Luglio/Agosto 2015 Anno XXXII - N. 7/8 € 6,00

LIBRO DEL MESE: Fenoglio, Johnny e un'Italia im/possibile Olender: RAZZISTI, apprendisti stregoni e pensiero identitario Quando si dice blues bisogna dire B.B.KING

www.lindiceonline.com FOTOGRAFIA A PALAZZO DUCALE fino al 23 agosto August Sander Ritratto del XX secolo Sottoporticato Orario: lunedì 14/19; da martedì a domenica 10/19. DAL 14 LUGLIO AL 23 AGOSTO: LUNEDÌ CHIUSO. Ingresso: intero € 8 - ridotto € 6 - CUMULATIVO CON VISITA AL PALAZZO € 9. In mostra oltre cento immagini originali che offrono una panoramica sulla sua poliedrica produzione: dagli scatti della sua serie più famosa “Uomini del XX secolo”, uno spaccato della società del suo tempo in cui trovano rappresentazione uomini e donne di tutte le età e di tutte le classi sociali, alle fotografie di paesaggio e ai numerosi altri progetti che rea- lizzò nel corso della sua vita. 17 luglio_23 agosto Una Genova di Giorgio Bergami Ducale Spazio Aperto, Cortile Maggiore Inaugurazione 17 luglio ore 18. Orario: da martedì a venerdì 15/19, sabato e domenica 10/19. INGRESSO LIBERO. “Non cercate in Giorgio Bergami un testimone, non lo è. Lui non testimonia, lui abita. Il suo sguardo non è più alto, non è superiore, non è oggettivo, ma appartiene alla realtà. La vive con gli occhi all’altezza degli occhi di tutti noi, abitatori con lui di questa nostra storia, delle nostre epoche, della nostra città. È un uomo della città che si prende cura della città, è un uomo della sua storia che ha sentimenti per la sua storia. Abitatore del secolo ne è costruttore e manufatto. Ciò che vi mostra è quello che di sé è stato abitato da ciascuno di noi, con sguardo meno vigile, con abi- tudini meno mattiniere, con minore curiosità e più fievole passione; abbiamo tenuto le mani in tasca mentre lui le av- volgeva in una fotocamera.” Maurizio Maggiani

23 luglio_4 ottobre Liguria: un ritratto dal cielo 40 anni in volo - fotografie di Roberto Merlo Loggia degli Abati Inaugurazione 23 luglio, ore 18. Orario: da martedì a venerdì 15/19, sabato e domenica 10/19, ingresso: intero € 5, ridotto € 4. Dal 24 luglio: VISITA AL PALAZZO + MOSTRA SANDER + MOSTRA MERLO € 10 PACCHETTO FAMIGLIA: adulto € 10 - bambino (6-14 anni) €5 Circa 100 foto aeree di grande impatto emozionale accompagnate dallo slideshow degli scatti più curiosi e salienti della lunga carriera del fotografo genovese Roberto Merlo, specializzato in fotografia aerea. Nelle innumerevoli ore di volo compiute in tutte le condizioni atmosferiche, Merlo ha sorvolato la Liguria e le sue città in lungo e in largo per scoprire e riscoprire questa terra “verticale”, di una bellezza sfrontata e selvaggia. 3 settembre_2 ottobre Haiti: in viaggio con la solidarietà Una storia da raccontare - fotografie di Pino Ninfa Sala Liguria, Piano Nobile Inaugurazione 3 settembre, ore18. Orario: tutti i giorni 9/19. INGRESSO LIBERO. La mostra presenta la situazione di Haiti dopo il terribile terremoto del 2010 con una chiave di lettura volta non tanto a evidenziare il disagio, ma a cogliere aspetti di dignità e speranza per un futuro migliore. Luoghi, visi, incontri, in uno scenario che ha come sfondo il palcoscenico della vita. Alla mostra in Sala Liguria si unisce uno spettacolo musicale nella Sala del Minor Consiglio il 17 settembre alle ore 21, un evento speciale ed unico che accomuna felicemente la musica con la fotografia. Il sassofonista Andy Sheppard, il chitarrista Marco Tindiglia e il fotografo Pino Ninfa daranno vita ad un progetto multimediale all’insegna della so- lidarietà per le attività sostenute ad Haiti da Progetto sud (ONG) e Prosolidar (Onlus).

18 luglio_30 agosto Visite al Palazzo Orario: da martedì a domenica 10/19; ingresso intero € 5 - ridotto € 4. Tra arte, storia e curiosità, un percorso dal Medioevo all’Età Moderna per scoprire gli ambienti storici del Palazzo dei Dogi e le mostre fotografiche ospitate. Un’occasione unica per visitare il luogo in cui si è costruita la secolare storia di Genova e dei genovesi, oggi centro della vita sociale e culturale della città. Da non perdere la straordinaria vista panoramica dalla Torre Grimaldina. VISITA AL PALAZZO + MOSTRA SANDER € 9 Dal 24 luglio: VISITA AL PALAZZO + MOSTRA SANDER + MOSTRA MERLO € 10 PACCHETTO FAMIGLIA: adulto € 10 - bambino (6-14 anni) €5 foto Emanuele Dello Strologo Dello Emanuele foto

Piazza Matteotti 9, Genova / ( 010.8171663 / www.palazzoducale.genova.it N. 7/8 3 SommariO Segnali 23 Paolo Zardi XXI secolo, di Alessandro Cinquegrani Fotografia Wanda Marasco Il genio dell’abbandono, 5 Il silenzio nel testo letterario, di Beatrice Manetti di Maria Vittoria Vittori 34 Stéphanie de Saint Marc Nadar, Febbraro e Heaney: per una critica non ermeneutica, di Gabriele D’Autilia 6 Marco Montemarano La ricchezza, di Angelo di Maria Chiara Fenoglio Molica Franco ugo Lucio Borga Il sudario di latta, di Marco Maggi 7 AntoloGaia e i favolosi anni settanta, di Cristian Lo Iacono Pagina a cura del Premio Calvino Scienze 8 I personaggi-inciampo nell’opera di Tolstoj, 24 Francesco Paolo Maria Di Salvia La circostanza, 35 umberto Bottazzini Numeri, di Mario Quaranta di Raffaella Faggionato di Giovanni Greco Federico Laudisa Albert Einstein e l’immagine 9 Il centenario di Roland Barthes, Giacomo Verri Racconti partigiani, scientifica del mondo, di Elena Canadelli di Guido Mattia Gallerani di Alessandro Cinquegrani Mircea Eliade e lo sciamanesimo, di Enrico Manera Economia 10 Rinascimento Riflessioni geostrategiche a partire dal Libro bianco 11 36 Hyman P. Minsky Combattere la povertà, di Lia Fubini della difesa, di Antonio Scarazzini 25 Giulio Busi e Raphael Ebgi Giovanni Pico della Mirandola, di Lina Bolzoni ugo Mattei Il benicomunismo e i suoi nemici, 12 Ruth Rendell, regina del crimine, di Lina Zecchi di Valentina Cera Quando si dice blues bisogna dire B.B.King, Christopher S. Celenza Il Rinascimento perduto, 13 La società a costo marginale zero, di Andrea Carosso di Maurizio Campanelli 37 Jeremy Rifkin di Dario Padovan Libro del mese Poesia giancarlo Bertocco La crisi e le responsabilità degli Addio mio Novecento, di Alfredo Nicotra economisti, di Lino Sau 15 Beppe Fenoglio Il libro di Johnny, di Davide Dalmas 26 Aldo Nove e Mimmo Franzinelli camillo Sbarbaro Lettere a Alceste Angelini e Filosofia Lettere a Giovanni Solari, di Luca Lenzini Primo Piano Quaderno laico, di Matteo Marchesini giorgio Luzzi Troppo tardi per Santiago, 38 guido Calogero di Enrico Capodaglio Emozioni politiche, 16 Maurice Olender Razza e destino, Martha C. Nussbaum di Luisa Passerini di Francesco Remotti e Massimo Vallerani Letterature Migrazioni Religioni 27 John Fante Lettere 1932-1981, di Ennio Ranaboldo 17 Bruno Brunetti e Roberto Derobertis (a cura di) martin Amis Il dossier Rachel, di Luca Mecozzi 39 Tullio Vinay Speranze umane e speranza cristiana, Identità, migrazioni e postcolonialismo in Italia, ayelet Tsabari Il posto migliore del mondo, di Simone Lanza di Federica Ditati di Donatella Sasso corrado Martone (a cura di) Scritti di Qumran, Ezzat el Kamhawi Vergogna tra le due sponde, di 28 Colette La stella del vespro, di Gabriella Bosco di Andrea Nicolotti Pietro Deandrea rabih Alameddine Io, la divina, Babele: Contrattualismo, di Bruno Bongiovanni di Angelo Molica Franco Storia Natura marcel Cohen La scena interiore, di Mariolina Bertini Sandro Carocci Signorie di Mezzogiorno, 18 La volatilità dell’amore, di Gerard Friedrich Henry David Thoreau Walden ovvero vita nei boschi di Alessio Fiore 29 40 leonhard Frank L’uomo è buono, di Mario Marchetti e Oliver Sacks Diario di Oaxaca, di Andrea Casalegno Massimo Rospocher Il papa guerriero, di Lucio Biasiori Antonio De Rossi La costruzione delle Alpi, 19 Paolo Ferrari e Alessandro Massignani Saggistica letteraria di Giuseppe Sergi 1914-1918. La guerra moderna, di Claudio Natoli 30 Giorgio Patrizi Gadda, di Siriana Sgavicchia Narrare le grandi crisi, uaderni Alessandro Casiccia Nessuna militanza, nessun Q di Giovanni Borgognone antonio Tricomi compiacimento, di Lorenzo Marchese 41 Recitar cantando, 64: Per aprire e chiudere il Dora Marra Croce bibliofilo, di Maurizio Tarantino melodramma dell’Ottocento, di Vittorio Coletti usica 20 Arcadi Espada L’autentica impostura, di Alfonso Botti M ed Elisabetta Fava Le Americhe latine nel ventesimo Tiziana Bertaccini 31 Paul Griffiths La musica del Novecento, di 42 Effetto film: Louisiana, di Roberto Minervini e Forza secolo, di Marco Bellingeri Francesco Peri maggiore, di Ruben Östlund, di Carla Ammannati Ennio Di Nolfo Il mondo atlantico e la alyn Shipton Nuova storia del jazz, di Maurizio Franco globalizzazione, di Bruno Bongiovanni Schede Arte 43 Narratori italiani Resistenza 32 Vincenzo Farinella Alfonso I d’Este. Le immagini e di Mario Marchetti, Mariolina Bertini e Angelo 21 Norberto Bobbio e Claudio Pavone Sulla guerra il potere, di Alessandra Pattanaro Molica Franco civile, di Marco Dondi hans Belting Facce, di Stefano de Bosio 45 Storia Tilde Giani Gallino Non avevo sei anni ed ero già in guerra, di Bruno Maida Cinema di Daniele Rocca, Danilo Breschi, Fedinando Fasce, Elena Fallo e Roberto Barzanti Paolo Ceratto e Franco Prono Caterina Boratto, 33 Letterature Narratori di Steve della Casa 46 Giordano, di Domenico Calcaterra di Anna Chairloni, Mariolina Bertini, Stefano 22 Andrea Caterini paolo Di Paolo e Giorgio Biferali Viaggio a Roma Morello e Robert Moscaliuc Giulio Mozzi Favole del morire, di Luca Fiorentini con , di Francesco Pettinari Infanzia walter Siti (a cura di) Granta 6 l’invisibile, leonardo Gandini Voglio vedere il sangue, 47 di Gabriele Di Fronzo di Giaime Alonge di Fernando Rotondo

Le immagini di questo numero sono di Anna Godeassi che ringraziamo per la gentile concessione. Illustratrice freelance, Anna Godeassi realizza immagini, progetti di co- municazione visiva e video per quotidiani, riviste, case editrici, agenzie di pubblicità, negozi e web. Collabora, in Italia, con quotidiani tra cui “La Repubblica” e “Il sole 24ore”, riviste tra cui “Vanity Fair”, “Gra- zia”, “Cosmopolitan”, “Donna Moderna” e agenzie di pubblicità come Leo Burnett, DDB e RedCell. Crea libri per l’infanzia e per l’editoria scolastica con editori quali Mondadori, Loescher, De Agostini, Giunti, progetti cartacei per Boutique Fabriano, Eni, Mc Donald. Disegna per clienti esteri in Giappone, Corea del Sud, Francia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti.

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Silenzio, reticenza e lacuna nel testo letterario Un’arma retorica a doppio taglio di Beatrice Manetti

el chiacchiericcio della comunicazio- da quello straordinario repertorio di si- condotte all’insegna delle “agnizioni di Nne permanente, due libri sul silenzio lenzi che è la Commedia dantesca, dove lettura di nencioniana memoria”, ossia di nel testo letterario sono una coincidenza il pellegrino e i suoi interlocutori non quegli “incontri-riconoscimenti” la cui a dir poco fragorosa. O forse no, se è vero fanno che altro che dire di non potere o gratuità non è scindibile dall’emozione che entrambi obbediscono al medesimo non voler dire, Mortara Garavelli trae lo che li accompagna: anche così si spiega intento, che non è solo scientifico ma an- spunto per una ricognizione semantica l’evocazione, accanto agli irrinunciabili che etico-pedagogico, di ribadire le pre- dei termini muto e tacito; mentre Gardini classici (Ariosto, Tasso, Leopardi, fino a rogative della letteratura in un momento fa scaturire dalle omissioni di Dante una Elsa Morante e Lalla Romano), di pagine di generale arretramento delle discipline riflessione sul realismo, che chiama in e nomi presumibilmente cari all’autrice, umanistiche. Non solo perché la parola causa i suoi massimi teorici, da Auerbach in particolare di filologi e linguisti presta- letteraria nasce nel silenzio e soprattutto a Lukács, e di cui la lacuna testuale, nel ti alla prosa narrativa, da Maria Corti a nel silenzio si fa accogliere, come lascia suo rimandare “a una dimensione em- Raffaele Simone, da Cesare Segre a Gian intendere Bice Mortara Garavelli chiu- pirica più ampia di quella documentata Luigi Beccaria. dendo il suo Silenzi d’autore (pp. 143, dalla scrittura”, sarebbe addirittura il Se un’obiezione si può muovere al libro € 18 Laterza, Roma-Bari 2015) con una fondamento. Per cui “le lacune del Para- di Gardini, è di segno diametralmente citazione da Giovanni Pozzi: “La cella diso apparterranno anche a una poetica opposto. Il suo intento di fornire, insieme e il libro sono le stanze della solitudine dell’ineffabile, ma, non meno delle affini a una fenomenologia della lacuna, anche e del silenzio. Della solitudine la cella lacune delle altre due cantiche, sono al una definizione di letteratura, rischia di (…). Del silenzio il libro, deposito della servizio della mimesi”. far sparire alla vista il suo stesso oggetto memoria, antidoto al caos dell’oblio”; La diversità degli esiti è figlia di pre- d’indagine. A forza di estenderne i con- ma anche perché la letteratura dà for- messe, e anche di ambizioni, antiteti- fini, la lacuna finisce per coincidere tout ma e senso all’esperienza selezionando che: nel primo caso il silenzio nel testo court col testo letterario, diventandone e ricombinando i frammenti non più solo una parte strut- discontinui della quotidianità, turante, ma l’elemento costi- e se dice di meno è per signi- tutivo. Questa tensione mas- ficare di più. Nicola Gardini, simalistica, per fortuna, affiora tirando le somme della sua ri- solo occasionalmente nell’ar- cognizione dei modi, degli stili gomentazione, senza condi- e delle retoriche della lacuno- zionarne l’efficacia. Chi vuole, sità (Lacuna. Saggio sul non potrà prenderla come un valo- detto, pp. 271, € 20, Einaudi, re aggiunto; a chi diffida delle Torino 2014), arriva addirittu- generalizzazioni e della ricerca ra a identificarli: “La letteratu- delle cause ultime, basteranno ra non è fatta di parole, ma di le intuizioni critiche che Gar- tutto il silenzio che certe paro- dini dissemina nel suo saggio, le scritte lasciano sospettare e le impeccabili analisi stilistiche inducono a indagare”. di campioni eccellenti di brevi- A testimonianza di questa tas (splendide quelle di alcuni fiducia nella funzione cono- passi di Tacito e Sallustio), le scitiva dell’omesso, gli studi di riformulazioni innovative di Gardini e Mortara Garavelli concetti che sembravano defi- incarnano quello di cui par- nitivamente passati in giudica- lano: sono libri laconici, che to, come quello di “trama” o Segnali procedono per scorciature e di “cooperazione del lettore”. corto circuiti, si aggregano in- Senza dimenticare quella che torno a nuclei concettuali in- è forse l’acquisizione più sor- termittenti, lasciando al lettore prendente, anche per il suo l’onere e il piacere di colmare stesso autore, di un attraver- da sé i passaggi sottintesi o le inevitabili funziona innanzitutto come un’evidenza samento della letteratura europea antica assenze. lessicale dalla quale si irradiano reti sino- e moderna programmaticamente refrat- Le somiglianze finiscono qui. Diver- nimiche e figurali (i notturnivirgiliani) ­ o tario all’ordine cronologico: l’approdo, sissimi, infatti, sono l’impianto metodo- intorno al quale si coagulano una costel- alla fine del percorso, non solo a una logico e gli strumenti d’analisi adottati lazione emozionale e un atteggiamento messa a fuoco della sfuggente catego- dai due autori: mentre Mortara Garavelli esistenziale; nel secondo, la lacunosità ria della lacunosità, ma anche a una sua passa in rassegna i silenzi nel testo lette- è riconosciuta come fondamentale pro- ­periodizzazione. Beatrice Manetti rario, in una ricognizione di tipo temati- cedimento artistico che non solo contri- Per Aristotele, Demetrio, Cicerone, Silenzio, reticenza e lacuna co intervallata da brevi sondaggi lingui- buisce a strutturare la narrazione ma “è Orazio, il non detto è un’arma retorica stici, Gardini indaga il silenzio del testo implicito nella natura stessa del narrare”. a doppio taglio, che può produrre sia il nel testo letterario letterario, con un eclettismo metodolo- Ma anche uno studio non sistematico sublime sia l’oscurità più impenetrabi- Maria Chiara Fenoglio gico che privilegia la retorica e lo strut- non può prescindere da problemi teorici. le, ma è un’arma retorica. Solo a partire turalismo (e infatti in Lacuna, più che di E infatti la ricognizione tematica di Ga- dalla seconda metà dell’Ottocento, e in Febbraro e Heaney a confronto silenzi, si parla di omissioni, reticenze, ravelli, condotta sui classici greci e latini modo particolare negli scrittori moder- Raffaella Faggionato cesure), ma non disdegna la critica stili- e su autori italiani di diverse epoche, ma nisti, diventa qualcosa di diverso: in un stica, i cultural studies e gli apporti della specialmente del secondo Novecento, mondo che ha perduto l’orizzonte della I personaggi-inciampo psicanalisi e dell’antropologia. offre gli esiti più convincenti quando si totalità, l’arte dell’esclusione e della se- nell’opera di Tolstoj I due libri si offrono così a una lettura appoggia a una definizione precisa del lezione è un ponte tra la caotica discon- Guido Mattia Gallerani parallela, specie nei punti in cui affron- concetto di “tema”, inteso non come tinuità dell’esistenza e il fantasma della tano gli stessi “silenzi d’autore”: quelli unità concreta e facilmente circoscrivi- forma; oppure, al contrario, il varco che Il centenario di Roland Barthes che risuonano, ad esempio, nell’Edipo bile del contenuto (quello semmai è il allude all’assenza di qualsiasi senso. Per Enrico Manera re di Sofocle sono per Mortara Garavel- motivo), ma come “spazio di tensione fra Proust, che insieme a Henry James è la li soprattutto il “silenzio riluttante” di l’argomento di un’opera e il suo senso” guida privilegiata di Gardini, la cosa più Mircea Eliade e lo sciamanesimo Tiresia, “che vuole e deve celare verità (così Daniele Giglioli in Tema, La Nuova bella dell’Educazione sentimentale è uno Antonio Scarazzini indicibili”, e quello di Giocasta, che “fa Italia, 2001): quindi nel capitolo sul silen- spazio bianco: il duplice a capo che se- presagire al coro l’erompere di inevitabili zio dei mistici, dove il tacere configura lo para l’incontro di Frédéric Moreau con Riflessioni sulLibro bianco sciagure”; Gardini, invece, punta la sua spazio del sacro, o in quello sulla Shoah, Sénécal sulle barricate del 1848 e il suo della difesa attenzione sulla parola enigmatica, quin- dove sono passate in rassegna opere che ritorno a Parigi più di vent’anni dopo. di lacunosa, dell’oracolo, per rintracciare hanno sfidato la costitutiva inadeguatezza Una lacuna magistrale, dentro la quale Lina Zecchi nella tragedia sofoclea non solo il lessico del linguaggio a dire l’indicibile, traendo scompaiono la vita adulta di Frédéric e il Ruth Rendell, dell’interdetto divino, ma lo scontro tra la propria ragion d’essere anche da quel- suo (im)possibile romanzo.­ n regina del crimine dimenticata due paradigmi culturali nel momento del la sproporzione. Altrove, Silenzi d’autore [email protected] passaggio dalla sapienza arcaica dell’in- si offre piuttosto come un “censimento”, Andrea Carosso terrogazione a quella moderna della una “antologia”, una serie di “spigo- B. Manetti insegna letteratura italiana contemporanea Il blues ovvero B.B. King dialettica, da Edipo a Socrate. E ancora: lature” (sono tutte parole dell’autrice) all’Università di Torino N. 7/8 6

Febbraro e Heaney a confronto: per una critica non ermeneutica La poesia è un albero posto al confine fra due nazioni di Maria Chiara Fenoglio

incontro di poesia e critica ha segnato profon- visto storico, è indispensabile per capire Heaney: se la poesia è un aratro che volge la terra e la dis- L’ damente il secolo scorso: affiancate, sovrappo- già in Wintering out queste due componenti erano soda, la lingua è il vomere, lo scandaglio, l’ago che ste fin quasi a parlare l’una dentro l’altra, l’una con tenute insieme dall’uomo di Tollund, un cadavere ricuce e sutura: in Heaney come in Febbraro c’è il linguaggio dell’altra, hanno creato un’intersezio- dell’età del ferro, sacrificato durante un rito reli- la chiara percezione che il linguaggio poetico non ne feconda per entrambe, senza la quale il panora- gioso e rinvenuto nelle torbiere danesi nel 1950, abbia nulla a che fare con lo scarto dalla norma, ma letterario novecentesco sarebbe assai diverso. in cui l’autore rintraccia la memoria emergente dal come a lungo si è creduto nel secolo scorso. Se così Poi, con gli anni ottanta, quella illustre tradizio- passato e insieme l’immagine di un martire della fosse, sarebbe “antropologicamente incomprensi- ne si è interrotta, o per lo meno si sono smorzati fede, posto in relazione con i morti nordirlandesi bile”: al contrario è “norma che prevede la lingua i rapporti di necessità che connettevano sguardo degli anni settanta. The Tollund Man rappresenta il come scansione, controllo ed evocazione simbolica critico e passo poetico: la perdita di rispondenza tentativo di definire il presente, mettendolo in re- dell’assente, come riproduzione e imitazione affet- tra verso e riflessione sul verso, la diminuzione di lazione significativa col passato: egli è un revenant, tuosa, compartecipe, dei nostri incontri e attriti”. autocoscienza storica e critica ha prodotto la chiu- qualcosa che afferma la sopravvivenza poetica di Non iato bensì dittongo. sura del circuito poetico su se Lo iato naturalmente c’è, ed è stesso, l’autoreferenzialità e la prima di tutto storico: è la deci- deriva del poetico stesso, l’e- sione, sofferta, di abbandonare saurirsi di ogni intersezione tra l’Ulster dopo i Troubles del 1972, universi distinti che era stata e di trasferirsi nella Repubblica la cifra caratteristica della fase d’Irlanda. Una rottura (politica ed precedente. La poesia tende estetica) su cui Heaney continue- ad accentuare al suo interno rà a riflettere, rappresentandosi l’elemento mitico-evocativo, li- come watcher, warder, ma anche berandosi di ogni tutela critica wader: il poeta non è, in effetti, oltre che di ogni impulso au- solo osservatore, egli è anche guar- tocritico, crogiolandosi nell’il- diano di un confine, ma soprattut- lusione di una sua immediata to colui che deve tentare di sutura- disponibilità. re la lacerazione, ricongiungendo i Un’illusione cui si sottrae margini, avvicinando gli opposti, Paolo Febbraro che, con il suo connettendo l’andare e il tornare. ultimo importante lavoro (Leg- Per questa ragione uno dei luoghi gere , pp. 191, eletti della poesia heaneyana è la € 17,50, Fazi, Roma 2015), re- condizione purgatoriale in cui il cupera e vivifica, da poeta, un poeta si muove come un viandan- modo di intendere la critica te, un Virgilio che sa di non poter non puramente ermeneutico tentare alcuna ascesa paradisiaca, né strettamente confinato nella che “espropriato dalla propria ter- cosiddetta critica della vita di ra d’origine” può solo “fare della cui oggi molto si discute: cer- propria lingua magistrale il vome- to, questo libro non sarebbe re che educa il terreno e la pagi- probabilmente nato se la lettu- na, la campagna e la letteratura” e ra delle poesie di Heaney non che, attraverso questo strumento, fosse stata corroborata dalla di- si apre alla comunione, al ricono- retta conoscenza, dall’amicizia scimento. tra i due che rende questo libro Nulla di mistico dunque, nella più vero, e insieme più impre- poesia: essa al contrario è una cosa scindibile. Ma l’attitudine cri- ammissibile, “a thing allowed”, tica messa qui in campo non che ha il suo punto d’avvio nel non cerca solo di ritrovare le parole detto. Non ci può essere poesia di Heaney, stringendole a sé dove non c’è pudore poiché, come come Enea di fronte all’ombra rileva molto opportunamente Feb- del padre Anchise; Febbraro fa braro, ciò che conta in poesia non qualcosa di più definitivo: cer- è l’espressione del sentimento: “un ca di “espugnare un medium”, componimento in versi non è una adattandosi a un mondo “che telefonata a un amico o una seduta altrimenti riposerebbe in sé, dallo psicanalista: è qualcosa che sordo e perduto, intransigen- deriva in buona parte dall’istitu- te e intransitivo, oppure chia- zione ‘Poesia’ che la precede, dalle merebbe a gran voce con la possibilità imprevedibili che, per grana grossa e moralistica del paradosso, vi sono previste”. Per realismo”. Il gesto critico non questo l’immagine dell’uomo di è semplice descrizione, né ten- ciò che non c’è più, ma soprattutto è emblema de- Tollund è così emblematica: essa tativo di appropriazione: esso è dialettico nel senso rimanda a qualcosa che esiste in natura e allude al più alto del termine, è incontro e prolungamento gli incroci che la storia iscrive sul palinsesto della natura. Heaney stesso ammette infatti che il pae- profondo mantra della poesia, che è ripescaggio, nell’altro da sè. ciclicità, discesa agli inferi e principio di rigenera- Febbraro e Heaney non sono poeti dell’auscul- saggio irlandese “è un manoscritto che abbiamo zione. Come scrive Febbraro, “c’è un morto che tazione, dell’indagine narcisistica del proprio sé, perso la capacità di leggere” (Il senso del luogo, rientra nella vita e un vivo che esperisce la morte”, bensì dell’attraversamento, della cucitura e del in Attenzioni – Preoccupations. Prose scelte 1968- ma questa ricerca non è meramente individuale, guado: come ha dichiarato l’autore, da questo cros- 1978, Fazi, 1996) e il poeta-saggista ha in primo solipsistica, è sopraindividuale, necessita del con- sing emerge “di quale entità sono i problemi che luogo il compito di riconnettere il paese geografico corso di chi, prima di noi, ha tentato con piede la poesia può superare e metabolizzare, e quale sia al paese della mente. malfermo le medesime stepping stones. Dai padri, la sua ‘normale’ grandezza, l’ampiezza delle sue Ma cosa sono esattamente queste pietre di guado soluzioni formali, la profondità del suo ‘pescag- necessarie per attraversare la putredine della sto- dunque, non si prescinde: Virgilio, Dante, Yeats, gio’ nelle tradizioni”. Non è un caso che una delle ria, per riconnetterci alle nostre memorie? Per He- Thomas e Hughes, poiché, come aveva già intui- immagini più ricorrenti della poesia di Heaney sia aney in primo luogo sono la lingua della cultura, la to Leopardi, il poeta “non inganna l’intelletto, ma proprio l’incrocio, l’intersezione e l’attraversamen- lingua maschile del dominatore inglese che dissoda solamente la immaginazione degli uomini” perché to: superare le distanze sembra essere il vero de- e tramuta la torbiera in terra arata, “Each verse re- per “imitare poetando la natura (…) è pressoché necessario lo studio lungo e profondo de’ poeti an-

- Critica letteraria stino di questo poeta che adotta la metafora delle turning like the plough turned round” (Glanmore stepping stones, le pietre di guado. Nel nativo Ul- sonnets, II). Per questo, rileva Febbraro, la poesia tichi”. Nel passato si annida l’energia poetica del ster, terra di torbiere e di acquitrini, il transito è è un “albero posto al confine fra due nazioni, che futuro poiché “se un fatto è poeticamente rievoca- possibile non tramite le ampie campate dei ponti, peschi con le radici in due territori e con le fron- to, diventa un presagio, un destino ancora inestri- ma solo a passo d’uomo, con “la buona volontà e de respiri e impregni due atmosfere, unendole in cato, covato nelle sue pieghe”.­ n l’equilibrio” grazie ai quali esplorare il fondo sen- sé”: i due territori sono l’Inghilterra e l’Irlanda, la [email protected] za perdere stabilità. La radice irlandese, sia da un lingua colta e il mondo contadino, la storia e la na-

Segnali punto di vista paesaggistico, sia da un punto di tura, l’indagine saggistica e l’impulso poetico. Ma C. Fenoglio è insegnante e critico letterario N. 7/8 7

AntoloGaia e i favolosi anni settanta: memoria e ricezione post-generazionale Quando era fin troppo facile mettere in discussione il mondo di Cristian Lo Iacono

uelli che appartengono alla generazione post- Quanto alla storiografia, non si può dire che in to la strategia dell’entrismo, dell’integrazione nel Qdiluviana, post-punk, post-comunista sono Italia ci sia stato un lavoro ampio e approfondito sistema. Però ci si può chiedere se, al di là della nati mentre tutto quello che Porpora Marcasciano di ricostruzione della stagione che va dal ’68 al ’77. simpatia, non ci sia un eccesso di idealizzazione celebra in AntoloGaia (Vivere sognando e non so- Ancora più lacunosa è la storiografia che ricostru- nella maniera in cui Marcasciano dipinge la flora e gnare di vivere. I miei anni Settanta, pp. 271, € 15, isce i fatti che vanno dal ’77 alla prima metà degli la fauna multicolore e variegata dei refrattari a ogni Alegre, Roma 2014) decadeva, veniva ammutolito, anni ottanta, l’epoca del riflusso. Una delle ragioni irreggimentazione politicistica. Erano tutti davve- arrestato, ucciso e sepolto. Eppure, la storia raccon- essenziali credo sia il coinvolgimento biografico di ro più aperti e disponibili, in tutti i sensi? Perché tata da Porpora è anche la nostra. Anche molti di coloro che dovrebbero (o avrebbero dovuto) scri- i refrattari di oggi, quelli che più si avvicinano ai noi hanno scoperto la politica nelle assemblee sco- vere questa storia: sfruttando la posizione privile- creativi di allora, penso ad esempio alle frange pun- lastiche (per me era l’epoca della prima guerra nel giata di chi è nato dopo si può dire che il problema kabbestia, non sono tanto più aperti di cervello e Golfo) e hanno vissuto l’esperienza della fuga (io è (o sarebbe stato) quello di dover fare i conti con sbottonati di cerniera dei compagni. dalla Daunia, lui dal Sannio): “E me ne andai. La la propria storia. Ci vuole coraggio. Questo proble- Una seconda questione è quella che chiamerei la motivazione ufficiale era lo studio, ma non era solo ma irrisolto è figlio di quello che, secondo Porpora, pratica della coscienza. Su questo piano forse si è quello che mi faceva andar via. Me ne andavo per- fu il vero e insormontabile limite del movimento: giocato il tutto per tutto, e si è perso. Nel senso ché il paese mi stava stretto, perché avevo bisogno e l’incapacità di mettere in discussione se stessi men- che su questo punto (anche tenendo presenti le desiderio di conoscere il mondo…”. E si potrebbe tre si metteva in discussione il mondo, mentre si pratiche di risignificazione queer) si è consumato continuare, citando musica, letture, linguaggi di cui sfasciava, criticava e decostruiva tutto, tutte le co- uno strappo non ricucibile. Assistiamo al contrario la generazione post continuava a nutrirsi, immer- noscenze ereditate, da quelle scientifiche a quelle di ciò che quarant’anni fa si pensava essere l’esito gendo tutto nell’atmosfera dark dominante (al sud religiose, tutte le forme di vita tradizionali. “Era fin di un percorso di autocoscienza e riappropriazione a partire dalla seconda metà degli anni ottanta). I troppo facile mettere in discussione il mondo, la soggettiva. Anche nel caso delle pratiche di auto- Cccp raccontavano il crollo definitivo di ciò che società…gli altri, ma era veramente difficile met- coscienza le vie della riappropriazione si biforcaro- Porpora racconta come scoperta, invenzione, gio- tere in discussione se stessi”. Emerge la questione no (e quando si intrecciavano erano problemi): da ia di vivere. Era tutto capovolto: “Grande è un lato l’autocoscienza sobria dei collettivi, l’impossibile / Osare la confusione / Il cie- dall’altro l’alterazione indotta dalle droghe lo è sopra e sotto / Ci si può solo perdere”. (in mezzo un oscillare tra i due stati). In en- Personalmente sono venuto alla coscienza trambi i casi, però, l’obiettivo dichiarato era rivoluzionaria dell’adolescenza negli anni in un livello di coscienza superiore. Oggi, quel- cui nei centri sociali lo slogan era “né eroina, li che puntano sulla riappropriazione sobria né polizia”, in cui il Pci (nemico numero uno e consapevole di solito vanno dallo psicolo- della sinistra extraparlamentare) si sfaldava, go, mentre i più arditi sembrano quelli che in cui l’Aids soggiogava i corpi alla solitudi- (magari attraverso l’uso di droghe disini- ne e alla finitezza: altro che liberazione e tra- benti come l’ecstasy) mettono momentane- sgressione! I comportamenti trasgressivi, l’u- amente tra parentesi la propria soggettività, so di sostanze, di alcool, l’abbigliamento di la propria identità di genere, il proprio sé. seconda mano, la sessualità, pur essendo in Manca cioè quella (magari illusoria) pratica parte segno di consapevole ribellione, erano della coscienza. insidiati da un desiderio autodistruttivo e di- Quanto all’operazione di rammemora- sperato. Altri tempi, i favolosi anni settanta. zione, è importante sottolineare l’aspetto Mi è capitato di incontrare Porpora alla eminentemente poetico del racconto di An- fine degli anni novanta, a Bologna, quando toloGaia. Porpora ne è consapevole e lo ri- il cosiddetto movimento cominciava a dare vendica quando dice, nella prima pagina del segni di vitalità e riemergevano istanze anta- suo libro che “la poesia, meglio di ogni altra goniste e critiche anche nell’ambito omoses- cosa, potrebbe descrivere quella scena in cui suale, dopo il lungo decennio di egemonia si muovevano artisti e sognatori, vagabondi dell’Arcigay; l’introduzione delle terapie e intellettuali, creativi e rivoluzionari, stre- antiretrovirali allontanava, pur non cancel- ghe, maghi, marziani e zingari felici”. Anche landolo, lo spettro dell’Aids; sembrava finita se Porpora ha scelto la prosa autobiografica, l’epoca dell’eroina. Una figura come la sua l’aspetto poetico, implicito in ogni operazio- veniva rappresentando, man mano che ne ne di rammemorazione (termine che uso nel conoscevo il glorioso passato reso pubblico senso tecnico di andenken, riportandolo alle da questo libro, la persona che ci avrebbe permesso del sesso e del genere come questione politica no- sue origini hölderliniane), traspare, erompe anzi, a di riallacciare i fili con il movimento e la diffusa in- dale. Infatti, solo il femminismo e sulla sua scia il ogni pagina. telligenza sociale, politica, culturale, (trans)sessuale movimento omosessuale (formato prevalentemente Il libro di Porpora è parlato dal linguaggio e del ’77. Lì è baluginata una rivoluzione che per un da maschi) furono in grado, pur con tanti limiti, di dalle parole che risuonano da una bocca all’altra. istante ha proiettato l’Italia in una realtà che He- politicizzare quello che nelle due frazioni del movi- È un libro molto soggettivo, ma allo stesso tempo gel avrebbe definito “cosmostorica”, cosa che del mento antagonista (quella rivoluzionaria e marxista corale, densissimo di citazioni che non sono sem- resto avevano visto benissimo, all’epoca dei fatti, da un lato, e quella creativa e freakkettona, dall’al- plici citazioni, perché capita di sentire un’intima intellettuali della tempra di Michel Foucault, Gilles tro) rimaneva scisso: cioè l’idea di rivoluzionare se appartenenza con quelle parole, con quelle strofe Deleuze, e altri, i quali avevano lanciato un appello stessi/e e il mondo. di canzone, con quegli slogan politici. AntoloGaia contro la repressione poliziesca in Italia. Al contra- Porpora nel libro fa emergere una maggiore sim- è un diario di viaggio, o meglio sarebbe parlare di rio è difficile dire cosa rappresentassimo noi per lei. patia per gli sballati (simpatia con la quale non pos- trip, in un’Italia del tutto impreparata ad accoglie- Credo, un misto di promesse, in parte adempite: in so che concordare) e sarebbe forse imbarazzante re quelle masnade di zingari portatori di un futuro fondo eravamo soltanto gay ed era difficile portare per chi si identificava con i politici chiedersi che che alla fine risultò effimero, non perché debole o fuori, così nell’atto pratico-politico come nell’atto fine abbiamo fatto. È uncliché di cattivo gusto la sterile, ma perché troppo forte e fecondo. Il libro d’amore, quella sessualità libera e polimorfa latente rassegna di tutti gli ultrasinistri che hanno adotta- di Porpora è un Bildungsroman postmoderno, una in tutti noi e che il libro di Porpora mostra essere specie di Wilhelm Meister, il cui protagonista ha stata sperimentata sul campo, o meglio, nei campi, per vocazione non più il teatro ma la vita: “Negli nei boschi, nei cessi, nelle aule di università, ovun- Letture anni settanta scritto sui muri compariva spesso que, con quel misto di orgoglio ideologico ma anche ‘vivi come se sognassi e non sognare di vivere’, le di tranquillità. Anche la decostruzione queer, nata Jean-Paul Sartre, Michel Foucault, Félix Guat- migliori parole che esprimono il desiderio che mi in ambito anglosassone alla fine degli anni ottanta tari, Appello degli intellettuali francesi per il prese di trasformare la mia vita e tutto il mondo at- eppure così affine a certe suggestioni provenienti convegno di Bologna sulla repressione in Italia, torno”. Questo vitalismo si fondeva poeticamente dalla cultura delle frocie degli anni settanta, è stata “Lotta Continua”, 5 luglio 1977 con la tematica materialistica dell’alienazione e del- materia su cui ci siamo confrontati, sarebbe questa Myriam Cristallo, Uscir Fuori: dieci anni di lot- la liberazione. Sebbene non voglia essere un nuo- probabilmente la critica che Porpora ci farebbe, vo Amarcord (va detto che alcuni racconti e alcuni te omosessuali in Italia (1971-1981),Teti, 1996 - Movimenti LGBTQ quasi esclusivamente sul piano teorico. C’è da chie- personaggi sono decisamente felliniani) il libro di dersi come mai. Quasi quarant’anni ci separano da Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, Porpora non riesce a nascondere un’infinita nostal- quel fatidico 1977. A questa distanza AntoloGaia Feltrinelli 1999 gia per i volti, per gli amori, per i respiri, per la rappresenta un enorme esercizio di ricostruzione giovinezza, per il senso di libertà e di possibilità. n Nanni Balestrini e Primo Moroni, L’orda d’oro: storiografica, che trasforma la testimonianza diretta 1968-1977. La grande ondata rivoluzionaria e [email protected] in documento. Ma allo stesso tempo è un saggio di creativa, politica ed esistenziale, Feltrinelli 2003 rammemorazione ­poetica. C. Lo Iacono è dottore di ricerca in filosofia Segnali N. 7/8 8

I personaggi-inciampo nell’opera di Lev Tolstoj: vite creatrici d'armonia Russi, buoni, rotondi e rassicuranti di Raffaella Faggionato

ell’infinito mare di umanità raffigurato da Tolstoj Tutti questi personaggi-inciampo hanno dei tratti co- lare, nel corpo umano come nell’universo intero. Essa Nin romanzi e racconti, è possibile tracciare una li- muni molto evidenti: si muovono in un mondo in cui rimanda quindi a una tradizione culturale ben precisa: nea di demarcazione tra le moltissime figure prive di non c’è un legame rigoroso di causa-effetto tra gli atti è l’ideogramma alchemico dell’uno-tutto, è l’immobile evoluzione, definite una volta per tutte, e gli eroi la cui e le loro conseguenze; non misurano il tempo, vivono perfezione della sfera sospesa in una dimensione che vita spirituale ha la forma del cammino. Questi ultimi, in un presente immobile, il trascorrere dei giorni è per si sottrae al tempo. A questo simbolismo Tolstoj tornò che definiremo convenzionalmente i protagonisti, sono loro soltanto un naturale approssimarsi alla morte; nu- spesso anche in seguito; in un appunto del 1870 leggia- in genere personaggi che condividono col loro creato- trono un totale disinteresse per il denaro e i beni terreni; mo: “Il cerchio, e ancor più la sfera, non si calcolano, re non tanto una visione della vita, quanto piuttosto spesso sono associati alla sfera del canto; in loro l’umil- non si esprimono altrimenti che per approssimazione un certo modo di stare al mondo. Bolkonskij, Bezu- tà (smirenie) è un tratto connaturato, non una scelta, è (…) esprimono l’eternità, cioè la debolezza, l’insuffi- chov, Levin, Ivan Il’ič, Padre Sergij sono tutti uomini l’umiltà assoluta che nasce dall’assenza di amore di sé e cienza della nostra mente”. sprofondati nella solitudine, che sempre si collega, in da una comprensione di natura superiore; non dispen- Dallo stesso manoscritto Tolstoj attinse una spie- Tolstoj, a una dimensione di libertà; sono fragili e at- sano insegnamenti, ma in genere offrono ai protagoni- gazione del significato dell’antico alfabeto ebraico e tanagliati dai dubbi, si smarriscono, sono incapaci di sti, nel momento della massima prostrazione spirituale, alcuni rudimenti della Qabbalah; dall’associazione di orizzontarsi nel mondo; e tutti sono impegnati in una da mangiare e da bere: ne nutrono simbolicamente il due termini antico-ebraici nacque il cognome del per- ricerca (di Dio, o del senso della vita), percorrono una corpo, ma insieme è l’anima che ne trae beneficio, giac- sonaggio: taev (desideroso), e rākav (essere unito). De- sorta di via mystica, lungo la quale si liberano via via dei ché nell’universo in cui essi si muovono non c’è separa- sideroso di essere unito, di tornare all’unità armoniosa vizi derivanti dall’attaccamento al sé: la superbia della zione tra materia e spirito. Nello stesso tempo, essendo e immobile della sfera: questo è effettivamente il senso ragione, il desiderio di gloria, di autoaffermazione, di estranei alla dimensione del tempo, sanno amare solo che il personaggio riveste agli occhi di Pierre, rinchiuso ricchezza, o la schiavitù della passione amorosa. quel che è lì di fronte, presente. Il loro sentimento del nella baracca dei prigionieri, dove “egli avvertì che il Il loro cammino tuttavia ha delle caratteristiche para- mondo non ha nulla a che fare con un’affermazione mondo che era prima andato in pezzi adesso si rico- dossali. Innanzi tutto, la meta è come se vi fosse inscrit- attiva dei valori dell’etica cristiana (bontà, amore del struiva nella sua anima con nuova bellezza, su fonda- ta da sempre, sorta di realizzazione di quanto attende- prossimo, sacrificio di sé); nasce piuttosto da un’accet- menta nuove e incrollabili”. va solo di svelarsi; inoltre, essi sono in genere passivi tazione totale della realtà, che li colloca fuori dalla lotta Alla stessa tradizione di pensiero rimandano diversi di fronte agli avvenimenti, come se ciò che accade e li per l’affermazione di valori e ideali. attributi di Karataev, che si ritrovano, benché non così coinvolge avvenisse loro malgrado. Sono spettatori più Di loro Tolstoj dice esplicitamente che sono “privi concentrati, anche in altri personaggi-inciampo. Egli che attori, sembrano preda di una qualche forza supe- di intelligenza”; si esprimono in genere in modo scon- “canta come cantano gli uccelli”: nella Qabbalah, nella riore che agisce su di loro e li pone di fronte al miste- nesso, o sono silenziosi, o dimenticano immediata- magia del Rinascimento e nell’alchimia il canto era di ro, sia esso la morte, la vita, o l’amore. Questa forza per sé la più alta espressione umana, e il linguaggio non ha i caratteri della provvidenza, è piuttosto una degli uccelli era a sua volta considerato un linguag- “legge di attrazione”, come la definisce Tolstoj in gio perfetto e segreto, una lingua mistica utilizzata un appunto di diario, che agisce sulla materia come dalla natura per comunicare con l’iniziato ai misteri. sullo spirito “e lo attira verso il sole spirituale”. Una Inoltre Karataev incarna quella dualità costruttiva legge di attrazione che guida gli eroi sulla strada che su cui si basa il processo alchemico, che ammette la è già inscritta in loro. contraddizione e ne fa anzi l’origine del movimento: La passività dei protagonisti tolstoiani è messa in “Spesso egli diceva esattamente il contrario di quan- risalto dalla presenza, accanto e attorno, di perso- to aveva detto prima, ma una cosa e l’altra erano naggi minori che sono invece molto attivi, porta- giuste”. Platon vive fuori dallo scorrere del tempo, tori di tutti gli aspetti peggiori del genere umano: non conosce la propria età, dimentica immediata- intriganti, profittatori, opportunisti, malvagi: questi mente ciò che ha detto. Sa amare solo quel che è sì agiscono per volontà propria, mossi da egoismo presente di fronte a lui, non ha memoria, non ha e ambizione (si pensi in Guerra e pace all’attivismo passato né futuro. Ha un odore “forte e piacevo- della famiglia Kuragin o di Dolochov). Gli uomini le” di sudore che riscuote Pierre dal suo torpore: attivi, audaci, privi di dubbi, sicuri sempre di essere e la tradizione ermetica assegna proprio all’olfatto dalla parte giusta, sono i migliori rappresentanti di il potere di cogliere situazioni superiori; stimola- questa civiltà, destinata a risultare vittoriosa. mente ciò che hanno detto per affermare il contrario, ta dalla percezione di certi profumi l’anima si ridesta Nel restante panorama dei personaggi minori, il o raccontano storie, spesso prive di nesso logico. In e desidera ricollegarsi al divino. Quando i prigionieri gruppo che mi appare più interessante è costituito da compenso parlano tutte le lingue del mondo umano e sono costretti a mettersi in cammino, durante la fuga figure accomunate dall’appartenenza al mondo natura- animale: zio Eroška comprende il linguaggio con cui dei francesi da Mosca, Karataev non può che morire: le dei semplici: zio Eroška (I cosacchi), Platon Karataev la scrofa parla ai suoi porcellini, la sua lingua è un im- il viaggio, il movimento sono una dimensione per lui (Guerra e pace), il servitore Gerasim (La morte di Ivan pasto di termini cosacchi e ceceni che gli permette di estranea e mortifera. Quella di Karataev è la morte di Il’ič), Pašenka (Padre Sergij), Nikita (Padrone e servito- capirsi con tutti i popoli del Caucaso; Nikita discorre tutti, come tutti, al di là del bene e del male. È, nel so- re), i murid che accompagnano Chadži Murat, solo per di continuo col cavallo che ne condivide la sorte, Ka- gno di Pierre, la goccia sulla superficie del globo d’ac- nominarne alcuni. rataev con la cagnolina che ne condivide la prigionia. qua che si annulla e torna parte del tutto. Essi vengono solitamente interpretati in una chiave Tolstoj fa propria la persuasione russoiana che il lin- In conclusione, i personaggi-inciampo non vanno russoiana semplificata, ovvero come rappresentanti di guaggio, inventato per comunicare emozioni, solo poi, letti alla luce del mito del buon selvaggio, non sono tan- un popolo ancora vicino allo stato di natura, buoni e e solo in quel certo tipo di civilizzazione che caratte- to uomini di natura quanto piuttosto uomini che pre- felici perché inconsapevoli e non intaccati dalla civiltà. rizza l’Europa, sia servito per imporre i dettami della figurano una cultura-civiltà altra, con tutti i caratteri di Mia convinzione è invece che l’uomo “naturale” incar- ragione aristotelico-cartesiana, il cui primato assoluto armonia e spontaneità propri all’universo naturale ma nato da queste figure non tratteggi una dimensione di rifiutano tanto il filosofo ginevrino quanto lo scrittore anche con qualcosa in più, che solo l’essere umano può natura ormai perduta, da intendersi semplicemente russo. Un passo di Lévi-Strauss mi pare illuminante in apportare in questo universo. Non sono tanto prodotti come ideale normativo da opporre, in chiave critica, proposito: “Il pensiero di Rousseau prende dunque le dell’armonia della natura, quanto piuttosto essi stessi all’uomo civilizzato figlio del progresso. Sulla scorta di mosse da due principi: quello dell’identificazione agli creatori di armonia. Nascono certamente da una base altre letture, oltre che di una comprensione più profon- altri e addirittura al più ‘altro’ tra tutti gli altri, l’anima- filosofica russoiana, su cui tuttavia si innestano altre da del pensiero russoiano, Tolstoj crea dei personaggi le; e quello del rifiuto dell’identificazione a se stesso. tradizioni di pensiero, ricollegabili all’ermetismo tardo- che prefigurano invece un uomo portatore di un sapere Questi due atteggiamenti si completano: in verità, io rinascimentale. Scoperte negli anni sessanta durante la superiore e di una civiltà altra, in cui natura e cultura non sono mai ‘io’, ma il più debole, il più umile de- scrittura di Guerra e pace, le scienze di Ermete diven- sono tutt’uno. gli ‘altri’. Ecco la scoperta delle Confessioni”. Ed ecco tano infatti per Tolstoj un prodigioso serbatoio di im- I personaggi di cui parliamo non sono propriamente anche la giusta chiave di lettura per questi personaggi magini e simboli che rispondono alla sua insofferenza parte del popolo, anzi, condividono coi protagonisti tolstoiani, solo apparentemente minori, in quanto a essi nei confronti della ragione cartesiana e della sua logica. una dimensione di solitudine: di zio Eroška Tolstoj ci è affidato il ruolo di prefigurazioni viventi del più alto Immagini e simboli che ammettono la contraddizione dice che gli altri cosacchi non lo amano e lo considera- grado di civiltà umana. in quanto origine del movimento, in una visione del no un diverso, Pašenka ci è descritta mentre viene deri- L’esempio più riuscito di personaggio-inciampo è mondo in cui la morte non è morte ma è rinascita in sa e ridicolizzata perché “stupida”, Karataev è solitario sicuramente Platon Karataev, “incarnazione di tutto nuove forme. n e isolato nella baracca dei prigionieri. In genere, tra quanto è russo, buono e rotondo”: la sua testa è ro- loro e i protagonisti esiste una sorta di complementa- tonda, rotondi i grandi occhi marroni, rotonde sono le Il testo qui pubblicato è un estratto dall'intervento let-

- Letterature rietà; e tuttavia non vanno interpretati come “aiutanti”, mani, la schiena, le spalle, il petto, le braccia, “come to il 30 maggio in occasione del Colloquio Malatestiano necessari per spingere avanti gli eroi principali lungo il si apprestasse sempre ad abbracciare qualcosa”, ro- dal titolo I personaggi minori. Funzioni e metamorfosi loro percorso. Infatti anch’essi appartengono al mon- tonde le rughe del volto, il sorriso e persino l’odore, di una tipologia nel romanzo moderno a Sant'Arcange- do della passività, della non-azione. Potremmo definirli “rasserenante e rotondo”. Il ritratto del personaggio fu lo di Romagna. “personaggi-inciampo”, nel senso letterale del termine. ispirato a Tolstoj da un manoscritto di carattere erme- In loro i protagonisti si imbattono del tutto casualmen- tico che lo scrittore ebbe modo di studiare durante il [email protected] te durante o subito dopo una catastrofe emotiva, quan- lavoro sul romanzo; vi si trova un lungo passo in cui in R. Faggionato insegna lingua e letteratura russa

Segnali do in realtà l’essenziale è già successo. termini pressoché identici viene esaltata la forma circo- all’Università di Udine N. 7/8 9

Il centenario di Roland Barthes Semiologo, pensatore, scrittore mai codificato di Guido Mattia Gallerani

e incalzati dall’appuntamento che il genere “cen- epistolare è significativo ed esteso, se si considera che stata certamente auspicabile. Stenario dello scrittore” esercita sui critici e ammi- la prima lettera risale all’agosto del 1932 e l’ultima al Nel frattempo, lo studio su Barthes ha assunto pro- ratori, anche i più timidi possono uscire allo scoper- febbraio del 1980, cioè a un mese prima della morte. porzioni notevoli. Il sito (www.roland-barthes.org) to: perfino uno studioso al centro del dibattito come Troviamo per esempio ben delineata l’amicizia con il ha permesso una nuova messa in rete degli studiosi Jean-Marie Schaeffer pubblicherà a settembre una futuro ambasciatore Philippe Rebeyrol, che si rivelò e la possibilità di preparare tutta la comunità interna- lettera con Roland Barthes (Thierry Marchaisse), fondamentale per l’aiuto materiale portato a Barthes zionale agli incontri in programma per il centenario. I mentre altri intimi aggiungono ricordi ad altri ricordi nel momento del suo reinserimento lavorativo all’u- principali appuntamenti non si sono svolti solo a Pa- (Chantal Thomas, Pour Roland Barthes, Seuil). scita dal sanatorio, dove l’autore fu costretto a sostare rigi, con i convegni tematici sulla musica e sul cinema Fino a ora l’unica biografia tentata era quella di a causa della tubercolosi proprio negli anni cruciali (in attesa del grande convegno a novembre al Collège Jean-Louis Calvet (Roland Barthes: 1915-1980, Flam- per la formazione agli studi. Troviamo ancora le ami- de ), o in Francia, come a Bayonne, città di marion, 1990) pubblicata a un decennio dalla mor- cizie intellettuali, i rapporti di stima, ad esempio con provenienza della famiglia dell’autore e a cui Barthes te. Philippe Roger aveva già fornito, a qualche anno Alain Robbe-Grillet (si veda anche il recente Barthes è sempre rimasto legato. L’accresciuta fama all’estero dalla scomparsa, il suo ormai classico Roland Barthes, et Robbe-Grillet: Un dialogue critique di Fanny Lo- ha già prodotto nel marzo scorso due importanti con- roman (Grasset, 1986). Dal 1995 e in maniera più rent, per Les impressions nouvelles). Troviamo gli vegni nel Regno Unito (Roland Barthes and Poetry e esaustiva dal 2002, vale a dire dalla pubblicazione squilibri e le divergenze con il gruppo strutturali- Roland Barthes at 100). Molti appuntamenti avranno delle opere complete a cura di Eric Marty per Seuil, sta, ad esempio nelle lettere indirizzategli da Claude luogo in giro per il mondo: in America Latina (Bra- è diventato più agevole per i critici ripercorrerne la Lèvi-Strauss. Troviamo anche tragitti interrotti, come sile, Bolivia, Argentina), in Portogallo, in Croazia, in produzione in maniera trasversale, ricostruendone quello con Georges Perec. Assistiamo alla nascita di Romania a Bucarest (dove Barthes insegnò agli inizi le connessioni interne, com’è stato più facile vagheg- relazioni pressoché orizzontali di Barthes con i propri della sua carriera come bibliotecario e lettore di lin- giare a lungo attorno a una figura bio- gua francese) e in Russia. Una nuova grafica il cui portato interpretativo re- speranza per gli studi barthesiani viene stava però come taciuto, poiché il suo dalla nascita di due riviste specialmen- stesso profilo restava incompleto. Ma te dedicate: una in francese, Roland due biografie si sono presentate pun- Barthes review, che sta preparando tuali all’appuntamento. Con Roland proprio un numero sulla ricezione di Barthes: au lieu de la vie (Flammarion, Barthes nel mondo, e quella riservata 2012), Marie Gil ha elaborato una pre- ad articoli in inglese, Barthes Studies, liminare definizione di testo tale da in- d’imminente apertura. globare la vita stessa di Barthes, al fine Anche in Italia, dove Barthes ha ri- di raccontarla come una costruzione petutamente sostato, le occasioni per esistenziale fondatrice della stessa ope- un ricordo non sono mancate. Una ra testuale. giornata è stata organizzata a Urbino Uscita a gennaio, la biografia di il marzo scorso; a pochi giorni di di- Tiphaine Samoyault (Roland Barthes, stanza si è svolta a Roma una tavola Seuil) viene a fornirci un nuovo pano- rotonda alla presenza della stessa Sa- rama della vita di Barthes grazie alla moyault. Mentre Isabella Pezzini ha presentazione di materiale per lo più dato alle stampe la più aggiornata mo- inedito e di accesso riservato, quale nografia Introduzione a Roland Bar- lo schedario privato e le sue agende thes (Laterza, 2014), l’editore Mimesis personali su cui l’autore annotava, al- continua il lavoro di traduzione dei meno per tutti gli anni settanta, ogni seminari pubblicati in francese: dopo singolo evento della propria giornata, il corso La preparazione del romanzo a anche il più insignificante. Uno specia- cura di Emilia Galiani e Julia Ponzio le rapporto tra scrittura e vita si pro- del 2010, esce con la traduzione di Au- fila allora più stretto di quanto anche gusto Ponzio il seminario sul Discorso i più ottimisti (o pessimisti) avrebbero amoroso, origine, tra l’altro, del libro in potuto immaginare. Forse, gli studi su mostra in questi giorni alla Biblioteca Barthes si potranno un giorno giovare nazionale di Francia. Perché non solo appieno di queste risorse, al fine d’in- gli specialisti sono coinvolti in que- dagare più da vicino il suo metodo di sto centenario. Almeno due iniziative lavoro: quel principio combinatorio sono aperte a tutti. Fino al 26 luglio, di costruzione dei testi tramite schede i visitatori della François-Mitterrand della BnF potranno entrare alla mo- continuamente ri-classificabili che l’autore praticava allievi, come con Antoine Compagnon. stra Le scritture di Roland Barthes: panorama, dove e che potrebbe infine spiegare la genesi stessa del suo La parte finale del volume era forse quella più at- vedranno da vicino un esempio concreto del metodo stile breve e frammentario, assertivo ancor prima che tesa, poiché riservata al progetto di romanzo di Bar- di lavoro di cui parlavamo, nelle schede e nei mano- argomentativo. Ma la biografia di Samoyault, di qua- thes, Vita Nova, concepito nel 1979, un anno prima scritti dei Frammenti di un discorso amoroso. Inoltre, si settecento pagine, è innanzitutto una biografia per della morte, nell’obiettivo di dotare di unità sistemica con il progetto coordinato dall’Istituto francese, il intime fasi di pensiero, che svela il percorso crono- tutta una serie di scritture del passato facendole tra- pubblico è invitato, e non più in qualità di passivo logico di una vita nei suoi punti ancora oscuri, nei smigrare dalla loro precedente impronta intimistica, spettatore, ad associare fotografie e immagini a quin- suoi gusti privati e nelle sue esplorazioni intellettuali, quale quella del diario redatto alla morte della madre dici citazioni di Barthes (http://www.barthes.vision). tenendo al contempo conto del contesto culturale in e tradotto in Italia con il titolo Dove lei non è da Va- cui la figura di Barthes nasce, cresce e s’impone: quel- lerio Magrelli (Einaudi, 2012). Tuttavia, con l’Album, In definitiva, questo centenario conferma un’inter- lo del pensiero francese dagli anni cinquanta agli anni agli otto piani di lavoro già pubblicati nelle opere pretazione molteplice della figura e dell’opera dello settanta, all’apice della sua influenza e della notorietà complete si aggiungono soltanto venti schede estratte scrittore che, se ne accresce il fascino e il successo, dei suoi protagonisti. Ad esempio, partendo da una dall’archivio e scelte sulla base del loro legame con gli lo limita almeno in un punto. Barthes appare sempre sorta d’identificazione ideale di Barthes con André ipotetici capitoli del romanzo. più un pensatore copulativo, in cui l’aggiunta di un “e Gide, Samoyault si dilunga sul confronto problema- L’Album continua anche il percorso di edizione già qualcosa” al suo nome resta necessaria alla sua defini- tico con la figura imperante di Jean-Paul Sartre e sulle iniziato e condotto sui seminari e sui corsi di Barthes, zione di campo intellettuale. Eppure, ciò che manca amicizie risolutive degli ultimi anni, come quelle con prima all’École pratique des Hautes Études e poi al è forse ancora proprio un Barthes pensatore teori- Philippe Sollers e Michel Foucault. Collège de France. C’è un estratto, incentrato su Paul co dotato di un’autonomia di pensiero: un pensiero Un centenario diventa anche l’occasione per impri- Valéry, dal corso sulla retorica (1964-66) e un inter- forse adombrato o eccessivamente controbilanciato mere all’ordine dei testi una nuova spinta verso una vento pronunciato nel 1975 sul problema della frase dallo statuto di scrittore di cui Barthes gode negli ul- completezza almeno auspicabile, soprattutto consi- in Gustave Flaubert. Con l’Album, però, si è anche timi anni. Ma al contempo, quella figura di “Barthes derando lo stato degli archivi di Barthes. Un Album: persa un’occasione a portata di mano: quella di poter semiologo”, quella che ne ha insomma decretato la fortuna internazionale anche in Italia, sembra ormai Inédits, correspondances et varia (Seuil, 2015), sempre giustificare davvero le scelte compiute in merito alle - Letterature a cura di Éric Marty, è uscito il mese scorso. Gran lettere e alle schede pubblicate, che appaiono per lo ridursi, sotto il peso dell’espansione centenaria, a rap- parte del copioso volume (382 pagine con tavole a co- più come inediti estratti dal loro contesto d’origine, presentare una fase intermedia del suo lavoro: certo lori) si concentra sulla corrispondenza intrattenuta da senza che il lettore possa individuarne almeno il con- centrale, ma non univoca, e alquanto limitante per Barthes con personalità spesso significative della cul- torno. Una descrizione anche sommaria dell’archivio riunire i vari Barthes in uno solo. n tura francese. Sono lettere che testimoniano una vol- di Barthes, conservato alla BnF di Parigi e non ancora [email protected] ta di più dell’energia e dell’euforia culturale espresse aggiornato a seguito del suo trasferimento dal centro nella Parigi del secondo Novecento. Il campionario normanno Imec, dov’era prima conservato, sarebbe G. M. Gallerani è ricercatore post-dottorale al Cnrs e all’Ens di Parigi Segnali N. 7/8 10

La storia delle religioni tra politica interbellica, ontologia e scienze naturali Mircea Eliade e la sua idea di sciamanesimo di Enrico Manera

ircea Eliade (1907-1986) è con ogni probabilità come l’archeologa e paleoetnologa Pia Laviosa Zam- e la sua teoria storico-religiosa non pare esserci so- Mlo studioso di religioni più noto e influente del botti e lo studioso di religioni eurasiatiche Mehmed luzione di continuità. Come scrive Ambasciano, in Novecento, capace in virtù del fascino del suo pen- Fuad Köprülü (1890-1966). Eliade “il rapporto tra politico e religioso fu decli- siero e di un’indubbia capacità di scrittura di trovare Tale scelta permette di entrare nella galassia elia- nato in maniera determinante durante gli anni inter- lettori anche fuori dalla cerchia degli specialisti e di diana (oltre 2500 lavori pubblicati, romanzi, rac- bellici secondo traiettorie ultranazionaliste, marcata- dettare per decenni linee guida e temi fondamentali conti, epistolari, memorie, ecc.) mettendone in luce mente esclusiviste e totalitaristiche in senso razzista, della storia delle religioni ­accademica. snodi cruciali come il dibattito primonovecentesco entro una cornice nella quale aveva particolare rilievo Tuttavia, la dimensione politico-ideologica dei suoi sulla ricezione dell’evoluzionismo, le radici religiose la politica reazionaria dell’‘uomo nuovo’, rinnovato lavori, temi e metodi è risultata problematica a mol- e politiche, la produzione di fiction, e ancora “primi- spiritualmente”; la radice culturale che si mostra pre- ti fin dall’inizio (una significativa testimonianza per tività, preistoria, estasi, fascinazione per il paranor- valente è però quella delle “scienze naturali, che pre- l’ambito culturale italiano è offerta nel carteggio tra male, spunti naturalistici, morfologia delle concezio- cede qualunque altro interesse, (…); da ciò consegue Cesare Pavese e Ernesto de Martino presentato nella ni religiose, ruolo dell’élite religiosa, letteratura”. Lo la presenza di una determinata posizione filosofica e “Collana viola” e curato da Pietro Angelini). A par- sciamanesimo appare in Eliade come il cardine forse persino l’interesse nei confronti dei cosiddetti feno- tire dagli anni settanta, grazie alla pubblicazione di fondamentale del suo sistema di pensiero, che cerca meni paranormali”. nuovi documenti risalenti al periodo romeno di Elia- l’analogia, la universalizza e la ontologizza, minimiz- L’armonizzazione tra storia delle religioni, politi- de, studiosi di antropologia come Vittorio Lanterna- zando l’esame etnografico circoscritto ai particolari ca e scienza, sulla base di un modello lamarckiano- ri, Alfonso Di Nola e Furio Jesi hanno cominciato a ambiti culturali; emerge così una rielaborazione di haeckeliano, si lega fin dagli anni trenta a una teo- mettere in luce la giovanile militanza di Eliade nella ambiti che vanno “dalla psicoanalisi freudiana alla ria che biologizza il rapporto con il divino, secondo Guardia di ferro di Corneliu Zelea Codreanu, mo- letteratura fantastica, dal mondo ortodosso alla pa- visioni metafisico-vitalistiche (desuete) come la vimento romeno di estrema destra caratterizzato da letnologia, dal folklore all’evoluzionismo, interessi ­Kulturkreislehre di Leo Frobenius e l’Urmonothei- ultranazionalismo violento, xenofobia, ispirazione che fondano senza soluzione di continuità non solo smus di Wilhelm Schmidt. Ancora, per Ambasciano mistico-religiosa, odio antimoderno, antiborghese lo sciamanesimo, ma l’intero modello di ricerca di Eliade ha adottato e veicolato un’ottica orientalistico- e antisemita. Da allora, sempre più numerosi studi Mircea Eliade”, scrive Ambasciano. indianista che lo ha portato a sostenere “teorie già di storia della storiografia hanno ai suoi tempi discutibili”, come la sottolineato le profonde radici presenza protostorica di culture e comuni tra impegno politico e di popoli provenienti dalla zona ricerca accademica nella storia oceanica del Pacifico in Africa e delle religioni eliadiana e non (si in Eurasia. Come l’equiparazione veda ad esempio il lavoro curato tra nativi australiani e neanderta- da Horst Junginger, The Study of liani, queste posizioni care a Elia- Religion Under the Impact of Fa- de sono ascrivibili alla presunta scism, Brill, 2008). arretratezza degli abitanti primi- Il caso di Eliade ripropone, in tivi di quelle aree, in cui giocano questo senso, un discorso analo- “forti resistenze e rimozioni più o go a quello riguardante il rappor- meno consciamente ed esplicita- to tra la filosofia di Heidegger e la mente politiche, sociali e razzia- sua adesione al nazismo e, come li”, e configurano una “primiti- in quest’ultimo esempio, diventa vità permanente” (l’espressione un buon punto di osservazione è di Eugène Ionesco) come forma per cogliere le tensioni interne mentis che ha condotto la sto- al rispettivo campo disciplinare ria della religioni ad allontanarsi e per marcare eredità, ipoteche e drammaticamente dalle scienze futuro degli studi in questione in della vita. relazione alle figure monumentali Questo è un punto centrale dei rispettivi maestri. In partico- nel libro di Ambasciano: la storia lare, il quadro epistemico in cui delle religioni di ambito feno- Eliade si forma e di cui diviene menologico e le scienze naturali figura di riferimento, è caratte- nascono parallelamente come rizzato dell’autonomia assoluta discipline moderne in ambito ac- del sacro e del simbolico. In parte cademico; accomunate dal desi- ciò riflette la storia delle religioni tardo-ottocentesca, Allo stesso modo viene condotta un’analisi appro- derio di risalire ai primordi delle credenze spirituali e nella quale l’ossessione per le origini e la presenza di fondita del coevo contesto romeno, in cui gli aspet- alle origini biologiche, si separano poi drasticamente, pregiudizi primitivisti portavano alla sovrapposizione ti culturali sono strettamente intrecciati con quelli e molta “scienza” delle religioni continua a mantene- di fenomeni di tipo psicologico, sacrale e linguistico; teologico-politici e religiosi, comprese le ipotesi “sul re nei suoi fondamenti una “paleoscienza” ricca di e in parte radicalizza e amplifica tali idee mischiando- sovrannaturale e sul paranormale” la cui incidenza ipoteche metafisiche. L’esito è quello di proiettare la le con le derive culturali e identitarie dei nazionalismi sul pensiero dello studioso è non trascurabile. Elia- religiosità del presente in un (inesistente e idealizza- novecenteschi, nel loro sovrapporsi a pregiudizi raz- de elabora dunque una vera e propria “psicoanalisi to) mondo arcaico e di prefigurare un ipotetico homo ziali radicati nei saperi antichisti e orientalisti. folklorica”, secondo la quale “nel folklore sarebbero naturaliter religiosus, secondo un processo che attri- Ora, un libro di Leonardo Ambasciano si can- sopravvissuti paradigmi mentali e modelli ancestrali buisce un’aura di necessario finalismo alla storia delle dida a riconfigurare significativamente i rapporti o tout court preistorici” e alla quale si legano giudizi religioni pensata “sulla base di cristologie occidentali tra queste e altre varie componenti del pensiero di culturali e biologico-razziali. o di vari ‘centrismi’”: ne deriva nel caso di Eliade, Eliade: Sciamanesimo senza sciamanesimo. Le radici Nella correlazione tra la visione politica di Eliade conclude Ambasciano con sintetica formulazione, intellettuali del modello sciamanico di Mircea Eliade: “una criptobiologia te(le)ologica sui generis”. evoluzionismo, psicoanalisi, te(le)ologia. Ambasciano Con radicalità e rigore il libro rilancia questioni di presenta una monumentale monografia sorta attorno I libri lunga data: si esprime a favore dell’applicazione di a un lungo lavoro di ricerca; partendo dall’elabora- “metodi scientifici di indagine di discipline quali le zione del tema dello sciamanesimo (un classico degli Leonardo Ambasciano, Sciamanesimo senza scienze cognitive, la psicologia evoluzionistica o la studi sulla religione a partire dall’eliadiano Lo scia- sciamanesimo. Le radici intellettuali del model- geomitologia”; invita a evitare ogni “confusione tra manismo e le tecniche dell’estasi, 1951) e offrendo lo sciamanico di Mircea Eliade: evoluzionismo, teologia, fede personale e ricerca accademica”; chie- al lettore prezioso materiale documentario inedito, psicoanalisi, te(le)ologia, pp. 626, € 37, Edizio- compie almeno altre tre necessarie operazioni: mette ni nuova cultura, Roma 2014. de di riflettere sulle ragioni del fatto che parte consi- stente della storia delle religioni tenda a “legittimare ordine nella complicata e controversa biografia intel- Mircea Eliade, Lo sciamanismo e le tecniche lettuale dell’autore; esplora il dibattito storiografico implicitamente la creazione trascendente di un senso dell’estasi, pp. 552, € 21,95, Edizioni mediter- (invece di limitarsi allo studio storico, scientifico e co- su di lui e sulla sua ricezione (nel tempo e in diversi ranee, Roma 2005. ambienti culturali); pone importanti questioni sullo gnitivo di un tale bisogno)”. In conclusione, Sciama- Cesare Pavese e Ernesto de Martino, La col- nesimo senza sciamanesimo si pone come un tassello - Storia delle idee statuto epistemologico degli studi storico-religiosi. Il libro di Ambasciano innanzitutto rimette al cen- lana viola. Lettere 1945-1950, a cura di Pietro importante per lo stato della ricerca storiografica tro del pensiero di Eliade il tema dello sciamanesimo, Angelini, pp. 224, € 12,39, Bollati Boringhieri, contemporanea e riapre la discussione sullo statuto di grande importanza nell’ambito degli studi antro- Torino 1991. attuale e locale di una disciplina in crisi (la storia delle religioni) e dai confini ­sempre più incerti. n pologico-religiosi; lo sciamanesimo eliadiano (trascu- The Study of Religion Under the Impact of Fas- rato dalle passate ricostruzioni biobibliografiche) vie- cism, a cura di Horst Junginger, pp. xviii+666, [email protected] ne ricondotto agli interessi paleontologici e folklorici, € 164, Brill, Leiden-Boston 2008.

