Un Potente Esercito Di Latitanti E Un Pugno Di Poliziotti

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Un Potente Esercito Di Latitanti E Un Pugno Di Poliziotti L'UNITÀ/DOMENICA 9 FEBBRAIO 1986 Dalla nostra redazione del carabinieri Mario D'Aleo. Parla della strage del 3 settem­ PALERMO — Tommaso Buscetta è stato e rimane un grande bre In via Carini: ad uccidere Dalla Chiesa — afferma — mafioso. Ma è necessaria una premessa: In assenza delle sue furono i corleonesl con il sostegno delle cosche vincenti di dichiarazioni, nel quadrante della lotta alla mafia le lancette Catania. Centinaia di nomi, episodi, rapporti di parentela e sarebbero ferme a vent'annl fa. Il maxiprocesso di Palermo d'affari vengono cosi Incastrati in un ampio mosaico che lui non si svolgerebbe, non sarebbe mal stata costruita l'aula stesso sta disegnando con le sue rivelazioni. È un'occasione bunker, e chi per tantissimi anni aveva beneficiato di un'im­ che i giudici non vogliono lasciarsi sfuggire. munità sottintesa forse ne godrebbe ancora oggi. Il totem Ma «perché» lo fa? «Ha iniziato a parlare — spiega Geracl dell'omertà sarebbe ancora venerato. Ma oggi 11 punto cen­ — quando gli hanno sterminato la famiglia e si trovava or­ trale è un altro: durante 11 dibattimento sarà Infatti decisivo mai alle corde. Quando ha capito che non poteva più alterare accertare con rigore la fondatezza delle sue accuse, assai gli equilibri fra le famiglie che si erano consolidati a suo meno Indicarne le cause scatenanti o quel secondi fini che danno. Ha un solo scopo: assicurare alla giustizia dello Stato Buscetta — che è stato e rimane mafioso — probabilmente 1 suoi nemici». Come spiega 1 suol comportamenti? «Buscetta vuole perseguire. non ammetterebbe mal che questa è la realtà. Ha una sua strategia, vuole uscire da questa vicenda a testa alta, non È un bel mattino del giugno '84, con un sole accecante. Alle presentandosi come 11 traditore di Cosa nostra, bensì come la 9,30 In una spaziosa aula dell'avvenleristlca Corte federale di vestale che costituisce la purezza dell'Idea tradita dagli altri». Brasilia, uno del boss mafiosi più autorevoli, conosciuto da ROTAGONISTI Buscetta In Italia è Imputato di associazione di tipo mafioso, tempo come 11 «boss del due mondi» sta già meditando — non deve rispondere di delitti. Non ha mal ammesso di aver­ Luciano Ltggio anche se nessuno lo sa — di sconvolgere dalle fondamenta ne compiuti. Nega perfino di aver trafficato in stupefacenti. 'Gaetano fìadaiamenti l'organizzazione nella quale è cresciuto e ha fatto carriera. Nella sua fedina figurano appena una condanna per contrab­ Indossa un doppiopetto bianco, pantaloni neri, una camicia bando di sigarette, un'altra per contrabbando di latte in pol­ CHI È blu scuro, una cravatta tinta unita. vere, e una ad otto anni per traffico di stupefacenti. CHI È Con una sgargiante toga verde 11 giudice federale brasilia­ Assieme al no, essenziale e sbrigativo. Pazienti, In silenzio, I giudici pa­ I suol leit-motiv di fronte al giudici: Cosa nostra come una lermitani Giovanni Falcone e Vincenzo Geracl. CI sono an­ giudice società di mutuo soccorso; e lui con 11 «mito» di don Tano che il Pubblico ministero, la terza moglie di Buscetta Cristi­ Filippone — vecchio boss palermitano che, seppur ricchissi­ Luciano na Guimares, t'avvocato, alcuni poliziotti. Quella che sta per Geraci, che è mo, negli anni 60 si spostava in autobus. Anche Buscetta di è Bada- iniziare è l'udienza di rogatoria. L'Italia, attraverso canali dichiarato «povero», niente a che spartire con quel plurimi­ ministeriali e diplomatici, ha chiesto di poter Interrogare stato uno dei liardario di Pippo Calò che lo Iniziò al santuari di Cosa no­ Liggio, l'esponente di Cosa Nostra arrestato In Brasile. E l'Ufficio stra. Incredibile? Inutile chiedergli di più. Su di lui, d'altra lamenti, Istruzione di Palermo ha condensato per l'occasione In quat­ protagonisti parte, le Indagini proseguono. Una