PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO FONTI XVIII

FONTI PER LA STORIA DELLA SCUOLA

II

ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO Il Consiglio superiore della pubblica istruzione 1847-1928

a cura GABRIELLA CLAUDIO SANTANGELI e

di

CIAMPI

MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI 1994 SOMMARIO DIVISIONE STUDI E PUBBLICAZIONI

Direttore generale per i beni archivistici: Salvatore Mastruzzi Direttore della divisionestudi e pubblicazioni: Antonio Deutoni-Litta PREMESSA 7

INTRODUZIONE 9 Comitato per le pubblicazioni: Salvatore Mastruzzi, presidente, Paola Ca­ l. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione dalle origini al rucci, Antonio Deutoni-Litta, Cosimo Damiano Fonseca, Romualdo Giuffri­ consolidamento del regime fa scista, di Gabriella Ciampi 11 da, Lucio Lume, Enrica Ormanni, Giuseppe Pansini, Claudio Pavone, Luigi UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI Il Consiglio superiore della pubblica istruzione attraverso la Prosdocimi, Leopoldo Puncuh, lsidoro Soffietti, Isabella Zanni Rosiello, Lu­ II. documentazione d'archivio e le disposizioni normative, cia Fauci Moro, segretaria. di Clau­ dio Santangeli 37

SEZIONE l. L'ATTIVITÀ CONSULTIVA E PROPOSITIVA 59

a) Amministrazione centrale 62

l. Relazione al Consiglio superiore sul progetto di alcune riforme da introdursi per legge nell'amministrazione della pubblica istruzio­ ne votato nelle tornate del 23, 25, 27 aprile e 4, 9, 11 maggio l, 1861. »

b) Istruzione superiore 90

2. Torino. Concorso per la cattedra di chimica organica (1866). » 3. Regolamento speciale per la facoltà di lettere e filosofia (1905). 108

4. · Conferimento di lauree scientifiche (1917). 124 5. Partecipazione degli studenti al governo delle università (1922). 135

Ministero per i beni culturali e ambientali 1994 c) Istruzione secondaria 140 Ufficio centrale per i beni archivistici ISBN 88-7125-075-3 6. Patenti per titoli e pareggiamenti (1884). » Ve ndita: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato-Libreria dello Stato 7. Riforma del regolamento per gli esami di licenza liceale (1888). 145 Piazza Verdi 10, 00198 Roma 8. Parere sull'unificazione del primo grado della scuola secondaria Stampato dalle Arti Grafiche Panetto Petrelli - Spoleto (1898). 154 &

©

L 6 Fonti per la storia della scuola

d) Istruzione primaria 177 9. Esame dei libri scolastici (1860, 1862, 1869, 1874, 1875). 177 10. Legge sull'obbligo dell'istruzione (1876). 192 11. Disegno di legge sull'istruzione primaria (1900). 197 PREMESSA

SEZIONE II. L'ATTIVITÀ DISCIPLINARE 207 Nella non ricca letteratura di storia dell'istruzione manca una qualche 12. Procedimento contro alcuni professori dell'Università di Bolo­ raccolta di fonti documentarie, già scarsamente edite o del tutto inedite, che gna (1868). 210 costituiscono la base per ogni ricerca che non voglia limitarsi a una rassegna del dibattito pedagogico ma voglia misurarsi da vicino con i nodi istituzio­ 13. Torino. Disordini avvenuti in quella università nella solenne nali, sociali e culturali che si riflettono e si intrecciano nella storia della apertura dell'anno accademico (W69). 230 scuola. 14. Procedimento disciplinare a carico del prof. Pizzorno (1897). 248 Senza poter avere - per ragioni oggettive relative all'attuale condizione degli studi oltre che per ragioni di spese -l'ambizione di dar vita a una serie di volumi che, come un secolo fa i Monumenta germaniae paedagogi­ ca, spaziasse per i secoli, per le diverse tradizioni locali, per gli ordini reli­ APPENDICE 255 giosi ecc. , abbiamo voluto, per ora, offrire agli studiosi una raccolta di do­ cumenti, in più volumi, che servissero almeno ad offrire un più modesto I. I membri del Consiglio superiore 257 sussidio agli studiosi storia della scuola nell'Italia unita. Lieti se in un prossimo futuro altri potrà allargare lo spettro di una siffat­ a) Note biografiche )} ta ricerca (sia risalendo ai tempi anteriori all'unità nazionale, sia esaminando b) Prospetto cronologico 316 le numerose fonti documentarie disperse negli Archivi di Stato periferici, negli archivi degli enti locali, di istituzioni private, religiose ecc.), per ora ci siamo limitàti alla presentazione di documenti conservati all'Archivio cen­ II. Leggi e decreti sul Consiglio superiore 327 trale dello Stato (con la sola eccezione dei verbali del Consiglio superiore della pubblica istruzione depositati presso il ministero omonimo) e relativi Indice dei nomi 333 alla realtà scolastica e universitaria del Regno d'Italia. I documenti presi in considerazione, in genere, si collocano tra la legge Casati del 1859 e le leggi Gentile del 1923. di I singoli volumi della collana sono curati in stretta collaborazione da uno studioso di storia e da un funzionario dell'Archivio centrale dello Stato: essi hanno, in un comune lavoro, scelto i documenti a loro avviso più significa­ tivi da una ampia serie di buste e filze fino ad ora scarsamente esaminate, ne hanno curato la trascrizione, hanno provveduto a predisporre un sobrio ap­ parato di note, ed hanno ad ogni volume premesso una introduzione illu­ strativa articolata in una parte storica e in una parte più strettamente archi­ vistica. I volumi, che entreranno a far parte della collana Fonti curata dall'Uffi­ cio centrale per i beni archivistici, saranno raggruppati in due serie distinte: una prima serie istituzionale che esaminerà i vari ordini di scuola (elementa­ re, classica ecc.) o le varie istituzioni (Consiglio superiore, amministrazione 8 Fonti per la storia della scuola centrale ecc.); una seconda, monografica, che offrirà i documenti relativi a questionie episodi particolari ma significativi (inchieste, libri di testo ecc.). La documentazione offerta dai singoli volumi è, per ragioni evidenti di spazi e di costi, antologica: in tal senso, oltre ad offrire una prima base do­ cumentaria per gli studiosi, essa intende altresì fornire lo stimolo per più ampie e dettagliate ricerche e per la predisposizione di inventari più detta­ gliati dei fondi disponibili. Va infine richiamata l'attenzione dei lettori sul fatto che la documentazione versata presso l'Archivio centrale dello Stato, per la non regolarità dei versamenti o in seguito a dispersioni, per lo più causate da eventi bellici, presenta vuoti e lacune che non possono non ri­ specchiarsi nella scelta dei documenti per i singoli volumi. Ma il significato di questa iniziativa ci sembra vada al di là della stessa utilità che potranno trarne gli studi sulla storia della scuola in Italia per co­ stituire un esempio della necessaria collaborazione fra il mondo degli studi e INTRODUZIONE della ricerca e le istituzioni archivistiche, nel rispetto dei diversi ruoli e nel­ la consapevolezza di un possibile lavoro comune.

La direzione scientifica I. IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE DALLE ORIGINI AL CONSOLIDAMENTO DEL REGIME FASCISTA

L'indicazione del ruolo svolto dai Consigli superiori, nel loro porsi fra potere politico e sviluppo economico, sociale, istituzionale, che Alberto Ca­ racciolo 1 dava più di un trentennio fa, risulta ancora oggi valida nei suoi presupposti concettuali e metodologici. Senza voler ripercorrere questioni ampiamente dibattute in sede storia­ grafica sui modelli operativi prescelti nella costruzione dello Stato italiano, proprio dal confronto con le soluzioni adottate emerge l'importanza del ruolo affidato agli organismi consultivi e propositivi. Se la generalizzazione in questo settore non può essere certo accettata, ché troppo diverse risultano le competenze, le modalità d'intervento, le scansioni temporali che caratterizzano la vita dei singoli consigli, pure gli apporti storiografici più recenti ne confermano la valenza dei compiti 2• In

1 A. CARACCIOLO, Stato e società civile. Problemi dell'unif icazione italiana, Roma, Einau­ di, 1960, pp. 55-56. Si ricordano alcuni dei principali contributi: G. CIAMPI, Il governo della scuola nello Sta­ 2 to postunitm· io. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione dalle origini all'ultimo go­ verno Depretis (1 847-1887), Milano, Edizioni di Comunità, 1983; R. JOHNSON, L'istituzione dell'Uff icio e del Consiglio superiot·e del lavom in Italia tra la crisi di fi ne secolo e la svolta giolittiana, in «Nuova rivista storica », LXVII (1983), 3-4, pp. 395-412; D. Lavoro e MARucco, previdenza dall'unità al fa scismo. Consiglio dell a previdenza dal 1869 al 1923, Milano, Il Franco Angeli, 1984; M. MALATESTA, Stato liberale e rappresentanza dell'economia. Il Consi­ glio dell'agricoltura, in «Italia contemporanea », 1986, 162, pp. 55-83; A. FIORI, Il Consiglio superiore di assistenza e di benefi cenza pubblica (1 904-1923), in «Clio », XXIII (1987), pp. l, 93-111; Il Consiglio superiore del lavoro (1903-1923), a cura di G. VECCHIO, Milano, Franco Angeli, 1988 (Il volume collettaneo contiene i seguenti saggi: G. VECCHIO, In troduzione. Il Co nsiglio superiore del lavoro com e problema storiografico; E. BALBONI, Il Consiglio superio­ re de/ lavoro, laboratorio politico e parlamento tecnico; A. CANAVERO, Il rijormismo del pri­ mo Novecento e l'istituzione del Consiglio superiore del lavoro; G. PELLEGRINI, Il Consiglio superiore del lavoro e i problemi del tempo: dibattiti e risoluzioni; S. SEPE, Politici e buro­ crati in un tentativo di mediazione degli interessi: il Consiglio superiore del lavoro come or­ gano amministrativo; A. ROBBIATI, La controversia tra catt olici e socialisti sul diritto di rap­ presentanza nel Consiglio superiore del lavoro; A. CANAVERO, Il Consiglio superiore del lavo­ ro nel contesto politico e sociale del primo dop oguerra; D. VENERUSO, Mussolini, «Il popolo d'Italia» e il fa scismo difronte al Consiglio superiore del lavoro (1 914-1923); S. SEPE, Cotp i consultivi «tecnici» e apparati amministrativi tradizionali nel primo dopoguerra: il caso del Consiglio superiore del lavoro; P. COLOMBO, I progetti di rif otma del Consiglio superiore del lavoro: rappresentanza professionale e trasfotm azioni del sistema rappresentativo-eletti­ vo; C. MoZZARELLI, Rapp resentanza politica e pubblica amministrazione. I Consigli superio­ ri alla fi ne dello Stato liberale e oltre; L. ORNAGHI, Innovazione e conservazione nell'«esperi­ mento» del Consiglio superiore de/ lavor o); S. SEPE, I Consigli super iori tra rappresentanza 12 Fontiper la storia della scuola Introduzione 13

una struttura politico-amministrativa fortemente costituita ed altrettanto for­ contributi con tematiche e metodologie diverse, che costituiscono un primo temente difesa, la stessa classe dirigente che aveva voluto un modello accen­ tassello, una base per successive ricerche che si rivolgano sia ad analisi trato e rigidamente connesso fra i vari poteri statuali affidava a questi istituti quantitative relative all'andamento dei vari settori scolastici, sia a studi par­ il compito di porsi come strumento mediano fra Stato-parlamento-società ci­ ticolari sulle tipologie culturali, sulle categorie professionali, così da meglio vile; u ruolo propositivo, innovativo, che doveva offrire al suo interlocutore individuare le linee della politica scolastica svolta dallo Stato italiano dall'U­ naturale - il ministro - gli obiettivi e gli strumenti per ben operare. nità al fascismo per arrivare fino ai giorni nostri. Nel continuo confronto fra «Storia legislativa e vita materiale» 1 rientra La recente disponibilità dei processi verbali delle adunanze del Consiglio compiutamente il Consiglio superiore della pubblica istruzione, a partire superiore della pubblica istruzione rende possibile procedere ad una mappa dalla sua formulazione e dall'enunciazione giuridica quali le definirono le analitica per ricostruire, con il contributo offerto da categorie quali patenti, leggi della pubblica istruzione che scandirono l'ordinamento generale dell'i­ abilitazioni, concorsi, il sistema di reclutamento del personale e per indivi­ struzione subalpina prima, italiana poi. La specificità dell'organismo, le sue duare i modelli educativi e culturali offerti e prescelti, attraverso l'esame capacità operative e politiche, sono state individuate con chiarezza da Giu­ comparato di regolamenti, di programmi per fasce di insegnamento, in una seppe Talamo concreta attuazione dei binomi «alto/basso, centro/periferia, Stato/società 2• Espressione illuminante di queste caratteristiche è la «Relazione sullo sta­ civile» 1 postulati come momenti essenziali per un'utile concatenazione fra to dell'nistruzione pubblica» redatta dal Consiglio superiore e pubblicata nel storia della scuola e storia delle istituzioni. 1865 documento che ancora oggi risulta prezioso per chi si occupi del stato più volte sottolineato come le due grandi leggi sull'istruzione - la problema scolastico nel suo complesso. legge Casati del 1859, la legge Gentile del 1923 - furono emanate da governi Malgrado le sollecitazioni degli studiosi sopra menzionati soltanto a par­ dotati di pieni poteri, senza un dibattito e senza l'approvazione parlamentare. tire dall'ultimo ventennio sono apparsi studi su questo settore specifico \ Non è certo casuale che entrambi gli atti legislativi summentovati presentino, per quanto riguarda il Consiglio superiore, un'analogia di contenuti che, a degli interessi e crisi delle istituzioni, in «Bollettino dell'Archivio per la storia del movimento partire dal numero dei componenti, dal sistema di nomina degli stessi, dalla sociale cattolico in Italia », 1989, pp. 146-167; D. 01-ganizzazione degli interessi, l, MARucco, unitarietà dell'organismo, proponeva una visione verticistica del Consiglio e rapp resentanza politica e pubblica amministrazione da Giolitti a Musso lini, in "Quaderni ne faceva una sorta di Accademia rigidamente ricondotta al potere esecutivo: storici», 1990, pp. 277-283. l, D. RAGAZZINI, Il governo della scuola, in Storia della scuola e storia d'Italia, Bari, De pur inserite in contesti storici diversi e partendo da una concezione statuale Donato, 1982, pp. 124 e seguenti. differente nei suoi presupposti, ambedue le leggi escludevano ogni forma di G.3, TALAMO, La scuola dalla legge Casati all'inchiesta del 1864, Roma, Giuffrè, 1960, pp. È 2 rappresentatività, per quanto parziale, che fosse espressione degli «addetti ai 58-67. Su questo documento, le cui conclusioni furono pubblicate con il titolo: Sulle condizioni 3 della pubblica istruzione nel Regno d'Italia. Relazione generale presentata al ministro dal Oltre ai lavori già citati si ricord;_tno: L. VOLPICELLI, Scuola e amministrazione, in Scuola e Consiglio superiore di To 1·ino, Milano, Tipografia Reale, 1865, oltre al lavoro di Talamo, La amministrazione. Atti delle giornate di studio indette dalla consulta dei profe ssori universi­ scuola dalla legge Casati ... cit., si veda anche P. MACRY, La questione scolastica: controllo, tari di pedagogia (Salerno 9-10 gennaio 1959), Padova, Amicucci ed., 1959, pp. 7-33 (Qua­ conoscenza, consenso (1 860-1872), in <

1 In troduzione 15 14 Font i per la storia della scuola

politicamente più rilevante era il compito di stendére ogni tre anni una rela­ lavori». D'altro canto l'arco cronologico compreso fra la riforma Casati e la riforma Gentile è scandito da decreti, regolamenti, progetti mai attuati, che zione generale sullo stato dell'istruzione: una sorta di atlante statistico che contraddicono la logica centralizzatrice ed unificante, in una sorta di schizo­ costituisse la piattaforma sulla quale operare le scelte politiche e culturali. frenica e pur vitale capacità dello Stato di porre continuamente in discussio­ Obiettivo essenziale ed ambizioso insieme che anche i successivi provvedi­ ne la sua filosofia di governo, senza peraltro avere la forza e la volontà poli­ menti legislativi confermeranno, salvo spostare l'obbligo a cinque anni: esso tica di elaborare, con un iter parlamentare trasparente, una scelta diversa. resterà di fatto disatteso, fatta eccezione per la relazione voluta da Lanza nel questa incapacità il dato più evidente che risulta dall'esame delle vi­ 1855 e per l'inchiesta del 1865. Tale inadempienza veniva attribuita dal cende legate al Consiglio superiore. Innumerevoli infatti, nella cosiddetta Consiglio all'amministrazione, che non era in grado di fornire i dati essen­ età liberale, le proposte e i modelli elaborati, ma alla capacità di elaborare ziali per procedere alla stesura della relazione prevista dalla legge. non corrispondeva la capacità dell'operare. A prova di questa debolezza In apparente contraddizione con una struttura indubbiamente innovativa stanno lo scadere degli obiettivi: il subentrare a progetti generali per la co­ stava il sistema di nomina dei membri del Consiglio, che prevedeva la presen­ struzione di un sistema scolastico effettivamente nazionale - esemplari i za di sette membri ordinari a vita e cinque straordinari che decadevano ogni «Principi direttivi» di Mamiani del 1861 - di proposte parziali, settore per triennio. In verità la carica a vita era motivata da una preoccupazione forte­ settore, salvo poi ricorrere all'escamotage dei regolamenti, delle circolari, mente garantista: assicurare la continuità della linea politica e culturale dell'i­ che stravolgevano il significato del compito affidato alla «normativa». stituto, mettendolo al riparo da eventuali condizionamenti legati al mutare Porta a questa valutazione l'esame degli atti ufficiali, tendente a indivi­ del ministro. Questo aspetto era strettamente connesso al compito più delica­ duareÈ i passaggi essenziali della politica scolastica italiana ed il ruolo che in to affidato al Consiglio superiore, la competenza disciplinare sul corpo do­ questa il Consiglio superiore fu chiamato a svolgere. cente, inclusi i direttori spirituali e gli ispettori delle scuole elementari. L'am­ piezza delle attribuzioni del potere disciplinare posseduto dal Consiglio dava Consiglio superiore, organo consultivo e propositivo del ministro ed in­ a questo un'indipendenza reale dal potere politico e nello stesso tempo attri­ sieme tribunale del corpo docente, è frutto del clima riformista che portò alla buiva al personale docente una configurazione analoga ai magistrati; non a formulazione di un apparato statuale moderno nell'Italia prequarantottesca. caso questa analogia fra le due categorie assurse a motivo ispiratore del rego­

Istituito il 30 novembre 1847, insieme alla R. Segreteria della pubblica lamento disciplinare elaborato dal Consiglio superiore nel 1850 1• istruzione, esso nasceva come organo sostitutivo del Magistrato della riforma. Una struttura amministrativa così indipendente mal si conciliava con la te­ La sua costituzione fu sostanzialmente un atto di razionalizzazione ammini­ si che rivendicava al ministro il ruolo centrale di «ogni impulso ed ogniprov­ strativa, cui la successiva concessione dello Statuto, con la creazione dei mi­ visione» e che conseguentemente attribuiva al Consiglio il compito di fornire nisteri, compreso quello per l'istruzione pubblica, avrebbe dato un colpo di al titolare del dicastero «tutte le necessarie nozioni perché egli sia posto in accelerazione 1• grado di operare con coscienza sicura» 2• progetto di legge sul riordinamen­ La legge Bon Compagni del 4 ottobre 1848 proponeva un modello di am­ to dell'amministrazione della pubblica istruzione, presentato al Senato il 23 ministrazionen centrale e periferica fondato sulla pluralità degli organismi e novembre 1855 da Lanza, codificava la responsabilità dei ministri che doveva 2 sulla effettiva «presenza della scuola nella amministrazione della scuola» • In essere piena ed immediata su tutto quanto riguardava l'istruzione pubblica; i e questo contesto la funzion del Consiglio superiore - «studiare di continuo difficili rapporti fra Stato e Chiesa che caratterizzarono il biennio 1855- le esigenze dell'istruzione ... partecipare al governo questi suoi studi ... con­ 1856, allorché la legge Lanza fu elaborata, ebbero immediate ripercussioni sigliarlo affinché il paese partecipi a tutti i benefici di un'istruzione larga­ sull'istruzione, così da spingere ilgoverno a rafforzare «la scuola pubblica in mente diffusa» diveniva il nucleo centrale di un sistema a raggi concentri­ quanto spina dorsale dell'insegnamento a tutti i livelli» Indicativa in tal ci. Fra le competenze del Consiglio superiore, tutte consultive, salvo l'ap­ senso l'avocazione al ministro della definitiva approvazione dei libri di testo provazione dei programmi dei corsi universitari e dei libri di testo, il dato e dei programmi degli studi, ed ancor più la riduzione del Consiglio a fun­ zione solamente consultiva nei procedimentin disciplinari contro direttori e 1 R. BERARDI, L'ordinamento politico-amministrativo della scuola negli Stati sardi alla professori delle scuole secondarie e magistrali, ave, a giudizio di Lanza, vigilia della costituzione del Ministero di P.I. (1 847), in «Annali della pubblica istruzione », 1957, 6-7, 8-9, pp. 431-436, 511-516; Io., Scuola e politica nel Risorgimento. L'istruzione del 1 Per ulteriori notizie si rimanda a G. CIAMPI, Il governo della scuola ... cit., pp. 124 e se­ popolo dalle rifanne carloalbertine alla legge Casati (1 840-1859), Torino, Paravia, 1982. guenti. I. Picco, I precedenti italiani, storici e legislativi della legge Casati, in «l problemi della 2 APS, Senato, legislatura V, II sessione (1855-1856), Documenti, I, Riordinamento del­ pedagogia», 1959, 50. 2 l, p. l'amministrazione superiore della pubblica istruzione, pp. 542-543. ATTI DEL PARLAMENTO SUBALPINO (d'ora in avanti APS), legislatura sessione unica (1848), 3 l, A. CARACCIOLO, Stato e società ... cit., p. 59. Documenti, Ordinamento3- dell'amministrazione dell'istruzione pubbl ica, p. 56. 3.

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«non è solo a desiderare, ma a volere che [ ...] non si agiti veruna questione Stato. La convinzione che un sistema incentrato su una struttura compatta politica» 1• L'urgenza di mantenere nelle mani del ministro la piena respon­ ed unificatrice risultasse più credibile dal punto di vista dell'efficienza e del­ sabilitàpolitica si rifletteva anche sulle modalità di composizione del Consi­ la «Onestà» ·dello Stato venne rafforzata non solo dall'incontro con il Sud glio superiore. consiglieri sono destinati a dare dei consigli - sosteneva dell'Italia, ma anche dalle esperienze che si vollero tentare nel senso di una «< Lanza-. Nel sistema costituzionale in cui il ministro è responsabile, è ben na­ limitata distribuzione dei gangli amministrativi sul territorio. turale che i consigli si debbano prendere da persone nelle quali si abbia tutta il caso dei due Consigli per la pubblica istruzione di Napoli e di Paler­ la fiducia. Ora, cambiandosi facilmente Ministero e succedendo ministri di mo, ambedue varati nel periodo prodittatoriale. Questa esperienza risultò, diversa politica, è ben naturale che il nuovo ministro debba desiderare, per nei fatti, un atto di diversificazione solo nominale dei compiti, con l'imme­ il buon andamento dell'amministrazione stessa dell'istruzione pubblica, di diata degradazione degli istituti di Napoli e Palermo che tra il luglio 1861 ed avere un Consiglio, non dirò ligio, ma che più o meno abbia nelle cose che il febbraio 1862 vennero ridotti a sezioni periferiche, lasciando al Consiglio riguardano l'istruzione pubblica i principii generali che ha il ministro. Del superiore di Torino il ruolo effettivo di unico organo «propositivo ». In que­ resto che avverrà? Avverrà un urto continuo tra il ministro e la maggioranza sto senso la maldestra operazione di accorpamento a Firenze delle tre sezio­ del Consiglio superiore. Credete voi che quest'urto sarà giovevole all'istru­ ni del Consiglio superiore poneva fine ad una struttura che, così articolata, zione pubblica? Non mai, o signori, per la ragione che il ministro ha sempre non rispondeva né a criteri di decentramento amministrativo, né ad una la facoltà di accettare o no le deliberazioni del Consiglio superiore, le quali suddivisione razionale di competenze, tanto più che la normativa legislativa in massima parte non sono, e non debbono essere, che consultive» cheÈ aveva prodotto quegli organismi non trovava più ragion d'essere alla lu­ 2• I legami accertati fra la legge Casati ed i precedenti legislativi del regno ce delle scelte unificatrici che erano emerse con estrema chiarezza già con il subalpino hanno consentito di ricostruire compiutamente i passaggi che dicastero De Sanctis 1• portarono la classe politica italiana ad addivenire a scelte che, pur con mo­ Il l o settembre 1865, a Camere sciolte in seguito al trasferimento della dalità e tempi diversi, erano pienamente riconducibili ad un'unitaria conce­ capitale Firenze, si decretava la convocazione in quella sede dei Consigli di zione del nuovo Stato. Il codice scolastico del 13 novembre 1859, elaborato Torino, Napoli e Palermo; il successivo regolamento del 21 novembre 1865, in un momento di transizione - la sola Lombardia era acquisita, mentre era fissando a trenta il numero complessivo dei consiglieri, operava un muta­ ancora in discussione la sorte dell'Italia centrale - rispondeva all'esigenza di mento sostanziale rispetto al dettato della legge Casati. esprimere. un segnale di volontà unificatrice: «Se v'ha una parte dellapubbli­ L'incertezza giuridica dell'atto era sottolineata dal ministro Berti che, al­ ca amministrazione che più urgesse assimilare nelle antiche e nelle nuove l'indomani della conquista del Veneto, provvedeva ad una radicale revisio­ provincie del regno - scriveva Casati nella relazione introduttiva - quello è ne della legge 13 novembre 1859. certo l'ordinamento dell'istruzione. Perocché toccando essa i più delicati in­ Consiglio superiore, inteso come struttura unitaria, Berti contrappo­ Al teressi della3 famiglia e della società, ed esercitando tanta influenza sulla cul­ neva un Consiglio superiore frutto di un sistema organico di tre comitati di­ tura e sui costumi del paese, sarebbe stato men provvido consiglio il non stinti per ogni ramo dell'istruzione e caratterizzati da una capacità operativa conformare sollecitamente per tutto lo Stato gli istituti in cui si impartisse agile e fu�nzionale, grazie alla presenza di pochi elementi, i quali «abbiano un alle medesime norme ed al medesimo indirizzo" contatto immediato col corpo insegnante, che ne conoscano i singoli com­ 4• L'istruzione, dunque, era riconosciuta come uno degli elementi sostan­ ponenti, e siano capaci di valutarne così i pregi come i difetti» 2• ziali nell'opera di costruzione dell'identità nazionale e la ferma rigidità for­ Dietro la questione del Consiglio superiore emergeva l'esigenza di dar vi­ male, la uniformità di criteri valutativi e procedurali, erano concepiti come ta ad una struttura che incidesse sul sistema burocratico-amministrativo vi­ un segnale essenziale per acquistare la fiducia dei cittadini verso il nuovo gente. Questo è l'elemento innovativo del modello elaborato dal Berti, che non è riconducibile né alla proposta Bon Compagni, celebrata come esem­ pio di un corretto rapporto fra periferia e centro, né assimilabile alle novità I APS, Senato, legislatura V, II sessione (1855-1856), Documenti, I, p. 544. APS, Senato, legislatura V, sessione (1855-1856), Discussioni, V, tornata del 25 gennaio 2 II 1856, p. 76. I Su De Sanctis ministro della pubblica istruzione si veda A. CARACCIOLO,Au tonomia o cen­ Il primo studioso che ha esaminato lo stretto rapporto esistente fra legge Casati e l'antece­ tralizzazione degli studi superiori dell'età della Destra, in «Rassegna storica del Risorgimen­ dente progetto Cibrario del 6 marzo 1854 è stato L. FRANCHI, Le fo nti della legge Casati, Mode­ to», XLV (1958), 4, pp. 579 sgg.; G. TALAMO, De Sanctis ministro dell'istruzione (1 861-1862) , na, Società tipografica modenese, 1928. ora in De Sanctis politico e altri sagg i, Roma, E. De Santis, 1969, pp. 71-114; M. RArcrcH, 4' Relazione introduttiva alla l. 13 nov. 1859, in G. TALAMO, scuola ... cit., p. 71. Sul Scuola, cultura e politica da De Sanctis a Gentile, Pisa, Nistri Lischi, 1981, pp. 170-195. La complesso degli atti legislativi emanati durante i pieni poteri si veda C. GHISALBERTI, S toria co­ ATTI PARLAMENTARI [d'ora in poi AP], Senato, legislatura IX, sessione (1866-1867), Di­ 2 II stituzionale d'Italia, 1849-1948, Bari, Laterza, 1974, pp. 87-93. scussioni, tornata del 28 dicembre 1866, p. 24.

3 18 Fonti per la storia della scuola Introduzione 19

introdotte nell'età giolittiana con le sezioni per l'istruzione media ed elemen­ il potere di nomina ministeriale attraverso l'introduzione del sistema eletti­ tare ove risultò prevalente la difesa della classe docente: il proposito del Ber­ vo, !imitandolo peraltro alla componente universitaria. Se questa novità ren­ ti « i dare una struttura organizzata al principio della libertà d'insegnamento» d deva il Consiglio superiore «non già esclusivamente l'organo del potere po­ passava attraverso la pari dignità fra i vari settori del sistema educativo. litico e amministrativo dello Stato, ma quello della più alta scienza e coltura La riforma del 6 dicembre 1866 non si prefiggeva, tanto, il decentramen­ della nazione, 1, pure sanciva inequivocabilmente il prevalere della presenza to amministrativo - che anzi il nesso centro-periferia appariva rafforzato dal universitaria, a tutto detrimento degli altri due settori dell'istruzione. rapporto diretto ed immediato fra ministro e a ddetti ai ing li sett ri - . La distinzione inoltre fra Consiglio plenario e Giunta permanente confer­ quanto la responsabilità e la competenza setton le terntonale� ? cos1� da � . . mava ulteriormente il distacco fra istruzione universitaria o superiore ed «tendere produttive le intelligenze del paese e qumd1� procurare dlhgente­ istruzione secondaria ed elementare, che, pur con tutti i possibili distinguo, mente di istruire gli adulti» 1, in una concezione economicistica dello Stato, fino a quel momento erano rimaste oggetto congiunto delle cure dell'intero chiamato a non disperdere le potenzialità sociali ed intellettuali del paese 2• Consiglio. La pari dignità fra i tre rami dell'istruzione veniva nei fatti inde­ Di questa operazione il motore pulsante diveniva il Consiglio superiore : bolita, a tutto vantaggio dell'erompere della presenza universitaria, su in­ centro gestionale, ove i vicepresidenti, uno per comitato, assumevano ne1 dubbia influenza del modello germanico. Non a caso la variazione sostanzia­ fatti, se non nella forma, il ruolo di managers ante litteram. le introdotta all'interno del complesso delle competenze del Consiglio supe­ Era quella di Berti una lettura del rapporto politica-amministrazione-cul­ riore concerneva la gestione dei concorsi a cattedra universitaria. tura che andava troppo oltre il modello prescelto dalla classe dirigente pre­ Dietro l'abrogazione parziale dell'articolo 62 della legge Casati, con cui valente. Non era solo il mutamento sostanziale della legge Casati, ma era S ­ f? veniva a cadere l'obbligo della presenza all'interno della commissione esa­ prattutto una profonda innovazione del ruolo attribuito a sistema e u�ati­ � � minatrice di un membro del Consiglio superiore, cui era affidata altresì la vo, che prefigurava il principio della pari dignità fra le vane forze o 1ah, l . presidenza dei lavori, si nascondeva lo scontro, fondamentale in quegli an­ cui distinzione non era più differenziazione culturale, ma differenz1azwne� � d1� ni, fra Consiglio superiore e facoltà universitarie. Queste, certe di rappre­ prestazione di servizi. sentare quella cultura "in progress", essenziale per l'accrescimento della vi­ recupero testuale della legge Casati - e si andò anche oltr.e - voluto nel ta scientifica del paese, si contrapponevano a chi in quel momento rappre­ 1867 e nel 1874 rispettivamente da Coppino e da Bonghi, ambedue con plu­ sentava il Consiglio superiore e che, per formazione e spesso per età, imper­ riennali esperienze quali membri del Consiglio superiore, ribadiva la piatta­ sonava la cultura paludata, così furiosamente attaccata. La contrapposizio­ forma ideologica e politica, di cui la legge del 13 novembre 1859 era com­ ne che emerse con drammatica evidenza durante il dibattito parlamentare, piuta espressione. ov sedevano rappresentanti dell'una e dell'altra pars 2, confermava l'im­ Toccherà alla Sinistra, dopo un travagliato parlamentare, proporre al­ � portanza che la classe dirigente liberale attribuiva alle modalità di coopta­ cuni elementi di indubbia novità. zione dei membri preposti alla formazione dei quadri futuri. Si ribadiva il La legge del febbraio recepiva infatti l'esigenza di condizionare controllo e la gestione d�lla politica universitaria come momento ess enziale del modello liberale, fondato su una rigida divisione di ruoli, fatto salvo il diritto allo studio per merito, garantito dalla presenza dei posti gratuiti pres­ n Senato Discussioni tornata del 28 dic. 1866 citata, p. 25. provvedimenti del 6 di­ cembre l866 seg�arono lo scioglimento di fatto del Consiglio superiore della pubblica istruzio­ so collegi e convitti. ne ' malgrado che Berti, in una lettera inviata al vicepresidente Matteucci, ribadisse che la nuo­ Gli studi più recenti di storia istituzionale ed amlninistrativa hanno sot­ va legge si limitava a dare al Consiglio una diversa struttura, più rispondente alla rifor a gene­ . tolineato come in questo periodo emerga prepotentemente «la tendenza del­ rale del settore amministrativo scolastico. Cfr . lettera di Berti a MatteucCl del 15 dicembre� 1866, in MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE (d'ora in poi Consiglio superiore ella la organizzazione degli interessi categoriali ad entrare nei consigli e a farne pubblica istruzione (d'ora in poi CS , Processi verbali, 18 66, I, 1399-140 , ora m� G. sotto l'attenta regia della burocrazia ministeriale innanzitutto luoghi per una iter PP· � CIAMPI, Il governo della scuola ... cit., p. 99. Sia nei processi verbali. delle sedute sta nelle car­ . . te dell'archivio corrente del Consiglio superiore c'è mancanza assoluta d1 documentaZIOne per periodo in cui fu in17 vigore la riforma1881 Berti. il . . . . . Relazione introduttiva di Coppino progetto di legge presentato alla Camera il 9 maggio G. Il pr oblema dello svilupp o industriale nell'età della Destra, tsa, Ntstn Ltscht, al 2 1877, in Camera dei deputati, legislatura XIII, I sessione (1876-1878), Documenti, pr ogetti 1965; G. VIGO, Is truzione e svilupp o economico in Italia nel secolo Torino, ILTE, 1971; XIX, di legge e relazioni, n. 108, Modificazioni alla legge 13 nov. 1859, n.3725, intorno alla com­ LACAITA,1 AP Istruzione e sviluppo industriale in Italia 1859-1914, Firenze,I Giunti e Barbera, c. po sizione del Consiglio sup eriore della Pubblica Is truzione, p. 2. 1973; ZAMAGNI, Istruzione e sviluppo economico in Italia 18 61 -1913, in Lo svilupp o eco­ v. Sul dibattito parlamentare e la contrapposizione che emerse soprattutto per la questione nomico italiano, 1861-1940, a cura di G. TONIOLO, Bari, Laterza, 1973, pp. 187-240; G. VIGO, 2 delle commissioni per i concorsi a cattedre universitarie si rimanda a G. CIAMPI, Ilgover no del­ Scuola ed economia, in Storia della scuola ... cit. , pp. 25-47. la scuola . .. cit., pp. 54-71. MPI), PI)

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elaborazione politico-amministrativa preliminare e parziale, quando non al­ Il progetto così formulato prevedeva un mutamento sostanziale rispetto ternativa, rispetto a quella immediatamente pubblica del Parlamento» 1. alla legge del 17 febbraio 1881 anche nella composizione del Consiglio: in­ Pur mancando di analisi specifiche sul Consiglio superiore della pubblica fatti, pur restando fermo il numero complessivo dei membri a trentadue, istruzione relative questo periodo, tuttavia le riforme effettuate nel 1906 e scendeva da sedici a dodici il numero dei consiglieri di proposta ministeria­ a nel 1911 -la creazione rispettivamente della sezione di giunta per l'istruzio­ le, compresi i quattro professori universitari membri della sezione per l'i­ ne media e la sezione di giunta per l'istruzione elementare - sono state gene­ struzione media. A sua volta la Giunta del Consiglio superiore scendeva da

ralmente assunte a modello positivo ed innovativo sia rispetto all'andamen­ quindici a otto membri 1. to precedente sia rispetto alla legge Gentile e quindi alle successive riforme La commissione della Camera, nella relazione stesa da Credaro, entrò in che approdarono alla Carta della scuola voluta da Bottai 2. merito allecompetenze ed al ruolo della istituenda sezione ed espresse forti Va innanzi tutto ricordato che l'istituzione delle due sezioni di Giunta riserve per quanto riguardava sia la composizione sia le attribuzioni; pur tut­ non nasce da una modificazione complessiva del Consiglio superiore della tavia ritenne di dover accettare il testo ministeriale, salvo proporre che dei pubblica istruzione, ma è parte integrante dei testi legislativi relativi rispetti­ quattro membri elettivi uno fosse sempre scelto fra i capi d'istituto e uno fra vamente allo stato giuridico dei professori dell'istruzione secondaria e al i professori delle scuole pareggiate, «per dare sicura garanzia di proporzio­ riordino dell'istruzione elementare. Inoltre le due sezioni di Giunta, pur nale rappresentanza» 2• prevedendo la innovativa presenza di rappresentanti dei rispettivi rami del­ Il dibattito in aula non presentò interventi di particolare rilievo su questo l'istruzione media ed elementare, attraverso il sistema elettivo, escludevano aspetto, fatte salve le riserve espresse da chi, come Nitti, vedeva una perico­ categoricamente la presenza di questi nel Consiglio superiore nella pienezza losa ingerenza della sezione per l'insegnamento medio nelle competenze della delle sue competenze; al contrario membri del Consiglio superiore entrava­ Giunta, turbando così «l'economia» della legge del 1881. Infatti, a giudizio no di diritto nelle sezioni, e fra di essi soltanto poteva essere scelto il vice­ di Nitti, «col chiamare insegnanti secondari in seno al Consiglio superiore, presidente delle stesse non soltanto si viene a modificare la natura stessa di questo Consiglio, ma si Questa ambiguità di fondo sul peso effettivo delle due sezioni appare an­ produce un profondo disquilibrio in tutte le funzioni del Consiglio medesi­ cor più evidente ove si mettano a confronto le disposizioni definitive con le mo. Infatti, se questi insegnanti interverranno in seno al Consiglio, con quale proposte originarie, ben più innovative e rispondenti alla legislazione com­ competenza potranno interloquire in tutte le quistioni che si riferiscono al­ plessiva elaborata nell'età giolittiana nell'ambito del sistema degli organismi l'insegnamento superiore? E se non interverranno, perché aggregarli al Consi­ consiliari. glio superiore?» Queste riserve trovarono eco favorevole nell'aula e conse­ 4• Nel disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti di scuola me­ guentemente fu approvato un emendamento presentato dal deputato Ram­ dia, presentato in Parlamento una prima volta il 9 marzo 1904 e successiva­ poldi che introduceva l'obbligo per il ministro di scegliere i quattro membri mente il 6 febbraio 1905, ministro della pubblica istruzione Orlando po­ di sua proposta solo fra i componenti3 del Consiglio superiore stesso 5• stulava l'istituzione, all'interno del Consiglio superiore, di una sezione per Malgrado questa ·formulazione indubbiamente riduttiva rispetto al testo l'insegnamento medio 3.composta di otto membri, di cui quattro eletti fra gli originale, l'Ufficio centrale del Senato giudicò «non accettabile» la proposta insegnanti e presidi o direttori di scuola media governativa, e quattro pro­ d'istituire la sezione stessa; più opportuno, a suo dire, creare presso il Mini­ fessori universitari, nominati su proposta del ministro e così suddivisi: due stero della pubblica istruzione «una commissione speciale abbastanza auto- rappresentanti della facoltà di filosofia e lettere , uno della facoltà di scienze fisiche e matematiche e naturali, uno della facoltà di giurisprudenza. Parte­ cipava ai lavori della sezione anche il capo servizio dell'amministrazione Camera dei deputati, legislatura XXII, sessione unica (1904-1909), Documenti, dise­ centrale per gli affari di sua competenza, con voto consultivo. gni di legge e relazioni, V, n. 114, Stato giuridico degli insegnanti delle scuole medie, regie e · pareggiate, p. 11 (art.16). Ibid. , n. 114-A, Stato giut·idico degl'insegnanti delle scuole medie, regie e pareggiate, p. il 2 C. MoZZARELLI, Rapp resentanza politicae pubblica amministrazione. I Consigli . . cit. , 9. Gli altri membri della commissione erano: Cortese presidente, Ciccarone segretario, Valeri, p. 430. Furnari, Di Stefano, Cardani, Carlo Ferraris, Alessio. La relazione fu presentata 18 marzo il G. RICUPERATI, La scuola italiana e il fa scismo, Bologna, Consorzio di pubblica lettura, 1905. 2 1977. Camera dei deputati, legislatura XXII, sessione unica (1904-1909), Discussioni, III, l •

Sulle trasformazioni subite agli inizi del secolo dai Consigli superiori e sul ruolo di « stru­ tornata del 2 giugno 1905, p. 3597. mento per operare la mediazione degli interessi e la composizione dei conflitti sociali» si veda 4 Ibidem. · S. SEPE, Politici e burocrati in un tentativo di mediazione ... cit., p. 187. Per un'analisi com­ Ibid. , p. 3602. L'emendamento non era stato accolto né dal governo né dalla commis­ s plessiva si veda S. CASSESE, Il sistema amministrativo italiano, Bologna, Il Mulino, 1983. sione. 1 AP,

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noma nella sua composizione e nelle sue funzioni»; in altre parole «qualcosa porto fattivo e determinante, come ricorderà più volte Daneo durante il di­ di mezzo tra Consiglio superiore e la Commissione consultiva per i mae­ battito di Sonnino, presidente del Consiglio e ministro dell'interno. Il pro­ il \ stri elementari» \ con tutte le attribuzioni previste per la sezione, tranne getto postulava la creazione di un organismo del tutto nuovo, il Consiglio quelle di carattere giurisdizionale lasciate alla competenza della Giunta del superiore per l'istruzione popolare, ove dovevano confluire organicamente Consiglio superiore. ed unitariamente le competenze della Commissione consultiva e della Com­ Contro principio di istituire un «corpo a sé stante " 2 si scagliò anche missione per Mezzogiorno istituita con la legge 15 luglio 1906. il il Scialoja, quale suggerì che la prevista divisione della vigente Giunta in se­ Nella relazione introduttiva Daneo escludeva perentoriamente la possibi­ il zioni permettesse che alla sezione per l'istruzione secondaria fossero « aggre­ lità di creare una struttura analoga alla sezione della Giunta per l'istruzione gati i delegati nominati dai professori delle scuole medie ... col grande van­ media: «A prescindere che in quel caso trattavasi di un ristretto compito, li­ taggio di non separare l'insegnamento secondario dagli altri ordini dell'inse­ mitato ad un istituto di giustizia amministrativa, si è considerato che la con­ gnamento " nessione sarebbe stata puramente formale. Il Consiglio superiore dell'istru­ D'accordo con ministro, l'Ufficio centrale del Senato provvide, in pie­ zione per la fisionomia che è andato assumendo, per l'attività finora eserci­ il na seduta, ad una rielaborazione del testo - quella definitiva - che risultò tata, per la sua composizione, ha ormai il carattere di un istituto per gli inte­ molto lontana dalla proposta originaria: si istituiva, infatti, all'interno della ressi dell'alta cultura; e non potrebbe, se non con una larghissima e profon­ vigente Giunta del Consiglio superiore una sezione per l'istruzione media da riforma, svolgere quella rinnovata ed ampia attività, che richiede una col­ composta di quattro consiglieri, già facenti parte della Giunta, e di quattro laborazione, la quale si proponga di essere davvero intensa e voglia riuscire membri elettivi, così suddivisi: un preside o direttore, due professori ordi­ grandemente proficua alla istruzione popolare. Così, però, non essendo, sa­ nari,. con almeno sette anni di anzianità di servizio, delle scuole medie go­ rebbe stata una pura finzione il mettere due organismi uno accanto all'altro, vernative, un preside o professore ordinario, anch'esso con almeno sette an­ senza che tra essi si fosse potuto stabilire una intima e sostanziale comunio­ ni di anzianità, delle scuole medie pareggiate. Le competenze erano quelle ne. Più utile - e per tutti - ci è sembrato dare al nuovo istituto una fisiono­ attribuite alla3. Commissione consultiva mia sua propria e assegnargli un compito ben definito, una competenza ben 4. Tornato alla Camera il progetto fu approvato, facendo proprio i deputati delineata» 2• l'invito della commissione di «accogliere integralmente » testo votato dal Nelle parole del ministro trovavano eco le denunce fatte dalla commis­ 5 il Senato. sione d'inchiesta sullo stato della pubblica istruzione nel 1908 che com­ Ancor più significativa l'operazione effettuata nei confronti del disegno prendevano anche le man�anze del Consiglio superiore, reo di lentezza, spe­ di legge <

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& i 1 &1 24 Fonti per la storia della scuola Introduzione 25

membri di diritto, rispettivamente: il direttore generale dell'istruzione pri­ meno dieci anni di servizio, eletti dai rispettivi corpi elettorali; un direttore maria e popolare, il direttore generale dell'amministrazione civile presso il e un professore ordinario da almeno sette anni delle scuole normali, an­ Ministero dell'interno, il direttore generale di statistica, l'ispettore generale ch' essi di nomina elettiva. La sezione, infine, era presieduta da un membro dell'istruzione professionale del Ministero di agricoltura, industria e com­ della Giunta del Consiglio superiore, nominato dal ministro. mercio, un rappresentante del Consiglio superiore di sanità pubblica indica­ Ben poco restava del progetto Daneo-Sonnino. Nell'aula parlamentare to dal ministro dell'interno. Era prevista anche una giunta composta da nessuno ricordò la precedente proposta; il testo di Credaro nella sua rassicu­ quattro elementi eletti ogni due anni dal Consiglio plenario, e dai direttori rante uniformità all'esistente veniva accettato pienamente. Analogo fu l'atteg­ generali dell'istruzioneprimaria e dell'amministrazione civile. giamento del Senato, che pure apportò qualche modifica: i membri del Consi­ Il Consiglio, oltre allecompetenze previste per legge, era chiamato a da­ glio superiore divennero tre, restò un solo esperto di pedagogia 1, fu soppres­ re il suo parere su questioni relative all'indirizzo generale dell'amministra­ sa la presenza del provveditore scolastico, rimpiazzato in tutta fretta da Cre­ daro con il direttore generale dell'istruzione elementare e popolare fu riba­ zione dell'istruzione popolare e sull'organizzazione delle istifuzioni che si 2; dito anche in questo caso che il vicepresidente della sezione fosse scelto solo proponevano lo sviluppo dell'istruzione elementare 1. A sua volta la direzio­ ne generale competente era tenuta ad inviare al Consiglio una relazione an­ all'interno della componente proveniente dal Consiglio superiore. nuale sull'andamento dell'istruzione popolare ed elementare. Ha annotato Sepe, in un suo recente saggio, «Che la classe dirigente - al­ La caduta del governo Sonnino provocò la messa a tacere del progetto. Il meno fino alla fine dell'Ottocento - si mostrò particolarmente restia a con­ 13 maggio 1910 il nuovo ministro della pubblica istruzione, Credaro, spie­ sentire la rappresentanza degli interessi delle classi subalterne all'interno gava nella relazione introduttiva al suo disegno di legge perché egli ora pro­ delle istituzioni ( ...) I ritardi culturali, peraltro, non riguardavano soltanto la ponesse l'istituzione di una sezione per l'istruzione primaria all'interno della condizione dei lavoratori, ma si riflettevano in generale nell'elaborazione di 3 Giunta del Consiglio superiore, analoga a quella già esistente per l'istruzione modelli di partecipazione» ; il suo critico giudizio, per quanto riguarda il media. «Il mio predecessore non teneva sufficientemente conto delle fun­ Consiglio superiore della pubblica istruzione, appare valido anche per il pri­ zioni tecniche cui va anche dato un ragguardevole posto accanto alle funzio­ mo decennio del Novecento. In questo caso, inoltre, il «peso relativo della burocrazia» fu sostituito ni amministrative. Il Consiglio superiore, quale dal progetto è costituito, è 4 un corpo consultivo che fonde in sé le diverse commissioni ora esistenti, e dal peso relativo della rappresentanza della politica. Nell'articolato progetto che si afferma prevalentemente, anzi assolutamente di carattere amministra­ sull'istruzione superiore presentato dal ministro Rava il 30 marzo 1909 tivo. Manca alle funzioni tecniche un organo loro proprio. E perciò noi ab­ un'innovazione sostanziale riguardava, infatti, la composizione del Consi­ biamo avvertito la necessità di crearlo. Abbiamo voluto che non manchi al­ glio superiore, che veniva portato da 32 a 36 membri, fra i quali dodici l' amministrazione un collegio di persone di speciale competenza, le quali «eletti dal Parlamento nazionale, sei tra i senatori e sei tra i deputati (né que­ sti né quelli appartenenti al corpo insegnante universitario)» . Nel presen- pei propri studi e pel proprio ufficio, con la loro dottrina e con la loro espe­ 5 rienza, conoscano compiutamente l'ordinamento della scuola e le questioni AP, Senato, legislatura XXIII, sessione unica (1909-1913), Documenti, disegni di legge e che riguardano l'istruzione primaria e popolare. A quel collegio, quindi, va 1 relazioni, V, n. 378, Provvedimenti per l'istruzione elementare e popolare. affidato lo studio dei problemi, che concernono i programmi e l'indirizzo Spiegava in aula il ministro Credaro: «

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ì à Introduzione 27 26 Fonti per la storia della scuola

È il caso di Gaetano Mosca, che denunciò l'incongruenza fra la presenza tare questa innovazione Rava si avvaleva del principio di analogia - "così è di elementi «politici» e il ruolo di un istituto quale il Consiglio superiore nel Consiglio superiore del lavoro. Così fecesi di recenti per la magistratura» con «quasi esclusivamente funzioni tecniche e funzioni giurisdizionali». Nul - sostenendo altresì la tesi che in tal modo il Consiglio da organo propositi­ � la a eh ve ere c n «la grande politica scolastica»; la riforma proposta piut­ va e tecnico diveniva organo operativo . «Tale rappresentanza - dichiarava � ? ? tosto nsc ava d1 compromettere la pluralità scientifica di cui il Consiglio Rava - mentre porterà un contributo di sicura e alta competenza nelle svaria­ � era espresswne, a garanzia della «libertà della cattedra» 1• te quistioni che vengono trattate nel Consiglio, avrà agio di osservare da vi­ Anche in Senato furono rare le voci di dissenso. senatore Cavasola cino, collocandosi per così dire in medias res, il rapido progresso dell'istru­ che sottolineava "il rinnego di un principio che stato finora fondamenta! zione in Italia, il forte lavoro che l'università compie, la vita che vi si vive; e è � in un paese retto a sistema costituzionale, il principio della divisione dei po­ quindi potrà acquistare una notiZia esatta e diretta dei problemi che espri­ teri, della distinzione delle funzioni» si univa Scialoja. Forte della sua lun­ mono fecondamente la vita interiore della scuola, contribuendo a propiziar­ 2, ga sperienza di membro e di vicepresidente del Consiglio superiore, egli ri­ le sempre più largamente il consenso e l'appoggio del paese, che sa di avere � badtva la pericolosità della commistione fra politica cultura e insisteva sul­ in ogni ordine di scuole, e sopra tutto nei propri atenei - per splendido tra­ e la necessità di ampliare invece il ventaglio delle competenze tecniche in se­ mite di tradizioni storiche, nonché per rinnovato fervore di attuale concor­ no al Consiglio 3. de volontà civile - il presidio della cultura nazionale» 1• Proprio perché la È indubbio che l' osmosi fra cultura politica sia stata una costante della «scuola riflette le supreme esigenze della vita individuale e sociale, l'istru­ vita del Consiglio superiore ed il cursus honorum dei suoi componenti pre­ zione anche implicitamente missione educatrice. Ma appunto per questo è senta, con significativa incidenza, come vedremo, segniAl evidenti di una con­ non può recare se non benefici effetti che all'opera dei consiglieri eletti dai creta militanza politica; si trattava pur tuttavia di un travaso continuo che corpi e tra i corpi universitari, si aggiunga la valida cooperazione di alcuni consiglieri liberamente eletti dai due più alti consessi che rappresentano la vita della nazione nella compiuta armonia dei suoi interessi, e che debbono in seno alla commissione. Ma, non avendo il governo accettato né di togliere da tale disegno di dare alla scuola aiuto di mezzi e di consiglio» 2• legge le disposizioni dell'articolo primo, né di limitare l'intervento dei membri parlamentari Malgrado le forti riserve iniziali espresse in sede di commissione e che n�! �o�siglio superiore ai soli casi nei quali questo è chiamato a giudicare, come Consiglio di portarono alle dimissioni da presidente di Guido Baccelli, l'autore della leg­ d!sc1plma, delle mancanze dei professori, ed essendo, d'altra parte, stata soppressa, dalla com­ ge del 17 febbraio 18813, pure il testo governativo fu accolto, una volta ot­ lnissione, come si dirà più innanzi, la disposizione contenuta nel secondo comma dell'articolo è tenuta la garanzia della modifica relativa alla normativa per i concorsi a cat­ 9, la quale per alcuni costituiva il maggiore ostacolo contro l'introduzione dei senatori e dei deputati nel Consiglio, la maggioranza della commissione, nell'intento precipuo di assicurare tedra universitari Pur tuttavia nel dibattito in aula non mancò chi sottoli­ 4. l'approvazione del disegno di legge, ha accolto con qualche modificazione l'articolo primo, an­ neò il pericolo della riforma. . c?e nella speranza che la prova, che dal ministro si tenta, sia per dare quei frutti che egli se ne _ npromette, e che la riforma proposta corrisponda, nella pratica attuazione e nei suoi effetti ' agli intendimenti, indubbiamente lodevoli, dai quali è ispirata,: ibid. , p. 2. L'art. 9 , «oggetto di viva discussione», stabiliva che «quando si rendono vacanti in una uni" 2-3. AP, Camerà, Documenti ... , n. 67 cit., pp. versi�à uno o più posti di ordinario, il ministro su parere conforme del Consiglio superiore, de­ Ibid. ' p. 2. termma a quale università e fa coltà debbano essere assegnati. Tale disposizione conferisce inve­ 2 il primo articolo»: AP, Camera dei depu- Baccelli si dimise "non avendo potuto accettare ro al Consiglio un'autorità troppo ampia; e rappresenta quindi un pericolo. Per questo appunto 3 1913), Documenti, disegni di legge e relazioni, III, tati, legislatura XXIII, sessione unica (1909- essa per alcuni colleghi, costituiva, come si è accennato la più forte obiezione contro l'introdu­ l'istruzione superiore, p. n. 67-A, Provvedimenti per l. zione dell'elemento politico nel Consiglio, ritenendosi che, in tal modo, si sarebbe attribuito al di legge, spiegava i termini dell'accomoda­ Il relatore Manna, nella relazione al disegno Parlamento una indebita ed eccessiva ingerenza nella organizzazione e nella vita delle facoltà e 4 dell'elemento politico nel Consiglio, il quale, per mento raggiunto: «Si lamentò l'introduzione n�lla carri�r� dei professori »: ibid. , p. 4. Il testo redatto dalla commissione prevedeva che i po­ proposte dal governo, viene ad essere accresciuto di numero, effetto delle nuove disposizioni sti vacanti SI sarebbero coperti per 4/5 con la promozione dei professori straordinari stabili, il pericolo, derivante dalla nuova costituzione ma diminuito di competenza: si lnise in rilievo mentre per il resto dei posti avrebbe provveduto il ministero, o per concorso o mediante l'art. preponderante sulla risoluzione del Consiglio, che il governo potesse esercitare un'influenza ed 69 della legge Casati. la vita accademica e la cultura superiore, e che la sua volontà delle questioni riguardanti 1 AP, Camera dei dep utati, legislatura XXIII, sessione unica (1909-1913) Discussioni III indirettamente sulla disciplina delle scuole e degli azione potesse ripercuotersi direttamente o 2• tornata del 9 luglio 1909, pp. 4015-4016. Altrettanto duro fu l'intervento i Ciccotti c e ri distribuzione dei posti di ordinario fra le varie d h insegnanti,1 sul conferimento degl'incarichi, sulla badì l'esigenza di mantenere completamente distinti i ruoli di Consiglio superiore, Parl mento ammettersi l'intervento dei senatori e dei � ' sedi; si osservò infine che, se poteva giustificarsi ed governo; ibid. , pp. 2026-2029. ciò che concerne le sue funzioni disciplinari (come si deputati nel Consiglio superiore per tutto AP, Senato, legislatura, XXIII, sessione unica (1909-1913), Discussioni, II, tornata del 15 alcun modo giustificabile per le altre funzioni 2 è stabilito per la magistratura), ciò non era in luglio 1909, p. 1389. donde la proposta subordinata di una radicale d'indole tecnica, affidate a quell'alto consesso; Ibid. , pp. 1395-1397. esame e di seria discussione riforma dell'articolo Siffatte obiezioni furono oggetto di attento l.

3 28 Fonti per la storia della scuola Introduzione 29 avveniva all'interno di una classe dirigente nel suo complesso, che poneva Gentile restituiva al Consiglio superiore la veste di Accademia dotta, com­ al servizio del paese la propria competenza, senza ritenere la funzione politi­ posta di ventuno membri, tutti di proposta ministeriale. Di essi almeno do­ ca prevalente sul compito dell'amministratore, del tecnico, dello studioso. dici dovevano essere scelti fra i professori universitari, in ragione di tre per Con la legge del 19 luglio 1909 si codificava la presenza della compo­ ogni facoltà, mentre i restanti dovevano essere prescelti fra «persone di alti nente politica in un organismo che per sua natura era chiamato a porsi come meriti scientifici e particolarmente competenti nelle questioni relative al­ strumento di mediazione e di comunicazione fra paese reale e paese legale e l'ordinamento degli studi» 1• questa innovazione, d'altro canto, era motivata e giustificata proprio alla lu­ Restava, all'interno del Consiglio superiore, una Giunta di otto membri, ce delle vicende stesse del Consiglio, accusato di aver perso la capacità di mentre erano soppresse le due sezioni per l'istruzione media ed elementare; presentare propri progetti per riforme anche di ampio respiro; di qui l'ur­ la rappresentanza dei docenti della scuola primaria e secondaria era confina­ genza di introdurre forze nuove, immediatamente operanti nella realtà fat­ ta negli organismi competenti per lo stato giuridico: la Commissione per i tuale, quali appunto i rappresentanti di Camera e Senato, confermando an­ ricorsi dei maestri elementari e per i procedimenti disciplinari a loro carico, cora una volta la centralità del Parlamento nel procedere giolittiano la Commissione per i ricorsi dei professori medi ed i procedimenti discipli­ 1• L'incapacità di varare una riforma unitaria e complessiva dell'ammini­ nari a loro carico. strazione centrale della pubblica istruzione, o per lo meno del suo organo Il Consiglio riacquistava la centralità delle competenze in ogni grado del­ più rappresentativo, aveva dato origine ad una serie di interventi legislativi l'istruzione; contestualmente, però, mutava la sua collocazione all'interno parziali, disarticolati, che rispondevano ad una logica talora contraddittoria: della struttura piramidale dell'amministrazione scolastica. La nuova legge, a

si apriva la strada al «fenomeno delle settorializzazioni» 2 - era il caso delle differenza della Casati, sanciva una formale distinzione fra autorità - mini­ sezioni per l'istruzione media ed elementare - ed insieme si rafforzava il ruo­ stro, sottosegretario, direttori generali - ed organismi consultivi. Il Consiglio lo «politico» del Consiglio, con un'operazione che risulta ben lontana dalla superiore della pubblica istruzione trovava dunque la sua ragion d'essere «Chiara tendenza degli interessi organizzati a procedere dalla associazione di proprio nel rapporto diretto e fiduciario con il ministro e non a caso Genti­ fatto alla tutela amministrativa, alla amministrazione del potere politico» 3. le, in occasione della prima riunione dell'istituto, all'indomani dell'entrata Inoltre, proprio in virtù del «fenomeno della settorializzazione» emerge­ in vigore della legge 16 luglio 1923, entrò in merito al ruolo, ai compiti che va ancor più netta la divisione fra l'istruzione superiore - direttamente se­ ad esso competevano. «

R.d. 16lug 1923, n. 1753, art. 7. L'Italia giolittiana (1 896-1915), I, Le premesse politiche ed economiche, G. GENTILE, Scritti pedagogici, III, La riforma de lla scuola in Italia, Firenze, Sansoni, 1 2 Bologna, Il Mulino, 1981, pp. 296-298. 1937, pp. 191-192. Sul carattere «liberale» del regime fascista e sulla «degenerazione democra­ M. GIGANTE, L'amministrazione della scuola ... cit., p. 138. tica» dell'età liberale si veda l'articolo di Gentile, pubblicato su «Il Corriere della sera» 20 e 2 il G. GoZZI, Organizzazione degli interessi e razionalità amministrativa in Italia tra Ot­ 21 marzo 1929, ibid. , pp. 439-442. Su i «fondamenti teorici del fascismo di Giovanni Gentile» 3 to e Novecento. Carlo Ferraris e la scienza dell'amministrazione, in «Il pensiero politico», si vedano le osservazioni di D. SETTEMBRINI, Stot·ia dell'idea antiborghese in Italia 1860-1989, 1983, 2, p. 238. Roma-Bari, Laterza, 1991, pp. 265-276.

1 . A. AQUARONE,

.l 30 Fonti per la storia della scuola In troduzione 31

Le premesse teoriche Gentile contenevano indubbiamente «la giustifi­ così come si era provveduto nel settore economico. Dietro la necessità di cazione dello Stato totalitario ( ...) perché poneva[no] come principio educa­ predisporre uno strumento amministrativo e tecnico idoneo si esprimeva tivo fondamentale l'obbedienza allo Stato e l'accettazione senza riserve della l'urgenza di tradurre in atti concreti la volontà di procedere alla fascistizza­ sua 'eticità' ", ma vanno purtuttavia distinte dalle << iniziative propagandisti­ zione della scuola. che intraprese dopo il 1925, tra i giovani, dal regime di Mussolini» 1• È indubbio che nel triennio 1923-'25 «sia esistito un dibattito all'interno del fascismo sulla riforma Gentile» ne testimonianza la stessa discussione Nell'organizzazione del lavoro, proprio per sottolineare il carattere di 2: è strumento per la ricerca storica, si proceduto alla identificazione dei mem­ che si svolse in Senato nel febbraio 1925, durante l'approvazione del bilan­ è cio annuale per la pubblica istruzione 3. In quell'occasione non mancarono bri del Consiglio superiore ed alla costituzione di una sorta di anagrafe. osservazioni critiche al complesso della legge; per quanto riguarda il Consi­ In un antecedente studio 1 chi scrive sottopose i dati raccolti ad analisi sotto un triplice aspetto: il ricambio all'interno dell'istituto; processo di glio superiore Scialoja, purdf riconoscendo alla riforma il merito di aver sana­ il italianizzazione dello stesso; la rappresentatività professionale politica. to «la corruzione costituzionale ( ...) dell'intrusione di delegazioni parlamen­ e tari nei corpi propri del potere esecutivo », sottolineava la pericolosità e la L'arco temporale preso in esame in quella sede - il quarantennio 1847-1887 gravità di aver eliminato il sistema elettivo per il corpo universitario. - rendeva plausibile tale griglia di lettura, che faceva emergere il passaggio Dando atto all'ex ministro Gentile di non aver «introdotto il fascismo » lento e graduale dalla struttura preunitaria alla struttura nazionale. Da quel­ nel Consiglio superiore, poiché cdl Consiglio nominato da Giovanni Gentile l'analisi risultava essenziale il tema della

1 32 Fonti per la storia della scuola In troduzione 33 elettiva o per proposta ministeriale, entrano nel Consiglio superiore, a parti­ montesizzazione dell'istituto era inoltre accentuata in termini geografici dal re dall'entrata in vigore della legge 1881 fino alla legge Gentile I_ fatto che, di questi tredici, nove erano piemontesi e con un'anzianità di ser­ Continuava dunque la tradizione che aveva segnato la vita del Consiglio vizio che oscillava fra i cinque e i dieci anni: l'esperienza, unitaal prestigio superiore sin dal momento della sua istituzione: l'Accademia universitaria personale, garantiva la continuità politica e amministrativa nel momento era la struttura portante, l'ossatura dell'istituto; pressoché assenti sia i do­ dell'italianizzazione dell'istituto. centi dell'insegnamento secondario e primario sia gli operatori nel settore La Destra, nel decennio successivo, confermava la scelta della continui­ amministrativo. Questo meglio di tanti altri elementi fa capire la fondatezza tà, convinta, come ribadiva Bonghi, che «l'azione del Consiglio non si sareb­ delle riserve che si espressero sull'effettiva capacità del Consiglio di assom­ bè per nulla migliorata introducendo dei consiglieri nuovi in luogo di quelli mare in sé tante e così diverse competenze che vertevano sull'intero sistema che avevano già la pratica degli affari» I_ scolastico ed educativo. Infatti dei 30 consiglieri che fanno parte del Consiglio fra il 1867 ed il Un'altra critica che la coeva pubblicistica non mancò di lanciare era 1876 ben 13 erano stati nominati per la prima volta ai sensi della legge Casa­ quella della sostanziale inamovibilità della carica, malgrado la legge sancisse ti, cui si aggiungevano 6 elementi introdotti dallabreve esperienza della leg­ con chiarezza tempi e modalità per il rinnovo del personale (ricordiamo che ge Berti. solo la legge Bon Compagni aveva stabilito la carica a vita per i membri or­ D'altro canto la stessa Sinistra appena salita al potere non fu esente da dinari). Dai dati in nostro possesso tali critiche trovano ragion d'essere, al­ colpe, e in attesa della nuova legge che vide la luce soltanto dopo cinque an­ meno in alcuni periodi. L'organico complessivo fra il 1847 ed il 1928 risulta ni dalla rivoluzione parlamentare «dimenticò » il Consiglio superiore che di 354 elementi, esclusi i membri dei Consigli di Napoli e Palermo e dei Co­ parve addirittura sopravvivere a se stesso. mitati istituiti da Berti nel 1866-1867. Nel nostro lavoro già ricordato aveva­ Con la legge 17 febbraio 1881 l'obiettivo di assicurare un ricambio con­ mo seguito minutamente alcuni passaggi legati al primo quarantennio dell'i­ tinuo all'interno del Consiglio può dirsi raggiunto, sia mediante l'allarga­ stituto: qui riportiamo solo alcuni dati. La continuità nella carica una co­ mento numerico, da ventuno a trentadue membri, sia per l'effettiva applica­ è stante che caratterizzò il periodo subalpino e che trovò conferma anche do­ zione del sistema di rotazione che, pur non eliminando la possibilità di una po l'Unità. Da 34 consiglieri compresi fra il 1848 ed il 1859 (l'organico del o più nomine successive, impediva la riconferma immediata e sanciva l' ob­ Consiglio superiore fissato dalla legge Bon Compagni era di tredici membri bligo di un anno di stacco, obbligo regolarmente seguito. Non mancarono e salì a quindici durante l'applicazione della legge Lanza) si passa a 64 consi­ tuttavia, nelle prime elezioni, segnali che non tutti gli ambienti fossero glieri nel ventennio 1860-1880 (l'organico era di ventuno membri, fatta ec­ pronti a recepire la volontà di rinnovamento e non possono essere intese cezione per il 1865, allorché fu portato a trenta). I tassi di rotazione indica­ solo come un atto dovuto le riconferme di Amari, Villari, Spaventa, Canniz­ no che nel primo ventennio postunitario si ebbe il minor ricambio. zaro, Cantoni, Brioschi, Betti, che in una sorta di plebiscito accademico as­ Questo tanto più vero per la prima metà degli anni Sessanta: tra il 1861 surgevano al ruolo di padri nobili del consesso è 2• ed il 1864 restarono vacanti quattro posti di consigliere, compresa la carica Al di là di queste eccezionila lettura dei dati mette in evidenza un indub­ di vicepresidente, coperta volta a volta dal consigliere più anziano. bio succedersi di uomini nuovi. Dal 1881 al 1909 (trentadue i membri previ­ Soltanto con il trasferimento a Firenze ed il conseguente allargamento sti) risultano presenti 175 membri, di cui solo 18 sono elementi già noti; dal dell'organico portato a trenta membri si assiste ad un significativo ricambio, 1909 al 1915 (trentasei membri) si avvicendano 74 membri, dei quali 38 so­ scandito peraltro sia dall'assenza pressoché totale di personale proveniente no di prima nomina; dal 1915 al 1923 (trentadue membri) ruotano 78 mem­ dalle sedi di Napoli e Palermo sia, al contrario, da un consistente travaso - bri, di cui 41 elementi nuovi; dal 1923 al 1928 (ventuno membri per legge) 2 tredici consiglieri su sedici - dei componenti della sede di Torino. La pie- ruotano 37 membri, di cui 29 nuovi

1 Dei 255 consiglieri compresi fra il 1881 e il 1923 ben 206 ricoprirono un ruolo universi­ 1 AP, Camera dei deputati, legislatura I sessione (1880-81), Discussioni, IV, tornata XIV, tario. Di questi 38 provenivano dall'Università di Napoli, 34 da Roma, 23 da Torino, 20 da Pi­ del 27 gennaio 1881, p. 3247. sa, 17 da Pavia, 16 da Bologna, 15 da Firenze, 10 da Genova, 10 da Padova, 8 da Milano, 7 da Il ministro Baccelli confermò nella carica di consigliere Prati e Mamiani: quest'ultimo fu 2 Palermo, 2 da Parma e Siena, da Messina, Sassari, Modena e Venezia. Specifichiamo che, ri­ anche nominato vicepresidente. Il ministro Coppino nel 1884 a sua volta richiamò nel Consi­ l spetto a quanto indicato nell'appendice sui consiglieri, si è considerata la sede universitaria re­ glio Bertoldi e Messedaglia. lativa al momento dell'entrata in vigore della legge del 1881. Ciò è significativo solo per Can­ Va detto che la l. 17 feb. 1881 prevedeva un rinnovo annuale dell'organico, pari ad un 3 nizzaro, Lignana, Marnianie Messedaglia, passati all'Università di Roma. quarto, mediante sorteggio. Questa procedura produsse un indubbio ricambio, ma suscitò an­ Provenivano dal Consiglio di Napoli Spaventa e De Renzi; dal Consiglio di Palermo Can­ che alcune riserve di cui si fece portavoce il ministro della pubblica istruzione Villari, che nel 2 nizzaro entrò nuovamente nel Consiglio superiore solo nel dicembre 1866. 1891 presentò un disegno di legge che, oltre a ridurre i membri da trentadue a ventiquattro, 3. Introduzione 35 34 Fonti per la storia della scuola

Questi dati devono a loro volta leggersi accanto a quelli relativi alla du­ nali; 3 7 consiglieri ricoprono cariche ministeriali, 21 sono segretari generali rata temporale complessiva. Dei elementi compresi nell'arco o sottosegretari. 255 1881-1923 Qu sto andamento, che si era delineato con chiarezza sin dal periodo ben ricoprono un solo mandato, membri due mandati e tre man­ � 164 57 13 subal�m , res a dunque una costante che fa del Consiglio superiore della dati: i restanti consiglieri costituiscono una sorta di cenacolo ove la cari­ � � 21 pubbhc 1str z10ne un organismo particolarmente vicino al terreno politico. ca di consigliere diviene di fatto a vita. Boccardo, Barberis, Cremona, Dini, � � L sltuazwne non muta nella fase di costruzione dello "Stato, fascista: Ferraris, Golgi, Roiti, Schupfer, Scialoja, appaiono tutti per la prima volta � n e un caso che tr il 923 ed il 1928, all'interno del Consiglio superiore, dopo il 1881, ma le loro vicende, per il carattere di continuità, risultano ?� . � ! . . . c1 s1 av:al�a d� al�urude1 �nnc1pah teorici del costituendo regime. analoghe a quelle di Amari, ·Bonghi, Mamiani, Brioschi. Un'ultima notazione e m� ca 10ru s pr np�r ate ci confermano la necessità di proseguire relativa alla carica di vicepresidente: essa si identifica per lo più con quanti 7 � � ? � � nell a�ahs1 d1 orgarusrm quah 1 Consigli superiori, con particolare riguardo a nell'istituto si distinguono per la durata dell'incarico di consigliere. Il vice­ quant1 entrarono a farne parte. Risulta sempre più evidente l'utilità di pro­ presidente viene a rappresentare, dunque, la stabilità rispetto alla mutevo­ durre una sorta di Annuario generale dello Stato, che comprenda le cosid­ lezza politica insita nella carica ministeriale, con un rapporto analogo a dette «cariche istituzionali, nelle sue accezioni più late quello esistente fra ministro e direttore generale. Questo andamento risulte­ Un esempio fra i tanti. Dall'elenco dei membri del Consiglio1• della previ­ rà attenuato a partire dal primo Novecento. de�za dal 1869 al 1923 redatto da Dora Marucco appaiono poche ma signifi­ Un altro aspetto significativo riguarda il rapporto con la militanza politi­ catiVe com�1denze. . con alcuni nomi che abbiamo trovato fra i componenti . ca. Per tutti i membri del Consiglio si sono indicati la carica di deputato e del Cons1glio. supenore della pubblica istruzione. Arcoleo, Cossa Dini Car­ ' senatore, gli incarichi governativi ed istituzionali. Nell'arco temporale com­ lo F. Ferraris, Luzzatti, Nitti, Novelli sono membri dell'uno e de 'altro Con­ plessivo (1847-1928) i consiglieri assommano, come si già detto, a 354 ll è 1; siglio per un arco temporale significativo di essi 96 sono eletti deputati, 146 sono nominati senatori (di questi 55 era­ Presenze che a volte appaiono singolari2• e che accomunano persone di­ no stati prima deputati): ad essi vanno aggiunti altri 35 parlamentari eletti verse quale Novelli, ufficialmente poeta e che pure presta servizio dal 1873 come membri del Consiglio superiore direttamente dalla Camera dei deputa­ al 1877 nel Consiglio superiore di beneficenza e dal 1883 al 1887 in quello ti e dal Senato, in virtù della legge del 1909 Anche volendo ridurre il signi­ 2• dell'istruzione, e Nitti, il politico di spessore e che soprattutto alla luce delle ficato della nomina senatoriale - la carica di membro del Consiglio superiore analisi più recenti appare uno dei grandi teorizzatori del moderno modello era compresa fra le categorie nelle quali scegliere i senatori - pure la consi­ amministrativo che la classe dirigente produsse. stente presenza di elementi impegnati nella politica attiva - oltre del to­ 2/3 St�ria istituzionale e storia dell'educazione: due modelli di lettura per un tale - conferma appieno la commistione fra politica-cultura-società. Ad ac­ organ1smo quale il Consiglio superiore della pubblica istruzione che forte centuare tale caratteristica si aggiungono le cariche governative ed istituzio- ?el rigore intellettuale che albergò al suo interno, rivendicò a sé attr verso il suo operato, un ruolo propositivo, una sorta di dicastero della: program­� mazione culturale.

prevedeva l'aumento della durata del mandato portandolo da quattro a sei anni. A dire del Vii­ lari, ciò avrebbe posto riparo ai «troppo rapidi cambiamenti de' suoi membri» e avrebbe assicu­ rato «maggiore stabilità tradizionale al Consiglio» («Bollettino ufficiale del Ministero della pub­ Esemplari in tal senso i recenti lavori: L'amministrazione centrale dall'Unità alla repub­ blica istruzione>>, 1891, pp. 967-968). Con la legge del 20 ago. 1909, che innalzò il numero dei . 1 . b zca. Le struttum e 1 dirigenti, a cura di G. MELIS, vol. I: Il Ministero degli affa ri esteri, a cura consiglieri da trentadue a trentasei, si introdusse il sistema del rinnovo, pari a metà dei mem­ � dr V. PELLEGRINI, Bologna, Il Mulino, 1992; vol. II: Il Ministero dell'interno, a cura di G. To­ bri, ogni biennio; anche lo stacco per un successivo mandato fu portato a due anni. SATTI, Bologna, Mulino, 1992; vol. III: I Ministeri economici, a cura di L. GruvA e M. GUER­ Con il d.l. lgt. del 13 apr. 1919 si sancì che i membri uscenti, per metà e per una sola volta, Il CIO, Bologna, Il Mulino, 1992; vol. IV: Il Ministero della cultura popolare. Il Ministero delle potessero essere rinominati o ridetti immediatamente; per gli altri membri mandato poteva il poste e elegra i, a cura di P. FERRARA e M. GIANNETTa, Bologna, Il Mulino, 1992. Questi lavori, essere attribuito di nuovo solo dopo un biennio dalla data di scadenza. � .( f utto d1 una ncerca sulla «organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni» La legge Gentile del 1923 stabili che dei ventuno membri del Consiglio, con incarico setten­ � npercorrono la storia amministrativa interna dei dicasteri ed offrono l'anagrafe dei titolari de nale, dieci uscissero per sorteggio ogni quattro anni. La successiva legge del 4 feb. 1926 ridusse gli uffici di v rtice dei ministeri. Per il Ministero della pubblica istruzione si veda R. UGOLINI il mandato da sette a quattro anni, fissò il rinnovo biennale per sorteggio di dieci consiglieri e � Per una stona dell'amministrazione centrale. Il Ministero della pubblica istruzione reintrodusse la possibilità della conferma dopo un anno. Roma, Edizioni dell'Ateneo e Bizzarri, 1979. Ricordiamo che, per omogeneità di dati, non abbiamo calcolato i componenti dei consigli 1 Dini fu membro del Consiglio superiore di previdenza dal 1904 al 1911 e dal 1914 al di Napoli e Palermo e dei comitati istituiti da Berti nel 1866-'67 pur avendo indicato auche per 2 1920; Carlo F. Ferraris dal 1883 al 1922; Luzzatti dal 1869 al 1875 e dal 1881 al 1889·' N'tf 1 1 d a essi le eventuali cariche ricoperte. 1 1892 al 1911. Fra questi, sei avevano già fatto parte del Consiglio superiore della pubblica istruzione. 2

I859� 1881, 36 Fonti per la storia della scuola ? Questo modo attivo di concepire la propria funzione traspar� c ntinu�­ mente dagli atti dell'agire quotidiano. La documentazione che qm s1 pubbh­ ca vuole essere testimonianza concreta di questo continuo confronto fra paese reale e paese legale del quale il Consiglio si fec� interpr�te: i docu­ menti scelti - questioni di spazio hanno costretto a tagh doloros1 - sono elo­ IL IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE ATTRAVERSO LA quenti della volontà di mai ridursi a semplice notaio dell'operato governa- DOCUMENTAZIONE D'ARCHIVIO E LE DISPOSIZIONI NORMATIVE tivo. GABRIELLA CIAMPI Seguire il nascere e l'evolversi di un organismo in apparenza semplice e Un iversità degli studi della Tuscia ben strutturato, in realtà ricco di problematiche, di contraddizioni, di ri­ svolti, i cui riflessiinfluenzeranno poi, più o meno apertamente, quelle che saranno le vicende dell'istruzione pubblica in Italia dallo Stato sabaudo al­ l'avvento e al consolidamento del regime fascista, non è impresa facile. E se non lo è, crediamo, da un punto di vista più specificatamente storico-politi­ co e culturale, analogamente non lo è, e non può esserlo, dal punto di vista della vita e del funzionamento interno dell'istituto, che qui più precisamen­ te ci si propone di esaminare. Basti pensare ai presidenti (non solo e non proprio formali) dell'alto consesso, e cioè ai vari ministri della pubblica istruzione, che in numero di circa sessanta si susseguirono nel corso del pe­ riodo esaminato; basti riflettere sul numero elevato di cultori della scienza, della medicina, della letteratura, della filosofia, delle leggi, della politica tout court (circa quattrocento nominativi, compresi i consiglieri delle sezio­ ni staccate di Napoli e Palermo) che si avvicendarono in quelle stanze, per capire la complessità di una ricostruzione del genere. E infatti la mole imponente della documentazione che, direttamente o indirettamente, si riferisce al Consiglio superiore della pubblica istruzione, anche solo per l'ottantennio da noi considerato, rischia continuamente di far appannare l'orizzonte, di far perdere quel filo guida, quel nesso ideale che pure esiste tra i vari momenti della vita di quell'organo. E questa difficoltà oggettiva si è infatti presentata, e non poteva non pre­ sentarsi, al momento della scelta della documentazione da esibire come te­ stimonianza e come sussidio alla ricerca in materia. Il Consiglio superiore assume infatti, nel corso degli anni, competenze vastissime che toccano, o quanto meno lambiscono, tutti i settori della pubblica istruzionein Italia, da quello primario e popolare, a quello secondario, a quello superiore o uni­ versitario. E la testimonianza diretta di ciò la possiamo ricercare nella osmo­ si continua delle carte tra quei ramidell' amministrazione scolastica e l'orga­ nismo da noi esaminato. La documentazione che si pubblica non poteva quindi che fotografare momenti, ma momenti significativi, delle vicende e dell'evolversi dell'istru­ zione pubblica nel regno, con un criterio tematico-cronologico che, più che il migliore, sembrava il solo rispondente all'arduo compito di dover, attra­ verso un numero limitato di pagine, dare l'idea delle migliaia di dibattiti, in­ terventi, atti istruttori, decisioni e quant'altro, dei quali si ha testimonianza 38 Fonti per la storia della scuola In troduzione 39

nelle circa ottocento cartelle di atti, e nei circa duecento volumi processi guardante il Consiglio superiore che occupa tutto il titolo II, fornisce innan­ verbali, del Consiglio superiore. zitutto indicazioni sulla sua composizione, che vede un vicepresidente af­ A corredo della documentazione inserita nel volume, e per una migliore fiancato da sette membri ordinari (nominati a vita), l'uno e gli altri dotati di comprensione delle competenze, attribuzioni e trasformazioni dell'organo uno stipendio, ai quali vanno ad aggiungersi cinque membri straordinari con da noi esaminato, viene inserita in appendice una elencazione normativa mandato triennale non retribuito. La totalità dei componenti del Consiglio è che si ritiene possa costituire uno strumento utile per gli approfondimenti poi naturalmente di nomina regia; e così sarà almeno fino alla riforma del del caso. Come pure significativa può rivelarsi la seconda parte dell'appen­ 1881 (la cosiddetta legge Baccelli), che darà ampio spazio alle legittime aspi­ dice, riguardante gli uomini che (chi en passant, chi per periodi lunghissi­ razioni del mondo docente, rendendo parzialmente elettivo l'alto consesso. mi a volte interrotti soltanto da motivi di salute o dall'intervenuto decesso) La legge del '48 stabilisce inoltre, per il Consiglio, competenze di ordine e si �ccuperanno e in certo qual modo influenzeranno, o tenteranno di in­ di carattere generale in materia di pubblica istruzione. Esso doveva infatti fluenzare, la politica scolastica in Italia. di provvedere a preparare progetti di legge e di regolamenti generali a richie­ sta del ministro, o esaminare quelli che quest'ultimo gli avrebbe sottoposto; Il Consiglio superiore dalla nascita alla riforma Baccelli (1 847-1881) doveva altresì provvedere a «formare il piano generale degli studi, esamina­

re ( ...) e ( . ..) approvare i programmi dei singoli corsi trasmessi ( . . ) dai Con­ Anche se le carte degli atti ci recano testimonianza dell'organo in que­ sigli universitari». Altri delicati compiti del Consiglio erano l'esame. e l'ap­ stione dal 1849, e il processo verbale della prima seduta reca la data del 12 provazione dei libri di testo, la stesura di una relazione triennale sullo stato novembre 1848, la nascita ufficiale del Consiglio superiore della pubblica dell'istruzione nel regno, il giudizio in materia disciplinare riguardo al cor­ istruzione risale a circa un anno prima, e cioè al 30 novembre 1847, quando po insegnante universitario, secondario ed elementare Carlo Alberto, con regie lettere patenti, «crea un apposito dicastero per la Un regolamento interno, di poco successivo, viene1. poi a chiarire meglio suprema direzione degli studi col titolo di Regia Segreteria di Stato per l'i­ il modo di essere e di agire del Consiglio, con lo stabilire il numero e la ca­ struzione pubblica», istituendo, all'art. 6, un «Consiglio Superiore della pub­ denza delle sedute, i criteri per l'assegnazione e l'esame delle pratiche, le blica istruzione» Sarà poi, questo, l'organo di autogoverno della scuola norme da seguire per la discussione e le conseguenti deliberazioni, per la 1. che, come vedremo in seguito, passerà, attraverso le vicende varie e com­ stesura e l'approvazione del processo verbale, e così di seguito. È un'elenca­ plesse legate all'unificazione, dall'ambito ristretto del Regno di Sardegna al­ zione minuziosa dalla quale traspare, nell'ultimo articolo, un elemento che le ben più ampie prospettive e ai ben più ardui compiti derivanti dalla costi­ sarà poi spesso fonte di acuti contrasti e contrapposizioni tra l'autorità che tuzione dello Stato unitario aveva la responsabilità dell'indirizzo politico in materia di istruzione, e cioè 2• Il primo decennio di vita del nuovo organismo si svolge all'ombra della il ministro, e il Consiglio nel suo complesso. In questo articolo si parla infat­ legislazione sabauda, certamente non rivoluzionaria in materia, e che, alme­ ti sì di funzioni consultive dell'organo, ma non solo di queste, anche se in no nei provvedimenti essenziali che lo riguardano (dalla legge Bon Compa­ casi più o meno circoscritti e ben specificati gni alla legge Casati) ne definisce sempre più e meglio la struttura e le fun­ La vita interna dell'istituto segue comunque2• il suo corso, avviando e per­ zioni. fezionando le procedure che lo porteranno a discutere, e ove previsto a de­ Se si eccettua infatti il regio brevetto del dicembre 1847 che, dando cor­ liberare, sui programmi scolastici, sulle leggi, sui regolamenti, sui libri di te­ so al dispositivo contenuto nelle lettere patenti anzidette, ne nomina i primi sto, sui procedimenti disciplinari, sulla chiusura o meno di scuole. Ne sono membri e ne stabilisce le prime competenze in seguito alla costituzione del testimonianza, man mano sempre più copiosa, i vari documenti conservati ministero citato un primo organico tentativo di sistemazione della variega­ negli atti del Consiglio, e costituenti, più che altro, il carteggio istruttorio ta materia riguardante l'istruzione pubblica nel regno sabaudo, e in partico­ delle varie pratiche sottoposte al suo esame, e i volumi dei processi verbali lare il suo più alto organo tecnico-consultivo, è rappresentato dalla legge delle sedute del Consiglio medesimo. In questi ultimi sono riportati, in ma­ Bon Compagni, dal nome del suo proponente nonché reggente il dicastero niera più o meno analitica, i dibattiti svolti e le deliberazioni prese, il tutto medesimo, che risale all'ottobre 1848. Questa legge, almeno nella parte ri-

Il. pp. 30 nov. 1847, n. 652. 4 ott. 1848, n. 818. 1 L. Per uno studio approfondito sui primi decenni del periodo da noi considerato si veda G. Il «Regolamento per le sedute del Consiglio superiore di pubblica istruzione " dell' 11 feb­ 2 2 CIAMPI,Il governo della scuola ... citata. braio 1849 (come del resto gli altri che lo seguiranno) risulta edito in G. CIAMPI, Il governo del­ R. brevetto 27 dic. 1847, n. 662. la scuola . . . cit., pp. 237-239. 3,

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1 Rr...... �jn '''''''''''''IJiJJ ------...... 3 � 40 Fontiper la storia della scuola In troduzione 41 spesso con l'aggiunta di allegati (contraddistinti da una lettura alfabetica) È trascorso poco più di un biennio quando, in regime di pieni poteri per uniti al verbale della seduta alla quale si fa riferimento. le vicende politiche e militari di quell'anno, nel novembre del 1859 la pub­ Il Consiglio è quindi ormai una realtà. Realtà che nel corso di un breve blica istruzione viene nuovamente a costituire oggetto di attenzione da par­ lasso di tempo passerà da due successive statuizioni (legge Lanza e legge Ca­ te dell'autorità governativa. Il 13 novembre viene infatti emanata la cosid­ sati), al rilevante problema delle competenze e delle funzioni nell'ormai detta legge Casati, dal nome del ministro proponente che, se riorganizza e nuova entità nazionale. sistema in una serie lunghissima di articoli tutto il campo della politica e Dopo l' approvazione parlamentare, nel giugno 1857, viene finalmente normativa scolastica, non può non coinvolgere in questa azione di riforma promulgata una legge di riassetto dell'istruzione pubblica negli Stati sardi anche l'organo di autogoverno per eccellenza della scuola, e cioè il Consi­ che farà riferimento, ove per modificare, ove per annullare, ove per innova­ glio superiore della pubblica istruzione. Dati essenziali vengono ad essere, re, alla precedente legge Bon Compagni del 1848. E anche il Consiglio supe­ per quanto riguarda quest'ultimo, la sua composizione (ventuno membri tra riore non esce indenne da questo riassetto, risultando pur sempre fonda­ quattordici ordinari retribuiti e sette straordinari); la durata della nomina mentalmente un organo consultivo, sotto la presidenza del ministro compe­ (sette anni); la possibile ripartizione del Consiglio in tre sezioni, corrispon­ tente. Pur tuttavia, già le norme che riguardano la nomina dei suoi compo­ denti ai vari rami dell'insegnamento. Presidente ne è sempre il ministro; vi­ nenti ci fanno comprendere che sono avvenuti mutamenti di rilievo. Il Con­ cepresidente uno dei membri, nominato dal re per un biennio. Le facoltà siglio sarà infatti composto di dieci consiglieri ordinari, due dei quali «non consultive restano sostanzialmente immutate in materia di politica generale debbono appartenere alla pubblica istruzione», e di cinque straordinari dell'istruzione pubblica, come pure resta immutata l'erezione a collegio giu­ "scelti pure dal re sopra una terna proposta da ciascuna delle cinque Facoltà dicante per i docenti universitari. La solita relazione generale quinquennale dell'Università di Torino ». I soli ordinari saranno retribuiti, e viene a man­ sullo stato dell'istruzione nel regno deve poi costituire uno dei momenti più stabilisce il rinnovo annuale di un alti di sintesi dell'intenso lavoro ricadente sul Consiglio care la nomina a vita con la norma che 1. quinto del Consiglio (due membri ordinari e uno straordinario ogni volta). Un regolamento attuativo, emanato anche questa volta dopo un brevissi­ La segreteria è affidata ad un ufficiale del ministero, ed è prevista la figura, e mo lasso di tempo, e cioè il 23 dicembre successivo, delinea poi, fra l'altro, l'intervento alle sedute, del consultore legale o di altri esterni, quando se ne con precisione la divisione in tre sezioni del Consiglio (la prima per gli studi dia il caso e senza diritto di voto. Al Consiglio sono sottoposti problemi e superiori; la seconda per gli studi secondari classici; la terza per quelli tecni­ quesiti di ordine generale in materia di pubblica istruzione, l'esame e l'ap­ ci, primari, e per le scuole normali). È poi il ministro a ripartire il Consiglio provazione dei libri di testo, l'esame dei titoli degli aspiranti a cattedre. Dà in sezioni, a nominarne il rispettivo presidente, e a designarne i membri di inoltre il suo parere sui dubbi circa la corretta interpretazione e applicazio­ appartenenza. Le pratiche, esaminate di volta in volta dalla sezione compe­ ne delle leggi in materia, sui conflitti di competenza fra le varie autorità del tente, devono successivamente ricevere il placet, sottoforma di una formale settore, e in generale «SU tutto quanto concerne l'ordinamento generale de­ deliberazione, dal Consiglio a sezioni riunite, per veder concluso il loro gli studi». Se per gli altri ordini di scuole la sua funzione è poi strettament� iter 2• consultiva, per il mondo universitario esso diventa collegio giudicante. E Tralasciando le vicende politico-militari che porteranno all'unificazione, sua cura predisporre e redigere, ad ogni quinquennio, «una relazione gene­ anche la legislazione in campo scolastico tenderà pian piano a uniformarsi a rale dello stato di ciascuna parte dell'istruzione». È naturalmente abolito il quella che era la normativa del vecchio Regno di Sardegna. Pur tuttavia, in vecchio Consiglio superiore, che resterà però in carica fino alla nomina dei questo contesto di sensibili mutamenti, Napoli e Palermo conservano, per nuovi membri 1• qualche anno ancora, una loro particolare peculiarità. Un decreto proditta­ Il regolamento attuativo della legge seguirà quasi immediatamente, il 30 toriale dell'ottobre 1860 estende infatti alla Sicilia la validità della legge Ca­ giugno dello stesso anno 1857. Fra l'altro vi si precisa che l'esame di ogni sati, aggiungendo anche l'istituzione, in Palermo, di un «Consiglio superiore pratica viene affidato, di volta in volta, a un consigliere relatore. Per le que­ d'istruzione pubblica» che deve sovrintendere all'amministrazione della stioni più gravi il Consiglio nomina poi nel suo ambito una commissione, e pubblica istruzione nell'isola. Il Consiglio risulta composto di un presidente le varie relazioni devono sempre essere «fatte in iscritto e firmate dal Rela­ e di sei membri di cui uno vicepresidente, tutti nominati dal re. La durata in carica è di tre anni, con un rinnovo annuale di due componenti tore» 2• 3•

L. 13 nov. 1859, n. 3725. 1 L. 22 giu. 1857, n. 2328. R.d. 23 dic. 1859, n. 3807. 1 2 R.d. 30 giu. 1857, n. 2329. prodittatoriale 17 ott. 1860, n. 263. 2 3 D.

.. 42 Fonti per la storia della scuola Introduzione 43 Di lì a poco, nel febbraio successivo, anche Napoli e le province napole­ cancellate con questo escamotage; e il nuovo regolamento del novembre tane avranno la loro «legge organica del Consiglio superiore di pubblica successivo ristruttura Consiglio sempre in riferimento alla legge guida del istruzione». I membri vengono elevati a quindici, distinti in ordinari (sei e il 1859. Resta la divisione in sezioni (interne al Consiglio), che si occuperanno retribuiti) e straordinari (nove), tutti di nomina regia, con possibilità di scel­ delle tre principali branche dell'istruzione. Ogni sezione sarà composta di ta anche tra i non docenti. La durata in carica è di tre anni. Le competenze e 1 dieci membri per un totale di trenta consiglieri, dei quali venti ordinari e la divisione in tre sezioni riflettono i contenuti della· legge Casati • dieci straordinari. Le sezioni saranno rinnovate nella loro composizione Nella nuova realtà geografica, politica, giuridica e amministrativa, che si ogni anno. Per l'esame dei libri di testo Consiglio elegge nel suo ambito era appena formata, non sembra comunque esserci troppo spazio per spinte il una Commissione di cinque membri. È prevista inoltre la stesura della rela­ centrifughe o differenziazioni di sorta, e il settore degli organi che devono zione quinquennale sullo stato dell'istruzione 1, che infatti proprio quell'an­ sovrintendere alla pubblica istruzione nel neonato Regno d'lta�a non può no vedrà la luce, per la prima ed unica volta. certamente costituire una sia pur valida eccezione in materia. E infatti del Il cambio di conduzione politica al ministero (al Natali era subentrato luglio 1861 il regio decreto col quale si stabilisce, fra l'altro, che « 'attuale � nel dicembre 1865 Domenico Berti) porterà con sé anche un cambiamento Consiglio di pubblica istruzione in Napoli è considerato come sezwne del radicale nella struttura e nella composizione del Consiglio superiore. Infatti, Consiglio superiore di pubblica istruzione [residente a Torino]. Esso darà il col regio decreto del dicembre vecchio Consiglio viene abolito, e al suo parere negli affari, di cui sarà incaricato dal Ministro» 1866, il 2• suo posto subentrano tre comitati (per l'istruzione universitaria, secondaria, Analoga disposizione riguarderà, di a poco, il Consiglio di Palermo, lì primaria rispettivamente). Nell'ambito del Comitato per l'istruzione univer­ considerato anch'esso una sezione staccata del Consiglio superiore di pub- sitaria, composto dai rettori delle università, dai direttori e presidi degli isti­ blica istruzione di Torino 3. tuti superiori e di perfezionamento e dai presidenti di cinque tra le principa­ La tendenza è quindi quella di far scomparire pian piano diversificazioni li accademie e istituti del regno, viene prevista anche una giunta di sette e disomogeneità, e di ricondurre il tutto a un medesimo disegno unitario. consiglieri con compiti più circoscritti, oltre le incombenze girate diretta­ Comunque, pur in mezzo a gravi difficoltà e a questa anomalia di fon­ 4, mente dal ministro. Sembra una sensibile differenziazione rispetto alla legge do della contemporanea pratica presenza di tre consessi, a Torino, Napoli e Casati, con «l'attribuzione agli "uomini di scienza" di un ruolo centrale nel­ Palermo, fatto muti tra loro (per legge i vicepresidenti delle sezioni di la conduzione degli affari scolastici» 2• La riforma giunge poi così repentina queste due ultime città corrispondevano direttamente col mi�stro ), �e cose (anche stavolta siamo in regime di pieni poteri per gli eventi politico-militari seguono il loro corso fino all'anno del trasferimento della cap1tale a Frrenze, del periodo) che molti consiglieri (Bonghi, Giorgini, De Renzi ed altri) sono per l'appunto, col quale ha inizio una serie di mutamenti di non lie- il 1865 costretti a restituire man mano i vari incartamenti che stavano esaminando, ve importanza 5• • • per paterne riferire al Consiglio. Il povero cavalier Volpicella, funzionario Intanto, un regio decreto del settembre 1865 provvede a stabtlrre che ministeriale designato per le mansioni di segretario, annunzierà così alle va­ "entro la ultima quindicina del prossimo mese di ottobre tutte le sezioni del rie divisioni ministeriali competenti l'arrivo delle nuove pratiche provenien­ Consiglio superiore di pubblica istruzione saranno riunite nella sede del Go­ ti dal disciolto Consiglio superiore, molte delle quali «già preparate per es­ verno in Firenze» 6. sere portate alla discussione del consesso, avendo i relatori destinati per le Le realtà di Napoli e Palermo vengono quindi ad essere praticamente stesse fatto i corrispondenti rapporti, di 3. Non trascorre neanche un anno (nel frattempo al Berti era subentrato il Coppino nella conduzione politica del dicastero) che la riforma di cui sopra D. l. lgt. 16 feb. 1861, n. 208. 1 2 R.d. 25 lug. 1861, n. 124. viene affossata. I regi decreti del settembre e dell'ottobre 1867 ricostituisco­ R.d. 6 feb . 1862, n. 454. no il Consiglio (il primo), e ne approvano il regolamento (il secondo), se­ 4 Si veda, a tale proposito, l'accorata lettera del ministro della pubblica istruzione, De Sanc- condo l'ispirazione e i concetti della legge Casati, pur se con qualche neces­ tis, al vicepresidente della sezione del Consiglio superiore di pubblica istruz�one �i �a�oli Sal­ sario aggiustamento. Resta ad esempio confermata, sulla falsariga del prece­ vatore De Renzi del 5 ottobre 1861, da Torino, per invitarlo a far presente a1 constghen «quale dente provvedimento del Berti, l'idea dell'istituzione di una giunta di nove sconcerto rechi la loro assenza nel disbrigo degli affari ...] ". Era infatti frequente l'impossibili­ tà di riunire la sezione per la mancanza del numero legale. Il documento si trova in ACS, MPI, CSPI (1 849-1903), b. 20, fase. 32, s. fase. l. D.m. 21 nov. 1865, n. 2689. materiale riguardante le sezioni di Napoli e Palermo del Consiglio superiore è presente 21 M. s n GIGANTE, L'amministrazione della scuola, Padova, CEDAM, 1988, p. 58. in maniera cospicua ibid., bb. 20-34. Si vedano, a tale proposito, i vari documenti contenuti in ACS, MPI, CSPI (1849-1903), 6 R.d. set. 1865, n. 2495 . b. l o 38, fase. 35, s.fasc. 20.

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3 Introduzione 45 44 Fonti per la storia della scuola

membri, «la quale ha la direzione degli esami di passaggio dalle scuole se­ grande distanza non solo dalle Finanze, ma ben anche dai Lavori pubblici, condarie alle universitarie», mentre interviene l'esame e il voto del Consi­ dall'Interno, dalla Guerra r. glio «sulla parte materiale del bilancio della pubblica istruzione riguardante Il Consiglio superiore si unisce, appunto, agli uffici principali del mini­ stero in piazza Colonna, cercando di riorganizzare le sue idee e i suoi pro­ gli stabilimenti d'istruzione superiore» r. E si arriva quindi, dopo il 20 settembre e la legge su Roma capitale del grammi, dopo l'inevitabile disagio dovuto al trasferimento della sede da Fi­ febbraio 187 1 2, al secondo trasferimento, questa volta definitivo anche se renze a Roma. Disagio che intanto comporterà una prima importante conse­ molto travagliato, degli organismi centrali dello Stato, e quindi anche del guenza, e cioè la proposta di rinvio, accettata prontamente dal ministro, Consiglio superiore. Aveva un bell'ironizzare il quotidiano fiorentino «La della stesura della laboriosa relazione quinquennale sullo stato dell'istruzio­ ne pubblica nel regno Altra conseguenza più o meno diretta di questo sta­ Nazione», che prudentemente aveva deciso di non seguire le consorterie po­ 2• litiche, e i suoi simili della carta stampata, nella città eterna, preferendo re­ to di cose l'accumulo di pratiche inevase, che costringerà ilminis tro ad invi­ stare nel suo punto di osservazione sull'Arno; aveva un bell'ironizzare sulle tare il Consiglio, per bocca del suo vicepresidente, a non più differire le riu­ nioni dell'alto consesso A questo fatto si legava poi strettamente se non difficoltà del nuovo trasloco, a pochissimi anni dal primo, della capitale del 3. giovane regno Molto meno spiritosa e allegra doveva essere la condizione addirittura lo precedeva, l'altro del bisogno assoluto di potenziare Ìa segre­ del Gadda che,3. in qualità di commissario regio incaricato di provvedere al teria del Consiglio, secondo il pressante invito del segretario Volpicella al ministro del gennaio 1872 trasferimento e al reperimento materiale delle sedi ove installare provviso­ 4• riamente gli uffici delle amministrazioni centrali allora a Firenze, penerà E si arriva così velocemente, sempre nell'ottica del Consiglio superiore, non poco per trovare una soluzione quanto meno accettabile agli immani alla gestione Bonghi della pubblica istruzione, che vedrà poi il passaggio del­ problemi presentatisi ai suoi occhi l'indirizzo politico del dicastero, con la cosiddetta «rivoluzione parlamenta­ Comunque sia, il dicastero della4. pubblica istruzione viene ospitato, in re», alla nuova e subentrante realtà nazionale, con nomi (Coppino, De Sanc­ via di prima sistemazione, in uno stabile di piazza Colonna di proprietà del­ tis) che tuttavia non erano proprio sconosciuti in quelle stanze. Bonghi, l'ospizio di S. Michele, acquistato dallo Stato nell'ottobre 1871, denominato che già nell'ottobre del '74, pochi giorni dopo essere assurto all'alto incari­ poi palazzo Wedekind dal banchiere che successivamente lo rilevò. E si era co politico, mostrava profonda attenzione ed interessamento per gli affari e costretti, data la scarsezza di sedi disponibili, a un forzato condominio con i problemidel Consiglio 5, con due provvedimenti vicinissimi viene meglio a gli uffici delle poste, dipendenti dai Lavori pubblici. Altri uffici del ministe­ definire struttura e ruolo di quell'assemblea. Nell'uno, della fine di novem­ bre è approvato un nuovo regolamento che ne specifica meglio e più ro saranno ospitati nei locali presi in affitto dallo Stato in palazzo Capranica, 1874, minuziosamente le attribuzioni, laddove esso viene ad essere collegio giudi­ nella omonima piazza 5. D'altro canto, il numero degli impiegati della sede centrale, considerate le funzioni ancora relativamente limitate del dicastero, cante; ove deve essere richiesto il suo parere; ove può essere richiesto. Im­ non assommava che a centoquarantadue in quel particolare momento, a mancabile poi, come momento alto di sintesi del lavoro svolto dal Consi­ glio, la programmazione della solita relazione quinquennale «Sulle condizio- n

I ministeri di Roma capitale... cit., p. 168. R.d. 22 set. 1867, n. 3956, e r.d. 20 ott. 1867, n. 4008. 1 1 2 Si veda, a tale proposito, il carteggio relativo in ACS, MPI, CSPI (1 849-1903) , b. 58, fase. 2 L. 3 feb. 1871, n. 33. 58. In unfondo dell'agosto 1871 dal titolo allusivo si poteva infatti leggere trasferimento «

J J J l l l l i i j I l I In troduzione 47 46 Fo nti per la storia della scuola vazioni c e, agg unte all'altra importante riforma di epoca giolittiana che ni dell'istruzione pubblica e privata, [che deve] essere presentata al Parla­ � � vedremo m segmto, condurranno il Consiglio sino alle soglie del ventennio mento» 1• fascista. Innovazione fondamentale della cosiddetta legge Baccelli dal nome Nell'altro regio decreto, di pochi giorni successivo, viene dettagliata­ del ministro sotto il quale verrà promulgata, sarà quella dell'in roduzione mente definito «l'esercizio delle attribuzioni disciplinari del Consiglio supe- � · del sis ema di des g azione elettivo per una metà dei membri del Consiglio riore di pubblica istruzione» � � � 2• medesrmo. «E cos1, mtroducendosi per la prima volta il sistema elettivo sia Il cambio di guardia al vertice ministeriale sembra quasi preannunziare pure p rziale, diveniva realt il voto di quanti avevano auspicato un c rpo un qualche importante cambiamento nella vita e nella struttura interna del consultivo� su base democratica»� � Consiglio che nel frattempo, sul finire degli anni '70, deve subire un altro, e 1• Il provvedimento stabilisce infatti, dopo aver esteso a tutto il territorio questa volta fortunatamente breve pur se non ancora definitivo, trasferi­ nazionale la validità delle norme della legge Casati con le modificazioni or mento di sede nei locali dell'ex convento di S. Maria sopra Minerva, in via o a apportate, che «il Consiglio superiore di pubblica istruzione composto del Seminario, dove nel frattempo si sono già trasferiti gli altri uffici del Mi­ d� trent� ue membri, oltre il ministro che lo presiede». Di questi,è come ab­ nistero della pubblica istruzione. Le Finanze avevano infatti abbandonato � � tamo gta accennato, sedici sono ancora scelti e nominati dall'autorità poli­ quei locali per sistemarsi nella nuova sede del dicastero in via Settem­ � 3 XX uca competente; ma gli altri sedici vengono ora designati al ministro dai va­ bre . r corpi cientifici universitari con il sistema elettivo e con criterio propor­ zwnale,� �m modo che tutti i rami dell'istruzione superiore abbiano rappre­ La legge Baccelli e i primi decenni del periodo elettivo (1 881-1909) sentanza nell'ambito del Consiglio. Vengono poi stabiliti i modi per l'elezio­ ne di questi ultimi, la durata in carica dei consiglieri (4 anni), la non ricon­ Che qualcosa stesse per mutare nelle regole del gioco che avevano carat­ ferma ediata, il rinnovo parziale annuale del Consiglio (per un quarto terizzato l'alto organismo consultivo dalla nascita, nel periodo prestatutario, _ � ?e� s�01 com�onenti, parte elettivi, parte di nomina ministeriale). Viene poi agli anni del mutamento di indirizzo politico generale, lo si poteva evincere tstitmta una gmnta di 15 membri nell'ambito del Consiglio, divisa in sezioni già da un fatto se si vuole secondario, ma indicativo del nuovo che stava per secondo i rami dell'insegnamento. Sono poi specificate le attribuzioni del arrivare. Il segretario del Consiglio superiore invia infatti, 1'8 luglio 1877, Consiglio, rimandando a un ulteriore provvedimento l'indicazione dettaglia­ una lunga e dettagliata relazione al direttore della Divisione prima del mini­ ta di quelle della giunta 2. stero, avente per oggetto i locali e gli spazi occorrenti per il Consiglio mede­ Un successivo decreto del marzo 1881 viene poi a stabilire le norme per simo. Locali e spazi che avrebbero dovuto essere senz'altro non troppo ri­ l'esecuzione della legge da poco emanata, soprattutto per quanto riguarda le stretti, in ragione del fatto che «mentre il Consiglio in oggi composto di 3 è procedure da seguirsi per l'elezione dei nuovi membri del Consiglio . Ven­ 21 persone, tra consiglieri ordinari e straordinari, per effetto del nuovo or­ gono poi stabilite le retribuzioni e indennità ai componenti il nuovo conses­ dinamento che verrebbe stabilito dal disegno di legge già votato nello scor­ so 4• cio di questa sessione dalla Camera dei deputati, il numero dei consiglieri E nel gennaio 1882 viene emanato il decreto che approva il nuovo rego­ verrebbe portato a 30», ai quali andavano poi aggiunte le persone che, di lamento per il Consiglio superiore. In esso vengono, con maggior precisio­ volta in volta, avrebbero potuto essere coinvolte nei lavori del Consiglio 4• ne, stabilite le attribuzioni del Consiglio plenario, presieduto dal ministro o L 'iter del provvedimento di riforma, iniziato appunto nel '77, si chiuderà da un vicepresidente di nomina regia e con incarico biennale. E viene anche però soltanto nel febbraio 1881, in un momento se non di pieni poteri come stabilito quanto deve essere di competenza della giunta. Entrambi i consessi in alcuni dei casi precedenti, tuttavia altrettanto delicato, per la profonda Consiglio e giunta, sono poi eretti a collegio giudicante, per i docenti uni crisi itala-francese legata alla vicenda tunisina, e che vedrà, di a poco, la � li versitari l'uno, per i professori di scuole secondarie l'altro 5• La caratteristica fine della carriera governativa di . La legge quindi intervie­ emergente infatti quella di delineare sostanzialmente come campo d'azio- ne, concludendo il suo cammino parlamentare, in un contesto tutt'altro che è tranquillo nella vita politica nazionale, venendo a stabilire modifiche e inno- G. FERRARI, Costituzione e fu nzioni del Consiglio superiore della pubblica istruzione 1 ' Milano, Giuffrè, 1950, p. 19. 1 R.d. 29 nov. 1874, n. 2299. 17 feb. 1881, n. 51. 2 L. R.d. 10 dic. 1874, n. 2300. · R.d. 10 mar. 1881, n. 87. 2 trasferimento del Consiglio su­ 3 I ministeri ... cit., p. 177. Si veda anche, a proposito del Rr.dd. 12 mag. 1881, n. 238, e 9 giu. 1881, n. 259. 3 CSPI (1849-1903), b. 107, fase. 166. 4 periore, il carteggio contenuto in ACS, MPI, 5 R.d. 2 gen. 1882, n. 659. 4 Ibid. , b. 85, fase. 117.