Segnali facendo emergere rapporti con studiosi meno noti, E. Manera è dottore di ricerca in filosofia e insegnante N. 7/8 11

Riflessioni economiche e geostrategiche a partire dal Libro bianco della difesa Oltre i confini delle nostre possibilità di Antonio Scarazzini

elo, manca, celo, manca…”: si può leggere il dell’eccellenza di alcune capacità di pregio, come le di coalizioni ben definito, la sua azione è coerente in “CLibro bianco per la sicurezza e la difesa come si missioni di pattugliamento nel Mediterraneo e le termini di impegno economico e di riforma del siste- sarebbe fatto con un album Panini. Una stramberia operazioni di polizia post-conflitto gestite dai reparti ma di governance? La risposta in questo caso è solo in per i puristi dell’analisi ma un metodo insospettabil- speciali dei Carabinieri. In soldoni, meno mezzi e uo- (piccola) parte positiva. Il cammino di riduzione de- mente efficace per capire a quali interrogativi questo mini, ma di altissimo livello, da impiegare in teatri di gli organici (da 190.000 a 150.000 militari, i civili da documento strategico è in grado di rispondere, e a crisi ben selezionati e con il minor dispendio econo- 30.000 a 20.000) iniziato nel 2012 dall’allora ministro quali no. Con un’importante premessa: un Libro mico possibile, grazie alla collaborazione con forze Di Paola viaggia ora parallelamente a un accentra- bianco, in quanto tale, nasce per fornire all’ammini- internazionali. Affermazioni tanto radicali da obbli- mento del livello decisionale e a uno snellimento dei strazione che lo emana un quadro di indirizzo strate- gare l’Italia ad assumere un ruolo propositivo per il procedimenti amministrativi. Ogni sei anni le camere gico e programmatico, entro cui dipanare le misure consolidamento di sistema difensivo europeo ben dovranno approvare una revisione delle politiche di di dettaglio. La pubblicazione ministeriale raramente incardinato nell’alleanza atlantica ma capace di ri- investimento e acquisizione (la prima è attesa fra sei scende nel particolare e non deciderà, ad esempio, il spondere a prerogative di sicurezza primariamente mesi) tenendo conto di principi di efficienza sinora numero di caccia F-35 che l’Italia colpevolmente trascurati: ad dovrà acquisire nei prossimi anni, esempio, i contratti per le acquisi- come invece chiedeva una mozione zioni di armamenti dovranno te- parlamentare del 2014 a firma Pd. nere in conto anche i costi di ad- L’intento del Libro bianco è dunque destramento e manutenzione quello di ridare allo strumento di degli stessi; un principio apparen- difesa italiano una base organica, su temente utile a evitare quel fasti- cui edificare le sue componenti, dioso ondeggiamento dei costi umane e tecnologiche, a tredici complessivi che ha interessato, tra anni di distanza dall’ultimo aggior- gli altri, il ben noto F-35. Questo namento della dottrina militare per il futuro. Il Libro bianco sem- successivo all’11 settembre 2001. bra infatti potere poco o nulla Un interregno durante il quale l’i- contro la cruda attualità. Il docu- dentificazione delle priorità strate- mento programmatico 2015-2017 giche procedeva quasi indistinta- parla di un bilancio della Difesa mente dall’Atlantico al Pacifico, ancora in calo verticale, dall’1,24 sottintendendo per i contingenti per cento del Pil nel 2014 all’1,16 italiani un impegno su scala globale per cento nel 2015 mentre la in netta contraddizione rispetto alle Nato, per garantire l’efficacia del casse via via sempre più prosciuga- succitato schema di difesa colletti- te dai provvedimenti di revisione va, supplica il rispetto del tetto del della spesa. Nell’album, pardon, 2 per cento (peraltro ignorato an- Libro bianco c’è quindi un nuovo che dalla Gran Bretagna di Came- quadro geostrategico di riferimen- ron). E proprio qui casca il pro- to. Le aree di interesse vitale della verbiale quadrupede: le spese difesa italiana, oltre al territorio na- catalogate sotto la dicitura “Fun- zionale, si restringono a due: il zione difesa”, che garantiscono la blocco euro-atlantico e quello euro- funzionalità delle forze armate (ivi mediterraneo. Non ci sono rotture comprese quelle “territoriali” della tradizione, né significative fu- come i Carabinieri), crollano del ghe in avanti. Non serve richiamare 3,5 per cento su base annua; come l’evidenza dell’attualità per rimar- se non bastasse, delle tre voci sot- care come la sicurezza del Mediter- tostanti, la fetta dedicata al perso- raneo sia ormai un imperativo per nale, anziché avvicinarsi al 50 per la stessa tutela del territorio sovra- cento, torna oltre il 71 per cento no. È sicuramente più utile interpretare quel vago del totale, mentre in un anno le spese per investimen- cerchiobottismo con cui il presunto restringimento europee, come la stabilizzazione dell’area arabo-me- ti e mantenimento operativo cedono il 17 per cento e degli interessi nazionali nel “cortile di casa” (che nei diterraneo e la distensione dei rapporti con la Russia. il 13 per cento. Nel frattempo ci si aggrappa a prov- piani del ministero corrisponde comunque a un’area Il governo potrà e dovrà, dunque, considerare il Li- vedimenti tappabuchi, confermando ad esempio immensa che va dal Maghreb al Sahel, dal Mashreq bro bianco come un’autoinvestitura a sfruttare il ver- l’acquisto di 38 caccia F-35 entro il 2020 (abbastanza al Golfo Persico, dai Balcani al Corno d’Africa) ven- tice europeo di fine giugno dedicato appunto alla per salvaguardare le buone commesse affidate alla ga annacquato dall’affiancamento a un’area euro-at- difesa (in corso durante la pubblicazione di questo base di Cameri, probabilmente troppi visto il misero lantica dai non ben precisati tratti geografici e dal numero), per lanciare un serio piano di integrazione budget a disposizione per l’operatività) pur senza consueto quanto generico impegno per la sicurezza delle strategie e delle risorse difensive dei ventotto, sancirne il numero definitivo, che pare sì ormai lon- globale. Con una punta di malizia, si potrebbe pensa- che si affianchi alle retoriche richieste di aiuto dall’U- tano anche dai 90 prospettati dal governo Monti ma re a possibili appigli per future avventure oltre i con- nione europea. Se il paese pare aver trovato la sua non viene ancora messo nero su bianco come chiesto fini delle nostre possibilità. Malizia che, nella mente dimensione all’interno di un ambito geostrategico e dalla succitata mozione. Le missioni all’estero, infine, di chi scrive, viene subito mitigata dalle considerazio- hanno ricevuto tramite decreto governativo il rinno- ni, queste sì, piuttosto innovative per la radicalità con vo delle coperture fino a settembre, ma gran parte cui sono poste, circa la sopravvivenza della difesa Da leggere delle stesse giungono, anziché come di consueto dal nazionale solo all’interno di schemi multilaterali, in ministero delle Finanze, da riprogrammazioni della Libro bianco per la sicurezza internazionale e la primis europei, in virtù di una “scelta razionale e pri- spesa corrente per la difesa già ridotta all’osso. Sfo- difesa, Ministero della Difesa orità politica”, anche a scapito di una progressiva gliata l’ultima pagina, la tentazione di dimenticare la cessione di sovranità. Condivisione e razionalità sono premessa iniziale è troppo forte. La difesa italiana Documento Programmatico sulla Sicurezza, i concetti chiave di questo approccio: sicurezza e di- esce rinnovata nella sua natura più intima, si avvicina 2015 - 2017, Ministero della Difesa fesa, intesi come beni globali, non possono essere a criteri aziendali di sostenibilità ed efficienza di ge- garantiti che all’interno di un progetto d’integrazione stione, ringiovanisce il suo personale e lo forma a una Giuseppe Cucchi, L’Europa aspetta Godot, ma degli interessi e delle capacità di risposta che sono cultura multidisciplinare e internazionale. Ma il Li- Annibale è alle porte, “Limes”, aprile 2015 nella disponibilità dei paesi europei. L’Italia avoca a bro bianco arriva tardi, se non tardissimo: il fenome- sé la possibilità di guidare coalizioni laddove, nel Me- no migratorio nel Mediterraneo ha smesso da tempo Filippo Maria Giordano Quali prospettive per diterraneo, la conoscenza specifica e pure i rischi per di essere un’emergenza, lo stato islamico va comple- la sicurezza europea? Modelli d’integrazione e la sicurezza interna risultino più elevati, ma riconosce tando la sua mutazione da minaccia terroristica apo- ipotesi di cooperazione, “Policy Paper”, Centro finalmente l’orizzonte europeo come dimensione lide a soggetto para-statale costruito sulle ceneri del Studi sul Federalismo, giugno 2015 - Politica prediletta in cui sviluppare lo strumento difensivo e mondo arabo post primavere. Di fronte a tutto que- non come ambito in cui integrare in un secondo tem- sto, come agirà la difesa italiana con la penuria di Vincenzo Camporini Un atto rifondatore della po capacità costruite su logiche nazionali. Una scelta, mezzi e risorse a disposizione? La risposta in un altro Difesa, “AffarInternazionali”, maggio 2015 appunto, razionale che deriva da una prospettiva libro, in bianco, ancora tutto da scrivere. n aziendalista che pervade tutto il documento e porta a Silvio Lora Lamia, Le nuove acrobazie del go- [email protected] una fondamentale presa di coscienza circa la rinuncia verno con l’F-35, “Analisi Difesa”, giugno 2015 al sostegno di tante capacità residuali, a vantaggio A. Scarazzini è direttore di “Europae. Rivista di affari europei” Segnali N. 7/8 12

Ruth Rendell, grandissima icona, troppo geniale per essere ricordata È morta la regina del crimine e non se ne è accorto nessuno di Lina Zecchi

a scomparsa della scrittrice inglese Ruth Ren- elegante e asciutto, feroce e ironico come saranno slittamento verso il delitto è impercettibile, la vio- Ldell all’inizio di maggio è passata quasi inosser- sempre tutti i migliori della Rendell. Vi appare per lenza del conflitto inevitabile, la spiegazione finale vata, se si escludono tristi coccodrilli sui quotidiani la prima volta il paziente e bonario ispettore Regi- insufficiente a placare ansia e suspense che si ac- nazionali: tutti simili per forma e contenuto, farciti nald Wexford, protagonista di circa una ventina cumulano e paralizzano lettori e vittime. Nei suoi di identiche formule d’agenzia (“La scrittrice bri- di romanzi che proseguiranno a intervalli regolari capolavori (solo per citarne uno: La morte non sa tannica Ruth Rendell, conosciuta come la ‘regina fino al 2013, ambientati nell’immaginaria cittadina leggere, nell’originale A Judgement in Stone, 1977) del crimine’; “La signora omicidi”; “La letteratura di Kingsmarkham nel Sussex. Fino a oltre la metà l’opacità della mente assassina è lo specchio scuro gialla perde un’altra icona”; “Una delle più note degli anni ottanta, i gialli della serie Wexford sono attraverso cui il lettore ipnotizzato vede avvicinarsi autrici inglesi di romanzi thriller e a sfondo psico- rapidamente tradotti e proposti in Italia dal “Giallo l’assurda strage finale. logico”). Questo distratto elogio funebre sui quoti- Mondadori”: Wexford, assieme al suo attendente Anche La crociata dei bambini (in originale Harm diani nazionali è solo, come si suol dire, la punta di Burden, diventa presto una figura popolarissima done), nonostante la pacata presenza di Wexford, un iceberg: infatti, molti anni prima della scompar- nell’immaginario dei lettori di polizieschi. solo superficialmente può ridursi a un giallo d’in- sa di Ruth Rendell da questa vestigazione: le trame e le vita terrena, la sua opera era sottotrame sembrano infatti sparita dagli scaffali delle li- moltiplicarsi in modo capric- brerie italiane, reali o virtua- cioso per tutta la prima metà li. Nonostante Fanucci abbia del libro, in cui il racconto si cercato di riproporre molti focalizza ora sulla strana spa- suoi classici fra il 2000 e il rizione e l’ancora più strana 2010 (l’ultimo pubblicato è riapparizione di due ragaz- Portobello, 2010), oggi tutti i zine, ora sui disordini di un libri di Rendell risultano ri- quartiere popolare in rivolta gorosamente fuori catalogo contro un anziano pedofilo e irreperibili. Eppure non è che, finita di scontare la sua diminuito l’interesse di edi- condanna, è tornato a casa. tori e lettori italiani per la A poco a poco prende corpo letteratura gialla, mistery, un’altra sottotrama, che di- thriller o noir, che da sola oc- venta il filo rosso della secon- cupa interi espositori nel re- da parte: violenza e abusi in parto novità di ogni libreria: famiglia, uomini che segreta- dal giallo scandinavo al noir mente odiano le donne e le mediterraneo, dagli inglesi torturano, figli male amati. ai francesi, dai sudamericani Come se il tranquillo paesino agli spagnoli, dagli america- di Kingsmarkham si stesse ni ai cinesi, per non parlare sgretolando sotto la spinta dell’agguerrita armata no- irresistibile di una rabbia strana, è tutto un rincorrersi segreta e secernesse assurde di vecchi e nuovi autori di patologie di comportamento, genere. che negli ultimi quattro capi- Indaghiamo questo appa- toli producono ben quattro rente enigma: letteratura di stupefacenti soluzioni dello genere offerta a profusione, stesso delitto. A ben vedere, ma assenza sugli scaffali di anzi, l’unico enigma davvero una qualsiasi opera di questa risolto da Wexford è quello indiscussa regina del cri- della misteriosa perdita del mine. Franco Forte, diret- suo vecchio e amato imper- tore editoriale del “Giallo meabile. Mondadori”, in una recente L’enigma di partenza, os- intervista aveva annunciato sia: perché Rendell in Italia l’intenzione di riportare in resta un autore di nicchia, o collana alcuni classici, ini- addirittura introvabile, non ziando proprio con l’uscita ha soluzione. Tanto per fare a metà maggio di un titolo un esempio, in Francia e in di Rendell (La crociata dei Spagna circola sempre ed è bambini, ed. orig. 1999, trad. amatissima da registi cine- dall’inglese di Giuseppe Set- matografici, come dimos- tanni, pp. 294, € 4,90, Mon- trano Chabrol (Il buio della dadori, Milano 2015) ancora mente, 1995; La damigella inedito in Italia. Fra le varie d’onore, 2004), Almodovar ragioni dell’auspicato suc- (Carne tremula, 1997) e il cesso della sua operazione editoriale, Franco Forte Nonostante il successo del primo libro, Rendell recente Ozon (Una nuova amica, 2014). ne privilegiava tre: il vastissimo pubblico che a suo non si limita però a una personale rivisitazione Rendell distilla pura ansia ricorrendo a mezzi parere frequenta le edicole, la fedeltà di presunti della gloriosa tradizione inglese con investigatore stilistici minimalisti. Crea suspense, cioè sospen- forti lettori che cercano e riconoscono l’ottima fisso: dopo Lettere mortali con cui s’inaugura la se- sione del tempo, fascinazione, aderendo senza qualità del “Giallo Mondadori”, il risparmio (il rie di Wexford, nel 1965 scrive altri due polizieschi giudicare al meccanismo di paure inconfessate, libro in edicola costa la metà di un tascabile). Ep- senza detective (To Fear a Painted Devil e Vanity di attese e di non detto che muovono tutti i per- pure (nonostante tutte queste ottime ragioni, senza Dies Hard), prontamente pubblicati nel “Giallo sonaggi, poliziotti, criminali e vittime. Nessun contare la bizzarra coincidenza fra la scomparsa Mondadori” col titolo Vespe e veleni e Il tarlo del Holmes né Poirot né Maigret, nessun detective dell’autrice e l’inattesa ricomparsa di un suo giallo sospetto. Entrambi sono gialli che definirei di ansia geniale o poliziotto rassicurante perché sicuro inedito, che diventa così abusivamente una specie e stupore, dove la normalità e la felicità apparenti della soluzione; niente misteri a orologeria, nessun di opera testamentaria) nelle edicole locali il libro nascondono oscuri, silenziosi abissi della mente. complotto internazionale; niente sangue a fiotti o è rimasto introvabile e ho potuto leggerlo solo in L’alternanza fra la serie con l’ispettore Wexford e serial killer paranoici, nessuna logica ferrea né formato digitale. altri romanzi difficili da inquadrare (mystery? gial- ingegnose spiegazioni finali arrivano a sciogliere Le ragioni di questa apparente eclissi sono molte. lo psicologico? thriller?), che a partire dalla metà completamente la strana tensione che si accumula La prima consiste nel fatto che Rendell non è, e degli anni settanta ottengono spesso prestigiosi nei libri migliori di Lady Ruth. Spesso non c’è

- Gialli forse non è mai stata, una scrittrice classificabile riconoscimenti internazionali, produce nel 1986 la neppure mistero in senso stretto: l’assassino è già solo come di genere. Debutta nel 1964 a poco più scelta di pubblicare libri ancora meno classificabili rivelato fin dall’inizio, eppure l’inquietudine del di trent’anni, pubblicando From Doon to Death, come letteratura di genere, sotto un altro pseudo- lettore non fa che aumentare col procedere appa- che viene lo stesso anno proposto ai lettori italiani nimo, quello di Barbara Vine. Il primo è A Dark- rentemente tranquillo del racconto. n del “Giallo Mondadori” col titolo Lettere mortali Adapted Eye (Occhi nel buio, Longanesi 1990) (riedito in varie collane da Mondadori, e poi da che ottiene nel 1987 il prestigioso premio Edgar. [email protected] In tutti i libri migliori di Rendell emerge una cos- Fanucci come Con la morte nel cuore nel 2004). È L. Zecchi insegna storia della cultura francese all’Università di Venezia

Segnali un libro sottilmente inquietante, scritto in modo tante: il confine fra normalità e crimine è vago, lo N. 7/8 13

Quando si dice blues bisogna dire B.B.King Una carriera che si snoda lungo l’asse della storia afroamericana di Andrea Carosso

ei tre re del blues moderno, Albert King, Fred- Christian, Robert Lockwood (l’unico allievo del Band, uscita d’esordio dell’omonimo sestetto di Chi- Ddie King e B.B. King (nessuna parentela tra di grandissimo Robert Johnson) e un chitarrista belga cago, è il primo album di blues in America registrato loro), quest’ultimo è stato di gran lunga la stella più di origine gitana che suonava straordinari accordi e da una band bianca. Rispondendo ai giornalisti che brillante, l’artista che ha definito il blues elettrico progressioni jazz con tre sole dita nella mano sini- gli chiedono dove avesse imparato a suonare in quel moderno e lo ha portato, prima in America e poi nel stra: Django Reinhardt. modo, il chitarrista Mike Bloomfield, da quel mo- mondo, al grande pubblico, prevalentemente bian- Quando, nei primi anni cinquanta, e parallela- mento celebrato come grande maestro del genere, co. “Quando si dice ‘il blues’, bisogna dire ‘B.B’” af- mente alle prime conquiste del movimento per i risponde candidamente: “Ho copiato da B.B. King”. ferma Aaron Neville in apertura del bellissimo docu- diritti civili, esplode il rhythm and blues, le barrie- Ai giornalisti stupiti, che di B.B. King non avevano mentario biografico The Life of Riley (John Brewer, re che contengono la musica nera (blues, gospel e mai sentito parlare, Bloomfield replica: “B.B. King, 2012), in cui anche Eric Clapton lo celebra, icasti- jazz) nel mondo separato della segregazione iniziano il fenomeno”. camente: “È lui il maestro”. B.B. King si è spento lo pian piano a sgretolarsi. Artisti neri come Fats Do- È da questo momento che King approda ai piani scorso 15 maggio, alla soglia dei novant’anni, dopo mino, Big Joe Turner e The Chords sfondano nelle alti della popular music americana. Grazie anche a una carriera straordinaria: quarantacinque album in pop charts, il mercato discografico dei bianchi, anti- un nuovo manager, Sid Seidenberg, esce dal ghetto studio (senza contare i live), quindici Grammy (nes- cipando la rivoluzione, musicale e sociale, del rock del Chitlin Circuit e affronta le platee dell’America sun artista blues ha fatto meglio di lui), una trafila di and roll. Di questa rivoluzione B.B. King è più che bianca. La prima volta è al Fillmore di San Francisco altre onorificenze e, soprattutto, migliaia e migliaia altro spettatore: non ha la presenza scenica né l’ap- nel 1968, di cui King racconta sempre nell’autobio- di concerti in giro per l’America e il mondo intero. peal trans-razziale di colleghi come Fats Domino o grafia: “Non appena scesi dall’autobus, vidi giovani Riley B. King nasce a Indianola, Mississippi, nel Little Richard. E benché il suo primo 45 giri, Three cappelloni in attesa di entrare in teatro e pensai che 1925, da una famiglia di mezzadri in una piantagio- o’ clock blues, uscito nel 1951 per la Modern Re- avessimo sbagliato indirizzo (...)Vidi (Bill) Graham ne di cotone in cui si tramandavano storie ancora cords, raggiunga la cima delle classifiche R&B, i suoi (notissimo promoter musicale, ndr) e gli dissi: ‘Ami- fresche della schiavitù. Cresce senza padre e a nove dischi non sfondano tra il pubblico bianco. Per tutti co, sei assolutamente sicuro di volermi far suonare in anni rimane orfano di madre. Pochi anni dopo si ri- gli anni cinquanta e buona parte degli anni sessanta questo posto?’. ‘Ma certo’, rispose Bill (...). Quando trova a vivere da solo. Come per tanti come arrivò il momento della verità buttai giù un al- lui, la musica è un modo, uno dei pochi, per tro sorso e seguii Bill sul palco (...): il pubblico sfuggire al destino già scritto della stragrande era seduto per terra (...) e una spessa nuvola di maggioranza dei neri d’America: la povertà fumo dolciastro di marijuana aleggiava nella del Sud rurale, aggravata dalla barbarie della sala (...) Bill Graham mi presentò: ‘Signore e supremazia bianca, oppure la vita nei ranghi signori, ecco a voi l’Amministratore Delegato, più bassi del proletariato urbano nei ghetti del B.B. King’ (...) Il pubblico si alzò in piedi e Nord, dove il razzismo è forse meno brutale mi riservò un fragoroso applauso: per la prima ma non certo più facile da tollerare. A partire volta nella mia carriera ricevevo una standing dall’adolescenza, Riley per anni affianca al la- ovation prima ancora di suonare”. A questo voro nei campi di cotone l’attività di musicista punto l’America intera sa chi è il suo re del apprendista: canta in un quintetto gospel (ge- blues. nere immancabile di formazione dei musicisti Nel 1970 B.B. King suggella la raggiunta ce- neri) e si esibisce suonando il blues (il con- lebrità con quello che rimane il suo successo traltare laico, e per molti blasfemo, del gospel) maggiore, The Thrill is Gone, una ballata blues nelle cittadine del delta del grande fiume in- con un distinto sostegno di archi prodotta torno a Indianola. da Bill Szymczyk. Il 45 giri segna una svolta Poi fa il grande salto: nel 1946 si trasferisce tanto per l’industria musicale, che finalmente a Memphis, che se per chilometraggio non è accoglie il blues nel mainstream della musica poi così lontano da casa, culturalmente è tutto popolare, quanto per la carriera di King, che un altro mondo. Memphis rappresentava per proprio in quegli anni produce alcuni degli al- il Sud quello che Chicago era per il Nord de- bum più importanti: Completely Well (1969), gli Stati Uniti: uno snodo strategico nelle rotte Indianola Mississippi Seeds (1970) e B.B. King del commercio interno, che soprattutto a par- in London (1971), disco che coincide con l’av- tire dal dopoguerra era diventato un polo di- vio dei suoi innumerevoli tour all’estero. B.B. namico e multietnico. Musicalmente parlan- King diventa da quel momento primo amba- do, e al pari di Chicago, Memphis era il centro sciatore del blues nel mondo, esibendosi al rit- dell’universo, come racconta lo stesso King mo di oltre 300 concerti l’anno davanti a pla- nell’autobiografiaIl blues intorno a me (Feltri- tee che crescono di stagione in stagione. Alla nelli, 2003), scritta insieme al giornalista David Ritz: solca instancabile con la sua orchestra il cosiddetto fine degli anni ottanta, gli U2, all’apice del successo, “Memphis era il luogo dove si esibivano i bluesman Chitlin Circuit, il circuito minore (e assai meno lu- lo celebrano nel bellissimo album-documentario di grosso calibro, a Memphis c’era Beale Street (...) crativo) di teatri e club frequentati esclusivamente Rattle and Hum, dove si esibisce insieme a Bono & una città dentro la città. Era esaltante vedere tanta da afro-americani, i cui gioielli erano rappresentati Co. in When love comes to town. Dieci anni dopo, gente affollare la strada, tanta attività, tanta anima- dal Regal a Chicago, lo Howard a Washington e, il sarà Eric Clapton, anch’egli al culmine della carrie- zione, tanti suoni (...). C’erano tre cinematografi, più prestigioso di tutti, l’Apollo Theater a Harlem. ra, a omaggiarlo registrando con lui il raffinatissimo caffetterie, hotel, banchi dei pegni, negozi di articoli Poi, nel 1964, viene la british invasion (la dissa- Riding with the King, la cui copertina ritrae i due vari e, ovunque, gente che suonava”. Memphis è “la crante carovana di inglesi a malapena ventenni e in- bluesman, maestro e allievo, a bordo di una Cadillac capitale mondiale del blues” ed è lì che King assor- fatuati dalla musica nera, che questa musica fanno in stile anni cinquanta. be dai tanti musicisti sulla piazza i segreti della chi- propria e re-importano alla sterminata platea di loro Oggi, a Indianola, un museo a lui dedicato ricor- tarra blues. Per il pubblico di Beale Street, dove si coetanei bianchi d’America) e tutto, improvvisamen- da la sua vita e la sua arte. Ma sono soprattutto gli esibisce per strada o in piccoli locali, diventa presto te cambia. Sollecitata da Beatles (che, non va dimen- album live che conservano la testimonianza più viva Blues Boy, o B.B., il nome che lo accompagnerà al ticato, si erano formati alla scuola dei grandi rockers del suo straordinario impatto scenico e dell’onestà successo, prima tra il pubblico segregato dell’Ame- neri – Chuck Berry, Little Richard e Fats Domino del suo blues, sempre tanto innovativo quanto ra- rica nera, poi tra i giovani banchi della controcultura – e del Detroit Sound) Rolling Stones (estimatori del dicato nella storia di quel genere. Dischi del calibro degli anni sessanta, poi nel mondo intero. Chicago Blues di Muddy Waters e Howlin’ Wolf), di Live at the Regal (1965), Live in Cook County Jail La carriera di B.B. King scorre lungo l’asse dei Animals e tanti altri, l’America bianca improvvisa- (1971) e Live at the Apollo (1991) ci tramandano il grandi eventi della storia afro-americana del Nove- mente apre lo sguardo alla grande tradizione della meglio di performance sempre dinamiche e raffina- cento: la fuga dal Sud rurale e razzista (la cosiddetta black music. Nel 1965, The Paul Butterfield Blues te: i vibrati della sua Gibson ES-335, meglio nota “grande migrazione”), il movimento per i diritti ci- come Lucille, le ricche articolazioni orchestrali, una vili e la fine, perlomeno giuridica, della segregazio- voce che alternava sonorità corpose e sensualità fel- ne e l’America “post-razziale” di fine secolo e dei I libri pata. Fedele alla storia del blues, anche il suo perso- primi anni del Duemila. A Memphis, negli ultimi naggio pubblico fu sempre defilato e antidivistico, anni quaranta, King alterna esibizioni nei tanti locali B. B. King, David Ritz. Il blues intorno a me. consapevole che il blues è arte umile, fatta del duro intorno a Beale Street con un lavoro da disc jockey L’autobiografia di B.B. King, ed. orig. 1996, lavoro che ne evoca le radici: “Mi chiamano il Re del - Musica alla storica Wdia, la prima radio negli Stati Uniti trad. dall’inglese di Stefano Focacci, Feltrinel- Blues. Ma io non ci credo. C’è un mucchio di gente con programmi condotti interamente da afroame- li, Milano 2003 che sa fare quel che faccio io e molti sono assai più ricani, in cui “come un bambino in un negozio di bravi di me. Loro semplicemente non sono me”. n caramelle” ascolta e fa ascoltare i grandi del jazz e B.B. King: The Life of Riley, regia di John [email protected] del blues che segnano la sua formazione di musici- Brewer, UK/USA: dvd € 21, Emperor Media, sta: Ben Webster, Lester Young, Muddy Waters, ma 2012 A. Carosso insegna letteratura nord-americana all’Università di Torino soprattuto T-Bone Walker, Lowell Fulson, Charlie Segnali GRAZIE a tutti i lettori che in questi mesi ci hanno accompagnato nello nostra prima campagna di crowdfunding GRANDI AUTORI PER GRANDI LETTORI - L’INDICE ARRIVA SUL WEB. Abbiamo superato il secondo traguardo e raccolto più di 10 mila euro. Manca poco per raggiungere l’obiettivo: continuate a sostenerci , abbiamo bisogno di tutti voi. www.innamoratidellacultura.it/campaigns/grandi-autori-per-grandi-lettori-lindice-arriva-web N. 7/8 15 Libro del mese torno a casa, poi le vicende di una Un'epica totale guerra intorno a una città (Alba Illuminare la zona grigia quindi come Troia o Lavinio), con di Davide Dalmas il suo “fiume sacro” e “i due eserci- di Mimmo Franzinelli ti che interpretano a turno il ruolo Beppe Fenoglio evidente, anche se la seconda parte dell’assediato e dell’assediante”. l libro di Johnny fornisce final- nel testo, col suo nome di batta- inizia comunque con una breve el- Questa chiave di lettura è in- Imente ad un largo pubblico gli glia. Ulteriori e più approfonditi IL LIBRO DI JOHNNY lissi narrativa: non è raccontato il somma la vera motivazione della elementi essenziali per cogliere il riscontri si potranno ricavare dal- a cura di Gabriele Pedullà ritorno a casa di Johnny, che ritro- proposta del Libro di Johnny: leg- nocciolo del capolavoro fenoglia- la documentazione d’epoca sulle pp. LXXXVIII-791, € 28, viamo già “imboscato” in collina gendo soltanto Primavera di bel- no: il suo carattere di romanzo di formazioni di Mauri, suddivisa in Einaudi, Torino 2015 dai genitori, per evitare il bando lezza non si può comprendere ap- formazione, col sofferto passaggio ben sei archivi (cfr. il saggio di Lu- della repubblica sociale. pieno “la prorompente vocazione dalla condizione dell’adolescente ciano Boccalatte su Il primo grup- l 21 gennaio 1957 Fenoglio scri- Se prendiamo in parola gli inten- epica dello stile e del raccontare” cresciuto sotto la dittatura alla di- po di divisioni alpine in Piemonte, Iveva a di essere alle ti del curatore, non si tratta tanto fenogliano, la sua diffidenza per le gnità di uomo libero e responsabi- nel volume Formazioni autonome prese con un nuovo lavoro: “Un di discutere i criteri di edizione del “dimensioni contenute e per la ve- le, che nell’esperienza partigiana nella Resistenza. Documenti, cura- romanzo propriamente non è, ma testo, ma di leggere questo Libro di locità”, il “preciso gusto per la ri- oltrepassa la linea d’ombra verso to nel 1996 da Gianni Perona per certo è un libro grosso (alludo allo Johnny come uno dei percorsi pos- petizione”; senza la prima parte, al la maturità. l’Istituto nazionale per la storia del spessore)”; l’anno successivo entra sibili nella multiforme opera lascia- Partigiano Johnny mancano molte Il sapiente lavoro di Gabriele movimento di liberazione in Italia) in contatto con Livio Garzanti; e ta da Fenoglio, edita e inedita. Un riprese e parallelismi; presi da soli, Pedullà sulle varie versioni del Fenoglio rappresenta una fonte nel 1959 viene pubblicato Prima- percorso che permette di avvici- Primavera di bellezza e Il partigiano testo presenta in una luce nuova di prim’ordine sull’Italia in guerra; vera di bellezza. narsi ad una fase precisa della fati- Johnny sono romanzi dell’immo- l’esponente più creativo della nar- Claudio Pavone cita in una quin- Il libro che segna il passaggio cosa lavorazione ma soprattutto di bilità, insieme invece mostrano il rativa resistenziale, scardinando la dicina di occasioni Il Partigiano alla nuova casa editrice, dagli evi- affinare gli strumenti dell’interpre- percorso di un’iniziazione riusci- gabbia temporale che imprigiona Johnny nel saggio storico sulla mo- denti elementi autobiografici (il tazione. La lettura integrata delle ta, un romanzo di formazione, da Il partigiano Johnny (nell’edizio- ralità della Resistenza Una guerra protagonista, Johnny, è studen- due parti, in effetti, mostra un adolescente a uomo. Ed è sicura- ne curata da Lorenzo Mondo nel civile (Bollati Boringhieri, 1991), te appassionato dell’Inghilterra, personaggio più completo: Johnny mente una chiave di lettura affasci- 1968 con esiti alterni e poi nella riconoscendo all’autore di aver compie il corso d’addestramento arriva alla guerra partigiana con nante ed efficace, ma aggiungerei versione – di maggior rigore criti- “saputo esprimere con forza poe- per ufficiali, è sorpreso dall’8 set- alle spalle l’esperienza della scuo- che in questa nuova epica, dai co – di Dante Isella del 1992) tra tica la congiunzione di libertà e di tembre a Roma, dove assiste impo- la ufficiali; dalla lettura dei primi molti caratteri virgiliani, manca l’8 settembre 1943 e l’aprile 1945, energia conseguente alla scelta re- tente e irato allo sbando del regio capitoli si comprende a fondo la però il pathos per chi sta in un arco temporale sistenziale”. E valorizza pure il dia- esercito, avventurosamente torna sua anglofilia, che non è desiderio dall’altra parte. L’epica troppo angusto per rio del suo maestro Pietro Chiodi: in Piemonte ed entra nelle bande esotico di un altrove ma “esigen- moderna di Fenoglio è dispiegare complessità Banditi (ora riedito da Einaudi con partigiane, per morire in una delle za di un’Italia diversa, migliore”; un’epica “totalitaria”, ed evoluzione del pro- un saggio introduttivo di Gian Lu- prime azioni), ha caratteri che pos- diventa più chiaro il pendolo tra dove lo scontro è asso- tagonista e dell’opera. igi Beccaria). sono ambire a dar voce a un’intera desiderio di solitudine e desiderio luto e nessuna forma di Restavano infatti esclu- A un sessantennio dalla com- generazione ma di certo non è quel di contatto umano e anche l’alter- simpatia è possibile per si passaggi essenziali posizione, Il libro di Johnny è “libro grosso”. Il progetto si era nanza di azione e noia, di frenesia i nemici, che già nella per la collocazione dei persistentemente all’avanguardia ormai scisso in quest’opera molto e stasi, di pieno e vuoto: “Questo prima parte sono brutti, venti mesi di renitenza su temi colpevolmente trascurati più ristretta, chiusa nel modo più cadenzatissimo avvicendarsi di inferiori culturalmente e Resistenza dentro la dalla storiografia resistenziale, a storia di una generazio- definitivo, con la morte del prota- quiete e eccitazione che non cono- e fisicamente ma va- partire dal trasformismo opportu- ne che non inizia con nistico di elementi transitati (senza gonista, e in un coacervo di mate- sce un punto di equilibrio è il vero nagloriosi e violenti, e l’armistizio, ma giunge travaglio autocritico) dal fanatismo riali aperti che sono, al tempo stes- ritmo segreto del Libro di Johnny”. dove i partigiani sono sì a quel fatidico tornan- fascista al dogmatismo comunista, so, uno dei libri più indimenticabili L’introduzione di Pedullà pro- i vincitori storici, ma all’interno del te con l’ingombrante bagaglio di col loro bagaglio di violenza e in- del Novecento italiano, leggibile in pone anche interessanti spunti racconto assumono su di sé tutte diverse versioni a partire dal 1968, interpretativi su alcune delle carat- condizionamenti con cui (prima tolleranza: è il caso, in particolare, le caratteristiche patetiche di de- a scuola e poi nel regio esercito) del commissario politico garibal- quando Lorenzo Mondo costruì teristiche più discutibili dell’opera, bolezza, inferiorità numerica e di un romanzo unitario con prelievi dalla sua natura di“macchina ideo- Johnny e tanti suoi coetanei do- dino Némega, formatosi nei corsi mezzi, di lotta contro una natura vranno fare i conti al momento di di mistica fascista e divenuto inse- alternati da due diverse redazio- logica” anticomunista (il vero per- ostile e schiacciante. È impensabi- sonaggio negativo, il commissario scegliere l’illegalità, e poi ancora gnante di ortodossia staliniana dei ni e gli diede il titolo Il partigiano le, riprendendo una fortunata for- politico Némega, è l’unico total- nella vita alla macchia. partigiani. Fenoglio rileva peraltro Johnny. Nel 1978 la monumentale mula relativa a Tasso, immaginare edizione critica delle Opere diret- mente inventato, pura “proiezione Lo scrupoloso lavoro di Ma- come solo un’infima minoranza un “bifrontismo fenogliano”. te da Maria Corti (tre volumi di dei sentimenti politici del narra- ria Corti (per l’edizione del 1978 dei componenti della Stella rossa Il libro di Johnny, insomma, è un complessivi cinque tomi), propose tore”) alla descrizione delle figure con tre diverse stesure del libro), condivida l’ideologia del commis- potente invito al confronto delle integralmente, a cura di Maria An- femminili, che “si polarizzano so- imprescindibile riferimento per sario e dunque nega l’identifica- interpretazioni: il suo stesso titolo, tonietta Grignani, le due redazioni prattutto attorno ai due archetipi l’immersione nel microcosmo fe- zione (proposta nel dopoguerra da ancora più che i libri di Giobbe e che Mondo aveva contaminato, fondamentali della ragazza fatua nogliano, ha raggiunto soltanto gli Luigi Longo, Pietro Secchia) tra alle quali si aggiunse una versio- e della protettrice dai tratti visto- di Giona, richiamati dal curatore, studiosi ed è ignoto alla massa dei Resistenza e comunismo. Questo, ne ancora precedente, totalmente samente materni”. Ma senza dub- può ricordare The Book of J, che lettori, cui oggi si rivolge il testo probabilmente, il motivo per cui in inglese, proposta come Ur-Par- bio l’enfasi interpretativa è posta Harold Bloom ottenne mettendo curato da Pedullà, per inaugurare la stampa comunista “scomuni- tigiano Johnny, che cronologica- in particolare sull’epica. E fin qui insieme le parti del Pentateuco una nuova stagione nella fortuna cò” nel 1952 I ventitre giorni del- mente spinge ancora un po’ più niente di stupefacente: molti critici attribuite allo Jahvista dalla teoria editoriale dello scrittore piemonte- la città di Alba, quale pamphlet avanti la narrazione. hanno da tempo messo in rilievo delle quattro fonti: non una nuova se. Con ogni accorgimento critico filofascista.­ la caratura epica della scrittura edizione critica della Bibbia ebrai- e il recupero di parti espunte dal- Alcuni brani ora inseriti nel libro ra Gabriele Pedullà ha l’ambi- di Fenoglio (ad esempio Giorgio ca, ma l’opera del primo grande le edizioni canoniche, il curatore aprono una finestra sulla “zona Ozione di offrire l’opportunità Bárberi Squarotti per Il partigiano scrittore (anzi, secondo Bloom, colloca in una linea di continuità grigia” popolata di imboscati e di leggere, nella sua gittata lunga, Johnny parlava di “romanzo epico una scrittrice), da interpretare let- la stesure originarie di Primavera opportunisti, abili nel proteggere i proprio quel “libro grosso” mai moderno”, che reinterpreta “la terariamente. n di bellezza e Il partigiano Johnny, propri interessi con i fascisti, i par- con esiti narrativamente assai feli- tigiani e i tedeschi, pronti a saltare portato a termine in modo defini- tradizione di Omero, di Virgilio, [email protected] tivo da Fenoglio, ma progettato, del Tasso, di Milton, ma alla luce ci. La qualità letteraria del nuovo all’ultimo momento sul carro dei libro, nella rappresentazione epica vincitori: è il caso di Alessandro almeno per un periodo, proprio su dell’esperienza attuale dell’eroi- D. Dalmas insegna letteratura italiana queste ampie e coerenti dimensio- cità, che non è più quella solare e all’Università di Torino di stati d’animo ed eventi personali e altri comprimari del romanzo, ni. L’operazione non ha intenti fi- trionfale dei vincitori, ma e collettivi, ne guadagna, ol- anticipazione e personificazione lologici, partendo dichiaratamente quella di chi si batte per do- trepassando di gran lunga le della continuità delle istituzioni tra dai materiali messi a disposizione vere, per onore, per dignità, vicende della guerra civile e fascismo e democrazia. dall’edizione critica, senza cercare e riesce, allora, costante- della guerra di liberazione Il libro di Johnny è insomma il di vendere scoop testuali, ma sto- mente sconfitto in tutte le nelle Langhe, nella descri- romanzo definitivo e più profondo rici ed ermeneutici. Accostando battaglie che combatte e zione del processo di ricer- sulla guerra civile in Italia, sia sul la prima redazione di Primavera di negli assedi, ma antifrastica- ca e liberazione interiore di piano della libertà espressiva che bellezza (che comprende i capitoli mente in questa condizione un uomo alla ricerca del suo su quello della comprensione e iniziali su Johnny studente, prima dimostra la sua superiorità posto nel mondo.­ dell’interpretazione della Resisten- dell’ingresso nell’esercito, elimina- di difensore del bene con- Chi intenda analizzare za in una dimensione di universali- ti da Fenoglio per l’edizione Gar- tro il male”). Pedullà non si come determinati eventi tà, con una straordinaria penetra- zanti, ma non ancora quelli finali, limita a ribadire questa evi- entrino nella vita dell’auto- zione psicologica di personaggi e con la sua morte) e la prima reda- dente epicità, ma la declina re per poi riverberarsi nel- situazioni. Grazie all’impegno di zione del Partigiano Johnny anche in una chiave più specifica, la sua creazione letteraria, Gabriele Pedullà, la scrittura di per i capitoli per i quali sarebbe virgiliana. Il preciso model- potrà utilmente scorrere Fenoglio (come già in precedenza disponibile quella più recente, ci lo architettonico del libro Con la libertà e per la liber- per le cure editoriali di Maria Cor- si vuole avvicinare quanto più è ricostruito diventa allora tà, l’autobiografia scritta a ti e Dante Isella) si autorigenera e possibile non all’ultima volontà l’Eneide, con la bipartizio- inizio 1946 del comandan- risulta autorigenerante per lettori dell’autore ma alla fase iniziale del ne nei primi sei libri ispirati te delle divisioni alpine del curiosi e partecipi.­ n Cuneese, Mauri (Enrico progetto complessivo, prima che all’Odissea e i secondi sei www.mimmofranzinelli.it le perplessità dei garzantiani spin- all’Iliade: anche qui seguia- Martini), di cui Fenoglio fu apprezzato collaborato- gessero Fenoglio in tutt’altra di- mo prima le peregrinazioni M. Franzinelli lavora rezione. La continuità narrativa è del protagonista e il suo ri- re e che ritrae con efficacia alla Fondazione Rossi-Salvemini di Firenze N. 7/8 16 Primo piano Pericolosi scivolamenti del pensiero identitario di Francesco Remotti

Maurice Olender lo dell’ebraismo mondiale” come “una questione metafisica”. Per RAZZA E DESTINO dirla con Gustave Le Bon, ogni ed. orig. 2005, trad. dal francese razza ha una sua “anima” o “es- di Daniele Barbieri e Silvano Facioni senza invisibile”, che diviene poi pp. 491, € 17, Bompiani, Milano 2014 “visibilissima nei suoi effetti”. Sono molte le voci che, nella ri- i sono alcuni stupori alla base costruzione di Olender, insorgono Cdi questo libro. Il primo è contro le derive razziste, special- aveva esitazione a sostenere che mune denominatore” delle teorie saggio da nozioni classificatorie ad come sia possibile che l’ideologia mente quando inchiodano i carat- “bisogna rispedire questa razza in razziali il carattere “irriducibile”, azioni regolatrici sul piano sociale. della razza abbia permeato così teri dei vari popoli a modelli fissi Asia, oppure sterminarla (…) Che “indelebile”, “inamovibile”, “in- Un passo ancora, e il nazismo ci tanti pensatori tra Ottocento e e immutabili: da Max Müller a sia a fil di spada, o con il fuoco, variabile”, “sostanziale” conferito appare come una maschera terri- Novecento. Oltre ai casi clamoro- Heymann Steinthal, a James Dar- bisogna che l’ebreo scompaia”. alle razze (come diceva Le Bon, ficante che copre e mette a tacere si di Voltaire, Kant e Hegel con il mesteter. Nel 1883 questo orienta- Proprio tenendo conto della for- le razze sono contrassegnate da un’intrinseca fragilità. loro antisemitismo senza ritegno lista francese intravede con estre- za e della veridicità delle denunce “una grande identità e una grande Il secondo stupore da cui na- (per quest’ultimo, per esempio, ma lucidità il “pericolo sociale da parte degli spiriti più critici, fissità”) e quando coglie come co- sce questo libro riguarda ancora il destino del popolo ebraico contenuto nella parola razza”. Se la domanda è come stante delle teorie razziali esami- gli intellettuali, ma questa volta “non può che suscitare disgusto” sono le razze che entra- sia possibile che mol- nate la gerarchizzazione espressa in relazione al nazismo. Come Abscheu), Maurice Olender si no in conflitto, non c’è ti intellettuali si siano in termini di “disuguaglianze na- è stato possibile che l’universi- sofferma su Ernest Renan, il pro- più soltanto la guerra: lasciati attrarre da una turali” (una “roccia incrollabile”, tà tedesca, luogo dei lumi, della fessore di ebraico che considerava l’esito inevitabile è lo mentalità così dichia- secondo Le Bon). La seconda cultura, della scienza, non si sia gli ebrei una “razza monoteista”. “sterminio”, fomenta- ratamente razzista. risposta è più inquietante: il raz- “opposta alla barbarie che si af- Per Renan non era questione di to da un “odio intimo Olender fornisce zismo prende tanto più possesso fermava ogni giorno di più?” E sangue, ma di lingua: “l’istinto e inespiabile”, da una due tipi di risposte. La dei soggetti individuali o collet- come è possibile (altro stupore) monoteista” sarebbe incrostato “ostilità irrimediabile prima, di carattere più tivi, quanto meno essi sono in che, dopo la guerra, “grandi uni- nelle lingue semitiche, rese aride e fatale”. Ancora una generale, concepisce la grado di riconoscere “la propria versitari tedeschi compromessi volta, è una faccenda e sterili dal deserto. Anche se la razza come un mezzo identità politica, sociale, religio- con il nazismo abbiano taciuto sul di “anime”, non solo di biologia non c’entra, per Renan per “classificare” gli sa o economica”, quanto più ne proprio passato?” Emblematiche organismi: e quando ci le razze costituiscono comunque esseri umani e dunque avvertono la fragilità. Purtroppo le figure di Martin Heidegger e di “matrici intellettuali e morali”, sono le anime di mezzo, per elaborare un “sa- Olender non va oltre. Sembra co- Carl Schmitt, su cui Hans Robert “quadri permanenti, tipi della vita “solo lo sterminio può pere tassonomico”, “un nuovo munque di intuire che il razzismo Jauss (in una conversazione con umana, che una volta fondati non mettere fine alla lotta”. Una chiara ordine antropologico” special- venga in soccorso nei momenti Olender, qui riportata) ha parole muoiono più”. presa di posizione di Proudhon mente in un mondo colonizzato. di crisi di altre forme identitarie, nette: “non capisco come non ci Uno dei risultati più interessanti nel 1847 può essere utilizzata Non sarebbe stato male, a que- più deboli e fluttuanti. In effetti, sia mai stata” in questi pensatori delle analisi di Olender è l’aspet- come una prova innegabile del ri- sto appunto, far vedere, da parte come negare che il razzismo sia “né colpa né vergogna”. Karl Ja- to, tutto sommato secondario, schio “razza”: una volta affermato di Olender, maniere alternative una forma di identitarismo forte, spers aveva invano esortato Hei- della componente biologica delle che l’ebreo è nemico del genere degger alla “vergogna (Scham)”, teorie razziali. Beninteso, spesso umano, il socialista francese non di classificare, tanto più quando esasperato, urlato, tanto convinto egli individua come “minimo co- e convincente da invocare il pas- quella vergogna che consente di e volentieri la biologia domina il far parte della “comunità degli discorso, come avviene in Otto umani”: quella stessa vergogna Reche, ideologo nazista e teori- che avrebbe poi indotto Hans co dell’igiene razziale, professore Robert Jauss e Günter Grass a di antropologia all’Università di Razzisti e apprendisti stregoni rompere il silenzio sul loro passa- Lipsia. Secondo Reche, grazie alla to nazista. Ma, al di là delle scelte biologia “sappiamo oggi che la di Massimo Vallerani opportunistiche individuali, quel Menschheit (l’umanità) non esi- silenzio dice comunque qualcosa: ste”, visto che la natura ha creato l libro di Maurice Olender riunisce articoli domanda sorge leggendo la parte centrale del per Jauss sarebbe dovuto al “rifiu- razze estremamente differenziate. scritti tra il 1981 e il 2009 in occasioni molto libro, dedicata agli studi indoeuropei, e riflette to di comprendere quello che è Ma, ben più importanti del corpo I diverse e per sedi diverse. Il titolo dell’edizione inumano”. Non impossibilità, ma e dei suoi caratteri morfologici, anche i tormenti personali dell’autore verso uno americana del 2009 (Race and erudition) aiuta a rifiuto: perché comprendere im- visibili, sono i caratteri psicologici dei più grandi studiosi francesi del Novecento, capire meglio la natura del libro, che indaga so- plica pur sempre un’adesione, un e culturali a costituire “l’essenza il linguista Georges Dumezil, che in decine di prattutto la creazione della razza come oggetto di consenso. Per Reinhart Koselleck della razza”, la sua anima, il suo libri ha ricostruito la più completa epopea del studio da parte delle scienze sociali nell’Europa spirito. Seguendo le analisi di “popolo indoeuropeo”. Il mistero che circonda una via di uscita dalla “situazio- Olender, si ha davvero l’impres- del Novecento. Nessun dubbio che la razza sia questa grande e imprendibile famiglia di lingue è ne aporetica” in cui la riflessione sione che alle ideologie razziste una costruzione astratta, operata in laboratorio fittissimo. Per Dumezil l’indoeuropeo è un ceppo viene a trovarsi (“come concepi- – anche quelle più decisamente dagli intellettuali europei. La sua stessa etimo- linguistico “inventato”, ricostruito con procedi- re l’inconcepibile che ha tuttavia fondate sulla biologia – stessero logia (probabilmente da “ratio”) implica una menti altamente ipotetici. Per molti altri è soprat- avuto luogo”) è data invece dalla a cuore soprattutto i caratteri in- volontà di pensare, classificare e gerarchizzare le tutto un “popolo”: originario, puro, superiore, comparazione: altri genocidi pos- visibili delle razze: in effetti, sono popolazioni umane secondo schemi “culturali” progenitore della razza ariana. Il dramma degli sono forse contribuire a illumina- le anime delle razze a suscitare il che non hanno (sempre) bisogno di un supporto studi indoeuropei inizia da questa anomalia: aver re il “nostro” genocidio, a ridurne disgusto o la repulsione di cui par- biologico. Olender mostra bene che la via delle inventato una lingua ipotetica porta con sé, ne- almeno in parte l’inconcepibilità. lava Hegel. In base a questo tipo “differenze culturali” fu quella prescelta tra Otto cessariamente, la ricerca di un popolo altrettanto Koselleck era interessato a una e Novecento dalla maggior parte degli studiosi. di argomentazione il gesuita Pier- ipotetico e mitico. prospettiva antropologica. Viene Come oggetto creato e usato da intellettuali, la allora da chiedersi se la compa- re Teilhard de Chardin (filosofo, Dumezil, in tarda età, ha negato il nesso tra lin- razza, o meglio le differenze razziali, conservano razione non possa essere estesa teologo, scienziato), si permetteva gua e popolo (non esiste un luogo, un documen- un carattere fortemente artificiale, strumentale, anche alle condizioni che rendono di affermare che i “cinesi rappre- to, un popolo riconducibile al termine indoeu- sentano uno strato antropologica- direi anche pretestuoso. Per questo il discorso possibile l’inumanità dei massacri. razziale non ha bisogno di storia e respinge ogni ropeo), eppure nei lunghi anni della sua carriera Per Léon Poliakov capire l’incon- mente inferiore dell’umanità” e ha fornito a questo “popolo” mitologie, dei, mo- che la carità cristiana, per quanto metodo critico. Le vicende dei Protocolli dei sag- cepibile significava “chiedere il gi di Sion (il falso sul complotto mondiale degli delli di società (la tripartizione funzionale); gli ha conto alla cristianità” e così facen- sovrastasse le disuguaglianze, non dato un’ anima, consegnando involontariamente poteva certo annullare le differen- ebrei) lo mostrano benissimo: la volontà di tenere do “mettere in questione questa in piedi il baraccone antisemita portò eminenti un mostro mitologico a una destra (francese) in società e i suoi valori”. Olender ze razziali dettate dalla natura. A cerca disperata di sostegni storici ai deliri razzia- sua volta, Carl Gustav Jung soste- intellettuali, cattolici e non, a forgiare l’aforisma nel suo libro non ci consente di che il testo “anche se non autentico fosse vero”. li del periodo nazista. Nessuna sorpresa, allora, andare oltre. Ma forse una stra- neva che “l’inconscio ariano ha un che proprio dentro l’università francese, sotto la potenziale più elevato dell’incon- Separare la questione dell’autenticità da quella da si intravede: quella appunto di copertura assai debole degli “studi indoeuropei”, scio ebreo” e che quest’ultimo, della veridicità (il testo è un falso ma il complotto esplorare possibilità alternative, per il suo carattere nomade, non è esiste) nega alla radice il metodo storico, saltando sia cresciuta una generazione di ideologi razzisti rispetto a società dominate da un in grado di produrre una propria a piè pari la domanda sulle funzioni della falsifica- stregati dagli studi di Dumezil che scrivono libri pensiero identitario, che dalle te- cultura. Anche Martin Heidegger zione: è evidente che furono I protocolli a creare (da “prestigiosi” editori come Les Belles Lettres orie razziali fa presto a scivolare punta sul carattere del nomadi- il complotto e non il contrario. Qui si pone una di Parigi), fondano riviste, guidano istituti di ri- verso l’annientamento degli altri smo ebraico ‒ un nomadismo non questione di metodo più profonda. È possibile cerca e siedono nel consiglio culturale del Front e, nel contempo, verso la propria più da deserto, ma aggiornato al separare strumenti o categorie analitiche incerte National. È vero: una cultura non è un popolo, disumanizzazione. n e ipotetiche (usate anche da studiosi seri) dalla ma basare lo studio di una cultura su un’ipotesi contesto moderno – per argomen- [email protected] tare una predestinazione degli loro applicazione indiscriminata e “deviata”? La “senza storia” può dare risultati molto diversi? ebrei alla criminalità planetaria, a F. Remotti insegna antropologia culturale tal punto da interpretare “il ruo- all’Università di Torino N. 7/8 17 Migrazioni sume autorità anche nel villaggio Viaggi da bestie per vite da schiavi (…) una discordia tra due famiglie Ricercare alternative incessantemente a al-‘Ushsh può avere ripercus- Pietro Deandrea sioni a Milano, come un licenzia- di Federica Ditati mento o la cacciata di qualcuno da Ezzat el Kamhawi vo, nei confronti dei contadini po- casa”. Allo stesso tempo, è una di- IDENTITÀ, MIGRAZIONI smo islamico e le primavere arabe, veri a cui Nasser aveva distribuito mensione globale caratterizzata da E POSTCOLONIALISMO dall’altro la migrazione. Gli autori Vergogna le terre dei vecchi feudatari (…) i un’alienante schizofrenia. Gli egi- rilevano come sia in atto una spac- tra le due sponde contadini iniziarono a rinunciare ziani a Milano sono descritti come IN ITALIA A PARTIRE catura sempre più profonda tra La schiavitù contemporanea alla cultura della terra, così come fantasmi tagliati fuori da ogni tipo DA EDWARD SAID una cultura ufficiale la quale, pur a cura di Bruno Brunetti nel Mediterraneo gli egiziani rinunciarono al credo di integrazione, nascosti a casa o al annoverando personalità di spicco ed. orig. 2010, trad. dall’arabo della residenza perpetua in Egit- lavoro, armati di pazienza e sop- e Roberto Derobertis (come nel caso di Marcello Pera, di Marianna Massa, pp. 147, € 12, to”. portazione in vista dei periodi di pp. 176, € 20, Progedit, Bari 2014 Professore di Filosofia all’Univer- vacanza a casa, dove ciò che hanno Edizioni Ensemble, Roma 2014 Andare all’estero rimane l’unica sità di Pisa e Presidente del Senato risorsa di ascesa sociale. Se a ciò si acquisito diventerà prestigio e po- uesto volume miscellaneo dal 2001 al 2006), ha rinunciato ad tere: “la vera vita sta, e ti attende, si apre con una citazione in stato l’allarmante fenome- aggiunge il declino del prestigio del Q assumere un ruolo dialettico con i sistema educativo, che comunque solo in Egitto, e non è bene che un calce, tratta dal saggio Travelling poteri forti; e intellettuali e artisti “Èno delle fughe verso la riva egiziano ‘spenda e spanda’ se non Theory di Edward W. Said (1983): nord a far chiudere gli sportelli dei non può competere col benessere outsider (per esempio Andrea Se- portato dall’emigrazione, le comu- sotto lo sguardo della sua comuni- “E che cos’è in fondo la coscienza gre, Gabriele Dal Grande, Marco consolati europei sulla riva sud, o tà d’origine.” critica se non la ricerca incessante è forse stata la chiusura di quegli nità rurali si sfaldano inesorabil- Rovelli) che, pur occupando uno Vergogna tra le due sponde è un di alternative?” La lezione saidia- sportelli uno dei fattori che hanno mente. Con abbondanza di storie spazio periferico all’interno dei libro coraggioso (pubblicato da na che inquadra i diversi lavori contribuito alle fughe clandestine esemplari e un paradigma anali- luoghi del sapere, continuano a un nuovo, coraggioso editore) che raccolti è la necessità di un nuo- e spesso fatali?” Il dibattito sulle tico che lui definisce “sociologia rappresentare gli aspetti contrad- non si sottrae a esplicite accuse. vo umanesimo che sia in grado tragiche migrazioni attraverso il del corpo”, El Kamhawi descrive dittori della realtà. Nel saggio che Né verso l’Italia, vista la complici- di opporsi alle costruzioni dell’e- Mediterraneo si perde il clima di competizione chiude questa seconda parte, Giu- tà della burocrazia ministeriale ita- gemonia, facendosi espressione spesso nella vaghezza, tra famiglie che spinge seppe Domenico Basile indaga liana, della nostra legislazione che degli scambi culturali che stanno quando non in una me- “il contadino adole- l’orientalismo interno, ovvero la acuisce la clandestinità per rende- all’origine di ogni tradizione na- schinità propagandisti- scente a rischiare la vita condizione postcoloniale interna re più sfruttabile la manodopera, zionale e di un futuro multicultu- ca. Il valore di questo (il corpo) per dimostra- all’Italia tra il Nord, egemone, e per non parlare di alcune accuse rale. Il paradigma postcoloniale, libro risiede non solo re il proprio valore”, il Sud, subalterno, che ha porta- di terrorismo fabbricate da polizia promuovendo studi al confine nella sua capacità di con la famiglia che lo to visione del Mezzogiorno come e servizi segreti. Né verso l’Egitto, delle discipline e invitando all’as- fare le domande appro- sprona “a mettere a luogo di ignoranza, superstizione, repentaglio la sua vita- che manda a morire i suoi giovani sunzione di uno sguardo altro, si corruzione, presente anche in te- priate, ma nella sua ana- configura come uno strumento lisi storica e sociale del corpo per la somma di per poi dedicarsi a estenuanti di- sti letterari che problematizzano i denaro che guadagnerà battiti sull’opportunità di definire privilegiato per la comprensione rapporti di potere (come nel caso fenomeno. Un’analisi di un mondo globale, sempre più concentrata su un uni- e per la percentuale di “martiri” gli annegati nel Mediter- di Cristo si è fermato ad Eboli di rispetto che apporterà raneo; e a tutto ciò si aggiunga il interconnesso e, allo stesso tem- Carlo Levi). Infine, nell’ultima co contesto nazionale a po, instabile e frammentario. La sud del Mediterraneo, alla famiglia stessa”. Si modo in cui Fratelli Musulmani e parte il volume si focalizza sulla tratta di giovani già formati dalla militari hanno soffocato gli ideali retorica dei media mainstream, necessità di rinnovare i contenuti quello egiziano, evitando così ogni come messo in luce da Derobertis generalizzazione. La vergogna del pratica del lavoro minorile nelle della recente rivoluzione, margi- dell’archivio e di scardinare una campagne, “in cui i minori veniva- nalizzando le forze progressiste nell’introduzione, da un lato svela lunga tradizione accademica di titolo è diffusa, e coinvolge sia chi un utilizzo reiterato e inconsape- induce a partire i giovani egiziani, no coinvolti in un modo che offen- laiche e civili col beneplacito degli protezione delle conoscenze: il co- deva la tenerezza dei loro corpi”. Stati Uniti. vole di stereotipi e luoghi comuni, lonialismo italiano, utilizzato dalla sia chi li sfrutta in Italia, magari espressione di un punto di vista andando poi a violentare la cultura E per chi non muore in mare e ri- El Kamhawi racconta le tragedie propaganda fascista per rafforzare esce a guadagnare grazie al “sogno del Mediterraneo partendo da un eurocentrico; dall’altro testimonia il consenso popolare intorno al egiziana con il turismo. El Kamha- l’urgenza di una emersione del ri- wi la tocca con mano nell’ottobre italiano”, la speranza di ritorno a principio ineludibile: il legame tra Regime, è stato a lungo non sol- casa non fa che alimentare un cir- crisi dei paesi d’origine e processi mosso coloniale alla base di una tanto allontanato dalla memoria del 2007, quando un suo nipote ri- identità nazionale in grado di acco- sulta fra i dispersi di uno dei tanti colo vizioso: stroncate sul nascere migratori. Su questa linea, alcune collettiva ma addirittura rimosso, ogni iniziativa di piccola impresa associazioni hanno recentemente gliere quelle che, allo stato attuale, intendendo per rimozione quel barconi, al largo della Calabria. In possono essere definite condizioni quanto giornalista, ha la possibilità e di investimento nella terra, non proposto il “Processo di Tunisi” – meccanismo che rende indicibili le resta che utilizzare le rimesse per in contrapposizione al “processo postcoloniali. Il volume, composto voci e le ragioni minoritarie e do- di viaggiare in Italia e lo fa quattro di tre parti (Joseph Conrad, filolo- volte: questi viaggi gli permettono uno sterile, ostentato consumismo di Khartoum” promosso da Italia, minate. Nel primo articolo, Rober- di prodotti occidentali. La struttu- Unione Europea e governi africani gia letteratura, umanesimo; Intel- to Derobertis delinea la parabola di parlare con tante persone, ma lettuali, migrazioni, orientalismi, sono anche lo spunto per rifles- ra comunitaria tradizionale finisce (che punta a esternalizzare le fron- di violenza e odio che ha portato così per deteriorarsi progressiva- tiere per farle gestire proprio da rappresentazioni; Archivio, cultura alla formazione dell’Africa italiana sioni di ampio respiro su come è imperialismo, migrazioni), utilizza cambiata la società egiziana. mente, in un vuoto di valori e di coloro che sono tra i responsabili orientale anche attraverso il riferi- autorità non colmato da alcuna del fenomeno). Ma il tutto viene il pensiero saidiano come chiave mento ad autori del canone (come Si sfata così il primo luogo co- di lettura privilegiata per la com- mune: non sono i poveri dei centri presenza dello stato: “C’è soltan- qui radicato nelle storie delle vitti- Filippo Tommaso Marinetti) il cui to una rivolta contro il vecchio a me. Oltre al reportage d’inchiesta prensione del presente. Nel primo ruolo nella creazione di una gene- urbani a migrare, ma soprattutto i intervento, intitolato Nel segno di contadini. E la povertà c’entra solo vantaggio di un nuovo sistema e al saggio socio-antropologico, alogia coloniale è, in gran parte, squallido e caotico (…) l’accumu- questo libro è percorso anche Conrad: “Umanesimo e critica de- ancora inesplorato. Nel saggio suc- in parte. Attraverso una politica di mocratica” di E.W. Said, “Lezioni saccheggio delle aziende pubbli- lo di ricchezze ha fatto sì che nei dalla vena narrativa dell’autore: cessivo, Franca Sinopoli individua villaggi si perdesse il grande rispet- uno dei più importanti romanzieri americane” di Italo Calvino, Bruno le conseguenze della presenza di che e di privatizzazioni corrotte Brunetti evidenzia come sia Said a favore dei grandi speculatori, to comunitario su cui si basava il egiziani contemporanei e vincitore Una storia e memorie non condivise sistema sociale tradizionale”. della medaglia Mahfouz per la let- che Calvino, nella rispettiva ultima nella visione dell’identità naziona- dagli anni novanta lo stato vende opera, con vocazione millenarista, le industrie tessili e abbandona l’a- Durante i suoi viaggi in cerca del teratura, di cui l’editore Il Sirente le legata alla “bianchezza”, favorita nipote, l’analisi culturale dell’auto- ha da poco pubblicato La città del rivelino la necessità di svelare e di anche da un lento processo di isti- gricoltura: “Nell’estate del 2010, sanare il lato più oscuro della cul- per la prima volta nella storia, i re include l’Italia, assumendo an- piacere. Lo stile di Vergogna tra le tuzionalizzazione della letteratura che qui sfumature antropologiche due sponde può ricordare la fiction tura occidentale, insegnamento di autori di origine non italiana. Da contadini lasciarono incolto il 30 che entrambi avrebbero tratto dal- per cento dei terreni del delta del se non biopolitiche. Grazie alle te- documentale latino-americana, ultimo, a conclusione del volume, lecomunicazioni moderne, c’è un il testimonio à la Rodolfo Walsh. lo studio di Conrad. Nella seconda in Gemelli d’Italia. Jadelin Gangbo Nilo, una vera catastrofe (…) fu parte, Daniele Comberiati e Paola una sorta di vendetta dei nuovi villaggio globale dove “proporzio- Esemplare la testimonianza di scrive ‘Due volte’ Fulvio Pezzaros- nalmente alla conquista di autorità Mahmud, uno dei 13 superstiti di Rotolo analizzano le modalità at- sa riflette sull’opera narrativa di ricchi, legati strettamente ai ranghi traverso le quali sono state raccon- del potere politico e amministrati- del figlio a Milano, la famiglia as- un barcone di 56 persone, a co- Jadelin Mabiala Gangbo, in cui il stante rischio di affondamento per tate in Italia da un lato il terrori- fenomeno migratorio viene rap- sei lunghi giorni: “Il primo giorno presentato attraverso il ricorso ad erano umani, un po’ mortificati, elementi fantascientifici. Pur nella RIVISTA DI AFFARI EUROPEI alla ricerca di un boccone per vi- eterogeneità degli argomenti af- vere (…) buttato in mare il quar- frontati, Identità, migrazioni e post- to cadavere, tutti avevano perso colonialismo in Italia ricorre agli il senso della misericordia (…) gli strumenti delle scienze umane e a sguardi si rivolgevano alla ricer- prodotti artistici per comprendere ca di qualcuno affetto da mal di e analizzare eventi storici e fatti di mare. Chi ne manifestava i sintomi cronaca, dimostrando come i sape- diventava la preda dei restanti pas- ri umanistici, se liberati dall’auto- seggeri sani”. El Kamhawi incon- referenzialità, siano ancora in gra- tra Mahmud nel negozio di orto- do di aprire lo sguardo sul mondo, frutta dove lavora, e si sente dire: liberandolo da stereotipi e luoghi “Sono venuto come una bestia per comuni che limitano il pensiero e il vivere come uno schiavo”.­ n dialogo tra realtà diverse. n