verità, la sua, frutto di una fantasia fervida? Difficile pensarlo. Le indagini succes­ tro cartelle, cinquanta domande-pilota. Suonano cosi: signor dell'istruttoria, sive avrebbero dimostrato che pur non appartenendo alla il più spie­ Buscetta conosce Michele e Salvatore Greco? Quali sono stati supercommlssione, Buscetta — solo In forza di un innegabile il potente I suol rapporti con gli ex esattori, i cugini Nino e Ignazio ricostruiamo carisma — venne inizialmente blandito da tutte le famiglie Salvo? E con Luciano Liggio, Rilna, Provenzano, e 1 corleone- In lotta perché si schierasse dalla loro parte. Ciò non accade, tato, forse sl? Cosa sa, che ruolo ha avuto nella guerra di mafia in le confessioni e come noto il cerchio cominciava a stringersi anche per lui. Sicilia? L'incontro durò appena un'ora. Alla domanda preli­ boss minare — «vuol rispondere?* — rivoltagli dal giudice federa­ del pentito Trascorse l'estate '84. Gli Investigatori la Impiegheranno le, Buscetta obiettò: «Ci vorrebbe una nottata intera.» Scusa­ per verificare una ad una le parole dette dal mafioso. Il 29 ancora settembre, attorno alle 12, i cronisti presenti al palazzo di dell'ala temi ma ho riposato male, sono molto stanco...». numero uno, giustizia di Palermo si aggrapparono al telefoni: «Sì ci sono Commenta il sostituto Vincenzo Geracl, recentemente e tentiamo 366 mandati di cattura, molti già eseguiti. Ha parlato Buscet­ supercapo eletto al Csm: -Falcone ed lo ci rendemmo conto che la porta ta, ha vuotato il sacco, sta svelando 1 misteri di Palermo... È «perdente» della speranza delle sue confessioni non si era definitivamen­ un terremoto». te chiusa nonostante il rifiuto iniziale. Buscetta capiva che in di descrivere Buscetta oggi ha 60 anni. Un passato avventuroso, spesso «Voi siete quelli che vi man* quel contesto, con l'interrogatorio filtrato da un terzo, il giu­ avvolto dal mistero, alle sue spalle. Ha Indifferentemente •Badalamenti? Un padre­ da Buscetta. Non abbiamo dice brasiliano, il dialogo fra noi non si sarebbe sviluppato questo singolare terno in grado di realizzare nulla da dirci»: così Luciano Tommaso navigato nei mari burrascosi della mafia agraria, di quella qualunque decisione e di in­ Leggio, detto Liggio, ha accol­ facilmente*. Nella stessa aula, nel primo pomeriggio di quello personaggio Buscetta dell'edilizia e dei tabacchi, Infine in quella dell'eroina. Fin da fliggere qualsiasi punizione»: to i magistrati di Palermo che stesso giorno, l'udienza di estradizione si sarebbe conclusa giovane ha girato 11 mondo. A 22 anni abbandonò 11 quartiere cosi ne parlava, ormai 15 anni erano andati ad interrogarlo favorelmente per l'Italia. Oreto di Palermo, dove era nato, per raggiungere Buenos fa, Antonietta Orlando, la ve­ nel carcere di Nuoro. E non ha Alle 12,30 del 16 luglio '84, Roma, sede della Crimlnalpol Aires, con la moglie e la prima figlia. In Argentina, fino agli dova di Candido Chini, il ma­ voluto aggiungere nemmeno laziale. Sono presenti Falcone, Geracl, Di Gennaro. È l'inizio inizi degli anni 50, svolse la professione di vetraio, quando gli fioso clamorosamente assassi­ una parola. Ma i giudici che del grande racconto dal sottosuolo mafioso. È racchiusa in nacque il secondo figlio tornò a Palermo. nato all'interno dell'Ospedale hanno scrìtto l'ordinanza di 329 pagine la verità di Buscetta. Svela 11 funzionamento In­ II 30 giugno '62, giorno dell'esplosione della Giulietta di civico di Palermo. rinvio a giudizio ritengono Ciaculli, iniziò la sua prima latitanza: New York, poi In Mes­ E, in effetti, agli inizi degli Liggio «ancora oggi il capo in­ terno di Cosa nostra. Cosa nostra in Sicilia, ma anche In America. Parla per la prima volta di supercupola, famiglie. sico. Il suo secondo matrimonio con Vera Girotti, ex moglie anni 70, il potere di Badala* contrastato della mafia sicilia­ del batterista di Renato Carosone, la nascita della figlia Ales­ menti (don Tano) è enorme. na». Nato a Corleone