EDITORIALE

SOMMARIO

IN COPERTINA “Dal Parco XXV aprile” Fuori onda di Federico Compatangelo PRIMO PIANO LUI SÌ CHE ERA UN MAGO Aldo Berilini Leggo sulla stampa che in questo periodo di crisi economica sono aumentate 6-9 enormemente le persone che si rivolgono a santoni e fattucchieri. Sembra che i tali- EVENTO smani, le pozioni e i riti esoterici siano più credibili dei suggerimenti che ogni giorno ci Giotto e il Trecento propinano i “clericofascisti” della maggioranza governativa o i “cattocomunismi” del- 10-12 l’opposizione. In questo desolante spaccato di imbecillità popolare, che molto spesso si IL CINQUECENTO coniuga con il disagio e la disperazione di chi non sa come sbarcare il lunario, sempre Luci e ombre di un secolo di passaggio più impropriamente si blatera di maghi e di magia, mentre si dovrebbe parlare di imbro- Giorgio Vasari glioni e di truffe. I maghi, infatti, sono ben altra cosa: artisti di teatro, che non raggi- 14-15 rano con false promesse, ma divertono e stupiscono con le loro esilaranti trovate, che STORIA E STORIE se da una parte immettono il pubblico nel mondo del mistero e della fantasia, dall’altra Le donne di Sigismondo Malatesta non gli fanno mai perdere la bussola della realtà. Antonia Di questi geni dell’immaginario ne vogliamo ricordare uno che fa parte del 16 patrimonio artistico-teatrale della nostra città, un prestigiatore-illusionista che dopo MUSEO DELLA CITTÀ mezzo secolo di silenzio è ancora nel cuore di tanti riminesi che lo hanno ammirato ed Una Natività non convenzionale applaudito: Aldo Berlini. Con i suoi “giochi dei bussolotti” e i suoi “trucchi magneti- 17 ci”, Berlini deliziò il pubblico -non solo casereccio- dall’inizio degli anni Trenta fino al MOSTRE termine degli anni Sessanta. Un personaggio eclettico, che oltre ad essere “mago” era L’ex corderia di Viserba anche attore, regista e commediografo. I critici stravedevano per lui e gli dedicavano Le foto di Gilberto Urbinati colonne di giornale: lo consideravano un’artista a tutto tondo e un talento dell’inventi- Armido Della Bartola va; i teatri se lo contendevano: era sufficiente il suo nome in locandina per riempire la 18-23 sala. Era, insomma, un vero mago… della scena: non risolveva i problemi della gente, TRA CRONACA E STORIA ma la teneva allegra. E di allegria, Dio solo sa quanta ce ne fosse bisogno allora, e I nostri eroi / Antonio Benvenuti quanta ce ne sia bisogno oggi! La sanità a Rimini nell’Ottocento M. M. Gli scrofolosi 24-33 IL PUNTO Il bronzo di Giulio Cesare 34-35 I personaggi di Giuma OSSERVATORIO LA STRANA COPPIA La vicenda di Eluana Englaro Se le sono date di santa ragione, ma alla fine il match tra Gioenzo Renzi e 36 Marco Lombardi si è concluso alla pari. Per sfinimento. Ora appartengono entrambi alla LIBRI stessa scuderia e a frenare la loro irruenza ci penserà il Berlusca. “Primi passi. Nella miniera di zolfo” “La resistenza nel riminese” “A poca voce” 39-41 MUSICA L’uomo che sconfisse il boogie 42-43 PERSONAGGI DEL TEATRO Luci della ribalta / Emma Gramatica 44 DIALETTALE Compagnie e personaggi della ribalta riminese / Attori per caso Detti e proverbi 47 NUMISMATICA La Medaglia del Tempio Malatestiano 48-49 ROTARY Intervista a Luciano Chicchi 51-52

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ALDO BERLINI (1901-1979) / ATTORE, REGISTA, LIBRETTISTA E ILLUSIONISTA (1) IL GRANDE ISTRIONE DI PIAZZA TRIPOLI Manlio Masini

na foto, scattata a Roma il Trent’anni fa, il 14 marzo 1979, moriva Aldo Berlini, un fino agli anni Sessanta, sarà U 6 settembre 1925 in occa- “grande” del teatro riminese (era nato il 20 ottobre 1901). uno dei massimi punti di rife- sione dell’Anno Santo, “Ariminum”, a partire da questo numero, ne delinea il rimento dell’attività scenica immortala il gruppo dei rimi- percorso artistico in quattro puntate. della città, luogo di aggrega- nesi ricevuti in udienza da Pio zione e palestra di formazione XI. Con don Baravelli, don per più generazioni di appas- Giungi, don Mazza ed altri sionati. Ed è qui, in questo sto- sacerdoti diocesani troviamo rico teatro di piazza Tripoli, un drappello di giovani del che la genialità di Aldo Berlini “Circolo don Bosco” e con alimenterà la propria vena essi il salesiano don Antonio creativa facendola esplodere Gavinelli, direttore e parroco nei ruoli artistici di attore, della parrocchia di Maria regista, librettista e soprattutto Ausiliatrice. Tra i ragazzi si di illusionista. Vero mattatore riconoscono Dante Bertozzi, della scena, ma anche uomo di Alfredo Ugolini, Francesco fede, Berlini rimarrà per tutta Pantani, Vittorio Soldati, Geo la vita legato ai salesiani Ðper Rossi, Carlo Montebelli e una trentina d’anni sarà segre- Aldo Berlini. Su quest’ultimo, tario e poi anche presidente accovacciato al centro della dell’Unione degli exallievi di foto, d’ora in avanti si concen- don Bosco- anche quando, a trerà la nostra attenzione. partire dalla seconda metà Aldo Berlini (1901-1979) ha degli anni Trenta e poi nuova- 24 anni e dal 1919, da quando mente negli anni Cinquanta, i salesiani hanno messo piede gli orizzonti della sua arte si a Rimini, è leader indiscusso apriranno al successo di tutti i di tutte le iniziative culturali teatri del circondario e di quel- che si svolgono all’interno li ancor più prestigiosi di dell’oratorio. Il suo pallino è il Forlì, Pesaro, Genova, Milano, teatro, che ha iniziato ad Roma ottenendo ovunque il amare stando accanto a don favore del pubblico e il giudi- Gavinelli. Questi, da emulo di zio lusinghiero della stampa. don Bosco, sa che la recitazio- Nei primi anni Cinquanta Pio ne, con la musica e lo sport, è XII, considerate le sue bene- un pilastro dell’educazione Aldo Berlini merenze nel campo dell’apo- salesiana, un mezzo privile- stolato cattolico, gli conferirà giato per dialogare con i «Berlini è autore di numerosi componimenti teatrali il titolo onorifico di Cavaliere ragazzi, educarli, farli crescere di San Silvestro (1). culturalmente e soprattutto e di varie operette realizzate con la collaborazione Ma ora entriamo nella polie- spiritualmente, e la favorisce del maestro di musica Vittorio Pazzini. dricità del personaggio, ini- in tutte le sue espressioni. ziando a parlare dalle sue atti- Dopo aver attrezzato alcune Molti lavori di questo eclettico e geniale vità di librettista e di regista sale per il circolo giovanile e personaggio sono dei veri e propri trionfiÈ delle proprie opere. predisposto un campetto per far correre e calciare i suoi con un trattenimento che porta nuovo salone, con un palco- é difficile dire con precisione ragazzi, il sacerdote -che sarà sulle scene i giovani dell’ora- scenico adatto per qualsiasi quanti lavori teatrali abbia ricordato come il fondatore torio e tra questi Aldo Berlini. rappresentazione e una platea scritto Aldo Berlini; nessuno dell’Opera salesiana riminese- L’entusiasmo che riscuote la tanto ampia da accogliere una finora, neanche la famiglia realizza il primo teatrino sven- recita induce il salesiano a moltitudine di spettatori, ÐAldo, sposato con Francesca trando alcuni vani al piano concretizzare la costruzione di resterà attivo fino al 1943. Mariani, ha avuto sette figli-, è terra della canonica. un “vero” teatro. Questo è edi- Distrutto dai bombardamenti, stato in grado di aiutarci in L’inaugurazione di questo ficato nel maggio del 1922 a partire dall’autunno del 1945 questa ricerca. Sappiamo, tut- “stanzone” avviene il pome- sulla parte di cortile compresa verrà ripristinato e migliorato tavia, che il periodo più proli- riggio del 13 febbraio 1920 tra la chiesa e l’istituto. Il con l’aggiunta della galleria e ➣

ARIMINVM 6 MARZO-APRILE 2009 PRIMO PIANO fico e fantasioso di questo autore si sviluppa negli anni Le operette e le commedie di Trenta. Dai giornali dell’epoca Aldo Berlini dopo il primo siamo riusciti a rintracciare 12 applauso del pubblico di mari- componimenti teatrali e tra na vengono riproposte sul pal- questi, varie operette, realizza- coscenico del Dopolavoro fer- te con la collaborazione del roviario e poi replicate nei tea- maestro di musica Vittorio tri di città e delle frazioni. Pazzini (1892-1951). Un Molte opere di questo ecletti- sodalizio artistico, il loro, che co e geniale personaggio sono li trova impegnati in tanti set- dei veri e propri trionfi. tori dello spettacolo e che con- Alcuni giudizi tratti dalla tinuerà anche nei primi anni stampa dell’epoca ci fornisco- del dopoguerra. Qualche col- no la misura dell’interesse che laborazione artistica, Berlini ▲ suscitavano i lavori di Berlini la realizza pure con i maestri e le musiche di Pazzini. Augusto Massari e Costantino ÇVero mattatore della scena, ma anche uomo Cominciamo da “3 9 38” e da Cicolla(2). Nel 1937, in occa- di fede, Berlini rimarrà per tutta la vita legato “Lauretta”. Queste due operet- sione del secondo Concorso te dopo essere state rappresen- nazionale della Canzone ita- ai salesiani e per una trentina d’anni tate sul palco dei salesiani liana -la grande manifestazio- sarà segretario e poi anche presidente quattro volte, vengono ripetute ne canora organizzata dal 28 ottobre al 4 novembre dall’Azienda di soggiorno di dell’Unione degli exallievi di don Bosco» 1932 al Teatro del Dopolavoro Rimini con il patrocinio del ferroviario. ÇGli autori -riferi- sacra in tre atti (1934); “Il Ministero per la stampa e la tre atti (1932); “Tessera sce il “Diario Cattolico” del signor Coslino”, un atto bril- propaganda-, Berlini e 023319”, due atti (1933); 15 novembre 1932-, già favo- lante (1935); “Mangoun ipno- Massari presentarono una can- “Presente!”, tre atti (1934); “Il revolmente noti per altre pro- tizzatore”, farsa (1936); zone dal titolo “Canto sol per Tesoro di Golconda”, tre atti duzioni del genere, non delu- “Centomila lire di… tifo”, tre te” (parole di Berlini, musica (1940); e cinque commedie: sero l’attesa vivissima suscita- atti (1936); “Baciccia”, un atto di Massari) che raggiunse la “Ansie… materne”, un atto ta per tali rappresentazioni e brillante (1938). fase finale della competizio- (1933); “San Tarcisio”, azione calorosi applausi suggellarono ne(3). Berlini e Cicolla compo- alla fine d’ogni atto il succes- sero “Savoia urrah”, una mar- so». “3 9 38” si snoda su di cia proposta per la prima volta uno scherzo, che alcuni ragaz- nel giugno del 1938 in occa- zi d’accordo con la nipote, sione dell’adunata bersaglie- fanno al vecchio Tonio, per resca di Genova, che prevede- emendarlo dalle sue supersti- va l’inaugurazione del monu- zioni. ÇL’azione -riferisce il mento al generale Gustavo periodico- trattata in forma Fara(4). scorrevole e brillante si annun- Torniamo ai lavori teatrali di cia interessante fin dalle prime Aldo Berlini degli anni Trenta. battute e tiene desta l’attenzio- Tra questi, nella gran parte ne e la curiosità del pubblico. I redatti per il “Teatro dei vari duetti sentimentali e Piccoli”, spiccano sette ope- comici, i cori vivaci, i ricchi rette musicate da Vittorio pezzi musicali così bene Pazzini: “Lauretta”, tre atti in appropriati ai vari momenti costume settecentesco (libret- dell’operetta, fanno di questo to del 1932); “3 – 9 – 38”, uno spettacolo degno di tutte scherzo comico in tre atti le ribalte. Il secondo atto, nel- (1932); “La tribù dei l’accampamento degli zingari, Pappamamollis”, tre atti è veramente suggestivo e (1932); “L’anello del mago”, richiama frequenti e sostenuti applausiÈ. Caricatura di Aldo Berlini La seconda commedia musi- di autore ignoto. cale narra la festa di com- Sopra. Roma, 6 settembre pleanno di Lauretta, una dolce 1925. I riminesi ricevuti in e affascinante fanciulla, figlia udienza da Pio XI. Aldo Berlini è indicato dall’asterisco. ➣

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Libretti delle operette scritte da Berlini e musicate da Pazzini: “Lauretta”, tre atti in costume settecentesco (1932); “L’anello del mago”, tre atti (1932); “Presente!”, tre atti (1934). Il disegno di copertina di quest’ultima operetta è di Gogliardo Ossani.

Sotto. Il mago Berlini in azione. dei conti di Belfiore. Ogni invi- ÇGli orizzonti della sua arte si aprirono al successo della Romagna e applauditis- tato al ricevimento le porta un sima al “Rossini” di Pesaro(6). di tutti i teatri del circondario e di quelli ancor più regalo. Il Barone di Havre le I primi di gennaio del 1934, Ça dona un grande fascio di fiori; prestigiosi di Forlì, Pesaro, Genova, Milano, Roma totale beneficio della Sezione il Signore di Rivalunga solo ottenendo ovunque il favore del pubblico combattenti e per la Befana una rosa bianca. Lauretta, che Fascista dei figli dei ferrovie- per quest’ultimo nutre una e il giudizio lusinghiero della stampaÈ riÈ, nel Teatro del Dopolavoro forte simpatia, dimostra di gra- Ferroviario Çvengono date due dire la sua rosa restando indif- rappresentazioni della nuovis- ferente al mazzo floreale del sima operetta “Presente!” di Barone. Questi, indispettito, Aldo Berlini e Vittorio sfida Rivalunga al duello. La PazziniÈ(7). Di questo lavoro tensione, che viene a determi- teatrale citiamo la “prefazio- narsi, sfuma sul finale per ne” che il prof. Jacopo mezzo di una… caramella. Zennari, preside della Regia ÇTrama semplice Ðscrive il scuola complementare di “Diario”-, ma svolgimento gra- Rimini, scrisse sul libretto nel zioso. La musica, tutto ricamo mese di ottobre del 1934: e finezza, ha sottolineato in ÇL’operetta “Presente!” che modo mirabile le gioie e le Aldo Berlini ha sceneggiato pene di Lauretta, le ire del con vivace freschezza e il Barone, il sentimento e la fie- maestro Vittorio Pazzini ha rezza di RivalungaÈ. ÇCi augu- rivestito di facili, gentili, riamo -conclude il periodico- carezzevoli melodie, ha un che ancora siano preparati al intento morale ed educativo nostro pubblico di questi spet- che la distingue da altri lavori tacoli che sanno accoppiare consimili, perché mentre esula così mirabilmente la freschez- da essa ogni risonanza retori- za e la spontaneità di un’arte, ca, ed ogni vana pomposità, intesa nel suo senso più puro, mira direttamente a riprodurre al divertimento, che è insieme sulla scena episodi che valgo- potente elevazione dello spiri- no ad incidere nell’animo dei to. Ai due autori, al signor giovanetti una tenace passione Berlini -che ha mostrato in per l’Istituzione più cara al questi due soggetti una fantasia Regime, e un sacro rispetto, un così fervida e una vena così senso di comprensione pro- brillante- al maestro Pazzini fonda per un’altra Istituzione Ðche ha saputo infondere gra- sovranamente benefica: la zia e poesia alla sua musica- e Croce Rossa; entrambe miran- a tutti gli esecutori il nostro più ti a preparare forte, potente, vivo rallegramentoÈ(5). sicura l’Italia di domani. “Lauretta”, premiata al con- Accoppiare in una azione sce- corso provinciale di Forlì, sarà nica, dilettando e vivificando, rappresentata in tutti i teatri ➣

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tanti elementi fondamentali «Il successo dell’operetta “Presente!” luppato lo stesso concetto del- l’amor patrio: “L’anello del per la preparazione spirituale valicò immediatamente della nostra giovinezza, è Mago” e “Tessera 023319”. Di merito, è perizia non lieve; per i confini del riminese questi lavori non possediamo i cui il lavoro è degno di lieta e per essere rappresentata libretti, ma conosciamo la vasta fortuna. Ed essa non gli trama, desunta dai trafiletti verrà meno certamente se in molte città italiane riscuotendo sempre e ovunque giornalistici. Nella prima coloro a cui è affidato il com- grandi ovazioni commedia musicale Renzo, pito di addurre le novelle giovane capitano di una formi- generazioni pel cammino e positivi giudizi della criticaÈ dabile e vincente squadra di segnato al Fascismo dal Capo calcio, vive esclusivamente supremo, fisseranno la loro stampato a Rimini dalla Gogliardo Ossani: un impetti- per il pallone tralasciando lo attenzione su “Presente!”, che “Officina Tipografica Sisto to balilla irrigidito nel saluto studio e gli impegni più ebbe ripetutamente un battesi- Neri” nel 1934, presenta in romano. importanti. A condurlo sulla mo assai lusinghiero dalla pri- copertina una suggestiva illu- In precedenza altre due ope- retta via additandogli la strada migenita schiera dei Balilla e strazione “futurista” di rette di Berlini avevano svi- Çper divenire un degno figlio Avanguardisti, delle Piccole e d’Italia, Patria d’Eroi!» ci pen- Note Giovani Italiane militanti sotto 1) Il cavalierato gli è attribuito Çper essersi prodigato con tutti i mezzi a sua serà il Mago della Montagna. i fiammeggianti gagliardetti disposizione per la fondazione, l’erezione e lo sviluppo del Santuario del In questo periodo il calcio è dell’O.N.B. riminese. Sia il Cuore Immacolato di Maria a Bellariva e varie opere annesseÈ. nella testa e nel cuore di tanti nostro auspicio un valido via- 2) Augusto Massari, compositore e direttore d’orchestra, nasce a San giovani; nel giugno 1934 la Giovanni in Marignano nel 1887, muore a Rimini nel 1970. é autore di messe tico alle fortune dell’operetta solenni, mottetti, inni sacri e profani, canzoni popolari. Fra le sue opere liri- nazionale italiana del grande “Presente!”». Nelle ridondanti che ricordiamo “Graziella” rappresentata la prima volta nel 1928 al teatro Giuseppe Meazza, guidata da parole di Zennari -miranti Ça Vittorio Emanuele II. Vittorio Pozzo, diviene cam- Costantino (Costante) Cicolla (1910Ð1987), pianista diplomato e composito- pione del mondo. La seconda preparare forte, potente, sicura re di musica leggera e musica sacra, prima della guerra abitava a Rimini, poi l’Italia di domani»- ritroviamo si trasferì a Torre Pedrera. Tra i ballabili ricordiamo “Bella Venezianina” (val- operetta è un inno alla vita integro e ben rappresentato lo zer), “Triste bivacco” (tango), “Vieni” (valzer lento), “Dammi i tuoi baci salubre e associativa dei cam- spirito del tempo. E, natural- Fernanda” (valzer lento), “Pina” (one step), “Ascolta Amor” (tango). Fra le peggi marini e montani impo- opere di musica sacra “La Vergine del Carmelo”, “Meditazione mente, la sua enfasi. Tanto più Francescana”, “Mater Admirabilis” e “Credo”. sti ai giovani dal regime fasci- che l’auspicio del professore 3) Cfr. “Corriere Padano”, 7 agosto 1933. sta. Un’iniziativa, questa dei sarebbe diventato una vera e 4) Cfr. “Il Popolo di Romagna”, 13 agosto 1938. campeggi, che raccoglie pieno propria profezia. Il successo Nel 1890 Gustavo Fara (1859-1936) combatté con i bersaglieri in Eritrea e fu consenso tra la popolazione; decorato con la Croce di cavaliere dell’O.M.S.. Nel 1911 col grado di dell’operetta, infatti, valicò Colonnello partecipò alla campagna di Libia. Per i fatti d’arme di Sciara Sciat grazie a queste escursioni col- immediatamente i confini del meritò la promozione a Generale sul campo e la Medaglia d’Oro (1913). Allo lettive, infatti, molti ragazzi riminese per essere rappresen- scoppio della Grande guerra col grado di Tenente Generale ebbe il comando riescono a godere una sana della 4a divisione rimanendo ferito sul Sabotino il 24 ottobre 1915. Fara Ebbe tata in molte città italiane altri incarichi e la Medaglia d’Argento a Monfalcone nel 1917. Passato al “villeggiatura”, considerata riscuotendo sempre e ovunque comando della 47a divisione composta tutta da Bersaglieri, raggiunse l’alto- ancora privilegio delle classi grandi ovazioni e positivi giu- piano della Bainsizza. Per i fatti conclusivi della guerra fu nominato Grande più agiate. (continua) dizi della critica. Il libretto Ufficiale dell’ O.M.S. Morì a Nervi il 24 febbraio 1936. 5) Aggiunge il “Diario Cattolico”: ÇI piccoli attori hanno recitato e cantato della commedia musicale, con spigliatezza e disinvoltura. Bene Mele, Rochi, Rossi, Ciavatti, Milano Orseniga, Aluigi. Perfetta l’esecuzione musicale diretta dall’autore M° Ironiche espressioni Vittorio PazziniÈ. 6) Cfr. “Corriere Padano”, 3 novembre 1940. da “mago” 7) Cfr. “Diario Cattolico”, 9 dicembre 1933. di Aldo Berlini.

