La Seconda Guerra Mondiale

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

La Seconda Guerra Mondiale Giorgio Moro - Maurizio Roman la Seconda Guerra Mondiale e il Territorio di San Giorgio della Richinvelda Basta aprire un libro che parli della Seconda guerra mondiale e leggerne alcune righe per capire le sofferenze indicibili cui sono stati vittime i combattenti o i prigionieri. L’Africa, i Balcani con il Pindo o il Golico, la Russia con la ritirata dal Don alla sacca di Nikolajewka, l’internamento in Germania sono tappe che segneranno per sempre la vita di molti dei nostri concittadini. Ed è per non perdere il ricordo di queste persone, ma anche di tutti coloro che nulla avevano a che fare con l’ambiente militare ma che, loro malgrado, VRQR VWDWH FRLQYROWH GDO FRQÀLWWR FKH DEELDPR YROXWR UHDOL]]DUH TXHVWR volume nella consapevolezza che solo facendo tesoro delle esperienze del passato si possono evitare tragedie simili nel futuro. Gli autori Per non dimenticare… ... per non dimenticarli 2 Era il primo novembre 2013 quando nel cimitero di Pozzo ho incontrato Giacomino Pasquin e sua moglie Mara. Due giorni dopo era prevista la presentazione del volume “La Grande Guerra e il Territorio di San Giorgio della Richinvelda” che, quale direttore generale della Friulovest Banca aveva ricevuto in anteprima per formulare (lui o il presidente dell’Istituto) alcune parole di saluto. Dopo i graditi complimenti, senza dubbio sinceri e non di circostanza, Giacomino mi esortò a realizzare un analogo volume sulla Seconda guerra mondiale, utile a non dimenticare, con il passare del tempo, fatti e persone del territorio. E, per chiudere la trilogia, disse “anche un volume sul tema dell’emigrazione”. Giacomino riaffermò l’invito anche in occasione della presentazione del libro, tenutasi presso l’Auditorium comunale. L’ulteriore richiesta mi convinse (ma, in parte, forse già lo ero) ad iniziare subito il lavoro di ricerca. Ogni qualvolta trovavo qualcosa che a me pareva di particolare importanza mi ricordavo delle sue parole “Giorgio fallo perchè altrimenti saranno notizie che con il passare del tempo andranno perdute”. Grazie *LDFRPLQRSHUODWXD¿GXFLD Giorgio Moro Giorgio Moro - Maurizio Roman la Seconda Guerra Mondiale e il Territorio di San Giorgio della Richinvelda Questo volume, realizzato in occasione del 70° anniversario GHOOD¿QHGHOOD6HFRQGD*XHUUD0RQGLDOHqVWDWRSXEEOLFDWR con il patrocinio e sostegno Provincia di Comune di San Giorgio Pordenone della Richinvelda con il sostegno di con la collaborazione Gruppo Alpini Richinvelda Pro Loco San Giorgio Gruppo Alpini Rauscedo della Richinvelda Un ringraziamento particolare a tutti coloro che con documenti e testimonianze hanno collaborato alla realizzazione di questo volume. 4 Primo comunicato del neocostituito Comitato Intercomunale di Liberazione Archivio storico comunale 5 Interventi /¶RI¿FLQDGHOORVWRULFR Dal greco istor, “colui che ha visto”, deriva historia e “storia”. Ne consegue che lo storico è colui che racconta ciò che hanno visto o scritto gli altri, diventando egli stesso testimone indiretto dei fatti. Questa volta Giorgio Moro e Maurizio Roman, facendo sèguito a “La Grande Guerra e il Territorio di San Giorgio della Richinvelda”, scritto QHOVLVRQRFLPHQWDWLLQXQ¶RSHUDDI¿QHHIRUVHGLSLDPSLRUHVSLUR UHODWLYDDO6HFRQGRFRQÀLWWRPRQGLDOH1HqXVFLWRXQOLEURHVWUHPDPHQWH GRFXPHQWDWRLQFXLWURYDQRVSD]LRDUJRPHQWLGLYHUVLFKHEHQVLFRPSHQHWUDQR territorio, caduti, prigionieri, partigiani, tedeschi, cosacchi, repubblichini, sfollati. Nomi, cognomi e vicende si susseguono per raccontarci un penosissimo e cruento periodo, un’infelice parentesi in cui, nonostante i ripetuti richiami DO GLDORJR H DOOD SDFL¿FD FRQYLYHQ]D SUHQGHYD GUDPPDWLFDPHQWH LO VRSUDYYHQWRODYLROHQ]DHODVRSUDIID]LRQH3LFKHPDLDWWXDOHHUDDOORUD O¶DQWLFRGHWWR³4XDQGRODIRU]DFRQODUDJLRQFRQWUDVWDYLQFHODIRU]DFKq