produttivo, promovendo di tempo in tempo interventi misericordiosi, atti a con- vanile, trova l'unica possibilità di ricostruzione morale quistare gratitudine alle arciconfraternite che li compiono. Ogni sorta nella partecipazione alla lotta partigiana e nell'impegno di scrupolo trattiene, quando sono invocati provvedimenti destinati alla generalità; ma gli scrupoli cadono, quando in loro vece si propongo- no aumenti di fondi di dotazione di enti. Resta intatta la predilezione antica per le "leggi tiranniche" che sono molti lacciuoli che ad uno o a pochi sono utili». 85 ASBI, Carte Baffi, Governatore Onorario, cart. 41, fase. 8, p. 27. Questa 89 Cfr. Federico Caffè, La solitudine del riformista, a cura di >licola Acocel- lettera mi è stata segnalata dal governatore Ignazio Visco, che ringrazio, la e .Maurizio Franzini, Bollati Boringhieri, Torino 1990. Federico Caffè in un incontro a Roma il 16 dicembre 2013. Cfr. qui a pp. 189-192. (Pescara 1914- Roma 1987) fu uno dei maggiori promotori della dottri- 86 Donato .Masciandaro, L'eredità del Governatore della Vigi.lanza, nel volume na keynesiana in Italia, occupandosi di macroecm10mia e sostenendo la collettaneo Giorgi.o Ambrosoli e Paolo Baffi. Due storie esemplari, a cura di An- necessità dell'intervento statale per garanure la piena occupaz10ne e un gelo Porta, Cniversità Bocconi, Milano 2010, pp. 36-37. buon livello di vita. All'età di settantatre anni scomparve misteriosamente "Sarcinelli, ivi. dalla sua abitazione di Roma senza lasciare alcuna traccia. 0 88 Piero Barucci, Baffi governatore, in «Bancaria», n. li, novembre 2013. " Ibid., p. 3. 54 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 55

militante per una società nuova. Scriveva Alberto Pirelli Roma, 2 gi,ugno 1978 al figlio il 13 settembre 1945: Illustre Professore, D~vi rassegnarti all'idea che il progresso non può che Le sono molto grato del dono della Sua relazione all'as- avvemre per tappe. Le rivoluzioni possono essere necessa- sembl,ea generale, che purtroppo non potei ascoltare, impe- rie - un male necessario - ma sono sempre un fenomeno d'eccezione dovuto al non funzionamento dell'evoluzione· gnato in una udienza. ma s'è fatta molta più strada, attraverso i secoli, con l'e~ Le Considerazioni finali, accessibili anche a chi non è voluzione che con le rivoluzioni. E l'evoluzione si chiama 91 economista, sono, come tutto ciò eh 'Ella scrive, lucidissime. riformismo • Del neo-protezionismo strisciante in tutti i Paesi abbia- mo coscienza, così come del fatto che la valuta americana abbia conservato ed accentuato la sua funzione nei rappor- ti credito; meno chiaro per il profano, ma ben spiegato nella Sua relazione, come la caduta del dollaro abbia dato luogo ad un rilevante effetto di ridistribuzione della ricchezza a livello mondiale. Essenziali mi sembrano le pagg. 41 O, 412 seg., ispirate- al Suo consueto coraggio ed implicito monito contro gl'in- terventi politici, allorché scrive sugli indirizzi di vigi,lanza; e monito chiaro le ultime pagi,ne, il richiamo alla logi,ca dei 92 quattro «Se si è convinti» •

92 Baffi, nelle Considerazioni finali sul 1977, lette il 31 maggio 1978, scrive: «Se si è cominti che la spesa pubblica corrente ha raggiunto valori inso- stenibili, che essa non risponde in modo appropriato alle esigenze sociali e che per di più ha in sé fattori di ulteriore deterioramento quantitativo e qua- litativo, occorre intervenire senza ulteriori indugi e senza mezze misure. [ ... ] «Se si è convinti che l'av\io di una ripresa capace di consolidarsi e dif- fondersi richiede una politica di investimenti autonomi, occorre operare le necessarie scelte, rimuovere gli impedimenti posti dalla lentezza delle pro- cedure amministrative e passare a una sollecita attuazione almeno nei cam- pi nei quali più evidenti sono i bisogni: l'energia, l'agricoltura, l'ambiente, l'edilizia pubblica, la casa. Per queste opere il credito non do\Tà mancare. «Se si è convinti che il risanamento e lo sviluppo della base produttiva presuppongono non solo la disponibilità delle risorse da destinare agli investimenti ma anche la chiara comunicazione del quadro d'insieme e delle norme con cui si esplica l'apporto del settore pubblico, occorre che la Pubblica amministrazione offra agli operatori certezza, sostegno e indi- 91 cazioni attraverso una gestione attiva e coordinata dei propri strumenti: Alberto e Giovanni Pirelli, Legami e conflitti. Lettere 1931-1965, a cura di autorizzazioni, prezzi, tariffe, commesse, incentivi. Elena Brambilla Pirelli, Archinto, Y!ilano 2002, p. 97. «Se si è cominti che un rilancio dell'occupazione nella stabilità mone- 56 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 57

Ma si può essere ottimisti, con l'incomprensione asso- Paolo Baffi a Arturo Carlo Jemolo, 6 luglio 1978 luta, a me sembra, da parte dei nostri lavoratori, cui i Come ha scritto Alfredo Gigliobianco, la Banca d'Italia dirigenti sindacali più illuminati non possono che blan- 95 è stata per decenni una «cittadella della competenza» • damente opporsi, per non essere lasciati soli, con la frase Lo stesso Baffi, in una lettera a Romano Maria Levante 3 manzoniana, a guardarsi le bandiertf! ? Il consentire an- del luglio 1979, scrive: «Se essa [la battaglia per la stabili- che i sindacati minimi, con i poteri degli altri sindacatf4, tà monetaria, ndr] è perduta, la cittadella stessa dell'isti- 96 penso sia poi stata una imperdonabile leggerezza del nostro tuto è perduta» • legislatore, scusabile solo con l'eventuale «Perdonate loro A loro volta Scalfari e Turani così descrivono la Banca ché non sanno quel che si fanno». ' d'Italia: Nel ringraziarLa di cuore, La prego di gradire i sensi Certo la Banca d'Italia ha costituito la sola tecnostruttura della mia profonda ammirazione e deferente stima. valida in un paese approssimativo e abborracciato, ha intimi- dito ministri potenti convincendoli d'ignoranza, ha goduto Suo dev. Arturo Carlo ]emolo all'estero d'un prestigio negato a qualsiasi istituzione della Illustre repubblica, ha manovrato la politica del credito con autono- Prof. Paolo BAFFI mia assoluta. [ ... ] E i documenti della Banca, a cominciare Governatore della Banca d'Italia dalla relazione annuale letta puntualmente ad ogni 31 mag- gio, sono stati testi essenziali per valutare e per prevedere 97 quanto sarebbe accaduto nel campo dell'economia •

Baffi era così attento all'immagine della Banca d'Italia taria richiede soprattutto la realizzazione di condizioni che rendano eco- nomico l'impiego delle risorse e che stabilizzino il tasso atteso di profitto, che un giorno scrisse, «rammaricato», perfino a Eduar- occorre che un negoziato sociale porti alla definizione di una politica del do De Filippo, il quale in una commedia aveva rappre- costo e della mobilità del lavoro in funzione di chiari obiettivi di investi- sentato i dipendenti dell'istituto in modo denigratorio: mento e di occupazione. E se è valida la dimostrazione, che abbiamo cerca- to di dare, del danno derivante allo stesso mondo del lavoro da meccanismi «Alla Banca d'Italia, salvo rare eccezioni, attendiamo ai retributivi che alimentano la spirale prezzi-salari, occorre modificarli» (Pa- nostri doveri con una certa dignità professionale, e riten- rouz di Governatore, cit., p. 142). 93 go che Lei [ ... non aveva proprio bisogno di metterci Jemolo, con nonchalance, fa un riferimento colto al Conte di Carmagnouz J di Alessandro Manzoni nel cui secondo atto, in merito alla battaglia di alla berlina come ha fatto, anzi avrebbe dovuto scegliere 98 Ma~l~d10,. s1 legge: «Affrettatevi, empite le schiere, / Sospendete i trionfi meglio il suo bersaglio» • :d 1 ~10ch1, /Rito1:1ate alle vostre bandiere: / Lo straniero discende, egli e qm. / Vmc1tor, siete deboh e pochi?/ Ma per questo a sfidarvi ei di- scende; / _E voglioso _a quei campi v'attende / Ove il vostro fratello perì». Manzom mtende chiaramente deprecare la logica autolesionistica delle 05 Giglio bianco, Via Nazionale, cit., p. 262. guerre intestine nelle quali vincitore è il «podestà forestiero». 96 Lettera di Baffi a Romano M. Levante del 27 luglio 1979, pubblicata in "' L'entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori (legge 300/1970) e nello In difesa dello Stato, al servizio del paese. La battaglia di Giorgio Ambrosoli, Paolo specifico dell'articolo 19 (Costituzione delle Rappresentanze Sindacali Baffi, Silvio Novembre, Mario Sarcinelli e di Tina Anselmi, a cura di Giuseppe Aziendali) portò alla nascita nel nostro ordinamento della nozione di Amari, Ediesse, Roma 2010, p. 578. «sindacato maggiormente rappresentativo», soprattutto con l'obiettivo di 97 Scalfari-Turani, Razza padrona, cit., p. 63. attribuire a tali sindacati il potere di costituire le RSA e, per loro tramite, 8 " Lettera di Baffi a Eduardo De Filippo del 29 aprile 1963, in ASBI, Carte di fruire dei relativi diritti. La riforma dell'articolo 19 ha sostanzialmente Baffi, Monte Oppio, cart. 3, fase. 27, p. 6. Devo la segnalazione a Elisabet- ridimensionato l'im_portanza della qualificazione di «sindacato maggior- mente rappresentativo». ta Loche, ricercatrice dell'ASBI. La lettera fu rispedita al mittente a causa di un errore nell'indirizzo postale. 58 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO Al'iNI DEL DISINCANTO 59

BANCA D'ITALIA Il Governatore Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 22 dicembre 1978

Roma, 6 luglio 1978 Consulente legale della Banca d'Italia, spesso ]emolo Caro Professore ]emolo, non riteneva giusto farsi pagare, o chiedeva onorari risibi- li perché riteneva di per sé appagante lavorare al servizio la relazione annuale prima, il nuovo cambiamento di dello Stato: «Non si ammette più che si possa lavorare personale all'interno del direttorio, il quarto in tre anni, e 100 gratuitamente per il proprio Paese» • Pierluigi Ciocca ogni volta per me un grosso sforzo onde controllare il corso ricorda quanto dicevano i testimoni di vivaci discussioni, degli eventi, mi avevano sin qui impedito di leggere la no- prima di Natale, in Banca d'Italia per decidere cosa re- ta su «gli italiani nel nostro secolo»99 • Lo ho fatto ora, con galare a J emolo, irremovibile nel rifiutare un corrispetti- il godimento intellettuale che nasce dall'esattezza della vo 101. A sua volta Giovanni Spadolini, vedendo un giorno sua rappresentazione della società italiana, ma anche con un dipinto di Ottone Rosai appeso a una parete in casa di ]emolo, pensò: «Forse donato da qualche cliente stupito l'animo che al procedere della lettura si velava di tristezza 102 dalle famose basse parcelle dijemolo ... » • per il senso di decadenza di tanti valori. In effetti c'era qualcosa di giansenista nell'atteggia- Non so se abbia visto o saputo che l'Espresso qualche mento di Jemolo. Cultore della storia, già nel 1928 egli mese fa si è occupato del nostro scambio di auguri per il aveva pubblicato presso Laterza Il giansenismo103 in Italia ·Natale. prima della rivoluzione, uno studio criticato da padre Ago- Con saluti deferenti mi abbia stino Gemelli104, che lo definì «lavoro sterile» di «un'ani- ma vittima delle illusioni modernistiche». Suo Paolo Baffi

HXJ ]emolo, Questa Repubblica, cit., p. 299. 101 Testimonianza resa al curatore da Pierluigi Ciocca, Roma, 16 dicembre 2013. 102 Giovanni Spadolini, Ruscello mazziniano tra Chiesa e Stato, in «La Stam- pa», 17 gennaio 1981. 103 ~ovimento teologico, religioso e politico, il giansenismo prende nome da Giansenio (forma italianizzata del nome di Cornelius Otto Jansen, 1585-1638), teologo olandese il cui trattato Augustinus, uscito. posn~mo, fu condannato con un decreto dall'Inquisizione (1641), quindi da Crba- 99 no VIII ( 1642) e da Innocenzo X, la cui bolla Cum occasione ( 1653) dichia- Jemolo rimarca spesso nei suoi scritti il decadimento degli uomini po- rava ereticali le sue posizioni sulla grazia e sul libero arbitrio, sul peccato huo: «Per scorgere le grandi figure, in tutto l'orizzonte d'Europa e d'A- universale e sulla redenzione (fonte: Treccani.it). menca, occorre andare molto indietro nel tempo (perché non bastano le 104 In relazione all'Cniversità Cattolica del Sacro Cuore, fondata da Ago- buone vol_ontà_ed i_ nobili sentimenti a creare i grandi uomini di Stato); stino Gemelli nel 1921, può essere interessante ricordare che negli anni ma da n01 rap1d1ss1ma decadenza. Con quei caratteri quasi da manuale Settanta Jemolo difese il professore Franco Cordero nel processo ammi- delle fini_ dei regimi: il parlare molto, ma sempre in termini vaghi, la nistrativo davanti al Consiglio di Stato contro l'Ateneo milanese, conclu- mcapaota d, scontentare qualsiasi gruppo, di sacrificare qualsiasi nucleo sosi con la sentenza della Corte Costituzionale n. 195 del 1972: si trattava d'interessi consolidati e tangibili, preferendo di creare o lasciar sussistere di esaminare il problema dei condizionamenti sulle libertà degli inse- un generale senso di insoddisfazione, di scetticismo, di senso della barca che va alla deriva Qemolo, Anni di prova, cit., pp. 262-263). gnanti nello svolgimento della loro attività di docenti'. ~he ]emolo be~ conosceva per avere insegnato nella medesima Umversna Cattohca negh 61 60 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO

]emolo, in una lettera a Luigi Einaudi del 16 giugno tandoci, con atti e lettere, queste ed altre rinunce a posti, 1953, esprime così il suo pensiero: prebende e cariche. Voleva giustificarsi con noi: «Vedete, i denari non me li sono spesi con le donne; non ci sono, Credo pure io nella trasformabilità degli uomini e così e perciò non li trovate, perché non li ho mai presi!». Mia dei popoli. C'è un piccolo numero di non educabili, ma madre (gli voleva molto bene) ha sempre accettato, sia pu- nel fenomeno di massa non contano. [ ... ] Peraltro, come re con rassegnazione, tali sue peregrine iniziative (anche perfezionare quella trasformazione? L'elevazione del teno- quando dovemmo venderci la casa e consumare l'eredità re di vita al di sopra di un certo livello mi sembra condi- di lei); però ogni tanto ci faceva un gesto toccandosi la testa, come a dire: «Quest'uomo non è onesto, è da inter- zione necessaria, ma non sufficiente; occorre aggiungervi 5 quell'imperativo etico o religioso che dà il senso della so- dire», poi sorrideva e si capiva che era orgogliosa di lui 1° . cialità, e che può far amare lo Stato e farlo sentire come la casa comune. Il senso di responsabilità di Paolo Baffi è splendida- mente testimoniato da Marco Vitale, che ha intessuto Un altro grande personaggio, noto - oltre che per es- con il governatore un intenso rapporto epistolare tra il sere stato direttore generale dell 'IRI (1934-1944 e mar- 1980 e il 1989. Baffi, che parla di lui come «uomo di cul- 106 zo-maggio 1946) e poi governatore della Banca d'Italia tura fervido di idee» , gli riconosce di appartenere «in succedendo a Einaudi (1947-1960) - per le autoriduzio- tutta evidenza alla eletta e ristretta cerchia di persone ni del proprio stipendio, fu Donato Menichella, come che alla finezza dell'ingegno sommano quella del sentire 107 testimonia il figlio Vincenzo: e il coraggio morale» • Scrive dunque Vitale:

Mio padre era uno «specialista dell'autoriduzione». Io insegno ai miei studenti che il potere è connatura- Autoridusse il suo stipendio nell'anteguerra a meno della to all'uomo; che non esiste attività umana senza potere, e metà. Non ritirò, quando fu reintegrato all'IRI, due anni e che non esiste potere senza responsabilità; che la scelta è, mezzo di stipendio; al presidente Paratore rispose: «Dall'ot- piuttosto, tra i fini per i quali esercitare il piccolo o grande tobre 1943 al febbraio 1946 non ho lavorato!». Fissò il suo potere che ci viene assegnato, tra potere responsabile e po- stipendio nel dopoguerra a meno della metà di quanto gli tere irresponsabile; che non dobbiamo fuggire dal potere, veniva proposto; lo mantenne sempre basso. Se il decoro ma anzi addestrarci a gestirlo, nelle grandi e nelle piccole del grado si misura dallo stipendio, agì in modo spudorata- cose, con responsabilità e per finalità positive. Paolo Baffi, mente indecoroso! Il 23 gennaio 1966, al compimento del il generale Dalla Chiesa, Giorgio Ambrosoli: questi uomini, settantesimo anno, chiese ed ottenne che gli riducessero il semplicemente facendo fino in fondo il loro dovere profes- trattamento di quiescenza, praticamente alla metà, giustifi- sionale, esercitavano un potere. Ed è una grande fortuna candosi così: «Ho verificato che da pensionato mi servono che, anche nei momenti più neri, vi siano uomini che non molti meno danari!». Ai figli ha lasciato un opuscolo dal fuggono davanti alla necessità di esercitare, con responsa- titolo: «Come è che non sono diventato ricco», documen-

10, Vincenzo Ylenichella, intervento in occasione della Giornata Yleni- anni accademici 1925-1927. Cfr. Sergio Lariccia, Arturo Carlo ]emolo: una chella, 23 gennaio 1986. voce di "coscienza laica» nella società italiana del Novecento, relazione al con- 106 Da un biglietto di auguri di Baffi a Luca Scalfati, in www.marcovitale.it/ vegno Maestri del Novecento (Torino, 9 marzo 2013), pubblicata in «Stato, laudi/pop88_scalfati.html Chiese e pluralismo confessionale», rivista telematica (www.statoechiese. 107 Lettera di Baffi a Marco Vitale del 18 maggio 1989, in http:/ /www.mar- it), n. 23, 2013. covitale.it/laudi/pop08_baffi.html -