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A ROMA LA SPETTACOLARE MOSTRA DEDICATA AL MAESTRO FIORENTINO GIOTTO E IL TRECENTO LA SIGNIFICATIVA PRESENZA DEI DIPINTORI RIMINESI Alessandro Giovanardi

noto (anche se non è pos- va ingannevole o, per lo meno, é sibile dire se le cose siano si liberò dalla sua ossessione, andate proprio così) che Giotto allo stesso modo in cui, evi- di Bondone (1267-1337) Çpar- dentemente, anche l’umanesi- titosi da Napoli, fu intertenuto mo razionalista si attenuò in in Roma dal Signor Malatesta seguito in luiÈ. da Rimini [Malatestino “dal- Qualcosa a Rimini deve esser- l’occhio”, morto il 14 ottobre gli successo: egli diede ma 1317], che condottolo nella sua ricevette anche molto; iniziò e città moltissime cose nella fu iniziato; schiuse il tesoro chiesa di San Francesco gli della metafisica prospettica, fece dipingere; le quali già gravida di tutto il tragico Sigismondo, figliuolo di pensiero religioso dell’umane- Pandolfo, che rifece la chiesa simo, ma incontrò l’arcano tutta di nuovo, furono guaste e mistico delle prospettive rove- rovinateÈ: così Giorgio Vasari sciate e simboliche; propose il ne Le vite de’ più eccellenti senso del tempo e della storia, architetti, pittori, et scultori ne ebbe per converso il dono italiani, da Cimabue insino a’ dell’eternità e della ciclicità tempi nostri, (edizione per i liturgica; offrì i segreti della tipi di Lorenzo Torrentino, corporeità ma ottenne in cam- Firenze, 1550, ora Einaudi, bio i misteri regali e sacerdota- Torino, 1986, pp. 123-124). Il li del silenzio e della luce, della perfetto Crocefisso dell’attuale distanza e del riserbo; dischiu- Tempio Malatestiano (Duomo se il gusto per i volumi sensibi- e Cattedrale della città), è l’u- li ma fu immerso nella visione nica opera superstite del mae- di archetipi celesti. stro fiorentino a Rimini, uni- ÇIn questa occasione la Fondazione Cassa Il 5 marzo del 2009 si è inau- versalmente riconosciuta come di Risparmio di Rimini ha concesso in prestito gurata a Roma una grande e un momento nuovo ed altissi- spettacolare mostra dedicata a mo della sua produzione su tre importanti opere della sua collezione, Giotto e il Trecento. «Il più tavola. Di fronte a un tale scar- normalmente esposte nelle sale dei Musei Comunali Sovrano Maestro stato in to qualitativo c’è chi sostiene dipinturaÈ (Complesso del ch’egli ebbe qualcosa da e che risultano tra i pezzi più rilevanti Vittoriano, fino al 29 giugno, apprendere, in eleganza e tra- della rassegna romana: il grande trittico catalogo Electa). sparenza, dai pittori del luogo, Correttamente l’esposizione, da quella Scuola che (si dice) de l’Incoronazione della Vergine di Giuliano, grazie al gusto e all’intelligen- egli stesso abbia suscitato la Testa di Cristo crocefisso, sempre dello stesso za del curatore Alessandro quasi dal nulla, col solo fascino Tomei (Università di Chieti), si della sua arte inaudita: difatti, autore, e la pala con le Storie di Cristo è arricchita delle diverse anime da allora in poi, tutte le croci (dall’Ultima Cena alla Salita al Calvario), e correnti della pittura sacra del dipinte nel riminese saranno XIV secolo in Italia, dando il modellate su quella del tosca- detta del Mistero della Croce, di BaronzioÈ meritato rilievo alle botteghe no, imitandone iconografia e riminesi: esse, per prime, e con struttura, pur senza ripeterne ca finezza di tratti, una pacata Roma, 1990, p. 94): Çse dopo inarrivabile raffinatezza stilisti- pedissequamente i contenuti lontananza da espedienti sce- Assisi il padre della pittura ca, hanno accolto l’insegna- formali. Eppure influenzando nografici, una ‘classicità’ così moderna non fece più ricorso mento giottesco, pur reinter- egli fu anche influenzato: il ‘orientale’ delle proporzioni ad un simile artificio [quello pretandolo secondo originalità corpo del suo Cristo possiede che non è possibile far risalire prospettico, ndr], non fu per di forme e risentito senso della una levità di timbri, una ierati- ai precedenti del suo lavoro. ignoranza, ma perché il suo propria aristocratica differenza Scrive Pavel A. Florenskij genio artistico, diventato più (sentimento in nulla provincia- Pietro da Rimini, Deposizione dalla Croce, tempera e oro negli anni Venti del Novecento vigoroso dopo essersi identifi- le, bensì consapevolmente su tavola, Parigi, (La prospettiva rovesciata e cato nella sfera dell’arte pura, cosmopolita). Una tradizione, Museo del Louvre. altri scritti, ed. it., Gangemi, si sentì estraneo alla prospetti- ➣

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Giuliano da Rimini, Compianto Augusto Campana; poi i critici sul Cristo morto, particolare e i sistematici della generazio- dell’Incoronazione della ne di mezzo: Andrea Emiliani, Vergine, tempera e oro su tavola, Rimini, Collezione Pier Giorgio Pasini, Anna Fondazione Cassa di Tambini, Giovanni Rimondini, Risparmio, Musei Comunali. Oreste De Lucca, Alessandro Marchi, Miklòs Boskovits, la loro, di breve durata, esauri- Daniele Benati e Massimo tasi pressoché del tutto con la Medica; infine i più giovani peste del 1348, ma che ha ricercatori: Alessandro Volpe, offerto alla storia dell’arte ita- Fabio Massacesi, Giovanna liana alcune figure di primissi- Ragionieri e Daniele Ferrara; mo ordine: Neri (not. 1300- aggiungo ad essi un pensatore 1338), Giovanni (not. 1292- sofisticato e fuori dal coro, il 1314), Giuliano (not. 1307- bizantinista John Lindsay 1323), Pietro (not. 1324-1338), Opie, che precedette Tomei Francesco (not. 1333), nella cattedra all’Aquila e che Giovanni Baronzio (not. 1343- ha avuto il merito di aprirmi gli 1345). Questi maestri (minia- occhi su una miriade di segni, tori, frescanti, dipintori di tavo- simboli e metafore di cui è le) hanno affrontato l’innova- intessuto l’arazzo di questa pit- zione ‘latina’ miscelandola «La presenza dei riminesi nella mostra romana è, tura. sapientemente sia con squisiti in effetti, un atto dovuto dopo una ricognizione Per la nutrita sezione riminese riferimenti ‘nordici’, gotici e dell’esposizione romana i pre- cortesi, sia con una duplice, storico critica durata oltre settant’anni statori, italiani e francesi, sono coltissima radice ‘greca’: il che ha saputo mettere in luce l’importanza nell’ordine dell’eccellenza: il classicismo ravennate dell’età foglio di Antifonario miniato di Giustiniano (527-565) e le e l’unicità di questa rara stagione artistica nella da Neri proviene dall’Archivio moderne icone costantinopoli- rilettura ‘adriatica’ del linguaggio giottesco. Capitolare di Faenza, le Storie tane e balcaniche della dinastia di Cristo di Giovanni dalla imperiale dei Comneni e, La lunga indagine ha avuto come tappe alcune Galleria Nazionale d’Arte soprattutto, dei Paleologi, che, mostre di rilevanza nazionale, di cui prima Antica di Roma (Palazzo tra XII e XIV secolo, rinnova- Barberini), l’affresco con la no la pittura italiana su tavola. la Cassa di Risparmio di Rimini, e poi la Crocifissione di Giuliano e La presenza dei riminesi nella Fondazione, sua erede, sono state sostenitriciÈ Pietro dai Musei Civici di mostra romana è, in effetti, un Padova, la commovente atto dovuto dopo una ricogni- sono state sostenitrici: La pit- Giovanni Baronzio e la pittura Deposizione dalla Croce di zione storico critica durata tura riminese del Trecento a Rimini nel Trecento (Roma, Pietro dal Museo del Louvre, oltre settant’anni che ha saputo (Rimini, 1935), Il Trecento 2008). Anche il numero e il la tavola con Gli angeli al mettere in luce l’importanza e riminese. Maestri e botteghe livello degli studiosi che hanno sepolcro di Giovanni Baronzio l’unicità di questa rara stagione tra Romagna e Marche rivolto nel tempo la loro atten- dall’Insitut de France di Parigi, artistica nella rilettura ‘adriati- (Rimini, 1995), Neri da zione e la loro fatica a ordinare la notevolissima Imago pietatis ca’ del linguaggio giottesco. La Rimini. Il Trecento riminese tra e valorizzare le opere della anch’essa di Baronzio dal lunga indagine ha avuto come pittura e scrittura (Rimini, Scuola di Rimini è eloquente Museo del Piccolo Palazzo di tappe alcune mostre di rilevan- 1995), Giovanni Baronzio e la della fascinazione immensa Avignone. In questa occasione za nazionale, di cui prima la pala del ÇMistero della CroceÈ suscitata da queste ultime; la Fondazione Cassa di Cassa di Risparmio di Rimini, dei Francescani di Villa innanzitutto i maestri ‘antichi’: Risparmio di Rimini ha con- e poi la Fondazione, sua erede, Verucchio. Temi della Passione Roberto Longhi, Cesare cesso in prestito tre importanti nella pittura riminese del Brandi, Maurizio Bonicatti, opere della sua collezione, nor- Giovanni Baronzio, Salita al Trecento (Rimini, 2007) e Carlo Volpe, Federico Zeri e malmente esposte nelle sale Monte Calvario, particolare del dei Musei Comunali e che dossale del Mistero della Croce, risultano tra i pezzi più rilevan- tempera e oro su tavola, Rimini, ti della rassegna romana: il Collezione Fondazione Cassa di Risparmio, Musei Comunali. grande trittico de l’Incoronazione della Vergine A dx. Giovanni Baronzio, di Giuliano, la Testa di Cristo Compianto sul Cristo morto, crocefisso, sempre dello stesso particolare delle Storie di autore, e la pala con le Storie di Cristo, tempera e oro su tavola, Cristo (dall’Ultima Cena alla Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica, Palazzo Salita al Calvario), detta del Barberini. ➣

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Mistero della Croce,di sentieri infelicemente interrot- Baronzio. Quest’ultima, è stata ti; e così conserviamo, almeno recentemente fatta oggetto di nello studio e nell’erudizione, un eccellente restauro ad opera la traditio di coloro che, meno di Ilir Shaholli, che l’anno prolifici, influenti e preponde- scorso, sempre finanziato dalla ranti di Giotto, hanno meglio Fondazione di Rimini, aveva serbato, però, l’essenziale già posto mano ad un’altra della pittura sacra, il senso tavola di Baronzio anch’essa in religioso del loro mestiere, del mostra: le Storie di Cristo loro implicito sacerdozio e lo (dalla Deposizione dalla Croce hanno manifestato con supre- fino alla Pentecoste) di Palazzo ma sprezzatura delle mode, Barberini, che, un tempo, con sorpassando il toscano in la pala riminese componevano finezze intellettuali e formali e un unico dossale nella chiesa rivelando il legame originario francescana di Villa Verucchio. e fecondo della nostra pittura Le due opere erano state medioevale e rinascimentale ricomposte a Rimini nel 2007, con la grecità bizantina. Quel quando solo la tavola della legame che gli storici, da Fondazione poteva esibire una Cennini a Vasari, da Longhi vecchia pulitura, e, poi, a fino a noi, hanno voluto Roma nel 2008, dove solo la rimuovere come una colpa parte romana era stata restaura- inconfessabile (peccato di non ta; ora sono entrambe tornate a originalità? d’eccessivo senso risplendere di bagliori adriatici del sacro?) e che ora un mera- e orientali: Schaolli ha appura- viglioso libro di Otto Demus to che le tecniche pittoriche dei (L’arte bizantina e riminesi hanno una matrice l’Occidente, Einaudi, Torino, schiettamente veneziana e 2008), tradotto in italiano A sx. Giovanni Baronzio, bizantina, del tutto distante da Imago pietatis, tempera e oro dopo 38 anni (!) dalla sua quella fiorentina e, persino, su tavola, Avignone, prima edizione, schiude al senese; ne fa fede la tipologia Museo del Piccolo Palazzo. grande pubblico rivelando la delle pale e dei dossali che non sottaciuta menzogna della ha nulla a che vedere coi Sopra. Giuliano da Rimini, ‘greca barbarie’ da cui si modelli giotteschi (pur Testa di Cristo crocefisso, sarebbe liberato lo spirito itali- tempera e oro su tavola, Rimini, mutuandone alcuni elementi Collezione Fondazione Cassa co della nostra pittura. figurativi e ornamentali), ma si di Risparmio, Musei Comunali. Il giudizio, di fronte a riconduce, piuttosto, ai prototi- Giovanni, a Giuliano, a Pietro, pi veneto-adriatici, all’evoca- Çdivenne tanto imitatore della a Baronzio, oggi si ribalta cla- zione microcosmica delle ico- natura, che ne’ tempi suoi morosamente: come ebbe a nostasi ortodosse. Si richiama, sbandí affatto quella greca scrivere il compianto Elémire altresì, nello stile per i rimandi goffa maniera, e risuscitò la Zolla (L’ultima estetica prima costantinopolitani, alle sintesi moderna e buona arte della che l’arte dilegui, in Id., La gotico-orientali dei senesi pittura, et introdusse il ritrar di filosofia perenne. L’incontro (ducceschi e lorenzettiani), lì naturale le persone vive, che fra le Tradizioni d’Oriente e dove Giotto viene insieme storia della pittura; ÇGiotto molte centinaia d’anni non d’Occidente, Mondadori, accolto e distanziato per sover- rimutò l’arte del dipingere di s’era usato». Eppure, proprio Milano, 1999, pp. 172-173), chia sottigliezza estetica. Dalle greco in latino e ridusse al di faccia all’Imago pietatis di ÇIl pittore ligio alle norme due metà dell’ancona france- moderno ed ebbe l’arte più Baronzio, o ai Compianti sul ecclesiastiche orientali, perfino scana promana adesso una luce compiuta che avessi mai più Cristo morto, superbamente un senese che ne perpetuasse quasi accecante, sostenuta da nessunoÈ: così sentenzia, interpretati dallo stesso e da l’ordine, avrebbe voluto morire ori finemente graffiti e punzo- intorno al 1390, il manuale Giuliano, che evocano in sé piuttosto che piegarsi alla nati, da colori densi come teorico e pratico di Cennino tutta l’immensa ricchezza sim- maniera giottesca. La pittura è smalti eppure di una trasparen- Cennini (Il libro dell’arte, bolica e teologica del mondo un impegno mortale quanto za inarrivabile; una luce che capitolo I), al fine di descrive- bizantino, noi restiamo avvinti liberoÈ e appartiene a un ferisce di nostalgia perché re la rivoluzione fiorentina. al loro planctus mediterraneo, mondo incomprensibile a chi spentasi troppo rapidamente Tanto icastica era questa defi- come mai potremmo di fronte pensa la storia dell’arte super- rispetto alle implicite possibili- nizione che due secoli dopo a un’opera di Giotto. Il lamen- ficialmente, come a uno svi- tà della Scuola. Vasari, il maggiore ‘mitogra- to si rivolge inoltre alla scom- luppo progressivo dai bizantini Richiamiamo, ora, qualche fo’ di Giotto, la ripeté nelle parsa precoce della Scuola, ai moderni. elegante luogo comune della sue Vite (ed. cit., p. 118): alle possibilità vanificate, ai

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IL CINQUECENTO

LUCI E OMBRE DI UN SECOLO DI PASSAGGIO / GIORGIO VASARI LA “FORTUNA” DELL’ADORAZIONE DEI MAGI Giulio Zavatta

l periodo riminese di scena, affollata come quella I Giorgio Vasari, testimonia- del quadro riminese, propone, to in prima istanza dallo stesso in un campo più ristretto, la artista nei suoi scritti autobio- Madonna con il Bambino al grafici, e successivamente da centro (notevole in questo tutte le fonti e gli studi moder- caso la somiglianza con la ni, si è protratto dall’agosto Vergine del dipinto di Rimini) del 1547 al maggio 1548. Il e una affollata serie di perso- pittore aretino fu ospite del naggi, con sullo sfondo caval- monastero olivetano di Scolca, li e cammelli. Quale fosse la ed in particolare di Gian destinazione di questo qua- Matteo Faetani, l’abate e uma- dretto non è di facile com- nista (sul quale sarebbe neces- prensione, se fosse cioè, come sario uno studio più approfon- si ritiene sul catalogo d’asta, dito) che curò la correzione una prima idea per il dipinto della prima versione delle riminese, o se, come più pro- Vite, poco dopo pubblicata babile, si trattasse di un picco- (1550) per i tipi di Lorenzo lo dipinto per devozione pri- Torrentino. Proprio a Rimini, vata. e al monastero olivetano sul Ma l’opera passata in asta non colle di Covignano, erano è l’unica “ricaduta” indirizzate anche numerose dell’Adorazione di Rimini. lettere di Giovio a Vasari tra Troviamo chiaro ricordo del 1547 e 1548, conservate oggi quadro della Scolca nei dipinti nell’archivio di Casa Vasari ad di analogo soggetto di Arezzo, a testimonianza del Prospero Fontana, pittore a fatto che l’Aretino non si “riti- lungo attivo a Bologna, e rò” a Rimini, e non interruppe –come è noto– impegnato con i frequenti rapporti con lettera- Vasari proprio a Rimini, nel ti, artisti, uomini di cultura. ruolo di collaboratore. Due Come è noto, durante il suo dipinti, il primo conservato al soggiorno, Vasari ebbe modo di ÇL’opera di Giorgio Vasari per la chiesa Bode Museum di Berlino (fig. dipingere alcune opere: innan- 4) e il secondo alla Pinacoteca zitutto l’Adorazione dei Magi di Scolca fu modello estremamente suggestivo, Nazionale di Bologna, presen- proprio nella chiesa di Scolca che Ðprobabilmente attraverso disegni e repliche tano il tema dell’Adorazione (fig.1), un tempo “accompa- dei Magi con chiari riferimen- gnata” da due pannelli laterali e di piccolo formatoÐ fu trasmesso a numerosi artisti, ti all’opera di Giorgio Vasari, da affreschi sulla volta, il San con una ricaduta iconografica che sembrerebbe soprattutto per le posture dei Francesco che riceve le stim- tre re orientali, che sono chia- mate per Carlo Marcheselli aver dato maggiori evidenze fuori Rimini piuttosto ra rivisitazione del modello oggi nel Tempio Malatestiano, che in città, dove il quadro prototipo osservato a Rimini, al seguito e altre opere per committenti del maestro. A sinistra in privati, con un significativo era di fatto conservatoÈ basso troviamo infatti un per- “sconfinamento” per servire i sonaggio inginocchiato analo- Camaldolesi di Sant’Apollinare essi locali o attivi in altre zone t’anni fa (Sotheby’s New go alla figura del quadro rimi- con una Deposizione oggi con- d’Italia, si può scegliere pro- York, 5 novembre 1986). Per nese, così come il vecchio a servata presso la pinacoteca di prio l’Adorazione dei Magi,il quel che si può giudicare dalla destra rispetto alla Vergine con Ravenna. quadro forse più ammirato. fotografia (fig. 3; il dipinto, le braccia incrociate sul petto, Per misurare quale fu l’impat- Ne è noto un disegno prepara- oggi, è di sconosciuta ubica- vera e propria citazione, o to dell’opera “riminese” di torio, con qualche variante, zione), si potrebbe effettiva- ancora al moro in piedi nel Vasari sugli altri artisti, siano conservato ad Edimburgo (fig. mente trattare di una prima margine destro del quadro, 2), ed è invece stata meno idea o di una variazione sul quasi un calco da quello di Giorgio Vasari, dibattuta l’eventuale esistenza tema di Vasari, con indubbi Vasari. Agli anni “riminesi” di Adorazione dei Magi, Rimini, di un “modelletto”, passato in legami, tuttavia, con l’opera Prospero Fontana è stato inol- chiesa della Scolca. un asta a New York circa ven- conservata alla Scolca. La ➣

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ÇSuggestioni vasariane si trovano in alcune opere del forlivese Pierpaolo Menzocchi, come nella Comunione degli apostoli o nell’Incontro tra Abramo e MelchisedecÈ mente richiamata in generale, opere del forlivese Pierpaolo si può aggiungere lo specifico Menzocchi, come nella richiamo all’Adorazione di Comunione degli apostoli del Rimini, che in alcuni casi si fa Museo di San Giuseppe ai vera e propria citazione. Cappuccini di Bologna, che Alludo, in particolare, alla mutua dall’Aretino l’idea figura a destra del palafreniere della scalinata che sale in dia- che tiene un cavallo bianco per gonale da sinistra a destra le briglie, “gemella” per così sullo sfondo, o nell’Incontro Giorgio Vasari, dire dell’analogo personaggio tra Abramo e Melchisedec Giorgio Vasari (attr.), Adorazione dei Magi, del dipinto riminese che Ðnella della chiesa della Santissima Adorazione dei Magi, disegno preparatorio, stessa identica posizioneÐ Trinità a Forlì, dove ubicazione sconosciuta, Edimburgo, tiene a freno due cavalli. Melchisedec con le braccia già Sotheby’s, New York, National Gallery. Suggestioni vasariane si trova- incrociate sul petto sembra 5-11-1986. tre avvicinato da Daniele no ancora, per tornare in richiamare uno dei magi rimi- Adorazione dei Magi del Benati un quadro, passato sul ambito romagnolo, in alcune nesi di Vasari. Nella sua Museo Albani di Urbino, infi- mercato antiquario, che ne, Pierpaolo Menzocchi sem- mostra uno stile, per certi bra avvicinarsi più al modello aspetti “toscanizzante” inu- del bozzetto vasariano di ubi- suale nella fase matura del pit- cazione sconosciuta, dove uno tore felsineo, e caratteristico dei re bacia il piede di Gesù invece degli anni di diretto Bambino. contatto con Vasari, tra Rimini In conclusione, l’opera di e Bologna. Giorgio Vasari per la chiesa di Vorrei infine qui segnalare un Scolca fu modello estrema- disegno con un’Adorazione mente suggestivo, che Ðproba- dei Magi (fig. 5) passato in bilmente attraverso disegni, asta a New York (Sotheby’s, modelli, forse repliche di pic- 26 gennaio 2005), ma già colo formatoÐ fu trasmesso a conosciuto agli studi, avvici- numerosi artisti, con una rica- nato dalla Sricchia Santoro e duta iconografica che sembre- dalla Dacos a Peeter de rebbe aver dato maggiori evi- Kempeneer (Bruxelles, 1503- denze fuori Rimini piuttosto 1580), artista che dalla natia che in città, dove il quadro Bruxelles passò in Spagna a prototipo era di fatto conser- Siviglia (assumendo il nome vato. di Pedro de Campaña col quale è più noto) e quindi a Bologna negli anni 40 del Cinquecento. Le studiose hanno messo in rapporto l’o- pera con le suggestioni ricevu- te da Raffaello, dal Giulio Romano di Mantova e da Vasari e Bronzino. All’influenza da Vasari giusta- Bibliografia di riferimento G. Zavatta, Giorgio Vasari e Nicolas Cordier a Rimini: due disegni al “Salon du Dessin” di parigi e una novità da Edimburgo, in “L’Arco”, nn¡ 1-2/2007, pp. 40-47. Al centro. Pedro de Campaña P.G.Pasini, L. Liuzzi, Giorgio Vasari a Scolca, Rimini 1998. (attr.), Adorazione dei Magi, G. Sassu, Percorsi della Maniera: tra Giorgio Vasari e Prospero Fontana, in ubicazione sconosciuta, “Arte a Bologna”, 5, 1999, pp. 151-165. già Sotheby’s, New York, F. Sricchia Santoro, Pedro de Campaña in Italia, in “Prospettiva”, 27, 1981, 26-1-2005. pp. 75-86. N. Dacos, Peeter de Kempeneeer/ Pedro de Campaña as a Draughtsman, in A dx. Prospero Fontana, “Master Drawings”, vol. XXV, 1987, pp. 360-361. Adorazione dei Magi, Berlino, A. Colombi Ferretti, L. Prati (a cura di), Francesco Menzocchi, Forlì 2003. Bode Museum.