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-- .. i j l l ' l j l l l i l i l j l 48 Fo ntiper la storia della scuola Introduzione 49 ne del Consiglio plenario più che altro l'istruzione superiore, e per la giunta operosità» Quest'ultima ipotesi comunque non si verificherà, e il Gambe­ 1. quella secondaria, come talvolta vedremo, più avanti, confermato anche in rale cesserà dall'ufficio il 30 giugno 1900, alla scadenza regolare del suo pri­ sedi elevate. mo ed unico mandato in seno al Consiglio. Consiglio che non manca certo Intanto i lavori del Consiglio proseguono, pur se in un anno particolare di problemi o questioni da. risolvere anche al suo interno. Come quando nel quale vengono ad intersecarsi, alle vecchie strutture, tutte le novità (e le sempre il suo vicepresidente Angelo Bargoni, appena un anno dopo, si ren­ difficoltà e i dubbi relativi) portate dal nuovo ordinamento. Nel luglio 1881 de interprete verso l'autorità politica di una nuova esigenza fortemente sen­ infatti il vicepresidente Terenzio Mamiani scrive ai membri della giunta per tita dal consesso medesimo. Avvicinandosi il momento delle designazioni pregarli, anche se in quel periodo di vacanze non avrebbero potuto esserci ministeriali egli riferisce infatti di essere "stato vivamente pregato di rappre­ riunioni formali, di occuparsi ugualmente degli affari pendenti, per aiutarlo sentare [al ministro] la necessità che sia provveduto a far entrare in Consi­ «strenuamente ( ...) nell'opera difficile e faticosa di superare l'arretrato od glio un fisico ed un fisiologo, la mancanza dei quali fu già troppo vivamente sentita nell'anno che ora si compie» almeno di diminuirne le proporzioni» 2• 1. Attraverso i verbali e gli atti possiamo ben seguire la vita interna del Nel frattempo, nel 1896, viene data alle stampe, anche se resterà an­ ch'essa un esempio isolato, un'opera che rappresenterà uno strumento sen­ Consiglio in questi anni e le difficoltà e i problemi che, pur in presenza di z'altro utilissimo di lavoro, anche e soprattutto per i vari consiglieri, e cioè un sistema parzialmente elettivo che sta dando buona prova di sé, di volta quel Massimario del Consiglio superiore dell'istruzione pubblica e della in volta emergono. Come ad esempio quando il professar Gamberale, presi­ Giunta la cui compilazione essi avevano spesso richiesto e sollecitato de del liceo Bonghi di Lucera nonché rettore del locale convitto nazionale, 3. Attraverso quindi una serie di aggiustamenti dettati dall'esperienza o dal­ che da poco più di un mese era stato scelto dal ministro per partecipare alla la volontà ministeriale \ l'emanazione di un nuovo regolamento sul finire vita dell'alto consesso, ammette onestamente i suoi limiti nel restituire ine­ del 1905 5, l'istituzione, nella giunta del Consiglio superiore, di una sezione vasa al mittente, cioè al vicepresidente del Consiglio, la pratica mandatagli per l'istruzione media (1906) 6, si arriva a quella che alcuni reclamano, altri per un primo esame, onde riferirne poi nelle successive riunioni di quell'as­ temono fortemente, e cioè alla l. 19 lug. 1909, n. 496, che muterà ancora semblea. «Fin dal momento della mia accettazione [sottolinea il Gamberale] una volta sensibilmente la struttura del Consiglio 7. io mi prefissi di non oltrepassare i confini di quello a cui mi credeva e sape­ va competente, e della mia posizione di rappresentante gli studi secondari classici, a cui apparteneva ed appartengo». Avrebbe dovuto infatti, il consi­ L'intromissione della << grande politicaoo (1909-1923) gliere da poco nominato, esaminare una pratica per libera docenza in filoso­ Il primo trentennio col sistema di rinnovo dei consiglieri parzialmente fia teoretica, che riteneva esulasse dalle sue competenze e conoscenze speci­ elettivo aveva dato buona prova di sé. Le varie facoltà universitarie general­ fiche. La risposta del Bargoni non si fa attendere e, pur nella sottile ironia, mente esprimono uomini di altissimo valore e competenza scientifica, cosa tocca un problema che sarà spesso sentito come un forte condizionamento per il Consiglio, e cioè quello della scelta dei membri di proposta ministeria­ Lo scambio epistolare tra il Gamberale e Bargoni, del settembre 1896, è documentato in le, non sempre funzionale alle esigenze scientifiche dell'alto consesso. Nel 1 il (1849-1903), rivolgersi al Gamberale egli mostra di apprezzare molto la modestia e la deli­ ACS, MPI, CSPI b. 367, fase. 464. Ibid. , b. 384, fase. 482, il vicepresidente del Consiglio superiore della pubblica istruzione 2 catezza con le quali quest'ultimo ha ristretto «il campo della propria compe­ al ministro medesimo. tenza. Ma di questo campo [sottolinea il vicepresidente nella sua risposta] io Si veda, a tale proposito, il carteggio contenuto ibid. , b. 400, fase. 498. volume, edito dovrò pure qualche altra volta pregarla di allargare i confini, perché gli affa­ in Roma nel 1896, è diviso in quattro parti. La prima contiene le massime relative al Consiglio superiore; le altre tre quelle relative ai tre rami nei quali per legge era divisa l'istruzione (supe­ ri riguardanti la istruzione secondaria sono in generale di attribuzione della riore, secondario , primario). Vi è poi un indice generale per materia e un indice analitico ordi­ giunta ed assai poco del Consiglio ( ...)M i auguro poi che nel venturo anno nato alfabeticamente. Il periodo considerato va dall'applicazione della legge Baccelli (1881) al Ella possa essere chiamato a coprire uno dei posti che si renderanno vacanti 1895. Si vedano, a tale proposito, i rr.dd. 9 apr. 1899, n. 163, e 12 nov. 1899, n. 413, recanti in seno alla Giunta, perché in tal caso la Scuola secondaria classica potrà più 4 modificazioni ed aggiunte al regolamento del Consiglio superiore. frequentemente e più largamente profittare della sua dottrina e della sua s R.d. 31 dic. 1905, n. 653. 6 Tale istituzione veniva ad essere prevista dall'articolo 15 della l. 8 apr. 1906, n. 141, sullo stato giuridico degli insegnanti delle scuole medie, regie e pareggiate. regolamento attuativo Il veniva approvato con r. d. 3 ago. 1908, n. 623. 1 ACS, MPI, CSPI (1 849-1903), b. 130, fase. 206. 73 L. 19 lug. 1909, n. 496 «che stabilisce provvedimenti per la istruzione superioIl re».

l 50 Fo nti per la storia della scuola Introduzione 51 che non sempre può dirsi per le scelte e le no�i�e d� p�opost� min�steriale. � , � . le, bensì biennale. Di a un mese vi sarà il regolamento attuativo della legge E anche la grande politica, la politica ai mass�m1 hve h • s1 era g1a vv1cmata a lì . per quanto riguarda le parti attinenti al Consiglio superiore seguito (non quelle stanze non solo fisicamente, quando il Co�s1glio avev� ncevut� una 1, sono trascorsi neanche due anni) da un nuovo regolamento che meglio spe­ prima sistemazione in piazza Colonna, a �ue passl �a MonteC1tono,. � l dt_te cifica i vari aspetti delle innovazioni introdotte in questa fase di passaggio e palazzi si lambivano quasi. La grande poht1ca. �ra gta. �n�ra�a nel Cons1�ho. l� di rodaggio abbastanza delicata 2• Si rimanda all'appendice normativa per i ragione del fatto che spesso deputati, senaton, ex mm1stn er�no statl s�e�tl vari provvedimenti riguardanti indennità o gettoni di presenza ai consiglie­ per entrare a far parte dell'alto consesso, o viceversa mem��l del Cons1gh? ri, ricordando soltanto che la legge per l'istruzione elementare e popolare erano poi assurti ai massimi livelli della rappresentanza polltl�a e gove natl­ . : del giugno 1911 prevede, come già quella del 1906 per l'istruzione media, va in campo nazionale. L'osmosi è continua, con la preClsazwne pero c�e . . una sezione per l'istruzione primaria e popolare nell'ambito della Giunta del rappresentanti 0 ex rappresentanti politici entrano �el C�ns1gho �on m . Consiglio superiore della pubblica istruzione, con compiti e attribuzioni re­ quanto deputati, senatori, ecc., ma in quanto m�mbn �cel�1 dal mm�stro o lativi eletti dai docenti per i loro meriti e la loro carnera se1ent1f1ca.. La nform� 3. Tra alti e bassi, in mezzo a difficoltà, dubbi interpretativi, rilievi, elezioni del 1909, in piena epoca giolittiana, riconsidera tutto ciò e anzi, ne�lo stabi­ . . annullate, incompatibilità presunte o reali il Consiglio arriva alle soglie lire all'art. 1 che entreranno a far parte del Consiglio tra gli altn se1 rappr�­ 4, della prima guerra mondiale e, come del resto tutti gli altri settori della vita sentanti scelti dal Senato tra i senatori e sei scelti dalla Camera tra i de�utat�, civile, sociale, economica del paese, risentirà sensibilmente di quegli eventi. vieta espressamente che essi «facciano parte d�l c?rpo ins�gnante umvers1 � La prima conseguenza di ordine pratico riguarderà il complesso dei suoi tario, sia come insegnanti ufficiali che come hben docenti». Il nume�o de1 membri che, in base al disposto del decreto-legge luogotenenziale del no­ consiglieri viene portato a 36, 12 dei quali �omi�ati c��e sopr�, 12 hbera � vembre 1915, devono essere fortemente ridotti nel numero, onde abbassare mente scelti dal ministro, e gli altri 12 « des1gnat1 al rmmstro dal pr�fes�on sensibilmente il limite di spese per «Commissioni o Consigli» vari 5. ordinari e straordinari dei corpi scientifici universitari nelle proporzwm d� Ormai i bisogni e le necessità finanziarie sono altrove, e con successivi fissarsi col regolamento». Il mutamento di indirizzo risulta evidente. Se pn­ provvedimenti, apportanti modifiche al regolamento, si riduce, onde rispar­ ma, dei 32 membri, metà venivano scelti dal ministro, metà erano frutto del miare qualcosa, il numero dei consiglieri a 28 (quattro eletti dal Senato fra i sistema elettivo dei corpi scientifici, adesso la proporzione muta �ettame?t� senatori, quattro dalla Camera tra i deputati, otto scelti dal ministro, gli altri a sfavore di questi ultimi. Non era difficile individuare in questa nforma 1 n­ dodici scelti dai corpi accademici). La giunta viene poi ad essere composta schi di un abbassamento del livello tecnico e scientifico dell'alto consesso e non più da 15 ma da 11 membri 6. la possibilità di un suo più o meno velato contro�o da parte de�'esec�tivo, E anche la corrispondenza non è più ormai con le località marine, mon­ attraverso i 12 membri di nomina ministeriale, e 1 rappresentanti elett1 dalle tane, con le stazioni termali, dove in altri tempi era capitato di dover inviare due Camere (che era facile prevedere fossero espressione d�lla maggio anza : una qualche comunicazione d'ufficio ai vari componenti il Consiglio. Ormai parlamentare che allora come in seguito avreb?e s�stenuto 11 governo ca­ m l'intreccio consueto di corrispondenza avviene coi comandi militari. Ne sa rica). Rischi ben evidenziati fra gli altri, nel d1batt�to �arlamentare che pr�­ qualcosa il consigliere Simonetta, maggiore medico a Milano, che deve alle cederà l'approvazione della legge, dal senatore SClaloJa, profondo �onosc�­ pressanti richieste del Ministero della pubblica istruzione, rivolte all'Ispetto­ tore dei problemi del Consiglio, del quale era già stato membro,vlcepresl- rato di sanità militare, la possibilità di ottenere, di volta in volta, una «breve dente, nonché rappresentante nella Giunta 1 • • • licenza», necessaria per la partecipazione ai lavori del Consiglio 7 O il vice­ Comunque sia, progetto in discussione diventa legge dello Stato 1� 19 il presidente del Consiglio superiore medesimo, sen. Ulisse Dini, che nel no­ luglio 1909, e nello stabilire provvedimenti vari per l'istr�z�one s�penore vembre del 1915 richiama con forza l'attenzione del ministro sulle precarie introduce all'art. come si è visto, quella riforma del Cons1gho destmata ad l, condizioni nelle quali versa l'ufficio di segreteria del Consiglio: «La mobili- arrivare, attraverso le vicende belliche ed i successivi aggiustamenti, sino al­ le modifiche concepite ed attuate in epoca fascista La durata d�l man�ato l . l R.d. 20 ago. 1909, n. 686. viene confermata in quattro anni, senza possibilità di riconferma ed1ata. l 1 lffiffi . 2 R. d. 4 mag. 1911, n. 424. rinnovo parziale del Consiglio (per metà) sarebbe poi stato non più annua- 4 giu. 1911, n. 487. 3 L. : � Si veda a tale proposito il carteggio 4 contenuto in ACS, MPI, CSPI(1 905-1938), aa. 1910- � ]l 1914, pos. Per la discussione nei due rami del Parlamento si vedano AP, Camera dei deputat , legi�la­ S. 1 s Art. 9 del d.l.lgt. 18 nov. 1915, n. 1625. unica (1909-1913), Discussioni, III, 9 luglio 1909, e AP, Senato, Dtscussw- tura XXIII, sessione 6 Dd. lgtt. 31 dic. 1915, nn. 1957 e 1958. ni, 15 luglio 1909. 7 Il carteggio relativo è contenuto inACS, MPI, CSPI (1905-1938), a. 1916, pos. 3.

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l 52 Fonti per la storia della scuola Introduzione 53 tazione ha tolto ( ...) l'archivista e l'applicato che vi erano ��det�i e �olo d� : mati in tutto o in parte », si stabilisce quanto segue: «l membri del Consiglio poco tempo ho potuto ottenere dalla cortesia dell� auto_r�ta m�tan che il . superiore durantl in carica quattro anni. Gli uscenti possono essere per metà detto applicato ( ...), che fortunatamente presta serv1z10 mil1t�re Roma, 1 �­ �n_ e per una sola volta rinominati o ridetti, alla scadenza, secondo le norme vori in via straordinaria per alcune ore della sera presso l uff1c10 medest- che saranno stabilite per regolamento; gli altri non possono 1 essere nuova­ m o · mente nominati che dopo due anni dal giorno della loro cessazione» a vita in ogni caso procede, anche se la mole degli affari trattati si è di 1• . come si è visto, l'introduzione del principio della possibilità di ricon­ � E i registri dei processi verbal� di q�el penodo, nella loro gran lunga ridotta. . ferma immediata dei membri uscenti di carica, attraverso il quale (molti notevole stringatezza, ne �o�o una te�t�orua za del tutto e tden­ palpabile ? . v: consiglieri saranno infatti subito riconfermati, in base ad esso, sino al 1923) se rapportati a quelh nguardan�1 gh a �1 �elle grand1 dtscus­ te, soprattutto si giunge al primo mutamento di rilievo di epoca fascista, e cioè alla riforma degli accesi dibattiti sulle maggiori tematlche d1 ordme gener�le. sioni, . Gentile del Consiglio superiore. La guerra comunque passa; i disagi e i problemi da essa scatuntt restano� , nella loro plastica evidenza, anche e soprattutto nel campo dell'istruz on�. Beneaugurante sembra essere tuttavia, nel gennaio 1919, e do�o che gh �m­ La normalizzazionejascista (1923-1928) . . ci rapporti possibili a livello internazionaleerano appars1 quel11 legati all u�o . . Le riforme riguardanti il Consiglio superiore, che si susseguiranno a rit­ della forza e al crepitio delle armi, l'istituzione, ne�a gm�ta de � Const�ho . mo incalzante durante il ventennio fascista, saranno tuttavia precedute da superiore, di una sezione per le relazioni intellettuali con 1 paes1 est�n . Il un provvedimentoÈ, minore, di scarsa o nulla rilevanza di ordine generale, provvedimento avrà comunque vita brevissima, in quanto un success1vo de­ che interviene dopo pochissimi giorni dalla storica «marcia». Si tratta del re­ creto del dicembre 1920 ne suggellerà l'abrogazione poi del luglio 1919 gio decreto con il quale si fissa a sei il numero dei membri occorrenti per la la relazione inviata dal Consiglio superiore al ministro della pubblica istru­ validità delle deliberazioni della Giunta. Firmano il provvedimento, oltre al zione, sui p�oblemi che stanno emergendo in merito a speciali corsi integra­ re, Mussolini e Gentile 2• tivi d'istruzione, rivolti a studenti militari che non avevano potuto, per ov­ E sarà proprio quest'ultimo ad emana re, nel luglio del 1923, quei prov­ vie ragioni, seguire un ordinato iter scolastico 4. . . . vedimenti riguardanti «ordinamento e attribuzioni del Ministero della pub­ E anche al suo interno il Consiglio superiore, che negh. anru degh eventi blica istruzione e dei suoi Corpi consultivi», che muteranno ancora una vol­ bellici era pass�to attraverso una serie di oggettive e comprensi�ili diffi�ol­ . ta struttura e funzioni dell'alto consesso. Sembra un richiamo alla legge Ca­ tà, in primis per eleggere o nominare i suoi membn ma, come v�sto poc an­ sati, con il ritorno a 21 del numero dei membri componenti il Consiglio. Il zi, addirittura per radunarli in seduta, rettifica in q�alche punt� il suo modo . sistema elettivo parziale viene aboli to, riservandosi il ministro la possibilità di essere, anche se si è ormai prossimi ai profond1 mutamenti d1 epoca fa- di scegliere i consiglieri non solo nell'ambito del mondo universitario. La scista. 3. È . . durata del mandato è portata a sette anni, con la scadenza per sorteggio di Rimandando ancora all'appendice normativa per l'indicazione dt ptecol' 1 interventi nella materia, si sottolinea per tutti il decreto legge luogotenen­ dieci dei componenti al termine del primo quadriennio. Il Consiglio è pre­ sieduto dal ministro, o in sua assenza dal vicepresidente, nominato dal re al­ ziale dell'aprile 1919 col quale, «ritenuta la necessità di �ssicurar� una �ag­ . giore stabilità alla giurisprudenza del Consiglio supenore dell tstruzwne ternativamente per quattro e tre anni. Le deliberazioni possono considerarsi ' valide in presenza di almeno 15 consiglieri. Il Consiglio pubblica, della Giunta di esso e delle sezioni della Gi�nta stess� per l'istru­ si sarebbe pronun­ . ciato sugli argomenti previsti dalle disposizioni in materia, soprattutto di or­ zione media e per l'istruzione primaria e popolare, evttandone 1 t�op�� nn� 1 dine generale per quanto riguarda il campo dell'istruzione pubblica. previ­ provvisi mutamenti derivanti dalla contemporane� ��a enza all u�f1c10 d1 ? ? sta una giunta, composta dal vicepresidente del Consiglio e da otto membri un numero troppo grande di membri senza la poss1bil1ta che stano nconfer- 'l scelti dal ministro tra i consiglieri. Si stabilisce quindi di sopprimere, dalla data di applicazione del decreto, le due sezioni di Giunta per l'istruzione media (istituita nel 1906) e primaria 1 Minuta di lettera del vicepresidente del Consiglio superiore al ministro della pubblica istruzione, Roma, 13 nov. 1915, in ACS, MPI, CSPI (1905-1938), a. 191 po�. (del 1911), e di far cessare conseguentemente dall'ufficio tutti i loro compo­ "!� _4 . 2 D.l.lgt. 5 gen. 1919, n. 82, che istituisce la sezione. Ad esso se�mra, d � a poco, . d. lgt. nenti, oltre naturalmente ai membri del vecchio Consiglio superiore. In luo- lì il 29 giu. 1919, n. 1117, per l'approvazione del relativo regolamento dt attuazwne. R.d. 5 dic. 1920, n. 1929. . . . 4 ACS, MPI, CSPI (1905-1938), a. 1919, pos. 8, minuta di relazwne del Constglio. supenore 1 D.l.lgt. 13 apr. 1919, n. 610. al ministro della pubblica istruzione, Roma, 3� lug. 1919. 2 R. d. 16 nov. 1922, n. 1736. È

3 54 Fonti per la storia della scuola In troduzione 55 go delle due sezioni anzidette vengono istituite, sempre nell'ambito dei cor­ membro del Consiglio superiore il professar Alberto De Stefani, già ministro delle finanze pi consultivi dell'amministrazione centrale della pubblica istruzione, due 1• commissioni. La prima dovrà occuparsi dei ricorsi dei maestri elementari e Nel marzo 1927 vede poi la luce il nuovo regolamento del Consiglio su­ dei procedimenti disciplinari a loro carico; la seconda commissione si inte­ periore, frutto dei vari recenti mutamenti della normativa in materia, con la resserà invece, con competenze analoghe, dell'istruzione media particolare peculiarità della divisione del Consiglio medesimo, per lo studio 1• Si gira ancora una volta pagina, ma questa volta in unclima decisamente dei vari affari e su proposta del vicepresidente approvata dal ministro, << in diverso, testimoniato fra l'altro dalle numerose lettere di ringraziamento dei quattro commissioni permanenti, ciascuna delle quali corrispondente a una o più facoltà o scuole universitarie nuovi consiglieri, del luglio-agosto 1923, alcune non proprio formali, e nel­ 2,. le quali comincerà ad apparire quella vena retorica che sarà poi una costante Sul finire del 1928 ha inizio poi tutta quella serie di interventi normativi del futuro ventennio che porteranno il Consiglio a mutare profondamente la sua struttura e le sue 2• Il nuovo Consiglio voluto da Gentile è ormai avviato, e sarà proprio que­ funzioni, con il sensibile allargamento del numero dei suoi membri, ma con st'ultimo personaggio, ironia della sorte, la prima vittima sacrificale nel suo il contemporaneo progressivo rafforzamento del potere di controllo dell'e­ ambito. Smessi ormai i panni di ministro egli viene infatti nominato, dal suo secutivo su di esso. Personaggi come il segretario del PNF, il ministro delle successore al dicastero Alessandro Casati, membro dell'alto consesso nel corporazioni, quello della marina, quello per le comunicazioni, il presidente settembre del 1924. Nomina che dovrà essere quasi subito revocata, in se­ dell'Opera nazionale balilla, i presidenti delle varie confederazioni nazionali guito al riconoscimento dell'incompatibilità dell'incarico di consigliere su­ fasciste di categoria, entrano (in maniera diretta o indiretta) nell'ambito, o quantomeno nell'orbita, del Consiglio periore con la veste di membro delle commissioni per libera docenza in sto­ 3. ria della filosofia e in filosofia commissioni il cui operato doveva poi esse­ Ma questo esula ormai dall'arco temporale nel quale ci si era prefissi di 3, re sottoposto al vaglio del Consiglio medesimo. delimitare questo assunto. E dopo poco più di un biennio, nel febbraio 1926, altra innovazione nel modo di essere e di funzionare dell'alto organismo consultivo, con lo scio­ Considerazioni fi nali glimento totale del vecchio consesso e la nomina ex nova dei suoi membri. Altra peculiarità di questo decreto recante "disposizioni sul Consiglio supe­ Abbiamo sin qui visto come la storia del Consiglio superiore sia costella­ riore della pubblica istruzione ed altri provvedimenti sulla istruzione supe­ ta di problemi, di passaggi a volte difficili, di insidie, di dubbi, di rapporti riore» è poi rappresentata dalla durata in carica dei consiglieri che viene ri­ non sempre idilliaci tra l'esecutivo e il Consiglio medesimo. L'organo era portata a quattro anni, con la scadenza di dieci di essi per sorteggio al primo nato e doveva appunto restare un organismo essenzialmente consultivo, in biennio. La validità delle deliberazioni richiede poi la presenza, questa vol­ grado di coadiuvare il ministro nell'affrontare gli affari piccoli o grandi ri­ ta, di 13 consiglieri. Ilresto viene lasciato immutato . � guardanti l'istruzione pubblica del paese. Si poteva andare dal giudizio sulla 4• i, Nel frattempo, nell'ottobre successivo, altre «disposizioni concernenti piccola pratica per l'ottenimento della patente elementare al quesito sull'in­ l'istruzione superiore» porteranno a stabilire fra l'altro che membri del terpretazione da dare a una norma specifica, sino alla stesura della difficile

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...... llllliAllliìjlillllliiil 3 56 Fonti per la storia della scuola Introduzione 57 serie di norme che potremmo ricondurre (come del resto abbiamo fatto) trofirmati dal vicepresidente. All'inizio del verbale sono indicati la data del­ lungo quattro direttrici principali. la seduta e i nomi dei partecipanti. Gli argomenti in discussione sono evi­ Nella prima abbiamo esaminato quelle leggi e quei regolamenti attraver­ denziati a margine della pagina, e alla fine del verbale sono inseriti gli allega­ so i quali il Consiglio arriverà a quel sensibile mutamento rappresentato dal­ ti ai quali si fa riferimento nel testo. I volumi, spesso ma non sempre, hanno l'introduzione del sistema di scelta elettivo, anche se parziale, dei suoi com- una numerazione nelle pagine, un indice degli argomenti trattati, una rubri­ ponenti. ca alfabetica che rimanda alle varie parti del testo. Stesso discorso per il Il secondo filone ci ha dato modo di seguire l'alto consesso attraverso le quadro complessivo delle sedute di consiglio plenario e giunta, contenuto vicissitudini del sistema elettivo che, pur tra difetti e lacune, consente di nel volume, che generalmente è riportato all'inizio dello stesso. esprimere una rappresentanza scientifica di altissimo livello, specie se raf­ Se i processi verbali trattano, in maniera più o meno analitica, delle di­ frontata a quella, non sempre indiscutibile, che era diretta emanazione delle scussioni avvenute nell'ambito del consiglio, nonché delle deliberazioni pre­ scelte dell'esecutivo. se, la documentazione presente negli atti. del Consiglio superiore della pub­ Ci siamo poi soffermati sul Consiglio nell'età giolittiana, fino al primo blica istruzione è costituita generalmente dal carteggio istruttorio delle varie dopoguerra, sottolineando i rischi di una riforma, quella del 1909, che se pratiche, legato ai primi, come è facile comprendere, da un vincolo strettis­ non è proprio deleteria, certamente non va incontro a quelle che sono le simo di interdipendenza e complementarietà. reali e più sentite esigenze e necessità del Consiglio (molto ben sottolineate Per quanto riguarda poi gli atti, dobbiamo subito segnalare il mutamento come abbiamo visto dallo Scialoja), evidenziate dalla spesso lamentata ca­ del luogo e dell'istituto di conservazione, non più il Ministero della pubblica renza di esperti in vari settori del campo scientifico o umanistico. istruzione, bensì l'Archivio centrale dello Stato, presso il quale sono poi de­ L'ultimo periodo ricalca sostanzialmente, almeno a nostro giudizio e per positati tutti gli altri fondi e serie archivistiche dei quali ci occuperemo bre­ quanto riguarda il Consiglio superiore, quello che sarà il modo di essere e di vemente. agire del fascismo nei suoi indirizzi di politica generale. Ai primi anni di in­ Gli atti del Consiglio superiore della pubblica istruzione costituiscono certezze, di assestamenti, di quasi ritorni al passato, seguirà una fase di so­ una serie archivistica distinta in tre versamenti. Il primo versamento (1849- stanziale revisione e di cambiamento di indirizzo, caratterizzata (e la norma­ 1903) è fornito di un inventario analitico attraverso il quale risulta abbastan­ tiva in materia ce ne fornisce una prova del tutto evidente) da un progressi­ za semplice impostare la ricerca. Il secondo versamento (1905-1938) pre­ vo rafforzamento del potere di controllo dell'esecutivo e degli organi del suppone attualmente come mezzo di corredo uno schedario sommario che partito sul Consiglio, e da un conseguente indebolimento delle sue funzioni verrà a sua volta sostituito da un inventario analitico. Il terzo versam'ento originarie. (1941-1966) è fornito di un elenco di versamento con titolario, attraverso il Per quanto riguarda la documentazione inerente al Consiglio superiore quale si può comunque risalire al tipo di materiale occorrente. della pubblica istruzione occorre poi fare subito una considerazione prelimi­ Vi è poi una piccola serie di carte riguardanti il Consiglio superiore nare. Occupandosi il Consiglio praticamente di tutto quanto riguarda la estrapolata dalla precedente, e tuttavia utile ai fini della ricerca sul tema. Si pubblica istruzione nel regno, ed avendo col tempo acquisite sempre nuove tratta di una versamento di 21 buste con documentazione spesso varia e di­ e più dettagliate competenze e funzioni, il materiale archivistico risulta esse­ somogenea, che va da pratiche di carattere generale a rendiconti degli affari re conseguentemente molto ricco ed articolato. trattati dal Consiglio; da relazioni di commissioni sui libri di testo a carteggi Fonti essenziali per la comprensione e per una ricostruzione del modo di inerenti all' elezione membri del Consiglio medesimo. L'arco temporale essere e di agire della struttura che stiamo esaminando non possono non es­ tracciato è molto vasto, e va dai primi anni dello Stato unitario sino all'ini­ sere i volumi dei processi verbali delle adunanze del Consiglio superiore, zio del '900. conservati tuttora presso la sede centrale del Ministero della pubblica istru­ Non si può non tener conto inoltre, sempre per quanto riguarda il Consi­ zione 1• Essi vanno, almeno per quanto si sia riusciti ad appurare attraverso glio superiore della pubblica istruzione, di altre piccole serie archivistiche le nostre ricerche, dal 1848 al 1928, per quanto riguarda il consiglio plena­ che direttamente lo riguardano . Tra di esse. segnaliamo 13 registri contenen­ rio e la giunta. Riguardo poi alla struttura formale dei volumi, i processi ver­ ti copia di alcune delle deliberazioni prese dal consiglio plenario o dalla bali vengono redatti e firmati dal segretario del consiglio medesimo e con- giunta negli anni 1861-1882; 16 registri (protocollo pratiche in partenza) c�e va�o dal 1855 al 1903; 34 registri (protocollo di pratiche in arrivo) de­ gli anru 1861-1901; un registro contenente copie di decreti relativi al perso­ ' Si coglie qui l'occasione per ringraziare il dott. Mario Tesorio e rag. Franco Santella, del il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, per la cortesia dimostrata nel nale del Consiglio chedi copre l'arco temporale 1881-1888; e infine 9 rubri­ facilitare la visione e la selezione del materiale documentario da noi pubblicato. che che fanno riferimento agli affari trattati dal Consiglio dal 1860 al 1901.

di 58 Fonti per la storia della scuola

Utili, nell'ottica dell'argomento in questione, sono infine le serie archivi­ stiche riguardanti il personale del Ministero della pubblica istruzione, e in particolare i fascicoli personali dei docenti universitari, per le quali riman­ diamo alle indicazioni fornite dalla Guida generale degli Archivi di Stato italiani, alla voce «Archivio centrale dello Stato », nel capitolo riguardante il Ministero della pubblica istruzione. 1 Tra i consiglieri superiori ricordiamo infine i nomi di influenti personag­ gi del mondo politico (Nitti, Credaro, Luzzatti ed altri) che rivestirono cari­ che governative ai massimi livelli, e dei quali l'Archivio centrale dello Stato conserva il carteggio.

CLAUDIO SANTANGELI Archivio centrale dello Stato SEZIONE I

L'ATTIVITÀ CONSULTIVA E PROPOSITIVA 1 Cfr . la voce 'Archivio centrale dello Stato' in MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Guida generale degli Archivi di Stato italiani, I, Ro- ma 1981, 195-209. pp. L'arco delle competenze del Consiglio superiore della pubblica istruzio­ ne è molteplice; la vastità dei suoi compiti istituzionali ci ha indotto a pre­ sentare una documentazione atta a sollecitare l'attenzione e l'interesse degli studiosi sul valore delle carte prodotte da quel consesso. I documenti qui pubblicati, pur nella singola ragion d'essere, sono espressione della connes­ sione fra economia, società, istruzione che risulta costantemente sottesa al­ l'attività quotidiana del Consiglio, testimonianza della coscienza politica di un organismo formalmente limitato ad una competenza tecnico-amministra­ tiva. I testi sono perciò posti in una griglia tematica volutamente schematica e così ampia da presentarsi immediatamente come semplice contenitore, sen­ za nessuna pretesa, peraltro impossibile, di una illustrazione esaustiva degli «oggetti» trattati. Emerge tuttavia con forza la coscienza della inscindibile unitarietà del si­ stema educativo: dall'istruzione universitaria all'istruzione primaria non vi è soluzione di continuità e il confronto delle idee è ugualmente rigoroso sia che si elabori un progetto di codice scolastico sia che si ponga mano a atti apparentemente minori, quali le patenti o i libri di testo. Proprio per dare maggiore spazio al confronto delle idee, delle correnti culturali, delle posizioni politiche, abbiamo privilegiato, rispetto ad altre fonti, i processi verbali delle sedute del Consiglio superiore, conservati, co­ me s'è già detto, presso la sede centrale del Ministero della pubblica istruzio­ ne. La consapevolezza dei limiti propri di atti formali, quali appunto i pro­ cessi verbali, non infida il valore della testimonianza del confronto che ca­ ratterizzò il processo formativo del tessuto nazionale. 62 Fo nti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 63

modificare con regio decreto prima per la loro natura, poi perché la legge essendo stata promulgata nel tempo de' pieni poteri conceduti dal Parla­ mento al Ministero nel 1859 \ si poteva considerare come simile alle leggi del governo assoluto e però modificabile nella parte regolamentaria per re­ a) Amministrazione centrale gio decreto. Ma notatasi da una parte l'inutilità di questo tentativo, dall'altra l'illegali­ l tà di esso attestata da tutti i giureconsulti, il Consiglio entrò direttamente in questione, prendendo ad esame la legge Casati, nella parte che ordina l'am­ Relazione al Consiglio superiore sul progetto di alcune riforme da intro­ ministrazione della pubblica istruzione. Ma questo esame richiede che si co­ dursi per legge nell'amministrazione della pubblica istruzione votato nel­ noscano le parti che costituiscono una legge compiuta o come si appella, un le tornate del 23, 25, 27 ap rile e l, 4, 9, Il maggio 1861. codice scolastico, ed i nessi che le legano insieme; cerchiamo le une e gli altri. MPI, CSPI, Processi verbali, 1861, vol. II, pp. 1411-1500, ms. con firma autografa Una legge compiuta sulla istruzione che si dà in uno Stato dee rispondere (doc. A annesso al processo verbale dell'adunanza del 24 maggio 1861). a tre specie di questioni. l o . Quali siano i gradi e le parti della istruzione richiesta dalle necessità Quando il nuovo ministro della pubblica istruzione onorava per la pri­ dello Stato e dalle condizioni della civiltà. Come debbano essere ordinati gli 1 ma volta di sua presenza il Consiglio superiore di cui è presidente secondo istituti che la pubblica autorità si assume di fondare e di mantenere a benefi­ la legge lo incaricava di prendere ad esame con tutta sollecitudine la legge zio della coltura ed educazione nazionale? del l3 novembre 1859 affine di proporre a lui tutte quelle modificazioni che 2 o. Quali siano i diritti e i doveri de' pubblici e privati insegnanti? fossero richieste a correggerne i difetti ed a promuovere l'incremento della 3 o. Quali debbano essere le autorità preposte al governo centrale e loca­ educazione nazionale, ed affinché la gravità e moltiplicità delle proposte le dell'insegnamento? non rendesse soverchiamente difficile e tarda la loro attuazione, invitava il Proporsi il tipo della istruzione ed educazione umana nelle varie età del­ Consiglio a classificarle sotto due capi cioè: la vita, nelle varie condizioni sociali e per i vari fini o destinazioni o vaca­ zioni dei cittadini; ecco il primo dovere del legislatore. Ma questo tipo non 1 o. quelle che si potessero attuare per via di decreto reale, può dal regno delle idee trapassare in quello della realtà per la sola opera di 2 o. quelle che richiedessero una nuova legge. La stessa sua intenzione manifestava il signor ministro al Consiglio con lettera del 21 aprile E poi­ lui. Questa fu una utopia che poté essere perdonabile alle repubbliche anti­ 2• ché troppo vasto ancora sarebbe stato il campo delle indagini aperto al Con­ che che consistevano in un municipio al quale Aristotile assegnava la gran­ siglio, il ministro volle ancora a maggiormente agevolare l'opera nostra, re­ dezza dell'agro ove convenivano a deliberare tutti i cittadini; ma non è più stringerla a ciò che spetta all' amministrazione della pubblica istruzione. possibile nella attuale civiltà la quale ha riconosciuto che il governo non può e non dee far tutto, ma per rispondere al suo fine dee lasciare ai privati Determinato l'oggetto degli studi del Consiglio, si riconobbe a un tratto tutta la libertà che è conciliabile coll'ordine sociale. non potersi fare al ministro nessuna proposta sostanziale senza toccare la Lo Stato adunque ordina i suoi istituti educativi o scientifici secondo le legge del 13 novembre 1859 che per brevità appelleremo d'ora innanzi la sue facoltà ed i bisogni sociali, ed il legislatore prescrive il modo di gover­ legge Casati; e perciò nulla potersi suggerire di attuabile con semplice decre­ narli imponendo i doveri e determinando i diritti degli educatori e degli in­ to reale. Tutto ciò che spetta all'amministrazione, (e lo stesso si dica delle segnanti che rispondono al suo invito e si assumono il carico che ei loro altre parti di quella legge) è così determinato e particolareggiato che non è propone. Ma nel mentre che fa, lo Stato non impedisce di fare ai privati o per nessuna guisa suscettivo di più o men larga interpretazione ne' regola­ siano individui o siano ordinati in società; ma stabilisce le relazioni ed i rap­ menti che debbono applicarla. Si era proposto di sceverare nella legge le porti che legano l'insegnamento pubblico col privato, ed a tutela e guarenti­ materie regolamentari che vi sovrabbondano, si era detto che quantunque gia dell'ordine determina le condizioni e le modalità del diritto d'insegnare. contenute nella legge e però d'ordine legislativo pure si sarebbero potute Finalmente stabilite le scuole, definiti i diritti e i doveri degli insegnanti pubblici e privati il legislatore istituisce le autorità che governano il pubbli-

1 Francesco De Sanctis. 61, 2 La lettera è annessa all'adunanza del 21 aprile 1861, in MPI, CSPI, Processi verbali, 18 Si riferisce al governo Rattazzi. I, pp. 1011-1013. 1 64 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva e propositiva 65

co insegnamento e sopravvegliano il privato . Scuole, insegnanti, e governo nella scuola, e tutti ad un tempo stesso ne escano; che e insegnanti tutti e di­ ecco le tre parti d'una legge compiuta sullapubblica istruzione. Le Regie co­ scenti siedano, si levino, leggano, scrivano al segnale che loro venga dato da stituzioni del 1772 \ il regolamento del 1822 la legge Bon Compagni la chi sta al governo di questa gran macchina; quando riescano a stringere con 2, 3, legge Lanza la legge Casati 5 segnano quattro periodi ne' progressi dell'or­ ferrea mano l'opera di chi insegna e di chi apprende per mezzo di program­ 4, dinamento dell'istruzione nel nostro paese. In quanto alle scuole dall'una al­ mi, di regolamenti, di orari, di registri, di sunti, di statistiche. Gli stessi la­ l'altra vi fu un singolare e regolare progresso. In quanto ai diritti degli inse­ menti ripete «Il Politecnico», giornale mensile di Milano, il quale notò come gnanti vi fu un regresso nel 1822, ed un progresso grandissimo dalla legge fra tanto sfoggio di impiegati meramente amministrativi siasi veduto con do­ Lanza alla legge Casati. Ma in quanto all'amministrazione, pare che vi sia sta­ lore che la legge sul pubblico insegnamento siasi mostrata avara soltanto to dalle leggi antiche alle nuove un costante regresso, e se prendiamo per verso gli ispettori di circondario, l'ufficio de' quali è appunto di visitare punto di partenza la legge Bon Compagni non vi ha dubbio che regresso ogni anno le scuole, di dirigere e consigliare, aiutare, confortare, difendere i grande siavi stato da questa alla legge Casati. Certo è che il giudizio del pub­ maestri elementari ne' comuni ove sono abbandonati a se stessi, mal retri­ blico nel Parlamento come ne' giornali che si occupano di istruzione le si di­ buiti e spesso vessati dai municipii. Erano fondate tutte queste censure? Ve­ mostrò fin dalle prime apertamente sfavorevole; ne recherò alcune prove. diamolo. Tutti rammentano come fosse applaudito un deputato il quale manifestava Un buon sistema d'amministrazione in generale, e tanto più nell'istruzio­ alla Camera il desiderio che fosse immensamente semplificato il sistema am­ ne pubblica richiede tre condizioni: semplicità, effi cacia ed economia. ministrativo dell'attuale ordinamento scolastico. «Noi abbiamo, egli diceva, Quando l'amministrazione sia così complicata che gli organi di cui ser­

pel solo Ministero dell'istruzione pubblica sei divisioni con cui si può rego­ ve 1 la suprema autorità impediscano anziché agevolarne la azione, questo lare tutta l'istruzione del mondo ( ...) noi abbiamo il Consiglio superiore, poi difetto di semplicità riesce grandemente dannoso all'istruzione. Ora egli è gli ispettori generali; ed è naturale che questi pensino a circondarsi di vice facile dimostrare con un esempio quanti e quanto lunghi passi debba fare ispettori; poi vengono i provveditori delle province, i segretari de' provve­ l'amministrazione per riuscire ad ottenere che un comune ubbidisca alla ditori, gli applicati de' segretari e poi i segretari degli ispettori e gli applicati legge. dei segretari degli ispettori ( ...) È forse a credere che un professore farà me­ Il Consiglio provinciale delibera per esempio l'apertura d'una nuova glio la sua scuola perché vi sono dieci autorità, le une superiori alle altre le scuola in un comune od in una borgata, persuaso che quella possa e debba quali a guisa di dieci atmosfere pesano sopra di lui? ». Così conchiudeva quel secondo la legge aprirsi. Ecco un primo atto di procedimento. Tale delibera­ deputato e non enumerava che la metà degli ufficiali amministrativi della zione è trasmessa all'ispettore del circondario perché ne promuova l'esecu­ pubblica istruzione. zione (2 °). Questi la notifica al sindaco con raccomandazione perché si Il prof. Boccardo nelle sue Ultime riforme nella pubblica istruzione provvegga (3 °). Il sindaco raduna il Consiglio comunale (generalmente con (Milano 1860) 6 diceva che se la burocrazia è piaga di parecchie parti della molto comodo, e perciò tardi, o per poca cura, o perché abbisogna prima nostra organizzazione governativa, in nessun ramo della pubblica gestione ottenere l'autorizzazione dell'intendente), ed il Consiglio delibera di non essa è più dannosa e più intrinsecamente inutile di quello che negli ordini potere, per mancanza di mezzi, aprire la scuola (4 °). Questa deliberazione dell'insegnamento. La sola guarentigia del buon andamento degli studi, con­ negativa è comunicata dal sindaco all'ispettore del circondario (5 °). L'ispet­ siste nel cercare i migliori insegnanti; avendo i quali più non occorrono né i tore del circondario la trasmette all'ispettore regio (6 °). L'ispettore regio ne molti ispettori né i complicati regolamenti, né i pomposi programmi. fa relazione al Consiglio delle scuole (7 °). Il Consiglio provinciale delle Il giornale «L'Istitutore» notava che l'opera degli ufficiali amministrativi scuole delibera di nuovo che sia aperta la scuola (8 °). L'ispettore regio, a tende per natura sua propria a soggiogare quella degli insegnanti, e ad in­ nome del Consiglio, fa instanza alla Deputazione provinciale amministrativa cepparla, per modo che essi si credono benemeriti della scienza e della pa­ perché il tal comune sia dichiarato in obbligo di stabilire la scuola, e perché tria quando allo scoccare della medesima ora tutti i maestri pongono piede sia stanziata d'ufficio la somma a ciò necessaria (9 °). La Deputazione (sup­ posto che aderisca all'invito) fa la medesima instanza all'Ufficio di governo della provincia (10 °). L'Ufficio di governo scrive all'intendente del circon­ Costituzioni di S.M. per l'Università di To rino, Torino, Stamperia reale, 1772. 1 dario per avere informazioni in proposito (11 °). L'intendente del circonda­ 2 Regolamento del 23 lug. 1822. rio dà le informazioni (12°). Supposto ancora che queste siano favorevoli al- L. 4 ott. 1848, n. 818. 3 L. 22 giu. 1857, n. 2328. 4 5 L. 13 nov. 1859, n. 3725. 6 G. Le ultime rifo rm e sulla pubblica istruzione, Milano, Vallardi, 1860. Parola aggiunta a matita. BoccARDo, 1

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i l ' ' i i • 66 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attivitàconsultiva e propositiva 67

l'intento, l'Ufficio di governo acconsente allo stanziamento d'ufficio (13 °). le mani il cornucopia nel largheggiare stipendi, e nell'istituire nuove cari­ Pare ora che tutto dovrebb'essere finito, ma non è; poiché occorre ancora che. Gli ispettori generali erano uno nella legge Bon Compagni, diventarono che la Deputazione, conosciuto l'assenso del governo, lo notifichi all'ispet­ due sotto la legge Lanza, diventaron tre sotto quella del ministro Casati. Sot­ tore regio (14°), che l'ispettore regio faccia la stessa comunicazione all'i­ to la prima legge lo stipendio era di tre mila lire, sotto la seconda di quattro, spettore di circondario (15°), che l'ispettore di circondario cerchi un mae­ sotto la terza di sei. stro (16°), il quale ordinariamente non si può più trovare quando l'anno I provveditori regii, per tacere dei rettori delle università, avevano 600 scolastico è già molto inoltrato od è presso ormai al suo termine. lire di stipendio per sé; e 600 per uno scrivano. Ora quelli di prima classe ne Ora il numero di questi atti si raddoppia [ove] il comune si appelli al go­ hanno 4 per sé, 2 pel segretario, 1.200 per l'applicato, totale 7.200 franchi vernatore e questi riferisca la cosa al Ministero degli interni, come avvenne circa. Agli ispettori provinciali erano assegnati dalle leggi Bon Compagni e già di quest'anno poiché il Ministero degli interni si rivolge al Consiglio di Lanza 1.200 lire di stipendio, 1.200 per indennità di viaggi; ora quelli di pri­ stato, il quale nomina un relatore, che propone le conclusioni al Consiglio ma ne hanno 3 mila per sé, 1.500 pel segretario, totale 4.500. Se si confron­ di sezione, e quindi al Consiglio generale, il quale promuove forse un decre­ ta il personale dei collegi nazionali con quello che è diventato necessario to reale che è trasmesso al ministro dell'istruzione pubblica il quale corre ri­ per li sei nuovi istituti in cui furono divisi, cioè nelle scuole elementari, schio di vedersi cassati i suoi ordini e dopo lunghissimo giro di uffizi e per­ scuole tecniche, istituto tecnico, ginnasio, liceo, convitto nazionale, si ve­ dita di lungo tempo infine de' conti si riesce allo scorno di non aver fatto drà sproporzione enorme di spesa. Ne' collegi nazionali che unificavano tut­ nulla. Da questo esempio apparisce come il difetto di semplicità cagioni e ti questi istituti bastava un preside, un direttore degli studi, un censore di rechi con sé inevitabilmente il secondo difetto notato cioè mancanza dell'ef­ disciplina, un professore di religione ed un economo, quattro o cinque per­ ficacia necessaria ad ogni ordinamento amministrativo. L'efficacia dell'inse­ sone. Ora all'incontro è necessario un preside e vice preside di liceo, un gnamento deriva in primo luogo ed essenzialmente dall'eccellenza degli in­ preside e vice preside di istituto tecnico, un direttore e vice direttore di gin­ segnanti. Or bene la legge Casati fu fatale all'istruzione per questo riguardo, nasio, un direttore e vice direttore di scuole tecniche, non parlo delle scuo­ e recò danni che non si possono agevolmente calcolare. Poiché i migliori in­ le elementari, ma debbo aggiungere un preside, un censore, un direttore spi­ segnanti osservando che con le nuove cariche istituite dalla legge potevano rituale del convitto nazionale, almeno undici o dodici persone le quali ag­ avvantaggiarsi negli utili, accrescere la loro dignità, risparmiarsi i polmoni, giunte ai provveditori regii, agli ispettori regii ed ai loro segretarii ed impie­ tosto pensarono ad abbandonare l'insegnamento ad ottenere un impiego, e gati costituiscon una falange di uffiziali e una mole di stipendi veramente si precipitarono con foga non mai più vista da noi nel novello orto dell'E­ strana pel nostro paese non avvezzo alle larghezze che Francesco I detto il speridi, cioè negli uffizi amministrativi istituiti a loro pro dalla legge Casati. buono dagli austriaci largiva alla burocrazia che egli soleva chiamare la sua La quale oltre di questo che per sé era già gravissimo recò un nuovo dan­ buona armata. E perché queste asserzioni non siano destituite della irrepu­ no all'efficacia dell'azione governativa e direttiva del governo delle scuole gnabile testimonianza delle cifre, giova percorrere collo sguardo la seguente tabella [vedi pp. 88-89]. trasformando le antiche cariche le quali erano d'indole essenzialmente sco­ 1 lastica 1 in uffizio di registrazione e di carteggio. Or notisi che in questa tabella non sono notate le spese di impianto de' Gli ispettori erano continuamente in giro per coadiuvare i maestri, sti­ nuovi uffici creati dalla legge Casati, le quali in alcuni luoghi ascesero ad molare i comuni, ordinare gli istituti, laddove attualmente furono trasfor­ una somma assai grave: poiché alcuni de' nuovi presidi e direttori credette­ mati in impiegati sedentari, che formano protocolli, registrano pratich e, ro necessari non solo una o due camere che nessuno avrebbe loro negato; compilano statistiche e le scuole lontane dal loro uffizio vanno come posso­ ma un piccolo appartamento con eleganti scrittoi e scaffali, e sofà e seggio­ no. Né questo è soltanto vero degli ispettori regii, i quali come notava uno loni e tappeti ed ornamenti d'ogni genere. dei lodatori e consiglieri della legge Casati si vollero a bello studio trasfor­ Ora questi appartamenti vogliono essere o somministrati dal governo o mare come si dice, in burocratici, ma è pur certo degli ispettori di circonda­ dai municipii, od appigionati; in ambi i casi rappresentano un capitale ed rio se pur vogliono adempire gli uffici loro assegnati dalla legge e daj regola­ una spesa non mediocre. Aggiungansi le spese di cancelleria che non sono menti che la applicarono. notate nella tabella, fuorché pei provveditori e per gli ispettori. Aggiungasi

[ ...] 2 Veniamo all'economia! ma pare proprio che il legislatore avesse al-

Parola aggiunta a matita. una singola persona, sia pure valente, di poter adempiere concretamente all'espletamento di La parte non riprodotta riguarda una No ta del documento stesso nella quale sono elencati suddetti compiti. 2 i compiti affidati dalla legge agli ispettori di circondario, a dimostrazione della impossibilità per 1 Nell'originale la tabella è riportata di seguito.

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le spese del riscaldamento de' locali nell'inverno, de' lumi, il salario de' bi­ mezzo. Il risparmio adunque sarebbe di 677 mila circa e considerando che delli che non .è notato in nessun luogo. in tutti questi calcoli noi abbiamo preso per base il minimum delle spese at­ Aggiungasi le spese di locale, di mobili, di fuoco di lumi, de' salari, per la tuali e il massimum delle spese future non v'ha a tenere di esagerazione af­ scuola normale, spese che non appariscono da nessuna parte nella tabella fermando che il risparmio che farebbe il governo sarebbe di circa 800 mila perché a carico de' comuni, e si vedrà quanto questa sia incompiuta per le­ lire; ma se il progetto abbozzato più economico della legge Casati e come è gittima inferenza insufficiente a farci conoscere la spesa totale che importa chiaro anche più semplice, questa sua semplicità non tornerà forse a danno l'amministrazione dell'istruzione pubblica in una provincia governata secon­ della sua efficacia ossia del buon governo dell'istruzione? E quest'efficacia do la legge Casati. posto ché si abbia potrà ella attenersi senza scapito dei diritti e della legitti­ Vero è che nella colonna delle osservazioni la tabella ci dice che la metà ma libertà delle province e dei comuni? delle spese che importa l'uffizio del preside di liceo, e gli uffici dei direttori Ecco le questioni che ci rimane a trattare e le difficoltà che cercheremo di ginnasio, dei direttori delle scuole tecniche e della scuola normale è so­ di risolvere nella seconda parte di questo rapporto. Molte e gravissime questioni furono agitate dal Consiglio superiore per stenuta dalla provincia, o dal comune; ma da chiunque siano fatte, le spese · non sono meno vere. Tuttavia supponiamo che le spese taciute e quelle che giungere alle conclusioni che esso presenta al ministro. si fanno da altri si equilibrino; avremo pure la gravissima somma di lire 60 Le principali a cui s'aggruppano tutte le altre sono le seguenti. mila circa che è la massima e di lire 14 mila circa che è la spesa minima che l o • Degli ispettori generali. deve fare il governo per l'amministrazione dell'istruzione pubblica in una 2 o . Proposta di Consigli annessi alle principali università pel governo provincia. Prendiamo la media, supponendo, che le provincie maggiori e delle scuole medie. minori siano in numero pari, avremo 3 7 mila lire per provincia, e poiché il 3 o. Proposta del rinnovamento de' Consigli di circondario. numero delle provincie più piccole è maggiore delle grandi, diminuiamo 4°. Proposta della restituzione de' provveditori di mandamento. questa somma d'un terzo . Non costi più di 25 mila lire egli è chiaro che il 5o. Proposta di diminuire i presidi direttori delle scuole medie. nuovo regno essendo di 59 province, la spesa sarà di 1.475.000, circa d'un I principii a cui furono informate le deliberazioni del Consiglio furono milione e mezzo. quelli stessi a cui abbiamo fin qui raffrontato le disposizioni della legge Ca­ Supponiamo ora discentralizzata l'amministrazione, aboliti i provvedito­ sati. Semplicità, efficacia, economia. Di questa ultima si è già parlato nella prima parte di questa relazione. Ci occuperemo precipuamente delle altre ri regii, gli ispettori regii coi loro impiegati, istituiti all'incontro alcuni Con­ due. Volendo la massima semplicità negli organi amministrativi, il Consiglio sigli presso le università principali con una discreta indennità, ridotti alla fu indotto a proporre al Ministero, ciò che si appella il discentramento am­ metà i presidi, rettori ecc. delle scuole medie supponghiamo mantenuti gli ministrativo. Volendo l'efficacia del suo ordinamento propose che il gover­ ispettori di circondario, e calcoliamo le spese proposte dal Consiglio. Siano no dell'istruzione fosse per quanto è possibile reso locale. dieci i Consigli per le scuole medie, essendo di cinque consiglieri con l'in­ dennità di L. 700 per ciascuno e di L. 1.000 pel presidente (indennità massi­ Degli ispettori generali ma) costerebbero L. 4.500, e però dieci costano 45.000, mettiamo 15.000 per l'aggiunta delle spese d'ufficio, aggiunta massima, ed avremo 60.000 lire A chiunque ponga la mano sulla legge Casati per modificarla, la prima per ispese d'amministrazione delle scuole medie. Le spese degli ispettori a L. questione che si presenta è quella della conservazione o dell'abolizione degli 2.400 ciascuno per li 193 circondari ascendono a L. 463.200. ispettori generali. Riduciamo ora alla metà gli stipendi dei presidi, direttori delle scuole Il Consiglio superiore fu unanime nel riconoscere la convenienza di abo­ medie per la soppressione della metà de' loro uffizj . Questi ora costano L. lire l'Ispettorato generale degli studj superiori per le ragioni recate dal conte 30.000 circa, spesa massima, e L. 4.000 circa spesa minima, la spesa media è Mamiani nei suoi Principii direttivi d'una nuova legge sulla pubblica istruzione di L. 17.000 supponiamola solo di 10.000. La spesa totale per le 59 provin­ 1. ce è di L. 590.000 circa, 600 mila. La metà, cioè il risparmio sarebbe di 300 Il ministro per altra parte può provvedere ai casi in cui occorre il biso­ mila. Sommando ora insieme le nuove spese dei Consigli per le scuole me­ gno d'ispezione in qualche università come per lo passato, delegando qual- die, degli ispettori, e dei presidi direttori de' licei, ginnasi, istituti tecnici ecc. cioè L. 60.000 pei Consigli delle scuole medie, 463.000 per gli ispettori Principii direttivi della nuova legge di pubblica istruzione, in «Effemeride della pubbli­ 1 di circondario, 300.000 pei presidi e direttori delle scuole medie e normali; ca istruzione », XXIII (1861), pp. 383-396. Mamiani ministro della pubblica istruzione dal 20 fu si avrebbe L. 823.000 circa, laddove le attuali sono di circa un milione e gennaio 1860 al 22 marzo 1861. 70 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 71

che persona autorevole e perita delle cose attinenti alle università se si tratti gli inconvenienti da essi accennati, fu fatta al Consiglio una proposta di cui semplicemente di amministrazione oppure qualche insigne professore o questi sono i fondamentali concetti. scienziato se trattisi di cose riguardanti l'insegnamento di qualche scienza Si diminuisca al Ministero la grave mole d'affari che lo ingombrano e speciale. l'opprimono. Si restituisca alle università od a' corpi che in qualche maniera Maggiore anzi massima è la difficoltà di decidere intorno all'esistenza de­ le rappresentino quell'ingerenza nel governo dell'istruzione media che loro gli altri ispettori generali; ne recheremo gli argomenti che la combattono e era già consentita dalla legge 4 ottobre 1848. la favoriscono. Venga istituito presso le università principali, o nelle città sedi d'un isti­ Primieramente si dice che gli ispettori generali di cui si tratta non sono a tuto universitario che saranno designate per decreto reale un Consiglio per vero dire ispettori perché non fanno mai, o solo in rari casi, alcuna ispezio­ le scuole classiche e tecniche. ne. Essi sono dunque ufficiali del Ministero che non si distinguono dagli al­ Si stabilisca per principio che le ispezioni a queste scuole non debbano tri, se non perché sono tolti necessariamente dall'ordine degli insegnanti. farsi che per cause eccezionali e straordinarie. Il diritto di ispezione si rico­ Felice necessità la quale tuttavia non dovrebbe limitarsi ad essi soli, ma nosca in esso Consiglio; e le ispezioni si facciano o dal Con�iglio stesso o da estendersi ad altri uffizi. altre persone da esso delegate. Quindi si aggiunge che le stesse difficoltà mosse dal conte Mamiani con­ Il Ministero non si riservi che le nomine dei professori o degli ufficiali le tro la carica dell'ispettore degli studi superiori valgono entro certi limiti an­ quali a lui spettino di diritto, e le punizioni maggiori da infliggersi secondo che contro quello delle scuole secondarie. Poiché non v'ha letterato che sia la legge Casati dal Consiglio superiore. egualmente versato nella filosofia, nella storia, nelle varie letterature, e nelle Il sistema del concorso da aprirsi ad ogni vacanza di cattedra secondo la moltiplici scienze matematiche, fisiche e naturali i cui elementi si insegnano legge vigente agevola le operazioni del Ministero. in quelle scuole. Si stabilisca negli uffizi del Ministero una divisione del personale delle Poi si aggiunge che gli ispettori generali essendo essi soli il centro a cui si scuole suddette. Il capo d'uffizio tenga il registro esatto della carriera di cia­ riferiscono in fine tutti gli affari dell'istruzione a cui sono preposti, essi soli scun insegnante. i conoscitori dei singoli insegnanti nel loro grandissimo numero e nella loro Il Consiglio superiore abbia una sezione incaricata delle scuole medie, e singolare varietà, concentrano a poco a poco in se stessi ogni autorità e rie­ qu esta sezione abbia per segretario il suddetto capo di divisione. scono soverchiamente potenti. Occorrendo per casi straordinari il bisogno d'ispezioni a coteste scuole il La quale potenza sentita poscia e riconosciuta dagli insegnanti conduce ministro od il Consiglio superiore possa delegare le persone più competenti. questi per inevitabile debolezza dell'umana natura a piazzarli, il qual uso di Il progetto abbozzato ha per iscopo di cessare l'eccessivo incentramento quanto danno riesca al carattere morale ed alla dignità de' professori, cia­ dell'amministrazione in armonia coi desideri del paese, e colle intenzioni ed scuno sel vede. Di che consegue un altro pernicioso effetto, che come sono i progetti del Ministero. Si tratta di delegare alle principali università dello . oggetto delle adulazioni così divengono per necessaria reazione lo scopo Stato, la massima parte delle attribuzioni assegnate dalle legge agli ispettori delle recriminazioni, degli adii, delle censure, de' libelli giornalistici, de' generali. Gli studenti delle università si reclutano nelle scuole medie. La flo­ malcontenti. ridezza delle università dipende come da causa primaria dalla bontà di code­ Contro queste ragioni si oppone una difficoltà gravissima. Se si abolisco­ ste scuole. Nessuno adunque ha maggior interesse che gli studii medii siano bene ordinati e diretti quanto le autorità universitarie. Inoltre egli nell'uni­ no gli ispettori generali da chi saranno trattati gli affari che sono attualmen­ è versità che colle statistiche degli esami, colla conoscenza de' professori che te nelle loro mani? I ministri sono mutabili e per quanto buona volontà e ze­ in esse furono educati, colla notizia dei bisogni dell'insegnamento, si hanno lo essi rechino nel loro uffizio non potranno mai riuscire ad acquistar suffi­ tutti i dati opportuni e necessari per il buon governo di esse scuole. A que­ ciente conoscenza delle persone addette all'insegnamento che dipendono da ste adunque nel modo indicato dal progetto od in qualsiasi altro sia conferi­ loro. I segretarii generali sgraziatamente sono anche essi uomini politici o ta la facoltà di cui si tratta. mutabili egualmente che i ministri. Aboliti gli ispettori generali, il destino Contro questo progetto vennero mosse molte e gravi obbiezioni. degli insegnanti cadrà necessariamente in mano dei capi d'ufficio del Mini­ l o • Si disse che il governo delle scuole medie non si dee connettere colle stero i quali sono raramente forniti d'un'alta coltura letteraria e scientifica e università perché altra è la capacità scientifica, altra l'amministrativa; che il per lo più incapaci di portar giudizio de' meriti d'un professore. Fra un capo valore scientifico non è prova sufficiente del senno e dell'attitudine al go­ d'uffizio e un ispettore gli insegnanti preferiranno sempre il secondo. verno degli uomini; che tale distinzione è riconosciuta da per tutto, testimo­ A risolvere in qualche modo, le difficoltà, od almeno a scemare i danni e nio la Francia e la Germania.

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2 o . Altri osservò che se fosse adottato il sistema regionale bene starebbe no istituite nel nuovo regno, che l'attuazione della nostra proposta non è che l'amministrazione dell'insegnamento primo e medio insieme colla relati­ punto dipendente da quella delle regioni. La divisione o la ripartizione de' va responsabilità fosse esclusivamente attribuita alla reazione. Ma finché du­ consigli scolastici non dee di necessità coincidere con quella delle province ra l'ordinamento attuale della pubblica amministrazione che è fidata essen­ o delle regioni. Queste si dilatano o si restringono si dividono o si moltipli­ zialmente sulla centralità, la responsabilità dell'operato dai consigli proposti cano secondo le esigenze amministrative o politiche, laddove le università salirebbe sempre al Ministero. Quindi sarà inevitabile delle due cose l'una, o sono istituzioni stabili perché antiche, sono fatti storici che non si cancella­ che il Ministero lasci piena autorità ai detti consigli e nello stesso tempo si no con un tratto di penna del legislatore. riserbi la responsabilità de' loro atti, il che sembra quasi contradittorio; o Ma i consigli fu detto inceppano l'azione del ministro, egli non può esse­ che il Ministero vegli l'operato di essi consigli, il che raddoppierà il lavoro e re responsabile della loro azione senza dirigerli, e sorvegliarli, il che importa la spesa. accrescimento di spese e di fatiche. Al che è facile rispondere che il Consi­ · 3 o. Si notò che il progetto presente è contrario all'uso di tutti gli altri glio di Stato, il Consiglio superiore d'istruzione pubblica, altri consigli non Ministeri. Nessuno de' quali affida le proposte delle nomine de' suoi impie­ si credono di inciampo alla libertà o responsabilità del Ministero, ma bensì gati ad un consiglio . Questo sistema già attuato con la legge Bon Compagni di aiuto e sostegno. suscitò, a quanto si dice dagli avversari alla proposta, non minori richiami Forseché non debbono essere diretti e sopravvegliati gli ufficiali de' mi­ ed opposizione che la legge Casati. nisteri sì vicini come lontani dall'azione del governo? Forseché il Ministero 4°. Il progetto in discorso costa troppo. Dovrebbonsi stanziare gli sti­ non potrà cassare all'occorrenza certi provvedimenti dati dai consigli? pendi de' consiglieri, i quali non sarebbero un piccolo carico dello Stato, ed 3 o. Alla terza abbiezione degli avversari del progetto si risponde primie­ ora che si vuole semplificare l'amministrazione per ragione di economia si ramente che le nomine sono fatte dal ministro e per conseguenza non vale il accrescerebbero gli inconvenienti e i difetti della legge anziché toglierli od dire che negli altri dicasteri dello Stato non si procede alla nomina degli uf­ almeno scemarli. ficiali per via di consigli. 5o. Finalmente il progetto tende a perpetuare e sancire in certa guisa tut­ Si nota in secondo luogo che negli altri dicasteri trattandosi di promo­ ti i difetti delle amministrazioni locali. zioni si ha precipuamente riguardo all'anzianità; e che ove pure si misurino I difensori del progetto cominciano dal protestare che nelle discussioni le promozioni e si proceda alle nomine in ragione del merito e della capaci­ presenti non si vuol fare allusione alle persone, attualmente insignite della tà, questa in ciascun ordine di impiegati è della stessa natura. Quindi facil­ carica d'ispettori. Si rende ampio omaggio ai loro meriti ed un consigliere si mente si apprezza da una sola persona. Non è così in fatto di professori i loda specialmente d'un'ispettore con cui ebbe a visitare degli istituti educa­ quali se possono esser equamente giudicati da una persona sola in fatto d'o­ tivi e scolastici, per la singolare prudenza, delicatezza accorgimento, fer­ nestà, di diligenza, di buona fama in ordine alla moralità; la loro capacità in­ mezza e dottrina di cui diede prova in quella come in altre occorrenze; e tellettuale scientifica e didascalica è così varia che un sol uomo non può es­ che formano di lui un abilissimo amministratore. sere giudice competente di tutti. Poi rispondendo alla prima difficoltà si avverte che ammessa la diversità 4 o. Si risponde al quarto obbietto, che veramente si accrescono le spese delle attitudini e degli ingegni speculativi e pratici, scientifici ed amministra­ d'amministrazione in alcune università dello Stato, ma non quanto parrebbe tivi, non ne consegue che chi ha un merito non possa aver l'altro, che chi è a primo aspetto. I consiglieri universitari già retribuiti come professori effet­ atto alla meditazione scientifica sia per necessaria illazione inetto all'azione, tivi od emeriti si contenterebbero di un tenue aumento al loro onorario. Poi si in quella guisa che un eccellente ministro o guerriero non è necessariamente farebbero, e certo si potrebbero fare, altri risparmi nell'amministrazione un barbaro scrittore od insipiente pensatore. Questi due generi di capacità delle scuole medie, ove si profuser stipendi che agli antichi uffiziali pochis­ simo retribuiti prima, od affatto gratuiti, sarebbero parsi favolosi. possono essere ma non sono sempre divise. Che se si trovano congiunte, 5o. All'ultima difficoltà risponde un consigliere che già sostenne un'alta non v'ha dubbio doversi nell'amministrazione preferire a tutti quelle perso­ carica nel governo della pubblica istruzione in Napoli che i meriti degli ne che ne sono fornite. Ora il progetto lascia amplissimo campo alla scelta, 1 aspiranti agli impieghi ed alle cattedre son meglio conosciuti dalle persone ed ove per caso stranissimo fra gli insegnanti delle università il ministro cre­ del luogo che non dai lontani, e che taluno il quale non oserebbe presentarsi desse di non trovare persone atte a quell'uffizio la clausola posta nell'artico­ lo ed accennata con la parola preferibilmente gli dà facoltà di cercarle fuori del corpo accademico. Raffaele Piria aveva retto la pubblica istruzione a Napoli, come consigliere della luogote­ 2 o . Si risponde alla seconda difficoltà tolta dalle regioni le quali non so- -; 1 nenza, dal lO novembre 1860 al 16 gennaio 1861.

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...... i i i i i! i .&r.______74 Fontiper la storiadella scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 75 al governo locale, spera per via di raccomandazioni e di titoli di vario gene­ In secondo luogo si discute se la carica di consigliere abbia ad essere gra­ re, arrampicarsi sui piuoli della scala del governo centrale. tuita o retribuita e si propone una indennità di cui non si precisa se non en­ In quanto agli abusi che, per avviso di alcuni consiglieri, si perpetuereb­ tro certi limiti la somma. Alcuni la vorrebbero gratuita, considerando, a loro bero nelle province, vi provvederebbe il governo con ispezioni e trasloca­ avviso, la pochezza delle occupazioni; ma tale opinione fu respinta per la zioni di ufficiali, come si fa attualmente. falsità del presupposto, falsità dimostrata dagli esempi fra cui venne citato Compiuto questo dibattimento il Consiglio adottava a maggioranza di quello d'una analoga giunta in Napoli, che aveva minor numero di scuole da voti la conclusione seguente. Gli ispettori generali della scuole primarie me­ governare e pure era obbligata a tre o quattro tornate settimanali. die e normali, istituiti colla legge 13 novembre 1859 sono aboliti, e le loro In terzo luogo si esamina se questa carica debba essere temporanea e attribuzioni devolute in parte a Consigli locali da stabilirsi nelle città che so­ quanto debba durare, se i consiglieri abbiano ad essere rieleggibili. no sedi d'università o di un istituto scientifico, le quali saranno determinate In quarto luogo se il segretario debba esser perpetuo o temporaneo; se con decreto reale. Il Consiglio si riserva di definire tali attribuzioni. un consigliere posto che sia, come debba essere retribuito. L'ultima clausola della conclusione che vuole che le sedi di essi consigli Le conclusioni sono espresse nello schema e le ragioni sono facili ad in­ siano determinate con decreto reale fu aggiunta per ovviare all'inconvenien­ dovinare. te notato da alcuni consiglieri che quelli fossero tanti quante le università e Più grave questione ebbe a trattare il Consiglio superiore volendo asse­ gli istituti universitari. Di che il loro numero sarebbe eccessivo, la spesa gra­ gnare alla proposta istituzione le vere sue attribuzioni. E primieramente si ve, minore l'unità di azione, e sproporzionata fra loro l'estensione del terri­ cercò se ai consigli sedenti presso le università debbasi affidare l'ammini­ torio della loro giurisdizione, amplissimo per gli uni, ristrettissimo per gli strazione delle scuole medie, oppure delle medie e delle elementari ad un altri. Si darebbe ad esempio al Consiglio di Napoli una mole di affari che tempo. non è punto comparabile con quella de' Consigli di Parma e di Modena. Le ragioni che inducono a limitare l'azione di essi consigli alle scuole A questo punto della discussione venne ripigliata da un consigliere a cui medie sono le seguenti. aderiscono alcuni altri una proposta già stata prima abbandonata, la quale Primieramente si ottiene maggior semplicità nell'amministrazione di en­ giova che il ministro conosca ed esamini. Questa è che pel governo della trambi i gradi dell'istruzione. istruzione media si debba istituire presso il Ministero una Giunta composta 2 o. Le attribuzioni de' consigli presso le università e di circondario di­ di due ispettori ed un membro del Consiglio superiore. L'abolizione degli vengono più precise e più facili a determinare sì in generale come ne' singo­ ispettorati generali, quando sia creduta utile debb'essere oggetto d'una nuo­ li casi. va legge. Finché questa non si abbia, giova proporre al ministro questo mez­ 3 o. Non vi sarebbe pericolo che si trasandasse dai primi l'istruzione ele­ zo di far cessare de' richiami quali che siano essi fondati sul vero o sul falso, mentare. giusti od esagerati. Al che si aggiunge che non convien secondo l'opinione 4 o. Finalmente la nomina de' consiglieri presenterebbe minori difficoltà; del proponente, addossare al Consiglio superiore il carico dell'amministra­ poiché non dovrebbesi cercare se questi in generale od alcuni di essi abbia­ zione che ora è sostenuto dagli ispettori generali e speciali. Il Consiglio, egli no sufficiente contezza ed esperienza delle cose che s'attengono all'istruzio­ dice, ha una grande importanza tecnica e giuridica: non vuole e non può es­ ne popolare v'ha chi credette necessario un consiglio intermedio fra il mini­ sere organo amministrativo. Ove diventasse tale, la Giunta o sezione di esso, stro ed il Consiglio di circondario per la più sollecita spedizione degli affari che ne assumesse le funzioni sarebbe, da prima oggetto delle raccomanda­ e perché le cose si trattino da chi è miglior conoscitore de' luoghi e delle zioni e delle adulazioni, poi delle lagnanze e fin delle caricature de' giornali. persone. Ma questa proposta non fu accettata per amore di semplicità nel Si tenga nella serena regione della scienza, della legislazione scolastica e del­ congegno dell'amministrazione. le sue attribuzioni giuridiche e continuerà a meritare la stima del paese ed il Per le stesse ragioni per cui si vorrebbe da alcuno cotesto consiglio inter­ rispetto alle sue deliberazioni. medio si sostenne da altri che il Consiglio presso le università avesse pure il Poiché questa proposta non può far parte dello schema di legge, il Con- governo delle scuole elementari. siglio passa ad altra discussione. Si aggiungono poi altre considerazioni. Volendosi discentrare l'ammini­ E primieramente si cerca quale debb'essere il numero de' consiglieri e si strazione è necessario togliere al Consiglio superiore tutto ciò che spetta al­ lascia nella determinazione di esso una certa larghezza secondo la quantità l'i struzione elementare e darlo ai Consigli per le scuole medie. Inoltre sup­ degli istituti e l'ampiezza del territorio entro il quale il Consiglio proposto pongasi che i 193 circondari s'appellino al Consiglio superiore, questo sarà eserciterà le sue attribuzioni. nell'impossibilità di provvedere.

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I I 1 111 rT 1 11TT fTI TA l J l l l 76 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 77

Suppongasi che un comune di Noto posto all'estremo confine della Sici­ scuole elementari notava come i mezzi non si debbano staccare e divellere lia si rivolga al Consiglio superiore: questo non conoscerà abbastanza i co­ dal fine, che le scuole normali sono il vivaio, il seminario pedagogico de' stumi, le tradizioni, l'indole di quei paesi, e non saprà che si fare. Ed ave maestri delle scuole elementari. Questi maestri saranno ottimi se preparati pure il sapesse, tale dovrebb'essere la lentezza e il ritardo nella trattazione ed educati per l'istruzion popolare e non per una istruzione scientifica, o della questione, atteso la difficoltà delle comunicazioni da rendere quasi d'indole superiore e diversa. Chi conosce le scuole elementari solo può dare inutile la sua autorità ed i suoi provvedimenti. un ottimo indirizzo alle scuole normali. Ciò non astante, il Consiglio consi­ Né vale l'opporre, che un Consiglio per le scuole tanto medie quanto derando che v'ha maggior analogia fra le scuole medie e le normali che non elementari, si darebbe tutta la cura delle prime trasandando le altre. Ciò sa­ fra quelle e le elementari deliberò che anche le scuole normali si assogget­ rebbe vero se il medesimo consiglio avesse l'amministrazione delle une e tassero ai consigli suddetti. delle altre; ma poiché qui si tratta semplicemente di appello dalle decisioni Venendo finalmente il Consiglio superiore a determinare più precisa­ del Consiglio di circondario, lo sconcio non ha più luogo. mente gli uffizi del Consiglio proposto intorno alle scuole medie e normali, Un Consiglio presso le università principali il quale abbia conoscenza tre formale diverse prese ad esaminare. La prima era tolta dall'enumerazio­ pratica delle leggi, degli uomini e delle cose, e la mano sulla coscienza può ne che la legge 13 novembre 1859 fa delle attribuzioni del Consiglio provin­ evidentemente far tutto e liberare il Ministero ed il Consiglio superiore da ciale per le scuole negli articoli 41, 42, 43, 44, !imitandole alle scuole medie gravissime difficoltà talvolta insuperabili. e normali in questi termini: A queste ragioni de' sostenitori del doppio ordine di attribuzioni de' «Il Consiglio per le scuole medie e normali provvede all'osservanza delle Consigli per le scuole medie si risponde dagli altri consiglieri che tali consi­ leggi e dei regolamenti nelle scuole di questo genere poste entro il territorio gli avrebbero una doppia natura cioè sarebbero consigli, o tribunali di prima di sua giurisdizione. Ordina le visite straordinarie che giudica necessarie, dà cognizione per le scuole medie e tribunali di appello per le elementari. Don­ quei provvedimenti che stima opportuni nei limiti delle sue attribuzioni; de verrebbe che sarebbero uguali ai Consigli di circondario, e ad un tempo propone al ministro quelli che eccedono tali limiti; provvede d'urgenza, superiori ad essi. Complicazione di uffici che non pare ragionevole. chiudendo temporaneamente gl'istituti e le scuole da lui dipendenti, in cui Si risponde in secondo luogo che posto anche un tal ordine di cose non esistessero gravi disordini riferendone tosto al ministro per le definitive di­ si potrebbe negare agli insegnanti ed agli ufficiali delle scuole elementari un sposizioni. Delibera sull'ammissione ai corsi degli studi ed agli esami delle ultimo appello al ministro, lo che renderebbe più lunghe le controversie. scuole medie e normali, quando insorgano dubbiezze nell' applicazione de' Né vuolsi esagerare la mole degli affari che dai Consigli di circondario regolamenti. Esamina e trasmette al Ministero i dati statistici della istruzione verrebbero a portarsi innanzi al Consiglio superiore in via di appello . Impe­ privata e pubblica posta entro il territorio di sua giurisdizione». rocché se colle attuali province soggette alla legge Casati che formano un Questa enumerazione parendo troppo minuta e forse insufficiente per­ dieci o dodici millioni di popolazione appena si tratta dal Consiglio superio­ ché non riepiloga almeno esplicitamente gli uffizii dei regii provveditori ed re una questione di cose elementari in quindici giorni, quando sia raddop­ ispettori che son devoluti al Consiglio presso le università il Consiglio supe­ piata la popolazione non sarà certo sopraccarico di faccenda. riore prese a discutere una seconda formala colla quale si diceva. Né vale il dire che il Consiglio superiore non può con sufficiente cogni­ «Sono assegnate al Consiglio per le scuole medie e normali le attribuzio­ date dalla legge 13 novembre 1859, ai Consigli provinciali per le scuole, zione di causa giudicare delle vertenze fra il comune di Noto e il suo mae­ ni stro elementare. Poiché la questione sarebbe già stata trattata dal Consiglio ai regii provveditori ed ai regii ispettori per quanto riguarda le scuole da es­ del circondario, e le informazioni da esso raccolte sul luogo ed il tribunale so dipendenti». di appello debb'essere necessariamente lontano, o sia a Palermo od a Napoli Ma essendo pur notato che la legge citata pecca per lo più per soverchia od a Torino. minutezza discendendo dai principii che deve enunciare alle applicazioni e Per questi motivi il Consiglio votava la divisione delle attribuzioni de' determinazioni che per non inceppare soverchiamente l'azione del ministro due Consigli uno esclusivamente occupato delle scuole medie, l'altro delle si debbono lasciare ai regolamenti, il Consiglio preferì un terza formala col­ elementari. la quale si enunciano in generale e si classificano le attribuzioni di cui si trat­ Si cercò ancora se convenga affidare al Consiglio per le scuole medie ta e se ne rimandala precisa determinazione al regolamento. l'amministrazione delle scuole normali. Chi voleva darla ai Consigli per le La formala è questa:

.,. • - -r � � - - -- - Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 78 Fonti per la storia della scuola 79

«Il Consiglio per le scuole medie e normali dipende immediatamente dal tre arrecano incomodi e disturbi non portano seco alcun materiale com­ ministro. penso. Quanto poi alla possibilità e alla facilità di eseguire i provvedimenti che Esso approva le nomine de' professori, de' maestri e de' direttori che si danno dal Consiglio provinciale per le scuole, basta rammentare ciò che non sono fatte dal ministro, per le scuole da quello dipendenti. abbiamo notato nella prima parte della presente relazione intorno al lungo Ordina le ispezioni nelle scuole quando le crede necessarie. giro che essi debbono fare prima che possano tradursi in atti esecutivi. Provvede nei casi d'urgenza. Si consideri ora come prontamente si provvederébbe allo stesso bisogno Decide le controversie fra gli insegnanti e le amministrazioni delle scuo­ da un Consiglio delle scuole che fosse ristabilito nel capoluogo del circonda­ le, in quanto si riferiscono alle discipline scolastiche. rio coll'intendente posto a presiederlo. L'intendente conosce direttamente e Il modo con cui il Consiglio dovrà esercitare le sue attribuzioni sarà de­ perfettamente le condizioni economiche del comune di cui si tratta; i mem­ terminato da apposito regolamento ». bri stessi del consiglio essendo le persone più intelligenti ed autorevoli del paese, avrebbero egualmente precise cognizioni delle altre condizioni del comune sulle quali fondandosi il consiglio prenderebbe una deliberazione Proposta de' Consigli di circondario non solo provvida ed equa ma anche possibile ad eseguirsi. Deliberata che fo sse una volta e a tempo debito l'apertura d'una scuola, tale deliberazione La legge 13 novembre 1859 avendo abolito nei capoluoghi di circonda­ sarebbe resa immediatamente esecutiva dall'intendente, presidente del con­ rio le deputazioni, ossia i Consigli per le scuole, avviene che i provvedimen­ siglio, ne' termini prescritti dalla legge, perché l'intendente avendo un'azio­ ti dati dal sostituitovi Consiglio provinciale, non possono generalmente ave­ ne efficace e diretta sui comuni, nessuno di questi potrebbe sotto alcun pre­ re a fondamento né una sufficiente cognizione di causa, né attitudine ad una testo, sottrarvisi; e l'ispettore del circondario che avrebbe proposto, secon­ pronta esecuzione nei circondari che non sono capoluoghi di provincia i do la legge, quella deliberazione prima che incominciasse l'anno scolastico, quali formano il maggior numero. avrebbe disponibili a tempo opportuno maestri e maestre da darsi alle nuo­ Di vero i membri dell'attuale Consiglio provinciale per le scuole, estra­ ve scuole. nei per la maggior parte e lontani dai circondari, non conoscono né luoghi Lo stesso dicasi di tutti gli altri provvedimenti relativi a provvista di più né persone, o ne hanno imperfetta conoscenza, e sono perciò obbligati, per adatti locali, e di arredi scolastici, ad assegnamenti di sussidii, a destinazione istruirsi delle questioni e delle pratiche riguardanti le numerose scuole ele­ di insegnanti, a rimozione degli inetti o immorali ecc. mentari, a valersi pressoché esclusivamente delle relazioni dell'ispettore di Di che apparisce come il ristabilimento di un Consiglio delle scuole ne' circondario, o dell'ispettore regio, il quale dal canto suo attinge le notizie capiluoghi di circondario come notava al relatore un valente ispettore delle dal primo. Ora, essendo un ispettore nuovo in un circondario, il che succe­ scuole elementari, sia non che un sentito bisogno, una necessità. Questo de sovente, quale potrà essere la precisione e l'esattezza delle cognizioni che consiglio avendo a presidente l'intendente ed a membri, oltre l'ispettore riuscirà a procacciarsi per trasmetterle al lontano Consiglio provinciale? delle scuole elementari del circondario, il direttore del liceo o delle scuole È un errore il supporre che l'istruzione popolare per progredire, od al­ ginnasiali e tecniche, (od altre simili scuole, le quali nelle piccole città do­ meno per conservarsi nello stato di discreta prosperità, cui fu con molti vrebbero avere tutte insieme un solo direttore), ed il direttore spirituale, an­ che il sindaco ed uno o due altri personaggi, come prima, scelti fra i consi­ stenti condotta nelle antiche province del regno, non abbia più bisogno del glieri provinciali residenti nel circondario, presenterebbe le più sicure gua­ favore e della cooperazione attiva e personale degli uomini più intelligenti e rentigie e di competenza e maturità di giudizio nelle deliberazioni e di pron­ autorevoli che risiedono ne' principali centri di popolazione, quali sono i tezza di esecuzione pei seguenti motivi: capoluoghi di circondario e di mandamento; la direzione de' municipii è nella massima parte di essi, insufficiente al bisogno, e perché si rifugge gene­ l o. Perché l'intendente, il quale sta pur bene a capo d'ogni altro corpo ralmente da ciò che condurrebbe a nuove spese per la apertura di nuove provveggente al pubblico servizio, cioè: e del Consiglio di leva, e del Consi­ scuole, e pel miglioramento delle esistenti, e perché si va difficilmente d'ac­ glio di sanità, e di quello di beneficenza ecc., essendo anche presidente di cordo ne' consigli comunali sul da farsi a vantaggio dell'istruzione, e perché un Consiglio d'istruzione nel circondario, con immediata autorità sopra tut­ mancano nel maggior numero de' comuni rurali, uomini che abbiano suffi­ ti gli ufficiali addetti alla medesima, rappresenterebbe degnamente il gover­ ciente capacità, volontà, e possibilità d'occuparsi seriamente della direzione no in un oggetto di servizio così importante, quale è la pubblica istruzione. delle scuole, e perché infine difficilmente si assumono carichi, i quali men- 2 o. Perché l'intendente potrebbe, come già abbiamo notato, dare ed esi-

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.1 i l i I i l i 80 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 81

gere dai comuni e da altri corpi morali del circondario immediate disposi­ alle quali essa assegnò autorità speciali, credette di limitare le attribuzioni zioni per l'eseguimento delle deliberazioni del Consiglio delle scuole. del Consiglio di circondario alle scuole elementari. 3 o. Perché allo stesso effetto l'ispettore potrebbe somministrare imme­ In quanto poi alla determinazione precisa di esse attribuzioni credette di diatamente e al consiglio ed al suo presidente tutte le notizie e gli schiarì­ riferirsi alla legge Casati come viene indicato nel progetto. Riordinata su queste basi l' inistrazione delle scuole elementari ne' menti che abbisognassero al pronto servizio delle scuole ed all'incremento amm della istruzione elementare, della quale subordinatamente al Ministero e sot­ circondari non vi sarebbe a temere una soverchia affluenza d'affari al Mini­ to l'immediata dipendenza dal consiglio e dal presidente, sarebbe nel cir­ stero di pubblica istruzione perché potendosi pure allargar le attribuzioni condario l'apposito agente risponsabile. de' Consigli di circondario, e degli ufficiali scolastici che immediatamente 4 o . Perché gli altri membri del consiglio potrebbero somministrare ad ne dipendono, solo i negozi di più alta e generale importanza rimarrebbero a trattarsi dal ministro, come in alcuni circondari i quali contano cento e più esso notizie coscienziose e precise sui luoghi e le persone frutto de' loro stu­ comuni, dal Consiglio d'istruzione si sbrigherebbero le pratiche speciali per dj e della loro esperienza. le scuole di tutti i comuni del circondario, così sembra che anche dal Mini­ 5o. Perché le pratiche amministrative tornando ad essere spedite dall'uf­ stero potrebbesi facilmente trattare gli affari scolastici più importanti dei ficio d'intendenza, l'ispettore sarebbe in parte sgravato dai molteplici e fati­ 193 circondarii dello Stato, tanto più che non verrebbero ad esso portati per cosi lavori d'amministrazione che gli sono dalla legge ora vigente addossati lo più che in via d'appello. e perciò avrebbe tempo per visitare e dirigere personalmente nella parte di­ dattica le scuole, al che ben poco e stentatamente può applicarsi ora che, come abbiamo veduto, l'uffizio d'ispettore è divenuto in singolar modo bu­ Provveditore mandamentale rocratico. 6°. Pet·ché potendo essere come per lo passato gratuito l'ufficio di mem­ Braccio e sussidio del Consiglio per le scuole elementari sarà il ristaurato bro del ConSiglio di circondario, nessun aggravio importerebbe né allo Stato provveditore di mandamento. Gravi furono e prolungate le discussioni del né ad altri, salvo forse qualche indennità all'intendente per ispese di cancel­ Consiglio superiore intorno a questa istituzione. Poiché se per una parte pa­ leria, e di rappresentanza. reva ragionevole il ristabilirla e perché solamente onorifica e però senza ag­ gravio dello Stato, e perché diede buoni frutti sotto il regime della legge 7 o. Perché, ove piacesse al ministro far dipendere le scuole medie del precedente, come notava il conte Mamiani ne' suoi Principii direttivi non circondario anche dallo stesso consiglio, il direttore delle medesime potreb­ 1 era a dimenticare che sotto la legge nuova sarebbe stata necessariamente di be fare immediatamente gli stessi uffici che l'ispettore delle elementari colla diversa natura e con mutate attribuzioni. Di vero l'antico provveditore loca­ stessa subordinazione e dipendenza per le scuole ginnasiali tecniche ed altre le governava non pure le scuole elementari ma le secondarie classiche e tec­ delle quali sarebbe pure l'apposito agente risponsabile. niche. Ora in virtù della legge Casati, ciascuna di queste scuole è provvista di direttori ed amministratori fin oltre il bisogno. Nell'antico sistema i muni­ Ed in tal caso, questi due ufficiali scolastici cioè l'ispettore delle scuole cipii non avevan alcuna ingerenza nel governo delle loro scuole; ora al con­ elementari, e il direttore delle scuole medie, i quali sarebbero indipendenti trario possono nominare de' sorveglianti e commissioni d'ispezione (art. nelle loro attribuzioni, cosicché non avrebbe mai alcuna cagione di conflitti, 318). Ed il regolamento 15 settembre 1860 parve ancora allargare le facoltà avrebbero, del pari che tutte le altre persone addette all'insegnamento, nel 2 attribuite dalla legge ai municipi; poiché permise che a cotesti soprintenden­ Consiglio di circondario e nel suo presidente una immediata autorità supe­ ti si potesse affidare la direzione della parte didattica; laddove potevasi in­ riore, che eserciterebbe da vicino una morale influenza molto salutare sul tendere che la legge loro assegnasse solo l'ufficio di sopravvegliare l'ordine, loro contegno, autorità che sarebbe da tutti di buon grado riconosciuta, e la disciplina esterna, il costume de' fanciulli, e la condotta morale del mae­ che mentre veglierebbe all'esatto adempimento dei loro doveri saprebbe an­ stro. che apprezzare le, loro fatiche, incoraggiarli, premiarli, e proteggerli all'uo­ Di che consegue che il nuovo provveditore non può più essere pari al­ d po contro avven te accuse e volgari pregiudizj. l'antico, ma con molto meno estesa autorità. Ma v'è a temere ancora che Il Consiglio superiore, pur riconoscendo i vantaggi di questo centro am­ � ministrativo per l scuole medie, per amore di semplicità e per la divisione Principii direttivi . .. cit., p. 394. 1 già introdotta colla legge Casati delle varie parti e specie d'istruzione media 2 R.d. n. 4336. 82 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L'attività consultiva e propositiva 83 una podestà governativa in faccia ai soprintendenti comunali dia luogo a municipi si dovettero nominare d'ufficio dall'ispettore con grave pericolo dissensi, ad urti, e contrasti spiacevoli dannosi al buon andamento delle di gelosie di sospetti e di censure. Che se questi fatti son veri nelle antiche scuole. V'è da temere che alcuni fra i maestri stessi suscitino codesti dissa­ province del regno ove da tanti anni si lavora alacremente alla diffusione pori ed opposizioni facendosi scudo d'una podestà contro dell'altra per po­ dell'istruzione popolare ove furono imposti stipendj, ove l'autorità governa­ ter meglio fare a rpodo loro proprio e governarsi a loro talento. tiva è così rispettata, che sarà e che dovrà essere nelle provincie, ove l'istru­ Aggiungasi che l'autorità governativa se è lontana è meno insistente e zione popolare è pressoché una novità, anzi un'utopia, a loro avviso, de' grave; vicina all'incontro e sollecita suscita gelosie, ed è talvolta veramente partigiani della libertà politica? noiosa. Il governo di Venezia era tirannico e tremendo nella capitale, mite e Per la qual cosa se i municipii da una parte non fanno nulla, e dall'altra benedetto nella Schiavonia. l'ispettore delle scuole elementari non può far tutto come è evidente, riesce E finalmente desiderandosi che la legge di cui presentiamo lo schema si dimostrata la necessità che almeno fin a quando le cose siano nella condizio­ possa estendere a tutto il regno, forseché nelle province ove l'autorità co­ ne attuale, il provveditore di mandamento può rendere al paese utilissimi munale è larghissima ed autonoma, come in Toscana, non sarà mal veduto servigi. codesto provveditore mandamentale e però ostacolo all'accettazione di que­ Messa a partito l'istituzione di questa carica la maggioranza del Consiglio sta legge per parte de' deputati toscani ed altri? la approvò. Per ovviare a questi temuti inconvenienti si propose da alcuno de' consi­ Ma affinché si conservasse a tale ufficio la vera sua indole e fossero solo glieri che il provveditore venisse scelto dal Consiglio di circondario e nomi­ un sussidio dell'azione del consiglio da cui dipendono fu stabilito che i nato dal ministro sopra una terna da farsi dal municipio stesso del capoluo­ provveditori si nominasser solo ne' mandamenti ove non risiede il Consiglio go di mandamento, oppure da una giunta di tanti membri quanti sono i mu­ di circondario. nicipii componenti il mandamento, e che fatta questa nomina i municipi più Non si credette opportuno di determinarne specificatamente attribuzioni non avessero a nominare né sorveglianti né commissioni d'ispezione. le quali sono sommariamente indicate là dove l'articolo dice che sono di­ Ma fu notato che per la piccola parte che avrebbero i municipii in questa pendenti dal Consiglio di circondario, perché le relazioni di esso consiglio col provveditore e risultano evidentemente dagli uffici e dalle attribuzioni nomina, non avrebbero comportato di venire spogliati de' diritti loro con­ del consiglio, e quando sia necessario il determinarlo più minutamente ciò sentiti dalla legge Casati, che di questi diritti può venir regolato l'esercizio, si può fare per via di regolamento. ma non essere diniegati ai comuni, che è ragionevole desiderio ispirato dal sistema di politica libertà quello di allargare i diritti e di stabilire l'autono­ mia dei comuni, come quelli de' padri di famiglia. Diminuzione di ufficiali nelle scuole medie Che dunque ove si tratta di istituire i provveditori mandamentali a dan­ no e scapito della podestà municipale si proporrebbe al ministro cosa non Venuta la discussione al penultimo articolo del progetto col quale s'in­ tende di semplificare l'amministrazione de' licei, de' ginnasi, delle scuole accettabile perché né consentanea ai veri principii di diritto amministrativo tecniche e degli istituti tecnici, v'ha nel Consiglio chi propone a direttore di in paese libero né conforme alle tendenze e ai desideri del Parlamento. ciascuna di queste scuole un professore insegnante primo per migliorarne A questo punto la questione fu portata dal campo de' principii e del di­ gli stipendi secondo perché si avvicendino le influenze. ritto su quello dell'esperienza e dei fatti. Egli è certo desiderabile che i co­ Ma la maggioranza del Consiglio riconosce che generalmente parlando i muni apprendano a governarsi da se stessi, che facciano i loro affari come si professori in attività non sono buoni direttori di tali istituti. Ne sono chiare dice in famiglia senza esterna coazione e stimoli governativi, che si valgono le cause. Poiché dovendo essi esercitare un'autorità sui loro colleghi, questa delle notizie de' luoghi e delle persone che nessuno meglio di loro possiede, sarà necessariamente debole, le transazioni saranno inevitabili. E poiché che sia lasciato libera l'azione ispirata dall'amor del paese natio che niuno l'autorità centrale è lontana gli abusi si radicherebbero in modo da non po­ più di loro sente nel cuore. Ma se questo è desiderabile è poi anche vero nel tervisi riparare né svellere agevolmente. fatto? Le relazioni degli ispettori massime di quelli di circondario concorda­ Un buon direttore dee soprattutto sorvegliare e promuovere la disciplina no nell'asserire che ne' comuni rurali si pensa assai poco all'istruzione po­ sì dentro come fuori delle scuole. Che se è professore egli dee attendere al polare, che loro precipua cura è, di pagare il meno possibile, che i sovrin­ suo insegnamento, né può provvedere alla disciplina delle altre scuole senza tendenti non furono nominati in moltissimi luoghi, che perfino le ispettrici abbandonare la sua propria; l'esperienza dimostra la verità di queste consi­ locali delle scuole femminili che si dovevano secondo la legge scegliere da' derazioni. 84 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 85

Eliminato questo mezzo di promuover l'economia nel governo delle quelli delle antiche leggi del 1772 o del 1822 ispirate più o meno dall'indole scuole, il Consiglio pur riconobbe che nella legge Casati v'è lusso in fatto di del governo assoluto. uffiziali direttivi degli istituti d'istruzione pubblica. Ma dovevano rifarsi dalla legge 4 ottobre 1848 che fu la prima che ordi­ Fu notato che in molti luoghi ove le scuole di diverso ordine e grado nò la nostra amministrazione. Quella legge fu censurata per non aver fatto la erano antecedentemente unite si dovettero fare spese non piccole per sepa­ dovuta parte alla libertà dell'insegnamento, non già perché il ministro che la rarle, che tali spese pur si dovrebbero fare nelle altre provincie ove fosse dettò in virtù dei pieni poteri le fosse avversa, che anzi ne fu poi caldo pro­ novellamente introdotta ed applicata la medesima legge. pugnatore, ma perché allora non era ancor domandata dalla pubblica opi­ Si aggiunse che senza soverchia fatica un solo direttore basta per due od nione. Ma le riforme amministrative che quella legge introdusse nel nostro anche tre ordini di scuole quando queste siano poste nello stesso edifizio paese tendevano a rialzare la dignità del corpo insegnante, stabilivano de' colla stessa entrata, e non siano soverchiamente numerose. Un solo diretto­ governi locali, ai quali si rendeva omaggio alla libertà delle università delle re basta per sorvegliare e mantenere la disciplina degli insegnanti e degli provincie e dei comuni, si infondeva coll'istituzione de' collegi nazionali alunni, per tener i registri, corrispondere coi parenti degli alunni, compilare una nuova vita nella pubblica educazione. le statistiche. Il fatto lo prova in modo sì chiaro che alcuni direttori si lagna­ Quella legge fu dalle posteriori corretta ed ampliata per ciò che si attiene no di essere abbastanza occupati. agli istituti educativi ed ai diritti delle libertà; ma fu guasta prima nel '57, di­ Per queste ragioni il Consiglio votò che si semplifichi l'amministrazione menticata poi nel 1859. Noi pigliammo da essa alcuni concetti che ci parve­ e si diminuisca il numero dei direttori riducendolo alla metà. ro degni d'essere applicati nella forma ed ampiezza di studi e di governo che Veda il ministro se non sarebbe miglior consiglio formolare l'articolo di fi oriscono nella patria rinnovata, restituimmo in parte alle università la dire­ legge in modo indeterminato, così che possa procedere senza urtare contro zione delle scuole medie, ristabilimmo i Consigli di circondario, i provvedi­ ad una diminuzione maggiore. tori locali, diminuimmo il numero de' direttori delle scuole medie congiun­ Ad esempio dicendo che il ministro potrà riunire sotto lo stesso diretto­ gendo per tal modo ciò che non avrebbe dovuto esser diviso, e togliendo re quegli istituti che per la loro analogia, per il numero non eccessivo degli preventivamente molte occasioni di conflitto tra le varie podestà novella­ alunni, per la prossimità del locale possono senza inconvenienti dipendere mente create, procacciammo di scemare il peso dell'erario senza danno del­ da un solo capo. l'istruzione, ed anzi av vantaggiandola. I voti del Consiglio potranno essere modificati, le modificazioni stesse possono essere indicate dalle varie ophùoni che si manifestarono nel suo Conclusioni · seno. Il Consiglio superiore può pure rallegrarsi di non aver fatto cosa ·né per­ Signori! niciosa né inutile, ma sì, di aver dato prova dello zelo con cui corrisponderà Nell'atto di presentare al signor ministro lo schema di legge che abbiamo sempre ai nobili intenti del ministro ed all' aspettazione dell'Italia. votato il Consiglio superiore può assicurarlo che se la brevità del tempo e l'arduità dell'impresa possono aver cagionato lacune ed imperfezioni nella Progetto di alcune riforme da introdursi per legge nell'amministrazione sua proposta non pare tuttavia d'esser venuto meno allo scopo prefisso, ed della pubblica istruzione votato nelle tornate maggio 1861 . alle norme che fin da principio erasi prescritto per attenerlo; l'attuale stato Art. Le autorità preposte alla pubblica istruzione sono: della nostra amministrazione non risponde a quelle tre condizioni di sempli­ l o. l o. Ilminist ro, cità, di efficacia, e di economia che son richieste dal buon governo della co­ 2 o • Il Consiglio superiore, sa pubblica. Crediamo d'averla abbastanza dimostrato. Ma l'assunto critico e 3 o. Il rettore in ogni università od il preside in un istituto d'istruzione negativo d'ogni riformatore è agevolissimo, è un non nulla a fronte dell'al­ superiore, tro che in teorica è dogmatico, nelle cose di fatto è pratico e positivo: la va­ 4 o • Il preside in ciascuna facoltà delle università, rietà de' mezzi e la diversità delle opinioni può essere grandissima. Noi con­ 5o. Il Consiglio per le scuole classiche tecniche (e normali), venimmo in questo punto, che vuolsi in questa come nelle altre questioni di 6 o. Il Consiglio di circondario per le scuole elementari, scienza e di governo ritirare le cose ai loro principii, ora i principii dell'am­ 7 o • I presidi e i direttori dei licei, delle scuole medie ossiano classiche e ministrazione dell'istruzione pubblica da noi invocati non potevano esser tecniche e delle scuole normali,

...... UJ IIJIIIì 86 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L'attività consultiva e propositiva 87

8°. L'ispettore delle scuole elementari in ogni circondario, (d) del direttore spirituale d'uno de' detti istituti e scuole, 9°. Il provveditore in ogni mandamento. (e) di due membri eletti dal Consiglio provinciale, un impiegato dell'Ufficio d'intendenza farà da segretario. La carica de' membri del Consiglio per le Art. 2°. Le attribuzioni del ministro, del Consiglio superiore, del rettore scuole elementari è gratuita. di università, del preside d'un istituto universitario, del preside d'una facol­ Art. 7o. Sono assegnate al Consiglio per le scuole elementari le attribu­ tà, e de' presidi e direttori delle scuole secondarie e normali sono determi­ zioni date dalla legge 13 novembre 1859, ai Consigli provinciali per le scuo­ nate dalla legge 13 novembre 1859. le ed ai Regii ispettori, per quanto concerne le scuole da esso dipendenti. Il applicato al Ministero un consultore legale conforme alla legge citata. modo di esercitare queste attribuzioni verrà determinato da apposito regola­ Il ministro provvede all'ispezione delle scuole e degli istituti sì privati mento. come pubblici per mezzo di persone appositamente delegate ne' singoli casi. Art. 8 o. Dipendente da questo Consiglio e membro di esso è l'ispettore Art. 3 o. Nelle città sedi di università o d'un istituto d'istruzione superio­ delle scuole elementari del circondario. Suo uffizio precipuo è visitare le re le quali saranno determinate con decreto reale è istituito un Consiglio per scuole elementari, promuoverne la istituzione, cooperare al buon andamen­ le scuole medie e normali composto d'un numero di membri che non sarà to ed al progresso dell'istruzione popolare conformemente alle leggi ed ai minore di cinque, né maggiore di sette, rappresentanti per quanto è possibi­ regolamenti. le le scienze che contengono gli elementi e i suddetti rami d'insegnamento. L'ispettore delle scuole elementari ha L. 1.200 di stipendio e L. 1.200 1 Pel rinnovamento dei membri del Consiglio ne uscirà per sorte e quindi d'indennità per le spese di viaggio. per Èanzianità uno per anno; sono rieleggibili. Avrà l'uffizio di segretario un Art. 9 In ogni capoluogo di mandamento è proposto dal Consiglio di consigliere a ciò destinato nella sua nomina. Avrà lo stipendio uguale a quel­ o. circondario e nominato dal re un provveditore, il quale sotto la direzione lo de' professori dell'università nel circondario della quale è posto il Consi­ del Consiglio di circondario promuove il buon andamento e il progresso glio. In questo stipendio è compresa l'indennità dovuta a lui come consiglie­ delle scuole elementari del mandamento . re. Non sarà compreso nell' estrazione a sorte ne' primi quattro o sei anni. Dura in carica cinque anni ed è rieleggibile; l'uffizio del provveditore è stabilita una indennità pei consiglieri da L. 500 e 700, pel presidente da L. gratuito, salva l'indennità per le spese d'ufficio e di viaggio la quale non po­ 800 e 1.000. trà mai eccedere le lire cento. Queste spese sono a carico de' comuni com­ ponenti il mandamento. Art. 4 o. Il Consiglio per le scuole medie e normali dipende direttamente dal ministro. Art. 10°. In ogni città ave l'istruzione classica o la tecnica ha due gradi, Sono assegnate ad esso le attribuzioni date dalla legge 13 novembre 1859 potrà avere a capo un solo direttore. ai Consigli provincialiper le scuole, ai Regii provveditori ed ai Regii ispetto­ Dove l'istruzione classica e tecnica è solo del grado inferiore, il ginnasio ri per quanto riguarda le scuole da esso dipendenti. e le scuole tecniche possono avere un solo direttore. Il Consiglio esercita le sue attribuzioni entro quella circoscrizione di ter­ Dove le scuole di diverso genere hanno un solo capo potranno pure ave­ ritorio che sarà determinata per decreto reale. È re un solo direttore spirituale. Il modo con cui il Consiglio dovrà esercitare le sue attribuzioni e prov­ vedere nei casi d'urgenza sarà determinato da apposito regolamento. Art. 11o. Sono aboliti: l o. Gli ispettori generali degli studi superiori, delle scuole secondarie, e Art. 5o. Le ispezioni delle scuole dipendenti dal Consiglio saranno fatte delle scuole tecniche, normali ed elementari. dai consiglieri, ave si creda necessario potranno le ispezioni essere dal Con­ 2 o. Gli ispettori di cui agli artt. 28 e 29 della legge citata. siglio affidate a persone fu ori del suo seno da designarsi ne' singoli casi. 3 o. Il Consiglio provinciale per le scuole. 4 o • I provveditori regii coi loro impiegati. Art. 6°. In ogni circondario di provincia è istituito un Consiglio per le 5o. Gli ispettori regii coi loro impiegati. scuole elementari presieduto dall'intendente e composto preferibilmente: Gio[vanni] Antonio Rayneri relatore (a) d'un preside di liceo o direttore di ginnasio, (b) d'un direttore d'una scuola normale, e d'un Istituto e di scuole tecniche, (c) dell'ispettore delle scuole elementari, 1 Parola scritta a matita. 88 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 89

- SPESA MINIMA - Spese dell'amministrazione scolastica in una provincia a norma della legge novembre 13 1859.

