Festa Della Liberazione
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Disertori Dell'esercito Tedesco in Italia (1943-1945)
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE XXX° CICLO DEL DOTTORATO DI RICERCA IN Storia delle società, delle istituzioni e del pensiero. Dal medioevo all'età contemporanea “Sarete accolti con il massimo rispetto”: disertori dell'esercito tedesco in Italia (1943-1945) Settore scientifico-disciplinare: M-STO/04 DOTTORANDO Francesco Corniani COORDINATORE Prof.ssa Elisabetta Vezzosi SUPERVISORE DI TESI Prof. Raoul Pupo CO-SUPERVISORE Dr. Carlo Gentile ANNO ACCADEMICO 2016/2017 Indice generale Introduzione........................................................................................................................................1 1. Stato degli studi.....................................................................................................................3 2. Ipotesi di ricerca....................................................................................................................9 3. Fonti documentarie.............................................................................................................10 4. Struttura della tesi..............................................................................................................13 Capitolo I – Soldati dell'esercito tedesco in Italia..........................................................................15 1. L'inizio dell'occupazione....................................................................................................15 2. Prime segnalazioni..............................................................................................................17 -
Porzûs: Difficile E Doloroso Parlarne Con Obbiettività
Polemiche “Patria” duramente criticata dai partigiani e dall’ANPI Porzûs: difficile e doloroso parlarne con obbiettività di Wladimiro ifficile, complesso, doloroso par- dini comunisti, alla Osoppo, al IX Cor- Settimelli lare dell’eccidio di Porzûs, della pus sloveno, la vicenda coinvolse anche D Osoppo e di tutte le tragedie che Luigi Longo, Palmiro Togliatti, Vincen- hanno insanguinato, durante la Seconda zo Bianco, il Comitato di Liberazione guerra mondiale, ma anche prima, il triestino, il CLNAI, Umberto Massola, Friuli-Venezia Giulia e le cosiddette zo- Aldo Lampredi e altri dirigenti politici ne del Confine orientale. Sono tante le delle due parti. Dunque, un contesto ferite mai rimarginate, tra polemiche du- complesso, difficile da capire e da spiega- Il testo da noi rissime, speculazioni della destra più re, reso ancora più doloroso e tragico pubblicato oscena e tensioni anche dure tra gli uo- dall’eccidio di Porzûs. Sulla rivista del 25 nel numero mini della Resistenza che pagarono, an- aprile ne abbiamo appena accennato che in Friuli-Venezia Giulia, un prezzo pubblicando il primo rapporto sulla stra- del 25 aprile altissimo di sangue per la libertà e per ge, un rapporto di parte osovana, natu- e le lettere battere fascisti e nazisti. Ma discutere an- ralmente, e quindi di parte. e i documenti cora dell’eccidio di Porzûs, significa – La cosa ha suscitato una vera e propria che ci sono arrivati. come ha scritto Alberto Buvoli “parlare ondata di proteste nell’ambito resisten- Precisano, di una delle vicende più gravi e dramma- ziale tra Udine, Trieste e Gorizia. Com- correggono, tiche della Resistenza italiana”, nella pagni e amici delle ANPI ci hanno scrit- quale sono coinvolti in varia misura il to lettere durissime, polemiche, a volte chiariscono Partito Comunista italiano attraverso i anche ingiuriose. -
La Resistenza Dalla Foce Quale Nazione Per Gli Italiani Postmoderni