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www.rivistaeuropae.eu Pietro Deandrea insegna Letteratura Inglese F. Ditadi è dottoranda in Italianistica all’Università di Torino. presso l’Università di Padova N. 7/8 18 Storia di poteri tipici del mezzogiorno Interazione di poteri: tardomedievale. I grandi signori, Giulio il terribile e i cantimbanchi conti e baroni, appaiono distanti re, signori e dominati dalle società rurali da loro domina- di Lucio Biasiori te, incapaci di incidere in profon- di Alessio Fiore dità sugli assetti locali. In questo Massimo Rospocher produttori e i fruitori. Nel libro si senso i dati economici si mostrano analizza, infatti, la figura di Giulio cruciali per comprendere la scarsa Il papa guerriero II nel giudizio di regnanti, cardina- Sandro Carocci monarchia. Sono questi i principali incisività del prelievo signorile sul- Giulio II li, ambasciatori e umanisti (tra cui protagonisti della ricerca e le loro la produzione complessiva. Viene nello spazio pubblico europeo Erasmo da Rotterdam, che nel dia- Signorie di interazioni sono centrali per ca- inoltre offerta una rilettura della Mezzogiorno pp. 392, € 32, Il Mulino, Bologna 2015 logo Iulius exclusus, ne diede un pire l’evoluzione della società del territorialità del potere signorile ritratto impietoso), ma soprattutto ocietà rurali poteri mezzogiorno italiano prima della S , che non rappresenta un dato di fat- ome il Mosé che Michelangelo si guarda a lui attraverso gli occhi fine del Duecento. La signoria aristocratici e monarchia to, ma un obiettivo e un costrutto scolpì per la sua tomba, Giu- di gente comune, come i poligrafi non può infatti essere compresa al C (XII-XIII secolo) ideologico. Se la dimensione terri- lio II possedette in massimo grado e i loro lettori, i cantimbanchi e i di fuori dal sistema di relazioni in pp. 596, € 49, Viella, Roma 2014 toriale esce ridimensionata si ri- quella caratteristica ancipite, misto loro ascoltatori. cui è inserita; relazioni che vanno scopre invece l’importanza, anche di mostruosità e grandezza, che Di questo “papa di carta” nella verso l’alto, e quindi in direzione sito di una ricerca durata quin- economica, delle forme di signoria è passata sotto il nome di “terri- prima parte vengono analizzate le del sistema di potere regio, e ver- dici anni, questo ricchissimo e personale, legate cioè al diretto bilità”. Politico spregiudicato ed rappresentazioni in positivo, come E so il basso, e dunque in direzione denso volume di Sandro Carocci rapporto tra signore e dipendenti. esigente mecenate, guerriero e pacificatore e liberatore dell’Ita- del composito mondo dei domi- costituisce un momento di grande L’analisi accurata di queste com- pacificatore, instancabile crociato lia dai “barbari” francesi e come nati. In primo luogo si conferma rilievo nell’ambito delle ricerche plesse forme clientelari, variamen- e servo del sultano, austero ponte- bastione anti turco. Nella secon- il ruolo centrale della monarchia sulle campagne medievali. Il tema te strutturate e formalizzate, costi- fice e satiro sfrenato nella sua omo- da sezione l’autore mostra invece nel panorama politico e sociale del specifico è quello delle forme del tuisce uno dei punti di maggiore sessualità passiva, Giulio II fu non la costruzione di un’immagine mezzogiorno, ma con forme e mo- potere rurale nel regno meridio- novità della ricerca, gettando una solo l’ “incarnazione della natura opposta del pontefice nelle città dalità ben diverse rispetto a quelle nale tra l’età normanna, quando nuova luce sui funzionamenti so- contraddittoria delle pretese iero- che furono mira della sua politica tradizionalmente postulate in sede il modello signorile si impone in ciali a livello locale. E proprio le cratiche del papato rinascimenta- espansionistica. A Bologna l’odio storiografica. La revisione di Ca- concomitanza con la conquista società locali appaiono come pro- le”, ma anche “uno dei personaggi nei suoi confronti arrivò fino a rocci è particolarmente netta sulla dei guerrieri provenienti dal nord tagoniste inaspettate quanto vivaci che maggiormente condizionano distruggerne la statua bronzea ese- questione dei rapporti feudali tra della Francia, e i primi decenni dell’epoca, rispetto all’immagine il nostro immaginario collettivo guita da Michelangelo per il porta- re e signori locali, a lun- della dominazione an- tradizionale di una realtà rurale del Rinascimento”. Come fu pos- le di S. Petronio, mentre a Ferrara, go visti come la chiave gioina. Quella offerta appiattita e schiacciata sotto un sibile una tale diffrazione? Il libro anch’essa travolta da un profluvio per comprendere gli da Carocci è una ri- indiscutibile predominio signori- offre una risposta su più livelli. di scritti anti-papali, il duca Alfon- assetti politici del re- lettura complessiva, le. Proprio l’importanza sociale ed Tale pluralità di giudizi viene, in- so fece ritrarre Giulio II nel pro- gno. Un punto cardine fondamentale non solo economica dei rapporti di signoria fatti, collocata in primo luogo nei prio libro d’ore con la morte che del libro è infatti la ri- per quanto riguarda lo personale, che vedono tra i pro- diversi contesti politici che dell’a- gli tagliava la testa. Ma l’obiettivo lettura offerta di un do- specifico tema signori- tagonisti il composito mondo del zione aggressivamente ondivaga reale dei proclami papali di cro- cumento capitale come le ma, più in generale notabilato locale, in gran parte di di Giulio II furono ora alleati ora ciata era Venezia. Essendo la Sere- il Catalogus Baronum, estrazione cavalleresca, costituisce la storia delle campa- vittime (Francia e Venezia), poi nissima anche il più vivace centro interpretato in modo forse la chiave principale per capi- gne meridionali fino nell’incrocio fra tradizioni diverse tipografico e culturale d’Europa, innovativo, e molto re tale vitalità; il surplus produttivo agli ultimi decenni del (cristiana, pagana, classica e caval- lo scontro fra “pritaci” (pretacci) e convincente, come un estratto non cade infatti nelle mani Duecento. Lo studio leresca) con cui venne costruita la “marcheschi” (cioè sostenitori del testo non feudale, ma di grandi signori esterni rispetto colma infatti la lacuna sua figura pubblica, e infine nella leone di S. Marco) raggiunse lì il in una prospettiva ter- alle realtà dominate, ma continua a rappresentata dal meri- natura estremamente composita suo apice. Come sarebbe stato un ritoriale e amministrativa. In età circolare localmente, favorendo lo dione nella ricca stagione di studi dei linguaggi che permettevano secolo dopo in occasione dell’in- normanna la feudalizzazione dei sviluppo di questi “mondi rurali”. italiani dedicati alla signoria rurale agli osservatori contemporanei di terdetto lanciato da Paolo V a Ve- poteri locali è ancora solamente Solo in età angioina, verso la fine nel corso degli ultimi decenni. No- pensare la politica nell’Italia del nezia lo storico ha un laboratorio un progetto monarchico e trova del Duecento, la mutata congiun- nostante fosse risaputo che questo Rinascimento. privilegiato per osservare come il un effettivo compimento solo in tura politica porta a una profonda modello di potere costituisse una L’ultimo di questi tre livelli è popolo, a lungo considerato un matura epoca sveva. Gli strumenti modificazione del panorama sin presenza decisiva e strutturante quello che merita maggiore atten- soggetto passivo della politica di con cui i sovrani agiscono sul ter- qui delineato. I sovrani, per raffor- delle campagne meridionali, le in- zione. Il volume, infatti, giunge a antico regime, fosse in realtà depo- ritorio sono quindi differenti, ma zare la fedeltà dell’aristocrazia del dagini specifiche su questo tema compimento di un lungo percor- sitario di un potenziale comunica- non per questo meno efficaci. Il regno, rinunciano a gran parte dei erano rimaste fino ad oggi molto li- so di ricerca dell’autore, dedicato tivo in grado di impensierire i ceti regno si ritaglia un decisivo ruolo loro diritti di intervento sul piano mitate. Tuttavia questo studio non all’analisi della sfera pubblica quat- dirigenti, che a loro volta miravano nella risoluzione dei conflitti lo- locale; inoltre in questa fase si assi- si rivela cruciale solo sotto questo tro-cinquecentesca. Da alcuni anni a disciplinare quest’irrequieta ora- cali; costituisce infatti un’istanza ste all’infeudazione alla nobiltà di profilo. Rispetto al panorama delle le più scaltrite ricerche di storia lità politica. L’ultima parte del vo- di mediazione fondamentale nei una gran parte delle località dema- ricerche italiane sul tema signorile politica e culturale della prima età lume si sposta dalle calli di Venezia rapporti tra signori locali e sudditi, niali. Nel complesso la situazione Carocci introduce due significati- moderna hanno indagato la forma- e dai rioni di Roma ai teatri e alla impedendo in tal modo un’ecces- si trasforma in direzione di genera- ve novità. La prima è la scelta di zione di un’embrionale opinione corte di Parigi (in cui Giulio II è siva dilatazione delle prerogative le appesantimento della pressione un ambito geografico d’indagine pubblica nell’Europa tra Quattro rappresentato come un guerrafon- signorili. La capacità regia di in- signorile e di una crescente perdita enormemente più esteso rispetto e Cinquecento, consegnandoci daio assetato di sangue che presto tervento è tale da controllare effi- di autonomia da parte delle società alla norma, caratterizzata da studi una realtà molto lontana dall’im- sarà destituito dal cristianissimo cacemente anche l’instaurazione di rurali. Grazie a questa innovativa focalizzati su ambiti subregionali, magine borghese con cui Jürgen Luigi XII, campione cavalleresco legami matrimoniali tra le famiglie analisi le campagne del mezzogior- o al massimo regionali; pur non Habermas ne aveva analizzato la ed eroe cristiano) e sui pulpiti di signorili, soggetti all’approvazione no, restituite alla loro complessità, essendo un’opera di sintesi, ma il nascita nell’ Inghilterra settecente- Londra, dove all’inizio del Cinque- del sovrano. Emerge inoltre l’im- si offrono quindi come un tassello, risultato di un serrato confronto sca. Il dibattito politico nell’Italia cento il futuro monarca scismatico portanza delle numerosissime lo- e un modello di ricerca, fonda- con le fonti dell’epoca, lo studio del Rinascimento, lungi dall’esse- Enrico VIII viene ancora dipin- calità (non solo rurali) inserite nel mentale per il progetto di rilettura, abbraccia infatti l’intero Mezzo- re meno vivace, si dipanava però to come il più strenuo difensore demanio, e quindi direttamente in chiave comparativa, dei funzio- giorno continentale e la Sicilia, su fili più effimeri ed evanescenti, dell’unità dei cristiani a fianco del governate da ufficiali regi, come namenti politici, sociali ed econo- restituito nella sua piena comples- composto com’era da un intreccio pontefice. modello di funzionamento del po- mici delle campagne europee nel sità. Tale approccio a largo raggio fittissimo di parole stampate, ma- Più ancora che nella Cappella tere rurale e come perno dell’azio- pieno medioevo, che si pone come consente così di valorizzare in pie- noscritte, pronunciate. Si trattava Sistina, il cui trionfale programma ne della monarchia nel territorio. ineludibile obiettivo degli studi dei no le potenzialità insite nelle fonti di un sistema multimediale in cui iconografico viene visto nelle ulti- A uscire almeno in parte ridi- prossimi anni n a disposizione. La seconda novità il neonato strumento della stampa me pagine del libro come l’epi- mensionato è proprio il ruolo della è l’importanza assunta nell’analisi [email protected] a caratteri mobili conviveva con tome del suo papato, l’immagine signoria locale; risulta quindi im- dal dato economico, troppo spes- la presenza di avvisi manoscritti e ambigua di Giulio II, sospesa “tra possibile proiettare nel passato la so sottovalutato rispetto alla di- A. Fiore è borsista con una comunicazione politica guerre e beatitudine”, può essere capacità di controllo e la pienezza presso l'Università di Torino mensione sociale e istituzionale del ancora per gran parte orale e piena riassunta nella bellissima miniatu- potere locale, e che risulta invece di attenzione a prodigi e segni ce- ra francese scelta per copertina. cruciale, grazie a un approccio non lesti. Intermediari tra questi diversi Lasciato vuoto il soglio pontificio solo qualitativo ma anche quanti- livelli di comunicazione erano fi- e attorniato da cadaveri, papa del- tativo, per capire il peso effettivo gure come i cantimbanchi, prolifici la Rovere siede, pastore degenere, della signoria sulle società locali, la autori di “frottole” o “barzellette” su un rozzo trono di legno con in sua pervasività, la sua reale capaci- che, a dispetto dei loro contenuti mano un bastone nodoso. Sopra tà di condizionare sistemi produt- spesso standardizzati, ci consegna- la sua testa una scritta esprime al tivi e forme del lavoro. no in modo molto vivace le forme meglio la contraddizione del suo Esporre i risultati della ricerca in cui la politica veniva discussa pontificato splendido e insangui- non è semplice; la ricchezza del te- sulle piazze italiane di inizio Cin- nato: “Io som Julio papa secondo, sto è tale che si potrebbero sugge- quecento, sia attraverso testi sia at- qui aconcerò o guasterò tutto el rire percorsi differenti, a seconda traverso immagini. I cantimbanchi mondo”. n degli interessi del singolo lettore. erano mediatori non solo tra diffe- [email protected] Ne sceglierò uno prendendo spun- renti circuiti di comunicazione, ma to proprio dal sottotitolo del libro: anche tra i differenti strati sociali L. Biasiori è fellow dell’Harvard Center Società rurali, poteri aristocratici e che di tale comunicazione erano i for Renaissance Studies di Firenze N. 7/8 19 Storia Sforzi industriali e disciplinamento del lavoro Da un dotto e cortese lettore di Claudio Natoli di Maurizio Tarantino

Paolo Ferrari un’intera sezione) prima e dopo Dora Marra Rinascimento, pubblicati nel 1994 e nel 2005 da Bibliopolis, nell'ambito dell'Edizione na- e Alessandro Massignani la rotta di Caporetto. Croce bibliofilo In questa cornice, vari aspetti zionale delle opere di Croce. Chi volesse cono- 1914-1918 a cura di Massimo Gatta scere questo aspetto non secondario del profilo del volume vanno positivamente pp. 100, € 15, Biblohaus, Macerata 2015 La guerra moderna. segnalati. Anzitutto, il rilievo at- intellettuale di Croce, come raccoglitore di una delle più singolari "biblioteche d'autore" del Con documenti inediti tribuito da una parte alla capaci- tà dimostrata dall’industria italia- on si può ricordare Dora Marra senza la Novecento, non può fare a meno della guida di pp. 288, € 29 sua voce e le sue formidabili conversazio- Dora Marra. Ed è pertanto cosa assai lodevole FrancoAngeli, Milano 2015 na nell’adempiere all’imponente N sforzo produttivo richiesto dalle ni letterarie. Libri letti, personaggi conosciuti, la riedizione del suo saggio Croce bibliofilo, ap- scrittori antichi e moderni, idee ottocentesche parso la prima volta nel 1953 su "Letterature el centenario della Grande esigenze belliche e all’accresci- mento del suo peso politico ne- e arditezze imprevedibili, agivano nei suoi di- moderne". Il saggio racconta, "in diretta", le Nguerra la cultura e l’edito- scorsi come spinte da una forza casuale; dietro visite alle botteghe polverose di Via Foria e Via ria italiana si sono arricchite di gli equilibri di potere dell’Italia liberale, e dall’altra la questione la quale non c'era forse altro che uno sviscerato Costantinopoli, il libro scelto nel mucchio e in- traduzioni di best-seller che han- e disinteressato, a volte quasi ingenuo, amore centrale del disciplinamento del- filato nella tasca del cappotto, pronto per essere no avuto (anche al di là dei loro per la lettura. e Klaus Wa- la forza lavoro all’interno delle annotato una volta riportato a casa: piccoli gesti meriti) una forte risonanza inter- genbach, Draconzio e la Ginzburg, Calvino e fabbriche all’insegna dell’elimi- di una bibliofilia sui generis, che fanno luce sul nazionale (Christopher Clark, I Thomas Mann, Giovanni Pirelli e Contini, Bac- nazione della conflittualità e del- formarsi della sua straordinaria biblioteca: nata sonnambuli. Come l’Europa ar- chelli e Maurizio Maggiani, Raffaele Mattioli e la restaurazione del potere di co- come "materia e strumento di lavoro", nella rivò alla grande guerra, Laterza, Manzoni, Riccardo Ricciardi e Plotino, Dante e mando aziendale: si delinea qui quale "ogni volume, ogni opuscolo è filo con- 2014) e di mostre corredate da la Ortese, e via di questo passo. Raramente par- un laboratorio sociale che avreb- duttore di una storia più intima, ricordo storico ponderosi cataloghi (L’Europa lava di Croce, e mai indulgendo all'aneddotica. be in seguito fatto scuola durante o letterario, spunto umano e sentimentale di un in guerra. Tracce del secolo breve, Eppure negli ultimi otto anni di vita del filosofo, il regime fascista. Su di un altro futuro lavoro, o nuovo documento di un tema Trieste, 30 novembre 2014-28 anni di radicali ripensamenti esistenziali e teo- versante il volume si già svolto". Il saggio della Marra è accompagna- febbario 2015, a cura rici, di protagonismo politico e culturale, pochi sofferma sugli enormi to da alcuni scritti di contorno, tra i quali piace di Piero Del Giudice, gli furono più vicini. E anche dopo la sua morte problemi di controllo segnalare il piccolo, commosso ricordo di Lidia edizioni “e”). In rife- continuò, come aveva fatto dal 1945 al 1952, a e di gestione gerarchi- Croce, figlia del filosofo e sua amica d'infanzia, rimento al contesto occuparsi per altri trent'anni della sua bibliote- ca di un esercito di mi- scomparsa lo scorso aprile poco dopo la pub- italiano, si può già ca e di quella dell'Istituto da lui fondato. Oltre lioni di persone nello blicazione del libro; e la prefazione di Barbara disporre di svaria- al ricordo di decine di studiosi passati per le scenario sconvolgente Beth, figlia della Marra, arricchita di alcune si- ti contributi, tra cui aule di Palazzo Filomarino, restano, a testimo- della “morte tecno- gnificative dediche crociane, tra le quali spicca, spiccano pregevoli bi- nianza della sua operosità, alcuni importanti logica di massa”, in con la sua soave autoironia, quella che potreb- lanci critici d’insieme volumi: le Conversazioni con Benedetto Croce su particolare in un paese be a buon diritto assumersi a epigrafe del suo (La società italiana e la alcuni libri della sua biblioteca, pubblicate, vivo come l’Italia, storica- lavoro di critico letterario: "Alla gentile Dora grande guerra, a cura Croce e con la sua revisione, da Hoepli nel 1952 mente segnato dai trat- (o Dorina), mia compagna di biblioteca, questa di Giovanna Procacci, con i tipi scelti da Hans Mardersteig; e soprat- ti oligarchici dello sta- seconda edizione di uno Shakespeare ben fode- “Annali della Fonda- tutto i due su La biblioteca di Benedetto Croce: to liberale e delle sue rato e imbottito contro il freddo da un dotto e zione Ugo la Malfa”, le note autografe ai libri, dedicati rispettivamen- élites dirigenti, ma anche dall’e- cortese lettore del libro, a vantaggio degli stu- XXVIII, 2013) e approfondi- te agli scrittori dell'età barocca e a quelli del diosi del gran poeta. Marzo 1948". menti legati alle più recenti ac- straneità delle classi lavoratrici e quisizioni metodologiche relative popolari alle finalità reali o pro- alla storia delle classi subalterne. clamate dell’intervento in guerra. Tutto ciò, come dimostra l’analisi (Antonio Gibelli, La grande guer- miglia che migra in cerca di for- ra. Storie di gente comune, Later- comparata proposta, avrebbe Audace, spregiudicato, speculatore conferito all’Italia un triste pri- tuna furono al centro di Furore za, 2014). Anche il volume di cui (1939), celebre romanzo di John qui si discute si riferisce all’Italia, mato nelle sanzioni draconiane di Giovanni Borgognone degli alti comandi e nell’esercizio Steinbeck; forzato nomadismo e ma si caratterizza per un taglio disperazione vennero trasposti, didattico e comunque rivolto della giustizia militare. per molti versi coagularsi “una l’anno successivo, sull’omoni- a un pubblico più ampio delle Più in ombra rimangono in- Alessandro Casiccia muta, inconscia solidarietà tra- ma pellicola da John Ford. Ov- cerchia ristretta degli specialisti. vece altre tematiche, che qui è Narrare le grandi crisi sgressiva”. viamente non mancò neppure Esso si articola in sette sezioni, solo possibile elencare: le moti- Tempeste finanziarie, Analogamente, all’inizio del chi, come John Dos Passos, ne con introduzioni storiche e do- vazioni di politica interna circa paure e rovine sociali approfittò per criticare feroce- cumenti, che affrontano i temi l’intervento in guerra, nel senso XXI secolo, di fronte alle tempe- di una progettata restaurazione nella letteratura ste che hanno travolto Wall Stre- mente, dalle pagine dei roman- dell’intervento in guerra, dei zi, le ingiustizie del capitalismo. caratteri della guerra in trincea, monarchica di segno conservato- e nel cinema et, la city e le altre grandi borse in re, se non autoritario, del sistema pp. 106, € 12, Europa e in Asia, l’“epica dell’a- Tuttavia fu soprattutto la ricerca nell’aria e nel mare, della mo- dell’evasione a caratterizzare la bilitazione tecnologica e indu- liberale; i difficili rapporti sino Mimesis, Sesto San Giovanni (Mi) 2015 vidità avventurosa” attraversa letteratura e il cinema nell’epo- striale, dell’esercito di massa, del a Caporetto tra governo e stato il cinema e la letteratura, come ca della Great Depression; gli biennio 1917-18, cruciale per le maggiore; le pesanti limitazioni l libro di Casiccia è un viaggio dimostra il genere del financial scrittori statunitensi di talen- sorti finali della guerra. Al centro delle libertà civili e la lotta con- attraverso la letteratura e il thriller, nel quale, tra “compli- I to, peraltro, spesso dell’attenzione vi è l’accelerazio- tro i nemici interni; le condizioni cinema euroamericani quali ri- cate astuzie e amore preferirono evitare i ne che la Grande guerra avrebbe di vita della popolazione (prez- flessi culturali, e ancor più quali del rischio, ma anche temi sociali, mentre rappresentato nella dissoluzione zi, salari, condizioni di lavoro, codificazioni psicologiche, dei belle donne, lusso esi- del mondo ottocentesco e nella approvvigionamenti, situazione traumi sociali causati, nel corso bito e pretenziosa ele- Hollywood propone- storia d’Italia in rapporto ai ra- igienico-sanitaria); e, non ulti- del XX secolo e all’alba del XXI, ganza”, riaffiora l’am- va i film western. Ne- dicali mutamenti della società mi, i miti, i riti e i simboli di cui dalle montagne russe del capi- bigua apologia della gli stessi anni, anche determinati dalla mobilitazione la Grande guerra sarebbe stata talismo. Centrali non possono spregiudicatezza: “Il nell’Italia fascista il ci- totale, dall’intervento dello stato, un’inesauribile fonte di ispira- che essere gli anni della Great fascino dell’audace nema servì a stimolare dalle innovazioni tecnologiche e zione. Si potrebbe anche aggiun- Depression e quelli della più re- affarista, l’ammirazio- “l’oblio dei problemi dall’assurgere dei settori più in- gere che la scelta di privilegiare cente Great Recession globale. ne invidiosa, il culto di ogni giorno” e nel fluenti dell’industria a cogestori documenti inediti soprattutto di Uno degli elementi che maggior- del finanziare pirata”. contempo “il fascino dell’economia di guerra e a in- carattere militare sembra talvol- mente emergono lungo il testo è Una precorritrice fi- delle altrui ricchezze”: terlocutori privilegiati nella sfe- ta essere andata a discapito di l’attrazione esercitata sul lettore gura cinematografica, in Uragani (1932), ra pubblica. Il secondo ambito testimonianze divenute patrimo- e sullo spettatore da quella che in tale prospettiva, è romanzo di Riccardo focalizzato dal volume, con l’ap- nio della letteratura mondiale (si l’autore definisce “illlegalità ac- chiaramente rappresentata dal Gualino, imprenditore e me- porto di interessanti documenti pensi a Un anno sull’altipiano, quisitiva”. Da Piccolo Cesare di personaggio di Gordon Gekko, cenate, ambientato nel mondo inediti tratti perlopiù dall’ufficio di Emilio Lussu), oppure delle Mervyn Le Roy (1931) a Scarfa- interpretato da Michael Douglas del grande business america- informazioni della Terza armata lettere, delle memorie e dei dia- ce di Howard Hawks (1932) nel nei due Wall Street di Oliver Sto- no, ritroviamo quelle avventure italiana e degli Archivi militari di ri di tanti combattenti comuni cinema statunitense degli anni ne (1987 e 2010). dell’alta finanza destinate a ser- Vienna, è la situazione sui fron- che nella loro immediatezza ci Trenta non può che colpire il Sul versante opposto, quello peggiare in tutta la narrativa del- ti di guerra, con una particolare restituiscono, attraverso la storia protagonismo dell’eroe negati- cioè dei gruppi sociali maggior- le grandi crisi e a riemergere con attenzione alle strategie militari, dal basso, l’enormità della trage- vo, non di rado il gangster, “usci- mente colpiti dalle grandi crisi, l’odierno, inconfessabile culto all’impiego a lungo sottovalutato dia umana ed esistenziale della to da quartieri urbani d’immi- si incontrano invece operai di- dell’“audace spregiudicatezza dell’aviazione, senza trascurare Grande guerra. n grati poveri, protagonista di un soccupati e, ancor più frequen- dello speculatore”. n l’evolversi della situazione e il [email protected] veloce arricchimento e vincente temente, famiglie dei cosiddetti [email protected] complesso di azioni-reazioni nel nel breve periodo, seppur desti- ceti medi travolte dagli eventi e campo delle forze austro-ungari- C. Natoli insegna storia contemporanea nato a un’irrimediabile caduta”. spinte verso il declassamento e la G. Borgognone insegna storia delle dottrine che e tedesche (a cui è dedicata all’Università di Cagliari Di fronte a quella figura pareva miseria. Le sofferenze di una fa- politiche all'Università di Torino N. 7/8 20 Storia Un eroe italiano costruito di Alfonso Botti Essenziali eredità rivoluzionarie Arcadi Espada assai ben documentata, fornisce di Bruno Bongiovanni una ricostruzione esauriente e ha L’autentica impostura anche il merito di indagare passo Ennio Di Nolfo cose”. Queste parole non possono più essere Giorgio Perlasca e gli eroi dopo passo l’andamento carsico pronunciate, ma il susseguirsi delle civilizzazio- dell’ambasciata di Spagna della memoria di quei fatti. Che Il mondo atlantico ni, secondo Di Nolfo, ha lasciato nei secoli ere- nella Budapest occupata ebbe ad affiorare separatamente e la globalizzazione dità profonde e la cultura euro-atlantica attra- ed. orig. 2013, trad. dallo spagnolo nei due contesti, spagnolo per Europa e Stati Uniti: storia, economia e politica versa forse una fase di declino mentre il fulcro di Luca Costantini, pp. 310, € 16, San Briz e italiano per Perlasca, pp. 213, € 16, Mondadori, Milano 2014 delle relazioni internazionali tende a inglobare Le Monnier, Milano 2015 senza che un confronto tra le due anche l’Asia centrale (Cina e India in primis) e versioni portasse a far emergere o storico francese Jacques Godechot, nel parti importanti dell’area del Pacifico. Quel che incongruenze e contraddizioni. I 1955, e soprattutto il grande storico statu- conta, tuttavia, è tutelare i valori delle rivoluzio- scito in Spagna con il titolo tedeschi occuparono l’Ungheria L En nombre de Franco il volu- nitense Robert Palmer, nel 1959-1964 (The Age ni atlantiche e trasformarli, mentre si affaccia la U nel marzo del 1944 e in maggio of the Democratic Revolution: a political history­ globalizzazione, in patrimonio di tutti e per tut- me del giornalista Espada giunge iniziarono le deportazioni degli nelle librerie italiane con un tito- of Europe and America, 1760–1800, Prince- ti. Nei capitoli precedenti Di Nolfo ha del resto ebrei. In luglio giunse a Budapest ton University Press), avevano sostenuto che sottolineato le premesse storiche della cultura lo che, richiamando L’impostore Raoul Wallenberg con la missio- (Il Mulino 1997) di Giorgio Per- nell’ultimo quarto del XVIII secolo, e ancora atlantica contemporanea, riferendosi in parti- ne di offrire loro protezione ne- nei decenni successivi, con al centro l’era di colare al testo davvero fondamentale di Wassily lasca (cfr. “L’Indice”, 1997, n. 3), gli edifici annessi alla legazione suggerisce il vero senso dell’im- Jackson negli Usa e la primavera dei popoli in Leontief The Structure of American Economy, svedese. Il 21 agosto i diploma- Europa, si era svolta, sulle due sponde dell’oce- 1919–1929 (Harvard University Press 1941) e al postura. Che, secondo Espada, tici dei paesi neutrali (tra i quali non sarebbe stata tanto quella di ano (Nordamerica e Francia), un’unica e grande prevalente ruolo americano, nel XX secolo, lun- era la Spagna) si riunirono con il rivoluzione atlantica. Ottusi filosovietici videro, go il “lago atlantico”. Segue il bipolarismo Usa- farsi passare per diplomatico spa- nunzio Angelo Rotta per adotta- gnolo, come fece l’ex combatten- in questa poi irreversibile svolta storiografi- Urss e l’età polimorfa che procede da Kennedy re iniziative in difesa degli ebrei. ca, un’apologia anticipante del patto atlantico a Reagan. In questo periodo, successivo al piano te fascista nella guerra È in questo contesto civile del 1936-39, ma e dei coldwarriors euro-americani. Godechot Marshall (1947) e alla Ceca (1951), la sponda che, dopo il colpo di fu addirittura accusato di venire pagato dalla europea, dopo due secoli di guerre interne, di- di aver oscurato gli al- mano del 15 ottobre tri eroi della vicenda, Nato. Le cose non stavano assolutamente così. venta sempre più unitaria. L’Europa occiden- delle Croci frecciate In gioco erano gli sviluppi della democrazia tale, alleata degli Usa, si autonomizza. Dopo il arrogandosi gran parte di Szálazi, su indica- dei meriti del salvatag- ­contemporanea. 1991 non si ha la fine della storia, ma l’inizio zione del proprio go- Ennio Di Nolfo, principale storico italiano di un’era di disordine internazionale, tanto che gio degli ebrei nella verno, Sanz Briz avvia Budapest dell’inverno delle relazioni internazionali e in particolare in tempi recenti giornalisti e diplomatici, come la protezione degli dell’arco di tempo che va da Versailles ai giorni Sergio Romano, sono arrivati a rimpiangere gli tra il 1944 e il 1945. ebrei, estendendola Un episodio reso noto nostri, torna, avendo di mira un trattato com- anni della guerra fredda, segnati sì dal terrore ai non sefarditi. Il 13 merciale tra gli Stati Uniti e l’Europa, su questo nucleare, ma ancor di più dalla decolonizzazio- al grande pubblico novembre Sanz Briz dallo sceneggiato tele- tema. Sullo sfondo vi è l’attuale contesto a parti- ne per un verso e dall’ordine mondiale per un informa il ministero di re dall’implosione dell’Urss (1991) e dal conclu- altro. Il libro di Di Nolfo, comunque, è stato visivo Un eroe italia- aver provveduto a ri- no (2002), con Luca dersi della pax armata sovietico-americana dei scritto mesi fa, ma assai più utile è leggerlo ora. lasciare circa trecento quarantacinque anni. Il suo volume si chiude, Nella stagione del califfato, del terrorismo in- Zingaretti nei panni di Perlasca, passaporti provvisori e circa due tratto dal libro di Enrico Deaglio dopo acute e dettagliate analisi, con le parole di ternazionale, dei migranti, della Russia di Putin mila lettere di protezione per gli uno dei personaggi del Grande Gatsby di Fran- allontanatasi dal comunismo, ma non dallo sta- La banalità del bene (Feltrinel- ebrei che nel frattempo sono stati li 1991), e anche per l’uso che cis Scott Fitzgerald : “Siamo noi che abbiamo linismo, le eredità e le continuità delle rivoluzio- condotti nel ghetto internaziona- creato la civiltà, la scienza, l’arte e tutte le altre ni atlantiche restano essenziali. Alleanza nazionale fece della vi- le. Il 14 si tiene un’altra riunione cenda, nell’intento di accreditare con il nunzio Rotta. Nel frattem- l’esistenza di un fascismo buono po lo spagnolo (quello vero) ne- perché non antisemita. gozia con il ministro ungherese, Sullo sfondo sta un problema lasciando balenare un possibile e culturale delle Americhe Lati- storiografico che l’autore ha ben riconoscimento da parte del “go- I nodi che hanno fatto il Novecento ne del secolo scorso. Nel testo, presente, nonostante Perlasca si di cui due terzi sono dedicati verno amico” di Franco e riu- di Marco Bellingeri fosse impegnato a confondere scendo a riportare indietro deci- al periodo che va dal secondo le acque sostenendo le beneme- ne di ebrei già in cammino verso dopoguerra agli inizi del nuovo renze del franchismo: l’interesse la frontiera tedesca e i campi. Tiziana Bertaccini no sommarsi alla richiesta di un millennio, l’autrice ricostruisce delle autorità franchiste, nell’im- In previsione dell’ingresso delle perfezionamento dell’intervento diligentemente, ben bilancian- mediato secondo dopoguerra, di truppe sovietiche nella capitale, Le Americhe latine pubblico, degli strumenti di con- do studi di caso e riflessioni retrodatare le politiche umanita- il 7 dicembre, sempre d’accor- nel Ventesimo secolo trollo e soprattutto della legalità. comparative, tutte le principali rie nei riguardi degli ebrei che il do con il proprio governo, Sanz pp. 333, € 14, Ancora una volta è la classe po- tappe, spesso drammatiche, che regime pose in atto solo quando Briz lascia Budapest. Da questo Fetrinelli, Milano 2015 litica a dimostrarsi imprepara- hanno caratterizzato i processi Franco si rese conto che le sorti momento è Perlasca che, con l’a- ta. Le sinistre governative non di modernizzazione: dalla crisi della guerra erano segnate, cioè iuto determinante dell’avvocato iberoamerica, e cioè buona possono rinunciare a basi sociali profonda, anche culturale, delle dopo lo sbarco in Africa degli della legazione spagnola, Zoltán L’ parte dell’emisfero occiden- consolidate. Le sinistre radicali oligarchie liberali, fino a quella americani, come articolazione Farkas, della segretaria dell’am- tale, sta di nuovo cambiando e sembrano avere abbracciato, for- particolare declinazione della della manovra di sganciamento basciata, Elisabeth Tourné e deve di fatto affrontare, ma in se anche loro malgrado, una logi- “sacralizzazione della politica” dall’Asse finalizzata alla soprav- dell’autista Lázló Szamosi, ne chiave inedita, la sua stessa mol- ca movimentista racchiusa spes- che vide dalla metà degli trenta, vivenza del regime. Non a caso prosegue l’opera, a rischio della teplicità che il titolo del volume so nei limiti dell’antipolitica. I e per un ventennio, nell’origina- è solo nella seconda metà del propria vita, fino all’arrivo dei di Tiziana Bertaccini ha voluto conservatori e i liberali, da parte le populismo latino-americano 1943 che si avvertono i primi se- russi il 13 febbraio del 1945. Ma assumere nella sua dimensione loro, non sembrano ancora esser- la specifica forma di gni della svolta ed è nell’ottobre con che ruolo? Perlasca ha riven- storico-pluralistica. I recenti sce- si riavuti dall’epocale irruzione delle mas- del 1944 che, su sollecitazione dicato per sé quello di protago- nari, ben più in la della troppe sconfitta delle strate- se nella politica. Un del Congresso ebraico, l’amba- nista, lasciando agli altri quello volte sopravvalutata contrappo- gie neo-liberiste su cui fenomeno, quello del sciatore spagnolo a Washington di comparse. Del suo racconto sizione fra governi neo-populi- avevano scommesso. populismo, che l’autri- si rivolse al suo ministro degli Espada mette in luce i silenzi, in- sti, socialdemocratici e liberisti, Alla luce di tutto ciò si ce insegue nelle epo- Esteri Lequerica, che inviò pre- terpreta le reticenze, le allusioni e sembrano suggerire una nuova rivela particolarmente che successive e nelle cise istruzioni per la protezione le insinuazioni. Avanza il fondato ricomposizione. Si dovrà però te- utile il vasto saggio di forme contraddittorie dei sefarditi all’unico diplomati- sospetto che alcune delle azioni ner conto dei risultati, ma soprat- Bertaccini, che si im- che assunse nel tem- co spagnolo rimasto a Budapest. che Perlasca si attribuisce, siano tutto dei limiti, di un decennio di pegna nella ricerca di po, più recente, del Cioè ad Ángel San Briz, di cui state in realtà compiute da Far- crescita. Siamo infatti dinanzi quei “grandi nodi che neo-liberalismo. Oggi, tratta la prima parte del volume, kas, trovato morto subito dopo a un ciclo che probabilmente si hanno caratterizzato, la condizione delle mentre la seconda è dedicata a l’arrivo dei russi e quindi non più rivelerà non solo meno vigoro- e, dunque, che, hanno Americhe Latine pare Perlasca. in grado di contraddirlo. Insom- so, ma soprattutto inefficiente se ‘fatto’ la storia del XX racchiusa in un conte- Di entrambi l’autore segue le ma, oltre a fare chiarezza dà una si vuole affrontare con successo secolo latinoamerica- sto delimitato da un debole stato tracce, glossa con acribia le testi- buona notizia: ridimensionando le accumulate criticità di un in- no”, ossia di quei processi politi- di diritto, dalla disuguaglianza e monianze in sinossi con le fonti il ruolo dello Schindler italiano, sieme marginale, una realtà che co-istituzionali, spesso originali, dalla violenza diffusa, il che con- archivistiche, la memorialisti- ci dice che gli Schindler furono peraltro convive con il rilevante che risultano indispensabili per ferma una condizione instabile ca, le interviste personalmente più di due. E che, quindi, manca- incremento delle classi medie, fe- comprendere le particolarità che sembra delineare un prossi- della regione, sia superando un raccolte e la storiografia. No- no ancora dei nomi nel Giardino nomeno, questo, che avrebbe do- mo, forse definitivo, scontro in itinerario verso un occidente nostante il tortuoso andamento dei giusti tra le nazioni. n vuto tendenzialmente estinguere merito alla modernità. n declinato in tono minore, sia ol- narrativo, tutto in soggettiva, i pericoli dell’emarginazione [email protected] trepassando l’analisi economica [email protected] irto di digressioni non sempre sociale e culturale. Al contrario, e strutturale che ha sicuramente imprescindibili e con un retorico A. Botti insegna storia contemporanea marginalità sociale e insufficiente a lungo oscurato l’analisi politica M. Bellingeri insegna storia dell’America dialogo con Perlasca, la ricerca è all’Università Modena e Reggio Emilia rappresentanza politica sembra- Latina all’Università di Torino N. 7/8 21 Resistenza scatenante delle guerre civili negli Le tre guerre stati occupati: “E sta forse nella Una giornata particolare comunanza di questa dilacerante di due intellettuali contigui esperienza uno dei motivi dell’am- di Bruno Maida pia rimozione della sua memoria di Mirco Dondi che si riscontra più o meno in tutti Tilde Giani Gallino trovamento di un equilibrio dopo i paesi”. la catastrofe. La transizione sono Nel 1987 Pavone aveva ormai Non avevo sei anni ed gli anni della guerra, osservati da Norberto Bobbio e Claudio Pavone elaborato nel 1974 l’importante tratteggiato la struttura del suo la- ero già in guerra Giani Gallino con un’originale categoria della continuità dello Sta- Sulla guerra civile voro fondamentale con l’intenzio- pp. 216, € 22 prospettiva: bambina, professo- to (uomini, istituzioni, apparati) in ne di intitolarlo Saggio storico sulla ressa e forse nonna. Sono pagine La Resistenza a due voci Einaudi, Torino, 2015 rapporto al passaggio dal regime moralità nella Resistenza. Il titolo infatti nelle quali si intrecciano co- pp. 177, € 15, fascista alla repubblica. Una guerra civile è stato inizialmen- ono entrata in guerra che stantemente una narrazione fresca Bollati Boringhieri, Torino 2015 In questa raccolta ci sono due te considerato da Pavone, eccessi- e attenta alla dimensione infantile contributi che hanno destato un “Snon avevo neppure sei anni, vamente ardito, quasi che dovesse il 10 giugno 1940, alle 16,30 circa”, dello sguardo con una riflessione eggere le considerazioni a due intenso dibattito nella rete degli fraintendere il suo impianto volto a sui ricordi stessi, su come si sono voci di Norberto Bobbio e di istituti della Resistenza: La guerra iniziano così le memorie autobio- L illustrare l’area di scontro tra pro- grafiche di Tilde Giani Gallino. È costruiti e su come sono stati mo- Claudio Pavone in questo piccolo civile, pubblicato nel 1986, è la re- blemi politici e problemi morali. In dificati dal tempo. È la studiosa lazione presentata al convegno sul- accaduto a tutti gli italiani di quel libro Sulla guerra civile, offre la pia- un misto di intuito e provocazione della psicologia dello sviluppo che la repubblica sociale italiana della tempo, ma nel suo ricordo di bam- cevole sensazione che solo i classici editoriale, Giulio Bollati ha cen- scompone e ricompone la sua me- Fondazione Micheletti (Brescia, bina, la memoria ha una traietto- riescono a trasmettere. L’operazio- trato nel titolo il nodo dell’opera moria, la colloca, prova a separare 4-5 ottobre 1985) e segna il primo ria diversa. Quel pomeriggio è la ne, curata da David Bidussa, segue che è stata in grado di varcare i i ricordi dalle memorie ereditate, momento nel quale la categoria prima volta in cui viene mandata il contiguo percorso intellettuale confini specialistici e di stimolare lo sguardo del bambino da quel- dei due studiosi attorno a questo dello scontro fra italiani è posta a comprare il latte da sola dall’al- discussioni, spesso di alto livello. lo dell’adulto. Ma forse è anche la tema. Dopo la comune apparte- al centro dell’analisi fra gli storici. tra parte della strada. Scendere Forse, senza Bollati, questo testo nonna che a ogni passaggio stori- nenza al Partito d’azione, la loro Pavone esordisce constatando che dal quarto piano, attraversare la non sarebbe diventato un classico co o culturale si sente in dovere di militanza nel campo antifascista il tema della guerra civile non do- strada da sola, entrare nel negozio e il senso comune storiografico che aggiungere una nota esplicativa, resta affrancata dalle ortodossie di veva essere affidato a una specifica sono tutti eventi sensazionali che quest’opera ha costruito ne sareb- magari ridondante il cui senso, partito. Entrambi han- relazione, ma avrebbe meritano un ricordo in- be rimasto impoverito. Quando tuttavia, va rintracciato no sempre manifestato dovuto costituire “un delebile. Se poi, mentre nel 1991 compare Una guerra civi- in una sorta di pedago- un’insofferenza per l’u- ovvio presupposto sta comprando il latte, le, la critica si sofferma sulla novità gia storica, pubblica e so politico della storia e dell’intero svolgimento sente da una piccola ra- della proposta che scinde il conte- familiare. Tutt’altro che per i contenuti celebra- dei lavori”. Qui Pavone dio che le trasmissioni nitore guerra di liberazione in tre trascurabile è inoltre la tivi, ritenuti un impedi- allude al ritardo della vengono interrotte e la guerre: guerra patriottica, guerra prospettiva all’interno mento a misurarsi con storiografia italiana, voce stentorea del duce civile e guerra di classe. Pavone della quale si colloca la reale dimensione del stretta dall’egemonia annuncia la dichiara- supera la tradizionale visione di lo sguardo dell’autrice. fenomeno, tanto più culturale comunista zione di guerra, allora guerra di liberazione specifican- Le pagine di queste che la mitizzazione non sugli studi storici, co- prende il volto di una do che, in definitiva, le liberazioni memorie sono abitate pone al riparo la Resi- struita sull’assunto giornata indimenticabi- sono tre: ci si libera (o ci si vuole le. Anche perché, per la da punti di vista diversi stenza dagli attacchi più della guerra di popolo, liberare) dal tedesco, dal fascista e beceri. aspetto che ha procura- prima volta, è lei a co- rispetto ai quali siamo dal padrone. Con la consueta acri- noscere una cosa che i abituati in analoghe I due autori riscon- to un parallelo ritardo bia, lo storico romano, scrivendo trano la fragilità del discorso nello studio del fascismo di Salò genitori non sanno. Ripercorre la operazioni memoriali. nel luglio del 1991 all’amico, sot- strada velocemente ma l’effetto Tra i molti ne segnalo solo due. pubblico resistenziale dinanzi alla che, proprio in quel convegno, tolinea che “le tre guerre sono di- contestazione del ’68. Pavone, in si comincia ad affrontare. Nella della notizia non è quello che si at- I bombardamenti alleati, innan- sposte una entro l’altra: la scatola un articolo coevo, rimarca come relazione bresciana, Pavone, per tende. Facce cupe e preoccupate, zitutto, sono osservati come un più grande è la guerra patriottica, la svalutazione della lotta parti- mostrare la sua tesi, guarda all’e- commenti rabbiosi iniziano a cre- grande spettacolo visivo ed emo- la media è quella civile antifascista, giana esca dall’assunto (retorico) stero (la dimensione comparativa are dei dubbi: come si combinano tivo, individuandone però anche la terza quella di classe”. Quattro “la Resistenza è figlia dell’Italia di gli è sempre appartenuta) speci- le acclamazioni e gli applausi della la dimensione di morte e non solo anni prima, Pavone aveva specifi- oggi” e, dal momento che quell’I- ficando come sia stato altrettanto piazza con la reazione dei suoi ge- di salvezza, all’interno di un oriz- cato a Bobbio che guerra civile non talia è attaccata dalle giovani ge- difficile per i francesi ammettere di nitori? Quell’entrata in guerra di zonte di violenza che investe tutta è un concetto esaustivo per desi- nerazioni, lo è altrettanto anche avere combattuto una guerra civi- una bambina di sei anni ha però la popolazione civile e che soprat- gnare la Resistenza, ma va incluso la stagione resistenziale. Soltanto le e come questa categoria abbia, anche un altro significato. Indivi- tutto a una bambina non permette nei conflitti che si combattono, nette cesure – perché sul piano quando “la Resistenza sarà ricon- sin dall’immediato dopoguerra, dua un prima, un dopo e una lun- guerre che “spesso convivono, non dei valori è l’adulto che ricompo- dotta alle sue dimensioni reali e proiettato ombre negative a cau- ga fase di transizione. Il prima è senza contraddizioni negli stessi ne il quadro – tra fascisti, nazisti, drammatiche (…) potrà essere sa delle lacerazioni prodotte in l’infanzia felice, la casa protettiva, i soggetti individuali e collettivi”. partigiani e alleati. Inoltre, per la guardata con interesse dai giovani Jugoslavia e, soprattutto, in Gre- racconti del padre e le passeggiate L’idea delle tre guerre è una intu- prima volta troviamo un racconto (…) senza piangere sulla Resisten- cia. Pavone storicizza l’omissione, nella collina torinese (dove impara izione che Bobbio manifesta in un dello sfollamento come esperien- za tradita”. Parimenti Bobbio, nel aspetto che riprenderà tre anni che le scorciatoie sono belle ma discorso tenuto nel 1965 a Vercelli za negativa: non la bambina che 1969, giunge a conclusioni analo- dopo, nell’ottobre del 1988 nella faticose), la presenza di quattro e che Pavone conosce soltanto nel scopre il mondo della campagna, ghe valutando positivamente la relazione Le tre guerre: patriottica, genitori considerati come tali (il demistificazione della Resistenza civile e di classe (Angeli 1989). Il 1991, quando ha ormai terminato vi si immerge e gode della libertà la sua opera. La designazione del padre, la madre, la madrina e suo che ne deriva; al contrario, il sen- ufficiale che confonde e appiat- convegno di Belluno (proprio in marito), insomma “un’infanzia alla tisce le figure del passato e del conseguenza dell’eco della relazio- filosofo torinese dei tre conflitti è so di spaesamento, di lontananza meno esplicita rispetto a Pavone: grande”. Il dopo è quando finisce da un mondo un mondo per il presente. Il ’68 sostituisce alla ne di Pavone del 1985), diventa un la guerra, l’uscita e per molti versi ‒ vulgata della guerra nazionale, la momento cruciale nel quale la sto- un movimento patriottico, un mo- quale Giani Gallino volutamente vimento contro il nemico interno la perdita dell’infanzia, la scoperta utilizza lo sguardo del bambino al guerra di classe “la Resistenza è riografia antifascista si confronta a della morte (la madrina e il padre (autocensurandosi su guerra civile, pari di quello dell’antropologo ‒ rossa, non è democristiana”, ma la tutto campo e senza reticenze con a breve distanza) e dell’assenza, focalizzazione esclusiva verso que- la categoria di guerra civile. perché “allora questa espressione che sente rozzo e inadatto, volgare non si poteva ancora usare”) e un la scomparsa del mondo e delle e maschilista, atavico e violento. sta nuova dimensione (i padroni sicurezze materiali che l’hanno contro i proletari) si riflette in una a quel convegno è uscito un movimento di emancipazione socia- Se il suo racconto si apre con un le. Quest’ultima categoria colpisce accompagnata nei primi anni, ma orgoglioso e solitario attraversa- prospettiva angusta che insterilisce Dquadro diviso, fra gli storici, è anche l’immergersi appassionato anche i contenuti della catego- sull’accoglimento interpretativo di l’attenzione di Pavone che arriva mento della via davanti a casa, a privilegiarla rispetto a guerra di nella letteratura russa, la costru- potremmo dire che si chiude con ria guerra civile secondo Pavone. Pavone al quale però non interes- zione della propria identità, il ri- Il masterpiece di Claudio Pavo- sano i numeri pro e contro, ma la classe “perché (…) più estesa”. Di un’altrettanta solitaria passeggiata, ne, Una guerra civile. Saggio stori- possibilità di interrogare in modo entrambi gli studiosi colpisce la quattro anni dopo, lungo una stra- co sulla moralità nella Resistenza nuovo il fenomeno, come a dire capacità di leggere il loro tempo, da di campagna, per raggiungere i (Bollati Boringhieri, 1991) è, in che un’analisi sulla memorialistica senza rimanerne interamente as- propri genitori. È il giorno del suo parte, al centro dell’interessan- e un ritorno alle fonti faciliterebbe sorbiti. A proposito delle uccisioni compleanno ed è sola, spaesata, te epistolario, riprodotto con un l’accoglimento delle sue categorie del dopoguerra, di fronte alla cam- stupita di quella condizione. Nes- puntuale apparato critico, nelle interpretative. Nelle contingenze pagna del “chi sa parli”, agitata nel suna la festeggia, nessuno la guar- pagine finali. Da qui si apprende degli anni – segnala Pavone – da 1990, Bobbio riferisce un episodio da da una finestra per controllarla: che l’idea di scrivere la grande mo- Mario Scelba alla stagione del ter- avvenuto nel suo paese quando i è cambiato il mondo e l’ordine nografia sulla guerra civile è sorta rorismo, la Resistenza è diventata tre maggiori esponenti del fasci- delle cose, e nessuno l’ha avvertita: nel 1980 dopo che Pavone aveva altro, zavorrata nel suo serbatoio smo repubblicano furono trasci- “Da bambina iperprotetta, adesso tenuto un seminario al Centro Go- di legittimazioni, ma svaporata nei nati fuori dalle loro case e uccisi ero (in un certo senso, finalmente) betti di Torino del quale Bobbio suoi valori etico-politici, vincenti davanti al cimitero. “L’episodio mi padrona di me stessa, ma in una si- era uno degli animatori, anche se, o perdenti. Buona parte di queste fece allora, e continua a farmi (…) tuazione di assoluta precarietà, su altrove, Pavone fa risalire la sua due relazioni vanno a costituire il orrore. Ma se fossi venuto a sapere una strada dove non ero mai sta- intenzione ai primi anni settanta, volume Una guerra civile, mentre i nomi dei colpevoli, li avrei fatti? ta”. Il tempo di una nuova vita e la da un lato stimolato da Ferruccio la terza relazione sul tema (La se- Credo di no”. n fine dell’infanzia iniziano da qui. n Parri, dall’altro indotto a sondare conda guerra mondiale: una guerra [email protected] [email protected] l’universo sociale posto dietro ai civile europea?) appare successi- dilemmi giuridici legati all’epura- vamente, nel 1994, e affronta l’in- M. Dondi insegna storia contemporanea B. Maida insegna storia contemporanea zione, tema sul quale Pavone ha vasione nazista come l’elemento all’Università di Bologna all’Università di Torino N. 7/8 22 Narratori italiani a ripassarsi tra le mani le solite può tollerare, ci sembra, è proprio Panico consunte fotografie, che rianno- Aritmie un tale sussistere di tracce psichi- Storie di fantasmi da le “scorie” dei suoi progressi- che e corporee là dove la vita è for- smarrimento vi cedimenti (il crollo dell’attività del pensiero malmente estinta. di Gabriele Di Fronzo nella quale aveva investito tutto, L’implacabile nostalgia del mon- di Domenico Calcaterra il tradimento della moglie con di Luca Fiorentini do è elemento strutturalmente GRANTA 6 L’INVISIBILE Sandro, l’amico di una vita, la decisivo, tanto che si potrebbe a cura di Walter Siti malattia, la perdita del lavoro), leggere Favole del morire come Andrea Caterini Giulio Mozzi un conturbante affresco “purga- pp. 240, € 22, fino al limitarsi a una “relazione Rizzoli, Milano 2015 Giordano intransitiva” con la vita –, è so- Favole del morire toriale”. Termine, quest’ultimo, pp. 126, € 15, prattutto una storia esemplare, pp. 155, € 14, da intendere però in un’accezione precristiana, stoico-pitagorica: nel artista francese di origine po- Fazi, Roma 2014 dal piglio filosofico, che rischiara Laurana, Milano 2015 lacca Roman Opalka esordì il senso di una decisiva esperien- divenire delle cose restituito da L’ Mozzi, è solamente l’oblio del cor- con il quadro 1965/1-infinito, in leggere Giordano di Andrea za della nostra più autentica di- on alla morte né ai morti, ma cui su una superficie totalmente mensione: quella della rinascita, po (della vita terrena) a permettere ACaterini si riceve la medesi- Nappunto al morire è dedicato di recedere dal ciclo tremendo del- nera e con un pennellino finissi- ma impressione avuta con Atti della restituzione, del ritorno a l’ultimo lavoro di Giulio Mozzi, mo intinto nel bianco, scrisse con noi stessi. Gli incastri del cruci- le “rinascite”. Ma ciò non avviene mancati (Voland, 2013) di Mat- da poco uscito per Laurana. Il li- mai: non nella Stanza degli animali, la sua grafia sottile e pendente leg- teo Marchesini: viene subito da verba esistenziale di Giordano, bro si compone di sette pezzi di germente verso destra, cifre in se- gli suggeriscono la stasi, il vuoto; non nei versi di Operetta di giugno pensare che quelle narrazioni natura “indecidibile” (così Mozzi, (“Ciò di cui non c’è ricordo / è quenza: da uno all’ultima che sa- non potevano essere altrimenti il senso di colpa lo atterra, inca- nella Premessa): ed è definizione rebbe entrata nella tela. Procede tenandolo nel suo “triste, umido qui, nel petto, che morde”), non in concepite dai loro autori. Al di valida soprattutto per la struttura Novella con fantasma, dove il mo- in questo modo, tela a seguir tela, là di qualche minima e del tutto eppure così tenero / sottoscala” formale, modulata secondo una a compilare una lista di numeri (per riprendere il Testori di Con- tivo è ripensato in forme comiche esterna analogia tra i due libri vastissima possibilità combinato- e stravaganti (un giovane vedovo lunghissima, aggiungendo una (personaggio in crisi, messo alle versazione con la morte, citato in ria (dalla prosa narrativa al mo- riceve la visita di un fantasma che piccola quantità di bianco, un po’ strette dalla vita), ciò che li appa- esergo da Caterini). Il buco nero nologo sermoneggiante, fino al ha il compito “amministrativo” di più a ogni quadro, allo sfondo renta è il palese rimando al loro d’insignificanza nel quale Gior- prosimetro e alla pièce teatrale, a di sollecitarlo a ritro- che all’inizio era completamente sostrato critico. dano si è lasciato ri- volte intrecciati). Ciò vare il corpo della mo- nero. Roman Opalka inizia così Così era per l’esor- succhiare è quello del non fa tuttavia di Favo- glie, precipitata in un a diluire progressivamente l’in- dio di Marchesini, le del morire un’opera divorzio dell’esperien- crepaccio). I morti di visibilità, alla quale arriverà solo con non poche tessere discontinua: le declina- za dall’immaginazione, Favole del morire non quando il numero bianco sarà su d’autobiografia intel- zioni della materia, pur del venir meno del so- muoiono, e tuttavia ac- uno sfondo enormemente bianco. lettuale imprestate al varie, sono il frutto di lido fondersi dei “fatti cedono, in qualche ma- Un’intera vita artistica consacrata suo personaggio; così un medesimo impulso reali” con la capacità, niera, a una condizione alla sparizione, la sua, dedicata accade adesso con la concettuale; per altro sacrosanta, di “rein- di non-essere: a un aldi- alla trasparenza. terza prova narrativa verso, la variabilità dei ventarli”. là “indecidibile”. Ora Walter Siti, che è al suo ter- di Andrea Caterini. registri non trascorre in Se volessimo cercare Emilio delle tigri se zo numero da curatore della rivi- Ché, ad ogni pagina, un’incerta moltiplica- una sintetica definizio- n’è andato (fra i pezzi sta, dopo quello dedicato alle Di- Giordano sembra ri- zione di prospettive. ne per descrivere que- più belli e inquietanti pendenze e quello titolato Il male, mandare, in maniera Lo stesso poteva dir- sto libro si potrebbe del libro) traduce que- ha subito questo stesso fascino, serrata, all’Elogio del parlare di critica della si del Culto dei morti e precipitato nello stesso gorgo dubbio, saggio d’apertura di Pat- nell’Italia contemporanea (Einau- sto paradosso in immagini: deciso vita con personaggi, come sug- a morire di sua volontà, Salgari è dell’invisibilità, le ha dedicato la na (Gaffi, 2013), dal momento geriscono taluni passaggi dove è di, 2000), probabilmente il testo sesta uscita di “Granta”. Gli auto- che proprio sui concetti di colpa e di Mozzi più affine, non solo per costretto a un lungo interrogato- facile riconoscere la fisionomia rio da una “voce” che lo riporta, ri convocati hanno scoperto l’esi- di dubbio, di nudità e di grazia, è intellettuale e la stoffa dello stes- gli argomenti trattati, a Favole del stenza di una mappa geofantastica imperniato il nuovo romanzo del morire. E tuttavia, se nel poemet- con sadica cura, a quell’intreccio so Caterini, per esempio laddove di passioni da cui egli vorrebbe composta da tutti i luoghi invisibi- critico romano. In quel lumino- Sandro (che riuscirà a tirar fuori to einaudiano l’interesse era quasi li che però esistono davvero. Tra so saggio, chiamando a raccolta i congedarsi; e dunque il congedo l’amico dal suo sottosuolo) parla sempre rivolto all’evento pubbli- loro Giorgio Falco, il sudcoreano suoi numi tutelari (Conrad, Hop- co della morte, qui l’attenzione si non avviene, nemmeno a suicidio della letteratura come “motivo Han Kang, la giapponese Julie per, Dostoevskij, Šestov, Kierke- sposta sul processo, ossia sull’ac- compiuto. Tornano alla mente le di salvezza“, che non può essere ombre dell’Ade virgiliano: infelici Otsuka, Christian Raimo, Luca gaard, Camus, Gide, Drieu La cadimento (biologico, cosmolo- Rastello, Paolo Sortino e Chiara Rochelle, Weil), Caterini metteva vissuta se non “come una rivela- gico) del morire. Variazione non poiché incapaci, benché morte, di zione”; e per il quale romanzo e sottrarsi definitivamente al mon- Valerio: ciascuno ha partecipato a fuoco, magistralmente, come da poco, i cui effetti si registrano tratteggiando su questa piantina l’esperienza attiva del dubbio poesia nascono sempre nel cavo nell’annullamento tanto dello sce- do. della ferita, nel punto esatto in A riordinare questi spunti, si di carta velina, i contorni di zone, sia la sola capace di affrancarci nario “sociale” (talora mappato paesaggi, aree, tanto lontane dal- dalla vergogna della nostra nudi- cui la logica è “costretta a cedere con sguardo volutamente cronisti- comprende che Favole del morire il passo al mistero”. E tuttavia se è anche un libro in cui il pensie- la tangibilità quando presenti e tà; di resuscitarci, qui e ora, alla co nel Culto dei morti), quanto del- dirimenti nella nostra esistenza pienezza di una perduta grazia. ci fermassimo qui, la nostra lettu- la sfera strettamente individuale e ro cattolico dell’autore conosce ra sarebbe riduttiva, ché Giorda- nuove e più impegnative prove. di esseri umani. L’invisibile ci ap- Nel dire poi del cruciale rivelarsi psicologica (fortissima nel Mozzi pare lontano dagli occhi, quindi della “insufficienza rispetto alla no non è soltanto la trasposizione del Male naturale e della Felicità Un punto estremo è affidato alla narrativa di una critica letteraria prosa mirabolante che dà il tito- lontano dal cuore, e maggiormen- vita” della letteratura e di come, terrena). È quindi superata, si di- te lontano dalla mani. Sembra la inevitabilmente, la vita ci riporti declinata in chiave autobiografi- rebbe, l’antica attrazione per i riti lo alla raccolta (pur declinandolo ca. È, invero, molto di più: è il al singolare): Favola del morire. forma di distanza più estenuante alla sua espressione, quindi una volti a svigorire, senza tuttavia sop- e irrecuperabile, per quanta forza romanzo cristianissimo, insieme, L’affresco lucreziano che Mozzi volta ancora alla letteratura, per primere, la catastrofe del lutto. E e fatica si metta per colmarla. Im- dell’incarnazione e della resurre- fa proprio (il gioco degli “ammi- sondarne profondità e contrad- in verità è il concetto stesso di lutto pone alla cecità assoluta anche chi zione, poiché mette in scena una noacidi”, abitato da una crudele dizioni, parlava infine, in quel a farsi da parte: non ci sono del re- ha tutte le diottrie al suo posto e saggio, della necessità di scavare, storia per così dire fondativa, una sto esseri umani, nelle sette Favole funzionalità, e che a sua volta tutto abita) non potrà che apparire pale- la volontà di adoperarle. E invece sul crinale di una minacciosa in- sorta di contemporaneo evange- del morire, ma l’umanità tutta; non esiste, partecipa, complotta, a vol- significanza, in quel “momento lio esistenziale. Il padre di Cate- un tempo, ma ogni tempo.­ semente eterodosso. Ma ciò sareb- be in fondo poca cosa, se il mono- te persino conduce le dinamiche di panico smarrimento”. E che rini, che porta non a caso il nome in cui siamo inscritti. “Ogni storia cos’è, a che cosa somiglia Gior- altamente simbolico (da “anno l primo pezzo s’intitola La logo non provocasse una marcata dissonanza con i primi accordi, d’amore è una storia di fantasmi”, dano se non proprio al resoconto zero”) di quel fiume da dove par- Istanza degli animali, ed è uno ha scritto David Foster Wallace. di un momento di “panico smar- tirà l’annuncio del nuovo regno, dei pochi momenti narrativi del- ideologicamente fondanti, di Die- ci buoni motivi per essere cattolici Ugualmente, ogni storia presen- rimento”? Scopriamo insomma è un novello Lazzaro che fa ritor- la raccolta. Nel corso delle sue tata da questo numero di “Gran- Caterini pretendere da se stesso no dal regno dei morti (non è ca- spedizioni scientifiche, il padre (Laurana, 2011, scritto a quattro mani con Valter Binaghi), ove il ta” è una storia di fantasmi. Non quello che egli, da critico, richie- suale l’ulteriore coordinata offer- dell’io-narrante ha raccolto centi- ectoplasmi che svolazzano, fanno de ad ogni autore (classico o con- ta dalla citazione eliotiana tratta naia di esemplari di animali mari- motore delle cose è riconosciuto senz’altro nell’amore che sospin- sbattere porte e finestre e muovo- temporaneo, poco importa) con dal Canto d’amore di J. Alfred ni. Fantasmi muti, immersi nella ge, ricambiato, le creature verso no lenzuola. Invece, intangibilità il quale si misura. Prufrock, a fare da viatico per il formalina e conservati in barattoli il creatore. Ben poco ortodossa la che però sono inscrivibili alle cose Se il libro può apparire, in pri- lettore: «Io sono Lazzaro, vengo trasparenti, gli animali sono espo- Favola del morire, estremamente umane. Più ancora che inscritte: ma battuta, come la solita storia dal regno dei morti, / torno per sti in una stanza della casa di fami- non solo ne fanno parte, infatti, del distanziante rapporto tra un (verrebbe da dire: spaventosamen- dirvi tutto, vi dirò tutto»), a dire glia: nella stessa stanza, un giorno, ma le decidono, le definiscono. È padre e un figlio, di un figlio che te) ortodosso il pamphlet Corpo del perpetuarsi di una storia sem- il padre dell’io-narrante ucciderà l’ordito trasparente che lega l’in- psicanalizza con impietosa fe- morto e corpo vivo, pubblicato nel pre attuale che si invera, indero- la moglie. È questo tuttavia un dividuo alle sue decisioni, quelle rocia il padre, ripercorrendo le 2009 con Transeuropa: qui Moz- gabilmente, nel quotidiano di evento che fluirà quasi inavvertito esercitate per sé e quelle valide tappe della progressiva rottura zi si fa teologo per convincere la ciascuno. Con Giordano Andrea nella coscienza del narratore, af- per altri; è l’assenza “più acuta con il mondo fino al suo vivere chiesa cattolica a santificare Elua- Caterini ci consegna lo sfavillante flitto piuttosto dal pensiero della presenza” secondo Attilio Berto- da sepolto vivo nel garage sot- progressiva rovina dei corpi de- na Englaro. Aritmie del pensiero, romanzo con il quale abbattere, lucci, che non conduce via chi è terraneo dove per pochi euro al gli animali: ossessione non risolta che ne restituiscono l’inquietudi- superandolo, nell’esistenza e con stato perso ma anzi lo avvicina, mese lavora adesso come guar- dalla vendita della casa, né dalla ne: certo un carattere non estraneo l’esistenza, l’angusto e borghese irrimediabilmente; è il desiderio diano notturno. La vicenda di scomparsa (emotiva, prima che agli scrittori veri. n concetto di “fallimento”.­ n di svanire. n Giordano raccontata da Diego, fisica) del padre. La stanza degli [email protected] il figlio – che ne indovina i pen- [email protected] animali è quindi un ricettacolo di [email protected] sieri, lo immagina trascorrere le decomposizioni, non di annichili- L. Fiorentini è post-doc in letterature moderne sue notti nel gabbiotto del garage D. Calcaterra è critico letterario menti. E ciò che l’io-narrante non al Collège de France di Parigi G. Di Fronzo è consulente editoriale N. 7/8 23 Narratori italiani contesto, la rappresentazione di modellare, prima di tutto e poi L’ultima un mondo (ma più che un mon- Gemito di vento per il circo, e in particolare per Un intruso do l’Occidente, e più che l’Occi- l’attrazione dell’“uomo purpo”. storia d’amore dente l’Italia) prossimo venturo Maria Vittoria Vittori Nell’interpretazione dell’autrice, felice totalmente esploso, umiliato e questa diventa una figura impor- di Alessandro Cinquegrani distrutto, allora la storia d’amore Wanda Marasco tante, con cui Vicienzo avverte di Angelo Molica Franco rappresenta solo la perfetta alle- da subito una misteriosa affinità, goria del futuro, la sua traduzio- Il genio dapprima nella spavalderia ado- Paolo Zardi ne in forma di figura. Ma la forza dell’abbandono lescenziale che lo spinge ad una Marco Montemarano XXI secolo del libro sta nel fatto che nessuno pp. 352, € 15,30, rovinosa emulazione, più tardi La ricchezza pp. 158, € 13, Neo, dei due aspetti viene prima, ma Neri Pozza, Milano 2015 nello scoramento della maturità: pp. 272, € 16,50. piuttosto le due vie si saldano, si è l’“uomo purpo” in una sua ver- Castel di Sangro (AQ) 2015 Neri Pozza, Venezia 2015 sovrappongono, tanto da farne e c’è un nume tutelare che, in sione arresa quel Vicienzo che la un’allegoria reale, una visione moglie Anna Cutolo, Nannina, a più grande storia d’amore Smezzo alle difficoltà della vita è qualcosa di dolorosamen- vera, un sogno cosciente. e ai non meno temibili rovelli scorge raggomitolato su se stes- Lalla fine del pianeta terra. È Recentemente pare che il libro so nella sua stanza, per vent’anni C’te seduttivo nella scrittura tutta sdrucita, sbagliata, forse dell’arte, ha accompagnato l’esi- di Marco Montemarano di cui, a cui più chiaramente si allude stenza di un artista come Vincen- luogo di autoreclusione, dopo la letale, eppure resta, nonostante come fonte implicita o esplicita fuga dal manicomio. È proprio come in un supplizio di Tantalo, tutto, una storia d’amore unica, zo Gemito, questo è senz’altro il il lettore non è mai sazio. Anche di moltissime pubblicazioni sia genio dell’abbandono.Attribuita in questo periodo che s’affaccia inimitabile, invincibile. La strada di Cormac McCarthy. un’altra componente di quella una volta finito il romanzo, l’agi- Su questo paradosso si fonda al suo amico Francesco Can- lità con cui lo stesso lettore viene Il paragone è spesso impieto- giullo, quest’espressione con cui fitta tessitura sonora e metaforica XXI secolo, un romanzo breve di so: dato lo spessore del modello che avvolge l’intera narrazione: condotto all’epilogo lascia un che Paolo Zardi, edito da un piccolo s’allude non solo alle origini di di assente, di incompiuto, che americano, ogni confronto fini- Gemito, abbandonato nella ruo- niente di più, all’apparenza, di e meritorio editore, Neo Edizio- sce per far impallidire i supposti una semplice onomatopea, clopt, non può che tormentare e che ni, e candidato al Premio Strega ta dell’Annunziata a Napoli, ma discepoli. Per quanto l’autore clopt, clopt. non può che essere perfettamen- da Giancarlo de Cataldo e Vale- anche a quella sua capacità di di XXI secolo indichi nella sua Ma in questo suono che si ri- te intonato allo stile e alla vicen- ria Parrella. L’“eterno outsider”, rigenerarsi, dopo ogni perdita, nota finale altre fonti produce ossessivamente nella da narrata in La ricchezza. Sullo come si definisce l’au- attraverso il proprio (Martin Amis su tut- mente di Vicienzo, sfondo di una stagione politica tore, si cimenta in un lavoro, è il titolo del ti), anche in questo mentre sullo sfondo si (gli anni settanta e ottanta) mol- progetto ambizioso, in bellissimo romanzo di caso ci sono elemen- avverte il “murmulia- to sentita dai giovani dell’epoca, una vertigine narrativa Wanda Marasco, poe- ti (la copertina, per mento” dei familiari, Montemarano incastona i destini piena di tristezza e di ta e attrice napoletana. esempio) che richia- l’autrice trova modo di quattro personaggi principali: dolcezza, che guarda E va detto, preliminar- mano quel romanzo. di proiettare l’ombra tre fratelli e un amico che, a ragio- alla pura affabulazio- mente, che si tratta di Ma in questo caso il ambivalente del pas- ne, potremmo definire un intru- ne del romanzo senza un romanzo destinato paragone appare illu- sato, a volte piacevole so: felice di esserlo e bisognoso di compromessi, in una a star stretto dentro minante: illuminante come le lunghe caval- sentirsi tale. I tre fratelli Pedrotti nazione che sembra qualsiasi recensione; con la loro famiglia perfetta, il per differenza. Mentre l’immagine che evoca, cate con il suo grande faticare a liberarsi dal- amico Meissonier, che padre Onorevole e la bella casa le secche della realtà e La strada è l’archetipo a lettura conclusa, è che punta all’assoluto cercava di formarlo da un lato; e dall’altro l’intruso, il dell’io deformato. Zar- quella di un torrente suo alloggio modesto e un padre e perciò non ha ragio- di lava che continua a parlandogli di politi- di, invece, ambienta ca e di storia, a volte cui rivolge a fatica il buongiorno. la sua storia in un tempo futuro ne o senso, ma semplicemente è; sprigionare faville al di sotto del- XXI secolo è la presenza tangi- vendicativo e tremendo, allorché Ma ciò che preme ed è necessa- (un futuro vicinissimo al presen- le sue magmatiche stratificazioni. rio dire – al di là del dipanare la bile, che esiste persino nella sua Niente di più lontano da una il rumore degli zoccoli, nella sua te, un futuro concreto, tangibile, percezione allucinata, gli sembra matassa di una trama scritta con ma pur sempre inesistente), fatto ovvietà, nella quale si può entrare biografia, nonostante il ricor- senza sforzo, ma con il rischio di appartenere al cavallo di Carlo V: maestria da affabulatore di lungo di palazzi fatiscenti, discariche, so a lettere e a pagine di diario, corso (Montemarano è un esor- uscirne a fatica. perché il Vicienzo che s’aggira “l’imperatore veniva a vendicarsi blackout e incendi, di incroci di per l’opera malriuscita”. E anco- diente, vincitore del Premio Neri popoli e etnie, di guerre minac- Non si tratta solo di verosimi- nel libro, a volte come “lione” glianza o di costruzione di mondi ra, questa ritmata onomatopea Pozza) – è la violenta evidenza di ciate, di umanità disanimate, du- fiero e impetuoso, più spesso in come questo romanzo racconti la possibili, quanto piuttosto della forma irrequieta e tormentata, è può aprire le porte ad un futuro rante il quale un uomo, un ven- storia di tutti quegli adolescenti capacità di scrittura di Zardi, che creatura realmente vissuta e in- diverso, guidando Vicienzo al ditore di impianti di depurazione scontenti, disillusi e un poco in- ha esperienza soprattutto nella sieme d’invenzione, e gli episodi grandioso progetto del cavallo di dell’acqua, cerca di conservare, a felici che hanno guardato, ammi- forma racconto, che prevede una salienti della sua tumultuosa vita Alessandro Magno che gli resti- fatica, un suo recinto di dignità. rato, desiderato, invidiato la vita cesellatura perfetta della lingua, vengono investiti e rimodulati da tuirà fiducia ed energia. Come tante figure nate dalla degli altri; e racconta anche della un’attenzione per il dettaglio un’inventività linguistica che non Non meno importante è il suo- penna degli scrittori del cosid- ferita che l’impossibilità di tutto che spesso nella dimensione del è solo mezzo espressivo bensì so- no prolungato e tormentoso del detto Nord-Est, il protagonista questo causa. Questo succede a romanzo si perde. Qui invece stanza primaria della narrazione. vento. È una partitura mitopoe- ha caratteri facilmente ricono- Giovanni l’intruso, che si trova l’autore mette a frutto questa A partire da quella filastrocca tica dei venti, quella che l’autri- scibili. È un brav’uomo, segue attirato nella famiglia Pedrotti esperienza e stupisce per la pre- che risuona al momento della ce inventa e mette in scena per un’etica semplice, onesta, fonda che sarà per lui, anche in futuro, cisione delle immagini, la concre- fuga di Vicienzo dal manicomio il suo Vicienzo: quel 17 luglio la sua vita su due certezze: il la- un continuo stillicidio di miele e tezza delle descrizioni, la lucidità dei Pontirossi, dove era stato rin- 1852, quando la donna scono- voro svolto con rigore e, finché fiele. Amico scudiero del fratello- dello sguardo, persino l’ironia chiuso nell’agosto 1887 per aver sciuta depose il neonato nella è stato possibile, con un discreto leader Fabrizio, amico-amante tragica di alcuni giri di frase (“il dato segni di squilibrio mentale: ruota dell’Annunziata, soffiava lo successo; e la famiglia, i figli, la della sorella Maddalena, e ami- sole era sorto come tutte le mat- “coscia caduta d’ ‘a muntagna, scirocco. Vento di irrequietezza moglie, che cerca di preservare co-confidente del più piccolo, il tine, con quell’aria ottimista che capa sengata, vraccio ruciuliato, e di turbamento che diventa la dalla catastrofe pubblica e priva- freak­ Mario. hanno solo gli idioti”). Il detta- pede sciuliato” ripete Vicienzo a sigla sonora del nume tutelare di ta, perché è giusto così, è il suo Il romanzo racconta i trent’an- glio, insomma, fa l’insieme, ogni se stesso; è un realistico elenco di ­Gemito. compito, la sua responsabilità, ni che vanno dall’adolescenza persino quando tutto sembra singola pagina è cercata, curata, guasti fisici a cui la lingua napo- è qualcosa di impalpabile all’età matura con un’architettura sfaldarsi, crollare, tutto il passa- ma onesta, autentica. letana conferisce quella risonan- e insieme di musicale, un temporale che cangia la diacronia to, il presente, tutto ciò che si era za musicale capace, a dispetto di C’ soffio, uno “sciuscio” che ac- con una struttura à rebours arric- convinti di aver costruito. ai c’è la sensazione che l’au- tutto, di offrire lenimento all’ani- compagna Vicienzo lungo tutte chita da iperbolici salti, il tutto Si potrebbe dire che questa è Mtore forzi l’ispirazione per ma angosciata. Viene da lontano le stagioni della sua vita e ora con una maturità sconcertante. una storia estrema, se non fosse intercettare il gusto del pubblico questa cantilena e precisamente lo alleggerisce, nel felice slancio Mai un cedimento, mai un’aporia una vicenda quotidiana; sarebbe o cavalcare l’onda della crisi eco- dalla puteca dove il vecchio Don dell’immaginazione, ora lo ag- o una tessera mancante in questo forse un libro distopico se non nomica, piuttosto la tecnica segue Rafele riparava i pastori del pre- grava con il peso della fatica e mosaico vigilato e composito. A fosse che quei luoghi inesistenti i moti dell’animo, dalla prima pa- sepe sotto lo sguardo affascinato del tormento che ogni creazione fare da refrain alcune ossessioni li viviamo ogni giorno, percepen- rola (“Sua moglie era entrata in di Vicienzo, che lì approdava artistica porta con sé, ma sem- ricorrenti: una fotografia scattata done la distruzione ancora solo coma nel tardo pomeriggio di un come a un porto sicuro. pre gli dà fiera consapevolezza prima di un incidente e un se- supposta. Soprattutto: potrebbe giovedì di marzo, mentre lui era La narrazione si srotola così tra di ciò che è. E dunque non può greto inconfessabile sulla morte essere una spietata analisi sociale fuori e i suoi figli stavano tornan- esperienze, immagini, espressio- mancare il vento, in quel giorno dell’Onorevole Pedrotti che, una sulla fine dell’Occidente, se non do da scuola”), all’ultima (“era ni e suoni che risalgono dal pro- di marzo del 1929 che segna la volta svelato, porterà a un defini- fosse soltanto una storia d’amo- quando tutto andava bene, molto fondo. Questo Vicienzo guaglio- sua uscita di scena: è a “quest’a- tivo addio e mostrerà quale, tra re. È proprio questo il punto di prima che questo secolo spietato ne, che già frequentava la bottega ria fratturata”, che non è più in- tutte, è la vera ricchezza. E quan- forza del romanzo: la relazione iniziasse”). Insomma, si tratta dello scultore Caggiano, aveva verno ma non ancora primavera, do sembra che una storia sia stata tra la vicenda dei protagonisti e di un romanzo sulla distruzione bisogno di respirare pace, perché che Vicienzo s’affida per l’ultimo consegnata al lettore perché ne il contesto costruito attorno. Cha dell’Occidente, sulla distruzione i suoi pochi anni non gli avevano viaggio. Un viaggio in una bara faccia tesoro, perché la conservi cosa viene prima? Se viene prima della famiglia, forse, anche, nel dato tregua, e nemmeno la sua intarsiata, in compagnia di sei come un piccolo dolore necessa- la storia d’amore, la distruzione quale però resta intatta, sia pure famiglia oscillante sull’orlo della cavalli sauri, scandito ancora una rio, arriva l’epilogo meta-narrati- del mondo è una proiezione del- in una fragile teca di vetro, la fi- povertà, e la sua città sovraecci- volta da quel suono che tante vo che sconvolge tutto e che ci fa la situazione dei personaggi, è ducia nell’uomo, nel singolo e tata, che poteva diventare “spo- volte gli aveva dato compagnia: riflettere sulla letteratura e le sue un’esplosione dell’io che travol- nella sua forza. n stamento o centro del mondo”; clopt, clopt, clopt. n manipolazioni. n ge tutto, il disfacimento apparen- [email protected] né, tanto meno, poteva dargli te del loro amore corrisponde al tregua il suo carattere magneti- [email protected] [email protected] disfacimento dell’ambiente cir- A. Cinquegrani è ricercatore di letteratura co e tempestoso, capace di pas- costante. Se invece viene prima il comparata all’Università Ca’ Foscari di Venezia sioni irresistibili: per la creta da M. V. Vittori è insegnante e saggista A. Molica Franco è traduttore N. 7/8 24

