Presentazione Di Powerpoint
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Industria culturale e media studies La radio e la televisione nello sviluppo dell’industria culturale in Italia Prof.ssa Anna Lucia Natale LA RADIO Dalle origini (1924) come “music box” alla radio “plurale” di oggi La radio Un repertorio di “generi” Le origini: Il piacere della musica in casa (dall’opera alla canzone e al jazz) Gli anni Trenta: La rivista musicale (I quattro moschettieri) Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni (Il microfono è vostro, Il festival di Sanremo) Nell’era della tv: una radio “Per voi giovani” (da Bandiera Gialla ad Alto gradimento) Verso il pluralismo radiofonico (il flusso musicale) La Televisione Dalle origini (1954) come “Tv maestra” all’era dei “reality/talent show” di oggi La televisione La trasformazione dei “generi” La “ Tv maestra” delle origini: dagli sceneggiati a Non è mai troppo tardi Anni ’60 e dintorni: Carosello, Lascia o raddoppia, Canzonissima… Anni di transizione (’70/’80): contenitori e talk show (Domenica in, L’altra domenica, Bontà loro) “Neotelevisione”… and so on: l’era dei reality e talent show (Grande Fratello, C’è posta per te, Amici; Ballando con le stelle, Tale e quale show) Evoluzione di un genere: la fiction tv dall’artigianato all’industria (tra sceneggiati e miniserie, serie, serial e soap opera) LA RADIO Le tappe principali 1924 Il 6 ottobre, alle 21, Maria Luisa Boncompagni (o Ines Viviani Donarelli?), dallo studio romano di Palazzo Corradi, legge il primo annuncio della neonata radio: "Unione radiofonica Italiana, stazione di Roma 1-RO, trasmissione del concerto inaugurale”. 1928 La URI si trasforma in EIAR (Ente Italiano audizioni Radiofoniche) con sede legale a Roma e Direzione Generale a Torino. Iniziano a Roma e Milano esperimenti di trasmissioni di immagini utilizzando il disco di Nipkow. LA RADIO Le tappe principali -1944: EIAR diventa RAI (Radio Audizioni Italia) - 1946: 2 programmi nazionali ad onde medie (Rete Rossa e Rete Azzurra) - 1951: 3 programmi nazionali ad onde medie (Programma nazionale, Secondo programma, Terzo programma Radio 1, Radio 2, Radio 3) - 1954: RAI diventa RAI-Radiotelevisione Italiana - Anni 70/90: verso il sistema radiotelevisivo misto (pubblico e privato) - Oggi: 10 radio Rai (FM/AM, filodiffusione, digitale), 20 radio private nazionali, radio comunitarie (nazionali e locali), radio locali, web radio La radio Perché la radio: ruolo centrale nello sviluppo di una industria dell’audiovisivo in Italia - Creato le basi per la diffusione dell’intrattenimento domestico, rendendo disponibili per tutti, e direttamente negli spazi privati, un’ampia gamma di prodotti dell’immaginazione; - Dato origine a un “repertorio” dell’intrattenimento, introducendo nuove forme di spettacolo e/o adattando al proprio linguaggio altre forme di spettacolo, dal teatro al romanzo, dal cinema al fumetto. - La Tv futura, medium domestico per eccellenza, costruirà il suo successo a partire dal repertorio dei generi creato dalla radio. La radio Prima della radio La radio non è stato il primo medium domestico. Ma ha portato avanti e consolidato trasformazioni nell’uso del tempo libero, che altri media avevano introdotto - A partire dall’800, nel tempo libero dal lavoro, la casa diventa un luogo in cui condividere attività culturali, come l’ascolto della musica. - Dalla musica suonata dal vivo (pianoforte), a quella riprodotta (fonografo), a quella diffusa attraverso la “telefonia circolare”: Théatrophone (Parigi 1881), Telefon Hirmondò (Budapest 1893), Electrophone (Londra 1895), Araldo telefonico (Roma 1910). La radio La radio. Oltre il senso del tempo e dello spazio - L’avvento della radio, tecnologia senza fili e meglio in grado di “collegarsi” direttamente con il mondo, riconduce il telefono alla sua natura di mezzo di comunicazione “da uno a uno”. - La radio consente di trasportare eventi e contenuti da ogni luogo, in ogni luogo, e nello stesso tempo: • con la radio, non è più necessario essere sul posto per avere esperienza di un evento (sul rapporto luogo fisico/luogo sociale, Meyrowitz 1985) • con la radio, lo stesso tempo non richiede più lo stesso posto (la «simultaneità despazializzata», Thompson 1995). La radio Le origini: il piacere della musica in casa - La radio entra nella casa ridefinendo spazi e tempi della quotidianità e della vita sociale. - Il momento clou è quello dello spettacolo serale: l’ascolto di un’opera teatrale, di un concerto sinfonico, di musiche da ballo, è ora possibile senza muoversi da casa. «Ogni casa deve avere un apparecchio… Nelle lunghe serate invernali le voci, i concerti e le conferenze che verranno al vostro orecchio per mezzo di questo meraviglioso apparecchio saranno il diletto e l’istruzione della vostra famiglia» (pubblicità da «Radiorario» 1929) La