Storia Di Parodi Ligure E Dei Suoi Antichi Statuti
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EMILIO PODESTÀ Storia di Parodi Ligure e dei suoi antichi Statuti Comune di Parodi Ligure Accademia Urbense - Ovada 1998 MEMORIE DELL'ACCADEMIA URBENSE Nuova Serie - Studi - D. 25 - Ovada 1998 A cura di Alessandro Laguzzi ACCADEMIA URBENSE - piazza Cereseto 7 - 15076 OVADA La pubblicazione dei documenti è stata autorizzata dall'Archivio di Stato di Genova con il n. 18/98, prot. 270S.V/9.98 del 30 luglio 1998 Emilio Podestà STORIA DI PARODI LIGURE E DEI SUOI ANTICHI STATUTI COMUNE DI PARODI LIGURE ACCADEMIA URBENSE - OVADA 1998 La reliquia della Sant a Croce entra nel Castello di Parodi. (affresco di Luigi Gainonj (1859-1940) nella Chiesa Parro cchiale dedi cata a S. Rocco) Presentazione Molte sono le ragioni che ci hanno spinto alla pubblicazione di questo volume: il desiderio di favorire la conoscenza della storia del nostro paese, l'importanza che essa ha avuto per il vasto territorio che Parodi rappresentava, l'orgoglio, come parodesi, di esserne stati protagonisti attraverso i nostri antenati, la totale assenza presso gli archivi comunali di documenti e pubblicazioni che ne diano testimonianza e possano essere consultati e conosciuti, dovuta all'incendio dell'edificio municipale avvenuto nel 1945 per opera di militari tedeschi. A questi motivi si è aggiunta la fortuna di poter disporre della traduzione "volgare" degli antichi Statuti di Parodi risalenti al 1432, pubblicata alla fine del secolo scorso dal cav. Domenico Maria Guarco, già sindaco di Parodi. É con grande interesse ed emozione che se ne percorrono i capitoli e, attraverso di essi, si ripercorrono esigenze e modi di vita appartenenti ad anni lontani eppure così familiari, usi e consuetudini spesso giunti sino a noi, molti tuttora rispettati ed altri di cui abbiamo sentito parlare dai nostri nonni se non addirittura dai nostri padri, figure e ruoli cardine di una vita sociale attiva, complessa e pulsante, nomi e cognomi che da secoli fanno parte o, meglio, sono la "nostra gente". Ma gli Statuti, con tutto l'interesse che rivestono, non ci avrebbero portato a questa pubblicazione se non si fossero aggiunte la competenza e la disponibilità di un appassionato studioso di storia locale, il dotto Emilio Podestà. Grazie a lui gli Statuti sono corredati da una relazione storica che ricostruisce l'autenticazione della copia ufficiale da parte del Senato Genovese ed accompagnati da una approfondita analisi circa la struttura ed il significato delle normative in essi contenute che risulta di grande aiuto a chi, come noi, ne affronta la lettura oggi. 5 Oltre agli Statuti il libro contiene anche una pnma pane dedicata alla storia del nostro paese. Qui è organicamente tracciata la vicenda che ha visto protagonisti Parodi e le altre località allora appartenenti al suo territorio: Tramontana, Cadepiaggio, Bosio, Spessa, Marcarolo. Qui emerge il ruolo di rilievo ricoperto nei secoli scorsi, testimoniato sia dalla partecipazione diretta a vicende di grande importanza quali le Crociate, la battaglia della Meloria, le contese tra Genova e le altre potenze del tempo, sia dalla presenza di suoi cittadini illustri quali i Guarco, Dogi di Genova alla fine del secolo XIV. All'interno della nostra storia il libro propone una particolare attenzione al monastero di S. Remigio, testimone quasi millenario e tuttora monumento di grande interesse nel territorio comunale. Infine è presente nell'appendice una testimonianza relativa alla storia recente della costituzione di Bosio in Comune avvenuta nel 1948 con conseguente divisione del territorio. Questa parte, curata dalla dott.ssa Franca Guelfi, è stata tratta dal diario di Don Carlo Civera, parroco in quegli anni. Stendendo questa presentazione mi rendo ancor più chiaramente conto di quanto risulti ricco di contenuto e di significato il volume. Nel ringraziare quanti ne hanno reso possibile la pubblicazione, in particolare l'autore dotto Emilio Podestà e la dott.ssa Franca Guelfi che ne è stata convinta sostenitrice, m i auguro che esso possa rappresentare per ogni parodese, per chi qui è nato e per chi è venuto successivamente, per chi a qualunque titolo ami la nostra zona, i nostri paesi e la nostra gente, un contributo alla loro migliore conoscenza, un motivo di interesse, uno stimolo, attraverso la storia di ierr, a sentirsi parteCipI e protagonisti anche di quella di oggi. Bruno Merlo Sindaco di Parodi Ligure 6 INDICE GENERALE N ella notte dei tempi p. 9 L'avvento degli Obertenghi p. 12 La vicenda di San Remigio P 17 I primordi - La pretesa del Vescovo di Tortona - L'iniziativa privata riprende vigore - Si infittiscono i legami con Genova La jàmiglia Isola padrona del Priorato - I parroci guidano la ribellione - L'inarrestabile declino L'espansione genovese p.36 L'indornita Matilde alla riscossa p.39 Il tramonto degli imperiali p.42 L'ultima rivolta dei marchesi p.44 Sorge la Benedicta p.47 Parodi, terra genovese p.48 Il