Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese (1919-1945)

Edizione elettronica dellʼintera opera a cura del Comune di Bologna - Progetto Nuove Istituzioni Museali e Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”

Progetto Nuove Istituzioni Museali Direttore: Mauro Felicori Coordinatore del progetto: Claudio Borgatti Supervisione editoriale: Nazario Sauro Onofri, Antonio Sciolino Controllo testi: Claudio Crupi, Domenico Bruno Staff tecnico: Enrico Liso, Patrizio Tonelli

Con la collaborazione di Istituto Storico Emilia Romagna Questo CD riproduce – sia pure in forma leggermente diversa da quella cartacea e tipografica – il contenuto dei sei volumi dal titolo “Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese (1919-1945). Sono stati finanziati dal Comune di Bologna e editi – tra il 1985 e il 2004 – da due importanti istituti di storia bolognese. I volumi II, III, IV e V sono stati editi dallʼIstituto per la storia di Bologna. Il VI dallʼIstituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella Provincia di Bologna “L. Bergonzini” (ISREBO), dallʼIstituto per la storia di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna. Il primo volume è opera dellʼISREBO. Pur avvalendosi del contributo di numerosi qualificati collaboratori, lʼopera è stata curata da tre studiosi di storia bolognese. Il secondo volume (A-C) e il terzo (D-L) sono opera di Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani e Nazario Sauro Onofri. Il quarto (M-Q), il quinto (R-Z) e il sesto (Appendice) sono stati curati da Arbizzani e Onofri. Il primo – lʼultimo a vedere la luce - è di Onofri. Il primo volume ha il sottotitolo “Bologna dallʼantifascismo alla Resistenza” e gli altri ”Dizionario biografico”. Nel trasferimento dalla forma tipografica a quella informatica le biografie hanno subìto alcune sostanziali modifiche. Sono state infatti eliminate quelle errate e quelle doppie e aggiunte le nuove pubblicate nella “Appendice”. Le biografie incomplete sono state integrate e così via, per cui, di fatto, il volume “Apppendice” è quasi scomparso. Di esso è rimasto lʼelenco dei 1.642 partigiani e patrioti dei quali non è stato trovato alcun riscontro anagrafico o di militanza antifascista e partigiana.

Volumi editi nella versione cartacea

Volume I: Bologna dallʼantifascismo alla Resistenza Nazario Sauro Onofri - Bologna, 2005 Volume II : Dizionario biografico. A-C Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri - Bologna, 1985 Volume III : Dizionario biografico : D-L Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario - Bologna, 1986 Volume IV: Dizionario biografico. M-Q Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri - Bologna, 1995 Volume V: Dizionario biografico. R-Z Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri - Bologna,1998 Volume VI Dizionario biografico. Appendice Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri – Bologna, 2003

Hanno collaborato alla redazione delle biografie: Lia Aquilano, Mauria Bergonzini, Luciano Casali, Stefania Conti, Pier Angelo Ciucci, Paola Furlan, Donatella Ghini, Elisabetta Gridelli, Mario Menziani, Mario Tesini, Lidia Testoni, Zoia Veronesi. Da Gutenberg al “data base”

Quando, nel 1975, cominciai a lavorare a Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945) - con Luigi Arbizzani ed Ennio Severino, al quale subentrò Alessandro Albertazzi un paio dʼanni dopo - lʼarte tipografica era gutenberghiana. I tipografi lavoravano con il piombo - caldo, per giunta, perché usciva dalla linotype - mentre lʼarte tipografica computerizzata era agli albori. Lʼopera fu quindi concepita e i primi volumi realizzati con il sistema tipografico detto “a caldo”. Il computer è stato usato solo per i volumi dalla M alla Z e per lʼultimo, anche se porta in testa lʼindicazione di primo. Diversa sarebbe stata la costruzione delle biografie e delle schede - mi riferisco alla forma, non alla sostanza - se, sin dallʼinizio, avessimo dovuto lavorare in funzione del “data base”. Avremmo dovuto farle tutte uniformi, secondo schemi prestabiliti. Anche se io uso il computer da sempre, sono e resto di formazione gutenberghiana, se non altro perché ho cominciato a lavorare nelle tipografie “a caldo” nel 1945. Per questo ho avuto non pochi problemi e vivaci discussioni con gli amici del Progetto nuove istituzioni museali, quando abbiamo cominciato ad esaminare la possibilità di informatizzare i sei volumi dellʼopera cartacea e di metterli in un CD. Per consentire ai tecnici di realizzare un “data base” completo e funzionale è stato necessario apportare qualche modifica ad alcune biografie e ad alcune schede per uniformare la loro stesura, senza incidere sul contenuto. Per lo stesso motivo sono state fatte alcune schede nuove, non previste dal piano editoriale iniziale. Insomma - grazie allʼaiuto degli amici cultori della nuova arte tipografica computerizzata, e li ringrazio vivamente di avermi sopportato e aiutato a capire ed accettare la nuova tecnica - abbiamo dato vita, tutti assieme, ad un nuovo prodotto elettronico, con testi concepiti e prodotti con la vecchia tecnica. In caso contrario, sarebbe stato necessario ricominciare da capo, con le conseguenze che si possono immaginare. Il passaggio da quello che possiamo considerare il medioevo allʼera moderna non è stato facile né indolore - almeno per me - ma era necessario e doveroso, se volevo restare sul “mercato” e continuare ad avere un colloquio con i miei contemporanei. Ma mi sentivo come gli antichi copisti quando furono spinti da Gutenberg ai margini della società civile e poi eliminati. A mio parere il risultato è più che adeguato allʼesigenza di avere uno strumento storico fruibile dalle più diverse categorie di ricercatori. Spero che i futuri “navigatori” - stavo per scrivere: lettori - siano dello stesso parere.

Nazario Sauro Onofri Presentazione*

Con questo volume si conclude unʼimpresa editoriale imponente, sia per vastità e complessità del progetto, sia per il lavoro di ricerca e di documentazione che ha richiesto. Non posso che ribadire, con convinzione ancora maggiore, quanto scrivevo nel 2003, presentando lʼAppendice (vol. VI del piano originario): con Gli Antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese(1919-1945), Bologna possiede unʼopera straordinaria e unica, che è insieme monumento alla memoria e strumento preziosissimo di ricerca storica. Se ne incominciò a parlare più di trentʼanni fa. Il progetto originario prevedeva complessivamente sei volumi: il I di carattere introduttivo (comprendente anche un “Dizionario degli avvenimenti, dei luoghi e delle organizzazioni”; il II, III, IV e V con il vero e proprio Dizionario biografico degli antifascisti, partigiani e vittime del fascismo (o meglio nazifascismo); infine, un VI volume come appendice, con le correzioni e aggiunte che inevitabilmente opere così complesse comportano. Tra il 1985 e il 1998 sono usciti i quattro volumi del Dizionario biografico: i primi due (cioè i voll. II e III del progetto originario) aventi come autori Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri. Gli autori si sono avvalsi dellʼaiuto di numerosi collaboratori, fra cui Lia Aquilano, più coautrice che semplice collaboratrice. Il Comune di Bologna, promotore dellʼopera, ne aveva affidato la realizzazione allʼIstituto per la storia di Bologna (ISB), che dopo lʼuscita del quarto volume del Dizionario biografico, in considerazione dei suoi nuovi programmi di ricerca, ha chiesto al nostro Istituto di assumersi lʼimpegno editoriale dei due volumi ancora mancanti: lʼAppendice (uscita come si è detto nel 2003) e il volume introduttivo, che esce in occasione del 60° della Liberazione. Essendo nel frattempo venuto a mancare Luigi Arbizzani, a cui tanto deve la storiografia resistenziale bolognese, il corposo volume che presentiamo, con cui si completa la realizzazione del progetto originario, ha come autore il solo, infaticabile, Nazario Sauro Onofri: con risultati che vanno molto al di là di quanto ci si potesse ragionevolmente aspettare. Ritengo che vada innanzi tutto sottolineata lʼoriginalità e la ricchezza della sezione intitolata “Dizionario storico-politico”, comprendente circa 400 voci riguardanti formazioni partigiane, luoghi di battaglie, stragi, organizzazioni militari, partiti, giornali, ecc. Voci tutte in qualche modo legate alle schede del Dizionario biografico, ma di tale ampiezza, numero e varietà da travalicare di molto i confini funzionali originariamente loro assegnati. Lo stesso si può dire della ricchissima Cronologia, portata a un livello di inconsueta analiticità, nonché dellʼamplissima bibliografia specifica e del prezioso saggio introduttivo, che chiarisce intendimenti, metodologia e criteri esecutivi che hanno guidato alla realizzazione dellʼopera. Dʼaltra parte, possiamo dire che la lunga durata dellʼimpresa ha avuto anche un risvolto positivo, in quanto ha permesso di affrontare con maggiore esperienza e mezzi tecnologici più aggiornati quella che allʼinizio era sentita come unʼesigenza importante, ma di difficile, se non impossibile, realizzazione: ossia aggiungere allʼedizione dellʼopera su “supporto cartaceo” la sua versione elettronica integrale. Allegato al presente volume, il lettore troverà, infatti, un CD-ROM contenente lʼopera tutta intera, che potrà essere così indagata a più livelli e in più direzioni. Il CD è stato realizzato dai responsabili del “Progetto nuove istituzioni museali del Comune di Bologna”, a cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti. Werther Romani (Presidente dellʼISREBO)

*Questa presentazione appare anche nel volume I Avvertenza *

Nel volume introduttivo di questʼopera abbiamo compiutamente indicato le fonti, le pubblicazioni, le informazioni, alle quali abbiamo attinto per la compilazione di questo Dizionario biografico. Abbiamo, inoltre, approfondito i criteri che hanno presieduto alla compilazione, con la discussione sulle caratteristiche e le finalità scientifiche delle schede biografiche. Lʼelaborazione dei dati raccolti e sistemati ha consentito di giungere – tra le molte possibili – ad alcune conclusioni significative concernenti in particolare le peculiarità, lo spessore, la durata dellʼantifascismo e della guerra di liberazione nel Bolognese. Lʼutilità e lʼoriginalità di questo Dizionario biografico, dal punto di vista scientifico, consiste, forse, proprio in questo: di offrire, nellʼarco di un quarto di secolo, uno spaccato della società bolognese attraverso il ricupero della dimensione personale e collettiva dei suoi “protagonisti”. In proposito, va sottolineato che ogni scheda biografica rimanda alle voci del Dizionario degli avvenimenti, dei luoghi, delle organizzazioni, anchʼesso posto, quale indispensabile premessa, nel primo volume di questʼopera. Tuttavia, anche considerarti a sé stanti i volumi che raccolgono le schede biografiche, rispondono allʼesigenza di fornire una documentazione di base, questa volta espressa per totalità, che, aggiunta alle altre ricerche promosse e realizzate dallʼIstituto per la storia di Bologna in questo settore di studi, si propone quale strumento di consultazione per ogni ulteriore approfondimento incentrato sul rapporto tra società, antifascismo e guerra di liberazione. Le schede biografiche – tutte egualmente compilate con ogni cura, tenuto conto delle nostre attuali conoscenze – si riferiscono a coloro che, sulla scorta di dati certi, sia anagrafici sia documentali, hanno, in qualche modo, avuto un ruolo attivo o hanno testimoniato durante il fascismo e la guerra di liberazione la loro opposizione. È ben chiaro – per noi – che anche la testimonianza delle vittime costituisce, in questo contesto, la prova di una partecipazione storicamente rilevante e significativa. Le schede riguardano i bolognesi, cioè i nati e/o i residenti in provincia di Bologna ovunque abbiano operato, sia durante il fascismo sia nel corso della guerra di liberazione; e coloro i quali, non bolognesi, abbiano tuttavia preso parte alle vicende di Bologna e del suo territorio. Abbiamo proposto alcuni rinvii da una scheda biografica allʼaltra – indicati con lʼasterisco (*) – per i familiari dei caduti, in tutti i casi nei quali è stato possibile lʼaccertamento della parentela; e quando le relazioni tra persone hanno costituito un logico completamento di singoli profili biografici. Nelle schede biografiche sono registrate le testimonianze pubblicate in L. Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, vol. I, Bologna, 1967; L. Bergonzini-L. Arbizzani, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti. La stampa periodica e clandestina, vol. II, Bologna, 1969; L. Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Tesimonianze e documenti, vol. III, Bologna, 1970; L. Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, vol. V, Bologna, 1980. Inoltre nei volumi del convegno promosso dalla Deputazione Emilia-Romagna per la storia della Resistenza e della Guerra di liberazione su “LʼEmilia-Romagna nella guerra di liberazione”, L. Bergonzini, La lotta armata, vol. I, Bari, 1975; P. Alberghi, Patriot,i Partiti politici e CLN, vol. II, Bari, 1975; L. Arbizzani, Azione operaia, contadina, di massa, vol. III, Bari, 1976; A. Andreoli, L. Avellini, A. Battistini, C. Bragaglia, M. Ermilli, E. Raimondi, Crisi della cultura e dialettica delle idee, vol. IV, Bari, 1976.Nei volumi del Convegno “Donne e Resistenza in Emilia- Romagna”, I. Vaccari, La donna nel ventennio fascista (1919-1943), I, Milano, 1978; F. Pieroni Bortolotti, Le donne della Resistenza antifascista e la questione femminile in Emilia (1943-1945), II, Milano, 1978; P. Gaiotti De Biase, La donna nella vita sociale e politica della Resistenza: 1945-1948, III, Milano, 1978. Infine, Marzabotto. Quanti, chi e dove, Bologna, 1995. Sono state, inoltre, registrate testimonianze contenute in altre pubblicazioni specialmente quelle a carattere locale. Nei profili biografici di autori abbiamo indicato soltanto tra le loro opere, indipendentemente dal genere letterario, quelle incentrate sul periodo fascista e la guerra di liberazione.

Gli Autori

*Questa Avvertenza è apparsa nei volumi II, III, IV, V, e VI. ••GLI ANTIFASCISTI 2005 def ok 2-05-2005 16:32 Pagina 3

NAZARIO SAURO ONOFRI

Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945)

Volume I Bologna dall’antifascismo alla Resistenza

ISTITUTO PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA NELLA PROVINCIA DI BOLOGNA “LUCIANO BERGONZINI” (ISREBO) COMUNE DI BOLOGNA 2005 ••GLI ANTIFASCISTI 2005 def ok 2-05-2005 16:32 Pagina 4

Il Dizionario biografico è in Internet con la segnatura: www.iperbole.bologna.it/iperbole/isrebo

Questo volume contiene l’edizione elettronica dell’intera opera in sei volumi. È stata curata dal Comune di Bologna - Progetto nuove istituzioni museali. Direttore: Mauro Felicori; coordinatore del progetto: Claudio Borgatti; supervisione editoriale: Nazario Sauro Onofri e Antonio Sciolino; controllo testi: Claudio Crupi e Domenico Bruno; staff tecnico: Enrico Liso e Patrizio Tonelli. L’edizione elettronica dell’opera è stata realizzata con la collaborazione dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella Provincia di Bologna “Luciano Bergonzini” e dell’Istituto storico “Ferruccio Parri” dell’Emilia-Romagna.

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Presentazione

Con questo volume si conclude un’impresa editoriale imponente, sia per la vastità e complessità del progetto, sia per il lavoro di ricerca e di documentazione che ha richiesto. Non posso che ribadire, con convinzione ancora maggiore, quan- to scrivevo nel 2003, presentando l’Appendice (vol. VI del piano originario): con Gli Antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945), Bologna possiede un’opera straordinaria e unica, che è insieme monumento alla memoria e strumento preziosissimo di ricerca storica. Se ne incominciò a parlare più di trent’anni fa. Il progetto originario preve- deva complessivamente sei volumi: il I di carattere introduttivo (comprendente anche un “Dizionario degli avvenimenti, dei luoghi e delle organizzazioni”; il II, III, IV e V con il vero e proprio Dizionario biografico degli antifascisti, partigiani e vit- time del fascismo (o meglio, nazifascismo); infine, un VI volume come appendice, con le correzioni e le aggiunte che inevitabilmente opere così complesse compor- tano. Tra il 1985 e il 1998 sono usciti i quattro volumi del Dizionario biografico: i primi due (cioè i voll. II e III del progetto originario) aventi come autori Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri; gli altri due (IV e V), i soli Arbizzani e Onofri. Gli autori si sono avvalsi dell’aiuto di numerosi collaboratori, fra cui Lia Aquilano, più coautrice che semplice collaboratrice. Il Comune di Bologna, promotore dell’opera, ne aveva affidato la realizzazione all’Istituto per la storia di Bologna (ISB), che, dopo l’uscita del quarto volume del Dizionario bio- grafico, in considerazione dei suoi nuovi programmi di ricerca, ha chiesto al nostro Istituto di assumersi l’impegno editoriale dei due volumi ancora mancanti: l’Appendice (uscita, come si è detto, nel 2003) e il volume introduttivo, che esce ora, in occasione del 60° della Liberazione. Essendo nel frattempo venuto a mancare Luigi Arbizzani, a cui tanto deve la storiografia resistenziale bolognese, il corposo volume che presentiamo, con cui si completa la realizzazione del progetto origina- rio, ha come autore il solo, infaticabile, Nazario Sauro Onofri: con risultati che vanno molto al di là di quanto ci si potesse ragionevolmente aspettare. Ritengo che vada innanzi tutto sottolineata l’originalità e la ricchezza della sezione intitolata “Dizionario storico-politico”, comprendente circa 400 voci ri-

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guardanti formazioni partigiane, luoghi di battaglie, stragi, organizzazioni militari, partiti, giornali, ecc. Voci tutte in qualche modo legate alle schede del Dizionario biografico, ma di tale ampiezza, numero e varietà da travalicare di molto i confini funzionali originariamente loro assegnati. Lo stesso si può dire della ricchissima Cronologia, portata a un livello di inconsueta analiticità, nonché dell’amplissima bibliografia specifica e del prezioso saggio introduttivo, che chiarisce intendimenti, metodologia e criteri esecutivi che hanno guidato la realizzazione dell’opera. D’altra parte, possiamo dire che la lunga durata dell’impresa ha avuto anche un risvolto positivo, in quanto ha permesso di affrontare con maggiore esperienza e mezzi tecnologici più aggiornati quella che all’inizio era sentita come un’esigenza importante, ma di difficile, se non impossibile, realizzazione: ossia aggiungere all’e- dizione dell’opera su “supporto cartaceo” la sua integrale versione elettronica. Allegato al presente volume, il lettore troverà, infatti, un CD-ROM contenen- te l’opera tutta intera, che potrà essere così indagata a più livelli e in più direzioni. Il CD è stato realizzato dai responsabili del “Progetto nuove istituzioni museali del Comune di Bologna”, a cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti.

WERTHER ROMANI (Presidente dell’ISREBO)

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Bologna è la terra della libertà

Il quarto di secolo che va dal 1918-19 al 1945-46 è stato il periodo politico più importante nella storia dell’Italia unita. Mai tanti avvenimenti, così significativi e scon- volgenti, si sono verificati in un arco di tempo tanto breve: la conclusione vittoriosa del- l’ultima guerra risorgimentale, la morte dello stato democratico, l’avvento di una fero- ce e sanguinaria dittatura, una guerra imperialista terminata in modo tragico, una guer- ra popolare per la riconquista dell’indipendenza nazionale e della libertà costituziona- le e la trasformazione - con il consenso popolare, espresso da un referendum - dello stato, da monarchico a repubblicano, quale naturale conseguenza e conclusione degli avvenimenti precedenti. Come in occasione delle guerre risorgimentali dell’Ottocento, Bologna ha dato anche nel XX secolo un grandissimo contributo alla lotta contro la dittatura fascista prima e alla guerra di liberazione poi. Altissimo - di conseguenza - il contributo di san- gue e di sacrifici pagato dagli emiliani e dai romagnoli che vivono nei sessanta comuni della provincia di Bologna. I sessantuno comuni esistenti sino al 1937, divennero ses- santa quando Borgo Panigale fu assorbito da Bologna. Ma chi sono stati i protagonisti di questa grande ed eroica epopea e cosa sappiamo di loro? A sessant’anni da quell’avvenimento, che ha mutato la vita del Bolognese, chi ricorda i loro nomi? E, al di là dei nomi, chi erano e cosa facevano nella vita civile? Quella vita civile che molti furono costretti ad abbandonare per scontare lunghi perio- di di carcere o di confino, durante la dittatura, e che molti di più lasciarono per venti durissimi mesi per impugnare le armi con le quali combatterono e sconfissero gli inva- sori tedeschi e i fascisti collaborazionisti. È superfluo sottolineare che se nel 1945 avessero vinto i nazifascisti, oggi il volto e il clima politico di Bologna, dell’Italia e dell’Europa sarebbero ben diversi da quelli che sono. La storia non si fa con i se e i ma. Tuttavia, è innegabile che se nel 1945 non aves- sero trionfato i principii della libertà e della democrazia, oggi la lugubre bandiera con la svastica sventolerebbe dagli Urali all’Atlantico e l’aria e il cielo d’Europa sarebbero ammorbati e oscurati dal fumo acre di centinaia di camini, come quelli di Mauthausen, Auschwitz e Dachau. Nessun revisionismo storico potrà capovolgere questa verità. La libertà di cui godiamo la dobbiamo al sacrificio di milioni di democratici del vecchio e

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del nuovo continente. E i fascisti devono ricordare che la democrazia ha vinto anche per loro. ***** Lo scopo principale di questa pubblicazione è di lasciare alle future generazioni le biografie dei bolognesi che combatterono e si sacrificarono per riconquistare la libertà e l’indipendenza nazionale e di quelli che subirono, più degli altri, le dure conseguen- ze della dittatura fascista. Oltre alle biografie dei partigiani combattenti, dei patrioti e dei benemeriti, qui figurano anche quelle degli antifascisti che scontarono anni di car- cere e confino e di quelli che subirono provvedimenti amministrativi - come la diffida e l’ammonizione - per la loro attività politica contro il regime. Completano il Dizionario biografico le biografie dei martiri della ferocia nazista, degli ebrei perseguitati e uccisi per motivi razziali e di quanti hanno subìto, in qualsiasi modo, la violenza fascista. Un libro di biografie, quindi. Sono 27.778 secondo un conto manuale, mentre il computer ne ha calcolate 27.425. Queste biografie devono aiutarci a comprendere, in modo compiuto e preciso, i diversi aspetti di quel grande fenomeno storico e di massa che fu la lotta antifascista prima e di liberazione poi. Ecco perché al primo dato - il cognome e il nome - ne sono stati aggiunti altri non meno importanti, quali l’età, il luogo di nascita e quello di resi- denza nel 1943, il titolo di studio posseduto nel 1943, il mestiere esercitato sempre nel 1943, il periodo della durata - quello riconosciuto ufficialmente - della partecipazione alla Resistenza e altre notizie secondarie, ma non meno importanti come il servizio mili- tare prestato, il partito di appartenenza, le decorazioni ricevute e altro ancora. Grazie a questa enorme massa di informazioni ricavate dalle 27.778 o 27.425 bio- grafie complete e dalle 1.642 rimaste incomplete - e pubblicate nella seconda parte del sesto volume - è stato possibile delineare un profilo più che esauriente della lotta di liberazione nel Bolognese e disegnare un quadro che coglie gli aspetti sociali, culturali, strutturali e di classe di quel grande movimento patriottico e rivoluzionario. Ciò è stato possibile - sempre se i curatori ci sono riusciti - grazie soprattutto alla dimensione più che notevole del campione a disposizione. I sei volumi dell’opera sono due lavori distinti, che potrebbero avere vita autonoma e destinazioni diverse, anche se il primo non avrebbe mai potuto vedere la luce senza gli altri. Il Dizionario biografico potrebbe essere benissimo un’opera a sé, dal momento che i volumi dal secondo al quinto contengono le biografie dalla A alla Z e il sesto, l’Appendice, nuove biografie, le poche interamente rifatte, le correzioni degli involon- tari errori e le aggiunte a quelle già pubblicate. Questo volume - l’ultimo a uscire, anche se è il primo dell’opera - pubblica una serie di saggi, alcuni dei quali non sarebbero stati scritti senza il Dizionario biografico. Queste le sezioni:

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1) Il Dizionario storico-politico che enumera e illustra i fatti e gli avvenimenti, le batta- glie partigiane, gli scontri politici, i luoghi storici e i gruppi politici e sindacali cita- ti nel Dizionario biografico. Non si tratta quindi di un dizionario storico generale, ma di uno strumento a supporto delle biografie. Avvenimenti bolognesi anche importanti, ma non citati nelle biografie, non figurano; 2) La Bibliografia su fascismo, antifascismo, guerra e Resistenza nella provincia di Bo- logna; 3) La Cronologia bolognese 1919-1945; 4) Il saggio I dizionari dei patrioti bolognesi sui volumi bolognesi analoghi a questo. ***** Alla base di questo lavoro sta - per non dire del dovere di ricordare i nomi e le gesta di quanti hanno preso parte alla lotta contro il fascismo prima e il nazifascismo poi - l’e- sigenza di chiarire in termini quantitativi e qualitativi la dimensione reale dell’antifasci- smo e della lotta di liberazione. Il Dizionario biografico costituiva, quindi, la premessa indispensabile per ogni ulteriore riflessione e intervento sull’argomento. Ma per realiz- zarlo occorreva risolvere preliminarmente alcuni problemi. Per prima cosa i curatori hanno dovuto individuare il criterio di scelta degli oppo- sitori al regime, cominciando a indicare l’anno di partenza. La scelta è caduta sul 1919 non tanto perché il fascismo è nato in quell’anno, quanto perché in quel periodo a Bologna accaddero molti episodi politico-sindacali di grande importanza, anche se non tutti sono stati presi in considerazione. Se il 1945 segna la conclusione naturale e scontata di questo lavoro - perché è l’an- no della caduta definitiva del fascismo e della fine della guerra - il biennio 1918-19 rap- presenta il punto di svolta di un fenomeno politico che aveva cominciato a manifestar- si alla vigilia della Grande guerra, se non prima. Le manifestazioni antidemocratiche e le aggressioni contro i principali esponenti del PSI bolognese per la loro azione politi- ca a favore della neutralità - avvenute tra il 1914 e il 1915, prima cioè dell’ingresso dell’Italia nel conflitto - furono un campanello d’allarme del quale pochi, anche tra i socialisti, valutarono il vero significato. Era del tutto insolito oltre che gravissimo - almeno in una città civile come Bologna, dove le lotte politiche erano sempre state scontri d’idee - che un sindaco, il socialista Francesco Zanardi, il 20 settembre 1914 fosse aggredito e malmenato in Piazza del Nettuno, solo perché contrario alla guerra. Uguale trattamento ebbero, per lo stesso motivo, alcuni assessori comunali. Nella provincia di Bologna, dove il PSI aveva la maggioranza dei voti sin dal 1904- 1905 - oltre che dei seggi in Comune e al Consiglio provinciale, dopo il voto del giugno 1914 - questa campagna antidemocratica proseguì e si intensificò negli anni bellici. Era alimentata e diretta dalla Pro Patria et Rege, una sorta di superpartito al quale avevano

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aderito tutti i movimenti politici interventisti, dal PRI sino all’Associazione liberale, il gruppo più conservatore della città. Solo i cattolici restarono fuori, pur concordando con la Pro Patria. Questo innaturale schieramento politico continuò ad operare anche dopo la fine della guerra. La mattina del 5 novembre 1918, primo giorno di pace, molti cittadini scesi in piazza per inneggiare alla fine del conflitto furono aggrediti e percossi dai nazio- nalisti. In quel giorno Zanardi subì una seconda bastonatura davanti alla sede comu- nale. Il peggio si ebbe nel pomeriggio, quando, rivoltelle in pugno, un gruppo di nazio- nalisti guidati da Dino Zanetti assalì la sede della Camera confederale del lavoro in via Cavaliera 22 (oggi via Oberdan). Nelle stesse ore i dirigenti della Pro Patria chiesero, invano, al prefetto lo scioglimento dell’amministrazione comunale. Tra l’inizio del 1919 e la fine del 1920, anche in assenza dei fascisti, a Bologna si ebbero manifestazioni politiche e gravi episodi di violenza promossi ed ispirati da que- sta nuova aggregazione politica eterogenea che, dopo avere trovato un punto di unio- ne negli anni della guerra, intendeva affermarsi come nuova forza politica postbellica. Al termine di un laborioso travaglio politico trovò lo sbocco e il suo punto di aggrega- zione nel Fascio di combattimento di Bologna. Solo che il primo Fascio bolognese, fondato il 9 aprile 1919 da Pietro Nenni e Guido Bergamo - con l’appoggio di un gruppo di ex combattenti di orientamento democrati- co e genericamente di sinistra, ai quali si erano uniti pochi nazionalisti - non può e non deve essere considerato un Fascio fascista, nel senso che questo termine ha oggi. Il vero Fascio fascista bolognese è quello che Leandro Arpinati rifondò il 17 set- tembre 1920 sulle rovine del primo - per questo fu chiamato il secondo fascio, dal quale erano stati espulsi tutti i fondatori del primo - quando fu incaricato, dall’Associazione di difesa sociale, di arruolare 300 armati per proteggere i candidati della lista elettora- le amministrativa di destra “Pace, libertà, lavoro”. Tre giorni dopo in via Ugo Bassi, davanti al ristorante che si trovava nell’ex sala Borsa - allora luogo di ritrovo dei socialisti - cadde il primo bolognese sotto i colpi dei fascisti. Si chiamava Guido Tibaldi*. In precedenza - anche se si erano avuti morti e feriti - le cronache politiche avevano registrato solo scontri sporadici e non preordina- ti, tra lavoratori e gruppi armati di destra, come i Sempre pronti per la patria e per il re, la milizia paramilitare del Gruppo nazionalista bolognese. Dopo il 20 settembre 1920 gli scontri divennero sistematici, perché studiati secon- do una strategia politico-militare molto chiara e attuati con un preciso piano tattico, come dimostrano l’assalto alla Camera confederale del lavoro (in via D’Azeglio 43) il 4 novembre e quello contro Palazzo d’Accursio il 21. Il delitto politico premeditato divenne l’arma vincente dei fascisti, favoriti e aiutati, indirettamente, dalla divisione dello schieramento di sinistra. Gruppi minoritari della sinistra risposero con la violenza alla violenza - organizzan- do le “guardie rosse” e gli Arditi del popolo - per essendo privi della preparazione tec-

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nica, oltre che della necessaria mentalità rivoluzionaria. L’ala riformista del PSI ritene- va, al contrario, che spettasse allo stato la difesa del regime democratico - per cui non si doveva opporre violenza alla violenza - mentre cattolici e liberali scelsero a grande maggioranza il fascismo. Anche se il Fascio bolognese prese consistenza e cominciò a operare alla fine del 1920, i curatori del Dizionario biografico non potevano non prendere in considerazio- ne alcuni episodi politici del 1919 e partire da questi per la ricerca. ***** Una volta fissati i limiti cronologici e politici, i curatori si sono preoccupati di pas- sare al vaglio di un esame attento e approfondito fatti e avvenimenti di quel periodo per avere un quadro completo. Ciò ha permesso di confermare verità note, di correggere errori storici e di rettificare errate interpretazioni. Per fare questo, sono stati consulta- ti i giornali dell’epoca e i saggi storici di allora e di oggi. Sono stati vagliati i documen- ti d’archivio, almeno quelli disponibili, perché all’Archivio dello stato di Bologna esiste un vuoto che va dal 1927 a oggi. È noto che dopo il 1945 prefettura e questura - a differenza di quanto avvenuto in altre città della regione - hanno consegnato pochi documenti all’Archivio provinciale, in genere pratiche burocratiche di modesta importanza storica. Sull’ultimo ottantennio di storia bolognese non un foglio del gabinetto di prefettura è consultabile all’Archivio dello stato locale. Non si sa neppure quando queste carte saranno versate in modo siste- matico, anche se nel 2004 è stato dato un segno molto importante. La questura ha ver- sato le “schede”di alcune migliaia di “sovversivi” e pare che coprano un ampio perio- do del XX secolo. Questo materiale è in fase di sistemazione e sarà consultabile tra un paio d’anni. I nomi da includere nel Dizionario biografico - reperiti negli schedari dell’ANPI (Associazione nazionale partigiani italiani) e dell’ANPPIA (Associazione nazionale per- seguitati politici italiani antifascisti), nei giornali, negli atti dei processi del Tribunale speciale, nei documenti di polizia o usciti dalle testimonianze personali - sono stati scel- ti secondo un criterio chiaro e inequivocabile: la partecipazione attiva alla lotta contro il fascismo. La cosa può sembrare ovvia, ma non lo è. Ad esempio, sono stati esclusi i nomi di molte persone che parteciparono a impor- tanti episodi politici che fanno parte delle lotte sociali del tempo, ma non di quelle con- tro il fascismo inteso come violenza antidemocratica. Si spiega così - e di queste scelte i curatori si sono assunti l’intera responsabilità - l’inclusione di Geltrude Grassi*, ucci- sa dai Sempre pronti al termine di una manifestazione sindacale nel giugno 1919, e l’e- sclusione delle numerose persone morte in scontri con la polizia nel luglio 1919 a Imola, nel corso di una protesta per il caroviveri. Pure fuori sono rimasti gli 8 contadini uccisi e i 45 feriti dai carabinieri a Decima

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(S. Giovanni in Persiceto), il 5 aprile 1920, al termine di un comizio promosso dalla Vecchia Camera del lavoro. Analoga la decisione per i morti del 9 agosto 1920 a Portonovo (Medicina), nel corso dello sciopero agrario di quell’anno. Altra esclusione molto difficile - ma se ne possono indicare altre ancora - quella dei 5 operai e dei 2 agenti morti il 14 ottobre 1920 nello scontro avvenuto in via de’ Chiari nei pressi del carcere di S. Giovanni in Monte (oggi ex carcere), meglio noto come l’“assalto al Casermone”. All’epoca, all’angolo tra le vie de’ Chiari e Cartolerie si trovava una caser- ma della Guardia regia. Un altro criterio adottato - del tutto ovvio per un’opera come questa, che vuole esse- re lo specchio fedele di quanto avvenne nella lotta di liberazione e contro il regime fascista - è stato quello di far terminare le biografie il 14 aprile 1945 a Imola, il 17 a Castel S. Pietro Terme e il 21 a Bologna, i giorni in cui queste città tornarono libere. Sono state fatte pochissime eccezioni, in considerazione del fatto che non pochi parti- giani bolognesi, operanti in altre regioni, deposero le armi tra il 21 aprile e l’8 maggio, quando cessò la guerra in Europa. I biografati appartengono a tutti i gruppi politici e a tutti i ceti sociali. Sono tra i 110 e i 115 gli antifascisti uccisi tra il 1920 e il 25 luglio 1943 o morti men- tre erano in carcere o al confino, anche se per una decina sussistono dubbi. Non sono pochi, infatti, quelli morti subito dopo essere stati dimessi dal luogo di pena, fosse car- cere o confino. Il censimento delle vittime non è stato facile perché non sempre i gior- nali dell’epoca riportavano questi episodi e, quando lo facevano, erano volutamente non chiari. “il Resto del Carlino”, il quotidiano della curia “L’Avvenire d’Italia” e quel- lo degli agricoltori “Il Progresso”, schieratisi sin dall’inizio a fianco dei fascisti, pubbli- cavano quasi sempre versioni di parte, dalle quali risultava che la responsabilità era sempre delle vittime. Alla fine del 1926 - su ordine del governo - i nomi dei morti anti- fascisti e dei detenuti politici scomparvero dai giornali. Questa ricerca è risultata difficile anche sui giornali antifascisti. L’”Avanti!” del PSI pubblicò una pagina di cronaca bolognese per un certo periodo nel 1921, mentre negli anni seguenti questi avvenimenti finivano nei notiziari nazionali. Per questo censimen- to sono stati utilizzati parzialmente i quotidiani “l’Unità” del PCI, “Umanità nova” della Federazione anarchica, “La Voce repubblicana” del PRI, “L’Ordine nuovo” diret- to da Antonio Gramsci, “Il Popolo” del Partito popolare italiano e “La Giustizia” il quotidiano dell’ala turatiana del PSI. Poco è stato ricavato dai settimanali antifascisti bolognesi, perché pubblicavano quasi sempre dei commenti, dando per scontate le notizie. Di grande utilità sono state due pubblicazioni: Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia, Editrice Avanti!, Milano 1922 e Fascismo e antifascismo nel bolognese (1919-1926), 8° Quaderno de “La lotta”, Bologna 1969. È stato utilizzato parzialmente, per via di numerosi errori, anche il volume di Giacomo Matteotti Un anno di dominazione fascista.

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Difficilissimo è stato il censimento degli antifascisti morti in carcere o al confino. Dalle schede personali del Casellario politico centrale - depositate all’Archivio centra- le dello stato a Roma - risulta solo che la persona biografata era deceduta, senza l’indi- cazioni delle cause. Per conoscere il numero esatto degli antifascisti militanti bolognesi perseguitati dal regime e per redigere le loro biografie, chi firma questa nota ha aperto, letto e usato le 5.613 pratiche personali - meglio note come “schede” o “biografie” - che si trovano nel Casellario politico centrale. Si tratta di un materiale di fondamentale importanza, anche se, quasi certamente, non offre un quadro completo. È noto che periodicamente erano inviate al macero le pratiche degli antifascisti deceduti, anche per cause naturali. Quante non si sa. Inoltre, queste cartelle personali - con non poche eccezioni che arrivano sino al 1963 - sono state sicuramente aggiornate sino alla fine del 1942. Poche recano notizie relative al periodo precedente il luglio 1943, quando cadde il regime. Nel Casellario, a esempio, non v’è traccia di numerosi antifascisti bolognesi arrestati nel maggio 1943, a meno che non fossero già stati fermati e schedati in precedenza. In questo caso nella cartella manca la registrazione dell’arresto del 1943. Quasi certamente l’aggiornamen- to delle cartelle fu rallentato, se non sospeso durante il periodo badogliano - 25 luglio- 8 settembre 1943 - per essere ripreso, ma a ritmo ridotto, dopo l’occupazione tedesca. Anche se non offrono un quadro completo, le 5.613 cartelle restano un campione molto vasto e sono di fondamentale importanza per comprendere la natura e l’esten- sione della repressione di massa del regime. Purtroppo, si è potuto accedere a questo fondo solo dopo l’uscita del terzo volume. Sono pertanto complete le biografie conte- nute nel quarto e quinto volume - dalla M alla Z - mentre per quelle dalla A alla L le integrazioni sono riportate nel sesto volume, l’Appendice. Dal tabulato fornito dall’Archivio centrale dello stato, dopo la computerizzazione dell’intero Casellario, sono stati ricavati questi dati relativi a cittadini nati o residenti nei comuni bolognesi: 1) 1.524 antifascisti furono schedati e biografati. Si trattava degli elementi considerati più pericolosi, che la polizia sottoponeva a continui e stretti controlli. La loro sche- da era aggiornata ogni due o tre mesi. 2) 734 sono quelli deferiti al Tribunale speciale. I condannati (ma questo dato non risulta dal tabulato) furono 384. Alcuni ebbero più condanne. 3) 513 furono assegnati al confino di polizia. Non pochi ebbero più assegnazioni, essendo stato reiterato il provvedimento amministrativo. 4) 444 antifascisti ebbero la diffida e 433 l’ammonizione. 5) 6 furono internati in campo di concentramento, in comuni del meridione, negli anni bellici. 6) 1.136 furono iscritti nelle rubriche di frontiera, con l’ordine di arresto, se si fossero presentati per rimpatriare. Il tabulato non indica il numero - ma non furono pochi

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- di quelli cui fu vietato il rientro in patria e ordinato il “respingimento” se si fosse- ro presentati alla frontiera. 7) 1.153 - durante il ventennio fascista - furono i bolognesi radiati dall’elenco dei sov- versivi, perché considerati non più pericolosi. Dal tabulato non risultano due dati molto importanti: 1) quanti bolognesi furono processati e condannati per avere insultato pubblicamente il dittatore; 2) quanti emi- grarono all’estero per sottrarsi alle persecuzioni politiche. Le cartelle residue, per rag- giungere il totale di 5.613, sono intestate ad antifascisti tenuti sotto controllo polizie- sco, anche se non erano mai stati fermati o condannati. Altre categorie che figurano nel Dizionario biografico sono: 1) i bolognesi - oltre 160 - che militarono nelle brigate internazionali e in quelle Garibaldi di Spagna durante la guerra civile del 1936-39; 2) gli ebrei, un centinaio, che furono perseguitati per la legislazione razziale del 1938 e per i provvedimenti presi dal governo della RSI, tra il 1943 e il 1945; 3) i circa 2 mila civili trucidati dai tedeschi. La parte più consistente del Dizionario biografico è rappresentata dai partigiani, patrioti e benemeriti. Per censirli, i curatori si sono serviti - nel 1975, quando è ini- ziato questo lavoro - degli elenchi compilati nel 1946 dalla commissione regionale per il riconoscimento dei partigiani e delle schede di iscrizione all’ANPI. Tra questi due fondi esistono non poche disparità, se non altro perché nel primo dovrebbero tro- varsi i nomi di tutti gli aventi diritto, mentre nel secondo quelli di coloro che si sono iscritti all’ANPI. Va aggiunto che non sono stati trovati tutti gli elenchi della com- missione regionale. Al Distretto militare si trovano le cartelle con la posizione milita- re di tutti i partigiani, ma - è noto - solo gli interessati possono avere quella persona- le. Tutto il materiale relativo ai riconoscimenti partigiani, che si trova presso i mini- steri a Roma, è stato liberalizzato solo da pochi anni e non è stato quindi consultato e, tanto meno, utilizzato. All’ANPI era ed è iscritta la stragrande maggioranza dei partigiani bolognesi, i cui nomi sono stati annotati a mano in elenchi annuali, in occasione del tesseramento. Questo almeno nel primo decennio postbellico. Se si considera che i compilatori di questi elenchi erano più portati a tenere in mano una vanga o una pinza, che non una penna, si capirà perché non pochi nomi abbiano subìto delle mutazioni radicali in que- ste continue trascrizioni. Gli elenchi della commissione regionale, inoltre, sono aggior- nati al 1946, mentre gli aventi diritto hanno avuto a disposizione quasi un ventennio per chiedere il riconoscimento della qualifica di partigiano o modifiche su riconosci- menti precedenti. Non sono stati trovati gli elenchi successivi al 1946. Mentre era in atto la collazione di questi due fondi, da una stanza “segreta” della sede dell’ANPI - all’epoca in via Rizzoli 2 - sono saltati fuori altri due fondi non meno importati dei quali si era perduta la memoria: i moduli personali che i partigiani riem- pirono subito dopo la Liberazione e le schedine personali con foto, anche queste del-

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Present

l’immediato dopoguerra. Questi documenti erano stati “nascosti” all’inizio degli anni Le decor Cinquanta, quando erano in atto pesanti persecuzioni antipartigiane. Comuni b Il lavoro di collazione dei quattro fondi è ripartito da zero e di tutti i nomi sono state chieste le doverose verifiche anagrafiche agli uffici di stato civile dei comuni indicati Bologna come luogo di nascita. Per questa verifica sono stati compilati circa 40 mila moduli. La della li stragrande maggioranza dei comuni bolognesi hanno risposto di buon grado alle richie- ste, mentre solo pochi hanno rifiutato ogni collaborazione sin dall’inizio, con i pretesti più diversi. Dopo l’approvazione della legge sulla privacy non pochi comuni hanno interrotto la collaborazione, per cui alcune biografie degli ultimi volumi hanno i dati anagrafici incompleti. Con gli elementi ricavati dai documenti ufficiali, dai giornali e dai saggi storici sono state compilate le biografie pubblicate nei volumi II, III, IV e V. Il VI, l’Appendice, contiene le biografie omesse nei volumi precedenti, le poche interamente rifatte e aggiunte o modifiche a quelle già pubblicate. In particolare le aggiunte riguar- dano le nuove notizie ricuperate dai fascicoli personali depositati nel Casellario politico centrale per le biografie dalla A alla L. Al termine del lavoro sono rimaste - come detto - 1.642 biografie dei cui titolari non è stato possibile avere alcun riscontro anagrafico. Alcuni di questi biografati non esi- stono - perché i nomi sono stati storpiati a causa delle continue trascrizioni a mano - mentre di altri i documenti potrebbero essere andati smarriti. Queste biografie - tutte brevissime e con dati incompleti - sono state pubblicate egualmente nel VI volume, a pagina 297. ***** Per la scelta delle biografie da inserire, i curatori si sono attenuti a tre criteri: 1) quelle delle persone nate nei comuni della provincia di Bologna o ivi residenti nel 1943 e che hanno operato entro i suoi confini; 2) quelle delle persone nate o residenti nel 1943 nella provincia di Bologna e che hanno operato in altre province; 3) quelle dei non bolognesi che hanno operato nella provincia di Bologna. Questa scelta operativa non è stata facile da attuare. Basti pensare alle persone nate a Bologna, dove hanno risieduto per qualche anno, e poi trasferitesi in altre città. Un’ipotesi. Un individuo che nasce a Bologna e sugli 8-10 anni si trasferisce a Milano - dove cresce, studia, lavora e si sposa - deve essere considerato bolognese o milanese? Per queste biografie i curatori hanno scelto caso per caso. La scelta più difficile è stata quella relativa a Giorgio Paglia*, nato a Bologna nel 1922 da padre bolognese e madre lombarda. Nel 1923 si trasferì in Lombardia e qui prese parte alla lotta di liberazione. Catturato dai fascisti, gli fu concessa la vita perché il padre, caduto in Etiopia nel 1937, era stato decorato di medaglia d’oro. Giorgio Paglia rifiutò la grazia, se non fosse stata concessa anche ai partigiani catturati con lui. Poiché i fascisti respinsero la richiesta, affrontò il plotone d’esecuzione.

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L’aspetto principale di questa biografia non è tanto il gesto eroico e generoso del giovane - anche quello - ma il fatto che il nonno paterno è Callisto Paglia, uno dei due firmatari del Concordato Paglia-Calda. Nel 1920, quand’era presidente dell’Asso- ciazione provinciale agricoltori, fu - sia pure attraverso l’Associazione di difesa sociale - uno dei principali finanziatori e sostenitori del Fascio di combattimento di Bologna. Anche ammettendo che fosse bolognese per nascita e lombardo per formazione, era possibile omettere la biografia di Giorgio Paglia? Il Dizionario biografico è un testo di storia, ma non per questo deve ignorare risvolti politici molto importanti e significativi come quelli che riguardano la famiglia Paglia. Anche per i non bolognesi che hanno operato a Bologna, sia pure per breve tempo, i curatori hanno deciso caso per caso. È stato incluso Giuseppe Alberganti* che, per non più di 6 mesi, è stato responsabile regionale del Triumvirato insurrezionale del PCI. Fuori è rimasto Giovanni Leone Castelli*, detto Nanni, un fascista di Foggia, che fondò “L’Assalto” nel 1920, quando prestava servizio militare a Bologna, e passò in seguito all’antifascismo. Anche se fu il fondatore del settimanale del Fascio bolognese, non ha mai avuto la residenza a Bologna e non vi è più tornato in seguito. Tra gli esclu- si va ricordato Roberto Serracchioli, fucilato dai fascisti il 7.8.1944 a Rovereto sulla Secchia (MO), che negli anni prebellici e bellici, quando studiava all’università di Bologna, fece parte del gruppo Ragghianti svolgendovi un ruolo attivo. La biografia è stata omessa perché nato a Parigi e residente a Mirandola (MO) nel 1943. Più facile la decisione per le biografie delle persone nate occasionalmente a Bologna, dove non hanno mai abitato, perché i genitori non erano bolognesi. Sono state quasi tutte escluse. Più complicata è stata la scelta per le persone non di Bologna, ma uccise dai nazi-fascisti in questo o quel comune della provincia dove erano finite casual- mente. Un esempio. Nell’estate 1944 i tedeschi rastrellarono in Toscana migliaia di perso- ne e le trasferirono nel Bolognese dove furono addette - dopo essere state detenute nelle Caserme rosse a Corticella - ai lavori di costruzione di opere militari e, in parti- colare, della Linea Gotica. Non poche di queste furono fucilate o persero la vita in varie circostanze. Questi martiri possono figurare nel dizionario dell’antifascismo bologne- se? Sia pure con rammarico, sono stati esclusi quasi tutti. Un interrogativo analogo i curatori si sono posti per i numerosi partigiani modene- si - cioè nati e residenti nel Modenese e militanti in brigate di quella provincia - che furono portati a Bologna nell’inverno 1944-45 per essere fucilati e inumati nelle fosse comuni di S. Ruffillo. Anche questi sono stati quasi tutti esclusi. Un problema di non facile soluzione è stato quello dei partigiani bolognesi che hanno operato in brigate di altre province, come la Nannetti di Belluno e la 7a Modena, o dei partigiani romagnoli, in particolare di Ravenna, che hanno militato nella 36a brigata Bianconcini e nella brigata SAP di Imola. Questi partigiani devono essere inclusi nel Dizionario biografico in base al terzo punto dei criteri adottati - e

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sono stati inclusi - ma, contemporaneamente, potrebbero figurare in dizionari analo- ghi, fatti nelle città dove risiedono, con il risultato, del tutto involontario, di gonfia- re gli elenchi dei patrioti. Lo stesso discorso vale per i partigiani del distaccamento di Sambuca Pistoiese della brigata Toni Matteotti Montagna nati o residenti in provincia di Pistoia. Sono stati inse- riti perché militarono in una brigata bolognese, anche se sono rimasti sempre nella loro provincia e non hanno mai messo piede - se non occasionalmente - in quella di Bologna. Sono pure stati inclusi i nomi dei partigiani del comune di Crevalcore che hanno ope- rato in brigate della provincia di Modena e quelli di partigiani di brigate modenesi e romagnole nati nel Bolognese, ma che hanno operato fuori dai confini della nostra pro- vincia. Anche se questi partigiani potrebbero figurare in dizionari analoghi al nostro, sono stati inclusi perché bolognesi di nascita. Sono stati esclusi quasi tutti i partigiani - a meno che non fossero nati o residenti nel Bolognese - che hanno militato in brigate di altre province, ma che hanno operato nel Bolognese. Il caso più significativo è quello della divisione Modena Armando, coman- data da Mario Ricci “Armando”, che nel settembre-ottobre 1944 si spostò dalla pro- vincia di Modena a quella di Bologna, occupò la zona tra Porretta Terme e Lizzano in Belvedere e restò in linea sino all’aprile. Di questa divisione, i curatori hanno preso in considerazione solo la 7a brigata Modena perché composta prevalentemente di bolo- gnesi e perché inquadrata, successivamente, nella divisione Bologna montagna Lupo. Vi sono state anche alcune brigate della Toscana che, sia pure per breve tempo, hanno operato nel Bolognese, come la Bozzi. Sia questa sia le altre della divisione Modena Armando sono state ignorate, anche se è stato fatto il tentativo di ricuperare i partigia- ni di quelle formazioni nati o residenti nel Bolognese. Inutile dire che questo criterio di scelta ha provocato spiacevoli omissioni. I cura- tori non hanno avuto dubbi quando hanno escluso partigiani di altre città trasferitisi a Bologna dopo la Liberazione. Il caso più emblematico è quello della Medaglia d’oro Gastone Piccinini vissuto a Bologna per quasi un cinquantennio e qui morto. Non si poteva fare diversamente, anche se era divenuto un bolognese autentico. Un’altra non piccola difficoltà i curatori hanno dovuto superare per le biografie dei partigiani nati in un comune bolognese, il quale è stato aggregato, in seguito, ad altra provincia. Ma è avvenuto anche il contrario. Castelfranco Emilia, che ha sempre fatto parte del Bolognese e dove si parla il dialetto bolognese, nel 1929 fu aggregato alla pro- vincia di Modena. I curatori hanno deciso di biografare solo quegli antifascisti che hanno avuto rapporti con Bologna, anche dopo essere divenuti modenesi. Per questa ragione è stata messa la sigla BO nei dati anagrafici delle persone nate prima della ces- sione del comune alla provincia di Modena. È così successo che molti antifascisti e par- tigiani, che avrebbero potuto figurare nel Dizionario biografico perché nati bolognesi, sono stati esclusi perché divenuti modenesi. Un analogo discorso va fatto per Pieve di Cento, un comune ferrarese divenuto

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bolognese nel 1929. Con la differenza che qui sono stati ereditati - se così si può dire - degli antifascisti e dei partigiani nati ferraresi, ma divenuti bolognesi. Resta il problema dei bolognesi che abitavano nei comuni confinanti con altre pro- vince. È noto che in questi comuni di “frontiera” vi è sempre stato un grande movi- mento, con flussi migratori poco studiati, ma di notevole dimensione. Da un esame campione è stato accertato che molti bolognesi trasferitisi in altre pro- vince - non importa se per breve periodo o permanentemente - hanno preso parte alla lotta di liberazione in brigate non bolognesi. Il fenomeno riguarda, in modo particola- re, le province di Modena e Ravenna e meno quelle di Ferrara e Pistoia. Per avere la misura esatta del fenomeno e ricuperare i nomi di tutti i bolognesi per nascita - anche se nel 1943 risiedevano altrove - si sarebbero dovuti esaminare gli elenchi dei partigia- ni delle quattro province interessate. Questo lavoro non è stato possibile farlo. Di questi partigiani sono stati ricuperati i nomi e le biografie di quelli che, dopo la Liberazione, si sono ritrasferiti nella provincia d’origine e si sono iscritti all’ANPI di Bologna. Degli altri e di quelli che, dopo il rientro nel Bolognese, non si sono iscritti all’ANPI non si sa nulla. Molto più difficile il ricupero dei partigiani bolognesi che hanno operato nelle altre regioni, dove risiedevano prima della Resistenza e dove hanno continuato a risiedere anche dopo. Pure problematico il ricupero dei partigiani che occasionalmente hanno operato in queste regioni, pur abitando a Bologna, dove sono rientrati dopo la guerra. Di questi si sa poco perché il certificato di riconoscimento partigiano si trova nelle pro- vince dove hanno operato. Per avere queste informazioni i curatori avrebbero dovuto chiedere alle sezioni dell’ANPI di tutte le città italiane di espungere dai loro elenchi i nomi dei bolognesi. Anche questo lavoro non è stato possibile fare. Dei partigiani, che hanno avuto il riconoscimento in città diverse da Bologna, si conoscono i nomi di quel- li che - una volta tornati nel Bolognese - si sono iscritti all’ANPI. Restano due gruppi di partigiani la cui identificazione non è stata facile: quelli che hanno combattuto nei Balcani o in altre nazioni europee ed i militari internati in Germania dopo l’8 settembre 1943, i cosiddetti IMI. Il gruppo più consistente dei partigiani che hanno combattuto all’estero è quello dell’ex Jugoslavia, seguito da quelli di Grecia e Albania. È molto ricca la letteratura su questi militari regolari abbandonati in territorio straniero e divenuti partigiani nei reparti italiani o in quelli dei paesi che li ospitavano. Ma mancano elenchi nominativi completi. Poiché il Distretto militare non fornisce questi dati - come già detto, possono esse- re richiesti solo dall’interessato - il Dizionario biografico pubblica le biografie di quelli che si sono iscritti all’ANPI dopo il 1945. Il dottor Leo Taddia ha fornito un elenco, sia pure incompleto, dei militari che hanno preso parte alla lotta di liberazione in Jugoslavia. Non è stato facile censire i bolognesi che hanno preso parte alla lotta di liberazione

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in Francia e in Belgio. Nelle poche pubblicazioni esistenti non vi sono elenchi nomina- tivi e non sempre i nomi sono accompagnati dall’indicazione del luogo di nascita. Pochissime, pertanto, le biografie riportate. Diverso il discorso per gli IMI. La federazione di Bologna dell’Associazione ex internati ha ritenuto di non consegnare ufficialmente l’elenco dei militari bolognesi internati nei lager tedeschi, richiesto dai curatori all’inizio del lavoro. Com’è noto, que- sti militari hanno avuto la qualifica di volontari della libertà. I nominativi di questi patrioti sono contenuti nella pubblicazione I 600.000 dei lager, curata nel 1988 dalla federazione bolognese dell’ANEI. ***** Nella redazione delle biografie i curatori si sono attenuti al criterio della massima sinteticità, anche se non per tutti i biografati è stato possibile contenere la narrazione in poche righe. Molti personaggi richiedevano una trattazione che non fosse una sem- plice e sintetica elencazione dei principali episodi della loro vita. Si è trattato di una scelta - se così si può dire - che non è stata operata dai curatori, ma che si è imposta, in quanto non era oggettivamente possibile fare diversamente. Non pochi biografati tra- scendono i limiti provinciali perché hanno una dimensione nazionale. Tutte le biogra- fie terminano con la fine della guerra. Un’altra considerazione ancora va fatta, relativamente alla lunghezza delle bio- grafie. I curatori hanno esplorato i fondi noti e usato - a loro discrezione - il materia- le ricuperato. Ma non è certo che abbiano trovato e, di conseguenza, utilizzato tutto l’esistente. Resta il sospetto, se non la certezza, che quando la prefettura e la questu- ra di Bologna verseranno all’Archivio provinciale dello stato i loro materiali molte biografie dovranno essere aggiornate, se non riscritte. Quindi, la lunghezza delle bio- grafie non corrisponde all’importanza del personaggio, ma alla quantità del materia- le reperito. Le 5.613 schede depositate all’archivio di Roma sono di antifascisti che hanno subì- to condanne, assegnazioni al confino, diffide e ammonizioni. Non erano inviate a Roma - ma trattenute a Bologna, dove sono state conservate - le schede degli antifascisti cosid- detti minori, che erano attivi e controllati, ma non rappresentavano un pericolo e che, in ogni caso, non avevano subìto provvedimenti giudiziari o amministrativi. Queste schede potrebbero essere tra quelle – come detto – versate recentemente all’archivio provinciale e in fase di sistemazione. Va detto, infine, che molti personaggi che compaiono nel Dizionario biografico hanno avuto, dopo il 1945, prestigiose carriere politiche o professionali delle quali, ovviamente, non si parla. Inoltre, non va dimenticato che molti biografati hanno muta- to, nel frattempo, condizione sociale e posizione professionale e alcuni anche l’orienta- mento politico. Per questo va precisato che i partiti politici attribuiti ai biografati sono

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quelli cui aderivano prima e, in ogni caso, sino al 1945. Lo stesso vale per il titolo di studio e la professione indicati. A molti è stata attribuita la generica qualifica di antifa- scista non per scelta dei curatori, ma perché è quella che figura ufficialmente nelle sche- de del Casellario politico centrale. Quanto poi alle attribuzioni politiche fatte dalla polizia ci sarebbe da fare un lungo discorso. Per anni, soprattutto all’inizio del XX secolo, la qualifica di anarchico è stata attribuita ad elementi asociali o senza fissa dimora. A partire dagli anni Trenta quella di comunista è stata attribuita a quasi tutti gli oppositori del regime. Il caso più clamoro- so è quello di Paolo Fabbri nato a Conselice (RA), ma residente a Bologna. Fu uno dei principali esponenti del PSI e militò sempre nell’ala riformista. Nella scheda è classifi- cato comunista. Inoltre, ricevevano questa qualifica tutti coloro il cui orientamento politico non era certo. A pochi è stata assegnata la qualifica di apolitico. Il secondo inconveniente al quale i curatori hanno in parte rimediato, è quello di avere dovuto riassumere al massimo l’attività politica svolta dai biografati prima del 1919. Mentre era doveroso dare il massimo di notizie per il periodo 1919-45, i curato- ri hanno dovuto limitarsi a brevi cenni per quello precedente, anche se era indispensa- bile fare comprendere come quelle persone erano giunte alla scelta e all’impegno anti- fascista. Per le biografie dei civili massacrati dalle SS tedesche nell’eccidio di Marzabotto è stata fatta una ricerca particolare per identificare le vere vittime e le persone morte in quei giorni, ma per cause belliche diverse dalla strage. Lo scopo era di stabilire il nume- ro esatto delle vittime delle SS. All’indomani della fine della guerra sono stati inumati in fosse comuni e poi raccol- ti nei sacrari i resti di tutti i morti della zona dell’eccidio, anche se le vittime vere della strage sono quelle uccise tra il 29 settembre e il 4 ottobre 1944. La pietà popolare ha voluto che fossero onorati allo stesso modo i martiri dell’eccidio e le persone che per- sero la vita sotto i bombardamenti o che saltarono sulle mine. È pure noto che allora prevalse il concetto - giustissimo, dal punto di vista umano - di riunire in un’unica sepoltura le famiglie distrutte dalla guerra, indipendentemente dalla causa della morte dei singoli componenti. Per tutti questi caduti sono state fatte ricerche negli uffici anagrafici di Marzabotto, Monzuno, Grizzana Morandi e Vergato, i comuni maggiormente interessati. Analoga ricerca è stata fatta presso altri comuni e in particolare in quello di Bologna, perché non erano pochi i bolognesi sfollati sull’Appennino e uccisi nell’eccidio. Dopo avere escluso i nominativi delle vittime civili - la cui morte era stata provoca- ta dall’esplosione di mine, di granate o di bombe d’aereo o da malattie contratte per i disagi bellici - i curatori hanno biografato le vittime dell’eccidio e, al tempo stesso, ten- tato di ricostruire i nuclei familiari. L’eccidio di Marzabotto o di Monte Sole, come sarebbe più esatto chiamarlo, è tanto più grave se si considera che sono state distrutte intere famiglie.

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Questa ricostruzione dei nuclei familiari è stata lunga e difficile. Molti comuni, avendo avuto gli uffici distrutti, non sono stati in grado di fornire indicazioni anagrafi- che esaurienti per il periodo prebellico e bellico. Per questo, non sarà mai possibile sta- bilire con esattezza la vera causa della morte di molte vittime, il giorno e il luogo. A ciò si aggiungano gli errori materiali commessi nel dopoguerra quando sono stati ricostruiti gli uffici anagrafici. È successo - il caso è ipotetico - che in una famiglia una persona sia stata registrata come Zanini e il fratello o il padre come Zannini. Nel dopoguerra gli uffici giudiziari hanno lavorato tra mille difficoltà quando hanno dovuto rilasciare dichiarazioni di morte presunta, per consentire ai superstiti di siste- mare le vicende relative alle pensioni, agli assi ereditari e alle successioni. La maggior parte di queste dichiarazioni sono state fatte in base ad atti notori di questo o quel testi- mone, più che sui dati anagrafici. È così successo che alcune persone risultano morte in una certa data, se si leggono i documenti delle anagrafi ricostruite dopo il 1945, e in altra data in base alle testimonianze dei sopravvissuti. Nel 1994, quando il IV volume del Dizionario biografico era pronto per andare in tipografia, è stato edito il libro Marzabotto. Quanti, chi e dove, a cura del Comitato regionale per le onoranze ai Caduti di Marzabotto, nel quale sono pubblicati due elen- chi con i nomi dei cittadini uccisi dai tedeschi e delle vittime civili di guerra dei comu- ni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi. Nel volume non sono stati ricostrui- ti i nuclei familiari. Da un confronto tra i nominativi del Dizionario biografico e quelli della nuova pub- blicazione sono risultate non poche disparità, anche se i curatori del primo e del secon- do volume si sono rivolti agli stessi uffici anagrafici, per non dire che un curatore è comune a entrambe le opere. ***** La responsabilità di tutte le biografie è stata assunta collegialmente dai curatori. Sono state siglate quelle per le quali il o i curatori hanno compiuto - anche quando si tratta di poche righe - ricerche apposite e ne hanno steso il testo. Anonime sono quel- le ricavate dai vari fondi, per le quali è stato fatto un semplice lavoro di trascrizione, di correzione materiale e di completamento dei dati. In alcune biografie vi sono dei nomi con un asterisco. Ciò vuol dire che quella per- sona è stata biografata e va ricercata secondo l’ordine alfabetico. Numerose biografie recano, nell’ultima riga, l’indicazione: Testimonianza in RB1, RB2, RB3 e RB5. Con queste sigle si è voluto indicare che la persona biografata ha pub- blicato una testimonianza in uno dei quattro volumi curati da Luciano Bergonzini per conto dell’Istituto per la storia di Bologna, dal titolo La Resistenza a Bologna. Testi- monianze e documenti. In altre biografie compare l’indicazione: Intervento in Emilia-Romagna nella guerra

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di liberazione. Con questa dizione si è voluto indicare che il biografato ha fatto un inter- vento - il cui testo è stato pubblicato in uno dei quattro volumi dei quali si cita l’auto- re del saggio iniziale - al convegno tenuto a Bologna dal 2 al 5 aprile 1975, per iniziati- va della Deputazione Emilia-Romagna per la storia della Resistenza e della guerra di liberazione. Infine, in alcune biografie sono indicati i titoli dei saggi che l’interessato ha scritto sul tema specifico dell’antifascismo e della lotta di liberazione. Con queste indicazioni si è voluto completare la biografia di coloro che, dopo avere preso parte alla Resistenza o alla lotta antifascista, hanno pubblicato studi storici o ricordi personali sul fascismo e la lotta di liberazione.

[O]

Questo dizionario è stato promosso e finanziato dal Comune di Bologna e curato da due istituti di storia bolognese, tra il 1985 e il 2004. I volumi II, III, IV e V sono stati editi dall’Istituto per la storia di Bologna. Il VI dall’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “L. Bergonzini” (ISREBO), dall’Istituto per la storia di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna. Il presente volu- me, il I, ma l’ultimo a vedere la luce, è stato edito dall’ISREBO. All’inizio la direzione del dizionario è stata affidata a Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri ed Ennio Severino. Quando Severino ha lasciato il gruppo di lavoro, il suo posto è stato preso da Alessandro Albertazzi. Il II volume e il III sono opera di Albertazzi, Arbizzani e Onofri i quali hanno definito il progetto generale che oggi si conclude. Il IV, V e VI sono di Arbizzani e Onofri. Il presente volume è stato curato da Onofri. Questo dizionario ha visto la luce grazie all’apporto del dottor Edmo Albertazzi, per la parte amministrativa, e della dottoressa Lia Aquilano per il coordinamento edi- toriale. I curatori li ringraziano.

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Le decorazioni dei Comuni bolognesi

BOLOGNA

MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE (1898) Il 15.9.1898, sulla “Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia” n.214, è stato pubblicato il seguente decreto a firma del re Umberto I:

Visto il Nostro decreto in data 4 settembre 1898 con il quale venne creato un distin- tivo d’onore consistente in una medaglia d’oro per rimeritare le azioni altamente patriottiche compiute dalle città italiane nel periodo del risorgimento nazionale; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Interno, Presidente del Consiglio dei Ministri; Abbiamo decretato e decretiamo: Articolo unico. Alla città di Bologna viene concessa la medaglia d’oro, come sopra istituita, in ricom- pensa del valore dimostrato dalla cittadinanza nell’episodio militare dell’8 agosto 1848. La medaglia sarà consegnata al Sindaco di Bologna, affinché ne sia fregiato il gon- falone municipale. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Torino, addì 11 settembre 1898.

MEDAGLIA D’ORO PER L’INCREMENTO DELL’ISTRUZIONE (1899) Il 13.3.1899 il governo emise un decreto per la concessione al Comune di Bologna della medaglia d’oro per i benemeriti dell’educazione nazionale quale riconoscimento per l’incremento dato all’istruzione e all’educazione del popolo. Il 13.3 la notizia fu riportata dai giornali bolognesi e il 17.5 il sindaco diede l’annuncio in consiglio comunale.

MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE (1945) Con decreto del Presidente della Repubblica in data 2 novembre 1946 è stata con-

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cessa la medaglia d’oro al valore militare al Comune di Bologna, con la seguente moti- vazione:

Città partigiana fedele alle antiche tradizioni non volle soggiacere alla prepotenza del tedesco invasore. E col sangue purissimo di migliaia dei suoi figli migliori, con le sue case distrutte ed in epici, diuturni combattimenti sostenuti con le armi strappate al nemico, fu all’avanguardia nell’impari lotta e nell’insurrezione che, nell’alba radiosa dell’aprile 1945, portò la Patria alla riconquista della sua libertà. Settembre 1943 - aprile 1945.

MEDAGLIA D’ORO AL VALORE CIVILE (1980) Dopo il criminale attentato dinamitardo del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna, la prefettura segnalò al ministero dell’Interno - per la concessione della medaglia d’oro - l’esemplare comportamento della cittadinanza e delle istituzioni bolo- gnesi. In base a questa segnalazione, il Presidente della Repubblica - su proposta del ministero dell’Interno - in data 13 luglio 1981, ha conferito al gonfalone della città di Bologna la medaglia d’oro al valore civile con la seguente motivazione:

A seguito del criminale attentato terroristico che sconvolse duramente la città, l’inte- ra popolazione, pur emotivamente coinvolta, dava eccezionale prova di democratica fer- mezza e di coraggio civile. In una gara spontanea di solidarietà collaborava attivamente con gli organi dello stato, prodigandosi con esemplare slancio nelle operazioni di soc- corso. Contribuiva così per la tempestività e l’efficienza a salvare dalla morte numerose vite umane, suscitando il plauso e l’incondizionata ammirazione della nazione tutta.

IMOLA

MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente della Repubblica del 12 giugno 1984, registrato alla Corte dei conti il 27 luglio 1984, registro n.26 Difesa, foglio 48, è stata concessa la medaglia d’oro al valore militare per attività partigiana al Comune di Imola con la seguente motivazione:

Forte di tradizioni popolari e democratiche, dava vita, subito dopo l’8 settembre 1943, ad un attivo movimento di resistenza costituendo i primi nuclei partigiani di montagna. Nonostante perdite iniziali e dure rappresaglie nazifasciste, la popolazione dell’Imolese continuava fieramente la lotta, rivendicando, con il sangue versato anche

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dalle sue indomite donne, pace e libertà e difendendo il patrimonio agricolo e indu- striale della propria terra. Reparti della 36a brigata Garibaldi “A. Bianconcini” costituirono una continua minaccia alle spalle del nemico e, durante l’offensiva anglo-americana contro la linea gotica, cedettero agli alleati importanti posizioni strategiche. Raggiunta dalla linea del fuoco, Imola subiva, durante cinque mesi, il martirio dei bombardamenti aerei e terre- stri, delle vessazioni nemiche, delle deportazioni e dei massacri. Il 14 aprile 1945, i par- tigiani delle brigate G.A.P. e S.A.P., presidiata la città, la consegnavano agli alleati, men- tre, combattendo nei Gruppi di combattimento del nuovo Esercito italiano “Cremona” e “Folgore”, altri suoi figli continuavano la lotta fino alla liberazione dell’Italia setten- trionale. Imola, 8 settembre 1943-14 aprile 1945.

MARZABOTTO

MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in data 24 aprile 1948, è stata conferita la medaglia d’oro al valore militare al Comune di Marzabotto, con la seguen- te motivazione:

Incassata fra le scoscese rupi e le verdi boscaglie dell’antica terra etrusca, Marzabotto preferì ferro, fuoco e distruzioni piuttosto che cedere all’oppressore. Per quattordici mesi sopportò la dura prepotenza delle orde teutoniche che non riuscirono a debellare la fierezza dei suoi figli arroccati sulle aspre vette di Monte Venere e di Monte Sole sorretti dall’amore e dall’incitamento dei vecchi, delle donne e dei fanciul- li. Gli spietati massacri degli inermi giovanetti, delle fiorenti spose e dei genitori caden- ti non la domarono ed i suoi 1830 morti riposano sui monti e nelle valli a perenne moni- to alle future generazioni di quanto possa l’amore per la Patria. Marzabotto, 8 settem- bre 1943 - 1 novembre 1944.

CASALECCHIO DI RENO

MEDAGLIA D’ORO AL MERITO CIVILE Il gonfalone del Comune di Casalecchio di Reno è stato insignito di medaglia al merito civile con la seguente motivazione:

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Centro nodale delle vie di comunicazione dell’Italia settentrionale, durante l’ultimo conflitto mondiale fu sottoposto, tanto da essere definito “La Cassino del Nord”, a ben quarantuno violentissimi bombardamenti, che procurarono centinaia di vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato. La popolazione offriva altresì un’ammirevole prova di generoso spirito di solidarietà prodigandosi in soccorso dei numerosi feriti e sfollati e nel ripristino delle minime condizioni di vita della città. Splendido esempio di elette virtù civiche. E grande spirito di abnegazione. Casalecchio di Reno (BO), giugno 1944-aprile 1945.

VERGATO

MEDAGLIA D’ORO AL MERITO CIVILE Il gonfalone del Comune di Vergato è stato insignito di medaglia d’oro al merito civile con la seguente motivazione:

Situato sulla linea Gotica, durante l’ultimo conflitto mondiale, il Comune si trovò al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e un gran numero di bombardamenti da parte alleata, che provocarono numerose vit- time e la distruzione della quasi totalità dell’abitato. La popolazione offrì splendido esempio di generosità nel soccorso dei superstiti e grande spirito di solidarietà per gli sfollati.

SAN GIOVANNI IN PERSICETO

MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente della Repubblica, in data 16 novembre 1988, è stata conferita la medaglia d’argento al valore militare, per attività partigiana, al Comune di S. Giovanni in Persiceto, con la seguente motivazione:

San Giovanni in Persiceto, continuando la tradizione risorgimentale e antifascista, già nell’imminenza dell’occupazione tedesca, organizzò nuclei di resistenza. Esposta, con le sue frazioni sparse nella pianura, ai facili attacchi dei nazifascisti, anche dopo le feroci rappresaglie del tragico inverno 1944-1945, le deportazioni nei campi di stermi- nio e le rovine provocate dalla guerra, non si piegò alla prepotenza e, con le armi strap-

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pate al nemico, continuò fieramente la lotta con azioni di sabotaggio, contribuendo, infine, alla salvezza degli impianti produttivi della città dalle distruzioni degli invasori in fuga. Con il sacrificio dei suoi numerosi combattenti, con il martirio dei suoi depor- tati e caduti, pagò il prezzo della libertà. S. Giovanni in Persiceto, 8 settembre 1943 - 25 aprile 1945.

MALALBERGO

MEDAGLIA D’ARGENTO AL MERITO CIVILE Con decreto del Presidente della Repubblica, in data 23 aprile 2004, è stata confe- rita la medaglia d’argento al merito civile al Comune di Malalbergo con la seguente motivazione:

Centro strategicamente importante, durante l’ultimo conflitto mondiale, fu obietti- vo di ripetuti e violenti bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato. La popolazione offriva altresì un’ammirevole prova di spirito di solidarietà, prodigandosi in soccorso dei feriti e nel recupero delle salme. I sopravvissuti seppero affrontare, col ritorno della pace, la difficile opera di ricostruzione morale e materiale. Agosto 1944-Aprile 1945, Malalbergo (BO).

MOLINELLA

MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente della Repubblica, in data 4 gennaio 1989, è stata confe- rita la medaglia di bronzo al valore militare, per attività partigiana, al Comune di Molinella con la seguente motivazione:

La popolazione del Comune di Molinella, nota per la sua tempra morale e per la ferma e decisa opposizione alla tracotanza nazifascista, dava vita ad una lotta di Resistenza attiva e coraggiosa, dando un valido e costante sostegno alle forze partigia- ne e fornendo il suo notevole contributo di combattenti, di sangue, di sofferenza e di distruzione. Molinella, 9 settembre 1943 - 21 aprile 1945.

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MONTE SAN PIETRO

MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente della Repubblica in data 23 marzo 1995 è stata conces- sa la medaglia di bronzo al valor militare per attività partigiana al Comune di Monte S. Pietro con la seguente motivazione:

Situato in posizione particolarmente favorevole per azioni di guerriglia, sulle colli- ne che dominano la città di Bologna, il Comune di Monte S. Pietro si oppose sin dal- l’inizio al tedesco invasore impegnandone notevoli forze per operazioni di controllo del territorio e repressione. La 63a brigata partigiana, cui appartenevano molti dei suoi cit- tadini, partecipò a numerose operazioni, sorretta e protetta da tutta la popolazione, che per questa sua collaborazione sopportò persecuzioni, saccheggi e barbari eccidi. Venutosi a trovare a ridosso del fronte nemico, nell’inverno 44-45 e fino alla liberazio- ne, sostenne una impari lotta con le più agguerrite formazioni nazi-fasciste, subendo numerosi bombardamenti aerei e di artiglieria. Nell’aprile del 1945, chiamata all’insur- rezione generale, combatté con eroica determinazione fino alla completa liberazione della zona. Monte S. Pietro, febbraio 1944-aprile 1945.

ANZOLA DELL’EMILIA

CROCE DI GUERRA AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente della Repubblica del 9 maggio 1994, vistato dalla ragio- neria centrale in data 24 ottobre 1994, n.58/Varie, è stata concessa la croce di guerra al valore militare per attività partigiana al Comune di Anzola dell’Emilia con la seguente motivazione:

Custode di fiere tradizioni contadine, il Comune di Anzola dell’Emilia, durante la dittatura fascista, ha dimostrato, a costo di rappresaglie e persecuzioni, la sua volontà di riscatto dalle misere condizioni di vita cui i suoi abitanti erano costretti. Nel periodo di occupazione nazifascista, ha partecipato attivamente alla Resistenza con il concorde sostegno della sua cittadinanza, uomini e donne. Nei numerosi scontri armati, i suoi partigiani hanno dimostrato valore e sprezzo del pericolo, infliggendo al nemico perdi- te rilevanti e provocando, con ardimentosi atti di sabotaggio, scompiglio e disordine nelle sue linee di rifornimento. Elevato esempio di amore per la Patria e la libertà. Anzola dell’Emilia, 8 settembre 1943-25 aprile 1945.

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CALDERARA DI RENO

CROCE DI GUERRA AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, vistato dalla ragio- neria centrale in data 22 settembre 1994, è stata concessa la croce al valore milita- re per attività partigiana al Comune di Calderara di Reno con la seguente motiva- zione:

Comune agricolo di tradizioni antifasciste, offerse asilo e protezione a numerosi perseguitati politici durante la dittatura. Dopo l’8 settembre 1943, non esitò a sceglie- re l’opposizione armata contro l’invasore tedesco, dando un considerevole contributo alla costituzione delle formazioni partigiane della zona. Ogni casa colonica divenne punto di sicuro riferimento, grazie anche al notevole apporto delle donne nel rischioso incarico di garantire vitto, informazioni, armi e munizioni alle forze combattenti. Più volte i piani tedeschi di edificazione di opere di difesa nel suo territorio vennero osta- colati e interrotti, malgrado che molti dei suoi cittadini subissero perciò arresti, processi e deportazioni. Più volte la razzia del bestiame e del grano venne impedita dalla corag- giosa sollevazione di tutta la popolazione. Per l’elevato numero di patrioti, per le per- dite umane ed i gravi danni sofferti, Calderara di Reno pagò un elevato tributo alla libe- razione. Calderara di Reno, 8 settembre 1943 - aprile 1945.

CREVALCORE

CROCE DI GUERRA AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente della Repubblica in data 19 maggio 1995 è stata con- cessa la croce al valore militare al Comune di Crevalcore, per attività partigiana, con la seguente motivazione:

Comune di consolidate tradizioni antifasciste, offerse ripetutamente asilo e prote- zione a ricercati e perseguitati politici, rischiando persecuzioni e rappresaglie. L’8 set- tembre 1943 segnò il passaggio alla aperta opposizione al tedesco invasore, talché molti cittadini accorsero nelle fila partigiane, usufruendo del generoso appoggio della popo- lazione e del prezioso contributo delle sue donne. I suoi fucilati, i caduti in combatti- mento e nei campi di internamento, le angherie e le distruzioni subite stanno a testi- moniare le virtù della sua gente in difesa della libertà. Crevalcore, 8 settembre 1943 - 25 aprile 1945.

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SASSO MARCONI

CROCE DI GUERRA AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente della Repubblica, in data 21 febbraio 1995, è stata con- cessa la croce di guerra al valore militare per attività partigiana al Comune di Sasso Marconi, con la seguente motivazione:

Custode di gloriose tradizioni risorgimentali e garibaldine, strenuo oppositore della dittatura fascista, il Comune di Sasso Marconi, dopo l’8 settembre 1943, innalzò il ves- sillo della Resistenza armata, cui concorsero tanti dei suoi cittadini, in Italia e all’este- ro. Situato in posizione strategicamente rilevante per le forze di occupazione nazi-fasci- ste, ne subì la massiccia presenza, i soprusi, gli orrori, sempre contrastandoli con azio- ni di guerriglia urbana e campale, atti di sabotaggio e audaci propositi di cospirazione, che gli costarono lutti e distruzioni. I suoi numerosi caduti in combattimento, i fucila- ti, le donne e i bambini trucidati a Colle Ameno, Mongardino, Battedizzo, Ponte delle Lepri, costituiscono un’altra testimonianza della irriducibile volontà di Libertà della sua gente. Sasso Marconi, 8 settembre 1943 - 25 aprile 1945.

ZOLA PREDOSA

CROCE DI GUERRA AL VALORE MILITARE Con decreto del Presidente della Repubblica in data 9 maggio 1994, registrato alla Ragioneria centrale il 22 settembre 1994, è stata concessa la croce al valore militare al Comune di Zola Predosa, per attività partigiana, con la seguente motivazione:

Zola Predosa, fedele alle sue tradizioni di libertà, costituì subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 i primi gruppi partigiani del circondario, concorrendo alla nasci- ta della valorosa 63ª Brigata Garibaldi “Bolero”. Con tali unità, unitamente alle squa- dre SAP formatesi nell’ambito del comune, condusse una lotta armata che, con ardi- mentose azioni in campo aperto e ripetuti atti di sabotaggio, non dette tregua all’occu- patore nazi-fascista, impegnandone costantemente una parte considerevole delle sue forze stanziali. I numerosi cittadini caduti e feriti in combattimento, i civili trucidati per rappresaglia, le tante distruzioni provocate dalla rabbia vendicativa del nemico, testi- moniano l’apporto di sangue e di sacrificio di Zola Predosa alla causa della liberazione. Zola Predosa, 8 settembre 1943 - aprile 1945.

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Dizionario storico-politico*

del giornale fu travagliata dai gravi contra- A sti tra i gruppi anarchici e dai continui arre- sti dei dirigenti: la Rygier e Borghi subi- rono numerosi mesi di galera e Borghi, nel Agitatore, L’. Tra il 1910 e il 1920 il movi- 1911, fu costretto a riparare all’estero. Per mento anarchico bolognese - diretto da queste ed altre ragioni il giornale dovette Armando Borghi, Luigi Fabbri*, Nino spesso cambiare gerente e sospendere le Samaja*, Maria Rygier e Domenico pubblicazioni per lunghi periodi. Per qual- Zavattero - conobbe il suo momento di che tempo fu stampato a Ravenna e Forlì. maggior sviluppo. Il primo maggio 1910 Si alternarono alla gerenza Alessandro vide la luce “L’Agitatore” con il sottotitolo Galletti, Fabbri, Celso Morisi, Zavattero, “Periodico settimanale di azione rivoluzio- Borghi, Giuseppe Sartini*, Primo Masotti, naria”. Primo responsabile fu Alberto Luigi Ugo Dainesi*, Rygier, Domenico Malservisi. Era diffuso nel Bolognese e in Innocente Baldoni, Celso Venturi, Cleto Romagna, ma pubblicava corrispondenze Evaristo Marcacci*, Luigi Campomori* e da molte città italiane. I toni della polemi- Armando Sintoni. Le pubblicazioni furono ca antistatale e antimilitarista gli attirarono sospese dal gennaio all’agosto 1911, anche i fulmini della magistratura. Da un rappor- se uscirono alcuni esemplari con l’indica- to del ministero dell’Interno, del 6.2.1913, zione “Numero unico”. Riapparve, con si apprende che tra l’ottobre 1911 e quella periodicità regolare, il 21.1.1912 con il sot- data il giornale aveva fatto 46 numeri, 22 totitolo “Periodico settimanale anarchico” dei quali sequestrati, con relative denunce. e con Baldoni responsabile. Per riportare la Nulla si sa delle precedenti (ASB, GP, pace tra i militanti, Baldoni annunciò che 1913, b.1.202, cat.7, fas.1, “Anarchici”). non avrebbe pubblicato note con attacchi Oltre che dalle vicende giudiziarie, la vita personali. Ma nel giugno dovette abbando-

* Questo dizionario è stato compilato per illustrare gli avvenimenti, i partiti, i gruppi politici e i luoghi che ricor- rono nelle schede del dizionario biografico Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945). Non è, quindi, uno strumento storico generale sul fascismo, l’antifascismo, la guerra e la lotta di liberazione nel Bolognese, ma un testo a sostegno e integrazione del dizionario. Anche se non interamente, copre però largamente il ventennio più importante del XX secolo. Sono state redatte schede dettagliate per le voci bolognesi e brevi per quelle nazionali. Alcune potranno essere modificate, se non rifatte quando saranno versate all’Archivio dello stato di Bologna le carte di prefettura e questura. All’archivio bolognese esiste un vuoto che va dal 1927 ad oggi. Alcuni libri indicati nelle bibliografie hanno il solo titolo perché figurano com- pleti nella Bibliografia su fascismo, antifascismo, guerra e Resistenza nella provincia di Bologna a p.275. Per brevità, è stata omessa la bibliografia nazionale di molte schede, in particolare quelle dei partiti. La segnatura ASB, GP indica Archivio dello stato di Bologna, Gabinetto di prefettura e quella ACS Archivio centrale dello stato. Il dizionario è in Internet con la segnatura: www, iperbole, bologna, it/iperbole/isrebo.

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nare l’Italia per evitare i numerosi mandati una minoranza anarchica e comunista - si di cattura spiccati nei suoi confronti, come fece promotore di un’iniziativa per unire le gerente de “L’Agitatore” e de “L’Azione forze operaie nell’Alleanza del lavoro. sindacale”. Ripresero i contrasti tra i grup- Nelle sue intenzioni il nuovo organismo pi che culminarono con l’espulsione di avrebbe dovuto dare un indirizzo unitario Zavattero e dei suoi amici, i quali diedero e una strategia nuova alla lotta contro il vita a “La barricata”. Gli ultimi numeri del fascismo. Al convegno costitutivo - tenuto- giornale - alla cui gerenza si alternarono si a Roma dal 18 al 20.2.1922 - intervenne- Venturi, Marcacci, Rygier e Campomori - ro i rappresentanti della CGdL, dell’USI, furono caratterizzati da una violenta pole- dell’UIL, della Federazione lavoratori dei mica contro Zavattero. L’11.5.1913 uscì porti e dello SFI. Assenti la Federazione l’ultimo. [O] italiana lavoratori del mare (un sindacato B IBLIOGRAFIA. L. Bettini, Bibliografia dell’a- non aderente alla CGdL) e le organizzazio- narchismo, Firenze, CP, 1972, vol.I, tomo I, ni sindacali cattoliche. Aderirono il PSI, il p.231. PRI e gli anarchici. Il PCI aderì nel mese di marzo, su pressione dell’Internazionale Albergo di Cortecchio. L’Albergo di comunista. All’interno dell’Alleanza furo- Cortecchio, (Palazzuolo sul Senio - FI), era no trasferite e sommate le direttive, le con- un casolare semidiroccato posto nel fianco traddizioni e le debolezze dei vari sindaca- nord-est del Monte Faggiola, al confine tra ti. Vana fu la ricerca di una strategia unica. Emilia-Romagna e Toscana. Nel gennaio I socialisti riformisti - in maggioranza 1944 ospitò un gruppo di partigiani bolo- all’interno del nuovo organismo - avrebbe- gnesi, imolesi e faentini guidato da ro voluto dare all’Alleanza un indirizzo Giovanni Nardi* e Luigi Tinti*. Erano una simile a quello della CGdL: netta opposi- ventina, male armati e peggio equipaggiati. zione al fascismo, senza arrivare ad uno Il 20.2.1944 un centinaio di fascisti - nono- scontro diretto, essendo compito del stante l’alto strato di neve - attaccarono governo la difesa dell’ordinamento demo- l’Albergo. I partigiani - mentre Nardi era in cratico e costituzionale. Gli anarchici missione ad Imola per incontrarsi con il erano per l’azione diretta delle masse, ma CLN - opposero una debole resistenza e si spontanea e non organizzata. Ai comunisti sbandarono. Dante Cassani* e Libero - ancora ancorati alla teoria bordighia- Zauli* furono uccisi. Germano Giovan- na dei «due fronti» - interessava eliminare nini* e Rossano Mazza* restarono feriti e i socialisti dalla guida del sindacato. Il furono catturati. Nello scontro restò ucciso programma dell’Alleanza, approvato il comandante della colonna fascista. I par- l’8.3.1922, prevedeva: 1) ripristino comple- tigiani superstiti si aggregarono alle forma- to delle libertà politiche e sindacali; 2) dife- zioni partigiane in fase di costituzione su sa delle 8 ore di lavoro; 3) mantenimento o Monte Falterona. Qualche tempo dopo, riconquista dei livelli salariali e normativi quando le formazioni del Falterona furono già acquisiti e minacciati dai fascisti. La disperse dai tedeschi, gli imolesi tornarono situazione politico-sindacale precipitò nel- nella zona di Monte Faggiola e diedero vita l’estate con l’occupazione di Ravenna, da quella che sarà chiamata la 36a brg parte dei fascisti, e la distruzione di nume- Bianconcini Garibaldi. [O] rose sedi sindacali e cooperative; la distru- B IBLIOGRAFIA. Vedi: 36a brg Bianconcini zione della CCdL di Cremona; i gravi inci- Garibaldi. denti provocati dai fascisti a Novara, Macerata e Ancona; l’eccidio di lavoratori Alleanza del lavoro. All’inizio del 1922 lo a Minervino Murge (BA). Per arginare SFI - il sindacato dei ferrovieri, autonomo l’ondata di violenze, l’Alleanza promosse dalla CGdL, ma diretto da una maggioran- uno “sciopero legalitario” per l’1.8.1922. za socialista, alla quale si contrapponeva Nonostante la larga partecipazione popola-

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re, la giornata di lotta fallì perché i fascisti 10.1.1944 l’AMG e l’ACC si fusero e il - sostenuti dalle forze di polizia - organiz- primo divenne una sezione dell’altra. A zarono contromanifestazioni armate. Molti quest’organismo si affiancarono altri di lavoratori furono uccisi, feriti e bastonati. minore importanza come l’ACI (Advisory Dopo lo sciopero, l’ultima grande manife- council for ), nel quale erano rappre- stazione antifascista prima della “marcia su sentate le nazioni alleate i cui militari com- Roma”, l’Alleanza si sciolse. A Bologna, il battevano in Italia. Con la fine della guerra tranviere Anselmo Naldi* fu ucciso a colpi questi organismi persero ogni funzione. A di pistola. Numerosi gli atti di violenza Bologna cessarono di operare il 4.8.1945, compiuti dai fascisti in città e nei centri quando i poteri passarono alle autorità ita- della provincia. [O] liane. Restò in funzione l’ACC che cessò il 15.9.1947, con l’entrata in vigore del tratta- Allied labour force partisans, (ALF parti- to di pace. [O] sans). Era uno dei numerosi servizi specia- B IBLIOGRAFIA. F. Parri, Il movimento di libe- li della 5a Armata americana che operava- razione e gli alleati, in “Il Movimento di no sul fronte italiano. Fu istituito nel liberazione in Italia”, n.1, 1949, pp.7-24; P. novembre 1944 per la manutenzione delle Secchia, F. Frassati, La Resistenza e gli strade che dalla Toscana portavano al fron- alleati, Milano, Feltrinelli, 1962, pp.483; te appenninico. Furono impiegati i parti- Resoconto delle attività svolte dal Governo giani che avevano attraversato la linea del militare alleato e dalla Commissione alleata fronte e che gli alleati non intendevano di controllo in Italia, a cura di L. Mercuri, riorganizzare e utilizzare sulla linea del “Quaderni della FIAP”, n.17, Roma, 1975, fronte, come unità combattenti. In seguito pp.115; C.R.S. Harris, Allied military admi- l’ALF assunse altri compiti, in particolare nistration of Italy, 1943-1945, London, di carattere informativo. I partigiani bolo- 1975, pp.XVI+497; L. Mercuri, 1943- gnesi inquadrati nell’ALF furono circa 1945, Gli Alleati e l’Italia, Napoli, ESI, 200. [O] 1975, pp.397; D.W. Ellwood, L’alleato B IBLIOGRAFIA. Vedi: Allied military govern- nemico. La politica dell’occupazione anglo- ment occupied territory. americana in Italia, 1943-1946, Milano, Feltrinelli, 1977, pp.454. Allied military government occupied terri- tory, (AMGOT o AMG). Era il governo Amico, L’, del povero. Quando il periodi- militare alleato che doveva amministrare le co socialista “Il Risveglio” cessò di uscire, il province italiane liberate dalla 5a Armata suo posto fu preso da “L’Amico del pove- americana e dall’VIII armata inglese. Fu ro”, fondato da Arturo D’Arco ed Ugo istituito il 10.7.1943, dopo lo sbarco in Lenzi*. Aveva il sottotitolo “Organo socia- Sicilia. L’AMGOT dovette modificare lista della provincia di Bologna”. Iniziò le quasi subito nome e compiti perché l’Italia pubblicazioni con periodicità settimanale il - prima con la firma dell’armistizio con gli 15.5.1897, diretto da Lenzi. Cessò il anglo-americani (quello corto dell’8.9.1943 23.4.1898. [O] e quello lungo del 29.9.1943) e poi con la dichiarazione di guerra alla Germania, il Amministrazione tedesca in Italia. Dopo 13.10.1943 - da paese occupato divenne avere invaso l’Italia, il governo nazista alleato. Da AMGOT divenne AMG impose un regime d’occupazione organiz- (Allied military government) al quale si zato su più livelli, per controllare un «terri- affiancò l’ACC (Allied control commis- torio di guerra» soggetto alla legge bellica sion). L’ACC doveva controllare l’applica- tedesca. Il primo livello era quello militare zione delle clausole armistiziali, mentre per la conduzione della guerra. Il secondo, l’AMG, appena possibile, trasferiva al diretto dall’ambasciatore tedesco, quello governo italiano i territori liberati. Il politico; il terzo, dipendente dalle SS, quel-

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lo poliziesco. A questa struttura politico- Amnistia. È un atto di clemenza che estin- militare ne fu affiancata una seconda di gue l’azione penale o la pena se già com- natura amministrativa, con il compito di minata. Durante il regime fascista furo- fare avere alla Germania il «contributo di no concesse sette amnistie. Quella del guerra italiano», in base all’accordo stipu- 22.11.1922 rimise in libertà centinaia di lato il 21.10.1943 tra il governo tedesco e fascisti in carcere per gravi reati politici. quello collaborazionista della RSI. In prati- L’amnistia del 31.7.1925 rimise in libertà ca, l’accordo sanciva la spogliazione dell’e- gli assassini di Matteotti. La terza fu con- conomia italiana da parte degli invasori ai cessa l’1.1.1931 per il matrimonio del prin- quali si doveva consegnare parte della pro- cipe ereditario. Il 5.11.1932, in occasione duzione industriale e agricola e oltre un del decennale del regime, l’amnistia resti- milione di lavoratori. [O] tuì la libertà a migliaia d’antifascisti con- B IBLIOGRAFIA. E. Collotti, L’amministra- dannati dal Tribunale speciale o confinati zione tedesca dell’Italia occupata, 1943- nelle isole. Molto limitate quelle del 1945, Studio e documenti, Milano, Lerici, 25.9.1934, in occasione della nascita della 1963, pp.607; E. Collotti, L’organizzazione principessa Maria Pia di Savoia, e del amministrativa ed economica tedesca 15.2.1937 per la nascita del principe dell’Italia occupata, Roma, 1964, pp.64; E. Vittorio Emanuele. Molto limitata anche Collotti, L’occupazione tedesca nelle carte l’ultima del 17.10.1942, per il ventennale dell’amministrazione militare (ottobre del regime. [O] 1943-settembre 1944), in: P. Alberghi, Partiti politici e CLN, Bari, De Donato, Amola del Piano, Rastrellamenti di. 1975, pp.351-428; R. Lazzero, Il sacco Amola del Piano è una frazione di S. d’Italia. Razzie e stragi tedesche nella repub- Giovanni in Persiceto, da non confondere blica di Salò, Milano, Mondadori, 1994, con Amola del Monte, una frazione di pp.378; L. Klinkhammer, L’occupazione Monte S. Pietro. Nella zona operava un btg tedesca in Italia: 1943-1945, Torino, Bollati della 63a brg Bolero Garibaldi. Tra i parti- Boringhieri, 1993, pp.XIII+676. giani di questo btg vi erano 2 tedeschi disertori: Hans e Fritz o Fred. Il 4.12.1944 Ammonizione. Con le «Leggi speciali per Hans tornò al suo comando e rivelò l’ubi- la difesa dello Stato», del 6.11.1926, il regi- cazione delle basi partigiane. Nella notte me fascista estese l’istituto dell’ammonizio- tra il 4 e il 5 reparti delle SS tedesche e ne ai politici, mentre in precedenza era paracadutisti della div Goering - guidati da riservato ai pregiudicati comuni. Il provve- fascisti locali - circondarono l’abitato dimento fu perfezionato con il nuovo testo d’Amola e rastrellarono circa 300 persone. delle leggi di PS del 18.6.1931. Per motivi Alcuni fermati furono rinchiusi nella chie- politici potevano essere ammonite «le per- sa d’Amola e torturati. Altri furono trasfe- sone designate dalla pubblica voce come riti a S. Agata Bolognese e fatti sfilare per pericolose socialmente per gli ordinamenti le strade del paese, sotto la minaccia delle politici dello Stato». L’ammonizione dura- armi. Dopo i riconoscimenti personali, fatti va 2 anni ed era comminata dalla da Hans e Fritz, furono trattenute 40 per- Commissione provinciale. Gli ammoniti sone, trasferite prima nella caserma dei dovevano rincasare prima delle ore 20 e carabinieri di S. Giovanni in Persiceto e uscire dopo le 7 del mattino. Due volte la quindi nelle carceri di S. Giovanni in settimana avevano l’obbligo di presentarsi Monte (Bologna). Il 14.12.1944 alcuni fer- ad un posto di polizia e non potevano mati d’Amola e altri detenuti furono trasfe- «trattenersi abitualmente nelle osterie, bet- riti a piedi - scortati da soldati tedeschi - a tole o in case di prostituzione». Durante il Sabbiuno del Monte a Paderno, una frazio- ventennio fascista 433 bolognesi ebbero ne collinare di Bologna, distante circa 4 l’ammonizione. [O] chilometri dal centro storico, da non con-

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fondere con Sabbiuno di Piano, una frazio- Ettore Cuzzani*, Alceste De Ambris, ne di Castel Maggiore, dove i fascisti hanno Giuseppe Donati, Arturo Giuseppe Fa- compiuto una strage il 14.10.1944. Una sciolo detto Benedetto, Giulio Armando volta giunti a Paderno, i detenuti furono Grimaldi, Adelmo Pedrini*, Mario Pi- rinchiusi in una casa colonica, dalla quale stocchi, Massimo Rocca, Cesare Rossi, uscirono a piccoli gruppi. Furono portati Aldo Salerno, Gaetano Salvemini, Fran- su un dirupo, uccisi con un colpo alla nuca cesco Scozzese Ciccotti e Ubaldo Triaca. e fatti rotolare nei calanchi sottostanti. 12 Cuzzani e Pedrini erano due anarchici altri rastrellati d’Amola furono inviati nel bolognesi. La “Gazzetta” del 2.12.1932, campo di concentramento di Bolzano e n.278, pubblicò il decreto n.1.510 del successivamente in quello di Mauthausen 17.11.1932. Il documento, dopo avere (Austria). Il 23.12.1944 un terzo gruppo fu richiamato i decreti relativi alla revoca massacrato a Sabbiuno, mentre altri furono della cittadinanza emessi nel 1926, recitava uccisi a S. Ruffillo. Il 7.12.1944 ad Amola testualmente: «I Nostri decreti predetti fu fatto un secondo rastrellamento. Le sono revocati a tutti gli effetti». Il governo circa 50 persone fermate finirono quasi fascista non motivò la decisione di revoca- tutte a Mauthausen. Dei circa 100 rastrella- re i decreti del 1926. Nel decreto di ti di Amola, 37 persero la vita. Quelli pas- Cuzzani si legge che a Tolosa, sul giornale sati per le armi furono 29. Gli altri moriro- “Il Mezzogiorno”, aveva «in una serie di no nei lager. Il 18.6.1948 i fascisti Ugo articoli, firmati con lo pseudonimo di Lambertini e Rino Mingozzi furono pro- “Cadetto di Guascogna”, esercitato una cessati e condannati a 30 e 12 anni, per violenta, calunniosa campagna contro il avere collaborato con i tedeschi nei rastrel- Governo Nazionale e le patrie istituzioni, lamenti di Amola. [O] dipingendo la nostra situazione coi colori B IBLIOGRAFIA. A. Belletti, Dai monti alle più foschi, facendo le insinuazioni più risaie; A. Preti, Sabbiuno di Paderno. orrende, con gran detrimento del nostro Dicembre 1944; A. Gasiani, Finché avrò buon nome, e con offese al nostro senti- voce. mento nazionale». In quello di Pedrini si legge che in Francia «divenne uno dei più Antifascisti privati della cittadinanza. Per attivi esponenti della campagna antinazio- stroncare l’attività dei partiti democratici nale, sia come redattore del giornale edito che si erano riorganizzati in esilio - in a Tolosa “Il Mezzogiorno”, famigerato per Francia, in modo particolare - nel 1926 il la sua intonazione violenta e sistematica- governo fascista decise di privare della cit- mente denigratrice dell’Italia, sia in pubbli- tadinanza alcuni tra gli esponenti più auto- ci comizi, come quelli tenuti il 7 marzo u.s. revoli del mondo antifascista. Con decreto a Tolosa ed il 30 maggio 1926 a Muret, nei del 26.3.1926 fu «inflitta la perdita della quali lanciò le più volgari contumelie con- cittadinanza italiana con la confisca dei tro il Regime nazionale dipingendolo, beni eventualmente posseduti» a Vincenzo all’occhio dello straniero, come un perico- Vacirca, Angelo Tonello e Francesco Frola. lo per la pace europea, incitando i governi Vacirca era un militante del PSI nato in democratici di Francia e degli altri stati ad Sicilia ed eletto deputato nel 1919 a unirsi per combatterlo ad oltranza, eccitan- Bologna. Tonello era un maestro elementa- do i contadini italiani, che sono in gran re veneto, pure lui iscritto al PSI, che aveva numero emigrati nel mezzogiorno della svolto un’intensa attività politica a Bologna Francia, a diffidare dell’assistenza delle nel primo ventennio del 1900. Con decreti nostra autorità consolari, gettando sempre del 30.9.1926, pubblicati sulla “Gazzetta il sospetto e il discredito sulle nostre istitu- ufficiale del Regno d’Italia”, n.243 del zioni». [O] 19.10.1926, la cittadinanza fu revocata, con la confisca dei beni, ad Emilio Carlo Bazzi, Architrave. Dal dicembre 1940 al giugno

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1943 il GUF di Bologna pubblicò il perio- del PNF. Invano Mazzetti si difese scriven- dico “Architrave”. Sottotitolo: “Mensile di do che parlare di simili problemi non vole- politica letteratura e arte”. Ha la fama di va dire «frangere l’ortodossia e la discipli- essere stato un giornale della fronda al regi- na». Nell’agosto 1941 l’intera redazione - me. In realtà, gli studenti che vi scrissero meno Reverberi Riva, nominato direttore - non erano né si sentivano oppositori della fu destituita. Gli furono affiancati Gaetano dittatura. Questo inizialmente. Molti rite- Gardini detto Nino e Vincenzo Bassoli, nevano che le insufficienze e gli errori del due universitari provenienti da “L’Assal- regime fascista non fossero del sistema, ma to”. Anche se apparve subito evidente la nel sistema. Per questo, a loro parere, svolta, sia pure in direzione della «rivolu- occorrevano modifiche interne, aggiusta- zione integrale», nel giornale continuarono menti di tiro e sostituzione di uomini per ad apparire articoli che invocavano «uomi- ricuperare - ammesso che fosse esistita - l’i- ni nuovi, onesti e competenti» o scritti a niziale purezza rivoluzionaria fascista cor- sostegno della linea corporativa di sinistra. rotta o andata perduta a causa dell’operato Per questo fu rinnovata nella primavera di taluni gerarchi incapaci o corrotti. Fu la 1942. Pio Marsilli* divenne nuovo diretto- grande illusione, finita in tragedia, della re, con Vittorio E. Chesi* condirettore e generazione nata e cresciuta sotto il fasci- Gardini vice. Filippo Stefani fu il nuovo smo. Il giornale vide la luce l’1.12.1940, sei redattore capo e Alighiero Morgagni il mesi dopo l’entrata in guerra dell’Italia. Gli segretario di redazione. Nonostante le studenti universitari - molti dei quali scri- aspettative delle gerarchie del regime, la vevano su “L’Assalto”, il settimanale della nuova redazione fu frondista. Francesco federazione bolognese del PNF - da tempo Arcangeli*, membro della redazione, ha avevano espresso il desiderio di avere un scritto che, in quel periodo, il giornale fu giornale autonomo. Direttore era Tullio «modestamente ma decisamente antifasci- Pacchioni, il segretario del GUF; responsa- sta».Dopo una lunga serie di contestazioni bile Romolo Vigna; condirettore Roberto e richiami, nell’autunno 1942 Marsilli e Mazzetti; vice direttori Umberto Reverberi Chesi furono destituiti e sottoposti a un Riva e Umberto Righi*; redattore capo processo interno, condotto a Roma, nella Agostino Bignardi. Mazzetti non era stu- sede del PNF, dal vice segretario nazionale. dente, ma professore di scuola media, noto Non avendo sconfessato la linea politica, per la sua posizione di fascista corporativi- né accettato di pubblicare un numero spe- sta di sinistra. Era l’unico che non vestisse ciale, per l’anniversario della “marcia su la divisa militare. Per questo il giornale fu Roma”, furono arrestati e assegnati al con- affidato a lui. Sin dal primo numero - come fino di polizia per 3 anni. Il provvedimen- risulta dall’editoriale di Mazzetti - to non ebbe seguito. Volendo dare una “Architrave” fu decisamente fascista e svolta alla gestione del giornale, i gerarchi sostenitore della guerra, vista come mezzo della federazione bolognese lo affidarono a necessario per purificare il regime e tra- due universitari reduci dal fronte russo. sformare l’incompiuta rivoluzione fascista Eugenio Facchini, il direttore, e il vice in rivoluzione sociale. Mentre Mazzetti Massimo Rendina* erano stati mandati in preconizzava un’alleanza tra Italia, guerra per punizione. Il primo per una Germania e URSS per realizzare «la socie- serie di articoli molto critici, pubblicati tà del lavoro», Gianni Guizzardi scrisse durante la prima gestione del giornale; il che la guerra era una «forma di rivoluzione secondo perché si era azzuffato con ufficia- sociale». Queste posizioni politiche, ma li tedeschi. Redattore capo era Giovanni soprattutto le critiche rivolte a vecchi Tonelli. Contrariamente alle aspettative, i gerarchi, rimasti a casa dopo avere predi- due reduci non scrissero a favore della cato la guerra, non piacquero alla federa- guerra, ma contro. La tragica esperienza zione bolognese e alla segreteria nazionale bellica vissuta nelle pianure russe - analoga

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a quella dei giovani che avevano combattu- della goliardia bolognese dall’orbace alla to su altri fronti - aveva maturato in loro la contestazione, pp.75-81. Su “Emilia”, dal piena consapevolezza che la guerra fosse, a n.22 del 1953 al n.29 del 1954, apparvero un tempo, ingiusta e perduta. Scrisse saggi su “Architrave” di Renzi, Nereo Rendina: «Oramai la retorica illusione di Battello, Guido Neri, Chesi, Giuseppe una vittoria facile e di una guerra lampo è Pardieri, Gaetano Arcangeli, Bassoli, sprofondata nell’abisso del passato». La Fiorenzo Forti, Nino Gardini, Pompilio nostra «è sempre stata, sin dal primo colpo Mandelli, Enrico Nobis. Tesi di laurea uni- di cannone, una guerra difensiva», anche versità di Bologna: C. Gazzotti, “Archi- se «Ora soltanto il conflitto appare defini- trave” mensile di politica, letteratura e arte, tivamente difensivo nella sua intima essen- Bologna 1940-1943, anno 1978-79, relatore za e si trasmuta in una lotta integrale, asso- prof. G.P. Zucchini; R. Savriè, Aspetti della luta, di vita e di morte, estranea ad ogni fronda fascista attraverso due giornali bolo- altro pensiero che non sia sopravvivere alla gnesi: L’Assalto e Architrave, 1939-1943, distruzione di tutto il mondo». Il giornale anno 1975-1976, relatore prof. E. Collotti. cessò le pubblicazioni nel luglio 1943, con Testimonianze di A. Rinaldi (p.228), F. la fine della dittatura. Redattori e collabo- Arcangeli (p.295), R. Zangrandi (p.298) e ratori ebbero destini diversi. Pacchioni e P. Fortunati (p.310) in RB1. Guizzardi caddero al fronte. Righi fu pas- sato per le armi in un lager tedesco, mentre Ardimento, L’. L’1.1.1945 nella tipografia era internato, dopo essere stato fatto pri- clandestina del PCI di Bologna fu stampa- gioniero in Grecia. Ferruccio Terzi* e to il giornale clandestino “L’Ardimento”. Giorgio Chierici* furono fucilati dai fasci- Aveva il sottotitolo “Organo della 7a sti perché partigiani. Luigi Giovannini*, Brigata Garibaldi GAP (Gianni) Bologna”. partigiano, cadde combattendo contro i Restò numero unico. [O] tedeschi. Bassoli, Chesi, Paolo Fortunati*, B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I Marsilli, Rendina, Guido Rossi e Rito giornali bolognesi della Resistenza, pp.242- Valla* militarono nelle file della Resistenza. 4. I testi sono in RB2 pp.983-7. Gardini e Renzo Renzi, caduti prigionieri in Grecia, finirono in un lager nazista, Arditi del popolo. Quello degli Arditi del dopo avere rifiutato l’adesione alla RSI. popolo fu un movimento spontaneo antifa- Facchini aderì alla RSI. Divenuto federale scista nato nella primavera del 1921, al di di Bologna, fu giustiziato dai partigiani il fuori dei partiti. Il primo nucleo sorse a 26.1.1944. [O] Roma nel giugno, ad iniziativa di ex arditi B IBLIOGRAFIA. R. Renzi, Rapporto di un ex di guerra, i quali intendevano opporsi con balilla, in Dall’Arcadia a Peschiera, Bari, la forza alla violenza fascista. Furono costi- Laterza, 1954, pp.99-137; F. Arcangeli, I tuite squadre armate nella capitale e in giovani durante il fascismo, in Storia del- altre città. A questo movimento aderirono l’antifascismo italiano, p.119; N.S. Onofri, in seguito il PSI, il PCI e il movimento I giornali bolognesi nel ventennio fascista; anarchico, ma non il PRI. Le formazioni M. Addis Saba, Gioventù italiana del armate degli Arditi ebbero ovunque un Littorio. La stampa dei giovani nella guerra carattere ibrido, perché vi confluirono ele- fascista, Milano, Feltrinelli, 1973, pp.269; menti diversi, con varie se non opposte A. Andreoli, L. Avellini, A. Battistini, C. esperienze politiche alle spalle, anche se, in Bragaglia, M. Ermilli, E. Raimondi, Crisi prevalenza, erano anarchici e repubblicani. della cultura e dialettica delle idee; N. Pochi i socialisti e meno i comunisti. Gardini, Tecniche della fronda (e censura) Numerosi gli elementi, quasi tutti ex arditi della rivolta studentesca sotto il fascismo, in di guerra, che passarono al fascismo. “Bologna incontri”, n.12, 1978; N.S. Soprattutto a Roma, molti erano informa- Onofri, La tragedia di “Architrave” in Storia tori della polizia. In alcune città, ma si trat-

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tò di casi isolati, queste formazioni furono Guglielmo Ferri* 10 mesi; Sigiberto Fogli* promosse da uomini della sinistra socialista 6 mesi; Francesco Lattuga* un anno; e comunista, come a Parma e Vercelli. Il Edmondo Lelli* un anno, 4 mesi e 20 gior- PSI e il PCI si dissociarono sin dall’inizio. ni; Marcello Martini* un anno, 11 mesi e Il 18.2.1921 la direzione del PCI inviò alle 20 giorni; Gaetano Molinari* 8 mesi e 10 federazioni una circolare con l’oggetto giorni; Augusto Parazza* 10 mesi; Teodoro «Scopi e fini delle Guardie rosse» per Stefanini* un anno e 8 mesi; Antonio ricordare (come ribadì in una circolare del Tomba* 10 mesi; Carlo Tomba* un anno; 25.2) che i comunisti dovevano militare Primo Tubertini* 10 mesi; Giovanni nelle squadre armate del partito (Il primo Vaccari* 5 mesi; Mario Valvassori, assolto; anno di vita del Partito Comunista d’Italia, Mario Venturi* 10 mesi; Ettore Zarotti* 8 Milano, 1966, pp.18 e 20). Il 15.7.1921, mesi e 10 giorni. Il 25.7.1922 furono pro- nella circolare «Inquadramento delle forze cessati Rabitti e Vittorio Donini* e con- comuniste», la direzione del PCI scrisse: dannati a 1 anno e 3 mesi. (Corte Assise di «L’inquadramento militare proletario, Bologna. 1922-1923, p.82). [O] essendo l’estrema e più delicata forma B IBLIOGRAFIA. A. Ceste, G. Torri, La storia d’organizzazione della lotta di classe, deve degli Arditi del popolo, Roma, Savelli, 1976, realizzare il massimo della disciplina e deve pp.62; I. Fuschini, Gli arditi del popolo, essere a base di partito» (p.169). Il Ravenna, Longo, 1994, pp.97; M. Rossi, 7.8.1921 il PCI diffidò i militanti ad uscire Arditi non gendarmi: dall’arditismo di guer- dagli arditi, pena i «più severi provvedi- ra agli Arditi del popolo, 1917-1922, Pisa, menti». Il 31.7.1921 l’”Avanti!”, pur senza 1997, pp.189; E. Francescangeli, Arditi del sconfessare gli arditi, scrisse che il PSI era popolo, Roma, Odradek, 2000, pp.319; L. estraneo all’iniziativa. I comunisti organiz- Balsamini, Gli arditi del popolo, Galzerano, zarono le “squadre comuniste” e i socialisti 2000, Salerno, pp.277. le “guardie rosse”. Abbandonati dai due partiti della sinistra - ma l’Internazionale Assalto, L’. Il 4.11.1920 uscì un “Numero comunista criticò la decisione del PCI - gli saggio” de “L’Assalto” con il sottotitolo arditi del popolo ebbero vita breve e trava- “Giornale del fascismo”. Era stato fatto da gliata. Alla fine del 1922 il movimento Giovanni Leone Castelli, detto Nanni, un cessò di operare in tutto il paese. A ex legionario fiumano di Foggia che stava Bologna la polizia arrestò, a più riprese, un prestando il servizio militare a Bologna. La centinaio d’arditi, accusati di svolgere atti- testata fu rilevata dal Fascio di Bologna e il vità rivoluzionaria. I principali esponenti 18.11 uscì il primo numero con il sottotito- erano Edmondo Lelli* e Vindice Rabitti*, lo “Periodico del Fascio bolognese di com- due anarchici arrestati il 18.8.1921. Tra l’a- battimento”. Era diretto da Leandro gosto e il dicembre 1921 la polizia denun- Arpinati, il capo del Fascio bolognese. ciò alla magistratura 81 arditi. La maggior Divenne l’organo ufficiale del fascismo parte fu prosciolta in istruttoria e liberata. bolognese e uscì, con periodicità settima- Il 28.12.1921 furono rinviati a giudizio 29 nale, sino al 24.7.1943. Il giorno dopo arditi. Il 21.7.1922 furono processati in 27: cadde il regime. Alla direzione si alternaro- Amedeo Mario Ballotta* ebbe 10 mesi; no dirigenti politici e giornalisti. Questa la Mario Beretti* 5 mesi; Aldo Bianchi* 5 successione: Dino Grandi (1921 e 22) e poi mesi; Giuseppe Bonetti* 10 mesi; Rodolfo Gino Baroncini (1922-24), ma il nome non Bonetti* 10 mesi; Umberto Bonini* 8 mesi apparve in gerenza. Tra la fine del 1921 e e 10 giorni; Ernesto Brusi* 10 mesi; l’inizio del 1922, il giornale fu affidato a Ferruccio Brighenti* un anno; Armando Giorgio Pini (sotto la supervisione di Cavazzoni* un anno; Mario Conti* 10 Baroncini divenuto segretario della federa- mesi; Amleto Degli Esposti*, da Celeste, zione) anche se cominciò a firmare nell’e- un anno; Vittorio Draghetti* 10 mesi; state 1924. Seguirono Gian Luigi Mercuri

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(2.6.1928), morto il quale il giornale passò in armi; F. Gambetti, Gli anni che scottano, a Leo Longanesi (6.7.1929). Cacciato Milano, Mursia, 1967, pp.411; N.S. Ono- Longanesi nell’ottobre 1931, perché aveva fri, I giornali bolognesi nel ventennio fasci- scritto un articolo contro il senatore sta; Id., La strage di Palazzo d’Accursio; Id., Giuseppe Tanari, fu nominato Ezio I giornali badogliani e della RSI a Bologna Balducci (17.10.1931). Il 12.1.1935, in base (1943-1945). alla disposizione che i settimanali fascisti dovevano essere diretti dal segretario fede- Associazione di difesa sociale. Il 5.4.1920 rale, cominciò a firmare Cesare Colliva, il a Decima (S. Giovanni in Persiceto) i cara- quale affidò il giornale a Calimero Barilli binieri spararono contro braccianti e colo- (uno dei redattori più anziani) e ad Alberto ni intervenuti ad un comizio indetto dalla Giovannini (omonimo del deputato libera- Vecchia CdL per la lotta agraria in corso. le bolognese). Il 14.8.1936 fu nominato Otto restarono uccisi e 45 feriti. In segno Giovannini al quale successe Carlo Savoia di protesta - anche se il governo aveva rico- il 9.4.1938. Il 10.2.1940 arrivò Gianni nosciuto la responsabilità dei carabinieri - Granzotto, il quale, il 6.4.1940, lasciò l’in- il 6 e 7 a Bologna si tenne lo sciopero gene- carico a Carlo Raimondo Manzini (da non rale. La mattina dell’8, nella sede della confondere con il quasi omonimo Pier Camera di commercio, si riunirono i sena- Raimondo Manzini direttore de “L’Av- tori, i deputati e gli ex parlamentari dei venire d’Italia”). Il 14.6.1940 fu incaricato partiti di centro-destra, i dirigenti delle Fernando Bernardini al quale, il 9.5.1941, associazioni commercianti, industriali e successe Gaetano Gardini detto Nino con agricoltori, esponenti del mondo professio- la qualifica di reggente, dal momento che nale e di enti ed associazioni di destra. Al Bernardini aveva conservato la carica, pur termine della riunione fu approvato un essendo andato militare. L’1.1.1942, quan- documento - subito portato al prefetto, do Gardini fu chiamato alle armi, la reg- perché lo inoltrasse a Roma - nel quale si genza passò a Renato Dell’Oste. Dopo l’in- affermava che lo sciopero appena termina- vasione tedesca e la nascita della RSI, il to sarebbe «stato l’ultimo che doveva pas- giornale riprese le pubblicazioni il sare senza che la cittadinanza avesse fatto 15.10.1943, diretto dal rettore universita- ricorso ad un’energica azione volontaria di rio Goffredo Coppola. Aveva il sottoti- difesa e di tutela» e che gli intervenuti si tolo “Quindicinale della Federazione erano dichiarati «pronti innanzi tutto, e il Repubblicana Fascista della ‘Decima Governo lo sappia, a difendere le nostre Legio’”. Con il n.12 del 15.4.1944 la dire- famiglie e i nostri focolari, a tutelare il zione fu assunta da Girolamo Cosimini. Fu nostro diritto al lavoro, la nobiltà della in seguito diretto - ma non si conoscono le nostra opera quotidiana, creando noi stes- date - da Leonardo Chiara e Vittorio si, per porre fine con tutti i modi più riso- Donadeo. Le collezioni del giornale, per luti ad un succedersi di cose intollerabili e questo periodo, sono incomplete e pare rovinose, i mezzi di difesa che sinora, che l’ultimo numero sia uscito il 22.9.1944. fidenti nel concetto della libertà, avevamo In tutto sarebbero stati fatti 33 numeri. Il ceduti alle leggi dello Stato e a coloro che giornale, controllato da elementi dell’ala hanno il mandato, il più onorevole per oltranzista del PRF, ebbe problemi con le uomini liberi, di rispettarle e farle rispetta- autorità della RSI. Fu sequestrato almeno re». Contemporaneamente fu costituita due volte: il 15.4.1944 per «attacchi a per- l’Associazione Ordine e Libertà, poi ribat- sone ed a reparti delle FF.AA. Repub- tezzata in Associazione bolognese di difesa blicane» (ACS, RSI, MI, DGPS, SCP, b.37, sociale. Il 15.4.1920 una delegazione “L’Assalto”) e il 6.5.1944 per critiche alla dell’Associazione fu ricevuta da F.S. Nitti, RSI. [O] presidente del Consiglio dei ministri, al B IBLIOGRAFIA. G. Pini, Le legioni bolognesi quale Luigi Silvagni* disse che il PSI vole-

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va distruggere lo stato e che contro «questi tutela i volontari della libertà. Furono i propositi di distruzione la resistenza è partiti del CLN che decisero, mentre la necessaria. Se questa non sarà opposta dal guerra era in corso, di costituire un organi- governo, i cittadini finiranno per sostituirsi smo unitario che avrebbe dovuto valorizza- ad esso». Nitti approvò l’iniziativa e invitò re e difendere i valori ideali della lotta i membri della delegazione ad organizzarsi. popolare contro il nazifascismo. Nacque A Bologna il PSI, il PPI e “il Resto del nell’ottobre 1944 e fu eretto in ente mora- Carlino” - sia pure con motivazioni diverse le il 5.4.1945. Il 27.6.1945 si tenne a Milano - assunsero una posizione contraria al- la prima riunione nazionale per dare una l’Associazione. I due partiti - il PPI diffidò struttura unitaria alle organizzazioni nate pubblicamente alcuni iscritti ad abbando- spontaneamente. Per motivi di carattere narla - e il quotidiano contestarono ai ceti politico - connessi alla fine dei governi d’u- commerciali, industriali e agrari il diritto di nità antifascista, all’inizio della “guerra costituire organizzazioni paramilitari e il fredda” e alla politica stalinista di una proposito di volersi sostituire allo Stato. Il parte del PCI - nel dicembre 1947 i parti- 16.9.1920, all’indomani dell’occupazione giani d’orientamento cattolico e liberale delle fabbriche - a Bologna l’agitazione uscirono dall’ANPI, al termine del primo metallurgica fu molto contenuta - congresso nazionale svoltosi a Roma. Da l’Associazione diffuse un documento nel quella prima scissione nacque la FIVL. Nel quale «preso atto che l’acquiescenza gover- marzo 1949, al termine del secondo con- nativa, adottata ormai come sistema, lascia gresso nazionale, tenutosi a Venezia, usci- il sopravvento facile ed impunito ai faziosi rono numerosi partigiani delle brgg GL e e ai violenti» [...] «delibera di chiamare a nacque la FIAP. L’ANPI aderisce alla raccolta, nel nome della Patria, tutti coloro Federazione internazionale della Resisten- ai quali né attentati né violenze, per quan- za. Il suo periodico è “Patria indipenden- to ripetuti e gravi, tolsero il senso della te”. A Bologna - nonostante taluni atti di dignità di uomini e del dovere civile». grave faziosità politica, come l’espulsione Pertanto, concludeva il documento, «si dell’on. Aldo Cucchi* dopo la sua uscita declinano da questo momento le responsa- dal PCI nel 1950 - ha sempre rappresenta- bilità di quanto stia per accadere». Lo stes- to e rappresenta la grande maggioranza dei so giorno il questore informò il prefetto partigiani. [O] che l’Associazione di difesa sociale aveva B IBLIOGRAFIA. L. Cecchini, Per la libertà stanziato una notevole somma per arruola- d’Italia. Per l’Italia delle libertà. Profilo sto- re 300 uomini armati (ASB, GP, 1920, rico dell’Associazione nazionale partigiani b.1.350, cat.7, fas.1). Il finanziamento andò d’Italia, Volume primo, 1944-1960, Roma, al Fascio di combattimento di Bologna - 1996, pp.240; L. Cecchini, Per la libertà guidato da Leandro Arpinati - incaricato di d’Italia. Per l’Italia delle libertà. Volume costituire squadre armate. Il 20.9.1920 le secondo, 1961-1997, Roma, 1998, pp.418. prime squadre fasciste assalirono il risto- rante della Borsa in via Ugo Bassi - gestito Associazione nazionale perseguitati politi- da una cooperativa e luogo di ritrovo dei ci italiani antifascisti, (ANPPIA). All’indo- socialisti - e uccisero l’operaio Guido mani della Liberazione nacquero sponta- Tibaldi*. Era la prima vittima dello squa- neamente numerose organizzazioni, con drismo fascista, organizzato e finanziato varie denominazioni, che raccoglievano i dall’Associazione di difesa civile. [O] cittadini che avevano subìto persecuzioni B IBLIOGRAFIA. N.S: Onofri, La strage di politiche da parte del regime fascista: ex Palazzo d’Accursio. condannati del Tribunale speciale, ex con- finati, ex ammoniti ecc. Queste associazio- Associazione nazionale partigiani d’Italia, ni si proponevano di difendere i diritti (ANPI). È l’ente morale che organizza e morali e materiali delle vittime del regime,

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sollecitando una legislazione nuova per la bracciassero le armi perché temevano che, concessione di pensioni, l’abrogazione alla guerra nazionale, potesse seguire una delle condanne, la riassunzione di chi era rivoluzione sociale. Altri ritenevano che stato licenziato per motivi politici e altro non si dovesse combattere per un malinte- ancora. Nel 1947 le associazioni si riuniro- so senso umanitario e pacifista. Il PRI no in congresso a Roma per dare vita alla assunse quella posizione per non collabo- Confederazione perseguitati politici antifa- rare con il governo costituzionale, trasferi- scisti. Il secondo congresso, svoltosi sem- tosi al sud, perché espressione della monar- pre a Roma nel febbraio 1948, decise l’at- chia. A Bologna i partiti di sinistra isolaro- tuale denominazione. L’ANPPIA, che ade- no i pochissimi casi di attendismo che si risce alla Federazione internazionale della manifestarono al loro interno e scelsero la Resistenza, ha promosso convegni e la pub- linea interventista sin dall’inizio. Molti blicazione di numerosi libri. Il suo periodi- militanti del PRI uscirono dal partito e co è “L’Antifascismo”. [O] aderirono al PdA. La DC e il PLI fecero la scelta della lotta armata tra la fine di agosto Attacco, L’. Nel gennaio 1945 uscì un e i primi di settembre del 1944, quando le foglio ciclostilato con il titolo “L’Attacco” truppe alleate erano alle porte di Bologna e e il sottotitolo “Giornale della Brigata il corso della guerra avviato alla naturale Bolognese (SAP)”. Con la data gennaio conclusione. Il PRI aderì al CLN nei primi 1945 e l’indicazione di anno I, n.1 si cono- giorni del 1945. [O] sce un altro esemplare del giornale con il sottotitolo leggermente mutato: “Organo Attentato all’ufficio postale di Bologna. della Brigata Bolognese SAP”. [O] Alle ore 2 della notte tra il 10 e l’11.9.1892 B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I una bomba esplose nell’atrio dell’ufficio giornali bolognesi della Resistenza, pp.244- telegrafico delle poste, in via Ugo Bassi 2 a 8. I testi sono in RB2 pp.991-8. Bologna. Il giornalista Gaspare Di Mar- tino, de “il Resto del Carlino” - scendeva le Attendismo. Con il termine attendismo - scale dello stabile dopo essersi recato negli ma era usato anche quello di attesismo - fu uffici dell’agenzia giornalistica Stefani - definito l’atteggiamento rinunziatario di riportò numerose ferite e perse un occhio. chi, durante la guerra di liberazione, rite- Notevoli i danni subiti dall’ufficio telegra- neva inutile combattere contro i nazifasci- fico. Il 23.9.1892 una seconda bomba, dis- sti. Per costoro era preferibile attendere innescata in tempo, fu trovata davanti all’a- l’arrivo delle truppe alleate e avere in dono bitazione dell’avv. Giuseppe Barbanti l’indipendenza nazionale e la libertà. Brodano in via Val d’Aposa. Il 12.9.1892 il L’attendismo fu una delle piaghe peggiori quotidiano conservatore bolognese “La della Resistenza perché corrodeva e mina- Gazzetta dell’Emilia” scrisse che gli atten- va dall’interno lo sforzo e la tensione idea- tati erano «i malefici effetti e le tristi conse- le di quanti ritenevano che la libertà e l’in- guenze delle teorie socialiste-anarchiche». dipendenza dovessero essere riconquistati La questura arrestò decine di anarchici e la con una lotta nazionale e popolare, anche magistratura ne rinviò 12 a giudizio: se dura e sanguinosa. Almeno inizialmente Arturo Alberti*, Enrico Baggio, Gaetano - ma il fenomeno non scomparve mai com- Bagnaroli, Ugo Bagnaroli*, Achille Benini, pletamente - erano per l’attendismo i grup- Giacinto Donati, Pietro Duca, Riccardo pi e i partiti della destra, le organizzazioni Fogli*, Carlo Maccaferri, Angelo Merighi, padronali, parte della DC e del PLI, oltre Petronio Zaniboni* e Vittorio Zola. A che il PRI, anche se non andarono esenti il parere della polizia Merighi era il capo del PCI e il PSIUP. Solo il PdA non conobbe gruppo perché nella sua abitazione era questo fenomeno. I partiti di centro-destra stato trovato il timbro del Gruppo sociali- non volevano che le masse popolari im- sti rivoluzionari. Tre i capi d’imputazione:

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associazione per delinquere; attentato nazionale balilla), divenuta in seguito GIL all’ufficio telegrafico e mancato attentato (Gioventù italiana del littorio). La divisa all’abitazione di Barbanti Brodano. dell’avanguardista era composta di calzoni Secondo il questore - ma queste accuse non alla zuava e giacca militare grigioverde, furono prese in considerazione dalla magi- cappello da alpino, fasce ai polpacci e scar- stratura - il gruppo aveva in animo di poni. Una volta la settimana, l’avanguardi- sequestrare e uccidere il banchiere Felice sta era obbligato a partecipare, in divisa, Cavazza e di compiere attentati contro alle adunate e alle esercitazioni militari che chiese, palazzi signorili, banche e uffici si tenevano nei Gruppi rionali. L’istruzione pubblici. Le accuse della polizia si basava- era diretta da ufficiali della MVSN. no sulla delazione dell’anarchico Esistevano varie specialità d’avanguardisti. Ildebrando Borghi, il quale disse di avere [O] fatto parte del gruppo, ma di essersi ritira- B IBLIOGRAFIA. Il manuale del balilla e dell’a- to perché contrario agli attentati. Il proces- vanguardista, Roma, Libreria del Littorio, so, in corte d’assise a Vicenza, ebbe inizio il sd, pp.186. 17.7.1893. Una decina di imputati ammise- ro di essere anarchici militanti. Tutti nega- Avanti!. L’”Avanti!” è stato il quotidiano rono di avere messo le bombe. L’accusa ufficiale del PSI sino al 1992. Nacque a chiese la condanna di tutti per i tre reati. Roma il 25.12.1896, diretto da Leonida La sentenza riconobbe la colpevolezza Bissolati. Nel 1911 fu trasferito a Milano e degli imputati limitatamente all’associazio- visse sino al 31.10.26, quando fu soppresso ne per delinquere, perché militanti anar- dal fascismo. Durante la dittatura uscì in chici dichiarati. Tutti furono assolti per Svizzera con la testata tradizionale e in l’attentato e il mancato attentato. Questa la Francia con quella di “Nuovo Avanti!”. sentenza emessa il 25.7.1893: Alberti 4 Durante la lotta di liberazione furono anni e 2 mesi; Baggio 4 anni e 2 mesi; G. stampate sette edizioni clandestine a Roma, Bagnaroli 4 anni e 2 mesi; U. Bagnaroli 3 Firenze, Bologna, Torino, Milano, Venezia anni, 5 mesi e 20 giorni; Benini 4 anni e 2 e in Val d’Ossola. Il 5.6.1944 riprese le mesi; Donati 4 anni e 2 mesi; Duca 4 anni pubblicazioni legali a Roma, dopo la libe- e 2 mesi; Fogli 3 anni, 5 mesi e 20 giorni; razione. Il 26.4.1945 uscì anche a Milano, Maccaferri 2 anni e 2 mesi; Merighi 4 anni mentre era in atto l’insurrezione partigiana. e 2 mesi; Zaniboni 4 anni e 2 mesi; Zola 3 All’inizio del secolo XX e per molti anni anni, 5 mesi e 20 giorni. Dopo la lettura Demos Altobelli* fu corrispondente da della sentenza gli imputati gridarono «Viva Bologna. Il 21.7.1921 iniziò la pubblicazio- l’anarchia». Il quotidiano cattolico bolo- ne di una pagina di cronaca bolognese, che gnese “L’Unione” scrisse che la sentenza durò sino alla fine dell’anno. I redattori aveva confermato che l’organizzazione erano Libero Zanardi*, Antonio Loren- anarchica era un’«associazione di malfatto- zini* e Edmondo Montanari*. In seguito, ri» (28.7.1893). [O] sino alla soppressione nel 1926, furono corrispondenti da Bologna Montanari e Avanguardista. Il regime fascista, per pre- Renato Prisciantelli. [O] parare i giovani alla vita militare, aveva pre- B IBLIOGRAFIA. A. Valeri, L’Avanti! nella tor- disposto quattro strutture paramilitari: menta, in Almanacco socialista 1946, Figlio della lupa, per i bambini della fascia Milano, 1946, pp.212-9; G. Arfé, Storia tra i 4-5 anni e le scuole elementari; Balilla, dell’Avanti!, 1896-1926, Milano, Avanti!, sino alla licenza elementare; Avanguar- 1956, pp.221; G. Arfé, Storia dell’Avanti!, dista, sino ai 15-16 anni e Giovane fascista, 1926-1940, Milano, Avanti!, 1958, pp.233; sino ai 18. Le ragazze erano organizzate nei A. Giobbio, L’“Avanti!”, in: B. Vigezzi, reparti delle Piccole e Giovani italiane. 1919-1925, Dopoguerra e fascismo, Politica Tutti erano inquadrati nell’ONB (Opera e stampa in Italia, Bari, Laterza, 1965,

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p.611-712; “Avanti!”, in O. Majolo Moli- 1960, p.142-181; E. Bassi, Avanti!, l’edizio- nari, La stampa periodica romana dal 1900 ne clandestina bolognese dal 1943 al 1945; al 1926, Roma, 1977, II vol, pp.67-87; P.V. N.S. Onofri, I socialisti bolognesi nella Scorti, Storia dell’Avanti!, 1896-1986, Resistenza; L. Arbizzani e N.S. Onofri, I Milano, Sugarco, 1986, pp.371; N. giornali bolognesi della Resistenza; L. Torcellan, La stampa socialista, in: V. Ca- Bergonzini, L. Arbizzani, La Resistenza a stronovo, N. Tranfaglia, Storia della stampa Bologna, Testimonianze e documenti, La italiana, Bari, Laterza, 1980, vol.V, p.125- stampa periodica clandestina, vol 2, pp.405- 180. 543. I testi sono in RB2 pp.405-44.

Avanti!, (Edizione clandestina di Bologna). Avanti-L’Unità. Il 23.12.1944 uscì il gior- Durante la lotta di liberazione i socialisti nale clandestino “Avanti-L’Unità”, rimasto bolognesi hanno stampato clandestina- numero unico, con il sottotitolo “Della mente l’”Avanti!”. Inizialmente ebbe il sot- Giunta d’intesa del Partito comunista e del totitolo “Giornale del Partito socialista ita- Partito socialista di U.P.”. Uscì in due edi- liano” e, in seguito, quello di “Giornale del zioni, con testate diverse: “Avanti-L’Unità” Partito socialista italiano di unità proleta- e “L’Unità-Avanti”. Aveva il sopratitolo ria”. La diffusione era a carattere regiona- “Edizione emiliano-romagnola”. In prima le, se si esclude la zona di Piacenza. Era pagina recava una nota sulla rivoluzione diretto da Renato Tega*, il coordinatore sovietica del 7 novembre 1917, a firma del dei giornali clandestini socialisti di PCI e del PSI, e una dichiarazione a firma Bologna: “La Squilla”, “Rivoluzione socia- della Direzione del PCI Alta Italia e lista” e “Compagna”. Fecero parte della dell’Esecutivo Alta Italia del PSI a confer- redazione Enrico Bassi*, Gianguido Bor- ma del Patto d’unità d’azione firmato a ghese*, Verenin Grazia*, Mario Lon- Roma. Altre notizie del giornale annuncia- ghena* e Artemio Pergola*. Numerosi i vano l’avvenuta ricostituzione della CCdL collaboratori, tra i quali Giuseppe Benti- bolognese e della Federazione provinciale vogli*, Giacomo Donati*, Paolo Fabbri*, lavoratori della terra. Era stato curato da Alfeo Liporesi* e Luigi Stagni*. Era stam- Giuseppe Bentivogli*, Gianguido Borghe- pato - come gli altri giornali e i volantini se* e Verenin Grazia* per il PSI e Giusep- socialisti - nella tipografia clandestina del pe Alberganti* e Giuseppe Dozza* per il PSIUP, in via Mazzini 23. I tipografi erano PCI. [O] Gino Giuliani* e Amedeo Barbieri*, ai B IBLIOGRAFIA. I testi sono in RB2 pp.953-8. quali si aggiungeva spesso Giorgio Zap- poli*, il tipografo dei giornali del PdA. Il Aventino. Dopo il delitto Matteotti - com- primo numero uscì, senza data, nel gennaio piuto dai fascisti il 10.6.1924 a Roma - i 1944, pare nella tipografia clandestina alle- deputati dei partiti antifascisti decisero di stita in via Calvart. Quando lo stabile fu non partecipare alle riunioni della Camera danneggiato da una bomba d’aereo, la e si ritirarono, come fu detto, sull’Aven- tipografia fu trasferita in via Mazzini, dove tino. Su questo colle romano si sarebbero rimase sino alla Liberazione e dove funzio- ritirati, in segno di protesta, i plebei roma- na ancora, sia pure con altri gestori. Nel ni in lotta con i patrizi. Sia pure con non 1944 uscirono 15 numeri di vario formato, piccoli contrasti, i partiti riuscirono ad ela- secondo la carta che si riusciva a trovare. borare una comune linea contro il regime e Nel 1945 furono stampati 5 numeri, più il socialista Filippo Turati propose ad uno uscito il 22.4.45, per annunciare la del PPI un accordo di morte di Giuseppe Bentivogli. [O] governo, in funzione antifascista. Accordo B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, Periodici della non realizzato per l’opposizione della Resistenza stampati a Bologna, in Garibal- Santa sede. In assenza di una soluzione dini e partigiani, Almanacco bolognese politica, l’Aventino era destinato al falli-

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mento, anche perché Mussolini, dopo un dalla Santa sede la quale, in una Avvertenza momentaneo smarrimento, stava maturan- apparsa su “L’Osservatore Romano”, di- do una soluzione autoritaria. Il PCI scese chiarò di non riconoscere «per conformi dall’Aventino il 12.11.1924 e rientrò alla alle direttive pontificie» i quotidiani ade- Camera. Il 3.1.1925 Mussolini diede un renti. Ribattezzato Unione editoriale italia- giro di vite alle libertà politiche, definitiva- na, il trust non si riprese e nel 1917, sotto la mente soppresse nel 1926 con le leggi ecce- direzione di Paolo Cappa, il quotidiano zionali. Il 9.11.1926, su proposta di Achille bolognese si rese indipendente, costituen- Starace, segretario del PNF, la Camera do la Società Avvenire d’Italia. Finanzia- dichiarò decaduti i 123 deputati antifascisti riamente continuò a dipendere da Grosoli in carica. [O] Pironi e dal Banco di Roma. Immutata B IBLIOGRAFIA. A. Giovannini, Il rifiuto restò la linea politica conservatrice e anti- dell’Aventino. L’opposizione al fascismo in socialista. Filoaustriaco e neutralista nel parlamento nelle memorie di un deputato 1914, dopo l’inizio del conflitto aderì alla liberale, Bologna, Il Mulino, 1966, pp.630; linea interventista del governo, pur soste- C. Giovannini, L’Italia da Vittorio Veneto nendo l’opera di Benedetto XV - già cardi- all’Aventino. Storia politica delle origini del nale di Bologna - in difesa della pace. Nel fascismo (1918-1925), Bologna, Patron, dopoguerra - dopo un’iniziale adesione al 1972, pp.429; U. Camerini, Il Partito PPI, mentre il direttore Cappa* era depu- Popolare Italiano dall’Aventino alla discesa tato di quel partito - si schierò a fianco del nelle catacombe (1924-1926), Roma, Cin- nascente movimento fascista. Il settimanale que Lune, 1975, pp.133; Parla l’opposizio- del Fascio bolognese scrisse: «L’Avvenire ne. La battaglia parlamentare dell’opposizio- d’Italia, giornale dei preti, sì, ma giornale ne, Sala Bolognese, Forni, 1976, pp.154; La che sa quello che dice e quello che fa, e ricostruzione fascista (Novembre 1924- Paolo Cappa che lo dirige, è l’unico gior- Gennaio 1925), Sala Bolognese, Forni, nalista di Bologna che abbia capito qualco- 1976, pp.220; G. Amendola, L’Aventino sa del nostro movimento fascista e l’abbia contro il fascismo, Scritti politici (1924- stampato senza vigliaccheria e senza paura! 1926), Cremona, Ricciardi, 1976, pp.400; Ci ricorderemo di lui a tempo opportuno» A. Landuyt, Le sinistre e l’Aventino, (Comprendonio e paure, in “L’Assalto”, n.4, Milano, Angeli, sd, pp.495; G. Grazzo, I 1921). Dopo la “marcia su Roma” Cappa - cattolici e l’Aventino, Roma, Studium, con tre editoriali, l’1, l’11 e il 22.3.1923 - 1994, pp.215; L. Pivano, La XXVII prese le distanze dal fascismo e il settima- Legislatura e l’opposizione nell’aula, Roma, nale fascista scrisse che era «un somaro Fiap, sd, pp.220. senza attenuanti» (“L’Assalto”, n.21, 1923). Poiché i gruppi finanziari che con- Avvenire d’Italia, L’. Il quotidiano trollavano il giornale erano per la più com- “L’Avvenire d’Italia” nacque l’1.11.1896, pleta collaborazione con il fascismo, il con la testata “L’Avvenire”, quale portavo- 23.5.1923 Cappa dovette abbandonare la ce del mondo cattolico bolognese. Primo direzione, dopo avere siglato un editoriale direttore fu Filippo Crispolti. Assunse la dal titolo Commiato. Gli editori così moti- testata definitiva nel 1902, quando alla varono la grave decisione: «E poiché l’on. direzione fu chiamato Cesare Algranati*, Cappa in diverse circostanze, non solo che firmava Rocca d’Adria. Il 31.3.1910 recenti, non si era trovato all’unisono colla entrò a far parte, con altri quotidiani catto- Società editrice del giornale, era venuta a lici, della Società editrice romana, il trust di crearsi una situazione che né all’una parte, Giovanni Grosoli Pironi, il quale era lega- né all’altra conveniva prolungare». La dire- to ad ambienti finanziari e conservatori zione di fatto fu assunta dal consigliere della capitale ed al Banco di Roma in parti- delegato della società Carlo Emilio colare. Il trust fu sconfessato l’1.12.1912 Bolognesi, il quale divenne direttore di

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nome il 10.7.1924. Il 9.12.1923, con l’edi- divenne direttore responsabile. Il giornale toriale L’Avvenire d’Italia nel 1924, il gior- si trovò nuovamente davanti al pericolo di nale confermò la più totale adesione al chiudere nel 1928, quando la Compagnia regime fascista e il 3.1.24 la direzione di S. Paolo non poté garantire i finanzia- nazionale del PPI lo dichiarò non più «ade- menti necessari. Fu costituita la Società rente» al partito. Il 12.8.1924 il quotidiano anonima L’Avvenire d’Italia, le cui azioni promosse l’uscita dal PPI di un folto grup- finirono nelle mani dei cardinali e dei po di deputati della destra cattolica e la vescovi emiliani, toscani e veneti. Per tutto nascita del Centro nazionale italiano, al il ventennio fascista il giornale - anche se quale aderirono i cosiddetti clerico-fascisti. con tono sobrio - fu fatto con le “veline” Alla riunione, come riferì il questore di del Minculpop. Quando il regime annun- Bologna al prefetto, era presente «un fidu- ciò i provvedimenti contro gli ebrei, ciario del Vaticano finora non ben cono- Manzini scrisse: «La nota italiana del- sciuto» (ASB, GP, 1924, b.1.405, cat.7, l’“Informazione diplomatica” resta una fas.1, “Partito cattolico nazionale”). Quan- indicazione esemplare di perfetta opportu- do il fascismo divenne regime, alla fine del nità politica e umana» [...] «ecco un saggio 1926, il foglio cattolico bolognese fu di giustizia e di saggezza romana, che io abbandonato dai tradizionali finanziatori e direi cristiana» (R.M., Valori umani, sarebbe fallito se il 13.1.1927 non fosse 28.4.1938). Dopo il discorso tenuto da Pio stato assunto in gestione dall’Opera XI in luglio, contrario alle leggi razziali, il Cardinal Ferrari della Compagnia di S. giornale si attenne alle direttive della Santa Paolo. Supervisore del giornale divenne sede. A differenza di quasi tutti i quotidia- don Giovanni Rossi, il quale fissò una linea ni, il foglio bolognese non mutò il diretto- di integralità cattolica e di devozione as- re il 25.7.1943, dopo la fine della dittatura soluta al Papa. Il direttore Giovanni fascista. La sera dell’8.9.1943, quando i Terruggia - non era un giornalista, ma un tedeschi invasero il paese, il giornale decise ingegnere - assumendo l’incarico confermò di cessare le pubblicazioni. Suo malgrado la totale fedeltà al Papa e annunciò che dovette riprenderle il 5.10.1943 «Per di- «Cordiale, limpida, fattiva sarà la nostra sposizione della superiore autorità».Dalla collaborazione al Governo Nazionale». gerenza sparì la firma di Manzini e apparve Bolognesi mantenne la responsabilità del quella di Gino Sanvido “redattore respon- giornale sino all’11.3.1927 quando Ter- sabile”. Durante l’occupazione pubblicò ruggia divenne direttore responsabile. Il notizie ufficiali e comunicati tedeschi e 16.4.1927 lo affiancò Primo Montanari fascisti, ma anche editoriali e note di ade- come condirettore. Il 27.5.1927, con l’edi- sione alla RSI. Il tono fascista del giornale toriale Appello alla potenza della stirpe, il fu trovato scandaloso da Giulio Andreotti, giornale confermò la più totale adesione al all’epoca presidente nazionale della FUCI. regime. Il giorno prima alla Camera Il 3.2.1944 - quando Roma era ancora Mussolini aveva pronunciato il primo di- occupata dai nazifascisti - inviò una lettera scorso programmatico dopo l’instaurazio- all’assistente spirituale della FUCI nella ne della dittatura. Il 30.6.1927, senza esse- quale, tra l’altro, si legge: «..ritengo che il re annunciato, Montanari assunse la dire- tono assunto dal giornale “L’Avvenire zione e Terruggia, pur essendosi trasferito d’Italia” in questi ultimi mesi, tono esplici- in America, restò direttore responsabile. Il tamente fascista, imponga un severo richia- 25.9.1927 Montanari divenne direttore mo da parte delle superiori autorità. A responsabile, ma la sua gestione, causa una testimonianza di questa insensibilità ricor- malattia, fu brevissima. L’8.12.1927 fu do una melliflua nota di omaggio pubblica- nominato Pier Raimondo Manzini*. Nella ta in calce ad un telegramma del Ministero gerenza Montanari restò direttore respon- della Cultura Popolare di Verona e l’intera sabile sino al 4.4.1928 quando Manzini cronistoria della uccisione del Federale di

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Bologna che si fa passare per un onesto cit- degli ebrei modenesi. Bortolotti, corri- tadino ucciso per chi sa quali bassi motivi spondente da Vergato, era stato fucilato da delinquenti comuni: in tali episodi è dai tedeschi a Vergato. [O] dato scorgere un atteggiamento “repubbli- B IBLIOGRAFIA. Non esiste una storia del cano” (cioè della RSI, N.d.A.) che a me quotidiano, per cui sono fondamentali i sembra non equivocabile. Ché se poi mi si numeri speciali de “L’Avvenire d’Italia” dicesse essere questa la volontà dell’E.mo dell’8.12.1956 e del 21.2.1967. Questi i Signor Card. Arcivescovo di Bologna, allo- saggi sul giornale: R. Manzini, L’Avvenire ra non potrei – umile fedele – che inchi- d’Italia, in Annuario della stampa italiana narmi e tacere» (M. Casella, L’azione catto- 1931-32, p.115-6; L. Bedeschi, Le origini de lica alla caduta del fascismo, Roma, L’Avvenire d’Italia in “Rassegna di politica Studium, 1984, p.423). Il 24.9.1944 uscì e di storia”, n.149, 1967; L’Avvenire d’Italia l’ultimo numero. Poi si autosoppresse per in Annuario della stampa italiana 1957-58, non dover ulteriormente collaborare con p.11-2; R. La Valle, L’Avvenire d’Italia in gli invasori. Dopo la liberazione non vide la Annuario unione cattolica stampa italiana luce perché all’interno del CLN si aprì una 1963, p.252-60; A. Albertazzi, La nascita discussione politica sul suo passato. Tornò dell’Avvenire d’Italia, in Strenna storica ad uscire, sempre diretto da Manzini, il bolognese 1964, pp.9-40; G. Zeccaroni, 4.9.1945 con questo documento del CLN “L’Avvenire d’Italia” e le sue battaglie nei regionale firmato dal presidente Antonio giorni oscuri dell’oppressione, in Associa- Zoccoli* e dal segretario Verenin Grazia*: zione partigiani cristiani, Il contributo dei «Il Com. Reg. di L.N. prende atto della Cattolici alla lotta di liberazione in Emilia- imminente ripresa dell’”Avvenire d’Italia”, Romagna, pp.105-24; Crisi a L’Avvenire confermando a tale proposito di riconosce- d’Italia, Firenze, Cultura editrice, 1968, re il diritto a questo giornale cattolico di pp.145. Saggi dedicati al quotidiano sono riprendere la sua missione che volontaria- in: N.S. Onofri, I giornali bolognesi nel ven- mente troncò nel settembre 1944 per rifiu- tennio fascista, pp.59-82; id., I giornali ba- tarsi di pubblicare la sentenza di morte e il dogliani e della RSI a Bologna (1943-1945), relativo commento contro gli 8 patrioti del pp.29-37 e 87-109; id., I giornali della libe- Partito d’Azione, restando così per circa razione a Bologna, (1945-1947), pp.115-29. un anno privo del suo ordinario esercizio. Per i giornali cattolici usciti prima de Dà atto che il giornale “L’Avvenire “L’Avvenire d’Italia”: G. Casoni, Cinquan- d’Italia” si tenne a contatto, attraverso i t’anni di giornalismo, Bologna, Matteuzzi, singoli esponenti, con il Comitato di L. 1907, pp.338; R. Della Casa, Quelli di ieri e negli ardui mesi del periodo clandestino, quelli di oggi, Treviso, Martinelli, 1903, facendo di tutto per evitare la ripresa delle pp.362; A. Mampieri, Il giornalismo cattoli- proprie pubblicazioni, malgrado le impo- co bolognese nel periodo postunitario (1861- sizioni e le minacce dei nazi-fascisti. Il 1914), tesi di laurea, università di Bologna, Comitato infine si compiace di quanto fa 1963. Di Manzini, direttore dal 1927 al parte del programma de “L’Avvenire 1960, esistono tre antologie: R. Manzini, Il d’Italia” e cioè che l’opera del giornale cat- ferro e l’olivo, Milano, Istituto di propa- tolico, il quale non è organo di partito, ganda, 1940, pp.180; R. Manzini, Dialoghi sarà volta a favorire la collaborazione delle col mondo, Milano, Istituto di propaganda, forze democratiche per la ricostruzione 1942, pp.253; Raimondo Manzini un cam- della Patria». Non tornarono al lavoro pione di giornalismo, a cura di L. Bergon- Odoardo Focherini* ed Ettore Borto- zoni, Bologna, Cappelli, 1981, pp.253 (In lotti*. Focherini, procuratore del consiglio questa raccolta sono stati omessi gli edito- d’amministrazione del giornale, era morto riali del periodo fascista). Per la morte di in un lager, dove lo avevano deportato i Bortolotti cfr. A. Marchi, F. Gamberi, nazisti per avere organizzato il soccorso Ettore Bortolotti di Vergato. Storia di fede,

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di guerra, d’amore, in “Nuèter”, n.2, dicem- mentre era in atto una festa in onore di un bre 1988, pp.37-45. sottufficiale tedesco - introdussero una cassa con 90 chili di tritolo. I partigiani Azione sindacale, L’. Il settimanale erano Dante Drusiani* “Tempesta”, Eva- “L’Azione sindacale” uscì il 30.3.1912 con risto Ferretti* “Remor”, Nazzareno Genti- il sottotitolo “Organo della Camera del lucci* “Nerone” comandante del dist, lavoro”. Primo redattore responsabile fu Giorgio Giovagnoni* “Crissa”, Achille Celso Venturi, noto esponente del movi- Paganelli* “Celere”, Vincenzo Toffano* mento anarchico bolognese. In quel perio- “Terremoto”. Dopo avere innescato il dis- do la CdL era diretta da una maggioranza positivo di scoppio, collocarono una anarco-sindacalista, la quale usò il periodi- bomba a tempo, sparsero benzina e spara- co come organo di partito. Per qualche rono contro i presenti. Scoppiò la bomba, tempo fu diretto da Domenico Innocente ma non la cassa e nella fretta non fu dato Baldoni gerente de “L’Agitatore”, il setti- fuoco alla benzina. I tedeschi reagirono e manale anarchico bolognese. Dopo l’espa- Toffano riportò una leggera ferita. Due trio di Baldoni, raggiunto da numerosi militi della GNR e due tedeschi restarono mandati di cattura per reati a mezzo stam- uccisi, tra i quali il maresciallo dei paraca- pa, tornò Venturi, sostituito in dicembre da dutisti Christian Knorr che aveva fatto Cleto Evaristo Marcacci*, altro esponente parte del gruppo che aveva liberato del movimento anarchico. Dopo l’uscita Mussolini dalla prigionia sul Gran Sasso dalla CdL dei lavoratori socialisti - i quali d’Italia. I feriti furono 7. Il 30.9, in un rap- diedero vita alla CCdL - il periodico porto al governo, il prefetto Fantozzi scris- decadde e nel giugno 1913 fu soppresso se: «Nulla est stata reazione agenti servizio per favorire la diffusione de “L’Interna- guardia». Il 2.10 “il Resto del Carlino” zionale”, organo nazionale dell’USI. [O] riportò un comunicato delle SD nel quale era detto che il 30.9 (ma pare che fosse ancora il 29) lo scoppio aveva provocato la morte di un tedesco, di una signora e di due agenti italiani. Il comunicato aggiunge- B va che erano stati subito fucilati 10 ostaggi italiani. Il 4.10 il giornale scrisse che gli ita- liani morti erano la marchesa Maria de Baglioni, Albergo. L’Albergo Baglioni - Bacci Biondi, l’agente Salvatore Cibella e il oggi Grand hotel Baglioni - è sempre stato milite della GNR Sergio Ciabatti. La sera uno dei più prestigiosi di Bologna. Dopo del 18.10.1944 l’attentato fu ripetuto. l’8.9.1943 ospitò gli alti comandi dell’eser- Drusiani, Ferretti, Gentilucci, Golfiero cito tedesco e le massime gerarchie del Magli* “Maio”, Dante Palchetti* “Lampo” PFR e dell’esercito della RSI. Nel settem- e Toffano collocarono due casse con 90 bre 1944 il comando del dist Temporale chili di tritolo ai due lati dell’ingresso del- della 7a brg GAP Gianni Garibaldi studiò l’albergo. Questa volta l’innesco funzionò e alcuni attentati particolarmente significati- crollò parte dell’edificio. Non è noto se si vi, alla vigilia di quella che si riteneva l’im- ebbero dei morti, anche perché i giornali minente liberazione della città, per prepa- non scrissero una riga. [O] rare il clima insurrezionale. Fu scelto il B IBLIOGRAFIA. Remor (Evaristo Ferretti), Baglioni proprio perché ospitava le più alte Salta il Baglioni, in Epopea partigiana, autorità d’occupazione e del fascismo. La pp.28-9; M. De Micheli, 7a Gap. sera del 29.9.1944 i partigiani Claudio De Fenu* in divisa da ufficiale dell’esercito e Balilla. Per preparare i giovani alla vita Lorenzo Ugolini* entrarono per un sopral- militare, il PNF organizzò quattro struttu- luogo. Poco dopo mezzanotte, 6 gappisti - re paramilitari: Figlio della lupa, per i bam-

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bini della fascia tra i 4-5 e le scuole ele- una sparatoria, Ambrosi riportò una lieve mentari; Balilla, sino alla licenza elementa- ferita. Il 3.3.1923 davanti alla Corte d’assi- re; Avanguardista, sino ai 15-16 anni e se di Bologna comparvero 27 imputati in Giovane fascista, sino ai 18. Le ragazze stato d’arresto. I giudici - nel paese era già erano organizzate nei reparti delle Piccole in atto la dittatura - ebbero la mano parti- e Giovani italiane. Tutti erano inquadrati colarmente pesante: Caterina Baldi* 6 anni nell’ONB, divenuta GIL (Gioventù italia- e 3 mesi; Giuseppe Baldi* detto Beato 15 na del littorio) in seguito. Il balilla aveva anni; Gabriello Cavaciocchi* 15 anni; una camicia nera, pantaloni corti di panno Achille Fabbri* 10 anni; Donatello Fab- grigioverde, fez nero, calzettoni verdi e una bri* 12 anni e 6 mesi; Giuseppe Fabbri* 7 mantella di panno grigioverde. I balilla anni e 6 mesi; Marzio Ferranti* 7 anni e 6 erano organizzati su vari reparti: moschet- mesi; Aurelio Gasparri* 2 anni, 5 mesi e 5 tieri, tamburini, trombettieri, sciatori, giorni; Ettore Mazzoni* 24 anni, 11 mesi e cavalleggeri. [O] 20 giorni; Attilio Milani* 7 anni e 6 mesi; B IBLIOGRAFIA. Vedi: Opera nazionale ba- Ettore Milani* 5 anni; Attilio Neri* 10 lilla. anni; Luigi Neri* assolto; Ettore Nerini* 4 anni e 2 mesi; Pietro Nerini* 17 anni e 6 Baragazza, Scontro del 1921 a. Il mesi; Giovanni Poli* 10 anni; Lorenzo 29.8.1921 a Baragazza (Castiglione de’ Poli* 1 anno e 6 mesi; Luigi Poli* 24 anni; Pepoli), si ebbero due scontri tra fascisti e Pia Poli* 10 anni; Riccardo Poli* 20 anni, antifascisti, nel corso dei quali perse la vita 11 mesi e 20 giorni; Gino Pratesi* assolto; la signora Emma Cremonini. Questa la ver- Pietro Pratesi* 8 anni, 8 mesi e 25 giorni; sione del sottoprefetto di Vergato, in data Leopoldo Predieri* 3 anni e 4 mesi; Gino 31.8.1921. Alle ore 13 i fascisti Enrico Puccetti* assolto; Giovanni Battista Gherardi e il figlio Mario - iscritti al fascio Puccetti* 15 anni; Rizzieri Armando Sensi* di Bologna e a Baragazza in villeggiatura - 17 anni, 4 mesi e 21 giorni; Agostino ebbero un diverbio politico con l’operaio Valenti* 2 anni e 11 mesi. Il 3.4.22 la Corte socialista Lorenzo Poli*, al quale spararo- d’assise giudicò separatamente tre latitanti: no nella schiena. Alle 18,45 i familiari del Francesco Gasperini* 20 anni; Antonio Poli e numerosi militanti socialisti si reca- Mazzoni* 24 anni e Giuseppe Sensi* 24 rono nell’abitazione dei Gherardi. Entra- anni, 3 mesi e 25 giorni. [O] rono e chiesero ai responsabili del ferimen- to di recarsi nell’abitazione del Poli e di Barricata, La. Il primo numero de “La bar- chiedergli scusa. I due fascisti si dissero ricata” - con il sottotitolo “Settimanale disponibili a recarsi nell’abitazione del feri- anarchico” e diretto da Domenico Zavat- to e a sostenere le spese mediche. Quando tero, con Celso Evaristo Marcacci* respon- fu loro chiesto di consegnare il fucile e le sabile - uscì l’8.3.1913 a Bologna. Non era rivoltelle che avevano in casa, si rifiutaro- il seguito di un giornale con analoga testa- no. Seguì una breve colluttazione nel corso ta uscito a Parma nel 1912. Era il portavo- della quale i due gruppi si scambiarono ce del gruppo di anarchici, guidato da colpi di rivoltella, coltellate e bastonate. La Zavattero, uscito dalla redazione de signora Cremonini, moglie di Enrico, restò “L’Agitatore” per contrasti con Armando uccisa. I carabinieri denunciarono 30 mili- Borghi e Maria Rygier. Anche se si sforzò di tanti di sinistra. Tra questi vi era Lorenzo divenire un periodico nazionale, pubbli- Poli. I Gherardi non furono denunciati. Il cando corrispondenze da numerose città, 5.9.1921 una squadra fascista, guidata da restò un organo locale prigioniero delle Giuseppe “Peppino” Ambrosi, fece una polemiche tra i gruppi anarchici guidati da spedizione punitiva a Castiglione de’ Borghi e Zavattero. Uscì irregolarmente Pepoli. Furono bruciate la sede del PSI e le sino al 21.6.1913 quando fece il n.6, l’ulti- abitazioni di 3 dirigenti socialisti. Durante mo. Il 6.4.1913 - durante una sospensione

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delle pubblicazioni - Zavattero pubblicò e ma continua avanzata - arrivassero in firmò come responsabile il periodico “Le Emilia-Romagna. Quando si resero conto canaglie rosse”. Aveva il sottotitolo che le operazioni agricole procedevano “Supplemento al N.4 del giornale “La lentamente, le autorità fasciste annunciaro- Barricata”. Uscirono 7 supplementi al n.4, no che Mussolini aveva disposto un’abbon- l’ultimo dei quali il 25.5.1913. Tutti erano dante distribuzione di grano ai lavoratori interamente occupati da note polemiche della terra, ai quali furono promesse anche contro Borghi e Rygier. [O] nuove tariffe salariali. La risposta dei lavo- B IBLIOGRAFIA. A. Borghi, Mezzo secolo di ratori la diede il periodico clandestino “La anarchia, Napoli, 1954, pp.118-9; L. Bet- Voce dei campi”, con l’articolo Il grano tini, Bibliografia dell’anarchismo, Firenze, matura. Scrisse: siamo «preoccupati di CP, 1972, vol.I, tomo I, p.248 e p.258. vederci portare via il frutto migliore della nostra fatica. I ladri fascisti, questi schifosi Battaglia. Il 21.11.1944 a Galliera vide la servi del nazismo, gettano di già l’avido luce il primo numero di “Battaglia”, il sguardo sulla preda imminente, di null’al- periodico del PCI locale che aveva il sotto- tro preoccupati che di acquistarsi le bene- titolo “Organo della massa operaia. merenze del padrone tedesco, sia pure affa- Fondato da Marco e Regolo”. Marco era il mando il popolo italiano» [...] «Contadini nome di battaglia di Giorgio Malaguti*. e braccianti dobbiamo opporre tutte le Era tirato al ciclostile. Del giornale usciro- forze della nostra intesa solidale e operante no 6 numeri, l’ultimo dei quali il contro questo piano criminoso di rapina e 29.12.1944. Cessò per la morte di Malaguti di affamamento». Il grano fu mietuto, ma fucilato il 24.3.1945. [O] abbandonato in covoni nei campi, per cui B IBLIOGRAFIA. G. Galetti, A. Testoni, M. fascisti e comando tedesco emisero più di Testoni, P. Zucchini, “Battaglia”, organo un comunicato per sollecitare il trasporto della massa operaia di Galliera, in Stampa del prodotto nelle aie, dove sarebbe dovu- clandestina nella Resistenza bolognese, to essere trebbiato. I partigiani, quando “Quaderno de ‘La lotta’”, Bologna, 1962, nelle aie arrivarono le trebbiatrici, disper- pp.47-53; L. Arbizzani, N.S. Onofri, I gior- sero il carburante o asportarono parti delle nali bolognesi della Resistenza, pp.296-9. I macchine e, infine, le incendiarono. Fu così testi sono in RB2 pp.845-61. che sulle aie arrivarono squadre di fascisti armati per proteggere le operazioni agrico- Battaglia, La, per il grano. La “battaglia le. Si ebbero scontri con morti. Fascisti e per il grano” - cosa diversa dalla “battaglia tedeschi minacciarono gravi rappresaglie, del grano” - fu combattuta nelle campagne se il grano non fosse stato trebbiato solleci- bolognesi nell’estate 1944 quando i tede- tamente. Il 9.7.1944 il comando delle SD schi, con la complicità dei fascisti, tentaro- annunciò che chi si rifiutava di trebbiare no di razziare il raccolto. Le prime avvisa- sarebbe stato «immediatamente arrestato e glie delle intenzioni tedesche - ma il discor- tradotto in Germania per il servizio del so vale per tutta la pianura Padana, come lavoro», mentre i «caporioni dei sobillatori dimostra la direttiva emessa dal CVL il verranno immediatamente fucilati al 10.7 - si ebbero quando “il Resto del momento della cattura». Il 15.7 il prefetto Carlino”, il 9.6.1944, scrisse che in prefet- annunciò che non sarebbe stato distribuito tura si era tenuta una riunione, presenti i il grano nei comuni dove non si trebbiava e dirigenti del Rustung-Kommando, per il 18.8 che sarebbero stati adottati severi decidere i «provvedimenti intesi a preser- provvedimenti contro i sabotatori. Secon- vare il buon esito del raccolto». do i rapporti del prefetto e del questore, i Immediatamente il CLN ordinò di ritarda- partigiani avrebbero incendiato o danneg- re la mietitura e la trebbiatura, nella spe- giato queste trebbiatrici: 1 a Tossignano ranza che le truppe alleate - in fase di lenta, (2.7); 1 a Baricella (5.7); 1 a Medicina (7.7);

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4 a Granarolo Emilia (14.7); 2 a Medicina Carlino” apparve una nota di Giuseppe (15.7); a Pianoro asportata una cinghia di Importuno il quale rilevò che era quanto- trasmissione (15.7); 1 a Castel S. Pietro meno strano che il grano fosse ancora Terme (21.7); 15 trebbiatrici a Imola ammucchiato in covoni nei campi, mentre (secondo un rapporto del questore del avrebbe dovuto già essere dentro i silo. 22.7) «hanno cessato funzionare per inti- Scrisse che molti contadini avevano treb- midazione ribelli»; 1 a Imola (22.7); a biato solo la quantità necessaria per il fab- Tossignano i partigiani sottraggono la cin- bisogno familiare e che molti proprietari ghia di trasmissione di una trebbiatrice attendevano l’arrivo degli alleati per ven- (23.7); a Casola Canina (Imola) i partigiani derlo a mille lire il quintale. Questo era il sottraggono le cinghie di trasmissione di 2 prezzo pagato nell’Italia liberata, mentre al trebbiatrici (23.7); 2 a Castel Maggiore nord era più basso. Il 16.7.1944 arrivò la (26.7); 1 a Castel S. Pietro Terme (27.7); 1 replica imbarazzata del conte Cesare a Corticella (Bologna) (29.7); 1 a Castel Masetti Zannini, presidente dell’Unione Maggiore (30.7); 1 a Castel S. Pietro Terme agricoltori e noto esponente fascista. (30.7); 1 a Castel S. Pietro Terme (31.7); 1 Ammise i ritardi e disse che «prima ancora a Castel S. Pietro Terme (31.7); 1 a della trebbiatura, si è tentato di ostacolare Castenaso, più una danneggiata, (1.8); 1 a la mietitura». Ciononostante i lavori proce- Medicina (2.8); 1 a Tossignano (3.8). A devano, anche se era vero che i covoni si Bologna (5.7) muore in ospedale il milite trovavano ancora ammucchiati nei campi, della GNR Silvano Danti, rimasto ferito a ma solo quale «misura di precauzione a Medicina mentre faceva la guardia a una difesa delle offese aeree». Dopo avere ten- trebbiatrice. A Pianoro (17.7) è ucciso tato di accreditare una così singolare ver- Enrico Benetti mentre trebbia; a Calderara sione, negò che i ritardi fossero dovuti «alla di Reno (24.7) è ferito un partigiano che segreta volontà degli agricoltori di attende- tenta di bruciare una trebbiatrice (ACS, re che ipotetici eventi bellici permettano MI, RSI, G, b.20); a Maddalena (Budrio) è loro di realizzare le 1000 lire al quintale ucciso il milite della GNR Giuseppe Bighi promesse nell’Italia invasa». Concludendo, di guardia (30.7) ad una trebbiatrice (Albo scaricò le responsabilità sui «senza patria» caduti e dispersi..); a Portonovo (Medicina) che vogliono «anarchia e disordine a tutto è ucciso (11.8) il milite della GNR Luigi vantaggio dei nostri nemici». [O] Garelli, mentre fa la guardia ad una treb- B IBLIOGRAFIA. Atti del Comando generale biatrice; a Pediano (Imola) un milite della del Corpo volontari della libertà. Dalla sua GNR di guardia a una trebbiatrice è ucciso costituzione all’insurrezione nazionale (giu- e un altro ferito (8.9). Il 23.8 il prefetto gno 1944-aprile 1945), Roma, 1946, p.19; Fantozzi informò il governo che tutte le L. Arbizzani, Azione operaia contadina di trebbiatrici di Imola erano ferme per man- massa; N.S. Onofri, I giornali badogliani e canza di carburante. La “battaglia per il della RSI a Bologna (1943-1945), p.78; N. grano” durò sino a settembre quando, con Galassi, Imola dal fascismo alla liberazione, un ritardo di 2-3 mesi, furono trebbiati gli 1930-1945, p.314. ultimi covoni. Molto grano fu distribuito tra la popolazione subito dopo la trebbia- Battaglione e brigata Garibaldi in Spagna. tura, altro nascosto dai coloni e non molto Il 21.7.1936 a Parigi, dopo l’inizio della arrivò agli ammassi, per cui i tedeschi pote- sedizione fascista in Spagna, Carlo Rosselli rono impossessarsi di una modesta parte invitò PSI, PRI e PCI ad incontrarsi per del prodotto. A quest’azione popolare par- decidere l’invio di volontari in terra spa- teciparono non pochi proprietari agricoli i gnola. Il PRI non intervenne e PCI e PSI quali, per motivi patriottici ed economici, dissero che si sarebbero attenuti a quanto non volevano che il grano finisse nelle mani avrebbero deciso gli omologhi partiti fran- dei tedeschi. Il 13.7.1944 su “il Resto del cesi. Ai primi d’agosto Rosselli e un centi-

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naio di volontari - giellisti, anarchici e dipendente Penchienati. In seguito sarà socialisti, tra i quali il bolognese Lorenzo aggiunto un altro btg e i comandanti, o Giusti* - partirono per Barcellona. Fu perché caduti - come Battistelli il 22.6 - o costituita la Colonna Rosselli poi inquadra- perché feriti saranno rinnovati più volte. ta nella formazione anarchica spagnola Nella brg furono immessi non pochi spa- Colonna Ascaso. Il 28.8.1936 la Colonna gnoli per rimpiazzare i caduti. Contrasti ebbe il battesimo del fuoco a Monte Pelato politici lacerarono la vita della brg. I primi in Aragona. Dopo la decisione presa si ebbero nel maggio 1937 quando dall’URSS, il 18.9, di aiutare la repubblica Penchienati si rifiutò di recarsi a spagnola, un’ottantina di militanti comuni- Barcellona con il btg per prendere parte sti lasciarono la Francia, si recarono in agli scontri contro i gruppi anarchici. Spagna e costituirono la centuria “Gastone Scontri nel corso dei quali la polizia politi- Sozzi”, comandata prima da Gottardo ca stalinista - la CECA - assassinò numero- Rinaldi e poi dal bolognese Vittorio si dirigenti anarchici, tra i quali l’italiano Ghini*. Contemporaneamente in altre Camillo Berneri. Inoltre, l’equilibrio del parti del vasto fronte spagnolo furono comando fu alterato quando il capo di costituiti altri gruppi armati misti - tra i stato maggiore, un anarchico, fu sostituito quali un btg Matteotti - nei quali militaro- dal comunista Felice Platone. Per discute- no non pochi italiani. Il btg Dimitrov, com- re di questi e altri problemi con i dirigenti posto di slavi, aveva una compagnia italia- dei partiti italiani, Pacciardi chiese una na comandata da Carlo Penchienati. Per licenza per Parigi, lasciando il comando mettere fine alla caotica situazione e dare interinale a Penchienati. Durante la sua un coordinamento ai tanti reparti stranieri assenza il comando delle brgg internazio- nati spontaneamente, il 22.10.1936 il nali nominò Penchienati comandante e governo spagnolo decise la costituzione Pacciardi - che al ritorno aveva protestato - delle brgg internazionali. Ebbe così inizio vice comandante di div. Alla fine del 1938, un lento processo d’aggregazione dei essendosene andato Penchienati per con- reparti italiani e nacque il btg Garibaldi. trasti politici, il comando passò al comuni- Aveva sede ad Albacete, come le altre for- sta Agostino Casati (ma si chiamava Nino mazioni internazionali. Primo comandante Raimondi). Per riequilibrare il peso politi- fu Randolfo Pacciardi, segretario del PRI, co dei dirigenti, il comando della brg andò con Antonio Roasio* del PCI e Amedeo prima al socialista francese Bernard e poi al Azzi del PSI commissari politici. Quando socialista italiano Arturo Zannoni. Negli Roasio restò ferito, Ilio Barontini* divenne ultimi mesi del conflitto furono nominati commissario. Per qualche tempo il btg comandanti i comunisti Martino Martini pare sia stato comandato da Umberto (ma si chiamava Alessandro Vaia) e Pereyra Galleani. Forte di 800 uomini, il btg ebbe spagnolo. Domenico Tomat e Luis Rivas il primo scontro il 12.11.1936 a Cerro de pare si siano alternati al comando negli Los Angeles e restò in linea per mesi. Il ultimi tempi della guerra. La brg ebbe due 20.4.1937 il governo spagnolo riorganizzò giornali: “Il Volontario della libertà” e “Il le formazioni armate su basi nazionali. Garibaldino”. La brg, che prese parte a Tutti i volontari italiani operanti nelle più quasi tutti i combattimenti, risentì di questi diverse formazioni furono invitati ad continui cambiamenti di comando, a parte arruolarsi nel btg Garibaldi divenuto la 12a il fatto che, dalla primavera del 1938, il brg internazionale intestata a Garibaldi. In conflitto cominciò a volgere decisamente quel periodo operava sul fronte di Madrid, in favore dei franchisti. Dopo l’ottobre sempre comandata da Pacciardi e articola- 1938, quando le brgg internazionali furono ta su tre btg: il primo comandato dal bolo- ritirate dal fronte, la Garibaldi si dissolse e gnese Libero Battistelli* del PRI; il secon- i combattenti assegnati ad altre formazioni. do dal comunista Marvin e il terzo dall’in- Dalla Catalogna, ultimo fronte sul quale

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combatterono, gli italiani cominciarono a 1963; G. Roux, La guerra civile di Spagna, ritirarsi verso la Francia dopo la caduta di Firenze, Sansoni, 1966, pp.368; H. Barcellona, avvenuta il 26.1.1939. I pochi Thomas, Storia della guerra civile spagnola, che si trovavano nella capitale si ritirarono Torino, Einaudi, 1966, pp.708; M. Tunon quando cadde Madrid il 28.3.1939 A mano de Lara, Storia della repubblica e della guer- a mano che attraversavano il confine fran- ra civile in Spagna, Roma, Editori riuniti, cese, i militanti italiani furono deportati nei 1966, pp.742; Garibaldini in Spagna e nella campi di concentramento francesi e molti Resistenza Bolognese, “5° Quaderno de ‘La caddero in mano della Gestapo quando i lotta’”, Bologna 1966, pp.64; Garibaldini tedeschi invasero la Francia. Gli italiani in Spagna, Feltrinelli, Milano, 1966, pp.395 furono quasi tutti consegnati alla polizia (reprint dell’edizione di Madrid del 1937); fascista e finirono al confino, mentre alcu- C. Rosselli, Oggi in Spagna, domani in ni, come il bolognese Adelmo Pedrini*, Italia, Torino, Einaudi, 1967, pp.182; furono deportati nei lager nazisti. I confi- Perché andammo in Spagna. Scritti di mili- nati tornarono in libertà dopo la caduta del tanti antifascisti (1936-1939), a cura di A. regime fascista, il 25.7.1943, e la maggior Dal Pont, L. Zocchi, Roma, ANPPIA, parte di loro presero parte alla guerra di 1967, pp.317 (il volume pubblica un’ampia liberazione. Non si conosce il numero bibliografia); O. Conforti, Guadalajara, La esatto degli italiani che militarono nella brg prima sconfitta del fascismo, Milano, Garibaldi, mentre quelli che combatterono Mursia, 1967, pp.439; V. Vidali, Il 5° reggi- contro i franchisti - indipendentemente mento, Milano, La Pietra, 1973, pp.147; M. dalla formazione nella quale militarono - Signorino, Il massacro di Barcellona, furono poco meno di 4 mila. I caduti della Milano, Fabbri, 1973, pp.149; G. Calan- brg furono 111 e 150 i feriti. I bolognesi drone, La Spagna brucia. Cronache garibal- che militarono nella brg furono 164 di cui dine, Roma, Editori riuniti, 1974, pp.434; 3 donne. 40 i caduti, il cui elenco è in: G. Ranzato, Rivoluzione e guerra civile in Bolognesi uccisi dai fascisti durante la dit- Spagna, 1931-1939, Torino, Loescher, tatura (p.55). [O] 1975, pp.288; V. Vidali, Spagna lunga batta- B IBLIOGRAFIA. Garibaldini in Spagna, glia, Milano, Vangelista, 1975, pp.347; Le Madrid, 1937, pp.395; R. Pacciardi, Il bat- brigate internazionali. La solidarietà dei taglione Garibaldi. Volontari italiani nella popoli con la Repubblica spagnola, Milano, Spagna repubblicana, Lugano, 1938, La Pietra, 1976, pp.335; G. Franchini pp.255; Legionari di Roma in terra iberica, Angeloni, Nel ricordo di Mario, Bologna, Milano, 1940, pp.313; C. Penchienati, La Squilla, 1976, pp.79; J.F. Coverdale, I Brigate internazionali in Spagna. Delitti fascisti italiani alla guerra di Spagna, Bari, della “Ceka” comunista, Milano, 1950, Laterza, 1977, pp.432; Giuliano Pajetta, pp.145; F. Nitti, Il maggiore è un rosso, Ricordi di Spagna, Roma, Editori riuniti, Milano, Avanti!, 1953, pp.219; G. Pesce, 1977, pp.189; V. Vidali, La caduta della Un garibaldino in Spagna, Roma, 1955, repubblica, Milano, Vangelista, 1979, pp.254; L. Longo, Le brigate internazionali pp.192; N. Torcellan, Gli italiani in Spagna. in Spagna, Roma, Editori riuniti, 1957, Bibliografia della guerra civile spagnola, pp.337 (Ristampato nel 1972); P. Nenni, Milano, Angeli, 1980, pp.144; A. Lopez, Spagna, Milano, Avanti!, 1958, pp.270; A. Antifascisti italiani caduti nella guerra di Garosci, Gli intellettuali e la guerra di Spagna, Roma, 1980, pp.75; L. Arbizzani, Spagna, Torino, Einaudi, 1959, pp.235; G. (con la collaborazione di C. Volta e A. Calandrone, La Spagna brucia, Roma, Zambonelli), Antifascisti emiliani e roma- Editori riuniti, 1962, pp.434; L. Vanelli, G. gnoli in Spagna e nella Resistenza. I volon- Calandrone, Elenco dei volontari italiani tari della Repubblica di S. Marino, Milano, caduti nella guerra civile spagnola, in Vangelista, 1980, pp.237; Antifascisti italia- “Rivista storica del socialismo”, n.15-16, ni caduti nella guerra di Spagna, 1936-1939.