ANNI DEL DISINCANTO 63 62 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO

bilità e con l'accettazione consapevole dei rischi connessi, Avv. ARTURO CARLO ]EMOLO il loro potere. La nostra società non è ammalata di trop- Professore Emerito nella Università di Roma po potere, ma, caso mai, di troppo poco potere, di potere troppo concentrato, di potere irresponsabile, che non vie- 00195 ROMA, 22 Dicembre 1978 ne chiamato a corrette rese di conto, di potere oscuro. Essa Via F. Paulucci de' Calboli, 9 - Tel. 354.297 8 è piuttosto malata di ingiustizia1° •

Baffi non mancò di seguire il suo alto senso di re- Eccellenza, sponsabilità, pur consapevole delle difficoltà che lo at- La ringrazio anzitutto del compenso che ha voluto far- tendevano, quando il 19 agosto 1975 accettò la nomina mi pervenire per l'opera di consulenza data all 1stituto, di governatore. 109 cui sono ormai affezionato come se facessi parte della sua Rispondendo a una lettera di Enrico Cuccia , che si complimentava per la sua nomina, scrisse in tutta mode- famiglia, e con un affetto sorretto dalla r~gione, in ~uan- stia: «Caro dott. Cuccia, se la successione che Ella beni- to mi pare uno dei superstiti pilastri dz una Italia che gnamente definisce "esemplare" si fosse potuta realizzare tende a sprofondare. E la Sua opera è preziosa; nelle sue 110 con persona più giovane, il Paese ne avrebbe giovato» . relazioni risuonano la voce della saggezza e quella del Baffi, comeJemolo, non è manicheo nei giudizi, mai buon senso, coglibili anche da chi non sia economista. prevedibile: ama distinguere, soppesare, applica una lo- Le manderò al primo invio di carte un mio libriccino, gica ferrea; ha una natura puntigliosamente analitica, raccolta di articoli di giornale degli ultimi anni; non cre- riflessiva. In una lettera del 1988 a Sandra Bonsan ti, che in una partecipazione televisiva aveva difeso la Banca d'I- do che avrà il tempo di leggerlo, ma se in una breve va- talia, Baffi scrive: «Bene ha fatto a ridicolizzare l'immagi- canza vorrà scorrerlo, spero che sarà consenziente. naria divisione del mondo della finanza in due opposte Gradisca i più devoti e fervidi auguri di un '79, il mi- fazioni. Se divisioni esistono, esse sono lungo altre linee: gliore possibile, e nella vita fa miliare buono senza riserve, l'onestà, per esempio, la disponibilità o meno ai dubbi e mi abbia sempre 111 compromessi» • Suo dev. a. c. jemolo

Al Prof. Paolo BAFFI 108 Marco Vitale, Riflessione pubblica in occasione del decennale dell'attacco po- Governatore della Banca d'Italia litico-giudiziario alla Banca d'Italia del 1979, intervento al Circolo Società Civile di Milano, 15 maggio 1989, p. 18 del testo dattiloscritto. Palazzo della Banca - Via Nazionale 91 109 Enrico Cuccia (Roma 1907 - Milano 2000) partecipò nel 1946 alla fon- 00184-ROMA dazione di Mediobanca, di cui fu amministratore delegato fino al 1982. Rimase comunque nel Consiglio finché nel 1988 venne nominato «pre- sidente d'onore» della stessa. In proposito si consiglia la lettura di Enrico Cuccia. Promenwria di un banchiere d'affari, a cura di Sandro Gerbi e Gian- domenico Piluso, l\ino Aragno Editore, Torino 2014; inoltre, di , Cuccia e il segreto di Mediobanca, Feltrinelli, Milano 2014. 110 ASBI, Archivio ex Componenti del Direttorio, Direttorio Baffi, cart. n. 9. 111 Sandra Bonsanti, Il grande gioco del potere, Chiarelettere, Milano 2013, p. 80. 64 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 65

Paolo Baffi a Arturo Carlo Jemolo, 8 gennaio 1979 board citerà Friedman e gli elicotteri che gettano dena- ro dal cielo. (Da quel momento i suoi critici lo sopran- In relazione alla «profonda saggezza» - rimarcata da nomineranno «Helicopter Ben»). Secondo Bernanke, Baffi nella lettera che segue - degli scritti di ]emolo, è tra gli strumenti a disposizione della politica economica, interessante analizzare una sua osservazione sugli spre- la politica fiscale può giocare un ruolo importante per chi statali nel Sud d'Italia. Dotato di grande sobrietà e contrastare i fenomeni deflattivi: «A broad-based tax, for senso dello Stato, ]emolo interviene sul tasso di povertà example, accomodated by a program of open-market del Mezzogiorno e sull'analfabetismo. Pensa che elargire purchases to alleviate any tendency for interest rates to contributi «a pioggia» sia deleterio. E un suo vaticinio increase, would almost certainly be an effective stimulant del 1978, purtroppo, si awererà: to consumption and hence to prices». E specifica che «people know that inflation erodes the real value of the Si crea una tassa per il Mezzogiorno, si spendono som- government's debt and, therefore, that it is in the inte- me enormi. A rischio di scandalizzare, manifesto il mio pensiero, che si sarebbe operato più fruttuosamente per rest of the government to create some inflation»ll5. il Mezzogiorno, facendo spargere in biglietti da diecimila Pur usando la felice immagine delle banconote lan- lire da elicotteri quelle somme sulle province meridionali. ciate dall'elicottero, esiste comunque una forte differen- Costruzioni di grandi impianti; qualche centinaio, qualche za concettuale tra ]emolo e il duo Friedman-Bernanke. migliaio di dipendenti; ma non s'industrializza una regio- ]emolo approccia il tema da un punto di vista distribu- ne se non si crea anche una rete d'industrie secondarie e tivo e sostiene che l'amministrazione dei fondi pubblici terziarie, d'iniziativa locale, e la borghesia del Mezzogiorno è stata tanto corrotta che meglio si sarebbe fatto dan- è sempre quella nota a Giustino Fortunato ed a Gaetano doli senza alcun criterio, cioè buttandoli dall'elicottero. Salvemini, non s'impegna. S'impegnano, approfittando di Friedman non si riferisce assolutamente alla migliore o agevolazioni e sowenzioni, creando società locali, anche qualche piccolo stabilimento, gli uomini di affari del Kord. peggiore qualità dell'amministrazione; vuole solo mo- Ed accanto ad opere utili, quante inutili, le autostrade con strare in modo paradossale che inflazione e deflazione scarsissimo traffico, ma maestosi viadotti 112• sono fenomeni monetari, non reali.

Milton Friedman, Premio Nobel per l'economia nel 1976, da monetarista era convinto che l'inflazione fos- se sempre un fenomeno monetario, per cui la deflazio- ne possa essere combattuta «dropping money out of a 113 helicopter» • Anche il presidente della Federai Reserve, Ben Ber- nankell4, in un intervento come membro dello stesso

112Jemolo, Questa Repubblica, cit., p. 298. 113 Milton Friedman, Optimum Quantity of Money, Aldine Publishing Com- pany, Chicago 1969, p. 4. Federai Reserve degli Stati Cniti dal 1 ° febbraio 2006 al 31 gennaio 2014. 114 m Ben S. Bernanke, Remarks by Governar before the National Economists Club, Ben Shalom Bemanke (Augusta, Georgia 1953) è stato chairman della Washington, D.C., 21 novembre 2002. 66 PAOLO BAFFI - ARTCRO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 67

Paolo Baffi Paolo Baffi a Arturo CarloJemolo, 22 febbraio 1979 Roma, 8 gennaio 1979 Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 24 febbraio 1979 Illustre e caro Professore, Baffi intuì con grande anticipo che il rialzo dell'infla- i Suoi auguri per il nuovo anno mi sono giunti som- zione mondiale avrebbe portato alla rivalutazione dell' o- mamente graditi. Ma gli auguri di Buon anno sono mag- ro. Annoterà Guido Cadi: giormente dovuti a Lei; come persona più degna, e come quella cui spetta, fra tutti gli italiani oggi viventi, la Il merito di questa intuizione [acquisto di oro da parte di Bankitalia, ndr] va attribuito a Paolo Baffi, allora con- massima autorità morale. Non che essi ispirino la loro sigliere economico della Banca. In un saggio pubblicato condotta alla profonda saggezza dei Suoi scritti, ma senza nella primavera del 1953 sul «Giornale degli Economisti», di Lei sarebbe anche peggio. Baffi awertiva che si sarebbe manifestata una scarsità d'oro se le autorità monetarie degli Stati Uniti avessero deside- In tali sentimenti La prego di ricordarmi. rato mantenere nel corso degli anni la convertibilità del Suo devotissimo dollaro, sulla base del prezzo ufficiale di 35 dollari l'oncia. L'allarme di Baffi indirizzò la nostra politica di accumula- Paolo Baffi 116 zione delle riserve •

Una capacità previsiva di cui Baffi, senza falsa mode- stia, rendeva edotto Jemolo. Per il governatore, «il ritor- no all'oro, conseguenza di una irragionevole inflazio- ne», aveva rappresentato una «sconfitta della ragione». Ma egli stesso riteneva di «aver avuto qualche merito nel volgerla a vantaggio del Paese».

116 Carli, Cinquant'anni di vita italiana, cit., p. 194. 68 PAOLO BAFfl - ARTL'RO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 69

BANCA D'ITALIA Nei primi anni Settanta la posizione governativa pre- Il Governatore vedeva un piano di espansione articolato con grandi in- Roma, 22 febbraio 1979 vestimenti anche pubblici. Visto che la chimica italiana Illustre e caro Professore, era strutturalmente debole, andava rafforzata sostenen- do l'emergere di nuovi soggetti imprenditoriali. Il risul- la lettura dei suoi saggi, offre sempre ampia materia tato fu la costruzione di nuovi impianti chimici e petrol- 118 all'apprendimento, alla riflessione, all'arricchimento spi- chimici nel Sud, in particolare in Sardegna e Sicilia • rituale. Ciò è avvenuto anche per il volumetto «Gli uo- Sul piano strategico ne derivò che gli istituti di cre- mini e la storia»117 del cui omaggio Le sono assai grato, dito industriale, attraverso fondi agevolati, dovettero fi- come della gentile dedica e della lettera. In esso ho trovato nanziare quel grande processo, che vide come protago- molti riscontri con le mie personali esperienze e valutazio- nista il gruppo Rovelli, il quale nel tempo fu largamente ni. finanziato, attraverso un numero spropositato di entità societarie, per cui il sistema bancario si trovò a dover ge- Naturalmente mi sono in special modo soffermato sul stire una forte esposizione nei confronti del suo gruppo. capitolo dedicato ad Einaudi «uomo della ragi,one» e su- L'esposizione maggiore era nei confronti dell'IMI, ossia gli ultimi cinque dove si dice delle «sconfitte della ragi,o- l'istituto di credito industriale a medio termine control- ne». lato dal Tesoro. Di alcune sto amaramente soffrendo: ad esempio In relazione ai fidi - enormi - concessi ai Caltagirone dell'eccessivo sviluppo dato agli impianti chimici nel Sud, e Rovelli valgono le considerazioni di Marco Vitale sui «banchieri amici»: che ora coinvolge in una grave crisi gli istituti di credito. Un 'altra (il ritorno all'oro, conseguenza di una irragi,o- Senza l'appoggio di banche amiche, certe storie impren- nevole inflazione) credo di aver avuto qualche merito nel ditoriali del nostro Paese sarebbero del tutto impensabili. volgerla a vantaggi-o del Paese: difendendo, contro diversi Come incomprensibile è la durata, la tenuta di certi gruppi affaristici, mascherati da imprenditori, che, pur accumulan- avvisi, la componente aurea della riserva; su tremila ton- do errori e ruberie, sopravvivono molto al di là di quello nellate circa essendosi il prezzo dell'oro moltiplicato per che la sanzione di un mercato funzionante dovrebbe loro sette, il Paese lucra un profitto superiore a 1 O mila mi- concedere. Quando poi si arriva in dirittura d'arrivo, essi ri- liardi. escono quasi sempre a sfilarsi, con grandi fortune personali, lasciando i corrispondenti debiti verso le banche a carico 119 Con rinnovato grazie e devoti saluti delle imprese e dei quali qualcun altro se ne farà carico • Suo Paolo Baffi In una lettera a Massimo Riva del 3 marzo 1983 Baffi spiega quali ragioni furono addotte per il finanziamento

117 Arturo Carlo Jemolo, Gli uomini e la staria, prefazione di Leopoldo Elia, 11 ' Cfr. Vitale, Riflessione pubblica in occasione del decennale dell'attacco politic(}- Studrnm, Roma 1978. E una raccolta di articoli diJemolo apparsi su «La Stampa». giudiziario alla Banca d1talia nel 1979, cit., p. 7. 119 Marco Vitale, Gli artigli sulle banche, in «Società Civile», giugno 1990. 70 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO JEMOLO ANNI DEL DISINCANTO 71

dell'industria chimica quando lui era sostituto del presi- senza rendersene conto, era divenuto compartecipe del- dente dell'IMP20 (negli anni in cui fu direttore generale ~~e ~0 121 la SIR, proprio per le dimensioni i~ cr~d/ aveva di Banca d'Italia, 1960-1975) • Lo spazio, in Italia, per raggiunto in relazione al valore degh 1mp1ant1» 2.. la chimica c'era, ma purtroppo gli imprenditori italiani In una lettera a Federico Caffè, datata 2 apnle 1980, non furono capaci di diventare competitivi: Baffi spiega il contesto ~elle sc~lt~ dell'_IMI favorevoli ai Rovelli: è evidente che, m cons1gho, egh non poteva cer- L'estero ha trovato da noi acquirenti per una importa- zione netta di prodotti chimici pari a 4mila miliardi di lire, to capovolgere una strategia nazionale che _av~va radici ciò significa che gli spazi di mercato per nuove capacità tanto profonde, guidata come era da org~m. d1 go:er~o produttive esistevano; purtroppo essi sono stati catturati e gestita dagli organi esecutivi degli istituti d1 credito m- dalla concorrenza straniera. L'errore è quindi consistito dustriale: non nella creazione di un eccesso di offerta rispetto alle dimensioni potenziali della domanda, bensì nella costru- Nel 1975, abbiamo deciso di finanziare il piano SIR in zione di impianti non competitivi. una fase di grave recessione (le punte all'ingiù dell'investi- La stessa mano d'opera, di fronte all'unico datore di mento e del reddito si collocano al giugno ed è nell'estate lavoro, è venuta presto assumendo gli atteggiamenti del che fu dato il via al piano nazionale di rilancio che condus- 124 pubblico dipendente: ciò ha, in misura imprevista, allunga- se alla crisi della lira : fu come se un esercito muovesse to i tempi di allestimento degli impianti e innalzato i loro all'attacco senza munizioni). Tutta l'industria era allora in costi. Potrei richiamare altri fattori, tra cui di molto peso fu crisi. La Fiat si indebitò grandemente con le banche, 1~ l'oligopolio distruttivo tra i beneficiari dei finanziamenti, e Pirelli svalutò il capitale. Ritenemmo che anche per la ch~- anche, in minor misura, tra i loro finanziatori. mica la crisi fosse ciclica, non strutturale come apparve poi. Otto anni fa, in quelle laceranti sedute, non siamo stati Credemmo nella priorità dell'obiettivo di sviluppo delle capaci di scorgere il risultato ultimo cui avrebbe condotto regioni depresse, iscritto, oltreché nei progra?1mi gover~a- la fitta rete di interrelazioni tra un numero elevato di varia- tivi, nello stesso statuto dell'IMI (art. 5) che e nato nell ul- bili, molte delle quali erano, insieme con alcuni parametri tima grande depressione precedente qu~ll~ _d_el 1~75. Il le~ strutturali, in rapido movimento122• gislatore era consapevole che a questa att1V1ta menvano dei rischi tanto che sancì la garanzia dell' «interesse» del 5 per Nella sua obiettività Baffi riesce anche ad apprezza- cento' sul capitale e la possibilità della garanzia stat"ale per 12 re alcune considerazioni del giudice Antonio Alibrandi le obbligazioni (artt. 11 e 5 della legge costitutiva) ". contenute nella sentenza del suo proscioglimento, 1'11 giugno 1981. In quella sentenza piena di rimproveri, in- In occasione del ritiro della Targa d'oro Stefano Si- fatti, egli riconosce la validità dell'assunto che «l'IMI, glienti, il 18 novembre 1988, Baffi avrà modo di tornare sul caso SIR:

120 Al tempo, secondo le norme in vigore, la carica di consigliere sup- plente del presidente dell'IMI spettava al direttore generale della Banca d'Italia. 121 123 Carli, Cinquant'anni di vita italiana, cit., p. 380. . . Per approfondimenti si consiglia la lettura del saggio di Vera Zamagni, 12, Il 20 gennaio 1976 il governo_ fu ~ostretto a chiudere 11 mercato dei L'industria chimica italiana e l'IMJ, il Mulino, Bologna 2010. 122 cambi, che riaprì solo quaranta g1orn1 dopo. Lettera di Baffi a Massimo Riva del 3 marzo 1983, in «Panorama», 11 febbraio 1990. 125Lettera di Baffi a Federico Caffè del 2 aprile 1980, in ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 2, fase. 13, p. 62. Cfr. qui a pp. 186-187. ANNI DEL DISINCANTO 73 72 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO

