RICERCHE STORICHE Via A

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RICERCHE STORICHE Via A ANNO XLVI - NUMERO 1 GENNAIO - APRILE 2016 RICERCHE STORICHE Via A. Gherardesca 56121 Ospedaletto-Pisa www.pacinieditore.it [email protected] ISSN 0392-162X ISBN 978-88-6995-026-1 In copertina Illustrazione rappresentativa della Rivoluzione dei Garofani tratta dal blog http://presenteepassado.blogspot. it/2014_04_01_archive.html [dalla rivista «Gaiola Aberta»] RICERCHE STORICHE Rivista Quadrimestrale Anno XLVI - numero 1 gennaio - aprile 2016 sommario Um problema difícil. La rivoluzione dei garofani e la sua ricezione nelle sinistre europee (a cura di Matteo Albanese e Annarita Gori) M. Albanese - Nota dei curatori Pag. 5 A. Gori a cura di 25 aprile, 40 anni dopo. Politica, società, commemorazioni. » 11 A. Gori Discussione con Antonio Costa Pinto, Marina Costa Lobo, Pedro Magalhães R. Marchi L’accusa di revisionismo storico in Portogallo a 40 anni dal 25 aprile » 21 I. Chabrowski Reading the Distant Revolution – the Polish United Workers’ Party Interprets the Portuguese Carnation Revolution of 25 April, 1974 » 31 A. Muñoz Sánchez La República Federal de Alemania y la Revolución de los Claveles » 41 J. Sánchez Cervelló El impacto de la Revolución Portuguesa en España » 51 A.D. Granadino Fertile soil for Socialism or Communist threat? González The Carnation Revolution through the eyes of the French Socialists » 61 V. Pereira « Allez-y voir, histoire de vérifier qu’on y respire bien la liberté ». Voyages de Français dans le Portugal révolutionnaire » 71 F. Catastini «L’Unità» e la Rivoluzione Portoghese » 83 Discussioni e ricerche Elli Lemonidou Public History: The International Landscape and the Greek Case » 93 Linda Shopes The evolving relationship between Oral History and Public History » 105 Abstracs » 119 Gli autori » 123 Nota DEI CURATORI Figura 1: João Abel Manta, Um problema difícil, in «O Jornal», 11 luglio 1975. Nel 1975 l’architetto e illustratore portoghese João Abel Manta realizzò un’illustrazio- ne a cui dette un titolo emblematico: Um problema difícil. La vignetta raffigura un’aula scolastica in cui un gruppo di “studenti particolari”, composto dai fondatori e dai prota- gonisti della sinistra internazionale – Marx, Lenin, Sartre, Fidel Castro –, si trova a guar- dare con aria perplessa una lavagna sulla quale è raffigurata una silhouette della cartina del Portogallo. Questo numero di «Ricerche Storiche» si approccia a questo “problema difficile” cer- cando di scomporlo in varie questioni: Quali furono le reazioni all’interno delle segreterie dei partiti di sinistra europei all’indomani del 25 aprile 1974? Quale fu la ricezione della rivoluzione dei garofani all’estero tra i dirigenti, i militanti, gli intellettuali appartenenti ai diversi partiti e movimenti di sinistra? Come si approcciarono queste persone all’even- to e al dibattito conseguente? Ci furono delle discrepanze tra le varie posizioni in relazio- ne alla rivoluzione e al successivo periodo del PREC (Processo Revolucionário em Curso) all’interno della sinistra europea? A partire da queste domande il monografico tenta di capire come la rivoluzione con- dotta dai militari che pose fine all’Estado Novo abbia rappresentato allo stesso tempo, un forte polo di aggregazione popolare, una speranza per un rinnovamento socialista Ricerche Storiche anno XLVI, numero 1, gennaio - aprile 2016 6 Matteo Albanese, Annarita Gori nel vecchio continente, e l’inizio di quella terza ondata di transizioni democratiche che avrebbero a breve interessato il sud Europa 1. La rivoluzione dei garofani è stata infatti un lungo processo che ha incrociato e attraversato molte delle tematiche di ordine storico e politico che hanno caratterizzato il breve ’900: la caduta di uno degli ultimi fascismi europei 2, l’autodeterminazione dei popoli 3, la fine del potere coloniale e 4, non ultimo, il tema della rivoluzione socialista. La transizione portoghese, inoltre, pose alla ribalta il nodo del ruolo della democrazia in larga parte d’Europa 5 così come, pochi anni più tardi e sotto una prospettiva diversa, questo si sarebbe ripresentato nello scenario post 1989. Un tema tutt’oggi attuale come dimostrano le recenti difficoltà nelle quali sembrano essersi avvitate le istituzioni europee negli ultimi anni 6. La questione della sovranità, della democrazia, dei rapporti con l’Eu- ropa e della ridefinizione dei confini territoriali furono presenti fin dall’indomani del 25 Aprile 1974. Il collasso del regime trovò una delle sue cause peculiari proprio nelle guerre coloniali che determinarono la fine dell’Impero e imposero al Portogallo una ridefinizio- ne in termini geografici e identitari. Di fatto, fu la reazione testardamente immobilistica del salazarismo a far sì che un’intera generazione si perdesse, a volte fisicamente molto più spesso politicamente, nelle