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Combattenti antifascisti di Spagna caduti l’inverno il btg tenne la difficile posizione e nella lotta di liberazione in Italia, a cura di quasi quotidianamente si scontrò con i A. Lopez, “Quaderno” n.1, gennaio 1982; tedeschi, i quali invano tentarono di rioc- Memoria antologica, Saggi critici e appunti cupare la posizione. Nelle ultime settimane biografici in ricordo di Camillo Berneri nel del conflitto il btg passò alle dipendenze cinquantesimo della morte, Pistoia, 1986, dei reparti italiani Folgore, Nembo e pp.230; Per una definizione della dittatura Friuli. Il 14.4 prese parte alla battaglia per franchista, a cura di L. Casali, Milano, la liberazione d’Imola e proseguì per Angeli, 1990, pp.278; La Spagna nel nostro Argenta (FE) sino al Po. A San Nicolò (FE) cuore, 1936-1939. Tre anni di storia da non fu smobilitato. [O] dimenticare, Milano, 1996, a cura del- B IBLIOGRAFIA. N. Galassi, Partigiani nella l’AICVAS, pp.607 (da p.601 a 606 una linea Gotica. Testimonianze in RB5 pp.527- bibliografia sulla Spagna); Guadalajara!, a 36. cura di E. Calcaterra, Piacenza, 1997, pp.56; Immagini nemiche. La guerra civile Battaglione Sugano. Così fu chiamato - spagnola e le sue rappresentazioni. 1936- anche se il nome ufficiale era Battaglione 1939, Bologna, 1999, pp.439. d’assalto Stella rossa-Sugano - il btg comandato da Sugano Melchiorri*, uno Battaglione Libero. Nel settembre 1944 la dei principali dirigenti della brg Stella 36a brg Bianconcini Garibaldi fu divisa in rossa Lupo. Melchiorri ebbe numerose 4 btg, 3 dei quali sarebbero dovuti scende- divergenze con Mario Musolesi*, coman- re a Faenza (RA), Imola e Bologna e pren- dante della brg, in particolare sul modo di dere parte a quella che si riteneva l’immi- condurre la guerriglia e sull’ostilità che nente insurrezione. Il 1°, al comando mostrava verso i commissari politici nomi- d’Edmondo Golinelli* “Libero”, scese nati dal CUMER. Il 27.6.1944 - quando la verso la via Emilia tra Bologna e Imola, per brg si trovava a Monte Ombraro (Zocca - tornare in collina, dopo l’arresto dell’avan- MO) - Melchiorri abbandonò la formazio- zata alleata. Si portò a Monte La Fine e ne. Fu seguito da 45 partigiani, ai quali, nei l’occupò, consegnandolo agli americani giorni seguenti, se n’aggiunsero altri 40. dell’88a div il 24.9.1944 Per non farsi di- Dario Albertazzi* era vice comandante e sarmare, il btg chiese di tornare in linea. Bruno Graziosi* commissario politico. Il Gli fu parzialmente concesso di conservare btg si recò a Montefiorino (MO). Dopo la le armi, ma di operare in seconda linea per fine della “repubblica partigiana”, il btg si riparare le strade. Ebbe il riconoscimento diresse in Garfagnana per attraversare la di corpo combattente e fu rifornito dagli linea del fronte. Al passo delle Forbici americani. Quando gli inglesi dell’VIII (Villaminozzo - RE) i partigiani si scontra- armata presero il posto degli americani, il rono con i tedeschi ed ebbero la peggio. Il 1° btg, chiamato Battaglione “Sirio” di 2.8.1944 29 partigiani attraversarono la Libero, continuò nei compiti soliti, con linea del fronte e si aggregarono al Gruppo divise e armi britanniche. Il 14.12.1944 un Valanga, una formazione toscana. Il resto contingente inglese di stanza a Borgo del btg, guidato da Melchiorri, tornò verso Tossignano fu catturato dai tedeschi, per Bologna per prendere parte a quella che si cui il comando dell’VIII armata decise di riteneva l’imminente insurrezione. Il grup- abbandonare la zona. Dopo lunga trattati- po più grosso entrò nella 7a brg GAP va il btg chiese e ottenne di presidiare Gianni Garibaldi e gruppi minori nella 63a Borgo Tossignano, anche se Tossignano, brg Bolero Garibaldi e in altre formazioni cento metri più in alto, era in mano nemi- modenesi. [O] ca. Il 13.1.1945 i partigiani occuparono B IBLIOGRAFIA. A. Ballotta, Dalla battaglia di Borgo e convinsero i pochi abitanti che vi Montesole al combattimento di Passo delle si trovavano ad abbandonarlo. Per tutto Forbici, in “Rassegna di storia dell’Istituto

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storico della Resistenza in Modena e cianti, i contadini e tutti gli altri cittadini Provincia”, aprile 1985, pp.127-34; G. debbono astenersi dal lavoro». Il volantino Lippi, La stella rossa a Monte Sole. concludeva: «Cittadini! I corpi insanguina- Testimonianza di S. Melchiorri in RB3, ti delle vittime della Biscia, abbandonati fra p.523. le macerie delle case distrutte, gridano ven- detta. Al loro grido, tutti rispondiamo ina- Biagioni, Eccidio di. Il 3.7.1944 alcuni par- sprendo il nostro odio e centuplicando le tigiani distrussero un automezzo tedesco a nostre azioni armate contro i barbari aguz- Biagioni (Granaglione) e forse uccisero un zini hitlero-fascisti! Morte agli assassini del milite delle SS italiane. Il giorno dopo furo- popolo!». Le vittime sono: Dionigio no rastrellate 9 persone dalle SS tedesche e Bordoni*, Roberto De Zaiacomo*, Cali- dalle SS italiane. Saverio Bruni* e Attilio mero Donati*, Domenico Guerri*, Enrico Vivarelli* furono impiccati nella piazza del Piva*, Romano Stanzani* e Gino Za- paese, alla presenza di molti cittadini, oltre narini*. [O] che della madre e della sorella di Vivarelli. B IBLIOGRAFIA. R. Fregna, Castel Maggiore Vennero fucilati Paolo Calistri*, Giovanni 1943-45, p.117; L. Arbizzani, Antifascismo Fornaciari*, Rosolino Mori*, Armando e lotta di liberazione nel bolognese, p.77; C. Vivarelli*, Domenico Guglielmo Viva- Garulli, La Palla di Stracci. Fotogrammi relli*, Eugenio Vivarelli* detto Pipetta e della memoria. Marte Vivarelli*. Calistri, rimasto ferito, tentò di fuggire, ma fu raggiunto e finito Bologna non fu città “libera” o “aperta”. con i calci dei fucili e un colpo alla nuca. Il Contrariamente a quanto è stato scritto in processo contro i responsabili non fu cele- alcuni articoli giornalistici, i tedeschi non brato perchè il fascicolo giudiziario era riconobbero mai a Bologna lo status di finito nell’ “armadio della vergogna”. Per città “libera” o “aperta”. La richiesta era ragioni di difficile comprensione i martiri stata avanzata dal podestà di Bologna di Biagioni - meno Bruni e Armando Mario Agnoli alle autorità d’occupazione, Vivarelli - sono stati inseriti nell’Albo cadu- nonostante sapesse che tedeschi e governo ti e dispersi della repubblica sociale italiana fascista erano contrari. In una lettera invia- come vittime di agguati dei partigiani.[O] ta nel dopoguerra a Bergonzini, Agnoli ha B IBLIOGRAFIA. A. Borri, 4 luglio 1944. La scritto di avere agito come podestà e di strage di Biagioni; M. Franzinelli, Le stragi avere avuto «nelle fasi successive, l’affet- nascoste, Mondadori, Milano, 2002, p.162. tuoso conforto da parte del Card. Nasalli Rocca» (L. Bergonzini, La svastica a Biscia, Eccidio di. Il 12.9.1944 alcuni par- Bologna, p.77). I suoi tentativi per ottenere tigiani bloccarono un camion tedesco in il riconoscimento sono descritti nel suo località Biscia (Castel Maggiore). Ricu- libro di memorie. Prima di arrendersi perarono il materiale trasportato e lasciaro- Agnoli tentò tutte le strade. L’11.8.44 inviò no liberi i 2 militari catturati, i quali riferi- una lettera a Giorgio Pini - direttore de “il rono l’accaduto al loro comando. Il giorno Resto del Carlino” e fascista moderato stesso i tedeschi fecero saltare la casa colo- come lui - per lamentare il suo mancato nica presso la quale era avvenuto l’attacco sostegno. Nessuno, scrisse, avrebbe potuto e fucilarono 7 persone rastrellate per la «fraintendere questa finalità come una strada. La notizia della rappresaglia tede- manifestazione di viltà» perché «i bologne- sca fu diffusa dal CLN di Castel Maggiore si che sentono il dovere di difendere la che il 13.9.1944 stampò un volantino lista- città, sanno molto bene dove possono e to a lutto. Il CLN dispose una giornata di debbono combattere». Pini gli rispose che lutto per il 14 e ordinò: «1) Tutti i negozi «il giornale non ha trattato l’argomento del comune debbono restare chiusi; 2) Gli secondo le vedute personali del suo operai della Barbieri, della Todt, i brac- Direttore (che non si permette e non può

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permettersi questo lusso), ma secondo un dagli squadristi del Fascio di combattimen- preciso indirizzo superiore che tu pure to fu l’operaio Guido Tibaldi*, il conosci». Il 14.8, in una lettera ad un 20.10.1920 davanti alla Sala Borsa in via amico, Pini scrisse che Agnoli «si era fatto Ugo Bassi. Questi, in ordine alfabetico, i delle illusioni eccessive» (ACS, CP, b.32). bolognesi uccisi dai fascisti o morti in car- Il 23.2.45 - quando ricopriva la carica di cere o al confino durante la dittatura: sottosegretario all’interno e conosceva Ferdinando Albertazzi* 6.12.1931 in car- bene i piani della difesa - Pini scrisse a cere a Bologna; Antonio Amadesi* Calimero Barilli: «In quanto alla certezza 21.11.1920 a Bologna; Ferdinando Ban- che tu dimostri che Bologna sarà rispettata, diera 2.8.1921 a Molinella; Francesco Aldo mi auguro che tu sia buon profeta, ma ho i Baroncini* 11.1.1940 al confino a Cam- miei dubbi, e forti» (Idem, b. 33). Albert pobasso; Alberto Bartolini* 27.3.1933, Kesselring (comandante per lungo tempo dopo essere stato liberato dal carcere di delle truppe in Italia) e Frido von Senger Turi (BA); Emilio Bassi* 16.9.1921 a Sasso und Etterlin (comandante del XIV corpo Marconi; Noè Bastia* 22.2.1928 a Sala corazzato di stanza in Emilia) hanno scrit- Bolognese; Riccardo Bedosti* 21.11.1942 a to che avevano l’ordine di difendere Bologna dopo essere stato rilasciato dal Bologna casa per casa e che il governo della confino di polizia; Francesco Bernardi* RSI era d’accordo. Se la città non fu 17.8.1922 a Castel d’Aiano; Pellegrino distrutta il merito va agli alleati che la aggi- Bernardi* 17.8.1922 a Castel d’Aiano; rarono, anziché investirla direttamente; alle Mario Bersani* 12.5.1943 in carcere a forze partigiane che avevano predisposto Bologna; Leone Bettini* al confino a un piano per salvare gli impianti pubblici e Ventotene il 21.4.1943; Mario Biavati* a von Senger. A guerra finita e, per lui, per- 12.1.1922 a Bologna; Flavio Bonettini* duta, il generale tedesco non volle aggiun- 21.11.1920 a Bologna; Amedeo Bonini* gere rovine a rovine e non rispettò gli ordi- 24.2.1943 mentre era al confino alle ni ricevuti. [O] Tremiti; Enrico Bonoli* 18.6.1924 a Castel B IBLIOGRAFIA. M. Agnoli, Bologna “città Guelfo di Bologna; Adelmo Brighenti* aperta”; L. Bergonzini, La svastica a 8.1.1923 a Budrio; Oreste Brunelli* Bologna. Settembre 1943 – aprile 1945; F. 3.1.1932 a Baricella; Domenico Bubani* von Senger und Etterlin, Combattere senza 12.11.1921 a Imola; Luigi Campomori* paura e senza speranza; A. Kesselring, 8.12.1934 al confino a Ventotene; Luigi Memorie di guerra, Milano, Garzanti, 1954, Cantelli* 19.2.1922 a Galliera; Gilberto pp.352. Cantieri* 21.11.1920 a Bologna; Giuseppe Casadio Gaddoni* 8.1.1923 a Imola; Bolognesi uccisi dai fascisti durante la dit- Angelo Castaldini* 13.6.1922 a Bologna; tatura. Tra il 20.6.1919 e il 25.7.1943 nella Egidio Raffaele Cavallini* 2.6.1924 a provincia di Bologna furono assassinati o Calderara di Reno; Mario Cavina* persero la vita, mentre erano in carcere o al 12.7.1930 a Medicina; Marcello Cazzola* confino, 114 antifascisti. A questi andreb- 15.8.1922 a Molinella; Luigi Cervellati* bero aggiunti - ma è difficile calcolare il 9.4.1927 a Imola; Guglielmo Cialdi* numero esatto - quelli che morirono qual- 31.10.1922 a Bologna; Adolfo Comandi* che tempo dopo avere subìto maltratta- 15.8.1921 a Marzabotto; Enrico Comastri* menti o a seguito di malattie contratte 21.11.1920 a Bologna; Stefano Dal Pozzo* durante la detenzione. Il 20.6.1919, al ter- 18.3.1923 a Imola; Giuseppe Fabbri* mine di una manifestazione contadina, fu 16.10.1920 a Bologna; Vincenzo Fabbri* uccisa a Bologna la bracciante Geltrude 25.12.1925 a Bologna; Enea Fantini* Grassi* ad opera dei Sempre pronti, una 12.4.1931 a Castelfranco Emilia; Amedeo formazione paramilitare di destra che con- Fantoni* 14.9.1926 a Bologna; Fedora Fa- fluì nel fascio. Il primo bolognese ucciso rolfi* 10.11.1924 a Imola; Ettore Faustini*

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17.9.1922 a Bologna; Vittorio Fava* zotti* 6.2.1921 a Bologna; Giuseppe 21.11.1920 a Bologna; Livio Fazzini* Reggiani* da Alfonso 5.3.1940 nel carce- 21.11.1920 a Bologna; Emiliano Ferri* re di Civitavecchia; Guido Romani* 29.8.1921 a Savigno; Elmiro Forlani* 14.11.1931 a Bologna; Eligio Roveri* 29.5.1922 a S. Giorgio di Piano; Luigi 12.7.1928 a Bologna; Alberto Rossetti* Franceschi* 20.8.1921 a Castenaso; Angelo 14.2.1922 a Monghidoro; Rocco Sacchetti* Frazzoni* 16.9.1924 a Molinella; Angelo 19.1.1922 a Galliera; Marino Serenari* Gaiani* 7.4.1924 a Molinella; Carlo 5.2.1939 a Napoli; Pietro Sibani* Gasperini* 26.10.1923 a Bologna; Gel- 28.11.1921 a Vergato; Luigi Simoncini* trude Grassi* 20.6.1919 a Bologna; Luigi 4.4.1934 a Bologna; Armando Sorghi* Grilli* 14.7.1922 a Castenaso; Giuseppe 22.12.1933 al confino alle Tremiti; Antonio Lamberti* 31.10.1923 dopo essere stato Stagni* 28.5.1922 a Castello di Serravalle; dimesso dal carcere; Alderige Lenzi*, detto Mario Tarozzi* a Pianosa l’1.1.1930; Ulderigo 6.1.1921 a Bologna; Amedeo Guido Tibaldi* 20.9.1920 a Bologna; Lipparini* 29.4.1921 a Bentivoglio; Ettore Angela Toni* 7.3.1921 a Pieve di Cento; Lorenzini* il 25.5.1942 al confino a Ustica; Aristide Toselli* 5.3.1922 ad Anzola Primo Malaguti* 15.5.1924 ad Anzola Emilia; Luigi Trombetti* 1.5.1922 a Imola; Emilia; Primo Malossi* 27.11.1922 a Aldo Tugnoli* 18.5.1921 a Bologna; Ugo Malalbergo; Pietro Marani* 9.8.1923 a Tura* 23.3.1924 a Bologna; Attilio Molinella; Enea Marchesini* 18.7.1921 a Vannini* 3.3.1925 a Imola; Medardo Lavino di Mezzo; Demetrio Martinelli* Vannini* 14.11.1921 a Castello d’Argile; 22.6.1922 a Bologna; Ettore Masetti* Aldo Vecchi* 9.9.1921 a Budrio; Amleto 13.2.1921 a Bologna; Ugo Masrati* Vellani* 3.12.1919 a Bologna; Giuseppe 13.7.1921 a Imola; Augusto Mattarelli* Venturi* 25.3.1923 a Camugnano; Ugo 14.8.1923 a Bologna; Bartolomeo Maz- Veronesi* 1.1.1941 a Bologna; Alfonso zetti* 7.8.1922 a Bagnara di Romagna Vignoli* 1.5.1922 a Zola Predosa; Vin- (RA); Enrico Mazzetti* 14.2.1923 a Cre- cenzo Vignoli* 1.5.1922 a Zola Predosa; spellano; Mario Mazzoni* 21.11.1930 a Raffaele Virgulti* 3.8.1922 a Imola; Anteo Bologna; Ugo Mezzini* 19.3.1922 a S. Zamboni* 31.10.1926 a Bologna; Oliviero Lazzaro di Savena; Eugenio Minardi* Zanardi* 22.5.1925 a Bologna; Vincenzo 4.12.1926 a Imola; Pirro Mocci* 26.3.1921 Zanelli* 22.7.1921 a Imola; Carolina a S. Giovanni in Persiceto; Paolo Angelo Zecchi* 21.11.1921 a Bologna; Giuseppe Monaldeschi* 14.8.1938 al confino alle Zerbini* 23.9.1923 a S. Lazzaro di Savena; Tremiti; Emilio Monti* 1.1.1924 a Imola; Giuseppe Zuppiroli* 26.5.1926 a Malal- Ugo Morara* 8.11.1921 a Medicina; Luigi bergo. A questi vanno aggiunti i 40 bolo- Morini* 16.10.1921 a Bologna; Rosalino gnesi - ma potrebbero essere di più - cadu- Morini* 7.4.1925 a Bologna; Adele Naldi* ti nella guerra civile spagnola tra il 1936 e il 27.2.1922 a S. Benedetto Val di Sambro; 1939: Adelmo Arbizzani*, Adelmo Bac- Anselmo Naldi* 5.8.1922 a Bologna; chilega*, Giovanni Baesi*, Libero Bat- Giuseppe Nanni* 3.1.1923 a Imola; Guido tistelli*, Pietro Bertoni*, Roberto Bicoc- Nuzzi* 23.3.1926 a Bologna; Leonida chi*, Lodovico Boninsegna*, Attilio Bulza- Orlandi* 22.11.1921 a Bologna; Giuseppe mini*, Ivo Capponcelli*, Primo Cassola*, Piancastelli* 13.7.1940 all’ospedale di Andrea Colliva*, Nerio Della Sfera*, Formia, mentre era al confino a Ventotene; Giuseppe Facchini*, Mario Filippi*, Ofelia Piancastelli* 26.11.1925 a Imola; Arturo Fogacci*, Ferrer Frabboni*, Bruno Giovanna Giuseppina Pilati* 8.4.1921 a Gualandi*, Giuseppe Jaboli*, Aurelio Minerbio; Luigi Piretti* 9.5.1923 a Lanzarini*, Cesare Lenzarini*, Giuseppe Calderara di Reno; Agata Pizzi* 26.5.1921 Lipparini*, Dino Manini*, Alessandro a S. Agata Bolognese; Augusto Pulega* Manzoni*, Mario Martini*, Fiovo o Fiobo 11.1.1925 a Bologna; Armando Ramaz- Masi*, Silvio Mongiorgi*, Nino Nannetti*,

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Angiolo Neri*, Amedeo Nerozzi*, Ame- usciti dalla parte posteriore dello stabile e deo Pasqui*, Giuseppe Poli*, Giuseppe avrebbero tentato di raggiungere la zona Reggiani*, Pietro Rivani*, Mafaldo Rossi*, del Mercato ortofrutticolo, in via Fio- Raffaele Serra*, Corrado Silvestrini*, ravanti, parzialmente distrutto dai bom- Armando Tedeschi*, Raffaele Turra*, bardamenti. Alle 12,30 una pattuglia fasci- Adelmo Venturoli*, Roberto Zanelli*. Non sta penetrò nello stabile e cominciò a con- sono compresi nell’elenco i bolognesi trollare gli appartamenti. Quando tentaro- morti in avvenimenti legati alle lotte socia- no di entrare in quello occupato dai parti- li. Sono stati omessi i 5 lavoratori deceduti giani, i fascisti avvertirono che la porta era nei moti per il caroviveri del 4.7.1919 a sbarrata dall’interno. La forzarono, ma Imola; gli 8 dell’eccidio di Decima (S. furono uccisi da Fiorini e Renato Ro- Giovanni in Persiceto) del 5.4.1920; il magnoli* “Italiano”. I due scesero le scale, morto dello scontro di Portonovo seguiti da alcuni partigiani, mentre altri (Medicina) del 9.8.1920; i 5 degli incidenti restarono e cominciarono a sparare dalle del “Casermone” in via de’ Chiari a finestre. Romagnoli attraversò alcuni giar- Bologna del 14.10.1920. [O] dini, diretto all’Ortofrutticolo, e lungo il tragitto affrontò e abbatté 2 tedeschi. Poi Bolognina, Battaglia della. La sera del cadde e la canna del mitra si riempì di 7.11.1944, dopo la battaglia di Porta Lame, terra. Nascose le armi e, approfittando del una trentina di partigiani, tra i quali non suo aspetto giovanile e dell’abbigliamento pochi feriti, riuscirono a raggiungere una quasi infantile, si consegnò ai fascisti dicen- vecchia base della 7a brg GAP Gianni do di essere un abitante dello stabile. Per Garibaldi in via Lionello Spada alla questo si salvò. Edgardo Galetti* “Bufalo”, Bolognina (Bologna). Il pomeriggio dopo i anziché dirigersi verso il mercato, attraver- feriti furono trasportati nell’infermeria par- sò la strada e fu falciato dai fascisti. Stessa tigiana di via Duca d’Aosta 77 (oggi via sorte toccò a Danilo Chiarini* “Diavolo”. Andrea Costa), mentre numerosi altri deci- Amos Facchini* “Joe” fu ferito mentre si sero di raggiungere le basi partigiane nei allontanava dallo stabile. Dopo avere spa- comuni della provincia dalle quali erano rato l’ultimo colpo si suicidò. Nello scon- partiti alcuni mesi prima. Restarono in una tro, durato poco più di un’ora, restarono ventina che si sistemarono in uno stabile uccisi Gino Comastri* “Rolando” e Bruno semidiroccato in piazza dell’Unità angolo Camellini* “Slavo”. I tedeschi spararono via Tibaldi. Comandante del gruppo era contro lo stabile con i cannoni dei carri Ardilio Fiorini* “Primo”. Nelle prime ore armati. Restarono feriti, ma riuscirono a del 15.11.1944 dalla base uscirono Roberto salvarsi, grazie all’aiuto dei compagni, Zucchini* “Ambro” e Dante Guadarelli* Fiorini, Rossano Mazza*, Franco Dal Rio* “Rino” che avrebbero dovuto incontrare i “Bob”, Arrigo Brini* “Volpe”, Riniero dirigenti della brg per discutere il futuro Turrini* “Maresciallo” e “Toscano”. Dal del gruppo. Poco dopo nella piazza arriva- Rio e “Toscano” per non cadere prigionie- rono 18 mezzi corazzati, tra carri armati e ri, avevano tentato il suicidio sparandosi autoblindo, con numerosi tedeschi e militi alla testa. Anche Turrini, essendo rimasto fascisti. Fiorini fece uscire Mario Ventura* ferito, si sparò per non essere catturato, ma “Sergio” con l’incarico di accertare la con- non morì. Fiorini, Turrini, Mazza, Dal Rio sistenza dello schieramento nazifascista e e Brini furono portati dai compagni nell’in- di riferire. Fatti pochi passi Ventura fu cat- fermeria partigiana di via Duca d’Aosta 77. turato e il giorno dopo fucilato. Poiché non Qui, il 9.12.1944, furono catturati dai fasci- sapevano se la base era stata scoperta o se i sti e fucilati. “Toscano” fu ricoverato in nazifascisti stavano effettuando uno dei ospedale e si salvò. Complessivamente i consueti rastrellamenti, i partigiani decise- partigiani ebbero 6 caduti nello scontro, ai ro di attendere. Se attaccati, sarebbero quali vanno aggiunti i 5 feriti catturati e

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uccisi in dicembre. Restarono illesi Roma- trici e ferroviari in via Agucchi e in via del gnoli, Secondo Negrini* “Barba”, Osvaldo Milliario. Morirono una decina di cittadini Allaria* “Dado”, Salvatore Calogero* e una ventina riportarono ferite. Il “Siciliano” e Giovanni Galletti* “Gallo”. 24.7.1943 decollarono dalla Tunisia 51 B Nel corso dello scontro, un proiettile 17 per colpire la stazione ferroviaria. Per vagante colpì e uccise il passante Filippo un errore dell’aereo guida, parte delle Fazioli di 71 anno residente in via del bombe furono scaricate sul centro cittadi- Barroccio a Bologna [O] no. I bolognesi morti furono 180. B IBLIOGRAFIA. A. Cucchi (Jacopo), I dicias- L’incursione più disastrosa avvenne la mat- sette della Bolognina, in “Tempi nuovi”, tina del 25.9.1943 quando 71 B 17 arriva- n.5, dicembre 1945, pp.35-40; “Jacopo” rono sulla città senza essere avvistati, per Aldo Cucchi, Bolognina, - “Dado” Osvaldo cui scaricarono le bombe con i bolognesi Allaria, Dentro la Bolognina, in Epopea par- ancora nelle case o per le strade. I morti tigiana, pp.41 e 44; M. De Micheli, 7a Gap: furono 936. Dall’ottobre 1944 - quando La Battaglia della Bolognina; Anni- venne a trovarsi a pochi chilometri dalla versario (XXX) della battaglia di Porta linea del fronte - la città subì pochi grossi Lame (7 novembre 1944) e della Bolognina attacchi dal cielo, anche se fu quotidiana- (15 novembre 1944); R. Romagnoli, mente martoriata da piccoli raid, ai quali Gappista. Dodici mesi nella Settima GAP prendevano parte aerei di medie dimensio- “Gianni”, pp.169-81; R. Romagnoli, 50° ni, i cacciabombardieri, tra i quali i Anniversario della Battaglia di Porta Lame e Lightning P 38 e i Thunderbolt americani. della Bolognina; CUMER. Il “Bollettino Negli ultimi mesi del conflitto Bologna fu militare” del Comando unico militare Emi- sorvolata tutte le notti da un aereo di pic- lia-Romagna (giugno 1944-aprile 1945), cole dimensioni - i bolognesi lo chiamava- pp.209-12. Testimonianze in RB5, pp.939- no Pippo - che si limitava a sganciare una o 68. due bombe, quasi sempre a casaccio. All’inizio del 1944 le basi dei bombardieri Bombardamenti aerei subiti da Bologna. anglo-americani furono sistemate in Puglia Non è possibile indicare il numero esatto e quelle dei caccia - a partire dal settembre- dei bombardamenti aerei subiti da Bologna ottobre 1944 - in Toscana. I caccia più usati tra il luglio 1943 e la fine del conflitto per- furono gli Spitfire inglesi ed i Mustang ché furono numerosissimi negli ultimi americani. La sera del 21.4.1945 un aereo mesi. Inoltre, a volte un bombardamento tedesco fece un volo sulla città liberata e era compiuto in più ondate con lunghi lanciò una bomba. Le bombe d’aereo di- intervalli tra una e l’altra. È noto solo il strussero 1.271 fabbricati a Bologna. 1.501 numero dei raid fatti da grosse formazioni quelli semidistrutti e 2.405 quelli lesionati. tra il 15.7.1943 e il 18.4.1945. Furono 32, Numerosissimi i monumenti distrutti e ma il numero sale a 93 conteggiando le lesionati. Quasi tutti i centri della provincia incursioni medie. I bombardamenti diurni, furono colpiti da bombardamenti, anche se solitamente, erano opera degli americani i furono particolarmente presi di mira quali usavano prevalentemente i quadri- Casalecchio di Reno e Imola. [O] motori B 17, le cosiddette “fortezze volan- B IBLIOGRAFIA. F. Manaresi, Le incursioni ti”. La RAF inglese, specializzata nei bom- aeree su Bologna, in “Strenna storica bolo- bardamenti notturni, aveva molti aerei a gnese”, 1973, pp.167-216; A. Barbacci, larga autonomia e grande capacità di cari- Monumenti a Bologna. Distruzioni e restau- co, tra i quali i Lancaster, i Wellington e gli ri, Bologna, Cappelli, 1977, pp.286; F. Halifax. Il primo bombardamento fu com- Manaresi, Le incursioni aeree su Bologna piuto di notte - tra il 15 e il 16.7.1943 - da alla luce di nuovi documenti, in “Atti e 6 Lancaster partiti dall’Inghilterra e atter- memorie della Deputazione di storia patria rati in Algeria. Furono colpiti impianti elet- per le province di Romagna”, 1988,

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pp.229-254; G. Gentili, La prima incursio- quel giorno, a pochi chilometri di distanza, ne aerea su Bologna, (16 luglio 1943), in era in corso una battaglia fra truppe ameri- “Strenna storica bolognese”, 1993, pp.207- cane e partigiani della brg Toni Matteotti 17; M. Maggiorani, Uscire dalla città: lo Montagna da una parte e tedeschi dall’al- sfollamento, in Bologna in guerra, pp.361- tra. Le 11 persone furono uccise a colpi di 94; F. Manaresi, Gli anni della guerra pistola, meno Emma Marchetti*, rimasta (1940-1945): bombardamenti e sfollamenti, ferita e sopravvissuta per alcuni giorni. in San Lazzaro di Savena, la storia, l’am- Prima di morire, scrisse una lettera ad una biente, la cultura, pp.269-275; F. Manaresi, parente - recapitata dopo la Liberazione - La protezione antiaerea, pp.29-45 e I bom- nella quale descrisse le fasi dell’eccidio. bardamenti aerei, pp.47-55 in Delenda Nel luogo della strage - da non confondere Bononia. Immagini dei bombardamenti. con quella avvenuta il 24.10.1944 a Susano 1943-1945; F. D’Ajutolo, Bologna ferita. (Vergato), una località poco distante - è Fotografie inedite 1943-19457; G. Maz- stato eretto un cippo sul quale sono stati zanti, Obiettivo Bologna. Open the doors. incisi i nomi delle vittime: Caterina Bombs away; Bologna trema (1943-1944). Bettucchi*, Ettore Bortolotti*, Giovanni Canarini*, Cleofe Rita Donati*, Zaira Bondanello, Eccidio di. I partigiani di Laffi*, Ada Marchetti*, Emma Marchetti*, Castel Maggiore, la mattina del 3.9.1944, Antonio Mattioli*, Sara Mattioli*, Raffaele promossero una manifestazione davanti Nanni* e Maria Venturi*. [O] alla sede municipale, a Bondanello, nel B IBLIOGRAFIA. A. Marchi, F. Gamberi, corso della quale furono distrutti i registri Ettore Bortolotti di Vergato, Storie di fede, della leva e quelli delle tasse. Quando i di guerra e d’amore, in “Nuèter”, n.28, nazifascisti intervennero per disperdere i 1988, pp.37-45. numerosi manifestanti, i partigiani uccisero 3 o 5 militari. Nel pomeriggio i fascisti bru- Boschi di Ciano, Eccidio di. Tra i numero- ciarono la casa colonica d’Ercole Guer- si eccidi consumati dai nazifascisti sul- nelli, nota come Cascina Guernelli, in via l’Appennino tosco-emiliano, uno dei più Passo Pioppe 4 a Bondanello, e fucilarono efferati fu quello di Boschi di Ciano a 6 persone. Le vittime sono: Antonio Monte Ombraro (Zocca - MO). Anche se Cavedagna*, Olindo Cavedagna*, Riccar- avvenuto nel Modenese, fu compiuto da do Cavedagna*, Adelmo Guernelli*, fascisti bolognesi e un bolognese è tra i Ercole Guernelli* e Giuseppe Guernelli* morti. Tra partigiani e civili 20 persone da Ercole. [O] furono impiccate e finite a colpi di mitra il B IBLIOGRAFIA. R. Fregna, Castel Maggiore 18.7.1944. Il “Giornale dell’Emilia”, il 1943-45, p.115; L. Arbizzani, Antifascismo 17.8.1945, ha così ricostruito l’eccidio. Nei e lotta di Liberazione nel bolognese p.77; C. primi giorni di luglio i partigiani uccisero 5 Garulli, La Palla di Stracci. Fotogrammi fascisti nella zona compresa tra Castello di della memoria. Serravalle e Zocca. Una rappresaglia predi- sposta dal tenente Enrico Zanarini, coman- Boschi, Eccidio di. Il 13.12.1944 i tedeschi dante della compagnia di brigate nere di catturarono e trucidarono 11 persone in Castello di Serravalle, fu proibita dai tede- località Boschi (Vergato), allora chiamata schi. Per forzare la mano al comando tede- Boschi di Susano, una località poco distan- sco, i fascisti uccisero 2 tedeschi e attribui- te da Ponzano. Costrette a lasciare rono la responsabilità ai partigiani. Avuta Ponzano, su ordine dei tedeschi, le 11 per- l’autorizzazione, Zanarini fece catturare 40 sone - tutte anziane, meno una bambina - persone, tra i quali numerosi partigiani, nel molto probabilmente tentavano di raggiun- corso di un rastrellamento compiuto il 16 e gere a piedi la linea del fronte per trasferir- 17.7.1944 nella zona tra Castello di si nella Valle dell’Alto Reno già liberata. In Serravalle e Zocca. 20 dei 40 rastrellati

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furono fatti salire su due camion e trasferi- variabile da zona a zona. Quando supera- ti a Boschi di Ciano dove erano pronte le vano il migliaio erano sdoppiate. Anche i forche. Dopo avere fatto infilare nei cappi livelli di comando all’interno delle brgg il collo dei 20 sventurati, i camion furono non sempre corrispondevano a quelli mili- fatti partire. Per la rottura della corda 4 tari. [O] uomini caddero e terra e furono finiti a colpi di mitra. A tutti fu sparato un colpo Brigata 1a Irma Bandiera Garibaldi. Que- di grazia. I corpi restarono per un giorno sta formazione - che porta il nome della esposti quale monito alla popolazione. Le partigiana Irma Bandiera* uccisa dai fasci- vittime sono: Amilcare Auregli, Silvio sti il 13.8.1944 e decorata di medaglia d’oro Balestri, Giuseppe Balugani, Pietro Ba- - fu costituita nell’estate 1944 quando furo- lugani, Raffaele Balugani, Lino Bononcini, no raggruppati alcuni nuclei armati che Feriero Colzi, Walter Degno*, Umberto operavano all’interno del centro storico di Gherardi, Leopoldo Gelli, Ezio Lolli, Bologna e nell’immediata periferia. La deci- Massimo Nobili, Giuseppe Pedretti, Pier sione fu presa in previsione di quella che si Luigi Poggi, Silvio Poggi, Ivo Sassi*, riteneva l’imminente insurrezione popola- Giuseppe Teggi, Eraldo Teodori* e re. La brg, che faceva parte della div Timoleone Teodori. [O] Bologna pianura “Mario”, estese gradata- B IBLIOGRAFIA. M. Marinelli, Testimonianze mente la propria attività dal centro cittadi- sui venti impiccati di Ciano di Zocca, in S. no ai comuni di Casalecchio di Reno, Castel Prati, G. Rinaldi, Quando eravamo ribelli. Maggiore, Granarolo Emilia e S. Lazzaro di La Valle del Panaro nella Resistenza, Savena. Ebbe numerosi comandanti: pp.247-9. Giordano Walter Busi* “Michele” fucilato il 18.11.1944; Beltrando Pancaldi* “Ran”; Bozzo di Monte Stanco, Eccidio di. Il Renato Capelli* “Leo”; Renato Nicoli* 23.7.1944 alcuni partigiani della brg Stella “Enzo” fucilato il 15.3.1945 e Guerrino rossa Lupo tesero un agguato ad un’auto Malisardi*. Numerosi i vice comandanti e i tedesca, lungo la strada Vergato-Grizzana, commissari politici che si avvicendarono. nei pressi di Bozzo (Grizzana) su Monte La brg era organizzata su 5 btg, tutti dedi- Stanco. Un reparto di SS rastrellò una deci- cati a partigiani caduti. 1° Busi, comandato na di persone, tra le quali alcuni sfollati di da Ottavio Baffé* “Andrea” sino al Bologna. Furono scelti a caso 7 uomini 20.11.1944 e poi da Sergio Soglia* “Ciro”; subito fucilati e lasciati insepolti, quale 2° Giacomo (il nome di battaglia del cadu- monito alla popolazione. Il giorno prima to Ferruccio Magnani*), comandato da un altro eccidio era stato compiuto a Pian Enzo Cinelli* sino al 5.10.1944, quando di Setta (Grizzana), poco distante. Sul cadde, e poi da Elio Morino* “Morro”; 3° luogo dell’eccidio è stato eretto un cippo Ciro (il nome di battaglia del caduto con i nomi delle vittime: Luigi Calisti*, Giuseppe Rimondi*), comandato da Guido Alberto Lava*, Giovanni Lucchi*, Giusep- Muratori* “Oscar”; 4° Bruno Pinardi* pe Lucchi*, Dino Marchi*, Umberto “Camoscio” e Vanes Pinardi* “Topo”, Romagnoli* ed Ezio Vedovelli*. [O] comandato da Pancaldi sino al 2.5.1944 e poi da Orlando Mandrioli* “Muzio”; 5° Brigata partigiana. Le formazioni partigia- Antonio Rosini*, comandato da Busi sino al ne assunsero il nome convenzionale di brg, 3.8.1944 e poi da Aureliano Cariani* anche se non avevano le caratteristiche di “Iano”. La brg ebbe 94 caduti e 46 feriti. quelle dell’esercito. Erano suddivise in 1.066 i partigiani riconosciuti e 327 i patrio- compagnie, le quali differivano, per strut- ti. Numerosi i benemeriti. [O] tura e organizzazione, da quelle tradiziona- B IBLIOGRAFIA. Testimonianze di R. Capelli li. Più brgg costituivano una div. Le brgg (p.411), E. Bettini (p.418), A. Diolaiti bolognesi ebbero un numero di militanti (p.423) in RB3.

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Brigata 2a Paolo Garibaldi. A questa for- cialmente questo numero a causa di dissidi mazione fu assegnato il nome di battaglia tra la brg e il CUMER. Tra l’altro, la brg di Giovanni Martini* “Paolo”, il vice aveva adottato un emblema con la falce e il comandante della 7a brg GAP Gianni martello - il simbolo del partito - in luogo Garibaldi, ucciso dai fascisti il 15.12.1944. della stella a cinque punte, il simbolo uffi- Fu costituita nella primavera 1944, quando ciale del CVL. Sin dall’inizio fu comandata furono raggruppati numerosi nuclei armati da Otello Bonvicini* “Giorgio”, mentre che operavano nei comuni agricoli a nord nell’autunno 1944 l’incarico di commissa- di Bologna, alcuni dei quali in attività sin rio politico fu affidato a Giuseppe dal settembre 1943. La brg operò a Castel Bentivogli* “Liberel” e “Nonno”. Dopo la Maggiore, Bentivoglio, Argelato, S. Gior- fucilazione di Bonvicini, avvenuta il gio di Piano, Baricella, Malalbergo, S. 18.4.1945, non fu nominato un nuovo Pietro in Casale, Minerbio e Granarolo comandante e l’incarico fu assegnato inte- Emilia. Primo comandante fu Beltrando rinalmente a Bentivogli, caduto il Pancaldi* “Ran”, con Walter Parenti* 21.4.1945. La brg era organizzata su 2 btg, “Biondo” vice ed Elio Magri* “Pick” com- dedicati a partigiani caduti: Floriano Bassi* missario politico. Nel marzo 1945, quando e Oreste Vancini*. Un terzo btg, intitolato fu sdoppiata e nacque la 4a Venturoli al caduto Attilio Gadani*, fu quasi subito Garibaldi, comandante divenne Parenti, riassorbito dagli altri due. Il btg Vancini vice Marcello Zanetti* “Marco”, commis- era chiamato Mamolo perché operava nella sario politico Luigi Zucchini* “Profes- zona di Porta S. Mamolo. La brg - inqua- sour” e vice commissario Vincenzo drata nella div pianura “Mario” - ebbe 18 Galetti* “Nino e Aurelio”. Era organizzata morti e 3 feriti. I partigiani riconosciuti su 4 btgg dedicati a caduti: Ruffillo furono 140 e 114 i patrioti. [O] Tolomelli* “Filo”, Attilio Gadani* e Re- B IBLIOGRAFIA. V. Grazia, Bologna socialista nato Tampellini*. Pochi giorni prima della nella lotta di liberazione, in Almanacco liberazione al 2° btg fu dato - direttamente socialista 1946, p.190-9; R. Tega, Giuseppe dal comando della brg - il nome di Bentivogli, in Almanacco socialista 1946, Lucarelli. Non si conosce l’identità di que- p.272-3; Giuseppe Bentivogli e Paolo sto partigiano, che non figura negli elenchi Fabbri; V. Grazia, Palita, in Epopea parti- della brg. La brg - inquadrata nella div giana, p.102 (lo scritto è stato ripubblicato Bologna pianura “Mario” - ebbe 69 caduti in numerose pubblicazioni con titoli diver- e 49 feriti. 1.016 i partigiani riconosciuti e si); N.S. Onofri, I socialisti bolognesi nella 286 i patrioti. Numerosi i benemeriti. [O] Resistenza; N.S. Onofri, Documenti dei B IBLIOGRAFIA. Testimonianze di E. Magri socialisti bolognesi sulla Resistenza. (p.480), E. Biondi (p.490) e A. Testoni (p.498) in RB3. Brigata 4a Venturoli Garibaldi. Questa formazione - che porta il nome di Remigio Brigata 3a Matteotti Città. Questo è il Venturoli* “Renato”, ucciso dai fascisti nome ufficiale della 1a brg Matteotti - in l’1.4.1944 - fu costituita nel marzo 1945, base alla numerazione interna delle forma- dopo lo sdoppiamento della 2a brg Paolo zioni del PSIUP di Bologna - così chiama- Garibaldi. Operò nei comuni di Malalber- ta per distinguerla dalle brgg Matteotti di go, Baricella, Minerbio, Budrio, Granarolo montagna e pianura. Delle tre, fu l’ultima a Emilia, Castenaso, Ozzano Emilia e Ben- essere costituita nella tarda primavera 1944 tivoglio. Fece parte della div Bologna pia- e riorganizzata nell’autunno. Secondo il nura “Mario”. Il comandante era Enrico nuovo ordinamento della div Bologna pia- Mezzetti* “Fulmine” ed Elio Cicchetti* nura “Mario”, predisposto dal CUMER “Fantomas” il vice. Elio Magri* “Pick” nell’inverno 1944-45, avrebbe dovuto esse- commissario politico e Mario Mazzacurati re la 3a brg della div. Non ebbe mai uffi- vice. Era organizzata su 6 btgg, 3 dei quali

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intestati ai caduti Dino Gotti*, Elio Pa- Gianni Alberani*, Quinto Bevilacqua*, squali*, Oriente Chiarini* “Slip”. Gli altri Mario Melega* e Ugo Morara*. Ebbe 59 erano intestati a un non meglio identificato caduti e 13 feriti. I partigiani riconosciuti Andreoli, a Cirillo e l’ultimo era chiamato furono 410 e 229 i patrioti. Numerosi i SAP. La brg ebbe 169 caduti, 58 dei quali benemeriti. [O] persero la vita nei combattimenti dei gior- B IBLIOGRAFIA. “Delfus” B. Marchesi, 5a bri- ni della liberazione, e 49 feriti. I partigiani gata Bonvicini, in Epopea partigiana, p.168; riconosciuti furono 1.105 e 345 i patrioti. N.S. Onofri, I socialisti bolognesi nella Numerosi i benemeriti. [O] Resistenza, Bologna; N.S. Onofri, Docu- B IBLIOGRAFIA. Fulmine (Enrico Mezzetti), menti dei socialisti bolognesi sulla 4a Brigata Venturoli, in Epopea partigiana, Resistenza. Testimonianze di B. Marchesi p.169; C. Volta, L’antifascismo e la Re- (p.474), A. Martoni (p.477) e G. Trippa sistenza a Baricella; AA.VV., Castenaso, un (p.479) in RB3. contributo per la conquista della libertà e della democrazia; Castenaso dal Risorgi- Brigata 6a Giacomo. Nell’estate 1944 mento alla Resistenza; G. Felicani, “Dick”, Roberto Roveda* e altri esponenti del Il battaglione partigiano “Dino Gotti”. mondo cattolico costituirono il btg “Stelle Testimonianze di E. Mezzetti (p.501), E. verdi”, richiamandosi alle formazioni cat- Cicchetti (p.503) e O. Severini (p.513) in toliche “Fiamme verdi” che operavano in RB3. alcune zone del nord Italia. Su disposizio- ne del CUMER il btg di Roveda fu unito al Brigata 5a Bonvicini Matteotti. Questo è il btg Mazzini comandato da Guido nome ufficiale della 2a brg Matteotti pia- Gaibara*. Nacque così la 6a brg Giacomo nura - in base alla numerazione interna - il nome di battaglia del caduto partigiano delle formazioni del PSIUP di Bologna - Ferruccio Magnani* - che operò in città e assegnatole nell’inverno 1944-45, dopo la ad Ozzano Emilia. Fece parte della div riorganizzazione delle brgg partigiane e la Bologna pianura “Mario”. Gaibara diven- costituzione della div Bologna pianura ne il comandante, Roveda il commissario “Mario”. Solitamente era chiamata la politico e Francesco Colombo* comandan- Matteotti Pianura, per distinguerla dalle te del btg Mazzini. I partigiani riconosciuti altre brgg socialiste di città e di montagna. furono 52 e 73 i patrioti. Ebbe un morto e Pochi giorni prima della Liberazione fu un ferito. [O] intestata a Otello Bonvicini* “Giorgio”, il B IBLIOGRAFIA. Testimonianze di R. Roveda comandante della Matteotti Città fucilato (p.402) e mons. Giulio Salmi (p.407) in dai fascisti il 18.4.1945. La brg, costituita RB3. nell’inverno 1943-44, operò nel quadrilate- ro compreso tra Molinella, Medicina, Brigata 7a GAP Gianni Garibaldi. Nel set- Castel Guelfo di Bologna e Massa tembre-ottobre 1943 il PCI organizzò a Lombarda (RA). Suo primo comandante Bologna città alcuni gruppi armati per fu Giuseppe Bentivogli* “Liberel” e “Non- attentati contro gerarchi del rinato partito no”, al quale successe Alfredo Calzolari* fascista e comandi tedeschi, oltre che luo- “Falco” nell’estate 1944. Dopo la morte di ghi di ritrovo dei militari nazifascisti, quali Calzolari - ucciso il 16.4.1945 dai tedeschi ristoranti, circoli, case di tolleranza ecc. I nei pressi di Molinella - il comando passò a primi dirigenti di questi gruppi furono Bruno Marchesi* “Delfus”. Ottavio Baffè* Luigi Gaiani*, Vittorio Ghini* “Locati”, “Andrea” era vice comandante, Rolando Walter Nerozzi* e Remigio Venturoli*. In Casalini* “Aldo” commissario politico e marzo, con la riorganizzazione di questi Pietro Bragaglia* “Radio” capo di stato gruppi, fu costituita la 7a brg GAP maggiore. Era organizzata su 4 btgg inte- Garibaldi, che assunse il nome di Gianni, stati a martiri socialisti e caduti partigiani: dopo la morte di Massimo Meliconi*,

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nome di battaglia Gianni, uno dei suoi novembre 1944 a Porta Lame; R. Roma- massimi dirigenti. In maggio il comando fu gnoli, C’era una volta la Settima G.A.P.; L. assunto da Alcide Leonardi* “Luigi”, con Michelini, R. Romagnoli, 7a brigata Gap. Bruno Gualandi* “Aldo” e Giovanni Mar- Note di storia, in “I Quaderni di Resistenza tini* “Paolo” vice comandanti. Commis- oggi”, supplemento al n.5 del 2004 di sari politici furono Sonilio Parisini*, “Resistenza oggi”, pp.43-51. Testimonian- Andrea Bentini*, Giuseppe Armaroli* ze di A. Leonardi (p.269), L. Gaiani “Verdi e Carlo”, Alceste Giovannini* (p.272) e W. Nerozzi (p.276) in RB3 e di N. “Gino” e Aldo Cucchi* “Jacopo”. Nel Gentilucci (p.969), N. Albertazzi (p.981), periodo di massimo sviluppo la brg fu G. Magli (p.983) e A. Gamberini (p.985) in organizzata, tra città e provincia, su 6 btg o RB5. dist. Bologna “Temporale” comandato da Nazzareno Gentilucci* “Nerone” e da Brigata 8a Masia GL. Questo è il nome Lorenzo Ugolini* “Naldi”; Anzola Emilia ufficiale della 5a brg GL dell’Emilia- “Tarzan” comandato prima da Vittorio Romagna che, per qualche tempo, era stata Bolognini* e poi da Sugano Melchiorri*; chiamata la 2a brg GL di Bologna. Medicina comandato da Mario Melega* Nell’autunno 1944 le fu dato il nome di “Ciccio”, da Vittorio Gombi* “Libero” e Massenzio Masia* “Max”, il responsabile infine da Giuseppe Bacchilega* “Drago”; regionale delle brgg GL e del PdA fucilato Castel Maggiore comandato da Franco il 23.9.1944. Ebbe il numero 8 dopo la rior- Franchini* “Romagna” e poi da Arrigo ganizzazione delle brgg bolognesi, nel Pioppi* “Bill”; Castenaso comandato da marzo 1945, e la costituzione della div Carlo Malaguti* “Nino” e poi da Oddone Bologna pianura “Mario”. Nata nell’inver- Sangiorgi* “Monello”; quello d’Imola, il no 1943-44, operò prevalentemente a Bo- “Ruscello”, comandato da Dante Pel- logna, anche se aveva alcuni nuclei nei liconi* “Ragno”. Tra le principali azioni comuni della “cintura”. Il 4.9.1944 i prin- della brg vanno ricordate la liberazione dei cipali dirigenti della brg furono arrestati e detenuti di S. Giovanni in Monte fucilati il 23. Il 20.10.1944 la base che la (9.8.1944), la battaglia di Porta Lame brg aveva costituito nella sede dell’univer- (7.11.1944), la battaglia della Bolognina sità fu scoperta e, dopo duro combatti- (15.11.1944) e gli attentati dinamitardi mento, furono uccisi 6 partigiani. Primo contro l’hotel Baglioni (9.9.1944 e comandante fu Pietro Foschi* “Piero” e 18.10.1944). La brg - inquadrata nella div “Sergio”. Nell’autunno 1944 lasciò il co- Bologna pianura “Mario” - ebbe 933 parti- mando a Tristano Colummi*, per riassu- giani riconosciuti, 164 patrioti e un nume- merlo nella primavera. Tra il settembre e ro imprecisato di benemeriti. I morti furo- l’ottobre 1944 il comando fu assunto per no 206 e 56 i feriti. [O] alcune settimane da Mario Bastia* B IBLIOGRAFIA. 7 novembre, Numero unico “Marroni”, caduto il 20.10. Luigi Zoboli* della 7a brigata GAP Gianni; Audacia e fu commissario politico sino al 23.9.1944, sacrificio GAP e SAP, numero unico del quando fu fucilato. Prese il suo posto Battaglione SAP Montano e del Armando Tomesani*. Comandante di stato Distaccamento “Fratelli Ruscello” e della maggiore fu Giuseppe Barbieri* “Mim- VII Brigata GAP Gianni; M. De Micheli, mo”, sino al 20.10.1944, sostituito da 7.a GAP; S. Soglia, L’ardimento della 7a Renato Bernardi*. Ebbe 20 morti e 14 feri- Gap, in Garibaldi combatte, “4° Quaderno ti. 293 i partigiani riconosciuti e 45 i patrio- de ‘La lotta’”, 1965, pp.5-12; R. ti. Numerosi i benemeriti. [O] Romagnoli, Gappista. Dodici mesi nella B IBLIOGRAFIA. P. Crocioni, Il Partito d’azio- Settima GAP “Gianni”; R. Romagnoli, 50° ne in lotta a Bologna e in Emilia, in “Tempi anniversario della Battaglia di Porta Lame e nuovi”, n.7-8, 1946; D. Colangeli, La morte della Bolognina; R. Romagnoli, Sette all’Ateneo, in Epopea partigiana, p.52;

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Giustizia e libertà in Emilia e Romagna ra e di dopo, p.163; P. Nucci, E ci guidava la (relazione anonima, ma scritta da Giusep- luna; Comitato provinciale della Resistenza, pe Barbieri), in Epopea partigiana, pp.176- Vergato nella lotta per la pace e la libertà; A. 8; G. Barbieri, Battaglia all’università, in Albertazzi, La 9a brigata S. Justa, in “I “Emilia”, n.32, 1954; F. Comandini, Per i Quaderni di Resistenza oggi”, supplemen- caduti del Partito d’Azione; N.S. Onofri, to al n.5 del 2004 di “Resistenza oggi”, Due spie nel Partito d’Azione, in Garibal- pp.81-3. Testimonianze di P. Nucci dini e partigiani, pp.183-92; Massenzio (p.312), E. Alessandri (p.318) e don G.M. Masia nel ricordo degli amici della Bonani (p.320) in RB3. Resistenza; Masia Massenzio nell’anniversa- rio del suo sacrificio; Massenzio Masia; G. Brigata SAP Bologna. Fu una piccolissima Supino, Per i caduti dell’università; R. formazione che operò a Bologna città. Di Trauzzi, Partigiani azionisti, in Storia del- essa si è perduto l’archivio storico, per cui l’antifascismo italiano, vol.2, p.289-92; G. non è possibile descriverla. 37 i partigiani Supino, Il Partito d’Azione nella Resistenza riconosciuti e nessun patriota. Non ebbe in Emilia-Romagna, in “La Resistenza in caduti, ma un ferito. Emilia-Romagna”, Bologna, 1966, pp.122- 5; Università degli studi di Bologna, 30° Brigata 36a Bianconcini Garibaldi. Nel- anniversario della battaglia dell’Università, l’inverno 1943-44 una cinquantina di gio- pp.35; Le formazioni GL nella Resistenza. vani patrioti imolesi e faentini, guidati da Documenti, pp.433-4. Testimonianze di P. Giovanni Nardi* “Caio”, Andrea Gua- Foschi (p.395), G. Barbieri (p.398) e A. landi* “Bruno” e Luigi Tinti* “Bob”, si si- Ghermandi (p.400) in RB3. stemarono in un casolare, chiamato l’Albergo, in località Cortecchio sul versan- Brigata 9a Santa Justa. Questa brg si costi- te est del monte La Faggiola, nell’Alto tuì nella primavera-estate 1944, su iniziati- Imolese, e iniziarono la guerriglia lungo le va di Pino Nucci* “Santa Justa”, il quale strade che dall’Emilia portano in Toscana. aggregò vari gruppi armati sparsi tra Tra il 22 e il 23.2.1944 l’Albergo fu attac- Bologna, Casalecchio di Reno e Sasso cato dai fascisti e i partigiani si dispersero, Marconi. In seguito estese la propria attivi- anche se molti raggiunsero il Monte tà ai comuni di Marzabotto e Monte S. Falterona e si aggregarono alle formazioni Pietro. Fece parte della div Bologna pianu- di patrioti che vi si trovavano. Dopo l’of- ra “Mario”. Comandata da Nucci, era fensiva nazifascista, che sgominò le forma- organizzata su tre btgg. 1° btg “Romiti” o zioni partigiane del Falterona, una ventina di pianura comandato da Pietro Marchesi* di partigiani imolesi e faentini - guidati da “Romiti”; 2° btg “Rimbo” comandato da Nardi e Tinti - fecero ritorno nella zona Guido Cremonini* “Rimbo” e successiva- della Faggiola e all’inizio d’aprile, in locali- mente da Tonino Fava* “Dito monco” e da tà Dogana, diedero vita a quella che fu Gino Berti* “Douglas”; 3° btg “Moro” chiamata la 4a brg Garibaldi poi ribattez- comandato da Bruno Bregolini* “Moro” e zata in 36a brg Garibaldi Bianconcini, dal successivamente da Guido Donini* “Pul- nome d’Alessandro Bianconcini*. Nella ce”. La brg aveva un reparto formato da nuova formazione confluirono altri gruppi russi, austriaci e polacchi, comandato da guidati da Libero Lossanti* “Capitano Romanos Todua e Renato Muneroni*. I Lorenzini” ed Ernesto Venzi* “Nino” - partigiani riconosciuti furono 389 e i entrambi reduci da una dura esperienza patrioti uno. Ebbe 29 morti e 16 feriti.(O) partigiana nel Veneto - e Guido Gualandi B IBLIOGRAFIA. P. Nucci, “Santa Justa”, in “Moro”. In breve tempo la 36a divenne Epopea partigiana, p.171; P. Nucci, La bri- una delle più forti brg dell’Appennino gata “Santa Justa”, in Bologna è libera, p.58; tosco-emiliano. Primo comandante fu R. Giorgi, Sasso Marconi. Cronache di allo- Lossanti con Gualandi commissario. Mor-

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to Lossanti il 14.6.1944, il comando fu le; N. Galassi, Gli uomini della Trentaseie- assunto da Tinti che lo mantenne sino alla sima, in “I Quaderni di Resistenza oggi”, fine. Il colonnello del genio Mario Saba, supplemento al n.5 del 2004 di “Resistenza incaricato dal CUMER di assumere il oggi”, pp.53-7. Testimonianze di E. Venzi comando della brg, non fu accettato, ma (p.278), G. Gualandi (p.285) e N. Galassi restò egualmente. La brg - inquadrata nella (p.288) in RB3. div Bologna montagna “Lupo” - sostenne combattimenti quasi quotidiani per tutta Brigata 62a Camicie rosse Garibaldi. Alla l’estate, anche se furono intensificati dopo fine di maggio 1944 a Castelnuovo di il 10.9.1944 con l’inizio dell’offensiva allea- Bisano (Monterenzio), una trentina di par- ta da Firenze verso Bologna. In previsione tigiani diedero vita alla 46a brg Garibaldi. di quella che si riteneva la battaglia finale, Qualche settimana dopo il numero fu la brg fu organizzata in 4 btg: I, comanda- mutato in 62. In seguito fu aggiunta la to da Edmondo Golinelli* “Libero”; II, il denominazione di Camicie rosse, anche se “Ravenna”, comandato da Ivo Mazzanti*; molti la chiamavano la brg Pampurio, dal III comandato da Carlo Nicoli; IV coman- nome di battaglia del caduto Giancarlo dato da Guerrino De Giovanni. Fu deciso Lelli*. Operò nei comuni di Sasso che il II btg avrebbe dovuto puntare su Marconi, Pianoro, Casalfiumanese, Marza- Faenza; Tinti con il grosso della brg su botto, Monzuno, Loiano, Castel del Rio, Imola e Guido Gualandi con il I su Monterenzio e Fontanelice. Primo coman- Bologna. Causa l’andamento della campa- dante, sia pure per breve tempo, fu Mario gna bellica, i piani non poterono essere rea- Bordoni* “Mariano”, che cadrà in combat- lizzati e la brg sostenne storici combatti- timento il 17.10.1944. Nel luglio il coman- menti a Ca’ di Guzzo, Monte Battaglia, S. do fu assunto da Luciano Proni* “Kid” - Maria di Purocielo. Il 16.10, dopo duri e proveniente dalla 36a brg Bianconcini sanguinosi combattimenti, la brg attraversò Garibaldi - con Aldo Cucchi* “Jacopo” la linea del fronte e si ricongiunse con gli vice. Quando Proni, il 22.9.1944, restò feri- alleati. Il 22.2.1945 fu sciolta e la maggior to e dovette essere curato prima in loco e parte dei partigiani si arruolarono nel rina- poi a Bologna, gli successe Cucchi. Nel to esercito italiano. La brg ebbe 1.597 par- novembre 1944 - su ordine del CUMER - tigiani riconosciuti, 102 patrioti e un Cucchi e una parte dei partigiani si trasfe- numero imprecisato di benemeriti. I morti rirono a Bologna e furono incorporati nelle furono 172 e 121 i feriti. [O] brgg cittadine, in previsione di quella che si B IBLIOGRAFIA. Trentaseiesima “Bianconci- riteneva l’imminente insurrezione. Gli altri ni”; “Luciano Stampa” Luciano Bergon- attraversarono la linea del fronte e quasi zini, 36a Brigata Garibaldi “A. Bianconci- tutti si arruolarono nei Gruppi di combat- ni”, in Epopea partigiana, p.185; M. e N. timento Cremona e Friuli. La brg - inqua- Galassi, Resistenza e 36a Garibaldi; E. drata nella div Bologna montagna “Lupo”- Venzi, La 36a brigata Garibaldi, in Storia ebbe 671 uomini, 589 dei quali partigiani. I dell’antifascismo italiano, p.262-4; G. caduti furono 86 e 27 i feriti. [O] Campanelli, Né paga né quartiere. La guer- B IBLIOGRAFIA. “Gino” Libero Romagnoli, riglia partigiana in un intenso spietato reso- Nascita della “62a” - “Jacopo” Aldo conto; Comune di Imola, I giorni della libe- Cucchi, Casoni di Romagna - “Garian” razione; S. Liverani, Un anno di guerriglia; Carlo Zanotti, “Brigate Montagna”, in Imola medaglia d’oro; N. Galassi, Imola dal Epopea partigiana, p.130, 132 e 139; G. fascismo alla liberazione, 1930-1945; N. Brini, La brigata di “Pampurio”. Appunti Galassi, Partigiani nella linea Gotica; Castel per una storia della 62a Garibaldi, in La bri- del Rio 1944: tra la Linea Gotica e Monte gata di “Pampurio”, “2° Quaderno de ‘La Battaglia: l’arrivo degli alleati e il fronte: lotta’”, Bologna, 1963, pp.7-16; G. Brini, eventi e testimonianze di un inverno diffici- La 62a Garibaldi in terra di nessuno, in Al

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di qua della Gengis Khan, p.54; G. Brini, Umberto Armaroli* a Sala Bolognese; “Pampurio”, in Bologna è libera, p.124. Antonio Marzocchi* ad Anzola Emilia, S. Testimonianze di L. Romagnoli (p.322), G. Giovanni in Persiceto, Sant’Agata Bolo- Brini (p. 325) e D. Sabbi (p.341) in RB3. gnese e Crevalcore; Monaldo Calari* a Monte S. Pietro. La brg - inquadrata nella Brigata 63a Bolero Garibaldi. La 63a brg div Bologna montagna “Lupo” - ebbe Garibaldi fu costituita nella primavera- 1.548 partigiani e 706 patrioti. I caduti estate 1944 quando furono accorpati furono 242 e i feriti 69. [O] numerosi nuclei armati che operavano B IBLIOGRAFIA. Dott. Morri, Bolero, R. nella zona ad ovest di Bologna, in pianura Vignoli, La “63a”, in Epopea partigiana, e in montagna. I nuclei più grossi erano p.95 e 154; 63a brigata Garibaldi “Bolero”; quelli di Monte S. Pietro guidato da W. Beckers, Il salvatore è stato trucidato Amleto Grazia* “Marino” e Monaldo (pp.32-3), Stranieri dalla Zaira (pp.85-6), Calari* “Enrico”. Comandante fu nomina- La “Bolero” anticipa la V Armata (pp.121- to Corrado Masetti* “Bolero”. La brg nel- 3), in Al di qua della Gengis Khan; A. l’autunno contava oltre 230 uomini, molti Belletti, Dai monti alle risaie (63a Brigata dei quali disertori dell’esercito tedesco o ex Bolero “Garibaldi”); W. Beckers, Banden! prigionieri sovietici. Ai primi d’ottobre la Waffen Raus!; Comune di Zola Predosa, Il brg fu attaccata da ingenti forze tedesche a cammino della libertà; Anzola dell’Emilia Rasiglio (Sasso Marconi), perché occupava nella lotta per la libertà; Cronaca dell’anti- un’importante posizione strategica alle fascismo e della Resistenza a Calderara di spalle della linea del fronte. Lo scontro Reno; G. Zappi, Antifascismo e Resistenza durò più giorni, con gravi perdite partigia- a Casalecchio di Reno; Comune di S. ne, sia in caduti sia in prigionieri, 13 dei Giovanni in Persiceto, La Resistenza nella quali furono trasferiti a Casalecchio di nostra pianura; Comune di Monte S. Reno e trucidati nei pressi del ponte della Pietro, Il valore della memoria; C. Bianchi, ferrovia. Verso la fine d’ottobre, quando Il Reno brontola. Molte voci, una memoria, alla brg giunse l’ordine di convergere su testimonianze di lotte partigiane; I casalec- Bologna, per prendere parte a quella che si chiesi raccontano. Testimonianze dell’altro riteneva l’imminente insurrezione, fu deci- secolo; Dai monti alla Via Emilia. Le genti, so di inviare in città il dist del Comando, la 63a Bolero; A. Albertazzi, La 63a Brigata forte di una ventina d’uomini, al comando “Bolero” Garibaldi, in “I Quaderni di Resi- di Masetti e Calari. Dopo essersi aperto la stenza oggi”, supplemento al n.5 del 2004 strada combattendo, il gruppo non poté di “Resistenza oggi”, pp.75-9. Testimo- attraversare il fiume Reno in piena e a nianze di B. Pancaldi (p.439), R. Vecchietti Casteldebole fu attaccato e distrutto dalle (p.445) e B. Corticelli (p.473) in RB3. SS tedesche. Nell’inverno la brg fu ricosti- tuita con la nuova denominazione di 3a brg Brigata 66a Jacchia Garibaldi. Questa for- Nino Nannetti. Renato Capelli* “Leo” fu mazione fu costituita il 30.4.1944 nella nominato comandante, Raffaele Vecchiet- Pieve di Monte Cerere di Monte Calde- ti* “Gianni” commissario politico e Adelfo raro, in comune di Castel S. Pietro Terme, Maccaferri* “Brunello” e Bruno Corti- da un gruppo militare del PdA comandato celli* vice comandanti. Dopo l’arresto di da Gilberto Remondini* “Ivan”. Avrebbe Capelli, in marzo il comando fu assunto da dovuto essere la 3a o la 4a brg GL Beltrando Pancaldi* “Ran”. La brg - che ai Montagna. Per questo fu intestata a Piero primi d’aprile assunse il nome di 63a brg Jacchia (nome esatto Jacchia Giusto Pietro Bolero Garibaldi - era organizzata su 6 detto Piero) un antifascista di Trieste cadu- btgg intestati a caduti: Nello Zini* a to nel 1937 a Madrid. Fu il cugino Mario Bazzano; Gastone Sozzi a Monteveglio; Jacchia* - responsabile delle formazioni Angelo Artioli* a Calderara di Reno; GL dell’Emilia-Romagna, sino all’agosto

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1944 - a proporre quel nome. Quando Israel”, n.10, 1962; G. Valabrega, Intorno nella brg entrarono numerosi elementi alla figura di Pietro Jacchia, in “La rassegna comunisti sorse un grave contrasto, a pro- mensile di Israel”, n. 1-2, 1963; G. posito del comando, tra Remondini e Formiggini, Stella d’Italia, Stella di David. Antonio Mereu* “Attila”. Dopo l’uscita di Gli Ebrei dal Risorgimento alla Resistenza, Remondini - che si aggregò alla 36a brg Milano, Mursia, 1970, p.75. Garibaldi con una cinquantina d’uomini - e la sua morte avvenuta il 10.8.1944, la brg Brigata Giustizia e libertà Montagna. È il conservò il nome di Jacchia, ma fu aggre- nome ufficiale della I brg GL di Bologna. gata alle formazioni Garibaldi ed ebbe il Non fu dedicata, come la maggior parte numero progressivo di 66a. Il comando fu delle formazioni bolognesi, ad un caduto - assunto da Mereu sino a quando passò alla anche se era stato proposto il nome d’Ezio 36a Bianconcini Garibaldi. Gli successe Cesarini* - e non ebbe un numero progres- Eros Poggi* “Pollino”, che la comandò sivo. Conservò il numero dato inizialmente sino alla Liberazione, salvo un breve inte- alle formazioni GL di Bologna, perché rim d’Ercole Felici* “Orfeo”. Aldo attraversò la linea del fronte prima della Bacchilega* “Tommaso” era il commissa- riorganizzazione dell’autunno 1944. Fu rio politico. Dopo la riorganizzazione del- inquadrata nella div Bologna montagna l’autunno 1944 Enrico Paolucci delle “Lupo”. Costituita nella primavera 1944, la Roncole* “Orso” divenne vice comandan- brg operò nei comuni di Gaggio Montano, te e Carlo Zanotti* “Garian” capo di stato Castel d’Aiano, Porretta Terme, Lizzano in maggiore. Per un breve periodo di tempo Belvedere e in alcuni modenesi. Prese fu vice comandante anche Ruggero parte a molti duri combattimenti sull’Ap- Montagnani*. Era inquadrata nella div pennino tosco-emiliano nell’estate 1944 e Bologna montagna “Lupo”. La brg era alla fine di settembre liberò la zona di organizzata su 4 btgg. Il I fu comandato da Gaggio Montano. Dopo avere attraversato Remo Tosi*; il II da Nino Dallavalle* il fronte in ottobre, fu riorganizzata, con “Fulmine”; il III da Gino Salmi* e il IV da equipaggiamento e armi americane, e Guerrino Nardi*. La brg prese parte a tutti rimessa in linea. Operò nei comuni di i principali combattimenti che si svolsero Grizzana e Monterenzio e rientrò a sull’Appennino tosco-emiliano nell’estate- Bologna il 21.4.1945. Ebbe un solo coman- autunno 1944. Quando il fronte si fermò a dante, Pietro Pandiani* “Capitan Pietro”. pochi chilometri da Bologna, una parte Renato Frabetti* “Rendo” fu commissario della brg attraversò la linea del fronte e politico. 51 i morti e 26 i feriti. 229 i parti- un’altra scese in pianura. Alcuni nuclei giani riconosciuti e 41 i patrioti. Numerosi furono incorporati nelle brgg della città e i benemeriti. [O] della pianura, mentre il grosso continuò ad B IBLIOGRAFIA. E. Biagi, Giustizia e libertà, operare nella zona di Castel S. Pietro in Epopea partigiana, p.152; E. Biagi, Cento Terme. La brg ebbe 74 morti e 29 feriti. I ragazzi e un capitano, in Bologna è libera, partigiani riconosciuti furono 894. [O] p.69; Le formazioni GL nella Resistenza. B IBLIOGRAFIA. C. Zanotti, Brigate Monta- Documenti; F. Berti Arnoaldi Veli, La bri- gna, in Epopea partigiana, p.139; B. gata GL montagna, in “I Quaderni di Campanelli, Nè paga nè quartiere; Comune Resistenza oggi”, supplemento al n.5 del di Monterenzio, La Resistenza e la libera- 2004 di “Resistenza oggi, pp.67-73. Te- zione di Monterenzio; S. Prati, La Resisten- stimonianze di P. Pandiani (p.371), R. za a Castel S. Pietro. Testimonianze di E. Frabetti (p.374), F. Berti Arnoaldi Veli Poggi (p.344), C. Zanotti (p.347) ed E. (p.392) in RB3. Dalla Valle (p.360) in RB3. Per Piero Jacchia cfr.: F. Pardo, Intorno alla figura di Brigata SAP Imola-Santerno. Il movimen- Piero Jacchia, in “La Rassegna mensile di to partigiano delle squadre SAP nella zona

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imolese era strutturato su 3 btgg, Pianura, tura di comando della brg: Natale Tam- Città e Montano, i cui responsabili costi- pieri* “Bianco” comandante; Elio Gollini* tuivano il comando SAP di zona. Nel set- “Sole” vice comandante; Aldo Afflitti* tembre 1944 i tre btg furono uniti in una commissario politico; Emilio Fuochi* brg riconosciuta dal CUMER col nome di “Nico” vice commissario; Luigi Spadoni* SAP Santerno, anche se fu comunemente “Gigetto” e Domenico Rivalta* “Minghi- chiamata SAP Imola. Le SAP imolesi, fin nè” stato maggiore; Ezio Serrantoni* dal loro sorgere, si dedicarono alla propa- “Mezzo”, Gino Cervellati*, Gianfranco ganda murale o a mezzo stampa; alla Giovannini*, Natale Landi*, Walter distruzione dei cartelli indicatori e di linee Tampieri*, Emilio Zanardi* ispettori e uffi- telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi ciali di collegamento. Era inquadrata nella d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici div Bologna pianura “Mario”. I partigiani per non fare cadere nelle mani dei tedeschi riconosciuti furono 767 e 4 i patrioti. 47 i il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni caduti e 15 i feriti. armate contro l’invasore. Esse sono state la B IBLIOGRAFIA. Audacia e sacrificio GAP e continuità, il tessuto connettivo tra SAP; Comune di Imola, I giorni della libe- Resistenza e società civile. L’ambiente in razione; Momenti partigiani imolesi in colli- cui operarono era quanto mai ristretto e ad na e in città; Imola Medaglia d’oro; G. alto rischio per la presenza continua dei Gardelli, Ricordi e momenti del btg “SAP nazi-fascisti. Non ebbero grandi mezzi di Montano” Imola; G. Zappi, La rossa prima- sostentamento economico e non furono vera; B. Zanotti, Batesta racconta. Resisten- aiutate dai “lanci” alleati. Le armi di cui za (8 settembre 1943 - 8 maggio 1945); E. erano dotate, erano state strappate al nemi- Gollini, N. Tampieri, Sole, Bianco e co con ardite azioni. Nel settembre 1944, Mezzanotte. Imola tra guerra e ricostruzione in previsione di quella che si riteneva l’im- (1940-1950); S. Dall’Aglio, Ribelli? Era minente insurrezione partigiana, il btg necessario. Azioni del btg Montano (1944- Montano disperse l’accampamento fascista 1945), Dattiloscritto. Testimonianze di N. a Cà Campaz e distrusse mezzi di trasporto Tampieri (p.426), A. Afflitti (p.431) e R. tedeschi a Fabbrica e Codrignano. Nello Ravaglia (p.437) in RB3. stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle Brigata Stella rossa Lupo. Fu una delle più razzie tedesche nella zona di Toscanella importanti formazioni partigiane della pro- (Dozza). Il 6.10.1944 a Cà Genasia di vincia di Bologna. Chiamata in un primo Ghiandolino avvenne un duro scontro in tempo Stella rossa Leone - dal nome di bat- cui caddero due partigiani. Il 14.9.1944 il taglia del caduto Gastone Rossi* - fu in btg Pianura occupò Sesto Imolese e il pre- seguito ribattezzata Stella rossa Lupo, dal sidente del CLN tenne un discorso alla nome di battaglia del comandante Mario popolazione. Analoghe operazioni avven- Musolesi*. Era indipendente, pur aderen- nero nel centro cittadino. Dopo l’arresto do al CUMER e al CLN. Operò prevalen- dell’avanzata alleata, la brg fu ristrutturata. temente nella zona di Monte Sole, dalla Il btg Pianura mantenne il controllo di quale controllava le linee ferroviarie e due numerosi centri della pianura e proseguì la delle tre strade che da Bologna portano in guerriglia sino alla liberazione. I btgg Città Toscana: la Porrettana e la Val di Setta. e Montano integrarono la loro attività con Costituita nell’autunno 1943, raggiunse i gruppi gappisti che operarono per tutto una notevole consistenza nella primavera l’inverno e la primavera. Il 14.4.1945, in 1944, quando ricevette aviolanci alleati. base alle direttive del Comando piazza par- Era inquadrata nella div Bologna monta- tigiano di Imola, la brg insorse prima del- gna “Lupo”. La brg ebbe vari organigram- l’arrivo degli alleati e liberò la città e i prin- mi di comando, l’ultimo dei quali così cipali centri della pianura. Questa la strut- composto: Musolesi comandante; Gianni

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Rossi* vice; Umberto Crisalidi* commissa- Silenzio su Monte Sole; R. Sensoni, V. rio politico; Ferruccio Magnani “Gia- Ceccarini, Marzabotto, un paese, una strage; como” vice commissario”; Giovanni SS Walter Reder, il maggiore pentito: a qua- Saliva* “Gianni” capo di stato maggiore; rant’anni da Marzabotto. Cronaca documen- Giuseppe Castrignano* “Peppino” ufficia- taria di un ravvedimento tentato. L’ordi- le addetto al comando; Agostino Ottani* nanza integrale del Tribunale militare di “Sergio” responsabile del PCI. Era struttu- Bari; N.S. Onofri, Marzabotto non dimenti- rata su 4 btgg e una squadra d’assalto. Il I ca Walter Reder; L. Gherardi, don, Le quer- era comandato da Celso Menini*, il II da ce di Monte Sole; G. Lippi, La Stella Rossa Walter Tarozzi*, il III da Otello Musolesi* a Monte Sole; G. Ognibene, Dossier Mar- e il IV da Alfonso Ventura* e successiva- zabotto; L. Tommasini, don, La bufera. mente da Cleto Comellini*. Dante Parroco nella Resistenza, (ristampato con Palchetti* “Lampo” comandava la squadra aggiunte nel 1999); G. Lippi, Il Sole di d’assalto. Musolesi ebbe grossi contrasti Monte Sole; D. Zanini, don, Marzabotto e con il CUMER e il CLN perché non appro- dintorni, 1944; C. Venturoli, La brigata stel- vava i criteri per la nomina dei commissari la rossa, in “ I Quaderni di Resistenza politici né il piano preparato nel settembre oggi”, supplemento al n.5 del 2004 di 1944 per l’insurrezione. Ebbe contrasti “Resistenza oggi”, pp.85-8. Testimonianze anche all’interno della brg sul modo di di G. Musolesi (p.303), G. Rossi (p.305) e condurre la guerriglia. Per questo, il U. Crisalidi (p.307) in RB3; pp.267-319 in 27.6.1944, mentre era a Monte Ombraro RB5. (Zocca - MO), dalla brg si staccò il btg di Sugano Melchiorri*. Dopo quella che fu Brigata Toni Matteotti Montagna. Questo chiamata la “scissione”, la brg tornò a il nome ufficiale della 3a brg Matteotti, in Monte Sole e Musolesi respinse l’ordine base alla numerazione interna delle forma- del CUMER di spostarsi verso Bologna, in zioni del PSIUP di Bologna. Era così chia- previsione dell’insurrezione ritenuta immi- mata per distinguerla dalle altre brgg nente. Dopo l’eccidio di Marzabotto - con- Matteotti di pianura e di città. Fu la prima sumato dalle SS tedesche tra il 29.9.1944 e ad essere costituita tra l’inverno e la prima- il 4.10.1944, durante il quale Musolesi vera 1944, quando furono accorpati alcuni cadde a Cadotto - la brg si frazionò in vari gruppi armati, sorti spontaneamente sin gruppi. Circa 200 partigiani, dopo avere dall’autunno 1943 nei comuni di Porretta attraversato le linee, furono riarmati dagli Terme e Lizzano in Belvedere. Fu chiama- americani. Altri restarono in zona per pro- ta Toni dal nome di battaglia del coman- seguire la guerriglia e altri ancora raggiun- dante Antonio Giuriolo*. Non ebbe un sero Bologna e si aggregarono alle brgg cit- numero della div Bologna montagna tadine. La brg ebbe 227 caduti e 184 feriti. “Lupo”(anche se vi era inquadrata), come I partigiani riconosciuti furono 1.538 e 161 altre brgg della montagna, perché aveva i patrioti. [O] attraversato le linee prima della riorganiz- B IBLIOGRAFIA. Il martirio di Marzabotto, zazione predisposta dal CUMER nell’au- relazione letta il 30.9.1945 da Silvano tunno-inverno 1944. Fu organizzata su basi Bonetti, pp.24; B. Musolesi, La Stella militari da Fernando Baroncini* “Nino”, Rossa, in Epopea partigiana, p.121; Il marti- che la comandò, sia pure non ufficialmen- rio di Marzabotto; R. Giorgi, La strage di te, sino alla tarda primavera 1944. Marzabotto (Ristampato con il titolo All’inizio dell’estate il comando fu assunto Marzabotto parla); Reder nel giudizio della dal tenente Muratori, subito destituito dai magistratura militare; E. Ruggeri, Fucilata a partigiani, i quali non condividevano il suo Marzabotto, in Storia dell’antifascismo ita- tipo di disciplina. Il 16.7.1944 Giuriolo liano, p.293; R. Giorgi, La brigata del divenne comandante con Baroncini com- “Lupo”, in Bologna è libera, p.94; J. Olsen, missario politico. La brg partecipò a tutti i

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principali combattimenti che si svolsero Onofri, Documenti dei socialisti bolognesi sull’Appennino tra Bologna, Pistoia e sulla Resistenza; N.S. Onofri, Il Capitano Modena, compreso quello per la difesa Toni e la Brigata Matteotti di Montagna, in della “repubblica partigiana” di Montefio- Lotte sociali e lotta armata. La resistenza rino (MO). La sua zona d’operazioni si tro- nelle zone montane delle Pro- vava nell’Alta Valle del Reno, che liberò nel vince di Bologna, Modena e Pistoia, p.301; settembre-ottobre 1944, prima dell’arrivo G. Fanti, Il Capitano Toni. Testimonianze della 5a armata americana. Riarmata con inedite, in “Nuèter”, n.1, 1979, pp.54-8 e materiale americano, rimase sulla linea del n.2, 1979, pp.62-3; A. Trentin, Antonio fuoco sino al 21.4.45 nei comuni di Giuriolo; Partigiani in trincea. La Divisione Lizzano in Belvedere e Castiglione de’ Modena Armando sulla Linea Gotica. 1944- Pepoli. Dipendeva dalla 5a armata, anche 45; A. Giuriolo, La Brigata “Toni” Matteotti se, per qualche tempo, fu messa alle dipen- montagna, in “I Quaderni della Resisten- denze della Fòrça Expedicionària za”, supplemento al n.5 del 2004 di Brasileira. Quando cadde Giuriolo - il “Resistenza oggi”, pp.59-65. Testimonian- 12.12.1944, in uno scontro con i tedeschi a ze di A. Giuriolo (p.362), F. Baroncini Corona di Monte Belvedere (Lizzano in (p.367) e L.B. Mari (p.369) in RB3. Belvedere) - i partigiani decisero di non nominare un nuovo comandante e di affi- Brigata 7a Modena div Modena Armando. dare la direzione della brg ad un gruppo Questa formazione, composta prevalente- ristretto. La brg era organizzata su 3 grup- mente di bolognesi, nacque in provincia di pi di combattimento: il Toni, che era il più Modena per spostarsi in quella di Bologna. grosso; quello di Sambuca Pistoiese, com- Faceva parte della div Modena Armando. posto prevalentemente di toscani e smobi- Costituita nel febbraio 1944 a Maserno litato dopo il passaggio del fronte; il (MO), in breve estese la propria attività ai “Buozzi” - da non confondere con la brg comuni modenesi di Fanano, Sestola e Garibaldi Gruppo “B. Buozzi” che operò Montefiorino. Nel mese di maggio Fanano per breve tempo a Castiglione de’ Pepoli, fu liberata al termine di duri scontri con i prima di essere assorbito dalla brg Stella tedeschi. La brg prese parte ai combatti- rossa Lupo - che dall’autunno 1944 all’a- menti per la difesa della “repubblica parti- prile 1945 fu schierato sulla linea del fron- giana” di Montefiorino. Come la div te a Castiglione de’ Pepoli. La brg ebbe 24 Modena Armando, si spostò nel bolognese morti e 19 feriti. 181 i partigiani ricono- nell’autunno 1944 e operò nei comuni di sciuti. [O] Lizzano in Belvedere e Gaggio Montano. B IBLIOGRAFIA. L’eroico sacrificio del “Ca- Ai primi d’ottobre, con altre formazioni, pitano Toni”, Comandante della brigata contribuì alla liberazione dell’Alta Valle del Matteotti di Montagna; Toni Giuriolo; R. Reno, prima dell’arrivo degli alleati. Bacchelli, Brigata Matteotti, in Epopea par- Riarmata con equipaggiamento americano, tigiana, p.146; R. Bacchelli, Toni, in Epopea fu rimessa in linea nella zona di Riola partigiana, p.162; Brigata “Giacomo Mat- (Vergato). Prese parte ai combattimenti teotti” di Montagna, Diario della principali che nell’inverno si svolsero in quella zona azioni di guerra 1944-1945; N.S. Onofri, I del fronte, prima alle dipendenze della 5a socialisti bolognesi nella Resistenza; R. armata Usa e poi della Fòrça Expedicio- Bacchelli, Toni, capitano senza galloni, in nària Brasileira. Il 21.4.1945 entrò a Bologna è libera, p.143; N. Bobbio, Discor- Bologna. La brg fu comandata da Ettore so per Antonio Giuriolo, in “Il Ponte”, n.1, Sichieri* sino al 30.9.1944 e poi da Mario 1965; F. Lorenzini, Il capitano Toni, in Al di Levi* “Capitano Mario”, con Giuseppe qua della Gengis Khan, p.39; A. Barolini, Bossi* “Bruno” vice e Vincenzo Monti* N. Bobbio, E. Enriques Agnoletti, L. capo di stato maggiore. Torquato Bignami* Meneghello, Per Antonio Giuriolo; N.S. fu il primo commissario politico. Branco

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Savicevic* ricoprì la stessa carica sino al Galeati, 1970, pp.87-96; G. Verni, La bri- 29.9.1944, poi sostituito da Leandro gata Bozzi, Milano, La Pietra, 1975, pp. Monti*. Era organizzata su 4 btg: il I 204; G. Vivarelli, Resistenza in montagna. comandato da Ezio Margelli* “Vecio”, il II Brigata “Gino Bozzi”, Pistoia sd, pp.75; R. da Gino Lori* “Bravo”, il III da Arrigo Daghini, Lo scontro di Collina di Treppio. Valicelli “Bandito” e il IV da Corrado 17/4/1944 “Italiani contro”, in “Nuéter”, Scandellari*. Per qualche tempo il IV fu n.59, 2004. chiamato il Gruppo Italia libera. La brg - inquadrata nella div Bologna montagna Brigata Garibaldi Gruppo “Bruno Buozzi. “Lupo” - ebbe 80 morti e 83 feriti. 770 i Fu una delle tante piccole formazioni par- partigiani riconosciuti e 41 i patrioti. [O] tigiane nate spontaneamente sull’Appenni- B IBLIOGRAFIA. L. Monti, I bolognesi della no tosco-emiliano dopo l’8.9.1943. Anche “7” Modena, in Al di qua della Gengis se si chiamò Garibaldi non fece parte delle Khan, pp.18-20; Al di qua e al di là della formazioni che si riconoscevano nel PCI e linea gotica. Testimonianze di M. Levi non ebbe mai il numero progressivo nazio- (p.328), L. Monti (p.332), G. Mazzocchi nale di queste formazioni. Assunse il nome (p.335), M. Lolli (p.337), E. Melchioni di Bruno Buozzi nel giugno 1944, dopo la (p.338), L. Castelli (p.340) in RB5. fucilazione del dirigente socialista avvenuta a Roma. Non va confusa con la quasi omo- Brigata “Gino Bozzi” Garibaldi. Fu una nima brg Gino Bozzi che operò sull’Ap- delle numerose formazioni partigiane nate pennino tosco-emiliano né con il gruppo spontaneamente sull’Appennino tosco- Buozzi della brg Toni Matteotti Montagna. emiliano dopo l’8.9.1943. Fu costituita alla Fu costituita da Ottorino Ruggeri* “Bill” - fine del 1943 tra Poggiolforato e Vidiciati- nominato comandante - Bruno Pratesi di co, due frazioni di Lizzano in Belvedere, da Prato (FI), Alessandro Quattrini* “Cur- numerosi ex militari bolognesi e pistoiesi. va”, Enrico Salvi* “Maton”, Leopoldo Sin dall’inizio fu diretta dal toscano Gino Pellicciari* “Buffalo” e altri. Operò nella Bozzi e dal bolognese Libero Lossanti*. zona tra Castiglione de’ Pepoli e Camu- Dopo la cattura e la fucilazione di Adriano gnano. Nella notte tra il 16 e il 17.7.1944, Brunelli*, Lino Formilli* e Giancarlo in località Farneto, ebbe un duro scontro Romagnoli*, avvenuta il 3.1.1944, la brg si con i tedeschi, nel corso del quale 5 parti- spostò a Maresca (PT), mentre quasi tutti i giani restarono uccisi e Ruggeri ferito. Altri bolognesi l’abbandonarono. La brg assun- 9 caddero prigionieri. Per intercessione di se il nome di Bozzi dopo la sua fucilazione don Luigi Tommasini* 7 di questi furono avvenuta il 4.1.44 a Maresca. Per qualche liberati. Due i fucilati a Burzanella (Camu- mese operò nella zona tra Pistoia e Firenze, gnano). La brg confluì poco dopo nella brg per tornare in Emilia-Romagna nell’aprile Stella rossa Lupo e Ruggeri fu nominato 1944. Operò a Granaglione, Toano (RE), vice comandante di btg. [O] Fanano (MO) e a Montefiorino (MO). Do- B IBLIOGRAFIA. G. Lippi, La Stella Rossa a po la caduta della “repubblica partigiana” Monte Sole; don L. Tommasini, La bufera, rientrò in Toscana. Il 25.10.1944 fu riorga- Parroco nella Resistenza. Testimonianze di nizzata con equipaggiamento americano e O. Ruggeri (p.259) e A. Quattrini (p.531) aggregata alla Fôrça Expedicionària Bra- in RB5. sileira. Prima della fine del conflitto fu smo- bilitata e molti partigiani si arruolarono nei Brigata Garibaldi in Spagna, vedi: Batta- Gruppi di combattimento italiani. [O] glione e brigata Garibaldi in Spagna. B IBLIOGRAFIA. G. Verni, La brigata Gari- baldina “Gino Bozzi” nella repubblica di Brigata Matteotti della div Modena. Nel- Montefiorino, in Saggi e notizie sulle “zone l’autunno 1944, dopo il proclama Alexan- libere” nella Resistenza emiliana, Imola, der, nell’Appennino modenese fu costituita

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una brg Matteotti che dipendeva dalla div organizzare brgg di partito. Alla fine pre- Modena Montagna. La formazione operò valse l’orientamento di organizzare forma- nella zona del comune di Zocca. Non si zioni di “colore” sotto il comando del CNL hanno notizie esatte della sua consistenza e del CVL. Non si conosce il numero esat- né dell’attività svolta perché l’archivio è to delle brgg Garibaldi né quello dei parti- andato perduto. Dopo la Liberazione fu giani riconosciuti, dei morti e dei feriti. “Il fusa con altra formazione partigiana. [O] Combattente” - sottotitolo “Organo dei distaccamenti e delle brigate d’assalto Brigate d’assalto Garibaldi. Avevano la Garibaldi” - era l’organo ufficiale delle denominazione di Brigate d’assalto Gari- brgg Garibaldi. Aveva cinque edizioni e fu baldi le formazioni militari promosse dal diretto da Giancarlo Pajetta. Roasio subito PCI. Il 20.9.1943 a Milano si tenne una dopo l’8.9.43 e Ilio Barontini*, dal marzo riunione di dirigenti comunisti al termine 1944 alla liberazione, furono i comandanti della quale fu istituito un comitato militare delle brgg Garibaldi in Emilia-Romagna. A con il compito di organizzare formazioni Bologna operarono 8 brgg: la 1a Bandiera, militari di partito per prendere parte alla la 2a Paolo, la 4a Venturoli, la 7a GAP , la lotta di liberazione. Membri del comitato 36a Bianconcini, la 62a Camicie rosse, la furono Antonio Cicalini*, Antonio Carini, 63a Bolero e la 66a Piero Jacchia. [O] Luigi Longo, Umberto Massola, Antonio B IBLIOGRAFIA. Documenti dell’insurrezione Roasio*, Francesco Scotti e Pietro Secchia. N.1, Tutti in campo per l’insurrezione nazio- In novembre furono istituiti i Distac- nale liberatrice, Milano, 1945, pp.86; G.C. camenti d’assalto Garibaldi, che presero in Pajetta, , in “Mercurio”, seguito la denominazione definitiva di n.16, dicembre 1945, pp.142-7; L. Longo, brgg. Prima ancora di sapere come si Un popolo alla macchia, Milano, Monda- sarebbe organizzato il CLN, il PCI decise dori, 1947, pp.501; Il comunismo italiano la formazione di unità militari di “colore”. nella seconda guerra mondiale, Roma, Il 29.9.1943, in un rapporto inviato alla Editori riuniti, 1963, pp.354; L. Longo, direzione di Roma, Longo scrisse: «..qua- Sulla via dell’insurrezione nazionale, Roma, lunque sia la organizzazione militare che si Editori riuniti, 1971, pp.366; E. Ragionieri, darà il CLN, noi ci daremo una propria Il Partito comunista, pp.303-431, in L. organizzazione militare di P. sia per il lavo- Valiani, G. Bianchi e E. Ragionieri, ro fra queste formazioni di partigiani, sia Azionisti cattolici e comunisti nella Resi- per il lavoro di GAP» (I centri dirigenti del stenza, Milano, Angeli, 1971; P. Secchia, I PCI nella Resistenza, Roma, Editori riuniti, comunisti e l’insurrezione, Roma, Editori 1973, p.54). Inizialmente furono costituiti riuniti, 1973, pp.379; G. Amendola, gruppi militari di dimensioni ridotte. In Lettere a Milano. Ricordi e documenti. seguito - per l’esperienza acquisita e per 1939-1945, Roma, Editori riuniti, 1973, l’esigenza della guerra - questi gruppi pp.XV+763; L.Longo, I centri dirigenti del assunsero notevoli dimensioni. Anche se i PCI nella Resistenza, Roma, Editori riuniti, massimi dirigenti saranno tutti comunisti, 1973, pp.508; Istituto G. Feltrinelli, le brgg Garibaldi furono aperte a tutti. “Annali, 1971”, P. Secchia, Il Partito Longo - che fu il comandante generale, con Comunista Italiano e la guerra di liberazio- Secchia commissario - nel dopoguerra ha ne, 1943-1945. Ricordi, documenti inediti e scritto che al momento della costituzione testimonianze, Milano, 1973, pp.1.143; Le fu deciso che «non dovevano essere delle brigate Garibaldi nella Resistenza. Docu- unità di partito, ma formazioni aperte a menti, a cura di G. Carrocci, G. Grassi, G. tutti i patrioti, qualunque fosse la loro fede Nisticò, C. Pavone, Milano, Feltrinelli, politica o religiosa» (Un popolo alla mac- 1979, 3 vol di pp.441, 675, 813. chia, p.120). Anche all’interno del PCI si svolse un dibattito sull’opportunità di Brigate d’assalto Matteotti. Avevano la

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denominazione di Brigate d’assalto Mat- quelle forze oscure che hanno portato al teotti - dal nome del martire socialista ucci- fascismo». Dopo la liberazione di Roma - so dai fascisti nel 1924 - le formazioni mili- giugno 1944 - a Milano fu costituito un tari che aderivano al PSIUP o si richiama- nuovo gruppo dirigente politico-militare vano agli ideali socialisti. Il 10.9.1943 - per l’Alta Italia. Pertini fu nominato segre- subito dopo la costituzione del CLN - la tario, Stucchi rappresentante del PSIUP e direzione nazionale del PSIUP formò un delle brgg Matteotti nel CVL e Corrado centro militare, con il compito di predi- Bonfantini comandante generale delle brgg sporre piani e organizzare formazioni mili- Matteotti. In ogni regione fu costituito un tari per la guerra contro i nazifascisti. Su comando, al quale facevano capo i coman- proposta del segretario Pietro Nenni, la di provinciali. Il giornale ufficiale naziona- direzione del PSIUP nominò Sandro le delle brgg Matteotti fu “Il Partigiano”. Pertini responsabile militare. Poiché non Nel gennaio 1944 uscì il primo numero. era facile controllare da Roma quanto avve- Nel giugno 1944 a Milano iniziò la seconda niva nel nord Italia, fu nominato un secon- serie del giornale prima con il sottotitolo do responsabile nella persona di Giovam- “Giornale delle Forze Rivoluzionarie battista Stucchi, residente a Milano. Sin Proletarie” e poi con quello di “Giornale dall’inizio della guerra di liberazione, i rap- delle Brigate d’Assalto Matteotti”. A Mila- presentanti socialisti nel CLN nazionale no il PSIUP pubblicava, oltre all’”Avanti!” sostennero la necessità di dare vita a for- e ad altri giornali, il “Comando Brigate mazioni partigiane unitarie, evitando le Matteotti. Servizio informazioni. Bollettino brgg di “colore”. Per questo il PSIUP sco- interno”. In Piemonte il giornale delle brgg raggiò ogni tentativo di organizzare le for- Matteotti era “L’Idea socialista”. Gian- mazioni socialiste che andavano sorgendo guido Borghese* “Ferrero” e “Rodi” fu il spontaneamente in varie parti del paese. La comandante delle brgg Matteotti dell’Emi- prima o una delle prime fu, nel novembre lia-Romagna. Fu anche il comandante delle 1943, la brg Matteotti sul Monte Grappa. brgg bolognesi. Suoi collaboratori erano Coerentemente con questa impostazione, il Otello Bonvicini* “Giorgio”, Cleto Be- PSIUP diede ai militanti la direttiva di nassi* “Vecchietti” e Mario Guermani* entrare nelle brgg già organizzate, indipen- “Guerra”. A Bologna operarono 3 brgg: la dentemente dall’orientamento politico. Matteotti Città comandata da Bonvicini; la All’inizio della primavera 1944 - quando il 5a Bonvicini-Matteotti o Matteotti di pia- PCI diede vita alle brgg Garibaldi e il PdA nura comandata da Alfredo Calzolari* a quelle Giustizia e libertà - il PSIUP deci- “Falco” e la Toni-Matteotti Montagna se di organizzare le brgg d’assalto Mat- comandata da Antonio Giuriolo* “Toni”. teotti. Esse, si legge nel documento costitu- Bonvicini, Calzolari e Giuriolo, i tre tivo del comando delle brgg Matteotti Alta comandanti delle Matteotti bolognesi, cad- Italia, «pur non essendo la guardia armata dero nella Resistenza. [O] del partito, sono il segno della vitalità del B IBLIOGRAFIA. C. Bonfantini, Le Matteotti, partito e della sua volontà ben chiara di in “Mercurio”, n.16, dicembre 1945, mettere tutte le proprie forze nella lotta pp.72-77; C. Bonfantini, Le Matteotti, in senza quartiere contro i nazifascisti». “Italia partigiana”, n.8, 1946; R. Carli Proseguiva il documento: «I partigiani Ballola, Storia della Resistenza, Milano, delle Brigate Matteotti sono oggi i combat- Edizioni Avanti!, 1957, pp.369; C. Bensi, tenti che col nome tengono alta la bandie- Le brigate Matteotti nella Resistenza a ra delle forze operaie e contadine, le stesse Milano, in Fascismo e antifascismo (1936- che, inquadrate nelle organizzazioni dei 1948), Milano, Feltrinelli, 1962, p.594-9; partiti socialista e comunista, ieri hanno Brigata Matteotti nel ventennale della resistito in silenzio, oggi combattono e Resistenza, a cura di M. Cesarini Sforza, domani spezzeranno, arrivando al potere, Roma, Istituto di studi storici sul movi-

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mento socialista, 1964, pp.236; N.S. B IBLIOGRAFIA. M. Argenton, L’esercito parti- Onofri, I socialisti bolognesi nella Resisten- giano, in “Mercurio”, n.16, dicembre 1945, za; A. Conti, F. Fiorensoli, Le Matteotti nel pp.96-100; E. Martini, Le formazioni CVL, Torino, 1971, pp.333; N.S. Onofri, Mauri, in “Mercurio”, n.16, dicembre Documenti dei socialisti bolognesi sulla 1945, pp.167-73; A. Savorgnan di Brazzà, Resistenza; L. Cavalli, C. Strada, Nel nome Fazzoletto verde, Venezia, Rialto, 1946, di Matteotti, Materiali per una storia delle pp.280; E. Martini, Con la libertà e per la Brigate Matteotti in Lombardia, Milano, libertà, Torino, SET, 1947, pp.254; id., Angeli, 1983, pp.162; Le formazioni Mat- Partigiani penne nere. Boves. Val Mauda- teotti nella lotta di liberazione, a cura di M. gna. Val Casotto. Le Langhe, Milano, Mon- Brunazzi e A. Conti, Cuneo, L’Arciere, dadori, 1968, pp.264; Formazioni autono- 1986, pp.150; Il Partito socialista nella me nella Resistenza. Documenti, a cura di Resistenza. I documenti e la stampa clande- G. Perona, Milano, Angeli, 1966, pp.563; stina 1943-1945, a cura di S. Neri Serneri, M. Torsiello, Le operazioni delle unità ita- Pisa, Nistri-Lischi, 1988, pp.486; S. Neri liane nel settembre-ottobre 1943, Uffi- Serneri, Resistenza e democrazia nei partiti. I cio storico dell’Esercito, Roma, 1973, socialisti nell’Italia del 1943-1945, Mandu- pp.705; Pagine della resistenza monarchi- ria, Lacaita, 1995, pp.XIX+543; C. Berma- ca: relazione del gruppo divisioni autono- ni, Il rosso libero: Corrado Bonfantini, orga- me “Mauri” (settembre 1943-aprile 1945), nizzatore delle brigate Matteotti, Milano, a cura di M. Grandi, Genova, 2000, 1995. pp.XXXI+160.

Brigate autonome. Durante la lotta di libe- Brigate Fiamme verdi. A differenza degli razione operarono alcune formazioni parti- altri partiti che usarono una denominazio- giane costituite, almeno inizialmente, da ne unica per le loro formazioni militari - militari dell’ex regio esercito e guidate da Garibaldi il PCI, Matteotti il PSIUP e GL ufficiali, i quali avevano conservato la strut- il PdA - la DC usò più nomi. Nel Trentino, tura organizzativa militare. Queste forma- nel Bresciano e nel Bergamasco fu usato zioni nacquero spontaneamente dopo quello di brgg Fiamme verdi (pare ripreso l’8.9.1943. In seguito accolsero nelle proprie dalle mostrine degli alpini), in altre zone file anche giovani che non avevano risposto della Lombardia e del Piemonte quello di alla chiamata della leva militare della RSI o brgg Di Dio, dal nome dei fratelli Alfredo che avevano disertato dalle formazioni e Antonio Di Dio. Altro nome usato fu armate della stessa. Queste formazioni - ge- quello di brgg del Popolo. Una brg nericamente chiamate autonome - non Fiamme verdi operò a Reggio Emilia. In erano collegate ai partiti e si dichiaravano Valtellina operò una brg Fiamme verdi che apolitiche e apartitiche. Non riconoscevano non dipendeva dalla DC; si trattava di una l’autorità politica del CLN, anche se segui- formazione autonoma composta di ex mili- vano le direttive militari del CVL. Non tari. Nell’Emilia nord operò la brg Julia accolsero la direttiva del CVL di nominare composta prevalentemente di cattolici. A un commissario politico perché - fu motiva- Bologna, nella 6a brg Giacomo operò il btg to - il comando doveva essere concentrato in Stelle verdi, i cui componenti erano in una sola persona, secondo la tradizione del- maggioranza di orientamento cattolico. Il l’esercito. Queste brigate operarono preva- giornale delle brgg Fiamme verdi della lentemente in Piemonte, Liguria e in Valle Lombardia fu “Il Ribelle”. (O) d’Aosta. La prima si costituì nel dicembre B IBLIOGRAFIA. C: Basile, Le Fiamme verdi, 1943 tra le province di Cuneo e Savona agli in “Mercurio”, n.16, dicembre 1945, ordini del maggiore Enrico Martini pp.224-6; E. Mattei, L’apporto delle forze “Mauri”. Dal 12.10.1944 al 2.11.1944 liberò partigiane demo-cristiane alla guerra di libe- una vasta zona ad Alba (CN). [O] razione, Milano, 1946, pp.24; A. Savorgnan

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di Brazzà, Fazzoletto verde, Venezia, Rialto, Emilia-Romagna ai due massimi posti di 1946, pp.280; G. Galli, Storia delle brigate responsabilità si alternarono Massenzio del popolo, Milano, La Fiamma, 1946, Masia* “Max” e Mario Jacchia* “Rossini”. pp.34; CLN-CVL, Fiamme verdi, Brescia, Dopo la morte di Jacchia - avvenuta nell’a- Ed. Divisione Fiamme verdi, 1948; G. Tu- gosto 1944 - le cariche di comandante e pini, I democratici cristiani. Cronache di commissario furono assunte da Masia. A dieci anni, Milano, Garzanti, 1954, pp.347; Masia, fucilato il 23.9.1944, subentrò Don G. Cavalli, La resistenza e le formazio- Enrico Giussani* “Ovidio”. A Bologna ni cattoliche, in Fascismo e antifascismo operarono 2 brgg GL: la “Masia” o brg GL (1936-1948). Lezioni e testimonianze, Mi- di Bologna e la GL montagna. Non si lano, Feltrinelli, 1962, pp.547-53; AA.VV., conoscono cifre sulla consistenza delle La Resistenza in Lombardia, Milano, 1965; brgg GL nell’Italia del nord. Secondo Leo A. Grandi, Le “Fiamme verdi” in provincia Valiani, alla vigilia dell’insurrezione i gielli- di Reggio Emilia, in: Associazione partigiani sti erano circa 28 mila. Secondo Parri, 24 cristiani, Il contributo dei Cattolici alla lotta mila quelli che operavano in montagna e 11 di liberazione in Emilia-Romagna, Busto mila in città. Secondo altra stima, rappre- Arsizio, 1966, pp.315-6; G. Bianchi, I cat- sentavano il 20 per cento della forza milita- tolici, pp.151-300, in L. Valiani, G. Bian- re del CVL. I caduti sarebbero stati 1.800 e chi, E. Ragionieri, Azionisti, cattolici e i feriti 2.500. L’emblema delle brgg GL era comunisti nella Resistenza, Milano, Angeli, una spada fiammeggiante nera su sfondo 1971; La Democrazia cristiana per la libertà: rosso. I partigiani portavano un fazzoletto cattolici popolari e democratici cristiani rosso al collo, anche se in alcune brgg era nella Resistenza e nella lotta di liberazione. verde. “Il Partigiano alpino” era il giornale 30° anniversario della liberazione, a cura di delle brgg GL diffuso in Piemonte e C. Dane, Roma, DC Spes, 1975, pp.630; Lombardia. [O] Per amore ribelli: cattolici e Resistenza, a B IBLIOGRAFIA. D.L. Bianco, Le formazioni cura di G. Bianchi e B. De Marchi, Milano, GL, in “Mercurio”, n.16, dicembre 1945, 1976, pp.185; E. Gatti, Difendo le Fiamme pp.190-5; L. Valiani, Tutte le strade condu- verdi, Brescia, 2002. cono a Roma, Firenze, Nuova Italia, 1947, pp.395; R. Battaglia, Storia della Resistenza Brigate Giustizia e libertà. Con questa in Italia, Torino, Einaudi, 1953, pp. 624; denominazione erano indicate le formazio- D.L. Bianco, Guerra partigiana. Raccolta di ni militari che si riconoscevano nel PdA. scritti, Torino, Einaudi, 1954, pp.477; L. Fu Leo Valiani, in una delle prime riunioni Valiani, Il Partito d’azione, pp.13-148, in L. della direzione Alta Italia del partito, a pro- Valiani, G. Bianchi e E. Ragionieri, Azio- porre questa denominazione, che si riface- nisti cattolici e comunisti nella Resistenza, va al movimento Giustizia e libertà fonda- Milano, Angeli, 1971; Le formazioni GL to in Francia nel 1929 da Carlo Rosselli e nella Resistenza. Documenti, Settembre confluito nel PdA nel 1942. All’inizio della 1943-aprile 1945 (Notizie su Bologna sono Resistenza le formazioni militari del PdA alle pp.433-4); Le formazioni Giustizia e avevano assunto nomi i più diversi, tra i libertà nella Resistenza, Atti del convegno quali Italia libera e brgg Rosselli. Dalla pri- di Milano 5 e 6 maggio 1995, Roma, 1995, mavera del 1944 tutte assunsero il nome di pp.239. Giustizia e libertà o GL e i membri furono chiamati giellisti. Responsabile militare del Brigate internazionali in Spagna. Quando, PdA e delle brgg GL fu nominato il 17.7.1936, il pronunciamiento di Franci- Ferruccio Parri, il rappresentante del parti- sco Franco e dei generali ribelli contro il to nel CVL. In ogni regione furono nomi- legittimo governo fece precipitare il paese nati comandanti e commissari politici ai nella guerra civile, in Spagna giunsero da quali facevano capo quelli provinciali. In tutte le nazioni del mondo - e in particola-

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re dall’Europa - migliaia di democratici per no deportati nei lager nazisti e gli italiani combattere contro il fascismo internazio- consegnati alla polizia fascista. Nel 1999 il nale. Per dare una struttura militare ade- Parlamento spagnolo ha concesso la citta- guata e un coordinamento unitario alle dinanza onoraria ai superstiti delle brgg numerose formazioni straniere costituitesi internazionali. [O] spontaneamente e che operavano in modo B IBLIOGRAFIA. Vedi: Battaglione e brigata autonomo dall’esercito regolare, il 22.10 il Garibaldi in Spagna. governo spagnolo decise la costituzione delle brgg internazionali. Furono incorpo- Brigate Mazzini. Il PRI - per la pregiudi- rate nell’esercito repubblicano, anche se ziale antimonarchica - non aderì al CLN avevano un comando autonomo. Ebbero il nazionale. Solo in alcune province entrò battesimo del fuoco l’8.11.1936 a Madrid e negli ultimi mesi della Resistenza. In bloccarono l’avanzata dell’esercito ribelle. Lombardia e in altre zone dell’Italia setten- Non fu facile dare una struttura unica a trionale sin dai primi mesi della lotta di formazioni nelle quali militavano uomini liberazione furono organizzate brgg parti- con lingua, usi e costumi diversi - per tace- giane con la denominazione Mazzini o re delle diverse tradizioni gastronomiche - Mameli, che si richiamavano al PRI. ma alla fine le brgg internazionali divenne- Queste formazioni riconobbero sempre ro uno strumento militare molto efficace. I l’autorità politico-militare del CLN e del volontari - tra i 35 e i 40 mila - furono divi- CVL. “Il Guerrigliatore”, divenuto poi “Il si in sette brgg e in btgg autonomi. Per evi- Guerrigliero” era il giornale delle brgg tare gli inconvenienti che nascevano tra Mazzini. [O] persone molto diverse tra loro, il 20.4.1937 B IBLIOGRAFIA. Storia del gruppo “Brigate fu decisa la costituzione di brgg a base Mazzini”, Padova, 1945, pp.103; Il guerri- nazionale. Ogni brg disponeva di 3.500 gliero, giornale delle brigate G. Mazzini, uomini divisi su 4 btg. Comandante gene- Milano, 1955, pp.47; Le brigate Mazzini rale fu André Marty e Luigi Longo com- nella guerra di Liberazione, Milano, 1955. missario politico. La sede del comando fu prima ad Albacete e poi a Horta. La mag- Brigate nere. Il 21.6.1944 Mussolini firmò gior parte degli italiani militarono nel btg il decreto n.446 (uscito sulla “Gazzetta Garibaldi, divenuto brg. Le brgg interna- ufficiale” n.180 del 3.8.44) che ordinava la zionali combatterono su tutti i fronti e militarizzazione del PFR. Nasceva così il furono protagoniste di importanti vittorie, Corpo ausiliario delle squadre d’azione di come a Guadalajara. Secondo calcoli uffi- camicie nere, che sarà chiamato le Brigate ciosi, gli italiani che militarono nelle brgg nere. Nel testo si legge: «Data la situazione internazionali furono poco meno di 4 mila, che è dominata da un solo decisivo supre- 600 i morti e circa 2 mila i feriti. Organo mo fattore: quello delle armi e del combat- ufficiale delle brgg era “Voluntarios de la timento davanti al quale tutti gli altri sono libertad”, ma esistevano anche fogli minori di assai minore importanza decido che a di questa o quella formazione. Nell’ottobre datare dal primo luglio la struttura politico 1938, su pressione dei governi europei - militare del Partito si trasformi in un orga- perché la guerra civile stava volgendo a nismo del tipo esclusivamente militare». favore dei ribelli fascisti - il governo spa- Pertanto tutti gli iscritti dai 18 ai 60 anni gnolo richiamò dal fronte e sciolse le brgg furono armati e organizzati in brgg a carat- internazionali. Molti volontari restarono in tere provinciale. Fu una formazione ausi- Spagna per combattere, ma la maggior liaria - priva di poteri di polizia giudiziaria, parte chiese asilo politico alla Francia. come la GNR - voluta espressamente da Furono rinchiusi nei campi di concentra- Mussolini per la repressione antipartigiana. mento a Gurs e Vernet d’Ariège. Quando Il comandante Alessandro Pavolini - quale la Germania invase la Francia, molti furo- segretario nazionale del PFR - nella circo-

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lare inviata il 25.6.1944 ai segretari federa- sario politico». Per questo impose al gover- li precisò: «Nelle azioni antiribelli, le squa- no di Salò di allontanare Pagliani e Torri. Il dre non fanno prigionieri». Le brigate nere 20.4.1945, quando i tedeschi abbandona- dipendevano non dal governo della RSI, rono Bologna nella notte, le brigate nere - ma da Karl Wolff, comandante delle SS in come la GNR - si accodarono ai reparti in Italia. La Squadra d’azione era l’unità di ritirata e si dissolsero, senza tentare di con- base. Tre squadre formavano una compa- trastare l’avanzata delle truppe alleate e la gnia, 3 compagnie un btg e tre btgg una prevedibile insurrezione dei partigiani la brg. Almeno teoricamente ogni provincia mattina del 21.4. [O] ebbe una brg. A Bologna operò la 23a bri- B IBLIOGRAFIA. S. Bertoldi, La Repubblica di gata nera, intestata a Eugenio Facchini, il Salò, Milano, Rizzoli, 1980, pp.438; R. federale giustiziato dai partigiani il Lazzero, Le brigate nere, Milano, Rizzoli, 26.1.1944. Primo comandante fu Pietro 1983, pp.461; L. Ganapini, La repubblica Torri, sostituito da Giovanni Cerchiari nel delle camicie nere, Milano, Garzanti, 1999, gennaio 1945. Non si conoscono dati pre- pp.519; D. Gagliani, Brigate nere. Musso- cisi sulla sua consistenza. Nel settembre lini e la militarizzazione del Partito fascista 1944 sarebbero state mille le domande dei repubblicano, Torino, Bollati Boringhieri, fascisti, 411 dei quali ricevettero le armi 1999, pp.305; M. Martelli, Le Brigate nere: (M. Martelli, Le brigate nere, p.144). l’esercito di Pavolini e la Repubblica di Salò, Numerose le formazioni minori delle bri- il segnalibro, Montespertoli, 1999, pp.165. gate nere che operarono a Bologna, al ser- vizio di questo o quel gerarca fascista. Una Burzanella, Eccidio di. Il 27.9.1944 un plo- delle principali fu la III brigata nera mobi- tone di SS tedesche si recò a Belpoggio di le “Attilio Pappalardo” comandata da Burzanella (Camugnano), e iniziò a razzia- Franz Pagliani. Si dissolse alla fine del gen- re il bestiame. Quando i militari molestaro- naio 1945 quando Pagliani fu allontana- no alcune donne, gli uomini intervennero to da Bologna. A Bologna operò anche la in loro difesa. Per tutta risposta, le SS Compagnia autonoma speciale, la Cas, rastrellarono 7 uomini e li misero con la comandata da Renato Tartarotti. Nell’au- faccia contro il muro di un’abitazione. tunno 1944 la CAS lasciò Bologna e si recò Erano Rutilio Albertazzi*, il figlio Olindo*, a Trieste. La caserma principale delle bri- Renato Boatti*, Ferruccio Boccato*, Gino gate nere era in via Magarotti (oggi via dei Conti*, Angelo Passini* e il fratello Bersaglieri). Le brigate nere di Bologna si Lodovico*. Nella concitazione del momen- resero responsabili di tali e tanti delitti che to Conti riuscì a fuggire e si salvò, nono- il prefetto Dino Fantozzi, il 23.12.1944, stante i colpi di fucile sparati dalle SS. scrisse al ministro dell’Interno: «Chiedo Subito dopo furono uccisi gli altri 6. La che mi si sostituisca come capo di questa lapide, murata a Burzanella con i nomi provincia se non interviene l’allontanamen- delle vittime, contiene un errore materiale. to del professore Franz Pagliani e di Pietro Anziché quella del 27.9.1944 è stata incisa Torri». Il generale Frido von Senger und la data del 29.10.1944. Sulla lapide sono Etterlin, che nell’inverno 1944-45 coman- inoltre indicati i nomi di 3 persone fucilate dò il fronte di Bologna, nel libro a Burzanella, ma in date diverse: Adolfo Combattere senza paura e senza speranza, ha Masotti* e Francesco Masotti* uccisi il scritto: «Nostro comune avversario erano 2.10.1944 e Rosa Cesira Guidotti* uccisa il le brigate nere» [..]. «Autentico flagello 9.10.1944. [O] della popolazione, queste erano altrettanto B IBLIOGRAFIA. L. Tommasini, don, La bufe- odiate dai cittadini, come dalle autorità e ra. Parroco nella Resistenza. da me» [...] «erano capaci di assassinare chiunque, di compiere qualsiasi nefandez- za quando si trattava di eliminare un avver-

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attaccati alle spalle dalle numerose brgg C partigiane che operavano tra Lizzano in Belvedere e l’Alto Imolese. Se erano parti- colarmente efficienti nella guerriglia, le Cà di Berna, Eccidio di. Il 27.9.1944 un brgg partigiane mostrarono il loro limite reparto tedesco che dal fronte si dirigeva a quando si trattò - come chiedevano gli piedi verso le retrovie, fu attaccato dai par- alleati - di conquistare posizioni alle spalle tigiani della 7a brg Modena della div del fronte e difenderle fino al loro arrivo. Modena Armando nei pressi di Cà di La mancanza d’armamento pesante, l’im- Berna (Lizzano in Belvedere). Alcuni mili- possibilità d’avere rifornimenti e di dare tari restarono uccisi. Secondo altra versio- assistenza ai feriti impedivano alle forma- ne i tedeschi non subirono danni. Subito zioni partigiane di trasformare una guerra dopo un reparto di SS tedesche rastrellò 29 di movimento in una di posizione. La sera persone (28 secondo altra versione) e le del 27.9 la I compagnia della 36a bgr fucilò. In quei giorni nella zona vi erano le Bianconcini Garibaldi, al comando di SS della 16a div corazzata, che due giorni Umberto Gaudenzi* e della quale facevano dopo avrebbero dato inizio al massacro di parte 52 uomini, dopo una lunga marcia di Marzabotto. Le vittime sono: Romolo trasferimento sostò a Ca’ di Guzzo, una Baratti*, Ofelia Bernardi*, Clementina casa colonica in frazione Belvedere di Bernardi*, Lia Bernardini*, Maria Bernar- Castel del Rio, abitata dalla famiglia di dini*, Maria Bernardini* detta Delia, Marsilio Salvatori*. Poco dopo le ore 24 si Domenica Burchi*, Giuseppina Cantelli*, avvicinò alla casa un forte reparto di para- Olimpia Castelli*, Olindo Castagnoli*, cadutisti tedeschi e uno di SS in fase di riti- Anna Demaldè*, Corinna Ferrarini*, rata, subito attaccati dalle vedette apposta- Novella Franci*, Maria Giacobazzi*, te attorno al fabbricato. Anziché aggirare la Pietro Pelotti*, Erminia Piovani*, Maria casa colonica e proseguire la ritirata, i tede- Grazia Tugnoli*, Rina Tamburini*, Attilio schi la accerchiarono. Secondo altra versio- Ugolini*, Romolo Ugolini*, Sergio Ugo- ne, i tedeschi attaccarono deliberatamente lini*, Elio Vitali*, Giorgio Vitali*, Italia la base partigiana, posta in un importante Vitali*, Laura Vitali*, Ada Zanacchini*, punto strategico. I partigiani decisero di Maria Zanacchini*, Annunziata Zanac- resistere per non lasciare scoperto il fianco chini* e Armando Zolli*. Il processo con- di un reparto della 62a brg Camicie rosse tro i responsabili non fu celebrato perché il Garibaldi che si trovava nella vicina locali- fascicolo era finito nell’ “armadio della ver- tà di Casoni di Romagna (Casalfiumanese). gogna”. [O] Guerrino De Giovanni* e 3 partigiani B IBLIOGRAFIA. G.F., Il terribile eccidio di Cà lasciarono la casa per avvertire il gruppo di Berna, in “La Mùsola”, n.69, giugno della 62a e chiedere aiuto. La zona era 2001, pp.110-1; M. Franzinelli, Le stragi coperta da una fitta nebbia e pioveva. nascoste, Mondadori, Milano, 2002, p.165. Nell’ovile erano stati sistemati una ventina di civili che non avevano potuto abbando- Cà del Bue, Eccidio di, vedi: Luminasio, nare la casa. I tedeschi sferrarono quattro Eccidio di. attacchi, tutti respinti. Secondo la testimo- nianza di Primo Salvatori* la battaglia durò Ca’ di Guzzo, Battaglia di. Il 19.9.1944 i sino alle ore 9 del 28. Tra i partigiani si reparti della 5a Armata USA conquistaro- ebbero un morto, Adelmo Ronchini* no il Passo del Giogo, sull’Appennino to- “Rosso”, e 4 feriti: Paolo Betti* “Cicci”, sco-emiliano, e sfondarono la Linea Go- Francesco Campomori* “Liano”, Tarcisio tica. Il 22 completarono il successo conqui- Naldi* “Cisio” e Renzo Nardi il “Ferra- stando il Passo della Futa. I tedeschi inizia- rese”. Alle prime luci dell’alba del 28 De rono una lenta ritirata verso la pianura, Giovanni, alla testa di una ventina di uomi-

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ni, tentò di rompere l’assedio dall’esterno. morti, di alcuni dei quali si ricorda solo il Perse 3 uomini - Ezio Bittini*, Rino Conti* nome di battaglia. Secondo Umberto Magli e Oriello Zaniboni* - e non riuscì nell’in- sarebbero stati una trentina. 33 secondo tento, anche se alcuni partigiani arrivarono Nazario Galassi* e 21, di cui 15 imolesi, sino alla casa. Tra le ore 9 e le 10 del 28, secondo Sui luoghi della memoria. Guerra e Gaudenzi decise di tentare una sortita. Resistenza nel territorio imolese p.40. Da Uscì per primo seguito da una ventina di un rapporto della 5a Armata, le cui truppe compagni, tra i quali Umberto Magli* arrivarono a Cà di Guzzo 2 giorni dopo il “Ercole”, Augusto Cantoni* “Faì”, Aldo combattimento, si apprende che i tedeschi Galassi* e Carlo Casarini* “Pini”. Vladi- avrebbero perduto 140 uomini. [O] miro Nanni* “Miron”, Ermete Valli* B IBLIOGRAFIA. “Libero” Libero Golinelli, “D’Artagnan” e il cecoslovacco Subek Cà di Guzzo, in Epopea partigiana, p.195; furono uccisi. Cantoni e Fuoco (nome di M. e N. Galassi, Resistenza e 36a Garibaldi; battaglia di due partigiani dei quali non è U. Magli, Eroismo a Cà di Guzzo, in Al di noto il cognome) restarono feriti, ma si sal- qua della Gengis Khan, p.59; L. Golinelli varono. Un secondo gruppo, guidato da “Libero”, Epico scontro a Cà di Guzzo, in Orlando Rampolli* “Teo” vice comandan- Bologna è libera, p.89; F. Montevecchi, Cà te della compagnia, tentò la sortita poco di Guzzo. Esame di una battaglia partigiana; dopo. Uscirono dalla casa sparando i sovie- N. Galassi, Partigiani nella linea Gotica. tici Gimma*, Kolia* e Miscia*, Faliero Testimonianze in RB5, pp.399-415. Fornaciari* “Liero”, Amleto Pirazzini*, Giancarlo Pomoni* “S’cifilini “, Primo, Ca’ di Malanca, Battaglia di. Nei primi Francesco il Sardo, Diritto Diolaiti*, giorni dell’ottobre 1944, quando gli allea- Vincenzo Martelli* “Cito”, Elio Giorgi* ti rallentarono l’offensiva verso Bologna, “Tossignano”, Antonio Mirri*, Luciano il grosso della 36a brg Bianconcini Calamelli* e Giuseppe Curti* “Pippon”. Garibaldi, al comando di Luigi Tinti*, si Tra i superstiti della battaglia non c’è omo- trovava in una zona a sud di Brisighella geneità sui nomi dei partigiani che usciro- (RA). Il giorno 10 fu deciso di attraversa- no con il primo e il secondo gruppo, né sul re le linee partendo da S. Maria di numero esatto. Restarono uccisi Kolia, Purocielo (Brisighella - RA) e di seguire il Miscia, Mirri, Calamelli, Curti e Forna- sentiero di Ca’ di Malanca. A metà del tra- ciari. Quando i tedeschi penetrarono nella gitto sulla colonna partigiana cominciaro- casa uccisero con un colpo alla nuca i feri- no a cadere le cannonate dei tedeschi e, ti Betti, Campomori, Naldi, Nardi. Ucci- poco dopo, quelle degli inglesi, i quali, sero pure, ma qualche giorno dopo, lo stu- evidentemente, ritenevano che fossero dente di medicina Giovanni Battista Pal- truppe nemiche. I partigiani furono mieri* rimasto per curarli. Quindi spinsero costretti a ritirarsi aprendosi la strada nel letamaio i partigiani e i civili fatti pri- combattendo. La mattina dell’11 furono gionieri: Wladimiro Balducci* “Filèp”, attaccati dai tedeschi tra Ca’ di Malanca e Piero Coppi* “Mario”, Mario Ferretti*, Monte Colombo. Sempre combattendo, si Giancarlo Gardi*, Medardo Mallini* ritirarono verso Poggio Termine dove si “Dardo”, Isidoro Renda* “Francesino”, trincerarono e attesero l’assalto dei tede- Augusto Salvatori* e Domenico Sportelli* schi la mattina del 12. Dopo 6 ore di com- e li uccisero. Enes Franceschi* riuscì a battimento il nemico si ritirò. Questo darsi alla fuga prima del massacro. Anche scontro, nel quale persero la vita numero- Edoardo Masi* riuscì a fuggire prima di si partigiani, fu uno dei principali episodi essere fucilato. Furono risparmiati Marsilio della battaglia, durata più giorni, svoltasi Salvatori, le donne e i bambini della sua a S. Maria di Purocielo. [O] famiglia. Tra i superstiti non c’è concor- B IBLIOGRAFIA. Vedi: 36a brg Bianconcini danza sul numero e sui nomi dei partigiani Garibaldi.

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Caffè Librenti di Corticella, Attentato al. li Giuseppe* e Primo Fenara*, Libero Il 18.4.1922 fu lanciata (forse da anarchici) Grandi*, Valter Mignani* ed Elio Roda*. Il una bomba nella “Trattoria Garibaldi” a giorno dopo lo stesso reparto di brigate Corticella (una frazione di Bologna), nota nere compì un secondo rastrellamento come il Caffè Librenti, dal nome del gesto- nella stessa zona e fucilò 4 persone a re Amedeo Librenti, un esponente fascista. Crespellano. [O] Nell’incidente restò ferita alle gambe la figlia del gestore, Albertina. I carabinieri Cambio del nome. Con la legge n.383 arrestarono Giuseppe Bedosti, Celso dell’8.3.1928, dal titolo “Norme per disci- Gotti, Teodoro Maccaferri, Aldo Mengoli plinare la imposizione dei nomi e delle e Giovanni Terzi, subito rilasciati. In segui- denunzie delle nascite”, il regime fascista si to furono arrestati e denunciati Alberto arrogò il diritto di mutare e di non fare Bonfiglioli*, Elia Gasparini, Pietro mettere in futuro i nomi di battesimo che Ghinazzi*, Arturo Guidi*, Adelio Tosi*, avevano un significato politico. Nell’art.1 si Amedeo Verardi*. Furono inoltre denun- legge: «Negli atti di nascita è vietato di ciati, in stato di latitanza, Francesco imporre cognomi come nomi, di imporre Andalò* e Alberto Fabbri*. L’8.2.1924 nomi e, per i figli di ignoti, anche cognomi furono processati e condannati: Bonfiglioli ridicoli o vergognosi, o che rechino offesa 1 anno e 8 mesi; Gasparini 5 anni; all’ordine pubblico, o al sentimento nazio- Ghinazzi 20 anni; Guidi 16 anni e 8 mesi; nale o religioso o che siano denominazioni Tosi 5 anni. Verardi fu assolto. Il 9.2 geografiche di luoghi». E nel 3°: «Gli atti Andalò ebbe 16 anni e 8 mesi e Fabbri 24 di nascita che saranno redatti in difformità anni. [O] dell’art.1 sono rettificati di ufficio» [...] «Sono pure rettificati di ufficio a norma del Caffè Olmo, Attentato al. Il 21.4.1922 - comma precedente gli atti di nascita di per- molto probabilmente per pareggiare il sone tuttora viventi, anche se redatti ante- conto con quella gettata il 18 nel Caffè cedentemente alla presente legge, quando Librenti di Corticella - i fascisti gettarono contengano nomi che rechino offesa all’or- una bomba nella sala del Caffè Olmo, fuori dine pubblico, o al sentimento nazionale o porta S. Vitale, noto ritrovo di militanti religioso». In base a questa legge i nomi di socialisti. Restarono feriti Giuseppe molte persone furono mutati. Dopo la Baroncini*, Adelmo Benassi*, Marino Liberazione gli interessati dovettero inizia- Fabbri*, Marino Giovannini*, Domenico re un non facile iter burocratico per riave- Margelli*, Augusto Tolomelli* e Adolfo re il vecchio nome. Non è possibile dire a Vannini gerente del locale. I carabinieri quante persone fu mutato il nome. Oc- arrestarono i fascisti Leopoldo Martini, correrebbe fare un controllo in tutti gli Virgilio Martini, Pio Mongardi, Umberto uffici anagrafici dei 60 comuni bolognesi, Monti e Adelmo Nerozzi. Furono in segui- per un arco di tempo di circa 15 anni. E poi to prosciolti e liberati. [O] mancherebbero i nomi che i genitori ave- vano scelto e che non poterono dare. Calderino, Eccidio di. Il 27.8.1944 il repar- Questi alcuni esempi: Atea Brini* di Imola to della brigata nera di stanza nella valle del divenne Ada; Ateo Brini* di Imola divenne Lavino operò un grande rastrellamento Nino; a Spartaco Paolo Cesare Bugini* di nella zona compresa tra Monte San Pietro Casalecchio di Reno fu tolto Spartaco; e Castello di Serravalle. Catturano oltre Marat Gardelli di Imola divenne Mario; una trentina di persone, tra partigiani della don Libero Nanni* di Bologna divenne 63a brg Bolero Garibaldi e civili, e le por- Giuseppe; Pensiero Sportelli* di Imola tarono a Calderino (Monte S. Pietro). Ne divenne Domenico; Risveglio Sportelli* di furono scelte 5 subito fucilate nell’alveo del Imola divenne Ignazio. Il cambio del nome torrente Lavino. Queste le vittime: i fratel- avveniva sulla base di una sentenza del tri-

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bunale civile, al quale si rivolgevano le accusato di fare parte del Fascio dei lavo- amministrazioni comunali. S’ignora se i ratori. Nel 1898 fu sciolta durante la rea- comuni si muovevano di loro iniziativa zione del governo Pelloux e molti suoi diri- (dopo avere controllato i nomi di battesi- genti finirono in carcere, compreso il mo) o su sollecitazione delle sezioni comu- segretario Romeo Mingozzi. Nel primo nali del PNF. Secondo il ricordo di alcuni, decennio del secolo XX - quando divenne pare che fossero le autorità scolastiche a il centro coordinatore di tutte le leghe sin- indicare i nomi “sovversivi” da cambiare. dacali della provincia - organizzò la stra- Vediamo il caso di Spartaco Bugini. grande maggioranza dei lavoratori bolo- Quando nacque, il 10.1.1920, fu denuncia- gnesi. La sua attività fu spesso rallentata to in comune come Spartaco, mentre dal- dal contrasto tra l’ala socialista e quella l’atto di battesimo risulta che ebbe i nomi anarco-sindacalista, soprattutto nel 1909, di Spartaco Paolo Cesare. Il 15.5.1928 nel quando l’anarchico Pulvio Zocchi divenne registro degli atti di nascita, nella pagina segretario. Essendo divenuto insanabile il dove sono annotati gli estremi della sua contrasto, il 10.11.12 le leghe a maggioran- nascita, fu aggiunto: «Con Sentenza 30 za socialista si riunirono in congresso e aprile 1928 il Tribunale Civile di Bologna, l’1.12.12 uscirono dalla CdL e diedero vita trascritta su questi registri di nascita, anno alla CCdL. Alessandro De Giovanni e 1928 N.5 parte 2a Serie B, nell’atto decon- Carlo Gaviglio* divennero dirigenti del tro, al quale del neonato “Spartaco” è nuovo organismo. Più di 40 mila lavoratori sostituito l’altro di “Paolo”». Quando la aderirono alla CCdL e 14 mila restarono persona aveva un solo nome, e non tre nel vecchio organismo che da allora fu come Bugini, quello nuovo era scelto d’uf- chiamato la Vecchia camera del lavoro. La ficio. Non è noto se i genitori erano inter- CCdL era forte soprattutto nelle campa- pellati sulle eventuali preferenze. [O] gne, mentre l’altra aveva un certo seguito tra muratori e metallurgici. Negli anni della Camera confederale del lavoro, (CCdL). guerra 1915-18, in accordo con l’ammini- Fu costituita a Bologna l’1.6.1892 e si chia- strazione comunale socialista, promosse mava Camera del lavoro. La gestazione iniziative solidaristiche per assistere le non era stata breve né facile, anche perché famiglie dei richiamati e dei caduti in guer- la Camera di commercio aveva tentato di ra. Per questo, nel dopoguerra fu accusata controllarne la nascita. Fu promossa dalla dai massimalisti del PSI, dai comunisti e Società operaia, con il contributo del dagli anarchici di avere fatto “opera di col- Comune e della Provincia (allora ammini- laborazione” con il governo. Ma fu la strati dal partito conservatore), oltre che CCdL, proprio negli anni della guerra, che dalla Banca popolare di Bologna. L’articolo riuscì a conquistare il primo contratto pro- 2 dello Statuto recitava: «La Camera del vinciale per i braccianti, la categoria più Lavoro ha per iscopo di servire d’interme- numerosa in quell’epoca. Gli iscritti, scesi a diaria fra l’offerta e la domanda del lavoro, 30.002 nel 1915 e a 23.847 nel 1916 per i di fare studi sulle condizioni generali del richiami alle armi - non si conoscono i dati lavoro nazionale e dei lavoratori in rappor- per il 1917 e il 1918 - risalirono a 70 mila to anche all’estero e di patrocinare gli inte- nel 1919, per raggiungere quota 100 mila ressi dei lavoratori in tutte le contingenze nel 1920. Contro la CCdL - l’organizzazio- della vita». Sin dall’inizio fu diretta da sin- ne sindacale più rappresentativa e combat- dacalisti iscritti al PSI, anche se non erano tiva - si scatenò sin dall’inizio la reazione pochi gli anarchici. Ufficialmente era apo- fascista. La mattina del 4.11.18 - mentre in litica. Sin dai primi anni di vita la CdL subì città si svolgevano manifestazioni di giubi- le conseguenze della politica reazionaria lo per la fine della guerra - numerosi mili- dei governi dell’epoca. Nel 1894 il segreta- tari e interventisti in borghese tentarono di rio Gaetano Benzi fu arrestato perché penetrare nella sede di via Cavaliera 22

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(oggi via Oberdan). Nel pomeriggio del seguenze della divisione politica. Nel 1925 15.6.1919, al termine di un’imponente il prefetto la sciolse con decreto. Tra il manifestazione di lavoratori della terra, 1920 e il 1926, quando il fascismo divenne numerosi ufficiali aderenti al Fascio di regime, una ventina di dirigenti e attivisti combattimento e ai Sempre pronti per la sindacali furono uccisi e alcune centinaia patria e per il re assalirono la sede e spara- subirono aggressioni e bastonature. rono molti colpi di rivoltella, senza riuscire Durante la lotta di liberazione - dopo la a penetrarvi. La sera del 4.11.1920 i fascisti firma del Patto di Roma, che aveva dato assalirono la nuova sede - in via d’Azeglio vita alla CGIL - a Bologna fu ricostituita la 43 - e questa volta riuscirono a penetrarvi, CCdL, su iniziativa del CLN oltre che del grazie alla viltà del segretario Ercole PCI, PSIUP, PdA e DC e pare anche del Bucco. Qualche giorno prima, quando i PRI. Il 10 e il 13.11.1944 nella chiesa di fascisti avevano annunciato che avrebbero Santa Cristina, in via Fondazza, si tennero festeggiato il secondo anniversario della le riunioni per ricostituire la CCdL e la vittoria assalendo la CCdL, Bucco decise di Federazione provinciale lavoratori della fare difendere la sede sindacale da 96 terra. Non si conoscono i nomi delle per- “guardie rosse” di Imola, armate di pistole sone che vi presero parte. Pare che la e fucili. Come lui, appartenevano alla fra- prima segreteria della CCdL sia stata for- zione comunista dell’ala massimalista del mata da Clodoveo Bonazzi* (PSIUP), PSI. Quando i fascisti, alle ore 24 del Angelo Salizzoni* (DC) e Giorgio Volpi* 4.11.1920, assalirono la sede sindacale, si (PCI) e che la prima segreteria della ebbe un modesto scambio di colpi di rivol- Federterra fosse formata da Salizzoni, tella. Mentre gli squadristi si stavano riti- Volpi e Giuseppe Bentivogli* (PSIUP). rando, Bucco si fece consegnare le armi Non si conoscono i nomi dei rappresentan- dalle “guardie rosse”, le nascose e chiese ti del PdA. [O] telefonicamente l’intervento della polizia. B IBLIOGRAFIA. La Camera del lavoro di Gli agenti penetrarono nella sede sindacale Bologna nel suo primo anno di vita. e, una volta trovate le armi, arrestarono le Relazione della Commissione esecutiva, “guardie rosse”. In carcere finirono anche Bologna, 1894, pp.32; L. Arbizzani, La Bucco e Francesco Quarantini*, entrambi camera del lavoro di Bologna. Origine e parlamentari. Rimasti padroni del campo, i primi anni di vita (1889-1900), in “Movi- fascisti misero a sacco la sede sindacale. Al mento operaio e socialista”, n.3-4, 1962, posto di Bucco - che rassegnò le dimissioni pp.295-358; L. Arbizzani, La Camera con- - andò Francesco Amateis*. Nella notte tra federale del lavoro unitaria di Bologna nella il 24 e il 25.1.1921 i fascisti - per vendicare lotta di liberazione (1944-45), in La brigata due camerati morti in uno scontro a di “Pampurio”, 2° Quaderno de “La lotta”, Modena - incendiarono la sede di via Bologna, 1963, pp.17-21; N.S. Onofri, La d’Azeglio e pugnalarono l’amministratore grande guerra nella città rossa; L. Arbizzani, Giorgio Oppi*, che tentava di opporsi. La Lotte e organizzazioni sindacali dei lavora- sede sindacale fu incendiata anche il tori bolognesi dal 1922 alla liberazione, in 27.5.1922 e il 6.8.1922. La prima volta i “La Resistenza in Emilia-Romagna”, fascisti volevano vendicare la morte del Bologna, 1966, pp.16-44; La Camera del camerata Celestino Cavedoni, morto a lavoro di Bologna nella Resistenza (1944- seguito dello scoppio prematuro di una 1945); L. Arbizzani, Per l’80° della Camera bomba che stava lanciando contro una confederale del lavoro di Bologna; N.S. cooperativa, e la seconda Ferdinando Onofri, La strage di Palazzo d’Accursio; Giorgi morto in circostanze non chiare. Momenti di lotta e di vita dei lavoratori. 80 Dopo la scissione comunista del 1921, la anni della Camera del lavoro di Imola; CCdL continuò a essere l’organizzazione AA.VV., Il sindacato nel bolognese, Le unitaria dei lavoratori, pur subendo le con- Camere del lavoro di Bologna dal 1893 al

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1960; 100 anni sono un giorno. 1893-1993 sovietici, Andrevic Marussa Filip*, Misca* il centenario della Camera del lavoro di o Miscia, Vassiliev o Wassiliev*; uno stu- Bologna nelle immagini dell’archivio stori- dente in medicina nato in Costarica, Carlo co. Testimonianze in RB1, RB2, RB3, RB5. Martinez Collado* e quattro rimasti ignoti. [O] Canaglie rosse, Le, vedi: La barricata. B IBLIOGRAFIA. A. Belletti, Dai monti alle risaie. 63a Brigata Garibaldi “Bolero”; A. Casa del fascio di Argelato, Fucilazione Tonelli, Tredici impiccati a Casalecchio, in alla. Nella notte dell’8.8.1944 una squadra Al di qua della Gengis Khan, pp.74-5; I 13 di partigiani della 2a brg Paolo Garibaldi, di Casalecchio, in La Resistenza racconta, guidata da Franco Franchini* “Romagna”, p.65; G. Zappi, Antifascismo e Resistenza a fece saltare con una potente carica la Casa Casalecchio di Reno; P. Lodovisi in del fascio di Argelato. Morirono 5 militi Ventura, Quel che vidi il 10 ottobre, in I (Angelo Bianconi, Angelina Gianni, Carlo Casalecchiesi raccontano, p.181. Govoni, Giuseppe Nocentini, Armando Stagni) e 15 restarono feriti. Nelle prime Casermone, Gli incidenti del. Con quest’e- ore del pomeriggio del 9 i fascisti rastrella- spressione ci si riferisce agli scontri tra rono decine di persone e tra queste e altre lavoratori e polizia che avvennero in via arrestate nei giorni precedenti ne scelsero Cartolerie angolo de’ Chiari, davanti allo 6. Le portarono davanti alla Casa del fascio stabile - chiamato allora il Casermone - che e le fucilarono. Erano Luigi Fariselli*, Nel- ospitava il comando della Regia guardia di lo Gamberini*, Enrico Landuzzi*, Walter pubblica sicurezza, nota come la Guardia Scurzoni*, Oreste Vancini* e Giorgio Za- regia, e che si conclusero con 7 morti: 2 notti*. Subito dopo i fascisti si portarono agenti e 5 manifestanti. Il 14.10.1920 in in località Larghe e qui uccisero i fratelli Piazza Umberto I (oggi piazza dei Martiri) Attilio* e Luigi Chiarini* e bruciarono 37 si tenne una manifestazione promossa dalle abitazioni. Lo stesso giorno furono fucilati organizzazioni sindacali bolognesi per soli- Adelmo Bernardi*, Cesare Grazia*, Alfon- darizzare con i prigionieri politici e prote- so Marchesini* e Renato Tampellini*. [O] stare contro la politica del governo italiano B IBLIOGRAFIA. Pietroburgo nella pianura nei confronti della Russia rivoluzionaria. bolognese. Documenti, testimonianze e Parlarono Silvio Alvisi*, Clodoveo Bonaz- immagini su Argelato, Funo e dintorni, dal zi*, Ercole Bucco, Linceo Cicognani*, 1859 in poi. Errico Malatesta, Corrado Pini*, Pietro Venturi*. Al termine, un rappresentante Casalecchio di Reno, Eccidio di. Al termi- del PSI annunciò che gli organizzatori si ne dei numerosi scontri che la 63a brg erano impegnati con la questura per evita- Bolero Garibaldi sostenne contro i tede- re cortei. Da un rapporto della questura schi a Rasiglio (Sasso Marconi) e nella valle risulta che anche Malatesta era contrario al dell’Olivetta - tra l’8 e il 9.10.1944 - 13 par- corteo. Su iniziativa d’alcuni militanti anar- tigiani furono catturati, portati prima a chici si formò una colonna che si recò in Monte S. Pietro e quindi a Casalecchio di Piazza Vittorio Emanuele II (oggi Piazza Reno. Il 10 furono legati con filo spinato al Maggiore). Dalla piazza, il corteo, con in cancello di una villa e agli alberi nei pressi testa le bandiere rosso-nere dell’anarchia, del ponte della ferrovia, nell’attuale via dei puntò sulle carceri di S. Giovanni in Martiri. I tedeschi spararono alle gambe e Monte. Davanti al penitenziario furono gri- li lasciarono morire tra inaudite sofferenze. date frasi di solidarietà con i detenuti poli- Tutti erano stati torturati in precedenza. I tici. Il giorno dopo “il Resto del Carlino” morti sono: 5 italiani Giacomo Dall’Oca*, scrisse: «Nessun tentativo è stato fatto per Mauro Emeri*, Ubaldo Musolesi*, Alberto cercare di forzare il passaggio della Casa di Raimondi*, Gino Zacchini*; 3 partigiani pena». Qualche anno dopo il deputato

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fascista Angelo Manaresi ha scritto: «Una mente. Per gli incidenti del Casermone scarica parte dall’interno…» (A. Manaresi, furono arrestate 32 persone, alcune delle Ricordi di Bologna rossa, in “Nuova quali subito rilasciate, come il dirigente Antologia”, vol. CCCLXIV, novembre- anarchico Arturo Rambaldi*. Alla vigilia dicembre 1932). I manifestanti si disperse- del processo furono prosciolti e liberati: ro nell’adiacente via de’ Chiari e quando Alberto Balboni, Franco Belluzzi, Mario transitarono davanti al Casermone si ebbe Bompani, Giuseppe Corazza, Francesco uno scontro a fuoco con gli agenti, non si Domenichelli, Albino Ferrarini, Arturo sa da chi provocato. Il tragico bilancio Guidi*, Renato Pulega, Ottavio Samoggia, degli scontri fu di 3 morti - 2 agenti e 1 Celeste Sanley, Armando Sarti, Augusto operaio - e di una quindicina di feriti. In Serenari, Francesco Setti*, Antonio seguito morirono altri 4 lavoratori per le Venturi, Antonio Volpi, Vittorio Zaccaria, ferite riportate. Restarono uccisi il vice Dante Zucchini. L’11.7.1921 comparvero ispettore Giuseppe La Volpe e il brigadie- davanti alla Corte d’assise, per rispondere re Salvatore Calamasi. Riportarono ferite di omicidio, tentato omicidio e reati mino- gli agenti Vincenzo Antoniazzi ed Eugenio ri, Emilio Ariatti, Giuseppe Atti*, Bruno Quiriti. Durante gli scontri morì l’operaio Calderara, Primo Fini*, Agostino Minozzi, Augusto Fuzzi, il cui cadavere fu portato Armando Nerozzi*, Arturo Nerozzi*, nella sede della CCdL. “L’Avvenire Luigi Reggiani*, Cesare Sacchetti, Ferruc- d’Italia” scrisse che alla CCdL era stata cio Tantini, Luigi Venturi*. Il 16.7.1921 fu portata anche la salma di Riccardo Azzoni, emessa questa sentenza: Atti 1 anno e 4 ma il 16.10.1920 precisò che era deceduto mesi per porto di armi; Fini 1 anno, un solo Fuzzi. Il 16.10 morì Calisto Vacchi per mese e 10 giorni per porto di armi; Nerozzi una ferita da arma da taglio al ventre. Il Armando 8 anni, 4 mesi e 8 giorni per com- 17.10.1920 si spense Oreste Donati e il plicità in mancato omicidio; Nerozzi Ar- 30.10.1920 Erminio Zucchini, candidato turo 12 anni, 3 mesi e 10 giorni per com- del PSI al consiglio comunale. Vacchi, che plicità in omicidio; Sacchetti 5 anni per abitava a Castenaso, transitava casualmen- porto di bomba; Venturi 12 anni, 3 mesi e te in via Castiglione. Il 25.12, mentre era 10 giorni per complicità in omicidio. Assol- detenuto nelle carceri di S. Giovanni in ti Ariatti, Calderara, Minozzi, Reggiani, Monte, morì di nefrite Luigi Longhi, a Tantini. Il 18.7.1921 Romeo Vacchi* fu causa delle percosse ricevute. Era stato processato contumace e condannato a 30 arrestato durante lo scontro. Numerosi anni. Emigrò clandestinamente in URSS e feriti presentavano ferite da arma da taglio scomparve in un gulag sovietico, dove era e alcuni lesioni alle ossa prodotte dal calcio stato deportato durante le purghe stalini- dei fucili. I feriti più gravi furono Emilio ste. [O] Ariatti, Franco Belluzzi, Mario Bompani, B IBLIOGRAFIA. N.S. Onofri, La strage di Bruno Calderara, Francesco Domenichelli, Palazzo d’Accursio. Arturo Guidi*, Armando Nerozzi*, Luigi Reggiani*, Ferruccio Tantini*, Antonio Casetta di Tiara. Il 10.5.1944 una pattuglia Volpi, Dante Zucchini. Il 15.10.1920 i di 8 partigiani della 36a brg Bianconcini fascisti, al termine del funerale degli agen- Garibaldi, guidata da Giovanni Nardi* ti, assalirono le sedi dell’Amministrazione “Caio”, mentre era in marcia di trasferi- comunale e di quella provinciale e incen- mento dal Monte Faggiola al Cimone della diarono l’edicola dei giornali - gestita dal Bastia, cadde in un’imboscata - tesa da 120 PSI - all’angolo tra via Ugo Bassi e piazza militi della GNR e da SS - in località Nettuno. Inoltre spararono contro la sala Casetta di Tiara (Firenzuola - FI). Due par- Borsa in via Ugo Bassi, il cui bar era fre- tigiani morirono subito, 4 furono catturati quentato da socialisti, e uccisero il colono e uccisi sul posto e uno fu ucciso con un Giuseppe Fabbri* che transitava casual- colpo alla nuca mentre era tra le braccia del

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sacerdote Rodolfo Cinelli. Quasi tutti furo- ni*, Monaldo Calari*, Pasquale d’Errico*, no finiti a colpi di baionetta. L’ottavo, Renzo Fanti*, Enrico Franceschini*, Ka- Maccarelli, rimasto gravemente ferito, fu raton* e Gregori partigiani sovietici, soccorso da don Cinelli e trasportato prima Corrado Masetti*, Arvedo Masetti*, Aldo nella canonica e poi nell’ospedale di Murotti*, Giuseppe Magagnoli*, Mario Palazzuolo sul Senio (FI). Nonostante le Marchioni*, Marino Migliori*, Attilio cure ricevute, morì 2 giorni dopo. I caduti Pedrini*, Ubaldo Poli*, Luigi Rondine*, sono: Sebastiano Bertozzi*, Dino Casali- Volfango Seghi*, Franco Venturoli*, Co- ni*, Anselmo Collina*, Giuseppe Macca- stantino Testoni*, uno sconosciuto. Si relli*, Angelo Merlini*, Anselmo Morini*, salvò Alessandro Ventura* “Fra Diavolo” Giovanni Nardi* e Celeste Samorè*. (O) perché, abitando a Casteldebole, la sera tra B IBLIOGRAFIA. Vedi: 36a brg Bianconcini il 29 e il 30 si era recato a salutare la madre. Garibaldi. Intervenne nella battaglia uccidendo un ufficiale e ferendo 2 soldati. Poi dovette Casteldebole, Battaglia di. Attaccata dai ritirarsi. Fu arrestato e fucilato dai fascisti tedeschi nei primi giorni dell’ottobre 1944 alla vigilia della liberazione. [O] a Rasiglio (Sasso Marconi), la 63a brg B IBLIOGRAFIA. A. Belletti, Dai monti alle Bolero Garibaldi subì durissime perdite. risaie. 63a Brigata Garibaldi “Bolero”; Co- Gli invasori erano decisissimi a sloggiarla mune di Bologna - Quartiere di Borgo Pa- da una posizione strategica molto impor- nigale, 40° della Resistenza. Ottobre 1944- tante nelle immediate retrovie del fronte. ottobre 1984. I 35 di Casteldebole.63a bri- Dopo essersi spostata in altra zona gata Bolero Garibaldi; Comune di Bologna- dell’Appennino, a metà mese la brg rice- Quartiere Borgo Panigale, Borgo Panigale vette l’ordine di convergere su Bologna per nella storia; C. Bianchi, Il Reno brontola. prendere parte a quella che si riteneva l’im- Molte voci, una memoria. Testimonianze di minente insurrezione. Il comandante lotte partigiane; I casalecchiesi raccontano. Corrado Masetti* “Bolero” e il vice Cronache dell’altro secolo. Monaldo Calari* “Enrico” decisero di recarsi a Bologna con il dist del Comando Casteldebole, Eccidio di. Frazione del del quale facevano parte una ventina d’uo- comune di Bologna, sulla riva destra del mini. Lungo il tragitto, i partigiani si apri- Reno. Nella notte tre il 29 e il 30.10.1944 rono la strada combattendo, come a Ponte un dist della 63a brg Bolero Garibaldi non Rivabella (Monte S. Pietro), dove distrus- poté attraversare il fiume in piena, mentre sero un posto di blocco. Nella notte tra il era diretto in città, e dovette sistemarsi alla 29 e il 30.10.1944 il gruppo giunse sulla meglio in una cava di ghiaia. A seguito di riva sinistra del Reno tra Tripoli (Casalec- una delazione fu circondato da reparti di chio di Reno) e Casteldebole (Bologna), SS e paracadutisti tedeschi e annientato. dove era pronta una barca per traghettare Mentre era in corso questa battaglia, i tede- gli uomini sull’altra sponda. A causa della schi uccisero 5 persone che transitavano piena, il fiume non fu attraversato e i parti- casualmente nei pressi. I morti sono: giani si nascosero nel capanno di una cava Alfredo Galli*, Raffaele Merighi*, Augu- di ghiaia, per ripararsi dalla pioggia. La sto Pedrini*, Nello Santandrea*, Enrico loro presenza fu notata da un delatore il Sgarzi*. Nel pomeriggio e nella sera del quale informò i tedeschi. Verso le ore 13 30.10 i tedeschi rastrellarono 10 persone e del 30.10.1944 ingenti reparti di SS e para- le fucilarono il 31. I caduti sono: Mario Ba- cadutisti tedeschi circondarono i partigiani iesi*, Ugo Borelli* (secondo altra versione i quali non si arresero e caddero combat- venne fucilato il 2.11.1944), Alfonso Calza- tendo, dopo avere resistito per oltre 3 ore. ti* (secondo altra versione venne fucilato I partigiani feriti furono torturati prima di il 31 a Bologna), Giuseppe Casagrande*, essere finiti. I 20 caduti sono: Gino Ada- Afro Fiorini* (secondo altra versione fu

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impiccato), Vincenzo Gamberini* (secon- “repubblica partigiana” di Montefiorino do altra versione fu impiccato il 31.10.1944), (MO). Dopo essere state sconfitte dai tede- Medardo Lambertini*, Marco Marchesi- schi, le brgg partigiane si dispersero in varie ni*, Filippo Montanari* e Giordano Pe- direzioni. La brg Toni e le altre bolognesi rini*. Il processo contro i responsabili cercarono di raggiungere l’Alta Valle del non fu celebrato perché il fascicolo giudi- Reno, dove avevano le basi. A sua volta la ziario era finito nell’ “armadio della ver- Toni si divise in due btg: uno puntò su Zocca gogna”. [O] (MO) e l’altro su Porretta Terme. Que- B IBLIOGRAFIA. M. Franzinelli, Le stragi st’ultimo cadde in un’imboscata tedesca il nascoste, Mondadori, Milano, 2002, p.163. 12.8.1944 nei pressi di Castelluccio (Porretta Vedi: Casteldebole, Battaglia di. Terme) e 5 partigiani furono fatti prigionieri. Lo stesso giorno vennero fucilati. I caduti Casteldebole, Incidenti di. Il 23.1.1921 la sono: Angelo Agostini*, Lino Degli Espo- Guardia regia Radames Pasquali era ospite sti*, Paul Henri Moscard*, Amos Menzani* del collega Mario Calossi a Casteldebole, e Germano Sabbadini*. [O] una frazione di Borgo Panigale, allora comune autonomo. Per ragioni non accer- Cavezzo, Eccidio di. Nelle prime settimane tate - per astio verso gli agenti secondo dell’aprile 1945, un reparto di alpini della alcuni, per questione di donne secondo RSI catturò un certo numero di partigiani a altri - il Calossi fu aggredito per la strada S. Giovanni in Persiceto e, dopo una breve da 4-5 persone. In soccorso giunse il detenzione nella scuola di Lorenzatico, li Pasquali. Dopo uno scambio d’insulti il consegnò alle brigate nere della caserma del Calossi riuscì a riparare in uno stabile, capoluogo. Per più giorni furono torturati e mentre il Pasquali fu disarmato e ucciso alcuni, come Emilio Cocchi*, riuscirono ad con la sua arma. Alcune persone infieriro- evadere. All’alba del 21.4, mentre polacchi e no contro il cadavere. I giornali attribuiro- americani entravano a Bologna, le brigate no al delitto un significato politico. Furono nere consegnarono a un reparto di SS arrestate una trentina di persone, 9 delle Amleto Azzani*, Bruno Bencivenni*, quali rinviate a giudizio. Il 14.2.1922 iniziò Ernesto Bettini*, Adelio Cacciari*, Walter il processo contro Alberto Ferroni* per Casari*, Luigi Catalucci*, Mario Risi*, Ivo omicidio, e Cesarina Alboresi, Antonio Vanelli*. All’ultimo minuto al gruppo di Amici, Giuseppe Carati*, Albertina partigiani fu aggiunto un fascista del quale Frascaroli, Medardo Lambertini*, Enea s’ignora il nome. Legati a due a due, i parti- Pulega, Ernesta Rapparini e Duilio giani e il fascista marciarono tutto il giorno, Tagliavini* accusati di correità nell’omici- senza mangiare e senza bere, sempre scorta- dio. Erano tutti detenuti, meno Carati rifu- ti dalle SS. A notte fonda, dopo avere attra- giatosi nella Repubblica di S. Marino. Il versato Crevalcore, arrivarono a Cavezzo 22.2.1922 fu emessa questa sentenza: (MO). La mattina dopo, all’alba la colonna Alboresi 15 mesi; Amici 21 anni e 3 mesi; si rimise in marcia per raggiungere la stata- Ferroni 12 anni e 9 mesi (pena dimezzata le del Brennero. Alle 11,30, nei pressi di un perché minorenne); Frascaroli 9 anni e 7 cascinale, in località Villafranca, 3 tedeschi mesi; Lambertini 4 mesi e 15 giorni; Pulega prelevarono il fascista e fatte poche centi- 8 anni e 4 mesi; Rapparini 8 anni, 6 mesi e naia di metri lo uccisero. I partigiani tenta- 15 giorni; Tagliavini assolto. Carati, contu- rono di darsi alla fuga, ma ad uno ad uno mace, fu processato il 23.2 e condannato a furono uccisi. Secondo altra testimonianza, 3 anni. [O] le SS invitarono i partigiani ad andarsene liberi, ma, fatti pochi passi, li colpirono alle Castelluccio, Eccidio di. Tra luglio e agosto spalle. Si salvò Azzani che riuscì a nascon- 1944 la brg Toni Matteotti Montagna prese dersi nei campi. Un cippo ricorda i 7 marti- parte ai combattimenti in difesa della ri dell’ultimo eccidio nazifascista. [O]

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B IBLIOGRAFIA. Comune di San Giovanni in il 18 furono portati a Bologna e fucilati al Persiceto, 40° anniversario della liberazio- poligono di tiro, tra il 18 e il 20.10.1944. ne, Aprile 1945 da Lorenzatico a Cavezzo; Toni venne fucilato a Forlì e Guazzaloca R. Barbieri, L’ultima infamia: l’eccidio di nel campo di Fossoli (Carpi - MO). [O] Cavezzo, in Fascismo e antifascismo, Guer- B IBLIOGRAFIA. F. Montevecchi, La Battaglia ra, Resistenza e dopoguerra nel Persicetano, di Purocelo; N. Galassi, Partigiani nella pp.536-8. linea Gotica.