Giovanni Bianchi, Andrea Rinaldo LA RESISTENZA DALLA FOCE Quale nazione per gli italiani postmoderni Eremo e Metropoli Saggi Nota sul Copyright: Tutti i diritti d’autore e connessi alla presente opera appartengono agli autori Giovanni Bianchi e Andrea Rinaldo L’opera per volontà degli autori e dell’editore è rilasciata nei termini della licenza: Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/it/ Progetto grafico e copertina: www.walterferrario.it Giovanni Bianchi, Andrea Rinaldo LA resIsteNzA dalla foCe Quale nazione per gli italiani postmoderni Sesto San Giovanni, aprile 2017 Incertamente la memoria grava Il mucchio del passato, E preciso al suo luogo spietato Con paura e dolore il presente s’incastra. Clemente Rebora, Frammenti Lirici Sommario PrImA PArte CAPItoLo PrImo UN PUNto dI vIstA NAzIoNALe 19 Il cuore di una cosa 19 L’esame di coscienza 20 Il problema 21 La prospettiva europea 22 Un progetto al crepuscolo? 23 Due approcci 25 Come prendere posizione 27 secondo approccio 28 La regia dossettiana 30 Il patriottismo costituzionale 30 La svolta a gomito 32 Credibilità e ampiezza del mito 33 Il piano Marshall e la riconoscenza degli italiani 35 CAPItoLo seCoNdo esIste IN ItALIA IL patrIottIsmo CostItUzIoNALe? 37 Da dove 37 La salvaguardia ambientale nella Costituzione 39 Alex Langer: la faccia notturna della politica 41 Lo spirito costituente 43 Costituzione europea, Trattato e generazione -
La Corsa Per Trieste
LA CORSA PER TRIESTE Con la formula “corsa per Trieste” s’intenda l'avanzata verso la città giuliana compiuta in maniera concorrenziale nella primavera del 1945 da parte della quarta armata jugoslava e dell'ottava armata britannica. La definizione è stata coniata da Geoffrey Cox, all'epoca dei fatti ufficiale di intelligence della seconda divisione neozelandese incaricata di prendere possesso di Trieste. Nel 1947 Cox pubblicò il libro The Road to Trieste e nel 1977 ne stampò una seconda edizione rivista, dal titolo The Race to Trieste che venne tradotta anche in italiano, ottenendo grande successo. Dal quel momento il termine è divenuto di uso corrente, anche se si trattò di una corsa alquanto particolare: dei due concorrenti infatti solo uno – gli jugoslavi – aveva il traguardo ben chiaro fin dall’inizio e per conseguirlo compì ogni sforzo, accettando perdite e rischi notevoli. Protagonista dunque della corsa da parte jugoslava fu la quarta armata dell’esercito popolare di liberazione, costituita il 1º marzo 1945 in Croazia e posta al comando del generale Petar Drapšin. La grande unità era forte di nove divisioni distribuite su due corpi d'armata, cui si sarebbero aggiunti nella fase finale dell'offensiva anche il 7º ed il 9º corpo partigiano sloveno, operanti nelle retrovie tedesche in Slovenia e Croazia. Il suo obiettivo era quello di raggiungere al più presto la linea del fiume Isonzo, considerato il limite occidentale del "territorio etnico" sloveno e croato, ma situato decisamente più ad occidente del confine italo-jugoslavo prebellico. Scopo esplicito dell'operazione era quello di realizzare il "fatto compiuto" dell'occupazione militare, nella convinzione che il controllo della regione contesa avrebbe reso più facile la sua assegnazione alla Jugoslavia in sede di conferenza della pace. -
Due Partigiani: Alfa E Lena
DUE PARTIGIANI: ALFA E LENA Classe IV C Insegnanti Carmen Migliorini e Silvia Di Paola scuola primaria Gherardini Cari compagni, ora tocca a noi. Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia. Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel fu- turo, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di un grosso mostro che vuole fare più vittime possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care. La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esem- pio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà. Giordano Covestro Care amiche e cari amici, questo piccolo volume racconta una grande storia, una delle tante storie che scrivono quel libro meraviglioso e immenso che si chiama Resistenza. La Resistenza rappresenta uno dei momenti più alti e importanti della storia d’Italia, rappresenta la lotta contro la barbarie nazista, il riscatto del popolo italiano contro la feroce dittatura fascista e soprattutto rappresenta la conquista del bene più prezioso; il bene della Libertà. La Libertà quella vera, quella collettiva e non il privi- legio di pochi. Ringrazio tutti quelli che hanno dedicato tempo per costruire questo lavoro e auguro a tutti e tutte buona lettura. Simone Zambelli Presidente Municipio 8 “I fascisti facevano il male e i partigiani volevano lottare per il bene anche ora continuano a volere il bene del mondo”. -
Problemi Di Ricerca Sull'atteggiamento Della Chiesa Durante La Resistenza *