Calcolata per una provincia di IIP classe composta di un solo circondario con un liceo un N• - Nel compilare il seguente specchio, si credette conveniente di tenere per base la Be ginnasio ed una scuola tecnica. spesa massima di una provincia di primo ordine e la spesa minima di un'altra provincia inferiore. ASSEGNAMENTI

- SPESA MASSIMA - FUNZIONARli Spese OSSERVAZIONI Stipendio di ufficio Calcolata per una provincia di P classe composta di sei circondari con tre licei, sette ginna­ e di giro si, un istituto tecnico, tre scuole tecniche governative ed una scuola normale.

ASSEGNAMENTI R. Provveditore ...... L. L. 2.600 850 FUNZIONARli Spese OSSERVAZIONI Stipendio di ufficio Segretario ...... L. - e di giro 1.200

R. Ispettore ...... L. L. R. Provveditore ...... L. L. In questa somma sono compre- 2.200 2.100 4.000 2.000 se le spese necessarie pel Con­ preside del liceo ...... L. - siglio provinciale sopra le scuole l 2.000 Segretario di esso ...... L. In questa somma si comprendo­ 2.000 direttore di ginnasio ... L. - no le spese d'uffizio (quella d'u­ 1.600 Applicato ...... L. l 1.200 no scrivano che lo ispettore è R. Ispettore ...... L. L. direttore di scuola tecnica - - Ha solo stipendio come pro- 3.000 3.400 autorizzato a tenere), quelle di l il giro pel circondario di Torino e fessore titolare quelle di giro per tutta la provincia.

ispettori di circondario cia­ L. L. 5 9.600 2.950 scuno dei quali ha uno sti­ pendio di L. ed un as­ 1.200 segno per spese di giro di L. L. L. 1.200. 6.000 6.000 presidi del liceo due di pri- 3 ma classe ed uno di terza L. 8.000 preside dell'istituto tecni- A queste spese partecipa per me­ l co ...... L. tà la provincia. 3.000 Per assegnamenti direttori di ginnasio tre di 7 Per stipendi spese di ufficio e TOTALE classe due di IP classe e P di giro due di ...... L. ma 12.800 direttori di scuola tecnica 3 A queste spese partecipa per la L. di P classe ...... Spesa massima ...... L. L. L. 6.000 metà comune oltre allo stipen­ 46.500 11.400 57.900 il direttore di scuola norma- l dio come professore. le ...... L. Spesa minima ...... L. L. L. 500 9.600 2.950 12.550 L. L. 46.500 11.400

' j j l jj l j j l l l j j l l l j l j j j j l Sezione I- L 'attività consultiva e pmpositiva 91 90 Fontiper la storia della scuola

ai concorsi, poiché l'art. 166 della legge 13 novembre 1859 chiaramente in­ dica non essere una condizione necessaria quella della cittadinanza dello Stato; e per l'altro tutti i membri della commissione, compreso il presidente, si posero d'accordo per dare nel caso presente alla dichiarazione di eleggibi­ b) Istruzione superiore lità il senso d'idoneità ad un insegnamento chimico universitario, senza te­ ner conto rigoroso della specialità della cattedra �essa a concorso. 2 Stabilite queste massime, tutti i sette concorrenti furono dichiarati eleg­ gibili, e si procedette alla discussione dei rispettivi loro titoli per la classifi­ Torino - Concorso per la cattedra di chimica organica. cazione dei medesimi a seconda del relativo loro merito. Nel determinare questa classificazione, che fu fatta a voti palesi e ragio­ Adunanza del 30 novembre 1866 1 nati, non potette la giunta essere d'accordo, dappoiché due dei membri di essa, signori Cannizzaro e Piazza, stimarono meritarsi il primo posto sopra MPI, CSPI, Processi verbali, 1866, vol. I, pp. 1306-1312; 1341-1392, ms. con firma gli altri e ad ugual grado tre candidati, Naquet, Rossi, e Schiff; gli altri due, autografa. signori Sobrero e Tassinari, credettero aversi a preferire a tutti il Peyrone. Il presidente della commissione, vista tale parità, non volle dirimerla col [ ...] Infine è all'ordine del giorno la discussione sull'esito del concorso suo voto, e dichiarò chiusa la sessione. tenutosi per la provvista della cattedra di chimica organica vacante nella Re­ Letta la cennata relazione, il consiglier Brioschi si fa a spiegare che la gia università di Torino, alla quale aspiravano come candidati per soli titoli i giunta era stata di parere doversi adottare la massima di non restringere il signori: senso della dichiarazione di eleggibilità al solo insegnamento della chimica Rossi Antonio organica, perché sarebbe stato dispiacevole di dare un voto d'ineleggibilità a Bizio prof. Giovanni quei concorrenti, i quali per la maggior parte già noti nell'insegnamento del­ Peyrone prof. cav. Michele la chimica, potrebbero senza disdoro, in mancanza di uno specialista, soste­ Chiappero prof. Franco nere una cattedra di materia affine a quella da essi professata con lode; che Naquet prof. Alfredo la classificazione eseguita dai membri della commissione, secondo la parti­ Schiff Ugo e colare sua opinione, non aveva offerto alcun risultato per la parità che erasi Missaghi prof. Giuseppe. verificata, poiché provava che niuno dei concorrenti avesse dimostrato La commissione esaminatrice nominata per questo concorso era compo­ d'essere superiore ai suoi competitori; e che egli si era astenuto dal votare, a sta dei chiari professori Pietro Piazza, comm. Ascanio Sobrero, cav. Stani­ fine di non dare ad alcuno una maggioranza di voti, che non credeva si me­ slao Cannizzaro, Paolo Tassinari, e del comm. Francesco Brioschi, presiden­ ritasse. te, il quale è dal signor vicepresidente 2 invitato ad informare il Consiglio Ma, segue a dire il Brioschi, se, ad onta del suo parere di non aversi a del giudizio renduto inproposito dalla indicata giunta d'esame. proporre veruno dei concorrenti come degno d'essere nominato professore Il consigliere Brioschi dà lettura della relazione della commissione sud­ ordinario della speciale cattedra di chimica organica nella Regia università detta, dalla quale apparisce che si erano sollevati due dubbi, l'uno sull'am­ di Torino, venisse egli obbligato a pronunciarsi in favore di alcuno, non mai missione degli stranieri ai concorsi per cattedre d'insegnamento, essendove­ questi sarebbe il Peyrone, e troverebbe meglio conveniente scegliere il pro­ ne due nel novero degli ascritti per la cattedra di cui si parla, i signori Na­ fessore fra i tre suggeriti dai signori Cannizzaro e Piazza. quet e Schiff, e l'altro sul valore da darsi alla dichiarazione di eleggibilità dei Il consigliere Ugdulena nota che e dalla udita relazione, e dalla esposizio­ concorrenti, se, cioè, per la idoneità ad una cattedra speciale di chimica or­ ne delle cose fatta dal comm. Brioschi, apparisce che il risultato del concor­ ganica, o per l'idoneità all'insegnamento universitario di chimica. so è stato nullo per colpa della commissione esaminatrice, sia per avere se­ Il primo dubbio venne risoluto in favore dell'ammissione degli stranieri guita una norma contraria alla parola ed allo spirito della legge, con giudica­ re la idoneità dei concorrenti all'insegnamento generale della chimica e non per quello speciale della chimica organica, la cui cattedra vacante in Torino Sono presenti il vicepesidente Matteucci ed i consiglieri Berruti, Prati, Ugdulena, Musme­ 1 era a provvedersi; e per non aver proceduto allo stabilimento della classifi­ ci, Bonghi, Ranalli, Villari, Coppino, Brioschi, Piroli, Cipriani. cazione del merito relativo de' candidati con votazione segreta. Che però, 2 Carlo Matteucci. 92 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva e propositiva 93 non scorgendo come si possa prendere a riguardo di tanta importante fac­ rale rispetto all'insegnamento chimico, e non per la specialità della cattedra cenda alcuna risoluzione definitiva, gli sembra regolare di aversi a rimanda­ messa a concorso. Però egli dice, essendo nullo il concorso eseguito, non si re alla stessa commissione gli atti del concorso, perché rifacesse il giudizio, ha che a rimandare al ministro senza alcun parere gli atti e la relazione del giusta le prescrizioni di legge. Quanto all'appunto della mancanza di segreto concorso stesso. nella votazione viene eliminato dalle ragioni che in sostegno dell'operato Ma il consigliere Coppino invece trova che sia necessario di prendere della giunta sono messe innanzi dai consiglieri Brioschi, Musmeci, Coppino una risoluzione con la quale si proponga al Ministero di non tener conto del e Villari, i quali osservano, fra le altre cose, che la legge non impone quel se­ concorso ora fatto, e formula un progetto di deliberazione, che messo ai vo­ greto. ti è approvato, nei seguenti termini: A riguardo poscia della massima fissata per giudicare del merito dei can­ «Non risultando dalle operazioni della commissione che alcuno dei con­ didati, dopo il consigliere Ugdulena, prende la parola il consigliere Matteuc­ correnti abbia ottenuta la maggioranza assoluta dei voti voluta dalla legge, il ci per dire che avrebbe amato meglio che la commissione, discutendo l'eleg­ Consiglio superiore non può proporre alcuno dei candidati alla scelta del gibilità dei concorrenti, avesse preso di mira che il concorso era per una cat­ ministro, e crede che il concorso debba essere rifatto e rimandato ad altro tedra di chimica organica, e non per un insegnamento chimico in generale. tempo provvedendo intanto con un surrogante all'insegnamento della catte­ Ma ciò che gli sembra più grave nel rapporto della commissione è il non es­ dra di chimica organica vacante nella Regia università di Torino ». sere stato stabilito da un voto esplicito e valido quale era delle due liste mes­ Esaurito con ciò l'ordine del giorno la seduta si leva che sono le ore 3 se innanzi in cui sono distribuiti per merito scientifico i concorrenti quella pomeridiane. che aveva ottenuto la maggiorità dei voti. E a questo risultato si sarebbe Firenze dicembre 1866 giunto, se il presidente della commissione, che in Consiglio disse di acco­ Il segretario Il vicepresidente starsi e di prescegliere una di quelle liste, avesse espresso il suo voto in com­ 1 missione come gli altri. Né la dichiarazione che ne sarebbe così risultata che Volpicella i tre concorrenti Naquet, Rossi e Schiff avevano merito eguale e maggiore agli altri concorrenti volea dire che la commissione invitava il ministro a 1 scegliere il professore fra questi tre candidati: poteva e doveva anzi, a senso Doc. K) annesso al processo verbale della tornata del dì 30 novembre 1866. del consigliere Matteucci, la commissione dichiarare che malgrado il merito molto maggiore di questi tre rispetto agli altri concorrenti, tuttavia non cre­ Co ncorso per la cattedra di chimica organica della Regia università di deva che vi fosse fra essi uno da nominare subito professore ordinario. Così To rino. Relazione della commissione. facendo, si metteva il ministro in grado di nominare uno di essi a professore straordinario, e si rendeva giustizia al loro merito senza averli lasciati tutti La commissione incaricata dal signor ministro della Pubblica istruzione eleggibili e di un merito che si direbbe giudicato uguale. Né questo impedi­ di esaminare e riferire sui titoli dei concorrenti alla cattedra di chimica orga­ va, esso conclude, dal dover dichiarare che il risultato del concorso fu nul­ nica della Regia università di Torino e composta dal comm. Francesco Brio­ lo, o non condusse a poter proporre uno dei concorrenti per la cattedra, e schi presidente e dei signori prof. comm. Stanislao Cannizzaro, comm. Asca­ dal dover invitare quindi il ministro a riaprire più tardi il concorso, abban­ nio Sobrero, Paolo Tassinari e Pietro Piazza, era stata invitata dal signor pre­ donando una volta il solo concorso per titoli e facendo una commissione sidente pel giorno 16 novembre, che venne impiegato in operazioni prepa­ composta di più di cinque membri, secondo permette la legge. ratorie; dessa ha tenute le sue adunanze in una sala della Regia università di Il consigliere Prati aggiunge che il presidente della commissione avrebbe Torino. dovuto ai membri della medesima manifestare la idea che aveva di proporre Nella seduta del giorno 17 il signor presidente comincia dal partecipare nessuno per la nomina alla cattedra, e non fare che il giudizio rimanesse nul­ una lettera 29 maggio 1866 qui allegata del prof. Missaghi, che in esso di­ lo per mancanza del proprio voto. chiara intendere di concorrere per soli titoli ed altresì comunicazione di al­ Ed anche il consigliere Cipriani esprime il suo avviso di non potersi il tra lettera 18 novembre 1866, qui unita, del prof. Chiappero e colla quale Consiglio superiore decidere in favore di alcuno dei concorrenti, per essere esso pure fa uguale comunicazione. Inoltre si dà lettura di altra lettera 8 no­ illegale l'operato della commissione nel giudicare la eleggibilità loro in gene- vembre 1866, qui pure allegata del signor prof. Schiff, colla quale chiede di

1 Domenico Berti. 1 Il verbale non è firmato. 94 Fonti per la storia della scuola Sezione L'attività consultiva e propositiva 95 l- essere ammesso al concorso per esame al solo fine di mostrare la sua capaci­ sti posti elevati si diano in parte come ricompensa ai servigi anteriori, e di­ tà di insegnare in lingua italiana. ventino così lo scopo a cui ragionevolmente debbono tendere gli sforzi dei La commissione, considerati l'art. 59 della legge 13 novembre 1859 e gli giovani che si posero nella carriera scientifica; tanto più che la carriera cat­ artt. 114 e 115 del regolamento che fissano i termini in cui devesi di chi a­ 1, tedratica è l'unica per ora che sia aperta agli studiosi delle chimiche discipli­ rare la forma di concorso prescelta da ciascun concorrente, delibera non po­ ne, non essendo d'importanza veruna l'impiego ch'essi possono sperare nel­ ter accogliere la precitata domanda del signor Schiff. l'industria. Il signor presidente presentò in riguardo del signor Schiff una lettera del Il presidente legge l'art. 166 cap . XI pagina 1939 della legge 13 novem­ direttore dell'istruzione pubblica del cantone di Berna e inviata dal nostro 2 bre 1859 che non fa alcuna differenza fra i nazionali e gli stranieri per con­ Ministero dell'istruzione pubblica come documento prodotto dal signor corsi alle cattedre. Schiff per comprovare la sua qualità d'insegnante nell'Università di Berna. Il prof. Sobrero allora dichiara, che a fronte di una disposizione esplicita Il prelodato signor presidente partecipa anche una lettera ministeriale, della legge non intende più insistere su questo argomento nel caso del pre­ qui allegata, inviatagli dall'illustrissimo signor rettore della Regia università sente concorso. di Torino, cav. prof. Bruno, e riguardante la nomina dei signori cavalieri Il prof. Cannizzaro per tutti gli effetti a cui potrebbe dar luogo la discus­ Valerico Caneda e Luigi Mosca a supplenti nella commissione d'esame pel sione avvenuta in seno a questa commissione in riguardo all 'ammissione de­ concorso alla cattedra di chimica organica nella Regia università di Torino. gli stranieri alle cattedre universitarie, giudica opportuno manifestare anche In seguito, dietro inchiesta del signor presidente, tutti i membri della la propria opinione su tale proposito. Egli non crede che sarebbe onorevole commissione, dichiarano di aver presa conoscenza dei titoli presentati dai pel regno italiano ed utile al progresso degli studi in esso, cancellare dal suo singoli concorrenti. codice le disposizioni che ammettono gli stranieri allo insegnamento. Egli Dopo tutto questo la commissione nomina a suo relatore il prof. Piazza opina, che non solo dovrebbe essere lasciata intatta la facoltà concessa al uno dei membri di essa. ministro dall'art. 69 della legge in virtù della quale possono essere chiamati Siccome poi nessuno dei candidati concorre per esame, così la commis­ ustri stranieri prescindendo da ogni concorso, ed il cui uso è stato fatto si­ sione stabilisce di tenere due o più sedute giornaliere fino all'esaurimento ill del proprio mandato; sedute che hanno avuto luogo dal giorno 17 al 24 in­ nora con tanto giudizio e tanto frutto per alcuni rami di alto insegnamento; cluso il di cui risultato viene riferito come segue. ma dovrebbe altresì lasciarsi aperta la via dei concorsi agli scienziati fore­ Comincia il prof. Sobrero per fare alcune osservazioni generali. Pare a stieri che aspirassero alle cattedre universitarie, poiché ciò gioverebbe sem­ lui, che l'ammissione degli stranieri ai concorsi per cattedre in condizioni pre a mantenere ad una certa altezza la misura del merito richiesto per la no­ perfettamente uguali ai nazionali avrebbe per effetto di scoraggiare i giovani mina di un professore. Tutto al più pare a lui potrebbe essere imposta agli italiani i quali volessero avviarsi alla carriera scientifica. Osserva che gli stranieri nel solo caso del concorso una delle seguenti condizioni; o avere scienziati italiani non trovano nelle legislazioni straniere reciprocanza a que­ insegnato nel regno per un dato tempo, o covertovi un ufficio scientifico sto riguardo. Per effetto di tale disuguaglianza agli scienziati francesi per qualsiasi, o dimoratovi coltivando gli studi e contribuendo con iscritti italia­ esempio è aperta la carriera dell'insegnamento, non solo in Francia, ma al­ ni alla loro diffusione ed allo incremento della letteratura nazionale. Nel ca­ tresì nel regno italiano; mentre gli italiani avviati negli studi non possono so speciale di questo concorso, quand'anche tale limitazione fosse stata già aspirare che alle cattedre delle nostre università e debbono disputare il con­ imposta, non avrebbe escluso i due stranieri Naquet e Schiff, poiché il primo seguimento di tale meta dei loro sforzi cogli stranieri, i quali, senza aver fat­ fu per due anni professore nell'istituto tecnico di Palermo con nomina go­ to carriera scientifica nel paese e prestati i loro servigi nei vari gradi d'inse­ vernativa; il secondo fu prima preparatore nel laboratorio di Pisa e poi, do­ gnamento, si presentano soltanto per i posti più elevati nella gerarchia degli miciliatosi in Firenze, ha lavorato nel laboratorio di quell'istituto tecnico e insegnanti. Ed a questo proposito insiste sul gran conto che deve farsi dei pubblicati i suoi scritti in italiano, contribuendo così all'accrescimento della servigi prestati nella carriera dell'insegnamento per conferire posti di ordine nostra letteratura scientifica. superiore. Il prof. Cannizzaro proseguendo, coglie l'occasione delle ultime osserva­ Trova giusto ed utile all'incoraggiamento dei giovani studiosi che code- zioni fatte dal prof. Sobrero per esprimere fin d'ora la sua opinione, intorno al valore da accordarsi ai servigi prestati, come titoli nei concorsi alle catte­ Regolamento del 14 set. 1862, n. 842. dre universitarie. Egli espone quanto segue. Il regolamento universitario in 1 2 La lettera del direttore dell'istruzione pubblica del cantone di Berna Samuel Lehman al prof. conformità alla legge dispone all'art. 116, che le commissioni esaminatrici Schiff, del 16 maggio 1862, è contenuta ACS, MPI, Personale (1 860-1880), "Ugo Schifi». iri dei concorsi per cattedra debbono pronunciare il loro giudizio soltanto sulle 96 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 97

due cose seguenti: I. merito scientifico di ciascun candidato; II. abilità od al­ spesso il tempo e le cure spesi nell'adempimento degli obblighi d'insegnante meno attitudine cattedratica di lui. Né la legge né il regolamento pronuncia­ e nelle molteplici incombenze, che di sovente dal governo si affidano ai pro­ no giammai la parola di servizi prestati. Dunque le nomine precedenti, i ser­ fessori, estranee all'insegnamento, il difetto di mezzi ed altre cause acciden­ vigi prestati non debbono per loro stessi avere alcun valore, possono soltan­ tali abbiano potuto impedire che un chimico, non astante che fornito di do­ to servire a dimostrare o il merito scientifico, o l'abilità cattedratica. Ma ti intellettuali, di attitudine e pratica sperimentale, non che di zelo per gli perché dimostrino ciò bisogna porre in evidenza che l'insegnante nel tempo studi, sia riescito a contribuire all'avanzamento della scienza o con ricerche della sua carriera abbia dato prova di zelo e di operosità scientifica. Le no­ originali, o con altri lavori intenti alla diffusione di essa. mine ottenute nella carriera dell'insegnamento, specialmente nelle scienze Codeste considerazioni chiariranno la norma che il prof. Sobrero seguirà progressive come la chimica organica, sono favori che agevolano il lavoro nel comparare il valore relativo dei vari concorrenti. scientifico, e perciò ne impongono l'obbligo. Invece dunque di dare dei di­ Ilprof. Piazza appoggia le massime espresse dal prof. Cannizzaro. ritti, specie di titoli di credito verso lo Stato da essere scontati con altre no­ Il professore Tassinari in ordine all'ammessibilità degli stranieri ai posti mine, impongono doveri, e il non averli o saputo, o voluto, o potuto adem­ governativi della pubblica istruzione si pronuncia recisamente contrario al­ piere, costituiscono dei titoli negativi, delle prove di capacità fallite. È dove­ l' opinione espressa dal prof. Cannizzaro ed appoggia quella emessa dal pro f. re di un professore dedicare il suo tempo non solo a dettare lezioni, ma al­ Sobrero; al quale proposito fa osservare che, avuto riguardo all'epoca nella tresì a coltivare la scienza che professa e cooperare cogli scritti alla diffusio­ quale fu fatta quella legge (novembre 1859), venne forse così concepita per ne e all 'avanzamento di essa. Questi due compiti del professore si coadjuva­ favorire ragionevolmente gli italiani delle provincie che allora non facevano no e si compiono reciprocamente. Chi non prende viva parte al progresso parte del regno. Egli dice che, qualora anche si potesse ottenere assoluta re­ della scienza non potrà insegnarla con amore e zelo e non saprà apprezzare ciprocanza dai paesi stranieri, ne risulterebbe sempre un danno gravissimo l'importanza relativa delle varie parti che la compiono, epperò non saprà allo sviluppo scientifico nazionale, specialmente per le scienze fisico-chimi­ scegliere né ordine, né metodo di esposizione nell'insegnamento. Perciò nel che. Per avere distinti chimici e fisici, occorre che molti si dedicano a questi caso di un provetto professore che si esponesse ad un concors o, non si do­ studi; e per ottenere questo risultato fa d'uopo, è vero, che vi siano buonis­ vrebbe dare valore alcuno ai vari decreti di nomina che potesse presentare; sime scuole, ma questo non è il solo bisogno; è necessario soprattutto che vi ma invece gli si dovrebbe chiedere conto come ha speso i vari anni della sua siena molte carriere aperte per occupare coloro che non raggiungessero un carriera d'insegnamento, e quali sono i frutti che ne hanno ricavato la scien­ grado elevato d'istruzione, senza di che qualunque scuola anche la più .ele­ za o la letteratura scientifica del paese. vata non avrebbe allievi. Le industrie chimiche in Italia non esistono ancora Se le prove che ha fatte del suo valore scientifico non sono proporziona­ per così dire, o almeno sono così meschine, che non domandano l'opera né te al numero d'anni in cui avrebbe dovuto coltivare la scienza si dovrebbe del chimico, né del fisico. All'estero la cosa è ben altrimenti, e perciò il n.u­ considerare il suo merito come inferiore a quello di un giovane che in pochi mero di quelli che si dedicano allo studio della chimica è molto più grande, anni e senza aver coverto alcun posto nell'insegnamento fosse riuscito a da­ e fra questi molti sono, che raggiungono naturalmente una distinta capacità re cogli scritti o con lavori sperimentali migliori prove della sua capacità e scientifica. Ora se fossero accettati ai nostri concorsi gli esteri ad uguale della sua operosità scientifica. Ciò è conforme al dettato della legge ed utile condizione dei nazionali, col tempo il numero degli studiosi della chimica all'avvenire degli studi, poiché col professore provetto, da più anni disav­ diventerebbe sempre più meschino, perché i posti da occupare sarebbero vezzo al movimento delle idee e che ha perduto persino le emozioni che tra­ sempre più scarsi ed insufficienti per premiare l'ingegno, lo studio e la so­ scinano alle penose ricerche e le coronano, si ha immancabilmente il succes­ lerzia di un professore di liceo per esempio, il quale tuttoché di capacità sivo decadimento dello insegnamento; mentre che col giovine, che si è mes­ scientifica non dubbia, occupato alla scuola non ha il tempo da eseguire so bene nella via scientifica, vi è da sperare un graduale miglioramento. molti lavori per presentarsi con buon numero di questi a competere con Il signor Cannizzaro conchiude di aver voluto esporre queste massime uno straniero ad un concorso universitario. E finalmente fa la domanda; e come quelle che lo guideranno nei suoi giudizi intorno ai vari candidati, e qu ando noi avremo riempito le nostre università di stranieri siena pure al­ che egli desidererebbe fossero adottate in tutte le promozioni o altre incom­ trettante celebrità avremo per questo rialzato il nome italiano nella scienza? benze da accordarsi agli insegnanti. Nessuno potrebbe affermarlo. Finalmente fa osservare che è solo da pochi Il prof. Sobrero, non negando l'importanza dei lavori scientifici per giu­ anni che furono aperti i laboratori delle università nostre a quei giovani che dicare del merito relativo dei vari candidati, crede però, che la carriera per­ volessero studiare praticamente le scienze sperimentali; che questi stessi la­ corsa nell'insegnamento debba anch'essa essere valutata. Osserva come boratori cominciano ad essere frequentati e se ne ha realmente un vero pro-

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fitto nella coltura. Soggiunge che è pure da pochi anni che si premia lo stu­ Nell'ultimo lavoro sopra le metamorfosi dell'acido caproico artificiale, il dio di queste scienze coll'inviare all'estero i nostri giovani a compiere studi Rossi ha certamente vinto dal lato sperimentale grandi difficoltà con lode­ speciali. volissima pazienza e perseveranza. Il lavoro poi è diretto a risolvere una im­ Ma se poi non si favorisce l'impiego utile di questi giovani, per i quali lo portante questione generale che era sorta nella scienza dopo la trasformazio­ Stato ha speso tanto, il fine proposto non sarebbe raggiunto, e più non si ne osservatasi nei cianuri dei radicali alcolici aromatici. Egli ha chlara intelli­ troverebbe chi si dedicasse a questi studi per abbandonarne altri che condu­ genza del quesito, dell'importanza di risolverlo e sa scegliere la via più con­ cono a carriere molto più rapide e molto più sicure. Ripete: coll'introdurre venevole per giungere a tal fine. Il Rossi vince tutti i giovani chintici italiani gli stranieri alla pari dei nazionali ai nostri concorsi non ne può venire che per il pregio di codesti lavori sperimentali già pubblicati; il che parla molto lo scoraggiamento e l'abbandono dello studio. in di lui favore considerando che egli entrò come allievo nel laboratorio del Non approva neppure il parere del Cannizzaro, che vorrebbe che una prof. Piria soltanto nell'anno 1857. 1 commissione considerasse alla pari un provetto professore che non potesse Riguardo all'attitudine cattedratica del Rossi la commissione, non aven­ presentare che decreti di nomina ed un giovane che in pochi anni e senza do avanti a sé prove decisive, incarica il presidente di prendere diligenti in­ aver coverto alcun posto nello insegnamento fosse riescito a dare cogli scrit­ formazioni sul risultato delle lezioni date dal Rossi in questa università. Il qual presidente comunicò poi la seguente lettera del signor rettore ti o con lavori sperimentali migliori prove della sua capacità e della sua ope­ 2: rosità. «Torino 18 novembre 1866. Egli non sa ammettere che i vari decreti di nomina, che un provetto pro­ Ho l'onore di trasmetterle i due acclusi. fessore può presentare a titoli di concorso, debbano per nulla essere consi­ Il signor dott. A. Rossi non diede in tutto che da quaranta a quarantacin­ derati, non tanto per se stessi, quanto come un attestato dell'autorità scola­ que lezioni di chimica organica, e sarebbe conseguentemente difficile il giu­ stica del buon disimpegno degli incarichi precedentemente avuti e special­ dicare in modo preciso della sua abilità cattedratica. Frattanto però e per mente se questi decreti sono progressivi nella loro importanza. Il parere del quanto mi consta da informazioni che devo credere coscienziose ed illumi­ Carutizzaro non potrebbe accettarsi che al posto di ammettere che le nomi­ nate, egli avrebbe lasciato desiderio di sé pel modo ordinato lucido e facile ne senza preliminare concorso fossero tutte fatte dall'autorità scolastica sen­ col quale svolgeva la scienza ai suoi uditori ». z'alcuna ponderazione e senz'avere per nulla considerata la coltura e la ca­ pacità del nominato. Fanno inoltre sperare una felice riescita del concorrente signor Rossi nel­ Dopo alcune osservazioni e schiarimenti ricambiati tra i vari membri del­ l'insegnamento gli argomenti seguenti: la commissione, si conviene di non prendere alcuna deliberazione sull'argo­ l L'ardore col quale ha coltivato la chimica organica. mento discusso in ordine al valore da assegnarsi ai servigi prestati, e di pas­ o. 2 La chiarezza delle idee scientifiche di cui fanno testimonianza i mem­ sare senza altro alla rassegna dei vari titoli dei concorrenti, ove si offrirebbe o. bri stessi della commissione e le memorie da lui pubblicate. meglio l'occasione di porre in evidenza le norme che dirigeranno la com­ 3 o. Il seguente attestato del signor prof. Piria che fa parte dei suoi docu­ missione nei suoi giudizi. menti:

Signor Antonio Rossi. «Torino 28 ottobre 1864. Conseguentemente a quest'ultima deliberazione si entra direttamente Attestasi dal sottoscritto essere pretta verità quanto il signor A. Rossi as­ nell'esame dei titoli di ogni singolo concorrente, e così s'incontincia da serisce nella sua istanza indirizzata al signor ministro di Pubblica istruzione quelli del signor Antonio Rossi, del quale a prova diretta di merito scientifi­ per essere abilitato a divenireprivato insegnante, e riconosce in lui tutti i re­ co stanno i seguenti documenti: quisiti per cui può adempiere a tale ufficio con plauso e profitto degli al­ lievi ». l o. Sull'alcole cuminico e sui tre alcaloidi che ne derivano; 2 o. Sull'acido omologo superiore all'acido cuminico; 3°. I radicali dell'alcole benzoico, dell'alcole cuminico, e dell'alcole ani­ Professore Giovanni Bizio. sico; lavoro fatto in unione al prof. Cannizzaro; La commissione passa all'esame dei titoli del prof. Giò Bizio indicati nel­ l'acclusa sua dimanda. 4 o. Sulla metamorfosi dell'acido caproico artificiale.

Da tutti questi lavori emergono indubitatamente una grande destrezza 1 Piria era direttore del laboratorio di chimica generale. esattezza e precisione sperimentali. 2 Prof. Bruno Lorenzo .

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Dai lavori da lui pubblicati emerge una grande abilità pratica e diligenza; ni,le memorie di chimica agraria non valgono a ciò. In questo riguardo non ma pare che il prof. Bizio abbia diretto i suoi studi di preferenza alla chimica gli si potrebbe tener conto d'altro che della distinzione delle sostanze orga­ inorganica ed analitica, anziché alla chimica organica propriamente detta. niche in fe rmentali o putrescibili, se tal idea da lui esposta avesse contribui­ Le memorie riguardanti questa specialità da lui scritte dimostrano, che an­ to al successivo progresso della scienza. che in essa il professore Bizio porterebbe la diligenza pratica acquistata nella Il prof. Cannizzaro perciò conchiude, che fedele alle massime già da lui chimica analitica, ma non danno però prove dirette dell'insieme delle sue manifestate, ritiene il merito scientifico del Peyrone inferiore a quello del cognizioni intorno alla specialità per cui è stato aperto questo concorso. Rossi e di Bizio precedentemente discussi. Intorno poi alla sua abilità cattedratica alcuni membri della commissio­ Il prof. Sobrero prendendo la parola espone in ordine al candidato prof. ne, i quali hanno udito una lezione da lui fatta per altro concorso ed hanno Peyrone il proprio pensiero. preso informazioni sul di lui insegnamento in Venezia certificano che espo­ Non dissentendo dai suoi colleghi che questo candidato ha presentato ne con ordine chiarezza ed eleganza le cose che sa. uno scarso numero di lavori suoi propri diretti a ricerche scientifiche, repu­ Il prof. Tassinari fa conoscere, come il Bizio, appena ottenuta la laurea ta tuttavia che questi siano bastevole argomento per paterne dedurre che chimica nell'università di Padova, vincesse al concorso un posto studio a egli pure attese alla parte pratica della chimica e saprebbe pure all'occorren­ Vienna, ove si applicò specialmente e per più anni allo studio della chimica za insegnare altrui il modo di condurre le ricerche. nel laboratorio del signor prof. Redtenbacher 1, che dopo fu a Monaco, indi Ne sono garanti d'altronde i buoni studi, ai quali egli attese prima della ad Heidelberg, ove si fermò a lavorare nel laboratorio di Bunsen e final­ 2, sua carriera insegnante nelle scuole di Francia e di Germania. mente come da più anni sia professore nell'istituto tecnico superiore di Ve­ Riflette inoltre che il potere in un tempo determinato produrre più o nezia, nel quale con molta lode professa la chimica generale ed ha laborato­ meno di memorie e lavori scientifici non è un'esatta misura dell'istruzione e rio pratico frequentato da giovani che si preparano alla carriera dell'inse­ della capacità di un cultore di una scienza, non essendo raro il caso che talu­ gnamento nelle scuole reali(tecnic he). no inviato in una serie d'indagini ed avendo già impiegato buona parte del suo tempo, o si trovi da circostanze imprevedute costretto a sospenderle o Prof. Peyrone. l nel momento di pubblicarne i risultati sia preceduto da altri, che, a sua insa­ Si discute sui titoli del prof. Peyrone. Il prof. Cannizzaro ossedirva, che le .. puta, trattò lo stesso argomento, e prima di lui proclama i risultati ottenuti, prove del di lui merito scientifico non si riducono che alla Memorie sopra i medesimi che egli aveva con molto lavoro cercato di conseguire. gli Isomeri del sale verde di Magnus lavori intrapresi nel laboratorio di Aggiunge il prof. Sobrero, che se dei soli lavori scientifici si dovesse te­ Liebig e compiti in Italia. 4 ner conto per calcolare i meriti dei concorrenti si correrebbe rischio di attri­ Rammenta che i risultati di tale studio hanno perduto molto della loro buire a merito personale ciò che fu effetto di circostanze speciali favorevoli importanza dopo alcune determinazioni cristallografiche del Sella 5. Ma sie­ a questo, sfavorevoli a quell'altro concorrente. E ciò vale specialmente na pure provati ed ammessi nella scienza i fatti scoperti dal Peyrone nell'in­ quando si vengono a paragonare due scienziati dei quali uno non abbia in­ cominciamento della sua carriera scientifica, non si può negare che da quel combenze d'ufficio ed incarichi governativi, e sia libero di disporre a pro­ momento in poi non diede più alcun segno della sua attività nelle ricerche prio talento del suo tempo e delle forze del suo ingegno, e l'altro abbia ac­ in guisa, che non lascia sperare, che ora maturo d'anni, disavezzo dai lavori cettato incarichi nella carriera d.ell'insegnamento e per questo fatto siasi tro­ sperimentali, si rimetta nella vita operosa del laboratorio. vato obbligato a dirigere le sue forze le sue facoltà al coscienzioso disimpe­ Inoltre il prof. Peyrone non ha pubblicato alcun libro che provi almeno 1 gno delle sue incombenze. Che poi un professore di chimica sia spesso inca­ lo zelo, col quale ha seguito il progresso3; della chimica organica. Le prolusio- ricato di lavori ordinati dalle autorità superiori e che quantunque riflettenti la scienza che egli professa, lo distraggono dai suoi propri lavori che gli pro­ }oseph Redtenbacher, nato a Kirchdorf (Austria) il 12 marzo 1810, morì a Vienna il 5 mar­ 1 curerebbero fama di scienziato, è cosa che niunodi noi può ignorare. zo 1870. Ordinario di chimica nell'università di Vienna. Trattandosi di un concorrente che da più di venti anni è addetto all'inse­ 2 Robert Wilhelm von Bunsen insegnò ad Heidelberg dal 1852 al 1889. Heinrich Gustav Magnus, fisico e chin!ico tedesco (Berlino, 1802-1870), autore di impor­ gnamento universitario, crede il prof. Sobrero, che sarebbe ingiusto il porre tanti ricerche nel campo della chimica organica e inorganica. in non cale l'onorevole e lungo suo ufficio, che anzi debbasi calcolare la sua Justus von Liebig, ordinario a Giessen nel 1876, creò un laboratorio che divenne tra i più 4 lunga carriera come un titolo scientifico; poiché e col fatto stesso dell'inse­ celebri del mondo. Nel 1852 passò all'Università di Monaco. gnare ha contribuito alla diffusione del sapere; e dall'altra parte non avrebbe 5 era professore di geometria nell'Istituto tecnico di Torino, trasformatosi poi in Scuola applicazione degli ingegneri. potuto continuare nel suo ufficio, se non si fosse tenuto al corrente dei pro- di

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gressi della scienza; ed inoltre l'ufficio medesimo non gli si sarebbe più vol­ 3 o. I suoi scritti teoretici e specialmente il suo trattato elementare di chi­ te confermato, se egli si fosse mostrato inferiore all'aspettazione, sia degli mica (contenente anche l'organica) rivelano in lui un non comune merito studiosi, sia di chi veglia alla buona direzione e alla efficacia degli insegna­ scientifico ed assicurano che ha pieno possesso di tutta la materia che do­ menti universitari. vrebbe insegnare se gli fosse affidato un corso di chimica organica. Che poi chi è addetto ad uno od a più rami d'insegnamento non abbia Il prof. Cannizzaro aggiunge constargli il buon risultato dell'insegnamen­ più guari tempo per dedicarsi ai suoi propri lavori, il sanno tutti coloro che to da lui fatto per due anni nell'Istituto tecnico di Palermo, ed essere stato occupano attualmente cattedre universitarie. informato avere il Naquet nell'anno scolastico testè decorso dato a Parigi un Osserva inoltre il prof. Sobrero che nella lunga carriera di professore di corso di chimica organica con un ottimo effetto. Perciò il prof. Cannizzaro chimica il Peyrone ha dovuto insegnare la chimica organica nell'Università è convinto, che il prof. Naquet è dotato di non comune abilità cattedratica, di Genova, che poi questo insegnamento stesso gli fu affidato nell'Universi­ oltre delle altre doti messe in evidenza dai suoi scritti. tà di Torino, che non consta, che in queste incombenze egli non abbia com­ piuto a dovere la sua missione. L'essersi occupato il prof. Peyrone di chimi­ ca agraria non prova che non abbia coltivata e studiata l'organica; che anzi Prof. Ugo Schiff. dimostrerebbe il contrario; e ciò pei legami che uniscono la prima colla se­ Si passa all'esame dei titoli del signor Ugo Schiff. conda. Si legge la lunghissima lista qui allegata delle memorie da lui pubblicate Il Peyrone insegnò inoltre la chimica applicata alla fisiologia, che in es­ dal 1853 fino ad oggi. Il prof. Cannizzaro esprime il seguente suo giudizio senza è applicazione della chimica organica. Per tutte queste ragioni il prof. sui titoli di questo concorrente. Sobrero reputa, che a mal grado della scarsezza dei lavori presentati versanti La numerosa serie degli scritti e lavori sperimentali dello Schiff dimo­ specialmente sulla chimica organica, il Peyrone debba ritenersi munito di ti­ strano in lui grande operosità scientifica e piena coscienza di tutti i progres­ toli più che sufficienti perché si giudichi atto a coprire la cattedra che è ora si della chimica organica e della relativa letteratura. posta al concorso. Può dirsi che, non app ena un nuovo campo si è ap erto alle ricerche in questo ramo di scienza, lo Schiff si è affrettato a coltivarlo tra i primi. La sua attività nello indagare non si è mai fermata in un solo soggetto ma si è rivol­ Prof. Chiappero. ta ora all'uno ora all'altro argomento; scorrendo in molti di essi fatti, se non Si discutono i titoli del concorrente prof. Chiappero. impreveduti, certamente nuovi ed importanti per la luce che hanno sparsa Il prof. Sobrero rammenta il grado di professore universitario di cui il sovra questioni generali poste all'ordine del giorno. Chiappero è rivestito nella scuola veterinaria; gli incarichi più volte affidati­ Perciò il nome dello Schiff è uno di quelli tessuti nella storia dello svi­ gli di dettare chimica organica in questa università. Egli aggiunge che dalle luppo di una parte della chimica in questi ultimi anni. Non si può negare, informazioni ricevute risulta avere il Chiappero nell'insegnamento affidato­ prosegue il signor Cannizzaro, che in tanta copia di lavori da lui pubblicati gli corrisposto alla fiducia in lui riposta. ve ne ha qualcuno le cui conclusioni sono state corrette da ricerche poste­ Riguardo ai lavori scientifici la commissione dà poca importanza alla riori. Intorno a ciò il Cannizzaro rammenta che perfino il Liebig pubblicò prolusione presentata dal prof. Chiappero; però conviene, che i fatti ram­ nei primi anni della sua carriera luminosa cose che furono più tardi corrette mentati dal prof. Sobrero intorno a questo concorrente impediscono che gli e che inoltre lo Schiff ha date prove di progredire sempre più nella diligenza si neghi l'idoneità nell'insegnamento universitario . sperimentale. Riguardo all'attitudine cattedratica di questo concorrente Cannizzaro Prof. Naquet. conviene che non esistono prove dirette, ma dallo insieme degli scritti dello Si discutono i titoli del prof. Naquet indicati nella domanda qui allegata. Schiff egli ha ricavato il convincimento, che a questo concorrente non man­ Si osserva: cherebbe né la materia da insegnare, né il discernimento per sceglierla ed l o. Che le prove da lui sostenute per riportare l'aggregazione alla facoltà ordinaria nell'esposizione. medica di Parigi dimostrano gli ottimi studi da lui fatti in chimica e scienze affini e l'abilità di esporre in pubblica lezione; Prof. Giuseppe Missaghi. di 2 o • Che i di lui lavori sperimentali se non hanno portato a nuove conclu­ Si passa da ultimo ad esaminare i titoli del prof. Missaghi indicati nella sioni di grande importanza, pur dimostrano la di lui attitudine nel condurre lui dimanda qui allegata. le ricerche e il di lui amore nell'intraprenderle; Si conviene unanimemente dalla commissione che per la scuola alla qua-

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i 104 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva epro positiva 105 le fu educato (Piria), pei lavori fatti, per la carriera percorsa nel pubblico in­ ciascuno, oltre alla somma comune delle qualità richieste per un buon pro­ segnamento, pell'intelligenza e la cura poste da lui nel buon disimpegno del­ fessore, ha doti intellettuali, meriti e titoli speciali dei quali non si può pre­ le sue funzioni e per la facilità di chiaro ed ordinato eloquio il Missaghi è cisare il valore relativo. certamente meritevole di considerazione. Esprime infine il proprio rincrescimento che la legge non abbia autoriz­ zato la commissione ad invitare almeno i tre suddetti concorrenti a prove Compiuta la discussione sui titoli dei concorrenti il presidente in esecu­ per esame, in modo da poter meglio paragonare la loro attitudine cattedrati­ zione dell'art. 116 del regolamento universitario invita la commissione avo­ ca, il che avrebbe potuto introdurre un ordine nella loro classificazione. tare l'eleggibilità di ciascun candidato e procedere poscia alla classificazione Il prof. Piazza appoggia e fa anche sua la classificazione proposta dal di quelli dichiarati eleggibili. Cannizzaro. Si fanno alcune osservazioni sul valore che in questo caso si vuoi attri­ Il prof. Sobrero invitato a dare il suo parere intorno alla classificazione buire alla dichiarazione di eleggibilità. dei concorrenti in ordine al loro merito relativo reputa che essi debbano ve­ Deve limitarsi tale dichiarazione soltanto in favore di coloro che si cre­ nire disposti nell'ordine seguente: dono già degni di essere nominati professori ordinari ad una cattedra specia­ 1 o. Peyrone le di chimica organica in una università di primo ordine, o estendersi a tutti 2 o. Rossi, Naquet, Schiff, ex aequo coloro che si credono idonei allo insegnamento universitario della chimica? 3o. Bizio La commissione dopo maturo esame si accorda per dare nel caso presen­ 4o. Chiappero, Missaghi, ex aequo. te alla dichiarazione di eleggibilità il senso d'idoneità ad un insegnamento chimico universitario senza tenere conto rigoroso della specialità della cat­ Intorno al merito relativo dei sei concorrenti compresi sotto i numeri 2, _ tedra in concorso. 3, 4 egli non entra in alcune ulteriori discussioni, accordandos_i coi suoi col­ Dopo questa dichiarazione convenuta tra i membri della commissione ed leghi (Cmnizzaro e Piazza) nell'apprezzamento dei loro titoli scientifici e accettata dal presidente sono ad unanimità di voti dichiarati eleggibili i se­ della loro attitudine cattedratica. guenti concorrenti: Naquet Alfredo, Schiff Ugo, Bizio Giovanni, Peyrone La proposta di porre in primo ordine tra i concorrenti il prof. Peyrone cav. Michele, Rossi Antonio, Missaghi Giuseppe, Chiappero Franco. viene dal Sobrero appoggiata dalle seguenti osservazioni. Dopo ciò si passa a discutere la classificazione degli eleggibili. Il prof. Coerentemente alle sue precedenti riflessioni egli reputa che una carriera Cannizzaro propone la seguente classificazione: scientifica nell'insegnamento della chimica nei vari suoi rami, ed anche in quello speciale della chimica organica debba tenersi in calcolo d'un titolo In primoordine e ad ugual grado: · scientifico e di un diritto di preferenza in confronto di chi poco o nulla in­ Naquet - Rossi - Schiff. segnò nel paese. In secondo ordine ed a ugual grado: Nella condizione dell'insegnante egli ravvisa non solo la qualità dello Bizio - Peyrone. scienziato ma quella ancora di chi ad ogni anno che egli impiega nel suo uf­ ficio acquista una nuova benemerenza. Ora tra i concorrenti nessuno può In terzo ordine ed a ugual grado: vantare così lunghi servigi come il Peyrone. Chiappero - Missaghi. Sono infatti quasi venti anni che egli è professore universitario e si ado­ Intorno a tale proposta aggiu�ge le spiegazioni seguenti: pera nell'insegnare la chimica generale inorganica, organica, fisiologica, Furono da lui proposti il Bizio e il Peyt·one in secondo ordine, avuto ri­ mentre gli altri concorrenti hanno date poche lezioni o non ne hanno date guardo alla specialità della cattedra per cui è aperto il concorso; poiché ove punto in paese. Per lui adunque il Peyrone quello che ha più diritto al po­ si fosse trattato di un insegnamento comprendente oltre la chimica organica sto che è al concorso. anche l'inorganica e l'analisi minerale, egli avrebbe assegnato al Bizio un po­ La condizione del prof. Peyrone è ora nell'Università di Torino quella di sto superiore nella classificazione. Riguardo ai tre concorrenti da lui propo­ professore universitario di diritto, se non lo è di fatto cioè per circostanze sti ad ugual grado in primo ordine manifesta il proprio convincimento che tutte eccezionali che gli si fecero nel traslocamento da Genova. tutti e tre questi giovani chimici riescirebbero bene nell'insegnamento della Il chiamare un altro che gli si sostituisca sarebbe uno sfregio che egli non chimica organica sia sulla cattedra, sia nel laboratorio e tutti e tre prometto­ ha meritato. no grande operosità nel coltivare la scienza. Quanto alla preferenza che s'intenderebbe di dare a qualunque dei due Non saprebbe senza altra prova stabilire tra loro una graduazione, poiché candidati non italiani (Naquet e Schiff) tuttoché rispettabili per prove di sa-

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l 1 I I I I I I 1 106 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositi va 107 pere e pèr amore della scienza egli la crede perniciosa ed a suo senso non l o. Perché i suoi lavori lo dimostrano valente chimico. accettabile, riferendosi per questo riguardo a quanto egli disse in proposito 2 o. Per l'esito dello esperimento che lo stesso diede a Torino pel concor­ nella prima riunione. so della cattedra di chimica organica nella Regia università di Napoli, pel qua­ Essendosi da alcuni dei membri della commissione osservato che dal me­ le esperimento fu dichiarato il più capace e meritevole fr a quei concorrenti. rito proveniente dalla carriera percorsa è giudice il ministro, il prof. Sobrero 3o. Finalmente per la prova di fatto che offre, giornalmente a Venezia, soggiunge che quando nella votazione gli si togliesse la facoltà di dedurre da dove con tanta lode e profitto dei suoi allievi risponde al suo mandato di questa fonte una parte del concetto che egli si fa dei meriti relativi dei con­ professore di chimica organica ed inorganica. correnti egli si asterrebbe dal votare non potendo in verun modo fare questa Nei giovani Rossi, Naquet, Schiff conviene col Cannizzaro di metterli a astrazione che non è conforme alla sua convinzione e non volendo con un pari merito scientifico, ma ne differisce perché li pone dopo il Peyrone e . suo voto nuocere ad un collega che pel lavoro e pei servigi prestati nell'in­ dopo il Bizio: e ciò fa per mancargli specialmente per Naquet e Schiff, dei segnamento ha, a suo senso, più che gli altri diritto di essere chiamato alla dati positivi e sicuri per apprezzare la loro capacità cattedratica. E, benché cattedra posta a concorso. ritenuti pari di merito scientifico, vede una differenza per Rossi che lo inal­ Il signor prof. Tassinari propone questa classificazione: zerebbe sugli altri due tanto da metterlo prima di loro nella classificazione. Il Rossi è già conosciuto nelle nostre scuole e si hanno prove della sua atti­ l o. Peyrone tudine e capacità cattedratiche, e ritenendolo pure uguale agli altri due in 2°. Bizio tutto, il Tassinari non può [fare] a meno di preferire a due stranieri un italia­ 3°. Rossi no, allievo d'italiani e come quelli che esce dalle nostre scuole pratiche, in­ 4 o. Naquet e Schiff stituite appena in quest'ultimo decennio avendo raggiunto il merito scienti­ 5o . Missaghi e Chiappero . l fico che la commissione unanime ha già dichiarato. Il prof. Tassinari per motivare questa sua proposta fa osservare come la Si accorda colla commissione nel classificare il Missaghi ed il Chiappero lunga carriera percorsa dal Peyrone non possa valutarsi unicamente per an­ relativamente agli altri concorrenti ed in ordine al presente concorso. Vor­ zianità di servizio pura e semplice come vorrebbe il prof. Cannizzaro. rebbe però che per questi due concorrenti fosse dato più valore all'amore a A tale scopo rammenta come il Peyrone studiasse per più anni nel labo­ ed alla cura speci le che mettono nel pubblico insegnamento: e non fosse ratorio della Sorbonne a Parigi e poscia a Giessen, nel laboratorio di Liebig. loro fatto un addebito se nella loro breve carriera non hanno prodotto lavo­ Che, ritornato, coprì, nel ·1846, come disse anche il Sobrero la cattedra di ri di grande rilievo e numerosi. Talvolta, ed è il caso di questi due concor­ renti, l'operosità dell'insegnante è tutta rivolta alla ricerca ed allo studio chimica applicata alle arti nell'Istituto superiore di Genova, e indi nel 1847 della forma pratica dell'insegnamento: forse taluno per tali vie rende grandi fu nominato professore ordinario di chimica inorganica ed organica nella e meritevoli servigi quanto l'investigatore e lo scopritore di un nuovo fatto. Regia università di Genova, da dove passò a Torino professore di chimica Il signor Cannizzaro aggiunge le seguenti sue opinioni intorno alle ra­ agraria nell'Istituto tecnico superiore e nello stesso tempo intraprese a det­ gioni che hanno inspirato le classificazioni proposte dai professori Sobrero e tare in questa università un corso speciale di chimica organica applicata alla Tassinari. Pare a lui che i servizi prestati dal Peyrone sarebbero abbastanza fisiologia. Fu poscia vice-direttore della Scuola pratica di chimica e profes­ valutati ponendolo fra gli eleggibili e non nell'ultima categoria, ave egli l'a­ sore straordinario di chimica inorganica nella stessa università. Una tale pro­ vrebbe collocato se avesse tenuto conto soltanto dei pochi lavori scientifici gressiva carriera, dice il Tassinari, non può valutarsi da nessuno come una fatti. Non può però consentire di parlo alla pari e molto meno al disopra semplice anzianità di servizio, ma sibbene come una prova di fatto che il dello Schiff, Naquet e Rossi, poiché così facendo si darebbe: all'anzianità un Peyrone ha continuamente atteso allo sviluppo della scienza e si è occupato valore molto superiore a quello dato alle prove dirette del merito scientifi­ costantemente alla sua diffusione offrendo nello stesso tempo prove certe e co. Egli soggiunge non avere mai udito per esempio che in un'università te­ sicure della capacità cattedratica. desca siasi chiamato da un'altra università un professore per il solo fatto di Egli è perciò che per tali requisiti e per i lavori importanti fatti dallo stes­ aver insegnato per molti anni senza gloria né infamia. so Peyrone i quali dimostrano la sua abilità nelle ricerche chimiche non esita Riguardo alla preferenza da accordare ai nazionali, alla quale hanno ac­ il Tassinari a riconoscere nel prof. Peyrone quello fra i vari concorrenti che cennato i professori Sobrero e Tassinari il Cannizzaro ricorda che la legge offre le migliori e più sicure guarentigie per proporle alla cattedra di chimi­ non additando altra norma per la classificazione degli eleggibili che il merito ca organica nella Regia università di Torino. Considera in seguito il Bizio scientifico, la commissione non dovrebbe introdurre negli elementi di tale più meritevole e offerente maggiori garanzie del resto dei concorrenti: giudizio considerazioni estranee a tale merito. Egli apina che un vantaggio

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l j}l 108 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositi va 109 godono già in tali concorsi i nazionali per le agevolezze maggiori che hanno MPI, CSPI, Processi verbali, 1905, vol. I, pp . 255-266, ms. con firma autografa. di fare conoscere il loro merito, la loro attitudine e far valere come titoli fin le lontane speranze che danno. Cocchia relatore, a nome della commissione, legge la relazione nella Trova di ciò una prova nel fatto avvenuto in questo stesso concorso in quale sono accennati i criterii, cui la commissione stessa s'è inspirata nel favore del signor Rossi. Il valore elle si è dato alle testimonianze del fu prof. proporre il suo schema di regolamento. Piria e del rettore di questa università è un vantaggio che non sarebbe stato Mazzoni dichiara di parlare sulla parte generale del regolamènto. Nella goduto dal Rossi se avesse studiato ed insegnato all'estero, ed in tal caso il commissione egli si staccò dalle conclusioni dei suoi colleghi sopra un pun­ Cannizzaro conchiude che non l'avrebbe posto alla pari con Sch iff e Naquet, · to sostanziale; ed espone ora le ragioni del suo dissenso, dichiarando che è i quali pei loro scritti si sono già elevati ad una maggiore riputazione. incoraggiato a parlare dal fatto che sa la sua opinione essere-anche quella di Il Tassinari insiste di non potere chiamare la carriera percorsa dal Peyro­ molti altri colleghi e alcune facoltà. ne pura e semplice anzianità di servizio come pare faccia il Cannizzaro. La maggioranza della commissione ha ritenuto debba giovare agli studi Riguardo alla preferenza che egli accorda ad un nazionale a fronte di due ed ai giovani il tripartire la laurea in lettere; è vero che il progetto di regola­ stranieri dichiara, che dà una tale preferenza soltanto dopo che fu ricono­ mento parla piuttosto di gruppi, ma sostanzialmente si tratta di tre diplomi sciuto .che per questi concorrenti, Rossi, .Naquet, Schiff, il merito scientifico di laurea speciali nei quali la laurea in lettere viene ripartita. Ora egli è con­ è perfettamente uguale, non avendo per· tale giudizio teimto calcolo della vinto che a questo procedimento si oppongano ragioni d'indole legali, d'in­ nazionalità. dole didattica e d'indole scientifica. Sul primo punto osserva che la legge Perciò essere fuoridella critica mossagli da Cannizzaro. Casati prevede e consente per la facoltà di lettere e filosofia due diplomi di Non avendo i membri della commissione nulla da aggiungere in appog­ gio delle loro proposte, non rimarrebbe che passare alla votazione; ma il si­ laurea corrispondenti al nome che la legge stessa dà alla facoltà; può ritener­ si conforme a legge questa moltiplicazione o ripartizione 'di lauree per un gnor presidente dichiara di astenersene. Perciò, essendo stato da ciascuno di dei componenti della commissione stessa chiarito il voto secondo il dispo­ complesso di studi che è unico nel concetto della legge? sto dell'art. 118 del regolamento e risultando che nessuna delle fatte propo­ Quanto alle ragioni didattiche, egli deve o�servarè che la scuola seconda­ ste potrebbe ottenere la maggioranza richiesta dall'art. 140 del regolamento ria classica, come è ora ordinata, ha bisogno eli insegnanti che possano nei medesimo il signor presidente dichiara chiuse le sessioni della commissione. ginnasi inferiori e nei superiori insegnare c<;mtemporaneamente l'italiano, il latino, il greco, la storia e la geografia. Quando avJ;ew.,o specificate le lauree, F.to Pietro Piazza (segretario) in quali condizioni si troveranno nei concorsi ·gli ìnsegnanti provvisti di uno » A[scanio] Sobrero piuttosto che dell'altro diploma? Non certamente in condizioni uguali; né, » S[tanislao] Cannizzaro per la specializzazione da essi seguita, ugualmente in grado tutti di insegnare » Paolo Tassinari tutte le materie per le quali è richiesta l'opera loro e bandito il concorso. Il » F[rancesco]Brioschi presidente progetto di regolamento vuole prevenire una riforma dell'ordinamento del­ Per copia conforme la scuola classica: certo è contrario a quello presente, ed anche sotto questo Il segretario del Consiglio superiore aspetto non può dirsi legale. Volpicella Quanto al lato scientifico, egli ritiene dannoso scindere quello che deve essere l'insegnamento storico-filologico; come si può pretendere la specia­ lizzazione se questi insegnamenti sono strettamente legati tra di loro? Tanto è vero che la stessa commissione, ad esempio, per la laurea in lettere italiane ha dovuto prescrivere per lo stesso periodo di anni i corsi di latino, di gre­ 3 co, di filologia ecc.? E come possono entrare in queste tassative divisioni tutte le altre eventuali specializzazioni, non meno importanti, che può se­ Regolamento sp eciale per la fa coltà di lettere e fi losofia. guire lo studente? Dovranno ritenersi per questo impossibili? E dovrà rite- Adunanza plenaria del 13 maggio 1905 1

Sono presenti il vicepresidente Senise e i consiglieri Antonélli- Arcoleo Banti Camerano Fogazzaro, Martinetti, Mazzoni, Mortara, Nitti, Pullè, Roiti, Schupfer, Scialoja, Serafini, Sergi, 1 ' Canavari; Cannizz aro, Caruso, Cerruti, Chironi, Cocchia, Dall:t,Ved�va, De Àmicis, Dini, Failla: Stampini e Vinciguerra. Sezione I- L'attività consultiva e pmpositiva 111 110 Fontiper la storia della scuola

nomazione, perché mentre si restringe il campo di una materia, si allarga nersi anche impossibile il conseguimento di una laurea unica in lettere, sen­ quello delle altre. Si deve rispettare la legge che vuole una laurea sola, ma za obbligare lo studente a prolungare il numero degli anni di studio? nell'interesse della cultura si deve anche specializzare; e ciò non è contrario Egli si dichiara quindi contrario a questo punto sostanziale della propo­ alla legge, specialmente nel modo proposto dalla commissione, e può esser sta riforma. fatto col regolamento. Dini rammenta che la questione fu altra volta discussa al Consiglio e ven­ Dalla Vedova è d'accordo col consigliere Pullè nelle sue considerazioni. ne risolta nel senso della specializzazione delle lauree con un solo voto di sembragli che gli oppositori vogliano sacrificare alla forma la sostanza. Le maggioranza. Allora egli combatté nel senso propugnato oggi dal consigliere scuole secondarie domandano alle università insegnanti enciclopedici nei Mazzoni ed ora torna a dichiarare che la ripartizione proposta è contraria al­ primi gradi, ma specializzàti nei gradi superiori; a questo corrisponde e pre­ la legge Casati, per la quale non possono esistere che due lauree, quella in fi­ vede il regolamento perché la specializzazione non è fatta subito, ma solo al losofia e quella in lettere. Quest'ultima comprende tutto, e specializzando i terzo anno; nel primo biennio tutti i corsi sono uguali per tutti e basta que­ diplomi, la si menoma. La specializzazione si può lasciare a corsi di perfezio­ sta preparazione generica per gli insegnanti di classe, e non di materie, dei namento dopo la laurea o alla scuola di magistero, ma la laurea deve essere gradi inferiori. soltanto una. Presenta il seguente ordine del giorno: «Considerando che la Risponde al consigliere Sergi circa l'insegnamento della geografia che legge stabilisce soltanto una laurea in lettere, senza suddividerla in altre, co­ non si tratta di un diploma speciale, ma di un insegnamento che deve essere me verrebbe a farsi introducendo i varii certificati, il Consiglio superiore ri­ di sussidio alla storia, come dichiara l'intitolazione del gruppo; non sono tiene che i certificati devono essere rilasciati soltanto ai giovani che escano quindi necessarie quelle speciali materie di indole scientifica che ha citate i� dalla scuola di magistero dopo aver conseguita la laurea». consigliere Sergi. Fa osservare infine al consigliere Dini che nelle scuole d1 Sergi si dichiara sostanzialmente d'accordo coi precedenti oratori e vuo­ magistero non vi sono corsi, ma esercitazioni pratiche, e male si può dire le fare una speciale osservazione sul gruppo di storia e geografia. Sembra che i giovani debbano e possano specializzarsi in queste scuole. che nel concetto della commissione ogni gruppo debba avere uno speciale Stampini fa un'osservazione di fatto. La legge non parla affatto di un nu­ svolgimento, perché è rinforzato con l'aumentare il numero di anni delle mero di lauree: il regolamento Bonghi stabiliva una sola laurea, unica per 1 materie che caratterizzano il gruppo stesso. Così si è fatto per la geografia in le lettere e la filosofia e nessuno lo ritenne contro la legge. Del resto la com­ questo gruppo speciale; ma egli osserva che il corso di geografia che si dà missione non ha voluto più di una laurea; solo si disse che accanto alla lau­ nella facoltà di lettere non ha carattere scientifico; il regolamento non pre­ rea si rilasciassero certificati speciali; le materie fondamentali per ogni grup­ scrive insegnamenti di geografia fisica, di matematica e via dicendo, per po sono comuni, quindi la laurea in lettere rimane, in fondo, una. . questo speciale diploma, così che il corso triennale che si darà non sarà che Chironi, nella legge non è detto che una sola debba essere la laurea; anz1 un ampliamento del corso annuale. Ed è giusto ciò quando si tratti di rila­ all'art. 126 è detto che la laurea sarà conferita agli studenti che superino la sciare un apposito diploma? Di più nella sua relazione la commissione pare prova degli esami speciali e generali richiesti per questo grado accademico. accenni ad una specie di progresso negli studii della filosofia, ma egli ha ve­ Spetta ai regolamenti determinare questi esami e niente vieta che nei regola­ duto che il regolamento non introduce nessuna novità, nessun nuovo inse­ menti si aggruppino o si tengano divisi gl'insegnamenti e gli esami. gnamento scientifico; v'è, è vero, la fisiologia, ma come corso annuale; e Antonelli invece, confrontando l'art. 51 della legge dove sono indicati così isolato, senza sussidio di altri rami di scienza, è pressoché inutile. gl'insegnamenti delle facoltà, con l'art. 130 osserva che se gli esami speciali Pullè per esperienza personale ha veduto come ormai sia necessario che sono quelli segnati all'art. 51, la laurea per legge è unica. Ora, perché la spe­ gli studii si specifichino, senza di che non si può dare cultura solida ai giova­ cializzazione, se si vuol fare, non si prescrive sia fatta in istituti speciali, co­ ni. Di fatto, senza che lo prevedano i regolamenti, ma per opera delle facol­ me gli istituti delle facoltà mediche o i seminari? tà, dei gruppi di insegnamenti si sono già determinati. Perché non si deve Dini vuole fare un caso pratico; un giovane s'inscrive nell'università per consacrare apertamente questo stato di fatto, che risponde ad una necessità il diploma speciale di storia e geografia; e nella scuola di magistero si vuole della cultura, nel regolamento? Sarebbe certamente ideale una facoltà unica invece inscrivere per il certificato di filologia. Si può impedirglielo? Data la come la facoltà filosofica tedesca; ma lo scopo di questa è diverso, essa mira specializzazione degli studi all'università, si deve rispondere affermativa­ a dare l'alta cultura, mentre la facoltà di lettere e filosofia in Italia ha anche mente; eppure egli ha il diritto di farlo, perché glielo consente il regolamen- l'altro scopo, quello di preparare all'esercizio professionale. Ora, gli inse­ gnanti che mandiamo al liceo hanno bisogno di avere specificati gli studii, perché speciali sono le cattedre dei concorsi. Specificare non vuoi dire me- 1 R.d. 11 ott. 1875, n. 2743. 112 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 113

to delle scuole di magistero Bisognerebbe quindi mutare questo regola­ Il presidente mette ai voti la chiusura della discussione, la quale è appro­ 1• mento. vata; e dà la parola al relatore. Mazzoni risponde agli oppositori dichiarando che non astante le osserva­ Cocchia non sa comprendere come l'opposizione d'indole legale sia ve­ zioni del collega Chironi, gli rimane il dubbio circa la questione legale. La nuta da membri delle facoltà di scienze dove esistono per regolamento vere commissione ha voluto sfuggirla, non parlando di lauree, e stabilendo inve­ e proprie lauree speciali; eppure anche per la facoltà di scienze la laurea, per ce dei gruppi; ma sostanzialmente si tratta sempre di scissioni di un unico la legge, dovrebbe essere una sola. Osserva anzi che i gruppi non sono con­ diploma. Insiste nelle sue precedenti considerazioni sulla parte didattica, trarii alla legge e che nemmeno contrario alla legge sarebbe il regolamento, domandando, per di più, come si potrà regolare un giovane il quale voglia se anche avesse parlato di lauree, e lo dimostra basandosi sulla disposizione conseguire quella laurea in lettere che la commissione dice sostanzialmente dell'art. 52 della legge Casati, il quale per la facoltà di lettere e filosofia par­ conservata senza gruppi di sorta. Si può legalmente negargliela? E se un gio­ la di gradi accademici e ne prevede quindi più d'uno. Più grave sembragli vane vuol conseguire più di un certificato? Lo può fare? Certamente sì; ma, l'obiezione d'indole didattica, specialmente per quanto riferiscesi alla posi­ dovendo seguire per un dato numero di anni certi corsi speciali ad un dato zione dei giovani forniti di certificati diversi di fronte ai concorsi; ma devesi gruppo, dovrà compiere un quinto anno di studi, sebbene si tratti sempre di ricordare che la facoltà non serve solo a preparare insegnanti per le scuole laurea in lettere. La divisione in gruppi è inopportuna quando specialmente classiche, ma anche per le altre scuole medie, le tecniche e le normali, dove si pensi che il giovane, quando esce dal liceo, non è ancora maturo per la le cattedre sono da tempo divise. Perché poi preoccuparsi solo di una parte specializzazione degli studi. La facoltà può consigliare la divisione, ma non relativa ai ginnasii, quando la specializzazione già si verifica anche nei gin­ imporla; deve il giovane liberamente scegliere il ramo di studio che sente di nasii inferiori? Anche qui la divisione si farà necessariamente tra breve. La dovere più specialmente seguire, ma non si può obbligarlo a stare per forza specializzazione non fa violenza, come si vuol dire, alla tendenza di un gio­ entro certe limitazioni, quasi in determinate cassette, le quali non possono vane ad un dato ramo di studii, ma la regola e la disciplina. Se si vogliono ri­ consentire specializzazioni in tanti rami di studi che il giovane può diversa­ portare i giovani in grembo alla legge Casati, come si potranno trovare gli mente preferire; perché, ad esempio, chi volesse specializzarsi in storia del­ insegnamenti speciali di cui i giovani hanno bisogno? La riforma proposta l'arte come potrebbe farlo? dalla commissione contempera il rispetto alla legge con le necessità della Roiti ritiene che si possa venire ad un accomodamento e ad un accordo cultura, ed è tale che, a suo credere, merita l'approvazione del Consiglio su­ sul punto fondamentale. Nessuno in sostanza nega l'opportunità della spe­ periore. cializzazione, ma la maggioranza della commissione ha voluto fare delle di­ Passando alla votazione, Dini dichiara di ritirare il suo ordine del giorno. visioni precise, mentre la minoranza vorrebbe lasciare libertà allo studente Si mette quindi a partito il seguente ordine del giorno del relatore: «

R. d. 13 mar. 1902, n. 70. si aduniper deliberare sul da farsi. 1

m { 114 Fontiper la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva e propositiva 115

Pullè, poiché si respinse tutto l'ordinamento degli studi, la commissione 12. storia moderna non ha più nulla da fare, né può rifare in due o tre giorni il regolamento con 13. geografia. altri criteri. Chironi dichiara che il regolamento deve essere fatto ad ogni costo. Le Art. 3. Tenendo conto delle leggi speciali che governano i vari istituti dimissioni della commissione non si possono ammettere. Il ministro ha dato universitari e dei particolari bisogni delle facoltà si possono impartire, su incarico al Consiglio di preparare il regolamento, e il Consiglio non può la­ proposta della facoltà e udito il parere del Consiglio superiore, oltre agli in­ sciare da parte quello della facoltà di lettere. segnamenti indicati nel precedente articolo, anche insegnamenti comple­ Il Presidente, accogliendo la proposta del consigliere Fogazzaro, sospen­ mentari, come ad es. quelli di psicologia sperimentale, storia delle religioni, de la seduta. La commissione si ritira per deliberare. storia dell'arte medioevale e moderna, sanscrito, grammatica greca e latina, Ripresa poco dopo la seduta, il relatore Cocchia annuncia che la com­ paleografia e diplomatica, stilistica italiana, antichità classiche ed epigrafia, missione ha deliberato di non abbandonare il regolamento, ma prega le sia lingue e letterature semitiche, germaniche, slave ed altri. concesso fino a domani il tempo necessario per presentare il nuovo schema. Art. 4. Lo studio della facoltà di filosofia e lettere dura quattro anni ed è Il Consiglio approva, e il presidente ringrazia la commissione diviso in due bienni. [ ...]L a seduta è tolta alle ore 19 Art. 5. La facoltà di filosofia e lettere conferisce due lauree: l'una per gli Il presidente Il segretario studi filosofici e l'altra per gli studi letterari. Senise M[anfredo] Tovajera Gli studi letterari sono divisi in tre gruppi: l. Filologia classica 2. Lettere italiane Allegato al verbale dell'adunanza del 13 maggio 1905. 3. Storia e geografia

Art. 6. Per ottenere il diploma di laurea in filosofia lo studente deve aver Progetto di regolamento per la fa coltà di fi losofi a e lettere preparato dal­ superati gli esami di: la sotto-commissione del Consiglio superiore. un corso triennale di filosofia teoretica t . l. 2. un corso triennale di filosofia morale MPI, CSPI, Processi verbali, 1905, vol. a stampa. l, 3. un corso triennale di storia della filosofia 4. un corso biennale di pedagogia Art. l. La facoltà di filosofia e lettere ha per fine di mantenere ed accrescere 5. un corso biennale di letteratura latina la coltura filosofica, storica e letteraria della nazione: 6. un corso biennale di letteratura greca a) fornendo gli insegnamenti filosofici, storici e letterari; 7. un corso biennale di letteratura italiana b) preparando al conseguimento delle lauree e di diplomi speciali. 8. un corso annuale di fisiologia Art. 2. Nella facoltà di filosofia e lettere sono dati i seguenti insegnamen- 9. un corso annuale di geografia 10. tre corsi complementari a scelta. Nelle università in cui esiste l'inse­ ti obbligatori: gnamento della psicologia sperimentale, questa dovrà tener luogo di l. filosofia teoretica uno dei tre corsi sperimentali. 2. filosofia morale 3. pedagogia Art. 7. Per ottenere il diploma di laurea in lettere, col certificato del 4. storia della filosofia gruppo di filologia classica, lo studente deve aver superati gli esami di: 5. letteratura italiana l. un corso triennale di letteratura latina 6. letteratura latina 2. un corso triennale di letteratura greca 7. letteratura greca 3. un corso triennale di storia antica 8. archeologia 4. un corso biennale di letteratura italiana 9. storia comparata delle lingue indo-greco-italiche 5. un corso biennale di archeologia 10. storia comparata delle lingue e letterature neo-latine 6. un corso biennale di storia comparata delle lingue indo-greco-ita­ 11. storia antica liche 116 Fontiper la storia della scuola Sezione I- L'attività consultiva e propositiva 117

7. un corso biennale di grammatica greca e latina Art.l2. Nella facoltà di filosofia e lettere si danno tre specie di esami: 8. un corso annuale di geografia l. esami speciali 9. un corso annuale di pedagogia 2. esame di licenza 10. un corso annuale di filosofia, a libera scelta del candidato tra gli in­ 3. esame di laurea. segnamenti filosofici dellafac oltà 11. due corsi complementari a scelta. Art.l3. Gli esanii speciali versano sopra una sola disciplina e compren­ dono tutto il programma approvato a principio dell'anno dalla facoltà. Art. 8. Per ottenere il diploma di laurea in lettere, col certificato del Se la materia è ripartita in più anni, l'esame sarà dato alla fine della trat­ gruppo di lettere italiane, lo studente deve aver superati gli esami di: tazione di essa, ed avrà una durata proporzionale agli anni d'insegnamento . l. un corso triennale di letteratura italiana Per quelle materie però, la cui trattazione dura più di un anno, ma le cui 2. un corso triennale di letteratura latina singole parti possono considerarsi come distinti corpi di dottrina, l'esame, 3. un corso triennale di letteratura greca su parere conforme della facoltà, potrà essere dato dallo studente alla fine di 4. un corso biennale di storia moderna ciascun anno. 5. un corso biennale di storia comparata delle lingue e letterature neo­ In quest'ultimo caso, la ripetizione dell'esame non importa il pagamento latine della sopratassa prescritta, salvo che si tratti dell'esame finale della materia. 6. un corso annuale di storia comparata delle lingue indo-greco-ita- liche Art. 14. All'esame di licenza non potrà presentarsi chi non abbia superati 7. un corso annuale di geografia sei dei dodici esami indicati nell'articolo seguente. 8. un corso annuale di pedagogia L'esame di licenza è obbligatorio per l'ammissione al secondo biennio; e 9. un corso annuale di filosofia, a libera scelta del candidato tra gli in­ consiste in una versione dall'italiano in latino, in una versione dal greco in segnamenti filosofici della facoltà italiano e nella discussione di un lavoro di ricerca relativo e proporzionato l O. tre corsi complementari a scelta. agli studi già fatti. La discussione suddetta si farà innanzi ad una commissione composta di Art . 9. Per ottenere il diploma di laurea in lettere, col certificato del tre membri, designati dalla facoltà. gruppo di storia e geografia, lo studente deve aver superato gli esami di: Il grado, che si consegue coll'esame di licenza, non abilita all'insegna­ l. un corso triennale di storia antica mento. 2. un corso triennale di storia moderna 3. un corso triennale di geografia Art. 15. Gli esami speciali, necessari a ciascuno studente per essere am­ 4. un corso biennale di letteratura italiana messo all'esame di laurea, sono dodici, e debbono riferirsi a dodici differen­ 5. un corso biennale di letteratura latina ti materie. 6. un corso biennale di letteratura greca Gli studenti hanno libertà di compiere questo numero con insegnamenti 7. un corso biennale di archeologia complementari, scelti nell'elenco dei corsi liberi, di cui all'art. 65 del rego­ lamento generale universitario 8. un corso annuale di pedagogia 1. 9. un corso annuale di filosofia, a libera scelta del candidato tra gli in­ Art. 16. Oltre ai dodici esami, indicati nell'articolo precedente, lo stu­ segnamenti filosofici della facoltà dente deve aver superato, per essere ammesso all'esame di laurea, una prova 10. tre corsi complementari a scelta. pratica di lingua francese ed una di lingua inglese o tedesca, a scelta, ave Art. 10. Dove trovansi distinti i due insegnamenti di archeologia e di an­ qu este due lingue siano insegnate nell'università. tichità, entrambe queste discipline formano oggetto di esame. L'esame sarà La prova consiste nella lettura e traduzione estemporanea di un brano di unico e dato su programma comune. autore, che tratti di una delle materie fondamentali del gruppo, a cui è in­ Dove poi non esista il corso di archeologia, ne fa le veci il corso di anti­ scritto il candidato. chità. Le commissioni per tali prove sono costituite a norma dell'art. 33 del re- Art. 11. Nelle università dove l'insegnamento della storia comparata del­ le lingue classiche (indo-greco-italiche) è unito a quello delle lingue neo-lati­ ne, l'esame dovrà essere unico ed esteso a tutta la materia. 1 R.d. 26 ott. 1903, n. 465.

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l l fI i l 111 i l l l i I l i 119 118 Fontiper la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva epro positiva

o scuole integrati con insegnamenti di altre facoltà, secondo norme golamento generale universitario, e devono essere sempre presiedute da un tuti e ali da approvarsi dal Ministero, udito ilparer e del Consigli s p iore . professore della facoltà. speci . � _u �� . Presso le facoltà di filosofia e lettere possono moltre essere 1st1tmt1 semt­ Art. 17. Per essere ammesso all'esame di laurea, lo studente deve aver nari filosofici, storici e filologici, colle norme anzidette. superato, in conformità all'articolo 128 della legge 13 novembre 1859 una Diplomi speciali non possono essere conferiti se non ai giovani che ab­ prova scritta. Essa consiste in una composizione sopra una delle materie biano frequentato l'università e conseguita una laurea. fondamentali del gruppo, al quale è inscritto il candidato. Agli effetti delle tasse, gli aspiranti a diplomi speciali saranno considerati Per il gruppo della filologia classica, la composizione deve essere scritta come uditori. in latino. Articolo transitorio. Questo regolamento non si applica agli studenti già all'atto della sua promulgazione, salvo che ne faccia­ Art. 18. L'esame di laurea consiste nella discussione di una dissertazione inscritti alle università, scritta e di tre tesi orali. no speciale domanda. La dissertazione sarà svolta liberamente dal candidato sopra argomenti relativi al gruppo, al quale egli è inscritto. Essa dovrà essere depositata nella Adunanza plenaria del 14 maggio 1905 segreteria della facoltà, insieme all'indicazione di tre tesi orali, almeno un 1 mese prima del giorno fissato per l'esame, in conformità dell'art. 38 del re­ golamento generale universitario. MPI, CSPI, Processi verbali, 1905, vol. I, pp. 272-280, ms. con firmaautografa . La dissertazione deve essere esaminata da una commissione di tre mem­ bri di cui faccia sempre parte il professore ufficiale della materia, a cui essa [ ...] Cocchia relatore propone al Consiglio il nuovo schema di rego�a­ si riferisce. mento che la commissione, dopo il voto di ieri, ha preparato, e del quale m­ La discussione sulla dissertazione scritta e sopra due almeno delle tre tesi comincia la lettura. orali, presentate dal candidato, durerà non meno di quaranta minuti e non Si approva senza discussione l'art. l. All'art. 2 il relatore avverte che tra più di un'ora. le materie obbligatorie la commissione ha creduto necessario di aggiungere, dopo il n. 7, la grammatica greca e latina, che prima era compresa nelle Art. 19. I laureati in lettere, che vogliono ottenere anche la laurea in filo­ complementari e che si insegna già in tutte le facoltà. L'art. 2 è quindi ap­ sofia, e i laureati in filosofia che aspirano alla laurea in lettere per uno dei provato con questa aggiunta. tre gruppi, debbono inscriversi al terzo anno del rispettivo corso di studi e L'art. 3 si approva nel nuovo testo della commissione, cioè sopprimendo superare gli esami che saranno indicati dalla facoltà caso per caso. la esemplificazione degli insegnamenti complementari contenuta nel primi­ .I laureati in un gruppo letterario potranno conseguire il certificato anche tivo schema, ed aggiungendo, su proposta del consigliere Dini, un richiamo in un altro, purché si iscrivano ad un nuovo anno di corso e superino gli all'art. 92 del regolamento generale universale, come si è fatto negli altri re­ esami necessari a completare gli studi relativi, secondo che sarà indicato golamenti. dalla facoltà caso per caso. I laureati in giurisprudenza, che aspirano alla lau­ Si approva quindi anche l'art. 4, che nel nuovo testo redatto dalla com- rea in lettere o in filosofia, possono essere inscritti al secondo anno di corso missione è così concepito: alle condizioni indicate dalla facoltà. «Il corso della facoltà di filosofia e lettere dura quattro anni. Per esservi am­ Gli studenti di scienze naturali, che abbiano compiuto il primo biennio messo, lo studente deve aver conseguito la licenza liceale». di studi presso la loro facoltà ed abbiano ottenuta la licenza relativa, e gli Nitti rammenta che la questione sul titolo d'ammissione alle facoltà è studenti di medicina, che abbiano superati gli esami del secondo biennio rinviata, ma non risoluta dal Consiglio. Con questa riserva ha votato l'arti­ della facoltà medica, possono essere inscritti al terzo anno della facoltà di fi­ colo. losofia e lettere e conseguire la laurea in filosofia, alle condizioni che saran­ no fissate dalla facoltà caso per caso. Il numero degli esami speciali, a cui sa­ ranno obbligati, non potrà in nessun caso essere inferiore a sei. Sono presenti il vicepresidente Senise e i consiglieri Antonelli, Arcoleo, Banti, Camerano, 1 Art. 20. Alle facoltà di filosofia e lettere sono annesse le scuole di magi­ Canavari, Caruso, Cerruti, Chironi, Cocchia, Dalla Vedova, De Amicis, Dini, Failla, Lustig, Mar­ stero, ordinate secondo un regolamento speciale. tinetti, Mazzoni, Mortara, Nitti, Pullè, Roiti, Schupfer, Scialoja, Serafini, Sergi, Stampini e Vinci­ guerra. Per il nuovo regolamento delle facoltà di lettere e filosofia si vedano i rr.dd. 17 mag. Art. 21. Gli insegnamenti di materie affini possono essere ordinati in isti- 1906, n. 409, e Slug. 1906, n. 410.

l 120 Fontiper la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 121

L'art. 5 approvato senza osservazioni, senza la divisione in gruppi della sione, dovendo restare nel concetto di una unica laurea in lettere, racco­ è laurea in lettere che era proposta nel primo schema. gliendo le materie che nello schema primitivo erano comuni ai tre gruppi, Il testo dell'art. 6 proposto dalla commissione è il seguente: «Per essere venne a trovarne solamente cinque. Poteva essa, dopo quel voto, stabilirne ammesso alla laurea in filosofia o in lettere lo studente deve aver superato altre come obbligatorie senza urtare contro quel diritto di specializzazione quindici esami speciali, dei quali dieci obbligatorii sopra materie fondamen­ in cui jeri tutti convennero? La libertà lasciata alla facoltà è però ristretta in tali indicate dalla facoltà e cinque liberi sopra materie affini o complementa­ certi confini, in quanto che già cinque delle dieci materie obbligatorie che ri scelte tra gli insegnamenti costitutivi e tra i corsi affini o complementari essa deve stabilire sono comuni a tutte le specializzazioni, e per il resto è be­ della fa coltà di filosofia e lettere e di altre facoltà universitarie. ne che ad essa sia lasciata la possibilità di una speciale selezione, secondo le Tra i dieci insegnamenti obbligatorii per la laurea in filosofia deve essere condizioni locali della facoltà in quel dato momento . sempre compreso un corso di fisiologia e, dove esista, un corso di psicolo­ Schupfer non è d'accordo col relatore. Non vede vi sia alcuna difficoltà gia sperimentale. a che il regolamento stabilisca con norma uniforme le materie obbligatorie. Tra i dieci insegnamenti obbligatorii per la laurea in lettere deve essere sem­ Per la laurea in filosofia, esse erano già indicate dalla commissione nel pri­ pre compreso un corso di pedagogia o di altra materia filosofica ». mo schema; per la laurea in lettere si possono stabilire come obbligatorie Stampini crede sia necessario determinare la durata di certi corsi obbliga­ quelle che nel primo schema erano ritenute insegnamenti comuni ai tre todi per le due lauree. Propone quindi un articolo aggiuntivo, che potrebbe gruppi. Si potrebbe quindi aggiungere un articolo così formulato: «Per otte­ redigersi press'a poco così: «Per la laurea in filosofia sono triennali i corsi di nere il diploma di laurea in lettere lo studente dovrà aver superato gli esami filosofia teoretica, filosofia morale e storia della filosofia, e biennali i corsi di letteratura italiana, latina e greca, di storia antica e moderna, di geografia, di letteratura italiana, latina e greca. Per la laurea in lettere devono essere di pedagogia, più un corso di filosofia a scelta e altri tre scelti pure libera­ triennali i corsi di letteratura italiana, latina e greca e biennali quelli di storia mente dallo studente secondo le sue speciali inclinazioni tra i corsi costituti­ antica e moderna». vi della facoltà di lettere o anche di altre e tra quelli complementari. I Consi­ Chironi è di parere che sia grave cosa lasciare in balia della facoltà stabi­ gli di fa coltà potranno designare all'uopo i corsi che crederanno più oppor­ lire i corsi obbligatorii e di lasciare in pari tempo in balìa degli studenti la tuni nei vari rami di scienze e cioè: I. in quello di filologia classica, II. in scelta degli altri. La disposizione sembragli contenga un pericoloso principio qu ello di lettere italiane, III. in quello della storia e geografia ». di disorganizzazione. La determinazione di questi corsi obbligatorii non Scialoja è d'accordo col consigliere Schupfer sulla opportunità di una di­ può, di fatto, non essere causa di dissidii tra gl'insegnanti della facoltà; e sposizione comune a tutte le facoltà. Lasciare alle facoltà la libertà di deter­ poiché manca una norma comune, e i criterii seguiti nella scelta da una fa­ minare gli insegnamenti obbligatorii darà luogo ad inconvenienti pratici ine­ coltà saranno diversi da quelli tenuti presenti da un'altra, saranno resi diffi­ vitabili, come fu già dimostrato. Teme poi che il numero di quindici stabili­ cili imbrogliati i passaggi degli studenti da un'università all'altra. to per le materie obbligatorie sia un po' eccessivo, perché bisogna tener e Dini comprende le difficoltà accennate dal consigliere Chironi, ma crede conto non degli esami, ma dei corsi da frequentare, e poiché alcuni sono che le facoltà sapranno rimediare agl'inconvenienti, perché, in fondo, sono triennali e biennali, i corsi non sono più quindici ma ventidue o ventitre. le stesse materie quelle che si impongono e la determinazione dei corsi ob­ Roiti, fatto il computo delle ore settimanali di lezione che importerebbe bligatorii non potrà di fatto variare troppo da un'università all'altra. l'inscrizione ai corsi delle quindici materie obbligatorie e notato che si trat­ Schupfer ritiene invece che il consigliere Chitoni abbia ragione. Fa poi terebbe di tre ore al giorno, non ritiene eccessivo il numero stabilito dalla notare che ieri il Consiglio combatté soltanto il concetto di dividere la lau­ commissione, tanto più che gli studenti di lettere non hanno esercizi pratici rea in lettere, ma non più: non si pronunciò sulla sostanza delle proposte di laboratorio. fatte dalla commissione. Mortara crede di dover accennare ad una questione generale. Le facoltà Non si può quindi dire che questa sia stata obbligata dal voto del Consiglio di lettere, di tutti gli organismi univetsitarii, sono quelle che hanno più ur­ ad abbandonare l'idea di fissare i corsi e la durata di essi; e perché ha voluto gente bisogno di riforme sostanziali che le mettano più in contatto con le ora abbandonare quel criterio che aveva prima ritenuto giusto perché aveva moderne esigenze della vita sociale, perché sono quelle che hanno forse la precisamente indicati, nel primo progetto, i corsi obbligatorii per i diversi maggiore influenza sulla cu�tura. Da ciò dipende anzi essenzialmente la solu­ diplomi di laurea? zione del problema dell'istruzione secondaria, nella quale, per l'appunto, si Cocchia risponde che la portata del voto di ieri del Consiglio non è solo lamenta la mancanza di insegnanti che rispondano alle necessità della cultu­ quella attinente alla forma, come crede il consigliere Schupfer. La commis- ra moderna nei rapporti dei bisogni della vita sociale. Ora, nessuna innova- 122 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva e propositiva 123 zione si porta con questo regolamento all'organismo della facoltà di lettere stesso consigliere Scialoja, col primo dei quali si propone di sopprimere la come organo d'istruzione superiore. Si lasci almeno, sia pure nella indeter­ menzione fatta nell'articolo di alcune materie obbligatorie estranee alla fa­ minatezza con cui è formulata, la proposta della commissione, la quale, per coltà (fisiologia, psicologia sperimentale) e col secondo che si imponga l'ob­ via indiretta, col lasciare alle facoltà di fissare gli insegnamenti e di variarli bligo di dare due o tre esami di materie estranee alla facoltà da scegliersi li­ secondo le condizioni speciali dell'ambiente e del momento, permetterà che beramente dagli studenti in un elenco indicato dalla facoltà. un po' di questo soffio moderno penetri nelle facoltà di lettere, e segna un La votazione di questi due emendamenti connessi tra loro è fatta in una piccolo passo sulla via e nel senso delle riforme di cui si sente il bisogno. sol volta; e dà i seguenti risultati: favorevoli nove, contrari dieci. Mazzoni appoggia e svolge il concetto del consigliere Mortara e chiede Il presidente pone quindi ai voti un altro emendamento proposto dal che si lasci fare l'esperimento prima di dire che la libertà sia licenza, e si la­ consigliere Sergi, il quale propone che invece di fisiologia si prescriva la sci agire il senso pratico delle facoltà, di fronte ai bisogni speciali della cul­ psicologia sperimentale e un corso di scienze naturali. Votano in favore so­ tura e delle condizioni dei diversi ambienti. lo tre consiglieri. Scialoja ritiene che piuttosto che frasi generali sia necessario fare propo­ Si mette quindi ai voti l'articolo proposto dalla commissione che risulta ste concrete. Insiste nei concetti già svolti anche da altri consiglieri, e crede approvato con tredici voti favorevoli. che ad organismi non buoni come sono le facoltà di lettere non sia opportu­ Si passa alla votazione dell'articolo aggiuntivo del consigliere Nitti, che no lasciare questa ampia libertà che si vuole, sostituendo una coazione loca­ si conviene debba inserirsi dopo l'art. 3, e che è approvato a grandissima le alla coazione di una norma generale. Se una proposta concreta si vuoi fa­ maggioranza. re, nel senso di una riforma che risponda ai concetti del consigliere Mortara, Cocchia relatore, chiede quindi che si metta ai voti l'articolo aggiuntivo cioè cercando di allargare l'ambito della cultura per gli studenti di lettere, si del consigliere Stampini, modificato nel modo seguente: «La durata di cia­ stabilisca piuttosto l'obbligatorietà di scegliere alcuni corsi, due o tre, fra scun insegnamento obbligatorio sarà fissata dalla facoltà. Per la laurea in fi­ quelli di altre facoltà, che potrebbero essere ad esempio, quella di scienze losofia sono triennali i corsi di filosofia teoretica, di filosofia morale e storia per gli studenti di filosofia e quella di giurisprudenza per gli studenti di let­ della filosofia; per la laurea in lettere sono triennali i corsi di letteratura ita­ tere. Propone un emendamento all'articolo in questo senso. liana latina e greca». Nitti approva la proposta del consigliere Scialoja, accettando la quale si Anche questo articolo risulta approvato. farebbe un passo largo e sicuro. Notando poi una lacuna nel regolamento Proseguendo nella discussione del regolamento, soppressi gli artt. 6, 7, per quanto riguarda la cultura moderna, propone un articolo aggiuntivo del 8, 9, 10, ed 11, si approva l'art. 12 e l'art. 13 senza osservazioni. L'art. 14 è seguente tenore: «Nelle facoltà più importanti per numero di studenti e in anche approvato, modificando il numero degli esami, cioè sostituendo il 7 e quelle dove ne sia più vivo il bisogno, possono essere istituiti, udito il Con­ il 15 rispettivamente al 6 e al 12 dello schema primitivo di regolamento. siglio superiore di pubblica istruzione, sezioni di filologia moderna, con in­ Soppressi gli artt. 16 e 17, si approva l'art. 18 con l'aggiunta di questo com­ segnamenti speciali delle principali letterature moderne. La materia dei pro­ ma finale: «Nello specchietto degli esami speciali che va annesso al diploma grammi degli esami e dei diplomi di tali sezioni sarà disciplinata in uno spe­ di laurea, si terrà nota del titolo della dissertazione presentata per l'esame di · ciale regolamento ». laurea e per quello di licenZa». Pullè domanda la chiusura della discussione, che è approvata. L'art. 19 è approvato con la soppressione del secondo comma e modifi­ Il presidente dà quindi la parola al relatore, il quale risponde specificata­ cando da sette ad otto il numero degli esami speciali obbligatorii per gli stu­ mente alle principali obbiezioni mosse all'articolo proposto dalla commis­ denti provenienti dal primo biennio di scienze naturali. sione e conclude dicendo che questa non può accettare l'emendamento del Si approva quindi l'art. 20 e si approva infine l'art. 21, tolto il secondo consigliere Scialoja. Accetta invece l'articolo aggiuntivo del consigliere Nitti comma e l'ultimo ed aggiungendo al terzo comma, su proposta del consi­ e quello del consigliere Stampini, quest'ultimo però alquanto modificato. gliere Dini, in questa o in altra fa coltà. La disposizione transitoria non si Dopo breve discussione sull'ordine della votazione, il presidente mette a approva perché rinviata dopo la discussione di tutti i regolamenti di facoltà. partito l'emendamento del consigliere Scialoja, il quale propone di soppri­ L'intero regolamento, messo ai voti è approvato. mere l'inciso indicate dalla fa coltà e di rimettere alla commissione la de­ [ ...]L a seduta è tolta alle ore 12. terminazione del gruppo delle materie obbligatorie per la laurea. L'esito dellavotazione è il seguente: favorevoli otto, contrari undici. Il segretario presidente Si mettono quindi ai voti un secondo e un terzo emendamento dello M[anfredo] Tovajera Senise

Il 124 Fontiper la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 125

periore; il secondo di essi, come ognuno sa, è uno scopo immanente e dà senza alcun dubbio alle lauree attuali carattere scientifico. Ora, si sono da tempo lamentati gl'inconvenienti che porta con sé l'attuale divisione degli 4 studi superiori in facoltà distinte e separate, rilevandosi come gruppi di di­ scipline, aventi indubbiamente un nesso comune siano ora distribuite tra fa­ Conferimento di lauree scientifiche. coltà diverse, sicché i giovani che volessero acquistare, ad esempio, una spe­ ciale e completa cultura negli studi filosofici o storici o geografici o biologi­ Adunanza plenaria del 15 giugno 1917 1 ci, o economici o statistici e via dicendo dovrebbero o conseguire più lau­ ree, disperdendo la loro attività in studi superflui per lo scopo che si pro­ MPI, CSPI, Processi verbali, 191 7, 102-119, ms. con firma autografa. pongono, senza ottenere la necessaria coordinazione rispetto a quelli che al pp. detto scopo sono diretti, oppure sacrificare una parte degli studi prediletti [ ...] Riferisce dopociò il consigliere Ranelletti, anche a nome dei consi­ senza raggiungere interamente lo scopo stesso. Si è pertanto da tempo invo­ glieri chiamati dal presidente a formare la commissione speciale per l'esame cata la completa rottura delle barriere, che dividono facoltà da facoltà, per delle proposte ministeriali circa il conferimento di lauree scientifiche e ri­ fini scientifici, così che sia possibile affratellare scienze fra loro affini, il che corda come il ministro abbia accennato esplicitamente a questo progetto nel consentirà anche di dare a talune discipline oggi trascurate il necessario ri­

discorso inaugurale della presente sessione 2• Informa che la commissione lievo . speciale ha studiato ampiamente e minutamente il problema, venendo nella La proposta ministeriale, intesa precisamente all'istituzione di speciali determinazione di formulare uno schema proprio di disposizioni. lauree in gruppi di discipline oggi sparpagliate fra le varie facoltà, ha per fi­ Il relatore rammenta che la proposta ministeriale risponde nel suo insie­ ne di dar modo ai laureati di perfezionarsi nelle specialità che essi prediligo­ me al voto di parecchi congressi universitari, specialmente a quelli del 1912 no e a coloro i quali non vogliano conseguire una delle nostre lauree, per­ e del 1916. Attualmente le facoltà universitarie sono ordinate da regolamen­ ché non intendono di esercitare una speciale professione, di darsi ad un ra­ ti precisi, i quali fissano schemi ben determinati di studi, disponendo che i mo di studi superiori per formarsi una propria particolare cultura scientifica giovani debbano seguire i corsi prescritti per il conseguimento delle rispetti­ e di ottenere il riconoscimento ufficiale di questa. provvedimento, poi, ve lauree; e queste hanno un doppio ufficio, quello di preparare all'esercizio gioverebbe ad attirare nelle nostre università studenti stranieri, che possono professionale e quello di conseguire l'elevazione scientifica della cultura su- essere più facilmente indotti a desiderare l'acquisto della superiore cultura scientifica nelle nostre università se non saranno costretti ad adattarsi a schemi di studi prestabiliti e immutabili, tant'è vero che non pochi stranieri, Sono presenti il vicepresidente Dini e i consiglieri Bocci, Canevazzi, Capaldo, Cervello, 1 trovandosi di fronte ai detti schemi, hanno abbandonato il proposito che Cirmeni, Dalla Vedova, Finocchiaro, Gentile, Guidi, Marchesini, Mariotti, Mosca, Nasini, Pa­ scal, Parona, Ferrando, Pietravalle, Puntoni, Ranelletti, Scherillo, Simonetta, Stappato, Torri­ avevano di attingere alla nostra istruzione superiore. La necessità di evitare gialli. questo danno è poi specialmente sentita nei riguardi degli inglesi, tanto più ministro Francesco Ruffini aprì i lavori del Consiglio superiore, partecipàndo all'adu­ 2 Il in vista delle intese in corso con l'Inghilterra, come del resto anche con gli nanza del 9 giugno 1917. In quell'occasione così aveva dichiarato: altri nostri alleati ed amici, per agevolare la diffusione nel mondo della cul­ "Ricorda la vivace tendenza manifestatasi a costituire un'intesa intellettuale e di cultura tra i Il paesi ora uniti dall'alleanza politica per il trionfo della civiltà, e gli è grato dichiarare che le in­ tura italiana. Nota poi il relatore, in modo particolare, che l'istituzione delle sistenze e gli inviti stranieri verso di noi sono stati più grandi che non i nostri verso gli stranie­ nuove lauree non tocca minimamente le lauree attuali, non ne diminuisce il ri, il che dimostra quanto la nostra azione militare e politica abbia contribuito ad accrescere le valore intrinseco né l'efficacia, sicché il provvedimento che si propone non attrattive della cultura italiana, a far meglio valutare le nostre attitudini e il nostro genio, a fare è inteso a riformare in qualche guisa l'ordinamento esistente, bensì ad ag­ più compiutamente riconoscere il valore del nostro valore scientifico. A questo argomento si ricollega uno schema di proposta che egli sottopone all'esame del Consiglio superiore, quello giungere ad esso qualche cosa. La commissione speciale ha accettato in mas­ relativo alla concessione di lauree puramente scientifiche, schema di cui riassume i punti fon­ sima il concetto ed è passata alla estrinsecazione di esso in disposizioni con­ damentali. Rileva però che il Ministero si è energicamente rifiutato di proporre l'abolizione di crete, allontanandosi in vari punti dal progetto ministeriale. Crede il relato­ un articolo della legge fondamentale nella pubblica istruzione, quello che consente agli stranie­ re che, dopo aver accennato, dove occorra, ai punti stessi e spiegate le ra­ ri di salire le nostre cattedre universitarie, senza rinunciare alla loro nazionalità, e ciò quantun­ que voci autorevoli premessero in tal senso. Quest'articolo è la perla della nostra legislazione gioni dei mutamenti apportati allo schema del ministero, possa senz'altro la scolastica ed ha importanza pari a quella dell'art. 3 del Codice civile, con cui riconoscenno, discussione, per brevità, aver luogo sullo schema della commissione. primo nel mondo, i diritti civili agli stranieri»: MPI, CSPI., Processi verbali, 191 7, pp. 10-11. Il relatore dà lettura delle singole disposizioni proposte, via via illustran- l .. a a a a i l1•1r1 126 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 127

dole con diffusi chiarimenti e nota anzitutto che si abbandonata la qualifi­ Il relatore accenna quindi alle ulteriori disposizioni relative al minimo di è cazione di scientifi ca alla nuova laurea, per non svalutare le lauree attuali, e anni di studio e di corsi fissato, alla ammissione alla laurea, alla dissertazio­ la si chiamata: laurea sp eciale a titolo di particolare cultura scientifica. ne a stampa, alla formazione della commissione esaminatrice, alle prove sin­ è A giudizio della commissione anche un'altra finalità la laurea speciale può gole dell'esame di laurea, al conseguimento di una laurea speciale da parte avere, quella di dare una completa cultura superiore in quelle discipline, che di chi possieda già una laurea, speciale o no, facendo rilevare in particolare hanno bensì un contenuto altamente scientifico, ma anche uno scopo prati­ che per tutto il resto, e quindi anche per gli esami speciali, debbono valere co applicativo, rispondente ai grandi progressi industriali del tempo nostro, interamente le norme attuali, fatta eccezione per le iscrizioni, che non pos­ senza però corrispondere ad alcuna delle professioni disciplinate in modo sono più essere ad una determinata facoltà, ma a corsi singoli. Rimaneva la preciso dallo Stato. Ora, se per queste ultime le nuove lauree non hanno e questione delle tasse da imporsi agli studenti aspiranti alle lauree speciali, non devono avere efficacia alcuna, una, e grandissima, devono averne per ma la commissione, riconoscendo che provvedimenti a tal scopo sono ne­ queste libere vie alla pratica attività, che si sono via via aperte all'ingegno cessari, in vista della frequente diversità di tasse tra facoltà e facoltà, ha rite­ umano. Un corollario, poi, della non validità delle nuove lauree per le pro­ nuto che il compito relativo spetti ad una legge speciale. Infine, sempre a fessioni oggi regolate dallo Stato la non validità di esse come titoli per chiarimento delle norme proposte, il relatore osserva che, per evitare i gravi è l'ammissione ai pubblici concorsi, il che certo non vieterà ad aziende priva­ inconvenienti a cui dà luogo la facilità veramente soverchia nella concessio­ te di dar loro efficacia per i proprii fini. ne delle così dette equipollenze, conviene escludere senz'altro ogni equipol­ Il nuovo titolo si consegue in base a studi liberamente scelti dallo stu­ lenza della laurea speciale alle lauree attuali. dente; a ques o proposito il Ministero non poneva nessun limite, ma la com­ Riguardo poi all'applicazione dell'art. 67 del regolamento generale uni­ missione ha ritenuto che ciò sia esorbitante e possa portare ad inconvenienti versitario chiaro che, ammettendo tale articolo qualunque dottorato, la 1 è gravi; essa ammette pertanto siffatta libertà di scelta, ma stabilisce, ad un detta esclusione non pregiudicherà l'ammissibilità al conseguimento della li­ erto punto, il controllo di professori, ossia della fa coltà, se la disciplina per bera docenza di chi sia fornito della laurea speciale anziché di una delle al­ cui la laurea domandata comprende materie appartenenti solo a quella fa­ tre, poiché chiaro che l'esclusione della equipollenza riguarda particolar­ è è coltà, e, in caso diverso, da una commissione formata degli elementi compe­ mente i fini professionali della laurea. Crede infine che debbano valere le tenti delle varie facoltà, scelti da questa su invito del rettore. Un'altra diver­ norme attuali circa l'esclusione della immatricolazione contemporanea per genza con lo schema ministeriale consiste in ciò, che questo ammetteva co­ il conseguimento di una laurea speciale e di una di quelle attuali, ma se si ri­ me validi, per dar adito alle nuove lauree, gli studi fatti nelle università stra­ tenesse necessaria una disposizione esplicita non avrebbe difficoltà ad accet­ niere, senza limitazioni, mentre la commissione crede che ciò sia troppo, tarlo. mentre abbiamot l'art. 96 del Testo unico \ che disciplina molto bene il va­ Il consigliere Bocci teme che il prescrivere che alla fine del terzo anno lo lore di questi studi. Si propone pertanto che si mantenga ferma questa nor­ studente debba dichiarare il fine che persegue sia portare un po' troppo in là ma. Lo schema ministeriale poi, ammette la possibilità di seguire i corsi sin­ la dichiarazione stessa, poiché lo studente può aver errato nel coordinare golic anche nelle università libere, e qui il problema assai delicato. La com­ fra loro precedentemente i suoi studi e aver perduto un tempo prezioso. A è missione ha riconosciuto e riconosce le grandi benemerenze di tali universi­ suo giudizio, tale dichiarazione dovrebbe essere richiesta prima, tanto più tà, che costituiscono i9 parte il seminario dei professori che aspirano ad in­ nei primi anni dell'applicazione delle nuove norme. Nota poi che il lasciare segnare nelle università regie; ma ha notato come in esse insegnino per lo alle facoltà la determinazione degli studi fa nascere il timore che, essendo più giovani esordienti, ed ha ritenuto pertanto che non sia il caso di ammet­ diversi i giudizi delle varie facoltà del regno, si determinino particolari cor­ tere i giovani a conseguire un perfezionamento scientifico presso istituti, i renti verso quelle fra esse che siano ritenute più corrive, ossia meno rigo­ quali già funzionano da scuola di perfezionamento per i rispettivi professo­ rose. ri. Si ammette invece, con un'opportuna limitazione numerica, che una par­ Il consigliere Pietravalle si sente perplesso, di fronte ad un argomento, il te dei corsi possa esser seguita presso liberi docenti, senza distinzioni fra cui studio richiederebbe adeguata preparazione. Non intende però assumersi corsi pareggiati, complementari e parziali, tanto più che specialmente le ul­ la responsabilità di una proposta sospensiva. Crede che il ministro meriti il time due categorie si prestano ad offrir materia per il perfezionamento più vivo plauso perché, rompendo quello che purtroppo era diventata una scientifico. consuetudine di trascuranza verso il Consiglio, ha voluto interrogare l'alto

R.d. 9 ago. 1910, n. 795: T.U. delle leggi sull'istruzione superiore. R.d. 9 ago. 1910, n. 796. 1 1

I l & J i l 128 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva e pmpositiva 129 consesso su un problema di tanta gravità. A suo giudizio, la proposta mini­ Il consigliere Bocci si oppone all'idea dell'esame di Stato, notando come steriale merita approvazione nel suo insieme, come quella che segue giusta­ questo non vi sia neppure per le lauree professionali, per cui potrebbe aver mente una via media nell'annoso dibattito fra i sostenitori dello scopo pro­ ben maggiore giustificazione; e si oppone del pari alla limitazione ad alcune fessionale e quelli dello scopo puramente scientifico dell'istruzione superio­ università soltanto della facoltà di conferire le lauree speciali, il che deter­ re, del sistema della libertà assoluta degli studi e di quello dei molteplici vin­ minerebbe un focolaio di proteste e non sarebbe neppure giusto, poiché coli di riconoscimenti ufficiali. Giustamente il ministro riconosce che l'uni­ non è detto che le università non complete non possano dare alcune, se non versità italiana sia perfettamente in grado di perseguire entrambi gli scopi, tutte le lauree speciali. Eliminate queste due questioni, si associa al collega di armonizzare entrambi i sistemi, e solo le dà modo, con un ulteriore perfe­ Mosca nell'esprimere il desiderio che siano determinati i gruppi di materie. zionamento degli schemi attuali, di accentuare uno dei suoi fini. Domanda Il consigliere Pascal approva la proposta, che è a suo giudizio un primo tuttavia, sul terreno pratico, se non sia il caso di limitare alle università che tentativo per dare agli studi un respiro più libero e per togliere quelle barrie­ posseggono tutt'e quattro le facoltà il potere di rilasciare le nuove lauree; se re fra le facoltà, che rispondono ad una ragione tradizionale, ma non certo a non sia opportuno, ad evitare condiscendenze facili a verificarsi, prescrive­ ragioni scientifiche. Non crede tuttavia conveniente una preventiva deter­ re per tali lauree che esse si conseguano in università diversa da quella in cui minazione di gruppi di materie, poiché ciò nasconde il pericolo di creare si sia conseguita la laurea ordinaria, oppure accentrare il potere di conferirle nuove facoltà. Tale determinazione è bene sia lasciata da un lato alla libera in alcune università soltanto, costituendo una specie di esame di Stato, tanto inclinazione dei giovani e dall'altro alle facoltà, in omaggio a quell'autono­ più che nei concorsi la laurea scientifica dovrà pur avere il suo valore, sic­ mia universitaria, di cui tanto volentieri si parla e che poi, in fatto, viene co­ ché appare prudente circondarne di opportune garanzié'ìf'"çonferimento. In­ sì poco incoraggiata. fine, crede che sarebbe bene fosse esplicitamente vietata là doppia immatri­ Il consigliere Scherillo domanda se non convenga determinare il minimo colazione. di cultura da richiedersi per consentire l'inizio degli studi per il consegui­ Il consigliere Mosca non vede ben chiari i fini della proposta. Attualmen­ mento della laurea speciale, e se proprio sia giustificato l'intervento ad un te vi sono materie di puro contenutp scientifico, come ad esempio l'econo­ certo punto di speciali commissioni universitarie, mentre parrebbe meglio mia politica, ma altre molte hanno i caratteri professionale e scientifico così lasciare al candidato stesso libertà completa di scegliere le materie, prescri­ strettamente uniti, che sembra difficile distinguerli ai fini della nuova laurea vendo solo un numero minimo. È poi d'accordo col collega Torrigiani nel­ che si vuole istituire. Ad ogni modo, non gli sembra che la proposta sia l'augurare che si escogiti un nome diverso da quello di laurea, che, senza completa, in quanto essa non contiene la determinazione almeno generale volerlo, svaluta le lauree attuali, e specialmente quelle della facoltà di filoso­ dei gruppi di discipline a cui le nuove lauree possono riferirsi. Si darà una fia e lettere, le quali in realtà sono anche oggi puramente scientifiche, e che, laurea unica? E allora si arriverebbe all'assurdo di voler imparare tutto lo inoltre, può essere fonte di fastidi, come lo è stato il nome di università da­ scibile; o si daranno lauree distinte? E allora un criterio discretivo deve pur to all'Università Bocconi e porterà fatalmente un giorno o l'altro a quelle 1, esserci, altrimenti, a suo giudizio, il Consiglio fa opera vana e il ministro equipollenze, che oggi si vogliono escludere. può dispensarsi dal sentirne il parere. Nega poi che le lamentate barriere tra Il consigliere Ranelletti, rispondendo ai vari oratori, osserva che non si facoltà esistano realmente, poiché anche le norme attuali consentono allo tratta di una riforma che sconvolga gli attuali ordinamenti, bensì di una studente di iscriversi ai corsi di tutte le facoltà. semplice aggiunta a questi ultimi, che però non li tocca minimamente. Non Il consigliere Torrigiani spiega gli scopi a cui è informata la proposta e crede poi che la sospensiva chiesta dal collega Cirmeni sia giustificata; il mette particolarmente in rilievo quello di realizzare l'unione intima, tanto progetto è venuto all'esame del Consiglio nelle forme consuete di tutti gli auspicata, fra scienza e pratica, rivelatasi più che mai necessaria, nei campi affari e del resto la discussione già fatta e in seno al Consiglio e in seno alla più diversi e più impreveduti. Dubita però che sia conveniente chiamar lau­ commissione, che ha approfondito l'argomento in tutte le sue parti e che è rea il nuovo titolo, temendo che da ciò appunto possa derivare confusione e pronta a fornire tutti i chiarimenti che le saranno richiesti, dimostra che il incertezza. Consiglio stesso è sufficientemente preparato per adottare una risoluzione. Il consigliere Cirmeni plaude anch'egli al ministro per aver voluto inter­ Al collega Mosca osserva che è bensì vero che il sistema attuale consente al­ rogare il Consiglio su questo argomento, ma non crede che questo possa es­ lo studente di iscriversi anche a corsi di altre facoltà, ma lo obbliga tuttavia sere convenientemente studiato in uno scorcio di seduta, attesa la sua com­ a conseguire una laurea, che ha anche quegl'intenti professionali di cui egli plessità. È d'avviso che un così grave progetto di riforma dell'ordinamento attuale debba essere ben ponderato e che si dovrebbe rinviarne la discussio­ ne; che, se ciò il Consiglio non crederà di fare, egli si asterrà dal voto. d. 29 set. 1902, n. CCCLXV. 1 R.