nel 1925 capifamiglie, capimandamento, e capldecina. Rende noti 1 sandra. Torna a Buenos Aires spinto da I legami che intanto •Presidente del tribunale del­ a Liggio, anche se ha trascorso codici più tenebrosi, il perché di una promozione o di un'e­ Il ritratto di la mafia», lo definiscono gli at­ gran parte della sua vita tra ha contratto con 11 clan del marsigliesi che trafficano in stu­ spulsione. Il principio inviolabile della territorialità. Il «pre­ pefacenti. Da Buenos Aires, sempre lungo la via della droga, ti della Commissione parla­ carcere e latitanza, vengono stigio», lMnfamla», il linguaggio degli sguardi e l'obbedienza. mentare antimafia. Sbarcato attribuite le decisioni mafiose a Rio de Janeiro, dove conosce Cristiana Cumares, figlia di Regala una bussola agli investigatori affinché possano di* un uomo politico brasiliano. La sposa, abbandona Vera Gi­ ventenne a Brookiyn, don Ta­ più «spietate»: nel processo strlcarsi nella giungla interpretativa della guerra di mafia. no aveva servito per vent'anni che inizia domani, il super- rotti. Nel *74 viene arrestato, rimpatriato In Italia. A Torino la potente famiglia dei Gam- boss è accusato degli omicidi Parte da lontano. Dal 1963, dalla strage di Ciaculli. risalen­ ottiene la semlllbertà, promette ai servizi di infiltrarsi nel bino, prima di vendere tutto e del maresciallo Sorino, del do così fino alla prima guerra di mafia con protagonisti 1 La terrorismo nero e scompare. Nell'84 saranno 1 brasiliani a far ritorno nella sua Cinisi, a procuratore della Repubblica Barbera, i Gerlando Alberti, i Cavatolo e (fin da allora) 1 Buscetta e catturarla Ma le loro torture non serviranno a nulla, Buscet­ due passi dall'ero porto di Pun­ Scaglione, del colonnello dei sanguinari corleonesl. Conclusi 1 flash-back torna al presen­ ta non parlerà. È quasi paradossale: un boss con un simile ta Raìsi («strategico» per i carabinieri Giuseppe Russo, te. Spiega: la seconda non fu una vera guerra di mafia tra le passato oggi costretto a ricorrere alla giustizia. «Dal suo fun­ traffici di droga). Ma nell'ago­ del giudice Cesare Terranova, famiglie. Ma vera e propria caccia all'uomo per uccidere zionamento è quasi ossessionato — commenta Geracl — ; sto '81 il potere di don Tano oltre che di associazione ma­ quanti si erano schierati con 1 Bontade.
Recommended publications
  • STRUTTURE Cosa Nostra E 'Ndrangheta a Confronto
    STRUTTURE Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto Francesco Gaetano Moiraghi Andrea Zolea WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea La mafia dura da decenni: un motivo ci deve essere. Non si può andare contro i missili con arco e frecce: in queste vicende certe intemperanze si pagano duramente. Con il terrorismo, con il consenso sociale, potevi permettertele: con la mafia non è così. Nella società c’è un consenso distorto. Altro che bubbone in un tessuto sociale sano. Il tessuto non è affatto sano. Noi estirperemo Michele Greco, poi arriverà il secondo, poi il terzo, poi il quarto. Giovanni Falcone 1 www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea PREMESSA Questo lavoro ha lo scopo di offrire uno sguardo d’insieme sulle articolazioni strutturali delle organizzazioni mafiose denominate Cosa nostra e ‘ndrangheta . La prima sezione, curata da Francesco Gaetano Moiraghi, si concentra sull’analisi di Cosa nostra. La seconda sezione, che sposta il focus sulla ‘ndrangheta, è curata da Andrea Zolea. Come si potrà notare, le due sezioni non sono state realizzate secondo uno stesso modello, ma analizzano le due organizzazioni con un approccio differente. Ad esempio, la parte su Cosa nostra avrà un orientamento maggiormente diacronico, diversamente da quella sulla ‘ndrangheta, basata su un approccio sincronico. Il presente testo ha infatti l’obiettivo di offrire due proposte di analisi differenti che riescano a mettere in luce le analogie e le differenze delle strutture delle due organizzazioni mafiose.
