Parigiane in Friuli.Pdf

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Parigiane in Friuli.Pdf UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE __________________________________________ Facoltà di Scienze Politiche Tesi di Laurea in Storia della Venezia Giulia Partigiane in Friuli: storia e memoria Laureanda: Eleonora Buzziolo Relatore: Prof. Raoul Pupo Correlatori: Prof. Gloria Nemec Prof. Georg Meyr ________________________________ ANNO ACCADEMICO 2003/2004 Rosa Cantoni1 Ringrazio tutti coloro che con grande disponibilità mi hanno aiutata ________________ nel corso della mia ricerca con suggerimenti, informazioni e materiale 1 8 marzo 1946 vario. Primavera sulla porta / aspetta il via, per uscire, / la si sente in questa fe- Un ringraziamento speciale va al dott. Luciano Patat dell’Istituto friula- sta / che è nostra, cara sorella. / Un pensiero profondo per le Morte / che no per la storia del movimento di liberazione, al Sig. Gastone Andrian, hanno lottato per il nostro bene / e, il voto vogliamo esprimere / che dal- all’Associazione Partigiani Osoppo, all’ANPI di Udine nelle persone l’anima ci viene: / “Vedere un mondo dove ognuno / abbia pane, abbia della Sig.ra Roberta Musin, di Gigi Patruno e in particolare del Sig. lavoro; / non più le pene della guerra / ma fra i popoli pace e amore!” Federico Vincenti. Poesia distribuita su cartoncini dall’UDI di Udine per la festa della don- Un caloroso e sentito grazie va poi a tutte le partigiane che con grande na dell’ 8 marzo 1946. disponibilità mi hanno raccontato la loro storia e senza le quali questo Collezione personale della Sig.ra Cantoni. lavoro non avrebbe potuto essere realizzato. INTRODUZIONE A sessant’anni dalla Liberazione risulta evidente la notevole dispa- rità di studi riguardanti la partecipazione maschile e quella femmi- nile alla Resistenza in Friuli. La mia ricerca vuole indagare su questo fenomeno storico e rico- struire le modalità di partecipazione alla lotta, le origini sociali e le componenti ideologiche delle partigiane che operarono in territorio friulano, il cui contributo alla liberazione dall’oppressione nazi-fa- scista, seppur notevole, è stato in larga misura sottaciuto. Le mansioni svolte dalle partigiane friulane, i pericoli affrontati e la formazione familiare che le portò a far parte della Resistenza furono sicuramente assimilabili a quelle di molte altre donne che fecero la loro stessa scelta nel resto dell’Italia, ma le caratteristiche geografiche, economiche, politiche e sociali del luogo diedero alla Resistenza femminile friulana delle peculiarità del tutto singolari. Infatti, la Resistenza in Friuli, pur essendo parte integrante e cospi- cua della Resistenza nazionale, presenta aspetti specifici ed origina- li che non possono essere trascurati soprattutto per comprendere a fondo le caratteristiche della partecipazione femminile. Innanzi tutto vi è la posizione geografica della regione, vero e pro- prio crocevia logistico–operativo fra il fronte italiano, la Germania meridionale e i Balcani, che fece da catalizzatore degli interessi dei tedeschi che non potevano permettersi di perdere il controllo sul territorio, sia per non precludersi la discesa verso la Jugoslavia e l’Italia meridionale, sia per avere una via di fuga verso casa. Anche gli sloveni rivolgevano i loro interessi verso il Friuli, sia per un’unione di forze con la Resistenza garibaldina contro il nemico comune, sia mirando a conquiste territoriali. La vicinanza del movimento di liberazione sloveno fu, infatti, uno dei maggiori problemi di attrito tra le varie componenti della resistenza re- gionale: influenzò decisioni, modi e tempi di agire e coinvolse tutti, uo- mini e donne. tatto nella persona della Sig.ra Fidalma Garosi Lizzero. Durante il La società friulana, poi, non è mai stata fortemente industrializzata, primo colloquio la Sig.ra Garosi mi ha dato a sua volta indicazioni mancando le grosse fabbriche tipiche per esempio delle grandi città per incontrare altre due partigiane. come Torino o Milano, ma si è sempre basata su un’economia pre- La catena di conoscenze personali si è interrotta lì e quindi ho do- valentemente rurale e contadina. vuto cercare un’altra strada. Mi sono recata alla sezione provincia- Ciò ha fatto mancare tutto quel vasto substrato operaio, anche fem- le di Udine dell’ANPI, dove ho cercato nelle tessere associative minile, fortemente politicizzato e antifascista che, abituato alla lotta del 2004 di tutte le sezioni della provincia di Udine i nominativi in fabbrica, reagì compatto all’occupazione nemica e andò a ingros- femminili che avessero avuto la qualifica di partigiana e che non sare le file della Resistenza. facessero parte della sezione “estero”. Sulle tessere, infatti, non c’è Per contro si deve notare come in Carnia le donne vantassero un’abi- alcun’indicazione di dove queste donne abbiano