SOMMARIO Novembre 2018

4 L’Italia tra il casuale e l’imprevedibile 31 Il Punto 6 Cedolare secca Le lacrime del coccodrillo una vittoria del Coordinamento 32 Romani, forti imposte 9 I rischi della sovranità per servizi inesistenti 6 nella finanza 11 Una misura a sostegno 34 FEDERPROPRIETÀ Flash del commercio e dell'occupazione Jean-Claude Mochet 35 Giurisprudenza 12 «Costruire il bene sociale infrastrutture, 36 Officina meccanica nell’edificio sostenibilità, sicurezza» ed emissioni sonore intollerabili 18 Mauro Mascarucci 14 Rigenerazione urbana e consumo del suolo 38 B&B o affittacamere Roma chiama, Milano risponde 16 Nuova indagine sui crac bancari Sergio Menicucci 40 Il trattamento retributivo e contributivo del portiere 18 Consolidare o ricostruire? Alberto Celeste Massimo Cestelli Guidi 22 44 IDEE IN MOVIMENTO Paolo Clemente Greco e latino 21 FEDERPROPRIETÀ Sicilia: non sono “lingue morte” proposta di legge sulle aste immobiliari Gennaro Malgieri Livio Mandarà 46 CONTROCORRENTE 22 Il pianeta scuola Gli algoritmi sono idioti è un colabrodo 38 47 COSTUME Sergio Menicucci I bambini italiani 24 Rapporto sui mutui ipotecari in Italia Maria Giulia Stagni Gianni Guerrieri 48 La «Macchia» come Storia 26 I problemi del sistema Luigi Tallarico presidenziale 47 Stefania Craxi 50 TABELLE ISTAT

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la PROPRIETÀ edilizia • Novembre 2018 | 3 Massimo Cestelli Guidi *