    [Show full text]
  • Nomi E Storie Delle Vittime Innocenti Delle Mafie
    Nomi e storie delle vittime innocenti delle mafie a cura di Marcello Scaglione e dei ragazzi del Presidio “Francesca Morvillo” di Libera Genova Realizzato in occasione della mostra “900 Nomi vittime di mafia dal 1893 ad oggi” inaugurata ad Imperia il 21 Marzo 2016 in occasione della XXI Giornata della memoria e dell’impegno - ”Ponti di memoria, luoghi di impegno”. I nomi presenti nella mostra sono quelli accertati fino all'anno 2015, ed in particolare quelli letti a Bologna durante la XX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie (21 marzo 2015). Il lavoro di ricerca, inizialmente limitato a quell'elenco, è stato poi implementato e aggiornato, comprendendo quindi le storie delle vittime innocenti i cui nomi sono stati letti durante la XXI Giornata della Memoria e dell'Impegno (21 marzo 2016). Sarà nostro impegno e cura eseguire successivamente gli aggiornamenti necessari. Siamo inoltre disponibili a intervenire sulle singole storie, laddove dovessero essere ravvisati errori e/o imprecisioni. EMANUELE NOTABARTOLO, 01/02/1893 Nato in una famiglia aristocratica palermitana, presto rimane orfano di entrambi i genitori. Cresciuto in Sicilia, nel 1857 si trasferisce prima a Parigi, poi in Inghilterra, dove conosce Michele Amari e Mariano Stabile, due esuli siciliani che lo influenzeranno molto. Avvicinatosi all'economia e alla storia, diventa sostenitore del liberalismo conservatore (quindi vicino alla Destra storica). Dal 1862 Emanuele Notarbartolo diventa prima reggente, poi titolare, del Banco di Sicilia, al quale si dedica a tempo pieno a partire dal 1876, salvandolo dal fallimento in seguito all'Unità d'Italia. Il suo lavoro al Banco di Sicilia inizia a inimicargli molta gente.
    [Show full text]
  • Il «Cacciatore» È Finito Nella Rete Catturato Santapaola
    Mi'irulrili 19 indiali) 1!)!M il Fatto P i^in i 3TU La fine di Gli agenti del Servizio centrale operativo lo hanno sorpreso all'alba in una masseria nelle campagne di Caltagirone un boss Era a letto con la moglie, sotto il comodino teneva una calibro 9 Si è arreso così: «Era destino che finisse, ogni cosa finisce... » Il «cacciatore» è finito nella rete Catturato Santapaola. La «grande fuga» durava d Benedetto «Nitto» Santapaola. il capo indiscusso della mafia catanese, considerato il latitante nume­ ro uno di Cosa Nostra dopo la cattura di Totò Runa, è stato arrestato in una masseria nelle campagne di Granien, in provincia di Catania L'azione condotta dallo Sco e dalla squadra mobile di Catania e scatta­ Antonio Manganelli: ta all'alba di ieri. Il boss è stato sorpreso dagli agenti mentre dormiva assieme alla moglie «In quel momento DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WALTER RIZZO ho pensato a Falcone» ••CAIAMA >IIcacciatore-fi­ deri, sul lei lo I la indosso un nalmente e diventato la preda pigiama verde si guarda attor Benedetto Santapaola, 5-1 an no «Vuole dichiarare le sue «Quando 1 operazione era conclusa, ho pensato a /ione ha subito un'accelera­ si iti -solo arrestali i lo'se ni considerato il capo della fa generalità per lavoic Ales zione, per presentare la cat­ miglia catanese di Cosa No sandro l'ansa segue la proce Giovanni Falcone Mi e già capitato, è una specie di continuano i comandare stra, il latitante ninnerò uno dura Santapaola lo guarda e automatismo, uno vorrebbe telefonargli ciao Gio­ tura di Nitto Santapaola co­ Quale ruolo
    [Show full text]
  • La Commissione Regionale
    LA COMMISSIONE REGIONALE Alla stregua delle convergenti dichiarazioni dei collaboranti analizzate diffusamente dai primi giudici, è emerso un quadro probatorio che ha consentito di tratteggiare l’evoluzione storica della Commissione regionale, istituita nel lontano 1975, dopo la crisi degli anni ’60 che aveva posto in rilievo l’esigenza di un effettivo coordinamento delle iniziative delle varie famiglie di Cosa Nostra. Su tale tema – per come già evidenziato nel libro I – in via di estrema sintesi deve convenirsi con i primi giudici che l’esigenza di un organismo di vertice, in linea con la struttura piramidale di Cosa Nostra, era stata avvertita non solo all’interno della provincia di Palermo, dove erano stati costituiti dapprima un triunvirato (nell’attesa che si completasse la ricostituzione di tutte le famiglie nei territori delle province, e poi la nuova Commissione provinciale), ma anche da parte delle altre province della Sicilia in cui esistevano analoghe strutture di Cosa Nostra che avevano anch’esse risentito dell’efficace