Cavina, Eccidio dell’infermeria di. Negli Cefalonia, Eccidio di. Cefalonia è un’isola scontri che la 36a brg Bianconcini del gruppo delle Jonie davanti a Patrasso Garibaldi sostenne con i nazifascisti a S. (Grecia). Fu occupata nel 1941 dalla div Maria di Purocielo (Brisighella - RA), tra il Acqui. Dopo l’8.9.1943 il presidio tedesco 10 e il 13.10.1944, numerosi partigiani dell’isola intimò all’Acqui di arrendersi. Il restarono uccisi e feriti. Quando la forma- comandante non solo rifiutò la resa, ma il zione, sotto la pressione tedesca, dovette 14 la intimò ai tedeschi. La risposta fu un spostarsi verso la provincia di Forlì, i feriti violento attacco aereo alle postazioni italia- intrasportabili furono lasciati nella canoni- ne, contro le quali fu sferrata una grande ca della chiesa di Cavina (Fognano - RA), offensiva di mezzi corazzati. Pur combat- dove, da qualche giorno, vi erano Nino tendo con valore, gli italiani - inferiori per Bordini* “Gnaf” e Teodosio Toni “Tigre”. armamento e privi di protezione aerea - il I nuovi arrivati erano Giovanni Borghi* 22 chiesero la resa, dopo avere perduto 55 “Gianni”, Alfonso Bagni* “Fonso”, Pietro ufficiali e oltre 3 mila militari. I tedeschi Muratori* “Carlino”, Luigi Rispoli* fucilarono 4.800 soldati e 341 ufficiali, “Napoli”. Restarono con loro il medico compreso il comandante della div, dopo la Ferruccio Terzi*, lo studente in medicina resa. Altri 2 mila militari persero la vita, per Renato Moretti* e gli infermieri, sia pure l’affondamento della nave, mentre erano non professionali, Laura Guazzaloca* e trasportati sulla terraferma. I superstiti Sergio Giulio Minozzi*. Restarono anche della div si unirono all’ELAS e presero un ufficiale medico austriaco disertore che parte alla Resistenza contro i tedeschi. [O] si faceva chiamare Willi e due militari tede- B IBLIOGRAFIA. R. Zavatti, I 9.000 di Cefalo- schi feriti. Il 14.10.1944, quando i tedeschi nia, Milano, Bèrben, 1946, pp.140; L. penetrarono nella canonica, catturarono i Ghilardini, I martiri di Cefalonia, Milano, feriti e i sanitari, ma non li fucilarono per- Rizzoli, 1952, pp.179; Don R. Formato, ché i due teutoni feriti dichiararono di Cefalonia: tomba e gloria di diecimila solda- essere stati risparmiati e curati. Per questo ti italiani, in Il secondo Risorgimento i tedeschi trasferirono i partigiani feriti nel- d’Italia, 1954, pp.55-8; A. Raffaelli, Stella l’ospedale di Brisighella, dove si trovavano su El Alamein e Cefalonia, Forlì, altri 5 partigiani pure feriti: Adelmo Brini* L’Orologio, 1960, pp.62; M. Venturi, “Delmo”, Mario Guerra* “Mao”, Romolo Bandiera bianca a Cefalonia, Milano, Menzolini* “Bill”, Attilio Ottonelli* e Feltrinelli, 1963, pp.313; L. Ghilardini, Iliano Pasciuti* “Leo”. (Non concordano Sull’arma si cade ma non si cede. I martiri di le testimonianze sui nomi dei partigiani Cefalonia e Corfù, Genova, 1965, pp.260; catturati a Cavina e su quelli che già si tro- R. Formato, L’eccidio di Cefalonia, Milano, vavano all’ospedale di Brisighella). Nella Mursia, 1968, pp.463; Comune di Bologna, notte tra il 16 e il 17.10.1944 le brigate nere La divisione “Acqui” a Cefalonia e Corfù. di Faenza catturarono tutti i feriti e il per- Settembre 1943 - Novembre 1944, Bologna, sonale medico e li trasferirono - meno 1975, pp.94; G. Giraudi, A Cefalonia e a Guazzaloca e Toni - a Villa San Prospero Corfù si combatte, Milano, Cavallotti, 1982, doveva aveva sede il loro comando. pp.217; O.G. Perosa, Divisione “Acqui”, Torturati e bastonati per tutto il giorno 17, figlia di nessuno. Cefalonia-Corfù, settem-

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bre 1943, Merano, 1993, pp.161; La GAP decisero l’insurrezione di Imola. Don Divisione “Acqui” a Cefalonia settembre Minardi ha avuto due alti riconoscimenti: 1943, a cura di G. Rochat e M. Venturi, lo Stato gli ha assegnato un’onorificenza al Milano, Mursia, 1993, pp.351; M. Filippi- merito della Repubblica e l’Amministrazio- ni, La vera storia dell’eccidio di Cefalonia: ne provinciale una medaglia d’oro come quello che gli italiani non hanno mai saputo filantropo e patriota. [O] sulla tragica fine della Divisione Acqui, B IBLIOGRAFIA. P. Schweitzer, Il Carmine di Casteggio, Grafica Maro, 1998, pp.220. Imola in tempo di guerra; R. Fiorentini, Il Carmine di Imola in Borgo S. Giacomo, Cetnici. In lingua serba cetnico vuol dire Imola, Galeati, 1981, pp.373; A. Bassani, Il ribelle e guerrigliero. Questo nome fu Carmine d’Imola e la Resistenza, in Imola assunto dai serbi che, nei secoli scorsi, si medaglia d’Oro; Don O. Giacomelli, I ribellarono contro i dominatori turchi. Nel novant’anni di don Giulio, Imola, 1988, 1920 il nome fu dato al movimento della pp.24; Comune di Imola, Don Giulio destra monarchica, dopo la nascita della Minardi, Imola, 2000, pp.8; E. Gollini, N. Jugoslavia. Dopo l’occupazione della Tampieri, Sole, Bianco e Mezzanotte. Imola Jugoslavia, nel 1941, da parte delle truppe tra guerra e ricostruzione (1940-1950). tedesche, italiane, ungheresi e bulgare, nel paese si svilupparono due movimenti di Chiusa di Cavacchio, Eccidio della. Il 13 o resistenza: l’EPLJ che aveva un orienta- il 14.12.1944 una quindicina di civili furo- mento di sinistra e faceva capo a Tito, e il no fermati dai tedeschi mentre tentavano Gruppo dei cetnici, comandato dal genera- di attraversare la linea del fronte nei pressi le Draza Mihajlovic, composto prevalente- di Vergato, per raggiungere l’Alta Valle del mente di monarchici. Tra EPLJ e cetnici vi Reno già liberata. Forse in una sola volta, furono gravi contrasti, a scapito della ma è possibile anche in più riprese, furono comune causa antitedesca. [O] trucidati in località Chiusa di Cavacchio (Vergato). Solo di 10 si conoscono le gene- Chiesa del Carmine d’Imola, La. Questa ralità. I corpi furono abbandonati e ricupe- chiesa, della quale era parroco don Giulio rati molti mesi dopo. Le vittime identifica- Minardi*, subito dopo l’8.9.1943 divenne te sono: Augusto Bonafede*, la moglie il rifugio di molti militari sbandati. Con il Maria Piretti* e i figli Angiolina*, Carlo*, passare del tempo don Minardi ospitò pro- Luciana* e Walter*; Pietro Laffi*; Adele fughi, militari alleati già prigionieri di guer- Minelli*; Giuseppe Muzzarini* e la figlia ra, disertori polacchi e russi arruolati forza- Livia*. Pare che nell’eccidio sia perita an- tamente dai tedeschi, ebrei, partigiani e che Lucia Serenari*. Raffaele Nanni* e la dirigenti politici ricercati dai fascisti. moglie Cleofe Rita Donati* - che, secondo Queste vittime della guerra erano ospitate alcuni, sarebbero stati uccisi a Cavacchio - nella canonica e nel vicino istituto di S. vennero fucilati, lo stesso giorno, nella vici- Caterina, del quale don Minardi era diret- na località di Boschi (Vergato). [O] tore, dove risedevano i seminaristi e 160 orfani. Nel periodo di maggiore affluenza Ciclisti rossi. Era un’organizzazione politi- la chiesa ospitò circa 350 persone. Per sfa- ca del PSI che operò dall’inizio del 1900 mare tante bocche il sacerdote diede fondo all’avvento del fascismo. Nata in Emilia, alle risorse del fondo agricolo “Casa nel 1911 si diede una struttura nazionale. nuova” di proprietà della parrocchia. Il Aveva due scopi: 1) la diffusione dello 14.4.1945 nella chiesa si tenne una riunio- sport, come esercizio fisico per migliorare ne nel corso della quale il presidente del il corpo e la lotta contro lo «sportismo», CLN Ezio Serantoni*, Natale Tampieri* inteso come sport professionistico; 2) la comandante della brg SAP Imola e Dante propaganda politica. Gruppi di militanti - Pelliconi* del dist imolese della 7a brg quasi sempre giovani - nei giorni festivi si

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recavano in bicicletta nei centri della pro- Massoneria non può esistere». Anziché vincia per organizzare comizi e manifesta- espellerli, il PSI bolognese si limitò a pren- zioni di partito. All’avvento del fascismo, i dere atto della lettera «interpretandola ciclisti rossi ebbero il compito di difendere come una esplicita dichiarazione di dimis- gli oratori socialisti dalla violenza squadri- sioni dal partito». I sei costituirono il stica. Compiti analoghi svolgevano le Circolo socialista indipendente, che svolse Guardie rosse e i Lupi rossi. Il 22.9.1912 una limitata attività politica, per passare ad Imola si tenne il primo convegno nazio- poi in campo interventista nel 1915. Al nale dei ciclisti rossi, i quali si recarono in Circolo aderirono, in seguito, l’ex radicale bici nel centro romagnolo. Quasi tutti di- Gino Bondanini*, il socialista Ulisse sponevano di una bicicletta marca “Avan- Lucchesi*, che non era massone, e l’ex ti!”, costruita da una ditta bergamasca con- anarchica Maria Rygier. Il Circolo - che venzionata con il PSI. [O] non si affiancò né aderì al Partito socialista B IBLIOGRAFIA. A. Lorenzini, I ciclisti rossi. I riformista di Leonida Bissolati - si dissolse loro scopi e la loro organizzazione, Berga- alla fine del 1915. [O] mo, 1913, pp.32; S. Pivato, La bicicletta e il Bibliografia: N.S. Onofri, La grande guerra sol dell’avvenire: sport e tempo libero nel nella città rossa. socialismo della Belle epoque, Ponte alle grazie, Firenze, 1992, pp.276. Colle Ameno, Eccidio di. Dal 6.10 al 24.12.1944 un comando tedesco s’installò Cimice, La. Durante la dittatura, gli antifa- nella villa Ghisilieri, detta La Ghisiliera, scisti erano soliti chiamare cimice il distin- edificata nel ’700 e di proprietà della fami- tivo del PNF portato all’occhiello della glia Rizzi, in via Porrettana, in località giacca. L’allusione a questo insetto immon- Colle Ameno di Pontecchio (Sasso Marco- do era un chiaro giudizio politico, oltre che ni). Negli ampi scantinati della villa furono un modo efficace per discreditare chi lo detenuti numerosi rastrellati civili e parti- portava. Nell’Imolese e in Romagna il giani prigionieri. Pare - dalle scritte trovate distintivo era chiamato la zecca, un insetto sui muri - che non meno di 400 persone vi non meno immondo. Il distintivo fascista siano transitate. Di queste, 19 furono ucci- rappresentava la bandiera nazionale con al se e inumate nel parco. Non tutte le salme centro il fascio littorio e al piede la sigla sono state identificate. Il 18.10.1944, dopo PNF. I giovani iscritti alla GIL (Gioventù essere stati rastrellati tra Marzabotto e italiana del littorio) portavano un distintivo Sasso Marconi, vennero fucilati: Pietro con i colori giallo e rosso e la lettera M, che Beccari*, Leone Bonetti*, Gaetano Laz- indicava il nome di Mussolini. [O] zari*, Roberto Matarozzi*, Ionio Rubini*, Lodovico Vicinelli*. Delle altre 13 vittime - Circolo socialista indipendente. Quando il fucilate in epoche diverse - sono state iden- XIV congresso nazionale del PSI, riunitosi tificate le salme di Ferruccio Cavalli*, ad Ancona nell’aprile 1914, stabilì l’incom- Ettore Comandini*, Giovanni Lanzarini*, patibilità tra PSI e Massoneria, molti socia- Adelino Loiacono*, Augusto Melega* e listi dovettero scegliere. A Bologna la mag- Domenico Raimondi*. [O] gior parte dei militanti aderenti alla B IBLIOGRAFIA. Testimonianza di G. Mar- Massoneria uscì dalla “loggia”. Solo sei - chesi (p.319), in RB5. Augusto Dal Mazzoni*, Lodovico Farné, Giovanni Frascari, Ugo Lenzi*, Aurelio Colonna Ascaso. Francisco Ascaso fu, con Minghetti* ed Emanuele Sacchetti - Bonaventura Durruti, uno dei massimi abbandonarono in PSI, dopo avere inviato dirigenti del movimento anarchico catala- una lettera agli organi del partito, nella no. Cadde il 19.7.1936 a Barcellona quale affermarono di essere «convinti che (Spagna), combattendo contro i militari la pretesa incompatibilità tra Socialismo e rivoltosi del generale Franco. Il suo nome

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fu dato al primo gruppo militare antifran- vere un’iniziativa militare in difesa della chista che si costituì a Barcellona e prese Spagna repubblicana. Il PRI non interven- posizione al fronte il 23.8.1936 a Huesca. A ne e PSI e PCI dissero che si sarebbero quella che fu chiamata in seguito la attenuti a quanto avrebbero deciso i partiti Colonna Ascaso fu aggregata la Colonna omologhi francesi. Nell’agosto un centi- Rosselli, il primo raggruppamento di volon- naio d’italiani - tra i quali il bolognese tari italiani accorso in Spagna nel luglio Lorenzo Giusti* - si trasferirono in Spagna 1936 promosso da Carlo Rosselli e Camillo e furono aggregati alla Colonna Ascaso. Di Berneri. La Colonna Ascaso fu impegnata quella che sarebbe stata chiamata la sul fronte d’Aragona. Domingo Ascaso, fra- Colonna Rosselli o la Colonna italiana, tello di Francisco, pure lui dirigente del facevano parte giellisti, socialisti e anarchi- movimento anarchico catalano, fu ucciso ci. Il comandante era Rosselli, coadiuvato nel maggio 1937 a Barcellona dagli agenti da Mario Angeloni, suo vice, e Antonio della polizia segreta stalinista. [O] Cieri. Nella Colonna, pur non avendo B IBLIOGRAFIA. Vedi: Battaglione e brigata responsabilità, militò Camillo Berneri, uno Garibaldi in Spagna. dei principali esponenti del movimento anarchico italiano. La colonna aveva due Colonna Durruti. Bonaventura Durruti fu, btg: uno di mitraglieri e uno di fanteria. Gli con Francisco Ascaso, uno dei principali italiani ebbero il battesimo del fuoco a dirigenti del movimento anarchico catala- Monte Pelato, in Aragona, il 28.8.1936. no. Nel settembre 1936 - due mesi dopo l’i- Nel corso dello scontro cadde Angeloni e nizio della guerra civile spagnola - promos- Rosselli rimase ferito. La Colonna restò in se a Barcellona un gruppo militare, nel linea sino all’aprile 1937, quando fu sciolta quale si arruolarono anarchici spagnoli e e i militanti aggregati alla brg Garibaldi sul italiani. Forte di 3.000 armati, la Colonna fronte di Madrid. La Colonna ebbe sino ad Durruti fu impiegata prima sul fronte in un massimo di 350 uomini, 53 dei quali Aragona e poi a Madrid. Il 20 o 21.11.1936 caddero in combattimento. [O] Durruti cadde a Madrid, colpito prodito- B IBLIOGRAFIA. La Colonna italiana sezione riamente alla schiena mentre combatteva della Colonna Ascaso, in “Volontà”, n.10, contro i franchisti. L’assassino doveva esse- 1951, pp.496-501; Carlo Rosselli e la Cata- re o un anarchico dissidente o un agente logna antifascista, a cura di A. Landuyt, della polizia segreta stalinista. Secondo Prato, Giunti, 1996, pp.123. altra versione sarebbe stato colpito da un cecchino franchista. In seguito la colonna Comando piazza di Bologna. Sino alla confluì nelle brgg internazionali. [O] tarda primavera 1944 non esisteva in Italia B IBLIOGRAFIA. Un trentennio di attività un comando unico che dirigesse la lotta di anarchica, 1914-1945, Cesena, L’Antistato, liberazione, ma solo un centro politico 1953, da p.215 in poi; R. Boussinot, Piccola come il CLN. Le formazioni partigiane enciclopedia dell’anarchismo, Milano, Gar- dipendevano dai partiti, quando non erano zanti, 1970, p.77; A. Paz, Durruti e la rivo- autonome, anche se il CLN si sforzava di luzione spagnola, Pisa, La Fiaccola, 2000, 2 dare un minimo di coordinamento. Fu solo vol. di pp.479 e 312. con la nascita del CVL che l’esercito parti- giano ebbe un comando militare unificato, Colonna Rosselli, La. Il 18.7.1936 in anche se dipendeva politicamente dal CLN Spagna si ebbe il colpo di stato del genera- Alta Italia. Contestualmente, in ogni regio- le Franco. Tre giorni dopo Carlo Rosselli - ne fu istituito un comando unico, il quale il principale esponente del Movimento doveva curare la formazione di comandi Giustizia e libertà in esilio - promosse a provinciali incaricati di coordinare l’attivi- Parigi una riunione, alla quale invitò gli tà di quelli comunali. In Emilia-Romagna esponenti del PSI, PCI e PRI, per promuo- ogni attività militare fu affidata al CUMER,

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il quale dipendeva dal CLNER. In ogni di Bologna, oltre al Comando piazza di città fu costituito un Comando piazza. A Bologna, fu costituito quello di Imola nel Bologna nacque l’1.8.1944 in un apparta- settembre 1944. Aveva il compito di coor- mento di via Procaccini. I suoi primi diri- dinare l’attività dei 3 btgg, Montano, Città genti, quasi tutti ufficiali dell’esercito, furo- e Pianura, che poi saranno unificati nella no: col. Mario Trevisani* “Guido” coman- brg SAP Imola-Santerno. Operava in stret- dante; col. Mario Guermani* “Guerra” e to collegamento con il CUMER e predi- col. Michele Imbergamo* vice; Giacomo spose i piani per l’insurrezione dell’autun- Masi* “Giacomino” commissario politico e no 1944 e di quella della primavera 1945. col. Giuseppe Bonino* vice; ten. col. Dopo l’arresto dell’avanzata alleata, ridus- Giovanni Pascoli* capo di stato maggiore. se la propria attività per riprenderla in pri- Trevisani, ufficiale di carriera, era stato mavera, quando, per l’insurrezione del nominato perché indipendente. Guermani 14.4.1945, coordinò l’attività della brg SAP era del PSIUP, Imbergamo d’area cattolica Imola-Santerno e del dist imolese della e Masi del PCI. Qualche giorno dopo nel 7a brg GAP Gianni Garibaldi. Questo il Comando entrarono Cleto Benassi* gruppo dirigente: Luigi Spadoni* “Gige- “Vecchietti” del PSIUP ed Edo Godoli* tto” comandante; Natale Tampieri* “Bian- del PRI, anche se, in quel periodo, questo co” responsabile militare; Ezio Serantoni* partito non aderiva al CLN, come non vi “Mezzanotte” presidente del CLN; Elio aderiva la DC. In seguito alcuni esponenti Gollini* “Sole” capo di stato maggiore e furono sostituiti, ma la struttura non mutò. SIM; Primo Ravanelli* intendente; Emilio Il Comando piazza - sostenuto dal CLNER Fuochi* “Nico” ufficiale di collegamento - iniziò subito un vasto lavoro per indurre con le brgg. In ottobre il comando fu assun- tutte le brgg ad accettare la guida del to da Amedeo Ruggi* e in dicembre da CUMER. Non fu facile perché ogni forma- Ercole Felici*. Aveva sede in un apparta- zione voleva mantenere le proprie caratte- mento in via Fratelli Cairoli 9. [O] ristiche di partito. La Matteotti città, ad B IBLIOGRAFIA. Momenti partigiani imolesi esempio, non rinunciò ad avere quale in collina e città; Imola medaglia d’oro; E. emblema la falce e il martello, in luogo Gollini, N. Tampieri, Sole, Bianco e Mez- della stella a cinque punte del CVL. Il zanotte. Imola tra guerra e ricostruzione Comando piazza preparò il piano insurre- (1940-1950); Sui luoghi della memoria. zionale dell’autunno 1944, in previsione di Guerra e Resistenza nel territorio imolese; quella che si riteneva l’imminente libera- E. Gualandi, Il contributo di Imola alla zione della città. Suo - in accordo con il guerra di liberazione, in “Resistenza oggi”, CUMER - è il piano per il concentramento n.5, giugno 2004, pp.51-4. in città della maggior parte delle brgg parti- giane. Quando l’esercito alleato si fermò alle Comando unico militare Emilia Romagna, porte di Bologna, dopo il proclama (CUMER). Nella primavera 1944 il d’Alexander, dovette improvvisarne un altro CLNAI diede vita al CVL, l’organizzazione per fare uscire dalla città i partigiani, senza militare del movimento antifascista che sciogliere le brgg. Al tempo stesso, fu predi- conduceva la guerra di liberazione. Il CVL sposto un piano per la guerriglia nei mesi divenne la guida della lotta armata, al quale invernali, sia in città sia nei comuni della facevano capo i vari comandi regionali, ai pianura, mentre la collina era stata parzial- quali, a loro volta, facevano capo i coman- mente liberata. Nei primi mesi del 1945, con di piazza delle varie città. In Emilia - come la riorganizzazione delle forze partigiane, il si chiamava allora l’attuale regione Emilia- Comando piazza fu ribattezzato in Divi- Romagna - fu costituito il Comando unico sione Bologna pianura “Mario”. [O] militare Emilia Romagna. Operò ininter- rottamente dal giugno-luglio 1944 alla libe- Comando piazza di Imola. Nella provincia razione. Il CVL riconobbe la piena opera-

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tività del CUMER il 9.7.1944, anche se fu della Libertà - Comando Militare Unico effettivamente operativo nell’ultima setti- Emilia-Romagna”. Stampato nella tipogra- mana di luglio. Questa la sua struttura diri- fia clandestina del PCI era redatto da gente principale: Ilio Barontini* “Dario” Romeo Landi* “Michele”. Pubblicava gli (PCI) comandante; Leonildo Cavazzuti* ordini e le risoluzioni del CUMER, reso- “Sigismondo” (DC), vice comandante; conti d’azioni partigiane nella regione e Gianguido Borghese* “Ferrero” (PSIUP), note per incitare i cittadini alla lotta contro commissario politico (ma per qualche i nazifascisti. Uscirono 3 numeri, l’ultimo tempo fu vice comandante); Giuseppe dei quali all’inizio del 1945. [O] Scarani “Carega” (PdA), capo di stato B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I maggiore; Cipriano Tinti* “Farbis” (PdA), giornali bolognesi della Resistenza, pp.239- responsabile del servizio informazioni; 42. I testi sono in RB2 pp.805-28. Giuseppe Beltrame* “Pino” (PCI), re- sponsabile del servizio sanità; Romeo Comitato di aiuto alla Spagna. Nell’agosto Landi* “Michele” (PCI), capo servizio 1936 - un mese dopo l’inizio della guerra stampa; Ena Frazzoni* “Nicoletta”. Della civile spagnola, scatenata dai franchisti - si struttura militare del CUMER fecero parte tenne a Parigi una grande manifestazione 341 partigiani e alcuni patrioti. I caduti internazionale per studiare le misure da furono 16 e 10 i feriti. Ebbe un giornale dal attuare in aiuto del legittimo governo iberi- titolo “Il Combattente”. [O] co. Tra le altre cose, fu decisa l’istituzione B IBLIOGRAFIA. Ministero dell’Italia occupa- di un Comitato di aiuto alla Spagna. ta, Documenti n.2, Un mese di lotta armata Molteplici i compiti di questo organismo, in Emilia e Romagna, (Novembre 1944), tra i quali il reclutamento di volontari per Roma, 1945, pp.96; Id, Documenti n.3, Un le brgg internazionali; la raccolta di fondi mese di lotta armata in Emilia e Romagna, per sostenere lo sforzo bellico del governo (Dicembre 1944), Roma, 1945, pp.84; Id, spagnolo; l’organizzazione e l’invio di cari- Documenti n.6, Bollettino delle azioni par- chi di armi; l’assistenza alle famiglie dei tigiane n.15 (15 dicembre 1944), Roma, combattenti e ai rifugiati. Dirigente del 1945, pp.59; per l’Emilia pp.43-8; Id, comitato fu l’italiano Giulio Cerreti. [O] Documenti n.7, Bollettino delle azioni par- tigiane, n.16-17 (15 gennaio 1945), Roma, Comitato centrale di liberazione naziona- 1945, pp.75; per l’Emilia pp.35-70; Atti del le, (CCLN). Tra la fine del 1942 e l’inizio Comando generale Corpo volontari della del 1943 in numerose città i partiti antifa- libertà. Dalla sua costituzione all’insurrezio- scisti diedero vita a comitati unitari - che ne nazionale (giugno 1944-aprile 1945), avevano i nomi più diversi - per dare un Roma, 1946, p.18; G. Fanti, La chiamava- unico indirizzo alla lotta politica contro la mo intendenza, in “Tempi nuovi”, n.7-8, dittatura. A Roma si chiamò Comitato 1946; Dall’Archivio del CUMER, in delle opposizioni antifasciste e, sin dall’ini- “Tempi nuovi”, n.7-8, 1946; M. Giovan- zio, assunse il compito di orientare e diri- nini, Segreteria del Cumer, in Epopea parti- gere gli altri comitati. L’autorevolezza gli giana, p.62; CUMER. Il “Bollettino milita- derivava dalla statura politica dei suoi re” del Comando unico militare Emilia- membri, più che dal fatto che avesse sede a Romagna (giugno 1944-aprile 1945); L. Roma. Il 9.9.1943, il giorno dopo l’inizio Casali, Il Cumer, in “I Quaderni di dell’invasione tedesca, il Comitato assunse Resistenza oggi”, supplemento al n.5 del il nome di Comitato di liberazione nazio- 2004 di “Resistenza oggi”, pp.31-3. nale e solo in seguito aggiunse la parola “centrale”. Era composto da Alcide De Combattente, Il. L’1.8.1944 uscì “Il Com- Gasperi (DC), Alessandro Casati (PLI), battente” organo ufficiale del CUMER, Ugo La Malfa e Sergio Fenoaltea (PdA), con il sottotitolo “Giornale dei Volontari Pietro Nenni e Giuseppe Romita (PSIUP),

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Mauro Scoccimarro e aveva operato prima della dittatura fasci- (PCI). All’unanimità fu approvato questo sta. [O] documento che, di fatto, era una dichiara- zione di guerra alla Germania: «Nel Comitato di liberazione nazionale, (CLN). momento in cui il nazismo tenta di restau- Il Comitato di liberazione nazionale fu il rare in Roma ed in Italia il suo alleato fasci- governo clandestino del popolo italiano sta, i partiti antifascisti si costituiscono in che diresse la lotta contro i nazifascisti Comitato di liberazione nazionale, per nelle zone dell’Italia invase dai tedeschi. chiamare gli italiani alla lotta ed alla resi- Dopo la costituzione di quello nazionale - stenza, e per riconquistare all’Italia il posto che assunse il nome di Comitato centrale di che le compete nel consesso delle libere liberazione nazionale - avvenuta a Roma il nazioni». Sia pure a costo di faticosi com- 9.9.1943, ad iniziativa dei partiti antifasci- promessi politici - perché i contrasti tra i sti, in tutte le città italiane sorsero analoghi partiti erano numerosi sia per la conduzio- organismi a base provinciale. In un secon- ne della guerra sia per le soluzioni politiche do tempo furono promossi quelli nei centri del dopoguerra - il CLN riuscì a rappre- minori e quelli a carattere regionale. A sentare la volontà del popolo italiano, deci- Milano, oltre a quelli provinciale e regiona- so a riconquistare l’indipendenza naziona- le, nel febbraio 1944 fu costituito il CLN le e le libertà politiche. Il CCLN concluse Alta Italia con il compito di dirigere - in la sua attività il 6.6.1944, con la liberazione particolare dopo la liberazione di Roma - la di Roma. L’8.6.1944 una delegazione - guerra nelle regioni a nord della Linea composta dal presidente , Gotica. [O] De Gasperi, Casati, Nenni, La Malfa, B IBLIOGRAFIA. Ministero dell’Italia occupa- Scoccimarro, Fenoaltea e Meuccio Ruini ta, Documento n.1, I CLN nell’Alta Italia. del Partito democratico del lavoro - s’in- Formazione e funzionamento, Roma, 1945, contrò con una rappresentanza del gover- pp.34; M. Delle Piane, Funzione storica dei no e chiese «un governo del tutto nuovo». Comitati di Liberazione Nazionale, Firenze, Il primo ministro Pietro Badoglio rassegnò Le Monnier, 1946, pp.168; R. Battaglia, le dimissioni e Bonomi lo sostituì. [O] Storia della Resistenza italiana, Einaudi, B IBLIOGRAFIA. I. Bonomi, Diario di un anno: Torino, 1953, pp.624; F. Catalano, Storia 2.6.1943-10.6.1944, Milano, Garzanti, del CLN, Bari, Laterza, 1956, pp.456; F. 1947, pp.XL+204. Catalano, I CLN come centri di autogover- no, Roma, 1964, pp.49; M. Delle Piane, Comitato di difesa contadina. Nei venti Considerazioni sui Comitati di liberazione mesi della lotta di liberazione furono pro- nazionale, in Storia dell’antifascismo italia- mossi numerosi scioperi nelle fabbriche e no, a cura di L. Arbizzani e A. Caltabiano, nelle campagne. I lavoratori della terra - in Roma, Editori riuniti, 1964, pp.276-84; particolare braccianti e mezzadri - diedero Convegno dei comitati di liberazione nazio- vita nei comuni ai Comitati di difesa conta- nale, Torino, 1965, pp.255; G. Quazza, L. dina per imprimere un indirizzo unitario Valiani, E. Volterra, Il governo dei CLN, alle lotte che nascevano in modo sponta- Torino, Giappichelli, 1966, pp.XVI+255; neo e non coordinato. Questi comitati ope- F. Catalano, Storia del Comitato di libera- rarono attivamente nell’estate 1944 quan- zione nazionale Alta Italia, Varese, do furono organizzate vaste azioni per Bompiani, 1975, pp.437; P. Alberghi, difendere il raccolto ed evitare che fosse Partiti politici e CLN, Bari, De Donato, razziato dai tedeschi. Questi organismi ces- 1975, pp.613; Verso il governo di popolo. sarono l’attività alla fine del 1944 dopo la Atti e documenti del CLNAI (1943-1945), a ricostituzione della Federazione provincia- cura di G. Grassi, Milano, Feltrinelli, 1977, le dei lavoratori della terra, il tradizionale pp.551; A. Pizzoni, Alla guida del CLNAI: sindacato dei mezzadri e dei braccianti che memorie per i figli, Torino, Einaudi, 1993,

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pp.XXXVI+328 (ristampato dal Mulino PSIUP (nato dalla fusione tra PSI e MUP). nel 1995); E. Collotti, Natura e funzione Nei primi giorni dell’armistizio il Fronte si storica dei comitati di liberazione nazionale, riunì numerose volte, in un appartamento in Dizionario della Resistenza, Torino, di via S. Felice e nella sartoria Dall’Alpi, in Einaudi, vol.I, pp.229-241. via Oberdan 6, gestita dalla moglie di Armando Quadri* del PdA. Il 16.9.1943 il Comitato di liberazione nazionale Alta Fronte mutò il nome in Comitato di libera- Italia, (CLNAI). A Milano, nei giorni suc- zione nazionale e, nei primi tempi, ebbe cessivi all’8.9.1943, il comitato antifascista carattere provinciale. Primi dirigenti furo- si trasformò in CLN. A differenza di quel- no Carmine Mancinelli* del PSIUP, lo romano, era stato molto attivo durante il Leonildo Tarozzi* del PCI e Mario breve interregno badogliano e all’unanimi- Jacchia* del PdA. Nei primi mesi della tà aveva chiesto al governo la fine della Resistenza, i membri del CLN mutarono guerra. Sin dall’inizio della Resistenza, il spesso. Verenin Grazia* prese il posto di CLN di Milano dimostrò d’essere molto Mancinelli, Massenzio Masia* e Quadri più avanzato di quello romano, sia per la quello di Jacchia e Paolo Betti* quello di conduzione della guerra antitedesca, che Tarozzi. Secondo uno scritto di Grazia, del doveva essere totale, sia per le soluzioni CLNER fece parte sin dall’inizio anche politiche da adottare nel dopoguerra. A Francesco Colombo* del PRI. Dopo avere causa delle difficoltà per le comunicazioni preso parte alle prime riunioni, il PRI si con Roma, a poco a poco il CLN milanese ritirò, in obbedienza alla decisione della assunse un ruolo quasi autonomo e, di direzione nazionale per la «pregiudiziale fatto, divenne il centro motore d’ogni ini- antimonarchica», non volendo collaborare ziativa bellica nelle regioni settentrionali. Il con il governo Badoglio emanazione della 31.1.1944, con l’assenso del CCLN e del monarchia. Con il passare dei mesi il CLN governo alleato, si trasformò in CLNAI e di Bologna assunse compiti di coordina- divenne il vero governo clandestino del mento regionale e il 15.3.1944 mutò deno- popolo italiano a nord della Linea Gotica. minazione in CLNER o regionale. Un In accordo con il CVL predispose i piani CLN provinciale fu ricostituito dopo la insurrezionali nell’autunno 1944 e nella liberazione. Sino alla tarda estate del 1944 primavera 1945. Il 26.4.1945 assunse «tutti il CLN regionale fu diretto da 3 partiti: i poteri di amministrazione di governo per PSIUP, PCI e PdA. Al CLN aderirono, ma la continuazione della Guerra di liberazio- a titolo personale, alcuni esponenti cattoli- ne a fianco delle Nazioni Unite, per l’elimi- ci nella parte ovest della regione e militan- nazione degli ultimi resti del fascismo e per ti del PRI in Romagna. L’accordo dei 3 par- la tutela dei diritti democratici». [O] titi, sulla conduzione della guerra di libera- zione, fu sempre totale, salvo sulla tecnica Comitato di liberazione nazionale Emilia- della guerriglia per l’eliminazione diretta Romagna, (CLNER). A Bologna, nel set- dei principali esponenti della RSI. La deci- tembre 1942, fu costituito il Comitato uni- sione di giustiziare i segretari provinciali del tario d’azione antifascista, su iniziativa del PFR della regione e i segretari comunali fu PSI, PCI e MUP. Nel giugno 1943 fu ribat- presa dopo lunga e non facile discussione. tezzato in Fronte per la pace e la libertà, Negli ultimi giorni dell’agosto 1944 - quan- dopo l’adesione del PdA, del PRI e di alcu- do gli alleati erano alle porte di Bologna - al ni esponenti cattolici, a titolo personale. CLNER aderirono la DC e il PLI. Il PRI Durante il periodo badogliano il Fronte aderì nel gennaio 1945. Negli ultimi giorni svolse un’intensa attività e curò la pubbli- della lotta di liberazione il CLNER era così cazione di 2 numeri clandestini di composto: Antonio Zoccoli* (PLI) presi- “Rinascita”. Del Fronte facevano parte i dente; Grazia (PSIUP) segretario; Giusep- rappresentanti del PCI, del PdA e del pe Bentivogli* (PSIUP); Enrico Giussani* e

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Adriano Marzocchi* (PdA); Paolo Betti* e sone: Antonio Cicalini*, Quinto Golinelli*, Mario Peloni* (PCI); Filippo Cavazza* e Egidio Lenci*, Francesco Sangiorgi* ed Angelo Salizzoni* (DC); Filippo Ercolani* Ezio Serantoni* del PCI; Romeo Galli*, (PLI); Francesco Colombo* e Umberto Nullo Gardelli*, Avanti Mancini*, Giu- Pagani* (PRI). Essendo andato perduto seppe Maiolani*, Decio Marchesi*, Giulio l’archivio del CLNER clandestino, non è Miceti* e Mario Tarlazzi* del PSIUP; possibile ricostruire la storia del governo Giacomo Casoni Dal Monte*, Remigio del popolo dell’Emilia-Romagna durante la Tuberosi* e Ubaldo Venturi* della DC; Resistenza. Sulla conduzione della guerra di Primo Bassi* e Lodovico Vergendo* della liberazione ci fu sostanziale unità, salvo due FAI; Mansueto Cantoni* e Mario Neri* del problemi. DC e PLI non approvarono la PRI; Anselmo Galassi* del PdA; don decisione di giustiziare i principali dirigenti Gracco Musconi* e don Gaspare Bian- della RSI. Inoltre minacciarono di uscire concini*; Nella Baroncini* dei GDD; dal CLNER se i rinati sindacati non avesse- Gianfranco Giovannini* del FdG e Guido ro interrotto le vertenze sindacali - rinvian- Gualandi* della 36a brg Bianconcini. Nei dole al dopoguerra - che avevano iniziato giorni della liberazione fecero parte del nelle campagne. [O] comitato Serantoni (presidente), Miceti B IBLIOGRAFIA. F. Cavazza, Libertà e collabo- (segretario), Baroncini, Bassi, Casoni Dal razione, Scritti vari 1942-1946; N.S. Onofri, Monte, Galassi, Giovannini, Gualandi, I socialisti bolognesi nella Resistenza; L. Lenci, Maiolani, Tuberosi e Vergendo. Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Tarlazzi fu per lungo tempo tesoriere. Testimonianze e documenti, vol I; L. Numerose le sostituzioni avvenute dopo la Arbizzani, Manifesti, Volantini e delibera- liberazione. [O] zioni pubbliche dei Comitati Antifascisti e di Liberazione Nazionale nella Provincia di Comitato delle opposizioni di Bologna. La Bologna (1942-aprile 1945), in “Bollettino mattina del 2.7.1924 il prefetto di Bologna del Museo del Risorgimento”, Bologna, informò il governo che nel pomeriggio si 1967-1968, pp.83-176: P. Alberghi, Partiti sarebbe tenuta una riunione dei partiti politici e CLN; V. Grazia, Organo di gover- antifascisti nello studio dell’on. Mario no nella clandestinità in “Resistenza oggi”, Bergamo* per costituire un organismo uni- 1986, pp.123-8; N.S. Onofri, I giornali tario il quale avrebbe dovuto promuovere badogliani e della RSI a Bologna (1943- un’azione comune contro il regime fascista. 1945); ID, Il triangolo rosso (1943-1947); Il prefetto fece presidiare lo studio di ID, La lunga storia del C.L.N bolognese, in Bergamo e in una successiva relazione “I Quaderni di resistenza oggi”, supple- scrisse che erano intervenuti gli on. Luigi mento al n.5 del 2004 di “Resistenza oggi”, Fabbri* e Leonello Grossi* del PSI, l’on. pp.27-30; ID, Bologna combatte. Fulvio Milani del PPI, Mario Longhena* del PSUI, Giovanni Ghiselli* del PRI, Comitato di liberazione nazionale di Leonildo Tarozzi* corrispondente de Imola. Subito dopo l’inizio della lotta di “l’Unità” e Edmondo Montanari* del- liberazione il Comitato unitario delle forze l’”Avanti!”. Il giorno dopo il direttivo del politiche antifasciste di Imola si trasformò PPI decise, con un documento pubblicato in CLN. Inizialmente fu costituito da quasi sui giornali, che non sarebbe più interve- tutti gli esponenti del vecchio Comitato nuto a simili riunioni. Il 18.1.1925 nello unitario. Poiché ci furono uscite di vecchi studio dell’avv. Ugo Lenzi* si tenne una personaggi ed entrate di nuovi, è impossi- nuova riunione dei rappresentanti di parti- bile seguire le composizioni del CLN. ti e gruppi politici antifascisti. Erano pre- Dagli scritti di Giulio Miceti* e di Ubaldo senti: Longhena, Pericle Pelliccioni di Venturi* si desume che nel CLN militaro- Democrazia sociale, Giovanni Bordoni* no, sia pure in periodi diversi, queste per- del PRI, Jonio Zuffi* d’Italia libera e Lenzi

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per la massoneria di vicolo Bianchetti 4 una linea comune concordata dai partiti aderente alla massoneria di Palazzo antifascisti. Tarozzi, Baroncini e Trebbi Giustiniani a Roma. Il PSI non fu presente furono incaricati di dirigerlo. Nella prima- per un disguido. Il PPI non intervenne per- vera del 1943 Gianguido Borghese* prese ché contrario alla presenza del PSI. il posto di Baroncini arrestato. Nel giugno, S’ignora se il PCI sia stato invitato. Al ter- con l’adesione del PdA e del PRI, il mine della riunione fu costituito il Comitato fu ribattezzato in Fronte per la Comitato delle opposizioni, al quale aderì pace e la libertà, per uniformarsi alla deno- in seguito il PSI. (ASB, GP, 1925, b.1.418, minazione di un analogo organismo nato a cat.7, fas.1, “Comitato opposizioni”). Que- Roma, che si chiamava Unione nazionale sto organismo, che avrebbe dovuto coordi- per la pace e la libertà. I cattolici diedero nare l’azione dei partiti antifascisti, si sciol- un’adesione nominale. Ettore Trombetti ha se dopo pochi mesi. [O] scritto che «anche se non rappresentati, furono considerati presenti». [O] Comitato pro vittime politiche. All’inizio B IBLIOGRAFIA. E. Trombetti, Ritorno alla del XX secolo, e in particolare negli anni libertà; N.S. Onofri, I socialisti bolognesi della guerra di Libia, nel Bolognese si ten- nella Resistenza; L. Tarozzi, Come nacque a nero numerose manifestazioni antimilitari- Bologna il Comitato pace e libertà, in: P. ste promosse dalle organizzazioni politiche Alberghi, Partiti politici e CLN, pp.339- di sinistra e, in modo particolare, dal movi- 346. mento anarchico. Numerosi furono i mili- tari perseguitati, i militanti e i redattori dei Comitato unitario delle forze politiche giornali antimilitaristi e anarchici denun- antifasciste di Imola. La mattina del ciati. Per assistere queste vittime della “rea- 27.7.1943, dopo la caduta del regime fasci- zione borghese” e le loro famiglie, nel 1912 sta, una commissione di antifascisti imolesi il movimento anarchico bolognese costituì si recò al comando del presidio militare il Comitato pro vittime politiche. Il comita- locale e chiese il permesso di organizzare to fu riattivato dopo l’avvento del fascismo una pubblica manifestazione popolare. per assistere i militanti anarchici imprigio- Facevano parte della commissione Romeo nati e perseguitati dal regime. [O] Galli*, Nullo Gardelli*, Decio Marchesi* e B IBLIOGRAFIA. “Sempre! Almanacco N. 2, Giulio Miceti* del PSI; Mario Neri* del (1923-1924) di ‘Guerra di classe’”. PRI; Eraldo Manuelli e don Gracco Musconi*. In attesa della risposta del Comitato unitario d’azione antifascista. comando militare, la commissione si costi- Fu il primo organismo unitario dei partiti tuì in comitato, al quale sono stati attribui- antifascisti bolognesi, oltre che uno dei ti vari nomi. Secondo i più, si chiamò primi in Italia, con quello di Torino. Comitato unitario della forze politiche Nacque nella seconda metà del 1942 - antifasciste. Secondo altri, Comitato unita- quasi certamente in settembre - quando il rio antifascista, Comitato cittadino delle corso della guerra nel mondo era ancora opposizioni o Comitato cittadino antifasci- favorevole alle potenze nazi-fasciste. Fu sta. Indipendentemente dal nome, il comi- costituito in via S. Vitale 42, nell’abitazione tato divenne un organismo permanente. Di di Corrado Martini. Erano presenti esso fecero parte: Guido Gualandi*, Leonida Roncagli*, Paolo Betti* e Quinto Golinelli*, Egidio Lenci*, Andrea Leonildo Tarozzi* del PCI; Alberto Mancini*, Francesco Sangiorgi* e Nino Trebbi* e Verenin Grazia* del PSI; Paolo Zani* del PCI; Silvio Alvisi*, Galli, Miceti, Fabbri*, Fernando Baroncini*, Renato Marchesi e Giuseppe Maiolani* del PSI; Tega* e Giovanni Pilati* del MUP. Il com- Ubaldo Venturi della DC; Neri e Mansueto pito del Comitato era di organizzare la Cantoni* del PRI; Francesco d’Agostino*, lotta unitaria contro la dittatura, secondo don Gracco Musconi* e don Gaspare

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Bianconcini* a titolo personale. Nel pome- 19.7.1944. «Va chiarito anzitutto» - si legge riggio del 27 - con il permesso dei militari - nella circolare istitutiva - «che il commissa- nel prato della Rocca si formò un grosso rio politico presso le formazioni partigiane, concentramento di cittadini che, in corteo, a qualunque partito appartenga, non è mai mossero verso piazza Vittorio Emanuele II membro del Comando in funzione di rap- (oggi piazza Matteotti). In testa - secondo il presentante di un partito politico, bensì in resoconto della cronaca imolese del quoti- funzione di rappresentante del Comitato di diano “Corriere Padano” di Ferrara - ban- Liberazione Nazionale. Nelle formazioni diere tricolori e i ritratti di Giuseppe partigiane nelle quali siano presenti volon- Garibaldi, Andrea Costa e Giacomo tari di diverse correnti politiche e quadri Matteotti. Quando transitò davanti all’o- appartenenti a partiti diversi, la garanzia spedale militare, dal corteo si levarono del reciproco controllo e di armonica colla- grida di «Viva i nostri fratelli dell’esercito». borazione e di autorità del Comando pres- Nella piazza parlarono Galli, Alvisi e so tutti gli appartenenti alla formazione Lenci, i cui discorsi furono tagliati dalla sarà data non dalla esistenza di più com- censura. Dal resoconto risulta che rivendi- missari, ma dalla composizione del carono la libertà di pensiero e di stampa e Comando nel suo insieme, che terrà conto che resero omaggio all’esercito. Al termine di questa situazione». Quando, con i prov- furono cantati gli inni di Mameli e del vedimenti legislativi adottati dal governo Piave. Dopo l’8.9.1943, il Comitato fu legale, le brgg partigiane furono considera- ribattezzato in CLN. [O] te unità militari regolari dell’Esercito, i B IBLIOGRAFIA. G. Cenni, Imola sotto il ter- commissari politici furono chiamati com- rore della guerra, 25 luglio 1943-14 aprile missari di guerra. [O] 1945, p.166; AA.VV., Momenti partigiani B IBLIOGRAFIA. Atti del Comando generale imolesi in collina e in città; Imola medaglia Corpo volontari della libertà. Dalla sua d’oro; N. Galassi, Imola dal fascismo alla costituzione all’insurrezione nazionale (giu- Liberazione, 1930-1945; E. Gollini, E. gno 1944-aprile 1945), Roma, 1946, p.39; Serantoni, N. Tampieri, Sole, Bianco e P. Secchia, I comunisti e l’insurrezione, Mezzanotte. Imola tra guerra e ricostruzione Roma, Edizioni cultura sociale, 1954, (1940-1950). pp.XXXVI+513; M. Legnani, Documenti sull’opera di governo del CLNAI: la nomina Commissario politico. Tipica figura degli dei commissari, in “Il Movimento di libera- eserciti rivoluzionari. Nato con la rivolu- zione in Italia”, n.74, 1964, pp.47-77. zione francese, il commissario politico ebbe grande parte nella rivoluzione russa Commissione provinciale. Con le «Leggi del 1917 e nella guerra civile di Spagna nel speciali per la difesa dello Stato», del 1936-39. Suo compito era di orientare 6.11.1926, il regime fascista diede un ideologicamente i combattenti, di propa- nuovo contenuto alla Commissione provin- gandare le ragioni della guerra e di riani- ciale incaricata di assegnare al confino di mare chi palesava cedimenti. All’inizio polizia i sovversivi o di ammonirli. Presie- della lotta di liberazione ai comandanti duta dal prefetto o da un suo rappresen- delle brgg Garibaldi e Matteotti fu affian- tante, era così composta: un magistrato cato un commissario considerato un pari- della procura, un funzionario della questu- grado. Nelle formazioni GL fu chiamato ra, un ufficiale dei carabinieri e un ufficia- commissario di guerra, mentre questa le della MVSN. Le decisioni, adottate in via nuova figura non fu accettata nelle brgg amministrativa, erano inappellabili. [O] autonome e in quelle dirette da ufficiali dell’esercito, per i quali vigeva il principio Compagna (Edizione clandestina). Duran- dell’”unità del comando”. Il commissario te la lotta di liberazione la commissione politico fu istituzionalizzato dal CVL il femminile del PSIUP bolognese curò il

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periodico “Compagna”. Aveva il sottotito- glia politica degli imolesi, in Garibaldi com- lo “Giornale dei gruppi femminili aderenti batte, “4° Quaderno de ‘La lotta’”, 1965, al Partito socialista d’unità proletaria pp.43-6; L. Arbizzani, N.S. Onofri, I gior- Emilia-Romagna”. Uscirono 4 numeri: i nali bolognesi della Resistenza, pp.161-74. I primi due dattilografati e gli altri stampati testi sono in RB2 da p.239 a p.403. nella tipografia del partito, in via Mazzini 23. Uscirono il 30.11.1944; il 15.12.1944; Comunità israelitica bolognese. Nata negli l’1.1.1945 e l’1.3.1945. Direttrici del gior- anni successivi all’Unificazione nazionale nale - con la supervisione di Renato Tega*, come Associazione per l’esercizio del culto responsabile della stampa socialista bolo- ebraico, la Comunità israelitica bolognese è gnese - erano Rosina “Rosì” Giordano* e la struttura che riunisce i cittadini di reli- Aurelia Zama*. Vi collaborarono Teresa gione ebraica, indipendentemente dal fatto Anzolla* in Bentivoglio, Lavinia Bassi*, che siano praticanti o no. Quella bologne- Teresa Brussi* in Borghese, Marta Gottar- se è una comunità antichissima. Pare che i di*, le sorelle Fedra*, Jordis detta Lola* e primi ebrei siano arrivati a Bologna nel 200 Poljana Grazia* e Sara Lazzari*. Dopo la d.C. Sant’Ambrogio ha scritto che nel 392 liberazione il giornale uscì con periodicità ricuperò nel cimitero ebraico di Bologna i mensile sino al dicembre 1945. [O] resti dei protomartiri cristiani Vitale e B IBLIOGRAFIA. N.S. Onofri, I socialisti bolo- Agricola. Secondo studi recenti, sarebbero gnesi nella Resistenza, pp.215-228; L. arrivati attorno al Mille. In alcune crona- Arbizzani, N.S. Onofri, I giornali bolognesi che si legge che furono espulsi da Bologna della Resistenza, pp.204-6. Testimonianze nel 1170. In altre ancora che arrivarono o di J. Grazia (p.71) e A. Zama (p.74) in RB2. tornarono attorno al 1200. Sicuramente nel I testi sono in RB2, pp. 863-87. 1366 furono rinchiusi, per la prima volta, nel ghetto, l’attuale zona compresa tra le Comune, La. L’1.1.1944 a Imola uscì il vie dell’Inferno, Valdonica, del Carro, S. primo numero de “La Comune” con il sot- Nicolò e Oberdan. Un cronista bolognese totitolo “Settimanale comunista”. In segui- ha scritto nel 1383 che le strade attorno a to il sottotitolo fu “Quindicinale comunista via dell’Inferno erano «Dette così per esse- - Zona Imolese”. Uscirono 25 numeri, l’ul- re confuse & oscure, che rare volte i raggi timo dei quali, in novembre, fu redatto, ma di Febo quelle penetrano. Questa già fu non stampato per l’arresto dello stampato- data per stancia a li Ebrei, acciò vivi o re Walter Tampieri* morto a Mauthausen morti stessero all’inferno» (G. Zanti, Nomi (Austria). Il giornale fu promosso da Aldo et cognomi di tutte le strade..., p.36). Pare Cucchi* “Jacopo”, Guido Gualandi* “il che siano usciti dal ghetto dopo avere Moro”, Antonio Meluschi* “dottor Morri” pagato una forte somma. Vi furono ripor- e Claudio Montevecchi* “Ido”. Fino al tati nel 1417 dal vescovo Nicolò Albergati, 28.5.1944 il giornale fu diretto da il quale impose loro - secondo le prescri- Montevecchi e in seguito da Elio Gollini* zioni dei concili - di portare una pezza di “Sole”. Vi lavorarono, in vari periodi, stoffa gialla sul petto, oppure un cappello o Renata Viganò, Carlo Nicoli*, Bruno un mantello di colore giallo o rosso. Nel Brusa* e Luigi Spadoni*. [O] 1421 agli ebrei fu imposta una tassa annua B IBLIOGRAFIA. R. Viganò, Come collaborai - per i «divertimenti degli scolari dell’Archi- senza saperlo - al periodico “La Comune” di ginnasio», una delle tante cui erano assog- Imola, in Stampa clandestina nella gettati per avere la vita tranquilla. Resistenza bolognese, “Quaderno de ‘La Nonostante le persecuzioni, la comunità lotta’”, 1962, pp.7-10; La battaglia politica bolognese assunse una grande importanza dei comunisti imolesi nelle pagine de “La religiosa, culturale ed economica. Nume- Comune”. Gennaio-novembre 1944; P. rosi erano i banchi di credito in città e nei Mondini, In 200 pagine ciclostilate la batta- centri della provincia. Pure numerose le

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tipografie che stampavano libri religiosi e sottratto alla famiglia, trasferito nella Casa di cultura ebraica. A Bologna funzionava dei catecumeni a Roma e avviato al sacer- una famosa scuola di studi talmudici. Le dozio. La piccola comunità partecipò al persecuzioni contro gli ebrei dipendevano completo ai moti risorgimentali. Dopo il dalla benevolenza dei pontefici e dei vesco- 12.6.1859 - quando Bologna si liberò defi- vi. Nel 1458 furono nuovamente obbligati nitivamente dalla dominazione pontificia - a portare un simbolo giallo sul petto - e le gli ebrei cominciarono a tornare e 10 anni donne un velo giallo in testa, come le pro- dopo erano 492. Non avendo luoghi per stitute - e nel 1550 rinchiusi nel ghetto. Il praticare il culto, si riunivano nell’abitazio- 9.9.1553 a Roma, su ordine dell’inquisitore ne di Lazzaro Carpi, residente nell’attuale G.P. Carafa, furono bruciati i libri e gli via Cesare Battisti, dove - sia pure clande- arredi sacri degli ebrei e pochi giorni dopo stinamente - si incontravano per pregare la stessa operazione fu compiuta a anche prima del 1859. Quando fu sfrattato Bologna. Nel 1554, oramai in pieno clima - perché il proprietario non voleva che l’a- di controriforma, Giulio III ordinò il bitazione fosse trasformata in luogo di sequestro di tutti i libri sacri e degli arredi. culto - Carpi anticipò la somma per acqui- Furono distrutti gli archivi e le biblioteche stare lo stabile di via Gombruti 1.140, oggi ebraiche e chiuse le tipografie nelle città numero 9, dove ha sede la Comunità israe- dello Stato della chiesa. Divenuto papa nel litica bolognese e dove, in seguito, è stata 1555, con il nome di Paolo IV, l’ex inquisi- costruita la Sinagoga. La vita della tore Carafa rimise in vigore i decreti contro Comunità si è sviluppata tranquillamente gli ebrei, impose loro di risiedere nel ghet- sino al 1938, quando il regime fascista to e di vendere le proprietà. A Bologna emanò le leggi razziali. A quell’epoca gli furono rinchiusi nel ghetto l’8.5.1556, ma iscritti erano tra gli 826 e gli 890, un centi- liberati qualche anno dopo da Pio IV. Il naio dei quali stranieri. Gli adulti furono 22.7.1569 furono espulsi dalla città da Pio licenziati dagli impieghi pubblici e i ragaz- V, il cui decreto fu revocato dal successore. zi cacciati dalle scuole. Tutti gli altri sub- Espulsi nuovamente nel 1575, poterono irono gravissime limitazioni, tra l’indiffe- tornare nel 1585. Il 30.12.1593 nuova e renza della città nella quale vivevano. La definitiva espulsione da Bologna. Poterono chiesa bolognese - anche se, in un primo tornare nel 1796, quando fu proclamata la momento, il quotidiano cattolico si era Repubblica Cispadana. Nel 1815, con la dichiarato favorevole - disapprovò la legi- restaurazione pontificia, non furono cac- slazione razziale. Dopo l’8.9.43, quando i ciati, ma considerati «schiavi civili tollera- tedeschi invasero l’Italia, il regime fascista ti». Non avevano diritti e non erano censi- collaborazionista di Salò decise di conse- ti. Solo nel 1853 furono contati e risultò gnare l’intera comunità ebraica nazionale che erano 92. Non potevano possedere alle SS, pur essendo consapevole che le case fuori del ghetto ed esercitare le pro- camera a gas attendevano il popolo fessioni di medico, avvocato, farmacista e d’Israele. In questa occasione i cittadini libraio. Nel 1842 un Editto dell’Inquisi- bolognesi - tutti, compresi alcuni fascisti - zione confermò tutti i provvedimenti e i diedero una grande prova di coraggio e di divieti contro gli ebrei e stabilì che non dignità, a differenza di quanto avvenuto potevano «avere amichevoli relazioni coi nel 1938. Furono promosse numerose ini- cristiani». Fu ancora l’Inquisizione che il ziative per salvare gli ebrei. Per questo 23.6.1858 ordinò il “ratto” di Edgardo andò quasi a vuoto la retata che le squadre Mortara di 6 anni. Nel 1852, quando aveva speciali delle SS, con la collaborazione otto mesi, era stato “battezzato” con un della questura e dei carabinieri, organizza- bicchiere d’acqua da una domestica di 14 rono dal 7 al 12.11.1943. Pare che gli arre- anni, perché ammalato. Essendo stato con- stati siano stati meno di 20 su oltre 800 siderato valido il battesimo, il ragazzo fu ebrei presenti a Bologna, anche se numero-

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si erano di altre città, se non addirittura minori, a cura di M. Perani e S. Campanini, stranieri. Altri furono catturati nei mesi Firenze, Olschki, 1997, pp.162; D. Kertzer, seguenti, mentre il regime fascista seque- Prigioniero del Papa Re, Milano, Rizzoli, strò tutti i beni appartenenti a famiglie e 1996, pp.464; L’applicazione della legisla- ditte ebree. Furono 114 gli ebrei bolognesi zione antisemita in Emilia Romagna, a cura morti nei lager nazisti o combattendo nelle di V. Marchetti, Bologna, Il nove, 1999, file partigiane, 84 dei quali in piena comu- pp.292; A. Grattarola, Libertà religiosa e nione con la fede religiosa. (O) principi di eguaglianza. A proposito di una B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. V. Ravà, Gli ebrei eredità contesa, in “Bollettino del Museo in Bologna. Cenni storici, Vercelli, 1872, del Risorgimento”, Bologna, 1999-2000, pp.25+allegati; A. Loevinson, Notizie e dati pp.103-176; Vita religiosa ebraica a Bologna statistici sugli ebrei entrati a Bologna nel nel Cinquecento. Gli statuti della Confra- secolo XV, in “Annuario studi ebraici ternità dei solerti, a cura di N. Perani e B. 1935-1937”; G. Volli, Il caso Mortara nel- Rivlin, Firenze, Giuntina, 2000, pp.124; L. l’opinione pubblica e nella politica del Pardo, D. Sigal, Iscrizioni ebraiche a tempo, in “Bollettino del Museo del Bologna. Stili e contenuti delle epigrafi tom- Risorgimento”, Bologna, 1960, parte bali, in “Il Carrobbio”, 2000, pp.83-109; seconda, pp.1.085-1.152 ; A.M., Immagini La sinagoga di Bologna. Vicende e prospetti- del passato ebraico, in “La Rassegna mensi- ve di un luogo e di una presenza ebraica, a le d’Israel”, n.4, 1969; R. Bernardi, Le cura di L. Pardo, Bologna, Pendragon, comunità ebraiche dell’Emilia-Romagna, 2001, pp.31; La cattedra negata. Dal giura- Parma, 1975, p.23; Breve storia della mento di fedeltà al fascismo alle leggi razzia- Comunità di Bologna, a cura di N. li nell’università di Bologna; La cultura Ottolenghi, Bologna, 1979, pp.9; A.I. Pini, ebraica a Bologna, tra medioevo e rinasci- Famiglie, insediamenti e banchi ebraici a mento, a cura di M. Perani, Firenze, Bologna e nel Bolognese nella seconda metà Giuntina, 2002, pp.205; G.P. Brizzi, Silence del Trecento, in “Quaderni storici”, n.54, and Remembering. 1983; G. Sacerdoti, Ricordi di un ebreo bolognese. Illusioni e delusioni, 1929-1945; Concentrazione nazionale democratico- L. Pardo, Lontano da qui, chissà dove, chis- liberale. Era un’organizzazione politica sà quando... Vicende di ebrei a Bologna qua- costituita nel 1944 a Roma da alcuni espo- rant’anni fa, in “Strenna storica bolognese” nenti liberali usciti dal PLI. Dopo la 1985, pp.241-54; M. Momigliano, Autobio- Liberazione la Concentrazione confluì nel grafia di un rabbino italiano, Palermo, Partito nazionale monarchico. Fu promos- Sellerio, 1986, pp.66; Cultura ebraica in sa e diretta da Alberto Bergamini*. [O] Emilia-Romagna, a cura di S.M. Bondoni e G. Busi, Rimini, 1987, pp.706; N.S. Concordato Paglia-Calda. È comunemente Onofri, Ebrei e fascismo a Bologna; G. chiamato Concordato Paglia-Calda il patto Caravita, Ebrei in Romagna, 1938-1945: stipulato il 25.10.1920 tra la Federazione dalle leggi razziali allo sterminio, Ravenna, provinciale dei lavoratori della terra - la Longo, 1991, pp.545; Banchi ebraici a Federterra - e l’Associazione degli agricol- Bologna nel XV secolo, a cura di M.G. tori bolognesi dopo un’agitazione durata Muzzarelli, Bologna, Il Mulino, 1994, 10 mesi. Rispetto alle lotte contadine di pp.336; R. Peri, Mario Finzi (Bologna 1913 quel periodo, fu insolita non solo per l’ec- - 1945 Auscwitz): o del buon impiego della cezionale durata, ma per l’impostazione di propria vita; Verso l’epilogo di una convi- fondo. Nella storia delle campagne italiane venza. Gli ebrei a Bologna nel XVI secolo, a non esiste una vertenza analoga. La cura di M.G. Muzzarelli, Giuntina, Federterra era partita dal presupposto che Firenze, 1996, pp.301; I frammenti ebraici fosse giunto il momento di promuovere a Bologna. Archivio di stato e collezioni un’agitazione unitaria per braccianti e mez-

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zadri, anche se erano profondamente di due cose: 1) occorreva stabilire un’al- diversi gli obiettivi cui miravano le due leanza solida tra le due categorie; 2) occor- categorie. I coloni - mezzadri, affittuari reva studiare 4 contratti di lavoro (per ecc., che nel bolognese non superavano le mezzadri, affittuari, braccianti e boari) che 12 mila famiglie, ma la cifra esatta non è fossero coordinati e non in contrasto tra nota - erano da sempre interessati ad otte- loro. La preparazione - che occupò buona nere un diverso riparto della quota di pro- parte del 1919 - non fu facile, anche se dotto da dividere con l’agrario mentre gli un’analoga agitazione era stata sperimenta- affittuari chiedevano di pagare un affitto ta nel 1914 su scala comunale a Molinella più basso. I braccianti - che nel bolognese (cfr. Guarda, Eccidio di). Nel gennaio 1920 erano tra i 60 e i 70 mila - miravano a un circa 9 mila coloni - la stragrande maggio- aumento della tariffa oraria e ad una ridu- ranza di quelli bolognesi, meno quelli del zione dell’orario di lavoro, indipendente- comprensorio imolese, che avevano altri mente dal fatto che l’onere fosse addossato patti, e quelli aderenti alle Fratellanze colo- all’agrario o ai coloni. Essi lavoravano a niche di orientamento cattolico - inviarono giornata - ma non ne facevano mai più di una lettera ai rispettivi “padroni” per 100-120 l’anno - sia nelle grandi aziende annunciare che il vecchio capitolato era condotte in economia sia nelle piccole scaduto e che delegavano la lega sindacale tenute mezzadrili. Per questo mezzadri e a contrattare il nuovo direttamente con il braccianti avevano sempre proceduto proprietario. I proprietari agricoli rispose- separatamente, quando non in contrasto ro che prendevano atto della comunicazio- tra loro, anche se - secondo la terminologia ne, considerandola come una lettera di del tempo - l’avversario di classe era comu- escomio, cioè di dimissioni. Pertanto i ne. Gli agrari consideravano i mezzadri un coloni, come prevedeva il contratto, sareb- ammortizzatore sociale sul quale scaricare bero dovuti uscire dai fondi il 31.10.1920. le spinte rivendicative dei braccianti, la Inoltre, non accettarono l’inizio delle trat- categoria più povera e numerosa. Da sem- tative con le leghe, fatto questo che avreb- pre riuscivano a giocare una categoria con- be consentito di congelare la vertenza in tro l’altra, per difendere il loro interesse. attesa di un risultato: se fosse stato trovato Nel corso della campagna agricola i mezza- un accordo i coloni sarebbero rimasti, in dri, se occorreva, potevano assumere caso contrario sarebbero “usciti”a fine manodopera bracciantile, ma la dovevano ottobre. In base al capitolato, da quel pagare di tasca propria. Per evitare que- momento e sino a quando avrebbero st’onere, i coloni preferivano fare ricorso lasciato il fondo, i coloni dovevano consi- allo scambio d’opera con altri mezzadri - la derarsi “uscenti”. Pertanto avrebbero zérla, come si dice in dialetto - anziché dovuto eseguire solo i lavori di loro spet- assumere braccianti. Invano chiedevano da tanza. L’altra parte, quelli di spettanza del- tempo al padrone di poter dividere a metà l’agrario, li doveva fare il colono “entran- queste spese che contribuivano ad aumen- te” o l’agrario, sia pure con l’impiego di tare la produzione. Inoltre, negli anni in braccianti. Quando gli agrari cercarono cui i braccianti riuscivano a spuntare buoni nuovi mezzadri per sostituire quelli che se aumenti salariali, gli agrari paventavano la n’andavano, non ne trovarono uno solo minaccia di frazionare e appoderare le disposto a essere assunto. Tutti quelli del grandi aziende in economia. Facevano la Bolognese, infatti, si erano impegnati a non minaccia opposta quando i mezzadri otte- accettare la proposta degli agrari, se non nevano qualche conquista, come nel 1908 attraverso la lega, la quale era il solo e quando ebbero il primo patto provinciale unico organismo abilitato - perché da loro scritto. Nel 1920, quando impostò una ver- delegato, come prescrive la legge - a discu- tenza agraria di tipo nuovo, per evitare i tere e firmare il nuovo capitolato. Quel vecchi dissidi, la Federterra si preoccupò fronte così compatto nel rifiuto, fu una

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sgradevole sorpresa per gli agrari. Più e da Alberto Calda il legale della ancora sorprendente per loro fu sentirsi Federterra. Di qui il nome Paglia-Calda. opporre un nuovo rifiuto, quando chiesero Era il patto più avanzato che i lavoratori ai braccianti di eseguire i lavori del colono della terra avessero mai conquistato. Tra “entrante”. Era la prima volta, nella storia l’altro, la Federterra aveva avuto dagli agri- delle campagne bolognesi, che i braccianti coltori un impegno scritto a intensificare al rifiutavano una grossa e insperata occasio- massimo la produzione e a non lasciare i ne di lavoro, per sostenere la lotta dei mez- poderi abbandonati o semilavorati. Il zadri. Questo fatto da solo era un gran suc- Concordato fu firmato la mattina del cesso della Federterra. Poiché i lavori di 25.10.1920. Nel pomeriggio, squadre arma- spettanza dell’agrario o del colono te di fascisti si recarono nei comuni di S. “entrante” non furono eseguiti, parte del Lazzaro di Savena e Ozzano Emilia e obbli- raccolto andò perduto. Anche perché il garono i coloni a strapparlo. Era l’inizio danno patito era loro rifuso dalla “mutua della reazione fascista. Pochi giorni prima antisciopero”, gli agrari decisero di portare l’Associazione di difesa sociale - promossa la vertenza alle estreme conseguenze e da agricoltori, industriali e commercianti - rifiutarono tutte le proposte conciliative aveva finanziato il Fascio di combattimento avanzate dal governo per salvare il raccol- perché arruolasse 300 armati da usare in to. La situazione, già grave, precipitò quan- funzione antisindacale, anche se ufficial- do scesero in sciopero i braccianti, per mente avrebbero dovuto proteggere i can- rivendicare il rinnovo del contratto di lavo- didati della lista di destra in occasione delle ro. Gli agrari decisero di abbandonare le elezioni amministrative. Il Concordato - grandi aziende in economia, dove i lavori nonostante l’opposizione degli agricoltori e primaverili non furono iniziati. Per evitare del sindacato fascista - restò valido sino al che la terra restasse incolta, le leghe brac- 30.7.1923 quando il prefetto lo abrogò con ciantili occuparono quasi tutte le aziende un atto illegale e dichiarò valido solo quello abbandonate e iniziarono i lavori di semi- firmato nel 1922 tra l’associazione agraria, i na. La vertenza fu caratterizzata da gravi sindacati fascisti e le Fratellanze coloniche. episodi di violenza, da ambo le parti. Il Nel 1931 - in pieno fascismo - il tribunale di 5.4.1920 a Decima (S. Giovanni in Persi- Bologna riconobbe la validità del Concor- ceto) i carabinieri, durante un comizio, dato Paglia-Calda e condannò una azienda uccisero 7 lavoratori e ne ferirono 45. A agricola a rispettarlo, sia pure limitatamen- Portonovo (Medicina) il 4.8.1920, in uno te al biennio 1920-22. [O] scontro tra lavoratori e crumiri si ebbero 4 B IBLIOGRAFIA. Intorno alla vertenza agraria morti: 3 crumiri e un lavoratore. Parte del bolognese del 1920, Relazione dell’Associa- raccolto, sia delle aziende in economia sia zione provinciale degli agricoltori bolognesi, di quelle coloniche, fu salvato grazie all’in- Prefazione di A. Giovannini, Bologna, tervento del governo che inviò a Bologna 1921, pp.95; L. Paglia, La mezzadria nell’e- un commissario straordinario con l’incari- conomia agraria; F. Cavazza, Le agitazioni co di amministrare il prodotto di parte agrarie in provincia di Bologna, dal 1910 al padronale abbandonato. Dopo decine di 1920; L. Arbizzani, Lotte agrarie in provin- incontri, sia a Bologna sia Roma, il cia di Bologna nel primo dopoguerra, 25.10.1920 gli agrari decisero di accettare pp.283-332, in Le campagne emiliane nel- quasi tutte le richieste della Federterra. Fu l’epoca moderna; N.S. Onofri, La strage di così stipulato quello che fu chiamato Palazzo d’Accursio; R. Vighi, Per il sociali- impropriamente il Concordato Paglia- smo, l’antifascismo, le autonomie (Ristam- Calda, comprensivo di quattro patti per pato nel 1997, con il titolo Il multiforme mezzadri, affittuari, braccianti e boari. volto della patria). Oltre che dal prefetto, fu firmato da Calisto Paglia, presidente degli agricoltori, Confederazione generale del lavoro,

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(CGdL). Fu la prima vera organizzazione ta a Torino e Rinaldo Rigola il primo segre- nazionale dei sindacati operai italiani del- tario. L’organo ufficiale era “La Confede- l’industria, nel periodo prefascista. I brac- razione del lavoro”, uscito prima come set- cianti, i coloni e i coltivatori diretti aderi- timanale e poi come quindicinale. Nel 1911 vano alla Federazione lavoratori della terra, la sede fu trasferita a Milano e nel 1918 la Federterra. La CGdL operò dall’ottobre Lodovico d’Aragona prese il posto di 1906 alla fine del 1926, quando fu soppres- Rigola. Nel 1918 il giornale assunse il tito- sa dal regime fascista. In precedenza aveva- lo di “Battaglie sindacali” e periodicità set- no funzionato organismi simili, ma senza la timanale. La CGdL ebbe sempre un netto sua struttura e la sua capacità contrattuale orientamento socialista. I suoi dirigenti e organizzativa. Sin dal sorgere delle prime militavano nell’ala riformista del PSI. Nel leghe e dalla nascita delle prime camere del 1912 stipulò un patto d’azione con il PSI e lavoro, la classe operaia italiana - vale a dire la Lega delle cooperative. Era l’applicazio- i lavoratori dell’industria - avvertì l’esigen- ne pratica del modello riformista che pre- za di dare vita non solo a organizzazioni vedeva la supremazia del partito, al quale nazionali di categoria, ma anche ad una spettava il compito di guidare e coordinare struttura unica e centrale, in grado di diri- l’azione della “classe operaia” e dei lavora- gere e coordinare l’attività del mondo del tori della terra, sia pure con la collabora- lavoro. Per questo, a Parma nel 1893, al zione della lega, della cooperazione e delle primo congresso nazionale delle poche amministrazioni comunali. In questa stra- camere del lavoro esistenti, fu costituita la tegia il sindacato non era visto come la Federazione delle Camere del lavoro, ribat- “cinghia di trasmissione” del partito, ma tezzata, nel 1902, Segretariato centrale per come uno degli strumenti di cui si serviva il le Camere del lavoro e le federazioni di “quarto stato” per conquistare lo Stato. I resistenza. Ad avvertire l’esigenza di una rapporti tra CGdL e PSI, se non furono strategia nazionale del sindacato erano le sempre facili - come risulta dai contrasti leghe dirette da militanti del PSI. Quelle di che si ebbero in occasione della “settimana orientamento anarchico e le poche control- rossa” - divennero difficilissimi nel primo late dal PRI erano per la più totale autono- dopoguerra, quando i massimalisti conqui- mia. Quelle dirette da socialisti aderivano starono la maggioranza nel partito. La linea al Segretariato centrale, mentre le altre riformista fu messa sotto accusa dai sinda- intervenivano solo ai congressi della calisti comunisti al V Congresso della Resistenza. All’inizio del secolo si riuniva- CGdL, che si tenne a Livorno all’indomani no periodicamente dei congressi detti della della nascita del PCI. L’ordine del giorno Resistenza, delle vere e proprie assemblee comunista, che sconfessava l’operato dei autoconvocate, alle quali intervenivano i dirigenti riformisti, raccolse 432.558 voti, delegati di tutte le leghe e dove si discute- contro 1.435.873 andati a quello socialista. va di tutto. Le decisioni prese non erano La linea riformista prevalse anche al VI e vincolanti. Al termine del VI congresso ultimo congresso, svoltosi a Milano nel nazionale della Resistenza, che si tenne a dicembre 1924. Il documento della segre- Milano dal 29.9 all’1.10.1906, i delegati teria raccolse 153.316 voti, contro i 54.792 decisero di dare vita alla CGdL per «otte- andati a quello presentato dai massimalisti nere e disciplinare la lotta della classe lavo- e 32.496 a quelli dei comunisti. La CGdL ratrice contro il regime capitalistico della cessò praticamente di esistere il 5.10.1925, produzione e del lavoro». La decisione fu quando fu firmato il Patto Vidoni (dal presa dai delegati socialisti perché quelli nome del palazzo dove avvenne la firma) in anarchici, quando compresero di essere in base al quale la Confederazione generale minoranza, avevano abbandonato la sala. dell’industria riconosceva nelle corporazio- Qualche anno dopo gli anarchici diedero ni fasciste l’unico interlocutore per la firma vita all’USI. La sede della CGdL fu stabili- dei contratti di lavoro. Alla fine del 1926,

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quando il fascismo soppresse le ultime par- del lavoro e non condannò la violenza venze di libertà, alcuni dirigenti della fascista. Dopo la “marcia su Roma” CGdL subirono l’imposizione del governo Giovanni Gronchi, membro della segrete- di dichiarare sciolta la CGdL a partire dal ria, abbandonò la carica ed entrò nel 4.1.1927. Altri sindacalisti guidati da governo Mussolini. Grandi difese l’autono- Bruno Buozzi - uno dei massimi dirigenti mia della CIdL dalle influenze della destra riformisti, che da tempo si era rifugiato in del PPI e cercò di portare il sindacato su Francia per sottrarsi alle persecuzioni fasci- un terreno di netta opposizione al regime ste - ricostituirono la CGdL a Parigi, dove fascista. Pur essendo sottoposti alle pres- operò sino al 1945. Nel 1944 a Roma, sioni della destra clericale e dell’Azione durante l’occupazione nazista, PCI, PSI e cattolica, i sindacalisti bianchi - in partico- DC ricostituirono un sindacato nazionale lare Grandi, Gronchi (dopo avere abban- rappresentativo di tutti i lavoratori. Nel donato il governo) e Giuseppe Rapelli - luglio 1944, un mese dopo la liberazione di resistettero sino alla fine del 1926, quando Roma, fu stipulato il Patto di Roma e nac- il fascismo soppresse le residue libertà. que la Confederazione generale italiana dei L’0rganizzazione bolognese della CIdL era lavoratori (CGIL). [O] l’Unione del lavoro. [O] B IBLIOGRAFIA. R. Rigola, Storia del movi- B IBLIOGRAFIA. G. De Rossi, Il primo anno di mento operaio italiano, Milano, Domus, vita del Partito Popolare Italiano, Roma, 1946, pp.494; La C.G.I.L. dal Patto di 1920, pp.411; L. Riva Sanseverino, Il movi- Roma al congresso di Genova, a cura del- mento sindacale cristiano dal 1859 al 1939, l’ufficio stampa e propaganda della CGIL, Roma, 1950, pp.349; F.L. Ferrari, L’Azione Roma, 1949, 3 volumi; I sindacati in Italia, cattolica e il regime, Firenze, Parenti, 1957, Laterza, Bari 1955, pp.420; La Confedera- pp.XIX+199. zione Generale del Lavoro, a cura di L. Marchetti, Milano, Avanti!, 1962, pp.429; Confino di polizia. L’istituto del confino di A. Pepe, Storia della CGdL, Bari, Laterza, polizia - ma sino alle leggi eccezionali del 1972, pp.562; I. Barbadoro, Storia del sin- 1926 si chiamò domicilio coatto - si perde dacalismo italiano dalla nascita al fascismo, nella notte dei tempi. Vi fecero ricorso gli La Confederazione generale del lavoro, imperatori romani. In epoca più recente, Firenze, Nuova Italia, 1973, pp.442. sia nel regno dei Borboni sia in quello dei Savoia, i malfattori - non importa se comu- Confederazione italiana dei lavoratori, ni o politici - furono costretti a risiedere in (CIdL). Prima del fascismo i lavoratori cat- zone isolate del paese, con provvedimenti tolici bolognesi aderivano ai “sindacati amministrativi presi a scopo preventivo. bianchi”, il più diffuso dei quali fu Cioè in assenza di reato, ma nelle presun- l’Unione del lavoro provinciale. Nel marzo zione che potesse essere compiuto. Dopo 1918 questi sindacati diedero vita ad una l’Unificazione nazionale, l’istituto del con- struttura nazionale - analogamente a quan- fino fu codificato con la legge del to avevano fatto le Camere del lavoro con 20.3.1865, per colpire il brigantaggio. La la CGdL - chiamata Confederazione italia- materia fu risistemata con la legge 6.144 na dei lavoratori. Aveva un programma del 30.6.1889 per i soggetti socialmente interclassista e favorevole alla collaborazio- irrecuperabili. Con la legge del 19.7.1894 ne tra capitale e lavoro, perché «nella col- la stessa misura fu estesa agli esponenti dei laborazione di classe sta la formula e la via partiti sovversivi, considerati pericolosi per dell’avvenire». La CIdL era legata al PPI l’ordine pubblico. La decisione per l’inter- da un patto d’alleanza. Primo segretario namento e il tempo della durata erano nazionale fu Achille Grandi. Fu sempre presi in via amministrativa da una commis- schierata su posizioni antisocialiste. sione provinciale presieduta dal prefetto. Nell’estate 1922 non entrò nell’Alleanza Gli assegnati al domicilio coatto erano rele-

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gati, quasi sempre, nelle isole del meridio- 1939-1943, Milano, Feltrinelli, 1981, ne. Caduto in disuso dopo i falliti tentativi pp.192; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al reazionari della fine dell’Ottocento, il confino: le ordinanze di assegnazione al con- domicilio coatto fece la ricomparsa negli fino emesse dalle commissioni provinciali anni della guerra 1915-18. Numerosi diri- dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano, genti dei partiti neutralisti - quasi tutti La Pietra, 1983, 4 vol.; Pericolosi nelle con- socialisti e anarchici - furono internati in tingenze belliche. Gli internati dal 1940 al comuni del meridione sino alla fine del 1943, a cura di S. Carolini, Roma, 1987, conflitto. Il 6.11.1926 il regime fascista pp.422; Ferramonti: un lager del sud, Co- varò una nuova legge di pubblica sicurezza senza, Edizioni meridionali, 1990, pp.207; e gli articoli dal 184 al 192 regolamentava- C.S. Capogreco, Ferramonti, Firenze, no la materia. In seguito la legge subì alcu- Giuntina, 1993, pp.194; F. Galluccio, I ne modifiche con il decreto del 18.6.1931. lager in Italia, Trento, Nonluoghi, 2002, Potevano essere assegnati al confino, da pp.226; A. Pagano, Il confino politico a uno a 5 anni, «coloro che hanno commes- Lipari. 1926-1933, Milano, Angeli, 2004, so o manifestato il deliberato proposito di pp.302. commettere atti diretti a sovvertire violen- temente gli ordinamenti nazionali, sociali o Consiglio comunale consultivo di Bolo- economici costituiti nello Stato o meno- gna. La giunta comunale di Bologna, nomi- marne la sicurezza, ovvero contrastare od nata nei primi giorni della liberazione ostacolare l’azione dei poteri dello Stato, dall’AMG, su proposta del CLN, restò in per modo di recare comunque nocumento carica sino al marzo 1946, quando furono agli interessi nazionali in relazione alla indette le elezioni amministrative. Il situazione, interna e internazionale dello 20.7.45 il PSIUP propose la nomina di un Stato». L’assegnazione al confino era un consiglio comunale consultivo, da affianca- provvedimento amministrativo accessorio re alla giunta. Dopo l’assenso degli altri o complementare della pena erogata dalla partiti, il 19.12.1945 il nuovo organismo fu magistratura ordinaria o dal Tribunale spe- insediato dal CLN. Si legge nel verbale ciale. Gli antifascisti assolti dal Tribunale della seduta che il consiglio doveva «svol- speciale quasi sempre erano assegnati al gere una opportuna necessaria opera con- confino. Ma al confino vi si poteva finire sultiva, eventualmente di critica e di stimo- anche per semplice sospetto di antifasci- lo all’opera della Giunta, servendo ad un smo. La decisione era assunta dalla tempo da ‘ponte’ fra questa e la Commissione provinciale. Le sedi del con- Cittadinanza». Il CLN nominò 10 consi- fino erano le isole e i comuni del sud. La glieri per ogni partito aderente (DC, PdA, Commissione provinciale di Bologna asse- PCI, PLI, PRI e PSIUP), più 6 consiglieri gnò al confino 513 antifascisti nati o resi- proposti dall’ANPI, per un totale di 66 denti nella provincia di Bologna. Alcuni persone. Queste e i 14 membri della giunta ebbero più di un’assegnazione. Numerosi i formavano un consiglio di 80 membri, il bolognesi assegnati al confino dalle com- numero previsto dalla legge comunale del missioni delle città dove risiedevano. [O] 1915. Questi i consiglieri identificati politi- B IBLIOGRAFIA. F.F. Nitti, Le nostre prigioni e camente: ANPI. Giuseppe Castrignano* le nostre evasioni, Napoli, ESI, 1946, (DC), Tristano Colummi* (PdA), Filippo pp.295; A. Dal Pont, C. Ghini, Gli antifa- Pilati* (PLI), Giorgio Sternini* (PCI). scisti al confino, 1926-1943, Roma, 1971, Non identificati i consiglieri del PSIUP e pp.472; A. Dal Pont, I lager di Mussolini. del PRI. DC. Alessandro Degli Esposti, L’altra faccia del confino nei documenti Leonildo Cavazzuti*, Francesco Lamber- della polizia fascista, Milano, La Pietra, tini, Giuseppe Maccentelli, Elda Maga- 1975, pp.142; E. Rossi, Miserie e splendori gnoli, Ubaldo Mora, Raffaele Ottani*, del confino di polizia. Lettere da Ventotene, Mauro Sarti ed Ettore Toffoletto*. PdA.

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Angelo Bondi, Giuseppe Noradino coli* (PLI) furono nominati dai partiti. Cosentino*, Tommaso Fornaciari*, Sergio Fernando Baroncini* (PSIUP) rappresentò Forni*, Adriano Marzocchi*, Massimo l’ANPI. Alberto Bergamini* (PLI), Luigi Massei*, Silvio Maselli*, Amorina Te- Fabbri* (PSIUP), Alberto Giovannini stoni*, Axile Vivarelli. PCI. Paolo Betti*, (PLI) e Antonio Graziadei* (ex PCI) furo- Leonida Casali*, Aldo Cucchi*, Linceo no nominati quali ex parlamentari. Attilio Graziosi*, Alberto Marzoli*, Albertino Sassi* (anarchico) entrò in rappresentanza Masetti*, Agostino Ottani*, Novella della CGIL e, fedele ai suoi ideali anarchi- Pondrelli*, Leonildo Tarozzi* e Penelope ci, rifiutò lo stipendio parlamentare. Veronesi*. PLI. Terzo Tommaso Borelli*, L’elenco dei consultori è pubblicato nella Amos Grassi, Giorgio Longo, Pia Pezzoli, “Gazzetta ufficiale del regno d’Italia”, Tito Squarzoni. PRI. Antonio Becca, 22.9.45, supplemento n.114. [O] Corrado Cervellati, Giovanni Lenzi, B IBLIOGRAFIA. La Consulta nazionale, Ro- Alberto Maraldi, Tristano Masotti, Alfonso ma, La Navicella, 1987, pp.104. Minoccheri, Paolo Pinchetti e Cesare Sarti. PSIUP. Giorgio Ballanti, Giovanni Ber- Corpo italiano di liberazione, (CIL). Dopo nardi* detto Giannetto, Gabriele Boschet- avere dichiarato guerra alla Germania, il ti*, Duilio Burnelli, Ottorino Guidi*, governo italiano - con sede a Brindisi e poi Mario Longhena*, Giuseppe Nascè, a Salerno - mise in linea il I Raggrup- Giovanni Pilati*, Renato Tega* e Aurelia pamento motorizzato, il primo nucleo del Zama*. Non identificati politicamente: ricostituito esercito nazionale. L’AMG non Nerina Bassi, Augusto Belletti, Guglielmo era favorevole alla ricostituzione di un eser- Bergamini, Mario Cesari, Attilio Cuzzani, cito italiano. Dopo avere avuto il riconosci- Vittorio Fratta, Alberto Ghetti, Massimo mento di nazione cobelligerante, il governo Manfredini, Ruggero Montemaggi e Oscar italiano il 27.9.1943 inviò al fronte il Monti. [O] Raggruppamento che vi restò sino al 22.4.1944. Attorno a questo nucleo - che Consulta nazionale. Dal 25.9.1945 al- aveva fornito ottima prova - furono orga- l’1.6.1946, nominata dal governo in base al nizzati altri reparti che, il 22.4.1944, prese- decreto luogotenenziale del 5.4.1945, ro il nome di Corpo italiano di liberazione. operò la Consulta nazionale. Il suo compi- Del CIL faceva parte anche la div Nembo to era quello di dare al governo pareri sui di stanza in Sardegna, l’unica unità che non problemi generali e sui provvedimenti si era sciolta dopo l’8.9.1943. In totale legislativi dell’esecutivo. Cessò le funzioni furono impiegati 24.000 uomini, equipag- il 2.6.1946 con l’elezione dell’Assemblea giati con armi e divise inglesi, contro i costituente. Era composta di rappresentan- 12.000 previsti. Alle dipendenze del X ti dei partiti, delle organizzazioni sindacali Corpo britannico, fu schierato nell’alto e padronali, d’ex parlamentari del periodo Molise e prese parte ai principali combatti- prefascista, di rappresentanti degli ordini menti. In giugno passò alle dipendenze del professionali e del mondo della cultura, V Corpo britannico a Lanciano (CH) e, d’esponenti del mondo combattentistico e risalendo la penisola, liberò Chieti, della Resistenza. Il 26.6.1945 Ferruccio L’Aquila, Teramo e Ascoli Piceno. Passato Parri, presidente del consiglio dei ministri, alle dipendenze del II Corpo polacco, libe- nella dichiarazione programmatica affermò rò Macerata e numerose località della costa che la Consulta «coadiuverà e controllerà adriatica, prima di tornare alle dipendenze l’attività legislativa del governo». Nume- del V Corpo britannico, con il quale liberò rosi i bolognesi chiamati a farne parte. Urbino (PS). Il 25.9.1944, quando fu sciol- Arturo Colombi (PCI), Verenin Grazia* to, aveva avuto 337 morti e 800 feriti. In (PSIUP), Pier Raimondo Manzini* (DC), seguito il rinato esercito italiano assunse il Edoardo Volterra* (PdA), Antonio Zoc- nome di Gruppi di combattimento. [O]

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B IBLIOGRAFIA. G. Lombardi, Il Corpo italia- Corpo di spedizione italiano in Russia, no di liberazione, 28 ottobre 1943 - 25 set- (CSIR). Nel giugno 1941, subito dopo l’ag- tembre 1944, Roma, Magi-Spinetti, 1945, gressione della Germania contro l’URSS, pp.138; Ministero della difesa, Stato mag- Mussolini decise di partecipare a quel con- giore dell’Esercito, Ufficio storico, Il Rag- flitto inviando il CSIR (Corpo di spedizio- gruppamento motorizzato italiano (1943- ne italiano in Russia). Divenne operativo 1944), Roma, 1949, pp.211; Ministero nel luglio 1941 nel bacino del Donetz, alle della difesa, Stato maggiore dell’esercito, Il dipendenze di un’armata corazzata tede- Corpo italiano di liberazione (aprile-settem- sca. Le unità erano le divv autotrasportate bre 1944), Narrazione e documenti, Roma, Pasubio e Torino e la div celere Amedeo 1950, pp.340; A. Ricchezza, Il Corpo italia- d’Aosta alle quali furono aggiunti reparti no di liberazione. Campagna d’Italia 1943- d’artiglieria e un gruppo aereo. Gli oltre 60 1945, Milano, 1963, pp.116; G. Mastro- mila militari erano comandati dal generale buono, Le Forze armate italiane nella Giovanni Messe. Nel luglio 1942, con l’in- Resistenza e nella guerra di liberazione, vio di altre truppe, il CSIR fu ribattezzato Roma, 1965, pp.279; L. Bedeschi, L’ideo- in ARMIR (Armata italiana in Russia). Era logia politica del CIL, Urbino, Argalia, comandata da Italo Gariboldi, sostituito 1973, pp.139; Stato maggiore dell’Esercito, poi da Messe. Comprendeva l’VIII armata, Ufficio storico, Il Corpo italiano di libera- il XXIV Corpo d’armata, il II Corpo d’ar- zione: aprile-settembre 1944. Narrazione e mata (divv Ravenna, Cosseria e Sforzesca), documenti, Roma, 1971, pp.340; A. il Corpo d’armata alpino (divv Tridentina, Ricchezza, L’esercito del sud. Il Corpo ita- Julia e Cuneense), per un totale di circa liano di liberazione dopo l’8 settembre, 230 mila uomini. Operò nel bacino del Milano, Mursia, 1973, pp.246; Stato mag- Don. Nel dicembre 1942, nonostante il giore dell’Esercito, Ufficio storico, La guer- valore dei soldati, il fronte italiano fu sfon- ra di liberazione, Scritti nel trentennale, dato dall’Armata rossa. L’ARMIR, che Roma, 1979; G. Conti, Il primo Raggrup- aveva ricevuto dal comando tedesco l’ordi- pamento motorizzato, a cura dello Stato ne di non ripiegare, fu circondata e subì maggiore dell’Esercito, Ufficio storico, durissime perdite: 84.830 tra caduti e di- Roma, 1984, pp.328; Le forze armate nella spersi e poco meno di 30 mila congelati. guerra di liberazione, 1943-1945, a cura di Decine di migliaia i prigionieri. Nei primi L. Poli, Roma, 1995, pp.66; Associazione mesi del 1943 rimpatriò quello che restava nazionale combattenti della guerra di libera- dell’ARMIR. [O] zione, I bersaglieri nella guerra di liberazio- B IBLIOGRAFIA. L. Querrel, Fronte est. Un ne da Montelungo a Bologna, 1943-1945, anno di guerra del CSIR, Verona, 1943, Torino, 1995, pp.141; O. Bovio, Storia pp.265; Ministero della difesa, Stato mag- dell’Esercito italiano (1861-1990), Stato giore, Ufficio storico, Le operazioni del Maggiore dell’Esercito, Ufficio storico, C.S.I.R. e dell’A.R.M.I.R., Roma, 1947, Roma, 1996, pp.742 (da p.385 a p.418 il pp.211; G. Tolloy, Con l’armata italiana in capitolo XIX “La difficile ricostruzione Russia, Torino, De Silva, 1947, pp.233; G. dell’esercito e la guerra di liberazione”); A. Messe, La guerra sul fronte russo, Milano, Bartolini, A. Terrone, I militari nella guerra Rizzoli, 1964, pp.398; F. Gambetti, I morti partigiana in Italia, 1943-1945, a cura dello e i vivi dell’ARMIR, Milano, Milano Sera, Stato maggiore dell’Esercito, Ufficio stori- 1948, pp.237; M. Odasso, Col corpo alpino co, Roma, 1998, pp.494; N. Labanca, italiano in Russia, Cuneo, Panfilo, 1949, Corpo italiano di liberazione, in Dizionario pp.225; V. Giordano, La tragedia del- della Resistenza, Torino, Einaudi, 2000, l’Armir, Milano, Gastaldi, 1950, pp.254; vol.I, pp.207-15; C. Vallauri, Soldati. Le G. Dotti, Ritirata in Russia, Bologna, forze armate italiane dall’armistizio alla Cappelli, 1956, pp.167; U. Salvatores, Liberazione, Torino, Utet, 2003, pp.492. Bersaglieri sul Don, Bologna, 1958, pp.627;

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A. Crespi, Breve storia del ripiegamento del nominò un Comitato militare con l’incari- Corpo d’Armata Alpino dal Don al Donetz, co di coordinare l’attività delle brgg parti- gennaio 1943, Bologna, 1960, pp.48; G.M. giane operanti al nord. Ferruccio Parri e Turla, Sette rubli per il cappellano. Con gli Luigi Longo furono, sin dall’inizio, i mem- alpini della Cuneense sui campi di battaglia bri principali dell’organismo militare. Il e poi nei campi di prigionia russi dal ‘42 al 9.6.1944 fu deciso di fare del Comitato ‘46, Milano, Longanesi 1960, p.568; G. militare un organismo autonomo, appunto Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio, il Corpo volontari della libertà. Ad esso Milano, Mursia, 1963, pp.431; C.M. Negri, facevano capo i comandi regionali. Primi I lunghi fucili. Ricordi della guerra di dirigenti furono Parri per le brgg Giustizia Russia, Torino, Einaudi, 1964, pp.155; M. e libertà, G.B. Stucchi per le Matteotti, Moioli, Al Don... e ritorno, (con l’ARMIR), Longo per le Garibaldi, Enrico Mattei per Bologna, 1966, pp.136; M. Rigoni Stern, Il le brgg della DC, Mario Argenton per le sergente nella neve. Ricordi della ritirata di brgg autonome e il generale Bellocchio Russia, Torino, Einaudi, 1966, pp.157; F. consulente militare. Nell’agosto 1944 da Valori, Gli italiani in URSS: la campagna Roma fu inviato il generale Raffaele dello CSIR e dell’ARMIR, Milano, Bietti, Cadorna che in ottobre assunse il comando 1967, pp.426; G. Gherardini, Morirono del CVL. Oltre a coordinare l’attività delle giorno per giorno. Gli italiani nei campi di formazioni che operavano da Trieste a prigionia dell’URSS, Milano, Mursia, 1968, Torino, il CVL predispose i piani insurre- pp.331; M. Russo, Il Don senza pace, zionali per l’autunno 1944 - quando si rite- Brescia, 1969, pp.406; D. Lo Sordo, La neva imminente l’arrivo delle truppe allea- lunga marcia. La tragedia della campagna di te - e per l’aprile 1945. La bandiera del Russia nel diario di un soldato semplice, CVL è stata decorata di medaglia d’oro al Milano, Bietti, 1971, pp.219; A. Ricchezza, valore militare. [O] Storia illustrata di tutta la campagna di B IBLIOGRAFIA. Atti del Comando generale Russia, Milano, Longanesi, 1971, pp.437; Corpo volontari della libertà. Dalla sua M. D’Auria, L’armata della neve, la tragedia costituzione alla insurrezione nazionale dei soldati italiani in Russia, Roma, 1973, (giugno 1944 - aprile 1945), a cura dell’Uf- pp.378; C. De Laugier e G. Bedeschi, Gli ficio storico per la guerra di liberazione, italiani in Russia, Milano, Mursia, 1980, Presidenza del Consiglio, Roma, 1946, pp.245; Fronte russo: c’ero anch’io, a cura pp.295; L. Longo, Un popolo alla macchia, di G. Bedeschi, Milano, Mursia, 1982, due Milano, Mondadori, 1947, pp.501; R. volumi; F. Gambetti, Siberia ‘43, Roma, Battaglia, Storia della Resistenza italiana, 8 1983, pp.139; J. Wilczur, Le tombe settembre 1943-25 aprile 1945, Torino, dell’ARMIR, Milano, Mondadori, 1987, Einaudi, 1953, pp.632; Atti del Comando pp.312; P. Scaccia, Sulle tracce di un eserci- generale del Corpo volontari della libertà, to perduto, Torino, Nuova Eri, 1992, (giugno 1944-aprile 1945), a cura di G. pp.303. Rochat, Milano, Angeli, 1972, pp.705; R. Cadorna, La riscossa, Milano, Bietti, 1976, Corpo volontari della libertà, (CVL). Su- pp.432; 50° anniversaio della costituzione bito dopo l’inizio della Resistenza fu senti- del Corpo volontari della libertà, Milano, to da tutti i partiti del CLN il bisogno di 1994, pp.104. avere un unico comando militare con il compito di coordinare tutta l’attività mili- Corriere dell’Emilia. Bologna fu liberata il tare. Per questo il 9.1.1944 il CLN nazio- 21.4.1945. Il giorno 22 furono messi in nale, che operava a Roma, emanò una vendita nelle edicole 5 giornali: “Corriere direttiva per la creazione di un unico dell’Emilia”, “Corriere alleato”, “Rina- comando militare. Quasi contemporanea- scita”, “Giustizia e libertà” e “Bologna mente il CLNAI, che operava a Milano liberata”. I primi due erano editi dal PWB,

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la sezione stampa dell’AMG. Il “Corriere nalisti e gli amministrativi del giornale - in dell’Emilia” aveva questo sottotitolo: tutto 22 persone - costituirono la Coopera- “Quotidiano della Valle Padana a cura del tiva del Giornale dell’Emilia, alla quale il P.W.B.”. Aveva quattro pagine, del formato PWB donò la vecchia testata e le attrezzature. 25 per 40 cm, e costava una lira. Non aveva Il 17.7.1945 uscì il primo numero del l’indicazione del direttore. Nella prima “Giornale dell’Emilia” diretto da Gino pagina recava notizie sull’andamento della Tibalducci, gestito in forma cooperativa.[O] guerra, nella seconda e nella terza articoli B IBLIOGRAFIA. U. Bellocchi, il Resto del che riassumevano gli avvenimenti politico- Carlino; D. Biondi, il Resto del Carlino militari degli ultimi mesi e nella quarta i 1885-1985, Un giornale nella storia d’Italia; bandi emessi dall’AMG. Era stato stampa- A. Pizarroso Quintero, Stampa, radio e pro- to a Firenze e portato a Bologna con un paganda. Gli alleati in Italia 1943-1946, camion. La redazione era composta di gior- Milano, Angeli, 1989, pp.313; N.S. Onofri, nalisti americani e italiani, anche se tra gli I giornali della liberazione a Bologna, italiani molti erano giornalisti improvvisati, (1945-1947). come Edoardo Volterra*, che diventerà rettore dell’università. In attesa di rabber- Corriere della sera. Fondato il 5.3.1876 a ciare alla meglio la tipografia de “il Resto Milano da Eugenio Torelli Viollier, divenne del Carlino” colpita da bombe di aereo - si il più autorevole quotidiano tra il 1900 e il trovava in via Dogali, l’attuale via Gramsci, 1925, sotto la direzione di Luigi Albertini. dove oggi ha sede il Royal Hotel Carlton - Aperto sostenitore del fascismo, passò il giornale continuò a essere stampato a all’opposizione dopo il delitto Matteotti. Firenze. Il primo numero bolognese uscì il Cedendo alla pressione di Mussolini, la 3.5.1945. Anche se il nome non figurava in proprietà costrinse Albertini e il fratello gerenza, il direttore era Gino Tibalducci. Cesare a cedere le quote in loro proprietà e Della primissima redazione fecero parte a uscire dal giornale. Furono costretti ad Bruno Fallaci, Luciano Bergonzini*, Enzo andarsene anche giornalisti democratici Biagi*, Federico Zardi*, Volterra, Gian- come Mario Borsa, Luigi Emery*, Ettore carlo Cavalli*, Giannino Zanelli, Sigfrido Janni, Ferruccio Parri e Alberto Tarchiani. Rossi (che firmava Wolfango Rossani), Durante il ventennio fascista fu un organo Bruno Castellino, Celestino Barbieri, del regime. Dopo il 25.7.1943 Janni assun- Walter Minardi, Giuseppe Fiorentini, se la direzione e la mantenne sino Giorgio Vitali e Antonio Comaschi detto all’8.9.1943. Durante l’occupazione tede- Nino. Il giornale tirava tra le 130 e le 150 sca il giornale fu collaborazionista. Il mila copie. Ospitava equamente i comuni- 25.4.1945, con la liberazione, divenne il cati dei sindacati come dei datori di lavoro, “Corriere d’informazione”, diretto da ai quali concedeva un uguale spazio. I par- Borsa, per tornare alla vecchia testata qual- titi potevano esprimersi nella rubrica “La che anno dopo. [O] tribuna dei partiti”. All’inizio di luglio, B IBLIOGRAFIA. P. Melograni, Corriere della quando il PWB abbandonò Bologna, per- sera, 1919-1943, Bologna, Cappelli, 1965, ché le truppe alleate lasciavano il paese, il pp.624; E. Decleva, Il Corriere della sera, giornale rischiò di chiudere. I partiti di in: B. Vigezzi, 1919-1925, Dopoguerra e sinistra non lo vollero perché soddisfatti di fascismo, Bari, Laterza, 1975, pp.157-264; “Rinascita”, la DC era in attesa dell’uscita V. Castronovo, La stampa italiana dall’Uni- de “L’Avvenire d’Italia”, mentre gli altri par- tà al fascismo, Bari, Laterza, 1970, pp.467; titi erano troppo piccoli per accollarsi una V. Castronovo, N. Tranfaglia, Storia della simile impresa. A differenza di quanto aveva stampa italiana, Bari, Laterza, 1980, sei fatto a Firenze, con la “Nazione del volumi. Popolo”, il PWB non lo volle donare all’am- ministrazione comunale. Il 10.7.1945 i gior- Crespellano, Eccidio di. Il 28.8.1944 il

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reparto della brigata nera di stanza nella B IBLIOGRAFIA. Il Decennale. XXVIII ottobre Valle del Lavino operò un rastrellamento MCMXXXII. Primo decennale della rivolu- nella zona compresa tra Crespellano, zione delle camicie nere, numero speciale Monte S. Pietro e Castello di Serravalle. del “Comune di Bologna”, ottobre 1932; Furono catturati partigiani della 63a brg Partito nazionale fascista, Mostra della rivo- Bolero Garibaldi e cittadini. 4 fermati furo- luzione fascista, Guida storica a cura di D. no portati sulla strada provinciale e fucilati Alfieri e L. Freddi, Bergamo, 1933, pp.258; nei pressi dell’abitato di Crespellano. Le E. Romagnoli, Nel Decennale della Rivo- vittime sono: Salvatore Bignami*, Pietro luzione fascista, Bologna, Zanichelli, 1933, Gandolfi*, Fausto Pallotti*, Guido Roma- pp.25; Italiani e stranieri alla Mostra della gnoli*. Lo stesso reparto il giorno prima Rivoluzione fascista, Torino, 1933, fogli aveva compiuto un altro eccidio a Calderi- non numerati; M. Gallian, Il Ventennale, no (Monte S. Pietro). [O] Roma, 1942, pp.428.

Decima, Eccidio di. Il 5.4.1920 a Decima di S. Giovanni in Persiceto si tenne una manifestazione di contadini e braccianti D promossa dalla Vecchia CdL per fare il punto della vertenza agraria in atto nella provincia. Erano presenti i tre principali dirigenti del sindacato anarchico Clodoveo Dalli al tronco. Di questo giornale si cono- Bonazzi*, Sigismondo Campagnoli e Pietro sce solo un numero con la data del Comastri*. Dopo Campagnoli prese la 23.4.1921 e il sottotitolo “Periodico repub- parola Comastri, più volte interrotto dal blicano”. Era l’organo ufficiale del PRI di vice commissario Cesare De Carolis per Bologna, uscito in occasione delle elezioni diffidarlo a moderare il linguaggio. Non politiche del 1921. Riprendeva il nome di avendo l’oratore ottemperato all’intimazio- un giornale uscito a Carpi (MO), nel 1904, ne, De Carolis gli ordinò di tacere. I lavo- con il sottotitolo “Periodico repubblicano ratori protestarono e il brigadiere dei cara- socialista”. [O] binieri Antonio Feltig - come risulta dal rapporto inviato al prefetto il 9.4.1920 dal Decennale fascista. Nel 1932 il regime comandante la Legione esterna dei carabi- fascista promosse una serie di manifesta- nieri - sparò due colpi di moschetto in aria zioni e pubblicazioni per celebrare il deci- senza averne avuto l’ordine. Poi Feltig mo anniversario della “marcia su Roma” e afferrato «il tavolo lo rovesciò provocando la conseguente conquista del potere. Il la discesa dell’oratore». Con Comastri finì 27.10.1932 a Roma fu inaugurata la a terra un sifone di seltz che esplose. I 12 “Mostra della rivoluzione fascista” e il gior- carabinieri di servizio, che dovevano avere no dopo aperta la via dei Fori imperiali. perduto la testa, spianarono i fucili e Tutte le iniziative, sia editoriali, sia cinema- cominciarono a sparare ad altezza d’uomo tografiche, avevano al centro la figura del e a colpire con le baionette. Bonazzi - sia dittatore, indicato come il centro propulso- pure con lo pseudonimo di Nello - ha scrit- re d’ogni attività del regime. Il 4.11 fu con- to che Feltig «si scagliò seguito dai suoi cessa l’amnistia per reati politici. Furono con moschetto a baionetta innastata contro liberati 639 detenuti su 1.056 antifascisti gli oratori». Si ebbero 8 morti - tra i quali condannati dal Tribunale speciale. Campagnoli - e 45 feriti. Furono esplosi 51 Tornarono in libertà anche 595 confinati. colpi e molti riportarono ferite da baionet- Nel 1942, in occasione del ventennale, non ta. Si legge nella relazione del comandante furono promosse manifestazioni a causa dei carabinieri: «La sopraffazione da parte del conflitto mondiale in atto. [O] della popolazione era imminente e ciascun

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militare giudicò allora necessario ricorrere spesso contro le formazioni partigiane. La alle armi per difendersi». Diversa la versio- Decima Mas era alle dirette dipendenze del ne di un ispettore di PS inviata il 6.4 al pre- generale Karl Wolff, comandante generale fetto. Scrisse: «Ho riportato l’impressione delle SS in Italia. Ha detto Wolff: «La che da parte della folla non vi fosse stato Decima Mas era un corpo autonomo italia- sparo di armi né lancio di altri oggetti no. Ma per quanto riguardava il suo impie- eccetto qualche sasso di piccole dimensio- go militare doveva sottostare a me» (R. ni». A suo parere la tragedia era stata pro- Lazzero, La Decima Mas, p.23). vocata da De Carolis «che non ha avuto la B IBLIOGRAFIA. Battaglione Lupo, X Flot- necessaria, prudente misura delle cose nel tiglia Mas, 1943-1945, a cura di G. fare ingiunzioni (a Comastri) che per la Bonvicini, Edizioni del Senio, Roma, 1973, deficienza della forza non era in grado di pp.300; G. Roccardi, La X Mas nella secon- far rispettare; ed infine ho dovuto, dall’in- da guerra mondiale, Roma, Trevi, 1982, sieme delle indagini esperite, convincermi pp.296; R. Lazzero, La Decina Mas. La che con un poco di maggiore pacatezza compagnia di ventura del “principe nero”, d’animo e tolleranza, si sarebbe potuto evi- Milano, Rizzoli, 1984, pp.367; Battaglione tare il conflitto colle sue più gravi conse- Fulmine: la Xa Flottiglia MAS. 1944-1945. guenze». Mario Missiroli su “il Resto del Documenti e immagini, a cura di M. Carlino” scrisse che i carabinieri avevano Gamberini e R. Maculan, Bologna, Scara- sparato «senza averne avuto l’ordine» e, beo,1994, pp.191; J. V. Borghese, Junio per giunta «su una folla che fuggiva». Valerio borghese e la X Flottiglia Mas: dall’8 Questi i morti: Sigismondo Campagnoli, settembre 1943 al 26 aprile 1945, a cura di Adalgisa Galletti, Ivo Pancaldi, Vincenzo M. Bordogna, Milano, Mursia. 1994, Ramponi, Danio Serrazanetti, Rodolfo Ta- pp.254. rozzi, Giovanni Terzi e Danio Vaccari. [O] B IBLIOGRAFIA. Nello (Clodoveo Bonazzi), Delegazione assistenza agli emigranti. L’epicentro del fascismo, in “Sempre! Quando la Germania nazista promulgò la Almanacco N.2 (1923/24) di ‘Guerra di legislazione antirazziale, molti ebrei di quel Classe’”, pp.30-44; L. Arbizzani, L’eccidio paese si trasferirono in Francia e in Italia di Decima (5 aprile 1920), in “Strada mae- per poi raggiungere gli USA. In Italia furo- stra” 1970, pp.199-219; N.S. Onofri, La no promosse varie iniziative per assistere i strage di Palazzo d’Accursio, pp.176-7; M. profughi, provenienti anche da Polonia, Gandini, Fascismo e Antifascismo, Guerra, Romania e Cecoslovacchia. Per aiutare Resistenza e Dopoguerra nel Persicetano, anche gli ebrei italiani che intendevano 1995, pp. 46-58. emigrare, dopo l’inizio della politica razzia- le da parte del regine fascista, fu decisa la Decima Mas. La X Flottiglia Mas o la costituzione di una struttura adeguata. Su Decima Mas - com’era solitamente chiama- iniziativa dell’Unione comunità israelitiche ta - fu una delle tante milizie private che italiane, nel 1939 fu istituita a Genova la operarono nell’Italia del nord durante l’oc- Delegazione assistenza agli emigranti, cupazione tedesca. I marò non prestavano meglio nota come Delasem. Presidente era giuramento alla RSI e rispondevano al loro Lelio Vittorio Valobra. In Emilia-Romagna comandante, il principe Junio Valerio operarono quattro fiduciari: Mario Finzi* a Borghese. L’8.9.43 a La Spezia la caserma Bologna, Silvio Magrini a Ferrara, Gino della Decima fu la sola a non essere occu- Friedmann a Modena e Rolando Vigevani a pata dai tedeschi, perché Borghese era Parma. La Delasem dava ai profughi assi- riuscito ad accordarsi direttamente con il stenza materiale, morale e religiosa. A poco comando germanico. I numerosi reparti a poco allargò la propria attività assistendo organizzati a La Spezia, come in altre città, non solo chi voleva emigrare, ma anche chi furono impiegati saltuariamente al fronte e era detenuto in carcere o nei campi di con-

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centramento, come in quello di Tarsia del consiglio interregionale fece parte Ferramonti (CS), dove allestì una piccola Mario Melloni* in rappresentanza dell’E- sinagoga. Aprì ambulatori e organizzò milia (G. Tupini, I democratici cristiani, corsi scolastici per i figli degli ebrei perse- p.94). Melloni fu anche membro supplente guitati. Tra il 1939 e il 1944 assisté 6.700 per la DC nel CLN Alta Italia e direttore persone. La spesa annua della Delasem era de “Il Popolo”, il giornale clandestino della di circa 8 milioni. Provvedeva alle necessi- DC edito a Milano. Dal 27 al 29.1.1944 si tà finanziarie con sottoscrizioni fatte all’in- tenne a Bari il primo congresso nazionale terno delle comunità italiane o con sovven- della DC e il secondo a Napoli dal 16 al zioni provenienti dall’estero. Finzi fu arre- 18.8.44, presenti delegati dell’Italia centro- stato a Bologna il 31.3.1944. Dopo essere meridionale. Scarse e contraddittorie le stato nel campo di Fossoli (Carpi - MO), fu notizie sulla nascita della DC a Bologna. internato a Birkenau (Germania) e ad Angelo Salizzoni* intervenne a Roma a più Auschwitz (Polonia) dove scomparve. [O] di un incontro dell’Azione cattolica e forse B IBLIOGRAFIA. Due anni di Delasem, Ge- ha riferito agli iscritti dell’Azione cattolica nova, 1942, pp.40; M. Leone, Le organizza- bolognese. A Bologna incontri preparatori zioni di soccorso ebraiche in età fascista, per la nascita della DC si tennero in casa di 1938-1945, Roma, Carucci, 1983, pp.295; Alfonso Melloni*. Achille Ardigò* ha scrit- R. Paini, I sentieri della speranza: profughi to che avvennero «verso la fine del 1943» ebrei, Italia fascista e la “Delasem”, Milano, (Testimonianza in RB1, p.155). «..nell’au- Xena, 1988, pp.222; S. Sorani, L’assistenza tunno (1943) costituzione della DC», ha ai profughi ebrei in Italia (1933- scritto Franco Pecci a p.181 in La GIAC di 1947).Contributo allo studio della “De- Pio XI nella transizione 1941-1945. Nel lasem”, Roma, Carucci, 1989, pp.328 (A novembre 1943 - ha scritto Alessandro p.120 un saggio dedicato a Bologna); R. Albertazzi - nella canonica della chiesa di Peri, Mario Finzi (Bologna 1913 - 1945 Santa Viola (Bologna) si tenne la riunione Auschwitz): o del buon impiego della pro- decisiva per la costituzione del partito pre- pria vita; S. Antonini, Delasem, storia della senti, tra gli altri, Ardigò, Fulvio Milani*, più grande organizzazione ebraica italiana di Salizzoni e il parroco don Aleardo Mazzoli. soccorso durante la seconda guerra mondia- Secondo uno storico dell’Azione cattolica le, Genova, De Ferrari, 2000, pp.372. «la prima adunanza del sorgente partito dei cattolici si tenne nell’estate del ‘44 in Democrazia cristiana (DC). La Democra- casa di Alfonso Melloni» (G. Sgarbi, zia cristiana fu costituita nell’estate 1943 da L’Azione cattolica a Bologna, p.117). La DC vecchi esponenti del PPI e da giovani aderì al CLN bolognese tra la fine dell’ago- espressi dall’Azione cattolica e dalla FUCI. sto 1944 e l’inizio di settembre. Suoi rap- Il partito dei cattolici nacque a conclusione presentanti ufficiali furono Salizzoni, di numerose riunioni svoltesi in vari perio- Filippo Cavazza* e Pier Raimondo di, la principale delle quali - presente Manzini*. La DC non ebbe brgg e i suoi Alcide De Gasperi - si tenne a Milano nel- partigiani militarono in grande maggioran- l’ottobre 1942. Il documento programma- za, nella 6a Giacomo e nella 9a S. Justa. Il tico Idee ricostruttive della democrazia cri- giornale clandestino della DC bolognese fu stiana era stato scritto da De Gasperi (ma “La Punta” diretto da Ardigò. [O] firmato Demofilo), l’ultimo segretario del B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. F. Cavazza, Liber- PPI nel 1926. Fu pubblicato e diffuso nel- tà e collaborazione. Scritti vari. 1942-1947, l’agosto 1943, all’indomani della caduta pp.213; A. Salizzoni, Una meditata parteci- della dittatura. Dopo l’8.9.1943, come gli pazione al CLN dell’Emilia-Romagna, in altri partiti, la DC ebbe due direzioni, una “Resistenza oggi”, Emilia-Romagna, 1986, a Roma e l’altra a Milano. La direzione per pp.135-9; G. Sgarbi, L’Azione Cattolica a l’Alta Italia fu assunta da Pietro Mentasti e Bologna. Il Circolo Leone XIII; F. Pecci, La

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GIAC di Pio XI nella transizione 1941- donne iscritte al PSI decisero di dotarsi di 1945, in La cupula fra le torri, pp.167-83. un organo nel quale dibattere i problemi Testimonianze di A. Salizzoni (p.52), L. del mondo femminile, a cominciare dal Cavazzuti (p.74), R. Manzini (p.146), A. diritto di voto e dalle otto ore di lavoro. Ardigò (p.153), p. I.M. Casati (p.158), p. Diretto da Anna Kuliscioff, in gennaio uscì D. Acerbi (p.206), p. V. Terzi (p.208), F. il quindicinale “La Difesa delle Lavora- Cavazza (p.210), E.F. Pecci (p.220), A. trici”. Della redazione facevano parte Senin, (p.225), R. Roveda (p.228), G. Linda Malnati, Margherita Sarfatti, Pascale (p.233), F. Milani (p.266), G. Angelica Balabanoff, Maria Bornaghi, Casoni (p.342), mons. E. Faggioli (p.374), Argentina Altobelli, Giselda Brebbia e E. Toffoletto (p.377), C. Strazziari (p.383), Maria Goia. In dicembre la direzione passò don M. Tomesani (p.427) in RB1; E. Bagni a Balabanoff e, qualche tempo dopo, ad (p.144), don L. Bedeschi (p.159) in RB2; P. Enrica Viola Agostini. Fu responsabile per Nucci (p.312), don G.M. Bonani (p.320), molti anni Giuseppe Rigamonti il gerente C. Zanotti (p.347), R. Roveda (p.402), dell’”Avanti!”. Nel 1921 si trasformò in mons. G. Salmi (p.407) in RB3; G. Ugolini settimanale con il sottotitolo “Giornale (p.289), don L. Tommasini (p.292), M. delle donne socialiste” e restò tale anche Imbergamo (p.1.017) in RB5. dopo la scissione comunista, considerata dal giornale un «tradimento». A differenza Deputazione provinciale di Bologna. del periodico della FGSI, passato alla Durante la lotta di liberazione il CLN sta- FGCI, “La difesa delle Lavoratrici” conti- bilì le cariche pubbliche che sarebbero nuò ad essere un foglio socialista. state assegnate ai partiti all’indomani della Nell’ottobre 1922, dopo l’espulsione del- fine della guerra, in attesa delle elezioni. l’ala riformista dal PSI, la Agostini abban- Quella di presidente della Deputazione donò la direzione e poco dopo il giornale provinciale - oggi si chiama Amministra- dovette sospendere le pubblicazioni a zione provinciale - spettò alla DC, la quale causa delle violenza fascista. Le riprese nel designò Giorgio Melloni*. Il 21.4.1945 giugno 1923 con periodicità irregolare. Nel Melloni prese possesso della carica, anche 1924 divenne quindicinale diretto, ma solo se l’AMG - che non gradiva la decisione nominalmente, da Pietro Nenni nella sua del CLN - ratificò la nomina il 14.6.1945, veste di direttore dell’”Avanti!”. Soffocato dopo una difficile trattativa. Il 19.6.1945 dalla violenza fascista, cessò le pubblicazio- l’AMG nominò la Deputazione su propo- ni il 15.9.25. [O] sta del CLN: Roberto Vighi* (vice presi- B IBLIOGRAFIA. M. Casalini, La signora del dente) e Leonello Bergamini* del PSIUP; socialismo italiano. Vita di Anna Kuliscioff, Giorgio Melloni (presidente) e Carlo Roma, Editori riuniti, 1987, pp.301; Il Strazziari* della DC; Ezio Serantoni* e riformismo nelle campagne: da Argentina Giovanni Trippa* del PCI; Filippo Altobelli all’agronica, a cura di F. Beato, d’Ajutolo* ed Ettore Trombetti* del PdA; Venezia, Marsilio, 1989, pp.174. Bruno Burattini e Aldo Carpani del PRI; Guido Bassi e Mario Cavalli del PLI. Diffida. Con le «Leggi speciali per la difesa Poiché nel marzo 1946 furono eletti solo i dello Stato», del 6.11.1926, il regime fascista consigli comunali, la Deputazione restò in estese agli esponenti politici l’istituto della carica sino al 21.7.51. Nei 6 anni di attività diffida, un provvedimento superiore all’am- alcuni membri furono sostituiti. [O] monizione. Il provvedimento fu perfeziona- Bibliografia: Palazzo Malvezzi tra storia arte to con il nuovo testo delle leggi di PS del e politica, Bologna, 1981, pp.300, ristampa- 18.6.31. Durante il ventennio fascista 444 to nel 1987. antifascisti bolognesi ebbero la diffida. [O]

Difesa delle Lavoratrici, La. Nel 1912 le Diritti del profugo, I. Presumibilmente nel

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gennaio 1945 uscì il primo numero del furono arrestati a S. Giorgio di Piano e giornale “I diritti del profugo”. Era dattilo- fucilati. I cadaveri di 5 (Clorindo Belluzzi, scritto. Il secondo e ultimo numero vide la Paolo Brunetti, Guerrino Colombari, luce, sempre dattiloscritto, il 26.2.1945 con Carlo Culatina*, Gilberto Gamberini) il sottotitolo “Numero 2 a cura del Comi- furono abbandonati in via Cinquanta e tato dei Profughi”. Trattava, come dice il quelli degli altri 4 (Pietro Bergami, titolo, il problema degli oltre centomila Francesco Franchi, Cesare Martelli, profughi che si trovavano a Bologna ospi- Vincenzo Onofri) in via Argelato. Culatina, tati nei centri di raccolta, presso privati e in da tempo in contatto con la 2a brg Paolo locali di fortuna. [O] Garibaldi, ebbe il riconoscimento partigia- B IBLIOGRAFIA. I testi sono in RB2 pp.1.001-4. no. I 9 furono arrestati nelle rispettive abi- tazioni e fucilati dalla GNR. Secondo altra Disertori della GNR e delle Brigate nere versione furono le BN. Tra il 6 e il fucilati dai fascisti. Durante la lotta di libe- 10.12.1944 furono catturati a S. Lazzaro di razione, in particolare nell’autunno-inver- Savena e fucilati i disertori della GNR Re- no 1944, numerosi militi della GNR e della nato Ballotta, Pasquale Calzolari, Alfonso Polizia ausiliaria disertarono. La maggior Landi o Candi, Armando e Walter Cerè. parte si nascosero in attesa della fine della Da un rapporto del prefetto Fantozzi si guerra, mentre altri passarono alle forze apprende che i 5 avevano chiesto e ottenu- della Resistenza. GNR e brigate nere die- to il premio di 8 mensilità di stipendio anti- dero una caccia spietata a questi disertori e, cipate, spettanti a chi s’impegnava a segui- quando li catturavano, li fucilavano senza re la GNR nel nord Italia per proseguire la processo. Il 13.4.1944 Amedeo Fusco, guerra, poi avevano disertato e conservato della 67a legione della MVSN (non ancora le armi. I loro cadaveri furono abbandona- divenuta GNR) disertò a Bologna. Fu cat- ti per la strada in almeno due punti del turato e ucciso in via Tovaglie, mentre lo comune. Le fucilazioni, ma soprattutto il stavano portando in carcere. Diversa la modo come furono eseguite, suscitarono versione che si ricava da Albo caduti e di- molte proteste all’interno del PFR. Nu- spersi della repubblica sociale italiana: si merosi gli ex militi della GNR che, dopo chiamava Arnaldo e sarebbe stato fucilato avere disertato, aderirono alla Resistenza e il 31.3.44. Il 24.8.1944 a Fossatone (Me- persero la vita combattendo contro i nazi- dicina) disertarono due militi della GNR: fascisti, come Luciano Scaravilli*. Nu- Leonardo Cantoni di 39 anni e il figlio merosi anche gli agenti della Polizia ausi- Guido di 17. In un documento della pre- liaria che disertarono, come Paride Pa- fettura è detto che vennero fucilati e squali* fucilato e i fratelli Leo* e Luciano abbandonati per la strada. L’Albo caduti e Pizzigotti* caduti nella battaglia dell’uni- dispersi della RSI fornisce due versioni. A versità. [O] p.142 è scritto che mentre erano a Medicina, dove facevano la guardia a una Divisione d’Assalto Garibaldi Natisone. Il trebbiatrice, furono uccisi dai partigiani in 12.9.1943 nel Friuli orientale - riva destra un «agg», che sta per agguato. A p.731 è dell’Isonzo - si costituì il btg Garibaldi che, scritto che Guido Ernesto «fr di nell’ottobre, assunse il nome di brg Leonardo» (per «fr» s’intende fratello?) fu Mazzini. Dallo sdoppiamento di questa ucciso per «sent. S. campo. diser». Del formazione nacquero, in seguito, le brgg padre non si parla. Il 15.9.1944 a Castel S. Buozzi, Gramsci e Picelli. Le 3 formazioni Pietro Terme fu catturato e fucilato il diser- furono raggruppate nella div Natisone. tore della GNR Angelo Giordani. Il Alla fine del 1944 - dopo avere assunto il 18.9.1944 la GNR fucilò Giuseppe nome di Divisione d’Assalto Garibaldi Gullotta che aveva disertato dalle brigate Natisone - la div si spostò sulla sinistra nere. Il 12.12.1944 9 disertori della GNR dell’Isonzo e incorporò le brgg Garibaldi

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Trieste e Fratelli Fontanot. Dopo avere alla fine del 1944 si era spostata dal operato nella Slovenia occidentale, nell’a- Modenese all’Alta Valle del Reno. [O] prile 1945 si spostò ai confini con la Croazia. Nelle brgg della div operarono 24 Divisione Bologna pianura Mario. Era la partigiani bolognesi, 3 dei quali caduti. (O) div che raggruppava le brgg che operavano BIBLIOGRAFIA. Divisione d’assalto Garibaldi in città e nei comuni della pianura. Il nome Natisone. Diario storico operativo, Guer- Mario le fu dato per onorare Sante ra di liberazione. Friuli Slovenia 1943- Vincenzi* “Mario”, l’ufficiale di collega- 1945, “Quaderni della Resistenza”, n.5, mento tra il CUMER e la div, caduto il 1980, ANPI Friuli-Venezia Giulia, 21.4.45. Di fatto, questa div era il vecchio pp.134; La brigata fratelli Fontanot. Comando piazza di Bologna - operante sin Partigiani italiani in Slovenia, a cura di G. dall’1.8.44 - al quale era stato mutato Iaksetich, Milano, Pietra, 1982, pp.238; nome. Nell’inverno 1944-45 Aldo Cucchi* La Divisione d’Assalto “Garibaldi Natiso- “Jacopo” fu nominato comandante della ne”, in “Storia contemporanea in Friuli”, div, con Carlo Zanotti* “Garian” capo di n.23, 1992, pp.175-94. stato maggiore e Giacomo Masi* “Giaco- mino” commissario politico. Araldo Tolo- Divisione Bologna montagna Lupo. Le melli* “Ernesto” era l’ufficiale di collega- brgg partigiane che operarono nella pro- mento con le brgg della pianura e Vincenzi vincia di Bologna subirono diverse riorga- con il CUMER. Il 10.3.1945 nuovo coman- nizzazioni durante la lotta di liberazione. dante della div fu nominato Giulio Quelle che combatterono in altre province, Trevisani* “Guido”, con Cucchi vice. come la Nannetti a Belluno e la 7a Modena Queste le brgg inquadrate nella div: 1a a Modena, furono inquadrate in altre strut- Irma Bandiera Garibaldi, 2a Paolo ture, pur essendo bolognesi la maggior Garibaldi, Matteotti città, 4a Venturoli parte dei militanti. Sino alla primavera Garibaldi, 5a Bonvicini Matteotti, 6a 1944 le brgg dipendevano dai partiti, meno Giacomo, 7a GAP Gianni Garibaldi, 8a la Stella rossa Lupo. Dopo la costituzione Masia GL, 9a S. Justa, 63a Bolero Gari- del Comando piazza di Bologna passarono baldi. La brg SAP Imola-Santerno era pra- sotto il controllo del CUMER e a tutte fu ticamente autonoma pur essendo inqua- data una parvenza d’organizzazione milita- drata nella div pianura. Nell’inverno 1944- re. Non entrarono nella sfera del Comando 45 il comando della div, in accordo con le piazza le formazioni che operavano sul- brgg della città e della pianura, predispose l’Appennino. Alcune perché lo rifiutarono, il piano insurrezionale per la liberazione di altre perché attraversarono le linee nell’e- Bologna. [O] state-autunno 1944. Per ragioni d’organiz- zazione militare alla fine del conflitto tutte Divisione Modena Armando. Nella prima- le brgg che avevano operato sull’Appen- vera del 1944 nella zona appenninica a sud nino furono inquadrate nella div Bologna di Modena furono accorpate alcune forma- montagna Lupo. Alla div fu dato il nome di zioni partigiane che operavano in ordine battaglia di Mario Musolesi* che, prima di sparso e riunite sotto il comando di Mario cadere nell’autunno 1944, era stato desi- Ricci “Armando” e Osvaldo Poppi “Davi- gnato a comandare le brgg dell’Appenni- de”. Nell’estate queste brgg - che liberaro- no. Nella div furono inquadrate queste no la zona di Montefiorino (MO) e diede- brgg: Stella rossa Lupo, 36a Bianconcini ro vita alla “repubblica partigiana” - furo- Garibaldi, Toni Matteotti Montagna, no chiamate Corpo d’armata Centro Giustizia e libertà Montagna, 62a Camicie Emilia, del quale divenne comandante rosse Garibaldi e 66a Jacchia Garibaldi. Ricci. Dopo la fine della “repubblica parti- Nel dopoguerra, per misure amministrati- giana” il Corpo - ma il nome più usato era ve, fu aggregata anche la 7a Modena che quello di Divisione Modena Armando - si

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spostò nel Bolognese e liberò, prima del- operavano tra Belluno, Trento e Treviso. l’arrivo degli Alleati, le zone di Porretta Chiamato Gruppo di brigate Garibaldi Terme, Lizzano in Belvedere e Gaggio Nannetti, assunse il nome di div il Montano. Gli americani riarmarono e 2.8.1944. Presso la div operarono due mis- misero in linea alcune brgg della div per un sioni alleate. Dopo i durissimi combatti- totale di oltre 2 mila uomini. Nell’aprile menti dell’estate la div fu divisa in due: la 1945 i partigiani al comando di Ricci par- Belluno alla destra del fiume Piave con le teciparono all’offensiva per la liberazione brgg Gramsci, Pisacane, Fortunato Calvi, di Modena. Della div fecero parte le brgg: Fratelli Fenti e alcuni btg autonomi e la 7a Modena (in seguito inquadrata nella Nannetti, sulla sinistra Piave, con le brgg Divisione Bologna montagna Lupo), Tollot, Cacciatori delle Alpi, Vittorio Gramsci, Roveda e Costrignano, tutte mode- Veneto e alcuni btg autonomi. In seguito nesi. Quando la div fu riorganizzata dagli furono costituite numerose altre brgg che americani, anche le brgg bolognesi Toni entrarono a far parte delle due divv. La div Matteotti Montagna e GL Montagna furono Belluno ebbe un giornale, “Dalle vette al messe sotto il comando di Ricci. [O] Piave”, diretto dal bolognese Duilio B IBLIOGRAFIA. E. Gorrieri, La Repubblica di Argentesi*. Oltre 100 furono i partigiani Montefiorino. Per una storia della Resisten- bolognesi che militarono nella Nannetti, za in Emilia; M. Ricci, Intervento in L. perché tra la fine del 1943 e l’inizio del Bergonzini, La lotta armata, pp.623-8; 1944 il PCI bolognese aveva deciso di Lotte sociali e lotta armata. La Resistenza inviare nel Veneto i giovani che volevano nelle zone montane della Provincia di partecipare alla lotta di liberazione, rite- Bologna, Modena e Pistoia; La repubblica di nendo inadeguato l’Appennino. Il trasferi- Montefiorino medaglia d’oro della Resisten- mento avvenne in forma organizzata e per za, ANPI, Modena, 1980, pp.57; S. Prati, piccoli gruppi, in accordo con le organiz- G. Rinaldi, Quando eravamo ribelli... (La zazioni antifasciste di Padova. Si trattò del Valle del Panaro nella Resistenza), Modena, più massiccio trasferimento di armati avve- ANPI, 1978, pp. XXII+373; L. Casali, nuto nella Resistenza italiana. Una cin- Storia della Resistenza a Modena, Modena, quantina di combattenti rientrarono nel ANPI, 1980, pp.125; A. Tommasi De Mi- Bolognese e gli altri furono inseriti nelle cheli, Armando racconta, Milano, Vangeli- formazioni partigiane di Padova. Questi i sta, 1982, pp.291; E. Tassinari, Un “ameri- bolognesi che militarono nelle due div: cano” nella Resistenza, Ravenna, Longo, Libero Albertazzi*, Ezio Antonioni*, 1992, pp.152; G. Petracchi, “Intelligence” Francesco Antonioni*, Duilio Argentesi*, americana e partigiani sulla Linea Gotica. Giuseppe Armaroli*, Duilio Astri*, Ales- Con documenti inediti, Foggia, Bastogi, sandro Badiali*, Modesto Benfenati*, Lu- 1991, pp.180; Al di qua e al di là della Linea ciano Besoli*, Vero Betti*, Augusto Bian- Gotica, 1944-1945: aspetti sociali, politici e chi*, Ildebrando Bilacchi*, Adolfo Bolo- militari in Toscana e in Emilia-Romagna; gnini*, Lino Bonori*, Amleto Bonzi*, Di- Partigiani in trincea. La Divisione Modena no Bonzi*, Antonio Brenti*, Luigi Brini*, Armando sulla Linea Gotica 1944-1945; A. Armando Buttazzi*, Ettore Buttazzi*, Cotti, La seconda repubblica partigiana Otello Calzoni*, Libero Capponcelli*, dell’Emilia-Romagna. Porretta Terme - Dino Casadei*, Primo Cavicchi*, Luigi Ce- Gaggio Montano - Lizzano in Belvedere. scon*, Carlo Cicchetti*, Luciano Cre- Ottobre-novembre 1944. monini*, Guglielmo Cristoni*, Guerrino Dall’Omo*, Giuseppe De Luca*, Athos Divisione Nannetti Garibaldi. Il nome di Druidi*, Orlando Evangelisti*, Eligio Nino Nannetti* - un bolognese caduto Fabbri*, Mario Fabris*, Gilberto Fazzi*, nella guerra civile spagnola - fu dato nell’e- Giovanni Federici*, Enrico Frabboni*, state del 1944 ad un gruppo di brgg che Renato Galli*, Dario Galvani*, Giovanni

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Dizzola, Eccidio di. Il 14.10.1944 - ma Ma, dal momento che esisteva - e presto se secondo altra testimonianza sarebbe stato n’aggiunsero altri, mentre cresceva la varie- il 19 - i tedeschi rastrellarono 6 persone, tra tà merceologica dei prodotti - il problema partigiani e civili, a Casa Dizzola (Monzu- era quello di dargli una veste legale. Sui no) su Monte Sole, e le fucilarono. Le “negozi di Zanardi”, come furono subito salme furono trovate nella primavera del chiamati, si aprì una polemica senza fine. I 1946. Le vittime sono: Pietro Bugané*, commercianti protestarono perché subiva- Primo Bugané*, Roberto Bugané*, Tullio no una forte concorrenza. I consiglieri Bugané*, Giovanni Fabbri* e Arrigo comunali di minoranza, tutti d’estrema Lanzarini*. [O] destra, prima li osteggiarono, poi sostenne- ro che - essendo stati aperti con soldi del comune - erano di proprietà del comune. Il compito di trovare un’adeguata soluzione giuridica, senza snaturare la funzione dei E negozi, fu affidato al vice sindaco Nino Bixio Scota* e al prof. Leone Bolaffio*, un docente universitario d’orientamento libe- Ente autonomo dei consumi. Una delle rale. Nel gennaio 1916, su loro proposta, i principali realizzazioni della prima ammi- rappresentanti d’alcune organizzazioni nistrazione comunale socialista di Bologna, economiche e sindacali (la Società operaia, diretta da Francesco Zanardi*, fu l’Ente l’Associazione artigiani, il Sindacato com- autonomo dei consumi. Anche se faceva messi, il Sindacato impiegati civili e la parte del programma elettorale socialista, Federazione del PSI) costituirono l’Asso- nacque da un atto di spontanea reazione al ciazione dei consumatori alla quale il vertiginoso aumento dei prezzi, subito comune donò i 5 negozi funzionanti. dopo lo scoppio della prima guerra mon- L’Associazione predispose uno schema di diale nell’estate 1914. Dopo avere costata- statuto per la gestione dei negozi, ai quali to che il calmiere non aveva funzionato, fu dato il nome d’Ente autonomo dei con- Zanardi decise di aprire un negozio - in un sumi. Quando, il 2.8.1916, lo statuto, locale comunale sotto il portico del Palazzo approvato dal governo, fu pubblicato sulla del Podestà - dove uscieri del comune “Gazzetta ufficiale del Regno” l’Ente ebbe cominciarono a vendere uva al prezzo di finalmente i crismi della legalità. Furono costo, maggiorata di una modesta cifra per così sanate le irregolarità amministrative, le spese di gestione. Dopo l’uva fu la volta mentre le cifre anticipate dalla cassa comu- d’altri generi alimentari. Il pane era vendu- nale furono rimborsate. La prefettura e la to a 50 centesimi il chilo, contro i 60-80 dei magistratura non erano intervenute contro privati; la farina 50 contro 60; il riso 45 il sindaco, perché consapevoli che le irre- contro 55-60; le mele 20 contro 40-50 e golarità e i reati commessi erano andati a così via. Il sindaco, con l’assenso della vantaggio dei consumatori. Le polemiche e giunta, aveva impiegato somme prelevate le denunce contro l’amministrazione dalle casse comunali, senza le previste pro- comunale non cessarono dopo la sanatoria cedure di legge, a cominciare dall’approva- giuridico-amministrativa. La Società ano- zione di una regolare deliberazione da nima fra bottegai e fruttivendoli e la parte del consiglio, il quale era stato tenuto Società esercenti forni e pasterie presenta- all’oscuro di tutto. Quel che è peggio, rono invano più di un esposto alla magi- Zanardi aveva usato soldi del comune per stratura per sollecitare la chiusura dei un’impresa commerciale non prevista tra i negozi. Zanardi fu accusato di essere il vero compiti istituzionali dell’ente. Non si sape- padrone e di intascarne gli utili. Il quoti- va neppure quale fosse la natura giuridica diano cattolico scrisse che si era «fatto un del negozio, né chi fosse il proprietario. monumento sulla mollica di pane». I bolo-

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gnesi lo chiamarono il “sindaco del pane”. ra nella città rossa; P. Furlan, La cooperazio- Per consentire all’Ente di funzionare ade- ne di consumo bolognese nel fascismo, in Il guatamente, il comune adottò numerosi PNF in Emilia-Romagna, p.96; L. Arbiz- provvedimenti. Per prima cosa costruì un zani, N.S. Onofri, G.Ricci Garotti, L’unio- moderno forno per la confezione del pane. ne dei mille strumenti (Storia della coopera- Ha funzionato, in via don Minzoni, sino zione bolognese dal 1943 al 1956), Bologna, alla fine degli anni Settanta e oggi lo stabi- 1991, pp.255; G. Miti, Il forno del pane e le, chiamato il Forno del pane, ospita la l’ente dei consumi di Zanardi. Una storia Galleria d’arte moderna. Inoltre, acquistò (quasi) dimenticata, in “il Carrobbio”, 2 navi, per il trasporto di grano dall’Ar- XXVI, 2000, pp.267-322. gentina e di carbone dalla Gran Bretagna. Grazie ai “negozi di Zanardi”, Bologna Esercito brasiliano, vedi: Fôrça Expedi- non conobbe la fame negli anni della guer- cionària Brasileira. ra, come molte altre città. Meno che mai conobbe le sommosse contro il caroviveri. Esercito nazionale di liberazione albanese. Nel dopoguerra l’Ente continuò ad espan- Dopo essere stata occupata dall’Italia nel- dersi. Nel 1920 gestiva 21 negozi di generi l’aprile 1939, l’Albania diede vita ad un alimentari, più alcuni empori per la vendi- movimento partigiano, l’ENLA (Esercito ta di scarpe, tessuti ecc. Gestiva anche un nazionale di liberazione albanese), che ristorante-bar nella Sala Borsa in via Ugo organizzò oltre 50 mila patrioti. L’8.9.1943 Bassi. Il merito del suo grande sviluppo erano 6 le divv italiane di stanza in Albania. spetta a Romeo Galli*, che lo diresse per Alcuni reparti riuscirono ad imbarcarsi e molti anni, con Zanardi presidente. tornarono in Italia, mentre altri furono All’avvento del fascismo Zanardi e Galli attaccati dai tedeschi. La div Firenze, alcu- furono cacciati. Ma, nonostante le richieste ni reparti della Arezzo e altri ancora si dei commercianti, i negozi non furono opposero vittoriosamente ai tedeschi e si chiusi. Non volendo disperdere un grande unirono alle forze partigiane albanesi. In patrimonio, per non dire della funzione seguito le truppe italiane che avevano con- calmieratrice che esercitava, i fascisti si servato l’unità organizzativa si costituiro- limitarono a congelare l’Ente, impedendo- no in div Gramsci, mentre altri reparti gli di svilupparsi. Nel 1929, quando era entrarono nelle formazioni dell’ENLA. sull’orlo del fallimento, l’Ente fu salvato Queste formazioni restarono in linea sino dal podestà Leandro Arpinati. Grazie ad al 1945. [O] alcuni interventi finanziari riprese ad B IBLIOGRAFIA. F. Bonasera, Albania 1943- espandersi, per essere abbandonato a se 1944, Ancona, 1953, p.17; G. Lombardi, stesso nel 1933, quando Arpinati cadde in L’8 settembre fuori d’Italia, Milano, Mursia, disgrazia e finì al confino. L’Ente fallì nel 1966, pp.463; A. Serra. Albania. (settembre 1935 e il 14.10.35 dalle sue ceneri sorse la 1943-9 marzo 1944), Longanesi, Milano, Cooperativa bolognese di consumo, alla 1974, pp.320; Operazioni (Le) delle unità quale furono assegnati 18 negozi salvati dal italiane nel settembre-ottobre 1943, a cura fallimento. Divennero 23 negli anni della di M. Torsiello, Ufficio storico, Stato mag- seconda guerra mondiale, ma ridiscesero a giore esercito, Roma, 1975, pp.705; A. Bar- 17 a seguito delle distruzioni causate dai tolini, Storia della resistenza italiana all’e- bombardamenti. Il 30.5.1945 il prefetto, su stero, Padova, Rebellato, 1985, pp.474; A. designazione del CLN, nominò Zanardi Bartolini, Per la patria e la libertà. I soldati commissario della cooperativa. L’ex ente nella Resistenza all’estero dopo l’8 settem- risorse a nuova vita e oggi - con il nome di bre, Milano, Mursia, 1986, pp.360; A fian- Coop - è uno dei più importanti complessi co dei partigiani albanesi: testimonianze di del settore. [O] ex partigiani italiani che parteciparono alla B IBLIOGRAFIA. N.S. Onofri, La grande guer- lotta antifascista di liberazione nazionale del

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popolo albanese, Roma, 1987, pp.256; G. dell’Egeo, Milano, 1957, pp.331; L. Ghilar- Zanette, Tempesta sulle Alpi albanesi, dini, Sull’arma si cade ma non si cede. I mar- Milano, Mursia, 1987, pp.253; B. Brunetti, tiri di Cefalonia e Corfù, Genova, 1965, Da oppressori a combattenti per la libertà. pp.260; G. Lombardi, L’8 settembre fuori Gli italiani della divisione partigiana “A. d’Italia, Milano, Mursia, 1966, pp.463; R. Gramsci” nella lotta di liberazione del popo- Formato, L’eccidio di Cefalonia, Milano, lo albanese, Lucca, 1989, pp.338; Lotta Mursia, 1968, pp.463; Operazioni (Le) armata e Resistenza delle forze armate ita- delle unità italiane nel settembre-ottobre liane all’estero, a cura di B. Dradi Maraldi 1943, a cura di M. Torsiello, Ufficio storico e R. Pieri, Milano, Angeli, 1990, pp.680; V. Stato maggiore esercito, Roma, 1975, Azzi, Il prezzo dell’onore. Albania 1943- pp.705; A. Bartolini, Storia della resistenza 1944, Milano, Mursia, 1996, pp.301; M. italiana all’estero, Padova, Rebellato, 1985, Coltrinari, La resistenza dei militari ita- pp.474; A. Bartolini, Per la patria e la liber- liani all’estero: l’Albania, Roma, 1999, tà. I soldati nella Resistenza all’estero dopo pp.XXX+1.144. l’8 settembre, Milano, Mursia, 1986, pp.360; Lotta armata e Resistenza delle Esercito popolare di liberazione greco forze armate italiane all’estero, a cura di B. (ELAS). Aggredita dall’Italia il 28.10.1940, Dradi Maraldi e R. Pieri, Milano, Angeli, la Grecia seppe resistere sino al 6.4.1941 1990, pp.680; Divisione (La) “Acqui” a quando capitolò a seguito dell’intervento Cefalonia settembre 1943, a cura di G. della Germania e della Bulgaria. Anziché Rochat e M. Venturi, Milano, Mursia, un solo movimento di resistenza, in Grecia 1993, pp.351; G. Giraudi, La Resistenza ne sorsero tre, spesso in contrasto tra loro. dei militari italiani all’estero. Grecia conti- Il primo, tra il 1941 e il 1942, fu l’ELAS nentale e isole dello Jonio, Roma, Rivista (Esercito popolare di liberazione greco), militare, 1995, pp.XVII+635. promosso dalle forze di sinistra e in parti- colare dai comunisti. Altre formazioni Esercito popolare di liberazione jugoslava. furono l’EDES (Esercito greco democrati- Aggredita e occupata dalla Germania, co-popolare), e l’EOKA d’ispirazione dall’Italia, dall’Ungheria e dalla Bulgaria il monarchica. Nell’ottobre 1944, al momen- 6.4.1941, la Jugoslavia ebbe due movimen- to della liberazione, l’ELAS aveva un eser- ti di resistenza: l’EPLJ (Esercito popolare cito di 133 mila uomini. Oltre 10 mila i di liberazione jugoslava), comandato da suoi caduti. Erano una decina le divv italia- Tito, e un movimento filomonarchico - i ne di stanza in Grecia e nelle isole Cetnici - guidato dal generale Draza l’8.9.1943, al momento dell’armistizio. Mihajlovic. Spesso Cetnici ed EPLJ si Quasi tutte resistettero al tentativo dei scontrarono. Erano una quindicina le divv tedeschi di disarmarle e combatterono italiane dislocate in quella nazione al come a Cefalonia, Corfù, Lero. I militari momento dell’armistizio. Alcune, per la fatti prigionieri furono internati in Ger- viltà dei comandanti, si arresero, mentre la mania. I reparti che poterono conservare la maggior parte si opposero ai tedeschi col- loro unità, si allearono con l’ELAS per laborando con l’EPLJ. A Spalato, in combattere il comune nemico. A questi fu Dalmazia, i reparti italiani si costituirono concessa la qualifica di truppe alleate. In nel btg Garibaldi divenuto poi div. Sempre Macedonia i militari assunsero la denomi- in Dalmazia furono costituiti i btgg Gari- nazione di Truppe italiane della Macedonia baldi e Matteotti che diedero vita alla div orientale (TIMO). [O] Italia, la quale operò anche in Bosnia. Una B IBLIOGRAFIA. L. Ghilardini, I martiri di div Garibaldi operò in Montenegro. [O] Cefalonia, Milano, Rizzoli, 1952, pp.179; F. B IBLIOGRAFIA. G.B. Oxilia, La divisione ita- Ferrari, Cefalonia, settembre 1943, Parma, liana partigiana “Garibaldi” in Bosnia e nel 1953, pp.31; E. Fino, La tragedia di Rodi e Montenegro, Roma, 1946; I. Forni, G.

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chiusa la vertenza iniziata nel gennaio 1914 numerosi proprietari agricoli - non si sa se e interrotta dopo l’eccidio di Guarda del con una strategia preordinata - cominciaro- 5.10.1914, la lega sindacale chiese e otten- no a denunciare i sindacalisti con i quali ne - oltre a richieste salariali e normative - avevano firmato i patti comunali e azienda- il pagamento di una cifra forfettaria di 270 li. L’accusa era d’estorsione. Essendo mila lire. Gli agricoltori, pur sostenendo obbligatorio il mandato di cattura per que- che si trattava di una “taglia”, accettarono sto reato, la magistratura ordinò l’arresto per chiudere la vertenza. La lega controre- di un centinaio di sindacalisti, non pochi plicò che era la compensazione che spetta- dei quali si rifugiarono nella Repubblica di va a braccianti e mezzadri per mancati gua- S. Marino. Alcuni magistrati emisero sen- dagni. Dopo l’eccidio di Guarda e il conse- tenze d’assoluzione e altri di condanna. Poi guente arresto di oltre 200 dirigenti sinda- in estate - difficile dire il motivo, anche cali e lo scioglimento della lega, gli agricol- perché le carte processuali non sono anco- tori avevano corrisposto a braccianti e ra consultabili - quasi tutti i mandati di cat- mezzadri livelli salariali e retributivi infe- tura furono revocati. Tra i numerosi con- riori a quelli previsti dai contratti in vigore. dannati va ricordato Attilio Gadani*, con- Di qui la richiesta di compensazione collet- dannato a 2 anni e 4 mesi e ucciso dai fasci- tiva. L’accordo sindacale, “taglia” compre- sti nel 1944. Andrea Ercolani* e Luigi sa, fu firmato con l’assenso della prefettu- Fabbri* - capolega di Castel S. Pietro il ra. Le 270 mila lire non furono divise tra i primo e di Budrio l’altro - mentre erano in lavoratori, ma versate al comune di prigione in attesa del processo furono pre- Molinella e destinate alla costruzione del- sentati dal PSI quali “candidati di prote- l’asilo infantile della frazione Alberino. Nel sta”, alle elezioni politiche del 1921, ed gennaio 1920 la Federterra, - la Federa- eletti alla Camera. Le “taglie”, come a zione provinciale dei lavoratori della terra - Molinella, non furono divise tra i lavorato- promosse una vertenza provinciale, per ri. Il grosso delle somme andò agli enti assi- mezzadri e braccianti, analoga a quella di stenziali comunali e solo una minima parte Molinella. Durò sino al 25.10.1920 quando pare sia restata nelle casse del sindacato. - con la mediazione della prefettura - fu fir- Essendo stata distrutta dai fascisti tutta la mato il Concordato Paglia-Calda. La ver- documentazione archivistica della Feder- tenza ebbe aspetti di grande asprezza, da terra, è difficile oggi fare il punto. ambo le parti. Gli agricoltori, piuttosto che L’8.4.1921 il sindacato fascista di S. Pietro cedere alle richieste dei mezzadri, preferi- in Casale in un esposto al prefetto scrisse rono lasciare marcire nei campi la metà del che la lega aveva donato 105 mila lire alla raccolto, anche perché la mutua antiscio- Congregazione di carità comunale. Poiché pero avrebbe risarcito il danno. Le leghe la cifra era depositata presso l’esattoria usarono l’arma dei boicottaggio in modo Santi di Bologna, ne chiese il sequestro e la indiscriminato e spesso incomprensibile. restituzione ai proprietari (ASB, GP, 1921, Quando furono firmati i patti aziendali - b. 1.346, cat.7, fas.1). Il settimanale cattoli- come prevedeva il Concordato - le leghe co d’Imola “Il Diario” chiese ripetutamen- comunali chiesero una cifra extra-contrat- te alle leghe locali il rendiconto delle tuale come a Molinella. Furono così pagate somme ricevute. Scrisse che nell’Imolese centinaia di piccole “taglie”. Firmato la poco meno di 60 mila lire erano state ver- mattina del 25.10.1920, il Concordato fu sate alle congregazioni di carità comunali: strappato nel pomeriggio quando le squa- 30 mila a quella d’Imola e il resto a quelle dre fasciste cominciarono le prime spedi- di Dozza, Casalfiumanese, Fontanelice, zioni punitive a S. Lazzaro di Savena e Borgo Tossignano e Castel del Rio (“Il Ozzano Emilia, poi estese ad altri comuni Diario”, n.45, 1921). Anche se la magistra- agricoli. Nei primi mesi del 1921, quando tura non aveva avallato completamente la la violenza fascista trionfò nelle campagne, tesi delle estorsioni sindacali, la questura

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proseguì a lungo su questa linea. Il stro Crispi proclamò in Sicilia lo stato d’as- 4.4.1923 il questore informò il prefetto di sedio e sciolse le organizzazioni operaie avere fatto arrestare e denunciare 4 operai locali, oltre che il PSI in tutta la nazione. per «appropriazione indebita per riscossio- Nicola Barbato, Garibaldi Bosco, Giusep- ni percentuali salari operai organizzati pe De Felice Giuffrida, Giacomo Montalti, Bonifica Renana» a Molinella. (ASB, GP, Bernardino Verro e altri dirigenti dei Fasci 1923, b. 1.389, cat. 7, fas. 1, “Molinella”). siciliani furono processati e condannati a All’epoca - mentre oggi i contributi sinda- pesanti pene. [O] cali sono trattenuti in busta paga - i brac- B IBLIOGRAFIA. R. Marsilio, I fasci siciliani, cianti erano soliti versare il 10 per cento del Milano, Avanti!, 1954, pp.90; S.F. Romano, salario alla lega quale quota sindacale. Storia dei fasci siciliani, Bari, Laterza, 1959, Inoltre, il 14.4.1923 il questore informò il pp.575; F. Renda, I fasci siciliani, 1892- prefetto di avere fatto arrestare per estor- 1894, Torino, Einaudi, 1977, pp.382. sione 2 operai perché «nella loro qualità di collettori dell’organizzazione socialista di Fascio d’azione rivoluzionaria. Nacque a Molinella riscuotevano dagli operai orga- Milano, alla fine del 1914, su iniziativa nizzati la percentuale del 10 per cento» degli interventisti, tra i quali Benito (ASB, idem). [O] Mussolini espulso dal PSI. Doveva riunire B IBLIOGRAFIA. N.S.Onofri, La strage di gli interventisti in un’organizzazione, indi- Palazzo d’Accursio; R. Vighi, Per il sociali- pendentemente dal partito d’appartenen- smo, l’antifascismo, le autonomie, p.56. za. Raccolse l’adesione d’alcuni anarco-sin- dacalisti, di pochi iscritti al PRI e al Partito radicale e di pochissimi militanti usciti dal PSI. A Bologna il suo equivalente era il F Fascio democratico di resistenza . [O] Fascio di combattimento di Bologna. Gli ex combattenti bolognesi disertarono l’a- Falchi rossi. Nel periodo prefascista era dunata che si tenne a Milano il 23.3.1919, un’organizzazione del PSI, che operava quando Benito Mussolini fondò il Fascio di all’interno della FGSI. Curava il recluta- combattimento. Il giorno dopo la notizia mento dei giovanissimi e organizzava cam- dell’avvenimento non apparve sul “Gior- peggi estivi. Aveva un periodico dal titolo nale del Mattino” - il quotidiano interven- “Il Cuore”. Rinata nel 1945, ha avuto una tista bolognese, diretto da Pietro Nenni, vita breve e stentata. [O] all’epoca iscritto al PRI - ma su “il Resto del Carlino”. La maggioranza degli inter- Fasci siciliani. Nel 1893 in Sicilia si ebbero ventisti e degli ex combattenti bolognesi numerosi moti spontanei d’operai e conta- non condivideva la linea politica del nuovo dini per conquistare migliori condizioni di organismo. Cedendo alle sollecitazioni di vita. Si ebbero occupazioni di terre, scio- Mussolini, i combattenti bolognesi decise- peri e assalti contro municipi. In alcuni casi ro di costituire il fascio. La sera del i lavoratori si presentarono per la prima 9.4.1919 si tenne un’assemblea d’ex com- volta alle elezioni e conquistarono più di battenti, nel corso della quale parlarono un comune. In molti centri furono costitui- Guido Bergamo*, Nenni e Ferruccio te varie organizzazioni operaie alle quali Vecchi, inviato da Mussolini per controlla- furono date il nome di Fasci operai. Il re la manifestazione. I primi due oratori governo represse con la forza questo movi- illustrarono un programma politico di sini- mento. A Caltavuturo (PA) furono uccisi stra e di netta intonazione antimonarchica. 13 lavoratori da polizia e carabinieri e 10 a Inoltre, invitarono ad uscire dalla sala i Partinico (PA). Il 3.1.1894 il primo mini- combattenti socialisti e cattolici, perché

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non graditi. L’invito rivolto ai socialisti era numerosi scontri con i socialisti e a Lodi fu superfluo, dal momento che non erano arrestato perché coinvolto nell’uccisione di intervenuti. Uscirono i cattolici ed alcuni un lavoratore e nel ferimento di altri. monarchici, che non condividevano l’o- All’inizio del 1920 dal Fascio uscirono rientamento repubblicano e la linea anti- numerosi elementi di sinistra e del PRI per mussoliniana che si andava delineando. Il cui ad Arpinati - tornato a Bologna - riuscì giorno dopo il quotidiano cattolico l’operazione fallita da Pedrini. Nonostante “L’Avvenire d’Italia” scrisse che era nato il suo attivismo, il Fascio restò per molti un Fascio «a tinta socialistoide». Il gruppo mesi un’organizzazione meno che modesta. dirigente del Fascio fu composto da Le cose mutarono il 17.9.1920 quando Bergamo (PRI), Renzo Fontanesi (d’orien- l’Associazione di difesa sociale arruolò 300 tamento repubblicano), Nenni (PRI), armati per la protezione degli esponenti Adelmo Pedrini* (anarchico) e Dino della lista di destra “Pace libertà lavoro”, Zanetti (monarchico e nazionalista). Il presentata per le elezioni amministrative. Fascio era nato, ma su una posizione del L’Associazione - finanziata da industriali, tutto diversa da quella mussoliniana. Per commercianti ed agrari - si rivolse alle tre questo, alcuni giorni dopo Zanetti e un organizzazioni paramilitari che operavano gruppo di monarchici uscirono e fondaro- a Bologna: il Fascio, i Sempre pronti per la no la Lega antibolscevica popolare, la patria e per il re e i Legionari fiumani. Il quale avrebbe dovuto essere la sezione più sollecito a rispondere all’invito del- bolognese del Fascio. La linea politica del l’Associazione fu Arpinati. Arruolò 300 Fascio bolognese, sin dall’inizio, non risul- armati - molti dei quali usciti dai ranghi dei tò gradita al comandante del Corpo d’ar- Sempre pronti e dei Legionari fiumani - e li mata il quale, il 18.4.1919, ordinò ai milita- mise a disposizione dell’Associazione. Il ri di rassegnare le dimissioni perché l’orga- questore - che approvò e favorì l’iniziativa nizzazione era «antistatale». Erano ancora - informò al prefetto che l’Associazione numerosi gli ex combattenti, come Nenni, aveva fatto un primo grosso stanziamento, che vestivano la divisa. Osteggiato da al quale ne sarebbero seguiti altri. Il prefet- Mussolini, dall’autorità militare e dal pre- to non ordinò lo scioglimento del nuovo fetto e abbandonato da Nenni, che in ago- corpo armato, per cui il Fascio poté dare sto si era trasferito a Milano, e da Bergamo, corso alla propria riorganizzazione interna tornato a casa in Veneto, il Fascio non ebbe su basi militari (ASB, GP, 1921, b.1.350, vita facile e si dissolse quasi subito. Era tal- cat.7, fas.1). Il 20.9.1920 le prime squadre mente inconsistente che nell’estate 1919 armate fasciste fecero la loro apparizione Garibaldo Pedrini - segretario della Lega nelle strade di Bologna. Assalirono il risto- antibolscevica - riuscì a farsi nominare rante-bar della Borsa, in via Ugo Bassi - un fiduciario, con l’incarico di riorganizzarlo e locale gestito dall’Ente autonomo dei con- allinearlo sulla posizione di Mussolini. In sumi e frequentato prevalentemente da quel periodo, il futuro dittatore sosteneva socialisti - e uccisero l’operaio Guido la necessità di dare vita ad un grande schie- Tibaldi*. Altre spedizioni, tutte sanguino- ramento di destra, in vista delle elezioni se, seguirono nei giorni successivi. Il politiche del novembre 1919. Gli iscritti al 10.10.1920 il Fascio fu rifondato e, per Fascio d’orientamento repubblicano e di questo, fu chiamato il secondo Fascio di sinistra si riorganizzarono e riuscirono a combattimento di Bologna. Dieci giorni sventare la manovra di Pedrini, subito dopo, su proposta d’Arpinati, l’assemblea espulso con alcuni elementi di destra di degli iscritti approvò un nuovo programma recente iscrizione. Tra questi vi era l’ex e un nuovo statuto, perfettamente allineati anarchico Leandro Arpinati, che si trasferì sulle posizioni di Mussolini. Sempre su a Milano ed entrò a far parte della guardia proposta d’Arpinati - confermato segreta- del corpo di Mussolini. Prese parte a rio - furono espulsi gli elementi repubbli-

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cani e di sinistra che avevano preso parte quando divenne sottosegretario al ministe- alla fondazione del primo nell’aprile 1919. ro dell’Interno. Lo sostituì prima Fran- Ai primi di novembre uscì “L’Assalto”, il cesco Ramponi (12.4.1929) poi Mario Ghi- periodico del Fascio diretto da Giovanni nelli (22.6.1929), il suo più fidato collabo- Leone Castelli detto Nanni. Dopo avere ratore. Nel 1933 Arpinati cadde in disgra- completato la riorganizzazione militare, il zia e la federazione fascista, il 24.6.1933, fu Fascio divenne il braccio armato della con- commissariata da Ciro Martignoni. Dopo trorivoluzione preventiva che la destra l’allontanamento di tutti gli arpinatiani - politica bolognese aveva deciso di scatena- molti dei quali finirono al confino, come re contro la sinistra. La mattina del Arpinati - furono nominati da Roma: Um- 25.10.1920 fu firmato il Concordato berto Angelini (20.5.1934); Cesare Colliva Paglia-Calda - che metteva fine ad una ver- (22.7.1934); Alfredo Leati (25.6.1936) e tenza durata dieci mesi - e nel pomeriggio Vittorio Caliceti (10.1.1940). Morto Ca- le prime squadre armate si recarono nei liceti, gli subentrò il suo vice Piero Mon- comuni agricoli d’Ozzano Emilia e S. zoni (23.8.1940). Il 3.7.1943 fu nominato Lazzaro di Savena per strapparlo. Il Angelo Lodini che restò in carica sino al 4.11.1920, per festeggiare il secondo anni- 25.7.1943. Nelle elezioni del 16.11.1919 il versario della fine della guerra, i fascisti Fascio votò per la Lista dei combattenti, assalirono la sede della CCdL in via che ebbe 5.556 voti e nessun deputato. d’Azeglio 43 e la misero a sacco, grazie Nelle politiche del 15.5.1921 il Fascio pre- soprattutto alla viltà del segretario provin- sentò la lista Blocco nazionale con il fascio ciale Ercole Bucco. Il 21.11.1920, infine, per emblema nella circoscrizione di Bo- raccolsero la più grossa e decisiva vittoria logna (BO, FE, FO e RA). Raccolse 12.883 quando assalirono Palazzo d’Accursio, per voti nel comune di Bologna, 24.435 nella impedire l’insediamento della seconda provincia e 96.267 nella circoscrizione. amministrazione comunale socialista. Elesse 6 deputati. Il più votato fu Mussoli- Provocarono gli incidenti che costarono la ni. In quelle del 6.4.1924 ebbe 459.154 voti vita a 11 persone: un consigliere di mino- nella Circoscrizione regionale e 27 deputa- ranza e 10 lavoratori. I feriti furono una ti. Nella provincia di Bologna raccolse cinquantina. Arpinati lasciò la segreteria 111.112 voti dei quali 28.463 nel comune del Fascio il 5.12.1921 perché non fu in di Bologna. [O] grado, al termine di un’assemblea, di dare B IBLIOGRAFIA. C. Valente, La ribellione anti- il resoconto finanziario dell’acquisto di socialista di Bologna; Nello (Clodoveo alcuni camion chiesto da Dino Grandi e Bonazzi), L’epicentro del fascismo, in Aldo Oviglio (N.S. Onofri, La strage di “Sempre! Almanacco N° 2 (1923/24) di Palazzo d’Accursio, p.222). La riassunse ‘Guerra di Classe’”, pp.30-44; I. Luminasi, quando Mussolini, con lettera in data R. Valianti, Cronache della vigilia rivoluzio- 19.2.1922, gli scrisse «Devi riprendere il naria fascista nella provincia di Bologna, in tuo posto» (G. Cantamessa Arpinati, Panorami di realizzazioni del fascismo, Arpinati mio padre, p.49). Grazie all’ap- Roma, 1942, vol.IV/2, pp.609-19; Il movi- poggio di Mussolini, riuscì a respingere gli mento delle squadre in Emilia, in Panorami assalti di Grandi e Gino Baroncini, contra- di realizzazioni del fascismo, Roma, 1942, ri alla sua linea politica. Nel 1924, in occa- vol. IV/2, pp.609-744; G. Pini, Le legioni sione delle elezioni politiche, la direzione bolognesi in armi; A. Manaresi, Ricordi di del PNF impose a Bologna un commissario Bologna rossa, in “Nuova Antologia”, straordinario, nella persona di Edoardo fasc.CCCLXIV, 1932, pp.19-37 (Il saggio, Rotigliano. Lo stesso anno Arpinati fu con il titolo Bologna rossa, è stato ripubbli- nominato prima commissario e poi segreta- cato in A. Manaresi, Aprite le porte, Roma rio. Mantenne la carica nel 1926, quando 1933, pp.127-58); D. Zanetti, L’anima nella fu nominato podestà, e la lasciò nel 1929, bufera; A. Manaresi, Eccidio di Palazzo

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d’Accursio, in Panorami di realizzazioni del zio del conflitto nel 1915 e non va confuso fascismo, Roma, 1942, vol.II, pp.113-8; B. con il Fascio democratico di resistenza Uva, La crisi del massimalismo socialista e la nazionale, costituito a Bologna nel giugno nascita del fascismo a Bologna, Roma, 1918 dai partiti interventisti. [O] Conte, 1962, pp.39; L. Arbizzani, L’avven- Bibliografia: N.S. Onofri, La grande guerra to del fascismo nel bolognese, in “Movimen- nella città rossa. to operaio e socialista”, n. 2-3, 1964; F. Musiani Tarozzi, Il primo e secondo “Fascio Fascio libertario bolognese, vedi: Federa- di combattimento” di Bologna nelle carte zione anarchica italiana. dell’Archivio riservato del Gabinetto di pre- fettura (1919-1922), in “Atti e memorie Fascio operaio di Bologna. All’indomani della Deputazione di storia patria per le della Comune di Parigi - proclamata il province di Romagna”, vol. XXIII, 1972, 18.3.1871 - in Italia furono costituite nu- pp.335-440; N.S. Onofri, La strage di merose organizzazioni operaie a carattere Palazzo d’Accursio; Bologna 1920, le origini internazionalista, con ideologie non ben del fascismo; N. Galassi, Il fascismo a Imola definite, a metà strada tra Michele Bakunin (1914-1929); N. Galassi, Imola dal fascismo e Giuseppe Mazzini. La prima nacque a alla liberazione (1930-1945); N.S. Onofri, Bologna il 27.11.1871 e si chiamò Fascio Fu fascista la violenza nella provincia di operaio. Principale promotore e primo Bologna tra il 1920 e il 1945, in “Resistenza segretario fu l’ex garibaldino Erminio oggi”, n.1, 2000, pp.23-36; N.S. Onofri, I Pescatori, coadiuvato da Ernesto Poggio- tanti e contraddittori elenchi dei caduti bolo- lini ed Abdon Negri. I promotori - che gnesi della “rivoluzione fascista”, in “Resi- saranno chiamati internazionalisti - si stenza oggi”, n.2, 2001, pp.29-37; N.S. erano riuniti «allo scopo di fondare una Onofri, Agrari e industriali finanziarono il società di lavoratori che, prescindendo partito fascista a Bologna, in “Resistenza dalle gare politiche e religiose, corrispon- oggi”, n.3, 2002, pp.37-45; M. Franzinelli, desse in miglior modo delle esistenti, ai Squadristi, Milano, Mondadori, 2003, bisogni urgenti della classe operaia, e atti- pp.464. vasse i mezzi di rendere possibile l’unione e la solidarietà» fra tutti i lavoratori d’Italia Fascio democratico di resistenza. Era la e delle altre nazioni «per attingere quella versione bolognese del Fascio d’azione forma e quella potenza, atte a sciogliere la rivoluzionario fondato a Milano dagli mondiale questione sociale, l’emancipazio- interventisti alla fine del 1914. Fu costitui- ne, cioè, della parte più generosa e più to il 18.12.1914 da Mario Bonzani, Gino sventurata dell’umanità, quella del proleta- Bondanini*, Dante Calabri*, Ulisse Luc- riato» (“Fascio operaio” n.1, 27.12.1871). chesi*, Pietro Martinelli e M. Muratori. Il Fascio ebbe l’adesione di oltre 500 per- Ebbe l’adesione del PRI, dell’Associazione sone, tra Bologna e Imola. Uno dei primi a radicale, del Circolo socialista indipenden- aderire fu Giuseppe Garibaldi. Dopo il te e di pochi anarchici, tra i quali Leandro congresso nazionale dei fasci, tenuto a Arpinati. Al Fascio non aderirono espo- Rimini il 4.8.1872 - nel corso del quale gli nenti liberali, cattolici e nazionalisti. Meno internazionalisti italiani si schierarono a che mai vi aderirono i socialisti del PSI, ad fianco di Bakunin e contro Karl Marx - eccezione di Lucchesi. Il Fascio - il cui Costa fu eletto segretario della commissio- periodico ufficiale era “La Riscossa” - ne nazionale di corrispondenza e Bologna organizzò quasi tutte le manifestazioni a divenne la capitale degli internazionalisti. favore dell’intervento dell’Italia in guerra, Con la divisione dei socialisti dagli anarchi- oltre che le aggressioni fisiche contro gli ci, il movimento internazionalista ebbe un esponenti del PSI che si battevano contro lungo e faticoso travaglio che sfociò, anni la guerra. Si estinse quasi subito dopo l’ini- dopo, nella nascita del primo partito politi-

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co dei lavoratori. Il Fascio operaio ebbe un sterio. Al termine, mentre i convenuti sfol- organo settimanale, “Il Fascio operaio” che lavano, Vellani fu affrontato da alcuni poli- aveva il sottotitolo “Monitore del proleta- ziotti e da un gruppo di Sempre pronti gui- riato. Periodico Democratico-sociale. dati da Dino Zanetti, in via Indipendenza Organo dell’Associazione di tal nome della angolo via Bertiera. Adducendo il pretesto Regione di Bologna”. Era diretto da Enrico che aveva tentato di aggredirli - pur essen- Pescatori e aveva Andrea Costa tra i redat- do disarmato - polizia e nazionalisti spara- tori. Fu più volte sequestrato e dopo il rono e l’uccisero. Per ricordarlo, fu murata numero 10 del 2.3.1872 si fuse con “Il una lapide - in seguito distrutta dai fascisti Romagnolo” di Ravenna. [O] - sulla facciata della sede della CCdL in via B IBLIOGRAFIA. A. Venturini, Assise di d’Azeglio 43. Il testo: «Questa casa dei Bologna. Processo degli internazionalisti. lavoratori/ fu camera ardente/ per Amleto Difesa dell’avvocato Aristide Venturini. 2 Vellani/ popolano fiero ed onesto/ volontà giugno 1876, Bologna, Zanichelli, 1876, ferrea e fede adamantina/ La sbirraglia pp.48; G. Ceneri Difesa proferita per della borghesia/ con la mitraglia gli spezzò Andrea Costa nell’udienza 18 e 19 maggio il cuore generoso/ mentre per le vie di 1876 del processo degli Internazionalisti dal- Bologna/ ruggiva la protesta proletaria/ l’avvocato Giuseppe Ceneri, Bologna, Che il suo sangue germogli/ la ribellione/ Zanichelli, 1876, pp.87; L. Lipparini, Ucciso il 3 dicembre 1919». [O] Andrea Costa rivoluzionario, Milano, Longanesi, 1977, pp.305; Andrea Costa Fazzolo di Malfolle, Eccidio di. Il nella storia del socialismo italiano, a cura di 22.7.1944 a Pioppe di Salvaro (Marza- A. Berselli, Bologna, il Mulino, 1982, botto) i partigiani attaccarono un contin- pp.319; N. Galassi, Vita di Andrea Costa, gente tedesco e uccisero due militari. In Milano, Feltrinelli, 1989, pp.653; G. quel periodo i tedeschi ed i fascisti era soli- Pendola, Il “Fascio Operaio” di Bologna ti organizzare periodici rastrellamenti per (1871/72), in “Volontà”, n.4, 1978, pp.271- sloggiare i partigiani da Monte sole. In 81. Per il giornale cfr. P. Neri, Il giornali- località Fazzolo di Malfolle e a Pioppe i smo bolognese nel periodo post-unitario, in tedeschi rastrellarono 15 persone. Il 23 ne “L’Archiginnasio”, 1963, p.305. fucilarono 10: Fernando Cucchi*, Pietro Golfetti*, Aldo Melega*, Domenico Mi- Fascio socialista comunista. Era un’orga- nelli*, Celso Serenari*, Valentino Simo- nizzazione anarchica costituita a Bologna nini*, Aldo Stanzani*, Emilio Stanzani*, alla fine del 1919 con lo scopo di unire le Giuseppe Venturi*, Francesco Zanardi* forze rivoluzionarie esistenti nel PSI e nel di Angelo. I loro corpi furono dati alle movimento anarchico, con l’esclusione dei fiamme. [O] riformisti. Fu promossa da Armando Borghi, uno dei massimi esponenti del Federazione anarchica italiana, (FAI). Il movimento anarchico, che allora viveva a movimento anarchico, che non si era mai Bologna. Segretario fu Amleto Vellani. Il dato una struttura organizzativa sia nazio- Fascio non svolse alcuna attività politica e nale sia di base, all’inizio del XX secolo non ebbe consistenza organizzativa. La cominciò ad esaminare l’opportunità di sera del 3.12.1919 Vellani fu ucciso al ter- adeguarsi alle esigenze di un movimento di mine di una manifestazione popolare. massa. A differenza del PSI che propugna- Dopo l’aggressione subita a Roma, davanti va una linea evoluzionista e di trasforma- a Montecitorio, da alcuni deputati sociali- zione della società con riforme politiche, il sti, nel paese si tennero numerose manife- movimento anarchico aveva mirato alla tra- stazioni di protesta. A Bologna un’impo- sformazione rivoluzionaria della società. nente manifestazione si svolse, senza inci- Parafrasando quanto Andrea Costa aveva denti, in via Irnerio, nell’area dell’ex sferi- sostenuto nel 1879 nella lettera Ai miei

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amici di Romagna, nel 1910 il periodico minazione d’UAI e costituita la Federazio- anarchico bolognese scrisse: «Decenni di ne comunista libertaria. Il 23.6.1945 a propaganda rivoluzionaria hanno fallito Milano fu costituita la Federazione comu- completamente» (“L’Agitatore”, 18.12.1910). nista libertaria alta Italia. Il 15-19.9.1945, Di qui la necessità di dare al movimento al primo congresso nazionale postbellico nuove strutture politico-organizzative, pur che si tenne a Carrara, fu costituita la senza arrivare, come i socialisti, ad entrare Federazione anarchica italiana e prevalsero in parlamento e nei comuni. Il movimento i fautori dell’organizzazione di partito. Fu, anarchico avrebbe dovuto espandersi nel infatti, nominato un consiglio nazionale, sindacato. Solo che, dopo avere subìto la come sono soliti fare i partiti tradizionali. separazione politica dai socialisti nel 1892 Con il rientro in Italia di Borghi - dopo un a Genova, quando nacque il PSI, nei primi esilio ventennale - e la riorganizzazione dei anni del XX secolo gli anarchici dovettero gruppi spontaneisti, la tendenza fu inverti- subire anche la separazione sindacale. ta al congresso successivo. I fautori della Espulsi dalla CGdL nel 1908, nel 1912 die- struttura-partito, ma vi erano altri motivi di dero vita all’USI. Dopo la nascita della differenziazione, uscirono dalla FAI e die- struttura sindacale anarchica, fu la volta di dero vita alla Federazione libertaria italia- quella politica, l’Unione comunista anar- na. Nel 1945 riprese le pubblicazioni chica italiana, nata al termine del congres- “Umanità Nova” con periodicità settima- so nazionale di Firenze del 12-14.4.1919. nale. Prima del fascismo nella provincia di Ebbe sempre una vita non facile e un peso Bologna operarono la Federazione liberta- modesto, perché le strutture anarchiche di ria bolognese e la Federazione libertaria base non rinunciarono all’autonomia. Il imolese. Da un rapporto della polizia risul- nuovo organismo - osteggiato da molte ta che nel 1914 a Bologna esistevano 6 strutture di base - avrebbe dovuto al massi- associazioni anarchiche con 564 aderenti e mo coordinare l’attività del movimento 3 ad Imola. A Bologna funzionava pure anarchico italiano e non organizzare e pre- l’Unione anarchica bolognese. Negli anni costituire strutture fisse, con apparati e della prima guerra mondiale - anche per- funzionari di partito. Al secondo congres- ché la maggior parte dei dirigenti furono so, svoltosi a Bologna dall’1 al 4.7.1920, fu chiamati alle armi o internati in comuni del cancellato il termine comunista, per cui il meridione - l’organizzazione anarchica si nome ufficiale fu quello d’Unione anarchi- dissolse. Il 31.12.1916 fu costituita l’U- ca italiana. Il terzo e ultimo congresso nione anarchica Emiliano-Romagnola al dell’UAI si tenne ad Ancona l’1-2.11.1921. termine di un congresso regionale. Organo ufficiale degli anarchici fu Trasferita ad Imola nel 1919, l’Unione si “Umanità Nova”. Durante il ventennio dissolse nel 1920. Nel dopoguerra, con la fascista quasi tutti i dirigenti anarchici fini- ripresa dell’attività politica e la nascita rono in carcere e al confino e non pochi dell’UAI, gli anarchici si riorganizzarono a andarono in esilio. Decine i militanti uccisi Bologna e nel 1920 diedero vita al Fascio dai fascisti e centinaia quelli condannati a libertario bolognese. Difficile dire quanti pene detentive. Gli anarchici parteciparo- dei 7 principali gruppi anarchici bolognesi no attivamente alla lotta di liberazione. Brg vi siano confluiti. A Bologna, come ad anarchiche operarono nel Milanese (la “E. Imola, il movimento anarchico fu sempre Malatesta” e la “P. Bruzzi”, anche se inqua- diviso in numerosi circoli, i quali rifiutava- drate nelle formazioni Matteotti), in no la presenza di un unico centro dirigen- Liguria, Massa Carrara e Piacenza. Il te. I principali esponenti di Bologna nel 10.9.1944 a Napoli già liberata si tenne un periodo prefascista furono Armando convegno dei gruppi anarchici di Lazio, Borghi, Clodoveo Bonazzi*, Pietro Co- Puglia, Lucania, Umbria, Toscana e mastri*, Ettore Cuzzani*, Luigi Fabbri*, Calabria. Fu abbandonata la vecchia deno- Adelmo Pedrini*, Primo Proni*, Domeni-

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co Zavattero e, per qualche tempo, Maria Borghi, Conferma anarchica (Due anni in Rygier. Imola: Diego Domenico Guada- Italia), Forlì, Aurora, 1949, pp.196; Un gnini*, Primo Bassi*, Aldo Bernardi e trentennio di attività anarchica (1914- Gino Cerè. Nel primo ventennio del XX 1945), Cesena, L’Antistato, 1953, pp.216; secolo, quando il movimento anarchico A. Andreasi, Anarchismo e sindacalismo nel raggiunse il massimo d’espansione politica pensiero di Armando Borghi (1907-1922), e sindacale, a Bologna uscirono numerosi in “Volontà”, n.3, 1970, pp.161-70; L. giornali, tra i quali “L’Agitatore” dal 1910 Casarini, Il movimento anarchico a Bologna al 1913; “L’Azione sindacale” dal 1912 al dal 1910 al 1915, tesi di laurea, Università 1913, anche se ufficialmente era l’organo di Bologna, anno 1973-74; Imola. Violenze della CdL; “La Barricata” nel 1913; “Le fasciste e forte resistenza popolare. Gli anar- Canaglie rosse” (1913) e “Scuola moder- chici in prima fila, in “A. rivista anarchica”, na” (1910). Moltissimi, prima e dopo il 1974, n.4, p.7; A. Bassani, La marcia su fascismo, i numeri unici. Nell’Imolese usci- Bologna degli anarchici imolesi, “il rono molti giornali, il più importante dei Carrobbio”, 1976, pp.29-40; F. Tarozzi, quali fu “Sorgiamo!”. Nel 1921, dopo la Armando Borghi organizzatore politico-sin- nascita del PCI, numerosi militanti anar- dacale a Bologna (1907-1911), in “Bollet- chici entrarono nel nuovo partito, del tino del Museo del Risorgimento”, quale condividevano l’iniziale indirizzo Bologna, 1983, pp.24-36; M. Casarini, rivoluzionario e antiriformista. Non pochi, Contributo alla storia del movimento anar- come avverrà in seguito per Bonazzi, Italo chico a Bologna nel primo dopoguerra, in Samaja* e Nino Samaja*, aderirono al PSI. “Bollettino del Museo del Risorgimento”, Numerosi i militanti anarchici uccisi e per- Bologna, 1983, pp.86-120; F. Tarozzi, Tra seguitati dal fascismo. Durante la Resi- riformismo e sindacalismo: il primo decen- stenza i gruppi anarchici bolognesi non nio del XX secolo, in Il sindacato nel bolo- presero posizione ufficiale, né pro né con- gnese. Le Camere del lavoro di Bologna dal tro, ma singoli militanti vi parteciparono. 1893 al 1960, Roma, Ediesse, 1988, pp.89- Dal n.4, del 1974, di “A. Rivista anarchi- 110; P. Bianconi, Gli anarchici italiani nella ca”, dedicato al trentennale della Resisten- lotta contro il fascismo, Pistoia, Edizioni za, risulta che a Bologna vi sarebbe stato un archivio famiglia Berneri, 1988, pp.195. solo militante fucilato dai fascisti, Attilio (Su Bologna pubblica: Emilia-Romagna, Diolaiti*. Sarebbe stato anarchico, ma è pp.141-53); Dizionario biografico degli dubbio, anche Ettore Zaniboni* fucilato a anarchici italiani, BFS edizioni. Testimo- Bologna (P. Bianconi, Gli anarchici nella nianze di P. Bassi (p.344), A. Borghi lotta contro il fascismo, pp.141-8). Al primo (p.349), A. Masetti (p.449), E. Zanardi congresso postbellico di Carrara interven- (p.469) in RB1. nero i delegati Armando Masetti* e Antonio Scalorbi di Bologna e Andrea Federazione giovanile comunista italiana, Gaddoni* e Giuliano Golinelli di Imola. (FGCI). Il 29-31.1.1921 a Firenze si riunì il B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. D. Zavattero, congresso nazionale della FGSI, presenti Vent’anni sfioriti. Considerazioni critiche 200 delegati in rappresentanza di 53.314 sugli elementi dottrinari e tattici dell’ele- iscritti. All’inizio dei lavori fu messo ai voti mento anarchico in Italia, Bologna, 1913, un documento approvato dal Comitato pp.176; D. Zavattero, La Bancarotta di un centrale della FGSI che recitava: «Il C.C. atteggiamento, Bologna, Problemi, 1913, delibera che nel convegno sarà data la pp.36; A. Mancini, Memorie di un anarchi- parola solo ai rappresentanti dei partiti co, Imola, Galeati, 1914, pp.36; Nello appartenenti alla Internazionale Comuni- (Clodoveo Bonazzi), L’epicentro del fasci- sta». Il documento ebbe 12.629 sì e 12.035 smo, in “Sempre!, Almanacco N° 2 (1923- no. 4.905 voti andarono ad un documento 24) di ‘Guerra di Classe’”, pp.30-44; A. intermedio, che prevedeva libertà di paro-