MARZO-APRILE 2009 15 ARIMINVM STORIA E STORIE

LE DONNE DI SIGISMONDO MALATESTA ANTONIA, LA FIGLIA Lara Fabbri

ntonia Malatesti era figlia dove Antonia fece in tempo a A di Sigismondo e Isotta ed rimanere invisa al di lui consi- era venuta al mondo nel 1463, gliere, il perfido e astuto quando la madre aveva già Eusebio Malatesti. trent’anni e cinque anni prima L’uomo, ebreo convertito ai che il padre le fosse strappato tempi della nonna di Rodolfo via da un destino implacabile. Paola Malatesti ava di Un destino che incombeva Antonia, aveva ricevuto in spesso sulle femmine della dono dalla suddetta nobildon- famiglia e che non risparmiò na il cognome illustre e una nemmeno la povera Antonia. certa posizione economica e sociale che lo aveva portato a Bellezza fatale scalare la vetta sino ad arriva- Si dice che ella avesse eredita- re nelle grazie dell’attuale to la bellezza dalla madre e marchese come suo ministro che il fratellastro Roberto, di corte. La giovane Malatesti nonostante non vedesse di invece, non doveva aver gradi- buon occhio Isotta e il suo to che si usufruisse impune- seguito, nutrisse per lei un mente del proprio cognome affetto sincero, tant’é che senza averlo acquisito per valutò attentamente la serietà diritto di nascita o attraverso e il lignaggio di qualsiasi pre- legittimi sponsali, perciò non tendente prima di concederla era entrata in simpatia con in sposa. l’ambizioso consigliere di suo Ne rifiutò pure uno, della cognato ed Eusebio doveva casata dei Manfredi di Faenza, avergliela giurata, perché perché considerato un pò trop- appena si presentò l’occasione po... libertino. Eppure... non- ÇAntonia rimase spesso sola, perché il marito per fargliela pagare... ostante le buone intenzioni, ben presto tornò alla sua occupazione preferita: Roberto il Magnifico si fece Vittima innocente fuorviare dal lustro della fami- la guerra. La giovane signora venuta da Rimini I due sposi andarono ad abita- glia Gonzaga, perché diede in si creò una certa fama dovuta alla sua grazia re nel nuovo palazzo di Immagini tratte da e alla sua avvenenza…» ➣ G. Rimondini, Le Donne dei Malatesta, Amore sangue santità moglie la diciottenne Antonia accolta trionfalmente e (La Pieve, 2001). ad uno dei figli più irruenti del apprezzata per le sue doti marchese di Mantova, il vio- ma... l’invidia e l’intrigo a lento e impetuoso Rodolfo, corte sono sempre in agguato guerriero per vocazione. e si nascondono dietro ad ogni Così, pensando di fare il suo porta o ad un pesante tendag- bene, il signore di Rimini, gio... consegnò quel giovane fiore al A Rodolfo, non essendo il suo futuro carnefice che la successore del marchese sposò nella nostra città l’11 Lodovico, era stato destinato gennaio del 1481 e la condus- il feudo minore di Luzzara in se a Mantova alla corte dei provincia di Reggio Emilia e lì Gonzaga a conoscere la nuova il Gonzaga voleva portare a famiglia, facendo tappa prima vivere la moglie, dopo aver a Ferrara dove si fermarono approntato una degna dimora. qualche giorno ospiti degli Nel frattempo i due soggiorna- Este, festeggiati con tutti gli rono nella vecchia residenza onori. Pure nella fastosa corte cittadina di Rodolfo e frequen- mantovana, la nostra bella, tarono assiduamente la corte dolce e gentile nobildonna fu del nuovo marchese Federico,

ARIMINVM 16 MARZO-APRILE 2009 MUSEO DELLA CITTÀ

Luzzara e lì madonna Antonia RIFLESSIONI SU UN “OLIO” DEL XVI SECOLO rimase spesso sola, perché il marito ben presto tornò alla UNA NATIVITË NON CONVENZIONALE sua occupazione preferita: la guerra. Nel frattempo, la gio- Ivo Gigli vane signora venuta da Rimini si era creata una certa fama a questione secolare del Maria che s’appresta a lavare zione disegnativa e coloristica. dovuta alla sua grazia e alla L perché piace, o non il neonato e una S. Anna che Questo per sottolineare come sua avvenenza, doti che certa- piace, un dipinto (o una musi- pensosa osserva la scena. Tale il piacere visivo e interiore di mente non erano rimaste inos- ca, un film, un romanzo) è diversità espressiva, questo un quadro (o di qualunque servate nelle corti dove era rispuntata l’altro giorno al introdursi quasi furtivamente esito estetico) è una somma passata e che le furono fatali Museo di Rimini osservando e di una caratterizzazione insoli- composita di motivi che esula- agli occhi del focoso marito. riosservando un olio del XVI ta in un contesto tradizionale, no dal fatto puramente temati- Si incominciò a bisbigliare su secolo con l’attribuzione questa innovazione di gusto co, un sommarsi olistico di di lei... pare che in molti ne incerta di Francesco Longhi o realistico (un realismo non motivi extra estetici, di costu- fossero innamorati... una della scuola dei Coda, una tanto ad uso sacro, quanto me o di eccentricità (che pos- donna tutta sola in una piccola Madonna col Bambino e S. umano, esistenziale, le aureole sono peraltro indurre pure alla residenza di provincia... abi- Anna. E’ rispuntata perché lo sono appena cennate) nel tema delusione, come ad esempio tuata ai fasti di Rimini e sguardo ad un certo punto ha divino è ciò che ci piace, che una lettura virtuale pubblicita- Mantova... forse madonna avvertito, al di là dell’impatto apprezziamo, unitamente al ria implicita in un’opera appa- s’annoiava... forse madonna si fisico-percettivo, altri aspetti, fatto formale di unità cromati- rentemente artistica). consolava con il paggio o con altre dimensioni, altri modi di ca e di ritmo contrastivo degli il maestro di ballo... scorgere quello che ancora spazi, il silenzio che emana Queste le pulci che furono non si era scorto, una visione l’insieme dell’evento e l’idea- messe, per opera di Eusebio, estetica più ampia, più ricca: nell’orecchio di Rodolfo la postura delle figure evange- Gonzaga di ritorno da una liche, il loro situarsi nella campagna militare e di pas- scena. saggio a Mantova nel Natale La struttura di queste figure del 1483. differisce dalle convenzionali, Bastò una chiacchiera, un’al- manieristiche riprodotte infi- lusione e l’irascibile marito nite volte, cioè la presenza della Malatesti perse il lume consueta dei personaggi della della ragione. Montò sul suo Natività, o post-natività – qui, cavallo e si recò a spron battu- il disporsi di questi non è fina- to in quel di Luzzara e appena lizzato al fatto catechistico, o arrivato a casa dalla moglie, didattico, ma è domestico, senza neanche darle il tempo naturale, quasi banale: una di fiatare, l’uccise. Terminò così, in modo ingrato Madonna col Bambino e violento, ad appena vent’an- e S. Anna, ni, la vita di Antonia dei Attribuzione di F. Longhi Malatesti in Gonzaga, forse la o scuola dei Coda, Sec. XVI più sfortunata tra le figlie rico- (Deposito AUSL, Rimini). nosciute di Sigismondo Pandolfo Malatesti. Nel frattempo, Roberto DOVE TROVARE Malatesti era morto e non poté E vendicarne l’uccisione, ma PRENOTARE siccome si dice che tutto il GRATUITAMENTE male che si fa ritorna indietro, ARIMINUM le trame di Eusebio vennero Presso il Museo della Città infine allo scoperto ed egli di Rimini (Via Tonini) e la venne giustiziato dai suoi stes- Libreria Luisè (Corso si protettori, come giustizia d’Augusto, Antico Palazzo divina vuole. Al marito non Ferrari, ora Carli) è possibi- restò altro che cospargersi il le trovare e prenotare gratui- capo di cenere e... consolarsi tamente i numeri in uscita di ben presto con la prossima Ariminum e gli arretrati moglie! ancora disponibili.

MARZO-APRILE 2009 17 ARIMINVM MOSTRE

LE FOTO DI MARIA GABRIELLA PICCARI L’EX CORDERIA DI VISERBA: UN MUSEO A CIELO APERTO Domitilla Tassili

al 2 al 22 febbraio Maria stabilimento si insediava la DGabriella Piccari ha espo- ferrovia e spuntavano i primi sto presso la Sala degli archi i villini sulla spiaggia... Una suoi “scatti fotografici” sulla Viserba, insomma, da non “Ex corderia di Viserba”. La dimenticareÈ. mostra, “Vista dall’obiettivo Oltre alle attrezzature è neces- di una donna”, punta l’atten- sario salvaguardare gli affre- zione sui ruderi proto indu- schi delle pareti realizzati dai striali di un laboratorio che ha prigionieri internati alla fine coinvolto generazioni di viser- della seconda guerra mondia- besi. le. ÇDavanti a quei dipinti ancora in buono stato Ðaggiun- L’intento dell’autrice ge Maria Gabriella- e ai serba- L’intento dell’autrice è di sen- toi degli aerei inglesi, si com- sibilizzare l’amministrazione ÇMentre fotografavo gli interni della corderia prendono le brutture della pubblica affinché salvaguardi guerra e il dolore della prigio- lo stabilimento e con esso il avevo la percezione di essere in un luogo magico, nia. Il mio desiderio è quello patrimonio storico del suo mi sembrava di sentire le voci degli operai… di identificare una zona all’in- interno. I macchinari dell’ex terno dell’area che possa rac- corderia rappresentano infatti sentivo le grida dei bambini che giocavano vicino cogliere la memoria dell’ex importanti strumenti di al fiume e i canti delle lavandaie corderia per tramandarla alle archeologia industriale; non a che lavavano i panni nell’acqua fredda. nuove generazioniÈ. caso una stessa motrice a vapore, appartenente all’a- Avvertivo una Viserba d’altri tempi…» La storia della Corderia zienda Tosi di Legnano, è con- La Corderia nasce 1856 come servata nel Museo della scien- “Pilleria risi di Viserba” di za e della tecnologia di proprietà della ditta Brisi di Milano. Ancona, gestita da Daniele «Le foto dell’ex corderia di Serpieri, un personaggio noto Viserba -dice Maria Gabriella anche per essere stato fra i Piccari- evocano un passato di fondatori della Cassa di laboriosità e di sofferenza. Un Risparmio Rimini. Lo stabili- passato che non deve essere mento, aveva l’ingresso sul- dimenticato. Le ho scattate l’attuale via Fattori. Nel 1859 con grande emozione, perché la “Pilleria” passò di proprietà in quel momento mi sono a Felice Ronci, che nel 1870 la ritrovata in un altro tempo e in rivendette alla società formata un altro spazio e vorrei che le da Turchi e Ghetti (l’industria- mie stesse sensazioni le pro- le dei fiammiferi). Sotto la vassero anche coloro che le loro gestione si decise di tra- guardano. Mentre fotografavo sformare il mulino da grano in gli interni della corderia avevo torcitoio di canapa, lasciando la percezione di essere in un attiva anche la pillatura del luogo magico, mi sembrava di riso. Possiamo dire, quindi, sentire le voci degli operai. che l’atto di battesimo della Osservavo la grande ruota che Corderia risale al 1870, con la sagomava la corda con l’acqua registrazione ufficiale da parte del mulino, acqua che scorre- della ditta “Turchi & Ghetti” va dall’entroterra fino al mare, dello Çstabilimento di filatura e sentivo le grida dei bambini di canape nella località della che giocavano vicino al fiume ViserbaÈ. Nel 1872, lo stabili- e i canti delle lavandaie che mento venne ceduto alla ditta lavavano i panni nell’acqua “Antonio Tozzi e Soci” di fredda. Avvertivo una Viserba Trieste, che proseguì la dupli- d’altri tempi, quando con lo ➣

ARIMINVM 18 MARZO-APRILE 2009 MOSTRE

ce produzione (di riso e di e della tecnica di Milano). corde) per circa un ventennio. Negli anni Trenta la Corderia In quel periodo non c’era subì un temporaneo rilancio, ancora né la via Marconi, né la ma allo scoppio della seconda strada litoranea ultimata nel guerra mondiale era già chiu- 1910. I carri carichi di riso e di sa. In questo periodo la canapa, trainati da cavalli, Corderia venne usata come arrivavano alla stazione di deposito di materiale bellico e Rimini percorrendo la via casermaggio (prima dai tede- Sacramora, che d’estate era schi, poi dagli alleati). Dopo sabbiosa e d’inverno diventava l’8 settembre i tedeschi vi ten- un pantano. Il 10 gennaio nero rinchiusi gli italiani cat- 1899, venne inaugurato il turati nei rastrellamenti. A par- tronco di ferrovia passante per ÇDavanti a quei dipinti ancora in buono stato tire dal 1945 la Corderia di Viserba. Parallelamente allo Viserba divenne un campo di stabilimento, in quegli anni e ai serbatoi degli aerei inglesi, concentramento per prigionie- prendeva inizio l’industria si comprendono le brutture della guerra ri tedeschi e dal 18 maggio turistica, che avrebbe fatto anche magazzino di materiale diventare Viserba, coi i suoi e il dolore della prigionia. militare requisito nel nord graziosi villini, una invidiata Il mio desiderio è quello di identificare una zona Italia e fino al 1947 fu anche stazione balneare. Nel 1902 deposito di capi d’abbiglia- Tozzi interruppe la lavorazio- all’interno dell’area che possa raccogliere la memo- mento dei prigionieri di tutti i ne e dopo un anno di inattività ria dell’ex corderia per tramandarla campi di prigionia del rimine- cedette l’impianto alla se. Questi, tra Bellaria e “Corderia Milanese” di alle nuove generazioniÈ Riccione, contenevano oltre Giuseppe Dossi, che la gestì 150.000 internati. A guerra con quella meccanica e iniziò fino alla prima guerra mondia- energia elettrica e forza motri- finita la struttura fu acquistata a lavorare una speciale “cor- le. Dossi sostituì i vecchi mac- ce (con caldaia e gruppo alter- dal finanziere milanese detta” lucidata che rese famo- chinari con impianti moderni nativo monocilindrico della Ceschina. Da allora il com- sa la fabbrica viserbese. Dossi ed efficienti; prolungò il ditta Franco Tosi di Legnano: plesso è in completo stato di installò anche un impianto ter- capannone di corderia mobile; un simile macchinario è pre- abbandono. mico per produrre vapore, sostituì la trazione animale sente nel Museo della scienza

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LE FOTO DI GILBERTO URBINATI DETTAGLI IN AVANSCOPERTA Ivo Gigli

l tema del particolare, del deserto, una metamorfosi sor- I dettaglio nell’arte fotogra- prendente; o la magia di un fica è diffuso, sentito dagli riflesso, l’immagine di un’im- artisti come gusto opposto magine sorpresa per caso nel all’ampio, al totale, alla dilata- cimitero della nostra città, la zione del paesaggio per esem- lastra lucente di bronzo del plificare; lì le variazioni monumento funebre di espressive cercano di cogliere Arnaldo Pomodoro a Fellini ciò che sta dietro l’apparenza che riflette come uno specchio di una cosa, anche banale Ð ma la presenza di due suore che la fotografia di Gilberto passano accanto, una resa for- Urbinati, riminese, che ha temente pittorica, una visione scelto per la sua mostra aperta agitata, deformata delle figure, a Santarcangelo nel mese di alla Bacon diremmo, una foto- febbraio col titolo, appunto, di grafia accidentale di notevole Dettagli, ci fa attenti partico- valore espressivo. Un tavolino larmente per la sensibilità e azzurro immenso in un fondo l’intuizione espressiva che nero d’ombra, colto in una hanno dato vita a una serie di vetrina di un negozio, un’ap- fotografie a colori e bianco e parizione estatica che il con- nero tipiche per la “scoperta”, trasto coloristico e tonale e il disvelamento dei mondi l’essenzialità dell’oggetto nascosti dietro e dentro le creano uno spazio incastonato cose. Una fenomenologia ÇLe immagini fissate nel sensore digitale di luce, quasi magico. estetica, insomma. L’invenzione prospettica è Sono foto scattate a Rimini e sono un mosaico di volti, di oggetti, di monumenti, un’istantanea scattata nella in paesi come Santarcangelo e di interni, di piante giocati dalla raffinata regia piazza di Verucchio: due per- Verucchio, e le immagini fis- sonaggi, uno di bronzo in sate nel sensore digitale sono della luce, dell’ombra e dei riflessi… primo piano che riflette penso- un mosaico di volti, di oggetti, Ciò che si coglie nelle rappresentazioni e so, l’altro un uomo che, in di monumenti, di interni, di senso opposto alla statua, pur piante giocati dalla raffinata che aleggia come un profumo è il silenzio assorto, cammina rimpiccio- regia della luce, dell’ombra e e il mistero, l’essenzialità, il rigore di un’economia lendosi prospetticamente. Un dei riflessi. Come una coperta senso del movimento per uno rossa di un letto, un semplice formale di soggetti e situazioni… stesso differenziato stato psi- tessuto su cui i raggi del sole, Molti possono intuire quello che sta “dietro” cologico, un incontro casuale la mattina, penetrando attra- e il dono di coglierne le affini- verso la tapparella creano, le cose, ma non tutti esprimerlo, tà. La madre di Urbinati, il rasentandolo, la modulazione un dono di artista che Urbinati possiedeÈ viso di un’anziana ripreso fra chiaroscurale delle dune del segue a pag. 52

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MOSTRE

FESTA DI COMPLEANNO AL PALAZZO MEDICEO DI SAN LEO ARMIDO DELLA BARTOLA: IL COLORE FA NOVANTA

rmido della Bartola ha di amici e di appassionati d’arte Afesteggiato i suoi novan- che hanno voluto affermare con t’anni a San Leo. Per la ricor- la loro presenza l’affetto e la renza i famigliari e alcuni amici stima verso il decano degli arti- “storici” dell’artista gli hanno sta riminesi. Per l’occasione è dedicato una mostra antologica stato dato alle stampe una origi- nelle suggestive sale leonine nale brochure, curata dal nipote del Palazzo Mediceo: una Nicola Gambetti, che insieme “festa” che ha aperto i battenti con le immagini delle opere il 21 febbraio, compleanno di esposte a San Leo raccoglie Armido, e che si è conclusa il anche i “messaggi” augurali e 22 marzo. La rassegna dal tito- le testimonianze di simpatia di lo “Il colore fa novanta” ha tanti “compagni di avventura” visto in esposizione opere ine- di Armido. E tra questi anche dite provenienti in gran parte da quelli di Alessandro Giovanardi collezioni private. Alla cerimo- e Manlio Masini che qui ripor- nia dell’inaugurazione si sono tiamo. dati appuntamento un’infinità

Quel poco di buono… Un monumento di vitalità e di tenerezza La quiete ermetica della bonaccia e le insidie travolgenti del L’ultima domenica dello scorso dicembre (2008), passeggia- temporale. Così, in sintesi, potremmo definire Armido Della vo tra le sparute bancarelle del consueto mercatino riminese Bartola. In lui, nel suo modo di essere e di rapportarsi col dell’antiquariato: un orizzonte quasi surreale, disperso e rare- mondo delle cose e degli affetti, ritrovo le tinte forti della sua fatto dalle continue minacce di neve. Qui il mio amico opera pittorica, capace di cogliere con pari emozione la sere- Franco Pozzi, pittore coltissimo e sommamente esigente, nità di un radioso mattino di primavera o l’irrequietezza di richiama la mia attenzione su un bel dipinto esposto per la un grigio pomeriggio d’estate. Ma se la sua pittura esprime vendita: è un paesaggio cupo e visionario, per nulla disegna- uno stile difficilmente etichettabile, tanto che ci ha indotto a to, solo cromatico, quasi informale. Si trattava di un vecchio formulare il termine di “espressionismo lirico alla Della quadro di Armido Della Bartola: un piccolo gioiello colto Bartola”, il suo carattere, invece, è la summa dei pregi e dei dalla sua fluviale produzione che, in alcune precise occasio- difetti del romagnolo. Ho in mente, per esempio, l’amore per ni, ha saputo scoccare note di una poesia autentica e melan- il paradossale, la loquacità e l’aggressività polemica; quella conica, quasi inspiegabile di fronte all’irruente vitalità del intransigenza unita alla Çfinta disinvolturaÈ, che stando a suo carattere. Tuttavia, solo chi è colmo di allegria e di resi- Guido Nozzoli, «maschera il disordine un po’ estroso e un stenza può raccontare in modo convincente l’angoscia. po’ velleitario del pensieroÈ. Quella tenerezza, sempre D’altra parte Armido è un uomo che sa sorprendere chi ha imprevedibile e disarmante, capace di stupirsi davanti ai pic- pazienza di ascoltarlo: in questi ultimi anni Della Bartola mi coli misteri del quotidiano …. e poi l’ironia beffarda, ha confidato (chi l’avrebbe immaginato?) i suoi interessi filo- tagliente, dissacrante tipica della gente di Romagna che, sofici e religiosi. Mi parla di Plotino, di Mircea Eliade, delle come diceva Alfredo tradizioni del Tibet, della figura di Cristo, Panzini, è «la terra di come leggerne pittoricamente il volto o dove si conserva quel di come interpretare, col pennello, la poco di buono che è croce: mi colpisce con letture e interessi rimasto nel mondoÈ. sofisticati, che nessuno dei suoi estimatori Armido è un condensa- forse conosce. Per la piccola storia della to di tutto questo. In lui pittura riminese del Novecento Armido è c’è ancora «quel poco un monumento vivente, è un vulcano di buonoÈ che noi, più senza estinzione, ma dei nostri colloqui mi giovani di qualche resta impressa soprattutto la tenerezza anno, abbiamo, pur- struggente con cui parla dei giovani solda- troppo, perso per stra- ti che ai tempi della guerra gli furono affi- da. dati; quella nota dolente è il tono su cui ha Manlio Masini composto le sue marine più belle, i suoi frutti maturi ben riusciti nell’abbandono alla notte. A. Della Bartola, Alessandro Giovanardi Relitto tra le onde, olio.