la ragion non basta”. D’altra parte è risaputo che la storia non è il regno della felicità. Immagino, e capisco, il lungo lavoro di indagine e di ricerca, la passione e l’amore che spingono a raccontare la storia della loro gente. Infatti, se lo storico parla delle cose passate non lo fa per adorare le ceneri ma per mantenere vivo il fuoco. Per sua natura lo storico è un buon frequentatore GLDUFKLYLELEOLRWHFKHXI¿FLDQDJUDIHHUHJLVWULSDUURFFKLDOL6HJXHVSHVVR tracce velate, labili indizi, un po’ Maigret e un po’ Pollicino. Spesso trova XQ¿ORXQDFKLDYH$OORUDDIIRQGDDYLGDPHQWHJOLRFFKLQHOOHFDUWHSUHQGH appunti, fa fotocopie. 1HOOD VXD RI¿FLQD OR VWRULFR DJLVFH FRPH XQ SURYHWWR DUWLJLDQR OLPD pialla, smussa, leviga, ritaglia, cuce, incolla, compone e scompone. Il lavoro 6 qOHQWRPHWLFRORVRVRJJHWWRDSDXVHHDFFHOHUD]LRQLDHI¿PHULFDSULFFLH DJLXGL]LLPSLHWRVL,QVRPPDFRPHDYUHWHFDSLWRQRQVLDPRLQXQ¶RI¿FLQD TXDOVLDVLVLDPRQHOO¶RI¿FLQDGHOODVWRULD&RQTXHVWRDSSDVVLRQDWRODYRUR GLULFHUFDVLDI¿DQFDQRLGHDOPHQWHDGXHLQGLPHQWLFDELOLSURWDJRQLVWLGHOOD cultura nostrana, Rino Secco e Angelo Filipuzzi che, pur raccogliendo e vagliando materiali per natura diversi, hanno contribuito non poco alla valorizzazione e alla crescita della comunità della Richinvelda. In ultima analisi, Moro e Roman si impegnano a contrastare il tempo che passa e che, passando, tende a cancellare i fatti e, nel nostro caso, l’impietosa scia di dolore, lacrime e sangue che la guerra ha lasciato. Con questo scritto contribuiscono a tener viva nella comunità la memoria degli DFFDGLPHQWLSHUHYLWDUHFKHHVVLVFRPSDLDQRFRPHJUDQHOOLQLGL¿QLVVLPD rena nella clessidra dei giorni. Tra queste pagine riemergono malinconicamente volti e voci, specialmente GLFDGXWLDQ]LWHPSRVRWWRODIDOFHGHOO¶LQÀHVVLELOH$WURSRTXDVLDULFRUGDUFL che la vita è vasta e complicata e che tutto quello che la terra fa germogliare lo lascia appassire. Ma, grazie al loro lavoro, resta ben viva la nostra pietas nei confronti di quanti hanno testimoniato con la vita il profondo affetto per la propria Terra. Gianni Colledani 7 $VHWWDQW¶DQQLGDOOD¿QHGHOOD6HFRQGDJXHUUDPRQGLDOHDEELDPRYROXWR ricordare i fatti e le persone del nostro territorio comunale. E, al pari della Grande Guerra, quale maniera migliore se non facendone memoria in un volume che tutti i concittadini possano leggere. Ed è così stato dato alla stampa il presente volume, frutto del minuzioso lavoro di ricerca di Giorgio Moro e Roman Maurizio. Ricerca che ha spaziato dall’Archivio storico comunale, agli archivi di Stato e militari, agli archivi ecclesiastici, alla lettura di numerosi volumi senza dimenticare le testimonianze di diverse persone che con i loro ricordi hanno dato un contributo concreto ai racconti inseriti nei vari capitoli. Il libro vuole essere un mezzo per rievocare sia i fatti accaduti a San Giorgio in quel tormentato periodo, compresa la lotta Partigiana ed il dramma degli sfollati, che le vicende che hanno visto coinvolti i nostri paesani nei YDULWHDWULGLJXHUUDGDOOD6SDJQDGXUDQWHODULYROX]LRQH)UDQFKLVWDDOOD campagna di Grecia con il Golico e la tragedia della nave Galilea, dall’Africa Settentrionale ed Orientale alla Russia con la drammatica ritirata che avrà pagine gloriose a Nikolajewka, dalla Francia ai campi di internamento in Germania. Gli autori hanno voluto dedicare un capitolo anche a coloro che, da civili, hanno “deciso” di emigrare in cerca di fortuna, subendo e venendo, FRPXQTXHFRLQYROWLGDJOLRUURULGHOFRQÀLWWR Celeste D’Andrea Barbui Tarcisio Gruppo Alpini Rauscedo Gruppo Alpini Richinvelda 8 Ricostruire attraverso documenti, dati, testimonianze il coinvolgimento della popolazione del Territorio di San Giorgio della Richinvelda nella seconda Guerra e le conseguenze di questo tragico evento è di fondamentale LPSRUWDQ]DSHUGDUHXQVLJQL¿FDWRDOQRVWURSUHVHQWH Anche questo volume, come il precedente