azione repressiva dell’apparato statale nei primi anni successivi alle eclatanti attività criminali poste in essere dalla cosca di Michele Cavataio e dei suoi alleati. Le coerenti, puntuali e convergenti dichiarazioni rese da Buscetta e Calderone, la cui attendibilità in materia era stata accertata nell’ambito del primo maxiprocesso di Palermo, avevano trovato conferma anche in quelle rese da Di Carlo, il cui apporto probatorio costituisce un valido ulteriore riscontro alle predette propalazioni e la cui autonomia appare evidente, attesa la novità delle circostanze che in questo quadro unitario il dichiarante era stato in grado di inserire in modo armo- nico; novità che si giustificano con il fatto che provenivano da affiliato che, a differenza dei primi due, aveva a lungo operato a fianco del Riina e quindi nell’ambito dello schieramento corleonese, del quale il Buscetta ed il Calderone erano, invece, avversari.
    [Show full text]
  • 1 Dipartimento Di Scienze Politiche Cattedra Storia Dei Partiti E Dei
    1 Dipartimento di Scienze Politiche Cattedra Storia dei partiti e dei movimenti politici Salvatore Riina: vita criminale e organizzazione mafiosa RELATORE Prof. Andrea Ungari CANDIDATO Priscilla Roscioli Matr. 073562 ANNO ACCADEMICO 2015-2016 2 SOMMARIO Introduzione ......................................................................................................................................... 3 Cosa si intende per il termine “Mafia”? ............................................................................................... 5 ANALISI BIOGRAFICA .................................................................................................................... 8 Infanzia ................................................................................................................................................ 8 Adolescenza: i primi reati .................................................................................................................... 9 Guerra tra Corleonesi ....................................................................................................................... 10 Verso Palermo ................................................................................................................................... 11 Struttura e organizzazione di Cosa Nostra ................................................................................................. 12 Il “sacco di Palermo” ................................................................................................................................
    [Show full text]
  • In Trappola La Prìmula Rossa Di Gela «Siete Stati Veramente Bravi, Dei Veri Professionisti»
    JK-~ ' "%. LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 1992 IL FATTO PAGINA ó L'UNITA L'arresto Catturato nel Vicentino il numero due di Cosa Nostra «Piddu» Madonia è stato bloccato a bordo di una Mercedes di Madonia Viveva da un mese in una villetta, circondato dai parenti L'operazione resa possibile dalle confessioni di un pentito In trappola la prìmula rossa di Gela «Siete stati veramente bravi, dei veri professionisti» «Un lavoro da professionisti. Bravi». Cosi, Piddu Ma­ boss quando gli 007 dell'anti­ perbitami di mafia. «Non donia, numero due di Cosa Nostra, ha accolto gli mafia hanno (atto scattare il avevamo avvertito i carabi­ agenti della Criminalpol che ieri lo hanno arrestato blitz. nieri - ha detto il vice capo Un'operazione preparata della Criminalpol Achille Ser­ nel Vicentino. Un'operazione iniziata sette mesi fa fin da febbraio, dopo che il ra nel corso di una conferen­ per catturare uno dei grandi latitanti della mafia sici­ pentito Leonardo Messina, za stampa a Vicenza - per­ liana. Ma il blitz solo per un caso non è fallito: i cara­ un «pezzo da novanta» della ché l'esito dell'operazione binieri, all'oscuro di tutto, stavano intervenendo in­ provincia di Caltanissetta, non era certa. Del resto era aveva segnalato lo sposta­ circa un mese che controlla­ sospettiti dalla presenza degli agenti in borghese. mento del boss in una città vamo la zona. Ogni momen­ del Nord. Per Madonia, sfug­ to poteva essere quello buo­ gito il 21 dicembre scorso ad no». Ai giornalisti che insiste­ un blitz a Caltanissetta, vano sull' episodio, Serra ha ENRICO FIIRRO quando la polizia scopri un risposto: «State tranquilli, •I «Complimenti: è un la­ morte per Giovanni Falcone covo in uria villetta vicina al non c'è nessuna conflittuali­ raccordo autostradale Paler­ tà con l'arma, il coordina­ voro da ven professionisti.