prezioso registro di Parodi p.48 La genesi - La popolazione - Nomi e soprannomi - n territorio - Le colture e le modalità di conduzione - Il grande Bosco - Il sistema tributario - Castellani e torrigiani Dalla fine del Duecento all'inizio del Quattrocento p.57 Genova recupera Ovada, Parodi e Gavi p. 61 La sentenza del 5 ottobre 1611 p.66 La guerra del 1625 p.73 La guerra di successione austriaca (1745-1748) p.77 Dalla metà del secolo XVIII alla fine del secolo XIX p.82 Gli antichi Statuti p.84 Una vicenda imbarazzante - La copia ufficiale - Le rubriche dei capitoli - La sostanza ed il significato delle normatiue - I bandi campestri - Il diritto pubblico - Il diritto privato - Le procedure - Il glossario Conclusione p.99 Appendice: - Statuta et ordinamenta seu capitula comunitatis Palodii p. 103 - Testo anastatico della traduzione in lingua italiana degli Statuti, edita nel secolo XIX p. 125 - Una testimonianza di don Civera p. 181 - Indice dei nomi di persona e di luogo e di altre cose notevoli p. 191 7 Nella notte dei tempi Parodi Ligure è oggi un piccolo comune situato nei pressi delle plU nota cittadina di Gavi, nella zona collinare solcata dal Lemme, un importante affluente del fiume Orba, il quale ha anche, come suo tributario, il torrente dell'Albedosa. Questo territorio, non è solo di grande bellezza per il suo paesaggio inconraminato, ma è anche ricco di tanta storia, che, relativamente sconosciuta, ne accresce l'indubbio fascino. Le più antiche memorie relative a questa zona risalgono a non molti secoli prima dell'Era Cristiana e ci attestano che essa era abitata da alcune bellicose tribù liguri sempre pronte a dar filo da torcere alle legioni romane. Mentre le tribù della costa tirrenica avevano raggiunto uno sviluppo no tevole attraverso i traffici marittimi e l'introduzione di nuove colture, come l'olivo e la vite, la segale e l'orzo, instaurando rapporti persino con i popoli nord-africani e con quelli del Levante, quelle insediare nelle più aspre zone montane e nei più isolati luoghi collinari non si erano discostate molro dal costume e dal livello di vira dei rempi preistorici. Così erano certamente g l i abitanti del territorio che più ci interessa, ai margini del quale si sviluppava in quei remoti tempi - il tracciato delle due più importanti strade che collegavano i porti liguri con il rcrroterra padano: la via Postumia, diretta da Genova per Libarna e Derthona fino a Placentia, e la via Aemilia Scauri che da 1 Vada Sabatia portava ad Aquae Statiellae ed ancora a Derthona • Sull'importante raccordo pedernonrano, che collegava poi Libarna con Acqui, passando per Gavi e Castelvero (Castrum Vetus presso Castelletto d'Orba), sboccavano inoltre, con più diramazioni a ventaglio, le frequentate vie del sale, le quali muovevano da Genova verso il nord, utilizzando il valico di Reste (presso la Bocchetta) e soprattutto quello di Marcarolo. Esse erano anche dette vie "rnarenche", cioè che portano al mare. Il loro tracci aro si snodava seguendo le dorsali appenniniche preferibili ai percorsi di fondo valle, che, percorrendo le più tortuose gole rorrentizie, erano assai spesso ed a lungo interrotti. Una zona nevralgica per il traffico e tale quindi l _ La via Postumia è realizzata nel 148 a.C,; la via Aemilia Scauri nel 109 a. C,; esse evidentemente ricalcano itinerari già consolidati che portano rispettivamente da Genova per Serravalle a Tortona e Piacenza e da Sa vona ad Acqui e ancora a Tortona. 9 anche dal punto di vista militare; ma anche una zona con scarse risorse proprie e difficile da controllare, caratterizzata da grandi boschi sui gioghi montani e sulle colline e da zone paludose e ancora da boschi nella pianura. Tra i Liguri abitatori di questo tratto appenninico, si trovavano i Viturii, insediati a cavallo dell'alta Valle del Lemme, ed in particolare i Langenses, stanziati nell'Alta Valpolcevera nella zona di Langasco, che, a causa della . maggiore importanza assunta dal loro territorio con l'attraversamento della via Postumia, inaugurano, nei confronti dei Genuati, la plurisecolare sequela delle liti per i confini, di cui troveremo protagonisti i loro discendenti. A Roma si è costretti a mandare appositamente due arbitri a dirimere Ia vertenza. Il giudicato che essi pronunciano il tredici dicembre del 117 a.c., è quello riportato nella famosa tavola di bronzo che, dissepolta nel 1506 da un contadino ad Isola di Pedemonte, adorna oggi l'ufficio del Sindaco di Genova. Oltre ai due litiganti risulta che gravitano sugli stessi pascoli altre tribù liguri limitrofe; i Decrunini, i Cavarurini. gli Odiati, ed infine i Mentovini. AI momento la materia del contendere è sostanzialmente costituita da terreni definibili come agro, pubblico o privato, ma, nei secoli a noi più vicini, le ricorrenti controversie si estenderanno a tutto il grande bosco che ha il suo culmine in Marcarolo. Alcuni ritrovarnenti nei pressi di questa località attestano la presenza di nuclei di transito fin dall'età della pietra e del bronzo.