più misere della Caffè Saraceno, in chiusura di ro- “1945-2015: 70° della Liberazione”), in realtà que- Fede nell’ideale manzo svenduta ai cinesi nella migliore tradizione sti testi dimostrano di affondare in una riflessione postindustriale del nuovo millennio: ma la grande pluriennale e già matura. Giacomo Verri, infatti, e aroma di caffè crisi che La circostanza mette in scena, al contem- classe 1978, ha già al suo attivo un volume sulla po politica, industriale, etica, è anche una crisi Resistenza, Partigiano inverno, col quale è stato fi- di Giovanni Greco estetica. Il romanzo infatti procede come una ma- nalista al Premio Calvino nel 2011. La Resistenza stodontica soap opera, intervallata dalle pubblici- è dunque un tema caro all’autore, che però viene Francesco Paolo Maria Di Salvia tà sempre nuove e ammiccanti del Caffè Saraceno, qui declinata in termini diversi rispetto al libro che interrompono ciclicamente il flusso del rac- precedente. Diverso è soprattutto lo stile, meno ri- La circostanza conto e introducono il passaggio a una scrittura cercato, più limpido, pur conservando la potenza pp. 626, € 19,50, diversa, una nuova sperimentazione stilistica, una degli accostamenti imprevisti tra aggettivi e sostan- Marsilio, Venezia 2015 puntata più avvincente della serie. Fino all’ultima, tivi. Scarti improvvisi, ruvidi spesso, eppure tenuti con l’uccisione misteriosa dell’autore, che compa- insieme da quel passo lento che obbliga il lettore a circostanza romanzo d’e- re in scena direttamente e soteriologicamente nel a una dedizione assoluta, priva di compromessi o Lsordio di Francesco Paolo finale, da parte del protagonista Italo, secondo un dubbi. Pare una scrittura meno sperimentale, ma a Maria Di Salvia, menzione habitus metaletterario che trascende il piano della un tempo più matura, rispetto all’opera preceden- speciale della giuria al Premio soap in quello dell’impromptu, del Witz conclusi- te, come se avesse metabolizzato un’esperienza e Calvino 2014, è una parabola vo, come in Continuità dei parchi di Cortázar o in raccolto i frutti migliori. È necessario, dunque, per funambolica, un arco para- ­Stranger than Fiction con Dustin Hoffman, dove il lettore, accordarsi a quel passo, a quella lentezza digmatico che si distende per il protagonista comincia in senso inverso a sentire con un’immersione totale che rende accettabile la blocchi e per date significative la voce dell’autore dentro di sé che pianifica di visione dell’inevitabile orrore della guerra. Perché dal dopoguerra ai nostri gior- ucciderlo. n qui, come in Partigiano inverno del resto, l’autore ni, focalizzando l’obiettivo non fa sconti al lettore, e non fa sconti alla storia. sull’Italia, nello specifico su [email protected] Mostra tutto ciò che c’è da mostrare, senza esita- zioni, senza paura, ma anche senza forzature. Vede- una famiglia d’industriali sa- G. Greco è scrittore, attore e saggista lernitani, inventori e propagatori del mitico caffè re, come raccontare, è un principio etico, e perciò Saraceno del cui aroma si può dire sia impregna- va perseguito fino in fondo. ta quasi ogni pagina come vi fosse stato rovesciato Eppure la prospettiva di uno scrittore nato nel sopra. L’arco vede come protagonista Italo Sarace- 1978 come Verri non può essere quella di uno nato no, eroe della Resistenza, senatore del Pci, erede nel 1922, come il suo dichiarato nume tutelare dell’impero industriale dei Saraceno e si configura Beppe Fenoglio, o comunque quella di chi la Re- come un apologo vulcanico e autorigenerantesi che sistenza l’ha fatta davvero. La prospettiva di que- a ogni blocco afferma una morale differente, un sto libro, uscito nel 2015, a settant’anni e più da punto di vista nuovo e non coincidente con il pre- quell’epoca, gravita attorno a un termine bruciante cedente. La mancata coincidenza si dispiega nella nella sua verità, che è nostalgia: “La festa, quel ven- dialettica inesauribile tra la storia e le storie (e ver- tiquattro aprile, è stata come la fine di una vita, una rebbe da dire tra le geografie, vista l’infinita diaspo- cesura, un baratro d’allegro furore, ma che impau- ra spaziale che dall’Italia muove i personaggi verso riva. Paura nasceva in quelli che avrebbero faticato est, verso sud, verso ovest), nell’eterno ritorno del a smettere gli abiti ribelli, in quelli che avrebbero vero convitato di pietra, il protagonista onniperva- tribolato a tornare in fabbrica o in ufficio o agli sivo, il fantasma di marxiana memoria che si aggira studi, perché fare i partigiani, te lo assicuro, signi- per il mondo se non per l’Europa: quello che in ficava essere sempre in pari con se stessi, e mai di Italia si è chiamato per settant’anni Pci, da Togliat- meno, per l’eccesso di volontà che ci teneva vivi, e ti a Berlinguer (entrambi appaiono nel romanzo), mai di più, perché non ce n’era modo”. Nel libro un vero e proprio paese nel paese, diceva Pasoli- si respira nitidamente il dolore nostalgico di chi ha ni, l’ingombrante principe dell’egemonia culturale rinunciato alla vita, di chi è messo ai margini dalla gramsciana, depositario di ogni buona e di ogni vita vissuta. malafede per milioni di persone, comunisti e an- Malinconia, la chiama, più prudentemente, Fran- ticomunisti. L’evoluzione di questo corpo vivente cesco Permunian, nella sua breve ma incisiva prefa- nelle sue articolazioni e nelle sue degenerazioni zione in forma di lettera: “Quell’estenuarsi in una spazio-temporali (in Italia, grosso more, le vicende sottile malinconia virile che traspare dalle pagine che portano il Pci a diventare il Pd) rappresenta della tua scrittura, la quale ha il merito di riportare tuttavia solo una vena della scrittura che si alimenta in primo piano il valore civile della Resistenza”. C’è di continuo di circostanze individuali, di frustra- la percezione, dunque, nitida, che oggi guardiamo zioni e limitazioni di singoli e di gruppi che non si a quel tempo come a un’archeologia della storia, sovrappongono mai all’ideale, all’utopia, che non come a una reliquia che ci dimostri, per differenza, riescono mai ad adeguare la propria unica e irripe- la nostra identità inerte, incapace di reagire. Pare tibile soggettività alla “fede nell’ideale”. Così nasce che il romanzo o il racconto storico non faccia che nel solco di Italo Saraceno una teoria di personaggi parlare del presente, così almeno dice chi lo studi; in conflitto con la storia, incapaci di adeguarsi in Lentezza e nostalgia allora il presente di cui si parla è un presente inca- un modo o nell’altro al conformismo nelle sue varie pace di quella vita e di quella morte, di quell’eroi- declinazioni: la moglie di Italo, Emilia, emblema di Alessandro Cinquegrani smo e di quell’orrore, un presente che lotta contro dell’ortodossia comunista, ispiratrice del percorso fantasmi già disattivati, depotenziati, fiacchi. Viene esistenziale del marito, cattolica fervente e quasi Giacomo Verri in mente la pagina di Underworld di Don DeLillo mistica; Belgrado Ferrari, amico storico di Italo in cui un personaggio afferma: “Ho nostalgia dei che con lui ha partecipato alla Resistenza, anarchi- Racconti partigiani giorni del disordine”, rimpiangendo così un’epoca co edonista, finito in galera, per uscirne dopo molti pp. 128, € 14, precedente la caduta del Muro di Berlino, un’epo- anni, pur irriducibile a compromessi e a dinamiche Biblioteca dell’immagine, Pordenone 2015 ca fatta di paure, di nuvole nere costantemente in di potere, assunto risarcitoriamente da Italo alla Sa- agguato, eppure migliore dell’inerzia in cui si è ca- raceno; il figlio Folco Saraceno, della generazione espirava lentamente. duti, di una quotidiana non vita. della sinistra maoista ed extraparlamentare che si è “RClaudia sapeva che chi Questo stesso sentimento sembra pervadere i trasformata in quella dei liquidatori del Pci (che in respira lentamente sta dando Racconti partigiani, che continuamente sollecitano fondo avevano sempre combattuto), che finisce mi- il migliore ossigeno alle onde il lettore e lo mettono in crisi, lo scuotono e lo ri- norato dopo un incidente, avendo rinnegato qualsi- di sangue che vanno su e giù portano alla necessità dell’impegno. Ma è possibile asi identità ideologica per poi pentirsene, e avendo dentro di noi”. Come quel l’impegno vero in un mondo che si colloca quasi incarnato il mutamento antropologico che il padre soldato, anche la scrittura di al di fuori della Storia? Risponde Beppe Fenoglio ha subito e metabolizzato in quanto uomo d’appa- Giacomo Verri respira len- nell’“intervista impossibile” che chiude il volumet- rato, in quanto “migliore dei gregari” della storia tamente. E in quella ostinata to: “mai mi feci ridurre dall’indifferenza a essere gloriosa del comunismo italiano come vero antido- lentezza si trova la sua cifra indifferente, dalla crudeltà a essere crudele, né, to all’instaurazione del socialismo reale in Italia (un più importante. Tenacemente tantomeno, dall’ingiustizia a essere ingiusto, pre- passo che per certi versi evoca un breve romanzo inattuale, la prosa di Racconti sentando come unico alibi che l’indifferenza, la di George Steiner, Il correttore, ispirato alla tragica, partigiani si fa evocativa, costruisce ambienti, climi, crudeltà e l’ingiustizia stanno alla vita dell’uomo potente figura di Sebastiano Timpanaro); Libero situazioni, prima ancora di raccontarli. Non che il come l’acqua negli oceani”. L’insegnamento di chi Maria Saraceno, il figlio citazionista, il vero post- racconto, anche con narrazioni forti, pregnanti, ha vissuto la Resistenza, insomma, pare essere che ideologico che ha votato Berlusconi, che va negli coinvolgenti, non ci sia, ma l’immersione in un’e- si può resistere anche all’indifferenza, la si può vin- Stati Uniti e trova lo zio, Carlo Saraceno, divenu- poca ormai lontana nel tempo si raggiunge soltanto cere, e attraverso questa vittoria, ricominciare a vi- to un famoso artista pop, con il nome di Christian attraverso il passo della scrittura, che conferisce vere il presente. n senso all’operazione. Marx, vestendo di panni comunisti le figure della [email protected] tradizione sacra, e che muore per incidens il giorno Nati spesso come scritti d’occasione, e confe- dell’attentato alle torri gemelle. La metamorfosi del zionati persino in volume con l’apparenza dello A. Cinquegrani insegna letteratura comparata