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f1 1 i l 1 E Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 130 Fonti per la storia della scuola 131 può non aver affatto desiderio e a volgere la sua attività a materie che sono ste nel ritenere grave lacuna la mancanza della determinazione dei gruppi di inutili per il fine che egli può voler perseguire; dunque col sistema attuale materie. non è affatto agevole una speciale intensificazione di studi in una determina­ consigliere Cirmeni fa rilevare, a proposito del desiderio di richiamare ta branca, i cui elementi costitutivi siano sparpagliati in facoltà diverse. Né, stranieri in Italia, che gli avvenimenti di questi ultimi due anni hanno fatto a suo giudizio, conviene predeterminare gruppi di materie, non solo per le sorgere la persuasione che troppo l'Italia sia stata larga verso di essi, apren­ ragioni ottimamente esposte dal consigliere Pascal, ma anche perché ciò fa­ do loro incondizionatamente le porte delle sue università e chiamandoli an­ rebbe venir meno la ragione stessa della riforma, che si fonda sulla libertà che ad insegnare in esse senza pretendere che rinunziassero alla loro nazio­ dello studente di indirizzare come meglio crede i suoi studi. Al consigliere nalità. A siffatta persuasione contrasta stranamente il desiderio ora manife­ Scherillo risponde che il giovane deve iniziare gli studi nel modo consueto e stato. E si è sicuri poi che nei paesi stranieri si faccia altrettanto verso di offrendo le consuete garanzie, che sono la licenza da scuola secondaria per noi? Per queste ragioni darà voto contrario alla proposta. gl'italiani e i titoli voluti dall'art. 99 del regolamento generale universitario Il consigliere Perrando fa osservare che, almeno per quanto riguarda la per gli stranieri. Si associa poi alle considerazioni del collega Torrigiani cir­ medicina, già esiste la possibilità di raggruppare materie affini, anche di fa­ n ca gli scopi delle nuove lauree, disposto anche ad accettare quella qualun­ coltà diverse, per il conseguimento di speciali diplomi. que altra denominazione, che si ritenesse conveniente, però dichiarando Il consigliere Gentile ha l'impressione che ci si sia voluti mettere sulla che altri non è riuscito a trovarne, che meglio corrispondano alla natura del via della libertà e poi di questa stessa libertà si abbia avuto paura; a suo giu­ titolo. Al consigliere Pietravalle osserva che non è sembrato possibile alla dizio, poiché in realtà il numero dei gruppi di materie non si può estendere commissione istituire distinzioni fra università, che tutte sono uguali fra lo­ all'infinito, tanto varrebbe determinarli senz'altro. Se si ammette un con­ ro, e nota che non potranno evidentemente in esse venir concesse quelle trollo, è chiaro che questo non può esercitarsi se non sul fondamento di ag­ lauree scientifiche le quali richiedano studi che nelle università medesime gruppamenti e affinità già esistenti; dunque è possibile determinarli senz'al­ eventualmente non esistano. Non si sofferma sul timore del collega Bocci tro. E se ciò non si vuol fare, si deve esser logici e lasciare la libertà assoluta, che possa formarsi la persuasione di una maggior facilità a conseguire una tanto più che intervenire alla fine del terzo anno significa intervenire quan­ data laurea speciale una università piuttosto che in un'altra, poiché l'in­ do la cultura del giovane si è già formata e si è già orientato in un indirizzo in conveniente non è superabile, dipendendo esso dall'imperfezione inevitabi­ ben preciso. Crede anch'egli che dopo i regolamenti del 1910 le pretese bar­ le di tutte cose umane. Nega che l'esame di Stato sia una garanzia, poiché, riere tra facoltà non esistano più, sicché si potrebbe facilmente arrivare allo avendo lo Stato bisogno ogni anno di un certo numero di professionisti, de­ stesso scopo anche con un semplice ritocco alle norme vigenti, ma ammet­ ve pur cercarli dove e come li trova, sicché l'esame di Stato crea il pericolo, tendo un controllo al principio, non oltre la metà degli studi. purtroppo già verificatosi, come nel caso dei concorsi per la magistratura e Il consigliere Ranelletti, relatore, crede che la libertà completa sia una per gli uffici amministrativi, di un abbassamento del livello di cultura. Del idealità ammirabile, ma non opportuna nella pratica e di ciò è una ben chia­ resto, si tratta di un problema assai grave, che non ha attinenza coll'argo­ ra dimostrazione l'istituto della libera docenza, che dovrebbe essere una mento in discussione e da cui quindi si può prescindere. Neppure crede pos­ prova veramente scientifica e troppo spesso non è, poiché in pratica si cede, sibile lo spostamento dello studente da una ad altra università, per ragioni col sistema di aspettare a giudicare solo all'esame finale. Dunque è necessa­ intuitive. A suo giudizio, è ben giusto che la laurea speciale abbia nei con­ rio che il controllo abbia luogo prima; né può essere fatto in principio, corsi una particolare valutazione, ma come qualunque pubblicazione scienti­ quando la vocazione del giovane non si è ancora affermata. Al consigliere fica. consiglierile Bocci e Scherillo fa rilevare che il giovane può non segui­ Perrando osserva che gli istituti speciali, la cui creazione è ammessa dai re­ Ai re i consigli che certamente gli daranno i suoi professori ed è bene, quindi, golamenti speciali di facoltà, servono anzitutto per i fini specifici delle fa­ che ad un certo punto, quando cioè può presumersi che la sua precisa voca­ coltà stesse e poi sono unicamente destinati ai già laureati; essi quindi hanno zione, da principio naturalmente incerta, si sia definitivamente orientata in uno scopo diversissimo. consigliere Cirmeni rileva che oggi giustamente un dato senso, intervenga un arresto, un giudizio di controllo, per impedire ci lamentiamo dell'invasione di stranieri, e più precisamente di una catego­ gli eccessi della libertà. ria di stranieri, perché essi erano divenuti i nostri dominatori, specialmente consigliere Mosca dichiara di essere impreparato a pronunziarsi, tanto nel campo economico; ma qui si tratta del rovescio; noi vogliamo chiamarli perché apprendano da noi e portino il nostro nome la nostra cultura nei più che non conosce neppure il progetto ministeriale; non crede poi che la e riforma sia strettamente necessaria, poiché chi aspira alla cultura per la cul­ loro paesi, non come dominatori, ma come dominati. tura può raggiungere suo fine anche col sistema attuale; in ogni modo insi- A questo punto, essendo l'ora tarda, il presidente, osservato che la di- il

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l l 132 Fonti per la sto1·ia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 133 scussione generale ha avuto ormai ampio svolgimento, chiede al Consiglio condo le norme dell'art. 96 del Testo unico delle leggi sull'istruzione supe­ se intenda dichiararla chiusa e il Consiglio consente. Viene quindi posto ai riore 9 agosto 1910 n. 795; e sono altresì computate, per un quarto dei cor­ voti il quesito se in massima il Consiglio intenda di approvare, in massima, si seguiti, le iscrizioni ai corsi dei liberi docenti, quando il programma e lo l'istituzione proposta di lauree speciali a titolo di particolare cultura scienti­ svolgimento siano giudicati rispondenti ai fini delle lauree, a norma dell'ar­ fica, riservando ogni decisione sulla denominazione precisa da attribuire alle ticolo seguente». medesime e il Consiglio, dopo prova e controprova esprime a grandissima Si discute lungamente e in vario senso intorno alla durata degli studi e al maggioranza, e cioè con due soli voti contrari, astenuto il consigliere Mosca, numero delle iscrizioni, e il consigliere Mosca propone si stabilisca che la parere affermativo. prima debba essere di soli tre anni e il secondo di soli nove corsi. Il consi­ A questo punto il presidente rinvia il proseguimento della discussione al­ gliere Cirmeni scenderebbe anche a cifre minori. Il consigliere Guidi osserva l'adunanza di domani e toglie la seduta. Sono le ore 19.00. che per certe materie il numero di anni proposto è eccessivo. Il consigliere Nasini obietta che nelle materie della sua facoltà non si può ragionevol­ 1 Il segretario Il presidente mente scendere al di sotto dei quattro anni. Il consigliere Cervello è d'avvi­ Giani U[lisse] Dini so che, fermo il numero di quattro anni, si possa lasciare alla facoltà o alla commissione di stabilire il numero delle iscrizioni. A tutti risponde il relatore Ranelletti, dimostrando, in base alle conside­ Adunanza plenaria del 16 giugno 1917 1 razioni già svolte ieri e che illustra nuovamente, l'opportunità della propo­ sta della commissione speciale, la quale pertanto è contraria all'emendamen­ MPI, CSPI, Processi vm·bali, 191 7, 123-129, ms. con firma autografa. pp. to Mosca. L'emendamento stesso è messo a partito, ma risulta respinto, avendo vo­ [ ...] Letto ed approvato il processo verbale dell'adunanza di ieri, si pro­ tato in favore tre soli consiglieri. segue nella trattazione del progetto relativo al Conferimento di lauree Si approva quindi l'intero art. 2 com'è sopra formulato, e, dopo chiari­ scientifiche (lauree sp eciali a titolo di particolare cultura scientifica). menti forniti dal relatore, si approvano del pari gli articoli dal terzo al setti­ La discussione ha luogo, su proposta del relatore consigliere Ranelletti, mo, così formulati: sopra lo schema formulato dalla commissione, che il relatore stesso illustra, Art. 3: «Non più tardi della fine del terzo anno di studi, lo studente deve rilevandone le differenze rispetto allo schema ministeriale. indicare la disciplina nella quale intende conseguire la laurea, i corsi seguiti Senza opposizione è approvato l'art. così formulato: l, e quelli che intende seguire negli anni successivi. La facoltà, alla quale la di­ «Oltre alle lauree attuali, per le quali nulla è innovato, le università regie sciplina appartiene, dovrà giudicare se i corsi frequentati e da frequentare possono rilasciare, così agli italiani come agli stranieri, lauree speciali a tito­ siano sufficienti per l'ammissione all'esame di laurea. Quando la disciplina lo di particolare cultura scientifica, senza effetto per l'abilitazione professio­ comprende materie ap artenenti a più facoltà o scuole, tale giudizio sarà nale e per l'ammissione ai pubblici concorsi, sulla base di studi da essi libe­ p pronunciato da una speciale commissione formata dal rettore dell'universi­ ramente scelti, a norma degli articoli seguenti». tà, su proposta delle rispettive facoltà o scuole». Si dà quindi lettura dell'art. 2, così formulato: «Gli studi per il conseguimento delle lauree speciali dovranno avere una Art. 4: «Lo studente, che abbia compiuto i suoi studi a norma degli arti­ durata minima di quattro anni e comprendere almeno dodici iscrizioni a coli precedenti, può essere ammesso all'esame di laurea. La domanda deve corsi scelti dallo studente anche in diverse facoltà o scuole. essere accompagnata da una dissertazione a stampa. Saranno computate come iscrizioni diverse anche quelle prese nella stes­ La commissione giudicatrice sarà formata dal rettore dell'università se­ sa materia, sia contemporaneamente presso diversi insegnanti, sia successi­ condo le norme del regolamento generale universitario, su proposta delle vamente nei diversi anni presso lo stesso insegnante, purché lo svolgimento facoltà o scuole cui appartiene la disciplina che è oggetto della laurea e con della materia, nella sostanza o nell'indirizzo, sia diverso. riguardo particolare alle materie c0mprese nelle discipline stesse. Sono computati gli anni e i corsi seguiti presso le università straniere, se- La commissione sarà presieduta dal professore ufficiale più anziano ". Art. 5: «L'esame di laurea consiste: Sono presenti il vicepresidente Dini e i consiglieri Bocci, Canevazzi, Capaldo, Cervello, a) in una discussione sulla dissertazione; 1 Cirmeni, Dalla Vedova, Finocchiaro, Guidi, Marchesini, Mariotti, Mosca, Nasini, Parona, Per­ rando, Pietravalle, Puntoni, Ranelletti, Scherillo, Simonetta, Stappato, Torrigiani. Nasini insegnava chimica generale nella Scuola di farmacia all'Università di Pisa. 1 134 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 135

b) in una conferenza sulla disciplina, che è oggetto della laurea e sui me­ todi relativi di ricerca; c) una prova pratica se la laurea ha per oggetto discipline sperimen­ in tali». 5 Art. 6: «Lo studente che abbia ottenuto una laurea, potrà conseguire una laurea a titolo di particolare cultura scientifica con un anno di studio e con Partecipazione degli studenti al governo delle università. almeno tre iscrizioni, presentando una nuova dissertazione e facendo un nuovo esame di laurea nei modi stabiliti negli articoli precedenti. Sulla suffi­ cienza della durata degli studi e del numero e qualità dei corsi per l'ammis­ Adunanza del 16 giugno 1922 1 sione al nuovo esame di laurea, giudicherà la facoltà o commissione specia­ MPI, CSPI, Processi verbali, 1922, 86-96, ms. con firma autografa. le, a norma dell'art. 9». pp. Art. 7: «Per tutto quanto non è regolato dagli articoli precedenti varran­ [ ...] Il consigliere Severi riferisce sulla proposta del ministro di consen­ no le norme vigenti per gli studi universitari, tranne che per le tasse. L'iscri­ 2 tire agli studenti la partecipazione al governo delle università. La proposta zione, però, dello studente, che aspira al conseguimento di una laurea spe­ ministeriale è concretata in due articoli del regolamento che il relatore legge ciale, sarà fatta solo ai corsi speciali che egli chiederà di seguire. al Consiglio illustrandoli poscia sulla scorta della relazione ministeriale, la Per gli studenti forniti di licenza di istituto tecnico (sezione fisicomate­ matica) il Consiglio accademico deciderà se il loro titolo di studi sia suffi­ Sono presenti il vicepresidente Credaro e i consiglieri Alessandri, Cesareo, Fedozzi, Fer­ ciente per le iscrizioni da essi chieste fuori della facoltà di scienze fisiche, 1 matematiche e naturali, e della scuola di farmacia. Il rettore trasmetterà le rai, Festa, Gentile, Golgi, Guidi, Lori, Luiggi, Mariotti, Masoni, Miranda, Morisani, Nasini, Pa­ scal, Pascale, Pietravalle, Severi, Solmi, Stanziate, Tarozzi, Trambusti, Torrigiani. relative deliberazioni al Ministero, a norma dell'ultimo comma dell'art. 95 z Antonino Anile. del regolamento generale universitario ». testo ministeriale così recitava: n «Art. A far parte del Consiglio accademico e dei Consigli di facoltà sono chiamati, con Sull'art. 8, che il relatore propone sia formulato nel modo seguente: l. voto deliberativo, i rappresentanti degli studenti eletti con le norme di cui all'articolo se­ Art. 8: << È esclusa ogni equipollenza della laurea speciale, di cui agli arti­ guente. coli precedenti, alle lauree attuali». Essi parteciperanno a tutte le adunanze di detti Consigli fatta eccezione per quelle nelle qua­ li trattasi argomenti che riguardano il personale insegnante. si discute brevemente, ritenendo il consigliere Stoppato che la formula 3, Art. 2. Gli studenti di ognuna delle quattro facoltà comprese nell'insegnamento superiore proposta possa far dubitare che le nuove lauree speciali abbiano lo stesso va­ nominano all'inizio di ogni anno scolastico e per la durata di esso, tre loro rappresentanti nei lore accademico delle altre. Infine si delibera di fondere la disposizione del­ Consigli delle rispettive facoltà scelti fra gli studenti regolarmente inscritti. l'art. 8, che pertanto rimane soppresso, in quelle dell'art. l, il quale risulta A tal fine tutti gli studenti divisi per facoltà, sono convocati in adunanza con avviso da pub­ definitivamente così formulato: blicarsi dal rettore nell'albo universitario . Gli studenti della scuola di farmacia e quelli di medicina veterinaria appartenenti alle uni­ Art. 1: << Oltre alle lauree attuali, per le quali nulla è innovato, le universi­ versità3 partecipano all'adunanza degli studenti di medicina; gli studenti delle scuole di applica­ tà regie possono rilasciare, così agli italiani come agli stranieri, lauree spe­ zione e delle scuole superiori di agraria annessi alle università, a quella degli studenti delle fa­ ciali a titolo di particolare cultura scientifica, sulla base di studi da essi libe­ coltà di scienze matematiche, fisiche e naturali. L'adunanze degli studenti così convocate, sono valide qualunque sia il numero degli inter­ ramente scelti, a norma degli articoli seguenti. venuti, non possono occuparsi sotto pena di nullità di qualsiasi altro oggetto e vengono presie­ Tali lauree speciali non avranno effetto, neppure a titolo di equipollen­ dute da uno studente designato a tale ufficio dall'adunanza stessa fra i presenti. Il presidente za, per l'abilitazione professionale e per l'ammissione ai pubblici concorsi». nominerà due scrutatori che lo·coadiuveranno nelle operazioni di scrutinio. [ ... ] Il presidente, constatato che l'ordine del giorno è esaurito, dichiara La designazione dei rappresentanti degli studenti nei Consigli di facoltà viene fatta mediante chiusa la presente sessione ordinaria e toglie la seduta alle ore 12.20. votazione con scheda segreta. Ogni votante non potrà scrivere nella sua scheda più di tre nomi e prima di deporre la sche­ Il segretario Il presidente 1 da dovrà dimostrare il suo diritto al voto mediante esibizione al presidente del libretto d'iscri­ Giani zione e della tessera d'immatricolazione. L'elezione ha luogo a maggioranza relativa. Il processo verbale, sottoscritto dal presidente e da due scrutatori è rimesso al rettore il quale, verificatone la regolarità, pubblica nell'albo universitario il nome degli eletti, ne dà par­ Non c'è la firma del vicepresidente. La proposta divenne operativa con il r.d 28 ott. 1 tecipazione ai presidi delle facoltà alle quali l'elezione si riferisce e ne informa il ministro. 1917, n. 1905. Gli studenti nominati a far parte del Consiglio di facoltà nominano uno di loro a rappresen- 136 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 137 quale ricordato i precedenti storici delle università medioevali ed accennato stessa Università di Ferrara, reca le ragioni giustificatrici della proposta. Sul alla odierna costituzione delle università d'Inghilterra e d'America e della valore dei precedenti storici relativi alle università medioevali il relatore, annunzia, sarà detto dal consigliere Solmi. Egli osserva in primo luogo che se si volesse accettare la proposta del ministro così come è formulata sareb­ be dubbio che potesse farsi con norme regolamentari. Sembra infatti neces­ tare gli studenti della facoltà del Consiglio accademico. Di tale nomina è data partecipazione al rettore che ne informa il Consiglio accademico ed ilministro. saria una disposizione legislativa. In verità nel Testo unico delle leggi sull'i­ Gli studenti nominati come sopra nei Consigli di facoltà e nel Consiglio accademico, cesse­ struzione superiore non è alcuna norma la quale accenniin modo esplicito 1 ranno da tali uffici qualora, durante l'anno scolastico, perdessero la qualità di studenti della fa­ alla composizione dei Consigli di facoltà mentre questa materia è rimandata coltà del cui Consiglio fanno parte. al regolamento; cosicché da un punto di vista strettamente formale si può Verificandosi per qualsiasi motivo una vacanza nel numero dei rappresentanti degli studenti nel Consiglio di facoltà, si provvederà alla sostituzione con la nomina dello studente che dopo sostenere che la modificazione desiderata dal ministro può introdursi me­ gli eletti ha riportato più voti nell'assemblea degli studenti della facoltà». diante riforma regolamentare. Ma l'oratore non crede che un istituto così Il testo redatto dai consiglieri Severi e Solmi, a sua volta, era così formulato: antico come è quello delle facoltà universitarie abbia una vita e fisonomia «Art. costituita presso ogni facoltà o scuola una commissione consultiva presieduta dal l. propria per ciò solo che è stabilito in disposizioni legislative. Il carattere di preside della fa coltà e direttore della scuola e composta di due professori ordinari o straordina­ tali istituti è anche determinato dalla tradizione o consuetudine, avente, co­ ri eletti dalla facoltà, colle presenze e col voto anche degli incaricati e di tre studenti eletti colle norme di cui all'articolo seguente. me si sa, valore di legge. Nessuno ha mai pensato parlando di facoltà univer­ La commissione esaminerà e farà proposte al Consiglio della facoltà o della scuola sui se­ sitarie se non a suddivisioni del corpo accademico e come debba essere co­ guenti oggetti: stituito il corpo accademico è detto espressamente dal Testo unico: dai pro­ a) ordine degli studi con eventuali proposte d'istituzione di nuovi corsi d'insegnamento e di fessori ordinari e straordinari e dai dottori aggregati laddove vi sono. Ad esercitazione; b) orario dei corsi; ogni modo noi sentiamo, dice l'oratore, così profonda la modificazione che c) diari degli esami; anche quando essa non toccasse formalmente alcuna disposizione di legge d) rapporti degli studenti colle autorità e cogli uffici universitari. scritta, bisognerebbe pure ricorrere ad una nuova legge data la profondità Art. 2. Gli studenti di ognuna delle quattro facoltà comprese nell'insegnamento superiore e della innovazione, la quale non potrebbe farsi correttamente in sede regola­ delle scuoleÈ ingegneri nominano, all'inizio di ogni anno scolastico e per la durata di esso, tre mentare. loro rappresentanti nella commissione consultiva delle rispettive facoltà e scuole scelti fra gli studenti regolarmente inscritti. Il ministro, dice l'oratore, per giustificare questa sua proposta accenna ai A tal fine tutti gli studenti divisi per facoltà e scuole, sono convocati in adunanza con avvi­ chiari segni di una coscienza di classe che si avvertirebbe fra gli studenti; ma so da pubblicarsi dal rettore nell'albo universitario. anche coloro i quali non hanno alcuna difficoltà a riconoscere che la società Gli studenti della scuola di farmacia e quelli di medicina veterinaria appartenenti alle uni­ moderna si organizza attraverso a queste esigenze di classe non sono dispo­ versità partecipano all'adunanza degli studenti di medicina; gli studenti delle scuole superiori di agraria annesse alle università, a quella degli studenti delle facoltà di scienze matematiche, fi­ sti a riconoscere interessi di classe che tengano riuniti gli studenti. Non si siche e naturali. può parlare di coscienza di classe per cercare di rendere favorevoli alla pro­ Le adunanze degli studenti, così convocate, sono valide qualunque sia numero degli inter­ posta coloro che simpatizzano per determinate concezioni ed indirizzi poli­ il venuti; non possono occuparsi sotto pena di nullità di qualsiasi altro oggetto e vengono presie­ tici. dute da uno studente designato a tale ufficio dall'adunanza stessa fra i presenti. presidente Il Gli esempi e le analogie citate nella relazione ministeriale non fanno al nominerà due scrutatori che lo coadiuveranno nelle operazioni di scrutinio. La designazione dei rappresentanti degli studenti viene fatta mediante votazione con scheda caso. Nelle università americane esiste un Consiglio di amministrazione, che segreta. non è costituito dai professori; i professori vi hanno la loro rappresentanza Ogni votante non potrà scrivere nella sua scheda più di tre nomi e prima di deporre la sche­ e null'altro. È un Consiglio di amministrazione che teoricamente si occupa da dovrà dimostrare suo diritto al voto mediante esibizione al presidente del libretto d'iscri­ il anche di questioni di ordine didattico teoricamente perché in realtà in tale zione e della tessera d'immatricolazione. L'elezione ha luogo a maggioranza relativa. materia non fa che accogliere le proposte e i suggerimenti dei professori. Il processo verbale, sottoscritto dal presidente e da due scrutatori è rimesso al rettore il Questo Consiglio di amministrazione è costituito principalmente di persone quale, verificatone la regolarità, pubblica nell'albo universitario il nome degli eletti, ne dà par­ cospicue nel mondo industriale le quali valgono ad attrarre all'università tecipazione ai presidi delle fa coltà o direttori di scuole alle quali l'elezione si riferisce e ne in­ ablazioni e doni di ogni specie. In questo Consiglio di amministrazione, il forma ilministro. quale nei riguardi amministrativi ha poteri completamente dittatoriali, sono Verificandosi per qualsiasi motivo una vacanza nel numero dei rappresentanti degli studenti nella commissione consultiva si provvederà alla sostituzione con la nomina dello studente che dopo gli eletti ha riportato più voti nell'assemblea degli studenti della facoltà o scuola»: in ACS, MPI, CSPI (1905-1938), 1922, pos. n. 155. R.d. 9 ago. 1910, n. 795. 6, 1 138 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 139 rappresentati anche gli studenti. Essi pertanto non hanno nessuna ingerenza non volevano essere giudicati dalla autorità comunale; pretendevano di es­ nel governo didattico e disciplinare dell'università. La costituzione della sere giudicati da una associazione eletta da loro medesimi la quale desse ga- università inglese non è molto dissimile. Quanto poi all'Università libera di - ranzia di applicare non già le norme dello statuto locale ma i principii fon­ Ferrara l'oratore dice che vi ha un Consiglio universitario ed una Deputazio­ damentali del diritto comune. A Parigi dove l'autorità dello Stato era effi­ ne. Nel Consiglio universitario che è un consiglio di amministrazione della ciente il governo dell'università non era in mano degli studenti ma esclusi­ università sono due rappresentanti degli studenti; ma nella Deputazione uni­ vamente dei professori. Ma oggi noi ci troviamo di fronte allo Stato, dice il versitaria che ha attribuzioni analoghe a quelle del nostro Consiglio accade­ relatore, ad una costituzione pubblica affatto diversa, a una tradizione molte mico i rappresentanti degli studenti non ci sono. volte secolare. Ciò che del progetto ministeriale si può accogliere è questo Tuttavia l'oratore ritiene d'accordo con il collega Salmi, correlatore del­ concetto: che può essere utile ascoltare_ la voce degli studenti su determina­ la proposta, che qualche cosa agli studenti bisogna pur concedere non tanto te questioni relative al funzionamento della università, ma per ottener que­ per non deludere la loro aspettazione, quanto nell'interesse stesso della uni­ sto non è necessario rovesciare a sistema soviettistico l'università italiana. versità. L'oratore propone che si costituisca per ogni facoltà una commissio­ Il consigliere Torrigiani dichiara avere il collega Severi largamente dimo­ ne consultiva formata da tre studenti eletti con modalità da determinarsi, strato che la proposta riforma esorbita dalla facoltà regolamentare e che per correggendo in parte quelle di cui al testo ministeriale, presieduta dal presi­ introdurla sarebbe assolutamente necessario un disegno di legge. L'oratore de e completata da due professori universitari eletti dalla facoltà. Questa vorrebbe che si rispondesse al ministro che il Consiglio non passa a giudica­ commissione si dovrebbe occupare di oggetti di carattere ben determinato: re il merito della proposta, ritenendo che essa debba essere sottoposta al po­ ordine degli studi con eventuale proposta di istituzione di nuovi corsi, orari tere legislativo. Passando a parlare della proposta dei relatori il consigliere dei corsi, diarii degli esami, rapporti degli studenti con gli uffici amministra­ Torrigiani dice che essa non è né un emendamento né un controprogetto e tivi della università. Questa commissione si limiterebbe a fare delle propo­ pertanto dubita che possa essere discusso. ste, ma la deliberazione spetterebbe sempre al Consiglio della facoltà e al Il consigliere Gentile riconosce che la proposta ministeriale apporta un Consiglio accademico. L'oratore si sofferma a dimostrare che in molte uni­ radicale mutamento dell'ordinamento delle nostre facoltà. Tuttavia egli non versità e scuole questa collaborazione degli studenti è stata alcune volte ri­ ritiene illegittimo provvedere mediante regolamento se in passato pure con chiesta ed utilizzata con vantaggio del funzionamento dell'università. regolamento fu legittimamente disposta una modificazione non lieve del­ Il consigliere Trambusti non vede che vi siano inconvenienti ammetten­ l'ordinamento dei Consigli di facoltà allorché si ammisero a farne parte i li­ do gli studenti nel Consiglio di facoltà; egli vorrebbe però che il numero dei beri docenti. rappresentanti degli studenti fosse messo in correlazione con il numero dei L'oratore riterrebbe opportuno che si sospendesse la presente discussio­ componenti i Consigli di facoltà, che in alcune piccole università italiane so­ ne per riprenderla in una delle successive sedute. Frattanto si potrebbero di­ no composti di due o tre professori. stribuire a tutti i consiglieri così una copia del testo ministeriale, come una Il consigliere Salmi, altro relatore, ritiene che chiamare gli studenti al copia del testo dei relatori. L'oratore non si è ancora fatta una ferma opinio­ governo delle università nel momento attuale significherebbe mettere in im­ ne sull'argomento perché non si sente bene informato della questione. Tut­ barazzo gli studenti stessi. Le giustificazioni addotte nella relazione ministe­ tavia un'osservazione gli sembra opportuna, che non fu fatta dai precedenti riale sono in gran parte erronee; esse rivelano una inesatta visione delle co­ oratori, che cioè la proposta ministeriale tende ad avvicinare, come da tutti se. Nelle università inglesi gli studenti hanno proprie corporazioni, ricono­ è desiderato, lo studente al professore. sciute dalla legge, e attraverso le proprie corporazioni gli studenti fanno Il consigliere Mariotti ritiene fuor di luogo il fermarsi a discutere se per sentire i loro desiderati. L'esempio della università medioevale è pure fuori attuare la riforma proposta dal ministro occorra un regolamento o piuttosto di posto. È vero che nella università medievale, tipo bolognese, gli studenti un disegno di legge. Quello che il Consiglionella sua alta competenza è invi­ assunsero il governo della università, il rettore era nominato dagli studenti e tato a dichiarare è se la proposta ministeriale in sé, nella sua sostanza, quale gli studenti partecipavano ai consigli deliberativi delle facoltà, ma non biso­ sarà per essere la sua forma, è buona o cattiva, da accettarsi o da respingersi, gna dimenticare che le università erano pure organizzazioni studentesche e giovevole o dannosa al buon fu nzionamento della università italiana. che nascevano, come quella di Bologna, in un momento in cui mancava L'oratore dichiara di aver udito finora molti argomenti dai suoi autore­ l'autorità dello Stato. Gli studenti si trovavano allora di fronte ad una orga­ voli colleghi, ma di non aver udito ancora quell'argomento che a lui pare il nizzazione comunale che aveva soltanto interessi locali epperciò si com­ più importante. Nel medievo gli studenti governavano l'università e il retto­ prende come essi tenessero in mano il governo dell'università. Essi inoltre re dell'università era uno studente. Ma la spiegazione ciò va trovata nel di 140 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 141

fatto che l'università la pagavano gli studenti: erano gli studenti che chiama­ giorno della cui compilazione fu ieri incaricato e riguardante la concessio­ 1, vano i professori e corrispondevano loro uno stipendio. Ora gli studenti ne delle patenti e dei pareggiamenti. d'oggi tornano ad essere un poco quello che erano gli studenti del medioe­ Gabelli legge l'ordine del giorno. vo perché a furia di tasse e sopratasse, di tasse d'esame e di contributi di la­ Lignana, udita la lettura fatta dal consigliere Gabelli, fa alcune osserva­ boratorio essi stanno per pagare integralmente il costo dell'università. Se zioni sulla proposta di stabilire delle sessioni d'esami pel conferimento delle questo è vero, perché negar loro il diritto di entrare nei Consigli di facoltà? patenti. Dice che nell'anno scorso la Giunta fece pratiche perché il r.d. 10

L'Università di Parigi, osserva l'oratore al collega Salmi, aveva un ordi­ maggio 1877 2 non fosse prorogato; non crede che ora convenga di propor­ namento diverso dall'università italiana del medioevo per questa ragione re nuovamente gli esami per le patenti secondarie. Soggiunge che l'insegna­ principale che era università teologica e come tale era amministrata dal ve­ mento secondario non ha raggiunto quel grado che sarebbe desiderabile, ma scovo. Se si vuole un più utile confronto può farsi con la Università di Na­ che tuttavia ha molto progredito. Egli incominciò ad ispezionare ginnasi e poli, perché l'Università di Napoli a differenza di quella di Bologna non è licei nel 1861, e facendo il confronto fra le condizioni di allora e quelle di sorta per libera volontà degli studenti ma sibbene per decreto di un re. Al oggi trova un progresso didattico nelle scuole secondarie abbastanza senti­ governo di questa facoltà gli studenti non partecipavano ma è anche vero to 3. Il dire che l'insegnamento secondario è in decadimento non è confor­ che essi non pagavano nulla: lo Stato provvedeva a pagare i professori per me a quanto egli ha veduto nelle ispezioni fatte. gli studenti. Vallauri si dichiara contrario alla proposta di ristabilire anche per poco Oggi invece che gli studenti non fanno che pagare e sostengono diretta­ gli esami per le patenti secondarie; dice ch'egli fece parte per qualche tem­ mente il maggior onere fi nanziario della università sarebbe ingiusto negar lo­ po delle commissioni esaminatrici, e dovette constatare che gli esami erano ro l'accesso nei Consigli di facoltà. Per l'oratore la proposta del ministro ha dati senza severità per parte delle commissioni. del buono e con qualche piccola modificazione, come quella accennata dal conte Mamiani, vicepresidente, esce dalla sala, ed assume la presidenza collega Trambusti, potrà arrecare sensibili vantaggi alle università italiane. Il il consigliere Brioschi. Il presidente mette in votazione a questo punto la proposta del consiglie­ Gabelli dice che se non si vorrà stabilire una sessione di esami si conce­ re Gentile, che il Consiglio accoglie all'unanimità. deranno col tempo le patenti per titoli agli insegnanti che ne sono sprovvi­ Dopo di che la seduta è tolta: sono le ore 19,30. sti. Col sistema degli esami saranno obbligati a studiare seriamente almeno Il segretario del consiglio Il vicepresidente per qualche anno e sarà tanto di guadagnato. Crede sia questo l'unico modo Severi Credaro per poter dire che non si daranno più patenti per titoli, o almeno soltanto in casi eccezionali. Richiardi parla in favore della proposta di stabilire una sessione di esami ed aggiunge che gl'insegnanti sprovvisti di patente cercano di attenerla per titoli, ma non ebbero l'ardire di presentarsi agli esami quando era in vigore il r.d. 10 maggio 1877. Ciò prova evidentemente ch'essi danno importanza c) Istruzione secondaria a quell'esame, e perciò, essendo obbligati a sottoporvisi, faranno il possibile per aumentare la loro coltura. Barberis appoggia la proposta degli esami ma vorrebbe che fosse limitata 6 alla patente per le scuole tecniche e normali e pel ginnasio inferiore. Patenti per titoli e pareggiamenti. Gabelli non crede che la proposta degli esami possa essere limitata ad una sola parte delle scuole secondarie. Osserva che sarà sempre meglio ac- Adunanza della Giunta del 18 aprile 1884 1 Si riferisce alla adunanza della Giunta del 17 aprile 1884, allorché Gabelli era stato incari­ 1 MPI, CSPI, Processi verbali, 1884, vol. I, ms. con firma autografa. cato da Mamiani di «formulare un ordine del giorno per stabilire le norme alle quali la Giunta dovrà attenersi nelle concessioni delle patenti, e di formulare anche le proposte da farsi a S.E. il [ ...] Il presidente invita il consigliere Gabelli a dar lettura dell'ordine del ministro intorno alle condizioni da imporsi, prima di accordare il pareggiamento degli istituti ai governativi», in MPI, CSPI, Processi verbali, 1884, I. d. n. 3855 col quale si danno disposizioni per gli esami di abilitazione all'insegnamento 2 R. Sono presenti il vicepresidente Mamiani e i consiglieri Barberis, Brioschi, Cabella, Fabret­ nelle scuole secondarie. ti, Gabelli, Govi, Lignana, Protonotari, Richiardi, Serafini, Striiver, Vallauri. Aggiunta a matita la parola: notevolissimo. 3

1 Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 143 142 Fonti per la storia della scuola

[ ...]I l consigliere Gabelli legge il seguente ordine del giorno sulle patenti �ordare le patenti per mezzo dell'esame che sulla relazione di un ispettore, per titoli e sui pareggiamenti discusso nella precedente seduta: quale spesso è indotto dalla pietà a non fare una relazione sfavorevole. 11 "Considerato che il numero delle domande di patente per titoli va di Lignana dice che col sistema degli esami non si proverà che coloro che continuo crescendo in misura che questo modo di conseguire la patente, di vi si presentano hanno la coltura che si richiede a coloro che seguono i corsi una eccezione che avrebbe dovuto rimanere minaccia çiiventare la regola; universitari per ottenere lo stesso scopo, ma tutto al più che conoscono la di Considerato che il fare come s'è usato fino a qui dell'insegnamento im­ materia che debbono insegnare. Con tal sistema s'introdurrà nelle scuole una classe di insegnanti che impedirà di molto il progredire dell'istruzione partito senza patente un titolo per conseguirla, non riesce facilmente conci­ secondaria e specialmente classica. liabile colla legge, la quale richiede invece la patente per esercitare l'inse­ L'idea del consigliere Barberis di limitare gli esami al solo ginnasio infe­ gnamento; riore, avrà anch'essa il suo inconveniente nella dissonanza che vi sarà fra gli Considerato che il formare dei professori per mezzo dell'esercizio e sen- insegnanti del ginnasio inferiore e quelli del ginnasio superiore. za studi preparatori fa sì che un numero considerevole di persone si dedichi Richiardi dice che gl'inconvenienti che il consigliere Lignana vede negli a insegnare, non solo prima di aver ottenuto l'autorizzazione, ma anche pri­ esami, non si creano cogli esami stessi ma esistono già. Se si eccitano gli in­ ma di avere imparato, mentre non sono frequentate come dovrebbero le fa­ segnanti sprovvisti di patente a studiare per uno o due anni gl'inconvenienti coltà di filosofia e lettere delle università e le scuole di magistero, istituite lamentati saranno minori, altrimenti le cose resteranno quali sono oggi. principalmente al fine di preparare i professori delle scuole secondarie; Gabelli insiste nella proposta degli esami ch'egli ritiene unico mezzo per Considerato che questo andamento di cose non potrebbe non conferire uscire dalle condizioni attuali. Riconosce che questo unico mezzo non è mol­ col tempo al decadere degli studi, massime che nel nostro paese sono nume­ to buono, ma esso preparerà almeno un migliore avvenire, poiché chiuse le rosissimi gli istituti vescovili, quelli delle fondazioni, i comunali e i privati, i sessioni d'esame, allora si potrà non accordare più patenti per titoli, e chi quali insieme istruiscono ben due terzi del numero totale degli alunni delle vorrà darsi all'insegnamento secondario sarà obbligato a seguire la via delle scuole secondarie, e sono pur quelli per mezzo dei quali si avviano all'inse­ università. Aggiunge che potrà darsi maggiore importanza a questi esami con gnamento persone non autorizzate; lo stabilire maggiori rigori di quelli che fossero stabiliti dal r.d. 10 maggio Considerato che la vigilanza del governo su questi istituti va diventando 1877. di mano in mano più debole, in quanto non pochi di questi di anno in anno Brioschi crede quello proposto dal consigliere Gabelli il sistema meno giungono a ottenere il pareggiamento agli istituti governativi, al quale va cattivo poiché vi è la possibilità di preparare qualche cosa per l'avvenire. congiunta la facoltà di dar gli esami, ed essendo per varie ragioni considera­ Aggiunge che quando S.E. il ministro avesse accettata in massima la propo­ 1 ti come indipendenti e lasciati in balia di se stessi, affidano poi di frequente sta, la Giunta stessa potrebbe fare una proposta di regolamento per gli esami l'istruzione a insegnanti non patentati; di patente, allo scopo di rendere questi più serii. Gabelli, dopo la lunga discussione avvenuta, prega la Giunta di sospen­ Considerato che per questa ragione e per la non rara incapacità degli enti dere ogni votazione desiderando di modificare in qualche parte l'ordine del minori a provvedere ai costosi mezzi di insegnamento, anche il crescere in­ giorno del quale dette lettura. definito dei pareggiamenti può diventare un'altra causa di decadenza degli le La Giunta approva. studi, disperdendo fra questi enti stessi l'autorità del governo, e deludendo [ ...]L a seduta è levata alle ore 6 pomeridiane. le provvide disposizioni di legge che vollero raccolta in lui la suprema dire­ zione dell'istruzione; Per il segretario Il vicepresidente Considerato che, quantunque il governo accetti e provochi con disposi­ Averardo Casaglia Terenzio Mamiani zioni liberali la concorrenza degli enti minori, tuttavia per riconoscere gli studi che si fanno negli istituti loro pari a quelli degli istituti suoi propri,

Adunanza della Giunta del 19 aprile 1884 2 non può non esigere che questi loro istituti sieno per tutte le condizioni eguali ai suoi; MPI, CSPI, Processi verbali, 1884, vol. I, ms. con firma autografa. Considerato che, sebbene la parità di certe condizioni sia richiesta dalle

Michele Coppino. circolari ministeriali, pure in queste non si fa parola di una principalissima, 1 2 Sono presenti il vicepresidente Mamiani e i consiglieri Barberis, Brioschi, Cabella, Fabret­ per cui gl'insegnanti degli istituti pareggiativengono a trovarsi in condizioni ti, Gabelli, Govi, Lignana, Protonotari, Richiardi, Striiver, Vallauri. Con il r.d. 11 gen. 1885, n. di gran lunga inferiori a quelli del governo, ed è il diritto alla pensione; 2910, furono varate «disposizioni concernenti le sessioni straordinarie di esami per il conferi­ La Giunta del Consiglio superiore, impensierita dalle condizioni d'oggi, mento dei diplmni di abilitazione all'insegnamento secondario ». 144 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 145 ma anche più preoccupata dalle presumibili future ove con temperati ma ef­ ficaci provvedimenti non si facesse opportuno riparo a cause evidenti di si­ curo danno, 7

delibera Riforma del regolamento per gli esami di licenza liceale.

I. Di restringere la concessione delle patenti per l'insegnamento secon­ Adunanza plenaria del 21 aprile 1888 1 dario, e segnatamente per il classico, ai casi di una coltura posta fuori di dubbio possibilmente da pubblicazioni di valore o da altre prove sicure di MPI, CSPI, Processi verbali, 1888, vol. I, ms. con firma autografa. sufficienti studi preparatori, considerando l'insegnamento anziché come il mezzo di provare la coltura, come quello di riconoscere l'abilità didattica [ ...] Villari informa il Consiglio dello stato della questione, dice che pre­ dell'insegnante. sentemente la licenza liceale è una sola, ma secondo il progetto ministeriale II. Di inviare una rimostranza a S.E. il ministro manifestandogli il giudi­ sarebbero istituite due licenze: licenza letteraria e licenza letterario-scientifi­ zio suo sugli effetti delle disposizioni che governano la concessione delle ca. Si vorrebbe che dopo il secondo anno di liceo si fermasse il procedimen­ patenti per titoli e dell'aumento dei pareggiamenti, e conchiudendo col pre­ to complessivo degli studi, e che nell'ultimo anno si dividessero le materie garlo: secondo che lo studente voglia andare alla facoltà di filosofia e lettere o di (a) di bandire un'ultima e definitiva sessione di esami, che non abbia a giurisprudenza, ovvero alla facoltà di scienze matematiche o di medicina. durare più di due anni, cominciando dal 1885, e di cui si garantisca la serie­ Osserva che da questo nuovo sistema nascono varie questioni, e che biso­ tà e l'efficacia colle disposizioni suggerite dall'esperienza delle sessioni pas­ gnerebbe anche cambiare i programmi attualmente in vigore; il suo parere è sate, avvertendo in pari tempo gli insegnanti che dopo di questa si richiede­ che si mantenga l'unità degli studi liceali, non parendogli opportuno questo rà, per l'insegnamento nelle scuole secondarie l'istruzione universitaria, e frazionamento. non si accondiscenderà se non in casi del tutto eccezionali a domande di pa­ Brioschi. Conviene col consigliere Villari. È tente per titoli; Zumbini. contrario al progetto; però pregherebbe il Consiglio di ri­ (b) di ordinare delle ispezioni agli istituti pareggiati nell'intento princi­ mandare a domani la discussione di esso, essendo necessario che il Consi­ palmente di riconoscere s'essi si trovino tuttavia nelle condizioni in cui era­ glio prenda piena cognizione del progetto. Crederebbe opportuno che in­ tanto si desse lettura del rapporto a stampa fatto al ministro intorno al pro­ no quando ottennero il pareggiamento, salvo il deliberare poi sulla confer­ 2 ma o nella perdita di questo giusta la circolare ecc.; getto e inserito nella lettera ministeriale. (c) di provvedere a che il pareggiamento degli istituti non governativi a Villari. Invitato dal vicepresidente dà lettura del rapporto a stampa quelli dello Stato diventi effettivo e intero, ordinando, nel modo che crede­ rà più opportuno, ma di preferenza coll'istituzione del Monte delle pensio­ ' Sono presenti il vicepresidente Messedaglia, e i consiglieri Amari, Ascoli, Barberis, Bertol­ ni, che agli insegnanti degli istituti pareggiati sia assicurato il diritto a pen­ di, Blaserna, Brioschi, Buonazia,. Cocconi, Cassa, Cremona, De Giovanni, Ferri, Gabelli, Gandi­ sione sotto le condizioni e nella misura di quelli del governo ». no, Golgi, Mattirolo, Mosso, Palma, Passerini, Paternò, Piccolomini, Schupfer, Serafini, Trirl­ chese, Villari, Zumbini. Messe ai voti le quattro proposte contenute nell'ordine del giorno for­ . 2 «Riforma degli esami di licenza liceale proposta a S.E. il ministro comm. Paolo Bosellin, mulato dal consigliere Gabelli, la prima è approvata all'unanimità, e le altre 3 tre all'unanimità meno un voto. formulata dal direttore dell'istruzione secondaria classica Giovanni Mestica, il 15 aprile 1888. Ne rip rtiamo alcuni passaggi: «Raccogliendo qui le osservazioni sull'ordinamento attuale del­ Dopo ciò il consigliere Gabelli è incaricato di formulare la rimostranza a l'istruzione classica, in qu anto può essere ritoccato e perfezionato con provvedimenti del pote­ S.E. il ministro. re esecutivo allo scopo particolare della riforma della licenza liceale, per tale irltento, fra3 le va­ [ ...]L a seduta è levata alle ore 6 1/2 pomeridiane. rie correzioni e miglioramenti, a mio avviso, primeggiano questi: la sostituzione dell'insegna­ mento per materie a quello per classi, già proposta da una commissione s ecial� e conva� ata � . . ? dal voto favorevole del Collegio degli esaminatori: la ripartizione delle disCipline scientifiche Per il segretario Il vicepresidente dell'irltero istituto classico fra due professori soltanto, secondo la proposta unanime del Colle­ Averardo Casaglia Terenzio Mamiani gio medesimo subordirlata all'aumento degli stipendi che a quelli diano agio di mantenersi con

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o 146 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 147

Terminata questa lettura, il consigliere Gandino dice che nel rapporto facoltativo del greco. Gli pare che respingendo le proposte modificazioni comunicato dal ministro si parla come di cosa possibile, dell'insegnamento della licenza liceale, il Consiglio dovrebbe, a scanso d'ogni equivoco, di­ chiarare se intenda di approvare un eventuale provvedimento che rendesse le proprie famiglie senza dover cercare una seconda cattedra e dover snervare le forze sotto il facoltativo l'insegnamento del greco. Quanto a lui dichiara fin d'ora che ri­ peso d'improbi orari: la modificazione dei programmi delle materie d'insegnamento, soprattut­ tiene come dannoso alla cultura nazionale siffatto provvedimento e del tut­ to col proposito di levar via in alcuni il soverchio: qualche riduzione negli orari di quasi tutte to contrario al carattere dell'istituto classico del quale l'insegnamento del le classi ginnasiali e liceali, consigliata da ragioni didattiche ed igieniche insieme. Le quali mo­ dificazioni, presso che tutte, solo o meglio potrebbero effettuarsi dove al liceo è unito il gin­ greco è parte essenziale. nasio. Schupfer. A lui pare che il progetto tende a ridurre a sette anni il corso Non sembra però che degl'insegnamenti, che ora costituiscono tutta l'istruzione classica, se ne possa toglier via alcuno senza recare offesa al carattere e menomare l'importanza di essa. A tale conseguenza si verrebbe, per esempio, col rendere pienamente facoltativo l'insegnamento del greco. Perocché non si troverebbe quasi alcuno studente, che fin dalle classi ginnasiali, es­ A chi dubitasse che l'eliminazione della storia dal corso letterario-scientifico del terzo anno sendo tuttora quasi fanciullo e occupato nella moltiplicità delle discipline obbligatorie, si risol­ possa render monca per gli studenti che seguono quel corso una cultura che ha pure grande im­ vesse a seguirne anche una facoltativa. Onde con tale disposizione quella disciplina, senza la portanza per l'educazione civile della gioventù, è facile toglier via ogni sospetto. Si attribuisca quale l'istruzione classica viene a mancare di uno dei suoi elementi costitutivi, resterebbe in ef­ al primo e al secondo anno liceale tutta la storia medioevale e moderna assegnata presentemen­ e si trasporti in questo la parte del programma data ora al primo anno e fetto quasi che abolita. E ne deriverebbe un male praticamente anche maggiore. , te al secondo e al terzo, [ ...] Si può tuttavia trovar modo di rendere anche lo studio del greco meno gravoso e più consistente in un'ampia ripetizione della storia antica studiata già nel ginnasio. Questa parte, al­ proficuo affidandolo a un sol professore, ed inoltre a corso molto avanzato render facoltativo largata nel terzo anno a una ripetizione sintetica e comparativa di tutte le età storiche antiche e per gli studenti non solo questo insegnamento, ma con esso più altri. L'esperienza ha dimostra­ moderne, riuscirà ben più piena e più fruttuosa per i giovani che nell'università dovranno dedi­ carsi agli studi di filosofia e lettere e giurisprudenza: né si può necessaria ai giovani che vo­ to che il giovane obbligato a seguire tutte le materie d'insegnamento fino alla fine del corso dir triennale del liceo, per la loro moltiplicità e per l'aggravio soverchio che complessivamente gliono imprendere quelli di fisico-matematica e di medicina. Tale invertimento del programma gliene deriva, non può ritrarne un profitto bene adeguato. Oltre di che, la coltura così ammas­ di storia gioverebbe altresì a ristabilire l'armonia, ora spezzata, dello studio di essa con quello sata per essi (fatta eccezione dei forti ed eletti ingegni, che sono sempre pochi) rimane alquanto delle nozioni storiche della letteratura italiana, che si espongono pur nel liceo. indigesta. I perfezionamenti dovrebbero consistere soprattutto nel rendere l'istruzione classica Alleviato il giovane, a qualunque delle due parti si volga, di parecchie discipline e di un più succosa e più soda. Per tale intento sembra opportuno stabilire una sosta al procedimento buon terzo dell'orario settimanale, potrà, durante l'ultimo anno di liceo, dare maggior tempo e complessivo di essa al termine del secondo anno liceale. nella scuola e in casa a quelle che gli sono più strettamente necessarie per gli studi superiori a L'alunno, promosso al terzo anno, continuando a studiare tutte le discipline non può fare in cui aspira, e, approfondendole meglio, riportarne un segnalato profitto. L'orario di esse verreb­ be ciascuna progressi molto notevoli. Il tempo dato a tutte si assottiglia per ognuna di esse; e il proporzionalmente accresciuto; ma non tanto che nel complesso quello della terza classe pa­ giovane si sente preso da una certa stanchezza verso quelle che sa di non dover studiare nell'u­ reggi l'attuale, sembrando opportuno, come già si è accennato, ridurre di alquanto quasi tutti niversità, di cui è alle porte. Che, invero, sarebbe assai difficile, trovare uno studente liceale di gli orari settimanali degli otto corsi in cui si svolge l'istruzione del ginnasio e del liceo. Tale ri­ terzo anno, che non abbia già deliberato a quale carriera appigliarsi nel corso degli studi supe­ duzione nei corsi liceali inferiori varrebbe altresì a mantenere entro giusti limiti il lavoro totale riori. dei professori, il cui orario per gl' insegnamenti rispettivi verrebbe con la proposta riforma ac­ Per tutte queste ragioni una divisione delle materie nell'ultimo anno degli studi liceali si cresciuto nel terzo anno. presenta come assai ragionevole ed opportuna; e, fatta a questo punto, avrebbe anche il vantag­ La diminuzione dell'orario nella terza classe per l'uno e l'altro corso darebbe modo d'intro­ gio di non spezzare (che sarebbe gran danno) l'unità complessiva della cultura classica. Questa durre in essa, come accessibile a tutti e facoltativo, lo studio di una lingua straniera moderna. cultura difatti per le discipline, che alle speciali carriere universitarie non servono direttamen­ Gli alunni liceali, già forniti di larga coltura e addestrati nelle lingue classiche e nella nazionale, te, al termine del secondo anno liceale può dirsi già esplicata abbastanza, e meglio potrà riuscir facilmente apprenderebbero in un anno, anche con breve orario, una lingua straniera, quanto basti a farne poi uso per gli studi superiori. giovani italiani, che entrano nell'università, oggi­ tale, mercè la modificazione de' programmi, che l'effettuazione della proposta renderà necessa­ Ai rie; le quali poi, fatte con discernimento, non che turbare l'ordinamento degli studi classici lo dì manca appunto questo necessario istrumento per attingere direttamente alla scienza che pro­ renderanno .anche più efficace. gredisce nelle altre sezioni; e pochi di essi hanno quindi agio a procurarselo. La licenza liceale, considerata in relazione con gli studi superiori a cui apre la via, può rite­ Dalla designazione, fatta più sopra, delle discipline il cui insegnamento, sia per quelli che nersi che conduca dall'una parte alle facoltà di filosofia e lettere e di giurisprudenza, dall'altra vogliono seguire il corso puramente letterario, sia per quelli che vogliono seguire il corso lette­ alle facoltà di fisico-matematica e di medicina. Nel primo caso lo studente liceale alla fine del rario scientifico, verrebbe a cessare alla fine del secondo anno, risulta che lo studio dell'italiano secondo anno può senza inconvenienti porre termine alla matematica, alla fisica e chimica e al­ e del latino deve continuare nel terzo anno indistintamente per tutti. L'istruzione classica è es­ la storia naturale, nel secondo caso alla lingua greca, alla storia e geografia e alla filosofia. Così senzialmente letteraria: questo carattere deve conservarlo nel terzo anno anche pel corso a cui nell'uno come nell'altro caso l'esame di promozione al terzo anno in queste materie sarà defini­ sono assegnate le discipline scientifiche; di guisa che in esso l'orario complessivo dell'italiano e . tivo, e per esse terrà luogo l'esame di licenza. Che se qualche giovane volesse quindi nel corso del latino, a tutti comuni, non debba essere inferiore all'orario complessivo di quelle; altrimen­ universitario passare dall'una delle due facoltà, per le quali serve più specialmente la sua licen­ ti, non vi sarebbe più ragione di tener distinta l'istruzione classica da quella degl'istituti tecnici, za, a una delle altre due, in queste contingenze che del resto sogliono essere bene infrequenti, dove la coltura scientifica è prevalente. Oltre di che, in Italia non dobbiamo dimenticare che la dovrebbe dare un esame d'integramento su le discipline abbandonate alla fine del secondo an­ letteratura latina e la letteratura italiana sono le più pure e splendide glorie dell'Italia antica e no del corso liceale. moderna e la gran voce del popolo che ha tanto contribuito e contribuisce alla civiltà umana »: in ACS, MPI, CSPI (1849-1903), b. 239, fase. 329, s. fase. 35. 148 Fo nti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 149 degli studi secondari classici e a stabilire un anno di più efficace preparazio­ si debba accogliere il concetto della doppia licenza e della divisione degli ne alla università. studi del terzo anno di liceo come pure non crede che si debba accogliere Brioschi. Si dichiara fin d'ora non favorevole al progetto. Del resto do­ l'insegnamento facoltativo del greco accennato come provvedimento even­ vendosi rispondere al signor ministro, converrà o nominare una commissio­ tuale nel rapporto a S.E. il ministro e del quale il signor ministro ha trasmes­ ne che lo studi e faccia le sue osservazioni, ovvero incaricare di ciò il sena­ so copia al Consiglio. tore Villari. Blaserna. Conviene pienamente col relatore. Fa un'osservazione a con­ Il Consiglio incarica il consigliere Villari di fare egli stesso una relazione forto di quanto egli ha detto. Parrebbe che con questa riforma, uno degl'in­ su questo argomento da discutersi nella seduta di domani. tendimenti del ministro fosse di rendere meno gravosi gli studi liceali.. Ora La seduta è levata alle ore 6 pomeridiane. egli non può tacere che il Collegio degli esaminatori il quale ebbe l'incari­ 1, co di rivedere i programmi, fu di unanime avviso che si dovrebbero ridurre. Il segretario Il vicepresidente -g Trova strano che quando si viene a dire al Consiglio di alleggerire gli studi Tiratelli Messedaglia liceali non si tenga alcun conto delle osservazioni e proposte fatte dal Colle­ ·r_ gio degli esaminatori. Dice che nel mese di novembre anno 1886 quando il Collegio si riunì, insistette appunto sulla necessità di alleggerire il corso li­ Adunanza plenaria del giorno 23 aprile 1888 1 ceale, nel quale per altro il Collegio rilevò che in questi ultimi anni vi è stato un graduale miglioramento. Processi verbali, MPI, CSPI, 1888, vol. I, ms. con firma autografa. Bertoldi. Appoggia il Blaserna, e vorrebbe che il Consiglio raccomandas­ se al ministro che le proposte che hanno in mira di modificare gli studi e gli [ ...] Villari. Legge la relazione 2 che dal Consigllo ebbe incarico di fare su esami liceali partissero da quelle fatte dal Collegio degli esaminatori. Quanto tale argomento. In essa espone innanzitutto il concetto fondamentale della alle modificazioni che il ministro vorrebbe introdurre nell'attuale regola­ riforma proposta dal ministro. La licenza liceale dovrebbe essere di due mento egli non è ad esse totalmente contrario. Per quanto riguarda il greco forme: è d'avviso 2 che questa lingua si debba insegnare nel ginnasio cominciando licenza liceale sezione letteraria; dal primo o secondo anno. Nel liceo lo vorrebbe facoltativo. licenza liceale sezione letterario scientifica. L'una e l'altra conducono al­ Zumbini. Fa due osservazioni. Vorrebbe che nella relazione letta dal con­ l'università; la prima alla facoltà di filosofia e lettere e di giurisprudenza, la sigliere Villari si accennasse più precisamente alle proposte fatte dal mini­ seconda alla facoltà di scienze fisiche e matematiche e di medicina. Qualun­ stro. Nota che la divisione delle materie nelle proposte ministeriali si riferi­ que delle due licenze dovrebbe attenersi mediante due esami da sostenersi sce alla sola terza classe, mentre la relazione del consigliere Villari e gli argo­ parte alla fine del secondo anno liceale, parte alla fine del terzo. Per gli ap­ menti giustissimi da lui addotti per combattere questa divisione parlando in provati nel primo esame cessa nel terzo anno lo studio delle discipline che genere di divisione di materie etc. tende, a parer suo, ad esagerare alquanto furono materia dello esame stesso. Espone quali sono secondo il progetto le le proposte ministeriali. Soggiunge il consigliere Zumbini che sarebbe op­ materie del primo esame per l'una e l'altra licenza. Crede che apparisca agli portuno di far sentire in modo particolare al ministro il danno gravissimo occhi di tutti la gravità di questa riforma, e la gravità sta nel fatto che per es­ che produrrebbe il rendere facoltativo il greco nei licei. sa si viene a distruggere la unità organica e necessaria degli studi secondari Amari. Dichiara che egli è contro il greco facoltativo, poiché il greco de­ classici e degli esami, e si reca di necessità un mutamento inevitabile in tutti ve far parte di quella coltura generale che si acquista nei licei. gli studi con molti danni e senza alcun vantaggio. Fa un lungo ragionamento Bertoldi. Osserva che di tanti professori chiamati ad insegnare nei licei, e adduce molti argomenti per dimostrare l'inopportunità di questo fraziona­ un terzo appena è in grado di rendere proficuo questo insegnamento e dare mento negli studi secondari, e conclude dicendo esser egli d'avviso che non agli alunni quella istruzione richiesta dai programmi liceali. Rendendolo fa-

Sono presenti il vicepresidente Messedaglia, e i consiglieri Amari, Ascoli, Barberis, Bertol­ Collegio degli esaminatori, composto di professori universitari e di persone «di cono­ di, Blaserna, Boccardo, Brioschi, Buonazia, Cocconi, Cremona, De Giovanni, Ferri, Gabelli, sciuta esperienza nelle discipline che s'insegnano nei ginnasi e nei licei», fu istituito col r.d. 16 Gandino, Golgi, Moleschott, Palma, Passerini, Paternò, Piccolomini, Schupfer, Trinchese, Villa­ apr. 1885, n. 3254. Zumbini. d, 2 A margine, è annotata a matita la seguente frase: «e ciò lo esprime come un'opinione sua 2 Il testo della relazione si trova in ACS, MPI, CSPI (1849-1903), b. 239, fase. 329, s. fase. particolare e solo per giustificare l'approvazione ch'egli così sarebbe contrario di dare al pro­ 35. getto ministeriale ,, .

1 1 Il Sezione I- L'attività consultiva e propositiva 151 150 Fonti per la storia della scuola

Ferri. Si associa a quanto fu detto dal relatore e dai precedenti oratori. coltativo si diminuirebbe il numero degli studenti, e i professori potrebbero come componente il Collegio degli esaminatori conferma il carattere classi­ così rendere più proficuo il loro insegnamento. co del liceo, e crede non debba compromettersene l'unità con nuovi ordina­ Piccolomini. Anch'egli crede dannoso rendere il greco facoltativo. Gandino. A parer suo converrebbe, nel respingere la riforma della licen­ menti che la spezzerebbero. za liceale, dire al ministro che il Consiglio si dichiara fin d'ora contrario al Cremona. Osserva che, secondo l'esperienza da lui fatta per una larga se­ greco facoltativo. rie di anni, sugli studi superiori della matematica e delle altre scienze positi­ Trinchese. Ha dovuto notare che gli studenti di medicina che si iscrivo­ ve fanno ordinariamente miglior prova gli studenti usciti dai licei in con­ no all'università sono mal preparati, e gli parrebbe che si dovesse segnalare fronto di quelli provenienti dagli istituti tecnici, sebbene questi avessero ri­ questo difetto al ministro. cevuti una istruzione più estesa appunto nelle scienze sopradette. Ciò prova, Schupfer. Crede necessario il greco, non solo per gli studenti dellafac ol­ secondo lui, che qualora una biforcazione negli studi secondari dovesse aver tà di lettere, ma anche per quelli di giurisprudenza. Fa molte considerazioni luogo (egli non la vorrebbe in alcun modo nei licei) sarebbe da farsi a rove­ per dimostrare che non si può esser buon romanista senza conoscere il gre­ scio della proposta ministeriale. co. Conviene col Trinchese che molti studenti vanno all'università mal pre­ La matematica e la fisica nel liceo sono meno necessarie a coloro che stu­ parati. dieranno poi queste scienze nell'università; e analogamente si dica di altre Brioschi. Crede che bisognerà esaminare partitamente il progetto, e nella materie. Ciò che il liceo deve dare adunque non è una maggiore o minor relazione da mandarsi al ministro, oltre le ragioni generali addotte dal rela­ somma di cognizioni reali in questa o quella disciplina, ma piuttosto la edu­ tore bisognerebbe, a parer suo, aggiungere anche delle ragioni speciali. Cre­ cazione armonica di tutte le facoltà mentali, educazione che la esperienza ha de che si debba tener conto delle proposte fatte dal Collegio degli esamina­ insegnato non potersi altrimenti ottenere meglio che nell'attuale scuola clas­ tori, i quali se hanno trovato dei difetti nell'attuale sistema, hanno però di­ sica. Per le stesse considerazioni bisognerebbe che i professori universitari chiarato che negli studi si va sempre progredendo, progresso che potrebbe non esigessero dal liceo una troppo grande istruzione degli allievi che devo­ esser interrotto da un nuovo ordinamento. no ricevere, e non rifuggissero dal dare essi gli elementi delle scienze, ac­ Moleschott. È contrario al progetto. La bipartizione di cui parla il proget­ contentandosi di trovare nei detti allievi la preparazione formale che è il fi­ to non può recar vantaggio . La maggioranza dei giovani è titubante per deci­ ne precipuo del liceo. Allora i professori liceali, liberati dall'incubo delle dersi ad uno o ad un altro studio, e quanto più sarà ritardata, più ponderata esigenze talvolta eccessive dell'università, dedicherebbero tutti i loro sforzi sarà e più sicura la decisione. Crede che la maggior parte dei giovanetti alla al vero loro ufficio che è di educare e preparare la mente de' loro alunni in età di sedici o diciassette anni non è abbastanza matura per darsi con frutto un indirizzo generale ed educativo. agli studi superiori. Anche per quelli che si dedicano agli studi positivi, vor­ Barberis. Secondo il parer suo se il Consiglio crede che la Giunta debba rebbe che nel liceo non si trascurasse l'insegnamento letterario. A conferma studiar questo argomento, deve dare ad essa un mandato preciso. Vorrebbe di questa sua opinione cita le seguenti parole del Goethe: «

quello che accadrebbe in qualunque altro paese; quindi, non vede la necessi­ re su tale argomento nella discussione tenuta nella seduta del 23 scorso. tà di questi continui e profondi cambiamenti nell'ordinamento degli studi Non crede si debba accogliere il concetto della doppia licenza e della divi­ classici, né saprebbe darsi sufficiente ragione della proposta bipartizione. sione degli studi nel terzo anno di liceo come pure non crede si debba acco­ Villari. Dà lettura di un ordine del giorno che si delibera di dividere in gliere il concetto del greco facoltativo di cui il ministro parla come di prov­ due parti, la prima è così concepita: Il Consiglio non accoglie il concetto vedimento eventuale. Espone le varie considerazioni per le quali il Consiglio della doppia licenza e della divisione degli studi nel terzo anno di liceo, né nella discussione tenuta il 23 fu d'avviso di non poter dare il suo voto per accoglie il concetto del greco facoltativo di cui si parla come di un provve­ l'attuazione del progetto ministeriale e conclude coll'esprimere i concetti dimento eventuale nella relazione al signor ministro. principali che secondo gl'intendimenti manifestati dal Consiglio potrebbero Messa ai voti questa prima parte è approvata ad unanimità. servire di guida ad una eventuale riforma della istruzione secondaria e che Villari. Legge la seconda parte che è di rinviare i provvedimenti messi sono: ora innanzi dal ministro alla Giunta perché essa, tenendo conto dei suggeri­ menti dati dal Collegio degli esaminatori e dalla discussione fatta in Consi­ 1 o • Riformare le scuole di magistero in modo da distinguerle veramente glio, proponga le riforme degli ordinamenti degli studi secondari classici dalle facoltà e renderle più pratiche facendole meglio servire allo scopo cui senza alterarne il carattere generale che ha ora e che dovrebbe continuare ad sono ordinate di formai-e gl'insegnanti delle scuole secondarie. A ciò po­ avere. trebpe giovare il metterle in relazione coi ginnasi e licei nei quali gli alunni Dopo la lettura di questa seconda parte, nasce in alcuni consiglieri il potrebbero vedere come s'insegna, e qualche volta esercitarsi essi stessi ad dubbio se si possa o no votare, mancando al Consiglio ogni comunicazione insegnanti. officiale che dichiari che il ministro ha intenzione sia interrogata la Giunta. 2 o. Modificare gli orari che per alcune materie sono eccessivi, e insuffi­ Di più non conoscendosi ufficialmente le proposte del Collegio degli esami­ cienti per altre: semplificare e sfrondare i programmi e coordinarli fra loro natori. curando che questo coordinamento sia in pratica sempre osservato. Il vicepresidente dietro suggerimento del Consiglio, si reca dal signor 3 o. Migliorare le condizioni economiche degli insegnanti in modo che ministro per chiedergli se, respinto il progetto ministeriale, ha egli altri in­ non siano per vivere costretti a cercare lezioni private, e non siano sempre carichi da dare al Consiglio. Dopo dieci minuti ritorna il vicepresidente e si­ stimolati a lasciare al più presto possibile il liceo. gnifica al Consiglio avergli detto S.E. che qualora il Consiglio non creda di Ascoli. Dice che nella relazione si accenna ad una possibile riforma delle accettare la proposta riforma, potrà dire quali provvedimenti crederebbe es­ scuole di magistero. In questo caso crederebbe che si ricordasse al ministro so di poter prendere per raggiunger lo scopo a cui mira il Ministero. l'ordine del giorno proposto già in una adunanza del Consiglio plenario da Essendo l'ora tarda, il seguito della discussione è rimandato a domani. lui e dal senatore Cremona circa la istituzione di un' alunnato. Osserva che i La seduta è levata alle ore quattro anni della scuola di magistero bastano appena al giovane studente Il Segretario Il Vice Presidente per raccogliervi la suppellettile scientifica, ma non già per farlo diventare Tiratelli Messedaglia professore. È necessario che egli assista per un dato tempo un professore provetto e valente e allora potrà divenire anch'egli un buon professore. Il consigliere Villari non trova difficoltà di fare una piccola aggiunta alla Adunanza plenaria del 25 aprile 1888 sua relazione accennando al detto ordine del giorno, e il Consiglio vi accon­ 1 sente, approvando tutta la relazione del consigliere Villari e deliberando che MPI, CSPI, Processi verbali, 1888, vol. I , ms. con firma autografa. sia trasmessa testualmente al signor ministro. Il consigliere Amari osserva che l'insegnamento del greeoprende molto [ ...] Villari (relatore). Legge una lunga relazione Espone quali sono le ri­ posto nel ginnasio e molto posto nel liceo. Vorrebbe che si sopprimesse nel 6 t . 2• forme proposte dal ministro negli esami di licenza e ripete quanto ebbe a di- ginnasio e se ne mettesse quel poco che è necessario nel liceo. Osserva che quelli che dal liceo vanno alla facoltà di lettere sono pochissimi, né crede 1 Sono presenti il vicepresidente Messedaglia, e i consiglieri Amari, Ascoli, Barberis, Bertol­ che per questi si debba aggravare gli altri. Propone di sopprimere l'insegna­ di, Blaserna, Boccardo, Brioschi, Bonacossa, Cocconi, Cremona, Ferri, Gabelli, Gandino, Mole­ mento del greco nel ginnasio e trasportarlo nel liceo nella proporzione che schott, Palma, Passerini, Piccolomini, Schupfer, Trinchese, Villari, Zumbini. si dà nel ginnasio. ACS, MPI, CSPI (1 849-1903), b. 239, fase. 329, s.fasc. 35. 2 Con il r.d. 27 mag. 1888, n. 5417, e il r.d. 24 ott. 1888, n. 5745, furono apportate modifi­ Messedaglia vicepresidente. Dice che non essendovi tempo di fare su ciò che al regolamento e ai programmi d'insegnamento nei licei. una discussione formale si prende atto della proposta. 154 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 155

[ ...]I l vicepresidente ringrazia e dichiara chiusa la sessione di aprile. d'insegnamenti, e ove il Consiglio opinasse di lasciare le due scuole, si po­ trebbe semplificarle e alleggerir l'orario lasciando una buona parte all'edu­ Il vicepresidente cazione fisica. Così si potrebbero forse aumentar gli stipendi come era stato L[uigi] Cremona 1 stabilito dallalegge del 1892 1• Quando il Consiglio avrà deliberato, egli po­ trà redigere un disegno di legge che sottoporrà al parere dello stesso Consi­ glio prima di presentarlo alla Camera. Detto ciò S.E. il ministro saluta con calde parole i consiglieri, verso i quali esprime intiera la sua fiducia. _ Il vice presidente a nome del Consiglio ringrazia con effusione S.E. il mi­ 8 nistro per l'atto di fiducia e di deferenza da lui dimostrate verso l'alto con­ sesso, e lo assicura che il Consiglio porrà tutta l'amorosa sua sollecitudine nello studio degli importanti quesiti che S.E. il ministro ha sottoposti al suo Parere sull'unificazione del primo grado della scuola secondaria. esame. S.E. il ministro lascia l'aula e la seduta è sospesa. Adunanza plenaria del 14 febbraio 1898 2 La seduta è riaperta sotto la presidenza del vice presidente, il quale fa da­ re lettura delle relazioni sui tre articoli inscritti, per iniziativa di S.E. il mini­ MPI, CSPI, Processi verbali, 1898, vol. I, ms. con firmaautogr afa. stro, nell'ordine del giorno della sessione straordinaria del Consiglio (vedi allegati A,B, C) 3 2• [ ...] Entra nell'aula S.E. il ministro della pubblica istruzione , il quale as­ [ ...] 3. Parere sullaunificazione del primo grado della scuola secondaria. sume la presidenza, ed inaugura la sessione straordinaria mandando un cal­ Ne l caso che il Consiglio si pronunzi per la unificazione, esprimere an­ do saluto agli intervenuti, verso i quali ha sincera e dovuta deferenza. Non che parere sulla opportunità di sostituire alla scuola tecnica una scuola farà un discorso, si limiterà a chiedere l'illuminato parere del Consiglio so­ popolare. pra tre gravi questioni 4. Nel caso che si pronunzi contrario alla unificazione, esprimere il pare­ [ ...]I l terzo quesito riguarda scuole secondarie. re sulla trasformazione della scuola tecnica e sopra una possibile riforma Il suo precedessore, on. Codronchi, aveva presentato un disegno per la dell'insegnamento secondario classico. fusione del ginnasio e della scuola tecnica in una scuola unica con un corso Boccardo non crede che il quesito sia stato posto innanzi tanto nitida­ di tre anni. mente da poter raggiungere qualche cosa di utile studiandone la soluzione. Nel 1887 e 1888 era stato anche egli partigiano della unificazione; ora le Ben pochi ora in Italia portano la loro attenzione sul problema della scuola sue idee si sono modificate. Divide la questione in astratta e concreta. Chie­ unica, formante una coacervazione di maestri e di studii ginnasiali e tecnici. de al Consiglio: si deve accettare l'unione delle due scuole? Se sì, si deve Ma dato che si debba stabilire la fusione, che, e come si dovrebbe fare? Il istituirne un'altra d'indole popolare? Ma dovendosi sostituire qualcosa alla ministro dice che la scuola tecnica non dà buoni risultati, ma ciò è causa del scuola tecnica, non vale meglio !asciarla? o non si potrebbe rinforzare la personale, credendosi che nel ginnasio ci sia la parte eletta ed aristocratica scuola ginnasiale e indirizzar la tecnica a indole più popolare o complemen­ dell'insegnamento. le tare? Una debolezza della scuola classica è la molteplicità d'insegnanti e C'è poi un'altra causa ed è il duplice scopo che si volle dare alla scuola tecnica; da una parte dovrebbe essere fine a se stessa, dall'altra è scuola di

1 Il verbale, essendo stato redatto successivamente alla data della seduta alla quale si fa rife­ preparazione agli istituti tecnici. Non poteva essere popolare perché vi si rimento (25 aprile), porta la firma di Luigi Cremona, subentrato al Messedaglia nella carica di opponeva l'indole preparatoria. Il ministro dice che si potrebbe ridurre a vicepresidente dal maggio 1888. l o popolare o complementare: ciò potrà essere utile ma non sarà più un primo Sessione straordinaria. Sono presenti il vicepresidente Bargoni e i consiglieri Antonelli, 2 grado Ascoli, Bardelli, Beltrami, Boccardo, Brusa, Cammarata, Cannizzaro, Cremona, Dalla Vedova, di studio che dà accesso al secondo. E perciò si potrebbe nominare Del Giudice, D'Ovidio, Giada, Golgi, Lioy, Maragliano, Marchiafava, Miraglia, Richiardi, Sali­ una commissione che studiasse se rinforzando da una parte il ginnasio, dal- nas, Schron, Schupfer, Scialoja, Senise, Striiver e Vitelli. Niccolò Gallo. L. 25 feb. 1892, n. 71. Gli altri due quesiti erano i seguenti: «Parere sul maggior sviluppo da dare all'educazione 4 Gli allegati A, B, C sono acclusi al verbale dell'adunanza. Di essi riportiamo solo l'allegato fisica »; «Parere sulle modifiche alla legge sull'insegnamento superiore e precisamente sulla libe­ 2 B relativo al quesito sull'unificazione del primo grado dell'istruzione secondaria. ra docenza, sulla nomina degli insegnanti e sugli esami>>.

3 1 156 Fonti per la storiadella scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 157 l'altra la scuola tecnica, che dia il passaggio agli istituti, sia il caso di istituire rebbe per le grandi innovazioni. In Germania vi sono diversi tipi di scuola e una scuola popolare. potremmo fare altrettanto anche noi. Si conservino le due scuole tecniche e Cannizzaro ricorda che quando le scuole e gl'istituti tecnici dipendevano ginnasiali; e per la prima si potrebbe modellarne alcune che fossero fine a se dal Ministero d'agricoltura e commercio, si discusse su tale argomento. Nel­ stesse, e le altre che fossero di prosecuzione agli istituti. Propone intanto le grandi città il personale insegnante ha migliorato e tutto dipende da esso. che si voti il primo quesito: se si voglia, cioè, la fusione delle due scuole. Senise si associa alla proposta Boccardo. Per aggiudicare concorsi a posti D'Ovidio ricorda che la idea della scuola unica scaturì dal Consiglio su­ si chiede dovunque almeno la licenza liceale, ed ecco un affollamento di periore per opera del consigliere Bertini. Il Consiglio non ne voleva sapere, ma il pro f. Bertini riuscì a strappare una debole maggioranza Quanto alla scolari nei ginnasi e nei licei. Bisognerebbe vedere se tra l'istituto tecnico ed 1. proposta ritardare di un anno lo studio del latino nel ginnas io, egli non il liceo si possa istituire una scuola intermedia il cui diploma abbia qualche di valore per dare impieghi. l'accetta perché sarebbe un ritardare lo sviluppo delle più elette facoltà del­ Bardelli è decisamente contrario alla fusione delle due scuole. Anni sono l'animo. Chiede eh� la discussione sia rinviata ad altra seduta. fece parte di una commissione per la riforma dell'insegnamento tecnico, ed Cannizzaro si associa a quanto ha detto il consigliere Cremona. Non vuo­ ebbe a concludere che quando la scuola è bene ordinata soddisfa allo scopo le la fusione; acconsente che in qualche istituto si faccia esperimento su di­ per cui è stata istituita. verso ordinamento di studii. Giada è d'avviso che la fusione delle due scuole sarebbe un salto nel Scialoja è di parere che sia prematuro ilvenire a una votazione se si deve buio. Le scuole tecniche danno qualche buon risultato; il male è che le ab­ nominare una commissione. Si potrà votare dopo lungo e ragionato esame biamo poco curate. Le scuole sono molte ed assai affollate, dunque vuoi di­ della relazione che essa presenterà. re, che rispondono a un bisogno della popolazione. Vi si potrebbe apportare Il presidente osserva che si può sempre votare per la nomina di una qualche riforma e migliorarne il personale insegnante. commissione dopo avere in certo modo determinati i confini del mandato al Miraglia dice che l'idea della scuola unica fa cammino nella coscienza quale deve attenersi. popolare e cita esempi della Francia e della Germania. Da noi il ministro Bo­ Schron chiede che prima di venire a una votazione si attenda che tutti selli 1 espose il concetto della scuola unica. abbiano espresso il loro pensiero. Egli per esempio è favorevole alla scuola Il ministro ora ha chiesto se si è favorevoli alla scuola unica, ed allora ci unica su base classica. Esporrà domani le ragioni in sostegno della sua idea. vorrà una scuola popolare; se no, converrà vedere come possa essere tra­ La seduta è levata alle ore 19. sformata la scuola tecnica. Molti adesso la frequentano, ma è una folla di cui Il segretario Il presidente nemmeno la metà passa poi agli istituti. Lotti A[ngelo] Bargoni Lioy ricorda che la questione della scuola unica è stata già scartata, quin­ di conviene abbandonarla di nuovo in modo che non risorga più. Le scuole tecniche, dove trovarono terreno fecondo, non fecero cattiva prova, ed an­ che i ginnasi in alcuni luoghi vanno bene, in altri no. Desidererebbe che lo [ ...] All egato B studio del latino cominciasse nel secondo anno del ginnasio. Bardelli dice che un'altra causa di debolezza delle scuole tecniche pro­ Al vicepresidente del Consiglio superiore viene perché esse dipendono in parte dal governo, in parte dai comuni, e per la diversità di provenienza e di studi degli alunni. Circa al quarto anno Già nell'ordine del giorno ho enunziato, sebbene sommariamente, la di scuola, essa è stata una prova non riuscita, perché i certificati, che si rila­ questione gravissima sulla quale richiamo l'attenzione dell'alto consesso e sciavano, non avevano valore legale. ne invoco i consigli. Cremona è d'accordo col consigliere Boccardo. Una scuola non può pro­ Svolgerò un po' più largamente le mie idee. Oramai è vecchia la questio­ cedere bene quando deve seguire più scopi, e perciò è contrario alla fusione ne della riforma del nostro insegnamento secondario, ma la sua soluzione, della scuola tecnica col ginnasio. In fatto di scuola è conservatore e non per le difficoltà non poche e non lievi che incontra, si fa ancora aspettare. ama grandi modificazioni. Se si trattasse di crear tutto ex nova allora eglisa- Le opinioni le quali si contendono il campo nella polemica possono riassu-

Si riferisce alla relazione Bertini sull'istruzione secondaria, compresa nella Relazione 1 Paolo Boselli fu ministro della pubblica istruzione dal 17 febbraio 1888 9 febbraio quinquennale redatta dal Consiglio superiore nel 1865, che venne approvata nelle sedute del 1 al 1891. 23 giugno, 6 luglio e 9 luglio 1865. 158 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 159 mersi in due. Vi hanno coloro che credono che debbano fondersi i due isti­ scuola classica e dando alla scuola tecnica più vero e genuino contenuto di tuti secondari di grado inferiore, cioè il ginnasio e la scuola tecnica in una una scuola popolare per le classi meno abbienti. scuola unica che serva di mezzo per raggiungere il liceo e l'istituto tecnico. Nel caso poi che l'eminente consesso si dichiarasse contrario alla unifica­ Vi ha invece chi crede che al ginnasio debba essere conservata la sua origi­ zione, desidererei il suo sapiente avviso sopra le riforme da proporsi per le naria fisionomia di scuola classica di primo grado ed alla scuola tecnica la due scuole, cioè se crede che materie d'insegnamento ed anni di corso, pro­ sua primitiva figura di scuola popolare. Ma e gli uni e gli altri sono d'accor­ grammi ed orari debbano restare immutati o invece non si debba procedere do nel giudicare che entrambe le forme d'insegnamento secondario dovreb­ ad una sana e prudente riforma con pochi ritocchi. bero essere riformate. E perché abbia il Consiglio qualche accenno delle riforme che io intendo Io ho trovato un disegno di legge preparato dal mio precedessore, e già proporre ne accennerò qualcuna. annunziato nella esposizione finanziaria dal Ministero del tesoro, che unifica Ho sempre opinato che le materie d'insegnamento e gli insegnanti sono il ginnasio e la scuola tecnica, creando un istituto di primo grado unico, col­ esuberanti. Il sovraccarico intellettuale degli alunni delle scuole secondarie la soppressione del latino che serva di scala comune al liceo ed all'istituto classiche è enorme e produce effetti disastrosi sulla salute e sulla educazione tecnico. dei giovani. Forse più che la moltiplicità degl'insegnamenti il sovraccarico è Ho avuto sempre ed ho gran paura delle riforme fatte a scopo finanzia­ da attribuirsi alla moltiplicità degli insegnanti, i quali richiedono dagli scola­ rio, specialmente nell'insegnamento. Ho messo perciò in disparte il disegno ri per ogni materia una esuberante quantità di ore di studio e di lavoro. Li­ di legge e ho creduto conveniente interpellare il Consiglio superiore sulla ri­ mitando il numero degl'insegnanti e l'intensità degl'insegnamenti, e perciò forma che io reputo più che radicale, ardita, specialmente che nulla sostitui­ semplificando gl'insegnamenti e cumulandone nello stesso insegnante, per sce - e qui starebbe l'economia - alla scuola tecnica. La prima tesi adunque, ragioni di affinità, due, si avrebbero un minore lavoro ed un maggiore pro­ sulla quale invoco l'attenzione del Consiglio superiore, è questa: è utile sop­ fitto. primere la scuola tecnica e fonderla col ginnasio, creando un istituto unico Di più, l'educazione fisica - della quale mi occuperò con altra separata di tre o quattro anni, togliendo al ginnasio la forma d'istituto classico, e to­ relazione - potrebbe da buoni insegnanti esser data quotidianamente e come gliendo alla scuola tecnica la forma di scuola speciale? riposo all'educazione intellettuale anzi quasi come una ricreazione. A me sembra che e istituti classici e scuola tecnica abbiano bisogno di Siffatta semplificazione, oltre lo scopo di non aggravare tanto le giovani utili e prudenti riforme, ma che non si possa né si debba assumere la respon­ menti, potrebbe produrre altro effetto, quello di mettere il governo colla di­ sabilità di confondere la scuola di coltura generale con quella di coltura spe­ minuzione del numero degl'insegnanti, nella condizione di procedere final­ ciale, correndo il pericolo di non avere, con un eclettismo infausto, e forse mente all'aumento dello stipendio di quegl'insegnanti che, non ostante la con un sincretismo dannoso, né una scuola classica né una scuola popolare. disposizione della legge del 1892, lo attendono ancora dopo tanto tempo, e A me pare invece più utile che sulla base degli organismi attuali si modifichi­ senza molto aggravio del bilancio dello Stato. no, più conformemente alle esigenze dei tempi e delle varie forme di coltura Siffatta riforma per tutte le scuole secondarie andrebbe accompagnata a necessarie alle diverse classi sociali, le loro funzioni. quella della scuola tecnica specialmente, la quale dovrebbe diventare la vera Ridurre veramente popolare la scuola tecnica e veramente classica la scuola popolare di complemento delle scuole elementari per coloro che scuola ginnasiale e liceale mi parrebbe cosa più opportuna e pratica. aspirano ad una modesta posizione sociale. Qualunque possa essere però il mio giudizio io chieggo all'alto consesso Comprenderà l'alto consesso che queste poche idee non bastano a dare che mi illumini su tutte le quistioni subordinate. Laonde se il Consiglio su­ un concetto adeguato della riforma dell'insegnamento secondario: ma non è periore credesse che la unificazione delle due scuole di primo grado sia uti­ un progetto di riforma che io sommetto all'alta sapienza del Consiglio supe­ le, desidererei conoscere se questa scuola unica debba rimanere la sola scuo­ riore: sono poche questioni fondamentali, risolute le quali, poi si affronte­ la di tutte le classi sociali, dalla più alta che cerca la coltura per la coltura o ranno tutte le altre e si redigerà un disegno di legge organico e completo per l'esercizio di una nobile professione, alla più bassa che cerca una mezza­ che io sottoporrò anche al Consiglio. na o dimezzata coltura coi fini precisi ed immediati della sussistenza. O se Il mio programma è questo: per ora io credo che si debbano tracciare le invece non debba a questa scuola andar congiunta un'altra modesta scuola grandi linee del quadro; poi si scenderà ai particolari. un'opera così im­ h1 popolare o complementare dei bisogni delle basse classi sociali, nel quale ca­ portante io non voglio esser privo dei suggerimenti del Consiglio superiore; so tanto varrebbe unificare le due scuole di primo grado, quanto trasfor­ mi esprima per ora il parere sulla unificazione delle due scuole di primo gra­ mandole entrambe, lasciando al ginnasio il vero e genuino contenuto di una do; mi esprima il parere, nella ipotesi della unificazione sul se si debba op- 160 Fonti per la storiadella scuola Sezione I- L'attività consultiva e propositiva 161 pur no sostituire altro istituto alla scuola tecnica, e, nell'ipotesi di conserva­ Gran difetto degli attuali ordinamenti è che s'insegna per troppe ore e re le due scuole, se debbano trasformars i nel senso da me vagamente indi­ manca il tempo a studiare. L'educazione fisica avvia allo scioglimento della cato. questione della Nazione armata. Lo studio del greco e del latino dovrebbe Quando avrò poi il responso dell'alto consesso sarà mia cura di concre­ giungere soltanto al punto di poter tradurre coll'aiuto del dizionario. Se tut­ tare il programma in un disegno di legge che sommetterò anche al parere to si vuoi chiedere dalla scuola non si avrà nulla: lo Stato deve pretendere il del Consiglio superiore. meno possibile. Dopo il ginnasio si avranno due anni di scienze naturali, che sono indi­ (Firmato) Gallo spensabili a molti rami di sapere, e perfino alle stesse religioni contenendole nei limiti di fede non contrari alla ragione. Molti sentono il bisogno di una fede, ma nei limiti assegnati dalla scienza. Dopo i due anni di scienze natura­ 1 Adunanza plenaria del 15 febbraio 1898 li l'alunno si avvierebbe o al Policlinico o agli altri studi universitari evitan­ do la produzione di tanti spostati e malcontenti. MPI, CSPI, Processi verbali, 1898, vol. I, ms. con firma autografa. Un alto consesso come il Consiglio superiore non deve occuparsi soltan­ to dell'attualità, ma anche dell'avvenire. Anche lo stesso oratore credeva, [ ...]I l segretario legge il verbale della seduta precedente. vent'anni sono, che si dovessero istituire scuole reali, anziché ginnasi classi­ Cannizzaro domanda che nel processo verbale sia riferito per intiero ci. Anche in Germania però si è fatta strada la convinzione che sia migliore quanto espose il consigliere Cremona intorno alla scuola unica o divisa, per la coltura classica. avere così una guida sicura nelle discussioni venture, e chiede al consigliere Un impiegato delle ferrovie in Baviera lo assicurò che correva gran diffe­ Cremona che egli stesso ne detti il testo. renza tra i rapporti scritti di funzionari usciti dalle scuole reali, e quelli li­ Cremona acconsente ben volentieri a scrivedo (Vedi alla fine del pre­ cenziati dalle classiche. sente verbale). Il verbale viene approvato. E un vecchio generale prussiano lo assicurò che il miglior tirocinio per le Il presidente avverte il Consiglio che i colleghi Murri e Gamberale non scuole militari è lo studio del ginnasio, poi delle scienze naturali e infine possono intervenire alle sedute per causa di malattia, e che il consigliere due anni di università. Cantoni, mancante anch'egli per malattia, spera d'intervenire prima che la sessione sia chiusa. Per tutte le ragioni sopra dette egli si dichiara caldo fautore della scuola Dà quindi la parola al consigliere Schron, che alla fine della passata sedu­ unica a tipo classico. ta si riservò di sostenere il suo concetto favorevole alla scuola unica. Vitelli considerando che se le riforme presentate dal ministro Codronchi Schron espone un programma completo di studii cominciando da quelli dovessero esser state consigliate da vere esigenze manifestatesi nella pubbli­ delle scuole elementari, che dovrebbero essere comuni e obbligatori per tut­ ca opinione, qualcuno in Consiglio sarebbe sorto a difenderle. Tutti invece ti i cittadini. Dopo ci dovrebbero essere studii di arte ed industria per quelli sono di accordo, tranne il consigliere Schron a voler conservare distinte le È che vogliono dedicarsi a un mestiere poco elevato; e per l'istruzione più alta due scuole, la classica e la tecnica. convinto che gli studii classici diano il ci sarebbe ginnasio con sei anni di corso con lo studio della lingua italiana miglior fondamento di coltura, ma qui non si tratta di istituire nuovi ordina­ soprattutto, della greca e latina, della storia antica e moderna, della geogra­ menti scolastici. Egli vorrebbe una scuola popolare ed una classica che por­ fia e della matematica. Lingue moderne dovrebbero studiarsi privatamente. tasse alle università. Ma la più utile delle riforme sarebbe che per dieci anni Per quanto si sia escogitato nulla si trovò finora da poter sostituire agli studi almeno non si toccassero gli attuali ordinamenti scolastici. greci e latini non solo per la lingua e per la mente, ma anche per la forma­ Le scuole che si propongono fini diversi non approdano a bene. È d'ac­ zione del carattere e del cuore. Ma in una scuola non si può insegnare più di cordo col consigliere Miraglia che il Consiglio non deve limitarsi ad espri­ quattro ore al giorno; il resto della giornata deve essere lasciata libera ai gio­ mere la sua disapprovazione del progetto Codronchi, ma che le ragioni si vani per la educazione fisica, per le lingue moderne e per altri studi geniali. debbano consegnare in una relazione in modo da non dovere tornarci più sopra. Non vorrebbe poi che si credesse che anche fuori d'Italia si volle isti­ tuire una scuola unica sul tipo proposto dal ministro Codronchi. Gli esperi­ Sessione straordinaria. Sono presenti il vicepresidente Bargoni e i consiglieri Antonelli, 1 il menti fatti all'estero sono stati fatti in altro modo e più serio. Il tipo unico Ascoli, Bardelli, Beltrami, Boccardo, Brusa, Cammarota, Cannizzaro, Cremona, Dalla Vedova, Del Giudice, D'Ovidio, Gioda, Golgi, Lioy, Maragliano, Marchiafava, Miraglia, Richiardi, Sali­ proposto per l'Italia è una scuola monstre, anzi omnibus, quale non era sta­ nas, Schron, Schupfer, Scialoja, Senise, Striiver e Vitelli. ta mai immaginata. Belle sono le considerazioni del consigliere Boccardo, 162 Fontipe1· la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 163 ma non interamente esatte, coll'affermare che solo il Codronchi ebbe tale può accettare la proposta Cremona, alcune scuole tecniche cioè siano ordi­ idea. nate in modo da essere fine a loro stesse, altre siano di preparazione a corsi Boccardo interrompe per affermare che in oggi il solo Codronchi caldeg­ superiori. gia la scuola unica. Ascoli è assolutamente contrario alla scuola unica. Una sua vecchia lette­ ra, che trattava di tal materia, viene stampata in questi giorni Plaude al Vitelli continua narrando che il ministro del tesoro 1 affermò essere il 1• progetto della scuola unica il non plus ultra perché dava un risparmio di un suggerimento dato dai consiglieri Miraglia e Scialoja che la votazione non si milione e realizzava il sogno di tutti i pedagogisti. Viceversa l'oratore ebbe faccia a precipizio, ma sia preceduta dalla relazione di una commissione. Gli ad interrogare molti della materia e nessuno aveva mai ideata tale scuola. Il sembra che le ragioni addotte dagli avversari degli studii classici siano trop­ consigliere Miraglia afferma che l'idea della scuola unica è un portato della po vilipese: esse non partono da considerazioni tutte volgari, ma da ragioni democrazia. d'ordine pratico. Basta accennarle. Prima il latino era come il passaporto È più esatto forse il dire che in Italia si vuole spianata, anzi levigata la via della gente civile; le condizioni sono ora ben diverse, e perciò le famiglie che conduce alle università. E perciò si è incominciato coll'istituire gli isti­ non sentono più l'importanza di tale studio. Per quanto si attiene alla coltu­ tuti tecnici, sembrando troppo difficili gli studii classici e poi si diminuirono ra odierna lo scibile è molto esteso e non si può quindi dare come prima lar­ gli insegnamenti tecnici nei licei. È dovere del governo opporsi a tale ten­ go campo allo studio del latino. Il collega Vitelli vorrebbe affinare l'intelli­ denza. genza dando largo studio classico nei licei, ma ciò è forse una esagerazione È più difficile il passaggio dalle scuole tecniche al ginnasio, che vicever-· perché ad esempio lo studio della storia è assai più esteso di prima, così sa. Nelle tecniche si mettono molti alunni che non hanno intenzione di en­ quello della geografia e delle scienze naturali. Il saper molto di greco e di la­ trare nelle università, ma poi per una ragione o per l'altra vorrebbero acce­ tino non è oggi coltura sufficiente per la vita. dervi. La scuola unica con tutti i fini che si propone è mostruosa. Quali inse­ Dunque scuola unica no, ma nemmeno l'eccesso opposto. L'on. Martini gnanti dovrebbe avere? Alcuni di ginnasio, altri di scuola tecnica, e non è of­ gli disse un giorno seriamente che, volendo mantenere l'insegnamento del fesa il dire che la coltura di questi ultimi è scarsa. Valga il ricordare che la greco si rischiava di far votare anche l'abolizione del latino. E pel greco in­ Giunta in moltissimi casi nega abilitazioni per il ginnasio e le accorda per le fatti si potrebbe fare qualche concessione. La relazione della commissione scuole tecniche. La qualità degli insegnanti nelle classiche vuoi dir molto; deve tener conto delle ragioni valide degli oppositori agli insegnamenti clas­ valga l'esempio che negli istituti tecnici s'insegna l'italiano quanto se non sici. più che nei licei e ciò nonostante gli alunni degli istituti non hanno quel D'Ovidio constata che si è d'accordo circa il disegno della scuola unica; fondamento e quella sicurezza che si riscontrano negli alunni dei licei. le ragioni finanziarie poste innanzi sono illusorie. Ginnasio e scuole tecni­ n Il consigliere Lioy dice che si è fatto il processo alle scuole tecniche e che si moltiplicano anche con le sezioni aggiu te. Che avverrebbe con la non ai ginnasi. Anche in essi vi sono inconvenienti, ma dipendono dalla de­ scuola unica? Si abbasserebbe il ginnasio alla scuola tecnica, che verrebbe a bolezza dei ministri, che concedono sempre nuove agevolazioni. moltiplicarsi a scapito dell'altro. Conclude coll'affermarsi contrario all'idea della scuola unica. Disse ieri che quanto a riforme ci sarebbe molto da fare: negli istituti Cannizzaro è di avviso che il Consiglio non debba limitarsi a rispondere classici si lamenta il sopraccarico, il surménage francese. Ma di ciò si lamen­ semplicemente con un sì o un no alla domanda fatta dal ministro e siccome tano più che tutti i capi scarichi e quindi i loro padri. Ci sono invece bravi il suo concetto è precisamente eguale a quello svolto dal consigliere Cremo­ giovani che giungono a studiare ugualmente tutte le materie con qualche na, così lo riassume: se si trattasse d'impiantare un nuovo ordinamento di sforzo è vero; ma è giusto considerare che è sforzo necessario perché soltan­ studii si potrebbe accettarne un'ampia discussione. Ma una volta che abbia­ to l'eletta dei giovani possano entrare nelle università. La gravità degli studi mo un ordinamento avviato e che vige da molti anni, sarebbe dannoso il è uno dei mezzi migliori per respingere chi non ha voglia e ingegno. Si ina­ mutarlo. spriscono le tasse per sfollare, ma il mezzo è più crudele e meno adatto. Perciò raccomanda alla commissione che sarà nominata di essere unani­ Usando invece facilitazioni di studii le università diventano sempre più af­ me nel non voler mutare ciò che esiste, ma circa il sistema da adottare per follate, turbolente e poco studiose. Il male del nostro insegnamento classico tentare altri tipi di scuola si lasci libertà di opinione. Nello stato attuale si non consiste tanto nel numero delle materie, quanto nel modo di insegnarle