Problemi di ricerca sull’atteggiamento della chiesa durante la Resistenza * È ancora prevalente, nel discorso storiografico sul clero e la Resistenza, la pro posta di una netta distinzione tra alto e basso clero: senza risalire alle note opere di Battaglia, Bocca, ecc., essa figura ancora presente, in termini precisi anche se attenuati, nel recente volume Operai e contadini nella crisi italiana del 1943-44 *. Ernesto Brunetta tuttavia ha giustamente rilevato come tale distin zione « resti riportabile a diversità di prudenza e di responsabilità piuttosto che a scelte di fondo [...] una volta che ovviamente sia accertata la prospettiva moderata [...] nella quale la Chiesa intende collocare la Resistenza»2. Ma il discorso, mi pare, richiede ancora ulteriori articolazioni e precisazioni. In que sto senso intende muoversi questa mia comunicazione, frutto marginale di un lavoro collettivo che da alcuni anni viene condotto presso l’Istituto regionale di Trieste sul rapporto chiesa-società ai confini orientali dal ventennio fa scista ai primi anni del dopoguerra 3. A bloccare l’analisi ai giorni e ai mesi della Resistenza sono indubbie e non irrilevanti le differenze tra alto e basso clero, ma anche all’interno dell’uno e dell’altro: ad una frangia relativamente ristretta di preti collaborazionisti schierati con la Repubblica sociale fa riscontro un notevole numero di preti militanti nelle schiere partigiane; tra gli stessi vescovi non mancano, sia pure in termini più sfumati, atteggiamenti diversi. Libertario Guerrini ha potuto distinguere, per i vescovi della Toscana, posizioni di grande varietà, che vanno dal filofascismo dei vescovi di Pienza-Chiusi e di Pisa al palese antifascismo del vescovo di Arezzo 4. -
Storia Codice Domanda a B C D
MINISTERO DELLA DIFESA DIREZIONE GENERALE PER IL PERSONALE MILITARE CONCORSO PER IL RECLUTAMENTO DI VOLONTARI IN FERMA PREFISSATA QUADRIENNALE (VFP4) NELL'ESERCITO, NELLA MARINA E NELL'AERONAUTICA Archivio quesiti 1ª immissione 2016 Storia Codice Domanda A B C D 1 Nelle elezioni politiche italiane del maggio 1921 il fascismo 35 seggi alla Camera dei Deputati la maggioranza assoluta in l'inserimento di Mussolini un un pieno successo al Senato ottenne a sorpresa Parlamento Parlamento 2 Chi presiedette i lavori dell'Assemblea Costituente dopo Enrico De Nicola Ferruccio Parri *Umberto Terracini Ugo La Malfa Giuseppe Saragat? 3 Il 25 luglio 1943, con l'appoggio del re Vittorio Emanuele III cadde il fascismo fu firmato l'armistizio con gli fu siglato il Patto d'Acciaio fu proclamata la Repubblica Alleati 4 Dopo che, nel 1834, era stato condannato a morte come Egitto Sud America New York Inghilterra cospiratore mazziniano, Garibaldi, allora ventisettenne, si rifugiò in 5 Chi propose in Italia il Compromesso Storico? Aldo Moro Giulio Andreotti Palmiro Togliatti Enrico Berlinguer 6 Quale infermiera britannica, vissuta tra il 1820 e il 1910 è Elizabeth Blackwell Maria Montessori Florence Nightingale Marie Curie considerata la fondatrice del "nursing" moderno? 7 Come avvenne, nella realtà, il passaggio dalla Monarchia alla Le città latine, unite nella Lega Tarquinio il Superbo fu cacciato A causa di una grande rivolta Lo sviluppo di Roma aveva reso il Repubblica nell'antica Roma? latina sconfissero Roma e dalla rivolta del nobile Collatino, degli schiavi guidata da Spartaco re incapace di guidare la città, per uccisero il re. A quel punto il la cui moglie era stata oltraggiata cui assunse posizioni dispotiche Senato, deluso dall'insuccesso da Sesto, figlio del re limitando il potere dei patrizi. -
Brigata “ Osoppo “ (Di Matrice Cattolico-Azionista Brigata “ Garibaldi