Premio Calvino a cura del Premio Pagina Pci s’intreccia per tutto il libro con le glorie sempre scritto d’occasione (si ribadisce, nel paratesto: all’Università Ca’ Foscari di Venezia N. 7/8 25 Rinascimento compie nei riguardi di una dispa- Immagini come bastioni rata tradizione: lo zio, egli scrive, Una lingua sottratta alla contingenza era in grado di citare “l’umido intorno al tesoro della verità Talete, l’infocato Eraclito, Demo- di Maurizio Campanelli crito accerchiato dagli atomi”; gra- di Lina Bolzoni zie a lui si stavano rappacificando Christopher S. Celenza to al rapporto col potere. Un mon- “Platone, il principe della filosofia, do pronto a rivendicare e a difen- ricoperto dall’ammasso dei velami Il Rinascimento perduto dere la libertà del pensiero, anche Pico, visto come un romagnolo Giulio Busi e Raphael Ebgi delle favole e dagli involucri ma- La letteratura latina nella sul piano delle scelte personali, da amante dei piaceri della vita e in- tematici, e Aristotele, circondato un Lorenzo Valla che mise in di- Giovanni Pico della sieme come uno spirito inquieto, cultura italiana del Quattrocento dalla protezione dei moti”; aveva scussione la versione geronimiana Mirandola animato da una forte spinta verso ed. orig. 2004, trad dall’inglese avvicinato anche Averroè e Avi- del Nuovo Testamento a un Mar- il trascendente. Ci si sofferma sui di Igor Candido, Mito, magia, qabbalah cenna, Tommaso e Scoto. Il lavo- silio Ficino che si fece promotore rapporti con la madre, che confes- pp. 273, € 27, Carocci, Roma 2014 pp. CVI-454, € 80, ro esegetico di Pico viene dunque di una prisca theologia estesa dagli sa di averlo “molto inviciato”, sulla Einaudi, Torino 2014 presentato dal nipote come frutto antichissimi Ermete Trismegisto e vicenda romanzesca del suo sfor- e pubblicare un libro sull’U- di una conquista: si tratta, secon- Zoroastro fino a Platone, passan- tunato tentativo di rapire Marghe- manesimo è cosa rara ai nostri un libro molto particolare, per do il modello silenico, di pene- S do per Pitagora, e vide in Ermete rita, una vedova che si era risposata giorni, pubblicarne uno sul latino la struttura e per lo stile, quello trare nell’interiorità, di rompere il primo vaticinatore della Trinità È con un Medici (sia pure una specie umanistico è cosa unica. Il testo che Giulio Busi, in collaborazione la scorza esteriore, di strappare la di Dio. Ma era anche un mondo di parente povero); si seguono i italiano di The Lost Italian Re- con Raphael Ebgi, ha dedicato a maschera; si tratta di attraversare a cui dovrebbe guardare chi vo- Giovanni Pico della Mirandola, vari spostamenti di Pico, ferman- quelle immagini (l’acqua di Tale- naissance esce a dieci anni esatti dosi in particolare su Firenze, sui di distanza dall’edizione inglese, lesse studiare le origini moderne vera e propria icona del Rinasci- te, il fuoco di Eraclito, gli atomi di di quello che oggi chiamiamo mento italiano. A una introdu- suoi rapporti con Lorenzo de’ Me- Democrito, e così via) che stanno non solo aggiornato, ma in larghi dici e poi con Savonarola. Il 1486 tratti interamente rifatto a benefi- networking, nella sua più pura, si zione che delinea una biografia come bastioni, come mura intorno potrebbe dire istintiva, essenza e intellettuale del filosofo, segue una viene individuato come l’anno più al nucleo, al tesoro della verità. At- cio del pubblico italiano. Il punto intenso, caratterizzato da una ca- nei suoi più sofisticati intrecci. Ce- parte intitolata Pico visivo. Objets traverso questo rapporto agonisti- di partenza è rimasto lo stesso: il pacità prodigiosa di studio (Pico lenza dimostra che questo mondo trouvés filosofici e arte quattrocen- co Pico non solo crea le condizioni sistematico oblio della letteratura si dedica all’ebraico, all’arabo, poté formarsi ed esistere grazie al tesca, mentre la parte centrale del per una moderna leggibilità della e della filosofia degli umanisti così all’aramaico, alla mistica ebraica) e nuovo, autonomo codice linguisti- libro è dedicata a ri- tradizione, ma, paradossalmente, nelle grandi collezioni come nel- da una impressionante co creato e imposto da- percorrere, in ordine nel momento in cui strappa la ma- le opere di sintesi del produzione, che culmi- gli umanisti, capace di alfabetico, alcuni tempi schera all’autore che utilizza, rivela sapere letterario e filo- na nelle 900 Conclusio- assicurar loro un ruolo centrali che a loro volta l’altro a se stesso. Sia pure in un’ot- sofico occidentale. Le nes, le tesi che sognava chiave nella rivoluzio- si possono visualizzare, tica concordista, Giovanni France- radici di questo oblio ne, tutta intellettuale, di discutere e difendere sco si mostra dunque consapevole affondano in quel trat- tradurre in immagini: in un grande consesso che portò alla nascita dall’ambrosia a Vulca- della complessità, per certi aspetti to di cultura europea della modernità. internazionale di dotti della violenza che erano insiti nel- che va dall’illuminismo no, passando attraverso e che gli procurano in- Come già la versione vari loci, in cui ad esem- la lettura e nel riuso che Giovanni al romanticismo, ovve- inglese, anche quella vece sospetti e censure: Pico aveva compiuto dei diversi ro nelle più blasonate pio troviamo Amore e il Innocenzo VIII le giu- italiana è in parte un Caos, le Parche e Pro- testi, delle diverse filosofie. fondamenta della cul- volume militante, il dica erronee, “obscure, La dimensione magica viene da tura contemporanea. teo e naturalmente la confuse et involute... cui obiettivo è quello qabbalah. Una antolo- Busi fortemente rivalutata, in con- Quello che il lettore di far recuperare al la- enormes” e per di più nessione con l’uso che Pico fa del- potrebbe non aspettar- gia di brani in latino ci in odore di eresia; tre- tino e alla letteratura permette di riscontrare la tradizione cabalistica: centrale si da un libro che si inti- umanistica una decente visibili- dici di esse vengono considerate diventa la praxis, per cui la lingua tola Rinascimento perduto è veder dalla viva voce di Pico ciascuno dei eretiche e si proibisce la discus- tà nel panorama degli studi ed temi trattati. Come già enunciato ebraica (la lingua divina, che può sfilare una galleria di protagonisti anche delle iniziative editoriali sione pubblica di tutte le altre. È mediare fra cielo e terra, fra magia della cultura tedesca del secondo dal titolo, l’intreccio profondo tra proprio questa vicenda, secondo odierne. Per tentare di raggiunge- mito, magia, qabbalah è la chiave e teologia) viene manipolata così Ottocento e del primo Novecen- re questo obiettivo in Italia biso- Busi, a segnare una crisi, una ce- da garantire un dominio sulla real- to, mentre più attesi sono i profili di lettura offerta per affrontare un sura: le opere successive gli appa- gnerà inserire la letteratura latina personaggio singolare e un’opera tà. Fra l’astrazione dei fini e l’arti- di due maestri del secolo scorso, del Quattrocento nel più vasto iono più “assennate” rispetto alla gianato dei mezzi si crea una forte Paul Oskar Kristeller ed Eugenio quanto mai intricata come quella di “vena paganeggiante e trasgressiva ambito del neolatino, ovvero in Pico. Gli autori puntano su un mo- tensione: il compito di “maritare il Garin, il cui insegnamento versa quell’immensa produzione scritta dell’’86”, anche se non proprio mondo”, di unire la realtà terrena oggi in uno stato di sostanziale mento di grande creatività, quello così assennate come vorrebbe far in latino che ha costituito la spina del 1486, partendo dall’assunto a quella celeste, viene affidato, se- perifericità, per non dire dimen- dorsale della cultura occidentale, credere il nipote Giovanni Fran- condo Busi, all’innesto dell’ebrai- ticanza, grave soprattutto per il per cui è difficile cogliere l’insieme cesco, autore di una vita dello zio. e in particolare italiana, per tut- in un’opera che è un “grande guaz- co sulla pianta antica della magia. secondo, che tanto avrebbe anco- ta l’età moderna. Per far questo La ricostruzione del percorso Il testo più famoso di Pico, l’O- ra da dire ai nostri attuali smarri- zabuglio”; per questo, scrive Busi, intellettuale di Pico che Busi ci è necessario lasciarsi alle spalle razione sulla dignità dell’uomo, menti culturali e civili. Garin era si è scelto di segnare dei punti cer- presenta si apre provocatoriamen- quella pregiudiziale letteraria, an- viene accostato, pur nella diver- partito dall’illuminismo inglese, ti, “i luoghi simbolici maggiori, le te all’insegna della dissonanza, cora così fortemente radicata, che sità dello stile, alle Conclusiones. e si era messo alla ricerca di una figure e le immagini che la fanno dell’imperfezione. Si cita a questo porta a vedere in Bembo una sorta Al centro della natura umana, nel stagione della filosofia moderna da protagonisti”. proposito un passo del Commento di spartiacque biblico tra il regno cuore della sua particolare dignità, Lo stile con cui il libro è scritto, sopra una canzone d’amore di Ge- in cui la dogmatica fosse dissolta del latino e quello del volgare, e Busi individua, sulla scorta di fonti il linguaggio elegante, a volte ac- rolamo Benivieni: “Nessuna cosa nella dialettica e l’indagine filoso- contestualmente si deve allarga- cabalistiche, il nihil, la mancanza cattivante, che sollecita e insieme semplice può essere bella. Di che fica si proponesse non come una re il raggio d’indagine a tutti gli di identità per cui l’uomo, nuovo sfida il lettore, è qualcosa che si segue che in Dio non sia bellezza forma di cultura, ma come coesi- ambiti disciplinari nei quali, per camaleonte, può diventare tutto può permettere uno studioso che perché la bellezza include in sé stenza ed osmosi di culture: la tro- secoli, si è continuato a scrivere e insieme, quando riesce ad an- ha, con la materia trattata, una qualche imperfezione…Dopo Lui vò, dopo una ricerca non lunga, in latino, o in cui il latino ha con- dare al di là del suo destino, può lunga familiarità. Della tradizione comincia la bellezza, perché co- nell’Umanesimo. tinuato ad essere una lingua fon- riconquistare il centro per tornare cabalistica rinascimentale Busi è mincia la contrarietà”, un passo Chi ama il latino non ha bisogno damentale. La prospettiva dovrà al nulla, al Dio che è solo, nelle infatti grande conoscitore: insegna che diventa emblematico di un di ragioni per leggere gli umanisti; essere diametralmente opposta a tenebre, “in solitaria retractatio- cultura ebraica alla Freie Univer- pensiero che ama “accumulare chi non lo ama, ne troverà in ab- quella ottocentesca: considerare il ne”; “è singolare, scrive Busi, che sität di Berlino e ha contribuito ad disarmonie”. L’idea tradizionale bondanza nel libro di Celenza. latino come il comune denomina- nessuno…si sia finora accorto che arricchire la nostra conoscenza di di Pico che cerca una concordia Anche chi non sa nulla di Quat- tore linguistico di un’intera civiltà, Pico nasconde Dio in scura stoffa testi a lungo dimenticati, promuo- profonda e segreta nelle diverse trocento, difficilmente negherà ruolo che il latino poté svolgere cabbalistica”­ n vendo un progetto internaziona- tradizioni filosofiche e religiose che quel secolo abbia segnato grazie alla sua stabilità, al suo non le sulla biblioteca cabalistica che viene messa in discussione, o alme- [email protected] l’inizio della modernità; i capitoli esser legato ad un contesto nazio- Pico si fece tradurre nel 1486 da no fortemente ridimensionata.” La di Celenza non servono a ribadi- nale. Fu il sogno, per lunghi secoli Flavio Mitridate, un personaggio ricostruzione dell’unità originaria L. Bolzoni insegna letteratura italiana re questo, ma a dimostrare come realizzato, di una lingua sottratta piuttosto misterioso, a cui il no- del sapere” scrive alla Scuola Normale di Pisa l’Umanesimo sia stato ancor più alla contingenza, capace di dar stro libro dedica un vivace ritratto. Busi, “non rifug- moderno di tan- espressione ad ogni ambito disci- L’interesse per la tradizione mistica ge dal paradosso, ta modernità, e plinare, ad ogni forma di cultura ebraica si è inoltre intrecciata con anzi lo predica come possa esse- scritta. Questa prospettiva è l’uni- un attento e in parte inedito recu- come principio re più attuale di ca via attraverso cui il latino possa pero della sua dimensione visiva: salvifico”. tanta attualità. In rivendicare uno spazio accanto nel 2005 Busi ha pubblicato presso Vorrei osser- un susseguirsi di alle grandi lingue di cultura dell’e- Einaudi Qabbalah visiva, dedicato vare, a proposito questioni, dibat- tà moderna. Per questa via potrà alla tradizione, spesso inedita, del della tensione fra titi, personaggi, passare anche la rivitalizzazione disegno mistico, ai diversi modi in ricerca della con- opere, manoscrit- dello studio della letteratura latina cui i cabalisti hanno cercato di di- cordia e gusto per ti, Celenza ci por- del Quattrocento, di cui il volume segnare una topografia del divino, la dissonanza, che ta nel cuore di un di Celenza si propone come otti- di visualizzare le forze celesti, di molto interessante mondo in cui far ma pietra fondante.­ n dare una rappresentazione grafica è il modo in cui filosofia significa- [email protected] dell’invisibile. il nipote descrive va condurre una Il libro si apre, come si diceva, l’operazione erme- vita philosophica, M. Campanelli insegna letteratura neolatina con una biografia intellettuale di neutica che Pico dall’ambito priva- all’Università “La Sapienza” di Roma N. 7/8 26 Poesia Un futuro già cotto e mangiato di Alfredo Nicotra Sul corpo del nostro basso mondo Aldo Nove zioni, quella omonima e Un matri- di Enrico Capodaglio monio, e introdotta dal poemetto Addio Mio Novecento Dall’abito, linguistico, dell’acqua, Giorgio Luzzi in nome di un culto sperimentale della lingua, ric- pp. 114, € 11 sciorina un materiale autobiogra- chissima e concreta, bensì nell’avventura di un’e- Einaudi, Torino 2014 fico che Nove estrapola dai propri Troppo tardi per Santiago sperienza di vita ardua e ben poco catartica, perché ricordi d’infanzia, mischiandolo a pp. 172, € 12, Aragno, Torino 2015 non si cerca né si trova nessuna verità, né si godono osa tra cose e cose è la me- una memoria ancestrale, sedimen- oasi classiche di senso. E però è affascinante la sua “Cmoria”, con questo verso di tata nelle ere geologiche del mon- el nuovo e folto libro in versi di Giorgio Luzzi, catabasi giacché, se la poesia non deve culminare una poesia intitolata La fine dell’a- do: “Generazione su generazione, / NTroppo tardi per Santiago, non ci sono un’effu- più nella lirica, per Luzzi essa resta una partita in more (ora in Parola plurale, a cura in latte e pietra e vento, di guerra, / sione lineare di sentimenti, un pensiero diretto, un cui si gioca tutto, soprattutto quando la sua voce di Andrea Cortellessa, 2005) si di selce o, silicio vuoto, / vuoto che incontro a viso aperto, un paesaggio naturale. Non si lancia, con impeto quasi baccantico, sul corpo potrebbe riassumere il cammino si ampia a dismisura”. Vi elenca le ci sono, né ci devono essere, perché l’arte poeti- del nostro basso mondo, o si distende negli epice- poetico di Aldo Nove da Fuoco su proprie intime suggestioni, ma sen- ca raffinata e coerente dell’autore, fin dai tempi di di, suscitando una sublimazione laica della morte Babilonia! (2003) alla za cedere al parossismo Coblas (1980), è quella dello sguardo (Dentro la mala terra). Lo comprova nuova raccolta Addio dell’autoreferenzialità, rifratto, delle emozioni lampeggianti, anche il fatto che il poetico vi si genera Mio Novecento, Einau- indossando al contrario del pensiero obliquo, degli incontri se- grazie al concorso delle arti sorelle: esso di, 2014. E alla memo- un generico e indistin- greti, in uno scenario allarmato, come è di natura musicale, ogni volta che una ria, o meglio alla “fine to “noi”, che coagula se la guerra, calda o fredda, non fosse della memoria: (…) la la storia individuale mai finita. O perché di fatto perdura, o sequenza di immagini entra in gara con fine del senso del passa- con quella mitica del perché v’è sempre una tensione elettri- il libero flusso metrico dei suoni. Ed è to, di una continuità ras- cosmo, in una fusione ca tra le anime, o tra le anime e le cose, pittorico, non solo in quanto l’autore sicurante”, come recita panica quanto irreligio- captata con un’intensità da pellegrino tinteggia spesso i versi col suono dei la quarta di copertina, sa (se il sacro è ciò che mistico, del tutto terrestre. colori, ma soprattutto perché, mentre è dedicata la raccolta divide) dell’esperien- Per questa via, lo spazio e il tempo leggi, ti restano nella retina chiazze di che suggella il percorso za minuta del singolo perdono il loro assetto ordinario, sia ocra, di cobalto e di rosso magenta, poetico dello scrittore. dentro la grande storia nel senso che si conglomerano scene sempre che uno goda di quella sensi- Quella memoria “colma dell’esistenza. Tuttavia, accadute in luoghi diversi, come rileva bilità sinestetica, di cui parla Nabokov, di prodotti” che è stata in maniera nella sua architettura, Giovanni Tesio nella postfazione, sia in quello che che ci fa vedere il colore delle parole. Esso è nar- carsica la vena ispiratrice della sua la raccolta si legge come una nar- passato e presente si scambiano le parti: qualcosa rativo e teatrale, perché sempre sceneggiato, in opera: memoria degli oggetti, degli razione minima ed essenziale, dove di accaduto decenni o secoli fa (Con Giusto. Con atmosfere e con personaggi che richiamano quelli affetti, e che adesso, a inizio millen- ogni poesia rappresenta la tappa di gusto) pulsa con veemenza sotto i nostri occhi, di Bruno Schulz e di Alfred Kubin. L’angolo di in- nio, l’autore sonda come l’ennesi- una via crucis in cui la nascita del in una memoria che ci si rovescia addosso come clinazione è infatti espressionistico, nel senso che ma tra le tante sopraeccedenze del soggetto poetico procede verso il un’onda. E quello che succede oggi invece, appena il modo espressivo, con fiere nostalgie mitteleu- consumo, come un surplus esisten- proprio amaro dissolversi nell’ine- nato, viene preso, tra i sussulti dell’inconscio, dalla ropee, ne diventa la sostanza. Se siamo disposti a ziale in procinto di svanire. sperienza del presente (“Noi so- ruota artistica, nel moto perenne del passato (Mi- rischiare, il mondo poetico di Luzzi non ci porterà Chi conosce Aldo Nove narrato- gnavamo che era tutto vero, / ma cromnesie di una domenica a Delfi). lontano dal nostro: le svolte della storia sociale e le re sa quanto di scandaloso il Nove eravamo solamente noi / la luce che Troppo tardi per Santiago non si può ordinare vicende più drammatiche della cronaca (Rogo alla poeta abbia introdotto in anni re- ci si accendeva attorno, / è questo e governare, o ascoltare e contemplare. In esso Thyssen-Krupp), così come la nostra inquietudine centi nel corpus della sua opera, che è accaduto, / non so più in qua- si entra con sconcerto e attrazione, passando dal di camminatori nel tempo, ci saranno restituite, in ormai lontana “a dismisura” dalla le giorno”), nella testimonianza di mondo percettivo quotidiano a una commistione una pienezza emozionante, senza tradire lo scan- un senso di irrealtà. Abbandonata pop-scrittura degli esordi, quanto, di sogno e veglia, di allucinazione e visione, non dalo della realtà. consciamente al di fuori da ogni dunque la merceologia che in Fuo- modello, continui a rappresentare co su Babilonia! si sgranava in un un hapax legómenon nella tradizio- rosario di nomi e di brand, si per- ne poetica italiana. Già col poemet- cepisce un ritorno imprevisto al tra- tori di Fuochi fatui e qui “guida di to Maria (2007), parodia dell’inno- gico da parte di Nove, il cui antico Dispacci e licheni una gaia brigata”; finalmente con- logia mariana, il Nove poeta aveva feticismo delle merci si rivolge ora gedandosi da goliardia amicale e compiuto una torsione tematica e agli oggetti più naturali e comuni (il di Luca Lenzini simposi per dichiararsi, nel dicem- stilistica sia dei moduli dello splat- Mare, il Tempo, il Sole, il Vento, la bre 1949, “ex-tutto”. Più denso e ter e della rappresentazione cinica Poesia, la Morte, il Presente, il Fu- Camillo Sbarbaro sezioni: dalle lettere a Lucia Rodo- caratterizzato in senso letterario del quotidiano che dell’esposizione turo…), senza più l’ironia dolorosa canachi (2007), a Adriano Guerrini il carteggio con il senese Angelini fenomenologica delle merci e dei e il sarcasmo a cui eravamo abituati. Lettere a Alceste (2009), a Giorgio Caproni (2010), (1920-1994), grecista valentissimo, prodotti presenti nelle sue prime Nessuna concessione alla bel- Angelini 1962 – 1967 a Mario Novaro (2012) e Enrico traduttore (Callimaco, Euripide, prove poetiche, suscitando non po- lezza né il compiacimento per l’e- a cura di Matteo Navone, Falqui (stesso anno), fino alle due Asclepiade, Saffo) e poeta: fu lui che perplessità tra i suoi lettori. spressionismo linguistico in questi pp. 104, € 19, San Marco ultime uscite: nel 2014 (anno del a proporre nel 1964 a Einaudi il versi, ma una quasi brutale ingenu- dei Giustiniani, Genova 2014 centenario di Pianissimo) è toccato Ciclope di Euripide nella versione arafrasando ciò che Raboni ità che scivola a volte nella gratuità infatti a quelle a Alceste Angelini, poetica dell’amico composta nel del costrutto o dell’associazione affermò di Pasolini, si potreb- e ora a Giovanni Solari, per le ec- 1944. P metaforica, come a voler marcare Lettere a Giovanni be ripetere che Nove è un “poeta cellenti cure, rispettivamente, di Tra il ligure e il toscano vi furono in tutto fuorché in poesia”, come la vergogna del lirismo. Tuttavia, a Solari 1942-1965 Matteo Navone e di Samuele Fio- questa predilezione per una leggibi- a cura di Samuele Fioravanti, non solo stima reciproca e interessi dimostra l’incisione di una prosa ravanti. Di queste imprese, sotto il comuni, ma anche affinità di carat- poetica tra i lacerti narrativi da lità estrema, o a tratti ingenua, fan- pp. 68, € 15, San Marco segno del rigore e della passione, no da contrappunto il cortocircuito tere, per l’essere entrambi schivi e Woobinda (1996) alla Vita oscena dei Giustiniani, Genova 2015 c’è bisogno; e fa piacere che sia ancorati a un orizzonte di luoghi e (2010). Cosicché tra la poesia che delle analogie, fino all’uso insisten- proprio un autore come Sbarbaro, te dell’anfibologia, la predilezione affetti ben definito, e tanto dialo- si mescola alla prosa dei roman- ostelegraphonicis gratias che a forza di understa- ganti in profondità con per la duplice possibilità di senso agamus”, scriveva Camillo zi e le intrusioni della prosa nel “P tement ha rischiato di i classici, quanto inclini di una o più parole, come a voler Sbarbaro nel 1919 a Angelo Barile verso, la testualità delle sue poe- mimetizzarsi nel bosco a una poetica del rispar- rendere inesauribile il significato (Cartoline in franchigia, in Camillo sie rifugge dalla secca distinzione novecentesco come i mio, esigentissima nella sciogliendolo con un gesto arbitra- Sbarbaro, L’opera in versi e in pro- dei generi. suoi prediletti licheni, sua trasparenza, e al- rio nell’ambiguità, per mimarne lo sa, a cura di Gina Lagorio e Vanni Con Addio Mio Novecento, che a esserne il beneficiario, trettanto insensibile alle riprende e porta a compimento il svanire o l’impossibilità di esaurir- Scheiwiller, Garzanti, 1985), confi- perché non sono tanti, lo. È una poesia tendenziosamente dando all’amico, in un “a parte”, mode. Alla corrispon- tema materico e cosmogonico af- alla lunga, invece, i po- denza con Angelini il frontato nella raccolta precedente sperimentale, colma di innesti e di che avrebbe raccolto le proprie eti alla sua altezza. lettore di Sbarbaro deve A schemi di costellazioni (2010), citazioni, votata al montaggio di lettere e cartoline senza replica Quanto alle missive al fra l’altro un frammento l’atteggiamento disforico dell’au- pezzi, indecisa, nel movimento di sotto il titolo Essi non risposero. Il pittore genovese Solari del Malato immaginario tore nei confronti della propria distruzione e ricomposizione, in fatto, però, è che lui, Camillo, poi (1907-1998), si tratta di di Molière, e piace pen- scrittura e quindi dell’esperienza una tensione tra forme compiute, le lettere di quelli che risposero brevi dispacci a sfondo sembrano farsi ancora più radicali. con una prevalenza di ritmi endeca- non le conservò, sicché il suo epi- domestico, legati perlo- sare che anche questo Anche i testi composti dal 2012 al sillabi, e forme recise, abbandonate stolario, quale oggi si consegna ai più a ricorrenze, che non lasciano “scampolo” possa de- 2014 si rivolgono alle “cose”, osses- al silenzio. Una poesia concettuale, lettori, è quasi completamente a spazio a effusioni o confessioni, ma stare l’attenzione di qualche ap- sione feticistica del poeta, ma nel performativa, volutamente astratta, senso unico, documentato (grazie che in compenso ci fanno intrave- passionato editore, come del resto momento in cui il poeta ne coglie in cui la parola è intesa come mate- ai corrispondenti) per la sua parte dere, con i loro spunti affettuosa- meriterebbero le versioni di Ange- l’irrimediabile svanimento (“men- ria da rielaborare tra cut up e colla- soltanto. Il che non toglie meri- mente umoristici, la dimensione lini dai suoi antichi, non aggirabili tre le nostre mani bruciano lontane ge dai testi sacri e profani : “Tanto il to né interesse, peraltro, al lavo- ludica, “goliardica” e conviviale pietre di paragone per lettori e in- / e non afferriamo più le cose”), e futuro è passato. / È, come si dice, / ro scrupoloso degli studiosi che, di Sbarbaro: il quale, come rileva terpreti d’oggi. n già cotto e mangiato”. n che egli archivia in un casellario di sotto l’insegna della Fondazione il curatore (e con lui il prefatore, [email protected] oggetti smarriti da una memoria or- [email protected] Giorgio e Lilli Devoto e per le Stefano Verdino), vi assume la mai orfana. eleganti stampe di San Marco dei “controfigura di re Godoardo”, so- L. Lenzini dirige la biblioteca umanistica La raccolta, suddivisa in due se- A. Nicotra è critico letterario Giustiniani, ne hanno curato varie vrano di lieti simposi già noto ai let- dell’Università di Siena e il Centro studi Fortini N. 7/8 27 Letterature Un atto e una testimonianza d’amore di Ennio Ranaboldo Come cambia Israele John Fante (si pensi alla Los Angeles evocata di Donatella Sasso nelle pagine iniziali di Chiedi alla Lettere 1932-1981 polvere) che ha, anche nelle lettere, Ayelet Tsabari Ognuno degli undici racconti mette a nudo una ed. orig. 1991, echi quasi ­whitmaniani. situazione familiare, una relazione di coppia in trad. dall’inglese di Alessandra Osti, L’epistolario raccoglie tutto que- Il posto migliore del mondo crisi, un’adolescenza inquieta, un rapporto genera- pp. 448, € 24, sto (pur omettendo altro: non sor- ed. orig. 2013, trad. dall’inglese di Francesca Cosi zionale in fase di ricontrattazione, amori perduti e Einaudi, Torino 2015 prende, considerata la formazione e Alessandra Repossi, pp. 242, € 18, ritrovati. Dal particolare l’autrice conduce il lettore non tradizionalmente intellettuale, Nuova Editrice Berti, Parma 2014 verso un affresco molto convincente di Israele ai uesto epistolario è un atto ed più di strada che di aula, di Fan- nostri giorni. Una terra in cui sussistono differenze Quna testimonianza d’amore. te, che manchino riferimenti alle yelet Tsabari, giovane scrittrice israeliana di sociali oltre che culturali, in cui si incontrano i pa- Di John Fante per il suo mestiere di sue letture, con l’eccezione della origini yemenite e residente in , con radossi che la storia non riesce e non deve risolvere. scoperta entusiasta e tardiva dei A scrittore, e per la madre, fondamen- indubitabile talento, affonda anima e cuore nel E così ci sono giovani militari sbeffeggiati perché classici, e pochissimo si legga sui talmente. Ma anche di Seamus Co- “posto migliore del mondo”, narrando in undici non tollerano le perquisizioni notturne a Gaza alla rapporti con gli scrittori oney, che curò l’edizio- racconti contraddizioni e potenzialità, umori e del suo tempo). ricerca di improbabili terroristi nelle case di fami- ne americana del 1991, sentimenti della sua ­Israele. Procedendo nella let- glie impaurite, ci sono gli ebrei yemeniti, di lingua per il suo autore; e, na- Sospese in un’atmosfera pregnante in cui do- araba, che non si possono inquadrare in alcuna turalmente, della moglie tura, diventiamo anche noi parte della famiglia minano un caldo violento e la polvere, il color definizione, come invece vorrebbero i puristi delle Joyce per il marito; lei ocra e un continuo brusio di sottofondo, le pa- identità. “I miei nonni erano dello Yemen, perciò che fu, in ogni senso af- e del laboratorio crea- gine di Ayelet Tsabari restituiscono una realtà in un certo senso siamo arabi, ebrei arabi”. Dice fettivo ed economico, la tivo di Fante (vicende, sociale e umana molto complessa, in cui con- Lily alla sua nuova amica Lana, che le risponde ri- colonna portante della quelle famigliari, che sa- vivono vecchi e nuovi cittadini, ebrei bielorussi dendo: “No, è impossibile. O sei araba o sei ebrea”. numerosa famiglia, la ranno poi l’anima stes- come migranti di ritorno da oltreoceano, laici e “custode della fiamma”, sa della sua narrativa), Israele è anche il paese delle possibilità, dove si ortodossi, ma anche cinesi e neri giunti di recen- come recita l’epigrafe, condividiamo l’ansia respira la paura di morire in qualsiasi ora di qual- fino al tardivo, ma non per il denaro (non c’è te per accettare quei “lavori che gli israeliani era- siasi giorno, ma anche la voglia di vivere intensa- meno definitivo, rilan- quasi lettera che non no troppo pigri per svolgere, lavori che venivano mente ogni minuto, nella consapevolezza di poter cio dell’apprezzamento contenga calcoli det- svolti dai palestinesi prima dell’Intifada e prima essere pienamente se stessi come una ragazza che critico e della popolarità di Fante, tagliatissimi su entrate di loro dagli yemeniti, agli albori di Israele”. si scopre omosessuale, una donna passata tra mille negli anni ottanta. e uscite) e ci stupiamo, conside- Contraddittoria e bipolare, la terra narrata si di- esperienze e ora votata all’ortodossia, una madre E il libro pubblicato da Einaudi rate l’epoca e il retaggio cattolico, pana, si contrae e si tende fra due poli che trovano che non condivide l’educazione laica che la figlia Stile Libero (privo, purtroppo, del- dell’incredibile libertà del carteggio la loro rappresentazione geografica nelle città so- vuole impartire al bimbo appena nato, ma che tro- le foto in bianco e nero che illustra- con la madre, la devozione, la pro- relle e rivali, Tel Aviv e Gerusalemme, afosa, mon- va con lui l’intesa degli ancestrali legami familiari. no Selected Letters), sempre nella fonda gratitudine per i sacrifici, ma dana e moderna, l’una, antica, ieratica e introflessa, Tutto il volume, in maniera più o meno esplicita, limpida e risonante traduzione di anche le intime confidenze. Sono la seconda. La dicotomia proposta da Tsabari non è pervaso da un’atmosfera di palpabile sensualità Alessandra Osti, farà felice i tanti queste le lettere forse più godibili, si esaurisce però nella contrapposizione urbana, fra i colori, gli odori, le ondate di caldo improvviso cultori italiani di Fante; e ne attire- anche per l’autoironia, per l’umori- ma si svela nella quotidianità condizionata dalla che travolgono i protagonisti dei racconti. Ma vi è rà certamente di nuovi che avranno smo ribaldo che vi serpeggia. paura costante della pigua, nel gergo israeliano l’at- talvolta, una sensualità più marcata e coinvolgente, a cuore la raccolta per apprendere, Meno memorabili (se si escludo- tentato terroristico, dai missili che irrompono nel come quella che travolge gli ex amanti Lior e Nata- fin dalle prime vivacissime lettere no le struggenti descrizioni delle mezzo delle giornate di lavoro o di svago, dal ser- lie. Ritrovatisi dopo anni e sfuggiti fortunosamente alla madre, tutto quello che conta donne e dei bambini di Napoli) le vizio militare obbligatorio, opportunità e vincolo, a un attentato, celebrano la vita salvata con un am- sapere sullo scrittore e il suo in- lettere inviate alla moglie ed ai figli strumento di emancipazione e di coercizione allo plesso consumato a contatto con la terra, che forse scindibile alter ego letterario ed da Roma, Napoli e Parigi in occa- stesso tempo. concederà a Natalie il figlio tanto atteso. esistenziale, Arturo Bandini (“Ar- sione dei suoi viaggi alla fine degli turo sono io, diciamo, io sono lui”, anni cinquanta, come sceneggiato- scriverà al suo mentore, H.L. Men- re itinerante. Le osservazioni del- cken, sulla cui prestigiosa rivista, lo scrittore (che non apprese mai condo categorie estetiche; al con- “The American Mercury”, Fante decentemente la lingua) sono più L’apprendistato alla vita tempo ogni esperienza diventa pubblico il primo racconto, nel turistiche che impressionistiche; materiale, al pari della letteratura, 1932). Figlio primogenito di im- è sensibile alla bellezza, come alla del giovane Charles Highway con cui affrontare le sfide che se- migrati abruzzesi, la storia di John disperata miseria, ma abbondano i guiranno. Il dossier che dà il titolo Fante ha i tratti archetipici del self- pregiudizi sul paese e la sua gente. di Luca Mecozzi al romanzo, d’altronde, altro non made man, e ne esprime la radicale Il punto di vista è superficiale, da è che uno dei tanti quaderni d’ap- assimilazione, antropologica prima americano privilegiato più che da punti, diari, e manuali di vita che lo ancora che intellettuale, alla cultu- figlio di immigrati di ritorno alla Martin Amis rola al protagonista. A parlare è un stesso Charles scrive a partire dalle ra ed identità americane (bianche) terra dei padri dove era anche già idiosincratico diciannovenne, alle proprie esperienze: letteratura con noto, dopo l’uscita per Mondadori Il dossier Rachel prese con il rito di passaggio verso del tempo, e californiane in parti- ed. orig. 1973, trad. dall’inglese cui addestrarsi alla vita; con cui colare: attraverso la miseria nera e di Full of Life (l’unico romanzo che l’età adulta, che attraverso un “mo- di Federica Aceto, fare, della vita, altra letteratura. l’apprendistato a Los Angeles negli ebbe vasto successo al momento nologo adolescenziale” racconta al Ogni conversazione, ogni ap- anni della Depressione; il talento della pubblicazione).­ pp. 280, € 17, lettore gli avvenimenti vissuti nei puntamento, ogni incontro con mesi immediatamente precedenti esuberante, di cui Fante fu sem- Sono invece pochissime le tracce Einaudi, Torino, 2015 Rachel (la “Donna più Grande”, al suo ventesimo compleanno. La pre sicuro; la caparbietà degli inizi degli ultimi, dolorosi vent’anni del- sebbene solo di un mese, da con- notazione anagrafica non è prete- e, quasi da subito, le cronache del la vita e della malattia di Fante: il opo più di quarant’anni dalla quistare per dimostrare di essere stuosa, perché Amis attraverso il suo remunerativo, ma detestato, la- lungo corso del diabete, il decadi- Dpubblicazione inglese, esce pronti per la maturità) diventa per racconto dell’adolescenza (età più voro di sceneggiatore per gli studi mento, l’amputazione di entrambe anche in Italia Il dossier Rachel, il protagonista occasione di studio le gambe e la cecità; il lento scom- simbolica che anagrafica, vera e di Hollywood. Attività che non ab- romanzo d’esordio di quello che e di prova delle proprie parire di scena prima del ritorno propria invenzione del bandonerà mai, pur patendone la possiamo considerare uno tra i capacità di vivere all’al- della fama, che accadde poco pri- nostro tempo, in cui costante distrazione dalla sua vera maggiori scrittori anglosassoni de- tezza del personaggio in ma della sua morte. tutto il mondo sembra vocazione: scrivere romanzi e rac- gli ultimi anni, Martin Amis. Già cui ha deciso di trasfor- Sia le introduzioni di Seamus Co- dover essere assogget- conti. E poi l’affetto quasi tribale, dal Dossier appaiono ben delineati marsi: ogni esperienza oney che i commenti di Joyce Fante tato all’ipertrofica vo- oltre che per la madre, per l’intera alcuni degli aspetti fondanti la nar- dev’essere soppesata, sono preziosi; agiscono da contro- lontà di potenza dell’io) famiglia, anche quando la dipen- rativa di Amis: la capacità di ana- valutata e vissuta come canto fattuale ed affezionato alla estremizza gli spasmi denza patologica dal golf e dal gio- lizzare e descrivere il presente in se fosse già stata scrit- co d’azzardo, negli anni della matu- voce idiosincratica dello scrittore. della coscienza di un cui viviamo, mostrando particolare ta; ogni azione deve rità, metteranno in seria crisi affetti Il ritratto di Fante emerge in tutta personaggio dal carat- attenzione per gli sconvolgimenti adeguarsi al contesto, e carriera. La corrispondenza do- la sua sanguigna e tormentata natu- avvenuti nella società occidentale tere mutevole, affamato cumenta la pena di una rincorsa ra, ma anche nella sua vulnerabile e di eccessi e di assoluto, perché ogni contesto durante la seconda metà del vente- ha le sue leggi, e per del successo letterario per molto dolente umanità, proprio come Ar- simo secolo (la dissoluzione dell’i- egotico ed egocentrico affermarsi è necessario tempo elusivo, la frustrazione per i turo Bandini, che all’amata Camilla stituto famigliare; il diffondersi di ai limiti della patologia. adattarsi alla lingua de- libri inseguiti ossessivamente, e poi che lo accusa di crudeltà, nel più una narcisistica necessità di affer- Charles Highway vive gli altri. Ma il risultato finale, il per- abbandonati, o rifiutati dagli edito- autobiografico dei suoi romanzi, mare se stessi e la propria origina- la propria esistenza come un’opera sonaggio al quale Charles consegna ri; per i tanti film mai prodotti ai cui Chiedi alla polvere, Bandini rispon- lità; la liberazione dei costumi e le d’arte, interpreta le proprie azio- le proprie esperienze, dovrà esser soggetti e sceneggiature Fante lavo- de: “Cattivo? Mia cara ragazza, io moralistiche contraddizioni che ni, anche le più banali e consuete, riscritto, perché a forza di inseguire ro assiduamente. Ma anche, e lumi- voglio bene agli uomini come alle questa morte della morale porta come cariche di intensi significati, “l’equazione troppo semplice tra nose, le testimonianze di un indivi- bestie (…) In fondo, se sei cattivo con sé); l’abilità di rendere lingui- rileggendole alla luce di categorie arte e vita”, il protagonista finirà dualismo ed ottimismo irriducibili, non puoi anche essere un grande sticamente questi stravolgimenti ed estetiche, più che morali, ed af- n col perdere la propria identità. n alimentati entrambi da un’energia scrittore”. il disagio dell’individuo contempo- fermando l’assolutezza dei propri formidabile (“Ho scritto un milio- [email protected] raneo che ne deriva. Come nel più bisogni e dei suoi desideri. Ogni [email protected] ne di parole e fatto quattro stesu- celebre Money (1984), anche nel avvenimento diventa letteratura, re”) e da una potenza immaginifica E. Ranaboldo è saggista Dossier Rachel Amis lascia la pa- perché pensato e rielaborato se- L. Mecozzi è dottorando in italianistica N. 7/8 28 Letterature La bellezza del declino di Gabriella Bosco Un piccolo portauovo Colette volte prima di bere non è una cau- di Mariolina Bertini tela che l’età impone, bensì regola LA STELLA DEL VESPRO di vita, dunque, per lei, di scrittu- Marcel Cohen ­affetto particolare; quando è stata assunta, a soli ed.orig. 1945, trad. dal francese ra. Altrettanto lo è l’uso del pepe, quattordici anni, il nonno di Marcel l’ha riiscrit- di Angelo Molica Franco, “il vero pepe, l’incendio allegro, La scena interiore ta a scuola e le ha fatto finire gli studi, chieden- pp. 267, € 15,50, salutare ai reni”. Quello gustato a ed. orig.2013, trad. dal francese di Michele Zaffarano, dole soltanto poche ore di aiuto nelle faccende Del Vecchio, Roma 2015 Tunisi che ravviva il cous-cous, tra pp. 142, € 13,50, domestiche. Di lontano, Annette e Marcel vedo- pezzetti di carne, uva di Malaga, Ponte alle Grazie, Firenze 2014 no i poliziotti far salire tutta la famiglia Cohen su lla stella che si leva quando è cipolle dolci e carciofi teneri. Il un camion, mentre la portinaia fa loro cenno di Aprossima al tramonto, Vespro rogo di pepe. “Fidatevi di lui senza ulla copertina dell’edizione francese di allontanarsi. Annette riuscirà fortunosamente a (il terzo nome di Venere) Colette timori”, consiglia Colette. Squesto libro, c’è la foto, a colori, di un tornare in Bretagna e a portare in salvo il bambi- associa la bellezza del suo decli- “Ho creduto al viaggio anche piccolo portauovo di legno, dipinto a mano: no che le è stato affidato e che vivrà nascosto nel no, a cui dedica un libro, come ha per mille chilometri di strada fer- “Crepato e scolorito come un pezzo di legno suo villaggio fino alla fine della guerra. Molti anni fatto con ogni stagione della sua rata”, aggiunge poi, “ e credo alla scrostato, conserva soltanto alcune macchie dopo, Marcel Cohen, diventato giornalista e sto- lunga vita. La guerra si è conclu- solitudine quando chiudo alle mie di colore, ed è difficile dire con certezza che rico dell’arte, cercherà, in diversi libri, di seguire sa da poco, echeggia ancora negli spalle la porta della mia stanza”. In cosa avrebbero potuto rappresentare. Forse le labili tracce lasciate dalla scomparsa della sua animi. Quando escono a puntate effetti qui sta il punto. Colette che una farfalla. Sul piede, completamente ri- famiglia. In La scena interiore i protagonisti della su “Elle”, dal novembre del 1945 non può più camminare se non a conoscibile, rimane solo un nodo arancione sua ricerca sono alcuni oggetti, apparentemente al gennaio del 1946, i souvenirs fatica, che ce la fa appena ad anda- sottolineato di nero, come se ne vedono sulle insignificanti, sopravvissuti al naufragio di un che prendono vita in L’Etoile Ve- re a aprire quando qualcuno suo- uova di Pasqua russe”. Un oggetto povero, di mondo: un orsetto portacenere, un portauovo, sper (poi raccolti in volume, rima- na, che riceve molte visite di amici nessun valore, ma che per l’autore di La sce- un violino. È partendo da questi frammenti di sti inediti in italiano e ora tradotti o amiche, celebri e non – dal vici- na interiore è carico di significato: sua madre una quotidianità cancellata dalla tragedia del- con passione da Angelo no di casa Jean Cocteau l’ha regalato a un’amica nel 1939, quattro anni la shoah, che Cohen ricostruisce un’immagine Molica Franco per Del al Giovane Lattaio (il prima di partire per Auschwitz, dove sareb- lacunosa e commovente della vita e della fisio- Vecchio) mutano le pa- bimbetto di tre anni la be stata uccisa con il marito, la figlia di po- nomia dei propri genitori, ebrei francofoni di role in cose per far sì cui statura ancora non chi mesi, i suoceri e altri parenti. Nel 2009, il Istanbul venuti a cercar fortuna nella amatissima che ciò che manca di- gli permette di arriva- piccolo ­portauovo, conservato dall’amica con Francia. Le notizie raccolte da amici e parenti venti presente. Bloccata re al campanello e che amore, è tornato a Marcel Cohen, commosso sopravvissuti si giustappongono ai suoi ricordi dall’artrite, costretta in si annuncia calciando di riaverlo tra le mani: “Mi dico che non si d’infanzia per formare un quadro pieno di vuoti, casa dalla malattia, la la porta, quando viene conserva per settant’anni un oggetto così mo- di zone oscure, che trae la propria forza proprio scrittrice trasforma le a portare alla vecchia desto, e così sbiadito, senza delle ragioni se- da tutto quello che manca, da tutto quello che stanze del suo apparta- signora il suo tazzone rie. Il timore di vederlo scomparire conferma nessuno potrà mai veramente ricostruire e che mento parigino affac- di latte pur di non ber- quest’attaccamento. Oggi quindi, il piccolo proprio per questo ci parla di una tragedia in- ciato sui giardini del lo lui), da un Truman portauovo non è soltanto la concrezione di un dicibile nel solo modo che possiamo veramente Palais Royal (lo studio Capote ventitreenne ricordo. È tanto improprio vederci la qualità accettare. Si avverte nell’alternanza dei ricordi, tante volte fotografato, ai reporter fastidiosi – stessa di questo ricordo, la sua tessitura, qual- colti in tutta la loro incertezza, e dei documenti, il bureau scuro, un gatto a scrutare realizza, scrivendo, la magia della cosa d’incerto come il riflesso di un’aura?”. delle povere foto in bianco e nero, una prossi- la mano rugosa che gratta la carta serenità raggiunta. La sperimen- Il 14 agosto del 1943 Marcel Cohen, che ha mità con il Perec di W e con il Modiano di Dora con il pennino, qualche fondant, ta e la mette alla prova. L’attuale cinque anni e mezzo, torna dal parco dove è Bruder, un analogo lavoro sulla memoria, lonta- biscotti, acqua sciroppata) in una compagno, il terzo marito, l’ulti- stato a giocare con la cameriera bretone Annet- no da ogni idealizzazione sentimentale e da ogni sorta di caleidoscopio dentro al mo, Maurice Goudeket, molto più te. Annette è legata alla famiglia Cohen da un rielaborazione romanzesca. quale guardare perché vi si animi giovane di lei ancora una volta, è un teatro d’ombre, ma d’ombre ansioso, quando esce ha timore magicamente colorate, di acqua- di lasciare Colette senza soccorso. Lei invece, pur amandolo tenera- relli viventi, immagini parlanti. È sempre altre porte, altre stanze, e questa la singolare facoltà delle pa- mente, pur avendo molto sofferto Una storia per capitoli primi per il suo arresto e durante la sua sentire altre voci, altri racconti in gine di Colette: raccontati da lei, i un labirintico viaggio intorno alla ricordi sbocciano, quasi si creano prigionia in un campo, non aspetta di Angelo Molica Franco altro. Perché altri visitatori si affol- stessa stanza. A scuola, Sarah si a mano a mano che la scrittura li innamora di Fadi, un compagno evoca. Colette parla di episodi lano, quelli della pagina, e Colette dopo l’altra, se non i primi capito- di classe. La ritroviamo, poi, in accaduti, ma setacciandoli nella vuole essere sola per intrecciare Rabih Alameddine li, incollati come pure compiuta- America innamorata di David, memoria li reinventa, trasfonde in con loro conversazioni e danze arabescate, agile nella sua malfer- Io, la Divina mente disgregati, della nostra sto- poi ancora con il cuore spezzato loro carnalità e suono. Ricopre con ed. orig. 2002, trad. dall’inglese da David; ancora torna Sarah sul- la sua scrittura quella invisibile, a ma vecchiaia come mai si è sentita, ria? L’effetto straniante, geniale e neppure quando si esibiva a seno di Licia Vighi, pp. 333, € 18, seducente, è quello di un eterno le ginocchia del nonno a sentire le inchiostro simpatico, del tempo. storie su Sarah Bernhard, o nelle E da quei segni tracciati il mondo nudo in palcoscenico. Bompiani, Milano 2015 ritorno di storie e personaggi che, Molti di coloro che vengono a nella loro apparente immobilità, scorribande insieme all’amica e salta fuori come in un immagina- compagna di scuola Dina; di nuo- rio e melodico pop up animato. trovarla non ci sono più. La mam- na tradizione drusa riguardo registrano uno sconvolgimen- ma Sido con il suo bell’abito blu a Ula reincarnazione vuole che to che li rende sempre diversi e vo Sarah a New York per la sua prima mostra personale, o a Bei- l titolo, La stella del Vespro, non spighe bianche usato per foderare alcuni bambini siano in grado sorprendenti per una tecnica, ti- ruth quando conosce il suo primo è solo metafora. C’è molta notte, il manoscritto del libro su di lei; di ricordare la loro precedente pica della musica barocca, di in- I marito Omar. In un arcipelago di in questo libro. Ma notte fervida, il fratello Léo, il silfo, che aveva esistenza. Questa leggenda, che trodurre nell’eterno ritorno della io narranti, ai capitoli (sempre frizzante. Da quella respirata met- continuato a nascondere la sua età pure viene solo accennata in Io, medesima frase musicale, ogni capitoli primi) che si aprono con tendo la testa del letto sotto le fine- matura in un corpo infantile e non la Divina di Rabih Alameddi- volta una variatio che inquadra stre aperte nella bella stagione, per aveva mai smesso di applicare alla ne e riguarda una delle sorelle l’equilibrio armonico una voce in prima persona si ag- guardare la volta celeste nell’attesa realtà imprecisa i suoi sogni, tutti della protagonista (Lamia, de- raggiunto in prece- giungono quelli in ter- del sonno, alla notte vissuta da chi molto precisi invece. Come quan- finita secondo questo credo un denza sotto un’altra za in cui un narratore la usa per lavorare: come la pas- do, sessantatreenne, era venuto “conversatore”, in grado cioè prospettiva. Così si mimetico racconta di seggiatrice Renée, figlia della sera, dalla sorella con il pianto pizzicato di riferire ricordi sulla propria inizia a leggere di Sa- Sarah, o ancora capito- transitata attraverso la guerra che in gola per essere stato a vedere i vita precedente) svela al lettore rah la ribelle che vive li in francese, o ancora le è costata l’avvenenza ma non luoghi dei loro anni spensierati a l’intero architrave del romanzo. a Beiruth, che porta il delle pièces teatrali. l’ha privata del mestiere, amante, Saint-Sauveur-en-Puisaye e avervi La protagonista, Sarah (chiama- nome di Sarah Bern- Ciò che, però, attua in confidente e informatrice insieme; trovato il cancello di quella che era ta così per la venerazione che il hard, mito idolatrato realtà una metaforica o la stessa Colette, a lungo redattri- stata casa loro oliato. Reso muto, nonno aveva per la divina Sarah dal nonno; a tredici rottura della quarta ce in vari giornali, “L’Echo de Pa- privato del suo canto. Ma Colette, Bernhard) sembra essere l’estrin- anni verrà trasferita, parete è il graduale ris”, “L’Eclair”, “Le Matin”, di cui scrivendo, gli aveva restituito quel- secazione edonistica di questa unica allieva femmina, comprendere che nel ci svela i segreti pennellando la vita la voce. Ed era stata lei, raccontan- tradizione. Lei ha consapevolez- in un istituto religioso rimestare così autisti- maschile che brulica dietro alle pa- do quel Î-i-iann per scritto, a farlo za di essere, di essere stata tante per correggere la brut- camente la riscrittura gine di un quotidiano, insaporen- tornare vero. vite, e vuole rendere giustizia at- ta abitudine al turpiloquio e alla della propria storia, Sarah opera dola di aneddoti gustosi. “I piaceri Anche per questo La stella del traverso la scrittura alle esistenze sregolatezza; a scuola si distingue una tanto umana, condivisa e ne- sciocchi, scrive, sono i più dura- Vespro, cesellata come un gioiello che risalgono la corrente dei suoi per i buoni voti, per la capacità di cessaria ricerca di senso. Un plau- turi”. De fil en aiguille, per libere da Del Vecchio, al pari di Prigioni giorni ora ubriache, ora più vigili creare scompiglio e per il talento so alla traduttrice che ha saputo associazioni, mentre l’insonnia di e paradisi e delle Ore lunghe della ma sempre annegate nel magma nel giocare a calcio. Nei capitoli seguire e restituire l’arbitrarietà oggi sfuma, torna infatti a vibrare stessa autrice, è una preziosa, una caotico del mondo (dei mondi) di primi a seguire, la troviamo adul- di una lingua caotica e insieme la smania notturna, e tornano a rosata veilleuse. n Sarah. ta, già divorziata, che vive sola rigorosissima. n galla vivaci cene molto speziate, [email protected] Il titolo inglese suggerisce: “Un in America mentre il figlio vive a [email protected] eccezionalmente alcoliche. Colette romanzo in capitoli primi”. E Beirut. Parafrasando Truman Ca- continua, intanto, a fornire ricette. G. Bosco insegna letteratura francese cosa sono le vite che abbiamo vis- pote, in questo succedersi di capi- A. Molica Franco è traduttore Annusare la coppa e guardarla due all’Università di Torino suto, tutte disposte, rilegate una toli primi il lettore sembra aprire e critico letterario N. 7/8 29 Letterature di Lévi-Strauss: “Che cos’è il Difesa dell’estro amoroso mito? Se facesse questa domanda La guerra è una fantasia a un indiano d’America, proba- di Gerhard Friedrich bilmente lui risponderebbe che di Mario Marchetti è una storia risalente all’epoca Uwe Timm piscenza). È questa percezione in cui uomini e animali non era- Leonhard Frank Egli è un colpevole-innocente, dell’amore come fenomeno na- no ancora creature diverse. (…) condannato nell’indifferenza ge- LA VOLATILITÀ turale, dell’attrazione tra i sessi …, non c’è situazione più tragi- L’UOMO È BUONO nerale degli Ich-Leiche (gli “io- DELL’AMORE come distruttrice di convenzio- ca (…) di quella di una umanità ed. orig. 1915-1917, trad. dal tredesco cadavere”): al termine dell’ese- ed. orig. 2013, trad. dal tedesco ni e come forza profondamente che vive accanto ad altre specie di Paola Del Zoppo, pp. 324, € 15, cuzione capitale “tutti alzarono i di Matteo Galli, pp. 255, € 20, pericolosa per la cultura che ha viventi (…) senza tuttavia essere Del Vecchio, Roma 2014 loro cilindri e fecero degli inchini Mondadori, Milano 2015 indotto alcuni critici a rievocare capace di intendersi con loro”. gli uni agli altri”. le Affinità elettive di Goethe. A Questa Sehnsucht (nostalgia) rank, intelligente ed one- Sono proprio le istituzioni di- veri protagonisti dell’ultimo ben guardare però Timm non di una paradisiaca unità origina- “Fsto, è uno dei pochi scrit- sciplinari a far sì che il suddito Iromanzo di Timm sono gli mette in primo piano la poten- le del creato in cui anche l’essere tori nobili che meritano di esse- accetti e faccia propri, interioriz- animali. Fin dal titolo tedesco: za negativa di questa elementare umano è per sua natura immes- re sempre letti”, scriveva di lui zandoli profondamente, concetti Vogelweide, per finire con le ul- spinta della natura. Nonostante so, affiora appunto nel mondo Ladislao Mittner nella sua au- come “campo dell’onore”, “alta- time parole: “Il falco era spari- l’andamento catastrofico del suo degli animali che (come abbia- torevole Storia della letteratura re della patria”, “morte eroica”, to”. Vogelweide è un neologismo, racconto (Anna, convinta della mo osservato in apertura) sono i tedesca. Del Vecchio, con il suo “causa santa” di cui la propa- letteralmente significa “pascolo “sacralità del matrimonio”, si protagonisti segreti del romanzo. bel volume che riunisce due testi ganda a tutti i livelli fece scialo per uccelli”. Il termine riappa- confessa al marito; in seguito alla Certo, il sogno di una comunica- di Leonhard Frank (1882-1961) durante la Grande guerra, e non re verso la fine del romanzo. È rottura parte con i suoi due figli zione immediata tra tutte le cre- L’origine del male (Die Ursache) solo, va detto, in Germania. E ature, di un codice universale e Anna, ex-amante del protagoni- per l’ America, Eschenbach falli- e L’uomo è buono (Der Mensch come se i sudditi fossero “par- spontaneo, è profondamente ro- sta Christian Eschenbach, che lo sce e finisce solitario birdwatcher ist gut) ha contribuito a realizza- lati”, e così l’espressione caduti mantico. Quale germanista non usa (in modo creativo) per una sull’isola dell’Elba) nonostante re per il lettore italiano l’auspi- sul “campo dell’onore” (in realtà ricorda Novalis: “Quando nu- riserva ornitologica, l’isola in cui tutta questa infelicità Timm af- cio/invito di Mittner. In realtà un “nulla assoluto” come riflette meri e figure non saranno più la si rintana Eschenbach, alla foce ferma l’importanza del deside- dell’Uomo è buono esisteva già il cameriere protagonista del pri- chiave di tutte le creature / quan- dell’Elba. Ma il titolo rio. Anche perché agli una vecchia, e ormai mo tassello, Il padre), do quelli che cantano e baciano stimola anche l’asso- animali tutto riesce introvabile, traduzione corre di bocca in boc- sapranno più dei profondi erudi- ciazione con l’antica, così magnificamente. di Amalia Sacerdote ca, anche tra gli umili, Sulla sua isola, infatti, ti”. Analogamente scrive Timm: uscita nel clima ro- poetica parola tede- “Qualcosa di meravigliosamente come consolatorio ri- sca Augenweide, un Eschenbach osserva vente del 1922 per la sarcimento per i lutti entusiasta il compor- semplice, qualcosa che si era sot- Società Editrice Avan- piacere per l’occhio e tratto alla riflessione (…) qualco- di guerra subiti: “Noi i sensi, che qui però tamento prima e du- ti che con il fascismo abbiamo sempre pro- rante l’accoppiamento sa che aveva l’odore di una volta. ormai alle porte con- rimanda in modo mi- L’origine. La semplicità. Un’anti- nunciato solo le parole sterioso e sotterraneo di diverse specie di tinuava a proporre, e i pensieri che ci sono uccelli. cipazione forse. Anticipazione di nonostante le ripetute al mondo animale. Un cosa? La felicità del corpo”. Qui stati forniti dalle auto- Il motivo decisi- aggressioni squadri- collegamento che nel affiora un’armonia inconsapevo- rità”. La potenza dei vo per la sua “difesa ste, libri di impronta titolo italiano va ine- le, che segue solo le leggi naturali racconti dell’Uomo dell’estro amoroso” socialista e pacifista. I vitabilmente perso ma ed è pertanto superiore a quella è buono sta proprio però è più profondo. due testi, che comme- l’ottima traduzione di cosciente: è l’armonia kleistiana nella decostruzione Una specialista di demoscopia, morano originalmente e, direi, Matteo Galli riesce a recuperare del Teatro delle marionette. di questi concetti-valore, de- anonima ma è chiaro che si trat- eversivamente la Grande guerra, con notevole creatività, almeno Timm scommette sul poten- costruzione portata avanti con sul piano etimologico, un legame ta di Elisabeth Noelle-Neumann risalgono a quell’epoca (1915-17) mezzi letterari che attingono con (1916-2010), ex-collaboratrice ziale anonimo-creativo dell’u- tra il volo degli uccelli e l’amore. e a quell’atmosfera, anche se su- originalità al patrimonio espres- di Joseph Göbbels, chiede a niverso, evidentemente non si Gli animali compaiono anche birono svariati rimaneggiamenti sionistico. I personaggi sono sti- Eschenbach dopo il fallimento fida tanto di quello del genere nella metropoli: nell’elegan- da parte dell’autore (fino al 1957 lizzati, emblematici, il “padre” della ditta di partecipare a una umano. Non a caso crea, attra- te appartamento penthouse di per L’uomo è buono). Di tutto appunto, la “vedova di guerra”, ricerca sulla definizione scientifi- verso due chiare autocitazioni, Eschenbach, vicino allo Zoo di un riferimento al romanzo Rosso ciò, e di molto altro ancora, ci la “madre”, ma non mancano Berlino, la notte si sentono suoni ca, possibilmente quantificabile, dà notizia Paola del Zoppo nei del desiderio. Scopo finale è un (2005), il suo malinconico addio di carne e di sangue. Il tono è animali, soprattutto il ruggito dei ai sogni del Sessantotto. n preziosi apparati in appendice al spesso oratorio, predicatorio, da leoni. È questo il tratto decisivo futuro sfruttamento commer- libro. Essi appartengono all’am- ciale dei risultati. Inizialmente proclama politico, ma ciò non in- che affascina la coppia Ewald [email protected] pia narrativa di guerra tedesca, ficia il valore narrativo dei testi. Il e Anna al primo invito in casa consenziente, Eschenbach ab- che, a differenza di quella italiana bandona la ricerca motivando la loro respiro è febbricitante: c’è il Eschenbach. Qui si confrontano i G. Friedrich insegna letteratura tedesca (tutti i nostri intellettuali-scrit- pervasivo sentimento che debba sua decisione con una citazione all’Università di Torino quattro personaggi del romanzo. tori, con pochissime eccezioni, accadere, tra breve, qualcosa di Ewald è architetto. Eschenbach come si sa, aderirono all’ideolo- risolutivo, di palingenetico. tra sé e sé lo chiama in modo gia della guerra, pur con diverse Ciò che colpisce oggi, nell’e- sprezzante “il pianificatore”, in- motivazioni), accanto al preva- poca desublimata e postpolitica tendendo uno che crede di poter lente filone patriottico-bellicista in cui viviamo, è il sentimento determinare tutto in modo esatto (due nomi per tutti, Jünger e Von di una trascendenza sociale, la e razionale, quindi distante dal- Salomon), vede anche un cospi- forza desiderante di credere che la natura, anche dalla propria. cuo filone antimilitarista e pa- l’uomo sia “buono”, che sia “no- Anna, sua moglie, è insegnante cifista: basti ricordare i nomi di stro fratello”. Sono perfetti, in tal d’arte. Lo stesso Eschenbach è Ludwig Rehn, Ernst Toller, Ar- senso, i primi due pezzi. Come direttore di una ditta che svilup- nold Zweig, o del più noto Erich diversamente straordinario è l’ul- pa software per l’ottimizzazione Maria Remarque con il suo Nien- timo pezzo, I mutilati di guerra, organizzativa, calcolo e logisti- te di nuovo sul fronte occidentale, con la sua fantasmagoria di sol- ca. Solo Selma, la compagna di definito da Friedrich Glauser (lo dati “depezzati”, senza braccia e Eschenbach, è più vicina alla na- scrittore svizzero riscoperto ne- senza gambe, rimasti puri torsi, tura: è un’artista che lavora con gli anni settanta e pubblicato da o di altri privi di mascelle, il cui le mani, vicina alla concretezza Sellerio) “sciroppo di lampone” volto è simile a un’atroce caver- fisica dei materiali, ed è più spon- rispetto a L’uomo è buono. na. Tra questi esseri, tra questi tanea e sensuale degli altri. Per di La causa del male (nell’originale “crocefissi” si muove inesausto più è polacca (qui Timm ricalca semplicemente Die Ursache, cioè il chirurgo nella sua “cucina di lo stereotipo dell’ ”anima slava”) “la causa”, se vogliamo la causa macellaio” e così medita: “La pa- e quindi più ingenua e vicina alla originaria), uscito nel 1915, può rola (guerra, ndr) è debole come terra rispetto ai tre amici berline- considerarsi una premessa idea- il respiro di un neonato; e para- si: illuminati, altamente istruiti, le ai cinque tasselli che costitui- gonato con il suo contenuto, un un pochino cinici e decisamente scono L’uomo è buono. Questo tifone che inghiotte navi, città e benestanti. In questo mondo, sì lungo racconto, dalle chiare in- isole, è solo il respiro di un ne- artificiale, ma vissuto come do- fluenze freudiane, punta l’indice onato”. E frattanto un soldato minabile e gestibile dall’uomo, contro le istituzioni disciplinari ventenne prima di chiudere gli raccontato secondo la tradizione che hanno strutturato il “suddi- occhi e morire pensa: “La guerra to” prussiano e guglielmino, pre- berlinese del romanzo di conver- non è affatto una cosa possibile. cisamente la scuola e la giustizia. sazione, irrompe con la potenza La guerra non esiste. La guerra Il protagonista, un poeta ormai della natura, l’attrazione fisica, è una fantasia. è una menzogna. adulto, finisce con l’uccidere il l’istinto. Solo la mia gamba è verità”. suo autoritario e sadico maestro Le “vittime” sono Anna e Parole forti, inattuali in un’e- Eschenbach. Timm definisce l’e- di scuola, maestro soprattutto in poca di guerre “umanitarie”. n ros in modo leggermente eufemi- soprusi. Insomma ci troviamo di stico Begehren (brama/desiderio) fronte alla classica uccisione del [email protected] così come nei secoli precedenti si padre. Il poeta sarà condannato parlava di Konkupiszenz (concu- a morte da una giustizia sorda. M. Marchetti è insegnante e traduttore N. 7/8 30 Saggistica letteraria zione della contaminazione e del Conoscere significa deformare riuso dei linguaggi, che, secondo il Un’acutissima nevrosi critico, cela “il pudore di un’enun- di Siriana Sgavicchia ciazione tesa al sublime”, in cui il di Lorenzo Marchese dolore dell’esistere si ribalta in co- Giorgio Patrizi minista e positivista maturata nel micità secondo una strategia ludica Antonio Tricomi incarnare ciascuno una propria pe- contesto milanese e, insieme, l’irri- della compensazione riconducibile culiarità”. Ciò che di più pasolinia- Gadda tazione nei confronti della borghe- alla teoria del riso di Freud. Nessuna militanza, no abita nella coscienza intellettua- pp. 271, € 11, sia lombarda, alla quale lo stesso Nel ritratto critico gaddiano di nessun compiacimento le di Tricomi è invece lo stallo di Salerno, Roma, 2014 Gadda appartiene, e nei confronti Giorgio Patrizi, che attraversa l’o- Poveri esercizi di critica chi vorrebbe essere antagonista al di ideali e costumi che a quel mo- pera soffermandosi non solo sugli non dovuta sistema culturale di cui pure si nu- erché non possiamo non dirci dello si ispirano in una versione scritti più studiati ma anche for- pp.424, €16, Galaad, tre, al quale si riferisce. Similmente Pgaddiani: Giorgio Patrizi (au- marcatamente utilitaristica, sono nendo affondi su testi meno noti Giulianova (Teramo) 2014 a Pasolini, sin dai tempi della lotta tore di diversi studi sull’autore, fra gli elementi intorno ai quali si svi- (dalle favole al pamphlet politico- partigiana e della morte del fratello i quali Gadda e la critica, Cappelli, luppano molte sue narrazioni e si psicoanalitico antimussoliniano a nuova raccolta di Antonio Guido dilaniato dalla coscienza di Bologna, 1975) titola così la sua in- aggroviglia la nevrosi creativa che Eros e Priapo, dalle scritture cri- LTricomi, sin dal titolo lunghis- aver mancato la guerra di resisten- troduzione al nuovo libro su Car- Gianfranco Contini ha individua- tiche e saggistiche di I Viaggi, la simo, restituisce l’immagine di un za più giusta per la sua parabola lo Emilio Gadda in cui traccia un to all’origine della sua eccentrica e morte fino alle traduzioni da autori fluviale conglomerato in cui scor- umana, c’è in Tricomi una con- bilancio critico dell’opera di uno urtata scrittura. spagnoli), emerge forte il segno rono insieme passioni del Nove- traddizione perenne fra i moltissi- scrittore la cui rilevanza, anche in Patrizi rileva poi nel rappor- della modernità di Gadda nel cento, preoccupazioni apocalitti- mi (troppi, forse?) paletti etici che ambito internazionale, è testimo- to con Benedetto Croce un altro Novecento e anche il segno della che più o meno legittime, accurate egli si pone nell’attività intellettua- niata dalle traduzioni e dalla mole importante territorio di indagine sua attualità, e proprio grazie alla ricostruzioni storiche (un racconto le e l’esercizio della critica, mosso di studi e di ricerche che continua- nel quale si gioca la partita della conferma dell’innovazione che di della vita culturale di Reggio nel in un contesto che si sente come no a prodursi (se ne può avere un’i- modernità di Gadda. Lo scrittore volta in volta scaturisce dall’analisi dopoguerra: il pezzo migliore del massimamente degradato, ma che dea consultando il sito della rivista appare influenzato e condizionato testuale in relazione all’elaborazio- libro, trovo), stilettate a opere re- pure ci si ostina ad abitare, nella online “The Edinburgh Journal of dalla riflessione estetica di Croce ne metanarrativa e metalinguistica. centi (la stroncatura più memo- speranza di “nobilitare dal punto Gadda Studies” fondata e diretta e proprio per quanto riguarda la Se convinzione di Gadda è che rabile è per La grande bellezza di di vista etico la condizione di ser- da Federica Prediali). Gadda è au- messa in opera narrativa, in par- “conoscere significa deformare” (e Sorrentino, un autore che Tricomi vaggio e di infamia sociale che mi tore che interroga studiosi, lettori ticolare quando si trova alle prese la letteratura ha per lui un fondan- ha studiato in La repub- è congenita”. e scrittori tutt’ora, per con il primo progetto te obiettivo gnoseologico), la realtà blica delle lettere, 2010), La stessa pluralità il suo impegno estetico di narrazione di am- degli oggetti, degli accadimenti e recensioni appassiona- di interventi e interes- ed etico, per la novità e pio respiro, il Racconto degli individui stessi non può che te e serie che evitano si appare paradossale, per la vivacità delle sue italiano di ignoto del essere rappresentata dalla costan- il rischio dell’omaggio se vista alla luce del narrazioni. E ciò nono- Novecento del 1924. A te disposizione della materia che smaccato. Le pluralità rigore moralistico che stante vi sia chi lo ritie- partire da “un’idea del li compone alla trasformazione, di Tricomi sono note da attraversa gli interventi ne illeggibile e inattuale, mondo come dialettica al mutamento. Il rapporto causa- tempo, essendo questo dell’autore e rende tal- a fronte di una prospet- costante e complessa di effetto risulta perciò insufficiente libro, che raccoglie in volta, di riflesso, trop- tiva conoscitiva che ap- valori opposti”, Gadda per rappresentare quella che Pa- grande maggioranza po simili fra loro i testi pare invece attualissima articola il romanzo (che trizi definisce “l’ossessione della scritti già editi altrove, affrontati: sembra che e per cui si valorizza rimarrà allo stato di ab- materia” di Gadda, mentre effi- solo l’ultimo tassello Tricomi tenda a schiva- una interpretazione bozzo) “in una scansio- cace risulta il modello conoscitivo di una produzione co- re l’apertura impossibi- le della migliore lettera- “complessa” dei sa- ne tripartita, secondo che lo scrittore ha indicato come piosa divenuta sciente- tura, che porta spesso a peri. Il libro di Patrizi un modello in parte he- “maglia a rete a dimensioni infi- mente, talvolta, ripetitiva e osses- riconsiderare le proprie posizioni è uno studio in cui si tiene conto geliano, in parte debitore degli svi- nite”, in cui “ogni anello o grumo siva, divisa in parti uguali fra altre dell’imponente lavoro filologico luppi di tre sezioni sinfoniche”. In miscellanee di saggi militanti e tre su qualsivoglia argomento, ad ar- o groviglio di relazioni è legato da ricchirci rubandoci qualcosa. Un che ha accompagnato la ricezione questo stesso contesto Gadda sem- infiniti filamenti a grumi o grovigli studi su Pasolini, lo scrittore che delle opere, ed è insieme un saggio bra aderire al motivo crociano del- più di tutti orienta la prospettiva discorso analogo si potrebbe fare infiniti”, e di cui una efficacissima anche per la sua pagina per così militante, che pone al centro della l’“intuizione”, in particolare per le e “teatrale” messa in scena è offer- di Tricomi. riflessione la questione della mo- riflessioni teoriche che inRacconto Volendo, il lettore di Nessuna dire ciceroniana, che in un perio- ta da Quer pasticciaccio brutto de dare di elaborata ampiezza vorreb- dernità di Gadda, sia in relazione italiano illustrano il “gioco ab in- via Merulana. In questo quadro militanza, nessun compiacimento al ruolo che lo scrittore assume nel teriore”, cioè il punto di vista di non avrà problemi a individua- be tenere insieme più fili possibile anche le categorie di espressioni- del ragionamento ricomprenden- Novecento modernista, anche ri- una narrazione soggettiva e lirica. smo e di plurilinguismo risultano re le contiguità e le riprese fra le “La distanza del pensiero crocia- do in sé già le possibili obiezioni e spetto alla letteratura ottocentesca, ridiscusse in prospettiva nuova, posizioni dell’autore e quelle di no dalla poetica di Gadda e dalla un gran numero di facce del pro- sia in relazione all’importanza che così come quella di maccaronea. Pasolini, soprattutto nelle pagine sua scrittura misura, nella cultura blema, benché il risultato a volte ha come anticipatore degli approc- D’altra parte, il discorso di Patrizi, della prima parte, intitolata Pro- fra gli anni trenta e cinquanta, la sia di lettura faticosa e di non facile ci letterari per il nuovo millennio ponendo attenzione agli aspetti an- ve di passato e dedicata al declino volontà di un rinnovamento delle comprensione. di cui Italo Calvino ha discusso che “visivi” della scrittura di Gad- dell’Occidente, allo sfacelo del- forme espressive in cui si intreccia- nelle Lezioni americane. da, arricchisce di ulteriori spunti la cultura e dell’accademia, alla Patrizi attraversa, quindi, l’arti- no la ricerca letteraria di ‘Solaria’ e constatazione che le rovine di una oglio concludere non tenen- l’attenzione per i linguaggi tecnici la categoria del “barocco”, che lo do insieme diversi livelli poco colata produzione gaddiana (nella stesso autore ha in più occasioni scuola pubblica drogata di finti be- V quale più noti sono i romanzi e i e morfologici di culture non uma- nefici e depredata di ogni risorsa conciliabili, come fa Tricomi al suo nistiche, non omologate dall’asso- adottato per se stesso e per il mon- meglio, bensì con una distinzione racconti ma vi è il saggio, la medi- do e di cui ha fornito, fra le altre, economica e capitale umano van- tazione filosofica, la poesia, la pièce lutismo storicistico”. secca fra cosa mi piace massima- un’umoristica esemplificazione di- no difese con la disperazione delle teatrale, il diario, la favola, la tradu- L’adesione al modello crociano mente in questo libro e cosa trovo scutendo di felicità: “A che insiste- battaglie di retroguardia: proprio zione, e altro ancora) conducendo è, infatti, problematica, già dalla sarebbe da evitare senza pensarci re su questo barocco concetto: la l’attenzione di Tricomi alle tema- il discorso su due fronti: la collo- fine degli anni venti, e più esplici- due volte, sulla scia dell’enunciato felicità degli Italiani p.e. che sara? tiche della scuola pubblica, oltre cazione storico-letteraria dell’au- tamente negli anni successivi an- di Goffredo Fofi nella postfazio- (…) l’amore è un divenire: non si ad avvicinarlo alle più recenti bat- tore e il rapporto con la tradizione che per via delle letture freudiane, taglie di Romano Luperini (padre ne, molto chiaro; la prefazione, potrebbe eternamente baciare una antiapocalittica e resa forte da un antica e recente da una parte e, e va esaurendosi laddove al centro scelto nel libro come modello di donna, senza stancarsi: si bacia, e ottimismo della ragione di grande dall’altra, la rilevanza per la sfera della ricerca espressiva e narrativa etica ma anche, proficuamente, di poi si prosegue (…). Il concetto lucidità, è di . Amo, dell’invenzione della riflessione si pone il conflitto fra la coazione polemica), lo distingue da molti statico di felicità ripugna con tutte citando Fofi, “l’amore per i buoni filosofica contenuta nella Medita- lirica e narcisistica del “pidocchio- dei critici suoi coetanei, soprattut- le manifestazioni della vita”. n libri e i buoni autori”, per i grandi zione milanese, testo pubblicato da so” io e la consapevolezza per cui, to per quanto riguarda l’esigenza saggisti e scrittori del Modernismo, Giancarlo Roscioni nel 1974 e che secondo Patrizi, Gadda integra [email protected] generazionale, dichiarata con tale l’uso ragionato di una grande tra- risale al 1928, anno in cui Gadda la conoscenza intuitiva con altri frequenza e intensità da far sospet- dizione del pensiero novecentesco, lavorava anche alla stesura della modi del conoscere e dell’esistere. S. Sgavicchia insegna letteratura italiana tare un’acutissima nevrosi, di “far che sottolinea la solidità delle sue tesi di laurea in filosofia su Leibniz Da questo conflitto discende l’op- all’Università per stranieri di Perugia da ponte tra un passato di cui si è basi. Mi scora il suo autocompiaci- assegnatagli da Piero Martinetti e persa la memoria e un futuro che mento (evidente a contrario sin dal mai portata a compimento. Patrizi neppure si riesce a immaginare”, titolo del libro), che si manifesta prende avvio con un discorso in- senza nemmeno il conforto di un negli opposti bracci dell’autocom- torno alla formazione “meneghi- riconoscimento sociale o morale. miserazione fin troppo insistita e na” di Gadda, in cui si mescolano Mettiamo da parte alcune po- dell’estrema consapevolezza del “la cultura scientifica e positivisti- sizioni schiettamente pasoliniane, proprio lavoro. Perché caricarsi di ca, maturata presso il Politecnico” perché modellate a partire da una colpe vere o presunte con un tono (dove si laureò in Ingegneria per mutazione antropologica di cui, definito “fra l’artatamente dimes- poi esercitare la professione in Ita- oggi, Tricomi avverte la deriva: so e il puerilmente predicatorio”, lia e in Argentina) a “un rapporto per lui, ricordo, nell’”egotistica ci- quando poi nel Congedo si arriva a risentito con il proprio ambiente” viltà massmediatica dei consumi” dirsi da soli: “Decisamente, sareb- che assume toni sarcastici in me- i processi di soggettivazione non be questo il tempo di poveri eser- morabili pagine della Cognizione trovano la loro massima realizza- cizi di critica non dovuta”? n del dolore, nonché in racconti zione, come promette la società come San Giorgio in casa Brocchi dello spettacolo, ma al contrario [email protected] e L’Adalgisa. L’adesione al modello “gli individui perdono addirittura scientifico e tecnico di stampo illu- la facoltà di diventare se stessi, di L. Marchese è critico letterario N. 7/8 31 Musica relativizzazione del sistema tonale Dal grande racconto negli anni tra le due guerre (anche Rifinire e lucidare se a pagina 12 l’autore mostra di alla pluralità di narrazioni avere un’idea quantomeno insolita un pensiero vecchio della struttura di un modo frigio), di Francesco Peri oppure la nozione di un roman- di Maurizio Franco ticismo di ritorno che negli anni trenta e quaranta avrebbe investi- Paul Griffiths compatta, risulta sempre meno to un po’ tutte le scuole, inducen- Alyn Shipton sione dei dati, a una concezione agevole e giustificato. L’epopea teorica vecchia e, soprattutto, non La musica del do una rinascita di tropi e vocaboli NUOVA STORIA DEL JAZZ del XX secolo lascia il posto a una ottocenteschi, complice anche la si affrontano i nodi linguistici, le Novecento pluralità di narrazioni parallele e ed. orig. 2001, trad. dall’inglese questioni musicali intese in senso pp. 472, € 34, trad. dall’inglese di Fulvia professionalizzazione della musica isolotti di coerenza locale. per film (ottimo spunto di storia di Daniela Cianfriglia, stretto? In sostanza, dove risiede- De Colle e Massimiliano Morini Date le premesse, Griffiths se sociale degli stili). Vincenzo Martorella e Chiara Veltri, rebbe la novità di un libro identi- Einaudi, Torino 2014 la cava egregiamente, riuscendo Il gusto dell’autore inglese è de- pp. 1154, 56 ill., € 38, co nella struttura alla maggior par- a disegnare un quadro esaustivo cisamente poco insulare: se da un Einaudi, Torino 2014 te delle storie del jazz pubblicate? ma non piattamente ecumenico, assato per tre fondamentali lato si mostra insolitamente severo Personalmente credo che oggi insieme classico nell’impostazione Priscritture dal 1981 al 2010, con i nostri compositori dell’ottan- sce finalmente la traduzione affrontare le questioni storiche del e ricco di spunti personali, tro- Modern Music and After di Paul ta e spesso tiepido con i conterra- italiana di questo monumen- jazz in maniera veramente “nuo- vando il modo di smarcarsi senza E Griffiths rimane un caposaldo nei, dall’altro è spesso generoso di tale libro, la cui edizione origina- va” consista nel riuscire a superare petulanza dagli schemi lineari e della bibliografia di lingua inglese pagine e giudizi con figure intense le è stata pubblicata nel 2001 dal le logore suddivisioni stilistiche dai luoghi comuni, pur con tutte sulle tendenze della composizione e fascinose ma non sempre valo- giornalista e critico inglese che formatesi negli anni cinquanta e a partire dal secondo dopoguerra. le parti “obbligate” che una storia sin dal titolo si pone ambiziosi in grado di influenzare tutta l’im- come questa impone. Non si può rizzate nelle storie canoniche. È il Lo stile sciolto, l’acuta percezione caso di Nikolaj Roslavec, di Nikos propositi. Curata nell’edizione postazione teoretica sul percorso dire che l’autore ci consegni una jazzistico giunta sino a noi. Impo- dei problemi e una freschezza di Skalkottas, di Julián Carrillo, di italiana da Vincenzo Martorella, lettura polarizzante, destinata a stazione che in fondo non è mai impressioni affinata dalla prati- Stefan Wolpe, di Carl Ruggles. che aggiunge un ottimo glossario dividere o fare scuola, a differenza stata dimostrata veramente sul ca assidua della vita concertistica Uno dei punti di forza del volume a un testo altrimenti avaro di con- ne fanno ancora oggi una lettura per esempio dell’idiosincratico Ta- siderazioni strettamente musicali piano strettamente musicale, anzi ruskin, ma neppure che riscaldi gli (la determinazione a proseguire la preziosa, perfino dopo l’uscita di per poi affrontare, in appendice, è stata più volte smentita da tutti avanzi. Griffiths eccelle rassegna letteralmente fino all’al- una Cambridge History la storia del jazz in Ita- quei formidabili studi nel gioco della strana tro ieri) è al tempo stesso il suo of Twentieth-Century lia (ma in maniera non musicologici, sociolo- coppia, ama proporre tallone d’Achille. Se da un lato, Music a cura di Nicho- altrettanto felice ed gici e culturali in senso abbinamenti originali nelle sue scelte a caldo, necessa- las Cook e degli ultimi esaustiva), la pondero- stretto fioriti da una e paralleli spiazzanti riamente parzialissime, Griffiths due tomi della Oxford sa opera presenta luci e trentina d’anni a questa che hanno l’effetto di armonizza le proprie inclinazioni History of Music di Ri- ombre, aggiornamenti parte. stemperare contrappo- con ipotesi più consensuali, alcu- chard Taruskin, oggi interessanti e ripiega- Anche il peso pre- quanto di più completo sizioni un tempo inva- ne inclusioni ed esclusioni indu- ponderante assegnato licabili. Il suo migliore cono impressioni amorfe. Sarebbe menti verso il passato. il mercato anglosassone Arricchito da un’ampia alla storia jazzistica abbia da offrire. contributo di saggista è difficile, per esempio, desumere compresa tra la nascita in questi piccoli giochi dal libro un panorama credibile bibliografia, il volume Questo einaudiano si propone anche di ri- del bebop e le poetiche La musica del Novecen- prospettici che danno della musica italiana degli ultimi degli anni sessanta e l’impressione di coglie- anni. Sempre più spesso, inoltre, vedere la storia del jazz to non è una traduzione eliminando gli aspetti dell’inizio dei settanta di quel classico, ma un re scorci inediti di una la parte “contemporaneissima” leggendari, fantasiosi non modifica il raccon- testo a parte, una sorta di quarto città cara e familiare. Con la sua si riduce a una piatta enumera- e non verificati del percorso di to storico del jazz, correggendo rimaneggiamento prolungato nei scelta raramente banale di opere zione di titoli, nomi, tecniche e questa musica presenti in molte solo in parte la generale sottova- due sensi, e attualmente privo di ed esempi, a volte piacevolmente procedimenti dove l’esaustività pubblicazioni del passato, e in lutazione dei primi quarant’anni un corrispettivo inglese a stampa. peregrini, fa l’effetto di una guida diventa name dropping. È come se gran parte vi riesce, anche se non di storia jazzistica. Inoltre, la pur Progetto curioso a partire dal ti- bene introdotta che dietro le fac- il pur informatissimo e bulimico vengono smantellati molti dei luo- lodevole trattazione sugli ultimi tolo: in un XXI secolo che volge ciate dei palazzi rivela cortili, fon- Griffiths celasse dietro il lamento decenni di vita jazzistica, con uno alla maggiore età (e ha già dato tane, misteriosi passaggi segreti. formulare sulla “dispersione” dei ghi comuni fioriti intorno al jazz di New ­Orleans. sguardo significativo all’Europa, segni di voler andare a vivere da A questo primo livello di revi- linguaggi una mancanza di chiare che giunge all’inizio del terzo mil- solo), continuare a sussumere un sionismo amabile, con i suoi esiti posizioni critiche. Si tratta di una trascuratezza che sparisce quando si affrontano lennio, occupa soltanto novanta repertorio che altrettanto impro- talvolta illuminanti, talvolta estrin- Più un orientamento nel reper- delle mille pagine del volume. priamente è detto “contempora- secamente rapsodici, si affianca torio o un utile ripasso che un te- gli sviluppi successivi della musica di derivazione afroamericana, rivi- neo” sotto la vetusta categoria del una seconda strategia compensa- sto di vera iniziazione, il volume è l punto nodale risiede proprio Novecento, secolo breve anche toria (cioè concepita per ovviare corredato da cento efficaci schede sti attraverso un accurato studio e riordino delle fonti, che rappre- Inel fatto che per costruire oggi in musica, appare oggi una scelta alla sopravvenuta impossibilità monografiche dove Griffiths ritro- una “nuova” storia del jazz non si editoriale timida. Tanto più che di raccontare gli ultimi cent’anni va tutto il colore della sua penna senta il principale pregio del libro. In questa capacità di attualizzare può prescindere da un’analisi lin- Griffiths (unico in questo nell’at- come un’organica unità di sen- e la splendida concisione delle guistica aggiornata, che affronti la tuale panorama italiano) si sforza so): le grandi carrellate temati- sue analisi. Al netto dei criteri di le informazioni, di affrontare gli argomenti in modo affidabile, gra- musica partendo dalle caratteristi- di rendere giustizia anche agli anni che. Questo taglio risulta parti- selezione di queste cento opere che estetiche, quindi strettamente 2000. colarmente marcato negli ultimi descritte, stupisce la scelta di non zie a una cultura enciclopedica e a un lavoro di consultazione che legate al modo in cui si concepisce Se da un lato, insomma, abbia- capitoli, quelli di attualità, dove montare il materiale nel corpo del e si costruisce la musica stessa, tro- mo a che fare con un manuale di l’autore si sforza di domare la ple- testo, dove troppo rare sono le pa- ha portato alla raccolta di una ric- ca documentazione storiografica, vando quindi nuove impostazioni storia della musica, destinato a tora di una materia che gli sfugge gine così approfondite, o di non metodologiche che non siano contendersi l’adozione con i clas- di mano riducendola a fattor co- impostare l’intero volume su quel stanno le luci, le qualità migliori dell’opera, mentre dall’altra parte modellate su quelle del passato e sici volumi Edt, dall’altro Grif- mune e distribuendola sotto ru- formato. Nel complesso un ottimo consentano di rivedere le etichette fiths, autore post-novecentesco, è briche trasversali come l’uso della lavoro, solido e godibile, seppure si deve notare la mancanza di un reale approfondimento linguisti- stilistiche con cui si vuole dividere costretto a dispiegare stratagemmi tecnologia, il riutilizzo luttuoso non destinato a lasciare il segno. un percorso articolato come quel- co-musicale, che porta a una so- strutturali, retorici e narrativi per del passato ecc. La strutturazione La traduzione, chiudendo l’occhio lo del jazz, dove la contemporanea stanziale disattenzione per lo svi- ovviare a una duplice difficoltà, in per motivi e problemi, però, aiu- su qualche occasionale durezza, è presenza di tutti gli stili e di musi- luppo del pensiero musicale e per parte sconosciuta ai suoi prede- ta a dare freschezza e dinamismo molto curata e scorrevole.­ n cisti di diverse generazioni è una la sua attuazione pratica. cessori. Il primo ostacolo, quanti- anche alle sezioni dove l’oggetto è caratteristica del suo cammino e [email protected] Ne deriva una genericità nella tativo, è legato ai limiti oggettivi di meno recalcitrante, anzi bisogno- dovrebbe entrare a pieno titolo trattazione degli aspetti specifica- ciò che oggi si può dire o raccon- so di venire rimestato. Questo non nella narrazione della sua storia. F. Peri è filosofo e germanista mente musicali comune tare in cinquecento pagine scarse. significa che l’esposizio- In questo rifinire, lucidare, siste- ad altri manuali storici Far entrare l’universo della “nuo- ne non sia talvolta stanca, mare un pensiero “vecchio” stan- dedicati al jazz, generici- va musica” in un unico volume è o che non si avverta qua no così sia le qualità, sia i limiti tà che finisce per rendere ormai una sfida proibitiva. Consi- e là il tædium dell’opera di un lavoro peraltro impeccabile l’autore dipendente da derato che nell’ultimo scomparto su commissione, ma oc- dal punto di vista della stesura e considerazioni musicali della sua meravigliosa Histoire du corre evidenziare anche assolutamente ben tradotto in lin- e inquadramenti storici quatuor à cordes (2010) Bernard i pregi di una trattazione gua italiana, finalmente con un lin- formatisi alcuni decen- Fournier impiega almeno il triplo che pur senza rispondere guaggio appropriato che rivela la ni fa. Senza entrare nel dello spazio per fare il punto su- a idee forti o a un’esplici- competenza della curatela. In so- merito dei giudizi critici gli ultimi settant’anni di un solo ta visione di fondo riesce stanza, le informazioni che Ship- e delle valutazioni arti- e unico genere, riuscendoci per quasi a sfiorare l’ambita ton inserisce nel libro sono ag- stiche concernenti opere uno stretto margine, la pretesa di completezza (seppure giornate, anche preziose, e frutto e musicisti, l’imposta- inscenare un Novecento musicale con crescente affanno di una documentazione da storico zione scelta da Shipton a un’unica campata appare ormai dopo il 1980) e propone di alto livello, ma l’impostazione rende lecito porsi una problematica. Il secondo aspetto è alcune chiavi di lettura e la metodologia appartengono al domanda: si può parlare qualitativo: venuta meno la forza interessanti. Si potrebbe- ­passato. n strutturante del “grande raccon- ro citare, a quest’ultimo di “nuovo” quando la to” modernista, organizzare­ il riguardo, l’insistenza sul- metodologia applicata [email protected] materiale secondo direttrici for- la modalità intesa come risponde, pur nella mag- ti, intorno a una trama unitaria e fonte di arricchimento e giore, esemplare preci- M. Franco è musicologo e saggista N. 7/8 32 Arte liano (Aen., VIII) in cui Vulcano Magnani-Rocca (di solito datata alla vita attiva (in Libia) e con- Le imprese dipinte entra nella fucina per ordinare 1512-1514), opera di provenien- templativa (in Italia). Per il tra- ai Ciclopi di forgiare le armi per za antica incerta, nella quale il mite della Festa di Venere, madre del principe di Ferrara Enea, alludendo così ad Alfonso, donatore e la bionda santa Ca- di Enea, era possibile compren- che dall’inverno 1508-1509 era terina sono troppo prontamente der il tema delle tele sottostanti: di Alessandra Pattanaro entrato in guerra contro Venezia. identificati con Alfonso e Lucre- al Festino belliniano, celebrazio- L’architettura perfetta di questa zia, afflitti per la morte del picco- ne dell’infanzia di Bacco con cui ricomposizione critica tende ad lo Alessandro, avvenuta proprio erano esibiti i pericoli dell’ecces- Vincenzo Farinella nire, il duca nei panni di Marte allentare la forza di un’iscrizione nel 1516. Vale la pena di riflet- so del vino, e agli Andrii, antiteti- vincitore, di Enea, di Nettuno, di ufficiale. Che le opere non nasca- tere sul suggerimento di Fari- ca visualizzazione dei vantaggi di ALFONSO I D'ESTE Bacco e poi, al tempo della rela- no anche come occasioni d’arre- nella, anche perché il profilo del un consumo regolato. Il Trionfo Le immagini e il potere zione d’amore con Laura Dianti, do o per iniziativa personale, ma donatore non assomiglia troppo indiano di Bacco di Raffaello (so- pp. 1042, € 65, di Giove, di Cupido e di Apollo. tendano ad avere come cornice a quello ducale, che Tiziano de- stituito poi con il Bacco e Arianna Officina Libraria , Milano 2014 Già negli anni novanta il gio- fatti storici molto precisi, può lineerà all’inizio degli anni venti. di Tiziano) e la Partenza di Bacco vane regnante cura l’immagine avere conseguenze importanti. È L’ipotesi del libro che anche a veste e la struttura del vo- pubblica del ducato, seguendo le per l’India, soggetto del quadro quanto si può rilevare per il Cri- nello smantellato camerino delle di Dosso ora al Museo di Mum- Llume che Vincenzo Farinella orme dello zio Borso, promotore sto della moneta di Tiziano che pitture si riproponesse uno spe- ha dedicato al duca di Ferrara del Salone dei Mesi di Schifanoia. bay, e assunto definitivamente sappiamo avere decorato l’arma- culum principis dà corpo all’idea da Farinella come componente Alfonso I (1476-1534) sono mol- Indimenticabile e ricca di risvol- dio della collezione numismatica che i suoi quadri non fossero to solide. Quasi seicento pagine, ti, seppure trascurata dagli studi, del ciclo, costituivano invece un estense. L’opera si col- capitoli di una per- secondo “dittico”, dedicato al scandite in capitoli dai titoli ac- è la missione diplomatica a Roma loca di solito al 1516, corso neoplatonico di cattivanti, ripercorrono e isolano per rendere omaggio al papa propagatore di benessere e di quando il pittore sog- redenzione, ma piutto- pace (Diodoro Siculo). Il dito passaggi cruciali della vita del Borgia, in compagnia del pitto- giorna per la prima sto “dittici dionisiaci”, protagonista celebrati per via di re Ercole de Roberti, nell’estate puntato del bellissimo Bacco volta a Ferrara, testi- ovvero manifesti delle dossesco indicherebbe pertanto immagini, in parte già argomen- 1492, l’anno di avvio della “nuo- doti del buon gover- monianza dell’elabo- mete indiane e non la figura di tati in altre sedi e ora aggiornati: va amplificatione” di Ferrara. Il razione di un tipo di nante, da intendere Arianna reclinata negli Andrii, le dalle apparizioni pubbliche del principe sedicenne guarda con quadro a mezze figure come una risposta cui struggenti peripezie amorose, principe bambino alla battitura entusiasmo alla città di Roma, che si dilatano frontali estense al “diramato prima dell’apoteosi, sono state di monete a lui dedicate, all’ide- entro un contesto ricomposto al piano per campiture panegirico delle virtù invece ricostruite da Ballarin in azione di programmi decorativi con abile regia da Farinella utiliz- di colore, prima cioè dell’optimus princeps” e di singole opere. Nel volume, zando le Antiquarie prospetiche e della inconfondibile e espresso, per Farinel- una chiave di lettura tutta neo- Marialucia Menegatti presen- la Nota d'anticaglie, due anonime trainante concitazio- la, nella Stanza della platonica. Nella lettura di Fari- ta in circa duecento pagine una fonti contemporanee assai affi- ne dell’Assunta. Fari- Segnatura di Giulio II. nella il Bacco e Arianna assume Cronistoria biografica di Alfonso I dabili. Morta Anna Sforza nel nella, sospingendone la data al Così, delle “sei fabulae overo hi- così un ruolo nuovo, anomalo d’Este e un profilo di taglio stori- 1497, Alfonso stesso dà avvio al 1521, per maggiore convenienza storiae” che l’umanista Equicola anche rispetto alla tradizione ri- co dal titolo riduttivo, considera- cantiere che ospiterà in Castello con rinnovati dissidi tra il duca e tratteggia nel 1511, la sesta ( non nascimentale: l’amore al quale tane la miniera di dati d’archivio la nuova consorte Lucrezia Bor- il papa, la trasforma in un qua- il Trionfo di Bacco di Raffaello si allude non è per una mortale, (alcuni inediti) e che consente di gia. Nulla resta del lavorìo di dro “protobarocco”. La propo- mai pervenuto, ma il fregio di ma quello del duca per la città di penetrare nel vivo delle relazioni pittori, artigiani e apparatori do- sta, seppure cauta e argomentata Dosso) sarebbe basata sul com- ­Ferrara. n intrattenute da Alfonso con gli cumentati a corte in questi anni con ricchezza di considerazioni, mento di Landino ai primi sei [email protected] stati italiani ed europei. Seguono (dispiace manchi nel dettagliato provoca inoltre l’inserimento, libri dell’Eneide, a sottolineare la traduzione e il commento di rapporto il nome di Boccaccio nel vuoto venutosi a creare, del- l’itinerario intrapreso dall’eroe Giorgio Bacci al Pulcher Visus di Boccaccino, tratto di prigione a A. Pattanaro insegna storia dell’arte moderna la pure tizianesca Sacra famiglia virtuoso dalla voluptas (a Troia), all’Università di Padova Scipione Balbo, un poemetto en- Milano nel 1497 per sostituirsi a comiastico dedicato alla delizia Ercole de Roberti), ma l’autore estense di Belvedere e al suo par- suggerisce di condensarli visi- co. La bibliografia è imponente vamente nella cornice di spec- e i ricchi indici sono curati dalla chio recante l’iscrizione Bonum Dittatura della maschera stessa Menegatti. Malum e la granata svampante, Nei testi si dipana una storia impresa personale dell’estense di Stefano de Bosio alla quale la letteratura specia- (Victoria & Albert Museum), un listica degli ultimi vent’anni ha oggetto brillantemente recupe- Hans Belting di maschera, all’insegna cioè di una inelimina- dedicato attenzioni considere- rato ed evocatore di cimenti gio- bile semplificazione e astrazione della sua com- voli, ma diversamente angolate: vanili, nel genere degli artefacta FACCE plessità. In tale quadro si colloca con efficacia la ricordo almeno le mostre su Gli lignei, che introducono alla ben Una storia del volto sezione centrale del libro, dedicata a una rilettu- Este a Ferrara del 2004 (declinate nota passione per la creazione ed. orig. 2013, trad. dal tedesco ra della storia del ritratto europeo come masche- in tre cataloghi Electa, curati da di strumenti bellici esaltata da di Jean- Pierre Baldacci e Luca Conte, ra. Riprendendo linee di ricerca inaugurate nel ­Paolo Giovio. Jadranka Bentini, Matteo Ceria- pp. 375 , € 37, Carocci, Roma 2014 suo fondamentale Immagine e culto (1990) e già na e Marco Borella) e i due vo- Dopo la morte di Ercole I, nel approfondite in chiave teorica in Bild-Anthropo- 1505, due monete d’oro, l’una lumi di Alessandro Ballarin su on una storia del ritratto ma una storia logie, Belting ricostruisce la genesi e i presuppo- Dosso Dossi e la pittura a Ferrara con Sansone e l’impresa De forti (culturale) del volto: questo è il proposito sti del ritratto rinascimentale, secondo un per- al tempo di Alfonso I d'Este, del dulcedo, l’altra con il Cristo del- N alla base dell’ambizioso libro di Hans Belting, corso che interseca sia l’icona medievale, specie 1994-1995 (Bertoncello Artigra- la moneta e l’impresa Quae sunt pubblicato in tedesco nel 2013 e ora tradotto la “vera icona” (la Veronica, raffigurazione del fiche), seguiti dai sei dedicati allo Dei Deo, palesano una “nuova dall’editore Carocci. Perseguendo il progetto volto del Cristo) sia le pratiche e le convenzioni studio di marmo e al camerino linea ideologica”: di benevolen- di un’antropologia visiva posta a fondamento proprie dell’araldica. delle pitture di Alfonso del 2002- za verso i sudditi e di politica di una rinnovata Bildwissenschaft (scienza del- La stessa tradizione europea del ritratto, fon- 2007 (Grafiche Aurora). Questi ­antipapale. data in ultima analisi sulla messa in scena sociale Ma è la proposta dell’autore le immagini), Belting vi affronta lo studio del ultimi nascevano con l'intento di del soggetto, tende inevitabilmente verso la “ma- di rivisitazione dello Studio di volto umano all’insegna della triade concettuale far parlare i documenti visivi, in- schera” (sociale, appunto): una costante che, se- seguendone le molteplici solleci- marmo come speculum principis a Immagine-Medium-Corpo, i tre poli già inda- condo Belting, viene perlopiù sottaciuta negli tazioni ed esplorandone il signifi- consegnarci l’immagine del nuo- gati dall’autore in Antropologia delle immagini studi, a favore invece di “un cantus firmus (…) cato in relazione al committente vo duca. Ancorato all’iscrizione (2001, tradotto sempre da Carocci nel 2013). che insiste entusiasticamente sulla vicinanza alla e ai contesti. A partu Virg. M.D. VIII. Alf. D. A un estremo, dunque, il volto umano, con realtà e alla vita del volto ritratto”. Belting sce- La novità del volume di Fa- III. hoc sibi ocii et quietis ergo la sua continua mutevolezza, per molti versi rinella sta nell'avere affrontato cond, scolpita su uno dei rilievi, inesprimibile; all’altro estremo l’infinita varietà glie pertanto di seguire quegli episodi nei quali l'argomento dalla parte di Alfon- l’apparato marmoreo deve fare di “immagini”, di rappresentazioni (visive ma traspaia più evidente la lotta del ritratto contro so e degli avvenimenti storici e però i conti con il viaggio ro- anche verbali) che del volto umano sono state la sua costitutiva natura di maschera: dalla serie politici che ne toccano gli anni di mano di Antonio Lombardo nel fornite nei millenni. Tra questi due termini l’im- di autoritratti di Rembrandt agli esperimenti no- governo e, benché la logica inse- settembre 1508 (meritoria pre- portante ruolo dei media, cioè delle molteplici vecenteschi di Bacon per “liberare” il volto dalla guita assuma a tratti un’impron- cisazione dello stesso Farinella) tecniche e tecnologie (dalla modellazione della maschera, restituendolo alla sua integrità, para- ta deterministica, la narrazione che induce così ad anticipare la creta alla pittura ad olio, dalla fotografia alla dossalmente, per mezzo di laceranti deformazio- è fitta di riferimenti e il ritmo Contesa tra Minerva e Nettuno al cibernetica) che hanno dato forma a queste ni fisiognomiche. Anche nella società contempo- molto coinvolgente: esemplare 1507, perché Alfonso, identifica- rappresentazioni, definendone al contempo le ranea plasmata dai mass-media, il volto umano, risulta la lettura ariostesca della to con il giovane giudice-Dioniso modalità e possibilità di interazione con il corpo nella sua pervasiva presenza, risponde nuova- Melissa di Dosso Dossi ora alla (Diodoro Siculo), aveva da poco stesso del fruitore. mente ai codici di lettura propri delle maschere. Galleria Borghese. deciso di punire i fratelli Giulio Questa storia culturale del volto vive dunque Facce non è propriamente una storia, quanto La strategia di potere perse- e Ferrante per la congiura ordita nella longue durée, articolando linee di tendenza un succedersi di punti di vista, di angolazio- guita per via d’immagini impli- contro di lui. Mentre la Fucina e polarità che attraversano e organizzano l’am- ni differenti sul volto nella storia della cultura ca opportuni travestimenti: ci si di Vulcano, con la citazione del pio spettro di materiali presi in esame. Per Bel- occidentale. A emergere è dunque una sorta di imbatte infatti in Alfonso come Laocoonte, è spostata all’inverno ting, vero e proprio filo conduttore è il continuo mappa concettuale, che ha il merito di collocare Ercole strozza-serpenti, nella 1508-1509, per rievocare non la confronto e scambio tra il volto e la maschera. entro una più ampia prospettiva il dibattito con- medaglia destinata a celebrare il nascita di Minerva dalla testa di Più in particolare, risulta centrale l’ipotesi critica temporaneo sul volto e sull’immagine, mostran- precocissimo fidanzamento con Giove (recuperando anche il se- di una costitutiva traduzione del volto in termini done le radici (e le contraddizioni) antiche. la coetanea Anna Sforza, ma si condo soggetto dei frontoni del incontra anche, nei decenni a ve- Partenone), bensì il passo virgi- N. 7/8 33 Cinema Un’aura metafisica di Steve della Casa La svolta degli anni sessanta Paolo Ceratto e Franco Prono lo è certamente per quanto riguar- di Giaime Alonge da la memoria dello spettatore. E CATERINA BORATTO così Caterina Boratto riceve tante Leonardo Gandini lo ­spettacolo cinematografico si rivolgeva soprat- Una regalità completa richieste, e lei le accetta tutte. Un tutto alle famiglie, e dunque il rispetto di certe pp.224, € 27, Piazza, Torino 2015 regista che con Fellini ha tanti pun- VOGLIO VEDERE IL SANGUE convenzioni era in linea con le aspettative della ti in comune (e che lo ha più volte La violenza nel cinema contemporaneo maggior parte degli spettatori. Negli anni sessan- aterina Boratto è una presen- ispirato con il suo talento visivo) è pp. 114, € 12, Mimesis, Milano–Udine 2014 ta, genitori e fratellini restano a casa a guardare la Cza decisamente anomala nel Mario Bava. E la presenza di Ca- televisione, e al cinema vanno quasi solo gli ado- panorama del cinema italiano. È il terina Boratto segna praticamente uello della rappresentazione della violenza lescenti e i giovani adulti, e quindi certe pruderie prototipo della diva, ma diva non il sovrapporsi dei due registi. Sia- Qnel cinema è un problema vecchio quasi tardo-vittoriane risultano controproducenti. Da è mai stata. Vanta una grande ami- mo nel 1967, gli stabilimenti sono quanto il cinema stesso. Si tratta di un problema Peckinpah a Tarantino, dai B-movies sui cannibali cizia con Federico Fellini, ma non quelli creati da Dino De Laurentiis che si inserisce all’interno del più ampio dibattito degli anni settanta agli odierni torture porn (le se- si è mai tirata indietro se l’offerta sulla Pontina (la famosa Dinocittà), sul supposto potere del cinema di corrompere il di una scrittura proveniva da uno il produttore napoletano ha in can- rie di Saw e Hostel), sangue e budella non hanno pubblico, soprattutto quello più giovane. A sua più smesso di schizzare sul grande schermo. dei tanti artigiani che tiere due film. Uno è Il volta, questo dibattito si è poi allargato ai media hanno reso grande il ci- viaggio di Mastorna, il Con questa complessa materia, Gandini si è che hanno seguito il cinema, dalla televisione ai vi- misurato in un libro agile e intelligente, che ha la nema italiano di genere. film che Fellini non ha deogiochi. Basti pensare alle polemiche recenti su capacità di saltare a piè pari tutti i luoghi comuni È stata una protagoni- mai voluto realizzare Grand Theft Auto, un videogame accusato di in- del summenzionato dibattito sulla violenza nel ci- sta della Resistenza, ma ma ha iniziato a lavo- durre comportamenti criminali negli adolescenti. nema. Gandini, infatti, pur guardandosi dal non solo i pochi intimi che la rare per ben tre volte. Ma se questo genere di polemiche per molti versi considerare un problema la presenza di un alto frequentavano ne erano L’altro è Diabolik, film è permanente, consustanziale alla riflessione sulla al corrente, visto che lei d’avventura ispirato alle natura dei mezzi di comunicazione di massa, Le- tasso di violenza nella produzione contempora- non ne parlava mai. Ha famose vicende del pro- onardo Gandini ha ragione nell’individuare nella nea, si dimostra sordo alla vulgata giornalistico- realizzato il sogno di tut- tagonista del fumetto fine degli anni sessanta un passaggio cruciale. sociologica che parla di questi film in forme allar- te le attrici italiane, otte- nero. Bava e Fellini sono Nei decenni precedenti, infatti, pur con delle mistiche. La forza del libro di Gandini consiste nendo un contratto per amici, si fanno scherzi a eccezioni, la rappresentazione cinematografica proprio nel fatto di ricostruire il quadro della ri- una major americana e vicenda, i due set (per della violenza era stata caratterizzata da una forte cezione critica dei film, per poi andare a verificare recandosi quindi giova- due film così diversi, ma stilizzazione anti-realistica: poco sangue, nien- la fondatezza di quelle affermazioni. Il risultato è nissima a Hollywood: però se ne è accomunati da una grande sensibi- te fori di proiettili nei corpi delle vittime, morti interessante, e spesso sorprendente. Ad esempio, andata via senza rimpianti prima di lità verso l’iconografia del fumetto rapide e relativamente pacifiche, ecc. Con film Gandini smonta uno dei luoghi comuni più diffu- interpretare un solo film. e della pop art) sono praticamente quali Gangster Story (1967) di Arthur Penn e Il si sull’argomento: l’idea della gratuità delle scene Insomma, una personalità com- un set solo. Bava scrittura Caterina mucchio selvaggio (1969) di Sam Peckinpah, que- di violenza. Attraverso una serie di acute e puntali plessa da raccontare, una storia pie- Boratto per il ruolo di Lady Clark, ste convenzioni crollano di schianto, e questo per analisi testuali, Gandini dimostra che “al cinema na di sorprese e da sottostorie che si una miliardaria che possiede una due ragioni. Da un lato, perché i confini di ciò la violenza è (a dispetto dei suoi detrattori) mo- concatenano e che contribuiscono collana di diamanti molto deside- che la società ritiene rappresentabile si allargano tivata e sensata. Le regole del cinema narrativo in modo decisivo a definire la sua rata da Eva Kant, la compagna di (non per niente, questo è anche il periodo in cui impongono alla violenza su grande schermo di personalità. Occorreva una ricerca Diabolik. I tre (Bava, Fellini, Borat- si avvia il processo di legalizzazione della porno- avere sempre un senso e una struttura”. Di questo approfondita, tanta pazienza e una to) fanno il loro lavoro e poi verso le grafia). Dall’altro, perché si è modificata la com- senso e di questa struttura, Gandini si dimostra volontà ferrea di cercare le fonti, sei si ritirano nel camerino di Fellini posizione del pubblico. Fino agli anni cinquanta, studioso esperto e sottile. di reperire testimonianze in prima per bere qualcosa e scambiare due persona. È quanto hanno fatto Pa- chiacchiere da vecchi amici. Cateri- olo Ceratto (il figlio di Caterina) e na Boratto era anche questo. Franco Prono, docente universi- E pensare che le sue origini non i genitori in via San Tommaso tario di storia del cinema italiano. sono legate alla recitazione ma al Roma è mia madre D’Aquino; e ancora: la Borgata Aiutati da molti ricercatori, hanno canto. Nel 1937 Tito Schipa, teno- Gordiani in La messa è finita; fino praticamente scandagliato le due re che da tempo aveva intrapreso di Francesco Pettinari a arrivare a quello che è il film possibili fonti utili per realizzare con successo una parallela carriera più emblematico in questo con- quest’impresa. Da un lato, i docu- di attore cinematografico in film Paolo Di Paolo e Giorgio Biferali namorarci di me”); una Roma che testo, Caro diario, dove Moretti menti di famiglia, le lettere, le foto musicali, cerca una partner per un ha sempre fatto da habitat alle sue attraversa Roma nella luce estiva (e infatti l’apparato iconografico è film che sta per entrare in lavorazio- Viaggio a Roma storie, fatta eccezione per la parti- legando il quartiere Garbatella particolarmente ricco e sorpren- ne. Gli suggeriscono questa esor- con Nanni Moretti ta in trasferta di Palombella rossa (quello dove è ambientata Una dente). Dall’altro, l’accurata ricer- diente, ragazza di buona famiglia pp. 167, € 12, e per La stanza del figlio ambien- vita violenta di Pasolini) all’I- ca di tutte le fonti orali, ovvero di con un evidente talento musicale. Lozzi, Roma 2015 tato interamente a Ancona. droscalo di Ostia, il luogo dove tutti coloro che a vario titolo hanno Schipa la conosce, approva la sua Già nel suo esordio al lungome- Pasolini stesso fu assassinato; in incrociato con Caterina Boratto le scrittura e subito dopo si innamo- ntanto, una interessante ini- traggio, Io sono un autarchico, nel Aprile si impongono l’Isola Tibe- propria avventura professionale nel ra, non ricambiato, della giovane. Iziativa editoriale: una collana, 1976, a soli ventitré anni, Moretti rina e l’ospedale Fatebenefratelli cinema. I film di Schipa all’epoca erano di- “Remo”, dedicata a libri ambien- rivendicava e manifestava, seppu- dove è nato il figlio del regista; nel Il dato più evidente che risulta stribuiti anche in America, perché tati nella capitale, dove la M del re proiettata nel suo Caimano invece, Roma in modo unanime è che Caterina il bel canto italiano è sempre stato logo è rappresentata graficamente alter ego per eccellen- resta sullo sfondo delle Boratto si avvicinava a qualsiasi set oggetto di curiosità per il pubblico come un simbolo stilizzato della za, Michele Apicella, vicende, mentre, in Ha- con grande semplicità anche se era statunitense. Quella ragazza bionda lupa. Si aggiunge agli altri titoli quella autosufficienza bemus Papam prende circondata da un’aura quasi metafi- viene scritturata dalla Mgm, la casa un testo scritto a quattro mani da esistenziale e senti- corpo una immagine sica. E questo è stato il primo frutto produttrice di Hollywood, ma non Paolo di Paolo e Giorgio Biferali, mentale, fatta però di straordinaria, profeti- della sua lunga frequentazione e girerà nessun film, a causa della un viaggio, come recita il titolo, inadeguatezza e di re- ca e anche pregna di amicizia con Federico Fellini, che guerra imminente e della volontà di volto a disegnare una mappatura ticenza a soddisfare le verità storica: la loggia Caterina Boratto aveva conosciu- stare vicino alla famiglia. dei luoghi romani del cinema di aspettative degli altri to quando era ancora un giovane Boratto ritorna a Torino, si spo- delle benedizioni vuo- Nanni Moretti. A pensarci bene, che, con declinazioni ta, ma c’è anche il Te- e sconosciuto sceneggiatore, nel sa con l’imprenditore Ceratto. La espressioni e vocaboli legati al differenti, si ritrova 1942, sul set di Campo de’ Fiori di guerra non passa inosservata: ha atro Valle, quello che lessico cinematografico come rac- in tutto il suo cinema. poi è diventato il tea- Mario Bonnard (il primo film a uni- un fratello partigiano e un altro che conto per immagini in movimen- Inoltre, già da qui si re sul set Aldo Fabrizi e Anna Ma- tro “occupato” e che verrà ucciso a Cefalonia dai tede- to, o il termine stesso “girare”, poteva ritrovare una gnani, la coppia che con Rossellini tanto posto ha avuto schi. La casa di Caterina, sulla colli- rimandano di per sé all’idea che sua grande costante: la passione darà il via al neorealismo). Quando nella cronaca degli ultimi anni. na torinese, è un ritrovo clandestino il cinema possa essere conside- per i dolci, in particolare la Sacher Fellini dovette mettere per la prima E si arriva a Mia madre, all’Ospe- di antifascisti, l’attrice è molto attiva rato un mezzo di trasporto e lo Torte, che ha dato il nome anche volta in scena la sua incredibile pi- dale San Camillo Forlanini che in quel campo. Non se ne vanterà spettatore, di conseguenza, un al suo cinema e alla sua casa di di- grizia e la sua difficoltà nell’inven- tiene fuori la città, perché qui si con nessuno, e dopo la guerra gire- passeggero. E così, se esistono la stribuzione; e come non ricorda- tare sempre qualcosa di nuovo, con consuma quel tempo di attesa rà pochi film sino a quando l’amico New York di Woody Allen o la re, a questo proposito, il barattolo Ennio Flaiano­ creò quello straor- che esclude tutto il resto, a parte Fellini non la rimetterà in circolo. Berlino di , esiste la gigante di Nutella in Bianca, di- dinario film che si intitola 8 e1/2 e la casa della madre, che è di fatto Insomma, Caterina Boratto non ha Roma di Nanni Moretti, una città ventato un’icona della solitudine che racconta proprio quello stato avuto una sola vita. Ne ha avute tan- un personaggio del film. Quando d’animo. che si configura come un doppio collettiva? i due autori, nella conversazione tissime. Il volume le racconta, e ci della personalità del regista: è una Ecco allora alcuni dei luoghi Una presenza eterea, regale, qua- racconta anche di un cinema, quel- che chiude il loro viaggio, chiedo- Roma per lo più nascosta, spes- cari al cinema di Moretti: in Ecce si metafisica, una donna bionda ele- lo italiano, che è pieno di avventure, no a Moretti cosa rappresenti per so legata ai luoghi della sua vita Bombo, piazza dei Quiriti nel gante e raffinata che incontreremo di ingegno, di storie da ricostruire lui Roma, ecco la risposta: “Mah, privata, intima e intimista (esat- quartiere Prati; in Sogni d’oro, il di nuovo in Giulietta degli Spiriti con la stessa passione e rigore che me la potrei cavare dicendo che è tamente come il suo cinema; una liceo Manara di via Basilio Bric- dove, se possibile, tali caratteristi- qui abbiamo visto all’opera.­ n mia madre”. n che sono ancora più sottolineate: Roma che ospita le storie di un ci, nel quartiere Monteverde: in non è un ruolo importante dal pun- [email protected] egocentrico: si pensi alla battuta questo film, peraltro, Moretti ha [email protected] to di vista dei minuti sullo schermo, di Ecce Bombo: “Ti volevo chiede- ricostruito la sua vecchia camera S. della Casa è critico cinematografico re se ci potevamo vedere per in- dell’abitazione dove viveva con F. Pettinari è critico cinematografico N. 7/8 34 Fotografia se creative ed economiche. Ma è Il ritratto di un’epoca e di un mondo comunque il momento cruciale Il tamburo del reporter della sua produzione (della sua di Gabriele D’Autilia ricerca di sé): il bisogno sociale di di Marco Maggi immagini ha generato un lucro- Stéphanie de Saint Marc parte anche l’originale pseudoni- so mercato iconografico che ora Ugo Lucio Borga mente convinto che la pace pos- mo, studiato con attenzione: da interseca una ricerca personale il sa essere costruita solo durante NADAR Nadard a Nadar, “breve e mne- cui esito fotografico sembra ine- IL SUDARIO DI LATTA la pace”; e prosegue, indicando Un bohémien introverso monico”. È cordiale e simpatico vitabile. Sono i percorsi non sem- Taccuini di guerra la causa strutturale delle guerre pp. 302, 32 ill. b/n, € 30, e ne è ben consapevole (una “per- pre visibili della cultura visiva. pp. 259, € 20, contemporanee con la lucidità Johan & Levi, Monza 2014 sonalità roboante, ingombrante, Nadar costruisce il ritratto di Marcovalerio - Centro Studi Silvio di chi non ha distolto lo sguardo seccante, irritante”, dirà di sé con un’epoca e di un mondo che os- Pellico, Cercenasco (Torino) 2015 di fronte all’orrore: “Adottare a fotografia è una scoperta ironia compiaciuta), in cinque serva da molti anni (anche per la politiche economiche che pon- “Lmeravigliosa, una scienza minuti passa al tu, e in un’ora caricatura chiedeva ai modelli di i può rappresentare la guerra gano l’uomo, e non il profitto, al che occupa le menti più elevate, crea un rapporto di confidenza; posare in studio), e scopre che Sa partire dai suoi effetti: maca- centro dei loro obiettivi è l’unica un’arte che affina gli spiriti più è ubiquo e capace in pochi anni l’immagine ottica può rivelare bre teorie di corpi appesi in Cal- strada per intervenire sulla dise- sagaci e la cui esecuzione è alla di crearsi una smisurata rete di gli aspetti profondi della psico- lot, cumuli di cadaveri su cui si guaglianza, la fame, la schiavitù e portata dell’ultimo degli imbe- amicizie, il suo vero patrimonio. logia dei soggetti e non limitarsi avventano sciacalli in Goya; con l’oppressione che investono una cilli”: è lo stesso Nadar a dare Alcuni sono intimi, come Baude- solo alla messa in scena del loro l’avvento della fotografia, i primi parte sempre più cospicua di es- voce all’idea che della fotografia, laire, altri sono funzionali alla sua ruolo sociale (quella offerta alla piani di volti maciullati e chirur- seri umani”. Al fotogiornalismo scienza magica, avevano i suoi ascesa, ma il suo è un arrivismo sussiegosa borghesia del secondo gicamente “ricostruiti” (Ernst spetterà il compito ulteriore di tempi; ma poi aggiunge che se trasparente, mitigato da un altru- Impero dal concorrente André- Friedrich, Guerra alla guerra, scrutare, nel groviglio di con- anche un cocchiere può impa- ismo genuino. La sua passione Adolphe-Eugene Disdéri, l’in- 1924); in anni recenti, le cicatri- traddizioni che attraversa ogni rarne la pratica in una trova spazio anche nel- ventore della popolare carte de ci della Grande guerra conflitto, il riflesso di giornata, solo un arti- la politica e nel 1848 si visite). Nadar supera le rigidità ancora visibili nel pae- contraddizioni di altro sta è in grado di rea- incammina con altri della fisiognomica e porta nella saggio del fronte italo- ordine; non già foto- lizzare un vero ritratto volontari verso la Po- scientifica immagine ottica la pro- austriaco (Paola De grafare gli effetti della fotografico, di capire lonia per un velleitario fondità della pittura, in un tempo Pietri, To Face, 2009), guerra, bensì la guerra la natura del soggetto, tentativo di liberarla di posa prolungato che è ancora a o le carcasse arruggini- come effetto: “Foto- di raggiungere la “so- dal giogo russo. metà strada tra la seduta pittorica te e crivellate di colpi grafare la guerra si- miglianza intima”. Dai Il fatale incontro e la folgorazione dell’istantanea. dei mezzi abbandonati gnifica fotografare gli Dedica ogni cura ai soggetti, ne suoi contemporanei con la fotografia non è nel deserto iracheno effetti, le conseguenze semplifica la figura scegliendo Nadar era conosciuto fortuito: è un percorso (Richard Mosse, No- di scelte politiche sul- abiti essenziali o avvolgendola come “il parigino che personale ma ispirato mads, 2009). le quali, sempre più in drappi scuri per evidenziare sa fare tutto”, e non dai tempi. I suoi rac- Ugo Lucio Borga ha spesso, non abbiamo il volto, bonario come i suoi ro- principalmente come conti non indimenti- scelto un’altra strada. alcun controllo”. manzi quello di Alexadre Dumas fotografo. È anche cabili si ispirano a Bal- Fotogiornalista e scrit- I combattenti posano su fon- questo un segno della considera- zac, alla sua capacità di osservare padre, profondo quello di Ge- tore, ha inviato reportages dalle orge Sand, già magnetico quello di scuri di fronte a Borga, rivol- zione che della fotografia si ave- l’animo anche nei tratti del volto, aree più pericolose e insangui- gono all’obiettivo uno sguardo va ancora dopo la sua morte, nei e la fisiognomica, nella Parigi di della giovane Sarah Bernhardt. nate del pianeta: Somalia (2007- Nadar non è solo un fotografo, truce o lo distolgono; sempre primi anni del Novecento, e del metà secolo, è quasi una moda. 2011), Libia (2011), Libano e imbracciano un’arma. La com- resto, al di là delle celebrazioni Una volta passato al disegno sa- è un eclettico uomo ottocentesco, Siria (2012). I suoi taccuini di innamorato del progresso (e an- posizione allude (trattandosi di di rito, neanche più tardi, e fino tirico Nadar si lega all’editore guerra sono ora pubblicati, con ribelli al potere costituito, per a tempi recenti, gli studi su que- Charles Philipon (lo scopritore che politicamente progressista e un saggio introduttivo di Sandro acerrimo nemico del neoimpe- quanto dittatoriale) agli stilemi sto incomparabile ritrattista sono di Honoré Daumier, Grandville Iovine, in un fototesto che è non della fotografia criminale. Borga stati numerosi. Recupera in parte e Gustave Dorè) che sa sfruttare ratore Napoleone III), conduce soltanto fonte di informazioni di la sua ricerca senza disdegnare il invita tuttavia a vedervi di più, il ritardo una ricca e documenta- l’immediatezza della litografia e prima mano su conflitti riguar- a leggere in quelle pose il rifles- ta biografia, solo un po’ prolissa, le potenzialità comunicative del- commercio, i suoi studi eleganti do ai quali continuiamo a sape- sono punti di riferimento della so (condizionato) di immagini e che si pone nei confronti del vul- la stampa illustrata, studiando re poco e male, ma anche e so- autorappresentazioni prodotte cano Nadar in modo problema- il giusto rapporto fra testo e im- dinamica società parigina e ri- prattutto testimonianza di come chiedono investimenti faraonici altrove: “Rembrandt o Split. Di- tico, suggerendo come il suo in- magine. Ma è a quest’ultima che sia indispensabile, all’Europa e pende dal volto, dalla storia”, contenibile rapporto con gli altri Nadar darà la priorità e in parti- che lo portano più di una volta all’Occidente, lo sguardo di foto- sull’orlo del tracollo finanziario. commenta, con riferimento alle non fosse altro che una ricerca colare alla figura umana, sempre giornalisti indipendenti. atmosfere gotiche di una serie al centro dei suoi interessi: la ca- Un’instabilità motivata anche dai e una definizione continua di se Borga conosce la guerra. Ne ha televisiva di vampiri prodotta in ricatura richiede un’osservazione suoi sogni, non solo fotografici, stesso; un’identità fragile dunque sperimentato il tempo ridotto a Israele; o come quando racconta attenta del soggetto per metterne come quello di una allora del tut- sarebbe alla base di un percorso ripetizione dell’identico: non ci della sgangherata marina somala, in evidenza, esasperandoli, i tratti to fantasiosa aeronautica “più pe- conoscitivo che ebbe come esito sono date nei suoi taccuini, solo nella quale le divise dei reparti più significativi. Anche nel dise- sante dell’aria” (ma riuscirà, poco una straordinaria produzione ar- indicazioni di ore che si susse- sono distinte mediante l’uso di gno Nadar è un autodidatta, ha prima di morire, ad assistere nel tistica. guono senza soluzione di con- cappellini da tifosi del Real Ma- uno stile naïf, i suoi sono i disegni 1909 alla traversata aerea di Bléri- Classe 1820, Gaspard-Félix tinuità (“Ore 08.20. Corsa tra drid o del Chelsea, arrivati per Tournachon appartiene alla di un “bambino diabolico” ma ot) che promuove con la benedi- le macerie, in mezzo a palazzi che fanno subito rumore; dirà il zione, tra gli altri, di un visionario chissà quali vie a Mogadiscio… bohème, quel “mondo di spen- schiantati da proiettili di artiglie- I taccuini di guerra di Ugo sierata miseria” che farà di lui un collega Paul Gavarni: “Ah, siamo come lui, Jules Verne, alternan- ria pesante … Ore 12.00. Secon- perduti! Nadar ha imparato a di- dolo con incursioni fotografiche Lucio Borga sono un dolente ribelle e che lascerà il segno nelle do tentativo di uscire dal sacco j’accuse verso le contraddizioni sue amicizie, ma che diventerà segnare!”; in due anni, dal 1848 “elettriche” nelle fogne e nelle di Khan Sheikkun … Ore 20.00 al 1850, il suo tratto diventa po- catacombe parigine allora in pie- dell’Occidente. Chiosa redatta presto incompatibile, per il suo ...”). Di più, non ci sono pro- in Libia (a margine di una cita- spirito autodistruttivo, con l’in- polare. na ristrutturazione. Il Novecento priamente storie, in guerra: “La zione da Gramsci): “Penso senza traprendente vitalità del giovane La stretta censoria seguita al alle porte saprà smentire, spesso guerra è una dimensione spazio alcuna nostalgia al mio mondo. parigino. Perderà presto il padre, colpo di stato bonapartista del tragicamente, gli ottimismi e le temporale caratterizzata da ele- Inscatolati come tonni, annichi- diventando un premuroso ma dicembre 1851 lo costringe a de- passioni ottocentesche, ma il mo- menti di continuità, all’interno liti come sardine, senza principi incostante capo famiglia (i rap- dicarsi al meno rischioso ritratto derno sguardo ottico sull’animo della quale fluiscono le vite degli per cui lottare né coraggio da porti con il fratello e persino con satirico delle celebrità, un genere umano, il ritratto fotografico lo uomini: cambiano nomi e circo- mettere alla prova. Un popolo di il figlio vedranno crisi drammati- in voga, da cui nascerà il “Panthe- ha imparato una volte per tutte stanze, ma tutte le storie finisco- n rassegnati spettatori avvolti nel che). Deve quindi trovarsi un la- on Nadar”, nella forma di un’e- da Nadar. no, in qualche modo, per assomi- sudario di latta della nuova ditta- voro e il mondo delle gazzette, in norme litografia destinata non [email protected] gliarsi”. Prima responsabilità del gran fermento, offre interessanti alla stampa ma a essere esposta; fotogiornalista è dunque quella tura – quella finanziaria – che al profitto di pochi tutto sacrifica”. opportunità: fino al 1854, quan- un’impresa fallimentare in cui G. D’Autilia insegna cinema, fotografia di ri-personalizzare le vicende do scopre la fotografia, Nadar è mette in gioco tutte le sue risor- e televisione all’Università di Teramo degli individui stretti nella morsa Non è tuttavia la mistica del beau un giornalista, un mestiere che del conflitto, restituendo loro un geste, del rischio mortale che re- oltre a dare da vivere soddisfa il volto (a questo proposito è abba- dime un’esistenza insignificante, suo bisogno di visibilità. Quella stanza singolare, nel panorama a dominare; piuttosto, il titolo di della Parigi di metà secolo è una del fotogiornalismo contempo- Borga allude in modo ambiva- stampa piena di cose, e lui si oc- raneo, l’insistenza di Borga sul lente a quella riedizione tecnolo- cupa di cronaca e critica, è autore ritratto del combattente in posa gicamente aggiornata del sudario di cupi feuilletons e di racconti nelle serie Wanted in e Re- che è il negativo fotografico; e a sfondo medico (doveva essere tratos de rebeldes). Ma il compito nelle sue parole e immagini ri- questa la sua professione), ma del fotogiornalismo indipenden- suonano il biasimo e la condanna dovrà riconoscere di non avere te non si esaurisce qui. dell’Oskar Metzerath di Günther talento letterario; neanche questo La guerra è per Borga un nodo Grass. Continua a battere sul tuo però è un ostacolo: dalla penna di contraddizioni insolubili dal tamburo, reporter. n passa alla matita, dedicandosi alla suo interno, il fondo di un pozzo [email protected] caricatura. da cui, con le sue sole forze, chi Alla base di tutto c’è una stra- vi è precipitato non può in alcun M. Maggi insegna letteratura e arti tegia autopromozionale, di cui fa modo risalire: “Sono sincera- all’Università della Svizzera italiana N. 7/8 35 Scienze teoria delle proporzioni; la fecon- dità euristica dei "numeri amici", Autentico cercatore i numeri primi, i numeri perfetti. Un rilievo conoscitivo di prima di verità grandezza è riconosciuto ai "nu- meri di Fibonacci", in quanto il di Elena Canadelli suo Liber abaci ha contribuito "in modo decisivo alla diffusione in Occidente del nuovo sistema Federico Laudisa cui Mach è stato un importante studioso di meccanica, è stato numerico e dei nuovi logaritmi di ALBERT EINSTEIN calcolo". L'opera di Cardano Ars anche un deplorevole filosofo”. magna, afferma l'autore, "segna E L’IMMAGINE SCIENTIFICA Ampio spazio è riservato all’im- il definitivo superamento della DEL MONDO prescindibile confronto con la matematica medioevale e la na- pp. 131, € 13, Carocci, Roma 2015 meccanica quantistica, a partire scita di una nuova epoca". Così dal celebre passaggio di una let- pure un adeguato rilievo è dato al n una lettera del 1944 a un tera a Max Born del 4 dicembre contributo matematico di Rafael Igiovane fisico di nome Robert 1926 in cui Einstein dichiarava Bombelli, Pascal, Leibniz. Thornton, Albert Einstein distin- di essere convinto che il “gran "Per quanto possa apparire gueva tra chi in scienza si limitava Vecchio” non gioca a dadi con sorprendente", afferma l'autore, a essere “un semplice artigiano o il mondo. Su questo punto, per solo alla fine dell'Ottocento i ma- specialista” e chi invece era “un Laudisa il mito da rifiutare è tematici si sono posti il quesito: autentico cercatore di verità”. A quello secondo cui Einstein “fos- che cosa sono i numeri? Alcuni discriminare questi due possibili se avverso tout court alla proba- matematici hanno cercato nella modi di essere scienziato era la bilità come elemento strutturale Una controversia infinita logica i fondamenti della mate- presenza o l’assenza di una ri- di una teoria fisica, un mito che matica; Richard Dedekin e Got- flessione storica e filosofica, indi- conferisce alla nozione di deter- tlob Frege hanno fornito una spensabile se non si voleva finire minismo caratteri quasi “religio- di Mario Quaranta come “colui che ha visto migliaia nuova concezione del concetto si” che non potrebbero essere di alberi senza mai vedere una di numero naturale e Frege è il più lontani dall’attitudine critica ra è, forse, il più complesso. Del foresta”. Per Federico Laudisa, Umberto Bottazzini fondatore del programma logi- di Einstein”. Nelle pagine finali, saggio di Samo, nei primi secoli docente di logica e filosofia della cista, il cui obiettivo è di defini- l’autore ricostruisce in maniera NUMERI dell'era cristiana, Diogene Laer- scienza dell'Università di Mila- re in termini puramente logici i puntuale il dibattito tra Einstein Raccontare la matematica zio, Giamblico e Porfirio hanno no-Bicocca, questa sincera e radi- concetti della matematica. Le tesi e il fisico danese Niels Bohr; una pp. 201, € 14, raccontato la vita, tramandando- cata attenzione nei confronti del di Dedekin sono state sviluppate storia, quella dei rapporti tra ne l'immagine di una eccezionale pensiero filosofico fa di Einstein Il Mulino, Bologna 2015 da Giuseppe Peano e il program- Einstein e la fisica quantistica, personalità. In realtà sono stati l'ultimo, autentico filosofo natu- ma logicista da Bertrand Russell, che secondo l’autore è ancora in i neopitagorici come Giamblico rale del XX secolo, alla ricerca di mberto Bottazzini, profes- mentre il programma formali- parte da riscrivere a partire da un e Proclo e soprattutto Filolao un’immagine unitaria e coerente Usore di storia della matema- sta fu ideato da David Hilbert. punto di vista storicamente più di Crotone ad averlo esaltato della natura e delle sue leggi. tica nell'Università di Milano, ci E come la scoperta di una an- equilibrato, che tenga in maggior per i suoi contributi scientifici; Documenti alla mano, il libro propone un singolare criterio per tinomia determinò l'eclissi del ma nessuna fonte antica lo pre- vuole fare emergere la stretta e conto i resoconti diretti einstei- comprendere la matematica e la programma di Frege, così Kurt senta come scopritore del famo- organica interazione tra filosofia niani, spesso letti dalla prospetti- sua storia: puntare sulla storia del Gödel con il suo famoso teore- so teorema, detto di Pitagora. e scienza nell’opera del grande va di Bohr. numero, delle diverse interpreta- ma di incompletezza del 1931, Dall'analisi dei testi dei pita- fisico tedesco, sottolineando al Il libro cerca di smantellare zioni che ne sono state date, dei dimostrò l'impossibilità di di- gorici condotta con contempo la profon- alcuni luoghi comuni riguardan- suoi usi, del suo valore mostrare la coerenza di un qua- ampi riferimenti, si da influenza della sua ti il padre della teoria cognitivo e così via. Il lunque sistema nell'ambito del ha l'impressione che riflessione epistemolo- della relatività. Tra concetto di numero si sistema stesso, determinando la sia stata rovesciata gica sulla filosofia della questi, la presunta presenta come natura- crisi del programma di Hilbert, e la prospettiva con la scienza del Novecento “svolta conservatrice” le nel senso che ognu- aprendo un nuovo scenario nel- quale tradizionalmen- e oltre, per esempio di Einstein, sostenuta no ritiene di averne la matematica. In conclusione, te si ritiene di mettere su autori classici come da chi a partire dagli un'idea precisa; in re- dobbiamo ammettere che il nu- a fuoco la dottrina di Rudolf Carnap e Karl anni venti del Nove- altà esso non è affatto mero è un ente misterioso e inde- Pitagora e del pitago- Popper. Attingendo cento ha iniziato a ve- ovvio, tanto che i ma- finibile? Bottazzini apre una via a rismo; nel senso che, all’Autobiografia scien- dere in lui uno scien- tematici sono ancora una maggiore fiducia sui risultati evangelicmente, gli ul- tifica di Einstein, al ziato conservatore e oggi impegnati a for- conseguibili, sulla base di questo timi risultano, ancora suo corposo epistola- nostalgico, incapace di nirne una definizione suo punto di vista: “L’ipotesi che una volta, essere i pri- rio e alle sue opere a cogliere le grandi no- accettabile. I risultati tutta la matematica sia matema- mi, per cui si capisce stampa, come l’artico- vità concettuali della di molte indagini piut- tica umana, nel senso che essa è quanto di storicamente vero c'è lo Fisica e realtà (1936), l’autore meccanica quantistica, quando tosto attendibili ci dicono che basata sul cervello e sulla mente in Pitagora partendo dai pitago- ricostruisce il dibattito e le impli- invece nella prima parte della gli animali come gli scimpanzè, umani, apre affascinanti prospet- rici, e non da chi risulta essere cazioni filosofiche sollevate dalle sua carriera scientifica era stato i macachi, i piccioni, i ratti, han- tive alle indagini sull’attività ce- titolare di molte leggende (colpa, sue teorie nel contesto della fisica unanimemente rappresentato no un “senso del numero”, ossia rebrale e sulla struttura cognitiva o merito che sia, degli stessi pi- della prima metà del Novecento, come lo scienziato innovatore una capacità naturale di stimare delle idee matematiche, dalle più tagorici). dalla natura dello spazio e del per eccellenza. Lui stesso, ricor- piccoli insiemi, anche se solo la semplici alle più sofisticate”. n Bottazzini si sofferma poi su tempo alla oggettività delle leggi da Laudisa nell’introduzione, in nostra specie è dotata di un pro- fisiche, discutendo del rappor- cesso di astrazione che determina Euclide di cui evidenzia alcuni [email protected] una lettera indirizzata a Born da contributi di maggiore importan- to tra teoria ed esperienza e dei Princeton si lamentava di essere la successione infinita dei numeri concetti di modello, causalità, re- naturali. La conclusione è che la za: il ruolo cruciale assegnato alla M. Quaranta è saggista trattato “come un fossile”. Più in alismo, determinismo e probabi- generale, nel testo si intravede in conoscenza del funzionamento BIMESTRALE lità. Scopriamo così un Einstein del cervello ha permesso di sco- filigrana l’annoso dibattito (for- Il nuovo numero lettore appassionato del filosofo se un po’ superato e superabile) prire l'esistenza di "neuroni del scozzese David Hume del trat- numero" alla base del nostro degli Asini dell’inutilità o utilità della filo- rivistagliasini.org tato sull’intelletto, “studiato” senso del numero. sofia per la scienza, con partico- 27-28 EDUCAZIONE E INTERVENTO SOCIALE (rivelava in una lettera del 1915 ANNO V - MARZO / APRILE 2014 POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN A.P. D.L.353/03(CONV IN L.27/02/2004 N°46)ART.1 COMMA 1 AUT C/RM/04/2013€ 8,50 lare riguardo alla filosofia della L'autore si sofferma con ab- con gli interventi di Mauro Boarelli, al filosofo del Circolo di Vienna, fisica. Tra ricostruzione storica bondanza di documentazione Francesco Ciafaloni, Alessandro Moritz Schlick) “con interesse e Leogrande, Tomaso Montanari, Laura di una gloriosa stagione della fi- sulle molteplici tecniche adotta- La scuola di Renzi ammirazione poco prima di for- Una scuola per dividere Bispuri, Fausta Orecchio, Claudio sica novecentesca e sguardo alle te per ricordare i numeri, come Il labirinto universitario Giunta, Matteo Cesaro, Giulio mulare la teoria della relatività”. La fabbrica degli psicologi implicazioni contemporanee l'incisione di tacche sui bastoni Marcon, Fabio Germoglio, Emiliano Morti in mare : DOSSIER Centrale l’analisi del rappor- La strage infinita I nostri maestri Morreale, Annamaria Manzoni, Ivan del dibattito, l’autore riprende o intagli, o nodi in cordicelle; Expo, una farsa to, fatto di importanti debiti ma Il bidone: l’aggressione PESTALOZZI | ROUSSEAU | TOLSTOJ | Giacometti, Spaam, Giacomo alcuni suoi lavori precedenti e inoltre, diversi sono stati i sistemi MONTESSORI | KORCZAK | DEWEY | WARD al nostro patrimonio GOODMAN | BADEN POWELL | FACHINELLI anche di prese di distanza, con artistico D’Alessandro, Luca Des Dorides, consegna al lettore una ricostru- di numerazione, in base a venti, Arte, grafica, fiaba Federica Lucchesini, Cristina Basso, l’empirismo radicale del fisico e per lettori bambini zione dell’immagine del mondo o dodici e oltre, ma il modo più Una vita da uomo? Andrea Gava, Grazia Honegger filosofo Ernst Mach, di cui Ein- naturale di numerare è stato di Giovani a Genova Fresco, Fiamma Ferzetti. secondo Einstein; e rivolgendosi Giovani a Napoli stein confessa di aver letto la servirsi delle dita delle mani. Un A scuola con Elsa Morante ai suoi colleghi lancia una pro- Abbonamento a 6 numeri della rivista Meccanica nel suo sviluppo stori- ARGENTIERI | BARABINO | BENFANTE | BINI |CARUSO posta: far entrare a pieno titolo argomento di grande interesse CATANI | CANÈ | DE CILIA | D’ERRICO | FOFI FRABETTI | FRANZOSO | GUERRIERO | HONEGGER co-critico già nel 1897, ad appena LUCCHESINI | MARCHESE | NADOTTI Italia e il Canton Ticino 50 euro è quello dell'origine dei numeri SCHIANCHI | TESTA | VILLA | VIRGILIO la riflessione epistemologica di Ridotto per associazioni, scuole e biblioteche 42,5 euro 18 anni. Il 6 aprile 1922, durante e del valore religioso loro attri- un incontro organizzato dalla So- Einstein nella “dotazione cano- Pdf 25 euro nica” di ogni filosofo della scien- buito nelle diverse culture. Ad Sostenitore ed estero 100 euro ciété Française de Philosophie, esempio, gli astronomi babilo- per parlare di teoria della relati- za, accanto a Willard Quine e Bonifico IBAN IT 12 O 05018 03200 000000136117 presso Thomas Kuhn. n nesi hanno introdotto per primi Banca Etica vità, di fronte a matematici, fisici un simbolo specifico per lo zero, Conto corrente postale 001003698923 e filosofi del calibro di Jacques [email protected] e fra i Sumeri due numeri (tre e Paypal [email protected] Hadamard, Henri Becquerel e sette) sono presenti in vari miti. Carta di credito asinoedizioni.it Henri Bergson, Einstein ricono- E. Canadelli insegna storia della scienza Il capitolo dedicato a Pitago- sceva infatti che “nella misura in all’Università di Padova N. 7/8 36 Economia variazioni analoghe (e di segno op- Pavimenti e tetti per tutti posto) nel settore pubblico. Oltre che per l’occupazione si ottengono di Lia Fubini in tal modo vantaggi nella distri- buzione del reddito, si contrasta Hyman P. Minsky che raggiunge i poveri è pressoché la caduta dei salari e si rafforza il nullo. La crescita non è neppure ruolo dei sindacati. Si tratta di un COMBATTERE LA POVERTÀ un corretto obiettivo della politica programma troppo costoso? For- Lavoro non assistenza economica: può non essere soste- se no, se è sostitutivo delle molte pp. 259, € 15, nibile, creare inflazione ed essere e pasticciate misure assistenziali Ediesse, Roma 2014 fonte d’instabilità finanziaria. La esistenti, se si crea un sistema di crescita generata da una “combi- imposte fortemente progressivo, el mezzo di questa crisi e della nazione di domanda di consumo se si ricostruisce un sistema fiscale Ndevastazione sociale che ha privato, domanda di investimento che cancella sgravi e agevolazioni generato è fondamentale riscopri- privato e spesa militare crescente alle imprese. “Il piano del lavoro re Minsky per comprendere che la porta a una riduzione delle risor- di Minsky ha forse il limite di una lotta alla povertà è prima di tutto se reali destinate alla fornitura di certa meccanicità”, come eviden- lotta contro la disoccupazione e beni di consumo pubblico”. ziano Bellofiore e Pennacchi, ma che questa è compito inderogabile I cosiddetti investimenti in capi- in prospettiva sarebbe più equo e centrale prestatore di ultima istan- del libero mercato, gli spazi demo- dello stato. Hyman Minsky (1919- tale umano, la formazione, l’istru- meno costoso dei vari dispositivi za: come la banca centrale fissa un cratici si vanno progressivamente 1996) è noto per i suoi contribu- zione non centrano il problema. volti a offrire un reddito minimo pavimento per i titoli, lo stato fissa restringendo e il rischio di derive ti sull’instabilità finanziaria che Il processo di gestazione di tali dignitoso per tutti. Oggi potrem- un pavimento per i salari e, di con- autoritarie è quanto mai presente. secondo molti sono in grado di investimenti dura molti anni e nel mo pensare a uno stato che investe seguenza, anche per la domanda e La crisi offre l’opportunità di una spiegare l’esplosione dalla grande frattempo le competenze acqui- e crea occupazione in settori quali i consumi. Così facendo potenzia svolta radicale nel modo di fare e crisi che ha investito l’economia site potrebbero essere obsolete. istruzione, salute, servizi sociali, gli interventi anticiclici della politi- concepire la politica e nella gestio- globale. Le strategie di lotta alla Alla luce delle considerazioni di cura dell’ambiente e del territo- ca monetaria. È una proposta forte ne della politica economica, offre povertà e alla disoccu- Minsky, quella che oggi rio, tutela dei beni culturali e ar- quella di Minsky, che presuppone l’occasione di ricostruire una big pazione costituiscono enfaticamente è chia- tistici. Si tratta di attività ad alta un rovesciamento della logica ca- bank, un big government e un big un altro campo d’in- mata “impiegabilità”, intensità di lavoro non legate alla pitalistica oggi dominante che si labour, di ripensare a uno stato dagine dell’economi- tanto raccomandata produzione di beni, che generano fonda sulla riduzione della presen- dotato di una visione a lungo ter- sta statunitense che è dall’Unione europea, in un miglioramento del benessere za statale in economia. Si noti che mine, che s’impegna a soddisfare tuttora poco esplorato. un contesto di elevata collettivo. Certo, il capitalismo a Minsky, come Keynes, non si pone i bisogni sociali insoddisfatti. Ma, Si tratta di un filone disoccupazione serve cui Minsky fa riferimento è dotato in un’ottica anticapitalistica: le sue se pure tale aspirazione avesse suc- cesso, tale successo non potrebbe ricco di insegnamenti a eludere il proble- di un big government, e di una big proposte vanno nella direzione di che essere transitorio. La crisi è nella situazione attua- ma, marginalizzando bank, cioè di un governo e di una un profondo intervento pubblico intrinseca al capitalismo: “Il suc- le, nonostante sia stato i meno qualificati. La banca centrale in grado di assicu- e si pongono l’obiettivo di imbri- cesso porta all’interno del merca- formulato quasi mezzo politica redistributiva, rare la stabilità del sistema con po- gliare l’instabilità intrinseca del to sviluppi che faranno nascere i secolo fa. Non si può pure auspicabile per ri- litiche anticicliche, di puntare alla capitalismo attraverso la creazione ­fallimenti”. n quindi che accogliere durre le disuguaglianze, piena occupazione (big Labour) e di “pavimenti e tetti” alle attività con grande interesse non è efficace nella lotta di regolare l’instabilità del sistema finanziarie e ai salari. Si tratta di [email protected] la traduzione del libro Ending po- contro la povertà. Reddito minimo finanziario. Lo stato come datore politiche che permettono l’espan- verty: jobs, not welfare pubblicato garantito e misure analoghe hanno di lavoro di ultima istanza ha un sione dei principi democratici. L. Fubini insegna economie e politiche nel 2013 a New York, che racco- un effetto disincentivante sull’of- ruolo analogo a quello della banca Viceversa oggi in Europa, in nome del lavoro all'Università di Torino glie scritti editi e inediti su come ferta di lavoro, possono creare affrontare il tema della povertà e inflazione, perché si configurano della disoccupazione nel capitali- come una sorta di assicurazione smo maturo. Il saggio introduttivo che alimenta la domanda di con- Buone pratiche su piccola scala all’edizione italiana di Riccardo sumi, e non migliorano la posi- Bellofiore e Laura Pennacchi è zione dei poveri: l’aumento dei di Valentina Cera una preziosa guida al pensiero di prezzi conseguente alla crescita Minsky e al suo possibile utilizzo dei consumi erode l’aumento della nell’Italia di oggi. domanda. Non solo, le diverse for- Ugo Mattei esperienze di lotta che hanno come obbiettivo la me di reddito garantito non rispet- difesa dei beni comuni e la loro gestione condi- Il benicomunismo e i suoi nemici visa, votata all’inclusione e alla diffusione del po- ei sette articoli di cui si com- tano la dignità della persona, che pp 107, € 11, Einaudi, Torino 2015 Dpone il libro, sei risalgono risulta dipendente dall’assistenza tere e antitetica al dirigismo. Che tale dirigismo agli anni 1965-75, quando la po- pubblica finanziata dal reddito di venga dal privato o dallo stato secondo Mattei correndo le pagine dell’ultimo lavoro di Ugo litica era ancora coinvolta nella chi lavora, creano una classe di è ugualmente catastrofico. Sulla possibilità che Mattei si è subito rapiti dall’ispirato tentativo guerra alla povertà. Il periodo è cittadini di serie b, con tutti i pro- S l’impianto teorico benicomunista riesca a trovare di razionalizzazione teorica dell’azione politica a la fase finale dei “trenta gloriosi”, blemi di coesione sociale che ne il modo di esplicarsi su larga scala e prescinden- difesa dei beni comuni. Mattei si discosta dalla i primi trent’anni successivi alla ­conseguono. do dalle singole esperienze descritte, si assiepa- classica definizione economica di beni comuni, seconda guerra mondiale, quan- La politica di lotta alla povertà no molti dubbi alla conclusione della lettura. La per spiegarne gli aspetti sociali e politici, e ne rac- do si pensava alla povertà come a e alla disoccupazione per Minsky sensazione è quella di venire proiettati e convinti conta molto bene origine, evoluzione e decaden- un problema residuale, risolvibile passa attraverso lo stato come “da- della bontà e praticabilità di un modello di cui za. Alla rivoluzione borghese, che individua alle con politiche assistenziali, crescita, tore di lavoro di ultima istanza”, però non si sono ben compresi i meccanismi di radici del potere l’ “accumulazione primitiva”, si riduzione delle imposte, investi- che provvede a creare occupazio- funzionamento, la tanto desiderata alternativa al imputa la recessione delle logiche di condivisione menti volti a migliorare competen- ne attraverso la “socializzazione capitalismo la si ha a sprazzi davanti agli occhi e rispetto a quelle dello sfruttamento, tipiche del- ze e istruzione. Minsky sostenne degli investimenti”: lo stato si im- poi sfugge, forse repressa dal cinismo di chi non la visione competitiva della società. L’impianto che la guerra alla povertà condotta pegna a fornire un’occupazione a riesce a superare la contrapposizione novecente- con tali strumenti non sarebbe mai tutti coloro che sono disponibili a teorico capitalista, nel quale l’unica scelta per la creazione, la manutenzione e il governo dei beni sca tra destra e sinistra e rimane, anche inconsa- riuscita a eliminarla, né a ridurla lavorare, remunerata con un sala- pevolmente, legato alla scelta obbligata nel menù in modo significativo. L’eviden- rio di base dignitoso. Le persone comuni, è quella dicotomica tra stato e mercato, trova in queste pagine una seria e appassionata che prevede solo stato o mercato. Il momento e za dei fatti gli ha dato ragione: il devono essere assunte così come il luogo costituente del comune è individuato da “paradosso della povertà in mezzo sono, senza esigere che si adegui- messa in discussione. La critica che pervade il libro è quella all’illusione, tutta novecentesca, Mattei nella “base sociale del benicomunismo all’abbondanza”, già messo in evi- no ai posti di lavoro disponibili. che va tradotta in istituzioni del comune” ed è denza da Keynes, si è manifestato Vanno creati lavori che si adattano che l’atteggiamento statalista, tradizionale pa- trimonio della sinistra, potesse essere la via mi- rappresentata “dall’incredibile ricchezza di pra- in modo sempre più stridente col alle persone, senza mortificare chi tiche che in nome dei beni comuni si stanno ar- è privo di qualificazione stigmatiz- gliore per la tutela e la garanzia dei beni comuni. passare degli anni. Eppure oggi ticolando un po’ ovunque, resistendo ai processi zando la mancanza di competenze. Dando per scontata la critica al modello neoli- si continuano a proporre le stesse dominanti dell’individualizzazione capitalistica”. ricette. Perché le tradizionali poli- L’obiettivo è un migliore utilizzo berale di privatizzazione, ciò che più caratteriz- Il prospettato operativo impegno ad appoggiare tiche per la guerra alla povertà non delle capacità esistenti, non quello za il tentativo di teorizzazione benicomunista di le esperienze di difesa dei beni comuni già in atto funzionano? dell’accrescimento delle compe- Mattei è la volontà di respingere le critiche di e la sperimentazione di altre, che potrebbero in- Non si può contare sulla cresci- tenze. Solo così si può riaffermare utopismo che a tale modello arrivano da sinistra, ta: i dividendi della crescita non la dignità del lavoro e il valore so- una sinistra, secondo lui, ancora spesso legata al dividuare ulteriori e migliori pratiche, è assoluta- sono distribuiti equamente, anzi ciale di ricevere un reddito come tradizionale pensiero del più stato meno merca- mente auspicabile ed è qualcosa a cui vale la pena la crescita tende a favorire i settori diritto, perché lo si è guadagnato. to come soluzione per la tutela del comune. Si dedicarsi con passione e costanza. In questo sen- di punta e le classi agiate. Gli in- Il fine è raggiungere uno “stretto affrontano con onestà esempi di fallimentare so lo scritto di Mattei è un esempio interessan- centivi fiscali concessi alle imprese pieno impiego”, una situazione gestione pubblica dei beni comuni e ci si ram- te, coerente e ben argomentato. La replica alle per favorire gli investimenti non in cui i posti di lavoro disponibili marica per il sostanziale mancato riconoscimento obiezioni e critiche sollevate alla teoria benico- sono in grado di generare flussi sono in numero superiore a coloro da parte del parlamento, delle istanze popolari, munista e alle sue sperimentazioni pratiche fa un di reddito indirizzati alle fasce più che cercano lavoro. In tale contesto cosi largamente condivise nei referendum sull’ac- buon servizio alla causa, traccia un orizzonte an- deboli della popolazione. Se con- l’occupazione non è più soggetta a qua e sul nucleare del 2011. Nobile è anche la che pratico da seguire per raggiungere le azioni sideriamo che oggi i profitti delle fluttuazioni cicliche, perché le flut- volontà di armonizzare in unità teorica le varie politiche in cui potrebbero tradursi queste idee. imprese più che reinvestiti sono tuazioni dell’occupazione nel set- distribuiti agli azionisti, il reddito tore privato sono compensate da N. 7/8 37 Economia commons collaborativo Rifkin Un’alternativa da prendere indica una serie di beni e servizi Politiche da incubi del contabile sia locali sia globali che sono già in considerazione regolati sulla base di principi non di Lino Sau più solo privatistici o statali, ma di Dario Padovan comuni, ossia modalità democra- Giancarlo Bertocco finanziari efficienti e che ha domi- tiche e condivise di produzione e nato l’analisi finanziaria per oltre gestione di beni e servizi. Secondo LA CRISI venti anni. Essa si fonda sulla tacita Jeremy Rifkin con sé non solo conseguenze a bre- Rifkin, il commons collaborativo E LE RESPONSABILITÀ accettazione dell’ipotesi di mercati ve termine per il sistema finanziario nasce dall’incontro di tre grandi DEGLI ECONOMISTI dei capitali perfetti e sulla presun- La società a costo mondiale e per la sua capacità di marginale zero movimenti sociali: il movimento pp. 314, € 18, Brioschi, Milano 2015 zione di poter piegare l’incertezza generare la liquidità a sostegno di per la cultura libera, il movimento a rischio calcolabile e assicurabi- L'internet delle cose, l'ascesa attività sempre meno remunerative ambientalista, e il movimento per ella Teoria generale, Keynes le. Secondo Bertocco la fallacia del “commons” collaborativo a livello del profitto. Secondo Rif- i commons pubblici. In sostanza, Nsosteneva: “Le idee degli eco- di questa modellistica in campo e l'eclissi del capitalismo kin essa ha conseguenze ancor più attivisti per la cosiddetta “tecnolo- economico è stata smascherata da radicali, ossia un sostanziale ridi- nomisti e dei filosofi politici, così ed. orig. 2014, trad. dall’inglese gia appropriata”, hacker promoto- quelle giuste come quelle sbaglia- nuovi e promettenti filoni di ri- mensionamento del modello capi- di Luca Vanni, pp. 494, € 22, ri della cultura informatica e alcuni te, sono più potenti di quanto co- cerca di impronta keynesiana che talista a favore dei cosiddetti “com- Mondadori, Milano 2014 sostenitori dei commons (genetici, munemente si ritenga. In realtà il fanno riferimento, per esempio, ai mons collaborativi”, generando nel comunicativi, tecnologici, cono- mondo è governato da poche cose comportamenti imitativi (o a greg- medio periodo un paradigma eco- on è facile recensire questo li- scenza) si allearono per rivendi- all’infuori di quelle”. In questo li- ge) che spiegano perfettamente ec- nomico ibrido, dove capitalismo e Nbro di Jeremy Rifkin per una care una nuova gestione di risorse bro Bertocco, partendo dall’anali- cessi nell’indebitamento del setto- serie di motivi. Perché gli economi- commons conviveranno in modo comuni da condividere gratuita- si della crisi sorta negli Stati Uniti re privato legato al sorgere di bolle sti lo ritengono un dilettante, i po- più o meno conflittuale, ma dove il mente. Per mostrare la plausibili- alla fine del 2007 e che sembra non speculative sui mercati finanziari litologi un ingenuo, i sociologi un sistema capitalistico sarà in qualche tà e potenzialità di tale complessa finire mai, declina questa afferma- seguite da crolli rovinosi, con effet- superficiale, gli antropologi un otti- modo ridotto ad alcune funzioni emergente architettura votata alla zione nella sua accezione negativa. ti di persistenza e di contagio sulla mista. Tuttavia, occorre fare i conti di mercato e dove sopravvivranno transizione radicale del sistema bio- Egli mostra infatti, in modo molto sfera reale dell'economia. L’ipotesi con questo volume che solo alcune grandi im- socio-economico globale, Rifkin convincente, quali siano di instabilità finanzia- presenta interpretazio- prese verticali in nicchie raccoglie un ricco e lungo elenco di state le responsabilità, ria di Minsky è quindi ni e visioni di tendenze economiche specifiche. attività e progetti che stanno emer- proprio da parte degli arricchita in questo li- verso il futuro, che cat- Rifkin intravede due gendo a livello dell’organizzazione economisti (o almeno bro dall’analisi mossa tura e assembla in modo dinamiche che stanno della società globale. Egli analizza della loro stragrande dalla finanza compor- originale molti dei punti mettendo sotto pressio- ampiamente i tre fondamentali maggioranza), nella re- tamentale e dall’ap- di vista presenti oggi sia ne il capitalismo e che si campi di innovazione socio-tecnica alizzazione di modelli proccio della scuola nei mondi scientifici sia alimentano reciproca- che stanno evolvendo nel frame del normativi dei mercati fi- post-keynesiana (che a nei movimenti per la mente: da un lato si sta commons collaborativo identifi- nanziari che si fondava- Minsky ha fatto sempre transizione ecologica, sviluppando un corpo cando tendenze di transizione nel no su tacite ipotesi pre- riferimento). Il libro ha tecnologica e sociale. di analisi interdiscipli- campo dell’energia, della stampa analitiche poi rivelatesi anche il pregio di com- Questo libro pone una nari orientate alla critica tridimensionale, dell’istruzione on- del tutto infondate. Da piere una ampio, e do- serie rilevante di proble- della teoria economica line, delle nuove tecnologie pro- quando, nel novembre cumentato, excursus di matiche e di argomenti convenzionale che met- duttive, dell’infrastruttura logistica 2008, Elisabetta II, no- storia del pensiero eco- che vengono affrontati dall’autore te in luce l’indissolubile rapporto e della comunicazione, del lavoro. toriamente molto attenta al pro- nomico compiendo incursioni nel con una dotazione inaspettata ma tra attività economica e vincoli eco- Sottolineo qui per la sua importan- prio patrimonio e infrangendo le dibattito sulla crisi degli anni tren- considerevole di categorie prove- logici, ossia l’impossibilità di una za e in parte per la sua originalità paludate convenzioni dei consessi ta e mostrando come rilevanti ana- nienti da numerosi ambiti scientifi- crescita infinita delle attività eco- la combinazione di nuovi regimi internazionali, chiese al parterre lisi teoriche (si pensi alla deflazione ci: commons, biosfera, piattaforme nomiche a fronte dei limiti termo- energetici e nuovi mezzi di comu- di economisti riuniti alla London da debiti) e di politica economica tecnologiche, condivisione, coo- dinamici e bio-fisici del sistema. In nicazione. Come aveva intuito a School of Economics come mai (relative soprattutto alla regola- perazione, lavoro, transizione, ca- breve le società si trovano a pagare suo tempo Marshall McLuhan, le non si fossero accorti che stava ar- mentazione dei mercati finanziari) pitalismo. Si tratta di un libro che un “conto entropico” che l’econo- rivoluzioni nel campo della co- rivando una crisi così spaventosa, siano state frettolosamente rot- riassume molti degli ultimi lavori mia non ha mai preso in considera- municazione sono anticipate da la comunità scientifica ha prodotto tamate proprio dagli artefici dei di Rifkin, tutti pubblicati in Italia zione relegandolo tra le esternalità. rivoluzioni nel campo dell’energia. una miriade di articoli e di libri sul mercati efficienti e dalla cosiddetta da Mondadori: Economia all’idro- Dall’altro lato, afferma Rifkin, si Il mutamento dei regimi energeti- tema. Tuttavia, questo contributo moderna analisi macroeconomica geno (2003), La terza rivoluzione sta imponendo una nuova, potente ci cambia il raggio d’azione della di Bertocco si dimostra alquanto fondata sulle aspettative razionali. industriale (2011), L’era dell’acces- piattaforma tecnologica che si svi- società nel tempo e nello spazio, originale e opportuno perché ha il Bertocco ricorda anche come, a so (2001), La civiltà dell'empatia luppa nelle pieghe e a spese delle afferma Rifkin, aprendo la possibi- vantaggio di non oscillare tra l’ipo- oggi, siano stati estremamente fle- (2010). Ma questo denso volume strutture della seconda rivoluzione lità a forme di vita più complesse. crita giustificazione circa l’inelut- bili i mea culpa da parte dei soste- fornisce nuove prospettive sul ver- industriale. Tale gigantesca internet Tuttavia, affinché ciò sia possibile, tabilità di eventi imprevedibili e la nitori del neo-liberismo anche in sante dell’evoluzione dei sistemi delle cose (Iot) che fonde inter- devono comparire mezzi di comu- scusa, quasi meschina, circa i pre- campo finanziario che hanno fatto socio-economici globali sottoposti net delle comunicazioni, internet nicazione che permettano di gesti- sunti errori commessi da autorità di della liberalizzazione e della de- a tensioni e stress crescenti quali dell’energia, internet della logistica re e coordinare nuove opportunità. politica economica poco avvedute. regolamentazione dei mercati (di il cambiamento climatico, i vari è in grado di generare e alimentare Lo sviluppo delle energie rinnova- Queste ultime avrebbero, secon- tutti i mercati) un vero e proprio picchi di risorse (petrolio, acqua, una terza rivoluzione industriale. È bili, la loro evoluzione verso forme do molti economisti, perturbato, dogma. Il libro si conclude con un minerali, rifiuti) l’esaurimento del tale piattaforma tecnologica che sta orizzontali, paritarie, decentrate, in modo del tutto esogeno, l’altri- interessante e coraggioso capitolo ciclo dell’azoto, la perdita di bio-di- spingendo la produttività al punto localizzate, e a scala laterale, può menti perfettamente efficiente e (Superare la crisi: quali politiche?) versità. Rifkin sintetizza tale salto di in cui il costo marginale di produ- essere favorita solo da un sistema stabile sistema economico finan- dove l’autore tratta in modo, ov- paradigma come l’affermarsi o me- zione di numerosi beni e servizi è di comunicazione analogo, ossia ziario statunitense prima e, globale viamente molto critico, lo spinoso glio l’ascesa del “commons colla- quasi zero. Tale rivoluzione o tran- un sistema di comunicazione distri- poi. Quelle che Bertocco definisce tema dell’austerità come panacea borativo” connesso a un’inevitabile sizione è mossa da alcuni attori del buito, collaborativo, paritario, e a interpretazioni mainstream della alla crisi nell’euro-zona. Anche in tendenza a delineare una società a sistema capitalistico, ma il modo crescita laterale. Solo questo cam- crisi, si sono concentrate soprattut- questo caso, facendo ancora riferi- costo marginale zero, ossia una so- in cui si sta sviluppando porta alla po di analisi sta impegnando mol- to sulle cause esogene della stessa mento a Keynes, occorre ricordare cietà dove molti beni e servizi arri- negazione stessa del sistema. Il sil- teplici discipline scientifiche, come piuttosto che su quelle endoge- l’ostilità da lui dimostrata nei con- veranno, passo dopo passo, ad esse- logismo non è ovviamente nuovo e l’informatica, l’energetica, l’eco- ne, cioè fondate sulla struttura e fronti di tali politiche (soprattut- re quasi gratuiti. La prospettiva che rievoca in qualche modo scritti fa- nomia, la sociologia. E siamo solo sul funzionamento di un sistema to se attuate in fasi congiunturali Rifkin espone è certamente eretica mosi. Tuttavia, a differenza di altre all’inizio. Un libro quindi cruciale, economico dominato dal capitale come quella attuale) che venivano, se valutata sullo sfondo della teoria visioni storiche che individuavano innovativo, immaginativo, un libro finanziario. Per convincere il let- con una punta di perfidia, liqui- date come politiche da “incubo economica classica e neo-classica. in fattori a spinta quali la rivoluzio- da studiare. Un’alternativa forse tore circa la natura endogena del- del contabile”. Grazie al libro di Tuttavia, che questa tendenza si ne sociale il superamento del capi- plausibile, di sicuro da prendere in la crisi economica-finanziaria che Bertocco si può ricordare che tali stia in qualche modo affermando talismo, Rifkin evoca piuttosto un considerazione, al capitalismo on- stiamo ancora vivendo, Bertocco politiche non possono che farci ri- a livello del sistema economico orizzonte ancora incerto ma in via nivoro e insostenibile. n sale sulle spalle di molti giganti del manere intrappolati in una sorta di globale viene confermato dalle ri- di formazione che sta “attraendo” pensiero economico appartenenti [email protected] dilemma tra la Scilla, delle lacrime flessioni proposte poco più di un il sistema eco-socio-economico ver- al cosiddetto “coraggioso esercito” anno fa (e la situazione sembra non degli eretici: Keynes, Schumpe- e sangue, e la Cariddi del fallimen- so tale superamento: tale orizzonte D. Padovan insegna sociologia to del sogno europeo dell’euro- sia molto cambiata) da economisti è il commons collaborativo. Con all'Università di Torino ter, Kaldor e soprattutto Minsky. mainstream come Larry Summers Quest’ultimo ha avuto un revival zona che ci aveva spinto verso e Paul Krugman secondo i quali le di interesse anche da parte di eco- l’integrazione monetaria completa condizioni strutturali del sistema nomisti meno eterodossi, come come primo passo verso una vera, economico sono tali per cui le im- Krugman e Stiglitz, che spesso fan- e mai nata, integrazione politica. prese si aspettano mediamente che no riferimento alla sua teoria nelle Su questi temi si giocherà la repu- il valore di ciò che viene prodotto loro numerose variazioni sul tema tazione degli economisti, sperando e venduto sia inferiore al costo di della crisi. La teoria dell’instabi- che questa volta coloro che hanno produzione (una volta dedotto una lità finanziaria di Minsky infatti le idee giuste prevalgano.­ n sorta di profitto normale). L’affer- si contrappone, in maniera quasi [email protected] marsi di tale tendenza verso l’az- radicale, all’approccio, gemmato zeramento dei costi marginali di all’Università di Chicago, che va L. Sau insegna economia politica produzione e distribuzione porta sotto il nome di teoria dei mercati all’Università di Torino N. 7/8 38 Filosofia Chiunque può essere inteso Il potere superiore della musica di Matteo Marchesini di Luisa Passerini

