DECISAMENTE NO Tre Anni Di “Riforme” Costituzionali, Spiegati Con Cura Da Giuseppe CIVATI E Andrea PERTICI
O N DECISAMENTE NO Tre anni di “riforme” costituzionali, spiegati con cura da Giuseppe CIVATI e Andrea PERTICI Introduzione Tre anni di ‘riforme’, post dopo post Una riforma fatta male Un percorso tutto sbagliato L’abolizione del Senato che non abolisce il Senato Perché i cittadini non dovrebbero più eleggere i senatori? E poi ci sarebbe l’Italicum… Una riforma migliore, semplice, condivisa: la nostra proposta Allegati Una riforma puntuale, condivisa e democratica (Pasquino, Pertici, Viroli, Zaccaria) Per l’articolo 1 (Civati, Pertici) INTRODUZIONE Che cosa succederebbe se la ‘riforma’ fosse approvata I cittadini non voterebbero più i senatori, eletti dai Consigli regionali. Per le elezioni politiche avrebbero solo la scheda della Camera. Quando andranno a votare per le elezioni regionali, invece, dovrebbero pensare che i consiglieri regionali eletti si voteranno poi tra loro come senatori. La stessa cosa dovrebbero fare al momento della scelta del loro sindaco, perché anche il sindaco - eletto per amministrare il proprio Comune - potrebbe diventare senatore, se eletto (uno per Regione) dai consiglieri regionali. Le Regioni perderanno potere a favore dello Stato centrale, eccezion fatta per le Regioni a Statuto speciale, che rappresentano un sesto degli abitanti (9,1 milioni), per le quali rimane comunque tutto così: in pratica hanno già votato no a questa parte della riforma. Per loro la Costituzione cambierà eventualmente solo in seguito, sulla base di una intesa tra loro e lo Stato. Intanto non varrà per loro neppure la «clausola di supremazia» che lo Stato potrà utilizzare nei confronti delle altre, per far valere l’interesse nazionale. Sarebbe il primo caso di interesse nazionale che non vale per tutta la Nazione.
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