    [Show full text]
  • I Padrini Del Ponte. Affari Di Mafia Sullo Stretto Di Messina
    Tempi moderni I Padrini del Ponte Affari di mafia sullo stretto di Messina di Antonio Mazzeo Per favorire la libera circolazione della cultura, è consentita la riproduzione di questo volume, parziale o totale, a uso personale dei lettori purché non a scopo commerciale. © 2010 Edizioni Alegre - Soc. cooperativa giornalistica Circonvallazione Casilina, 72/74 - 00176 Roma e-mail: [email protected] Analisi, notizie e commenti sito: www.edizionialegre.it www.ilmegafonoquotidiano.it Indice Prefazione. Il Ponte e le mafie: uno spaccato di capitalismo reale 7 Solo pizzi e dintorni? 7 L’inchiesta Brooklyn e il contesto mondiale 8 Avvertenza e ringraziamenti 13 Capitolo uno. Brooklyn, la mafia del Ponte 17 Premiata ditta Zappia & soci... 17 «...Il Ponte lo faccio io...» 20 Il segreto d’onore 23 L’odore dei soldi 25 Il Principe Bin d’Arabia 28 Capitolo due. Il clan dei canadesi 31 A Scilla la ’ndrangheta, a Cariddi la mafia 32 Per riscuotere dall’emiro 34 Una holding made in Siculiana 36 Ci vediamo tutti al Reggio Bar 37 L’internazionale degli stupefacenti 40 L’ascesa di don Vito 42 I nuovi manager della coca 45 L’Uomo del Colosseo 48 Capitolo tre. I Signori delle Antille 53 Tra corsari e governatori 56 Le amicizie pericolose di Trinacrialand 58 Come invecchiare all’ombra del Ponte 62 Alla fine arrivò il Pippo d’America 65 Le Terrazze sullo Stretto 68 La guerra per gli appalti 69 Il ponte riemerso di Tourist e Caronte 74 Alla conquista dell’Est 77 Campione dell’undici settembre 81 Grandi mercanti sauditi 86 Kabul-Messina la rotta dei capi dei servizi segreti 89 Moschee, dissalatori, armi..
    [Show full text]
  • Dead Silent: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 Robin Pickering-Iazzi University of Wisconsin-Milwaukee, [email protected]
    University of Wisconsin Milwaukee UWM Digital Commons French, Italian and Comparative Literature Faculty French, Italian and Comparative Literature Books Department 2019 Dead Silent: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 Robin Pickering-Iazzi University of Wisconsin-Milwaukee, [email protected] Follow this and additional works at: https://dc.uwm.edu/freita_facbooks Part of the Criminology and Criminal Justice Commons, Italian Language and Literature Commons, and the Women's Studies Commons Recommended Citation Pickering-Iazzi, Robin, "Dead Silent: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018" (2019). French, Italian and Comparative Literature Faculty Books. 2. https://dc.uwm.edu/freita_facbooks/2 This Book is brought to you for free and open access by UWM Digital Commons. It has been accepted for inclusion in French, Italian and Comparative Literature Faculty Books by an authorized administrator of UWM Digital Commons. For more information, please contact [email protected]. DEAD SILENT: Life Stories of Girls and Women Killed by the Italian Mafias, 1878-2018 Robin Pickering-Iazzi Robin Pickering-Iazzi is Professor of Italian and Comparative Literature in the Department of French, Italian, and Comparative Literature at the University of Wisconsin-Milwaukee. She is the author of The Mafia in Italian Lives and Literature: Life Sentences and Their Geographies, published in Italian as Le geografie della mafia nella vita e nella letteratura dell’Italia contemporanea, and editor of the acclaimed volumes The Italian Antimafia, New Media, and the Culture of Legality and Mafia and Outlaw Stories in Italian Life and Literature. She is currently working on a book that examines representations of feminicide in Italian literature, film, and media.