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la per tutti, e 2.000 furono i voti dei dele- FGSI, disse: «La maggior parte dei giovani gati che si astennero (Il Congresso della sono caduti nell’equivoco unitario» (“La Gioventù Comunista, in “Il Comunista”, Scolta”, n.3-4, 27.2.1921). “La Scolta” n.2, 3.2.1921). I delegati della frazione seguì gli scissionisti perché Tabanelli* si comunista, pur essendo in minoranza, impossessò della testata. Il 27.2.1921 uscì riuscirono ad impedire ai socialisti di pren- con questo sottotitolo “Quindicinale di dere la parola e li indussero ad uscire dalla propaganda della Gioventù Comunista sala in segno di protesta. Rimasti padroni della provincia di Bologna”. Cessò dopo del congresso, i delegati comunisti si pro- due numeri. [O] nunciarono per il superamento del PSI ed B IBLIOGRAFIA. La seconda conferenza del uscirono dalla FGSI. La FGSI sopravvisse Partito Comunista Italiano. La seconda con- alla scissione e la FGCI, subito costituita, ferenza della F.G.C.I., Giugno 1928, Paris, aderì al PCd’I. I dirigenti della FGCI non Edizioni del Partito comunista italiano, ebbero quell’autonomia politica che aveva- pp.313; Il ruolo dei giovani comunisti. no sempre auspicato quando militavano Breve storia della FGCI, Firenze, Guaraldi, nel PSI. Nel 1928, quando si tenne in 1976, pp.165; R. Martinelli, I giovani nel Francia la seconda conferenza generale movimento operaio italiano: dalla FGS alla della FGCI, Ruggero Grieco, a nome della FGC, in “Movimento operaio e socialista”, direzione del partito, disse che la federa- n.3, 1976, pp.247-84; G. Gozzini, Alle ori- zione giovanile «che è stata all’avanguardia gini del comunismo italiano. Storia della nella lotta contro il sindacalismo, il riformi- Federazione Giovanile Socialista (1907- smo e il massimalismo» [..] «non appoggia 1921), Bari, Dedalo, 1979, pp.178. più un’ala del Partito contro le altre frazio- ni, ma si trova compatta ad appoggiare Federazione giovanile socialista italiana, tutto il Partito». Pertanto oggi la FGCI (FGSI). Subito dopo la nascita del PSI, i «non ha più la funzione di critica, di avan- giovani socialisti cominciarono a sentire l’e- guardia che aveva in seno al Partito sociali- sigenza di avere un organismo proprio e sta» e «aiuta e appoggia validamente il autonomo dal partito. Dopo lunga elabora- Partito comunista». Luigi Longo, dirigente zione il 6 e 7.9.1903 a Firenze si tenne il della FGCI, confermò: «Le direttive trac- congresso costitutivo della Federazione gio- ciate dalla conferenza del Partito, sono vanile socialista italiana. Erano presenti 45 anche le nostre» (La seconda conferenza del delegati in rappresentanza di 54 circoli gio- Partito Comunista Italiano. La seconda con- vanili, tra i quali uno di Bologna. “La ferenza della F.G.C.I., pp.244 e 245). Gioventù socialista” era il settimanale della “L’Avanguardia”, già organo della FGSI, FGSI. Nel 1907, con l’uscita dell’ala sinda- divenne l’organo della FGCI. La FGCI è calista, “L’Avanguardia” divenne l’organo stata ricostituita nel marzo 1949, come ufficiale che, per qualche tempo, fu diretto organizzazione giovanile del PCI. Nel 1921 da Ignazio Silone. Nel 1919 i dirigenti della la maggior parte dei giovani socialisti FGSI auspicarono l’autonomia totale dal dell’Emilia non passarono alla FGCI. A PSI e nel 1920 il superamento della linea Bologna la scissione fu meno massiccia che riformista e l’adesione alle tesi dell’Inter- in altre città, anche se nelle pubblicazioni nazionale comunista di Mosca. Il 29- ufficiali del PCI si legge che passò alla 31.1.1921 a Firenze si tenne il congresso FGCI il 90% dei giovani socialisti. Il nazionale della FGSI, presenti 200 delegati 20.2.1921, al primo congresso provinciale in rappresentanza di 53.314 iscritti. della FGCI, fu annunciato che 1.206 gio- All’inizio dei lavori fu messo ai voti un vani (rispetto agli oltre 4 mila iscritti) ave- documento approvato dal Comitato centra- vano lasciato la FGSI. Amedeo Tabanelli, le della FGSI che recitava: «Il C.C. delibe- uno dei promotori della FGCI e direttore ra che nel convegno sarà data la parola solo de “La Scolta”, organo provinciale della ai rappresentanti dei partiti appartenenti

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alla Internazionale Comunista». Il docu- con 18.470 associati. Nel 1920, dopo l’occu- mento ebbe 12.629 sì e 12.035 no. 4.905 pazione delle fabbriche, raggiunse il massi- voti andarono ad un documento interme- mo sviluppo organizzativo con 195.939 dio, che prevedeva la libertà di parola per iscritti, per cominciare quasi subito una tutti, e 2.000 furono i voti dei delegati che si lenta decadenza a causa della violenza squa- astennero (Il Congresso della Gioven- drista e della divisione interna tra la maggio- tù Comunista, in “Il Comunista”, n.2, ranza socialista e la minoranza comunista. 3.2.1921). I delegati della frazione comuni- Dopo l’accordo di palazzo Vidoni, in base al sta, pur essendo in minoranza, riuscirono quale la Confindustria s’impegnava ad avere ad impedire ai socialisti di prendere la rapporti solo con i sindacati fascisti, la parola e li indussero ad uscire dalla sala in FIOM perse, come gli altri sindacati confe- segno di protesta. Rimasti padroni del con- derali, ogni peso contrattuale e praticamen- gresso, i delegati comunisti si pronunciaro- te non esisteva più quando, nell’agosto no per il superamento del PSI e uscirono 1925, avvenne l’autoscioglimento delle dalla FGSI. Sciolta all’avvento del fascismo, organizzazioni sindacali. Fu ricostituita la FGSI è rinata nel 1945. [O] dopo la caduta del fascismo. [O] B IBLIOGRAFIA. Federazione giovanile sociali- B IBLIOGRAFIA. L’occupazione delle fabbriche. sta, in Almanacco socialista 1946, Milano, Relazione del Comitato centrale della Fiom 1946, pp.287-291; Il Congresso costitutivo sull’agitazione dei metallurgici italiani. della Federazione Giovanile Socialista, Atti Luglio-settembre 1920, Torino, 1921; La dell’VIII Convegno del Movimento giovani- FIOM dalle origini al fascismo. 1901-1924, le socialista, Milano, Edizioni Avanti!, a cura di M. Antonioli e B. Bezza, Bari, De 1962, pp.353; G. Arfé, Il movimento giova- Donato, 1978, pp.816. nile socialista. Appunti sul primo periodo (1903-1912), Milano, Gallo, 1973, pp.146; Federazione italiana associazioni partigia- R. Martinelli, I giovani nel movimento ope- ne, (FIAP). È l’associazione alla quale ade- raio italiano: dalla FGS alla FGC, in “Mo- riscono molti partigiani che militarono nelle vimento operaio e socialista”, n.3, 1976, brgg GL, Mazzini e autonome. Questi par- pp.247-84; G. Gozzini, Alle origini del tigiani uscirono dall’ANPI al termine del comunismo italiano. Storia della Federa- secondo congresso nazionale, svoltosi a zione Giovanile Socialista (1907-1921), Venezia dal 19 al 21.3.1949. Era la seconda Bari, Dedalo, 1979, pp.178. scissione dopo quella del dicembre 1947 quando - al termine del primo congresso Federazione impiegati e operai metallurgi- svoltosi a Roma - era stata costituita la ci, (FIOM). Nel 1892, prima della nascita FIVL. Le due scissioni erano state provoca- delle grandi confederazioni nazionali dei te da motivi politici. Il 27.8.1948, all’indo- lavoratori, ma in concomitanza con quella mani del primo congresso dell’ANPI, a del PSI, molte leghe dei lavoratori sentirono Milano si tenne una riunione di partigiani i la necessità di avere un organismo nazionale quali, pur essendo rimasti nell’associazione, di categoria in grado di coordinare le agita- non condividevano la linea approvata. Fu zioni che avvenivano in modo spontaneo e preparato un documento, scritto da di dare una strategia comune. Tra le prime si Ferruccio Parri, che, dopo avere motivato mossero quelle dei lavoratori metallurgici le critiche che la minoranza rivolgeva alla della provincia di Milano, seguiti da quelli maggioranza, così concludeva: «A coloro delle altre zone industriali. Nel 1897 fu che ci rimproverano di rompere l’unità par- costituito un comitato nazionale di coordi- tigiana a profitto della reazione, rispondia- namento che preparò il primo congresso mo che è la pretesa di monopolio del parti- nazionale dei metallurgici, svoltosi il to comunista che ha fatto il gioco delle 16.6.1901 a Livorno. Nacque così la FIOM, forze reazionarie». Al termine della riunio- Federazione impiegati e operai metallurgici, ne fu costituita la FIAP, più come gruppo

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organizzato all’interno dell’ANPI, che che vedete nella legalità, nell’ordine e nel- come organismo autonomo. Nell’estate l’onestà, le uniche leve che possono porta- 1948 fu ricercata un’intesa con la FIVL, ma re alla rinascita del paese, aderite alla senza successo. Per questo la FIAP si pre- nuova associazione che troverà il legale sentò al congresso del 1949 con un docu- riconoscimento dello Stato e tutelerà i mento che non era «né stalinista né confes- vostri diritti ed interessi morali e materiali. sionale». Al termine, non essendo stata rag- Partigiani, memori della lotta del passato giunta un’intesa, la FIAP si rese autonoma fate che il popolo possa ritornare a guarda- dall’ANPI e Parri fu eletto presidente. A re a voi come alla più pura espressione del Bologna quest’associazione ha avuto una nuovo Risorgimento». Il manifesto recava modesta consistenza organizzativa. [O] 14 firme: Pasquale Marconi (Franceschini), B IBLIOGRAFIA. R. Biondo, Parri e la costitu- Gino Cacchioli (Beretta), Gaetano Dodi zione della FIAP: una scelta necessaria, (Camillo), Denis Talon* (Deni), Luigi Genova, 1995, pp.79. Amaduzzi*, Romolo Trauzzi*, Giuseppe Bonini*, Egisto Pecci* detto Franco, Federazione italiana volontari della liber- Leonida Patrignani* (Bandiera), Enrico tà, (FIVL). È l’associazione partigiana alla Paolucci* (Orso), Giuseppe Panni (Pip- quale aderiscono, in prevalenza, partigiani po), Francesco Montanari (Cencino), d’orientamento cattolico e liberale. Abban- Arnaldo Breviglieri e Giorgio Ugolini*. donarono l’ANPI dopo il primo congresso Trauzzi, Talon, Patrignani e Amaduzzi nazionale, svoltosi a Roma nel dicembre erano partigiani di GL e gli altri di orienta- 1947. La frattura era stata provocata da mento cattolico o iscritti alla DC. L’8.2 “Il dissensi politici. A Bologna la scissione non Progresso d’Italia”, riferendo il parere dei fu rilevante, ma, a causa del pesante clima dirigenti dell’ANPI, scrisse che solo Pecci politico dell’epoca, provocò una lunga scia (vice segretario provinciale) e Bonini erano di polemiche. Il 6.2.1948 il “Giornale iscritti all’ANPI di Bologna. Aggiunse che dell’Emilia” annunciò che «vari gruppi di su 13.340 partigiani e 3.400 patrioti, aveva- partigiani» erano usciti dall’ANPI, perché no restituito la tessera 30 partigiani e 20 «infeudata ad una determinata corrente patrioti. Secondo il giornale, la scissione politica» e dato vita all’ALPE (Associazio- era stata provocata dalla DC e dalla destra ne liberi partigiani emiliani). Il 7.2.1948 economica, essendo Talon e Patrignani “L’Avvenire d’Italia” pubblicò il seguente grossi proprietari terrieri. Non aderirono manifesto: «Partigiani dell’Emilia-Roma- alla scissione i massimi esponenti dei parti- gna! Poiché l’ANPI ha dimostrato e conti- giani cattolici - Leonildo Cavazzuti* e Pino nua a dimostrare in modo esplicito di esse- Nucci* - né la stragrande maggioranza di re infeudata a una determinata corrente quelli di GL. L’ALPE si estinse pochi anni politica, coloro che hanno veramente com- dopo. La FIVL non ha mai avuto consi- battuto, ben sapendo di avere lottato non stenza organizzativa a Bologna. [O] per un partito ma per Italia, e la libertà, B IBLIOGRAFIA. G. Fabris, Storia della non essendo disposti a tollerare in alcun Federazione italiana volontari della libertà, modo che le ingerenze politiche debbano Padova, 1986, pp.223. prevalere sull’idea che li ha animati nella lotta, e che il nome dei partigiani diventi Federazione italiana fra i lavoranti del monopolio di un partito, hanno deciso di libro. La categoria dei tipografi è sempre uscire dall’ANPI costituendosi nell’As- stata considerata l’aristocrazia del movi- sociazione liberi partigiani emiliani mento operaio perché questi lavoratori (A.L.P.E.) che si prefigge lo scopo di tute- avevano un grado culturale superiore alla lare di fronte a tutto e tutti il vero spirito media, proprio per via del lavoro che eser- della resistenza italiana e gli ideali della citavano. I tipografi furono tra i primi a libertà e della giustizia sociale. Partigiani, dotarsi di un sindacato di categoria e di un

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sistema di mutue assistenziali private. La La quota d’adesione per ogni iscritto fu fis- Federazione italiana fra i lavoranti del libro sata in cinque centesimi l’anno. Nel 1905, fu il sindacato che organizzò i lavoratori con la nomina di Argentina Altobelli alla tipografi dagli ultimi decenni dell’Otto- segreteria, la sede fu trasferita a Bologna. cento all’avvento del fascismo. Aderiva alla Organo nazionale della Federterra fu “La CGdL e aveva la fiducia della stragrande Terra” che uscì a Bologna dal 1915 al 1921. maggioranza degli addetti al settore. Fu Queste le grandi conquiste della Feder- sciolto all’avvento della dittatura. [O] terra: il salario fissato in base alle ore lavo- B IBLIOGRAFIA. Federazione italiana fra i rate; le otto ore giornaliere e non il lavoro lavoranti del libro, Sezione di Bologna, da sole a sole; l’abolizione del cottimo e il Tariffe, Bologna, 1902, pp.8; id., Progetto collocamento di classe, cioè gestito diretta- di tariffe, Bologna, 1907, pp.6; Federazione mente dalle leghe. Negli anni Venti la italiana fra i lavoranti del libro, Statuto fon- Federterra impostò, ma non portò a com- damentale, Milano, 1911, pp.45. pimento a causa della reazione fascista, un progetto per la «socializzazione della terra Federazione nazionale lavoratori della a beneficio della collettività». Nel 1920 la terra. La Federazione nazionale dei lavora- Federterra toccò il punto più alto d’orga- tori della terra, come ha scritto Barbadoro, nizzazione con 850 mila iscritti, dei quali fu «il risultato dell’incontro tra il braccian- 284.831 in Emilia. Ferrara, con 74.720 tato e l’ideologia socialista» (p.119). Subito iscritti, era la federazione provinciale più dopo l’Unificazione nazionale numerose forte, seguita da Bologna con 73 mila ade- agitazioni bracciantili si svilupparono con renti. Nel giro di pochi anni il sindacato fu moto spontaneo nelle campagne, in parti- distrutto dalla violenza fascista. Durante la colare in Emilia e nella bassa Lombardia. lotta di liberazione - dopo la firma del Le prime agitazioni organizzate con un Patto di Roma, che aveva dato vita alla minimo di strategia si ebbero nel Man- CGIL - a Bologna fu ricostituita la Feder- tovano, all’inizio degli anni Ottanta, segui- terra provinciale su iniziativa del CLN te da dure repressioni e processi. Alla fine oltre che del PCI, PSIUP, Pd’A, DC e pare dell’Ottocento le leghe bracciantili - al ter- anche del PRI. Il 10 e 13.11.1944 nella mine di un lungo a faticoso processo stori- chiesa di Santa Cristina, in via Fondazza, si co, favorito e sostenuto dal PSI - ritennero tennero le riunioni per ricostituire la che fosse giunto il momento di dare vita ad Federazione provinciale dei lavoratori un’organizzazione nazionale in grado di della terra e la CCdL. [O] studiare una strategia per l’intera categoria. B IBLIOGRAFIA. Atti del I Congresso Nazio- Il 23.9.1901 a Modena, al termine di un nale dei Lavoratori della Terra, Bologna, incontro tra i rappresentanti di numerose 1901, pp.145 (Ristampa del 1953); Federa- leghe, fu deciso di convocare il congresso zione provinciale bolognese delle leghe lavo- costitutivo per il 24 e 25.11.1901 a ratori della terra, Capitolato colonico di Bologna. Due mesi dopo i rappresentanti mezzadria approvato dal congresso di di 704 leghe - alle quali aderivano 152.022 Persiceto, Bologna, 1908, pp.8; V Congres- tra braccianti e coloni - diedero vita a quel- so nazionale dei lavoratori della terra, la che sarà chiamata la Federterra. Sin dal- Bologna 13-14-15.6.1919, Relazione Mo- l’inizio fu un sindacato essenzialmente di rale e Finanziaria (1911-1919), di Argen- braccianti, per la mancata adesione di tina Altobelli per il Comitato Federale, molte leghe mezzadrili controllate dal PRI. Bologna, 1919, pp.40; Federazione Pro- Pochissimi i coltivatori diretti. Mezzadri e vinciale dei Lavoratori della Terra, Capi- piccoli proprietari preferirono le Fratel- tolato colonico della Provincia di Bologna, lanze coloniche. Il congresso di Bologna Molinella, 1920, pp.20; Modificazioni elesse segretario nazionale Carlo Vezzani e apportate al capitolato colonico dal congres- scelse Mantova quale sede della direzione. so straordinario dei lavoratori della terra,

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17-18 settembre 1920, Rogito dott. Um- cura di F. Beato, Venezia, Marsilio, 1989, berto Rimini, Bologna, 24 settembre 1920, pp.174; G. Crainz, Padania. Il mondo dei Foglio volante; A. Altobelli, La Federazione braccianti dall’Ottocento alla fuga dalle cam- nazionale dei lavoratori della terra d’Italia. pagne, Roma, Donzelli, 1994, pp.VI+274. Storia, vite, battaglie, Bologna, 1920, pp.30; L. Paglia, La mezzadria nell’economia agra- Federazione operai poligrafici italiani, ria, Bologna, 1921, pp.46; G. Lorenzoni, (FOPI). Anche se fu sciolta tra la fine del Introduzione e guida a un’inchiesta sulla 1926 e l’inizio del 1927, la CGdL cessò di piccola proprietà coltivatrice postbellica in esistere, di fatto, il 5.10.1925 con la firma Italia, Roma, 1929, pp.112; A. Pagani, I del patto di palazzo Vidoni. I tipografi, già braccianti della Valle Padana; F. Cavazza, organizzati nella Federazione italiana fra i Le agitazioni agrarie in provincia di Bologna lavoranti del libro, nel 1926 diedero vita ad dal 1910 al 1920; Federazione provinciale una nuova organizzazione per sottrarsi al dei lavoratori della terra, Capitolato coloni- controllo dei sindacati fascisti. In accordo co per la provincia di Bologna, come ai rogi- con altri lavoratori del settore grafico (lega- ti Rimini dott. Umberto, 8 giugno 1920 e tori, zincografi ecc.) costituirono la FOPI e 24 settembre 1920, Bologna, 1945; N. una nuova mutua. Delegato per Bologna fu Mazzoni, Lotte agrarie nella vecchia Italia, nominato Duilio Codrignani*. La FOPI Milano, Domus, 1946, pp.77; A. Colombi, funzionò per tutto il 1926 e fu sciolta alla Esperienze del passato. La lotta agraria nel fine dell’anno, quando il fascismo soppres- Bolognese (1919-1920); G. Medici, G. se la libertà. [O] Orlando, Agricoltura e disoccupazione. I B IBLIOGRAFIA. D. Codrignani, L’internazio- braccianti della bassa pianura padana, nale grafica di Berna e un’esperienza sinda- Bologna, Zanichelli, 1952, pp.305; Le cam- cale sotto la dittatura, sd, pp.22. Ciclostile. pagne emiliane nell’epoca moderna (pubbli- ca: L. Arbizzani, Lotte agrarie in provincia Ferrovieri esonerati dal fascismo, vedi: di Bologna nel primo dopoguerra, pp.283- Scarso rendimento di lavoro. 332; N. Galassi, Fascismo e antifascismo nelle campagne imolesi, pp.333-49; L. Fiaccola, La. Ai primi di novembre del Bergonzini, La concentrazione della pro- 1944 vide la luce il primo numero de “La prietà fondiaria nella provincia di Bologna, Fiaccola” con il sottotitolo “Organo delle pp.413-28); Lotte agrarie in Italia. La masse operaie di S. Pietro in Casale”. Re- Federazione nazionale dei lavoratori della datto da Mario Testoni*, Paolo Zucchini* terra, 1901-1926, a cura di R. Zangheri, ed Ercole Caracchi*, era il periodico della Milano, Feltrinelli, 1960, pp.488; D. sezione del PCI locale. Era tirato al ciclo- Donati, Aspetti dell’organizzazione agraria stile. Il secondo e ultimo numero, sempre ti- bolognese tra guerra e dopo guerra (1915- rato al ciclostile, vide la luce l’1.4.1945. [O] 1919), in “Studi storici”, n.2, 1973, pp.404- B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I 29; I. Barbadoro, Storia del sindacalismo giornali bolognesi della Resistenza, pp.294- italiano dalla nascita al fascismo. La 5. I testi sono in RB2 da p. 837 a p.42. Federterra, Firenze, La Nuova Italia, 1973, primo vol., pp.374; La Camera del lavoro di Fiduciario rionale. La struttura organizza- Bologna nella Resistenza (1944-1945), tiva del PNF era basata sulle federazioni Bologna, 1973, pp.26; N.S. Onofri, La stra- provinciali, le quali coordinavano e dirige- ge di Palazzo d’Accursio; A.L. Cordoza, vano il lavoro dei gruppi rionali o sezioni. Agrarian Elites and Italian Fascism. The Il Gruppo rionale aveva giurisdizione su province of Bologna, 1901-1926, Princeton, un quartiere cittadino o su un comune o 1982, pp.XVI+470; Bologna 1920: le origi- gruppi di piccoli comuni. Il Fiduciario ni del fascismo; Il riformismo nelle campa- rionale era il “gerarca” - com’era comune- gne. Da Argentina Altobelli all’agronica, a mente chiamato durante il fascismo - che

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dirigeva l’attività del Gruppo. I gruppi Forza di Spedizione Brasiliana (FEB) nella rionali disponevano di sedi autonome. Campagna d’Italia (settembre 1944-aprile Molte erano ex Case del popolo requisite 1945), in “Studi storico militari”, Stato alle organizzazioni di sinistra dopo l’avven- maggiore dell’Esercito, 1986, p.429; M.A. to del regime. Altre furono costruite appo- Bernadotti, L. Casali, Brasiliani e partigia- sitamente. Lo stabile che si trova in angolo ni. L’immagine della Resistenza nella tra le vie Matteotti e Tiarini - oggi sede di memorialistica brasiliana sulla Seconda un teatro - ospitò il Gruppo fascista guerra mondiale, in Al di qua e al di là della costruito con una sottoscrizione obbligato- Linea Gotica, Firenze, 1993, pp.533-51; W. ria tra gli abitanti del quartiere Bolognina. Bellisi, Arrivano i nostri: il Brasile nella La caserma della Guardia di finanza che si seconda guerra mondiale, la presa di Monte trova in angolo tra viale Masini e Mura di Castello e la battaglia di Montese, Formi- Porta Galliera ospitava il Gruppo della gine, 1995, pp.156; M. Morigi, S. Salmi, zona. Idem per la caserma della Guardia di Quando il cobra fumò. Una riflessione sulla finanza che si trova in angolo tra viale forza di spedizione brasiliana a fianco degli Pietramellara e via don Minzoni. Lo stesso alleati in Italia, in La montagna e la guerra, discorso vale per decine di caserme dei a cura di B. Dalla Casa e A. Preti, Bologna, carabinieri dei comuni della provincia. Aspasia, 1999, pp.373-86; C. Scliar, Tutti i beni dell’ex regime furono requisiti Caderno de guerra, 1944-1945, Bologna, dallo stato dopo il 1945 e oggi sono caser- IBC, 2000, pp.96; C.L. Rigoni, Nas trilhas me o uffici statali. [O] da 2a guerra mundial, Curitiba, Torre de B IBLIOGRAFIA. N. Chiappetti, Il Fascio di Papel, 2001, pp.249 (il libro contiene una combattimento e il Gruppo rionale fascista. ricca bibliografia brasiliana); C.L. Rigoni, Struttura, organizzazione, funzioni, Roma, F. Gualandi, Geraldino Verner. Testimo- Signorelli, 1937, pp.214. nianza di un soldato, in “Gente di Gaggio”, n.2, giugno 2002, pp.92-4; G. Sarti, 5 marzo Folla, La. Giornale politico e letterario 1945: i brasiliani conquistano Castelnuovo, fondato e diretto da Paolo Valera nel 1901 in “Nuèter”, n.57, giugno 2003, pp.148-50; a Milano. Aveva il sottotitolo “Periodico R. Vecchi, I brasiliani in guerra a Bologna (e settimanale illustrato”. Cessò le pubblica- provincia), in “I Quaderni di Resistenza og- zioni nel 1915. gi”, supplemento al n.5 del 2004 di “Resi- stenza oggi”, pp.163-7. Fôrça Expedicionària Brasileira (FEB). Era il corpo di spedizione dell’esercito del Formazione Toti. Nel maggio 1944 a Brasile che operò in Italia durante la secon- Poggiolforato (Lizzano in Belvedere) fu da guerra mondiale. Facendo parte delle costituita una piccola formazione partigia- nazioni alleate, il Brasile partecipò alle ope- na nella quale militarono una cinquantina razioni militari con la FEB comandata dal di giovani abitanti nell’Alta Valle del Reno. generale J.B. Mascarenhas De Moraes. La comandava Romolo Castelli* “Toti”, Messa alle dipendenze della 5a Armata dal quale prese il nome. Nel luglio la for- USA, operò sull’Appennino tosco-emilia- mazione di trasferì a Montefiorino (MO). no per tutto l’inverno 1944-45. Nella pri- Dopo la caduta della “Repubblica partigia- mavera prese parte alle operazioni belliche na”, la Toti si spostò a Fanano (MO) per che portarono alla liberazione dell’Italia tornare a Lizzano in Belvedere. Qui quasi del nord. [O] tutti i partigiani confluirono nella 7a brg B IBLIOGRAFIA. M. Gabriele, La Fôrça expe- Modena della div Modena Armando. [O] dicionària brasileira (FEB) sulla Linea B IBLIOGRAFIA. Testimonianze di L. Castelli* Gotica (1944-1945), in Linea Gotica 1944. (p.340) e R. Managlia* (p.341) in RB5. Eserciti, popolazioni, partigiani, Milano, Angeli, 1986, pp.722; M. Gabriele, La Forze francesi dell’interno, (FFI). Dopo

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l’occupazione della Francia da parte della passati per le armi durante la detenzione, Germania, nacquero spontaneamente nu- per i motivi più vari. Il 12.7.1944 furono merosi movimenti di resistenza, i quali - a prelevati e fucilati 71 detenuti. Alla fine di differenza dell’Italia - non seppero creare luglio il campo cessò di funzionare. Pare un organismo unificante che dirigesse su che dal campo siano transitati non meno di scala nazionale la lotta contro l’invasore. 2.000 detenuti. [O] Anche se l’obiettivo era unico - la libera- B IBLIOGRAFIA. R. Baccino, Fossoli, Carpi, zione della Francia - le strategie erano le 1961, pp.61; E. Gorrieri, La repubblica di più diverse. Nel febbraio 1944 fu costituita Montefiorino. la FFI con il compito di unificare - in pre- visione dell’imminente sbarco alleato in Franchi tiratori e partigiani francesi, Normandia - e dare una strategia comune (FTPF). Tra tutte le formazioni della resi- alle formazioni partigiane. Di fatto, ogni stenza francese questa - nota come Les gruppo proseguì la lotta antitedesca così francs-tireurs, i Franchi tiratori - era la più come l’aveva cominciata, con gran disper- efficiente e organizzata. Aveva una struttu- sione di forze ed energie. Risultò comun- ra nazionale e varie articolazioni regionali. que fondamentale il contributo dato dalle Facevano parte della FTPF numerosi mili- forze partigiane alla guerra, come riconob- tanti dei partiti di sinistra ed il responsabi- be il comando alleato. [O] le nazionale era il comunista Charles Tillon. Migliaia d’antifascisti italiani esuli Forze francesi libere, (FFL). Dopo l’oc- in Francia combatterono nelle file della re- cupazione tedesca della Francia, il genera- sistenza francese. [O] le De Gaulle decise di riorganizzare le BIBLIOGRAFIA. Comité Démocratique Fran- truppe francesi sparse in Africa, Asia e ce-Italie, Italiens tombés en France pour la quelle che si erano rifugiate in Gran liberté, Paris, 1945, pp.32; H. Michel, Bretagna per proseguire la guerra. Il Histoire de la Résistance, Paris 1950; C. 7.8.1940 stipulò un accordo con il gover- Tillon, Les F.T.P., Témoignage pour servir no inglese, il quale s’impegnò a dare assi- à l’histoire de la Résistance, Paris, stenza alle Forze francesi libere o a Julliard, 1962; P. Leonetti Carena, Gli ita- Francia libera, come furono chiamate. Le liani del Maquis, Bologna, Del Duca, FFL armò due grossi contingenti, che pre- 1966, pp.260. sero parte allo sbarco in Normandia e alla campagna in Italia. Disponeva di numero- Frassineto, Scontro del 1921 a. La sera del se squadriglie aeree e di una modesta 23.11.1921 nell’osteria della Casona a forza navale. [O] Frassineto (Castel S. Pietro Terme), nei pressi di Sassoleone (Casalfiumanese), 7 Fossoli, Campo di. All’inizio del conflitto militanti del PSI stavano giocando a carte del 1940 a Fossoli - una frazione del comu- quando entrarono i fascisti Giuseppe ne di Carpi in provincia di Modena - fu Barnabà, Giuseppe Ghini e Remo Ravaglia allestito un campo di concentramento per di Casalfiumanese. Quando i tre intimaro- l’internamento degli antifascisti arrestati e no ai socialisti di cessare ogni attività poli- trattenuti, senza processo, perché conside- tica, si ebbe uno scontro violentissimo con rati potenzialmente pericolosi. Nel corso bastonate e rivoltellate. Il fascista Ravaglia del conflitto vi furono detenuti i prigionie- rimase ucciso e il 27 morì Barnabà. Alcuni ri di guerra anglo-americani. Il campo restò giorni dopo, per rappresaglia, i fascisti bru- vuoto dopo l’8.9.1943 quando i prigionieri ciarono la Casona. I carabinieri arrestarono alleati evasero in massa. Riattivato nei 9 militanti socialisti: Ermete Dallavalle*, primi tempi della RSI, fu luogo di sosta per Ettore Dallavalle*, Aldo Forni*, Cesare ebrei e politici destinati ai lager nazisti in Marchetti*, Andrea Minghini*, Giuseppe Germania. Non pochi antifascisti furono Salieri*, Aldo Serotti*, Aristide Serotti* e

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Tolomeo Tattini*. Minghini e Tattini furo- Terme e Vergato. Nel 1909 a Bologna, in no prosciolti in istruttoria e gli altri rinvia- via S. Vitale 13, aveva sede la Federazione ti a giudizio per omicidio. L’8.11.1923 la bolognese provinciale delle Fratellanze corte d’assise emise questa sentenza: Ettore coloniche, trasferita in seguito in via Dallavalle 4 anni, 8 mesi e 20 giorni; Forni Oberdan 9. Gli iscritti erano mezzadri e 2 anni, 5 mesi e 8 giorni; Marchetti 7 anni coltivatori diretti. Uno dei principali diri- e 29 giorni; Salieri 2 anni, 4 mesi e 10 gior- genti fu Massimo Federici, un colono ni; Aristide Serotti 4 anni, 5 mesi e 9 gior- d’Ozzano Emilia. Al secondo congresso ni; Aldo Serotti 3 anni e 3 mesi. Ermete provinciale, che si tenne il 13.2.1910 ad Dallavalle assolto. [O] Imola, fu reso noto che gli iscritti sul piano provinciale erano circa 30 mila. Il Fratellanze coloniche. A cavallo tra XIX e nucleo più forte era quello imolese, con XX secolo i mezzadri bolognesi, al termi- mille famiglie ad Imola, 170 a Dozza e 160 ne di un lungo processo politico, decisero a Mordano. Le Fratellanze non ebbero di organizzarsi in forma sindacale, con l’o- mai una struttura organizzativa adeguata e biettivo di conquistare la terra che lavora- il 12.1.1915 - quando erano sull’orlo del vano. Il PRI, il PSI e le organizzazioni cat- collasso - il prefetto di Bologna fece con- toliche si proposero di favorire questo cedere dal ministro dell’Interno un contri- processo. Il PSI, il partito dei braccianti - buto di 3 mila lire (ASB, GP, 1915, b. i tradizionali avversari dei mezzadri - fu 1.240, cat.7, fas.1, “Fratellanze coloni- quasi subito escluso dagli interessati, i che”). Nel 1915 nell’Imolese le Fratel- quali si orientarono verso PRI e cattolici. lanze - secondo il periodico cattolico “Il Nella Romagna forlivese e ravennate il Diario” - avevano 1.017 famiglie associa- PRI costituì le Fratellanze coloniche. te, salite a 1.554 nel 1920. Lo stesso anno, Nella Romagna bolognese - il circondario durante la lunga vertenza agricola che si d’Imola - i mezzadri finirono nell’orbita concluse con il Concordato Paglia-Calda, cattolica e costituirono le Fratellanze molte lasciarono le Fratellanze e passaro- coloniche nel 1907. Nel Forlivese i coloni no alla lega rossa, cedendo alla dura pres- delle Fratellanze furono chiamati “gialli”, sione esercitata dai sindacati di sinistra e nell’Imolese “bianchi” e “rossi” quelli che alla loro campagna di boicottaggi. Per rea- aderirono alla Federazione lavoratori zione le Fratellanze si avvicinarono al della terra. All’interno delle associazioni nascente movimento fascista e alle asso- padronali prevalse, a fatica, la tesi del cat- ciazioni padronali. Domenico Ravanelli, il tolico Giuseppe Grabinski di fare qualche massimo dirigente della zona imolese, pur concessione alle Fratellanze, per impedire essendo iscritto al PPI, simpatizzò per i che i mezzadri finissero nell’orbita sociali- fascisti e il 10.4.1921 partecipò ad una sta. Per questo il 5.5.1908 a Bologna tra le spedizione punitiva. Una lista di blocco Fratellanze e la Federazione provinciale tra PPI e fascisti conquistò il comune di agraria fu firmato il primo Capitolato Dozza e il 16.1.1923 Ravanelli fu eletto generale scritto, mentre sino allora si sindaco. Scomparso Federici nel 1923, gli erano avuti solo patti comunali o azienda- successe Antonio Bonfiglioli che conservò li. Grazie a queste e altre concessioni le la carica sino al 1925. Dopo avere distrut- Fratellanze finirono nell’orbita delle asso- to le leghe rosse, fascisti e agrari comin- ciazioni padronali, almeno sino al 1915. ciarono a fare pressioni sui coloni perché Le Fratellanze conobbero una grande abbandonassero le Fratellanza ed entras- espansione nell’Imolese - avevano la sede sero nei sindacati corporativi. Quando a palazzo Monsignani, il centro del catto- Ravanelli si rese conto del pericolo tentò licesimo locale - ma non riuscirono a di difendere la loro autonomia. Il penetrare nel Bolognese, salvo qualche 23.4.1924 fu bastonato dai fascisti a gruppo a Castel S. Pietro Terme, Porretta Dozza perché, come scrisse il sottoprefet-

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to d’Imola al prefetto, «faceva propagan- 14.8.1945 uscì il settimanale “Iniziativa”. da antifascista fra alcuni contadini». Il Fece pochi numeri. [O] 7.5.1924, dopo essere stato aggredito BIBLIOGRAFIA. E. Curiel, Classi e generazioni nella sala consiliare, diede le dimissioni da nel secondo Risorgimento, Roma, Edizioni sindaco. Nella lettera al prefetto scrisse sociali, 1965, pp.LXXI+282; P. De che era stato «aggredito e percosso a san- Lazzari, Storia del Fronte della gioventù gue». Il sottoprefetto lo invitò a ritirarle e nella Resistenza, Roma, Editori riuniti, ad iscriversi ai sindacati fascisti per evita- 1974, pp.258, (ristampato da Mursia nel re altre aggressioni. Nei mesi seguenti le 1996); G. Magnanini, I giovani nella poli- famiglie coloniche abbandonarono le tica del dopoguerra (1945-1949), Reggio Fratellanze e aderirono al regime. Ra- Emilia, Nuova libreria rinascita, 1987, vanelli divenne funzionario dell’Asso- pp.128. I testi de “La Rinascita” sono in ciazione fascista dei lavoratori agricoli. Le RB2, pp.747-58. conquiste che i coloni “bianchi” e “rossi” avevano ottenuto con le agitazioni del Fronte per la pace e la libertà. Il Comitato 1920 furono cancellate e le associazioni unitario d’azione antifascista - nato a padronali imposero nuovi patti, uguali a Bologna nel settembre 1942 per iniziativa quelli in vigore all’inizio del secolo. [O] di PCI, PSI e MUP - assunse la denomina- B IBLIOGRAFIA. N. Galassi, La cooperazione zione di Fronte per la pace e la libertà nel imolese dalle origini ai giorni nostri (1859- giugno 1943, con l’adesione del PdA e del 1967), da p.120 a 135; N. Galassi, Il fasci- PRI. Non è certo, ma pare che abbiano smo a Imola (1914-1929). aderito, a titolo personale, esponenti catto- lici e liberali. Del comitato dirigente fecero Fronte della gioventù. Negli ultimi mesi parte: Leonildo Tarozzi* (PCI), Carmine del 1943, pare in ottobre, su iniziativa del Mancinelli* (PSI), Verenin Grazia* (PSI), PCI, fu costituito il Fronte della gioventù Gianguido Borghese* (MUP), Mario per l’indipendenza nazionale e per la liber- Jacchia* (PdA) ed Ettore Trombetti* tà, comunemente chiamato il Fronte della (PdA). Non si conoscono i nomi dei rap- gioventù. Aveva il compito di raccogliere presentanti del PRI. Il Fronte nominò un in un’unica organizzazione nazionale uni- comitato militare, incaricato di tenere i taria i movimenti giovanili che volevano rapporti con esponenti delle forze armate e combattere per la liberazione nazionale. di studiare i provvedimenti da prendere, La composizione del Fronte non fu uguale nel caso si fossero rese necessarie iniziative in tutte le città, perché non tutti i partiti insurrezionali. Era composto da: Mario del CLN decisero di aderirvi. Le adesioni Peloni* (PCI), Alberto Trebbi* (PSI), variarono da città a città. Aderirono, ma Massenzio Masia* (PdA) e Jacchia. Del non ovunque, PSIUP e PdA. Scarse e a Fronte non si conoscono documenti politi- titolo personale le adesioni dei cattolici. Il ci e sono rimasti pochi volantini tra i quali Fronte operò quasi esclusivamente nel- quello con la data del 26.7.1943, che invi- l’Italia del nord occupata dai nazisti. tava i bolognesi ad intervenire al comizio Primo segretario nazionale fu Giancarlo indetto per le ore 18 in piazza Vittorio Pajetta, rimasto in carica pochi mesi, al Emanuele II (oggi piazza Maggiore). In quale successe Eugenio Curiel. A Bologna testata recava la scritta «Unione Nazionale fu diretto da giovani comunisti e da pochi per la pace e la libertà». Queste le firme: socialisti. Il PdA aderì dopo la liberazione «IL COMITATO D’AZIONE – Partito e la DC e il PLI neppure dopo, salvo qual- d’Azione, Partito Comunista Italiano, che adesione personale. A Bologna il Movimento Cristiano Sociale, Partito Fronte pubblicò il periodico clandestino Liberale Italiano, Partito Socialista “La Rinascita”. Fece 4 numeri, il primo il Italiano, Movimento Unità Proletaria». 22.7.1944 e l’ultimo il 21.10.1944. Il Dopo la caduta del regime fascista il

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Fronte continuò ad operare per iniziativa vita. Il Fronte unico antifascista fu uno di del PdA, PCI e PSIUP (nato nell’agosto questi e precedette la linea dei Fronti dalla fusione di PSI e MUP). Poiché i due popolari di metà degli anni Trenta. [O] quotidiani bolognesi non ospitavano i suoi documenti politici, nel mese di agosto il Funo, Gli eccidi di. Per stroncare l’attivi- Fronte pubblicò 2 numeri di “Rinascita”, tà delle formazioni partigiane locali, i un foglio stampato e diffuso clandestina- fascisti compirono due dure rappresaglie mente. Aveva questo sottotitolo “Organo a Funo di Argelato. L’1.8.1944 bruciarono regionale dell’Unione nazionale pace e le case di alcuni coloni nei pressi delle libertà”. Dopo l’8.9.1943 il Fronte fu ribat- quali erano state compiute azioni partigia- tezzato in CLN, analogamente a quanto era ne. Il 5.8.1944 bruciarono altre case colo- avvenuto a Roma per l’Unione nazionale niche, per vendicare la morte dell’ufficia- pace e libertà. [O] le della GNR Mario Cavicchi e di un uffi- B IBLIOGRAFIA. N.S. Onofri, I socialisti bolo- ciale tedesco. Il 9.8.1944, avendo i parti- gnesi nella Resistenza. giani fatto saltare la Casa del fascio di Argelato, rastrellarono numerose persone Fronte popolare francese. Nel 1933, dopo e ne fucilarono 6. Lo stesso giorno brucia- la vittoria di Hitler in Germania, i partiti di rono 32 appartamenti (ma forse furono sinistra francesi compresero che era giunto 37), occupati da 42 famiglie, del rione il momento di mettere da parte vecchie Larghe e fucilarono, nei pressi della loro divisioni per fare fronte comune contro il abitazione, mentre stavano lavorando, nuovo pericolo che minacciava la democra- due coloni, i fratelli Attilio* e Luigi zia in Europa. Non fu facile mettere d’ac- Chiarini*. Il 9.10.1944 i fascisti si recaro- cordo socialisti e comunisti, in contrasto da no a Funo e arrestarono (ma non tutti sempre. All’indomani della manifestazione erano residenti nella frazione) Adelmo fascista di Parigi del 6.2.1934, i partiti di Bernardi*, Cesare Grazia*, Alfonso sinistra francesi - socialisti, comunisti e Marchesini*, Agostino Stagni e Renato radicali - e i sindacati promossero per il 12 Tampellini*. Lo Stagni riuscì a scappare, una contro manifestazione. Nel marzo fu mentre lo stavano mettendo al muro, e gli costituito il Comitato d’azione antifascista. altri vennero fucilati. Prima di essere ucci- Il 27.7.1934 socialisti e comunisti strinsero so Tampellini fu torturato. Dopo la un patto d’unità d’azione in funzione anti- Liberazione il prof. Francesco Flora ha fascista. Nel maggio 1936 i partiti di sini- dettato questa lapide murata su una casa stra si presentarono uniti alle elezioni come del ricostruito rione delle Larghe: «Il 9 Fronte popolare e le vinsero. Il Fronte agosto 1944/ una brigata nera/ per selvag- ebbe 378 eletti (147 socialisti, 106 radicali, gia vendetta/ verso il popolo di questa 72 comunisti e 53 di varia tendenza) contro contrada/ fiero di resistere al regime fasci- 220 della destra. Il 4.6.1936 il socialista sta/ irruppe nella borgata Larghe di Leon Blum costituì il governo, nel quale Funo/ sparse il terrore tra gli abitanti/ non entrarono i comunisti. Dopo avere bruciò e sterminò tutte le case/ uccise par- conseguito non piccoli successi, soprattut- tigiani ed inermi/ cittadini./ A memoria di to nel settore delle conquiste sociali, il quel giorno/ Argelato/ pose questo ricor- governo del Fronte popolare cessò nel do/ auspicando per le generazioni ventu- novembre 1938. [O] re/ la fine degli odii tirannici/ la giustizia/ e la libertà degli eguali». Fronte unico antifascista. In Francia, dopo B IBLIOGRAFIA. Pietroburgo nella pianura lo scioglimento della Concentrazione anti- bolognese. Documenti, testimonianze e fascista - il blocco dei partiti antifascisti, al immagini su Argelato, Funo e dintorni dal quale non aderiva il PCI - si costituirono 1859 in poi. Testimonianze di E. Tartarini alcuni organismi unitari che ebbero breve (p.600), R. Dardi (p.606) in RB5.

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Fuoriusciti. Così sono chiamati gli uomini BIBLIOGRAFIA. A. Crepas, Il fuoriuscitismo, politici costretti a lasciare il loro paese o che Milano, 1931, pp.XI+45; P.M. Bardi, 15 scelgono volontariamente l’esilio per sot- giorni fra i fuoriusciti, Roma, 1932, trarsi alle persecuzioni politiche. Dante è pp.136; L’imbecillità profetica dei fuoriu- uno dei più illustri fuoriusciti, anche se non sciti, Estratti dal “Popolo d’Italia” 17 usò questo termine, che si ritrova negli ottobre 1930 VIII – 24 marzo 1932 X, scritti di Machiavelli, Giannone, Guicciar- Milano, 1932, pp.32; M. Rygier, dini, Manzoni, De Sanctis e altri. Per i Rivelazioni sul fuoriuscitismo italiano in patrioti risorgimentali fu usato quello d’esi- Francia, Roma, Edizioni Roma, 1946, liati. Quando, tra il 1920 e il 1926 - ma pp.63; C. Puglionisi, Sciacalli: storia dei anche dopo, sia pure in misura minore, per fuoriusciti, Roma, Arnia, 1948, pp.165 la chiusura delle frontiere - migliaia di mili- (Ristampato da Il Borghese nel 1972, tanti antifascisti abbandonarono l’Italia per pp.219); A. Schiavi, Esilio e morte di riparare all’estero e sottrarsi alle persecu- Filippo Turati, (1926-1932), Roma, Opere zioni, il regime riesumò il termine di fuo- nuove, 1956, pp.217; A. Garosci, Storia riusciti. A differenza di quella risorgimenta- dei fuoriusciti, Bari, Laterza, 1953, le, che fu elitaria, l’emigrazione antifascista pp.308; C. Treves, Il fascismo nella lettera- assunse dimensioni di massa. Anche se tura antifascista dell’esilio, Roma, Opere erano in maggioranza operai e contadini, nuove, 1953, pp.162; G.S. Spinetti, non mancarono uomini di cultura e scien- Bibliografia degli esuli politici sotto il fasci- ziati. I fuoriusciti ricostituirono all’estero i smo, Roma, Solidarismo, 1959, pp.38; G. partiti e i sindacati soppressi in Italia. Salvemini, Memorie di un fuoriuscito, Stamparono giornali e diressero l’opera di Milano, Feltrinelli, 1960, pp.190; F. resistenza alla dittatura, in collegamento Schiavetti, Il fuoriuscitismo, pp.363-7, in con i centri di cospirazione politica rimasti Fascismo e antifascismo (1936-1948), attivi in Italia. Non pochi antifascisti in esi- Milano, Feltrinelli, 1962; P. Leonetti lio furono privati delle cittadinanza italiana Carena, Gli italiani del Maqui, Milano, e i beni personali sequestrati in base al Del Duca, 1966, pp.262; P. Leonetti decreto n.1.742 del 30.9.1926 e la legge n. Carena, Les italiens du Maqui, Edition 108 del 31.1.1928. Negli anni della seconda mondial, Paris, 1968, pp.298; S. guerra mondiale molti antifascisti furono Tombaccini, Storia dei fuoriusciti italiani catturati dai tedeschi in Francia e in Belgio in Francia, Milano, Mursia, 1988, pp.377; e consegnati alla polizia fascista. Finirono in G. Rossini, L’emigrazione cattolica antifa- carcere o al confino. Altri parteciparono scista, in Fascismo e antifascismo (1936- alla resistenza armata antitedesca, nei paesi 1948), Milano, Feltrinelli, 1962, pp.526; dove avevano trovato asilo, e non pochi C. Alpi, Il “fuoriuscitismo”, in Storia del- furono quelli che persero la vita. Solo in l’antifascismo italiano; C.F. Delzell, I Francia, secondo Pia Leonetti Carena, nemici di Mussolini, Torino, Einaudi, furono oltre 600. Di tutti riferisce le circo- 1966, pp.578; S. Fedele, Storia della stanze, la data e il luogo della morte, ma Concentrazione antifascista, 1927-1934, quasi mai la città natale. Nel 1945 la mag- Milano, Feltrinelli, 1976, pp.196; S. gior parte degli antifascisti fece ritorno in Colarizi, L’Italia antifascista dal 1922 al patria, anche se non furono pochi quelli che 1940, Bari, Laterza, 1976, 2 voll. per rimasero all’estero. La stragrande maggio- pp.492; AA.VV., L’emigrazione socialista ranza dei fuoriusciti avevano scelto la nella lotta contro il fascismo (1926-1939), Francia. Altri andarono in URSS, Svizzera, Firenze, Sansoni, 1982, pp.328; L’Unione Belgio, Austria, Tunisia e Stati Uniti. giornalisti italiani “Giovanni Amendola”, Durante il ventennio fascista furono 1.136 i 1927-1933, a cura di S. Rogari, Bologna, bolognesi che espatriarono per sottrarsi alle Li Causi, 1983; E. Signori, La Svizzera e i persecuzioni politiche. [O] fuoriusciti italiani. Aspetti e problemi del-

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l’emigrazione politica, 1943-1945, Milano, un Corpo d’armata di 51 mila uomini, del Angeli, 1983, pp.261; A. Morelli, Fa- quale faceva parte la brg Cacciatori delle scismo e antifascismo nell’emigrazione ita- Alpi comandata dal generale Peppino liana in Belgio (1922-1940), Roma, Garibaldi. Nel 1923 Sante Garibaldi costi- Bonacci, 1987, pp.302; S. Fedele, I repub- tuì in Francia la Legione garibaldina, blicani in esilio e nella lotta contro il fasci- un’organizzazione militare formata da smo, 1926-1940, Firenze, Le Monnier, anarchici e repubblicani che avrebbe dovu- 1989, pp.213; R. Caccavale, Comunisti ita- to combattere contro il fascismo. Fu sciol- liani in Unione Sovietica, Milano, Mursia, ta nel 1924. 1995, pp.345; N.S. Onofri, Un paradiso B IBLIOGRAFIA. Da Digione all’Argonna. infernale. Gli antifascisti bolognesi assassi- Memorie eroiche di Ricciotti Garibaldi, rac- nati e incarcerati nell’URSS di Stalin. colte da G.A. Castellani, Milano, Treves, 1915, pp.204; G. Coletti, Peppino Gari- baldi e la Legione Garibaldina. Episodi e aneddoti. Tipi e figure. Appendice polemica, Bologna, 1915, pp.143; R. Garibaldi, I fra- G telli Garibaldi dalle Argonne all’intervento, Milano, 1933, pp.241; R. Garibaldi, Fronte francese, Argonne, Bligny, Chemins des Garibaldini di Francia. Garibaldini italiani dames, maggio-novembre 1918, Roma, Edi- combatterono in Francia nel 1870 e nel zioni garibaldine, 1939, pp.219. 1914. Durante la guerra franco-prussiana del 1870, Giuseppe Garibaldi - che solo tre Garibaldini di Spagna, vedi: Battaglione e anni prima era stato sconfitto dai francesi a brigata Garibaldi in Spagna. Mentana - organizzò e guidò l’Armata dei Vosgi. Mentre il figlio Ricciotti si coprì di Gengis Khan, Linea. Nel novembre- gloria alla testa della brg Franchi tiratori, dicembre 1944 - dopo lo sfondamento Garibaldi colse due memorabili vittorie ad della Linea Gotica, sull’Appennino tosco- Autan e Digione. Quando i francesi furono emiliano, e il mancato sfruttamento di quel sconfitti a Sedan, l’Armata dei Vosgi rien- successo da parte degli anglo-americani - il trò in Italia. Nel maggio 1914, dopo lo fronte si stabilizzò lungo un tracciato irre- scoppio del conflitto, in Francia si costituì golare. Partiva a sud di Massa Carrara, la Legione garibaldina che aveva 2.500 tagliava a metà la Garfagnana e la parte volontari. Appartenevano quasi tutti al PRI montana delle province di Reggio Emilia e e ai movimenti dell’interventismo demo- Modena. Nella provincia di Bologna la cratico di sinistra. Tra i garibaldini vi erano linea passava a nord di Lizzano in i sei figli di Ricciotti Garibaldi: Giuseppe Belvedere e di Grizzana e tagliava a metà i detto Peppino, Ricciotti detto Ciotti, comuni di Marzabotto e Pianoro e l’alto Sante, Costante, Bruno ed Ezio. Peppino Imolese. La punta americana più avanzata divenne comandante della Legione. Non era all’altezza di Livergnano (Pianoro), non essendo stata riconosciuta dal governo ita- più di 15 chilometri da Bologna. Dal- liano fu inquadrata nella Legione straniera. l’Imolese la linea discendeva verso il mare, Ai garibaldini fu affidato un tratto di fron- tra Castel Bolognese (RA) e Faenza (RA), te sulle Ardenne, tra Sedan e Verdun. Il lungo il corso del Senio. La riva destra era 27.12.1914, mentre guidava un assalto, in mano alleata e la sinistra dei tedeschi. cadde Bruno Garibaldi. Il 4.1.1915 eguale Questa linea del fronte, sulla quale i due sorte toccò a Costante. Dopo l’intervento eserciti restarono attestati sino alla prima- dell’Italia in guerra, la maggior parte dei vera, fu chiamata con vari nomi: dapprima garibaldini rimpatriarono e si arruolarono Linea di difesa dell’Idice, poi altri e, infine, volontari. Nel 1918 l’Italia inviò in Francia Gengis Khan. Non era stata scelta dal

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comando tedesco né da quello alleato. Si mente deboli - oltre che privi di motivazio- era formata naturalmente a mano a mano ni - che furono tentati pochissimi aggiusta- che le truppe alleate, indebolendosi la loro menti di fronte nel corso della sosta inver- spinta offensiva, si fermavano su questa o nale. [O] quella posizione. I due eserciti erano tal- B IBLIOGRAFIA. Vedi: Linea Gotica.

Il tracciato della Linea Gengis Khan nella provincia di Bologna. La cartina è stata fatta dalla prefettura di Bologna nell’inverno 1944-45.

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Gestapo. Adolf Hitler assunse il potere in B IBLIOGRAFIA. A. Bergamini, Nascita della Germania il 30.1.1933 e il 26.4.1933, su “Terza pagina”, in “Nuova Antologia”, iniziativa di Hermann Goering, fu istituita novembre 1955, pp.347-62; E. Decleva, Il la Geheime Staats polizie, Polizia segreta di Giornale d’Italia, (1918-1926), in 1919- stato, comunemente chiamata Gestapo. 1925. Dopoguerra e fascismo. Politica e Con questo strumento il dittatore tedesco stampa in Italia, a cura di B. Vigezzi, riuscì a spazzare via tutte le forze d’opposi- Laterza, Bari 1965, pp.5-62; Comune di S. zione. Agli ordini prima di H. Heydrich e Giovanni in Persiceto, In memoria di poi di H. Himmler - i massimi dirigenti Alberto Bergamini, a cura di M. Gandini, delle SS - la Gestapo operò anche nei paesi Bologna 1962, pp.62; M. Gandini, Alberto occupati, in particolare in Francia e in Bergamini giornalista e uomo politico, in Italia. La violenza e la tortura erano gli “Strada Maestra”, n.4, 1971; A. D’Amico, strumenti di cui si serviva per distruggere L’atto di nascita della terza pagina, in gli avversari del nazismo. Al processo di “Strada Maestra”, n. 38-39, pp. 73-90. Norimberga fu definita un’organizzazione criminale. [O] Giornale del Mattino. Finanziato dalla B IBLIOGRAFIA. J. Delarue, Storia della massoneria bolognese - ma con un contri- Gestapo, Milano, Dall’Oglio, 1964, pp.509. buto della Federazione nazionale dei lavo- ratori della terra - l’11.12.1910 vide la luce GIL, vedi: Opera nazionale balilla. a Bologna il quotidiano “Giornale del Mattino”. Il nuovo foglio intendeva copri- Giornale d’Italia. Nel 1901 Alberto Ber- re il vuoto lasciato nell’agosto 1909 da “il gamini*, su incarico di Sidney Sonnino, Resto del Carlino” passato da una posizio- fondò il quotidiano “Giornale d’Italia”. ne di centro-sinistra ad una di destra, Ebbe un indirizzo conservatore e antigio- quando gli eredi d’Amilcare Zamorani lo littiano. Assunse presto gran prestigio e cedettero ad un gruppo di agrari e indu- inventò la “terza pagina”. All’avvento del striali zuccherieri. I promotori furono l’ing. fascismo scrisse che liberali e fascisti Alfredo Grassi dell’Associazione democra- «sono identici e noi liberali possiamo tica, l’avv. Enrico Golinelli del PRI e già rivendicare di essere stati, per così dire, sindaco di Bologna, l’avv. Aldo Oviglio prefascisti, quando era di gran moda esse- dell’Associazione radicale e l’on. Genuzio re democratici». Quando i fascisti tenta- Bentini* del PSI. Erano tutti massoni e rono di egemonizzare il PLI, il giornale Golinelli Venerabile della loggia VIII Ago- scrisse «siamo alleati, non vassalli». Il sto. Primo direttore fu Gino Piva presto 9.12.1923, quando assunse una posizione sostituito da Rino Alessi, entrambi ex redat- antifascista, Bergamini fu costretto a dare tori dell’“Avanti!”. L’accordo tra i partiti le dimissioni. Il 26.2.1924 fu pugnalato e della sinistra durò qualche anno, sino allo il mese dopo dovette abbandonare la pre- scoppio del conflitto. La massoneria, che sidenza della FNSI, il sindacato dei gior- possedeva la maggioranza del pacchetto nalisti. All’indomani del 25.7.1943 gli fu azionario, era interventista e i socialisti neu- riaffidata la direzione del giornale che tralisti. Il quotidiano, che nel giugno 1914 conservò sino all’8.9.1943. Dopo la aveva sostenuto i socialisti quando avevano Liberazione di Roma gli fu offerta la dire- dato la scalata vittoriosa al comune di zione, a condizione che si allineasse su Bologna, divenne un deciso avversario del posizioni conservatrici. Rifiutò. Divenuto PSI. La polemica antisocialista assunse toni l’organo della destra clerico-conservatri- fortissimi quando la direzione, alla fine del ce, il giornale decadde e cessò le pubbli- 1916, fu assunta da Pietro Nenni - iscritto al cazioni a metà degli anni Settanta, per PRI - anche se il suo nome in gerenza riprenderle qualche tempo dopo, con una apparve nell’agosto 1917. Nei primi mesi formula editoriale modesta. [O] del dopoguerra, quando Nenni tentò di

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riportare il giornale sulle posizioni di un tò al PCI, il quale designò prima Paolo tempo e di ricucire lo strappo con i sociali- Betti* e poi Giuseppe Dozza*. La mattina sti, la massoneria preferì chiuderlo. Cessò le del 21.4.1945 - senza consultare l’AMG - il pubblicazioni il 31.8.1919. [O] CLN nominò Dozza sindaco e tre vice sin- B IBLIOGRAFIA. D. Manetti, Gente di Roma- daci: Mario Forcellini* (PdA), Artemio gna; N.S. Onofri, La grande guerra nella Pergola* (PSIUP) e Angelo Senin* (DC). città rossa; N.S. Onofri, I giornali bolognesi Al termine di non facili trattative, il nel ventennio fascista. 2.5.1945 l’AMG nominò - su designazione del CLN - la Giunta comunale di Bologna. Giovane Italia. Tra il 1924 e il 1930 operò Di questa facevano parte il sindaco, i 3 vice in Italia l’associazione segreta antifascista sindaci e gli assessori Giovanni Bordoni* Giovane Italia. Fu fondata a Torino da (PSIUP), alimentazione; Giuseppe Bel- Eugenio Libois, Alberico Molinari, Mario trame* (PCI), sanità; Giovanni Bortolotti* Neri*, Mario Passoni, Innocenzo Porrone (PRI), polizia; Arsilio Colombini*, detto e Piero Zanetti. Erano tutti di orientamen- Ersilio, (PCI), tributi; Domenico Coman- to socialista, meno Libois che proveniva dini (DC), istruzione, quasi subito sostitui- dal PPI. Il gruppo pubblicò il giornale to da Giovanni Elkan*; Enzo Mario clandestino “Alto parlante”. I gruppi prin- Martini* (PLI), economato; Pietro Valen- cipali operarono a Milano (diretto da za* (PRI), ufficio legale; Emilio Vivaldi* Massenzio Masia*) e a Venezia (diretto da (PLI), ragioneria; Jonio Zuffi* (PSIUP), Armando Gavagnin). A Bologna ebbe una lavori pubblici. Beltrame e Valenza erano scarsa consistenza e vi confluirono elemen- assessori supplenti. Il 7.5 l’AMG ratificò la ti provenienti dall’associazione Italia libe- designazione di Dozza, senza ottenere le ra. Il responsabile fu Jonio Zuffi*, sostitui- sue dimissioni, come aveva chiesto, non to da Federico Cuccoli* nel 1927. L’asso- avendo gradito la nomina fatta dal CLN. Il ciazione si sciolse tra il 1929 e il 1930, con 12.5 l’AMG nominò 2 assessori supplenti: l’arresto dei dirigenti di Torino e Venezia. Emanuele Emiliani* (PdA) ed Elio Gli aderenti - anche a Bologna - confluiro- Vancini* (PSIUP). La Giunta comunale - no in Giustizia e libertà. [O] alla quale nell’ottobre 1945 fu affiancato B IBLIOGRAFIA. A. Gavagnin, Una lettera al un Consiglio comunale consultivo, nomi- re, Firenze, Nuova Italia, 1951, pp.244; id, nato dal CLN - restò in carica sino alle ele- Vent’anni di resistenza al fascismo, Ricordi e zioni del marzo 1946. [O] testimonianze, Torino, Einaudi, 1957, pp.553. Giunta comunale di Imola. Durante la lotta di liberazione il CLN di Imola stabilì Giunta comunale di Bologna. Durante la le cariche pubbliche che sarebbero state lotta di liberazione il CLN di Bologna sta- assegnate ai partiti, all’indomani della fine bilì le cariche pubbliche che sarebbero della guerra e in attesa di libere elezioni. state assegnate ai partiti all’indomani della Quella di sindaco spettò al PSIUP che fine della guerra, in attesa di libere elezio- designò Giulio Miceti*, ultimo sindaco ni. Il CLN si attenne ad una decisione eletto a Imola nel 1920 e destituito dai presa dal CLN Alta Italia, il quale aveva fascisti nel 1921. Il 16.4.1945, due giorni deciso l’assegnazione delle cariche di sin- dopo la liberazione di Imola, il CLN - in daco, prefetto e presidente dell’ammini- accordo con i partiti, che avevano designa- strazione provinciale delle principali città to i candidati, e con l’assenso dell’AMG - dell’Italia del nord (Verso il governo di nominò la nuova giunta: Mario Tarlazzi* popolo. Atti e documenti del CLNAI (PSIUP), istruzione; Egidio Lenci* (PCI), 1943/1946, a cura di G. Grassi, Milano, igiene; Nella Baroncini* (PCI), assistenza; Feltrinelli, 1977, pp.161-2, 217-20, 258-63, Decio Marchesi* (PSIUP), stato civile; 270-1). A Bologna la carica di sindaco spet- Annibale Marocchi* (DC), finanze; Primo

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Bassi* (anarchico), annona; Giacomo Taro- dopo la “marcia su Roma”. Pur subendo ni* (DC), ufficio tecnico. Il 18.4 il CLN sequestri e pesanti interventi della censura, nominò assessore Andrea Mancini* (PCI). continuò a uscire sino al 5.11.1925 quando Poiché Miceti - catturato e deportato dai - a seguito del mancato attentato di Tito tedeschi - non poté assumere la carica, Zaniboni contro Mussolini - fu soppresso, l’AMG l’affidò a Tarlazzi e a Lenci quella così come fu sciolto il PSUI. Il 14.3.1926 a di vice. Miceti rientrò a Imola il 22.4 e il 27 Roma nacque il Partito socialista dei lavo- presiedette la prima riunione. La presenza ratori italiani, ad opera dei vecchi dirigenti di Primo Bassi nella giunta rappresentò del PSUI, e organo del nuovo partito una grande svolta storica, in Emilia- divenne il settimanale “La Giustizia”. Fu Romagna, perché mai un anarchico aveva soppressa definitivamente il 31.10.1926. Il fatto parte - in rappresentanza ufficiale 13.5.1945 riprese le pubblicazioni settima- della FAI - di un consiglio comunale. [O] nali a Reggio Emilia. [O] B IBLIOGRAFIA. L. Trentini, I giornali reggia- Giustizia, La. Uno dei primi fogli socialisti ni dal 1836 al 1915, Reggio Emilia, 1971, a uscire in Emilia-Romagna fu “La pp.314; M. Savoca, “La Giustizia” nella Giustizia”. Lo fondò Camillo Prampolini il società di Reggio Emilia, pp.83-91, in Cento 29.1.1886 a Reggio Emilia e divenne quasi anni di stampa socialista nella Bassa Pada- subito uno dei principali veicoli di diffu- nia. 1889-1989, a cura di M. Pecoraro, sione delle idee socialiste nella regione. Era Venezia, Marsilio, 1989, pp.215. settimanale. Questo il sottotitolo iniziale “Difesa degli sfruttati” divenuto il Giustizia e libertà. Il 22.4.1945 a Bologna, 15.11.1891 “Difesa degli sfruttati. Organo dopo la fine dell’occupazione tedesca, usci- della Lega Socialista”. Il 15.12.1895 diven- rono 5 giornali: “Corriere dell’Emilia”, ne l’”Organo regionale dei socialisti emilia- “Corriere alleato”, “Rinascita”, “Bologna ni”, il 23.7.1898 l’”Organo settimanale dei liberata” e “Giustizia e libertà”. Anche se socialisti emiliani” e il 25.1.1903 l’”Organo non recava un sottotitolo, “Giustizia e dei socialisti di Reggio Emilia”. L’1.1.1904 libertà” era l’organo ufficiale del PdA. In fu trasformato in quotidiano, diretto da gerenza aveva la firma del direttore respon- Giovanni Zibordi, con il sottotitolo sabile Enrico Giussani*, il segretario regio- “Giornale socialista quotidiano di Reggio nale del PdA. Della redazione fecero parte Emilia”. Prampolini continuò a curare il Giuseppe Barbieri*, Nazario Sauro numero domenicale, che aveva conservato Onofri* e Tonino Presutti*. La redazione le caratteristiche del settimanale. Per sot- era in viale 12 giugno n.1, presso la tipo- trarsi alle persecuzioni fasciste, Zibordi - grafia Panzavolta, e l’amministrazione in contro il quale furono sparati colpi di via Venezia n.1 (oggi via Caduti di pistola - si dimise nel marzo 1921 lasciando Cefalonia), dove si trovava la sede del PdA. la direzione ad Amilcare Storchi. A causa Il giornale, che avrebbe dovuto proseguire delle violenze fasciste il quotidiano cessò le le pubblicazioni come quotidiano, fu pubblicazioni nel giugno 1922 e le riprese sospeso d’ordine del PWB. Le riprese il l’1.7.1922 a Milano, come organo dell’ala 3.6.1945 con periodicità settimanale e le riformista del PSI. Nell’ottobre 1922, dopo sospese in settembre. [O] l’espulsione dell’ala riformista, decisa dal XIX congresso nazionale del PSI, e la con- Giustizia e libertà, Movimento di. Giusti- seguente nascita del PSUI, “La Giustizia” zia e libertà fu il movimento politico fon- ne divenne l’organo con il sottotitolo dato a Parigi da Carlo Rosselli - evaso “Quotidiano del partito socialista unitario pochi mesi prima dal confino di Lipari italiano”. Era diretta da Claudio Treves. (ME) - nella seconda metà del 1929 unita- Come tutti i giornali antifascisti, sospese le mente a Gaetano Salvemini, Emilio Lussu, pubblicazioni per una decina di giorni Alberto Tarchiani e altri esuli antifascisti.

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Si proponeva di superare gli schemi e le liberale, Roma-Firenze, Edizioni U, 1945, concezioni dei vecchi partiti di centro e di pp.168 (Il volume ha avuto innumerevoli sinistra. Il programma fu illustrato nel libro ristampe); A. Garosci, La vita di Carlo Socialismo liberale scritto da Rosselli Rosselli, Roma-Firenze, Edizioni U, 1945, durante il soggiorno al confino. Nel 1932 il pp.274 (Ristampato nel 1975); E. Aga programma fu in parte riscritto con il con- Rossi, Il movimento repubblicano, Giustizia tributo di Tarchiani e Lussu. In Italia si e libertà e il Partito d’Azione, Bologna, costituirono nuclei GL a Torino, Roma, Cappelli, 1969, pp.283; Archivio di Firenze e Milano. Sin dall’inizio il movi- Giustizia e libertà (1915-1945), a cura di C. mento non ebbe una direzione omogenea, Casucci, Roma, 1969, pp.227; Giustizia e perché alcuni esponenti avrebbero voluto libertà nella lotta antifascista e nella storia privilegiare l’orientamento socialista e altri d’Italia. Attualità dei fratelli Rosselli a qua- quello liberale. Nel 1931 a Parigi fu firma- ranta anni dal loro sacrificio, Firenze, Nuo- to un patto d’unità d’azione con il PSI, va Italia, 1978, pp.510; N. Tranfaglia, Carlo mentre con il PCI i rapporti furono sempre Rosselli dall’interventismo a Giustizia e difficili. Nel 1936, quando scoppiò la guer- libertà, Bari, Latenza, 1968, pp.389; ra civile, Rosselli e i principali dirigenti del Gianguido Borghese, Prefetto della Libe- movimento si recarono in Spagna e costi- razione. tuirono la Colonna Rosselli, la prima for- mazione italiana a intervenire in quel con- Gruppi d’azione patriottica, (GAP). flitto. Quando Rosselli e il fratello Nello Durante la guerra di liberazione furono furono uccisi in Francia dai fascisti, il organizzate speciali squadre incaricate di 9.6.1937, il movimento si spostò su posi- operare in città per attentati - accurata- zioni di sinistra, su iniziativa di Lussu e mente programmati - contro persone o Fernando Schiavetti. Il nuovo orientamen- cose. Queste squadre furono organizzate to provocò l’allontanamento di alcuni ele- dal PCI, PdA e PSIUP, mentre gli altri par- menti liberali. Nel 1942 GL fu uno dei pro- titi del CLN erano contrari a questo tipo di motori del PdA. GL ebbe diversi organi di guerriglia urbana. Le squadre organizzate stampa. Nel 1932 Rosselli fondò i “Qua- dal PCI furono chiamate Gruppi d’azione derni di ‘Giustizia e libertà’” e nel 1934 il patriottica, abbreviate in GAP. Le squadre “Giornale degli operai”. Il 18.5.1934 fu la gappiste erano formate di pochissime per- volta di “Giustizia e libertà” - sottotitolo sone - non più di 3 o 4 - particolarmente “Movimento unitario per l’autonomia ope- addestrate all’uso delle rivoltelle e degli raia, la repubblica socialista, un nuovo esplosivi. Dovevano avvicinarsi all’obietti- umanesimo” - che uscì sino al 20.5.1940. vo con grande cautela, colpire con deter- Nel 1942 a New York uscirono i “Qua- minazione e precisione e allontanarsi velo- derni italiani”. A Bologna GL ebbe una cemente - quasi sempre in bicicletta - per consistenza modesta. All’inizio degli anni evitare di essere coinvolte in scontri non Trenta alcuni ex socialisti ed ex repubbli- programmati. Questo tipo di guerriglia - cani diedero vita ad un gruppo del quale usato da sempre, anche se molto discusso - facevano parte Duilio Codrignani*, Luigi durante l’ultima guerra è stato praticato da Gaiani*, Otello Lamma*, Umberto Orsi- tutti i movimenti di liberazione nei paesi ni*, Mario Protti*, Armando Quadri*, occupati dai tedeschi. Era ritenuto di gran- Bruno Roveri* ed Enzo Zucchini*. Gaiani, de importanza politico-militare, anche se Orsini, Roveri e Zucchini furono arrestati e era più che ovvio che ogni personaggio eli- il 26.6.1931 condannati dal Tribunale spe- minato era subito rimpiazzato, così com’e- ciale. [O] ra scontata la rappresaglia. Era importante B IBLIOGRAFIA. A. Cianca, Nascita di Giu- non tanto eliminare una o più persone, ma stizia e libertà, in “Mercurio”, n.1, settem- creare un clima di terrore tra le file nemi- bre 1944, pp.11-14; C. Rosselli, Socialismo che e far comprendere che nessuno era

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sicuro perché poteva essere colpito in qual- trasformarono o confluirono nell’UDI. A siasi momento. Questo genere di guerra Bologna, in particolare negli ultimi mesi provocava nei combattenti problemi mora- del conflitto, i GDD promossero numero- li di non facile soluzione. A Bologna operò se manifestazioni per rivendicare la pace in la 7a brg GAP Gianni Garibaldi. L’8a brg città e nei comuni della provincia. Il GL Masia aveva un nucleo speciale - chia- 3.3.1945, a Bologna, un centinaio di donne mato la “squadra” - del quale facevano invasero la sede comunale e malmenarono parte a rotazione i partigiani ritenuti ido- un ufficiale della GNR che voleva cacciar- nei. La brg Matteotti città non organizzò le. Le manifestanti percorsero via Ugo un reparto con compiti di guerriglia urba- Bassi e via Roma (oggi via Marconi) e si na. Il più significativo attacco gappista fu recarono al magazzino del sale per rivendi- compiuto il 26.1.1944, quando cadde sotto care la distribuzione del prodotto allora i colpi dei patrioti il federale Eugenio molto raro. I GDD bolognesi pubblicaro- Facchini nella sede della mensa universita- no due numeri unici: “Noi donne” nel ria in via Zamboni 25. Il giorno dopo 10 maggio 1944 e “La voce delle donne” in antifascisti - 4 detenuti nelle carceri di dicembre. [O] Bologna e 6 in quelle d’Imola - furono pre- B IBLIOGRAFIA. Donne bolognesi nella levati, sottoposti ad una farsa di processo Resistenza. Testimonianze e documenti, a (al quale non presenziarono e non furono cura di P.Dogliani, Bologna, Moderna, difesi da un avvocato) e 8 fucilati. I 3 gap- 1975, pp.36; Verso il governo di popolo. pisti autori dell’attentato sono: Ermanno Atti e documenti del CLNAI 1943/1946, a Galeotti*, Bruno Pasquali* e Remigio cura di G. Grassi, Milano, Feltrinelli, 1977, Venturoli*. Tutti caddero nella Resistenza. pp.195-6. A. Scarabelli, Il problema dell’e- Un’operazione analoga era avvenuta il mancipazione nei GDD della provincia di 4.11.1943 ad Imola quando i gappisti giu- Bologna, in F. Pieroni Bortolotti, Le donne stiziarono il seniore Gernando Barani, della Resistenza antifascista e la questione comandante della 68a legione imolese della femminile in Emilia Romagna: 1943-1945, MVSN. A sparare furono Adelmo Barto- Milano, Vangelista, 1978, pp.279-91; S. lini* e Livio Poletti*. Poletti cadde nella Casmirri, L’Unione donne italiane, 1944- Resistenza. [O] 1948, Quaderni FIAP, Roma 1978, pp.166; B IBLIOGRAFIA. G. Pesce, Senza tregua. La I Gruppi di difesa della donna: 1943-1945, guerra dei Gap, Milano, Feltrinelli, 1967, Roma, UDI, 1995, pp.140. A. Carletti, pp.307. Nascono i gruppi di difesa della donna, pp.87-8, in “I Quaderni di Resistenza Gruppi di difesa della donna, (GDD). oggi”, supplemento al n.4 del 2003 di Durante la Resistenza, nell’orbita dei CLN “Resistenza oggi”; L. Arbizzani, I Gruppi nacquero numerosi organismi unitari, tra i di difesa della donna nella Resistenza, quali i Gruppi di difesa della donna e per pp.59-62, in “Resistenza oggi”, n.5, 2004. l’assistenza ai combattenti per la libertà. I Testimonianze di Vittoria Guadagnini* GDD sorsero a Milano, alla fine del 1943, (pp.475-8) in RB1 e Novella Pondrelli* su iniziativa del PCI, PSIUP e PdA. In (pp.672-4) in RB5. alcune città la DC aderì ai GDD. Questi gruppi non si limitarono a prestare assi- Gruppi universitari fascisti, (GUF). Costi- stenza ai partigiani e alle loro famiglie, ma tuiti all’inizio degli anni Venti, i Gruppi in molte città promossero pubbliche mani- universitari fascisti divennero uno stru- festazioni per rivendicare la fine del con- mento del regime per operare negli atenei. flitto. Nel giugno 1944 il CLNAI riconob- Il compito del GUF, come si legge nel rego- be ufficialmente i GDD «come organizza- lamento allegato allo Statuto del PNF, era zione aderente al Comitato di liberazione quello di «inquadrare la gioventù studiosa nazionale». Dopo la liberazione i GDD si italiana, per educarla secondo la dottrina

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del fascismo». Il GUF organizzò littoriali in ottobre. L’AMG - pur precisando che del lavoro, della cultura, dello sport. Allestì sarebbero stati sciolti subito dopo la fine e gestì iniziative assistenziali, ma curò in del conflitto - consentì l’arruolamento nei modo particolare la preparazione militare Gruppi di combattimento di volontari e degli universitari, istituendo la Milizia dei partigiani che avevano attraversato la fascista universitaria. A partire dal 1934 linea del fronte. Per questo si può dire che ebbe l’incarico di gestire i Littoriali della furono formazioni a base popolare nelle cultura e dell’arte, i quali ogni anno avreb- quali militarono non solo soldati di leva o bero dovuto premiare i Littori e indicare i di mestiere, ma anche volontari che inten- 10 studenti meglio classificati in vari ordini devano battersi contro l’invasore. Avevano di materie. Quasi tutti i GUF avevano un armamento e divise inglesi e operavano nel periodico. A Bologna uscì “Archi- settore britannico. Molti partigiani bolo- trave”. Sia i periodici sia i Littoriali furono gnesi, dopo avere attraversato le linee, talvolta usati dagli studenti per la “fronda” fecero un corso al Centro d’addestramento al regime. [O] di Cesano a Roma e furono inquadrati nella B IBLIOGRAFIA. L’arte nel fascismo; Decima Cremona. Dei sei gruppi, il Friuli fu schie- Legio, In occasione dei prelittoriali della cul- rato - il 9.1.1945 - nei pressi di Brisighella tura e dell’arte e degli agonali dello sport; (RA), di fronte alla 4a div paracadutisti, GUF, Arte, cultura, sport, lavoro, stampa, una delle più forti unità della Germania. milizia, turismo, littoriali, assistenza, organiz- La posizione era stata occupata in previsio- zazione; GUF, Sezione femminile Bologna, ne dell’avanzata su Bologna. Il Cremona fu Lavoriamo per i nostri soldati; GUF, Partito schierato tra Ravenna e Alfonsine. Il nazionale fascista, Direttorio nazionale 10.4.1945 il Friuli - che dipendeva dal X Gruppi universitari fascisti, Littoriali Corpo britannico - prese parte all’offensiva maschili femminili del lavoro, Anno XXI; che prevedeva il superamento del Senio, Organizzazioni di cultura, in Panorami di con direzione Bologna. Dopo avere rag- realizzazioni del fascismo, Roma, 1942, giunto il Santerno, in 4 giorni di combatti- vol.III, pp.441-74; R. Zangrandi, Il lungo menti durissimi, i militari italiani prosegui- viaggio attraverso il fascismo; F. Gambetti, rono verso Imola, liberata dalle truppe Gli anni che scottano; N.S. Onofri, I giorna- polacche. Proseguendo l’avanzata verso li bolognesi nel ventennio fascista; Storie Bologna, il Friuli - in collaborazione con la della goliardia bolognese dall’orbace alla con- Legnano e la Folgore - raggiunse prima testazione; L. La Rovere, Storia dei Guf. l’Idice e poi il Savena per entrare a Bologna Organizzazione, politica e miti della gioventù nella tarda mattina del 21.4.1945.I soldati universitaria fascista, Torino, Bollati italiani furono fermati a S. Lazzaro di Boringhieri, 2003, pp.XXXVIII+409; R. Savena per permettere l’ingresso dei polac- Renzi, Compagni maestri, in Alma mater chi (dalla via Emilia) e degli americani, degli studenti, pp.133-43. provenienti da Pianoro (lungo la strada della Futa) e Sasso Marconi (lungo la Gruppo di combattimento Friuli. Dopo Porrettana). Dopo la liberazione di l’ottima prova data al fronte dal rinato Bologna il Friuli fu messo a riposo. Nel Esercito italiano - il I Raggruppamento corso della campagna ebbe 242 morti, 657 motorizzato prima e successivamente il feriti e 61 dispersi. Al termine della guerra CIL - l’AMG consentì al governo italiano i Gruppi di combattimento non furono di allestire 6 Gruppi di combattimento, sciolti e rappresentarono il primo nucleo costituiti dalle divv Cremona, Friuli, del nuovo esercito nazionale. [O] Folgore, Legnano, Mantova e Piceno. Ogni B IBLIOGRAFIA. Ministero della difesa, Grup- div aveva circa 9 mila uomini divisi per spe- pi di combattimento, Roma, 1945, pp.564; cialità d’arma. Sciolto il 25.9.1944 il CIL, i G. Lombardi, Il Corpo Italiano di Libe- Gruppi di combattimento furono istituiti razione. 28 settembre 1943 - 25 settembre

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1944, Roma, Magi-Spinetti, 1945, pp.138; cito, Marina, Aeronautica, I volontari nelle G. Pronetti, L’esercito italiano per la guerra forze armate del Regno d’Italia (Campagna di liberazione, Roma, Pinnarò, 1945, pp.47; settembre 1943 - maggio 1945), Roma, Il Gruppo di combattimento “Friuli” nella 1998, pp.212; Le Forze Armate nella guerra di liberazione, Bergamo, Istituto ita- Resistenza e nella Guerra di Liberazione, liano d’arti grafiche, 1945, pp.XII+200; G. Bologna, Il Nove, 2000, pp.211; N. La- Mastrobuono, Il Gruppo di combattimento banca, Corpo italiano di liberazione, in Di- “Cremona” nella guerra di liberazione, zionario della Resistenza, Torino, Einaudi, Roma, 1946, pp.175; E. Musco, Il 21° reg- vol.I, pp.207-215; F. Sessi, Gruppo Cre- gimento fanteria Cremona nella guerra di mona, in Dizionario della Resistenza, To- liberazione; Ministero della difesa, Stato rino, Einaudi, vol.I, pp.215-6; G.N. Amo- maggiore dell’Esercito, Ufficio storico; Il retti, F. Wolkenstein Braccini, L’esercito ita- Raggruppamento motorizzato italiano liano dopo l’8 settembre, in “Nuova storia (1943-44). Narrazione e documenti, Roma, contemporanea”, n.1, 2004, pp.35-56; R. 1949, pp.211; Ministero della difesa, Stato Luraghi, I soldati combattenti della guerra maggiore dell’Esercito, Ufficio storico, I di liberazione, in “Nuova storia contempo- Gruppi di combattimento Cremona, Friuli, ranea”, n.3, 2004, pp.155-8. Testimonianze Folgore, Legnano, Mantova e Piceno, (1944- da p.538 a p.543 in RB5. 1945), Roma, 1951, pp.564; G. Mastro- buono, Le Forze armate italiane nella Gruppo goliardico per la libertà, vedi: Resistenza e nelle guerra di liberazione, Unione goliardica per la libertà. Roma, 1965, pp.279; E. Castelli, Profilo storico del 41° battaglione AUC 1943 nella Gruppo intellettuali “A. Labriola”, vedi: guerra di liberazione, Palermo, 1971, pp.93; “Tempi nuovi”. Stato maggiore dell’Esercito, Ufficio stori- co, La guerra di liberazione, Scritti nel tren- Gruppo nazionalista bolognese, vedi: tennale, Roma, 1976, pp.223; G. De Sempre pronti per la Patria e per il Re. Giovanni, Inquadrati nella “Cremona”, in Al di qua della Gengis Khan, pp.139-40; A. Gruppo Ragghianti. Tra il 1937 e il 1943 fu Pedretti e C. Fanfani, Quelli della molto attivo a Bologna un gruppo d’intel- “Legnano” oltre la “Gengis”, in Al di qua lettuali che facevano capo al critico d’arte della Gengis Khan, pp.144-5; Stato maggio- Carlo Lodovico Ragghianti*. Di qui la re dell’Esercito, Ufficio storico, Le unità denominazione di gruppo Ragghianti. ausiliarie dell’Esercito italiano nella guerra Erano quasi tutti critici d’arte, anche se di liberazione, a cura di L. Lollio, Roma, non mancavano scrittori, poeti e insegnan- 1977, pp.310; U. Utili, Ragazzi in piedi! La ti di liceo. A cominciare da Ragghianti, ave- ripresa dell’esercito italiano dopo l’8 settem- vano un orientamento crociano. I più attivi bre, Milano, Mursia, 1979, pp.238; G. furono Giancarlo Cavalli*, Mario Finzi*, Conti, Il Primo Raggruppamento Motoriz- Cesare Gnudi*, Leonida Patrignani*, zato, SME-Ufficio storico, Roma, 1982, Antonio Rinaldi*, Elisabetta Maria Valeria pp.329; Le forze armate nella guerra di libe- Schiassi* e Sergio Telmon*. Facevano razione, 1943-1945, a cura di L. Poli, Ro- parte del gruppo anche Giorgio Bassani, ma, 1995, pp.66; “Il Secondo Risorgi- Giuseppe Campanelli*, Augusto Frassineti mento”, n.1-2, 1995, numero speciale dedi- e Roberto Serracchioli residenti fuori cato ai Gruppi di combattimento nella Bologna. Il gruppo restò unito dopo l’arre- guerra di liberazione; Associazione nazio- sto di Ragghianti avvenuto all’inizio del nale combattenti della guerra di liberazio- 1942, contemporaneamente a quello di un ne, I bersaglieri nella guerra di liberazione gruppo d’intellettuali fiorentini, con i quali da Montelungo a Bologna, 1943-1945, era collegato, avendo abitato per molti anni Torino, 1995, pp.141; Uffici storici Eser- a Firenze. Alla fine del 1942 quasi tutti i

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membri del gruppo aderirono al PdA. Il Olivieri*, Walter Pierantoni* “Silenzio”, 23.5.1943 la polizia arrestò Rinaldi, Gnudi, Aldo Rusticelli*, Renzo Sassi* “Dubat” e Cavalli, Gaetano Arcangeli*, lo scrittore Ferruccio Tognoli* “Ferro”. Gualtiero Giuseppe Raimondi* e il pittore Giorgio Montanari* “Tarzan” restò ferito. I super- Morandi*. Qualche giorno dopo furono stiti, dopo avere attraversato la linea del arrestati Carlo Doglio*, Fulberto Petti- fronte, si arruolarono in un Gruppo di nelli*, Ragghianti, Schiassi, Mario Delle combattimento e restarono in linea sino Piane*, Finzi del PdA; Fernando Baron- alla Liberazione. [O] cini* e Paolo Fabbri* del MUP; Francesco B IBLIOGRAFIA. L. Guccione, Il Gruppo Colombo* e Armando Quadri* del PRI. Il Valanga e la Resistenza in Garfagnana. 4.6.1943 fu la volta di Massenzio Masia* e Storia e documenti, Lucca, Pacini, 1978, il 10 d’Edoardo Volterra* del PdA. Arcan- pp.319; G. Lippi, La Stella Rossa a Monte geli, Morandi e Raimondi furono rilasciati Sole, p.119 e 147. quasi subito, perché risultarono estranei all’attività del gruppo, da loro frequentato Guarda, Eccidio di. Nel 1913 la Federa- per ragioni culturali. Gli altri restarono in zione dei lavoratori della terra di Bologna carcere un paio di mesi e tornarono in decise di organizzare un’agitazione agraria libertà dopo la caduta del regime. Baron- per rinnovare il contratto provinciale dei cini, Cavalli, Colombo, Fabbri, Finzi, Ma- coloni e conquistare aumenti salariali per i sia, Pettinelli, Quadri, Ragghianti, Rinaldi braccianti i quali non avevano un contratto e Volterra furono liberati l’1.8.1943 e Delle provinciale. Le due categorie, da sempre Piane, Doglio e Gnudi il 2. Non si sa quan- divise e spesso in contrasto, avevano rag- do fu liberata Schiassi. Quasi tutti i mem- giunto un alto grado d’unità politico-sinda- bri del gruppo, a cominciare da Ragghian- cale, come dimostrano vari episodi sinda- ti, che fu il massimo dirigente della Re- cali, a cominciare dalla vittoriosa vertenza sistenza in Toscana, presero parte alla lotta che, tra il 1909 e il 1912, si era svolta a di liberazione. Finzi morì ad Auschwitz e Molinella nell’azienda di Giacomo Zerbini. Seracchioli venne fucilato dai fascisti il Dal momento che non tutti i dirigenti della 7.8.1944 a Rovereto sulla Secchia (MO). [O] Federterra erano convinti del grado d’uni- B IBLIOGRAFIA. C.L. Ragghianti, Disegno del- tà tra le due categorie sul piano provincia- la liberazione in Italia, Pisa, Nistri e Lischi, le, fu deciso di sperimentare, nel 1914, a 1954, p.302. Molinella una vertenza di tipo nuovo. In caso positivo, nel 1915 sarebbe stata pro- Gruppo Valanga. Il 2.8.1944, dopo lo sfor- clamata su scala provinciale, ad esclusione tunato scontro con i tedeschi al passo delle dell’Imolese le cui caratteristiche erano Forbici (Villaminozzo - RE), 29 uomini del diverse da quelle del Bolognese. Nel gen- btg Sugano della brg Stella rossa Lupo si naio 1914 quasi tutti i coloni di Molinella - diressero in Toscana, mentre il grosso - gui- mezzadri, affittuari ecc. - inviarono una let- dato da Sugano Melchiorri* - tornò in pia- tera ai rispettivi “concedenti”, i padroni, nura, tra Modena e Bologna. Il 29.8.1944 i per ricordare che il capitolato colonico era 29 si aggregarono al Gruppo Valanga, una scaduto e che s’imponeva il rinnovo. Il formazione autonoma di partigiani toscani nuovo, aggiungeva la lettera, dovrà essere che operava tra Reggio Emilia, Lucca e La concordato tra il proprietario e il dipen- Spezia, comandata da Leandro Puccetti. dente, ma alla presenza di un rappresen- Ennio Resta* divenne commissario politico tante della Lega. Da sempre - salvo le ecce- del Gruppo. Lo stesso giorno, in uno scon- zioni - il patto era concordato tra le parti, tro con i tedeschi, caddero 18 partigiani, 9 spesso senza un documento scritto. Nel dei quali del btg Sugano. Erano: Edoardo 1908 la Federterra era riuscita a strappare Bergamini*, Remo Borsi* “Carioca”, alla parte padronale un capitolato colonico Ettore Bruni*, Renato Lorenzoni*, Rubino provinciale scritto, che rappresentava il

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quadro entro il quale le parti avrebbero per fare i lavori spettanti al “colono entran- dovuto trovare un accordo, in base alle te”, si sentirono opporre un nuovo rifiuto. caratteristiche del fondo. La grande novità In quel momento gli agrari ebbero la con- contenuta nella lettera del 1914 consisteva ferma della raggiunta unità tra coloni e nel fatto che il colono - come prevedeva la braccianti. Era politicamente molto impor- legge - voleva essere assistito da un suo rap- tante che i braccianti - che solitamente non presentante di fiducia: la Lega. Gli agricol- facevano più di 100-120 giornate l’anno - tori - che non avrebbero eccepito se il colo- rifiutassero un lavoro straordinario e ben no si fosse fatto rappresentare da un avvo- pagato, pur di non rompere l’unità antia- cato o da un agronomo - non vollero incon- graria. I proprietari raccolsero la sfida e si trarsi con la Lega per motivi politici. dichiararono pronti a perdere il raccolto - Anche se nel 1908 avevano accettato di fir- ma erano tutelati dall’assicurazione anti- mare con la Federterra il capitolato provin- sciopero - pur di rompere l’unità contadi- ciale, non volevano avere rapporti con la na. In ogni caso, non avrebbero mai tratta- Lega a livello comunale o, meno che mai, to con la Lega considerata «giuridicamente aziendale. Gli agrari risposero ai rispettivi inesistente». La vertenza si protrasse per coloni che prendevano atto della lettera, tutta la primavera e l’estate, con le parti considerandola come una dichiarazione ferme sulle rispettive posizioni. Parte del unilaterale d’escomio. Secondo la loro raccolto - quella della proprietà - andò per- interpretazione, il colono aveva manifesta- duta perché i coloni applicarono alla lette- to l’intenzione di abbandonare il fondo, ra le norme del patto. Il 4.10.1914 il pre- mentre si era limitato a chiedere la trattati- fetto di Bologna telegrafò a Giuseppe va per rinnovare il capitolato. Di conse- Massarenti*, sindaco di Molinella, che gli guenza, gli agrari presero atto che il colono agrari erano disposti a trattare con la Lega. - come prevedeva il capitolato - avrebbe Il telegramma non fu spedito da Bologna a lasciato il fondo entro il 31.10.1914 e non Molinella perché la sera del 4, una domeni- iniziarono la trattativa per il rinnovo del ca, al momento della trasmissione, l’ufficio contratto. Il passo era molto importante postale di Molinella era chiuso. Il prefetto perché solo l’apertura della trattativa - come accerterà un’indagine del direttore avrebbe congelato la procedura d’escomio. delle poste - era stato informato che il tele- Dopo di che - com’era sempre avvenuto - gramma non era partito. Contemporanea- se fosse stato trovato un accordo il colono mente il prefetto autorizzò l’Associazione sarebbe rimasto. In caso contrario, avrebbe agraria provinciale a inviare a Molinella, il lasciato il fondo. Dopo avere ricevuto la giorno 5.10.1914, una squadra di “liberi lettera del proprietario, i coloni - in base al lavoratori” reclutati nel Veneto. Avrebbero capitolato - erano divenuti automaticamen- dovuto eseguire in una tenuta parte dei te “coloni uscenti”. Per questo, da quel lavori non fatti dal “colono entrante”, per momento, avrebbero dovuto fare solo i riaffermare il diritto dei proprietari di ser- lavori di loro spettanza. Gli altri, quelli di virsi di manodopera non “organizzata”, parte padronale, sempre a norma di con- anche se questo fatto infrangeva i concor- tratto, sarebbero dovuti essere fatti dal dati sul lavoro bracciantile. La notizia del- “colono entrante” o dall’agrario, assumen- l’arrivo dei “crumiri” fu appresa a do operai, se non li avesse voluti fare per- Molinella la sera del 4. La mattina dopo sonalmente. Quando gli agrari cercarono centinaia di braccianti e mezzadri blocca- nuovi mezzadri, per sostituire quelli che se rono la strada a Guarda (Molinella) lungo ne sarebbero andati, non trovarono una la quale, provenienti da Bologna, sarebbe- famiglia disposta a entrare nel fondo. I ro dovute arrivare le auto che trasportava- mezzadri si erano accordati di non accetta- no gli operai veneti. Il gruppo era guidato re queste richieste, se non attraverso la da Alberto Donini, segretario dell’Asso- Lega. Quando interpellarono i braccianti, ciazione agraria, il quale era armato di

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rivoltella, come due suoi collaboratori. La sate al comune di Molinella per la costru- colonna era preceduta e seguita da carabi- zione di un asilo infantile in località nieri. Le auto - mentre la scorta dei carabi- Alberino. [O] nieri era sparita - furono fermate dai lavo- B IBLIOGRAFIA. Molinella 5 ottobre 1914, sd ratori, armati di bastoni, nei pressi del pas- (1914), a cura di “L’Italia industriale e agri- saggio a livello della ferrovia secondaria. Si cola”; Molinella. La campagna giornalistica ebbe uno scontro durissimo, al termine del giudiziaria de “L’Avvenire d’Italia” contro il quale 4 “liberi lavoratori” restarono uccisi. socialismo del basso bolognese; M. I molinellesi rimasti feriti nello scontro non Missiroli, La repubblica degli accattoni; G. si fecero medicare, per non essere identifi- Massarenti, La repubblica degli accattoni, cati. Alle 8, un paio di ore dopo lo scontro, supplemento al n. 39 de “La Squilla”, a Massarenti giunse il telegramma del pre- 1916; L. Paglia, La mezzadria nell’economia fetto. Tremila militari, giunti da Bologna, agraria; Molinella redenta. Per non dimenti- misero in stato d’assedio Molinella. Furono care, Numero unico a cura del Fascio di arrestati 121 lavoratori, dirigenti sindacali Molinella, marzo 1923, pp.8; F. Cavazza, e amministratori comunali. Massarenti Le agitazioni agrarie in provincia di evitò l’arresto rifugiandosi nella Repub- Bologna, dal 1910 al 1920; Molinella. “Alle blica di S. Marino, dove fu raggiunto da fonti della fede”, con lettera di Giuseppe altri sindacalisti. Gli agrari sfrattarono 14 Massarenti; Molinella e Massarenti. famiglie coloniche, che si erano particolar- Immagini e storia; N.S. Onofri, La strage di mente distinte nel corso della vertenza, e Palazzo d’Accursio; Molinella e Massarenti imposero ai mezzadri un capitolato coloni- nel quadro delle lotte sociali in Italia; G. co molto più arretrato di quello scaduto. Ai Mazzoni, La posizione egemonica di G. braccianti imposero tariffe inferiori a quel- Massarenti nella lotta agraria del 1920, in le precedenti e non applicarono i patti fir- “Nuovo Riformismo”, n.7-8, 1983, pp.99- mati sul collocamento della manodopera. 111; G. Mazzoni, Un uomo, un paese: La magistratura denunciò 240 persone. Giuseppe Massarenti e Molinella. Nel 1916 ne furono rinviate a giudizio 56 (38 delle quali detenute) per omicidio e Guardia nazionale patriottica di Imola. tentato omicidio. Tra i 56 solo 2 erano stati Dopo l’8.9.1943 a Imola il CLN e i partiti riconosciuti dai testimoni. Tutti i lavoratori aderenti - su proposta di Antonio Cicalini* rinviati a giudizio e anche quelli assolti in - diedero vita alla Guardia nazionale istruttoria furono internati nell’isola di patriottica di Imola, comunemente chia- Capraia (LI) sino al 1919. In quell’anno mata Guardia nazionale. Di questo corpo furono amnistiati, compreso Massarenti, e fecero parte numerosi antifascisti e militari. liberati. Nell’estate 1919 la Federterra aprì Svolse un’azione molto importante per il una vertenza a Molinella per chiudere ricupero delle armi abbandonate nell’imo- quella del 1914, rimasta aperta dopo l’ecci- lese dalla 3a div Celere, dopo la dissoluzio- dio di Guarda. Fu chiesto e ottenuto: 1) il ne dell’esercito. Nell’inverno alcuni ade- pagamento di 270 mila lire quale indenniz- renti contribuirono a formare i primi zo del danno subìto dai lavoratori per il nuclei delle brgg partigiane. Nella prima- mancato rinnovo del patto colonico e la vera 1944 la Guardia nazionale si sciolse ed violazione dell’accordo sul collocamento; i componenti entrarono a far parte delle 2) la riassunzione dei 14 coloni sfrattati, 3) brgg partigiane. [O] l’annullamento del patto colonico imposto B IBLIOGRAFIA. Momenti partigiani imolesi dagli agrari nel 1914 e la firma di uno in collina e in città; N. Galassi, Imola dal nuovo; 4) il ritorno al “collocamento di fascismo alla liberazione, 1930-1945; E. classe”, cioè gestito dalla Lega. Le 270 mila Gollini, N. Tampieri, Sole, Bianco e lire - una “taglia”, protestarono gli agrari - Mezzanotte. Imola tra guerra e ricostruzione non furono divise tra i lavoratori, ma ver- (1940-1950).

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Guardia nazionale repubblicana, (GNR). delle truppe alleate e l’insurrezione delle Tra le tante milizie che operarono durante forze partigiane la mattina del 21. [O] la RSI, la Guardia nazionale repubblicana B IBLIOGRAFIA. N. Armaroli, La diarchia fu la prima ad essere istituita e una delle nazione-partito e il problema politico del più consistenti per numero d’uomini e nuovo esercito della RSI, Roma, 1964, armamento. Annunciata il 19.11.1943, nac- pp.29; G.P. Pansa, L’Esercito di Salò nei que l’8.12.1943 con il decreto n.913, quan- rapporti riservati della Guardia nazionale do la RSI decise di organizzare un corpo repubblicana, 1943-1944, Milano, 1968, con compiti di «polizia interna e militare». pp.215; Riservato a Mussolini. Notiziari I compiti furono ribaditi ed estesi dal giornalieri della Guardia nazionale repub- decreto n. 921 del 18.12.1943, pubblicato blicana. Novembre 1943-giugno 1944, a sulla “Gazzetta ufficiale” n.166 del cura di N. Verdina, Milano, Feltrinelli, 18.7.1944. Il 14.8.1944 - dopo la nascita 1974, pp.486; S. Setta, Renato Ricci. Dallo delle Brigate nere - con decreto numero squadrismo alla Repubblica sociale italiana, 469, pubblicato sulla “Gazzetta ufficiale” Bologna, il Mulino, 1986, pp.348; Quattro- numero 190 del 16.8.1944, la GNR fu mila studenti alla guerra: storia della Scuola incorporata nell’esercito della RSI, contro Allievi ufficiali della GNR nella Repubblica la volontà del comandante Renato Ricci. A Sociale Italiana, a cura di E. Cavaterra e M. seguito delle sue proteste, Mussolini lo Vaccaro, Roma, Dino, 1987, pp.400; G. destituì ed assunse personalmente il Pansa, Il gladio e l’alloro: l’esercito di Salò, comando. La GNR era nata dall’unione Milano, Mondadori, 1991, pp.245; L. della MVSN, dei carabinieri e della PAI Ganapini, La repubblica delle camicie nere, (Polizia dell’Africa italiana). Il 20.1.1944 Milano, Garzanti, 1999, pp.519. aveva 4.552 ufficiali, 17.504 sottufficiali e 105.345 militi per un totale di 127.401 Guardia regia, vedi: Regia guardia di pub- uomini (ACS, MI, DGPS, AGR, RSI, blica sicurezza. b.43). Inizialmente si chiamò il Corpo delle camicie nere, per assumere in seguito quel- Guardia rossa di Molinella. Nel dicembre lo di GNR. Fu sempre agli ordini di Karl 1920 i fascisti di Bologna annunciarono Wolff, il comandante delle SS in Italia, che il giorno di Natale si sarebbero recati a anche se formalmente dipendeva dal mini- Molinella per bastonare Giuseppe Massa- stero dell’Interno. A Bologna fu costituita renti* e i dirigenti socialisti. I lavoratori si con gli ex militi della 67a legione della organizzarono e, il 25.12.1920, a centinaia MVSV di Bologna e della 68a d’Imola. si riunirono nella piazza in attesa dei fasci- Furono arruolati anche i membri della sti. Una volta giunti a Budrio, gli squadristi PAI, mentre i carabinieri - come al- si fermarono e rientrarono a Bologna. trove - difesero la loro autonomia operati- Dissero che sarebbero tornati per uccidere va e non si lasciarono integrare. La caserma Massarenti. A seguito di quell’episodio, la principale era in via Borgolocchi. Il sezione del PSI di Molinella organizzò una 20.1.1944 la GNR bolognese aveva 415 squadra di 8 uomini per la difesa persona- ufficiali, 1.191 sottufficiali e 10.834 militi le di Massarenti. Fu chiamata la “guardia per un totale di 12.440 uomini. Da una rossa”. Era composta da Alfredo Calzola- relazione della GNR, inviata a Mussolini ri* il comandante, Aldo Gardi*, Cesare nell’estate 1944, risulta che i militi erano Golinelli*, Filippo Gottellini*, Angelo 858 a Bologna e 431 nell’Imolese (ACS, Montanari*, Isidoro Musiani* “Foia”, RSI, SPD, CR, b. 4, “G.N.R.”). Il Luigi Schiassi* e Mario Ungarelli. I mili- 20.4.1945, quando i tedeschi abbandonaro- tanti socialisti - armati di rivoltella - veglia- no Bologna nella notte, la GNR si accodò ai vano giorno e notte davanti alla sede della reparti in ritirata e si dissolse senza sparare Cooperativa di consumo, dove Massarenti un colpo e tentare di contrastare l’avanzata abitava. Il 12.6.1921, quando i fascisti assa-

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lirono Molinella, la “guardia rossa” non bevevano o giocavano a carte. Raffaele intervenne perché Massarenti, per evitare Toselli* morì all’istante per un colpo al petto. scontri, preferì entrare nella clandestinità, Restarono feriti i fratelli Adelmo* e Alfonso dopo aver fatto circolare la voce che si era Negrini* e Giovanni Parmeggiani*. [O] trasferito a Roma. Alla fine del 1921 decise di abbandonare definitivamente Molinella Incidenti per la vertenza agraria del 1920. e si recò a Roma, dove restò sino alla La vertenza agraria del 1920, conclusasi Liberazione. Prima di andarsene invitò i con il Concordato Paglia-Calda, fu caratte- compagni a non rispondere con la violenza rizzata da numerosi incidenti. Alcuni furo- alla violenza fascista e ad opporre la resi- no di grandi dimensioni, come quelli di stenza passiva. Il 12.6.1921 i fascisti misero Decima di S. Giovanni in Persiceto e di a sacco Molinella, sotto gli occhi indiffe- Portonovo di Medicina, e altri di portata renti della polizia, dopo avere bastonato inferiore. Questi - tra i minori - quelli che numerosi lavoratori tra i quali Giuseppe ebbero conseguenze gravi e mortali. Il Bentivogli*, Calzolari e Luigi Ploner*. 28.8.1920 a Codrignano (Fontanelice) si Bentivogli, Calzolari e Golinelli caddero ebbe uno scontro tra coloni “bianchi” e nella Resistenza. [O] braccianti “rossi”. Il colono Domenico Frontali morì per una bastonata al capo. Il Guerra di classe. Al Consiglio nazionale 25.5.1923 la corte d’Assise di Bologna dell’USI del 13-14.9.1914 si ebbe un duro emise questa sentenza: Angelo Errani 9 confronto tra gli interventisti e i neutralisti. anni e 18 giorni; Domenico Plazzi 5 anni; Gli interventisti provocarono una scissione Gaspare Sagrini 6 anni; Giuseppe e mantennero il controllo de “L’Interna- Sangiorgi 6 anni; Ugo Solaroli 9 anni, un zionale”, il giornale del sindacato anarchi- mese e 7 giorni; Antonio Turicchia assolto co. Armando Borghi, rimasto alla testa (Corte d’Assise di Bologna. 1922-1923, dell’USI, diede vita a “Guerra di classe” p.190). Il 29.8.1920 a Fontanelice si ebbe che cominciò a uscire a Bologna il uno scontro tra coloni “bianchi” e brac- 17.4.1915 con il sottotitolo “Organo uffi- cianti “rossi”. Il bracciante Giuffrida ciale dell’Unione Sindacale Italiana”. Per Poggiali, da Remigio, fu colpito da una qualche tempo il giornale fu stampato a fucilata sparata da un colono della famiglia Mirandola e Firenze, per tornare a Bologna Trebbi. Riportò una ferita giudicata guari- nel 1919 ed essere trasferito definitivamen- bile in 30 giorni. Altri 2 braccianti restaro- te a Milano nel 1920. [O] no feriti lievemente. Il 17.9.1920 a Imola, B IBLIOGRAFIA. La nascita di “Guerra di clas- nel corso di uno scontro tra coloni “bian- se”, in “Sempre!. Almanacco N° 2 (1923- chi” e braccianti “rossi”, restò ucciso il 24) di ‘Guerra di Classe’”, pp.73-6. colono Arcangelo Solferini. L’1.5.1925 la corte d’Assise di Bologna emise questa sen- tenza: Ateo Brini* 8 anni e 4 mesi; Tomma- so Cristallini* assolto (Corte d’Assise di Bologna, 1924-1931, p.106). Il 22.10.1920 I l’imprenditore agricolo Flaminio Po si recò, a Bologna, nell’abitazione del brac- ciante Ernesto Canova per proporgli - IMI, vedi: Militari internati in Germania. mentre era in atto lo sciopero agrario - di recarsi in un suo fondo a Granarolo Emilia Immodena, L’eccidio di. Nel pomeriggio del per lavori di trebbiatura. Tra i due - dopo 5.3.1922 una squadra di fascisti entrò nella che il Canova aveva rifiutato la proposta - sala della cooperativa di Immodena (Anzola si accese una lite furibonda, nel corso della Emilia) e cominciò a sparare all’impazzata quale il Po uccise il Canova con un colpo di contro le persone sedute ai tavoli, mentre pistola. L’8.7.1921 la corte d’Assise di Bo-

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logna assolse il Po. A parere dei giudici su un piano di parità. Numerose le ragioni l’imputato, dopo essersi recato volontaria- che avevano indotto a quella scelta i diri- mente nell’abitazione del Canova, aveva genti politici e militari della Resistenza. Il sparato perché «costretto dalla necessità di popolo italiano avrebbe dovuto riscattare respingere da sé una violenza attuale ed con la lotta l’onore nazionale - perduto ingiusta» e per «avere agito in istato di l’8.9.1943 con la fuga della monarchia e il legittima difesa» (Corte d’Assise di Bologna, dissolvimento dell’esercito - e riconquista- 1920-1921, p.379). Il 30.10.1920 a S. Agata re la libertà e l’indipendenza nazionale. Bolognese nel corso di uno scontro perse la Firenze fu la prima importante città italia- vita il colono “bianco” Gaetano Guizzardi. na che insorse - all’inizio d’agosto - prima Il 9.2.1923 la Corte d’Assise di Bologna dell’arrivo degli alleati. Mentre a Firenze si emise questa sentenza: Sileno Bicocchi* 15 combatteva, a Bologna il CLNER e il anni; Antonio Candini 7 anni e 6 mesi; Ivo CUMER misero a punto il piano insurre- Guizzardi* 4 anni, 10 mesi e 10 giorni; zionale per la regione. Del CLNER faceva- Agostino Pietroboni* 5 anni e 10 mesi; no parte PCI, PSIUP e PdA. Nel comando Secondo Sola 15 anni (Corte d’Assise di del CUMER erano presenti, a titolo perso- Bologna, 1922-1923, p.138). nale, ufficiali appartenenti al mondo catto- lico e laico. Il piano prevedeva che entro Infermerie partigiane, vedi: Servizio sani- un mese o due al massimo, gli anglo-ameri- tario partigiano. cani avrebbero superato la Linea Gotica e iniziato la discesa verso la Valle Padana. Iniziativa-dalli al tronco, L’. Era il settima- Quanto al dispositivo militare, prevedeva nale ufficiale del PRI in Emilia-Romagna che almeno una metà dei partigiani che all’inizio degli anni Venti. A Bologna, dal operavano in pianura, a nord della Via 23.4 al 6.8.1921 era uscito “...dalli al tron- Emilia, avrebbero dovuto concentrarsi in co”, un settimanale che aveva il sottotitolo città, unirsi a quelli che vi operavano già e “Periodico repubblicano”. Il foglio bolo- assieme dare vita all’insurrezione, al gnese si fuse con il settimanale “L’Inizia- momento opportuno. Le brgg operanti tiva” che usciva a Ravenna diretto da sull’Appennino avrebbero dovuto fare Giuseppe Ferrandi*, uno studente di convergere sulle città - in particolare, Trento che studiava a Bologna. Dal Bologna, Imola, Faenza, Cesena, Forlì e 7.1.1922 cominciò a uscire “L’Iniziativa- Modena - alcuni contingenti, anche se il dalli al tronco”, con il sottotitolo “Settima- loro compito principale era e restava quel- nale della Federazione Repubblicana lo di attaccare alle spalle la Linea Gotica e Romagnola-Emiliana”. Direttore Ferrandi. favorire l’avanzata alleata. Valido o no che Fece 33 numeri, l’ultimo dei quali il fosse - era stato predisposto da alti ufficiali 25.8.1922. [O] dell’esercito e dai dirigenti politici della Resistenza - il piano non fu accettato da Insurrezioni, Le, mancate di Bologna. Nel numerosi comandanti partigiani. Il comu- giugno 1944, dopo la liberazione di Roma, nista Mario Ricci “Armando”- comandante il CLN Alta Italia e il CVL decisero che si della div Modena, che operava sull’Ap- sarebbero dovuti evitare casi analoghi a pennino tosco-emiliano, tra Modena e quello della capitale, liberata dalla truppe Bologna - non mandò un uomo in pianura alleate senza il contributo dei partigiani. e si diresse a sud per andare incontro agli Come risulta dalle direttive del 14 e alleati. Mario Musolesi* “Lupo”, coman- 26.6.1944 del CLN e del 18.9.1944 del dante della brg Stella rossa, rifiutò il piano CVL, le città del centro-nord, in accordo e restò a Marzabotto, dove cadde nei gior- con il comando militare alleato, dovevano ni dell’eccidio. Antonio Giuriolo* “Toni”, insorgere prima dell’arrivo delle truppe comandante della brg Toni Matteotti mon- anglo-americane e collaborare con queste tagna, inviò un dist, che raggiunse Mo-

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linella. Contrari anche i comandanti delle primo dubbio l’avevano avuto il 22.9.1944 brgg Matteotti e Garibaldi della pianura. quando lessero il volantino e l’edizione In particolare cfr. Anselmo Martoni straordinaria de “l’Unità” che annunciava- (pp.477-9) e Arleziano Testoni (pp.498- no lo «sciopero generale insurrezionale» 500) ed Enrico Mezzetti (pp.501-3) in RB3. proclamato unilateralmente dal PCI per il Nonostante le defezioni, nel mese d’agosto 25. In quel giorno l’insurrezione - che e settembre, ma alcuni gruppi continuaro- sarebbe potuta finire in un bagno di sangue no ad arrivare in ottobre, a Bologna con- - non si tenne perché il CLNER impose al fluirono centinaia di partigiani. Le brgg PCI il ritiro dell’ordine. Nell’occasione fu Garibaldi - in accordo con la 7a brg GAP riconfermato che ogni decisione insurre- Gianni - si sistemarono nella zona di Porta zionale spettava al CLNER, previ accordi Lame, tra le rovine dell’Ospedale Mag- con il comando alleato. Ad una ad una, i giore e del Macello comunale, distrutti dai fascisti scoprirono quasi tutte le basi parti- bombardamenti aerei. La Matteotti città giane. La prima, il 20.10.1944, fu quella organizzò una base in via de’ Poeti. L’8a dell’università. La maggior parte dei parti- brg GL organizzò una base - munita d’ap- giani riuscirono a mettersi in salvo, dopo parecchio ricetrasmittente per il contatto uno scontro durato un paio d’ore, ma 6 con le missioni alleate - nell’istituto univer- restarono uccisi. Il 7.11.1944 fu attaccata sitario di geografia in via Zamboni 33. I quella del Macello comunale a Porta Lame. partigiani attesero per settimane l’arrivo A sera, dopo una giornata di combattimen- degli alleati, ignorando che tra inglesi e to, i partigiani riuscirono a mettersi in americani non esisteva identità di vedute. I salvo, dopo essere scesi nel canale Cavatic- primi volevano raggiungere Trieste, per cio. Portarono con sé 15 feriti ed ebbero, puntare su Lubiana e Vienna e fermare la complessivamente, 12 caduti. Il 15.11.1944 spinta dell’Armata rossa verso il centro fu la volta della base della Bolognina, con 6 dell’Europa. Gli altri consideravano quello morti e 8 feriti, alcuni dei quali morirono in italiano un fronte secondario e ritenevano seguito. Due giorni prima il comando allea- che lo sforzo principale dovesse essere to aveva trasmesso per radio il “proclama fatto in Francia. Non a caso, numerose Alexander”che annunciava la sospensione divv americane furono sottratte al fronte delle operazioni sino alla primavera. Sia italiano e inviate nella Francia meridionale. pure a prezzo di gravi perdite, il dispositi- I dirigenti della Resistenza compresero che vo insurrezionale fu parzialmente smobili- qualcosa non funzionava quando reparti tato, ma non azzerato. L’inverno 1944-45 della 5a armata americana, sfondata la fu un periodo terribile per la Resistenza Linea Gotica, il 27.9.1944 arrivarono a bolognese, ma la mancata insurrezione non monte Battaglia già liberato dai partigiani si mutò in tragedia. Nei primi mesi del della 36a Garibaldi. Anziché procedere 1945 - mentre la guerriglia non conobbe verso Imola - e prendere alle spalle i tede- soste in città - fu predisposto un nuovo schi che, lungo la Via Emilia, contrastava- piano insurrezionale. Sante Vincenzi* no l’avanzata dell’VIII armata inglese, pro- “Mario”, uno dei principali dirigenti del veniente da Rimini - gli americani si ferma- CUMER, attraversò più volte le linee del rono e si trincerarono. Pochi giorni dopo fronte, per concordarlo con gli alleati. Gli raggiunsero il “muro” di Livergnano, anglo-americani iniziarono la battaglia per lungo la strada della Futa, ad una ventina la liberazione di Bologna il 16.4.1945, con di chilometri da Bologna, e lì si fermarono un piano che prevedeva l’aggiramento definitivamente. I fascisti, che avevano della città. La direzione di marcia era cominciato ad abbandonare Bologna ai Castel S. Pietro-Medicina-Argenta. Per primi d’ottobre - con la caduta delle prime Bologna fu una grossa fortuna perché i cannonate - ritornarono quando intuirono tedeschi avevano l’ordine di difendere la che gli alleati non sarebbero arrivati. Il città casa per casa. Bologna - nonostante le

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“vulgate” post-belliche - non era stata Intellettuali bolognesi uccisi dai fascisti. dichiarata “città aperta”. Tra comando Nell’autunno 1944 - dopo il “proclama alleato e CUMER era stato deciso che alla Alexander” - i fascisti scatenarono la caccia vigilia della liberazione della città sarebbe ai partigiani e agli antifascisti usciti allo stato inviato via radio il messaggio speciale scoperto, in previsione di quella che si rite- “Domani all’ippodromo avranno luogo le neva l’imminente insurrezione. Tra gli altri, corse”. In un eccesso di sicurezza era stato furono uccisi 3 intellettuali e un industria- deciso che solo Vincenzi dovesse conosce- le. Difficile dire - anche perché il PFR re il messaggio e dare l’ordine insurrezio- tentò di far ricadere la responsabilità sui nale. Il messaggio fu trasmesso la mattina partigiani - se fu una punizione per quanto del 20.4.1945 e Vincenzi lo ascoltò. Solo avevano fatto o un monito agli esponenti che decise di non trasmetterlo subito, per- della borghesia che non avevano aderito - ché nelle prime ore del pomeriggio avreb- ed erano la maggioranza - alla RSI. Nella be dovuto incontrare, in piazza Trento notte tra il 21 e il 22.11.1944 furono prele- Trieste, il segretario del PSIUP, Giuseppe vati dalle rispettive abitazioni il pediatra Bentivogli* “Liberale”, per nominare il Pietro Busacchi* e l’avvocato Alfredo nuovo comandante della brg Matteotti Svampa*. La mattina del 22 i loro corpi città, dopo la fucilazione di Otello furono trovati privi di vita: in via Camicie Bonvicini* “Giorgio”. I due furono sorpre- nere (oggi via Irma Bandiera) il primo e a si dai fascisti, torturati e uccisi, per cui l’or- Porta S. Donato il secondo. Tra il 22 e il 23 dine insurrezionale non fu diramato. Nella furono prelevati l’avvocato Giorgio notte tra il 20 e il 21 si mossero solo i grup- Maccaferri* e l’industriale conserviero pi partigiani che avevano le basi vicino ai Francesco Pecori*. Il giorno dopo il cada- viali di circonvallazione, quando si resero vere del primo fu trovato in Piazza conto che fascisti e tedeschi stavano sgom- Malpighi e l’altro in via Garofalo. I nomi brando la città. Alle prime luci dell’alba da dei 4 figurano nella “Lista Jacchia”. Il Porta Maggiore (che i bolognesi chiamano 26.11.1944 “il Resto del Carlino” pubblicò solitamente Porta Mazzini) entrarono i una nota, dal titolo Cinque cittadini uccisi a primi contingenti polacchi, seguiti poco colpi di arma da fuoco. Scrisse: «Indosso al dopo dagli americani provenienti dalle sta- prof. Busacchi è stato rinvenuto un bigliet- tali Porrettana e Futa. Ultimi arrivarono i to così compilato: “Così finiranno tutti i bersaglieri della Goito. Dopo avere dato la fascisti e gli ex fascisti”. Infine, un terzo spallata decisiva contro le postazioni tede- biglietto su carta da involto è stato trovato sche, erano stati fermati a S. Lazzaro di indosso all’industriale Pecori la cui dicitu- Savena per dare la precedenza ai polacchi. ra è la seguente: “Tradì il santo movimento Nel pomeriggio ebbero il permesso di di liberazione”». Il giornale scrisse che le entrare i reparti partigiani - la brg “Toni” uccisioni erano «opera dei fuorilegge». Matteotti Montagna, la brg GL Montagna Opposto il parere del generale Frido von e la 7a Modena - che nell’autunno era- Senger und Etterlin - comandante del XIV no stati riarmati e messi in linea dagli ame- corpo d’armata corazzato di stanza a ricani. [O] Bologna - e di Giorgio Pini sottosegretario B IBLIOGRAFIA. L. Bergonzini, La svastica a all’Interno e direttore de “il Resto del Bologna; N.S. Onofri, Bologna combatte; Carlino”. Von Senger ha scritto: «L’anima M. Maggiorani, Autunno 1944. L’insurre- “nera” delle brigate nere di Bologna era un zione mancata, in “I Quaderni di Resisten- professore della facoltà di medicina dell’u- za oggi”, supplemento al n.5 del 2004 di niversità», Franz Pagliani, e che «Alla fine “Resistenza oggi”, pp.123-31; L. Casali, di novembre vennero proditoriamente L’Autunno del ‘44 a Bologna, in “I Qua- assassinati a Bologna quattro stimati pro- derni di Resistenza oggi”, supplemento al fessionisti. Questi si erano compromessi n.5 del 2004 di “Resistenza oggi”, pp.133-9. come avversari del fascismo avendo tentato

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nel 1943, dopo la caduta di Mussolini, di rati politicamente pericolosi, furono allon- ricostituire i vecchi partiti». Von Senger tanati da Bologna, che era in zona di guer- fece espellere da Bologna Pagliani e il fede- ra. La maggior parte di questi dovettero rale Pietro Torri. Nel dicembre 1944, nella risiedere in un comune a sud di Roma per sua qualità di sottosegretario, Pini in una tutto il periodo bellico. Il 10.6.1940, con nota dal titolo «Appunti per il Duce», l’entrata dell’Italia nel secondo conflitto destinata a Mussolini, escluse che Busacchi mondiale, il governo ripristinò l’istituto «possa essere stato vittima di una vendetta dell’internamento. In maggio erano stati di qualche Comitato (il CLN) per mancato approntati campi che potevano ospitare mantenimento di accordi». E aggiunse: sino 15 mila persone ed erano in costruzio- «Conoscendo certi elementi non si può ne altri con 5 mila posti. L’1.6.1940 il capo escludere affatto che le soppressioni siano della polizia informò i prefetti che «appena state compiute ad opera di fascisti». E per- dichiarato lo stato di guerra» avrebbero ché non ci fossero dubbi sull’identità di dovuto essere «arrestate et tradotte in car- «certi elementi» sostenne «l’evidente cere le persone pericolosissime sia italiane opportunità di allontanare Pagliani dal set- che straniere di qualsiasi razza, capaci tur- tore bolognese» e scrisse che «Pagliani bare ordine pubblico aut commettere dovrebbe essere messo nelle condizioni di sabotaggi attentati, nonché le persone ita- non nuocere altrove né dovrebbe più rico- liane e straniere segnalate dai centri CS prire una carica simile a quella attuale, (controspionaggio) per l’immediato interna- attraverso la quale ha stancato e urtato non mento». Molti politici, già condannati dal solo i cittadini ma la grande maggioranza Tribunale speciale, al momento della scar- dei fascisti, e specialmente i migliori, met- cerazione per fine pena, furono internati a tendo questi ultimi nelle condizioni di non tempo indeterminato. Lo stesso trattamen- poter collaborare» (ACS, RSI, SPD, CR, to fu riservato ai confinati. Da una ricerca b.20, “Bologna”). Dello stesso parere era il dell’ANPPIA nazionale risulta che dall’ini- commissario straordinario regionale zio del conflitto alla caduta del regime, Armando Rocchi. Il 4.12 telegrafò al mini- luglio 1943, furono internate 8.500 perso- stro dell’Interno che i mandanti degli omici- ne, 2.711 delle quali per motivi politici; di «sono capi regionale e provinciale di bri- 1.256 per generica attività antifascista, gate nere, connivente qualche ufficiale di come l’ascolto di radio straniere; 468 anti- guardia repubblicana» (ACS, MI, Dir. gen. fascisti schedati; 411 confinati o condanna- PS, RSI, b.20, fas. K 16/21 “Bologna. ti dal Tribunale speciale con pena scontata; Situazione politica”). Il podestà Mario 326 ebrei sospetti politicamente; 155 lavo- Agnoli - che apparteneva al gruppo dei ratori rimpatriati dalla Germania per atti di fascisti moderati, come Pini - ha preferito ostilità verso il governo nazista; 10 zingari e ignorare l’episodio nel libro di memorie. Per 85 senza una ragione precisa. Le condizio- la morte dei 4, nel 1945 furono processati i ni di vita degli internati - sia che fossero in fascisti Romeo Matteini, Aldo Costa, Pietro campi di concentramento cintati sia presso Masi e Martino Berti. Berti fu assolto in famiglie private - erano molto disagiate e istruttoria. Matteini ebbe l’ergastolo e Costa non pochi decedettero per malnutrizione e e Masi 30 anni. Tutti furono amnistiati. [O] mancanza di assistenza sanitaria. Molti B IBLIOGRAFIA. F. von Senger und Etterlin, internati ebbero la libertà dopo la caduta Combattere senza paura e senza speranza; E. del fascismo. Quelli non liberati - come Frazzoni, Note di vita partigiana a Bologna. molti ebrei - finirono nelle mani dei tede- schi e furono deportati in Germania. [O] Internati politici. L’internamento era un B IBLIOGRAFIA. “Pericolosi nelle contingenze istituto simile, ma diverso dal confino o belliche”, Gli internati dal 1940 al 1943, a domicilio coatto. Negli anni della prima cura di S. Carolini, Roma, 1987, pp.422; C.S. guerra mondiale molti neutralisti, conside- Capogreco, Ferramonti. La vita e gli uomini

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del più grande campo d’internamento fascista: opposero. Il 18.9.1943 sei giovani partiro- 1940-1945, Firenze, Giuntina, 1993, pp.194. no ugualmente. Del gruppo facevano parte Nardi, i fratelli Ercole* e Ugo Istituto del pane gratuito. Negli anni della Giovannini*, Oliano Landi*, Bruno prima guerra mondiale, l’amministrazione Pirazzoli* “Tom” e Francesco Sangiorgi*. comunale di Bologna, retta da Francesco Si aggregarono al btg Trieste, comandato Zanardi*, organizzò un servizio di assistenza da Luigi Frausin, a Dolina, sull’altopiano a favore delle famiglie dei richiamati e dei carsico nei pressi di Muggia (TS). Il caduti in guerra. Il comune donava “buoni” 15.10.1943 - mentre Nardi e Pirazzoli per prelevare gratuitamente - dai negozi erano a Muggia, per un incontro con il dell’Ente autonomo dei consumi - pane, CLN locale - i tedeschi circondarono il pasta, riso e grassi alimentari. Nel dopoguer- btg Trieste e uccisero tutti i partigiani. ra l’iniziativa fu estesa ai familiari dei caduti Quando i due tornarono in formazione e ai reduci disoccupati. Per dare organicità trovarono i cadaveri di numerosi compa- ad un servizio nato per motivi umanitari che gni morti, ma non quelli dei 4 imolesi. si riteneva temporaneo, ma divenuto perma- Rientrarono ad Imola e verso la metà di nente, il comune costituì l’Istituto del pane gennaio Nardi organizzò la base partigia- gratuito. Entrò in funzione l’1.1.1920, pre- na all’Albergo di Cortecchio (Castel del sieduto dal consigliere comunale Luigi Rio). Nardi e Pirazzoli caddero nella Lanzi*. Avevano diritto di ricevere l’assisten- Resistenza. [O] za: le vedove con figli inferiori ai 14 anni; i B IBLIOGRAFIA. Vedi: 36a brg Bianconcini vecchi senza pensione; gli orfani di padre e Garibaldi. madre con meno di 14 anni; le vedove e gli orfani di guerra; gli inabili al lavoro. Con i Italia libera, L’, (Edizione clandestina). Era il “buoni” era possibile prelevare, nei negozi periodico ufficiale del PdA. Il primo nume- dell’Ente, pane gratuito per un importo di 6 ro, tirato in 3.000 copie, vide la luce nel gen- lire al mese e grassi per un importo di 2 lire naio 1943 a Milano. Uscì, con cadenza quasi al mese. Non era molto, ma era il segno che mensile, sino al 25.7.1943, quando finì la dit- la città non si disinteressava delle categorie tatura. Era redatto da Ugo La Malfa, Mario più deboli. L’Istituto funzionò per tutto il Vinciguerra e Adolfo Tino. Nella prima 1920. Venne soppresso dal commissario riunione nazionale del PdA - tenuta a straordinario quando, dopo la strage di Firenze il 5 e 6.9.1943 - fu deciso di trasferi- Palazzo d’Accursio, fu sciolta l’amministra- re il giornale a Roma, dove aveva sede la zione socialista. [O] direzione del partito. Il primo numero della serie romana uscì l’11.9, due giorni dopo l’i- Istria, Partigiani imolesi in. Dopo nizio della lotta di liberazione. Fecero parte l’8.9.1943 il PCI di Bologna e quello di della redazione: Francesco Fancello, Leone Imola - due entità distinte, pur facendo Ginzburg, Emilio Lussu, Carlo Muscetta, parte della stessa provincia - assunsero una Manlio Rossi Doria, Stefano Siglienti e Leo diversa posizione sull’opportunità di adot- Valiani (per il periodo in cui rimase a Roma). tare l’Appennino tosco-emiliano per la Uscirono uno o due numeri al mese, con una guerriglia. Mentre il PCI bolognese sconsi- tiratura oscillante tra le 15 e le 20 mila copie. gliò l’uso della zona collinare e inviò i pro- Nel giugno 1944, con la liberazione di Roma, pri militanti sulle montagne di Belluno, si trasformò in quotidiano. Durante la lotta quello di Imola fu di parere opposto. di liberazione uscì anche un’edizione mila- Quando un gruppo di giovani militanti nese. Fece uno o due numeri al mese con imolesi, guidati da Giovanni Nardi* “Ca- una tiratura di 20 mila copie. Fu diffuso in io”, decise di recarsi in Istria per appren- Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. dere dai partigiani jugoslavi la tecnica della Fecero parte della redazione: Mario Dal Pra, guerriglia, i dirigenti del PCI d’Imola si Gaetano De Luca e Valiani. Uscì clandesti-

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namente sino all’aprile 1945 quando, con la altri, vi aderirono Carlo Rosselli, Ernesto liberazione di Milano, divenne quotidiano. Rossi e Piero Jahier*. Il giornale fiorentino Durante la lotta di liberazione, una terza edi- “Non mollare” era l’organo ufficiale. In zione del giornale uscì a Torino, con diffu- occasione delle manifestazioni ufficiali che si sione regionale. [O] tennero in Italia il 4.11.1924, per celebrare la B IBLIOGRAFIA. C. Muscetta, La sventurata Vittoria, i membri dell’Italia libera fecero “Italia libera”, in “Mercurio”, n.4, 1945; L. opera d’aperta contestazione. A Bologna il Valiani, Tutte le strade portano a Roma, movimento fu costituito da ex combattenti Firenze, Nuova Italia, 1947, pp.395 iscritti al PRI e da militanti socialisti. Da un (Ristampato nel 1984); L’Italia libera, rapporto del prefetto al ministero Organo del Partito d’Azione, 1943-1945, a dell’Interno, in data 16.7.1924, risulta che gli cura di F. Tosi Ferratini e G. Grassi, aderenti erano «quasi duecento tra studenti Milano, Feltrinelli reprint, 1975, pp.129; ed ex combattenti» (ASB, GP, 1924, b. N. Torcellan, La stampa azionista, in V. 1.405, cat.7, fa.1, “Situazione ordine pubbli- Castronovo, N. Tranfaglia, Storia della co”). Il circolo bolognese era intestato a stampa italiana, vol. V, Bari, Laterza, 1980, Cesare Tugnoli, un alpino andato volontario pp.125; G. De Luna, Storia del Partito in guerra e caduto nel 1916 a Malga Zures. d’Azione, Milano, Feltrinelli, 1983, pp.382. Da un rapporto in data 21.11.1924 risulta che gli iscritti erano circa 100 e altrettanti i Italia libera, Movimento. Tra l’estate del simpatizzanti. Aderivano al PRI Mario 1923 e l’inizio del 1924 - ma il fenomeno Bergamo*, Giovanni Bordoni*, Dante Ca- assunse consistenza rilevante solo dopo il labri*, Adriano* e Francesco Colombo*, delitto Matteotti - in numerose città italiane Giovanni Ghiselli* detto Giannino, Mario si costituirono gruppi d’ex combattenti con Protti*, Armando Quadri*, Andrea Stigna- il proposito di opporsi alla dittatura fascista. ni* e Domenico Ventura. Giuseppe Paolo I promotori erano quasi tutti interventisti Ventura e Riccardo Pedrazzi aderivano al democratici, se non ex fascisti contrari all’in- PSI e Ugo Lenzi* al PSUI. Jonio Zuffi* aderì voluzione reazionaria di Mussolini. Di qui la anni dopo al PSI. Il circolo bolognese fu necessità di combattere il regime dittatoriale, sciolto dal prefetto il 7.5.1925. La maggior pur senza avvicinarsi ai partiti della sinistra. parte degli aderenti passarono a Giustizia e I principali esponenti del Movimento Italia libertà. [O] libera erano militanti del PRI e dell’area laica B IBLIOGRAFIA. L. Zani, Italia libera. Il primo e democratica. Il primo gruppo sorse a Ro- movimento antifascista clandestino (1923- ma per iniziativa della medaglia d’oro 1925), Bari, Laterza, 1975, pp.191; L’“Italia Raffaele Rossetti e di Randolfo Pacciardi. In libera”, in No al fascismo, a cura di E. Rossi, Emilia fu promosso da Guido Bergamo* e Torino, Einaudi, 1963, pp.71-93. dal fratello Mario* e Cino Macrelli. Molto consistente quello di Firenze. Aveva caratte- Italiano, L’. Fu uno dei tanti periodici pen- re segreto e gli aderenti si erano assunti l’im- sati e diretti da Leo Longanesi. Il 14.1.1926 pegno di «rivendicare in qualunque occasio- vide la luce con il sottotitolo “Rivista setti- ne, a costo di qualsiasi sacrificio, la propria manale della gente fascista”. Nel 1933, dignità e la responsabilità di libero cittadino, quando fu licenziato da direttore de e di contribuire con tutte le forze alla resti- “L’Assalto”, Longanesi si trasferì a Roma e tuzione di un regime di libertà e di giustizia qui la rivista continuò le pubblicazioni, per tutto il paese». Il gruppo fiorentino prima con periodicità quindicinale e poi rivendicò lo scioglimento della MVSN; libe- con cadenza irregolare sino al 1943. Dal re elezioni politiche ed amministrative; il primo all’ultimo numero il giornale visse ripristino della libertà di stampa; l’indipen- dei contributi del regime. Dal 1926 al 1932 denza della magistratura e il rispetto della ricevette sovvenzioni saltuarie e dal 1932 al libertà di riunione e associazione. Tra gli 1942 un assegno mensile di 3 mila lire diret-

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tamente dal Minculpop (ACS, Minculpop, tramento dove il regime nazista inviava gli Gab., Sovvenzioni, b. 219, fas. “Leo avversari politici da eliminare fisicamente. Longanesi”). Dal 1940 al 1943 Longanesi Assunto il potere il 30.1.1933, il 20.3.1933 ricevette un secondo assegno mensile di 4 Hitler fece aprire a Dachau (Monaco di mila lire, sempre dal Minculpop. [O] Baviera) il primo KZ, dove furono rinchiu- B IBLIOGRAFIA. N.S. Onofri, I giornali bolo- si i militanti dei partiti antinazisti. L’8.3.1934 gnesi nel ventennio fascista, pp.172-187; fu attivato il campo di Esterwegen, il L’Italiano (1926-1942), a cura di B. Romani 12.7.1936 quello di Sachsenhausen e il e C. Barilli, Roma, Ateneo, 1976, pp.367; 16.4.1937 quello di Buchenwald. Dopo l’ini- A. Andreoli, Leo Longanesi, Firenze, zio del conflitto il regime nazista organizzò Nuova Italia, 1980, pp.160; I. Montanelli, altri campi in Polonia e nei paesi occupati M. Staglieno, Leo Longanesi, Milano, per eliminare gli ebrei, i politici, gli zingari, Rizzoli, 1985, pp.420; Leo Longanesi ecc. I deportati erano riconoscibili da un (1905-1957), editore, scrittore, artista, a triangolo sul petto: rosso per i politici, con cura di G. Appelle, P. Longanesi, M. l’aggiunta della sigla della nazionalità; verde Vallora, Milano, Longanesi, 1996, pp.333. per i delinquenti comuni; nero per gli aso- ciali; rosa per gli omosessuali; viola per gli zingari; azzurro per gli apolidi; marrone per i testimoni di Geova; la croce di David gial- la per gli ebrei. Ad Auschwitz a tutti gli L internati fu impresso un numero di matri- cola sul braccio sinistro. I KZ erano dotati - ma non tutti - di camere a gas per l’elimina- Labante, Eccidio di. Tra il 26 e il 29.9.1944 zione dei detenuti e di forni crematori per i tedeschi uccisero 10 persone in tre locali- la distruzione delle salme. Il controllo dei tà di Labante (Castel d’Aiano). La rappre- campi era affidato alle SS e alla Gestapo. saglia era stata ordinata perché il 26.9 un Dalla documentazione ritrovata dopo la reparto partigiano aveva attaccato un grup- fine della guerra risulta che nei lager furono po di militari che razziavano bovini nelle deportati 12 milioni di persone, 11 delle case coloniche. La prima vittima si era quali morirono. Gli ebrei eliminati furono 6 avuta il 26 a Val di Vigo, dove fu ucciso un milioni. I deportati politici italiani circa 40 passante. Il 28.9 giunse sul posto un grosso mila, dei quali poco meno di 4 mila usciro- reparto di SS tedesche. A Casa Nuccia fu no vivi. Questi i lager principali, dai quali ucciso un uomo e in località Campidello dipendevano decine di sottocampi. Germa- furono massacrati 6 membri della famiglia nia: Dachau, Esterwegen, Sachsenhausen, Maldini e un’anziana colona. Il 29.9 - men- Buchenwald, Flossenburg, Neuengamme, tre a pochi chilometri di distanza era in Rawensbrück, Gran Rosen, Bergen Belsen, corso l’eccidio di Marzabotto - furono Dora Mittelbau. Austria: Mauthausen (con uccise altre persone. Questi i nomi delle i sottocampi di Gusen uno, Gusen due vittime accertate: Luigi Aldrovandi* il 26.9 e Melk), Harteim. Polonia: Stutthof, a Val di Vigo; Giacomo Paltretti* il 28.9 a Auschwitz, Majdanek, Chelmno, Belzec, casa Nuccia; Maria Teresa Chiari*, Um- Sobibor e Treblinka. Francia: Natzwiller- berta Fornelli* detta Berta, Alfonso Mal- Struthof. Italia: Fossoli (Carpi - MO); dini*, Antonio Maldini*, Giuseppe Mal- Risiera di S. Sabba (Trieste); Bolzano. [O] dini*, Maria Maldini* e Faustina Mei* il B IBLIOGRAFIA. T. Noce, ...ma domani farà 28.9 a Campidello; Antonio Luigi Pal- giorno, Milano, Cultura nuova, 1952, mieri* il 29.9 a Campidello. [O] pp.278; P. Caleffi, Si fa presto a dire fame, Milano, Avanti!, 1955, pp.203 (Ristampato Lager di sterminio. I Konzentrationlager - da Mursia nel 1968); F. Fergnani, Un uomo abbreviati in KZ - erano i campi di concen- e tre numeri, Milano, Avanti!, 1955,

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pp.236; Pensaci, uomo!, a cura di P. Caleffi pp.324; L. Happacher, Il lager di Bolzano, e A. Steiner, Milano, Feltrinelli, 1960, Trento, 1979, pp.258; A. Devoto, La vio- pp.173; B. Mumerstein, Terezin, Il ghetto lenza nei lager. Analisi psicologica di uno modello di Eichmann, Bologna, Cappelli, strumento politico, Milano, Angeli, 1981, 1961, pp.239; P. Liggeri, Triangolo rosso, pp.184; ANED, Bibliografia della deporta- Varese, 1963, pp.325; Notte sull’Europa, a zione, Milano, Mondadori, 1982, pp.94; I cura di F. Etnasi e R. Forti, Roma, ANED, lager nazisti. Per distruggere l’uomo nell’uo- 1963, pp.439; V. Morelli, I deportati italia- mo, Milano, 1983; I lager nazisti, a cura di ni nei campi di sterminio, 1943-1945, T. Ducci, Milano, Mondadori, 1983, Milano, 1965, pp.494; R. Vassetti, Un qua- pp.157; M. Martini, Il trauma della depor- derno dal lager, Milano, Mursia, 1966, pp. tazione. Ricerca psicologica sui sopravvissuti 85; S. Bartolai, Da Fossoli a Mauthausen. ai campi di concentramento nazisti, Milano, Memorie di un sacerdote nei campi di con- Mondadori, 1983, pp.202; E. Gatti, Lager: centramento nazisti, Imola, Galeati, 1966, storia inedita dei campi di sterminio pp.109; O. Lengyel, I forni di Hitler, d’Europa, Modena, Toschi, 1983, pp.508; Bologna, Carroccio, 1967, pp.340; L. ANED, KZ-Lager, antologia della deporta- Poliakov, Il nazismo e lo sterminio degli zione, a cura di O. Pezzoli, Bologna, 1984, ebrei, Torino, Einaudi, 1967, pp.414; E. pp.143; La deportazione nei campi di ster- Volterra, Riflessioni di un giurista sulla minio nazisti. Studi e testimonianze, a cura deportazione, in “Quaderni del centro di F. Cereja e B. Mantelli, Milano, Angeli, studi sulla deportazione e l’internamento”, 1986, pp.356; La vita offesa. Storia e memo- n.4, 1967, pp.27-9; P. Levi, Se questo è un ria dei lager nazisti nei racconti di duecento uomo, Torino, Einaudi, 1968, pp.221; L. sopravvissuti, a cura di A. Bravo e D. Jacca, Poliakov, Auschwitz, Roma, Ventro, 1968, Milano, Angeli, 1986, pp.438; Il sole con le pp.215; V. Pappalettera, Tu passerai per il spine. Note di viaggio nei campi di stermi- camino. Vita e morte a Mauthausen, nio, a cura di L. Masetti e B. Bianconi e del Milano, Mursia, 1969, pp.347; P. Caleffi, Comune di Sala bolognese, S. Giovanni in Un mondo fuori dal mondo. Indagine Doxa Persiceto, 1994, pp.55; R. Lazzero, Gli fra i reduci dai campi nazisti, Firenze, schiavi di Hitler: i deportati italiani in Nuova Italia, 1971, pp.XIV+356; R. Germania nella seconda guerra mondiale, Angeli, Il Vangelo nei lager. Un prete nella Milano, Mondadori, 1996, pp.XIV+329; Resistenza, Firenze, Nuova Italia, 1971, L. Beccaria Rolfi, L’esile filo della memoria, pp.151; G. Melodia, La quarantena. Gli ita- Torino, Einaudi, 1996, pp.184; M. Consoli, liani nel lager di Dachau, Milano, Mursia, Homocaust. Il nazismo e la persecuzione 1971, pp.252; O. Brovedani, L’inferno dei degli omosessuali, Milano, Kaos, 1996; O. vivi. Memorie di un deportato, Trieste, Focherini. Lettere dal carcere e dai campi di 1971, pp.127; A. Carpi, Diario di Gusen, concentramento, Baraldini, 1995, pp.280; Milano, Garzanti, 1971, pp.253; F. Bibliografia della deportazione nei campi Sarcinelli, Vita e morte nei campi di concen- nazisti, a cura di T. Ducci, Milano, Mursia, tramento e di sterminio, Milano, De Vecchi, 1997, pp.227; AA.VV., Lager, totalitarismo, 1972, pp. 219; Nei lager c’ero anch’io, a modernità, Milano, Bruno Mondadori, cura di V. Pappalettera, Milano, Mursia, Milano, 2002, pp.307. 1977, pp.445; H. Marsalek, Mauthausen, Milano, La Pietra, 1977, pp.284; J.F. Lastra, Eccidio di. Il 5 o 6.10.1944 - ma Steiner, Treblinka. La rivolta di un campo di secondo altra versione il 29.9.1944, come sterminio, Milano, Mondadori, 1978, pp. risulta dai certificati anagrafici - nel rifugio 348; L. Sterpellone, Le cavie dei lager. Gli costruito dai cittadini a Lastra di Rioveggio “esperimenti” medici delle SS, Milano, (Monzuno) le SS tedesche uccisero 16 per- Mursia, 1979, pp. 224; V. Giuntella, Il nazi- sone. Pare che alcune siano state soppresse smo e i lager, Roma, Studium, 1979, altrove e qui trasportate. Sicuramente nel

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rifugio furono trovati i resti d’Arturo Consigli provinciali su 75. Per molti anni Baldazzi*, Ezio Baldazzi*, Elisa Bertocci*, Giacomo Matteotti fu segretario nazionale. Giuseppe Cella*, Tarcisia Collina*, Dario Fu soppressa dal fascismo e rinacque il Ferretti*, Dino Ferretti*, Giancarlo Ferret- 4.5.1946 con il nome d’Associazione dei ti*, Amedea Franchi*, Antonia Gnudi*, comuni democratici. [O] Adalcisa Laffi*, Giuseppina Lazzaroni*, B IBLIOGRAFIA. Direzione del Partito Clementa Macchiavelli*, Claudio Minga- Socialista Italiano, II Congresso nazionale relli*, Maria Mingarelli*, Ada Neri*. [O] delle Amministrazioni comunali e provin- B IBLIOGRAFIA. D. Zanini, 20 settembre ciali socialiste. Bologna 16-17 gennaio 1916, 1990, Rioveggio ricorda i suoi caduti. Biella, 1916, pp.303.

Lavoratore agricolo, Il. Nel 1944 i Comi- Lega italiana diritti dell’uomo, (LIDU). tati di difesa dei contadini di Bologna cura- Nel 1927, a Parigi, i partiti antifascisti ita- rono la pubblicazione di 2 numeri de “Il liani - meno il PCI - costituirono la Con- Lavoratore agricolo”; sottotitolo “Organo centrazione antifascista, il primo organi- dei braccianti e dei contadini bolognesi”. smo unitario incaricato di coordinare la Fu stampato nella tipografia Grandi in via lotta contro la dittatura. Contemporanea- Zamboni 90. Il primo numero vide la luce mente, numerosi iscritti ai partiti - ad ecce- il 15.7.1944 e il secondo l’1.9.1944, prima zione del PCI - diedero vita alla Lega ita- della ricostituzione della Federazione lavo- liana diritti dell’uomo. La LIDU - simile ratori della terra. Nel giugno era uscito “La alla francese Ligue des droits de l’Homme voce dei campi”. [O] - aveva il compito di assistere gli antifasci- B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I sti esuli. Primo presidente fu Alceste De giornali bolognesi della Resistenza, pp.260- Ambris, con Luigi Campolonghi segreta- 3. I testi sono in RB2 da p.735 a p.744. rio. Morto De Ambris, Campolonghi divenne presidente, con Alberto Cianca Lavori forzati. Redatto da Mario Testoni* segretario. Sciolta nel 1934 la Concen- e tirato al ciclostile, nel novembre 1944 trazione antifascista, la LIDU proseguì la uscì il primo numero di “Lavori forzati” sua attività sino agli anni della guerra. Nel con il sottotitolo “Periodico diretto ai lavo- 1935, a titolo personale, aderirono alcuni ratori della Todt”. Un secondo numero esponenti comunisti. Era la premessa per uscì nel gennaio 1945. [O] l’inizio della nuova politica dei fronti B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I popolari, approvata dal VII Congresso giornali bolognesi della Resistenza, p.302. I dell’Internazionale comunista. [O] testi sono in RB2 da p.891 a p.892. B IBLIOGRAFIA. S. Fedele, Storia della Con- centrazione antifascista, 1927-1934, Milano, Lega dei comuni socialisti. Il 4.9.1910 a Feltrinelli, 1976, pp.XIII+196. Firenze, su iniziativa della direzione del PSI, si tenne una riunione nazionale degli Lega proletaria fra mutilati, invalidi, redu- amministratori socialisti eletti nei comuni e ci, orfani e vedove di guerra. Questa Lega nelle amministrazioni provinciali. Al termi- fu istituita nell’aprile 1919 dal PSI, su scala ne fu istituita la Lega dei comuni socialisti nazionale, per organizzare e assistere i lavo- che avrebbe dovuto dare un indirizzo uni- ratori rimasti feriti nel corso della prima tario alle amministrazioni rette dal PSI. Nel guerra mondiale, le vedove e gli orfani. 1914 - quando conquistò grandi città come Primo segretario della Lega di Bologna fu Milano e Bologna e numerosi consigli pro- Armando Cocchi*. Nel novembre 1919 il vinciali - il PSI rafforzò la struttura della congresso provinciale elesse segretario la Lega. Dopo le amministrative del 1920 alla vedova di guerra Noemi Betti e vice Dante Lega dei comuni socialisti aderirono oltre 2 Ratta. [O] mila amministrazioni su 8 mila e 25 BIBLIOGRAFIA. C. Seassaro, La lega proletaria

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fra mutilati e i reduci di guerra, in contrari 49. Le “leggi eccezionali” - che do- Almanacco socialista 1920, Milano, p.436. vevano durare 5 anni - restarono in vigore sino al 29.7.1943. [O] Leggi eccezionali. All’indomani dell’atten- tato d’Anteo Zamboni* contro Mussolini, Liberalsocialista, Movimento. Fu un avvenuto a Bologna il 31.10.1926, il gover- movimento antifascista che, alla fine degli no fascista emanò una serie di provvedi- anni Trenta, agì sul piano ideologico e cul- menti liberticidi pronti da tempo, poi chia- turale, più che su quello politico. Nel 1938- mati “leggi eccezionali”. Il 5.11.1926 varò 39 Guido Calogero e Aldo Capitini stesero un primo blocco che prevedeva lo sciogli- il primo manifesto programmatico del mento dei partiti che «esplicano azione movimento, seguito da un aggiornamento contraria al regime»; la soppressione dei nel 1941. Con quello già operato da Carlo giornali che «esplicano azione contraria al Rosselli, era un tentativo per conciliare regime»; l’estensione dell’istituto del confi- socialismo e liberalismo, per superare i no di polizia ai reati politici; l’istituzione modelli politici ed organizzativi dei vecchi della polizia politica diretta dalla MVSN; partiti prefascisti e ricercare una terza via l’annullamento e il rinnovo di tutti i passa- tra marxismo e liberalismo economico. Fu porti e l’aggravamento delle pene per chi un movimento di élite culturale e operò tentava l’espatrio clandestino. Seguì una all’interno delle università. Tra la fine del serie di leggi denominate “Provvedimenti 1942 e l’inizio del 1943 quasi tutti gli ade- per la difesa dello Stato” che prevedevano renti confluirono nel PdA, ad eccezione di la pena di morte per reati politici e l’istitu- pochi rientrati nei partiti tradizionali della zione del Tribunale speciale. Contempora- sinistra. Capitini non aderì, perché si consi- neamente furono dichiarati decaduti i derava un «indipendente di sinistra». [O] deputati aventiniani e dell’opposizione. Le B IBLIOGRAFIA. A. Capitini, Elementi di una “leggi eccezionali”, preparate dal ministro esperienza religiosa, Bari, Laterza, 1936, della Giustizia Alfredo Rocco, furono illu- pp.138 (Ristampato nel 1947); G. Calo- strate alla Camera, il 9.11, dal deputato gero, Ricordi del movimento liberalsociali- bolognese Angelo Manaresi. Dopo avere sta, in “Mercurio”, n.2, ottobre 1944, affermato che la pena di morte «è la giusta pp.25-34; A. Capitini, Liberalsocialismo del e severa sanzione» che «si impone come un 1937, in “Mercurio”, n.12, agosto 1945, preciso dovere» contro i «disertori della pp.5-21; G. Calogero, Difesa del liberalso- Patria», aggiunse: «Le folle che, nella mia cialismo, Roma, 1945, pp.346; C.L. Rag- città, il 31 ottobre, fecero giustizia somma- ghianti, Disegno della liberazione in Italia, ria del delinquente (Anteo Zamboni) che Pisa, Nistri Lischi, 1954, pp.420; G. Calo- aveva osato alzare la mano armata contro la gero, Ricordi del movimento liberalsociali- Sacra persona del Duce, hanno espresso la sta, in Difesa del liberalsocialismo ed altri volontà recisa della Nazione, hanno pre- saggi, Marzorati, Milano, 1972, pp.346; M. corso l’opera dei legislatori e dei giudici, Delle Piane, Rapporto tra socialismo libera- hanno additato, fra il consenso di tutto il le e liberalsocialismo, in Giustizia e libertà popolo, alla nostra Asssemblea, la via da nella lotta antifascista e nella storia d’Italia, seguire» (Atti parlamentari. Camera dei Firenze, La Nuova Italia, 1978; G. De Lu- deputati, tornata del 9.11.1926, p.9.396). na, Storia del Partito d’Azione, Milano, La Camera approvò il provvedimento Feltrinelli, 1983, pp.382. liberticida senza dibattito. Erano presenti solo deputati fascisti, perché quelli d’oppo- Libertà, La. Era il giornale ufficiale della sizione erano sull’Aventino. Con il voto Concentrazione antifascista che operava in segreto si ebbero 341 sì e 12 no. Al Senato Francia. Aveva una periodicità settimanale si svolse un modesto, ma significativo e usciva a Parigi. Questo il sottotitolo dibattito. I voti favorevoli furono 183 e i “Giornale della Concentrazione antifasci-

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sta”. Il primo numero vide la luce principali testate dalla pubblicistica anar- l’1.5.1927 e l’ultimo il 3.5.1934. Fu diretto chica. Il 28.10.1922, in occasione della dal socialista Claudio Treves. Nel 1932 fu “marcia su Roma”, la redazione e la tipo- affiancato da Alberto Cianca di Giustizia e grafia furono distrutte. Il giornale uscì sal- libertà. Nel luglio 1933, dopo la morte di tuariamente per qualche periodo, per ces- Treves, fu diretto collegialmente da Cianca, sare definitivamente dopo l’arresto di Randolfo Pacciardi del PRI e Giuseppe Binazzi avvenuto nel novembre 1924. Saragat del PSI. La Concentrazione antifa- Dopo il 1945 “Il Libertario” fu edito per scista era l’organismo rappresentativo dei alcuni anni in Lombardia, poi ebbe edizio- partiti italiani ricostituiti in Francia. ni a Roma nel 1978 e nel 1981. [O] Nacque nell’aprile 1927 su iniziativa del B IBLIOGRAFIA. Un trentennio di attività PSI, del PSUI (che nel 1930 si fuse con il anarchica, 1914-1945, Cesena, L’Antistato, PSI), del PRI, della CGdL e della LIDU. 1953, pp.215; L. Bettini, Bibliografia dell’a- Nel 1932 aderì il movimento di Giustizia e narchismo, Firenze, CP, 1973, vol.I, tomo I, libertà. Il PCI fu sempre contrario. La p.167. Concentrazione si sciolse nel 1934. [O] B IBLIOGRAFIA. C. Puglionisi, Sciacalli. Storia Linaro, Eccidio di Casa Rigolino a. dei fuoriusciti, Roma, Arnia, 1948, pp.165; L’1.5.1922 a Casa Rigolino di Linaro A. Garosci, Storia dei fuoriusciti, Bari, La- (Imola) era in atto una manifestazione terza, 1953, pp.308; S. Fedele, Storia della popolare, per la Festa del lavoro, quando Concentrazione antifascista, 1927-1934, furono sparati colpi di rivoltella sui presen- Milano, Feltrinelli, 1976, pp.XIII+196. ti. Alcuni fascisti - nascosti dietro l’argine di un canale - spararono alla cieca a scopo Libertà Economica, La. Quindicinale di terroristico. Nell’eccidio perse la vita Luigi politica ed economia fondato e diretto da Trombetti* e restarono feriti Luigi Bassa- Alberto Giovannini*, da non confondere ni*, Teresa Baroncini*, Paolo Falconi* e con l’omonimo direttore de “L’Assalto”. Remo Sgubbi*. I fascisti non furono iden- Vide la luce nel 1903, quando Giovannini tificati. I carabinieri - a conferma del fatto militava nel PRI. Negli anni successivi si che i sicari avevano cercato la strage - rac- spostò a destra e dopo il congresso costitu- colsero una trentina di bossoli. [O] tivo del PLI - tenutosi a Bologna dall’8 al 10.11.1922 - fu eletto segretario nazionale. Linea Gotica. Nell’autunno-inverno 1943- Giovannini divenne sostenitore dell’allean- 44 il comando tedesco in Italia preparò un za prima e della fusione poi con il PNF e piano di difesa per rallentare l’avanzata nelle elezioni politiche del 1924 fu eletto dagli anglo-americani dal sud verso il nord. deputato nel “listone” fascista. Allontana- Punti di forza del piano erano due linee tosi dal fascismo dopo il delitto Matteotti, fortificate: la Gustav, all’altezza dei fiumi Giovannini si vide sopprimere “La Libertà Garigliano e Rapido, e la Verde, più nota Economica” alla fine del 1926, quando come la Linea Gotica, che andava dal fiu- furono soffocate le residue libertà costitu- me Magra, tra Le Spezia e Massa Carrara, zionali. [O] a Pesaro. Tra le due, vi erano numerose linee minori. La Gotica era lunga 320 chi- Libertario, Il. Il titolo “Il Libertario” fu lometri e sfruttava le asperità dell’Appen- dato a numerose pubblicazioni anarchiche nino tosco-emiliano. Lungo il tracciato italiane. A Imola l’11.8.1908 uscì un nume- erano stati piazzati 479 cannoni, 2.375 ro unico, diretto da Adamo Mancini. La mitragliatrici, 100 mila mine, circa 4.000 testata più famosa fu quella edita a La casematte e 16 mila postazioni per cecchi- Spezia tra il 16.7.1903 e il 26.10.1922. ni. Erano stati stesi centinaia di chilometri Fondato e diretto da Pasquale Binazzi, per di filo spinato e scavate innumerevoli trin- un ventennio, “Il Libertario” fu una delle cee anticarro. Chiamata Gotica nell’aprile

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1944, fu ribattezzata Linea verde in giu- Imola, il punto più debole della Gotica. gno. Ma fu sempre chiamata Gotica. Quando, a metà settembre, gli americani Subito dopo la liberazione di Firenze, ai occuparono Monte Battaglia - con la colla- primi d’agosto 1944, il comando alleato borazione determinante dei partigiani, che decise di attuare l’Operazione olive, il cui lo avevano preso e tenuto per giorni - la obiettivo era lo sfondamento della Gotica. strada per Imola sembrava aperta. Operan- La campagna militare alleata era condizio- do un ulteriore sforzo in quella direzione nata dal grave contrasto tra i governi ingle- sarebbero potuti arrivare alla via Emilia e se e americano. Il primo riteneva che si prendere alle spalle i tedeschi che, a dovesse risalire velocemente la penisola per Rimini, bloccavano agli inglesi l’accesso puntare, lungo la direttrice Trieste-Lu- alla Valle Padana. Inspiegabilmente - così biana, alla liberazione dell’Austria e del- com’era avvenuto qualche mese prima, l’Ungheria, per impedire all’Armata rossa quando avevano preferito occupare Roma, di dilagare nell’area danubiana. Gli ameri- anziché accerchiare il grosso dell’esercito cani ritenevano che lo sforzo principale tedesco a Valmontone - interruppero la dovesse essere fatto in Francia, ignorando mossa aggirante, cambiarono direttrice di o quasi l’Italia. Essendo prevalsa la tesi marcia e puntarono su Bologna seguendo americana, nell’estate 1944 molte divisioni la Futa. La Gotica cedette sotto la spinta furono sottratte al fronte italiano e inviate americana e, uno dopo l’altro, furono in Francia per l’Operazione Anvil, che pre- liberati i centri principali lungo la Futa. vedeva lo sbarco tra Cannes e Hyéres. Nella discesa verso Bologna la spinta ame- Altre divv furono inviate in Grecia per sof- ricana - anche perché i tedeschi avevano focare l’insurrezione dei partigiani del- ricevuto consistenti rinforzi - si affievolì l’ELAS. Le divv alleate rimaste in Italia lentamente, per mancanza di rimpiazzi e non erano sufficienti per compiere un’ope- materiali, come scrisse nelle memorie il razione decisiva contro la Gotica. A ciò si generale Mark W. Clark, comandante aggiunga il contrasto insanabile tra i gene- della 5a Armata. A metà ottobre, l’avan- rali americani e inglesi. Avevano concezio- guardia americana si fermò davanti al ni tattiche e strategiche diverse e ricercava- “muro” di Livergnano (Pianoro), ad una no successi personali, per motivi di presti- quindicina di chilometri da Bologna. La gio. L’attacco alla Gotica prevedeva uno Gotica era stata sfondata, ma l’obiettivo sforzo al centro dell’Appennino lungo le minimo dell’offensiva - la città di Bologna, direttrici Prato-Bologna e Firenze-Imola mentre quello massimo era il Po - non fu da parte della 5a Armata americana e della raggiunto. La decisione di interrompere VIII Armata inglese, alla quale erano stati lo sforzo bellico per raggiungere Bologna aggregati reparti canadesi, neozelandesi, fu presa il 27.10 congiuntamente dai australiani, sudafricani, indiani, polacchi, comandanti della 5a armata e dell’VIII. greci, israeliani ed altri ancora. Con divise Dopo l’arresto degli americani, gli inglesi e armamento inglese, davanti alla Gotica proseguirono sempre più lentamente erano schierati anche i Gruppi di combat- lungo le vie Emilia e Adriatica, liberando timento italiani. Alla vigilia dell’attacco fu Cesena (FO), Forlì e Ravenna. Alla fine deciso di spostare l’VIII britannica sul lito- dell’anno si fermarono davanti all’argine rale adriatico e di cominciare lì l’offensiva. destro del Senio. La linea del fronte, for- Partiti all’attacco di Pesaro il 26.8.1944, gli matasi casualmente, fu chiamata Gengis inglesi arrivarono a Rimini il 21.9.1944, Khan. [O] dopo avere subìto perdite rilevanti. Ai B IBLIOGRAFIA. M.W. Clark, 5a Armata ame- primi di settembre gli americani sferrarono ricana, Milano, Garzanti, 1952, pp.484; A. un colpo lungo la statale della Futa e, dopo Kesselring, Memorie di guerra, Milano, avere superato la prima linea nemica, spo- Garzanti, 1954, pp.366; D. Orgill, La linea starono lo sforzo sulla direttrice Firenze- Gotica, Milano, Feltrinelli, 1967, pp.343; F.

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von Senger und Etterlin, Combattere senza nazionali, d’ex combattenti scelti dall’As- paura e senza speranza, Milano, Longanesi, sociazione. I dirigenti dei gruppi moderati 1968, pp.642; G. Sarti, A nord della Gotica, e liberali sconfessarono l’intesa e così pure Treviso, Rebellato, 1976, pp.152; A. Mon- il Gruppo nazionalista. A sostenere i com- temaggi, L’offensiva della Linea Gotica: battenti restarono il PRI, l’Associazione autunno 1944, Rimini, Guidicini e Rosa, radicale e il Partito socialista riformista 1980, pp.270; C. Moscioni Negri, Linea (quello di Leonida Bissolati) che a Bologna Gotica, Cuneo, L’Arciere, 1980, pp.130; A. era inesistente. L’Associazione combattenti Montemaggi, La Linea Gotica, Roma, ritirò la lista e ne presentò una seconda - Civitas, 1985, pp.93; Linea Gotica 1944: chiamata Lista dei combattenti - compren- eserciti, popolazioni, partigiani, a cura di G. dente nomi d’esponenti del PRI e dei grup- Rochat, E. Santarelli e P. Sorci, Milano, pi minori, compreso il Fascio di combatti- Angeli, 1986, pp.722; Al di qua e al di là mento di Bologna. Alle elezioni il PSI con- della Linea Gotica, a cura di L. Arbizzani, quistò 7 deputati con il 68,8% dei voti e il Firenze, 1993, pp.586; A. Montemaggi, PPI uno con il 18%. Nessun deputato Linea Gotica: avamposto dei Balcani, Roma, ebbero i liberali con il 7,8%, né i combat- Civitas, 1993, pp.224; P. Tompkins, L’altra tenti con il 5,6%. [O] Resistenza. La liberazione raccontata da un B IBLIOGRAFIA. N.S. Onofri, La strage di protagonista dietro le linee, Milano, Rizzoli, Palazzo d’Accursio. 1995, pp.426; Partigiani in trincea. La divi- sione Modena Armando sulla linea Gotica Lista Jacchia. Con la denominazione di 1944-1945, a cura di L. Arbizzani, Mode- “Lista Jacchia” si intende un elenco con i na, 1996; N. Galassi, Partigiani nella linea nomi di 119 - 108 secondo altra versione - Gotica, Bologna, University press, 1998, intellettuali e imprenditori antifascisti pp.470; A. Montemaggi e B. McAndrew, bolognesi, che sarebbe stato trovato nella Linea Gotica, Pesaro, 1997, pp.117. Testi- borsa di Mario Jacchia* il 3.8.1944, quan- monianze da p.119 a p.236 in RB5. do fu arrestato a Parma. Secondo i fascisti la lista è autentica, mentre a parere dei Linea verde, vedi: Linea Gotica. familiari e degli amici di Jacchia si trattò di una macchinazione fascista. Dopo l’arresto Lista dei combattenti. In occasione delle Jacchia è sparito e molto probabilmente è elezioni politiche del novembre 1919, la finito ad Auschwitz (Polonia). Il CLNER, sezione bolognese dell’Associazione nazio- che discusse a lungo della questione nel nale combattenti propose a tutti i partiti - dopoguerra, il 23.10.1945 alla unanimità ad eccezione del PSI - di non presentare votò un documento nel quale fu esclusa liste, per lasciare questo compito agli ex ogni responsabilità di Jacchia e nel quale si combattenti. Il presidente Cesare Righini legge che «pur non essendosi ottenuta la giustificò la proposta con la necessità di certezza obiettiva che la cosiddetta “lista costituire un blocco unito «contro i partiti Jacchia” non fu sequestrata all’atto dell’ar- estremi, in nome della patria e della vitto- resto dell’avv. Jacchia sulla sua persona, ria». I cattolici del PPI respinsero la pro- oppure entro la sua borsa, oppure nel loca- posta, mentre gli altri partiti, dal PRI al le dove avvenne l’arresto, si è giunti al più Gruppo nazionalista, inviarono una loro completo convincimento soggettivo che rappresentanza alla riunione promossa dai detta lista proviene dagli ambienti della combattenti. Righini sostenne che solo chi questura o della GNR che intesero con aveva combattuto poteva presentarsi alle quella lista creare elementi di prove contro elezioni, il che voleva dire che tutti i vecchi persone sospettate d’antifascismo». Il dirigenti dei partiti moderati dovevano riti- documento del CNLER non è stato mai rarsi a vita privata. Al termine, fu approva- pubblicato e si trova nei verbali del comi- ta una lista, chiamata Blocco delle forze tato stesso, oggi depositati all’Istituto

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Gramsci di Bologna, e tra le carte ripercussioni in tutta la provincia» (ACS, dell’Istituto Parri di Bologna. In un rap- RSI. MI, G, b.4). In un “Appunto per il porto della polizia segreta nazista, sull’atti- duce” in data 6.12.1944, firmato da vità svolta in Emilia tra l’1 e il 15.8.1944, a Alessandro Pavolini segretario nazionale proposito di Jacchia si legge: «L’arrestato del PFR, si legge: «A suo tempo Romualdi era in possesso di numerosi scritti di pro- - allora federale di Parma - fece arrestare paganda, di elenchi di membri, di abbon- l’ebreo avv. Jacchia, esponente del CLN dante materiale di spionaggio di data per l’Emilia. In tasca gli venne trovato un recentissima nonché di dati sull’entità delle elenco di nominativi di Bologna, distinti bande» (E. Collotti, Documenti sull’attività per categoria di attività e quasi tutti appar- del Sicherheitsdienst nell’Italia occupata, in tenenti al ceto professionistico». Aggiunse “Il Movimento di liberazione in Italia”, che il questore Marcello Fabiani aveva pro- n.83, giugno 1966, p.65). La lista è stata posto di «”farne fuori” qualcuno», ma che giudicata autentica anche da Giorgio era stato fermato da Fantozzi (ACS, RSI, Amendola. In una lettera inviata a Luciano SPD, CR, b.20). Questa la trascrizione dei Bergonzini il 31.1.1975 e pubblicata in nomi - alcuni dei quali sono ripetuti - erro- RB5 a p.86, ha scritto di avere potuto vede- ri compresi. Tra parentesi la dizione esatta re le carte sequestrate a Jacchia, mentre, e i nomi di battesimo. Magistrati: Tinto nello stesso periodo, si trovava carcerato a Sabbatino - Sbrocca Nicola - Sergio Parma. L’elenco fu inviato alla GNR di Ferdinando - Nardelli Martinuzzi - Troili Bologna, tra le cui carte è stato trovato. In Luigi - Vicchi Giovanni - Leonetti Filippo. base alle poche carte attualmente disponi- Medici: Bonani Giovanni - Marani Alberto bili vediamo come il caso fu trattato dalla - Busacchi (Pietro) - Pontali P. (Francesco) - RSI. Il 17.9.1944 il comandante della GNR Silvani (Silvagni) Luigi - Angeletti Enrico - di Bologna inviò una lettera ad Armando Sicca - Dalla Favera (Giovanni Battista) - Rocchi, Alto commissario del governo per Serara Africo. Negozianti: Giaccarini l’Emilia-Romagna, che iniziava: «Tra i Federico - Pecori Francesco - Grandi Au- documenti rinvenuti nella borsa dell’avv. gusto - Scarbanti Bruno - Mazzetti Giovan- Jacchia (noto ebreo esponente del Comi- ni - Panzavolta Alfredo - F.lli Zanardi Vit- tato di Liberazione, arrestato a Parma) è torio - Faggioli Giovanni - Contestabile stato rinvenuto un elenco di personalità Francesco. Avvocati: Gucci Boschi (Ste- facenti parte ad associazioni antifasciste, di fano) - Valenza (Pietro) - Nardi Ambrogio - cui si allega copia. Da indagini compiute Turazza (Enrico) - Strazziari (Carlo) - Taba- da questo ufficio, risulta inoppugnabile la nelli Nicola - Tabanelli Alberto - Tad- loro più o meno subdola azione deleteria e dia (Gherardo) - Trematore (Cesare) - profondamente avversa alla Repubblica». Franceschi Pier Luigi - Modulo (Andrea Il comandante della GNR propose di Quadrio) - Pergola (Artemio) - Giuliani (?) deportare in Germania tutte le persone - Svampa (Alfredo) - Marzocchi M.A. (Mar- indicate nell’elenco. Il prefetto Dino co Aurelio) - Lenzi Giovanni - Lenzi Ugo - Fantozzi, il 19.9.1944, quando fu investito Pinchetti (Paolo) - Zuccardi Merli Cesare - della questione, scrisse che si trattava di Biondi Leonardo - Gherardini (Alberto) - «uno zibaldone con nomi incompleti o sba- Gottardi (Giuseppe) - Pacini Aldo - Piacen- gliati». Il 28.9.1944 la GNR comunicò di tini (Ezio) - Angelini Giuseppe - Cardona avere corretto gli errori e completato i Giuseppe. Finanziatori eventuali: Dott. nomi privi di qualche elemento. Il Zarri - Volpe Aristide - Mazzoni Luigi - 18.11.1944 Fantozzi, in una lunga relazio- Policardi Lorenzo - Petroncini Ruggero - ne al ministro dell’Interno, scrisse che Gregorini Bingham Giovanni - Giordani aveva sconsigliato l’arresto e la deportazio- Raffaele - Sarti Arrigo - Piva Ugo - ne perché «si trattava di elementi notissimi Pedrazzi Emilio. Militari: Col. Trucchi e il cui arresto avrebbe avuto notevoli Luigi. Notai: Pilati (Edoardo) - Orefice B.