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I NOSTRI EROI / ANTONIO BENVENUTI MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALORE MILITARE ALLA MEMORIA CADUTO VALOROSAMENTE IN AFRICA ORIENTALE ITALIANA TENENTE DELLA TERZA COMPAGNIA DEL XXII BATTAGLIONE COLONIALE Gaetano Rossi

olti riminesi di una certa rente caos. E ricordo ancora il M età (età media, intendo) signor Luigi Benvenuti, gli che avessero l’occasione, occhiali sul naso, alla cassa come me, di frequentare da situata a fianco della porta di anni e per le più diverse ragio- ingresso, ritto, composto, ni il centro storico ricorderan- serioso e professionale quasi no che sulla piazzetta come un funzionario di banca. Gregorio da Rimini, tradizio- Quando il figlio del sig. Luigi, nalmente conosciuta come Brunello, che conoscevo fino Piazzetta delle poveracce per da allora per esser pressoché via delle popolane che la inva- coetanei venne tempo fa nel devano ogni mattina esponen- mio Studio per segnalarmi la do cumuli di vongole ancora storia che sto per raccontarvi profumate di mare lì trasporta- fu quindi per me un rinnovare te su cigolanti biciclette obera- quasi un antico e famigliare te dal peso di possenti dereta- legame con gli anni della mia ni di felliniana memoria, si fanciullezza ed, insieme, un affacciava un negozio singola- ulteriore stimolo a parlare di re, meglio: una bottega, per un “nostro” eroe dimenticato chiamarla come la si chiama- visto che quella bottega che va, che per Rimini era diventa- non esiste più e l’episodio che ta una sorta di istituzione. vide protagonista Antonio Singolare perché era l’unica, Benvenuti (fratello di Luigi e della città, nella quale si pote- zio di Brunello) appartengono va trovare di tutto (Di tutto un a quel mondo di valori e di po’ era il motto della ditta) nel ricordi nel quale tanto volen- campo delle mercerie in un tieri preferisco immergermi periodo nel quale era d’uso ÇIl Tenente Benvenuti, al comando di una mezza constatando ogni giorno di più comune aggiustare, rammen- compagnia di coloniali si era portato “di slancio il progressivo, inarrestabile e dare, cucire ed in pratica far generalizzato degrado di valo- durare il più a lungo possibile Ð si apprende dalla motivazione della medaglia ri nel quale inesorabilmente la quello di cui si disponeva e d’Argento al V.M.- alla testa dei suoi Ascari in nostra società sta neanche che oggi viene invece buttato tanto lentamente sprofondan- al minimo accenno di proble- mezzo a reparti avversari assaltandoli a bombe a do. ma. Non solo; lo si frequenta- mano. Nella epica lotta per quanto ferito alla testa Questa volta quindi vi parlo di va per cambiare le tende di Africa Orientale Italiana, dopo casa, le lenzuola, comperare animava ed incitava i propri dipendenti, riuscendo a aver doverosamente dedicato tappeti, preparare vestiti per le catturare una mitragliatrice”. Stremato, si era poi un intero anno solo a racconti feste di carnevale, cercare di nostri eroi della Grande stoffe di tutti i tipi da portare accasciato a terra. In seguito si seppe che il Tenente Guerra nel novantesimo anni- poi alla “sarta” (una specie Benvenuti era morto e che era stato sepolto versario dalla sua vittoriosa umana oggi in via di estinzio- fine (dati i tanti decorati, l’ar- ne) per far confezionare abiti dagli stessi inglesi là dove era caduto colpitoÈ gomento si alternerà tuttavia da giorno, da pomeriggio, da con altri ancora nei prossimi sera (ed io, pur recalcitrante, memoria ricordo altissimo, era conosciuta da agili numeri). ero sempre al seguito di mia un affastellarsi fitto di multi- che sbilanciate su traballanti Del Tenente Antonio Benvenuti, mamma perciò lo conoscevo colori e sporgenti rotoli di scale dall’apparenza insicura Medaglia d’Argento al Valor bene). E singolare era la strut- panno, scatole e scatoloni di le raggiungevano ad ogni più Militare alla Memoria caduto tura interna perché fino al sof- cartone con file allineate di strana richiesta sapendo solo in località di Barentù, Eritrea, fitto, che nelle pieghe della centinaia di bottoni in prima loro, prima ancora di iniziare a il 30 gennaio 1941 e del quale non si hanno notizie particola- Il tenente vista la cui posizione, quasi da salirvi, dove metter le mani “a Antonio Benvenuti. archivio, era perfettamente botta sicura” in quell’appa- ➣

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Cartolina del XXII Benvenuti Battaglione coloniale in divisa coloniale. ri oltre alle pochissime rintrac- lasciato presso un grande albe- ciate per esser state tutte per- ro (era una “quota” importan- dute con la scomparsa di gran te, denominata appunto parte dei suoi congiunti si pos- “Alberone”), mentre il com- sono però fortunatamente battimento prosegue. ricostruire l’azione che gli Nel giro di pochi minuti al valse la decorazione al Valore Tenente Roatto si paralizzano alla Memoria e gli ultimi le gambe e resta quindi del istanti di vita in forza di una tutto immobilizzato, senza superstite lettera datata 25 nulla poter fare. Tuttavia è luglio 1946, che il Capitano ancora cosciente e dopo una Amerigo Roatto, all’epoca dei ventina di minuti si avvede fatti anch’egli tenente nello che le altre compagnie stanno stesso reparto cui Benvenuti ÇL’eroismo dimostrato dai nostri soldati tornando all’attacco. Nel fra- era stato assegnato -il XXII e dai fedelissimi Ascari in terra africana riempie gore delle armi automatiche Battaglione Coloniale(1)-, indi- (gli inglesi ne dispongono di rizzò al fratello di Antonio, ancora di orgoglio il cuore di chi ripercorre molte) sente il lamento di una Luigi, proprio per dargli qual- con onestà intellettuale la nostra Storia voce famigliare; si gira come che notizia in più della sorte può, sollevando con grande del congiunto non appena poté riuscendo a ricordare con affetto e rispetto tutti sforzo il busto e vede non rientrare in Italia dall’India, coloro che non volendo probabilmente la guerra molto distante il Tenente ove era stato tenuto ristretto in Benvenuti a terra, con una un campo di prigionia. e certamente non avendo contribuito a scatenarla, devastante ferita alla fronte. Apprendiamo così che sia il tuttavia compirono fino all’estremo sacrificio Benvenuti vede il volto amico Tenente Roatto che il Tenente e riconoscendolo nonostante il Benvenuti appartenevano a il proprio dovere di cittadini per amore del sangue gli appanni la vista gli quel reparto fin dal 1937 e fino Tricolore e della nostra ItaliaÈ si rivolge chiedendo un ultimo allo scoppio delle ostilità ave- soccorso; ma nessun aiuto può vano sempre combattuto esser dato ad alcuno dei due. a Cassala e poi a Barentù. Qui nemica. E’ a quel punto che assieme in azioni di contro- Cala la notte. Roatto chiama di il Tenente Roatto comanda la alle ore 17 la prima delle due guerriglia e di mantenimento tanto in tanto l’amico per prima compagnia e Benvenuti compagnie avanzate del XXII dell’ordine in Colonia visto nome, dandogli voce, ma nes- è ufficiale della terza, coman- muove all’assalto, subito che mai si era fermata l’ag- suno risponde. Verso le tre del data dal Capitano Ettore seguita da quella del Capitano gressività dei ribelli, più spes- mattino la compagnia inglese Goduti, di Roma. Goduti nel quale milita il so associata a quella di sem- si ritira portando via i propri Il reparto, con quattro compa- nostro tenente. Nel furioso plice brigantaggio che costi- morti e feriti ed abbandonando gnie, due avanzate e due di attacco due subalterni del tuiva atavica prerogativa di i nostri al loro destino. Poco rincalzo è a sua volta di rincal- Tenente Roatto vengono col- molte delle popolazioni di più tardi Roatto viene trovato zo ad alcuni battaglioni piti e cadono morti. Lo stesso quelle zone. da una nostra pattuglia che ne dell’VIII Brigata che stanno tenente viene colpito da tre Contemporaneamente il repar- sente i lamenti e portato nelle combattendo per il possesso di pallottole al torace e crolla a to assicurava protezione alle nostre linee, ma nessuno ha alcune alture (alture di Tauda, terra. Nessuno dei nostri è in maestranze che costruivano tempo di cercare il corpo di a Nord della strada Tessenei- grado di metterlo in salvo e strade fra i villaggi e le città di Benvenuti. Ancora cosciente Barentù) e che il 30 gennaio durante il contrattacco viene Adua, Adigrat, Axum, chiede agli Ascari come è devono però ripiegare sotto trascinato da due sodati ingle- Asmara. andata e se sanno che ne è una fortissima pressione si dietro le linee nemiche e Già da quei primi anni fra i stato del tenente ma tutti con- due ufficiali si era consolidata A sx. Cartina dell’AOI. fermano tristemente la perdita un’amicizia fondata sulla con- Sotto. Fascia del XXII della posizione(2) e danno per divisione di fatiche e pericoli e Battaglione coloniale. certa la morte dell’ufficiale, il rafforzata dal carattere corag- cui corpo non è però stato gioso e nel contempo “compa- riportato indietro da nessuno. gnone”e sempre allegro di Roatto viene immediatamente quel tenente romagnolo. portato a Barentù e lì adagiato Scoppiata la guerra, nel luglio alla meglio, perché intraspor- del 1940 il Battaglione viene tabile. Avviene così che ad una spostato verso il nord in dire- successiva avanzata inglese zione del Sudan, dal settore di viene fatto prigioniero e final- Gondar al fronte eritreo, prima ➣

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Copertine della ai famigliari. “Domenica del Corriere”. Nulla si è saputo in più al pro- A sx: l’esecuzione posito ma la famiglia ancora dei componenti la banda di Ras Immirù che al comando non dispera di recuperarne le del fitaurari (colonnello) Tesfai spoglie attraverso l’Onor all’alba del 13 febbraio Caduti, l’Ente ministeriale del 1936 aveva assalito deputato a tali tristi ma dove- e massacrato operai e tecnici rose incombenze. del cantiere Gondrand n.1, fra i quali l’ing. Cesare Rocca La sorte del Tenente e la moglie Lidia Maffioli, Benvenuti non fu certo diversa infierendo bestialmente da quella delle migliaia e sulle vittime. migliaia di nostri connazionali chiamati a combattere una A dx: la scolarizzazione nelle colonie italiane guerra avventata e disperata, lontano da qualunque speran- mente inoltrato in un ospeda- ferito alla testa animava ed prigioniero, aveva saputo da za di rinforzi e fin da dopo le, ove resterà per sei mesi incitava i propri dipendente, un capitano inglese che il pochi mesi dal suo inizio privi prima di esser inviato in pri- riuscendo a catturare una Tenente Benvenuti era morto e di scorte e munizioni tali da gionia e lì trattenuto per anni, mitragliatriceÈ. che era stato sepolto dagli consentire una appena poco sino oltre la fine della guerra. Evidentemente stremato, si stessi inglesi là dove era cadu- più che dignitosa difesa. Quello che il Tenente Roatto era poi accasciato a pochi to colpito. Con lui scomparve L’ottica, errata e pragmatica- non poteva sapere in quel metri dall’amico Roatto, che anche il libretto di deposito “al mente cinica del governo cen- momento si è venuto a sapere ne aveva quindi sentito gli portatore” che il tenente aveva trale, nella consapevolezza poi. Il Tenente Benvenuti, ultimi spasimi. Solo durante la in tasca al momento dell’as- della pressoché inevitabile incaricato dal Capitano lunga prigionia il dottore del salto. Il Banco di Roma, suc- perdita della maggior parte dei Goduti di comandare una reparto cui appartenevano i cessivamente interpellato, non territori dell’AOI, era quella mezza compagnia di Ascari e due ufficiali, anch’egli preso volle riconoscere alcun diritto per la quale si era convinti che di portarla all’attacco a sup- vincendo la guerra in pochi mesi, avremmo subito recupe- porto dell’azione della prima La famiglia Benvenuti fu segnata da tristissime altre vicende rato per accordi di pace quello compagnia, si era portato Çdi in qualche modo legate ad entrambe le due guerre mondiali che avessimo perduto sui slancio Ðcome si apprende nelle quali l’Italia fu coinvolta e protagonista. campi di battaglia, mentre il dalla motivazione della meda- Il padre di Antonio e Luigi, Sebastiano, socialista, proprieta- sacrificio delle nostre truppe glia d’Argento al V.M. che gli rio di un negozietto di mercerie in quel di Gambettola morì coloniali sarebbe comunque fu poi conferita con decreto in seguito alle violenze che caratterizzarono il primo dopo- valso a trattenere in quello ministeriale del 18 luglio 1950 guerra (Grande Guerra), a seguito di un “esproprio proleta- scacchiere fino alla immanca- a firma del Ministro Pacciardi- rio” durante il quale, mentre il negozio frutto di tanti sacrifi- bile vittoria finale, moltissime alla testa dei suoi Ascari in ci veniva saccheggiato e poi dato alle fiamme, venne pic- truppe nemiche altrimenti mezzo a reparti avversari chiato da alcuni forsennati fino a spappolargli il fegato. Al impiegabili altrove, ed a pesa- assaltandoli a bombe a mano. funerale fu poi detto che così si voleva “dare un esempio a re sul tavolo della pace nella Nella epica lotta per quanto questi piccoli borghesi”. Lasciò la moglie e quattro figli fra i certezza di concluderla in quali il primogenito Luigi, che dovette abbandonare gli studi breve e da posizione vittorio- Souvenir africani. per aiutare la famiglia iniziando un piccolo commercio sa. ambulante. A dx: la scolarizzazione La sorte non volle così, con la nelle colonie italiane francesi Anni dopo (1944) la moglie di Luigi, Iride, fu travolta ed ed inglesi. uccisa in via Gambalunga (davanti all’ex cinema ➣ Modernissimo) da un autocarro guidato da un soldato mauri- ziano, ubriaco, appartenente all’esercito dei cosiddetti “libe- ratori” (come ho ripetutamente tenuto a sottolineare nei miei racconti di storia vista attraverso tante diverse esperienze di vita, sotto il profilo strettamente militare ritengo profonda- mente errata tale definizione che viene invece universalmen- te ed acriticamente data di truppe che in realtà non erano che altro tipo di truppe d’occupazione: lo dimostra l’arroganza dei comportamenti nei confronti dei civili e la durezza e sovente la violenza nei confronti dei prigionieri). Riuscì per miracolo solo a proteggere il figlioletto che l’accompagnava. D’altronde, anche Alberto Marvelli subì la stessa sorte e come costoro, molti altri concittadini e tanti altri italiani, definitivamente sollevati dai problemi dell’esistenza quoti- diana dall’esercito dei nuovi “alleati”.

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TRA CRONACA E STORIA

UNA STORIA… DA RICORDARE Caduto in mano inglese il nord del paese, le forze superstiti tendono a concentrarsi al centro. La provincia dei Galla e Sidama è il settore sud ovest del- l’altopiano etiopico, che fronteggia il confine occidentale verso il Sudan anglo egiziano, è vasta ben 353.000 km2. Addis Abeba, al suo estremo nord, cuore dell’Impero, ne segna il limite a dividerla dalle province di Amara e di Harar. E’ presidiata da appena 60.000 uomini: un terzo nazionali e due terzi indigeni. Hanno contro truppe sudafricane, soldati del Negus (riforniti e rivestiti dagli inglesi) e truppe britanniche che attaccano da nord e da ovest. Cadono le difese e le prime cittadine e villaggi. Ad Ordè Mulè, ridotta al silenzio da un incessante bombardamento cui nulla può essere opposto, le bande del Negus fanno strage dei difensori, fra Camice Nere ed Ascari. Qualche giorno dopo tutto il fronte crolla e nel pomeriggio del 3 luglio viene firmata l’i- nevitabile resa di quel settore (la guerra in AOI, dopo continui rovesci, terminerà con la caduta di Gondar, il successivo 27 novembre). L’ultimo reparto superstite, destinato a difendere una zona più meridionale e lontana da questi combattimenti è all’oscuro della resa. Al comando del Generale di Brigata Pialorsi, con cento ufficiali e quattrocento fra sottufficiali e soldati nazionali oltre alle truppe indigene, sotto la pressione delle truppe nemiche provenienti dal Kenia la XXII Divisione (quello che ne resta) si è messa in marcia sperando di poter raggiungere le divisioni che si crede ancora attive più a nord. Ritirandosi e passando per dove si erano accampate le famiglie dei coloniali (era consentito infatti che quelle truppe si portassero al seguito mogli, figli ed averi) Ascari e Dubat non vogliono proseguire senza di loro. Con i tremila cinquecento coloniali che componevano la colonna partono quindi anche duemila fra donne bambini. Anche il magro bestiame segue la carovana in ripiegamento. Giunta a un centinaio di chilometri da Demibollo, dove la resa è già stata firmata il giorno precedente, viene invece attaccata dalle truppe del Negus, che vengono respinte durante tre giorni di furiosi combattimenti. Il giorno 6 si presenta un parlamentare dando notizia della resa e chiedendo la consegna delle armi che dopo lunghe trattative viene concordata per il gior- no 8, alla condizione che sia presente un delegato britannico ed il comandante dei reparti abissini. Le operazioni di ritiro delle armi iniziano dietro assi- curazione che il delegato inglese è poco lontano e sta per arrivare, mentre in realtà è fermo su una vicina collina a godersi lo spettacolo (come d’altron- de era già avvenuto nel marzo precedente a Dire Daua, dove gli inglesi assistettero inerti alle violenze degli abissini sui civili rimasti in città dopo il ripie- gamento delle nostre truppe). Appena consegnate le armi gli abissini, vigliaccamente e ferocemente, si abbandonano al saccheggio ed a violenze indi- scriminate uccidendo chiunque tenti di opporsi. Contro un gruppo di Dubat, disarmati viene deliberatamente aperto il fuoco. I Dubat riprendono le armi abbandonate e ripiegano nella boscaglia difendendosi fin che possono. L’eccidio viene fermato solo il giorno dopo, quando un capo indigeno fa cessare il fuoco offrendo la resa alle condizioni già stipulate. A ricordo di questi eroici soldati coloniali l’Italia, immemore ed ingrata come sempre, non ha dedicato un solo monumento. Per quanto ne so, esiste una targa che ricorda i nostri coloniali solo in un sacrario privato, nei pressi del lago di Garda, nel quale sono ricordati senza discriminazione tutti i combat- tenti italiani in terra d’Africa. Credo che tutti noi dovremmo invece coltivare con più rispetto e rinnovare almeno in qualche occasione pubblica la memo- ria di questi generosi combattenti “di colore” che, nonostante tutto, videro nell’Italia non tanto una potenza occupante ed oppressiva quanto una speran- za di miglioramento, di sviluppo e di riscatto da condizioni di incredibile arretratezza. Purtroppo quella speranza restò soffocata da una guerra insensata e dalle malcelate ma latenti ostilità di altre nazioni quali l’Inghilterra e la Francia che mal vedevano l’approccio, ben diverso dal loro, che l’Italia aveva adottato nel governare i territori d’oltremare: si pensi, fra l’altro, che fra i primi provvedimenti presi dopo la conquista dell’Etiopia e la proclamazione dell’Impero l’Italia, unica fra le nazioni colonialiste a farlo, aveva abolito la schiavitù in tutte le terre assoggettate al nostro tricolore (e questo rischiava di costituire un precedente poco gradito a molte delle “spocchiose” nazioni europee). conseguenza che quelle truppe delle soverchianti forze nemi- piono ancora di orgoglio il riuscendo a ricordare con furono invece vanamente con- che (tanto che in molte occa- cuore di chi ripercorre con affetto e rispetto, indipenden- dannate alla disfatta e nel sioni conseguì spesso la resa onestà intellettuale la nostra temente da pregiudizi politici, migliore dei casi alla prigio- con l’onore delle armi) riem- Storia nel bene e nel male tutti coloro che non volendo nia, che si rivelò durissima e probabilmente la guerra e cer- maligna. Ciononostante vi Le notizie sulle località etiopiche richiamate nel testo sono tamente non avendo contribui- sono nomi di località quali tratte dalla preziosa e documentata guida dell’Africa to a scatenarla, tuttavia compi- Sidi El Barrani, Agordat, Orientale Italiana edita dal Touring Club nel 1936 (all’epoca rono fino all’estremo sacrifi- Cheren, Culqualber, Amba definito Consociazione turistica italiana, per evitare la termi- cio il proprio dovere di cittadi- (3) Alagi , solo per richiamare nologia inglese), che vedeva i possedimenti coloniali come ni unicamente per senso di quelli delle località più note, ottime mete per favorirvi lo sviluppo del turismo nazionale. appartenenza, per amore del che per l’eroismo dimostrato Si ringrazia inoltre Gabriele Zorzetto per la collaborazione nostro Tricolore e della nostra dai nostri soldati e dai fedelis- storico-iconografica sulla storia del XXII Battaglione. Italia. simi Ascari o Dubat a fronte

