A Che Servono I Librai? Massimo Gatta
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A che servono i librai? Massimo Gatta Quelle scale buie e sbrecciate, il cortile oscuro del palazzo fatiscente proprio all’imbocco di Vico Fico Purgatorio ad Arco, l’antico cardines che univa, nella Neapolis greca, il de- cumano dei Tribunali a quello di San Biagio dei Librai, dove nel ’500 era appunto ubica- ta l’antica Corporazione dei Librai. Questo è stato il luogo drammatico delle mie scuole elementari. Nelle narici ancora risento l’odore penetrante della creolina, che si spargeva agli angoli delle strade povere, come disinfettante contro le esalazioni dell’immondizia e lo sterco dei ratti. Scoprii da vecchio che avevo frequentato la stessa scuola, ricavata in antiche abitazioni popolari, di Gaetano Colonnese, libraio antiquario, editore e amico. Magari un giorno qualcuno si prenderà la briga di raccontare i sogni dei librai. Qualcuno con la pazienza certosina di mettere, uno accanto all’altro, i piccoli e delicati frammenti di una vita trascorsa tra i libri, da prendere con le pinzette per non rovinarli, in uno scenario borgesiano di titoli che rimandano ad altri titoli, trame ad altre trame, personaggi su per- sonaggi, idee, immagini, piccole e grandi storie. Una scenografia piranesiana che si av- voltola su se stessa in volute spettacolari e cangianti, che si rincorre da un secolo all’altro, all’interno delle tante stagioni della Storia di questa mia città, tra i vivi e i morti, i fantasmi di ieri e di oggi. Le prime ombre, nel tardo pomeriggio invernale, sembrano allungarsi tra i vicoli vicini alle note barocche del Conservatorio di San Pietro a Majella, e lo sguardo si fa penetrante, lungo la via Costantinopoli, e accarezza il biancore della grande scalinata di marmo che si getta su piazza Bellini, a due passi dagli scavi romani, o greci. Cosa accade quando un leggero profumo di salsedine sale dal porto lungo via Mezzocannone e si perde nelle due piazze del Gesù Nuovo e San Domenico Maggiore, che furono teatro e scenario della più grande e spettacolare capitale europea del Cinquecento? Ebbene è allora che io rivedo il giovane che ero, percorrere l’antica via di Port’Alba, luogo sacro ai librai e alle librerie, la via che sfocia, oggi come un tempo lontano, nell’antico Largo del Mercatello, oggi piazza Dante. Un luogo dove si stratificano decenni di vita libraria di questa città dolente e lumi- nosa. Intere generazioni hanno lasciato tracce in quest’antica strada in discesa: Ceccoli, Pappacena, Berisio, Cassitto, Pacifico, Pironti, Guida, e fino a Pasquale Langella, giovane e passionale cavaliere dei libri, col suo “antro oscuro” di sabiana memoria, lo stesso luogo occupato un tempo da don Ermanno Cassitto. Da queste parti, aguzzando l’udito, si potrebbero ancora risentire le antiche voci del padre di Giambattista Vico, bibliopola, che urla al figlio di scendere nella bottega di San Biagio dei Librai a dargli una mano; oppure vedere vagolare l’ombra di Benedetto Croce, che si mette in tasca l’ennesimo libercolo sdrucito e polveroso scovato da Pappacena, e Gioviano Pontano procedere silenzioso e sopra pensiero, e Valletta attendere un lontano parente in visita a Napoli. Il principe Raimondo Di Sangro, nella sua stamperia clandes- tina, osserva un libro proibito che il torcoliere sta ultimando. E Boccaccio svolta dietro l’angolo dell’antica dimora nobiliare del Di Sangro, mentre risuonano le grida di dolore e strazio della moglie Maria D’Avalos e dell’amante Fabrizio Carafa, trucidati entrambi dal marito di lei, il celebre madrigalista Gesualdo da Venosa. Il giovane bibliopola Langella ha forse tutto questo nello sguardo e cerca di dirmi cose che possano aiutarmi a capire meglio a cosa servono davvero i librai. Cose sem- plici, fatte con la colla, le forbici, la carta e lo spago. Riccardo Ricciardi, maestro di noi tutti che amiamo i libri, poco lontano da dove siamo è chino su un pacchetto che deve spedire, un libro richiesto che lui incarta con cura certosina, poi passa lo spago a chiuderlo in un abbraccio naturale. Anche Pasquale Langella esegue lo stesso iden- tico rituale. La libreria antiquaria passa anche attraverso l’antica arte di fare perfet- tamente i pacchetti da spedire; un’arte povera fatta di carta da pacchi, forbici e spago. L’indirizzo dev’essere preciso, scritto a mano e con cura perché il postino possa con facilità trovare il destinatario e il pacchetto giungere così senza rovinarsi. L’arte del libraio è in fondo fatta di respiri trattenuti, mentre si stringe lo spago intorno al pacchetto. E così anche per i cataloghi dei librai, quelli ancora di carta e inchiostro, come questo di Langella che state per leggere, il numero dieci della sua storia di libraio a Port’Alba. L’amico mi guarda ironico, tra le pause del suo meticoloso lavoro. Io