Luigi Luzzatti. Si veda suo intervento su questo punto alla Camera dei deputati di­ 1 il il l o Si riferiva a: Il professore socialista. Lettera a Arturo Graf, Milano, Carlo Aliprandi, cembre 1897 in AP, Camera dei deputati, legislatura XX I sessione (1897-98), Discussioni, IV, 1 , [1897]. tornata del dicembre 1897, p. 3681. l o 164 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva e propositiva 165 e nella disciplina. La maggior parte dei professori non si attiene al libro di Il presidente propone la seconda dichiarazione: testo, ma vuol far la sua lezione, quindi gli alunni sono costretti a prendere Il Consiglio superiore deferisce ad una propria commissione il fo rmu­ appunti, che debbono poi sviluppare a casa con loro grave fatica. Il ministro lare concrete proposte intorno ad una eventuale trasformazione della Bonghi rilevò con una circolare tale inconveniente, ma né egli né altri riu­ scuola tecnica e ad una possibile riforma dell'insegnamento secondario 1 scì a qualcosa. I presidi sopraintendono con troppa burocrazia, punto occu­ classico, riservandosi di discutere e di deliberare sulle proposte medesime pandosi del coordinamento degli studii. Si pensò di toglier nei licei l'inse­ in altra seduta. gnamento per materie e metterlo per classi, ma il professore di liceo non A varie osservazioni di consiglieri il presidente risponde che S.E. il mini­ può bastare per tutte le materie. Ogni materia deve essere debitamente inse­ stro era persuaso che sarebbe difficile il risolvere anche la questione delle gnata e a ciò deve attendere il ministro, il Consiglio superiore e quello scola­ scuole secondarie nella presente sessione straordinaria quando si avesse già stico. Quanto alle scuole tecniche c'è da badare oltre che al grado di coltura deliberato intorno al quesito dell'educazione fisica e a quello dell'istruzione degli insegnanti, alla qualità degli alunni, che vi entrano rozzi e di poca ca­ superiore. pacità intellettuale. Si potrebbe fare il tentativo della Germania: tenere l'i­ Cannizzaro vorrebbe intendersi prima sulla questione di massima. struzione classica e la reale - forse questo sarebbe un modo di sfollare la pri­ Lioy dice che la commissione da nominarsi presenterà le proposte della ma. Quanto a condensare, come propone il consigliere Schron, lo studio in maggioranza. sei anni di ginnasio e due di scienze naturali, un consimile esperimento si è Bardelli osserva che un partito sarebbe per la riforma della scuola tecni­ fatto in passato, ma la distribuzione dell'insegnamento attuale dei nostri li­ ca, un altro per un nuovo tipo di scuola. Là dove non c'è l'istituto tecnico, cei è migliore. Forse la parte scientifica assorbisce troppo di orario. Certe fa­ la scuola tecnica dovrebbe essere nominata in un modo diverso, tenuto con­ coltà intellettuali se non sono esercitate, irrugginiscono. Il nostro ordina­ to dei bisogni locali; il problema è grave e sarebbe forse da rimettersi ad al­ mento scolastico in generale è buono; è questione di sfollarlo rifiutandone tra sessione. con maggior vigore la licenza ai non meritevoli. Ascoli chiede se è stato stabilito di redigere una relazione che respinge Vitelli rispondendo al consigliere Ascoli, dichiara che non ha esagerato l'idea di una scuola unica. nel suo concetto di scuola classica col volerne togliere le materie scientifi­ Il presidente risponde che la proposta non è stata ancora messa ai voti. che.Quanto a ciò che riguarda l'insegnamento del greco se ne potrà discor­ Cammarata ricorda che altre volte si è tentato di istituire vari ordini di rere a tempo più opportuno. scuole tecniche. Cannizzaro non conviene nella idea della fusione delle due scuole per le Miraglia desidera accordarsi intorno alle conclusioni della relazione. Il ragioni sopraindicate. Il consigliere D'Ovidio ha accennato alla smania di consigliere Schron vuole un tipo unico, il consigliere Vitelli chiama un espe­ dare troppi componimenti, ciò che è contrario all'igiene cerebrale. Questo è diente l'istituzione delle scuole tecniche. Qui siamo amici tutti del classici­ il vero sopraccarico. Un ispettore tedesco che venne a studiare l' ordinamen­ smo. Le scuole tecniche che hanno due finalità, possono raggiungerle tutte e to dei nostri due insegnamenti disse che anche colà c'era lo stesso guaio cir­ ca la diversa coltura del personale insegnante del ginnasio e della scuola tec­ due? I consiglieri Cremona e Bardelli vorrebbero due tipi di scuola tecnica. nica. Il problema principale consiste nel miglioramento dell'insegnante. Di­ Egli vorrebbe anche due tipi, uno con lavoro professionale e che è fine a se mostra poi che l'insegnamemento della fisica e della matematica sarebbe be­ stesso e l'altro che mette agli istituti tecnici. ne affidarlo ad una sola persona. Senise fa notare al Consiglio che il ministro ha convocato una sessione Il presidente chiede al Consiglio se non sia il caso di venire alla votazio­ straordinaria per l'urgenza della cosa. ne della prima dichiarazione: Il primo quesito è stato votato, quanto al secondo problema si potrebbe Il Consiglio superiore esprime parere contrario alla unificazione del accettare il concetto dell'indole professionale secondo le località e l'altro primo grado delle scuole secondarie. pei grandi centri con prosecuzione di studii agli istituti tecnici. Schron può votare con la dichiarazione che essendo impossibile ora una Dopo questa discussione viene posto ai voti e approvato all'unanimità il riforma completa, recede dalle idee prima espresse. secondo quesito. Il Consiglio approva all'unanimità il quesito. Il presidente dichiara che se c'è la convinzione di poter far tutto entro la settimana, si può nominare una numerosa commissione. Se ciò non è possi­ bile la commissione potrà esser composta di consiglieri residenti in Roma, e Circ. del 24 feb . 1875, n. 442, in «Bollettino ufficiale del Ministero della pubblica istru­ quelli lontani dovrebbero mandare in tempo le loro osservazioni per poter 1 zione », 1875, 5, pp. 307-309. poi redigere la relazione. 166 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva e propositi va 167

Cammarota osserva che il ministro vuole dichiarazioni di principio. Per Seduta plenaria del 19 febbraio 1898 1 il primo e il secondo quesito si è d'accordo, anche per il resto si potrà discu­ tere e sottoporre al ministro le proprie osservazioni. MPI, CSPI, Processi verbali, 1898, vol. ms. con firma autografa. Senise per guadagnar tempo, propone che invece di presentare una rela­ l, zione, si presenti al ministro una deliberazione motivata. [ ...]L a seduta è tolta alle ore 18. [ ...] Il presidente invita il consigliere D'Ovidio a leggere la relazione del­ S.E. il la commissione incaricata di studiare il secondo quesito proposto da Il segretario Il presidente da- ministro, e riguardànte l'insegnamento di primo grado nelle scuole secon Lotti A[ngelo] Bargoni rie 2• D'Ovidio, relatore, premesso che venne efficacemente aiutato nella da lui compilazione del suo lavoro dal consigliere Vitelli, legge la relazione Testo del discorso del consigliere Cremona sulla unificazione del primo compilata in parte, !asciandone l'altra parte che venne dettata dal consiglie­ (allegato grado dell'istruzione secondaria. re Bardelli e che riguarda principalmente l'insegnamento tecnico A). Io sono d'accordo col collega Boccardo nel credere che una scuola bene Bardelli, relatore, legge l'altra parte della relazione (allegato B). dal ordinata non deve condurre a due fini diversi. Per tale convinzione sono de­ Il presidente fa notare che la prima parte della relazione, compilata Consi­ cisamente contrario alla proposta fusione del ginnasio colla scuola tecnica consigliere D'Ovidio, è una eloquente illustrazione del voto dato dal l'in­ poiché la scuola unicache ne risulterebbe dovrebbe condurre a un tempo ai glio per la divisione dei due rami d'insegnamento e per ciò che riguarda inter­ fini prefissati al ginnasio ed a quelli ai quali conduce la scuola tecnica. segnamento classico e che l'altra parte, redatta dal consigliere Bardelli Ma sono contrario alla fusione anche per un'altra ragione: perché, in fat­ preta anch'essa esattamente il voto dei colleghi. to di scuole almeno, mi sento tenace conservatore. Se si trattasse di ordinare Cannizzaro propone che il Consiglio faccia sue le due parti della relazio- l'istruzione in una città di nuova fondazione, come ne sorgono ancora in ne senza bisogno di discutere. è astenu­ America, si potrebbero prescegliere i sistemi rappresentanti gli ultimi pro­ Ascoli dà plauso vivissimo ai due relatori, ma la commissione si rinun- gressi e i tipi teoricamente giudicati i più perfetti. Ma l'Italia possiede invece ta dal fare particolari proposte, ed egli a queste non intenderebbe da quasi quarant'anni un ordinamento scolastico che ha messo profonde ra­ ciarvi. conto del dici e che nessun uomo savio vorrà sconvolgere con mutamenti radicali. Cannizzaro ringrazia di nuovo la commissione per aver tenuto di qual­ Quand'anche si potesse dimostrare che un tipo nuovamente immaginato concetto svolto dal consigliere Cremona e da lui circa l'applicazione fosse migliore dei tipi esistenti, sarebbe funesto il volerlo applicare a tutte che nuovo tipo di scuola tecnica. ap- quante le nostre scuole. Sarebbe più savio procedere sperimentalmente: os­ Il presidente pone ai voti l'adozione delle due relazioni, che viene sia introdurre i nuovi tipi in alcune scuole destinate a saggiare i metodi pro­ provata all'unanimità con lodi e ringraziamenti ai relatori. posti. Potremo allora avere qualche liceo senza greco o col greco libero; [ ...] La seduta è tolta alle ore 17. qualche istituto tecnico col latino; qualche ginnasio più o meno avvicinato alla scuola tecnica. Il risultato di queste esperienze potrà a poco a poco con­ Il segretario Il presidente durre il nostro paese a possedere una maggiore varietà di scuole secondarie, C[arlo] Lotti A[ngelo] Bargoni come lo ha la Germania e come converrebbe ad una maggiore libertà di scel­ ta offerta alle famiglie ed agli studiosi. Ritornando alle scuole tecniche ripe­ to che sono del parere del consigliere Boccardo aver nuociuto ad esse la du­ plicità dello scopo a cui debbono servire. Perciò bisognerebbe sdoppiare co­ desto scopo e distinguere assolutamente le scuole conducenti all'istituto tec­ 1 Sessione straordinaria. Sono presenti il vicepresidente Bargoni e i consiglieri Antonelli, nico da quelle che sono fine a se stesse. Ascoli Bardelli Beltrami Boccardo Brusa, Cammarata, Cannizzaro, Cremona, Dalla Vedova, Del Gludice, D:Ovidio, Gioda, Gol�i, Lioy, Marchiafava, Richiardi, Salinas, Schron, Schupfer, per copia conforme Scialoja, Senise e Vitelli. 2 La commissione era così composta: Bardelli, Cammarata, Cannizzaro, D'Ovidio, Gioda, Il segretario del consiglio Miraglia, Vitelli. Il vicepresidente ne curò la composizione, comunicandola al Consiglio nella · Lotti seduta del 16 febbraio 1898. 168 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L'attività consultiva e propositi va 169

Allegato A tecnica. Non mancano le condizioni intermedie, che gli ondeggiamenti delle Roma, addì 19 febbraio 1898 vocazioni, i casi particolari di alunni che si volgono alle scuole tecniche sol dopo aver provato la loro poco attitudine agli studii classici. Ma non è né Relazione prima giusto né utile il conformare a cotesto tipo mediano e mediocre di alunni il tipo della scuola, costringendo ad una convivenza stentata ed innaturale tut­ I ti coloro che hanno già prestabilita la meta, e ritardando ai migliori l'inizio degli studi a ciascuno più confacenti. Poiché, non v'è dubbio o cotesta scuo­ La proposta d'unificare il ginnasio inferiore e la scuola tecnica in un solo la si fa senza latino, ed è un condannare alla scuola tecnica, ad una specie di istituto secondario di primo grado non è recente. Già nella relazione quin­ prosecuzione tardiva della scuola elementare, i giovanetti nati o predestinati quennale che fu la prima ed è rimasta l'unica, presentata dal Consiglio supe­ per l'alta coltura; o si fa col latino, ed è un condannare ad uno sforzo non riore al ministro nel 1865 su tutti i gradi dell'istruzione pubblica, il consi­ 1 necessario coloro che s'indirizzano a cose più tecniche o più modeste. Anzi gliere ch'ebbe a riferir sull'istruzione secondaria 2 metteva innanzi con gran al latino i più di costoro, si può metter pegno, non si piegherebbero affatto, fede quella proposta. Manifestamente però i colleghi suoi vi avevano dato ed altro non farebbero che impacciar la via ai futuri alunni dell'istituto clas­ un assenso non unanime né fervoroso, e, ad ogni modo, il disegno restò pri­ sico. Né per la stessa lingua nazionale la commistione di una così varia sco­ vo d'effetto; o forse ebbe questo effetto solo, di far di tanto in tanto ripullu­ laresca riuscirebbe innocua, poiché ben differente è la raffinatezza a cui può lare in altri il desiderio e il proposito di tentare una riforma di tal natura. giungere l'insegnamento dell'italiano secondo il grado e la qualità della col­ Allora, come oggi, essa pareva confortata, oltreché da altre ragioni, dalla tura che il fanciullo porta seco dalla famiglia, e secondo ch'egli possa o no speranza pure della diminuzione delle spese che ne sarebbe conseguita. Se intraprendere subito lo studio del latino e la lettura dei classici italiani dei non che dall'un lato, come bene avverte S.E. il ministro nella lettera testè in­ primi secoli. Che una materia sia comune a due scuole, che anche vi s'inse­ viata al Consiglio, è cosa per sé sospetta ogni tentativo di riforma didattica gni con programmi press'a poco identici, non importa per sé che torni in­ che abbia per fine il risparmio; e dall'altro, se un risparmio poteva sperarsi differente il confondere gli alunni, giacché la stessa materia e lo stesso pro­ nel 1865 quando le scuole eran poco frequentate e scarseggiavano di mae­ gramma dan luogo ad un metodo essenzialmente diverso a seconda della va­ stri, sarebbe più che mai inattuabile e illusorio oggi che le scuole così tecni­ ria disposizione con cui quelli vengono alla scuola e della diversa scuola in che come ginnasiali, ad eccezione di poche, rigurgitano tanto d'alunni che cui dopo entreranno. in molte di esse conviene aprir di continuo sezioni aggiunte, ed una falange Si lamentano da molti le condizioni delle scuole ginnasiali e da più altri d'insegnanti numerosissima non potrebbe essere bruscamente diradata. Si ancora le imperfezioni delle tecniche. Or lasciando stare quel che vi possa unificherebbe il tipo delle scuole, ma il numero non ne scemerebbe ed il bi­ essere di esagerato, specie per ciò che riguarda il ginnasio, in simili lamenti, lancio dello Stato e degli enti locali non ne avrebbero alcun beneficio. Ma, prescindendo dalle considerazioni finanziarie, delle quali qui non è il vero è che sarebbe una maniera assai singolare di rimediare ai mali, che propriamente il luogo, un grave e certo danno recherebbe subito e irrepara­ più o meno travagliano le scuole, l'incominciare dall'accozzare quei mali in­ bilmente alla coltura nazionale la miscela, ancora d'aftri tre anni protratta, sieme, accomunando due schiere di discepoli molto diverse e due categorie di discepoli ben differenti tra loro per le attitudini e per il fine ultimo a cui d'insegnanti anch'esse così disparate. Il miscuglio riuscirebbe assai torbido, mirano. e già il solo spezzarsi della tradizione recherebbe sgomento, confusione, lan­ In massima la popolazione scolastica suole bipartirsi, subito dopo la guore. Giacché non è a dimenticare che le scuole vivono soprattutto di tra­ scuola elementare, per ragioni così naturali ed efficaci, che la bipartizione dizione, e, se ciò non è una buona ragione per escludere ogni savia riforma s'intravede già nella scuola elementare medesima. ed ogni spirito nuovo che le ravvivi, è però una ragione validissima e quasi Le qualità dell'ingegno, la coltura e l'agiatezza della famiglia conducono un'obiezione pregiudiziale contro ogni mutamento troppo radicale, troppo necessariamente alcuni alle scuole classiche e alle professioni liberali; come violento, non giustificato da una convenienza evidente, incerto o periglioso le condizioni opposte avviano altri senza esitanza alla istruzione che si dice ne' suoi effetti. Qui non si tratta di un popolo che sia all'esordio della sua civiltà e voglia gettar le prime fondamenta dei suoi ordini scolastici, sicché possa quadrargli di cimentarsi a prove che teoricamente appariscano in qualche modo legittime; bensì si tratta dell'Italia, che dopo una secolare ci­ Giuseppe Natali. viltà e una lunga tradizione scolastica e una decadenza miseranda riformò 2 GiovanniMaria Bertini. quattro decennii or sono le scuole sue, valendosi degli esempii delle altre

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nazioni civili, e, se pentimento può avere, egli è che in questi decennii abbia potrà avere una tal quale efficacia. Ma non è questo il rimedio più diret­ già troppo di frequente e impazientemente stancato organismi così delicati, to, più appropriato, e più equo e decoroso. quali sono le scuole, or con inunature novità, or con rapidi ritorni verso il Se le condizioni economiche sono in un certo senso causa ed ajuto ad passato. Ebbene, l'istituzione di codesta scuola unica che l'Italia dovrebb 'es­ una coltura più alta, la cernita qui non è, in fin dei conti, né deve essere tra sere la prima a saggiare fra le nazioni civili, non giovandosi dell'esperienza ricchi e poveri, ma tra forti e deboli intellettualmente e moralmente parlan­ di queste, ma dando a queste il vantaggio come d'una esperienza in c01pore do. E la gravità degli studii classici è appunto lo strumento migliore per vili, sarebbe un salto nel buja; o meglio, in un fuoco di luce sinistra prenun­ quella cernita. Chi si duole che all'università giungano troppi aspiranti alle ziatrice di nuova consunzione della coltura italiana, che con tanto sforzo lauree, e nello stesso tempo s'intenerisce pei poveri alunni delle scuole clas­ avevam riaccostato alla grande coltura europea e risospinta verso un'età no­ siche costretti ad imparar tante e così varie cose, non s'accorge della contra­ stra più gloriosa. Se si vuol proprio fare l'esperimento di un altro tipo di dizione solenne in cui cade. L'austerità degli studii e la severità degli esami è scuola secondaria, di un ginnasio cioè cui lo studio del latino sia alquanto ri­ minata ogni giorno dagli sdilinquimenti d'una fiacca pedagogia, dalla sover­ tardato e fatto precedere dall'apprendimento di una lingua moderna, come chia pubblicità delle dispute sulla inutilità di questo o quell'insegnamento, la francese, si faccia tutt'al più in qualche singolo istituto di una grande cit­ dalle priviligiate dispense concesse a questo o a quel candidato o schiere di tà. Alla fin fine le vocazioni individuali son varie e talvolta hanno una piega candidati, dalle improvvide circolari raccomandatrici d'indulgenze, dalla eccezionale, e la società moderna ha bisogni molteplici e una cotale irre­ più improvvida promessa di futuri alleviamenti, che screditano intanto certi quietezza che la spinge a voler cercare mezzi nuovi e vie diverse dalle con­ studii ancorché l'abolizione o la riduzione effettivamente non segua. Gl'in­ suete. Ma, se tutto ciò può render leciti gli esperimenti particolari, ben cir­ segnanti si sentono sempre più disarmati verso l'ignavia dei giovani, e gli coscritti e non compromettenti in alcun modo l'avvenire, non basta né pun­ esaminatori sempre più timidi verso la tracotanza dei candidati o le preten­ to né poco a coonestare una mutazione generale, che distrugga tutto per tut­ sioni delle famiglie, sempre più incerti del premio del loro zelo ed esortati

to ricostruire, e da cui non sarebbe più possibile o sarebbe sommamente dif­ alla rilassatezza. Così entrano nelle scuole classiche, e ne escono muniti di ficile il tornare indietro, non appena ci avvedessimo come di certo ci avve­ licenza, molti giovani che non son fatti pegli alti studi, e la voluta incapacità dremmo, d'aver preso un cammino fallace. Se nei ginnasii e nelle scuole tec­ a tollerare il gran peso di questi diventa vera per ciò solo che agl'incapaci niche vi son vizii da correggere, la prima condizione dell'emenda, sarà di se­ s'è ap erta e spianata la via. guitare a tener nettamente distinti gli uni dalle altre. E un altro male è che codesta via sia imposta anche a molti che non aspi­ rano agli studii universitari o ad una istruzione solida che sia fine a se stessa, II bensì tendono ad impieghi più o meno modesti pei quali la coltura classica non è necessaria. Intanto è curioso il fatto, notissimo a quanti conoscono Quanto ad una possibile riforma delle scuole classiche, il Consiglio si ri­ largamente e seriamente le scuole classiche, che i giovani migliori, salvo le serva di venire ad osservazioni più concrete e minute, quando gli fosse dato eccezioni inevitabili in ogni cosa di tal genere, sogliano attendere tranquilli di esaminare su ciò un preciso disegno. Per oggi deve contentarsi di consi­ a tutte le materie d'insegnamento senza dolersi della mole e del numero di derazioni alquanto generali. Si sente da molti deplorare il così detto soprac­ queste, e quelli che invece si lagnano del carico son piuttosto coloro che a carico mentale che le troppe materie rechino agli alunnidei ginnasii e dei li­ buon conto lo scuotono dal loro dosso non istudiandone alcuna, e facendo cei. Or non si vuol negare che le materie sien molte e non lievi. Anche in al­ assegnamento per la promozione sopra tutt'altri mezzi che lo studio assiduo tri paesi colti di Europa lo stesso rammarico ogni tanto si fa; senza però, si e la diligenza. badi, che in pratica se ne cavino subito quelle conseguenze precipitose che Tuttavia non si vuol negare che un certo sopraccarico si abbia reso quasi presso noi si minacciano di continuo. D'altra parte, un rammarico non me­ fatalmente inevitabile dalle gravi esigenze della coltura moderna e dai nobili no insistente, e di gran lunga più giusto, si sente pur qui, circa il soverchio esempii delle nazioni più progredite; ma giova subito avvertire che il peso, numero degli alunni che si affollano alle scuole classiche e di quelli che ne più ancora che dal numero e dalla durata delle materie, nasce spesso dal mo­ passano all'università e di quelli che infine escono dalle università con un do come sono insegnate, dagli abiti non buoni di molti insegnanti, dalla po­ diploma, sì da eccedere di molto, in quasi tutte le professioni liberali, il bi­ ca vigoria di chi dovrebbe dirigerli e coordinarne l'opera. Un vezzo terribil­ sogno che il paese abbia di nuovi laureati e la possibilità del loro colloca­ mente dannoso, che una bella circolare del ministro Bonghi mise in rilievo, mento. Si è più volte ventilato di scemare codesta calca con l'aggravar le ma che nessuno è riuscito ad estirpare, è di prescindere in tutto o in parte tasse scolastiche; e fino ad un certo punto il rimedio, per quanto crudele, dai libri di testo, che pur s'impongono in gran numero e si cambiano con

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· �·�JI1ir11 i11-ri -r,,r11-ri -r�,.�-�. �. �.�.----� Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 173 172 Fonti per la storia della scuola gran volubilità, e di esporre cattedraticamente anche quelle discipline che sia perché i progressi nella carriera sono troppo collegati al passaggio da una più richiedono il libro di testo, e insegnate con esso riuscirebbero facili e di­ scuola ad un'altra superiore. Se un professore di prima ginnasiale potesse lettevoli. Gli alunni son costretti a prendere in iscuola gli appunti che poi a pervenire ai maggiori emolumenti possibili nella scuola secondaria, senza la­ casa ricopiano con gran perdita di tempo e vano esercizio di materiale lavo­ sciar la classe a cui forse è più adatto che ad ogni altra, i mutamenti sarebbe­ rio. Ciò toglie l'agio a lavori più utili, agli svaghi dell'animo e agli esercizii ro più rari e l'insegnamento procederebbe in modo più sicuro e più s'avvan­ taggerebbe della consumata esperienza. del corpo, alle letture geniali; e abitua ad un sapere ristretto e pedantesco S'è detto più su del pessimo vezzo delle lezioni cattedratiche che metto­ moltiplicando gli errori, i malintesi e le inutili difficoltà. È questa forse la no da parte il libro di testo e rendono necessarii i quaderni d'appunti, vana maggior piaga dello insegnamento secondario, che da sé solo basta a spiega­ e faticosa attenuazione del libro di testo; ora a questo s'aggiunge e connette re i più dei suoi mali. E un'altra piaga è che quasi dappertutto ciascun pro­ un altro vezzo, d'abbandonare lungamente a sé l'alunno interrogandolo di fessore impone compiti e lavori per la disciplina sua senza preoccuparsi o rado, permettendogli di rimanersene coi suoi dubbii ed errori o nella sua nemmen sapere di quello che negli stessi giorni impongono i suoi colleghi. sonnolenta indifferenza. Oggi in ispecie che le scuole son quasi tutte affolla­ Qui dovrebbe intervenire l'opera assidua dei presidi e direttori, il cui ufficio tissime, capita a molti alunni di non essere interrogati se non una volta ogni non s'avrebbe a limitare, come quasi sempre si limita, a funzioni ammini­ bimestre per la necessità della media bimestrale. I maestri migliori restano strative e disciplinari; tanto più che oggi abbondano, meglio che nei primi fidi all'antica e sana consuetudine di chiamare più d'un alunno per giorno a anni della costituzione del regno, i presidi e direttori che hanno effettiva­ ripetere la lezione quotidiana e di tener desti tutti gli altri con interrogazioni mente insegnato e sono stati promossi a quel grado per le loro benemerenze su qualche punto speciale della lezione o su questioni repentinamente sorte, didattiche. Sarebbe anche da vedere se non convenga istituire l'ufficio di di­ o con repentino invito a correggere l'errore in cui sia caduto l'alunno prin­ rettore di classe, che ha fatto tanto buona prova in altri paesi, cioè l'incarico cipalmente interrogato. Ma i maestri più inesperti, che parlano a distesa e dato ad uno dei professori che insegnano in una classe di reggere e contene­ per più lezioni spiegano la materia senza accertarsi che i discepoli intendano re nei giusti limiti l'opera di tutti. Si è talvolta pensato se un buon riparo o imparino giorno per giorno, nessuno li richi.ama a un metodo più ragione­ non fosse di estendere anche al liceo l'aggruppamento delle materie che ha vole, più prudente e più vivace. luogo nel ginnasio, dove un solo maestro, per esempio, insegna e italiano e In conclusione il pondo dell'insegnamento ginnasiale e liceale non è lie­ latino e greco e storia. Ma nelle condizionipresenti un provvedimento cosif­ ve, ma non eccede la capacità media degli alunni chiamati agli alti studii,e, fatto, che del resto sarebbe il preciso contrario di quello a cui si attengono i se pare eccederlo, è soprattutto perché troppi presumono di addirvisi e non paesi ove l'istruzione classica è più in fiore, condurrebbe al discapito di sono generalmente felici i metodi che si tengono, coi quali anche la soppres­ quelle discipline a cui ciascun insegnante si senta men disposto, impedireb­ sione di qualche materia delle più difficili non muterebbe la sostanza delle be a ciascun di toccare quella relativa eccellenza che l'insegnamento per ma­ cose. terie consente ora di conseguire, e porterebbe una disuguaglianza penosa da classe a classe. Né dall'aggruppamento per classe anziché per materia si (firmato) D'Ovidio avrebbe forse alcuna diminuzione nel numero degl'insegnanti o risparmio di Per copia conforme spese, se pur non fosse da tener presente anche qui la giusta osservazione Il segretario del Consiglio già citata dianzi, di S.E. il ministro, come sia sospetta ogni innovazione di­ dattica che miri a una diminuzione di spese. Quel che davvero importa è che l'insegnanti non vadano ognuno per conto suo, si affiatino bene, e siano Allegato B efficacemente diretti. La direzione dovrebbe esercitarsi anche in ciò, che i Roma, addì 19 febbraio 1898 compiti sieno sempre corretti e i temi sieno sempre appropriati all'età e alle cognizioni degli alunni, mentre ora avviene spesso dall'un lato che i compiti Relazione seconda non sieno riveduti e dall'altro che i temi trascendano in singolar modo la ca­ pacità di quelli che li devono svolgere. La sobrietà in ogni cosa, la coerenza Eventuale trasformazione delle scuole tecniche e l'accordo, è quel che soprattutto manca alle nostre scuole, e la cui man­ canza sperpera la forza dei giovani e dìssipa l'opera dei maestri. I quali an­ che riescono meno efficaci sia per l'attendere che fanno molti di loro all'in­ Non accettata la scuola unica, rimane a dire di un nuovo ordinamento segnamento privato, costrettivi in parte dalla tenuità dei loro stipendii, e che, conseguentemente converrebbe darsi alle scuole tecniche. Sezione I- L'attività consultiva e propositiva 175 174 Fonti per la stot·ia della scuola

ciarsi, in impieghi, siena pure i più umili, o coi corsi serali o coll'insegna­ Notasi innanzi tutto che la qualifica ed il carattere di scuola popolare, mento privato, quelle cognizioni teoriche e pratiche indispensabili pei nuo­ che il signor ministro le vorrebbe imprimere, essa li possiede già, sia come vi uffid in cui li troviamo a diciotto o più anni d'età. Onde il loro colloca­ scuola di coltura generale e complementare, che accoglie un numero sem­ mento è da ripetersi, se non in tutto, in gran parte da coteste nuove circo­ pre crescente di alunni, che escono dalla elementare, sia pel numero e per la stanze, congiunte alla maggiore maturità della mente, e la scuola tecnica indole degli insegnamenti che vi si impartiscono, i quali poco o punto po­ non vi ha nel maggior numero dei casi che uno scarso merito . trebbero differire dagli attuali, qualunque riforma della scuola tecnica si vo­ I giovinetti di quella età sono quasi esclusivamente adoperati come fatto­ lesse attuare. rini nei negozii, nei fondaci, nel minuto commercio e solo dopo un tiroci­ Ma, si ripete insistentemente e da tempo, la scuola tecnica dovendo nio di tre o quattro anni almeno, col quale abbiano acquistato cognizioni adempiere a due scopi, cioè di preparazione all'istituto tecnico e di fine a se pratiche speciali a ciascun genere di commercio, e che nessuna scuola di stessa, finisce per non raggiungere, né l'uno, né l'altro scopo. Questa osser­ coltura potrà mai fornire, divengono veri commessi di negozio o di banca, vazione ha in sé certamente del vero, ma credesi che se ne sia esagerata la possono iniziarsi ai viaggi commerciali ed essere adoperati in qualche mis­ portata. sione di fiducia dai loro principali, e presentarsi ai concorsi per posti presso Molto spesso si discorre degli scopi professionali della istruzione tecnica uffici postali e telegrafici. In quelle prime e vere umili occupazioni, più che di primo grado, ma raramente essi vengono ben esaminati né alla domanda un corredo di svariate cognizioni, è soprattutto necessario che i licenziati quale possa essere il fine in sé della scuola tecnica, si dando risposte adegua� della scuola tenica vi portino l'uso corretto della lingua, facilità e chiarezza te e soddisfacenti. Il campo è assai più limitato di quello che comunemente nello scrivere, pratica sicura e famigliare del conteggio, le prime nozioni di si crede, e cognizioni speciali, nonché tecniche,non si richieggono ai licen­ lingua francese, il disegno ornamentale a mano libera ed una buona calligra­ ziati delle scuole tecniche, né, s'anca fosse possibile che le acquistassero, sa­ fia. Specialmente poi importa che la scuola e lo studio ne abbiano, per quan­ rebbero essi in grado poi di mettere a profitto, per ragioni principalmente to è possibile in quella età, resa la intelligenza agile e pronta, e siena stati della loro età, che è in generale tra i quattordici ed i quindici anni. Se la leg­ bene predisposti, colla applicazione continuata, relativamente intensa, alla ge organica del 1859 avesse designato con nome più adatto le scuole di cui vita attiva degli affari ed all'abitudine al la voro. Più che a tenere qualche si tratta, le quali nulla hanno di tecnico, nel vero senso della parola, né pos­ corrispondenza, d'ordinario in lingua italiana, a copiare lettere, a stendere sono avere se non tramutandosi in scuole d'arti e mestieri; se le si fossero fatture, a prendere note sul giornale, e principalmente a portare ordini ed chiamate scuole reali inferiori, e considerate quindi di preparazione alle su­ ambasciate ai clienti od ai corrispondenti, è assai raro che essi possano usare periori ordinate secondo il tipo che si aveva nel Lombardo-Veneto prima delle cognizioni stesse di computisteria avute nella scuola tecnica, quelle al­ del 1860, è possibile che la quistione dei due fini della scuola tecnica forse meno che eccedono i limiti della più comune aritmetica commerciale. Se ciò non sarebbesi neppure posta. Ed in vero in quelle città dove una scuola rea­ avverrà dovranno passare alcuni anni, nei quali, se occorre, di quelle cogni­ le completa ebbe vita per molti anni, quella quistione, specie della scuola fi­ zioni ben poche saranno rimaste nel giovinetto, essendo a lui mancate le oc­ ne a sé, non consta che siasi mai agitata, sebbene anche gli alunni che termi­ casioni di applicarle, ché, in generale, i commercianti sono punto facili a navano il triennio dalla scuola reale inferiore si dividessero in due gruppi, di concedere fiducia a giovinetti inesperti, ed incaricarli di mansioni che essi quelli cioè che proseguivano alla scuola superiore, e di coloro che si appli­ ritengono tra le più delicate e gelose della loro azienda. cavano a modesti uffid del commercio. Separati i due gradi della istruzione Ogni volta che, nel ripetersi dei numerosi tentativi di miglioramento nel­ reale, cangiati i nomi, e le dipendenze dalle autorità scolastiche, nonché le l'aspetto della scuola tecnica, soprattutto nel più studiato dei progetti di ri­ competenze passive, diversamente distribuite, a secondo che trattisi delle fo rma quello approvato col decreto reale del 21 giugno 1885 1, non si intese scuole o degli istituti tecnici, le competenze passive tra governo, provincia e provvedere alla scuola come fine a sé, non si ebbero di mira mansioni, a cui comuni, si aprirono le discussioni sulla scuola tecnica fine a se stessa le i licenziati potessero aspirare, diverse di quelle ora indicate. Onde non si trovò di meglio né di più che da aggiungere agli insegnamenti riconosciuti quali traevano origine, più che altro, dalla forma anziché dalla sostanza del­ le cose, perocché le nostre scuole tecniche pochissimo differiscono nel loro indispensabili per la preparazione all'istituto tecnico, le nozioni di computi­ aspetto dalle scuole reali inferiori preaccennate. steria e di scienze naturali. Le quali due discipline, quando fossero contenu- Per giudicare della efficacia di una scuola professionale della adatta pre­ R.d. n. 3413 che approva i regolamenti per le scuole tecniche e per gli istituti tecnici e parazione che vi ricevono gli allievi, è d'uopo prendere questi nei primi due 1 anni al più da che ne uscirono; considerare i loro immediati collocamenti, nautici. Si veda anche il r.d. 21 giu. 1885, n. 3459, che approva i programmi di insegnamento e le disposizioni regolamentari didattiche per le scuole tecniche e per gli istituti tecnici. perocché un maggiore lasso di tempo fornisce loro la opportunità di procac- 176 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L'attività consultiva e pmpositiva 177 te in giusti confini, non v'è ragione perché non abbiano a riuscire, se non 13 1 novembre 1859 avendo chiamato i comuni al maggior contributo di necessarii, utili, anche a coloro che proseguono agli studi di secondo grado . spesa nel mantenimento delle scuole tecniche, ha a queste riconosciuto Certo egli è, che, quando si pensa all'uno ed all'altro dei due scopi, sorge piuttosto carattere professionale, che di scuole di coltura generale, suscetti­ tosto la quistione del diverso metodo col quale le cognizioni debbono essere bili quindi di essere, entro certi limiti, differentemente ordinate, a seconda svolte - che la quistione del metodo non va però esagerata, e se ha valore dei bisogni locali. per talune discipline, può averne pochissimo per altre, ed essa si collega di­ Ciò equivale a ritenere che quel fine a sé della scuola tecnica, di cui co­ rettamente, più ai programmi ed alle istruzioni pel loro svolgimento, coll'al­ munemente si parla e si scrive, non è da intendersi unico, sì bene che possa tra più grave del personale insegnante, dalla scelta del quale principalmente concepirsi anche vario, diverso da luogo a luogo. Onde conviensi in que­ deriva la bontà della scuola. st'altro parere: Coll'ordinamento del 1885 erasi poi creduto di risolvere completamente "Quando le rappresentanze locali, principalmente dei piccoli centri dove il problema del duplice scopo mediante la riforma del terzo corso di studi; abbiasi una sola scuola tecnica e non esista istituto tecnico, ed anche delle ma è pur noto che quella riforma non ebbe vita che per pochi anni, e che grandi città, dove si hanno più scuole tecniche oltre all'istituto, chiedessero per motivi di varia natura, amministrativi e didattici, vi si dovette rinunzia­ di ordinare quella scuola od alcune di queste con intenti esclusivamente re professionali corrispondenti agli speciali bisogni del luogo, che si possa ciò 1. Il proporre di ritornarvi parrebbe cosa vana dopo la prova fatta; piutto­ concedere dal governo, sotto determinate condizioni, tra le quali ritenute sto sarebbe ancora da studiarsi se i licenziati dalla scuola tecnica non avesse­ necesssarie le seguenti: che i licenziati di cosifatte scuole tecniche speciali ro a sottoporsi ad un esame di ammissione sulle principali materie (lingua non possano inscriversi all'istituto tecnico senza un esame di ammissione, e italiana, matematiche, lingua francese e disegno) per accertare la loro matu­ che l'assetto delle medesime non sia tale da tramutare in scuola di arti e me­ rità a proseguire all'istituto tecnico, il che non si può dire che sia egualmen­ stieri, le quali sono alla dipendenza del Ministero di agricoltura industria e te e per tutte le scuole tecniche, tanto disfarmi tra loro, venga attestato dal commercio". certificato di licenza. (firmato) G[iuseppe] Bardelli La esperienza ormai non breve degli anni che la divisione del terzo corso per copia conforme di scuola tecnica fu soppresso, ha non pertanto provato che, soprattutto il segretario del Consiglio nelle principali città, dove le scuole stesse furono meglio curate, gli effetti che se ne ebbero in riguardo alla preparazione allo istituto tecnico, come al­ le successive professioni, se non interamente soddisfacenti, si possono ac­ cettare per discreti, e certo risultati vieppiù migliori saranno da attendersi quando anche lo insegnamento tecnico di secondo grado verrà in ogni sua parte perfezionato. Dalle cose dette, che, se la ristrettezza del tempo non l'avesse impedito, d) Istruzione primaria avrebbero certamente richiesto un più ampio svolgimento, deducesi il se­ guente parere: 9 «Quando la scuola tecnica fosse così ordinata da soddisfare bene all'im­ portante scopo di preparare all'istituto tecnico, ed a ciò dovrebbero princi­ Esame dei libri scolastici. palmente essere rivolte le cure del governo, essa adempirebbe del pari, ed in più che sufficiente misura allo scopo di avviare ad ogni modesto ufficio, so­ Adunanza del 18 marzo 1860 2 prattutto nel piccolo commercio, a cui alcuni di età in generale non maggio­ MPI, CSPI, Processi verbali, 1860, vol. I, 184-189, ms. con firma autografa. re di anni quindici, possono aspirare ". pp. Se non che, nulla vieta, anzi è desiderabile, che accanto alla scuola tecni­ [ . ca quale fu sin qui considerata, talune ne sorgano di tipi speciali. La legge .. ] Poscia il consigliere Coppino legge il rapporto della commissione in-

1 R. d. 8 nov. 1888, n. 5826, che abolisce la divisione della terza classe delle scuole tecniche 1 Nel testo appare la data erronea 12 novembre. nelle due sezioni di licenza e avviamento all'istituto tecnico ed approva i programmi d'insegna­ 2 Sono presenti il vicepresidente Moris e i consiglieri Gioja, Riberi, De Filippi, Albini, Piria, mento e l'orario per le classi medesime. Tomati, Ricotti, Pateri, Parato, Bonacossa, Coppino. 178 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e pmpositiva 179 stituita nell'adunanza del 15 gennaio p.o p.o per lo studio e per la proposta presentante, e non si potrebbe per conseguenza, trattandosi di esaminare li­ delle norme a seguirsi dal Consiglio nell'esame delle domande per approva­ bri sulle anzi dette materie, formare una giunta senza chiamarvi degli estra­ zione di libri ad uso delle scuole. Il rapporto annesso al processo verbale (doc. A) termina colle seguenti nei al Consiglio. 1 cav. Ricotti si fa quest'altra osservazione, che la maggior parte dei li­ proposte: Dal bri che si presenteranno all'esame del Consiglio, trattando di lettere e filoso­ Art. 1: «

1 180 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 181

Si accetta la proposta e si approva la seconda parte dell'articolo secondo da un superiore impiegato che si trattava di libri per le scuole ove non vige così modificata: la legge Casati. «Questa giunta pregherà, quando il creda l'ispettore generale che è sopra Il consigliere Albini osserva ancora che si sarebbe potuto trovare molto gli studi ai quali si riferisce il libro esaminando, d'intervenire alle sue se­ facilmente il modo di conciliare le esigenze della legge colle condizioni ec­ dute». cezionali di qualche provincia dello Stato. Art. 3: «

al processo verbale doc. C) 4• alle adunanze quasi sempre colle tasche piene di libri e che quasi avesse ver­ Il vice presidente cav. De Filippi dice che il decreto in corso fece a lui pu­ gogna di annojare il Consiglio colle sue relazioni, aspettava il momento che re molta impressione e che chieste privatamente spiegazioni gli fu osservato gli paresse più propizio, per solito dopo terminate le altre relazioni di mag­ giore interesse, tirava fuori i suoi libri, due, tre ed anche più volumi per vol­ ta e leggeva li suoi bei rapporti nei quali egli, come pure facevano gli altri consiglieri relatori di libri, con pazienza mirabile e spesso ammirata dal Con­ Sono presenti i consiglieri De Filippi, Rayneri, Albini, Botto, Piria, Pateri, Parato, Dema­ 1 siglio si erano notati gli errori di ortografia, di grammatica, talvolta di buon ria, Berruti, Genocchi, Prati, Bonacossa, Coppino. Funge da presidente il consigliere anziano senso in cui erano incorsi gli autori, come altresì le parti buone che avevano De Filippi. i libri e la conclusione era poi quasi sempre la medesima cioè rejezione della Parzialmente pubblicato in G. CIAMPI, Il governo della scuola . . . cit., pp. 163-165. R.d. n. 939. domanda. Pochissimi furono i libri approvati dal Consiglio dal 1849 al 1859 2 Carlo Matteucci. e quei pochi dovettero essere corretti e quasi rifatti dai consiglieri relatori o MPI, CSPI, Processi verbali, 1862, I, pp. 1161-1163. 4 dalle commisssioni centrali del Consiglio mentre le domande salirono a mol- l�l E i i P i i i i i i i i i i l i i i i 3

•a:aaaatiiilliiiiiiiiiii q l l i Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 183 182 Fo nti per la storia della scuola te centinaja. In questi due ultimi anni e come risulta dalla nota trasmessa al Il nuovo ministro conveniva col Consiglio sul disposto dell'art. 10 della legge. In allora il Consiglio si propose di addivenire all'esame dei libri. Ma signor segretario generale 1 colla consegna dei libri le domande salirono al numero di 125. siccome lo Stato era accresciuto colle annessioni, il Consiglio propose al mi­ I postulanti qualche volta non si tenevano soddisfatti d'una decisione del nistro che gli fossero comunicati i libri in uso nelle scuole delle provincie Consiglio. Tornavano alla carica con una nuova edizione del loro libro o vo­ annesse per poter fare un esame comparato, scegliere i migliori ovunque si levano sapere perché il Consiglio non l'aveva approvato, e si offrivano trovassero, preparando per tal modo la uniformità dell'insegnamento nello pronti a fare tutte le correzioni, sottrazioni, aggiunte che al Consiglio fosse­ stesso Stato come il governo già si sforzava di promuovere l'unità di regime ro piaciute ed avesse indicato. Si pretendeva ad ogni modo l'approvazione e di legislazione; e per altra parte il lavoro del Consiglio avrebbe dovuto ri­ farsi di a poco se si fosse solamente occupato dei libri per le scuole delle del libro che riusciva un buon affare per chi l'avesse ottenuta. lì Un giorno (erail 13 novembre 1859) il signor consigliere generale Mena­ antiche provincie. brea dopo aver riferito per la quinta volta sopra uno stesso libro, credette Le osservazioni e la proposta del Consiglio si erano riconosciute giuste che la pazienza ed il decoro del Consiglio che si voleva convertire in un'a­ dal signor ministro il quale fece la richiesta dei libri. genzia per lo smercio librario, dovessero avere un limite, svelò con molta Addì 25 agosto 1861, mentre il Consiglio stava aspettando i libri, com­ energia gli sconci del sistema fino allora tollerato ed il Consiglio con voto parve un decreto reale il cui terzo articolo diceva che sarebbe appartenuto l'approvazione degli orarj delle scuole ... dei temi per unanime adottò una proposta formolata dal consigliere comm. De Ferrari ai regi provveditori gli esami di licenza e dei libri scelti dai professori per testo delle loro scuo­ nel senso che si avesse a sospendere l'esame ulteriore delle domande di ap­ le provazioni di libri e che si avesse ad istituire una commissione la quale colla 1• scorta del passato e della nuova legislazione che stava per emanare propo­ Cotale disposizione fece nascere il dubbio se al Consiglio superiore rima­ nesse le norme a seguirsi in proposito. nesse ancora il diritto ed il dovere di esaminare e di proporre l'approvazio­ Il 18 marzo del 1860 il Consiglio udiva già il rapporto della sua commis­ ne dei libri. sione, ne discusse le proposte e trasmise le sue deliberazioni al signor mini­ Nell'adunanza del 31 ottobre 1861 pervennero delle spiegazioni al Con­ stro per l'approvazione. siglio nel senso che col decreto del 25 agosto si era inteso semplicemente di Durante l'anno 1860 non si fece nulla in aspettazione del regolamento far approvare dai provveditori la scelta che fossero per fare i professori fra i delle scuole che si stava preparando dal signor ministro conte Mamiani e libri debitamente approvati a termini della legge. non conoscendosi i programmi d'insegnamento, il Consiglio non poteva Eliminati questi dubbi, rimaneva ancora per adddivenire all'esame dei li­ bri la trasmissione al Consiglio dei libri chiesti come sovra. giudicare se un libro era o non conforme al programma per poter essere ap­ provato. La trasmissione non avendo mai avuto luogo, l'esame rimase tuttora dif­ ferito. Venne 1861. Li nuovi regolamenti per le scuole erano usciti Ma addì 2• 6 di febbraio il ministro conte Mamiani indirizzava una nota al Consiglio Il Consiglio, udite le osservazioni del suo segretario delibera che siano colla quale si proponeva l'esclusione di libri di testo per l'insegnamento su­ consegnate nel processo verbale. periore e mezzano e l'ammessione dei libri di testo solamente per le scuole Dopo del che la seduta è levata essendo le ore l O elementari Gallo segretario Il vicepresidente C[ arlo] Matteucci Il Consiglio rappresentava al signor ministro che la proposta non era am­ 2 missibile a termini dell'art. 10 della legge 13 novembre 1859 che non faceva distinzione tra scuola e scuola. Lo stesso Consiglio rassegnava quindi al mi­ nistro varie proposte intorno ai libri. Adunanza del l o luglio 1869 Intanto i libri non potevano venir esaminati finché fossero risolte le qui­ MPI, CSPI, Processi verbali, 1869, vol. 1431-1432, 1438, ms. con firma autografa. stioni di masil sima pendenti. ll, pp. Addì 7 giugno stesso anno 1861 si fece al Consiglio una risposta dal mi­ nistro De Sanctis succeduto al conte Mamiani. D.m. 25 ago. 1861, n. 197. 1 t . Il verbale porta la firma di Matteucci, che in realtà diventò consigliere e vicepresidente 2 3. nel 1864. Urbano Rattazzi. 1 Sono presenti il vicepresidente Mamiani ed i consiglieri Bufalini, Bertoldi, Betti, Prati, R.d. 15 set. 1860, n. 4336, «Regolamento per l'istruzione elementare ». 2 Bonghi, Amari, Duprè, Tenca, Giorgini e Felici. MPI, CSPI, Processi verbali, 1861 , I, pp. 215-216.

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i 184 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 185

[ ...] In seguito lo stesso consigliere Tenca prende la parola per informare Aperta la tornata tre quarti dopo il mezzogiorno,il consigliere Amari il consesso che la commissione per l'esame dei libri di testo, della quale era rammenta che nell'adunanza del giorno 2 di maggio ultimo egli riferì al presidente il nominato consigliere Villari, ha notato che per l'art. 21 del re­ Consiglio sulla pubblicazione del nuovo Catechismo religioso fatto dall'arci­ golamento intorno all'amministrazione scolastica provinciale approvato con vescovo di Torino \ e sui dubbi promossi da quel Consiglio scolastico se do­ r.d. 20 ottobre 1867 è commesso ai consiglieri provinciali scolastici il for­ vesse, cioè, consentirsene o pur no, l'insegnamento nelle scuoleelementari. 1 mare gli elenchi dei libri appropriati alle scuole, per lo che il mandato del Ed il Consiglio, senza pronunciarsi intorno al merito del detto Catechismo, Consiglio superiore se non si restringesse alla revisione di questi elenchi a ma avvertendo solo che l'arcivescovo non aveva chiesto il regio exequatur, fin di eliminarne qualche opera pregiudizievole all'insegnamento ed alla deliberò che conformemente a quanto si era deciso riguardo all'arcivescovo educazione morale dei giovanetti, ovvero all'approvazione di pochi libri di Genova la pubblicazione del suo Catechismo essendo fatta da un'autori­ 2, sotto ogni aspetto commendevoli, diverrebbe una penosissima ed inutile ri­ tà ecclesiastica non riconosciuta dal governo, si avesse da ritenere come petizione di lavoro, e servirebbe solo a favorire non l'istruzione, sibbene al­ non avvenuta; e quindi non essere i comuni di quella provincia legalmente cune speciali speculazioni librarie. tenuti a servirsene per le proprie scuole elementari. In conseguenza la commissione sarebbe d'avviso doversi tralasciare l'e­ Ora, dice il relatore, essendosi quell'arcivescovo provveduto del regio same dei libri finora ricevuti, ed invece ingiungere ai Consigli provinciali di exequatur, ed essendo quindi cessata la causa per cui non si permise l'inse­ formare con sollecitudine e trasmettere gli elenchi da essi formati ai sensi gnamento di quel Catechismo, il Consiglio scolastico domanda nuove istru­ del sopracitato art. 21 del regolamento, indicando quei pochissimi, se ve ne zioni in proposito. Stante la deliberazione già presa, il relatore non vede sono, che credano poter meritare una particolare approvazione del Consi­ quale altro temperamento sia da proporre, fino a che questo consesso non glio superiore, acciò da questo consesso si possa fare in tempo la revisione avrà preso una risoluzione di massima generale per tutti i Catechismi dioce­ degl'indicati elenchi e procedere all'esame solamente dei libri dall'autorità sani. provinciale raccomandati. Il vicepresidente mette in rilievo la grave importanza della presente qui­ Questa proposta è accolta con favore, ma dà luogo ad una discussione se stione. Imperocché una delle massime fondamentali alle quali s'informa il possa la cosa porsi in atto senza un'apposita disposizione di legge che modifi­ Catechismo religioso nuovamente pubblicato è quella dell'infallibilità perso­ chi il disposto dell'art. di quella del 13 novembre 1859, ritenendola come IO nale del papa, che vuol dire infallibilità del Sillabo degli 8 dicembre del questione semplice applicazione, per la quale il Consiglio superiore stabili­ 1864, e di tutti quei principi ond'esso non pure ha dichiarato aperta guerra sca di esercitare la sua attribuzione di esaminare ed approvare i libri di testo ad ogni progresso della odierna civiltà, ma segnatamente combatte la pote­ per l'istruzione secondaria e primaria sopra la proposta dei Consigli provin­ stà civile, attaccando le fondamenta su cui poggiano le istituzioni dello Sta­ ciali scolastici e non più sulle istanze degli autori o editori delle opere. to. È necessario che il Consiglio, preoccupandosi di siffatte condizioni, Intanto a tale discussione non si dà altro seguito perché si osserva essere adotti un partito da suggerire al Ministero, perché senza offesa dei principi inopportuna innanzi di conoscere se dal Ministero sia accettata la massima proposta dalla commissione; ed il vicepresidente mette a partito l'indicata di libertà, sia guarentito da qualunque attacco la suprema autorità del potere massima che viene approvata. civile. [ ...] Quindi la tornata si scioglie alle ore 3 pomeridiane. Il relatore condivide le opinioni del vicepresidente, e dichiara che, con­ Firenze 3 luglio 1869. formemente all'impegno già preso , egli si riserba di presentare al Consiglio una relazione su tutti i Catechismi, affinché possa indi farsi una proposta di di Il segretario Il vicepresidente massima al Ministero. Volpicella Terenzio Mamiani Il consigliere Tenca osserva che finora nelle scuole elementari furono in­ segnati i vecchi Catechismi, nei quali non sono contenuti precetti contrari all'autorità del potere civile. E poiché la introduzione dei nuovi Catechismi Adunanza del 2 luglio 1874 2 è tutt'opera dei vescovi di nuova nomina, dovrebbesi consentire per le scuole elementari solo l'insegnamento dei primi, tanto più che già furono MPI, CSPI, Processi verbali, 1874, vol. II, 1617-1627, ms. con firma autografa. pp. approvati dal Ministero.

R.d. n. 4008. 1 2 Sono presenti il vicepresidente Mamiani e i consiglieri Prati, Villari, Aleardi, Bonghi, Spa­ Lorenzo Gastaldi. 1 venta, Tenca, Cantoni, Amari, Cannizzaro. 2 Salvatore Magnasco.

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modo egli dice si osserverebbe strettamente il disposto della legge, e si Ma il consigliere Bonghi riflette che col divieto del nuovo Catechismo avrebbe in pari tempo sicurezza sulla bontà della scelta. verrebbe a proibirsi lo insegnamento dei dommi nel medesimo contenuti. La Imperocché, trovandosi i Consigli scolastici posti sotto la presidenza del qual cosa non pure è in contraddizione della massima che riconosce la libera prefetto, questo come rappresentante del governo sarà interessato a farne ri­ Chiesa in libero Stato, ma troverebbe ostacolo nello spirito e nella lettera spettare le istituzioni. Ed in ogni caso, quand'anche la scelta non fosse sod­ della legge sulle guarentigie della Chiesa. disfacente, il governo senza prendere diretta ingerenza nella formazione del Il vicepresidente rende omaggio al principio della libertà ecclesiastica programma religioso, avrà sempre maniera di farne avvertire le inesattezze guarentita dalle nostre leggi, e osserva che finché i vescovi si valgono della al Consiglio scolastico. facoltà di stampare Catechismi, di predicare nuovi dommi, di esortare i gio­ Il o siglie e Amari propone che si richiami l'attenzione dei Consigli vanetti alla frequenza della chiesa per lo adempimento delle pratiche religio­ � ?- � scolastiCI sul disposto dal citato articolo di regolamento, e che nel tempo se, non vede alcun motivo di porre ostacolo all'esercizio del loro mandato. stesso, mediante una circolare riservata ai prefetti, si diano le istruzioni atti­ Ma non può ammettere che si contesti al governo il diritto d'impedire nelle nenti alla compilazione del programma. scuole lo insegnamento di Catechismi che condannano le istituzioni e le leg­ Ma il consigliere Bonghi, escludendo l'idea di una circolare riservata sti­ gi nazionali. Con le dottrine del Sillaba, egli dice, lungi dall'avere buoni ed ma più conveniente che si dichiari espressamente nulla ostare allo inse na­ utili cittadini, avremo una generazione d'ipocriti e di neghittosi. mento del Catechismo vescovile, ma dovere il medesimo attenersi sopratut­� Il consigliere Amari prende motivo dalle osservazioni del preopinante to alla parte morale ed educativa. per far avvertire quali sono le massime contenute nel nuovo Catechismo, e Il con igl ere Villari però fa notare che secondo il concetto del consiglie­ legge all'uopo quella parte di esso che si riferisce alla infallibilità personale � � re Bonghi, SI escluderebbe la parte dommatica, e poiché questa costituisce del papa. appun�o la essenza della religione, non vi sarebbe più scopo d'insegnare un A questo punto della discussione il consigliere Tenca fa rilevare come catechismo, dal quale fosse eliminata la dottrina dei dommi. senza punto ledere la libertà di coscienza e le guarentigie sancite in favore Il consigliere Prati, nel mentre accetta l'idea di escludere dallo insegna­ della Chiesa, havvi nelle nostre stesse leggi un mezzo con cui tutelare da mento religioso tutto ciò che possa ledere ragioni del potere civile, avver­ ogni attacco i diritti supremi dello Stato. Avvegnaché con l'art. 2 del regola­ te la difficoltà di formolare il programma secondo i suespressi concetti. Im­ mento del dì 15 settembre del 1860 \ è disposto che le parti del Catechismo perocché, dovendo a termini dello stesso articolo secondo del citato regola­ religioso, le quali a termini dell'art. 315 della legge Casati, debbono inse­ mento, essere consultati in proposito i direttori spirituali, non si può essere gnarsi nelle scuole elementari, saranno determinate dai Consigli provinciali sicuri che questi siano sempre favorevoli. Dopo breve discussione, alla qua­ scolastici, e distribuite per guisa che in due o tre anni, i fanciulli possano le prendono parte diversi consiglieri, il consigliere Bonghi riassumendo la imparare le parti più importanti della dottrina cristiana. All'appoggio di que­ quistione propone: ste disposizioni, crede l'oratore, che sarebbe rimossa ogni difficoltà, qualora i Consigli provinciali scolastici nel determinare i programmi dello insegna­ l o. Che non sia prudente emanare alcuna circolare riservata ' ma che il mento religioso, non comprendessero fra le parti più importanti di esso, tut­ Ministero adotti queste norme pel caso di Torino, ed occorrendo se ne giovi per altri casi che passino avvenire; te quelle massime che sono in opposizione colle leggi e con gli ordinamenti le 2 Che lo Stato sia riconosciuto giusta l'art. 2 del regolamento del dello Stato. o. 1860 nel diritto di scegliere il Catechismo che crede meglio conveniente fra Il consigliere Cannizzaro aderisce alla suesposta idea, e vorrebbe che nel quelli approvati dalla Chiesa, e preferibilmente vorrebbe adottato quello del dare le relative istruzioni ai Consigli scolastici si dicesse loro esplicitamente Rosmini; di far insegnare soltanto quelle parti che non si oppongono alle nostre isti­ 3 Che si adottino quelle parti specialmente del Catechismo che hanno tuzioni. o. una influenza educativa cioè che riflettano la essenza della religione e la mo­ Il consigliere Amari stima opportuno che le norme da seguire vengano rale cristiana. comunicate ai Consigli scolastici di tutte le province del regno. Ma il consigliere Villari è di avviso essere più conveniente il rimettere al­ Il consigliere Tenca accetta in massima i concetti del preopinante; ma la prudenza dei Consigli scolastici la scelta delle parti da insegnare. In tal osserva che non si può scegliere il Catechismo che si vuole, e devesi accetta­ re quello dal vescovo di ciascuna diocesi pubblicato; ed a rimediare al pre­ giudizio che i giovinetti avessero fra le mani le parti del libro contrarie alle nostre istituzioni, vorrebbe l'aggiunta che rimanendo al Consiglio scolastico R. d. n. 4336 che approva il regolamento per l'istruzione elementare .

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il diritto di stampare le parti ritenute più importanti per lo insegnamento re­ Adunanza del 1 febbraio 1875 1 ligioso, le stesse debbano essere identiche a quelle del Catechismo da cui fu­ rono trascelte. MPI, CSPI, Processi verbali, 1875, vol. I, 69-73, 87, ms. con firma autografa. pp. E il Consiglio ritenendo non opportuno l'emanare una circolare di massi­ ma in proposito, né il dare ai Consigli provinciali il diritto, che potrebbe es­ [ ...] Prende di poi la parola S.E. il ministro e richiama l'attenzione del sere in opposizione alle leggi sulla proprietà letteraria, di ristampare le parti Consiglio sulle cose accennate e brevemente discusse nella tornata di jeri in­ del Catechismo che debbono essere insegnate nelle scuole, accetta la propo­ torno ai libri di testo che si adoperano nelle scuole primarie. Fa dare apposi­ sta del consigliere Tenca di aversi a seguire nelle consimili questioni il di­ tamente lettura della nota ministeriale del dì 30 gennajo ultimo e dopo 2; sposto dell'art. 2 del regolamento 15 settembre 1860, richiamando alla esat­ avere svolto con altri particolari le cose in quella enunciate, mette in consi­ ta osservanza di esso i Consigli provinciali scolastici secondo se ne presenta derazione i gravi inconvenienti che derivano dall'uso dei cattivi libri appro­ l'occasione, e si rimette al relatore consigliere Amari per esprimere conve­ vati dai Consigli provinciali scolastici; ed affine di recarvi pronto ed efficace nevolmente questa determinazione. rimedio rinnova al consesso la raccomandazione di mettersi urgentemente Dopo ciò la tornata è sciolta ad ore 2 pomeridiane. all'opera di rivedere ed esaminare le liste dei libri approvate dai Consigli Roma addì 3 luglio 1874. suddetti. E poiché con la citata nota si concede al Consiglio superiore la fa­ coltà di nominare a tal' effetto una commissione di persone estranee sotto la Il segretario Il vicepresidente presidenza d'uno dei suoi componenti, S.E. domanda che gli siano al più Volpicella Terenzio Mamiani presto designati i membri di detta commissione. Il consigliere Villari spiegando i concetti che guidarono il Consiglio nel trattare questa delicata materia dimostra con diverse ragioni, che il mezzo 1 Adunanza del 31 gennaio 1875 più efficace per far introdurre buoni libri nelle scuole si è quello di promuo­ vere la concorrenza fra gli autori dei medesimi; e segnatamente fa notare MPI, CSPI, Processi verbali, 1875, vol. I, 51-52, 54, ms. con firma autografa. che i libri lettura non possono essere uniformi in tutte le province dello pp. di Stato, ma conviene adattarli alle svariate consuetudini locali. Cita il metodo [ ...] Dopo di ciò il signor ministro richiama l'attenzione del Consiglio 2 che si osserva in Inghilterra per l'esame dei libri di lettura. E dopo alcune al­ sul grave argomento dei libri di testo per le scuole elementari. Avverte il tre considerazioni di ordine didattico, conchiude che per guarentire la liber­ grave inconveniente che nei rispettivi elenchi compilati dai Consigli provin­ tà della scelta e promuovere la concorrenza degli autori la disamina dei libri ciali, per difetto di persone competenti a giudicare di siffatte materie, sono di testo dovrebbe essere diretta non ad approvare i buoni, ma sibbene ad compresi libri di nessun pregio e talvolta nocivi. escludere quelli che si reputeranno imperfetti e nocivi. Quando poi si ravvi­ Raccomanda perciò che si dia opera urgentemente alla revisione di detti si che qualche libro abbia doti e pregi straordinari potrebbesi proporre al elenchi. E poiché riconosce la non lieve fatica a cui si dovrà sottostare per ministro di premiarne l'autore. cotesta disamina, il ministro dà facoltà al Consiglio di nominare all'uopo, se Il ministro ammette la bontà e la giustezza delle osservazioni esposte dal crede, una speciale commissione composta di persone estranee e presieduta preopinante, che non si discostano dalle idee svolte nella nota ministeriale. da uno dei suoi membri. Poiché lo scopo a cui si mira è appunto quello di escludere i cattivi libri abu­ Il consesso prende atto della suesposta comunicazione. Dopo di che, sivamente approvati dai Consigli scolastici, accettando solo quelli che sono S.E. si ritira dall'adunanza. utili allo insegnamento . Ed a questo compito S.E. ha fiducia che saprà egre­ [ ...] Dopodiché la tornata è sciolta ad ore 4 pomeridiane. giamente corrispondere una commissione composta di persone competenti Roma addì 26 febbraio 1875. della materia. Soggiunge che limitando per ora quest'opera di revisione ai soli libri per le scuole elementari, si riserva di far conoscere in seguito le sue Ilsegretario Per il vicepresidente Volpicella M[ichele] Amari Sono presenti il ministro Bonghi, il vicepresidente Mamiani e i consiglieri Bertoldi, Betti, 1 Sono presenti i consiglieri Bertoldi, Betti, Villari, Aleardi, Spaventa, Cipriani, Messedaglia, Villari, Aleardi, Spaventa, Cipriani, Messedaglia, Tenca, Cantoni, Anrari, Maggiorani, Giorgini, Tenca, Cantoni, Anrari, Maggiorani, Giorgini, Coppino, De Sanctis, Cannizzaro , Luzzatti, Brio­ Coppino, De Sanctis, Cannizzaro, Luzzatti, Brioschi, Tommasi-Crudeli, Prati. schi e Tommasi-Crudeli. 2 «Bollettino ufficiale del Ministero della pubblica istruzione n, 1875, 4, pp. 262-264, circo­ 2 Ruggero Bonghi. lare n. 868.

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1 1 1 1 1 Fo nti per la storia della scuola 190 Sezione I-L'attività consultiva e p mpositiva 191

istruzioni rispetto alla disamina dei libri che si adoperano per le scuole se­ difficile lavoro una competente rimunerazione, la quale calcolandola ap­ condarie. prossimativamente a due o trecento lire per ciascuno, potrebbe importare la Il consigliere Amari, dimostrato che l'antico sistema riuscì piuttosto dan­ spesa di due o al più tremila lire. noso, ed esposte le cause che finora impedirono di attuare quello della revi­ E si decide di sospendere qualunque discorso sulle persone cui affidare sione delle liste compilate dai Consigli scolastici, riconosce la necessità di l'esame di quei libri, e sulle norme da tener presenti in questo lavoro, e di prendere una decisione su questo grave argomento, e si associa al concetto far intanto note a S.E. il ministro le sopraindicate osservazioni, pregandolo a ministeriale di nominarsi una commissione di persone estranee presieduta compiacersi di manifestare quali determinazioni stima dover prendere in da un membro del Consiglio. proposito, acciò la Giunta sia messa in grado di dar principio al grave com­ [ ...] Dopodiché la tornata è sciolta ad ore 3 1/4 pomeridiane. pito affidatole. Roma addì 27 febbraio 1875. Dopodiché l'adunanza è sciolta alle ore l pomeridiane. Roma addì 10 marzo 1875. Il segretario Il vicepresidente Volpicella Terenzio Mamiani Il segretario Il presidente Volpicella P[asquale] Villari

Adunanza del 4 febbraio 1875 1 Adunanza del 17 marzo 1875 1 MPI, CSPI, Processi verbali, 1875, vol. I, 183-185, ms. con firma autografa. pp. MPI, CSPI, Processi verbali, 1875, vol. I, 444-446, 450, ms. con firma autografa. pp. Giunta per l'esame di libri di testo. [ . . . ] Dipoi il consigliere Villari, nella sua qualità di presidente la Giunta pei libri di testo comunica le seguenti risoluzioni prese dalla medesima nel­ Aperta la tornata al mezzodì, viene eletto a presidente della Giunta il l'adunanza del giorno di questo mese salvo promuoverne l'approva­ lO 2, � consigliere Villari. zione del Consiglio superiore: Indi si dà lettura della nota ministeriale del dì 30 dello scorso mese, con la quale si commette al Consiglio superiore di fare con urgenza la disamina l o. Che innanzi di compiere la revisione, testè cominciata degli elenchi dei libri attualmente adoperati come testi nelle scuole elementari delle di­ redatti dai Consigli provinciali scolastici, non sia conveniente prendere in verse province del regno, i quali sono 446 distinti in otto categorie, autoriz­ considerazione la proposta inoltrata dal Consiglio sopra le scuole della pro­ zandolo a farsi coadiuvare da persone estranee al consesso, ed invitandolo a vincia di Milano, per modificare l'art. 21 del regolamento dei 21 di novem­ proporre al Ministero i nomi di esse. bre 1867 richiamando al Consiglio superiore l'attribuzione di esaminare e La Giunta elogia cotesta disposizione del ministro, senza della quale non di approvare i libri da usare nelle scuole elementari e secondarie. mai si potrebbe venire a capo di compiere l'importante e grave mandato di 2 o • Che essendo necessario di mantenere il più scrupoloso segreto sulle quella disamina. E giudica essere necessario eleggere per ciascuna categoria nomine delle persone estranee da adoperare nella revisione dei libri attual­ di libri due o tre persone le quali sotto la direzione di un membro della mente in uso nelle scuole elementari, ed essendo stata la Giunta facoltata dal Giunta ne facciano l'esame e compilino una relazione ragionata da presen­ Consiglio a comunicarle direttamente al Ministero; la relativa scelta, stata tarsi, dopo discussa dalla Giunta, al Consiglio superiore. già fatta, venne partecipata oralmente a S.E. per guisa che le persone elette Se non che si osserva che la designazione di tali persone non conviene saranno dai membri della Giunta invitate in modo confidenziale e riservato fare senza essere sicuri ch'esse accettino l'incarico, onde bisogna che i com­ ad accettare l'incarico. In pari tempo si dà contezza delle norme e dei criteri ponenti la Giunta abbiano facoltà di prendere con le medesime opportuni che fu stabilito doversi osservare nella esecuzione del lavoro. accordi. 3, Si osserva ancora che non si può dalla Giunta venire a trattative con al­ 1 Sono presenti i consiglieri Bertoldi, Betti, Villari, Aleardi, Spaventa, Messedaglia, Tenca, cuno senza essere facoltata a promettere a coloro che si sobbarcheranno al Cantoni, Amari, Maggiorani, De Sanctis, Cannizzaro, Luzzatti e Tommasi-Crudeli. Presiede Amari. 2 Il verbale della Giunta per l'esame dei libri di testo del 10 marzo 1875 si trova in MPI, CSPI, Processi verbali, 1875, I, pp. 431-438. 1 Sono presenti i consiglieri Spaventa, Tenca e Villari. 3 R.d. n. 4050.

--.JI l 192 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositiva 193

• il progetto di legge sull'obbligo dell'istruzione Si legge l'articolo primo 3 o Che a tenore della massima approvata col dispaccio ministeriale del 1. dì 20 luglio 1869, dovendo i libri di testo essere disaminati prima dai Consi­ gli provinciali scolastici, non può accogliersi l'istanza presentata dal signor Non è stato possibile reperire il testo sottoposto dal ministro Coppino all'esame del Con­ Cesare Cantù affinché sei operette di lettura da lui pubblicate vengano in 1 siglio superiore. Diamo qui di seguito il testo che Coppino presentò alla Camera dei deputati il primo esame sottoposte al Consiglio superiore. Per il che sono da restituire 16 dicembre 1876: al Ministero non solo i libri del signor Cantù, ma ben anche altre ventisette «Art. I fanciulli e le fanciulle che abbiano compita l'età di sei anni, e ai quali i genitori o i l. opere state trasmesse, nel fine medesimo, a questo Consiglio dal 1870 in tutori non procaccino la necessaria istruzione o per mezzo di scuole private o coll'insegnamen­ poi. to in famiglia, dovranno essere inviati alla scuola elementare del comune. L'istruzione prjvata si prova davanti all'autorità municipale, colla presentazione al sindaco Sono approvati senza discussione i divisamenti della Giunta rispetto al del registro della scuola, e la paterna colle dichiarazioni del padre di famiglia o chi ne tiene le primo ed al terzo degli affari surriferiti. veci, colle quali si giustifichino i mezzi dell'insegnamento . Riguardo poi alle persone da adoperarsi nella disamina dei libri, si rico­ Art. 2. Fino a nuova disposizione l'obbligo di frequentare la scuola o di giustificare l'istru­ zione altrimenti procacciata ai figli o ai pupilli rimane limitato al corso elementare inferiore fi­ nosce la necessità e la convenienza di osservare il più scrupoloso segreto no all'età di nove anni. L'obbligo dura di regola fino agli anni nove. Tuttavia se l'alunno abbia sulla nomina di esse; epperò si lascia alla Giunta la responsabilità della scelta sostenuto con buon esito un pubblico esame intorno alle prime nozioni della morale e alle altre relativa. materie prescritte per il passaggio al corso elementare superiore, l'obbligo può cessare prima Queste considerazioni vengono accettate dal relatore, che ad invito del dei nove anni, o in caso diverso protrarsi fino agli anni dieci compiti. consigliere Amari formola per iscritto le seguenti conchiusioni. Art. 3. Il sindaco avrà cura di far compilare per mezzo del segretario comunale o di una commissione speciale, d'anno in anno, e almeno un mese prima della riapertura delle scuole, «La commissione pei libri di testo crede di cominciare per ora il suo la­ l'elenco dei fanciulli per ragione di età obbligati a frequentarle, aggiundendovi l'indicazione voro, stando ferma alle massime già votate dal Consiglio, facendosi coadiu­ dei capi di famiglia che ne rispondono o di chi ne fa le veci. Questo elenco, riscontrato poscia vare da persone di sua fiducia, e pigliando essa stessa la responsabilità del col registro dei fanciulli inscritti nelle scuole, servirà a riconoscere i mancanti. giudizio». I capi di famiglia o quelli che ne tengono il luogo saranno quindi invitati dal medesimo a compiere il loro dovere. Se o non compariscano all'ufficio municipale, o non giustifichino (con alle conchiusioni della Giunta. Dopo di che il Consiglio aderisce l'istruzione procacciata altrimenti, con motivi di salute) l'assenza dei loro figli o pupilli, o non [ . . . ] Indi la tornata è sciolta alle ore 2 pomeridiane. li presentino entro una settimana dopo l'ammonizione alla scuola, incorreranno nella pena del­ Roma addì 19 aprile 1875. l'ammenda. Il segretario Il vicepresidente I sussidi delle congregazioni di carità non possono essere goduti dai capi di quelle famiglie i cui figlioli non adempiono l'obbligo dell'istruzione. Volpicella Terenzio Mamiani Art. 4. L'ammenda è di centesimi ma dopo di essere stata applicata inutilmente due vol­ SO, te può elevarsi a lire 3, e da lire 3 a lire 6, fino al massimo di lire 10, a seconda della continuata renitenza. L'ammenda potrà essere applicata in tutti i suoi gradi fino all'ultimo nel corso di un anno, ma non potrà ripetersi se non nell'anno successivo ricominciando dal primo . Essa viene inflitta dalla giunta a maggioranza di voti, e si riscuote nei modi in uso per le al- tre ammende municipali. 10 Contro l'ammenda c'è l'appello al pretore. diritto delle autorità scolastiche promuovere le ammonizioni e le ammende. Un regolamento stabilirà le norme per l'applicazione e la riscossione dell'ammenda. Legge sull'obbligo dell'istruzione. Art. L'ammenda sarà inflitta tanto per la trascuranza dell'iscrizione quanto per le man­ S. canze abituali, quando non siano giustificate. Adunanza del l o ·dicembre 1876 A questo scopo il maestro notificherà al municipio di mese in mese i mancanti abitual­ 1 mente. La mancanza si riterrà abituale quando le assenze non giustificate giungano al terzo delle le­ MPI, CSPI, Processi verbali, 1876, vol. III, 1848-1852, ms. con firma autografa. zioni nel mese. pp. Art. 6. Metà della somma riscossa per le ammende sarà impiegata dal municipio per indenni­ tà ai segretari, l'altra a fornire gratuitamente di libri e oggetti scolastici gli alunni poveri delle [ ...] Dopo ciò il signor ministro 2 invita il Consiglio a prendere in esame sue scuole. Disposizioni transitorie. Sono presenti il vicepresidente Mamiani e i consiglieri Cantoni, Amari, Maggiorani, Bon­ Art.È 7. La presente legge andrà in vigore due mesi dopo la sua pubblicazione: 1 Tommasi-Crudeli, Berti, Burresi. a) nei comuni di popolazione al disotto di anime, quando abbiano almeno un inse­ ghi, De Sanctis, Luzzatti, Brioschi, S.OOO . gnante pubblico di grado inferiore ogni 800 abitanti; 2

·- -·· Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 195 194 Fontiper la storia della scuola

mo vede piuttosto una difficoltà nel soverchio numero dei fanciulli che si della legge, sul quale chiede di parlare il consigliere Berti. Egli teme che presenteranno per sostenere le prove; perciò propone che anche le scuole l'obbligo dell'esame al termine di ciascun anno scemi efficacia all'insegna­ private con l'intervento di qualche persona delegata dal governo possano mento domestico. Nelle famiglie la prima maestra è la madre; ma il suo inse­ dare gli esami ai propri alunni. gnamento non si può costringere dentro i limiti del programma, dal quale Il consigliere Berti insiste nella sua opinione. Al quale risponde il signor san regolati gli esami. Con ciò si offende nella sua origine la libertà d'inse­ ministro, che la legge fissando il termine minimo della istruzione che tutti i gnare. fanciulli devono ricevere, non esclude la varietà dei metodi e delle cognizio­ Il vice-presidente fa osservare in contrario che la legge deve esigere che ni, quindi non è offesa la libertà dell'insegnamento. L'istruzione istrumenta­ ogni insegnamento sia notorio, e ciò non si ottiene se non per l'esame. Se le, per chiamarla così, è una sola o venga data nelle scuole del governo, o vogliamo veramente conseguire l'intento, cioè di rendere l'istruzione un ob­ venga data dalla madre, la quale certo non potrà non insegnare il leggere, lo bligo per tutti, non dobbiamo arrestarci dinnanzi a qualche disciplina al­ scrivere e il far di conti. quanto molesta. Il consigliere Giorgini raccomanda di nuovo la sua proposta. Lasciando Fra queste due opinioni il consigliere Giorgini propone un termine di giudice della necessità dell'esame l'autorità scolastica si raggiunge lo scopo conciliazione; quello cioè di lasciare in arbitrio dell'autorità scolastica il do­ della legge, e si levano via le inutili molestie. E non si deve contare per poco mandare o no la prova dell'esame secondo che a questa parrà o no necessa­ anche il vantaggio di assottigliare l'affollamento dei ragazzi che si presenta­ ria, giudicandone dalla condizione delle famiglie. no all'esame. I consiglieri Tenca e Amari sostengono anche l'obbligo dell'esame. Il pri- Parlano ancora i consiglieri Bonghi, Berti e Giorgini, quest'ultimo intor­ no al limite dell'età di sei anni come principio dell'obbligo d'inviare i ragaz­

b) nei comuni che vanno da 5.000 a 20.000 anime, quando abbiano almeno un insegnante zi alla scuola, il qual limite vorrebbe protratto fino agli anni otto. Al che si dello stesso grado ogni 1.000 abitanti; oppone il consigliere Bonghi e poi il ministro considerando che allargandosi c) nei comuni maggiori quando abbiano almeno un insegnante per 1.200 abitanti. In tutti gli il limite si porterebbe una troppo grande disparità nell'età degli alunni: oltre altri comuni la legge sarà applicata gradatamente secondo che le scuole raggiungeranno le con­ che ne sarebbe scemata la frequenza; perocché le povere famiglie mano ma­ dizioni sopraindicate. no che i ragazzi crescono negli anni, li pongono a qualche lucrosa occupa­ Art. 8. Il Consiglio scolastico farà ogni anno, e al più tardi un mese prima dell'apertura delle scuole, la classificazione dei comuni nei quali si riscontrano le condizioni volute per l'applica­ zione. Di più sarebbe gran danno togliere il vincolo che lega la scuola all'a­ zione di questa legge e ne pubblicherà i nomi nei modi in uso per le altre pubblicazioni ufficiali. silo. Art. 9. Nei comuni nei quali l'applicazione di questa legge rimane sospesa, ogni cura sarà ri­ Infine si consente in questo, che l'istruzione per mezzo dell'insegnamen­ volta ad aumentare numero delle scuole, ad ampliarne e migliorarne i locali, a fornirgli degli il to paterno sarà provata o con l'attestazione d'un maestro patentato o con arredi necessari ad accrescere numero dei maestri. il Consiglio scolastico richiamerà i municipi all'adempimento di quanto è prescritto dalle una dichiarazione del sindaco: quella dell'insegnamento privato coi registri n leggi vigenti circa l'obbligo d'istituire e di mantenere le scuole, invitando al bisogno la deputa­ della scuola. zione provinciale ad impostare d'ufficio la spesa necessaria nei bilanci comunali secondo il di­ sposto dagli artt. 116 e 141 della legge comunale e dal titolo V della legge 13 novembre 1859, Articolo 2 n. 3725. Alla fine di ciascun anno il provveditore agli studi invierà al Ministero e alla deputazione Passando all'esame dell'articolo secondo, si determina d'informarlo a provinciale una relazione sulle disposizioni date e sugli effetti ottenuti. questo concetto, cioè che l'obbligo della scuola cesserà in due maniere, o Per i maestri Ministero aprirà, dove se ne manifesti il bisogno, scuole magistrali di due an­ il per l'età dell'alunno o per l'esame sostenuto felicemente. L'età resta fissata ni o nel capoluogo della provincia o in taluno di quelli dei circondari », in «Bollettino ufficiale agli anni undici. del Ministero della pubblica istruzione», luglio-agosto 1877, pp. 548-549. Si discute poi intorno al secondo comma del detto articolo che riguarda Nella relazione introduttiva Coppino ricordava: «Il presente progetto si divide in due parti: la prima, dall'articolo al 6 inclusivamente, contiene le disposizioni permanenti, determina ai ragazzi, i quali lavorano nelle officine. Poscia si determina di cassare il l l'entità e la durata dell'obbligo, stabilisce la pena e le condizioni e i modi della sua applicazio­ comma, considerando che per dare intorno a questa materia disposizioni ef­ ne; la seconda dall'articolo 7 al 9, abbraccia le disposizioni transitorie. Le prime furono già di­ ficaci è necessaria la legge sul lavoro dei fanciulli. scusse e votate dalla Camera nel 1874 e io mi limito a riprodurle con leggiere mutazioni, delle quali renderò conto, ben lieto di appoggiarmi alla sua autorità. Quanto alle altre dirò subito che Articolo 3 io credo provvedere ad una maggiore utilità ed efficacia di questa legge proponendo che essa venga applicata non in tratto, ma successivamente ne' comuni del regno secondo la loro prepa­ L'articolo terzo pare al consigliere Tenca pericoloso, poiché potrà dar razione ,, ibid., p. 53 7. Coppino ripercorreva gli antecedenti della sua proposta ma non faceva pretesto ai comuni più grossi di scemare il numero delle scuole di grado su­ cenno al parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione. Il progetto diventò legge il 15 periore, e però si delibera di cassarlo. lug. 1877, n. 3961.

l i 196 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attivitàconsultiva e propositiva 197

Articolo 4 povera è grave il danno anche di soli 50 centesimi. Risponde il Giorgini che Nell'articolo quarto si porrà come sanzione, oltre all'ammenda la priva­ ad ogni modo l'ammenda farà frutto soltanto nei comuni agglomerati, men­ zione dei sussidi delle Congregazioni di carità o altre Opere pie. t:e n�ll� camJ?a�ne si dovranno ammettere in troppo gran numero le giusti­ Si discute intorno al modo di compilare l'elenco dei fanciulli obbligati a flcazwm. Egli ncorda le disposizioni d'una legge ch'era stata immaginata frequentare le scuole. Questa cura, invece che ai segretari, sarà commessa ai per �a Toscana. �uest� legge prometteva un premio circa 7 lire per ogni sindaci, i quali potranno, occorrendo il bisogno, giovarsi di speciali com­ fancmllo, che altn, chmnque si fosse, avesse ammaestrato nel leggere e nello _ missari. scnvere. Con questo sistema le scuole penetrano dapertutto, anche nei luo­ ghi più remoti. Articolo 5 Il ministro risponde che un tal sistema, bello a guardarsi da un lato solo, avrebbe per effetto di far chiudere molte piccole scuole che i comuni rurali L'articolo quinto dà luogo ad una lunga discussione per determinare il ma�tengono nelle borgate o frazioni di comune. Non crede che sia opportu­ miglior modo di applicare l'ammenda. Si approvano infine questi tempera­ no mtrodurlo nella legge. In ogni caso per via di regolamento o altrimenti si menti: potranno assegnare premi come si fa per gli adulti. che l'ammenda sia pronunciata dal sindaco; che vi sia appello al pretore; Articoli 8 e 9 di che in caso di trascuratezza da parte del sindaco, l'autorità scolastica possa Si approvano poi con brevi osservazioni gli articoli otto e nove del .pro­ chiederne l'applicazione. getto. Dopo ciò si pone termine alla seduta alle ore 5 p. m. Domani sarà conti- nuato l'esame della presente legge. Articolo 10 Il segretario Il vice presidente Si discute brevemente intorno all' articolo dieci, e il consigliere Tenca ne F[rancesco] Bolasco Terenzio Mamiani prende occasione per raccomandare al ministro che si disponga con questa legge la pubblicazione in tutto lo Stato del titolo V della legge del 13 novem­ bre 1859. Il signor ministro risponde che terrà Adunanza del 2 dicembre 1876 1 conto della raccomandazione. [ ...]

MPI, CSPI, Processi verbali, 1876, vol. III, 1857-1858, 1866, ms. con firma au­ Il segretario pp. Il Vice Presidente tografa . F[rancesco] Bolasco Terenzio Mamiani

[ ...]S i riprende l'esame della legge sull'obbligo dell'istruzione. Il consigliere Maggiorani, che s'era assentato per poco ieri quando si di­ scusse l'articolo quattro, chiede facoltà di fare sul medesimo alcune osserva­ zioni. Egli dice che fra i motivi per giustificare l'assenza non vorrebbe che si scrivessero i difetti fisici, la quale espressione si adatta a coprire molte frodi. Il Consiglio accetta la sua proposta, che si tolga questo motivo d'impedi­ 11 mento, e si scriva soltanto l'obbligo della giustificazione in genere. Si approvano poi gli articoli sei e sette. Nel settimo si dica che la metà Disegno di legge sull'istruzione primaria. della somma riscossa per le ammende servirà a pagare le spese di segreteria. 1 Il consigliere Giorgini fa notare che l'ammenda è troppo tenue, quindi Adunanza plenaria del lO novembre 1900 poco efficace. Ma viene dal ministro osservato in contrario che alla gente MPI, CSPI, Processi verbali, 1900, vol. ms. con firma autografa. IV,

Sono presenti il vicepresidente Mamiani e i consiglieri Bertoldi, Betti, Prati, Aleardi, Spa­ Sono presenti il vicepresidente Villari e i consiglieri Bardel li, Boccardo,Carnmarota, Can­ venta, Messedaglia, Tenca, Cantoni, Amari, Maggiorani, Giorgini, Bonghi, De Sanctis, Luzzatti, � toru, Carle, Cerruti, Cremona, De Renzi, D'Ovidio, Ferraris Foà Fraccaroli Gabba Gandino Brioschi, To=asi-Crudeli, Burresi. ' ' Golgi, Laudisi, Luciani, Maggi, Miraglia, Nisio, Persico, Roiti, Schdpfer, ScialoJa, Siac�i, Squitti.

w .JI:ll 1 i 198 Fonti per la storia della scuola Sezione I- L 'attività consultiva e propositiva 199

[ ... ] Entra nell'aula S.E. il ministro Gallo, il quale assume la presidenza. Nisio. Dalla lucida esposizione che S.E. il ministro fece dei concetti che [ ...] Dichiara ap erta la discussione sul disegno di legge intorno all'istru- informano il disegno di legge sull'istruzione primaria, contenente i rimedi zione primaria 1. da prestare intorno ai più urgenti mali dell'istruzione stessa, trae argomento per esporre da uomo pratico alcune considerazioni. Notò giustamente il si­ Il testo del disegno di legge presentato dal ministro Gallo così recitava: "Il progetto di gnor ministro che uno dei grandi guai dell'istruzione primaria è la mancanza legge sull'istruzione primaria che intendo presentare al Parlamento è informato ai seguenti con­ della desiderata diffusione di essa nel popolo e dell'efficacia che dovrebbe cetti fondamentali: Dopo i primi tre anni, che costituiscono il corso elementare inferiore, la scuola primaria avere. Disse bene che l'obbligo dell'istruzione dura poco, sicché poche trae­ l. deve dividersi in due rami: l'istruzione elementare di grado superiore, che comprende un corso de lascia l'istruzione nella mente del fanciullo per il resto della vita. Dà la di due anni, per coloro che intendono avviarsi alle scuole secondarie, e la scuola popolare più grande lode al ministro per avere esteso l'obbligo sino a sei anni. Ciò complementare, che comprende un corso di tre anni, per coloro che abbandoneranno invece varrà a porci a meno grande distanza da altri Stati che giungono sino a tredi­ gli studi per dedicarsi all'officina ed ai campi. La scuola complementare popolare - la quale de­ ci anni. ve avere per iscopo di rafforzare, completandoli, gli studi fatti nel corso inferiore con un indi­ Un'altra causa della poca diffusione dell'istruzione elementare deriva rizzo eminentemente pratico - è obbligatoria per tutti gli alunni che hanno compiuto il corso elementare inferiore, a meno che seguano gli studi della quarta e quinta classe elementare. dalla forte proporzione della popolazione sparsa: che è del 20% della popo­ Nei comuni ove vi sono due o più corsi elementari completi, le classi superiori saranno di­ lazione totale. In altri luoghi, come in Svezia e Norvegia, si rimedia a ciò, vise1 in sezioni, di cui alcune serviranno di preparazione agli studi secondari, le altre saranno avvicinando la scuola alla casa, mercè l'utile istituzione dei maestri ambu­ ordinate al fine della educazione popolare, aggiungendosi poi a queste ultime solo un terzo cor­ so serale e festivo. Negli altri comuni gli insegnamenti della scuola popolare complementare sa­ lanti, che sarebbe grandemente utile imitare anche in Italia. Inoltre l'obbligo ranno impartiti per mezzo di scuole serali e festive, durante tre anni di corso della durata ognu­ dell'istruzione non è osservato da chi potrebbe farlo. Gli iscritti nelle classi no di dieci mesi. A ciscuno dei due rami di studio, corrisponderà naturalmente un diverso cer­ inferiori giungono a due milioni: quelli della terza classe sono soltanto tre­ tificato di licenza, e gli alunni delle scuole private o paterne dovranno superare o l'uno o l'altro centomila. Il che prova che nel passaggio dalla seconda alla terza si perdono dei relativi esami per essere prosciolti dall'obbligo dell'istruzione. molti alunni, senza dire che molti anche lasciano la terza classe prima che L'insegnamento nelle scuole complementari sarà impartito dagli stessi maestri elementari del comune, i quali saranno ricompensati dallo Stato in ragione del numero degli alunni e del termini il corso e non si presentano all'esame di proscioglimento. Vorrebbe profitto che ne ricavano. Inoltre il Ministero, per mezzo dei sussidi, verrà in aiuto dei comuni pregare il ministro di vedere nella sua prudenza se sia possibile trovar modo più poveri anche per le maggiori spese di illuminazione, di riscaldamento e di materiale scola­ di rendere più efficace l'obbligo dell'istruzione, aggravandone le sanzioni. stico. Finché manchi nella scuola costanza e perseveranza, è inutile sperare 2. Oltre alla facoltà che hanno i comuni di istituire scuole elementari a pagamento, quando nella sua efficacia abbiano ottemperato alla legge sull'istruzione obbligatoria, essi sono altresì autorizzati ad im­ morale e istruttiva. porre una tassa di lire 5 per gli alunni della quarta e quinta elementare, e lo Stato è autorizzato Considera la scuola complementare rispetto ai comuni rurali, in cui non ad imporre una tassa di lire 10 per la licenza elementare, dalla quale tassa però saranno esenti i è il corso elementare di grado superiore. In ottomila e più comuni son ben fanciulli appartenenti a famiglie povere. seimila quelli in cui è il solo corso elementare inferiore, che è fatto da tre, 3. La nomina dei maestri è deferita al Consiglio provinciale scolastico, salvoché per quei co­ da due e il più spesso da un solo insegnante nella scuola unica, e talora mi­ muni che corrispondono ai propri insegnanti uno stipendio superiore di due decimi al minimo legale, o che provvedono ad una speciale pensione di riposo per i propri insegnanti. La nomina sta. Ora la scuola complementare, serale e festiva, è affidata a questi stessi è fatta per concorso, bandito dai Consigli scolastici o dai comuni che ne hanno la facoltà. maestri, che a parer suo sono già troppo aggravati. 4. I maestri nominati per la prima volta devono compiere un periodo di prova di 2 anni, Nei comuni ove sono due o più corsi elementari completi, vi ha divisio­ dopo di che, se la prova è stata lodevole, sono confermati stabilmente. Il Consiglio scolastico ne delle classi superiori in sezioni di cui alcune serviranno di preparazione però può prorogare la prova di uno o due anni prima di conferire la nomina stabile. Ottenuta questa, i maestri non possono più essere né sospesi né rimossi dal loro ufficio se non per gravi agli studi secondari, le altre ordinate al fine della educazione popolare ag­ e determinati motivi, e dopo sentite le loro difese. giungendovi poi a queste un terzo anno di studio serale e festivo. Ora questa 5. Il Consiglio provinciale scolastico può, per gravi ragioni di servizio o su domanda, trasfe­ divisione va contro i dettami dei più grandi pedagogisti e l'esempio che è rire i maestri da comune a comune, e negli stessi casi può farsi luogo, con l'accordo dei rispet­ dato da altre nazioni. La scuola popolare deve essere fine a se stessa. Quelli tivi Consigli scolastici, al trasferimento da una provincia ad un'altra. che vanno nelle scuole secondarie devono lasciare la scuola elementare sen- 6. Gli stipendi degli insegnanti elementari rimangono nella misura stabilita dalla tabella an­ nessa alla legge 11 aprile 1886, come rimane ai maestri il diritto di conseguire gli aumenti ses­ sennali nei comuni presso i quali siano nominati, trasferiti o promossi. Sono poi stabilite mag­ giori garanzie legali per assicurare il puntuale pagamento degli stipendi. mentre i comuni minori provvedono alla direzione delle loro scuole mediante consorzi pure 7. Viene aperta ai maestri una carriera. I Consigli provinciali scolastici, tenuto conto del obbligatori. I direttori didattici sono scelti fra i maestri provvisti del titolo, e che sono ritenuti merito e dell'anzianità promuovono gli insegnanti di categoria, di grado e di classe. più meritevoli. 8. obbligatoria la nomina dei direttori didattici nei comuni che hanno numerose scuole, 9. Metà dei posti di ispettore scolastico è riservata ai direttori scolastici e viene conferita lo­ ro mediante concorso>>: in ACS, MPI, CSPI (1849-1903), b.430, fase. 533.

