Parte Seconda Bibliotheca Collinsiana, Seu Catalogus Librorum Antonji Collins Armigeri Ordine Alphabetico Digestus
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Parte seconda Bibliotheca Collinsiana, seu Catalogus Librorum Antonji Collins Armigeri ordine alphabetico digestus Avvertenza La biblioteca non è solo il luogo della tua memoria, dove conservi quel che hai letto, ma il luogo della memoria universale, dove un giorno, nel momento fata- le, potrai trovare quello che altri hanno letto prima di te. Umberto Eco, La memoria vegetale e altri scritti di bibliografia, Milano, Rovello, 2006 Si propone qui un’edizione del catalogo manoscritto della collezione libra- ria di Anthony Collins,1 la cui prima compilazione egli completò nel 1720.2 Nei nove anni successivi tuttavia Collins ampliò enormemente la sua biblioteca, sin quasi a raddoppiarne il numero delle opere. Annotò i nuovi titoli sulle pagine pari del suo catalogo che aveva accortamente riservato a successive integrazio- ni. Dispose le nuove inserzioni in corrispondenza degli autori già schedati, attento a preservare il più possibile l’ordine alfabetico. Questo tuttavia è talora impreciso e discontinuo.3 Le inesattezze, che ricorrono più frequentemente fra i titoli di inclusione più tarda, devono imputarsi alla difficoltà crescente di annotare nel giusto ordine le ingenti e continue acquisizioni. Sono altresì rico- noscibili abrasioni e cancellature ed in alcuni casi, forse per esigenze di spazio, oppure per sostituire i titoli espunti, i lemmi della prima stesura sono frammez- zati da titoli pubblicati in date successive al 1720.4 In appendice al catalogo, due liste confuse di titoli, per la più parte anonimi, si svolgono l’una nelle pagi- ne dispari e l’altra in quelle pari del volume.5 Agli anonimi seguono sparsi altri 1 Sono molto grato a Francesca Gallori e Barbara Maria Graf per aver contribuito alla revi- sione della mia trascrizione con dedizione e generosità. 2 Il volume è conservato nella biblioteca universitaria del King’s College di Cambridge (Keynes Mss 217, ‘Bibliotheca Collinsiana’). Un opportuno intervento nel 1977 di pulitura delle pagine e di rattoppo di tagli e lacune nonché il rinnovo della legatura in cuoio ne hanno conso- lidato l’integrità e l’accessibilità. Due fogli del catalogo sono stati apparentemente rimossi: il primo tra pagina 531 e pagina 532; il secondo tra 537 e 538. La numerazione delle ultime pagi- ne (541-564) è discontinua. 3 Esempi di indicizzazione errata: vedi infra, Catalogus librorum, nn. 7591, 7787, 8480 (variante omofona), 9798, 9799. 4 Esempi di titoli pubblicati dopo il 1720 ma riportati tra le pagine dispari del catalogo: Keynes Mss 217, pp. 39, 62, 92, 260-264, 328, 341, 425. Esempi di cancellature: ivi, pp. 29, 38, 71, 96, 112, 163, 174, 192, 194, 236, 243 [244], 258, 311, 318, 345, 353, 365, 369, 404, 406, 412, 430, 434, 467, 469, 519, 536, 537, 538, 539, 540, 541, 543 (pagina non numerata), 556 (pagina non numerata), 564 [563]. Annotazioni di mano diversa: ivi, pp. 16, 107, 366, 426, 526. 5 Nell’ultima pagina ricorre un appunto di sbieco e poco leggibile: Jurieu / Lowthorp & Jones / Gussemps [?] / Canon of the O. and N. [Testament?] / Colonia [?] / Larner [?]