Roma, 24 febbraio 1979 Un sistema di equazioni ammette soluzione quando il loro numero uguaglia quello delle incognite; se lo supera, Illustre Professore, il sistema è sovradeterminato e non ha radici. Ebbene, nel nessuna recensione favorevole, anche con le più ap- caso della chimica e degli affidamenti di credito ad essa concessi, abbiamo caricato il sistema di qualche equazione prezzate firme, mi dà la soddisfazione di una sola Sua di troppo, con le varie condizioni enunciate: dell'equilibrio parola di consenso. Perché la lucidità del Suo gi,udizio è tra Nord e Sud, della specializzazione regionale (nel caso CIS), dell'equilibrio tra settore pubblico e privato, della per me guida sicura. rottura del duopolio dei produttori, di una scelta delle ubi- Graditissimo quindi il Suo scritto del 22 corrente, che cazioni obbediente a ragioni sociali, delle frontiere aperte, mi dà anche la consolazione di pensare che la mia ignoran- della concorrenza fra gli erogatori di credito, dell'impiego za economica sia sorretta da un po' d'intuito. totale delle risorse raccolte in operazioni di finanziamento Mi è sempre sembrato che instaurare industrie arbi- all'industria e non in titoli di Stato, e altre ancora. Quando a questa serie di condizioni si aggiunsero quelle esogena- trariamente senza tener conto delle località, dei traspor- mente determinate, ossia la quadruplicazione del prezzo ti, dell'ambiente, e soprattutto della possibilità - volendo del petrolio, la caduta del saggio di sviluppo e della doman- combattere la disoccupazione - di far sorgere industrie da delle economie occidentali, il balzo all'insù del tasso di interesse, il sistema espulse l'equazione principe: quella private secondarie intorno alla industria principale fosse 26 della solvibilità dei debitori 1 • un palese errore. (Vedo ora collateralmente un collega che dà assistenza ad un Istituto di credito di diritto pubblico Sempre critico verso se stesso, Baffi aveva già scritto a invocato a far parte del Consorzio di salvataggi,o della Jemolo il 22 febbraio 1979: «Di alcune ["sconfitte della SIR, ed ho l'impressione si gettino via altri miliardi, che ragione", ndr] sto amaramente soffrendo: ad esempio potrebbero essere più proficuamente usati, proprio in atti- dell'eccessivo sviluppo dato agli impianti chimici nel Sud, che ora coinvolge in una grave crisi gli istituti di vità che assorbano mano d'opera e possano concretarsi in 127 credito» • Per comprendere la frustrazione di Baffi è imprese capaci di tenersi a galla). necessario prendere in considerazione diversi fattori: Così ho sempre avuto fiducia nel! 'oro (pur troppo pla- politica industriale fuori tempo, errori manageriali e tonica, perché non ho fatto investimento aureo dei miei sindacali, controllo pubblico delle banche, corruzione, pochi soldi). sfruttamento cinico della politica creditizia da parte di Grazie di cuore del!' attenzione che accorda ai miei imprenditori troppo disinvolti. Cosìjemolo gli rispose due giorni dopo: scrittarelli. La prego di accogliere i miei saluti e l'espressione della mia sincera devozione. Suo Arturo Carlo ]emolo

126 Paolo Baffi, Discorso di accettazione della Targa d'oro Siglienti, in «Quaderni al prof. Paolo BAFFI Sardi di Economia», a. XIX, n. 1-2, 1989, pp. 15-28. Governatore della Banca d'Italia 127 Lettera di Baffi a Jemolo del 22 febbraio 1979, in ASBI, Carte Baffi, ROMA Monte Oppio, cit. 74 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 75

Paolo Baffi a Arturo Carlo Jemolo, 1 giugno 1979 Adesso vogliono solo distruggerlo, farlo fuori, affinché la Arturo Carlo J emolo a Paolo Baffi, 1 giugno 1979 sua sorte serva d'esempio ai suoi successori e ai suoi possi- bili imitatori, affinché tutti vedano che chi tocca quel ge- L'at~cco alla ~anca d'Italia partì il 13 luglio 1977 nere di fili muore. Ma lui non capiva, non vedeva quale con un mterrogaz10ne parlamentare di un senatore de- rapporto ci fosse tra il fare il proprio dovere secondo la mocristiano, Vincenzo Carollo (risultato poi iscritto alla legge scritta e quella morale, e meritarsi l'inimicizia dei P2), il quale chiedeva risposte in ordine ai finanziamenti governanti e dei magistrati. Credo che non lo capirà mai. erogati dall'IMI, attraverso il Credito Industriale Sardo Infatti, anche ora che quel terremoto è passato, il suo cruc- cio profondo è sempre lo stesso, non lo fa studiare, non lo (CIS), a favore della SIR di Nino Rovelli. Nel comitato fa gioire per nulla. Il potere ha distrutto un uomo, e il pae- es_ecu~vo dell'IMI sedevano, all'epoca dei fatti, anche se delle persone perbene ha assistito a questo delitto senza 128 G10rg10 Cappon, Paolo Baffi - quale sostituto del presi- alcuna apprezzabile reazione • dente dell'IMI - e Nino Andreatta. A seguito dell'inter- rogazione di Carollo partì un'inchiesta della magistratu- Secondo i giudici romani il disegno criminoso di Baf- ra su presunte irregolarità nelle procedure di emissione fi inizia il 7 aprile 1978 con il suo interrogatorio a Pa- dei crediti alla SIR. lazzo di Giustizia. Da qui sorge un scenario di crescenti L'attacco della magistratura romana sorprese enor- intimidazioni verso la Banca centrale, nei cui confronti memente Baffi, la cui reazione è documentata da Euge- i giudici non fanno nulla per mascherare la loro ostili- nio Scalfari: tà. Se ne deve dedurre che essi parteggino per Rovelli e Caltagirone, «creatori» delle sofferenze bancarie nei . «Che vogliono da me?» mi domandò Baffi il giorno che confronti dell'IR1 e dell'Italcasse. ?-11 fu r~capitato l'avviso di reato e poi quando fu arrestato Baffi non vuole cedere. Guido Carli, quando gli aveva 11 suo vr~e, Mari~ Sarcinelli e ristretto a Regina Coeli in mezz~ a1 detenuti comuni. Cercai di spiegargli, ma non fu passato il testimone di governatore della Banca d'Italia semplice. Lui e Sarcinelli si erano accorti che alcuni istituti nell'estate de 1975, era stato esplicito. Alludendo al rigo- di credito erano diventati un vero e proprio covo di mal- re di Baffi aveva detto: «Se ne accorgeranno!». fattori; altri navigavano in acque assai dubbie e avevano Laconicamente, nella lettera di accompagnamento a ~ostruit? ui:ia potenza enorme utilizzando senza scrupoli Massimo Riva della Cronaca breve di una vicenda gi,udizia- 1 denan dei depositanti e forzando con molta furbizia le ria 129, Baffi scriverà: norme del codice civile e penale. Queste cose e altre ancora, Baffi e Sarcinelli le avevano Purtroppo, come la classe politica (e i potentati a es- prima intuite, poi accertate, scatenando gli ispettori della sa legati nello scambio dei favori) ha dovuto accorgersi di «_Yigil~n~a» su ltalcasse, sulla banca Fabbrocini di Napoli me, io ho dovuto accorgermi della potenza del complesso ('.l cm dissesto è stato maggiore addirittura di quello di politico-affaristico-giudiziario, che mi ha battuto. Il monito Smdo~a).' sul potentissimo Banco Ambrosiano guidato dal potent1ss1mo Roberto Calvi. Ma non appena i primi segnali d'allarme cominciarono a scoppiare, i potentati colpiti e i loro protettori passarono 128 Biagi-Scalfari, Come andremo a incominciare?, cit., pp. 140-141. al contrattacco. 129 Scriverà Eugenio Scalfari: «È impressionante la vivezza di quel diario, . «Che :ogliono da ~e?» Avrebbero voluto - gli rispo- scandito da dati, nomi, fatti. L'oligarchia vi è vista all'opera in tutta la sua si - che lei fosse sordo, cieco e muto. Adesso è troppo tardi. ipocrisia, arroganza, cinismo ed efficienza» (La voce dell,a luna e quella del regi,me, in «La Repubblica», 11 febbraio 1990). 76 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO AKNI DEL DISINCANTO 77

di Carli avrebbe dunque dovuto essere rivolto anche a me Giuliano Vassalli, avvocato della Banca d'Italia, prova, in senso opposto. Del resto il modo in cui Carli giustificava senza successo, a chiedere un colloquio con i magistrati: [ ... ] la scelta di Cefis ( come quella di Ventri glia per il go- vernatorato) dimostra che egli giudicava senza speranza la La S.V. non ignora che l'incriminazione dei due funzio- battaglia contro questo apparato130• nari è stata preceduta da reiterate offerte del sottoscritto di volerli udire immediatamente a seguito della comparizione Il 24 marzo 1979 i carabinieri, guidati dal colonnello spontanea degli stessi richiesta per suo tramite e di voler Campo, entrano in Banca d'Italia per arrestare Mario ricevere la documentazione, dagli interessati e dalla loro Sarcinelli e notificare a Baffi l'incriminazione per inte- difesa ritenuta probante, atta a dimostrare l'insussistenza resse privato in atti d'ufficio e favoreggiamento, per non degli addebiti di cui si era costretti ad apprendere dalla aver trasmesso all'autorità giudiziaria la relazione degli stampa (segnatamente dal giornale «Il Fiorino») esistenza 3 ispettori in merito alla pratica del Credito Industriale e contenuti 1 4. 131 Sardo ( CIS) , che alla data del 7 aprile 1978 era ancora in gestazione. Baffi, nei suoi diari, scrive di essere venuto a cono- scenza dell'incriminazione già in precedenza. In effetti anche vari giornali, come «Il Fiorino», «Il Borghese»132 febbraio 1990, poi in Baffi, Parola di Governatore, cit., p. 216. Il titolo reda- e «Il Secolo d'Italia», attaccando Via Nazionale erano zionale di «Panorama» recitava: Cronaca breve di un 'infamia. usciti con la notizia qualche giorno prima. 134 Giuliano Vassalli, Istanza di immediato proscioglimento del dott. Paow Baffi e del dott. Mario Sarcinelli, 26 marzo 1979, in ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 121, fase. 2, so~tofasc. L È_ op~ortun? citare qui l'or_inio~ 22 marzo ne fattasi da Vassalli sulla VJcenda gmd1z1ana: «M1 sono fatto un idea. Maccanico mi chiama al Quirinale per dirmi di aver credo che fosse una persecuzione mirata a far fuori Baffi e soprattutto saputo che mi invieranno una comunicazione giudiziaria, e Sarcinelli. Avevano fatto passare Sarcinelli, che tutta sua vita ha votato forse spiccheranno mandato di cattura contro di me e Sar- repubblicano, per _un comuni~ta, _e q'.1alcuno, ave~do rac~o~t;;to quest~ storia ad Alibrand1, che era gmdICe istruttore, gh fece d1re. Allora bi- cinelli, perché non avrei segnalato alla magistratura irrego- sogna arrestarlo subito!". Lo misero ~entro per qu~sto, m~ la facc~r_ida larità nei finanziamenti (di chi?) a SIR-Rumianca emergen- era molto più intricata che un semplice rapporto d1 avvers10ne pohuca. ti da un rapporto della vigilanza. Il desiderio di Alibrandi di voler far l'inquisitore del governatore della Riferisco a La Malfa, il quale tuttavia è preso da altre Banca d'Italia era certamente legato a una procedura, credo quella dell'I- preoccupazioni 133• talcasse, che doveva essere stroncata e non andare avanti. L'ltalcasse era una specie di fondo della Democrazia Cristiana, a capo della quale c'era Arcaini. La faccenda dell'Italcasse dava n01a e questo processo doveva essere smontato: siccome il principale accusatore era Sarcinelli, tutto si orientò per trovare qualche cosa a carico di_ SarcineHi. Qualco~a fu tro- 130 Lettera di Baffi a Massimo Riva del 3 marzo 1983, cit. vato ma a carico di Baffi. [ ... ] Baffi era cons1ghere d1 un ente, I IMI, che 131 L'interesse privato in atti d'ufficio contestato a Baffi si riferiva alla par- avev~ commesso non so quale presunto errore. Insomma vollero s~oprire tecipazione del governatore al Comitato esecutivo dell'IMI, capofila delle Baffi: quanta pena ci passammo, mamma ~ia! E _quan~e lotte quotidiane, operazioni alle quali era stato chiamato a partecipare il CIS; per tale poi, con Alibrandi! Pure a male parole, nei hm1t1 d_el nspetto ~ella_ legge. partecipazione anche Baffi era ritenuto responsabile dei finanziamenti [ ... ] Comunque finì tutto bene, cioè furono assolti tutti: Sarcmelh ~veva alla SIR. ancora gli occhi fuori dalla testa. Sei vol~e sono_ and~to a u;ovare Sarcmelh 132 in prigione e le assicuro che era propno fuon d1 se; ce I aveva pure con Il direttore del «Borghese», senatore Mario Tedeschi, si scoprirà succes- noi avvocati, come se non facessimo abbastanza. Sotto sotto la faccenda fu sivamente, era iscritto alla P2, come il direttore di «OP», Mino Pecorelli, che si distinguerà per gli attacchi a Sarcinelli. tutta composta da Guarino, e con il mio accordo,: (intervista a ?iulian~ 133 Vassalli in La figura e l'opera di Guido Carli, a cura d1 Fedenco Carh, Bollati Paolo Baffi, Cronaca breve di una vicenda gi,udiziaria, in «Panorama», l l Boringhieri, Torino, 2014, pp. 677-678). 78 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 79

In una lettera a Giovanni Ferrara, nel 1984, Baffi ri- corderà: sima: l'articolo 10 prevede un'eccezione dall'obbligo dei pubblici ufficiali, per cui i fun~ionari addetti alla vigilan- La notizia della possibile, imminente applicazione a ca- za sono tenuti a riferire esclusivamente al governatore le rico di Sarcinelli e me, di provvedimenti restrittivi della irregolarità constatate durante l'ispezione, anche quan- libertà personale, mi venne fornita in questo stesso giorno do assumano la veste di reati. 22 da una fonte autorevole [Antonio Maccanico, ndr], nel- Il 2 aprile 1979 viene pubblicata una dichiarazione~ la certezza morale che non avremmo tentato di sottrarci al- manifesto137 a favore di Baffi e Sarcinelli, firmata tra gh la nostra sorte. È possibile che anche La Malfa l'abbia avuta altri da Sergio Steve, Federico Caffè, Nino Andreatta, dalla medesima od altra fonte e che essa si sia sommata ai Luigi Spaventa, Giorgio Fuà, Mare~ Onado, Paolo Sylos motivi di angoscia che già opprimevano il suo animo nel causare la morte seguita. Labini Mario Monti, Ezio Tarantelli, Marcello De Cecco. Durante i mesi precedenti avevamo già avuto la nozione Risul~to: tutti i firmatari vengono convocati dai magi- del nembo che si stava addensando sul nostro capo dalla strati come testimoni. Nell'appello degli economisti si campagna di stampa condotta dai giornali del sinistro Lui- legge: gi D'Amato («Il Fiorino», «Vita»), dal Borghese e dell'A- genzia Aipe (con minor pervicacia dall'Op), oltreché dalle Che le più recenti decisioni della magistratura sian~ minacce sottintese negli avvertimenti ricevuti ad opera di state precedute da una lunga e vergognos~ campa?na d~ dubitabili personaggi. Ne avevo parlato a La Malfa, il quale diffamazione e che esse siano state prese m un chma d1 mi aveva offerto il pegno affettuoso della sua solidarietà tensioni e sospetti che finiscono per ri~ettersi sulla stessa politica e morale135• magistratura, aumenta il nostro senso d1 grave allarme per le sorti della democrazia in Italia. La Procura di Roma conosce benissimo la procedu- ra che l'Ispettorato segue per le ispezioni bancarie: che Il Premio Nobel per l'economia Franco Modigliani vengono sempre comunicati alla magistratura tutti i rap- racconta: porti da cui emerga un reato. Ma dal rapporto sul CIS non emergeva appunto alcun reato. Come scriverà Baffi Quando Sergio Steve organ~zzò la marci~ de~li_ econo- in data 14 maggio 1979 nella Cronaca breve, «Alibrandi misti contro l'incriminazione d1 Baffi e Sarcmelh, IO ma~- voleva imputarmi come "atto commissivo" l'aver apposto dai da Boston un telegramma per far sapere che con lo spi~ rito ero insieme a loro. E Steve lo lesse a voce alta davanti al rapporto CIS la consueta annotazione in cui, con una formula di rito, manifestavo il mio assenso alle conclu- sioni della Commissione per le sanzioni che erano per 1,1 Le dichiarazioni furono quattro in tutto. Nella prima, del 2~ ma~z? l'archiviazione. Alla fine ha rinunciato»136• 1979, si leggono anche le firme di Ar~uro _C~rlo Jemolo, Bruno V:sentm1, La legge bancaria del 1936 su questo punto è chiaris- Giuliano Amato e Massimo Severo G1anrnrn. Il 24 ~pnle 1979 ?h _eco?<_>- misti firmatari furono convocati in blocco. press~ 11 _Palazzo_ d1 GmstI~1~ dal giudice Antonio Alibrandi e int~rrogatI dal gmd1ce Luc1an~. Infeh~1: che non risparmiò loro espressiorn particolarmente sgradevoli. «LeVI 1 135 Lettera di Baffi a Giovanni Ferrara, novembre 1984, in Bonsanti, Il gomiti dal tavolo, qui il professore sono io!» e: «~vrebbe firmato un ma- grande gioco del potere, cit., pp. 79-80. nifesto per le Brigate rosse?». Accostamento.' a ~ir poco, blasfemo ... Cfr. 136 Baffi, Cronaca breve di una vicenda giudiziaria, in Parola di Governatore, Baffi, Cronaca breve di una vicenda giudizzana, c_It.; e_ an_ch_e Baffi, Par?la cit., p. 224. di Governatore, cit. Per i testi di due delle dich1araz1orn citate cfr. qm a pp. 177-180. 81 80 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO

all'ufficio del giudice Alibrandi. La lettera venne pubblica- tava solo di utilizzare i soldi raccolti sul mercato per un'o- ta il 25 marzo 1979 su molti giornali e diceva: perazione che rientrava perfettamente nella logica di una Sono talmente indignato che ho perso qualsiasi interes- banca di finanziamento industriale. [ ... ] lo sospetto però se per l'economia italiana. Non so se debbo credere alle in- che si voglia colpire Baffi come ex presidente dell'IMI per discrezioni date dalla stampa circa i loschi motivi che stan- colpirlo in realtà come governatore della Banca d'Italia. no dietro la crescente campagna di intimidazione contro la Banca d'Italia che è uno dei pochi pilastri su cui si regge la Sempre lo stesso giorno, su «La Repubblica», il diret- credibilità internazionale del Paese. So che l'arresto di Sar- tore Eugenio Scalfari si domanda: «A chi piace questo cinelli distrugge la credibilità dell'amministrazione della golpe?», e tra l'altro rileva: giustizia che lo ha eseguito e disonora il governo e l'intero 138 Paese che non tollera una cosa del genere • In tutta questa vicenda il presidente del Consiglio (Giu- lio Andreotti, ndr] è rimasto assolutamente muto. E un Il 5 aprile Sarcinelli ottiene la libertà provvisoria, ma silenzio assai strano. [ ... ] La Banca d'Italia ha promosso solo dopo che Baffi, ventiquattro ore prima, è stato co- negli ultimi tempi azioni ispettive nei confronti di alcuni stretto a firmare la sua sospensione dall'incarico di capo «santuari» del potere. In particolare le ispezioni hanno avu- della Vigilanza. Nel diario del governatore, alla data 4 to per oggetto l'Italcasse e il Banco Ambrosiano. Il silenzio aprile, si legge: della Presidenza del Consiglio è forse motivato da quelle ispezioni e dal desiderio di sgombrare il campo da vigila~- La firma della lettera di sospensione a Sarcinelli è l'atto ze troppo meticolose? Noi non vogliamo crederlo, ma 11 più avvilente al quale sia stato chiamato nella mia vita. La silenzio del presidente del Consiglio certo non ci aiuta a mortificazione che mi viene inflitta con l'incriminazione respingere questo sospetto. [ ... J A questo punto ciascuno e con questo atto impone l'abbandono della carica: non dei protagonisti politici deve parlar chiaro ed assumere le posso continuare a identificarmi col sistema delle istituzio- relative responsabilità. Far finta che tutto stia procedendo ni che mi colpisce, o consente che mi si colpisca in questo normalmente è un'ipocrisia che ormai non regge più. modo. Inoltre sono paralizzato nell'esercizio delle mie fun- zioni: come potrei discutere di industria chimica al CICR o In effetti il silenzio di Palazzo Chigi è assordan- inviare rapporti al giudice penale su ipotesi di reati simili a te. Andreotti sembra voler apparire «neutro, quasi 139 quelli di cui sono imputato ? anglosassone»140• Commentando nel suo diario la dichia- razione-manifesto dei professori, pubblicata il 2 aprile, Il 6 aprile, su «La Repubblica», in una intervista rila- egli scrive: « Temo che non giovi a trovare una rapida via 141 sciata a Giuseppe Turani, riper- d'uscita» • corre la vicenda dei finanziamenti alla SIR, ammettendo Tuttavia, a confermare ai «legionari della zizzania» i 142 che fu un grosso errore tecnico ma precisando: sospetti su «chi sa quali retroscena politici» , sarà una