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È 200 Fontiper la storia della scuola Sezione I- L'attività consultiva e propositiva 201

' za finire tutto il corso. D'altra parte dove è un solo corso superiore, l'inse­ medio è fornito dallo stesso disegno di legge. Potrà non affidarsi ai maestri gnamento sarà diretto a preparare alle scuole secondarie e sarà trascurato il meno buoni il corso complementare, privarli così della rimunerazione ... fine çlsJl'istruzione popolare. Quelli che non andranno alle scuole seconda­ Farà un'ultima osservazione. Conviene che il governo italiano abbia l'ar­ rie avranno il corso serale: ma questo non sarà f1·equentato che sino a mag­ dimento di toccare l'insegnamento religioso. Crede che si debba dalle scuole gio. Rimane il dubbio come si provvederà all'istruzione della donna. bandire il catechismo. L'insegnamento religioso è necessario; ma deve esse­ Il lato educativo della scuola dipende in gran parte dai maestri. Approva re dato senza offendere alcuna religione positiva e in modo da rispettare i · le maggiori garanzie date ad essi. Vorrebbe però pregare il signor ministro di principii di libertà, di tolleranza. considerare che gli stipendi sono troppo scarsi. Se potesse portare gli sti­ Laudisi. Per la lunga pratica che ha acquistato della scuola ha esaminato pendi almeno delle ultime classi a una più ragionevole misura renderebbe il disegno di legge ed applaude al ministro di avere pensato alla risoluzione un gran servigio alla scuola popolare. Chi vive continuamente nella miseria, dei gravi problemi attinenti all'istruzione popolare. nelle difficoltà economiche avvelena continuamente la vita del fanciullo con Crede difficile che i maestri, sopratutto nelle scuole uniche, dopo il fati­ le sue querimonie contro la società. Il gran beneficio che è da attendersi dal coso lavoro diurno possano anche fare la scuola serale. Converrebbe in mol­ deferire ai Consigli scolastici la nomina dei maestri potrebbe venire meno­ ti casi provvedere con un sottomaestro. mato dalla eccezione a favore dei comuni che paghino due decimi di più di Ritiene che nella prima età l'istruzione debba essere comune a tutti e stipendio. Certo è difficile togliere ai comuni un diritto che esercitano da quindi proporrebbe di far rimanere l'istruzione elementare quale è, di tre tanto tempo. classi inferiori e di due classi superiori. Dopo la quinta elementare cominci Quanto al puntuale pagamento degli stipendi, ritiene che finché i muni­ la scuola complementare: così si fa in vari Stati come l'Inghilterra la Germa­ cipi non saranno dichiarati debitori verso lo Stato di quanto spendono per nia, dove l'obbligo si protrae per parecchi anni. l'istruzione elementare non si avrà modo di risolvere la questione. Il disegno pare si riferisca alla scuola maschile, perché alle femmine con­ Infine esprime il voto che il Consiglio scolastico sia costituito altrin1enti. viene provvedere in modo diverso. Cantoni. Il disegno di legge parte da una giusta intuizione delle condizio­ Crede che il Consigio scolastico acquistando nuove attribuzioni e venen­ ni dei comuni rurali e risolve molto felicemente la questione della scuola do a perdere quelle riguardanti le scuole secondarie debba essere modifica­ complementare. Se la riforma sarà attuata renderà ai comuni rurali dei bene­ to. Perdendo i capi degli istituti d'istruzione secondaria, dovrebbero entrare fici maggiori che non l'istruzione principale: quella elementare di grado in­ a farne parte gli ispettori circondariali, e una maggiore rappresentanza degli feriore. Fin dai nove anni i ragazzi abbandonano la scuola diurna in marzo o enti locali sarebbe bene introdurvi. aprile, per attendere ai campi. È codesta una necessità economica contro la La presidenza al prefetto fu data a causa dell'autorità che il prefetto può quale si infrangono gli sforzi del legislatore. Alla scuola serale e festiva non esercitare sui comuni. Sottratta ai comuni la nomina dei maestri, vien meno mancherà invece la frequenza. questo bisogno e la presidenza più convenientemente potrà essere tenuta La questione del miglioramento della condizione economica dei maestri dal provveditore agli studi. Potrà un rappresentante della prefettura far par­ è risolta felicemente. La tenuità degli stipendi di essi non è maggiore, in pro­ te del Consiglio scolastico ma la presidenza deve tornare al regio provvedi­ porzione, di quella degli altri insegnanti non esclusi quelli degli istituti supe­ tore. riori. Osserva che lo stipendio delle maestre dovrebbe logicamente pareggiarsi Contrario all'avocazione delle scuole elementari allo Stato, ritiene che la sempre a quello dei maestri. proposta del ministro rechi tutti i vantaggi che idealmente l'avocazione po­ Agli effetti scolastici la legge divide i comuni in urbani e rurali; senonché trebbe recare ed eviti gli inconvenienti. vi sono comuni rurali che hanno più popolazione, e posseggono di più dei Crede si debba fare che il Consiglio scolastico sia formato in modo di­ primi. Pensa che i comuni si dovrebbero dividere, secondo l'agiatezza e la verso, mentre ora, e più in seguito, costituirebbe una nuova sopraffazione popolazione, in più classi con l'obbligo di stabilire stipendi pei maestri pro­ della città sulla campagna. porzionatamente maggiori e così i maestri potrebbero far carriera passando È contrario al trasferimento dei maestri da un comune a un altro. Molti da un comune a un altro. maestri preferirebbero perdere piuttosto la metà dello stipendio, che essere Crede che i maestri debbano dipendere o tutti dal Consiglio scolastico o allontanati. Alle nomine cattive si potrà rimediare con altri espedienti: pri­ tutti dai comuni. La sua esperienza gli insegna che non meno dei comuni mo con l'essere più rigidi nel conferimento delle patenti, secondo rendere piccoli, quelli grandi possono perseguitare i maestri a causa del contrasto più facili le remozioni, aumentare la vigilanza degli ispettori ecc.; terzo ri- delle passioni politiche e amministrative. 202 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L'attività consultiva e propositi va 203

Miraglia. È pienamente d'accordo con il ministro sulla distinzione fra è fatta la scuola elementare da servire a tutti, anche per quelli per i quali do­ scuola elementare e popolare, questa fine a se stessa, quella di preparazione vrebbe essere un primo gradino rispetto alla ulteriore istruzione della scuola alle scuole secondarie. Ammessa la distinzione era naturale che, stabiliti i secondaria. Ne è venuto che non potendo raggiungersi due fini con uno primi tre anni comuni, si dividesse, dove era possibile, il corso elementare stesso mezzo, la scuola ha male risposto ai bisogni dei cittadini. signor mi­ superiore in modo da avere il doppio tipo di scuole. Così si rimedierà a tanti nistro ha avuto dinanzi agli occhl la necessità di riparare a questo inconve­ deplorati inconvenienti. Il far pagare una tassa agli alunni della quarta e niente, quando molto opportunamente ha escogitato un sistema che per i quinta elementare gli pare un accorto espediente per trattenere fin da prin­ primi tre anni adegua al bisogno comune di scuola elementare istituita per cipio quelli che sarebbero tentati di frequentare la scuola di preparazione, tutti e poi biforca questa scuola, nella parte superiore del tronco e da un la­ anziché la scuola popolare, quantunque sia loro più particolarmente indi­ to con la scuola complementare rafforza e completa l'istruzione di grado in­ cata. feriore, dall'altra con la scuola elementare superiore propriamente detta Per ragioni sociali ed economiche soprattutto, l'obbligo dell'istruzione si prepara e avvia all'istruzione secondaria. è pochissirùo osservato. Non è possibile ottenere una grande e continua fre­ Pensa che questa continua e progressiva democratizzazione di tutti gli quenza nelle scuole diurne: ottimo partito è quindi stato quello di non istituti sociali abbia dei vantaggi, ai quali però fan riscontro degli inconve­ estendere l'obbligo oltre i sei anni e insieme di costituire l'istruzione com- nienti gravi. Così non crede opera buona accomunare negli stessiIl banchi, ol­ plementare, serale e festiva. . tre i primi tre anni d'istruzione, i giovani di tutte le classi sociali, il che de­ Egli vorrebbe anche delle scuole a tempo ridotto, come se ne hanno m sta dei desideri malsani o eccessivi e riduce in ultimo le scuole a una peren­ Germania, adatte alla condizione varia dei luoghi e degli abitanti. Se ne po­ ne fabbrica di spostati. trebbe stabilire l'esistenza, in principio, nella legge, rimettendone al regola­ A diradare la iscrizione alle scuole di ragazzi che non dovrebbero fre­ mento la determinazione dei particolari. quentare gioverà il pagamento. Gli inglesi credono, e credono il vero, che Anche rispetto alle nomine dei maestri consente nell'opinione del mini­ gli uomini annettano più valore ai beni della vita, quanto più sentono di pa­ stro. Così si toglierà via tanta causa di discordie. garli. Il fine che il ministro si è proposto di rendere più efficace l'istruzione I precedenti oratori hanno voluto accennare alla composizione del Con- sarà più agevolmente raggiunto se si porranno tasse e non lievi, anche nella siglio scolastico provinciale. . . scuola popolare, a quelli, s'intende, che possono pagarle. Chi ha i mezzi de­ Egli desidera che l'elemento elettivo non abbia la prevalenza, altnmentl ve pagare, in un grado relativamente elevato, l'istruzione dei propri figli. In alcuni buoni effetti della riforma della scuola potrebbero rimanere compro­ tal modo si potrebbero aumentare gli stipendi dei maestri. La scuola deve messi. formare il cittadino a quelle funzioni che daranno alla patria prosperità e pa­ Cammarata. Approva il disegno di legge in quanto dà buone garanzie ai ce. Occorre che i maestri siena degni del loro alto compito. Se a ciò si pen­ maestri. I consigli comunali non solo fanno spesso delle nomine cattive ma si, non accorreranno molti programmi relativi all'insegnamento perché la adoperano qualunque mezzo, anche la calunniosa diffamazione, per impedi­ scuola prima, elementare e popolare, sia quel che deve essere in una società re che i maestri e le maestre alla fine della conferma sessennale ottengano civile. dal Consiglio scolastico l'attestato di lodevole servizio. Bardelli. Consente che si estenda oltre i tre anni l'obbligo dell'istruzione. Ha dei dubbi sulla efficacia delle disposizioni estendenti l'obbligo dell'i­ Ritiene però che l'obbligo riuscirà più efficace, se l'istruzione sarà meglio struzione fino ai sei anni, rispetto a certi comuni con popolazione sparsa, apprezzata dalle leggi e dall'azione del governo. Così i diritti elettorali non posti in luoglù alpestri, i cui bambini nell'inverno per la neve non possono dovrebbero conferirsi a chi sa fare appena la propria firma. Gli uffici, anche frequentare la scuola. Rammenta egli pure gli esempi delle scuole a tempo i più umili, dovrebbero essere dati a chi provi di avere adempiuto l'obbligo ridotto, come si avevano nel Piemonte. dell'istruzione, e a chi presenti l'attestato di proscioglimento si potrebbe Boccardo. Vorrebbe toccare brevemente due punti. La nostra istruzione concedere il passaggio dalla seconda alla terza classe di leva ecc. elementare va male. Le cause sono molte, ma principali queste. Il personale I maestri elementari dei grandi centri sono pagati largamente e tuttavia insegnante non è generalmente pari alla sua alta missione. Coll'aumentare in gran parte non se ne hanno buoni risultati. N'è motivo la lue politica che gli stipendi o col dar modo ai maestri di migliorare la loro condizione eco­ si introduce nelle istituzioni scolastiche; il freno potrà essere il trasferimen­ nomica, come propone il disegno di legge, si potrebbe, poi essere più esi­ to dei maestri da un comune a un altro. Gioverebbe stabilire e favorire i genti circa le condizioni da richledere. Una causa della poca diffusione del m � consorzi dei piccoli co uni per il raggiungimento dei fini scolastici. l'istruzione elementare è che fin dalle origini, che è quanto dire dal 1848, s1 Vorrebbe che la scuola complementare seguisse i due anni del corso ele-

.. .- . 204 Fonti per la storia della scuola Sezione I-L 'attività consultiva e propositiva 205 mentare superiore. La biforcazione dopo i tre primi anni gli pare urti contro vorevoli all' elemento elettivo e opinioni contrarie, che reputa pericolosa il principio della scuola unica secondaria e non tenga conto abbastanza che una larga rappresentanza nel Consiglio scolastico degli elementi elettivi. è difficile fare una scelta fra i vari ordini di scuole in un'età troppo imma­ Non può essere d'accordo con il consigliere Cantoni nel ritenere danno­ tura. so togliere ai comuni la nomina dei maestri. Dopo quaranta anni di espe­ Boccardo. Aggiungerà un'altra osservazione a quelle già esposte. rienza dell'uso fatto dai comuni del loro diritto di nomina, non ha il corag­ Quando si scrisse nella legge l'obbligo dell'istruzione, si è creduto in Ita­ gio di continuare nel doloroso esperimento. Le lotte amministrative nei pic­ lia, come accade spesso, che bastasse l'affermazione di questo precetto per­ coli comuni sono più violente e pericolose di quelle dei partiti politici sov­ ché fosse adempiuto. Invece alla sua attuazione occorre far convergere tutte versivi: assumono un carattere quasi feroce. Chi è stato ministro della pub­ le forze della società e in particolar modo quelle delle varie amministrazio­ blica istruzione non ignora di quali atti siena capaci i comuni contro i mae­ ni. Raccomanda al signor ministro di volersi intendere con tutti i suoi colle­ stri e anche questi contro i comuni. ghi perché, avendone modo, qualsiasi ufficio per quanto umile non sia con­ Un'idea pratica eccellente è quella messa innanzi dal consigliere Boccar­ cesso se non a chi presenti il certificato del proscioglimento dall'obbligo do relativa ad alcuni equipollenti alle vecchie sanzioni dell'obbligo. Egli non dell'istruzione. mancherà d'intendersi con i suoi colleghi, perché nelle varie amministrazio­ Ministro. Ringrazia il Consiglio, che ha voluto occuparsi con tanta lar­ ni dello Stato sia consacrato meglio l'impero dell'istruzione. ghezza di vedute delle sue proposte. Occorre però che nel paese penetri il concetto della necessità dell'istru­ È vano diss'ìmularlo: le idee consacrate nel disegno di legge non sono ra­ zione: che tale idea diventi sangue del suo sangue. Alla mancanza di questa dicali, ma sono nuove e in Italia si ha paura del nuovo. Egli invece ritiene persuasione corrisponde la mancanza dell'iniziativa privata, di che sono che vi sia bisogno di rifare. È un sincero conservatore ma vuole rifare per prova, salvo onorevoli eccezioni, il difetto o il languore dei patronati scola­ avere appunto qualche cosa da conservare. Si è molto disfatto ma si è rifatto stici e degli educatori e ricercatori nelle varie parti d'Italia. Occorre pensare alla buona preparazione de' maestri. La scuola normale è stata fortemente poco. Nel lavoro di ricostruzione l'ardimento è necessario, e non è molto costituita e solo giova rendere più efficace la licenza della scuola normale, grande, del resto, l'ardimento adoperato nel presente progetto. Tuttavia per abolendo le recenti facilitazioni agli esami. A ciò ha egli provveduto in que­ metterlo insieme, e per far sì che fosse approvato dai colleghi, in ispecial sti giorni. Non comprende la distinzione fra materie principali e secondarie: modo per gli effetti finanziari, vi ha impiegato tutti i possibili accorgimenti. tutte le materie, essendo obbligatorie, devono essere studiate bene. Ai cadu­ Risponderà innanzitutto alle obiezioni accessorie. ti anche in una sola materia della licenza normale ha negato la facoltà di co­ All'istruzione delle donne è provveduto diversamente. La scuola com­ minciare il tirocinio. plementare per le donne sarà festiva e di giovedì. Quella serale è solo per i Certo è cosa diversa l'insegnamento che si riceve e quello che si dà. Il maschi. maestro quand'anche sia stato buon scolaro, può fare non buona prova. Una disposizione del progetto è consacrata ai maestri ambulanti. Ne Non vi sono rimedi assoluti. avranno giovamento nei limiti del possibile le popolazioni sparse, secondo i Il consigliere Cantoni ha toccato la questione religiosa. È questione gra­ desideri manifestati anche dai consiglieri Nisio e Cammarata. vissima. Non ne ha fatto oggetto di disposizioni nel suo disegno di legge. L'estensione dell'obbligo riguarda il corso complementare e non il corso Ammette che all'educazione sia necessaria l'istruzione religiosa. Ma come elementare superiore. E la ragione sarà senza replica, quando si rifletta che impartirla? E quale deve essere il genere d'istruzione? Una istruzione religio­ senza aggravare grandemente i bilanci dei comuni o quello dello Stato non si sa che non sia istruzione intorno a una data religioneposi tiva egli non inten­ potrebbe imporre l'obbligo di frequentare il corso elementare superiore e de. Non crede che l'inconoscibile spenceriano possa insegnarsi nella scuola costringere in pari tempo tutti i comuni a istituirlo. elementare. Dovrà darsi l'istruzione religiosa cattolica. E qui si presenta il Si è obiettato alla divisione di scuola elementare superiore, che prepara problema dell'intervento del sacerdote nella scuola. Dati i rapporti fra la agli studi secondari e scuola popolare che sia fine a se stessa. Si è detto che Chiesa e lo Stato in Italia, l'idea di questo intervento necessario deve essere la biforcazione è prematura, che contrasta al concetto della scuola seconda­ assolutamente messa da parte come pericolosa. Egli nel 1898 aveva pensato ria unica. Dimostra che queste obiezioni sono infondate. come espediente più adatto a far dare l'istruzione religiosa dalla donna. Pen­ Si è chiesto come sarà costituito il Consiglio scolastico provinciale. Per sa ora di mantenere le cose come sono regolate dal regolamento 9 ottobre l'accresciuta importanza delle sue funzioni sarà modificato. Non può entrare 1895. l in particolari, perché il relativo regolamento non ha avuto ancora l'appro­ vazione del Consiglio dei ministri. Dirà soltanto, avendo inteso opinioni fa- R.d. 9 ott. 1895, n. 632, che approva il regolamento generale per l'istruzione elementare. 1 206 Fontiper la storia della scuola

Il consigliere Nisio gli ha raccomandato di volere assicurare il puntuale pagamento degli stipendi. Se sapesse il Consiglio quanto ho lottato per otte­ nere che i comuni dovessero versare nelle tesorerie dello Stato l'importo de­ gli stipendi dovuti ai maestri! Ma poiché in tal modo il debito dei comuni verso i maestri sarebbe diventato debito dello Stato, il ministro del tesoro 1 gli ha fatto osservare che i comuni sono già debitori verso lo Stato di cento milioni e che d'altrettanto si sarebbe ingrossata questa somma qualora fosse stata attuata la riforma. Si è dovuto contentare di disposizioni meno radicali ma che gioveranno meglio di quelle ora in vigore. Il consigliere Boccardo ha domandato tasse forti per ogni ordine di scuo­ le. Il progetto di legge propone una tassa di L. 5 che i comuni possono im­ porre e una tassa di licenza di L. 10. Questo però vale solo per il corso ele­ SEZIONE II mentare superiore facoltativo. Non gli pare possibile, almeno per il presente momento, imporre una tassa come conseguenza dell'adempimento di un ob­ L'ATTIVITÀ DISCIPLINARE bligo imposto dallo Stato. Il corso complementare sarà quindi gratuito. Un giudizio più favorevole si darebbe al suo progetto se lo si potesse ve­ dere attraverso il prisma degli atti, che oserebbe chiamare eroici, mediante i quali ha potuto mettere insieme questo suo disegno. Narra le molte difficol­ tà che ha dovuto superare, a quali ingegnosi espedienti abbia dovuto ricor­ rere per mettere insieme la somma necessaria per istituire i nuovi corsi. La sua riforma può sembrare un mezzo termine; ma ricorda che il mezzo termi­ ne può essere l'ultimo grado o un grado per salire più in alto. Ha dovuto usare dell'accorgimento politico: se avesse tolto a tutti i comuni il diritto di nomina e non lo avesse lasciato a quelli che sono in grado e vogliono pagar meglio i maestri, avrebbe avuto opposizioni da ogni parte e dagli stessi mae­ stri che ne sarebbero stati danneggiati. Il suo eclettismo rispetto alla nomina degli insegnanti non rappresenta due regole diverse ma una regola e una ec­ cezione: la regola è la nomina da parte dei Consigli scolastici, la eccezione è la nomina lasciata ad alcuni comuni. In molti altri paesi l'obbligo dell'istruzione va oltre il limite di sei anni di durata, ma essi si trovano in ben altre condizioni sociali ed economiche. Ha dovuto combattere una lotta continua per ottenere aumenti di bilan­ cio necessari ed ha ottenuto infatti che il suo bilancio sia portato a quaran­ totto milioni. Per fare qualcosa di veramente buono converrebbe si arrivasse a settanta milioni. Ha fatto quel che ha potuto. Il discorso di S.E. il ministro ha fine fra gli applausi generali. La seduta è tolta alle ore 18. Il segretario Il vicepresidente L[uigi] Cristofanetti Pasquale Villari

Giulio Rubini. 1 Per la peculiarità delle competenze disciplinari proprie del Consiglio su­ periore della pubblica istruzione, che ne· fanno un tribunale a tutti gli effetti, si è prodotta una documentazione atta ad illustrare, oltre alle modalità pro­ cedurali, alcuni elementi propri del rapporto fra docente, amministrazione e Stato. Il confronto fra libertà d'insegnamento e compiti istituzionali del docen­ te è alla base del dibattito che si sviluppa dialetticamente in seno al Consi­ glio superiore: il confine fra libertà di ricerca e di pensiero e libertà indivi­ duali, quale appunto la scelta di un impegno politico attivo, diventa una netta linea di demarcazione allorché quell'impegno politico risulti contrario ai presupposti dello Stato liberale di cui il docente è servitore. Con altrettan­ ta coerenza si persegue una rigida linea di comportamento anche per il cor­ po studentesco. 210 Fontiper la storia della scuola Sezione II - L'attività disciplinare 211

voler venire, si fa introdurre nella sala il prof. Piazza, il quale occupa il po­ sto a lui destinato, di faccia al seggio presidenziale. Il vicepresidente poi invita il consultore legale a dar lettura dell'atto 12 d'accusa all'incolpato, e quindi a questi dà la parola perché esponga le pro­ prie difese. Procedimento contro alcuni professori dell'Università di Bologna. Il prof. Piazza comincia dal respingere recisamente il primo capo d'accu­ sa, dell'abituale e cospicua partecipazione ad associazioni politiche d'in­ MPI, CSPI, Processi verbali, 1867-1868, vol. I, 1037-1074, ms. con firma auto­ pp. tenti notoriamente demagogici, perché immeritata. Egli dice che ha fatto grafa. parte dell'Unione liberale, ed ora non si trova ascritto che al Club felsineo ed all'Associazione democratica, nella quale ultima entrò perché gli statuti 1 Adunanza straordinaria 8 aprile 1868 ed il programma di essa erano stati presentati preventivamente al prefetto, onde la credette costituita con l'approvazione superiore del governo. Di­ [ ...] Dopo che ciascuno ha occupato il posto assegnatogli, s�condo er� chiara che se avesse altrimenti supposto, non vi sarebbe mai entrato, e se stabilito nelle norme fissate nel procedimento a tenere contro 1 professon avesse in seguito potuto scorgere in quell'associazione degli intenti sovver­ ordinari della Regia università di Bologna, stati accusati di mancamenti per i sivi, da uomo onesto, o se ne sarebbe ritirato, ovvero si sarebbe dimesso stati sospesi per due mesi il vicepresidente annunzia eh� quali già erano 2; dall'ufficio di professore. Spiega i diversi scopi cui quell'associazione mira, dei tre professori accusati due hanno per lettere fatto sapere che non sareb­ e fra gli altri di promuovere nel popolo l'istruzione, il lavoro, e la cura della bero venuti, cioè i signori Ceneri e Carducci, e che solo il prof. Piazza si è sanità. Aggiunge che in essa società egli non rappresentava che la semplice presentato. Questa mancanza di presenza dei nominati due professori, di­ parte del socio, ed era nel comitato di protettorato d'istruzione e di medici­ chiara il vicepresidente, non deve pregiudicarli, né farli ritenere quali con­ na nello speciale intento di sovvenire i bisogni dei popolani per quanto po­ tumaci; poiché la legge pone in facoltà degl'incolpati di produrre le proprie teva rendersi, per i propri studi, utile. difese· a voce od in iscritto. Quindi si leggeranno le difese inviate e si proce­ Respinge pure il secondo capo d'accusa della pubblica manifestazione derà come se fossero presenti. Intanto il vicepresidente soggiunge che, poi­ di opinioni di costante ed esaltata opposizione agli atti ed alle tendenze ché l'interrogatorio dell'unico che si è presentato potrà dare degli schiarì­ del governo, nonché il terzo capo d'accusa sulla condotta manifestamente menti importanti sui fatti che sono stati addebitati ad essi imputati, e può contraria ai propri doveri. Egli assicura non aver mai scritto articoli di per conseguenza influire sul giudizio a pronunziare anche rispetto agli altri giornali, non aver arringato mai il popolo, non aver assistito o preso parte a due, egli crede che s'abbia a cominciare il procedimento dal dott. Pietro qualsiasi meeting per materie politiche. Egli dice che non si è mai d'altro cu­ Piazza professore di chimica organica nella detta università. rato che della scienza a cui si è dedicato interamente, che adempie conscien­ Lette le lettere con cui i professori Ceneri e Carducci dichiarano di non ziosamente i doveri d'insegnante non parlando agli scolari che di scienza e senza verona allusione sia politica che religiosa. Descrive la sua vita che pas­ Sono presenti il vicepresidente Matteucci e i consiglieri Bufalini, Bertoldi, Betti, Bri schi sa tutta dedita allo studio, solo permettendosi di andare a trattenersi con ri­ 1 � : Prati, Villari, Aleardi, Bonghi, Spaventa, Carcano, Amari, Cipriani, Duprè, Tenca e Coppmo; 1 spettabili amici qualche ora, appena terminato il pranzo, al caffè delle scien­ due delegati della facoltà medica di Bologna professori Federico Bos� e Fra�c�sco Se�i; i con­ ze. Ed in prova di quanto asserisce e della sua condotta, cita la pubblicazio­ sultore legale del ministero avv. Giuseppe Perona. Funge da relatore cons1gliere Bnoschr.� il ne ora fatta del primo libro della sua opera sulla chimica organica opera 2 I decreti di sospensione erano stati adottati dal ministro Broglio con r.d. del 19 mar. 1, 1868. che mancava tuttora nelle scuole quantunque se ne sentisse il bisogno, e che Il ministro, già nel dicembre 1867, aveva sollecitato il Consiglio superiore ad esprimersi su è stata accolta con favore ed elogiata anche da dotti professori stranieri; eventuali misure da adottare contro i professori Carducci, Piazza, Ceneri e Giani, tutti docenti opera che è stata ed è lo scopo della sua vita, e che non avrebbe potuto con­ dell'Università di Bologna, e contro il docente privato Filopanti che si erano «m?st�at! osteg­ durre a termine se si fosse immischiato in faccende di partiti politici. giatori sistematici del governo con scandalo della popolazione e con dann della drsetplina sco . ? � lastica». Il Consiglio aveva invitato il ministro ad adottare le nnsure prevrste dalla legge Casati Mentre accetta poi d'aver apposta la propria firma ad un indirizzo fatto a suggerendo altresì di ordinare un'inchiesta disciplinare sull'Università di Bolog�a: M�I, CSPI, Giuseppe Mazzini in occasione del diciannovesimo anniversario della pro- Processi verbali, 1867-68, vol. I, p. 12, adunanza del 3 dicembre 1867, ora pubblicato m G. PE­ TROCCHI Carducci alla sbarra (con documenti inediti), in «Studi e problemi di critica testua­ le», 198Z, 25, pp. 142-143; si veda la recente ricostruzione di S. POLENGHI, La politica univer­ 1 P. PIAZZA, Lezioni di chimica organica generale e chimica animale, I, Disp. 2, Bolo­ sitaria ... cit., pp. 345-364. l, gna, Monti, 1868. Piazza era professore di chimica organica.

- - 212 Fonti per la storia della scuola Sezione II-L'attività disciplinaTe 213 clamazione della repubblica romana del 1849, respinge affatto il capo quar­ ed indipendenza italiana; ma senza alcuna aspirazione o parola di Repubbli­ to dell'accusa intorno ai voti in esso espressi pel trionfo d'una causa e d'un ca italiana. principio in ap erta contraddizione con la presente costituzione civile del­ Gli si dà lettura dell'articolo pubblicato nel numero 41, del giornale lo Stato. Egli dichiara mera calunnia l'esistenza in quello scritto di aspirazio­ «L'amico del popolo " \ nel quale dicesi che: La fe sta si sciolse con un voto ni in senso sovversivo, scritto che, essendo egli impiegato del governo, si che compendia le vere aspirazioni della vera democrazia italiana. vergognerebbe d'aver firmato ove fosse stato del tenore che gli è attribuito. Il prof. Piazza trova che fu azione imprudente o capricciosa il parlare co­ Egli non rammenta precisamente le parole di quell'indirizzo, ma assicura sì di un fatto privatissimo e accusa l'autore dell'articolo come poco caritate­ che il medesimo si riduceva ad un semplice concetto e ricordo storico. Ed vole. Egli non può dire quali furono le aspirazioni di cui parla l'articolo, infine dice che ben si conosce da tutti come egli è intieramente dedito all'a­ poiché, dovendo recarsi a teatro con la propria famiglia, andò via prima che dempimento dei doveri d'insegnante, e che mai sempre è stato ed è esatto l'adunanza si sciogliesse. Ma per l'estrema calma con cui procedettero le co­ osservatore della legge. se finché egli fu presente, e per la semplicità delle parole adoperate nell'in­ E dopo aver chiesto scusa del troppo calore messo in difendersi da ca­ dirizzo a Mazzini, ha fondata ragione di credere che l'aspirazione indicata lunniose accuse di cui si sente pienamente innocente, a riguardo del manca­ non fu fatta, ovvero non con idea sovversiva. Prosegue che, per quanto mento attribuitogli a promesse fatte alle autorità scolastiche superiori, dice avesse cercato, non gli è riuscito di conoscere l'autore di quell'articolo, e che non mai fu chiamato per essere di nulla ammonito né dal mini�tro, né che si era recato alla redazione del giornale per imporli che cessasse di par­ dal reggente l'università e che egli ha solo discorso privatamente con i lare di loro, ché altrimenti egli protesterebbe su altri giornali. 1, membri della Commissione d'inchiesta ivi mandata; onde non possono esi­ Domandato perché non avesse subito smentita l'asserzione di quell'arti­ stere prove di sue formali promesse per le quali si possa ammettere quest'ul­ colo, risponde che gli sembrava inutile, trattandosi di fatto compiuto, e che timo capo d'accusa. questo gli servirebbe per lezione e per esempio del come regolarsi in avve­ Terminata con ciò l'esposizione delle difese del prof. Piazza, il vicepresi­ nire. dente invita il relatore a volgere all'accusato alcune domande per meglio Il relatore gli osserva che, mentre egli ha detto che non era nel direttorio chiarire i fatti di cui si parla, e prega il prof. Piazza a voler dare le analoghe dell'Associazione democratica, si rinviene nel volume dei processi verbali risposte a fine d'illuminare pienamente il Consiglio sui fatti stessi, acciò pos­ delle adunanze di quella società, che egli accettò di far parte della presiden­ sa emettere un coscienzioso giudizio. za dell'Associazione il 23 aprile 1867 e sedette al banco del direttorio fino al Il relatore quindi, dopo aver avuto la formale affermazione dell'incolpa­ 29 giugno 2• to d'essere stato presente al banchetto del dì 9 febbraio ultimo e di aver fir­ Il prof. Piazza risponde che egli non ha appartenuto in vero che al comi­ mato l'indirizzo, gli domanda se l'indirizzo era concepito ne' seguenti termi­ tato medico di quella società, e che il fatto citato avvenne per impedire lo ni stati riferiti al Ministero: scioglimento della società appena costituita, essendosi in quella sera dimes­ «Oggi, 9 febbraio, alcuni patriotti riuniti a fraternevole banchetto si ri­ so il direttorio. Egli ricusava l'ufficio; ma fu forza accettarlo come tempera­ cordano a voi in tal giorno appunto che rammenta un'epoca felice, quella mento provvisorio fino alla nuova costituzione della società, la quale avven­ della nostra romana repubblica, e fanno aspirazione perché ritorni al più ne appena i soci raggiunsero il numero di duecento. Dichiarata costituita presto nuova repubblica italiana, che voi, apostolo dell'idea, propugnate ». l'Associazione, egli si dimise, e per impedire che nell'elezione novella della Il prof. Piazza respinge affatto questa dizione, che dichiara falsa in tutte presidenza e del direttorio potesse egli venire rinominato, pose nella sala le sue parti, aggiungendo che egli sa chi lo distese, e che quegli usò tale cir­ delle riunioni due cartelli con dichiarazione che non avrebbe accettato al­ cospezione nel dettarlo, da evitare qualsiasi lontana allusione repubblicana cun ufficio. gli si volesse poi dare. Il relatore gli chiede poscia quale relazione esisteva fra le due società, la Richiesto se poteva ricordarsi delle parole di quell'indirizzo, il prof. Piazza risponde, che il concetto di esso era che: alcuni patriotti, raccolti a banchetto, vollero, commemorando il fatto storico della repubblica romana, 1 «L'amico del popolo », feb. 1868. Il giornale riferiva che alla riunione, presieduta dal ricordarsi che Giuseppe Mazzini fu l'iniziatore dei principi dell'unità, libertà Il gen. Galletti, avevano partecipato Filopanti, Pietramellara, Tanari, Ceneri, Carducci, Piazza «e altri insignì patrioti. Si fecero continui brindisi alla libertà d'Italia dal Galletti, dal Ceneri, dal Caldesi, dal Pais e da altri». «Programma e statuto della Unione democratica residente in Bologna », Bologna, 1867, in 2 Antonio Montanari. ACS, MPI, CSPI (1 848-1903), b. 46, fase. 47, s. fase. 1.

1 214 Fonti per la storia della scuola Sezione II-L'attività disciplinare 215 democratica e l'universitaria, e come si riunirono insieme in occasione del Risponde il prof. Piazza non saperne nulla. Un consigliere mostra desiderio di sapere il perché non abbiano il prof. giorno onomastico di Garibaldi e Mazzini. 1 A ciò risponde che non può conoscere quali rapporti esistono fra le due Piazza e gli altri suoi colleghi pubblicato il testo vero dell'indirizzo spedito a società, non facendo parte del direttorio. Sa solo che gli studenti domanda­ Mazzini, dopo che era stato annunziato dal giornale, non secondo fu conce­ rono una sala nell'università che loro venne negata dalla reggenza, e crede pito. che allora si videro forzati di rivolgersi alla società operaia, la quale ha in A simile domanda il Piazza dice che non l'aveva creduto opportuno, trat­ quella ricorrenza prestata la sua sala a tutte due le sopraddette associazioni. tandosi di cosa tutto affatto privata, e che non giovava a nulla quando l'au­ torità aveva già pronunziato la loro sospensione In quanto a lui, ripete, non prende parte alla società democratica né alle di­ 2• scussioni che si fanno nelle sue tornate. Solo è esatto a compiere l'obbligo Indi il vicepresidente, visto che niun altro de' componenti il Consiglio del socio nel pagamento di dieci soldi al mese. Egli ha ben da lungo tempo voleva volgere altre domande all'accusato, si fa egli per proprio conto ad in­ dimostrato co' fatti quanto sia uomo onesto, e non abbia mai avuto altro terrogarlo. E primamente gli chiede se può affermare di non aver mai preso scopo che lo studio della scienza cui si è dedicato, perché si possa dubitare parte attiva alla Società democratica. E sulla risposta negativa che ne riceve, che s'immischi in faccende di partiti politici abbietta che pure dal febbraio al giugno dello scorso anno egli era membro 1. Il consultore legale a questo punto crede che sia conveniente richiedere del comitato provvisorio direttivo della medesima ed incaricato della firma l'accusato se sa della risposta data da Giuseppe Mazzini all'indirizzo inviato­ de' suoi atti. gli dai patriotti di Bologna, e della prefazione a quella lettera messa innanzi Il prof. Piazza risponde che in sul nascere di una società, il cui program­ dal giornale «L'amico del popolo» nel n°. 77 (17 marzo) di cui si dà let­ ma era stato visto dall'autorità, non poteva ritenere che poi avesse a venire tura in tanta disistima del governo, come in questo momento apprende essere 2• A tale interrogazione, risponde il prof. Piazza che gli è nuova affatto venuta. questa pubblicazione, non leggendo né incaricandosi molto di fogli politici, Dopo ciò, fatto ritirare l'accusato, il vicepresidente invita il consultore e poi come uomo di scienza non pone mente alle imprudenze de' giornali. legale a voler esporre al consesso le sue definitive conclusioni al suo atto Un consigliere interroga l'incolpato perché non protestò, sia per mezzo d'accusa, rispetto al prof. Piazza, di cui ha udite le difese. E questi formala della stampa sia scrivendo al Ministero allorché lesse sul giornale «L'amico le conclusioni ne' seguenti termini: del popolo» una relazione del banchetto contraria alla verità dei fatti. -Doversi il prof. Piazza dichiarare convinto pel primo capo d'accusa; Risponde che credette più savio avviso non mettersi in pettegolezzi con doversi dichiarare non constare d'essere reo per gli altri, e doversi sospen­ giornali, tanto più che in quell'articolo non seppe scorgere spirito sovversi­ dere dalla cattedra per sei mesi. vo. Respinge l'asserzione d'essere stati i tre professori universitari, secondo Posto termine alla prima parte di questo giudizio, il vicepresidente ne è detto nel giornale, i primi a sottoscrivere l'indirizzo. Dichiara che primi ad sospende per il momento il seguito, per compiere innanzi tutto l'istruzione apporvi la propria segnatura furono Galletti, Filopanti, e Caldesi, che milita­ del processo per tutti tre gl'incolpati, e per procedere poscia alle relative di­ rono in Roma, poi si andò per giro, come si trovavano seduti intorno alla ta­ scussioni onde pronunziare le decisioni finali che il Consiglio deve dare. vola, ed egli fu il ventiquattresimo, a firmarlo. Dichiara pure che non si ri­ Quindi alle ore 11 , si ritirano i delegati della facoltà medica sopra no­ fiutò a sottoscrivere3 l'indirizzo perché sapeva che la cosa non era contraria minati, e sono introdotti nella sala i professori, cav. Oreste Regnoli ed avv. allo Statuto 4. Costanzo Giani, delegati della facoltà di giurisprudenza, per assistere e pren­ Dal consultore legale si fa volgere al Piazza un'altra domanda, cioè se sa­ dere parte al giudizio contro il cav. Giuseppe Ceneri, professore ordinario peva che il giornale «L'amico del popolo » era l'organo della società demo­ di diritto romano nell'Università di Bologna. cratica che aveva preso un'azione al giornale stesso di lire 100 in seguito ad Dopo che questi hanno occupato il loro posto, il vicepresidente ripete la apposita deliberazione del dì 17 luglio, della quale il relatore dà lettura. dichiarazione che, quantunque l'accusato non si sia presentato, non sarà per questo ritenuto come contumace, poiché si è valso del diritto che concede

1 È cancellata nel testo questa frase: «E d'altra parte avendo egli, appena compiuto il corso la legge d'inviare in iscritto le proprie difese, secondo che ha dichiarato con universitario, rifiutata una cattedra per poter meglio istruirsi, quantunque si trovasse assai scar­ so inbeni di fortuna >>. t

«L'amico del popolo "• 17 mar. 1868. 2 È cancellato nel testo: «Il consigliere Amari, per mezzo del vicepresidente, fa interro­ cancellato: «Il consigliere Carcano». 3 cancellato nel testo: «N'era finito il bisogno una volta che l'autorità l'aveva già giudica­ gare ». 2 È cancellato nel testo: «Si trovava nella cerchia dello Statuto». to sovversivo ». 4

1 È È 216 Fonti per la storia della scuola Sezione II - L'attività disciplinare 217

la lettera allo stesso signor vicepresidente diretta in data 4 corrente mese, di capi d'accusa intimatigli; rinnova la dichiarazione che non s'intenderà di cui si dà lettura. procedere al giudizio in contumacia, ed invita il consultore legale a dar let­ Il consultore legale poscia legge l'atto d'accusa, meno il capo V, che non tura del relativo atto d'accusa. riguarda il prof. Ceneri, ed il relatore le due lettere del cennato professore Il consultore legale legge i cinque capi d'accusa che riflettono il prof. in cui sono esposte le difese di lui: l'una in data 26 marzo ultimo diretta al Carducci; e poi il relatore si fa a leggere due documenti di esso professore. reggente dell'Università di Bologna, e l'altra in data del 7 di questo mese di­ Il primo si è una lettera da lui diretta al signor ministro in data 30 no­ retta al vicepresidente del Consiglio superiore. vembre 1867, con la quale, dolendosi d'aver saputo che era accusato di Nel primo scritto il cav. Ceneri, attaccando come illegale l'atto governa­ qualche cosa e che qualche cosa in lui dispiace all'autorità, afferma da one­ tivo con il quale venne sospeso, non sconfessa d'aver fatto quello che gli si st'uomo che non gli pesa nulla il promettere che d'ora in poi si raccogliereb­ addebita; ma dice che fino a quando dalla cattedra non insegna idee e prin­ be intieramente ne' suoi studi: lo che gli è necessario fare per dovere d'inse­ cipi sovversivi, il governo non ha il diritto di sindacare la vita di un profes­ gnante e per gl'impegni che ha con qualche editore. Aggiunge che ciò gli è sore come cittadino. Egualmente col secondo scritto accetta per vere tutte anche grato, perché, che che possano aver detto, egli ama la solitudine e la le cose asserite nei cinque capi d'accusa; se non che tenta dimostrare che, vita di famiglia. E termina con osservare che lo aveva già deliberato, tanto è come libero cittadino, era in diritto di agire come ha fatto; che come profes­ vero che, sono oramai tre settimane, egli dette le sue dimissioni dal comita­ sore ha adempiuto ai propri obblighi con condotta irreprensibile; e che si sia to direttivo di una società politica 1• data un'interpretazione non vera alle cose avvenute, onde non sa vedere in Il secondo documento consiste nelle note di risposta ai capi d'accusa in­ che siasi reso meritevole d'alcuna pena. Dichiara inoltre che egli non rinne­ timatigli, le quali si trovano unite al presente processo verbale. gherà le idee ed i principi da lui propugnati nel Congresso della pace in Gi­ Dopo tale lettura il consultore legale, invitatone dal vicepresidente, for­

nevra 1• E conchiude sì nell'uno che nell'altro scritto, dicendo che ove si vo­ mala nei seguenti termini le sue definitive conclusioni: glia per i professori un diritto politico eccezionale, onde fuori della cattedra «Doversi il cav. prof. Carducci dichiarare convinto del capo primo d'ac­ non sieno liberi cittadini retti dal solo diritto comune, non gli resterebbe al­ cusa e del quinto, e doversi punire colla sospensione dalla cattedra per sei tro partito a prendere per conservare la dignità d'uomo onesto, che di rasse­ mesi». gnare le sue dimissioni dall'ufficio che occupa. Compiuto con ciò, mezz'ora dopo il mezzodì la prima parte del giudizio Quindi il vicepresidente invita il consultore legale a formolare le definiti­ per tutti tre i sopra nominati professori, il consultore legale si ritira; ed il ve conclusioni al suo atto d'accusa contro il prof. Ceneri, del quale ha udito Consiglio, prima di sospendere la seduta, delibera di aversi a riunire nuova­ a leggere le difese. mente alle ore due pomeridiane di questo stesso giorno, per dar principio Ed il consultore legale richiede doversi «il cav. prof. Ceneri dichiarare alle discussioni convenienti, e che a queste discussioni si proceda col se­ convinto del primo, secondo, terzo e sesto capo d'accusa, e doversi punire guente ordine, prima pel Ceneri, poi pel Carducci, e infine per Piazza. con la sospensione dalla cattedra per un anno». Prese queste deliberazioni, l'adunanza è sciolta. Finita con ciò la prima parte del procedimento a riguardo del Ceneri, il Firenze l giugno 1868. vicepresidente ne sospende pel momento il seguito, per passare al giudizio Il segretario vicepresidente contro il prof. Carducci. 11 C[esare] Volpicella arlo] Matteucci A mezzodì si ritirano i delegati della facoltà di leggi e sono introdotti q nella sala i professori, cav. Giovanni Battista Gandino e Francesco Fiorenti­ no, delegati della Facoltà di filosofia e lettere dell'Università di Bologna per assistere e prendere parte al giudizio iniziato contro il professore ordinario Continuazione della tornata straordinaria del dì 8 aprile 1868: tenuta per di letteratura italiana cav. Giosuè Carducci. dar giudizio sulle accuse mosse contro il prof. cav. Giuseppe Ceneri. Appena questi delegati hanno occupati i posti loro assegnati, il vicepresi­ dente, fatta leggere la lettera dell'accusato con cui il medesimo, valendosi La tornata è di nuovo riunita alle ore due pomeridiane. Sono presenti tutti i membri del Consiglio superiore sopra nominati e i delegati della Fa- della libertà accordatagli dalla legge d'inviare in iscritto le proprie difese in­ 2, vece che di venirle a sostenere a voce, trasmette alcune note di risposta ai

Carducci aveva fatto parte con Ceneri e Piazza della Commissione provvisoria dell'Unio­ 1 ne democratica a Bologna, nell'aprile 1867. 1 Il Congresso ebbe luogo nel settembre 1867. 2 Vedi nota 1ap. 210.

--- Sezione II-L'attività disciplinare 219 218 Fonti per la storia della scuola

delegati essere stato già discusso nel Consiglio se poteva o no farsi precede­ coltà di leggi dell'Università di Bologna, professori Giani e Regnoli. La di­ re la sentenza da alcuni considerando o motivi, ed essere stato deciso di no scussione si apre sui vari capi d'accusa. a maggioranza di voti. I delegati Giani e Regnoli dichiarano che essi credono avere ricevuto dal­ Si comincia quindi la discussione sulle accuse, e prima sul fatto del ban­ la facoltà un mandato determinato e limitato al solo fatto del banchetto e chetto, dando via via lettura di vari documenti. dell'indirizzo a Mazzini, su cui il decreto di sospensione è, secondo essi, uni­ Uno dei delegati dice non esservi legge che determini gli obblighi del camente fondato. Non credono di dover entrare a discutere altri fatti, non professore fuori dell'università. Ma il vicepresidente, il relatore ed altri con­ avendo prima saputo che questi formavano parte dell'accusa a carico del siglierigli notano che ora si tratta di determinare solo il fatto del banchetto. professar Ceneri, e non credono neppure che il Consiglio sia chiamato a di­ I delegati dicono allora di credere che il ministro abbia operato fondan­ scuterli. In ogni caso dichiarano che, avendo accettato un mandato determi­ dosi opra un fatto riferito solo da un giornale che è scritto da giovani ine­ nato non sono disposti ora ad accettarne un altro. Si appoggiano anche alle � sperti. I banchetti tenuti il 9 febbraio hanno l ogo ogni anno in Romagna dichiarazioni fatte dal ministro alla Camera � 1. per celebrare la decadenza del poter temporale, e la resistenza fatta dai Ro­ Il vicepresidente, il relatore, ed altri consiglieri fanno notare che le di­ ma� contro lo straniero. La repubblica fu proclamata allora perché, caccia­ chiarazioni del ministro alla Camera non possono essere citate in questa oc­ to il papa, non restava alcun governo, e non v'era né ragione né modo di casione, e che il decreto di sospensione non si fonda sul solo fatto del ban­ creare un altro principe. Lo stesso si fece a Venezia, cacciati gli stranieri. chetto e dell'indirizzo; ma sull'art. 107 della legge 13 novembre 1859, e L'indirizz fu firmato prima dai signori generale Galletti, Caldesi e Filopanti, quindi su tutti i fatti noti a cui la legge può riferirsi. Essa determina quali so­ � secondo l articolo_ stesso del citato giornale, che neppure parla della firma no le attribuzioni e i doveri dei delegati, i quali non vengono in virtù di un dei professori Ceneri, Carducci e Piazza. mandato speciale, ma sono inviati dalla facoltà, secondo la legge, la quale dà Il decreto del ministro dice di avere proceduto secondo l'avviso del loro in questa tornata e per questo affare, i diritti e i doveri di consiglieri. Consiglio superiore, il quale, però, ha detto, siccome si legge nel processo Non sono né difensori né mandatari, ma membri del Consiglio, il quale non verbale: Ve rificati i fa tti e la gravità attribuita ad essi. Questa lodevole è un tribunale ordinario; ma un consesso che giudica in questo momento la prudenza del Consiglio non è stata imitata dal ministro, che altrimenti condotta dei professori secondo norme determinate da una legge speciale. avrebbe visto che questa gravità mancava, e che i fatti non erano nella più I due delegati, pure insistendo nel loro avviso, accettano il mandato, sot­ gran parte né provati né veri. La lettera del prefetto che trovasi fra i vari toponendosi a questa che essi non credono chiara interpretazione della leg­ 1 documenti e di cui il relatore ha dato lettura parla di notizie verbali ricevute ge. Trovano ancora a ridire sulla procedura stabilita dal Consiglio, e vorreb­ da un tale; e lo stesso prefetto dice che crede di sapere presso a poco il te­ bero che il giudizio fosse pubblico. Uno dei delegati più specialmente insiste nore dell'indirizzo. Su ciò non si può fondare una condanna. su questa pubblicità che egli dice voluta dalle norme dell'odierno progresso Alcuni consiglieri però leggono il decreto, dal quale apparisce che il mi­ legislativo. st o non si è fondato solo sul giornale «L'amico del popolo», né sopra dei Alcuni consiglieri rispondono che il segreto voluto dalle norme di proce­ � � s1 d1ce; ma ha avute altre informazioni, e da più parti. A Bologna vi è stata dura si riferisce al tempo in cui pende il processo. Del resto il giudizio deve anche un'inchiesta ordinata dal Consiglio e fatta da tre suoi membri 2• mi­ essere a scrutinio segreto . Vari consiglieri avrebbero desiderato un voto pa­ nistro ha avuta la relazione d'inchiesta e quelle delle autorità locali. I fatti lese; ma la legge vi si oppone. La pubblicità di tutto il processo non è cosa noti sono molti, e i mezzi con cui furono verificati e provati furono anch'es­ che possa ora decidersi dal Consiglio, ma dipende, secondo i regolamenti, si molti e molto ponderati. I documenti relativi all'accusa sono tutti sul ta- da una deliberazione da prendersi più tardi. I delegati desiderano che nei motivi della sentenza sia fatto cenno che essi ritengono sempre d'aver ricevuto un mandato speciale dalla facoltà, e prefetto di Bologna Giuseppe Cornero il 18 marzo 1868 comunicava il testo dell'indi­ 1 Il che il Consiglio non dovesse esaminare altri fatti oltre quelli del banchetto e riz�o, grazie alla testimonianza di una «persona sicura che era presente al banchetto »; esso così dell'indirizzo, e che hanno accettato gli obblighi imposti loro dalla legge, reCitava: «Oggi 9 febbrajo alcuni patriotti riuniti a fraternevole banchetto si ricordano a voi in tal giorno appunto che rammemora tm'epoca felice, quella della nostra Romana repubblica e sebbene non li avessero prima conosciuti, né ora fossero del tutto persuasi. fanno aspirazioni perché ritorni al più presto nuova repubblica italiana che Voi apostolo dell'i­ Questa quistione è rimessa alla fine del giudizio, non senza dichiarare ai dea propugnate »: ACS, MPI, CSPI (1 848-1903), b. 46, fase. 47. n 2 La commissione d'inchiesta era composta dei consiglieri Matteucci , Amari Brioschi Villa- ' ' ri: MPI, CSPI, Processi verbali, 1867-1868, I, adunanza del 3 dicembre 1 867. 1 AP, Camera dei deputati, legislazione X, I sessione (1867 - 1869), Discussioni, V, tornata La commissione presentò i suoi lavori al Consiglio superiore che li prese in esame nell'adunan­ del 25 marzo 1868, pp. 5180-5 181, tornata del 17 aprile 1868, pp. 5527-5528, tornata 27 apri­ za del 5 marzo 1868. le 1868, pp. 5615-5620. 220 Fontiper la storia della scuola Sezione II- L'attività disciplinm·e 221

volo del Consiglio superiore, che li ha già esaminati e li ha messi a disposi­ Il prof. Ceneri dunque, ripiglia un altro consigliere, ha tenuto un lin­ zione dei delegati. lvi si possono vedere quali e quanto gravi siena le accuse guaggio che per essere simile a quello tenuto da Mazzini si presta alle mede­ e le prove. sime interpretazioni, ed è stato nello stesso modo interpretato, e quest'in­ Rispondono di nuovo i delegati che i fatti su cui si fonda un'accusa e una terpretazione non è stata smentita. Ma tale linguaggio, quando veramente condanna non si presumono; si provano legalmente. Il prefetto dice presso non fosse incriminabile innanzi ai tribunali ordinari, sarebbe pure soggetto a poco quale era, secondo lui, l'indirizzo. Colui, che ha riferito al prefetto ad una grave disapprovazione del Consiglio, perché dovrebbe avere un ef­ ciò che dice essere avvenuto nel banchetto, era uno che denunziava fatti fetto funesto sulla gioventù e sulla disciplina universitaria. Il silenzio del­ privati, e non meritava perciò fiducia né stima alcuna. Le sue parole non so­ l'imputati aggrava la loro posizione rispetto al governo. E ciò senza tener no autorevoli né costituiscono prove di sorta. conto di fatti assai gravi che dalla lettura dei documenti risultano circa il ca­ Si risponde che il banchetto non fu un fatto privato, ma un fatto noto­ rattere dell'associazione che il prof. Ceneri dirige e a cui gli altri due colle­ rio: che, trattandosi d'un atto contrario ai principii fondamentali dello Sta­ ghi pigliano parte. to, chi lo riferiva poteva ben essere un amico del presente ordine di cose, Un delegato ripete che «

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Si pongono quindi ai voti i seguenti quesiti: Firenze l giugno 1868. o. Crede il Consiglio che i passi del discorso del prof. Ceneri al con­ 4 Il segretario Il vicepresidente gresso tenuto a Ginevra, quali furono letti al Consiglio, significhino princi­ C[esare] Volpicella C[arlo] Matteucci pii e dottrine direttamente avverse alla monarchia costituzionale? Votanti, sedici (due astenuti): affermativi, sei; pel no, dieci. Respinto. 5o. Crede il Consiglio che il prof. Ceneri abbia preso parte principale ed Continuazione della tornata straordinaria del dì 8 aprile 1868, tenuta per efficace nella società dell'Unione democratica di Bologna? dar giudizio sulle accuse contro il prof. cav. Giosuè Carducci 1• Votanti, sedici (due astenuti): affermativi, quindici; pel no, uno. Appro­ vato. Il Consiglio superiore si riunisce nuovamente il mattino del 9 aprile 6. Crede il Consiglio che il prof. Ceneri per la sua condotta, quale risul­ 1868, alle ore 10 e minuti 20. Sono presenti tutti i consiglieri sopra menzionati e i professori Fioren­ ta dai fatti sopra esaminati, abbia mancato a' suoi doveri di pubblico ufficia­ 2, le e d'insegnante? tino e Gandino, delegati dalla Facoltà di lettere di Bologna. Votanti, sedici (due astenuti): affermativi, quindici; pel no, uno. Appro­ Si comincia col mettere ai voti il primo quesito, sul quale non cade di­ vato. scussione, che è il seguente: 7 o. Crede il Consiglio che i mancamenti di cui sopra possano essere l o. Crede il Consiglio superiore provato il fatto asserito nel giornale compresi fra quelli di cui si parla nell'art. 106 della legge 13 novembre «L'amico del popolo», che cioè il prof. Carducci abbia firmato l'indirizzo a 1859? Mazzini e a Garibaldi? Votanti, diciotto: affermativi, quattordici; pel no, quattro. Approvato . Votanti, diciotto: affermativi, diciotto. Approvato. Si viene quindi a formulare la proposta per la pena da applicare al prof. Uno dei delegati fa osservare che il professore Carducci aveva fatto pub­ Ceneri, secondo l'art. 106 della legge. blicare una lettera ne «L'amico del popolo», in cui determinava il valore che Uno dei delegati propone che sia messa ai voti la semplice ammonizione. voleva dare al banchetto e all'indirizzo. Dopo breve discussione si pone ai voti l'ottavo quesito, cioè: Il relatore legge la lettera, che però è scritta dopo il decreto di sospen­ 8 o. Crede il Consiglio che sia pena sufficiente la ammonizione? sione. In essa il prof. Carducci aderisce a quella già pubblicata dal Ceneri e Votanti, diciotto: affermativi, tre; pel no, quindici. Respinto. indirizzata al reggente dell'università di Bologna. Allora si viene a discutere sopra una pena maggiore. Dopo varie altre Si pone ai voti il secondo quesito. proposte, uno dei consiglieri sostiene una sospensione di soli quattro mesi, 2 o. Crede il Consiglio superiore che quell'indirizzo sia in termini identi­ dicendo che non importa dare una pena grave, ma importa invece stabilire ci a quelli citati in una comunicazione fatta al Consiglio e che fa parte del che la condotta dei professori era condannabile, ed essere poi uniti nell'ap­ procedimento? plicazione della pena. È quindi messo ai voti il quesito nono. Votanti diciassette (uno astenuto): voti pel no, diciassette. Respinto. 9o. Crede il Consiglio che la pena debba essere di quattro mesi di so- · Si procede alla discussione del terzo quesito. I delegati affermano non spensione, a datare dal 19 marzo di quest'anno? esservi nell'indirizzo neppure una volta la parola repubblica. Essi sono in Votanti, diciotto: affermativi, undici; pel no, sette. Approvato. grado di farne conoscere al Consiglio il contenuto esatto, e danno intorno al Dopo di ciò resta approvato dal Consiglio che si debba proporre al mini­ medesimo notizie precise. Dopo di che si viene alla votazione dei seguenti stro che al prof. Ceneri venga inflitta, secondo l'art. 106 della legge 13 no­ quesiti: vembre 1859, una sospensione di quattro mesi, a datare dal dì 19 marzo di 3 o. Crede il Consiglio che quell'indirizzo sia in termini equivalenti a questo anno. quelli della comunicazione citata nella questione seconda? I delegati ritornano sulla domanda già fatta, che la sentenza debba essere Votanti, diciassette (uno astenuto): affermativi, quattordici; pel no, tre. motivata, e nei motivi espresso anche il parere da essi manifestato intorno al Approvato. carattere del loro mandato circa i fatti relativi a questo giudizio non accen­ 4 o . Crede il Consiglio che il prof. Carducci abbia presa una parte note­ nati nel decreto. vole nella società dell'Unione democratica di Bologna? Questa quistione è rimessa alla tornata di domani. Su questo quarto quesito si discute in vario senso, notando alcuni come Terminata alle ore 6 pomeridiane questa discussione, è stato chiamato nella sala il segretario del Consiglio per sottoscrivere l'atto della votazione, Già pubblicato in G. PETROCCHI, Carducci alla sbarra . . . cit., pp. 148-150. e si è sciolta l'adunanza. 1 2 Vedi nota 1ap. 210.

---· t 224 Fontiper la storia della scuola Sezione II - L 'attività disciplinare 225 il Carducci fosse stato piuttosto trascinato da amici e compagni, e non aves­ Si propone da alcuni la pena di tre mesi di sospensione, a decorrere dal se avuto una vera iniziativa. Non potersi negare che la parte da lui presa era 19 marzo ultimo, ma uno dei delegati prega il Consiglio di diminuire una tal notoria, ma notevole non fu,se con ciò si vuoi dire efficace. È quindi deciso pena, perché il Carducci veramente non è andato al banchetto credendo di di votare prima sul quesito come è sopra espresso, e poi mutare la parola mancare alla promessa fatta, e perché una tal pena sarebbe a lui gravissima notevole in effi cace, e votare di nuovo, dividendo il quesito in due. Messa ai per ogni riguardo. Uno dei consiglieri propone allora due mesi solamente; ma ad alcuni par voti la prima redazione del quesito risulta: _ poco, ad altri sembra che ciò sia un tenersi solo alla sospensione già data dal Votanti, diciotto: affermativi, nove; pel no, nove. Respinto. ministro, e quasi un sembrare di voler assolvere il Carducci, dopo aver vota­ Allora si pone ai voti l'altro quesito. to che aveva mancato alla promessa. 5o. Crede il Consiglio che il prof. Carducci abbia presa una parte effica- Si propongono finalmente due mesi e quindici giorni, cioè: ce nella società dell'Unione democratica di Bologna? 9 o . Crede il Consiglio che sia pena sufficiente due mesi e mezzo di so­ Votanti, diciotto: affermativi, cinque; pel no, tredici. Respinto . spensione, a datare dal giorno 19 marzo 1868? Si procede al sesto quesito. Votanti, diciotto: affermativi, quattordici; pel no, quattro. Approvato. 6 o . Crede il Consiglio che il prof. Carducci abbia mancato alla promessa Terminata al mezzodì questa votazione, è stato chiamato nella sala il se­ data all'autorità scolastica superiore con sua lettera del 30 novembre 1867 gretario del Consiglio per sottoscrivere l'atto della votazione, e si è sciolta di volersi raccogliere interamente ne' suoi studi? l'adunanza. Il relatore legge la lettera con cui il Carducci fa la promessa al Ministero, Firenze l giugno 1868. e la lettera dal Carducci stesso diretta al Consiglio. In questa egli dice che il banchetto era un fatto privato, ed assistendovi non ha creduto mancare alla Il segretario Il vicepresidente promessa data. C[esare] Volpicella C[ arlo] Matteucci Uno dei consiglieri desidera una diversa redazione del quesito. A lui sembra che la promessa di mutar vita è qualche volta in parte almeno indi­ Continuazione della tornata straordinaria dei dì 8 aprile 1868, tenuta per pendente dalla volontà di chi promette, e non si può credere che vi sia dav­ dare giudizio sulle accuse mosse contro ilprof. dott. Pietro Piazza. vero volontario mancamento di fede, specialmente quando si sa che il Car­ ducci era andato al banchetto, senza neppur sapere precisamente quale ne Il Consiglio è di nuovo adunato alle ore l pomeridiane del 9 aprile \ fosse il carattere, e quale il numero dei convitati. Egli per ciò non vorrebbe 1868. Sono presenti tutti i consiglieri sopra nominati e i professori Selmi e che si ponesse un quesito formolato in :modo da poter portare una condan­ Basi delegati della Facoltà di scienze naturali in Bologna. na sul carattere stesso di un professore. Si pone ai voti il primo quesito, cioè: Uno dei delegati soggiunge, appoggiando le parole del preopinante, che l o. Crede il Consiglio superiore che il prof. Piazza abbia firmato l'indi- il Carducci fu invitato mentre studiava, e non sapeva quale fosse il vero ca­ rizzo a Mazzini? rattere del banchetto. I delegati notano che l'indirizzo non era contrario allo Statuto. Il quesito non astante fu messo ai voti nella forma precedente, perché si Votanti, diciotto: affermativi, diciotto. Approvato. risponde da alcuni che mancare su una promessa non è lo stesso che manca­ Si pone ai voti il secondo quesito. re alla parola data. 2 o . Crede il Consiglio superiore che l'indirizzo sia in termini identici a t Votanti, diciassette (uno astenuto): affermativi, quindici; pel no, due. quelli riferiti dal relatore citando il documento comunicato al Consiglio? Approvato. Un delegato nota che l'indirizzo aveva un valore storico e non contene­ Si procede alla votazione degli altri quesiti: va affermazione né aspirazione alla repubblica. Il prof. Piazza quando fu 7 o. Crede il Consiglio che ilpro f. Carducci per la sua condotta, come ri­ chiamato al banchetto aveva già promesso di andare ad un altro ritrovo con sulta dai fatti sopra esaminati, abbia mancato ai suoi doveri di pubblico uffi­ la famiglia, e fu chiamato ad ora tarda e in fretta. Andò verso l'ultimo del ciale e d'insegnante? banchetto; fu dolentissimo quando i giornali ne parlarono, e ne fece rimpro­ Votanti, diciotto: affermativi sedici; pel no, due. Approvato. vero all'editore. Non protestò sulle interpretazioni e i commenti fatti per 8 o . Crede il Consiglio che i mancamenti di cui sopra possano essere compresi in quelli di cui si parla all'art. 106 della legge 13 novembre 1859?

1 Vedi no.ta a 210. Votanti, diciotto: affermativi, sedici; pel no, due. Approvato. l p. Sezione L'attività disciplinare 226 Fonti per la storia della scuola II- 227 non dare pubblicità maggiore alla cosa. Affermò più volte agli amici che nel­ Votanti, diciassette (uno astenuto): affermativi, sedici; pel no, uno. Ap­ l'indirizzo non v'era nulla di repubblica. Lo ripeté a memoria agli amici per provato. sentire il loro parere, ed essi furono tranquilli nel sentirlo riferito da lui. Fu 7o. Crede il Consiglio che sia il caso di considerare come circostanze at­ ilventesimo nel firmarlo: non fu dei primi, come venne asserito. tenuanti le dichiarazioni fatte dal prof. Piazza nel suo interrogatorio? Si osserva che l'indirizzo andò in giro e che si firmò secondo si era sedu­ Votanti, diciotto: affermativi, tredici; pel no, cinque. Approvato. ti. Nel banchetto v'erano sessanta persone. Se il Piazza fu il ventesimo, non Dopo ciò si propone da alcuni la sospensione di due mesi e da altri di fu degli ultimi. In ogni caso, questo fatto non ha valore. Quanto poi al con­ due mesi e mezzo. Pure si vorrebbe dare al prof. Piazza una pena minore di tenuto dell'indirizzo, il Consiglio è stato abbastanza illuminato dalla lettura quella data al Carducci, il quale ha fatto una promessa non attenuta, mentre dei documenti e dalle più esatte e precise notizie già avute. il Piazza non aveva promesso, ed è poi venuto innanzi al Consiglio, ove ha Votanti, diciassette (uno si astiene): pel no, diciassette. Respinto. fatto esplicite dichiarazioni, dicendo che egli si tiene legato dal giuramento 3 o. Crede il Consiglio che quell'indirizzo sia in termini equivalenti a e dal carattere del suo ufficio, e ha formalmente dichiarato di sentirsi obbli­ quelli del documento citato nel quesito secondo? gato a non fare nulla contro lo Statuto e i principii fondamentali dello Stato. Votanti, diciassette (uno si astiene): affermativi, quindici; pel no, due. Alcuni consiglieri vorrebbero perciò una pena minore dei due mesi. Approvato. Sorge quindi la quistione se il Consiglio possa o no diminuire la pena già Prima di venire agli altd quesiti si discute intorno al valore delle afferma­ data col decreto 19 marzo. zioni fatte a voce dal prof. Piazza innanzi al Consiglio, alcune delle quali Un consigliere crede che si possa, perché, se il ministro ha dalla legge fa­ sembravano a qualche consigliere avere piuttosto aggravato la sua posizio­ coltà di sospendere per due mesi, ciò non toglie che il Consiglio esprima il ne. Altri osserva invece che il Piazza aveva detto d'aver preso parte all'Unio­ suo avviso, e lasci al ministro valersi, se vuole, della facoltà che gli dà la ne democratica come medico, e quindi ciò rendeva la cosa meno grave per legge. lui. Si oppone però che tutte le società democratiche s'occupano di scuole e Aggiungono altri, che il Consiglio non deve tenersi in questo vincolato beneficenza, perché così fanno tutte le associazioni politiche d'ogni colore, dal decreto già firmato; essere anzi bene che dimostri la sua autorità per e perché ciò è anche un mezzo di attirare più gente, e può, quando occorra, quanto la legge glielo consente. e servire a nascondere i proprii fini. Ma ciò non toglie ad esse il loro carattere Il relatore crede che il Consiglio debba giudicare anche sui due m si. Il particolare. Il Piazza d'altronde ha detto che fu presidente della società ministro deve, secondo la legge, portare l'affare innanzi al Consiglio, perché b quando essa pericolava, e la fece rivivere raccogliendo duecentocinquanta si esprima se vi sia luogo ad una pena qualunque, altrimenti si dovreb e am­ soci, come del resto apparisce dai documenti. mettere nel ministro la facoltà di sospendere di due mesi in due mesi ogni Si nota da un delegato che esso però fu presidente, quando la società professore. _ aveva un carattere diverso assai da quello che prese dopo. Questa discussione si prolunga, prendendovi parte vari consiglieri e si Si discute per ciò intorno al modo di formulare il quarto quesito . conclude che il Consiglio possa deliberare se vi sia luogo ad una pena qua­ lunque, e quindi di minuire, ove lo creda opportuno, la pena già inflitta col Alcuni vogliono chiedere se il Piazza ha preso una parte notevole nel­ _ l'andamento della società; altri dicono che fu notevole senza dubbio, ma bi­ decreto 19 marzo. sogna chiedere se l'ha presa nell'andamento politico presente, o solo nel Si pone ai voti la sospensione di un mese e quindici giorni, cioè: primo che fu assai diverso. 8 o . Crede il Consiglio che si debba applicare al prof. Piazza la pena della Vengono quindi formulati e votati i seguenti quesiti: sospensione di un mese e mezzo, a datare dal giorno 19 marzo 1868? 4 o. Crede il Consiglio che il pro f. Piazza abbia presa una parte notevole Votanti, diciotto: affermativi, dodici; pel no, sei. Approvato. nell'andamento politico della società dell'Unione democratica di Bologna? Si ritirano i delegati e si discute dal Consiglio sul modo in cui debba pro­ Votanti, diciotto: affermativi, tre; pel no, quindici. Respinto. cedersi nel deliberare intorno al modo di pubblicare la sentenza. 5o. Crede il Consiglio che il prof. Piazza, per la sua condotta, come ap ­ Alcuni dicono che bisogna introdurre nel Consiglio tutti i delegati, per­ parisce dai fatti sopra nominati, abbia mancato ai suoi doveri di pubblico uf­ ché è cosa che riguarda tutti gl'imputati. Altri non vorrebbero alcuno dei ficiale e come insegnante? delegati, perché è cosa che spetta al solo Consiglio. Pure, essendosi già inyi­ Votanti, diciotto: affermativi, quindici; pel no, tre. Approvato. tati i professori Regnoli e Giani, si crede doverli chiamare, e vengono di nuovo Consiglio alle ore 3 pomeridiane. 6 o . Crede il Consiglio che i mancamenti accennati di sopra possano rite­ in nersi fra quelli compresi nell'art. 106 della legge 13 novembre 1859? Uno dei delegati propone che la sentenza sia motivata, come si fa da tutti

t Sezione II - L'attività disciplinare 228 Fonti per la storia della scuola 229

giudizio pronunziato dal Consiglio superiore costituito coi delegati delle fa­ i tribunali. L'aspettazione è grande, egli dice; si tratta dell'indipendenza del coltà rispettive com'è prescritto dall'art. 107 della legge 13 novembre 1859, corpo insegnante: è utile, è necessario, egli crede, dichiarare e formolare il cioè le quistioni poste in ognuno dei tre giudizi e i risultati de' scruttini cor­ principio che si vuole sanzionare. Una motivazione toglierebbe ogni dubbio. rispondenti, ognuno dei quali vuol'essere interpretato come affermativo o Domanda pure che s'indichi come la sentenza fu presa, a maggioranza e non contrario secondo la maggioranza dei voti. ad unanimità. Se poi il Consiglio non volesse in alcun modo motivare la sen­ tenza, potrebbe accompagnarla con una relazione o una lettera del vicepre­ Lo scrivente crede opportuno avvertire che alcuno de' consiglieri aven­ sidente, colla quale si potrebbero esprimere i principii che hanno informato do sollevato preliminarmente il dubbio se il giudizio doveva estendersi oltre il giudizio. il fatto di cui si parla nel decreto del 19 marzo, il Consiglio ha deliberato Su questo argomento le opinioni sono molto diverse. Sembra ad alcuno che il giudizio stesso dovesse avere tutta l'estensione voluta dagli artt. 105, impossibile motivare una sentenza data ·a scrutinio segreto; altri credono il 106, 107, e 108 della legge suddetta, i quali stabiliscono le facoltà giudicanti giudizio già finito e ogni discussione fuori di luogo. Alcuni desiderano una del Consiglio, e ne determinano le forme e i confini». relazione che accompagni la sentenza. E anche i delegati esprimono questo Egli poi aggiunge che stima conveniente non aversi a formolare una mo­ desiderio. tivazione del dato giudizio, poiché non è possibile di motivare un giudizio Uno dei consiglieri crede utile la relazione per determinare gli obblighi reso per isquittinio segreto; e crede miglior consiglio all'esposizione dei mo­ del professore fuori dell'università, e dichiarare se esso è sottoposto al solo tivi che hanno deciso il Consiglio, sostituire una relazione o aggiungere diritto comune, o se egli è vincolato da altri obblighi, e quali, anche fuori. qualche periodo alla lettera già mandata in cui siena esposti i principi che Questa è una quistione che il Consiglio potrebbe autorevolmente decidere, hanno regolato il Consiglio nell'adempimento del gravissimo ed alto ufficio ed è bene che decida. Finora si è proceduto nel giudizio con alcuni principii di giudicare i membri del corpo accademico, impostogli dalla legge. Nella che però, o non sono stati formulati o non furono formulati esplicitamente, quale relazione dovrebbesi in ispecialità solennemente dichiarare che il Con­ sebbene fossero sempre sottintesi. siglio ha riconosciuto come suo precipuo dovere il curare che sia mantenuto Si risponde da altri che la quistione della libertà d'insegnamento non è intero il principio di libertà nell'insegnamento e non offesa la tutela e la di­ neppur venuta in discussione, anzi non si è discussa alcuna quistione d'inse­ gnità del corpo insegnante, lasciando che il risultato numerico dei voti di­ gnamento. Una discussione di principii è ora inopportuna. E, l'ora essendo mostrasse chiaramente quale sia stato l'avviso del Consiglio sul fatto parti­ tarda, è chiamato nella sala il segretario del Consiglio perché sottoscriva colare sottomesso al suo giudizio. l'atto della votazione avvenuta; dopo di che il vicepresidente scioglie l'adu­ In fine esprime l'avviso che tale relazione debba accompagnare i proces­ nanza, alle ore quattro pomeridiane. si verbali delle relative tornate, della cui redazione è incaricato il consiglier Firenze l giugno 1868. Villari, il quale anche potrebbe dettare la relazione. Il segretario Il vicepresidente Questa proposta del vicepresidente è accolta con favore, se non che al­ C[esare] Volpicella q arlo] Matteucci cuni consiglieri osservano che la esposizione dei principi generali, che il consesso ha tenuto presenti nel dar esecuzione al giudizio commessogli, sa­ rebbe fatta nota al ministro ed al pubblico molto tempo dopo che è stato co­ Adunanza del aprile 1868 1 lO nosciuto il risultato del giudizio stesso, qualora si volesse attendere la riu­ MPI, CSPI, Processi verbali, 1867-1868, vol. I, 1075-1079, ms. con firma autografa. nione del consesso nel venturo mese, allorché potranno que' processi ver­ p. bali e la relazione essere letti ed approvati. Importante sarebbe che tale [ ...] Quindi il signor vicepresidente fa noto al consesso che ieri sera, ap­ esposizione avesse accompagnato i resoconti del procedimento, onde nel pena sciolto il Consiglio, inviava al ministro il risultato dei tre giudizi com­ momento stesso che si conosca l'esito del giudizio si sappia il principio fon­ piti intorno ai mancamenti addebitati ai professori Ceneri, Carducci e Piaz­ damentale su cui il medesimo è stato pronunziato, anche perché questo za, accompagnando i corrispondenti resoconti delle prese deliberazioni con principio venga sanzionato come norma stabile della giurisprudenza del una semplice lettera di trasmissione del tenore seguente: Consesso". «

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Alllll l l l l I I 230 Fonti per la storia della scuola Sezione II - L'attività disciplinare 231

Approvata questa proposta si leggono diversi disegni di tale aggiunta far­ si impuniti acciò non servino di triste esempio alla scolaresca delle altre uni­ molati da vari consiglieri, e, quindi discussili, si viene in accordo di doversi versità, e vorrebbe che prendendo da ciò argomento si stabilissero norme inserire in fine della nota sopradetta i seguenti due paragrafi: generali di condotta anche per l'avvenire sui provvedimenti disciplinari da «

Angelo Bargoni. Michele Coppino. 3 1 3 232 Fonti per la storia della scuola Sezione II - L 'attività disciplinare 233

denza del tempo che si è ritardato a cominciarlo. Egli trova che non sarebbe solo Consiglio accademico per rispetto a quel corpo e perché riesca meno in tal caso un castigo il lasciare ora senza lezione i giovani, sibbene sarebbe rigorosa e quasi paterna. V'è chi la vorrebbe eseguita da commissari inviati un danno alla loro istruzione con diminuire i giorni stabiliti per dare conve­ dall'autorità superiore, poiché affidandola all'autorità locale verrebbe a si­ niente svolgimento ai diversi corsi. gnificare essere stato, nel fatto che si ricerca, già pronunziato un giudizio fa­ Il signor ministro risponde al preopinante, che dopo fatti sì gravi si ren­ vorevole sulla condotta dei professori, mentre se la commissione è ministe­ de necessario di constatare le cose pria di riaprire l'università, segnatamente riale può prendere ad esame anche i professori stessi i quali potrebbero esse­ se si ha speranza di conoscere alcuno dei promotori di quegli scandali. A re stati oscitanti nel non prevenire lo scandalo. V'è finalmente chi la vorreb­ questi, ove si scovrisse, egli ha in animo non solo di far perdere l'anno, ma be affidata a qualche ufficiale del Ministero meglio che ai membri del Consi­ di ordinare ancora la espulsione di lui da tutte le università. glio superiore, trattandosi di cose riguardanti l'amministrazione cui incom­ Dal consigliere Prati si stima conveniente di far avvertire che quantun­ be il mantenimento della disciplina, e non l'insegnamento cui questo con­ que egli in simili occasioni non proporrebbe certo misure miti, evvi nel fat­ sesso deve provvedere. to di cui si discorre una considerazione politica da tener presente, per la A conciliare i diversi pareri, non offendere il decoro del corpo accademi­ quale forse potrebbe essere prudente di regolarsi con maggiore mitezza. Pa­ co con sottometterlo all'ispezione di un semplice funzionario amministrativo re a lui che lo usare molto rigore per la prima volta in Torino, mentre negli e con escluderlo dal prendere parte alle operazioni della inchiesta, dare alla ultimi fatti avvenuti in Napoli si è usata indulgenza 1, potrebbe quantunque stessa una solennità assai vantaggiosa per l'effetto morale, e non recedere dal­ non leggera differenza si scorgesse nei due scandali e per le grida emesse le disposizioni già partecipate per telegramma dello invio di una commissione nell'uno o nell'altro e per il momento in cui ebbero .effetto esacerbare viep­ scelta nel seno del Consiglio, si propone che si proceda alla inchiesta per più gli animi delle provincie piemontesi ed impedire la conciliazione che si mezzo del Collegio accademico assistito da due membri questo consesso. desidera far esistere tra le diverse regioni costituiscono il regno d'Italia. Approvato questo temperamento si diviene alla scelta dei due delegati A ciò risponde il ministro che essendo principio dell'anno scolastico, e mercè votazione segreta per mezzo di schede, il cui squittinio dà il seguente l'università di Torino unico luogo ove siano avvenuti gli scandali, non può risultato. stabilirsi alcun confronto da portare conseguenze di rivalità localie che d'al­ Betti voti 9 tra parte alla considerazione politica accennata dal consigliere Prati si avrà a Bertoldi voti 5 por mente dopo appurati i fatti per mezzo dell'inchiesta, allorché dovranno Tenca voti 4 adottarsi provvedimenti definitivi. C arcano voti 3 Anche il vicepresidente è di parere di non recedere dalle disposizioni da­ Messedaglia voti l te, poiché se i trascorsi nella Università di Napoli potevano scusarsi come M ami ani voti l un primo atto irregolare, ora che si tratta di rinnovazione di scandali si ren­ Aleardi di voti l dono necessarie misure di disciplina più gravi. Restano quindi eletti i consiglieri Betti e Bertoldi, ai quali il signor mini­ Dopo di che rimane assodato doversi mantenere la chiusura delle scuole stro consegna le carte riflettenti i disordini avvenuti nella università di Tori­ universitarie di Torino fino a tutto il mese di novembre, e si passa a discor­ no, e quindi si ritira dalla sala del Consiglio. rere della inchiesta. [ ...] Indi si scioglie l'adunanza alle ore l pomeridiane. Varie sono le opinioni intorno alla utilità dell'inchiesta e al modo di ese­ Firenze 21 novembre 1869 guirla. La poca speranza di utile risultato che sogliono dare le inchieste fa Il segretario Il vicepresidente proporre al consigliere Brioschi di non farla fare e d'incaricare invece il C[esare] Volpicella Terenzio Mamiani Consiglio accademico a provvedere esso a quanto occorra ingiungendogli di dichiarare che riaperta la università, verrebbe poi immediatamente richiusa per tutto l'anno, ove nuovi disordini si verificassero. Adunanza del l o dicembre 1869 1 Altri consiglieri sostengon,o la convenienza di farsi l'inchiesta, ma dissen­ tono nel modo come debba essere eseguita. V'è chi la vorrebbe affidata al MPI, CSPI, Processi verbali, 1869, vol. II, 3106-3 110; 3113; 3117-3 157, ms. con pp. firma autografa. t

Sono presenti il vicepresidente Mamiani, e i consiglieri Bufalini, Bertoldi, Betti, Brioschi, 1 Si riferisce ai disordini studenteschi avvenuti l'anno precedente nell'Università di Napoli. Prati, Aleardi, Cipriani, Duprè, Messedaglia, Tenca, Giorgini, Felici. 1

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•n &IIIIIIIIl l l I I 234 Fonti per la storia della scuola Sezione II- L 'attivitàdisci plinare 235

[ ...] In seguito il consigliere Bertoldi si fa a riferire intorno all'esito del­ sione senza pregiudizio delle considerazioni che si riferiscono agli altri par­ l'inchiesta eseguita in Torino per mandato di questo consesso dal Consiglio ticolari del rapporto, e viene all'unanimità approvata. accademico di quella università con l'assistenza di lui e del consiglier Betti, Rispetto alla seconda si considera che in tre gruppi possono distinguersi a ciò specialmente delegati nella tornata del 20 dello scorso novembre. Egli le ragioni della poca disciplina che si verifica negli ordinamenti scolastici. dice che mentre si temeva qualche movimento nella scolaresca piemontese La non esatta esecuzione dei regolamenti, la mancanza di alcune apposite di­ in occasione degli esami per la licenza liceale, le cose passarono quietamen­ sposizioni regolamentari, e la esistenza della classe degli uditori. Cose tutte te, onde non si aveva niuna prevenzione del fatto che poi ebbe luogo nella importantissime da prendere in accurato esame per progettare opportuni ri­ solenne apertura della università, il quale fu occasionato improvvisamente medi, ma non sì urgenti da dover essere risoluti in sul momento senza pro­ per la notizia giunta la mattina stessa della decisione del processo Lobbia 1. cedere ad uno studio preliminare. Però si commette ai due consiglieri Ber­ Che quantunque sia stato uno scandalo cagionato da ragioni politiche, e toldi e Betti di discutere insieme al consigliere Brioschi queste questioni, e da pochi studenti, pure non lascia di essere riprovevole e tale da non rima­ presentare nelle tornate del prossimo gennajo le analoghe proposte. nerlo incurato, per ricondurre fra i giovani la disciplina scolastica e l'amore Intorno ai temperamenti da adottare verso i promotori degli avvenuti allo studio. Che non si è potuto venire a capo di provare la colpabilità di al­ scandali si discute se convenga dare da ora un parere al Ministero, od atten­ cuno in maniera da esserne legalmente certi, sicché è stato forza contentarsi dere di esserne specialmente incaricati. E convenuto che sia di dovere il pre­ di assodare che tre giovani erano stati notati e riconosciuti fra i promotori sentare al ministro una proposta definita e non una questione a risolvere in dello scandalo . Un tal Appendini che varie volte espostosi all'esame di licen­ conseguenza della compiuta inchiesta, si decide che gli stessi tre nominati za liceale n'era stato sempre rimandato. Un Armissoglio da Torino studente del quarto anno di legge. Ed uno studente di matematiche Braggiani da Ales­ consiglieri nella terza tornata di questo mese facciano all'oggetto conve­ sandria. Riguardo al primo non appartenendo all'università non vi è certo niente rapporto. alcun provvedimento da prendere, e riguardo agli altri due la commissione Alla occasione di questa relazione il consigliere Prati domanda la parola d'inchiesta non credette suggerire nulla, contentandosi di riferirne i nomi per osservare che la commissione della inchiesta fatta a nome del Consiglio perché il Ministero vegga se sia da adottare qualche misura speciale nel loro superiore sia stata presieduta dal rettore della università. Egli trova che per interesse. Infine la commissione dopo aver accennato ad alcune idee intor­ mantenere nello alto grado che si merita l'autorità di questo supremo con­ no alle ragioni della rilasciatezza della disciplina tra la scolaresca, è venuta sesso, uno de' suoi membri deve sempre avere la presidenza delle commis­ nella conclusione di proporre che, nel riaprirsi la università, venga dichiara­ sioni incaricate di cose che concernino l'insegnamento e gl'istituti d'istru­ to che nel caso di nuovi disordini sarebbe poi richiusa definitivamente per zione superiore, e non mai contentarsi di unirsi alle stesse per prendere tutto il rimanente dell'anno scolastico con la perdita dell'anno stesso per gli semplicemente parte ai lavori delle medesime. Onde ad evitare che ciò mai studenti. Aggiunge il relatore che dovendosi per questa mane riaprire l'uni­ più accada propone stabilire con una solenne deliberazione la massima di versità il rettore ha già con suo ufficio informato il ministro della corrispon­ doversi sempre deferire la presidenza delle commissioni in cui il Consiglio dente risoluzione adottata dalla commissione, per potere a tempo dare gli superiore viene rappresentato ad un membro del medesimo. ordini opportuni. Dal consigliere Bertoldi gli si risponde che quantunque egli ed il consi­ Terminata questa esposizione, si dà lettura della corrispondente relazio­ gliere Betti fossero della stessa opinione del preopinante, non credettero nel ne e si apre la discussione in proposito. Si osserva che questa relazione fatto speciale far questione intorno a cui spettasse il presiedere la commis­ 2 contiene tre parti distinte, cioè quella che riflette la riapertura dell'universi­ sione in Torino per tre motivi; l'uno perché il voto del Consiglio superiore tà; l'altra che ha di mira gli ordinamenti scolastici per ravvivare la discipli­ stesso domandava l'incarico al Consiglio accademico della università assisti­ na; e l'ultima che riguarda gli studenti che sono stati designati come princi­ to da due suoi delegati; il secondo perché il rettore natural presidente del pali promotori del disordine. medesimo è pur membro di questo consesso; e l'ultimo che non sarebbe sta­ Quanto alla prima, come urgentissima, si pone a voti la relativa conclu- to prudente il dare troppo grave apparato alla delicata missione ricevuta, stante l'esaltazione degli animidegli studenti. Ma ad onta di queste osservazioni, e di quelle che fanno altri consiglieri, Cristiano Lobbia, deputato di sinistra, fu aggredito e ferito con tre pugnalate il 15 giugno 1 1868, in seguito al processo di diffamazione a carico del «Gazzettino rosa» intentato dal depu­ i quali, convenendo tutti nella necessità di far presiedere le commissioni dai tato di destra, Civinini, accusato dal giornale radicale milanese di essersi fatto corrompere dai membri del Consiglio superiore per rialzarne l'autorità, non trovano oppor­ banchieri interessati alla Regia cointeressata dei tabacchi. tuno il venire ad una apposita deliberazione di massima, potendosi anche a 2 Vedi allegato B, p. 236. ciò provvedere con indicare volta a volta chi si abbia ad essere presidente: il

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consigliere Prati insiste nella sua proposta, la quale messa a partito non ri­ Malgrado le accennate voci ogni timore di disordini era svanito perché sulta approvata. sostanzialmente il Ministero della pubblica istruzione aveva fatte concessio­ [ ...] Indi stabilita per domani la seconda tornata del mese, l'adunanza è ni agli studenti sul termine degli esami speciali e sul risultato degli esami li­ sciolta alle ore 3 pomeridiane. ceali, e perché non si aveva ragione di temere che tumultuassero pel motivo Firenze 2 dicembre 1869 della secretezza dei temi di laurea stabilito dal decreto sovra mentovato. Il martedì mattina 16 giorno appunto del riaprimento dell'ateneo la Il segretario Il vicepresidente «Gazzetta del popolo» la quale si distribuisce in Torino molto per tempo, C[esare] Volpicella 1 Terenzio Mamiani recò il telegramma che riferì la condanna del deputato Lobbia. Immantinente sotto i portici dell'università si affisse ad un pilastro ester­ no il seguente avviso: gli studenti debbono energicamente protestare con­ Allegato B tro la sentenza che condanna il Lobbia. E perciò (s ic) sono pregati di trovarsi questa sera al Palazzo di città. Alle ore 7 scritto a matita viva Garibaldi. Relazione della commzsstone d'inchiesta sui fa tti avvenuti nella Regia t Il portinajo dell'università Vigliacco Matteo depose che sebbene non università degli studii il 16 novembre 1869 destinato alla solenne inaugu- · sappia chi affisse quel biglietto pure è probabile che gli autori dell'affissione razione degli studi. siano alcuni lustrascarpe pagati poiché se ne fuggirono di là quando esso di­ staccò l'affisso: alle 7 del mattino quell'invito era già pubblicato: che tra Adunanza del dicembre 1869 l o coloro i quali si accostavano a leggerlo molti lo disapprovavano ma nessuno dava mano a levarlo di là. Per raggiungere lo scopo che S.E. il ministro di pubblica istruzione ed il Appena il rettore fu avvertito dell'esistenza del detto invito cioè alle die­ Consiglio superiore si sono prefissi costituendo in commissione d'inchiesta ci ordinò si dovesse levare; ed il medesimo portinajo Vigliacco Matteo de­ il Consiglio accademico assistito dai due membri del Consiglio superiore a pose che eseguì quest'ordine senza che alcuno tentasse di opporglisi. ciò delegati d'uopo è che in questa relazione preceda la narrazione dei fatti, Verso le l O si riunirono in numero considerevole gli studenti nel corti­ quali essi risultarono dalle varie relazioni e dai seguiti interrogatorii. le e sotto i portici interni dell'università e poco prima delle 11 si cominciò a Alcuni giorni prima del 16 corrente sorse qualche vago timore che la so­ cantare il miserere. Lo attestò il cav. Marsengo Giovanni economo della Re­ lenne inaugurazione degli studii potesse essere turbata per mali umori svi­ gia università il quale era collocato all'entrata riservata al corpo accademico luppatisi tra gli studenti a cagione l o. dell'insuccesso degli esami liceali 2 o. ed agli invitati per vegliaret al buon andamento della funzione. Queste sono del breve tempo stabilito per gli esami speciali da subirsi in novembre 3 o . le sue parole: si cantava proprio il miserere ed il cav. Cravosio L. Vittorio del disposto del reale decreto 5 settembre 1869 il quale prescrive che i te­ 1 segretario dell'università il quale si trovava col cav. Marsengo ma soprafatto mi per le dissertazioni in iscritto negli esami di laurea rimangano segreti. dalla folla irrompente disse pure che sentì salmodiare senza accennare spe­ Queste notizie pervennero al signor rettore ed anche al prof. Buniva in­ cialmente al canto del miserere. caricato di leggere l'orazione inaugurale e questi ne tenne parola al signor Dal loggiato superiore uscì il grido «abbasso il Ministero » non ripetuto rettore. nel cortile dovet frammezzo a molto strepito e schiamazzo si andarono ripe­ Inoltre il rettore seppe che qualche giorno prima alcuni studenti discor­ tendo le grida di «viva Lobbia abbasso la camorra». rendo dell'orazione inaugurale dissero: «il discorso inaugurale non è per an­ Qualche fischio accompagnava queste grida. co letto ... ». Approssimandosi il momento della funzione e continuando gli schiamaz­ E pendente la inchiesta per riscontri che la commissione cercò ed ebbe zi, le grida, e i fischi fu forzata la porta riservata all'entrata del Consiglio e dalla polizia municipale si seppe che nel caffè delle Arti riunite in Borgo degli invitati nel modo che emerge dalla deposizione del cav. Marsengo. nuovo dove usano convenire molti studenti si fosse presa qualche intelligen­ Questi (così depose) ajutato da alcuni impiegati e da alcuni studenti delle za per fare una dimostrazione, piuttosto però esclusiva in favore del Lobbia diverse facoltà dal signor rettore destinati a ricevere gli invitati procurò di e fuori del recinto dell'università. impedire l'entrata al pubblico per la porta or mentovata e coll'ajuto sudetto

1 R. d. n. 5266 che contiene alcune disposizioni concernenti i temi per le dissertazioni degli esami di laurea. 1 «Gazzetta del popolo », 16 nov. 1869. Sezione II- L 'attività disciplinare 239 238 Fonti per la storia della scuola

che scioglieva la seduta, ed il corpo accademico e gli invitati abbandonaro­ stette fermo sinché ha potuto. Ma la ressa si fece grandissima, e mentre un no la sala. individuo sventolava di tratto in tratto nel cortile la sua cravatta rossa attac­ Le grida che dominavano nella sala pendente il disordine erano queste: cata ad una mazza e attorno a lui si gridava «viva Lobbia, abbasso la camor­ «Viva Lobbia; abbasso la camorra: vogliamo i temi liberi - abbasso il regola­ ' ra» si forzò la porta, egli ed altri impiegati e studenti furono respinti nell'an­ mento Broglio \ abbasso la consorteria». cav. Marsengo come il Massaza golo dell'entrata e dietro la porta stessa. ed il bidello Garro ne sono espliciti nei loro detti a questo riguardo . Stando ancora sul limitare della sala il cav.Marsengo, un individuo dal La voce sparsa che si fosse gridato viva la repubblica è smentita dal det­ cortile gettò una mannata di pietruzze specialmente contro il detto cav. to unanime di tutti i testimoni. Marsengo, ma ciò non ebbe conseguenza perché fu colpito di fianco sul Dalle deposizioni dei testi ora citati confermate da quelle del cav. Cravo­ viso. sio e dal cav. Precerutti Vincenzo si può con sufficiente certezza raccogliere Di quel pugno di pietruzze qualcuna toccò pure a qualche giovane vicino che gli schiamazzatori si componevano certamente di studenti di varie facol­ al cav. Marsengo. tà, ma che la prevalenza in numero sia stata dagli alunni liceali, specialmen­ La verità di questi fatti viene anche confermata dai detti del cav. Cravo­ te di quelli che fecero cattiva prova negli esami e dei giovani aspiranti al pri­ sio Luigi Vittorio e dal signor geometra Cairola addetto alla segreteria dell'u­ mo anno di farmacia. E qui rileva notare che alcuni di questi giovani nei niversità. giorni avanti avevano già tenuto un assemnbramento per domandare nuove Il Massaza Domenico destinato a guardia della porta che direttamente concessioni circa gli esami di licenza. mette nell'aula magna depose che presso alle 11 una gran folla gli si faceva Quando poi si volesse stabilire se il numero di quelli che raccolti nell'au­ contro e pretendeva che aprisse la porta, al che si rifiutò come cosa contra­ la presero parte al disordine, sia o no considerevole, ponendo mente che al­ ria agli ordini ricevuti. Allorché vide aperta l'altra porta dove si trovava il meno settecento persone erano presenti, che quanti stavano verso levante si cav. Marsengo aprì alla sua volta, ma l'aula era già gremita di gente entrata tennero affatto tranquilli, che le voci uscivano da pochi punti specialmente per la porta riservata. dall'angolo deli'ultima finestra verso ponente ed il cortile della regia univer­ Il Consiglio accademico non poté entrare per la consueta porta e quando sità ma uscivano da voci impetuose e di gente ben determinata a fare scom­ giunse entrando pel vestibolo dei professori nella sala l'agitazione era più piglio e baccano, bisogna veramente dire che gli autori del disordine furono grande. L'oratore preceduto dal bidello di leggi Garrone Giovanni aiutato da relativamente pochi. altre persone attraversò con mille stenti una folla compattissima che si rac­ È qui doveroso il soggiungere che risultano i tentativi di alcuni buoni per coglieva sin sotto la cattedra e la serrava tanto che fu difficilissimo aprirne impedire le scene deplorabili di quel momento, ciò attesta il cav. Marsengo lo sportello. il quale rammenta specialmente alcuni studenti del sesto anno di medicina. Lo schiamazzo quando l'oratore fu sulla cattedra crebbe a dismisura. Alcune voci che tentavano di imporre il silenzio si udirono ed è argo­ 1 Questi accennò di voler parlare ed in effetto fece con brevi parole notare mento per credere a questo buon tentativo la circostanza ben accertata che che nel domicilio delle scienze non vi debb'esser lotta o partito, che vi deve moltissimi studenti dopo il fatto dissero parole di dispiacere e di indegna­ regnare la calma e la serenità necessaria agli studi. Ma la sua voce fu coperta zione anche nell'aula stessa, che quelli del quinto anno di leggi e del sesto di dallo schiamazzo. medicina protestarono contro i disordini avvenuti onde è probabile che an­ Il signor rettore levatosi dal suo seggio e salito sul primo gradino del tro­ che pendente lo schiamazzo siansi adoperati pel bene ma inutilmente perché no volle prendere la parola ma non ottenendo il silenzio - anche perché l'audacia di una minoranza di perturbatori ben decisi vince quasi sempre i apertasi improvvisamente verso la corte una finestra si sentiva il frastuono tranquilli di indole e di portamento sebbene maggiori in numero. del cortile - rinunciò a parlare. Altri fatti successero nell'aula. Salendo l'oratore sulla cattedra la trovò Avvenne in quel punto che l'ultima finestra verso l'angolo del cortile a spogliata del cuscino e degli ornamenti che le si fanno per la solennità. ponente fu scavalcata da parecchl, che in tal guisa riuscirono ad entrare nel­ Il cav. Marsengo venuto in timore che dopo la funzione succedessero l'aula. Taluni di essi rimasero poi sul muro della finestra stessa. guasti mandò subito il Massaza Domenico ed il tappezziere Col perché ve­ Allora il rettore dopo avere fatto scusa al prefetto accennò all'oratore gliassero. 2 Essi hanno veduto il seggiolone del trono e molte altre sedie rovesciate

I Si riferisce al già citato regolamento del 5 settembre 1869, emanato inrealtà quando il mi­ Giuseppe Buniva. I nistro era già Bargoni. 2 Costantino Radicati Talice di Passerano.

-- ·· 240 Fo nti per la storia della scuola Sezione II-L'attività disciplinare 241 sebbene non danneggiate e s'accorsero che alcuni stavano isdrajati sul gradi­ Sovra questi fatti esposti nel loro ordine cronologico e come risultarono no del trono cantando. alla commissione portò dessa la sua attenzione in tre sedute del 23, 24 e 25 Dai detti del Massaza risulta che quegli individui sdrajati sul gradino rim� corrente mese e procedette nei suoi lavori di apprezzamento giusta il se­ brottati con molto calore da uno studente del sesto anno di medicina disse­ guente ordine di idee. ro fra sé: dà due pugni sul grugno di quel sospetto. Essa cioè prese ad indagare: Dalle riferite deposizioni sembra pure risulti che alcuni divisassero di at­ l o. L'origine e la natura dei fatti avvenuti nella regia università il 16 terrare la cattedra il che però non avvenne, specialmente perché gli inser­ corrente. vienti invigilarono bene. 2 o. Se gli elementi dei passati turbamenti si debbano rintracciare sola­ Dopo questi disordini che non si possono abbastanza deplorare il Consi­ mente fra gli studenti ovvero anche tra persone estranee ai medesimi. glio accademico ordinò la sospensione dei corsi, ed il rettore con telegram­ 3 o. Finalmente se si possa accertare la colpevolezza di qualche indivi­ mi e con dettagliato rapporto informò, lo stesso giorno 16, d'ogni cosa S.E. duo in guisa da poter essere sottoposto a qualche provvedimento ammini­ il ministro sopra la pubblica istruzione. strativo. Nella sera del 16 (giorno di scioperi avvenuti nella città) ebbe luogo un Per ciò che spetta al primo punto prefisso alle indagini della commissio­ assembramento in Torino dove si pronunciarono le solite grida: ma gli stu­ ne si pone per base quanto alle cause onde si originarono i disordini del denti vi erano in ben poco numero ed i due individui che vi furono arrestati giorno 16 che altre sono lontane, generali e permanenti, altre sono prossime non appartengono a veruna classe di essi. e dovute a circostanze presenti. Dalle relazioni poi che ebbe il signor rettore coll'autorità superiore am­ Fra le prime la commissione riconosce unanime una grande rilassatezza ministrativa non gli riescì di avere veruna utile informativa allegando l'auto­ di disciplina negli ordini della scolaresca. rità di pubblica sicurezza di ignorare ogni cosa. Secondo i congregati non è sorta oggi solo questa pausa di disturbo delle Il mattino del 17 il Consiglio accademico di cui fanno parte i presidi pro­ nostre scuole ma dura da molti anni, dacché cioè si diminuì molto l'impor­ posti dalle facoltà al ministro per la nomina opinò che al 25 i corsi dovesse­ tanza alle regole disciplinari ed i giovani entrarono in una via di eccessiva li­ ro riaprirsi e di ciò il ministro venne informato. bertà. Il mattino del 18 avanti l'università si affisse il seguente La soverchia mutabilità degli ordini scolastici li screditò non poco e la «Avviso importante. troppa facilità con cui si fece buon viso a molte domande degli studenti in «Gli studenti sono pregati di trovarsi questa sera alle ore 8 pomeridiane derogazione ai regolamenti, mentre tolse ogni prestigio alle discipline scola­ in faccia alla regia università per protestare contro gli arresti illegali di ieri stiche ed alle autorità destinate a farle eseguire, favorì la negligenza procu­ sera. rando sempre la diminuzione di doveri negli studenti e li incoraggiò a chie­ Accorrete numerosi ed uniti faremo prevalere i nostri diritti?!! der sempre nuovi favori a scapito dei buoni studi. Viva Garibaldi viva Lobbia». I membri della Commissione convennero in questo generale concetto, Questa riunione non ebbe più luogo. ed alcuni lo svilupparono poi mercè considerazioni speciali. Due affissi ebbero ancora luogo avanti l'università il giorno 20 e sono Un membro osservò che la rilassatezza si appalesa in molti studenti dalla del tenore seguente (vedi allegati). nissuna premura nel subire gli esami ed accenna ad un corso nel quale appe­ Il signor rettore con apposito proclama avvertiva gli studenti del perico­ na la metà degli alunni fece le sue prove. Molti poi furono i rimandati. Cote­ lo che correvano lasciandosi trarre a disordini. storo diventano indisciplinati e non è a dubitare che abbiano essi sommini­ Quindi con altro proclama in data 20 novembre rese noto il provvedi­ strato il loro contingente ai perturbatori del giorno 16. mento dato da S.E. il ministro con cui i corsi furono sospesi fino a tutto no­ Secondo l'avviso di un altro commissario è da credersi che i numerosi al­ vembre e si nominò una commissione d'inchiesta. lievi degli istituti privati d'istruzione secondaria sopra i quali i loro superiori Questo proclama con gravi e solenni parole di ammonimento li richiama hanno poca influenza educativa attesa la condizione loro eccezionale accre­ ad una condotta regolare, ordinata e studiosa. scano gli elementi dell'indisciplina. A compimento della esposizione del fatto si dovrà notare che nello stes­ Altri commissari deplorano che secondo l'attuale ordinamento degli stu­ so giorno del 23 corrente un affisso venne posto al solito luogo davanti alla di mentre sta scritto nel regolamento universitario che la scuola è obbliga- 1 università come attesta portinajo Chiantore Michele. il Ma essendo stato tutto impastato quindi essendo stato raschiato inconta­ R. d. 6 ott. 1868, n. 4638, col quale è approvato il regolamento generale per le università 1 nente si distrusse affatto. del Regno.

l 242 Fonti per la storia della scuola Sezione II-L 'attività disciplinare 243 toria, questo poi sia lettera morta della legge dappoiché i professori manca­ È poi cosa nota come nelle segreterie si soffermino liberamente e lunga­ no di mezzi per ottenere la frequentazione dei corsi e non v'ha veramente mente coperto il capo, e come bene spesso manchino ai superiori delle più efficace sanzione contro chi non frequenta le lezioni. volgari regole di convenienza. Unanimi i membri della commissione notano gli inconvenienti della leg­ Poste queste risultanze di fatto si spiega facilmente quella facilità colla ge che ammette alle scuole gli uditori. quale si abbandonano alle tumultuose dimostrazioni le quali pur troppo si Questo sistema è riconosciuto troppo acconcio per incoraggiare e favori­ re i negligenti. sono ripetute appena una qualche occasione si è presentata negli ultimi anni Che cosa altro infatti sono gli uditori salvo giovani che non superano l'e­ trascorsi. same dell'anno antecedente? E perché senza scapito della carriera è fatta lo­ Risultò d'altra parte come molti alunni siano buoni d'indole e che si re­ ro facoltà di entrare nel corso superiore pareggiandoli ai diligenti che ven­ golano decorosamente da soli ma non hanno più forza da resistere nelle riu­ nero approvati all'esame? Questo non è uguaglianza in faccia alla legge, è un nioni all'audacia dei turbolenti. favore indebitamente concesso. La commissione per le conoscenze proprie e per le più precise informa­ Le conseguenze sono note. Coloro che profittarono di questa legge e ri­ zioni avute è in debito di dichiarare che nell'ateneo di Torino la gran mag­ masero uditori sono in numero considerevole. Essi lasciano accumulare gli gioranza degli studenti si compone pur sempre di giovani che attendono se­ esami e si impigliano in difficoltà che non sanno e non possono più supe­ riamente allo studio e seguono una buona condotta. rare. Passando la commissione dall'esame delle cause remote alle prossime dei Ponendo che frequentino le scuole certo è in molte di esse non possono lamentati disordini fu necessariamente condotta ad esaminare se si congiun­ intendere le materie che vi si spiegano e non riescono a nulla. L'indisciplina gano con qualche fatto universitario e ne dipendano, ovvero se abbia loro è dunque dal sistema predetto evidentemente favorita. dato luogo alcuno di quegli elementi politici per i quali ad ogni istante so­ La facoltà di ripetere gli esami di infelice successo senza onere alcuno gliano i giovani appassionarsi. quante volte aggrada allo studente rimandato è, secondo l'avviso di un Un commissario crede che i due elementi abbiano trascinati molti giova­ membro, pure essa una causa gravissima alla dissipazione di molti dei nostri ni sulla via che conosciamo ma che sia assai difficile lo stabilire quale dei giovani. Quando dopo due, o tre prove un giovane non riesce si fa per sé due elementi abbia meglio influito a generare il disordine. chiaro come, o non vuole progredire, o non lo sorreggono i mezzi d'inge­ La commissione però senza niegare l'influenza dei fatti speciali relativi gno. Lasci dunque le scuole; rimanendoci è questo causa ed esempio di indi­ agli studj ed alle domande degli studenti divise l'opinione che gli avveni­ sciplina. menti pubblici dei nostri giorni abbiano avuta la prevalenza nell' efferve­ Né sfuggì alla commissione l'abuso di quei giovani spesse volte impunito scenza giovanile che trascese poi ogni onesto confine. i quali non si curano di presentarsi al giorno fissato per l'esame e disprez­ I fatti lo dimostrano. Le preoccupazioni degli studenti quanto alle fatte zando le leggi possono così agevolmente mancare di riguardo alle commis­ domande il lS erano in gran parte cessate per le cause già discorse. sioni esaminatrici. La scintilla onde la fiamma s'accese fu la notizia della condanna del Lob­ La commissione ha poi dovuto tener conto di quanto le venne a risultare bia per cui nelle nostre provincie ed in ispecie tra i giovani si suscitarono dalla audizione dei testimoni (ed era d'altronde a lei già ben noto) sul porta­ tante passioni. mento della scolaresca. Di più la notizia che si ebbe di qualche previo concerto tra giovani ac­ Dal complesso delle deposizioni fatte dai signori vicesegretarii cav. Mar­ cenna ad una dimostrazione politica ne manco designata a farsi all'ateneo. sengo e vicesegretarii avv. Re, cav. Cravosio e cav. Precerutti sui portamenti Badando poi alle grida e del cortile e dell'aula magna si vedrà che hanno dei giovani e sulle loro rispettive relazioni coi medesimi molti fra essi da al­ tutte il carattere ad evidenza politico. cuni anni a questa parte spingono tropp'oltre le loro esigenze e talvolta di­ Il grido: «vogliamo i temi liberi» d'indole universitario venne dopo gli ventano scortesi ed inurbani ed affettano una specie di padronanza; e si no­ altri. La dimostrazione politica è stata la occasione di quel grido: ed in so­ tò specialmente che i giovani uscenti dalle scuole liceali si mostrano per lo stanza se avesse ritardato il telegramma Lobbia è quasi certo che non si più bene educati e di buone maniere mentre accade al rovescio quanto a avrebbero avuti disordini a deplorare. quelli che seguirono i corsi degli istituti tecnici e dalle scuole tecniche. Arroge il tenore delle fatte affissioni le quali tutte presentano parole de­ Ad esempio la commissione ricorda il seguente fatto affermato da un cise di forte opposizione al Ministero e non rimarrà dubbiosa la prevalenza commissario, ed è, che in una sala degli esami si commette lo scandalo pen­ dell'elemento politico nei fatti tumultuosi che cangiarono un giorno di so­ dente gli esami di tenersi gli studenti coperto il capo col sigaro in bocca. lennità dell'ateneo in iscene di gravi disordini. 244 Fonti per la storia della scuola Sezione II-L 'attività disciplinaTe 245

Esaurita la prima questione e passando alla seconda che versa sul punto Bargagno Matteo aiutante del bidello di leggi che sentì dire come l' Ar­ se gli elementi dei passati disordini si debbano rintracciare solo tra gli stu­ missoglio avesse preso parte nel chiasso avvenuto all'ateneo, e come dopo denti oppure anche tra persone ad essi estranee la commissione dichiara che lo scioglimento della seduta solenne se ne compiacesse e ridesse. Sul modo non consta che persona estranea alla scolaresca abbia organizzato, diretto, o di regolarsi di questo giovane soggiunse: «per far chiasso è dei primi», di­ preso parte attiva al tumulto del giorno 16. chiarò però esplicitamente di nulla avere veduto direttamente. Certamente negli affissi si parla di unione agli operai per venire ad atti ri­ L'avv. Re segretario per la facoltà legale depose che gli fu riferito come voluzionarii. Ma questi appariscono fatti isolati. La redazione degli affissi l' Armissoglio fu notato tra i perturbatori. può essere opera d'un solo individuo né ciò costituisce la dimostrazione che Il teste Talpone Giuseppe mentre indica tra i perturbatori uno magro operai della città od altri siano venuti a mescolarsi ai giovani tumultuanti. colla cravatta rossa che sembrerebbe l'Appendini afferma poi che gli denun­ Facendo poi finalmente passo alla terza questione se dall'inchiesta sia ri­ ziarono fra gli schiamazzatori nei torbidi avvenuti lo studente di matematica sultata la prova di colpevolezza di qualche individuo per cui si possa contro Braggiani da sovrannominato duchino. Risulta al teste che nella di esso provvedere in via amministrativa si pongono in evidenza i seguenti scuola si tiene calmo ma che è trascurato negli esami tant'è che gli ebbe a di­ fatti. re che aveva ancora un esame da prendere ma che lo rimetteva al 30 no­ Il cav. Marsengo depone come gli sia stato riferito che disturbatore e vembre. schiamazzatore più degli altri distinto fosse un giovane per nome Appendini Il teste afferma che gli ebbe più volte a dire: «Ella cui incombe ancora di alto di statura, smingherlino, liceale, non promosso, che si copre con cap­ subire la prova farebbe molto bene a governarsi con prudenza». pello alla Lobbia, soggiunse come il portinajo Chiantore abbia discoperto il Dal complesso si deve argomentare che questo studente voleva lo schia­ nome dell'Appendini. Il testo predetto segnalò pure come gridatore robusto mazzo con la speranza di nuovo tempo utile per subire l'esame. un altro giovane basso di statura piuttosto tarchiato e secondo gli si disse La commissione sovra questa terza questione dopo seria e lunga discus­ questo sarebbe quello che sollevava di tanto in tanto una cravatta rossa mes­ sione non credendo poter rinvenire altri mezzi che portino maggior luce si sa a forma di bandiera. Di lui non seppe il nome. limita a rassegnare il risultato delle fatte indagini a S.E. il signor ministro e al Il portiere Vigliacco accenna esso pure all'Appendini dicendo che gli fu Consiglio superiore per quelle determinazioni che crederanno opportune. mostrato tra i perturbatori: lo descrive magro, grande, che non è studente di Dando così compimento al mandato che le fu conferito la commissione alcuna facoltà, ma liceale, cui tocca ancora di subire gli esami: disse che lo non dubita punto che il ministro della pubblica istruzione riconoscerà tutta avrebbe conosciuto se il vedesse perché il teste Massaza glielo indicò. Egli l'importanza delle osservazioni che si contengono nella presente relazione. soggiunge che porta una cravatta rossa e che alcun giorno dopo lo vide con Elle furono suggerite dalla esperienza dei congregati i quali avendo trascorsa un cane alla corda bazzicare nel cortile dell'università. gran parte della loro vita tra gli studenti ed essendo stati chiamati all'appli­ Chiaro nella sua deposizione al riguardo fu il teste Massaza che asserì cazione di leggi molte e varie sulla pubblica istruzione hanno potuto formar­ avere segnalato due fra i gridatori, uno basso di statura grasso colla cravatta si dei criterii della cui esattezza hanno l'intima convinzione. rossa, l'altro alto di statura, smingherlino, col cappello alla Lobbia di anni Vedrà il ministro se non sia il caso di prendere a nuovo esame le leggi vi­ diciassette o diciotto che conduce alla corda un cane e che convertì la sua genti sulla pubblica istruzione, e quali siano i provvedimenti coi quali si pos­ cravatta rossa nella bandiera. Questi è evidentemente l'Appendini. sa giungere a rialzare la disciplina ed a far sì che l'istruzione così ampiamen­ Chiantore disse la stessa cosa circa l'Appendini aggiungendo che gliene te e generosamente largita dallo Stato produca frutti migliori. disse il nome uno studente e che egli stesso lo vide a girare nel cortile ed è La commissione perciò si permette di richiamare l'attenzione del gover­ allora che avendolo specialmente notato ne chiese il nome. Dell'altro giova­ no su quest'oggetto del quale non sa se per l'avvenire del nostro paese altro ne sovra indicato non sa nulla. vi sia che presenti maggiore importanza. Il cav. Cravosio non informato degli atti dell'Appendini del giorno 16 di­ Intanto si limita la commissione ad una sola proposta già per deliberazio­ ce però che il nome di questo giovane è conosciuto tra i negligenti. ne trasmessa al ministro ed è che S.E. il ministro prima del riaprimento del­ Venne diffatto a risultare alla commissione che nelle prove liceali venne l'università e con apposita pubblicazione voglia dichiarare che rinnovandosi già varie volte rimandato e che ora ricorse di nuovo per ripetere l'esame e disordini nella Regia università degli studj di Torino per parte degli studenti che la sua domanda fu rigettata il 7 corrente. sarebbe chiusa irrevocabilmente l'università con perdita dell'anno scolastico Un altro nome venne a galla, quello dello studente di legge del quarto a tutti gli studenti. anno Armissoglio da Torino. M[ichele] Coppino

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Enrico Betti co, riflettente i tre giovani indicati come partecipanti ai tumulti avvenuti G[iuseppe] Bertoldi nella università e propone d'invitare il rettore a continuare nelle indagini ed F[elice] Parato a dare i provvedimenti meglio valevoli a prevenire altri disordini ed a rialza­ F[rancesco] Barone re la disciplina universitaria. Pateri Filiberto [ ...] Si scioglie la tornata alle ore 2 pomeridiane. T[ommaso] Vallauri Firenze 12 gennajo 1870. G[iovanni]B[attista]Peyretti Il segretario Il vicepresidente G[ioacchino] Fiorito C[esare] Volpicella Terenzio Mamiani Gius[eppe] Bart[olomeo] Erba Borsarelli P[ietro]A[ntonio] G[iuseppe] Buniva relatore Doc. I 1 Adunanza del 4 dicembre 1869 Adunanza del 4 dicembre 1869

MPI, CSPI, Processi verbali, 1869, vol. II, 3287-3288; 3290, 3311-3313, ms. con pp. La commissione rispetto al primo punto della relazione della commissio­ firma autografa. ne d'inchiesta ha distinto le cause d'indisciplina in tre gruppi; e cioè:

[ ...] Il consiglier Brioschi poi dà lettura della relazione 2 da lui compilata l o • quelle per le quali è già provveduto nella legge o nei regolamenti in assieme ai consiglieri Bertoldi e Betti, in adempimento dell'incarico ai me­ vigore desimi affidato nella tornata del dì l o di questo mese in occasione del rap­ 2 o. quelle delle quali può provvedersi con modificazioni del regola­ porto della commissione d'inchiesta sui disordini avvenuti ultimamente nel­ mento la Università di Torino. In essa relazione discorse le cause del presente stato 3 o. infine quelle per cui potrebbe esservi necessità di una legge. di rilassatezza nella disciplina, si fa notare che la maggior parte esse trag­ Tra le prime si annoverano: la mancanza nella fr equentazione ai corsi. gono origine da non precisa e giusta interpretazione data ai regolamenti, on­ La commissione crede che gli artt. 29, 30 del regolamento 1868 1 diano al de si propone di consigliare il ministro a volere con una circolare e con un corpo insegnante ed alla autorità scolastica mezzi sufficientemente efficaci regio decreto charire le disposizioni regolamentari non bene interpretate per l'adempimento di questi doveri per parte degli allievi. che dan motivo agli abusi che si lamentano e che sono grandemente pregiu­ La noncuranza di presentarsi nel tempo prescritto per gli esami. Anche dizievoli al progresso degli studi. In fra le altre cose si nota il danno che re­ a questo riguardo crede la commissione provveda l'art. 60 del citato regola­ ca la trascuratezza dei giovani a frequentare i corsi ed a presentarsi agli esa­ mento e perciò la commissione crede debba il Consiglio superiore proporre mi speciali durante l'estiva sessione, la colpevole costumanza introdotta nel­ al ministro di richiamare con apposita circolare le università all'esatto l' ateneo torinese che i giovani possano non fare l'esame nel giorno in cui si adempimento delle suddette prescrizioni; facendo nello stesso tempo senti­ sono presentati ove loro non accomodi trattare del tema da essi estratto, e re al Ministero la necessità di mantener fermi i provvedimenti che le autori­ la libertà ai medesimi concessa di alternare l'iscrizione or come studentidi ora tà locali avessero creduto di dare in proposito. Nella circolare si potrà ram­ come uditori sempre che loro piaccia. mentare che per l'effetto dell'art. 60 si dÒvrà ritenere riscontrante l'esame La commissione riserbandosi a proporre qualche temperamento rispetto colla estrazione. agli uditori dopo aver raccolte ulteriori opportune informazioni, indica le Cause della seconda specie sarebbero: a) il soverchio numero degli allie­ disposizioni da dare riguardo le altre osservate irregolarità sia per circolare vi che si presentano alla seconda sessione degli esami sp eciali. La commis­ sia per regio decreto; e passa a parlare dell'ultima parte del ricevuto incari- sione è d'avviso che la breve durata della seconda sessione rispetto alla pri­ ma stabilita nell'articolo secondo del regolamento universitario indichi già per sé il carattere della seconda sessione, la quale non deve esser considera- Sono presenti il vicepresidente Mamiani e i consiglieri Bufalini, Bertoldi, Betti, Brioschi, 1 Prati, Aleardi, Cipriani, Amari, Duprè, Messedaglia, Tenca, Giorgini. Vedi nota a p. 241. 2 Vedi allegato B, p. 236. 1 l

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ta se non come una sessione suppletiva per coloro i quali fallirono in qual­ [ ...]I l presidente invita quindi il consultore legale a leggere l'atto di ac­ 1 che prova nella prima sessione, o non poterono presentarsi per malattia o cusa a carico del prof. Pizzorno. per altri gravi motivi da giustificarsi. Tuttavia riconosce che sia perché il re­ Il consultore legale legge l'atto di accusa contro il detto professore. golamento non è esplicito sopra questo punto, sia per l'abuso prevalso con Appena pochi mesi dalla sua nomina nel ginnasio di il prof. Piz­ manifesto scapito della disciplina convenga anche per decreto reale di pro­ zorno solleva contro di sé le più vive censure del pubblico e dell'autorità muovere qualche disposizione in proposito. Sarebbe opportuno di verificare scolastica; per il modo col quale intende ed esercita il suo ufficio d'inse­ se dalle università non siena state proposte altre modificazioni o dubbi ri­ gnante. L'autorità scolastica conferma che il prof. Pizzorno nella scuola di­ spetto al regolamento del 1868; b) la fa coltà lasciata agli allievi di ripete­ scorre inopportunamente di religione e di politica e biasima gli ordinamenti re gli esami un numero qualsivoglia·di volte senza onere di sorta. Pare alla scolastici e sociali dello Stato. Ammonito, continua in pubblico e in iscuola commissione che allorquando si renda più conforme alla legge di quello che nella sua propaganda sovvertitrice. si ridusse attualmente ad essere la condizione degli uditori (come si dirà pel Trasferito da Tortona a Ceva non muta condotta e anche in pubblici ban­ terzo gruppo), si provvederà nello stesso tempo a togliere questa causa d'in­ chetti tiene discorsi socialistici, così da mettersi in contravvenzione colla disciplina. legge e da provocare l'azione dell'autorità giudiziaria. Il suo contegno in 3 o. Pare alla commissione che la posizione fatta oggi agli uditori nelle iscuola non è migliore così che parecchi padri di famiglia e le autorità del nostre università non sia perfettamente conforme al disposto degli artt. luogo insistono presso il Ministero, perché allontani da Ceva e dalla scuola il 114,115 della legge 13 novembre 1859; sul qual punto però si riserva di ri­ prof. Pizzorno, divenuto occasione di scandalo e fattosi coi suoi consigli ed ferire nuovamente al Consiglio allorquando avrà raccolte tutte le disposizio­ incitamenti perturbatore audace delle famiglie. Egli trascura intanto i suoi ni emanate dal Ministero dopo il 1859 sopra questo argomento. doveri d'insegnante non correggendo i compiti de' suoi scolari e tenendo in Rispetto al terzo punto del rapporto della co issione d'inchiesta che disordine il registro della scuola. mmm si riferisce ai tre giovani ivi nominati ed indicati come partecipanti ai tumul­ Una inchiesta ordinata dal Ministero su detto insegnante riuscì a lui pie­ ti avvenuti, la commmissione è d'avviso che il Consiglio proponga al signor namente sfavorevole. ministro di scrivere al rettore invitando a continuare nelle indagini per ap­ Trasferito in seguito da Ceva ad Oristano in meno di un mese dà tali pro­ purare e conoscere il fondamento e la gravità della imputazione ad essi fat­ ve di sé che l'autorità lo denunzia al Ministero per la sua riprovevole agita­ ta; ed a dare quei provvedimenti chç egli ritenga più valevoli a prevenire al­ zione sovvertitrice. Giunta la notizia dell'attentato al re 2, il prof. Pizzorno tri disordini ed a rialzare la disciplina universitaria. stampa e firma una lettera nella quale affermandosi socialista, pubblicamen­ te rifiuta la sua compartecipazione ad un telegramma di riverente omaggio F[rancesco] Brioschi inviato dai colleghi suoi al capo dello Stato per lo scampato pericolo. Bertoldi Per le suddette ragioni, più ampiamente svolte nell'atto di accusa, il con­ Betti sultore legale, d'ordine di S.E. il ministro chiede all'onorevole Giunta del Consiglio superiore, che voglia pronunziare contro il prof. Pizzorno l'accu­ sa di condotta irregolare e conseguentemente promuovere a carico di lui l'a­ zione disciplinare. Il consigliere Brioschi muove tre domande per sapere. l o. Se e quando il prof. Pizzorno fu sospeso dall'ufficio. 14 2 o. Quale insegnamento gli era affidato. 3 o. Quali studi ha egli percorso. Procedimento disciplinare a carico delpr of Pizzo rno. Il consultore legale risponde a queste tre domande del consigliere Brio­ schi. MPI, CSPI, Processi verbali, 1897, vol. II, ms. con firma autografa. Il consigliere Boccardo, relatore, dice3, che ha dato soltanto un primo

Adunanza della Giunta del 6 luglio 1897 1 ' Achille Pognini. Per gli atti del processo si vedano anche le carte conservate in ACS, MPI, CSPI (1849-1903), b. 385, fase. 484. Sono presenti il vicepresidente Bargoni e .i consiglieri, Boccardo, Brioschi, Cammarata, Si riferisce all'attentato Acciarito contro Umberto I, avvenuto il22 aprile 1897. 1 2 D'Ovidio, Maragliano, Richiardi, Schupfer, Striiver e Vitelli. Emanuele Gianturco.