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(Bruno) - Bazzocchi A. (Mazzocchi Arrigo) - d’Oscar Scaglietti, il direttore del Centro Marani (Giovanni) - Aloisi (Angelo). Ragio- ortopedico Putti. Tra i finanziatori è stato nieri e dottori commercialisti: Dott. Cazzola aggiunto Cesare Sarti; tra i membri della Amedeo - Protti Mario di Giuseppe - DC Giuseppe Bacchi e nella Commissione Protti Mario di Ottavio - Cerioli Arrigo - finanziaria Luigi Palmieri. Pietro Busac- Bergonzoni Enrico - Giovine Carlo - chi*, Giorgio Maccaferri*, Francesco Grattarola Cesare - Neri prof. Vittorio - Pecori* e Alfredo Svampa* furono uccisi Dott. Picci Vittorio. Docenti: Prof. dai fascisti nel novembre 1944. Cesare Bassanelli Enrico. Assicuratori: Rag. Righi Zuccardi Merli* fu arrestato e morì nel car- Giovanni. Banche: Giannantoni Giuseppe - cere di S. Giovanni in Monte (Bologna) il Roppa Sassoli Antonio - Dr. Albertazzi - 10.11.1944. Furono arrestati e rilasciati Rag. … (Banca del Lavoro) - Rag. Rinaldi dopo uno o due mesi: Giuseppe Cardona, Rinaldo. D.C. (si suppone voglia dire G.B. Dalla Favera, Alberto Gherardini, democratici cristiani): Bevilacqua Pietro - Aldo Pacini, Paolo Pinchetti, Rinaldo Roppa Sassoli Antonio - Strazziari Carlo - Rinaldi (da non confondere con l’omonimo Nardi Ambrogio - canonico Trombelli partigiano). [O] (Giovanni Battista) - Ing. Rubbi Adriano - Avv. Senin (Angelo) - Rag. Righi Giovanni. Lista di proscrizione degli antifascisti di P.L.I. (si suppone voglia dire Partito libera- Imola. Subito dopo l’8.9.1943 i dirigenti le): Mastellari Avv. Germano - Avv. Vagni del PFR di Imola prepararono una lista di Giorgio - Prof. Osti Giuseppe - Avv. proscrizione con i nomi di 72 antifascisti da Svampa (Alfredo) - Avv. Gucci Boschi arrestare perché si erano attivati politica- (Stefano) - Avv. Pacini (Aldo). Commissione mente subito dopo la fine della dittatura. finanziaria: Prof. Neri Vittorio - Avv. Questa la lista pubblicata in un saggio di Bellini Paolo - Avv. Bellini Giovanni - Avv. Guglielmo Cenni, dalla quale abbiamo Palmieri - Prof. Gnudi Vittorio (Antonio) - omesso gli indirizzi: 1. Galli Romeo; 2) Avv. Magli Leone - Avv. Macentelli Dome- Tabanelli M.o Amedeo; 3. Musconi Don nico - Ing. Liporesi Alfeo - Dott. Orefice Gracco; 4. Marchi Ing. Giovanni; 5. Bruno - Dott. Picci Vittorio - Dott. Pilati D’Agostino Prof. Francesco, Direttore Edoardo - rag. Piretti Mario - Policardi Lo- Ospedale Militare; 6. Bianconcini Don renzo - Roppa Sassoli Antonio - Gian- Gaspare; 7. Tampieri Don Sante; 8. Gavelli nantoni Giuseppe - Rag. Lanfranchi Prof. Don Giuseppe; 9. Olindo (Dazzani); Gualtiero - Dott. Randaccio Carlo - Rag. 10-11. F.lli Caroli (Augusto e Francesco) ex Rinaldi Rinaldo - Dott. Ronca Giuseppe - confinati; 12. Scheda Pietro; 13. Rocchi Rag. Rondinini Antonio - Dott. Cerioli Pietro; 14. Rocchi Elvezio; 15. Rocchi Arrigo - Rag. Vandroux Gastone. Questa la Sergio; 16-17. Sangiorgi Mario e figlio lista, trovata tra le carte della GNR, con le (Francesco); 18. Manuelli Eraldo; 19. correzioni dei nomi, anche se alcuni sono Mancini Avanti, Impiegato Ospedale rimasti incompleti. Il settimanale bologne- Civile; 20-21. Ronchi Luigi e figlio se “Cronache”, n. 40 del 1946, ha pubbli- (Demos), Tappezziere; 22. Galassi Remo; cato una nota di Massimo Dursi dal titolo 23-24-25. Bandini Franco, fratello (Bruno) Ecco finalmente la lista Jacchia, senza dire e padre (Alfredo); 26. Falco Tullio, se l’elenco era stato compilato da Jacchia o Studente; 27. Dall’Olio (Amedeo) detto dai fascisti. In calce alla nota mise una lista Maserati, Operaio alla Cogne; 28. Zani quasi simile a questa, con i nomi esatti e Nino, Impiegato Comunale; 29. Guada- con indicazioni di «arrestato», «liberato», gnini Rag. Antonio, Impiegato Comunale; «irreperibile», forse scritte dalla GNR. La 30-31. Tarabusi Ado e figlia (Audle); 32. lista pubblicata da Dursi aggiunge e toglie Brini (Nino), Arrotino; 33. Gardelli Geom. alcuni nomi. Tra i medici, al posto di Serara Nullo; 34. Carletti Renzo; 35. Masetti Africo (nome del tutto ignoto) vi è quello Augusto, Muratore, ex confinato; 36. Lelli

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Giovanni, ex Camicia nera; 37. Galamini 1945; N. Galassi, Imola dal fascismo alla (Augusto), detto “Galoppino”; 38. Martelli liberazione, 1930-1945. (Giovanni), Tipografo; 39. Miceti Riccar- do; 40. Miceti Giulio; 41. Fiumi (Luigi), Littoriali della cultura. Per organizzare e Cementista; 42. Gardelli Giulio, ex confi- controllare la vita culturale italiana, oltre nato; 43. Galli Domenica Nina; 44. che per preparare quadri nuovi con il com- Vespignani Domenico; 45. Vespignani pito di alimentare la “cultura fascista”, nel Oviglio; 46. Morini Ado; 47-48. Lucchi 1934 il regime organizzò i Littoriali della Walter e padre (Viscardo), ex confinato; 49. cultura e dell’arte. L’iniziativa era riservata Luisa (Padovani), Pettinatrice; 50. Rubbi, agli studenti universitari e ai laureati con detto Salamì (Fornioni Francesco), Magazz. meno di 28 anni. Nel 1932 erano stati inau- Cooperat; 51. Ancarani Giuseppe; 52. gurati i Littoriali dello sport - divisi per Castaldi Aldo detto “Pirulêna”; 53. Alvisi discipline e secondo le stagioni - e nel 1936 prof. Silvio, (pezzo grosso); 54. Lanzoni sarebbero partiti quelli del lavoro, tutti (Ridente), detto “Giarêla”; 55. Fabbri riservati ai giovani inquadrati nelle organiz- Andrea, Nichelatore; 56. Pieridi Oreste, zazioni fasciste. Per tutti - partecipanti e detto “Nove Dita”, ex carabiniere; 57. membri delle commissioni esaminatrici - Lenci Prof. Egidio (pezzo grosso); 58. era obbligatoria la divisa fascista. I primi Baroni Raffaele, ex confinato; 59. Selvatici Littoriali della cultura e dell’arte si tennero Walter; 60. Rancini (Zappi Angelo), Mu- a Firenze nel 1934. Queste le materie: ratore, (pericoloso); 61. Anastasi Amelio, Dottrina fascista, Studi politici, Studi colo- Meccanico; 62. Quattrini Aurelio; 63-64. niali, Critica letteraria, Critica musicale, Sportelli Pensiero e moglie Bagnaresi Ida; Critica cinematografica, Concorso per una 65. Cantoni Mansueto (pezzo grosso); monografia corporativa e altri concorsi per Mario (Zappi), Fornaio; 67. Beltrami le stesse materie. Gli ultimi Littoriali si Enrico, ex confinato; 68. Bianconcini svolsero a Bologna, nel maggio 1940, con Giannetto, detto il “Cucco”; 69. Baroncini queste materie: Dottrina fascista, Politica (Umberto); 70. Baroncini (Guido), ex con- estera, Studi militari, Politica corporativa, finato; 71. Serantoni Raffaele; 72. Cavalli Letteratura, Studi storici, Teatro, Politica Armando. Queste persone dovevano essere coloniale, Critica musicale, Radio, Politica arrestate nella notte tra il 14 e il 15.9.1943. educativa, Giornalismo e molti concorsi I carabinieri e gli agenti di polizia si rifiuta- per monografie. [O] rono di fare parte delle squadre che avreb- B IBLIOGRAFIA. Ludi juvenilis della cultura e bero dovuto arrestare i proscritti e avverti- dell’arte, Roma, 1941, pp.82; G.S. Spinetti, rono quante più persone possibile. Ha Difesa di una generazione, Polilibraria, scritto Cenni: «Le operazioni ebbero inizio Roma, 1948, pp.383; R. Zangrandi, Il lungo verso le ore 23. Carri armati, con mitraglia- viaggio attraverso il fascismo, Varese, trici e militi della Wermacth, circolavano Feltrinelli, 1964, pp.610; F. Gambetti, Gli per la città diventata un campo assediato. anni che scottano, Milano, Mursia, 1967, Dagli autocarri alcuni fascisti, mascherati pp.411; N. Tripodi, Italia fascista in piedi, rimasti più o meno sconosciuti, scendeva- Milano, il Borghese, 1972, pp.234; G. no a indicare le abitazioni degli indiziati e Lazzari, I Littoriali della cultura e dell’arte, ad aiutare i tedeschi a forzare le porte» Napoli, Liguori, 1979, pp.175; Cultura a (p.17).Furono fermate una dozzina di per- passo romano. Storia e strategie dei sone subito trasferite nel carcere di Littoriali della cultura e dell’arte, a cura di Bologna. Dopo una decina di giorni furono U. Alfassio Grimaldi e M. Addis Saba, rimessi tutti in libertà, anche se non pochi Milano, Feltrinelli, 1983, pp.270; R.Ben- furono arrestati in seguito. [O] Ghiat, La cultura fascista, Bologna. il B IBLIOGRAFIA. G. Cenni, Imola sotto il ter- Mulino, 2000, pp.354; N.S. Onofri, I rore della guerra. 25 luglio 1943-14 aprile Littoriali della cultura di Bologna del 1940.

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Negativo il giudizio della commissione sulla tolo “Organo della Federazione Comu- preparazione dei giovani storici, in nista di Bologna”. Era stampato nella “Resistenza oggi”, n.2, 2001, pp.59-60. tipografia clandestina del partito. Il primo vide la luce nel gennaio 1944 e l’ultimo Lotta, La. È il periodico del PSI di Imola, nel marzo 1945. Numerosi i redattori del fondato da Andrea Costa, dopo la soppres- giornale tra i quali Giovanni Bottonelli* e sione de “Il Momento”, da parte del gover- Alberto Landi*, i quali facevano parte no nell’estate 1898. Il primo numero uscì il della redazione che curava i giornali del 12.7.1898 con la testata “La Lotta elettora- PCI. Numerosi i tipografi, tra i quali le”. Il primo numero ufficiale vide la luce il Giorgio Frascari*. 16.10.1898 con il sottotitolo “Giornale B IBLIOGRAFIA. “La lotta”: un titolo che indi- socialista” divenuto “Organo dei socialisti cò la via giusta, in Stampa clandestina nella della provincia di Bologna”. Uscì ininter- Resistenza bolognese, “Quaderno de ‘La rottamente sino al 18.7.1921, quando la lotta’”, Bologna, 1962, pp.43-6; “La lotta” redazione fu incendiata dai fascisti. Dopo nella Resistenza, Fotocopie della collezione una breve sosta, riprese le pubblicazioni clandestina 1944-45 del periodico bolo- per cessarle definitivamente nel 1922, a gnese. Con note di L. Arbizzani. Supple- causa delle persecuzioni fasciste. Durante mento al n.1 de “La lotta” del 21 aprile la lotta di liberazione Giulio Miceti* e Rino 1965; Il foglio bolognese del PCI, in Padovani*, curarono la pubblicazione di 2 Garibaldi combatte, “4° Quaderno de ‘La numeri clandestini del giornale. Il primo, lotta’”, Bologna, 1965, pp.47-8; L. Arbiz- uscito nel gennaio 1945, era dattiloscritto e zani, N.S. Onofri, I giornali bolognesi della constava di 4-5 pagine. Era tirato in un Resistenza, pp.152-62. I testi sono in RB2 numero limitato di copie e le persone che da p.547 a p.585. lo ricevevano erano invitate a riprodurlo e a diffonderlo. Il secondo numero uscì in Luminasio, Eccidio di. Il 5.8.1944, nel febbraio. In marzo, mentre stava preparan- corso di un rastrellamento contro la brg do il terzo, Miceti fu arrestato e il giornale Stella rossa Lupo, i tedeschi catturarono cessò di uscire. Tutte le copie prodotte una decina di persone nella zona compresa sono andate perdute. Il 3.6.1945 il giornale tra Luminasio e Medelana, in comune di ha ripreso le pubblicazioni, per cessarle un Marzabotto. Sei furono fucilate in località trentennio dopo. [O] Cà del Bue di Luminasio. Sui resti della B IBLIOGRAFIA. A. Negri, Il Comune di casa colonica è stata murata una lapide con Imola, dalla costituzione del regno alla fine i nomi delle vittime: Arsenio Beghelli*, del secolo XIX, 1859-1900; Notizie storiche Armando Betti*, Francesco Betti*, Camillo e statistiche, Galeati, Imola, 1907, capitolo Calzolari*, Dionisio Neri* ed Enrico “I giornali”; N.S. Onofri, I socialisti bolo- Venturi*. [O] gnesi nella Resistenza; L. Arbizzani, N.S. Onofri, I giornali bolognesi della Resisten- Lupi rossi. Nel comune di Crevalcore, tra za; M.G. Pizzinat, Giornali politici a Imola il 1920 e il 1921, Ivo Guizzardi* promosse dal 1877 al 1890, in Pagine di vita e storia la formazione di un gruppo d’antifascisti imolesi, Imola, 1980, p.132. Testimonianze decisi ad opporsi ai fascisti con la forza. di G. Miceti (p.470) in RB1 e R. Padovani Del gruppo, tra gli altri, fecero parte (p.68) in RB3. Un carteggio su “La Lotta” Arturo Bottazzi, Alberto Garuti, Armando è in ACS, PS, Cat. F1 1894-1926, b.5, Ghelfi, Ivo Goldoni, Aldo Guerzoni, Ivo fas.12-11. Melotti, Guido Milzani*, Arturo Sfinetti, Giuseppe Zambelli. Questi antifascisti Lotta, La. Durante la Resistenza la federa- furono chiamati “I lupi rossi”, anziché zione bolognese del PCI pubblicò 6 “guardie rosse”, come a Bologna, numeri de “La Lotta” che aveva il sottoti- Molinella e in altre località. A Minerbio,

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promossa dal movimento anarchico, operò Fu studiato da Roberto Vighi*, con la col- una squadra chiamata i “lupini rossi”. [O] laborazione di Tito Carnacini* e Angelo Senin*; approvato dal CLN e presentato al governo dopo la Liberazione. Il progetto ebbe un lungo e travagliato iter parlamen- tare, per cadere definitivamente dopo il M 1947, con la fine dei governi di unità anti- fascista. Tutto il patrimonio delle coopera- tive “rosse”, requisito dai fascisti, è rimasto Maltolto. Le cooperative “rosse” - aderen- nelle mani di chi lo ha acquistato allora per ti alla Lega nazionale delle cooperative e pochi soldi. Sono tornate ai lavoratori le mutue, d’orientamento socialista - furono poche cooperative tenute in vita del regime uno dei primi obiettivi delle violenza fasci- fascista, anche se fu loro impedito di svi- sta a Bologna come nel resto del paese. lupparsi. Alcune case del popolo, trasfor- Analoga sorte toccò - ma non si conosce la mate in case del fascio, dopo la liberazione dimensione del fenomeno - alle cooperati- sono state acquisite dallo stato, quali pro- ve “bianche” aderenti alla Confederazione prietà del PNF, e oggi sono caserme. [O] delle cooperative nazionali, d’orientamen- B IBLIOGRAFIA. Fascismo, Inchiesta socialista to cattolico. Molte cooperative furono date sulle gesta dei fascisti in Italia, Milano, alle fiamme, altre sciolte, altre ancora fasci- Avanti!, 1922, pp.504; M. Franceschelli, stizzate. Con l’allontanamento forzato dei L’assalto del fascismo alla cooperazione ita- vecchi amministratori e l’imposizione di un liana, 1921-1922, Imola, 1949, pp.123; E. nuovo gruppo dirigente fascista, molte Mazzoli, Appunti per una storia della coope- cooperative sopravvissero, ma divennero razione bolognese; N. Galassi, La coopera- “nere”. Fu così che tra il 1920 e il 1926 l’in- zione imolese dalle origini ai giorni nostri gente patrimonio delle cooperative “rosse” (1859-1967); AA.VV., Antifascismo e fu distrutto o confiscato o svenduto ai pri- cooperazione nella provincia di Bologna; vati. A farne le spese furono, in particolare, N.S. Onofri, Documenti dei socialisti bolo- quelle agricole, quelle di produzione e gnesi sulla Resistenza; Contributi per una lavoro e quelle di consumo. Anche le case storia della Cooperazione bolognese; L. del popolo - quasi tutte gestite in forma Arbizzani, N.S. Onofri, G. Ricci Garotti, cooperativa - fecero la stessa fine. Tutto L’unione dei mille strumenti (Storia della questo patrimonio, che passò dalle mani Cooperazione bolognese dal 1943 al 1956), dei lavoratori a quelle dei fascisti, fu chia- Bologna, 1991, pp.255; Antifascismo e resi- mato “maltolto”. Da un’indagine fatta nel stenza per la rinascita della cooperazione 1952 dalla Federazione provinciale delle bolognese. cooperative e mutue di Bologna risulta che i fascisti, negli anni Venti, hanno requisito Manifestazione del sale. Nei primi mesi e svenduto: 14 cooperative di consumo per del 1945 il GDD promosse una serie di un valore - rapportato alla moneta del 1952 pubbliche manifestazioni per esprimere il - di 266.958.000 lire; 19 cooperative agri- malessere dei cittadini e cominciare a pre- cole per 744.426.000 lire; 14 cooperative di parare il clima politico in vista dell’immi- produzione e lavoro per 283.432.000 lire; 9 nente liberazione. Tra queste la principale case del popolo per 56.475.000 lire. Di fu quella denominata “manifestazione per altre 27 cooperative non è stato possibile il sale”. Fu preparata da Diana Franceschi* accertare l’esatto ammontare del valore. “Anna”, Celestina Galletti* “Luisa”, Vitto- Durante la lotta di liberazione, la commis- ria Guadagnini* “Dina”, Maria Manto- sione giuridica del CLN bolognese - su vani* “Paola”, Vittorina Tarozzi* “Gian- richiesta del PSIUP - preparò un progetto na”. La mattina del 3.3.1945 una trentina di legge per la restituzione del “maltolto”. di donne, guidate da Penelope Veronesi*

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“Lucia”, si recò nell’anticamera dell’ufficio con quello del regime, nel quale si condan- del podestà Mario Agnoli, il quale le rice- nava la dittatura e si esaltavano i valori vette dopo lunga e rumorosa protesta. Le della libertà. Apparve - con il titolo Una donne chiesero una distribuzione supple- risposta di scrittori, professionisti e pubblici- mentare di pane, carni, grassi e zucchero. sti italiani, al manifesto degli intellettuali Una volta uscite dal comune, in corteo per- fascisti - sul quotidiano “Il Mondo” corsero via Rizzoli e si recarono davanti l’1.5.1925, firmato da numerosi intellettua- alla sede provvisoria della prefettura in via li. Seguirono altri elenchi di firme il 10 e il Zamboni 13. Ma non furono ricevute. In 22.5.1925. A Bologna, su iniziativa di corteo, le donne ripercorsero via Rizzoli, Rodolfo Mondolfo*, fu firmato dai seguen- fecero via Ugo Bassi, via Roma (l’attuale via ti docenti universitari: Pietro Albertoni*, Marconi) e via Azzo Gardino per inscena- Costantino Bresciani Turroni*, Vincenzo re una manifestazione davanti alla De Bartholomaeis*, Alfredo Galletti*, Manifattura tabacchi e alla Salara. Lungo Arturo Carlo Jemolo*, Mondolfo, Bartolo la strada centinaia di donne si unirono al Nigrisoli*, Silvio Perozzi*, Arturo Solari*, primo gruppo. Chiesero a gran voce la di- Giuseppe Tarozzi* e Piero Toldo*. Lo fir- stribuzione di sale, un genere molto scarso. marono altri intellettuali, tra i quali Contemporaneamente, come concordato, i Alessandro Cagli* e Aldobrandino Mal- dipendenti della Manifattura scesero in vezzi de’Medici*. [O] sciopero. Sul posto intervennero i militi B IBLIOGRAFIA. E.R. Papa, Storia di due della GNR guidati dal torturatore Bruno manifesti. Il fascismo e la cultura italiana, Monti. Una ventina di donne furono fer- Milano, Feltrinelli, 1958, pp.167. mate e minacciate di morte. Dopo duri scontri non cruenti, le fermate furono rila- Marcia su Roma, La. Con la “marcia su sciate e il corteo si sciolse. Durante la mani- Roma” il fascismo completò il suo assalto festazione - alla quale intervennero oltre armato allo stato democratico. Dopo avere 2.000 persone, secondo la testimonianza piegato con la violenza la resistenza dei della Mantovani - si distinsero particolar- partiti politici, preparò accuratamente la mente Ancilla Bergonzoni, Maria Bernini*, sua ultima mossa, con la complicità degli Virginia Biavati, Carmen Bizzarri, Anita alti gradi dell’Esercito e della polizia, e per Frontini* “Carla”, Natalina Grazia. [O] il 24.10.1922 convocò a Napoli il congres- so nazionale del fascio. Dopo avere diviso Manifesto di Benedetto Croce, Il. Il 29 e il paese in 12 zone, Mussolini insediò a 30.3.1925 si tenne a Bologna il Convegno Perugia il comando generale che avrebbe per la cultura fascista per dare al regime un dovuto preparare la marcia per il 28.10. «complesso dottrinale» e indicare le linee Anche se il piano fu predisposto da Italo culturali lungo le quali avrebbero dovuto Balbo e da alcuni alti gradi dell’esercito, muoversi gli intellettuali. Aderirono pro- formalmente l’assalto alla capitale fu guida- fessori universitari e uomini politici bolo- to da un “quadrunvirato” composto da gnesi. Tra i primi: Widar Cesarini Sforza, Balbo, Michele Bianchi, Cesare Maria De Angelo Coppola, Pericle Ducati, Fabio Vecchi ed Emilio De Bono. Dopo il con- Frassetto, Pier Silverio Leicht, Quirino gresso fascista, Mussolini rientrò a Milano. Majorana, Salvatore Pincherle, Vittorio Il 26.10 diede le dimissioni il primo mini- Puntoni, Corrado Ricci, Pasquale Sfameni. stro Luigi Facta e il 27 i fascisti, senza Tra i politici: Leandro Arpinati, Dino incontrare alcuna resistenza, occuparono le Grandi, Ivo Luminasi, Angelo Manaresi e principali città italiane. Il re non ordinò lo Sebastiano Sani. Al termine fu approvato il “stato d’assedio”, come gli aveva proposto «Manifesto degli Intellettuali del Fasci- Facta, e affidò l’incarico di formare un smo», reso noto il 21.4.1925. Benedetto nuovo governo ad Antonio Salandra, il Croce redasse un manifesto in polemica quale dovette restituire il mandato per

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l’opposizione che incontrò negli ambienti pito di “ripulire” le zone toscane ed emilia- politici di destra, negli alti gradi della poli- ne dalle brgg partigiane fu affidato al mag- zia e dell’Esercito, oltre che nelle associa- giore Walther Reder comandante del 16° zioni padronali. Mentre i fascisti armati Panzer Aufklärung Abteilung della 16° marciavano su Roma e vi entravano senza Panzer Granadier Division “Reichs Führer incontrare ostacoli, il re convocò Mussoli- SS”. Dopo avere messo a ferro e fuoco ni. Giunto nella capitale il 30.10.1922, ac- numerosi comuni della Versilia, e ucciso cettò il mandato di formare il nuovo gover- centinaia d’inermi cittadini, il 29.9.1944 no e diede inizio alla dittatura. [O] Reder sferrò l’attacco contro Monte Sole. B IBLIOGRAFIA. P. Mariani, Le tre giornate di Il 5.10.1944, quando le SS si ritirarono, Roma, Il fascismo al potere, Roma, 1923, centinaia di morti - in massima parte pp.16; I. Balbo, Diario ‘22, Milano, donne, vecchi e bambini - e interi villaggi Mondadori, 1932, pp.214; Nel decennale distrutti testimoniarono la violenza com- della Marcia su Roma, a cura di P. Orano, piuta. Le uccisioni e le distruzioni prose- Roma, Pinciana, sd, pp.148; E. Pugliese, Io guirono nei giorni seguenti sino a novem- difendo l’esercito, Napoli, Rispoli, 1946, bre. I corpi delle povere vittime restarono pp.202; M. Missiroli, Il fascismo e il colpo insepolti per mesi e solo dopo la fine della di stato, Bologna, Cappelli, 1966, pp.244; guerra fu possibile dare loro sepoltura e A. Repaci, La marcia su Roma, Milano, cominciare a stabilirne il numero. Come Rizzoli, 1972, pp.1.010; La Marcia su non si sa, ma furono fatte le cifre più diver- Roma, a cura di M. Casati, Verona, se che andavano da un minimo di mille ad Mondadori, 1972, pp.171; G.F. Vené, La un massimo di 3.200. A causa delle distru- lunga notte del 28 ottobre, Milano, Palazzi, zioni degli uffici anagrafici per lungo 1972, pp.168; G. Goria, La marcia su tempo non fu possibile azzardare cifre uffi- Roma, Roma, 1973, pp.196; G.F. Vené, ciali, anche se ci si orientò verso quella di Cronaca e storia della marcia su Roma, 1830 ottenuta facendo la differenza tra la Venezia, Marsilio, 1982, pp.451; G.F. Vené, popolazione residente prima della guerra - La marcia su Roma, Milano, Fabbri, 1983, in base ai dati del censimento - e le carte pp.64. annonarie distribuite. Questa cifra figura nella motivazione della medaglia d’oro al Marzabotto, L’eccidio di. La strage più valore militare concessa nel 1948 al gonfa- efferata e più grande compiuta dalle SS lone di Marzabotto. Con legge regionale naziste in Europa, nel corso della guerra n.47 del 20.10.1982 è stato nominato il del 1939-45, è stata quella consumata Comitato regionale per le onoranze ai attorno a Monte Sole, nei territori di caduti di Marzabotto, il cui primo compito Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzu- era quello di controllare - grazie agli uffici no, anche se è comunemente nota come la anagrafici che nel frattempo erano stati “strage di Marzabotto”. Partendo da ricostruiti - la causa delle morti avvenute Monte Sole, dove avevano la base princi- nel 1944 per accertare, nel limite del possi- pale, i partigiani della brg Stella rossa Lupo bile, il numero esatto delle vittime della erano in grado di colpire quotidianamente violenza nazista. Anche se sussistono anco- le strade e le ferrovie che collegano ra margini di dubbio e non tutti i casi sono Bologna alla Toscana. Di qui la decisione stati risolti, è stato accertato che 775 citta- del comando tedesco di “ripulire” la zona, dini di Marzabotto, Grizzana Morandi e ma anche quella toscana, per favorire il Monzuno furono vittime della ferocia nazi- ripiegamento verso nord delle armate d’oc- fascista. Reder, catturato dagli inglesi a cupazione sotto la spinta degli anglo-ame- Salisburgo (Austria) il 5.5.1945, fu conse- ricani. Il primo assalto a Monte Sole avven- gnato all’Italia. Il processo, davanti al ne nel maggio 1944, seguito da altri, tutti Tribunale militare di Bologna, ebbe inizio infruttuosi. Nell’agosto-settembre il com- il 18.9.1951 e terminò il 31.10 con la con-

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danna all’ergastolo per le stragi della Marzabotto nel primo dopoguerra; G. Lippi, Toscana e per una parte di quelle bologne- La Stella rossa a Monte Sole; Comitato si. Per Monte Sole fu riconosciuto colpevo- Regionale per le onoranze ai Caduti di le della morte di 262 persone uccise a Marzabotto, Marzabotto. Quanti, chi e Casaglia, Cerpiano, Caprara, S. Giovanni dove; L. Tommasini, don, La bufera. Parro- di Sopra, S. Giovanni di Sotto, Cà di co nella Resistenza; G. Lippi, Il sole di Bavellino e Casoni di Rio Moneta. Il Monte Sole; D. Zanini, don, Marzabotto e 17.10.1945 a Brescia e il 30.9.1946 a dintorni 1944; B. Magni, Il Sessantesimo Bergamo furono condannati i fascisti che anniversario dell’eccidio di Marzabotto, in fecero da guida alle SS durante l’eccidio. Il “I Quaderni di Resistenza oggi”, supple- 30.4.1967 Reder - al quale la condanna era mento al n.5 del 2004 di “Resistenza oggi”, stata confermata in appello - inviò una let- pp.117-21. tera alla comunità di Marzabotto per chie- dere il perdono. Con 282 voti - espressi dai Massoneria bolognese. Le prime notizie cittadini di Marzabotto - il perdono non fu certe sulla massoneria bolognese risalgono concesso. Furono appena 4 quelli a favore. all’inizio del XIX secolo, anche se in pre- Il 15.7.1980 ebbe la semilibertà, ma nel cedenza avevano operato alcune logge. La penitenziario militare di Gaeta e fu scarce- loggia il Casino degli amici nacque nel rato il 23.1.1985. Rientrato in Austria, disse 1802, durante il regno napoleonico seguita di non avere chiesto perdono e che la lette- da Gli amici dell’onore nel 1806. Tra il ra era stata scritta dal suo avvocato. È 1831 e il 1848, durante la dominazione morto il 2.5.1991. Il 16.4.2002 il Presidente austro-pontificia, i massoni bolognesi s’in- della Repubblica tedesca Johannes Rau - contravano nella loggia Concordia, della accompagnato dal Presidente italiano quale furono Venerabili Francesco Guerzi, Carlo Azeglio Ciampi - si è recato a Livio Zambeccari, ma non il barnabita Ugo Marzabotto e ha chiesto scusa in nome del Bassi, anche se è certo che fu massone popolo tedesco. [O] (“Rivista della Massoneria italiana”, n.33- B IBLIOGRAFIA. Il martirio di Marzabotto, 36, 1884). Zambeccari - Gran maestro ad Relazione commemorativa letta il 30 set- interim del Grande oriente italiano o Goi, tembre 1945 da Silvano Bonetti, Bologna, che aveva sede a Torino - nel 1859 riorga- 1945, pp.16; Il martirio di Marzabotto; R. nizzò la Concordia, quasi subito ribattezza- Giorgi, La strage di Marzabotto; R. Giorgi, ta in Concordia umanitaria, alla quale si Marzabotto parla, Milano, 1955, pp.146 (è aggiunse la Severa nel 1861, mentre ad la ristampa del precedente); Reder nel giu- Imola operava la Forum Corneli. Guerzi dizio della Magistratura militare; XVII era Venerabile della Concordia e Camillo anniversario del martirio di Marzabotto, 8 Versari prima e Lorenzo Salvi poi della ottobre 1961; L. Orlandi, Il martirio di Severa. Nel 1863 le due logge bolognesi si Marzabotto; F. Zardi, La strage cominciò unirono e diedero vita alla Galvani, con all’alba, M. Toffoletto Romagnoli, Storia di Salvi Venerabile e Giosue Carducci tra i dolori e di angoscia, G. Nozzoli, Reder, principali dirigenti. La sede fu prima in via Unno del XX secolo, E. Ruggeri, Fui fucila- Fondazza e poi in via del Poggiale 18 (oggi ta a Casaglia, L. Sabbioni, “Ribelli ecco la via Nazario Sauro). Nel 1866 fu “costruita” vostra fine”, Ciro, La “menzogna” di Marza- la Felsinea riservata ai docenti universitari, botto, in Bologna è libera, pp.101, 103, 113, con Luigi Cremona Venerabile. Tra il 1866 117, 119, 120; J. Olsen, Silenzio su Monte e il 1868, per dissensi politici e culturali, Sole; M. Seppi, Il teutone; P.A. Ciucci, dei quali s’ignora tutto, le logge entrarono Marzabotto ‘44. Don Giovanni Fornasini, in sonno o furono “demolite”. Mentre non Porretta Terme, 1974, (Ciclostilato); R. si sa come fu “demolita” la Galvani, della Sensoni, V. Ceccarini, Marzabotto, un pae- Felsinea si hanno notizie contraddittorie. se, una strage; R. Sensoni e V. Ceccarini, Secondo il “Bollettino del grande Oriente

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della Massoneria in Italia” sarebbe stata ria. All’interno del Grande oriente – la cui operante dal 1865 al 1867 (Fasciolo I, II, sede ufficiale fu trasferita da Firenze a III marzo-maggio 1867, p.79). Nella stessa Roma, dopo il 1870 – si formarono almeno rivista la Felsinea figura nell’elenco «delle quattro gruppi con riti diversi. I principali logge uscite dopo il giugno 1865 dalla erano quello di Rito simbolico e quello di nostra Comunione» (p.82). All’epoca Rito scozzese antico e accettato. Impor- erano quattro le organizzazioni nazionali tanza minore avevano quelli dei Rosa croce della massoneria, tutte in contrasto tra e degli Areopagi dei cavalieri di Kadosch. loro, anche se la più importante era il Goi Non a caso, la grande scissione del 1908 – con sede a Firenze. Le altre avevano sede a che portò alla nascita della massoneria di Torino, Milano e Palermo. Nella nota Il Piazza del Gesù, dal nome della sede (sia simbolismo della ex-Loggia Felsinea – usci- pure a partire dal 1918), come l’altra è stata ta nel “Bollettino” n. IV, V e VI, giugno- chiamata per lungo tempo la massoneria di agosto del 1867, p.196 – si legge che era Palazzo Giustiniani – nacque per un con- stata fondata nel febbraio 1866, che aveva trasto all’interno del Rito scozzese. La crisi aderito al Goi un mese dopo, ma che nel della massoneria bolognese – indipenden- 1867 era uscita per aderire al Centro mila- temente dalle cause – durò a lungo. La nese. Non si conoscono i motivi del distac- “Rivista della Massoneria Italiana” – nata a co, anche se pare che fossero di natura Firenze nel luglio 1870, dopo la chiusura politica. Qualche vaga notizia sul dissenso del “Bollettino”, con il sottotitolo “Pe- si ricava da Ai FF. LL. MM. della Famiglia riodico ebdomadario semiufficiale del italiana. I FF. LL. MM. della Felsinea, salu- Grande Oriente della Massoneria in Italia e te e fratellanza, sd (1866), pp.14. Il masso- sue colonie” e che, in seguito, assumerà il ne bolognese Romeo Monari ha scritto che titolo di “Rivista massonica” – nei numeri la politica divideva il mondo massonico, i 3, 4 e 5 del 1870 pubblicò gli elenchi delle cui aderenti avevano in comune solo il sen- logge attive in Italia, nei quali Bologna non timento anticlericale. Poteva così accadere figurava. Nessun delegato bolognese inter- che in un collegio elettorale si presentasse- venne all’Assemblea massonica costituen- ro un candidato di destra e uno di sinistra te, riunitasi a Roma nell’aprile-maggio divisi dalla linea politica, ma uniti da un 1872 (come nessuna era intervenuta a quel- legame segreto, perché affiliati alla stessa la di Napoli del 21-23.6.1867 che aveva loggia. Clamoroso, nel 1867, lo scontro tra sancito un’unione provvisoria tra le quattro Marco Minghetti e Giuseppe Ceneri. A centrali), e nessuna loggia bolognese figura parere di Monari nelle logge bolognesi esi- nell’elenco pubblicato nel numero 6 del steva un notevole contrasto politico tra 1873 della rivista. Nel maggio 1874 i bolo- «autorevoli rappresentanti del partito gnesi disertarono l’Assemblea costituente costituzionale» e «Fratelli rispettabilissimi di Roma e nel 1876 il periodico massonico per le loro virtù morali e civili, ma che per annotò che in Emilia erano attive le logge le loro opinioni notoriamente rivoluziona- di Reggio Emilia, Parma e Modena (n.13- rie, per il loro passato troppo, diremo così, 14, 1876, p.13). All’inizio del 1881 la rivi- di azione e per le relazioni che stringevano sta scrisse che a Bologna «Si sta alacremen- molti di essi al Garibaldi, al Mazzini e al te lavorando per la fondazione» di una log- Saffi, erano tenuti d’occhio dall’autorità gia (n.2, 1881, p.26). Un anno dopo annun- politica e non di rado anche arrestati» (R. ciò che il consiglio dell’ordine del Goi Monari, Ricordando Giosue Carducci.., aveva approvato e rilasciato la relativa p.14). Ma questi contrasti non erano solo “bolla” per la costruzione della rispet- di natura politica e non fu facile riunire su tabile loggia Rizzoli di Bologna (n.1, 1882, scala nazionale – come avvenne nel 1867, p.10), la cui sede fu inaugurata il 16.6.1883 nel 1877 e di nuovo nel 1887 – i quattro da Giuseppe Barbanti Brodano (n.13-14, gruppi dei vari riti nel Goi della massone- 1883, pp.209-210). Giosue Carducci – uno

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dei protagonisti dei dissidi del 1867-68 – Costa e l’Aurelio Saffi a Bologna. Secondo non pare sia entrato nella Rizzoli dopo una pubblicazione cattolica, nel 1914 essere uscito dalla Felsinea (F. Conti, Storia Arturo Gazzoni era Venerabile della Ça ira, della massoneria italiana, Bologna, il Guido Sanguinetti della Carducci e Gino Mulino, 2003 p.71 e p.369) e nel 1890 si Lanci dell’Emancipazione di Vergato (La fece trasferire alla Loggia propaganda mas- massoneria svelata nei suoi uomini e nelle sonica di Roma. Primo Venerabile fu sue intenzioni, pp.21-3). Il massone bolo- Aristide Venturini che diede grande impul- gnese Carlo Manelli ha scritto che nessuna so all’istituzione, tanto che la rivista scrisse: loggia bolognese - indipendentemente dal «A Bologna la Loggia Rizzoli raccoglie rito seguito - aderì alla scissione promossa intorno a sé numeroso e autorevole ele- nel luglio 1908 da un gruppo di esponenti mento» (n.1-2, 1883, p.22). La sede fu della destra politica per dare vita all’Or- prima in via Val d’Aposa, poi in Piazza dine massonico di Rito scozzese antico ed Nettuno 2 e, a partire dal settembre 1903, accettato e alla Gran loggia d’Italia con in Vicolo Bianchetti 4. Il nuovo Venerabile sede in Piazza del Gesù 47. Non pesante, Carlo Castellani, eletto alla fine del 1883, ma politicamente significativa la scissione dovette però subire la “demolizione” della subita dalla massoneria bolognese nel 1914 loggia ordinata dal Gran maestro Adriano quando il congresso nazionale del PSI, Lemmi il quale intervenne per evitare che tenutosi nell’aprile ad Ancona, stabilì l’in- «si estinguesse» a causa della «non com- compatibilità tra iscrizione al partito e ade- pleta omogeneità di tutti i Fratelli». Per sione alla massoneria. A Bologna uscirono evitare i soliti contrasti politici e culturali, Bentini, Oreste Vancini* e Mario Lon- Lemmi dispose la costruzione di due nuove ghena*. Con una lettera pubblica dichiara- logge «le quali emulandosi degnamente» rono di restare nella loggia Augusto avrebbero potuto svolgere la loro attività ( Dalmazzoni*, Lodovico Farnè, Giovanni n.9-12, 1885, p.165). Nel novembre 1885 o Frascari, Ugo Lenzi*, Aurelio Minghetti*, nel maggio 1886 fu “costruita” la VIII Emanuele Sacchetti. Il PSI bolognese, per Agosto con Francesco Magni Venerabile. non espellerli, considerò la lettera come Gli successero Felice Massano e Carlo Car- una «esplicita dichiarazione di dimissioni». li restato in carica sino al 1890. Seguirono Ad Imola uscirono dalla loggia Silvio ancora Massano (1891-93), Enrico Goli- Alvisi*, Ferdinando Bassi, Anco Capra, nelli (1893-97), Giacomo Gaiani (1897- Romeo Galli*, Attilio Morara, Tullo Pa- 98), Guglielmo Fabbri (1898-1900), Go- dovani e Arturo Zambianchi*. Vi restarono linelli (1900-06, quando dovette lasciare la Nullo Gardelli*, Carlo Guidicini* e Mario carica perché eletto nel Supremo consiglio Vannini. Quanto all’uscita di Bentini, molti dei 33) e Alfredo Grassi (1907-14). Nella anni dopo il mensile massonico ha scritto: VIII Agosto coabitavano il senatore Enrico «Esortato da autorevoli F.F. a non spezzare Pini, uno dei capi del partito conservatore, una prestigiosa carriera politica, si separò e l’onorevole Genuzio Bentini* autorevole dalla sua loggia bolognese ma non dal- esponente del PSI. La mediazione tra i due l’Ordine, cui rimase riservatamente legato» era affidata a Golinelli iscritto al PRI e sin- (Biografie massoniche, in “Rivista massoni- daco di Bologna dal 1902 al 1904. Dopo la ca”, n.6, 1974, p.378). Nel giugno 1914 il morte di Golinelli e l’elezione di Grassi, la PSI di Bologna vinse le elezioni ammini- loggia fu sdoppiata e “costruita” la Car- strative sconfiggendo la lista di destra e ducci destinata ad accogliere i massoni di quella di centro promossa dalla massone- destra. I socialisti, che sarebbero dovuti ria. Il quotidiano massonico “Giornale del restare nella VIII Agosto, “edificarono” la Mattino” espresse egualmente soddisfazio- Ça ira, di rito simbolico, con Odoardo ne per la fine del lungo periodo delle Pesaro Venerabile. Negli anni seguenti sor- amministrazioni conservatrici e appoggiò il sero l’Emancipazione a Vergato, l’Andrea “comune socialista”. A causa dell’atteggia-

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mento neutralista del PSI, la massoneria da A.A. Mola, Storia della Massoneria ita- mutò presto opinione e si trasformò nella liana dall’Unità alla Repubblica, Milano, principale forza d’opposizione al “comune Bompiani, 1976, p.437). Nella seduta del rosso” negli anni della prima guerra mon- 27.2 Jacchia – secondo Conti che ha letto i diale. La Pro Patria et Rege - la coalizione verbali del consiglio del Goi – aggiunse: dei partiti interventisti, meno i cattolici - «Se non ci fossero stati i fasci l’Emilia condusse dure battaglie contro gli ammini- sarebbe stata tutta alla mercè dei socialisti. stratori socialisti. I presidenti della Pro Qualunque parola che svalutasse il fasci- Patria furono quasi tutti massoni a comin- smo in quelle regioni sarebbe perniciosa» ciare da Luigi Silvagni* e Eugenio (F. Conti, op. cit., p.286). La massoneria Jacchia*. Jacchia, divenuto Venerabile nel bolognese fiancheggiò il fascismo sino alla 1915 o nel 1916, lasciò la carica nel 1918 “marcia su Roma” e oltre. Nel maggio quando fu eletto nel governo dell’Ordine 1921, alle elezioni politiche, a Bologna so- del Grande oriente. Negli anni della guer- stenne la lista fascista, che comprendeva ra a Bologna erano aperte la VIII Agosto, anche Mussolini, e approvò le direttive la Carducci che diventerà la Carducci- contenute nella circolare del 19.10.1922 Saffi, la Costa e la Ça ira che si unirono nel del Gran maestro Domizio Torrigiani, nella 1918. Il Sindaco socialista Francesco quale si legge che il fascismo «Parve in Zanardi* disse che tra i responsabili degli verità una rivolta necessaria e fu una libe- attacchi - spesso fisici - contro l’ammini- razione» (Rivista, n.7-8, 1922, pp.146-50). strazione «i più audaci e senza scrupoli A Bologna i contrasti tra i massoni fascisti furono i massoni» e «furono parimenti – che erano maggioritari – e quelli antifa- massoni quelli che mi denunciarono» al tri- scisti dovevano essere non piccoli, se il bunale militare (Atti consiglio comunale, 8 Gran maestro sentì il bisogno di fare visita aprile 1916, pp.760-1). Al termine del con- alla VIII Agosto l’8.1.1921 e alla fine del flitto il “Giornale del Mattino” chiese le maggio 1922. Non si conosce molto di que- dimissioni della giunta socialista e approvò sto contrasto salvo quanto scrisse il le aggressioni fisiche contro Zanardi. I 3.6.1922 ai venerabili delle tre logge bolo- principali esponenti della massoneria bolo- gnesi. Lo aveva colpito «l’eccezionale tur- gnese sin dall’inizio sostennero il Fascio di bamento cagionato in questi giorni dalla combattimento di Leandro Arpinati, a lotta politica» (n.5-6, 1922, p.130). L’atteg- cominciare da Lenzi, divenuto Venerabile giamento dei massoni bolognesi mutò della VIII Agosto nel 1919, e Jacchia nomi- dopo il voto antifascista espresso a grande nato il Grande oratore del Goi. In un maggioranza, il 28.1.1923, dall’assemblea comizio della lista di destra - per le elezio- nazionale delle logge italiane riunite a ni amministrative del 1920 - Aldo Oviglio Roma. La svolta antifascista divenne defi- disse che «bisognerà in seguito usare altre nitiva quando il Gran consiglio del fasci- armi, se mai quella del voto» [...] «fosse smo, il 3.2.1923, stabilì l’incompatibilità insufficiente a liberare la città» dall’ammi- tra massoneria e fascismo. Il 18.6.1923 la nistrazione socialista (“il Resto del VIII Agosto, su proposta di Salvatore Dal- Carlino”, 30.10.1920). Oviglio, un alto gra- mazzoni, approvò un documento che pro- do della massoneria, intervenendo il pugnava «accordi con altri partiti al di 16.1.1921 ai lavori del governo del Goi, so- fuori dell’orbita del fascismo» (A.A. Mola, stenne che i massoni bolognesi erano pron- op. cit., p.456). Il documento ebbe il voto ti ad allearsi «anche con i clericali pur di di Giuseppe Pavone (già Venerabile della disfarsi dei socialisti». Il 27.2.1921 Jacchia, loggia Carducci), Jacchia e Lenzi. Con la sempre al governo del Goi, disse che il lettera inviata ai venerabili il 21.7.1923 il fascismo «fu una vera fortuna» perché libe- Gran maestro mise la parola fine al dialogo rò Bologna e la regione «da una mano di con il fascismo. Dall’1.1.1922 a Bologna fun- delinquenti e di pazzi» (I brani sono tratti zionava una loggia aderente alla Gran loggia

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di Piazza del Gesù, i cui membri erano e pure che la massoneria abbia aderito alla restarono fascisti (F. Conti, op.cit., p.280) Il Resistenza. Vi presero parte singoli masso- 23.7.1923 il questore informò il prefetto di ni come Romolo Trauzzi* e Mario Jacchia* Bologna che i fascisti avevano aperto una figlio di Eugenio. Erano massoni Vancini e loggia aderente a Piazza del Gesù (la stessa Pietro Busacchi* uccisi dai fascisti il di cui riferisce Conti?) con sede in via 9.8.1944 e il 21.11.1944. Tra i massoni anti- Mazzini 40 e comunicante con quella del fascisti Manelli ricorda Leonida Vischi Goi di Vicolo Bianchetti (ASB, GP, 1923, morto in esilio, del quale si ignora tutto, e b.1.390, cat.7, fas.2). Fascisti e nazionalisi un non meglio identificato Zanaldi che fu tentarono più volte di mettere a sacco la «sindaco di Bologna dopo la liberazione» sede della VIII Agosto. Da una biografia di (La Massoneria a Bologna, p.201). Giu- Lenzi risulta - ma non si hanno conferme - seppe Dozza*, sindaco per un ventennio che nell’aprile 1921 un gruppo di naziona- dopo la Liberazione, non era massone. Se listi tentò di penetrarvi. Pure a vuoto andò Manelli si riferisce a Francesco Zanardi*, un assalto fascista il 18.12.1922. Riuscirono va precisato che fu sindaco dal 1914 al quelli sferrati il 12 e 13.9.1924 quando i 1920 e che non era massone. [O] fascisti, dopo avere abbattuta la porta con B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. Ai FF. LL. MM. una trave, saccheggiarono la Casa massoni- della Famiglia italiana. I FF. LL. MM. della ca. Bruciarono l’archivio (ma molte carte e Felsina, salute e fratellanza, sd (1866), oggetti erano stati messi in luogo sicuro da pp.14; La Massoneria, avvertimento ai cat- tempo) e asportarono l’elenco degli iscritti. tolici, Bologna, 1874, pp.30; Storia passata, Lo stesso giorno depositarono una bara e presente e futura della setta anticristiana e arredi massonici – razziati nella loggia - antisociale, ora massoneria, Per don davanti all’abitazione di Jacchia in via Bernardino Negroni sacerdote regolare d’Azeglio 58. Nei giorni seguenti “L’Assal- bolognese, Bologna, Compositori, 1876, 2 to”, il settimanale del fascio, cominciò a vol. di pp.406 e 446; R.L. VIII Agosto, Or. pubblicare l’elenco dei massoni. Dopo tre Di Bologna, Dell’organizzazione a persona puntate la pubblicazione fu sospesa per- giuridica del Sodalizio Massonico e del dirit- ché, come ammise il giornale, gravava sul to di associazione in Italia, Bologna, 1902, foglio una «minaccia di sequestro», avendo pp.27; Confirmate amicitias cun angelis Lenzi fatto ricorso alla magistratura. sanctis, Conferenza dell’avv. Domenico L’1.1.1925 l’abitazione di Jacchia fu per- Nardi contro la massoneria, Bologna, 1907, quisita, primo di una lunga serie di inter- pp.34; A. Alberti, Bologna e la Massoneria venti polizieschi contro esponenti della italiana di Rito Scozzese, in “Rivista massoneria. Dopo la legge contro le socie- Massonica”, n.11-12, 1910, p.15; La R. tà segrete, del maggio 1925, la VIII Agosto Loggia Ça ira, in “Acacia”, n.36-7, aprile- cessò di funzionare. Di fatto, era già chiusa maggio 1912, pp.41-7; La massoneria svela- quando, il 9.10.1925, le logge italiane ta nei suoi uomini e nelle sue intenzioni. entrarono in sonno e tardivo giunse il Raccolta di documenti autentici dell’orga- decreto di autoscioglimento emesso dal nizzazione massonica italiana, Bologna, Il Gran maestro del Goi il 22.11.1925. Lenzi, Mulo, 1914, pp.80; Per la Massoneria e per dopo avere subìto bastonature e intimida- la verità, Bologna, sd, pp.14 (pubblicazio- zioni, all’inizio del 1929 fu arrestato a ne curata dalle Logge della Romagna tra il Roma mentre partecipava a una riunione 1910 e il 1915); R. Monari, Ricordando clandestina per ridare vita alla massoneria. Giosue Carducci ai F. F. dell’Or. di Bologna Il 25.9.1929 fu assegnato al confino per 5 nella solenne annuale tenuta di lavori anni e inviato a Ponza. Liberato per con- Funebri, X marzo 1921. Note di storia mass. dono, subì numerosi arresti. Non risulta Bolognese a cura del fr. Libr. della R.L. VIII che altri massoni bolognesi siano stati arre- Agosto, Bologna, 1922, pp.VIII+46; A. stati durante la dittatura. Non risulta nep- Sorbelli, La Massoneria ufficiale sotto il

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Regno d’Italia, in “Strenna storica bologne- zolarese, luogo di ritrovo dei fascisti locali, se”, 1929, pp.77-86; U. Cipollone, La lotta per vendicare il compagno colpito. Si tra la Massoneria e il Fascismo per la difesa ebbero uno scontro a fuoco e numerosi della libertà, Roma, 1951, pp.70; U. Cipol- scontri fisici in varie parti del paese, inter- lone, Giosue Carducci massone, Napoli, rotti dall’arrivo dei carabinieri. Due le vit- 1957, pp.22; M. Raitano, Memoria di time: il giovane Ferdinando Brazzi di 17 Giovanni Pascoli, Città di Castello, 1962, anni - che «trovandosi adiacenze detto pp.VII+35; N.S. Onofri, La grande guerra Club», come si legge nella relazione della nella città rossa; Brevi notizie sulla distru- polizia del 5.9.1921, e che non era fascista, zione della sede e sulle persecuzioni subite anche se in rapporti successivi fu accredi- dai F.F. Bolognesi durante il periodo fascista tato come tale - e il socialista Aldo Vecchi* (In occasione della visita di G. Pica), deceduto il 9.9.1921. Per rappresaglia, i Modena, 1968, pp.39; G. Gamberini, fascisti occuparono Budrio per alcuni gior- Fascismo e Massoneria, in “Rivista Masso- ni, senza che i carabinieri intervenissero nica”, n.1, 1972, pp.31-42; C. Manelli, Ugo per ristabilire l’ordine. Bastonarono il sin- Lenzi. Gran Maestro dell’Ordine e Sovrano daco socialista Aldo Grandini*, gli misero Grande Ispettore Generale del Rito Scozzese un teschio e un pugnale davanti alla porta Antico e Accetto (Palazzo Giustiniani), di casa e gli diedero 48 ore di tempo per Bologna, 1973, pp.16; G. Melloni, Masso- lasciare il paese. Bloccarono per alcuni neria bolognese, in “Rivista Massonica”, giorni l’abitazione del deputato socialista n.7, settembre 1976, pp.425-9; Consiglio Luigi Fabbri*, impedendogli di uscire. degli ordini forensi di Bologna, 1975. Nel Aggredirono numerosi assessori e consi- centenario della nascita di Ugo Lenzi, glieri comunali socialisti e cacciarono da Bologna, 1976, pp.20; P. Roberti, Attività Budrio, dopo averlo bastonato, Carmine muratoria dal periodo napoleonico all’av- Pastore Mancinelli*, segretario del comune vento del fascismo. La Massoneria bologne- e iscritto al PSI. Il 18.9.1921 la giunta se, in “Hiram”, n.4, 1985, pp.106-7; C. comunale fu costretta a dare le dimissioni. Manelli, La Massoneria a Bologna dal XVIII Il 7.1.1922 i carabinieri denunciarono alla al XX secolo, Bologna, Analisi, 1986, magistratura 41 lavoratori e operarono 40 pp.230; F. Martelli, La Massoneria a Bo- arresti. Non un solo fascista fu denunciato logna. I Liberi muratori nel XV secolo in un o arrestato. Il comportamento dei carabi- manoscritto bolognese inedito, in “Strenna nieri fu talmente scandaloso che il storica bolognese”, 1990, pp.285-298; 3.10.1921 il prefetto chiese al governo il Loggia Andrea Costa. N. 373 all’Oriente di trasferimento del maresciallo della stazione Imola. 200 anni di Massoneria a Imola. di Mezzolara (ASB, GP, 1921, b. 1.341, Studi storici su Ugo Bassi e Andrea Costa, cat.7, fas.1, “Fatti di Mezzolara”). Il Imola, 1997, pp.171. Un elenco di massoni 7.3.1922, per mancanza di indizi, furono bolognesi è stato pubblicato da “L’Assalto” scarcerati: Livio Billi*, Pompeo Billi*, il 10, 18 e 25.10.1924. Un altro elenco è in Giovanni Bordoni*, Giuseppe Cocchi*, ACS, SPD, CR, b.62, “Elenco dei massoni Lodovico Fiorini*, Armando Frabetti*, residenti nelle provincie e loro relativi indi- Leonida Franceschi* o Franceschini, rizzi”. Un elenco con i nomi di 557 masso- Enrico Grazioli*, Aurelio Martelli*, Emilia ni bolognesi è nel libro di Manelli. Marzocchi*, Celso Melloni*, Attilio Melossi*, Filippo Pancaldi*, Ettore Mezzolara, Scontro a. Il 3.9.1921 i fascisti Rambaldi*, Gustavo Rossi* e Osvaldo di Budrio bastonarono, per la seconda Scandellari*. L’8.6.1923 la corte d’assise di volta in pochi giorni, il socialista Mario Bologna condannò Corrado Bentivogli* a Franzoni abitante a Mezzolara (Budrio). Il 9 anni, 4 mesi e 15 giorni; Ugo Billi* 2 anni giorno dopo una trentina di socialisti e e 2 mesi; Rodolfo Cervellati* 9 anni, 4 mesi comunisti assalirono la sede del Club mez- e 15 giorni; Armando Falzoni* 2 anni e 2

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mesi; Sostegno Falzoni* 7 anni, 9 mesi e 21 nel luglio 1944, fece un accordo con la giorni; Evaristo Gruppioni* 9 anni, 4 mesi Germania in base al quale potevano essere e 15 giorni; Adelmo Manini* 9 anni, 4 mesi usati come “liberi lavoratori”. I militari - gli e 15 giorni; Iginio Nannetti* 7 anni, 9 mesi ufficiali in particolare - che non si sottopo- e 21 giorni; Giuseppe Rimondini* 17 anni, sero a questo sopruso finirono nei campi di 2 mesi e 15 giorni; Luigi Sartoni* 9 anni, 4 punizione e anche in quelli di sterminio. mesi e 15 giorni; Bruno Simoni* 9 anni, 4 Non si conosce il numero dei militari morti mesi e 15 giorni; Giacomo Ungarelli* 9 in prigionia, ma pare che siano stati circa anni, 4 mesi e 15 giorni; Enrico Venturi* 9 30 mila. Quando rientrarono in patria fu anni, 4 mesi e 15 giorni. Dopo avere scon- loro riconosciuto lo status di “volontari tato 21 mesi di carcere preventivo, furono della libertà”, cioè partigiani. Ai militari assolti: Aldo Alessandri*, Cesare Boriani*, internati furono assegnate 2 medaglie Giulio Fiorentini*, Sostegno Galliani*, d’oro e 56 di bronzo. [O] Angelo Lullini*, Gino Marzocchi*, Orfeo B IBLIOGRAFIA. G.B. Bianchini, M. Cortel- Marzocchi*, Laurano Pasquali*, Alberto lazzo, W. Guidi, La tragedia degli I.M.I., Rambaldi*, Antonio Rocchi*, Giulio Sarti* Carrara, 1946, pp.142; G. Crescimbeni, M. e Anello Zuccheri*. La magistratura, in Lucini, Seicentomila italiani nei lager, considerazione del fatto che i fascisti erano Milano, Rizzoli, 1965, pp.350; E de al potere, ebbe la mano particolarmente Bernart, Da Spalato a Wietzendorf, 1943- pesante. Per tutti i condannati, si legge 1945, Storia degli internati militari, Milano, nella sentenza, fu esclusa l’appartenenza a Mursia, 1973, pp.187; 1943-1945. La banda armata, anche se furono ritenuti Resistenza italiana nei lager nazisti, Roma, responsabili di «partecipazione a corpo ANEI, 1974, pp.142; A. Reviglio, La lunga armato», pur essendosi riuniti spontanea- strada del ritorno. L’odissea dei soldati ita- mente. Nella sentenza è scritto che si era liani internati nella Germania nazista, trattato di «omicidio preterintenzionale e Milano, Mursia, 1975, pp.207; V. Vialli, Ho di minacce continuate», che Brazzi era scelto la prigionia. La resistenza dei soldati stato ucciso casualmente e che i manife- italiani deportati, 1943-1945, Bologna, stanti non avevano avuto «il fine di uccide- Forni, 1975, pp.30; Militari italiani caduti re» (Corte d’Assise di Bologna. 1922-1923, nei lager nazisti di prigionia e di sterminio, p.193). [O] a cura del Ministero della Difesa, Roma, 1979, pp.122; I militari italiani internati dai Militari internati in Germania, detti IMI tedeschi dopo l’8 settembre 1943, a cura di (Italiani militari internati). Dopo l’armisti- N. Della Santa, Firenze, Giunti, 1986, zio dell’8.9.1943 tra i 6 e i 700 mila milita- pp.214 (il volume contiene un’ampia ri italiani furono catturati dai tedeschi nei bibliografia); P. Piasenti, Il lungo inverno Balcani e in Francia, ma molti anche in dei lager. Dai campi nazisti, trent’anni dopo, Italia. Internati in Germania, a questi mili- Roma, ANEI, 1988, pp.488; Soldati italiani tari non fu riconosciuto lo status di prigio- dopo il settembre 1943, a cura di P. Juso, nieri di guerra. Per i tedeschi non erano “Quaderni della FIAP”, n.51, Roma, 1988, prigionieri perché catturati prima che il pp.410 (il volume contiene un’ampia legittimo governo italiano dichiarasse guer- bibliografia); Prigionieri in Germania. La ra alla Germania. Inoltre, poiché si rifiuta- memoria degli internati militari, a cura di rono di riconoscere la RSI - solo il 2 per A. Bendotti, G. Bertacchi, M. Pelliccioli ed cento si sottomise - non potevano, a parere E. Vultulina, Bergamo, 1990; ANEI, dei tedeschi, essere considerati dei prigio- Federazione di Bologna, I 600.000 dei nieri. Per questo fu inventata la figura giu- lager, “Notiziario” n.4-5, 1988 (Il fascicolo ridica di “militari internati”. Per loro non contiene l’elenco dei militari bolognesi valevano le convenzioni internazionali e la internati in Germania); Fra sterminio e Croce rossa non poteva assisterli. La RSI, sfruttamento. Militari internati e prigionieri

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di guerra nella Germania nazista, (1939- vera e propria organizzazione armata, al 1945), a cura di N. Labanca, Firenze, 1992, servizio di un partito. L’Italia fu divisa in 4 pp.361; G. Schreiber, I militari italiani zone, a capo delle quali fu messo un ispet- internati nei campi di concentramento del tore generale. A lui facevano capo le legio- Terzo Reich, 1943-1945, Stato Maggiore ni, organizzate su scala provinciale, com- dell’Esercito, Ufficio storico, Roma, 1992, prese nella zona sottoposta alla sua giuri- pp.993+26 (Pubblica una bibliografia da sdizione. Le quattro zone non corrisponde- p.840 a 861); G. Lanforio, M. Nuciari, No! vano ai tradizionali confini geografici. I soldati italiani internati in Germania. Ogni legione era costituita - secondo l’or- Analisi di un rifiuto, Milano, Angeli, 1994, dinamento militare dell’antica Roma - da 3 pp.110; Dopo il lager. La memoria della pri- coorti, ognuna delle quali era suddivisa in gionia e dell’internamento nei reduci e negli 3 centurie. Ogni centuria era formata da 3 “altri”, a cura di C. Sommaruga, Napoli, manipoli. I militi avevano la divisa degli Guisco, 1995, pp.371; ANEI, Federazione arditi: pantaloni e giacca grigioverde, fez e di Bologna, Dalla guerra al lager, Bologna, camicia nera. L’armamento era quello del- 1995, pp.94; U. Dragoni, La scelta degli I.M.I. l’esercito. Dopo la “marcia su Roma”, la Militari italiani prigionieri in Germania MVSN ebbe il riconoscimento giuridico - (1943-1945), Firenze, Le lettere, 1996, legge n.31 del 14.1.1923 - di corpo armato pp.464; A. Natta, L’altra Resistenza. I militari dello stato. All’articolo 2 della legge si italiani internati in Germania, Torino, afferma che la milizia «è al servizio di Dio Einaudi, 1996, pp.141; N. Labanca, Inter- e della Patria italiana, ed è agli ordini del namento militare italiano, in Dizionario della capo del governo». Il suo compito era di Resistenza, Torino, Einaudi, 2000, vol.I, «provvedere, in concorso coi corpi armati pp.113-123; S. Peli, La Resistenza in Italia. della sicurezza pubblica, e con l’Esercito, a Storia e critica, Torino, Einaudi, 2004, mantenere all’interno l’ordine pubblico; pp.176-201; Q. Casadio, Una resistenza rima- preparare e conservare inquadrati i cittadi- sta nell’ombra. L’8 settembre 1943 e gli ni per la difesa degli interessi dell’Italia nel Internati Militari Italiani in Germania, Imola, mondo». I militi ebbero la qualifica di pub- La Mandragora, 2004, pp.250; R. Ropa, blico ufficiale e di agente di polizia giudi- Prigionieri del terzo reich. I militari italiani ziaria. Gli organici della MVSN - il cui deportati nei lager nazisti, in “I Quaderni di nucleo iniziale era stato costituito dagli Resistenza oggi”, supplemento al n.5 del squadristi - furono potenziati dopo la 2004 di “Resistenza oggi”, pp.103-11. “marcia su Roma” dalle guardie regie, il cui corpo fu sciolto. Capo supremo era Milizia volontaria sicurezza nazionale, Mussolini, anche se, inizialmente, il co- (MVSN). Tra la fine del 1920 e l’inizio del mando fu affidato ai “quadrumviri”. Le 1921 i fasci di combattimento organizzaro- quattro zone furono trasformate in rag- no squadre armate per colpire il movimen- gruppamenti (che facevano capo a Milano, to operaio e i partiti di sinistra. Erano Bologna, Roma e Napoli) con un totale di bande irregolari che si muovevano in asso- 120 legioni. Il comandante delle legioni si luta autonomia - grazie alla complicità di chiamava console. Accanto al corpo princi- polizia e carabinieri - e avevano una totale pale della MVSN, sorsero numerose milizie impunità. Dipendevano dai “ras” fascisti minori: universitaria, ferroviaria, coloniale, locali e Mussolini - come nell’estate 1921, stradale ecc. Durante le guerre d’Africa e in occasione delle trattative per il patto di di Spagna furono organizzati speciali btgg pacificazione - non sempre riusciva a con- d’assalto. Fu costituito anche un reparto, i trollarle. Questi gruppi armati irregolari Moschettieri del Duce, con il compito di ebbero un primo inquadramento nazionale guardia personale del dittatore. Il al termine del congresso fascista del 25.7.1943, quando Mussolini fu destituito 7.11.1921, quando nacque la MVSN. Una ed arrestato, la MVSN non si oppose. I

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militi si lasciarono disarmare dall’esercito - Teodorani, Milizia volontaria. Armata di con il quale i rapporti erano sempre stati popolo, Bologna, 1962, pp.653; A. Aqua- tesi - senza sparare un colpo. Fu sciolta il rone, La milizia volontaria nello stato fasci- 26.7.1943, con uno dei primi provvedi- sta, in AA.VV., Il regime fascista, Bologna, menti del governo Badoglio. A Bologna il Mulino, 1974, pp.85-111; E. Lucas, operò la 67a legione dei “Volontari del Storia delle unità combattenti della Milizia Reno” e ad Imola la 68a, la “Riario Sforza”. volontaria sicurezza nazionale, Roma, Vol- Erano 5 le coorti che componevano la pe, 1976, pp.621; E. Valleri, Dal partito legione bolognese: 2 avevano sede in città, armato al regime totalitario: la Milizia, in e le altre a Vergato, S. Giovanni in “Italia contemporanea”, 1980, n.141, Persiceto e S. Giorgio di Piano. Inoltre pp.31-60; L. Casali, Fascismi, Bologna, erano operanti 36 presidi comunali. CLUEB, 1995, pp.432. L’ultimo comandante della 67a legione bolognese fu il seniore Aldo Resega che, Missione Appomatox. Il 18.8.1944 Ferruc- dopo la fine del regime, consegnò l’archi- cio Trombetti* fu paracadutato sull’Ap- vio storico e la cassa agli ufficiali del Corpo pennino modenese unitamente ad altri 2 d’armata. L’esercito assunse il controllo tecnici, con l’incarico di impiantare una della caserma principale, che si trovava in stazione radio. Il compito del gruppo - uno via Mascarella n.79. Dopo l’occupazione dei tanti che operavano sull’Appennino, da tedesca a Bologna fu ricostituita la 67a Piacenza al mare - era quello di trasmette- legione, il 16.9.1943, comandata da re al comando americano informazioni sul- Augusto Ferrozzi dal 13.10 al 2.11.1943 l’attività e i movimenti dell’esercito tedesco quando gli subentrò Gaetano Spallone. Ad e di tenere i collegamenti tra il CUMER e Imola fu ricostituita la 68a al comando di lo stesso comando. Il gruppo di Trombetti Gernando Barani, il quale fu giustiziato dai fu denominato “Operazione Appomatox”. partigiani il 4.11.1943. Il 19.11.1943 la La missione - organizzata dall’OSS - durò legione bolognese e quella d’Imola conflui- dall’agosto 1944 al 24.4.1945. La sua area rono nella GNR. La legione di Imola fu d’operazione andava dall’Appennino reg- declassata a btg. [O] giano a quello bolognese. Complessi- B IBLIOGRAFIA. R. Citarelli, Milizia, Firenze, vamente trasmise 374 messaggi e ne rice- Bemporad, 1927, p.68; V. Verné, La milizia vette 155. [O] volontaria per la sicurezza nazionale, Roma, B IBLIOGRAFIA. Testimonianza di F. Trom- Poligrafica, 1925, pp.373; A. Teruzzi, La betti in RB5, p.515. milizia delle camicie nere e le sue specialità, Verona, Mondadori, 1933, pp.83; V. Vernè, Missione Bilancia, vedi: Missione Sihaka. MVSN. Organizzazione, compiti e impiego, Napoli, 1934, pp.286; S. Foderaro, La Mili- Missione Sihaka. Fu una delle numerose zia volontaria e le sue specialità. Ordina- missioni alleate che operarono in Emilia- mento giuridico, Padova, 1939, pp.318; Romagna tra l’autunno 1944 e la primave- Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, ra 1945. Era comandata da Ferruccio in Panorami di realizzazioni del fascismo, Mazzara “Capitano Bilancia”, per cui fu Roma, 1942, vol.III, pp.379-94; MVSN, chiamata anche Missione Bilancia. Era Comando 67a Legione CC NN, Ordina- stata organizzata dalla N.1 Special force mento della Legione e disposizioni di massi- inglese e dallo stato maggiore del CIL. Il ma sul funzionamento dei presidi e reparti, 4.11.1944 i membri della missione, con Bologna, 1942, pp.16; La 26a Legione d’as- apparecchiature radio, furono paracaduta- salto “Alberto da Giussano” nella campagna ti sull’Appennino modenese. Dopo avere greco-albanese, Bologna, Edizione riserva- operato a Maranello e in altre località ta, 1943, pp.142; E. Galbiati, Il 25 luglio e modenesi, nel gennaio 1945 la missione si la MVSN, Milano, Barnabò, 1950; V. trasferì a Bologna e si aggregò al CUMER.

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La radio fu continuamente spostata, per ta, Bari, De Donato, 1975, pp.541-576; B. evitarne la localizzazione. Fu sistemata Davidson, Scene della guerra antifascista, prima in uno stabile diroccato di via Saffi, Milano, Rizzoli, 1981, pp.372; Federazione poi in via Belle Arti e infine in via d’Azeglio italiana associazioni partigiane e Special 46. La missione - oltre all’inoltro di mes- forces club, No. 1 Special Force and Italian saggi via radio, per le comunicazioni tra il Resistance. N. 1 Special Force nella Resi- CUMER e i comandi alleati e italiano - stenza Italiana, Bologna, Clueb, 1990, 2 provvedeva a spedire staffette con rapporti volumi; E. Tassinari, Un americano nella e comunicazioni alla missione inglese del Resistenza, Ravenna, Longo, 1992, pp.149; maggiore James Davies, che operava AA.VV., Gli americani e la guerra di libera- sull’Appennino modenese. [O] zione in Italia. Office secret service (O.S.S.) B IBLIOGRAFIA. Federazione italiana associa- e la Resistenza italiana, Roma, 1995, zioni partigiane e Special forces club, No. 1 pp.366. Testimonianze da p.463 a p.525 in Special Force and Italian Resistance. N. 1 RB5. Special Force nella Resistenza Italiana, Bologna, Clueb, 1990, 2 volumi. Testimo- Molinaccio, Eccidio di. L’1.10.1944 i parti- nianza di Capitano Bilancia in RB5, giani della bgr Toni Matteotti Montagna si pp.509-12. scontrarono con i tedeschi in località Casa Manente (Porretta Terme), lungo la statale Missioni militari alleate. Le missioni mili- Porrettana, tra Silla (Gaggio Montano) e tari - sia inglesi sia americane - operavano Porretta Terme. Nello scontro rimasero uc- nell’Italia occupata dai tedeschi e tenevano cisi 4 militari. Per rappresaglia i tedeschi i collegamenti tra le formazioni partigiane e rastrellarono una trentina di persone: alcu- i comandi alleati. Non avevano compiti ne militavano nella Resistenza, altre tran- bellici. Raggiungevano le zone d’operazio- sitavano casualmente, altre ancora abitava- ni loro assegnate dopo avere attraversato le no nella zona. Alcune furono fermate la linee o essere state paracadutate o sbarcate mattina del 2.10.1944. La sera del 2.10, tra da sottomarini. Le missioni inglesi dipen- le 19 e le 20, un reparto di SS tedesche pre- devano dalla SOE (Speciale operatione levò 17 persone dal gruppo dei fermati e le executive) e quelle americane dall’OSS fucilò - meno una che riuscì fortunosamen- (Office strategic services). Queste missioni, te a salvarsi - sul greto del Reno, in località oltre a quello dei collegamenti, avevano Molinaccio di Sotto (Gaggio Montano). Le due compiti molto importanti. Dovevano vittime furono inumate sul posto. I loro fare avere rifornimenti, con lanci aerei, alle resti furono casualmente riportati alla luce brgg con le quali operavano e coordinare nel marzo 1945. Mentre un colono stava l’attività militare delle brgg, per farle muo- arando, un braccio affiorò dalla fossa vere in sintonia con le operazioni militari comune. Le vittime sono: Adelmo Albe- alleate. I rapporti tra le parti non furono rini*, Paolo Bernardi*, Vittorino Bernar- sempre facili, ma al termine del conflitto il dini*, Carlo Francesco Cleto Brunetti*, comando alleato diede atto del gran contri- Gino Carboni*, Giuseppe Cinotti*, Tullio buto dato dalle formazioni partigiane ita- Cinotti*, Silvio Augusto Falci*, Giuseppe liane. [O] Gentilini* detto Gentilone, Luigi Lazzari*, B IBLIOGRAFIA. R.N. Absalom, Intelligence: Augusto Mogano* detto Gaetano, Dome- propaganda, missioni e operazioni speciali nico Mogano*, Menotti Pesciatini*, degli alleati in Italia, Roma, sd, pp.126; L. Antonio Puccinelli*, Pio Stefani*, Mario Martini, Dalla bici al sommergibile. Le mis- Vellani* e Alfonso Vitali* detto “il muto”. sioni ORI dirette dai romagnoli, Milano, La Riuscì a salvarsi Vito Bortolotti*, rimasto Pietra, 1980, pp.134; C. Macintosh, Le mis- quasi indenne sotto i cadaveri dei suoi sioni avanzate inglesi e la battaglia degli compagni di sventura. I nomi delle vittime Appennini, in: L. Bergonzini, La lotta arma- di quest’eccidio sono stati incisi, con quelli

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d’altre persone morte in eccidi minori, Valsenio (RA) e Castel del Rio. Dopo duri nelle lapidi poste nella cappella del Parco combattimenti il monte e le alture minori delle Rimembranze di Gaggio Montano, di Monte Carnevale e Monte Cappello per cui non è sempre facile identificare i furono conquistati dai partigiani del 3° btg luoghi e le date esatte delle esecuzioni. comandato da Carlo Nicoli*, della 36a brg Non tutti i caduti erano di Gaggio Bianconcini Garibaldi. La mattina del Montano e alcuni addirittura toscani 27.9.1944 su Monte Battaglia giunsero i deportati nel Bolognese. [O] fanti dell’88a div USA, ai quali fu conse- B IBLIOGRAFIA. E. Biagi, I tedeschi mi hanno gnato l’importante bastione, dove si trova- fucilato, in “Giornale dell’Emilia”, 5.8.1945; no i resti di una fortezza medioevale, a con- Comune di Porretta Terme, L’eccidio di ferma dell’importanza strategica della posi- Molinaccio, 2 ottobre 1944. zione. Il comandante del 350° reggimento americano nel suo rapporto scrisse: «Il II Mondariso, La. Durante la lotta di libera- Battaglione si impadronì del Battaglia zione furono editi 3 numeri del giornale senza opposizione alle ore 14 circa, trovan- “La mondariso” che aveva il sottotitolo do la montagna presidiata da un battaglio- “Organo delle Mondine Bolognesi”. ne di patrioti italiani». Nel pomeriggio Redatto da Luciano Romagnoli* e Spero dello stesso giorno i tedeschi contrattacca- Ghedini*, fu stampato nella tipografia rono. Respinti, tornarono invano all’attac- Grandi in via Zamboni 90. I 3 numeri usci- co il giorno dopo, poi il 29 e il 30. Parti- rono nel giugno 1944. [O] giani e americani per 4 giorni combattero- B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I no fianco a fianco. I fanti americani ebbero giornali bolognesi della Resistenza, pp.256- il cambio da un reparto inglese, il cui uffi- 7. I testi sono in RB2 da p.611 a p.615. ciale scrisse nel rapporto: «Il castello, tutto in rovina, è praticamente sotto un bombar- Monte Bastia, Battaglia di. Tra il 9 e il damento continuo. È cosparso di cadaveri 14.8.1944 i tedeschi, con una serie di azio- americani a vari gradi di decomposizione. ni concentriche e ripetute, tentarono inva- Ce n’abbiamo persino uno che pende di no di sloggiare i reparti della 36a brg traverso da una finestra del nostro caposal- Bianconcini Garibaldi attestati su e attorno do. Siccome ci si può muovere soltanto di a Monte Bastia, tra Firenzuola (FI) e notte, al buio si continuano a calpestare Palazzuolo sul Senio (FI). Avevano deciso teste, corpi, membra..». Al termine della quell’operazione perché la brg si trovava battaglia i partigiani furono disarmati, nelle immediate retrovie del fronte, mentre avviati nelle retrovie e la loro vittoria su gli anglo-americani erano alla vigilia della Monte Battaglia ignorata nei bollettini di loro offensiva. Pur subendo dure perdite, guerra alleati. Ha scritto uno storico ameri- la brg non abbandonò Monte Bastia e le cano: «A dire la verità, benché i censori alture circostanti la cui importanza strate- proibissero sul momento la notizia, truppe gica non era minore. [O] partigiane italiane operanti tra le linee in B IBLIOGRAFIA. Vedi: 36a brg. Bianconcini questo settore furono le prime a occupare Garibaldi. il Monte Battaglia, mantenendolo sino all’arrivo delle forze americane». [O] Monte Battaglia, Battaglia di. Dopo avere B IBLIOGRAFIA. C. Nicoli, Monte Battaglia, in sfondato la Linea Gotica al Passo del Epopea partigiana, pp.199-202; Comune di Giogo e subito dopo al Passo della Futa, Casola Valsenio, Ravenna, La Rocca di nella seconda metà di settembre del 1944, Monte Battaglia, Faenza, 1988, pp.20; L. la 5a Armata americana puntò su Firen- Bergonzini, La battaglia di Monte Battaglia zuola (FI) e proseguì in direzione di Castel vista e vissuta da un partigiano - F. del Rio e Imola. L’ultimo bastione naturale Montevecchi, I giorni del “Blue Devils” sul da superare era monte Battaglia, tra Casola Battaglia - A. Montemaggi, Monte Batta-

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glia: Kesselring in ginocchio, in Al di qua e ritenendo che la storia avesse posto all’or- al di là della linea Gotica, pp.409-23, 425- dine del giorno una concreta lotta per la 32 e 433-72; P. Tompkins, L’altra Resisten- trasformazione socialista della società, nel za. La liberazione raccontata da un protago- senso di un’insurrezione armata e di una nista dietro le linee, Milano, Rizzoli, 1995, presa del potere di modello leninista, ma di pp.425; Monte Battaglia. Memorie di guerra intervento continuo e progressivo nelle e di guerriglia sull’Appennino; N. Galassi, strutture e nei meccanismi sociali e nei Partigiani nella Linea Gotica. valori culturali che costituivano la giustifi- cazione ed assicuravano la difesa del regi- Moti dei Prati di Caprara. Nel 1874 Andrea me capitalistico, provocando in tal modo Costa e Michele Bakunin promossero un una serie di equilibri più avanzati». Per la moto insurrezionale che avrebbe dovuto costituzione di sezioni provinciali del avere i centri principali in Emilia e in Puglia. MUP, si tennero riunioni in numerose cit- Bakunin arrivò a Bologna il 30.7.1874. tà italiane. A Bologna ebbe luogo il Costa fu arrestato il 5.8.1874 e il 6.8 il pre- 12.12.1942 in via Castiglione 42. Oltre a fetto di Bologna sciolse tutte le associazioni Basso, intervennero esponenti del PSI, del internazionaliste, democratiche e repubbli- PRI e del PLI. Aderirono al nuovo gruppo cane. Il 7.8 da Imola partirono, diretti a politico solo alcuni esponenti del PSI ed ex Bologna, 150 tra socialisti e repubblicani. militanti del PSUI. Il gruppo dirigente del L’8 furono fermati a Idice (S. Lazzaro di MUP risultò così formato: Fernando Savena) e portati a Bologna in catene. A Baroncini* segretario, Enrico Bassi*, Giu- Bologna furono fermati altri internazionali- seppe Bentivogli*, Gianguido Borghese*, sti nei Prati di Caprara, la zona oggi occu- Alfredo Calzolari*, Giacomo Donati*, pata dal Nuovo Ospedale Maggiore. Il Paolo Fabbri* e Renato Tega*. Erano tutti 16.3.1876 iniziò il processo a Costa e ai con- di orientamento riformista. Nel periodo giurati. Il 16.6.1876 furono assolti. [O] badogliano, subito dopo la caduta del B IBLIOGRAFIA. Vedi: Fascio operaio di fascismo, i dirigenti del MUP si interroga- Bologna. R. Bacchelli, Il diavolo al Ponte- rono sul loro futuro, consapevoli com’era- lungo, Milano, Ceschina, 1927, 2 volumi. no di essere poco omogenei politicamente, oltre che scarsi di numero. A questo pro- Movimento di ricostruzione liberale. Que- posito Basso ha scritto: «Si pose subito l’al- sto gruppo politico fu costituito all’inizio ternativa tra la sopravvivenza come grup- del 1943 da alcuni esponenti di primo puscolo senza importanza, destinato solo piano del PLI, tra i quali Benedetto Croce ad agitare idee, e la fusione con il PSI. In e Alberto Bergamini*. I suoi dirigenti eser- un momento in cui l’apporto di giovani citarono pressioni politiche verso il re per- energie poteva ancora apparire un prezioso ché mettesse fine al regime fascista. Fu un contributo per i dirigenti di quel partito; movimento romano, senza collegamenti mentre il PSI stesso, destinato a diventare con gli ambienti liberali italiani. [O] un partito di massa, poteva offrire alle nuove idee dei fondatori del MUP un ter- Movimento di unità proletaria, (MUP). reno suscettibile di fecondazione». Nel Questa formazione politica fu costituita a mese di agosto si tennero numerose riunio- Milano, il 10.1.1943, da alcuni militanti del ni tra PSI e MUP - clandestine perché non PSI e del PCI. I principali promotori furo- erano state ripristinate le libertà democra- no Lelio Basso di Milano e Domenico tiche - al termine delle quali fu deciso di Viotto di Brescia, entrambi del PSI. Basso, procedere all’unificazione. Per preparare schierato su posizioni di estrema sinistra, l’operazione furono promosse riunioni ha scritto: «Il MUP esprimeva il tentativo regionali. A Bologna si tenne nella prima di superare le passate divisioni del movi- settimana di agosto nello studio di Roberto mento operaio fra socialisti e comunisti, Vighi*, in via S. Stefano 18, presente Pietro

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Nenni. Delegati del PSI e del MUP erano distributori avevano richiesto 250 mila giunti da quasi tutte le città della regione. copie - “Il Mulo” non ebbe una vita facile All’unanimità fu decisa la fusione. Baron- e Algranati dovette sempre coprire il passi- cini fu eletto segretario provinciale. Il 24 e vo. Licenziato dal quotidiano cattolico nel 25.8.1943 a Roma si svolse il congresso di 1910, si dedicò interamente al settimanale. unificazione nazionale, al termine del quale Suoi nemici dichiarati furono il PSI, il sin- fu costituito il PSUP (Partito socialista di dacato e la massoneria. All’inizio simpatiz- unità proletaria), divenuto PSIUP in segui- zò con i fascisti, per ricredersi quasi subito. to. La delegazione bolognese era composta La scelta antifascista divenne totale dopo il da Baroncini, Bentivogli, Borghese e Fab- delitto Matteotti e l’uccisione di don bri del MUP e da Verenin Grazia*, Carmi- Minzoni. Il 21.8.1924 il prefetto fece ne Pastore Mancinelli* e Alberto Trebbi* sequestrare il giornale per una vignetta che del PSI. Borghese e Fabbri entrarono a far mostrava Matteotti morto e per un’altra parte della direzione del partito. [O] non specificata nel rapporto inviato al B IBLIOGRAFIA. E. Trombetti, Ritorno alla governo. A suo parere si trattava di «incita- libertà; L. Basso, Il Partito socialista italia- mento alla guerra civile». Nel rapporto no, Milano, Nuova accademia, 1958, aggiunse che il giornale «è sempre veleno- pp.174; N.S. Onofri, I socialisti bolognesi sissimo e contro di esso e del suo direttore nella Resistenza, Bologna; L. Basso, Movi- Rocca d’Adria serpeggia gravissimo mal- mento di unità proletaria, in Enciclopedia contento». Il numero 34-35 del “Mulo” dell’antifascismo e della resistenza, Milano, uscì il 24.8.1924 con due spazi bianchi. Il La Pietra, 1968, 3 vol, pp.837-8. 16.11.1924 altro sequestro per avere pub- blicato una vignetta sull’aula di Monte- Mulo, Il. Cesare Algranati* - ma firmava citorio: la parte destra della sala era affolla- Rocca d’Adria - nel 1902 assunse la dire- ta e quella sinistra deserta e vi campeggia- zione “L’Avvenire d’Italia”. Nel 1907 deci- va una croce. Secondo il prefetto il giorna- se di pubblicare un giornale per controbat- le aveva compiuto i reati di «vilipendio alle tere la propaganda anticlericale de istituzioni», «incitamento all’odio di clas- “L’Asino”. Promosse una sottoscrizione se» e «perturbamento dell’ordine pubbli- popolare e con il provento allestì La co» (ASB, GP, 1924, b. 1.406, cat.7, fas.2, Cromotipografia bolognese in via Marsala “Sequestro del giornale Il Mulo”). “Il 8 a Bologna. Il 10.11.1907 uscì il primo Mulo” uscì con la copertina bianca. In numero de “Il Mulo” con il sottotitolo seconda pagina - in una nota per la campa- “Periodico settimanale anticanagliesco”, gna degli abbonamenti - Algranati scrisse: divenuto qualche tempo dopo “Settima- «Nati per combattere l’eresia e la violenza nale anticanagliesco”. Nella nota di presen- socialista, quando mezze coscienze non tazione, Algranati scrisse che il giornale prevedevano neppure tutto il male che il avrebbe combattuto la «stampa settaria e socialismo avrebbe fatto in mezzo al popo- pornografica». Primo direttore fu Agostino lo cristiano, e ci tacciavano di esagerazione, Ceccaroni, redattore de “L’Avvenire d’Ita- ci troviamo oggi a combattere una violenza lia”, anche se il quotidiano cattolico tenne assai maggiore ed un’eresia non meno esi- sempre le distanze dal “Mulo” e separate le ziale: il fascismo». In un rapporto in data amministrazioni. Di fatto il giornale era di 22.10.1924 il prefetto informò il governo proprietà di Algranati. L’autore delle tavo- che “Il Mulo” era sovvenzionato dal PPI e le a colori fu quasi sempre Guido Moroni che aveva una diffusione «discreta». Il Celsi - a volte firmava Stern - che non era 4.1.1925 la redazione fu assalita dai fascisti meno bravo del più famoso Gabriele e distrutta. Quella che si riteneva una breve Galantara de “L’Asino”, il quale firmava sospensione delle pubblicazioni, per ripa- Rata Langa. Nonostante il successo diffu- rare i danni, divenne definitiva dopo il sionale - nel secondo numero si legge che i 31.1.1925 per la morte di Algranati. [O]

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B IBLIOGRAFIA. F. Cristofori, Bologna come nazionale, approvato a larga maggioranza rideva. I giornali umoristici dal 1859 al da un congresso straordinario della FIOM. 1924, Bologna, Cappelli, 1973, p.317 e Le fabbriche furono restituite ai proprieta- seguenti. Un carteggio sul giornale è in ri, ma il controllo operaio - anche a causa ACS, PS, Cat.F1, 1894-1926, b. 5, fas.12- della reazione fascista scatenata poco dopo 13. nel paese - restò sulla carta. [O] B IBLIOGRAFIA. L’occupazione delle fabbriche. Relazione del Comitato centrale della Fiom sull’agitazione dei metallurgici italiani. Luglio-settembre 1920, Torino, 1921; M. N Finzi, L’occupazione delle fabbriche. Il feno- meno della occupazione delle fabbriche in Italia. La incriminazione del fatto nel nuovo Noi donne. Nel maggio 1944, a cura dei codice italiano, Bologna, Cappelli, 1935, GDD, fu edito il giornale “Noi donne” che pp.183; A. Colombi, L’occupazione delle aveva il sottotitolo “Organo dei Gruppi di fabbriche, Roma, Edizioni CDS, 1950, difesa della Donna e per l’assistenza ai pp.72; P. Spriano, L’occupazione delle fab- Combattenti della libertà”. Era dattiloscrit- briche. Settembre 1920, Torino, Einaudi, to. In dicembre, sempre a cura dei GDD, 1964, pp.213; Settembre 1920: l’occupazio- fu edito “La Voce delle donne”. [O] ne delle fabbriche a Bologna, in Fascismo e B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I antifascismo nel bolognese 1919-1926, “8° giornali bolognesi della Resistenza, pp.280- Quaderno de ‘La Lotta’”, 1969, pp.25-6; 4. I testi sono in RB2 da p.603 a p.607. E. Zanelli, Ricordata l’occupazione delle fabbriche a Imola nel 1922, in Fascismo e antifascismo nel bolognese 1919-1926, “8° Quaderno de ‘La Lotta’”, Bologna, 1969, p.52; C. Vallauri, Il governo Giolitti e l’oc- O cupazione delle fabbriche, Milano, Giuffrè, 1971, pp.LXXV+149; B. Dalla Casa, Il movimento operaio e socialista a Bologna Occupazione delle fabbriche. Negli anni dall’occupazione delle fabbriche al patto di prefascisti furono promosse numerose oc- pacificazione, in Movimento operaio e fasci- cupazioni di terre, ma poche d’aziende smo nell’Emilia-Romagna, 1919-1923, p.3- industriali. Il fenomeno più importante si 68; N.S. Onofri, La strage di Palazzo d’Ac- ebbe nel settembre 1920 quando la FIOM - cursio. dopo avere conquistato le 8 ore di lavoro nel 1919 - iniziò le trattative per stabilire, su Office of strategic services, (OSS). scala regionale, i minimi di paga delle cate- Istituito nel 1942, l’Office of strategic ser- gorie. Il 13.8.1920 la trattativa fu interrotta vices (OSS) era il servizio segreto d’infor- e il 21 i lavoratori scesero in sciopero. Il mazioni dell’esercito USA. Il reparto che 30.8.1920 la Romeo di Milano dichiarò la operava in Italia, formato in buona parte “serrata” e i lavoratori risposero con l’occu- da italo-americani, era comandato dal pazione. Subito dopo i principali complessi colonnello Max Corvo, figlio di siciliani. industriali dell’Italia del nord furono occu- Per tutto il periodo della guerra tenne con- pati. A Bologna - caratterizzata dalla pre- tatti con le forze della Resistenza e inviò senza d’aziende medio-piccole - il fenome- numerose missioni militari nella zona occu- no ebbe dimensioni modeste. Al termine di pata dai tedeschi. Era diviso in due sezioni: una non facile trattativa - con la mediazione Servizio informazioni (SI) e Servizio opera- del governo che promise una forma di con- zioni (SO). All’interno dell’OSS operava trollo operaio - fu raggiunto un accordo l’Organizzazione resistenza italiana (ORI)

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diretta da Raimondo Craveri. Era diretto nei Figli della lupa, sino ai 14 nei balilla, da elementi liberal, ma anche da alcuni poi negli avanguardisti e dopo i 18 nei iscritti al partito comunista americano. In Fasci giovanili. A 21 si accedeva al PNF, la massima parte si trattava d’uomini di cul- cui iscrizione non era automatica. Mentre tura e professori universitari, mentre erano gli adulti potevano scegliere o no di iscri- pochi i militari di carriera. Nel 1948 l’OSS versi al PNF - ma senza la tessera non era fu ristrutturato e assunse il nome di Central possibile accedere agli impieghi pubblici - i intelligence agency (CIA). [O] giovani erano costretti ad iscriversi B IBLIOGRAFIA. R. Craveri, Un servizio segre- all’ONB prima e alla GIL poi. Senza la tes- to, in “Mercurio”, n.16, dicembre 1945, sera non si entrava a scuola. Si spiega così pp.104-10; R. Craveri, La Campagna perché nel 1940 a Bologna gli adulti iscrit- d’Italia e i servizi segreti. La storia dell’ORI ti al PNF erano 117.472 contro i 151.303 (1943-1945), Milano, La Pietra, 1980, iscritti alla GIL, cioè la totalità dei giovani pp.335; F. Fucci, Spie per la libertà. I servi- in età scolare. [O] zi segreti nella Resistenza italiana, Milano, B IBLIOGRAFIA. Il manuale del balilla e dell’a- Mursia, 1983, pp.414; L. Mercuri, Guerra vanguardista, Roma, Libreria del littorio, psicologica, La propaganda anglo-americana sd, p.186; R. Domenghini, Il manuale del in Italia (1942-1946), in “Archivio trime- balilla e dell’avanguardista, Roma, sd, strale”, Roma, 1983 pp.276-84; G. pp.186; P. Caporilli, Il fascismo e i giovani, Petracchi, “Intelligence” americana e parti- Roma, Ardita, 1932, pp.203; Opera nazio- giani sulla Linea Gotica, I documenti segre- nale balilla, Comitato provinciale di ti dell’OSS, Foggia, Bastogi, 1992, pp. 220; Bologna, Attività dell’anno XII, Bologna, E. Tassinari, Un “Americano” nella Re- 1935, pp.24; Gioventù italiana del littorio, sistenza, Ravenna, Longo, 1992, pp.149; G. in Panorami di realizzazioni del fascismo, Petracchi, Al tempo che Berta filava. Alleati Roma, 1942, vol. III, pp.423-38; R. Pati- e patrioti sulla Linea Gotica (1943-1945), tucci, Opera nazionale balilla ovvero opera Milano, Mursia, 1995, pp.246; P. Tom- nazionale per la gioventù, Bologna, 1958, pkins, L’altra Resistenza. La liberazione rac- pp.136; M. Addis Saba, Gioventù Italiana contata da un protagonista dietro le linee, del Littorio. La stampa dei giovani nella Milano, Rizzoli, 1995, pp.426; Gli america- guerra fascista, Milano, Feltrinelli, 1973, ni e la guerra di liberazione in Italia: Office pp.269; C. Betti, L’Opera nazionale balilla e of strategic services (OSS) e la Resistenza, l’educazione fascista, Firenze, La Nuova Roma, 1995, pp.366; D. Ellwood, Gli allea- Italia, 1984, pp.199 (Pubblica una biblio- ti e la Resistenza, in Dizionario della Resi- grafia); L. Casali, Fascismi, Bologna, stenza, Torino, Einaudi, pp.242-253, vol.I. CLUEB, 1995, pp.432.

Opera nazionale balilla, (ONB). Era l’or- Operazione radio. Nel giugno 1944 - ma ganizzazione paramilitare della gioventù addirittura nel maggio, secondo altra ver- durante il fascismo. L’iscrizione era obbli- sione - l’esecutivo del PdA di Bologna esa- gatoria e senza la tessera dell’ONB non si minò il problema del salvataggio della poteva accedere alle scuole elementari, dotazione di radio dell’Istituto “Luigi medie e superiori. Istituita con la legge n. Galvani” dell’Ospedale S. Orsola, una 2.247 del 3.4.1926, fu trasformata in delle più importanti nel nostro paese. Si Gioventù italiana del littorio (GIL) con trattava di un grammo abbondante di legge n. 1.839 del 27.10.1937. La struttura materiale radioattivo che, in moneta dell’e- era quella della MVSN. L’ONB dipendeva poca, valeva oltre 100 milioni. Il proprieta- dal PNF e dal ministero dell’Educazione rio - il Centro bolognese per lo studio e la nazionale, con i quali promoveva iniziative cura del cancro - l’aveva dato in uso all’u- paramilitari, sportive, culturali e assisten- niversità per la cattedra di radiologia. ziali. Sino ai 7-8 anni i giovani militavano Massenzio Masia*, responsabile del PdA,

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era del parere che dovesse essere salvato, l’università, il cui rettore era Goffredo dal momento che i tedeschi avevano già Coppola, uno dei massimi dirigenti del razziato le dotazioni degli istituti sanitari PFR di Bologna. In proposito ha scritto del centro e dell’Italia meridionale. La que- che il radio «ad onta di assicurazioni date- stione fu portata all’esame del CLNER, il mi da quei mancatori di fede e per le quali quale incaricò il PdA di predisporre il sal- avevo ingenuamente sperato, parve essere vataggio, in accordo con il personale preso di mira dai tedeschi». Ebbe la cer- dell’Istituto. Contemporaneamente - ma tezza di essere sotto il mirino tedesco il senza l’autorizzazione del CLNER - analo- 30.6.1944 quando «fui avvertito che mi ga operazione fu intrapresa da Alessandro sarebbe stata requisita una parte di questo: Novaro e Rino Pancaldi* del PCI che chie- il dì seguente, sabato I° luglio, mi fu pre- sero invano un incontro con il prof. sentato l’ordine di requisizione, con l’an- Giovanni Giuseppe Palmieri* direttore nuncio che il ritiro sarebbe avvenuto in un dell’Istituto. Il PdA incaricò Mario Bastia*, giorno prossimo». Anche se tra Palmieri e Filippo D’Ajutolo* e Ferdinando Rozzi* di Bastia - che aveva preso in mano la que- mettere a punto il piano. Essendo medico, stione, con la supervisione di Masia - furo- D’Ajutolo s’incontrò con i dirigenti del- no intensificati i contatti per mettere a l’Istituto, mentre Rozzi curò l’organizza- punto un piano, parte del materiale andò zione per mettere in salvo i sanitari e le loro perduto. Ha scritto Palmieri: «Lunedì 10 famiglie. Verso la metà di giugno Bastia e luglio - triste data negli annali del nostro D’Ajutolo incontrarono separatamente istituto - mentre più fervevano i preparati- Palmieri e il suo aiuto Giovanni Ferdi- vi per sistemare le varie fasi del nostro nando Gardini*. Presso i due intervenne “colpo”, vennero all’improvviso i tedeschi, anche Armando Businco*, un illustre clini- con un’automobile armata di mitragliatri- co iscritto al PdA. I primi approcci anda- ce, a prendersi la parte di radio requisita, rono a vuoto. Ha scritto D’Ajutolo che cioè la metà della nostra intera dotazione» nonostante «la indefessa e logorante attivi- (Questa e le precedenti citazioni sono trat- tà di Mario Bastia e dei suoi collaboratori, te da: G.G. Palmieri, Gianni Palmieri). non potemmo ottenere nulla, per una rilut- Palmieri - al termine di lunghi colloqui tanza che a noi apparve per lo meno strana telefonici con Coppola - pretese che fosse ad aderire alle nostre richieste». Quasi cer- presente un funzionario autorizzato dal tamente, i dirigenti dell’Istituto non capi- rettore. Alla bisogna si prestò Cesare rono e sottovalutarono il pericolo della raz- Gheduzzi, segretario capo dell’università e zia, anche se Palmieri ha scritto: «Fino dal- cugino di Palmieri. Prima di sottrarre que- l’epoca immediatamente successiva all’ar- sto bene pubblico all’università per conse- mistizio dell’8 settembre 1943 e all’occupa- gnarlo ad un ufficiale dell’esercito invaso- zione tedesca era balenato il dubbio di una re, Gheduzzi ebbe una telefonata con il ret- possibile requisizione del radio e si era tore e pretese una lettera scritta e firmata. pensato anche ad un suo trasferimento e L’autorizzazione - ma Coppola esitò prima persino di un furto di esso». Inoltre, è più di firmare ed è probabile che abbia avuto che probabile che Palmieri fosse restio a pressioni dall’alto - gli fu data con lettera a intraprendere un’operazione che aveva lui indirizzata, su carta intestata dell’uni- tutti i crismi dell’illegalità, anche se il fine versità. La missiva portava l’indicazione: era nobile. Un altro ostacolo fu quello della Pos. 43, Prot. 1643 e la data 10 luglio ‘44 sicurezza dei familiari del professore. Ha XXII. Questo l’oggetto «Requisizione del scritto Palmieri: «Io d’altronde non posi radio da parte delle autorità tedesche». Il fin dall’inizio altra condizione, se non quel- testo: «Vi dò atto che il giorno 10 luglio alle la della salvaguardia dei miei». È pure pro- ore 15,30, poiché per incarico del Prof. babile che Palmieri avesse avuto delle pre- Palmieri mi avete telefonato che i rappre- cise garanzie da qualche responsabile del- sentanti dell’autorità germanica esigevano

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l’immediata consegna del mezzo grammo «Per riuscire a porre in salvo la metà resi- di radio in dotazione all’istituto di radiolo- dua occorsero nuove, molto e molto pesan- gia e che nessuna altra dilazione era possi- ti pressanti richieste e - mi fu detto - anche bile, io vi ho autorizzato a prendere in con- qualche minaccia». Fu Bastia a forzare la segna dal Prof. Palmieri stesso il detto mano a Palmieri. In un primo tempo fu quantitativo di radio e di consegnarlo alle deciso che Bastia e Gino Onofri* avrebbe- autorità germaniche rappresentate dall’ing. ro dovuto presentarsi all’Istituto per prele- Dessauer, dietro regolare ricevuta». Segui- vare il materiale. Poi il piano fu cambiato. va, a penna, la firma del rettore, sotto il suo Il 24.7 Palmieri si recò a Villa Torri - la nome scritto a macchina (ASB, Corte d’ap- Casa di cura di Gardini in viale Filopanti pello penale, Processi corte d’assise straor- 12 - con il prezioso e pericoloso materiale dinaria, fas.249, 1945). Per la verità storica sotto il braccio. Ha scritto: «Io ero andato va detto che l’8.5.1945 il Palmieri, in un sulle 5 del pomeriggio all’Istituto per esposto al questore, ha scritto: «..ho appre- asportare il radio e le rispettive guaine so solo ora al mio ritorno, che il Rettore d’oro platinato, il tutto già chiuso in appo- Coppola si era deciso, qualche giorno dopo siti scrigni di piombo e in una scatoletta di il nostro ultimo colloquio, a firmare una latta, nascondendo provvisoriamente ogni dichiarazione retrodatata al 10 luglio.. » cosa, sia pure a fatica, entro una comune (ASB, Idem). In tema di trafugamento di busta di pelle per carte». In un eccesso di radio - ma, certamente, si tratta di una legalitarismo, Palmieri chiese e ottenne da seconda dotazione appartenente ad altro Bastia questa dichiarazione scritta: «Ricevo istituto - il prof. Guido Guerrini all’epoca dal Pr. Palmieri n.81 guaine di oro platina- Pro-rettore, ha scritto: «Un altro giorno to e mg 503 Radio in astucci come da note che ero in Istituto mi capitò addosso un controllate. Come delegato del P.d.A. (lo) energumeno, un ufficiale delle S.S., il quale ringrazio personalmente in questo momen- mi chiese di consegnargli il Radium che to tanto atteso di essersi prestato in modo avevamo in dotazione. Gli dissi che di tanto elevato per porre in salvo ciò che Radium in dotazione nell’Istituto non ne ancora restava nell’Istituto del Radio dopo avevamo. Quello minacciò, se non obbedi- il prelevamento tedesco. Farò noto imme- vo, di farmi arrestare dai suoi uomini che lo diatamente ciò al C.L.N. e m’impegno aspettavano di fuori. Gli risposi che ero (per) la restituzione di tutto ciò al Pr. desolato di non possedere la verga di Mosè Palmieri a liberazione avvenuta. p. il P.d.A. per far nascere quello che non c’era e più io Marroni». Era il nome di battaglia di me ne stavo tranquillo, più l’energumeno si Bastia. Ha scritto Palmieri: «A mia volta gli arrabbiava, fino a quando se ne andò sbat- rilasciai una lettera a firma mia, destinata al tendo l’uscio e preannunciandomi che Comitato di Liberazione, una specie di avrei passato un grosso guaio. Il guaio non testamento morale, che poi cadde nelle venne, ma il bello è in ciò: che la capsula mani delle brigate nere quando furono con dentro il Radium era lì sul tavolo che la imprigionati (Luigi) Zoboli e (Armando) si vedeva e l’energumeno non la vide» (G. Quadri» (G.G. Palmieri, Gianni Palmieri). Guerrini, Ricordi di un universitario, Firmando quella lettera, Palmieri compì un p.144). Nonostante la razzia del 10.7 - ma atto nobile, ma non necessario - se non quasi certamente avvenne l’11 - tra Bastia e addirittura inopportuno in quelle tragiche i dirigenti dell’istituto non fu possibile tro- circostanze - e gravido di pericoli. Una vare una soluzione sollecita, perché volta consegnato il materiale, Palmieri rag- Palmieri si rifiutava di consegnare il mate- giunse Firenze su un’auto guidata da Mario riale residuo. Ha scritto Rozzi che «era Giurini*. Era accompagnato dalla segreta- assillato fra il dovere e la sua responsabili- ria dell’istituto e da Gardini. Il giorno tà nei confronti dei propri familiari». Ma, prima la madre di Palmieri, la moglie e le alla fine, si convinse. Ha scritto D’Ajutolo: figlie avevano trovato ospitalità nel castello

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di Filippo Cavazza* a S. Martino dei riconsegna un procedimento giuridico che Manzoli (Minerbio). Il figlio Giovanni constasse nella forma più rigorosa possibi- Battista*, detto Gianni, non volle partire e le la riconsegna, identificasse nel modo più si aggregò alla 36a brg Bianconcini assolutamente certo le cose che venivano Garibaldi. Bastia portò il radio nell’abita- consegnate all’università, scagionasse ed zione di D’Ajutolo in via S. Vitale 57. Dopo esentasse da ogni possibile responsabilità averlo tenuto per qualche giorno nella sua gli autori del salvamento ed anzi ponesse Casa di cura in via Torleone 17, il 7.8 giuridicamente in luce il loro eroico com- D’Ajutolo lo riportò nella sua abitazione e portamento e lo stato di necessità nel quale lo seppellì in cantina, sotto un cumulo di avevano dovuto agire. Nello stesso tempo carbone, aiutato dalla sorella Maria*, da fissasse in modo definitivo e sicuro in guisa Bastia e da Armando Quadri*. Il 26 o 27.7 da non potersi mai mutare, smentire, cor- un ufficiale tedesco si presentò all’istituto e reggere o aggiungere i fatti che erano stati chiese invano di parlare con Palmieri. Se ne compiuti». Il radio fu riportato alla luce andò, ma, come ha scritto l’infermiera alla presenza di tutti gli intervenuti e ricon- Fernanda Fini* - che, in precedenza, aveva segnato a Palmieri e Gardini, i quali - come tentato di presentare Pancaldi a Palmieri - attestò il notaio nel documento - accertaro- qualche giorno dopo tornò «accompagna- no che si trattava dello stesso materiale to da due militi fascisti armati di mitra e da consegnato a suo tempo a Bastia. Il prezio- uno scassinatore prelevato dalle carceri di so materiale fece così ritorno - con una San Giovanni in Monte» [...] «Il detenuto imponente scorta di agenti - all’Istituto armeggiò a lungo nel tentativo di trovare la Galvani. L’atto notarile - che riportava la combinazione giusta, poi dovette ricorrere versione dei sopravvissuti e che «non fece alla fiamma ossidrica. Finalmente la cassa- favorevole impressione» a Gardini - non forte si aprì e risultò completamente evitò che, poco tempo dopo, fosse aperta vuota». Anche l’appartamento di D’Aju- una polemica, per chiarire meriti e respon- tolo - oramai lontano da Bologna - fu per- sabilità. “La Squilla”, il settimanale sociali- quisito invano. Il radio fu riconsegnato a sta, il 21.7.1945 pubblicò una nota dal tito- Palmieri l’8.5.1945, nel corso di una ceri- lo Sarà proprio vero?, nella quale pose monia nell’appartamento di D’Ajutolo, alla molte domande al mondo accademico sul- quale non intervennero Bastia, Giurini, l’opera di epurazione in corso e su altri Masia, Onofri, Quadri, Luigi Zoboli* e il argomenti tutti di carattere universitario. figlio Giovanni Battista caduti durante la Tra l’altro, si chiese: «È vero che non tutto lotta di liberazione. Erano presenti è limpido e convincente nella storia roman- Antonio Zoccoli* presidente del CLNER, zata del radio?». “La Voce Liberale” - il Palmieri, Gardini, D’Ajutolo, il prefetto settimanale del PLI al quale Palmieri e Gianguido Borghese*, il questore Romolo Gardini erano iscritti, mentre Gardini era Trauzzi*, Angelo Gheduzzi presidente del il rappresentante liberale nel CLN dell’uni- Centro bolognese per lo studio e la cura versità - il 27.7.1945 pubblicò una lunga del cancro e padre di Cesare, Businco, il lettera a firma Palmieri, Gardini, Novaro e rettore Edoardo Volterra*, Pietro Pancaldi, nella quale era esposta la versio- Crocioni* segretario del PdA, la signora ne dei due clinici. La lettera, sotto il titolo Leda Orlandi* vedova Bastia, la signora Messa a punto sulla storia del radio, non era Amorina Testoni* vedova Quadri, Verenin seguita da commenti. Anche “la lotta”, il Grazia* segretario del CLNER e gli ufficia- settimanale del PCI, pubblicò senza com- li alleati col. Lendon Snedeker e cap. Willis menti la lettera, il 27.8, sotto il titolo “Storia E. Pratt. Il notaio Edoardo Pilati stese un romanzata del radio”. Per la verità storica. atto voluto da Volterra, d’intesa con L’11.8, su “Giustizia e libertà”, il settima- Palmieri, perché, come scrisse lo stesso nale del PdA, apparve il testo del rogito Volterra, «Occorreva quindi trovare per la notarile senza una riga di commento. Il

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25.8.1945 “La Squilla” pubblicò una Palmieri aveva minacciato di dare querela, seconda nota dal titolo Dubbi e quesiti sulla ma non spiegato perché avesse impiegato storia del radio (Non è per pignoleria e non quasi un mese per consegnare il radio a è per amor di polemica!...). Scrisse che Bastia. Pose otto interrogativi a Palmieri e

Con questa lettera il rettore dell’università prof. Goffredo Coppola autorizzò il segretario capo dell’ateneo a consegnare ai tedeschi la dotazione di radio dell’Ospedale S. Orsola.

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scrisse: «..esigiamo semplicemente, e cre- distanze dalla versione dei tre clinici. In un diamo di averne il diritto, una conoscenza comunicato affermò che «nessuno dei pro- precisa dei fatti e delle circostanze relative pri componenti, né, per quanto gli risulti, alla consegna fatta ai tedeschi del mezzo nessuno di coloro che facevano capo al grammo di radio». Dopo un mese il CLN CLN, ha mai, nel periodo cospirativo, con- prese posizione con una nota apparsa sui cordato o autorizzato sotto qualsiasi forma, quotidiani il 21.9.1945 e, in seguito, sui set- la consegna del radio ai tedeschi. Il salva- timanali. Il testo: «Il CLNR Emilia Roma- mento della seconda metà del radio avven- gna uditi i membri che facevano parte del ne, come risulta dalle concordi dichiarazio- C.L.N. nel periodo cospirativo, dichiara ni dei rappresentanti dei vari Partiti, rac- che il prof. Giangiuseppe Palmieri si è ado- colte nell’atto a rogito del notaio dott. perato ad impedire che il radio venisse sot- Pilati in data 9 maggio 1945, in maniera del tratto alla clinica universitaria di Bologna tutto indipendente dall’avvenuta consegna in quella quantità che, nelle condizioni del ai tedeschi effettuata dalle autorità univer- momento, in cui egli ha agito, era possibile sitarie fasciste del tempo». (Precisazione del impedire che venisse sottratta, facendo in PdA nella questione del radio, in il “Gior- pieno il proprio dovere e che altrettanto nale dell’Emilia”, 13.10.1945). La polemica hanno fatto tutti gli altri a qualunque parti- non ebbe seguito per rispettare la memoria to appartenessero, operando allo stesso di Giovanni Battista Palmieri, caduto com- fine su disposizione del Comitato di L. N. battendo contro i tedeschi a Cà di Guzzo, predetto». Il 29.9.1945 “La Squilla” pub- sull’Appennino Imolese. La dotazione di blicò una terza nota, firmata Ingenuus, dal radio sottratta dai tedeschi - con la compli- titolo La storia del radio. Scrisse che cità delle autorità fasciste e del rettore Palmieri continuava a non rispondere e gli Coppola - fu ricuperata nel 1948 in chiese se era corrispondente al vero che Germania dall’esercito americano e resti- fosse «stato minacciato che si sarebbe tuita all’università. [O] ricorso alla maniera forte se non si fosse B IBLIOGRAFIA. G. Palmieri, Gianni Pal- deciso a mettere in salvo il radio». Palmieri mieri, 1921-1944; Episodi della Resistenza: non rispose, ma il 10.10 fece una singolare La sottrazione del radio ai tedeschi, in dichiarazione quando Cesare Gheduzzi – “Emilia”, n.12 del 1950, pp.373-6; P. arrestato il 3.5.1945 - comparve davanti Crocioni, Il salvataggio del radio e la lotta all’Assise straordinaria per rispondere di 8 all’Università di Bologna, in Storia dell’anti- reati, compreso quello di «collaborazioni- fascismo italiano, p.283; P. Crocioni, smo con il tedesco invasore». L’imputato si Operazione radio, in Bologna è libera, p.67. difese asserendo «che la parte da lui soste- Testimonianze e documenti in RB3 da p. nuta si limitò a quella di comparsa e che la 608 a p.659. presenza all’atto di consegna del radio fu ordinato per telefono dall’allora Rettore Organizzazione Todt. Diretta dall’inge- prof. Coppola, il quale poi rilasciò una gnere Fritz Todt, fu l’organizzazione che dichiarazione scritta che esonerava il realizzò tutta una serie di opere edili fun- Gheduzzi da qualsiasi responsabilità». zionali al conflitto che la Germania nazista Palmieri, Gardini e Novaro difesero aveva in animo di scatenare. La Todt, a par- Gheduzzi, la cui opera «non ha avuto alcu- tire dal 1938, perfezionò e potenziò la rete na influenza nella consegna del radio già autostradale tedesca, indispensabile per stabilita in accordo con i rappresentanti del una guerra di movimento, e il sistema forti- movimento cospirativo e che permise di ficato sul confine francese chiamato Linea occultare un’altra eguale quantità del pre- Sigfrido. Nei paesi occupati si servì di mano zioso medicamento». (L’affare del radio alle d’opera coatta per costruire grandi opere di Assise straordinarie, in il “Giornale del- difesa come il Vallo Atlantico in Francia e la l’Emilia”, 11.10.1945). Il PdA prese le Linea Gotica in Italia. Da un rapporto, in

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data 5.7.1944, del prefetto Fantozzi risulta RSI, anche se taluni funzionari, come Gi- che la Todt impiegava a Bologna oltre 7 glio a Bologna - rimasto al suo posto anche mila operai. [O] durante il periodo badogliano - continuaro- B IBLIOGRAFIA. E. Collotti, Organizzazione no ad operare con lo stesso incarico. [O] Todt, in Dizionario della Resistenza, Torino, B IBLIOGRAFIA. Elenco nominativo dei confi- Einaudi, 2000, vol. I, p.63. denti dell’OVRA, in “Gazzetta ufficiale”, 2 luglio 1946, supplemento ordinario al Organizzazione di vigilanza e repressione n.145; C. Senise, Quando ero capo della dell’antifascismo, (OVRA). L’Ovra fu una polizia, Roma, Ruffolo, 1946, p.X+297; G. delle principali organizzazioni poliziesche Leto, Ovra, fascismo e antifascismo, del regime fascista, della quale si conosce Bologna, Cappelli, 1952, pp.262; E. Rossi, non molto, compreso il nome esatto. La pupilla del Duce, l’OVRA, Parma, Secondo alcune versione si sarebbe chia- Guanda, 1956, pp.142; G. Leto, Polizia mata Organizzazione di vigilanza e repres- segreta in Italia, Roma, Bianco, 1961, sione dell’antifascismo e secondo un’altra pp.249; Lettere all’Ovra di Pitigrilli, a cura Organo di vigilanza dei reati antistatali. di D. Zucaro, Firenze, Parenti, 1961, Alla fine del 1927 fu insediato a Milano un pp.154; F. Martinelli, L’OVRA. Fatti e ispettorato generale di PS - che assumerà il retroscena della polizia politica fascista, nome non ufficiale di Ovra nel 1930 - con Milano, De Vecchi, 1967, p.610; Una spia il compito di vigilare sul movimento antifa- del regime, a cura di E. Rossi, Milano, scista e in particolare sul PCI. Questo orga- Feltrinelli, 1968, pp.291; U. Guspini, nismo era sottratto al controllo delle pre- L’orecchio del regime. Le intercettazioni fetture e delle questure. Faceva capo alla telefoniche al tempo del regime, Milano, divisione della polizia politica e rispondeva Mursia, 1973, pp.262; V. Rizzo, Attenti al direttamente al capo della polizia e al mini- duce. Storie minime dell’Italia fascista. stro dell’Interno, cioè a Mussolini. A que- 1927-1938, Firenze, Vallecchi, 1981, sto ispettorato se ne aggiunsero, in seguito, pp.246; F. Fucci, Le polizie di Mussolini, altri dieci. Diretta dai migliori funzionari di Milano, Mursia, 1985, pp.414; D. Carafòli, polizia, si avvalse di tutti gli organismi di G. Padiglione, Il viceduce. Storia di Arturo polizia giudiziaria, compresi il SIM e i cara- Bocchini Capo della Polizia fascista, Milano, binieri. Fu pure istituita una rete capillare Rusconi, 1987, pp.218; M. Franzinelli, I di informatori che operava su tutto il terri- tentacoli dell’Ovra. Agenti, collaboratori e torio nazionale. I delatori furono reclutati vittime della polizia politica fascista, Torino, in tutti i ceti e luoghi di lavoro. A Bologna Bollati Boringhieri, 1999, pp.745 (A p.539 (con giurisdizione sull’Emilia-Romagna, è pubblicata la relazione sugli inizi del- Toscana e Marche) nel 1928 fu istituito il l’Ovra bolognese); M. Canali, Le spie del secondo ispettorato, chiamato poi II zona. regime, Bologna, il Mulino, 2004, pp.863. Primo responsabile fu Giuseppe D’An- drea, un poliziotto tanto preparato, quanto Orizzonti di libertà. “Orizzonti di libertà” spietato. Gli antifascisti che passavano è stato il giornale clandestino del PdA di dagli uffici dell’Ovra subivano percosse e Bologna durante la lotta di liberazione. torture. A D’Andrea successe, il 12.9.40, Recava il sottotitolo “Periodico emiliano Mariano Norcia. L’1.3.1943 fu nominato del Partito d’Azione”. Fu fondato e scritto Armando Giglio. Nei rapporti del prefetto quasi interamente da Massenzio Masia* - il l’ispettorato era definito «l’Ufficio del- responsabile regionale del PdA - e stampa- l’Ispettore generale di PS comm. D’An- to con una pedalina antiquata nello scanti- drea», «l’Organismo del comm. D’An- nato dell’abitazione di Mario Jacchia* in drea» e «l’organismo dell’OVRA». L’Ovra via d’Azeglio 58. La composizione degli fu sciolta dopo la caduta del regine, nel articoli fu fatta a mano da Giorgio luglio 1943. Non fu ricostituita durante la Zappoli*, con vecchi caratteri giunti da

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Firenze. Contribuirono alla realizzazione la Patria, la città, la famiglia, la nostra vita». del giornale Renato Giorgi* e Nazario Se «non provvediamo oggi», concludeva Sauro Onofri*. Era composto di due fogli l’appello che porta la data del 17.10.1920, separati e uniti da un punto di cucitrice «potrebbe essere troppo tardi il tentare di manuale da ufficio. Il primo e ultimo farlo domani». Era la seconda importante numero uscì nel marzo 1944. Per il secon- iniziativa politica assunta nel giro di un do numero Pietro Crocioni* acquistò una mese dall’Associazione di difesa sociale. La linotype e la pagò con soldi avuti dal cav. prima era stata l’incarico affidato al Fascio Attilio Monti, industriale petrolifero di di combattimento di Bologna di reclutare e Ravenna. La macchina - che avrebbe dovu- organizzare 300 uomini armati. Per indur- to procedere alla composizione del mate- re i partiti di destra e di centro a costituire riale tipografico e ridurre i tempi di lavora- un unico blocco antisocialista - com’era zione - non funzionò mai, nonostante gli stato fatto nelle amministrative del 1914 - sforzi di Gino Onofri* e dei linotypisti l’Associazione chiese al prof. Giuseppe Tertuliano Scattolin e Zappoli. Era stata Ruggi di promuovere e coordinare perso- sistemata nel laboratorio di falegnameria nalmente l’iniziativa. Era un anziano clini- (oggi demolito) della ditta Bega, in via co che militava nelle file della destra con- Mazzini 82, il cui titolare era un parente di servatrice. Si trattava di un atto formale Crocioni. In agosto, quando i tedeschi perché all’interno dell’Associazione erano requisirono la ditta Bega per la riparazione già stati presi tutti gli accordi. In pochi dei camion, la linotype fu trasferita in via giorni Ruggi riunì gli esponenti dei gruppi San Petronio Vecchio. Ai primi di settem- di destra e del centro - ad eccezione del bre la tipografia fu scoperta dai fascisti PPI, perché i cattolici avevano deciso di prima di essere funzionante. Il secondo presentarsi da soli - e varò la lista “Pace numero di “Orizzonti di libertà”, del quale lavoro libertà”. Il blocco elettorale stabilì la erano stati scritti alcuni articoli, non uscì sede presso quelle del Fascio di combatti- mai. [O] mento, dell’Associazione radicale e del Bibliografia: L. Arbizzani, Periodici della Gruppo nazionalista bolognese. Paolo Resistenza stampati a Bologna, in Garibal- Cappa*, direttore del quotidiano cattolico dini e partigiani, Almanacco bolognese “L’Avvenire d’Italia”, lo definì «il blocco 1960, pp.142-81; L. Arbizzani, N.S. della paura». Durante la campagna eletto- Onofri, I giornali bolognesi della Resisten- rale, i comizi della lista “Pace lavoro liber- za. Testimonianze di N.S. Onofri (p.76) e tà” furono protetti da squadre di fascisti G. Zappoli (p.111) in RB2. I testi sono in armati. Attenendosi alla linea concordata, RB2 da p.587 a p.599. gli oratori sostennero che ai socialisti sarebbe stato impedito di insediarsi a Palazzo d’Accursio, se avessero vinto le elezioni, come nel 1914. Il 29.10, in un comizio Aldo Oviglio disse che «bisognerà, P in seguito, usare altre armi, se mai quella del voto - causa l’atteggiamento di un par- tito che non volle aderire al blocco - fosse Pace libertà lavoro. Alla vigilia delle ele- insufficiente a liberare la città da uomini zioni amministrative dell’ottobre 1920, che apertamente professano di volersi ser- l’Associazione di difesa sociale di Bologna vire della conquista del comune come - un’organizzazione politica finanziata da primo passo verso l’evento della rivoluzio- industriali, commercianti e agrari - indiriz- ne». Subito dopo Bruno Biagi sostenne la zò un appello agli «uomini d’ordine», invi- «necessità di prepararsi ad altre lotte, dopo tandoli ad unirsi per difendere «con ogni aver con ogni energia esperimentato l’arma mezzo e con ogni energia i nostri principii, del voto» (“il Resto del Carlino”, 30.10.1920).

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Il 31.10.1920 i bolognesi diedero 20.195 voti «Cittadini, I massimalisti rossi sbaragliati e al PSI (58,2%); 8.706 a “Pace libertà lavoro” vinti per le piazze e per le strade della città (26,5%) e 5.093 al PPI (15%). Essendo mag- chiamano a raccolta le masse del contado gioritaria la legge, al PSI andarono 48 consi- per tentare una rivincita, per tentare d’issa- glieri e 12 alla destra. Nessuno al PPI. Il re il loro cencio rosso sul palazzo comunale! 21.11, quando la seconda amministrazione «Noi non tellereremo mai questo insulto! socialista si insediò a Palazzo d’Accursio, i «Insulto per ogni cittadino italiano e per la fascisti assalirono la sede comunale e provo- Patria nostra che di Lenin e di Bolscevismo carono una strage. [O] non vuole saperne. Bibliografia: G. Ruggi, Ricordi della mia «Domenica le donne e tutti coloro che vita; D. Manetti, Gente di Romagna; N.S. amano la pace e la tranquillità restino a Onofri, La strage di palazzo d’Accursio. casa e se vogliono meritare della Patria espongano alle loro finestre il Tricolore Paderno, Eccidio di, vedi: Sabbiuno di Italico. Paderno (Bologna), Eccidio di. «Per le strade di Bologna, domenica, deb- bono trovarsi solo Fascisti e Bolscevichi. Palazzo d’Accursio, La strage di. Il «Sarà la prova! La grande prova in nome 31.10.1920 il PSI di Bologna vinse le elezio- d’Italia!». ni amministrative, conquistando il Co- All’interno del PSI erano discordi i pareri mune, l’Amministrazione provinciale e sull’opportunità di fronteggiare l’assalto quasi tutti i comuni della provincia. A fascista. Il gruppo riformista - minoritario Bologna ebbe 20.195 voti (58,2%), contro all’interno della federazione - era del pare- 8.706 (26,5%) andati alla lista di destra re che spettasse allo stato il dovere di difen- “Pace libertà lavoro” e 5.093 (15%) al PPI. dere l’ordine pubblico e la legalità demo- Nel corso della campagna elettorale gli cratica. I massimalisti e la frazione comuni- esponenti della lista di destra - della quale sta - che operava all’interno del gruppo faceva parte anche il Fascio di combatti- massimalista - decisero di organizzare mento - sostennero che avrebbero impedito squadre di “guardie rosse” armate per ai socialisti di entrare a Palazzo d’Accursio, fronteggiare l’assalto fascista. Nel pomerig- se avessero vinto le elezioni per la seconda gio del 21 Palazzo d’Accursio fu parzial- volta. Avevano conquistato il comune il mente isolato da uno schieramento leggero 28.6.1914. Aldo Oviglio - che nel 1922 di soldati. Nella piazza Vittorio Emanuele diventerà ministro della giustizia, nel primo II (oggi piazza Maggiore) e in quella atti- governo Mussolini - in un comizio, tenuto il gua del Nettuno vi erano alcune centinaia 29.10 disse che «bisognerà in seguito usare di socialisti. Lungo via Rizzoli e via altre armi, se mai quella del voto - causa dell’Archiginnasio i fascisti - da Ferrara l’atteggiamento di un partito che non volle erano giunti ingenti rinforzi - premevano aderire al blocco - fosse insufficiente a libe- per entrare nelle piazze. Quando, poco rare la città da uomini, che apertamente dopo le 15, Enio Gnudi*, il nuovo sindaco professano di volersi servire della conquista socialista di Bologna - che militava nella del Comune come primo passo verso l’e- frazione comunista - si presentò al balcone vento della rivoluzione». Dopo la vittoria della Sala rossa per salutare la folla, i fasci- del PSI - la cui legittimità non fu messa in sti cominciarono a sparare contro il palaz- dubbio - il prefetto si limitò a ordinare la zo e le persone che si trovavano nelle piaz- deafissione dei manifesti del Fascio con ze. La folla si sbandò e quando i cittadini l’annuncio che squadre armate avrebbero cercarono rifugio nel cortile del palazzo, le assalito Palazzo d’Accursio il 21.11.1920, il guardie rosse - appostate nel balcone della giorno dell’insediamento dell’amministra- Sala d’Ercole, attigua a quella della Sala zione comunale. Questo il testo del manife- rossa - gettarono alcune bombe a mano sto, datato 19.11.1920: nella piazza. Prese dal panico, è probabile

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che abbiano scambiato per assalitori fasci- comandante dei carabinieri si erano dichia- sti i cittadini che cercavano rifugio nel cor- rati contrari - addossò la responsabilità tile. Nella piazza si ebbero 10 morti - 7 per- della sparatoria al PSI e fece arrestare 331 sone decedettero subito e 3 nei giorni dirigenti e militanti socialisti presenti nel seguenti - e non meno di 50 feriti. La mag- palazzo o nelle piazze. In serata furono rila- gior parte dei morti e dei feriti risultarono sciati quasi tutti, meno una quindicina. essere stati raggiunti da colpi di arma da Non un solo fascista fu arrestato, a comin- fuoco. Mentre nella piazza si consumava la ciare da Leandro Arpinati che aveva guida- strage - le vittime erano quasi tutte di parte to l’assalto. Il prefetto - dal momento che socialista - nella sala del consiglio si verifi- Gnudi non aveva avuto la sensibilità né il cò un’altra sparatoria. Una persone rimasta coraggio di riconvocare il consiglio, per sconosciuta, che si trovava tra il pubblico, completare la nomina della giunta - nomi- cominciò a sparare contro i banchi dei con- nò un commissario straordinario. Nelle set- siglieri di minoranza. Giulio Giordani timane seguenti - mentre la violenza fasci- restò ucciso e i consiglieri Bruno Biagi e sta dilagava nella provincia e il fronte ope- Cesare Colliva riportarono lievi ferite. raio si divideva e indeboliva con la scissio- Oviglio e Colliva estrassero le rivoltelle, ma ne comunista - il questore fece arrestare - a loro dire - non spararono. Questi i cit- decine di dirigenti e militanti socialisti con tadini morti nelle piazze: Antonio Ama- le accuse più incredibili e inconsistenti. La desi*, Flavio Bonettini*, Gilberto Cantie- montatura poliziesca fu sgonfiata dalla ri*, Enrico Comastri*, Vittorio Fava*, magistratura, dalla quale furono prosciolti Livio Fazzini*, Ulderigo Lenzi* (morto il in istruttoria e liberati, sia pure dopo una 7.1.1921), Ettore Masetti* (13.2.1921), lunga detenzione, quasi tutti gli arrestati. Leonida Orlandi* (22.11.1920) e Carolina Furono fermati, prosciolti in istruttoria e Zecchi*. I feriti, tra cittadini, agenti, cara- liberati: Filippo Armaroli*, Ettore Baldi*, binieri e militari furono una cinquantina. Si Pietro Bertoni*, Adriano Bigliardi*, Al- conoscono solo i nomi dei 38 cittadini che fredo Cambisi*, Casimiro Casucci*, Mario fecero ricorso alle cure dei sanitari degli Cavazza*, Beniamino Feruglio*, Mario ospedali. I militari e gli agenti, pare una Forlani*, Gustavo Frabetti*, Sebastiano dozzina, andarono all’ospedale militare. Franchi*, Gian Giacomo Guglielmini*, Questi i nome dei feriti registrati negli Luigi Lanzi*, Enrico Magli*, Edoardo Ma- ospedali: Arturo Andrini*, Alfredo Arbiz- gnelli*, Arturo Mattei*, Aurelio Minghet- zani*, Cesare Bastia*, Aldo Beghelli*, ti*, Enrico Moskovitz*, Giuseppe Spada*, Alfonso Buini*, Sante Borzatta*, Roberto Carlo Tolomelli*, Ildebrando Venturi*, Braiato*, Cesare Burnelli*, Rodolfo Busi*, Romeo Zanardi*, Cesare Zanghi*, Silvio Cesare Calzolari*, Attilio Canè*, Luigi Zeccardi*. Furono arrestati, denunciati, Caprara*, Mario Ceré*, Elio Cervellati*, prosciolti in istruttoria e liberati: Celestino Alberto Chiapperini*, Mario Comi*, Benuzzi*, Sante Bernardini*, Lodovico Stefano De Rossi*, Guido Giughini*, Bonora*, Eugenio Cioni*, Sisto Collina*, Gilda Grillandi*, Ulisse Lorenzini*, Attilio Contini*, Raffaele Faccioli*, Er- Renato Maccagnani*, Giuseppe Marani*, nesto Ghedini*, Aldo Giovannini*, Egisto Aurelio Marinelli*, Giuseppe Marzocchi*, Grandi*, Carmelo Graziani*, Augusto Lol- Primo Monti*, Gaetano Nadalini*, Cesare li*, Angelo Macaluso*, Armando Maz- Orsini*, Salvatore Sambra*, Gaetano zoli*, Domenico Mei*, Aldo Milzani*, At- Sammarchi*, Umberto Sangiorgi*, Attilio tilio Sangiorgi*, Giuseppe Tampellini*, Sarti*, Fedele Tabarroni*, Luigi Torrini*, Augusto Tantini*, Lorenzo Zamboni*. Antonio Vitali*, Luigi Vancini*, Giuseppe Furono rinviati a giudizio: Armando Coc- Venturi*, Aristide Zunarelli*. Il questore chi*, Vittorio Martelli*, Pio Pizzirani*, lati- Luigi Poli - che aveva incoraggiato e aiuta- tanti; Ettore Bidone*, Nerino Dardi*, to l’assalto fascista, mentre il prefetto e il Teodorico Frattini*, Renato Gaiani*,

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Angelo Galli, Alfredo Gelosi*, Corrado Ugo La Malfa, come si ritiene. Il program- Pini*, Mauro Raimondi*, Abramo Ronca- ma, detto dei “Sette punti”, prevedeva: la glia*, Pietro Venturi*, detenuti. Il proces- repubblica; l’espansione delle autonomie so, indiziario, iniziò il 17.1.1923 davanti locali; la nazionalizzazione dei grossi com- alla corte d’assise di Milano. Il 10.3.1923 plessi industriali e monopolistici; la riforma Venturi fu condannato a 13 anni, 4 mesi e agraria; la libertà sindacale; la massima 10 giorni per complicità nell’omicidio di libertà politica e religiosa; la federazione Giordani e Dardi a 9 mesi e 5 giorni per europea. I dirigenti del PdA che si trovava- porto abusivo d’arma. Gli altri furono no fuoriusciti in Francia giudicarono il assolti con formula piena. I 3 latitanti - pro- programma adatto a un partito di soli ceti cessati a porte chiuse e con difensori d’uf- medi e non a una formazione che avrebbe ficio, mentre il dibattito durò un giorno - dovuto essere interclassista, ma di spirito ebbero l’ergastolo. [O] socialista. Sin dall’inizio il PdA ebbe due B IBLIOGRAFIA. V. Pellizzari, La strage di anime: una socialisteggiante e l’altra libera- Palazzo d’Accursio; G. Ruggi, Ricordi della leggiante. Emilio Lussu era il principale mia vita; D. Manetti, Gente di Romagna; L. esponente della prima e La Malfa dell’altra. Federzoni, Presagi alla nazione, Milano, Il 5 e 6.9.1943 a Firenze si tenne la riunio- Mondadori, 1925, pp.342 (Da p.169 a 176 ne nazionale dei dirigenti del PdA, una cin- il saggio Palazzo d’Accursio); A. Manaresi, quantina in tutto. Il disaccordo sulla linea Giulio Giordani e l’eccidio di Palazzo politica fu totale. Tutti, invece, concorda- d’Accursio (Ricordi di battaglia), in “Italia rono sulla necessità di opporsi al governo Augusta”, n.6, 1928, pp.1-24; A. Masetti badogliano e di preparare la lotta armata, Foschi, Per l’avvocato Giulio Giordani nel considerata imminente. Al termine dei decennale della rivoluzione fascista e XII lavori, l’esecutivo ebbe l’incarico di ap- anniversario del suo martirio; A. Del Fante, prontare un nuovo programma. Con l’ini- Giulio Giordani martire del fascismo; A. zio della guerra di liberazione il PdA restò Manaresi, Eccidio di Palazzo d’Accursio, in diviso in due tronconi. A Roma vi era la Panorami di realizzazioni del fascismo, direzione nazionale e a Milano un gruppo Roma, 1942, vol.IV, pp.113-18; E. Bassi, I molto qualificato, costretto a operare in fatti di Palazzo d’Accursio, in Storia dell’an- modo autonomo. Dovendo destinare ogni tifascismo italiano, p.9-13; L. Battistelli, I energia alla lotta di liberazione, il partito fatti di palazzo d’Accursio e l’assassinio accantonò il dibattito ideologico. Dal 4 al Giordani, in Fascismo e antifascismo nel 7.8.1944 a Cosenza - già liberata - si tenne bolognese 1919-1926, “8° Quaderno de ‘La il primo congresso nazionale, con la parte- lotta’”, Bologna, 1969, pp.29-37; N.S. cipazione di circa 200 delegati provenienti Onofri, La strage di Palazzo d’Accursio. dalle regioni del sud e del centro, meno la Toscana. La linea socialista ebbe circa 37 Partigiani bolognesi in Veneto. Vedi: mila voti contro i 17 mila dell’altra. Per Divisione Nannetti Garibaldi. rispettare i compagni del nord, ancora impegnati nella guerra di liberazione, non Partito d’Azione, (PdA). Il Partito d’Azio- fu approvato un nuovo programma. Il ne nacque alla fine del 1942 dall’unione di primo vero congresso nazionale si tenne a alcuni gruppi antifascisti, tra i quali il Roma dal 4 all’8.2.1946. Principali prota- Movimento Giustizia e libertà e il Movi- gonisti furono Ferruccio Parri - che, sino al mento liberalsocialista. Dopo avere scarta- 12.12.1945, era stato presidente del consi- to il nome di Partito del lavoro e quello di glio dei ministri - e Riccardo Lombardi. Partito d’azione socialista, i promotori scel- Essendo stato approvato il documento sero di ripetere quello di una gloriosa for- proposto dall’ala socialista, il gruppo Parri- mazione risorgimentale. La proposta fu La Malfa uscì dal partito e diede vita al avanzata da Mario Vinciguerra e non da Movimento democratico repubblicano.

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Alle elezioni del 2.6.1946 il PdA raccolse Ritorno alla libertà; N.S. Onofri, Due spie 334.748 voti pari all’1,6% ed ebbe 9 depu- nel Partito d’Azione, in Garibaldini e parti- tati. Al Movimento di Parri ne andarono 2. giani, Almanacco bolognese 1960, p.183-92; Dall’1 al 4.4.1947, sempre a Roma, si riunì Massenzio Masia nel ricordo degli amici il terzo congresso. A larga maggioranza fu della Resistenza; R. Trauzzi, Partigiani azio- deciso di avviare una trattativa con il PSDI nisti, in Storia dell’antifascismo italiano, - nato due mesi prima da una scissione del p.289-92; E. Trombetti, Attività clandesti- PSIUP - per sondare la possibilità di strin- na del Partito d’Azione, in Storia dell’anti- gere un patto d’intesa, se non di arrivare fascismo italiano, p.180-3, vol.2; G. Supino, all’ unificazione. Gli incontri ebbero esito Il Partito d’Azione, in “La Resistenza in negativo. I dirigenti del PdA - segretario Emilia-Romagna”, Bologna, 1966, pp.122- nazionale era Lombardi - giudicarono scar- 7; N.S. Onofri, Socialisti e azionisti nella samente classista la linea del PSDI. Nel guerra di liberazione in Emilia-Romagna, giugno furono avviate analoghe trattative in: P. Alberghi, Partiti politici e CLN, con il PSI. Il Consiglio nazionale del PdA, pp.555-63; V. Telmon, La formazione del nella riunione del 20.10.1947, decise l’uni- Partito d’Azione a Bologna, in Il Partito ficazione con il PSI con 64 voti contro 29. d’Azione dalle origini all’inizio della A Bologna il PdA nacque alla fine del 1942 Resistenza armata, Roma, 1985, pp.409-34; dall’unione di gruppi antifascisti d’area P. Crocioni, Il Partito d’azione a Bologna, in liberalsocialista. Fu promosso da Massen- Il Partito d’Azione dalle origini all’inizio zio Masia* un antifascista di Como richia- della Resistenza armata, Roma, 1985, mato alle armi e destinato all’ufficio del- pp.683-96; S. Telmon, Massenzio Masia, in la censura postale a Bologna. Dopo Annali dell’Istituto Ugo La Malfa, 1986, l’8.9.1943 entrarono numerosi militanti pp.477-484; V. Merazzi, Massenzio Masia. repubblicani, che non avevano accettato la Testimonianze di R. Trauzzi (p.58), C. Tinti linea attesista del PRI. Principali dirigenti (p.76), G. Scarani (p.81), E. Trombetti del partito furono Mario Bastia*, Mario (p.118), P. Crocioni (p.121), S. Telmon Jacchia*, Masia, Armando Quadri* e Luigi (p.130), G. Supino (p.132), A. Rinaldi Zoboli*, tutti caduti nella Resistenza. (p.288), D. Zanobetti (p.329) in RB1; N.S. Dopo la fucilazione di Masia e del gruppo Onofri (p.76), G. Zappoli (p.111), E. Biagi dirigente bolognese - avvenuta il 23.9.1944 (p.166) in RB2; R. Giorgi (p.227), P. - e la morte di Bastia, il 20.10 nel combat- Pandiani (p.371), R. Frabetti (p.374), F. timento dell’università, la direzione del Berti Arnoaldi Veli (p.392), P. Foschi PdA inviò a Bologna Enrico Giussani* (p.395), G. Barbieri (p.398), A. Gherman- “Ovidio”. Con Giuseppe Barbieri* e Ro- di (p.400), G. Campanelli (p.541), F. molo Trauzzi*, Giussani diresse il partito D’Ajutolo (p.608), A. Businco (p.621), F. sino alla Liberazione. Nelle amministrative Rozzi (p.623), E. Volterra (632), R. Testoni del 24.3.1946 il PdA ebbe 1.200 voti a in Quadri (p.663), E. Masia (p.673), L. Bologna città. Nelle politiche del 2.6.1946 Orlandi Bastia (p.680), S. Forni (p.687), U. a Bologna città ne ebbe 3.139. Nel novem- La Malfa (p.689), N. Jacchia d’Ajutolo bre 1947 la Federazione bolognese del (p.691), Appendice (p.704) in RB3; L. PdA decise, a grande maggioranza, di con- Monti (p.332), C. Onofri (p.886) in RB5. fluire nel PSI. [O] Bibliografia bolognese. A. Favoino (Ettore Partito comunista italiano (PCI). Il Trombetti), ‘22-’43; P. Crocioni, Il Partito 21.1.1921, al congresso nazionale del PSI a d’Azione in lotta a Bologna e in Emilia, in Livorno, la frazione comunista dell’ala “Tempi nuovi”, n.7-8, 1946; A. Spallicci, massimalista - che aveva avuto 58.783 voti, Ricordo di Massenzio Masia, in “Il Ponte”, contro i 98.028 dei massimalisti e i 14.695 n.7-8, 1946, pp.707-8; F. Comandini, Per i dei riformisti - uscì dal partito e diede vita caduti del Partito d’Azione; E. Trombetti, al Partito comunista d’Italia, sezione della

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Terza internazionale. Segretario fu eletto 248 ai riformisti, 243 ai comunisti e 64 alla Amadeo Bordiga. Al secondo congresso, lista di Graziadei. Su scala regionale i (Roma 20-24.3.1922) Bordiga fu riconfer- comunisti ebbero 7.582 voti, 16.400 i mas- mato con 31mila voti contro 4 mila, per simalisti e 6.794 i riformisti. A Livorno i essere destituito nel giugno 1923 quando delegati bolognesi diedero 1.590 voti alla l’Internazionale comunista impose il grup- lista comunista, 1.573 ai massimalisti e 718 po guidato da Antonio Gramsci alla testa ai riformisti. Su 54 sindaci socialisti 3 pas- del partito. Nel maggio 1924, alla confe- sarono al PCdI. Il 20.2.1921, al congresso renza nazionale clandestina di Como, provinciale della CCdL, la lista del PSI Bordiga conquistò nuovamente la maggio- ebbe 47.946 voti contro i 9.968 di quella ranza dei voti, ma non riebbe la segreteria. del PCdI. Poco si sa della nascita della Il 29.1.1926, al terzo congresso - quello federazione comunista e meno si apprende clandestino di Lione (Francia) - fu messo dalle pubblicazioni ufficiali del PCI, scritte in minoranza (ottenne il 9,2% dei voti) e dopo il 1945, forse perché i dirigenti erano nuovo segretario divenne Gramsci. Dopo quasi tutti del gruppo di Bordiga. Nel feb- l’instaurazione della dittatura fascista il braio del 1921 a Imola fu costituita la partito fu diretto dal Centro estero con Federazione circondariale, che però non sede a Parigi (Francia), anche se tra il 1930 era «consentita dalla Statuto del Partito», e il 1935 funzionò il Centro interno ope- come puntualizzò il bisettimanale naziona- rante in Italia. Massimo dirigente comuni- le “Il Comunista”(n.3, 6.2.1921). Era stata sta - con Gramsci in carcere - divenne promossa da Paolo Baroncini*, Gino Bar- Palmiro Togliatti confermato dal quarto tolini, Agostino Bedeschi, Avanti Man- congresso nazionale svoltosi a Colonia e cini*, Andrea* e Anselmo Marabini*, Ri- Düsseldorf dal 14 al 21.4.1931. Nel 1941 fu sveglio Sportelli*, Nino Zani*. Andrea Ma- ricostituito il Centro interno e l’1.7.1942 rabini, incaricato di costituire la federazio- uscì il primo numero de “l’Unità” clande- ne a Bologna, non riuscì nell’intento, anche stina. Dopo lo scioglimento del Comintern, se curò la nascita di numerose sezioni il 15.5.1943, fu chiamato Partito comunista comunali. Il 3.2.1921 il quotidiano ufficia- italiano (PCI). Il 29-30.8.1943 a Roma fu le “l’Ordine nuovo” scrisse che il 31.1 era nominata una nuova direzione nazionale stata costituita la sezione comunista bolo- con guida collegiale, perché Togliatti era a gnese, al termine di un’assemblea nel corso Mosca. All’indomani dell’8.9.1943 furono della quale avevano parlato Leonildo elette due direzioni: una diretta da Mauro Tarozzi* ed Enio Gnudi*. Il 17.2 il quoti- Scoccimarro a Roma e l’altra da Luigi diano diede notizia di una riunione, alla Longo a Milano. Con questa struttura il quale erano intervenuti 500 iscritti per PCI partecipò alla lotta di liberazione. ascoltare le relazioni di Tarozzi, Gnudi e Dopo il rientro in Italia, il 27.3.1944, To- Giuseppe Dozza*. Ma nel n.13 del gliatti riassunse la direzione del partito e gli 13.3.1921 “Il Comunista”, pubblicando gli impresse un nuovo corso politico con la elenchi delle città che avevano già costitui- “svolta di Salerno”. L’8.5.1945 a Milano to la federazione e di quelle che ne erano liberata si riunirono le due direzioni di prive, mise Bologna nel secondo. Il 20.3 - Roma e Milano per dare vita a un’unica su iniziativa degli imolesi Andrea e direzione nazionale con Togliatti segreta- Anselmo Marabini e Antonio Graziadei* - rio. Al congresso provinciale del PSI, svol- al Circolo dei ferrovieri si tenne il congres- tosi il 19.12.1920, in preparazione di quel- so. Erano presenti i delegati di 54 sezioni lo nazionale di Livorno, la frazione comu- con 2 mila iscritti (“Il Momento”, nista ebbe 1.569 voti contro i 1.573 andati 26.3.1921), mentre per “Il Comunista” le alla lista massimalista e i 718 dei riformisti. sezioni erano 50 con 1.600 iscritti (n.19, Il 3.1.1921 il congresso dell’USB (le sezio- 7.4.1921). Secondo recenti studi, nel 1921 ni della città) diede 456 voti ai massimalisti, il partito aveva un migliaio di iscritti (A. De

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Clementi, Radiografia del partito dopo la eletto a Mantova e espulso dal gruppo par- scissione di Livorno, 1921-1926, in Il lamentare del PSI l’1.2.1921, per la viltà Partito comunista italiano. Struttura e storia mostrata il 4.11.1920, durante l’assalto dell’organizzazione, 1921-1979, Annale fascista alla CCdL, della quale era segreta- Feltrinelli n.XXI, 1981, p.907). La relazio- rio - chiese di entrare in quello comunista, ne fu fatta da Andrea Marabini. Le sezioni ma la richiesta fu respinta. Il 3.2.1921 - divennero 65 in maggio e gli iscritti 2.500 dopo averlo accettato - il gruppo parla- (“Il Comunista”, n.26, 5.5.1921). Alla vigi- mentare comunista espulse Francesco lia del congresso del 20-4.3.1922 a Bologna Quarantini* perché omosessuale. Nelle erano aperte 52 sezioni con 1.597 iscritti (Il politiche del 15.5.1921, il PCdI ebbe 2.552 primo anno di vita del Partito comunista voti nel comune di Bologna, 8.547 nella d’Italia, p.409). Primo segretario provin- provincia di Bologna e 29.284 nella circo- ciale fu Paolo Betti* della frazione bordi- scrizione (BO, FE, RA e FO) e 2 deputati: ghista (“Il Comunista”, n.22, 17.4.1921), Marabini e Ettore Croce. Graziadei fu elet- mentre Giuseppe Dozza era il funzionario to a Genova, Enio Gnudi a Novara e della federazione. Il 20.11.1921 il questore, Bombacci a Trieste. In quelle del 6.4.1924 in una relazione al prefetto, ha scritto che (la circoscrizione comprendeva la regione) Betti era il segretario e Dozza il vice (ASB, ottenne 23.100 voti e due deputati GP, 1921, b.1.351, cat.7, fas.1). Alla fine Graziadei e Antonio Picelli. Nella provin- del 1923 divenne segretario Aurelio cia di Bologna ebbe 4.041 voti, 1.792 dei Fontana*, che forse era bordighista. In quali nel comune di Bologna. Durante la quel periodo, come risulta da una relazione dittatura il PCdI operò senza un gruppo del prefetto al governo in data 16.7.1924, il dirigente fisso e incerte sono le notizie sul PCdI a Bologna aveva «pochissime» ade- suo organico. Nella seconda metà del 1940 sioni (ASB, GP., 1924, b.1.405, cat.7, fas.1, Leonida Roncagli* fu sicuramente designa- “Situazione ordine pubblico”). Il PCdI fu to responsabile della federazione e manten- ignorato nella relazione che il prefetto ne la carica sino alla fine del 1941 o all’ini- inviò al ministero dell’Interno il 27.2.1925 zio del 1942 quando lo sostituì Umberto (ASB, GP, 1925, b.1.418, cat.7, fas.1, Ghini* il quale trovò che «l’attività del par- “Partiti politici esistenti”). Pare che avesse tito era ancora debole» (“La lotta”, n.36, 500 iscritti e Bologna non figura nelle vota- 1951). Alla fine del 1942 fu inviato in zioni congressuali del PCdI di quegli anni. Emilia Angelo Leris che assunse la segrete- Gli ultimi segretari sarebbero stati Iginio ria regionale, al quale nel marzo 1943 si Masina* nei primi mesi del 1925, Arturo affiancò (ma forse lo sostituì) Amerigo Vignocchi* arrestato il 28.11.1925, Cesare Clocchiatti. Clocchiatti ha scritto che a Baroncini* arrestato il 22.12.1925 e Isido- Bologna trovò «molta volontà politica» ro Giuseppe Marchioro* arrestato il (Cammina frut, p.181). Verso la metà del 26.8.1926. Dal 1927 al 1930 (quando lasciò 1942 fu nominato il Comitato direttivo l’Italia per espatriare in URSS) sarebbe provinciale. In quel periodo operavano in stato segretario Memo Gottardi*, al quale Emilia, con incarichi particolari, Giorgio sarebbe successo Gustavo Trombetti*. Amendola e Antonio Roasio*. Nell’agosto Secondo Luigi Arbizzani - come ha scritto 1943, dopo la fine della dittatura, Arturo in una relazione inedita presentata nel Colombi* fu nominato segretario e coopta- 1989 ad un convegno di studio dell’Istituto to nella direzione nazionale. Secondo storico provinciale della Resistenza - gli Arbizzani la federazione aveva 300 iscritti iscritti furono 2.000 nel 1921, 376 nel 1923 alla vigilia del 25.7.1943, divenuti 1.100 e 504 nel 1924. Nel 1921 passarono dal PSI durante il periodo badogliano, per arrivare al PCdI i deputati Anselmo Marabini e e 3.500 nei giorni dell’armistizio del- Nicola Bombacci (eletti nel Comitato cen- l’8.9.1943. Il 19.9.1944 Colombi fu trasfe- trale) e Antonio Graziadei. Ercole Bucco - rito a Torino e al suo posto andò Giuseppe

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Alberganti*, arrivato pochi giorni dopo da to operaio e contadino e le origini del Partito Milano. Restò a Bologna sino al febbraio comunista nel bolognese, in “Studi storici”, 1945, quando tornò a Milano e fu sostitui- n.1, 1973, pp.185-231; Comunisti. I mili- to da Fernando Zarri*. Il PCI destinò tutte tanti bolognesi del PCI raccontano, Roma, le energie alla lotta di liberazione, dopo Editori riuniti, 1982, pp.382. Testimo- avere allontanato dal gruppo dirigente gli nianze di P. Betti (p.46), G. Beltrame attendisti. Nel dicembre 1943, in un rap- (p.83), G. Fanti (p.87), E. Frazzoni (p.91), porto inviato alla direzione, Alberganti R. Landi (p.93), M. Giovannini (p.95), A. scrisse che «La mentalità attesista e oppor- Colombi (p.101), G. Alberganti (106), F. tunista aveva pervaso (prevalso?) sia nella Zarri (109), L. Orlandi (p.111), G. massa che nel partito...» (“Annale Feltri- Amendola (114), G. Dozza (175), L. nelli”, 1971, p.128). Leonildo Tarozzi, Tarozzi (p.183), P. Secchia (p.187), A. primo rappresentante del PCI nel CLN, fu Roasio (p.192), O. Malaguti (p.195), A. sostituito da Paolo Betti forse per questo Corassori (p.197), G. Cavallazzi (p.198), R. motivo. Nel giugno 1944, Alberganti Tubertini Zarri (p.239), M. Cennamo divenne responsabile del Triumvirato (p.241), A. Clocchiatti (p.242), G. Verdelli insurrezionale, l’organismo regionale del (p.245), R. Cenerini (p.255), P. Fortunati PCI che dirigeva l’attività militare del par- (p.310), M. Gottardi (p.355), C. Ghini tito. Membri del Triumvirato furono, in (p.388), A. Marocchi (p.390), G. Alvisi tempi diversi, Alberganti, Ilio Barontini*, Zaccherini (p.392), C. Masina (p.415), M. Alfeo Corassori*, Dozza e Zarri. Nell’esta- Pancaldi (p.421), M. Cotti, (p.424), A. te 1944, alla vigilia di quella che si riteneva Andreoli (p.433), M. Girotti (p.439), V. l’imminente insurrezione, il PCI - in base Betti (p.441), A. Marabini (p.451), V. agli accordi tra i partiti del CLN nazionale Guadagnini (p.475), V. Bianconcini - designò Betti a ricoprire la carica di sin- (p.478), A. Pilati (p.509), A. Marzoli daco. Il 6.9 Amendola propose alla direzio- (p.512), G. Trombetti (p.515), E. Zanelli ne di ritirare la candidatura di Betti, - «Il (p.516), R. Bergami (p.521), L. Vanelli nostro compagno è certo un po’ debole», (p.523), in RB1; C. Montevecchi (p.23), E. scrisse - e avanzò quella di Dozza che è Gollini (p.30), A. Ottani (p.33), G. «più forte» e «che sarebbe un ottimo sin- Bottonelli (p.37), V. Masi (p.40), L. Roma- daco» (G. Amendola, Lettere a Milano, gnoli (p.51), A. Zamboni (p.54), S. Sab- pp.412, 414-5, edizione 1981). Il 10.9.1944 bioni (p.56), I. Musiani (p.58), D. Bergon- Dozza tornò a Bologna ed entrò a far parte zoni (p.65), E. Argentini (p.69), M. Testoni del Triumvirato. Il 21.4.1945 divenne sin- (p.82), P. Zucchini (p.85), P. Bugini (p.97), daco. Alla vigilia della liberazione il PCI V. Casadei (p.101), M. Stanzani (p.108), G. stimò in 12 mila i militanti. In maggio la Frascari (p.112), A. De Maria (p.115), N. segreteria fu riaffidata a Colombi. [O] Andalò (p.118), D. Romagnoli (p.120), S. B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. Partito Comu- Negrini (p.121), O. Fanti (p.123), A. nista Italiano. Federazione di Bologna, Carletti (p.127), P. Vespignani (p.128), A. Mostra provinciale del XXX; Il primo anno Bertuzzi (p.130), J. Garuti Pilati (p.132), Z. di vita del Partito comunista d’Italia, Mila- Resca (p.135), A. Boriani (p.147) in RB2; no, il Gallo, 1966, pp.411; L. Arbizzani, R. Baldisserri (p.47), A. Sgalari (p.48), A. Documenti sull’attività dell’organizzazione Zamboni (p.50), A. Zini (p.52), R. Bonazzi comunista bolognese nell’inverno 1944- (p.53), R. Corazza (p.569), G. De Giovanni 1945, in “Movimento di liberazione in (p.59), F. Sita (p.62), A. Zucchini (p.64), F. Italia”, n.89, 1967, pp.74-107 e n.90, 1968, Gamberini (p.65), C. Cassoli (p.67), R. pp.64-87; A. Colombi, La nascita del parti- Cassanelli (p.68), R. Rubbi (p.70), R. to a Bologna, in I comunisti raccontano, Gandolfi (p.76), D. Sasdelli (p.79), G. 1919-1945, Milano, Calendario del Popo- Zecchini (p.82), O. Baffè (p.89), G. Mara- lo, 1972, pp.25-31; I. Masulli, Il movimen- ni (p.95), G. Dalfiume (p.97), N. Cavi-

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na (p.99), S. Tozzi (p.10), O. Lambertini Baroncini (p.796), B. Gombi (p.827), L. (p.105), G. Bonazzi (p.109), G. Gruppi Biancoli (p.830), S. Amadori (p.857), P. (p.111), A. Pinardi (p.113), U. Bettini Veronesi (p.892), G. Negrini (p.920), P. (p.117), A. Tolomelli (p.118), G. Pizzichini Grazia (p.926), G. Volpi (p.928), V. Sorbi (p.119), V. Tarozzi (p.121), G. Barnabà (p.932), S. Parisini (933), L. Michelini (132), D. Chiarini (p.137), A. Monterumici (p.939), B. Gualandi (p.942), R. Romagnoli (p.141), R. Marabini (p.142), G. Scarabel- (p.943), B. Pezzoli (p.954), D. Orlandi li (p.143), A. Piazzi (p.153), R. Nata- (p.956), R. Pezzoli (p.957), O. Allaria li (p.154), I. Minella (p.155), G. Ferri (p.965), N. Gentilucci (p.969), G. Magli (p.157), A. Leonardi (p.269), L. Gaiani (p.983), E. Vigarani (p.987), A. Cucchi (p.272), W. Nerozzi (p.276), E. Venzi (p.1021), S. Soglia (p.1024), L. Arbizzani (p.278), G. Gualandi (p.285), N. Galassi (p.1044) in RB5. (p.288), L. Romagnoli (p.322), G. Brini (p.325), D. Sabbi (p.341), E. Poggi (p.344), Partito della Democrazia cristiana, vedi: E. Dallavalle (p.360), R. Capelli (p.411), E. Democrazia cristiana. Bettini (p.418), A. Diolaiti (p.423), A. Afflitti (p.431), R. Ravaglia (p.437), B. Partito fascista repubblicano, (PFR). Po- Pancaldi (p.439), B. Corticelli (p.449), G. chi giorni dopo l’8.9.1943 il maresciallo Trippa (p.479), E. Magri (p.480), E. Biondi Rommel indirizzò un proclama agli italiani (p.490), A. Testoni (p.498), E. Mezzetti che iniziava: «Le forze armate germaniche (p.501), E. Cicchetti (p.503), O. Soverini hanno occupato il territorio italiano..». (p.513), V. Gombi (p.518), I. Scalambra Subito dopo l’esercito tedesco favorì la (p.520), S. Melchiorri (p.523), G. Sternini nascita di un nuovo stato - la RSI (Repub- (p.526), L. Lincei (p.538), G. Armaroli blica sociale italiana) e il PFR (Partito (p.548), S. Liverani (p.555), G. Masi fascista repubblicano) - per dare una par- (p.563), A. Tolomelli (p.572), E. Bonazzi venza di normalità ad una nazione piegata (p.580), S. Ghedini (p.584), L. Montanari con la forza e nella quale era in atto una (p.588), A. Negrini (p.592), C. Mazzacurati guerra di liberazione nazionale. Il PFR nac- (p.595), L. Alvisi (p.625), F. Gardenghi que quando Mussolini emise sei “fogli (p.631) in RB3; G. Zappi (p.126), L. Balbi d’ordine”. Nel primo si legge: «Riprendo (p.130), C.C. Minganti (p.131), F. Mara- da oggi 15 settembre 1943 anno XXI la bini (p.141), A. Marabini (p.193), C. Nicoli direzione suprema del Fascismo in Italia». (p.198), V. Garbesi (p.202), L. Graziosi Nel quarto ordinò «il ripristino di tutte le (p.211), E. Frascari (p.237), F. Monte- istituzioni del partito». Con questi atti ille- vecchi (p.261), A. Ruggi (p.264), G. Avoni gali - perché era un cittadino privato - (p.286), G. Tordi (p.297), R. Managlia Mussolini si autoproclamò dittatore. (p.341), U. Magli (p.401), A. Bacchilega Subito dopo nominò il segretario e i diri- (p.422), F. Trombetti (p.515), A. Bentini genti, i quali rispondevano a lui. Il PFR (p.524), R. Poli (p.562), C. Bianchi (p.568), tenne un solo congresso, il 14.11.1943 a A. Piazzi (p.570), A. Pioppi (p.585), S. Verona, e il Direttorio nazionale si riunì Ballardini (p.588), G. Bordoni (p.590), G. una volta in due anni. Nell’estate 1944 il Colliva (p.591), L. Crescimbeni (p.604), P. PFR fu militarizzato - con la mobilitazione Gruppioni (p.618), P. Carlini (p.620), W. di tutti gli iscritti dai 18 ai 60 anni - e tra- Rosini (p.622), Q. Cenacchi (p.627), A. sformato nelle Brigate nere. A Bologna il Broccoli (p.640), U. Magli (p.646), L. PFR ebbe - come nel resto del paese - due Broccoli (p.656), N. Pondrelli (p.672), S. anime, una oltranzista e una moderata Sadelli (p.674), G. Masetti (p.724), A. favorevole ad alcune forme di democratiz- Zanarini (p.730), A. Marzocchi (p.736), V. zazione interna, oltre che di dialogo con i Giatti (p.738), A. Cotti (p.743), S. Miniezzi partiti antifascisti o con una parte di questi. (p.744), Adelia Casari (p.747), N. Il CLN non prese mai in considerazione

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questa disponibilità. L’ala oltranzista era forma della scuola. Sarti si trovò presto in guidata da Franz Pagliani e quella modera- contrasto con gli oltranzisti e con Pagliani ta da Giorgio Pini, anche se il potere era in particolare. Contrariamente a quanto si nelle mani del primo perché uomo di fidu- ritiene ed è stato scritto (L. Bergonzini, La cia di Mussolini e dei tedeschi. L’ufficiale svastica a Bologna, p.30; W. Boninsegni, Theo Kenda, che comandava i reparti tede- Acqua passata, p.33) non se n’andò di sua schi che avevano occupato Bologna, si recò iniziativa. Pagliani ha scritto che dopo il di persona nel carcere di San Giovanni in rifiuto di Arpinati di aderire alla RSI, Sarti Monte, dove Pagliani era detenuto, e dopo assunse nei confronti dell’ex ras bolognese averlo liberato gli disse «Voi dovete rap- «un atteggiamento talmente ostile che mi presentare i fascisti di Bologna». Sin dall’i- trovai costretto a chiederne la sostituzione nizio, i principali collaboratori di Pagliani a Mussolini (gliene dissi chiaramente il furono Goffredo Coppola, Pietro Torri e motivo)» (Repubblica sociale, a cura di A. Enrico Cacciari. I nuovi gerarchi del PFR Conti, p.23). L’11.12.1943 Sarti se n’andò, bolognese, quale primo atto, richiamarono si arruolò in aviazione e perderà la vita in servizio i militi della MVSN, la 67a legio- nelle ultime settimane della guerra. Al suo ne di Bologna e la 68a di Imola. La prima posto andò Eugenio Facchini, che nominò comandata da Augusto Ferrazzi (sostituito come vice: Walter Boninsegni, Cesare il 2.11.1943 da Gaetano Spallone) e la Simula e Pietro Torri. Torri divenne reg- seconda da Gernando Barani (giustiziato gente il 31.1.1944, dopo la morte di dai partigiani il 4.11.1943). Per la segrete- Facchini giustiziato dai partigiani, e gli fu ria della federazione di Bologna Pagliani affiancato il vice Vito Ricci, nominato il scelse Aristide Sarti. Ad Imola fu indicato 24.2.1944. L’1.4 ebbe la carica di segretario Guerrino Bettini. Sarti nominò suoi vice e il 2.6.1944 scelse i suoi vice: Leandro Agostino Fortunati e Piero Innocenti e Lembo (sostituito il 21.7.1944 da Giovanni Michele Tossani presidente dell’ONB. Battista Cosimini) Araldo Rapparini, Pie- Secondo una notizia pubblicata il tro Polverini, Victor Hugo Spaccialbello e 24.12.1943 da “L’Avvenire d’Italia”, nei 60 Fabio Roversi Monaco. Elena Missiroli comuni bolognesi furono costituiti 67 fasci. divenne fiduciaria del Fascio femminile, Mario Agnoli il 23.9.1943 fu nominato sostituita da Pia Bartolini il 12.8.1944 commissario prefettizio di Bologna e pode- Nell’estate, dopo la militarizzazione del stà il 13.3.1944, carica confermata il partito, Torri assunse la carica di coman- 21.11.1944 e conservata sino alla Libera- dante della 23a brigata nera, quella di stan- zione. Il 22.10.1943 Guglielmo Montani fu za a Bologna. I rapporti tra oltranzisti e nominato capo della provincia, cioè prefet- moderati divennero ingestibili al punto to, sostituito il 15.1.1944 da Dino Fantozzi. che, il 23.12.1944, il capo della provincia Il 12.11 il seniore della MVSN Giovanni Fantozzi scrisse al ministro dell’Interno: Tibaldi fu nominato questore, sostituito il «Chiedo che mi si sostituisca come capo di 15.9.1944 da Marcello Fabiani, il quale questa provincia se non interviene l’allon- lasciò il posto ad Enzo Visioli il 15.2.1945. tanamento del prof. Franz Pagliani e di Sarti - alla prima assemblea generale del Pietro Torri». Il generale tedesco Frido von PFR di Bologna, il 28.10.1943 - chiese la Senger und Etterlin - comandante del fron- pena di morte per il re e i membri del Gran te in Emilia-Romagna - impose l’allontana- consiglio del fascismo che avevano “tradi- mento di Pagliani e Torri. Nelle sue memo- to” Mussolini e per i generali e gli ammira- rie von Senger ha scritto: «Nostro comune gli «complici dell’infame tradimento». avversario erano le brigate nere» [...] «Au- Chiese la riforma della burocrazia, che tentico flagello della popolazione, queste dalle forze armate «sia cancellato ogni spi- erano altrettanto odiate dai cittadini, come rito di casta», che «alla stampa sia restitui- dalle autorità… e da me» [...] «ed erano ta la piena libera consapevolezza» e la ri- capaci di assassinare chiunque, di compie-

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re qualsiasi nefandezza quando si trattava destra collaborazionista - in maggioranza di eliminare un avversario politico». Pa- nel gruppo parlamentare - uscirono dal gliani, delegato regionale del PFR, e Torri partito e diedero vita al Partito liberale dovettero lasciare Bologna il 28.1.1945. nazionale. In seguito confluirono quasi Nuovo segretario provinciale fu nominato tutti nel PNF. Il PLI fu ricostituito dopo Giovanni Cerchiari anche se, negli ultimi l’8.9.1943, anche se il Gruppo di ricostru- mesi dell’occupazione nazista, il PFR fu zione liberale aveva cominciato ad operare retto da Armando Rocchi, che aveva la negli ultimi mesi del 1942 a Roma e a carica di commissario straordinario regio- Milano. Fu tra i promotori del CLN cen- nale. [O] trale e prese parte alla lotta di liberazione. B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. E. Cacciari, Due “Risorgimento liberale” era il suo organo guerre per una sconfitta: considerazioni sulla ufficiale, trasformato in quotidiano dopo la storia degli avvenimenti italiani dal luglio liberazione di Roma. Nelle politiche del 1943 alla primavera del 1945; M. Agnoli, 16.11.1919 il movimento liberale presentò Bologna “Città aperta” (Settembre 1943 - a Bologna una lista ufficiosa. Ebbe 9.145 Aprile 1945); Bologna in guerra, 1940-1945; voti (7,8%) nell’intera provincia, 4.528 W. Boninsegni, Acqua passata; Associa- (13%) in città e nessun deputato. Nelle ele- zione nazionale famiglie caduti e dispersi zioni del 15.5.1921 i liberali votarono per il della Repubblica sociale italiana, Bologna Blocco nazionale capeggiato a Bologna da 1943-1946; L. Bergonzini, La svastica a Bo- Mussolini, che aveva il fascio per emblema. logna; Repubblica sociale, a cura di A. Con- In quelle del 6.4.1924 votarono per il “li- ti, Bologna, 1999, pp.317; N.S. Onofri, stone fascista”. Ciò si spiega col fatto che, Bologna combatte (1940-1945). all’inizio degli anni Venti, l’intero gruppo dirigente liberale era passato al fascismo. Partito liberale italiano, (PLI). Pur essen- Giovannini ebbe un ripensamento nel do la più vecchia formazione politica italia- 1926, quando fu soppresso lo stato libera- na, il PLI fu costituito formalmente al ter- le, per riaderire al fascismo alcuni anni mine del congresso nazionale di Bologna dopo. Nel suo testamento politico il sena- dell’8-10.10.1922, pochi giorni prima del- tore Giuseppe Tanari ha scritto che il fasci- l’avvento del fascismo. Il PLI nacque dal- smo era la naturale conclusione della sua l’unione dei vecchi circoli liberali che, milizia liberale, durata una vita. Approvò la dall’Unificazione nazionale in poi, avevano legislazione fascista e la legge contro la espresso la classe dirigente del paese. Dal libertà di stampa. Il 27.2.1925 il questore, nuovo partito furono esclusi i gruppi con- in una relazione al governo, scrisse che trari al fascismo. Il primo segretario del dirigenti del PLI erano Agostino Pedrazzi, PLI, il bolognese Alberto Giovannini*, Giovannini e Germano Mastellari e che gli diede un netto orientamento di destra alla iscritti non superavano i 300 (ASB, GP, nuova formazione e sostenne la necessità di 1925, b.1.418, cat.7, fas.1, “Partiti politici unificare PLI e PNF. Nelle elezioni politi- esistenti”). Dopo l’8.9.1943 il PLI bolo- che del 1924 PLI e PNF presentarono una gnese non aderì al CLN, né prese parte alla lista unica e Giovannini fu eletto in un col- lotta di liberazione, e faticò a ricostituire legio del Veneto. Il PLI, sia pure con qual- una struttura politica, con persone non che dubbio, riconfermò l’alleanza con il compromesse con il fascismo. Solo tra la PNF al congresso nazionale svoltosi a Li- fine d’agosto e i primi di settembre 1944 vorno il 4-6.10.1924. La direzione del PLI aderì al CLN e prese parte alla Resistenza. cominciò a prendere le distanze dopo il Antonio Zoccoli*, rappresentante del PLI, discorso di Mussolini del 3.1.1925 e il 5.4, fu nominato presidente del CNLER. [O] a maggioranza, dichiarò finita la collabora- B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. G. Tanari, La mia zione e invitò i propri rappresentanti ad evoluzione politica al fascismo; A. Bignardi, uscire dal governo. Gli esponenti della Dizionario biografico dei liberali bologne-

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si; A. Bignardi, Ritratti liberali e libri letti, spagnolo. Nel maggio 1937 i contrasti si Bologna, Tamari, 1969, pp.153; I rapporti trasformarono in scontri a Barcellona, della Delegazione A.I. del PLI con il quando reparti dell’esercito spagnolo e Comitato Regionale del PLI emiliano, in La gruppi militari comunisti tentarono di Delegazione alta Italia del PLI, a cura di E. occupare la centrale telefonica ed altri Camurani, Bologna, Forni, 1970, pp.313- impianti cittadini. Il 4.5.1937 tra le parti fu 323. Testimonianze di A. Zoccoli (p.62), T. stipulato un accordo di tregua. Pochi gior- Carnacini (p.169) in RB1; A. Giovannini ni dopo, agenti della polizia segreta stalini- (p.151) in RB2; F. Pilati (p.189) in RB5. sta arrestarono e passarono per le armi numerosi dirigenti del POUM, della Partito nazionale fascista, (PNF). Il Fascio Federazione anarchica iberica e del movi- di combattimento fondato a Milano da mento anarchico italiano. Il 5.5.1937 fu Mussolini il 23.3.1919, fu trasformato in ucciso Camillo Berneri, il principale espo- Partito nazionale fascista (PNF), al termine nente del movimento anarchico italiano in del terzo congresso, svoltosi a Roma il 7- esilio. Il 15.8.1937 il POUM fu sciolto dal 11.11.1921. A quell’epoca era il più grosso governo repubblicano spagnolo. [O] partito di massa con 218 mila iscritti, con- B IBLIOGRAFIA. G. Orwell, Omaggio alla Ca- tro i 216 mila del PSI, per superare quota talogna, Verona, Mondadori, 1948, pp.223; 300 mila prima della “marcia su Roma”. C. Penchienati, Brigate internazionali in Pur non ricoprendo alcuna carica, Musso- Spagna. Delitti della “Ceka” comunista, lini controllava il PNF e guidò il paese e il Milano, Echi del secolo, 1950, pp.145; V. partito con un organismo nuovo: il Gran Alba, Historia du POUM, Paris, 1975. consiglio del fascismo, i cui membri erano da lui nominati o esonerati. Il compito del Partito popolare italiano, (PPI). Solo nel PNF era quello di organizzare e favorire il 1919 i cattolici italiani ebbero la possibilità consenso con iniziative politiche. Le diret- di organizzarsi in partito politico. Vincolati tive del partito erano comunicate agli orga- dal non expedit, avevano sempre dovuto ni periferici dal “Foglio d’ordini”. Nello disertare le elezioni, anche se il divieto era Statuto del 1932, il PNF fu definito «una stato attenuato nel 1913, quando, con il Milizia civile, agli ordini del DUCE, al ser- Patto Gentiloni, concordarono le candida- vizio dello Stato Fascista». Quando Musso- ture con i gruppi conservatori, in occasione lini fu messo in minoranza dal Gran consi- delle politiche. Il 18.1.1919, su iniziativa di glio del fascismo, il 25.7.1943, il PNF e la don Luigi Sturzo e di un gruppo d’espo- MVSN non si mossero in sua difesa. Con nenti del mondo cattolico - tra i quali i uno dei suoi primi provvedimenti il gover- bolognesi Giovanni Bertini* e Paolo no Badoglio sciolse il PNF. [O] Cappa* direttore de “L’Avvenire d’Italia” - B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. Vedi: Fascio di fu rivolto un appello «A tutti gli uomini combattimento di Bologna. forti e liberi», che portò alla nascita del PPI. Il primo congresso nazionale si tenne Partito operaio di unificazione marxista, a Bologna il 14.6.1919. Alle elezioni politi- (POUM). Nel 1935 in Spagna - anche se che del dicembre 1919 ebbe il 20,6 per era presente massicciamente solo in cento dei voti e cento deputati. Il PPI fece Catalogna - il Partito operaio di unificazio- parte di tutti i governi del dopoguerra e ne marxista nacque dall’unione di alcuni suoi ministri entrarono in quello di gruppi trotzkisti, anarchici e d’estrema Mussolini, dopo la “marcia su Roma”. Nel- sinistra. Dopo l’inizio della guerra civile il l’aprile 1923 il congresso nazionale, riuni- POUM si schierò contro la sedizione fran- tosi a Torino, si espresse per la fine della chista, pur non approvando la politica del collaborazione con i fascisti. Numerosi Fronte popolare. Per questo ebbe duri esponenti del gruppo clerico-fascista usci- contrasti politici con il partito comunista rono dal PPI, mentre altri furono espulsi

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per essersi rifiutati di cessare la collabora- fragio universale. Le due anime del PPI zione con il fascismo. Verso la fine del 1923 convissero senza grossi problemi, sino a il gruppo clerico-fascista diede vita quando l’avversario era il PSI. Ma quando, all’Unione nazionale, con il proposito nell’estate 1921, le Fratellanze accarezzaro- dichiarato di fiancheggiare i fascisti. Il PPI no l’idea di conquistare il controllo dei ricercò un’intesa con il PSUI di Turati. Alla lavoratori della terra - dopo che i socialisti proposta di un’alleanza, avanzata da Turati erano stati piegati dalla violenza fascista e con un’intervista a “Il Popolo” l’1.7.1924, indeboliti dalla scissione comunista - si rispose positivamente il segretario naziona- videro sbarrata la strada dai grossi proprie- le del PPI Alcide De Gasperi il 16.7. Il 21.7 tari terrieri e dai fascisti. Per i grossi pro- “La Civiltà cattolica”definì «inopportuna» prietari terrieri il leghismo “bianco” non l’alleanza tra cattolici e socialisti. Dopo era molto diverso da quello “rosso”. I fasci- avere avuto il via libera dal segretario di sti, invece, miravano a controllare le cam- stato vaticano Pietro Gasparri (R. pagne con i loro sindacati. Dopo avere Sgarbanti, Ritratto politico di Giovanni imposto al PPI alleanze elettorali con i Grosoli, Roma, Cinque lune, 1959, p.155 e fascisti - pur di strappare al PSI le ammini- 187), il gruppo clerico-fascista del PPI gui- strazioni comunale e provinciale di dato da Giovanni Grosoli si riunì a Bologna e i comuni minori - la destra cleri- Bologna il 12.8.1924 Con l’assenso di «un co-fascista considerò conclusa l’esperienza fiduciario del Vaticano finora non ben del partito e propose la confluenza nel conosciuto», come si legge nel rapporto del PNF. Uno dei primi a aderire al fascismo fu questore al prefetto, (ASB, GP, 1924, b. Masetti Zannini, seguito nel 1923 dall’ex 1.405, cat.7, fas.1, “Partito cattolico nazio- deputato Carlo Ballarini e da Carlo Enrico nale), fu decisa la scissione dal PPI e la Bolognesi che il 10.7.1924 aveva sostituito costituzione del Centro nazionale italiano. Cappa alla direzione de “L’Avvenire d’Ita- Il 28.8 la nascita del partito clerico-fascista lia”. Un primo gruppo di cattolici uscì ebbe il consenso de “L’Osservatore roma- l’1.4.1924 con un manifesto di adesione al no”. Don Sturzo - che aveva rassegnato le PNF firmato dal marchese Filippo Baviera, dimissioni il 10.7.1923 - il 25.10.1924 andò dal marchese Filippo Boschi, dal dott. in esilio. Il PPI - che nelle elezioni del 1924 Giuseppe Cosentino, dall’industriale Er- aveva raccolto il 9% dei voti - fu sciolto nel mete Maccaferri, dal conte Pio Ranuzzi de’ novembre 1926, come gli altri partiti. A Bianchi, dal dott. Michelangelo Riccomini Bologna il PPI nacque dall’incontro di e dal conte Paolo Senin. Il 12.8.1924, nella uomini che - accomunati dalla fede religio- sede de “L’Avvenire d’Italia”, quando nac- sa - provenivano da esperienze diverse. que il Centro nazionale italiano, erano pre- Alcuni, per avere militato nel Partito senti i delegati dei clerico-fascisti bologne- democratico cristiano, avevano un interes- si ed emiliani. All’epoca, come risulta da se sociale molto vivo. In altri era prevalen- un rapporto del prefetto al governo, in te la tematica religiosa. A tutti era comune data 16.7.1924, nel Bolognese i «popolari il desiderio di affermarsi autonomamente ammontano ad alcune migliaia» (ASB, GP, sul piano politico, come cattolici. Fu così 1924, b. 1.405, cat.7, fas.1, “Situazione che - solo perché uniti dalla fede religiosa - ordine pubblico”). Il 3.1.1925, dopo il di- si ritrovarono a militare nello stesso partito scorso di Mussolini, a Bologna furono uomini come Antonio Masetti Zannini, messe a sacco le sedi dei partiti e gli studi Filippo Sassoli De’ Bianchi e Carlo di alcuni avvocati antifascisti. Gli squadri- Malvezzi, nobili e grandi proprietari terrie- sti penetrarono nella sede del PPI e in ri, e altri come Massimo Federici, un con- quella dell’Unione del lavoro, in via tadino dirigente delle Fratellanze coloni- Marsala 6. Mobili e documenti furono che, le leghe “bianche”. Tra i primi non incendiati. Analogo trattamento fu riserva- mancavano - vedi Sassoli - i nemici del suf- to a “Il Mulo” - il settimanale satirico cat-