Note del ripiegamento. Si sciolse nei primi giorni di Aprile del 1941. 1) Allo scoppio della guerra, la consistenza delle truppe fra nazionali e colonia- 3) Nomi che ricordano, a chi ne conosce le vicende cui sono legati, il rifulgere li era la seguente: 23 brigate, 94 battaglioni, 16 squadroni di cavalleria , 8 grup- dell’eroismo italiano e dei fedeli Ascari (eritrei) e Dubat (somali), che combat- pi (aeronautica)., oltre a bande di irregolari. Se dal punto di vista numerico terono al fianco delle nostre truppe sino all’estremo sacrificio. Per tutti mi piace potevamo vantare una certa superiorità difettavamo, però, di mezzi e materiali. ricordare la “romantica”carica di un reparto di cavalieri Amhara (popolazione Con lo scoppio delle ostilità il già modesto flusso dei rifornimenti fu interrotto, etiopica di tradizione nobile e guerriera) al comando del tenente Togni, lancia- con conseguenze disastrose. Già nel 1939 il Vicerè d’Etiopia, Duca Amedeo tasi all’attacco delle batterie inglesi che battevano la rotabile Cassala-Agordat, d’Aosta, segnalava a Roma le necessità di provvedere ad un piano organizzati- nei primi giorni dell’offensiva britannica. L’episodio è ricordato nella relazione vo che avesse portato all’autosufficienza, ma la richiesta fu evasa solo in mini- ufficiale del War Office, alla data del 21 gennaio 1941. I nostri cavalieri, nazio- ma parte, poco prima di entrare in guerra. E nel gennaio del 1941 il Gen. nali e coloniali, giunsero fino a pochi metri dalle postazioni prima di esser inve- Gazzera, comandante del settore operativo Sud, (Galla e Sidama) segnalava al stiti dal fuoco ravvicinato delle artiglierie i cui proiettili trapassavano da pochi Comando Superiore AOI lo stato di preoccupante inferiorità rispetto al nemi- metri tanto il petto dei cavalli quanto i corpi degli uomini; il reparto fu finito co. all’arma bianca ma il coraggio folle di quegli uomini stupì gli stessi inglesi. 2) Nei combattimenti fra il 30 gennaio ed i primo febbraio il Battaglione ebbe Purtroppo, anche in questo settore di guerra agli Italiani ed ai loro coloniali non perdite rilevanti: due ufficiali morti, cinque feriti, tre prigionieri; e fra i mancò quindi il valore e più che la fortuna (come d’altronde sul fronte libico) Coloniali, 61 morti 227 feriti e 203 dispersi. Barentù cadde in mano inglese il mancarono solo le munizioni ed i rifornimenti per potersi opporre alle inesauri- 2 febbraio 1941; il giorno precedente era caduta Agordat dopo una strenua dife- bili forze che li assediavano da ogni lato. Le ripetute ed inevitabili sconfitte e sa di nazionali e coloniali, piegata solo dal presentarsi sul campo di battaglia di gli eroici ripiegamenti costituiscono una grave responsabilità ascrivibile alle carri armati provenienti dal fronte cirenaico, contro i quali i nostri non avevano decisioni del governo centrale e degli alti comandi, prese senza valutarne a difesa. In seguito, il XXII Battaglione si trasferì ad Adi Ugri per riorganizzarsi fondo le conseguenze. e fu poi assegnato al fronte di Cheren dove partecipò agli ultimi scontri prima

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LA SANITË A RIMINI NELL’OTTOCENTO IL MARE, LA SCROFOLA E GLI SCROFOLOSI Arturo Menghi Sartorio

ella giornata di Curtatone “Comitato Bolognese per l’in- N e Montanara, siamo nel vio al mare dei bambini scro- 1848 durante la I guerra d’in- folosi poveri” della città e dipendenza, fra gli studenti della provincia. I primi 26 toscani rimasti prigionieri in bambini vennero inviati a mano austriaca, c’era anche Fano ove esisteva un ospizio un medico, Giuseppe Barellai. marino. Durante l’inattivo e forzato A Riccione, allora ancora soggiorno a Teresienstadt in parte del comune di Rimini, il Boemia, il nostro dottore ebbe parroco di quel paese, don tempo di riflettere su di una Carlo Tonini, innamorato del malattia che allora affliggeva luogo natio e ciecamente fidu- un grande numero di bambini: cioso nelle qualità terapeuti- la scrofolosi. Aveva notato che «La vita nell’Ospizio era regolata come in una che del mare e del sole, tanto i bambini dei paesi rivieraschi da magnificarle in un elegiaco erano meno soggetti alla caserma. I piccoli, che venivano accolti per un scritto “Cenni sul paese di malattia di quelli che vivevano periodo minimo di 30 giorni, dovevano essere in età Riccione e i suoi bagni marit- in luoghi lontano dal mare e timi” così encomiastico da ritenne quindi che iodio e sole, fra i 6 e i 12 anni. Le bambine soggiornavano risultare perfino stucchevole, uniti a cibo sano, fossero una da giugno al 31 luglio, i maschi dal 1¡ agosto aveva anche a cuore la salute cura giovevole a debellarla. dell’infanzia. Il reverendo Nell’ambiente medico era in avanti. Al loro ingresso tutti i maschi e le bambi- formò una specie di comitato vivo il dibattito sulle cause di ne sotto gli otto anni dovevano essere rapati cittadino e nel 1867 ottenne questa malattia. Si era notato che 106 bambini bolognesi che l’idroterapia era benefica a scongiurare il pericolo di pediculosi o peggio fossero ospitati per un mese nella cura dell’anemia e, poi- di tifo esantematicoÈ dalle famiglie aderenti al ché una branca medica attri- comitato. Era l’inizio “di quel buiva a questa affezione l’in- tide Ð scrive il periodico rimi- studiare il morbo e a dibattere movimento Ð scrive Luigi sorgenza della scrofolosi, si nese “Italia” nel luglio 1886 Ð accesamente tra le diverse Silvestrini nel suo “Un secolo era pensato di curarla con lo si presentano sotto tutte le scuole di pensiero. Tutte però di vita balneare al lido di stesso sistema. forme ed anche si celano […] erano d’accordo su di un fatto: Rimini” Ð che doveva condur- Il Barellai “medico non di le guance gonfie, piagate al di l’anemia era una delle caratte- re in alcuni decenni alla istitu- quella medicina aspettante dietro; le mani al collo e le ristiche principali dei bambini zione delle Colonie marine che sta a vedere il male Ð labbra grosse e tumefatte” affetti da scrofolosi. che tanta parte rappresentano come lo definì Niccolò erano le manifestazioni cuta- L’idroterapia aveva dimostrato nello sviluppo sanitario, edili- Tommaseo Ð e lo lascia cre- nee di molti bambini delle una certa efficacia nel contra- zio ed anche economico del scere infinché se ne vada da sé classi più povere, dovute ad stare l’anemia e la conseguen- nostro lido”. o porti via l’ammalato” torna- alimentazione scarsa, abita- za logica fu di estenderla alla Il professor Maurizio Bufalini, to in Toscana alla fine delle zioni malsane, condizioni cura delle anemie scrofolose. faro della medicina italiana ostilità, provò a mettere in pra- igieniche precarie. La scrofo- Si era notato inoltre che la dell’epoca, aveva espresso la tica quanto era andato pensan- losi era considerata una forma somministrazione di iodio convinzione che Rimini fosse do fra i reticolati, iniziando a benigna di tubercolosi linfo- unita ai bagni di acqua fredda il luogo ideale per la cura della Viareggio a curare alcuni ghiandolare, colpendo fre- riduceva le manifestazioni scrofolosi. Nacque così nel bambini con bagni di mare e quentemente i vasi linfatici cutanee, ghiandolari e oftalmi- 1869 nel riminese dottor Carlo di sole. posti ai lati del collo, alle che. Perché allora non manda- Matteucci l’idea di erigere Parlare oggi di scrofola e scro- ascelle, agli inguini. Le pusto- re i piccoli ammalati al mare? sulla nostra spiaggia un ospi- folosi fa sorridere ma, nell’ot- le che costellavano il viso Entra in gioco il dottor zio e ne propose al Comune la tocento e nei primi decenni del spesso si aprivano facendo Barellai, il quale tenne a costruzione a sue spese, chie- novecento, la malattia era sgorgare un liquido sieroso. Bologna una conferenza per dendo che gli venisse conces- affare serio che colpiva Quando cicatrizzavano lascia- illustrare i benefici delle cure so un tratto di arenile in fregio migliaia di bambini e adole- vano segni permanenti. marine da lui intraprese a al mare. L’amministrazione scenti. “La scrofola e la rachi- Dalla metà del secolo XIX, Viareggio fin dal 1856. Il 12 comunale, una volta tanto sol- L’ospizio marino Matteucci quando la medicina da poco giugno 1864 nacque a lecitamente, gli concesse una (tratto da R. Ugolini, più che stregoneria iniziò ad Bologna, dopo la conferenza superficie di circa un ettaro, “Guida ai bagni di Rimini”). essere scienza, si cominciò a del medico toscano, il ➣

ARIMINVM 32 MARZO-APRILE 2009 TRA CRONACA E STORIA

Giochi di bambine rate, considerate oggi appena scrofolose sull’arenile. normali, destavano allora stu- pore ed erano additate ad ma al di là del torrente Ausa esempio, è facile immaginare verso Riccione, all’incirca le condizioni igieniche degli dove oggi sorge l’hotel Club altri ospizi o delle abitazioni House, perché la vista dei pic- delle famiglie di provenienza. coli infermi non turbasse le Altra novità la doccia singola vacanze di coloro che prende- e un asciugamano per ogni vano i bagni fra l’Ausa e il bambino segnato dal proprio porto. Poiché allora non esi- numero. stevano né il viale Vespucci, Il tutto per “una dozzina gior- né il lungomare, la località era naliera per ciascun fanciullo veramente isolata e per rag- […] stabilito in £ 2,50 (che) giungere l’ospizio era gioco- ÇLa sveglia mattutina suonava alle sei, dovrà farsi anticipatamente; forza uscire di città dalla porta lo sborso quindi anticipato Romana (Arco d’Augusto) alle sette la colazione poi tutti al mare per ciascun individuo sarà di percorrere il borgo San per il primo bagno alle dieci. £ 75”. Giovanni e svoltare verso il Naturalmente l’esempio del mare lungo la via dei Trai Alla mezza il pranzo consumato in un refettorio Matteucci non poteva rimane- (viale Tripoli). diviso “in tante piccole mense” … re isolato. Nel 1906 a cura del Il Matteucci diede subito ini- Prof. Alessandro De Orchi, zio alla costruzione e nel 1870 Alle 16,30 secondo bagno, presidente dell’Istituto fu in grado d’iniziare l’attività alle 19 la cena e quindi il riposoÈ Provinciale di Como per la ospitando 277 bambini, 136 cura dei bambini scrofolosi, fu maschi e 141 femmine. Il dot- costruito a 3 chilometri da tor Barellai lo visitò nel 1872 otto anni dovevano essere torio diviso “in tante piccole Rimini, su di un terreno dove e constatò che “fra i 15 Ospizi rapati a scongiurare il pericolo mense Ð sono parole del dottor oggi sorge il centro multidisci- marini che possiede l’Italia Ð di pediculosi o peggio di tifo Barellai Ð di dieci per dieci, e plinare d’istruzione “Karis riportò la “Gazzetta esantematico. Qualora soffris- cinque per parte sono i fan- Foundation”, un edificio adi- dell’Emilia” nel numero 200 sero di malattie del cuoio ciulli uno in faccia all’altro, e bito a “Ospizio Comasco” per di quell’anno – rari sono più capelluto anche le femmine ad ogni mensa vi ha una vice i bambini poveri di quella pro- vasti dell’Ospizio Matteucci, sopra gli otto anni dovevano mamma sorvegliatrice”. vincia. La località era talmen- ma nessuno è meglio interna- essere rapate. Tutti dovevano Questa disposizione dei tavoli te isolata e senza alcuna deno- mente, direi quasi organica- essere in possesso di un certi- era preferibile ai lunghi tavo- minazione che venne chiamata mente, ordinato”. ficato di nascita che attestasse loni in uso in tutti i collegi che il Comasco, appunto per la In quell’anno 1872, come si l’età giusta e una dichiarazio- accentuavano nei piccoli la presenza di quell’ospizio, e rileva dal rapporto del ne medica a testimonianza che sensazione di isolamento dalle con quel nome per decenni i “Comitato degli Ospizi” di non soffrissero di malattie famiglie. Alle 16.30 secondo riminesi continuarono a chia- Bologna “sopra 110 fanciulle contagiose e che erano stati bagno, alle 19 la cena e quindi marla, anche se fu poi battez- scrofolose mandate lo scorso vaccinati contro il vaiolo. il riposo “sopra lettucci – è zata Bellariva. Seguirono la anno all’Ospizio Matteucci, La sveglia mattutina suonava sempre Barellai Ð a guisa di Murri, oggetto oggi di dispute 40 guarirono completamente, alle sei, alle sette la colazione brande con materazzo, cuscini infinite, nella medesima loca- e 45 migliorarono notabilmen- poi tutti al mare per il primo lenzuolo e coperte di un’invi- lità e poi la colonia Bolognese te; si rileva pure che di 133 bagno alle dieci. Alla mezza il diabile nettezza”. Se le condi- ai margini di quella che dove- fanciulli, 43 ottennero una pranzo consumato in un refet- zioni della tenuta delle came- va diventare Miramare. completa guarigione in tutti Furono le prime di una nume- poi si riscontrarono singolari rosa serie di colonie, come vantaggi”. furono poi denominati gli La vita nell’Ospizio era rego- ospizi, nati lungo tutto il lito- lata come in una caserma. I rale e che a partire dagli anni piccoli, che venivano accolti sessanta del ‘900, per le muta- per un periodo minimo di 30 te condizioni socio-economi- giorni, dovevano essere in età che degli italiani e la conse- fra i 6 e i 12 anni. Le bambine guente scomparsa di scrofolo- soggiornavano da giugno al 31 si e rachitismo, non servono luglio, i maschi dal 1¡ agosto più allo scopo per cui sorsero. in avanti. Al loro ingresso tutti Esse oggi fanno mostra di sé i maschi e le bambine sotto gli lungo la marina desolatamente Il bagno vuote, neglette, cadenti. degli scrofolosi.

MARZO-APRILE 2009 33 ARIMINVM IL PUNTO

IL BRONZO DI GIULIO CESARE IN PIAZZA TRE MARTIRI UNA STORIA TUTTA RIMINESE Romano Ricciotti “ uardati dalle Idi di Giulio Cesare, in effigie natu- G Marzo” gridò l’aruspi- ralmente, “riposò” fino al ce Spurinna a Caio Giulio 1948, quando, per disposizio- Cesare che, senza scorta, ne della Direzione delle Belle fidando nell’affetto del suo Arti, il Comune progettò il popolo, si recava a piedi verso ricollocamento della statua il Senato. E non fu il popolo nella zona dell’Arco romano a volerlo morto, bensì d’Augurto. Bruto, suo figlio adottivo, Tutto era pronto, ma la “base” Cassio e altri aristocratici, i antifascista elevò proteste così primi due dannati da Padre vigorose che gli amministrato- Dante a essere maciullati nelle ri comunali dovettero sopras- fauci di Lucifero, come tradi- sedere alla realizzazione del tori. progetto. La statua fu di nuovo seppellita. Giulio Cesare firmò la sua Passarono gli anni. Il 5 ottobre condanna a morte quando 1953 Luigi Pasquini scrisse su passò il Rubicone, con la sua Il Resto del Carlino che la sta- Tredicesima Legione, dicen- tua sarebbe stata nuovamente do, secondo Svetonio: “Eatur, ÇNel 1995 dissepolta. E così fu. quo deorum ostenta et inimi- il sindaco Giuseppe Chicchi L’Amministrazione aveva corum iniquitas vocat. Iacta pensato bene di “donarla” al alea est” Sostò a Rimini, dove manifestò il suo consenso reparto di Artiglieria qui di “commilitones suos in foro a mettere il monumento stanza affinchè la custodisse ariminense adlocutus est”, con gli onori militari, ripulita parlando dal petrone sul quale al centro della piazza… dal terriccio e adeguatamente (1) montò a fare la diceria . Qui I Riminesi attendono che il loro Giulio Cesare lucidata, nel cortile della dunque, come ricorda il cippo caserma, denominata, appun- posto sulla Piazza Tre Martiri, sia collocato al posto d’onore, to, Giulio Cesare. Cesare arringò i suoi legionari proprio sopra quel sole che, con i suoi raggi, Non si erano fatti i conti con prima di procedere verso Umberto Bartolani, benemeri- Roma, contro il Senato degli abbraccia l’intera piazza» to (per eccellenza) concittadi- aristocratici. no, il quale tanto si adoperò nel corso di una grande aduna- Cesare era un ammasso di fino a quando, l’8 maggio Quattrocento anni dopo la col- ta, con la partecipazione di rovine attraversata da convogli 1969, il Comune chiese al locazione del cippo, Benito 3.000 giovani, le Autorità militari Alleati. Comando dell’Artiglieria, la Mussolini donò alla Città di inaugurarono il monumento. Il 20 giugno 1945, due mesi restituzione del monumento. Rimini un monumento bron- Negli anni successivi, alle Idi dopo che il donatore, Benito Ma i militari opposero un zeo raffigurante Cesare, copia di Marzo, la gioventù riminese Mussolini era stato appeso per energico rifiuto. Avevano di quello che si trova a Roma affollava la piazza con i Figli i piedi in Piazzale Loreto, i accolto e amorevolmente nella Via dei Fori Imperiali, della Lupa in camicia nera e Vigili del Fuoco, mandati da custodito la statua rifiutata copia, questo, della statua di fascia bianca incrociata sul non si sa chi, caricarono la sta- dall’antifascismo Riminese, e marmo custodita nel Palazzo petto, le Piccole Italiane e le tua su di un carro a cavalli, la ora se la tenevano. Senatorio, in Campidoglio. Giovani Italiane in gonna nera portarono sul greto del Altre polemiche, altro tempo “Ogni anno” Ðscrisse e camicetta bianca, gli Marecchia e la seppellirono. che passa. Gioenzo Renzi, Mussolini al Podestà– voi Avanguardisti in camicia nera Il bronzo aveva due colpe. La consigliere comunale del avrete cura di adornare con e divisa grigioverde. La festa prima, d’essere stato donato Movimento sociale italiano, fiori la statua del fondatore si concludeva con l’omaggio dal Duce del Fascismo. La compiè un nuovo tentativo di dell’Impero Romano”. Era il floreale al Dictator perpetuus. seconda, di trovarsi proprio su riportare il monumento in 15 aprile 1933. Uno spettacolo degno d’esser quella piazza dove i Tre città. Ma la sua collocazione visto. Martiri, tre partigiani, colti in politica emanava Ðper le narici Il 10 settembre di quell’anno, Venne la guerra. L’Ottava un edificio dove custodivano antifascisteÐ un insopportabile Armata del Generale armi e munizioni, erano stati odore di nostalgia. La statua del dittatore romano Montgomery si impadronì di giustiziati dai tedeschi nel Scese in campo il Rotary club, ieri e oggi. Rimini. La piazza Giulio 1943. ➣

ARIMINVM 34 MARZO-APRILE 2009 IL PUNTO

Rimini 10 settembre 1933. ÇAlle Idi di Marzo, la gioventù riminese affollava Masini che il sindaco La grande Giuseppe Chicchi manifestò il manifestazione la piazza con i Figli della Lupa in camicia nera suo consenso a mettere il di popolo in onore e fascia bianca incrociata sul petto, monumento al centro della di Giulio Cesare. piazza che un tempo era intito- le Piccole Italiane e le Giovani Italiane lata a suo nome. Al centro e sotto. in gonna nera e camicetta bianca, gli Avanguardisti Ma la cosa non riuscì, e la sta- Immagini d’epoca: tua fu collocata dove la si vede Balilla in camicia nera e divisa grigioverdeÈ e Piccole Italiane. ora, ossia seminascosta dietro un’edicola di giornali, quasi immune da sospetti di nostal- sentinella di una banca Ð gismo, nella persona del suo luogo consacrato al Mercato. presidente, Rinaldo Ripa, che I Riminesi, convinti che il si mosse con energia. Era il tempo è galantuomo, attendo- 1995. no che il loro Giulio Cesare sia Vi furono trattative, condotte collocato al posto d’onore, dal Manlio Masini, che con- proprio sopra quel sole che, dussero a un compromesso: si con i suoi raggi, abbraccia sarebbe fusa una nuova statua l’intera piazza. (la terza copia) e la si sarebbe riportata in città. Riferisce

Note Le notizie sul monumento sono tratte da: 1) Da una cronaca di Gaspare Broglio Tartaglia, segretario e ambasciatore di Sigismondo Pandolfo Malatesta: “questa piazza è quella dove Cexero impe- Rimini e Giulio Cesare, volume in grande formato, curato ratore si fermò e fece la diceria alli suoi capitanii … ed avvi anque el petro- dall’indimenticabile LUIGI PASQUINI, edito dal Comune il 10 ne nel quale montò a fare la diceria”. settembre 1933 in Rimini; e dal prezioso volumetto La Era il 1475 e il pietrone di cui si parla era quello visto da Petrarca e non il Divina Effigie di MANLIO MASINI (Guaraldi, Rimini, 1995) cippo ancora oggi esistente in piazza Tre Martiri. Questo fu posto nel 1555 come recita l’epigrafe in latino sul retro del cippo, che suona così: “I conso- ove le vicende della statua sono narrate sul filo dell’ironia e li riminesi hanno restituito questo suggestum, crollato per la sua antichità, nei dell’indignazione, con il risultato di una piacevolissima let- mesi di novembre e dicembre 1555”. tura.