L'idea che dietro quell'errore ci fosse un disegno crimi- noso mi sembra pazzesca. Per noi in quel momento si trat- 1'° Corrado Stajano, Un eroe borghese. Il caso dell'avvocato Giorgi,o Ambrosoli assassinato dalla mafia politica, Einaudi, Torino 1991, p. 206. 141 Giulio Andreotti, Diari 1976-1979. Gli anni della solidarietà, Rizzoli, Mi- 138 Franco Modigliani, Avventure di un economista. La mia vita, le mie idee, la lano 1981, p. 324. nostra epoca, a cura di Paolo Peluffo, Laterza, Bari 2001, p. 244. 1<2 Quelle tra virgolette sono parole di Giulio Andreotti, in «L'Europeo» 139 Ibid. del 25 agosto 1979. 82 ' PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 83 fonte del tutto inaspettata. Il 21 aprile 1979, conversan- e un grande partito popolare come il nostro non hanno 143 do a Palazzo di Giustizia con il redattore giudiziario del bisogno» • «Messaggero», il giudice Antonio Alibrandi rivela che La vicenda in cui furono coinvolti Paolo Baffi e Mario Mario Sarcinelli è stato così duramente colpito dalla Sarcinelli si concluse 1'11 giugno 1981 con una sentenza magistratura romana perché, nella sua attività di capo di proscioglimento, da parte del giudice istruttore Anto- della Vigilanza, sembrava aver preso particolarmente di nio Alibrandi, per tutti gli imputati. mira istituti bancari in Trentino, in Veneto e in Sicilia, Nel 1984 il giudice istruttore della Procura di Milano, «cioè in quelle località notoriamente note come feudi Giuliano Turone, nell'ambito dell'inchiesta su Michele democristiani». Il redattore del «Messaggero» scrive: Sindona, rileverà come il puntuale operato di «Sarcinel- li, come dirigente del Servizio di Vigilanza, fosse obiet- Sorpresi di tanta franchezza, i giornalisti hanno chie- tivamente di ostacolo agli interessi di Sindona (ma an- sto ad Alibrandi come mai si sia fatto paladino della DC che agli interessi di Calvi e - ciò che conta maggiormen- nei confronti della presunta «persecuzione» della Banca d'Italia. Risposta del giudice: «Qui non si tratta di ideo- te - in generale agli interessi finanziari facenti capo a logie ma d'amministrare la giustizia ed io, come giudice, quello che possiamo definire come il "sistema di potere non posso non rilevare questa mancanza di obiettività da P2", del quale Sindona e Calvi erano solo due esponenti parte della Banca d'Italia. C'è da augurarsi che Sarcinelli di rilievo)» 144. impari la lezione, se un giorno o l'altro riprenderà il suo La manovra della Procura di Roma, paralizzando di posto». fatto la Banca d'Italia e impedendole per oltre un anno di adottare prowedimenti amministrativi nei confron- «La Repubblica», il giorno dopo, commenta: ti del Banco Ambrosiano, consentì a Roberto Calvi di proseguire i suoi criminosi maneggi finanziari e le mal- Siamo dunque in presenza d'un magistrato il quale versazioni che porteranno l'Ambrosiano stesso alla ban- applica la legge per dare ad un cittadino veri e propri carotta. «avvertimenti mafiosi» per conto del partito di governo Nel luglio 1986 il faccendiere Francesco Pazienza con- [ ... ] incurante delle conseguenze che questo modo di procedere potrà avere su una delle principali istituzioni fermerà alla magistratura che l'incriminazione di Baffi e dello Stato, nella speranza che quel cittadino «impari la Sarcinelli era stata decisa dalla Loggia P2 nel corso di /,ezione» e la smetta dunque di fare il dover suo. Dichiara- una riunione svoltasi a Montecarlo, presenti il presiden- zioni del genere gettano un'ombra sinistra su una delle te del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, e il braccio de- 145 più delicate vicende giudiziarie di questi anni e sui legami stro di Licio Gelli, Umberto Ortolani • sotterranei tra gli uffici giudiziari romani e il partito de- mocristiano.

Il 24 aprile Andreatta si sente in dovere di rispondere 143 Beniamino Andreatta, in Andreatta e il caso Alibrandi, in «Il Popolo», 24 ad Alibrandi - che non ha smentito l'intervista - e torna aprile 1979. ' 144 Giuliano Turone, sentenza-ordinanza, Tribunale Penale di Milano, 17 nella sua qualità di responsabile economico della DC, a luglio 1984, pp. 77-78. farsi sentire vigorosamente: «Se qualcuno ha ritenuto 145 Umberto Ambrosoli, Qualunque cosa succeda, Sironi, Milano 2009, opportuno procedere contro la Banca d'Italia per fare p. 255. Mario Sarcinelli si convinse nel tempo che il suo arresto fosse conseguenza dell'ispezione - durata dal 17 aprile al 17 novembre 1978 - un "piacere" alla DC, sappia che di questi servigi il Paese che la Banca d'Italia aveva appena concluso al Banco Ambrosiano. In una 84 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 85

La manovra dei magistrati romani Antonio Alibrandi BANCA D'ITALIA e Luciano Infelisi resterà impunita. La vedova di Rober- Il Governatore to Calvi, Clara Canetti, racconterà ai magistrati milanesi che suo marito regalò a Infelisi una lussuosa BMW dotata Roma, 1 °. VI.1979 anche di computer di bordo. Tale denuncia darà luogo Caro Professore ]emolo, a un 'istruttoria presso la Procura di Perugia che si con- 148 cluderà con il proscioglimento del magistrato romano. il Suo articolo del 26 aprile mi ha profondamente Quando ]emolo difende Baffi sulla «Stampa», si ri- commosso; mi è anche servito in sede internazionale per bella a una società che accusa uno dei suoi uomini mi- far conoscere cosa pensava del mio caso l'uomo che rap- gliori. Come scrive Gianrico Carofiglio, «la ribellione è presenta la massima autorità morale vivente in Italia. il contrario dell'obbedienza ottusa, ad ogni costo, della rassegnazione all'ingiustizia, all'iniquità. [ ... ] Ribellio- Ho fatto allestire una traduzione inglese allegata per ne è responsabilità, autonomia, affrancamento. È rime- alcuni governatori amici che incontro a Basilea. dio contro la bruttezza, l'umiliazione, la perdita della Tuttavia non mi è possibile seguirLa sino in fondo 146 dignità» • lungo la strada di totale impegno che Ella mi addita E però - è importante sottolinearlo con Marco Vita- le - «le pressioni inaudite a cui furono sottoposti Baffi e poiché la funzione di governatore si è impoverita della Sarcinelli non venivano dal terrorismo o da altre trame sua componente di governo monetario per identificarsi eversive, ma da alte cariche di governo, da alti magistrati, quasi con quella di vigilanza, per cui ho minore vocazio- da alti prelati, da tutti gli amici influenti che Sindona ne, e che si svolge in un quadro di rapporti con la Ma- aveva in tutti i settori» 147• gistratura troppo incerto e gravido di rischi; e io questi rischi li sto caricando su di me da 19 anni ( sono entrato nel direttorio nel 1960) e il risultato si vede e si vedrà. Ho cercato dunque una via intermedia, indicata tra altri, con proprietà di concetti mi sembra, da Renato 149 150 Cantoni e da Alfredo Recanatesi , negli articoli che compiego.

148 L'articolo di Jemolo su «La Stampa» del 26 aprile 1979 si intitolava delicata e intensa testimonianza Sarcinelli aggiunse amaramente: «Quei L'articolo 140 e il caso della Banca d'Italia. Eccessivo potere di un solo giudice. fatti, che riguardarono me e soprattutto il governatore Paolo Baffi, sono Cfr. qui a pp. 172-173. una triste pagina che nessuno potrà cancellare» (testimonianza al proces- 149 Renato Cantoni (1915-1987), apprezzato collaboratore di importanti so sul crack del Banco Ambrosiano, Milano, 14 giugno 1991). 146 testate ( «Il Sole 24 Ore», «Il Mondo, «La Stampa»), era anche socio di Gianrico Carofiglio, La manomissione delle parole, Rizzali, Milano 201 O, uno dei più importanti studi di agenti di cambio milanesi. p. 103. 150 147 Alfredo Recanatesi (vivente), giornalista dal 1962, collaboratore di vari Marco Vitale, Quell'ansia di wgalità e verità da condividere con i nostri figli, giornali («Il Globo», «Il Sole 24 Ore», «La Repubblica», «La Stampa»), è in «Corriere della Sera», 4 novembre 2009. stato socio fondatore del Club dell'Economia. --

86 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 87

Con ~lta stima e vivissima riconoscenza la prego di Roma, 1 ° giugno 1979 credermi riservata alla persona Suo Paolo Baffi

Cara Eccellenza, mi commuove il Suo biglietto in data di oggi, così bene- volo per me, fino a qualificarmi di alta autorità morale ( e credo di essere tanto poco conosciuto), mentre sono ancora scosso dal leggere le dichiarazioni che hanno accompa- gnato la Sua relazione. Comprendo benissimo che siamo già entrati in una situazione di sfacelo, in cui non si dà più separazione di poteri e di competenze, ed il Governatore dell 1stituto di emissione è tra l'incudine e il martello, la prepotenza dei politici, e quella dei magistrati, che si considerano ormai organo sovrano con poteri illimitati. Credo che conosca il mio pessimismo circa le sorti dell 1- talia e le illusioni di chi crede in una solidarietà europea; tuttavia anche il rallentare la caduta, la discesa verso il baratro, è opera di amor patrio (per quanto pochi, ormai, questa parola dice ancora qualcosa?), ed è uno di quei sacrifici tanto più grandi, in quanto non è la massa del popolo a comprenderli e rendersene conto. Il Parlamento che affronti i problemi cui accenna R.e- canatesi151 noi non lo vedremo, e temo non lo vedano ne- anche le generazioni successive; e quanto ai tecnici di va- lore di cui parla Cantoni 152 ( e nella mia ignoranza non

151 Jemolo si riferisce a un passaggio dell'articolo di Alfredo Recanatesi su «Il Sole 24 Ore» del 30 maggio 1979 ( Banca d 1talia: è il rrwmento delle rifles- sioni) dove si descriveva «l'intricata giungla nella quale convivevano nella massima confusione norme legislative in contrasto tra di loro e quindi aperte ad ogni interpretazione». 152 Renato Cantoni, nel suo articolo Banca d1talia: tre mesi di confusione. Baffi se ne va e quando? su «La Stampa» del 23 maggio 1979. Aveva scritto: 88 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 89

so quali siano) si troverebbero di fronte alle Sue medesime Paolo Baffi a Arturo Carlo Jemolo, 28 agosto 1979 drammatiche difficoltà, ma senza avere il Suo prestigio Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 29 agosto 1979 morale ed internazionale. Il Suo allontanamento non può quindi essere che un Scrive Corrado Stajano: «Erano anni incandescenti. pregiudizio non lieve per il Paese. [ ... ] Ogni mattina il Giornale Radio delle 8 dava la no- tizia dei morti ammazzati all'alba. I rituali erano sem- Le scrivo con un particolare acuirsi del peso che ho sul pre gli stessi. La sparatoria, la fuga, la sagoma di gesso cuore nel vedere l 1talia d'oggi, io che ho visto ed ancora disegnata sui marciapiedi, la rivendicazione del gruppo servito, sia pure in posizioni modeste, quella dell'inizio terrorista telefonata a un giornale, il volantino lasciato in 153 del secolo; ma posso solo dirLe come italiano: si sacrifi- un cestino della carta, la paura» • chi finché può; e so che è una esortazione-preghiera che Il 17 marzo 1978 Baffi sentì il dovere di scrivere alla non sono degno di fare perché ignoro la mia capacità di signora Eleonora Moro, moglie dello statista rapito dal- le Brigate Rosse, che era suo collega di insegnamento sacrificio, essendo state ben insignificante cosa le scelte e presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università La rinunce che in anni lontani ebbi a fare. 154 Sapienza a Roma : Creda nella mia sincera ammirazione e nella mia scon- finata stima e mi abbia Gentile Signora, Suo dev. e se permette aff sono certo di esprimere il sentimento di tutti i miei col- leghi della Banca, oltre che il mio, nel manifestarLe il sen- Arturo Carlo ]emolo so di angoscia e trepidazione con cui seguiamo in questi tristi giorni la sorte del Suo illustre consorte. La sua auspi- A Sua Eccellenza cata sollecita liberazione segnerà un momento di unità nel il Prof. Paolo BAFFI quale tutta l'Italia si ritroverà commossa come una grande Governatore della Banca d'Italia famiglia. Con l'altezza dell'ingegno e con l'esempio mora- 00187-ROMA le, Egli è infatti assurto alla dignità di massima guida spi- rituale non solo del suo partito, ma di una moltitudine di Palazzo della Banca - Via Nazionale cittadini onesti e preoccupati della sorte della Patria che in 55 Lui si riconoscono' •

Baffi volle rendere omaggio a Moro anche nella chiu- sura delle Considerazioni finali ( 1977) lette il 31 maggio 1978, una ventina di giorni dopo il rinvenimento del ca- davere di Moro in via Gaetani: «Approfondire la riflessio-

«Il suo [di Baffi, ndr] eventuale successore dovrebbe essere scelto senza badare a schieram~nti politici o confessionali, tra quei pochi tec~ici di 153 Corrado Stajano, La stanza dei fantasmi. Una vita del Navecento, Garzanti, valore che ancora c1 rimangono. Il resto del direttorio della Banca d'Italia Milano 2013, p. 185. P?treb~e. ~ii_nan.~re al suo posto e verrebbe così scongiurata quella crisi 154 Aldo Moro, segretario della Democrazia Cristiana, venne rapito dalle d, cred1b1h~ ali m_teri:io e all'estero che seguirebbe a una degenerazione Brigate Rosse il 16 marzo 1978 e assassinato il 9 maggio 1978. delle nostre 1sutuz10m monetarie». Cfr. qui a pp. 174-176. 155 ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 9, fase. 5. Cfr. qui a p. 168. 90 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 91

ne su quanto a ciò si richiede [per «mantenere il nostro Baffi richiamerà le sue stesse parole ( «male compiu- paese, uguale tra uguali, nel consorzio delle nazioni civi- to») in occasione dell'assemblea del 31 maggio 1979, li» ... ] sarà modo non ultimo né meno degno di far rivi- rispondendo al presidente del collegio sindacale della vere entro di noi la voce che è stata spenta, di riscattare il Banca d'Italia: male che è stato compiuto». Parole precedute dall'apprensione per il calo del pro- Ai detrattori della Banca, auguro che nel morso della dotto industriale e per la crescita del tasso di disoccu- coscienza trovino riscatto dal male che hanno compiuto ali- pazione: «Offrire possibilità durature di lavoro a questa mentando una campagna di stampa intessuta di argomenti ingente massa di disoccupati è il traguardo nei confronti falsi o tendenziosi e mossa da qualche oscuro disegno. Un del quale ogni altro obiettivo diviene strumento». destino beffardo ha voluto che da questa campagna io fossi investito dopo 43 anni di servizio ed a pochi mesi dalla par- Come scrive Pierluigi Ciocca: tecipazione al negoziato sullo SME. Nell'opinione del governatore solo la consapevolezza riformatrice delle organizzazioni dei lavoratori, la cura lun- Il rapporto di Paolo Baffi con Aldo Moro e Ugo La gimirante degli interessi che esse rappresentavano, il loro Malfa era basato sulla reciproca stima. La scomparsa dei porsi a difesa della democrazia potevano arginare le forze due statisti - Moro il 9 maggio 1978; La Malfa, colpito da centrifughe della società italiana. Una politica monetaria ictus lo stesso giorno dell'incriminazione di Baffi e Sar- che in quella fase avesse creato ulteriore disoccupazione cinelli, il 24 marzo 1979, morirà il 26 marzo - rese molto avrebbe rischiato di pregiudicare la delicata transizione più difficile la difesa istituzionale della Banca d'Italia. che era in atto e i precari equilibri sociali e politici del I figli di Baffi, Enrico e Giuseppina, nel ringraziare paese. Un gioco non cooperativo tra la Banca d'Italia, im- il presidente dell'ABI, Antonio Patuelli, per aver orga- pegnata nella lotta all'inflazione, e i sindacati, che rivolge- nizzato l'incontro di Roma il 23 ottobre 2013 in onore vano la loro forte capacità contrattuale all'innalzamento 158 senza remore dei salari, poteva essere distruttivo, non solo di Paolo Baffi , confermano: «Nostro padre, quando per l'economia156. ricevette l'avviso di reato, si rese conto che le persone con cui aveva avuto un rapporto di amicizia e di condi- Da qui l'insistenza di Baffi per la «battaglia della per- visione di valori erano venute tutte a mancare o stavano suasione». Alcuni progressi furono fatti grazie a un pri- mo riorientamento moderato dei sindacati, che culmi- nò nella cosiddetta «svolta dell 'EUR» del febbraio 1978 quando il segretario della CGIL, Luciano Lama, fece u~ 158 In quell'occasione, presso la sede dell'Associazione Bancaria Italiana, è stato presentato il volume di Paolo Baffi, Parola di Governatore, Nino disconoscimento esplicito del salario variabile indipen- Aragno Editore, Torino 2013, cit. Il presidente della Repubblica, Gior- dente157. gio Napolitano, ha mandato un telegramma di congratulazioni in cui si leggeva: «Ospitando la presentazione del volume dal titolo Paolo Baffi, Parola di Governatore, l'Associazione Bancaria Italiana ha assunto la meri- toria iniziativa di rinnovare il ricordo di Paolo Baffi, insigne economista