unedì primo ottobre, nel po- meriggio, ho partecipato a un seminario organizzato da Luca Zevi nella sala dell’AN- LCE a Roma. Erano stati invitati a parlare illu- stri ingegneri e architetti connessi in qualche modo con il tema riguar- dante il salvataggio di quello che era rimasto (molto più esteso rispetto alla parte crollata) del Viadotto sul torrente progettato negli anni sessanta da . Consolidare o ricostruire? Dopo che hanno parlato gli ora- tori invitati, si è dato spazio a inter- venti liberi per alcuni dei numerosi ro a circa 2.500 tonnellate, che per avere anche una sua validità, ma la presenti al Seminario. l’ingente mole non potrebbero es- durabilità di una struttura realizzata sere portati alle discariche del terri- in quegli anni dipende dalla qualità Le voci ricorrenti nei media di torio. Dovrebbero essere allontanati della progettazione e realizzazione una demolizione totale del viadot- via mare, ossia trasportati al porto e dall’idoneità della manutenzione. to, al fine di realizzarne uno nuovo, di Genova e caricati sulle navi. Ci sono strutture, costruite in quel forse lungo lo stesso tracciato, han- periodo, che sono crollate quaranta no suscitato le giuste rimostranze Si bloccherebbe in parte il porto anni dopo la realizzazione e altre che di tutti i presenti, concordi sulla per qualche mese. distanza di oltre sessanta anni sono valutazione che demolire un’opera Gli stessi problemi si pongono ancora efficienti e affidabili. d’arte (anche in campo tecnico sono con le demolizioni degli edifici. così chiamati i ponti, in questo caso Con la notevole evoluzione tec- Salvando le parti rimaste in pie- la dizione è oltremodo appropriata) nologica dei materiali che com- di del Viadotto, sorge spontaneo il ideata da un Progettista mondial- pongono le strutture in cemento dubbio: le strutture rimaste sono mente famoso, rappresentereb- armato, calcestruzzo e acciaio, la ancora staticamente affidabili? be un grave danno per l’immagine durabilità minima di una struttura dell’Italia. È evidente che si devono esegui- realizzata oggi e di 100 anni. re alcuni interventi di risanamento L’eventuale demolizione del Quale intervento si dovrebbe in o consolidamento statico. Innanzi- Viadotto richiama alla memoria le seguito fare nel tratto di Viadotto tutto, individuato l’elemento strut- demolizioni di opere d’arte porta- crollato? turale che è collassato, dovranno te a termine in Oriente (in Cina per essere consolidati staticamente Al Seminario, un noto proget- mano delle Guardie Rosse, e più re- quelli rimasti. Poiché l’ipotesi più tista di ponti ha mostrato una sua centemente in Siria da parte dell’I- probabile, avvalorata dai video del soluzione, risultata molto valida dal SIS) fatti deprecati in tutto il mondo. crollo, è che sia stato uno strallo a punto di vista tecnico ed estetico. L’abbattimento di quello che cedere, coinvolgendo poi gli altri e Essa consiste nella realizzazione di un pilone (al posto di quello crol- rimane del Viadotto rappresente- l’impalcato, tutti gli stralli rimasti lato) che sostiene stralli di acciaio rebbe un danno culturale, ma an- dovranno essere rinforzati, come (questa volta non rivestiti di cal- che economico per Genova e una d’altra parte si era iniziato a opera- cestruzzo) con lo schema statico dilatazione notevole dei tempi per re per uno dei tre piloni con stralli dell’impalcato progettato da Mo- ripristinare la viabilità interrotta e nel 1993. il mancato uso di alcuni edifici che randi, ossia con due campate alle necessariamente dovrebbero essere A seguire si dovrebbero compie- estremità che si andrebbero a pog- demoliti. re interventi di ripristino su ele- giare sulle parti del Viadotto rima- menti strutturali, eventualmente ste. Ritengo che non sia stata valu- degradati, che si riscontrassero tata a fondo la necessità di allonta- Questa soluzione è stata da tutti lungo il Viadotto. nare e trasportare in discarica i ma- apprezzata perché s’inserisce este- teriali di generati dalle demolizioni. Non fa testo poi quanto è stato ticamente molto bene fra le parti Un intervento libero di un ingegne- detto e riportato dai Media che la vita di Viadotto rimaste e non stravolge re al Seminario, ha precisato che di una struttura realizzata negli anni l’idea progettuale di Morandi per solo quelli derivanti dalle strutture 50-60 e da considerarsi in cinquan- l’Opera. ta anni. Un valore medio che può in cemento armato ammonterebbe- Continua a pag. 20