Guido Calogero dialettica moderna, e che secon- Martha C. Nussbaum la commedia dalla tirata politica do Luigi Russo esibiva perfino contro l’antico regime. La novità Quaderno laico nell’espressione perennemente Emozioni politiche del messaggio di Mozart, che lo Un'antologia interrogativa del viso. In questi Perché l’amore conta avvicina alla filosofia di Herder, a cura di Guido Vitiello, deliziosi corsivi, aperti come do- per la giustizia è “il bisogno di femminilizzare la pp. XXII-206, € 17, mande e perfettamente conchiu- ed. orig. 2013, trad. dall’inglese cultura della supremazia maschi- LiberiLibri, 2015 si come cammei, si amalgamano di Rinaldo Falcioni, pp. 510, € 38, le affinché l’amore civico produ- infatti tradizioni molto diverse: la Il Mulino, Bologna 2014 ca autentica felicità”. È questo n un noto pamphlet, Carlo semplice esattezza di Salvemini secondo Nussbaum il senso del IAugusto Viano osservava che i e il robusto retroterra idealista, re anni prima della pubbli- finale dell’opera, in cui la contes- filosofi italiani cedono con trop- il saggismo inglese alla Russell e Tcazione di questo libro, nel sa concede benevolenza al marito pa facilità alla tentazione di far una sottigliezza da Kulturkritiker 2010, ne era uscito un altro con traditore, arroccato sui principi passare il loro pensiero per la franco-tedesco. In più, a far lie- lo stesso titolo, Political Emo- dell’onore vendicativo. Si trat- cruna dei giornali, riducendolo vitare queste eredità interviene tions, curato da Janet Staiger, ta della promessa di una felici- a etichette generiche e corrive. anche un umorismo arioso alla Ann Cvetkovich e Ann Reynolds. tà “comica, incostante, incerta, Oggi che gli spot del nuovo re- Savinio: si pensi alla microteoria Nonostante i diversi campi disci- guardinga nei confronti di gran- alismo sostituiscono quelli del sui funerali italiani, sospesi tra plinari (filosofia politica quello diose pretese di trascendenza”. pensiero debole, Guido Vitiello la rimozione del Nordamerica di Nussbaum e studi di comuni- La musica dell’opera, al di là dei ribadisce che “sulla stampa, i fi- e l’enfasi del Sudamerica, o al pagine più belle del Quaderno cazione, scienze sociali e media limiti del libretto, trasmette ideali losofi sembrano essere ovunque e paragone dei romani e dei greci riguardano i diritti dei bambini e quello precedente) entrambi i te- di accettazione e riconciliazione la filosofia in nessun luogo”. Ma antichi con gli statunitensi e gli delle donne. Il discorso sui sessi, sti fanno parte del grande movi- grazie alla solidarietà tra le don- l’aforisma si trova in un’introdu- europei del Novecento. condensato in un autoritratto del mento concettuale definito come ne, ben esemplificata nel duetto zione al Quaderno laico di Guido Nei leitmotiv del Quaderno ci filosofo a spasso per Atene con affective turn, che ha coinvolto tra la contessa e la cameriera, Calogero, proposto come lumi- s’imbatte già alla prima pagina, una rosa in mano, suggerisce poi tutte le discipline umanistiche. contro la competitività degli uo- nosa eccezione a questa regola. dove l’autore, polemizzando col l’opportunità di una civile fem- Più che un tema, quello degli mini. Perciò Nussbaum assume Quaderno laico è il paternalismo di chi di- minilizzazione del maschio itali- affetti è diventato un la musica de Le nozze di Figaro titolo di una rubrica mentica che si posso- co, ancora ferino, immerso nell’a- approccio metodolo- come paradigmatica tenuta dal pensatore no avere gusti diversi gonismo automobilistico o nel gico, che modifica i del proprio quadro liberalsocialista sul dai propri, traduce la tifo, e inconsapevole del fatto che campi di studio e i loro concettuale, un libe- “Mondo” tra il 1960 e regola evangelica “Fa la vera lotta è con le cose, men- oggetti, portando in ralismo critico che do- il 1966. In ogni pezzo, agli altri ciò che vuoi tre il rapporto con gli altri esige primo piano la muta- vrebbe permettere un partendo dai dettagli che gli altri facciano a una collaborativa discussione per ta configurazione dei “consenso per inter- della cronaca (la morte te” in un più compren- migliorare l’ambiente di tutti. Ma rapporti tra pubblico sezione” tra persone di Marilyn, il corpora- sivo “Intendi gli altri se non dev’essere una guerra tra e privato e rendendo portatrici di differenti tivismo dei ciceroni, le così come vuoi che bestioni, la discussione non so- indispensabile la trans- versioni della vita, sia code in ambulatorio), gli altri intendano te, miglia nemmeno a un teorema. disciplinarità nelle sue religiose sia secolari. Calogero risale con e opera in conseguen- Commentando il Rinoceronte di varie forme. Il termine è tratto da rapida disinvoltura a za”. Scendere dalle Ionesco, Calogero osserva che se Nussbaum non sfug- Rawls, al cui pensiero un nocciolo teoretico, nubi dell’attualismo anche i loro sillogismi non fosse- ge a questi principi e Nussbaum si ispira, senza mai oscurare né volgarizza- gentiliano alla terra ro assurdi ma impeccabili, i per- attinge largamente sia alla psico- oltre a fare ripetuta- mente riferimento a John Stuart re le questioni in campo. Diceva dell’operoso dialogo comunitario sonaggi resterebbero disumani logia, comprese quella cognitiva Mill e Rabindranath Tagore come Lucio Colletti che il suo stile ha significa per Calogero dichiara- perché incapaci di ascoltarsi: “Si e quella dello sviluppo, sia agli sue principali guide teoriche. Ma “la grazia e il movimento di un re il primato della prassi morale può ragionare benissimo, e non studi sugli “altri animali”, come molti altri personaggi animano bassorilievo greco”; e Vitiello sull’ontologia: “non si tratta mai essere che isolati imbecilli”. sottolinea per rimarcare la nostra questo libro: Giuseppe Mazzini, aggiunge che il filosofo ragiona di entificare definendo, ma di ca- Il Quaderno invita a un con- parentela con loro. È affascinan- Martin Luther King, Abraham in modo “a un tempo affabile e pire comunicando”. Ne consegue fronto che permette magari di te il capitolo sulla compassio- Lincoln e il Mahatma Gandhi, rigoroso, cortese e irremissibile”: che “non è dal nostro esser uomi- giudicare severamente le ope- ne umana e animale, che porta ciascuno dei quali ha proposto la maggiore approssimazione, ni che discende il nostro dovere re dei propri simili, ma mai di esempi commoventi dal compor- una religione civile, un patriotti- nel giro breve di un articolo, a d’intendere gli altri”, ma è anzi prevaricarli in quanto uomini. tamento solidale tra gli elefanti, questo dovere a imporre il rico- Si tratta di spiegarsi a vicenda: capaci di provare in alto grado smo combinato con la libertà, ai un’autentica conversazione so- quali educare i giovani e gli adul- noscimento di chiunque possa e tutto spiegare, si sa, e tutto o un’emozione definita come par- cratica, con tanto di lineette a se- ti. essere inteso, fosse pure un orso, quasi perdonare; ma si tratta poi tecipazione diretta al dolore di gnare le obiezioni di un ipotetico Il soggetto cui si rivolge que- un riccio o un delfino: solo finché anche di darsi da fare, perché altre creature. Anche in questo interlocutore. Ma il pregio del sto patriottismo è la nazione. gli altri esseri rimangono per noi l’essere storicisti e psicologi nel caso, come in altri passaggi del Quaderno non sta solo nel buon Più specificamente, Nussbaum muti ci è concesso di dominar- comprendere non esime dall’es- libro, la filosofa si rifà a una delle uso di quella dialogica antica che porta esempi articolati dalla sto- Calogero opponeva alla violenta li senza scrupoli. Non a caso, le sere illuministi nel criticare e sue principali opere precedenti, trasformare le cose. Con Socra- L’intelligenza delle emozioni (si ria degli Stati Uniti e dell’India, te, Calogero ripete insomma che veda la recensione di Roberta ricorrendo spesso a citazioni da “nemo sua sponte peccat”, e che De Monticelli, “L’Indice” 2004, Walter Whitman e Rabindranath per correggere la rotta bisogna n. 12) che mette in luce la com- Tagore. Capisco il senso di reali- capire dov’è l’errore. Questo in- ponente di pensiero e giudizio smo nell’adottare la categoria di treccio d’istanze etiche e politi- presente nelle emozioni. Tale nazione, ma ritengo che lo stes- che, liberali e sociali, fa di lui un componente costituisce un’ere- so discorso potrebbe valere, anzi intellettuale raro: subito pronto dità comune agli umani e ad altri acquistare pregnanza, rispetto a a toccare i massimi sistemi, ma animali e consente una capacità entità più grandi o più piccole, indisponibile a perder di vista gli di valutazione che non implica come una federazione o una co- individui; ben deciso a fronteg- formulazioni linguistiche. munità. Tornando al confronto giare l’aspra verità, ma mai stoi- Questo ci porta direttamente a con il testo collettivo Political camente sprezzante davanti alle un punto di forza dell’argomenta- Emotions che ho citato all’inizio, debolezze umane. Anche quando zione di Nussbaum. È un errore, mi sembra particolarmente inte- il suo laicismo progressivo appa- afferma, credere che ogni pensie- ressante che argomentazioni si- re angusto, a riscattarlo è un am- ro sia essenzialmente linguistico. mili, sulle emozioni pubbliche in mirevole rigore. Ma soprattutto, Il contenuto cognitivo delle emo- Nussbaum e sui public feelings in questo filosofo-giornalista è uno zioni è evidente dal “potere supe- questi autori, siano svolte all’in- scrittore godibilissimo, capace riore” della musica di illuminare terno di contesti molto diversi, di fondere alla perfezione la lie- le parti profonde della personali- da un lato il quadro concettuale Questo libro vuole essere un doppio omaggio: a Gabriele Basilico, vità dell’umorismo e il loico rem tà. La musica possiede infatti ca- del liberalismo e dall’altro la cor- alla sua ricognizione precisa e puntuale, alla sua osservazione sin- tene del ragionamento. È una nice culturale dei movimenti di cera, e alla città di Milano, osservata e sorpresa in una straordinaria ratteristiche che la apparentano collezione di immagini. Nel volume le fotografie di Gabriele Basilico dote che condivide col curatore ai sogni. Così diventa plausibile il genere, che ritengono tale qua- sono intervallate da una serie di testi, sinceri omaggi all’autore e del Quaderno: Vitiello si descri- rilievo dato dall’autrice all’opera dro insufficiente a superare la attestati di affetto, amicizia, di vicinanza e di quel sentire comune ve come un modesto “bovarista di Mozart Le nozze di Figaro, alla dicotomia pubblico/privato. Il che alimenta la fotografia, la condivisione e il respiro di una città liberale” stregato dal “Mondo”, tema delle emozioni pubbliche si come Milano. quale sono dedicate molte delle ma la sua ibrida attività di corsi- più belle pagine del libro. L’inter- colloca proprio in questa tensio- 185 fotografie a colori e in bianco e nero e 20 testimonianze di au- vista dimostra che ne è invece un pretazione di Nussbaum è che la ne teorico-politica. Da qui la sua tori cari a Gabriele Basilico e a Milano. erede più che degno. n musica di Mozart esprima qual- centralità attuale. n [email protected] cosa che non dicono né la com- [email protected] media di Beaumarchais su cui è M. Marchesini è scrittore, saggista basata l’opera né il libretto di Lo- L. Passerini insegna storia culturale e critico letterario renzo Da Ponte, che ha epurato all'Università di Torino N. 7/8 39 Religioni Teologo e senatore di Simone Lanza Babele. Osservatorio sulla proliferazione semantica Tullio Vinay servizio dell’economia ma il con- trario. Ai suoi occhi l’alternativa ontrattualismo, s. m. Il termine contratto, alla vita), in quanto un potere assoluto permette Speranze umane che si delineava non era tanto tra Call’origine del contrattualismo, deriva dal agli uomini, dominati da passioni antisociali ed e speranza cristiana socialismo e barbarie, ma tra sen- latino contractus-us, astratto del verbo contrahe- economiche, di convivere in pace. Per Locke è scritti religiosi e politici so della vita e comfort della vita: re (trarre insieme), vale a dire, rispetto al verbo, possibile conservare quasi tutti i diritti natura- (1967-1983) “Per poter ridurre i beni materiali termine trasformatosi in nome che indica un atto li: nasce in tal modo lo stato liberale, antitetico pp. 171, € 15, occorre aumentare molto e molto in se stesso (cfr. “L’Indice”, 2009, n. 11). Sin all’assolutismo e in grado di garantire ampie Edizioni dell’asino, Roma 2014 i beni culturali e spirituali”. La dall’epoca romana s’intende, per contratto, un libertà individuali. Per Rousseau gli individui rivoluzione della speranza era an- accordo, stipulato tra due o più parti, che mira cedono la totalità dei loro diritti, ma per ripren- a ristampa di alcuni scritti nunciata nei termini di una rivolu- a costituire un regolare rapporto, permanente o derseli in quanto cittadini, ossia in quanto mem- Lselezionati del pastore Tullio zione incarnata, vera e planetaria, anche a termine, in materia economico-sociale, bri eguali di ciò che è sovrano: nasce così lo sta- Vinay (1909-1996) da parte di un come prassi quotidiana da iniziare giuridica o civile. Non è escluso che si possa per- to che diverrà democratico. In Kant il contratto editore non legato alla sua chiesa sovvertendo nel qui e ora la pro- venire all’accordo privatamente. Ma, in genere, non è un fatto storico, ma un ideale regolativo: è una operazione lodevole che pria vita. Rivoluzione planetaria per la buona tenuta del rapporto, si pensa che si quando il sovrano fa le leggi, le deve istituire suggerisce di collocare finalmen- come uscita in prima persona dal debba far ricorso (e qui vi sono i prodromi del come se derivassero dal consenso dei cittadini. sistema dei consumi, strada di cui te la sua opera religiosa e politica contrattualismo politico) a un tertium che rivesta, Anche in Kant, come in Locke, il potere dello ha delineato i passi. Il primo era tra quelle di alcuni piccoli maestri per competenza professionale e per approfondita stato è dunque limitato dai diritti degli indivi- come don Lorenzo Milani ed Er- esistenziale: l’annullamento del conoscenza delle leggi vigenti, un autorevole ruo- dui. Con Rousseau, comunque, l’antropologia, nesto Balducci. Vinay fu teologo, passato, in termini non di rimo- rispetto a Hobbes, viene rovesciata. L’uomo è zione ma di perdono; poi bisogna- lo di garante, vale a dire di notaio. Questi, istitu- ma anche senatore indipendente infatti buono in natura. S’incattivisce e diventa va abbattere i muri di divisione zionalmente, controlla che il patto sia osservato. dal 1976 al 1983. Durante la se- egoista in civiltà. Il contrattualismo diventa allo- conda guerra mondiale salvò a e trasformare il confine in luogo Se infatti i contraenti non rispettano, anche solo ra necessario per contrastare gli interessi parti- Firenze diverse decine di ebrei e, di incontro; il terzo passo infine parzialmente, l’accordo, il contratto, in assenza di per questo, nel 1982 fu ricono- era cambiare lo stile di vita e non un nuovo accordo, cessa di esistere. colaristici che la civiltà ha consolidato, anche se sciuto “giusto tra le nazioni” dal perdere la speranza, essere sereni Quanto al contrattualismo, esso si presenta quel che si è perduto (l’eguaglianza originaria) governo israeliano. Nel più che felici. Quando, da sena- come una concezione politica secondo la quale non si recupera più. Quel che conta è fondare 1946 fondò il centro tore, parlava di aborto lo stato, tertium e notaio, nasce da un contratto un’autorità politica che, armonizzando ciascun ecumenico di Agape (a citava, senza perdersi tra i singoli individui o tra comunità differen- cittadino con la volontà generale, sappia e pos- Prali in Piemonte) e nel in posizioni ideologi- ziate. Si afferma nel crepuscolo del secolo XVI, sa perseguire il bene comune. Siamo alla vigilia 1961 fondò il Servizio che, le parole di Dacia e nei secoli XVII e XVIII, come conseguenza della rivoluzione francese e si conclude, declina- cristiano a Riesi (Sici- Maraini: “Poiché sono delle riflessioni giusnaturalistiche. Attraverso il te ormai le forme della politica moderna, la pa- lia). Vinay fu più predi- sempre gli uomini (i contratto si decide di uscire dallo stato di na- rabola classica del contrattualismo, cui tuttavia catore e uomo d’azione medici, gli psicologi, i tura (dove gli individui sono eguali e liberi, ma si torna a far ricorso nel XX secolo con Una teo- che scrittore, però ci ha ria della giustizia (1971) di Rawls. L’utilitarismo politici, i moralisti) che privi di garanzie e potenzialmente pericolosi) lasciato parole pungen- dibattono sull’aborto, economicistico erode la convivenza. Occorre e di formare una società civile sottometten- ti, posizioni radicali e si finisce col perdere contrastare da una parte l’individualismo asso- dosi volontariamente a una sovranità esterna. capaci di cogliere alla regolarmente di vi- luto e dall’altra il centralismo dispotico. radice il nodo di alcu- sta una verità fonda- Per Hobbes l’alienazione dei diritti individuali ne questioni cruciali mentale: che le donne dev’essere quasi completa (esclude solo il diritto Bruno Bongiovanni come l’aborto, la spesa per gli ar- odiano abortire”. Cosa dire infi- mamenti, gli agi della società dei ne dell’attualità delle sue parole consumi, i crimini di guerra, le contro chi considera i terroristi stampa, pur con tutte le cautele, leggi speciali antiterrorismo. E se degli esseri umani non degni di Vocalizzare l’originale lo stesso può essere valido anche ai più poteva presentarsi come un sepoltura? A chi sosteneva le leggi per i testi di Qumran. Ciò basta a estremista, è solo perché la società speciali, in Italia e Germania ne- giustificare la legittimità dell’ope- aveva, ieri come oggi, rinuncia- dalle fotografie dei manoscritti gli settanta, Vinay rispondeva che razione, la stessa operazione che to ad apprezzare il messaggio di “voler salvare la democrazia senza i masoreti medievali avrebbero Cristo come messaggio di critica, di Andrea Nicolotti la democrazia, cioè nella limita- compiuto sui testi di Qumran capace di sconvolgere e mettere in zione delle libertà democratiche discussione l’esistenza. Nel libro qualora li avessero posseduti e e con le leggi speciali” era la cosa Scritti di Qumran ancora stati inventati. La lettura, avessero desiderato stabilizzarli e la parola più ricorrente è agápē, più pericolosa, non si stancava di a cura di Corrado Martone però, è difficile per chi non abbia proprio la parola greca che diede conservarli. ripetere che l’amore non poteva pp. 251, € 24, una più che buona conoscenza Martone ripropone dunque il nome al centro da lui voluto e della lingua ebraica. Così i lettori essere meno contagioso dell’o- Paideia, Brescia 2014 l’originale vocalizzato dei testi che diresse per dieci anni dopo la dio. Questa meritoria inattuale si trovano ad affrontare le stesse fine della guerra. A chi sosteneva più consistenti e completi, avva- operazione editoriale raccoglie difficoltà che i masoreti riusciro- lendosi delle migliori e più recen- che la parola greca ἀγάπη fosse alfabeto ebraico non preve- no a risolvere proprio con l’in- alcuni scritti dal 1967 al 1982 già de la scrittura delle vocali. ti edizioni disponibili e senza tra- incomprensibile, lui rispondeva pubblicati dall’editore Claudia- L’ venzione della puntuazione. che sarebbe stata un’occasione Tutti gli antichi manoscritti di lasciare uno scrupoloso controllo na: Ho visto uccidere un popolo. Per ovviare a ciò, Corrado sulle fotografie dei manoscritti. A per spiegarla. Una parola che nel- lingua ebraica riportavano un Martone ha preparato un’edizio- Sud Vietnam: tutti devono sapere testo senza vocalizzazione, pro- fronte dell’ebraico egli propone la vulgata cattolica venne resa con (1974) e L’utopia del mondo nuovo ne dei testi di Qumran con vo- il termine latino caritas, perdendo prio come nell’ebraico moderno. una sua traduzione italiana, rivi- (1984). Mancano invece gli scritti calizzazione secondo sta e migliorata rispet- la polisemia originaria che include Le edizioni a stampa del testo il sistema tiberiense. tratti da Giorni a Riesi (1966) e da to a quella da lui stesso anche partecipazione e solidarietà. dell’Antico testamento, invece, Qualcuno potrebbe L’amore è più grande, la storia di già pubblicata diversi Vinay la ritiene la chiave di lettu- indicano le vocali e gli accenti se- considerare l’opera- Agape e la nostra (1995). Agape, condo un sistema di segni grafici anni or sono. Ogni te- ra delle scritture, più importante che Goffredo Fofi definisce nella zione un po’ anacroni- persino della fede: un amore scon- aggiunti accanto alle consonanti sto è preceduto da una sua prefazione “un centro di vitale stica dal punto di vista finato che “può investire ogni cre- per aiutare la lettura e scongiu- breve introduzione nutrimento”, è stato nella storia filologico, in quanto atura umana anche se non ne ha rare la possibilità di errori di con bibliografia, ed è culturale italiana un crocevia che su un testo che non coscienza” perché la parola di Cri- pronuncia o di comprensione. Il provvisto di essenziali ha permesso a uomini e donne prevedeva puntuazio- sto non è mai rivolta soli credenti. sistema grafico di puntuazione note. di diversissimi schieramenti poli- ne sono stati aggiunti Agape è anche l’opposto del movi- che si è imposto a partire dal X segni secondo un si- Un’opera di que- mento eroticizzante verso le cose, tici di incontrarsi e discutere, un secolo d.C. è originario di Tibe- sto genere, comple- confine trasformato in reale luogo stema che sarebbe ve- del desiderio di possedere tipico riade (da cui la denominazione nuto alla luce soltanto tamente assente dal d’incontro. Vinay lo volle costru- della società dei consumi. Stupi- di “tiberiense”) e fu elaborato da diversi secoli dopo, e panorama editoriale ire nell’immediato dopo guerra sce la grande lungimiranza con cui una famiglia di masoreti, i Ben che orienta verso una pronuncia italiano, è certamen- come luogo di riconciliazione per ha colto i rischi della società con- Asher. Le più importanti edizio- che non sappiamo fino a che pun- te di grande utilità per chi de- temporanea e i toni con cui la de- i giovani divisi dalla guerra: tra i ni della Bibbia ebraica sono state to sia rispettosa dell’uso antico. sideri avvicinarsi agli originali scrive. L’acume con cui descrive il muri del villaggio si incontrarono fondate su manoscritti medievali Ma anche le edizioni dell’Antico delle opere qumraniane senza consumo come il vero oppio dei partigiani e soldati tedeschi. L’e- sui quali il testo consonantico è testamento su cui abitualmente dover superare l’ostacolo della popoli; il pericolo rappresentato sperienza di riconciliazione rim- stato vocalizzato e accentato se- si lavora riportano la medesima mancata vocalizzazione, e se- dalle multinazionali ostacolo per balzò con Ray Davey (che riteneva condo questo sistema. puntuazione, la quale anch’essa gna un passo in avanti rispetto la democrazia; la consapevolezza Vinay il suo ispiratore) in un altro I manoscritti di Qumran, che era assente dai manoscritti più ad analoghe iniziative presenti di essere in un’epoca di forti con- villaggio, a Corrymeela nell’Irlan- risalgono a un periodo non più antichi, è stata creata successi- sul mercato internazionale. Si trapposizioni, grandi violenze ma da del Nord, tra le famiglie catto- tardo del I secolo d.C., non ri- vamente e costituisce un sistema attende l’uscita anche del se- anche grandi speranze. Alla logica liche e ­protestanti. n portano alcun tipo di puntuazio- arbitrario che non era nemmeno condo volume.­ n del consumismo, che porta a una [email protected] ne; è naturale che i moderni edi- l’unico, bensì soltanto quello che [email protected] catastrofe planetaria, contrappo- tori ne abbiano stampato il testo ha avuto la capacità di imporsi. neva la logica del dono e ribadi- S. Lanza è stato maestro elementare rispettando l’assenza di questi Se attualmente i biblisti conti- A. Nicolotti è assegnista di ricerca in storia va che l’essere umano non era al e vicedirettore di Agape segni che all’epoca non erano nuano a servirsi di questi testi a del cristianesimo all'Università di Torino N. 7/8 40 Natura Datemi la verità di Andrea Casalegno Verticalità umanizzata Henry David Thoreau Emerson The Conduct of Life, di Giuseppe Sergi che inaugura la ricca letteratura Walden ovvero sulla condotta della vita, assai Antonio De Rossi manifeste nei panorami dipinti da Heinrich Vita nei boschi importante fra Otto e Novecen- Keller e nell’attività della scuola topografica e ed. orig 1854, trad. dall’inglese to, uscirà soltanto nel 1860, due La costruzione delle Alpi cartografica elvetica. Senza tempo è invece “la di Luca Lamberti, pp. 308, € 12, anni prima della precoce morte Immagini e scenari del pittoresco alpino natura molteplice dell’ambiente alpino”, dati Einaudi, Torino 2015 di Thoreau. (1773-1914) i caratteri stagionali molto differenti. Enrico Thoreau descrive le sue espe- pp. 422, € 38, Donzelli, Roma 2014 Castelnuovo aveva già dimostrato che l’uso uò far sorridere parlare di rienze per dare un esempio. di vette e ghiacciai come fondali produce un’ P“incunaboli” della cultu- Vuole proclamare un modello, titoli “L’invenzione di…” sono molto aumen- “intensificazione percettiva”. Ma lo sviluppo ra degli Stati Uniti d’America. ma non perché venga imitato: Itati, nei libri degli ultimi anni, producendo un di quest’opera è multidirezionale. Dalla Sacra Incunabolo è dunque Walden per farci riflettere. Non ha mai effetto stucchevole. Li si ritiene accattivanti per di S. Michele come “montagna metamorfizzata (1854), il grande libro di Henry pensato di trascorrere nei boschi i lettori; ma derivano anche da un vena deco- in edificio” alla complessa genealogia formale David Thoreau, apparentemente tutta la vita. “Lasciai Walden il 6 struzionista secondo cui ogni oggetto è interes- dello chalet svizzero; dalla geopoetica di Ruskin il rendiconto, elaborato con cura settembre del 1847”, scrive nelle sante per come è stato culturalmente proposto e Viollet-le-Duc alla valorizzazione della com- a distanza di due anni, due mesi righe che precedono la conclusio- più che per le sue caratteristiche sostanziali. De ponente ascensionale nelle immagini dei mezzi ne filosofica, e prosegue così, con e due giorni trascorsi in una ca- Rossi ha optato per “costruzione”, motivando di trasporto meccanizzati (ferrovie, cremagliere, l’ironia che imbeve molte delle panna nei boschi costruita con la lodevole scelta in pagine che valorizzano la funicolari). Sia la museificazione sia la compre- sue pagine: “Lasciai i boschi per le proprie mani dall’autore, non “scoperta” di qualcosa che c’è (le Alpi): il Mon- senza di arcaizzazione e tecnicizzazione fra Otto ragioni altrettanto buone per cui lontano dal laghetto di ­Walden. te Bianco, ad esempio, è stato scoperto, non e Novecento costituiscono il passaggio successi- ci venni. Forse mi sembrò di ave- Siamo ad appena mezz’ora di inventato, come invece nel 1986 suggeriva Phi- vo rispetto alle Alpi del medievalismo revivali- cammino da Concord, Massa- re parecchie altre vite da vivere, e di non poter dedicare più tempo lippe Joutard. L’oggetto Alpi, pur non inventa- sta di d’Andrade e Giacosa. chusetts, città natale di Thoreau to, si è arricchito, dalla fine del Quattrocento in Storia sociale, ho scritto all’inizio: la si trova e residenza dell’ideatore e nume a quella”. È stato solo un esperi- mento. Thoreau voleva dimostra- poi, di dimensioni interpretative iconografiche e nel contrasto fra alpinisti e turisti (con lo sprez- tutelare del trascendentalismo culturali che l’autore analizza con una rigorosa e zo dei primi per i secondi), in tutti gli stereo- americano, Ralph Waldo Emer- re che si può vivere rinunciando al superfluo e concentrandosi affascinante ricerca di storia sociale. tipi della montagna (in particolare il topos del son. E proprio su un terreno di Fondamentale è la nozione di paesaggio, che montanaro virtuoso), nell’adozione di modelli proprietà di Emerson l’assai più sull’essenziale: “cibo, riparo, ve- stiti e combustibile”. “Per quan- può nascere solo da un’osservazione esterna: Jo- costruttivi urbani (secondo una tendenza più giovane amico e collaboratore achim Ritter ha insegnato, nel 1994, che “solo italiana che francese già studiata da Renato Bor- Thoreau decide di isolarsi (per to la tua vita sia meschina, valle incontro e vivila; non voltarle per colui che vi ‘esce’ la natura diventa paesag- done per le campagne medievali). Storia sociale modo di dire: incontrerà vicini gio”. Hanno diritto a parlare di Alpi non solo innervata, sempre, dalle competenze tecniche e visitatori quasi ogni giorno, e le spalle e non insultarla. Non è cattiva quanto te. Appare tanto coloro che le vivono, e il rilancio della dimen- dell’autore, che dimostra come le costruzioni tornerà regolarmente in città per sione morfologica è importante proprio perché legate agli sport alpini siano “sovrapposte” al i motivi più vari) per dimostrare più povera quanto più sei ricco. consente la valorizzazione di sguardi diversi. Di- suolo e non radicate nella terra. L’attenzione che il credo emersoniano non è L’eterno scontento troverà difetti versi per la formazione e per gli interessi di chi è rivolta anche ai sanatori, diversi ma paralleli un vano flatus vocis. anche in paradiso”. E, più avanti: le descrive e le rappresenta, ma diversi anche rispetto alla “monumentificazione dei luoghi”, Il cuore del trascendentalismo, “Invece di amore, denaro, fama, storicamente: dal De Alpibus di Josias Simmler che deriva dalla memoria con forte indipenden- considerato la versione america- datemi la verità”. Questo si chia- (1574) alla svolta degli anni venti del Settecento, za dal paesaggio. Dopo questa lettura si può na ritardata dell’idealismo e ro- ma prendere Emerson sul serio. guardare alle montagne in modo non neutro, manticismo tedesco e inglese, si Walden è un testo corrosivo, con l’opera di Albrecht von Haller che rompe intellettualmente curioso, con domande, ma an- riassume in poche parole: vivere che attacca a ogni passo le “virtù il disinteresse seicentesco e prepara le fortune con semplicità e a contatto con la inutili e ammuffite”, ovvero la la- ottocentesche (“vero secolo del paesaggio”), che con quasi tutte le risposte. natura, privilegiando i valori spi- boriosità ottusa e avida dei bravi rituali rispetto a quelli economici puritani della Nuova Inghilterra. della modernità. Un credo assai Benché sia giustamente esaltato per le sue descrizioni naturali, hanno classificate in questa zona controcorrente in una terra in cui Il paradiso delle felci quasi 700 specie, mentre “nel si sta affermando un capitalismo l’acqua del lago limpida e profon- da che si trasforma con l’alternar- New England è presente non più aggressivo, in parte industriale e di un centinaio di specie, e in tut- in parte schiavistico, che non ri- si delle stagioni, la battaglia delle e il territorio degli Zapotechi formiche rosse contro le formi- ta l’America settentrionale forse spetta né la natura né la cultura ve ne sono 400”. Le felci infatti, dei nativi americani (dei quali che nere, il suo contenuto prin- passione divorante, lo studio del- note ai più soltanto come abita- Thoreau non parla) né, diremmo cipale è duramente polemico, Oliver Sacks le felci. Oliver Sacks è uno di loro. trici di un ombroso sottobosco, noi oggi, i diritti umani. una denuncia tanto più violenta quanto più venata di sarcasmo DIARIO DI OAXACA Ha fatto dunque benissimo l’e- si adattano agli ambienti più vari, dell’espansione commerciale e ed. orig. 2002, trad. dall’inglese ditore Adelphi ad aggiungere al dal deserto alla foresta pluviale, e esperimento di Walden è di Maurizio Migliaccio, pp. 156, € 16, L’ precoce. Si conclude nel industriale che profana la natura, suo nutrito catalogo delle opere quasi tutti sono presenti, a distan- 1847, quando mancano ancora e soprattutto quella parte della Adelphi, Milano 2015 di Sacks la traduzione, magnifica za di poche ore di autobus, nella quattordici anni alla guerra di natura che è la nostra mente. davvero per nitidezza e precisio- regione di Oaxaca. Secessione. Thoreau fu un appas- Ho tradotto da me i passi citati un piccolo libro, il resocon- ne (obiettivo non facile poiché la Ma non si allarmi il lettore poco sionato militante abolizionista, perché il punto debole dell’edi- Èto fedele, solo leggermente terminologia botani- portato alle estasi natu- che giunse a esaltare le sangui- zione di Walden ora pubblicata arricchito da considerazioni sto- ca vi compare a piene ralistiche e all’osserva- nose imprese e il sacrificio del nei Tascabili Einaudi, con l’otti- riche sull’America precolombia- mani), pubblicata da zione dei microfeno- fanatico John Brown, e che pri- ma prefazione di Paolo Cognetti, na, di sette giorni nella regione Feltrinelli nel 2004, di meni. Questo diario ma di Walden aveva pubblicato il è la traduzione attribuita a Luca di Oaxaca, Messico meridionale. questo Oaxaca Journal di viaggio arricchito fondamentale Civil Disobedience Lamberti, storico pseudonimo Difficilmente aggiungerà molto (2002). Nel frattempo da disegni è una galle- (1849), il testo che ispirerà tutto con il quale la casa editrice firma alla fama di una celebrità mondia- il libretto nulla ha per- ria di indimenticabili il mondo della nonviolenza. i testi nei quali il lavoro redazio- le come lo scienziato e scrittore so della sua freschez- ritratti: di luoghi, di Il radicalismo era dunque una nale sovrasta quello di un tradut- Oliver Sacks, l’autore di Risvegli. za, della sua capacità fenomeni naturali (vi componente essenziale del suo tore che non si può pubblicare Comincia così: “Eccomi dunque di rapire il lettore e spicca il meraviglio- carattere, prima ancora che della tal quale. In questo caso l’editore in viaggio per Oaxaca, dove in- introdurlo, fino a ren- so Albero di Tule, el sua fede. E radicalissimo è que- si è valso di un testo fuori diritti, sieme ad altri appassionati di bo- derglielo familiare, in Gigante, un cipresso del quale non mi è riuscito di ap- sto libro, universalmente noto ma tanica trascorrerò una settimana un mondo fino a po- di sessanta metri di purare la provenienza, affidato a non molto letto, almeno in Italia; alla ricerca di rare specie di felci”. chi istanti prima sco- circonferenza studiato un collaboratore per la revisione. anche perché è un libro difficile, Felci? Molti di noi, me com- nosciuto. O meglio, due mondi: nel 1803 da Alexander von Hum- che si presenta per ciò che non è. Il risultato non è soddisfacente. preso, non avrebbero immagina- il territorio degli Zapotechi, la Lo stile di Thoreau è una sorta di boldt, che ne stabilì l’età a circa Vita nei boschi, il suo sottotito- to che le felci fossero così appas- regione che, dall’alto delle sue quattromila anni) e soprattutto di lo, non è il contenuto: è un pro- falsetto, sempre sul filo del para- sionanti da indurre a ignorare le elevazioni maggiori, dischiude la dosso, che rischia di scadere nel- persone. I compagni di viaggio, o gramma. Il contenuto, organiz- maestose rovine di un palazzo di vista dei due oceani, Atlantico e dovremmo dire di gita (in fondo è zato con apparente sprezzatura, lo stridulo se non viene reso con duemila anni per inseguire nel- Pacifico (siamo nella parte meri- estrema cura. Anche nella scrit- solo una settimana in pullman!), ma in realtà con cura meticolo- la polvere le tracce di minuscole dionale e “stretta” di quel gran tura, Thoreau docet, è indispen- descritti da Sacks ci sembrerà di sa, in diciotto capitoli tematici, spore. Anche il viaggio del lettore triangolo che è il Messico), e l’u- sabile perseguire un risultato di conoscerli personalmente, e l’au- che marxianamente iniziano con diventa così un viaggio di scoper- niverso delle felci. estrema semplicità. Il lettore po- tore lo sa. Non per nulla confessa: le basi strutturali (Economia) e ta. E doppiamente: delle antiche Oaxaca, scopriamo, ne è il pa- trà facilmente trovare nella Con- “Trasformare le immagini in pa- si concludono con un inno alla vestigia di una civiltà distrutta dai radiso: gli scienziati dilettanti clusione i passi che ho tradotto, e role è la mia passione”. Per que- primavera e con una lunga pe- conquistadores e del piccolo mon- dell’American Fern Society (a pa- fare un confronto. n sto in viaggio ha sempre tenuto rorazione etico-filosofica della do dell’American Fern Society, gina 30 leggiamo un convincente un diario, “dall’età di quattordici “semplicità”, è un manuale di un gruppo di uomini e donne, elogio del ricercatore dilettante e [email protected] anni”. E ha fatto ­benissimo. n condotta della vita ante litteram. intellettualmente assai brillanti della sua importanza nello svilup- Ante litteram perché il libro di A. Casalegno è giornalista e spesso coltissimi, uniti da una po delle scienze naturalistiche) ne (A. C.) N. 7/8 41