. Mi è pos- 163 gruppi di titoli, accostati perlopiù secondo la comune iniziale dei nomi dei loro autori o per l’essere tutti di uno stesso autore. Non è chiaro se si tratti di anno- tazioni preliminari ad un successivo riordino del catalogo, impedito dalla scomparsa dell’Autore, o magari di volumi dati o avuti in prestito. Non ci si attenda però una restituzione filologica del testo manoscritto. Si è privilegiata piuttosto l’identificazione certa di titoli e autori. Si è conservata la disposizione originaria dei lemmi malgrado le discontinuità nella successione alfabetica, per consentire a chi abbia a ripercorrere il manoscritto di riconosce- re agilmente gli interventi adottati. Ciascun lemma comprende generalmente il cognome e il nome dell’autore, le date anagrafiche quando occorre, il titolo dell’opera, il numero dei volumi quando l’Autore lo specifichi, il formato, il luogo di stampa solitamente abbre- viato, l’anno di pubblicazione e la segnatura. Ai manoscritti è premesso un con- « trassegno evidente ( ).6 Per l’identificazione delle opere ci si è avvalsi di strumenti diversi di inter- rogazione e ricerca bibliografica. Tra questi i prevalenti sono stati: il catalogo d’asta compilato da Thomas Ballard in occasione della vendita, nel gennaio e nel marzo 1731, di gran parte della collezione collinsiana; i cataloghi elettroni- ci interrogabili on-line delle principali biblioteche nazionali europee; le colle- zioni confluite negli Early English Books Online (EEBO); l’English Short Title Catalogue (ESTC); il catalogo collettivo universitario britannico (COPAC).7 Degli autori si è completato generalmente il nome, rinunciando a riprodurne l’indicazione al genitivo latino o sassone.8 Questa scelta inficia ulteriormente l’ordine alfabetico, ma consente un’immediata identificazione degli autori. Si sono sciolte numerose omonimie, riportando, quando necessario, le date anagra- fiche. Quando di un’opera non è dato l’autore, il titolo è collocato secondo l’or- dine alfabetico. Fra i titoli di uno stesso autore, l’ordine è apparentemente casua- le. Le integrazioni, nonché i punti di interrogazione che denunciano un lemma non identificato o dubbio, sono segnalate da parentesi quadre in carattere tondo. I tempi e le risorse disponibili non hanno consentito di predisporre un indi- ce dei nomi relativo al solo catalogo – benché funzionale ad una sua più effi- cace fruizione – , né di provvedere a opportuni rimandi quando le stesse opere ricorrano più volte (sotto i nomi degli autori, e magari di ciascuno di essi quan- do si tratti di opere collettive; dei traduttori; dei glossatori; dei titoli; oppure dei soggetti trattati, come nel caso di biografie o resoconti processuali). Le segna- sibile trarne soltanto un riferimento certo ai volumi delle Philosophical Transactions curati da John Lowthorp e Henry Jones ed un altro, plausibile, a Louis Ellies Du Pin, A compleat history of the canon and writers, of the books of the old and new testament (London: 1699-1700). 6 Vedi infra, Catalogus Librorum, nn. 357, 2775, 3588, 3806, 4740, 4966, 5339, 5340, 8172, 8495, 8555, 9678, 9908, 9911, 9912, 10726 e supra, pp. 70, 106, 123, 126, 139. 7 Desidero esprimere la mia riconoscenza a Shirley Cousins (Copac Service Manchester Computing, Manchester University) per avermi edotto dell’utilizzo più proficuo di questo pre- zioso strumento di lavoro. 8 Cfr. Diaz, ‘Questioni di metodo storiografico’ cit., pp. 8-33: 15-16. 