    [Show full text]
  • Il Costume E` Cambiato. Una Parte Rilevante Dei Catanesi Ha Compreso
    Camera dei Deputati —17— Senato della Repubblica XIII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI Il costume e` cambiato. Una parte rilevante dei catanesi ha compreso che avere rapporti di amicizia con personaggi dell’ambiente malavitoso non era una ragione di forza o di vanto, ma una rinuncia grave al bisogno di legalita`. Una nuova classe politica ha compreso che non e` possibile « gestire » i mafiosi come pacchetti di voti elettorali, perche´e` la mafia che ha la pretesa di gestire la politica, piegandola ai propri fini di lucro e di potere. Ma altri gravi presupposti strutturali permangono e rendono difficile lo sradicamento del sistema di potere mafioso. Sono questi i problemi legati allo sviluppo economico, alla questione minorile, alla endemica disoccupazione, ai modelli culturali di riferimento, alle problematiche di urbanizzazione, alla corruzione, al reinserimento sociale degli emarginati, per i quali qualcosa si e` fatto, ma molto e` ancora da compiersi. E` per questa ragione che tuttora la famiglia di cosa nostra e gli altri gruppi di criminalizzata sono presenti e forti sul territorio nonostante lo sforzo enorme e qualificato che ha contraddistinto la risposta dello Stato negli anni novanta (vd. Infra capitoli5e6). Camera dei Deputati —18— Senato della Repubblica XIII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI PARTE SECONDA 1. Attuale situazione della criminalita` catanese. 1.1. Il nuovo assetto della famiglia di « cosa nostra » catanese negli anni novanta. Il nuovo assetto della mafia catanese veniva a determinarsi al- l’indomani della stagione processuale conclusasi con la sentenza del processo ORSA MAGGIORE. Si e` trattato del procedimento che, meglio di ogni altro, ha riassunto le vicende di cosa nostra catanese tra gli anni 70 e gli anni 90, consentendo la condanna di tutti i componenti storici dell’organizzazione e, tra essi, dello stesso Bene- detto Santapaola, di Aldo e Sebastiano Ercolano, Vincenzo Aiello, Eugenio Galea, Natale di Raimondo.
    [Show full text]
  • Camera Dei Deputati II Descritto Processo, Se Ha Inciso
    Senato della Repubblica - 449 - Camera dei deputati XIV LEGISLATURA - DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI II descritto processo, se ha inciso positivamente nelle abitudini di vita dei cittadini e in particolare delle nuove generazioni, ritornati «padroni» del territorio urbano, rinnovato e rilanciato dopo anni di pesante immobi- lismo, ha d'altra parte accentuato il fenomeno della mimetizzazione delle organizzazioni di tipo mafioso, indotte a perseguire gli interessi criminali in forme più sotterranee, rinunciando all'eclatanza dei gesti violenti e di- mostrativi. Le associazioni per delinquere mafiose hanno, infatti, imparato a con- centrare la propria attenzione verso obiettivi di natura economica, pun- tando soprattutto a realizzare condotte parassitane (estorsioni) o perturba- tive delle regole (corruzioni e infiltrazioni mafiose) nei settori del com- mercio e degli appalti, che, come è ben noto, finiscono per alterare il mer- cato. A Catania, come nel resto della Sicilia, Cosa Nostra continua a eser- citare il controllo dei traffici illeciti più redditizi, avvalendosi di solide basi patrimoniali e abbondante disponibilità di uomini e mezzi (anche armi). Anche nella zona orientale dell'isola la ferma risposta investigativa e giudiziaria e la positiva sensibilizzazione della società civile nella dire- zione dell'affermazione della cultura della legalità hanno concorso alla trasformazione delle dinamiche mafiose e alla rivalutazione degli equilibri conseguiti: la necessità di ridurre le azioni pubbliche e clamorose incen- tiva, nei sodalizi mafiosi, la ricerca di nuove e più sofisticate strategie. Anche i conflitti tra i vari gruppi vengono con crescente successo indiriz- zati verso componimenti e accordi, che prescindano dal ricorso a esibi- zioni di violenza e di brutalità.