MARZO-APRILE 2009 35 ARIMINVM OSSERVATORIO

LA VICENDA DI ELUANA ENGLARO UN CASO CHE HA SCOSSO E DIVISO L’OPINIONE PUBBLICA Aldo Magnani

a notizia irrompe nei tim- ÇNei due rami del Parlamento attualmente ne precipita. Sale la febbre; L pani degli ascoltatori come si sta approntando un testo condiviso sopraggiunge il blocco renale. il tonfo di un macigno nel Alle 19,35 Eluana Englaro fondo valle. Sono le 22,20 il più possibile dalle forze politiche. cessa di vivere per arresto car- della sera 9 febbraio. La con- In sintesi, il dispositivo parlerà diaco. I fratelli Englaro, salda- duttrice televisiva di Rai Uno mente uniti nel sangue e nelle interrompe la scaletta delle in questi termini: nella miserevole sventura relazioni familiari, si trovano notizie per scandire: ÇArriva che una persona cadesse nel limbo dello divisi nei valori della fede e proprio ora un flash di agenzia stato vegetativo, spetta al singolo cittadino dettare della vita. Tuttavia riescono che annuncia: Eluana Englaro trovare una punto d’intesa sul sarebbe mortaÈ. Le emittenti il volere se continuare ovvero chiudere le finestre terreno religioso. Beppino si pubbliche e private vanno in della casa abitativaÈ chiude a riccio nella scorza tilt. La notizia delle notizie coriacea di ateo laicista però coglie in contropiede la gente e Decisamente all’incontrario sondino che alimentava delega Armando a organizzare scandisce la parola fine al cal- argomentava Beppino Englaro, Eluana. Una sentenza a sorpre- un rito austero e rigorosamente vario della giovane donna alla padre dell’inferma. Per costui sa. Anzi uno choc collettivo. privato. A celebrarlo compete quale avevano tagliato nutri- la figlia era ridotta un relitto Una sorta di bomba nucleare al parroco don Tarcisio. Si trat- mento e idratazione. Il quarto subumano. Un rudere biologi- negli strati della società italia- ta di un prete tagliato a schegge giorno, che programmava l’uso co la cui sopravvivenza era na. Il percorso per reperire una nel carattere come la roccia dei sedativi, risultava fatale. illogica e innaturale. La deci- struttura di accoglienza è dura- friulana, in compenso tenero Fine di una sevizie barbara per sione di far chiudere i giorni to un bimestre dal dicembre come un fiore di montagna i contestatori della vita vegeta- terreni alla figlia si basava sulla 2008 al febbraio 2009. Da bagnato dalla rugiada primave- tiva, eutanasia scientifica e parola pregressa della ragazza Como Eluana è trasferita nella rile. Pratico e asciutto nelle deliberata per altri. Parole e che avrebbe esplicitato, nel casa protetta per anziani “La parole interpreta alla perfezio- cartelli di accuse e contraccuse caso fosse toccato pure a lei di quiete” nella città di Udine. ne l’animo che unisce la comu- smobilitano e sono sostituiti vegetare fuori della conoscen- Viene stilato un protocollo nità di San Daniele di Paluzzo. dalle candeline accese e le pre- za, la volontà di essere lasciata d’intesa fra le autorità costitui- Saluta amorevolmente la ghiere. Le suore Misericordine, morire. La battaglia legale, te. Il 6 febbraio comincia il defunta all’ingresso in chiesa: le medesime che l’hanno cura- fondata sull’opzione presunta viaggio verso “La dolce ÇEluana, ben tornata nella terra ta per 15 anni, si raccolgono di una persona senza più l’uso morte”. Si parte chiudendo le del tuo papà e dei tuoi nonni. nella cappellina della loro cli- della parola o di qualunque vie artificiali dell’alimentazio- Questo è un funerale dove si nica a recitare il rosario. forma espressiva, si trascina ne e della idratazione. Il quarto proclama la vitaÈ. All’omelia, Il viaggio nell’incoscienza per un decennio. Fino quando giorno, esattamente lunedì discorso che conclude la litur- comatosa di Eluana Englaro la corte di Cassazione di nove, viene sedata mediante gia della parola, don Tarcisio era partito 17 anni prima a Milano ammetteva la possibili- iniezioni sottocutanee. commenta: «il caso di Eluana è seguito di un incidente auto- tà di staccare la spina, cioè il Imprevedibilmente la situazio- il mistero del dolore al quale è mobilistico di ritorno da una difficile dare una rispostaÈ. discoteca. Le tre del mattino Arriva il saluto di congedo che l’auto slittava sull’asfalto visci- prevede la benedizione del do per finire contro un muro di feretro; ÇCara Eluana, riposa cinta. La ragazza viene estratta fra i nostri monti. Sarai come viva dall’abitacolo ma in coma una stella alpina che rinasce tra irreversibile. Un lungo anno di le rocce dopo il lungo inverno. analisi e terapie poi il verdetto Mandi, Eluana (resta con della scienza medica: il cervel- Dio)È. lo non risponde agli stimoli e il Nella vicenda di Eluana corpo sopravvive nello stato Englaro chi ha latitato è stata la non intellettivo. Eluana è rico- legge sul testamento biologico. verata a Lecco nella clinica Molti Stati dell’Unione delle suore Misericordine. Per Europea hanno provveduto le suore è sì un soggetto pato- tempestivamente. L’Italia si è logico disastrato però ancora svegliata di colpo dal letargo sensibile, una persona a pieno nel modo sbagliato. Il governo titolo con il diritto di sostenta- vigente pensava di rimediare mento, di cura e di vita. Giuliano Maroncelli, Margherite, acquerello. ➣

ARIMINVM 36 MARZO-APRILE 2009

LIBRI con una uscita estemporanea e “PRIMI PASSI. NELLA MINIERA DI ZOLFO” tragicomica. Precisamente l’in- domani che l’inferma veniva DI LIANA BERTI BALDININI privata degli alimenti, il Consiglio dei ministri emanava IL RITRATTO DI UNA BAMBINA CON IL FIOCCO IN TESTA un decreto-legge nell’intenzio- Silvana Giugli ne di neutralizzare la sentenza della Corte di cassazione. iana Berti Baldinini è una quali “facevan sapone”. In Conseguentemente, il proto- L signora di mezza età questo ricordo c’è tutto l’eco collo attivato nella casa di ripo- piena di vitalità, fantasia e sti- dei delitti della Cianciulli che so “La Quiete” si doveva moli da far invidia ad un ven- era giunto sino lassù a sospendere “ipso facto”, auto- tenne. Una signora che non Perticara. maticamente. Il diniego del passa inosservata. Ora, questa Questi son tutti ricordi di una Capo dello Stato, Giorgio signora, che per mentalità bambina e sullo sfondo Napolitano, a controfirmare il non butta via niente, soprat- “mamma Montecatini” que- dispositivo del governo, attiva- tutto, dal niente (ovvero da sta grande Società venuta da va uno scontro istituzionale quello che gli altri buttano) sa lontano che forniva gratis ai clamoroso e senza precedenti. creare storie belle o curiose suoi dipendenti la casa, lo Messo alle corde, l’esecutivo ma sempre fascinose, e che spaccio, l’asilo, la scuola e la rimediava con un disegno di della sua vita ricorda tutto, ha colonia al mare o in monta- legge urgentissimo da votare deciso di “lasciare” ai propri gna con tutto il corredo entro tre giorni. Ironia della figli e, in particolare, ai nipo- necessario. Liana non apprez- sorte, la maratona parlamenta- ti qualcosa di più dei soliti zava molto queste opportuni- re diurna e notturna si vedeva oggetti personali. Ha deciso facilmente delle risposte dei tà; lei soffriva per la lonta- snobbata dalla morte quasi di lasciare i suoi ricordi, che è grandi ma vuole capire, vuole nanza da casa, per la discipli- improvvisa di Eluana Englaro. come dire parte di se stessa, vedere a modo suo. Una bam- na imposta, per quell’inno di Nei due rami del Parlamento nelle pagine di un libro: bina che ha bisogno di sentir- Mameli che doveva cantare attualmente si sta approntando “Primi passi. Nella miniera di si importante e di essere sem- tutte le mattine senza saper un testo condiviso il più possi- zolfo” per non dimenticare e, pre al centro dell’attenzione perché. Ma quanta povertà bile dalle forze politiche. In perché no, per capire com’era dei suoi genitori. Una bambi- evitata… sintesi, il dispositivo parlerà in e dov’era. Così facendo ecco na che in mezzo a tante sorel- La bambina Liana assiste allo questi termini: nella miserevole aprirsi un piccolo spiraglio le sembra sempre sola. scorrere della vita in miniera sventura che una persona sulla Perticara, e borghi cir- Questo suo modo di essere le dal suo mondo individuale cadesse nel limbo dello stato costanti, di un tempo quello fa vedere, e di conseguenza senza porsi troppe domande e vegetativo, spetta al singolo delle miniere di zolfo con la ricordare, tutto e tutti un po’ così anche quando nel 1964 il cittadino dettare il volere se sua gente, le sue storie. troppo a “senso unico”, in suo mondo infantile viene continuare ovvero chiudere le Il libro è articolato in capito- modo soggettivo e speculare cancellato perché la Società finestre della casa abitativa. In li, se così si possono definire, a quello che erano i suoi desi- Montecatini chiude definiti- definitiva quel punto e quel a tema ma i ricordi della deri, il suo modo di sentire vamente le miniere e decide momento di non ritorno si signora Liana non seguono la anche a distanza di molti di cancellare con la ruspa le gioca sull’antitesi del credere o successione cronologica anni. Così la realtà raccontata case di Botteghino, Casa non credere, di sentirsi frutto bensì affiorano istintivamente è tutta molto naturale, libera Nova, Gaggio, è anche questa del caso o non piuttosto l’opera e poi si raccolgono per affini- da inquinamenti vari e, forse, un’altra pagina che si deve compiuta di una mente demiur- tà. Comune a tutte le sezioni è troppo “intima” e personale voltare inesorabilmente nel ga e custode dell’universo. tuttavia la voglia di racconta- senza un perché. libro della vita come era già Del caso Eluana Englaro si è re, voglia sempre fresca e La vita, in quel di Miniera di stato per quella ancor più riusciti fare un boato mediatico decisamente infantile e che Perticara, in quei lontani Anni dolorosa della prematura scordando le duemila creature diventa un segno caratteristi- Cinquanta, era semplice, fatta scomparsa dell’amato padre. infelici che vivono sulla loro co. di piccole cose che sono Certo che di nostalgia questo pelle la medesima menomazio- Quello che, la signora Liana, rimaste alla base dei ricordi mondo dell’infanzia ne lascia ne con pazienza e dignità quasi della signora Liana e che ren- sovrumana. Come anche igno- fa di sé dalle prime pagine è il tanta ma la logica arida del- dono tutto più soft anche le rando volutamente genitori, ritratto di una bambina con il l’andare avanti non ammette paure infantili per i topolini familiari, strutture sanitarie e fiocco in testa, il vestitino e le divagazioni e così, anche a che giravano per casa, o per il volontariato laico e cattolico scarpine alla bebè. Una bam- distanza di tanti anni, la buio con le sue insidie nasco- disposti a condividere quei gra- bina graziosa, molto vivace e signora Liana accetta la rego- ste ma mai concretizzate, o vissimi handicap come sfida curiosa, egoista come solo i la del gioco senza commenti. per gli “sconosciuti” così rari quotidiana della vita sulla bambini sanno esserlo. Una in paese e che, nell’immagi- morte. Insomma, la parte più bambina, in un certo senso, nario popolare, diventavano umile e coraggiosa della socie- “viziata” e intollerante delle potenziali “ruba bambini” coi tà. regole, che non si accontenta

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“LA RESISTENZA NEL RIMINESE / UNA CRONOLOGIA RAGIONATA” DI MAURIZIO CASADEI LA CONSISTENZA DEL MOVIMENTO RESISTENZIALE Ivo Gigli

er lungo tempo della ÇL’opera è stata pensata sono i primi timidi contatti per P Resistenza, dal dopoguer- con l’intento di chiarire organizzarsi ai fini di una lotta ra ad oggi, nel nostro territo- comune; a Viserba si costitui- rio, ben poco è stato scritto, lo spessore delle sce un embrione di Comitato quasi rimosso, non vi fu dibat- formazioni partigianeÈ di Liberazione Nazionale. tito. Almeno sino alla fine Negli stessi giorni viene fon- degli anni Settanta. dato il Fascio repubblicano Certamente nel riminese il mazioni del pedemonte pagan- riminese. movimento resistenziale non do il prezzo di 53 caduti in Nei primi mesi del ’44 si ebbe lo stesso spessore che scontri armati o per rappresa- intensifica la repressione nazi- piccagione il 16 agosto 1944 ebbe nel resto della Romagna, glia. fascista, vasti rastrellamenti in piazza Giulio Cesare; in via ma si mantennero a lungo Qui viene ulteriormente valu- sull’Appennino, bandi sulla Cairoli, in una sparatoria equivoci sulla “serietà” dei tato l’apporto dei militari del leva nel RSI e minacce per i muore il gappista Iginio Chesi nostri partigiani, si sottovalutò disciolto esercito e dei reniten- renitenti, coprifuoco, razzie di il 24 agosto del ’44 e Cenci il fenomeno tenendo conto ti alla leva repubblichina alla bestiame e derrate alimentari. Silvio, di Azione Partigiana, esclusivamente la quantità di lotta armata, specie nel rimi- La guerra si fa sempre più cade combattendo all’Arco azioni armate, senza tener nese, a differenza di altre zone vicina e aumentano i bombar- d’Augusto nello stesso mese. conto delle enormi difficoltà della Romagna dove invece damenti aerei sulla città e la Gli alleati stanno risalendo la che un tale movimento si tro- tale ruolo fu sostenuto mag- ferrovia; è in questo periodo penisola sino alla Linea vava ad affrontare in un terri- giormente dal PCI. che agirà nel territorio monta- Gotica e dopo aspre battaglie torio scarso di montagne e L’impostazione cronologica no del riminese l’8 Brigata viene liberata Rimini il 21 set- ricco di vie di grande comuni- del testo, i tempi politici e bel- Garibaldi; tra la Valmarecchia tembre 1944. La liberazione cazione esposte al controllo lici che vanno dalla primavera e il Muraglione si registrano i del nostro territorio è stata militare nazi-fascista. Bisogna all’8 settembre 1943, lo sban- primi innegabili successi pesantissima, è costata arrivare al 1979 per avere do che ne derivò sino al feb- occupando paesi per giorni e migliaia di vittime ed enormi alcuni memoriali interessanti braio del’44, tutto il periodo di attaccando colonne di soldati disastri alle abitazioni e alle con biografie di protagonisti lotta dal marzo al settembre tedeschi; CLN si costituiscono infrastrutture. E’ stato calcola- su aspetti riguardanti il perio- del ’44, cioè sino alla libera- a Coriano, Montefiore, S. to che il mese di operazioni do dell’occupazione nazista zione Ð rendono chiaramente e Clemente, Gemmano, belliche ha provocato ai solda- grazie ad autori come diffusamente conto di quel Montescudo e Mercatino; non ti dei due schieramenti 45- Montemaggi, Cavallari, drammatico periodo. sono pochi i sacerdoti delle 50.00 vittime tra morti e feriti; Tutone e più recentemente Nell’estate del ’43 (25 luglio), pievi che danno asilo ai parti- vanno aggiunti i civili uccisi Montanari. a seguito dei rovesci militari giani. dalle bombe, dalle pallottole, E’ nel 2005 che l’editrice La dell’Asse in Libia e in Russia Ed è tutto un susseguirsi di dentro le case e nei rifugi. Provincia di Rimini stampa e dello sbarco Alleato nel scontri a fuoco, di sabotaggi, Nei mesi successivi alla libe- una cronologia ragionata della nostro territorio, è la caduta di rastrellamenti, di fucilazio- razione esploderà una furiosa Resistenza nel nostro territo- del regime e l’arresto di ni per rappresaglia; a epidemia di tifo nel riminese e rio, La Resistenza nel rimine- Mussolini. Vi sono manifesta- Tavolicci, un villaggio tra le nella repubblica di San se, scritta da Maurizio zioni spontanee, vengono Balze di Verghereto e S. Agata Marino con decine di morti. Casadei. Questa opera è stata demoliti i simboli del fasci- Feltria, c’è un massacro nella Ovunque manca il pane e la pensata con l’intento di chiari- smo e molti cittadini si river- popolazione, tra cui donne, prospettiva è drammatica ed è re doverosamente la questione sano nelle strade a Rimini e bambini e vecchi, perché rite- proprio in questa situazione della consistenza del movi- danno vita a dimostrazioni nuto essere “il paese dei parti- che la Resistenza riminese mento resistenziale in alcuni antifasciste – ma è subito dopo giani”; non è stato mai chiari- dimostra tutta la propria intra- momenti messa in discussio- l’8 settembre che i tedeschi to se a compiere il feroce ecci- prendenza organizzativa sup- ne, il che appare risibile: la procedono alla occupazione dio siano stati i fascisti o i plendo alle autorità sbandate, lotta di liberazione nel rimine- della città e di tutto il circon- tedeschi. Tra le vittime della dando un esemplare e fattivo se, pur nata in ritardo, ha com- dario. A fine settembre si ritro- Resistenza nel riminese ven- contributo alla popolazione. I piuto azioni audaci e utili per vano allora i vecchi antifasci- gono ricordati i tre partigiani partigiani consegnano le armi la popolazione e il territorio, sti del partito popolare, i Mario Cappelli, Luigi Nicolò al comando Alleato e il 7 ago- coinvolgendo centinaia di per- socialisti, i repubblicani, i e Adelio Pagliarani catturati sto 1946 si autoscioglie il sone tra partigiani delle for- social-liberali e i comunisti, e dai fascisti e uccisi con l’im- CLN riminese.

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“A POCA VOCE” DI MARCO PIVATO SCIENZA, AMORE E POESIA Sergio Zavoli *

uesti versi d’amore, di poetici c’è la stessa differenza no una formula chimica. é una Q una struggente e persino che passa tra gli elementi chi- distinzione equivoca di chi ribalda sincerità, si inseguono mici e gli elementi naturali, ritiene la chimica e la fisica al di fuori di ogni educazione come se esistessero veramente ‘visioni’ gelide del mondo, per sentimentale, finché non elementi naturali che non cattiva disposizione verso splenda la prima qualità di cui siano chimici, che non abbia- tutto ciò che non è familiareÈ. è insignito l’amore, cioè la ricerca e la conoscenza, la per- POESIA cezione e il sentimento di […] L’analisi del rapporto tra di Marco Pivato quello stato regale e del suo scienza e poesia che Pivato indefettibile dominio; e qui mi propone in un contesto esem- Pungi, quando sono distratto e mi fai sanguinare: preme non lasciar prevalere plare, è un processo avviato da dentro un po’ di calore esce e si disperde. l’idea che si tratti di un “can- dalla prima modernità occi- Non ti si vede, sei calore: zoniere” dedicato non tanto dentale, quella dell’antica non puoi essere immagazzinata. all’amore, quanto a una alchi- Grecia, che già allora provvide mistica, combinatoria, inna- a dire come il mondo fosse un È così difficile vederti; morante felicità dell’animo e insieme di frammenti e la e ti percepisco con altri sensi, del corpo.[...] Userò le parole conoscenza una somma delle sei raggi ultravioletti: del nostro poeta, pronto a rin- loro rispettive specializzazio- ti sento sempre soltanto con la pelle. tuzzare, tutt’altro che “a poca ni. Se ne dovrebbe dedurre che voce”, le obiezioni più banali il senso unitario del mondo è Pungimi e scola sulla lingua e bigotte: ÇPrendiamo i raggi inevitabile sotto la forma del un po’ del mio sangue: U.V., il ferro, gli zuccheri. conoscere attraverso le sue ingoiami; che io sia in te Anzi, prendiamo la dopamina. infinite differenze; il che, di là ferro e zucchero é un elemento inedito per la del teorema, ribadisce esplici- in un sol sorso. poesia, ma è la molecola del tamente i diritti di questo movimento e della mimica nuovo e provocante poeta; al facciale, delle allucinazioni, ÇA poca voce Ðscrive Marco Pivato- è una raccolta di poesie quale va riconosciuta la quali- dell’amore, un neurotrasmetti- d’amore. In accordo con un’idea di Mario Luzi la poesia è tà già “specializzata” della sua tore responsabile di fonda- vista come una ricerca: un rimpianto verso qualcosa di sé o poesia senza far caso a quali mentali funzioni organiche del mondo percepito come mancante. In questo senso la poe- conoscenze e interpretazioni perché questi elementi sia ha alcuni caratteri della scienza, perché cerca, s’interroga. s’incontrano nei suoi versi, dovrebbero essere meno evo- Scienza e poesia, nel metodo delle loro ricerche “pure”, tutte debitamente idonee a cativi di un fiore, di una luc- hanno in comune l’uso delle immagini: la poesia produce convivere e dar frutto. ciola, di una passione? Sono metafore, e la scienza teorie, per darsi voce. Entrambe non *dall’introduzione al elementi meno conosciuti al comprendono mai in toto gli oggetti delle proprie ricerche, “poemetto” pubblico, ma tra di essi e gli infatti teorie e metafore sono solo immagini, modelli, del ingredienti tradizionalmente mondo. L’essenza di poesia e scienza sta quindi nel percorso piuttosto che nel finale: sono aneliti, volontà di conoscenza ÇL’analisi che si alimentano con le proprie mancanze, “che reggono le ...Grecia, proprie certezze sul dubbio”, citando Sergio Zavoli sulla del rapporto scienza. A poca voce evoca liberamente le emozioni e la pas- che già allora tra scienza e poesia sione associate a questa ricerca di base, di sé e del mondo, di provvide a dire cui l’amore, con le sue aspettative e le sue intensità, è para- che Pivato propone digmaÈ. come il mondo in un contesto fosse un insieme esemplare, di frammenti è un processo Marco Pivato è nato nel 1980 e vive a Rimini. Laureato in e la conoscenza Chimica e Tecnologia farmaceutica è giornalista scientifico. avviato dalla prima Ha studiato al Master in Comunicazione della Scienza della una somma modernità occidentale, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste delle loro rispettive ed è membro dell’Unione giornalisti italiani scientifici. quella dell’antica... specializzazioniÈ