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tolico diretto da Cesare Algranati* - in via cana, nata nel 1874 per coordinare l’attivi- Cavaliera (oggi via Oberdan). Il 27.2.1925 tà dei circoli repubblicani. Fu nell’aprile il prefetto, in un rapporto al ministro 1895 - tre anni dopo la nascita del PSI - che dell’Interno, scrisse che il PPI aveva «forze a Milano nacque il PRI, il cui primo con- modeste» e che i principali dirigenti erano gresso nazionale si riunì a Bologna Fulvio Milani*, Carlo Strazziari* e Anto- l’1.11.1895. Conquistò 26 seggi in parla- nio Bonfiglioli dirigente delle Fratellanze mento alla fine del secolo e 30 nel 1900. (ASB, GP, 1925, b.1.418, cat.7., fas.1, Contrario all’avventura coloniale in Etio- “Partiti politici esistenti”). I membri del pia alla fine del XIX secolo, si divise di PPI che ancora sedevano nel Consiglio fronte alla guerra di Libia nel 1911 e nel provinciale e in quelli comunali con i fasci- 1914 fu il primo a sostenere l’intervento sti rassegnarono le dimissioni. La sezione contro l’Austria, per completare l’unifica- bolognese del PPI fu sciolta il 13.11.1926 zione nazionale con una “guerra democra- con decreto prefettizio. Le carte furono tica”. In quell’occasione ruppe ogni rap- sequestrate dalla polizia e i mobili ceduti al porto con il PSI. Nelle elezioni del 1919 proprietario dello stabile, a saldo delle ebbe 10 deputati. La crisi del primo dopo- mensilità arretrate d’affitto. Nelle politiche guerra, che tormentò tutti i partiti, ebbe un del 16.11.1919 nella città di Bologna il PPI riflesso molto accentuato nel PRI, all’inter- ebbe 4.810 voti (13,8%) e 21.115 (18%) no del quale non erano pochi gli esponenti nella provincia. Fu eletto Fulvio Milani. In favorevoli al fascismo. Al XV congresso quelle del 15.5.1921 nel comune di Bo- nazionale, svoltosi a Trieste il 22-25.4.1922, logna ebbe 3.887 voti, 13.372 nella provin- prevalse l’ala antifascista, guidata dal segre- cia di Bologna e 42.549 nella circoscrizione tario Fernando Schiavetti e da Mario (BO, FE, FO e RA) e 3 deputati: Milani, Bergamo*, con conseguente allontanamen- Carlo Zucchini e Giovanni Braschi. Paolo to degli elementi di destra che si erano Cappa* fu eletto a Genova e Giovanni organizzati nei Fasci repubblicani italiani e Bertini a Ancona. In quelle del 6.4.1924 nell’Unione mazzinina nazionale. Dopo l’a- nella circoscrizione regionale ebbe 51.230 desione del PRI all’Alleanza del lavoro voti e 4 deputati: Giuseppe Micheli, Felice aumentarono le persecuzioni fasciste nei Corini, Milani e Braschi. Nella provincia di confronti dei militanti e delle organizzazio- Bologna raccolse 6.504 voti, dei quali 2.548 ni repubblicane. Il PRI subì una seconda nel comune di Bologna. scissione pari al 20% degli iscritti dopo il B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. Per un’adunanza XVI congresso nazionale, svoltosi a Roma del Partito popolare italiano. Lettera aperta il 17 e 18.12.1922, che confermò il voto di Carlo Malvezzi all’on. Fulvio Milani; A. antifascista del congresso di Trieste. La Masetti Zannini, Da una buona a una maggioranza degli iscritti alle federazioni migliore associazione; A. Masetti Zannini, di Cesena, Ravenna e Ancona uscirono dal Religione e fascismo; A. Masetti Zannini, Il PRI e diedero vita alla Federazione repub- nostro duce; Il Partito popolare in Emilia blicana autonoma della Romagna e delle Romagna, 1919-1926; G. Venturi, Il Partito Marche. All’indomani del delitto Matteotti popolare di Bologna. Nascita e sviluppo a il PRI aderì all’Aventino e intensificò la settant’anni dalla fondazione, in “il Car- lotta contro il regime. “La Voce Repubbli- robbio” 1989, pp.346-352. cana”, il quotidiano ufficiale del PRI, per la sua dura opposizione al regime subì più di Partito repubblicano italiano, (PRI). Il un sequestro e numerose sospensioni tem- PRI è uno dei più vecchi tra i partiti italia- poranee delle pubblicazioni. All’indomani ni. Discende dalla Giovane Italia di Giu- del XVII congresso nazionale, svoltosi a seppe Mazzini del 1832, dal Partito d’A- Milano il 9 e 10.5.1925, il PRI decise di zione fondato da Mazzini durante le guer- abbandonare l’Aventino. Il PRI, diretto dal re risorgimentali e dall’Alleanza repubbli- nuovo segretario Mario Bergamo, si oppo-

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se al regime per tutto il 1926 e fu sciolto nel Fernando Baroncini*, Giovanni Bordoni* ed novembre. Il nucleo principale della dire- Emilio Alessandri*. Il PRI subì una seconda zione andò in esilio in Francia dove il PRI scissione dopo l’invasione tedesca nel 1943, fu ricostituito, anche se un forte gruppo si quando decise di non aderire al CLN per la organizzò in Svizzera. Il PRI tenne otto pregiudiziale antimonarchica. Considerando congressi in esilio, nel 1928, 1929, 1931, preminente la lotta di liberazione contro i 1932, 1933, 1934, 1935 e 1938. Segretari nazifascisti, rispetto alla sorte della monar- furono Bergamo, poi Cipriano Facchinetti, chia, a Bologna uscirono dal PRI Angelo Giuseppe Chiostergi e Randolfo Pacciardi. Bondi, Gino Onofri*, Armando Quadri*, In vari periodi il PRI pubblicò “L’Italia del Armando Tomesani*, Romolo Trauzzi*, popolo”, “L’Iniziativa”e “La Giovane Luigi Zoboli* e altri ancora. Il PRI di Italia”. A Bologna il PRI ebbe sempre una Bologna, il cui segretario era Francesco modesta consistenza, anche se aveva uomi- Colombo*, aderì al CLN nel gennaio 1945. ni politici di grande valore, come Enrico [O] Golinelli, Venerabile della loggia massoni- B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. 1945-1975. ca VIII Agosto e sindaco di Bologna dal Resistenza repubblicana nel trentesimo 1902 al 1904. Nel 1914 - a causa del neu- anniversario della liberazione. Testimo- tralismo dei socialisti - ruppe l’alleanza con nianza di G. Bortolotti (p.83) in RB3. il PSI e faticò a riallacciarla nel dopoguer- ra. Dopo l’uscita degli esponenti filofascisti Partito socialista italiano, (PSI). Il - Giorgio Pini e Arconovaldo Bonacorsi 14.8.1892 il PSI nacque a Genova, su ini- che confluiranno nel Fascio - il PRI si ziativa dei delegati delle sezioni del Partito schierò su posizioni antifasciste e fu diretto operaio, delle leghe socialiste e di quelle da Mario Bergamo, Dante Calabri*, sindacali che avevano abbandonato i lavori Giovanni Ghiselli*, Luigi Jacchia* e Neo del congresso nazionale del Partito operaio Ottoni* detto Enea. Nel 1924, secondo un all’interno del quale era prevalente la cor- rapporto del prefetto, aveva «scarsissimi rente anarchica. Riunitisi separatamente, aderenti» (ASB, GP, 1924, b.1.405, cat.7, diedero vita al Partito dei lavoratori italia- fas.1, “Situazione ordine pubblico”). Nel ni. L’anno seguente, al congresso di Reggio 1925 gli iscritti non superavano i 150 (ASB, Emilia, il nome fu cambiato in Partito GP, 1925, b.1.418, cat.7, fas.1, “Partiti socialista dei lavoratori italiani e nel 1895, politici esistenti”). Nelle politiche del al congresso di Parma, in quello di Partito 16.11.1919 il PRI votò per la Lista dei com- socialista italiano. Il distacco dei socialisti battenti che a Bologna ebbe 5.556 voti e dagli anarchici segnò l’inizio di un nuovo nessun deputato. Nelle politiche del corso politico. Sciolto dal governo nel 15.5.1921 ebbe 686 voti nel comune di 1894, durante la reazione crispina, il PSI si Bologna, 925 nella provincia di Bologna e riorganizzò e, durante il nuovo tentativo 34.758 nella circoscrizione (BO, FE, FO e reazionario del 1897-98, fu la forza politica RA) e 2 deputati: Ulderico Mazzolani e che più si oppose ai provvedimenti legisla- Cino Macrelli. In quelle del 6.4.1924 ebbe tivi liberticidi di Luigi Pelloux. Con l’inizio (nella circoscrizione regionale) 23.413 voti del nuovo secolo e la fine dei tentativi auto- e 2 deputati: Mario Bergamo e Macrelli. ritari, il PSI diede un non piccolo contri- Nella provincia di Bologna raccolse 1.063 buto alla realizzazione del “decennio giolit- voti, dei quali 731 nel comune di Bologna. tiano”. In quegli anni fu diretto dal gruppo Dopo l’avvento della dittatura, non pochi riformista, al quale si contrappose una esponenti, tra i quali Ottoni, andarono in minoranza sindacalista-rivoluzionaria. Eb- esilio in Francia. Negli anni della dittatura be un forte sviluppo politico-organizzativo, numerosi militanti dell’ala sinistra e operaista passando dai 15 deputati del 1897 ai 41 del uscirono per aderire al PSI. A Bologna diven- 1909, da 135 mila voti a 341.387 e da nero socialisti esponenti di primo piano come 27.281 iscritti a 31.960. Il “decennio giolit-

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tiano” si concluse con la guerra di Libia, la comunista - violando il principio delle quale provocò una grave crisi politico-eco- autonomie nazionali - pose ai partiti operai nomica che segnò l’inizio di un processo europei l’alternativa di approvare i famosi politico involutivo nel paese. Anche il PSI 21 punti o essere espulsi dall’Internazio- subì una profonda trasformazione. Al XIII nale, il PSI subì una grave scissione, dalla congresso nazionale, svoltosi nel luglio quale nacque il PCdI. Era il gennaio 1921, 1913 a Reggio Emilia, prevalse l’ala rivolu- il momento della massima espansione del- zionaria su quella riformista, alcuni diri- l’offensiva fascista. Anche se nelle elezioni genti della quale furono espulsi per non del 15.5.1921, quattro mesi dopo la scissio- avere contrastato in parlamento - ma alcu- ne, il PSI raccolse 1.628.753 voti, mandò ni l’avevano addirittura approvata - la alla camera 123 deputati e gli iscritti tocca- guerra di Libia. Gli espulsi fondarono il rono il tetto massimo di 216.327, la batta- Partito socialista riformista. Grazie soprat- glia contro il fascismo era perduta. tutto alla riforma elettorale, nel 1913 il PSI Nell’illusorio tentativo di far rientrare i conseguì un grande successo nelle politi- comunisti nel partito, per avere il ricono- che, conquistando 53 deputati e 961.703 scimento dell’Internazionale, i massimalisti voti. Il successo fu confermato, con un cacciarono l’ala riformista al termine del aumento di voti, nelle amministrative del XIX congresso nazionale, riunitosi a Roma giugno 1914, quando conquistò grandi nell’ottobre 1922, alla vigilia della “marcia città come Milano e Bologna, numerose su Roma”. Quella decisione contribuì a amministrazioni comunali e provinciali e indebolire ulteriormente il fronte operaio: i un migliaio di comuni. Il PSI non riuscì a riformisti diedero vita al PSUI e i comuni- trarre tutte le conseguenze politiche da sti non rientrarono nel PSI. Dopo lo scio- quel duplice successo perché la guerra glimento dei partiti e la soppressione della mondiale - nella quale l’Italia era stata libertà, nel 1926, i principali dirigenti coinvolta nel maggio 1915 - mutò radical- socialisti presero la strada dell’esilio e rico- mente il quadro nazionale. A differenza dei stituirono il PSI a Parigi. Qui fu pubblica- cattolici e dei liberali giolittiani, il PSI si to “Il Nuovo Avanti!”. A Parigi (Francia) il oppose alla guerra con la formula «Né ade- 19 e 20.7.1930 PSI e PSUI si riunificarono rire né sabotare». Senza rinnegare l’italiani- e il partito assunse il nome di PSI. I rap- tà di Trento e Trieste, il PSI sostenne che porti con il PCI furono di totale rottura e quella non era una “guerra democratica”, contrapposizione sino al 1934, quando il ma uno scontro tra opposti imperialismi. Comintern impose ai partiti comunisti Molti dirigenti furono internati e non d’Europa la linea politica dei fronti popo- pochi quelli che subirono la violenza degli lari. Il PCI, per quanto contrario, subì la interventisti. La censura ridusse al silenzio nuova linea politica, cessò di accusare il i giornali socialisti, mentre fu resa la vita PSI di «socialfascismo» e fu stretto il Patto difficile alle amministrazioni locali rette dal d’unità d’azione. Anche se il nucleo diri- PSI. Nel dopoguerra il partito continuò a gente principale era quello che operava in essere guidato dall’ala rivoluzionaria, che Francia, il PSI continuò a fare politica in aveva assunto la denominazione di massi- Italia durante la dittatura, mentre migliaia malista. Sull’onda del malcontento provo- di militanti subirono il carcere e il confino. cato dalla guerra e sfruttando l’entusiasmo La lotta politica in Italia era diretta dal che la rivoluzione russa aveva provocato, il Centro socialista interno costituito nel PSI ebbe un grande sviluppo politico-orga- 1934 a Milano. Nonostante fossero nati nizzativo. Alle politiche del 1919 raddop- nuovi partiti affini, come il MUP e il PdA, piò i voti del 1913 e triplicò i deputati. Con la maggior parte dei socialisti italiani resta- 81.463 iscritti, raccolse 1.834.792 voti, pari rono fedeli al PSI. Il 25.8.1943 - durante il al 32 per cento, e mandò 156 deputati alla breve interregno badogliano - PSI e MUP Camera. Quando la III Internazionale si unirono dando vita al PSUP, divenuto

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PSIUP. Pochi giorni dopo, con l’inizio perse il seggio per pochi voti. Nelle elezio- della Resistenza, il PSIUP diede questa ni del 1909 il PSI confermò la maggioranza direttiva ai socialisti italiani: «Per coloro con 21.870 voti contro 19.452 di tutti gli che, smarriti nel caos della presente situa- altri partiti. Furono eletti Alberto Calda* a zione, ci chiedono una mèta cui tendere, Bologna II, Guido Podrecca a Budrio, una parola d’ordine, una direttiva da segui- Bentini a Castel Maggiore, Costa a Imola e re, non abbiamo che una risposta: combat- Ferri a S. Giovanni in Persiceto. In quelle tere» [...] «il nemico è il tedesco nazista: del 1913 il PSI (dopo i ballottaggi) ebbe non c’è contadino o soldato o lavoratore o 47.473 voti quasi la metà dell’elettorato. intellettuale che non se ne renda conto Furono eletti Bentini a Castel Maggiore, senza la minima ombra di dubbio, e ciò G.E. Modigliani a Budrio, Claudio Treves non solo in Italia, ma in tutta Europa» (La a Bologna I, Calda a Bologna II e Antonio nostra guerra in “Avanti!”, n.4, 26.9.1943, Graziadei* a Imola. Ferri fu rieletto a S. Edizione romana). Nei venti mesi della Giovanni in Persiceto, ma con una candi- Resistenza, il PSIUP dedicò ogni energia datura personale. Nelle elezioni del 1913 il alla lotta contro i nazifascisti. Furono deci- PSI conquistò, per la prima volta, la mag- ne le brgg Matteotti e centinaia i caduti gioranza nel capoluogo. Il voto fu riconfer- socialisti. A Bologna il PSI - nato nel 1892, mato il 26.6.1914 quando il PSI conquistò dopo il congresso di Genova - cominciò ad il comune di Bologna (con 12.689 voti, essere una forza politica consistente all’ini- contro 11.370 della destra), l’amministra- zio del secolo XX, dopo i tentativi autori- zione provinciale e 36 comuni su 61. Il voto tari, anche se non erano mancati successi amministrativo fu riconfermato nell’otto- parziali. Nel 1894 Andrea Costa fu eletto bre 1920 quando riconquistò i consigli deputato a Budrio e Imola. Due deputati - comunale e provinciale e 54 comuni su 61. Costa e Leonida Bissolati - conquistò nel Il massimo della sua espansione elettorale il 1900. Quelle elezioni confermarono che la PSI lo raggiunse nelle politiche del città era il punto debole del PSI per cui 16.11.1919, quando ebbe 81.952 voti nelle politiche, come nelle amministrative (68,6%) nell’intera provincia e 21.971 furono ricercati accordi con i partiti di cen- (62,9%) in città. Conquistò 7 deputati su tro-sinistra, anche se “borghesi”. Nel 1902 8: Bentini, Nicola Bombacci, Graziadei, l’Unione dei partiti popolari - un blocco Leonello Grossi*, Anselmo Marabini*, elettorale guidato dalla massoneria e del Vincenzo Vacirca e Francesco Zanardi. quale facevano parte repubblicani, radicali Nelle politiche del 15.5.1921 ebbe 19.614 e socialisti - conquistò Palazzo d’Accursio voti nel comune di Bologna, 39.996 nella e 4 socialisti entrarono in Consiglio comu- provincia di Bologna e 110.105 nella circo- nale. Francesco Zanardi* fu eletto assesso- scrizione (BO, FE, FO e RA). Elesse re. L’accordo con i partiti “borghesi” non Gaetano Zirardini, Bentini, Nullo Baldini, durò e da allora il PSI non ricercò più Andrea Ercolani*, Luigi Fabbri* da Luigi, alleanze elettorali. Fu nel novembre 1904 E.T. Bogiankino e Zanardi. Nelle politiche che il PSI da solo conquistò la maggioran- del 6.4.1924 nella circoscrizione regionale za dei voti e 5 deputati su 8. Ottenne ebbe 34.157 voti e 3 deputati Giovanni 15.424 voti contro i 13.890 dei candidati Bacci, Luigi Fabbri e Grossi. Nella provin- della destra e i 1.086 dei candidati di cia di Bologna raccolse 11.993 voti, dei repubblicani e radicali. Elesse Costa a quali 5.893 nel comune di Bologna. Sin dai Bologna II, Genuzio Bentini* a Castel primi anni del secolo XX la federazione Maggiore, Giacomo Ferri a S. Giovanni in bolognese fu controllata dall’ala riformista Persiceto, Bissolati a Budrio e Costa a e solo negli anni prima guerra mondiale Imola. L’8.1.1905, quando furono ripetute passò sotto il controllo di quella rivoluzio- le elezioni nel collegio di Bologna II, per- naria, poi chiamata massimalista. Antonio ché Costa aveva optato per Imola, il PSI Valeri, l’ultimo segretario riformista, nel

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1919 lasciò la segreteria a Pietro Venturi, za; N.S. Onofri, Documenti dei socialisti quando i massimalisti vinsero il congresso bolognesi sulla Resistenza; M. Poli, La rico- con 2.192 voti contro 701 dei riformisti. struzione del PSIUP a Bologna; R. Vighi, Vittorio Martelli*, pur non occupando la Per il socialismo, l’antifascismo, le autono- carica di segretario, fu il massimo dirigente mie; Gianguido Borghese, prefetto della del partito, sino al 21.11.1920 quando, a liberazione; N.S. Onofri, 1892: il PSI a seguito della strage di Palazzo d’Accursio, Bologna. Origine e nascita del movimento si rifugiò nella Repubblica di S. Marino per socialista; M. Poli, T. Ravagnani, Enrico non essere arrestato e quindi espatriò. Do- Bassi, 75 anni di socialismo; F. Bartolini, A. po la scissione comunista, la corrente mas- Benetti, N.S. Onofri, M. Poli, Francesco simalista restò maggioritaria nel partito. Zanardi un socialista a Palazzo d’Accursio; Uno degli ultimi segretari, sino a tutto il N.S. Onofri, Dal frontismo al riformismo. 1926, fu l’on. Luigi Fabbri. Da un rappor- Testimonianze di V. Grazia (p.27), G. to del prefetto al ministro dell’Interno, in Borghese (p.67), R. Vighi (p.137), A. data 27.2.1925, risulta che i massimi diri- Trebbi (p.141), L. Bergamini (p.200), D. genti del PSI erano Fabbri, Carmine Giordani (p.201), F. Grazia (p.204), C. Mancinelli*, l’on. Grossi e Alberto Trebbi* Mancinelli (p.247), G. Maiolani (p.338), D. e che il partito aveva «discrete forze» Bonazzi (p.352), M. Longhena (p.361), M. (ASB, GP, 1925, b.1.418, cat.7, fas.1, Santandrea (p.384), D. Codrignani (p.394), “Partiti politici esistenti”). Durante la dit- E. Bassi (p.400), P. Tosarelli (p.411), E. tatura il PSI non ebbe un gruppo dirigente Minghetti (p.428), S. Alvisi (p.465), G. fisso. Il 3 o 6.8.1943, dopo l’unificazione Miceti (p.470), A. Montanari (p.483), L. tra PSI e MUP, il PSIUP elesse segretario Montanari (p.483), G. Tullini (p.486), E. provinciale Fernando Baroncini*. Conser- Tugnoli (p.486), A. Gardi (p.487), L. Roda vò la carica sino al febbraio-marzo 1944 (p.489), A. Draghetti (p.491), C. Bagni quando, nominato dirigente della brg Toni (p.496), Z. Massarenti (p.497), G. Taddia Matteotti Montagna, lasciò la segreteria a (p.499), N. Fabbri (p.501) in RB1; C. Govi Paolo Fabbri*. In dicembre, quando (p.60), R. Padovani (p.68), A. Zama (p.71), Fabbri e Mario Guermani* attraversarono J. Grazia (detta Lola) (p.74) in RB2; U. la linea del fronte e si recarono a Roma per Crisalidi (p.307), E. Alessandri (p.318), A. conferire con la direzione del partito, la Giuriolo (p.362), F. Baroncini (p.367), L.B. segreteria provinciale fu assunta da Giu- Mari (p.369), N. Tampieri (p.426), R. seppe Bentivogli*. Fabbri e Bentivogli cad- Vecchietti (p.445), B. Marchesi (p.474), A. dero nella Resistenza. Durante la lotta di Martoni (p.477) in RB3; N. Fabbri (p.79), liberazione caddero anche i tre comandan- A. Fontana (p.358), A. Emiliani (p.435), G. ti delle brgg Matteotti bolognesi: Otello Vincenti (p.703), G. Boschetti (p.834), U. Bonvicini*, Alfredo Calzolari* e Antonio Mocai (p.937) in RB5. Giuriolo*. Non si conosce il numero dei militanti sui quali il partito poteva contare, Partito socialista italiano di unità proleta- anche se fu fatto il tesseramento con la di- ria, (PSIUP). Il 25.8.1943, dall’unificazio- stribuzione di tessere, sia pure non inte- ne tra PSI e MUP nacque il Partito sociali- state. [O] tà italiano di unità proletaria (PSIUP). B IBLIOGRAFIA BOLOGNESE. V. Grazia, Bolo- Inizialmente fu omesso l’aggettivo italiano, gna socialista nella lotta di liberazione, in per cui la sigla era PSUP. Segretario fu elet- Almanacco socialista 1946, p.190-9; R. to Pietro Nenni, già segretario del PSI. Tega, Giuseppe Bentivogli, in Almanacco Lelio Basso, segretario del MUP, entrò socialista 1946, p.272-3; Giuseppe Benti- nella direzione. La riunione nazionale di vogli e Paolo Fabbri; V. Grazia, Palita, in riunificazione avvenne a Roma, in forma Epopea partigiana, Bologna, p.102; N.S. clandestina, nell’abitazione di Giuseppe Onofri, I socialisti bolognesi nella Resisten- Romita. Il programma del nuovo partito -

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simile se non uguale a quello del PSI - fu nome di PSI. A Bologna, nel 1922, furono pubblicato nel supplemento al n.2 del- espulsi dal PSI esponenti autorevoli come l’“Avanti!” clandestino, edizione romana, Francesco Zanardi* e Genuzio Bentini* e uscito il 26.8.1943. Alla riunione romana quasi tutti i dirigenti della CCdL e della intervennero per Bologna: Verenin Gra- Federazione lavoratori della terra. I princi- zia*, Carmine Pastore Mancinelli* e Al- pali dirigenti furono Giulio Zanardi*, berto Trebbi* del PSI; Giuseppe Ben- Giuseppe Raffaele Serrantoni*, Giovanni tivogli*, Gianguido Borghese* e Paolo Pilati*, Silvio Alvisi* e Mario Longhena*. Fabbri* del MUP. Dopo la scissione social- Segretari provinciali del PSUI furono democratica compiuta a Roma al XXV Serrantoni, Aurelio Becca e Pilati nel 1925. congresso, il 9-13.1.1947, il PSIUP mutò il Il prefetto, in una relazione al ministero nome in PSI. Il nuovo partito si chiamò dell’Interno, il 27.2.1925, scrisse che aveva PSLI e poi PSDI. [O] «poche centinaia di aderenti» (ASB, GP, B IBLIOGRAFIA. Vedi: PSI. 1925, b.1.418, cat.7, fas.1, “Partiti politici esistenti”). Nelle elezioni del 6.4.1924 il Partito socialista unitario italiano, (PSUI). PSUI risultò (nella circoscrizione regiona- I socialisti riformisti espulsi dal PSI nell’ot- le) il partito più forte della sinistra. Ebbe tobre 1922 diedero vita al Partito socialista 43.559 voti (contro i 34.157 del PSI e i unitario italiano (PSUI). Inizialmente fu 23.100 del PCI) e 3 deputati: Camillo Pram- chiamato Partito socialista unitario, poi polini, Gregorio Agnini e Nino Mazzoni. Partito socialista italiano unitario e infine Nella provincia di Bologna raccolse 7.943 PSUI. Dopo la scissione comunista, avve- voti, dei quali 4.665 nel comune di Bo- nuta nel gennaio 1921 al congresso di logna. [O] Livorno, il PSI era stato espulso dalla Terza B IBLIOGRAFIA. Vedi: PSI. internazionale comunista. Per esservi riam- messo fu costretto ad espellere l’ala rifor- Patria, La. Nella tarda estate 1944 a mista, come Mosca pretendeva dal 1920. Firenze, subito dopo la liberazione avvenu- L’espulsione avvenne al termine del XIX ta in agosto, fu fondato il quotidiano “La congresso svoltosi a Roma dall’1 al Patria” organo ufficiale del rinato esercito 4.10.1922. La mozione massimalista otten- italiano, chiamato prima Raggruppamento ne 32.106 voti contro i 29.129 di quella motorizzato, poi Corpo italiano di libera- riformista; 3.180 gli astenuti. L’espulsione zione e infine Gruppi di combattimento. di un gruppo politico che rappresentava Della redazione fece parte Luciano Ber- poco meno della metà del PSI, debilitò gonzini*. Un anno dopo il giornale fu rile- ulteriormente il fronte antifascista, già vato dal PLI di Firenze e la direzio- indebolito dalla scissione comunista. Fu il ne assunta da Alberto Giovannini*. Il più grosso regalo che i massimalisti potes- 23.10.1945 il giornale cominciò a curare sero fare a Mussolini alla vigilia della “mar- una pagina di cronaca per Bologna. Della cia su Roma”. Primo segretario fu Gia- redazione, con sede in piazza Calderini 4, como Matteotti. Organo ufficiale divenne fecero parte Giuseppe Fiorentini, respon- “La Giustizia”, diretta da Treves. Il PSUI sabile, Vittorio Berdini, Nerino Rossi e fu sciolto nel novembre 1925, dopo il man- Dario Zanelli. La cronaca bolognese fu cato attentato di Tito Zaniboni contro sospesa il 31.5.1946. Giovannini aveva Mussolini. Nel marzo 1926 i socialisti rifor- lasciato la direzione il 20.4. Il giornale misti diedero vita al Partito socialista dei chiuse il 19.10.1947. [O] lavoratori italiani (PSLI). In esilio in B IBLIOGRAFIA. A. Giovannini, Travaglio per Francia il partito riassunse il nome di PSUI la libertà. 1943-1947. e per qualche tempo anche di PSULI. Il 19 e 20.7.1930 PSUI o PSULI e PSI si unifi- Patrioti. Dopo avere liberato, con altre carono a Parigi e il nuovo partito assunse il brgg, l’Alta Valle del Reno nell’ottobre

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1944, la brg GL Montagna fu riarmata 4.10.1957, quando il PSI lo trasformò in dagli americani e rimessa in linea nella patto di consultazione. [O] zona di Lizzano in Belvedere e Gaggio B IBLIOGRAFIA. Unità d’azione fra socialisti e Montano. Durante i mesi invernali il gior- comunisti, in P. Alatri, L’antifascismo italia- nalista Enzo Biagi* curò la pubblicazione no, Roma, Editori riuniti, 1961, pp.307-14; del periodico “Patrioti” che aveva il sotto- G. Giusti, Comunisti e socialisti (1934- titolo “Pubblicazione della 1a brigata 1948), Quaderni della FIAP, n.20, Roma, ‘Giustizia e libertà’”. Uscirono 3 numeri 1976, pp.107. stampati a Porretta Terme. Il primo uscì il 22.12.1944 e l’ultimo in aprile. Collabora- Pian di Macina, Scontro del 1921 a. La rono Renzo Bacchelli*, Francesco Berti mattina del 17.4.1921 transitarono da Arnoaldi Veli*, Wilmo Cappi*, Giuseppe Pianoro una cinquantina di fascisti armati, Campanelli*, Alessandro Contini Bonacos- a bordo di un camion e di un’auto. Guidati si, Leonardo Gualandi*, Raffaello Leo- da Angelo Manaresi, erano diretti a Loiano nelli*. [O] per una manifestazione. Numerosi militan- B IBLIOGRAFIA. F. Berti Arnoaldi Veli, Cin- ti socialisti e comunisti di Pianoro decisero quant’anni fa nasceva un giornale a Gaggio, di organizzare un agguato ai due mezzi, in “Gente di Gaggio”, n.10, 1994, pp.92-5. quando sarebbero tornati a Bologna. Si I testi sono in RB2 da p.1.057 a p.1.090. appostarono - quanti non si sa - su un ponte della costruenda Direttissima Bo- Patto d’unità d’azione, Il. Il 17.8.1934 a logna-Firenze, in località Musiano di Pian Parigi (Francia), dopo oltre un decennio di di Macina. Poco dopo le 21, quando trans- polemica e di duri scontri polemici, il PSI e itarono i due mezzi, furono lanciate 4 il PCdI firmarono il Patto d’unità d’azione. bombe a mano, 2 delle quali non esplosero Il PCdI, che accusava il PSI di «socialfasci- e sparati alcuni colpi di rivoltella. I fascisti smo» e di essere il responsabile dell’avven- risposero con fucili e rivoltelle. Tre fascisti to del fascismo, accettò il patto su pressio- rimasero leggermente feriti. Il giorno dopo ne dell’URSS. Dopo l’avvento del nazismo 150 fascisti fecero una spedizione punitiva in Germania, nel 1933, e il tentativo di a Pianoro e distrussero la sede del munici- colpo di stato in Francia all’inizio del 1934, pio e quella della CdL. Fu pure distrutta la l’URSS comprese che il nemico era a de- sede della Lega sindacale a Pian di Macina. stra. Pur senza proporre la ricostituzione di Numerosi gli antifascisti bastonati. I cara- un partito unico della sinistra, sin dal con- binieri arrestarono, tra il 17 e il 18.4, Gio- gresso nazionale del 1933, svoltosi a Marsi- vanni Baratta*, Novello Baratta*, Giovanni glia, il PSI aveva sostenuto la necessità di Bortolotti*, Gualtiero Cappelli*, Enrico unificare, almeno politicamente, le forze. Cevenini*, Guerrino Cevenini*, Giuseppe Dopo l’accordo stipulato tra socialisti e Dall’Olio*, Augusto Dalmastri*, Alfonso comunisti francesi, PSI e PCI non poteva- Nannetti*, Adolfo Negroni*, Aldo Negro- no comportarsi diversamente. I due partiti ni*, Attilio Negroni*, Armando Orsi*, erano e restarono divisi su molti punti, Aldo Serenari*, Armando Stampini*, salvo la necessità di operare un comune Alfonso Tonelli* e Luigi Ventura*, tutti sforzo contro il fascismo. Il patto fu rinno- residenti a Pian di Macina. A Pianoro furo- vato il 26.7.1937, ma denunciato dal PSI il no arrestati: Alberto Cassani*, Alfonso 28.8.1939, in seguito all’alleanza tra URSS Cassani*, Amleto Guidastri*, Iginio Masi- stalinista e Germania nazista. Tra PSI e na*, Giulio Mazzoli* e Luigi Mazzoli*. Il PCI i rapporti tornarono normali nel 29.7 fu arrestato Giuseppe Nannetti* e, 1941, quando la Germania aggredì qualche tempo dopo, anche Riccardo l’URSS. Un nuovo Patto d’unità d’azione Gandolfi*, Ernesto Gregori*, Mario tra PSI e PCI fu firmato a Roma il Martini* ed Emilio Nascetti*. Molti degli 28.9.1943 e riconfermato in seguito sino al arrestati furono prosciolti in istruttoria e

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liberati dopo avere subìto molti mesi di uccisi. Fu razziato il bestiame bovino. carcere. Il 14.12.1922, davanti alla corte Difficile dire come avvenne la strage. d’assise di Bologna, per rispondere di 7 Alcuni coloni furono uccisi nei campi, mancati omicidi e di porto abusivo di rivol- mentre attendevano ai lavori della mietitu- tella e di bomba a mano, comparvero: ra. Furono uccisi anche alcuni mendicanti Enrico Cevenini, Guerrino Cevenini, che transitavano casualmente. La maggio- Riccardo Gandolfi, Mario Martini, Iginio ranza delle vittime avevano tra i 60 e gli 80 Masina, Luigi Mazzoli, Giuseppe Nan- anni. Non è facile delimitare la zona del- netti, Emilio Nascetti, Adolfo Negroni, l’eccidio perché nello stesso giorno e in Aldo Negroni ed Attilio Negroni. Il 19.12 quello seguente altre due rappresaglie furono tutti assolti con formula piena, furono compiute dalle SS - forse le stesse di meno Aldo Negroni che ebbe un anno e 15 Pian di Setta - in altre località del comune giorni per porto abusivo di arma. Ernesto di Grizzana, a Bozzo di Monte Stanco e a Gregori*, latitante, fu processato il 23.12 e Monte Salvaro. Se ai 22 cittadini uccisi condannato a 17 anni e 3 mesi. Tutti gli sicuramente a Pian di Setta, si aggiungono imputati furono rimessi in libertà dopo i 5 fucilati a Veggio (Monzuno), a Taver- avere scontato quasi 2 anni di carcere. [O] nola e a Prada (Grizzana) - tutte località vicinissime al luogo dell’eccidio - il numero Pian di Setta, Eccidio di. Nell’ultima deca- delle vittime sale a 27. I cadaveri furono de del luglio 1944 a Pian di Setta lasciati insepolti per più giorni, quale (Grizzana) le SS tedesche, nel corso di monito alla popolazione. Nel 1984 è stata azioni di rappresaglia, uccisero tra le 22 e le ristrutturata e trasformata in Sacrario dei 27 persone. Non si conoscono le cause del- caduti la piccola chiesa di S. Vincenzo che l’eccidio. A parere di alcuni, nella notte tra domina Pian di Setta. Le vittime identifica- il 19 e il 20.7 i partigiani della brg Stella te sono: Teresa Antolini*, Remo Barbieri*, rossa Lupo attaccarono, nei pressi di Pian Pellegrino Benassi*, Remo Calzolari*, Giu- di Setta, alcuni automezzi tedeschi, diretti seppe Fabbri*, Cesare Ferri*, Giuseppe verso la Toscana, uccidendo 2 militari e Fornasini*, Pietro Giuliani*, Giovanni ferendone altri. Secondo don Libero Iannelli*, Margherita Mantovani*, Giusep- Nanni*, nella stessa notte alcuni partigiani pe Tullio Mingarelli*, Anacleto Monti*, bussarono alla porta della famiglia Monti, Giuseppe Moruzzi*, Ernesto Nodi*, la cui abitazione si trovava lungo la strada Guerrino Nanni*, Carlo Nanni*, Gino Pia- provinciale, e chiesero «cibarie per sfamar- centi*, Angelo Pinelli*, Pasquale Puc- si». Il Monti «anziché aprire, rispondeva cetti*, Carlo Rondelli*, Antonio Serra*, con colpi di rivoltella ferendo ad una mano Augusto Teglia*, Antonio Tonelli*, Au- un ribelle». In quel momento stava tran- gusto Tonelli*, Augusto Valdisserra*, Ric- sitando un’autocolonna tedesca. I militari - cardo Vecchi*, Flaminio Zannini*, Au- ritenendo di essere attaccati - cominciaro- gusto Zannini*, Domenico Zannini* e Gio- no a sparare contro i partigiani e la casa. Il vanni Zannini*. Secondo don Nanni furo- bilancio della sparatoria fu di 2 tedeschi no uccisi anche Aristide Zannini* e morti, più il ferimento di Monti e della Federico Zannini*, la cui identità anagrafi- moglie. I tedeschi fucilarono il mugnaio ca non è stato possibile accertare. [O] Gino Piacenti*, la cui abitazione era atti- gua a quella di Monti e le incendiarono Pian di Venola, Eccidi di. A Pian di Ve- entrambe. Il 22.7 giunsero a Pian di Setta nola, una località in comune di Marza- alcuni reparti di SS che cominciarono a botto, sulla sinistra del Reno, i fascisti e i rastrellare cittadini nella zona dello scontro tedeschi consumarono 2 eccidi, in occasio- e in quella di Montorio (Monzuno). Alcuni ne di rastrellamenti contro la brg Stella fermati furono passati per le armi, mentre rossa Lupo. Il 24.6.1944 i tedeschi fucila- altri furono portati a Ponte Locatello e qui rono Giovanni Benini* e il figlio Armando

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Benini*, Tommaso Grilli* e Alberto Rai- data di morte dei non bolognesi, né il moti- mondi*. Al momento della fucilazione vo per cui furono portati a Bologna. La riuscì a fuggire Silvano Sandrolini*, quan- notizia dell’eccidio apparve il 16.7 su “il do era già con la schiena al muro. Morirà Resto del Carlino” e “L’Avvenire d’Ita- qualche mese dopo, combattendo contro i lia”sotto il titolo Energica azione contro i tedeschi, a Monte Radicchio. Poche ore terroristi. Altri nove fuorilegge fucilati per prima della strage, il reparto fascista aveva ordine del Comando germanico. Il 21.7 torturato, impiccato e - dopo la rottura furono fucilati i partigiani Romeo Giori*, della corda - fucilato Francesco Calzolari*, Vincenzo Golinelli* e Paride Pasquali*. nella vicina località di Vedegheto (Sa- Altri partigiani ancora furono fucilati e vigno). Il secondo eccidio fu compiuto il esposti nella piazza, anche se questo maca- 22.8.1944. Al termine di un rastrellamento, bro rituale cessò, pare in agosto, perché condotto dalle brigate nere, furono fucilati ritenuto controproducente. [O] Marcello Burzi* ed Ettore Rovinetti*. [O] Piazza Otto agosto, Eccidio di. Il Piazza del Nettuno, Eccidi di. Nei venti 16.8.1944 a Bologna, in via S. Vitale (oggi mesi della guerra di liberazione la centra- via Massarenti), nei pressi dell’Ospedale S. lissima Piazza del Nettuno di Bologna fu Orsola, i partigiani giustiziarono un milite usata dai fascisti per dare spettacolarità alle e ferirono il ten. col. Mario Rosmino vice imprese criminali che compivano. Nume- comandante provinciale della GNR. Il rosi partigiani furono uccisi davanti a giorno stesso, in segno di rappresaglia, un Palazzo d’Accursio - nel luogo ove oggi reparto fascista, al comando del maggiore sorge il Sacrario - o ivi depositati, dopo Anselmo Raspadori, rastrellò 7 uomini a essere stati fucilati altrove. Secondo il Marmorta (Molinella), alcuni dei quali macabro rituale dei fascisti, come dei tede- militavano nella 5a brg Bonvicini Mat- schi, l’esposizione dei morti doveva essere teotti. La mattina del 18.8 furono fucilati in un monito per la popolazione. Con dubbia Piazza Otto agosto, davanti al monumento ironia, i fascisti scrissero sul muro «Posto del Popolano, eretto a ricordo della vitto- di ristoro dei partigiani». Il primo partigia- riosa insurrezione dell’8.8.1848 contro gli no ad essere fucilato fu, il 9.7.1944, Luigi austriaci. Il plotone d’esecuzione fu Guerzoni*. Il primo eccidio avvenne nelle comandato da Raspadori. Notizia dell’ese- prime ore del 14.7.1944, quando un repar- cuzione fu data da “il Resto del Carlino” il to della GNR, comandato da Renato 19.8.1944 e da un volantino clandestino Tartarotti, fucilò i partigiani Giovanni della federazione bolognese del PCI il Bortolani*, Luciano Cervellati*, Guerrino 23.8.1944. Le vittime sono: Desildo Ba- Galletti*, Amato Muzzi* e Decimo Muz- gni*, Anselmo Capellari*, Alfredo Coc- zi*. I cinque, appartenenti alla 7a brg GAP chi*, Gallo Corazza*, Cesare Golinelli*, Gianni Garibaldi, erano stati catturati il Guerrino Zucchini* e Olindo Zucchini* di giorno prima, a seguito di una delazione, in Luigi. Condannato a morte, il 28.2.1946 una casa colonica in via Sabbiuno a Castel dal tribunale di Bologna, Raspadori fu Maggiore. Nel secondo eccidio furono amnistiato. [O] fucilati Armando Ghedini*, Carlo Jussi*, B IBLIOGRAFIA. M. Franzinelli, Le stragi Giuseppe Stanzani*, Azzo Tomasi* e Silvio nascoste, Mondadori, Milano, 2002, p.162. Torri* di Bologna; Francesco Giorgi e Pietro Maletti di Modena; Ivo Pruni di Pizzocalvo, Eccidio di. Il 2.7.1944 a Reggio Emilia e Versic Svonko residente a Pizzocalvo (S. Lazzaro di Savena) i tede- Marradi (FI). Le modalità di questo ecci- schi catturarono alcuni partigiani e rastrel- dio non sono sicure. È certo che alcuni larono civili e coloni accusati di collabora- furono uccisi altrove, tra il 4 e l’11.7, e qui re con le forze della Resistenza. Il giorno trasportati il giorno 15. Non si conosce la dopo 8 persone - forse tutte quelle cattura-

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te - furono passate per le armi, nei pressi di no affrontati da un gruppo d’antifascisti e Villa Calzoni in località Croara. Le vittime si ebbe uno scambio di colpi di rivoltella e sono: Ernesto Fini*, Ermenegildo Giardi- di bastonate. Il nazionalista Luigi Vaccari ni*, Vittorio Giardini*, Nerino Lolli*, restò ucciso e un fascista ferito. Per rap- Antonio Marzaduri*, Augusto Marzaduri*, presaglia, il 31.8 i fascisti di S. Pietro in Guido Minarini* e Luigi Nannetti*. [O] Casale e di Pieve di Cento bruciarono le B IBLIOGRAFIA. San Lazzaro di Savena. La abitazioni di 4 socialisti di Poggetto. I cara- storia, l’ambiente e la cultura; Comune di binieri arrestarono: Aldo Accorsi*, Anto- San Lazzaro di Savena, Per non cancellare nio Bernini, Fioravante Castaldini*, Gio- una storia. San Lazzaro di Savena negli anni vanni Castellini*, Antonio Corticelli, della guerra. Giovanni Ferrari*, Ernesto Gubellini*, Fiorino Gubellini*, Armando Guzzinati*, Plotone “Gianni Palmieri”. Nell’inverno Giovanni Mazzacurati*, Giuseppe Passi- 1944-45 nell’Alta Valle dell’Idice, già libe- ni*, Carlo Roncaglia* e Giuseppe Toni*. rata, fu costituito un plotone speciale, del Furono rinviati a giudizio per omicidio e feri- quale fecero parte partigiani della 36a brg mento: Accorsi, Castaldini, Roncaglia e Toni. Bianconcini Garibaldi e della 62a brg Il 26.11.1922 la corte d’assise di Bologna li Camicie rosse Garibaldi. Gli fu dato il mandò assolti avendo escluso la «partecipa- nome di “Gianni Palmieri”, per onorare la zione dei quattro imputati» allo scontro. [O] memoria di Giovanni Battista Palmieri* “Gianni”, caduto a Ca’ di Guzzo. Il repar- Poligono di tiro. Sono numerosi, a Bo- to, del quale fecero parte una trentina logna, i luoghi nei quali le milizie della RSI d’uomini, fu aggregato al Gruppo di com- erano solite fucilare i partigiani o i cittadi- battimento Legnano, ma con ampia auto- ni vittime di rappresaglie. Alcune esecuzio- nomia operativa. Il progetto, caldeggiato ni furono compiute in Piazza del Nettuno, da Giovanni Giuseppe Palmieri*, padre davanti a Palazzo d’Accursio, dove oggi del caduto e uno dei massimi dirigenti del sorge il Sacrario con le foto di tutte le vitti- nuovo servizio sanitario militare, fu appro- me dei nazifascisti. Altri luoghi furono vato dal generale Umberto Utili coman- Piazza Otto Agosto - davanti al monumen- dante della Legnano e accettato dai coman- to del Popolano - e la zona della Certosa. di alleati, in genere contrari alla formazio- La maggior parte delle fucilazioni avvenne- ne di gruppi militari composti d’ex parti- ro al poligono di tiro, in via Agucchi 98, giani. Il plotone - comandato da Vittorio dove da sempre si trova la sezione bolo- Bolognini* - fu messo in linea nella Valle gnese dell’associazione Tiro a segno nazio- dell’Idice e prese parte a tutti i combatti- nale, con i relativi campi per le gare. Non si menti della Legnano. Il 21.4.1945 parteci- conosce il numero esatto perché non tutte pò alle operazioni che portarono alla libe- le esecuzioni furono registrate dai giornali razione di Bologna. Il 5.5 fu sciolto e i par- dell’epoca, mentre non sono consultabili i tigiani congedati. [O] documenti d’archivio relativi. Non si cono- B IBLIOGRAFIA. G.G. Palmieri, Gianni Pal- sce neppure il numero dei partigiani non mieri, 1921-1944. bolognesi fucilati al poligono, né il motivo per cui furono portati a Bologna. Queste le Poggetto, Scontro di. Nel pomeriggio del esecuzioni sicuramente fatte al poligono: 28.8.1921 a Pieve di Cento (allora in pro- 27.1.1944 fucilazione di 8 antifascisti vincia di Ferrara), fu inaugurata la sede del (Alfredo Bartolini*, Romeo Bartolini*, Gruppo nazionalista bolognese e dei Alessandro Bianconcini*, Silvio Bonfigli*, Sempre pronti per la Patria e per il Re. Al Cesare Budini*, Ezio Cesarini*, Francesco termine alcuni giovani nazionalisti e fascisti D’Agostino*, Zosimo Marinelli*) quale si diressero in bicicletta verso Galliera. In rappresaglia per la morte del federale località Poggetto (S. Pietro in Casale) furo- Facchini; 16.9.1944 fucilazione dei parti-

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giani Roveno Marchesini*, Irma Pedrielli* fratelli Alfonso* e Vincenzo Vignoli* furo- e Ada Zucchelli*; 30.8.1944 fucilazione di no colpiti a morte. Restarono feriti Aldo 11 partigiani: Floriano Atti*, Renato Badiali*, Alfredo Castagnini*, Cesare Fio- Bentivogli*, Luciano Bracci*, Gaetano ri*, Davide Legnani*, Natale Turra*, Pie- Bussolari*, Arturo Garagnani*, Celestino tro Turra* e Primo Zanetti*. Sul luogo del- Garagnani*, Giocondo Musi*, Luciano l’eccidio fu murata una lapide con questo Nanni*, Agostino Pietrobuoni*, Alfonso testo: «Alla memoria dei fratelli/ Vignoli/ Sghinolfi*, Renato Sordi*, Cesare Zanasi*; Alfonso/ e Vincenzo/ barbaramente truci- 23.9.1944 fucilazione di 8 militanti del dati/ dalla canaglia fascista/ il 1° maggio PdA: Sario Bassanelli*, Sante Casell*, 1922/ i cittadini di Zola Predosa/ posero/ Arturo Gatto*, Mario Giurini*, Massenzio Addi 1° Maggio 1949». Nel 1947 furono Masia*, Armando Quadri*, Pietro arrestati i fascisti Dante Adolfo Broglia, Zanelli*, Luigi Zoboli*; il 30.9 (ma forse Cesare Carata, Adolfo Cassanelli, Giusep- anche il 2.10, se non il 3) fucilazione di pe Natalini, Vincenzo Natalini e Francesco Alberto Vegetti e Cesarino Rubini; 13 o Rubbi. Il 15.12.1948 furono processati, ma 14.10.1944 fucilazione di 14 partigiani 10 non si conosce l’esito del processo. [O] dei quali feriti (Nino Bordini*, Giovanni Borghi*, Alfonso Bagni*, Adelmo Brini*, Popolo, Il. Nel periodo di tempo che va Mario Guerra*, Romolo Menzolini*, dal discorso che don Luigi Sturzo tenne a Pietro Muratori*, Attilio Ottonelli*, Iliano Torino, il 22.12.1922, per difendere il PPI Pasciuti*, Luigi Rispoli*) e 4 medici o dall’ingerenza fascista, al congresso nazio- infermieri (Renato Moretti*, Sergio Giulio nale del partito, che si aprì il 12.4.1923 a Minozzi*, Ferruccio Terzi* e un medico Torino, tutti i quotidiani del trust cattolico disertore austriaco chiamato Willy) cattu- si schierarono a favore del regime fascista. rati nella chiesa di Cavina (Fognano – RA) Rimasto privo di una catena giornalistica e nell’ospedale di Brisighella (RA); 13 o che copriva l’intero territorio nazionale e 14.12.1944 fucilazione di 14 partigiani feri- che l’aveva sorretto nel 1919, quando era ti e di un medico disertore austriaco nato, il PPI decise - anche perché doveva (Arrigo Brini*, Giancarlo Cannella*, Fran- scontare l’opposizione de “L’Osservatore co Dal Rio*, Settimo Dal Rio*, Ardilio Romano” - di dare vita ad un quotidiano Fiorini*, Gian Luigi Lazzari*, Rossano proprio. Era inadeguato il contributo del Mazza*, Lino Panzarini*, Enrico Raimon- settimanale ufficiale del PPI “Il Popolo di*, Luciano Roversi*, Riniero Turrini*, nuovo”, che visse dal 18.6.1919 al Giorgio Zanichelli*, un partigiano sovietico 30.11.1924. Il 5.4.1923 - alla vigilia del di nome Nicolai, uno olandese e il medico congresso di Torino, che avrebbe sancito la austriaco) catturati nell’infermeria clande- rottura tra PPI e fascismo - a Roma comin- stina di via Duca d’Aosta 77 (oggi via ciò ad uscire “Il Popolo” diretto da Andrea Costa). Pare che siano stati oltre 170 Giuseppe Donati, uno dei più stretti colla- i partigiani fucilati al poligono. L’1.10.1945 boratori di don Sturzo. Del PPI non fu al poligono fu eseguita la condanna a morte l’organo ufficiale o ufficioso, ma il “porta- di Renato Tartarotti - uno dei più feroci cri- voce”. Divenne organo ufficiale il minali fascisti - inflittagli dal tribunale di 6.11.1925. Seguì sempre una chiara linea Bologna il 4.7 precedente. [O] antifascista e per questo fu osteggiato dai quotidiani del trust cattolico. Nel giugno Ponte Rivabella, Eccidio di. Nel pomerig- 1924 approvò l’Aventino; nel luglio intervi- gio dell’1.5.1922 a Ponte Rivabella (Monte stò Filippo Turati, aprendo alla sinistra ita- S. Pietro) fu organizzata una manifestazio- liana in funzione antifascista; nel novembre ne popolare per la Festa internazionale del condusse una dura campagna contro Italo lavoro. Una squadra di fascisti sparò nume- Balbo accusandolo di essere coinvolto nella rosi colpi di pistola contro i partecipanti. I morte di don Giovanni Minzoni e nel

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dicembre accusò il generale Emilio De politico e quello dell’ospedale da Giovanni Bono di essere uno dei responsabili del- Martini “Paolo”* con Ferruccio Magnani l’uccisione di Giacomo Matteotti. Donati “Giacomo”* commissario politico. Non subì dure persecuzioni, per sottrarsi alle entriamo nel merito dell’opportunità di quali il 12.6.1925 abbandonò l’Italia e allestire simili basi in città né intendiamo andò in esilio in Francia. Ha scritto approfondire il problema dei rapporti tra Gabriele De Rosa: «Il “Popolo” era seque- alleati e CUMER. Secondo alcune ricostru- strato tutti i giorni. Dal 5 giugno (1925) zioni storiche alla data del 7.11.1944 gli non era più fatto uscire nemmeno dalla alleati non avevano ancora anticipato il tipografia». Perché «vessato di continui contenuto del proclama Alexander. Secon- sequestri», ha scritto Stefano Jacini, e per- do altre avevano già fatto sapere quanto ché «privato dell’opera propulsiva del suo avrebbero detto ufficialmente il 13.11 con direttore», “Il Popolo” cessò le pubblica- l’annuncio radiofonico e cioè che l’avanza- zioni l’11.11.1925. Il 18.4.1926 il PPI diede ta alleata era in fase d’esaurimento. Alle ore vita al settimanale “L’Idea popolare” che 5,30 del 7.11 reparti delle Brigate nere, uscì sino al 17.10.1926. [O] della Feldendarmeria tedesca e di agenti B IBLIOGRAFIA. G. Donati, Scritti politici, a del Reparto d’assalto della polizia nel corso cura di G. Rossini, Roma, Cinque lune, di un rastrellamento scoprirono - pare 1956, 2 volumi di pp.CXXIX+402 e 537; Il casualmente - la base del Macello comuna- delitto Matteotti tra il Viminale e l’Aven- le. I partigiani, che si trovavano in 2 stabi- tino, a cura di G. Rossini, Bologna, Mulino, li, cominciarono a sparare con le armi leg- 1966, pp.1.039; G. De Rosa, Il Partito gere di cui erano armati. Le partigiane Rina popolare italiano, Bari, Laterza, 1969, Pezzoli* e Diana Sabbi*, fatte uscire dalla pp.339; S. Jacini, Storia del Partito popolare base per raccogliere informazioni sullo italiano, Napoli, Cultura editrice, 1971, schieramento attaccante, furono catturate pp.407; La terza pagina de Il Popolo, 1923- e non poterono rientrare. I fascisti tentaro- 1925, a cura di L. Bedeschi, Roma, Cinque no più volte di occupare gli stabili con lune, 1973, pp.460; “Il Popolo”, in O. assalti tanto furiosi, quanto infruttuosi. Il Majolo Molinari, La stampa periodica roma- primo partigiano a cadere fu Nello Casali* na dal 1900 al 1926, Roma, 1977, II vol, “Romagnino”, mentre i feriti erano curati pp.565-72. dal medico Luigi Lincei* “Sganapino”. Verso le 10 i tedeschi misero in postazione Porta Lame, La battaglia di. Nell’estate in via Carlo Alberto (oggi via don Minzoni) 1944 le brgg partigiane bolognesi allestiro- un cannone da 88 e una mitragliera pesan- no numerose basi in città, in previsione te a due canne. L’88 demolì uno dei due dell’insurrezione che avrebbe dovuto avve- stabili, per cui i partigiani dovettero rifu- nire secondo un piano approntato dal giarsi - meno 4 che caddero nella sortita - CUMER. La 7a brg GAP Gianni Garibaldi nell’altro che era seminterrato e quindi acquartierò 75 uomini negli stabili, parzial- meno esposto alle cannonate. Alle 15,30 mente demoliti dai bombardamenti, del dal fronte giunse un carro armato Tigre, il Macello comunale in via Azzo Gardino e cui cannone cominciò a demolire il secon- 230 nei locali dell’ex Ospedale Maggiore in do stabile. A questo punto Michelini - che via Riva di Reno (nell’area dove oggi sorge aveva assunto il comando, essendo rimasto il Palazzo dello sport). I reparti della 7a gravemente ferito Gualandi - decise di GAP erano stati rafforzati da partigiani abbandonare la base. Furono fatti tre grup- della 62a brg Camicie rosse Garibaldi e pi: il primo e il terzo di partigiani armati, il della 66a brg Jacchia Garibaldi scesi secondo di partigiani che trasportavano i dall’Appennino. Il reparto del Macello era feriti. Dopo avere gettato fumogeni, scese- guidato da Bruno Gualandi “Aldo”* con ro nel canale Cavaticcio - oggi interamente Lino Michelini “William”* commissario coperto - e risalirono la corrente verso via

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Roma (oggi via Marconi). Sulle due rive, direzione delle operazioni - il responsabile molto alte, si trovavano i fascisti i quali, tedesco della piazza di Bologna, Pagliani e grazie ai fumogeni e all’oscurità, non li Torri comandanti delle brigate nere. videro. Una volta giunti in piazza Umberto Secondo il questore i partigiani acquartie- I (oggi piazza dei Martiri), - dopo avere rati nell’ex Ospedale Maggiore attaccarono percorso via Marghera (oggi via Fratelli alle ore 23 ed erano un centinaio, mentre i Rosselli) - i partigiani eliminarono un posto fascisti avrebbero avuto 11 caduti e 2 i di blocco fascista e quindi si divisero in 4 tedeschi (ACS, MI, RSI, DGPS, b.9). Da gruppi. I feriti furono portati in alcune abi- un rapporto del commissariato di polizia tazioni private e quindi nell’infermeria par- della zona Galliera, in data 8.11, risulta che tigiana di via Duca d’Aosta 77 (oggi via i caduti fascisti sarebbero stati 18: 10 bri- Andrea Costa). Gli altri tornarono alle vec- gate nere: Otello Carnevali, Virgilio chie basi di partenza, alla periferia della Caviali, Luigi Danesi, Fernando Orlandi, città e nei comuni della provincia. Quasi Giuseppe Rossi, Adriano Solieri, Silvio alla stessa ora, i partigiani della base dell’ex Tosi, Achille Venturi, Fernando Villani e Ospedale Maggiore uscirono allo scoperto Antonio Zucchi; 5 militi della GNR: e attaccarono da retro lo schieramento Vittorio Avanzi, Werter Busi, Fran- nazi-fascista per consentire ai compagni, cesco Gisoti, Giancarlo Mazzetti, Ettore che ritenevano ancora accerchiati nell’ex Veronesi; 2 arditi della GNR: Ilario Flavio macello, di mettersi in salvo. I nazi-fascisti Gibellato e Duilio Prati; un agente di poli- si sbandarono e quando i partigiani pene- zia: Eliseo Zanasi (“Acta”, n.2, maggio- trarono nei locali semidemoliti li trovarono luglio 2004). Secondo l’Albo caduti e di- vuoti. Senza attendere il ritorno in forze spersi della Repubblica sociale italiana a dei nemici, i partigiani abbandonarono la Porta Lame sarebbe morto, a seguito di zona e rientrarono nelle vecchie basi. ferite, anche il milite Sergio Bettella, per un Quella di Porta Lame fu una delle più totale di 19. Non si conosce il numero dei grandi battaglie campali combattute in feriti. I tedeschi avrebbero avuto 15 morti Europa dai partigiani nel cuore di una e una ventina di feriti. I giornali clandesti- città. I partigiani ebbero, nei due scontri, ni della Resistenza - per motivi propagan- 12 morti e 15 feriti. I caduti sono: Oddone distici - scrissero che erano stati oltre 200 i Baiesi*, Oliano Bosi*, Nello Casali*, Enzo nazifascisti uccisi. [O] Cesari*, Ercole Dalla Valle*, Guido B IBLIOGRAFIA. 7 novembre, numero unico Guernelli*, John Klemlen*, Ettore Magli*, della 7a brigata GAP Gianni; A. Cucchi- Rodolfo Mori*, Alfonso Ricchi*, Alfonso ”Jacopo”, Bologna: Porta Lame: 7 novem- Tosarelli* e Antonio Zucchi*. Nel rappor- bre 1944, in “Tempi nuovi”, n.4, novembre to, in data 8.11, inviato al capo della polizia 1945, pp.3-13; “Jacopo” Aldo Cucchi, dal questore Fabiani, si legge che «in segui- Porta Lame, in Epopea partigiana, p.33; L. to a relazione fiduciaria» - leggi: delazione Michelini, La battaglia di Porta Lame, in - il 6 aveva disposto un attacco con 50 Storia dell’antifascismo italiano, p.296; R. uomini della polizia, 150 brigate nere e 50 Pezzoli, Le ragazze di Porta Lame, in Al di militi della gendarmeria tedesca, mentre qua della Gengis Khan, p.90; Cumer, I GAP «La Guardia Nazionale non si è presentata di Porta Lame, in Bologna è libera, p.129; R. all’adunata perché impegnata in un funera- Romagnoli “Italiano”, Una fuga ignominio- le». (Di solito la GNR, che all’epoca dispo- sa, in Bologna è libera, p.139; Battaglia (La) neva di oltre mille militi tra Bologna e di Porta Lame. 1944 - sette novembre - Imola, non partecipava ad operazione uni- 1970. XXV anniversario della Resistenza; tamente alle brigate nere). Alle 11 - prose- E. Cicchetti, Il campo giusto; Anniversario gue il questore - giunsero sul posto un (XXX) della battaglia di Porta Lame (7 reparto di SS e una compagnia della GNR. novembre 1944) e della Bolognina (15 Erano presenti - ma non si sa chi avesse la novembre 1944); R. Romagnoli, 50° Anni-

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versario della Battaglia di Porta Lame e del- Eugenio Belletti 10 anni di reclusione; An- la Bolognina; CUMER. Il “Bollettino mili- gelo Brini* 8 anni e 4 mesi; Guido Brini* tare” del Comando unico militare Emilia- 10 anni; Giuseppe Cardinali 7 anni e 6 Romagna (giugno 1944-aprile 1945), mesi; Giuseppe Caroli 7 anni e 6 mesi; pp.202-9; Garibaldi combatte a Porta Lame; Domenico Cesari 8 anni e 4 mesi; Inno- A. Preti (e altri), Porta Lame e le battaglie cenzo Cocchi 8 anni e 9 mesi; Francesco bolognesi dell’autunno 1944. Testimonian- Dall’Olio 11 anni e 8 mesi; Augusto Dovesi ze da p.939 a p.985 in RB5. 8 anni e 4 mesi; Pompeo Dovesi 9 anni, 8 mesi e 20 giorni; Adelmo Gollini 8 anni e 4 Portonovo, Scontro di. Nel 1920 nella pro- mesi; Alfonso Marchesi 7 anni e 6 mesi; vincia di Bologna si svolse una vertenza Ettore Martelli 7 anni e 6 mesi; Luigi agraria durata 10 mesi e conclusasi con il Martelli 7 anni e 6 mesi; Enea Modelli 10 Concordato Paglia-Calda. Durante l’agita- anni; Giuseppe Nanni 10 anni; Pietro zione si ebbero numerosi incidenti. Il Sangiorgi 6 anni e 3 mesi; Alfredo Sti- 9.8.1920 nella tenuta Forcaccio a Portono- gnani* 20 anni e 5 mesi; Aniceto Stignani vo (Medicina), in uno scontro tra lavorato- 10; Arturo Zini 7 anni e 6 mesi. Geltrude ri, si ebbero 4 morti e 5 feriti. Tre agenti Buttazzi fu amnistiata. Furono assolti: agrari (Gesù Ghedini e i fratelli Innocenzo Raffaele Buselli, Marino Lenzi, Ulisse Len- e Celestino Modelli di Ferdinando) e tre zi, Alfonso Mongardi, Arturo Nanni, Au- lavoratori (Roberto Poletti, Luigi Barbieri gusto Nanni, Attilio Poggi, Mario Poggi, e Nerina Vannini) erano intenti alla mieti- Mentore Tubertini, Emilio Zanetti (Corte tura, quando centinaia di braccianti entra- d’Assise di Bologna. 1922-1923, p.134). Il rono nell’azienda per sollecitarli a sospen- 3.12.1923 furono processati, con rito dere il lavoro e aderire allo sciopero. I tre abbreviato e difensore d’ufficio, i latitanti agenti agrari erano armati di fucili e rivol- Antonio Gubellini* e Luigi Poggi*. Ebbe- telle. Nella prima relazione del sottoprefet- ro 30 anni di reclusione Poggi e 25 Gu- to d’Imola, in data 9.9.1920, si legge che i bellini. Espatriarono clandestinamente e si dimostranti erano «armati di bastoni, van- recarono in URSS. Poggi perse la vita in un ghe, forcali, rivoltelle, fucili e altri stru- gulag, durante le purghe staliniste. Gubel- menti». In quella dell’11.9 non si parla di lini si stabilì in URSS. I fratelli Ettore e rivoltelle e fucili. Secondo il sottoprefetto i Luigi Martelli di Massimiliano, condannati manifestanti aggredirono Ghedini e gli a 7 anni e 6 mesi, sono persone diverse dai altri. Secondo la versione dell’altra parte, fratelli Ettore* e Luigi Martelli* di Ales- Poletti, Barbieri e i Modelli posarono le sandro che, nello stesso periodo, abitavano armi, pur rifiutandosi di interrompere il nella vicina Castel Guelfo di Bologna ed lavoro. Non altrettanto avrebbe fatto erano politicamente attivi in campo antifa- Ghedini. Dalle parole si passò ai fatti e si scista. I fratelli Filippo e Innocenzo ebbe uno scontro al termine del quale si Modelli (incerta è la presenza di Celestino) contarono 4 morti e alcuni feriti. Nella il 17.11.1921 fecero parte della squadra rissa persero la vita Ghedini, Poletti e fascista che entrò nell’abitazione del brac- Barbieri; restarono feriti i Modelli e la ciante socialista Ugo Morara* a Medicina, Vannini. Tra i braccianti si ebbero un lo trasportò in strada e l’uccise a colpi di morto e 2 feriti. La vittima era Celestino bastone. Anche se Morara non aveva par- Dovesi e i feriti Augusto Dovesi, padre di tecipato allo scontro di Portonovo, il Celestino, e Alfonso Marchesi. Furono 30.1.1923 la Corte d’Assise di Bologna arrestati 45 lavoratori, 33 dei quali rinviati amnistiò i due Modelli, riconoscendo che a giudizio per 3 omicidi e 3 tentati omicidi. quella e altre aggressioni erano fatte dai Il 12.11.1923 in Corte d’Assise comparve- «fascisti contro gli elementi sovversivi del ro 31 imputati perché 2 erano latitanti. Il luogo a titolo di ritorsione per il grave ecci- 30.11.1923 la corte emise questa sentenza: dio di Portonovo». A parere dei magistrati,

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i fascisti «andavano per le osterie in cerca cato come Augusto), Mario Martelli*, di comunisti (ma Morara era socialista) e Corrado Masina*, Domenico Rivalta*, dove ne trovavano li bastonavano» . Per Giovanni Roncarati*, Augusto Ronzani*. Il motivare l’amnistia, i magistrati - tre mesi processo contro tutti i responsabili non fu dopo la “marcia su Roma” - sostennero che celebrato perché il fascicolo giudiziario era era «incontestabile che i fatti vennero finito nell’ “armadio della vergogna”. [O] determinati esclusivamente da movente B IBLIOGRAFIA. G. Cenni, Imola sotto il ter- politico» e che «nei medesimi concorre rore della guerra; E. Gollini, Il vile massacro anche il fine nazionale» e che «i partiti dei 16 di Pozzo Becca, in “Resistenza oggi”, nazionali hanno svolto (quell’azione puniti- 1995, pp.51-2; M. Franzinelli, Le stragi va) per rintuzzare, anche fino alle estreme nascoste, Mondadori, Milano, 2002, p.165. conseguenze, l’attività dei sovversivi». Nella motivazione il magistrato scrisse che Pradellino di Casigno, Eccidio di. il provvedimento di amnistia emesso dal L’1.10.1944, alle ore 18, i tedeschi fucilaro- governo il 22.12.1922 - e da lui applicato - no per rappresaglia un’anziana colona, le era stato scritto «secondo la concezione sue 4 figlie e una vicina di casa in località fascista» (Corte d’Assise di Bologna. 1922- Pradellino di Casigno (Castel d’Aiano). 1923, pp.134 e seguenti). Il 14.7.1944 Ce- Dopo il massacro diedero fuoco all’abita- lestino Modelli fu giustiziato dai partigiani zione. Non si conoscono le ragioni dell’ec- perché aderente alla RSI. Ghedini - a diffe- cidio. Le vittime sono: Alfonsa Benassi* renza di Barbieri e Poletti - figura nell’elen- detta Alfonsina, Leonilde Bertuzzi* detta co dei caduti della “rivoluzione fascista” (I Gilda, Anna Verardi*, Cesira Verardi*, martiri del fascismo bolognese, p.10). [O] Cleofe Verardi* ed Elena Verardi*. [O]

Pozzo Becca, Eccidio del. Il 12.4.1945, Pro Patria et Rege. Negli ultimi mesi del due giorni prima della liberazione, le briga- 1917, dopo la rivoluzione sovietica e la re nere di Imola e un reparto di SS prele- rotta di Caporetto, i partiti di centro-destra varono numerosi prigionieri dalle carceri di Bologna decisero di costituire un orga- della Rocca e ne uccisero 16, dopo averli a nismo unitario capace di coordinare e diri- lungo torturati. I cadaveri finirono nel gere l’azione politica contro il PSI. Nacque pozzo dello stabilimento ortofrutticolo la Pro Patria et Rege alla quale aderirono Becca, in via Vittorio Veneto. I resti delle tutti i partiti di centro-destra, ad eccezione vittime furono ricuperati qualche giorno di quello cattolico. Lo schieramento anda- dopo la liberazione di Imola. Il maggiore va dai repubblicani ai nazionalisti. Della I.C. Ried, della polizia militare inglese, presidenza di quest’organizzazione - che si dopo avere diretto il ricupero delle salme sciolse un anno dopo, con il ritorno della disse: «Non ho mai visto in vita mia uno pace - facevano parte conservatori come spettacolo così orrendo. È incredibile che Giuseppe Tanari e Carlo Bianchi, modera- tanta crudeltà possa esistere in esseri ti come Enrico Pini ed esponenti democra- umani». Il 13.2.1948 la Corte d’Assise spe- tici come Luigi Silvagni*, Eugenio Jac- ciale di Bologna condannò a 30 anni di chia*, Alessandro Lanfranchi e Pietro reclusione Pietro De Vito e Delendo Nenni. Presidenti furono Jacchia e Sil- Vassura, riconosciuti colpevoli dell’eccidio. vagni. [O] Le vittime sono: Bernardo Baldazzi*, Dan- Bibliografia: N.S. Onofri, La grande guerra te Bernardi*, Gaetano Bersani*, Duilio nella città rossa. Broccoli*, Antonio Cassani*, Guido Fac- chini*, Mario Felicori*, Paolo Filippini*, Pro Rastrellati, (Pro-Ra). Non si conosce il Cesare Gabusi* (in alcuni elenchi è citato numero esatto degli italiani rastrellati dai come Cesare Galassi), Secondo Grassi*, tedeschi nel 1944 e deportati in Germania Ciliante Martelli* (in alcuni elenchi è indi- per il lavoro coatto. Spesso, durante il tra-

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sferimento, questi deportati sostavano per imputati - quasi tutti dovevano rispondere un periodo più o meno lungo alle Caserme del reato di appartenenza a banda armata - rosse di Bologna, nei pressi dell’Ippo- erano Vincenzo Baccaro*, Federico Ben- dromo, oggi via di Corticella. Da una testi- fenati*, Otello Bonvicini*, Salvatore Ca- monianza di don Giulio Salmi* risulta che bras*, Angela Calari, Gino Corsini, Er- tra il giugno e l’ottobre 1944 dalle Caserme manno Ermini, Alfredo Fanti*, Albino Ga- rosse transitarono circa 35 mila rastrellati. iani, Ildebrando Gaudenzi, Carmelo Gre- Don Salmi nel febbraio era stato nominato gorio*, Cesarino Gruppi*, Pietro Gruppi*, cappellano delle Caserme rosse, un campo Ruggero Malossi*, Gaetano Minelli, Gu- gestito dall’esercito tedesco e dalla GNR. glielmo Minelli, Ampelio Nanni, Mario Con la collaborazione di alcune suore, di Paganini*, Giuseppe Poggi*, Amalia Poz- crocerossine e di volontari don Salmi orga- zi, Amedeo Simili*, Giorgio Simili, Paolina nizzò una rete di assistenza chiamata Pro Simili*, Alessandro Ventura*, Ercole rastrellati, abbreviato in Pro-Ra. Con l’ap- Venturi*, Amleto Villa, Domenico Zanetti. poggio di numerose organizzazioni della Al termine del processo furono condanna- curia, la Pro-Ra garantì l’assistenza morale ti a morte e fucilati il 18.4 Benfenati, e materiale a tutti i rastrellati, provvedendo Bonvicini, Cabras, Cesarino e il fratello anche a tenere i contatti con le famiglie. In Pietro Gruppi, Ventura. Ebbero l’ergasto- settembre la gestione delle Caserme rosse lo Baccaro, Paganini, Poggi e Amedeo fu assunta dalle SS tedesche e il 9.10 don Simili. Pene minori ebbero Corsini 10 anni, Salmi, dopo essere stato a lungo minaccia- Fanti 10 anni, Malossi 10 anni, Paolina to, fu cacciato. Il 12 un bombardamento Simili 10 anni, Venturi 15 anni. Furono aereo spianò il campo. Dopo di allora i assolti Calari, Ermini, Gaiani, Gaudenzi, rastrellati furono spostati nella caserma del Gregorio, Gaetano e Guglielmo Minelli, 3° artiglieria a Porta S. Mamolo. In occa- Nanni, Pozzi, Giorgio Simili, Villa e sione del Natale 1944 la Pro-Ra distribuì Zanetti. [O] oltre 2 mila pacchi. [O] B IBLIOGRAFIA. Cuore 1944, a cura di C. Proclama di Alexander. Nell’agosto 1944 - Gabrielli Rosi e S. Mariani, Lucca, 1975, subito dopo la liberazione di Firenze - il pp.XXII+422; L. Aquilano, 1944. “Ven- CUMER predispose un piano insurrezio- gono i tedeschi ci prendono in casa...”; G. nale che sarebbe dovuto scattare in conco- Salmi, Tra i rastrellati delle Caserme rosse, mitanza con l’avvicinarsi delle truppe allea- pp.308-10, in La cupola fra le torri. te alle città dell’Emilia-Romagna. Gli ingle- si dell’VIII armata, che risalivano la costa Processo alla brigata Matteotti città. Si adriatica, una volta giunti a Rimini avreb- può informalmente definire così il proces- bero dovuto proseguire verso Ravenna e so che dal 12 al 17.4.1945 fu celebrato verso Forlì. Gli americani della 5a armata davanti al Tribunale straordinario di guer- avrebbero dovuto puntare da Firenze verso ra di Bologna, perché tra gli imputati vi Bologna ed Imola. Sia pure con fatica, gli erano Otello Bonvicini* comandante della americani superarono il crinale appennini- brg Matteotti città e alcuni membri di que- co, dopo avere sfondato da Linea Gotica, sta formazione. Solo quando saranno dis- ma ai primi di ottobre si fermarono a poco ponibili le carte del processo - ancora meno di una ventina di chilometri da coperte dai vincoli di legge - sarà possibile Bologna. Nello stesso tempo gli inglesi ral- capire come fu istruito e perché furono lentarono la marcia verso Ravenna e Forlì. messi sullo stesso piano partigiani, cittadi- Il CUMER - secondo alcune versioni ni che partigiani non erano e persone di sarebbe stato avvertito che l’avanzata non specchiata moralità. Fu subito chiaro sarebbe stata interrotta, mentre non sareb- che lo scopo principale del processo era be stato informato, secondo altra versione - quello di gettare fango sulla Resistenza. Gli continuò a mantenere in atto il piano insur-

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rezionale, con grave pericolo per le forma- intervenire a mutare il corso della campa- zioni partigiane che, sin dall’estate, aveva- gna invernale (spontanea ritirata tedesca no cominciato ad ammassarsi in città. per influenza di altri fronti), i patrioti siano Alcune basi furono scoperte e si ebbero i preparati e pronti per la prossima avanzata. sanguinosi scontri all’università il 20.10, a 8) Il generale Alexander prega i capi delle Porta Lame il 7.11 e alla Bolognina il formazioni di portare ai propri uomini le 15.11. Il mistero dell’improvviso arresto sue congratulazioni e l’espressione della dell’avanzata americana e della lenta mar- sua profonda stima per la collaborazione cia degli inglesi fu chiarito il 13.11 quando offerta alle truppe da lui comandate duran- “Italia combatte” - la stazione radio del te la scorsa campagna estiva». Il generale comando anglo-americano in Italia - tra- H.G. Alexander era il comandante supre- smise questo proclama: «Patrioti! La cam- mo delle truppe alleate nel Mediterraneo. pagna estiva, iniziata l’11 maggio e condot- Le ragioni della grave decisione di sospen- ta senza interruzione fin dopo lo sfonda- dere le operazioni per tutto il periodo mento della linea gotica, è finita: inizia ora invernale vanno ricercate nei contrasti esi- la campagna invernale. In relazione all’a- stenti tra i governi inglese e americano a vanzata italiana, nel periodo trascorso, era proposito della conduzione della guerra in richiesta una concomitante azione dei Italia. Per gli americani e l’URSS quello ita- patrioti: ora le piogge e il fango non posso- liano era un fronte secondario e lo sforzo no non rallentare l’avanzata alleata, e i maggiore doveva essere fatto in Francia, patrioti devono cessare la loro attività pre- per mirare al cuore della Germania. Per gli cedente per prepararsi alla nuova fase di inglesi, quello italiano era un fronte impor- lotta e fronteggiare un nuovo nemico, l’in- tantissimo. Dalla penisola si sarebbe dovu- verno. Questo sarà duro, molto duro per i to fare uno sforzo per raggiungere Trieste patrioti, a causa delle difficoltà di riforni- in autunno e passare in Austria prima del- menti e di viveri e di indumenti: le notti in l’arrivo dell’Armata rossa. Il punto di vista cui si potrà volare saranno poche nel pros- americano prevalse e quello italiano diven- simo periodo, e ciò limiterà pure la possi- ne un “fronte dimenticato”. I dirigenti bilità di lanci; gli alleati però faranno il pos- della Resistenza appresero questa decisio- sibile per effettuare i rifornimenti. In con- ne dalla radio, così come l’appresero i nazi- siderazione di quanto sopra esposto il fascisti, i quali ora sapevano con certezza generale Alexander ordina le istruzioni ai che avevano molti mesi di tregua, durante i patrioti come segue: 1) Cessare le opera- quali avrebbero potuto rivolgere tutte le zioni organizzate su larga scala. 2) energie contro l’esercito partigiano per Conservare la munizioni ed i materiali e distruggerlo. I mesi di novembre e dicem- tenersi pronti a nuovi ordini. 3) Attendere bre furono molto drammatici per la nuove istruzioni che verranno date a mezzo Resistenza a Bologna - Forlì e Ravenna, radio “Italia combatte” o con mezzi specia- anche se tardi, furono liberate - perché il li o con manifestini. Sarà cosa saggia non dispositivo insurrezionale andava sì smon- esporsi in azioni troppo arrischiate; la tato, ma non distrutto, anche se il compito parola d’ordine è: stare in guardia, stare in più difficile era quello di fare uscire dalla difesa. 4) Approfittare però ugualmente città le centinaia di partigiani che vi erano delle occasioni favorevoli per attaccare entrati in previsione dell’insurrezione. Dal tedeschi e fascisti. 5) Continuare nella rac- momento che non potevano risalire in colta delle notizie di carattere militare con- montagna - perché l’Appennino era stato cernenti il nemico; studiarne le intenzioni, quasi completamento liberato dagli alleati - gli spostamenti, e comunicare tutto a chi di i partigiani furono dispersi nella pianura, dovere. 6) Le predette disposizioni posso- una zona poco adatta per la guerriglia e no venire annullate da ordini di azioni par- dove, tra l’altro, era dislocato il grosso delle ticolari. 7) Poiché nuovi fattori potrebbero truppe tedesche. L’operazione “pianurizza-

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zione” riuscì, ma il costo umano fu altissi- versitari l’obbligo del giuramento di fedel- mo. Del proclama - reso noto nel modo più tà al re e allo Statuto, anche se, nella realtà, inopportuno - si può dire almeno una cosa: i professori giuravano di non appartenere è un testo ingenuo che dimostra la poca alla massoneria. Il colpo di grazia, con la conoscenza che gli ufficiali dello stato mag- resa della quasi totalità del corpo insegnan- giore alleato avevano in tema di guerriglia. te, fu dato con il decreto del 28.8.1931, Numerose le spiegazioni date a posteriori. n.1.127, dal titolo «Disposizioni sull’istru- Secondo alcuni fu un tentativo, non riusci- zione superiore», pubblicato sulla “Gaz- to, di liquidare la Resistenza. Secondo altri, zetta del regno” dell’8.10.1931, n.233. il frutto dell’ingenuità di un cappellano Ispirato da Gentile e preparato dal mini- militare, al quale sarebbe stato affidato il stero dell’Istruzione Balbino Giuliano, era compito di scriverlo. Il comando generale composto di 90 articoli. Il 18° recita: del CVL, il 2.12.1944, emanò una circolare «Giuro di essere fedele al Re, ai suoi Reali per invitare i comandi partigiani a non successori e al Regime fascista, di osservare tenere conto del proclama e a proseguire lo lealmente lo Statuto e le altre leggi dello sforzo militare, anche se l’insurrezione era Stato, di esercitare l’ufficio di insegnante e stata rinviata alla primavera. [O] adempiere tutti i doveri accademici col proposito di formare cittadini operosi, Professori antifascisti espulsi dall’univer- probi e devoti alla Patria e al regime fasci- sità. La fascistizzazione della scuola e del sta. Giuro che non appartengo ne appar- mondo della cultura - iniziata con la pub- terrò ad associazioni o partiti, la cui attivi- blicazione del “Manifesto degli intellettua- tà non si concilia con i doveri del mio uffi- li del Fascismo”, redatto a Bologna il cio». All’inizio dell’anno accademico 1931- 21.5.1925, al termine del Convegno per la 32, quando i 1.225 cattedratici universitari cultura fascista - si concluse nel 1931, furono invitati a firmare un modulo, con il quando i professori universitari furono testo dell’art.18, solo 12 non si piegarono costretti a giurare fedeltà al regime. all’imposizione e rinunciarono all’insegna- Parlando al secondo Congresso nazionale mento. Altri, non molti anche se non si degli istituti di cultura fascista, il conosce il numero esatto, chiesero di esse- 21.11.1931, Giovanni Gentile disse: «L’in- re collocati anticipatamente a riposo. tellettuale sbandamento, ecco finalmente, All’interno del mondo cattolico prevalse grazie all’art.18 del Decreto di agosto l’orientamento favorevole al giuramento, sull’Istruzione superiore, sparisce dalle anche se alcuni docenti si sottomisero con nostre università, dove rimase sino a ieri “riserva mentale”, secondo l’indicazione di annidato, e la pace necessaria al lavoro padre Agostino Gemelli. Il 14.12.1931 torna nella scuola». Molto compiaciuto “L’Osservatore romano”, pur invitando i aggiunse: «Il fascismo ha vinto e l’Italia è cattolici a giurare, scrisse che esisteva una tutta fascista». Una pesante cappa di piom- notevole differenza tra il giuramento allo bo calò sulla scuola e sul mondo universi- stato e quello per l’insegnamento universi- tario, all’interno del quale molti Maestri tario «Come appare evidente dalla lettura erano riusciti a tenere accesa la fiamma delle due formule». «Per dissipare del della libertà e conservare una certa autono- resto qualsiasi dubbio» - aggiunse - «baste- mia dal regime, nonostante i ripetuti prov- rà osservare che il contesto medesimo della vedimenti liberticidi del governo fascista. Il formula del giuramento, mettendo sullo primo, risalente al 24.12.1925, prevedeva stesso piano il Re e i suoi Reali successori e l’allontanamento di tutti i funzionari stata- il Regime fascista, mostra con sufficiente li - insegnanti compresi - che si fossero chiarezza che l’espressione “Regime fasci- posti «in condizioni di incompatibilità con sta” può e deve nel caso presente aversi per le generali direttive politiche del governo». equivalente all’espressione “Governo dello Due anni dopo fu esteso ai professori uni- Stato”. Ora al Governo dello Stato si deve,

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secondo i principi cattolici, fedeltà e obbe- libero docente di patologia medica; Ignazio dienza, salvi s’intende, come in qualunque Brunelli*, libero docente di diritto costitu- giuramento richiesto ai cattolici, i diritti di zionale; Nino Samaja*, libero docente di Dio e della Chiesa». La decisione del patologia medica. Luigi Silvagni*, ordina- governo fascista suscitò la protesta dei rio di patologia medica dimostrativa, pare docenti universitari di tutte le nazioni che sia andato in pensione anticipatamente democratiche. Voti di solidarietà con gli per evitare il giuramento. Fiero oppositore insegnanti universitari italiani furono del fascismo sin dall’inizio del regime e fir- espressi negli atenei inglesi, francesi, spa- matario nel 1925 del manifesto di Bene- gnoli, svizzeri, tedeschi, belgi e americani. detto Croce contro la dittatura, Nigrisoli, «L’Ateneo italiano è condannato a morte come scrisse in seguito, decise di compiere nel confronto di tutti gli altri», così scrisse, «nessun atto, né segno di adesione mia al il 15.10.1931, “La Libertà” di Parigi. E si fascismo» perché il significato della sua chiese: «Prevarrà nei Maestri il bisogno «vita (era) di puro ospedale e di scuola». Il spirituale, ormai fatto una seconda nobilis- 15.12.1931 il ministro dell’istruzione gli sima natura, di comunicare coi giovani, di comunicò che era stato rimosso dall’inse- addestrare i giovani alla scienza e alla vita, gnamento per essersi «col rifiuto del giura- a prescindere anche da qualunque angusto mento messo in condizioni di incompatibi- calcolo di interesse o di carriera? O, per lità con le direttive politiche generali del contro, prevarrà l’idea che non c’è insegna- governo». Nigrisoli ha scritto della sua mento efficace presso i giovani che quello destituzione nel saggio Parva. Perché e che si accompagna con l’esempio della come fui clinico e dopo dodici anni deposto, vita?». Il 10.12.1931 il giornale pubblicò il in “Fatti e teorie” n.3, 1948. (Il saggio è primo incompleto elenco dei docenti che stato ristampato dalla Clueb nel 2001). non si erano piegati. Scrisse: «Onore a que- Cavazza motivò il suo gesto in una lettera al gli eroi e veri martiri della libertà di rettore Alessandro Ghigi, nella quale, tra coscienza che anzi di giurare hanno prefe- l’altro, si legge: «Sono profondamente ad- rito abbandonare le loro cattedre e affron- dolorato di non poter aderire all’invito per tare il destino di miseria e di persecuzione uno scrupolo morale (forse) di coscienza, che è il loro retaggio. Rispetto anche a tanto più, com’è noto alla S.V., io non mi quelli che, vincolati con vincoli di carne, sono mai occupato di politica né ho mai alla loro scienza, ai loro gabinetti, alla gio- fatto atto contrario alle direttive delle ventù che li circonda, hanno creduto di Superiori Autorità. Ben al contrario, in poter risolvere il conflitto con leali dichia- passato ed ora, ho creduto sempre dovero- razioni che essi restano quello che sono, so il mettere a servizio del mio Paese quel quelli che furono, ributtando sul fascismo pochissimo di attività e di conoscenze tec- la odiosità e la vergogna di un giuramento niche che in alcuni campi possiedo e ciò domenicano che non può avere un conte- col solo intendimento di dare un piccolo nuto di obbedienza perché incivile e contributo all’opera di utilità comune. Non impossibile. Noi non possiamo neppure mi credetti mai autorizzato dalla mia inveire irrispettosamente contro gli altri coscienza a legarmi ad un partito politico che hanno subìto l’onta. Sotto la tirannide, (e naturalmente ho sempre aborrito ogni la vita è così complicata! Le responsabilità società segreta), perché per promettere la della coscienza individuale così terribili! Il propria fedeltà non solo di atto, ma anche nostro odio e il nostro disprezzo è tutto per di pensiero, bisogna essere profondamente il fascismo, questo mostro estraneo alla sicuri di sé». Aggiunse di avere rifiutato la civiltà moderna». A Bologna non giuraro- tessera del PNF sin dal 1923, quando gli fu no Bartolo Nigrisoli*, ordinario di clinica offerta. In occasione dell’inaugurazione chirurgica generale; Filippo Cavazza*, libe- dell’anno accademico 1932-33, il rettore ro docente di zoologia; Antonio Gnudi*, Ghigi, parlando dei docenti che avevano

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cessato l’insegnamento - per i motivi più sario straordinario del sindacato dei medi- diversi - così liquidò il caso Nigrisoli: «...ci ci di Bologna e il 13.7 quando fu nuova- ha pure volontariamente lasciato il prof. mente invitato da Armando Businco*, pre- Bartolo Nigrisoli, ordinario di Clinica side della facoltà di medicina. [O] Chirurgica». Il mensile bolognese “L’Uni- B IBLIOGRAFIA. B. Nigrisoli, Parva. Perché e versità Italiana”, diretto da Pietro Alber- come fui clinico e dopo dodici anni deposto, in toni e Raffaele Gurrieri, dopo avere pub- “Fatti e teorie”, n.2, p.17, 1948; F. Ca- blicato l’elenco dei 12 cattedratici italiani vazza, H. Goets, Il giuramento rifiutato. I che non avevano giurato, così scrisse: docenti universitari e il regime fascista, Firen- «Non facciamo commenti al provvedimen- ze, La Nuova Italia, Firenze 1999, pp.314; G. to; ognuno ha già fatto il suo. Notiamo solo Boatti, Preferirei di no, Le storie dei dodici che fra gli usciti sono Uomini di alto valo- professori che si opposero a Mussolini, Torino, re, veri, provati patrioti, fedeli alla Casa Einaudi, 2000, pp.336; B. Nigrisoli, Parva. Regnante». (“L’Università italiana”, n.3, Perché e come fui nominato clinico e dopo marzo 1932, pp.61-2). Si trattò di un gran- dodici anni deposto; La cattedra negata: dal de atto di coraggio, se si considera che giuramento di fedeltà al fascismo alle leggi raz- Leandro Arpinati - ministro dell’Interno e ziali nell’Università di Bologna. principale esponente del fascio bolognese - aveva diffidato i docenti bolognesi a espri- Professori ebrei espulsi dall’università di mere la loro solidarietà a Nigrisoli. Il do- Bologna nel 1938. Sono poco più di 50 i cente che gli successe nella cattedra poté professori ebrei espulsi dall’università di pronunciare il suo nome - nel discorso Bologna nell’anno accademico 1938-39, a inaugurale dei suoi corsi - dopo avere chie- seguito dell’entrata in vigore della cosid- sto il permesso a Mussolini. I presenti, detta legislazione per la “difesa della quasi tutti studenti, acclamarono a lungo il razza”. Il numero esatto non è noto perché grande clinico. Dopo la Liberazione, i non esiste o non si trova - ammesso che sia docenti allontanati furono invitati a ripren- stato fatto - un elenco completo negli dere l’insegnamento. Il 3.7.1945 il rettore archivi universitari. Così come non esiste Edoardo Volterra* inviò questa lettera a quello dei docenti riammessi all’insegna- Samaja: «Ho il piacere di comunicarle che mento dopo il 1945. Di sicuro si sa che, tra il Ministero della Pubblica istruzione, da gli espulsi, vi erano 11 cattedratici, 3 pro- me interessato per la regolarizzazione della fessori onorari e uno emerito. Non è noto il Sua posizione di Libero docente presso numero esatto degli assistenti - sia di ruolo questa R. Università, ha risposto che consi- sia volontari - e dei liberi docenti. Per dera come dovuto a cause di legittimo accertare, sia pure presuntivamente, il impedimento il periodo in cui Ella si è numero dei docenti ebrei allontanati dall’a- allontanato dall’Università e la conseguen- teneo, abbiamo usato un metodo empirico te mancanza di attività didattica, in quanto di ricerca, ma di discreta affidabilità: quel- Ella fu costretta a ciò per motivi politici e lo della semiticità dei cognomi. Dal volume per non prestare il giuramento al governo R. Università di Bologna, Annuario 1937- fascista. Poiché la Sua abilitazione risulta 38, XVI, II dell’Impero abbiamo estratto già confermata, Ella potrà senz’altro ri- tutti i nomi tipici degli ebrei. Abbiamo prendere lo svolgimento dei corsi liberi». quindi verificato quanti di questi non figu- Le lettere inviate ai docenti erano diverse rano più nell’annuario del 1938-39. Da nella forma, ma uguali nella sostanza. A questa prima ricerca abbiamo ricavato una causa dell’età - aveva 86 anni - Nigrisoli sessantina di nomi, dei quali abbiamo fatto non accettò la carica di rettore, alla quale ricercare le cartelle personali nell’archivio era stato designato dal CLN, né riprese universitario. Le cartelle ritrovate e consul- l’insegnamento. Declinò l’offerta il tate sono state circa una cinquantina. Ci 7.5.1945, quando gli fu rivolta dal commis- resta comunque il dubbio di non essere

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riusciti a censire tutti i docenti ebrei espul- disposizioni, Vi informo che con il 16 corr. si dall’ateneo. Per conoscere la dimensione Siete sospeso dall’Ufficio di Assisten- esatta di quest’avvenimento politico-cultu- te (seguiva la qualifica), presso (seguiva la rale - indegno di un paese civile - occorre- facoltà), a Voi affidato. Vi ringrazio per la rebbe una ricerca a fondo negli archivi Vostra opera e Vi porgo il mio saluto». Ai delle varie facoltà. In ogni caso, pur essen- liberi docenti fu inviata una lettera nel giu- do consapevoli dei limiti della nostra ricer- gno 1939, ma con valore retroattivo al ca, riteniamo di avere individuato la stra- 14.12.1938. Nella missiva - uguale per tutti, grande maggioranza dei perseguitati. Senza firmata dal rettore e con l’indicazione del- rifare qui la storia della legislazione antise- l’oggetto: “Decadenza dall’abilitazione alla mita in Italia, va ricordato che il 14.7.1938 libera docenza” - si leggeva: «Per disposi- fu pubblicato il “Manifesto della razza” e zione del Ministero dell’Educazione che il 6.10 il Gran consiglio del fascismo Nazionale Vi comunico che in applicazione rese nota una dichiarazione programmatica dell’art.8 del R.D.L. 15 novembre 1938- che dava una veste politico-culturale alle XVII, n.1779, e dell’art.8 del R.D.L. 17 persecuzioni antiebraiche. In base a quella novembre 1938-XVII, n.1728, con D.M. dichiarazione furono preparate numerose 14 marzo 1939-XVII, siete stato dichiarato leggi, l’ultima delle quali è del 1944. In decaduto dall’abilitazione alla libera do- base al documento del 6.10 e ad un annun- cenza in (seguiva l’indicazione della mate- cio del governo del 3.9 - ma senza attende- ria), con effetto dal 14 dicembre 1938- re le prime leggi che portano la data del 15 XVII». Il provvedimento contro gli inse- e 17.11.1938 - il rettore dell’università di gnanti ebrei ebbe gravi conseguenze sul Bologna, Alessandro Ghigi, decise di piano didattico - perché furono allontanati espellere immediatamente i professori docenti di grande valore - e su quello per- ebrei. Il 14.10 inviò agli 11 professori ebrei sonale. Terribili i traumi psicologici subiti titolari di cattedra una lettera - uguale per da molti docenti per la perdita, a un tutti - di questo tenore: «In seguito alle di- tempo, della cattedra, di vecchie e consoli- sposizioni a Voi già note, Vi comunico che date abitudini e di fraterne amicizie. con la data del 16 corr. Dovrete sospende- Particolarmente colpiti quelli che professa- re la Vostra attività presso questa universi- vano sentimenti di fede fascista. Il rettore tà. Vi ringrazio per l’opera scientifica e Ghigi - certamente il più fascista e il più didattica svolta in questo Ateneo e Vi razzista, tra i rettori italiani - liquidò la porgo il mio saluto». Ai cattedratici fu vicenda in poche parole nella relazione inviata una seconda lettera, anche questa inaugurale dell’anno accademico 1938-39. uguale per tutti, il 7.12.1938, con l’indica- Il paragrafo dedicato ai “Collocamenti a zione dell’oggetto: “Dispensa dal servizio”. riposo e trasferimenti” terminava così: «I Iniziava così: «Il Superiore Ministero recenti provvedimenti a tutela della razza, comunica che con provvedimento in corso, rendono vacanti altre 11 Cattedre, alle ai sensi dei RR.DD.LL. 15 novembre 1938 quali sarà provveduto entro breve termi- XVII, n.1779, e 17 Novembre 1938 XVII, ne». Su uno degli atti più vergognosi della n.1728, siete dispensato dal servizio a quasi millenaria storia della scuola bolo- decorrere dal 14 dicembre 1938, XVII». gnese non una parola. Atteggiamento, que- La lettera proseguiva elencando le pratiche sto, comune a tutti i docenti non ebrei i burocratiche da espletare, i documenti da quali accettarono il provvedimento senza presentare e i diritti che restavano agli apparente imbarazzo. Una sola voce si levò ebrei, compreso quello alla pensione. Il pubblicamente contro i provvedimenti raz- 15.10.1938 gli assistenti ricevettero una let- ziali, quella di Raffaele Gurrieri*, libero tera con questo oggetto: “Cessazione d’Uf- docente di medicina legale. Iniziando la ficio”. Firmata dal rettore ed uguale per relazione, Ghigi aveva detto: «L’Anno tutti, diceva: «In adempimento alle note Accademico che si inaugura oggi, sorge in

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un’atmosfera di gloria e di trionfo, nella dell’ateneo: Cattedratici. Tullio Ascarelli*, quale campeggia la figura del DUCE con- Alberto Mario Camis*, Gustavo Del quistatore della Pace Romana, fondata Vecchio*, Emanuele Foà*, Guido Horn sulla giustizia e garantita da un popolo in d’Arturo*, Beppo Levi*, Rodolfo Mondol- armi, cui il Fascismo ha ridato la gioia e la fo*, Maurizio Pincherle*, Beniamino Se- gloria di sentirsi italiano». Aveva anche gre*, Giulio Supino*, Edoardo Volterra*. detto che il «problema di politica interna Onorari e emeriti. Leone Bolaffio*, Gior- che maggiormente interessa il regime in gio Del Vecchio*, Iginio Benvenuto Supi- questo momento è quello delle razze, inte- no*, Cesare Vivante*. Incaricati. Maurizio so a salvaguardare l’integrità della stirpe Korach*, Giorgio Tedesco*, Gino Usi- dalle deprecabili mescolanze che potrebbe- glio*. Assistenti. Augusta Algranati*, Giu- ro verificarsi con razze inferiori». Ghigi era lio Levi*, Silvano Mondolfo*, Franco un noto ornitologo divenuto famoso per gli Mortara*, Marco Oppenheim*, Carlo Pira- studi sulla validità dell’ibridismo per il ni*, Gino Sacerdote*, Tullio Samaja*, miglioramento delle razze animali. Nel giu- Pierina Scaramella*, Assistenti volontari. gno-luglio 1945 il rettore Edoardo Volter- Fausto Finzi*, Italo Finzi*, Nella Formig- ra* - un cattedratico espulso nel 1938 per- gini*, Luigi Giuseppe Jacchia*, Giorgio ché ebreo e nominato a quella carica dal Morpurgo*, Carmelo Perna*. Liberi do- CLN e dall’AMG, in attesa di nuove ele- centi. Nino Vittorio Bedarida*, Carlo zioni - reintegrò nell’insegnamento i do- Bernheimer*, Ezio Bolaffi*, Renato Coen centi allontanati. A tutti fu inviata una let- Pirani*, Caterina Desylla*, Aldo Formig- tera personale, con la sola comune indica- gini*, Riccardo Fuà*, Massimiliano Gor- zione dell’oggetto: “Riassunzione in servi- tan*, Gino Laschi*, Alda Levi*, Silvio zio”. Tra le tante - simili nella sostanza - Magrini*, Salomone Morpurgo*, Vittorio riproduciamo quella inviata a Tullio Neppi*, Angelo Piazza*, Cesare Rimini*, Ascarelli* a S. Paolo (Brasile), dove si era Alfredo Terni*, Scipione Treves*, Nerina trasferito per insegnare in quell’università. Vita*. Nell’elenco non figura Siegfried Il testo: «Mi è gradito comunicarle che il Samuel David (che nel dopoguerra si natu- Ministero della Pubblica Istruzione - ralizzò come Sante David) nato in Direzione Generale Istruzione Superiore - Germania e libero docente di lingua tede- con disp. 12944 del 12 corr. ha disposto la sca, perché il suo contratto si era concluso Sua riassunzione in servizio quale ordina- il 31.5.1938. Non essendogli stato rinnova- rio di Diritto Commerciale presso questa to prima dell’ottobre 1938, per ragioni R. Università. Apprendo con vivissimo pia- burocratiche, non fu esonerato. Per questo cere tale provvedimento e mi auguro che - quando tornò a Bologna, dopo avere tra- Ella possa presto raggiungere questo scorso alcuni anni nei campi di concentra- Ateneo al quale sono certo darà, come mento tedeschi - nei suoi confronti non sempre ha dato, fama e lustro col suo alto e furono applicati i provvedimenti di sanato- prezioso insegnamento». Non fu agevole ria predisposti dal governo. Riprese l’inse- rintracciare tutti i docenti ebrei, molti dei gnamento l’1.11.1945. Nell’elenco non quali avevano subìto dure persecuzioni figurano Giulio Faldini aiuto in clinica negli anni della guerra, per sottrarsi alle ortopedica e Fabio Luzzatto libero docen- quali non pochi erano espatriati. Alcuni te di diritto civile. Il primo aveva lasciato tornarono e ripresero l’insegnamento. Altri l’ateneo bolognese da tempo, anche se il preferirono restare nei paesi che li avevano suo nome continuava a figura nell’annuario ospitati e dove avevano ricominciato una universitario. Il secondo, il cui nome figura vita nuova, familiare e professionale. in un elenco di liberi docenti allontanati, Questi i docenti ebrei espulsi sicuramente non è citato dall’annuario. Dall’ateneo fu dall’Università, dei quali abbiamo trovato allontanato, perché ebreo, Ermanno la relativa documentazione nell’archivio Loevinson, un docente romano membro

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del consiglio direttivo dell’Istituto per la na se n’andò sostituito da Giovanni storia dell’università di Bologna. [O] Marchi, dirigente dell’agraria toscana e B IBLIOGRAFIA. G. Volli, Breve storia degli deputato fascista. Nonostante l’indirizzo di ebrei in Italia, Milano, 1961, pp.139; G. destra, il giornale fu abbandonato dagli Moscati, Gli ebrei nella lotta contro il nazi- agrari verso la metà del 1921 quando “il fascismo, Napoli, 1977; G. Formiggini, Resto del Carlino” passò in campo fascista. Stella d’Italia, Stella di David, Milano, Marchi diede le dimissioni nell’agosto, ma Mursia, 1970, pp.470; R. De Felice, Storia solo l’11.12.1921 - dopo un complesso mo- degli ebrei sotto il fascismo, Torino, Einau- vimento azionario - Alberto Giovannini* di, 1972, pp.628; G. Sacerdoti, Ricordi di divenne direttore. Non riuscì a risollevare le un ebreo bolognese. Illusioni e delusioni, sorti del giornale e lo chiuse il 25.2.1922. [O] 1929-1945, Roma, Bolzoni, 1983, pp.169; B IBLIOGRAFIA. A. Giovannini, Il travaglio G. Romano, Bibliografia italo-ebraica della libertà. 1943-1947; N.S. Onofri, I (1848- 1977), Firenze, Olschki, 1979, giornali bolognesi nel ventennio fascista. pp.287; N.S. Onofri, Ebrei e fascismo a Bologna; M. Leone, Le organizzazioni di Psychological warfare branch, (PWB). soccorso ebraiche in età fascista, Roma, Ca- Oltre che militarmente, i governi alleati rucci, 1993, pp.XV+295; R. Finzi, L’uni- vollero vincere la guerra anche dal punto di versità italiana e le leggi antiebraiche, vista propagandistico. Per questo organiz- Roma, Editori riuniti, 1997, pp.142; La cat- zarono un servizio - appunto il Psycholo- tedra negata: dal giuramento di fedeltà al gical warfare branch - che avrebbe dovuto fascismo alle leggi razziali nell’università di curare la pubblicazione di giornali e la dif- Bologna; Il difficile rientro. Il ritorno dei fusione di programmi radiofonici nei paesi docenti ebrei nell’università del dopoguerra; liberati. Tra i vari servizi forniti dal PWB Un ricordo ed un tributo al professor va ricordata la pubblicazione di un bollet- Maurizio Leone Padoa. tino quotidiano dal titolo “Notizie nazioni unite”. Era a stampa e forniva informazio- Progresso, Il. Il quotidiano “Il Progresso” ni aggiornate sugli avvenimenti militari e uscì a Bologna dal 19.11.1919 al 25.2.1922. diplomatici. Lavorarono al PWB storici, Non va confuso con il quasi omonimo “Il professori universitari, romanzieri, scrittori Progresso d’Italia” edito dal 1946 al 1951. e soprattutto giornalisti. Fecero parte del Fu fondato da Guido De’ Pazzi, all’indo- PWB ufficiali di quasi tutte le nazioni allea- mani della chiusura del “Giornale del te, anche se la maggior parte erano ameri- Mattino”. De’ Pazzi diede al giornale un cani. Tra questi, molti avevano un orienta- orientamento liberale e libero-scambista, mento liberal e uscivano dall’esperienza cioè contrario al protezionismo degli indu- del “new deal”. Nel dopoguerra alcuni striali e degli agrari. Nel gennaio 1920 - furono accusati di essere comunisti e altri quando iniziò lo sciopero agrario che di dipendere dall’OSS, il servizio di spio- sarebbe durato 10 mesi e si sarebbe con- naggio militare USA. Erano chiamati i cluso con il Concordato Paglia-Calda - il “warrior psychological”. Il 6.8.1943 il giornale assunse una linea equidistante tra PWB, subito dopo la liberazione di agrari e lavoratori. Nel marzo 1920 fu Palermo, pubblicò “Sicilia liberata”. A acquistato - affittato, secondo altra versio- mano a mano che il fronte si spostava verso ne - dall’Associazione agricoltori, per cui si il nord apriva nei capoluoghi regionali dei schierò contro i lavoratori. Nuovo diretto- quotidiani che, solitamente, si chiamavano re divenne Attilio Fontana dirigente nazio- “Corriere di....”, con il nome della città o nale dell’organizzazione agraria. Alla fine della regione. Nelle redazioni di questi dell’anno, quando le squadre fasciste dila- giornali lavoravano numerosi italiani, garono nella provincia, il giornale le anche se non tutti erano giornalisti. Per il sostenne apertamente. Il 23.2.1921 Fonta- PWB lavorarono, tra gli altri, i bolognesi

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Luciano Bergonzini*, Edoardo Volterra* e il n.3 del febbraio 1945 e il n.4 del marzo Federico Zardi*. A Bologna il PWB fece 1945. Il giornale, di cm 21,5 per 32, era due quotidiani: il “Corriere dell’Emilia” e stampato su 3 colonne e ospitava editoriali il “Corriere alleato”. Il primo era stato e note sull’attività politica della DC. [O] stampato a Firenze e portato a Bologna con B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I un camion. Il “Corriere alleato” fu stampa- giornali bolognesi della Resistenza. I testi to a Bologna e fece 2 numeri. [O] sono in RB2 da p.967 a p.979. B IBLIOGRAFIA. Resoconto delle attività svolte dal governo militare alleato e dalla commis- Purocielo, Battaglia di, vedi: S. Maria di sione alleata di controllo in Italia dal 10 Purocielo, Battaglia di. luglio 1943 il giorno D in Sicilia al 2 maggio 1945 giorno della resa tedesca in Italia, PWB, vedi: Psychological war branch. Roma, sd (1945), pp.128; P. Murialdi, La stampa italiana del dopoguerra, 1943-1972, Bari, Laterza, 1973, pp.644; Resoconto delle attività svolte dal Governo militare alleato e dalla Commissione alleata di con- R trollo in Italia, a cura di L. Mercuri, “Quaderni della FIAP”, n.17, 1975, pp.115; L. Mercuri, 1943-1945, Gli alleati Radio Cora. Nell’inverno 1943-1944 il e l’Italia, Napoli, ESI, 1975, pp.397; R. PdA di Firenze organizzò una stazione Faenza, M. Fini, Gli americani in Italia, radio per scambiare messaggi e informazio- Milano, Feltrinelli, 1976, pp.351; N. ni con il comando alleato. Si chiamò Tranfaglia, V. Castonovo, Storia della stam- Commissione radio, onde Cora, anche se pa italiana, Bari, Laterza, 1975, 5 volumi; era solitamente chiamata Radio Cora. Era L. Mercuri, Guerra psicologica. La propa- diretta da Enrico Bocci e utilizzava una ganda angloamericana in Italia, 1942-1946, mezza dozzina di persone, tra militanti del “Archivio trimestrale”, Roma, 1983, pp.63- PdA e militari. Il 7.6.1944 i tedeschi irrup- 6; A. Pizarroso Quintero, Stampa, radio e pero nell’appartamento dove si trovava la propaganda. Gli alleati in Italia, 1943-1946, stazione radio. Luigi Morandi uccise un Milano, Angeli, 1989, pp.313; N.S. Onofri, militare e fu ucciso a sua volta. Bocci e I giornali della Liberazione a Bologna Italo Piccaglia furono uccisi dopo essere (1945-1947); L. Mercuri, La “quarta arma”. stati a lungo torturati. Altri 4 membri della 1942-1950: propaganda psicologica degli missione furono internati in Germania, ma Alleati in Italia, Milano, Mursia, 1998, poterono rientrare dopo la fine della guer- pp.109. ra. A Bocci è stata conferita la medaglia d’oro alla memoria. [O] Punta, La. Era l’organo ufficiale clandesti- no dei giovani della DC. Aveva il sottotito- Regia guardia di pubblica sicurezza. lo “Organo della Gioventù Democratica Corpo speciale di militari addetti, con fun- Cristiana - Edizione per l’Italia occupata”. zioni simili a quelle dei carabinieri, al man- Redatto da Achille Ardigò*, il primo nu- tenimento dell’ordine pubblico, all’indo- mero ciclostilato uscì a Bologna nel dicem- mani della prima guerra mondiale. Fu bre 1944. Non è possibile descriverlo per- costituita nel 1919, dopo la soppressione ché non sono stati conservati esemplari. Il delle Guardie di città. L’arruolamento fu secondo numero, stampato nella tipografia aperto alle ex guardie di città, ai militari dei frati francescani, della chiesa di S. congedati dall’esercito e ai giovani di leva. Croce in via d’Azeglio 88, uscì nel gennaio La Guardia regia, com’era comunemente 1945. Anche di quest’edizione non sono chiamata, pur avendo un inquadramento stati conservati esemplari. Sono disponibili simile a quello dell’esercito - per l’adde-

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stramento e la parte normativa e finanziaria ti alla provincia di Reggio Emilia, sino ad - dipendeva dal ministero dell’Interno. Il includere la zona compresa tra il passo del corpo, previsto inizialmente in 25 mila Cerreto e quello delle Forbici. La prima uomini, arrivò ad averne sino a 35 mila. La conseguenza per i tedeschi - che fronteg- Guardia regia fu impiegata per la repres- giavano l’esercito alleato al di là dello spar- sione dei movimenti popolari e degli scio- tiacque appenninico - fu quella di non peri. Parteggiò per il fascismo sin dall’ini- poter più usare le statali dell’Abetone e del zio, come la maggior parte dei corpi di Cerreto e alcune minori. Nei comuni libe- polizia. Dopo l’avvento della dittatura, il rati furono eletti i sindaci e i pubblici corpo fu sciolto il 28.12.1922 e gli agenti amministratori, mentre cominciarono ad incorporati nei carabinieri e nella MVSN. affluirvi numerose formazioni partigiane Nel bolognese furono numerosi gli scontri dal bolognese e da altre province. Da un tra i lavoratori e la Guardia regia. Il più rapporto in data 17.7 inviato al comando grave è del 14.10.1920. Al termine di una delle brgg Garibaldi a Milano risulta che serie di scontri, avvenuti nei pressi del car- nella “repubblica” vi erano 5600 partigia- cere di S. Giovanni in Monte e della vicina ni, dei quali 500 disarmati e adibiti a lavori caserma delle Guardie regie - l’episodio è stradali. Tra le varie brgg vi erano la noto come “l’assalto al Casermone” - si Matteotti Montagna di Bologna e quello ebbero 5 vittime: 3 lavoratori e 2 guardie. che fu chiamato il btg russo d’assalto, per- Dopo quell’avvenimento - e l’uccisione di ché formato di ex prigionieri russi. Grazie una guardia avvenuta per vicende private a alla costruzione di un piccolo campo d’a- Casteldebole (Bologna), anche se si tentò viazione, il comando alleato rifornì la di accreditare la tesi politica - il corpo par- “repubblica” di armi e materiali vari. Il teggiò sempre più apertamente per il fasci- 29.7 i tedeschi attaccarono Montefiorino smo, sia pure con qualche eccezione. Il da nord lungo la strada della valle del 28.10.1922, il giorno della “marcia su Roma”, Secchia, da ovest puntarono contro Villa il maresciallo Paolo Vitalone* fu ucciso dai Minozzo e da sud contro Ligonchio. Dopo fascisti in via Zamboni, perché si era rifiutato 3 giorni di duri combattimenti le due div di consegnare la pistola. Nello stesso inciden- tedesche, dotate di carri armati e cannoni, te restò ferito il maresciallo Carmelo ebbero la meglio sulla “repubblica” i cui Pancaldi*. Il giorno dopo, mentre tentava di difensori disponevano solo di armi leggere. impedire ai fascisti di penetrare nella sede Le brgg partigiane uscirono sconfitte da della società telefonica, in via Albiroli, restò quello scontro, ma non distrutte e tornaro- ferita la guardia Andrea Fadda*. [O] no a distribuirsi, come in precedenza, B IBLIOGRAFIA. L. Donati, La guardia re- nell’Appennino. Alcune attraversarono la gia, in “Storia contemporanea”, 1977, n.3, linea del fronte e si congiunsero con gli pp.441-488. anglo-americani. La Matteotti Montagna tornò nella zona di Porretta Terme. [O] Repubblica partigiana di Montefiorino. B IBLIOGRAFIA. E. Gorrieri, La Repubblica di Durante la lotta di liberazione - in partico- Montefiorino. Per una storia della Resisten- lare nell’estate-autunno 1944 - i partigiani za in Emilia; I. Vaccari, Tempo di decidere, liberarono vaste zone dell’Italia settentrio- Modena, 1968, pp.555; P. Alberghi, Attila nale, subito chiamate “zone libere” o sull’Appennino, Modena, 1979, pp.253; “repubbliche partigiane”. La più grande - AA.VV, Saggi e notizie sulle “zone libere” oltre che la prima ad essere costituita il nella Resistenza emiliana, Imola, 1970, 18.6.1944, dopo duri combattimenti - fu pp.147; La repubblica di Montefiorino, in quella di Montefiorino dal nome del comu- “Annale Feltrinelli 1971”, pp.525-40; ne dell’Appennino modenese, tra la con- Montefiorino prima repubblica partigiana. fluenza del Dragone e del Dolo nel 18 giugno - 2 agosto 1944, Modena, 1972, Secchia. In seguito i confini furono allarga- pp.8; L. Arbizzani, L. Casali, Il “distretto”

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di Montefiorino, in Le zone libere nella turati dopo l’8.9.1943, ma anche di mi- Resistenza italiana ed europea, Novara, gliaia di lavoratori. Il regime fascista conse- 1974; V. Pereladov, Il battaglione partigiano gnò ai tedeschi i cittadini italiani di religio- russo d’assalto; M. Nardi, Otto mesi di guer- ne ebraica e migliaia d’antifascisti perché riglia, Bologna, La Squilla, 1976, pp.206; fossero uccisi nei lager. La base ideologica A. Remaggi, C. Silingardi, C.F. Teodoro, Le della nuova repubblica era la Carta di montagne della libertà, Modena, 1994, Verona, approvata dal congresso nazionale pp.158; C. Silingardi, Una provincia parti- nel novembre 1943. Il nerbo della repub- giana. Guerra e resistenza a Modena (1940- blica avrebbe dovuto essere il PFR. La RSI 1945), Milano, Angeli, 1998, pp.761; crollò quando le venne meno il sostegno ANPI Bologna, Montefiorino Repubblica della Germania sconfitta dagli alleati. Partigiana. 18 Giugno 1 Agosto 1944, a Mussolini fu giustiziato, dopo essere stato cura di E. Bugni (Arno), sd, pp.8. catturato in divisa militare tedesca, mentre stava fuggendo in Svizzera. [O] Repubblica sociale italiana, (RSI). Subito B IBLIOGRAFIA. S. Perticone, La repubblica di dopo l’8.9.1943 Hitler convocò al suo Salò, Roma, 1947, pp.391; F. Bellotti, La quartiere generale in Prussia alcuni ex repubblica di Mussolini: 25 luglio 1943-25 gerarchi fascisti rifugiati in Germania dopo aprile 1945, Milano, 1947, pp.228; A. il 25.7.1943 e ordinò loro di dare vita ad un Tamaro, Due anni di storia, 1943-1945, governo, in attesa del ritorno sulla scena Roma, Tosi, 1948, 3 volumi; E. Amicucci, I politica di Mussolini, ancora prigioniero. Il 600 giorni di Mussolini, Roma, Faro, 1948, 9.9 da una radio tedesca fu trasmessa la pp.313; E. Cione, Storia della repubblica notizia della nascita del governo fascista in sociale italiana, Caserta, 1948, pp.329; G. esilio e il 18 da radio Monaco fu annuncia- Pini, Itinerario tragico, Milano, Omnia, ta la nascita di un nuovo stato repubblica- 1950, pp.319; E. Cione, Storia della RSI, no. Il consiglio dei ministri della rinata dit- Roma, Latinità, 1950, pp.537; M. Liberati, tatura fascista si riunì il 23.9.1943, alla pre- La Repubblica di Salò, Roma, 1952, pp.99; senza di Mussolini, e si autoproclamò B. Spampanato, Contromemoriale, Roma, unico rappresentante del popolo italiano, 1952, 3 volumi; Repubblica sociale italiana. anche se il vero, unico e legittimo governo Storia, Roma, CEM, 1959, pp.655; F.W. costituzionale era quello di Pietro Deakin, Storia della Repubblica di Salò, Badoglio, insediatosi prima a Brindisi e poi Torino, Einaudi, 1963, pp.XVI+826; A. a Salerno. Quello di Mussolini era e restò Scarpellini, La RSI nelle lettere dei suoi un governo collaborazionista al servizio caduti, Bologna, 1963, pp.627; N. Arma- dell’invasore tedesco. Il 25.11 il dittatore roli, La diarchia nazione-partito e il proble- decise - ma l’annuncio era stato dato più ma politico del nuovo esercito della RSI, volte in precedenza - che dall’1.12 l’Italia Roma, 1964, pp.29; B. Spampanato, L’ulti- sarebbe divenuta la Repubblica sociale ita- mo Mussolini, 3 volumi, Roma, 1964; F. liana. Che il governo collaborazionista Massobrio, U. Guglielmotti, Storia della dipendesse totalmente dall’esercito d’occu- repubblica sociale italiana, CEN, Roma, pazione lo dimostrano almeno due elemen- 1968, 2 voll di pp.583 e 1.191; G. Pansa, ti: non gli fu mai permesso di insediarsi L’esercito di Salò nei rapporti riservati della nella capitale e non fu interpellato quando Guardia nazionale repubblicana, 1943-44, 9 province del Trentino, Alto Adige e Milano, 1969, pp.215; S. Bertoldi, Salò, Venezia Giulia furono aggregate al Reich. Vita e morte della RSI, Rizzoli, Milano Del pari non si oppose alla politica di spo- 1976, pp.431; G. Bocca, La repubblica di gliazione della produzione industriale e Mussolini, Bari, Laterza, 1977, pp.391; V. agricola messa in atto dai tedeschi. Così Paolucci, La Repubblica sociale italiana e il come non si oppose, quando non la favorì, Partito fascista repubblicano, settembre alla deportazione non solo dei militari cat- 1943-marzo 1944, Urbino, Argalia, 1979,

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pp.243; La Repubblica sociale italiana, regione, i quali gli diedero un orientamen- 1943-45, a cura di P.P. Poggio, Annali della to di destra. Questa linea fu in parte atte- fondazione Luigi Micheletti, Brescia, 1986, nuata da Mario Missiroli, divenuto diretto- pp.467; M. Viganò, Il congresso di Verona re il 28.4.1919. Contrari alla linea missiro- (14 novembre 1943). Documenti e testimo- liana e desiderosi di controllare il giornale, nianze, Roma, Settimo sigillo, 1994, i fascisti diedero il “bando” al giornalista pp.215; G. Oliva, La Repubblica di Salò, alla fine del 1920 e bastonarono l’ammini- Firenze, Giunti, 1997, pp.123; Storia foto- stratore Achille Gherardi. Il 5.4.1921 grafica della Repubblica sociale italiana, a Missiroli se n’andò e la direzione fu affida- cura di G. De Luna e A. Mignemi, Torino, ta a Nello Quilici, un fascista di piena fidu- Bollati Boringhieri, 1997, pp.410; G. cia d’Italo Balbo, mentre all’amministra- Pisanò, Io, fascista, Milano, Il saggiatore, zione andò Filippo Naldi, già direttore 1997, pp.223; Istituto storico della R.S.I., negli anni della guerra. Poiché né l’uno né Repubblica sociale, a cura di A. Conti, l’altro erano di gradimento dei fascisti Bologna, 1999, pp.318; D. Gagliani, Briga- bolognesi, ripresero le aggressioni, in parti- te nere. Mussolini e la militarizzazione del colare contro Quilici. Nel 1923 nuovo Partito fascista repubblicano, Torino, Bollati cambio della guardia. Arrivò Tomaso Boringhieri, 1999, pp.305; L. Ganapini, La Monicelli, con una lettera di Mussolini, il repubblica delle camicie nere, Milano, quale gli ordinò: il giornale «dovrà avere Garzanti, 1999, pp.509; P.P.Poggio, Repub- l’anima fascista» (“il Resto del Carlino”, blica sociale italiana, in Dizionario della 5.8.1923). Monicelli fu accreditato come il Resistenza, Torino, Einaudi, vol.I, pp.66- proprietario, avendo 7.073 azioni su 8 mila. 77; Bibliografia sulla Repubblica Sociale Gli furono affiancati tre gerarchi fascisti: Italiana, a cura di A. Conti, Bologna, Giuseppe Bottai, Francesco Meriano e Scarabeo, 2000, pp.192; P. Teoni Minucci, Roberto Forges Davanzati. La linea del Combattenti dell’Onore. Così caddero gli giornale risultò gradita ad Arpinati sino al uomini e le donne della RSI, Milano, giugno 1924, quando Monicelli condannò Greco, 2001, pp.293 (Da p.36 a 69 i cadu- il delitto Matteotti. Il settimanale del ti dell’Emilia-Romagna); Albo caduti e di- Fascio bolognese “L’Assalto” iniziò una spersi della repubblica sociale italiana, a durissima campagna contro il Puttano, cura di A. Conti, Bologna 2003, pp.749. Tommaso-testa-di-vipera, Giuda Monicelli e Tommaso-trenta denari. Il 21.1.1925 Mo- Resto del Carlino, il. Il quotidiano “il nicelli se n’andò e Arpinati su “L’Assalto” Resto del Carlino” vide la luce il 29.3.1885 scrisse che il giornale «deve passare sotto il inventato da quattro giovani giornalisti. controllo del fascismo bolognese» (“L’As- Era dato come resto a chi acquistava un salto”, n.8, 1925). Il Consorzio produttori sigaro del valore di 8 centesimi e lo pagava zuccheri, che controllava la stragrande con un Carlino del valore di 10. Essendo maggioranza del pacchetto azionario e che richiesto anche dai non fumatori, il giorna- lo aveva consegnato fiduciariamente a le fu messo in vendita nelle edicole. Poiché Monicelli, lo assegnò in parte a Germano i 4 erano bravi giornalisti, ma pessimi Mastellari e in parte al senatore Giovanni amministratori, il quotidiano sarebbe falli- Agnelli della FIAT. Poi, con un giro d’azio- to, se non fosse stato rilevato da Amilcare ni rimasto sconosciuto, la maggioranza del Zamorani, che ne fece l’organo della sini- pacchetto finì nelle mani d’Arpinati. stra democratica e radicale. Il giornale Mentre i direttori cambiavano a seconda divenne in pochi anni il più diffuso della degli umori del PNF, (a Monicelli succes- città, superando la conservatrice “Gazzetta sero Widar Cesarini Sforza nel 1925, dell’Emilia”. Nel 1909 gli eredi di Zamo- Giorgio Pini nel 1928 e Achille Malavasi rani vendettero il quotidiano ad un gruppo nel 1930) Arpinati restò il padrone del d’agricoltori e industriali zuccherieri della giornale sino al 1933, quando fu arrestato e

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inviato al confino. Le azioni finirono a storia: tra cronaca e cultura, a cura di M.L. Roma, presso la direzione del PNF, per cui Altieri Biagi, Bologna, Patron, 1985, il giornale divenne di proprietà del partito. pp.267; N.S. Onofri I giornali badogliani e Furono licenziati tutti i giornalisti arpina- della RSI a Bologna, 1943-1945; N.S. tiani e divenne direttore Giorgio Maria Onofri, il Resto del Carlino durante l’occu- Sangiorgi, sostituito nel 1936 da Armando pazione tedesca. Le carte di Giorgio Pini, in Mazza. Nel 1940 il PNF cedette, ad un “il Carrobbio” 1991, pp.280-303; N.S. prezzo irrisorio, il giornale a Dino Grandi. Onofri, I giornali della liberazione a Bo- Giovanni Telesio, già addetto stampa di logna, (1945-1947). Grandi quando era ambasciatore a Londra, fu il nuovo direttore. Dopo il 25.7.1943, Rinascita, (1943). Nel luglio 1943 - dopo la con la caduta del regime, Mastellari accam- caduta della dittatura fascista - il Fronte pò diritti di proprietà sul giornale, soste- per la pace e la libertà di Bologna - decise nendo di essere stato espropriato dal PNF. di pubblicare un giornale clandestino per- Grandi - per evitare rappresaglie, essendo ché i suoi comunicati erano respinti dai stato il principale cospiratore contro quotidiani bolognesi. Il 18.8 vide la luce Mussolini, alla riunione del Gran consiglio “Rinascita”. Sottotitolo: “Organo regionale del fascismo - fuggì all’estero e affidò il dell’Unione Nazionale Pace e libertà”. Era giornale all’ex deputato liberale Alberto stato stampato in una tipografia in via Giovannini*, il quale lo diresse durante il Carracci. Della redazione facevano parte periodo badogliano. Dopo l’8.9.1943 i Mario Jacchia*, Carmine Mancinelli*, redattori - mentre Giovannini si rendeva Massenzio Masia*, Leonildo Tarozzi*, irreperibile, perché ricercato dai nazifasci- Ettore Trombetti*. Il secondo e ultimo sti - decisero di sospendere le pubblicazio- numero uscì il 28 agosto. Scrissero sul gior- ni, per non collaborare con l’esercito inva- nale, con articoli non firmati, i redattori e sore. Il rinato regime fascista e il comando Arturo Ansaloni*. [O] tedesco obbligarono il giornale a ripren- B IBLIOGRAFIA. E. Trombetti, Ritorno alla derle il 16.9.1943. Il quotidiano - diretto da libertà; L. Arbizzani, N.S. Onofri, I giorna- Pini - uscì per tutto il periodo della lotta di li bolognesi della Resistenza, p.83; N.S. liberazione, pubblicando solo notizie di Onofri, I giornali bolognesi nel ventennio fonte tedesca tradotte in italiano. Il fascista, p.241. I testi sono in RB2 da p.189 20.4.1945 uscì l’ultimo numero. [O] a p.206. B IBLIOGRAFIA. G. Padovani, A vespero, Bologna, Zanichelli, 1901, pp.335.; V. Rinascita, La. (1944). Durante la lotta di Tazzari, La polemica Secolo-Resto del liberazione il FdG curò la pubblicazione Carlino, Bologna, 1917, pp.115; il Resto del del giornale “La Rinascita”. Era tirato al Carlino, 1885-1929, Bologna, 1929, pp.99; ciclostile e aveva il sottotitolo “Organo del G. Bonuzzi, il Resto del Carlino, in “Il Comitato Provinciale di Bologna. Fronte Giornalismo”, n.1, 1940, pp.36-53, prima della Gioventù”. Il primo numero vide la puntata e n.2, 1940, pp.27-38, seconda e luce il 22.7.1944 e l’ultimo il 21.10.1944. ultima puntata; N.S. Onofri, La grande B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I guerra nella città rossa; N.S. Onofri, I gior- giornali bolognesi della Resistenza, pp.289- nali bolognesi nel ventennio fascista; U. 91. I testi sono in RB2 da p.747 a p.758. Bellocchi, il Resto del Carlino; S. Soglia, Ai direttori del Carlino, Milano, Teti, 1975, Rinascita. (1945). Il 22.4.1945, dopo la pp.241; A. Malatesta, il Resto del Carlino. fine dell’occupazione tedesca, a Bologna Potere politico ed economico a Bologna dal uscirono 5 giornali: “Corriere dell’Emilia”, 1885 al 1922; D. Biondi, il Resto del “Corriere alleato”, “Giustizia e libertà”, Carlino 1885-1985. Un giornale nella storia “Bologna liberata” e “Rinascita”. “Rina- d’Italia; il Resto del Carlino in un secolo di scita” aveva il sottotitolo “Organo del

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Comitato Regionale Emiliano-Romagnolo Riscossa dei legionari fiumani, La. Era il di Liberazione Nazionale”. Il giornale era periodico, stampato a Bologna, dei reduci stato fatto da Leonildo Tarozzi* e Roberto dalla sedizione dannunziana a Fiume nel Vighi*, della commissione stampa del 1919 e 1920. Il primo numero, senza data, CLNER. Nella gerenza non era indicato il uscì all’inizio del 1921, all’indomani del nome del direttore. Fece due edizioni il “natale di sangue”, quando Fiume fu 22.4, la prima con la testata “La Rinascita” riconquistata dall’esercito italiano e i legio- e la seconda con quella di “Rinascita”. Per nari dovettero rimpatriare. Il secondo ordine del PWB, sospese le pubblicazioni e numero porta la data del 5.3.1921. Anche le riprese il 2.5, come quotidiano del se il nome non figura in gerenza, era diret- pomeriggio, con Tarozzi direttore respon- to da Giovanni Ghiselli “Giannino”* e sabile. Dall’1.8.1946 cessò di essere l’orga- redatto da Ulisse Lucchesi* (firmava Il fab- no del CLN - avendo quest’organismo bro o L’ex scribacchino della Squilla, per esaurito le sue funzioni - e fu acquistato essere stato redattore de “La Squilla”, dalla società Edera di proprietà del PRI. La prima della guerra). Numerosi gli articoli direzione fu assunta da Giulio Alonzi e dal di Gabriele D’Annunzio. Tra i collaborato- 16.1.1947 divenne quotidiano del mattino. ri bolognesi vanno ricordati Ettore Cuz- Cessò le pubblicazioni il 21.5.1947. [O] zani* e Adelmo Pedrini*. Uscì con periodi- B IBLIOGRAFIA. N.S. Onofri, I giornali bolo- cità irregolare sino al 24.9.1922. Pubbli- gnesi nel ventennio fascista, p.283; R. Vighi, cava molte notizie sull’attività dei legionari Per il socialismo, l’antifascismo e le autono- nelle altre città. Il giornale - anche se mie; N.S. Onofri, I giornali della liberazio- numerosi ex legionari si erano arruolati ne a Bologna, (1945-1947), p.247. nelle squadre fasciste - fu sempre contrario al Fascio di combattimento di Bologna e Riscossa, La (1915). Gli interventisti bolo- per questo Ghiselli e Lucchesi in particola- gnesi fondarono il periodico “La Riscossa” re subirono bastonature. [O] per sostenere l’intervento in guerra contro B IBLIOGRAFIA. I rapporti della polizia sul l’Austria. Sottotitolo: “Giornale di batta- giornale sono in ACS, PS, Cat.F1, 1894- glia interventista”. Uscì dall’11.3 al- 1926, b.5, fas.12-18. l’11.4.1915 e fece 5 numeri. Era stato fon- dato dagli interventisti - tra i quali Dante Ristorante Il Fagiano, Attentato contro il. Calabri* e Gino Bondanini* - che avevano Il 4.11.1943, poco dopo le 22, i partigiani dato vita, all’inizio dell’anno, al Fascio Libero Baldi*, Vittorio Gombi* e Libero democratico di resistenza. La maggior Romagnoli* lanciarono una bomba a mano parte degli articoli erano firmati da contro un gruppo di militari tedeschi fermi Giuseppe Nanni, Gualtiero Piccinini e davanti al ristorante Il Fagiano in via Maria Rygier, mentre altri recavano sempli- Calcavinazzi 2 a Bologna. Tre soldati rima- ci nomi come Edgardo e Sauro. [O] sero feriti. Dopo l’attentato, i tedeschi misero una taglia di 50 mila lire sui respon- Riscossa, La (1945). Furono 5 i numeri de sabili, fermarono 10 ostaggi e ordinarono il “La Riscossa”, il giornale clandestino edito coprifuoco dalle ore 21 alle 6. Quello con- dai fornai bolognesi e curato da Rino tro il Fagiano fu il primo di una lunga serie Pancaldi*. Tirato al ciclostile, aveva il sot- di attentati contro ristoranti, case di tolle- totitolo “Bollettino sindacale mensile degli ranza e alberghi frequentati dalle truppe operai fornai di Bologna e Prov.”. Il primo d’occupazione. [O] ha la data dell’1.2.1945 e l’ultimo sarebbe uscito in marzo. [O] Risveglio. A Forlì nel 1893 uscì il periodi- B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I co “Risveglio”. Il 5.6.1896 fu trasferito a giornali bolognesi della Resistenza, pp.263- Bologna. Uscì sino al 15.5.1897 con il sot- 6. I testi sono in RB2 da p.1.011 a p.1.025. totitolo “Organo della federazione sociali-

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sta romagnola”. Ugo Lenzi*, fu uno dei in RB2. I testi sono in RB2 da p.893 a primi direttori dell’edizione bolognese. p.919. Quando chiuse, il suo posto fu preso da “L’Amico del povero”. [O] Rompete le file!. È difficile ricostruire la B IBLIOGRAFIA. A. Mambelli, Il giornalismo storia del periodico antimilitarista “Rom- in Romagna, Forlì, 1966, p.121; N.S. pete le file!” perché furono sequestrati Onofri, 1892: il PSI a Bologna, Bologna, quasi tutti i numeri dell’edizione milanese Grafica editrice, 1992, p.152. e di quella bolognese. Vide la luce a Milano nel 1907 su iniziativa di Maria Anna Rygier Rivolta Ideale, La. Tra la fine del 1920 e l’i- e Filippo Corridoni, il quale ha scritto: nizio del 1921 a Bologna uscì il periodico «Nel gennaio 1907 ero segretario del culturale “La Rivolta Ideale”. Sottotitolo: Circolo Giovanile Socialista, a marzo fon- “Rassegna mensile di avanguardia”. Era datore del “Rompete le file!”, insieme a diretto da Leonello Bergamini*. Il primo Maria Rygier» (F. Corridoni, Note autobio- numero uscì nell’ottobre 1920 e il quarto e grafiche). Soppresso dalla magistratura, ultimo nel gennaio 1921. Aveva un orienta- rivide la luce all’inizio del 1909 e pare siano mento di sinistra estrema, con prevalenza usciti 9 numeri tutti sequestrati. Lo stesso di scrittori anarchici e socialisti massimali- anno Armando Borghi convinse la Rygier a sti della frazione comunista. La rivista trasferirsi a Bologna per riprendere le pub- appoggiò la scissione comunista, che portò blicazioni del giornale, come risulta da un alla nascita del PCI, anche se Bergamini rapporto del questore al prefetto di restò nel PSI. Ospitò articoli di politica, Bologna, in data 18.2.1910 (ASB, GP, saggi di pittura e letteratura e numerose 1910, b.1.146, cat.9, fass.1 e 2, “Stampa poesie. [O] periodica”). In un settimanale anarchico di Bibliografia: Leonello Bergamini. I rappor- qualche anno dopo si legge che «Il Rom- ti della polizia sul giornale sono in ACS, pete le file, ebbe pochi numeri di vita nel PS, Cat.F1, 1894-1926, b. 5, fas.12-19. 1909...» (“L’Agitatore”, n.12, 11.4.1912). Pare che il primo numero bolognese sia Rivoluzione socialista. Era il periodico uscito l’1.10.1909. Di questa serie non è della FGSI bolognese. Aveva questo sotto- disponibile un solo esemplare. Nel 1910 e titolo: “Giornale dei gruppi giovanili del nel 1911 furono stampati altri numeri, ma Partito socialista di unità proletaria Emilia- non si sa quanti e da chi curati, dal momen- Romagna”. Durante la lotta di liberazione to che la Rygier subì numerosi arresti, uscirono 4 numeri, il primo dei quali datti- come Borghi, il quale nel 1911 fu costretto lografato e gli altri stampati nella tipografia ad espatriare per sottrarsi ai mandati di del PSI in via Mazzini 23 a Bologna. Videro cattura. Da un rapporto del ministero la luce il 15.12.1944 e il 15.1, il 15.2 e il dell’Interno, in data 6.2.1913, si apprende 23.3.1945. Della redazione fecero parte che tra l’ottobre 1911 e quella data erano Otello Bonvicini*, Gabriele Boschetti*, stati fatti 12 numeri, 11 dei quali seque- Luigi Boschetti*, Dagoberto Degli Espo- strati (ASB, GP, 1913, b.1.202, cat.7, fas.1, sti*, Giancarlo Garofali*, Ezio Maletto*, “Anarchici”). Grazie a una famiglia di Domenico Mancini* e Renato Tega*, il S.Giovanni in Persiceto che ha donato a responsabile della stampa clandestina quella biblioteca 15 esemplari - che vanno, socialista. Dopo la liberazione proseguì le sia pure con lacune, dal 4.8.1912 al pubblicazioni e uscì, con periodicità men- 25.1.1913 - si conosce qualcosa degli ultimi sile, sino al dicembre 1945. [O] anni di vita del giornale. Il primo esempla- Bibliografia: N.S. Onofri, I socialisti bolo- re disponibile di questa serie porta il nume- gnesi nella Resistenza; L. Arbizzani e N.S. ro 4 e indica l’anno IV di edizione. Tra le Onofri, I giornali bolognesi della Resisten- carte dei processi celebrati a carico dei za, p.323. Testimonianza di C. Govi (p.60) gerenti del giornale, conservate all’Archi-

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vio di stato di Bologna, si trovano numero- conosce il n.10 del 14.9.1913 conservato se copie, mentre altre sono sparse nei vari nella biblioteca universitaria di Bologna, fascicoli del Gabinetto della prefettura di che, quasi certamente, è l’ultimo uscito. Il Bologna, pure depositati all’Archivio pro- 2.3.1914 Felicani, per sottrarsi ai numerosi vinciale. Non si conoscono esemplari del mandati di cattura emessi nei suoi confron- 1911 e il primo del 1912, con il numero 1, ti, si imbarcò clandestinamente per gli Stati porta la data del 23.6. Era redatto da Uniti e non tornò più in Italia. [O] Aldino Felicani*, un anarchico residente a B IBLIOGRAFIA. F. Corridoni, Note autobio- S. Agata Bolognese. Sino a quando non grafiche, in A. De Ambris, Filippo Corri- saranno ricuperati gli esemplari sparsi nei doni, Milano, 1922, p.14. Il saggio è ristam- fondi archivistici di Bologna e Roma, non pato in “Omaggio a Filippo Corridoni eroe sarà possibile ricostruire la storia di questo della trincea delle frasche”, Bologna 25 foglio. Di sicuro si sa solo, relativamente al ottobre 1925, Numero unico, p.4; T. 1912 e 1913, quanto scritto da Felicani a Masotti, Corridoni, Milano, 1932, p.27; I un’amica, nel 1914, quando si trovava in De Begnac, L’arcangelo sindacalista (Filippo USA. Dopo l’attentato compiuto da Ago- Corridoni), Milano, 1943, p.88; A. F. stino Masetti* contro un ufficiale, il (Aldino Felicani), Pagine di Diario (Lettera 30.10.1911 nella caserma Cialdini di ad Alba Genisio), in “Controcor- Bologna, la polizia arrestò decine di anar- rente”, n.41, aprile 1964, pp.9-14; G. chici tra i quali la Ryger e Felicani. Liberato Cerrito, L’antimilitarismo anarchico in quasi subito, Felicani - su sollecitazione di Italia nel primo ventennio del secolo, Pietro Dainesi* e Domenico Zavattero - si Pistoia, 1968, p.14; L. Bettini, Bibliografia fece carico di far uscire il periodico, rima- dell’anarchismo, Firenze, CP, 1972, vol.I, sto senza guida dal momento che la Rygier tomo I, p.201; I. Laghi, Corridoni, Roma, era stata condannata a una lunga pena 1989, Terzo millennio, pp.149; M. detentiva. Con l’approvazione della Rygier, Gandini, I periodici locali della pianura nel maggio 1912 Felicani inviò ai militanti bolognese occidentale, in “Strada maestra”, anarchici una circolare per annunciarne n.42, primo semestre 1997, p.187. l’uscita. La stampa era fatta nella tipografia anarchica di Bologna la Scuola moderna, in Roncastaldo di Loiano, Eccidio di. Negli viale Pietramellara 31. Per tutto il 1912 il ultimi giorni del settembre 1944, mentre si gerente fu Celso Venturi, sostituito da stavano ritirando da Monghidoro verso Cleto Evaristo Marcacci* dall’1.12, Loiano, i tedeschi catturarono 7 partigiani. entrambi esponenti del movimento anar- Li fucilarono in località Roncastaldo chico. Il sottotitolo diceva “Periodico (Loiano). Carlo Calzolari*, Fortunato quindicinale antimilitarista”. Il giornale Caramalli*, Bruno Gamberini*, Ernesto fece una decisa campagna di stampa contro Gamberini*, Giuseppe Marchetti* furono le “compagnie di disciplina” e la guerra in fucilati il 2.10; Emidio Minarini* e Pietro Libia e per la liberazione di Masetti, della Minarini* il 3.10. [O] Rygier e del militare milanese Antonio Moroni perseguitato per la sua attività anti- Ronchidòs, Eccidio di. Nel giorno in cui fu militarista. Nel 1913 fu ridisegnata la testa- compiuto l’eccidio di Marzabotto, a Ron- ta con il sottotitolo “Quindicinale antimili- chidòs (Gaggio Montano), le SS tedesche tarista”. Quando Venturi espatriò per sot- trucidarono dalle 54 alle 67 persone, una trarsi a una nutrita serie di mandati di cat- decina delle quali non identificate. Quasi tura per reati a mezzo stampa, commessi su certamente appartenevano al 16° btg del “Rompete le file!” e altri periodici anarchi- maggiore Walter Reder della 16a div coraz- ci, Felicani divenne responsabile unico, zata, perché la tecnica era la stessa. Le vit- anche se il gerente era Marcacci. Oltre ai time furono falciate in massa dalle mitra- 15 esemplari della biblioteca persicetana, si gliatrici e bruciate. Dopo quello di Marza-

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botto, fu l’eccidio più grosso ed efferato. Il partigiani caduti nei giorni precedenti. I 28.9.1944 i partigiani della brg GL Mon- nomi di queste vittime sono stati incisi, con tagna attaccarono un’autocolonna tedesca quelli d’altre persone uccise in eccidi minori, in località Ronchidòs di Sotto, causando nelle lapidi collocate nella cappella del Parco gravi perdite al nemico. Subito dopo giun- delle Rimembranze di Gaggio Montano, per sero sul posto reparti di SS che procedette- cui riesce difficile distinguere i vari eccidi e le ro al rastrellamento di oltre 60 persone tra relative vittime. Esistono grossi problemi sul uomini, alcuni dei quali partigiani, donne e numero delle vittime, pur essendo il divario bambini. Due partigiani furono uccisi il di poche unità. Anche a Gaggio Montano - giorno stesso. La mattina del 29.9.1944, in come in altri comuni e in particolare a località Cason dell’Alta di Ronchidoso di Marzabotto - la pietà popolare ha voluto Sotto, furono trucidate una sessantina di includere in una sola lapide tutti i nomi delle persone. Secondo altra versione furono 53. vittime del nazismo, indipendentemente Altre furono uccise il 29.9 a Lama e Ca’ dalla località e dalla data della morte. Il pro- d’Ercole e alcune il 4.10 a Cargè. I cadave- cesso contro i responsabili non fu celebrato ri furono bruciati e inumati in una fossa perché il fascicolo giudiziario era finito comune. Nel marzo 1945, quando i tede- nell’“armadio della vergogna”. [O] schi si ritirarono, gli abitanti di Ronchidòs B IBLIOGRAFIA. P. Zagatti, Il 29 settembre ricuperarono i resti delle vittime, tra le 1944 a Ronchidòs non è successo niente, in quali vi erano persone provenienti da altri “Gente di Gaggio”, n.10, 1994, pp.71-5; comuni. Il numero esatto non si conosce. M. Cecchelli, I martiri di Ronchidòs, in Questi i caduti identificati: Mia Gina “Gente di Gaggio”, n.10, 1994, pp.76-84; Antonelli*, Vincenzo Armelunghi*, Fer- G. Macciantelli, Don Pino Lodi martire a nanda Bartoloni*, Angiolina Bettucchi*, Ronchidòs nel 1944, in “Gente di Gaggio”, Abbondanzia Borruto*, Luigi Brasa*, n.19, 1999, pp.34-8; M. Franzinelli, Le stra- Primo Cioni*, Rita Farneti*, Silvana Far- gi nascste, Mondadori, Milano, 2002, p. neti*, Maria Rosa Guccini*, Augusto 164. Iattoni*, Renzo Iattoni*, Letizia Lancel- lotti*, Giuseppe Lodi* detto Pino, Pietro Rossa, Eccidio di La, (Imola). Il 10.3.1945 Lodi*, Vincenzo Lodi*, Emilia Lorenzel- i fascisti prelevarono dalla Rocca d’Imola 8 li*, Aurora Lucchi*, Alfredo Malossi*, partigiani rastrellati alcuni giorni prima Viterbo Manni*, Vito Mattarozzi*, Clarice nella zona collinare di Toranello. Li porta- Morsiani*, Ottorino Padulosi*, Adele rono nel podere La Rossa, nei pressi della Palmonari*, Alberto Palmonari*, Anna fornace Gallotti di Imola e qui, ai margini Palmonari*, Clementina Palmonari*, di un grosso cratere di bomba d’aereo Federico Palmonari*, Gina Palmonari*, colmo d’acqua, li fucilarono. Tutti erano Giovannina Palmonari*, Iris Palmonari*, stati torturati durante la detenzione. Non si Luigi Palmonari*, Maria Luisa Palmona- conosce la motivazione di quella fucilazio- ri*, Michele Palmonari*, Santina Palmona- ne, né si sa perché furono scelti quelli e ri*, Sergio Palmonari*, Gaetana Passini*, non altri. I resti dei martiri affiorarono e Amedea Poli*, Mauro Preci*, Bruno furono ricuperati il 28.3. Sul luogo dell’ec- Tanari*, Angela Torri*, Ettore Velli*, Ines cidio è stata collocata una lapide con i Velli*, Sergio Velli*, Sigiberto Velli*, nomi dei caduti: Lorenzo Baldisseri*, Emi- Sigifredo Velli*, Angelo Vitali*, Antonino lio Benedetti*, Paolo Farolfi*, Dante Gior- Vitali*, Adelfo Zaccanti*, Attilio Zaccan- gi*, Sergio Ragazzini*, Antonio Roncas- ti*, Dora Zaccanti*, Gina Zaccanti*, saglia*, Paolo Roncassaglia* e Attilio Giovanni Zaccanti* e Maria Zaccanti*. Visani*. [O] Nell’elenco ufficiale dei caduti dell’eccidio B IBLIOGRAFIA. E. Gollini, N. Tampieri, Sole, figurano i nomi di Jacques Lapeyrie*, Bianco e Mezzanotte. Imola tra guerra e ri- Rossano Marchioni* e Lino Tomasi*, tre costruzione (1940-1950), p.194.

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Rovigo, Battaglia del. Nell’estate 1944, a aggiunsero nei giorni successivi. Non si mano a mano che le truppe alleate avanza- conoscono le decisioni prese da tedeschi e vano da sud verso la Linea Gotica, il fascisti, ma pare che le cose si siano svolte comando tedesco decise una serie di ope- così. I partigiani la cui identità ed attività razioni per “ripulire” la zone attraversate erano certi - per la delazione delle spie - dalle strade principali dalla presenza delle furono portati a Sabbiuno di Paderno, formazioni partigiane. In quel periodo. sulla collina a sud della città, e uccisi in nella zona tra Imola e Firenzuola (FI), sul- massa. I corpi rotolarono lungo i fianchi l’Appennino tosco-emiliano, il grosso della della collina verso il Reno. L’eccidio fu 36a brg Bianconcini Garibaldi si trovava in compiuto in due tempi: il 14 e il un ampio territorio delimitato dai monti 23.12.1944. Su “il Resto del Carlino” fu Roncaccio, Colonna, Carzolano, Paganino genericamente annunciata la fucilazione e Acuto e attraversato dal torrente Rovigo. del 14 e ignorata la seconda. Numerosi Il 2.7.1944 una colonna tedesca tentò inva- rastrellati furono deportati a Mauthausen no di sloggiare i partigiani dalle loro posi- (Austria) e a Gries (Bolzano), mentre altri zioni e pure senza successo fu l’azione con- ancora, donne e anziani, liberati. Il numero dotta il 17.7 da contingenti della GNR. Il esatto delle vittime non è certo perché i 9.8 reparti nazifascisti invano tornarono resti di molti potrebbero essere rimasti all’attacco. Il 10 due colonne tedesche si sepolti nei calanchi, mentre alcuni partigia- mossero da Firenzuola e da Palazzuolo sul ni dati per morti a Sabbiuno di Paderno Senio (FI) per stringere i partigiani in un pare siano stati uccisi a S. Ruffillo e vice- cerchio di fuoco. I combattimenti duraro- versa. Nel gruppo dei caduti - in massima no sino al 13, quando i reparti della 36a parte catturati nei rastrellamenti d’Anzola abbandonarono la zona, senza aver subìto Emilia e S. Giovanni in Persiceto - vi sono perdite gravi. In quell’occasione i partigia- persone arrestate in altre località del ni sostennero una vera e propria guerra di Bolognese. Da un saggio di Alberto Preti posizione contro i tedeschi. [O] risulta che a Sabbiuno furono sicuramente B IBLIOGRAFIA. Vedi: 36a brg Bianconcini trucidate 58 persone. Erano quasi tutti par- Garibaldi. tigiani. Per alcuni le famiglie, dopo la guer- ra, non richiesero il riconoscimento. Tra i morti vi era un ebreo (Leo Kocker) cattu- rato a Castelfranco Emilia (MO). Questi i caduti: Albano Alberghini*, Roberto Al- S berghini*, Gino Alberti*, Augusto Baiesi*, Felice Bagnoli*, Goffredo Bandiera*, Efrem Benati*, Ernesto Bisi*, Ivo Bona- SA, vedi: SS tedesche. soni*, Nino Bonfiglioli*, Valerio Bongio- vanni*, Francesco Bova Conti*, Luigi Sabbiuno del Monte di Paderno (Bolo- Brenti*, Emilio Bussolari*, Sergio Casa- gna), Eccidio di. Il 5.12.1944 i tedeschi e i rini*, Dino Cevenini*, Albano Cocchi*, fascisti - su indicazione d’alcune spie, che Bruno Corazza*, Gherardo Cotti*, Mario avevano militato nelle brgg partigiane - Cotti*, Aroldo Cristofori*, Gaetano Dal- operarono due grandi rastrellamenti ad l’Olio*, Dante Drusiani*, Adolfo Fantini*, Anzola Emilia e ad Amola di Piano (S. Mario Ferrari*, Renato Ferrari*, Vincenzo Giovanni in Persiceto). Oltre 200 persone, Florini*, Guido Forni*, Ermes Fossi*, ma pare addirittura di più, furono portate Giancarlo Gabrielli*, Umberto Galletti*, nelle sedi delle SS tedesche a Bologna e, Giovanni Gandolfi*, Danilo Gazzani*, dopo gli interrogatori, nel carcere di S. Renato Gelati*, Leo Kocker*, Adolfo Giovanni in Monte, dove si trovavano già Magli*, Alcide Manfredi*, Olver Man- centinaia di detenuti. Altri ancora si fredi*, Armando Martinelli*, Giuseppe

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Martinelli*, Rando Muratori*, Dario Na- Masetti*, Attilio Mazza*, Alberto Orsi*, dalini*, Augusto Nanni*, Tiziano Pedrini*, Pietro Pasti* e il nipote Sergio*, Oreste Adelmo Piazzi*, Emilio Rimondi*, Dante Rimondi*, Rinaldo Romagnoli*, Luigi Serra*, Luciano Serra*, Cesare Stoppaz- Scagliarini*, Raffaele Selleri*, Enrico Tolo- zini*, Anselmo Strazzari*, Vincenzo Tof- melli*, Argia Tosi* e il fratello Ivo*, Luigi fano*, Aldo Toselli*, Dino Toselli*, Pierino Vigna* e la figlia Medarda*. A questi 33 Turrini*, Ettore Vanti*, Elio Zambelli*, martiri vanno aggiunti due disertori della Aldo Zanetti*, Umberto Zucchini*. In Wehrmacht - un polacco e un tedesco che questo elenco non figurano Enrico Bazza- si erano uniti alle forze della Resistenza - ni*, Otello Bergonzini*, Florino Manfre- che furono catturati e fucilati. I loro nomi dini* e Renzo Sola* i cui nomi sono stati inci- sono rimasti ignoti. Con quello delle vitti- si per errore nel monumento che ricorda l’ec- me della rappresaglia, sul monumento è cidio. I 4 sono stati uccisi a S. Ruffillo. [O] stato inciso anche il nome di Franchini. B IBLIOGRAFIA. Comune di Bologna, [O] Quartiere Colli, Monumento ai 100 parti- B IBLIOGRAFIA. R. Fregna, Castel Maggiore giani che furono fucilati a Sabbiuno nei gior- 1943-45, p.121; L. Arbizzani, Antifascismo ni dal 14 al 23 dicembre 1944, Bologna; A. e lotta di Liberazione nel bolognese, p.77; Preti, Sabbiuno di Paderno. Dicembre 1944; C. Garulli, La palla di Stracci. Fotogrammi A. Preti, Sabbiuno, dicembre 1944 i rastrel- della memoria. lamenti, gli arresti, le fucilazioni, in “I Quaderni di Resistenza oggi”, supplemen- Sala Bolognese, Scontri di. Il 14.5.1921 a to al n.5 del 2004 di “Resistenza oggi”, Sala Bolognese si ebbero numerosi scontri pp.113-5. tra militanti socialisti e comunisti e squa- dristi fascisti, tutti impegnati nella campa- Sabbiuno di Piano (Castel Maggiore), gna elettorale. Il giorno dopo si sarebbe Eccidio di. Il 14.10.1944 alcuni partigiani votato per le politiche. Il primo scontro, furono catturati a Castel Maggiore e rin- subito sedato dai carabinieri, si verificò in chiusi nel rustico della casa colonica di un emporio in località Certosa, dove i fasci- Giuseppe Guernelli da Carlo, in via sti tentarono di bastonare 3 militanti socia- Saliceto in località Sabbiuno di Piano. Una listi. Poco dopo, un altro scontro, con colpi squadra di partigiani, guidata da Franco di pistola e di bastone, si verificò lungo la Franchini*, assalì il caseggiato e liberò i strada comunale, nei pressi dell’emporio. prigionieri. Nello scontro caddero Fran- Dal rapporto della polizia risulta che una chini e alcuni partigiani. I nazifascisti ebbe- decina di socialisti percorrevano la strada ro, ma non è certo, una trentina di caduti. in bicicletta cantando “inni sovversivi”. Qualche ora dopo lo scontro i nazifascisti Una decina di fascisti intervennero per farli fermarono a caso 35 persone che abitavano tacere e tra i due gruppi si verificò uno nella zona e le fucilarono. Le vittime, il cui scontro violentissimo. Restarono feriti i nome è inciso in un monumento, sono: socialisti Ermenegildo Boriani*, Armando Dionisio Alberani*, Alessandro Arbiz- Beghelli* e Augusto Beghelli* e i fascisti zani*, Pietro Barbieri* da Cesare, Ennio Sebastiano Monari, Edmondo Monari e Baschieri*, Michele Cazzola* detto Peppi- Umberto Vignudelli. Il 18.5.1921 Seba- no (nel monumento è indicato come Giu- stiano Monari morì per le ferite riportate. seppe), Calisto Checchi*, la moglie Enrica La mattina del 15 una squadra fascista si Alberti* e i figli Carolina* e Luigi*, Carlo recò da Bologna a Sala Bolognese e incen- Copiano*, Gualtiero Fanti* e il figlio diò la Casa del popolo. I carabinieri ferma- Romolo*, Lea Grandini*, Rina Grazia* e il rono una ventina di socialisti e non un solo fratello Rodolfo*, Giovanni Gruppioni*, fascista. La magistratura rinviò a giudizio Giuseppe Guernelli* da Carlo, Umberto 14 persone per un omicidio e due mancati Guernelli*, Adolfo Manganelli*, Savino omicidi. Il processo, iniziatosi l’1.5.1923,

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davanti alla Corte d’Assise di Bologna, si sione fu arrestato, ma non risulta che sia stato concluse con una dura sentenza perché i processato. [O] magistrati negarono agli imputati la natura politica dello scontro. Queste le pene: Noè Saliceto, Eccidio di via. vedi: Sabbiuno di Bastia* 14 anni e 2 mesi; Armando Beghelli Piano, Eccidio di. 11 anni, 9 mesi e 20 giorni; Augusto Be- ghelli 14 anni e 7 mesi; Giovanni Beghelli* S. Giorgio di Piano, Eccidio di. Il 14 anni e 2 mesi; Ermenegildo Boriani 11 21.4.1945 i soldati tedeschi, in fase di riti- anni, 9 mesi e 20 giorni; Amorveno Ermete rata verso il nord, si abbandonarono a stra- Corti* 7 anni e un mese; Aldo Ferrari* 14 gi e saccheggi nella zona compresa tra anni e 2 mesi; Pietro Ferrari* 14 anni e 2 Bologna e Ferrara. A S. Giorgio di Piano, mesi; Augusto Franceschini* 7 anni e 11 la sera del 21, uccisero Ernesto Melotti*. mesi; Fernando Gamberini* 3 anni e 4 Nel cuore della notte alcuni militari che mesi; Ferdinando Pritoni* 7 anni e un stavano compiendo delle razzie nell’abita- mese; Mondo Pritoni* 14 anni e 2 mesi; zione del mezzadro Dardi, furono affronta- Odoardo Roveri* 14 anni e 2 mesi; Marino ti da un gruppo di coraggiosi ed un tedesco Trentini* 7 anni e un mese. Il processo restò ucciso. Altri militari rastrellarono e ebbe un seguito. Bastia, come gli altri con- uccisero 8 persone. Le vittime: Aurora dannati, fu amnistiato nel 1927. Si trasferì Battaglia*, Adele Benfenati*, Armando a Bologna dove lavorò come muratore. Nel Benfenati*, Luigi Benfenati*, Maria Dar- 1928, essendo disoccupato, tornò a Sala di*, Jolanda Gruppioni*, Luigia Silvagni*, Bolognese. La sera del 22.2.1928, mentre si Clementa Tugnoli*. Amedea Tartarini*, trovava in un’osteria, fu affrontato da benché ferita, si salvò perché coperta dai Cesare e Nello Monari, due militi della cadaveri e così pure Luciano Battaglia*, un MVSN fratelli di Sebastiano, morto nel bimbo di 4 anni. Numerosi i sangiorgesi 1921. Cesare Monari lo uccise con un rimasti feriti nell’ultimo giorno di guerra in colpo di rivoltella alla testa. Al processo, terra bolognese. [O] svoltosi in Corte d’Assise il 2 e 3.7.1928, lo B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, L’eccidio di S. sparatore si difese dicendo di avere voluto Giorgio di Piano, in Al di qua della Gengis difendere il fratello minacciato dal Bastia il Khan, I partigiani raccontano, pp.156-8; L. quale, vistosi aggredito, aveva afferrato un Arbizzani, Uomini lotte e altre cose. attizzatoio dal caminetto. Il pubblico accu- Immagini e documenti per una storia di San satore chiese la sua condanna per delitto Giorgio di Piano. volontario, ma la Corte lo assolse, soste- nendo - come si legge nella sentenza - che S. Giovanni in Monte, Assalto al carcere lo aveva «commesso per esservi stato di. Prima di essere trasferite in frazione costretto dalla necessità di respingere da sé Dozza, le carceri bolognesi si trovavano e da altri una violenza attuale e ingiusta» nell’ex convento attiguo alla chiesa di S. (Assise di Bologna. 1924 al 1931, p.264). Si Giovanni in Monte nella piazza omonima. trattò di una sentenza politica doppiamen- Durante la lotta di liberazione ospitarono te scandalosa, dal momento che i fratelli centinaia, se non migliaia d’antifascisti, di Monari - entrati nel locale con il deliberato partigiani e di genitori di renitenti alla leva. proposito di uccidere il Bastia - avevano già Molti detenuti, per i quali non c’era spazio attentato alla vita di altre due persone pro- a S. Giovanni in Monte, furono “ospitati” cessate per la morte del congiunto. nelle stalle della caserma del 3° artiglieria a L’1.11.1924 Nello a Sala Bolognese sparò Porta d’Azeglio. Nell’estate 1944 il coman- contro Fernando Gamberini, ferendolo alla do della 7a brg GAP Gianni Garibaldi gamba destra. Il 6.9.1925 Cesare, sempre a decise di liberare i detenuti del carcere Sala Bolognese, sparò contro Ermenegildo principale. Per questo Bruno Gualandi* Boriani e lo ferì ad un braccio. In quell’occa- “Aldo” si accordò con un agente di custo-

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dia, il quale diede informazioni preziose. pp.99-110. Testimonianze di V. Sorbi Altre informazioni furono fornite da (p.932), S. Parisini (p.933) e U. Mocai Verenin Grazia* segretario del CLNER. (p.937) in RB5. Un primo tentativo fatto in luglio fallì. Riuscì il secondo. La sera del 9.8, poco Santa Maria in Duno, Eccidio di. La sera prima delle 22, davanti alle carceri di S. del 29.4.1921 nella sede del circolo sociali- Giovanni in Monte si fermarono 2 auto sta di Santa Maria in Duno (Bentivoglio) si con 12 uomini. Bernardino Menna* “Na- riunirono una settantina di mezzadri per poli”, Lino Michelini* “William” e Arrigo esaminare il contenuto e il modo d’applica- Pioppi* “Bill” erano vestiti da tedeschi. zione del Concordato Paglia-Calda. Ora- Massimo Barbi*, Nello Casali* “Roma- tori della sera erano Roberto Pondrelli* gnino”, Bruno Gualandi*, Roveno Mar- dirigente della Federterra e Celso Poli* chesini* “Ezio” e Vincenzo Sorbi* “Wal- della CCdL. Ad un tratto fecero irruzione ter” indossavano divise delle brigate nere. nella sala numerosi fascisti armati e Giovanni Martini* “Paolo”, Renato Roma- mascherati. Dopo avere gridato più volte gnoli* “Italiano”, Dante Drusiani* “Tem- «Mussolini a noi!», cominciarono a spara- pesta” e Vincenzo Toffano* “Terremoto” re sui presenti. Amedeo Lipparini, capole- furono presentati per partigiani catturati. I ga dei mezzadri di Santa Maria in Duno, falsi tedeschi e fascisti erano armati di morì per un colpo alla schiena. Restarono mitra e gli altri di pistola. I due agenti di feriti Mario Degli Esposti*, Armando servizio davanti all’edificio presero per Mengoli*, Ernesto Mingardi*, Roberto buona la versione dei partigiani per cui Pondrelli, Filippo Tartarini*, Giuseppe suonarono nel modo convenzionale e dal- Tugnoli*, Ernesto Zanarini* e Raffaele l’interno fu aperta la porta. Restarono fuori Zanarini*. Sul luogo dell’eccidio fu murata Gualandi, Casali, Michelini e Barbi. Gli una lapide con questa scritta: «XXIX. IV. altri entrarono e non ebbero difficoltà ad MCMXXI/ a Santa Maria in Duno/ nel immobilizzare i pochi agenti in servizio, Circolo operaio/ cadeva per mano di dopo avere tagliato i fili del telefono. mascherati sicari/ Amedeo Lipparini/ Mentre i partigiani entrati aprivano tutte le d’anni 40/ Lavoratori/ il sangue del fratel- celle, i quattro rimasti all’esterno disarma- lo invendicato/ sia infamia alla classe bor- rono i 2 agenti, uno dei quali reagì e ferì ghese/ ammonimento al proletariato». Michelini ad una gamba. Oltre ai politici Rimossa all’avvento della dittatura e con- furono liberati anche i comuni per creare servata dalla famiglia, nel 1961 la lapide fu confusione. Il numero esatto non è noto, collocata sulla facciata della Casa del po- ma pare che abbiano riacquistato la libertà polo. [O] 300-350 persone. Non fu possibile liberare le detenute. Il capo della provincia di S. Maria di Purocielo, Battaglia di. Fu la Bologna, nel rapporto alla direzione gene- più eroica e sanguinosa battaglia combat- rale della polizia, scrisse che della squadra tuta dalla 36a brg Bianconcini Garibaldi. partigiana facevano parte una quarantina Durò dal 9 al 12.10.1944 nella valle di S. di elementi giunti sul posto a bordo di due Maria di Purocielo (Brisighella - RA). autocarri con targa tedesca. Il 10.8 il que- Questa località (a volte è usato il termine di store, nel rapporto al governo, scrisse che Purocelo) oggi si chiama S. Maria in Gor- erano intervenuti 70 partigiani e che aveva- gognano. Anche se pagò un altissimo tri- no liberato 340 detenuti. L’11.8 aggiunse buto di sangue, la brg dimostrò di avere che 206 erano stati catturati. Caddero nella raggiunto un notevole grado d’efficienza Resistenza Casali, Drusiani, Marchesini, militare, mentre gli uomini, inferiori per Martini e Toffano. [O] numero e armamento ai tedeschi, diedero B IBLIOGRAFIA. R. Romagnoli, Gappista. prova del loro patriottismo e di un altissi- Dodici mesi nella Settima GAP “Gianni”, mo spirito di sacrificio. Dopo la decisione

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presa dal CUMER, in previsione dell’insur- da qui. Avremo ancora molto da cammina- rezione, i 4 btgg della brg dovevano con- re, e forse, anche da combattere prima di vergere su Bologna, Imola e Faenza (RA), salvarci. Dobbiamo stare tutti uniti, dob- mentre uno sarebbe dovuto andare a sud biamo stare tutti su con il morale, perché il verso gli alleati. Ai primi d’ottobre - dopo i minimo sbandamento può costare caro a durissimi scontri del mese precedente - il II tutti. Chi non se la sente può andare via, e il IV btg si spostarono verso sud-est per nessuno gli dirà niente. Voglio che ognuno incontrarsi con gli alleati, dopo avere decida liberamente. Si capisce che chi se ne abbandonato la direttiva del CUMER di va lascia qui le armi». Se ne andarono in puntare alla liberazione delle città poste una trentina. Nella notte tra il 13 e il 14 il sulla via Emilia. I partigiani, circa 700, gruppo puntò su Monte Tesoro poi, pas- erano guidati da Luigi Tinti* “Bob”, il sando da Monte Melandro, raggiunse comandante della brg. Il 9.10.1944 giunse- Modigliana (FO) e il 16.10 si incontrò con ro nella valle del Rio di Cò, tra il Senio e il gli alleati a Monte Freddo. In questa batta- Lamone, senza sospettare di essere finiti glia, l’ultima, la brg perse una sessantina di tra gli avamposti tedeschi e quelli alleati. uomini. [O] La mattina del 10, quando si spinsero verso B IBLIOGRAFIA. N. Galassi, S. Maria di Pu- Monte Vigo, trovarono la strada chiusa dai rocelo, in Epopea partigiana, p.260; B. tedeschi. Li attendevano al varco, dopo Campanelli, Né paga né quartiere; F. Mon- averli circondati durante la notte. Mentre tevecchi, La battaglia di Purocielo; N. Ga- ripiegavano verso Ca’ di Malanca, al fuoco lassi, Imola dal fascismo alla liberazione; N. tedesco si aggiunse quello alleato, i cui can- Galassi, Partigiani nella linea Gotica. noni batterono per errore le posizioni della brg. All’alba dell’11 i tedeschi, guidati dai S. Ruffillo, Eccidio di. Nell’inverno 1944- fascisti, arrivarono di sorpresa a Ca’ di 45 i tedeschi, con la complicità dei fascisti, Gostino, sede del comando, e seminarono uccisero centinaia di partigiani e di cittadi- la morte. Uccisero numerosi dirigenti della ni catturati in circostanze e tempi diversi e brg, ma il comandante Luigi Tinti* e altri detenuti nelle carceri di S. Giovanni in riuscirono a forzare l’accerchiamento. Per Monte (Bologna). Dai registri degli ingres- tutto il giorno si combatté nella valle i cui si e delle uscite dal carcere risulta che quasi accessi erano controllati dai tedeschi e tutti i partigiani uccisi a San Ruffillo erano vano fu l’assalto verso Monte Colombo. stati prelevati da militari delle SS tedesche. L’unica via libera portava al nord, mentre Oltre che a San Ruffillo, numerosi partigia- gli alleati erano a sud. I combattimenti pro- ni furono uccisi dalle SS nella vicina locali- seguirono per tutta la giornata del 12, con tà di Pera, una frazione di Pianoro. Le i partigiani colpiti sia dai mortai tedeschi ragioni di queste uccisioni di massa e la sia dall’artiglieria alleata. Anche se per il scelta del luogo non sono facilmente spie- terzo giorno consecutivo erano riusciti a gabili. Non è neppure possibile ricostruire tenere i tedeschi fuori della valle, i partigia- l’esatta dinamica dei massacri e il numero ni si resero conto che la resistenza era alla delle vittime. È quasi certo che gli eccidi - fine. Le munizioni cominciavano a scarseg- compiuti in un vasto arco di tempo, con giare, mentre i caduti e i feriti erano deci- inizio nella prima decade di febbraio 1945 ne. Dopo essersi consultato con i coman- - siano stati decisi per uccidere partigiani la danti dei reparti, Tinti decise di uscire dalla cui identità e attività erano certi oltre che valle a nord. I feriti più gravi, lasciati nella per sfoltire le carceri sovraffollate. Perché canonica della chiesa di Cavina (Fognano - siano stati uccisi a Bologna e non inviati in RA) furono catturati dai tedeschi e uccisi campi di sterminio, com’è avvenuto per dai fascisti. Prima di iniziare la ritirata not- altri, è un mistero. Forse i tedeschi non turna Tinti disse ai suoi uomini: «Compa- avevano più la possibilità di inviare grossi gni c’è andata male. Ora dobbiamo partire convogli ferroviari in Germania, in un

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momento in cui le truppe alleate - sia da est Frascari*, Armando Gardi*, Wladimiro sia da ovest - si avvicinavano ai lager. Il 12 Gollini*, Walter Grandi*, Enea Loreti*, e 23.12.1944 decine di detenuti furono tra- Rocco Marabini*, Angelo Volta*, Vittorio sferiti a piedi a Sabbiuno di Paderno, una Zotti*. Malalbergo. Egidio Alberti*, Erne- frazione collinare del comune di Bologna, e sto Amaini*, Primo Bacilieri*, Azzo Car- uccisi in massa. Nel febbraio 1945 un’ana- lini*, Ilario Cenacchi*, Antonio Corticelli*, loga operazione fu ripetuta nei pressi della Tonino Costa*, Adamo Fiorini*, Orfeo stazione ferroviaria di S. Ruffillo, un quar- Galletti*, Umberto Giglioli*, Romano tiere a sud di Bologna. Allora la zona era Gualandi*, Guido Minghetti*, Vivaldo aperta campagna. Il 10.2.1945 furono pre- Orlandi*, Oreste Pedrini*, Giuseppe Pet- levate da S. Giovanni in Monte 56 persone tazzoni*, Dino Zucchini*. Castelfranco e trasferite a piedi a S. Ruffillo. Furono Emilia. Arteodoro Albertini*, Enea Baral- uccise e sepolte alla meglio in fosse comu- di, Guido Baraldi, Enrico Bazzani*, Otello ni. Altri prelevamenti furono fatti, sempre Bergonzini, Ernesto Bottazzi, Gaetano da S. Giovanni in Monte, in data 1, 2 e Campagnoli*, Angiolino Carini, Amedeo 16.3. Ma è probabile che altre esecuzioni Cavazza, Orfeo Cavazza, Aldo Guido siano state fatte nei giorni seguenti. A dif- Dondi, Dante Ferrarini, Renato Guiz- ferenza di altre esecuzioni, quelle di S. zardi*, Guerrino Maccaferri, Danio Man- Ruffillo furono ignorate dai giornali. Nei fredi, Florino Manfredini, Andrea Mo- primi giorni del maggio 1945, dopo la scardini, Luigi Nanni*, Renato Nanni, Liberazione, le fosse furono scoperte da un Guido Negrini*, Marino Ragazzi*, Rolan- vigile urbano, attirato dalle esalazioni ema- do Gaetano Ravaldi, Romano Ravaldi, nate dai corpi in decomposizione. Dalle Giuseppe Rinaldi, Annibale Roveri*, fosse furono estratte 94 salme. Al termine Renzo Sola, Gilberto Tacconi, Ennio Turri- di una difficile opera di riconoscimento, 23 ni, Giovanni Turrini, Francesco Venturi, restarono senza nome. Le vittime proveni- Aimone Veronesi, Renato Veronesi, Augu- vano da varie località della provincia di sto Zanotti, Mauro Zanerini, Renzo Zuffi, Bologna e della regione. Una quarantina Riniero Zuffi. I nomi di Bazzani, Bergon- erano partigiani della 65a brg Walter zini, Manfredini, Sola figurano - certo per Tabacchi Garibaldi di Modena e abitavano errore - nel monumento che ricorda l’ecci- a Castelfranco Emilia (MO). Altri militava- dio di Sabbiuno di Paderno. Altri comuni. no nella 4a brg Venturoli Garibaldi e pro- Ismo Biondi*, Carlo Calzoni*, Italo Cazzo- venivano da Malalbergo. Altri ancora mili- li*, Giovanni Cerbai*, Francesco Cristo- tavano nella brg SAP Imola e pochi altri, fori*, Remo Draghetti*, Peppino Fossili*, appartenenti alla 1a brg Irma Bandiera Mario Fustini*, Virgilio Gasperini*, Garibaldi, abitavano a Bologna e ad Clorindo Grassilli*, Luciano Mantovani*, Anzola Emilia. Andrea Ferrari e Paolo Raffaele Matteuzzi*, Renato Patuelli*, Nannetti, in un saggio dedicato all’eccidio, Walter Venturi*. Nell’eccidio di S. Ruffillo hanno compilato un elenco di caduti sicu- poco più di 20 partigiani non sono stati ramente identificati. Nati o residenti a identificati. Ferrari e Nannetti - nel loro Bologna. Dino Bedonni*, Adriano Bion- saggio - hanno scritto che, molto presumi- di*, Sergio Casalini*, Mario Faccioli*, An- bilmente, i resti trovati potrebbero essere tonio Grandi*, Guglielmo Grossi*, Carlo dei seguenti partigiani scomparsi all’inizio Mazzacurati*, Corrado Pavignani*, Sandro del 1945, dopo essere transitati da S. Rossi*, Walther Tommasini*. Non identifi- Giovanni in Monte come gli altri identifi- cati Emilio Rimondi* (che pare sia stato cati: Bruno Albertazzi* da Alberto, Adolfo ucciso a Sabbiuno) e Libero Spadoni, il cui Branchini*, Francesco Brusa*, Ferruccio nome è inciso sul cippo che ricorda l’ecci- Germano Ferrarese*, Faustino Gardosi*, dio. Anzola Emilia. Pio Galli*. Imola. Eusebio Gazzetta*, Elio Giacometti*, Otello Cardelli*, Ugo Coralli*, Zelindo Giorgio Grotti*, Adelfo Maccaferri*,

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Guido Magnani, Remo Nicoli*, Firmando Savignano, Eccidio di. Il 30.9.1944 in loca- Pancaldi*, Ivano Rossi*, Ottavio Serra*, lità Famaticcia di Savignano (Grizzana), Giorgio Tabaroni*, Modesto Tarozzi*, nei pressi del binario della linea Bologna- Vincenzo Tarozzi*. [O] Porretta Terme, le SS tedesche fucilarono 8 B IBLIOGRAFIA. A. Ferrari, P. Nannetti, L’Ec- operai. La causa dell’eccidio non è nota. cidio di San Ruffillo, Repressione nazifascista Da tempo gli operai erano costretti a sca- a Bologna nell’inverno 1944-45; A. Ferrari, vare trincee nell’Alta valle del Reno per P. Nannetti, Per una storia degli eccidi di San l’organizzazione Todt. Erano stati rastrella- Giovanni in Monte, in “Resistenza oggi”, ti a Grizzana e Vergato, dove abitavano. In n.4, settembre 2003, pp.9-19. quel giorno avrebbero dovuto ricevere il salario per il lavoro eseguito. Una spiega- Sassoleone, Eccidio di. Il 23.9.1944 i parti- zione dell’eccidio potrebbe essere questa. giani della 62a brg Camicie rosse Garibaldi Nella notte tra il 29 e il 30.9 era stato dato attaccarono un camion tedesco nei pressi il cambio alla pattuglia che solitamente li dell’abitato di Sassoleone (Casalfiumane- sorvegliava. Le SS fecero loro scavare una se). Almeno 4 militari restarono uccisi e 2 buca tra le 17 e le 18 e poi li fucilarono. Le feriti. Il 24 un reparto di SS tedesche vittime sono: Giovanni Accursi*, Ettore rastrellò una cinquantina di persone: vec- Alessani*, Augusto Bonaiuti*, Dante For- chi, donne e bambini. Di queste, 23 o 24 nasini*, Francesco Fornasini* detto Mario, furono trucidate a colpi di mitraglia, unita- Edoardo Nanni*, Nino Palmieri* e Adel- mente a don Settimio Patuelli* il quale, mo Venturi*. Dall’eccidio si salvò tale Bru- «dietro invito dei Superiori», aveva dovuto ni - non meglio identificato - rimasto vivo lasciare la sua parrocchia ad Osta ed assu- sotto i cadaveri. Nei pressi di questa fossa mere provvisoriamente quella di Sasso- alcuni giorni prima - qualche giorno dopo, leone perché il titolare don Cassiano Ferri secondo altra versione - le SS uccisero Enea l’aveva abbandonata senza giustificazione. Macentelli*. [O] La maggior parte delle persone fu uccisa nei pressi della chiesa e le altre vicino alle Scandellara, Scoppio di via. Nella primave- abitazioni. La chiesa e alcuni stabili furono ra del 1945 una casa disabitata di via fatti saltare. I resti delle vittime ebbero una Scandellara (Bologna) divenne la base dei sepoltura qualche settimana dopo, quando dist di Medicina e Castenaso della 7a GAP Sassoleone fu liberato dagli alleati. Un Gianni Garibaldi. In previsione dell’insur- cippo ricorda i martiri: Giovanni Arcan- rezione - che sarebbe avvenuta il 21.4 - i 2 geli*, Margherita Cella* in Wolf, Maria Dal reparti ebbero l’ordine di avvicinarsi alla Monte*, Elsa Domenicali*, Emilia Fiumi*, città con le armi e una grossa quantità d’e- Fiorina Fiumi*, Colomba Galassi*, Luigi splosivo. Gli uomini sistemati nella casa Gambetti*, Giuseppina Ghini*, Maria erano una trentina. Nella tarda mattinata Lelli*, Francesca Monti*, Margherita del 18.4 si verificò un’esplosione, non si sa Morini Fortuzzi*, Mario Morini Fortuzzi*, da cosa provocata. Restarono uccisi 13 par- don Settimio Patuelli*, Clotilde Poli*, tigiani: Enzo Balducci*, Dante Brusa*, Vincenzo Prosperi*, Giuseppe Scala*, Rossano Buscaroli*, Walter Giorgi*, Rino Angela Suzzi*, Attilio Suzzi*, Anna Maria Maiani*, Serio Marchi*, Dino Romagnoli*, Tarlazzi*, Ettore Tonni*, Onesta Turrini*, Ezio Sabioni*, Alfio Zerbini*, Iliano Gisella Wolf* in Morini Fortuzzi. Nel Zucchini*, Luciano Zonarelli*, Giuseppe cippo figurano i nomi di Giovanni Zambrini* e Giuseppe Zaniboni*. I feriti: Banducci*, Arturo Caprara* e Sante Luigi Broccoli*, Libero Gombi*, Giorgio Turrini uccisi in altre circostanze. [O] Sternini*, Gino Tarozzi*. [O] B IBLIOGRAFIA. Il billo, Sassoleone nella sto- B IBLIOGRAFIA. Drago (Giuseppe Bacchilega), ria e nella cronaca. Testimonianza di G. Disastro in via Scandellara, in Al di qua Tonni (p.421) in RB5. della Gengis Khan, pp.126.8.