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3 Sezione II - L 'attività disciplinare 251 250 Fontiper la storia della scuola

sua difesa scritta. Conferma di essere socialista, ma respinge l'accusa di aver sguardo agli atti relativi al procedimento a carico del prof. Pizzorno; ma os­ fatto propaganda socialista nella scuola. Riferendosi all'annullamento degli serva in tesi generale che a lui pare che i reggitori di uno Stato non dovreb­ esami di due alunni Cedinovi e Allegrina ed alla classificazione insufficiente bero permettere che professori di scuole governative bandissero dalla catte­ da lui data al figlio del delegato di P.S. Falchi intende di dimostrare la sua dra o in pubbliche adunanze delle dottrine contrarie alle istituzioni dello regolare condotta come insegnante. Aggiunge che rimproverò un alunno il Stato medesimo. Può essere che sia in errore, ma tale è la sua convinzione. quale gli scrisse una lettera professando in essa idee socialiste credendo con Ammette che un socialista insegni la matematica od altra scienza, ma non ciò di cattivarsi la benevolenza di lui. Durante la scuola serale da lui fondata può ammettere che si serva della cattedra per fare propaganda di idee con­ in Ceva fu bensì accusato di diffondere idee contrarie alle istituzioni, ma fu trarie alle istituzioni del governo. Questa è la sua convinzione, riguardo al prosciolto dall'accusa per inesistenza di reato. Narra alcuni fatti per giustifi­ prof. Pizzorno si rimette volentieri al parere della Giunta. care la sua condotta verso il direttore che secondo lui, gli faceva la guerra, Il presidente osserva che dalle parole del consigliere Boccardo risulta 1, nonché verso l'autorità comunale di Ceva. chiaro che egli è di avviso che vi sia materia a procedere contro il prof. Piz­ Dice che per i suoi principi socialisti preferisce la compagnia dei conta­ zorno e pone ai voti la presa in considerazione dell'atto di accusa. dini a quella di coloro che siedono in alto. È approvata. Nega nel modo più assoluto di aver mai contribuito a seminare dissensi [ ...]L a seduta è levata alle ore 18. tra padri e figli per ragioni politiche, e se diede a leggere a due giovani il li­ Il segretario Il presidente bro del Ferri intitolato Socialismo e scienza positiva è da considerare che 2 F[elice] Valletti A[ngelo] Bargoni questi due giovani oltrepassavano i venti anni e provenivano da studi supe­ riori fatti in Torino. Venendo al fatto del telegramma a S.M. il re dice che il suo nome fu ag­ Adunanza della Giunta del 28 settembre 1897 giunto al telegramma senza il suo consenso e che, il telegramma col suo no­ 1 me essendo stato pubblicato nel giornale repubblicano «La Nuova Sarde­ MPI, CSPI, Processi verbali, 1897, vol. II, ms. con firma autografa. gna» egli credette di dover rettificare la cosa affinché il pubblico non fosse ingannato sui suoi principi di socialista dichiarato. Con ciò egli non intese [ ...] Il presidente avverte che il pro f. Pizzorno ebbe a tempo debito co­ menomamente di fare l'apologia del regicidio, né di mancare di riverenza al municazione così dell'atto di accusa come del giorno in cui il procedimento capo dello Stato. Conclude riferendo alcuni fatti coi quali vorrebbe dimo­ avrebbe avuto luogo dinanzi alla Giunta. Il prof. Pizzorno inviò la sua difesa strare la parzialità del provveditore agli studi, del direttore e del prof. Cabiz­ scritta e con recente cartolina, di cui il signor presidente dà lettura, informa za nel promuovere alcuni alunni da quest'ultimo preparati privatamente agli la Giunta che le sue condizioni economiche non gli permettono di venire a esami. Crede infine che tutta la sua condotta sia sempre stata, prima e dopo Roma ma che in vece sua verrebbe a sostenere la difesa un deputato sociali­ i fatti suaccennati, da uomo di carattere. Spera che la Giunta del Consiglio sta. Questi però non s'è presentato. superiore gli renderà giustizia; in caso contrario egli la chiederà al tribunale Dà in seguito la parola al consultore legale, il quale legge l'atto di accusa. infallibile della pubblica opinione. Invita poscia il segretario a dar lettura della difesa del prof. Pizzorno. La let­ Dopo3 ciò il presidente dà la parola al consultore legale, il quale osserva: tura ha luogo e da essa emerge quanto segue: non si tratta in questo caso di una delle solite mancanze, bensì di una il prof. Pizzorno conferma le dichiarazioni trasmesse al Ministero nel condizione di cose che dura da molto tempo e che non può troncarsi se non maggio scorso per mezzo del provveditore agli studi di Cagliari Dice che in un sol modo. La difesa è fondata nella persuasione di essere nel vero e 2• le accuse contro di lui vennero da parenti di alunni ai quali egli con giusta l'accusato nega di aver fatto propaganda nella scuola; ma si può opporre an- severità aveva negato la promozione. Accenna alla ispezione compiuta nella sua scuola dal prof. Casini e dal provveditore Pratesi, a lui favorevoli, ed al­ Alfonso Fossarelli. la dichiarazione del direttore del ginnasio di Tortona unita in originale alla 1 2 Edito a Roma dalla Casa editrice italiana nel l894. Sul giornale «La Nuova Sardegna» del l maggio 1897 apparve questa notizia: «

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zitutto che esce dai confini del proprio dovere colui che eccede quelli impo­ egli ha tentato di scalzare i principì che reggono le nostre istituzionì; e per­ sti all'educatore, e in secondo luogo che la legge avendo voluto punire la ciò conclude proponendo col consultore legale che il prof. Pizzorno sia ri­ propaganda contro l'ordine delle istituzioni non ha inteso solo parlare di mosso. propaganda nella scuola ma anche di quella fatta fuor di essa. Sta in fatto pe­ Il consigliere Giada domanda quali studi abbia fatto il Pizzorno e quando rò che anche nella scuola l'imputato ha parlato delle sue opinioni politiche abbia cominciato ad insegnare. e ne è prova uno dei temi che egli ha dato a svolgere. Negli atti si trova: una Il consigliere Boccardo relatore, risponde: che il Pizzorno ottenne la lau­ protesta di padri di famiglia i quali dicono anche che il Pizzorno fa propa­ rea in lettere nel 1892 nell'Università di Torino e cominciò ad insegnare nel ganda nella scuola e fuori di essa; si trova la prova che non tiene in regola i 1890. registri e non corregge i lavori; si trova che frequenta compagnie formate di Il consigliere Giada fa notare che gli ispettori governativi i quali visitaro­ persone poco dabbene; si trova che anche il direttore della scuolae le auto­ no la scuola del Pizzorno non ebbero che parole di lode. Dunque: o gli rità locali fanno voti perché il prof. Pizzorno sia allontanato da quella scuo­ ispettori non videro bene o egli cominciò a professare il socialismo dopo il la; si trova infine la prova che il Pizzorno in qualche caso eccitò i figli con­ 1894. Comunque sia le dottrine professate dal Pizzorno sono causa di scan­ tro i padri. dalo e tutto il linguaggio della sua difesa è sconveniente. Aderisce alla pro­ Legge poi numerose testimonianze di persone autorevoli sulle qualità ed posta fatta a carico dell'imputato. abitudini del Pizzorno. Il consigliere Maragliano desidera sapere se il Pizzorno ebbe mai ammo­ Conclude proponendo la pena della remozione. Prese le sue conclusioni nizioni dal Ministero. Crede che il trasferimento ad Oristano sia stata una il consultore legale esce dall'aula. punizione troppo mite. Dimostra essere pericoloso mantenere nell'insegna­ Allora il presidente dà la parola al relatore consigliere Boccardo. mento simili professori e vorrebbe che ciò fosse esplicitamente espresso al Questi dice che crede inutile entrare nei particolari della questione: esa­ ministro, avvertendo pure che anche nei concorsi universitari i professori minerà piuttosto la condotta e il carattere del prof. Pizzorno in relazione al socialisti sono generalmente i più favoriti. suo ufficio di pubblico educatore. Il consigliere Brioschi non dà soverchia importanza ai fatti speciali; ma Legge una lettera del prefetto della provincia da cui appare che il Piz­ la stessa professione di fede fatta dal Pizzorno nella sua difesa è sufficiente 1 zorno era considerato come un perturbatore; legge pure le note caratteristi­ per indurre la Giunta a proporre il suo allontanamento dalla scuola. Ne sono che di lui ed una lettera del direttore del ginnasio di Tortona nella quale è prove sufficienti le dichiarazioni fatte dai padri di famiglia, fra i quali vi so­ detto che il Pizzorno non faceva propaganda nella scuola; legge la protesta no persone rispettabili. di sette padri di famiglia contro detto professore. Il consigliere Vitelli vorrebbe che al signor ministro si dicesse che si pro­ Secondo lui i fatti a carico del prof. Pizzorno si possono riassumere nei pone la rimozione del prof. Pizzorno non per le definizioni che del sociali­ tre seguenti: smo si possono dare, ma perché il socialismo mira a sovvertire l'attuale or­ l o. Quello che riguarda il telegramma a S.M. il re. dine di cose e quindi non si può tollerare chi nelle scuole ne fa propaganda. 2 o. L'avere indotto i figli del notaio Roatta a ribellarsi alla volontà del Circa la coltura del Pizzorno, giudicandola dall'opuscolo in lingua greca da padre. lui scorso, si può dire che egli abbia una coltura classica abbastanza vasta. Il consigliere Miraglia crede che si debba prescindere da ogni discussione 3 o • La propaganda socialista da lui fatta nella scuola e fuori. sul valore della parola socialismo e circa la convenienza di suggerire al si­ Per lui quest'ultimo fatto è gravissimo, perché crede si debba ritenere gnor ministro di tenere o no nell'insegnamento chi professa il socialismo. come pubblico nemico chi scalza i principì della vera libertà. Nell'insegna­ Crede che la Giunta debba limitarsi all'applicazione dell'art. 106. Nel caso mento superiore si possono tollerare dei socialisti quando si tratta di cultori presente si può dare un esempio colla punizione del Pizzorno, ma si deve di scienze positive; ma nelle scuole secondarie e primarie in ispecie, dove si farlo coll'applicazione dell'articolo predetto. Questo articolo non è applica­ gettano e si coltivano nell'animo dei fanciulli e dei giovanetti i primi germi bile nelle prime due parti ma lo è nella terza, perché il Pizzorno ha coll'inse­ del carattere una tale tolleranza non è possibile. I professori che intendono gnamento cercato di scalzare i principì sui quali riposano le nostre istituzio­ farsi apostoli del socialismo debbono cercare altro campo e non chiedere ni; e a provare ciò basta la protesta dei padri di famiglia. Ogni considerando stipendi al governo. che uscisse fuori dalla specie sarebbe a suo avviso fuori della legge. Il caso Pizzorno va appunto considerato sotto questo aspetto, cioè che Il consigliere Brioschi è di opinione contraria a quella del consigliere Mi­ raglia. Un uomo che si dichiari socialista è per ciò solo punibile a termini ' Emilio Bedendo. dell'art. 106.

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Il consigliere Gioda vorrebbe che nella deliberazione da mandarsi al mi­ nistro tutti i fatti imputabili al prof. Pizzorno fossero accennati. Ciò non è fuori della legge. Crede che si debba dire che si propone la rimozione del Pizzorno perché egli professa dottrine le quali sono sovvertitrici dell'attuale ordine di cose. Non è d'accordo col consigliere Brioschi sulla poca impor­ tanza che egli vuoi dare al fatto dell'intromissione del Pizzorno tra il Roatta e i figli di lui, né è pienamente d'accordo col consigliere Vitelli perché non si può non tener conto di che cosa sia socialismo. I professori socialisti sono la rovina delle scuole, e conforta questa sua affermazione con alcuni esempi tratti dalle scuole di Torino. I consiglieri D'Ovidio e Lioy ritenendo sufficiente la discussione fatta chiedono al relatore una mozione sulla quale si possa votare. Il consigliere Boccardo propone la seguente deliberazione: APPENDICE La Giunta, ritenuto che dagli atti del processo risulta che il prof. Pizzor­ no ha nella scuola e fuori tentato scalzare i principi e le guarentigie che sono posti a fondamento della costituzione civile dello Stato; ritenuto che delle dottrine sovversive dell'ordine sociale il prof. Pizzorno s'è dichiarato for­ malmente e replicatamente fautore anche nella memoria presentata in pro­ pria difesa alla Giunta; ritenuto che tale condotta, secondo l'art. 106 della legge 13 novembre 1859, costituisce una delle cause che possono dar luogo alla rimozione dell'insegnante; delibera di proporre al signor ministro che il prof. Pizzorno venga ri- mosso. Datane lettura alla Giunta, il presidente la mette in votazione. Si vota per ischede segrete per sì e per no. Votanti dodici. Risultato delle votazione: dodici sì. La Giunta approva ad unanimità la deliberazione proposta dal relatore. [ ...]L a seduta è tolta alle ore 19. Il segretario Il presidente F[elice] Valletti A[ngelo] Bargoni I. I MEMBRI DEL CONSIGLIO SUPERIORE

a) Note biografiche.

Sono riportati nell'unito elenco, in ordine alfabetico, i membri del Consiglio superiore della pubblica istruzione a partire· dalla sua costituzione, avvenuta il 30 novembre 1847, sino al 31 dicembre 1928. Sono stati altresì inclusi, fa� cendone specifica menzione, anche i componenti dei Consigli superiori isti� tuiti a Palermo con la legge 17 ottobre 1860 ed a Napoli con la legge 16 feb� braio 1861. Ciascuna scheda riporta le tappe della «carriera» come consigliere, de­ sunte dai decreti di nomina o di cessazione. Nei pochissimi casi nei quali la ricerca abbia dato esito negativo o dubbio, soprattutto in riferimento alla se­ conda metà del periodo considerato, è stato effettuato un ulteriore riscon­ tro sulle tabelle mensili di indennità riguardanti i membri del Consiglio e della Giunta. Si ricorda inoltre che per i membri rappresentanti dei due rami del Parlamento, intervenuti in base alla legge n. 496 del 19 luglio 1909, la nomina veniva formalizzata attraverso comunicazione ufficiale degli eletti al Consiglio superiore da parte della presidenza di Camera o Senato. Si ram­ menta altresì che per i componenti entrati nel Consiglio durante la riforma del ministro Berti del 6 dicembre 1866 è stato anche specificato a quale dei tre comitati corrispondenti ai tre rami dell'istruzione fossero stati assegnati. Si segnala infine che nel redigere l'unito elenco non si è tenuto conto delle sezioni di Giunta del Consiglio superiore per l'istruzione media ed ele­ mentare, previste dalle leggi 8 apr. 1906, n. 141, e 4 giu. 1911, n. 487, in quanto non coinvolte nei lavori del Consiglio plenario. Di ogni nominativo sono stati anche indicati: - il ruolo professionale al momento della prima nomina nel Consiglio; - la carriera politica a livello nazionale. È stata qui considerata anche la carica (derivante da quella di primo uffi­ ciale) di segretario generale dei ministeri che, seppur di carattere prettamen­ te burocratico, era retta di frequente da eminenti personalità del mondo po­ litico, venendo così ad assumere, col tempo, una valenza assai più vicina a quest'ultimo. Per uno studio analitico sulla figura e sul ruolo del segretario generale si rinvia poi al volume di S. RuDATIS, I segretari generali dei mini­ steri: amministrazione e politica (1 848-1888), Milano, Giuffrè, 1986. Si indicano infine le principali pubblicazioni consultate per la ricostru­ zione della carriera politica dei singoli consiglieri: Indice generale degli atti parlamentari. Storia dei collegi elettorali (1848- 1897), a cura della CAMERA DEI DEPUTATI, Roma 1898; I senatori del Regno

...... 258 Fonti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 259

A R dal 1848 al l o gennaio 1941. Elenchi storici e statistici, a cura del SEGRE­ LESSANDRI OBERTO. TARIATO GENERALE DEL SENATO, Roma 1941; A. MOSCATI, I ministri del '48, Nato a Civitavecchia (Roma) il l o dicembre 1867. Membro del Consiglio e Napoli, Edizioni del Comitato napoletano dell'Istituto per la storia del Risor­ della Giunta dal l o luglio 1919 al 31 agosto 1923. Ordinario di patologia gimento italiano, 1948; I deputati e senatori delprimo Parlamento repub­ speciale chirurgica dimostrativa nell'Università di Roma. Nominato senatore blicano, Roma, La Navicella, 1949; A. MoscATI, I ministri del Piemonte do­ il 13 giugno 1939.

po No vara, Napoli, Edizioni del Comitato napoletano dell'Istituto per la EMERICO. AMARI storia del Risorgimento italiano, 1952; I deputati e senatori del secondo Nato a Palermo il 10 maggio 1810. Il 23 ottobre 1860 è nominato presiden­ Parlamento repubblicano, Roma, La Navicella, 1954; A. MoscATI, I mini­ te del Consiglio superiore in Palermo. Cessa dall'ufficio, per dimissioni, il stri del regno d'Italia, I: dalle annessioni ad Aspromonte, Napoli, Edizioni 12 novembre dello stesso anno. Professore di filosofia della :otoria nell'Isti­ del Comitato napoletano dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, tuto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Deputato nel­ 1955; F. BARTOLOTTA, Parlamenti e governi d'Italia dal 1848 al 1970, Ro­ l'VIII e X legislatura. ma, Vito Bianco, 1971, voll. 2; M. MISSORI, Governi, alte cariche dello Sta­ to, alti magistrati e prefetti del regno d'Italia, Roma, Ministero per i beni AMARI MICHELE. culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1989. Nato a Palermo 1'8 luglio 1806. Membro straordinario dal 6 aprile al 7 di­ cembre 1862, allorché diventa ministro della pubblica istruzione. È t).omina­ ALBANESE ENRICO. to nuovamente membro straordinario il 20 ottobre 1867; diventa membro Nato a Palermo 1'11 marzo 1834. Membro per elezione dal l o maggio 1884 ordinario il 6 dicembre 1871. Mantiene l'incarico fino al 12 maggio 1881, al 19 giugno 1887. Membro di proposta ministeriale dal l o maggio 1888; re­ allorché è nominato membro per elezione. Il 13 maggio entra nella Giunta, sta in carica fino alla morte, avvenuta il 5 maggio 1889. Professore di clinica da cui si dimette il 21 giugno. Cessa dall'ufficio il 20 maggio 1886. Di nuo­ chirurgica nell'Università di Palermo. vo membro, per elezione, dal 19 giugno 1887. Si dimette, per motivi di sa­ lute, il l o marzo 1889. Professore di lingua e letteratura araba nell'Istituto ALBERTONI PIETRO. di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Nominato senato­ Nato a Gazzoldo degli Ippoliti (Mantova) il 22 settembre 1849. Membro del re il 20 gennaio 1861. Ministro della pubblica istruzione dall'8 dicembre Consiglio dal luglio 1911 al 30 giugno 1915. Ordinario di fisiologia speri­ l o 1862 al 27 settembre 1864. mentale nell'Università di Bologna. Deputato nella XVIII, legislatu­ XX, XXI ra. Nominato senatore il l7 marzo 1912. ANTONELLI GIOVANNI . Nato ad Aquila degli Abruzzi (ora L'Aquila) il 15 marzo 1838. Membro per ALBERTOTTI GIUSEPPE. elezione dal l o luglio 1896 al 30 giugno 1900. Nominato di nuovo, dal l o Nato a Calamandrana (allora in provincia di Alessandria, ora di Asti) il 24 lu­ luglio 1904 al 30 giugno 1908, membro del Consiglio e della Giunta. Ordi­ glio 1851. Membro del Consiglio dal 15 ottobre 1914 al 30 giugno 1915. nario di anatomia umana nell'Università di Napoli. Ordinario di clinica oculistica nell'Università di Padova. ARCOLEO GIORGIO. A P L LBINI IETRO UIGI. Nato a Caltagirone (Catania) il 15 agosto 1850. Membro di proposta ministe­ Nato a Vigevano (allora parte del Regno di Sardegna, ora in provincia di Pa­ riale dal l o luglio 1904, entra nella Giunta il l o luglio 1905. Cessa dall'uffi­ via) il 15 giugno 1807. Membro straordinario dal 25 dicembre 185 1 al di­ cio il 30 giugno 1908. Ordinario di diritto costituzionale nell' Università di cembre 1854; nominato membro ordinario il 3 gennaio 1858; resta in carica Napoli. Deputato nelle legislature Nominato senatore il 25 novem­ XV-XX. fino alla morte, avvenuta il 18 marzo 1863. Professore di principi razionali bre 1902. Sottosegretario nel Ministero di agricoltura industria e commercio del diritto nell'Università di Torino. Deputato nella I legislatura. dal 19 aprile 1891 al lO maggio 1892; poi nel Ministero delle finanze dal 30 ALEARDI ALEARDO, vero nome Gaetano Maria. marzo 1896 al 18 gennaio 1898; quindi nel Ministero dell'interno dal 18 Nato a Verona il 4 novembre 1812. Nominato membro ordinario il 15 otto­ gennaio al 29 giugno 1898.

bre 1865; entra quindi, il 20 gennaio 1867, nel Comitato per l'istruzione ARMANNI LUCIANO. primaria come membro straordinario; il 2 novembre 1867 è nominato mem­ Nato a Napoli il 7 marzo 1839. Membro per elezione dal l o giugno 1890 al bro ordinario nel ricostituito Consiglio superiore. Resta in carica fino alla 31 maggio 1894. Professore di istologia patologica nell'Università di Napoli. morte, avvenuta il 17 luglio 1878. Professore di estetica nell'Accademia del­ le arti del disegno di Firenze. Deputato nella VII legislatura. Nominato sena­ ASCOLI GRAZIADIO ISAIA. tore il 6 novembre 1873. Nato a Gorizia il 16 luglio 1829. Membro per elezione dal 19 marzo 1882 al

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lO maggio 1883. Di nuovo membro, di proposta ministeriale, dal l o giugno BARUCCHI FRANCESCO. 1885 al 30 giugno 1889. Professore di linguistica nell'Accademia scientifico­ Nato a Briga (Nizza) il 6 settembre 1801. Nominato membro ordinario il 30 letteraria di Milano. Nominato senatore il26 gennaio 1889. ottobre 1848, il 3 gennaio 1858 diventa membro onorario. Professore di storia antica ed archeologia nell'Università di Torino. AVOGADRO DI QUAREGNA AMEDEO. Nato a Torino il 9 agosto 1776. Nominato membro straordinario il 30 otto­ BARZELLOTTI GIACOMO. bre 1848, passa ad ordinario il 26 agosto 1850. Resta in carica fino alla mor­ Nato a Firenze il 7 luglio 1844. Membro di proposta ministeriale dal l o lu­ te, avvenuta il 9 luglio 1856. Professore emerito di fisica sublime nell'Uni­ glio 1892, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1896. Ordinario di filosofia morale e pedagogia nell'Università di Napoli. versità di Torino. Mastro uditore nella Camera dei conti. Nominato senatore il 3 giugno 1908. BALDACCHINI GARGANO MICHELE. · BASSINI EDOARDO. Nato a Barletta (Bari) l' 11 febbraio 1803. Membro straordinario del Consi­ Nato a Pavia il 14 aprile 1846. Membro per elezione dal giugno 1898 al glio superiore di Napoli dal 28 febbraio o 10 aprile 1861 al 15 ottobre 1865. l o 31 maggio 1902. Ordinario di clinica chirurgica nell'Università di Padova. Letterato. Nominato senatore il 15 maggio 1904. BANTI ANGELO. BATTAGLINI GIUSEPPE. Nato a Orbetello (Grosseto) nel 1859. Membro di proposta ministeriale dal Nato a Napoli 1' 11 gennaio 1826. Membro per elezione dal l o giugno 1889. l o luglio 1903, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 Entra nella Giunta il l o giugno 1890 e rinuncia all'incarico in Giunta dal l o giugno 1907. Libero docente di elettrotecnica nell'Università di Roma. luglio 1891. Si dimette, per motivi di salute, il l o aprile 1892. Professore di analisi superiore nell'Università di Napoli. BARBERIS GIUSEPPE.

Nato a Poirino (Torino) nel settembre 1821. Membro ordinario del Comita­ BATTELLI ANGELO. to per l'istruzione primaria dal 30 dicembre 1866 al settembre 1867. Mem­ Nato a Macerata Feltria (Pesaro) il 28 marzo 1862. Membro per elezione dal bro di proposta ministeriale dal 12 maggio 1881, il 13 maggio entra nella l o luglio 1907 al 30 giugno 1911. Ordinario di fisica sperimentale nell'Uni­ Giunta; cessa dall'ufficio il 20 maggio 1886. Di nuovo membro, di proposta versità di Pisa. Deputato nelle legislature XXI-XXIV. ministeriale, dal 19 giugno 1887, il 14 luglio entra nella Giunta. Cessa dal­ BELLAVITIS GIUSTO. l'ufficio il 30 giugno 1891. Nominato di nuovo, su proposta ministeriale, il Nato a Bassano del Grappa (Vicenza) il 22 novembre 1803. Membro del Co­ l o luglio 1892; il l o giugno 1893 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 mitato per l'istruzione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre maggio 1894. Ancora membro di proposta ministeriale dal l o luglio 1895, 1867. Rettore dell'Università di Padova, professore di geometria descrittiva. lo stesso giorno entra nella Giunta. Resta in carica fino alla morte, avvenuta Nominato senatore il 5 novembre 1866. il 29 gennaio 1896. Ispettore delle scuole secondarie presso il Ministero del­ B E la pubblica istruzione. ELTRAMI UGENIO . Nato a Cremona il 16 novembre 1835. Membro per elezione dal 10 maggio BARDELLI GIUSEPPE. 1883 al 19 giugno 1887 e dal l o luglio 1892 al 30 giugno 1896. Di nuovo Nato a Sedriano (Milano) 1'8 aprile 1837. Membro di proposta ministeriale membro, sempre per elezione, dal l o giugno 1897, entra in Giunta il 16 dal l o giugno 1897 al 31 maggio 1901. Straordinario di meccanica razionale gennaio 1898. Resta in carica fino alla morte, avvenuta il 18 febbraio 1900. nell'Istituto tecnico superiore di Milano. Professore di fisica e matematica nell'Università di Pavia. Nominato senato­ re il 4 giugno 1899. BARGONI ANGELO. Nato a Cremona il 26 maggio 1829. Membro di proposta ministeriale dal l o BERRUTI SECONDO. giugno 1894, lo stesso giorno entra nella Giunta e viene nominato vicepresi­ Nato ad Asti il 20 settembre 1796. Membro ordinario dal 24 settembre 1861 dente. Cessa dall'ufficio e dalla vicepresidenza il 31 maggio 1898. Consiglie­ al dicembre 1866. Professore emerito di fisiologia nell'Università di Torino. re di Stato. Deputato nelle legislature VIII-XI. Nominato senatore il 16 no­ BERTI DOMENICO. vembre 1876. Ministro della pubblica istruzione dal 13 maggio al 14 dicem­ Nato a Cumiana (Torino) il17 dicembre 1820. Membro straordinario dal 17 bre 1869; poi del tesoro dal 26 dicembre 1877 al 24 marzo 1878. ottobre 1874 al gennaio 1881. Professore di storia della filosofia nell'Uni-

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versità di Roma. Deputato nella IV, V, VII-XVIII legislatura. Nominato sena­ BIANCHI LEONARDO. tore il 18 gennaio 1895, muore prima della prestazione del giuramento (22 Nato a Sannita di San Bartolomeo in Galdo (Benevento) il 5 aprile 1848. aprile 1897). Segretario generale nel Ministero di agricoltura industria e Membro del Consiglio dal o luglio 1903, il o luglio 1906 entra nella Giun­ commercio dal 9 marzo al 13 dicembre 1862. Ministro della pubblica istru­ l l ta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1907. Nominato di nuovo per elezione dal zione dal 31 dicembre 1865 al 17 febbraio 1867; poi di agricoltura, indu­ 1 o luglio 1908, il 1 o marzo 1910 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 stria e commercio dal 24 maggio 1881 al 30 marzo 1884. giugno 1913. Rettore dell'Università di Napoli; ordinario di psichiatria e cli­ nica pschiatrica e di neuropatologia. Deputato nelle legislature XVIII e XX­ BERTINI BERNARDINO . XXIV. Nominato senatore il 6 ottobre 1919. Ministro della pubblica istruzio­ Nato a Barge (Cuneo). Membro straordinario dal 30 ottobre 1848 al 17 di­ ne dal 28 marzo al 24 dicembre 1905. Ministro senza portafoglio dal 19 giu­ cembre 1851. Dottore collegiato in medicina. Deputato dalla II alla V legi­ gno 1916 al 30 ottobre 1917. slatura. BIANCHI LUIGI. BERTINI GIOVANNI MARIA. Nato a Parma il 18 gennaio 1856. Membro del Consiglio dal l o settembre Nato a Pancalieri (Torino) il 3 agosto 1818. Membro straordinario dal 17 di­ 1923 al 10 febbraio 1926. Ordinario di geometria analitica nell'Università di cembre 1851 al 18 novembre 1852 allorché è dispensato, dietro sua doman­ Pisa. Nominato senatore il 18 settembre 1924. da, in seguito alla nomina a membro del Consiglio generale per le scuole ele­ BIANCHI NICOMEDE. mentari. Il 29 settembre 1855 è nominato di nuovo membro straordinario; Nato a Reggio Emilia il 19 settembre 1818. Membro straord nari dal 30 d ­ il 3 gennaio 1858 passa ad ordinario. Cessa dall'ufficio nel dicembre 1866. � � � cembre 1865 al dicembre 1866. Preside del liceo Cavour d1 Tonno. Noml­ Professore di storia della filosofia nell'Università di Torino . Deputato nella nato senatore il 12 giugno 1881. Segretario generale nel Ministero della pub­ II legislatura. blica istruzione dal novembre 1864 al 6 febbraio 1866. l o BERTOLDI GIUSEPPE . BIZZOZERO CARLO. Nato a Fubine (Alessandria) il 25 luglio 1821. Il 30 dicembre 1866 è nomina­ Nato a Varese nell'ottobre 1854. Membro eletto dalla Camera dei deputati to vicepresidente del Comitato per l'istruzione secondaria. Membro ordina­ dall' H marzo 1911 all'aprile 1916. Avvocato. Deputato nelle legislature rio nel ricostituito Consiglio superiore dal 20 ottobre 1867 al febbraio 1881. XXII-XXIII. Di nuovo membro, di proposta ministeriale, dal 13 maggio 1884 al 30 aprile B GIULIO . 1888. Dottore aggregato, già ispettore generale degli studi secondari classici IZZOZERO Nato a Varese il 20 marzo 1846. Membro per elezione dal 30 aprile 1882 al presso il Ministero della pubblica istruzione. Deputato nella V e VI legislatu­ 1 giugno 1885. Professore di patologia generale nell'Università di Torino. ra. o Nominato senatore il 4 dicembre 1890.

BETTI ENRICO . BLASERNA PIETRO. Nato a Pistoia il 21 ottobre 1823. Membro ordinario dal 20 ottobre 1867 al Nato a Fiumicello, ora Aquileia (illiria, ora provincia di Udine) il 29 gennaio 12 maggio 1881, allorché è nominato membro per elezione. Dal l o giugno 1836. Nominato membro di proposta ministeriale il 20 maggio 1886, entra 1885 entra nella Giunta. Il 14 luglio dello stesso anno diventa vicepresiden­ nella Giunta il 27 maggio dello stesso anno. Cessa dall'ufficio il 31 maggio te. Cessa dall'ufficio il 20 maggio 1886. Membro per elezione dal l o maggio 1890. Professore di fisica sperimentale nell'Università di Roma. Nominato 1888 al 30 aprile 1892. Professore di geometria superiore e fisica matemati­ senatore il 4 dicembre 1890. ca nell'Università di Pisa. Deputato nella VIII, IX, XII legislatura. Nominato BOCCARDO GEROLAMO. senatore il 26 novembre 1884. Segretario generale nel Ministero della pub­ Nato a Genova il 16 marzo 1829. Membro ordinario dal 15 ottobre 1865 al blica istruzione dal 14 ottobre 1874 al 31 marzo 1876. dicembre 1866. Membro di proposta ministeriale dal 12 maggio 1881, il 13 maggio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 10 maggio 1883. Di nuovo BIANCHI FRANCESCO. membro, proposta ministeriale, dal 13 maggio 1884, il 16 maggio entra Nato a Piacenza il 23 novembre 1827. Membro di proposta ministeriale dal di nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 aprile 1888. Nominato ancora, di pro­ luglio 1891. Cessa dall'ufficio, per rinuncia, il febbraio 1894. Consi­ l o l o posta ministeriale, il 1 o gennaio 1894, 1'8 febbraio entra nella Giunta. Cessa gliere di Stato. Nominato senatore il21 novembre 1892. dall'ufficio il 30 giugno 1896. Di nuovo consigliere dal giugno 1897, lo l o 264 Fontiper la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiom 265

stesso mese entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1901. Profes­ BONINO GIAN GIACOMO. sore di economia politica nell'Università di Genova. Nominato senatore il Nato a Torino nel 1791. Membro straordinario dal 25 settembre 1856 alla fi­ 31 maggio 1877. ne del 1857. Preside del Collegio medico-chirurgico dell'Università di To­ rino. BOCCI BALDUINO. Nato a Potenza Picena (Macerata) l'll luglio 1852. Membro di proposta mi­ BoTTAZZI FILIPPO. nisteriale dal l o luglio 1915 al 30 giugno 1919. Ordinario di fisiologia uma­ Nato a Diso (Lecce) il 23 dicembre 1867. Membro del Consiglio dal 15 feb­ na nell'Università di Siena. braio 1926 a tutto il 1928. Rettore dell'Università di Napoli, ordinario di fi­

BONA BARTOLOMEO. siologia sperimentale. Nato a Nizza Monferrato (Asti) il 10 marzo 1810. Nominato membro straor­ dinario il 31 dicembre 1853; cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 29 settem­ BOTTO GIUSEPPE DOMENICO. bre 1855. Professore di grammatica greca e grammatica generale nell'Uni­ Nato a Moneglia (Genova) il 4 aprile 1791. Membro ordinario dal 29 gen­ versità di Torino. Deputato nella VII legislatura. naio 1858. Resta in carica fino alla morte, avvenuta il 20 marzo 1865. Pro­ fessore emerito di fisica generale e sperimentale nell'Università di Torino. BONACOSSA GIOVANNI STEFANO.

Nato a Casalgrasso (Cuneo) 1'8 giugno 1804. Membro straordinario dal 3 BOVIO GIOVANNI. gennaio 1858 al 19 novembre 1865. Primario del r. manicomio di Torino, Nato a Trani (Bari) il 6 febbraio 1837. Membro di proposta ministeriale dal incaricato della clinica delle malattie mentali nell'Università di Torino. 1 o luglio 1901, lo stesso giorno entra nella Giunta. Resta in carica fino alla morte, avvenuta il 15 aprile 1903. Ordinario di diritto pubblico comparato BONASI ADEODATO. nell'Università di Napoli. Deputato nelle legislature XIII-XXI. Nato a San Felice sul Panaro (Modena) il 25 marzo 1838. Membro, eletto dal Senato, dal l marzo 191 al 30 giugno 1911. Eletto di nuovo dal Senato o O B G dal luglio 1913, entra contemporaneamente nella Giunta. Con r.d. 15 RINI IUSEPPE. l o Nato a Bologna il 26 settembre 1857. Membro di proposta ministeriale dal ott. 1914 viene nominato vicepresidente fino al 30 giugno 1915. Cessa dal­ 1 o luglio 1908 al 30 giugno 1913. Ordinario di diritto romano nell'Universi­ l'ufficio il 30 giugno 1917. Consigliere di Stato. Deputato nelle legislature tà di Bologna. XVI-XVIII. Nominato senatore il 25 ottobre 1896. Ministro di grazia e giusti­ zia e dei culti dal 14 maggio 1899 al 24 giugno 1900. Presidente del Senato BRIOSCHI FRANCESCO. dal l8 novembre 1918 al 29 settembre 1919. Nato a Milano il 22 dicembre 1824. Nominato membro straordinario il 15 BONFANTE PIETRO . ottobre 1865, entra nel Comitato per l'istruzione universitaria il 27 dicem­ Nato a Poggio Mirteto (Rieti) il 29 giugno 1864. Membro per elezione dal l o bre 1866. Nominato membro ordinario del ricostituito Consiglio superiore luglio 1908. Entra nella Giunta dal l o aprile 1912. Cessa dall'ufficio il 30 il 20 ottobre 1867; si dimette il 6 dicembre 1871. Rientra come membro giugno 1913. Eletto di nuovo dal l o luglio 1917, viene contemporaneamen­ straordinario il 26 marzo 1873, e mantiene l'incarico fino al 12 maggio te nominato membro della Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1919. Or­ 1881, allorché è nominato membro per elezione ed entra nella Giunta (13 dinario di diritto romano nell'Università di Pavia. maggio). Nominato vicepresidente nel maggio 1884, cessa dall'ufficio e dal­ la vicepresidenza il l o giugno 1885. Riceve un nuovo mandato, sempre per BONGHI RUGGIERO . elezione, il 20 maggio 1886 ed entra nella Giunta (27 maggio). Cessa dall'uf­ Nato a Napoli il 21 marzo 1826. Membro ordinario dal 15 ottobre 1865 al ficio il 31 maggio 1890. Nominato di nuovo membro, per elezione, il l o lu­ dicembre 1866. Nominato nuovamente ordinario il 2 novembre 1867. Cessa glio 1891, entra in Giunta nello stesso giorno; cessa dall'ufficio il 30 giugno dall'ufficio il 27 settembre 1874 allorché diventa ministro della pubblica 1895. Nominato ancora membro per elezione il l o luglio 1896, lo stesso istruzione. Al termine del mandato governativo rientra nel Consiglio il 30 giorno entra nella Giunta. Resta in carica fino alla morte, avvenuta il 13 di­ marzo 1876, come membro straordinario; si dimette nel gennaio 1881. Pro­ cembre 1897. Direttore dell'Istituto tecnico superiore di Milano e presiden­ fessore di lingua e letteratura latina nell'Istituto di studi superiori pratici e di te dell'Accademia scientifico-letteraria di Milano. Deputato nell'VIII legisla­ perfezionamento di Firenze. Deputato nella VII, VIII, X-XIX legislatura. Mi­ tura. Nominato senatore 1'8 ottobre 1865. Segretario generale nel Ministero nistro della pubblica istruzione dal 27 settembre 1874 al 25 marzo 1876. della pubblica istruzione dal l o luglio 1861 al 17 gennaio 1863.

-- 266 Fo nti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 267

B V RONDI ITTORIO. CABELLA CESARE. Nato ad Altare (allora in provincia di Genova, ora di Savona) il 2 aprile Nato a Genova il 2 febbraio 1807. Nominato membro per elezione il 12 1863. Membro di proposta ministeriale dal l o luglio 1917 al 30 giugno maggio 1881, il 13 maggio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il l o giugno 1921. Di nuovo membro dal l o luglio 1924 a tutto il 1928. Vicepresidente 1885. Professore di diritto civile nell'Università di Genova. Deputato dalla I dallo stesso l o luglio 1924 al lO febbraio 1926. Ordinario di diritto ammini­ alla V e nella VII legislatura. Nominato senatore il 6 febbraio 1870. strativo e scienza dell'amministrazione nell'Università di Torino. Nominato senatore il l6 ottobre 1922. CACOPARDO SALVATORE. Nato a Gallodoro (Messina) il 6 gennaio 1815. Membro del Consiglio supe­ BRUNO LORENZO. riore di Palermo dal 23 ottobre 1860 al 15 ottobre 1865. Professore di igie­ Nato a Murazzano (Cuneo) il 26 aprile 1821. Membro del Comitato per l'i­ ne e di medicina legale nell'Università di Palermo. struzione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore del­ l'Università di Torino, professore di medicina operativa e clinica chirurgica. CALISSE CARLO. Nominato senatore il l6 novembre 1876. Nato a Civitavecchia (Roma) il 29 gennaio 1859. Membro del Consiglio dal 15 febbraio 1926 a tutto il 1928. Consigliere di Stato. Deputato nelle legisla­ BRUSA EMILIO. ture XXIII-XXIV. Nominato senatore il 6 ottobre 1919. Nato a Ternate (Varese) il 9 settembre 1843. Membro per elezione dal 1 o lu­ glio 1896 al 30 giugno 1900. Ordinario di diritto e procedura penale nell'U­ CALLAMARO ANTONIO. niversità di Torino. Nominato senatore il 21 gennaio 1906. Nato a Carignano (Torino). Membro straordinario dal 24 gennaio 1861 al di­ cembre 1866. Dottore aggregato nella facoltà di legge dell'Università di To­ BUFALINI MAURIZIO . rino. Nato a Cesena (Forlì) il 4 giugno 1787. Nominato membro del Comitato per l'istruzione universitaria il 27 dicembre 1866; membro ordinario del ricosti­ CAMERANO LORENZO. tuito Consiglio superiore dal 20 ottobre 1867 all' 11 dicembre 1870, allor­ Nato a Biella (allora in provincia di Novara, ora capoluogo di provincia) il 9 ché si dimette ed è nominato membro onorario. Sovrintendente dell'Istituto aprile 1856. Membro del Consiglio dal 2 luglio 1903 al 30 giugno 1905. No­ di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze e professore di cli­ minato di nuovo di proposta ministeriale dal l o luglio 1906, lo stesso gior­ nica medica. Nominato senatore il l8 marzo 1860. no entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1911. Ordinario di zoo­ logia nell'Università di Torino. Nominato senatore il 4 aprile 1909. BUONAZIA GIROLAMO. Nato a Sinalunga (Siena) il 13 novembre 1822. Membro ordinario del Comi­ CAMMAROTA GAETANO. Nato a Napoli nel 1828. Membro ordinario del Comitato per l'istruzione pri­ tato per l'istruzione primaria dal 30 dicembre 1866 al settembre 1867. No­ maria e popolare dal 30 dicembre 1866 al settembre 1867. Nominato mem­ minato membro di proposta ministeriale dal l o giugno 1885, lo stesso gior­ bro di proposta ministeriale il giugno 1897, lo stesso giorno entra nella no entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1889. Ispettore delle l o Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1901. Ispettore per le scuole primarie scuole secondarie e tecniche presso il Ministero della pubblica istruzione. presso il Ministero della pubblica istruzione. BURCI ENRICO. Nato a Firenze il 26 maggio 1862. Membro per elezione dal luglio 1915. CANALIS PIETRO. l o Nato a Osilo (Sassari) il 27 ottobre 1856. Membro per elezione dal l luglio Membro della Giunta dal l luglio 1917. Cessa dall'ufficio il 30 giugno o o 1919 al 31 agosto 1923. Ordinario d'igiene sperimentale nell'Università di 1919. Ordinario di clinica generale chirurgica e medicina operatoria nell'I­ Genova. stituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze.

CANAVARI MARIO. BURRESI PIETRO. Nato a Camerino (Macerata) il 27 aprile 1855. Membro del Consiglio dal 2 Nato a Poggibonsi (Siena) il 22 marzo 1822. Membro del Comitato per l'i­ luglio 1903 al 30 giugno 1905. Ordinario di geologia e paleontologia nell'U­ struzione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Nominato niversità di Pisa. membro straordinario il 28 novembre 1875, cessa dall'ufficio alla fine del

1880. Rettore dell'Università di Siena, professore di patologia speciale me­ CANEVAZZI SILVIO. dica. Nato a Saliceto San Giuliano (frazione di Modena) il 16 marzo 1852. Mem-

-- 269 268 Fonti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore

l'Università di Pavia, professore di fisica. Deputato nella X e legislatura. bro del Consiglio e della Giunta dal l o luglio 1915. Resta in carica fino alla Xl morte avvenuta il 13 marzo 1918. Ordinario di ponti e costruzioni idrauli­ Nominato senatore il l6 marzo 1879. Segretario generale nel Ministero della che nella Scuola di applicazione per gli ingegneri di Bologna. pubblica istruzione dal l7 marzo 1870 al l7 maggio 1872.

CANNIZZARO STANISLAO. CAPALDO LUIGI. Nato a Palermo il 20 luglio 1826. Membro del Consiglio superiore di Paler­ Nato a Bisaccia (Avellino) il 29 gennaio 1855. Membro eletto dalla Camera dei deputati dall'8 aprile 1916 al 30 giugno 1919. Avvocato. Deputato nell mo dal 23 ottobre 1860 al 21 marzo 1862 1• Partecipa dal 27 dicembre 1866 � al settembre 1867 al Comitato per l'istruzione universitaria. Membro straor­ legislature XVIII-XXIV. Sottosegretario nel Ministero delle poste e telegraf1 dinario dal 6 dicembre 1871 al 28 novembre 1875 quando è nominato ordi­ dal 1 o luglio 1898 al 17 maggio 1899; poi nel Ministero di agricoltura indu­ stria e commercio dal 2 aprile 1911 al 21 marzo 1914. nario. Mantiene l'incarico fino al l2 maggio 1881 allorché è nominato mem­

bro per elezione. Cessa dall'ufficio il 4 maggio 1884. Nominato membro di CAPECELATRO ALFONSO. proposta ministeriale il l o maggio 1888, lo stesso giorno entra nella Giunta Nato a Marsiglia (Francia) il 5 febbraio 1824. Nominato membro straordina­ dove resta fino al l o agosto 1889, quando si dimette. Decade dall'ufficio il rio del Consiglio superiore di Napoli il 28 febbraio o 10 aprile 1861. Cessa 30 aprile 1892. Nominato membro per elezione il l o giugno 1894, cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 16 aprile 1861. Padre dell'Oratorio de' Gero­ dall'ufficio il 31 maggio 1898. Di nuovo membro per elezione il l o giugno lamini. 1902, entra nella Giunta. Vicepresidente dal l o luglio 1902 al 12 ottobre C D 1903, allorché rinuncia all'incarico. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1906. APELLINA OMENICO. Nato a Vercelli nel 1819. Nominato membro straordinario il 3 gennaio Professore di chimica generale nell'Università di Palermo. Nominato senato­ 1858. Resta in carica fino alla morte, avvenuta il l2 novembre 1860. Profes­ re il l5 novembre 1871. sore reggente la cattedra di eloquenza italiana nell'Università di Torino. De­ CANTANI ARNALDO. putato dalla Il alla IV legislatura. Nato a Kainsbach (Germania) il 14 febbraio 1837. Membro per elezione dal C E 10 maggio 1883 al 20 maggio 1886. Professore di clinica medica nell'Uni­ APPELLI MIDIO. Nato a San Demetrio nei Vestini (L'Aquila) il 29 settembre 1806. Nominato versità di Napoli. Nominato senatore il 26 gennaio 1889. membro straordinario del Consiglio superiore di Napoli il 28 febbraio o 10 CANTONI CARLO. aprile 1861; si dimette nell'ottobre dello stesso anno. Deputato nell'VIII le- Nato a Gropello (allora parte del Regno di Sardegna, ora in provincia di Pa­ gislatura. via) il 20 novembre 1840. Nominato membro di proposta ministeriale il 12 CAPUANO LUIGI. maggio 1881, entra il 21 giugno nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 20 maggio Nato a Baselice (Benevento) il l8 settembre 1821. Membro straordinario del 1883. Membro per elezione dal l maggio 1888, entra in Giunta nello stesso o Consiglio superiore di Napoli dal 28 febbraio o lO aprile 1861 al 15 ottobre giorno. Cessa dall'ufficio il 30 aprile 1892. Di nuovo membro per elezione 1865. Giudice; professore incaricato di diritto pubblico interno e compara­ dal l giugno 1897 al 31 maggio 1901. Professore di filosofia teoretica nel­ o to nell'Università di Napoli. l'Università di Pavia. Nominato senatore il 17 novembre 1898. CARCANO GIULIO. C G ANTONI IOVANNI. Nato a Milano il 7 agosto 1812. Membro dei Comitati per l'istruzione uni­ Nato a Milano il 31 dicembre 1818. Membro del Comitato per l'istruzione versitaria e secondaria dal dicembre 1866 al settembre 1867. Nominato universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Nominato membro membro straordinario il 14 novembre 1867 nel ricostituito Consiglio supe­ straordinario il 13 novembre 1870, passa ad ordinario il 23 settembre 1871. tt il 23 gennaio 18 3· Prov­ riore, passa ordinario il 22 marzo 1868. Si dim� � ! . Mantiene l'incarico fino alla nomina per elezione del 12 maggio 1881. Il 13 veditore agli studi di Milano e presidente dell Istltuto lombardo d1 se1enze, maggio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 10 maggio 1883. Rettore del- lettere ed arti di Milano. Nominato senatore il l5 maggio 1876.

CARDARELLI ANTONIO. Cannizzaro prestò giuramento solo il dicembre 1861, all'indomani della sua chiamata marzo 1832. Membro di 1 l o Nato a Civitanova del Sannio (Campobasso) il 29 all'Università di Palermo come professore di chimica organica e inorganica. Essendo però sca­ ministeriale dal l giugno 1898 al 31 maggio 190 . Ordinario di cli­ duto il termine utile per l'accettazione della nomina (quaranta giorni dal decreto prodittatoria­ proposta o � Deputato nelle leg1slature XIV-XVIII. le), egli fu invitato a lasciare il mandato, come appunto fece. Cfr . ACS, MPI, Personale (1 860- nica medica nell'Università di Napoli.

1880), « Stanislao Cannizzaro ''. Nominato senatore il 25 ottobre 1896.

·--- - Appendice - I membri del Consiglio superiore 271 270 Fontiper la storia della scuola

C V CARDUCCI GIOSUÈ . ERRUTI ALENTINO. Nato a Pietrasanta allora parte del Granducato di Toscana, ora rovincia Nato a Croce di Mosso, ora Valle Mosso (provincia di Novara, ora di Biella) . . � p d1 Lucca) 11 27 lugho 1835. Membro di proposta ministeriale dal 12 maggio il 14 febbraio 1850. Membro per elezione dal l o luglio 1899, lo stesso gior­ no entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1903. Nominato di 1881, e tra nella Giunta dal l o giugno 1885. Cessa dall'ufficio il 20 maggio � nuovo per elezione dal luglio 1904, entra contemporaneamente nella 1886. D1 �uovo membro di proposta ministeriale dal l o maggio 1888, entra l o lo stesso gwrno nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 aprile 1892. Nominato Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1908. Ordinario di meccanica razio­ nale nell'Università di Roma. Nominato senatore il 21 novembre 1901. ancora di proposta ministeriale 1'8 giugno 1893, entra nella Giunta il 1 o lu­ glio 1895. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1897. Professore di letteratura ita­ CERVELLO VINCENZO. liana nell'Università di Bologna. Deputato nella XIII legislatura. Nominato Nato a Palermo il 13 marzo 1854. Membro per elezione dal l o luglio 1906 al senatore il 4 dicembre 1890. 30 giugno 1911. Nominato di nuovo per elezione dal l o luglio 1913, lo stes­ so giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1917. Ordinario CARLE GIUSEPPE. in di materia medica e farmacologia sperimentale nell'Università di Palermo. Nato a Chiusa di Pesio (Cuneo) il 21 giugno 1845. Membro per elezione dal l o giugno 1893. Dal l o luglio 1896 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il CESANO GASPARE. 31 maggio 1897. Nominato di nuovo di proposta ministeriale dal 1 o luglio Nato a Bricherasio (Torino) il 14 agosto 1808. Membro straordinario dal 24 1900, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno dicembre 1854 al 29 agosto 1857. Professore di codice civile nell'Università 1904. Ordinario di filosofia del diritto nell'Università di Torino. Nominato di Torino. Deputato nella IV legislatura. senatore il 17 novembre 1898. CESAREO GIOVANNI ALFREDO. CARRARA FRANCESCO. Nato a Messina il 24 gennaio 1860. Membro del consiglio dal l o luglio 1919 Nato a Lucca il 18 settembre 1805. Membro di proposta ministeriale dal 12 al 31 agosto 1923. Ordinario di letteratura italiana nell'Università di Paler­ maggio 1881 al 20 maggio 1886. Professore di diritto e procedura penale mo. Nominato senatore il 18 settembre 1924. nell'Università di Pisa. Deputato nella IX e X legislatura. Nominato senatore CHIOVENDA GIUSEPPE. il 15 maggio 1876. Nato a Premosello (Novara) il 2 febbraio 1872. Membro del Consiglio dal l o settembre 1923 al febbraio 1926. Ordinario di procedura civile e ordina­ CARUSO GIROLAMO . lO mento giudiziario nell'Università di Roma. Nato ad Alcamo (Trapani) il 18 settembre 1842. Membro di proposta mini­ steriale dal l o luglio 1901 al 30 giugno 1905. Ordinario di agronomia, agri­ CHIRONI GIAMPIETRO. coltura ed economia rurale nell'Università di Pisa. Nato a Nuoro il 5 ottobre 1855. Membro per elezione dal l o luglio 1901 al 30 giugno 1905. Nominato di nuovo per elezione dal luglio 1906, il C S l o l o ASANA EVERINO. luglio 1908 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1911. Ordina­ Nato a Torino il 23 ottobre 1842. Membro, eletto dal Senato, dal 1 o marzo rio di diritto civile nell'Università di Torino. Deputato nella XVIII legislatu­ 1910, lo stesso giorno entra nella Giunta. Resta in carica fino alla morte av­ ra. Nominato senatore il 3 giugno 1908. venuta il 9 ottobre 1912. Ingegnere. Deputato nelle legislature XVI-XX. No­ minato senatore il l o maggio 1898. Ministro della guerra dal 29 dicembre CIPRIANI PIETRO. 1907 al 4 aprile 1909. Nato a San Piero a Sieve (Firenze) l' 11 dicembre 1810. Membro straordina­ rio dal 15 ottobre 1865 al dicembre 1866; nominato di nuovo straordinario CASATI ALESSANDRO. il 20 ottobre 1867, passa ad ordinario il 20 luglio 1868. Rinunzia all'incari­ Nato a Milano il 5 marzo 1881. Membro del Consiglio dal 1 o settembre co il 14 novembre 1875. Professore di clinica generale medica nell'Istituto 1923. Lo stesso giorno viene nominato vicepresidente. Cessa dall'ufficio il di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Nominato senato­ 30 giugno 1924. Dottore in lettere. Senatore del Regno dal 1 o marzo 1923. re il6fe bbraio 1870. Consultore nazionale. Senatore di diritto (III disposizione transitoria della Costituzione) nella I legislatura repubblicana. Ministro della pubblica istru­ CTIUMENI BENEDETTO. Nato a Mineo (Catania) il 23 agosto 1854. Membro eletto dalla Camera dei zione dal l o luglio 1924 al 5 gennaio 1925, poi della guerra dal 18 giugno 1944 al 21 giugno 1945. deputati dal l o giugno 1914 al 30 giugno 1917. Giornalista. Deputato nelle

-'-- · 272 Fo nti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 273

legislature XVIII-XXIV. NominatQ senatore il 3 ottobre 1920. Sottosegreta­ COLOMBO GIUSEPPE. rio nel Ministero della pubblica istruzione dal 31 dicembre 1905 al 13 feb­ Nato a Milano il 18 dicembre 1836. Membro del Consiglio dal l luglio o braio 1906. 1911 al 30 giugno 1915. Ordinario di meccanica industriale nell'Istituto tec­ nico superiore di Milano. Deputato nelle legislature XVI-XX. Nominato se­ A CIUFFELLI UGUSTO. natore l'li novembre 1900. Presidente della Camera dei deputati dal l4 no­ Nato a Massa Martana (Perugia) il 23 novembre 1856. Membro eletto dalla vembre 1899 al 17 maggio 1900. Ministro delle finanze dal 9 febbraio 1891 Camera dei deputati dal l marzo 191O, lascia l'incarico il 31 marzo dello o al 22 aprile 1892, poi del tesoro dal lO marzo al 14 luglio 1896. stesso anno in seguito alla nomina a ministro delle poste e telecomunicazio­ ni. Di nuovo membro dal l luglio 1913 al 30 giugno 1917. Già consigliere COLUMBA GAETANO MARio . o di Stato. Deputato nelle legislature XXII-XXV. Sottosegretario nel Ministero Nato a Sortino (Siracusa) il 7 dicembre 1861. Membro del Consiglio dal 16 della pubblica istruzione dal 5 giugno 1906 all' li dicembre 1909. Ministro febbraio 1927 a tutto il 1928. Ordinario di storia antica nell'Università di delle poste e telegrafi dal 31 marzo 1910 al 30 marzo 1911. Ministro dei la­ Palermo . Nominato senatore il l3 giugno 1939.

vori pubblici dal 21 marzo 1914 al 19 giugno 1916, poi dell'industria, com­ COMPARETTI DOMENICO . mercio e lavoro dal 30 ottobre 1917 al 23 giugno 1919. Nato a Roma il 7 luglio 1835. Nominato membro per elezione il 10 maggio 1883, entra nella Giunta il 15 maggio . Cessa dall'ufficio il 19 giugno 1887. COCCHIA ENRICO. . Professore di lingua e letteratura greca nell'Istituto di studi superiori pratici Nato ad Avellino il 6 giugno 1859. Membro per elezione dal luglio 1901 l o e di perfezionamento di Firenze. Nominato senatore il 20 novembre 1891. al 30 giugno 1905. Nominato di nuovo per elezione dal luglio 1906, dal l o l marzo 1910 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1911. Or­ CONESTABILE DELLA STAFFA GIAN CARLO. o dinario di letteratura latina nell'Università di Napoli. Nominato senatore il Nato a Perugia il 2 gennaio 1824. Nominato membro ordinario il 23 gennaio 24 novembre 1913. 1873. Cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 29 agosto 1874. Direttore del Ga­ binetto archeologico dell'Università libera di Perugia. COCCONI GffiOLAMO. C A Nato a Parma il 6 luglio 1822. Nominato membro di proposta ministeriale il ONTI UGUSTO. 20 maggio 1886, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 Nato a San Miniato (Pisa) il 6 dicembre 1822. Membro straordinario del Co­ maggio 1890. Professore di igiene e materia medica veterinaria nella Scuola mitato per l'istruzione secondaria dal 13 febbraio al settembre 1867. Profes­ sore di filosofia nell'Università di Pisa. Deputato nella e X legislatura. superiore di medicina veterinaria dell'Università di Bologna. IX COPPINO MICHELE. C P A ODACCI ISANELLI LFREDO. Nato ad Alba (Cuneo) il aprile 1822. Nominato membro straordinario il Nato a Firenze il 7 agosto 1861. Membro del Consiglio e della Giunta dal l l o o 1 gennaio 1860, il 22 luglio passa ad ordinario; si dimette il 7 aprile 1861. settembre 1923 al 10 febbraio 1926. Ordinario di scienza dell' inistra­ o amm Nominato membro straordinario il 28 aprile 1861, resta in carica fino al di­ zione nell'Università di Roma. Deputato nelle legislature XX-XXVII. Sotto­ cembre 1866. Di nuovo membro straordinario il l5 dicembre 1867, resta in segretario nel Ministero del tesoro dal 28 novembre 1904 al 31 marzo 1905 carica fino al 25 marzo 1876, allorché riceve la nomina a ministro della pub­ e dall'8 febbraio al l giugno 1906, poi nel Ministero di agricoltura, indu­ o blica istruzione. Il 31 marzo 1878 è nominato ancora una volta membro stria e commercio dal l4 dicembre 1909 al 31 marzo 1910. straordinario, ma si dimette il 27 settembre dello stesso anno. Professore di retorica nel Collegio nazionale di Torino e dottore aggregato del Collegio di CODIGNOLA ERNESTO . lettere e filosofia nell'Università di Torino. Deputato dalla VII alla XXIlegi­ Nato a Genova il 23 giugno 1885. Membro del Consiglio dal 15 febbraio slatura. Ministro della pubblica istruzione dal 10 aprile al 27 ottobre 1867; 1926 a tutto il 1928. Direttore dell'Istituto superiore di magistero di Fi­ dal 25 marzo 1876 al 24 marzo 1878; dal 19 dicembre 1878 al 14 luglio renze. 1879; dal 30 marzo 1884 al 17 febbraio 1888.

C MAR S OGNETTI DE TIIS ALVATORE. CORRADI ALFONSO. Nato a Bari il 19 gennaio 1844. Membro di proposta ministeriale dal l o Nato a Bologna il 6 marzo 1833. Membro per elezione dal 12 maggio 1881 maggio 1888, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 al 4 maggio 1884. Professore di materia medica e farmacologia sperimentale aprile 1892. Professore di economia politica nell'Università di Torino. nell'Università di Pavia.

- --- 274 Fonti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 275

CORRADI GIUSEPPE. CRIVELLUCCI AMEDEO. Nato a Bevagna (Perugia) il 21 ottobre 1830. Membro per elezione dal l o Nato ad Acquaviva Picena (Ascoli Piceno) il 20 aprile 1850. Membro per ele­ maggio 1888 al 30 aprile 1892. Ordinario di clinica chirurgica nell'Istituto zione dal l luglio 1913; resta in carica fino alla morte, avvenuta l' 11 no­ di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. o vembre 1914. Ordinario di storia moderna nell'Università di Roma.

COSSA ALFONSO. ' D ACHIARDI GIOVANNI. Nato a Milano il 3 novembre 1833. Membro di proposta ministeriale dal l o Nato a Pisa il 25 aprile 1872. Membro del Consiglio dal 15 febbraio 1926 a giugno 1890, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 tutto il 1928. Ordinario di mineralogia nell'Università di Pisa. Nominato se­ maggio 1894. Professore di chimica docimastica nella Scuola di applicazione natore il 23 gennaio 1934. per gli ingegneri di Torino. DAITA GAETANO. C L OSSA UIGI. Palermitano. Vicepresidente del Consiglio superiore di Palermo dal 23 otto­ Nato a Milano il 27 maggio 1831. Membro per elezio�e dal 19 marzo 1882 bre 1860 al l5 ottobre 1865. al lO maggio 1883; eletto nuovamente il l maggio 1884, cessa dall'ufficio o il 30 aprile 1888. Di nuovo membro per elezione dal giugno 1889 al 31 DALLA VEDOVA GIUSEPPE. l o Nato a Padova il 29 gennaio 1834. Membro di proposta ministeriale dal maggio 1893. Professore di economia politica nell'Università di Pavia. l o luglio 1896, dal 16 gennaio 1898 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 CREDARO LUIGI. giugno 1900. Nominato di nuovo per elezione dal l luglio 1902 al 30 giu­ Nato a Sondrio il 15 gennaio 1860. Membro di proposta ministeriale dal 1 o o gno 1906. Membro, eletto dal Senato, dal 7 aprile 1916 al 30 giugno 1919. luglio 1917, lo stesso giorno entra nella Giunta e viene nominato vicepresi­ Rettore dell'Università di Roma, ordinario di geografia. Nominato senatore dente. Confermato nel Consiglio e nella carica di vicepresidente dal 1 lu­ o il 4 aprile 1909. glio 1921, decade il 31 agosto 1923. Ordinario di pedagogia nell'Università ' di Roma. Deputato nelle legislature XIX-XXIV. Nominato senatore il 6 otto­ D ANCONA ALESSANDRO. Nato a Pisa il 20 febbraio 1835. Nominato membro per elezione dal l giu­ bre 1919. Sottosegretario nel Ministero della pubblica istruzione dal 13 feb­ o braio al giugno 1906; poi ministro nello stesso dicastero dal 31 marzo gno 1885, cessa dall'ufficio il 31 maggio 1889. Nominato membro per ele­ l o zione il l giugno 1890, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'uffi­ 1910 al 21 marzo 1914. o cio il 31 maggio 1894. Professore di letteratura italiana nell'Università di Pi­ CREMONA LUIGI. sa. Nominato senatore il 4 marzo 1904. Nato a Pavia il 7 dicembre 1830. Nominato membro di proposta ministeriale ' il 12 maggio 1881, entra nella Giunta (13 maggio); si dimette il 2 o 4 ottobre D ANDREA CARLO . o 6 novembre 1881. Di nuovo membro, sempre di proposta ministeriale, Nato a L'Aquila il 3 settembre 1802. Membro ordinario del Consiglio supe­ dal l giugno 1885, dal l maggio 1888 entra nella Giunta ed è nominato riore di Napoli dal 28 febbraio o 10 aprile 1861 al 15 ottobre 1865. Profes­ o o vicepresidente. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1889. Nominato membro per sore di meccanica razionale nell'Università di Napoli. elezione il giugno 1890, lo stesso giorno entra nella Giunta ed è nomina­ l o DE AMICIS EDMONDO. to vicepresidente. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1894. Ancora membro per Nato a Oneglia (Imperia) il 21 ottobre 1846. Membro di proposta ministeria­ elezione dal l luglio 1895, entra lo stesso giorno nella Giunta. Cessa dal­ le dal l luglio 1904. Resta in carica fino alla morte avvenuta 1'11 marzo o o l'ufficio il 30 giugno 1899. Riceve un ultimo mandato, di nomina elettiva, il 1908. Scrittore. Annullata la sua elezione a deputato nella XX legislatura. luglio 1900. Il l luglio 1901 entra nella Giunta. Resta in carica fino alla l o o morte avvenuta il 10 giugno 1903. Professore di matematiche superiori nel­ DE CARLO AGOSTINO. l'Università di Roma. Nominato senatore il 16 marzo 1879. Ministro della Nominato membro ordinario del Consiglio superiore di Napoli il 28 feb­ pubblica istruzione dal l al 29 giugno 1898. braio o 10 aprile 1861. Cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 30 gennaio o 1862. CRISPOLTI FILIPPO. C N Nato a Rieti il 25 aprile 1857. Membro del Consiglio dal settembre 1923, DE RESCENZIO ICOLA. l o Nato a Terlizzi (Bari) il l7 maggio 1832. Membro per elezione dal maggio cessa per dimissioni dal l3 agosto 1924. Giornalista. Deputato nella XXV le­ l o 1888 al 30 aprile 1892. Professore di diritto romano nell'Università di Na­ gislatura. Nominato senatore il l6 ottobre 1922. poli.

� -· 276 Fo nti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 277

D F D E ERRARI OMENICO. DE LOLLIS CESARE. Nato a Genova il 21 marzo 1804. Membro ordinario dal 30 ottobre 1848 Nato a Casalincontrada (Chieti) il 14 settembre 1863. Membro del Consiglio all'8 marzo 1849, allorché è nominato ministro degli esteri. Il 27 luglio dal 1 settembre 1923. Cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 16 gennaio o 1849 è confermato ordinario. Cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 29 feb­ 1925. Ordinario di storia comparata delle lingue e letterature neo-latine nel­ braio 1860. Consigliere del Magistrato di Cassazione. Deputato nella II legi­ l'Università di Roma. slatura. Annullata la sua elezione a deputato nella I legislatura. Nominato se­ natore il iO luglio 1849. Ministro degli affari esteri dall'8 al 27 marzo 1849. DEL PEZZO PASQUALE. Nato a Berlino il 2 maggio 1859. Membro di proposta ministeriale dal l lu­ D FILIPPI F o E ILIPPO. glio 1905 al 28 febbraio 1910. Ordinario di geometria superiore nell'Univer­ Nato a Milano il 22 aprile 1814. Not;ninato membro straordinario il 24 di­ sità di Napoli. Nominato senatore il 6 ottobre 1919. cembre 1854, passa ad ordinario il 3 gennaio 1858. Rinuncia all'incarico il

14 dicembre 1865. Professore di zoologia nell'Università di Torino. DE LUCA GIUSEPPE.

DE FILIPPO GENNARO. Nato a Cardinale (Catanzaro) il 2 maggio 1823. Membro straordinario del Nato a Napoli il 9 febbraio 1816. Membro straordinario del Consiglio supe­ Consiglio superiore di Napoli dal 28 febbraio o IO aprile 1861 al 15 ottobre riore di Napoli dal 26 aprile 1861 al 15 ottobre 1865. Consigliere di Stato. 1865. Professore di geografia e statistica nell'Università di Napoli. Deputato dalla VIII alla XI legislatura. Nominato senatore il 9 novembre DE MARCHI LUIGI. 1872. Ministro di grazia e giustizia e dei culti dal 5 gennaio 1868 al 26 mag­ Nato a Milano il 16 maggio 1857. Membro del Consiglio dal l luglio 1911 gio 1869. o al 30 giugno 1915. Ordinario di geografia fisica nell'Università di Padova. DE FRANCISCI PIETRO . Nominato senatore il 24 febbraio 1934. Nato a Roma il 18 dicembre 1883. Membro del Consiglio, e della Giunta, dal 15 febbraio 1926 a tutto il 1928. Ordinario di storia del diritto romano nel­ DEMARIA CARLO. l'Università di Roma. Deputato nelle legislature XXVIII-XXIX, poi consiglie­ Nato a Rivarolo Canavese (Torino) il 25 agosto 1810. Membro ordinario re nazionale. Ministro di grazia e giustizia dal 20 luglio 1932 al 24 gennaio dall' ll aprile 1861 al dicembre 1866. Professore di medicina legale nell'U­ niversità di Torino. Deputato nelle legislature III-VII e 1935. IX.

DE GIOVANNI ACHILLE . DE MARTINO ANTONIO. Nato a Sabbioneta (Mantova) il 29 settembre 1838. Nominato membro per Nato ·a Palma Campania (Napoli) il 25 febbraio 1815. Nominato membro elezione il 19 giugno 1887, il 15 luglio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio straordinario del Consiglio superiore di Napoli il 18 ottobre 1861, cessa dal­ il 30 giugno 1891. Professore di clinica medica nell'Università di Padova. l'ufficio il 15 ottobre 1865. Professore di patologia nell'Università di Napo­ Nominato senatore il 25 novembre 1902. li. Nominato senatore il 12 giugno 1881.

DEL GIUDICE PASQUALE. DE MEIS ANGELO CAMILLO. Nato a Venosa (Potenza) il l4 febbraio 1842. Membro per elezione dal i lu­ o Nato a Bucchianico (Chieti) il 14 luglio 1817. Nominato membro straordina­ glio 1895 al 30 giugno 1898. Eletto di nuovo come rappresentante del Sena­ rio del Consiglio superiore di Napoli il 28 febbraio o IO aprile 1861. Cessa to dal l luglio 1917 al 30 giugno 1921. Ordinario di storia del diritto italia­ o dall'ufficio, per dimissioni, nell'ottobre dello stesso anno. Preside del Colle­ no nell'Università di Pavia. Nominato senatore il 25 novembre 1902. gio medico-chirurgico dell'Università di Napoli. Annullata la sua elezione a D G R deputato nella VIII e legislatura. EL ROSSO EMIGIO. IX Nato a Colle Sannita (Benevento) il 18 maggio 1813. Membro straordinario D R E del Consiglio superiore di Napoli dal 28 febbraio o IO aprile 1861 al 15 ot­ E ENZI NRICO. Nato a Napoli il 12 settembre 1839. Nominato membro per elezione il 12 tobre 1865. Professore di meccanica celeste nell'Università di Napoli. maggio 1881; il l3 maggio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio iliO maggio DEL LUNGO ISIDORO. 1883. Membro di proposta ministeriale dal l luglio 1900, entra lo stesso o Nato a Montevarchi (Arezzo) il 20 dicembre 1841. Membro in rappresentan­ giorno nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1904. Professore di clini­ za del Senato dal 28 febbraio 1918 al 30 giugno 1919. Letterato e scrittore. ca medica e patologia speciale medica nell'Università di Genova. Deputato Nominato senatore il 21 gennaio 1906. nella XVI e XVII legislatura. Nominato senatore il 17 novembre 1898.

--·· . Appendice -Imembri del Consiglio superiore 279 278 Fonti per la storia della scuola

ancora per elezione dal luglio 1913, entra lo stesso giorno nella Giunta. DE RENZI SALVATORE. l o Nato a Paterno ora Paternopoli (prov. di Principato Ultra, ora di Avellino) il Vicepresidente dal l o luglio 1915, il 30 giugno 1917 cessa dall'ufficio e dal­ 19 gennaio 1799. Nominato vicepresidente del Consiglio superiore di Napo­ la vicepresidenza. Ordinario di analisi superiore nell'Università di Pisa. De­ li il 28 febbraio o 10 aprile 1861; il 15 ottobre 1865 diventa membro ordi­ putato nelle legislature XIV-XVII. Nominato senatore il iO ottobre 1892. nario del Consiglio superiore unico istituito a Firenze, fino al dicembre DI ROVASENDA ALESSANDRO. 1866. Professore di storia della medicina nell'Università di Napoli. Nato a Torino il 13 febbraio 1858. Membro, eletto dalla Camera dei deputa­ DE RUGGERO ETTORE. ti, dall' 11 marzo 1911 all'aprile 1916. Avvocato. Deputato nelle legislature Nato a Napoli il 20 agosto 1839. Membro per elezione dal l o luglio 1892 al XIX-XXIII. Nominato senatore il 30 dicembre 1914. 30 giugno 1896. Ordinario di antichità greche e romane nell'Università di D M Roma. ONATI ARIO. Nato a Modena il 24 febbraio 1879. Membro del Consiglio dal l o settembre DE SANCTIS FRANCESCO. 1923, e della Giunta dal 15 febbraio 1926, sino a tutto il 1928. Ordinario di Nato a Morra Irpino, ora Morra De Sanctis (Avellino) il 28 marzo 1817. No­ clinica chirurgica nell'Università di Padova. minato membro ordinario il 19 ottobre 1865, rinunzia il 14 dicembre dello stesso anno. Membro straordinario dal 23 settembre 1871 al 24 marzo 1878, DORIA GIACOMO. allorché diventa ministro della pubblica istruzione. Di nuovo membro Nato a La Spezia il l o novembre 1840. Membro di proposta ministeriale dal straordinario dal 12 gennaio 1879 al 25 novembre dello stesso anno, quan­ 1 o giugno 1889 al 31 maggio 1893. Direttore del Museo civico di storia na­ do riceve il secondo mandato ministeriale. Professore di letteratura compa­ turale di Genova. Nominato senatore il 4 dicembre 1890. rata nell'Università di Napoli. Deputato dalla VIII alla XV legislatura. Mini­ ' D OVIDIO ENRICO. stro della pubblica istruzione dal 22 marzo 1861 al 3 marzo 1862; dal 24 Nato a Campobasso 1' 11 agosto 1843. Membro per elezione dal l o luglio marzo al l9 dicembre 1878 e dal 25 novembre 1879 al 2 gennaio 1881. 1892 al 31 maggio 1893. Nominato di nuovo, sempre per elezione, dal l o DE SANCTIS GAETANO. luglio 1905, il l o luglio 1908 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 28 feb­ Nato a Roma il 15 ottobre 1870. Membro del Consiglio dal l o novembre braio 191 O. Ordinario di algebra complementare e geometria analitica nel­ 1924 al IO febbraio 1926. Ordinario di storia antica nell'Università di Tori­ l'Università di Torino. Nominato senatore il 4 marzo 1905.

no. Nominato senatore a vita il l o dicembre 1950. ' D OVIDIO FRANCESCO. DE STEFANI ALBERTO. Nato a Campobasso il 5 dicembre 1849. Membro per elezione dal l o giugno Nato a Verona il 6 ottobre 1879. Membro del Consiglio dal l o settembre 1889, dal l o agosto entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1893. 1923, è dichiarato decaduto dal l o luglio 1927 per non essere intervenuto, Nominato di nuovo, sempre per elezione, dal l o luglio 1895, lo stesso gior­ senza giustificato motivo, a cinque sedute consecutive del Consiglio Libe­ no entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1899. Ancora membro 1• ro docente di economia politica nell'Università di Padova. Deputato nelle del Consiglio, di nomina elettiva, dal l o luglio 1900 al 30 giugno 1904. Pro­ legislature XXVI-XXVIII. Ministro delle finanze dal 31 ottobre 1922 al lO lu­ fessore di storia comparata delle letterature neolatine nell'Università di Na­ glio 1925. poli. Nominato senatore il 3 dicembre 1905.

DINI ULISSE. DUPRE' GIOVANNI. Nato a Pisa il 14 novembre 1845. Membro per elezione dal l o giugno 1893 Nato a Siena il l o marzo 1817. Membro straordinario dal 20 ottobre 1867; al 31 maggio 1897. Nominato di nuovo dal l o giugno 1898 al 30 giugno cessa dall'ufficio, per rinunzia, l' 11 dicembre 1870. Professore di scultura 1900. Ridetto dal l o luglio 1901, entra nella Giunta dal l o luglio 1902. Ces­ nell'Accademia delle arti del disegno di Firenze. sa dall'ufficio il 30 giugno 1905. Rientra nel Consiglio, sempre per elezione, e nella Giunta, dal l o luglio 1906. Nominato vicepresidente dal l o luglio DURANTE FRANCESCO. 1908. Cessa dall'ufficio e dalla vicepresidenza il 30 giugno 1911. Nominato Nato a Letojanni Gallodoro (Messina) il 29 giugno 1844. Membro di propo­ sta ministeriale dal 1 o giugno 1889 al 31 maggio 1893. Professore di clinica chirurgica nell'Università di Roma. Annullata la sua elezione a deputato nel­ Lettera del ministro della pubblica istruzione Pietro Fedele al vicepresidente del Consiglio 1 gennaio 1889. superiore della pubblica istruzione, in ACS, MPI, CSPI (1905-1938), a. 1927, pos. la XV legislatura. Nominato senatore il 26 l.

-·· 280 Fo ntiper la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 281

ERCOLANI GIOVANNI BATTISTA. FELICI RICCARDO. Nato a Bologna il 27 dicembre 1817. Nominato membro per elezione il IO Nato a Parma il IO giugno 1819. Membro straordinario dal 19 novembre maggio 1883. Resta in carica fino alla morte avvenuta il 16 novembre dello 1868 al 28 ottobre 1871. Professore di fisica nell'Università di Pisa. stesso anno. Direttore della Scuola superiore di medicina veterinaria dell'U­ niversità di Bologna. Deputato nella VII, IX, legislatura. FERRAI CARLO. XIV Nato a Firenze il 4 ottobre 1875. Membro per elezione dal l o luglio 1921, FABRETTI ARIODANTE. decade il 31 agosto 1923. Ordinario di medicina legale nell'Università di Nato a Perugia il l o ottobre 1816. Nominato membro di proposta ministe­ Pisa. riale il 12 maggio 1881; il 27 novembre 1882 entra nella Giunta. Cessa dal­ F l'ufficio il 4 maggio 1884. Professore di archeologia nell'Università di Tori­ FERRARA RANCESCO. Nato a Palermo il 7 dicembre 1810. Membro di proposta ministeriale dal 12 no. Deputato nella XIII legislatura. Nominato senatore il 26 gennaio 1889. maggio 1881 al l o giugno 1885. Direttore della Scuola superiore di com­ FADDA CARLO . mercio in Venezia. Deputato dalla X alla XIII legislatura. Annullata la sua Nato a Cagliari il 4 novembre 1853. Membro per elezione dal I o luglio elezione a deputato nell'VIII legislatura. Nominato senatore il 12 giugno 1913, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1881. Ministro delle finanzedal l O aprile al 4 luglio 1867. 1917. Ordinario di diritto romano nell'Un1versità di Napoli. Nominato sena­ tore il 7 marzo 1912. FERRARI GIUSEPPE. Nato a Milano il 6 marzo 1811. Nominato membro straordinario il 6 novem­ FAILLA DOMENICO. bre 1864, passa ad ordinario il 6 dicembre 1865. Mantiene l'incarico fino al Nato a Rocca Imperiale (Cosenza) il 6 gennaio 1836. Membro del Consiglio dicembre 1866. Professore di filosofia della storia nell'Istituto di studi supe­ dal l o luglio 1903, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il riori pratici e di perfezionamento di Firenze. Deputato dalla VII alla XII legi­ 30 giugno 1907. Provveditore agli studi della provincia di Reggio Calabria. slatura. Nominato senatore il 15 maggio 1876.

FARINI LUIGI CARLO. FERRARIS CARLO FRANCESCO. Nato a Russi (Ravenna) il 22 ottobre 1812. Nominato membro ordinario il 3 Nato a Moncalvo (Asti) il 15 agosto 1850. Membro di proposta ministeriale gennaio 1858, il 29 gennaio rinuncia all'incarico. Medico. Deputato dalla IV dal I o giugno 1893, il l o giugno 1894 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio alla VIII legislatura. Ministro dell'istruzione pubblica dal 19 ottobre 1851 al il 31 maggio 1897. Nominato di nuovo per elezione dal l o giugno 1898, lo 21 maggio 1852; poi dell'interno dal 24 marzo al 29 settembre 1860. Presi­ stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1902. Mem­ dente del Consiglio dei ministri dall'8 dicembre 1862 al 22 marzo 1863. bro, ancora di nomina elettiva, dal l o luglio 1903, il l o luglio 1906 entra nella Giunta. Cessa il 30 giugno 1907. Di nuovo consigliere di proposta mi­ FAVA ANGELO. ilisteriale, e membro della Giunta, dal l o luglio 1908 al 30 giugno 1913. Nato a Chioggia (Venezia) 1'8 aprile 1808. Membro straordinario dal 13 no­ Rettore dell'Università di Padova, ordinario di statistica. Deputato nelle le­ vembre 1870; cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 20 dicembre 1872. Refe­ gislature e XXII-XXIII. Nominato senatore il 24 novembre 1913. Mini­ XVI rendario al Consiglio di Stato. stro dei lavori pubblici dal 28 marzo al 24 dicembre 1905.

FEDERICI CESARE. FERRI LUIGI. . Nato a Serravalle, ora Serravalle di Chienti (Macerata) il 9 febbraio 1838. Nato a Bologna il 15 giugno 1826. Nominato membro per elezione il l o Membro di proposta ministeriale dal l o giugno 1890. Resta in carica fino al­ maggio 1884, dal I o giugno dell'anno successivo entra nella Giunta. Cessa la morte avvenuta il 29 maggio 1892. Preside della sezione di medicina e dall'ufficio il 30 aprile 1888. Professore di filosofia teoretica nell'Università chirurgia nell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Fi­ di Roma. renze, ordinario di clinica medica generale. FESTA NICOLA. FEDOZZI PROSPERO. Nato a Matera il 16 novembre 1866. Membro per elezione dal l o luglio Nato a Matera il 12 luglio 1872. Membro per elezione dal I o luglio 1919 al 1921, dal 23 novembre 1922 entra nella Giunta. Decade il 31 agosto 1923. 31 agosto 1923. Ordinario di diritto internazionale nell'Università di Geno­ Ordinario di lingua e letteratura greca· nell'Università di Roma. Nominato va, rettore della stessa. senatore il 13 giugno 1939.

·-a::a Appendice - I membri del Consiglio superiore 283 282 Fo nti per la storia della scuola

GABBA CARLO FRANCESCO. FINOCCHIARO-APRILE ANDREA. Nato a Palermo il 26 giugno 1878. Membro, eletto dalla Camera dei deputa­ Nato a Lodi (Milano) il 14 aprile 1838. Membro di proposta ministeriale dal giugno 1898 al 31 maggio 1902. Ordinario di diritto civile nell'Universi­ ti, dall'8 aprile 1916 al 30 giugno 1919. Avvocato. Deputato nelle legislatu­ l o re XXIV-XXVI e nell'Assemblea costituente. Sottosegretario nel Ministero tà di Pisa. Nominato senatore il 14 giugno 1900. della guerra dal 23 giugno 1919 al 14 marzo 1920, poi nel Ministero del te­ GABELLI ARISTIDE. soro dal 15 marzo al 22 maggio 1920. Nato a Belluno il 22 m,arzo 1830. Nominato membro di proposta ministeria­ le il 25 dicembre 1881, il 26 dicembre entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio FLAMINI FRANCESCO. il o giugno 1885. Il 20 maggio 1886 riceve un secondo mandato, sempre Nato a Bergamo il 24 maggio 1868. Membro di proposta ministeriale dal 1 l o su proposta ministeriale, ed entra di nuovo nella Giunta (27 maggio). Cessa luglio 1919. Resta in carica fino alla morte avvenuta il 17 marzo 1922. Ordi­ dall'ufficio il 31 maggio 1890. Ex capo di divisione al Ministero della pub­ nario di letteratura italiana nell'Università di Pisa. blica istruzione. Deputato nella XVI e XVII legislatura.

FoA' Pro. GAMBERALE LUIGI. Nato a Sabbioneta (Mantova) il 26 gennaio 1848. Membro per elezione dal Nato in Agnone (allora in provincia di Campobasso, ora di Isernia) il 12 gen­ luglio 1891 al 30 giugno 1895; e ancora, sempre per elezione, dal 1 lu­ naio 1840. Membro di proposta ministeriale dal luglio 1896 al 30 giugno l o o l o glio 1900 al 30 giugno 1904. Professore di anatomia patologica nell'Univer­ 1900. Preside del liceo Bonghi di Lucera, rettore del locale convitto nazio­ sità di Torino. Nominato senatore il 3 giugno 1908. nale.

FOGAZZARO ANTONIO. GANDINO GIOVANNI BATTISTA. Nato a Vicenza il 25 marzo 1842. Membro di proposta ministeriale dal 1 lu­ Nato a Bra (Cuneo) il 23 agosto 1827. Nominato membro di proposta mini­ o glio 1904 al 30 giugno 1908. Romanziere. Nominato senatore il 14 giugno steriale il 13 maggio 1884, il 16 maggio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio 1900. il 30 aprile 1888. Nominato di nuovo membro per elezione il luglio l o 1891, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno FORLANINI CARLO. 1895. Di nuovo membro, di proposta ministeriale, e componente della Nato a Milano l' 11 giugno 1847. Membro di proposta ministeriale dal 1 lu­ Giunta, dal luglio 1900, cessa dall'ufficio il 30 giugno 1904. Professore o l o glio 1913 al 30 giugno 1917. Ordinario di clinica medica nell'Università di di letteratura latina nell'Università di Bologna. Pavia. Nominato senatore il 24 novembre 1913. GEMELLI AGOSTINO. FORNARI VITO. Nato a Milano il 18 gennaio 1878. Membro del Consiglio dal 15 febbraio Nato a Molfetta (Bari) il marzo 1821. Membro straordinario del Consiglio lO 1926 a tutto il 1928. Rettore dell'Università cattolica del Sacro Cuore di Mi­ superiore di Napoli dal 28 febbraio 1861 al 15 ottobre 1865. Di1:ettore della lano. Biblioteca nazionale di Napoli. GENOCCHI ANGELO. FRACCAROLI GIUSEPPE. Nato a Piacenza il 5 marzo 1817. Nominato membro ordinario il 6 aprile Nato a Verona il 5 maggio 1849. Membro per elezione dal luglio 1899 al 1862. Cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 31 dicembre 1863. Professore d'a­ l o 30 giugno 1903. Ordinario di letteratura greca nell'Università di Torino. nalisi superiore nell'Università di Torino. Nominato senatore 7 giugno 1886, muore prima della prestazione del giuramento (Torino 7 marzo FUSINATO GUIDO. 1889). Nato a Castelfranco Veneto (Treviso) il 16 febbraio 1860. Membro, eletto dalla Camera dei deputati, dal marzo 1910 al 30 giugno 1911. Nominato GENTILE GIOVANNI. l o di nuovo dal luglio 1913, lo stesso giorno entra nella Giunta ed assume la Nato a Castelvetrano (Trapani) il 30 maggio 1875. Membro di proposta mi­ l o nisteriale dal luglio 1915, dal luglio 1917 entra nella Giunta. Cessa vicepresidenza del Consiglio . Resta in carica fino alla morte avvenuta il 23 l o l o dall'ufficio il 30 giugno 1919. Nominato di nuovo dal luglio 1921, lo settembre 1914. Consigliere di Stato. Deputato dalla XVIII alla XXIV legisla­ l o tura. Sottosegretario nel Ministero degli affari esteri dal 17 maggio 1899 al stesso giorno entra nella Giunta. Decade, per dimissioni, dal 23 novembre 17 febbraio 1901 e dal 10 novembre 1903 al 30 dicembre 1905. Ministro 1922. Nominato ancora consigliere (con r.d. 11 settembre 1924) dal 13 ago­ sto 1924. Successivamente questo decreto viene revocato e dichiarato di della pubblica istruzione dal 29 maggio al 2 agosto 1906. il 284 Fo ntiper la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 285

nessun effetto (con r.d. 7 dicembre 1924), per incompatibilità della carica di straordinario del ricostituito Consiglio superiore. 17 ottobre 1874 diventa li consigliere superiore con quella di membro di commissione per libera do­ ordinario. Mantiene la carica fino all'entrata in vigore della legge 17 feb­ cenza in storia della filosofia e in filosofia Di nuovo membro del Consi­ 1. braio 1881. Professore di storia del diritto nell'Università di Pisa. Deputato glio, e vicepresidente, dal 15 febbraio 1926 a tutto il 1928. Ordinario di fi­ nella VII, VIII, X e XI legislatura. Nominato senatore il 9 novembre 1872. losofia teoretica nell'Università di Pisa. Nominato senatore il 5 novembre G C I 1922. Ministro della pubblica istruzione dal 31 ottobre 1922 al 1 o luglio IULIO ARLO GNAZIO. 1924. Nato a Torino 1'11 agosto 1803. Nominato consigliere con r. brevetto 27 di­ cembre 1847, con l'entrata in vigore della legge Bon Compagni passa a GHERARDI SILVESTRO. membro ordinario. Si dimette nel giugno 1850. Professore di meccanica nel­ Nato a Lugo (Ravenna) il 17 dicembre 1802. Membro straordinario dal 24 l'Università di Torino. Nominato senatore il 3 aprile 1848. gennaio 1861 al 5 ottobre 1862. Professore emerito di fisica generale e spe­ GOLGI CAMILLO. rimentale nell'Università di Torino. Deputato nellaVII e VIII legislatura. Nato a Corteno (Brescia) il 7 luglio 1843. Membro per elezione dal 20 mag­ GHIRINGHELLO GIUSEPPE. gio 1886 al 31 maggio 1890. Nominato membro di proposta ministeriale il Nato a Torino il 18 aprile 1807. Membro ordinario dal 30 ottobre 1848 al 3 l o luglio 1891; lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il l o gennaio 1858, allorché è nominato membro onorario. Teologo collegiato, luglio 1895. Di nuovo membro per elezione dal l o giugno 1897; cessa dal­ professore di sacra scrittura nell'Università di Torino . l'ufficio il 31 maggio 1901. Membro, eletto dal Senato, dal 28 giugno 1921, cessa dall'ufficio il 31 agosto 1923. Professore di patologia generale nell'U­ G P IACOSA IERO . niversità di Pavia. Nominato senatore il l4 giugno 1900. Nato a Colleretto Parella, ora Colleretto Giacosa (Torino) il 4 luglio 1853. Membro di nomina governativa dal l o luglio 1917, dal l o luglio 1919 entra GOVI GILBERTO. nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1921. Ordinario di materia me­ Nato a Mantova il 21 settembre 1826. Nominato membro di proposta mini­ dica e farmacologia sperimentale nell'Università di Torino . steriale il 12 maggio 1881, il l3 maggio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 20 maggio 1886. Professore di fisica sperimentale nell'Università di Napo­ GIODA CARLO . li. Deputato nella XV legislatura. Nato a Ceresole (Cuneo) il 16 maggio 1835. Membro di proposta ministeria­ le dal l aprile 1891, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il GRASSI GillDO. o 31 maggio 1894. Di nuovo membro, nel Consiglio e nella Giunta, dal 1 o Nato a Milano il 28 maggio 1851. Membro del Consiglio dal l o luglio 1911, dal l novembre 1912 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno feb�raio 1896 al 30 giugno 1899. Direttore del Servizio dell'istruzione pri­ o mana e popolare presso il Ministero della pubblica istruzione. 1915. Ordinario di elettrotecnica nel Politecnico di Torino. G P GIOJA PIETRO . RIPPO ASQUALE. Nato a Potenza il 12 settembre 1845. Membro, eletto dalla Camera dei depu­ Nato a Piacenza il 22 ottobre 1795. Nominato membro ordinario il 29 gen­ . tati, dal l marzo 1910 al 30 giugno 1913. Libero docente di diritto costitu­ n w 1858. Cessa dall'ufficio, per dimissioni, nell'agosto 1860. Consigliere o � zionale nell'Università di Napoli. Deputato dalla XVII alla XXIV legislatura. d1 Stato. Deputato nella I e IV legislatura. Annullata la sua elezione a deputa­ Nominato senatore il 6 ottobre 1919. Ministro della pubblica istruzione dal to n lla II legislatura. Nominato senatore il 22 marzo 1850. Ministro per gli � . 5 novembre 1914 al l9 giugno 1916. affan ecclesiastici, di grazia e giustizia dal 27 luglio al 15 agosto 1848, poi dell'istruzione pubblica dal novembre 1850 al 19 ottobre 1851. IGNAZIO. l O Gmm Nato a Roma il 31 luglio 1844. Membro per elezione dal 25 aprile 1915 al GIORGINI GIOVAN BATTISTA. 30 giugno 1917. Di nuovo membro, eletto dal Senato, dal 28 giugno 1921 al Nato a Lucca il 13 maggio 1818. Nominato membro ordinario il 15 ottobre 31 agosto 1923. Ordinario di ebraico e lingue semitiche comparate nell'Uni­ 1865; membro straordinario del Comitato per l'istruzione primaria dal 27 versità di Roma. Nominato senatore il 30 dicembre 1914. gennaio al settembre 1867. Il 22 marzo 1868 riceve la nomina a membro INAMA VIGILIO. Nato a Trento il 2 dicembre 1835. Membro di proposta ministeriale dal l o La corrispondenza relativa a tale problema si trova in ACS, MPI, CSPI (1905-1938), a. luglio 1891, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­ 1 1924, pos. l. gno 1895. Preside dell'Accademia scientifico-letteraria di Milano. 286 Fonti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 287

INZANI GIOVANNI. LUCCA PIERO. Nato a Parma il 2 agosto 1827. Membro per elezione dal 12 maggio 1881; Nato a (Alessandria) il 10 maggio 1850. Membro, eletto cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 16 novembre 1882. Professore di anato­ dal Senato, dal 7 aprile 1911 all'aprile 1916. Ingegnere. Deputato dalla XV mia patologica nell'Università di Parma. alla XXII legislatura. Nominato senatore il 4 aprile 1909. Sottosegretario nel LAMBRUSCHINI RAFFAELE. Ministero dell'interno dal 10 febbraio 1891 al 25 aprile 1892. Nato a Genova il 14 agosto 1788. Vicepresidente del Comitato per l'istru­ LUCIANI LIDGI. zione primaria e popolare dal 30 dicembre 1866 al settembre 1867. Ex Nato ad Ascoli Piceno il 23 novembre 1842. Membro per elezione dal l lu­ ispettore generale delle scuole primarie presso il Ministero della pubblica o glio 1892, il luglio 1895 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­ istruzione. Annullata la sua elezione a deputato nell'VIII legislatura. Nomi­ l o gno 1896. Nominato di nuovo, sempre per elezione, dal l luglio 1899, lo nato senatore il 23 marzo 1860. o stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1903. Ordi­ LA ROSA MICHELE. nario di fisiologia nell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento Nato a Palermo il 26 giugno 1880. Membro del Consiglio dal 1 settembre di Firenze. Nominato senatore il 4 marzo 1904. o 1923 al lO febbraio 1926. Ordinario di fisica sperimentale nell'Università di LIDGGI LIDGI. Palermo. Nato a Genova il 3 agosto 1856. Membro di proposta ministeriale dal l lu­ o LAUDISI GIUSEPPE. glio 1907 al 30 giugno 1913. Di nuovo membro, eletto dalla Camera dei de­ Nato a Bitonto (Bari) il 17 marzo 1836. Membro di proposta ministeriale dal putati, dal 5 agosto 1921 al 31 agosto 1923. Incaricato di costruzioni marit­ l o luglio 1899 al 30 giugno 1903. Commissario per i monumenti e gli scavi time nella Scuola d'applicazione per gli ingegneri di Roma. Deputato nella di antichità della provincia di Bari. Deputato nella XX e XXI legislatura. XXVI legislatura. Nominato senatore il l8 settembre 1924. LESSONA MICHELE. LUSTIG PIACEZZI ALESSANDRO. Nato a Trieste il 5 maggio 1857. Membro per elezione dal l giugno 1902, Nato a Venaria Reale (Torino) il 20 settembre 1823. Nominato membro di o dal l luglio 1903 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1906. proposta ministeriale il 12 maggio 1881, e della Giunta il 13 maggio, si di­ o mette da quest'ultima il 27 novembre 1882. Cessa dall'ufficio il 1 giugno Di nuovo membro, sempre per elezione, dal l luglio 1907, lo stesso giorno o o 1885. Professore di zoologia, anatomia e fisiologia comparata nell'Universi­ entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1911. Ordimirio di patolo­ tà di Torino. Nominato senatore il 21 novembre 1892. gia generale nell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Nominato senatore il 3 giugno 1911. LIGNANA GIACOMO. Nato a Tronzano (allora in provincia di Novara , ora di Vercelli) il 24 dicem­ LUZZATTI LIDGI. bre 1829. Membro straordinario del Consiglio superiore di Napoli dal l8 ot­ Nato a Venezia il l marzo 1841. Nominato membro straordinario il 22 di­ o tobre 1861 al 15 ottobre 1865. Nominato membro di proposta ministeriale cembre 1872. Cessa dall'incarico con l'entrata in vigore della legge 17 feb­ il 12 maggio 1881, il 13 maggio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 4 braio 1881. Professore di diritto costituzionale nell'Università di Padova. maggio 1884. Professore di filologia classica nell'Università di Napoli. De­ Deputato dalla XI alla XXV legislatura. Nominato senatore il lO aprile 1921. putato nella VII e X legislatura. Annullata la sua elezione a deputato nella VI Segretario generale nel Ministero di agricoltura industria e commercio dal legislatura. 30 maggio al 28 novembre 1869 e dal 19 febbraio 1871 al 30 giugno 1873. Ministro del tesoro dal 9 febbraio 1891 al 15 maggio 1892; dal 14 luglio LIOY PAOLO. . 1896 al 29 giugno 1898; dal 3 novembre 1903 al 28 marzo 1905; dall'8feb­ Nato a Vicenza il 3l luglio 1834. Membro di proposta ministeriale dal l o lu­ braio al 29 maggio 1906. Ministro di agricoltura industria e commercio glio 1896, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno dall'li dicembre 1909 al 31 marzo 1910. Presidente del Consiglio dei mini­ 1900. Provveditore agli studi della provincia di Vicenza. Deputato nella IX e stri dal 31 marzo 1910 al 30 marzo 1911. Di nuovo ministro del tesoro dal XI-XVI legislatura. Nominato senatore il 4 marzo 1905. 14 marzo al 22 maggio 1920. LORI FERDINANDO. MAGGI LEOPOLDO. Nato a Macerata il 28 settembre 1869. Membro del Consiglio e della Giunta Nato a Rancio Valcuvia (Varese) il l5 maggio 1840. Membro per elezione dal dal l luglio 1921 a tutto il 1928. Ordinario di elettrotecnica nella Scuola o 1 luglio 1900 al 30 giugno 1901. Ordinario di anatomia e fisiologia compa­ o d'ingegneria di Padova. rate nell'Università di Pavia.