degli stessi autori sulla Grande Guerra, getta luce sulla vita reale della nostra comunità e delle nostre famiglie in un momento storico di grande portata. Nasce dal desiderio di mantenere viva la memoria della storia vissuta dai nostri padri, nonni, SDUHQWLHFRQRVFHQWLGLQRQGLVSHUGHUHLULFRUGLGLXQDJLRYHQWWUDVFRUVD nei campi di battaglia, nei campi di concentramento e di lavoro, sotto i bombardamenti, nella paura, nella confusione, di raccogliere e documentare LUDFFRQWLGLXQDJLRYHQWGLVRULHQWDWDHVRIIHUHQWHÊXQDPHPRULDYLYD e vera, testimone diretta di avvenimenti tragici che arricchisce ciò che i libri di storia già raccontano con esperienze di vita che hanno lasciato delle tracce indelebili nelle nostre famiglie. Per tutto ciò la Pro Loco esprime il suo apprezzamento per il lavoro di ULFHUFDPLQX]LRVRHGDSSURIRQGLWRVYROWRGDJOLDXWRULÊXQ¶RSHUDFKHFL permette di prendere consapevolezza del profondo coinvolgimento del nostro territorio e della popolazione negli eventi bellici, della inesorabile presenza della guerra nella vita quotidiana della nostra comunità. La Pro Loco è particolarmente riconoscente a tutti coloro che hanno sostenuto e reso possibile la realizzazione del progetto. Esprime un grazie particolare agli autori di questo volume per l’importante lavoro svolto su una pagina di storia riguardante i nostri concittadini. A settant’anni dal PROWLQRQFLVRQRSLHTXHVWROLEURFLSHUPHWWHYHUDPHQWHGL³QRQ dimenticare” e di “non dimenticarli”. Anna Maria Tramontin La Presidente della Pro Loco San Giorgio della Richinvelda 9 Il secolo breve è stato contraddistinto, anche nel territorio del Friuli occidentale, da cambiamenti epocali e da fasi di transizione molto violente HUDSLGHHVHPSOL¿FDWHGDGXHFRQÀLWWLPRQGLDOLFKHSURSULRLQ)ULXOLKDQQR assunto caratteristiche di grande sofferenza per le comunità locali. La ricerca storica sulle vicende belliche e sul rapporto con la vita quotidiana della SRSROD]LRQHFLYLOHVRQREHQUDI¿JXUDWLQHOYROXPHGHGLFDWRDOODVHFRQGD guerra mondiale che il gruppo alpini di San Giorgio della
Recommended publications
  • Festa Della Liberazione
    Pantone Quadricromia Verde 349 100c 83y 47k Rosso 485 100m 91y Giallo 117 18m 100y 15k Azzurro 5435 20c 30k Rosso scuro 485+20k 100m 91y 20k Verde scuro 349+20k 100c 83y 67k SULLA STRADA BIBLIOTECA CIVICA F. MARASPIN gruppo fotoamatori cusano milanino DELLA MEMORIA FESTA DELLA LIBERAZIONE Il 25 aprile di ogni anno gli italiani festeggiano l’anniversario della Resistenza e della Liberazione dell’Italia. Il 25 aprile gli italiani ricordano la liberazione dell’Italia dall’occupazione L’Italia sembra giovane dell’esercito tedesco e dal governo fascista. Gli italiani ricordano anche la vittoria della Resistenza in Italia. con le case bruciate In Italia la Resistenza è stata e nuova, la lotta politica e militare che molti italiani hanno combattuto contro i fascisti e l’esercito tedesco sui monti, durante la seconda guerra mondiale. coi quadri rapiti, A questa lotta parteciparono coi soldati caduti, molti gruppi politici che si opponevano coi deportati spenti, al governo fascista. coi partigiani massacrati. Il governo fascista era una dittatura, cioè un governo autoritario che non rispettava i diritti dei cittadini e impediva ogni forma di libertà politica. Non abbiamo sotterrato Invece le persone e i gruppi politici che parteciparono alla Resistenza cadaveri, ma credevano nella democrazia e nella libertà. semente . Pantone Quadricromia Verde 349 100c 83y 47k Rosso 485 100m 91y Giallo 117 18m 100y 15k Azzurro 5435 20c 30k Rosso scuro 485+20k 100m 91y 20k Verde scuro 349+20k 100c 83y 67k SULLA STRADA BIBLIOTECA CIVICA F. MARASPIN gruppo fotoamatori cusano milanino DELLA MEMORIA FESTA DELLA LIBERAZIONE CITAZIONI “Era giunta l’ora La pace non può regnare tra gli di resistere; uomini se prima non regna nel cuore era giunta l’ora di ciascuno di loro.