    [Show full text]
  • Corriere Della Sera
    Corriere della Sera http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_04/catania_arrest... stampa | chiudi SI TRATTA DI VINCENZO SANTAPAOLA, EREDE DEL PADRINO NITTO Mafia, 70 arresti: preso il figlio del boss Accertati collegamenti della mafia catanese con la 'ndrangheta calabrese e con i palermitani di Provenzano CATANIA - A Catania sono stati eseguiti dai carabinieri 70 arresti nei confronti di presunti appartenenti alla mafia accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, rapine e traffico di sostanze stupefacenti. Tra gli arrestati compare anche Vincenzo Santapaola, figlio del padrino della mafia etnea condannato all'ergastolano Benedetto «Nitto» Santapaola, tre donne e Antonino Faro. COLLEGAMENTI - Le indagini dell'operazione denominata Plutone hanno permesso di accertare collegamenti di Cosa nostra catanese con varie cosche della 'ndrangheta calabrese e con il clan palermitano di Bernardo Provenzano. Durante l'operazione è stato trovato un registro di estorsioni e «stipendi» agli affiliati; sono state sequestrate armi e droga, è stata fatta luce su sedici rapine, alcune delle quali commesse anche fuori dalla Sicilia; sono state scoperte sei estorsioni. Le indagini hanno evidenziato Carabinieri in azione (Ansa) anche gli interessi di Cosa nostra su importanti progetti imprenditoriali. IL FIGLIO DEL BOSS - Vincenzo Santapaola, 38 anni, è il figlio maggiore del capomafia Benedetto, obiettivo negli anni scorsi del boss Vito Vitale, che lo voleva eliminare nell'ambito di una faida interna alla mafia. Vincenzo venne fermato per la prima volta nel dicembre 1992 con il fratello minore Francesco. I due furono scarcerati dal Tribunale del riesame. Fu poi catturato il 14 gennaio 1994 dopo un anno di latitanza e venne rimesso in libertà il 27 dicembre 1997.
    [Show full text]
  • Latitanti Eccellenti, Chi Li Ha Visti?
    PAGINA4 L'UNITÀ IL FATTO GIOVEDÌ 17 OTTOBRE 1991 Allarme Vecchie, sbiadite fotografie è tutto ciò che resta Napoli Catania di capi clan che sembrano essere scomparsi nel nulla Carmine Alfieri Il «cacciatore» mafia I padrini sembrano inafferrabili: in realtà nessuno li cerca r«imperatore» Dalla doppietta E continuano a gestire sporchi affari e ordinare omicidi della camorra al kalashnikov DALLA NOSTRA REDAZIONE MARIO RICCIO WALTER RiZZO •I NAmi.l E latitante da ol­ •• CATANIA. Lo chiamano «il tre dieci anni, ma questo non cacciatore». Va pazzo per le gli ha impedito di diventare il battute con la doppietta. Nitto boss più ricco d'Italia. Secon­ Santapaola, quando si dedica­ Latitanti eccellenti, chi li ha visti? do una recente indagine, infat­ va alla caccia, preferiva le ri­ ti, il camorrista Carmine Alfieri, serve private degli amici, come da tutti indicalo ormai come il quella del cavaliere del lavoro nuovo capobastone della ma­ Gaetano Graci. Nato 53 anni fa lavita campana, ha messo su alla periferia sud di Catania, da un impero economico da una famiglia di estrazione po­ Storie esemplari di super-ricercati e «introvabili» boss 1.500 miliardi. Polizia e carabi­ polare. Nitto Santapaola passò nieri sono sulle sue tracce da alcuni anni a studiare dai sale­ tempo, ma la «primula rossa» siani. Poi la vita del quartiere, FABRIZIO RONCONE del crimine organizzato e riu­ dopo scuola in parrocchia e scita sempre a farla franca. partite di calcio all'oratorio. È vero, certe volte, bastano Anni che spesso il boss ama ri­ le loto: spiegano tutto. La «Nuova Alleanza», la ca­ cordare.
    [Show full text]