18 | la PROPRIETÀ edilizia • Novembre 2018 traffico veicolare la parte di viadotto rimasta, ricostruendo quella crolla- ta? Quali lavori sarebbero necessari per rendere la struttura conforme alle attuali esigenze di sicurezza? I piloni, gli stralli e la travata sareb- bero ancora utilizzabili con piccoli ritocchi o richiederebbero pesanti interventi di miglioramento? Le risposte a tali domande po- trebbero essere date soltanto dopo un’accurata valutazione dello sta- Consolidare o ricostruire? to di salute dell’intero viadotto che comprendeva, oltre ai tre sistemi bilanciati strallati di cui uno crolla- to, anche una lunga porzione a tra- Paolo Clemente * vata con pile a V. Tale soluzione, ossia consolida- mento della parte rimasta e rico- hissà che cosa avrebbe importante per l’ingegneria civile, struzione di quella crollata, rispet- detto Riccardo Morandi se italiana e mondiale. terebbe i vincoli che il progetto di avesse visto il suo viadot- Detto questo, la soluzione sem- Morandi soddisfaceva: l’allaccio ai to crollare e soprattutto, brerebbe ovvia: l’opera d’arte va tratti di autostrada a monte e a val- Cchissà che cosa penserebbe sul fu- conservata, costi quel che costi. E le, il superamento del fiume Polce- turo delle campate della sua opera sarebbe bello lasciare alle future vera e della ferrovia senza distur- rimaste ancora in piedi. generazioni i due sistemi bilanciati barne l’operatività. Inoltre, richie- Abbiamo già scritto su queste ancora esistenti e poter spiegare i derebbe tempi certamente inferiori pagine del Viadotto Polcevera, del- concetti di Morandi con degli esem- rispetto alla ricostruzione dell’inte- la dinamica del crollo e delle pos- pi “viventi”. A tal fine, basterebbero ro viadotto e consentirebbe anche di sibili soluzioni per la ricostruzione dei rinforzi strutturali, soprattutto utilizzare le fondazioni esistenti. dell’intero viadotto. Abbiamo anche sugli stralli della pila numero 10, che detto che per gli appassionati dei non dovrebbero modificare la strut- Non sarebbe, però, soddisfatta la ponti e della loro storia (e chi scri- tura ma nemmeno l’architettura del domanda di traffico attuale. Infat- ve è tra questi) il viadotto andrebbe viadotto: infatti, nei ponti, specie ti, appare ovvio che le dimensioni conservato. Al riguardo, sono sta- quelli rilevanti, l’aspetto estetico e stradali dovrebbero essere adeguate te organizzate petizioni, cui hanno l’impatto ambientale sono fonda- al traffico attuale e prevedibile nel aderito numerosi esperti e studiosi mentali, e il viadotto di Morandi si prossimo futuro e, quindi, andreb- autorevoli. inseriva molto bene nel contesto bero realizzate almeno 3 o 4 corsie ambientale, superando con legge- per ciascun senso di marcia, oltre Dicevamo per gli amanti dei rezza ed eleganza la valle del Polce- alle corsie di emergenza. Ciò vale ponti e della loro storia. Sì perché vera. Le campate rimaste, una volta anche per la porzione di viadotto a il viadotto Polcevera fa parte della consolidate, potrebbero invitare a travata con le pile a V, che non pre- storia dei ponti e della storia d’Ita- una bella passeggiata con vista sul senta particolari segni di degrado. lia. Progettato per collegare l’aero- golfo; in sostanza l’opera rimasta Qualora si ricostruisse con le stesse porto Cristoforo Colombo, il porto potrebbe essere ridimensionata a dimensioni stradali, l’uso potreb- e la città di Genova, fu costruito tra viadotto pedonale o, comunque, con be essere limitato alle autovetture il 1963 e il 4 settembre 1967, quan- traffico limitato a mezzi “turistici” e andrebbe costruito contempora- do fu inaugurato alla presenza del leggeri. neamente un percorso alternativo, Presidente Saragat. È stata un'in- Questa affascinante proposta, parallelo al Polcevera, nelle imme- frastruttura strategica anche per il però, non risolverebbe il problema diate vicinanze o anche distante da collegamento fra il nord dell’Italia del traffico e lascerebbe un’opera esso, per il traffico pesante. e il sud della Francia. Si tratta cer- ingombrante in una zona strategi- tamente di un’opera d’arte e non ca, dove non sarebbe facile trovare In definitiva, che cosa rimar- soltanto nel senso comune del ter- percorsi alternativi. rebbe dell’opera d’arte di Morandi? mine come utilizzato in ingegneria È possibile recuperare e riaprire al Continua a pag. 20 stradale, che rappresenta un’epoca

la PROPRIETÀ edilizia • Novembre 2018 | 19 Continua da pag. 18 Continua da pag. 19 (articolo dell'ing. Cestelli Guidi) (articolo dell'ing. Paolo Clemente)

A parte il fattore culturale, una soluzione di questo tipo di recupero del Viadotto sarebbe molto più econo- mica e comporterebbe un tempo notevolmente inferio- re per il ripristino della viabilità e l’uso degli edifici eva- cuati, rispetto alla demolizione dell’intero manufatto per realizzarne uno nuovo.