    [Show full text]
  • Porzûs: Difficile E Doloroso Parlarne Con Obbiettività
    Polemiche “Patria” duramente criticata dai partigiani e dall’ANPI Porzûs: difficile e doloroso parlarne con obbiettività di Wladimiro ifficile, complesso, doloroso par- dini comunisti, alla Osoppo, al IX Cor- Settimelli lare dell’eccidio di Porzûs, della pus sloveno, la vicenda coinvolse anche D Osoppo e di tutte le tragedie che Luigi Longo, Palmiro Togliatti, Vincen- hanno insanguinato, durante la Seconda zo Bianco, il Comitato di Liberazione guerra mondiale, ma anche prima, il triestino, il CLNAI, Umberto Massola, Friuli-Venezia Giulia e le cosiddette zo- Aldo Lampredi e altri dirigenti politici ne del Confine orientale. Sono tante le delle due parti. Dunque, un contesto ferite mai rimarginate, tra polemiche du- complesso, difficile da capire e da spiega- Il testo da noi rissime, speculazioni della destra più re, reso ancora più doloroso e tragico pubblicato oscena e tensioni anche dure tra gli uo- dall’eccidio di Porzûs. Sulla rivista del 25 nel numero mini della Resistenza che pagarono, an- aprile ne abbiamo appena accennato che in Friuli-Venezia Giulia, un prezzo pubblicando il primo rapporto sulla stra- del 25 aprile altissimo di sangue per la libertà e per ge, un rapporto di parte osovana, natu- e le lettere battere fascisti e nazisti. Ma discutere an- ralmente, e quindi di parte. e i documenti cora dell’eccidio di Porzûs, significa – La cosa ha suscitato una vera e propria che ci sono arrivati. come ha scritto Alberto Buvoli “parlare ondata di proteste nell’ambito resisten- Precisano, di una delle vicende più gravi e dramma- ziale tra Udine, Trieste e Gorizia. Com- correggono, tiche della Resistenza italiana”, nella pagni e amici delle ANPI ci hanno scrit- quale sono coinvolti in varia misura il to lettere durissime, polemiche, a volte chiariscono Partito Comunista italiano attraverso i anche ingiuriose.
    [Show full text]
  • La Corsa Per Trieste
    LA CORSA PER TRIESTE Con la formula “corsa per Trieste” s’intenda l'avanzata verso la città giuliana compiuta in maniera concorrenziale nella primavera del 1945 da parte della quarta armata jugoslava e dell'ottava armata britannica. La definizione è stata coniata da Geoffrey Cox, all'epoca dei fatti ufficiale di intelligence della seconda divisione neozelandese incaricata di prendere possesso di Trieste. Nel 1947 Cox pubblicò il libro The Road to Trieste e nel 1977 ne stampò una seconda edizione rivista, dal titolo The Race to Trieste che venne tradotta anche in italiano, ottenendo grande successo. Dal quel momento il termine è divenuto di uso corrente, anche se si trattò di una corsa alquanto particolare: dei due concorrenti infatti solo uno – gli jugoslavi – aveva il traguardo ben chiaro fin dall’inizio e per conseguirlo compì ogni sforzo, accettando perdite e rischi notevoli. Protagonista dunque della corsa da parte jugoslava fu la quarta armata dell’esercito popolare di liberazione, costituita il 1º marzo 1945 in Croazia e posta al comando del generale Petar Drapšin. La grande unità era forte di nove divisioni distribuite su due corpi d'armata, cui si sarebbero aggiunti nella fase finale dell'offensiva anche il 7º ed il 9º corpo partigiano sloveno, operanti nelle retrovie tedesche in Slovenia e Croazia. Il suo obiettivo era quello di raggiungere al più presto la linea del fiume Isonzo, considerato il limite occidentale del "territorio etnico" sloveno e croato, ma situato decisamente più ad occidente del confine italo-jugoslavo prebellico. Scopo esplicito dell'operazione era quello di realizzare il "fatto compiuto" dell'occupazione militare, nella convinzione che il controllo della regione contesa avrebbe reso più facile la sua assegnazione alla Jugoslavia in sede di conferenza della pace.