Per aprire e chiudere il melodramma dell’Ottocento Recitar cantando, 64 di Vittorio Coletti ed Elisabetta Fava

bbiamo visto, a Nizza e a Genova, due (1819), andata in scena in questi mesi al regolari le narrazioni in scena come quella Asplendide opere che in un certo senso Metropolitan (e vista in diretta cinema- di Ferrando del Trovatore (solo i senari e incorniciano il melodramma del XIX seco- tografica), musica di un libretto di Leone i settenari del personaggio frivolo di Olga lo, aprendolo l’una, Semiramide di Rossini, Tottola tratto da un poema di Walter Scott, hanno ancora un ritmo riconoscibile e netto e chiudendolo l’altra, Fedora di Giordano. tradotto anch’esso dal Cesarotti. Tanto per nell’opera di Giordano). In Fedora ci sono Vedendole a pochi giorni di distanza misuri dare un’idea, tra due tenori del calibro di poi scene teatralmente e musicalmente di tutto il percorso dell’opera italiana, da un Florez e Osbom che si contendono il so- rara efficacia, come quella del secondo atto, capo all’altro dell’Ottocento. Rossini diede prano (Joyce Di Donato), vince il contralto col pianista che esegue un notturno in cui Semiramide a Venezia nel 1823 e chiuse (anche se al Metropolitan era il magnifico Giordano reinventa lo stile chopiniano, o il con essa la sua stagione italiana. Dopo, per mezzosoprano Daniela Barcellona): segno lungo intermezzo musicale durante il quale i pochi anni in cui continuerà a comporre della superiorità ben nota per Rossini di Fedora scrive la sua fatale denuncia, non- opere, lavorerà solo per il teatro francese. E questo registro vocale, ambiguo e scuro. ché citazioni varie, vocali e strumentali, per Semiramide in verità nasce già dalla Fran- Non sono forse un contralto, originaria- ricreare il colore locale russo e svizzero. A cia, quella della tragedia di Voltaire che mente, Isabella, l’intraprendente e sfron- Genova se ne è vista una bella esecuzione, l’aveva messa in scena nei suoi magnifici tata protagonista dell’Italiana in Algeri, la in un nuovo allestimento, con un buon cast alessandrini nel 1748. Va detto che pochi protagonista di Cenerentola e Rosina del (specie Irene Cerboncini e Rubens Pelliz- soggetti hanno avuto tanto successo melo- Barbiere (un ruolo che invece Paisiello nel zari), una discreta direzione (Valerio Galli) drammatico quanto questo. A tacere del li- suo Barbiere aveva scritto per soprano)? Il e una bella regia di Rosetta Cucchi, che ha bretto Semiramide riconosciuta di Metasta- contralto, come si diceva, piaceva a Ros- contribuito ad alimentare, con le pregevoli sio, musicato da un’infinità di compositori, sini non solo nei ruoli femminili grintosi, regie di Dario Argento per Lucia di Lam- possiamo ricordare la Semirami di Antonio ma anche in quelli teneri maschili, come il mermoor e di Davide Livermore per Billy Cesti su libretto di Andrea Moniglia che, generale Calbo del Maometto II e appunto Budd di Britten, le speranze di rinascita per esordendo nel 1667 a Vienna, potrebbe Arsace in Semiramide. Se si pensa che in un teatro tanto glorioso quanto in affanno. essere la prima rappresentazione cantata di Verdi saranno veri contralti soltanto Fede- Peccato che la ripresa di poco successi- questo intrigante personaggio, già immor- rica, la non più giovane rivale di Luisa in va di Carmen, con una sempre brava Sonia talato da Dante. Luisa Miller, e Ulrica, la maga del Ballo in Ganassi come protagonista, non sia stata La storia è nota: Semiramide è complice maschera, si può misurare l’evoluzione del altrettanto lodevole, nella regia dello stesso dell’omicidio del marito, il re Nino, il cui rapporto voce-ruolo avvenuta in poco più Livermore; per fortuna il pubblico, conqui- materiale assassino, Assur, ordina anche di di trent’anni. stato da Bizet, non se n’è dato per inteso, far sparire il figlio dei due regnanti, il gio- ma l’insieme ci ha ricordato quanto ormai vane Ninia. Ma questi naturalmente non è la lettura del regista affidi le sue scelte più morto; quando torna da generale vittorioso all’arbitrio che a una seria conoscenza del e col nome di Arsace, la regina se ne inna- libretto e ancor più all’ascolto della musi- mora, ignorando che è suo figlio, e se non ca. Discutibile qui è già la scelta di fondo: intervenisse lo spettro di Nino si rischie- ambientare la vicenda a Cuba; essendo il rebbe l’incesto. Una volta che Arsace sa folclore cubano notoriamente ben conno- di essere Ninia, per Assur non c’è scampo; tato, ed essendo invece l’opera di Bizet dis- ma nel buio della tomba del padre dove è seminata di riferimenti al folclore iberico, la sceso per uccidere Assur, Ninia uccide per trasposizione veniva smentita uditivamente sbaglio la madre, che pure, in cuor suo, a ogni passo. A parte questa contraddi- aveva già perdonato. Il bellissimo libretto zione di fatto, Carmen è un’opera sospesa usato da Rossini è stato confezionato da fra commedia, preponderante in tutta la Gaetano Rossi tenendo presente la tradu- Al Carlo Felice di Genova è andata in prima parte, e tragedia, presagita a parti- zione italiana della tragedia francese fatta scena, si diceva, Fedora di Umberto Gior- re dalla scena in cui le ragazze leggono le da Melchiorre Cesarotti e altre Semiramidi dano, un’opera del 1898, che si dovrebbe carte e poi sempre più imminente. Toglie- liberamente ricavate dal testo di Voltaire, vedere più spesso tanto è interessante e bel- re la commedia significa alterare in modo come quella di Antonio Sografi; unica mo- la, assai più del pomposo Andrea Chénier sostanziale la natura stessa della musica: difica saliente, l’aggiunta del tenore Idreno per cui il compositore è invece ancor oggi quando l’incauto don José aggredisce Zu- che consente di costituire una coppia di celebre. Intanto Fedora ha alle spalle un li- niga, suo superiore, ciò basta a estrometter- amanti tradizionale, allentando la tensione bretto di prim’ordine, non solo per merito lo per sempre dai ranghi militari; e quando erotica e omicida del terzetto Semiramide- del suo autore, Arturo Colautti, quanto so- poco dopo rientrano gli amici di Carmen, il Assur-Arsace. Rossini, che aveva lasciato prattutto per la tenuta drammaturgica del malcapitato poliziotto finisce sotto chiave, il centrosud Italia (Napoli e Roma) per dramma omonimo di Victorien Sardou (lo per evitare che mandi all’aria i loro piani tornare alla Venezia dei suoi esordi, scrive stesso autore che ha ispirato Tosca) da cui ladreschi. Così dice il libretto, così racconta con Semiramide il suo addio all’opera all’i- è tratto. L’abilità di Sardou nel gestire l’in- la musica, motteggiante e piena di ironia; taliana e lo fa con un capolavoro che lascia trigo consente di vedere su una scena del per Bizet i gitani sono scaltrissimi ladri, ancor oggi bocca aperta. A Nizza sono riu- teatro cantato una trama ben congegnata, non assassini; far loro freddare Zuniga non sciti a inchiodare gli spettatori alle tre ore razionale e avvincente, in cui lei non sa è solo una trouvaille registica senza fonda- piene dello spettacolo, dove le tante splen- che l’uomo che le dichiara il suo amore è mento, è un clamoroso errore di lettura che dide arie si inscrivono fra la monumentalità sì l’assassino del suo fidanzato, ma che lo piomba l’opera nella morte con due atti di Quaderni dell’introduzione e dei due Finali, mentre il ha ucciso per difendersi e perché lo aveva anticipo. Sorvoliamo sulle nacchere di Car- coro (magnificamente diretto a Nizza dal li- sorpreso con la propria moglie; quando men sostituite dal tamburello e sulle gros- Recitar cantando, 64 gure Giulio Magnanini) ha un ruolo attivo, finalmente scoprirà la verità, sarà troppo solane molestie che Micaela deve subire dai non di puro commento. tardi per evitare la catena di lutti ormai pro- soldati, altro particolare del tutto inventato Vittorio Coletti Semiramide poi è famosa per le scene vocati dalla vendetta. Fedora è un raro caso a cui, chissà perché, molti registi sembra- di oltretomba, come quella dell’ombra di di romanzo giallo cantato, con movimenti no tenere più che alla partitura, invece così ed Elisabetta Fava Nino, cantata poderosamente dal basso scenici e stacchi cronologici forti (Pietro- galante e scherzosa; ma imperdonabile è Per aprire e chiudere nelle quinte, l’unico concorrente che possa burgo, Parigi, la Svizzera) e gesti da teatro l’aver fatto scorrere le immagini convulse giocarsela quasi alla pari con la statua del ormai moderno (gita in bicicletta). Tra le dei guerriglieri cubani su una pagina come il melodramma dell'Ottocento Commendatore nel Don Giovanni, e per la tante evoluzioni dei libretti va rimarcata l’intermezzo che precede il terzo atto, col scena di pazzia di Assur davanti allo spet- anche questa, verso una trama compatibile flauto serafico e una musica che evoca la tro di Nino, che anticipa quella verdiana di con quelle dei romanzi, senza le inverosi- pace dei luoghi all’aria aperta. E dire che Effetto film Macbeth e Banco. Quello che a noi, oggi, miglianze tipiche del melodramma: una di- sarebbe bastato eseguire a sipario chiuso, dopo il melodramma romantico, risulta rezione già presa con La traviata e ribadita perché la musica parlasse da sola e arrivasse Francesco Pettinari meno comprensibile è che tra tutti gli spa- ancor più decisamente da Fedora, che per con i suoi mezzi a farsi capire. n di più è ormai scritta in un italiano quasi Louisiana (The Other Side) simanti delle due soprano, Semiramide [email protected] (ben interpretata da Joanna Mongiardo) postoperistico, con pochi residui della vec- chia lingua poetica del melodramma otto- di Roberto Minervini e la principessa Azema (che fa solo da di- V. Coletti insegna storia della lingua italiana versivo), quello che vince sia il contralto en centesco e in un formato metrico libero, all’Università di Genova Carla Ammannati con rime scarse e imprevedibili, e accenti travesti (a Nizza Kristina Hammastrom). [email protected] Succede così anche in un’opera più anti- poco marcati, persino nei doppi quinari del Forza maggiore racconto decisivo di Cirillo, che ai tempi di ca e meno bella ma drammaturgicamente E. Fava insegna storia e critica della musica di Ruben Östlund più moderna di Rossini, La donna del lago Verdi scandivano invece con forti accenti all’Università di Torino N. 7/8 42