13) La strage di Malga Porzus Lungo il confine nord orientale il movimento partigiano passò attraverso gli intricati rapporti e le difficoltà nate con la presenza jugoslava sul territorio, interpretata in maniera contrastante tra le forze politiche che partecipavano alla Resistenza Vi operav ano 2 diverse formazioni partigiane Brigata “ Osoppo “ (di matrice cattolico-azionista Brigata “ Garibaldi-Natisone “ (di matrice comunista) Le formazioni partigiane Osoppo erano sorte con il concorso politico principale di Democrazia Cristiana e Partito d'Azione . In queste vallate i rapporti con i garibaldini e le formazioni partigiane slovene furono, a partire dall'autunno 1944, estremamente tesi, soprattutto dopo la decisione delle formazioni partigiane comuniste di passare alle dipendenze operative del 9º Corpus sloveno e quindi di Tito, con una popolazione che vedeva di cattivo occhio le formazioni partigiane, sia italiane che slovene In una lettera PALMIRO TOGLIATTI, segretario del partito comunista, ordina al comando della brigata Garibaldi - Natisone di porsi alle dipendenze operative del IX Corpus sloveno; la lettera contiene anche il testo dell'ordine del giorno da app rovare: "I partigiani italiani riuniti il 7 novembre in occasione dell'anniversario della Grande Rivoluzione (rivoluzione russa del 1917; n.d.a. ) accettano entusiasticamente di dipendere operativamente dal IX Corpus sloveno, consapevoli che ciò potrà rafforzare la lotta contro i nazifascisti, accelerare la liberazione del Paese e instaurare anche in Italia, come già in Jugoslavia, Palmiro Togliatti, il potere del popolo". capo dei comunisti italiani La Divisione Osoppo era nata nella notte fra il 7 e l'8 marzo '44, quando si erano incontrati al seminario di Udine don Ascanio De Luca, don Aldo Moretti e il parroco di Attimis, don Zani. -
Gian Paolo Medina È Nato Gian Paolo Medina L’8 L’8 Settembre Sarebbe Diventato Di Una Organizzatore Formazione Partigiana Dopodott
Gian Paolo Medina > SOMMARIO Gian Paolo Medina è nato a Venezia il 2 giugno Intervista di Erika Lorenzon 1926. Partecipa alla > MAPPA Resistenza nel Veneto Venezia, sede Avl orientale. Catturato 4 dicembre 2001 nell’estate del 1944 dalle Brigate nere, con altri partigiani e renitenti Medina Gian Paolo, nato a Venezia il 2 giugno 926; sposato con una figlia, alla leva, viene rinchiuso docente in pensione e residente a Venezia. all’ospedale psichiatrico di San Servolo fino al 24 > INDICE ALFABETICO Lei mi accennava di quando era ragazzo. Lei è cresciuto nel contesto dell’Italia aprile 1945. fascista… Premetto che già in famiglia sono vissuto in un ambito di idee antifasciste. Da parte di mio padre, dottore nella zona del basso Veneto, vi era stato uno zio che era un avvocato socialista-riformista che anche dopo l’avvento del > BIBLIOGRAFIA I fascismo continuò la sua propaganda contro il totalitarismo e conseguente- mente fu arrestato e condannato dal tribunale fascista, morendo in carcere alcuni anni dopo la mia nascita. Mio padre, pure lui fervente socialista che era stato in rapporti con Turati, dovette subire le conseguenze per le sue > ABBREVIAZION idee contrarie al regime fascista. Da parte di mia madre, conobbi e frequen- tai i suoi due fratelli che erano stati tra i dirigenti nel Veneto del partito po- polare sturziano. Rammento come mio padre mi segnalava gli articoli della stampa dove, seppur sottoposta alla censura preventiva, era dato di leggere tra le righe concetti e pensieri di indole democratica in particolare dalle cor- rispondenze degli inviati all’estero. Ricordo ancora il “Corriere della Sera” il cui direttore allora era Aldo Borelli, nonché “L’osservatore romano” al quale collaborava Guido Gonnella che stendeva i suoi famosi “Acta diurna”. -
QUALESTORIA F "- 3
= ..,o .:, QUALESTORIA f "- 3 Anno XXIII Dicembre 1995 ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI - VENEZIA GIULIA QUALESTORIA 3 Anno XXIII Dicembre 1995 ISTITUTO REGIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE NEL FRIULI - VENEZIA GIULIA direttore: Giovanni Miccoli: condirellori: Liliana Ferrari, Tristano Matta, Raoul Pupo responsabile: Galliano Fogar direzione, redazione e amministrazione: ls1i1u10 regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia 34136 Trieste, Salita di Grena 38 - !cl. e fax (040) 44004 La rivista non s'intende impegnata dalle interpretazioni e vedute espresse da articoli e noie firmati o siglati. Non si restituiscono i manoscrini anche se pubblicali. È vietato riprodurre in lutto o in parte gli articoli senza citarne la fonte. Cari amici, con questo fascicolo si chiude l'annata I 995. Per il 1996 sono previste alcune novità di rilievo. Tenendo conto del frequen te ricorso, negli ultimi anni, a numeri