    [Show full text]
  • Due Partigiani: Alfa E Lena
    DUE PARTIGIANI: ALFA E LENA Classe IV C Insegnanti Carmen Migliorini e Silvia Di Paola scuola primaria Gherardini Cari compagni, ora tocca a noi. Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia. Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel fu- turo, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di un grosso mostro che vuole fare più vittime possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care. La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esem- pio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà. Giordano Covestro Care amiche e cari amici, questo piccolo volume racconta una grande storia, una delle tante storie che scrivono quel libro meraviglioso e immenso che si chiama Resistenza. La Resistenza rappresenta uno dei momenti più alti e importanti della storia d’Italia, rappresenta la lotta contro la barbarie nazista, il riscatto del popolo italiano contro la feroce dittatura fascista e soprattutto rappresenta la conquista del bene più prezioso; il bene della Libertà. La Libertà quella vera, quella collettiva e non il privi- legio di pochi. Ringrazio tutti quelli che hanno dedicato tempo per costruire questo lavoro e auguro a tutti e tutte buona lettura. Simone Zambelli Presidente Municipio 8 “I fascisti facevano il male e i partigiani volevano lottare per il bene anche ora continuano a volere il bene del mondo”.
    [Show full text]
  • Problemi Di Ricerca Sull'atteggiamento Della Chiesa Durante La Resistenza *
    Problemi di ricerca sull’atteggiamento della chiesa durante la Resistenza * È ancora prevalente, nel discorso storiografico sul clero e la Resistenza, la pro­ posta di una netta distinzione tra alto e basso clero: senza risalire alle note opere di Battaglia, Bocca, ecc., essa figura ancora presente, in termini precisi anche se attenuati, nel recente volume Operai e contadini nella crisi italiana del 1943-44 *. Ernesto Brunetta tuttavia ha giustamente rilevato come tale distin­ zione « resti riportabile a diversità di prudenza e di responsabilità piuttosto che a scelte di fondo [...] una volta che ovviamente sia accertata la prospettiva moderata [...] nella quale la Chiesa intende collocare la Resistenza»2. Ma il discorso, mi pare, richiede ancora ulteriori articolazioni e precisazioni. In que­ sto senso intende muoversi questa mia comunicazione, frutto marginale di un lavoro collettivo che da alcuni anni viene condotto presso l’Istituto regionale di Trieste sul rapporto chiesa-società ai confini orientali dal ventennio fa­ scista ai primi anni del dopoguerra 3. A bloccare l’analisi ai giorni e ai mesi della Resistenza sono indubbie e non irrilevanti le differenze tra alto e basso clero, ma anche all’interno dell’uno e dell’altro: ad una frangia relativamente ristretta di preti collaborazionisti schierati con la Repubblica sociale fa riscontro un notevole numero di preti militanti nelle schiere partigiane; tra gli stessi vescovi non mancano, sia pure in termini più sfumati, atteggiamenti diversi. Libertario Guerrini ha potuto distinguere, per i vescovi della Toscana, posizioni di grande varietà, che vanno dal filofascismo dei vescovi di Pienza-Chiusi e di Pisa al palese antifascismo del vescovo di Arezzo 4.
    [Show full text]
  • Brigata “ Osoppo “ (Di Matrice Cattolico-Azionista Brigata “ Garibaldi
    13) La strage di Malga Porzus Lungo il confine nord orientale il movimento partigiano passò attraverso gli intricati rapporti e le difficoltà nate con la presenza jugoslava sul territorio, interpretata in maniera contrastante tra le forze politiche che partecipavano alla Resistenza Vi operav ano 2 diverse formazioni partigiane Brigata “ Osoppo “ (di matrice cattolico-azionista Brigata “ Garibaldi-Natisone “ (di matrice comunista) Le formazioni partigiane Osoppo erano sorte con il concorso politico principale di Democrazia Cristiana e Partito d'Azione . In queste vallate i rapporti con i garibaldini e le formazioni partigiane slovene furono, a partire dall'autunno 1944, estremamente tesi, soprattutto dopo la decisione delle formazioni partigiane comuniste di passare alle dipendenze operative del 9º Corpus sloveno e quindi di Tito, con una popolazione che vedeva di cattivo occhio le formazioni partigiane, sia italiane che slovene In una lettera PALMIRO TOGLIATTI, segretario del partito comunista, ordina al comando della brigata Garibaldi - Natisone di porsi alle dipendenze operative del IX Corpus sloveno; la lettera contiene anche il testo dell'ordine del giorno da app rovare: "I partigiani italiani riuniti il 7 novembre in occasione dell'anniversario della Grande Rivoluzione (rivoluzione russa del 1917; n.d.a. ) accettano entusiasticamente di dipendere operativamente dal IX Corpus sloveno, consapevoli che ciò potrà rafforzare la lotta contro i nazifascisti, accelerare la liberazione del Paese e instaurare anche in Italia, come già in Jugoslavia, Palmiro Togliatti, il potere del popolo". capo dei comunisti italiani La Divisione Osoppo era nata nella notte fra il 7 e l'8 marzo '44, quando si erano incontrati al seminario di Udine don Ascanio De Luca, don Aldo Moretti e il parroco di Attimis, don Zani.