Cinema reale La trappola familiare di Francesco Pettinari di Carla Ammannati

Louisiana (The Other Side) di Roberto Minervini Forza maggiore di Ruben Östlund con Mark Kelley, Lisa Allen, James Lee Miller, con Lisa Loven Kongsli, Johannes Kuhnke, Clara e Vincent Italia / Francia 2015 Wettergren, Francia / Danimarca / Germania 2014

oberto Minervini, di Fermo, clas- all’indigenza, ma anche alla paura. Il l film Forza maggiore del quaran- portanti nella sua vita. Ebba conclude Rse 1970, è stato il quarto italiano film lo mostra in diverse tranches de Itunenne regista svedese Ruben che, semplicemente, la sta provocando. dell’ultimo Festival di Cannes: Moretti, vie, che chiedono allo spettatore un Östlund, vincitore del Premio della La libertà individuale è difficilmente Garrone, Sorrentino nel concorso uffi- continuo cambiamento di prospettiva Giuria nella sezione Un Certain Regard contemplabile nell’orizzonte culturale ciale, lui nel Certain Regard; anche lui di visione: mentre si fa; mentre vive e al festival di Cannes 2014, è ambienta- di ognuno di noi ma il film la include, tornato a casa senza premi, ma, come i dorme in costume adamitico nella na- to in una stazione sciistica (Les Arcs) meritoriamente, nelle chance di tutti. colleghi più affermati, con ottimi con- tura; mentre fa sesso con la compagna delle Alpi francesi e mette in scena una Intanto la coppia formata da Ebba sensi di critica e di pubblico. Minervini Lisa; mentre porta la roba alla sorella; famiglia svedese, composta dal padre e da Tomas si avvita sempre di più non è un esordiente: ancora scono- mentre inietta una dose a una spoglia- Tomas (Johannes Kuhnke), la madre intorno al tema della fuga egoistica di sciuto al grande pubblico, è di fatto rellista incinta di otto mesi prima che Ebba (Lisa Loven Kongsli) e i loro due Tomas. Che egli nega, per di più. Fino un nome affermato per i cinefili: tra il si esibisca; ma anche in momenti di bambini Vera e Harry (Clara e Vincent alla capitolazione finale, quando in un 2011 e il 2013 ha realizzato una trilogia tenerezza sorprendenti, perché inat- Wettergren), durante una vacanza sulla accesso di pianto che ha tutto il sapore sul Texas che ha fatto il giro di tutti i tesi, nella loro verità emotiva: mentre neve. È una famiglia campione, esem- di un crollo di nervi, Tomas ammette di festival cinematografici, compresa la trascorre una giornata con la madre plare, attraverso la quale lo sguardo del essere vittima dei suoi istinti. E di aver- Mostra di Venezia (Low Tide, nel 2012, malata di cancro, o con la nonna che regista intende rivelare la complessità le mentito e di averla tradita. Il rospo in Orizzonti) e lo stesso Festival di sta perdendo la memoria. del legame coniugale. È questo il tema è sputato e la barca su cui navigano, Cannes che ha ospitato fuori concorso Poi c’è ancora il Texas, dove un grup- del film. A farne le spese, fatalmente, bambini a bordo, appare davvero a ri- quello che forse è il suo lavoro miglio- po di paramilitari, con a capo alcuni re- il desiderio. L’incomunicabilità pro- schio d’inabissamento. re: Stop the Pounding Heart, dove viene duci dalle missioni in , si esercitano fonda traspare, infatti, nelle diverse Nella conclusione del film la famiglia fotografata una comunità texana di in- con le armi e si preparano a combattere inquadrature. Il regista sceglie il tempo appare, tuttavia, ricomposta. Mentre tegralisti cattolici attraverso lo sguardo non contro un ipotetico nemico ester- lento della macchina fissa: l’occhio che sciano in una pista segnalata ma in di una giovane adolescente che vive un no (il capo, parlando del Medio Orien- guarda va a fondo, dice al di là delle pa- mezzo a una nebbia fitta, Ebba si per- turbamento amoroso; ancora in questo te dice: chi siamo noi per pretendere di role, mostra l’ineffabile. Molto oppor- de nel bianco abbacinante che trasfor- periodo, quest’opera riceve premi im- insegnare loro come devono vivere?), tunamente il commento musicale, vera ma tutte le forme in ombre e fantasmi. portanti come il Doc/it Professional ma contro il potere centrale, da cui non e propria voce del film, è il terzo mo- È il momento del riscatto per Tomas. Award per il miglior documentario. I si sentono più rappresentati, contro vimento (Presto) del concerto L’estate Che, toltisi gli sci, va a cercarla. I bimbi lavori di Minervini appartengono quin- Obama, che ormai è un nemico, esat- (op.8 Le quattro stagioni) di Vivaldi: il soli, immobili, chiamano i genitori. Su- di a quel genere che mette insieme film tamente come per Mark e la comunità tema è la tempesta, che violino, archi spence. Dopo alcuni, lunghi secondi di e documentario, anche se la sua opera in cui vive, è una maschera di gomma e basso continuo restituiscono nel suo schermo vuoto e cecità assoluta, ecco (e soprattutto il suo modo di lavorare) indossata da una donna per praticare lento avvicinarsi e poi nel suo rove- emergere i contorni di Tomas che tor- sfuggono alle etichette, in nome di una una fellatio collettiva durante il raduno sciarsi violento, finale, sulla terra. Ad na portando in braccio Ebba. Ce l’ab- vocazione al cinema militante di un re- per l’Indipendence Day (dove pare che amplificare la percezione di una minac- biamo fatta, tutto bene. L’impressione gista che, infatti, voleva fare il reporter il regista abbia rischiato il linciaggio) o cia che incombe sul paesaggio fatto di dello spettatore è che non solo Tomas, di guerra. da usare come bersaglio da crivellare montagne maestose, possenti quanto Ebba, Vera e Harry siano salvi, ma l’in- Louisiana è il naturale proseguimen- di colpi e poi da incendiare: the other indifferenti alle sorti degli omonculi tero genere umano. La famiglia come to dei lavori precedenti, ma qui l’aspet- side, è il caso di dire, rispetto a Ameri- che le calpestano, gli spari ritmati dei argine al caos, alla follia. Come princi- to documentaristico si è rivolto in una can Sniper. cannoni da neve: scoppi spaventosi che pio ordinatore del mondo. direzione di senso fortemente politico, Louisiana, distribuito da Lucky Red evocano una guerra latente, prossima a È il momento del ritorno. Le note di denuncia, non solo più di racconto (vietato ai minori di 14 anni), mostra un esplodere. Piccoli ma significanti gesti della musica vivaldiana scatenano una e di descrizione: siamo ancora in quel cinema duro, anche estremo, libero dai segnalano, del resto, il disagio già nella tempesta che rotola giù dalle cime inne- punto di osservazione privilegiato che filtri della messa in scena convenziona- prima parte del film. vate e tutto travolge. Il pulman che per- Minervini si è scelto per vivere, occu- le: mesi per conoscere e per ottenere C’è un altro modo, nel film, di vivere corre gli stretti tornanti della montagna pandosi della costruzione di case eco- la vita e l’amore. Una figura femminile la fiducia delle persone che poi hanno ha alla guida un autista che spaventa, solidali, quel ventre oscuro dell’Ame- incarna questa terza possibilità: Char- acconsentito a mostrarsi al suo sguar- prima di tutti, Ebba. La quale dalla rica, dove si riflette però l’effetto della lotte (Karin Myrenberg). Lei si dichiara do, così come sono nella loro realtà au- paura è dominata. Sparge il panico tra i crisi, ancora troppo poco mostrato dal in vacanza dalla famiglia. La vediamo in tentica, ben oltre il ruolo di attore non passeggeri, quest’uomo è ubriaco, dice. cinema mainstream: il fatto che ormai spensierata compagnia di uomini ogni il 90 per cento della popolazione ame- professionista; centocinquanta ore di giorno diversi. Dice a Ebba che ha due Fino a che pretende che le venga aper- girato ridotte poi ai novantadue minuti ta la porta e, per prima, scende. Tutti

- Effetto film ricana è composta di poveri. Il titolo figlie e un marito, dunque alcuni rap- internazionale, The Other Side, è più di durata effettiva; non c’è trama, ma porti transitori e uno stabile, sereno. Se quanti, contagiati dall’ansia di Ebba, significativo, perché l’opera è compo- c’è un eccellente lavoro di montaggio, le figlie stanno bene? Certo, lei è un ge- si precipitano a terra. E prendono a sta di un dittico asimmetrico che foto- curato, non a caso, da Marie-Hélène nitore responsabile, dà loro sicurezza. camminare, infreddoliti, verso la valle. grafa due situazioni diverse che però Dozo, da sempre collaboratrice, oltre E se fosse suo marito a tradirla? Se lui Solo una donna rimane sull’autobus, si si parlano, proprio sul piano del senso che di Minervini, dei fratelli Dardenne. stesse bene ne sarebbe contenta. An- tratta di Charlotte. Lei si fida. Oppure politico. La durata maggiore del film Cinema del reale di altissima qualità. n che in caso di abbandono? Certo non accetta il rischio. n racconta di Mark, un uomo che vive [email protected] le farebbe piacere, ma lei non fonda [email protected] di stenti, e che trova nell’uso costante la sua autostima sul rapporto con una

Quaderni della droga la maniera per fare fronte F. Pettinari è critico cinematografico sola persona, ci sono altre figure im- C. Ammannati è scrittrice e insegnante N. 7/8 43

scena e attraversata dalle tempeste della storia. noti; soprattutto, come si diceva, diversissimi Narratori italiani La buia Parigi del Terrore è rievocata magi- l’uno dall’altro. Questa capacità di ascolto, stralmente: “Le fiammelle delle rade lanterne quest’attenzione autentica all’altro è un ta- Evelina Santagelo, Non va sempre così, pp. che, ai crocicchi, più che illuminare il cammi- lento vero e proprio, il carattere necessario e 217, € 19, Einaudi, Torino 2015 no, segnavano i punti d’orientamento, erano imprescindibile per dare direzione a un sogno. un tremolante baluginio annegato nella caligi- Masolino D’Amico ricorda come lei apparte- Più che un romanzo, l’ultimo libro di Eve- ne. Dall’acque del vicino canale s’innalzavano, nesse a quella non comune categoria di donne lina Santangelo, lo si può considerare un apo- per stagnare a mezz’aria, vapori cinerei, agitati che “hanno la classe di coloro che non hanno logo, una sorta, per così dire, di medicamen- a tratti da brevi, colleriche folate di vento”. bisogno di dimostrare niente”; Santo Piazzese to contro la depressione imperante. Il titolo Incentrato sulla storia d’amore tra una giova- in un contributo piuttosto ricco ricorda la sua stesso esprime tale intento. La protagonista nissima aristocratica, che va tra mille pericoli passione per le sigarette Benson, e traccia un del libro, dal cui punto di vista viene narrata alla ricerca del fratellino rapito, e un poeta che omaggio che offre diversi spunti e colma alcu- la vicenda, è una donna dei nostri tempi (sen- incarna l’idealismo rivoluzionario, Voglio vive- ne curiosità sul rapporto sempre delicatissimo za nome, per sottolinearne l’emblematicità), re ancora si avvicina, nell’intreccio, al modello tra editore e autore. Ma Elvira Sellerio non era presumibilmente una quarantenne o poco più, popolare del feuilleton. Se ne differenzia però un editore qualunque. E questa condizione ancora piacente, non molto consapevole del nella scrittura elegante e sorvegliatissima, nel emerge quanto più sembrano voci individuali suo attrait, presa com’è dalla sussistenza quo- rigore della ricostruzione storica, evidentemen- e solitarie quelle raccolte in questo libro: è pro- tidiana (è una delle tante precarie della scuola, te nutrita di amplissime letture di prima mano, prio la loro consistenza di testimonianze così un’insegnante di sostegno ormai considerata e nella garbata ironia che pervade la voce del uguali e così diverse l’una dall’altra, a far filtra- superflua in nome della “buona scuola”) e narratore rimandando, in modo piuttosto evi- re in controluce la figura di questa donna che dalla gestione di una figlia appena approdata dente, al modello manzoniano. Il bel saggio appare straordinaria anche a chi non ha avuto all’adolescenza, senza aiuto da parte di un ma- del curatore che chiude il volume ci informa modo di conoscerla di persona. Salvatore Sil- rito defilato grazie a un provvidenziale divor- in modo esauriente sulla biografia di Lanoci- vano Nigro firma delle pagine importanti, il cui zio. Tutto attorno a lei sembra sfaldarsi, venir ta, dal periodo dell’internamento in vari campi titolo Ubbidire a se stessi può essere il filo con- meno: non più storie con uomini, per quanto profughi, durante la guerra, alla successiva af- duttore tra tutte le esperienze rievocate dagli estemporanee e poco soddisfacenti, non più fermazione, nel dopoguerra, come apprezzato amici, i collaboratori, gli scrittori e i critici riu- lavoro coerente con studi e aspirazioni, un ap- critico cinematografico, scomparso nel 1983. niti intorno a questo vero e proprio laboratorio partamento in insidiosa decadenza. Non a caso di idee e progetti. Ubbidire a se stessi è infatti Mariolina Bertini il romanzo inizia con “la prima cosa a forse il primo imperativo categorico per franare era stata la bella sedia norve- esistere e resistere anche in momenti di gese”. “Lei” si sente insicura, sempre grande crisi. sottoposta al giudizio degli altri, le sue risposte sono incerte, a meno che non Raffaella D'Elia abbia trangugiato una sufficiente dose di tequila boom boom. Si sente in “li- bertà vigilata”. Vigilata, in realtà, dalla propria insicurezza. A un certo punto Franca Cavagnoli, Luminusa, pp. 158, decide di prendere il volo (superando € 18,50. Frassinelli, Milano 2015 la vintage Paura di volare, e forse allu- dendo all’altrettanto vintage Porci con Immergersi nel romanzo Luminusa le ali), e di dare fuoco al mondo sulla è come immergersi in quelle acque tan- scorta di Cecco Angiolieri, ai cui cele- to diafane quanto spettrali dell’isola di bri versi (S’io fossi foco…) è intitolata la Lampedusa, e da esso riemergere come seconda parte (utopistica) del romanzo. i più fortunati dei profughi di cui Ca- Si lascia coinvolgere da un amico nel vagnoli racconta, comporta una gran- progetto di una bicicletta ecosostenibi- de rivoluzione. Mi sento in dovere di le, fatta di materiali riciclati, soprattutto suggerire al lettore che abbia in mano di cartone, “un cartone che non sa di Luminusa di ricordare che l’autrice è essere un cartone”. Inconsapevole in- anche una rinomata traduttrice (tra gli somma, come il calabrone, il quale se altri, premio nazionale del Ministero dei avesse coscienza del peso del proprio Beni Culturali per la traduzione 2015): corpo e della propria modesta apertura Cavagnoli infatti racconta di Luca (un alare, precipiterebbe al suolo. Il mes- nome volutamente comune, un nome saggio è chiaro e simpaticamente con- parlante: ognuno di noi è Luca), un ra-

Schede solatorio. Le cose migliori del romanzo, gazzo del nord che arriva a Lampedusa come sempre in Santangelo, sono gli per dare una mano e insieme per tro- ambienti quotidiani e le relazioni di vare il proprio posto, il proprio ruolo prossimità, che l’autrice sa tratteggiare nel mondo. Quando non lavora come con mano sicura, con carveriano dono cameriere in un ristorante e non pre- della sintesi. E così riusciti, e non ste- I disegni della sezione SCHEDE sta attività di volontariato, Luca si de- reotipati, sono i ritratti delle due gene- sono di Franco Matticchio dica con poetica passione a un piccolo razioni, fra le quali, in un certo modo museo di objets trouvés, di cose sparse, “lei” si trova schiacciata: la nuova generazione, perse, perdute, arrivate con i barconi, quella della figlia (tutta social media, ma non La memoria di Elvira, pp. 260, € 10, Sellerio, dal mare, ma senza proprietario. Un piccolo per questo non bramosa di affetto), e quella Palermo 2015 museo, erede diretto di una personalissima del padre, agganciata al luminoso passato degli wunderkammer, in cui raccogliere gli oggetti anni sessanta, pervasi dall’idea di un progresso È un libro piccolo, e prezioso, il volume smarriti di chi non ce l’ha fatta, di chi non è ar- e di un miglioramento indefiniti. Anni, oggi lo numero mille della collana “La memoria” che rivato. E una poesia, in basso come didascalia, vediamo bene, di grande slancio che sfocia- giunge nel segno e nel ricordo della sua fonda- a raccontare i contorni di una storia che Luca rono negli anni settanta (non solo di piombo, trice, Elvira Giorgianni Sellerio (1936 - 2010). può solo immaginare. In questo modo, come il ma anche delle grandi riforme della scuola, del Nata nel 1979, questa collana che porta nel traduttore (sia detto assai banalmente) traduce diritto di famiglia e della sanità, come ci ricor- nome un istinto rifondatore, e nell’eco i nomi da una lingua all’altra, allo stesso modo Luca da l’autrice). Personaggio davvero bello quello di Enzo Sellerio, Sciascia, Bufalino, racchiude traduce la storia disgraziata di chi non è arri- del padre, svampito e compulsivo ottimista, a in sé (a partire dal formato piccolo e rettango- vato, attraverso la poesia, in immaginarie sto- cui perdoniamo che abbia votato sì al referen- lare, dal blu ideato dal marito fotografo Enzo rie di felicità. E Cavagnoli traduce l’autentico dum sul divorzio: le cose bisogna costruirle per Sellerio) quella particolare riconoscibilità che dovere della letteratura: illuminare tutti i pezzi farle durare, così lui pensa, a proposito del ma- ha condotto l’avventura di tutto un gruppo dei mondi possibili. E sono tutti questi pezzi trimonio come a proposito di auto e frigoriferi. di persone, guidate dalla “Signora”, ben oltre (quelli del cuore di Luca, i pezzi di vita trova- Nuovista sì, ma con juicio, insomma. i confini della città di Palermo. Via Siracusa, ti sulla spiaggia, i pezzi del barcone, i pezzi di la sede della casa editrice Sellerio, è diventata carta velina su cui Luca scrive le sue poesie, i Mario Marchetti il perno non solo intellettuale ed artistico, per pezzi-capitoli in cui è suddiviso il romanzo, i la storia dell’editoria italiana. Leggendo infat- pezzi delle speranze svigorite) a riflettersi in Narratori italiani ti i molteplici interventi, i ricordi più o meno altri pezzi, quelli del cuore dell’amico cui Bor- brevi, tutti diversissimi l’uno dall’altro, ciò che ges dedica versi indimenticabili che, per amore Arturo Lanocita, Voglio vivere ancora, a più colpisce è il ricorrere del termine “istinto”. di suono e ritmo (cui Cavagnoli non rinuncia cura di Andrea Paganini, pp. 295, € 24, L’ora Per condurre la sua ricerca, tra i manoscritti mai nel suo delicato e possente Luminusa) ci- d’oro, Poschiavo 2014 che arrivavano fino al soffitto e letteralmente terò anche in originale: “No puedo evitar tus Storia sommergevano la scrivania dell’ufficio, Elvira sufrimientos cuando alguna pena te parta el co- La produzione delle case editrici della Sviz- Sellerio ha coltivato una delle qualità più rare, razón,/ pero puedo llorar contigo y recoger los zera italiana è spesso poco visibile qui da noi e meno usuali, nelle persone. La sua raffinatez- pedazos para armarlo de nuevo” (“Non posso e meriterebbe maggior attenzione. Di grande za, la sua capacità di ascolto, la passione e la evitare la tua sofferenza, quando qualche pena fascino, ad esempio, è questo romanzo am- severità del volto e dell’atteggiamento (pronte ti tocca il cuore, / però posso piangere con te bientato durante la Rivoluzione francese, mai a sciogliersi non appena fosse realizzabile una e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo”). Letterature apparso in volume, che l’autore, esule in Sviz- sintonia di orizzonti) hanno partecipato del Siamo così inquinati da libri ben ingegnati e zera, pubblicò sotto pseudonimo nel 1944 sul suo istinto non solo in senso professionale, pieni di “belle trovate”, che raramente ricor- “Corriere del Ticino”. Redattore del “Corriere ma umano. Masolino D’Amico, Santo Piazze- diamo che la bellezza può assumere una forma della sera” e romanziere all’epoca di qualche se, , Luisa Adorno, Luciano così semplice. successo, Lanocita rivisita, in Voglio vivere an- Canfora, fra gli altri, hanno riferito aneddoti e Infanzia cora, la narrazione alla Dumas, fitta di colpi di ricordi molto privati in alcuni casi, in altri già Angelo Molica Franco

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Giulia Guazzaloca, Storia della Gran Gennaro Carotenuto, Todo cambia. Figli razionalistico da tempo imperante, contri- nel 1939 in Palestina, per ritornare in Bretagna (1832-2014), pp. 269, € 26, di desaparecidos e fine dell’impunità in buendo ad articolare le dottrine autorita- Italia durante la seconda guerra mondia- Mondadori, Milano 2015 Argentina, Cile e Uruguay, pp. 241, € 14, rie e totalitarie? Esse furono accomunate le come membro della Brigata ebraica. Le Monnier, Milano 2015 dalla pratica dittatoriale, ma presentarono Partecipa alla guerra di indipendenza Dalle nostre parti, se la cultura della specifiche peculiarità: dalla priorità sta- di Israele contro gli stati arabi e stringe Gran Bretagna è stata diffusamente ana- Parte di una ricerca più ampia della tolatrica del fascismo a quella razzistica e amicizia con Ben Gurion. Dopo il 1948 lizzata, non ha però mai preso piede una quale speriamo di vedere presto i risultati bellicistica dell'hitlerismo, dalla conserva- dà avvio alla carriera diplomatica, che solida tradizione di studi storici su quella compiuti, questo libro di Carotenuto co- trice “dittatura della ragione” salazarista svolge prima all’ambasciata israeliana a realtà politica, economica e sociale. Ep- stituisce un significativo contributo sulle all'oscurantismo cattolico franchista. Fatta Parigi e, in seguito, in Madagascar. Da- pure, il Regno Unito è stato il modello di dittature civico-militari in America Latina, ruotare, fin dalle sue radici, su quell'illumi- gli anni sessanta si dedica con successo liberalismo cui molti italiani, a torto o a ra- sulla più ampia questione della cosiddetta nante perno che è la storia del pensiero, ma alla carriera accademica, insegnando in - Storia gione, hanno per decenni fatto riferimen- “giustizia di transizione”, cioè sulla contro- non senza qualche incursione sociologica, diverse università italiane e statunitensi. to. Giulia Guazzaloca, docente di scienze versa fase post-dittatoriale, e sull’uso delle l'analisi comparata dell'entre-deux-guerres Giornalista per testate italiane e stra- politiche presso l'Università di Bologna, fonti orali. Al centro del libro sono infatti si mostra in questo studio singolarmente niere, nel 1974 è tra i fondatori, insie- propone un affresco dell'ultimo secolo e una ventina di interviste a figli di desapa- chiara e penetrante. me a Indro Montanelli, del quotidiano mezzo, condendolo, all'occasione, di utili recidos e desaparecidas nei paesi del cono Il Giornale. Nel 1997 fonda l’Istituto rimandi alle parallele vicende italiane. In (D. R.) studi mediterranei presso l’Università tale ricostruzione vengono sfatati alcuni della Svizzera italiana a Lugano, dove Schede miti, ad esempio quello del presunto bi- approfondisce il ruolo che, secondo lui, partitismo perfetto, che nel Regno Unito, dovrebbe avere Israele nel panorama in- come dimostra l'autrice, non si è mai di ternazionale: dovrebbe cioè trasformarsi fatto compiuto, anche per il continuo e in un paese neutrale, sul modello della proficuo processo di autoridefinizione dei Svizzera e riuscire quindi a far convivere, partiti maggioritari; oppure la favola di in armonia, popoli con lingue, culture e quell'omogeneità linguistica e geografica religioni diverse. Questo libro è più cose che molti ritengono acquisita, oltremani- insieme: è, in parte, un’autobiografia, ca, da tempi immemorabili. L'eccezione in cui l’autore, mentre compie un viag- britannica spicca proprio in questi carat- gio nel passato, si cimenta anche in un teri d'irriducibile eterogeneità. L'hanno percorso introspettivo, cercando di dare alimentata le tradizioni autonomistiche risposte a domande che lo assillano fin locali, mai del tutto estinte, così come la dall’adolescenza, facendo i conti con se varietà religiosa (anglicani, presbiteriani, stesso e con il proprio passato, in una protestanti, calvinisti, cattolici) e un siste- specie di commiato finale alla vita. È, in ma politico che (nel quadro virtuoso dei parte, anche un diario, in cui le riflessio- rapporti fra la Camera dei Lord, la Came- ni personali si intrecciano con quelle, più ra dei Comuni e una corona quasi sempre generali, di ordine politico e religioso. A attenta ad assecondare gli umori popolari) tratti, infine, assume la fisionomia di un ha saputo assorbire i più acuti contrasti dialogo filosofico, in cui personaggi real- all'interno della logica liberale; tranne, for- mente esistiti si affiancano a personaggi, se, che nella selvaggia repressione dell'in- sud (Argentina, Cile e Uruguay), interviste molto probabilmente inventati, con lo La memoria dei fiori. Il diario di ­Rywka dipendentismo irlandese. L'analisi giunge che l’autore usa con abilità, attento alla scopo di discutere di temi, esistenziali e Lipszyc, a cura di Alexandra Zapruder, ed. non al 2014, come recita il titolo, ma al lezione di maestri della storia orale come politici, cari all’autore. Ronald Fraser, Luisa Passerini e Alessan- orig. 2014, trad. dall’inglese di Letizia Sacchi- 2010: ne resta fuori la clamorosa appari- ni, pp. 208, € 14,90, Garzanti, Milano 2015 zione del populismo con lo UK Indepen- dro Portelli, e integrando tali fonti con E. F. dence Party di Nigel Farage. materiali d’archivio, soprattutto di natura processuale. Il risultato è un lavoro che rie- Rywka è una ragazza ebrea originaria di Daniele Rocca sce al tempo stesso a inserire le tre vicende Lodz che, in seguito all’invasione nazista esaminate entro la più ampia trama delle della Polonia, viene rinchiusa, insieme alla Giacinto Militello, La prospettiva libe- transizioni post-dittatoriali e a evidenziar- sua famiglia, nel ghetto della città. Come la ralsocialista. Uno sguardo sul futuro ne le specificità attraverso un’attenta ana- sua coetanea Anne Frank, Rywka sceglie di della sinistra, pp. 202, € 13, Ediesse, Federica Morelli, L’indipendenza dell’A- lisi comparata dei regimi neoliberali che mettere per iscritto in un diario i suoi pen- Roma 2015 merica spagnola. Dalla crisi della mo- seguirono alle dittature. Emergono così sieri e le sue emozioni. Nell’arco di pochi narchia alle nuove repubbliche, pp. 234, la posizione di “avanguardia” dell’Argen- mesi (il diario inizia nell’ottobre del 1943, Il titolo dell’introduzione formula una € 17, Le Monnier, Firenze 2015 tina, culminata nel “salto di qualità verso quando ormai Rywka ha perso entrambi i domanda che si son posti in molti: “il la responsabilità individuale penale”, la via genitori, ha assistito alla deportazione dei Pd ‒ si chiede l’autore ‒ può diventare Tante furono le indipendenze che por- cilena della “giustizia nella misura del pos- fratelli e si conclude bruscamente nell’a- un partito liberalsocialista?”. Militello tarono alla nascita dei singoli stati latino- sibile” e quella uruguaiana dello “stato che prile del 1944) si assiste a una progressiva esordì nel 1960 come presidente dell’U- americani. Il processo di emancipazione non pretende di punire”. Soprattutto dalle maturazione dell’autrice, una bambina che, nione goliardica italiana e fu personalità ispano-americana si dispiegò nel tempo, fonti orali, in una ricostruzione sempre ca- da sola, deve imparare a diventare donna di spicco nella corrente (se una corren- conobbe fasi di crisi e arretramento, per pace di tenersi al riparo dal ciglio umido, in un mondo ostile. La ragazza trova nella te era) guidata nel Psi da Lelio Basso. poi avanzare di nuovo, e si differenziò da emergono “degli adulti, che hanno scanda- scrittura un rifugio dagli orrori della vita Successivamente ha avuto un cursus alto regione a regione di un continente molto gliato criticamente la propria esperienza”, nel ghetto, una consolazione al dolore per quale sindacalista, presidente dell’Inps, vasto. La storiografia latino-americanistica restituendola nelle interviste “come un ap- la morte dei genitori, uno sfogo in cui river- membro dell’Antitrust agli albori. Il ro- negli ultimi trent’anni ha modificato mol- parato riflessivo, quasi sempre complesso sare le paure per il futuro. Ma la scrittura è vello delle battaglie giovanili socialiste, ti assunti e tesi, rovesciandole. Federica e articolato”. anche un atto di vita, di testimonianza e di però, non l’ha abbandonato e, se oggi Morelli ha contribuito in tal senso con vari resistenza spirituale e culturale all’annien- riassume il senso della sua esperienza studi, di cui questo libro risulta un bilan- Ferdinando Fasce tamento. La religiosità che fa da sottofon- ponendola sotto il concetto di “liberal- cio ulteriormente aggiornato e una sintesi do alle riflessioni dell’autrice contribuisce socialismo”, lo fa per darne una versione assai utile anche per i non specialisti. Non a dare originalità al diario: Rywka infatti è attuale, consapevole di speranze alterna- si trattò di guerre di indipendenza antico- cresciuta in una famiglia ebraica ortodossa tive e di sconfitte inesorabili. “Liberalso- loniali, bensì di un effetto del crollo della Johann Chapoutot, Controllare e di- e la fede in Dio è sempre presente nelle sue cialismo – scrive – significa (…) proteg- monarchia spagnola e del suo impero. An- struggere. Fascismo, nazismo e regimi parole. La storia di come questo diario si gere gli esclusi e valorizzare in maniera cora un volta a innescare tutto ciò furono autoritari in Europa, ed. orig. 2013, trad. sia conservato è avvincente quanto le sue corretta il talento”. La strada imboccata le conseguenze della rivoluzione francese, dal francese di Frédéric Ieva, pp. 229, € 22, pagine: ritrovato nella primavera del 1945 dal Pd appare anche a lui tutt’altro che e, nello specifico, l’invasione di Napoleone Einaudi, Torino 2015 tra le rovine del crematorio di Auschwitz da tesa a un’interpretazione moderna dei in Spagna. Collassando d’improvviso l’im- una dottoressa al seguito dell’Armata rossa, “valori fondativi della cultura liberalso- pero spagnolo furono favorite le lotte indi- Per meglio comprendere i grandi traumi fu da lei custodito fino alla morte, avvenuta cialista”. È critico verso l’eredità postco- pendentistiche delle colonie americane. Di della prima metà del Novecento, va riva- nel 1983. Soltanto negli anni novanta sua munista che circola nel Pd, ma non vede qui anche una certa tortuosità dei percorsi lutato il peso della psicologia delle masse; nipote lo trovò tra gli oggetti di famiglia e, in Renzi un leader che sappia evitare le che condussero alla costruzione dei nuovi in particolare, nei paesi il cui assetto de- intuendone l’inestimabile valore, lo portò secche del populismo o, peggio, della stati nazionali. L’innesco del processo risa- mocratico era all'epoca ancora in gesta- con sé negli Stati Uniti, dove nel frattempo “melassa della pratica centrista”. Spezza le solo in parte alla guerra dei Sette anni, zione, il mutamento culturale e strutturale si era trasferita. Qui, dopo anni di ricerca, lance a favore della cogestione delle im- assai influente per la secessione nordame- indotto dalla prima guerra mondiale risul- riuscì a individuare un’istituzione, il Centro prese da parte dei lavoratori. Un obiet- ricana. La lealtà al monarca spagnolo non tò impossibile a metabolizzarsi. Questa per l’Olocausto della California del Nord, tivo che il sindacato italiano non ha mai fu allora intaccata. Interessante è l’analisi la tesi fondamentale del saggio di Johann in grado di stabilirne l’autenticità e di farlo condiviso. E anche “liberalsocialismo” è delle controversie che sorsero dentro le Chapoutot, docente a Grenoble, già noto tradurre e pubblicare. stata categoria mai in auge. Chi legge le nuove realtà territoriali nascenti dopo il per i suoi studi sul nazionalsocialismo. fiere pagine autobiografiche della prima Elena Fallo 1808 sul significato del termine “pueblo”, Nell'excursus che occupa l'ampia introdu- parte ritrova il suo stile di argomentato- soggetto che avrebbe dovuto impersonare zione del volume, condotto con esemplare re, capace di persuadere con insistenza. la sovranità in assenza del re. Dalla fram- cogenza argomentativa, si dimostra come A proposito della spaccatura, che dette mentazione del vasto impero scaturirono l'acuta “disaffezione religiosa” che si im- vita (effimera e grigia) al Psiup, confessa: , prima guerre civili, poi guerre tra eserciti pose nell'Ottocento, “secolo di fede esca- Vittorio Dan Segre Storia dell’ebreo “Non mi domandai allora, ma lo faccio , pp. 288, € 16,50, realisti e rivoluzionari. La partecipazione tologica”, finisse, insieme ad altri fattori, che voleva essere eroe serenamente oggi, se per costruire l’uni- Bollati Boringhieri, Torino 2015 popolare fu importante. Lungo l’Ottocen- per stimolare la nascita delle religioni poli- tà della sinistra la scissione del Psi del to l’estensione dei diritti di cittadinanza si tiche. Di mezzo, però, c'era appunto stata 1964 fosse stata una decisone giusta”. Il La straordinaria vita di Dan Segre fa sarebbe però scontrata con una società et- l'esperienza della trincea, che Chapoutot dubbio, per quanto sereno, rimane senza da sfondo alle vicende che si susseguo- nicamente gerarchizzata. a ragione considera decisiva in rapporto risposta. alla genesi del fascismo: non fu forse pro- no nel libro: diciassettenne, fugge alla Danilo Breschi prio quel conflitto a stroncare l'ottimismo persecuzione razziale e va a combattere Roberto Barzanti N. 7/8 46

Peter Handke, Saggio sul cercatore di fosse finito nel rogo dei libri inscenato nel dell’esistenza umana: il dispendio di energia. sit-com riecheggiano nei toni del romanzo funghi, ed. orig. 2013, trad. dal tedesco di 1933. Nell'ampia prefazione Focher ci resti- I successi e gli insuccessi di ogni individuo, e nelle vicissitudini dei personaggi. L’abilità Alessandra Iadicicco, pp.174, € 15, Guanda, tuisce i dettagli di un'esistenza nella Berlino come la sua stessa longevità, dipendono dalla di Hornby fa però sì che i toni leggeri della Parma 2015 in guerra: liberale e antimilitarista, Kästner sua capacità di controllare il dispendio ener- narrazione non comportino la banalizzazio- riesce a pubblicare prima firmandosi con getico. Strettamente connessa, come sottoli- ne dei temi più impegnativi trattati nel ro- Ci voleva un autore scafato come Handke uno pseudonimo, poi a campare aggregan- nea Franco Rella, alla filosofia di Balzac, la manzo, tra cui l’emancipazione femminile, per imbastire una storia del genere, annun- dosi a una troupe cinematografica dell' Ufa Teoria dell’andatura è però anche un godi- l’accettazione dell’omosessualità e il dibattito ciata fin dal titolo come Versuch, ossia tenta- in trasferta in Tirolo. Gli appunti (opportu- bilissimo studio di costume, un incantevole tra cultura elevata e cultura di massa, in un tivo ma anche prova, esperimento (l'ultimo namente intercalati dal curatore con brevi palcoscenico sul quale sfilano davanti a noi momento cruciale nell’affermazione della te- di una serie iniziata nel 1989 con il Versuch richiami al decorso bellico) vanno dal feb- i parigini dell’età di Luigi Filippo: signore levisione come mezzo di comunicazione per über die Müdigkeit) un librino sulla stan- braio all'agosto 1945. Sono stenogrammi che eleganti che volano verso un appuntamento eccellenza. Inoltre, come da tradizione, per- chezza intesa come forma di contemplazione narrano il collasso del Terzo Reich attraver- amoroso, accademici sempre in posa, militari sonaggi e dialoghi sono punti cardine della della coscienza. Diciamolo subito: questo so immagini fulminanti. Colpisce l'ostinato impettiti, finanzieri corpulenti, artisti ribelli narrativa di Hornby. quinto tentativo può deludere il lettore in fanatismo nazista degli ultimi mesi. La pri- ad ogni regola del vivere borghese. In bilico tra le proprie vite private e quel- quanto il racconto dilaga spesso nel divertis- mavera conta 20.000 morti sotto le bombe le dei personaggi della serie, il cast spazia sement, in un gioco virtuosistico lungo la ta- nella sola capitale ma ancora Hitler lancia al Mariolina Bertini dall’essenzialità di Barbara, alla superbia di - Letterature stiera delle citazioni e dei generi più svariati, fronte adolescenti in divisa con l'ordine di far Clive, relegato a una vita tra parentesi nel dal poetico al minuziosamente botanico, dal saltare i panzer russi, “finché quei ragazzini ruolo del co-protagonista Jim. La squadra parodistico all'autobiografico, per chiudersi venivano dilaniati insieme ai carriarmati”. di produzione, composta dal regista di estra- , a cerchio con un happy end fiabesco. Ma per Berlino è accerchiata, in Italia cede il fronte Octave Mirbeau Le perle morte e altri zione oxfordiana Dennis, e dagli autori Tony , trad. dal francese di Albino Cro- gli appassionati del celebre autore oggi ul- tedesco, e ancora Goebbels promette al po- racconti e Bill, permette al lettore un accesso privile- vetto, pp. 85, € 8, Il Canneto, Genova 2015 trasettantenne sarà facile ritrovare, se pur in polo tedesco la vittoria, mentre sui giornali giato al mondo della creazione artistica, pro- volatili schegge sparse tra il terriccio del sot- del 18 aprile sfreccia la parola d'ordine hit- babilmente traendo ispirazione dalla recente Schede Se per i contemporanei Octave Mirbe- tobosco, scintille di una luminosa poesia ben leriana: “Il bolscevico morirà dissanguato in- esperienza di Hornby nell’industria dell’in- au (1850-1917) fu soprattutto un caustico resa dalla traduzione. La storia si apre nel nanzi alla capitale del Reich!”. Dal ministero trattenimento. La costruzione dei personag- polemista anticlericale e antiborghese, e un dopoguerra di un villaggio sloveno: l'anoni- della Propaganda che continua imperterrito gi è infine corroborata da foto documentali e audace esploratore del mondo dell’eros, la mo narratore ricorda un compagno “scom- a commissionare film sul regime, all'anziano cameo di personaggi pubblici ed eventi reali critica di oggi lo sta riscoprendo come uno parso”, le sue scorribande nei boschi in cerca postino claudicante che di casa in casa con- dei tempi che invitano il lettore a interrogarsi tra i narratori più significativi dellabelle épo- di funghi, lo stupore infantile dell'amico, il segna l'ingiunzione ai dipendenti dell'Ufa sull’effettiva esistenza di una serie intitolata que. Questa raccolta di testi pubblicati su suo “mettersi in ascolto” perdendosi come d'iscriversi a un corso per Standschützen (Mi- Barbara (e Jim), presumibilmente trasmessa vari periodici tra il 1882 e il 1900 ci rivela un “un eletto”nell'incanto della natura: squarci lizia territoriale), in tutta questa cronologia dalla BBC e contraddistinta da un tepore ti- aspetto poco noto del suo talento: la capacità di lirismo, aliti goethiani di un incipit che ce- spicciola si vede bene l'oliato funzionamento pico dei primi anni della televisione. lebra il locus tedesco per eccellenza, il Wald, della macchina statale. Kästner osserva l'ap- di creare atmosfere di impalpabile angoscia, la foresta col suo stormire di fronde, il buio parato dall'interno, a distanza ravvicinata; e nelle quali affiora gradualmente un segreto Stefano Morello nel folto, il mormorio del vento. Il congedo proprio qui sta l'interesse del diario perché indicibile oppure matura un macabro dram- dall'infanzia è segnato dalla svolta nel mon- rivela aspetti talora minori rispetto alle deva- ma. A metà strada tra i racconti di Poe e le do: il cercatore adolescente vende funghi per stanti tragedie provocate dal nazismo ma che pièces del Grand Guignol, gli scenari di que- acquistare trattati scientifici. Mancava nella tuttavia consentono di entrare nelle pieghe sti racconti sono popolati di crani insangui- George Packer, I frantumi dell'America. letteratura il personaggio del micologo, tanto di un sistema che fino all'ultimo marcia com- nati che rotolano, di bionde bimbe innocenti Storie da trent'anni di declino america- più con un ramo di follia, e Handke ne tira i patto verso l'abisso. che attirano i passanti in trappole mortali, di no, ed. orig. 2013, trad. dall'inglese di S. Rota fili con mosse sempre più serrate. Nell'amico fantasmi vendicatori che aleggiano sull’ocea- Sperti, pp. 489, € 25, Mondadori, Milano 2014 adulto, divenuto noto penalista, la ri- (A. C.) no, di folle in preda a una violenza ot- cerca dei boleti diventa una passione tusa e contagiosa. Non manca la nota Seguendo la struttura narrativa della tri- travolgente, fino alla smania ossessi- dell’esotico, che si diffonde anche nei logia americana di John Dos Passos, George va. Il Pilznarr si rintana in giacca e luoghi della mondanità parigina, dal Packer propone una storia ugualmente alter- cravatta con i suoi fascicoli tribunalizi momento che per Mirbeau “non esi- nativa dell'America degli ultimi tre decenni. nel silenzio della foresta e ne ritor- ste giungla più terribile di quel bou- Tuttavia, al contrario del grande romanziere na carico di ogni sorta di miceti che doir, con la sua foresta di profumi e degli anni venti e trenta, le cui storie mesco- infligge a ospiti e familiari. Sembra di peccati, dove il pittore rappresen- lavano personaggi “inventati”, figure stori- infine perdere il senno quando, nel ta sguardi come liane, sospendendo che e collage di cronaca contemporanea, i bel mezzo di una seduta di magistrati strani fiori di seduzione e mistero al personaggi del cronista del “New Yorker” in toga, si calca in testa una lepiota di sopra di quelle acque glauche e sono reali. Quella che scopriamo nel libro di procera. Dall'estasi iniziale per una profonde che sono gli specchi e i cri- Packer è una storia “frantumata” (o meglio natura che “gialleggia” di finferli si stalli in cui essi si moltiplicano all’infi- "srotolata", come suggerisce il titolo origi- arriva ben presto al “panico” di un nito.”. Come scrive Ida Merello nella nale) di un'America divenuta strumento di anziano sfatto che si aggira lacero sua bella Introduzione: “Per Mirbeau, un apparato finanziario senza scrupoli; una nel verde con le unghie nere di terra. scrittore senza speranza, ogni ordine storia inquietante narrata attraverso una se- Abbandonato dalla moglie, l'amico si regge sull’ipocrisia. La sola vera rie di ritratti così intimi da dare voce persino d'infanzia scompare per un anno. arma è rappresentata dalla scrittura, ai pensieri dei protagonisti. Tra quei “frantu- Segue lieto fine: eccolo riemergere, il capace di scuotere le coscienze e di mi” troviamo non solo politici ed economisti micologo, e come ? Col passo allegro seminare un’inquietudine fruttuosa. come Jeff Connaughton, lobbista e insider di del bambino, nel “povero” giardino Per questo è attento alla forma e in- Washington deluso della politica americana, virgiliano, ossia nella storia che il traprende strade nuove, diventando Colin Powell, Robert Rubin, e Dean Price, narratore sta appunto scrivendo. Le uno dei primi scrittori sperimentali: ma anche l'imprenditore come Sam Walton, ultime pagine sono un ritrovarsi ami- destabilizza la narrazione e rompe fondatore della catena di supermercati più cale in una domesticità perduta, ambientata con ogni consuetudine del romanzo, antici- grande al mondo, Wal-Mart, la cui biogra- , , in quella campagna francese in cui l'autore Honoré de Balzac Teoria dell’andatura pando la sensibilità delle avanguardie nove- fia ripercorre la ben nota parabola america- ed. orig. 1833, a cura di Franco Rella, pp. vive, tra la Senna e Versailles. A Handke, si centesche”. na del self-made man. E ancora lo scrittore 99, € 14, Moretti & Vitali, Bergamo 2015 Raymond Carver, Peter Thiel, co-fondatore sa, piacciono gli spaghetti olio e aglio e la ma- (M.B.) glia fatta a mano. Qui si aggiungono i funghi di PayPal, e i celeberrimi Oprah Winfrey e Sono arrivate simultaneamente in libreria in quanto Last Wilderness, ultimi esemplari Jay-Z. L'idea di una storia controcorren- due edizioni, economiche ma molto eleganti di una flora impassibile alla manomissione te, raccontata attraverso voci sparse, non è e ben accessoriate, della balzachiana Théorie umana, esseri che non ammettono di essere del tutto inedita: l'aveva fatto anche Randy de la démarche: un’edizione francese, presso Nick Hornby, Funny Girl, ed. orig. 2014, “coltivati e civilizzati”. La scrittura diventa Shilts, per esempio, in Guerra al Virus. Quel- la casa editrice parigina Mille et une nuits, a trad. dall’inglese di Silvia Piraccini, pp. 373, allora resistenza a una realtà snaturata, ridot- lo che manca nello "srotolamento" descritto cura di Paolo Tortonese, che corregge e ar- € 18,50, Guanda, Parma 2015 ta a “clone” commerciale come gli champi- da Packer è proprio un filo conduttore che ricchisce, con molte preziose puntualizzazio- gnon d'allevamento. Con un pizzico di paro- colleghi tutte queste storie per dare un senso ni, il commento della classica edizione della Cresciuta all’ombra del mito di Lucil- dia medievaleggiante, nel finale la coppia di all'intera indagine. Sorvolando sul contesto Pléiade, e una nuova traduzione italiana, le Ball, protagonista di I Love Lucy, la più amici si mette in marcia nel verde. Il sipario economico e politico più ampio, Packer si li- presso Moretti & Vitali, cui Franco Rella ha popolare sit-com televisiva americana degli cala sulla sigla sacrale di una ricomposizione mita a esporre i sintomi di un sistema malato premesso un bello studio sul pensiero di Bal- anni cinquanta, Barbara rinuncia al titolo conviviale. Tutti a tavola i due cavalieri con di denaro invece che offrire un'interpretazio- zac e sulla fortuna della sua poetica presso di reginetta estiva di Blackpool, cittadina a dama: e dove? Nell'Auberge du Saint Graal. ne convincente delle cause che hanno por- nord dell’Inghilterra, per fuggire a Londra gli scrittori delle generazioni successive, da tato alla crisi dell'America nel nuovo secolo con la speranza di calcare le orme della sua Anna Chiarloni Flaubert a Simenon. Paradossalmente, per il e, perché no, di proporre una soluzione. Ma eroina. A sei anni dal suo ultimo romanzo lettore del XXI secolo, il Balzac più acces- in effetti, la crisi che Packer sottolinea vela- (Tutta un’altra musica, Guanda, 2009), Nick sibile non è quello dei grandi capolavori ro- tamente è proprio quella che deriva da un Hornby torna con una storia carica di no- manzeschi, sovrabbondanti in virtuosistiche sistema che dà troppa libertà ai suoi singoli stalgia, portando il lettore sul set di Barbara Erich Kästner, Taccuino '45. Un Diario descrizioni, ma quello delle narrazioni brevi membri. È però fuori dubbio che tra tutti (e Jim), una sit-com di finzione prodotta e del tracollo del Terzo Reich, ed. orig. o dei piccoli, brillanti trattati come questo. questi ritratti e occasionali momenti di sag- ambientata nella Londra della seconda metà 1961, a cura di Arminio Focher, pp. 183, € Nella Teoria dell’andatura Balzac coniuga gezza risuoni un segnale d'allarme, anche se degli anni sessanta. I toni del romanzo sono 16, Mattioli 1885, Fidenza 2015 l’ironia dell’amato Sterne e la dottrina del difficile da cogliere nel trionfalismo tipica- creatore della fisiognomica, Lavater, per cer- perfettamente in linea con la semplicità di mente americano delle storie di Packer: negli - Uno sguardo inedito sugli ultimi mesi del- car di trovare “la chiave degli eterni gerogli- Barbara, stereotipo della ragazza di provin ultimi tre decenni, Packer sembra voler am- cia, condotta da ingenuità, passione e buona la Germania nazista. Kästner (1899-1974), fici dell’andatura umana”. Come la lucciola mettere, i valori democratici americani sono sorte sino alle copertine dei tabloid e ai salot- autore per l'infanzia, poeta e brillante gior- non può fare a meno di emettere segnali stati sfibrati dal poderoso richiamo del capi- nalista noto fin dagli anni trenta per la sua luminosi, l’uomo, per Balzac, non può fare ti di Downing Street. In Funny Girl l’auto- talismo e dall'ipocrisia di un establishment re si destreggia in intriganti parallelismi che prosa mordace, fu tra gli intellettuali tedeschi a meno di rivelare i propri segreti attraverso "truccato per vincere". che non scelse l'esilio, benché il suo Fabian il linguaggio dei gesti. Inoltre il movimento agiscono su più livelli. Sul piano metanarrati- (1931), romanzo di aguzza critica sociale, si collega, per Balzac al problema centrale vo, spensieratezza e irriverenza tipiche delle Robert Moscaliuc N. 7/8 47

Shane Peacock, La ragazza scom- di premi per libri per bambini, svolge Direzione parsa. Il terzo caso del giovane un tema sulla solitudine, l’amicizia, la Mimmo Cándito direttore responsabile Sherlock ­Holmes, ed. orig. 2009, generosità e la solidarietà senza peda- [email protected] trad. dall’inglese di Edy Tassi, p. 264, gogismi e moralismi, con una poeticità Mariolina Bertini vicedirettore € 14, Feltrinelli, Milano 2015 raffinata ed essenziale nel testo (grazie Coordinamento di redazione anche al limpido contributo di Anselmo Beatrice Manetti, Santina Mobiglia, La persistenza nell’immaginario Roveda, pure lui scrittore per bambini) Massimo Vallerani di personaggi letterari capaci di e nelle illustrazioni. L’adulto che legge Redazione diventare miti moderni è testimo- dovrebbe invitare il piccolo ascoltatore via Madama Cristina 16, 10125 Torino niata da Sherlock Holmes, oggetto a individuare e a soffermarsi sui parti- tel. 011-6693934 di infiniti tentativi di rivisitazioni, colari, come i gatti spesso seminascosti Monica Bardi imitazioni, prequel, sequel, spin-off, e gli uccelli. Davies è anche illustratore [email protected]

boote (quando un eroe o una storia di un altro albo di Linda Sarah, Sulla - Infanzia Daniela Innocenti­ passata vengono lucidati e fatti rivi- collina, pure questo incentrato sul tema [email protected] vere ai nostri giorni). Avviene anche dell’amicizia fra tre bambini, dapprima Elide La Rosa nei libri per ragazzi, dove si contano difficoltosa e poi giocosa e serena. Da [email protected] in Italia tre serie aperte: Young Sher- Tiziana Magone, redattore capo quattro anni lock Holmes (De Agostini), Sher- [email protected] (F. R.) Giuliana Olivero lock, Lupin & io (Piemme) e questa [email protected] giunta al terzo capitolo. Il futuro Schede Camilla Valletti re dei detective (con molte licenze il destino degli animali? No, ma lo miglio- [email protected] storico-biografiche) è un adolescente po- rano, garantiscono di morire con dignità. Vincenzo Viola L’Indice della scuola vero, orfano di madre, insultato e maltrat- Obiettivamente, gli studi e le scoperte di tato quale mezzo-ebreo, ma in possesso di Jeanne Willis, Buon compleanno Boa!, [email protected] Temple Grandin valgono più per la cono- grandi doti intellettuali nonché di smisu- ed. orig. 2014, trad. dall’inglese di Claudia Comitato editoriale scenza dell’autismo e il modo di rapportar- rati orgoglio e ambizione e frustrato per- Valentini, ill. di Tony Ross. 32, € 13,50, Il Enrico Alleva, Arnaldo Bagnasco, , ci con gli autistici, superando pregiudizi, Castoro, Milano 2015 Elisabetta Bartuli, Gian Luigi Beccaria, Cristina ché non gli vengono riconosciuti i meriti. che per la causa degli animali, verso i quali Ha però un mentore, un vecchio e geniale Bianchetti, Bruno Bongiovanni, Guido Bonino, Gio- sembra che il massimo che si possa fare è È l’albo illustrato più adatto, come dice vanni Borgognone, Elia­­na Bouchard, Andrea Carosso, farmacista alchemico esperto di pugilato e “essere gentili”. In appendice una decina arti marziali, che gli insegna a procedere il titolo, per un regalo sorpresa per il com- Francesco Cassata, Loris Campetti, Andrea Casale- di pagine approfondisce in termini chiari pleanno di un bambino di tre, quattro, cin- gno, Guido Castelnuovo, Alberto Cavaglion, Mario con metodo scientifico, a non saltare alle ma rigorosi il tema dell’autismo.­ conclusioni. Il ragazzo mette a frutto le sue Da dieci que, sei anni. Essenziale nella sua semplici- Cedrini, Anna Chiarloni, Sergio Chiarloni, Marina anni Colonna, Carmen Concilio, Alberto Conte, Piero capacità di osservazione e deduzione (an- tà. Iterattivo in un crescendo che porta il Cresto-Dina, Pietro Deandrea, Piero de Gennaro, che se Eco ha spiegato che in realtà si tratta (F. R.) piccolo ad anticipare la ripetizione sempre Giuseppe Dematteis, Tana de Zulueta, Michela di di abduzione), in una storia che alle carat- gradita di qualcosa già visto, e subito dopo Macco, Franco Fabbri, Giovanni Filoramo, Anna teristiche tipiche dell’indagine poliziesca sbalordisce con una nuova variazione, Elisabetta Galeotti, Gian Franco Gianotti, Claudio unisce quelle dell’avventura d’azione e mi- un’invenzione, una soluzione ancora una volta sorprendente. Chiarissimo nel testo Gorlier, Davide Lovisolo, Fausto Malcovati, Danilo stero, per risolvere un complicato caso di Benji Davies, La balena della tempesta, Manera, Diego Marconi, Sara Marconi, Franco Ma- doppio rapimento della figlia di un Lord ed. orig. 2013, trad. dall’inglese di Anselmo da leggere o ascoltare e nelle tavole di un renco, Walter Meliga, Gian Giacomo Migone, Luca ministro reazionario e spietato con crimi- Roveda, p. 26, € 13,50, Edt - Giralangolo, maestro come Tony Ross, che non si limita Glebb Miroglio, Mario Montalcini, Alberto Papuzzi, nali, proletari e reietti e pessimo padre di Torino 2015 a illustrare le parole ma aggiunge partico- Darwin Pastorin, Franco Pezzini, Cesare Pianciola, una figlia peraltro aristocraticamente mal- lari, enfatizza, aumenta la bellezza della Telmo Pievani, Renata Pisu, Pierluigi Politi, Nicola mostosa. Il giovane investigatore, partendo Una storia semplicissima, con due soli storia. Allegro e divertente per gli ecces- Prinetti, Marco Revelli, Alberto Rizzuti, Giovanni da una filigrana su un foglio di carta, rac- personaggi umani, papà e figlio, sei gatti, si di realismo che spingono la narrazione Romano, Gianni Rondolino, Franco Rositi, Elena coglie fatti e indizi e trae alcune semplici una piccola balena, uccelli, su un’isola. fino a esiti surreali. Raccontarlo è facile, Rossi, Lino Sau, Domenico­­ Scarpa, Rocco Sciarrone, ma senza avere l’albo davanti si rischia di Giuseppe Sergi, Stefania Stafutti, Ferdinando Taviani, deduzioni e conclusioni. Apprezzabile la L’uomo va a pescare tutti i giorni e Nico ricostruzione storico-sociale di Londra resta solo a giocare, ma un giorno dopo produrre l’effetto di chi racconta una bar- Mario Tozzi, Maurizio Vaudagna, Anna Viacava, zelletta senza esserne capace, non fa ride- Paolo Vineis, Gustavo Za­grebelsky fine Ottocento classisticamente divisa tra una terribile tempesta trova sulla sab- ricchezza e miseria, lusso e degrado. Sher- bia una balenottera spiaggiata. Prima la re. È il compleanno del piccolo Boa, che Redazione l’indice online lock si vede in sogno: “Ha ventisette anni rinfresca con un po’ d’acqua, poi la cari- naturalmente attende tanti regali fantasti- www.lindiceonline.com ed è riuscito a realizzare i suoi progetti. ca su un carretto, la deposita nella vasca ci. Il pacco di Orango è enorme, un magni- Laura Savarino È diventato un detective come non ce ne da bagno, le tiene (si tiene) compagnia, fico pianoforte, ma i serpenti non hanno [email protected] dita per suonarlo. Né orecchie per reggere sono al mondo, e tutti lo sanno”. Da dodici le racconta della sua vita sull’isola (“la Federico Feroldi gli occhiali da sole portati da Scimmia, né [email protected] anni balena era un’ottima ascoltatrice”) e le porta anche da mangiare dei pesci. Ma è mani per le muffole di Tigre o capelli per la Editrice Fernando Rotondo preoccupato su cosa avrebbe detto – “si spazzola di Bradipo o piedi per il pallone Nuovo Indice Società Cooperativa sarebbe arrabbiato trovando una balena di Formichiere. È il compleanno più brut- Registrazione Tribunale di Roma n. 369 del in bagno”? – il papa. Che invece capisce to di sempre per il povero Boa in lacrime, e 17/10/1984 che Nico si sente solo, e Nico a sua vol- al danno sembra aggiungersi la beffa quan- Presidente Beatrice Masini, Siate gentili con le muc- ta capisce che bisogna riportare la nuova do l’amico Stercorario arriva con una mon- Sergio Chiarloni che. La storia di Temple Grandin, ill. di amica in mare, al suo posto, perché “era tagna di “ci-siamo-capiti cosa”. Finché la Vittoria Facchini, p. 108, € 12,90, Editoriale Amministratore delegato la cosa giusta da fare, anche se era diffici- pioggia fa crescere un seme nascosto nella Mario Montalcini Scienza, Firenze 2015 le dirsi addio”. Ma da allora pensa spesso palla di letame e poi una piantina e quindi un bellissimo albero, il regalo perfetto Consiglieri alla balena della tempesta e spera sempre, ‒ La collana Donne nella scienza illustra Gian Giacomo Migone, Luca Terzolo un giorno, il prima possibile, “di rivedere vedere per credere ‒ per il compleanno di in agili volumetti la biografia di persone la sua amica”. L’ultima tavola mostra Nico un serpente. Il quale, a sua volta, è anche Direttore editoriale (Hack, Fossey, le sorelle Curie e altre) sa- che fa un picnic sulla spiaggia con il papà “il miglior regalo di sempre” per un bam- Andrea Pagliardi lite ai vertici nei rispettivi ambiti di ricerca, e un gatto e saluta una balena e una bale- bino. Da tre anni Ufficio abbonamenti soprattutto svolgendo il proprio percorso tel. 011-6689823 (orario 9-13). nottera (forse è la sua) che rispondono con (F. R.). scientifico e professionale entro particolari le code dal mare. L’autore, già vincitore [email protected] vicende di vita. Temple Grandin è affetta Concessionarie pubblicità da autismo, che non è come molti credo- Solo per le case editrici no una forma di ritardo mentale, ma una Argentovivo srl anomalia del sistema nervoso, le cui carat- Come abbonarsi all’“Indice” via De Sanctis 33/35, 20141 Milano teristiche più evidenti sono la tendenza a tel. 02-89515424, fax 89515565 chiudersi in sé stessi e a respingere i contat- o Abbonamento annuale alla versione carta- www.argentovivo.it ti fisici, il bisogno di ripetere schemi fissi, la cea (questo tipo di abbonamento include [email protected] concentrazione ossessiva su interessi parti- anche il pieno accesso alla versione elettroni- colari, magari bizzarri, ma talora diventan- ca): Per ogni altro inserzionista Italia: € 55 do esperti con notevoli capacità: musicali, Valentina Cera Europa € tel. 338 6751865 di calcolo, di memoria visivo-fotografica, il : 75 Resto del mondo: € 100 [email protected] “pensare per immagini” come dice Tem- ple. 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Va all’università, si laurea, diventa abbonamenti: L’Indice usps (008-884) is published monthly for € docente, scrive articoli e libri, inventa la 100 by L’Indice Scarl, Via Madama Cristina 16, tel. 011-6689823 – [email protected]. 10125 Torino, . Distributed in the US by: “strizzatrice”, una “macchina degli ab- Speedimpex USA, Inc. 35-02 48th Avenue – Long bracci” che contiene gli animali da alleva- Per il pagamento: Island City, NY 11101-2421. Periodicals postage mento avviati a morire, ma rasserenandoli Carta di credito, conto corrente postale N. 37827102 intestato a “L’Indice dei Libri del paid at LIC, NY 11101-2421. e placando le loro paure. Beatrice Masini, Mese” o Bonifico bancario a favore del NUOVO INDICE Società Cooperativa presso Postmaster: send address changes to: L’indice S.p.a. che racconta in maniera felicemente parte- BeneBanca (IT08V0838201000000130114381) c/o Speedimpex – 35-02 48th Avenue – Long cipe ma oggettiva, pone una domanda che Island City, NY 11101-2421 non si può eludere: le modifiche cambiano Tutti i titoli di questo numerO

Alameddine, Rabih - Io, la divina - Fante, John - Lettere 1932-1981 - Nove, Aldo - Addio mio Novecento - Bompiani - p. 28 Einaudi - p. 27 Einaudi - p. 26 Ambasciano, Leonardo - Farinella, Vincenzo - Alfonso I d'Este - Nussbaum, Martha C. - Emozioni politiche - Sciamanesimo ­senza sciamanesimo - Officina libraria - p. 32 Il Mulino - p. 38 Edizioni nuova cultura - p. 10 Febbraro, Paolo - Leggere Seamus Heaney - Amis, Martin - Il dossier Rachel - Fazi - p. 6 Einaudi - p. 27 Fenoglio, Beppe - Il libro di Johnny - Einaudi - p. 15 Olender, Maurice - Razza e destino - Ferrari, Paolo / Massignani, Alessandro - Bompiani - p. 16 1914-1918 la guerra moderna - Packer, George - I frantumi dell'America - Balzac, Honoré de - Teoria dell'andatura - FrancoAngeli - p. 19 Mondadori - p. 46 Moretti & Vitali - p. 46 Frank, Leonhard - L'uomo è buono - Belting, Hans - Facce - Carocci - p. 32 Del Vecchio - p. 29 Bertaccini, Tiziana - Le Americhe Latine atrizi, Giorgio - Gadda - Salerno - p. 30 nel Ventesimo secolo - Feltrinelli - p. 20 P Peacock, Shane - La ragazza scomparsa - Bertocco, Giancarlo - La crisi e le respon- Gandini, Leonardo - Voglio vedere il sabilità degli economisti - Brioschi - p. 37 sangue - Mimesis - p. 33 Feltrinelli - p. 47 Bobbio, Norberto / Pavone, Claudio - Gardini, Nicola - Lacuna. Saggio sul non Pezzini, Isabella - Introduzione a Roland Sulla guerra civile - Bollati Boringhieri - p. 21 detto - Einaudi - p. 5 Barthes - Laterza - p. 9 Borga, Ugo Lucio - Il sudario di latta - Giani Gallino, Tilde - Non avevo sei anni ed ero già in guerra - Einaudi - p. 21 Marcovalerio - p. 34 endell, Ruth - La crociata dei bambini - Griffiths, Paul - La musica del Novecento - R Bottazzini, Umberto - Numeri - Mondadori - p. 12 Il Mulino - p. 35 Einaudi - p. 31 Guazzaloca, Giulia - Storia della Gran Rifkin, Jeremy - La società a costao Brunetti, Bruno - Derobertis Roberto (a ­marginale zero - Mondadori - p. 37 Identità, migrazioni e postcoloniali- Bretagna - Mondadori - p. 45 cura di) - Rospocher, Massimo - Il papa guerriero - smo in Italia - Progedit - p. 17 Il Mulino - p. 18 Busi, Giulio / Ebgi, Raphael - Giovanni Handke, Peter - Saggio sul cercatore di Pico della Mirandola - Einaudi - p. 25 funghi - Guanda - p. 46 Hornby, Nick - Funny girl - Guanda - p. 46 Sacks, Oliver - Diario di Oaxaca - Calogero, Guido - Quaderno laico - Adelphi - p. 40 LiberiLibri - p. 38 Saint Marc, Stéphanie de - Nadar - Carocci, Sandro - Signorie si Mezzogiorno - Kästner, Eric - Taccuino '45 - Mattioli ­Johan & Levi - p. 34 Viella - p. 18 1885 - p. 46 Santangelo, Evelina - Non va sempre così - Carotenuto, Gennaro - Todo cambia - Lanocita, Arturo - Voglio vivere ancora - Einaudi - p. 43 Le Monnier - p. 45 L'ora d'oro - p. 43 Sbarbaro, Camillo - Lettere a Alceste Casiccia, Alessandro - Narrare le grandi ­Angelini - San Marco dei Giustiniani - p. 26 crisi - Mimesis - p. 19 Sbarbaro, Camillo - Lettere a Giovanni Caterini, Andrea - Giordano - Fazi - p. 22 Laudisa, Federico - Albert Einstein e l'im- ­Solari - San Marco dei Giustiniani - p. 26 Cavagnoli, Franca - Luminusa - magine scientifica del mondo- Carocci - p. 35 Scipton, Alyn - Nuova storia del jazz - Frassinelli - p. 43 Luzzi, Giorgio - Troppo tardi per Santiago - Einaudi - p. 31 Celenza, Christopher S. - Il Rinascimento Aragno - p. 26 Sellerio, Elvira - La memoria di Elvira - perduto - Carocci - p. 25 Sellerio - p. 43 Ceratto, Paolo / Prono, Franco - Caterina Siti, Walter (a cura di) - Granta 6 Boratto - Piazza - p. 33 Marasco, Wanda - Il genio dell'abban- ­L'invisibile - Rizzoli - p. 22 Chapoutot, Johann - Controllare e distrug- dono - Neri Pozza - p. 23 gere - Einaudi - p. 45 Marcasciano, Porpora - AntoloGaia - horeau, Herny David - Walden ovvero Cohen, Marcel - La scena interiore - Alegre - p. 7 T Ponte alle Grazie - p. 28 Marra, Dora - Croce bibliofilo- vita nei boschi - Einaudi - p. 40 Colette - La stella del vespro - Biblohuose - p. 19 Timm, Uwe - La volatilità dell'amore - Del Vecchio - p. 28 Martone, Corrado (a cura di) - Scritti di Mondadori - p. 29 Qumran - Paideia - p. 39 Tricomi, Antonio - Nessuna militanza, Dan Segre, Vittorio - Storia dell'ebreo che Masini, Beatrice - Siate gentili con le nessun compiacimento - Galaad - p. 30 voleva essere eroe - Bollati Boringhieri - p. 45 ­mucche - Editoriale scienza - p. 47 Tsabari, Ayelet - Il posto migliore del Davies, Benji - La balena della tempesta - Mattei, Ugo - Il benicomunismo e i suoi ­mondo - Nuova editrice Berti - p. 27 Edt - Giralangolo - p. 47 ­nemici - Einaudi - p. 36 Militello, Giacinto - La prospettiva De Rossi, Antonio - La costruzione delle erri, Giacomo - Racconti partigiani - Alpi - Donzelli - p. 40 l­iberalsocialista - Ediesse - p. 45 V Minsky, Hyman P. - Combattere la povertà - Biblioteca dell'immagine - p. 24 Di Nolfo, Ennio - Il mondo atlantico e la Vinay, Tullio - Speranze umane e speranza globalizzazione Ediesse - p. 36 - Mondadori - p. 20 cristiana - Edizioni dell'Asino - p. 39 Di Paolo, Paolo / Biferali, Giorgio - Viag- Mirabeau, Octave - Le perle morte e altri gio a Roma con Nanni Moretti - Lozzi - p. 33 racconti - Il Canneto - p. 46 Di Salvia, Francesco Paolo Maria - La Montemarano, Marco - La ricchezza - circostanza - Marsilio - p. 24 Neri Pozza - p. 23 Willis, Jeanne - Buon compleanno boa! - Morelli, Federica - L'indipendenza Il Castoro - p. 47 ­dell'America spagnola - Le Monnier - p. 45 Espada, Arcadi - L'autentica impostura - Mortara Garavelli, Bice - Silenzi d'autore - Le Monnier - p. 20 Laterza - p. 5 Zapruder, Alexandra (a cura di) - Ezzat, el Kamhawi - Vergogna tra le due Mozzi, Giulio - Favole del morire - La memoria dei fiori- Garzanti - p. 45 sponde - Ensemble - p. 17 Laurana - p. 22 Zardi, Paolo - XXI secolo - Neo - p. 23