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EDIZIONI CASADEI SONORA / PER DIFFONDERE LA MUSICA DI SECONDO CASADEI L’UOMO CHE SCONFISSE IL BOOGIE Guido Zangheri

piuttosto raro nell’ambito impatto ritmico, le composi- é della cosiddetta musica di zioni di Secondo Casadei consumo, che il repertorio di strettamente correlate al ballo un autore sappia resistere di coppia, considerato nel suo all’usura del tempo, al cam- aspetto di aggregazione, di biamento vorticoso delle socializzazione, accanto mode, alle novità che vengono all’implicito mantenimento di imposte dal mercato. In alcuni una buona condizione fisica, casi più fortunati può accadere hanno offerto e continuano a che una sola canzone di un offrire nel tempo occasioni autore o al massimo un nume- divertenti di intrattenimento, ro molto limitato di suoi brani di allegria, di buonumore. resti a lungo sulla cresta del- L’immagine gioiosa della l’onda. Quando poi ci si Romagna accompagnata dal- imbatte nell’affermazione l’accoglienza, dal calore, dalla duratura del repertorio intero semplicità della sua gente di un autore che attraverso una passa e si consolida grazie sua espressione innovativa, anche al contributo di Casadei. diviene in qualche modo capo- Nativo di S. Angelo di Gatteo, scuola di un “genere”, assicu- violinista di talento, Secondo randosi una sua collocazione Casadei dopo il lusinghiero non effimera nell’universo dei debutto a soli sedici anni con il successi senza età, si assiste celebre “Zaclén”, nel 1928 ad un autentico fenomeno di fonda una sua orchestra (un costume. sestetto con due nuovi stru- A 38 anni dalla morte, la figu- menti, il sax e la batteria) e Il maestro Secondo Casadei. ra di Secondo Casadei, rimane inizia nei primi anni ’30 il filo- straordinariamente viva e vita- ÇA 38 anni dalla morte, ne della canzone dialettale le, autentico mito della musica romagnola attraverso una romagnola. Cantore appassio- la figura di Secondo Casadei fecondissima attività di com- nato della sua terra, delle tra- rimane straordinariamente viva e vitale, positore. “Nel decennio 1930- dizioni, delle gioiose feste da 1940 -annotava Casadei- ho ballo sulle aie, Casadei ha autentico mito della musica romagnola. composto più di 230 pezzi. saputo fondere straordinaria- Cantore appassionato della sua terra, Scrivevo sempre, mi bastava mente i caratteri freschi e un piccolo spunto per riempire immediati della sua ispirazio- delle tradizioni, delle gioiose feste da ballo sulle aie, fogli su fogli e non mi stanca- ne musicale con gli elementi Casadei ha saputo fondere straordinariamente i vo mai. Erano valzer, polke, popolari e con i sentimenti più mazurke, fra cui molti pezzi in schietti e genuini della gente caratteri freschi e immediati della sua ispirazione dialetto romagnolo, e non ero romagnola. Leandro musicale con gli elementi popolari soddisfatto finché non li pro- Castellani, regista cinemato- vavo nelle sale da ballo, dove grafico e televisivo, studioso e e con i sentimenti più schietti e genuini il pubblico li accoglieva con giornalista, nel suo libro “Lo della gente romagnolaÈ entusiasmo, cantando i ritor- Strauss della Romagna”, nelli, perché erano tutti molto ricorda di avere incontrato nel semplici e orecchiabili”. In corso dei suoi frequenti viaggi confessa il suo stupore come che non tengono nella giusta questi anni i veglioni delle all’estero “Romagna mia” quell’inebriante motivo cam- considerazione l’esperienza orchestre si trasferiscono dalle almeno due volte. La prima, pagnolo fosse arrivato tanto creativa dell’“uomo che scon- aie delle case dei contadini ai nelle sale del grande albergo lontano sconfiggendo i più fisse il boogie”: la musica di “cameroni”-le prime balere sull’Isola Elefantina ad prevedibili “O sole mio” e Secondo Casadei non solo ha della storiaÐ con i lumi a Assuan, la più famosa caterat- “Fenesta ‘ca lucive”. diritto di cittadinanza, ma va petrolio, il palco dell’orchestra ta del Nilo, la seconda in un Di fronte a questa autorevole apprezzata, valorizzata, risco- in un angolo e le panche alle circolo esclusivo sull’ultimo testimonianza diventa incom- perta. Costruite su testi estre- pareti riservate alle mamme, piano di uno dei pochi gratta- prensibile l’atteggiamento di mamente semplici, innervati che spesso si mettono in piedi cieli di El Paso nel Texas. E alcune delle nostre Istituzioni su moduli musicali di forte ➣

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Le Edizioni Casadei Sonora nazionale. Alla fine degli anni a Savignano sul Rubicone. ’50 per assicurare continuità alla sua esperienza, Secondo si Sotto. Riccarda Casadei e lo studio fece affiancare dal nipote di Secondo Casadei. Raoul, nella nuova Orchestra Spettacolo Casadei. Nel 1966 per tenere meglio d’occhio le ricevette l’onorificenza di figlie ballerine che non devo- Cavaliere della Repubblica. no farsi stringere dai loro Purtroppo solo cinque anni più cavalieri .E’ consuetudine che tardi, dopo l’approdo felicissi- a mezzanotte l’orchestra si mo al Festivalbar di Vittorio conceda una pausa e le fami- Salvetti, Casadei al culmine glie del luogo facciano a gara della sua felice stagione crea- per ospitare a cena i musicisti. «Le “Casadei Sonora”, che si avvalgono tiva, venne a mancare. Dalle feste dei cameroni si Ma intanto le sue melodie passa in seguito ai veglioni dei della direzione artistica di Riccarda Casadei, continuarono e continuano tut- circoli: all’inizio l’orchestra figlia dell’inventore del liscio romagnolo, tora a diffondersi: le storiche suona solo il sabato e la dome- Edizioni Musicali Casadei nica, poi gli impegni gradual- hanno ricevuto il prestigioso premio della SIAE Sonora rappresentano dunque mente si estendono a tutti i per i 50 anni di attività. La stessa Casadei la chiave di volta del successo giorni della settimana. Ogni di un “genere musicale” di serata per Secondo è impor- ha conseguito l’importante riconoscimento naziona- straordinario richiamo, capace tante, sia che si esibisca nel le “Profilo Donna” per il lavoro svolto a favore di travalicare il mondo dei paesino più piccolo di campa- significati per fare spazio a gna che nella sala da ballo più della musica con il coinvolgimento di tutta quello dell’emozione, un suc- elegante della città. la famigliaÈ cesso che si rinnova nel tempo Intanto Casadei che si rivela e si perpetua attraverso le fin dall’inizio della sua carrie- generazioni. Esse raccolgono editoriale di Casadei che nel verso le zone di Cesena, Forlì, ra, un abilissimo manager -la e custodiscono il patrimonio 1947 lo portò all’acquisizione Ravenna, Rimini e dell’intera sua è la prima orchestra da artistico di quello che è stato di “Sonora”, una Casa editrice Romagna, Secondo Casadei ballo romagnola che adotta definito il creatore del liscio di Bologna, attiva con un vasto dovette affrontare anche una divisa, bianca d’estate, romagnolo, entrato di diritto repertorio nel mondo della momenti di crisi e di difficol- smoking d’inverno, che per nella tradizione e nel costume musica leggera. Dal 1947 dun- tà, il più grave dei quali quello prima inserisce nell’organico italiano. Circa 1200 brani (di que nacque “Casadei Sonora” rappresentato dal periodo strumentale un cantante, che cui 1078 incisi) “ereditati” da con sede nel centro di della guerra e dell’immediato introduce la presentazione, un numerose orchestre italiane Savignano, che modificando dopoguerra con la diffusione manifesto, un megafono-, cura che li diffondono nelle loro l’impostazione editoriale delle della musica americana del assieme alla promozione del- serate con entusiasmo e coin- origini, si contraddistinse sin boogie e del rock ‘n roll. Ma l’immagine e alle pubbliche volgimento del pubblico di dagli inizi, e ancora oggi ne Secondo, consapevole della relazioni con cartoline, volan- tutte le età. Tra questi valzer, cura la valorizzazione, per l’a- validità del suo “progetto”, tini, locandine e la calendariz- polche, mazurche da tipico dozione esclusiva del filone non si perse d’animo, sapendo zazione delle serate, la diffu- sound romagnolo, costituito folkloristico romagnolo. resistere ai venti di crisi e con sione delle sue canzoni offren- dal clarinetto in do e dal sax in Va a questo punto ricordato grande tenacia riuscì ad do la sua musica alle diverse mi bemolle. Ma accanto alla che dopo il successo iniziale, imporre il suo “genere”. Nel orchestre romagnole. Si dice vastissima produzione con la pubblicazione dei primi 1954 la composizione di che Casadei ricopiasse di notte dell’Orchestra Casadei, le dischi e dell’ampliamento del Romagna mia lo consacrò i suoi spartiti come un ama- Casadei Sonora promuovono raggio di azione dell’orchestra definitivamente alla notorietà nuense e quasi sempre di per- e diffondono le composizioni sona recapitasse dei rotoli di ballabili di giovani e promet- musica in tutti i paesini dove tenti autori. Ogni anno esse c’era un’orchestra: questi distribuiscono gratuitamente a venivano lasciati una settima- circa 10.000 collaboratori in na per essere a loro volta rico- Italia e all’estero notiziari piati, poi venivano ripresi e musicali, spartiti, basi, coin- portati a un’altra orchestra e volgendo sempre nuovi com- così di seguito. Poco alla volta positori, orchestre e gruppi le richieste aumentarono al bandistici per i quali sono a punto tale che il Nostro dovet- disposizione speciali arrangia- te dotarsi di un apparecchio menti. Casadei Sonora cura la ciclostile. Questo è in qualche pubblicazione di “Romagna modo l’antefatto dell’attività segue a pag. 52

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LUCI DELLA RIBALTA / EMMA GRAMATICA IL DEBUTTO DI UNA STELLA Manlio Masini

state 1898. Tina Di Lorenzo. E’ piccola, sottile, E Lorenzo, vezzeggiata stel- piatta, poco attraente; piuttosto la del palcoscenico nazionale, bruttina. si è eclissata. Adducendo moti- La delusione, però, è breve. Fin vi di salute, con due telegram- dalle prime battute la platea è mi, uno al Municipio e l’altro colpita dalla disinvolta recita- all’impresario dell’Arena al zione di quella esile e per nulla Lido, ha disdetto gli impegni intimorita “recluta”. Col passa- contrattuali che la vincolano al re dei minuti il volto espressivo teatro riminese per il ciclo di della Gramatica, la voce armo- rappresentazioni dal 15 al 31 niosa, i gesti pacati e la padro- agosto. Vera malattia o bizze di nanza della parte incantano la una star di successo? Difficile a sala e i battimani esplodono a dirsi. Il certificato medico che scena aperta. Lo strazio, gli legalmente giustifica l’assenza spasimi e la ribellione di Dora, lascia molte perplessità e non una giovane donna ingiusta- convince. La Di Lorenzo, mente accusata di spionaggio prima attrice e responsabile, dal marito, sono resi in modo insieme con Flavio Andò, di così efficace dalla presenza una delle più accreditate com- scenica e dalla recitazione di pagnie drammatiche d’Italia, Emma che imprimono al dram- non è nuova a clamorose “usci- ma di Sardau un ritmo di sba- te” di scena. Stravagante, lorditivo verismo. Alla fine capricciosa, sempre al centro tutto il pubblico è in piedi per della cronaca mondana, i suoi una lunga ovazione. improvvisi malori sono prover- Dopo quella entusiasmante biali. “prima”, l’Arena al Lido recu- Quantunque orfana dell’illustre pera gli abituali spettatori artista, la filodrammatica Di attratti dal talento della giovane Lorenzo-Andò debutta Emma Gramatica attrice, così bene esaltato dai all’Arena al Lido lunedì sera, periodici riminesi “L’Onda” e 15 agosto, con Dora di ÇAl suo apparire sul palcoscenico il pubblico “La Vita nuova”. Vittoriano Sardou, un dramma maschile è scosso da una naturale sensazione Il felice esordio nel piccolo tea- passionale, cavallo di battaglia tro di marina porta fortuna ad dell’inquieta Tina. In locandina di disappunto: la Gramatica è piccola, sottile, piatta, Emma Gramatica. A due anni Flavio Andò, Antonietta Moro- poco attraente; piuttosto bruttina. La delusione, da quel debutto è già prima Pilotto, Virgilio Talli, Amelia attrice; poi, in silenzio, lottan- Marini-Piperno, Libero Pilotto, però, è breve. Fin dalle prime battute la platea do faticosamente con tenacia, Armando Falconi, Celestina è colpita dalla disinvolta recitazione di quella esile intelligenza e professionalità, Palladini-Andò, Ugo Piperno, e per nulla intimorita “recluta”. senza possedere la bellezza Luigi Zoncada e Alfredo esuberante di Tina Di Lorenzo Janetti. Col passare dei minuti il volto espressivo o il fascino sofisticato di Lyda Come era prevedibile il teatro dell’attrice, la voce armoniosa, i gesti pacati Borelli, raggiunge le vette del non si riempie. Quei pochi che successo. Diventerà una delle vi si recano, rifiutando di aderi- e la padronanza della parte incantano la sala figure più rappresentative del re al boicottaggio delle recite e i battimani esplodono a scena apertaÈ palcoscenico italiano della proposto da alcuni “irriducibi- prima metà del Novecento e li” della ribalta, appaiono fin da bambina ed ha recitato tere schivo, quasi scontroso. verrà ricordata come impareg- alquanto scettici sulla riuscita anche nella compagnia della Al suo apparire sul palcosceni- giabile interprete di Ibsen, dello spettacolo e per nulla dis- Duse, ma nella attuale équipe co il pubblico maschile è scos- D’Annunzio, Shaw e posti ad applaudire a comando. artistica ha solo il ruolo di so da una naturale sensazione Pirandello. Sostituisce la Di Lorenzo una “amorosa”. Poche le indiscre- di disappunto: la Gramatica Tornerà a recitare a Rimini nel certa Emma Gramatica: 23 zioni che la riguardano e nes- non ha nulla, nel fisico, che 1904, nel 1911, nel 1913, nel anni, figlia d’arte e sorella sun pettegolezzo. Chi la cono- rammenti il fascino brioso o la 1920 e nel 1934. minore di Irma. é sulle scene sce mette in risalto il suo carat- bellezza opulenta della Di

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DIALETTALE

COMPAGNIE E PERSONAGGI DELLA RIBALTA RIMINESE “ATTORI PER CASO” A RICCIONE Adriano Cecchini

Benedetto Morri, perché ralle- tissimi amici, grazie all’entu- Oreste Ruggeri, colorisce un gri tutti con il suo pianoforte. siasmo che da sempre nutre testo quasi sempre malizioso o L’idea di una rappresentazione per il teatro. Annovera nel birichino come per ammiccare musicale con intermezzi comi- gruppo molti giovani attratti al pubblico: “A-n sem di ci ambientati a Riccione, pren- dal tipo di spettacolo che Rumagnul per scherz!” de subito corpo. L’attore-auto- viene presentato in cui convi- Secondo l’èquipe il teatro è ’Associazione “Amici di re-regista Luzzi, con la colla- ve il dialetto con la lingua. tale, sia in italiano o in dialet- L Riccione”, in occasione borazione di Maria Romussi, Molti ragazzi che seguono la to: “m’un rumagnòl, però, è della rituale Festa di scrive in poco tempo un copio- commedia musicale, non solo basta la mèmica per Primavera, organizzava una ne da affidare agli attori e alle si divertono, ma a loro dire, divertì”(ad un romagnolo cena ed intratteneva i com- musiche del Maestro Morri. ascoltano anche buona musi- però, basta la mimica per mensali con scenette ridancia- Riunire amici disposti a canta- ca. Si rivitalizza così il teatro divertire). Considerato che i ne che portavano alla ribalta re o a recitare non resta diffici- dialettale ed un nuovo modo Riccionesi camminano quasi tipici personaggi riccionesi o le ed è così che è nato il grup- di farlo. Gli interpreti usano il tutti con un piede nel dialetto, televisivi. Il desiderio di diver- po scenico “Attori per caso”. I dialetto come scenario lumi- certe espressioni boccacce- sificare e migliorare la serata componenti sono albergatori, noso e variegato per seminare sche sono comiche ed hanno si traduce in un corale invito a proprietari di “zona al mare”, i loro vissuti in battute ed significato se sono espresse Luciano Luzzi, perché conti- segretarie, ragionieri, pastic- immagini locali. A parere del nel loro idioma, in lingua non nui a presentare i suoi diver- ceri, medici, cantanti, profes- capocomico è opportuno por- avrebbero lo stesso effetto. Ad tenti canovacci e a Franco sionisti e non, ballerini di una tare in scena la vita di tutti i esempio: “L’è un cheld da tni scuola riccionese e non ultimo giorni, della gente comune e e cul a mòl!” (E’ un caldo da Il gruppo degli “Amici per il fisarmonicista Oreste non; in questo caso trattandosi tenere il sedere a bagno) è caso” di Riccione nella comme- Ruggeri. E’ ovvio che il regi- di Riccione, viene alla ribalta come dire: “Con il bagno dia “Hotel Belgoder”. Franco sta assegni una parte più lunga la Riviera Romagnola. Nei combatti il caldo”. L’equipe Benedetto Morri, Oreste a chi è più predisposto a reci- testi trova quindi spazio l’an- nata di recente, ha portato alla Ruggeri, Nicoletta Menarini, Giorgio Nicoletti, Laura Luzzi, tare e che il pianista faccia dazzo vacanziero del mondo ribalta “Pensione allegra” Enzo Gulmanelli, Valeria cantare chi ha maggiore espe- estivo, a volte con interventi di (2004), “Ieri oggi e…” (2005); Bernardi, Iglis Serafini, Guido rienza o doti canore. Si consi- noti personaggi come “Hotel Belgoder”(2008); Fagioli, Eleonora Gennari, e il deri che l’ultimo spettacolo, Mussolini, la Petacci, il “Bagno 23 di Laura” (2009) suo balletto, Francesca La compreso il balletto, conta 27 Principe Umberto, la (commedia comico-musicale Macchia, Brigitte Siegrist, Marco Della Rosa, Carla interpreti. Le prove si svolgo- Gradisca, il Trio Lescano… esclusivamente in vernacolo). Bologna, Luciano Luzzi, no in casa dell’amico Guido ma soprattutto interventi di Si racconta che durante lo Ferdinando Gabellini, Valerio Fagioli, dotata per fortuna di personaggi quali albergatori, spettacolo “Ieri oggi e...” i fra- Tullio, Katia Cremona, Martina una taverna molto ampia. E’ bagnini, vitelloni, nobildonne telli Luzzi abbiano colorito il Cinti, Maria Pia Del Vecchio, difficile, invece, avere tutti o cameriere, capaci di creare testo di battute improvvisate Maria Romussi, Piero Vanni, Patrizia Fabbri, Renzo disponibili nei giorni delle improbabili ed efficaci connu- tanto da indurre all’ilarità, Stefanini, Cristina Bernagozzi. prove, per motivi di lavoro o bi con mimiche e parlate stre- anche gli attori che avrebbero impegni personali. Luciano pitose. Il maestro Franco dovuto intervenire. Questi In alto i maestri Franco Luzzi recita da quando fre- Morri con la sua musica frene- sono talmente intenti ad ascol- Benedetto Morri e Oreste quentava l’asilo ed ha coinvol- tica e frizzante, sottolineata Ruggeri e la cantante Nicoletta Menarini. to, oltre alla sorella Laura, tan- dalla fisarmonica del maestro segue a pag. 49