    [Show full text]
  • Gian Paolo Medina È Nato Gian Paolo Medina L’8 L’8 Settembre Sarebbe Diventato Di Una Organizzatore Formazione Partigiana Dopodott
    Gian Paolo Medina > SOMMARIO Gian Paolo Medina è nato a Venezia il 2 giugno Intervista di Erika Lorenzon 1926. Partecipa alla > MAPPA Resistenza nel Veneto Venezia, sede Avl orientale. Catturato 4 dicembre 2001 nell’estate del 1944 dalle Brigate nere, con altri partigiani e renitenti Medina Gian Paolo, nato a Venezia il 2 giugno 926; sposato con una figlia, alla leva, viene rinchiuso docente in pensione e residente a Venezia. all’ospedale psichiatrico di San Servolo fino al 24 > INDICE ALFABETICO Lei mi accennava di quando era ragazzo. Lei è cresciuto nel contesto dell’Italia aprile 1945. fascista… Premetto che già in famiglia sono vissuto in un ambito di idee antifasciste. Da parte di mio padre, dottore nella zona del basso Veneto, vi era stato uno zio che era un avvocato socialista-riformista che anche dopo l’avvento del > BIBLIOGRAFIA I fascismo continuò la sua propaganda contro il totalitarismo e conseguente- mente fu arrestato e condannato dal tribunale fascista, morendo in carcere alcuni anni dopo la mia nascita. Mio padre, pure lui fervente socialista che era stato in rapporti con Turati, dovette subire le conseguenze per le sue > ABBREVIAZION idee contrarie al regime fascista. Da parte di mia madre, conobbi e frequen- tai i suoi due fratelli che erano stati tra i dirigenti nel Veneto del partito po- polare sturziano. Rammento come mio padre mi segnalava gli articoli della stampa dove, seppur sottoposta alla censura preventiva, era dato di leggere tra le righe concetti e pensieri di indole democratica in particolare dalle cor- rispondenze degli inviati all’estero. Ricordo ancora il “Corriere della Sera” il cui direttore allora era Aldo Borelli, nonché “L’osservatore romano” al quale collaborava Guido Gonnella che stendeva i suoi famosi “Acta diurna”.
    [Show full text]
  • QUALESTORIA F­ "- 3
    = ..,o .:, QUALESTORIA f­ "- 3 Anno XXIII Dicembre 1995 ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI - VENEZIA GIULIA QUALESTORIA 3 Anno XXIII Dicembre 1995 ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI - VENEZIA GIULIA direttore: Giovanni Miccoli: condirellori: Liliana Ferrari, Tristano Matta, Raoul Pupo responsabile: Galliano Fogar direzione, redazione e amministrazione: ls1i1u10 regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia 34136 Trieste, Salita di Grena 38 - !cl. e fax (040) 44004 La rivista non s'intende impegnata dalle interpretazioni e vedute espresse da articoli e noie firmati o siglati. Non si restituiscono i manoscrini anche se pubblicali. È vietato riprodurre in lutto o in parte gli articoli senza citarne la fonte. Cari amici, con questo fascicolo si chiude l'annata I 995. Per il 1996 sono previste alcune novità di rilievo. Tenendo conto del frequen­ te ricorso, negli ultimi anni, a numeri doppi che riducevano di fatto a due uscite annuali la periodicità della rivista, abbiamo deciso di rendere definitivo questo criterio trasformando «Qualestoria- in semestrale (con uscite in giugno e dicem­ bre), fermo restando il numero complessivo delle pagine attualmente pubblicate. È previsto anche un aggiornamento della veste editoriale. Ad essa sarà affiancata una più agile NeM>s/e//er, riservata alle discussioni, al dibattito sull'attualità ed alle informazioni sull'attività dell'Istituto, che così sa­ ranno più tempestive cd aggiornate. Per il lievitare dei costi, inoltre, siamo purtroppo costretti ad aumentare il prezzo dell'abbonamento, fermo ormai da quattro annate. Per il 1996 le quote di abbonamento («Qualestoria» + Newsleuer) saranno le seguenti: ordinario lire 50.000; sostenitore lire 100.000; per l'estero lire 80.000.