doppi che riducevano di fatto a due uscite annuali la periodicità della rivista, abbiamo deciso di rendere definitivo questo criterio trasformando «Qualestoria- in semestrale (con uscite in giugno e dicem bre), fermo restando il numero complessivo delle pagine attualmente pubblicate. È previsto anche un aggiornamento della veste editoriale. Ad essa sarà affiancata una più agile NeM>s/e//er, riservata alle discussioni, al dibattito sull'attualità ed alle informazioni sull'attività dell'Istituto, che così sa ranno più tempestive cd aggiornate. Per il lievitare dei costi, inoltre, siamo purtroppo costretti ad aumentare il prezzo dell'abbonamento, fermo ormai da quattro annate. Per il 1996 le quote di abbonamento («Qualestoria» + Newsleuer) saranno le seguenti: ordinario lire 50.000; sostenitore lire 100.000; per l'estero lire 80.000. -
Antifasciti, I Partigiani E Le Vittime Del Fascimo Nel Bolognese
Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese (1919-1945) Edizione elettronica dellʼintera opera a cura del Comune di Bologna - Progetto Nuove Istituzioni Museali e Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Bologna “Luciano Bergonzini” Progetto Nuove Istituzioni Museali Direttore: Mauro Felicori Coordinatore del progetto: Claudio Borgatti Supervisione editoriale: Nazario Sauro Onofri, Antonio Sciolino Controllo testi: Claudio Crupi, Domenico Bruno Staff tecnico: Enrico Liso, Patrizio Tonelli Con la collaborazione di Istituto Storico Ferruccio Parri Emilia Romagna Questo CD riproduce – sia pure in forma leggermente diversa da quella cartacea e tipografica – il contenuto dei sei volumi dal titolo “Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese (1919-1945). Sono stati finanziati dal Comune di Bologna e editi – tra il 1985 e il 2004 – da due importanti istituti di storia bolognese. I volumi II, III, IV e V sono stati editi dallʼIstituto per la storia di Bologna. Il VI dallʼIstituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella Provincia di Bologna “L. Bergonzini” (ISREBO), dallʼIstituto per la storia di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna. Il primo volume è opera dellʼISREBO. Pur avvalendosi del contributo di numerosi qualificati collaboratori, lʼopera è stata curata da tre studiosi di storia bolognese. Il secondo volume (A-C) e il terzo (D-L) sono opera di Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani e Nazario Sauro Onofri. Il quarto (M-Q), il quinto (R-Z) e il sesto (Appendice) sono stati curati da Arbizzani e Onofri. Il primo – lʼultimo a vedere la luce - è di Onofri. -
La Seconda Guerra Mondiale
Giorgio Moro - Maurizio Roman la Seconda Guerra Mondiale e il Territorio di San Giorgio della Richinvelda Basta aprire un libro che parli della Seconda guerra mondiale e leggerne alcune righe per capire le sofferenze indicibili cui sono stati vittime i combattenti o i prigionieri. L’Africa, i Balcani con il Pindo o il Golico, la Russia con la ritirata dal Don alla sacca di Nikolajewka, l’internamento in Germania sono tappe che segneranno per sempre la vita di molti dei nostri concittadini. Ed è per non perdere il ricordo di queste persone, ma anche di tutti coloro che nulla avevano a che fare con l’ambiente militare ma che, loro malgrado, VRQR VWDWH FRLQYROWH GDO FRQÀLWWR FKH DEELDPR YROXWR UHDOL]]DUH TXHVWR volume nella consapevolezza che solo facendo tesoro delle esperienze del passato si possono evitare tragedie simili nel futuro. Gli autori Per non dimenticare… ... per non dimenticarli 2 Era il primo novembre 2013 quando nel cimitero di Pozzo ho incontrato Giacomino Pasquin e sua moglie Mara. Due giorni dopo era prevista la presentazione del volume “La Grande Guerra e il Territorio di San Giorgio della Richinvelda” che, quale direttore generale della Friulovest Banca aveva ricevuto in anteprima per formulare (lui o il presidente dell’Istituto) alcune parole di saluto. Dopo i graditi complimenti, senza dubbio sinceri e non di circostanza, Giacomino mi esortò a realizzare un analogo volume sulla Seconda guerra mondiale, utile a non dimenticare, con il passare del tempo, fatti e persone del territorio. E, per chiudere la trilogia, disse “anche un volume sul tema dell’emigrazione”.