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LA MEDAGLIA DEL V CENTENARIO DELLA COSTRUZIONE DEL TEMPIO MALATESTIANO SIGISMONDO E IL TEMPIO MALATESTIANO Arnaldo Pedrazzi

ommissionata nel 1950 liano. Ma poi cominciarono C allo scultore riminese Elio per Sigismondo, e anche per il Morri dall’Amministrazione Tempio, gli anni tristi quando Comunale ed esposta alla alla penuria di denaro si Mostra Malatestiana dello aggiunse il declino della fortu- stesso anno, questa medaglia na politica. Sigismondo commemora il V Centenario Pandolfo Malatesta morì nel della costruzione del Tempio e 1468 e il completamento del il completamento del suo Tempio Malatestiano morì con restauro dovuto ai danni subiti lui. durante la guerra. Nell’ultimo conflitto bellico il La costruzione della chiesa di ÇCommissionata nel 1950 allo scultore riminese nostro monumento fu grave- San Francesco, questo era il Elio Morri dall’Amministrazione Comunale mente danneggiato dai bom- suo nome antico prima della bardamenti del 28 dicembre trasformazione in Tempio ed esposta alla Mostra Malatestiana dello stesso 1943 e da quelli del 29 gennaio Malatestiano, risalirebbe alla anno, la medaglia oltre a commemorare e 24 marzo 1944. Dal bolletti- fine del duecento. no dei bombardamenti di Ugo Rimandiamo alla bella e fon- il V Centenario della costruzione del Tempio, Ughi: … La incursione del 29 damentale pubblicazione di celebra anche il completamento del suo restauro gennaio passerà alla storia Corrado Ricci “Il Tempio per la selvaggia irreparabile Malatestiano” chi volesse dovuto ai danni subiti durante la guerraÈ offesa al massimo monumento documentarsi sui grandi lavori sacro della Rinascenza Leon Battista Alberti, dovreb- e le tante aggiunte fatte al vec- indipendente dalla fabbrica Italiana, testimonianza e sim- be significare il voto fatto da chio edificio prima di arrivare sottostante, un involucro con- bolo delle più gloriose tradi- Sigismondo in quell’anno di al tempo in cui Sigismondo dotto a raccogliere diversi ele- zioni storiche di Rimini, fulgi- trasformare il monumento Pandolfo Malatesta lo trasfor- menti della facciata del famo- da gemma del patrimonio arti- anche all’esterno. Solo nel mò nel monumento che tutti so e magnifico arco che Senato stico nazionale: il Tempio 1451 venne infatti l’idea della oggi ben conosciamo; fu un e Popolo Romano avevano Malatestiano… Le bombe totale riforma della chiesa di grande cambiamento che inte- alzato in Rimini stesso… (l’ar- abbatterono quasi tutta la parte San Francesco in tal senso e fu ressò l’umile chiesa francesca- co d’Augusto), una costruzio- settentrionale del tempio e cioè forse nel 1457 che si procedet- na modificandole l’interno e ne cioè elevata dal pensiero e l’abside, il presbiterio e le ulti- te ai lavori di rivestimento costruendole intorno un gran- dal genio dell’umanesimo me due cappelle e anche il della facciata e dei fianchi con de involucro marmoreo. all’arte classica: era nato un resto rimase gravemente dan- una struttura esterna concepita Vogliamo a tale proposito gioiello del Rinascimento ita- neggiato dall’effetto delle anche sottolineare il carattere Sopra. La Medaglia. esplosioni: crollato completa- particolare di Sigismondo dal D/ MCCCCL SIGISMONDVS PANDOLFVS MALATESTA MDCCCCL mente il tetto, lesionati i basso- modo in cui si diede a racco- nel giro. rilievi e le decorazioni dell’in- gliere marmi fatti venire Al centro Sigismondo Pandolfo Malatesta. terno, in pezzi le balaustre, dall’Istria e da Verona, ma R/ MIRO OPERI A MCMXLIV BELLO PERCUSSO NOVVM AEVVM A MCML RESTITVTO REFVLSIT nel giro scoperchiato il sepolcro di anche aggiungendone altri Al centro il Tempio Malatestiano e sotto la firma dell’autore E MORRI. Sigismondo, in frantumi i putti strappati a forza, trafugati e Bronzo – cm 8,8. reggistemmi, sconnesso il tolti a vecchi monumenti Sotto. La facciata romanica duecentesca della chiesa di S. Francesco paramento marmoreo; col (molti provenivano dalla basi- nella ricostruzione di Gino Ravaioli (1950) a confronto con quella cedimento della facciata di 26 albertiana e a dx il Tempio Malatestiano nell’anno 2000. lica di S. Apollinare in Classe centimetri, si verificò uno stra- di Ravenna col consenso dei piombo di essa di 38 centime- monaci persuasi dal suo dena- tri con un pericoloso sposta- ro). I lavori ebbero inizio nel mento che aveva aperto lungo 1447 interessando all’inizio le arcate laterali larghe fenditu- l’interno architettato da re. Matteo de’ Pasti alla maniera A guerra finita, consolidate le gotica e con un apparato deco- fondazioni con iniezioni di rativo creato da Agostino di cemento, ricostruiti l’abside e Duccio. La data 1450 sulla il tetto e restaurate le balaustre medaglia di Matteo de’ Pasti marmoree, apparve subito evi- che raffigura il progetto di ➣

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1949. Guido Gonella il 30 luglio Il Tempio Malatestiano 1950. Liberato dalle impalca- durante i lavori di restauro. ture, una lieve patina alaba- strina che ha sostituito quella dente che all’esterno occorreva più verdastra di prima, residuo ricomporre l’antico ordine e del colore che le erbe avevano con l’ordine restituire la sua lasciato sulle antiche pietre, armonia al mirabile comples- ora il Tempio appare nella sua so; ciò era possibile solo primitiva bellezza… così ripor- mediante lo smontaggio e il tava il “Giornale dell’Emilia”. rimontaggio, coi medesimi Lo stesso giorno fu aperta al materiali, della facciata e dei pubblico la Mostra fianchi: si trattò di 2800 bloc- Malatestiana nelle sale della chi di pietra d’Istria parte dei Biblioteca Gambalunghiana, quali lunghi oltre due metri e mostra che fu poi visitata pesanti venti quintali l’uno! Il anche dal Presidente della delicato lavoro, iniziato nel- Repubblica Luigi Einaudi al l’ottobre 1947, fu portato feli- quale il vescovo Santa offrì cemente a termine il 30 dicem- questa medaglia commemora- bre 1949 (durante la sistema- tiva: la medaglia al dritto pre- zione dei marmi, all’interno senta il ritratto di Sigismondo vennero alla luce numerose Pandolfo Malatesta con un medaglie che, secondo l’inten- elmo di fantasia e al rovescio dimento di Sigismondo, erano tre raggi di sole al di sopra di state appositamente collocate una nuvola davanti a due ali durante i lavori di costruzione, aperte che sembrano protegge- per i posteri, a testimonianza e re il Tempio. Si tratta sicura- lode del committente). mente di una delle più belle Il restauro del Tempio fu uffi- medaglie di Elio Morri libera- cialmente inaugurato dal mini- mente ispirata a quelle quattro- stro della Pubblica Istruzione centesche di Matteo de’ Pasti.

DIALETTALE Sclerosi Multipla); U.I.L.D.M. ATTORI PER CASO (Unione Italiana Lotta A RICCIONE Distrofia Muscolare); Caritas da pag. 47 parrocchiale SS. Angeli tare che anche il pianista Custodi; Rotary Club Morri si distrae, al punto che il Riccione-Cattolica. Con la protagonista ad un certo punto commedia “Hotel Belgoder” il interviene con la battuta fuori gruppo ha contribuito ad offri- copione: “Se il maestro vuol re alla neolaureata in partire, noi canteremmo la Fisioterapia, Chiara Magnani nostra canzoncina!”. Fra tanta non vedente, un giovane allegria la platea non si accor- Labrador, quale accompagna- ge che lo spettacolo è entrato tore fedele. in un vivace fuori-copione. ARGUZIA, SAGGEZZA E ORGOGLIO DEI NOSTRI PADRI Per necessità di spazi, fino ad di Amos Piccini oggi, le commedie sono state presentate a Riccione (Teatro Amor tosa e fóm i n s’ po’ masè del Mare con due repliche), a (Amore, tosse e fumo non si possono nascondere. Molto chiaro, no?). Cattolica (Teatro della Regina) e a Rimini (Teatro Ad mèl u i n’é una masa, ma per murì un basta un Novelli e Teatro degli Atti). (Di mali ce ne sono molti, ma per morire ne basta uno. Purtroppo!). Come per altre compagnie dialettali, si recita non solo per Quand ch’ha n’ avì da murì tót al midizèini al fa guarì. puro divertimento, ma per (Quando non dovete morire tutte le medicine fanno guarire. Si vede che non è arrivato il momen- associazioni benefiche. Il to). team devolve il ricavato a favore di A.I.S.M. (Dal libro “Fa da per te” di Amos Piccini, Ediz. (Associazione Italiana Giusti, Rimini, 2002)

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PARLA LUCIANO CHICCHI, PRESIDENTE DI U.N.I. RIMINI SPA NEL ROTARY IL CUORE PULSANTE DELLA DEMOCRAZIA Luigi Angelini

’è un episodio, tra le rappresentano la maggiore ric- C decine che hanno con- chezza intellettuale, umana, trassegnato la sua vita all’in- culturale e di valori che un ter- terno del Rotary, al quale ritorio può esprimere. Luciano Chicchi tiene partico- Partendo da questo assunto, è larmente, perché riassume la indispensabile che tale patri- sua idea di quale sia lo spirito monio si metta al servizio rotariano più profondo. della comunità attraverso idee, «Erano i primi anni ’90 – progetti, iniziative e campagne ricorda il presidente di Uni. che aiutino chi ha la responsa- Rimini Ð, io ero iscritto al bilità di gestire la cosa pubbli- Club di Bologna e dal Rotary ca a svolgere meglio il proprio di Catania mi arrivò la richie- dovere. I nostri Club sono da sta di aiutare la città a svilup- tempo impegnati in iniziative pare il progetto di un nuovo di beneficienza di grande rilie- centro congressi. Penso me lo vo, penso ad esempio a chiesero perché all’epoca ero Polioplus, la campagna inter- direttore generale della Fiera nazionale di vaccinazione di Bologna e avevo maturato contro la poliomelite, all’ac- una certa esperienza nell’orga- quisto di computer per le nizzazione e nella gestione di ÇLa vera forza del Rotary scuole e defibrillatori per i queste strutture. Feci il proget- è quella di essere un Club luoghi pubblici. Serve però un to e quando mi chiesero quale ulteriore scatto in avanti, capa- fosse il mio compenso io che riunisce molte persone che hanno cultura, ce di far diventare i Rotary di risposi che non volevo alcun- formazione, professionalità diverse, Rimini veri e propri animatori ché, perché se essere rotariani sociali di una comunità locale, è prima di tutto spirito di ser- legate da un forte senso di amicizia partecipando al dibattito citta- vizio, allora questo spirito e di onestà intellettuale. È una ricchezza che non dino, presentando progetti e porta con sé una naturale gra- occasioni di confronto, di dia- tuità nel mettersi a disposizio- può rimanere confinata nei momenti ufficiali logo e di scambio di idee che ne degli altriÈ. della vita di Club ma che si deve aprire alla società abbiano sempre come fine Per Chicchi questa vicenda, ultimo e irrinunciabile il bene che nel 1994 gli è valsa il Paul intera come sincero contributo al progresso civile, comuneÈ. Harris, racchiude in sé il signi- sociale, culturale ed economico. A suo parere come può essere ficato più vero della sua idea declinato a Rimini questo di “rotarianità”. Quel progresso su cui poggia proprio impegno per il progresso della Che cosa è, e dovrebbe essere, la DemocraziaÈ comunità? per lei, il Rotary? ÇMi viene in mente prima di ÇPer me il Rotary riveste un danno il loro contributo di ricchezza che non può rimane- tutto un significativo esempio alto significato, il cui valore idee, di conoscenza, di inizia- re confinata nei momenti uffi- del passato. Negli anni scorsi, fondamentale arriva diretto al tiva e di cuore per far crescere ciali della vita di Club ma che quando si è deciso di recupe- cuore della Democrazia. e progredire la Democrazia. si deve aprire alla società inte- rare Castel Sismondo, siamo Penso infatti che la Questa può essere veramente ra come sincero contributo al ricorsi ad un progetto fatto ela- Democrazia, quella straordi- compiuta solamente se è frutto progresso civile, sociale, cul- borare dal Rotary Club già naria conquista che permette della crescita e dello sforzo turale ed economico. Quel negli anni ’60 e donato gratui- agli uomini di convivere nella comune delle persone, come progresso su cui poggia pro- tamente alla città. Dopo tanti libertà e nella pace, non abbia singoli e come parti integranti prio la DemocraziaÈ. anni quel gesto di amore e di tanto le proprie radici nella di gruppi e comunità. La vera Come pensa possano i Rotary servizio verso Rimini, la sua rappresentatività, ma nella ric- forza del Rotary è dunque Club fornire questo contributo storia, la sua cultura e la sua chezza della società civile. I quella di essere un Club che allo sviluppo della convivenza cittadinanza si è rivelato parti- Rotary Club, a Rimini così riunisce molte persone che civile e democratica? colarmente prezioso. come nel resto d’Italia e del hanno cultura, formazione, ÇPartendo innanzitutto dal- Oggi sono sempre più convin- mondo, fanno parte di quell’i- professionalità diverse, legate l’impegno verso il proprio ter- to che il vero terreno di prova nestimabile patrimonio di sog- da un forte senso di amicizia e ritorio. I Rotary hanno l’ambi- per una realtà sociale come getti privati che ogni giorno di onestà intellettuale. È una zione di riunire le persone che ➣

ARIMINVM 50 MARZO-APRILE 2009 ROTARY quella del Rotary sia il contri- tutte le risorse intellettuali, prio in quella direzione. La volontariato che a Rimini è buto che esso può dare alla umane, culturali e di relazione mostra sulla Signoria dei ricchissima, moltissime nostra comunità per la risco- per svolgere un ruolo di primo Malatesta così come quella sul imprese leader nel mondo, perta della propria identità. Un piano, si prendessero cura di Seicento Inquieto, solo per sono alcuni tra i beni più pre- contributo che non può che questo aspetto che più di altri citare le più note, sono state ziosi che la nostra comunità passare dalla rinascita e dalla segnerà il nostro futuro. Penso organizzate proprio con l’o- possiede, ma restano satelliti valorizzazione del centro sto- anche che sarebbe bello farlo biettivo di accendere dei fari isolati, come se ciò che fanno rico. Noi tutti sappiamo che il unendo in questa battaglia su un capitale di cultura e di non riguardasse l’intera comu- centro storico racchiude i sim- comune entrambi i Club che la storia, quindi di identità, rima- nità. La vera sfida che attende boli culturali, religiosi e politi- nostra città accoglie. Si tratte- sto sepolto per decenni. Ho tutti noi, come singoli e come ci attorno ai quali la nostra rebbe di un segnale importan- sentito molto, e sento ancora parti della società locale, è di comunità si può riunire e te nei confronti della città, dei oggi altrettanto forte, l’esigen- creare le reti necessarie a lega- riscoprire e, dunque, in questa suoi abitanti e della classe za di riannodare i fili di questa re tutte queste importanti ini- fase di grandi sconvolgimenti dirigente localeÈ. storia che ci accomuna e che ziative e a fare in modo che, globali che non risparmiano Lungo la sua carriera profes- tendiamo a vivere come qual- pur nella loro indipendenza, neppure la nostra città è quan- sionale e la sua esperienza cosa che ci riguarda come sin- ciò che fanno venga condiviso to mai indispensabile ripartire umana come ha contribuito a goli ma non come comunità. e partecipato da tutti. da questi simboli e dal luogo questo impegno? Temo però che anche oggi Il Rotary ha in sé le caratteri- che li riunisce, il centro stori- «Proprio in virtù di quel che continuiamo a commettere lo stiche necessarie a dare un co, per ritrovarci. Un luogo dicevo poco fa circa il contri- stesso errore di disattenzione contributo a questo lavoro di messo in grave crisi dallo svi- buto che ognuno deve dare per verso tutto ciò che può far “cucitura” delle diverse espe- luppo di un commercio della la riscoperta di quel patrimo- diventare un unico sforzo rienze, certamente non inva- grande distribuzione che pre- nio comune che è la nostra comune le tante eccellenze dendo ruoli o posizioni altrui senta certamente molti vantag- identità, penso di poter dire che questo territorio esprime. che non gli appartengono, ma gi ma che rischia seriamente che gran parte delle mostre e La Fiera, il nuovo donando il proprio contributo di dilapidare un intero patri- delle iniziative cui la Palacongressi, il Meeting per a chi, nella politica e nella monio culturale cittadino. Mi Fondazione Cassa di l’Amicizia tra i Popoli, San società, lavora per il bene aspetterei allora che anche i Risparmio ha dato vita negli Patrignano, il Pio Manzù, tutta comuneÈ. rotariani, che dispongono di scorsi anni sono andate pro- la realtà del non profit e del

GLI OSPITI DEL ROTARY CLUB RIMINI

Dall’alto e in senso orario. Il comandante Aleardo Cingolani (28.8.08). L’assessore alla cultura del comune di Rimini Stefano Pivato (11.10.08). Il dott. Maurizio Ermeti (7.11.08). La dott.ssa Giulia Marsili (8.1.09). L’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti (24.3.09). Il prof. Piermaria Luigi Rossi, Premio Rotary Livio Minguzzi 2009 (5.2.09).

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MUSICA famiglia. Effettivamente Riccarda E’ di questi giorni la notizia di un grup- L’UOMO CHE SCONFISSE IL BOOGIE Casadei ha ricoperto e ricopre tuttora un po di malati del morbo di Alzheimer da pag. 43 ruolo fondamentale nella gestione della saliti alla cronaca nazionale per l’uso Casadei Sonora: ammiratrice incondi- terapeutico della musica folcloristica di zionata della produzione del padre, Secondo Casadei. Il musicoterapeuta sostenuta da uno spiccata personalità Mentore Daolio che opera presso due imprenditoriale, è dotata altresì di gran- case di riposo del Mantovano ha speri- de affabilità, di intelligenza, di determi- mentato con risultati eccellenti una nazione. Con l’entusiasmo di diffondere metodologia di cura dell’Alzheimer con e trasmettere la peculiarità del messag- la proposta d’ascolto e successivamente gio dell’inventore del liscio romagnolo, con il ballo e la pratica del canto corale nell’assoluta consapevolezza della di musiche di Casadei. Riccarda Casadei dignità di un repertorio da salvaguarda- si dimostra molto fiera di questa nuova re, Riccarda Casadei propone attraverso pratica applicativa della musica del una serie di iniziative promozionali ad padre “L’idea di riproporre un percorso ampio respiro l’organizzazione di eventi per ricordare il tempo delle balere a per- e di spettacoli capaci di richiamare ancor sone malate di Alzheimer nasce dalla oggi le folle. L’idea della “Ca’del liscio” volontà di tenere viva quella memoria mia” una rivista con tiratura di 100.000 a Ravenna, gestita fino agli inizi degli personale e di gruppo, aiutandoci con la copie ricca di informazioni, curiosità e anni ’90 direttamente dalla famiglia di musica energica e popolare di Casadei, novità sulla Romagna con le sue tradizio- Secondo Casadei rientrava appunto nella per le sue particolari capacità di essere ni e il mondo del ballo. Inoltre produce la ferma volontà di costruire una sorta di veicolo della comunicazione, espressio- trasmissione televisiva “Romagna mia in tempio del più popolare ballo italiano, ne di sentimenti, sostegno e rinforzo del Italy” diffusa con successo quotidiana- dove far convogliare le moltitudini di movimento.” (Guido Zangheri) mente da un circuito di oltre 60 emittenti “giovani di ogni età”: in tutta Italia, mentre sono circa 300 le radio che su tutto il territorio nazionale ospitano nei propri programmi musica MOSTRE romagnola. Importanti veicoli di diffusio- di soggetti e situazioni che si palesano DETTAGLI IN AVANSCOPERTA per una essenziale capacità tecnica, ne delle musiche di Secondo Casadei sono da pag. 20 anche le scuole di ballo di tutta Italia che oltreché intuitiva; molti possono intuire quello che sta “dietro” le cose, ma non con le loro coreografiche esibizioni due panni stesi ad asciugare; anche qui il tutti esprimerlo, un dono di artista che aggiungono colore e fantasia alle sue gusto per le piccole cose: un volto Urbinati possiede. melodie. Alle Edizioni Casadei Sonora si segnato dagli anni appena intravisto, un Gilberto Urbinati nasce A Rimini nel affiancano le Edizioni Arcobaleno momento di vita e un ritmo percettivo. 1961, ove vive e lavora. Autodidatta, da Spettacoli che si occupano di musica da Queste, solo alcune delle tante opere sempre appassionato della fotografia. ballo di ogni genere, dai balli di gruppo ai esposte colte nella marina, per strada, Usa la digitale reflex. Questa di sudamericani. E, ultime nate, le Edizioni nei graffiti. Ciò che si coglie nelle rap- Santarcangelo è stata la sua seconda per- “Appassiunéda” che raccolgono esclusi- presentazioni e che aleggia come un pro- sonale. (Ivo Gigli) vamente canzoni in dialetto romagnolo. fumo è il silenzio e il mistero, l’essen- Nel 1997 le Casadei Sonora che si avval- zialità, il rigore di un’economia formale gono della direzione artistica di Riccarda Casadei, figlia del Maestro, hanno ricevu- ARIMINVM to il prestigioso premio della SIAE per i Bimestrale di storia, arte e cultura della provincia di Rimini 50 anni di attività. La stessa Casadei nel- Fondato dal Rotary Club Rimini l’anno 2000 ha conseguito l’importante Anno XVI - N. 2 (89) Marzo/Aprile 2009 riconoscimento nazionale “Profilo DIRETTORE Donna” per il lavoro svolto a favore della Manlio Masini Hanno collaborato Collaborazione musica con il coinvolgimento di tutta la Luigi Angelini, Adriano Cecchini, La collaborazione ad Ariminum è a titolo gratuito Federico Compatangelo (foto), Diffusione Lara Fabbri, Leonardo Fazzioli (foto), Questo numero di Ariminum è stato stampato in 7.000 copie Ivo Gigli, Alessandro Giovanardi, e distribuito gratuitamente ai soci del Rotary, Silvana Giugli, Giuma, Aldo Magnani, della Round Table, del Rotaract, dell’Inner Wheel, Arturo Menghi Sartorio, Marco Muccioli (foto), del Soroptimist, del Ladies Circle della Romagna Arnaldo Pedrazzi, Amos Piccini, e di San Marino e ad un ampio ventaglio Luigi Prioli (foto), Romano Ricciotti, di categorie di professionisti della provincia di Rimini Gaetano Rossi, Domitilla Tassili, Per il pubblico Guido Zangheri, Giulio Zavatta, Ariminum è reperibile gratuitamente Sergio Zavoli. presso il Museo Comunale di Rimini (Via Tonini), Redazione e la Libreria Luisè (Corso d’Augusto, 76, Via Destra del Porto, 61/B - 47900 Rimini Antico palazzo Ferrari, ora Carli, Rimini) Tel. 0541 52374 Pubblicità Editore Rimini Communication - Tel. 0541.28234 - Fax 0541.28555 Grafiche Garattoni s.r.l. 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