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Scansi, La. Subito dopo l’8.9.1943 nella licenziamento automatico. La condanna valle del Lamone, sopra Faenza (RA), fu era una sanatoria pseudo legale a posterio- costituita una banda chiamata La Scansi. ri di un provvedimento politico illegittimo Ingrossatasi nella primavera 1944, La perché applicato con valore retroattivo. Scansi prese il nome di btg Ravenna. Negli anni successivi proseguirono i licen- Nell’estate il reparto entrò a far parte della ziamenti, anche se i ferrovieri non furono 36a brg Bianconcini Garibaldi, pur conser- più allontanati a blocchi. Tra la fine del vando una certa autonomia. Nell’autunno 1925 e l’inizio del 1926 furono “dispensa- 1944 il btg Ravenna si spostò su Faenza e il ti” i ferrovieri - ma non si conosce il nume- 15.12 prese parte ai combattimenti a fianco ro esatto - che non vollero prestare giura- degli alleati che portarono alla liberazione mento al regime, quali dipendenti del pub- della città. In seguito, numerosi partigiani blico impiego. Il 19.10.1929 il ministero del btg Ravenna entrarono a far parte della delle Comunicazioni - protocollo N.R/1- 28a brg Gordini Garibaldi. [O] 1611 - fece avere al ministero dell’Interno B IBLIOGRAFIA. S. Liverani, Un anno di guer- un elenco di 356 ferrovieri italiani da sot- riglia. Testimonianze di G. Monti (p.553) e toporre a «speciale sorveglianza, a causa S. Liverani (p.555) in RB3. dei precedenti politici e del dubbio sulla loro condotta attuale». In futuro, si legge Scarso rendimento di lavoro. Per piegare nella lettera d’accompagnamento dell’elen- la categoria dei ferrovieri, una delle più co, comunicheremo «le generalità di tutti i combattive sul piano sindacale, oltre che su ferrovieri che si riterrà opportuno di far quello della difesa dello stato democratico, sorvegliare per ragioni politiche». Non il 28.1.1923 il governo fascista approvò il pochi ferrovieri antifascisti, il cui numero si decreto n.143. Stabiliva all’art. 3 che i ignora, furono trasferiti per breve periodo responsabili dei compartimenti ferroviari o per sempre in altre città. Dopo la potevano licenziare in tronco i dipendenti Liberazione furono riassunti i ferrovieri «che diano scarso rendimento di lavoro». licenziati che avevano ancora l’età per lavo- La sanzione aveva valore retroattivo e rare e ricostituita la carriera a quelli in età sarebbe stata applicata nei confronti dei di pensione. Tra le carte dell’ASB (anno ferrovieri che, in passato, avevano preso 1923, b.1.388, cat.7, fas.1) si trova l’elenco, parte a scioperi sindacali e politici. Il non in ordine alfabetico, dei 60 ferrovieri 19.6.1923 il questore di Bologna inviò al licenziati il 20.6.1923. Essi sono: Antonio prefetto un elenco di 60 ferrovieri, residen- Asmara*, Raffaele Badini*, Luigi Baldi*, ti nella provincia, che sarebbero stati eso- Luigi Ballanti*, Ercole Baratta*, Domenico nerati il giorno 20. Si legge nella lettera Barbieri*, Guido Barilli*, Cleto Benassi*, d’accompagnamento: «Tutto il personale Umberto Benfenati*, Pietro Bergonzoni*, esonerato e compreso nel detto elenco pro- Dante Bernardi*, Giovanni Bernardi detto fessa idee avanzate». La maggior parte Giannetto*, Paolo Betti*, Libero Biavati*, erano dirigenti dello SFI ed avevano preso Attilio Bicocchi*, Roberto Bicocchi*, Ago- parte allo sciopero dell’1.8.1922 promosso stino Bonora*, Duilio Borghi*, Umberto dall’Alleanza del lavoro. Il 26.7.1923 una Brizzi*, Linceo Cicognani*, Antonio Colli- quarantina di ferrovieri furono processati nucci*, Giuseppe Dall’Olio*, Alberico De- per violazione dell’art.182 del Codice gli Esposti*, Alberto Diolaiti*, Giuseppe penale e dell’art.58 della legge ferroviaria, Dotti*, Serafino Fabbini*, Raffaele Fantaz- per avere interrotto un pubblico servizio. zini*, Alberto Fortuzzi*, Alfredo Gaiba*, 34 furono condannati a 3 mesi di sospen- Alberto Giovannini*, Alfonso Giovanni- sione dal lavoro e a 500 lire di multa e gli ni*, Francesco Gnomi*, Enio Gnudi*, Pri- altri, dei quali non si conosce il nome, mo Grimandi*, Guglielmo Laninno*, Pie- assolti. Una simile pena - se fossero stati tro Leoni*, Teobaldo Lorenzini*, Cesare ancora in servizio - avrebbe comportato il Lunghi*, Attilio Macciantelli*, Alfonso

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Malaguti*, Dante Mannini*, Giovanni Maccaferri*, Ivo Monti*, Giuseppe Mo- Manzini*, Giuseppe Masetti*, Luigi risi*, Edoardo Moruzzi*, Adriano Nanni*, Minelli*, Cleto Mota*, Aniceto Muratori*, Antonio Nanni*, Giovanni Nanni*, Giu- Giuseppe Parisini*, Giacomo Poltronieri*, seppe Orlandini*, Mario Peppoloni*, At- Remo Rossini*, Armando Rovatti*, Venu- tilio Rabbi*, Luigi Regazzi*, Aldo Rinaldi*, sto Ruso*, Medardo Sabattini*, Elmo Sa- Renato Ronzani*, Aldo Sartoni*, Gaetano pori* (nell’elenco è indicato come Sagori), Scandellari*, Nicola Serino*, Giovanni Giovanni Schiavina*, Astorre Sgallari*, Serra*, Ernesto Sgarbati (non abitava a Vincenzo Tamburini*, Aurelio Trogu*, BO), Giuseppe Sgargi*, Amedeo Simon- Leopoldo Vasconi*, Romeo Vezzali*, cini*, Enrico Soverini*, Ugo Sita*, Luigi Domenico Zarri*. Non è stato trovato l’e- Guglielmo Tagliavini*, Ubaldo Tartarini*, lenco dei ferrovieri esonerati negli anni Ennio Tassinari*, Enea Tibaldi*, Alberto seguenti. Questi i nomi dei ferrovieri licen- Tognetti*, Nando Travaglini*, Guido ziati in seguito, tratti dai giornali (l’“Avan- Trebbi*, Remo Vaccari*, Lorenzo Vanelli*, ti!”, “La Giustizia” e “La Voce Repubbli- Domenico Vassura*, Carlo Villa*, Ernesto cana”, mentre “il Resto del Carlino” e Vitali*, Vittorio Zanardi*, Luigi Zanatta*, “L’Avvenire d’Italia ignorarono tutto) o dai Giuseppe Zanetti*, Alfonso Zani*, Athos rapporti della polizia, anche se non di tutti Zucchelli*, Fioravante Zucchini*. In base a è stato possibile ricostruire la biografia questa ricerca - non definitiva - i ferrovieri completa. L’elenco, comprendente 101 bolognesi licenziati furono 161. [O] nomi, non è ufficiale e, quasi certamente, è incompleto: Fernando Aldrovandi*, Ezio Scolta, La. Negli ultimi mesi del 1918 i Ansaloni*, Giuseppe Azuceni*, Luigi Ban- dirigenti della FGSI d’Imola diedero vita al diera*, Omero Barbieri*, Silvio Barbieri*, periodico “La Scolta”, che aveva il sottoti- Primo Baroncini*, Alfredo Bentini, Fre- tolo “Quindicinale di propaganda dei diano Bergonzoni*, Antonio Bersani*, Giovani Socialisti Imolesi”. Era di formato Attilio Bertuzzi*, Alberto Bevilacqua*, piccolo e tra i promotori vi era Amedeo Gaetano Bicocchi*, Fernando Bolognesi*, Tabanelli*, che la diresse sino alla fine. Dal Enrico Bolognini*, Leonello Bonetti*, 16.5.1920 assunse il formato grande. Il Annibale Bonvicini*, Roberto Borghi*, 9.1.1921 il sottotitolo fu mutato in Ruggero Branchini, Modesto Brini*, “Quindicinale di propaganda della Federa- Aduilio Brizzi*, Guglielmo Calzolari*, zione Circondariale Giovanile Socialista”, Alfonso Cattani*, Enea Cenacchi, Pietro nuovamente mutato il 28.1.1921 in “Quin- Natale Ceneri*, Gaetano Cesari*, Attilio dicinale di propaganda della Gioventù Chelli*, Zefferino Dardi*, Alfredo Den- Socialista della Provincia di Bologna”. tini*, Arrigo D’Eramo*, Modestino De Dopo il congresso nazionale della FGSI Silva*, Luciano de Tommaso*, Vittorio svoltosi a Firenze il 29.1.1921, i curatori Dondi*, Ildebrando Fabbri*, Ferdinando del giornale passarono alla FGCI e dal Fanti*, Luigi Fanti*, Giulio Fantini*, 27.2.1921 mutò il sottotitolo in “Quin- Fernando Ferriani*, Armando Fiorini*, dicinale di propaganda della Gioventù Primo Frabboni*, Alberto Franchini*, Comunista della provincia di Bologna”. Il Armando Franzoni*, Arturo Gandolfi*, 13.3.1921 uscì l’ultimo numero. [O] Francesco Gensini*, Gualtiero Gherardi*, Guglielmo Giordani*, Adelmo Giovan- SD, Eccidi delle. Le SD erano un reparto nini*, Fabio Giunchi*, Lorenzo Giusti*, speciale delle SS tedesche, con compiti di Mario Gnudi*, Giuseppe Gottellini*, pubblica sicurezza. A Bologna diressero, Guglielmo Gregori*, Pitagora Gualandi*, sin dall’inizio dell’invasione, la campagna Alberto Guerra*, Armando Guidi*, Berto di repressione antipartigiana e si resero Lipparini*, Noemi Felice Lorenzelli*, responsabili di numerosi eccidi. Il 3.1.1944 Andrea Loreti*, Raffaele Lossanti*, Paolo furono fucilati Adriano Brunelli*, Lino

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Formilli* e Giancarlo Romagnoli* cattura- numero imprecisato di giovani nazionalisti, ti a Lizzano in Belvedere, dove avevano i quali diedero vita alla Sempre pronti. costituito una banda partigiana con altri Numerosi gli ex ufficiali e i reduci di guer- giovani. Il 12.5.1944 “L’Avvenire d’Italia” ra. I Sempre pronti fecero la prima uscita il pubblicò un comunicato delle SD con l’an- 15.6.1919, quando a Bologna convennero nuncio della condanna a morte di una ven- alcune migliaia di lavoratori della terra per tina di patrioti, 7 dei quali fucilati: Nello partecipare, nella mattinata, ad una mani- Bandini, Giuseppe Caligatti, Aldo Celli, festazione in piazza Malpighi. Al termine, Stanislao Cherl, Enzo Corti, Felice Po- mentre i lavoratori percorrevano alla spic- tunech, Dino Ravaglioli. Nessuno era bolo- ciolata via Ugo Bassi, si ebbero incidenti gnese. Il 6.7.1944 “il Resto del Carli- con alcuni ufficiali. I militari spararono e no”pubblicò una nota per annunciare che - uccisero la bracciante Geltrude Grassi*. a seguito dell’uccisione di un soldato tede- Tre lavoratori restarono feriti. Nel pome- sco, avvenuta il 26.6 in via del Pratello - le riggio una squadra di Sempre pronti, gui- SD avevano fucilato Rino Balestrazzi*, data da Zanetti, assalì la sede della CCdL, Giuseppe Balotti, Danilo Barca, Paolo in via Cavaliera 22 (oggi via Oberdan), Bononcini, Cleto Casi*, Luigi Labandi, contro la quale furono sparati molti colpi Cesare Palmini*, Dino Pancaldi*, Silvano di rivoltella. Restarono feriti 2 Sempre Rubbini*, Gino Salmi*. Erano nati o abita- pronti colpiti alle spalle, per errore, dai vano a Bologna Balestrazzi, Casi, Palmini, commilitoni. La polizia arrestò 6 ufficiali, Pancaldi, Rubbini e Salmi. Il 15.7.1944 – tra i quali Zanetti, nelle cui tasche furono come scrisse “il Resto del Carlino” del 16.7 trovati una rivoltella con il colpo in canna, - furono fucilati Armando Ghedini*, due caricatori vuoti e un pugnale degli Francesco Giorgi, Carlo Jussi*, Pietro arditi. I Sempre pronti si sciolsero il Maleti, Ivo Pruni, Giuseppe Stanzani*, 19.10.1919, quando Zanetti si recò a Fiume Azzo Tomasi*, Silvio Torri*, Svonko per partecipare alla sedizione dannunzia- Versic. Erano nati o abitavano a Bologna na. Nel febbraio-marzo 1920 furono rior- Ghedini, Jussi, Stanzani, Tomasi e Torri. Il ganizzati da Zanetti, sempre in funzione 22.9.1944 “il Resto del Carlino” pubblicò antisindacale. Gli “azzurri” - com’erano un comunicato del comando delle SD nel chiamati, per via della camicia azzurra, quale si annunciava che erano stati fucilati mentre la divisa era quella grigioverde dei 11 patrioti. Non erano indicati i nomi nè il militari - furono adibiti alla raccolta della luogo dell’esecuzione. [O] spazzatura e alla distribuzione della posta, in occasione di scioperi. Nel settembre Sempre pronti per la Patria e per il Re. Fu 1920, quando il Fascio di combattimento - la prima organizzazione paramilitare della con un finanziamento dell’Associazione di destra politica bolognese, costituita nella difesa sociale - organizzò un corpo di 300 primavera 1919 in funzione antisindacale e armati, quasi tutti gli “azzurri” disertarono antisocialista. Fu organizzata dal tenente per passare alla nuova organizzazione. I degli arditi Dino Zanetti, un mutilato di Sempre pronti furono attivi sino al guerra che, negli anni del conflitto, si era 26.4.1923, quando il Gruppo nazionalista distinto in numerose aggressioni contro gli bolognese confluì nel Fascio a seguito della amministratori comunali. Questa forma- fusione tra Associazione nazionalista e zione era il braccio armato del Gruppo PNF. [O] nazionalista bolognese, il quale era la sezio- B IBLIOGRAFIA. C. Valente, La ribellione anti- ne dell’Associazione nazionalista italiana socialista di Bologna; R. Ronzio, La fusione nata nel 1910 a Firenze. Tra la fine del 1918 del Nazionalismo con il Fascio, Milano, e l’inizio del 1919 - nella sede della Lega Mondadori, 1925, pp.254 (Ristampato nel latina della gioventù, un movimento di 1943); D. Zanetti, L’anima nella bufera; F. destra, - Zanetti istruì all’uso delle armi un Gaeta, La stampa nazionalista, Bologna,

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Cappelli, 1965, pp.593; N.S. Onofri, La co che aveva disertato dalla Luftwaffe, l’a- grande guerra nella città rossa; R. Molinelli, viazione tedesca. Gli infermieri erano Per una storia del nazionalismo italiano, Cesare Barilli* e Bruno Nadalini* dipen- Urbino, Argalia, 1966, pp.207; N.S. Ono- denti dell’istituto psichiatrico Roncati, e le fri, La strage di palazzo d’Accursio; F. Gae- operaie Ada Pasi* e Stella Tozzi*. Ha scrit- ta, Il nazionalismo italiano, Bari, Laterza, to Beltrame: «Severe e precise disposizioni 1981, pp.303. vennero impartite per mantenere il più possibile segreta la vita del piccolo ospeda- Servizio informazione militare, (SIM). Era le clandestino, per non destare pur minimi il servizio informazione militare dell’ex sospetti nella zona e per assicurare i neces- regio esercito. In molte brg fu istituito il sari rifornimenti senza turbare il funziona- SIM con il compito di raccogliere informa- mento delle attività sanitarie. La villetta zioni e anche di indagare sull’attività politi- doveva sembrare disabitata. Per questo le ca svolta dai militanti delle brgg. L’esercito finestre dovevano rimanere permanente- della Repubblica oggi ha un servizio analo- mente chiuse. Tutti i movimenti dall’ester- go, ma con diversa denominazione. no dovevano effettuarsi all’imbrunire, nelle ore che precedevano il coprifuoco». I con- Servizio sanitario partigiano. Nei venti tatti con l’esterno erano assicurati da Pietro mesi della lotta di liberazione numerosi Vassura*. Dopo avere funzionato a ritmo partigiani ammalati o feriti furono ricove- ridotto per tutta l’estate 1944, l’infermeria rati sotto falso nome in ospedali pubblici, i si affollò di feriti gravi all’indomani delle cui dirigenti collaboravano con il CLN. I battaglie di Porta Lame del 7.11 e della principali centri di ricovero furono l’Ospe- Bolognina del 15.11. Ai primi di dicembre, dale ortopedico militare Putti (attiguo al quando la maggior parte dei feriti era in via Rizzoli), l’Ospedale militare Marconi (alle- di guarigione, il CUMER decise di abban- stito nei locali della scuola di via Laura donare lo stabile per motivi di sicurezza. Il Bassi, a Bologna), l’Ospedale S. Orsola e 9.12.1944 - uno o due giorni prima dello l’Ospedale consorziale di Bentivoglio. In sgombero - i fascisti circondarono la palaz- alcune abitazioni private furono allestite zina. Catturarono 14 partigiani degenti - infermerie clandestine, mentre qualche solo uno riuscì a fuggire da una finestra - e brg, come la 36a Bianconcini Garibaldi, l’ufficiale austriaco. L’infermeria era stata organizzò autonomi servizi sanitari. scoperta a seguito della delazione di una Responsabile del servizio sanitario del partigiana - di nome Veronica - curata nel- CUMER e coordinatore d’ogni attività fu il l’estate e quindi passata al nemico. Tra- medico Giuseppe Beltrame* “Pino”. sportati nella caserma delle brigate nere in Lunghissimo è l’elenco dei medici e degli via Magarotti (oggi via dei Bersaglieri), i studenti di medicina - molti dei quali cadu- 14 partigiani furono seviziati e fucilati il ti - che prestarono la loro opera per il ser- 13.12 al poligono di tiro, unitamente al vizio sanitario partigiano. La più grossa medico austriaco. I caduti sono: Arrigo struttura sanitaria - un vero e proprio ospe- Brini*, Giancarlo Canella*, Franco Dal dale in miniatura - fu allestita in località Rio*, Settimo Dal Rio*, Ardilio Fiorini*, Ravone, in via Duca d’Aosta 77 (oggi via A. Gian Luigi Lazzari*, Rossano Mazza*, Costa). In una palazzina (demolita e intera- Lino Panzarini*, Enrico Raimondi*, Lu- mente rifatta nel dopoguerra) fu sistemata ciano Roversi*, Riniero Turrini*, Giorgio una sala operatoria con medici e infermie- Zanichelli*, Nicolai un partigiano sovieti- ri. La maggior parte delle attrezzature e dei co, un partigiano olandese, il medico medicinali era stata fornita da Oscar austriaco. Questi i medici partigiani e gli Scaglietti*, direttore del Putti. Oltre a studenti in medicina caduti durante la Beltrame, i medici erano un non meglio Resistenza: Pietro Busacchi*, Carlo Mar- identificato Vincenzi e un ufficiale austria- tinez Collado*, Francesco D’Agostino*,

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Enea Macentelli*, Renato Moretti* (stu- re, ma il discorso vale soprattutto per gli dente), Giovanni Battista Palmieri* (stu- anarchici - si dimostrarono impreparati ad dente), Vittorio Patrignani*, Gilberto Re- un simile evento rivoluzionario. La scintil- mondini* (studente), Ferruccio Terzi*. [O] la, partita da Ancona, incendiò l’Emilia- B IBLIOGRAFIA. “Umanità”, Numero unico Romagna, le Marche e la Toscana, lambì le dei medici partigiani in memoria dei loro altre regioni, soprattutto al nord, ma non caduti, 28 luglio 1945; G.B. Facchini, A. infiammò la nazione. Il 7.6.1914 - festa Cucchi, A. Businco, In memoria dei medici dello Statuto del regno - si tennero, come e studenti in medicina caduti nella lotta di di consueto, numerose manifestazioni uffi- liberazione; G. Beltrame, Sanità, in Epopea ciali. Per lo stesso giorno PSI, PRI e anar- partigiana, pp.67-9; W. Ventura, Corsia d’o- chici organizzarono una “Manifestazione spedale, in Epopea partigiana, p.96; G. nazionale contro le compagnie di discipli- Beltrame, I medici dei partigiani, in La bri- na”. Queste compagnie erano reparti spe- gata di “Pampurio”, 2° Quaderno de “La ciali dell’esercito, regolati da una disciplina lotta”, Bologna, 1963, pp.49-52; S.A., durissima, nelle quali erano arruolati i Scoperta l’infermeria del “Ravone”, in Al di “sovversivi”. Il governo non solo proibì le qua della Gengis Khan, pp.93-5; Anniver- manifestazioni pubbliche, ma vietò la pub- sario (XXXI) dell’eccidio dei 14 combatten- blicazione di un manifesto, così come fece ti della libertà ricoverati nell’infermeria par- sequestrare il periodico “La folla” di tigiana; B. Campanelli, Nè paga nè quartie- Milano, che lo aveva pubblicato. I provve- re; G. Beltrame, Servizio sanitario nella dimenti violavano la Costituzione che il clandestinità, in “Resistenza oggi”, 1984, governo intendeva celebrare proprio in pp.40-3: Fontanaluccia: ospedale partigiano, quel giorno. In più, il governo ordinò tutta a cura dell’ANPI di Castelfranco Emilia, una serie d’arresti preventivi di “sovversi- ciclostilato sd. Testimonianza di G. Beltra- vi”, per cui il clima politico divenne molto me (p.83) in RB 1. caldo. Proibite nelle piazze, le manifesta- zioni furono consentite in luoghi chiusi. Ad Settimana. Periodico settimanale edito da Ancona ebbe luogo nel cortile della Villa “il Resto del Carlino”, uscito durante il rossa, la sede del PRI. Tra gli altri parlaro- regime d’occupazione tedesco e la RSI. Lo no Pietro Nenni del PRI e il leader degli diresse Giorgio Pini, direttore del quoti- anarchici Errico Malatesta. Al termine, i diano. Aveva un formato tabloid e nel sot- convenuti non poterono defluire libera- totitolo si legge “Illustrato del ‘Resto del mente dal cortile perché la strada era bloc- Carlino’”. Era ricco di foto e disegni. Il cata dalla polizia da entrambi i lati. Si ebbe primo numero uscì il 19.2.1944-XXII, uno scambio d’insulti tra le persone e le secondo la numerazione romana che indi- forze di polizia, perché queste ultime non cava l’era fascista. L’ultimo, con il numero volevano che i manifestanti sfollassero in 32, vide la luce il 23.9.1944. Dopo un direzione della città bensì della campagna, lungo intervallo uscì un numero alla vigilia dove avrebbero dovuto disperdersi. Per della liberazione il 25.3.1945. [O] cause imprecisate - ma diranno di essere B IBLIOGRAFIA. N.S. Onofri, I giornali bado- stati colpiti dal lancio di sassi - poliziotti e gliani e della RSI a Bologna (1943-1945), carabinieri fecero fuoco. Bilancio: 3 morti p.120. e 4 feriti. Il governativo “Giornale d’Italia” scrisse che gli agenti avevano «sparato Settimana rossa, La. Fu la più grande sol- senza necessità». Ad Ancona fu proclama- levazione popolare avutasi in Italia dopo to lo sciopero generale. Analoga decisione, l’Unificazione nazionale. Esplose per caso ma su scala nazionale, fu adottata da PSI e nel 1914 e si spense dopo una settimana. CGdL, subito seguiti da PRI, Federazione Per quanto l’avessero auspicato da sempre, anarchica e USI. I promotori non erano i partiti di sinistra - PSI e PRI in particola- concordi perché la CGdL avrebbe voluto

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limitarlo a 2 giorni - il 9 e il 10 - mentre gli dei più combattivi sindacati di categoria altri lo volevano a tempo indeterminato. nel periodo prefascista. Rappresentava Lo sciopero nazionale fu caratterizzato da larga parte della categoria ed era diretto da gravissimi scontri tra lavoratori e forze di una maggioranza socialista, alla quale si polizia. Tragico il bilancio: 16 morti e 600 contrapponeva una forte minoranza anar- feriti tra gli scioperanti; un commissario co-sindacalista. Nel 1912, dopo la nascita morto e 400 feriti tra polizia e carabinieri. dell’USI, si rese autonomo dalla nuova cen- In Romagna e nelle Marche lo sciopero trale sindacale anarchica e dalla CGdL. Gli non cessò la sera del 10.6, ma si protrasse organi dirigenti avevano due sedi: a Torino sino al 12. In queste zone assunse un carat- si trovavano il Comitato centrale e la reda- tere rivoluzionario e insurrezionale e in zione de “La tribuna dei ferrovieri” e a molti centri fu innalzato l’albero della Bologna, in via Marghera 1 (oggi via Ros- libertà. Ad Ancona furono assalite alcune selli), l’amministrazione. Nel 1922 promos- armerie, dopo l’appello di Malatesta alla se l’Alleanza del lavoro per dare vita ad un rivoluzione. Ad Imola furono incendiate la unico fronte operaio capace di sbarrare la stazione ferroviaria e la pretura; ad strada al fascismo. Dopo lo “sciopero lega- Alfonsine (RA) la sede comunale, la chiesa, litario” dell’1-2.8.1922, proclamato dal- la stazione ferroviaria e la sede monarchica; l’Alleanza, numerosi ferrovieri bolognesi a Fusignano (RA), Conselice (RA) e Massa furono licenziati con la formula dello Lombarda (RA) le chiese e la sede monar- «scarso rendimento di lavoro». Il 9.2.1925 chica; a S. Agata sul Santerno (RA) la sede un decreto del prefetto di Bologna sciolse comunale e la chiesa; a Castel Bolognese lo SFI con il pretesto che «l’attività dell’ac- (RA), Rimini (FO) e Cesena (FO) le stazio- cennata organizzazione si è tramutata dal ni ferroviarie. A Fabriano (AN) e a Senigal- campo sindacale sul terreno politico, con lia (AN) le chiese e le stazioni. Quasi ovun- propaganda e indirizzi contrari alle istitu- que furono tagliati i fili del telegrafo e zioni e al governo, con conseguente perico- costituiti “Comitati d’azione”. Il giorno 11 lo per l’ordine pubblico». [O] Ravenna fu circondata da migliaia di lavo- B IBLIOGRAFIA. A. Castrucci, Battaglie e vit- ratori e rimase isolata. A Cervia (RA), un torie dei ferrovieri italiani, (Cenni storici dal generale che stava ispezionando la costa, 1877 al 1944), Milano, La prora, 1945, con 6 ufficiali, fu catturato dagli insorti e pp.139; G. Brini, I ferrovieri sulle strade tenuto prigioniero per 5 ore. Il giorno 11 lo ferrate dell’Emilia-Romagna, Bologna, sciopero cessò in Romagna e il 12 nelle 1979, 2 vol; I ferrovieri del compartimento Marche, quando ci si rese conto che la rivo- di Bologna nella lotta di liberazione, in luzione non si era estesa al resto del paese. Bologna verso la libertà, pp.36-40; S. La “settimana rossa” rappresentò il mo- D’Onofrio, Libertà vo’ cercando. Bologna mento di massima unità tra i partiti di sini- 1890-1962. Storia dell’anarchico Lorenzo stra, anche se un mese dopo - con lo scop- Giusti ferroviere e assessore nel comune pio della prima guerra mondiale - si divise- socialista di Bologna; Il Sindacato ferrovieri ro nuovamente, essendo il PSI neutralista e italiani dalle origini al fascismo, a cura di il PRI interventista. [O] M. Antonioli e G. Checcozzo, Milano, B IBLIOGRAFIA. L. Lotti, La settimana rossa, 1994, pp.345. Firenze, Le Monnier, 1972, pp.284. Sindacato libero dei lavoratori confederali Sezione francese internazionale operaia, di Molinella. Dopo lo scioglimento di tutte (SFIO). Era ed è ancora oggi il partito le organizzazioni sindacali, da parte del socialista della Francia, aderente all’Inter- governo fascista, all’inizio del 1926, i lavo- nazionale socialista. ratori antifascisti del molinellese diedero vita al Sindacato libero dei lavoratori con- Sindacato ferrovieri italiani, (SFI). Fu uno federali di Molinella. Fu promosso da 4

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braccianti socialisti: Ettore Bagni (a volte Società operaia di Bologna. Il 2.4.1860, confuso con Gaetano Bagni*), Giuseppe promossa da un gruppo di patrizi e bor- Bolognesi*, Erminio Minghetti* ed Ettore ghesi illuminati, fu istituita a Bologna la Stagni*. Il nuovo sindacato, che avrebbe Società operaia con lo scopo di favorire «la dovuto rappresentare i lavoratori nelle trat- Fratellanza e il Mutuo soccorso» tra i lavo- tative con le associazioni padronali agrarie, ratori e «promuovere l’istruzione, la mora- il 29.6.1926 fu sciolto con un decreto del lità, il benessere affinché possano felice- prefetto. Era la più grossa organizzazione mente cooperare al pubblico bene». sindacale di Molinella avendo 1.000 iscrit- L’Operaia accentuò il suo impegno sociale ti, di cui 539 uomini e 461 donne. [O] quando, nel 1866, la presidenza fu assunta da Quirico Filopanti, mentre in consiglio Soccorso rosso internazionale. Quest’or- entrarono molti esponenti mazziniani. Fu ganizzazione, emanazione diretta del intensificata l’attività previdenziale del Comintern sovietico, fu istituita nel 1922 - mutuo soccorso, quell’economica con la su iniziativa dell’Associazione dei vecchi costituzione di cooperative e quella morale bolscevichi - per prestare soccorso alle con l’organizzazione di corsi d’istruzione. famiglie delle vittime della reazione fascista L’ente subì una svolta radicale quando, il in Polonia. Nel dicembre 1922 il IV 15.4.1883, il socialista Enrico Forlai fu elet- Congresso internazionale comunista la rese to presidente. Dal concetto della solidarie- permanente ed estese la sua assistenza alle tà di classe si passò a quello della lotta di vittime del fascismo europeo. In particola- classe. La Società operaia si fece promotri- re il Soccorso rosso operò in Austria nel ce di leghe sindacali e nel 1893 della CdL. 1934, dopo il tentativo autoritario di Al suo interno, ma con autonomia operati- Engelbert Dollfuss, e nel 1935 in Spagna va, fu istituita la Società operaia femminile dopo la repressione dello sciopero nelle con il compito di affrontare i problemi Asturie. Negli stessi anni in Francia operò, delle lavoratrici. Ha scritto Mario Maragi, con lo stesso fine e, forse, in contatto con lo storico della Società, che «Dal 1860 fino Soccorso rosso, il Comitato per la difesa all’avvento del fascismo la Società è stata delle vittime del fascismo. A sua volta il una componente spesso determinante della PCI istituì in Francia i Patronati per l’aiuto storia locale». E ancora: «Non vi è campo alle vittime del fascismo. In Italia il in cui abbia avuto senso “pensare” e Soccorso rosso promosse, in forma clande- “agire” per il miglioramento e per l’eman- stina, raccolte di fondi a favore dei prigio- cipazione popolare che non registri la pre- nieri politici. Nel 1923 Anselmo Marabini* senza attiva, spesso precorritrice in forme fu nominato segretario nazionale. Non si sa addirittura pionieristiche, della Società per quanto tempo operò. Nel 1927 a Operaia». Non soppressa dal fascismo, ha Bologna uno dei responsabili - con il nome ripreso ad operare dopo il 1945, ma in un di battaglia Orfeo Orfei - era Ivo Pazza- contesto sociale del tutto diverso da quello glia*. Il Soccorso rosso internazionale andò nel quale era nata. [O] in crisi quando Hitler e Stalin si allearono B IBLIOGRAFIA. La Società operaia di nel 1939 e non si riprese dopo l’aggressio- Bologna nel 1883, Relazione del presidente ne nazista all’URSS. [O] Enrico Forlai, Bologna, 1884, pp.24; La B IBLIOGRAFIA. V. Vidali, Comandante Carlos, Società operaia maschile di Bologna nel 50° Milano, Editori riuniti, 1983, p.144; Tina anniversario della fondazione, Bologna, Modotti fotografa e rivoluzionaria, a cura di 1911, pp.110; M. Maragi, Storia della V. Vidali, London, Milano, 1979, pp.48; T. Società operaia di Bologna, Imola, 1970, Modotti, Una vita nella storia, Udine, 1995, pp.413; F. Tarozzi, La Società operaia di pp.153; E. Poniatowska, Tinissima. La vita Bologna: dal mutuo soccorso alla “resisten- di Tina Modotti, fotografa e rivoluzionaria, za”, in “Bollettino del Museo del Risorgi- Milano, Frassinelli, 1997, pp.415. mento”, 1975-77; N.S. Onofri, 1892: il

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PSI a Bologna. Origine e nascita del movi- su Roma”, il giornale fu costretto a cessare mento socialista. le pubblicazioni per alcune settimane. Il 27.1.1923 uscì l’ultimo numero. [O] Sorgente, La. La sezione del PPI bologne- B IBLIOGRAFIA. A. Mambelli, Il giornalismo se nel 1924 chiese alla curia il permesso di in Romagna. Rassegna di tutta la stampa inserire una pagina di cronaca cittadina ne quotidiana e periodica dalle origini a oggi, “L’Italia” di Milano. “L’Avvenire d’Italia” Forlì, 1966, pp.XII+438; M. Casarini, Il di Bologna era controllato dai clerico-fasci- problema operaio in “Sorgiamo” settimanale sti, mentre il quotidiano cattolico milanese dell’Unione anarchica emiliano romagnola aveva un netto orientamento antifascista. (1920/23), in “Volontà”, n.4, 1978, pp.260- Poiché la risposta fu negativa, i cattolici 70. I rapporti della polizia sul giornale so- antifascisti promossero il settimanale “La no in ACS, PS, Cat.F1, 1894-1926, b. 5, Sorgente”, diretto da Carlo Strazziari. Tra i fas.12-20. promotori vanno ricordati Fulvio Milani*, Vincenzo Gotti*, Raffaele Ottani* e Squadre d’azione patriottica (SAP). Nel- Giovanni Moruzzi. La supervisione della l’estate 1944 le brg Garibaldi dell’Emilia parte religiosa fu affidata a mons. Emilio istituirono, nelle città e nelle campagne, Faggioli*, parroco di S. Giovanni in delle squadre speciali armate per coinvol- Monte, noto per il suo impegno antifasci- gere nella lotta cittadini non inquadrati sta. Il periodico fu soppresso nel novembre nelle brg e per trasformare la lotta antifa- 1926, ultimo dei giornali antifascisti bolo- scista in lotta di popolo. Questi patrioti - gnesi ad ammainare la bandiera della liber- chiamati SAP o sappisti, perché militavano tà. Riprese le pubblicazioni il 2.5.1945, nelle Squadre d’azione patriottica - aveva- sempre diretto da Strazziari, con il sottoti- no il compito di sabotare la produzione tolo “Settimanale della Democrazia bellica nelle fabbriche e di difendere il rac- Cristiana”. Le cessò il 25.10.1945. [O] colto e il bestiame nelle campagne. Erano B IBLIOGRAFIA. N.S. Onofri, I giornali bolo- formate da operai e contadini che ufficial- gnesi nel ventennio fascista; G. Venturi, mente risultavano regolarmente al lavoro, Bologna, in Il partito popolare in Emilia- ma che agivano secondo le direttive del Romagna (1919-1926), pp.185-232. CLN e che si tenevano pronti per insorge- re in armi al momento opportuno. Sorgiamo!. Il 17.1.1920 gli anarchici di Dall’Emilia l’esperienza si allargò ad altre Rimini fondarono il periodico “Sorgia- regioni. [O] mo!”, che aveva il sottotitolo “Settimanale dell’Unione Anarchica Emiliano-Roma- Squilla, La. Dopo avere avuto altri periodici gnola”. Il 15.5.1920 fu trasferito a Imola e - tra i quali “Il Risveglio” e “L’Amico del la direzione assunta da Domenico Diego povero” - l’1.5.1901 la federazione bologne- Guadagnini*, uno dei massimi dirigenti del se del PSI pubblicò un numero saggio de movimento anarchico della regione, che lo “La Squilla”. Era stato curato da Ugo firmava come redattore responsabile. Dal Lenzi*, Genuzio Bentini*, Tullio Murri e da 17.7.1920, pur restando Guadagnini diret- un non meglio identificato Tamburini. tore, la gerenza fu assunta da Amilcare Avendo avuto una buona accoglienza, Gamberini*. L’1.1.1921 mutò il sottotitolo dall’11.5 il giornale cominciò ad uscire con in “Settimanale a cura dei gruppi anarchici cadenza settimanale. La tiratura di mille di Imola e Circondario”. In quell’anno fece copie passò a 4.800 a fine anno. In occasione 36 numeri. Il 14.1.1922 cambiò periodicità dei congressi nazionali, delle elezioni politi- e sottotitolo, “Quindicinale degli Anar- che o di processi importanti, uscì con perio- chici imolesi”, e divenne gerente Giuseppe dicità quotidiana. È sempre stato l’organo Tonini*. Guadagnini e i redattori furono ufficiale del socialismo bolognese e, per un perseguitati dai fascisti e, dopo la “marcia certo periodo di tempo, anche della CCdL e

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della Federazione lavoratori della terra. SS italiane. Durante la RSI furono costitui- Uscito regolarmente anche negli anni della ti reparti di SS formati da militari italiani. prima guerra mondiale - con le colonne Comandati da ufficiali delle SS tedesche, spesso imbiancate dalla censura - dovette questi reparti furono inquadrati nella sospendere le pubblicazioni il 24.1.1921, Wehrmacht, l’esercito regolare tedesco, e quando i fascisti incendiarono lo stabile di nelle forze armate della RSI. La maggior via d’Azeglio 43, dove avevano sede la parte dei membri delle SS italiane erano redazione, la federazione del PSI e la altoatesini di lingua tedesca. Questi reparti CCdL. Le riprese quasi subito e, nonostan- non giuravano fedeltà alla RSI, ma a Hitler, te la violenza fascista, uscì sino al gennaio come le SS tedesche. Più mercenari e colla- 1923. Riapparve nel marzo 1924, in occa- borazionisti di così non avrebbero potuto sione delle elezioni politiche, sia pure con il essere. Le SS italiane furono impiegate nuovo titolo “La Squilla socialista”. Nono- quasi esclusivamente nella campagna di stante i sequestri e le persecuzioni fasciste, repressione antipartigiana. Si resero re- uscì sicuramente sino al 9.8.1924, perché sponsabili d’orrendi massacri. [O] di questo numero esiste una copia. Secon- B IBLIOGRAFIA. R. Lazzero, Le SS italiane, do altra versione sarebbe uscito sino al Milano, Rizzoli, 1982, pp.393; F. Duprat, 17.1.1925. Rivide la luce durante la lotta di Storia delle SS, Milano, Ritter, 1998, pp.459; liberazione, il 14.4.1945, con il sottotitolo E. Zucconi, SS italiane, Pinerolo, NovAn- “Organo della Federazione Provinciale tico; S. Corbatti, M. Nava, Sentire, Pensare, Bolognese del Partito Socialista di U.P.”. Volere, Storia della Legione SS italiana, Fece un solo numero. Redatto da Renato Milano, Ritter, 2001, pp.423; M. Afiero, I Tega*, fu stampato nella tipografia clande- volontari stranieri di Hitler, Milano, Ritter, stina del PSIUP in via Mazzini 23 a 2001, pp.408 (Da p.175 a 185 il capitolo I Bologna. Il 30.5.1945 riprese le pubblica- volontari italiani); P. de Lazzari, Le SS italia- zioni come settimanale e, con questa perio- ne, Milano, Teti, 2002, pp.230. dicità, è uscito sino al dicembre 1965. Da allora esce con periodicità irregolare e fa SS tedesche. Sono comunemente chiamate meno di dieci numeri l’anno. [O] SS le Schutz staffeln, letteralmente Squa- B IBLIOGRAFIA. 27 puntate di una storia non dre di protezione. All’inizio degli anni completa del giornale sono apparse su “La Venti, quando Hitler fondò il Partito Squilla” dal n.50 del 24.12.1953 al n.27 nazionalsocialista tedesco dei lavoratori, le dell’8.7.1954. Le prime 23 sono di V.M. SS erano un reparto di polizia all’interno (Vittorio Mussita) e le ultime, anonime, di della SA (Sturmabteilung, cioè reparti d’as- C.M. Badini. N.S. Onofri, I socialisti bolo- salto) la vera milizia armata del partito. gnesi nella Resistenza; L. Arbizzani, N.S. All’inizio le SS erano la guardia personale Onofri, I giornali bolognesi della Resistenza; di Hitler. Sotto il comando di Heinrich M. Poli, Per una storia de “La Squilla”, in “il Himmler, divennero uno strumento di Carrobbio”, anno X, 1984, p.216; N.S. morte per tutti i nemici del nazismo, a Onofri, Nacque nel 1901 “La Squilla”, la cominciare dai capi delle SA, uccisi nel “voce” del PSI bolognese, in Cento anni di corso della “notte dei lunghi coltelli”. stampa socialista nella bassa padania, 1889- Divenute “uno stato nello stato”, le SS 1989, a cura di M. Pecoraro, Venezia. organizzarono i lager di sterminio per Marsilio, 1989, pp.137-148. Per “La Squil- internare gli avversari politici del nazismo e la” clandestina cfr.: Testimonianze di C. gli ebrei. Dopo l’inizio del conflitto - al Govi (p.60), A. Zama (p.71), J. Grazia quale parteciparono con divisioni corazza- (p.74), G. Zappoli (p.111) in RB 3. I testi del te molto efficienti - le SS assunsero la giornale sono in RB2 da p.1.031 a p.1.049. I responsabilità dell’ordine pubblico in tutti rapporti della polizia sul giornale sono in i paesi occupati e diressero la campagna ACS, PS, Cat.F1, 1894-1926, b. 6, fas.12-21. militare contro i movimenti di liberazione.

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Tutte le peggiori stragi di civili nei paesi quasi certamente nel novembre 1944, in europei occupati furono opera delle SS. località Suore di Mongardino (Sasso Per la repressione antipartigiana le SS Marconi), i tedeschi fucilarono 6 persone, organizzarono gli Einsatzgruppen, gruppi inumate in 2 fosse comuni. Non si conosco- militari specializzati nell’opera di stermi- no le ragioni dell’eccidio. Del tutto casual- nio, e le SD un reparto con speciali compi- mente, il 23.4.1946 alcuni residenti notaro- ti di pubblica sicurezza, simili a quelli della no le due fosse, dalle quali furono ricupera- Gestapo. Il Tribunale internazionale di ti i resti di 6 persone. Furono identificati Norimberga sentenziò che le SS erano un Vincenzo Lesi* e il figlio Mario*, residenti a corpo militare criminale. A Bologna le SS si Sasso Marconi. Erano mendicanti, uno dei resero responsabili di numerosi efferati quali, il padre, cieco. I resti delle altre 4 per- eccidi come quelli di Marzabotto, Cà di sone sono rimasti senza nome. [O] Berna (Lizzano in Belvedere), Casalecchio di Reno, Casteldebole (Bologna), Savi- Susano, Eccidio di. Il 24.10.1944 - mentre gnano (Grizzana Morandi). Numerosi i era in atto l’avanzata degli alleati nell’Alta partigiani e i cittadini inermi fucilati dalle Valle del Reno, che da Porretta Terme sta- SD del comando di Bologna. [O] vano scendendo verso Bologna - i tedeschi B IBLIOGRAFIA. P. Neumann, SS, Milano, catturarono 10 persone in località Susano Sugar, 1960, pp.371; G. Reitlinger, Storia (Vergato), lungo la strada Vergato- delle SS, Milano, Sugar, 1965, pp.609; Diari Cereglio. Tra i fermati vi erano alcuni par- di guerra delle SS, Milano, Mondadori, tigiani. Per ragioni che non si conoscono - 1966, pp.219; R. Schnabel, Il disonore del- in quei giorni non si erano avuti attacchi l’uomo. Documenti sulle SS, Milano, Lerici, partigiani nella zona - vennero fucilate. Nel 1966, pp.357; J. Bogatsvo, Come torturava- luogo dell’eccidio - da non confondere con no le SS, Milano, De Vecchi, 1970, pp.211; quello avvenuto il 13.12.1944 a Boschi, già H.V. Dicks, La libertà di uccidere. Studio Boschi di Susano (Vergato), una località socio-psicologico sulla criminalità delle SS, poco distante - è stato eretto un cippo con Milano, Rizzoli, 1975, pp.335; H. Lau- i nomi delle vittime: Marino Cori*, Augu- demer, Le Waffen SS, Roma, Ciarrapico, sto Danieli*, Sante Lanzarini*, Ugo Len- 1976, p.384; H. Hohne, L’ordine nero. La zi*, Antonio Melchioni*, Federico Pedri- storia delle SS, Milano, Garzanti, 1976, ni*, Fedele Rondelli*, Giorgio Rondelli*, pp.357; R. Lumsden, La vera storia delle SS, Lucia Rondelli* e Luigi Rondelli*. [O] Roma, Newton & Compton, 1997, pp.348.

Stato operaio, Lo. Fu la rivista ideologica fondata da Palmiro Togliatti il 16.8.1923 e soppressa nel giugno 1925 dal fascismo. T Rivide la luce nel marzo 1927 a Parigi (Francia) con il sottotitolo di “Rassegna di politica proletaria”. Soppressa nel 1939 dal Tempi nuovi. Nel 1942 a Bologna, per ini- governo francese, tornò ad uscire nel ziativa di Paolo Fortunati* e di alcuni marzo 1940 a New York (USA) e cessò le docenti e studenti, sorse il Gruppo pubblicazioni nel dicembre 1943, quando Intellettuali “A. Labriola”, del quale fecero rientrarono in Italia gli esponenti del PCI parte intellettuali comunisti ed ex fascisti rifugiatisi in USA. [O] di sinistra passati al PCI. Come ha scritto B IBLIOGRAFIA. Lo Stato operaio, 1927-1939, Giorgio Fanti, si trattò di «una anomalia, a cura di F. Ferri, Roma, Editori riuniti, di più, di un caso isolato e contro corrente 1964, 2 volumi. non solo in Italia ma nell’insieme dei PC della III Internazionale», perché era Suore, Eccidio di. In data imprecisata, ma impensabile un’organizzazione autonoma

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degli intellettuali all’interno del PCI. Du- Vittorio Chiapparini*, Amedeo Fantoni*, rante la lotta di liberazione curò la pubbli- Elio Fantoni*, Mario Fantoni*, Vincenzo cazione di 2 numeri del giornale “Tempi Ferrari*, Armando Gruppioni*, Vincenzo nuovi”. Stampato in tipografia, aveva il sot- Lollini*, Pietro Mazzanti*, Duilio Mon- totitolo “Periodico del Gruppo Intellet- tanari*, Ivo Montanari*, Guido Nuzzi*, tuali ‘Antonio Labriola’”. Il primo uscì nel Duilio Tarozzi*, Romeo Venturi*, Oliviero luglio 1944 e il secondo nel marzo 1945. Vi Zanardi* e Pompeo Zanardi*. Solo cinque scrissero Renato Cenerini*, Arsilio Colom- furono rinviati a giudizio e gli altri pro- bini* detto Ersilio, Paolo Fortunati*, Ro- sciolti in istruttoria e scarcerati dopo un berto Mazzetti, Giulio Tavernari*, Giorgio lungo periodo di detenzione. Il 23.7.1923, Vecchietti*. Riprese le pubblicazioni dopo per rispondere d’omicidio, 2 mancati omi- la Liberazione, diretto da Corrado Bondi, e cidi e lesioni gravi, furono processati in fece 8 numeri, l’ultimo dei quali uscì nel corte d’assise Amedeo Fantoni, Duilio marzo 1946. Il Gruppo Labriola e il perio- Montanari, Guido Nuzzi e Oliviero Zanar- dico furono soppressi dal PCI, come ha di. Il 26.7 Fantoni fu condannato a 8 anni, scritto Fanti, perché «Si volle deliberata- 10 mesi e 28 giorni; Zanardi a 6 anni, 6 mente colpire un tentativo generoso di mesi e 6 giorni; Montanari e Nuzzi a 2 produrre l’incontro e l’integrazione della anni, 11 mesi e 6 giorni. Il 27 Mazzanti fu cultura e del mondo del lavoro» [O] processato separatamente, perché contu- B IBLIOGRAFIA. G. Fanti, Gli anni del mace, e condannato a 4 anni, 8 mesi e 24 Gruppo Labriola, in “Emilia”, n.8-9, 1955; giorni (Corte d’Assise di Bologna. 1922- L. Arbizzani, N.S. Onofri, I giornali bolo- 1923, p.229). Il processo ebbe un seguito gnesi della Resistenza, pp.267-76; P. di sangue. Tre dei quattro condannati furo- Fortunati, Il gruppo “Labriola”, in Crisi no uccisi dai fascisti quando, scontata la della cultura e dialettica delle idee, pp.411- pena, uscirono dal carcere. Nel 1924 Nuzzi 22; “Tempi Nuovi”, periodico del Gruppo fu ferito a colpi di pistola e morì qualche intellettuali Antonio Labriola, 1944-1946; tempo dopo. Nel 1925 fu ucciso Zanardi e G. Fanti, I distintivi all’occhiello: le disav- nel 1926 Fantoni. I tre delitti rimasero venture di un sopravvissuto a due ideologie. impuniti. [O] Testimonianza di P. Fortunati (pp.310-29) in RBI. I testi sono in RB2 da p.761 a p.797 Tribunale italiano straordinario. Il 3.1.1944 e nel saggio di Fanti del 1997. un manifesto bilingue annunciò che il Tribunale italiano straordinario di Bologna Tombe di Masummatico, Eccidio di. Ve- aveva condannato a morte i partigiani Emi- di: Valle delle Tombe di Massumatico, Ec- liano Marx e Amerigo Donattini. (Recte: cidio di Max Emiliani* e Amerigo Donatini*).Cosa fosse esattamente questo tribunale non si Trebbo di Reno, Scontro di. Nel pomerig- sa, né si conosce la sua composizione. gio del 27.11.1922 a Trebbo di Reno (Ca- Sicuramente la pubblica accusa era rappre- stel Maggiore), alcuni militanti socialisti e sentata da Giovanni Battista Cosimini, il comunisti, mentre stavano vendendo il quale sosterrà la stessa funzione nel giornale “L’Avanguardia”, si scontrarono Tribunale militare di guerra, quando sarà con un gruppo di fascisti davanti e dentro costituito o chiamato a funzionare, senza un’osteria. Restarono feriti i fascisti essere stato costituito ufficialmente. È pro- Ernesto Cesari, Camillo Canè, Guido babile che questo tribunale sia stato il Vecchi e Marcello Tolomelli. Il Cesari morì Tribunale straordinario provinciale istitui- un mese dopo. I carabinieri arrestarono to l’11.11.1943. [O] una ventina di militanti socialisti e comuni- sti, dei quali si conoscono i nomi di 17: Tribunale militare di guerra. Il 26.1.1944 i Amleto Bonazzi*, Umberto Bonazzi*, partigiani Ermanno Galeotti*, Bruno

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Pasquali* e Remigio Venturoli* giustiziaro- patria». La sentenza rispecchiava le diretti- no Eugenio Facchini, segretario provincia- ve contenute nell’ordine scritto che Ales- le del PFR di Bologna. Il 28.1 “il Resto del sandro Pavolini, segretario nazionale del Carlino” scrisse che nella notte si era riuni- PFR, aveva inviato l’8.11.1943 ai segretari to il Tribunale straordinario militare. Il 29 provinciali del PFR. Diceva: «Ordino alle il giornale pubblicò un comunicato ufficia- squadre di Partito, sulla responsabilità dei le che così iniziava: «Convocato dal dirigenti Federali e d’intesa coi Capi delle Comando militare regionale si è riunito Provincie, di procedere all’immediato arre- nella notte di giovedì il Tribunale militare sto degli esecutori materiali o dei mandan- di guerra». Il 10.11.1943 il governo della ti morali degli assassini di fascisti repubbli- RSI aveva istituito i Tribunali militari terri- cani ogni volta che l’uccisione si verifichi. toriali che avevano il compito di giudicare, Previo giudizio dei Tribunali straordinari in base al codice di guerra, reati connessi (previsti dalle leggi speciali del tempo di alle cose militari. Questo tribunale a guerra) che dovranno entro 24 ore essere Bologna era presieduto dal gen. Cesare nominati sul posto e giudicare detti esecu- Corvino. Procuratore militare era il col. tori o mandanti, siano passati per le armi Giuseppe Gasperini. Questi ufficiali furo- dalle squadre. Per i mandanti morali inten- no in seguito avvicendati. Cosa fosse il do i nemici dell’Italia e del Fascismo re- Comando militare regionale - di cui scrisse sponsabili dell’avvelenamento delle anime il giornale - non si sa anche se, quasi certa- e delle connivenze con l’invasore. Il fasci- mente, era quello della GNR, una delle smo repubblicano non fa rappresaglie, ma tante milizie della RSI. Sicuramente non giustizia e soffocherà con energia ogni cri- dipendeva dall’esercito della RSI. Negli minoso attentato di guerriglia civile da ultimi tempi della RSI questi tribunali parte degli emissari del nemico». Furono furono gestiti direttamente dal capo della condannati a morte: Alfredo Bartolini*, provincia, com’era chiamato allora il pre- Romeo Bartolini*, Alessandro Biancon- fetto. Il tribunale che operò il 28 gennaio cini*, Silvio Bonfigli*, Cesare Budini*, era presieduto dal generale della GNR Ezio Cesarini*, Francesco D’Agostino*, Ivan Doro e composto dai tenenti colon- Zosimo Marinelli* e Luigi Missoni*. Sante nelli Roberto Morelli e Umberto Petron- Contoli ebbe una condanna a 30 anni. cini. L’avvocato Giovanni Battista Cosimini Vennero fucilati al Poligono di tiro di fu il pubblico accusatore. Furono proces- Bologna il 27.1.1944, meno Missoni, la cui sate 10 persone, - 5 delle quali detenute nel condanna fu commutata in 30 anni. carcere di S. Giovanni in Monte (Bologna) Missoni perse la vita il 17.12.1944 nel car- e le altre nella Rocca di Imola - con la gene- cere di Castelfranco Emilia (MO), durante rica accusa di antifascismo. Al termine del un bombardamento aereo. Consoli fu procedimento - svoltosi in assenza degli deportato a Mauthausen (Austria) e qui imputati e degli avvocati difensori - fu morì nell’aprile 1945. I bolognesi erano emessa questa sentenza: «Per avere dal 25 stati scelti da Franz Pagliani (il quale dirà luglio 1943 in poi, in territorio del in seguito che la scelta era stata fatta dal Comando militare regionale, con scritti e vice federale Pietro Torri a sua insaputa) e con parole, con particolari atteggiamenti pare anche da Enrico Cacciari. La scelta consapevoli e volontarie omissioni e con degli imolesi fu fatta dal gruppo che diri- atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato geva il PFR. Il 7.1.1947 Ivan Doro fu pro- di conseguenza l’atmosfera del disordine e cessato a Bologna e amnistiato «in quanto della rivolta e determinato gli autori mate- comandato dal suo superiore generale riali dell’omicidio a compiere il delitto allo Magaldi» a presiedere il tribunale. Pagliani scopo di sopprimere nella persona del il 19.3.1948, a Perugia, fu condannato a 24 Caduto il difensore della causa che si com- anni di reclusione e amnistiato. Nei venti batte per l’indipendenza e l’unità della mesi dell’occupazione nazista, a Bologna

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operò anche il Tribunale straordinario di pubblicato su la “Gazzetta ufficiale” n.295 guerra non si sa quando e come insediato. del 20.12.1943. Fu presieduto da Mario “il Resto del Carlino il 31.3.1944 pubblicò Griffini console della MVSN. Con decreto una nota nella quale si affermava che que- n.49 del 13.1.1944 fu istituita la sezione di sto tribunale aveva condannato a morte 10 Bologna competente per l’Emilia. Non si «sbandati e renitenti». Il 12.5 un altro conosce, per Bologna, il numero dei pro- comunicato annunciò la condanna a morte cessi e dei condannati nel periodo della di 10 persone. Il 19.9.1944 il gruppo diri- RSI. [O] gente del PdA fu processato dal Tribunale B IBLIOGRAFIA. A. Tringali Casanuova, Tri- militare di guerra straordinario. Otto parti- bunale speciale per la difesa dello stato, in giani furono condannati a morte e fucilati e Panorami di realizzazioni del fascismo, gli altri a pene detentive da scontare nei Roma, 1942, vol.VIII, pp.35-6; A. Loren- lager nazisti. [O] zetto, Come nacque il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, in “Il Ponte”, n.12, Tribunale speciale per la difesa dello 1950, pp.1.556-1.564; C. Rossi, Il Tribunale Stato. Fu istituito con la legge speciale del speciale, Milano, Ceschina, 1952, pp.395; 26.11.1926, n.2.008. Dipendeva dalla A. Dal Pont, A. Leonetti, P. Mavello, L. MVSN e giudicava i reati politici, per cui Zocchi, Aula IV, Tutti i processi del gli antifascisti furono sottratti al loro giudi- Tribunale speciale a cura dell’ANPPIA, ce naturale. A differenza dei tribunali nor- Roma, 1961, pp.632; G. Chiarini, Il prole- mali, poteva erogare la pena di morte. Era tariato rivoluzionario bolognese nelle crona- composto da un presidente, scelto tra uffi- che del Tribunale speciale, in Momenti del- ciali delle tre armi e della MVSN, da 5 giu- l’antifascismo bolognese, Quaderno n.7 de dici scelti tra i consoli della MVSN e da un “La lotta”, 1967; A. Dal Pont, S. Carolini, relatore proveniente dalla magistratura L’Italia dissidente e antifascista. Le ordinan- militare. Questa giurisdizione speciale fu ze, le sentenze istruttorie e le sentenze in ampliata e perfezionata dal Codice penale camera di consiglio emesse dal Tribunale fascista nel 1931. Con legge 28.7.1939 il tri- speciale fascista contro gli imputati di antifa- bunale divenne competente per i reati scismo dall’anno 1927 al 1943, Roma, La «penali in materia di scambi, di valute e di Pietra, 1980, 3 volumi per complessive commercio dell’oro». Dopo lo scoppio pp.1.474; Italia. Ministero della difesa. della guerra, con legge 16.6.1940, n.582, Stato maggiore dell’esercito. Ufficio stori- furono aggravate le pene «riguardo ai delit- co, Tribunale speciale per la difesa dello ti commessi profittando delle circostanze stato. Decisioni emesse..., (sono 17 volumi dipendenti dallo stato di guerra». Con le con le sentenze pronunciate dal 1927 al leggi 27.12.1940, n.1.715, e 8.7.1941, 1943); Nel ‘70°, anniversario dell’istituzio- n.645, divennero di competenza del tribu- ne del Tribunale speciale, a cura di L. nale i reati relativi «all’approvvigionamen- Casali, Bologna, Patron, 1998, pp.71. to, al commercio e consumo delle merci.» Anche se sarebbe dovuto restare in carica 5 Tribunale straordinario provinciale. Il anni, operò sino al 25.7.1943. Fu soppres- 26.10.1943 il governo di Salò annunciò che so con uno dei primi provvedimenti del go- sarebbe stato istituito il Tribunale straordi- verno Badoglio, dopo il 25.7.1943. Duran- nario provinciale, che avrebbe dovuto esse- te la dittatura al Tribunale speciale furono re un organismo diverso dalla sezione re- deferiti 12.192 antifascisti, dei quali 5.619 gionale del Tribunale speciale per la difesa processati e condannati. A Bologna furono dello stato. Quando insediò il governo denunciati 734 antifascisti, 384 dei quali della RSI alla Rocca delle Camminate, condannati. Durante la RSI fu ricostituito Mussolini disse che non avrebbe consenti- il Tribunale speciale per la difesa dello to «repressioni generiche» contro gli italia- stato con decreto n.794 del 3.12.1943, ni, ma che «severe sanzioni» sarebbero sta-

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te inflitte agli iscritti al PNF che «passaro- del Tribunale straordinario provinciali no al nemico» nonostante avessero ricevu- erano eletti o destituiti dal segretario nazio- to «alte cariche» e «onori e ricompense». nale del PFR in base al decreto n.105 del Tribunali straordinari, disse, «giudicheran- 27.3.1944 pubblicato su la “Gazzetta uffi- no questi casi di tradimento e di fellonia». ciale” n.80 del 5.4.1944. [O] L’11.11.1943 fu creato il Tribunale straor- dinario provinciale con decreto di Triumvirato insurrezionale comunista. Il Mussolini - nella sua qualità di capo dello 4.6.1944 le truppe alleate, quando liberaro- stato fascista repubblicano d’Italia e capo no Roma, non ricevettero alcun aiuto dalle del governo - pubblicato sulla “Gazzetta forze partigiane. I partiti antifascisti s’inter- ufficiale” n.269 del 18.11.1943. Il tribuna- rogarono a lungo sulla mancata collabora- le doveva giudicare: «a) i fascisti che hanno zione tra partigiani ed esercito alleato e stu- tradito il giuramento di fedeltà all’Idea; b) diarono, in accordo con il CLN, possibili coloro che dopo il colpo di Stato del 25 soluzioni unitarie per le prevedibili e auspi- luglio 1943-XXI hanno comunque, con cabili insurrezioni nelle città del nord. parole o con scritti o altrimenti, denigrato Anche se la direzione della lotta di libera- il fascismo e le sue istituzioni; c) coloro che zione spettava al CLN e al CVL, il PCI hanno compiuto comunque violenza con- decise egualmente di dare vita a un organi- tro la persona e le cose dei fascisti o appar- smo militare di partito per preparare - non tenenti alle organizzazioni del fascismo o importa se in accordo o in mancanza di contro le cose o i simboli di pertinenza accordi - l’insurrezione. Fu così che verso dello stesso». Per la lettera a era prevista la la metà di giugno il Centro del PCI di pena di morte e da 5 a 30 anni per le lette- Milano nominò un Triumvirato insurrezio- re b e c. I tribunali dovevano essere retti da nale comunista in tutte le regioni del cen- «fascisti di provata fede». Con lo stesso tro-nord. Luigi Longo - responsabile della decreto fu istituito il Tribunale straordina- direzione del PCI nell’Italia occupata e rio speciale «per giudicare i fascisti che comandante delle brgg Garibaldi - ha scrit- nella seduta del Gran Consiglio del giorno to che questi organismi avevano il compito 24 luglio 1943-XXI tradirono l’Idea rivolu- di coordinare «l’azione politica e di massa zionaria alla quale si erano votati fino al del partito con l’azione militare delle for- sacrificio del sangue..». Del Tribunale mazioni partigiane; in caso di rottura dei straordinario bolognese - insediato il collegamenti con il centro, hanno il compi- 15.1.44 - facevano parte 4 fascisti di to di agire autonomamente» e che «sono Padova: Gianfranco Vivarelli presidente; strumenti di coordinamento e di direzione Pio Leoni e Dino Prisco componenti; indispensabile allo sviluppo della lotta» (I Augusto Cantagalli pubblico accusatore. Il centri dirigenti del PCI nella Resistenza, 27.3.1944 Cantagalli fu sostituito da pp.36-7). Molto più realisticamente Pietro Guelfo Negri di Ravenna. Il 21.7.1944 il Secchia - responsabile organizzativo del prefetto Fantozzi informò il governo che il PCI nell’Italia occupata e commissario tribunale non funzionava perché Vivarelli e politico delle brgg Garibaldi - ha scritto: Negri erano sistematicamente assenti. I «Per dovere di chiarezza è bene precisare fascisti bolognesi erano stati comandati a che i “Triumvirati insurrezionali” non fare parte di quello di Firenze. Erano Um- erano organismi unitari, o di alleanza, tra berto Amaduzzi presidente; Pericle Duca- partiti diversi, ma erano organismi di coor- ti e Pier Luigi Dagnini componenti; dinamento creati dal partito comunista e Giovanni Battista Cosimini pubblico accu- composti da soli comunisti, che avevano lo satore. Giorgio Pini sostituì Amaduzzi giu- scopo di preparare quotidianamente l’in- stiziato a Bologna dai partigiani il surrezione e assicurarne il successo anche 22.3.1944. Ducati, ferito dai partigiani il nel caso in cui gli organismi unitari, nel 16.2.1944, morì il 28.10.1944. I membri momento decisivo, non avessero funziona-

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to, o si fossero opposti all’insurrezione» del PCI nella Resistenza, Roma, Editori (Testimonianza in RB1, p.189). Il 10.4.1945 riuniti, 1973, pp.508; L’insurrezione e il la direzione del PCI inviò alle federazioni partito. Documenti per la storia dei triumvi- provinciali la direttiva n.16 per l’insurrezio- rati insurrezionali del Partito comunista e ne, nella quale, tra l’altro, si legge: «Ogni Atti del Triumvirato veneto (giugno 1944 – disposizione contraria all’orientamento aprile 1945), a cura di C. Saonara, Padova, insurrezionale del movimento patriottico, Neri Pozza, 1978, pp.353. deve essere sempre e con la più grande ener- gia respinta dai nostri compagni, da qualun- que parte essa provenga» [...] «Ma se, no- nostante tutti i nostri sforzi, non riuscissimo in simili casi a dissuadere i nostri amici e U alleati, noi dobbiamo anche fare da soli, cer- cando di trascinare al nostro seguito quante più forze è possibile, agendo sempre, però Ufficio politico investigativo, (UPI). Con in nome del CLN..» (Testimonianza in RB1, le leggi eccezionali del novembre 1926, fu p.191). Il 22.9.1944 il Triumvirato del- istituita una polizia segreta alle dirette l’Emilia - senza interpellare il CLN e i parti- dipendenze della MVSN. Si chiamava ti che lo componevano - indirizzò un mani- Ufficio politico investigativo, i cui compiti festo ai bolognesi per invitarli all’insurrezio- erano simili a quelli della futura OVRA, la ne, approfittando del fatto che «Dalle brec- quale dipendeva dal ministero dell’Interno. ce di Rimini e Firenzuola le Armate Alleate Sciolta la MVSN subito dopo la caduta del dilagano nella Valle Padana». Si legge nel regime, anche l’UPI fu soppresso. Fu rico- volantino firmato dalla federazione bolo- stituito il 23.11.1943, quando cominciò ad gnese del PCI: «Sotto la guida del Comitato operare la GNR. Per tutto il periodo del- di Liberazione Nazionale, LUNEDÌ 25 l’occupazione tedesca l’UPI svolse un’in- SETTEMBRE scatenate lo SCIOPERO tensa attività antipartigiana. A Bologna GENERALE INSURREZIONALE» Ana- aveva due sedi, una presso la caserma del logo appello fu rivolto ai bolognesi da 3° artiglieria in Viale Panzacchi e l’altra in “l’Unità” del 23.9. I dirigenti del PSIUP e via Mengoli 28 o 30. All’esterno di questa del CLN indussero il PCI a ritirare l’ordine sede era stata posta una targa con la scritta insurrezionale ed evitarono un bagno di Ispettorato sanitario. [O] sangue (N.S. Onofri, I socialisti bolognesi nella Resistenza, pp.82-4; L. Bergonzini, La Umanità nova. Con il sottotitolo “Quoti- svastica a Bologna, p.183; N.S. Onofri, Bo- diano anarchico”, il giornale “Umanità logna combatte, p.138). Giuseppe Alber- nova” vide la luce a Milano il 26.2.1920. ganti*, Ilio Barontini* e Renato Giacchetti* Era diretto da Errico Malatesta, autore de fecero parte del primo triumvirato emiliano- il Programma, apparso nel primo numero. romagnolo, che iniziò a operare nel giugno- Il 23.3.1921, dopo l’attentato al ristorante luglio 1944. Nell’aprile 1945, alla vigilia del- Diana a Milano, la redazione fu distrutta l’insurrezione, il triumvirato era composto dai fascisti e i giornalisti arrestati. Riprese da Barontini, Giuseppe Dozza* (entrato nel le pubblicazioni, come bisettimanale, il settembre 1944) e Alfeo Corassori*. 14.5 a Roma e il 3.7 come quotidiano. Le Secondo Secchia, non Corassori (che aveva dovette sospendere dopo la “marcia su l’incarico di ispettore regionale), ma Roma”, per riprenderle il 25.11.1922. A Fernando Zarri* avrebbe preso il posto di causa delle persecuzioni fasciste le sospese Alberganti. Per qualche tempo in Emilia definitivamente il 2.12. Rivide la luce, con operò un secondo triumvirato per le provin- periodicità settimanale, dopo la Libera- ce di Piacenza, Parma e Reggio Emilia. [O] zione; il 24.9.1944 a Firenze; il 22.4.1945 a B IBLIOGRAFIA. L. Longo, I centri dirigenti Genova e il 30.9.1945 a Roma con il sotto-

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titolo “Periodico della Federazione anar- tiva e si sciolse negli anni della guerra. Nel chica italiana”. [O] 1918 fu ricostituito con il nome di Unione B IBLIOGRAFIA. Un trentennio di attività nazionale del lavoro. [O] anarchica, 1914-1945, Cesena, Antistato, 1953, pp.215; L. Bettini, Bibliografia dell’a- Unione del lavoro. Negli anni prefascisti narchismo, Firenze, CP editrice, 1973, due l’Unione del lavoro fu l’organizzazione vol. di pp.351 e 429; “Umanità Nova”, in provinciale dei sindacati “bianchi” cattoli- O. Majolo Molinari, La stampa periodica ci. Su scala nazionale aderiva alla Con- romana dal 1900 al 1926, Roma, 1977, federazione italiana dei lavoratori (CIdL). vol.II, p.817. A Bologna ebbe una scarsa consistenza organizzativa, a differenza delle Fratellanze Unione goliardica per la libertà. Nel 1924, coloniche, l’organizzazione dei coloni dopo il delitto Matteotti, in numerose uni- “bianchi”. Fu promossa all’inizio del 1920 versità italiane si costituirono gruppi di da Carlo Strazziari*, su incarico della studenti democratici per opporsi alla vio- Giunta diocesana. Questo particolare lo lenza fascista. A differenza della maggior rese noto lo stesso Strazziari il 12.11.1923 parte delle università, dove queste organiz- quando lasciò la segreteria del sindacato ad zazioni presero il nome di Gruppo goliar- Antonio Bonfiglioli (“L’Avvenire d’Italia” dico per la libertà, in quella bolognese fu 13.11.1923). Ebbe sede in via Repubblica- costituita l’Unione goliardica per la libertà. na 15 (oggi via Righi) e in via Marsala 6. Tra All’Unione aderirono studenti che milita- i dirigenti del sindacato va ricordato Vin- vano nel PSI, nel PSUI e nel PRI. Non cenzo Gotti*. Il 3.1.1925 la sede fu distrutta molti gli indipendenti. Uno dei fondatori dai fascisti. A Imola l’Unione nacque nel giu- dell’Unione fu Gianguido Borghese*, stu- gno 1921 e non ebbe consistenza. [O] dente d’ingegneria. Da un rapporto della polizia, in data 13.7.1924, risulta che tra gli Unione nazionale del lavoro. Nel 1918 i aderenti vi erano Renato Cigarini, Giusep- sindacalisti anarchici Ettore Cuzzani* e pe Coppi, Carlo Federici, Giovanni Ghi- Adelmo Pedrini* fondarono, con altri, selli*, Zeno Giacomuzzi, Pietro Inviti*, l’Unione nazionale del lavoro, un’organiz- Luigi Jacchia*, Riccardo Pedrazzi, Ernesto zazione sindacale che avrebbe dovuto rap- Salmoiraghi, Libero Battista Savoia (ACS, presentare i sindacati provinciali degli ex GP, 1924, b. 1.405, cat.7, fa.1). Cigari- anarchici usciti dall’USI perché interventi- ni e Jacchia erano ex legionari fiumani. sti. L’UNL - come l’UIL che l’aveva prece- L’Unione fu sciolta il 4.2.1925 con decreto duta - ebbe un peso modesto nella vita sin- prefettizio. [O] dacale italiana e nel marzo 1925 confluì nella CGdL. [O] Unione italiana del lavoro. Nata il 25.11.1912, l’USI subì una grave scissione Unione ragazze italiane, (URI). Durante la quando, il 13-14.9.1914 si riunì il Consiglio lotta di liberazione fu costituita l’Unione nazionale per esaminare i problemi relativi ragazze italiane, che avrebbe dovuto svol- alla neutralità e alla guerra. Avendo preval- gere la stessa funzione dell’Unione donne so la linea neutralista, sostenuta da italiane (UDI). Ribattezza in Associazione Armando Borghi, la corrente interventista ragazze italiane, questa organizzazione gio- uscì dall’USI. Alceste De Ambris, Filippo vanile cessò quasi subito l’attività perché il Corridoni, Michele Bianchi, Edmondo suo compito fu assorbito dal FdG. [O] Rossoni, Tullio Masotti e altri diedero vita alla Unione italiana del lavoro (UIL). Unione sindacale italiana, (USI). Nel pe- Organo ufficiale dell’UIL divenne “L’In- riodo prefascista l’USI fu l’organizzazione ternazionale”, già organo dell’USI. Questo nazionale delle leghe sindacali controllate sindacato non ebbe consistenza organizza- dagli anarchici e dai soreliani. Era nata nel

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1912 a Modena, al termine di un dibattito o di mantenere l’Azione diretta. A suo politico-organizzativo che durava dal 1892, parere, la nascita di un sindacato nazionale anche se aveva assunto una certa consisten- anarchico, dopo quello riformista, avrebbe za dopo il 1906. Nell’ottobre di quell’anno favorito la nascita di altre strutture pro- a Milano si tenne il VI Congresso naziona- mosse dal PRI e dai cattolici. Prevalse la le della resistenza - con l’intervento di dele- tesi di De Ambris con 42.114 voti contro gati di leghe sindacali di vario orientamen- 28.856, più 6.253 astensioni. Nel docu- to - al termine del quale nacque la CGdL. mento approvato si legge «che un vero Gli anarchici e i soreliani avevano polemi- organismo di Unità operaia non può esiste- camente abbandonato la sala prima del re in Italia se non si ispira ai principi del- voto, consapevoli di essere minoranza l’indifferenza di fronte a tutte le confessio- rispetto ai delegati di orientamento sociali- ni religiose, della neutralità di fronte a tutti sta. A distanza di 14 anni si era verificato in i partiti politici e dell’autonomia sindaca- campo sindacale - come nel 1892 a Genova le». I delegati decisero così di dar vita a un in quello politico, con la nascita del PSI - la «nuovo organismo nel quale, d’accordo divisione tra socialisti e anarchici. Gli anar- con tutte le forze operaie organizzate estra- chici si riunirono in congresso il 3.11.1907 nee alla CGdL, sia possibile iniziare seria- a Parma e si chiesero se era più opportuno mente la realizzazione dell’Unità proletaria entrare nella CGdL per conquistarla dal- italiana, sulle indicate basi dell’apolitici- l’interno o costituire una nuova struttura smo da partiti e dell’autonomia sindacale». nazionale antagonista. Il congresso - prepa- A parere dei dirigenti dell’USI la CGdL rato dal Comitato di azione diretta, un era un «partito parlamentare» e in Italia organismo di pretto stampo anarchico - operavano un «sindacalismo riformista» e non prese decisioni, limitandosi a nomina- un «sindacalismo rivoluzionario». A re un Comitato di resistenza e a pronun- Modena intervennero i delegati di 177 ciarsi contro il «dispotismo politicantisti- leghe bolognesi, in rappresentanza di co» della CGdL. Questo comitato, del tut- 10.316 operai. Anni dopo Armando Borghi to uguale a quello di azione diretta, avreb- ha scritto che gli anarchici non ebbero be dovuto coordinare l’attività delle leghe parte nella costituzione dell’USI perché lui aderenti, la cui autonomia era assoluta. La era «profugo a Parigi» e altri dirigenti sede fu stabilita a Bologna. Il 12.12.1910 assenti (Conferma anarchica, Aurora, Forlì un nuovo congresso del Comitato di resi- 1949, p.159). Tullio Masotti fu eletto segre- stenza si tenne a Bologna. A maggioranza tario nazionale. La sede andò a Parma e il fu deciso di compiere un passo verso la settimanale “L’Internazionale” divenne CGdL per verificare la possibilità di unire l’organo ufficiale. La segreteria dei lavora- i due organismi. Avendo giudicato inaccet- tori della terra (responsabile Amilcare De tabili le condizioni poste dal sindacato Ambris) andò a Modena; quella dei metal- riformista, gli anarchici e i soreliani comin- lurgici (Filippo Corridoni) a Milano e quel- ciarono a pensare alla costituzione di una la dei muratori (Ettore Cuzzani*) a confederazione nazionale. Il 23-25.11.1912 Bologna. L’USI non ebbe mai un chiaro a Modena si tenne un altro congresso del indirizzo politico-sindacale perché i diri- Comitato, che aveva ripreso il nome di genti provenivano da esperienze diverse: Azione diretta. Per gli organizzatori erano Borghi ed Enrico Leone erano anarchici, i presenti i delegati di 200 mila aderenti, De Ambris e Corridoni seguivano la linea mentre, secondo stime più reali, non dove- soreliana, mentre Michele Bianchi e vano essere più di 80 mila. Amilcare De Edmondo Rossoni provenivano da altra Ambris - fratello del più celebre Alceste - esperienza ancora. La convivenza delle va- propose la costituzione di una nuova orga- rie anime fu difficile, come risultò al primo nizzazione, l’USI. Ines Oddone Bitelli congresso di Bologna del 4-6.12.1913, pre- sostenne la necessità di entrare nella CGdL senti i delegati di 1.003 leghe per un totale

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di 90.037 iscritti. Ma fu solo l’anno dopo favore la rivoluzione sovietica, Borghi che esplosero le contraddizioni interne, mutò radicalmente parere all’indomani di quando l’USI dovette pronunciarsi pro o un incontro con Lenin a Mosca. Il sindaca- contro la guerra. Al consiglio nazionale to anarchico s’isolò dal mondo del lavoro, dell’USI, riunitosi il 13-14.9.1914, prevalse dopo il 4° congresso, l’ultimo, che si svolse la tesi neutralista, sostenuta da Borghi. De a Roma il 10-13.3.1922, quando furono Ambris, Corridoni, Bianchi, Rossoni e respinte la proposta di aderire all’Interna- Masotti se ne andarono, diedero vita zionale di Mosca e quella di stringere un all’UIL (Unione italiana del lavoro) e con- patto unitario con la CGdL. Dopo essersi servarono il controllo del “L’Internaziona- isolata dai socialisti e dai comunisti, si le”. Borghi, eletto segretario dell’USI, tra- estinse lentamente e praticamente non esi- sferì la sede a Bologna presso quella della steva più nel 1926, quando il fascismo sop- Vecchia CdL, in Mura di Porta Lame. Il presse le libertà costituzionali. Borghi andò 17.4.1915 cominciò a uscire il nuovo orga- in esilio in USA e dopo la Liberazione - no ufficiale “Guerra di classe”. Negli anni anche perché era nata la CGIL unitaria - del conflitto l’USI svolse una modesta atti- l’USI o UIL, come si chiamò negli ultimi vità, anche perché Borghi finì al domicilio anni, non fu ricostituita. A Bologna, dopo la coatto in un comune del meridione. Nel Liberazione, la maggioranza dei dirigenti dopoguerra - mentre la CGdL conobbe dell’USI, a cominciare dall’ultimo segretario una forte espansione - non riuscì a ricupe- provinciale Clodoveo Bonazzi*, aderirono rare il peso politico-organizzativo, per altro al PSI ed entrarono nella CGIL. [O] non grande, avuto un tempo. Ebbe un B IBLIOGRAFIA. V.B. De Dominicis, Congres- ruolo modesto in occasione dell’occupa- so costitutivo dell’U.S.I., (Modena 1912), in zione delle fabbriche nel 1920 e fu pratica- “Sempre!, Almanacco N° 2 (1923-24) di mente assente da tutte le principali verten- ‘Guerra di Classe’”, Milano, 1923, pp.69- ze, in particolare quelle agricole. Alle lotte 72; U. Fedeli, Breve storia dell’Unione sin- dei metallurgici l’USI - che nel dopoguerra dacale italiana, in “Volontà” n.9 (pp.518- mutò il nome in Unione italiana del lavoro 24), 10 (pp.595-9) e 11 (pp.645-54) 1957; (UIL), da non confondere con l’omonima A. Andreasi, Anarchismo e sindacalismo nel UIL interventista nata nel 1914 - dedicò pensiero di Armando Borghi (1907-1922), grande attenzione durante i lavori del 3° in “Volontà”, n.3, 1970, pp.161-70; A. congresso, riunitosi a Parma dal 20 al Pepe, Storia della CGdL dalla guerra di Li- 23.12.1919, nel corso del quale furono bia all’intervento, 1911-1915, Bari, Laterza, denunciati 300 mila iscritti. La sede nazio- 1971, pp.562; I. Barbadoro, Storia del sin- nale fu trasferita a Milano e Borghi confer- dacalismo italiano, Firenze, La Nuova mato segretario. Nell’ottobre 1920 i mem- Italia, 1973; U. Sereni, Da Langhirano a bri della segreteria furono arrestati a Modena. La costituzione dell’Unione Sinda- Bologna, alla vigilia di una riunione, e rila- cale Italiana (1912), in “Movimento ope- sciati poco dopo. Il sindacato anarchico raio e socialista”, nn.3-4, 1975, pp.279-308; subì un altro duro colpo il 23.3.1921, G.B. Furiozzi, Il sindacalismo rivoluziona- quando Borghi e quasi tutti i dirigenti rio italiano, Milano, Mursia, 1977, pp.126; anarchici finirono in prigione, dopo l’at- G. Landi, Tra anarchismo e sindacalismo tentato al ristorante Diana di Milano. I suoi rivoluzionario: Armando Borghi nell’U.S.I. dirigenti non ricercarono mai un’intesa con (1912-1915), Bologna, 1982, pp.44. la CGdL, per dare una linea unitaria alle lotte sindacali, anche se miravano a un Unione socialista bolognese, (USB). Era accordo con i socialisti massimalisti per eli- l’organizzazione cittadina del PSI prima minare la componente riformista maggiori- del fascismo e negli anni dell’immediato taria. Sul piano internazionale non ebbe secondo dopoguerra. Nacque nel 1901 una linea chiara. Dopo avere salutato con quando il PSI, dopo i tentativi reazionari di

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fine secolo, si diede una nuova struttura re resistito alle persecuzioni fasciste il gior- organizzativa. La Federazione, cioè l’orga- nale fu soppresso - come gli altri fogli anti- nizzazione provinciale che coordinava le fascisti - il 31.10.1926. Durante il venten- sezioni comunali, nacque nel 1907. Il PSI nio fascista la direzione del PCdI curò la aveva una struttura a piramide: la direzione pubblicazione di numerose edizioni clan- nazionale, le federazioni provinciali e le destine de “l’Unità”, alcune stampate in sezioni comunali. Se in un comune funzio- Italia e altre in Francia. Dopo la liberazio- navano più sezioni, esse facevano capo ad ne “l’Unità” riprese le pubblicazioni come una unione comunale. Le sezioni che ope- quotidiano in quattro città: Roma, Milano, ravano a Bologna erano coordinate Genova e Torino. Corrispondente da dall’USB. Ricostituita dopo la Liberazione, Bologna, nel 1924, era Leonildo Tarozzi già l’USB ha funzionato sino agli anni corrispondente dei precedenti quotidiani Sessanta, quando la struttura cittadina comunisti e, per qualche tempo, redattore socialista ha subìto notevoli modifiche, de “Il Lavoratore”. Finito in prigione compresa quella del nome. Oggi si chiama Tarozzi, corrispondente da Bologna diven- Commissione cittadina. [O] ne Arsilio Colombini* detto Ersilio. [O] B IBLIOGRAFIA. S. Merli, Il Partito Comu- Unità, l’. Il PCdI, al momento della nasci- nista Italiano, 1921-1926, in “Annali Feltri- ta, aveva due quotidiani “L’Ordine Nuo- nelli”, 1960, pp.656-739; A. Gramsci, Let- vo” a Torino e “Il Lavoratore” a Trieste, ai tera inedita per la fondazione de “l’Unità”, a quali si aggiunse “Il Comunista” di Roma cura di S. Merli, in “Rivista storica del dall’11.10.1921 al 28.10.1922. Chiuso socialismo”, n.18, 1963, pp.115-20; A. “L’Ordine Nuovo” nell’ottobre 1922 e “Il Giobbio, “l’Unità” (1924-1926), in B. Lavoratore” nel luglio 1923, il Comintern - Vigezzi, 1915-1925. Dopoguerra e fascismo. cioè l’Internazionale comunista - ordinò al Politica e stampa in Italia, Bari, Laterza, PcdI di pubblicare un nuovo quotidiano 1965, pp.713-772; P. Salvetti, La stampa «per controbilanciare l’influenza dell’“A- comunista da Gramsci a Togliatti, Parma, vanti!” sulle masse». Secondo il Comintern Guanda, 1975, pp.414. Fondamentale il - come si legge in una lettera inviata il numero speciale de “l’Unita” del 12.2.84. 5.9.1923 al PCdI - «Il giornale, che deve apparire senza un’etichetta di partito, sarà Unità, l’ (Edizione clandestina emiliana). redatto in comune da appartenenti al Durante la lotta di liberazione “l’Unità”, P.C.d’I. e da membri della frazione fusioni- con il sottotitolo “Organo centrale del sta del P.S.I.», i cosiddetti “terzini”. In una Partito Comunista Italiano”, ebbe una ven- lettera all’esecutivo del partito, Gramsci tina di edizioni locali sparse per l’Italia. suggerì il titolo “l’Unità” e confermò che il L’edizione emiliana fu stampata a Bologna, giornale avrebbe dovuto «essere redatto in anche se non mancarono numeri unici a modo che la sua dipendenza di fatto dal Modena, Parma, Reggio Emilia e Forlì. Il nostro partito non appaia troppo chiara- primo numero uscì il 6.7.1944 e l’ultimo mente» per assicurargli «una posizione l’1.4.1945 per un totale di 18 esemplari, dominante, una tribuna legale che permet- più qualche supplemento. Il giornale fu ta di giungere alle più larghe masse con stampato quasi sempre nelle tipografie continuità e sistematicamente». Il Comin- clandestine del PCI (in via Bengasi 2 (oggi tern garantì un terzo della spesa. Il giorna- via Bentivogli), in via Belle Arti 7, Via le uscì a Milano il 12.2.1924 con il sottoti- Borgonuovo 17, via Pizzardi angolo Pela- tolo “Quotidiano degli operai e dei conta- gio Palagi e in via Begatto 11) e qualche dini” e con Ottavio Pastore direttore. Nel volta in quella privata di Pietro Grandi, in luglio, quando i “terzini” entrarono nel via Zamboni 90. Il giornale non ebbe un PCI, il sottotitolo fu mutato in “Organo direttore. Tra i vari redattori - ma lavorava- del Partito Comunista d’Italia”. Dopo ave- no anche per altri fogli clandestini del PCI

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- vanno ricordati Giovanni Bottonelli*, do di Milano e con le missioni alleate. La Lanfranco Bugatti*, Spero Ghedini*, prima, con frequenza amatoriale, era stata Alberto Landi*, Romeo Landi*, Dalife costruita da Dino Zanobetti*. Nell’estate, Mazza*, Ida Musiani*, Agostino Ottani*, quando il comando alleato fece giungere a Sergio Sabbioni*, Leonildo Tarozzi* e Bologna i “quarzi” per i collegamenti con Athos Zamboni*. La redazione dei giorna- le radio militari anglo-americane, Carlo li del PCI ebbe sede prima in via Balduccelli costruì la seconda. Il materiale Borgonuovo e quindi in via Pizzardi. necessario per fare i documenti d’identità Numerosi i tipografi - alcuni professionisti falsi - timbri, cartoncini, marche da bollo e altri improvvisati - che lavorarono nelle ecc. - e i bracciali tricolori da usare il gior- tipografie clandestine dei PCI, tra i quali no dell’insurrezione, ma altro materiale Paolo Bugini*, Vito Casadei*, Mario De ancora, trovarono sistemazione negli scaf- Maria* detto Adler, Erminio Del Pin*, fali della biblioteca della facoltà di lettere, Giorgio Frascari*, Vittorio Gombi*, all’epoca in Via Zamboni 31. Nei sotterra- Vincenzo Masi*, Walther Nerozzi*, nei furono preparati depositi d’armi e di Donato Perrella*, Mario Stanzani*. [O] viveri. A turno, vi stazionavano dai 20 ai 30 B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, Venticinque partigiani. A metà ottobre, quando le piccoli fogli nella storia della Resistenza punte avanzate della 5a armata americana emiliana, in “l’Unità”, 10.2.57, Ed. milane- si fermarono poco prima dell’abitato di se; L. Arbizzani, Storia de “l’Unità” clande- Pianoro, lungo la strada della Futa, il stina edizione emiliana, in “la lotta”, dal Comando piazza non ordinò la smobilita- n.31 al 36, 1958; L. Arbizzani, Le stampe- zione delle basi partigiane, perché si ritene- rie clandestine comuniste e l’edizione emi- va che si trattasse di una sosta momenta- liana de “l’Unità”, in “Quaderno de “La nea. Mentre si attendeva invano l’avvici- lotta” 1962”, pp.11-42; L. Arbizzani, N.S. narsi degli alleati, le basi partigiane, ad una Onofri, I giornali bolognesi della Resi- ad una, cominciarono ad essere scoperte stenza, pp.117-49. I testi sono in RB2 da dai fascisti. La prima fu quella dell’univer- p.639 a p.734. sità. A seguito di una delazione, tra le 13 e le 14 del 20.10.1944, circa 200 militi della l’Unità-Avanti, vedi: Avanti-L’Unità. GNR circondarono la sede universitaria e ingaggiarono un violento combattimento Università, Battaglia dell’. Nell’estate con i pochi partigiani rimasti intrappolati, 1944, in previsione di quella che si riteneva mentre i più erano riusciti ad allontanarsi. l’imminente liberazione della città, se non L’ordine - comune a tutte le brgg bologne- dell’intera provincia, il Comando piazza di si - era di non accettare combattimenti, se Bologna predispose un piano insurreziona- attaccati. Nello scontro caddero Mario le. Le brgg cittadine, rafforzate da partigia- Bastia*, comandante della brg, Ezio Giac- ni scesi dalla montagna o giunti dai comu- cone*, i fratelli Leo* e Luciano Pizzigotti*, ni della pianura, approntarono basi e depo- Stelio Ronzani* e Antonino Scaravilli*. siti nel cuore del centro storico e nell’im- Pare che Bastia, dopo essere riuscito a met- mediata periferia, per essere pronte ad tersi in salvo, sia rientrato nell’ateneo per insorgere appena le truppe alleate si fosse- restare con i suoi uomini. Il 24.10 “il Resto ro avvicinate. L’8a brg GL Masia - ma allo- del Carlino”, pubblicando la notizia dello ra il suo nome era 5a brg GL dell’Emilia- scontro, scrisse che tra i caduti vi era Romagna - allestì in agosto la sua base prin- Tonino Prasutti, mentre omise il nome di cipale nella sede dell’Istituto di geografia Bastia. In realtà Presutti* - e non Prasutti - dell’università, in via Zamboni 33. In una era riuscito a mettersi in salvo, mentre il stanza sotto il tetto erano state sistemate sesto caduto era Bastia. Una lapide, mura- due radio rice-trasmittenti, con le quali la ta nel cortile dove furono fucilati i soprav- brg si teneva in collegamento con il coman- vissuti e i feriti, ricorda lo storico avveni-

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mento e i nomi dei caduti. Dopo lo scontro 1929-1941. Il separatismo croato in Italia, i fascisti saccheggiarono la sede dell’Isti- Roma, Gangemi, 1998, pp.143; E. Gobetti, tuto di geografia e arrestarono e trattenne- Dittatore per caso. Un piccolo duce protetto ro per un paio di giorni numerosi impiega- dall’Italia fascista, Napoli, L’ancora del ti del rettorato. Il prorettore Guerrini fu Mediterraneo, 2001, pp.180. messo con le spalle al muro e minacciato di fucilazione. Il capitano Agostino Fortunati, che aveva comandato l’assalto alla base partigiana, fu processato il 17.7.1946 e condannato a morte per questo e altri reati. V In appello la condanna fu ridotta a 30 anni e poi cancellata dall’amnistia. [O] B IBLIOGRAFIA. D. Colangeli, La morte al- Valle delle Tombe di Massumatico, Ecci- l’Ateneo, in Epopea partigiana, p.52; G. dio di. Il 17.9.1944 - al termine della mani- Barbieri, Battaglia all’Università, in “Emi- festazione popolare svoltasi davanti alla lia”, n.32, 1954; Università degli studi di sede comunale di S. Pietro in Casale, che Bologna, Celebrazione del decennale della all’epoca si trovava in frazione Massuma- Resistenza; G. Guerrini, Ricordi di un uni- tico - furono catturati 5 partigiani. Portati versitario, pp.125-28; G. Supino, Per i nella Valle delle Tombe, in frazione Mac- caduti dell’università; G. Barbieri, Battaglia caretolo, furono fucilati dalla GNR. Le vit- all’università, in Bologna è libera, p.125; time sono Idalgo Cantelli*, Dino Mazzu- Università degli studi di Bologna, 30° anni- chelli*, Omar Nanni*, Giuseppe Setti*, versario della battaglia dell’università; G. Gianfranco Versura*. Fasoli, 20 ottobre 1944: si spara all’Ateneo, B IBLIOGRAFIA. Fuoco nella valle delle in “Resistenza oggi”, 1995, pp.137-40; 60° Tombe, testimonianze di E. Faccioli, M. Anniversario della battaglia dell’Università Testoni, C. Mazzacurati, E. Biondi, in Al di (20 ottobre 1944); N.S. Onofri, I miei ricor- qua della Gengis Khan, pp.50-3. di sulla battaglia dell’università a Bologna, pp.39-52, in A. Preti (e altri), Porta Lame e Vecchia camera del lavoro. Nel periodo le battaglie bolognesi dell’autunno 1944. prefascista era l’organizzazione sindacale bolognese d’orientamento anarco-sindaca- Ustascia. Subito dopo la nascita della lista. La CdL, nata nel 1893, sino al 1909 Jugoslavia - formata da popoli di lingue e era stata diretta da sindacalisti iscritti al religioni diverse - nella Croazia si sviluppò PSI. In quell’anno gli anarchici e i sindaca- un movimento indipendentista, con un listi d’orientamento soreliano si allearono e netto indirizzo di destra e nazionalistico. divennero maggioranza al consiglio genera- Nel 1929 Ante Pavelic fondò il Movimento le, pur essendo minoranza nelle leghe di di liberazione croata e i suoi membri furo- lavoro. L’anarchico Pulvio Zocchi fu eletto no chiamati ustascia. Nel 1941, quando la segretario. Se la convivenza tra le due Jugoslavia fu invasa da Germania, Italia, anime era sempre stata difficile, da quel Ungheria e Bulgaria, la Croazia si rese indi- momento divenne difficilissima. Gli obiet- pendente, sia pure sotto la corona del prin- tivi e i metodi di lavoro dei socialisti e degli cipe italiano Aimone di Savoia. Pavelic si anarchici erano troppo diversi perché si proclamò Poglavnik, dittatore, e collaborò potesse concordare una comune linea d’a- con i tedeschi e gli italiani per reprimere il zione. La rottura divenne insanabile nel movimento di liberazione jugoslavo. [O] 1911 quando il consiglio generale della B IBLIOGRAFIA. G. Scotti, “Ustascia”tra il CdL, con 17 voti contro 16, decise di non fascio e la svastica: storia e uomini del movi- aderire alla CGdL - l’unica organizzazione mento “Ustascia”, Udine, Incontri, 1976, sindacale nazionale allora esistente - per- pp.211; P. Iuso, Il fascismo e gli ustascia ché diretta dai socialisti riformisti. Come

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non bastasse, all’inizio del 1912 la segrete- aderirono al nuovo sindacato. Nella Vec- ria della CdL negò l’iscrizione a 28 mila chia CdL - come fu subito chiamata - resta- braccianti. A quell’epoca le leghe dei lavo- rono circa 14 mila lavoratori, anche se al ratori della terra - braccianti, mezzadri, primo congresso nazionale dell’USI, tenu- boari, affittuari, coltivatori diretti ecc. - tosi a Milano dal 4 al 7.12.1913, ne furono aderivano alla Federazione lavoratori della dichiarati 10.316. Zocchi fu confermato terra e non sempre l’iscrizione era automa- segretario. La sede, in Mura di Porta Lame, tica alla CdL. Poiché le leghe bracciantili - restò agli anarco-sindacalisti e pure il che rappresentavano quasi la metà dei periodico “L’Azione sindacale”. Era nato il lavoratori bolognesi - erano tutte dirette 30.3.1912 e cessò le pubblicazioni il dai riformisti, gli equilibri interni della 21.6.1913. Negli anni seguenti la Vecchia CdL sarebbero mutati radicalmente. A CdL assunse sempre più il carattere di norma di statuto, i sindacalisti socialisti un’organizzazione anarchica e perse pro- chiesero alla CdL un referendum interno gressivamente aderenti all’interno del per l’ammissione dei braccianti, a nome di mondo del lavoro. Anche i dirigenti erano 248 leghe alle quali erano iscritti 37.400 comuni alle due organizzazioni. Alla vigilia lavoratori. Complessivamente le leghe della prima guerra mondiale, quando erano 450 e gli iscritti poco meno di 60 Armando Borghi - tornato a Bologna alla mila. Al nuovo rifiuto della segreteria della fine del 1912, dopo l’esilio di Parigi - CdL, le leghe federaliste o unitarie - a mag- divenne dirigente della Vecchia CdL, la gioranza socialista - si autoconvocarono a differenza tra sindacato e gruppo anarchi- congresso il 10.11.1912 e posero un ulti- co scomparve del tutto. Suo vice era matum: se entro il 30.11 non fosse stato Clodoveo Bonazzi*. Quando scoppiò la indetto il referendum, sarebbero uscite guerra, dalla Vecchia CdL uscirono nume- dalla CdL. Con il pretesto che erano in atto rosi interventisti, tra i quali Ettore alcune importanti vertenze, la segreteria Cuzzani* e Adelmo Pedrini*. Il sindacato della CdL si disse disposta ad indire il refe- anarchico cessò praticamente di esistere rendum nel gennaio-febbraio 1913. A far nel 1915, quando Borghi fu arrestato e precipitare la situazione intervenne la internato in un comune del meridione e costituzione dell’USI, il sindacato naziona- Bonazzi partì per il fronte. Nel dopoguerra le anarco-sindacalista, contraltare della la Vecchia CdL non riuscì a superare lo CGdL. Il 23-25.11.1912 a Modena si tenne stato di crisi organizzativa in cui si trovava, il Congresso nazionale dell’Azione diretta, nonostante l’impegno di Bonazzi, divenuto cioè delle leghe d’orientamento anarchico segretario. Il maggior impegno del sindaca- e soreliano che non aderivano alla CGdL. to anarchico era rivolto alla lotta contro i Con 42.114 voti contro 28.855 fu respinta dirigenti riformisti della CCdL - in accordo la proposta di aderire alla CGdL. Subito con i massimalisti del PSI - accusati di dopo fu decisa la costituzione dell’USI. avere collaborato con il governo negli anni Tutte le leghe italiane dovettero scegliere bellici, sia pure per promuovere iniziative tra CGdL e USI. L’1.12.1912, quando si solidaristiche per alleviare alla popolazione tenne il secondo congresso provinciale i disagi del conflitto. Priva di una strategia autoconvocato delle leghe federaliste o sindacale, che non fosse una generica pre- unitarie - nella sede della Società operaia in dicazione della “rivoluzione” - anche se via Cavaliera 22 (oggi via Oberdan) - la Borghi prese le distanze dai soviet, dopo decisione era più che scontata. Interven- un breve viaggio in Russia per incontrarsi nero i rappresentanti di 242 leghe in rap- con Lenin - la Vecchia CdL esercitò un presentanza di 31.785 lavoratori. Fu decisa modesto peso nella vertenza agraria del l’uscita dalla CdL e la costituzione della 1920, conclusasi con il Concordato Paglia- CCdL (Camera confederale del lavoro). Calda. Sigismondo Campagnoli, uno dei Nei giorni seguenti altri 10 mila lavoratori massimi dirigenti del sindacato, perse la

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vita nell’eccidio contadino di Decima (S. rinviati a giudizio: Giuseppe Barbieri*, Giovanni in Persiceto), nel corso di una Ferruccio Bortolotti*, Ernesto Cassani*, delle pochissime manifestazioni indette per Giuseppe Andrea Cassani*, Primo Cassa- quella vertenza agraria. Modesta fu pure la ni*, Arturo Colombi*, Angelo Gherardi*, partecipazione, sempre nel 1920, alla lotta Mario Gherardi*, Giuseppe Lamberti*, dei metallurgici e all’occupazione delle fab- Alberto Lanzarini*, Federico Magelli*, briche a Bologna. All’avvento del fascismo Giovanni Magelli*, Lorenzo Magelli*, i dirigenti della Vecchia CdL subirono Mario Magelli*, Artemisia Palmieri*, Car- dure persecuzioni. Borghi si trasferì a lo Pasquini*, Umberto Sangiorgi*. Il Milano e fu più volte arrestato, prima di 20.12.1921 furono tutti prosciolti in istrut- andare in esilio negli USA. Bonazzi fu più toria e liberati. [O] volte bastonato e pugnalato. La Vecchia CdL cessò di funzionare tra la fine del 1923 Verità, La. Alla fine d’agosto 1944 Athos e l’inizio del 1924. Durante la Resistenza - Zamboni*, redattore della stampa clande- quando fu ricostituita la CCdL, su iniziati- stina comunista di Bologna, fu costretto a va del CLN, del PSI, del PdA, del PCI e lasciare Bologna perché identificato e della DC - Bonazzi aderì al PSI. Divenne ricercato dai fascisti. Si trasferì a Modena e uno dei principali dirigenti del rinato sin- fu incaricato dalla federazione del PCI di dacato unitario e mantenne la carica anche curare la stampa di un giornale clandesti- dopo la Liberazione. [O] no. Il 18.12.1944 uscì il primo numero de B IBLIOGRAFIA. Vedi: CCdL. F. Tarozzi, “La Verità”. Armando Borghi organizzatore politico e sindacale a Bologna (1907-1911), in “Bol- Vernet d’Ariège, Il campo di. Fu un campo lettino del Museo del Risorgimento di di concentramento francese posto a metà Bologna”, 1983. strada tra Tolosa e la frontiera spagnola. Nel 1939 vi furono internati migliaia di Vent’anni. Il Fronte della gioventù d’Imo- combattenti antifascisti usciti dalla Spagna la, durante la lotta di liberazione, pubblicò dopo la vittoria franchista. Gli italiani quattro numeri del periodico “Vent’anni”. erano circa 2.500. Dopo l’aggressione ita- Tirato al ciclostile, aveva il sottotitolo liana contro la Francia, il 10.6.1940, nel “Organo della Gioventù Italiana della rina- campo furono internati un migliaio d’italia- scita Nazionale”. Fu redatto da Ermes ni che lavoravano in quel paese. Vi finirono Argentini* detta Gianna. Il primo numero anche gli “stranieri indesiderabili”: tede- uscì l’1.11.1944 e l’ultimo il 25.11.1944. schi, polacchi, ungheresi, cecoslovacchi B IBLIOGRAFIA. G. Cenni, Imola sotto il ter- ecc. Rimpatriati molti italiani, dopo la resa rore della guerra. 25 luglio 1943 - 14 aprile della Francia, nel campo rimasero tra le 6 e 1945, p.81; M. e N. Galassi, Resistenza e le 7 mila persone. Il trattamento era duris- 36a brigata Garibaldi, Roma; L. Arbizzani, simo e le condizioni igieniche inimmagina- N.S. Onofri, I giornali bolognesi della bili. Nell’aprile 1942 tutti gli internati poli- Resistenza, pp.291-2. I testi sono in RB2 da tici - ma molti nel frattempo erano fuggiti - p.831 a p.835. finirono nelle mani della Gestapo. Gli ita- liani furono consegnati alla polizia italiana Vergato, Attentato alla casa del segretario e finirono al confino o nei campi d’interna- del fascio di. Nella notte tra il 17 e il mento. Gli altri furono deportati nei lager 18.5.1921 una bomba esplose a Vergato, di sterminio in Germania. Il campo di davanti all’abitazione di Armando Fulgeri, Vernet d’Ariège - dove morirono 217 mili- segretario del fascio locale. Non si ebbero tanti delle brgg Internazionali - fu chiuso danni alle persone, ma alle cose. La tenen- nell’ottobre 1944. [O] za dei carabinieri di Vergato arrestò a caso B IBLIOGRAFIA. A. Koestler, Schiuma della una trentina di “sovversivi”, 17 dei quali terra, Bololgna, Mulino, 1989, pp.260. Per

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i civili italiani internati a Vernet e negli altri rivoltella il colono Bartolomeo Mazzetti* campi cfr. Gli italiani nei campi di concen- aderente alle Fratellanze coloniche, il sin- tramento in Francia. Documenti e testimo- dacato cattolico. Il 23.8.1922 a Massa nianze, a cura del Ministero della cultura Lombarda (RA) fu trovato, nei pressi di popolare, Roma, 1940, pp.453. una casa colonica, il cadavere del fascista Artemisio Ricci, il principale responsabile Vertenza delle trebbiatrici, La. Durante la della morte di Mazzetti. Era stato pugnala- stagione agricola del 1921 e del 1922 i to alle spalle. Per la morte di Mazzetti furo- fascisti bolognesi - per spezzare la resisten- no rinviati a giudizio 8 fascisti. Il za delle organizzazioni operaie aderenti 13.12.1923 furono condannati in 7: Luigi alla Federazione lavoratori della terra e alla Monti, Ermete Bordini, Luigi Dal Pozzo e Lega delle cooperative, entrambe d’orien- Giulio Marani a 7 anni e 6 mesi; Pietro tamento socialiste - organizzarono il boi- Ricci e Ettore Boldrini a 6 anni e 3 mesi; cottaggio delle macchine agricole e delle Umberto Bonavista a 3 anni, 8 mesi e 5 trebbiatrici in particolare, di proprietà giorni. Il 15.12 fu processato e condannato delle cooperative rosse. Verso i coloni e le a 7 anni e 6 mesi il fascista Aldo Monti, lati- aziende che sfidarono il “bando” fascista tante. (Corte d’Assise di Bologna. 1922- furono compiuti gravi atti di violenza. 1923, p.258). [O] Molte macchine furono date alle fiamme ed uguale sorte toccò alle sedi delle coope- Vigorso, Battaglia di. Nell’estate 1944 il rative. Numerosi i coloni e i braccianti dist Pasquali della 4a brg Venturoli bastonati. Pure numerosi gli atti di reazio- Garibaldi sistemò una base nelle case colo- ne contro i fascisti e gli agenti padronali. niche delle famiglie Vanti e Maccagnani a Questi i due casi più gravi. A Minerbio, il Vigorso (Budrio) nei pressi dell’argine 16.7.1921, perse la vita l’agente agrario dell’Idice. Nella seconda metà del mese Onorato Toschi, nel corso di uno scontro d’ottobre si fermarono nella base numero- con un gruppo di braccianti. Furono arre- se squadre di partigiani delle brgg 36a, 62a stati e denunciati Dionigio Bordoni*, e 66a, provenienti della montagna e dirette Marino Bordoni*, Mario Burnelli*, Con- a Bologna per prendere parte a quella che salvo Donati*, Leonida Gombi*, Virgilio si riteneva l’imminente insurrezione. La Mazzoni*, Armando Melloni*, Biagio mattina del 21.10.1944 la casa della fami- Montanari*, Sigfrido Poluzzi* e Felice glia Maccagnani - in via Mazzacavallo - fu Roversi*. Il 12.12.1922 la Corte d’Assise di circondata da reparti tedeschi. Su indica- Bologna emise questa sentenza: D. Bor- zione di una spia identificarono dapprima doni 5 anni, un mese e 27 giorni; M. Bor- il deposito delle armi del dist Pasquali e doni 5 anni; Brunelli 5 anni e 8 mesi; quindi tentarono di penetrare nel fienile, Donati 12 anni, 9 mesi e 10 giorni; Gombi dove si trovavano tra i 25 e i 30 partigiani. 21 anni, un mese e 10 giorni; Mazzoni 7 Seguì uno scontro a fuoco durato sino alle anni, 8 mesi e 10 giorni; Melloni 6 anni e 6 prime ore del pomeriggio, quando i tede- mesi; Montanari 10 anni; Poluzzi 14 anni, schi riuscirono a piegare la resistenza dei 10 mesi e 10 giorni; Roversi 10 anni, 2 mesi partigiani. Il fienile fu completamente e 25 giorni. Le pene furono ridotte in distrutto. Nello scontro persero la vita 8 appello e nel 1924 gli imputati ebbero partigiani: Medardo Bottonelli*, Carlo l’amnistia. Il 14.7.1922 a Castenaso i fasci- Casarini*, Ilario Giuliani*, Enzo Melloni*, sti uccisero il mezzadro socialista Luigi Mario Pirini*, Giovanni Tassoni*, Mode- Grilli* e ferirono gravemente il fratello sto Zanetti* ed Enzo Zuffi*. Numerosi i Celestino*, perché usavano una trebbiatri- prigionieri. Portati a Medicina, furono ce “rossa”. I responsabili non furono pro- identificati da Slovenko, un cecosclovacco cessati. Il 7.8.1922 a Bubano (Mordano) che aveva disertato dall’esercito tedesco, una squadra di fascisti uccise a colpi di che si era aggregato alla 62a brg Camicie

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rosse Garibaldi e che, una volta catturato la trovarono piena di tedeschi e militi della dai tedeschi, aveva collaborato per avere GNR. Grazie alla divisa nazista non furono salva la vita. La mattina del 22 a Medicina notati per cui poterono riattivare la miccia vennero fucilati altri 8 partigiani: Bruno e allontanarsi tranquillamente. L’esplo- Collina*, Armandino Grossi*, Libero Nar- sione provocò il crollo dello stabile, la di*, Guerrino Negrini*, Spartaco Rossi*, morte di 3 militi della GNR (Riccardo Dante Scagliarini*, Bruno Stagni* e Paolo Astratti, Ivano Cirri e Celso Naldi) e il feri- Tassoni*. I tedeschi, dopo la battaglia di mento di altri. Secondo altra versione, i Vigorso, uccisero 7 delle 8 persone che abi- corpi dei 3 militi furono rinvenuti in via tavano nella casa colonica. Le vittime: Ivo Agucchi e “il Resto del Carlino” del 3.10 Galletti* e la figlia Anna Teresa*, Celestino scrisse che erano morti in uno scontro con Gabrielli*, Giuseppina*, Ida*, Emma* ed i partigiani. Altre esplosioni si ebbero nella Enrica Maccagnani*. [O] notte e il giorno dopo. [O] B IBLIOGRAFIA. Comune di Budrio, Comune B IBLIOGRAFIA. L’attacco al distretto militare e di Castenaso, Comitato per le celebrazioni alla polveriera, in G. Zappi, Antifascismo e della Resistenza, Un episodio della Resi- Resistenza a Casalecchio di Reno, pp.180-4. stenza, La battaglia di Vigorso, Ottobre 1944. Nel 32° anniversario della battaglia di Vizzano, Eccidio di. Il 7.9.1944 a Casa del Vigorso, Budrio, Montanari, 1976, pp.10; Sarto di Rioveggio (Monzuno), 2 sottufficiali R. Mira, S. Sallustri, 21 ottobre 1944 - 21 tedeschi furono uccisi dai partigiani della brg ottobre 2004. Vigorso: la storia e la memo- Stella rossa Lupo. Un reparto di SS tedesche ria, Bologna, 2004, pp.41. rastrellò una trentina di persone, tra le quali donne, vecchi e bambini. Furono trasferite a Villa Contri, Assalto a. La Villa Contri - in Sasso Marconi dove, il giorno dopo, furono via della Barca a Bologna, ma al confine scelti 15 uomini. Portati in località Rio Conco con Casalecchio di Reno - fu adibita a di Vizzano (Sasso Marconi) furono fucilati. deposito d’esplosivi e munizioni durante la Le vittime sono: Albano Agnelli*, Gualtiero RSI. Nel settembre 1944 - dopo un tentati- Bartolini*, Raffaele Bartolini*, Antonio Bo- vo fallito il 16.2.1944 - fu deciso di assalir- nini*, Antonio Cioni*, Sisto Migliori*, Adel- la per prelevare esplosivi. Alle ore 23 del mo Rocchetta*, Gaetano Sordi*, Lodovico 20.9.1944 all’ingresso della villa si presen- Tovoli*, Gualtiero Valdisserra*, Antonio Za- tarono, a bordo di un camion, Dante nini*, Corrado Zanini*, Mario Zanini*, An- Drusiani* “Tempesta”e Vincenzo Toffa- tonio Zuarzi* e un operaio toscano rimasto no* “Terremoto” della squadra Temporale sconosciuto. [O] della 7a brg GAP Gianni Garibaldi, che B IBLIOGRAFIA. D. Zanini, 20 settembre indossavano divise tedesche. Li accompa- 1990, Rioveggio ricorda i suoi caduti, p.12. gnavano alcuni partigiani della 63a brg Bolero Garibaldi guidati da Ildebrando Voce dei campi, La. Nel giugno 1944 vide Brighetti*. Con la collaborazione di Ubal- la luce il giornale “La voce dei campi” con do Musolesi*, uno dei guardiani della villa, il sottotitolo “Organo dei contadini e dei ed esibendo documenti falsi, penetrarono braccianti agricoli”. Fu stampato nella nello stabile e disarmarono il presidio. tipografia clandestina del PCI. Nel mese di Dopo avere caricato il camion con esplosi- luglio il suo posto fu preso da “Il vo, i partigiani sistemarono una grossa cari- Lavoratore Agricolo”. [O] ca e se n’andarono. Una volta tornati alla B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I base di via Zamboni, Drusiani e Toffano giornali bolognesi della Resistenza, pp.258- appresero che la miccia non aveva funzio- 60. I testi sono in RB2 da p.619 a p.624. nato. Nostante il parere contrario di Nazzareno Gentilucci*, comandante della Voce della donna, La. I GDD - che nel Temporale, i due tornarono a Villa Contri e maggio 1944 avevano pubblicato “Noi

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donne” - il 20.12.1944 fecero uscire il pri- sottotitolo “Organo della classe operaia di mo numero di “La voce delle donne”. Bologna”. In seguito uscirono altri 8 nume- Tirato al ciclostile aveva il sottotitolo ri - l’ultimo dei quali nel novembre 1944 - “Organo del Comitato Centrale Bolognese stampati nella tipografia clandestina del dei ‘Gruppi di Difesa della donna e per PCI. l’assistenza ai Combattenti della Liberà’”. B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I In seguito uscirono altri 4 numeri stampati giornali bolognesi della Resistenza, pp.250- nella tipografia clandestina del PCI. Videro 6. I testi sono in RB2 da p.207 a p.236. la luce il 26.1.1945, il 18.2.1945, il 15.3.1945 e, lo stesso giorno, un supple- Volontà partigiana, La. Nei primi giorni mento dell’ultimo numero. [O] del luglio 1944 vide la luce il periodico “La B IBLIOGRAFIA. S. Soglia, I problemi dell’e- Volontà Partigiana”, con il sottotitolo mancipazione nei periodici clandestini, in “Settimanale della IV Brigata ‘Garibaldi’”. Donne emiliane della Resistenza, 3° Il mese dopo la brg assunse il nome di 36a Quaderno de “La Lotta”, Bologna, 1964, brg Bianconcini Garibaldi. Del giornale, pp.43-6; L. Arbizzani, N.S. Onofri, I gior- dattiloscritto, uscirono 3 numeri tutti senza nali bolognesi della Resistenza, pp.284-8. I data. Fu curato da Luciano Bergonzini* testi sono in RB2 da p.923 a p.949. “Stampa”, Andrea Gualandi* “Bruno”, Guido Gualandi* “il Moro” ed Ernesto Voce dell’operaio, La. Nell’ottobre 1943, a Venzi* “Nino”. cura della Federazione bolognese del PCI, B IBLIOGRAFIA. L. Arbizzani, N.S. Onofri, I vide la luce il primo numero de “La Voce giornali bolognesi della Resistenza, pp.234- dell’Operaio”. Tirato al ciclostile, aveva il 9. I testi sono in RB2 da p.627 a p.635.

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Bibliografia su fascismo, antifascismo, guerra e Resistenza nella provincia di Bologna*

R. Absalom, Dietro la Linea Gotica: un epi- dell’essere non dell’apparire, in sodio chiave dell’esperienza sociale della “Bollettino dell’Istituto regionale di Resistenza attraverso la testimonianza di studi politici A. De Gasperi”, n.1, 1989, un osservatore alleato che era anche un pp.10-7. protagonista, pp.319-34, in Al di qua e al A. Albertazzi, Impegno e iniziative sociali di là della linea Gotica, 1944-1945: aspet- dei cattolici bolognesi (XIX-XX secolo), ti sociali, politici e militari in Toscana e in pp.239-70 in Storia della Chiesa di Emilia-Romagna. Bologna. AGDGADU, Brevi notizie sulla distruzione A. Albertazzi, La 63a Brigata “Bolero” della sede e sulle persecuzioni subite dai Garibaldi, pp.75-9; La 9a Brigata S. Justa, fratelli bolognesi durante il periodo fasci- pp.81-3, in “I Quaderni di Resistenza sta, A cura della Massoneria Bolognese oggi”, II, supplemento al n.5 del 2004 di in occasione della visita di Giovanni “Resistenza oggi”. Pica, Sovrano Gran Commendatore del A. Albertazzi, L. Samoggia, Il movimento Rito Scozzese Antico ed accettato, cattolico contadino a Medicina, 1881- all’Oriente di Bologna il 13 giugno 1968, 1960. Aspetti e momenti, Bologna, 1981, Modena, 1968, pp.39. pp.162. G.L. Agnoli, Padre Domenico Acerbi mis- A. Albertazzi, G. Campanini, Il partito sionario domenicano dalla mano di Dio, popolare in Emilia-Romagna (1919- Bologna, Asterisco, 2000, pp.557. 1926), Roma, Cinque lune, 1983, due M. Agnoli, Bologna “città aperta”, Bologna, vol., pp.504 e 372. Tamari, 1975, pp.228. A. Albertazzi, E. Petrucci, Don Enrico A. Alaimo, V. Capecchi, L’industria delle Donati e la sua gente, Bologna, 1995, macchine automatiche a Bologna: un caso pp.431. di specializzazione flessibile, pp.191-238, A. Albertazzi, vedi: Antifascisti, Gli, i parti- in Istituto regionale per la storia della giani e le vittime del fascismo nel bolo- Resistenza e della guerra di liberazione gnese. in Emilia-Romagna, “Annale 7-8”. A. Albertazzi, vedi: Angelo, L’, di Mar- P. Alatri, Ferrara, Reggio Emilia, Modena e zabotto. Ravenna triangoli della morte, Roma, A. Albertazzi, vedi: Buon, Il, pastore immo- Tumminelli, 1948, pp.48. lato. Don Ubaldo Marchioni. P. Alberghi, Partiti politici e CLN, Bari, De A. Albertazzi, vedi: “Signore per il trionfo Donato, 1976, pp.613. del tuo regno per la salvezza delle anime”. A. Albertazzi, Raimondo Manzini, uomo Albo caduti e dispersi della Repubblica

* In questa bibliografia - aggiornata al marzo 2005 - non figurano articoli apparsi su quotidiani e settimanali.

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Cronologia bolognese 1919-1945*

1919 Nenni, Dino Zanetti e altri, nasce il Fascio di combattimento di Bologna su posizioni anti- Gennaio mussoliniane. I combattenti nazionalisti, gui- 18. A Roma è pubblicato il manifesto per la dati da Zanetti, escono pochi giorni dopo, costituzione del PPI. fondano la Lega antibolscevica e aderiscono al Fascio di Mussolini. Febbraio 15. A Milano i fascisti incendiano la sede 4. Nasce a Bologna la sezione del PPI. dell’“Avanti!” 26. Mario Missiroli assume la direzione de “il Marzo Resto del Carlino”. 23. A Milano Mussolini fonda il Fascio di combattimento. Giugno 23. La direzione del PSI aderisce alla Terza 10. Giuseppe Massarenti* è processato e internazionale. assolto «per inesistenza di reato» da una lunga serie d’accuse. Aprile 14-16. Si riunisce il primo congresso nazio- 9. Promosso da Guido Bergamo*, Pietro nale del PPI a Bologna.

* Non essendo ancora disponibili – per il 1943-44-45 - i documenti degli archivi della prefettura e questura di Bologna, gli avvenimenti di questo periodo sono desunti dai giornali e dalle pubblicazioni dell’epoca, oltre che dalle scarse fonti archivistiche disponibili. In via del tutto eccezionale, nel luglio 2004 la questura di Bologna – e la ringrazio - mi ha consenito di vedere i “mattinali” del 1944 e 1945, dove c’è di tutto un po’. Presso l’Archivio centrale dello stato, a Roma, sono depositati i rapporti che la questura bolognese e la prefettura inviavano in quegli anni al ministero dell’Interno. Questi documenti – ma non so se la raccolta è completa - sono sparsi in vari fondi, i principali dei quali sono quello del Gabinetto del ministero dell’Interno e quello della Direzione generale della pubblica sicurezza. Le notizie ricavate da questi fondi sono contrassegnate dalla sigla P-Q (prefettura e questura). Dalla cronologia ho omesso non pochi avvenimenti. Delle numerose persone morte tra il 1943 e il 1945 sono indicate solo quelle di cui è certa l’appartenenza al campo fascista e non quelle delle quali non esiste la certez- za della causa politica o non sono indicate nei rapporti di questura e prefettura. La questura di Bologna nel 1946 ha fatto più elenchi sui morti di quel periodo, ma le liste nominative, con le vere cause della morte, non sono ancora note. Ho indicato i nomi dei partigiani fucilati e raramente quelli dei morti in combattimento per non allungare oltremodo la cronologia. I nomi di tutti i partigiani caduti sono nel dizionario biografico Gli anti- fascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (1919-1945). Il dizionario è in Internet con la segna- tura: www, iperbole, bologna, it/iperbole/isrebo. Numerose notizie sono tratte da Albo caduti e dispersi della Repubblica sociale italiana curato dall’Istituto sto- rico della RSI. Queste notizie sono contrassegnate dalla dicitura Albo, al quale lascio la responsabilità. A mio parere – ma ho guardato solo i nomi dei bolognesi - questo lavoro è stato compilato con strani criteri. Pur appartenendo a categorie diverse, i morti del dopoguerra e quelli del periodo bellico sono stati messi in un

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19. 50mila lavoratori della terra partecipano dacati versano la somma al comune per la ad una manifestazione per chiedere la requi- costruzione di una scuola in località Alberino. sizione delle terre incolte. Mentre il corteo percorre via Ugo Bassi un gruppo di nazio- Agosto nalisti, guidati da Dino Zanetti, si scontra 9. Il parlamento approva la legge elettorale. con i manifestanti. Si spara. La bracciante 13. È pubblicata la relazione dell’inchiesta Geltrude Grassi* resta uccisa. Quattro i feri- parlamentare su Caporetto. Grosse critiche ti. Nel pomeriggio i nazionalisti guidati da allo stato maggiore dell’esercito. Zanetti sparano contro la sede della CCdL in via Cavaliera (oggi via Oberdan) 22. Dalla Settembre CCdL si risponde al fuoco. 2. Il “decreto Visocchi” autorizza l’occupa- 30. La Federterra chiede agli agrari di zione delle terre incolte. Molinella la chiusura della vertenza del 1914. 12. Gabriele D’Annunzio entra a Fiume e Era stata sospesa dopo l’eccidio di Guarda inizia la “sedizione fiumana”. Da Bologna del 5.10.14. partono numerosi volontari. S’ignora l’elen- co nominativo. Luglio 26. Il Fascio si riorganizza ed entra Leandro 2-3. A Bologna e Imola si svolgono manife- Arpinati. Diventerà segretario dopo le elezio- stazioni popolari contro il carovita. Ad Imola ni di novembre la polizia spara e uccide 5 manifestanti. 6. Amadeo Bordiga dà vita nel PSI alla cor- Ottobre rente astensionista. 5-8. A Bologna si tiene il XVI congresso 19. A Bologna numerosi dirigenti dell’USI nazionale del PSI vinto dai massimalisti “ele- sono arrestati zionisti”. Bombacci è eletto segretario (il 20-21. Sciopero internazionale. Riuscito in 26.2.20 sarà sostituito da Egidio Gennari). campagna e nelle fabbriche. 31. Gli agrari di Molinella pagano 270 mila Novembre lire per chiudere la vertenza del 1914. I sin- 13. A Lodi arditi e fascisti organizzano un

unico elenco. Inoltre, figurano nomi di morti che con quelli della RSI non hanno nulla in comune. Il caso più clamoroso è quello dei nove cittadini di Biagioni (Granaglione) fucilati e impiccati dai nazifascisti e spacciati per fascisti uccisi dai partigiani. Sono inclusi anche nomi di persone morte nel luglio 1943 e nel dopoguerra, alcune delle quali addirittura nel 1953. Numerosi sono i nomi doppi e quelli sbagliati. Spesso sono in contra- sto le notizie dell’Albo e quelle fornite dalla prefettura di Bologna. Anche se ritengo che l’elenco dei caduti della RSI sia errato per eccesso, ho il dovere di indicare i nomi dei fascisti morti in attentati e riportati nell’Albo, mentre ho omesso quelli dei caduti in combattimento, così come ho ignorato quasi tutti gli italiani arruolati nella Wehrmacht, la Flak in particolare, e quelli dell’esercito della RSI. Le indicazioni «agg» e «imb» (agguato e imboscata) sono tratte dall’Albo. Ho omesso di indicare il numero e le circostanze della morte di militari tedeschi. Alcuni sono morti in scontri con partigiani, mentre altri sono stati vittime di attentati. Sono indicati solo quelli morti in attentati, anche se non è facile distinguere tra scontro e attentato. Nel limite del possibile ho riferito di tutti gli attentati alla bomba che furono particolarmente numerosi nel primo semestre del 1944, soprattutto contro le linee ferroviarie, anche se diminuirono dall’agosto. Con la libe- razione di Firenze, i cacciabombardieri alleati impiegavano pochi minuti per sorvolare l’Appennino per cui attaccavano in continuazione le linee ferroviarie. Divennero così inutili gli attentati alla bomba contro i treni, mentre proseguirono quelli contro sedi fasciste e tedesche. Ho omesso quasi del tutto – ma erano quasi quotidiane, da parte dei partigiani – le operazioni di disarmo delle pattuglie che sorvegliavano le linee ferroviarie, le cabine dell’energia elettrica, i cavi telefonici posati provviso- riamente dai tedeschi e così via. Queste pattuglie erano composte, prevalentemente, da polacchi e cecoslovacchi costretti ad arruolarsi e deportati in Italia, i quali erano poco motivati e ben lieti di farsi disarmare dagli italiani, i quali erano e restavano pur sempre i nemici dei loro nemici. Queste pattuglie non reagirono mai e posavano le armi appena vedevano spuntare i partigiani. Raramente reagivano anche le pattuglie formate da italiani.

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comizio elettorale. Quando i socialisti comin- 18. Nasce a Roma la Confederazione genera- ciano a fischiare, i fascisti sparano e uccidono le dell’agricoltura. 3 lavoratori. La polizia arresta numerosi fasci- 28. A Bologna si tiene un convegno naziona- sti e sequestra molte armi. Tra gli arrestati i le dell’Unione anarchica sul tema: Pro vitti- bolognesi Arpinati e Arconovaldo Bonacorsi. me politiche e per la Russia. 17. Elezioni politiche. A Bologna 7 deputati al 28. A Codrignano (Fontanelice) in uno scon- PSI e uno al PPI. PSI 81.592 voti (68,6%) di tro tra coloni resta ucciso il colono “bianco” cui 21.971 (62,9%) in città. PPI 21.115 (18%) Domenico Frontali. e 4.810 (13,8). Fascio liberale 9.145 (7,8) e 30. La FIOM inizia a Milano l’occupazione 4.528 (13). Combattenti 5.556 (5,6) e 3.489 delle fabbriche. (10) 19. Esce il quotidiano “Il Progresso” diretto Settembre da Guido de’ Pazzi. 1. A Bologna gli industriali iniziano la serra- ta. Dicembre 2. Gli operai occupano le fabbriche a 3. A Bologna i nazionalisti uccidono Amleto Bologna. Villani* segretario del Fascio socialista 17. L’Associazione di difesa sociale arruola comunista. 300 armati. Sono tutti iscritti al Fascio di Arpinati. 17. Ad Imola, in uno scontro tra coloni, resta 1920 ucciso il colono “bianco” Arcangelo Sol- ferini. Gennaio 20. I fascisti, guidati da Arpinati, assaltano la 1. Inizia la vertenza agraria promossa dalla Sala borsa, in via Ugo Bassi, luogo di ritrovo Federterra di Bologna. dei socialisti, e uccidono l’operaio socialista Guido Tibaldi*. Marzo 27. Dopo l’accordo tra le parti, a Bologna 2. Inizia l’invasione delle terre. cessa l’occupazione delle fabbriche. 3. Attilio Fontana assume la direzione de “Il Progresso”. Il giornale assume una linea di Ottobre destra. 10. Il Fascio rinnova il gruppo dirigente e 7. A Milano nasce la Confederazione genera- conferma segretario Arpinati. le dell’industria. 14. Scontro tra polizia e manifestanti davanti al “Casermone”in via De’ Chiari angolo Car- Aprile tolerie. Muoiono 2 agenti e 5 operai. Restano 5. Eccidio di Decima di San Giovanni in feriti 32 lavoratori. Persiceto. I carabinieri interrompono una 16. Nel pomeriggio i fascisti sparano contro manifestazione indetta dalla Vecchia Camera la Sala Borsa, in via Ugo Bassi, ritrovo dei del lavoro e uccidono 8 coloni. I feriti sono socialisti. È ucciso il commerciante Giuseppe 45. Fabbri* che transita casualmente. 11. Arpinati è nominato responsabile del 20. Il Fascio è rifondato con un nuovo statuto. Fascio dell’Emilia orientale. 21. La polizia arresta tutti i membri del con- 8. Alla Camera di commercio nasce l’Asso- siglio nazionale dell’USI. ciazione di difesa civile. 22. A Bologna il bracciante “rosso” Ernesto Canova è ucciso da un agrario. Agosto 24. È varata la lista elettorale di destra, Pace 9. A Portonovo (Medicina) in uno scontro lavoro libertà. tra braccianti, durante lo sciopero agrario, 3 25. È firmato il Concordato Paglia-Calda che crumiri restano uccisi. Ucciso un bracciante pone fine alla vertenza agraria iniziata in gen- della lega. 5 i feriti. naio.

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25. Nel pomeriggio ad Ozzano Emilia e S. chi*. Nello stesso giorno – dopo l’elezione a Lazzaro di Savena i fascisti strappano il Con- sindaco di Enio Gnudi* - si spara nella sala del cordato consiglio. Il consigliere di minoranza Giulio 30. Aldo Oviglio, fascista e massone, in un Giordani muore e 2 restano feriti. La polizia comizio dice che «bisognerà in seguito usare ferma 331 socialisti e non un solo fascista. altre armi, se mai quella del voto [...] fosse 28-29. Ad Imola convegno dell’ala comunista insufficiente a liberare la città» dal PSI. del PSI. I convenuti chiedono che il nome sia 30. A S. Agata Bolognese, nel corso di uno cambiato in Partito comunista d’Italia e l’e- scontro tra coloni, resta ucciso il colono spulsione della corrente riformista. “bianco” Gaetano Guizzardi. 31. Voto amministrativo. Comune di Dicembre Bologna: PSI 20.195 voti (58,2%) e 48 seggi; 7. I fascisti occupano il comune di Castel S. Destra 8.706 (26,5%) e 12 seggi; PPI 5.093 Pietro e distruggono cooperative e sindacati (15%) nessun seggio. Al consiglio provincia- 18. I fascisti bastonano i deputati socialisti le 47 consiglieri al PSI e 3 alla destra. Nulla Genuzio Bentini* e Adelmo Nicolai* all’u- al PPI. 54 comuni conquistati dal PSI e 7 dal scita del tribunale. Arpinati si autodenuncia PPI. Nessuno dalla destra. ed è arrestato. 19. Al congresso provinciale del PSI i massi- Novembre malisti ottengono 1.573 voti, 1.569 i comuni- 4. Nel pomeriggio i fascisti invadono Palazzo sti e 718 i riformisti. d’Accursio. La sera assaltano la CCdL in via 21. I fascisti bastonano l’on. Francesco d’Azeglio 41. Dopo uno scambio di colpi, Zanardi*. interviene la polizia chiamata dal segretario Ercole Bucco. La polizia arresta 96 guardie rosse e non un solo fascista. Arrestati anche 1921 Bucco, nonostante sia deputato, e il parla- mentare del PSI Francesco Quarantini*. Gennaio Sequestrate molte rivoltelle. Mentre le guar- 6. Muore il ferroviere Alderige Lenzi*. Era die rosse finiscono in carcere, i fascisti incen- rimasto ferito il 21.11.20 durante l’assalto diano la sede sindacale. fascista a Palazzo d’Accursio. 9. Bucco rassegna le dimissioni. 8. Al congresso dell’USB (sezioni del PSI nel 19. Il Fascio pubblica un manifesto e annun- comune di Bologna) i massimalisti ottengono cia che impedirà l’insediamento della nuova 447 voti, 248 i riformisti, 243 i comunisti e 64 amministrazione del PSI a Bologna. la corrente di Graziadei. 20. Armando Cocchi* organizza un servizio 8. Se ne va il prefetto Visconti e arriva Cesare di guardie rosse per respingere l’assalto fasci- Mori. sta. 15-21. Al congresso nazionale del PSI, a 21. Nel pomeriggio Arpinati, alla guida dei Livorno, avviene la scissione e la nascita del fascisti bolognesi – ai quali si sono aggiunti PCdI. una cinquantina di ferraresi – assalta Palazzo 24. In uno scontro a Modena muore lo squa- d’Accursio. I fascisti sparano sulla folla. Le drista Augusto Baccolini. Per rappresaglia, i guardie rosse, dal balcone della sala d’Ercole fascisti bolognesi incendiano lo stabile di via di Palazzo d’Accursio, gettano per errore d’Azeglio 41, dove hanno la sede il PSI, la alcune bombe a mano. Bilancio: 10 cittadini CCdL e la redazione de “La Squilla”. morti e 50 feriti. I morti – alcuni dei quali 24. Il prefetto revoca a Bologna i porto d’armi. deceduti in seguito per ferite – sono: Antonio Amadesi*, Flavio Bonettini*, Gilberto Febbraio Cantieri*, Enrico Comastri*, Vittorio Fava*, 6. Muore in ospedale Armando Ramazzotti*, Livio Fazzini*, Alderige Lenzi*, Ettore un artigiano iscritto al PRI. Il 4.2 era stato Masetti*, Leonida Orlandi*, Carolina Zec- bastonato dai fascisti.

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13. Muore Ettore Masetti*. Era rimasto feri- 29. A S. Maria in Duno (Bentivoglio) i fasci- to il 21.11.20 durante l’assalto fascista a sti irrompono in una sala dove sono riuniti Palazzo d’Accursio. numerosi mezzadri. Sparano e uccidono il 20. Si riunisce il congresso della CCdL. La capolega Amedeo Zanarini*. 8 i feriti. lista del PSI ha 47.946 voti e quella del PcdI 9.968. Francesco Amateis* è confermato Maggio segretario. 14. Scontro a Sala Bolognese tra socialisti e 20. Nasce la FGCI, l’organizzazione giovani- fascisti, con feriti da ambo le parti. Il 18 le del PCdI. Vi aderiscono poco più di mille muore il fascista Sebastiano Monari. giovani, dei 4.000 iscritti della FGSI del PSI. 15. Elezioni politiche. PSI 19.614 voti nel 23. Giovanni Marchi assume la direzione de comune di Bologna, 39.996 nella provincia “Il Progresso”. e 110.105 nella circoscrizione (BO, FE, FO e RA); Fascio 12.883, 24.435 e 96.267; PPI Marzo 3.887, 13.372, 42.549; PCdI 2.552, 8.547, 7. Mentre attraversa l’abitato di Pieve di 29.284; PRI 686, 925, 34.758. PPI 3 depu- Cento (allora in provincia di Ferrara), una tati tra i quali il bolognese Fulvio Milani*; squadra di fascisti spara e uccide Angela PCdI 2 deputati, tra cui Anselmo Ma- Toni*. Era alla finestra di casa. rabini*; PRI 2 deputati; Fascio 6 deputati 15. A Milano è arrestato Arpinati accusato di tra i quali Mussolini primo eletto e i bolo- avere partecipato alla sparatoria di Pieve di gnesi Oviglio e Grandi; PSI 7 deputati tra i Cento. Sarà scarcerato il 18. quali i bolognesi Genuzio Bentini*, An- 17. Il bracciante anarchico Ugo Masrati* è drea Ercolani*, Luigi Fabbri*, Francesco ucciso dai fascisti, mentre lavora in un pode- Zanardi*. re a S. Prospero (Imola). 6. I fascisti feriscono a colpi di pistola l’anar- 19. È costituita la federazione bolognese del chico Aldo Tugnoli*. Morirà il 18. PCdI. 17. Una bomba scoppia davanti all’abitazio- 26. Muore a S. Giovanni in Persiceto l’ope- ne del segretario del fascio di Vergato. Sono raio socialista Pirro Mocci*. Il giorno prima arrestati 17 antifascisti. Saranno prosciolti in era rimasto ferito da un colpo di rivoltella nel istruttoria il 20.12. corso di uno scontro con i fascisti. 22. Una squadra fascista bussa alla porta di Adriano Guiduzzi a Sant’Agata Bolognese e Aprile gli intima di uscire da casa. Quando si affac- 2. Il governo scioglie il consiglio comunale di cia ad una finestra la madre Agata Pizzi* i Bologna. fascisti sparano e la feriscono. Muore il 26 4. I fascisti bastonano Achille Gherardi, con- all’ospedale. sigliere delegato de “il Resto del Carlino”, per indurlo a licenziare il direttore Mario Giugno Missiroli. 12. Squadre fasciste invadono Molinella e 5. Nello Quilici è il nuovo direttore de “il cercano invano Massarenti per ucciderlo. Resto del Carlino”. 8. All’ospedale di Bologna muore Giovanna Luglio Giuseppina Pilati*. Il 6.4 era stata ferita da 11. 7 lavoratori sono processati per gli inci- alcuni fascisti i quali, attraversando l’abitato denti del “Casermone” del 14.1.20. Quasi di Ca’ de Fabbri (Minerbio), avevano spara- tutti condannati. to contro un gruppo di lavoratori. 15. A Minerbio resta ucciso il fascista Giulio 17. A Pian di Macina (Pianoro) i socialisti Onorato Toschi. sparano contro un camion in transito carico 18. Il bracciante socialista Enea Marchesini* di fascisti. 3 restano feriti. è ucciso dai fascisti, durante un assalto squa- 22. Il prefetto scioglie il Consiglio provin- dristico contro la cooperativa di Lavino di ciale. Mezzo.

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22. Ad Imola, in uno scontro, restano uccisi 16. A Torre di Jano (Sasso Marconi) è ucciso il fascista Francesco Nanni e l’anarchico Vin- dai fascisti l’operaio Emilio Bassi*. cenzo Zanelli*. 23. Il Fascio nazionale invita quelli provin- Ottobre ciali a cessare le azioni violente. 16. L’artigiano socialista Luigi Morini* è 27. Eugenio Jacchia*, già Venerabile della ucciso dai fascisti a colpi di rivoltella in un loggia VIII Agosto di Vicolo Bianchetti 4, bar alle Roveri (Bologna). parlando al consiglio nazionale del 17. A Bologna è ucciso il fascista Giuseppe Grande oriente d’Italia dice che il fasci- Spinelli. smo «fu una vera fortuna» perché ha libe- rato Bologna «da una mano di delinquenti Novembre e di pazzi». 2. Il PSI è espulso dall’Internazionale di Mosca. Agosto 7-11. A Milano congresso dei fasci di com- 2. A Roma è firmato il patto di pacificazione battimento. Nasce il PNF. tra PSI e Fascio. 8. L’operaio socialista Ugo Morara* è ucciso 2. A Molinella il bracciante socialista a bastonate dai fascisti a Medicina. Ferdinando Bandiera* è ucciso dai fascisti. 12. Muore all’ospedale d’Imola il bracciante 14. In uno scontro con i fascisti a socialista Domenico Bubani*. Il 9 era stato Castenaso è ferito con un colpo di pistola ferito al ventre dai fascisti. Luigi Franceschini*. Morirà all’ospedale il 14. Nella caserma dei carabinieri di Castello 20.8. d’Argile è ucciso con un colpo di pistola il 16. A Bologna si tiene il congresso dei fasci socialista Medardo Vannini* della regione, con delegazioni di Cremona, 15. Decade il patto di pacificazione. Mantova e Rovigo. È respinto il patto di paci- 23. A Frassineto (Castel S. Pietro) in uno ficazione. scontro tra antifascisti e fascisti restano ucci- 15. Il colono socialista Adolfo Comandi*, si i fascisti Giuseppe Barnabà e Remo mentre rientra da una festa a Sibano (Mar- Ravaglia. zabotto), è ucciso dai fascisti. 27. A Trebbo di Reno (Castel Maggiore), in 28. A Poggetto (S. Pietro in Casale) scontro uno scontro tra fascisti e antifascisti, resta tra antifascisti e nazionalisti. Un nazionalista ferito il fascista Ernesto Cesari. Morirà il resta ucciso e un altro ferito. 24.12. 28. A S. Giovanni in Persiceto è ucciso il 28. Muore all’ospedale di Vergato l’operaio fascista Romolo Mellini. socialista Pietro Sibani*. Pochi giorni prima 29. A Baragazza (Castiglione de’ Pepoli) in era stato ferito dai carabinieri. Lo volevano uno scontro tra fascisti e antifascisti muore arrestare perché aveva avuto uno scontro con Emma Gherardi, moglie di un dirigente i fascisti. fascista. 28. L’operaio Emiliano Ferri*, durante una Dicembre festa popolare a Savigno, è colpito da una 5. A un’assemblea del Fascio Dino Grandi rivoltellata sparata da un fascista. Muore il e Aldo Oviglio chiedono ad Arpinati il giorno dopo. rendiconto finanziario sul primo anno d’attività politica. Arpinati non lo dà e si Settembre apparta dalla vita politica. La direzione del 3. A Mezzolara (Budrio) in uno scontro tra Fascio è assunta da Dino Grandi e Gino antifascisti e fascisti resta ucciso il giovane Baroncini. Ferdinando Brazzi – poi fatto passare per 11. Alberto Giovannini* assume la direzione fascista – che transitava casualmente. Per le de “Il Progresso”. ferite il 9.9. morirà il socialista Aldo 28. A Bologna sono processati 29 Arditi del Vecchi*. popolo. Quasi tutti condannati.

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1922 1. Durante la Festa del lavoro i fascisti spara- no sulla folla a Ponte Rivabella (Monte S. Gennaio Pietro). Muoiono i fratelli Alfonso* e Vin- 12. A Bologna i fascisti uccidono l’antifascista cenzo Vignoli* iscritti al PSI. 7 i lavoratori Mario Biavati* davanti alla sede della coope- feriti. rativa marmisti. Pare che la vittima predesti- 27. I fascisti incendiano la CCdL in via nata fosse un operaio che l’accompagnava. D’Azeglio 41. 14. Muore all’ospedale il comunista Alberto 28. Il muratore socialista Antonio Stagni* è Rossetti*. Il 12.2, mentre si trovava in un’o- ucciso a bastonate dai fascisti a Castello di steria a Monghidoro, era stato ferito da un Serravalle. colpo di pistola sparato da un fascista. 29. Il socialista Elmiro Forlani* è ucciso con 19. I socialisti Luigi Cantelli* e Rocco un colpo di rivoltella sparato dai fascisti. Sacchetti*, dopo un diverbio avvenuto in Voleva impedire ai fascisti di bruciargli la un’osteria, sono uccisi dai fascisti a Galliera. casa a S. Giorgio di Piano. A Bologna i sindacati fascisti costituiscono la 30. I fascisti occupano Bologna e chiedono Confederazione nazionale delle corporazioni l’allontanamento del prefetto Cesare Mori. sindacali. Giugno Febbraio 2. Ottenuto l’allontanamento di Mori, i fasci- 17. Mussolini scrive ad Arpinati «Devi sti cessano l’occupazione della città. riprendere il tuo posto». 13. Mentre i fascisti sparano contro la sede 20. Nasce l’Alleanza del lavoro. della cooperativa di Corticella (Bologna), 25. Cessa le pubblicazioni “Il Progresso”. Angelo Castaldini* si affaccia alla finestra di 26. I fascisti penetrano nell’abitazione del casa e resta ucciso. socialista Amedeo Barbari*, a Ripoli (S. 22. Mentre percorre a piedi via del Pratello, Benedetto Val di Sambro), e gli sparano. La il socialista Demetrio Martinelli* è ucciso a madre del Barbari, Adele Naldi*, s’interpone colpi di pistola dai fascisti. Due persone ed è colpita al petto. Muore il giorno dopo. restano ferite. Marzo Luglio 5. Ad Immodena (Anzola Emilia) i fascisti 4. Ad Anzola Emilia 5 fascisti aggrediscono irrompono in un locale frequentato da socia- Umberto Forlani* sindaco di Borgo Pani- lista e sparano. L’operaio socialista Aristide gale. Forlani ferisce con un trincetto da cal- Toselli* resta ucciso. 3 i feriti. zolaio il fascista Teodoro Bencivenni che 19. Il bracciante socialista Ugo Mezzini* è morirà il 13.8. ucciso a colpi di pistola dai fascisti a Idice (S. 14. Durante la vertenza delle trebbiatrici, a Lazzaro di Savena). Castenaso i fascisti uccidono il mezzadro 20-24. A Roma si riunisce il secondo con- socialista Luigi Grillini* e feriscono il fra- gresso del PCd’I vinto da Bordiga. tello. Aprile Agosto 3. I fascisti, al termine di un processo contro 1. Fallisce a Bologna lo sciopero nazionale 3 fascisti, bastonano l’on. Mario Bergamo* e proclamato dall’Alleanza del lavoro. il sostituto procuratore del re Mario Neri*. 2. Ad Imola è ucciso – pare per errore dai suoi camerati – il fascista Andrea Tabanelli. Maggio 3. Ad Imola, durante uno sciopero, è colpito 1. Durante la Festa del lavoro a Linaro al capo da una bastonata, ad opera di un (Imola) i fascisti sparano sulla folla e uccido- fascista, e muore il ferroviere socialista no l’operaio comunista Luigi Trombetti*. 4 i Raffaele Virgulti*. feriti. 5. Muore a Bologna il tranviere Anselmo

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Naldi*. Il 2.8 era stato aggredito in casa dai 26. Sono processati e assolti 4 antifascisti per fascisti e ferito a colpi di pistola. gli incidenti di Poggetto del 28.8.21. 6. I fascisti incendiano la CCdL in via D’Aze- 27. A Trebbo di Reno (Castel Maggiore) av- glio 41. viene uno scontro tra antifascisti e fascisti. 7. A Bagnara di Romagna (RA) i fascisti ucci- Un fascista resta ucciso. Feriti da ambo le dono il colono “bianco” Bartolomeo Maz- parti. zetti* d’Imola. 27. Primo Malossi* è ucciso da un fascista ad 8. In via del Borgo a Bologna è ucciso il fasci- Altedo. sta Ferdinando Giorgi. 15. Il bracciante socialista Marcello Cazzola* Dicembre muore per i postumi di un accoltellamento 4. A Mosca il VI congresso dell’internaziona- subìto dai fascisti a Molinella il 12.6.21. le comunista decide la fusione tra PSI e PCdI 17. A Castel d’Aiano due fascisti uccidono in e la nascita del Partito comunista unificato casa i fratelli Francesco* e Pellegrino d’Italia. Bernardi*. 18. I fascisti tentano di invadere la loggia massonica di vicolo Bianchetti 4. Settembre 22. Per gli incidenti di Pian di Macina del 2. A Castiglione de’ Pepoli è ucciso il fascista 17.4.21, sono processati e assolti 11 antifascisti. Silvio Sammarchi. 16. È bastonato dai fascisti a Bologna il fer- roviere Ettore Faustini*. Muore il giorno 1923 dopo. Gennaio Ottobre 3. Ad Imola, dopo un funerale, i fascisti 1-4. Il congresso nazionale del PSI, riunitosi cominciano a sparare per le strade e uccido- a Roma, espelle l’ala riformista di Turati. no Giuseppe Nanni*. Nasce il PSU. A Bologna, tra gli altri, sono 8. A Maddalena di Budrio i fascisti uccidono espulsi gli onorevoli Francesco Zanardi* e a bastonate il bracciante socialista Adelmo Genuzio Bentini*. Brighenti*. 8. A Bologna si tiene il congresso costitutivo 8. Mentre esce dalla cooperativa di S. del PLI. Prospero (Imola) è ucciso dai fascisti il brac- 28. Durante la “marcia su Roma”, Bologna è ciante comunista Giuseppe Casadio Gad- occupata dai fascisti. Il maresciallo Paolo doni*. Vitalone*, della Guardia regia, si rifiuta di farsi disarmare. I fascisti l’uccidono e ferisco- Febbraio no un agente. Nello scontro resta ferito il fasci- 13. Il Gran consiglio del fascismo vota l’in- sta Mario Carlo Becocci che morirà il 4.11. compatibilità tra massoneria e PNF. 29. I fascisti tentano di occupare la stazione 14. Il mendicante Enrico Mazzetti* è ucciso dei carabinieri di S. Ruffillo (Bologna). I a bastonate dai fascisti a Crespellano. carabinieri si difendono e uccidono Gian- carlo Nannini e Oscar Paoletti. Marzo 31. L’impiegato postale Guglielmo Cialdi* è 1. PNF e nazionalisti si uniscono. ucciso a bastonate dai fascisti nell’atrio della 3. 27 antifascisti sono processati per gli inci- stazione ferroviaria perché tenta di difendere denti di Baragazza del 29.8.21. Sono quasi l’anarchico Guido Zerbini* aggredito dagli tutti condannati. squadristi. 23. Il bracciante Stefano Dal Pozzo* è ucciso con una pugnalata da un fascista a Ponte Novembre Santo (Imola). 1. A S. Giovanni in Persiceto è ucciso il fasci- 25. A Baigno (Camugnano) i fascisti uccidono sta Luigi Santini. a colpi di pistola il colono Giuseppe Venturi*.

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Aprile Ottobre 7. A Bologna è ucciso il fascista Leo Mongardi. 26. Tre fascisti penetrano nell’abitazione di 12. Il IV congresso nazionale del PPI, a Carlo Gasperini* a Bologna e l’uccidono a Torino, si pronuncia per la fine della collabo- colpi di pistola. razione al governo con il fascismo. 31. Muore a Verona l’operaio socialista 15-17. Il XX congresso del PSI a Milano Giuseppe Lamberti* per i postumi di una respinge la fusione con il PCdI. malattia contratta in carcere. Era stato libera- 21. Il governo abolisce la festa del I maggio. to il 31.7. 23. I ministri del PPI sono cacciati dal governo. 24. Il PPI si spacca e nasce il Partito nazio- Novembre nale popolare. È filofascista. 8. 6 antifascisti sono processati per lo scontro di Frassineto del 23.11.21. 5 sono condanna- Maggio ti. 1. Sono processati e condannati 14 socialisti 12. 31 braccianti sono processati per gli inci- per gli incidenti di Sala Bolognese del denti di Portonovo del 9.8.20. Venti sono 14.5.21. condannati e 11 assolti. 9. A Calderara di Reno i fascisti uccidono il colono socialista Luigi Piretti* e feriscono il Dicembre padre Gaetano*. 9. Con un editoriale “L’Avvenire d’Italia” 23. Paolo Cappa*, che segue la linea antifa- aderisce ufficialmente al PNF. scista del PPI, è costretto a lasciare la dire- 13. 7 fascisti sono processati e condannati zione de “L’Avvenire d’Italia”. Gli subentra per la morte del colono “bianco” Bartolomeo Carlo Emilio Bolognesi. Mazzetti il 7.8.22. Giugno 8. 25 antifascisti sono processati per lo scon- 1924 tro di Mezzolara del 3.9.21. 13 sono condan- nati e 12 assolti. Gennaio 18. La massoneria bolognese rompe l’allean- 1. Nell’ospedale d’Imola muore il bracciante za con i fascisti. socialista Emilio Monti*. La sera del 25.12.23 era stato bastonato a Fontanelice da Luglio due militi della MVSN e lasciato per più 10. Don Sturzo lascia la segreteria del PPI. giorni senza cure nella caserma dei carabinie- 23. Approvata la nuova legge elettorale mag- ri. gioritaria. 23. 4 antifascisti sono processati e condannati Marzo per gli scontri di Trebbo di Reno del 27.11.22. 23. Il socialista Ugo Tura* muore per un colpo di pistola mentre si trova nella sede Agosto della questura. La polizia accredita la tesi del 5. Tomaso Monicelli è il nuovo direttore de suicidio. “il Resto del Carlino”. 9. I fascisti penetrano nell’abitazione del Aprile mezzadro socialista Pietro Marani* a Mar- 1. Un gruppo di cattolici, guidato dal mar- morta (Molinella) e l’uccidono. chese Filippo Baviera, esce dal PPI ed entra 14. A Molinella è ucciso a bastonate il socia- nel PNF. lista Augusto Mattarelli*. 1. Elezioni politiche. Voti nella provincia: PNF 111.112; PSI 11.993; PSU 7.943; PPI Settembre 6.504; PcdI 4.041; PRI 1.063. 23. Giuseppe Zerbini* è ucciso a bastonate 2. Muore a Molinella il bracciante socialista dai fascisti a S. Lazzaro di Savena. Angelo Gaiani*. Il giorno prima, mentre si

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recava a votare, era stato bastonato a sangue suoi ministri a dimettersi. dai fascisti. 19. In uno scontro tra fascisti e antifascisti 23. A Dozza i fascisti bastonano Domenico avvenuto a Camugnano resta ucciso lo squa- Ravanelli* del PPI sindaco del comune. drista Amedeo Salvi. L’Amministrazione è retta da fascisti e catto- 25. Don Surzo lascia l’Italia e va in esilio. lici. Ravanelli è dirigente delle Fratellanze coloniche e non vuole essere assorbito dai Novembre sindacati fascisti. 10. Muore ad Imola Fedora Farolfi*. Il 23.10 era stata bastonata per essersi rifiutata di fare Maggio il saluto romano. 3. Ravanelli rassegna le dimissioni da sindaco 12. Ad Imola è ucciso il fascista Angelo di Dozza. Pelliconi. 15. Muore ad Anzola Emilia Primo Malaguti*. In aprile, per sfuggire ad una squadra di fascisti, si era immerso in un 1925 macero e vi era rimasto molte ore. Contrasse una malattia dalla quale non guarì. Gennaio 2. Widar Cesarini Sforza è il direttore de “il Giugno Resto del Carlino”. 2. Il suonatore ambulante Egidio Raffaele 3. Mussolini si assume responsabilità del Cavallini*, per avere suonato “Bandiera delitto Matteotti e instaura la dittatura. Lo rossa” a Calderara di Reno, è bastonato da stesso giorno a Bologna i fascisti mettono a due agenti agricoli. Muore per le lesioni sacco le sedi del PPI e dell’Unione del riportate. lavoro (il sindacato “bianco”) in via 18. A Castel Guelfo di Bologna muore il Marsala 6. In via Oberdan è distrutta la birocciaio Enrico Bonoli* per i postumi di redazione de “Il Mulo” il settimanale sati- una bastonatura subita dai fascisti il 24.5.21. rico cattolico. 11. Augusto Pulega* è ucciso dai fascisti Luglio nella sede della cooperativa di consumo in 2. PSI, PSU, PCdI, PPI e PRI danno vita al località Malcantone di Bologna, oggi comitato delle opposizioni. Il PPI si dissocia Belcantone. il giorno dopo. Il comitato vive pochi mesi. Marzo Agosto 3. A Sesto Imolese i fascisti uccidono, a colpi 12. Nasce a Bologna – nella sede de “L’Av- di pistola, il socialista Attilio Vannini* venire d’Italia”- il Centro nazionale italiano 4. Il fascista Augusto Regazzi è assolto da una con esponenti cattolici fascisti usciti dal PPI. lunga serie di reati. Settembre Aprile 12 e 13. I fascisti invadono e mettono a sacco 7. Il facchino Rosalino Morini* è ucciso a la sede della loggia VIII Agosto in Vicolo bastonate dai fascisti in via del Borgo. Bianchetti 4. Asportano arredi e gli elenchi 21. Si riuniscono a Bologna gli intellettuali degli iscritti alla massoneria. fascisti. È approvato il Manifesto degli intel- 12. L’operaio socialista Angelo Frazzoni* è lettuali fascisti redatto da Giovanni Gentile. ferito a colpi di pistola nella sua abitazione a Molinella. Morirà il 16.9. A sparare sono stati Maggio due fascisti. 1. Il quotidiano “Il Mondo” di Roma pubbli- ca il manifesto di Benedetto Croce che Ottobre risponde a quello fascista. È firmato da 13 4-6. A Milano il congresso del PLI invita i uomini di cultura bolognesi.

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22. A Porta Lame i fascisti uccidono l’ope- del popolo Amedeo Fantoni*. Il giorno prima raio comunista Oliviero Zanardi*. Da pochi era stato dimesso dal carcere dopo avere scon- giorni era stato scarcerato dopo avere sconta- tato la pena per la morte di un fascista. to la condanna per la morte di un fascista. In data imprecisata la loggia massonica VIII Ottobre Agosto cessa di esistere per autosciogli- 31. In via Indipendenza è linciato dai fascisti mento. Anteo Zamboni*. Ottobre Novembre 2. A Palazzo Vidoni a Roma accordo tra sin- 5. Promulgazione delle leggi eccezionali e dacati corporativi e confindustria. La CGIdL fine delle libertà costituzionali. non è più riconosciuta. 9. Dichiarati decaduti i deputati dell’opposi- zione. Novembre 13. Il prefetto scioglie con decreto il PPI. 26. Per i postumi di una bastonatura muore 25. È istituito il Tribunale speciale. a Imola Ofelia Piancastelli*. L’8.6.23, mentre usciva dalla cooperativa di consumo imolese, Dicembre era stata bastonata dai fascisti. 4. Muore a Imola il colono socialista Eugenio Minardi*. Qualche giorno prima era stato bastonato dai fascisti. 1926

Gennaio 1927 20-6. Terzo congresso PcdI a Lione (Fran- cia). È vinto da Gramsci. Gennaio 31. Il regime fascista toglie la cittadinanza a 4. È sciolta la CGIdL. numerosi antifascisti in esilio in Francia. 13. L’Opera Cardinal Ferrari assume la gestione de “L’Avvenire d’Italia” e nomina Febbraio direttore Giovanni Terruggia. 4. I comuni con più di 5000 abitanti sono governati da un podestà nominato dal gover- Aprile no. 9. Muore a Imola il comunista Luigi Cervellati* per i postumi di una ferita ripor- Marzo tata il 6.4.24, quando i fascisti lo bastonarono 23. Muore l’operaio Guido Nuzzi*. Il mentre usciva dal seggio elettorale. 6.11.23 era stato scarcerato per avere sconta- to la condanna per la morte di un fascista e Settembre pochi giorni dopo i fascisti tentarono di ucci- 25. Primo Montanari diventa direttore de derlo. Per i postumi di quella ferita è morto “L’Avvenire d’Italia”. due anni dopo. Dicembre Maggio 8. Pier Raimondo Manzini* è nominato 26. Il bracciante Giuseppe Zuppiroli* è ucci- direttore de “L’Avvenire d’Italia”. so dai fascisti ad Altedo.

Settembre 1928 3. È revocata la cittadinanza italiana, mentre sono esuli in Francia, agli anarchici bolognesi Febbraio Ettore Cuzzani* ed Adelmo Pedrini*. 22. In un’osteria di Sala Bolognese i fascisti 14. A Porta Lame i fascisti uccidono l’ardito uccidono l’operaio socialista Noè Bastia*.

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1929 La questura tentò di accreditare la tesi del suicidio, mentre invece era stato duramente Luglio percosso. 12. All’Ospedale Maggiore di Bologna muore il comunista Eligio Roveri*. Era stato Dicembre arrestato nel gennaio 1927 e sottoposto a 12. Per le percosse ricevute in carcere muore duri trattamenti. Ferdinando Albertazzi*. Era stato arrestato un anno prima. Settembre 12. Dino Grandi è nominato ministro degli esteri e Arpinati sottosegretario al ministero 1932 dell’Interno, con Mussolini titolare. Gennaio 3. Nella caserma dei carabinieri di Ba- 1930 ricella muore il socialista Oreste Brunel- li*. Era stato arrestato il giorno prima. I Gennaio carabinieri gli misero una corda al collo e 1. Il comunista Mario Tarozzi* muore nel re- tentarono di accreditare la tesi del suici- clusorio dell’isola di Pianosa (LI). Era dete- dio. nuto dal 1927.

Luglio 1933 6. Il Centro nazionale italiano si scioglie. 12. Per essersi rifiutato di versare la quo- Marzo ta d’associazione al sindacato fascista, il brac- 27. Muore a Monteveglio il comunista ciante Mario Cavina* di Medicina è ucciso Alberto Bartolini*, pochi mesi dopo essere con un colpo di moschetto da un carabinie- stato liberato dal carcere di Turi (Ba), dove re. aveva contratto una grave malattia cardiaca. 19-20. A Parigi si uniscono PSI e PSU. Il nuovo partito si chiama PSI. Maggio 4. Arpinati è costretto a lasciare il ministero Novembre dell’Interno. 21. Il comunista Mario Mazzoni* muore nel carcere bolognese poche ore dopo essere Dicembre stato arrestato. 22. Muore alle isole Tremiti il colono sociali- sta Armando Sorghi*. Era stato arrestato nel 1932 e assegnato al confino. 1931

Aprile 1934 10. A Dusseldorf si riunisce il quarto con- gresso del PcdI. Aprile 12. Nel carcere di Castelfranco Emilia muore 4. Per i postumi delle bastonate fasciste e di il comunista Enea Fantini* di Imola. una lunga detenzione – era accusato di avere ucciso un fascista a Baricella – muore il brac- Novembre ciante socialista Luigi Simoncini*. 1. I professori devono giurare al regime. 14. Nel carcere di Bologna muore Guido Luglio Romani*. L’11.11 era stato arrestato con altri 26. Arpinati è assegnato al confino per 5 per avere fatto scritte antifasciste a Budrio. anni.

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Agosto 1938 1. A Milano Rodolfo Morandi organizza il Luglio centro interno del PSI. 17. A Parigi PSI e PCdI siglano il Patto d’u- 14. È pubblicato il manifesto della razza. nità d’azione. Agosto Dicembre 14. L’operaio anarchico Paolo Angelo 8. L’anarchico Luigi Campomori* muore Monaldeschi* muore mentre è al confino alle mentre si trova al confino a Ventotene. isole Tremiti.

1939 1935 Febbraio Luglio 5. Nell’ospedale di Napoli muore il comuni- Il VII congresso del Comintern inizia la poli- sta Marino Serenari*. L’1.2, mentre si trova- tica dei Fronti popolari antifascisti. va al confino a Ventotene (LT), era stato rico- verato d’urgenza. Ottobre 14. Con i pochi negozi che si salvano dal fal- Marzo limento dell’Ente autonomo dei consumi è 15. La Germania annette la Cecoslovacchia. costituita la Cooperativa bolognese di consu- 28. I franchisti occupano Madrid. mo. Settembre 1. La Germania aggredisce la Polonia. 1936 Inghilterra e Francia dichiarano guerra alla Germania due giorni dopo. Febbraio 16. Vittoria del Fronte popolare in Spagna 1940 Aprile Gennaio 20. Vittoria del Fronte popolare in Fran- cia. 11. Muore, mentre si trova al confino a Campobasso, il socialista Francesco Aldo Luglio Baroncini*. Era stato arrestato il 19.10.39. 17. Inizia in Marocco la sedizione franchista Marzo contro il governo costituzionale spagnolo 5. Mentre si trova nel carcere di Civitavec- Ottobre chia (Roma) muore Giuseppe Reggiani*. 5. Si organizzano le brigate internazionali in Era stato condannato dal Tribunale specia- Spagna. le. Aprile 9. La Germania occupa Danimarca e 1937 Norvegia. Luglio Maggio 21. A Santander muore il bolognese Nino 10. La Germania invade Belgio e Olanda. Nannetti*. Un mese prima era stato ferito in 13. L’Olanda è sconfitta e la regina ripara in combattimento. Inghilterra.

