Gian Paolo Medina È Nato Gian Paolo Medina L’8 L’8 Settembre Sarebbe Diventato Di Una Organizzatore Formazione Partigiana Dopodott
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Gian Paolo Medina > SOMMARIO Gian Paolo Medina è nato a Venezia il 2 giugno Intervista di Erika Lorenzon 1926. Partecipa alla > MAPPA Resistenza nel Veneto Venezia, sede Avl orientale. Catturato 4 dicembre 2001 nell’estate del 1944 dalle Brigate nere, con altri partigiani e renitenti Medina Gian Paolo, nato a Venezia il 2 giugno 926; sposato con una figlia, alla leva, viene rinchiuso docente in pensione e residente a Venezia. all’ospedale psichiatrico di San Servolo fino al 24 > INDICE ALFABETICO Lei mi accennava di quando era ragazzo. Lei è cresciuto nel contesto dell’Italia aprile 1945. fascista… Premetto che già in famiglia sono vissuto in un ambito di idee antifasciste. Da parte di mio padre, dottore nella zona del basso Veneto, vi era stato uno zio che era un avvocato socialista-riformista che anche dopo l’avvento del > BIBLIOGRAFIA I fascismo continuò la sua propaganda contro il totalitarismo e conseguente- mente fu arrestato e condannato dal tribunale fascista, morendo in carcere alcuni anni dopo la mia nascita. Mio padre, pure lui fervente socialista che era stato in rapporti con Turati, dovette subire le conseguenze per le sue > ABBREVIAZION idee contrarie al regime fascista. Da parte di mia madre, conobbi e frequen- tai i suoi due fratelli che erano stati tra i dirigenti nel Veneto del partito po- polare sturziano. Rammento come mio padre mi segnalava gli articoli della stampa dove, seppur sottoposta alla censura preventiva, era dato di leggere tra le righe concetti e pensieri di indole democratica in particolare dalle cor- rispondenze degli inviati all’estero. Ricordo ancora il “Corriere della Sera” il cui direttore allora era Aldo Borelli, nonché “L’osservatore romano” al quale collaborava Guido Gonnella che stendeva i suoi famosi “Acta diurna”. Di notevole rilievo le conoscenze e le amicizie che venivano coltivate in fa- miglia ad iniziare da quella con il collega ed amico di mio padre il dott. Flavio Busonera allora medico condotto a S. Pietro di Cavarzere che dopo l’8 settembre sarebbe diventato organizzatore di una formazione partigiana garibaldina nel basso Adige dove in seguito ci affiancammo, anche se “Azio- nisti”, io ed alcuni altri giovani. I miei studi iniziarono dalle elementari in quel di Cavarzere, poi a Possa- no in collegio; indi per il ginnasio a Bassano del Grappa al ginnasio-liceo “Brocchi” e poi a Venezia al liceo scientifico “G.B. Benedetti” essendosi tra- sferito mio padre che manteneva, però, anche la zona di Cavarzere per la sua professione. Al Liceo “Benedetti” ebbi la possibilità di avere come docente di lettere un professore del valore quale era Francesco Semi, eminente filo- logo e di grande cultura storica affiancata da notevoli capacità organizzative nell’ambito resistenziale che lo vide far parte del Comando Piazza del Cln di Memoria resistenteMemoria 1198 Venezia. Negli anni del liceo ebbi modo di approfondire sempre di più i con- tatti con il prof. Semi che in seguito sarebbe diventata una vera amicizia e che ci avrebbe fatto trovare colleghi nello stesso liceo dopo la fine della guerra. Dopo il 25 luglio del ’43 si intensificarono i criteri organizzativi tra i risorti > SOMMARIO partiti democratici in particolare nelle città capoluogo di provincia. Venne l’8 settembre e dopo aver affiancato mio padre e mia madre nell’aiutare i > MAPPA soldati italiani che riuscivano a fuggire dalle truppe tedesche che stavano invadendo l’Italia, iniziai a “reclutare” amici miei coetanei che conoscevo di certa fede democratica come i loro genitori. Ricordiamo che i fascisti non esistevano più dal 25 luglio. Necessitava indicare agli ex prigionieri alleati, neozelandesi inglesi sudafricani, che si erano trovati nei campi di concen- tramento italiani adibiti a lavori agricoli nella zona del basso Veneto, ad > INDICE ALFABETICO avvicinarsi alla costa dove sommergibili inglesi, su precise segnalazioni dei rimanenti soldati italiani ancora attrezzati che mettevano i loro trasmit- tenti a disposizione dei suddetti ex prigionieri, imbarcavano tutti quelli che con leggere barche da pesca riuscivano ad avvicinarsi e salire a bordo. Anche degli ebrei di Venezia e di Ferrara riuscirono a salvarsi aiutati dai contadini > BIBLIOGRAFIA I del luogo. Purtroppo con la fine del 943 iniziarono i rastrellamenti orga- nizzati per la caccia agli ex prigionieri che non si erano potuti imbarcare e che si trovavano nascosti nelle campagne o nelle case degli agricoltori. Fu appunto in uno di questi periodici rastrellamenti nei primi giorni del luglio > ABBREVIAZION ’44 che io e alcuni compagni ci trovammo a scontrarci con la Brigata nera dipendente dal comando di Venezia ed appositamente inviata e che aveva usufruito come mezzo di trasporto della “Littorina” Venezia-Adria. Dopo una serie di scontri e di fughe riuscimmo tutti noi a passare l’Adige e quindi dirigersi su Tornova, Loreo e Rosolina, tutti piccoli centri della provincia di Rovigo. È molto importante sapere che, salvo accordi preventivi, le Brigate nere e la Guardia repubblicana non procedevano a