l’osservo e penso a tutta quanta la Storia che si è accumulata in queste stradine strette e oscure, umide, sporche; in questi vicoli filiformi che all’improvviso s’aprono alla luce e al vento di salsedine che risale Mezzocannone e si perde in noi. Penso a tutte le parole che qui sono state dette, e ai pensieri pensati, e alle pagine vergate, e all’inchiostro preparato con amore e attenzione, e alla carta bambagina che l’accolse, e alla perga- mena poi svolta e richiusa, e ai sospiri degli amanti clandestini. Penso agli sguardi scuri delle donne, che incrociavano quelli dei poeti, che le fasciavano come tessuti. A che servono i librai? Mi chiedo. Servono ad abbigliare questi pensieri, servono ai sorrisi di chi finalmente trova un libro; servono a far luce nelle stanze oscure, nei conventi, nelle piccole sagrestie di paese, nelle stanze ombrose e fresche immerse nella calura agostana. Servono a inframezzare il frinire pazzo delle cicale quando il sonno t’aggredisce alle spalle e non si placa. A che servono i librai? Servono alla pace, alla piacevolezza delle conversazioni sobrie, al distendersi dei teli sulle dune, alla possibilità di scegliere quali pagine sfogliare prima. I librai servono alla vita, perché fluisca meglio, come un sangue ossigenato. I librai servono agli uomini che atten- dono, pazienti, che giunga un catalogo, ancora l’ultimo di una lunga serie. Servono a questo, i librai, a mettere tempo tra noi e la morte. L’amico continua a sorridermi ironico. Un altro libro da schedare, un altro autore da conoscere meglio, un prezzo da dare, una data da trovare, un dorso da curare. Lo guardo e penso a quante persone simili a lui hanno attraversato la mia città in lungo e in largo. Penso ai loro occhi febbrili e a quanti amici miei e dei libri non ci sono più. La scuola elementare di Vico Fico Purgatorio ad Arco ai Tribunali non c’è più nem- meno lei. Forse neppure l’odore penetrante della creolina c’è più. Quanti anni saran- no passati? Trenta, quaranta, cinquanta? Oppure cinquecento, mille? Io guardo l’amico negli occhi e a mia volta gli sorrido, come in un sogno. Gli chiedo: «Pasquale, ma a che servono i librai?». E lui di rimando mi sussurra: «E a che servono i poeti?». cat. 2 - 10/2019 Libreria Langella 3 tel. 081.549.82.31 - 3392864407 ACROAMATICA 1 Il vero libro infernale tesoro delle scienze occulte. Roma. Brancato 1987, 8°, pp. 384. Illustrato. € 15 2 L’epopea segreta della Massoneria. Preghiera dei Massoni i sette punti di iniziazio- ne suprema. Palermo. Antares 2009, 8°, pp. 92. € 7 4 FORTUNE DION. La cabala mistica. Roma. Astrolabio 1973, 8°, pp. 278. € 12 5 GRIMALDI COSTANTINO. Le tre magie. La magia diabolica, artificiale, naturale. Palermo. Antares 2009, 16°, pp. 140. Ristampa anastatica. € 10 6 LANUZZA STEFANO. L’arte del diavolo. Un millennio di trame, ribellioni e scritture dell’Angelo decaduto. Roma. Stampa Alternativa 2000, 16°, pp. 157. Illustrato. € 10 7 PARACELSO F.T. Il tesoro dei Tesori. Scritti magici Alchemici ed Ermetici. Catania. Brancato 1991, 16°, pp. 248. € 10 AGIOGRAFIA 8 DE ROSA GABRIELE. Storia di santi. Bari. Laterza 1990, 8°, pp. 268. Piccola rottura marginale ad alcune pagine che non lede il testo. € 10 9 P. PAOLO GIUSEPPE DELL’IMM. CONCEZIONE. Vita di S. Paolo della Croce. Fondatore della con- gregazione de’ Chierici di Scalzi della SS. Croce e passione del N.S. Gesù Cristo. Roma. Tipografia Salviucci 1867, 8°, pp. 399, con una bella incisione a piena pagina in antiporta. Leg. mz pelle, tit. e fregi in oro al dorso. Bruniture e segni del tempo. € 50 ANTICHE CIVILTÀ 10 BAYATLY KASSIM. La memoria del corpo. Sotto i cieli dell’Islam. Milano. Ubulibri 2001, 8°, pp. 134. Illustrato. Bross. € 25 11 MEYENDORFF JOHN. La Teologia bizantina. Casale Monferrato 1984, 8°, pp. 296. Bross., sovracc. Sottolineature a matita nel testo. € 25 ANTROPOLOGIA 12 BACHTIN MICHAIL. L’opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale. Torino. Einaudi 1979, 16°, pp. 524. Segni marginali di matita. “Paperbacks”. Segni del tempo. € 20 13 CANTONI REMO. Il pensiero dei primitivi. Milano. Il Saggiatore 1963, 8°, pp. 352. Segni del tempo. € 17 14 CENTINI MASSIMO. EX VOTO. Gli oggetti e il rapporto con il divino. Milano. Magenes 2019, 16°, pp. 180. Illustrato. € 14 15 DORFLES GILLO. Nuovi riti. Nuovi miti. Torino. Einaudi 1965, 8°, pp. 280. Illustrato. Leg. edit., sovracc. Mancanza al lato inferiore del frontespizio. € 15 16 HANNERZ ULF. Esplorare la città. Antropologia della vita urbana. Bologna. Il Mulino 1992, 8°, pp. 554. Bross. € 15 ARCHITETTURA 17 Twin cities Minneapolis-St.Paul. A Picture Book to Remember Her By. New York. Crescent Book 1985, 8°, pp. 32 illustrato. Leg. edit., sovracc. Firme di regalo alla prima pagina bianca. € 15 18 GARNIER CARLO - AMMANN A. L’abitazione umana. Riduzione italiana di Alfredo Melani archi- tetto.