    [Show full text]
  • Il Vento Di Pielungo»
    Partigiani, CLN, partiti nel Friuli occidentale. Passato e presente nel convegno «Il vento di Pielungo» a cura di Galliano Fogar P11bblichiamo q11i 11na sinresi di alcuni degli i111erve111i al conve­ gno «Il ve1110 di Pie/11ngo» svoltosi nel maggio di q11es1'a11110 e 11011 solo perché essi ci richiamano alle vicende e problemi della Resis1e11- za in Val d'Arzino e nella pia1111ra pordenonese, se/lori polirico-mili­ rari fra i pilÌ imporra111i del movime1110 parrigia110 friulano, ma per i gli spumi di riflessione che dalle rievocazioni anche cririche di quella stagione sono affiorati proponendo un rapporto fra storia passara e presente. Fu una g11erra dura, «improvvisata» e cresciuta fra le re11- sioni di difficili impegni, di prime esperienze politiche e mi/ilari spes­ so esrranee a quelle rradizionali e da «inve111are» quasi del Ili/IO. Un percorso che ebbe le sue crisi di assesramenro fra posizioni diverse (Garibaldi e Osoppo, Parlito d'Azione e Democrazia Crisriana e così via), 1111 co11fro1110 fra aree cult11rali e politiche 11011 omogenee e in 1111 quadro milirare pressante, dominato dallo scomro con 1111 nemico forte, agguerrilo e spietaro che s11ggeriva 11110 sforza unitario. C'era il ruolo ralora contestato ma insosrituibile dei CLN, dei «politici» per essere chiari, per l'organizzazione del territorio sia quello liberato che quello occupato, per realizzare 1111a piattaforma unitaria ai fini della liberazione nazionale, per i rapporti con le popolazioni civili spesso esposte alle rappresaglie nemiche. Ma in questo incalzare di problemi non mancò l'elaborazione di progetti per il futuro del Paese, per 1111 suo nuovo democratico asse/lo, per una ma più moderna ar­ tico/azione, per più giusti rapporti sociali.
    [Show full text]
  • Tesi Di Laurea Andrea Bortolin
    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in Storia Tesi di Laurea in Storia dell’Italia contemporanea LA STORIOGRAFIA SULLA GUERRA DI LIBERAZIONE NELLA DESTRA TAGLIAMENTO. Laureando: Relatore: Andrea Bortolin Prof. Gian Carlo Bertuzzi Correlatore: Prof.ssa Anna MariaVinci INTRODUZIONE Questa ricerca si occupa dei testi sulla resistenza nel pordenonese pubblicati fra il 1965 e il 2006, in quanto, prima del 1965 sono stati pubblicati solo alcuni articoli. Il periodo precedente è comunque coperto dal punto di vista bibliografico da una guida pubblicata nel 19791, dall’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, curata da Silva Bon e Adriana Petronio e diretta da Enzo Collotti. Attraverso gli indici di questa guida si può risalire anche al territorio cui le opere citate fanno riferimento. Un ruolo importante nello sviluppo della ricerca sulla resistenza è da attribuire all’Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione; questo Istituto, oltre ad aver pubblicato molti volumi sulla guerra di liberazione, dal 1971 pubblica una rivista, “Storia contemporanea in Friuli” che dà ampio spazio gli studi sulla seconda guerra mondiale e alla resistenza. Il presente lavoro è stato strutturato seguendo una suddivisione che riunisce le opere prese in esame, individuando alcune tipologie di approccio storiografico che fa riferimento alle tematiche centrali che caratterizzano diversi lavori. E’ una suddivisione a volte schematica, che permette però una definizione del carattere storiografico predominante degli studi e la loro distribuzione nel tempo. Nel primo capitolo sono analizzati i testi che si occupano principalmente dell’aspetto militare della resistenza e dei problemi di carattere politico che sorsero fra osovani e garibaldini.