156 e integerrimo e fedele servitore dello Stato. Attraverso la raccolta delle Pierluigi Ciocca, Ricchi per sempre? Una storia economica d'Italia ( 1796- Considerazioni finali, pronunciate nel corso del suo mandato di Governa- 2005), Bollati Boringhieri, Torino 2007, p. 301. 7 tore, e la pubblicazione integrale del diario tenuto da Baffi negli anni '.' «Ci siamo _re~i conto che un sistema ec_on~mico non sopporta variabili 1978-1981, l'opera consente di ripercorrere alcune cruciali vicende che md1pendent1, I aver sostenuto 11 contrano e stata una sciocchezza» (in- hanno caratterizzato uno dei periodi più difficili della vita economica e tervista rilasciata da Luciano Lama a «La Repubblica», 24 gennaio 1978). politica del Paese» (fonte: www.quirinale.it). ---

ANNI DEL DISINCANTO 93 92 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO per esserlo: pensò, in primo luogo, ad Aldo Moro e Ugo di Baffi a La Malfa, è del 22 febbraio 1962, in occasione La Malfa». della nomina a ministro del Bilancio: Baffi, nei suoi diari, il 27 marzo 1979 aveva scritto: Caro La Malfa: . «Non ci sono, ahimè, Einaudi, Mortara, Moro, La Malfa Nel momento della tua assunzione al dicastero che fu di (spentosi ieri mattina), che mi avrebbero difeso a spada Einaudi e di Vanoni, saluto in te, ancor giovane d'~nni, l' el- tratta; Parri è malato. I vecchi sono deboli anche in ra- der statesman della politica economica italiana, e U auguro 159 153 gione della scomparsa degli amici» . cordialmente buon lavoro. Tuo P. Baffi . In relazione a Moro e La Malfa è opportuno citare anche una riflessione di Spadolini in occasione dell'in- Il secondo è un telegramma di La Malfa invia~o d~- titolazione del Centro di Economia Monetaria e Finan- po la nomina di Baffi a governatore della Banca d Itaha ziaria160 a Paolo Baffi da parte dell'Università Bocconi di nell'agosto 1975: Milano: Apprendo con rammarico dimi~sioni_ governatore Car- Baffi non era stato scelto a caso dagli autori del com- li / Apprendo anche che la succession~ e affidata a un uo- plotto del quale egli era rimasto vittima: egli simboleggiava mo di estremo rigore tecnico e morale m un momento ~el quell'altra Italia161 che si opponeva in quelle ore dramma- quale il Paese ha bisogno di ~ali ~ua_lità / Me ne co_mp_iac~ tiche all'intreccio di trame e cospirazioni contro la Repub- cio vivamente / Ti invio le mie pm vive congratulaz10m e i 16 blica, trame e cospirazioni che fu necessario affrontare a più affettuosi auguri/ Ugo La Malfa 4. viso aperto. Un'Italia trasparente per la quale valevano più che mai i criteri di pulizia morale contro tutti i rischi o le A sua volta Baffi così ricorderà La Malfa, ancora sicu- degenerazioni capaci di minare le basi stesse della convi- ra e suo punto di riferimento: venza democratica162 . Il rimpianto per l'amico sco~pars_o è se~pre vivo. M~ Tra Baffi e La Malfa è intercorso un carteggio di alto sul piano obiettivo, la nozione di perdita subisce due restn- spessore. Per capire la stima reciproca tra i due può es- zioni. La prima è che La Malfa ci ha las':iati quando av~va sere utile citare due messaggi di felicitazioni. Il primo, toccato l'età senile. Era entrato anche lm, come lo sono 10: nel gruppo degli ultra settantacinque_nn~, la c~or~e :he i demografi chiamano dei grandi vecchi. Siamo i pnmi can- didati al transito. . . Indubbiamente sarebbe stato ancora in grado di misu- 159 Baffi, Cronaca breve, cit. rarsi con le sfide degli anni Ottanta. Ma più grave, in ter~ 160 Center on lnternational Markets, Money and Regulation, www.baffi. unibocconi.it mini di residuo capitale umano, è stata la sco~parsa di 161 Spadolini si riferisce evidentemente al volume L'altra Italia, Mondado- uomini meno anziani come Vanoni, Moro e Berlmguer. ri, Milano 1975, in cui Ugo La Malfa aveva raccolto i suoi vari interventi. La seconda è che le persone passano ma le idee vivon~. 162 Giovanni Spadolini, Paolo Baffi servitore dello Stato, nel volume colletta- La Malfa ha avuto dei continuatori di rango nella sua fami- neo Paolo Baffi. Il ricordo della sua università, Università Commerciale Luigi Bocconi, Milano 1990, p. 16. Spadolini è anche colui che nel 1981 offre il dicastero del Tesoro a Baffi, il quale declina. Come rifiuta la candidatura a capolista nell'Italia del Nord per le elezioni europee del 1984, che re- 16'ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 24, fase. 1, p. 18. . pubblicani e liberali insieme gli offrono. Infine Spadolini paragona Baffi, 16, ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 24, fase. 1., p. 164. Cfr. qm a che studia a Basilea la storia della Banca dei Regolamenti Internazionali, a un «esule del Risorgimento» (ibid.). p. 138. 94 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO JEMOLO ANNI DEL DISINCANTO 95

glia, nel suo partito e anche fuori: penso a uomini come BANCA D'ITALIA Spaventa, Andreatta e altri. [ ... ] Il Governatore Sotto l'aspetto etico-politico, La Malfa è stato l'uomo dei tempi eroici, quelli della lotta al fascismo, della Resistenza Roma, 28.8.1979 dell'edificazione della nuova Italia, della scelta atlantica: dell'apertura delle frontiere economiche e nuovamente Caro Professore, dopo un lasso di tempo più tranquillo, del terrorismo. [ ... ]' l'amarezza di questi mesi è stata lenita dalle voci ami- La Malfa fu dunque un missionario della libertà le cui che: la più alta al tempo stesso dolce di tutte mi giunge an- virtù si esaltavano quando il contesto in cui operava richie- 166 cora stamane sulla colonna de «La Stampa» • Anch'io, deva la disponibilità al sacrificio. Ho avuto la fortuna di frequentare altri uomini come lui: Ferruccio Parri, Fausto come osserverà dalla scelta dei termini, ho osato fare, a Paglia~, ~ui~i Eina~di, Ernesto Rossi, Altiero Spinelli, Ste- distanza di un anno dal primo evento, un accostamento fano S1ghent1. Fuon della famiglia, essi hanno costituito il tra il «male compiuto» allora ed ora. massimo arricchimento della mia vita16s. Prossimo a lasciare la Banca, e con una prospettiva abbastanza fosca in ciò che mi rimane di vita terrena, mi consola di poter lasciare ai miei giovani figli il Suo artico- lo come un bene prezioso. Di questo dono che ricevo e tramando Le sono più spe- cialmente grato pensando a Loro. !!Suo Paolo Baffi

166 L'articolo di Jemolo cui Baffi si riferisce è Baffi /,ascia la Bankitalia. I pec- 165 cati veniali del governatore, pubblicato su «La Stampa» il 28 agosto 1979. Baffi, Testimonianze e ricordi, cit., pp. 199-201. Cfr. qui a pp. 181-182. ANNI DEL DISINCANTO 97 96 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO

Roma, 29 agosto 1979 gura morale, per il Suo spirito di «grande s~itore dello Stato», che si aggiunge a quella per lo studioso, e creda Personale soprattutto nella mia devozione. Suo dev. Arturo Carlo ]emolo Signor Governatore, era stato ieri per me un vero colpo leggere sulla stampa Al Prof. Paolo BAFFI come titolo e sottotitolo posto dalla Redazione al mio corsi- Governatore della Banca d'Italia vo l'annuncio del Suo allontanamento dall1stituto. Oggi ROMA fortunatamente c'è la smentita di Sue dimissioni, ma il Suo affettuoso biglietto mi conferma la Sua intenzione di allontanarsi. E ne sono rattristato per Lei e costernato per l1talia, che pagherà - e pagheremo - caro questo Suo al- lontanamento; cerchi almeno di protrarlo il più possibile, di evitare ancora che si verifichi qualche altro disastro per l'economia italiana. Mi addolora anche molto il tono del biglietto. Se pure abbandonasse l'altissimo ufficio, così degnamente tenuto, e che spero mantenga ancora almeno per un anno, non resterebbe certo inoperoso. Potrebbe sempre su qualche quo- tidiano combattere la buona battaglia per la difesa di noi tutti. Ci sono altezze morali, prestigi internazionali, pro- fondità dottrinali, che nessun evento, nessuna calunnia, può intaccare. Grazie anche della pagina finale della relazione del '78 e delle Sue parole del 31 maggio scorso. Esse conferma- no il sospetto che nutro da lungo tempo, che non siamo di fronte ad una semplice ottusità di magistrati, ma ad un oscuro disegno: non so se politico di eversione generale, internazionale-bancario, di far precipitare la lira, oppu- re - e questa meschinità renderebbe ancora più cocente il dolore per il male recato - semplicemente di desiderio del Suo posto. Creda nella mia profonda ammirazione per la Sua fi- 98 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 99

Arturo Carlo ]emolo a Paolo Baffi, 7 settembre 1979 A questo punto è opportuno ricordare che l'ex pro- curatore generale della Repubblica a Roma, Carmelo La Procura di Roma negli anni Sessanta era conside- Spagnuolo, poi presidente della quinta sezione del- rata il «porto delle nebbie», un luogo dove le indagini la Cassazione, non provò alcun imbarazzo nel firmare venivano lasciate morire - tramite l'avocazione - e i ma- una dichiarazione giurata ( affidavit) a favore di Miche- gistrati chiacchierati facevano carriera. II PM di Mani le Sindona, bancarottiere latitante. Di fatto Spagnuolo, Pulite Gherardo Colombo ne darà un giudizio sferzante: davanti a un magistrato americano, sconfessò e attaccò Monolitica e impregnata di una cultura formale dell'in- l'operato di Ovilio Urbisci, il giudice istruttore di Mila- dipendenza ma, dal punto di vista sostanziale, spesso in- no al quale era affidata, insieme al sostituto procuratore coi_isapevolmente ossequiente nei confronti degli altri po- Guido Viola, l'inchiesta su Sindona e sul suo gigantesco ten, sottomessa economicamente, [ ... ] all'inizio, nella stra- crack. grande maggioranza dei suoi componenti, viveva isolata II 4 e il 18 gennaio 1977 il settimanale «Panorama» nella torre d'avorio che si era costruita e spesso si rifiutava pubblicò una copia della testimonian~a rilasciata da Spa~ di conoscere la realtà che la circondava. Gli alti gradi man- gnuolo il 22 novembre 1976 sotto gmramento,. davanti tenevano atteggiamenti ispirati al modello gerarchico, così fort~ in epoca fascista. al viceconsole americano a Roma, Gordon E. H1ll, nella quale affermava: E la storia di una tensione crescente, benché contrad- dittoria, discontinua, non sempre univoca, verso la realiz- Sono a conoscenza delle accuse portate contro Michele zazione dell'indipendenza sostanziale dagli altri poteri: isti- tuzionali (come il legislativo e l'esecutivo) e non, come il Sindona. Ero a conoscenza di queste accuse in base a no- consenso, il denaro, il potere167• tizie di stampa, ma le ho approfondite per la prima vo~ta quando, insieme ad altri quattro membri della massonena, della fratellanza di piazza del Gesù, fui incaricato dal gran Ed Eugenio Scalfari scriverà efficacemente, in un maestro dei massoni in Italia di indagare sui fatti per stabi- «coccodrillo» in occasione della morte di Giulio An- lire se Michele Sindona dovesse essere espulso dalla mas- dreotti, che questi «ha avuto in mano per molti anni soneria per comportamento indegno. [ ... ] La con~lusione l'importantissima Procura della Repubblica di Roma, at- del rapporto è che non solo le accuse [contro Smdona, 168 traverso Claudio Vitalone» : «Certo, le pietre dovrebbe ndr] non sono fondate, ma la stessa loro affrettata formu- scagliarle la magistratura che ne ha il compito istituzio- lazione conferma ciò che molti in Italia sanno, e cioè che nale. Ma il procuratore generale Spagnuolo è stato so- Sindona è stato accanitamente perseguitato soprattutto per speso dai ranghi proprio perché faceva di mestiere l'in- le sue idee politiche. [ ... ] La particolare situazione poli:ic~ in Italia è tale per cui non è esagerato pensare che le sm1- sabbiatore; e il procuratore capo di Roma, Di Matteo, s'è stre non si fermeranno davanti a nulla pur di mettere con avuta analoga sanzione per lo stesso motivo» 169. le spalle al muro Sindona. [ ... ] Egli è stato accusa_to di re~ti che non ha commesso e di cui non può essere ntenuto m alcun modo colpevole. [ ... ] Sono indotto a pensare eh~ 167 Michele Sindona, tornando in Italia, potrebbe correre sen Gherardo Colombo, Il vizio della memoria, Feltrinelli, Milano 2013, 170 pp. 26-27. rischi per la sua incolumità personale • 168 Eugenio Scalfari, La kggenrkl di Belzebù, in «La Repubblica» 7 maggio 2013. ' 169 Biagi-Scalfari, Come andremo a incominciare?, cit., p. 30. 170 Maurizio De Luca, Loggia di salvataggio, in «Panorama», 4 gennaio 1977. -

100 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 101

Franco Picchiotti, generale dei carabinieri iscritto alla Purtroppo, però, la magistratura romana riuscì a sot- P2, interrogato dai magistrati milanesi, confesserà: «Ri- trarre le indagini sulla P2 ai giudici di Milano. Infatti, do- cordo che a questa riunione [ convocata da Gelli nella po che l'ufficio istruzione presso la Procura della Repub- sua abitazione di Arezzo nel 1973, ndr] il procuratore blica di Roma, guidata dal discusso Achille Gallucci175, generale Spagnuolo espose delle sue idee sulle eventuali sollevò il conflitto di competenza, il 2 febbraio 1981 la soluzioni della situazione politica italiana» 171 • Siamo di sezione feriale della Cassazione, disattendendo le con- fronte a un magistrato che ipotizzava soluzioni politiche clusioni del procuratore generale, secondo il quale le nel caso in cui il blocco moderato di destra non fosse ri- indagini dovevano rimanere a Milano e Brescia, spostò sultato vincitore alle elezioni. Secondo Sandra Bonsanti il tutto a Roma. Come in altri casi, il conflitto preluse ad in quell'occasione Gelli, dopo aver esaminato la situazio~ affossamenti e depistaggi, che sarebbero avvenuti. Il giu- ne politica «molto incerta», propose ai suoi ospiti di mo- dice di Roma Domenico Sica promise approfondimenti, bilitarsi tutti per formare un governo presieduto dallo ma questi saranno così lunghi e tortuosi che si conclude- 172 stesso Spagnuolo • ranno in un nulla di fatto. Spagnuolo - si scoprirà successivamente - era iscritto Gherardo Colombo è convinto che, se l'inchiesta fos- alla Loggia P2, tessera n. 545173. Fu costretto a lasciare la se rimasta a Milano, avrebbe anticipato di almeno dieci carica in Cassazione il 26 gennaio 1979, quando la sezio- anni l'evoluzione di Mani Pulite: «Forse allora il siste- ne disciplinare del CSM lo espulse dalla magistraturaI74. ma della tangente, della vendita abituale della propria funzione, non era così radicato; forse sarebbe stato più facile estirparlo; e meno ambiguità avrebbero potuto in- 171 Colombo, Il vizio della memoria, cit., p. 62. torbidare il risultato delle indagini e le persone che le 172 Bonsanti, Il grande gfoco del potere, cit., p. 21. conducevano» 176 . 173 La lista di nomi e cognomi degli appartenenti alla Loggia segreta Pro- paganda 2 (P2) fu trovata il 17 marzo 1981 nella sede della società Gioie Esistono testimonianze, all'interno della stessa ma- d~ proprietà di Licio Gelli, a Castiglion Fibocchi presso Arezzo, dai ma'. gistratura, che confermano quanto scritto da Arturo g1strat.1 durante le indagini sul presunto rapimento di Michele Sindona. L'elenco f~ reso pubblico dalla Presidenza del Consiglio dei ministri solo il ~l maggio 1981. La relazione della Commissione parlamentare d'in- ch1es_ta, redatta ai_presidenti della Camera e del Senato il 12 luglio 1984, riguardanti il mondo politico ed economico. Roma ce1:trale del Palazzo: assenva che: «le hste sequestrate a Castiglion Fibocchi sono da conside- Roma capitale degli insabbiamenti. Imperava_ una prassi degene:auva _de: rar~: - autentiche: in quanto documento rappresentativo dell'organiz- rapporti tra potere politico e magistratura, m base ali~ qual_e I posti d: zaz10ne massonica ~e_n_m_ninata Loggia P2 considerata nel suo aspetto responsabilità nei grandi uffici giudiziari venivano considerati oggetto d1 s?ggett.Jvo; - attend1b1h: m quanto sotto il profilo dei contenuti, è dato lottizzazione e di spartizione tra i partiti della maggioranza di governo, nnvemre numerosi e concordanti riscontri relativi ai dati contenuti nel alla stregua della presidenza di un qualsiasi ente pubblico o di un istituto reperto» (Commissione parlamentare d'inchiesta, 12 luglio 1984). bancario». 174 Co~ i:irovvedii_nento del 26 gennaio 1979 della Sezione disciplinare del 11s Nelle note alla Cronaca breve di Baffi, pubbli~ate da «Panorama» 1'11 <::ons1gho Supenore della Magistratura, Spagnuolo fu colpito dalla san- febbraio 1990, Tino Oldani scrive di Gallucci: «E il regista delle inchieste z10n_e della :adiazione proprio per i fatti relativi al rilascio dell'affidavit giudiziarie più delicate (Italcasse, SIR, Caltagirone) nel periodo consi: a Michele Smdona ( «Foro Italiano», 1980, I, c. 1834). Cfr. l'articolo di derato nelle memorie di Baffi. In stretti rapporti con alcuni magistrati Franco Coppola, «Il porto delle nebbie» tra crimini e misfatti, in «La Repubbli- notoriamente legati a uomini della DC, soprattutto con Claudio Vitalo- ca», 20 marzo 1997: «Allora, imperante Carmelo Spagnuolo alla Procura ne (vicino a Giulio Andreotti) e con Luciano Infelisi (legato a Flaminio generale, si diceva che la Procura della Repubblica valeva almeno due Piccoli). Lo stesso Baffi [in data 3 aprile 1980, ndr] annota "l'amicizia di ministeri. Ed era vero. Basti pensare alla possibilità, assiduamente eser- Gallucci per i Caltagirone", costruttori del giro andreottiano». citata, di rivendicare la competenza territoriale su quasi tutte le indagini 176 Colombo, Il vizio della memoria, cit., p. 101. ANNI DEL DISINCANTO 103 102 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO

]emolo, studioso dei rapporti tra Stato e Chies~, a~- Carlo ]emolo sul «male arrecato» da alcuni giudici all'Italia. In una lettera al fratello della moglie del go- lora propone una «manovra di accosta~en~o>~ al_ gmd1~ ce Antonio Alibrandi (definito A.) tramite 1 nfenment1 vernatore Baffi, il sostituto procuratore generale della a un ascendente del giudice, Ilario Alibrandi ( definito Cassazione Cesare D'Anna è netto al riguardo: «Ho «prof. A., il romanista»), professore di diritto romano amato il mio lavoro ed è per questo che molte volte all'Università di Roma dal 1850 al 1870, quando - suc- mi sono ribellato. All'epoca, mi sforzai con ogni mez- cessivamente all'annessione di Roma da parte del Regno zo per ottenere pulizia nella Procura della Repubblica d'Italia - lasciò l'insegnamento per fedeltà al pontefice. di Roma. Se mi avessero ascoltato (soprattutto il Pre- sidente Pertini) certamente gli eroici Galantuomini (Baffi e Sarcinelli) avrebbero evitato quella triste, ini- 177 qua disavventura» • Si tratta dello stesso procuratore che sentì il dovere, in occasione del suo addio alla magistratura, di chiedere «perdono» alle vittime della giustizia: «Mi sia permesso chiudere la mia carriera con un atto di umiltà: a nome di quella Giustizia italiana che non ho mai tradito, inten- do chiedere solennemente perdono ai professori Baffi e Sarcinelli ed a tutte le eventuali vittime di un distorto 178 iniquo esercizio del potere giudiziario» • ' La lettera del 7 settembre 1979 che segue è particolar- mente criptica. A seguito dell'incriminazione, a Baffi viene ritirato il passaporto. Scrive egli stesso nella già citata Cronaca breve il 18 giugno 1979:

Mentre mi torcevo e voltolavo nel letto in piena crisi, sono arrivati due questurini (un commissario e un mare- sciallo) a ritirarmi il passaporto. Non hanno manifestato la benché minima simpatia, anzi hanno ripetutamente insisti- to (di fronte alle mie risposte negative) per sapere se ave- vo altri documenti di viaggio. Così, tra le meraviglie della fine della mia carriera, si è collocata anche questa scena di stampo prettamente borbonico.