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15. La Linea Maginot è sfondata dai tede- Marzo schi. 1. Inizia l’intervento tedesco nei Balcani in 27. Il re del Belgio si arrende ed è fatto pri- aiuto dell’Italia. gioniero. 27. A Dunkerque inizia il reimbarco di mili- Aprile tari inglesi. 5. Le truppe inglesi entrano in Addis Abeba. 18. La Jugoslavia si arrende. Giugno 24. La Grecia si arrende. 4. Termina il reimbarco a Dunkerque. 338 mila militari tornano in Inghilterra. Maggio 10. L’Italia entra in guerra. 19. In Etiopia l’esercito italiano si arrende. 14. I tedeschi entrano a Parigi. 22. Armistizio tra Germania e Francia. Giugno 24. Armistizio tra Italia e Francia. 22. La Germania aggredisce l’URSS. 26. L’Italia invia in URSS il CSIR. Luglio 13. All’ospedale di Formia (LT) muore l’ope- Dicembre raio Giuseppe Piancastelli* di Imola. Lo stes- 8. L’attacco proditorio dei giapponesi contro so giorno vi era stato trasferito da Ventotene Pearl Harbor segna l’inizio della guerra tra (LT) dove si trovava al confino. USA e Giappone. 11. L’Italia dichiara guerra agli USA. Agosto 22. Piero Monzoni è eletto segretario del PNF a Bologna. 1942 Settembre Gennaio 14. L’esercito italiano inizia l’offensiva in 21. Offensiva italo-tedesca contro gli inglesi Libia. in Libia. 27. A Berlino è firmato il patto tra Italia, Germania e Giappone. Maggio 25. A Ustica, dove si trova perché confinato, Ottobre muore il facchino Ettore Lorenzini*. 28. L’Italia aggredisce la Grecia. 28. In Libia italiani e tedeschi iniziano una- nuova offensiva contro gli inglesi. Dicembre 1. Esce “Architrave”, il mensile del GUF. Giugno 5. Il capo di stato maggiore Pietro Badoglio 4. Gli USA respingono l’attacco giapponese rassegna le dimissioni per i rovesci subiti in alle isole Midway. Grecia. 8. Le truppe inglesi invadono la Libia. Settembre 13. I tedeschi attaccano Stalingrado. In data imprecisata PSI, MUP e PCI costi- 1941 tuiscono il Comitato unitario d’azione antifa- scista. Un analogo comitato – con l’aggiunta Gennaio di esponenti cattolici, perché la DC non esi- 1. A Bologna muore l’operaio Ugo ste ancora – nello stesso periodo nasce a Veronesi*. Il 31.12 era stato ferito con una Torino. pugnalata da un milite della MVSN. 3. Gli inglesi occupano parte della Ci- Ottobre renaica. 24. Gli inglesi, dopo avere fermato italiani e

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tedeschi ad El Alamein, iniziano la controf- scrive che a Bologna «nell’ambito goliardico fensiva. non mancano tendenze dissidenti contrarie al fascismo». Novembre 23. Sei intellettuali che militano o sono vicini 8. Gli americani sbarcano in Algeria e al PdA sono arrestati a Bologna per antifasci- Marocco. smo. Sono Gaetano Arcangeli*, Giancarlo 21. Muore a Bologna l’operaio Riccardo Cavalli*, Cesare Gnudi*, Giorgio Morandi*, Bedosti*. Il 2.11 era stato liberato dal confi- Giuseppe Raimondi*, Antonio Rinaldi*. no. 26. Sono arrestati (alcuni nei giorni seguenti e in diverse città) una dozzina d’antifascisti. Dicembre Sono: Mario Delle Piane*, Carlo Doglio*, Nella prima quindicina in URSS l’Armata Mario Finzi*, Massenzio Masia*, Fulberto rossa inizia la controffensiva. Pettinelli*, Carlo Lodovico Ragghianti*, Elisabetta Maria Valeria Schiassi*, Edoardo Volterra* del PdA; Fernando Baroncini* 1943 detto Nino e Paolo Fabbri* del MUP; Francesco Colombo* e Armando Quadri* Gennaio del PRI. In data imprecisata a Bologna è costituito il 29. Don Giuseppe Fornasini* (da non con- PdA su iniziativa di Massenzio Masia*. fondere con don Giovanni Fornasini* di In data imprecisata – nel dicembre 1942, Marzabotto) è arrestato e assegnato al confi- secondo altra versione – Umberto Ghini* è no per «disfattismo politico». nominato segretario del PCdI di Bologna al posto di Leonida Roncagli*. Giugno 8. Il Comintern è sciolto. Febbraio 10. Il segretario del PNF di Bologna Piero 6. I tedeschi si arrendono a Stalingrado. Monzoni è nominato prefetto di Catanzaro. 24. Mentre si trova al confino alle isole 10-12. Gli angloamericani conquistano Tremiti muore Amedeo Bonini*. Pantelleria, Lampedusa e Linosa. 15. Arriva il nuovo prefetto Guido Letta. Marzo 24. Angelo Lodini è nominato federale di 5. Iniziano gli scioperi politici nelle fabbriche Bologna. di Milano, Torino e Genova. Durano tutto il In data imprecisata il Comitato unitario d’a- mese. A Bologna gli scioperi non sono nume- zione antifascista – costituito nel settembre rosi, ma significativi. 1942 - è ribattezzato in Fronte per la pace e la libertà. Aderiscono il PdA, il PRI e – ma non Aprile è certo - alcuni cattolici a titolo personale. 21. Mentre si trova al confino a Ventotene muore l’anarchico Leone Bettini*. Luglio 24. Don Antonio Gavinelli*, parroco della 11. Gli anglo-americani sbarcano in Sicilia. chiesa del Sacro cuore di Bologna, è arresta- 15. Nella notte tra il 15 e il 16 sei bombar- to e assegnato al confino per tre anni per dieri Lancaster, partiti dall’Inghilterra, colpi- avere stampato e diffuso un volantino contro scono impianti ferroviari in via Agucchi. È il la guerra. primo bombardamento su Bologna. Al ter- mine del conflitto ne saranno contati 32 Maggio pesanti. 6. Resa degli italiani in Tunisia. 19. Bombardamento aereo su Roma. 12. Muore in carcere a Bologna il comunista 23. Luigi Alloati è il nuovo questore. Mario Bersani*. Era stato arrestato il giorno 11. 23. Secondo bombardamento su Bologna. 13. Il prefetto, in un rapporto a Mussolini, Gli aerei americani – 51 “fortezze volanti” B

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17 – sono partiti dalla Tunisia. Colpiscono la dere il lavoro alle ore 10 per chiedere la fine stazione ferroviaria e il centro storico. della guerra. Lo sciopero riesce solo all’OR- Muoiono 180 cittadini. SA. Due operai sono arrestati e condannati a 24. Esce l’ultimo numero de “L’Assalto”. 11 anni. 25. Dopo l’annuncio dato per radio della 3. I giornali annunciano la liberazione degli caduta di Mussolini, molti bolognesi – no- antifascisti arrestati il 23 e 26 maggio. Con nostante l’ora tarda e le strade non illumina- loro esce dal carcere di S. Giovanni in Monte te per l’oscuramento – improvvisano manife- anche Giulio Vespignani* un militante del stazioni. PSI già garibaldino di Spagna. Era stato con- 26. In Piazza Vittorio Emanuele II (oggi segnato dalla polizia tedesca a quella italiana Piazza Maggiore) e in altre parti di Bologna ed era in attesa di andare al confino. si tengono comizi improvvisati per festeggia- 3. (il 6 secondo altra versione) si unificano il re la caduta della dittatura. PSI e il MUP. Nasce il PSIUP. L’incontro 26. Ad Imola è costituito il Comitato unitario avviene nello studio di Roberto Vighi* in via delle forze politiche antifasciste, chiamato S.Stefano 18. Fernando Baroncini* è eletto Comitato cittadino. segretario provinciale. 26. Il prefetto Letta telegrafa al governo, alle 7. Il fascista Goffredo Coppola è arrestato ore 10,50, che il «movimento iniziatosi ieri per «grida sediziose e apologia del fascismo». sera ha già assunto carattere nettamente 17. Con la conquista di Messina, gli angloa- comunista». Alle 19,10 telegrafa che «elemen- mericani concludono la campagna militare in ti comunisti dovrebbero procedere stanotte Sicilia. occupazione principali edifici pubblici». 18. Esce a Bologna il primo numero clande- 26. Giovanni Telesio lascia all’ex onorevole stino di “Rinascita” organo del Fronte per la liberale Alberto Giovannini* (designato da pace e la libertà. Dino Grandi) la direzione de “il Resto del 20. Il fascista Franz Pagliani è arrestato e Carlino”. condannato a 2 anni di reclusione perché tro- 26. Il Fronte per la pace e la libertà chiede un vato in possesso di un mitra, un fucile e “armistizio immediato” e l’allontanamento bombe a mano. dei tedeschi dall’Italia. 21. Il prefetto Letta è trasferito a Genova. 27. A Molinella i carabinieri arrestano Arriva Mario Trinchero. Giuseppe Bentivogli* e una decina di lavora- 28. Lasciano la carica il podestà Enzo Farné e tori perché festeggiano nella piazza comuna- il presidente della Provincia Augusto Paleotti. le la caduta della dittatura. 28. Esce il secondo e ultimo numero di 27. A Bologna è arrestato l’operaio Felice “Rinascita”. Grassini* perché, mentre cammina per la 31. Torna l’on. Francesco Zanardi*. Nei ven- strada, canta Bandiera rossa. t’anni della dittatura gli era stato impedito di 27. Ad Imola un corteo di 10.000 cittadini risiedere a Bologna. parte dalla Rocca e si reca in piazza Vittorio Per tutto il mese – senza che i loro nomi esca- Emanuele II (oggi Piazza Matteotti) dove si no sui giornali – rientrano numerosi antifa- svolge una manifestazione per la caduta della scisti liberati dal carcere o dal confino, dittatura. In data imprecisata Arturo Colombi* è 29. I giornali scrivono che davanti alla nominato segretario provinciale del PCI, al Minganti è stato ucciso un operaio. Non è vero. posto di Umberto Ghini*. 30. La Germania invia in Italia nuovi contin- genti militari, in aggiunta a quelli che già Settembre combattono contro gli angloamericani. 1. Enrico Redenti è eletto rettore. In data imprecisata a Roma nasce la DC. 3. La Commissione per la devoluzione allo stato dei patrimoni di non giustificata prove- Agosto nienza, sequestra i beni di Leandro Arpinati 2. A Imola gli operai sono invitati a sospen- e Bruno Biagi.

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2. A Cassibile (Sicilia) è firmato l’armistizio 10 o 12. I militi della 67a legione della MVSN tra italiani ed angloamericani. di Bologna sono invitati a presentarsi. 4. Gli angloamericani sbarcano a Reggio 12. Mussolini è liberato dai tedeschi. Calabria. 13. I tedeschi occupano Imola. 8. Nel pomeriggio Carmine Mancinelli* ed 13. I fascisti di Imola preparano una lista con Ettore Trombetti* incontrano il comandante i nomi di 72 antifascisti e chiedono ai tede- del Corpo d’armata generale Alberto schi di arrestarli. Terziani. A nome del Fronte, gli chiedono di 13. Nasce la federazione del PFR (Partito armare i cittadini per combattere contro i fascista repubblicano). Aristide Sarti è nomi- tedeschi. Terziani rifiuta. nato reggente. Suoi vice sono Agostino 8. Il segretario regionale del PCI Amerigo Fortunati e Piero Innocenti. Michele Tossani Clocchiatti* - dopo l’annuncio dell’armistizio è presidente provinciale dell’Opera naziona- dato via radio alle ore 19,30 - organizza cor- le balilla. Pagliani è il vero e unico dirigente tei e tiene comizi volanti in via dell’Indipen- del PFR, perché ha la fiducia dei tedeschi e, denza per invitare i cittadini ad opporsi ai di conseguenza, di Mussolini. La sede è in via tedeschi. Gandino 22. 8. A tarda sera si riuniscono i dirigenti del 14. Squadre di tedeschi e fascisti compiono Fronte. Intervengono i rappresentanti del un rastrellamento a Imola, con nomi e indi- PSIUP, PCI e PdA. È decisa la lotta contro i rizzi, per arrestare una settantina di antifasci- tedeschi. sti. Solo 11 sono fermati. 8. I tedeschi occupano Bologna senza incon- 16. Diretto da Giorgio Pini, riprende le pub- trare resistenza. Il generale Terziani è fatto blicazioni “il Resto del Carlino”. prigioniero nella notte tra l’8 e il 9. I reparti 17. I militari del disciolto esercito italiano militari, rimasti senza ordini, si arrendono. sono invitati a presentarsi ai distretti. Secondo il generale Mario Torsiello «oppose- 17. Il comando tedesco ordina ai cittadini di ro resistenza alcuni elementi carristi» e un consegnare le armi del disciolto esercito ita- ufficiale fu giustiziato dai tedeschi. Un altro liano. scontro si ebbe alla stazione ferroviaria con 18. Sei giovani imolesi si recano a Trieste e morti tedeschi. Secondo altra versione i entrano nel btg partigiano Trieste comanda- morti sarebbero stati italiani. to da Luigi Frausin. 9. “L’Avvenire d’Italia” e “il Resto del 18. Mussolini, da radio Monaco, annuncia la Carlino” escono listati a lutto e decidono di costituzione del Partito fascista repubblicano. cessare le pubblicazioni. 19. Giuseppe Alberganti* assume la segrete- 9. A Roma è costituito il CLN, mentre il ria provinciale del PCI, in sostituzione di governo costituzionale si trasferisce al sud. Colombi trasferito in Piemonte. 10. A firma Commissario comunale di 19. Il Fronte è ribattezzato in Comitato di Bologna è resa nota una comunicazione nella liberazione nazionale. quale si afferma che gli atti di sabotaggio 19. I militi della 68a legione della MVSN contro i tedeschi saranno puniti «con le leggi d’Imola sono invitati a presentarsi in caser- di guerra» e che il comando tedesco «fucile- ma. rà dieci cittadini anche se non impegnati 19. Guerrino Bettini è nominato reggente del negli atti di ostilità». PFR di Imola. 10. A Imola i partiti di sinistra promuovono 21. Scade il termine per la presentazione dei la Guardia nazionale. militari in servizio l’8.9. 10. Ad Anzola Emilia è dato l’assalto a un 22. Mario Agnoli è nominato commissario al deposito di grano. I militari tedeschi, che lo comune di Bologna. Il 30.3.44 sarà nominato presidiano, sparano e uccidono Emilia podestà. Bosi* e Amelia Merighi*. Analoghi assalti 23. Nasce la RSI a capo della quale Hitler avvengono a Castel S. Pietro Terme e a impone Mussolini. A Bologna sono aperte le Mordano. iscrizioni al PFR..

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25. Bologna subisce il più pesante bombar- 68a legione della MVSN locale. I fascisti damento aereo della guerra. Le bombe – lan- arrestano una cinquantina di antifascisti. I ciate da 71 “fortezze volanti” B 17, decollate giornali dell’epoca scrivono che si chiamava dalla Tunisia - cominciano a cadere prima del Gernando. Secondo l’Albo caduti e dispersi.. suono delle sirene per cui i bolognesi sono il nome esatto sarebbe Germano Fernando. sorpresi nelle case e per le strade. I morti 7. Le SS iniziano il rastrellamento degli ebrei sono 936. residenti a Bologna. Lo concluderanno il 12. 27. A Imola è ucciso, in «agg», Luigi Dal Pra I fermati sono inviati nei lager di sterminio. della GdF (Albo). 8. Le affittanze agrarie sono prorogate di un In data imprecisata – ma pochi giorni dopo anno. l’invasione – il comando tedesco impone la 10 (il 20 secondo altra versione). In località circolazione del Reichsmark d’occupazione. Albergo di Cortecchio sul Monte Faggiola Un marco vale 10 lire. (in comune di Palazzuolo sul Senio (FI) e in confine con Castel del Rio), è organizzato il Ottobre primo gruppo di partigiani imolesi, in accor- 5. “L’Avvenire d’Italia” riprende le pubblica- do con il CLN di Riolo Terme (RA). zioni. È sempre diretto da Raimondo 11. S’insedia il questore Giovanni Tebaldi. Manzini*, ma in gerenza figura Gino 13. A Castello d’Argile è ucciso Igino Ghi- Sanvido*. sellini maggiore della GNR e federale del 10. Ad Imola esce “Voce di Romagna” il set- PFR a Ferrara (Albo). timanale del PFR. 19. È costituita la GNR (Guardia nazionale 13. L’Italia dichiara guerra alla Germania. repubblicana) della RSI. Incorpora i vecchi 15. Il governo della RSI chiama alle armi reparti della MVSN, agenti della PAI (Polizia numerose classi. Africa italiana) e reparti di carabinieri. 15. “L’Assalto” riprende le pubblicazioni 19. A Porta S. Felice (BO) è ucciso il capita- diretto da Goffredo Coppola. no dell’esercito Luigi Revelli Baumont 17. È arrestato Angelo Manaresi ex sottose- (Albo). gretario di stato, ex deputato ed ex podestà 20. Il coprifuoco va dalle 23 alle 6. di Bologna. Al momento della caduta del 23. A Imola Corso Buscaroli è nominato reg- regime era ispettore nazionale del PNF. gente del PFR. 25. S’insedia il prefetto Guglielmo Montani. 24. Sono chiamate alle armi le classi del 1924 28. Nel maneggio di via Gandino 22 si tiene e 1925. la prima assemblea degli iscritti al PFR. 25. A Bologna è ucciso, in «agg», il poliziot- In data imprecisata esce “La Voce dell’ope- to Salvatore Musumeci (Albo). raio”di Bologna. 26. Goffredo Coppola è nominato proretto- In data imprecisata è costituito il Fronte della re. gioventù. In data imprecisata nascono i Gruppi di dife- sa delle donne. Novembre 2. Gli ufficiali del disciolto esercito sono invi- Dicembre tati a presentarsi al distretto. 2. Il prefetto ordina il sequestro dei beni 3. Davanti al ristorante Fagiano, in via degli ebrei. “il Resto del Carlino” pubblica Calcavinazzi (BO), frequentato dai tedeschi, una nota dal titolo Gli ebrei residenti in Italia scoppia la prima bomba. È stata collocata da avviati in campo di concentramento. Vittorio Gombi*, Libero Baldi* e Libero 2. Il comando tedesco promette 10 mila lire Romagnoli*. I tedeschi ordinano il coprifuo- a chi farà catturare i responsabili degli «atti co dalle 21 alle 6 e fermano 10 ostaggi. di sabotaggio alle condutture telefoniche» 4. I partigiani Adelmo Bartolini* e Livio posate dall’esercito invasore. Poletti* - in via Luigi Sassi a Imola - soppri- 3. Gli studenti universitari sono chiamati alle mono Gernando Barani comandante della armi.

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3. A Imola una bomba scoppia su una fine- Brunelli*, Lino Formili* e Giancarlo stra della caserma della MVSN. 4 fascisti Romagnoli* catturati a Lizzano in Belvedere. restano feriti. Gravi i danni al fabbricato. 5. A Crevalcore sono distribuiti manifestini 4. Il Tribunale straordinario di Firenze – che invitano i giovani a non presentarsi alla composto da fascisti bolognesi – condanna a chiamata di leva. morte 10 antifascisti quale rappresaglia per 9. Ad Imola il settimanale del PFR “Voce di l’uccisione di un gerarca fascista. La sentenza Romagna” pubblica il primo di quattro elen- è subito eseguita. chi con i nomi dei fascisti, già iscritti al PNF, 10. Sarti è destituito da Franz Pagliani – l’uo- che non hanno aderito alla RSI. Contem- mo di fiducia di Mussolini nella regione - e poraneamente sono arrestati numerosi anti- deve lasciare la carica di reggente del PFR di fascisti. Bologna. Eugenio Facchini è nominato al suo 15. S’insedia il Tribunale straordinario pro- posto. Tre i vice: Walter Boninsegni, Cesare vinciale. Simula e Pietro Torri. Mario Foligni è il 22. Gli alleati sbarcano ad Anzio. nuovo presidente dell’ONB, al posto di 25. Arriva il prefetto Dino Fantozzi. Tossani. 26. Eugenio Facchini, segretario del PFR di 15. I giornali annunciano due attentati (senza Bologna, è ucciso all’università dai partigiani indicare luoghi e date) contro sedi tedesche. Ermanno Galeotti*, Bruno Pasquali* e Coprifuoco dalle 18 alle 6. Il comando tede- Remigio Venturoli*. Poiché i tre erano in sco impone 500 mila lire di multa al comune bicicletta in città sono organizzati posti di di Bologna e minaccia di fucilare «tutti gli blocco e controllati 3.204 ciclisti (Da un rap- arrestati politici» detenuti. porto della questura in data 26 gennaio). 15. È arrestato l’ex squadrista Dino Zanetti 27. Otto antifascisti – processati da un tribu- perché il 26.7.43 aveva fatto esporre il trico- nale militare - sono fucilati in segno di rap- lore davanti ad una banca di Cento (FE) presaglia per la morte di Facchini. Sono della quale era direttore. Il 13.2.44 è condan- Alfredo* e Romeo* Bartolini, Francesco nato a 5 anni e sarà scarcerato al termine del D’Agostino*, Alessandro Bianconcini*, Ezio conflitto. Cesarini*, Zosimo Marinelli*, Cesare 21. Coprifuoco dalle 20 alle 6. Budini* e Silvio Bonfigli*. Luigi Missoni* e 24. Il PFR annuncia che sono stati costituiti Sante Contoli* sono condannati a 30 anni. 67 fasci nei comuni della provincia. 27. Il governo nomina Goffredo Coppola 28. Una bomba è collocata davanti al risto- rettore universitario. rante Diana in via dell’Indipendenza (BO) 27. A Monzuno è ucciso, in «agg», il milite frequentato dai tedeschi. 2 morti e 5 feriti. della GNR Ettore Marmocchi (Albo). Tutti civili. La questura annuncia una taglia 29. “L’Avvenire d’Italia” sospende le pubbli- di 100 mila lire. cazioni perché la tipografia è stata colpita da 29. Lo stato sequestra i beni di Dino Grandi. un bombardamento. 31. I fascisti fucilano i partigiani Max 30. Pietro Torri è nominato reggente della Emiliani* e Mario Donatini*. federazione del PFR. In data imprecisata il PCI decide di inviare In data imprecisata esce l’“Avanti!” a Bo- un primo gruppo di partigiani nell’Alto logna. Bellunese. A fine gennaio saranno circa 150. In data imprecisata esce “La lotta” a Bo- logna.

1944 Febbraio 6. I partigiani assaltano la caserma della Gennaio GNR di Argelato e fanno bottino d’armi. 1. Inizia il razionamento del sale. 8. Il prefetto ricorda ai bolognesi che saran- 1. Esce “La Comune” ad Imola. no immediatamente fucilate le persone trova- 3. Le SD fucilano i partigiani Adriano te in possesso d’armi.

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12. A Bologna, in «agg», è ucciso il milite via Duca d’Aosta (oggi Andrea Costa), di della GNR Primo Rondelli (Albo). fronte allo stadio, restano bloccati per 4-5 13. Una bomba scoppia davanti alla sede del ore (P-Q). fascio a Casalfiumanese. 1. 1500 operai scioperano alla fonderia 16. Pericle Ducati, membro del Tribunale Calzoni per 1 ora e 300 alla Scipione straordinario di Firenze, è ferito in un atten- Innocenti per 40 minuti. 2.500 operai di vari tato a Bologna. stabilimenti sospendono il lavoro per 80 16. I partigiani tentano di penetrare nella minuti; 600 operai per 90; 500 per 2 ore. A Villa Contri, adibita a deposito di munizioni, Castel Maggiore scioperano 300 operaie. in via della Barca (BO), al confine con Sono arrestati «alcuni facinorosi» (P-Q). È Casalecchio di Reno. L’assalto fallisce (P-Q). l’inizio degli scioperi nelle fabbriche che si 17. Poiché la maggior parte degli attentati è protraggono per tutto il mese. compiuta da partigiani in bicicletta, il prefet- 1. Una bomba scoppia davanti alla Casa del to vieta l’uso dei velocipedi agli uomini con fascio di S. Giorgio di Piano. Cinque militi più di 16 anni. della GNR restano feriti. Una bomba scop- 18. A Imola è ucciso, in «agg», il milite della pia davanti alla sede del PFR a S. Giovanni in GdF Alberto Aresu (Albo). Persiceto. Ad Imola una bomba scoppia 21. A Dozza esplode una bomba davanti alla davanti alla sede del Dopolavoro fascista. A sede del PFR. Resta uccisa una ragazza di 15 S. Pietro in Casale scoppia una bomba tra i anni che transita casualmente. Una bomba binari del treno. scoppia tra i binari della ferrovia a Bubano 3. In via Duca d’Aosta (oggi via Andrea (Mordano). Costa) il milite della GNR Giorgio Baroni è 21. In viale Dante (BO) i partigiani collocano soppresso da due partigiani in bicicletta. una bomba su una finestra della scuola Nell’Albo caduti e dispersi.., alla data del Carducci occupata dai tedeschi. 4 militari 3.3 sono riferite le uccisioni di Giorgio Ba- feriti (P-Q). rone e di Giorgio Baroni in località Cor- 23. I fascisti espugnano l’Albergo di Cortec- ticella (BO). chio. Due partigiani uccisi e due catturati. 8. A Granarolo Emilia 300 persone parteci- 23. Vito Ricci è nominato vice di Torri. pano ad una manifestazione di protesta 26. A Corticella (BO) una bomba esplode tra davanti alla sede comunale (P-Q). i binari della “cintura” ferroviaria. In via del- 8. In Viale Audinot (BO) due ciclisti uccido- l’Indipendenza (BO) una bomba esplode al- no il milite della GNR Romolo Barbieri. l’interno del negozio la Nuova Italia di pro- 8. Ad Osteriola (Imola) una bomba esplode prietà dello squadrista Giuseppe Ambrosi (P- tra i binari del treno. Analogo attentato a Q). Castel S. Pietro Terme. 29. A San Pietro in Casale una bomba scop- 10. In vicolo Stagni (Imola) una bomba è col- pia tra i binari della linea ferroviaria. In loca- locata, ma non scoppia, davanti alla sede lità Pontelungo (BO) salta un traliccio del- dell’UPI della GNR (P-Q). l’alta tensione. La zona resta paralizzata per 11. Ad Imola scoppia una bomba davanti alcune ore (P-Q). all’abitazione del maggiore della GNR Carlo In data imprecisata Fernando Baroncini* - Tartaglia, in via Fondazza (P-Q). nominato ispettore della brigata Matteotti 11. Alcuni militari, mentre si trovano su un montagna - lascia la segreteria provinciale del tram che percorre piazza Galvani diretto al PSIUP a Paolo Fabbri*. centro, cantano “Bandiera rossa”. Militi della GNR sparano contro la vettura, senza colpi- Marzo re i militari. 1. Una trentina d’attentati distruggono scam- 12. A S. Giacomo del Martignone (Anzola bi tranviari e ferroviari per paralizzare i tra- Emilia) due bombe esplodono lungo la linea sporti e impedire agli operai di recarsi al ferroviaria Bologna-Verona (P-Q). lavoro. I depositi del tram di via Saliceto e di 12. A Bazzano sono uccisi, in «agg», i militi

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della GNR Sergio Cenerani, Emilio Leonardi sezione femminile del PFR di Argelato (P-Q e Giuseppe Manone (Albo). e Albo). 13. A S. Giovanni in Persiceto una bomba scop- 29. “il Resto del Carlino” scrive che sei militi pia davanti alla caserma dei carabinieri (P-Q). bolognesi della GNR sono caduti in scontri 14. L’ispettore di PS Giglio, in un rapporto al con i partigiani a Pavullo (MO). capo della polizia della RSI, scrive che, nel 30. Torri è nominato segretario della federa- corso di una riunione in prefettura, Pagliani zione del PFR. e Torri hanno proposto di reprimere «con la 31. Avviene la svolta di Salerno voluta da forza ogni eventuale tentativo di astensione Palmiro Togliatti. dal lavoro facendo senz’altro fuoco sulle 31. Al cinema Rappini, in viale XII Giugno masse operaie». (BO), si tiene la seconda assemblea del PFR 15. “il Resto del Carlino”scrive che il 12 due di Bologna. Non sono resi noti i dati sul tes- militi della GNR sono caduti sull’Appennino seramento. in scontri con i partigiani. 31. In Piazza Trento e Trieste (BO) sono 15. Angelo Patroncini – nominato coman- uccisi il capitano della GNR Mario Mele, il dante della legione imolese della GNR, dopo tenente Giuseppe Massobrio e Giuseppe la morte di Gernando Barani – lascia la cari- Massobrio Medelich (Albo). In Piazza ca a Luigi Valenti. La legione imolese è Trento e Trieste è ucciso, in «agg», Manlio declassata a battaglione. Cuno del PFR (Albo). 16. Una bomba scoppia sui binari della “cin- 31. La GNR fucila il milite della GNR Ar- tura” ferroviaria a Corticella (BO). naldo Fusco per diserzione (Albo). Secondo 17. A Crevalcore una bomba scoppia davan- altra versione sarebbe stato fucilato il 13.4 e ti alla sede del PFR. Un ferito (P-Q). si chiamava Amedeo. 19. 2 ordigni inesplosi sono rinvenuti lungo In data imprecisata a Bologna esce “Oriz- la “cintura” ferroviaria a Corticella (BO). zonti di libertà” organo del PdA. 20. Il notaio Umberto Amaduzzi è ucciso a Bologna da due partigiani in bicicletta. Era Aprile presidente del Tribunale straordinario di 1. Alla Certosa sono fucilati i partigiani Egon Firenze. Brass*, Francesca Edera De Giovanni*, Atti- 21. A Castel S. Pietro Terme esplode una lio Diolaiti*, Enrico Foscardi*, Ferdinando bomba nel teatro Bios mentre è in corso uno Grilli*, Ettore Zaniboni*. spettacolo in onore dei tedeschi organizzato 5. I partigiani penetrano nella sede del PFR dal PFR. Bilancio: un italiano morto e 7 feri- di Argelato e fanno bottino di armi (P-Q). ti; 2 militari tedeschi feriti (P-Q). 7. A Bologna è ucciso, in «agg», Carlo Got- 21. A Medicina 500 mondine scendono in tardi del PFR (Albo). sciopero per aumenti salariali. Alcune sono 10. Alla Cogne di Imola inizia l’agitazione arrestate (P-Q). per impedire il trasferimento in Germania di 22. A Monzuno, tra Vado e Rioveggio, i par- operai e macchine. tigiani fermano un bus di linea e giustiziano 10. In località Dogana, sul Monte Faggiola, è Olindo Sammarchi, dopo averlo fatto scen- costituito un nucleo partigiano che diventerà dere. In un rapporto del prefetto è detto che prima la 4a e poi la 36a Bianconcini- faceva «parte delle SS polizia germanica» (P- Garibaldi. Tra il 14 e il 25 tornano sul Fag- Q). Per l’Albo era segretario del PFR della giola numerosi partigiani imolesi che si erano valle del Setta e fu ucciso in agguato e sevi- recati sul Monte Falterona. ziato. 15. La prefettura sequestra “L’Assalto” per 25. Il CLN invita ufficialmente la DC a ade- dissidi all’interno della federazione del PFR. rire al comitato. 16. Coprifuoco dalle 22 alle 5. 26. A Malacappa (Argelato) sono uccisi 17. A Castel Maggiore è ucciso, in «agg», Guerrino Ariatti commissario comunale di Gaetano Govi commissario prefettizio al Argelato e Maria Ariatti, segretaria della comune (Albo). A Buda (Medicina) è ucciso,

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in «agg», il milite della GNR Alfredo Ranalli Bentivoglio è ucciso, in «agg», Mario Bo- (Albo). netti (Albo). 17. Castel d’Aiano è occupata dai partigiani 30. A Monte Cerere, tra Imola e Castel S. sino alle prime ore del 18 (P-Q). Pietro Terme, nasce una brigata GL che poi 20. A Croce del Biacco (Bologna) sono ucci- diventerà la 66a brigata Garibaldi. si – alcuni in «agg» e altri in «imb» - il sotto- tenente della GNR Nello Nildo Poli e i mili- Maggio ti Giorgio Lazzari e Alberto Tescola (Albo). 1. A Bologna una bomba scoppia tra i binari A Molinella, in «agg», è ucciso il milite della della linea per Modena (P-Q). GNR Dario Randi (Albo). 2. I partigiani assaltano la caserma della 22. A Castel d’Aiano 4 persone di Montese GNR a Castel del Rio. 10 militi sono fatti pri- (MO) sono fucilate per «favoreggiamento di gionieri. Ingente il bottino d’armi (P-Q). partigiani» (P-Q). 4. Riprende le pubblicazioni “L’Avvenire 23. Ad Argelato 200 persone manifestano d’Italia”. per la pace e contro lo scarso razionamento 4. A Gardelletta (Marzabotto) sono uccisi, in alimentare. La GNR spara e ferisce tre per- «agg», l’agente di polizia Aurelio Sammarchi sone. A Castello d’Argile 300 donne manife- e il milite della GNR Furio Fulvio Rondinini stano per la pace (P-Q). (Albo). A Vado (Monzuno) è soppresso il 24. A Bologna è ucciso, in «agg», Claudio maggiore della GNR Dario Bernini (P-Q e Cremonini della GdF (Albo). Albo). 26. Divieto alle bici di circolare in città. 6. La 36a brigata Garibaldi occupa 27. Il fascista Egidio Avanzi è ucciso, in Firenzuola (FI). «agg», a S. Pietro in Casale (Albo). 7. A Castel S. Pietro Terme è ucciso il sinda- 29. Ad Imola, durante una manifestazione di calista fascista Sante Guidi (Albo). protesta per il caroviveri in piazza Re- 10. Torri è nominato commissario federale pubblica (oggi piazza Matteotti), la GNR del PFR di Bologna. spara «senza necessità e senza ordine», come 10. Eccidio di Casetta di Tiara (Firenzuola - scrive in un rapporto al governo il questore FI). Muoiono 6 partigiani. Tebaldi. Maria Zanotti detta Rosa resta ucci- 10. A Selva Malvezzi è ucciso Rindo Rindi sa e Livia Venturini morirà qualche tempo segretario del PFR locale (P-Q). dopo per le ferite riportate. Gli operai del- 10. In via Laura Bassi due partigiani in bici- l’officina Cogne – dove lavora un figlio della cletta uccidono il tenente delle GNR Carlo Zanotti – sospendono il lavoro per un pome- Quadri. Secondo Albo è stato ucciso l’11. riggio e promuovono una sottoscrizione che 10. A Bologna scoppia una bomba tra i bina- frutta 500 mila lire per la famiglia. ri della linea per Modena (P-Q). 29. In via S. Marcellino (BO) 5 una bomba 11. A Budrio è ucciso, in «agg», Ettore esplode davanti ad una casa di tolleranza Galetti segretario del PFR locale (Albo). riservata ai soldati tedeschi (P-Q). A S. Agata 12. Sono chiamati alle armi i nati nel 1916 e una bomba scoppia nella sede del Dopola- 1917. voro fascista. 12. Il comando delle SD delle SS annuncia di 30. Il CLN costituisce un comando militare avere condannato a morte 20 patrioti, ma di diretto da Ilio Barontini* con il compito di averne fucilati 8 il giorno 5.4. Sono: Aldo coordinare l’attività delle brigate partigiane Celli, Enzo Corti, Dino Ravaglioli, Giuseppe operanti in città e nella provincia. Caligatti, Stanislao Chercl. Felice Potunech, 30. A Bentivoglio sono uccisi i militi della Nello Bandini, Aldo Ragazzini. Non sono di GNR Edmondo Bertoli e Ivo Bertocchi. Bologna. Secondo un rapporto della prefettura l’1.5 e 13. Inizia l’arruolamento nella Polizia ausilia- non il 30.4 a Bentivoglio i partigiani spara- ria, una delle tante milizie della RSI. no contro un’auto. Bilancio: il milite della 13. Imola subisce il primo bombardamento GNR Bertoli morto e 4 feriti (P-Q). A aereo.

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14. Esplode una bomba davanti alla caserma 22. A Castel Maggiore scoppia una bomba Manara, a Bologna, occupata dai tedeschi (P- tra i binari della linea ferroviaria secondaria. Q). 25. A Forlì è giustiziato Gustavo Marabini 14. A Pediano (Imola) è uccisa, in «agg», comandante della GNR provinciale. Era di Pierina Nanni segretaria del PFR femminile Imola. locale (Albo). 25. In località Beverara (BO) una bomba 15 e 16. 600 operai sospendono il lavoro in esplode sui binari della linea ferroviaria (P-Q). tre fornaci. I tedeschi deportano in 26. Rastrellamento nazifascista su Monte Germania 18 operai. Carzolano. 5 partigiani caduti. 15. Lungo la linea ferroviaria secondaria 26. A S. Benedetto Val di Sambro è ucciso il Bologna-Malalbergo (oggi non esiste più) milite della GNR Aldo Lollini (P-Q e Albo). scoppia una bomba. 27. A Ceretolo (Casalecchio di Reno) una 16. In via Emilia levante (BO) è ucciso il bomba scoppia tra i binari della linea ferro- fascista Raimondo Loreti. viaria (P-Q). 17. A Medicina 300 mondine scendono in 28. In via Fondazza (BO) una bomba esplo- sciopero. Sia pure non in modo continuo, lo de davanti alla caserma della Polizia ausilia- sciopero dura un mese. ria. A Malalbergo una bomba scoppia tra i 17. Nei pressi di Bologna, sulla linea per binari della linea secondaria (P-Q). Firenze, è trovata una bomba inesplosa. Sulla 29. A Castel S. Pietro Terme una bomba esplo- Bologna-Malalbergo esplode una bomba. de tra i binari della linea ferroviaria (P-Q). 18. A Lizzano in Belvedere i partigiani fanno 29. A Pianoro è ucciso, in «agg», Mario saltare un ponte e interrompono i collega- Finelli segretario del PFR di Rastignano menti con la Toscana. In un rapporto al (Albo). governo il prefetto scrive: «Tutta zona mon- 30. A Medicina una bomba scoppia tra i tana al confine tosco-emiliano est in mano ai binari della linea secondaria (P-Q). ribelli». 30. A Casaglia (Monzuno) i tedeschi brucia- 18. A S. Benedetto Val di Sambro 2 militi no 12 case coloniche (P-Q). della GNR sono uccisi (P-Q). Uno è il ser- 31. In via Toscana è ucciso, in «agg», il tenen- gente Edoardo Degli Esposti e l’altro te della GdF Azeglio Milleri (P-Q e Albo). Augusto Marchini (Albo). Il 18 a Tolè In data imprecisata esce “Noi donne”. (Vergato) è ucciso, in «agg», Angelino Angelini segretario del PFR di Tolè (Albo). Giugno 19. A Castel S. Pietro Terme una bomba 1. Leandro Lembo, Araldo Rapparini, Pietro esplode sui binari ferroviari. Polverini e Vicor Hugo Spaccialbello sono 19. A Granaglione i partigiani assaltano la nominati vice segretari del PFR di Bologna. caserma della GNR e fanno bottino d’armi Fabio Roversi Monaco (classe 1910) è l’ad- (P-Q). detto stampa. 21. Le SS entrano nella chiesa di Santa Maria 3. A Roma i sindacalisti del PSIUP, PCI e DC dei servi, a Bologna, e arrestano sette religio- firmano il “Patto di Roma” per la nascita del si accusati di dare rifugio agli antifascisti. sindacato unitario CGIL. Saranno liberati una settimana dopo. 4. Liberazione di Roma. 21. I partigiani attaccano a Marzabotto la 4. A Crevalcore scoppia una bomba sulla caserma della GNR. Perdono la vita il mare- linea ferroviaria Bologna-Verona. sciallo Giuseppe Tinelli e il milite Zelindo 5. Il re abdica e i poteri passano al figlio (Angelo secondo altra versione) Agussoni. Umberto I nominato luogotenente. Un milite resta ferito. 5. A Crevalcore esplodono 2 ordigni (P-Q). 21. A Medicina scoppia una bomba sui bina- 5. A Medicina, in «agg», è giustiziato il mili- ri della ferrovia. te della GNR Luigi Aldrovandi Onia (Albo). 21. A Bologna esplode una bomba davanti 6. Sbarco alleato in Normandia. alla caserma delle SS italiane. 6. I giornali del 9 annunciano che in prefet-

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tura si sono riuniti fascisti e tedeschi per con- lana (Marzabotto), in «agg», è ucciso Ago- cordare la trebbiatura del grano. Per evitare stino Tibani del PFR (Albo). la razzia del raccolto, da parte dei tedeschi, il 13. Alla Ducati (BO) gli operai scendono in CLN ordina di rallentare mietitura e trebbia- sciopero. Il 14 e il 15 sospendono il lavoro gli tura. Inizia la “battaglia per il grano”. operai della Ducati di Bazzano, che sono 7. In via Pallavicini è trovata la salma di 1.300. Marino Fiori. In un biglietto è scritto «I 13. La 36a brigata occupa Palazzuolo sul comunisti perché hai tradito la causa» (P-Q). Senio (FI). A Castel Maggiore è giustiziato il milite della 13. A Sasso Marconi è ucciso il milite della GNR Domenico Minghetti (P-Q). A Castel GNR Silvio Salmi (Albo). del Rio è giustiziato, in «agg», Luigi Liberini 14. Grande rastrellamento nazi-fascista su segretario del PFR locale (Albo). A Castel del Monte Faggiola. Rio in «agg» è ucciso l’agente della polizia 14. Il prefetto Fantozzi, in un rapporto al economica Aristotele Pifferi (Albo). governo sulle lotte di braccianti e mondine, 7. Una bomba scoppia davanti alla sede del scrive che sono state arrestate 11 donne e che PFR a Calderara di Reno (P-Q). i carabinieri di Molinella e Medicina «par- 9. Scoppia una bomba al cinema Imperiale in teggiano con scioperanti». Il questore propo- via dell’Indipendenza (BO). Due morti (l’a- ne di arrestare i carabinieri (P-Q). gente della polizia ausiliaria Ivo Angelini e 14. In via Mascarella (BO) è ucciso, in «agg», uno spettatore) e 11 feriti. A Villafontana il milite della GNR Walter Avanzini (Albo). (Medicina) una bomba scoppia sui binari 15. In via Irnerio (BO) è ucciso, in «agg», il della linea ferroviaria (P-Q). Una bomba milite della GNR Attilio Borghesani. In via esplode all’ingresso del deposito dei tram in della Barca (BO) è ucciso il milite della GNR via Duca d’Aosta (oggi via Andrea Costa) Francesco Cavatich (Albo). davanti allo stadio (P-Q). 15. A Mezzolara (Budrio) una bomba esplo- 9. A Marzabotto è ucciso il milite della GNR de tra i binari della ferrovia (P-Q). Mario Barbari (Albo). 17. I partigiani assaltano ed espugnano la 10. A Monzuno è ucciso il commissario pre- caserma della GNR a Tolè (Vergato). Fanno fettizio al comune Armando Nanni (P-Q). A 6 prigionieri e un ricco bottino di armi (P- Castel del Rio è ucciso, in «agg», Gaspare Q). Lo stesso giorno – secondo l’Albo – a Monti del PFR (Albo). A Moraduccio (Ca- Tolè muore il milite Giuseppe Collucci della stel del Rio) è ucciso, in «agg», Olinto Ra- GNR. Secondo la stessa pubblicazione, il spanti segretario del PFR del comune (Albo). 6.8.44 a Tolè è ucciso il milite della GNR 10. Nelle campagne iniziano gli scioperi dei Giuseppe Pietro Colucci. A Monterenzio i braccianti e delle mondine. Proseguiranno partigiani assaltano la caserma della GNR e tutta l’estate. fanno ingente bottino di armi (P-Q). 10. Ad Anzola Emilia una bomba esplode tra 17. A Castenaso 2 bombe scoppiano tra i i binari della linea ferroviaria per Modena. binari della ferrovia. Una bomba esplode tra i binari nei pressi di 18. Dopo le dimissioni del primo ministro Crevalcore (P-Q). A S. Giovanni in Persiceto Pietro Badoglio, la presidenza del governo è una bomba esplode tra i binari della ferrovia assunta da Ivanoe Bonomi in nome del CLN. (P-Q). A Bologna una bomba esplode tra i 18. A Vergato, in «agg», è ucciso il milite binari della linea per Rimini (P-Q). della GNR Oliviero Faggioli (Albo). 10. Sono chiamati alle armi i nati nel 1920, 20. A Monte Pastore (Monte S. Pietro) sono 1921 e 1926. uccisi, in «agg», i militi della GNR Mario 10. La 36a brigata occupa Marradi (FI), di- Bernini, Vittorio Bertoli, Antonio Merli, sarma i carabinieri e distribuisce il grano alla Orlando Orlandini, Arves Pioli, Walter popolazione. Quintavalla, Giulio Scandola (Albo). A 12. A Medelana (Marzabotto), in «agg», è Monte S. Pietro è ucciso Mario Boschi ucciso Giovanni Guccini (Albo). A Mede- (Albo).

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21. In via Tanari è ucciso il milite Germano «agg», Alfonso Bonfiglioli segretario del PFR Cacciari. locale (Albo). A Castel del Rio, in «agg», è 21. A Savigno i partigiani assaltano la caser- ucciso il milite della GNR Amedeo Zuppiroli ma della GNR. Lasciano liberi i militi e (Albo). requisiscono tutte le armi. In data imprecisata esce “La mondariso” a 22. A Vergato muore il milite della GNR Bologna. Giorgio Pasquini (Albo). In data imprecisata ad Imola è ucciso Rupino 23. Nasce la repubblica partigiana di Mon- Catelli segretario del PFR di Fontanelice tefiorino (MO). (Albo). 23. Su Monte Vignola, in «agg», è ucciso il milite della GNR Faustiniano Rubini (Albo). Luglio 24. Primo eccidio di Pian di Venola 1. A Calcara (Crespellano) è ucciso Alfonso (Marzabotto). I tedeschi fucilano 4 persone. Bonfiglioli reggente della sezione del PFR. A 25. A Corticella (BO), al bivio con Trebbo, Bologna, in «agg», è ucciso il milite della una bomba esplode tra i binari della “cintu- GNR Renato Serenari (Albo). ra” ferroviaria. A Villa Malvezzi, tra S. 2. Eccidio di Pizzocalvo (S. Lazzaro di Lazzaro di Savena e Ozzano Emilia, una Savena). 8 le vittime dei tedeschi. bomba esplode sulla linea ferroviaria. 2. Eccidio di Biagioni (Granaglione). Le SS 25. A Bologna è ucciso un militare tedesco. italiane uccidono 10 persone. 26. In via Lame (BO) è ucciso il milite della 2. A Tossignano è bruciata una trebbiatrice GNR Anselmo Belloni. Secondo altra versio- per evitare che il grano finisca in mano ai ne sarebbe morto in «agg» nei pressi della tedeschi. caserma in località Due Madonne (Albo). 2. A Vergato è ucciso, in «agg», il fascista Nella stessa località, in «agg», è ucciso il mili- Silla Bettini (Albo). A Luminasio (Marza- te Narciso Pedrini (P-Q e Albo). A Castello botto), in «agg», è ucciso Giovanni Sandri di Serravalle è ucciso, in «agg», Giuseppe (Albo). Giacometti segretario del PFR di 3. In via Mezzofanti (BO) è ucciso l’agente Monteveglio (Albo). A Monte S. Pietro, in della Polizia ausiliaria Oscar Minarelli. «agg», è ucciso il milite della GNR Alfredo Secondo altra versione sarebbe stato ucciso, Sbrollini (Albo). A Monte S. Pietro è ucciso in «agg», in via Lame (Albo). In via Mez- il milite della GNR Giulio Scandola (Albo). zofanti (BO) è ucciso il maresciallo dei cara- 26. La 36a brigata occupa Rifredi (FI). binieri Giacomo Coco (P-Q). A Monte S. 27. A Campeggio (Monghidoro) è uccisa Pietro, in «agg», è ucciso Dante Simoncini Maria Quadri segretaria femminile del PFR del PFR (Albo). A Bologna è ucciso, in locale (Albo). A Castenaso, in «agg», è ucci- «agg», il vigile del fuoco Carlo Fava (Albo). so il milite della GNR Romolo Zanetti 3. Esce “La volontà partigiana” organo della (Albo). 4a e poi 36a brigata Garibaldi. 28. A Castenaso è ucciso il podestà Umberto 4. In via Garibaldi (BO) è soppresso, in Vandelli. Nei pressi della caserma di via «agg», il maresciallo della GNR Gino Ber- Fossolo (BO) – ma oggi la strada in quel trat- tolani. Secondo altra versione sarebbe stato to ha cambiato nome - è ucciso l’allievo uffi- ucciso ad Ozzano Emilia (Albo). A Borgo ciale della GNR Giorgio Ciccarelli (P-Q). A Panigale (BO) è ucciso, in «imb», il milite Crespellano, in «agg», è ucciso il milite delle della GNR Bruno Molinari (Albo). Ad BN Alfonso Paolo Sandrolini (Albo). Argelato è ucciso, in «agg», Attilio Garden- 29. Esce “La voce dei campi” a Bologna. ghi (Albo). A Monzuno in «agg» è ucciso il 29. A Crespellano è ucciso, in «agg», il milite milite della GNR Ivo Pagani (Albo). della GNR Sandro Gasparini (Albo). 5. A Baricella i partigiani bruciano una treb- 30. A Corticella (BO) è ucciso il tenente biatrice. colonnello Prospero Di Rago dell’esercito 5. In via Mirasole (BO) è ucciso il marescial- (Albo). A Calcara (Crespellano) è ucciso, in lo della GNR Enrico Coco (Albo).

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5. Esce “l’Unità” a Bologna. dicè e il figlio Ugo ufficiale dei Volontari 5. In ospedale muore il milite della GNR della morte. Silvano Danti. Era rimasto ferito a Medicina 12. Nello scalo ferroviario S. Donato (BO) mentre faceva la sorveglianza ad una trebbia- sono fucilati i partigiani Aldo Arstani* e trice (Albo). Pietro Simoni*. 6. A Baricella i partigiani bruciano una treb- 14. In Piazza del Nettuno (BO) la GNR fuci- biatrice. la i partigiani Amato Muzzi*, Decimo Muz- 6. “il Resto del Carlino” pubblica un comu- zi*, Guerrino Galletti*, Luciano Cervellati*, nicato del comando SD. Dice che il 26.6 in Giovanni Bortolani*. Un milite scrive sul via del Pratello (BO) è stato ucciso un solda- muro di Palazzo d’Accursio «Posto di ristoro to tedesco. Per rappresaglia sono fucilati: dei partigiani». Rino Balestrazzi*, Giuseppe Balotti, Danilo 14. A Portonovo (Medicina) è ucciso Barca, Paolo Bononcini, Cleto Casi*, Luigi Celestino Modelli della Polizia economica Labandi, Cesare Palmini, Dino Pancaldi*, (Albo). Secondo altra versione era della Silvano Rubbini*, Gino Salmi*. Balestrazzi, GNR. Casi, Pancaldi, Rubbini e Salmi sono bolo- 14. A Granarolo Emilia i partigiani bruciano gnesi e gli altri modenesi. 4 trebbiatrici. 6. A Casadio (Argelato) è ucciso, in «agg», il 15. A Bentivoglio i partigiani assaltano la milite della GNR Ferdinando Tampellini. A sede del PFR e asportano tutte le armi. Bologna, in «agg», è ucciso il milite della 15. A Medicina i partigiani incendiano due GNR Sante Vilibotti (Albo). trebbiatrici I giornali annunciano che non 7. A Medicina è bruciata una trebbiatrice. sarà distribuito grano nei comuni dove non si 7. A Pianoro è ucciso, in «agg», il milite della trebbia. GNR Enrico Bedetti (Albo). A Castel 15. Le SD fucilano (non si sa dove) Armando Maggiore, in «agg», è ucciso il segretario Ghedini*, Ivo Pruni, Francesco Giorgi, comunale Enrico Roda (Albo). Giuseppe Stanzani*, Silvio Torri*, Pietro 8. A Lizzano in Belvedere è ucciso, in «agg», Maleti, Svonko Versic, Carlo Jussi*, Azzo l’agente della Polizia economica Luigi Biagi Tomasi*. Erano nati o abitavano a Bologna unitamente ad Alberto Natali (Albo). A Bo- Ghedini, Jussi, Stanzani, Tomasi e Torri. I logna è ucciso, in «imb», il milite della GNR cadaveri sono esposti in Piazza del Nettuno. Giacomo Milazzo (Albo). Secondo un’altra 15. A Castagnolino (Bentivoglio) è ucciso, in versione sarebbe stato ucciso il 10.7. A «agg», Aldo Fini segretario del PFR del Castenaso, in «agg», è ucciso il milite della luogo (Albo). A Grizzana è ucciso, in «agg», GNR Lorenzo Solieri (Albo). l’ex podestà Attilio Milani (Albo). A 9. Inizia ad operare il CUMER che assume le Burzanella (Camugnano) è ucciso il milite funzioni del comando militare costituito dal della GNR Giovanni Puccetti (Albo). CLN il 30.4. 15. Esce “Il lavoratore agricolo” a Bologna. 9. In Piazza del Nettuno (BO) è fucilato il 15. A Pianoro è sottratta la cinghia di tra- partigiano Luigi Guerzoni*. smissione di una trebbiatrice (P-Q). 10. I tedeschi – autorizzati dal rettore 16. A Casalfiumanese è ucciso il sergente Coppola - razziano metà della dotazione di della GNR Aristide Mongardi (Albo). In via radio dell’Ospedale S. Orsola. Corticella (BO), in «agg», è ucciso il milite 10. A Medicina una bomba scoppia sulla delle BN Umberto Scaramagli (Albo). linea ferroviaria. 17. È respinto un attacco nazifascista contro 10. In località Sostegnino (BO) è ucciso il Monte Carzolano, base dei partigiani. milite della GNR Giacomo Milazzo (P-Q). 17. A Pianoro è ucciso Enrico Benetti mentre Secondo Albo la morte è avvenuta l’8.7. In sta trebbiando (P-Q). via Lame (BO) è ucciso, in «agg», l’agente 18. In ospedale muore il milite della GNR dell’Ausiliaria Pasquale Amerini (Albo). Giulio Pezzoni ferito in un attentato l’8 sul 11. Ad Ozzano Emilia sono uccisi Aldo Co- ponte delle FS a Porta Galliera (Albo). A

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Camugnano è uccisa, in «agg», Maria del radio, i suoi familiari e i collaboratori. Manfredini (Albo). 24. A Venezzano (Castello d’Argile) sono 18. Eccidio di Boschi di Ciano (Zocca - MO). uccisi in «agg» i militi della GNR Francesco La GNR impicca 20 tra partigiani e civili. Mazzanti e Vasco Michelini (Albo). 19. In via Battindarno (BO) è ucciso l’agente 26. A Calderara di Reno resta ferito un parti- dell’Ausiliaria Omar Grimaldi (P-Q e Albo). giano mentre appicca il fuoco ad una treb- A Grizzana è ucciso, in «agg», Carino biatrice. 2 trebbiatrici sono bruciate a Castel Masetti della Polizia economica (Albo). A Maggiore (P-Q). Grizzana è ucciso Prospero Alfredo 26. A Lizzano in Belvedere è ucciso, in Manfredini (Albo). «agg», il capitano della GNR Giuseppe 20. In via Carracci (BO), in «agg», è ucciso il D’Andrea (Albo). milite della GNR Giovanni Tonielli (Albo). 27. A Corticella (BO) una bomba scoppia tra A Maddalena (Budrio) è ucciso, in «agg» i binari della “cintura”. Gino Ampolli milite delle BN (Albo). A 27. A Monte S. Pietro è ucciso, in «agg», Grizzana è ucciso, in «agg», Anacleto Monti Ernesto Casini Ropa segretario del PFR di del PFR (Albo). Vignola (MO) (Albo). 20. Scoppia una bomba nel cinema Manzoni 27. Eccidio di Bozzo di Monte Stanco in via Monari (BO). Un morto e tre feriti. La (Grizzana). 6 i civili massacrati dai tedeschi polizia accredita la tesi che il morto sia un 27. A Castel S. Pietro Terme è bruciata una partigiano ucciso dallo scoppio prematuro trebbiatrice (P-Q). dell’ordigno. 28. A Casalfiumanese i partigiani assaltano 20. Eccidio di Pian di Setta (Grizzana). Tra ed espugnano la caserma della GNR. 22 e 27 civili sono uccisi dai tedeschi. Catturano molte armi e fanno prigionieri 4 21. Giovanni Cosimini è nominato vice militi e 4 tedeschi. Secondo un rapporto del segretario del PFR al posto di Lembo. questore l’attacco è stato sferrato da «200 21. In Piazza del Nettuno (BO) sono fucilati ribelli» (P-Q). e lasciati esposti per un giorno i partigiani 28. A Sala Bolognese è ucciso il fascista Romeo Giori*, Vincenzo Golinelli* e Paride Armando Cocchi. A Budrio, in «agg», è ucci- Pasquali*. so il milite delle BN Gino Zampolli (Albo). 22. Eccidio di Fazzolo di Malfolle (Mar- Muore a Bologna il milite delle BN Enrico zabotto). I fascisti uccidono 10 persone. Dall’Omo rimasto ferito, in «agg», qualche 22. Esce “La Rinascita” a Bologna. giorno prima (Albo). 22. “L’Avvenire d’Italia” scrive che sono stati 29. A Corticella (BO) i partigiani incendiano fucilati tre uomini «trovati armati». Non fa una trebbiatrice. nomi. 29. Una bomba esplode tra i binari della 22. Il questore informa il prefetto che ad “cintura” ferroviaria a Corticella (P-Q). Imola 15 trebbiatrici «hanno cessato funzio- 30. Albert Kesselring annuncia dure misure nare per intimidazione ribelli». Lo stesso contro le forze partigiane. giorno una trebbiatrice è incendiata (P-Q). 30. A Castel Maggiore i partigiani bruciano 23. A Tossignano i partigiani sottraggono la una trebbiatrice. Un’altra è bruciata a Castel cinghia di una trebbiatrice (P-Q). S. Pietro Terme (P-Q). A Maddalena (Bu- 23. A Corticella (BO) una bomba esplode tra drio) è ucciso il milite della GNR Giuseppe i binari della ferrovia. Bighi che fa la guardia ad una trebbiatrice 23. A Casola Canina (Imola) i partigiani sot- (Albo). traggono le cinghie di 2 trebbiatrici (P-Q). 30. A Rasiglio (Sasso Marconi) è ucciso, in 24. Mario Bastia* del PdA salva la metà resi- «agg», Giuseppe Bonometti delle SS italiane dua del radio del S. Orsola e la mette al sicu- (Albo). ro. Il PdA aveva avuto l’incarico dal CLN di 31. A Castel S. Pietro Terme è bruciata una evitare la seconda razzia del prezioso materia- trebbiatrice. le e di mettere in salvo il direttore dell’istituto 31. A Santa Viola (Bologna) è ucciso il mare-

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sciallo dell’esercito Giuseppe Lo Bruno 9. La prefettura vieta la circolazione delle (Albo). biciclette tra le ore 20 e le 5. In data imprecisata nasce il Comitato di dife- 9. Ad Argelato i partigiani fanno saltare con sa contadina. una bomba la sede del fascio. Muoiono i In data imprecisata esce “Tempi nuovi” a fascisti Carlo Govoni, Armando Stagni, An- Bologna. gelo Bianconi, Giuseppe Nocentini e An- gelina Gianni. I feriti sono 15. Per rappresa- Agosto glia i fascisti fucilano: Luigi Fariselli*, Nello 1. Nasce il Comando piazza di Bologna. Gamberini*, Enrico Landuzzi*, Walter Dipende dal CUMER. Scurzoni*, Oreste Vancini* e Giorgio Za- 1. A Castenaso è bruciata una trebbiatrice ed notti*. In località Larghe la GNR fucila – una è danneggiata (P-Q). sempre per rappresaglia – i fratelli Attilio* e 1. Esce “Il Combattente” a Bologna. Luigi Chiarini* e brucia 37 abitazioni. Lo 1. A Sala Bolognese è ucciso il commissario stesso giorno sono fucilati Adelmo Ber- prefettizio Adolfo Cocchi (P-Q e Albo). A nardi*, Cesare Grazia*, Alfonso Marchesini* Castel del Rio è giustiziato Marcello e Renato Tampellini*. Guglielelli segretario del PFR della Valle del 9. Battaglia di Monte Bastia. Santerno (Albo). 9. Assalto partigiano alle carceri di S. 2. A Medicina è bruciata una trebbiatrice. A Giovanni in Monte e liberazione di oltre 200 Tossignano è bruciata una trebbiatrice (P-Q). detenuti politici e comuni. Secondo un rap- 4. A Budrio, in «agg», è ucciso il milite della porto della questura i liberati sarebbero stati GNR Luciano Veroli (Albo). 340. 4. Con un’operazione improvvisa i tedeschi 10. Il milite delle BN Duilio Bortolotto è arrestano e deportano in Germania alcune ucciso, in «agg», a S. Lazzaro di Savena centinaia di carabinieri, di stanza nella caser- (Albo). ma di via Magarotti (oggi via dei Bersaglieri). 11. A Portonovo (Medicina) è ucciso il mili- S’ignora tutto di questa operazione. te della GNR Luigi Garelli, mentre faceva la 6. A Villafontana (Medicina) – a Fossatone, guardia ad una trebbiatrice (Albo). secondo altra versione - è ucciso Aldo Avoni 11. A Borgo Panigale (BO) è ucciso il milite commissario prefettizio del comune. Lo stes- delle BN Ernesto Masetti (Albo). so giorno al Sant’Orsola muore il milite della 12. Eccidio di Castelluccio (Porretta Terme). GNR Raffaello Rossi, ferito in un attentato 5 partigiani fucilati dai tedeschi. tre giorni prima al Meloncello (BO). A Vado 12. A Funo (Argelato) è ucciso il milite della (Monzuno) è ucciso Antonio Ettore An- GNR Enrico Matano (Albo). dreoli segretario del PFR di Monzuno 13 (15 secondo altra versione). In via S. (Albo). A Tolè (Vergato) è ucciso, in «agg», il Stefano (BO) è ucciso il sergente delle BN milite della GNR Giuseppe Borri (Albo). A Serafino Innocenti. A Castenaso è ucciso, in Casalecchio di Reno, in «agg», è ucciso il «agg», il milite della GNR Vittore Zen milite delle BN Raffaello Rossi (Albo). (Albo). 7. A Funo (Argelato) sono uccisi il graduato 14. Seconda battaglia di Monte Bastia. della GNR Mario Cavicchi e un ufficiale 14. A Vergato è ucciso il milite delle BN tedesco (Albo). Per rappresaglia la GNR di Mario Zagnoni (Albo). Pieve di Cento e di S. Giorgio di Piano bru- 15. A Molinella, in «agg», è ucciso il milite cia numerose abitazioni e arresta alcuni citta- della GNR Adelmo Sarti (Albo). dini. 17. A Medicina è ucciso, in «agg», il milite 8. Eccidio di Luminasio (Marzabotto). 6 per- della GNR Amorino Funghi (Albo). A sone uccise dai tedeschi Molinella, in «agg», è ucciso il milite della 8. A Baricella sono uccisi, in «agg», i militi GNR Pasquale Secaro (Albo). della GNR Antonio Corradi ed Ercole 18. Nei pressi di Porta S. Vitale (BO) i parti- Corradi (Albo). giani feriscono il tenente colonnello Mario

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Rosmino vice comandante provinciale della sarebbe stato ucciso il 24 ad Anzola Emilia GNR e 2 militi. Per rappresaglia, in Piazza 8 (P-Q). Agosto, davanti al monumento, sono fucilati 28. A Grizzana, in «agg», è ucciso il milite 7 patrioti di Molinella: Desildo Bagni*, delle BN Gaetano Preti (Albo). In via Anselmo Capellari*, Alfredo Cocchi*, Gallo Crociali (BO), in «agg», è ucciso il ten. col. Corazza*, Cesare Golinelli*, Guerrino* e dell’esercito Pasquale Vetuschi (P-Q e Orlando Zucchini*. Albo).In via Irnerio (BO), in «agg», è ucciso 18. A Castel del Rio è ucciso il maresciallo il ten. col. della GNR Elio Zambonelli della GNR Marcello Guglielmetti (P-Q). A (Albo). A Castel Guelfo di Bologna, in Castel del Rio è ucciso, in «agg», Marcello «agg», è ucciso Giorgio Zanelli della Polizia Guglielelli segretario del PFR per la valle del economica (Albo). Santerno (Albo). (Potrebbe trattarsi della 29. A Loiano è ucciso Alberto Alberti, milite stessa persona). delle BN e segretario del PFR locale (Albo). 20. A Villafontana (Medicina) è ucciso, in A Castel S. Pietro Terme è ucciso, in «imb», «agg», Giuseppe Cavalli (Albo). il milite della GNR Sirio Polidori (Albo). 22. Secondo eccidio di Pian di Venola 30. Al poligono di tiro sono fucilati 12 parti- (Marzabotto). 2 partigiani fucilati dai tedeschi. giani: Floriano Atti*, Renato Bentivogli*, 22. A Marzabotto è ucciso il commissario Luciano Bracci*, Gaetano Bussolari*, Arturo prefettizio Armando Lanzarini. Garagnani*, Celestino Garagnani*, Gio- 23. Il prefetto Fantozzi informa il governo condo Musi*, Luciano Nanni*, Agostino che la trebbiatura è ferma in tutta la provin- Pietrobuoni*, Alfonso Sghinolfi*, Renato cia perché manca il carburante. Sordi*, Cesare Zanasi*. 23. Dopo avere ucciso l’agente Gino Nicolini 30. A Medicina è ucciso Marino Ballarini della Polizia ausiliaria, è catturato il partigia- (Albo). A Sesto Imolese, in «agg», è ucciso il no Stenio Polischi*. È torturato e impiccato milite delle BN Aldo Spada (Albo). in via Venezian. 31. Ad Imola è ucciso il milite della GNR Gi- 23. A S. Pietro in Casale, in «agg», è ucciso il no Bonetti (Albo). Ad Imola è ucciso, in milite della GNR Gino Santandrea (Albo). A «agg», il milite della GNR Faustino Franzo- Budrio muore Marino Zecchi «informatore», ni (Albo). A Castel Guelfo di Bologna, in era stato ferito il 3.8 in «agg» (Albo). «agg», è ucciso Amleto Benito Tamburini del 24. A Fossatone (Medicina) la GNR fucila PFR (Albo). due militi disertori della GNR. Sono In data imprecisata nasce il Comando piazza Leonardo Cantoni e il figlio Guido di 17 anni d’Imola, emanazione del CUMER. (P-Q). L’Albo fornisce due versioni. A p.142 scrive che entrambi sono caduti a Medicina Settembre mentre facevano la guardia ad una trebbiatri- 1. La DC e il PLI aderiscono al CLN. ce. A p.731 è detto che Guido Ernesto è fuci- 1. A Bologna in «agg» è ucciso il milite della lato per «sent. s. campo. diserz» e che è «fr di GNR Lorenzo Peroni (Albo). Leonardo», (mentre è il padre), del quale 2. A Monte S. Pietro è ucciso, in «agg», non si dice nulla. Mario Minelli (Albo). A Fontanelice in «agg» 24. In via Roma (oggi via Marconi) (BO) è è ucciso il milite della GNR Salvatore ucciso Delio Marchesini (Albo). Pantaleo (Albo). Ad Imola, in «agg», è ucci- 25. A Gaggio Montano, in «agg», è ucciso il sa Elsa Ricci Petitoni Ferdori (Albo). milite della GNR Aldo Russo (Albo). 2. “il Resto del Carlino” scrive che nel 27. Il prof. Filippo Cavazza*, dirigente della Bolognese – ma non indica dove - «quaranta DC, invia una lettera all’on. Fulvio Milani* banditi sono stati uccisi in combattimento e per informarlo che aderirà al CLN. 51 catturati» 27. A Castelfranco Emilia (MO) è ucciso, in 3. I partigiani occupano per mezza giornata «agg», il milite della GNR di Bologna Primo l’abitato di Castel Maggiore. La 36a brigata Marchesini (Albo). Secondo altra versione occupa Castel del Rio.

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3 o 4. Eccidio a Bondanello (Castel Mag- seppe Carboni. Ad Imola resta ferito, in un giore). 6 le persone uccise dai fascisti. attentato, il reggente del PFR Carlo 3. A Ponte Ronca (Zola Predosa) è giustizia- Ravanelli (P-Q). A Bologna è ucciso, in to, in «agg», il capitano della GNR Attilio «agg», Ninuccio Iannarone della Polizia Pappalardo (P-Q). Secondo l’Albo il fatto ausiliaria (Albo). A Bologna, in «agg», è avvenne il 6. A Salvaro (Grizzana) è ucciso, in ucciso l’agente di polizia Marino Venturi «agg», il milite della GNR Dario Palmieri (Albo). (Albo). 7. A Borgo Tossignano è ucciso, in «agg», 4. La 62a brigata Garibaldi occupa Sasso- Federico Iosa. A Malfolle (Marzabotto) è leone (Casalfiumanese). ucciso Tommaso Paselli «informatore» 4. A Medicina è ucciso, in «agg», Vinicio (Albo). A Bologna è ucciso per la strada il Mario Caliceti milite delle BN e fratello del- milite della GNR Valoris Righi (Albo). l’ex federale del PNF di Bologna (Albo). A 7. A S. Pietro in Casale un centinaio di citta- Borgo Panigale è ucciso, in «agg», il sindaca- dini invadono la sede comunale (P-Q). lista fascista Marcello Guglielmotti (Albo). 8. All’ospedale muore il capitano della GNR 4. La GNR, dopo avere introdotto due spie Armando Allegretti ferito il 5. A Borgo nel comando militare del PdA, arresta 24 Tossignano è ucciso Angelo Lomego segreta- militanti: Sario Bassanelli*, Iolanda Benini*, rio del PFR locale (Albo). A Marmorta Enrico Bernardi*, Giancarlo Canè*, Or- (Molinella) è ucciso, in «agg», il milite della lando Canova*, Sante Caselli*, Giorgio Chie- GNR Pasquale Melandri (Albo). rici*, Sergio Forni*, Arturo Gatto*, Mario 8. A Pediano (Imola) un milite della GNR, Giurini*, Massenzio Masia*, Massimo Mas- che faceva la guardia ad una trebbiatrice, è sei*, Gino Onofri*, Nazario Sauro Onofri*, ucciso. Un altro resta ferito. Leda Orlandi in Bastia*, Armando Quadri*, 8. Eccidio di Vizzano (Sasso Marconi). 15 Anselmo Ramazzotti*, Giosuè Sabbatini*, persone sono uccise dai fascisti. Pietro Zanelli*, Umberto Zanetti*, Alberto 9. A S.Sisto (BO) i partigiani assaltano la sede Zoboli*, Luigi Zoboli*. Nella notizia pubbli- della Todt e uccidono 3 militari tedeschi (P- cata su “il Resto del Carlino”il 26.9 figurano Q). Sono uccisi anche gli italiani Secondo anche i nomi di Mario Bastia* e Romolo Costa e Giovanni Dini (Albo). Trauzzi*, che non sono stati arrestati, e man- 9. In via Saffi angolo via Vittorio Veneto cano quelli di Antonino De Biase* e Giu- (BO) alcuni partigiani a bordo di due auto seppe Di Domizio*. sparano contro una pattuglia della GNR. In 5. Nei pressi della Certosa di Bologna sono 7 restano feriti. Luigi Danesi morirà l’11. A uccisi Gino Romagnoli e Marino Venturi Calderara di Reno muore, in «agg», Roberto della Polizia ausiliaria. A Malacappa Muzi Lucano (Albo). (Argelato), in «agg», è ucciso Rino Volani 10. La 5a armata USA inizia l’offensiva con- segretario del PFR di Argelato (Albo). A tro la Linea gotica. Malacappa (Argelato) sono uccisi, in «agg», i 10. I partigiani della 5a brigata Matteotti militi della GNR Cesarino Rombi e Lino occupano per mezza giornata Medicina. Il Boriani (Albo). (Secondo altra versione il capitano della GNR Vilfredo Martelli è ucci- primo sarebbe morto a S. Giorgio di Piano e so con il milite Alfredo Monti (Albo). Muore il secondo a Bentivoglio). In via Carbonesi anche il partigiano Mario Melega*. (BO), in «agg», è ucciso il capitano della 10. A Marano (Castenaso) i cittadini assalta- GNR Armando Allegretti (P-Q e Albo). A no la sede comunale, ivi trasferita, e distrug- Bologna, in «agg», è ucciso l’agente della gono gli uffici (P-Q). Polizia ausiliaria Gino Romagnoli (Albo). A 11. A Malalbergo è giustiziato, in «agg», il Monzuno, in «agg», è ucciso Massimo Teglia milite della GNR Renzo Cavazza commissa- segretario del PFR comunale (Albo). rio prefettizio al comune (Albo). A S. Gio- 6. A Castel d’Aiano – Vergato, secondo altra vanni in Persiceto è giustiziato, in «imb», il versione - è ucciso il milite della GNR Giu- sergente della GNR Danilo Lodi (Albo). A

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Casalfiumanese è ucciso, in «agg», il milite 17. Eccidio di Valle delle Tombe di Massu- delle BN Zenobio Neri (Albo). matico (S. Pietro in Casale). 5 partigiani sono 12. La 36a brigata occupa Tossignano e vi fucilati dai fascisti. resta per dieci giorni. 17. A Bologna è ucciso, in «agg», il milite 12. A Borgo Tossignano è ucciso il milite delle BN Vitale Angeloni (Albo). Ad Imola è della GNR Quinto Manfarini (Albo). A ucciso Giuseppe Camaggi delle BN (Albo). Funo (Castel Maggiore) è ucciso, in «agg», il A Sasso Marconi è ucciso, in «agg», il milite milite della GNR Enrico Matano (Albo). della GNR Cesare Masetti (Albo). 12. Eccidio di Biscia (Castel Maggiore). 12 18. La GNR fucila per diserzione il milite persone sono uccise dai fascisti. Giuseppe Gullotta delle BN. 13. A Budrio è ucciso, in «agg», il milite delle 18. A Zola Predosa è ucciso, in «agg», Pao- BN Luigi Montaguti (Albo). lino Lanzarini (Albo). 14. I partigiani occupano Sesto Imolese. 19. Il Tribunale militare condanna a morte 14. A S. Giorgio di Piano i partigiani fanno otto dirigenti del PdA: Bassanelli, Caselli, saltare un’officina privata nella quale i tede- Gatto, Giurini, Masia, Quadri, Zanelli, Luigi schi riparano i loro automezzi (P-Q). Zoboli. Sono fucilati il 23 al Poligono. 14. A Calcara (Crespellano) è ucciso, in Riportano condanne: Sabbadini 30 anni, «agg», Roberto Astolfi dell’ONB (Albo). A Canè 11, Ramazzotti 9, Forni 9, Di Domizio Imola è ucciso, in «agg», l’agente di polizia 8, Alberto Zoboli 7, Canova 6, G. Onofri 6, Benedetto Fedele (Albo). Ad Anzola Emilia Zanetti 2, Leda Bastia Orlandi 10 mesi. è ucciso il milite della GNR Cesare Veronesi Chierici è assolto, ma sarà ucciso un mese (Albo). dopo. Sabbadini, Canè, Ramazzotti, Forni, 15. “il Resto del Carlino” scrive che il que- Canova, Onofri sono deportati in un lager. store Tebaldi è stato trasferito a Venezia. 19. 5 partigiani, camuffati da soldati tedeschi, 15. Nasce l’UDI. entrano nella sede de “il Resto del Carlino”a 15. Un comunicato della polizia informa che Lavino (Anzola dell’Emilia) e fanno esplode- è «vietato il trasporto di mobili mediante re una bomba nella sala dell’amministrazione automezzi». (P-Q). 15. A Castel S. Pietro Terme i fascisti fucila- 20. I partigiani – alcuni erano della 7a GAP no il milite della GNR Angelo Giordani che Gianni Garibaldi e altri di Casalecchio di Reno ha disertato. – assaltano Villa Contri in via della Barca 15. A Cereglio (Vergato) è ucciso, in «agg», (BO), al confine con Casalecchio di Reno, adi- Gino Luigi Lanzarini del PFR (Albo). A bita a deposito di munizioni. Asportano un Varignana (Castel S. Pietro) è uccisa, in «agg», camion d’esplosivi e fanno saltare lo stabile. Isabella Bernini ausiliaria delle BN (Albo). Perdono la vita 3 militi della GNR. 16. Al Poligono sono fucilati i partigiani 20. A Monte Altuzzo gli americani sfondano Roveno Marchesini*, Irma Pedrielli* e Ada la Linea gotica. Zucchelli*. 20. È ucciso il maresciallo della Polizia ausi- 16. La questura ordina la riapertura dei liaria Vinadio Tosi. In via Agucchi (BO) sono negozi che erano stati chiusi, nei giorni pre- rinvenuti i cadaveri dei militi della GNR cedenti, in previsione dell’arrivo degli alleati Riccardo Astratti, Ivano Cirri e Celso Naldi e dei conseguenti combattimenti. Il 18 analo- (P-Q). Secondo altra versione, i 3 sono morti ga richiesta sarà rivolta ai commercianti dal nell’esplosione di Villa Contri (Albo). comando tedesco. 21. A Savigno è giustiziato, in «agg», il milite 16. A Baricella è giustiziato il fiduciario del delle BN Antenore Degli Esposti (Albo). A PFR di Mezzolara (Budrio) (P-Q). A Mon- Minerbio è giustiziato, in «agg», il milite terenzio è ucciso, in «agg», il tenente della delle BN Luigi Pasquali (Albo). GNR Dino Fiorini (Albo). A Baricella è ucci- 22. Il Triumvirato insurrezionale del PCI, so, in «agg», il milite delle BN Aldo Guido senza consultare il CLN, proclama lo sciope- Gaiani (Albo). ro insurrezionale per il 25.

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22. Esce l’ultimo numero de “L’Assalto”. 27. Gli americani liberano Castel del Rio. 22. Il cardinale G.B. Nasalli Rocca incontra i 28. Eccidio di Ronchidòs (Lizzano in gerarchi fascisti e chiede la grazia per i diri- Belvedere). Una sessantina di persone – in genti del PdA. maggioranza donne e bambini – sono uccise 22. “il Resto del Carlino” riporta un comuni- dalle SS tedesche. cato del comando delle SD nel quale si dà 29. Inizia l’eccidio di Marzabotto. 775 sono notizia della fucilazione di 11 partigiani il le persone uccise in un vasto arco di tempo e giorno 20. Non sono riportati nomi. in luoghi diversi, attorno a Monte Sole, dalle 22. A Rasiglio (Sasso Marconi) è ucciso, in SS tedesche guidate da italiani. «agg», il milite della GNR Giovanni Bettini 29. Primo attentato dinamitardo – l’esplosivo (Albo).A Pegola (Malalbergo), in «agg», è non deflagra - contro l’hotel Baglioni (BO) ucciso il milite della GNR Pietro Rossini che ospita comandi tedeschi e fascisti. Da un (Albo). rapporto del prefetto si apprende che sono 23. Il CLN costringe il Triumvirato del PCI a morti due militari fascisti e due tedeschi. ritirare l’ordine insurrezionale. Sette i feriti. 23. Eccidio di Sassoleone (Casalfiumanese). 30. Eccidio di Famaticcia di Savignano 23 cittadini sono uccisi dai tedeschi. (Grizzana). 8 operai della Todt sono uccisi 23. A Casalino di Visignano la 36a brigata dalle SS tedesche. prende contatto con gli americani. 30. Alberto Vegetti* e Cesarino Rubini* sono 24. “L’Avvenire d’Italia”si autosopprime. fucilati dalle BN al Poligono. Potrebbero 24. A Gaggio Montano è ucciso il milite della essere stati fucilati il 2 o il 3.10. GNR Aldo Russo. A Salvaro (Grizzana) sono 30. A Villafontana (Medicina) è ucciso, in uccisi, in «agg», i militi della GNR Carlo «agg», il milite della GNR Nildo Parmeg- Bonafede e Alessandro Puccetti (Albo). giani (Albo). 25. A Budrie (S. Giovanni in Persiceto) è ucciso, in «agg», il milite della GNR Orlando Ottobre Cacciari (Albo). A Medicina è ucciso, in 1. Gli alleati liberano Loiano. «agg», il sindacalista fascista Federico Dal 1. Eccidio di Molinaccio di Sotto (Gaggio Rio (Albo). A Moraduccio (Castel del Rio), Montano). I tedeschi fucilano 17 tra partigia- in «agg», à ucciso l’«informatore» Luca ni e civili. Seigambe (Albo). 1. Eccidio di Pradellino di Casigno (Castel 26-28. Battaglia di Cà di Guzzo (Castel del d’Aiano). 6 persone sono uccise dai tedeschi. Rio). 1. A Camugnano, in «agg», è ucciso Elio 26. Eccidio di Labante (Castel d’Aiano). 10- Bartolini (Albo). A Grizzana muore il milite 11 persone sono uccise dai tedeschi. della GdF Sabatino Nannetti (Albo). 26. A Bologna è ucciso il fascista Eraldo 1-10. La 62a e la 66a brigata Garibaldi Regazzi (P-Q). A Prunaro (Budrio) è ucciso, sostengono duri combattimenti a Casoni di in «agg», il milite delle BN Angelo Cavallari Romagna (Castel S. Pietro Terme). (Albo). A Budrio, in «agg», è ucciso il milite 2. “il Resto del Carlino” riporta un comuni- delle BN Mario Zucchini (Albo). cato delle SD nel quale si legge che il 30.9 27. Eccidio di Cà di Berna (Lizzano in precedente 44 terroristi hanno fatto un atten- Belvedere). 29 persone – in massima parte tato al Baglioni. 4 i morti: un tedesco, una donne e bambini – sono uccise dalle SS tede- donna e due agenti dell’Ausiliaria. Numerosi sche. i feriti. Quale rappresaglia i tedeschi hanno 27. Eccidio di Burzanella (Camugnano). 6 fucilato 10 ostaggi, dei quali non sono ripor- persone sono fucilate dai tedeschi. tati i nomi. 27. A Monghidoro è ucciso, in «agg», l’agen- 2. Eccidio di Roncastaldo (Loiano). 7 parti- te della Polizia economica Giuseppe Menetti giani sono fucilati dai tedeschi. (Albo). 3. Coprifuoco dalle 20 alle 5. 27. Battaglia di Monte Battaglia. 3. Le brigate Matteotti montagna e Giustizia

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e libertà montagna liberano l’Alta valle del 8. I tram cessano il servizio alle 18,30. Reno. 9. Inizia la battaglia di S. Maria di Purocielo 3. “il Resto del Carlino” scrive che il 19.9, in (Brisighella – RA). uno scontro con i partigiani, sono morti i 10. Eccidio di Casalecchio di Reno. 13 parti- militi della GNR Ivano Cirri, Riccardo giani catturati a Rasiglio sono massacrati. Astratti e Celso Naldi (Secondo altra versio- 10. L’agente della Polizia economica Angelo ne sarebbero morti nell’esplosione di Villa Ballarini è ucciso ad Anzola dell’Emilia. A Contri. Vedi 20.9). A Portonovo (Medicina) Castel di Casio è ucciso, in «agg», Settimio è ucciso, in «agg», Nello Mari (Albo). Ballerini (Albo). Il milite delle BN Gustavo 4. Torri, segretario del PFR, ordina la mobi- Magnani è ucciso a Porta S. Stefano (BO) litazione degli iscritti. (Albo). A Granaglione è ucciso, in «agg», 4. “il Resto del Carlino”scrive che nell’atten- Gaetano Calistri commissario prefettizio al tato al Baglioni erano rimasti uccisi la mar- comune (Albo). chesa Maria de Bacci Biondi, l’agente 11. Battaglia di Cà di Malanca (Brisighella – dell’Ausiliaria Salvatore Cibella e il milite RA). della GNR Sergio Ciabatti. 11. “il Resto del Carlino” pubblica la nota 4. Il milite della GNR Armando Baldini è Voci inconsistenti per negare l’eccidio di ucciso ad Imola in «agg» (Albo). A Castel Marzabotto. d’Aiano è ucciso Prospero Carboni segreta- 12. A Bologna è ucciso, in «agg», il fascista rio del PFR di Vergato (Albo). A Savigno, in Domenico Biondi (Albo). «agg», è uccisa Giulia Tomba del PFR 13. A Bologna sono uccisi il caposquadra della (Albo). GNR Sergio Boriani (P-Q) e il milite della 4. Eccidio di Lastra di Rioveggio (Monzuno). GNR Giorgio Bortolotti (Albo). A Bologna, in I tedeschi uccidono 16 persone. «agg», è ucciso il milite della GNR Francesco 5. In via Lame (BO) è ucciso, in «agg», il Sassà (Albo). A Bagnarola (Budrio), in «agg», milite della GNR Sergio Boriani (Albo). A è ucciso Amedeo Trippa (Albo). Vedegheto (Savigno), in «agg», è ucciso 14. Eccidio di Sabbiuno del Piano (Castel Antonio Cesare Rossi del PFR (Albo). Maggiore). I fascisti fucilano per rappresaglia 5. Giorgio Pini, direttore de “il Resto del 35 persone. Carlino” firma l’editoriale Quel giorno verrà. 14 (il 19 secondo altra versione). A Dizzola Di fatto è il commiato perché gli alleati sono (Monzuno) i tedeschi uccidono 6 tra parti- alle porte della città e il loro arrivo sembra giani e civili. questione d’ore. Molti gerarchi fascisti lascia- 14. A Castel Maggiore è ucciso, in «imb», il no la città. milite delle BN Pietro Bianchini (Albo). A 6. Eccidio di Colle Ameno (Sasso Marconi). Funo (Argelato) è ucciso il tenente delle BN Gli scantinati della villa Ghisilieri sono tra- Guglielmo Filippini (Albo). A Budrio in sformati dai tedeschi in prigioni e in luoghi di «agg» è ucciso il milite della GNR Giuseppe tortura e fucilazione. Pare che siano state Pincelli (Albo). (Pincelli ha avuto il ricono- uccise una ventina di persone tra ottobre e la scimento partigiano nella 4a brg Venturoli fine di dicembre. Garibaldi perché fucilato a Budrio il 14.10. 6. A Dozza è ucciso il milite della GNR Non siamo riusciti a spiegare il caso). A Mario Nuti (Albo). Grizzana è ucciso, in «agg», il milite della 7. Cessa le pubblicazioni il settimanale catto- GNR Armido Rabaglia (Albo). lico “Il Diario” d’Imola. 14-17. La 36a brigata Garibaldi rompe l’ac- 7. A Marzabotto è ucciso, in «agg», il milite cerchiamento tedesco e attraversa la linea del della GNR Derno Bondi (Albo). fronte a Monte Freddo. 8. A Budrio è ucciso il milite della GNR 15. A Porretta Terme è ucciso, in «agg», il Renato Castaldini (Albo). milite della GNR Torquato Calvani (Albo). A 8. Grosso scontro a Rasiglio (Sasso Marconi) Castel S. Pietro Terme, in «agg», è ucciso il tra la 63a brigata Bolero e i tedeschi. milite della GNR Sergio Tosarelli (Albo).

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16. “il Resto del Carlino” scrive, senza dire Quasi certamente si riferisce alla battaglia di dove, che il 14 in uno scontro con i partigia- Vigorso (Budrio) avvenuta il 21. ni sono morti il tenente Guglielmo Filippi e i 25. A S. Giovanni in Persiceto è ucciso il militi Pietro Bianchini, Pietro Porchera, milite Orlando Cacciari (P-Q). Giulio Stradi e Agostino Tugnoli. Erano tutti 26. “il Resto del Carlino” scrive che è stato delle BN. A Bologna è uccisa, in «agg», l’au- scoperto un centro di propaganda sovversi- siliaria delle BN Alma Battistini (Albo). va. Quasi certamente si riferisce alla tipogra- 18. Secondo attentato partigiano contro l’ho- fia clandestina del PdA in fase d’organizza- tel Baglioni. La facciata dell’edificio crolla. zione in via S. Petronio Vecchio. È seque- 18. In via S.Stefano, in uno scontro con i par- strata una linotype. tigiani, un milite delle BN perde la vita e 2 26. A Bologna è ucciso, in «agg», il milite restano feriti. della GNR Marcello Marino Ballerini (Albo). 18 (forse il 20). Al poligono di tiro sono fuci- 28. Le avanguardie americane si fermano lati i partigiani Nino Bordini*, Giovanni davanti al “muro” di Livergnano (Pianoro). Borghi*, Alfonso Bagni*, Adelmo Brini*, Si fermano anche nella valle del Santerno. Mario Guerra*, Romolo Menzolini*, Pietro Inizia la sosta invernale. Muratori*, Attilio Ottonelli*, Iliano Pasciu- 28. A Cortina d’Ampezzo muore Pericle Du- ti* Luigi Rispoli*. Erano stati catturati nella cati. chiesa di Cavina (Fognano – RA) e nell’ospe- 30. Battaglia di Casteldebole (Bo). Cadono dale di Brisighella (RA) perché feriti. Con 20 partigiani. loro sono fucilati il medico Ferruccio Terzi*, 30. A Bologna è ucciso, in «agg», il milite gli infermieri non professionali Sergio Giulio della GNR Ferdinando Boradori (Albo). Minozzi* e Renato Moretti* e un medico 31. Eccidio a Casteldebole (Bo). I tedeschi austriaco, disertore, di nome Willy. Il parti- uccidono una quindicina di cittadini. giano Teodosio Toni* e l’infermiera non pro- 31. È ucciso l’agente Federico Soverini. A fessionale Laura Guazzaloca* (catturati con Malalbergo è ucciso, in «imb», il milite della gli altri) sono fucilati a Forlì e Modena. In GNR Giancarlo Faccani (Albo). tutto sono 16. In data imprecisata – forse a metà del mese – 18. Ad Altedo (Malalbergo), in «agg», è ucci- il questore Tebaldi e Renato Tartarotti, con la so Agostino Cocchi milite delle BN (Albo). sua Compagnia autonoma speciale, lasciano Ad Altedo (Malalbergo), in «agg», è ucciso il Bologna. (vedi 15.9) Il nuovo questore milite della GNR Mario Tosi (Albo). Marcello Fabiani li accusa di diserzione. 19. In via Mascarella (BO) è ucciso, in «agg», In data imprecisata Leonello Bergamini*, in il milite della GNR Tristano Branchini (Albo). nome del CLN, incontra il prefetto Fantozzi 20. Battaglia dell’Università. Cadono 6 parti- per concordare una tregua invernale. giani della brigata GL città. “il Resto del Carlino” darà un’informazione generica il 24. Novembre 20. A Bologna è ucciso il milite della GNR 1. Esce “Vent’anni”, ad Imola. Ivano Cirri (Albo). Un Ivano Cirri, secondo 1. Esplode una bomba contro lo stabile che “il Resto del Carlino”, era stato ucciso il 19.9 ospita la sede del commissariato di polizia di (Vedi 3.10). Galliera, in via Porta di Castello, nel centro 21. Battaglia di Vigorso (Budrio). Cadono 36 di Bologna. Restano uccisi gli agenti Nino partigiani. Fiori, Giuseppe Gieri, Giuseppe Leone, Bru- 21. A Budrio è ucciso, in «agg», Carlo no Mingardi, Pasquale Musenga. Secondo Casarini delle BN (Albo). Albo sono tutti morti l’1.11, ma Fiori e Gieri 24. Eccidio di Susano (Vergato). 10 persone in un attentato a una caseram. Per Leoni non sono fucilate dai tedeschi. è indicata la causa. Mingardi sarebbe morto 25. “il Resto del Carlino “ scrive che il 19 in in un attentato contro la caserma di via del una zona della pianura una quarantina di Pratello e Musenga in «agg». Secondo altra partigiani sono stati uccisi in uno scontro. versione (vedi 1.2.1945) l’attentato contro la

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sede del commissario è dell’1.2, con 5 morti 18. A Dozza è ucciso, in «agg», il milite della e 2 feriti (P-Q). GNR Bruno Carletti (Albo). 2. A Bologna muore in ospedale Guglielmo 20. A Minerbio è ucciso l’agente della Polizia Comai a seguito di ferite riportate in «agg» economica Gaetano Spinelli (Albo). (Albo). Sempre a Bologna è ucciso, in «agg», 21. I fascisti prelevano dalle rispettive abita- Gianluigi Gilardini interprete al servizio dei zioni e uccidono l’avvocato Alfredo Svampa* tedeschi (Albo). e il medico Pietro Busacchi*. 3. A Milano Cadorna è nominato comandan- 21. Esce “Battaglia” a Galliera. te del CVL. Parri e Longo sono i vice 21. Agnoli è confermato podestà. 4. Il comando tedesco annuncia che sarà 22. I fascisti prelevano dalle rispettive abita- impedito il rientro in città delle famiglie sfol- zioni e uccidono l’avvocato Giorgio Macca- late nei mesi precedenti nei comuni della ferri* e l’industriale Francesco Pecori*. provincia. Contemporaneamente ordina lo 24. Il CUMER ordina l’intensificazione della sgombero della parte della città a sud dei guerriglia urbana. viali di circonvallazione (la zona collinare) in 24. Ad Anzola Emilia è uccisa Bianca vista dei combattimenti previsti per fermare Bergami Rizzoli, segretaria del PFR femmini- l’avanzata degli alleati. le locale (Albo). 5. A Calderara di Reno è ucciso, in «agg», il 30. Esce “Compagna” a Bologna. milite della GNR Ostilio Fantuzzi (Albo). 30. Esce “La fiaccola” a S. Pietro in Casale. 7. Battaglia di Porta Lame. “il Resto del 30. Esce “I lavori forzati” a S. Pietro in Ca- Carlino” non scrive una riga, ma dà notizia sale. dei fascisti giustiziati e sepolti nella zona. 30. Gli inglesi liberano Fontanelice. 7. A Bologna è ucciso, in «agg», l’agente In data imprecisata ha luogo l’eccidio in loca- Walter Conti (Albo). Sempre a Bologna è lità Suore di Mongardino (Sasso Marconi). I ucciso l’agente Bruno Gheri (Albo). tedeschi uccidono 6 persone. 8. Ad Anzola Emilia in «agg» è ucciso Giuseppe Ferri delle BN, unitamente a Ciro Dicembre Minozzi (Albo). Ma a p.446 dell’Albo è scrit- 3. A Calderino (Monte S. Pietro), è ucciso to che Minozzi muore in un mitragliamento Alfredo Giuseppe Dardi (Albo). aereo. 4. I tedeschi fanno il primo rastrellamento ad 10. Nascono la Camera confederale del lavo- Amola di Piano (S. Giovanni in Persiceto). ro e la Federazione provinciale lavoratori Circa 300 i fermati. Un secondo rastrella- della terra. mento sarà fatto il 7. 10. A Molinella, in «agg», è ucciso Ennio 5. A Bologna sono uccisi, in «agg», Alfonso Resca (Albo). Mingozzi «informatore» e il figlio Sergio 11. A Bologna, in «agg», è ucciso il sottote- milite della GNR (Albo). A Minerbio è ucci- nente della X Mas Giorgio Trombetta (Al- sa l’ausiliaria Carla Orsini (Albo). bo). 6. A S. Lazzaro di Savena la GNR cattura e 13. Il generale Alexander, comandante delle fucila i militi disertori della GNR Renato truppe alleate nel Mediterraneo, annuncia la Ballotta, Pasquale Calzolari e Alfonso Consi sospensione delle operazioni belliche. o Landi. Il 10 sono fucilati i disertori 14. A S. Giorgio di Piano è ucciso, in «agg», Armando e Walter Cerè. Tutti erano stati tro- il milite delle BN Piero Roberto Dodi (Albo). vati armati. I cadaveri sono abbandonati per 15. Battaglia della Bolognina. la strada e la cosa provoca molte proteste 16. A Calderara di Reno è ucciso, in «agg», il all’interno del PFR (P-Q). milite della GNR Oddone Mauro Fornasari 7. L’agente ausiliario Walter Conti è ucciso in (Albo). via Santa Caterina (BO). 17. All’ospedale muore il milite della GNR 12. A S. Giorgio di Piano la GNR fucila 9 Vittorio Avanzi rimasto ferito nello scontro militi che hanno disertato dalla GNR: di Porta Lame (Albo). Clorindo Belluzzi, Pietro Bergami, Paolo

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Brunetti, Guerrino Colombari, Carlo Cu- concordare il passaggio dei poteri al momen- latina*, Francesco Franchi, Gilberto Gam- to dell’arrivo degli alleati. Bentivogli si reca berini, Cesare Martelli e Vincenzo Onofri. Il all’incontro e, in nome del CLN, respinge fatto provoca la protesta di numerosi espo- l’offerta. nenti del PFR. 13. Eccidio di Boschi (Vergato). 11 civili sono uccisi dai tedeschi. 1945 13 o 14. Eccidio della Chiusa di Cavacchio (Vergato). 15 civili sono uccisi dai tedeschi. Gennaio 13. Al poligono di tiro sono fucilati i parti- 1. Esce “L’Ardimento” a Bologna. giani Arrigo Brini*, Giancarlo Cannella*, 5. A Bologna è ucciso Giovanni Cavicchi (Al- Franco Dal Rio*, Settimo Dal Rio*, Ardilio bo). Fiorini*, Gian Luigi Lazzari*, Rossano 11. Il milite Giovanni Chioatto è ucciso in via Mazza*, Lino Panzarini*, Enrico Raimondi*, Tripoli (oggi via P. Fabbri) (BO) da 3 parti- Luciano Roversi*, Riniero Turrini*, Giorgio giani. Zanichelli*, un cittadino sovietico e un citta- 11. Una bomba è lanciata nel bar di Strada dino olandese. Con loro fu fucilato un medi- Maggiore (BO) 62 frequentato da fascisti. 2 co austriaco disertore. Il 9 i 15 partigiani avventori perdono la vita (P-Q). erano stati catturati nell’ “infermeria” segre- 12. Sono uccisi a Bologna, in «agg», il milite ta del CUMER allestita in uno stabile di via delle BN Giuseppe Berti e il fratello Gino (P- Duca d’Aosta 77 (oggi Andrea Costa). Q e Albo). 14. Primo eccidio di Sabbiuno del Monte di 13. Una bomba scoppia nel cinema Medica, Paderno (Bo). Il secondo avverrà il 23. in via Monte Grappa (BO), e provoca un Un’ottantina di partigiani sono uccisi dai morto e sei feriti. Il morto è il milite della tedeschi. GNR Amedeo Dalle Donne (Albo). 15. A Minerbio è ucciso, in «agg», il milite 17. A Bologna è ucciso il milite delle BN della GNR Primo Bertuzzi (Albo). Angelo Selli (Albo). 15. Esce “Rivoluzione socialista” a Bologna. 19. Una bomba scoppia in un bar di via della 20. Esce “La voce delle donne” a Bologna. Zecca (BO), frequentato da poliziotti. Due 22. Esce “Patrioti” a Porretta Terme. morti e 9 feriti. 23. Esce “Avanti-l’Unità” a Bologna. 21. In via Scipione del Ferro (BO) è ucciso 23. Esce “La Punta” a Bologna. l’agente Edmondo Monetti (P-Q). In via 23. A Galliera è ucciso, in «agg», il milite delle Nazario Sauro (BO) è ucciso, in «agg», l’a- BN Onorato Mingozzi (Albo). Sempre secon- gente di polizia Angelo Gallo (Albo). do l’Albo, il 23.10.1944 a Galliera sarebbe 27. In via Laura Bassi (BO) sono uccisi due stato ucciso il guardiafili Onorato Migozzi. militi della GNR: Giovanni Chieregatti e 29. A Bologna è ucciso, in «agg», il milite Giuseppe Basoli. delle BN Marcello Balerci (Albo). A Miner- 28. Franz Pagliani lascia la carica di Delegato bio è ucciso, in «agg», l’agente della Polizia regionale del PFR e Pietro Torri quella di economica Raffaello Mignatti (Albo). segretario provinciale. Giovanni Cerchiari In data imprecisata Paolo Fabbri* lascia la diventa segretario provinciale e comandante segreteria del PSIUP a Giuseppe Bentivogli. della 23a brigata nera. L’allontanamento di Con Mario Guermani*, Fabbri attraversa la Pagliani e Torri è stato imposto dal generale linea del fronte e si reca a Roma per conferi- von Senger. re con la direzione del PSIUP. 30. Esce “Il diritto del profugo” a Bologna. In data imprecisata la sede bolognese della 30. Esce “La lotta” ad Imola. Banca d’Italia inizia a sovvenzionare il CLN 30. Esce “L’Attacco” a Bologna. con 20 milioni il mese. 31. A Medicina è ucciso, in «agg», il sottote- In data imprecisata il prefetto Fantozzi chie- nente delle SS italiane Michele Arcangelo de un incontro con Giuseppe Bentivogli* per Olivieri (Albo). In via S. Vitale (BO) è ucci-

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so, in «agg», il milite della GNR Bruno Montano) perdono la vita o in un campo Biavati (Albo). minato o perché uccisi dai tedeschi. In data imprecisata a Piacenza i partigiani 15. Enzo Visioli è il nuovo questore di catturano e fucilano Cesare Bondioli e Bologna. Romano Rimondini del PFR di Bologna. 16. A Baricella è ucciso, in «agg», il milite In data imprecisata il PRI aderisce al CLN. delle BN Corrado Fiorentini (Albo). 17. A Bentivoglio sono uccisi i fascisti Febbraio Raffaele Mignani e Alberto Querzè (P-Q). 1. I partigiani collocano una bomba davan- 18. Il capitano della GNR Rolando Torresi è ti alla sede del commissariato di PS in via giustiziato a Bologna (P-Q). A S. Giorgio di Porta Castello (BO). Lo stabile crolla parzial- Piano è ucciso l’ex podestà Vincenzo Tugnoli mente. 5 agenti perdono la vita e 2 restano (P-Q). feriti (P-Q). 19. A Galliera un centinaio di donne assalta- 1. In via Falegnami (BO) è ferito dai parti- no e mettono a soqquadro la sede comunale. giani l’agente Carmelo Micalì. Morirà il 5. Augusta Garuti* è arrestata e associata alle 1. Esce “La Riscossa” di Bologna. carceri di S. Giovanni in Monte. 4. “il Resto del Carlino” scrive che in uno 20. Ad Imola è ucciso Romano Barberini che scontro, avvenuto fuori porta S. Vitale, sono si era arruolato nella Wehrmacht (Albo). rimasti uccisi due partigiani e il milite della 22. A Malalbergo 150 donne manifestano GNR Giuseppe Loreta. Loreta – ucciso da davanti al comune. un colpo partito accidentalmente dal fucile 23. In via Broccaindosso (BO) è ucciso l’im- di un altro milite – era collaboratore del gior- piegato dello stato Luigi Ara (P-Q). nale sul quale firmava con lo pseudonimo 24. In piazza S. Michelino (BO) è ucciso il Gielle. Secondo un rapporto della questura, tenente dell’esercito Medardo Cesari. nello scontro perdono la vita anche Nello Secondo l’Albo era un milite delle BN ucciso Cavicchioli e Mauro Trigari della GNR. in «agg». Ha pure avuto il riconoscimento 5. A Bologna è ucciso, in «agg», il poliziotto partigiano, per ragioni non accertate. In via Gian Arrigo Balugani (Albo). Goito è ucciso il milite Bruno Rodolfi. In via 6. A Malalbergo è ucciso Ledo Dimenservise Duca d’Aosta (oggi via A. Costa) è giustizia- (Albo). to un militare tedesco. In via S. Stefano 16 10. In questa data pare siano iniziate le prime sono uccisi il conte Gualtiero Isolani, la esecuzioni di partigiani a San Ruffillo (BO), sorella Carolina, il sergente Aldo Antonini e subito sepolti tra le macerie delle abitazioni Ines Benfenati. In via Marsala sono uccisi distrutte dai bombardamenti. Dopo la Evelino Pasquini e la moglie Angela. Liberazione furono ricuperate 94 salme, non 25. In via S. Apollonia (BO) è ucciso Vittori- tutte identificate. no Villanedi. A S. Pietro in Casale è ucciso, in 11. A Bologna è giustiziato, in «agg», il mili- «agg», Beniamino Foppolo (Albo). te delle BN Silvano Fabbri (Albo). A Ver- 26. In via Broccaindosso (BO) è ucciso il gato, in «agg», è ucciso Giorgio Stefani (Al- milite delle BN Giovanni Fontebuoni (P-Q). bo). A S. Giorgio di Piano, in «agg», è ucci- Secondo l’Albo era un milite della GNR e fu so il milite delle BN Vincenzo Tugnoli ucciso, in «agg», in via del Pratello. (Albo). 27. I tedeschi anticipano il coprifuoco alle 14. In via S. Felice angolo Paradiso (BO) ore 18,30. sono uccisi Augusto Turtura e Giorgio Bor- 28. A S. Pietro in Casale è uccisa, in «agg», tolotti del reparto automezzi delle BN (P-Q). Elsa Bergami (Albo). A S. Pietro in Casale è 14. Paolo Fabbri e Mario Guermani – di uccisa la sindacalista del PFR Elide Varotti ritorno da Roma dove hanno conferito con la (Albo). direzione del PSIUP – lasciano Porretta In data imprecisata Alberganti, richiamato a Terme per attraversare la linea del fronte e Milano dalla direzione del PCI, lascia a rientrare a Bologna. A Bombiana (Gaggio Fernando Zarri* la segreteria provinciale.

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Marzo 9. A Bologna è ucciso, in «agg», il milite della GNR Giovanni Mancini (Albo). 1. Nella sua abitazione, in via Savenella 1 10. È ucciso il fascista Carlo Montanari nei (BO), è ferito il milite della GNR Martino pressi della Certosa di Bologna (P-Q). Ad Berti. Nell’attentato resta uccisa la sua aman- Imola è ucciso, in «agg», l’agente di polizia te Giuseppina Gubbioli (P-Q). In via Domenico Feloni (Albo). A Bologna è ucci- Barbieri (BO) è ucciso il milite della GNR so, in «agg», il milite della BN Carlo Claudio Giuseppe Rabbi (P-Q). In via Roma (oggi via Montanari (Albo). Marconi) (BO) è ucciso, in «agg», il commis- 10. Eccidio in località La Rossa ad Imola. 8 sario di PS Vincenzo Barberi (Albo). A partigiani sono fucilati dai fascisti. Baricella, in «agg», sono uccisi i militi delle 11. A Budrio è ucciso, in «agg», il milite della BN Elia Vecchietti e Wilma Vecchietti (Albo). GNR Armando Bettini (Albo). 1. A S. Giorgio di Piano manifestazione di un 12. In via Vezza (BO) è ucciso il fascista centinaio di donne davanti alla sede comuna- Roberto Salmi (P-Q). Per l’Albo sarebbe le. Manifestazione analoga si svolge a Castel morto in via Irnerio in «agg». A S. Pietro in Maggiore (P-Q). Casale è ucciso il milite delle BN Ippolito 3. Manifestazione di donne davanti alla sede Ciampino (Albo). Lo stesso giorno, a S. comunale di Bologna e invasione della stessa. Pietro in Casale, è ucciso, in «agg», il milite 150 donne in colonna si recano in corteo in della GNR Gaetano Giampino (Albo). via Riva di Reno e manifestano davanti alla (Molto probabilmente Ciampino e Giam- Manifattura tabacchi. A Zola Predosa un pino sono la stessa persona). A Bazzano è gruppo di donne penetrano nella sede comu- ucciso il milite della GNR Bruno Geminiani nale e appiccano il fuoco ad alcuni uffici. A (Albo). A Ca’ de Fabbri (Minerbio), in Budrio un gruppo di donne chiede la distri- «agg», sono uccisi gli agenti della polizia eco- buzione di sale davanti alla sede comunale nomica Corradino Rosati e Bruno Guidotti (P-Q). (Albo). Dall’Albo si apprende pure che il 13, 3. A Bologna è ucciso il milite della GNR a Bologna in «agg», è stato ucciso l’agente Bruno Malabrì (Albo). A Crevalcore, in della Polizia economica Corrado Rossati. «agg», è ucciso il milite della GNR Massi- 13. A Bologna è ucciso, in «agg», il fascista miliano Scomina (Albo). A Bologna è ucciso Gualtiero Bernardini (Albo). Sempre a Rolando Tessarin della X Mas (Albo). Bologna è ucciso l’agente della Polizia eco- 5. A Casalecchio di Reno si svolge una mani- nomica Amedeo Gazzotti (Albo). festazione di donne davanti al comune (P-Q). 15. A Bologna è ucciso, in «agg», l’agente di 5. A S. Giorgio di Piano è ucciso, in «agg», il polizia Francesco Lauria (Albo). A Malal- caposquadra delle BN Cesare Moretti (P-Q). bergo è ucciso, in «agg», l’agente della 6. È ucciso il caporale maggiore (non si sa di Polizia economica Enzo Martelli (Albo). quale arma) Amedeo Muzzi di Calderara di 16. A Zola Predosa è ucciso, in «agg», Reno. Accanto al cadavere è lasciato un car- Umberto Carnevali (Albo). tello con la scritta «Spia fascista» (P-Q). A 17. A Bologna, in «agg», è ucciso il milite Galliera è ucciso Gioacchino Milanesi fatto- delle BN Primo Poderi (Albo). re dell’azienda Bonora (P-Q). 19. La DC e il PLI chiedono al CLN di far 7. A Castenaso è ucciso, in «agg», il tenente cessare l’agitazione intrapresa da braccianti e della GNR Bruno Monti (Albo). mezzadri per l’applicazione del Concordato 8. A Fiesso (Castenaso) è ucciso, in «agg», il Paglia-Calda. Per evitare la crisi del CLN, i milite delle BN Francesco Galetti (Albo). A sindacati interrompono l’agitazione. Casalecchio di Reno, in «agg», è ucciso il mili- 19. A Pieve di Cento è ucciso, in «agg», il te della GNR Giovanni Livio Tessarolo milite della GNR Roberto Fantoni (Albo). (Albo). 20. In via Nosadella (BO) è ucciso, in «agg», 9. A Crespellano una manifestazione di il milite della GNR Umberto Cacciari (Albo). donne si svolge davanti al comune (P-Q). In via Piana (BO) è rinvenuto il cadavere di

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Emilio Caselli del 1907, con addosso una siliaria delle BN. A Bologna è ucciso Fer- divisa tedesca (P-Q). A Corticella (BO) è ruccio Ragazzoni direttore del Consorzio ucciso, in «agg», il milite delle BN Piero agrario (P-Q e Albo). A Bologna è ucciso, in Lepore (Albo). «agg», Alfonso Burzi della Polizia ausiliaria 21. A Bologna è ucciso, in «agg», l’agente (Albo). dell’Ausiliaria Edmondo Monetti (Albo). A 30. In via S. Donato (BO) è ucciso il sergen- Castagnolino (Bentivoglio) sono uccisi, in te della GNR Sebastiano Dovi (P-Q e Albo). «agg», il milite della GNR Alfredo Ferrac- A Galliera, in «agg», è ucciso il milite della cioli (Albo), Amedeo Lambertini e Albertina GNR Dino Vignoli (Albo). Pizzirani segretaria della sezione femminile 31. È ucciso il milite della GNR Giuseppe del PFR di Bentivoglio (Albo). A Bologna è Sarzola (P-Q). A Bologna, in «agg», è ucciso ucciso il milite della GNR Mario Faustini il milite della GNR Oreste Viale (Albo). (Albo). 23. Tiziano Zucchelli, usciere capo dell’univer- Aprile sità, è ucciso per la strada (P-Q). Secondo altra 1. A Galliera è ucciso, in «agg», Giuseppe fonte apparteneva alla Polizia econmica della Baraldi (Albo). In via Savenella (BO) è ucci- RSI (Albo). In via Sostegnazzo 3 (BO) è ucciso sa, in «agg», Giuseppina Gubbioni ausiliaria il milite delle BN Alfredo Fantoni (P-Q). In via delle BN (Albo). Viola 29 (BO) sono trovati i cadaveri di 2. A S. Giovanni in Persiceto è ucciso, in Blandina Ridighieri e dei figli Gianni e «agg», Augusto Bonfiglioli della Polizia ausi- Veronica. Accanto ai corpi un cartello con la liaria (Albo). scritta «Così si trattano le spie fasciste» (P-Q). 3. A Castel Maggiore è ucciso, in «agg», il A S. Pietro in Casale è ucciso, in «agg», il fasci- milite della GNR Vincenzo Laffi (Albo). A sta Giobatta Bianchi (Albo). Ad Imola è ucci- Mezzolara (Budrio), in «agg», è ucciso il mili- so, in «agg», Franco Bulgarelli delle BN te della GNR Vincenzo Zaniboni (Albo). (Albo). A Bologna è ucciso, in «agg», Vinicio 4. A Bologna, in «agg», è ucciso Bruno Tas- Enzo Calamai (Albo). Ad Altedo (Malal- sinari della X Mas (Albo). A Castenaso è bergo) è ucciso, in «agg», Prodigo Dottini delle ucciso Pasquale Galletti (Albo). A Baigno BN (Albo). Ad Altedo (Malalbergo) è ucciso il (Camugnano) è ucciso Primo Neri segretario milite della GNR Ferruccio Fazzioli (Albo). del PFR di Castiglione de’ Pepoli (Albo). 24.In via Goito (BO) è ucciso il milite Bruno 5. È ucciso Arsenio Orienti della GNR. A Rodolfi (P-Q). A Borgo Panigale (Bologna) è Baricella è ucciso, in «agg», il milite delle BN uccisa, in «agg», Blandina Rediglieri ausilia- Giovanni Pranzini (Albo). ria delle BN (Albo). Secondo l’Albo lo stesso 6. A Budrio è ucciso, in «agg», il milite delle giorno è stata uccisa, in «agg», Blandina BN Sergio Poli (Albo). (Poli ha avuto il rico- Veronica Zani. Per la prefettura Blandina noscimento partigiano nella 66a brg Jacchia Ridighieri (e non Redighieri) sarebbe stata Garibaldi ed è morto a Budrio il 6.4.45. Non uccisa il 23.3. siamo riusciti a spiegare il caso). 25. A Bologna è ucciso Arvedo Fantoni delle 7. A Galliera, in «agg», è ucciso il milite delle BN, con la moglie (Albo). BN Adelmo Sgarzi (Albo). 26. In via Broccaindosso (BO), in «agg», è 9. Inizia l’offensiva alleata per liberare il ucciso il milite delle BN Enrico Squarcialupi Bolognese. (Albo). A Bologna è ucciso il milite della 10. A Castel Maggiore sono uccisi Bruno GNR Carlo Varignana (Albo). Balzan e il figlio Antonio (Albo). A Bologna è 27. In via Rolandino (BO) è trovato il cada- ucciso, in «agg», Davide Magli (Albo). A vere di Vittorio Gandino, ritenuto una spia Borgo Panigale (BO) è uccisa, in «agg», la BN dei tedeschi (P-Q). Felicità Menotti (Albo). A S. Giorgio di Piano 29. In via dello Scalo 2/3 (BO) è rinvenuto il è ucciso, in «agg», il milite delle BN Silvio cadavere di Maria Ines Tassoni ritenuta una Milanesi (Albo). A Bologna è ucciso, in «agg», spia dei fascisti (P-Q). Per l’Albo era un’au- il milite delle BN Vittorio Rainini (Albo).

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11. Esce il “Bollettino dell’8a brigata Masia” 16. I polacchi liberano Castel Guelfo di a Bologna. Bologna. 11. A Bagnarola (Budrio) è ucciso, in «agg», 16. Dal pozzo dell’azienda Becca di Imola Loredano Minelli (Albo). sono ricuperati i corpi di 16 partigiani tortu- 12. In via S. Vitale è ucciso Gabriele Gua- rati e uccisi dai fascisti prima di abbandona- raldi agente dell’Ausiliaria. re la città. 12. Eccidio dell’azienda Becca ad Imola. 16. A Molinella è ucciso l’agente della Polizia Sono torturati, uccisi e gettati in un pozzo 16 economica Francesco Bandiera (Albo). A partigiani. Ponte Ronca (Zola Predosa) è ucciso, in «agg», 12. Muore Aristide Sarti. Cade con l’aereo in Renato Roberto Montanari del PFR (Albo). azione di guerra in Veneto. 17. È ucciso a Bologna il fascista Gaetano 12. Mordano è liberata dai polacchi e Benucci. Maria Mattioli – che lavora presso Casalfiumanese dall’esercito italiano. un comando tedesco in località S.Anna (BO) 12. Davanti al Tribunale straordinario di – è uccisa in via Ferrarese (P-Q). A Zula guerra di Bologna inizia il processo contro 27 (Pianoro) sono uccisi i militi della GNR persone, molte delle quali militano nella bri- Mario Mazza e Giorgio Michelotti (Albo). A gata Matteotti città. Sono: Vincenzo Bacca- Bologna è ucciso il milite della GNR Pietro ro*, Federico Benfenati*, Otello Bonvicini*, Mazzetti (Albo). Salvatore Cabras*, Calari Angela, Gino 17. I polacchi liberano Castel S.Pietro Terme. Corsini, Ermanno Ermini, Alfredo Fanti*, 18. In via Scandellara (BO) un’esplosione Albino Gaiani, Ildebrando Gaudenzi, Car- casuale distrugge una base partigiana. 13 i melo Gregorio*, Cesarino Gruppi*, Pietro morti e 4 i feriti. Gruppi*, Ruggero Malossi*, Gaetano Minel- 19. A Funo (Argelato) è ucciso il milite della li, Guglielmo Minelli, Ampelio Nanni*, GNR Luigi Ricchi (Albo). Mario Paganini*, Giuseppe Poggi*, Amalia 20. A Casalecchio di Reno è ucciso, in «agg», Pozzi, Amedeo Simili*, Giorgio Simili, il fascista Primo Bettini (Albo). A Bologna è Paolina Simili*, Alessandro Ventura*, Ercole ucciso, in «agg», il milite della GNR Luigi Venturi*, Amleto Villa, Domenico Zanetti. De Matteis (Albo). A Bagnarola (Budrio) è Sono condannati a morte e fucilati Benfenati, ucciso, in «agg», Ferdinando Montaguti del Bonvicini, Cabras, Cesarino e Pietro Gruppi, PFR (Albo). Il milite delle BN Orlando Ventura. Sono condannati all’ergastolo Bac- Barbieri è ucciso, in «agg», a S. Giovanni in caro, Paganini, Poggi, Amedeo Simili. Gli Persiceto (Albo). In località Croce del Biacco altri sono condannati a pene minori o assolti. (BO) è ucciso, in «agg», il milite della GNR 13. A Bologna è ucciso, in «agg», il milite Giorgio Lazzari (Albo). delle BN Raimondo Bianchi (Albo). 20. Nel pomeriggio i tedeschi, seguiti dai fasci- 14. Le federazioni del PCI e del PSIUP invi- sti, abbandonano Bologna senza combattere. tano i bolognesi ad insorgere. 20. Giuseppe Bentivogli* e Sante Vincenzi* 14. Esce il giornale “La Squilla” di Bologna. del CUMER, catturati dai fascisti in piazza 14. I polacchi entrano ad Imola alle ore 17. I Trento e Trieste (BO), sono torturati e uccisi. partigiani insorgono. 21. All’alba i polacchi e gli americani entrano 14. È ucciso in «agg», in via Beverara (BO), a Bologna. I partigiani insorgono. il sergente della GNR Alfonso Roda (Albo). 21. Il CLN nomina il sindaco (Giuseppe A Mordano, in «agg», è ucciso il milite delle Dozza* del PCI), il presidente della BN Nildo Poletti (Albo). Provincia (Giorgio Melloni* della DC), il 15. Dozza è liberata dall’esercito italiano. prefetto (Gianguido Borghese* del PSIUP) e 15. A S. Giorgio di Piano è ucciso, in «agg», il questore (Romolo Trauzzi* del PdA). il poliziotto Giuliano Fava (Albo). A 21. I tedeschi compiono l’eccidio a S. Casalecchio di Reno è uccisa, in «agg», Giorgio di Piano. 9 persone sono uccise. Emma Galli Pedrelli segretaria della sezione 21. I tedeschi in ritirata si fermano a Ca- femminile del PFR locale (Albo). vezzo (MO) e uccidono 7 partigiani bolo-

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gnesi che avevano avuto in consegna dai 25. In Piazza Vittorio Emanuele II (oggi fascisti. Piazza Maggiore) i partigiani consegnano le 22. Escono i giornali “Corriere dell’Emilia”, armi ai soldati americani. “Corriere Alleato”, “Rinascita”, “Giustizia e 27. Americani e russi s’incontrano sull’El- libertà” e “Bologna è libera”. ba. 23. Malalbergo è l’ultima località bolognese 28. Mussolini è giustiziato dai partigiani. ad essere liberata. 30. Adolf Hitler si uccide.

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I dizionari dei patrioti bolognesi

Questo Dizionario biografico è l’ultimo - giugno 1859 - furono promosse varie ini- e speriamo che resti tale - di una lunga serie ziative editoriali per onorare i patrioti che di pubblicazioni con i nomi dei bolognesi si erano sacrificati per la patria. Furono caduti nelle guerre risorgimentali per l’in- redatti dei dizionari biografici, anche se, a dipendenza e l’unità della patria o che vi volte, erano semplici elenchi di nomi con hanno partecipato. pochissimi dati. Tutte queste pubblicazioni Il primo dizionario biografico dei sono importantissime e, indipendentemen- patrioti bolognesi lo ha fatto compilare il te dai criteri usati per redigerle, meritano la 20 dicembre 1831 - sia pure con altro massima considerazione perché il loro scopo e non certo per additarli alla ricono- scopo primo era quello di onorare chi era scenza della città - il cardinale legato caduto per la patria. Giuseppe Albani commissario straordina- Il lungo elenco ideale degli eroi si apre rio delle Legazioni pontificie, dopo avere con i nomi di Luigi Zamboni e G.B. De soffocato nel sangue l’insurrezione patriot- Rolandis, i protomartiri del Risorgimento tica di quell’anno degli emiliani e dei roma- bolognese. Arrestati con altri nel 1795 - per gnoli. Per compilare quest’elenco la polizia avere promosso un moto insurrezionale pontificia impiegò quattro anni. Nel 1835 contro il governo pontificio - Zamboni fu fu presentata al cardinale legato una lista di ucciso o si uccise in carcere e De Rolandis 1.829 patrioti, i cui nomi furono inseriti in impiccato alla Montagnola il 23 aprile un registro che reca questo titolo Cenni 1796. Due mesi dopo la città fu liberata biografici politici di cittadini bolognesi dall’esercito napoleonico (2). estratti dall’archivio segreto della Direzione I bolognesi, tornati sotto la dominazio- di Polizia di Bologna. Un elenco analogo, ne pontificia dopo il Congresso di Vienna con 78 nomi, fu compilato ad Imola. del 1815, non si rassegnarono alla perdita D’ogni biografato, sia bolognese sia della libertà politica, anche perché il 6 imolese, furono indicati l’età, il luogo di luglio 1816 il pontefice abrogò con motu nascita, la residenza, il mestiere, la condi- proprio il patto firmato il 24 agosto 1447 e zione sociale, lo stato civile e altre annota- rimasto in vigore sino al 1796, in base al zioni personali, a discrezione delle polizie. quale al comune di Bologna erano ricono- L’elenco di Bologna - tenuto aggiornato sciuti diritti sovrani non formali. Risultati sino agli ultimi giorni della dominazione vani i tentativi di risolvere la questione in pontificia - è stato pubblicato nel 1935 a via legale, i bolognesi diedero vita a nume- cura d’Albano Sorbelli e quello d’Imola rosi sfortunati moti insurrezionali (3). Uno pure nel 1935 a cura di Giovanni Maioli e dei più importanti - dopo quello del 1821 - Piero Zama (1). fu organizzato nel 1831, quando Bologna Dopo l’unificazione nazionale e la defi- insorse in accordo con altre città della nitiva cacciata dell’esercito austro-pontifi- regione. Non si conoscono elenchi di cadu- cio - Bologna riconquistò la libertà il 12 ti, anche se un bolognese - mentre durissi-

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me furono le repressioni a Cesena e Forlì il sarebbero stati 37 e 60 i feriti. Gli austro- 20 e 21 gennaio 1832 - perse la vita il 13 pontifici avrebbero avuto 65 morti, 16 feri- marzo quando gli austro-pontifici, accolti a ti e una settantina di prigionieri. Ma Farnè sassate, rientrarono a Bologna (4). avanza l’ipotesi che i caduti dell’esercito Molto consistente, per la partecipazione imperiale siano stati 500. Entrambi i croni- di numerosi armati, l’insurrezione promos- sti - che scrissero i loro saggi subito dopo sa da Pasquale Muratori nell’agosto 1843. l’avvenimento - non forniscono nomi dei Il 15, quando si rese conto che la polizia caduti (8). pontificia era a conoscenza della cospira- I primi nomi - accompagnati dal luogo zione che aveva ordito, con un’ottantina di residenza, dal mestiere e dal tipo di feri- d’armati salì sull’Appennino e occupò una ta riportata - cominciarono a comparire vasta zona collinare nei pressi di Savigno. qualche mese dopo, quando apparve il sag- Dopo alcuni scontri cruenti con le milizie gio d’Antonio Vesi. In un’apposita tabella pontificie, il gruppo si sbandò e molti erano indicati 108 nomi, così divisi: 42 patrioti furono catturati, mentre altri fini- morti e 66 feriti (9). rono in prigione a Bologna. Il primo elenco ufficioso - compresi i Furono processati 160 patrioti, 24 dei bolognesi uccisi per rappresaglia durante quali latitanti, compreso Muratori, anche la ritirata degli austriaci verso Ferrara - fu se non tutti avevano dei meriti verso la pubblicato dalla “Gazzetta di Bologna” patria. Il governo pontificio aveva cercato negli ultimi giorni dell’anno. I nomi - di gettare discredito sul moto risorgimenta- accompagnati dal luogo di residenza, dal le «mescolando ai patrioti gli scellerati, rei mestiere e dal tipo di ferita - erano 148, di delitti comuni» (5). I condannati a morte compresi i 47 morti (10). furono 20, dei quali 6 detenuti e subito Per Vincenzo Peri i morti furono 22, fucilati in via Castelfidardo, dove una lapi- come scrisse nel 1866 (11). Nel 1883 de ricorda il loro sacrificio. 15 furono con- Domenico Brasini pubblicò un saggio dannati all’ergastolo, 5 a 15 anni e 3 a 10. sull’8 agosto e, in coda, mise un “Elenco L’elenco nominativo dei cospiratori, con degl’italiani morti e feriti l’8 agosto 1848”. l’indicazione della professione e della pena, Divise sia i morti sia i feriti in cinque cate- se condannati, fu pubblicato nel 1888 (6). gorie: “Appartenenti alla Guardia Civica”, La vittoriosa insurrezione popolare “Appartenenti ai Carabinieri”, “Apparte- dell’8 agosto 1848 contro gli austro-ponti- nenti ai Finanzieri”, “Abitanti della Città” fici è una delle pagine più luminose della e “Abitanti dei Sobborghi” quelli cioè che storia bolognese, ma anche una delle più risedevano, poiché allora esistevano, fuori difficili da decifrare, quanto a morti e feri- le mura. ti. A lungo si discusse, nel secolo XIX, se Di tutti diede cognome e nome, il dovevano essere considerati martiri solo i mestiere e la modalità della morte o del bolognesi morti con le armi in pugno, o ferimento. Per i morti usò la suggestiva non anche quelli - donne e bambini com- espressione «Colto da una palla». Questi presi, per tacere degli stupri - uccisi dagli dati non erano certo esaurienti - come austriaci per rappresaglia nelle campagne, quelli degli elenchi precedenti, compilati in mentre si ritiravano verso nord. Restò vago fretta - per un esame completo di quella anche il numero degli austro-pontifici ucci- che sarà definita una «gloriosa fazione» (12), si. Tra le tante pubblicazioni che videro la ma sufficienti per far comprendere che il luce in quei giorni, vediamone alcune. moto risorgimentale a Bologna non fu un Secondo B. Del Vecchio i bolognesi fenomeno elitario, ma popolare, dal ebbero una ventina di caduti e una settan- momento che la maggior parte dei morti e tina di feriti e gli invasori 70 morti, 16 feri- dei feriti erano braccianti, facchini, mura- ti e una settantina di prigionieri (7). Simili le tori, artigiani, lavandai e operai in genere. cifre fornite da E. Farnè. I bolognesi morti La natura popolare dell’insurrezione

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bolognese è stata ammessa da Luigi Rava, Cantoni, scrisse - nella voce “Bologna”, uno dei più illustri rappresentanti del uscita nel primo volume del Dizionario del mondo politico conservatore della regione. Risorgimento nazionale - che i morti erano Quando fu incaricato di celebrare il cin- 44 e i feriti un centinaio (20). quantesimo anniversario dello storico fatto Ignoti quasi tutti i nomi dei bolognesi - d’arme, disse che «La rivoluzione del 1831 pare che siano stati centinaia - che nel 1848 preparata, voluto, regolata dalla borghesia, presero parte alla guerra contro gli austria- si compie colla giornata dell’8 agosto, volu- ci in difesa di Venezia. Poche le fonti ta dal popolo» e vinta dagli «eroi plebei» bibliografiche anche se restano le lettere, (13). In quei giorni la marchesa Carolina come quelle di Sebastiano Gherardi, invia- Tattini Pepoli - sorella del patriota te ai familiari dal fronte di guerra (21). Gioacchino Pepoli e patriota pure lei, per Poco dettagliato l’elenco dei morti e dei avere preso parte ai combattimenti contro feriti che Brasini fece per gli sfortunati gli austriaci - scrisse alla madre: «L’en- scontri che i patrioti bolognesi ebbero con tusiasmo era grande nel popolo, ma vergo- gli austriaci nel maggio 1849, dopo i quali gnosamente, meno di pochi, i signori tutti la città ricadde sotto la dominazione ponti- fuggirono e si nascosero» (14). ficia, anche se il potere vero era nelle mani Secondo Ida Ceppi Bernardi «in città del comandante del presidio austriaco, dal nascevano tumulti e scene turpi», ma «Non quale dipendeva la polizia statale. Quando è l’intero popolo che si macchia di sangue possibile, Brasini ha dato l’età e il giorno e si copre di vergogna», bensì «la classe della morte. Molti degli 86 caduti restaro- inferiore composta di facchini, di tirini (dal no ignoti (22). Nessun nome o numero dei trarre i contrabbandieri su dalle mura), di caduti diede Oreste Biancoli in una memo- canepini senza lavoro, i quali, non corretti ria scritta l’anno stesso a Genova, dove era dal governo clericale se non con la forca e andato in esilio (23). la galera e i precetti politici, costituivano Il barnabita Ugo Bassi e Giovanni una razza facinorosa e feroce e incarnavano Livraghi - ma non erano bolognesi - sono le il furto e l’omicidio» (15). In realtà, come ha due vittime più illustri della repressione scritto Alberto Preti, in quel giorno si operata a Bologna dagli austro-pontifici. mescolarono vari fenomeni, la «lotta per Vennero fucilati l’8 agosto 1849 a Villa l’indipendenza, agitazioni contadine, tenta- Spada. È più che probabile che la data sia tivi di eversione sociale e dell’ordine costi- stata scelta dai carnefici per cancellare la tuito» (16). dura sconfitta subita l’anno precedente. Brasini - scrisse che i morti erano 23 e Nel 1849 centinaia, se non addirittura 66 i feriti - non riuscì a stabilire il numero un migliaio di bolognesi accorsero a Roma esatto delle persone coinvolte e i suoi dati per combattere agli ordini di Giuseppe non corrispondono con quelli incisi nelle Garibaldi in difesa della repubblica. Non si lapidi di piazza VIII Agosto e di Palazzo conosce il numero esatto dei partecipanti, d’Accursio (17). Lapidi che, secondo dei morti e dei feriti. Da una pubblicazione Vittorio Fiorini vennero incise o troppo di quello che potrebbe essere considerato il presto o troppo tardi e con troppi nomi. ministero della sanità della Repubblica Per lui i morti furono 62 e 116 i feriti. Di romana, risulta che nel grosso scontro del tutti pubblicò ampie biografie e la sua 30.4.1849, si ebbero 155 feriti, alcuni dei avrebbe potuto essere la versione definitiva quali decedettero. Tra questi 8 feriti erano (18) se, alcuni anni dopo, Giovanni Maioli bolognesi, uno dei quali di Imola. Di tutti non avesse sostenuto che i morti furono 56 l’elenco fornisce nome e cognome, età, ed una settantina i feriti. Anche questo sag- grado ricoperto, corpo di appartenenza e gio fornisce ampie biografie (19). Contem- tipo di ferita (24). Da un altro lunghissimo poraneamente a Maioli, il direttore del elenco di patrioti rimasti feriti in maggio e Museo bolognese del risorgimento, Fulvio giugno, risulta che i bolognesi furono 122,

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mentre non si conosce il numero dei morti. tramellara e dei lancieri di Masini. Oltre ai Di ogni ferito - come risulta da una pubbli- nomi dei due caduti, indica quelli cazione edita a Roma, quando i combatti- d’Alessandro Meloni d’Imola, Luigi menti erano ancora in corso, per cui le cifre Scarani di Bologna e Domenico Cremonini non sono definitive - si conosce nome, di Crevalcore (28). cognome, il luogo di residenza, il corpo in Nel 1874 l’amministrazione civica di cui militava, il grado e il tipo di ferita (25). Bologna pubblicò un manifesto, senza Tra i bolognesi caduti i più famosi furo- data, in occasione del 26° anniversario del- no Pietro Pietramellara e Angelo Masini. l’insurrezione dell’8 agosto 1848, con il Pietramellara nel 1833, mentre militava titolo Bolognesi morti combattendo per la nell’esercito piemontese, fu condannato libertà d’Italia. Alla data 1848 indica 8 per avere preso parte a una cospirazione nomi. Per i moti del 1849, il manifesto mazziniana. Evitò il carcere tornando a indica 4 nomi, contro gli 86 di Brasini. Bologna. Nel 1843 prese parte a una cospi- Seguono 3 nomi per il 1859, 11 per la cam- razione a Imola, per cui fu condannato a pagna bellica del 1860-61, 6 per quella del morte. Andò in esilio in Corsica e tornò nel 1866, 9 per quella del 1867 e uno per quel- 1847 per divenire comandante del secondo la del 1870. battaglione della Guardia civica. Prese Non vi sono nomi né numeri nello parte alle battaglie risorgimentali in Veneto Statuto della Società di mutuo soccorso fra e all’insurrezione bolognese dell’8 agosto i reduci delle Patrie Battaglie della città e 1848. Come molti altri bolognesi andò a provincia di Bologna. Costituita nel 1876 - Roma nel 1849 e Garibaldi gli affidò il dopo l’appello di Giuseppe Garibaldi, elet- comando del battaglione dei Bersaglieri to presidente onorario - era presieduta dal Romani. Ferito il 5 giugno negli scontri del garibaldino Francesco Pais Serra (29). Casino dei quattro venti, morì qualche set- L’1 gennaio 1879 - a seguito di una scis- timana dopo (26). sione, subita dalla Società precedente (30) - Masini - spesso indicato come Masina, fu costituita la Società di mutuo soccorso secondo la fonetica bolognese - fu uno dei tra i superstiti delle guerre risorgimentali, collaboratori più fidati di Garibaldi. A 16 presieduta da Carlo Zorzi. Aveva 568 soci, anni prese parte ai moti risorgimentali del i cui nomi non furono pubblicati. Meno 1831, poi partecipò alla guerra civile spa- che mai furono indicati i dati relativi all’e- gnola, guadagnandosi più di una decora- tà, al titolo di studio, al mestiere esercitato zione, e nel 1848 - dopo essere stato ospite ecc. Nella pubblicazione fatta nell’occasio- delle carceri pontificie dal 1843 al 1846 - ne sono stati indicati solo i nomi dei 60 comandò in Veneto il reggimento dei promotori. Cavalleggeri dell’Alto Reno. Nella prima- Tra i soci vi erano un generale, 5 colon- vera del 1849 con il suo reparto - divenuto nelli, 13 maggiori, 27 capitani, 56 tenenti, i Lancieri della morte - prese parte alla 92 sottufficiali, 57 caporali e 205 soldati. difesa della Repubblica romana e cadde il 3 Dalla pubblicazione risulta che, tra questi, giugno al Vascello dopo essersi coperto di 70 erano possidenti, 58 negozianti, 30 gloria (27). addetti al settore “arti liberali”, 33 pensio- Giovanni Maioli, in un saggio sulla par- nati, 90 impiegati e 175 addetti alle “arti e tecipazione dei bolognesi alla difesa della mestieri”. La pubblicazione aggiunge il repubblica romana, indica cifre non defini- numero dei decorati, senza indicare i nomi tive e pochissimi nomi. Ha scritto che la e le campagne fatte dai soci, alcuni dei Legione bolognese aveva 550 uomini, ma quali cominciarono con i moti del 1831-32. forse non erano tutti bolognesi, come i Fornisce anche le fasce d’età: 23 nacquero 1.500 patrioti del reggimento Unione di tra il 1800 e il 1810, 50 tra il 1811 e il 1820 Bologna. Poco o nulla dice della consisten- e così via (31). za del battaglione dei bersaglieri di Pie- Non furono inseriti elenchi di nomi

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nello Statuto della Società di mutuo soc- vano questa qualifica. Per screditare gli corso tra i reduci delle patrie battaglie e esponenti dei moti risorgimentali, il gover- garibaldini, nata nel 1888 dall’unione d’al- no pontificio, come aveva già fatto per i cune associazioni combattentistiche, le moti di Savigno e per quelli di Romagna, quali nascevano e morivano con notevole aveva mescolato in un unico giudizio rapidità, a causa di divisioni politiche (32). patrioti e malandrini. Tutti erano stati fuci- Ugo Pesci, un famoso giornalista a lati e sepolti in località Malcantone (oggi cavallo tra il XIX e il XX secolo, ha scritto Belcantone nel quartiere Barca, nei pressi un libro sulla partecipazione dei bolognesi della Certosa) dove per secoli erano stati alle guerre risorgimentali, nel quale manca- inumati in tombe anonime eretici, patrioti no elenchi completi. Del tutti assenti i dati e malfattori (37). relativi all’età, al mestiere ecc. Per l’8 ago- Giovanni Maioli, in un saggio sui moti sto 1848 ha riferito i dati noti, senza com- mazziniani che si ebbero nella regione nel pletare le ricerche precedenti. Per la “spe- 1854, ha scritto che a Bologna tra il 1855 e dizione dei mille” ha dato pochi nomi e il 1859 furono giustiziati più di cento meno riferimenti e così pure per la sfortu- patrioti, ma non ha specificato se questi nata battaglia di Mentana del 1867. Il volu- erano compresi o no nell’elenco di Gen- me è ben scritto, ma carente per la parte narelli (38). biografica (33). Per avere la biografia com- Fa storia a sé una pubblicazione curata pleta dei cinque bolognesi che parteciparo- da Raffaele Belluzzi e Vittorio Fiorini in no alla “spedizione dei mille” bisognerà occasione dell’Esposizione regionale del attendere un saggio d’Ivo Luminasi (34). 1888, nel corso della quale fu fatto il punto Poco, salvo qualche nome qua e là, si della ricerca storica sul Risorgimento (39). I trova nel volume che Alberto Dallolio - curatori pubblicano solo il nome dei uno dei principali esponenti del mondo patrioti caduti e, ma non sempre, la locali- liberale e sindaco della città nel secolo XIX tà dove si sacrificarono. Da questi elenchi - - ha dedicato alla “spedizione dei mille” (35). frutto della lettura di tutte le pubblicazioni Pure privo d’elenchi il libro di Dallolio uscite nel trentennio postunitario - risulta Cospirazioni e cospiratori a Bologna (36). che nel 1848 a Bologna caddero 48 patrio- All’indomani dell’unificazione naziona- ti e altri 16 in varie località italiane. Nel le, quando - su incarico del governo italia- 1849 si ebbero 54 caduti nel Bolognese e no - cominciò a raccogliere i principali 23 altrove. provvedimenti e documenti del defunto Alcuni dubbi restano sulla scarsa parte- Stato pontificio, Achille Gennarelli trovò cipazione dei bolognesi alla spedizione dei due elenchi di bolognesi, ma vi erano Mille con Garibaldi. Cinque garibaldini se- anche alcuni romagnoli, fucilati tra il 1849 condo alcuni storici, uno secondo altri (40). e il 1857. Il primo comprendeva 186 nomi Sicuramente vi prese parte Paolo Bovi di persone fucilate a Bologna e il secondo Campeggi, che aveva partecipato all’insur- 90, quasi tutti bolognesi soppressi altrove. rezione dell’8 agosto a Bologna e alla dife- Di ognuno erano indicati il nome e cogno- sa della Repubblica romana nel 1849. Tra i me, la città di residenza ed il reato com- tanti elenchi esistenti, il più attendibile piuto. dovrebbe essere quello - l’ultimo in ordine La legge marziale, proclamata dai nuovi di tempo - apparso in una pubblicazione governanti pontifici a Bologna all’indoma- del 1982. I bolognesi sarebbero stati quat- ni degli sfortunati moti risorgimentali della tro: Bovi Campeggi, Gaetano Coli, Giu- primavera 1849, era stata mantenuta in seppe Magistris e Ignazio Simoni (41). vigore sino al 23.5.1857. Leggendo la causa Almeno 15 furono i bolognesi caduti della pena di morte risulta che la stragran- nella guerra del 1860-61, la maggior parte de maggioranza erano patrioti, ma che non dei quali negli scontri che si ebbero a pochi erano ladri e assassini o, almeno, ave- Caiazzo e nel Casertano con l’esercito bor-

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bonico. A Custoza nel 1866, i caduti bolo- niale italiana alla fine dell’Ottocento. In un gnesi furono poco meno di dieci, ma non si cartoncino di 20 centimetri per 18, sono conosce l’elenco dei numerosi volontari stati stampati il nome e il cognome dei 18 intervenuti. militari caduti in Etiopia, con la sola indi- Esistono cifre contraddittorie per la cazione del grado. Erano 3 capitani, 4 sfortunata spedizione di Garibaldi per libe- tenenti, un commissario di marina, un rare Roma nel 1867. Belluzzi - uno dei furiere, 2 sergenti, un caporale e 6 soldati comandanti dei garibaldini bolognesi fatto semplici. prigioniero dai francesi - due anni dopo ha L’elenco è preceduto da questa scritta: scritto che a Mentana e Monterotondo i «La città di Bologna vuole ricordati ai caduti furono 12 e 34 i feriti. Di tutti fornì posteri nella pietà e nella gloria gli ufficiali precise indicazioni biografiche, meno che e i soldati bolognesi che nel MCCCXCVI a per sei feriti (42). Due anni dopo, in un’altra Adua e a Lafolè con eroica virtù combat- pubblicazione, indicò i nomi di quattro tendo sacrificarono la vita memori e meri- garibaldini deceduti in seguito alle ferite (43). tevoli di una grande Italia. Anno Nel catalogo preparato con Fiorini per la MCCCXCIX» (47). mostra bolognese del 1888 ha scritto che i Pochissimo abbiamo trovato sui bolo- morti furono nove: 5 a Mentana e 4 a gnesi caduti nella guerra di Libia nel 1911- Monterotondo (44). Furono invece 17, se- 1912. Si sa solo che furono nove, mentre è condo un elenco di tutti i garibaldini cadu- ignoto il numero dei feriti. In un documen- ti a Mentana e Monterodondo pubblicato to, conservato al Museo del Risorgimento nel decennale sulla “Rivista della Masso- di Bologna e intestato “Esercito italiano. neria Italiana”. Questi i nomi: Albino e Morti in guerra nella Tripolitania negli anni Clemente Bondi e Francesco Zambonetti 1911-1912”, sono riportati i nomi dei ca- di Budrio; Giovanni Bovi Campeggi, duti di Bologna e d’altre città. Dei militari Antonio Donnini, Giuseppe Facci, Carlo è indicato il nome e il cognome, il grado, Giovannini, Cesare Govoni, Cesare Mar- l’arma in cui militarono e il luogo dove tinelli, Edoardo Negrini, Vincenzo Pascoli, morirono. Due bolognesi ebbero la meda- Gaetano Veronesi di Bologna; Luigi Costa glia d’argento e uno quella di bronzo (48). di Imola; Augusto Pezzoli di Baricella; I bolognesi morti nella guerra mondiale Luigi Costa, Francesco Sabbioni e Giu- 1915-1918 furono 10.085. I loro nomi sono seppe Tabanelli di Imola (45). stati pubblicati in un volume edito nel Non esistono elenchi completi con i 1927. Si tratta di un vero e proprio dizio- nomi dei bolognesi che militarono nelle nario biografico perché accanto ai nomi formazioni garibaldine. Nel 1907 Tomaso sono indicati numerosi dati di notevole Casini - direttore dell’ Archivio emiliano importanza. Li diamo nell’ordine seguito del Risorgimento nazionale - promosse dai compilatori: la paternità, il reggimento un’iniziativa su scala emiliana e romagnola d’appartenenza, l’anno e il comune di per compilare elenchi completi dei garibal- nascita, la residenza al momento della dini caduti e di quelli viventi. Dopo avere mobilitazione o della morte, il luogo del annunciato che l’iniziativa procedeva bene decesso, il mestiere e l’indicazione se celibe e che da tutte le città della regione gli erano o sposato (49). Da questi dati, parzialmente pervenuti elenchi, Casini chiuse la rivista elaborati, si apprende che i mezzadri, con nel 1909 quando arrivò al numero 10-11 (46). 3.123 morti, hanno dato il più alto contri- Per Roma capitale d’Italia, nel 1870 a buto di sangue, seguiti dai braccianti con Porta Pia cadde il bolognese Cesare Bosi. 2.920 caduti. Con il suo sacrificio si concluse il Dei 10.085 bolognesi caduti 2.563 Risorgimento. erano residenti in città. I loro nomi sono Poco o nulla è stato fatto per ricordare i stati incisi in 64 lapidi collocate nella bolognesi caduti nella tardiva guerra colo- Basilica di S. Stefano. Oltre al nome vi è

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l’indicazione del grado e del giorno della ma significativa pubblicazione, anche se morte. Le lapidi, divise per anno, sono sono pochissimi i dati relativi ai defun- state riprodotte nella rivista “Il Comune di ti: l’anno di nascita, il reggimento d’appar- Bologna” (50). tenenza e la data e il luogo dove sono Sui bolognesi caduti nella guerra 1915- caduti (57). 1918 esistono numerosi mini dizionari bio- Una pregevole brochure è dedicata ai grafici, secondo le categorie professionali. 257 cittadini di Medicina caduti in guerra. Questi quelli censiti nelle biblioteche, Oltre ai nomi sono forniti pochi dati, quasi senza escludere che possano esservene certamente tratti dalla pubblicazione pro- altri. vinciale (58). Infine, ai 42 cittadini di Ca- I nomi dei 58 tipografi caduti sono salecchio di Reno morti combattendo per riprodotti in un foglio volante, edito a cura la patria è dedicata una pubblicazione ano- d’Alberto Corsini, senza l’indicazione della nima curata dal parroco. Pochi i dati che data di pubblicazione. Accanto ad ogni accompagnano le foto (59). nome - per cui si può presumere che siano Le biografie dei 95 studenti del liceo stati estratti dalla pubblicazione dell’Uf- Galvani di Bologna - morti in tutte le guer- ficio centrale di notizie - sono indicati: pa- re nazionali - sono state scritte da A. ternità, anno e luogo di nascita, residenza, Campanelli e B. Poluzzi in un saggio inse- reggimento d’appartenenza, luogo e data rito nel volume Cento anni del “Liceo di morte, se sposato, con o senza figli (51). Galvani”, pubblicato nel 1965 (60). Furono 10 i dipendenti della Cassa di Tra la ricca produzione editoriale legata Risparmio in Bologna, la cui memoria fu ai caduti in guerra, vanno ricordati due tipi onorata nel corso di una pubblica celebra- di pubblicazioni minori, ma non certo zione nel 1921, della quale resta una prege- meno importanti delle altre. Si tratta dei vole pubblicazione con foto e biografia dei “medaglioni” o biografie personali e dei caduti (52). cosiddetti “santini” o necrologi a stampa. I nomi dei 3 dipendenti delle bibliote- A cura delle famiglie o di gruppi d’amici che comunali di Bologna caduti in guerra sono dedicati a singoli caduti. sono incisi su una lapide, murata nel corri- Tra i “medaglioni” sui caduti della guer- doio al primo piano dell’Archiginnasio, ra 1915-18 particolarmente significativo, con l’indicazione dell’incarico ricoperto (53). anche per la veste tipografica, è quello Gli studenti dell’Istituto commerciale di dedicato alla memoria di Galeazzo Oviglio, Bologna caduti in guerra furono 14. Le figlio d’Aldo un uomo politico bolognese loro foto, con il nome, ma senza altre indi- che lasciò la sinistra democratica-massone cazioni, sono riprodotte in una pubblica- per divenire ministro nel primo governo di zione curata dalla scuola (54). Più numerosi Benito Mussolini. Il giovane martire, di quelli dell’Istituto tecnico “Pier Crescen- appena 19 anni, è ricordato da scritti d’il- zi”: addirittura 46. I loro nomi sono ricor- lustri uomini politici, artisti, giornalisti, dati in una lapide marmorea e in una pub- scienziati e commilitoni (61). blicazione a stampa, dove i nomi sono Tra quelli minori - ma solo per le ridot- accompagnati da pochi dati (55). te dimensioni dei testi a stampa - ne ricor- Ai 12 caduti soci della Società ginnasti- deremo tre di un certo interesse. Nel 1917 ca Sempre Avanti! di Bologna - all’epoca cadde il tenente aviatore Giuseppe Bor- uno dei più importanti sodalizi del settore tolotti, già ufficiale dei bersaglieri. Era un - è dedicato un opuscolo, scritto e pubbli- asso, avendo avuto una medaglia d’argento cato a spese d’Alberto Corsini (56). e numerosi elogi ed encomi. Numerose le Non molti i comuni bolognesi che lettere inviate alla madre e riprodotte nel hanno dedicato una pubblicazione ai cadu- testo (62). ti nella guerra ‘15-’18. Quello di Crevalco- Il secondo riguarda il tenente di fanteria re ha ricordato i suoi 247 con una modesta, Renato Pastorelli morto nei giorni di Ca-

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poretto. L’anonimo autore dell’elogio fune- Due volte ferito bre ha scritto che nel 1915 fu «pronto tornò sul posto di combattimento all’appello della Patria», che «Nei molte- ove fu colpito a morte da proiettile nemico plici combattimenti, in cui si distinse il suo Buono gentile ardente d’amor di patria glorioso Reggimento, rifulse il valore del era l’idolo dei suoi compagni d’armi tenente Pastorelli», ma che «il suo alto spi- l’orgoglio della sua famiglia rito non reggeva alla tensione degli infausti vanto e decoro della sua terra natale avvenimenti e il 16 novembre (1917) in un Ora riposa in pace momento di alienazione, si toglieva la vita nell’umile cimitero di Citobvenich ch’egli aveva offerto a Dio e alla Patria» (63). e sulla sua fossa Insolito l’omaggio che il maestro elemen- la pietà dei suoi commilitoni tare Luigi G. Gualandi, di Bologna, rese al ha eretto una lapide figlio Francesco Giuseppe “Cecchino”, che ne ricorda il nome caduto nell’ultimo anno di guerra. Pubblicò e la data della sua fine gloriosa un’antologia con brani tratti dalle lettere che il figlio aveva inviato alla moglie, a lui ed Altri necrologi hanno un distico non ai parenti negli anni del conflitto (64). convenzionale, perché all’elogio del caduto Fra i “medaglioni” a ricordo dei caduti si accompagna un inno alla pace, se non della seconda guerra mondiale - ma non addirittura una condanna della guerra. furono numerosi come nella prima - parti- Molto significativo quello a ricordo di colarmente significativo quello che il prof. Fernando Fortuzzi che fu dirigente del PSI Giovanni Giuseppe Palmieri dedicò al bolognese all’inizio del secolo e che, nel figlio Giovanni Battista, detto Gianni, ucci- 1914, fu eletto consigliere comunale e fece so dai tedeschi mentre curava i partigiani parte della prima amministrazione comu- feriti della 36a brigata Bianconcini nella nale socialista di Bologna: quale militava (65). Non meno significativo e importante quello dedicato da numerosi Fernando Fortuzzi compagni di lotta a Mario Jacchia, un par- espresso dalla plebe tigiano bolognese catturato dai fascisti a a dimostrare Parma, consegnato ai tedeschi e scomparso a quanta altezza può attingere nel nulla (66). l’anima irradiata dall’idea socialista Quanto ai “santini” o necrologi, sono Morì per la guerra da lui deprecata quasi tutti a quattro o due pagine con foto. nell’ospedale di Udine La maggior parte ha un distico di tipo tra- il 4 dicembre 1916 dizionale con l’elogio del caduto e della nato a San Ruffillo il 5 febbraio 1886 causa alla quale ha sacrificato la vita, come Predicò con l’esempio e con l’opera questo scelto a caso tra i tanti: più che con la parola nelle amministrazioni Giannetto Berti nei pubblici consessi Nato il 1° aprile 1894 in Riolo Bagni nelle organizzazioni di parte Morto l’8 ottobre 1917 a Bainsizza sul I socialisti bolognesi Carso i fratelli i parenti Percorse rapidamente la carriera militare in segno di cordoglio e di ricordo A vent’anni sottotenente di complemento imperituri (67). a ventuno tenente effettivo a ventitré capitano per merito di guerra Molto interessante questo necrologio per il suo coraggio dedicato alla memoria del contadino Luigi lealtà e devozione al dovere Broccoli di Castenaso, morto per malattia Ebbe encomi solenni contratta in guerra, mentre un suo fratello e la medaglia d’argento al valore militare era prigioniero in Austria:

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Sia pace negli eterni gaudi Il 16 ottobre 1923, in un’intervista a “il all’anima benedetta di Resto del Carlino”, Leandro Arpinati disse LUIGI BROCCOLI che nella inauguranda Casa del fascio in via buono mite umile di cuore Manzoni vi sarebbe stato un panteon dedi- figlio ottimo ed esemplare cato ai 40 caduti fascisti, mentre che a soli 20 anni “L’Assalto”, il settimanale ufficiale del vittima di morbo implacabile fascio bolognese, nel numero 43 del 1925, contratto in 8 mesi di servizio al fronte pubblicò i nomi di 46 caduti. la sera del 4 settembre 1918 Il 27.1.26 la commissione femminile del lasciava la terra pel cielo fascio bolognese fece avere al prefetto un fidente nei destini della patria elenco con i nomi di 45 fascisti caduti (69). alla quale volonteroso Nel 1928 il podestà Angelo Manaresi, in un da 16 mesi saggio sulla morte di Giulio Giordani, inse- aveva sacrato il braccio rì una foto con le testine di 36 fascisti cadu- con altissimo sentimento di dovere ti (70). nella gloriosa brigata regina Nel 1932, in occasione del “decennale acquistandosi fascista”, su “Il Comune di Bologna” l’affetto e le lodi dei superiori apparve una foto con le testine e i nomi di ------53 caduti (71). La stessa cifra figura in un Il fratello Gaetano prigioniero di guerra elenco apparso in un numero speciale de i fratelli le sorelle i congiunti “L’Assalto” pure dedicato al “decennale”. desolatissimi Di quasi tutti i caduti sono indicate la data raccomandano alle preghiere dei buoni di nascita, quella di morte e la circostanza lo spirito eletto del decesso (72). Nel 1933 il GUF curò una pubblicazio- Esistono, infine, numerose pubblicazio- ne con le foto e brevi biografie di 54 fasci- ni dedicate ai cittadini bolognesi decorati sti morti. Pur essendo molto curata, la bro- per atti bellici, indipendentemente dal chure non fornisce dati omogenei per cui è fatto che siano o no caduti. Le omettiamo difficile fare rilevazioni statistiche sul per brevità (68). mestiere, provenienza sociale, titolo di stu- dio ecc. Anche se riscritte e ampliate, le Questa panoramica sui dizionari biogra- biografie erano quelle apparse l’anno fici dei patrioti bolognesi non sarebbe com- prima su “L’Assalto” (73). pleta se ignorassimo le pubblicazioni dedi- Da una pubblicazione edita in quegli cate ai caduti della “rivoluzione fascista”, anni, sui caduti della MVSN, risulta che un anche se furono tutto meno che dei patrioti. solo bolognese aveva militato nel corpo Che siano stati dei martiri non c’è dubbio, armato del fascismo: Leo Mongardi (74). solo che caddero per un partito che voleva I fascisti bolognesi morti durante la sopprimere - come soppresse - le libertà “rivoluzione” salirono a 58 nel 1935 quan- costituzionali e instaurare una dittatura. do “L’Assalto” pubblicò un elenco, con il Morirono per una fazione, non per la patria. solo nome e cognome. Non fu spiegato il Non esistendo un elenco completo e motivo di quell’aumento (75). Lo stesso anno attendibile dei fascisti morti tra il 1920 e il il Fascio giovanile di combattimento curò 1926 - anno in cui il fascismo divenne regi- un’elegante pubblicazione con una breve me, anche se la “rivoluzione” era terminata biografia di 25 caduti, i cui nomi erano il 28 ottobre 1922, con la “marcia su stati dati alle squadre delle 6 centurie della Roma” - bisogna ricorrere a varie pubbli- X Legio bolognese. Le biografie, parola cazioni. Il primo fatto che balza agli occhi più parola meno, erano quelle di sempre (76). è il numero dei morti, che varia - in aumen- Da 58 calarono a 50 nel 1937 in una pub- to - di anno in anno. blicazione curata dai Fasci giovanili di

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combattimento. Dei caduti furono dati nulla per Bologna, salvo qualche nome solo il nome e il cognome, senza altre indi- sparso qua e là, mescolato ad altri. cazioni (77). Nel 1942, in occasione del ventennale Il numero riprese presto a crescere per- della “rivoluzione fascista”, il PNF pubbli- ché i militari bolognesi di leva morti nelle cò un’opera in otto volumi dal titolo guerre d’Etiopia (1935) e di Spagna (1936) Panorami di realizzazioni del fascismo. Nel andarono a incrementare l’elenco dei cadu- secondo volume erano riportati, in ordine ti della “rivoluzione”. Nel 1937 il Gruppo alfabetico, tutti i caduti fascisti. Per rionale “Giorgio Tinti” pubblicò un opu- Bologna, le biografie erano quelle del GUF scolo con le foto e le biografie - molto brevi del 1933, con lievi variazioni. Solo che i e quasi senza dati - di 6 caduti che, presu- caduti erano scesi da 54 a 51. Pertanto - mibilmente, abitavano nella zona di giuri- essendo quella la pubblicazione più impor- sdizione del Gruppo. Quattro di questi tante oltre che ufficiale del regime - si deve avevano perduto la vita in Etiopia: 3 erano ritenere che il numero definitivo dei cadu- militari di leva e uno apparteneva alla ti sia quello di 51. MVSN (78). Da vittime della guerra furono Oltre che sulla quantità dei caduti fasci- promossi a martiri della “rivoluzione”. sti, occorrerebbe fare un discorso sulla Nel 1940 la federazione fascista di qualità, cioè sulle ragioni della qualifica. Bologna pubblicò un opuscolo, molto illu- Non pochi persero la vita in scontri con la strato, con le realizzazioni di vent’anni di forza pubblica, come Giancarlo Nannini - regime e un elenco - composto di cognomi, il più importante martire della rivoluzione senza nomi di battesimo - di 180 caduti. - ucciso dai carabinieri il 29 ottobre 1922 Erano «I 180 caduti bolognesi della vigilia mentre stava guidando un assalto contro la della campagna etiopica della guerra anti- caserma dei carabinieri a S. Ruffillo. bolscevica» (79). La guerra antibolscevica era Celestino Cavedoni, invece, perse la vita quella di Spagna. L’anno precedente, in quando gli esplose in faccia una bomba a una pubblicazione della GIL, con una mano che stava per lanciare contro la sede parte dei nomi e brevi biografie, era appar- della cooperativa in località Malcantone, sa, con le virgole al posto giusto, la scritta: oggi Belcantone. «I 180 caduti bolognesi della vigilia, della Pietro Ranuzzi morì il 5 maggio 1921 a campagna etiopica, della guerra antibolsce- causa di un colpo uscito per errore da una vica» (80). pistola, mentre Andrea Stupazzini, come I caduti della “rivoluzione” scesero a 62 risulta dai rapporti della polizia, si uccise. nel 1942, in occasione del “ventennale”. Su Tra i martiri della rivoluzione vi è Antonio “L’Assalto” apparve un elenco di cognomi Dirani ucciso il 10 luglio 1923 dai carabi- e nomi, senza alcun dato biografico né nieri in un tentativo d’evasione dal carcere. spiegazioni sulla cifra (81). Nell’occasione fu Era detenuto per omicidio. Singolare il murata una lapide - accanto al Lapidarium caso di Claudio Tugnoli ucciso nel corso di dei caduti in guerra, all’interno della chiesa una lite il 21 marzo 1925, dal proprietario di S. Stefano - con i nomi di 30 martiri resi- di una sala da ballo, perché voleva fare denti nel comune di Bologna, due dei entrare una minorenne. E l’elenco potreb- quali morti nel 1927 e uno nel 1936. Il be continuare. totale dei caduti, come scrisse un quotidia- Tra i caduti vi è Gesù Ghedini non no, erano 62 (82). iscritto al Fascio e morto prima della fon- Anche se le celebrazioni del “ventenna- dazione del secondo Fascio bolognese, le” furono molto contenute, a causa della quello vero. L’8 agosto 1920 a Portonovo guerra in atto, videro la luce alcune pub- di Medicina, con altri lavoratori - tutti blicazioni a carattere nazionale sulle realiz- armati - era intento alla trebbiatura duran- zazioni del regime (83) e sui caduti della “ri- te uno sciopero. Intervennero altri lavora- voluzione” (84), dalle quali si ricava poco o tori per indurlo a sospendere. Si ebbe uno

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scontro al termine del quale furono contati fascista bolognese. Si era iscritto al primo quattro morti: Ghedini e due operai del Fascio nato nell’aprile 1919 con un pro- suo gruppo e un operaio dell’altro gruppo. gramma antimussoliniano. Nel settembre Se Ghedini è stato considerato un martire 1920, quando fu riorganizzato da Arpinati, del fascismo, in anticipo sulla nascita del con la modifica dello statuto - per questo Fascio, perché sono stati esclusi gli altri fu chiamato il secondo Fascio - quasi tutti due lavoratori morti con lui? Ma Ghedini gli iscritti del primo furono espulsi. Poiché può essere considerato un martire fascista? faceva parte dell’Associazione radicale, è Lo stesso interrogativo vale per Giulio probabile che sia stato espulso pure lui, per Giordani il protomartire della rivoluzione esservi riammeso dopo la morte. [O]

1) Libro dei compromessi politici nella rivoluzione del 1831-32, a cura di A. Sorbelli, Vittoriano, Bologna 1935, pp.XX+220. Alcune copie manoscritte del Libro dei compromessi... si trovano nelle biblioteche e all’Archivio di stato di Bologna. L’elenco di Imola si trova in: Patrioti e legittimisti delle Romagne nei registri e nelle memo- rie della polizia (1832-1845), a cura di G. Maioli e P. Zama, Roma 1935, pp.XL+208. 2) A. Aglebert, I primi martiri della libertà italiana, Mattiuzzi, Bologna 1880, pp.141; Per Luigi Zamboni e Giovanbattista de Rolandis, Numero unico, Bologna 26 gennaio 1913, pp.31. 3) Quando Pio VII, dopo il Congresso di Vienna, abrogò il patto del 1447, i membri dell’ex Senato bolognese incaricarono Vincenzo Berni degli Antonj di preparare una memoria storico-giuridica per chiedere il ripristino della situazione politica esistente prima dell’intervento delle truppe napoleoniche nel 1796. Il testo rimase segreto sino al 1831 quando, morto Berni degli Antonj, fu pubblicato a Parigi: Voto politico-legale per la città di Bologna dall’avvocato cavaliere Vincenzo Berni degli Antoni, Paris 1831, pp.51. Dopo l’unificazione naziona- le fu ripubblicato con l’aggiunta di note storiche: Il 12 giugno 1859. La Città di Bologna ed il Congresso di Vienna del 1815 ossia supplica senatoria con voto del fu avvocato Vincenzo Berni degli Antoni intorno ai non nuovi diritti e gravami della città e provincia di Bologna, Bologna 1859, pp.63. Sulle vicende politico-militari che caratterizzarono la vita bolognese tra il congresso di Vienna e l’unificazione nazionale, è fondamentale A. Berselli, Movimenti politici a Bologna dal 1815 al 1859, in Convegno di studi sul Risorgimento a Bologna e nell’Emilia, Bologna 1960, seconda parte, pp.203-54. Il saggio è apparso anche nel “Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna” del 1960. Numerosissime le pubblicazioni sulla fine della dominazione pontificia a Bologna, tra le quali Il 1859-60 a Bologna, Bologna, Calderini, 1961, pp.468. 4) A.M. Ghisalberghi, Il ritorno delle truppe pontificie a Bologna nel 1832 in una narrazione contemporanea, in “Rassegna storica del Risorgimento”, fas. IV, 1924, p.13. 5) E. Masi, Cospiratori in Romagna dal 1815 al 1859, in “Nuova Antologia”, 1889, vol.CVII, p.34. Per il moto di Savigno cfr. L. Lucchi, “Volevamo essere liberi”. Il moto di Savigno attraverso le testimonianze dei partecipanti, in Negli anni della Restaurazione, a cura di M. Gavelli e F. Tarozzi, in “Bollettino del Museo del Risorgimento”, Bologna 1999-2000, pp.239-297. 6) D. Brasini, Il tentativo rivoluzionario di Pasquale Muratori a Savigno (Bologna) nell’agosto 1843, Bologna 1888, pp.84. 7) B. Del Vecchio, Sugli ultimi fatti di Bologna. Racconto, Bologna 1848, pp.46. 8) E. Farnè, Il giorno 8 agosto 1848 in Bologna. Narrazione storica, Bologna 1848, pp.21. 9) A. Vesi “Cesenate”, Narrazione storica del fatto d’arme avvenuto in Bologna nel dì 8 agosto 1848, Bologna sd (1848), pp.24. La tabella riprodotta da Vesi - identica anche per la stampa - figura nel saggio anonimo Cronica di Bologna. Fatti occorsi nell’agosto del 1848 raccolti da un veterano, Bologna sd (1848), pp.17. 10) Distinta dei morti e feriti nel memorabile 8 agosto 1848 in Bologna. Il presente foglio va unito alla Gazzetta di Bologna n.255 del Mercoledì 13 dicembre 1848. Foglio volante. 11) V. Peri, Cronaca dell’8 agosto 1848 in Bologna. Con documenti officiali, Bologna 1866, pp.32. 12) Società dei superstiti 8 agosto 1848, Statuto approvato dal Comitato di patronato, Bologna 1882, pp.7. La pub- blicazione non contiene elenchi nominativi. Il sodalizio aveva la bandiera tricolore con la scritta “Bologna vit- toriosa”.

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13) Commemorazione del cinquantesimo anniversario dell’8 Agosto 1848, Merlani, Bologna 1898, p.102. 14) La lettera, conservata nel Museo del Risorgimento di Bologna, è riportata in: F. Tarozzi, L’8 agosto 1848 a Bologna nella memoria dei protagonisti e nella storia della loro associazione, in “Bollettino del Museo del Risorgimento”, Bologna 1995-1996, pp.9-22. 15) Ceppi Bernardi, L’8 Agosto 1848 a Bologna, in “Archivio emiliano del Risorgimento nazionale”, n.10-11, 1909, pp.178-208. 16) Preti, Per una riflessione critica sul 1848 bolognese, in “Atti e Memorie nuova serie, vol.XLIV (1993), Deputazione di storia patria per le province di Romagna, pp.323-42. Per i movimenti sociali e di classe duran- te il Risorgimento cfr. A. Berselli, Movimenti politici a Bologna dal 1815 al 1859, cit.; Id., I Mazziniani a Bologna dall’8 maggio 1849 al 6 febbraio 1853, in “Nuova rivista storica”, n.5-6, 1952. 17) D. Brasini, L’8 agosto 1848 in Bologna. Notizie e documenti, Bologna 1883, pp.80. 18) V. Fiorini I morti e i feriti dell’otto agosto, Modena 1910, pp.51, estratto da “Archivio emiliano del Risorgimento nazionale”, anno III. 19) G. Maioli, Carolina Pepoli Tattini nel combattimento dell’VIII agosto, in “Il Comune di Bologna”, n.7, 1931. 20) Dizionario del Risorgimento nazionale, diretto da M. Rosi, Vallardi, Milano 1930, 4 volumi. Il primo riporta “I fatti” del Risorgimento; gli altri tre, dal titolo “Le persone”, pubblicano le biografie dei protagonisti. Numerose quelle dei bolognesi. L’elenco dei bolognesi che presero parte allo storico scontro è in Un giorno nella storia di Bologna. L’8 agosto 1848, a cura di M. Gavelli, O. Sangiorgi, F. Tarozzi, Firenze, Vallecchi, 1998, pp.160. 21) Bolognesi a Venezia nel 1848, a cura di F. Berti Arnoaldi Veli, Bologna 1968, pp.31. 22) D. Brasini, La resistenza di Bologna contro le truppe austriache nelle otto giornate di maggio 1849, Bologna 1885, pp.80. 23) O. Biancoli, Sugli avvenimenti di Bologna nel maggio 1849, Genova 1849, pp.31. 24) Elenco dei morti e feriti nella gloriosa giornata del 30 aprile 1849 a Roma, Roma I maggio 1849, pp.23. 25) Elenco dei feriti nei combattimenti presso Roma. Dal 1 Maggio al 27 giugno 1849. Fogli volanti stampati a Roma nel 1849. 26) F. Bertolini, Pietro Pietramellara e i suoi tempi, Bologna 1885, pp.37. 27) F. Bertolini, Angelo Masini, Zanichelli, Bologna 1889, pp.26; E. Leovinson, Angelo Masini, in “Il Comune di Bologna”, n.12, 1932; C. Caleffi, Vita militare di Angelo Masini, in “Il Comune di Bologna”, n.8, 1935. 28) G. Maioli, I bolognesi alla difesa di Roma, in “Camicia rossa”, 1941, n.9-12, pp.196-9. 29) Società di mutuo soccorso fra i reduci delle patrie battaglie della città e provincia di Bologna, Statuto, Bologna 1879, pp.12+6. 30) La storia della scissione è riferita nel saggio di F. Tarozzi indicato a nota 14. 31) Società di mutuo soccorso fra i superstiti delle guerre per l’unità d’Italia, Bologna 1880, p.8. 32) Società di mutuo soccorso fra i reduci delle patrie battaglie e garibaldini, Bologna 1891, pp.21. Alle società di mutuo soccorso dei reduci delle battaglie risorgimentali e dei garibaldini è dedicato il numero del 1994 del “Bollettino del Museo del Risorgimento” di Bologna. 33) U. Pesci, I bolognesi nelle guerre nazionali, Zanichelli, Bologna 1906, pp.336. 34) I. Luminasi, I bolognesi e la spedizione dei Mille, in “Il Comune di Bologna”, 1929, n.5. 35) A. Dallolio, La spedizione dei mille nelle memorie bolognesi, Zanichelli, Bologna 1910, pp.445. 36) A. Dallolio, Cospirazioni e cospiratori, 1852-1856, Zanichelli, Bologna 1913, pp.XIX+192. 37) “Elenco di tutti gli individui che dal Consiglio di guerra o dalla Legge stataria residente in Bologna vennero condannati alla pena della fucilazione, la quale fu poi eseguita in Bologna stessa”, in Documenti sul governo pon- tificio e Il governo pontificio e lo Stato romano. Documenti, due volumi a cura di A. Gennarelli, Prato 1860. L’elenco è nel secondo volume p.XII e seguenti. Segue il secondo elenco. Un importante uomo politico del tempo ha scritto che, dopo averla riconquistata nel 1849, gli austriaci avrebbero fucilato a Bologna 400 patrio- ti (F.A. Gualterio, Gli interventi dell’Austria nello Stato romano, Genova 1859, p.52). 38) G. Maioli, Patriotti Bolognesi e Romagnoli inquisiti e condannati dall’I. R. Tribunale Civile e Militare austriaco residente in Bologna nel 1855-59, Roma, pp.58. 39) Catalogo illustrato dei libri, documenti ed oggetti esposti dalle Provincie dell’Emilia e delle Romagne nel Tempio del Risorgimento Italiano (Esposizione regionale in Bologna 1888), a cura di R. Belluzzi e V. Fiorini, Bologna 1890, vol. primo, pp.246. 40) R. Belluzzi, Bologna nel Risorgimento italiano, Zanichelli, Bologna 1884, pp.31.

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41) G. Bevilacqua, I Mille di Marsala, Trento 1982, p.214. 42) II anniversario di Mentana. Notizie dei bolognesi morti e feriti raccolte da Raffaele Belluzzi, Bologna 1869, pp.62. 43) IV anniversario di Mentana. Notizie dei bolognesi garibaldini Zambonelli, Caldesi, Zucchini e Giacchieri, raccol- te e pubblicate da Raffaele Belluzzi, Bologna 1871, pp.20. 44) Catalogo illustrato, cit., p.110 e seguenti. 45) “Rivista della Massoneria Italiana”, n.9-1, settembre 1877. 46) Garibaldini Emiliani, in “Archivio emiliano del Risorgimento nazionale”, n.1, 1907, pp.75-6. Casini scrisse che voleva fare l’elenco degli «Emiliani che militarono e combatterono dal 1849 al 1870 sotto il comando di Garibaldi». Non sappiamo se il materiale raccolto sia stato elaborato o se sia andato perduto. 47) Il cartoncino con i nomi dei 18 caduti in Etiopia è nella Biblioteca comunale di Bologna, con la segnatura: 17 Biografie ed elogi, Raccolta, Cart. II° n.27 e 29. 48) Museo del Risorgimento di Bologna, Pos. Archivio, cart. “Libia”, fas.2. 49) Ufficio centrale di notizie di Bologna, I morti della provincia di Bologna nella guerra MCMXV-MCMXVIII, Bologna 1927, pp.903. 50) Il lapidario dei caduti bolognesi, in “Il Comune di Bologna”, n.11-12, 1926. 51) Tipografi ed affini della città e provincia di Bologna morti per l’Italia - 1915-1918, a cura di A. Corsini, sd, foglio volante. 52) In memoria degli impiegati della Cassa di Risparmio in Bologna morti per la patria, Bologna 1921, pp.97. 53) Inaugurazione di una lapide nell’Archiginnasio ai funzionari delle biblioteche comunali di Bologna caduti nell’ul- tima guerra per l’indipendenza (1915-1918), in “L’Archiginnasio”, 1921. 54) Caduti per la Patria del R. Istituto commerciale di Bologna, Bologna 1922. 55) All’inaugurazione del ricordo marmoreo in onore degli alunni del R. Istituto tecnico “Pier Crescenzi” gloriosa- mente caduti nella guerra nazionale 1915-1918, sd, pp.12. 56) A. Corsini, Origini, peripezie e lapide della Società Ginnastica Sempre Avanti! in Bologna, sd, pp.32. 57) Crevalcore ai suoi gloriosi caduti, memore e riconoscente, Bologna 1924, pp.32. 58) In memoria dei medicinesi caduti per la patria (1915-1918), Medicina 1933, pp.91. 59) La pubblicazione, in carta patinata e stampata dalla Parma, ha una croce sul frontespizio e solo dal testo si rica- va che si tratta dei caduti di Casalecchio di Reno. Non reca l’anno di stampa e ha 22 pagine. Nella Biblioteca universitaria di Bologna è catalogata in due modi: In memoria dei Caduti di Casalecchio di Reno nella nostra guerra (1915-1918) e In memoria dei Parrocchiani di Casalecchio di Reno morti per la Patria. 60) A. Campanelli, B. Poluzzi, I caduti per la patria, in Cento anni del “Liceo Galvani”, Cappelli, Bologna 1965, pp.697-730. 61) In memoria di Galeazzo Oviglio, Bologna 1921, pp.112. 62) Ricordo (A) della fine eroica di Giuseppe Bortolotti Tenente aviatore, Bologna 1917, pp.16. 63) Ricordo (A) del Tenente Pastorelli Renato morto il XVI Novembre MCMXVII, Bologna 1917, pp.16. 64) Luigi G. Gualandi in memoria del figliolo Cecchino morto per la Patria il 17 gennaio 1918, Bologna 1918, pp.24. 65) G.G. Palmieri, Gianni Palmieri, Bologna 1946, pp.732. 66) In memoria di Mario Jacchia, a cura di G. Borghese, A. Cagli, F. Colombo, U. Lenzi, S. Neppi, L. Patrignani, M. Peloni, M. Protti, G. Sacerdoti, A. Trebbi, E. Trombetti, R. Vighi, E. Volterra, Bologna sd, pp.80. 67) Questo e altri necrologi sono nella biblioteca comunale di Bologna con la segnatura: 12 Guerra europea, cart. IX. 68) Tra le varie pubblicazioni sui bolognesi decorati cfr.: Imola e i suoi decorati al valore militare. Albo d’onore nel 1° Centenario dell’Istituzione delle medaglie al valore militare, 1833-1933, Imola 1932, pp.8; Albo d’oro dei deco- rati al valore militare della Provincia di Bologna dal 1860 al 1983, Li Causi, Bologna 1983, pp.681. A quest’ul- tima pubblicazione hanno fatto seguito altri Albo nel 1989 e nel 1993. 69) L’elenco si trova all’Archivio di stato di Bologna, Carte gabinetto di prefettura, 1926, b.1.435, cat.7, fas.1. 70) A. Manaresi, Giulio Giordani e l’eccidio di Palazzo d’Accursio (Ricordi di battaglia), in “Italia Augusta”, n.6, 1928, pp.1-24 71) Bologna e il primo decennale della rivoluzione delle camicie nere, in “Il Comune di Bologna”, n.10, 1932. 72) “L’Assalto”, 28 ottobre 1932. 73) I martiri del fascismo bolognese, a cura del GUF, Bologna 1933, pp.22.

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74) Ufficio storico della MVSN, I caduti della milizia, Libreria del Littorio, Roma 1931, p.101. 75) “L’Assalto”, 26 ottobre 1935. 76) X Legio, Fascio Giovanile di Combattimento “Sandro Mussolini”, I Martiri a cui si intitolano le Centurie e le Squadre, Sezione tipografica dell’Istituto industriale Aldini-Valeriani, Bologna 1935, pp.26. 77) Giovinezza. Il Campo Federale dei Fasci Giovanili di Combattimento di Bologna, a cura di U. Valzania, L’Assalto, Bologna sd (1937), pp.114. 78) X Legio, Gruppo rionale fascista Giorgio Tinti, Bologna 1937, pp.8. 79) X Legio, Sotto gli auspici della Federazione del Fascio di combattimento della Provincia di Bologna, Bologna sd (1940), pp.38. 80) Comando Federale della GIL Bologna, X Legio, Passeremo, Bologna 1939, pp.158. 81) “L’Assalto”, 24 ottobre 1942. 82) Le manifestazioni del Ventennale, in “il Resto del Carlino”, 28 ottobre 1942. 83) Panorami di realizzazioni del fascismo. I grandi scomparsi e i caduti della rivoluzione fascista, Roma 1942, pp.375. 84) Caduti per la rivoluzione, Roma 1942, pp.85.

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Indice

Presentazione ...... 5

Bologna è la terra della libertà ...... 7

Le decorazioni dei comuni bolognesi ...... 23

Dizionario storico-politico ...... 31

Bibliografia su fascismo, antifascismo, guerra e Resistenza nella provincia di Bologna...... 275

Cronologia bolognese 1919-1945 ...... 349

I dizionari dei patrioti bolognesi ...... 391

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