    [Show full text]
  • Archivio Dell'associazione Volontari Della Liberta' Di
    ARCHIVIO DELL’ASSOCIAZIONE VOLONTARI DELLA LIBERTA’ DI GORIZIA E DELL’ASSOCIAZIONE PARTIGIANI ITALIANI DI POLA INVENTARIO a cura di Lucia Pillon 2016 ARCHIVIO DELL’ASSOCIAZIONE VOLONTARI DELLA LIBERTA’ DI GORIZIA Archivio Archivio API - AVL. Gorizia Scatola 1 Unità 2 Ex_Scatola 17 Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI). Carteggio 1945- 1948 Verbali di seduta Comitati promotore e direttivo; materiali riguardanti elezione di membri effettivi, supplenti e revisori dei conti. Classifica 1 Carteggio In classificatore di cartone blu, mod. MEC0. Scatola 1 Unità 2 Ex_Scatola 17 ANPI. Carteggio 1945- 1948 Verbali di seduta Comitato direttivo; materiali riguardanti elezione componenti organi interni dell'Associazione (Comitato direttivo, probiviri, revisori dei conti). Contiene anche materiale a stampa. Classifica 1 Carteggio In classificatore di cartone blu, mod. MEC0. Scatola 1 Unità 3 Ex_Scatola 17 ANPI e Associazione Partigiani Italiani (API). Carteggio 1946- 1953 Consistenza cronologica: 1946 1953. Dichiarazioni (1946) e carteggio Federazione Italiana Volontari della Libertà (FIVL) - API. Comitato provinciale di Gorizia (1953, classifiche B-H). Classifica 1 Carteggio In classificatore di cartone blu, mod. MEC0. Dichiarazioni ordinate alfabeticamente in base al cognome dell'intestatario. 1 Archivio API - AVL. Gorizia Scatola 1 Unità 4 Ex_Scatola 17 ANPI. Carteggio 1945- 1947 Allegati contabili, distinti per anno e mese. Classifica 1 Carteggio In classificatore di cartone blu, mod. MEC0. Scatola 2 Unità 5 Ex_Scatola 39 ANPI. Carteggio 1947- 1947 Carteggio Comitato provinciale (classifiche A-D) Classifica 1 Carteggio In classificatore di cartone rosso, mod. MEC0. Scatola 2 Unità 6 Ex_Scatola 39 ANPI. Carteggio 1947- 1947 Carteggio Comitato provinciale (classifiche E-F) Classifica 1 Carteggio In classificatore di cartone rosso, mod.
    [Show full text]
  • Occupazione Tedesca E Resistenza in Friuli E Venezia Giulia 1943-1945
    Occupazione tedesca e resistenza in Friuli e Venezia Giulia 1943-1945 Galliano Fogar Con l'annuncio dell'armistizio italiano dell’8 settembre 1943 le unità tedesche, che già nelle settimane precedenti avevano assunto il controllo dei principali centri logistici del Friuli e della Venezia Giulia (valichi, fer- rovie), occuparono rapidamente i principali centri urbani della regione, procedendo al disarmo e internamento della maggior parte delle truppe italiane, colte impreparate e tenute all'oscuro degli eventi (firma della resa il 3 settembre con gli angloamericani) per volontà stessa del governo Badoglio. Per di più esse erano inferiori di armi e di mezzi, immobilizzate in numerosi presidi grandi e piccoli in funzione antipartigiana. Dalla tar- da estate del 1941, infatti, era sorto nel retroterra delle province di Go- rizia e Irieste un movimento partigiano sloveno autoctono, presto collegatosi con le forze partigiane operanti oltre il vecchio confine e che erano parte integrante dell’esercito partigiano di Tito. Tenaci resistenze di singoli reparti italiani all'aggressione tedesca, malgrado la mancanza di ordini, furono stroncate. Invano i comitati antifascisti a Trieste, Gori- zia e altrove chiesero ai comandi militari, offrendo volontari, di resistere all'invasione. Si concludeva così il ventennio fascista, un regime che aveva portato all'estremo il conflitto nazionale nella regione, praticando una politica mirante a disgregare la presenza slovena e croata con misure repressive poliziesco-giudiziarie, linguistiche, religiose, fiscali, sino ad emulare nel periodo 1941-1943 quelle naziste: deportazioni di massa, esecuzioni, di- struzioni di paesi. Dopo l'invasione della Jugoslavia nel 1941, anno che aprì l’ultima e più acuta fase della violenza fascista nelle province nord- orientali, erano state create ed annesse allo stato italiano le nuove “pro- vince” di Lubiana, Spalato, Cattaro, oltre all’incorporazione del Montenegro e all'ampliamento delle “vecchie” province di Zara e di Fiu- me.
    [Show full text]