177 Lettera di Cesare D'Anna a Gabriele Dalla Torre, 9 luglio 1991, in In difesa dello Stato, al servizio del paese, cit., p. 584. 178 Ibid., p. 583. 105 104 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO

Roma, 7 settembre 1979 Mi dica Lei quel che desidera, ché sono sempre lieto di riservata alla persona avere occasione di mostrare la mia devozione. Gradisca i sensi di questa, e mi abbia Suo dev. ed aff. Arturo Carlo ]emolo Signor Governatore, purtroppo la mia piccola manovra di accostamento Al Prof. Paolo BAFFI all'A. non è riuscita. Governatore della Banca d'Italia Gli telefonai e mi rispose abbastanza cortesemente ( in ROMA relazione a quel che avevo scritto sul male recato dai giu- 79 dici all1talia)1 , spiegandomi perché quel che aveva detto non si riferiva già al prof A., il romanista, le cui carte sarebbero presso due signorine in età molto avanzata che non si è offerto di raggiungere, bensì ad un fratello del professore, ed alle consegne eh 'egli operò nel 1870 presso 80 la Giunta di Governd • Che queste ultime carte devono essere nella sua casa, ma non sapeva dove precisamente fossero, ed avrebbe pregato la moglie di cercarle. Poi non ho più avuto nulla. Sono sempre a Sua disposizione per recarmi dall'A., ma dovrei ora farlo in veste di Suo rappresentante, per sol- 81 lecitare la proroga del passaportd , oppure la definizione del procedimento.

179 Cfr. qui a pp. 181-182 l'articolo dijemolo I peccati veniali del governatore ma il 25 dicembre - come regalo di Natale? - la Questura Io volle riavere. su «La Stampa» del 28 agosto 1979, dove si legge: «Non so se abbia più Baffi annota nei diari: «Senza passaporto resterò fino all'8 febbraio», data nociuto alla Repubblica il terrorismo, con la sua massima impresa, il rapi- in cui il passaporto non gli verrà restituito, ma_gli sar~ rilasciato un passa- mento e l'assassinio di Moro, o l'iniziativa di alcuni giudici romani volta porto ordinario con validità limitata a tre mesi. Solo 1119 dicembre_ 198Q a cercar di togliere la fiducia negli uomini considerati i reggitori della il giudice Alibrandi concederà il rinnovo del passaporto ~enza_ t_ermme. E politica monetaria». opportuno riportare qui il racconto che Baffi_ fa nei m01 dian 11 9 _marz~ 180 Il 25 settembre 1870 Luigi Cadorna, comandante della spedizione che 1980: «Quando, nel viaggio in treno per Basilea, arnvo alla frontiera d1 portò all'annessione di Roma al Regno d'Italia, riconobbe, con delega Como, il funzionario di polizia in borghese, dopo aver guardato lunga- ricevuta dal governo, la Giunta di Governo presieduta da Michelangelo mente e sfogliato il nuovo passaporto, e avermelo restituito, torna indie- Caetani duca di Sermoneta. L'organismo aveva funzioni simili all'attuale tro e Io richiede una seconda volta: strofina il pollice sull'impronta dei Giunta comunale e prese il nome di «Giunta provvisoria di Governo di timbri a umido, forse per vedere se sbavano, cioè se mi sono fabbricato Roma e sua provincia». il passaporto la notte prima. Subisco in silenzio questa nuo:a umil!azio~ 181 Il passaporto, ritirato a Baffi il 18 giugno 1979, gli era stato restituito il ne, anch'essa inflitta dalle istituzioni che ho servito per un'mtera Vita d1 28 giugno con scadenza 31 agosto. Successivamente gli era stato lasciato, lavoro».

e,,, ANNI DEL DISINCANTO 107 106 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO JEMOLO

Roma, 18 ottobre 1979 Paolo Baffi a Arturo Carlo Jemolo, 18 ottobre 1979 Caro Professor ]emolo, . Baffi scrive di sentirsi «purtroppo ancora privo di se l'affetto è certamente reciproco è a me che spetta d~ quella serenità che mi sarei atteso di trovare quale pre- manifestare riverenza verso quella che, dopo la morte dz mio di una lunga vita di lavoro». Come scriveva a Enrico 182 Einaudi, è stata ed è per me ( mi sia consentito ripeterlo) ~a Berlinguer 1'11 ottobre 1979 , sarebbe «pari d'Inghil- terra» in un paese che rispettasse i propri padri della più alta autorità morale e fonte di_ ispir~zione vivente zn_ patria. Ma tant'è. questa Italia. A questa fonte contznuero ad abbeverarmi Se la vicenda personale è triste, ancora più grave è la leggendo i Suoi scritti con più agi,o, anche se, purtr~ppo lettura del contesto italiano, dove gli scandali non han- ancora privo di quella serenità che mi sarei atteso dz tro- no un effetto risanatore e non sono mai sufficienti per vare quale premio di una lunga vita di lavoro. . . favorire il cambiamento. In una lettera a Luigi Spaventa Ma so di non essere solo nella sofferenza; ed z Suoz pur di qualche anno più tardi Baffi osserva: diversi passati ed attuali motivi di dolore e di angoscia a È dunque, quella attuale, una situazione ben più grave Lei mi avvicinano con partecipe simpatia. nella quale azioni, che pur procedono da motivi non igno- Il Suo Paolo Baffi bili (quali i buoni sentimenti, l'acquisizione del consenso, l'ignoranza dei meccanismi economici) piuttosto che dalla malizia dei Sindona, dei Calvi e degli altri portatori di in- teressi loschi, preparano ugualmente, per altra via, senza il clamore e il possibile effetto risanatore degli scandali, il 83 dies irae evocato alla fine 1 •

182 ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, n. 1, fase. 24. Cfr. qui a p. 184 183 Lettera di Baffi a Luigi Spaventa del 1 ° dicembre 1983, in ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 41, fase. 8. Cfr. qui a pp. 196-197. -

109 ANNI DEL DISINCANTO 108 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO

Banca d'Italia, l'operazione gli è riuscita in pieno e nel Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 19 dicembre 1979 188 migliore dei modi» • Una conferma della mancata consapevolezza di Per- . ~uando ]emolo scrive che «l'ingratitudine e l'ingiu- tini circa l'importanza dell'attacco politico-giudiziario st1z1a umana hanno segnato un altro loro trionfo» dal alla Banca d'Italia ci viene dalla testimonianza di Carlo punto di vista storico non si può fare a meno di seg~ala- Azeglio Ciampi che, in occasione del ricordo di Antonio re la fredde_zz~ dell'allora presidente della Repubblica, Maccanico (segretario generale della Presidenza della 18 Sandro Pertm1 4, nei confronti di Paolo Baffi. Repubblica nel settennato Pertini), scrive: 85 Pertini non capì1 . La Banca d'Italia era lontana dal s~o sentire. E non riuscì a comprendere la significati- Da quel momento [Ciampi si riferisce al 24 marzo 1979, 186 giorno del «proditorio assalto» alla Banca d'Italia, ndr], vità e la gravità del caso • Un autorevole testimone di l'altissimo senso dello Stato di Antonio Maccanico, la sua primo_ ~iano, A~tonio Maccanico, segretario generale finissima cultura politico-istituzionale, la conoscenza pro- al Qumnale, nei suoi diari, il 20 aprile 1979, scriveva: fonda dei delicati, complessi meccanismi che regolano la «Il Presidente in questa vicenda si è rifiutato di entrare. vita e il funzionamento delle Istituzioni della Repubblica, [ ... ] Se Andreotti187 voleva liquidare il direttorio della la consapevolezza della gravità dell'accaduto e le possibili conseguenze furono interamente messe a disposizione del- la Banca d'Italia e dei suoi vertici, per i quali egli costituì 184 Sandro Per~ni è stato presidente della Repubblica dal 9 luglio 1978 al l'indispensabile, unica interlocuzione con la Presidenza della 29 grngno 198:J. 189 Repubblica • 185 Ci ser:_tiamo 9ui di poter contraddire Giovanni Spadolini che in artico- lo defim Pertm1 «I 0 umco uomo che si salva in questo carteggio» (Le ferite 190 dzjemolo. Amaro carteggio con Baffi, in «La Stampa» 19 settembre 1990) In una lettera a Salvatore Messina dell'8 luglio 1985 186 Così ri~:ngo d! poter riassumere una confide~za fattami da Pierl~i i Baffi scrive: Ciocca, g1a VIcedirettore generale della Banca d'Italia a Roma ·1 15 J_ cembre 2013. ' i 1 Il Presidente della Repubblica, quando gli fu sottoposto 187 Giulio Andreotti con i suoi comportamenti - il silenzio assoluto nella il decreto per la riammissione in servizio di Sarcinelli, pur d'.fesa d1 Baffi e Sarcir.ielli, i continui incontri con l'avvocato Guzzi er essendo coperto da decisioni del Consiglio Superiore, del discutere del s~lvatagg10 delle banche di Sindona, gli stretti rapporti !on 1 fratelli Caltagirone e Rovelli, l'oggettivo danno subito dalla DC do O J Ministro del Tesoro e del Consiglio dei Ministri, telefonò al scoper~a da J?a:t~ della Vigilanza dei finanziamenti illeciti tramite i'Ita~ casse di Arcam_1, 1 numeros_i incontri _di Evangelisti con Sarcinelli per tro- vare una _soluz10ne al dossier Caltagirone - induce a pensare che avesse un forte i_nteresse aH'operazione di allo_ntanamento dalla Banca d'Italia Banca d'Italia dopo averla picconata non basta per ottenere la beatifica- d~I ''.duo mafferrab1le» Baffi-Sarcinelli. E opportuno citare qui il ricordo zione». Guarino mi ha confermato il senso di questa sua testimonianza in ~i Grnseppe Guanno, testimone diretto della vicenda giudiziaria, il quale un incontro a Roma il 24 giugno 2014. ncorda, come fu lo. stesso Andreotti a chiamare direttamente Ali brandi 188 Antonio Maccanico, Con Pertini al Quirinale. Diari 1978-1985, a cura di affinche revocasse il provvedimento di interdizione dei pubblici uffici Paolo Soddu, prefazione di Eugenio Scalfari, il Mulino, Bologna 2014, a Sarcmelh: «Chi ha salvaw la Banca d'Italia in quei difficili frangenti è p. 64. 8 stato AndreottI» (La questione Bafjì-Sarcinelli nel ricordo di Giuseppe Guarino 1 9 Corsivo nostro. Cfr. Carlo Azeglio Ciampi, Antonio Maccanico, una testi- m In _difesa dello Stato al servizio del paese, cit., p. 185). «~on era Andreotti monianza, in «Nuova Antologia», voi. 610, fase. 2266, aprile-giugno 2013. c_he tirava le fila d1 quella ma_cc~inazione. Lui ha fatto la sua parte, non 190 Salvatore Messina, avvocato e dirigente d'azienda, ha prestato servizio s1 ~attrasse _alle sue responsab1hta» ( Orazio Carabini, Quando Belzebù chia- in Banca d'Italia fino a diventare direttore della sede di Milano dal 2004 mo z gz_udzcz, mdi Sole 24 Ore», 14 novembre 2010). Concordiamo con al 2011. Nel 1985 era vicedirettore della sede di Catania della Banca d'Ita- Carabm1p h, cheI chmde il. suo . articolo . così:, «La cautela peraltro e' d' o bbl'1go. lia. Lo ringrazio per avermi messo a disposizione la lettera citata. ere e tra e carattenstiche d1 Belzebu spicca la doppiezza: aver salvato Ja

L_ ANNI DEL DISINCANTO 111 110 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO

ristrette nella loro scienza e al loro lavoro, prive di co:1ta~~ giudice Alibrandi per averne il consenso. [ ... ] E io vissi per e quindi di umane simpatie, al punto che perfino 11 pm sei mesi (da fine marzo a fine settembre) sotto la minaccia 191 sensibile tra gli uomini del Palazzo, com'era certamente sempre ricorrente dell'art. 140 c.p. • 9 Pertini, ne ignora i meriti e i torti subiti1 4. Sempre Baffi, in una lettera a monsignor Angelo Bec- Successivamente, nel febbraio 1986, Mari~ Monti e caria, parroco di Broni, il 3 gennaio 1989 scrive: Ricardo Franco Levi, dalle colonne del «Cornere della Sera» chiesero con una lettera aperta al presidente della Mi aspettavo di trovare [nel messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Pertini, ndr] qualche accenno Repubblica di nominare Baffi ~ena- al problema dell'equilibrio fra i poteri dello Stato (nel mio tore a vita. Nell'appello c'era forse un senso ~ell ono- caso non si è manifestato alcun «contrappeso» all'azione re ritrovato per una nomina che poteva appanre come devastante di componenti della magistratura romana): ma un tardivo risarcimento dello Stato al governatore della l'attesa è stata vana. Anche sotto altri profili, ho trovato Banca d'Italia il quale aveva fatto muro c~ntro le tra- 192 quel messaggio carente • me del sistema P2-Caltagirone-Sindona-C_alvi. _Ma ~nche quella volta il presidente della Repubb~ica n~uto. _Tra Come ricorderà Luigi Spaventa, Pertini negò a Baffi Baffi e Cossiga c'era evidentemente un eccessiva diffe- la nomina di senatore a vita. E Giulio Andreotti, in un renza nella concezione delle istituzioni. intervento a Camere riunite per la commemorazione di , in 52 righe smilze, riuscì ancora una volta a denigrare Baffi, definendolo «bancario» - e non banchiere - e ricordando che Pertini aveva motivato il suo rifiuto sostenendo: «Non era con me quando com- 193 battevamo contro il fascismo» • A sua volta Eugenio Scalfari ricorda così un suo m- contro con Pertini:

un giorno mi permisi di suggerire a Pertini di nomina- re Baffi senatore a vita alla prima occasione, per dovere di riparazione contro un sopruso patito; ma, con mio gran- de stupore, lo trovai sordo su questo tema. «Prima», mi disse, «ci sono i miei amici della Resistenza, poi si vedrà». Ricordo con amarezza questa frase del presidente, per di- mostrare quale sia la separatezza di queste persone schive,

191 L'articolo 140 del codice penale prevede l'applicazione provvisoria di pene accessorie, compresa l'interdizione dai pubblici uffici. 192 Lettera di Baffi a monsignor Angelo Beccaria del 3 agosto 1980, in ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 7, fase. 8. 193 Luigi Spaventa, Fu troppo onesto per piacere ai politici, in «La Repubblica», 194 Biagi-Scalfari, Come andremo a incominciare?, cit., p. 141. 7 aprile 1990. - 112 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 113

&ma, 19 dicembre 1979 Arturo Carlo J emolo a Paolo Baffi, 4 gennaio 1980 Illustre Professore, Paolo Baffi a Arturo Carlo Jemolo, 4 gennaio 1980 Pen_so spesso a Lei, con devoto ajfetto. Non so darmi pace di tutto ciò che ha sofferto nel 197 L'. t ·t d. Nella lettera di J emolo a Baffi del 4 gennaio 1980 si ,. . . . 'JJ' 9 . ingra i u ine e l zngzustizia umana hanno segnato un altro loro trion- legge: fo. Poi manca il pudore; raramente guardo la televisione, . S~ero che il 1980 L_a compensi un po: con le soddisfa- ma mi sono trovato dinanzi al video mentre un segretario ~zoni c~e ~eb~ono _venirle nell'altissimo prestigfo che gode generale di Confederazione - che fin qui aveva detto cose sensate - proclamava la necessità dello sciopero generale in ogni_ rzunzone internazionale, in tutto il mondo della per il 15, perché il governo conceda aumenti ed aumenti, economia e della .finanza, tra gli studiosi ed i governatori scala mobile scattante ad ogni momento, provochi assun- delle maggi,ori banche europee ed americane. zioni di mano d'opera, e adotti misure per fermare l'inflazione, Con fervidi voti per Lei e per la Sua Famiglia mi abbia qui la mala fede è palese perché l'uomo non è uno stupido integrale, ma vuole avere il suffragio delle masse e conser- Suo dev. ed aff a. c. jemolo vare la sua carica. al prof. Paolo BAFFI Sconfortato dall'impossibilità di incidere in modo si- ROMA gnificativo sulle dinamiche del costo del lavoro, nel 1979 Baffi scrisse a Luigi Spaventa: «Le mie analisi della scala mobile, gli ammonimenti che ne ho tratto, e che in tut- ta onestà intellettuale ritengo conformi agli interessi di medio periodo della classe operaia, non hanno sortito 195 effetto alcuno» • E, ancora,Jemolo a Baffi: «Purtroppo dovunque mi guardi intorno scorgo una Italia, o torpida o instupidita e senza pudore». Più tardi lo storico Silvio Lanaro trarrà considerazioni amare, descrivendo gli anni che seguono alla fine della fase riformatrice del centro-sinistra come «un periodo di sterile immobilismo e di tempo irresponsabilmente sciupato», rinunciando all'adozione di «comuni valori di cittadinanza, a cominciare dalla preminenza degli inte- 196 ressi generali sulle rivendicazioni particolari» •