combattuto, se in tudine all’autonomia consolidata e non trascurabile, a causa della Friuli o in altre regioni italiane: l’unica annotazione specifica è se forte emigrazione dei maschi che le lasciava sole per lunghi periodi combatterono all’estero. a gestire famiglia e beni. Fatta questa prima scrematura avevo in mano 30 nominativi, ma Ci fu poi un’ulteriore particolarità che contraddistinse la lotta di non trovando tutti i recapiti telefonici, il numero delle possibili te- liberazione in Friuli e fu la necessità di combattere non solo contro stimoni si ridusse a 22: le altre, infatti, non figuravano perchè spes- tedeschi e fascisti, ma anche contro i cosacchi. Questo popolo, con so sposandosi avevano assunto il cognome del marito o si erano usi e costumi estremamente particolari e incomprensibili agli occhi trasferite o per varie altre motivazioni. degli abitanti friulani, scese dalla steppa russa con al seguito car- Cominciando a prendere contatto con le testimoni ho scoperto che 2 ri, donne, bambini e l’intenzione di stabilirsi in questa zona a loro di loro avevano combattuto in altre parti d’Italia (e quindi non pote- promessa dai tedeschi, attuando quindi una vera e propria invasione vano far parte del mio campione) e 10 non hanno accettato di essere dei territori. intervistate, principalmente per problemi fisici che impedivano loro Ho ritenuto, quindi, che l’unico modo valido per ricostruire questa di stancarsi o perchè il ricordo era troppo doloroso e volevano di- parte di storia, mancando il materiale scritto, fosse quello di parlare menticare. Rispettando la loro scelta ho proseguito la mia ricerca e direttamente con le protagoniste per comprendere appieno l’am- fortunatamente 10 donne hanno accettato di buon grado. biente in cui si svolsero i fatti, i problemi legati al periodo storico Sono andata poi all’APO (Associazione Partigiani Osoppo) e anche e la visione che le donne stesse avevano di ciò che stavano viven- loro mi hanno fornito i nominativi di 2 partigiane che sapevano do. Mi sono resa conto che questa sarebbe stata una delle ultime avrebbero accettato, anche perchè tuttora attive nell’associazione. ricerche basate sulla storia orale, per l’ovvia considerazione che In conclusione il mio campione di testimoni è composto da 15 don- i protagonisti e le protagoniste della Resistenza stanno man mano ne di cui 4 avevano combattuto nelle file della Brigata Osoppo e 11 scomparendo. nella Garibaldi e che, forse per un caso fortuito, sono ben distribuite La ricerca delle testimoni è stato dunque il primo problema da risol- sul territorio friulano: vere ed a questo scopo ho chiesto aiuto all’Istituto Friulano per la vanno dalla Bassa, alla Carnia, da Udine città alla zona del porde- Storia del Movimento di Liberazione, che mi ha dato il primo con- nonese e spilimberghese, non tralasciando l’importante zona colli- nare. Ho potuto avere così un’immagine specifica e ben caratteriz- quello originario. Al termine di ogni parte rimontata ho inserito tra zata delle particolarità locali che mi ha permesso di comprendere a parentesi un numero che corrisponde alla pagina dell’intervista cui fondo le vicende di quell’epoca. si fa riferimento. Come strumento fondamentale di lavoro per le interviste ho usato il registratore e solo nel caso di una protagonista, che provava imbarazzo a esprimersi davanti al microfono, ho dovuto ricorrere ad una trascrizione basata su appunti scritti.1 Note Capitolo 1 Prima che le intervistate cominciassero a raccontare leggevo loro una sorta di questionario riguardante vari argomenti, come l’educazione ricevuta, le motivazioni che le avevano spinte alla scelta della Resisten- 1 Si tratta della testimonianza di Nella Carli. za, le mansioni e i ruoli che avevano ricoperto. Tutto ciò aveva l’unico 2 Si tratta delle testimonianze di Mafalda Nadalin e Lida Lepre. scopo di rompere il ghiaccio e di aiutarle a ricostruire i ricordi che dopo 3 E’ il caso di Rosina Cantoni, Ernestina Negro De Caneva, Ornella tanto tempo potevano essersi affievoliti e dare loro una traccia per rac- Fabbro e Carla Cosattini. contare la propria vita. Nel corso del racconto cercavo di intervenire il meno possibile. La seconda parte del lavoro è consistita nella trascrizione completa del racconto registrato, che ho cercato di mantenere il più fedele possibile al testo parlato, conservando vocaboli ed espressioni delle protagoniste ma collegandoli con nessi chiarificatori quando il discorso poteva appa- rire oscuro e il linguaggio parlato si discostava troppo dallo scritto. Per risolvere i punti dubbi sono ritornata da alcune partigiane intervistate e ne ho discusso con loro. Due donne mi hanno rilasciato l’intervista in friulano e per ovvie ragio- ni di comprensione ho provveduto a tradurle, lasciando però in lingua originale le espressioni che rendevano
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