giungle africane; l’Angola fu il Vietnam portoghese e non solo in termini militari ma, soprattutto, in termini politici 7. Assumendo questa prospettiva emerge chiaramente come la questione della costruzione di un Paese diverso, cosmopolita sì ma non imperialista, atlantico ma anche fortemente europeo, si fosse posta da subito come orizzonte strategico degli attori che animarono la rivoluzione. Pur trattando i casi da un punto di vista nazionale questo monografico vuole ricreare un affresco generale su gran parte della sinistra europea nel complesso periodo di metà anni Settanta, analizzando le sfumature e i punti di contatto sui temi portati alla ribalta dal 25 aprile precedentemente menzionati. Intendendo la rivoluzione dei garofani come un processo politico duraturo culminato con la promulgazione della nuova costituzione, varata significativamente il 25 aprile del 1976, si comprende come le notizie provenienti dal Portogallo avessero creato speranze e euforia, ma anche una visione tutt’altro che unitaria su questa “multi sfaccettata” rivoluzione. Se, infatti, la semi-legalità, così come la formazione di strutture clandestine organizzate, fu in alcuni casi aiutata, o praticamente 1 Su quest’ultimo punto A. Costa Pinto, The Legacy of the Authoritarian Past in Portugal’s Democratisation, 1974-6, in «Totalitarian Movements and Political Religions», 9:2, (2008), pp. 265- 291; più in generale: S.P. Huntington, The Third Wave: Democratization in the Late Twentieth Century, Oklahoma, 1991. 2 Cfr, tra gli altri: A. Costa Pinto, Rethinking the nature of Fascism, London, 2011; F. Rosas, Portugal Século XX: Pensamento e Acção Política, Lisboa, 2014; Ditaduras e Revolução - Democracia e políticas da memória, a cura di M. Loff- F. Piedade-L. Castro Soutelo, Lisboa, 2015. 3 R. Varela, História do Povo na Revolução Portuguesa - 1974-75, Lisboa, 2014. 4 Per una riflessione in chiave comparata:The ends of european colonial empires: cases and comparisons, a cura di M. Bandeira-A. Costa Pinto, New York, 2015. 5 Varieties of Right-Wing Extremism in Europe (Extremism and Democracy) a cura di A. Mammone-E. Godin-B. Jenkins, London, 2012. 6 Per una rilettura delle transizioni democratiche nel sud europa alla luce dei recenti avvenimenti politici ed economici cfr. Revisiting democratic transitions in times of crisis, a cura di K. Kornetis, numero monografico di «Historein», v. 15, n. 1 (2015). 7 K. Maxwell, O império derrotado, São Paulo, 2006. Nota dei curatori 7 resa possibile, dai partiti del socialismo europeo; è altrettanto da segnalare che realtà mol- to vicine al socialismo portoghese in Europa, come i tedeschi della DDR, non dettero molto credito alle parole di Mario Soares che, sul finire del 1973, aveva annunciato la caduta del regime come imminente. Ed invece la transizione vi fu; “inaspettata” 8, iniziata con un colpo di stato incruen- to, e dal primo momento accolta dalla simpatia popolare. La sollevazione fu spontanea nella discesa in strada di migliaia di lisboeatas che intonavano Grândola vila morena, e fu supportata da quelle strutture che, clandestine fino a poche ore prima, vedevano la luce del sole e già si moltiplicavano, dibattevano e si dividevano sul futuro del Paese: in una parola cominciavano una rivoluzione. Questa, al di là degli approfondimenti delle prossime pagine, vi fu nel fiorire di riviste, ciclostilati, a volte semplici fogli che comin- ciarono a circolare; nelle radio che trasmisero musica proibita 9. Ovviamente, seppur non ha trovato spazio in questo numero per ragioni di coerenza tematica, esisté anche una parte del regime sconfitto e della società che tentò fino all’ultimo di opporsi alla fine del salazarismo e, soprattutto, dell’Impero. Non fu solo la caduta del regime ad interessare la sinistra europea, ma anche il dibat- tito successivo e le susseguenti incognite politiche, sociali ed economiche: l’eventualità o meno di una repubblica socialista per un Paese fondatore della NATO; l’affidabilità di un tale regime, magari con i comunisti al governo, all’interno del Patto Atlantico; l’interrogativo sull’inclinazione dei portoghesi verso una deriva rivoluzionaria o verso la costituzione di una democrazia di stampo liberale; le ripercussioni a breve termine sulle ultime altre dittature del sud Europa. Queste incognite, che attraversarono le segreterie dei maggiori partiti della sinistra europea in quei convulsi mesi sono state, in fondo, la linea guida che ha reso possibi- le sviluppare il ragionamento di questo numero di «Ricerche Storiche». Ci sono, come sempre, molte domande che per ragioni di tempo e di spazio sono rimaste in sospeso, ma che speriamo non restino a lungo inevase. Oltre al necessario prosieguo dell’indagine storica sulle questioni che hanno brillantemente affrontato gli autori dei diversi saggi,
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