rastrellamenti al di fuori della provincia da cui dipendevano e questo per noi, che ormai eravamo giunti nella provincia rodigina, voleva dire che potevamo evitare altri ra- strellamenti. È bene ricordare il coraggio e l’abnegazione da parte delle famiglie dei con- tadini del basso Veneto che, a rischio della morte, nascosero per mesi nelle loro case e stalle molti ex prigionieri salvandoli dall’internamento in Ger- mania. I bandi di Kesselring e quelli identici della Repubblica di Salò pre- vedevano la fucilazione e l’incendio delle case di coloro che nascondevano ex prigionieri, renitenti alla leva, partigiani disertori. Fu proprio in occasione del rastrellamento dei primi giorni di luglio di cui ho riferito prima che una famiglia di S. Pietro di Cavarzere venne perquisita e furono trovati nascosti i figli renitenti alla leva. Vennero fucilati tutti ed incendiata la casa. Il tutto fu opera dei fascisti della Brigata Nera: di tedeschi non ve ne era nessuno. Eravamo nei primissimi giorni di luglio. La famiglia fucilata si chiamava Baldin1. Io dalla parte di là dal fiume, unitamente ai miei compagni, vedevo Memoria resistenteMemoria 1199 il fumo determinato dall’incendio. Noti che il medico condotto di S. Pietro di Cavarzere era il dottor Flavio Busonera, un sardo che da giovane aveva conosciuto Gramsci del quale aveva condiviso le idee. Il dottor Busonera era > SOMMARIO collega e amico di mio padre che spesso lo riprendeva perché troppo libe- ramente esternava i suoi intendimenti politici che avrebbero portato facil- > MAPPA mente a qualche spiata. Purtroppo mentre noi traghettavamo l’Adige lui fu preso e condotto alle carceri di Padova e in quel di Padova venne impiccato in via S. Lucia il 7 agosto 944. C’è una lapide nel luogo commemorativo? Sì, anche uno degli ospedali di Padova porta il nome di Flavio Busonera. Anche il figlio primogenito divenne medico mentre l’ultimo, Francesco, che > INDICE ALFABETICO abita a Padova lo rividi quando insegnavo in questa città ed ebbi il di lui figlio come allievo. Più di una volta mi venne a trovare la vedova del dottor Busonera che mi conosceva sin da quando ero ragazzo. Flavio Busonera fu una figura di resistente democratico, coraggioso, da tutti ricordato pure > BIBLIOGRAFIA I come medico disinteressato e sempre infinitamente umano. Poiché abbiamo ricordato il 25 luglio vorrei approfondire meglio il periodo che va dalla caduta del fascismo all’8 settembre cioè i 45 giorni del governo Badoglio. Il suddetto periodo viene menzionato per il risorgere dei partiti politici democratici, la liberazione dal carcere degli antifascisti (non sem- > ABBREVIAZION pre immediata) e di chi era relegato al confine. Non si è sufficientemente approfondita la situazione che si era venuta a creare tra coloro che avevano sostenuto il regime fascista e che erano ritornati ad essere normali cittadini senza più poteri particolari. Avendo io vissuto quei giorni posso rammen- tare i contatti e le discussioni avute con le suddette persone che lasciata la camicia nera e le prerogative militaresche si resero conto di dove li ave- va portati Mussolini. Il fascismo si sciolse senza scontri, senza versamenti di sangue salvo un giornalista che si suicidò. I militi fascisti si tolsero dai baveri i fasci e li sostituirono con le stellette passando disciplinatamente nelle formazioni armate dell’esercito dimostrando, nei giorni successivi all’8 settembre, di saper combattere eroicamente contro i tedeschi invasori in special modo in Sardegna e in Corsica costringendo i medesimi a lasciare, dopo aspri combattimenti, dette isole ed in alcuni casi meritandosi delle decorazioni al valor militare. Questi erano i fascisti a dimostrazione che effettivamente il regime mussoliniano era scomparso a tutti gli effetti con il 25 luglio. Cioè non c’era più un’adesione da parte degli italiani. Gli italiani avevano compreso che il fascismo era stato una serie di illusioni imposte a tutto il popolo tramite una propaganda che poneva l’uomo di Pre- dappio sul piedistallo dell’infallibilità e dell’intelligenza illimitata. In realtà gli italiani tutti desideravano solo un lavoro, una giusta retribuzione e non Memoria resistenteMemoria 1200 erano per niente un popolo di guerrieri e di conquistatori. Mussolini era un buon giornalista: scriveva articoli di rilievo sul giornale che aveva fondato, “Il popolo d’Italia”, era un gran concionatore, un tribuno, un trascinatore > SOMMARIO di gente sostanzialmente ignorante. Tutto sommato, però era rimasto no- nostante le agiografie altisonanti un normale maestro di provincia con una > MAPPA cultura che non andava oltre una lettura affrettata e disordinata di studiosi quali Sorel, Marx, Pareto ed in genere fondatori del socialismo. Non ebbe conoscenze di spicco intellettuale e frequentazioni internazionali come ebbe sempre a dimostrare in politica estera, non conoscendo gli stati europei per avervi soggiornato eccezion fatta per la Svizzera dove si era rifugiato per poco tempo per sfuggire al richiamo di leva. Non aveva una conoscenza diretta > INDICE ALFABETICO sulle trattative diplomatiche che intercorrevano al congresso per la pace di Versailles e seppe solo basare la sua propaganda gridando alla “Vittoria mu- tilata”.