164 lazioni e i rilievi di quanti si avvarranno nei loro studi di questo strumento di lavoro ne consentiranno forse una revisione che rimedi a errori, fraintendimen- ti e lacune. Le abbreviazioni sono state generalmente sciolte, salvi i casi di intuitiva comprensione o di comune impiego (es.: Bp, Mr, Ld, agt , Gr. & Lat., notis. var., s.l., ed., etc.) e salvi inoltre i luoghi di stampa ricorrenti, precisati in una appo- sita tavola. La grafia e la punteggiatura sono state lievemente ammodernate. Si è fatto un uso parco delle maiuscole. I titoli sono stati completati nella misura da consentirne una identificazione certa. Laddove la sintesi del titolo proposta dal Collins è parsa pregnante, o comunque non integrabile, si è riportato il tito- lo originale in nota. Il formato dei volumi, quasi sempre riportato, in numerosi casi contraddice la classificazione moderna. Si è tuttavia deciso di riprodurre la descrizione dell’Autore, anche al fine di incoraggiare ulteriori indagini su quanto il forma- to abbia influito sulla disposizione dei libri sugli scaffali o sulla determinazio- ne del prezzo d’asta.9 Si sono riportate la date di edizione indicate nel manoscritto. Quando opportuno, comunque in casi limitati, ad esse si sono accostate, tra parentesi quadre, delle ipotesi correttive. In numerosissimi casi si è notato uno slittamen- to di un solo anno rispetto a edizioni note. Questo deve imputarsi talora a pos- sibili ristampe, magari perdute, di opuscoli e libelli di occasione, talaltra al per- durante uso in Inghilterra (e fino al 1752) del calendario giuliano che, come è noto, differiva di dieci giorni da quello gregoriano e iniziava il 25 marzo. Naturalmente non può escludersi l’errore materiale dell’estensore del catalogo. Una considerazione attenta delle segnature potrebbe consentire di ricom- porre la disposizione dei volumi nella biblioteca fisica del Collins e di operare idealmente quanto su istruzione di Caterina II, poté realizzare Jean-Luis Wagnière, segretario e amico di Voltaire, ricostruendo all’Ermitage la bibliote- ca di Ferney. 9 Ad esempio i grandi formati o le opere ponderose ricorrono sovente sotto la segnatura ‘B.’ Alcune opere, e tra queste diversi atlanti, sono contrassegnate da tre ‘x’ (vedi infra, Catalogus librorum, nn. 218, 544, 823, 1105, 3414, 3693, 3945, 4941, 4954, 6334). Fra i titoli fuori cata- logo ad alcuni lemmi è invece premessa una ‘x’ che non sostituisce però la segnatura (ivi, nn. 10368, 10380, 10487, 10498, 10504, 10596, 10600). 165 Abbreviazioni dei luoghi di stampa Altd Altdorphii Altdorf Altona Altonae ad Albim Hamburg Amb Amberes Amst Amstelodami Amsterdam Antw Antuerpiae, Antwerpiae Antwerpen ap.Al. Venetiis, apud Aldum, aut etiam in aedibus Venezia haeredum Aldi ap.Col. Parisiis, apud Simonem Colinaeum Paris ap.Gr. Lugduni, apud Gryphium Lyon ap.Pl., Ch.Pl. Antuerpiae, ex officina Christophori Plantini Antwerpen ap. P.S. Genevae, Oliva Pauli Stephani Genève ap.Vas. Parisiis, ex officina Michaëlis Vascosani Paris Arg Argentinae, Argentorati Strasbourg Arn Arnemiae Arnhem Atreb Atrebati Arras Aug. Treb. Augustae Trebocorum Strasbourg Aug. Vindelic. Augustae Vindelicorum Augsburg Aur Aureliae Allobrogum Genève Barc Barcinonae Barcelona Bas Basileae Basel Berl Berolini Berlin Bibl. Comm. ex bibliopolio Commeliniano Heidelberg Brug Brugis Flandrorum Bruges Brux Bruxellae Brussel Camb, Cant Cantabrigiae Cambridge Camb - Mass. Cambridge (Massachusetts) Col, Col. Ag. Coloniae Agrippinae Köln Col. All. Coloniae Allobrogum Genève Col. Brand. Coloniae Brandeburgicae Berlin Cosm Cosmopoli Dant Dantisci Gdan´sk Dav Daventriae Deventer Delp Delphis Delft Dord Dordraci Dordrecht Dresd Dresdae Dresden Dubl Dublini Dublin 166 Edin Edinburgi Edinburgh Eleuth Eleutheropoli Erphor Erphordiae Erfurt F.St.