195 Lettera di Baffi a Luigi Spaventa del 30 luglio 1979, in In difesa dello Stato, al servizio del paese, cit., p. 575. 196 Silvio Lanaro, Storia dell'Italia repubblicana, Marsilio, Venezia 1992, pp. 330-331. 114 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 115

Baffi non ha mai nascosto le sue perplessità sui mec- prevalenti negli altri paesi europei. Come scrive an_cora canismi della scala mobile. Secondo lui, in caso di au- Visco, «è in questo periodo che si sono poste le basi per men~o dei prezzi internazionali delle materie prime, gli il conseguimento, dal 1997, di un tasso d'inflazione infe- stessi avrebbero dovuto essere sopportati da tutti i cit- riore al 2 per cento, in linea con un obiettivo certamente tadini, inclusi i lavoratori dipendenti. A tale proposito ambizioso»199. vale la pena di citare le sue parole nelle Considerazioni Di Baffi, prendendo in prestito un'espressione _d! fin~li d~l 31 i:naggio 1978, dove rimarcava che il punto Emilio Lussu, si può dire che «l'aratro del mondo gh ~ umco di contmgenza finiva per provocare - con velocità 200 passato sul cuore» • Ma la solidarietà nei suoi confronti proporzionale all'inflazione - il livellamento dei redditi: non mancò. Enrico Berlinguer, che aveva concorso alla Quando l'adeguamento delle retribuzioni al costo della sua nomina a governatore, si sentì in dovere di scriver- vita. è impostat~ sull:assegnazione di un valore unico per gli 1'8 ottobre 1979: «Caro dottor Baffi, Lei sa quanto il tutti al punto d1 contmgenza, una componente importante P.C.I., al di là delle valutazioni diverse su singoli proble- del processo di livellamento dei redditi resta affidata non a mi, abbia apprezzato la sua opera alla guida della Ban~a valutazioni ragionate svolte nelle sedi di formazione della d'Italia». Ricevuta la lettera di solidarietà dal segretano volontà collettiva, bensì alla velocità del moto inflazionisti- del Partito Comunista il 10 ottobre, Baffi gli rispose a co, che quei meccanismi di per sé intrattengono, ma che stretto giro di posta il giorno dopo. Qualche sua espres- pu~ essere sollecitato anche da fattori occasionali, quali un sione può sembrare involuta, ma il senso è chiarissimo, e cattivo raccolto, un peggioramento delle ragioni di scam- anche drammatico: bio dovuto al gioco avverso delle aspettative197. Caro onorevole, ~'inflazione importata, i meccanismi della sua propa- la Sua si colloca fra le più pregiate delle molte lettere gaz10ne, le aspettative, la scala mobile e i possibili modi che mi sono pervenute ad occasione del mio commiat~ di ~formarla erano questioni molto dibattute in quegli dalla Banca e che nell'insieme costituiscono una ondata dr anm. Come ricorderà il futuro governatore della Banca simpatia la quale ha sorretto me stesso ed i miei collegh_i i~ d'Italia Ignazio Visco, negli anni successivi ci si concen- una fase difficile della vita dell'istituto: quando alcum dr trò ad analizzare i caratteri strutturali dell'inflazione ita- noi sono stati investiti da un'altra ondata, di azioni di vario liana198. tipo, della quale per ora almeno la prima non sembra ar- restare il corso, per difetto di traduzione, di coagulo della Al fine di eliminare lo «zoccolo duro» inflattivo si simpatia in qualunque azione concreta a livello istituzio- riveleranno decisivi gli anni 1994-96, quando la politica nale. monetaria, contando sui risultati degli accordi sul costo È un problema di equilibrio dei poteri, di esercizio_ ~i del lavoro del 1992-93, riuscirà ad abbattere le aspettati- una funzione essenziale dello stato come quella della vrgr- ve di inflazione e a far convergere l'inflazione sui livelli

I99Jgnazio Visco, Politica rrwnetaria e inJlr:zione in ltalfo 1994-96, in Saggi di 197 Banca d'Italia, Considerazioni finali (1977), 31 maggio 1978. politica economica in onore di Federiw Gaffe, a cura d1 '.\!1cola Acocella, Gmdo 198 Rey e Mario Tiberi, Franco Angeli, Milano 1999, voi. III, p. 261.. . Ignazio Visco, Carat~eri strutturali dell'inflazione italiana (1986-1991), in Caratteri strutturali dell znjlazzone ztalzana, a cura di Carlo Del] 'Aringa il 2

lanza s1:1lle b~~ch~ ir_i condizioni di serenità, di difesa della profess10nahtà, direi anche di diritti umani, che il nostro Baffi - lo so perché lo vidi più volte in quei giorni - ne caso con~e_gna al_la coscienza di uomini come Lei, della fu commosso fino alle lacrime e volle che la sua figlia mag- classe poht1ea, dei cultori del giure. giore lo accompagnasse a Basilea, cosa che non era mai [ ... ] avvenuta prima di allora e non è mai più avvenuta dopo. Con animo grato ed ogni buon augurio, Volle che sua figlia si persuadesse che suo padre era una persona per bene e che era stimato all'estero, convinto Suo Paolo Baffi201 com'era che una giovane abituata a un'educazione onesta, Al t~~po il fondat~~e di «L~ Repubblica»202, Eugenio vedendo il padre accusato dal magistrato, credesse più al Scalfan, mtervenne prn volte m difesa di Baffi e d 11 magistrato che al padre, e al padre quindi incombesse «l'o- nere della prova», che lui volle darle facendola assistere a B~nca ~'Italia. Con Massimo Riva egli rappresentò la 20 ghor difesa di Palazzo Koch: :i: quella cerimonia 4.

A sua volta Baffi, sconfortato, ferito nell'animo, con- A d.Baffi hanno. . ritirato il passaporto , l'hann o 1ncnm1-· · · nato I reatI mfamanti, l'hanno costretto a dimettersi da fessava a Luigi Spaventa il 30 luglio 1979: Governatore della Banca d'Italia. Avvenute tutte queste co- se e consumato questo vero e proprio crimine contro un Le condizioni in cui si svolge la funzione di vigilanza galantu~mo che ~ltr_i non se ne trova in un paese come il dopo le recenti iniziative della magistratura le può ben im- nostro,. 1 hanno . d1ch1arato innocente: tutto uno sbagli·~nn maginare. [ ... ] Mi preme solo sottolineare che nel caso CIS eqmvoco, scusi tanto e torni pure a casa. [ Credito Industriale Sardo, ndr] non ci siamo avvalsi dei Ebbene, _Baffi da quel colpo non s'è più ripreso e io, poteri discrezionali che pure ci assegna l'art. 10 e che furo- c?e credo _dr_ conoscerlo bene, ti dico, caro Enzo, che diffi- no largamente esercitati in tempi andati; anzi ci siamo atte- ol_mente _s1 nprenderà. Quando fu incriminato dal giudice nuti al parere autonomo ed unanime di una commissione, Ahbrand1d e .dal sostituto procuratore di Roma, Inc1e 1·1s1 · ( ec- maturato secondo procedure ben definite le quali avevano co ue nomi c?e le persone per bene dovranno ricordare) messo capo alla conclusione della inesistenza di reati. Que- per aver fa:onto la SIR (questa in soldoni era l'accusa), i sto non ci ha evitato l'incriminazione205 . governaton delle banche centrali di tutto il mo d d . d" Il O eCI- sero I con~egnargli un attestato di stima nel corso d'una sol_enne cenmor_i~a a Basilea, dove ha la sua sede la Banca dei Regolamenti mternazionali203. mi anni della sua ,ita decise di studiare le origini storiche della Banca dei Regolamenti internazionali di Basilea, di cui era stato membro eminente fin dal 1956 con la carica di consigliere economico, per poi essere nomi- ,01 ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio n. 1 fase 24 Cf . 184 nato vicepresidente nel 1988. Cfr. Paolo Baffi, Le origini della cooperazione 202M L ' , · . r.qmap. . _entre" a Stampa», «La Repubblica», «Il Giornale» (con Cesare z - tra le banche centrali. L'istituzione della Banca dei Regolamenti internazionali, pulh) difesero la Banca d'Italia, silente fu il «Corriere del! S d" ap con un saggio di Antonio Fazio, presentazione di Andrew D. Crockett, introduzione di Charles P. Kindleberger, «Collana storica della Banca ~~ Fra~olpi Bella (iscri_tw alla P2), controllato al tempo d: ce:i:, ;::~~ d'Italia», Laterza, Roma-Bari 2002. 11: ~ e_ I, perwnagg1 d1 punta della P2, parte in causa nell'a poht1co-gmd1z1ano alla Banca d'Italia. Il «Corriere» cambiò ~tacco 204 Biagi-Scalfari, Come andremo a incominciare?, cit., pp. 139-140. A fronte solo _ne_! 1_981, con la direzione affidata ad Alberto Cavallari dJos1z\on~ della richiesta di confermare le valutazioni scritte in passato, Eugenio cod1:1s1gha:I volume La/orza di Sisifo, a cura di Marzio Breda Nino ::gneso1 Scalfari, in una mail al curatore del 26 luglio 2014, scrive: «Confermo E Itore, ,ormo 2011. ' ovviamente tutto ciò che scrissi su Baffi e Sarcinelli». 205 ,o'Baffi, una volta disarcionato dal vertice della Banca d'Ital· 1· I . Lettera di Baffi a Luigi Spaventa del 30 luglio 1979, in In difesa dello ia, neg 1 u ti- Stato, al servizio del paese, cit., p. 576. 118 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO A1'NI DEL DISINCANTO 119

A distanza di tre anni dal tragico 1979 Baffi co- sedi del potere si spostano, le forme in cui si estrinseca mu- glierà l'occasione di un articolo di Gorresio su «La 206 tano, ma che rimane molta la facilità con cui esso colpisce 09 Stampa» - dove si commenta la morte di Roberto Cal- il «suddito» e qualche volta la virtù 2 • vi a Londra sotto il ponte di Blackfriars - per dare una spiegazione politica dei fatti a lui occorsi: E a Federico Caffè, il 2 aprile 1980, Baffi scrive: «Mi domando come devo condurre con i miei figli un qual- Più di una volta ho avuto la sensazione di trovarmi tra siasi discorso sull'impegno civile. Forse devo fermarmi il gatto e la volpe (più d'uno d'ogni specie) e pur essendo alle premesse: come cambiare i meccanismi di trasmis- meno ingenuo e meglio motivato del burattino, la mia ca- 210 rica di astuzia non era sufficiente per difendermi dalla vio- sione che attivano i poteri dello Stato» • lenza e dall'intrigo, anche per il grave handicap costituito È interessante anche la lettura della vicenda offerta dal rifiuto della ricerca di appoggi partitici. Si è trattato di da Giovanni Ferrara, che interpreta le pressioni dei ma- un problema di survival of the fittest in senso evoluzionistico: gistrati su Baffi e Sarcinelli come continui tentativi di dato l'ambiente, io ero condannata2°7• farli cedere:

Sempre Baffi, in una lettera a Romano Levante, espri- Lo scopo primario, che fallì, era un altro, ancora più me tutto il proprio sconforto nel ricordare la macchina- infame. Dai dettagli della vicenda risulta chiarissimo che le zione giudiziaria ai suoi danni e ribadisce il concetto di imputazioni artificiosamente montate c~ntro Baffi _e Sarci- alterità rispetto all'ambiente circostante: nelli servivano infatti anzitutto come mmacce per mdurre i due a cedere a indegne richieste. [ ... ] Giacché invece essi Purtroppo il nemico ha usato contro di me e contro la non cedettero, si dette corso alle minacce: non valendo Banca linee di attacco nuove dalle quali né la mia prepa- come arma efficace di ricatto, la persecuzione valse comun- razione né la mia disposizione d'animo mi hanno offerto que per estrometterli dalle loro alte responsabilità istituzio- sufficiente copertura. nali. [ ... ] Il meditato scopo di quella montatura era dun- La «survival of the fittest» 208 si realizza in senso di adat- que questo, di costringere con le minacce il gover~ator~ tamento all'ambiente quale esso è; di qui la mia debolezza della Banca d'Italia ad arruolarsi nel grande esercito dei nell'attuale contesto. [ ... ] Vi troverà implicita l'idea che le pavidi e dei corrotti, dei ricattati e ricattabili; che fa~no d~ compiacente contorno ai peggiori e più forti poten affan- 211 stici e politici •

206 Vittorio Gorresio, Quando incriminarono Baffi e Sarcinelli. Le voci nel de- serto, in «La Stampa», 22 giugno 1982. Cfr. qui a pp. 193-194. Citiamo il Baffi trovò almeno in parte conforto - come scrive passaggio chiave, secondo cui nel 1979 «awenne quello che nessuno si nella Cronaca breve - nelle numerose lettere e testimo- sarebbe immaginato: ~on furono i truffatori a rimetterci, ma chi aveva denunciato la truffa. E vero che poi Baffi e Sarcinelli furono discolpati nianze di solidarietà. Apprezzò in particolar modo la let- di tutto, con ogni possibile ampiezza di formule, ma ciò non toglie che codesta storia, che un po' ricorda quella di Pinocchio, aprì la strada a conseguenze serie e gravi». 207 209 Lettera di Baffi a Romano :'vi. Levante del 27 luglio 1979, in In difesa Lettera del 22 giugno 1982 di Baffi a Vittorio Gorresio (giornalista, dello Stato, al servizio del paese, cit., pp. 578-579. capo della redazione romana della «Stampa» fino al 1976), in ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 6, fase. 11, p. 4. Cfr. qui a p. 195. 210Lettera di Baffi a Federico Caffè del 2 aprile 1980, in ASBI, Carte Baffi, 208 Monte Oppio, cart. 2, fase. 13. Cfr. qui a pp. 186-187. . . Concetto darwiniano riguardante la sopravvivenza del più adatto, rife- rito alla selezione naturale delle specie. 211 Giovanni Ferrara, Il messaggio di Baffi, in «La Repubblica», 6 febbraio 1990. ANNI DEL DISINCANTO 121 120 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO

214 tera di Donato Menichella del 25 marzo 1979, dove il documento storico di eccezionale valore che conferma governatore onorario rievocava la vicenda della Banca la credibilità e la notorietà di Baffi in tutto il mondo. La Italiana di Sconto: sua reputazione era così alta che appare qu~si naturale trovarvi tra i firmatari i Premi NobelJohn H1cks, Franco Come Lei sa, il destino volle che io svolgessi la mia car- Modigliani, Robert Mundell, James Tobin, Paul Sar_nuel- riera al centro di vicende bancarie di alta drammaticità, son oltre a banchieri centrali come Otmar Emmmger come la liquidazione della Banca Italiana di Sconto del e AJexandre Lamfalussy, statisti come Roy Jenkins e Jac- 1922, il salvataggio del 1923 del Banco di Roma, poi la Ban- ques de Larosière, e varie personalità d~l r_nond~ della ca Agricola Italiana, poi ancora l'IRI che organizzai dalle fondamenta prima di venire alla Banca d'Italia, chiamatovi finanza internazionale che scrivono: «H1s mtegnty, de- da Einaudi. [ ... ] dication, perceptiveness and understanding hav~ long Così potei formarmi il convincimento che la varietà e la been, and will long continue to be, examples w~1ch w~ complessità delle funzioni esercitate dalle banche ne consen- admire - representing the spirit of unselfish pubhc servi- tono spesso, specie da parte di chi non ne viva dall'interno ceto the world». tutti gli svolgimenti, le più diverse interpretazioni, fra le quali Il 24 marzo 1984 Baffi scrive a Guido Carli, commen- anche quelle che sembrano violare la legge penale. [ ... ] tando un suo intervento al Senato, e in chiusura non Questo può essere il caso che riguarda Lei e il Dr. Sarci- nelli e per questo non dubito che la verità sarà presto rista- può fare a meno di commentare: «?g~i _ric_orre (anche). bilita, e che l'ombra che ora si è diffusa sulla Banca d'Italia il quinto anniversario dell'attacco gmd1z1ano alla Banca. abbia a dileguarsi, come è giusto che si dilegui, a tutela di era un sabato, come questo. A ben vedere, persone gret- una istituzione che è un gran vanto del nostro Paese e che te, anni di generalizzazione di comportamenti criminosi riscuote il vivo apprezzamento anche da parte di molte altre 215 a tutti i livelli» • Nazioni. L'amarezza rimase. La prosa netta di Corrado Sta- Così, se mi è lecito rivolgerLe un amichevole invito, La jano, nell'ormai classico Un eroe borghese, non potrebbe vorrei pregare di continuare il suo lavoro con tutta serenità, descrivere meglio lo stato d'animo del governatore: «Do- ben fiducioso che la verità sarà senz'altro ristabilita e che quanto ora è accaduto resti come il ricordo di un incidente lente figura di uomo di Stato a~corat? ~i p~n~i_Pi della 212 ben presto cancellato dalla luce della verità • corretta amministrazione, non nmargmo mai pm quella 216 sua ferita inflittagli dieci anni prima» • Baffi si dimise il 20 settembre 1979. Le dimissioni Piero Barucci non può fare a meno di ricordare a furono accolte con effetto dalle ore 24 del 7 ottobre se stesso che, «in pochi mesi, nel 1979 il Paese fu priva- successivo. Il 15 ottobre 126 esponenti della finanza to dell'apporto di tre menti limpide, di tre conoscenze mondiale e uomini di governo firmarono a New York professionali di rilievo, di tre coscienze tese al bene co- un tributo di stima, presentato dall'ex sottosegretario al mune. Qualcuna di esse fu messa a tacere per sempre, Tesoro americano Robert Roosa e poi consegnato a Baffi 213 come pergamena di attestazione • Tale pergamena è un

21•cfr. il documento integrale qui a pp. 141-142. . . . , . 21, Lettera di Baffi a Guido Cadi del 24 marzo 1984, m Carh, Cznquant anni 212 ASBI, Carte Baffi, Monte Oppio, cart. 21, fase. 3, p. 14. Cfr. qui a pp. di vita italiana, cit., p. 356. . . . 216 Corrado Stajano, Un eroe borghese. Il caso dell'avvocato Gwrgw Ambrosolz 170-171. assassinato dalla mafia politica, Einaudi, Torino 1991, p. 208. 213 Gresta, IZFonrw "DirettarioBaffi", cit., p. 13. 122 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 123

qualcui:i'altra fu posta fuori dal gioco, qualche altra an- Roma, 4 gennaio 1980 cora, piegata _ma non vinta, lo fu per un po' di tempo, ma ne sovverti le conseguenze per anni»211. Illustre a Caro Professore ]emolo, Il Suo affettuoso messaggio del 19 dicembre mi è stato di supremo conforto in questo periodo festivo nel quale i motivi di amarezza e di dolore si fanno per tutti maggior- mente sentire: ed io partecipo di quello che anche Lei ha avuto ed ha. A nove mesi dalla prima incriminazione, mi trovo sem- pre con quella e una seconda «pendenti dal collo», come il personaggi,o del Prozess di Kafka: lui non sapeva nemme- no di che cosa lo accusassero, io so di essere stato accusato a torto, strumentalmente e per fini malvagi. Parlando con gli amici ho scoperto che esistono nu- merosissimi casi di persone che hanno istruttorie a carico aperte anche molti anni fa, con conseguenze sul passapor- to etc.; ad esempio chirurghi cui è andata male un 'opera- zione. Potremmo formare insieme una rispettabile «corpo- razione dei carichi pendenti». Se questa scoperta non ha certo allietato la mia visione della società e dello Stato italiano, devo dire che ragione di speranza per questa società ho tratto dalle molte, vi- branti prese di posizione sul mio caso: naturalmente, la Sua sulla Stampa218 in primo luogo. Ma anche persone di rango meno eccelso hanno manifestato uno straordi- nario coraggio civile. Mi consenta di darLe219 contezza, per gli allegati di due esempi: il vicepresidente della Cassa

218 217 Baffi si riferisce probabilmente all'articolo di Jemolo Baffi lascia la Barucci, Baffi governatore, cit. Evidentemente Barucci intende che Am- Bankitalia. I peccati veniali del governatore, pubblicato su «La Stampa» il 28 bro~oh fu messo a tacere per sempre, Baffi fu messo fuori gioco e Sarci- agosto 1979. Cfr. qui a pp. 181-182. nelh piegato ma non vinto. ' 219 riservatamente: parola aggiunta a mano in margine all'originale.