radio Le origini. I generi musicali più popolari - Musica lirica: ampio patrimonio musicale; radicata tradizione popolare; genere di punta della programmazione. - Musica leggera (operette, canzoni, ballabili): eseguita da orchestre della radio; trasmessa in collegamento con sale da ballo; riprodotta su disco (dal 1930). - il Jazz: un filone italiano, più ritmato e ballabile, conquista gli ascoltatori intrecciandosi a passione crescente per il ballo, dentro e fuori casa; genere inizialmente vituperato ma apprezzato soprattutto dai giovani, esploderà nella II metà anni ’30 (concerto Armstrong, swing americano). - La canzone: il connubio tra radio e disco apre la strada ai concorsi Eiar per voci nuove; le orchestre introducono interpreti professionali per le parti vocali e lanciano molti cantanti dell’epoca (da Buti a Rabagliati al Trio Lescano). La radio Gli anni Trenta: la rivista musicale (o radiorivista) - Avvio processo di “popolarizzazione” del mezzo, con conseguente aumento e diversificazione del pubblico. - La radiorivista introdotta nel palinsesto radiofonico per rispondere a domanda crescente di spettacolo leggero. - Genere di derivazione teatrale al confine tra musica e parlato: numeri di prosa, sketch comici e musica tenuti insieme da una trama con personaggi fissi. - Successivamente, si evolverà in Varietà: scompaiono trama e personaggi; si introduce la figura del conduttore a tenere insieme i vari momenti di spettacolo (da anni ‘50). La radio Gli anni Trenta: la rivista musicale (o radiorivista) - La radiorivista più rappresentativa del periodo: I quattro moschettieri, di Angelo Nizza e Riccardo Morbelli. - Parodia del romanzo di A. Dumas; molti riferimenti a letteratura classica e d’appendice, a teatro e cinema, a testi di canzoni e opere liriche. Un’alternanza serrata tra dialoghi, musica e battute. - Tre edizioni del programma, tra il 1934 e il 1938. - Programma abbinato a concorso a premi sponsorizzato da aziende alimentari Buitoni e Perugina e basato su raccolta figurine personaggi (tra possibili vincite una Fiat 500 Topolino, lanciata nel 1936). La radio Gli anni Trenta: la rivista musicale (o radiorivista) - I quattro moschettieri: esaltazione collettiva nella ricerca delle figurine più introvabili (come il feroce saladino); primo fenomeno di comunicazione integrata (pubblicazione di dischi, libri, film legati a contenuti e personaggi del racconto). - Il carattere multimediale dell’evento ne amplifica il successo popolare: per la prima volta la radio riesce ad arrivare a tutti, al di là delle differenze individuali, di classe sociale, del possesso stesso dell’apparecchio. - Notevole spinta sia alla diffusione popolare del mezzo sia alla crescita dell’industria culturale (produzione e consumo di prodotti radiofonici, e non solo). La radio Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni - Il dopoguerra si apre all’insegna di “una radio per tutti”, del bisogno diffuso di evasione, del desiderio di una vita migliore. - È qui che si pongono le basi di “quel processo di modernizzazione nel campo dei gusti e dei consumi di massa, di quella rivoluzione del costume che ha dominato la società di quest’ultimo cinquantennio” (Isola 1995), che si era aperto con l’arrivo degli americani durante la guerra. - Nonostante la perdurante influenza della tradizione culturale italiana e della morale cattolica, forte spinta ai consumi culturali di massa e progressiva crescita dello spettacolo leggero: varietà, quiz, gare tra dilettanti, canzoni, spesso abbinati a concorsi a premi (denaro, elettrodomestici, Vespa e Lambretta, Fiat 500…). La radio Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni - Tra i generi più apprezzati, i programmi per dilettanti, che consentono agli ascoltatori di mettere in scena i loro talenti, di vivere un momento di notorietà, di coltivare la speranza di trovare lavoro nel mondo dello spettacolo. - Uno di questi è Il microfono è vostro (1950, 1952): programma itinerante, che dai teatri delle città italiane manda in onda le esibizioni dei migliori dilettanti locali. - Alle selezioni accorrono a centinaia (studenti, impiegati, dattilografe, artigiani, operai, giovani di leva, aspiranti cantanti, ecc.), scatenando un coinvolgimento popolare simile a quello de I quattro moschettieri. - A base del successo anche la fama del presentatore (Nunzio Filogamo, già interprete del moschettiere Aramis) e le musiche di Cinico Angelini (direttore delle orchestre leggere dai tempi dell’Eiar). La radio Il dopoguerra: tra programmi a premi e canzoni - Continua in questa fase anche la passione per la canzone, che toccherà il suo culmine con Il festival della Canzone Italiana di Sanremo (1951). - La cosiddetta “canzone all’italiana” convive con il piacere della musica straniera (boogie-woogie americano, canzone francese, ritmi sudamericani, ecc.),