Se con l’attuale politica ci è stato prospettato che si realizzeranno cambiamenti anche in economia (si spe- rano benefici) è il momento di dimostrarlo evitando la Il ponte sul Lago di Maracaibo () demolizione e ricostruzione del Viadotto. Altrimenti si gemello del viadotto Morandi ricadrebbe in uno dei soliti sprechi italiani, come pur- troppo abbiamo riscontrato nel passato. Poco o nulla; anzi si rischierebbe un “falso” che non In ogni caso si dovrebbe iniziare il percorso alterna- renderebbe onore a uno dei più grandi progettisti di tivo “La Gronda”, perché una volta che sia realizzato si ponti di sempre, vanto dell’ingegneria italiana. Inoltre, potrebbe lasciare il viadotto Morandi alla viabilità della con la mancanza di un’adeguata manutenzione, eve- città. nienza sempre in agguato nel nostro Paese, si rischie- Un problema è anche rappresentato dal fattore psi- rebbe un altro flop in un prossimo futuro, con ulteriore enorme danno all’immagine di Morandi e delle scuole cologico, comprensibilissimo, soprattutto per le per- di ponti italiane. sone che hanno perduto dei familiari nel crollo e che quindi nutrono dei risentimenti verso il ponte. È op- Allora possiamo immaginare, a malincuore, la rispo- portuno convincere queste persone che la soluzione del sta di Morandi sul futuro della porzione della sua opera recupero è la migliore per la città di Genova e inoltre rimasta ancora in piedi: meglio demolire il viadotto an- permetterebbe a chi è stato allontanato da casa di rien- ziché rischiare di legare al suo nome un altro insuccesso trarvi in sicurezza in tempi brevi. per il quale, come per il precedente, non avrebbe alcuna responsabilità. Della stessa tipologia restano, a memo- È auspicabile quindi un intervento razionale per ri- ria del grande genio, il Ponte General Rafael Urdaneta sul sanare questa ferita della città di Genova, senza farsi lago Maracaibo in Venezuela (nella foto in basso) e il condizionare da risentimenti (quasi un desiderio di ve- ponte sul Wadi al-Kuf in Libia e speriamo che le auto- detta) nei confronti di un’opera d’arte la cui unica colpa rità locali dedicheranno alle due grandi opere la giusta potrebbe essere quella di non aver subito nei cinquanta attenzione, eseguendo la necessaria manutenzione per anni di vita un’idonea manutenzione. tempo. * Docente di Scienza delle Costruzioni, Dirigente di Ricerca ENEA, Componente del Consiglio direttivo di FEDERPROPRIETÀ Componente Consiglio Direttivo Nazionale Federproprietà

DOLORE E RICORDI DEGLI SFOLLATI

Un colpo al cuore e giù lacrime per dover dire addio alla propria abita- spiega Cristina Olmi della Cri, perde- il rientro a casa delle 283 famiglie zione dove alcuni vi abitavano da 50 re i punti di riferimento di una vita”. sfollate di Genova ad oltre due mesi anni e raccogliere i ricordi che affio- Un trasloco molto sofferto anche dal crollo del ponte Morandi che ha ravano per ogni oggetto da mettere se tutte le cinquecento persone in- fatto 43 vittime. nei 50 scatoloni messi a disposizione teressate si stanno sistemando nei L’operazione per il recupero dei beni dall’amministrazione comunale. 170 immobili di proprietà pubblica, nei palazzi disabitati da quel tragico Molti pianti, tanti incoraggiamenti e nelle 73 case messe a disposizio- 14 agosto sono state coordinate dal da parte del personale del servizio Commissario straordinario il sindaco psicosociale della Croce rossa, che ha ne dai privati con contratti regolati della città Marco Bucci e dai due por- fornito assistenza sul campo. “Non dall’Agenzia sociale per la casa del tavoce degli sfollati. Amarezza per avere più la propria casa significa, Comune di Genova.

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