L 124 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 125

220 di Risparmio di Calabria e l'arciprete del mio paese221 , 4 gennaio 1980 che nel bollettino parrocchiale al saluto per il governatore Confidenziale uscente ha fatto seguire quella lettura dal Manzoni222 • Con ogni buon augurio e, se mi consente, un abbraccio, Illustre Professore, Suo Paolo Baffi ricevo la Sua gi,ustamente amara, anzi amansszma, lettera in data odierna. Tutta l 1talia pulita e non stupida ( che è imbelle, ma numerosa ancora) è con Lei e per Lei; e si rende conto del male che hanno fatto dei gi,udici, per i quali credo che sia da invocare il «perdona loro perché non sanno quel che si fanno», e non son capaci di rendersi conto di quella che è una ignobile ed interessata campagna di stampa e di cestinare senza leggere «il .fiorino». Purtroppo dovunque mi guardi intorno scorgo una Italia o torpida o istupidita e senza pudore. Più che per moralismo, credo per interessi di correnti di partito si è fatto saltare l'ottimo contratto per acquisto di carburante che era stato stipulato; per leggerezza Gianni- ni223 ha dato quella intervista ad «Oggi,»; non si rendono conto dell'ora che attraversiamo quei costituzionalisti, che hanno ancora in mente il principio «il re regna e non 220 L'av~ocato Michele Cozza, vicepresidente delle Cassa di Risparmio di governa», che rimproverano a Pertini l'intervento sugli Calabna e Lucama, nel corso dell'adunanza del consiglio di ammini- straz10ne del 26 marzo 1979 era intervenuto per esprimere tutta la sua uomini radar (che è stato, riconosco, un ulteriore colpo sorpresa e indignazione per l'iniziativa giudiziaria presa dalla magistra- alla disciplina militare; ma a che parlarne, .fingendo che tura romana nei confronti di Baffi e Sarcinelli: «Questa iniziativa corona una campagna giornalistica di cui si conosce la spregiudicatezza morale e d1 cui si possono individuare i loschi ispiratori». Aggiungendo: «Quale banchiere mai, p!Ccolo o grande che sia, si sentirà oggi di rischiare, di 223 compiere una s~mma ~i decisi_oni che importano un rischio tanto mag- Massimo Severo Giannini (Roma 1915 - Milano 2000), divenuto ordina- giore quanto pm grave e la cns1 economica e tanto più povera è l'area di rio di diritto amministrativo nel 1939, insegnò nelle Università di Sassari, competenza?». Perugia e Pisa e, dal 1959, in quella di Roma. Nominato ministro per la 221 Monsignor Angelo Beccaria, parroco di Broni dal 1958 al 1989. Funzione Pubblica nel 1979-80, in una intervista al settimanale «Oggi», 222 dopo aver detto cose giuste sullo sfascio del paese, aveva espre_ss~ la ten: Baffi acclude un brano tratto dai Promessi sposi, capitolo 11, dove Ales- tazione di andarsene all'estero abbandonando baracca e buratum perche ~andro Manzoni scrive: «I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, la situazione gli pareva ormai «irrecuperabile» (A. Motti, I nostri anni m qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che Ottanta, in «Oggi», 11 gennaio 1980). A tale riguardo Antonio Maccanico commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi». annotò nei suoi diari: «Cn ministro in carica che dice cose simili non si era mai visto» (Maccanico, Con Pertini al Quirinale, cit., p. 85). ANNI DEL DISINCANTO 127 126 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO esista ancora un esercito italiano?) ed il comunicato del Un suicidio a tappe quello dell'Europa. Quirinale sulla intervista Giannini - non è un cercare le Perdoni anche se non riesco più a scrivere a mano pa- farfalle sotto l'arco di Tito 224 ? - role leggibili, e rinnovandoLe i voti della possibile sereni- Poi manca il pudore; raramente guardo la televisione, tà, La prego di credermi con devoto affetto ma mi sono trovato dinanzi al video mentre un segretario Suo Arturo Carlo ]emolo 225 generale di Confederazione - che fin qui aveva detto cose sensate - proclamava la necessità dello sciopero gene- Prof. Paolo BAFFI e/ o Banca d'Italia rale per il 15, perché il governo conceda aumenti ed au- Via Nazionale, 91 menti, scala mobile scattante ad ogni momento, provochi 00184-ROMA assunzioni di mano d'opera, e adotti misure per ferma- re l'inflazione; qui la mala fede è palese perché l'uomo non è uno stupido integrale, ma vuole avere il suffragio delle masse e conservare la sua carica. Per tenermi a galla prendo ogni lavoro, e così sto scri- vendo una introduzione all'opera del Beccaria «Dei delitti e delle pene»; ed approfitterò di quanto mi scrive (s'inten- de senza fare nomi) per dire come oggi le istruttorie penali siano ben più lunghe che non fossero al tempo di Maria Teresa e di Giuseppe II. Le porte che contenevano Gog e Magog2- 26 sono state sfondate, e leggo che anche i tedeschi sono pronti ad accet- 227 tare la finlandizzazione •

224 Questa espressione si rifà a un verso di Giosuè Carducci il quale, in una delle sue Odi barbare, scrive che, di fronte alla solennità e importanza de- gli antichi monumenti di Roma, sarebbe sciocco e vano limitarsi a cercare farfalle sotto l'arco di Tito. 2"Jemolo si riferisce probabilmente a Luciano Lama, segretario naziona- le della CGIL dal 1970 al 1986. «condizione di neutralità imposta a un paese dalla presenza incombe~te 226 Secondo l'Enciclopedia Treccani, Gog «della terra di Magog», è un per- di una grande potenza ai suoi confini, com'era il caso della Fmlandia, sonaggio misterioso di una profezia di Ezechiele, passato da lì nelle visioni confinante con l'Unione Sovietica». Va nlevato che su questo punto il delrApocalisse di San ?iovanni come nelle tradizioni giudaiche e quasi di ogm popolo. Quando il popolo d1 Israele sarà tornato in patria dall'esilio pessimismo dijemolo venne smentito d~lla realtà. Anche altri paes( con- finanti con la Russia - Estonia, Lettoma e L1tuama - hanno raggmnto babilonese, un altro nemico ancora, Gog, dagli estremi del Settentrione la piena indipendenza. L'Estonia fa parte dell'Unione Europea e dal ° piomberà sulle genti e sulle città per saccheggiare e distruggere. 1 gennaio 2011 ha adottato l'euro come moneta d1 conto. 227 Finlandizzazione, secondo la definizione del Dizionario Hoepli, è la 128 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 129

Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 29 dicembre 1980 chiedersi come esse si sarebbero comportate, se avrebbero approvato una scelta, che cosa avrebbero pensato di un Baffi e ]emolo si considerano reciprocamente dei problema; a quelle persone, che, vive o morte, restano un punti di riferimento l'uno per l'altro. Dei maestri, co- punto di riferimento. Non v'è livella di presidente che pos- sì ben descritti dal professore Gianfranco Piantoni: «Il sa ridurre questa statura. A maestro lo hanno promosso la maestro è una persona singola, e pertanto un volto ben sua opera in vita, l'insegnamento che ha dato in parole e definito, che in un dato momento della nostra vita è en- in azioni, i suoi scritti, il suo dubitare laico e la sua laica tol- 230 trato per sempre nelle nostre radici e si è trasformato in leranza. Non saranno sei righe a cancellare questi titoli • Era e resta un maestro di tanti, con opinioni e convinzioni un valore che chiede continuamente di vivere»22s. disparate, conservatori e progressisti, credenti e non: un In una sua testimonianza a dieci anni dalla morte di maestro trasversale, come oggi si direbbe, e forse perciò 231 Baffi, nel 1999, il direttore generale di Banca d'Italia non gradito ad alcuni • Vincenzo Desario dirà: Sempre di Spaventa, le stesse parole da lui scritte in Il metodo, le procedure di lavoro di Baffi hanno cer- ricordo di Nino Andreatta si possono usare per Baffi: tamente dato un contributo sostanziale all'affermazione una personalità, cioè, che «obbligava l'interlocutore a di_ uno s_tile, fatto di severità di analisi, alta professionalità, mettere in discussione le proprie idee, così come egli etica nei comportamenti, che ha permeato e tuttora con- nota l'operato della Banca. Poche persone hanno lasciato metteva in discussione le sue. Se ne usciva con una sola, nell'Istitu~o una traccia così consistente della loro presenza granitica certezza: di avere incontrato una persona di e del loro impegno, come Paolo Baffi. La compagine intera straordinaria e stimolante intelligenza: soprattutto di as- 232 del personale ha potuto beneficiare del Suo esempio, della soluta onestà, personale, intellettuale e politica» • Sua straordinaria forza persuasiva, della logica del Suo ar- È interessante anche riprendere un commento attri- gomentare, che per contro imponevano un costo in termi- buito a Cesare Zappulli, editorialista del «Giornale», con ni di disciplina, di rigore intellettuale e di comportamento. il quale Baffi ebbe un intenso carteggio tra il 1966 e il A questi Suoi caratteri e ai principi cui s'ispirava, si 1984. Già il 25 giugno 1975, nella rubrica Contro corrente, affiancava - spesso celato dietro l'austerità del portamen- si leggeva: to - un senso di profonda umanità, che non poteva sfuggire a coloro che Lo conobbero229 • Dicono che il successore di Guido Carli al Governato- rato della Banca d'Italia sarà Paolo Baffi, attuale Direttore A sua volta Luigi Spaventa così ricorda Baffi: Generale. Sono in pochi a conoscerlo, e noi siamo tra que-

Paolo Baffi [ ... ] era un maestro in vita e lo resta ades- so. E, quando si parla di maestri, si pensa a quelle rarissi- 230 Spaventa si riferisce a Giulio Andreotti,H quale, in un intervento a Ca- me persone la cui presenza dura, perché viene sempre da mere riunite, aveva definito Baffi «bancano» e non banchiere. 231 Luigi Spaventa, Fu troppo onesto per piacere ai politici, in «La Repubblica», 7 aprile 1990. 228 2 Gianfranco Piantoni, Esistono ancora i maestri?, in «Economia & Mana- 23 In Andreatta economista, a cura di Alfredo Giglio bianco e Salvatore Rossi, gement», n. 6, 2007. il Mulino, Bologna 2009. La figura di Andreatta è ben delineata anche 229 da Fernando Salsano, Andreatta, ministro del 1èsoro, il Mulino, Bologna Vincenzo Desario, Ricordo del Governatore Paolo Baffi, Broni, 27 novem- bre 1999. 2009. Si segnala inoltre l'intervento di Ignazio Visco dell'l 1 luglio 2013: http:/ /www.bancaditalia.it/interventi/integov/2013/visco_l 10713.pdf 130 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO ANNI DEL DISINCANTO 131

sti: Volendo u? poco ragguagliarcene, abbiamo raccolto di Roma, 29 dicembre 1980 lm le se~e~ltl referenze: 63 anni, grandissima competen- ~a, _grandissima esper~e_nza, immacolata onestà, completa Illustre Professore, n_idipende?za d~ ~artlti e u~mini politici. Purtroppo, ag- dovrei vergognarmi di essermi lasciato prevenire da Lei gi~mgo~o _i ~ostn mformaton, ha un cattivo carattere. Ma gh uommi di car_attere hanno sempre un cattivo carattere. negli auguri per il nuovo anno. E ce ne fossero, m questo Paese d'indulgenze plenarie ce Ma sono in uno stato d'animo in cui pur formulando ne fossero! ' con la mente i voti di ogni bene per le persone che amo e per quelle verso cui, come verso di Lei, nutro una pro- fonda ammirazione ed un incommensurabile rispetto (mi sembrano uomini, ma sono quante le dita di una sola mano nell1talia di oggi di un altro pianeta) non ho man- dato auguri a nessuno. È il quarto anno in cui assisto alla lenta distruzione di mia moglie, la sola persona ri- mastami con cui ci vogliamo un reciproco profondo be- ne; ho avuto un 'ampia riserva di rassegnazione, ma oggi questa è esaurita e sono in uno stato di angoscia che non augurerei al peggior nemico: se avessi nemici. Mi perdoni, che Dio benedica Lei e la Sua Famiglia, e Le dia ogni possibile consolazione e soddisfazione: che nell'ambito internazionale trovi ciò che non può avere in questo nostro disgraziato Paese. Mi perdoni ancora, e creda nella mia profonda devo- zione. Arturo Carlo ]emolo

Al prof. Paolo BAFFI e/o Banca d'Italia Via Nazionale, 91 00184-ROMA 132 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO JEMOLO ANNI DEL DISINCANTO 133

Paolo Baffi a Arturo Carlo Jemolo, 1 7 gennaio 1981 Roma, 17 gennaio 1981 Arturo Carlo Jemolo a Paolo Baffi, 19 gennaio 1981 Illustre Professore, Ques~o ultim~ scambio di corrispondenza tra Baffi e le parole della Sua lettera di fine d'anno non mi con- ]emolo, m o~cas1one del novantesimo compleanno del sentono, in questa ricorrenza, altro augurio se non quello professore, ci conduce a Norberto Bobbi'o ·1 l , · . , 1 qua e e ci- che Ella possa trovare qualche sollievo al dolore che la sor- tato m es~rgo nello splendido Casa Rosselli, incredibile e te della sola persona profondamente cara, e quella dell 1- dram~a~1ca s~oria della famiglia Rosselli. Parafrasando Bobb10 CI sentiamo di dire: talia, Le infliggono. Possa la devozione di tanti uomini, di ogni età e stato, Viviam_o in te~pi in cui si è tentati di ripetere ogni gior- recarle qualche oncia almeno del conforto e dell 'incorag- no con G10vann1 Amendola: «Questa Ital1'a non . . N · · , cr piace». giamento che Ella ha porto, con gli scritti e con l'esempio, on c1 piac~ ne moralmente né politicamente. Per non perder~ 01?~1 s~eranza abbiamo più che mai bisogno di a tutti noi che in Lei ci riconosciamo e che, nei nostri specchiarcr m vite esemplari come quelle di coloro che, momenti migliori almeno, abbiamo cercato e cerchiamo come Paolo Baffi e Arturo Carlo ]emolo [B bb' · e o 10 scnveva · di non essere indegni della Sua lezione di vita. Io stes- . arlo e N elio Rossel_li, ndr], non hanno mai disperato e ci mducono a credere m una Italia civile2ss. so più volte, di fronte a problemi impegnativi sul piano professionale e morale mi sono chiesto: come si sarebbe regolato, come avrebbe giudicato, Luigi Einaudi? e come si regolerebbe, come giudicherebbe, Arturo Carlo ]emolo? Più frequenti, più carichi di angoscia, questi momenti sono stati nei miei due «anni di prova» seguiti all'infau- sto marzo del 1979; più prezioso è stato in questi il Suo appoggio morale, espresso anche in articoli che spero Ella vorrà raccogliere in volume. Leggendo quello che oggi Le dedica Norberto Bobbùr34, vi trovo per Lei un 'altra ragione di conforto: in una pro- spettiva di crescente uguaglianza fra le classi, e di in- combente scarsità di risorse, la nostra società non potrà sopravvivere se non praticando le virtù che Ella addita, ed è probabile che questa fine di secolo segni il tempo della loro riscoperta.

233 1N b . M or e~/ Bob_bw, esergo in Casa lwsselli. Vita di Carlo e }Vello Amelia 234 arwn e arza d, Gmseppe Fiori, Einaudi, Torino 1999. ' ' Cfr. l'ampia citazione dell'articolo nel testo introduttivo a questo volu- me, pp. XIX-XX. 134 PAOLO BAFFI - ARTURO CARLO ]EMOLO AN:-.II DEL DISINCANTO 135

Con deferente e partecipe sentimento mi abbia per il Suo ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI

dev. mo Paolo Baffi Roma, 19 Gennaio 1981 Illustre e caro Professore, grazie per gli auguri; che sa quale valore abbiano se provenienti da Lei; ma purtroppo ho gi,ornate tristissime, vedendo la lenta, ma continua decadenza di mia moglie, con quello che mi pare andamento degenerativo in fine velocior. Grazie ancora, e credo inutile ripeterLe l'immensa sti- ma, e forse la parola è ancora inadeguata, che nutro per Lei. Suo dev. a.e. jemolo

Al Prof. Paolo BAFFI e/ o Banca d'Italia Via Nazionale, 91 00187-ROMA

-