- -- · 288 Fonti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 289

MAGGIORANI CARLO . mera; annullata la sua elezione nella IV. Nominato senatore il 13 marzo Nato a Campagnano (Roma) il 18 dicembre 1800. Nominato membro straor­ 1864. Ministro dell'istruzione pubblica dal 21 gennaio 1860 al 23 marzo dinario 1'11 dicembre 1870; passa ad ordinario il 29 agosto 1874 e conserva 1861. il mandato fino all'entrata in vigore della legge 17 febbraio 1881. Professore MANGIAGALLI LUIGI . di clinica medica nell'Università di Roma. Nominato senatore il 15 novem­ Nato a Mortara (Pavia) il 16 giugno 1850. Membro per elezione dal l luglio bre 1871. o 1901, cessa dall'ufficio per dimissioni il 7 maggio 1902. Ordinario di oste­ MAGNI FRANCESCO. tricia e clinica ostetrica e ginecologica nell'Università di Pavia. Deputato Nato a Porta al Borgo (Pistoia) il 15 luglio 1828. Nominato membro di pro­ nella legislatura XXI. Nominato senatore il 4•marzo 1905. posta ministeriale il maggio 1883, lo stesso giorno entra nella Giunta. Re­ l o sta in carica fino alla morte avvenuta il 2 febbraio 1887. Professore di oftal­ MARAGLIANO EDOARDO. Nato a Genova il l giugno 1849. Membro di proposta ministeriale dal l moiatria e clinica oculistica nell'Università di Bologna. Nominato senatore il o o giugno 1894 , il luglio 1895 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 16 novembre 1876. l o maggio 1898. Ordinario di clinica generale medica nell'Università di Geno­ MAJORANA QUIRINO. va. Nominato senatore il 14 giugno 1900. Nato a Catania il 28 ottobre 1871. Membro del Consiglio dal luglio 1927 l o a tutto il 1928. Ordinario di fisica sperimentale nell'Università di Bologna. MARCHESINI GIOVANNI. Nato a Noventa Vicentina (Vicenza) il 18 settembre 1868. Membro di propo­ MALFATTI BARTOLOMEO. sta ministeriale dal luglio 1913, dal luglio 1915 entra nella Giunta. l o l o Nato a Mori (Trento) il 23 febbraio 1828. Membro di proposta ministeriale Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1917. Ordinario di filosofia morale nell'Uni­ dal luglio 1891; resta in carica fino alla morte avvenuta il 15 gennaio l o versità di Padova. 1893. Professore di geografia ed etnografia nell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. MARCHIAFAVA ETTORE. Nato a Roma il 3 gennaio 1847. Membro per elezione dal luglio 1895, l o MALVEZZI DE' MEDICI NERIO. con d.m. 8 giugno 1898 entra nella giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno Nato a Bologna il 2 ottobre 1856. Membro, eletto dal Senato, dal 26 feb­ 1899. Ordinario di anatomia patologica nell'Università di Roma. Nominato braio 1912 al 30 giugno 1913; e ancora dal 7 aprile 1916 al 30 giugno 1917. senatore il 24 novembre 1913. Consigliere direttivo e membro emerito della Deputazione di storia patria di Bologna. Deputato nelle legislature XXI e XXII. Nominato senatore il 4 apri­ MARGHIERI ALBERTO. Nato a Napoli il 12 giugno 1852. Membro di proposta ministeriale dal lu­ le 1909. Ministro di agricoltura industria e commercio dal 26 dicembre l o 1905 all'8 febbraio 1906. glio 1915 al 30 giugno 1919. Ordinario di diritto commerciale nell'Universi­ tà di Napoli. Deputato nella legislatura XXII. Annullata la sua elezione a de­ MAMELI CRISTOFORO. putato nella XXIII legislatura. Nominato senatore il l8 settembre 1924. Nato a Lanusei (Nuoro) il 5 febbraio 1795. Membro ordinario dal 3 gennaio 1858 all'agosto 1860, allorché si dimette. Consigliere di Stato. Deputato MARIOTTI FILIPPO. nella I, III, IV, V legislatura. Non convalidata la sua elezione nella II legisla­ Nato ad Apiro (Macerata) il 6 settembre 1833. Membro, eletto dal Senato, dal marzo 1910; resta in carica fino alla morte, avvenuta il 25 giugno tura per lo scioglimento della Camera. Nominato senatore il 26 novembre l o 1854. Ministro dell'istruzione pubblica dal 7 maggio 1849 al 9 novembre 1911. Avvocato. Deputato nelle legislature X-XVII. Nominato senatore il 10 1850. ottobre 1892. Segretario generale nel Ministero della pubblica istruzione dal 14 aprile 1887 al 29 febbraio 1888; poi sottosegretario, sempre nello stesso MAMIANI DELLA ROVERE TERENZIO. dicastero, dal marzo 1888 al 6 febbraio 1891. Nato a Pesaro il 27 settembre 1799. Nominato membro ordinario e vicepre­ l o sidente dal 7 luglio 1868 resta in carica fino al 7 aprile 1881, allorché è no­ MARIOTTI GIOVANNI. minato membro di proposta ministeriale e vicepresidente. Il 13 maggio Nato a Parma il maggio 1850. Membro, eletto dal Senato, dal marzo l o l o 1881 entra nella Giunta. Mantiene tali incarichi fino al 4 maggio 1884. Pro­ 1910 al 30 giugno 1911. Eletto di nuovo il 27 maggio 1913, sempre tra i se­ fessore. Consigliere di Stato . Deputato dalla V alla VIII legislatura. Non con­ natori, dal 4 novembre 1914 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­ validata la sua elezione nella III legislatura per lo scioglimento della Ca- gno 1917. Membro del Consiglio, ancora come rappresentante del Senato,

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...... Appendice - I membri del Consiglio superiore 291 290 Fontiper la storia della scuola

MAZZIOTTI MATTEO. dal 24 luglio 1919 al 31 agosto 1923. Sovrintendente agli scavi ed ai musei archeologici per le provincie di Parma e Piacenza. Deputato nella legislatura Nato a Napoli il 17 giugno 1851. Membro, eletto dal Senato, dal 20 dicem­ XV. Nominato senatore il 21 novembre 1901. bre 1912 al 30 giugno 1913. Di nuovo consigliere, sempre in rappresentan­ za del Senato, dal 15 luglio 1917; cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 24 feb­ MARTINETTI VITTORIO. braio 1918. Avvocato. Deputato nelle legislature XV-XXII. Nominato sena­ Nato a Scorzarolo (frazione di Marcaria, ora di Borgoforte, in provincia di tore il 14 aprile 1909. Sottosegretario nel Ministero delle poste e telegrafi Mantova) 1'11 agosto 1859. Membro di proposta ministeriale dal l luglio o dall' 11 marzo 1896 al 3 giugno 1898; poi nel Ministero delle finanze dal 18 1904 al 30 giugno 1908. Ordinario di geometria descrittiva e proiettiva con febbraio 1901 al 10 novembre 1903. disegno nell'Università di Messina, rettore della stessa. MAzZONI GUIDO. MASCI FILIPPO. Nato a Firenze il 12 giugno 1859. Membro del Consiglio dal l luglio 1903, Nato a Francavilla al Mare (Chieti) il 29 settembre 1844. Membro per elezio­ o ne dal luglio 1905, il l luglio 1906 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il l a luglio 1904 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1906. No­ l o o minato di nuovo di proposta ministeriale dal luglio 1908, lo stesso gior­ il 28 febbraio 1910. Ordinario di filosofia teoretica nell'Università di Napo­ l o li, rettore della stessa. Deputato nella XIX e XX legislatura. Nominato sena­ no entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1913. Ordinario di let­ tore il l6 ottobre 1913. teratura italiana nell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Nominato senatore il 26 gennaio 1910. MASONI UDALRIGO. Nato a Napoli 1'11 luglio 1860. Membro per elezione dal l luglio 1915 al o MAZZUOLI FAUSTO. 30 giugno 1917. Nominato di nuovo, sempre per elezione, dal l dicembre o Nato a Pereta (Grosseto) il6novembre 1811. Membro del Comitato per l'i­ 1919, cessa dall'ufficio il 31 agosto 1923. Ordinario di idraulica teorica e struzione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore del­ pratica nella Scuola superiore politecnica di Napoli. Deputato nella XXII e l'Università di Pisa, professore di codice civile. XXIII legislatura.

MEDA FILIPPO. MASSARANI TULLO. Nato a Milano il l gennaio 1869. Membro eletto dalla Camera dei deputati Nato a Mantova il 3 febbraio 1829. Membro di proposta ministeriale dal 12 o maggio 1881 al 6 novembre dello stesso anno, allorché si dimette. Letterato. dal 19 dicembre 1919, il 20 dicembre entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il Deputato dalla VII alla X legislatura. Nominato senatore ill5 maggio 1876. 31 agosto 1923. Avvocato. Deputato nelle legislature XXIII-XXVI. Ministro delle finanze dal 19 giugno 1916 al 23 giugno 1919; poi del tesoro dal 16 M C ATTEUCCI ARLO . giugno 1920 al 2 aprile 1921. Nato a Forlì il 20 giugno 1811. Nominato membro ordinario e vicepresiden­

te il 6 novembre 1864; il 27 dicembre 1866 entra nel Comitato per l'istru­ MENABREA DI VAL DORA LUIGI FEDERICO. zione universitaria. Nominato di nuovo membro ordinario e vicepresidente Nato a Chambéry (Savoia) il 4 settembre 1809. Membro straordinario dal 30 del ricostituito Consiglio superiore il 20 ottobre 1867, resta in carica fino al­ ottobre 1848 al 17 dicembre 1851. Nominato, sempre come straordinario, il la morte, avvenuta il 25 giugno 1868. Professore emerito di fisica nell'Uni­ 3 gennaio 1858, si dimette nel giugno 1861. Professore di costruzione nel­ versità di Pisa. Nominato senatore il 18 marzo 1860. Ministro della pubblica l'Università di Torino. Deputato dalla I alla VI legislatura. Nominato senato­ istruzione dal 31 marzo all'8 dicembre 1862. re il 29 febbraio 1860. Ministro della marina dal 12 giugno 1861 al 3 marzo MATTIROLO LUIGI. 1862, poi dei lavori pubblici dall'8 dicembre 1862 al 27 settembre 1864. Nato a Torino il 26 luglio 1838. Nominato membro di proposta ministeriale Presidente del Consiglio dei ministri e titolare del dicastero degli affari este­ il 19 giugno 1887; cessa dall'ufficio il 30 giugno 1891. Professore di proce­ ri dal 27 ottobre 1867 al l4 dicembre 1869. dura civile e ordinamento giudiziario nell'Università di Torino. MENEGHINI GIUSEPPE ANDREA. MAURIZI LUIGI. Nato a Padova il 30 luglio 1811. Nominato membro per elezione dal l giu­ Nato a Bolognola (Macerata) il 28 agosto 1836. Membro di proposta ministe­ o gno 1885. Resta in carica fino alla morte avvenuta il 29 gennaio 1889. Pro­ riale dal l giugno 1894, lo stesso giorno entra nella Giunta. Resta in carica o fessore di geologia e geografia fisica nell'Università di Pisa. Nominato sena­ fino alla morte avvenuta 1'11 dicembre 1897. Ordinario di diritto commer­ ciale nell'Università di Roma, rettore della stessa. tore il 7 giugno 1886.

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.... lllll 292 Fonti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 293

MESSEDAGLIA ANGELO. Ministero della pubblica istruzione dal 24 novembre 1919 al 22 maggio Nato a Villafranca (Verona) il 2 novembre 1820. Nominato membro straor­ 1920. dinario 1'8 dicembre 1867, passa ad ordinario il 13 novembre 1870. Mantie­ MONACI ERNESTO. ne l'incarico fino all'entrata in vigore della legge 17 febbraio 1881. Nomina­ Nato a Soriano nel Cimino (Viterbo) il 20 febbraio 1844. Membro del Consi­ to membro di proposta ministeriale il 13 maggio 1884, entra nella Giunta il glio dal giugno 1894 al 31 maggio 1895. Ordinario di storia comparata 27 maggio 1886 e ricopre anche la carica di vicepresidente. Cessa dall'uffi­ l o delle ìingue e letterature neolatine nell'Università di Roma. cio il 30 aprile 1888. Professore di economia politica nell'Università di Pa­ dova. Deputato dalla alla XV legislatura.Nominato senatore il 10 maggio MONTANARI ANTONIO. IX 1884. Nato a Meldola (Forlì) il 24 ottobre 1811. Membro del Comitato per l'istru­ zione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore dell'U­ MESTICA GIOVANNI. Nato ad Apiro (Macerata) il 29 dicembre 1838. Membro di proposta ministe­ niversità di Bologna, professore di filosofia della storia. Nominato senatore riale dal l o luglio 190 l, lo stesso giorno entra nella Giunta. Resta in carica il 18 marzo 1860. fino alla morte avvenuta il 24 giugno 1902. Professore onorario, già ordina­ MONTI ACHILLE. rio di letteratura italiana nell'Università di Palermo. Deputato nelle legisla­ Nato ad Arcisate (Varese) il 16 ottobre 1863. Membro del Consiglio e della ture XVII-XXI. Giunta dal l luglio 1911 al 30 giugno 1915; e ancora, per elezione, dal l o o MINERVINI GIULIO . luglio 1917 al 30 giugno 1921. Ordinario di anatomia patologica nell'Uni­ Nato a Napoli il 9 agosto 1819. Membro del Comitato per l'istruzione uni­ versità di Pavia.

versitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Presidente della Società MORELLI-GUALTIEROTTI GISMONDO. reale di Napoli. Nato a Borgo San Lorenzo (Firenze) il 29 luglio 1849. Membro, eletto dalla MIRAGLIA LUIGI. Camera dei deputati, dal l o marzo 1910, il l o luglio 1911 entra nella Giun­ Nato a Reggio Calabria il 31 maggio 1846. Membro di proposta ministeriale ta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1913. Avvocato. Deputato nelle legislature dal l o giugno 1897, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il XVII-XXIV. Sottosegretario nel Ministero delle poste e telegrafi dal 26 no­ 31 maggio 1901. Ordinario di filosofia del diritto nell'Università di Napoli, vembre 1903 al 28 marzo 1905; poi ministro, nello stesso dicastero, dal 28 rettore della stessa. Nominato senatore il 14 giugno 1900. marzo al 24 dicembre 1905.

MIRANDA GIOVANNI. MORIS GIUSEPPE. Nato a Napoli il 6 dicembre 1865. Membro per elezione dal l o luglio 192 1; Nato a Orbassano (Torino) il 25 aprile 1796. Nominato membro ordinario il cessa dall'ufficio il 31 agosto 1923. Ordinario di clinica ostetrico-ginecolo­ 30 ottobre 1848; il 3 gennaio 1858 diventa vicepresidente. Si dimette il 17 gica nell'Università di Napoìi, rettore della stessa. luglio 1861. Professore di botanica nell'Università di Torino. Nominato se­ natore il 3 maggio 1848. MITCHELL RICCARDO. Nato a Messina il 20 settembre 1815. Membro del Comitato per l'istruzione MORISANI TEODORO. universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore dell'Universi­ Nato a Napoli il l o febbraio 1874. Membro, eletto dalla Camera dei deputa­ tà di Messina, professore di estetica. ti, dal 30 luglio 1921 al 31 agosto 1923. Libero docente di ginecologia, oste­

MOLESCHOTT }AKOB. tricia e clinica relativa nell'Università di Napoli. Deputato nelle legislature Nato a Bois Le Due (Olanda) il 9 agosto 1822. Nominato membro per elezio­ XXIV-XXVI. Nominato senatore 1'8 aprile 1939.

ne il l o maggio 1884, entra nella Giunta 1'11 giugno o 24 luglio 1885. Cessa MORTARA LODOVICO. dall'ufficio il 30 aprile 1888. Professore di fisiologia umana nell'Università Nato a Mantova il 16 aprile 1855. Membro del Consiglio e della Giunta dal di Roma. Nominato senatore il l6 novembre 1876. l o luglio 1903; lascia quest'ultima, per dimissioni, il l o luglio 1906. Cessa MOLMENTI POMPEO. dall'ufficio il 30 giugno 1907. Avvocato, professore onorario nell'Università Nato a Venezia il l o settembre 1852. Membro, eletto dal Senato, dal l o giu­ di Pisa. Nominato senatore il 26 gennaio 1910. Ministro di grazia e giustizia gno 1917 al 30 giugno 1921. Scrittore e storico. Deputato nelle legislature e dei culti (poi giustizia e affari di culto) dal 23 giugno 1919 al 22 maggio XVII e XIX-XXII. Nominato senatore il 4 aprile 1909. Sottosegretario nel 1920.

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______.....__ illliliillllll __ 294 Fo nti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 295

M GAETANO. OSCA glio 1905, nel Consiglio e nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1906. Nato a Palermo il l aprile 1858. Membro di proposta ministeriale dal l lu­ o o Pedagogista. glio 1906 al 30 giugno 1911. Nominato di nuovo, per elezione, dal luglio l o 1913 al 30 giugno 1917. Ordinario di diritto costituzionale nell'Università NITTI FRANCESCO SAVERIO. di Torino. Deputato nelle legislature XXIII e XXIV. Nominato senatore il 6 Nato a Melfi (Potenza) il 20 luglio 1868. Membro di proposta ministeriale dal l giugno 1902, il luglio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 ottobre 1919. Sottosegretario nel Ministero delle colonie dal 23 marzo al 19 o l o giugno 1906. Nominato di nuovo, per elezione, dal luglio 1907, entra lo giugno 1916. l o stesso giorno nella Giunta. Il aprile 1913 cessa dalla Giunta (per dimissio­ l o MOSSO ANGELO. ni); 30 giugno dello stesso anno decade dall'ufficio. Ordinario di scienza il Nato a Torino il 31 maggio 1846. Nominato membro per elezione dal l o della finanza e diritto finanziario nell'Università di Napoli. Deputato nelle giugno 1885. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1889. Professore di fisiologia legislature XXII-XXVI, Consulta nazionale, Assemblea costituente. Senatore umana nell'Università di Torino. Nominato senatore il 4 marzo 1904. di diritto (III disposizione transitoria della Costituzione) nella I legislatura repubblicana. Ministro di agricoltura, industria e commercio dal 30 marzo A MURRI UGUSTO. 1911 al 21 marzo 1914; poi del tesoro dal 30 ottobre 1917 al 18 gennaio Nato a Fermo (Ascoli Piceno) 1'8 settembre 1841. Membro per elezione dal 1919. Presidente del consiglio dei ministri dal 23 giugno 1919 al 16 giugno l giugno 1889 al 31 maggio 1893; e ancora, sempre per elezione, dal l . o o 1920. giugno 1894 al 31 maggio 1898. Professore di clinica medica nell'Università di Bologna. Deputato nella XVII legislatura. NOVARO GIACOMO FILIPPO. Nato a Diano Calderina, ora Diano Marina (Imperia) il 2 maggio 1843. Mem­ MUSMECI NICCOLÒ. bro per elezione dal giugno 1893 al 31 maggio 1897. Nominato di nuovo l o Nato ad Acireale (Catania) il 17 febbraio 1819. Membro ordinario dal 15 ot­ con r.d. 2 luglio 1903, cessa dall'ufficio il 30 giugno 1905. Ordinario di cli­ tobre 1865 al dicembre 1866. Professore di diritto marittimo e commerciale nica chirurgica nell'Università di Bologna. Nominato senatore il 3 giugno nell'Università di Palermo. Deputato nella VIII e IX legislatura. 1908.

NALLINO CARLO ALFONSO. NOVELLI ETTORE. Nato a Torino il 16 febbraio 1872. Membro del Consiglio e della Giunta dal Nato a Velletri (Roma) il 16 settembre 1821. Membro di proposta ministeria­ settembre 1923 a tutto il 1928. Ordinario di storia ed istituzioni musul­ le dal l agosto 1883 al l9 giugno 1887. Poeta. l o o mane nell'Università di Roma. 0CCIONI ONORATO. Nato a Venezia il 29 marzo 1830. Membro di proposta ministeriale dal NAPOLI FEDERICO. l o giugno 1890, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il l giu­ Nato a Palermo 1'11 febbraio 1819. Membro del Consiglio superiore di Pa­ o gno 1894. Professore di letteratura latina nell'Università di Roma. lermo dal 23 ottobre 1860 al 15 ottobre 1865. Professore di calcolo diffe­ renziale e integrale nell'Università di Palermo . Deputato nella IX e X legisla­ 0PPICI PAOLO. tura. Segretario generale nel Ministero della pubblica istruzione dal 6 gen­ Nato in Polesine (Parma) il 18 febbraio 1799. Membro del Comitato per l'i­ naio 1866 al 15 maggio 1869. struzione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore del­ l'Università di Parma. NASINI RAFFAELLO. Nato a Siena 1' 11 agosto 1854. Membro per elezione dal l luglio 1915, lo PADULA FORTUNATO. o stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 agosto 1923. Ordi­ Nato a Napoli il 4 dicembre 1816. Membro del Comitato per l'istruzione nario di chimica generale nell'Università di Pisa. Nominato senatore il 22 di­ universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Direttore della Scuola cembre 1928. d'applicazione per gli ingegneri di Napoli. Nominato senatore il 6 febbraio 1870. NISIO GEROLAMO. L Nato a Molfetta (Bari) il 6 maggio 1827. Membro di proposta ministeriale dal P AGLIANI UIGI. Nato a Genola (Cuneo) il 9 aprile 1848. Membro per elezione dal l luglio luglio 1899, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 o l o 1905 al 28 febbraio 1910; e ancora dal l luglio 1917 al 30 giugno 1919. giugno 1903. Nominato di nuovo, sempre di proposta ministeriale, dal l lu- o o Ordinario d'igiene sperimentale nell'Università di Torino.

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n 1 1 1 1 296 Fontiper la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 297

P AIS ETTORE. P VANO NICOLA. ARRA Nato a Borgo San Dalmazzo (Cuneo) il 27 luglio 1856. Membro del Consi­ Nato a Fontana Liri (allora in provincia di Caserta, ora di Frosinone) il 2l lu­ glio dal l luglio 1911 al 30 giugno 1915. Di nuovo membro, per elezione, o glio 1883. Membro del Consiglio dal 15 febbraio 1926 a tutto il 1928. Ordi­ dal luglio 1917 al 30 giugno 1919. Ordinario di storia antica nell'Univer­ nario di chimica inorganica nell'Università di Roma. l o sità di Napoli. Nominato senatore il 16 ottobre 1922. PASCAL CARLO. G Nato a Napoli il 21 ottobre 1866. Membro di proposta ministeriale dal l lu­ PALADINO IOVANNI. o glio 1915, dal l luglio 1917 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­ Nato a Potenza il 26 aprile 1842. Membro di proposta ministeriale dal l �u­ o o gno 1919. Nominato di nuovo dal l aprile 1922, decade il 31 agosto 1923. glio 1905 al 28 febbraio 1910. Ordinario di istologia e fisiologia generale o nell'Università di Napoli. Nominato senatore il 3 giugno 1908. Ordinario di letteratura latina nell'Università di Pavia.

P ASCALE GIOVANNI . PALASCIANO FERDINANDO. Nato a Faicchio (Benevento) il 19 marzo 1859. Membro per elezione dal Nato a Capua (Caserta) il 13 giugno 1815. Nominato membro di proposta l o luglio 1919, cessa dall'ufficio il 31 agosto 1923. Di nuovo membro dal 15 ministeriale il 6 novembre 1881; cessa dall'ufficio il 10 maggio 1883. Pro­ febbraio 1926 a tutto il 1928. Ordinario di clinica chirurgica nell'Università fessore onorario nella facoltà di medicina dell'Università di Napoli. Deputa­ di Napoli. Nominato senatore il 6 ottobre 1919. to dalla X alla XII legislatura. Nominato senatore il 15 maggio 1876. PASQUALI GIORGIO. PALMA LUIGI. Nato a Roma il 29 aprile 1885. Membro del Consiglio dal settembre 1923 l o Nato a Corigliano Calabro (Cosenza) il 19 luglio 1837. Nominato membro al 10 febbraio 1926. Straordinario di letteratura greca nell'Istituto di studi per elezione il 20 maggio 1886. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1890. Profes­ superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. sore di diritto costituzionale nell'Università di Roma. PASSERINI GIOVANNI. PANZACCHI ENRICO. Nato a Pieve di Guastalla (allora parte del Ducato di Parma, ora in provincia Nato a Ozzano nell'Emilia (Bologna) il 16 dicembre 1840. Membro di propo­ di Reggio Emilia) il 16 giugno 1816. Nominato membro di proposta ministe­ sta ministeriale dal luglio 1899 al 30 giugno 1903. Ordinario di estetica e riale il 19 giugno 1887. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1891. Professore di l o di storia dell'arte moderna nell'Università di Bologna. Deputato nella XX e botanica nell'Università di Parma. XXI legislatura. Annullata la sua elezione a deputato nella XV legislatura. PATERI ILARIO FILIBERTO. Sottosegretario nel Ministero della pubblica istruzione dal 28 giugno 1900 al Nato a Torino il 12 maggio 1807. Nominato membro straordinario il 3 gen­ 17 febbraio 190 l. naio 1858, passa ad ordinario il 7 marzo 1860. Conserva il mandato fino al dicembre 1866. Professore di diritto ecclesiastico nell'Università di Torino. PARATO FELICE. Deputato dalla II alla VII legislatura. Nato a Sommariva del Bosco (Cuneo) il 28 novembre 1792. Nominato mem­ bro straordinario il 3 gennaio 1858, passa ad ordinario il 22 luglio 1860. PATERNO' DI SESSA EMANUELE. Cessa dall'ufficio, per dimissioni, il 15 ottobre 1865. Professore di teologia Nato a Palermo il 12 dicembre 1847. Nominato membro per elezione il l o nell'Università di Torino. maggio 1884; cessa dall'ufficio il 30 aprile 1888. Membro di proposta mini­ steriale dal l giugno 1898; il luglio 1899 entra nella Giunta. Cessa dal­ o l o P ARAVIA PIERA LESSANDRO. l'ufficio il 31 maggio 1902. Di nuovo consigliere, di proposta ministeriale, Nato a Zara (Dalmazia) il 15 luglio 1797. Membro straordinario dal 30 otto­ dal l luglio 1906; entra nella Giunta il luglio 1907. Cessa dall'ufficio il o l o bre 1848 al 17 dicembre 1851. Professore di letteratura italiana nell'Univer­ 30 giugno 1911. Professore di chimica generale nell'Università di Palermo. sità di Torino. Nominato senatore il 4 dicembre 1890.

PARONA CORRADO. PENDE NICOLA. Nato a Corteolona (Pavia) il 12 giugno 1848. Membro di proposta ministe­ Nato a Noicattaro (Bari) il 21 aprile 1880. Membro del Consiglio dal 15 feb­ riale dal l luglio 1913 al 30 giugno 1917. Ordinario di zoologia nell'Uni­ braio 1926 a tutto il 1928. Ordinario di clinica medica generale nell'Univer­ o versità di Genova. sità di Genova. Nominato senatore il 9 dicembre 1933.

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------.--JrT""T--.-.rT'"IIIÌ·�------iiiiooii ...... Fo ntiper la storia della scuola 298 Appendice - I membri del Consiglio superiore 299

PEREZ FRANCESCO PAOLO. PINCHERLE SALVATORE. Nato a Palermo il 10 marzo 1812. Membro del Consiglio superiore di Paler­ Nato a Trieste 1'11 marzo 1853. Membro per elezione dal l o luglio 1917, mo dal 23 ottobre 1860 al 15 ottobre 1865. Consigliere della Corte dei con­ con d.m. 18 aprile 1918 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno ti. Nominato senatore il 15 novembre 1871. Ministro dei lavori pubblici dal 1921. Ordinario di calcolo infinitesimale nell'Università di Bologna. 26 dicembre 1877 al 24 marzo 1878, poi della pubblica istruzione dal 14 lu­ glio al 25 novembre 1879. PIRIA RAFFAELE . Nato a Scilla (Reggio Calabria) il 22 agosto 1814. Membro ordinario dal l o FERRANDO GIANGIACOMO. gennaio 1860. Resta in carica fino alla morte avvenuta il 18 luglio 1865. Nato a Sassello (Genova) il 19 marzo 1865. Membro per elezione dal l o lu­ Professore di chimica generale nell'Università di Torino. Deputato nell'VIII glio 1915 al 30 giugno 1917. Ordinario di medicina legale nell'Università di legislatura. Nominato senatore il 15 maggio 1862. Genova. PIROLI GIUSEPPE. PERSICO FEDERICO. Nato a Busseto (Parma) il l6 febbraio 1815. Membro straordinario dal 15 ot­ Nato a Napoli il 7 aprile 1829. Membro per elezione dal l o luglio 1900 al 30 tobre 1865 al dicembre 1866. Consigliere di Stato. Deputato dalla VII alla giugno 1904. Ordinario di diritto amministrativo nell'Università di Napoli. XII legislatura. Nominato senatore il 26 novembre 1884.

PIROTTA ROMUALDO. PESSINA ENRICO. Nato a Napoli il 17 ottobre 1828. Nominato membro per elezione il lO mag­ Nato a Pavia il 7 febbraio 1853. Membro per elezione dal l o luglio 1908, il gio 1883, cessa dall'ufficio il 19 giugno 1887. Professore di diritto e proce­ l o luglio 1911 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1913. Ordi­ dura penale nell'Università di Napoli. Deputato nella VIII, X, XIII legislatu­ nario di botanica nell'Università di Roma. ra. Nominato senatore il 16 marzo 1879. Ministro di agricoltura industria e PISTELLI ERMENEGILDO. commercio dall' 11 novembre al 19 dicembre 1878; poi di grazia e giustizia e Nato a Camaiore (Lucca) il 15 febbraio 1862 . Membro del Consiglio dal 15 dei culti dal 24 novembre 1884 al 29 giugno 1885. febbraio 1926; resta in carica fino alla morte avvenuta il 14 gennaio 1927. Stabile di filologia classica nell'Università di Firenze. PESTALOZZA UBERTO. Nato a Milano il 19 settembre 1872. Membro del Consiglio e della Giunta PLANA GIOVANNI ANTONIO AMEDEO. dal l o settembre 1923 al 10 febbraio 1926. Libero docente di antichità clas­ Nato a Voghera (allora parte del Regno di Sardegna, ora in provincia di Pa­ siche e storia delle religioni nell'Accademia scientifico-letteraria di Milano. via) 1'8 novembre 1781. Nominato membro ordinario e vicepresidente il 30 ottobre 1848. Il 3 gennaio 1858 è nominato vicepresidente onorario. Si di­ PEYRON AMEDEO. mette il 29 gennaio 1858. Professore d'analisi matematica nell'Università di Nato a Torino il 2 ottobre 1785. Nominato consigliere col r. brevetto 27 di­ Torino. Nominato senatore il 3 aprile 1848. cembre 1847, cessa dall'ufficio con l'entrata in vigore della legge Bon Com­ pagni. Teologo collegiato. Nominato senatore il 3 aprile 1848. POLACCO VITTORIO. Nato a Padova il 10 maggio 1859. Membro del Consiglio con r.d. 24 ottobre PICCOLOMINI ENEA. 1908, cessa dall'ufficio il 30 giugno 1911. Ordinario di diritto civile nell'U­ Nato a Siena il l8 gennaio 1844. Nominato membro di proposta ministeriale niversità di Padova. Nominato senatore il 26 gennaio 1910. il 19 giugno 1887, entra nella Giunta il 15 luglio dello stesso anno. Si dimet­ POLLONE IGNAZIO. te il l ottobre 1889. Professore di letteratura greca nell'Università di Pisa. o Nato a San Maurizio (Torino) il 3 ottobre 1803. Membro straordinario dal 25 PIETRAVALLE MICHELE. settembre 1856 alla fine del 1857. Professore di analisi algebrica nell'Uni­ Nato a Salcito (Campobasso) il 31 ottobre 1858. Membro, eletto dalla Came­ versità di Torino. Segretario generale nel Ministero della pubblica istruzione ra dei deputati, dal l o luglio 1913, il l o luglio 1915 entra nella Giunta. Ces­ negli anni 1854 e 1855. sa dall'ufficio il 30 giugno 1917. Nominato di nuovo, sempre in rappresen­ POZZI DOMENICO. tanza della Camera, dal l7 dicembre 1919, decade il 31 agosto 1923. Libero Nato a Pavia il 9 marzo 1846. Membro, eletto dalla Camera dei deputati, docente d'igiene nell'Università di Napoli. Deputato nelle legislature XXIII­ dall'11 marzo 1911, cessa dall'ufficio nell'aprile 1916. Avvocato. Deputato XXVI. nelle legislature XIX-XXIV. Annullata la sua elezione a deputato nella XVIII 300 Fo nti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 301

legislatura. Sottosegretario nel Ministero dei lavori pubblici dal 10 novem­ RAFFAELE FEDERICO. Nato a Napoli il 4 giugno 1862. Membro del Consiglio dal settembre bre 1903 al 30 dicembre 1905. l o 1923, decade il 10 febbraio 1926. Ordinario di zoologia nell'Università di PRATI GIOVANNI. Roma. Nato a Dasindo, ora Sténico (Trento), il 27 gennaio 1814. Nominato mem­ bro ordinario il 6 aprile 1862, mantiene l'incarico fino al dicembre 1866. Di RAIBAUDI MICHELANGELO. nuovo membro ordinario dal 20 ottobre 1867 fino al 12 maggio 1881, allor­ Nato a Palermo il 21 novembre 1811. Membro del Consiglio superiore di Pa­ ché è nominato membro di proposta ministeriale ed entra nella Giunta (13 lermo dal 23 ottobre 1860 al 15 ottobre 1865. Professore di filosofia del di­ maggio). Cessa dall'ufficio il 10 maggio 1883. Poeta. Annullata la sua elezio­ ritto nell'Università di Palermo. ne a deputato nell'VIII legislatura. Nominato senatore il 15 maggio 1876. RAJNA PIO. PROMIS CARLO. Nato a Sondrio 1'8 luglio 1847. Membro per elezione dal giugno 1893 al l o Nato a Torino il 18 febbraio 1808. Nominato membro straordinario il 17 di­ 31 maggio 1897. Nominato di nuovo, di proposta ministeriale, dal luglio l o cembre 1851, si dimette il 25 dicembre dello stesso anno. Professore di ar­ 1913; con successivo decreto (r.d. agosto 1913) viene revocata quest'ul­ Il chitettura civile nell'Università di Torino. Deputato nella III legislatura. tima nomina. Ordinario di lingue e letterature neolatine nell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Nominato senatore il 16 PROTONOTARI FRANCESCO. Nato a Santa Sofia (allora parte del Granducato di Toscana, ora in provincia ottobre 1922.

di Forlì) il 28 agosto 1832. Nominato membro di proposta ministeriale il 12 RAMORINO FELICE. maggio 1881, il 13 maggio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 4 maggio Nato a Mondovì (Cuneo) il 14 maggio 1852. Membro del Consiglio dal l o 1884. Professore di economia politica nell'Università di Roma. luglio 1911, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­

PROVANA DEL SABBIONE LUIGI. gno 1915. Ordinario di letteratura latina nell'Istituto di studi superiori prati­ Nato a Torino il 29 dicembre 1786. Nominato consigliere col r. brevetto 27 ci e di perfezionamento di Firenze. dicembre 1847, diventa membro ordinario con l'entrata in vigore della leg­ RANALLI FERDINANDO. ge Bon Compagni. Mantiene l'incarico fino alla morte, avvenuta il 27 luglio Nato a Nereto (Teramo) il 2 febbraio 1813. Membro ordinario dal 15 ottobre 1856. Membro della r. Accademia delle scienze e della Commissione provin­ 1865 al dicembre 1866. Professore di storia antica e moderna nell'Universi­ ciale di revisione. Nominato senatore il 18 dicembre 1849. tà di Pisa. Deputato nella X legislatura. PULLÈ FRANCESCO LORENZO. R 0 Nato a Modena il 17 maggio 1850. Membro di proposta ministeriale dal 1 ANELLETTI RESTE. o giugno 1902, il luglio 1903 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 Nato a Celano (L'Aquila) il 27 gennaio 1868. Membro di proposta ministe­ l o riale dal 1 luglio 1915, lo stesso giorno entra nella Giunta. Confermato dal giugno 1906. Nominato di nuovo, per elezione, dal luglio 1907, decade o l o luglio 1919, cessa dall'ufficio il 31 agosto 1923. Ordinario di diritto am­ il 30 giugno 1913. Ordinario di filologia indo-europea nell'Università di Bo­ l o logna. Nominato senatore il 24 novembre 1913. ministrativo nell'Università di Pavia.

PULLÈ LEOPOLDO. RAYNERI GIOVANNI ANTONIO. Nato a Verona il 17 aprile 1835. Membro, eletto dal Senato, dal 1 marzo Nato a Carmagnola (Torino) il 2 marzo 1810. Membro ordinario dal 3 gen­ o 1910, cessa dall'ufficio il 30 giugno 1913. Letterato. Deputato nelle legisla­ naio 1858 al dicembre 1866. Professore di metodo superiore nell'Università ture XIV-XXI. Nominato senatore il 4 marzo 1905. Sottosegretario nel Mini­ di Torino. stero della pubblica istruzione dal 26 febbraio 1891 al 10 maggio 1892. RE FELICE. PUNTONI VITTORIO. Piemontese. Membro del Consiglio dal 27 dicembre 1847. Resta in carica fi­ Nato a Pisa il 24 giugno 1859. Membro di proposta ministeriale dal luglio no alla morte avvenuta nel 1855. Avvocato collegiato e censore nell'Univer­ l o 1905, il luglio 1907 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 28 febbraio l o sità di Torino. 1910. Nominato di nuovo, per elezione, dal luglio 1913, entra nella l o Giunta il luglio 1915. Decade il 30 giugno 1917. Ordinario di letteratura REVIGLIO MAURIZIO. l o greca nell'Università di Bologna. Nominato senatore il 16 ottobre 1922. Nato a Caselette (Torino) il 23 luglio 1807. Membro del Comitato per l'istru- Appendice - I membri del Consiglio superiore 303 302 Fonti per la storia della scuola

zione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore dell'U­ Rocco ARTURO . Nato a Napoli il 23 dicembre 1876. Membro del Consiglio e della Giunta dal niversità di Sassari, professore di materia medica e terapeutica. 1 settembre 1923 a tutto il 1928. Ordinario di diritto e procedura penale o RIBERI ALESSANDRO . nell'Università di Napoli.

Nato a Stroppo (Cuneo) il 24 aprile 1794. Nominato il 6 novembre 1848 ROITI ANTONIO. consigliere di S.M. col diritto d'intervenire ai lavori del Consiglio superiore, Nato ad Argenta (Ferrara) il 26 maggio 1843. Membro di proposta ministe­ per affari concernenti la fa coltà di medicina. Il 27 settembre 1850 diventa riale dal 1 luglio 1892 al 30 giugno 1896. Nominato di nuovo, per elezio­ o membro straordinario ed il 29 agosto 1856 passa ad ordinario. Mantiene ne, dal 1 giugno 1898 al 31 maggio 1902. Ancora consigliere, sempre di o l'incarico fino alla morte avvenuta il 18 novembre 1861. Professore di ope­ nomina elettiva, dal 1 luglio 1903, il luglio 1906 entra nella Giunta. o l o razioni chirurgiche nell'Università di Torino. Presidente del Consiglio supe­ Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1907. Riceve un ultimo mandato, per il Consi­ riore militare di sanità. Deputato nella I legislatura. Nominato senatore il 10 glio e per la Giunta, dal luglio 1911 al 30 giugno 1915. Ordinario di fisi­ l o luglio 1849. ca nell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze.

R!CCOBONO SALVATORE. ROMANO SANTI. Nato a San Giuseppe Jato (Palermo) il 31 gennaio 1864 . Membro del Consi­ Nato a Palermo il 31 gennaio 1875. Membro per elezione dal luglio 1917, l o glio dal settembre 1923, decade il 10 febbraio 1926. Ordinario di istitu­ lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1921. Or­ l o zioni di diritto romano nell'Università di Palermo. dinario di diritto costituzionale nell'Università di Pisa. Nominato senatore il 6 aprile 1934. R!CHELMY PROSPERO. Nato a Torino il 28 luglio 1813. Membro straordinario dal 21 novembre ROSEI NICOLA. 1852 fino alla fine del 1856. Il 27 dicembre 1866 entra nel Comitato per l'i­ Nato ad Amatrice (allora parte del Regno delle Due Sicilie, ora in provincia struzione universitaria, dove resta fino al settembre 1867. Professore d'i­ di Rieti) il 29 dicembre 1818. Nominato membro ordinario del Comitato per draulica nell'Università di Torino. l'istruzione secondaria il 30 dicembre 1866. Muore il 2 settembre 1867. Di­ rettore capo di divisione di prima classe nel Ministero della pubblica istru­ R!CHIARDI SEBASTIANO. zione.

Nato a Lanzo Torinese (Torino) il 26 febbraio 1834. Nominato membro di ROSSI VITTORIO. proposta ministeriale il 18 maggio 1883, lo stesso giorno entra nella Giunta. Nato a Venezia il 3 settembre 1865. Membro per elezione dal luglio 1908 Cessa dall'ufficio il 19 giugno 1887. Membro di proposta ministeriale dal l o l o al 30 giugno 1913. Di nuovo consigliere dal 16 gennaio 1925, e membro giugno 1894, entra contemporaneamente nella Giunta. Cessa dall'ufficio il della Giunta dal 15 febbraio 1926, sino a tutto il 1928. Ordinario di lettera­ 31 maggio 1898. Professore di zoologia e fisiologia comparata nell'Universi­ tura italiana nell'Università di Pavia. tà di Pisa. ROTH ANGELO . RICOTTI ERCOLE. Nato ad Alghero (Sassari) il gennaio 1855. Membro di proposta ministe­ l o Nato a Voghera (allora parte del Regno di Sardegna, ora in provincia di Pa­ riale dal 1 luglio 1905. Cessa dall'ufficio per dimissioni il luglio 1909. o l o via) il 14 ottobre 1816. Membro straordinario dal 17 dicembre 1851 alla fi­ Nominato di nuovo dal 1 luglio 1911, lo stesso giorno entra nella Giunta. o ne del 1854. Dal gennaio 1860 è membro ordinario, e conserva l'incari­ Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1915. Ordinario di patologia speciale chirur­ l o co fino al dicembre 1866. Professore di storia moderna nell'Università di gica e clinica chirurgica nell'Università Sassari. Deputato nella XXIII e di Torino. Deputato nella I e IV legislatura. Nominato senatore il 16 novembre XXIV legislatura. Sottose gretario nel Ministero della pubblica istruzione dal 1862. 19 giugno 1916 al 23 giugno 1919.

ROBECCHI GIUSEPPE. RUFFINI FRANCESCO. Nato a Gambolò (allora parte del Regno di Sardegna, ora in provincia di Pa­ Nato a Lessolo (Torino) il 10 aprile 1863. Membro di proposta ministeriale dal 1 luglio 1913, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio in via) il 15 settembre 1805. Membro straordinario dal marzo 1860 al 16 o 7 aprile 1861, allorché si dimette. Deputato dalla alla VIII legislatura. No­ seguito alla nomina a ministro della pubblica istruzione (18 giugno 1916). IV Ordinario diritto ecclesiastico nell'Università di Torino. Nominato serra- minato senatore 1'8 ottobre 1865 . di

...... -- 304 Fo ntiper lastoria della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 305

tore il 30 dicembre 1914. Ministro della pubblica istruzione dal 19 giugno SCAVIA GIOVANNI . 1916 al 30 ottobre 1917. Piemontese, nato nel 1821. Nominato membro ordinario del Consiglio su­ periore di Napoli il 28 febbraio o 10 aprile 1861, lascia l'incarico nell'otto­ RUMMO GAETANO. bre dello stesso anno. Direttore generale per le scuole normali, magistrali e Nato a Benevento il 6 luglio 1853. Membro per elezione dal l luglio 1915, o tecniche in Napoli. lo stesso giorno entra nella Giunta. Resta in carica fino alla morte avvenuta 1' 11 maggio 1917. Ordinario di clinica medica nell'Università di Napoli. De­ SCHERILLO MICHELE. putato nelle legislature XIX e XXII. Nato a Napoli il 26 settembre 1860. Membro di proposta ministeriale dal l o luglio 1913, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­ SACCARDO PIER ANDREA. Nato a Treviso il 23 aprile 1845. Membro di proposta ministeriale dal l lu­ gno 1917. Ordinario di letteratura italiana nell'Accademia scientifico-lette­ o raria di Milano. Nominato senatore il l marzo 1923. glio 1892, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno o 1895. Ordinario di botanica nell'Università di Napoli. SCHIAPARELLI GIOVANNI VIRGINIO. Nato a Savigliano (Cuneo) il l4 marzo 1835. Membro di proposta ministeria­ SALEMI-PACE GIOVANNI . le (e della Giunta) dal l giugno 1885 al 31 maggio 1889. Direttore dell'os­ Nato a Montemaggiore Belsito (Palermo) il 7 ottobre 1842. Membro per ele­ o zione dal l luglio 1917 al 30 giugno 1921. Ordinario di meccanica applica­ servatorio astronomico di Brera. Nominato senatore il 26 gennaio 1889. o ta alle costruzioni nell'Università di Palermo. VON SCHRON OTTO.

SALINAS ANTONIO. Nato in Hof (Baviera) il 7 settembre 1837. Membro di proposta ministeriale Nato a Palermo il 23 novembre 1841. Membro per elezione dal l giugno dal l luglio 1895 al 30 giugno 1899. Ordinario di anatomia patologica nel­ o o 1894 al 31 maggio 1898. Ordinario di archeologia nell'Università di Pa­ l'Università di Napoli. lermo. SCHUPFER FRANCESCO. SANGUINETTI APOLLO. Nato a Chioggia (Venezia) il 5 gennaio 1833. Nominato membro per elezio­ Nato a Cairo Montenotte (Savona) il 2 ottobre 1822. Membro straordinario ne il 12 maggio 1881, entra nella Giunta il 16 maggio 1884; cessa dall'uffi­ del Comitato per l'istruzione primaria dal 10 febbraio al settembre 1867. cio il 20 maggio 1886. Di nuovo membro per elezione dal l9 giugno 1887 al 26 maggio 1891; e ancora dal l luglio 1892. Il l giugno 1894 entra nella Deputato dalla VII alla X legislatura. o o Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1896. Riceve un ulteriore mandato, SANNIA ACHILLE. sempre di nomina elettiva, il l giugno 1897, e il 28 giugi:w entra nella o Nato a Campobasso il 22 aprile 1823. Membro straordinario del Consiglio Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 190 l. Eletto ancora, per l'ultima vol­ superiore di Napoli dal 28 febbraio o 10 aprile 1861 al 15 ottobre 1865. ta, dal l giugno 1902 al 30 giugno 1906. Professore di storia del diritto o Professore di geometria descrittiva nella Scuola d'applicazione di ponti e nell'Università di. Roma. Nominato senatore il 17 novembre 1898. strade in Napoli. Deputato nella XIII e XVI legislatura. Nominato senatore il 4 dicembre 1890. SCIALOJA VITTORIO. Nato a Torino il 24 aprile 1856. Membro per elezione dal l giugno 1894 al o SCACCHI ARCANGELO. 31 maggio 1898; e ancora, sempre per elezione, dal l luglio 1899 al 30 Nato a Gravina in Puglia (Bari) il 10 febbraio 1810. Membro del Comitato o giugno 1903. Di nuovo consigliere, di nomina elettiva, dal l luglio 1904, per l'istruzione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Ret­ o dal l luglio 1906 entra nella Giunta ed è nominato vicepresidente. Cessa tore dell'Università di Napoli, professore di mineralogia. Nominato senatore o dall'ufficio il 30 giugno 1908. Riceve un ultimo mandato, per il Consiglio e il 20 gennaio 1861. per la sua vicepresidenza, dal l luglio 1911. Lo stesso giorno entra nella o SCALORI UGO . Giunta. Cessa dall'ufficio, per dimissioni, il l luglio 1913. Ordinario di di­ o Nato a Mantova il 25 giugno 1871. Membro, eletto dalla Camera dei deputa­ ritto romano nell' Università di Roina. Nominato senatore il 4 marzo 1904. ti, dal l luglio 1917 al 30 giugno 1921. Studioso di economia. Deputato Ministro di grazia e giustizia e dei culti dall' 11 dicembre 1909 al 31 marzo o nella XXIII e XXIV legislatura. Nominato senatore il 3 ottobre 1920. Sotto­ 1910. Ministro senza portafoglio nel ministero Boselli, dal 19 giugno 1916 segretario nel Ministero per l'assistenza militare e le pensioni di guerra dal al 30 ottobre 1917; poi degli affari esteri dal 26 novembre 1919 al 16 giu­ 19 gennaio al 23 giugno 1919. gno 1920.

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SCLOPIS DI SALERANO FEDERIGO . Nato a Torino il 10 gennaio 1798. Vicepresidente del Comitato per l'istru­ e XIX-XX. Annullata la sua elezione a deputato nella XVIII legislatura. No­ zione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Presidente del­ minato senatore il 21 novembre 1901. l'Accademia delle scienze di Torino. Deputato nella I legislatura. Nominato SERAFINI ENRICO. senatore il 10 luglio 1849. Presidente del Senato dal 25 maggio 1863 al 24 Nato a Pavia il 25 novembre 1863. Membro del Consiglio dal giugno ottobre 1864. Ministro per gli affari ecclesiastici, di grazia e giustizia dal 16 l o 1902, cessa dall'ufficio per rinuncia il luglio 1905. Ordinario di diritto marzo 27 luglio 1848 l o romano nell'Università di Modena. SCOLARI SAVERIO. SERAFINI FILIPPO. Nato a Belluno il 6 marzo 1831. Membro di proposta ministeriale dal lu­ l o Nato a Preore, ora Ragoli (Trento), il aprile 1831. Nominato membro per glio 1892; resta in carica fino alla morte, avvenuta il 27 dicembre 1893. Or­ lO elezione il 30 aprile 1882, entra nella Giunta il maggio 1883. Cessa dal­ dinario di diritto costituzionale nell'Università di Roma. Deputato nella IX e l o l'ufficio il 4 maggio 1884. Nominato una seconda volta, sempre per elezio­ XV legislatura. ne, dal giugno 1885, cessa dall'ufficio il 31 maggio 1889. Riceve un ulti­ l o SCORZA GAETANO. mo mandato analogo ai precedenti dal luglio 1891, e lo stesso giorno en­ l o Nato a Morano Calabro (Cosenza) il 29 settembre 1876. Membro del Consi­ tra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1895. Professore di diritto glio e della Giunta dal settembre 1923 a tutto il 1928. Ordinario di geo­ romano nell'Università di Pisa. Nominato senatore il 21 novembre 1892. l o metria .�1ana litica nell'Università di Napoli. SERGI GIUSEPPE. SECONDI RICCARDO. Nato a Messina il 20 marzo 1841. Membro del Consiglio dal luglio 1903, l o Nato a Casalmaiocco (Milano) il 23 ottobre 1832. Membro di proposta mini­ lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1907. Or­ steriale dal giugno 1889 al 31 maggio 1893. Ordinario di clinica oculisti­ l o dinario di antropologia nell'Università di Roma. ca nell'Università di Genova, rettore della stessa. Nominato senatore il 12 giugno 1881. SEVERI FRANCESCO. Nato ad Arezzo il 13 aprile 1879. Membro per elezione dal luglio 1921, l o SELLA QUINTINO. lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 agosto 1923. Or­ Nato a Sella di Mosso (Biella) il 7 luglio 1827. Dal gennaio 1860 è mem­ l o dinario di analisi algebrica nell'Università di Roma. bro ordinario. Si dimette nel gennaio 1861. Ritorna come membro straordi­ nario il 23 giugno 1861; si dimette il 3 marzo 1862 perché nominato mini­ SlACCI FRANCESCO. stro delle finanze. Professore di geometria nell'Istituto tecnico di Torino. Nato a Roma il 20 aprile 1839. Membro di proposta ministeriale dal lu­ l o Deputato dalla VII alla XV legislatura. Segretario generale nel Ministero del­ glio 1900, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno la pubblica istruzione dal 31 marzo al 23 giugno 1861. Ministro delle finan­ 1904. Ordinario di meccanica razionale nell'Università di Napoli. Deputato ze dal 3 marzo all'8 dicembre 1862; dal 27 settembre 1864 al 31 dicembre nella XVI e XVII legislatura. Nominato senatore il ottobre 1892. lO 1865; dal 14 dicembre 1869 al 10 luglio 1873. Dal 17 maggio al 5 agosto 1872 riceve l'interim del Ministero della pubblica istruzione. SIMONETTA LUIGI. Nato a Milano il luglio 1861. Membro di proposta ministeriale dal lu­ lO l o SENISE TOMMASO. glio 1906, il luglio 1907 entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­ l o Nato a Corleto Perticara (Potenza) il 2 febbraio 1848. Membro di proposta gno 1911. Nominato di nuovo, sempre di proposta ministeriale, dal lu­ l o ministeriale dal luglio 1896, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa l o glio 1913, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno dall'ufficio il 30 giugno 1900. Nominato di nuovo, sempre di proposta mini­ 1917. Di nuovo membro, del Consiglio e della Giunta, dal settembre l o steriale, dal giugno 1902, il luglio 1903 entra nella Giunta. Dal 12 ot­ l o l o 1923 a tutto il 1928. Libero docente d'igiene nell'Università di Siena. Nomi­ tobre 1903 viene nominato vicepresidente. Cessa dall'ufficio e dalla vice­ nato senatore il 18 settembre 1924. presidenza il 30 giugno 1906. Riceve un ultimo mandato, analogo ai prece­ denti, dal luglio 1907. Il luglio 1908 entra nella Giunta. Cessa dall'in­ OLMI ARRIGO. l o l o carico il 30 giugno 1913. Libero docente di patologia medica, propedeutica e Nato a Finale Emilia (Modena) il 27 gennaio 1873. Membro per elezione dal luglio 1921, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 clinica medica nell'Università di Napoli. Deputato nelle legislature XVI-XVII l o agosto 1923. Ordinario di storia del diritto italiano nell'Università di Pavia .

.-;a 308 Fonti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 309

Deputato nelle legislature XXVII-XXIX, poi consigliere nazionale. Nominato STANZIALE RODOLFO. senatore il 12 luglio 1939. Sottosegretario nel Ministero dell' educazione na­ Nato a Napoli il 15 agosto 1866. Membro di proposta ministeriale dal l o lu­ zionale dal 20 luglio 1932 al 24 gennaio 1935. Ministro di grazia e giustizia glio 1908 al 30 giugno 1913. Nominato di nuovo dal l luglio 1921, cessa o dal 24 gennaio 1935 al 12 luglio 1939. dall'ufficio il 31 agosto 1923. Libero docente di patologia e clinica dermosi­

SOMIGLIANA CARLO. filopaticanell' Università di Napoli.

Nato a Como il 2 settembre 1860. Membro del Consiglio dal l o luglio 1911, STOPPATO ALESSANDRO. lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1915. Or­ Nato a Cavarzere (Venezia) il 31 dicembre 1858. Membro di proposta mini­ dinario di fisica matematica nell'Università di Torino. steriale dal o luglio 1915 al 30 giugno 1919. Ordinario di diritto e procedu­ l SPANO GIOVANNI. ra penale nell'Università di Bologna. Deputato nelle legislature XXII-XXIV. Nato a Ploaghe (Sassari) 1'8 marzo 1803. Membro del Comitato per l'istru­ Nominato senatore il 3 ottobre 1920.

zione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore dell'U­ STRUVER }OHANN. niversità di Sassari, professore emerito di sacra scrittura e lingue orientali. Nato a Brunswick (Germania) il 23 gennaio 1842. Nominato membro di pro­ Nominato senatore il 15 novembre 1871, muore prima della prestazione del posta ministeriale il 12 maggio 1881, il 13 maggio entra nella Giunta. Cessa giuramento (Cagliari 3 aprile 1878). dall'ufficio il l o giugno 1885. Di nuovo membro di proposta ministeriale SPAVENTA BERTRAND O. dal 1 o luglio 1895, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il Nato a Bomba (Chieti) il 26 giugno 1817. Membro ordinario del Consiglio 30 giugno 1899. Professore di mineralogia nell'Università di Roma. superiore di Napoli dal 28 febbraio o 10 aprile 1861 al 15 ottobre 1865. Il TAMASSIA GIOVANNI. 15 dicembre 1865 è nominato membro ordinario del Consiglio superiore Nato a Revere (Mantova) il l o dicembre 1860. Membro per elezione dal l o unico in Firenze e mantiene l'incarico fino al dicembre 1866. Il 24 novem­ dicembre 1905 al 28 febbraio 1910. Ordinario di storia del diritto italiano bre 1867 è nominato nuovamente membro ordinario, e mantiene tale incari­ nell'Università di Padova. co fino al 12 maggio 1881, allorché è nominato membro per elezione. Resta in carica fino alla morte avvenuta il 21 febbraio 1883. Professore di filosofia TARDY PLACIDO. razionale nell'Università di Napoli. Deputato nella X, XI e XII legislatura. Nato a Messina il 23 ottobre 1816. Membro del Comitato per l'istruzione Annullata la sua elezione a deputato nell'VIII legislatura. universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore dell'Universi­ tà di Genova, professore di calcolo differenziale ed integrale. SPERINO CASIMIRO . Nato a Scarnafigi Ruffia (Cuneo) il 31 agosto 1812. Membro straordinario TAROZZI GIUSEPPE. dal ogennaio 1860 al novembre 1863. Professore di oculistica nell'Univer­ Nato a Torino il 24 marzo 1866. Membro per elezione dal l luglio 1919, lo l o sità di Torino. Deputato nella VII, XIII, XIV e legislatura. Nominato se­ stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 agosto 1923. Ordi­ XV natore il 25 novembre 1883. nario di filosofia moralenell' Università di Bologna.

SQUITTI BALDASSARRE. TENCA CARLO . Nato a Maida (Catanzaro) il l agosto 1858. Membro di proposta ministeria­ o Nato a Milano il l9 ottobre 1816. Membro straordinario dal l5 ottobre 1865 le dal l o luglio 1899, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il al dicembre 1866. Nominato nuovamente membro straordinario 1'8 dicem­ 30 giugno 1903. Libero docente di diritto romano e di istituzioni di diritto bre 1867, passa ad ordinario il 10 novembre 1870. Mantiene l'incarico fino romano nell'Università di Napoli. Deputato nelle legislature XVII-XXIII e all'entrata in vigore della legge 17 febbraio 1881. Letterato. Deputato dalla XXV-XXVI. Sottosegretario nel Ministero delle poste e telegrafi dal 6 agosto VII alla XIII legislatura. 1901 all'8 novembre 1903. TEZA EMILIO. STAMPINI ETTORE. Nato a Venezia il 14 settembre 1831. Membro di proposta ministeriale dal Nato a Fenestrelle (Torino) il 29 maggio 1855. Membro elettivo dal l o luglio 1 o giugno 1889, il 30 giugno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 31 mag­ 1904, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno gio 1893. Professore di sanscrito, lingue classiche comparate, lingue roman­ 1908. Ordinario di letteratura latina nell'Università di Torino. ze nell'Università di Pisa.

--- Appendice - I membri del Consiglio superio1·e 311 310 Fonti per la storia della scuola

deputati, dal marzo 1910 al 30 giugno 1913. Giornalista. Deputato nelle Tocco FELICE. l o legislature XXIII-XXVII. Nominato senatore il 24 gennaio 1929. Ministro Nato a Catanzaro il 12 settembre 1845. Membro del Consiglio dal giugno l o della pubblica istruzione dal 14 marzo al 16 giugno 1920. 1889, 11_ l o ottobre entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giugno 1891. Ordinario di storia della filosofia nell 'Istituto di studi superiore pratici e di TORRIGIANI FILIPPO. perfezionamento di Firenze. Nato a Firenze il 19 marzo 1851. Membro, eletto dal Senato, dal l o marzo 1910 al 30 giugno 1911. Di nuovo consigliere dal luglio 1913 al 30 giu­ TOLOMEI GIAMPAOLO. l o gno 1917 e dal luglio 1919 al 31 agosto 1923, sempre in rappresentanza Nato a Loreggia (Padova) il dicembre 1814. Membro di proposta ministe­ l o lO del Senato. Membro del Consiglio direttivo dell'Istituto di studi superiori riale dal giugno 1889 al 30 aprile 1892. Ordinario di diritto e procedura l o pratici e di perfezionamento di Firenze. Deputato nelle legislature XV-XXII. penale nell'Università di Padova. Annullata la sua elezione a deputato nella Nominato senatore il 4 aprile 1909. X legislatura. Nominato senatore il 4 dicembre 1890. TRAMBUSTI ARNALDO. TOMATI CRISTOFORO. Nato a Campiglia Marittima (allora in provincia di Pisa, ora di Livorno) il 3 Nato a Genova il 10 settembre 1810. Nominato membro ordinario dal 1 o febbraio 1863. Membro per elezione dal luglio 1917 al 30 giugno 1921. gennaio 1860. Si dimette il 30 agosto 1865. Professore di anatomia nell'Uni­ l o Confermato dal luglio 1921, entra lo stesso giorno nella Giunta. Cessa versità di Torino. Deputato nella VII e XIII legislatura. l o dall'ufficio il lO febbraio 1926. Ordinario di patologia generale nell'Univer­ TOMMASI CRUDELI CORRADO. sità di Genova. Nato a Pieve Santo Stefano (Arezzo) il 3 febbraio 1834. Membro straordina­ rio dal 6 dicembre 1871 al 17 gennaio 1873, allorché si dimette. Di nuovo TRINCHESE SALVATORE. Nato a Martano (Lecce) il 4 aprile 1836. Nominato membro per elezione il memb o straordinario dal 29 agosto 1874 all'entrata in vigore della legge 17 � 19 giugno 1887, il 15 luglio entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­ febbra10 1881. Membro di proposta ministeriale dall'8 giugno 1893 al 31 gno 1891. Nominato membro di proposta ministeriale il giugno 1893, lo maggio 1897, e di nuovo dal giugno 1898 fino alla morte, avvenuta il 30 l o l o stesso giorno entra nella Giunta. Resta in carica fino alla morte avvenuta maggio 1900. Professore di anatomia patologica nell'Università di Roma. l' 11 febbraio 1897. Professore di anatomia e fisiologia comparata nell'Uni­ Deputato nella XII e dalla XV alla XVII legislatura. Nominato senatore il 10 versità di Napoli. ottobre 1892. TURAZZA DOMENICO. TOMMASINI 0RESTE. Nato a Malcesine (Verona) il 30 luglio 1813. Membro del Comitato per l'i­ Nato a Roma 1'8 luglio 1844. Membro, eletto dal Senato, dal 7 aprile 1911 struzione universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Preside del­ all'aprile 1916. Storico. Nominato senatore il 4 marzo 1905. l'Istituto di scienze, lettere ed arti di Venezia, professore di matematica nel­ TONELLO MICHELANGELO . l'Università di Padova. Nominato senatore il 4 dicembre 1890. Nato a San Secondo (Torino) il 29 maggio 1800. Membro straordinario dal 17 dicembre 1851 alla fine del 1854. Professore di legge nell'Università di UGDULENA GREGORIO. Nato a Termini Imerese (Palermo) il 20 aprile 1815. Nominato membro Torino e consigliere di Stato. Deputato nella I, VII e VIII legislatura. Nomi­ straordinario il 6 novembre 1864, passa ad ordinario il 15 ottobre 1865. nato senatore il 12 marzo 1868. Cessa dall'ufficio nel dicembre 1866. Professore di scrittura sacra e lingua TORRACA FRANCESCO. ebraica nell'Università di P�lermo. Deputato nelle legislature VIII e XI. An­ Nato a Pietrapertosa (Potenza) il 18 febbraio 1853. Membro di proposta mi­ nullata la sua elezione a deputato nella X legislatura. nisteriale dal l o luglio 1907, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dal­ l'ufficio il 30 giugno 1911. Nominato di nuovo sempre di proposta ministe­ VACCÀ LillGI. Nato a Massa Carrara il 20 agosto 1814. Membro del Comitato per l'istruzio­ riale, nel Consiglio e nella Giunta, dal luglio 1917 al 30 giugno 1921. Or­ l o ne universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore dell'Uni­ dinario di letteratura italiana nell'Università di Napoli. Nominato senatore il versità di Modena, professore di materia medica e terapeutica. 3 ottobre 1920. VACHINO GIOVANNI FRANCESCO. ToRREANDREA . Nato a Settimo Rottaro (Torino) il 12 aprile 1798. Membro straordinario dal Nato a Torchiara (Salerno) il 5 aprile 1866. Membro, eletto dalla Camera dei

-· 312 Fonti per la storia della scuola Appendice - I membri del Consiglio superiore 313

30 ottobre 1848 al 17 dicembre 1851, e dal 25 agosto 1860 al dicembre 30 giugno 1896. Di nuovo consigliere, sempre per elezione, dal l o giugno 1866. Professore di legge nell'Università di Torino. Annullata la sua elezio­ 1898, entra lo stesso giorno nella Giunta ed è nominato vicepresidente. Ces­ ne a deputato nella I legislatura. sa dall'ufficio il 31 maggio 1902. Professore di storia d'Italia nell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Deputato nella XI, VALLAURI TOMMASO. XII, XIV legislatura. Annullata la sua elezione a deputato nella X legislatura. Nato a Chiusa di Pesio (Cuneo) il 25 gennaio 1805. Nominato membro di Nominato senatore il 26 novembre 1884. Segretario generale nel Ministero proposta ministeriale il l o maggio 1883, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 19 giugno 1887. Professore di letteratura latina nell'Uni­ della pubblica istruzione dal 16 maggio al 10 dicembre 1869 e dal 15 gen­ versità di Torino. Deputato nella VI legislatura. Nominato senatore il 16 no­ naio al 17 marzo 1870. Ministro nello stesso dicastero dal 9 febbraio 1891 al vembre 1882. 15 maggio 1892.

VALLI EUGENIO. VINCIGUERRA DECIO. Nato a Stienta (Rovigo) il l7 giugno 1853. Membro, eletto dalla Camera dei Nato a Genova il 23 maggio 1856. Membro di proposta ministeriale dal l o deputati, dal l o marzo 1910 al 30 giugno 1911. Di nuovo consigliere, sem­ luglio 1901, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­ pre in rappresentanza della Camera, dal l o luglio 1913. Cessa dall'ufficio, gno 1905. Libero docente di zoologia nell'Univeristà di Roma. per dimissioni, il 13 novembre 1914. Avvocato . Deputato nelle legislature VIOLA GIACINTO. XVII-XXIII. Nominato senatore il 16 ottobre 1913. Nato a Carignano (Torino) il 20 marzo 1870. Membro del Consiglio dal l o VALVASSORI PERONI ANGELO. settembre 1923 al 10 febbraio 1926. Ordinario di clinica medica nell'Uni­ Nato a Carpiano (Milano) il 6 aprile 1870. Membro, eletto dalla Camera dei versità di Bologna. Nominato senatore il 2 marzo 1929. deputati, dal l o luglio 1917 al 30 giugno 1921. Avvocato. Deputato nella VITELLI GIROLAMO. XXIII e XXIV legislatura. Nominato senatore il 3 ottobre 1920. Sottosegreta­ Nato a Santa Croce del Sannio (Benevento) il 28 luglio 1849. Membro di rio nel Ministero degli affari esteri dal 27 agosto 1921 al 26 febbraio 1922. · proposta ministeriale dal l o ottobre 1889 al 30 giugno 1891. Nominato di VIDARI ERCOLE. nuovo, per elezione, dal l o luglio 1896, lo stesso giorno entra nella Giunta. Nato a Pavia il 22 dicembre 1836. Membro per elezione dal l o giugno 1890 Cessa dall'ufficio il 30 giungo 1900. Ordinario di lingua greca e latina, e di al 31 maggio 1894. Ordinario di diritto commerciale nell'Università di Pa­ letteratura greca, nell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento via. Nominato senatore il 4 marzo 1904. di Firenze. Nominato senatore il 3 ottobre 1920.

VIGNALI GIOVANNI. VOLPE GIOACCHINO . Nato a Napoli. Membro ordinario del Consiglio superiore di Napoli dal 28 Nato a Paganica (L'Aquila) il 16 febbraio 1876. Membro del Consiglio dal 23 febbraio o 10 aprile 1861 al 15 ottobre 1865. Membro del Consiglio ammi­ novembre 1922 a tutto il 1928. Ordinario di storia moderna nell'Accademia nistrativo di Napoli. scientifico-letteraria di Milano. Deputato nella XXVII legislatura. VILLAR! PASQUALE. ZANICHELLI DOMENICO. Nato a Napoli il 3 ottobre 1827. Nominato membro ordinario il 15 ottobre Nato a Modena nel 1858. Membro di proposta ministeriale dal l o luglio 1865; il 30 dicembre 1866 entra nel Comitato per l'istruzione secondaria 1907, lo stesso giorno entra nella Giunta. Resta in carica fino alla morte av­ come membro straordinario. Il 20 ottobre 1867 è nominato membro ordi­ venuta il 30 luglio 1908. Ordinario di diritto costituzionale nell'Università nario del ricostituito Consiglio e resta in carica fino all'entrata in vigore del­ di Pisa. la legge 17 febbraio 1881. Nominato membro per elezione il 19 marzo 1882, entra nella Giunta il 16 maggio 1884. Cessa dall'ufficio il l o giugno ZUCCANTE GIUSEPPE. 1885. Riceve un secondo mandato, sempre per elezione, il 20 maggio 1886 Nato a Grancona (Vicenza) 1'8 gennaio 1857. Membro del Consiglio dal l o ed entra nella Giunta (27 maggio). Il l o giugno 1889 viene nominato vice­ luglio 1911, lo stesso giorno entra nella Giunta. Cessa dall'ufficio il 30 giu­ presidente. Cessa dall'ufficio il 31 maggio 1890. Nominato su proposta mi­ gno 1915. Nominato di nuovo, per elezione, dal l o luglio 1917 al 30 giugno nisteriale il l o luglio 1892, entra lo stesso giorno nella Giunta (ove resta fi­ 1921. Ordinario di storia della filosofia nell'Accademia scientifico-letteraria no al l o dicembre 1894, quando rinuncia all'incarico). Cessa dall'ufficio il di Milano .

...... Appendice - I membri del Consiglio superiore 315 314 Fontiper la storia della scuola

Scialoja Vittorio luglio 1911 - luglio 1913) ZUMBINI BONAVENTURA. (l o l o Nato a Pietrafitta (Cosenza) il lO maggio 1836. Nominato membro di propo­ Fusinato Guido (l o luglio 1913 - 23 settembre 1914) sta ministeriale il 20 maggio 1886, entra nella Giunta (27 maggio); cessa dal­ Borrasi Adeodato (15 ottobre 1914 - 30 giugno 1915) l'ufficio il 31 maggio 1890. Eletto dal Senato il 7 aprile 1911, si dimette il 4 giugno 1912. 11 12 giugno 1912 è eletto nuovamente dal Senato. Resta in ca­ Dini Ulisse (l o luglio 1915 - 30 giugno 1917) rica fino alla morte, avvenuta nel 1916. Professore di letteratura italiana nel­ l'Università di Napoli. Nominato senatore il 4 marzo 1905. Credaro Luigi (l o luglio 1917 - 31 agosto 1923) - 30 giugno 1924) ZURRIA GIUSEPPE. Casati Alessandro (l o settembre 1923 Nato a Catania il 25 febbraio 1810. Membro del Comitato per l'istruzione Brondi Vittorio (l o luglio 1924 - 10 febbraio 1926) universitaria dal 27 dicembre 1866 al settembre 1867. Rettore dell'Universi­ tà di Catania, professore di calcolo differenziale ed integrale. Gentile Giovanni (15 febbraio 1926 - 31 dicembre 1928)

I VICEPRESIDENTI DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE DALL'ORI­ GINE AL 1928.

Plana Giovanni Antonio Amedeo (30 ottobre 1848-3 gennaio 1858) Moris Giuseppe (3 gennaio 1858 - 17 luglio 1861) N.N. (17 luglio 1861 - 6 novembre 1864) Matteucci Carlo (6 novembre 1864 - 26 dicembre 1866; 20 ottobre 1867 - 18 marzo 1868) Mamiani della Rovere Terenzio (7 luglio 1868 - 4 maggio 1884) Brioschi Francesco (4 maggio 1884 - 11 giugno 1885) Betti Enrico (14 luglio 1885 - 20 maggio 1886) Messedaglia Angelo ( 27 maggio 1886 - 30 aprile 1888) Cremona Luigi (l o maggio 1888 - 31 maggio 1889) Villari Pasquale (l o giugno 1889 - 31 maggio 1890) Cremona Luigi (l o giugno 1890 - 31 maggio 1894) Bargoni Angelo (l o giugno 1894 - 31 maggio 1898) Villari Pasquale (l o giugno 1898 - 31 maggio 1902) Cannizzaro Stanislao (l o luglio 1902 - 12 ottobre 1903) Senise Tommaso (12 ottobre 1903 - 30 giugno 1906) Scialoja Vittorio (l o luglio 1906 - 30 giugno 1908) l Dini Ulisse (l o luglio 1908 - 30 giugno 1911) l

- •.I b) Prospetto- - cronologico � - l [ _ I�IRJII:!l�l!!: l--ALBANESE Enrico m

ALBER• Rt:'DTr"'IITJTONI Pietro Giuseppe p � LA BINi � �LWgi - --- [A�LEARDI : Aleardo� l Robeno

:J"'i -- -1 � 1 ARCOLEO Giorgio "'i l ARMANNI Luciano ASCOLI Gr32lad.ioIsaia --- -- II:C. QUAREGNA.- Amedeo BALDACCHINI GARGANO ..., BANTJ Angelo ..... ·· BARBERIS Giuseppe BARDELLI Giuseppe i sAR.GoNI, - AnSeio BARQ!o.D?C'TUCCHi�ce5c0 l nrn ... Giacomo BASSINI Edoardo BA1TAGLINI Giusepp� BATIELLt An.11:elo ( BELLA---- Giusto- BELTRAMI Eurzerùo Secondo 00TI Dometùc�- )!�DI BERT!Ni Bernardino--- BERTINI Giovanru Mana Michele BERTOLDI Giuseppe - BETII Enrico -----·-- BIANCHI Francesco Il BIANCHI Leonardo . . . � �81�� BIANCHI... Nicomede fBiZWzERDCarlo lliilli BIZ20ZEROGiulie- �- t BLASERNA VJTJS 1- l fBE'RR.lrn

Consiglio superiore della pubhb'ca /:l(/'1JZ/Ofll! � ConsigliO superiore (pOI seriOne s/ac::cata) di Napoli m ConsigliO supenorl! (poi Sl!::IOfll! ,f((lCCata) di Palermo �

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Vengono indicate, nell'unito elenco, le disposizioni normative che più direttamente riguardano e coinvolgono il Consiglio superiore della pubblica istruzione, dalla sua costituzione nel 1847 a tutto il 1928. Si è tenuto altresì conto, in quest'elencazione, dei provvedimenti riguar­ danti i Consigli superiori (poi sezioni staccate) di Napoli e Palermo, nel bre­ ve lasso di tempo della loro esistenza, dal 1860-'61 al 1865.

pp. 30 nov. 1847, n. 652, con le quali si crea un apposito Dicastero Rr. 11. per la suprema direzione degli studi col titolo di Regia Segreteria di Stato per l'istruzione pubblica, abolendo così il Magistrato ed i Consigli di rifor­ ma, la Deputazione agli studi di Genova ed i Magistrati sopra gli studi dell'I­ sola di Sardegna.

R. brevetto 27 dic. 1847, n. 662, col quale sono chiamati a far parte del Consiglio superiore di pubblica istruzione i cavalieri Amedeo Peyron, Felice Re, Ignazio Giulio e Luigi Provana del Sabbione; si conferiscono loro il gra­ do e le onorificenze di consiglieri regi; si determinano in modo provvisorio le attribuzioni del Consiglio medesimo, quelle del segretario dell'Università, dell'ufficio del censore, degli attuali Riformatori e Delegati della riforma, dei capi dei già Consigli di riforma di Chambéry e di Nizza; e si stabilisce quale debba essere l'indirizzo della corrispondenza relativa alle Università, alle Scuole, ed al Protomedicato.

L. 4 ott. 1848, n. 818, di riordino dell'amministrazione della pubblica istru­ zione nel Regno.

L. 22 giu. 1857, n. 2328, di riordino dell'amministrazione della pubblica istruzione nel Regno .

R.d. 30 giu. 1857, n. 2329, che approva il regolamento per il Consiglio su­ periore di pubblica istruzione, per il Consultore legale, per gli Ispettori ge­ nerali e per gli Ispettori delle scuole secondarie.

L. 13 nov. 1859, n. 3725, sull'amministrazione della pubblica istruzione nel Regno.

R.d. 23 dic. 1859, n. 3807, che approva il regolamento per l'amministrazio­ ne centrale e locale dell'istruzione pubblica nel Regno. 328 Fonti per la storia della scuola Appendice - Leggi e decreti 329

D. prodittatoriale 17 ott. 1860, n. 263, con il quale si adotta in Sicilia con R.d. 12 mag. 1881, n. 238, che stabilisce la retribuzione annua assegnata ai talune modificazioni la legge sulla istruzione pubblica promulgata in Torino membri del Consiglio superiore di pubblica istruzione. il 13 novembre 1859. R.d. 9 giu. 1881, n. 259, concernente le indennità da corrispondersi ai D.lgt. 16 feb . 1861, n. 208, contenente provvedimenti organici sul Consi­ membri del Consiglio superiore di pubblica istruzione. glio superiore di pubblica istruzione nelle provincie meridionali. R.d. 2 gen. 1882, n. 659, che approva il regolamento per il Consiglio supe­ R.d. 25 lug. 1861, n. 124, col quale è soppressa la Segreteria generale della riore di pubblica istruzione. pubblica istruzione in Napoli. R.d. 9 apr. 1899, n. 163, col quale si approvano alcune modificazioni ed ag­ R.d. 12 set. 1861, n. 242, per la corrispondenza diretta delle autorità prepo­ giunte al regolamento per il Consiglio superiore di pubblica istruzione. ste alla pubblica istruzione nelle province siciliane col governo centrale. R.d. 12 nov. 1899, n. 413, portante la sostituzione dell'art. 3 del r. d. 9 apr. R.d. 6 feb . 1862, n. 454, che determina le attribuzioni del governo centrale 1899, n. 163, relativo al Consiglio superiore di pubblica istruzione. circa la pubblica istruzione in Sicilia, ed i suoi rapporti colle autorità locali. R.d. 31 dic. 1905, n. 653, che approva il regolamento per il Consiglio supe­ R.d. 1 set. 1865, n. 2495, col quale sono chiamate alla sede del governo in o riore di pubblica istruzione. Firenze le tre sezioni del Consiglio superiore di pubblica istruzione, che at­ tualmente siedono in Napoli, Palermo e Torino. L. 8 apr. 1906, n. 141, sullo stato giuridico degl'insegnanti delle scuole me­ D.m. 21 nov. 1865, n. 2689, che approva un nuovo regolamento per il Con­ die, regie e pareggiate. siglio superiore della pubblica istruzione. R.d. 3 ago. 1908, n. 623, che approva il regolamento per l'esecuzione delle R.d. 6 dic. 1866, n. 3382, concernente il nuovo ordinamento della Ammini­ leggi sullo stato giuridico degli insegnanti delle scuole medie regie e pareg­ strazione centrale della pubblica istruzione, e degli uffici dipendenti. giate e sugli stipendi e sulla carriera del personale delle scuole medie gover­ native. R.d. 22 set. 1867, n. 3956, che approva l'ordinamento dell'amministrazione della pubblica istruzione. L. 19 lug. 1909, n. 496, che stabilisce provvedimenti per la istruzione supe­ riore. R.d. 20 ott. 1867, n. 4008, che approva i regolamenti del Consiglio superio­ re di pubblica istruzione, del Provveditorato centrale per gli studi secondari R.d. 20 ago. 1909, n. 686, che approva il regolamento sul Consiglio supe­ e primari, e dell'Amministrazione provinciale scolastica. riore della pubblica istruzione.

R.d. 29 nov. 1874, n. 2299, col quale è approvato il regolamento del Consi­ R.d. 9 ago. 1910, n. 795, che approva il testo unico delle leggi sull'istruzio­ glio superiore di pubblica istruzione. ne superiore.

R.d. 10 dic. 1874, n. 2300, col quale è approvato il regolamento per l'eser­ R.d. 5 feb. 1911, n. 129, che riguarda le indennità dovute ai professori di cizio delle attribuzioni disciplinari del Consiglio superiore di pubblica istru­ università e d'istituti e ai membri del Consiglio superiore di pubblica istru­ zione. zione chiamati a far parte di commissioni giudicatrici.

L. 17 feb . 1881, n. 51, che modifica l'altra legge del 13 novembre 1859 con­ R.d. 4 mag. 1911, n. 424, che approva il regolamento per il Consiglio supe­ cernente il Consiglio superiore della pubblica istruzione. riore della pubblica istruzione.

R.d. 10 mar . 1881, n. 87, col quale sono approvate le norme per l'esecuzio­ L. 4 giu. 1911, n. 487, riguardante provvedimenti per la istruzione elemen­ ne della legge 17 febbraio 1881, numero 51, relative al Consiglio superiore tare e popolare. di pubblica istruzione. R.d. 25 set. 1911, n. 1142, che approva le norme concernenti la sezione per R.d. 3 apr. 1881, n. 159, che abroga alcuni regolamenti e disposizioni con­ l'istruzione primaria e popolare, istituita nella Giunta del consiglio superio­ cernenti il Consiglio superiore di pubblica istruzione. re della pubblica istruzione.

---�· 330 Fonti per la storia della scuola Appendice - Leggi e decreti 331

R.d. 11 gen. 1912, n. 166, contenente disposizioni circa determinate ind�n­ R. d. 7 nov. 1920, n. 1683, che detta le norme per il pagamento dei gettoni, nità e gettoni di presenza ai membri del Consiglio superiore della pubblica delle indennità e delle diarie ai membri del Consiglio superiore della pubbli­ istruzione. ca istruzione e della Giunta e sezioni di Giunta di detto Consiglio. R.d. 24 ott. 1912, n. 1186, concernente i gettoni di presenza a favore dei R.d.l. 5 dic. 1920, n. 1929, che abroga il d.lgt. 5 gen. 1919, n. 82, relativa­ membri del Consiglio superiore della pubblica istruzione. mente alla istituzione nella Giunta del Consiglio superiore della pubblica R. d. 11 feb . 1915, n. 159, che modifica l'articolo 25 del regolamento appro­ istruzione di una sezione per le relazioni intellettuali coi paesi esteri. vato con r.d. 4 mag. 1911, n. 424, sul Consiglio superiore della pubblica R.d. 12 dic. 1920, n. 1910, che abroga quello 6 ott. 1919, n. 2175, e modifi­ istruzione. ca il d.lgt. 31 dic. 1915, n. 1957, relativamente alle indennità spettanti ai D.l.lgt. 18 nov. 1915, n. 1625, che stabilisce economie nelle spese delle va­ membri del Consiglio superiore della pubblica istruzione e della Giunta del rie amministrazioni dello Stato. Consiglio stesso.

D.lgt. 31 dic. 1915, n. 1957, che apporta modificazioni al regolamento del R.d. 20 mar. 1921, n. 580, concernente le retribuzioni per i corsi di eserci­ Consiglio superiore della pubblica istruzione, approvato con r.d. 4 mag. tazioni presso le regie Università e gli Istituti di istruzione superiore, agli in­ 1911, n. 424. segnanti membri del Consiglio superiore della pubblica istruzione, della Giunta del Consiglio e delle sezioni della Giunta stessa, nonché agli inse­ D.lgt. 31 dic. 1915, n. 1958, che apporta modificazioni al testo unico delle gnanti assenti dalla sede del rispettivo Istituto per incarichi speciali loro affi­ leggi sull'istruzione superiore, approvato con r.d. 9 ago. 1910, n. 795. dati dal governo.

D.l.lgt. 5 gen. 1919, n. 82, che istituisce nella Giu ta l Consigli? superio R. d. 16 nov. 1922, n. 1736, che modifica il 2 comma dell'art. 11 del rego­ � ?� . � o re della pubblica istruzione una sezione per le relazwm mtellettuall co1 Paes1 lamento per il Consiglio superiore di pubblica istruzione approvato con r.d. esteri, determinandone la composizione e le attribuzioni. 4 mag. 1911, n. 424. D.l.lgt. 13 apr. 1919, n. 610, che modifica l'ordinamento e il f�nzioname�:­ R.d. 16 lug. 1923, n. 1753, concernente ordinamento e attribuzioni del Mi­ to del Consiglio superiore della pubblica istruzione e della sezwne per l i­ nistero della pubblica istruzione e dei suoi corpi consultivi. struzione media costituita in seno al Consiglio medesimo. R.d.l. 4 feb . 1926, n. 119, contenente disposizioni sul Consiglio superiore D.lgt. 29 giu. 1919, n. 1117, che approva il regol�mento �er l'applica�ione della pubblica istruzione ed altri provvedimenti sulla istruzione superiore. del d.lgt. 5 gen. 1919, n. 82, circa l'istituzione d1 una sez1 ne ella Gmnt� � .n_ R.d.l. 27 ott. 1926, n. 1933, contenente disposizioni concernenti l'istruzio­ del Con siglio superiore della pubblica istruzione per le relazwm mtellettuall ne superiore. con i Paesi esteri. L. 9 dic. 1926, n. 2230. Conversione in legge del r.d.l. 4 feb . 1926, n. 119, D.lgt. 29 giu. 1919, n. 1118, che approva regolamento per l'ap licazione il ? contenente disposizioni sul Consiglio superiore della pubblica istruzione ed dell'art. 1 del d.l.lgt. 13 apr. 1919, n. 610, relativamente alla nomma od ele­ altri provvedimenti sull'istruzione superiore. zione dei membri del Consiglio superiore della pubblica istruzione e della sezione per l'istruzione media. R.d. 31 mar . 1927, n. 742, concernente l'approvazione del regolamento per il Consiglio superiore della pubblica istruzione. R.d. 27 lug. 1919, n. 1798, che proroga il termine di decadenza dalla carica dei membri del Consiglio superiore della pubblica istruzione e del rappre­ R.d. 29 nov. 1928, n. 2751, contenente disposizioni concernenti il Consi­ sentante dei capi di istituto e degli insegnanti delle scuole pareggiate nella glio superiore della pubblica istruzione ed il Consiglio superiore delle anti­ sezione della Giunta per l'istruzione media. chità e belle arti. R.d. 31 dic. 1928, n. 3216, concernente l'approvazione del regolamento per R.d. 6 ott. 1919, n. 2175, che modifica il regolamento 31 dic. 1915, �L 19 57, relativamente alle indennità spettanti al vicepresidente el Consiglw il Consiglio superiore della pubblica istruzione e per il Consiglio superiore � . superiore della pubblica istruzione, nonché ai membri del Cons1gl10 stesso e delle- antichità e belle arti. della Giunta. INDICE DEI NOMI

Acciarito Pietro, 249n Avogadro di Quaregna Amedeo, Albanese Enrico, 258, 316 260, 316 Albertoni Pietro, 258, 316 Albertotti Giuseppe, 258, 316 Baccelli Guido, 26 e n, 33n, 38, 39, Albini Pietro Luigi, 177n, 180 e n, 46, 47, 49n 181, 258, 316 Balboni Enzo, lln Aleardi Aleardo, 184n, 188n, 189n, Baldacchini Gargano Michele, 260, 191n, 196n, 210n, 228n, 230n, 316 233 e n, 246n, 258, 316 Banti Angelo, 108n, 119n, 260, 316 Alessandri Roberto, 135n, 259, 316 Barberis Giuseppe, 34, 140n, 141, Alessio Giulio, 21n 142 e n, 145n, 148n, 151, 152n, Allegrina, 251 260, 316 Amari Emerico, 259, 316 Bardelli Giuseppe, 154n, 156, 160n, Amari Michele, 33, 34, 145n, 148n, 165, 167 e n, 177, 197n, 203 , 149, 152n, 153, 183n, 184n, 185, 260, 316 186, 187, 188, 18 9n, 190, 191n, Bargagno Matteo, 245 192 e n, 194, 196n, 210n, 214n, Bargoni Angelo, 48, 49 e n, 154n, 219n, 228n, 246n, 259, 316 157, 16 0n, 166, 167 e n, 230n, Ambrosoli Luigi, 30n 239n, 248n, 250 e n, 254, 260, Anile Antonino, 135n 314, 316 Antonelli Giovanni, l 08n, 111, Barilli Giuseppe (pseud. Filopanti 119n, 154n, 160n, 167n, 259, Quirico), 210n, 213n, 214, 219 316 Barone Francesco, 246 Appendini, 234, 244, 245 Bartolotta Francesco, 258 Aquarone Alberto, 28n Barucchi Francesco, 261, 316 Arcoleo Giorgio, 35, 108n, 119n, Barzelletti Giacomo, 261, 316 259, 316 Bassini Edoardo, 261, 316 Are Giuseppe, 18n Battaglini Giuseppe, 261, 316 Aristotele, 63 Battelli Angelo, 261, 316 Armanni Luciano, 259, 316 Bedendo Emilio, 252n Armissoglio, 234, 244, 245 Bellavitis Giusto, 261, 316 Ascoli Graziadio Isaia, 145n, 148n, Belluigi Arnaldo, 54n 152n, 153, 154n, 160n, 163, 164, Beltrami Eugenio, 154n, 160n, 165, 167 e n, 259, 316 167n, 261, 316 In dice dei nomi 335 334 Fontiper la storia della scuola

Cabella Cesare, 140n, 142n, 267, Carcano Giulio, 210n, 215n, 228n, Berardi Roberto, 14n Bon Compagni di Mombello Carlo, 317 230n, 233, 269, 317 Berruti Secondo, 90n, 180n, 261, 14, 17, 32, 38, 40, 64, 67, 72, Cabizza Giovanni, 251 Cardani Pietro, 21n 316 285, 298, 300 Cacopardo Salvatore, 267, 317 Cardarelli Antonio, 269, 317 Bertagna Emilio, 250n Bonetta Gaetano, 23n Cairola Giovanni, 238 Carducci Giosuè, 210 e n, 213n, Berti Domenico, 17, 18 e n, 32, 33, Bonfante Pietro, 264, 317 Cairoli Benedetto, 46 216, 217 e n, 219, 223, 224, 225, 34n, 43, 92n, 192n, 194, 195, Bonghi Ruggero, 18, 33, 34, 43, Caldesi Vincenzo, 213n, 214, 219 227, 228, 270, 317 257, 261, 316 45 e n, 48, 90n, 111, 164, 171, Calisse Carlo, 267, 317 Cade Giuseppe, 197n, 270, 317 183n, 184n, 186, 187, 188n, Bertini Bernardino, 262, 316 Callamaro Antonio, 267, 317 Carlo Alberto, re di Sardegna, 38 189n, 192n, 195, 196n, 210n, Bertini Giovanni Maria, 157 e n, Carrara Francesco, 270, 318 228n, 264, 317 Camerano Lorenzo, 108n, 119n, 168n, 181, 262, 316 267, 317 Caruso Girolamo, 108n, 119n, 270, Borrino Gian Giacomo, 265, 317 Bertoldi Giuseppe, 33n, 145n, 148n, 318 Borsarelli Pietro Antonio, 246 Ca�arota Gaetano, 154n, 160n, 149, 152n, 183n, 188n, 189n, Casaglia Averardo, 142, 144 Boselli Paolo, 145n, 156 e n 165, 166, 167n, 197n, 202, 204, 191n, 196n, 210n, 228n, 230n, 248n, 250n, 267, 317 Casana Severino, 270, 318 Bosi Federico, 210n, 225 233 e n, 234, 235, 246 e n, 248, Canalis Pietro, 267, 317 Casati Alessandro, 54, 270, 315, 318 262, 316 Bottai Giuseppe, 20 Casati Gabrio, 7, 12n, 13 e n, 14 e n, Bottazzi Filippo, 265, 317 Canavati Mario, 108n, 119n, 267, Betti Enrico, 33, 183n, 188n, 189n, 16 e n, 17, 18, 19, 27n, 29, 33, Botto Giuseppe Domenico, 180n, 317 191n, 196n, 210n, 228n, 230n, Canavero Alfredo, 11n 38, 40, 41, 42, 43, 47, 53, 62, 63, 265, 317 233 e n, 234, 235, 246 e n, 248, 64, 66, 67, 68, 69, 71, 72, 76, 80, Bo vi o Giovanni, 265, 317 Caneda Valerico, 94 262, 314, 316 Canestri Giorgio, 13n 81, 82, 84, 109, 110, 113, 181, Braggiani (studente), 234, 245 186, 210n Bianchi Francesco, 262, 316 Canevazzi Silvio, 124n, 132n, 267, Brini Giuseppe, 265, 317 Casini Tommaso, 250 Bianchi Leonardo, 22n, 263, 316 317 Brioschi Francesco, 33, 34, 90 e n, Cassese Sabino, 20n Bianchi Luigi, 263, 316 Cannizzaro Stanislao, 32n, 33, 90, 91, 92, 93, 108, 140n, 141, 142 e Cavasola Giannetta, 27 Bianchi Nicomede, 263, 316 91, 93, 95, 96, 97, 98, 100, 101, n, 145 e n, 148 e n, 150, 151, Cedinovi (studente), 251 Bizio Giovanni, 90, 99, 100, 101, 103, 104, 105, 106, 107, 108 e n, 152n, 188n, 189n, 192n, 196n, Ceneri Giuseppe, 210 e n, 213n, 104, 105, 106, 107 154n, 156, 157, 160 e n, 162, 210n, 219n, 228n, 230n, 231, 215, 216, 217 e n, 218, 219, 220, Bizzozero Carlo, 263, 316 164, 165, 167 e n, 184n, 186, 232, 233n, 235, 246 e n, 248 e n, 221 e n, 222, 223, 228 Bizzozero Giulio, 263, 316 188n, 189n, 191n, 268 e n, 314, 249, 250n, 253, 254, 265, 314, Cerruti Valentino, 108n, 112, 119n, Blaserna Pietro, 145n, 148n, 149, 317 317 197n, 271, 318 Cantani Arnaldo, 268, 317 152n, 263, 316 Broglio Emilio, 210n, 230 e n, 239 Cervello Vincenzo, 124n, 132n, Boccardo Gerolamo, 34, 64 e n, Brondi Vittorio, 266, 315, 317 Cantoni Carlo, 22n, 160, 197n, 200, 133, 271, 318 148n, 151, 152n, 154n, 155, 156, Bruno Lorenzo, 94, 99n, 266, 317 205, 268, 317 Cesano Gaspare, 271, 318 160n, 161, 162, 166, 167n, 197n, Brusa Emilio, 154n, 160n, 167n, - Cantoni Giovanni, 33, 184n, 188n, Cesareo Giovanni Alfredo, 135n, 202, 204, 205, 206, 248n, 249, 266, 317 189n, 191n, 192n, 196n, 268, 271, 318 250 e n, 252, 253, 254, 263, 316 Bufalini Maurizio, 183n, 210n, 317 Chiantore Michele, 240, 244 Bocci Balduino, 124n, 127, 129, 230n, 233n, 246n, 266, 317 Cantù Cesare, 192 Chiappero Franco, 90, 93, 102, 104, 130, 132n, 264, 316 Buniva Giuseppe, 236, 238n, 246 Capaldo Luigi, 124n, 132n, 269, 105, 106, 107 Bocconi Luigi, 129 Bunsen Robert Wilhelm von, 00 e n 317 Chiasso Giorgio, 30n l Bolasco Francesco, 196, 197 Buonazia Girolamo, 145n, 148n, Capecelatro Alfonso, 269, 317 Chiovenda Giuseppe, 271, 318 Bona Bartolomeo, 264, 317 266, 317 Capellina Domenico, 269, 317 Chitoni Giampietro 108n, 111, Bonacossa Giovanni Stefano, 152n, Burci Enrico, 266, 317 Cappelli Emidio, 269, 317 112, 114, 119n, L� O, 271, 318 177n, 180n, 264, 317 Burresi Pietro, 192n, 196n, 266, Capuano Luigi, 269, 317 Ciampi Gabriella, 11n, 15n, 18n, Bonasi Adeodato, 264, 315, 317 317 Caracciolo Alberto, 11 e n, 15n, 17n 19n, 3Jn, 38n, 39n, 180n

•W ·- 336 Fonti per la storia della scuola In dice dei nomi 337

Cibrario Luigi, 16n Cremona Luigi, 34, 145n, 148n, De Sanctis Francesco, 17 e n, 42n, Ferraris Carlo Francesco , 2ln, 28n, Ciccarone Francesco, 21n 151, 152n, 153, 154 e n, 156, 45, 62n, 182n, 188n, 189n, 34, 35 e n, 197n, 281, 320 Ciccotti Ettore, 27n 157, 160 e n, 162, 163, 165, 166, 191n, 192n, 196n, 278, 319 Ferri Enrico, 251 Cipriani Pietro, 90n, 92, 188n, 167 e n, 197n, 274, 314, 318 De Sanctis Gaetano, 278, 319 Ferri Luigi, 145n, 148n, 151, 152n, 189n, 21 On, 228n, 233n, 246n, Crispolti Filippo, 274, 318 De Stefani Alberto, 55, 278, 319 281 271, 318 Cristofanetti Luigi, 206 Dini Ulisse, 22n, 34, 35 e n, 51, Festa Nicola, 135n, 281, 320 Cirmeni Benedetto, 124n, 128, 129, Crivellucci Amedeo, 275, 318 108n, 110, 111, 113, 119 e n, Filopanti Quirico, vedi Barilli Giu­ 131, 132n, 133, 271, 318 120, 123, 124n, 132 e n, 278, seppe Ciuffelli Augusto, 272, 318 D'Achiardi Giovanni, 275, 318 314, 315, 319 Finocchiaro-Aprile Andrea, 124n, Civinini Giuseppe, 234n Daita Gaetano, 275, 318 Di Poi Redi Sante, 30n 132n, 282, 320 Cocchia Enrico, 108n, 109, 113, Dalla Vedova Giuseppe, 108n, 111, Di Rovasenda Alessandro, 279, 319 Fiorentino Francesco, 216, 223 114, 119 e n, 120, 123, 272, 318 119n, 124n, 132n, 154n, 160n, Di Stefano Napolitani Giuseppe, 2ln Fiori Antonio, 1ln Cocconi Girolamo, 145n, 148n, 167n, 275, 318 Donati Mario, 279, 319 Fiorito Gioacchino, 246 152n, 272, 318 D'Ancona Alessandro, 275 , 318 Doria Giacomo, 279, 319 Flamini Francesco, 282, 320 Codacci Pisanelli Alfredo, 272, 318 D'Andrea Carlo, 275, 318 D'Ovidio Enrico, 279, 319 Foà Pio, 197n, 282, 320 Codignola Ernesto, 30n, 272, 318 Daneo Edoardo, 22, 23, 25 D'Ovidio Francesco, 154n, 157, Fogazzaro Antonio, 109n, 113, 114, 282, 320 Codronchi Argeli Giovanni, 154, De Amicis Edmondo, 108n, 119n, 160n, 163, 164, 167 e n, 173, Forlanini Carlo, 282, 320 161, 162 275, 318 197n, 248n, 250n, 254, 279, 319 Fornari Vito, 282, 320 Cognetti de Martiis Salvatore, 272, De Carlo Agostino, 275, 318 Duprè Giovanni, 183n, 210n, 230n, Fossarelli Alfonso, 251n 318 De Crescenzio Nicola, 275, 318 233n, 246n, 279, 319 Fraccaroli Giuseppe, 197n, 282, 320 Col, 239 De Ferrari Domenico, 182, 276, 319 Durante Francesco, 279, 319 Francesco I, imperatore d'Austria, Colombo Giuseppe, 273, 318 De Filippi Filippo, 177n, 178, 179, 67 Colombo Paolo, 11n 180 e n, 276, 319 Erba Giuseppe Bartolomeo, 246 Franchi Luigi, 16n Columba Gaetano Mario, 273, 318 De Filippo Gennaro, 276, 319 Ercolani Giovanni Battista, 280, 319 Furnari Santi, 2ln Comparetti Domenico, 273, 318 De Francisci Pietro, 276, 319 Fusinato Guido, 282, 315, 320 Conestabile della Staffa Gian Carlo, De Giovanni Achille, 145n, 148n, Fabretti Ariodante, 140n, 142n, 276, 319 280, 319 273, 318 Gabba Carlo Francesco, 197n, 283, Conti Augusto, 273, 318 Del Giudice Pasquale, 22n, 154n, Fadda Carlo, 280, 319 320 Coppino Michele, 18, 19n, 33n, 43, 160n, 167n, 276, 319 Failla Domenico, 108n, 119n, 280, Gabelli Aristide, 140 e n, 141 e n, 45, 90n, 92, 93, 142n, 177 e n, Del Grosso Remigio, 276, 319 319 142 e n, 143, 144, 145n, 148n, 179, 180n, 188n, 189n, 192n, Del Lungo Isidoro, 276, 319 Falchi Paolina, 251 152n, 283, 320 193n, 194n, 210n, 228n, 231n, De Lollis Cesare, 277, 319 Farini Luigi Carlo, 280, 319 Gadda Giuseppe, 44 245, 273, 318 Del Pezzo Pasquale, 277, 319 Fava Angelo, 280, 319 Galletti Giuseppe, 213n, 214, 219, Cornero Giuseppe, 219n De Luca Giuseppe, 277, 319 Fedele Pietro, 54, 278n 221 Corradi Alfonso, 273, 318 De Marchi Luigi, 277, 319 Federici Cesare, 280, 319 Gallo Niccolò, 154n, 160, 198 Corradi Giuseppe, 274, 318 Demaria Carlo, 180n, 277, 319 Fedozzi Prospero, 135n, 280, 319 Gallo Vincenzo, 180, 183 Cortese Giacomo, 21n De Martino Antonio, 277, 319 Felici Riccardo, 183n, 233n, 281, Gamberale Luigi, 48, 49 e n, 160, Cossa Alfonso, 274, 318 De Meis Angelo Camillo , 277, 319 319 283, 320 Cossa Luigi, 35, 145n, 274, 318 Depretis Agostino, 11n, 38n Ferrai Carlo, 135n, 281, 319 Gandino Giovanni Battista, 145n, Cravosio Luigi Vittorio, 237, 238, De Renzi Enrico, 197n, 277, 319 Ferrara Francesco, 281, 319 146, 148n, 150, 152n, 197n, 216, 239, 242, 244 De Renzi Salvatore, 32n, 42n, 43, Ferrara Patrizia, 35n 223, 283, 320 Credaro Luigi , 21, 24, 25 e n, 58, 278, 319 Ferrari Giuseppe, 47n Garibaldi Giuseppe, 214, 221, 223, 13511, 140, 274, 315, 318 De Ruggero Ettore, 278, 319 Ferrari Giuseppe, 281, 320 237, 240 338 Fo nti per la storia della scuola In dice dei nomi 339

Garrone Giovanni, 238, 239 Inama Vigilia, 285, 320 Mameli Cristoforo, 288, 321 Mazzuoli Fausto, 291, 321 Gastaldi Lorenzo, 185n Inzani Giovanni, 286, 320 Mamiani della Rovere Terenzio, 14, Meda Filippo, 291, 321 Gemelli Agostino, 283, 320 Inzerillo Giuseppe, 13n 32n, 33n, 34, 45n, 48, 69 e n, 70, Melis Guido, 30n, 3Sn Genocchi Angclo, 180n, 283, 320 81, 140n, 141 e n, 142 e n, 144, Menabrea di Val Dora Luigi Federi­ Gentile Giovanni, 7, 13, 14, 17n, Johnson Riccardo, 11n 182, 183n, 184 e n, 188, 189n, co, 182, 291, 321 20, 29 e n, 30 e n, 32, 34n, 53, 190, 192 e n, 196 e n, 197, 230n, Meneghini Giuseppe Andrea, 291, 54, 124n, 131, 135n, 139, 140, Lacaita Carlo, 18n 233 e n, 236, 246n, 247, 288, 321 283, 315, 320 Lambruschini Raffaele, 286, 320 314, 321 Messedaglia Angelo, 32n, 33n, 145n, Gentili Rino , 30n Lanza Giovanni, 15, 16, 32, 40, 64, Mangiagalli Luigi, 289, 321 148 e n, 152 e n, 153, 154n, Gherardi Silvestro, 284, 320 67 Manna Gennaro, 26n La Rosa Michele, 286, 320 188n, 189n, 191n, 196n, 230n, Ghiringhello Giuseppe, 284, 320 Maragliano Edoardo, 154n, 160n, Laudisi Giuseppe, 197n, 20 l, 286, 233 e n, 246n, 292, 314, 321 Ghisalberti Carlo, 16n 248n, 250n, 253, 289, 321 320 Mestica Giovanni, 145n, 292, 321 Giacosa Piero, 284, 320 Marchesini Giovanni, 124n, 132n, Lehman Samuel, 94n Minervini Giulio, 292, 3 21 Giani Costanzo, 210n, 215, 218, 289, 321 Lessona Michcle, 286, 320 Miraglia Luigi, 154n, 156, 160n, 227 Marchiafava Ettore, 154n, 160n, Liebig Justus von, lOOen, 103, 106 161, 162, 163, 165, 167n, 197n, Giani Giuseppe, 132, 134 167n, 289, 321 Lignana Giacomo, 32n, 140n, 141, 202, 250n, 253, 292, 321 Giannetta Marina, 35n Marghieri Alberto, 289, 321 142 e n, 286, 320 Miranda Giovanni, 135n, 292, 321 Gianturco Emanuele, 249n Mariotti Filippo, 289, 321 Lioy Paolo, 1 54n, 156, 160n, 162, Missaghi Giuseppe, 90, 93, 103, Gigante Marina, 13n, 28n, 43n Mariotti Giovanni, 124n, 132n, 165, 167n, 250n, 254, 286, 320 104, 105, 106, 107 Giada Carlo, 154n, 156, 160n, 135n, 139, 289, 321 Lobbia Cristiano, 234 e n, 236, 237, Missori Mario, 258 167n, 250n, 253, 254, 284, 320 Marsengo Giovanni, 237, 238, 239, 238, 239, 240, 243, 244 Mitchell Riccardo, 292, 321 Gioja Pietro, 177n, 179, 284, 320 242, 244 Lari Ferdinando, 135n, 286, 320 Mocci Antonio, 251n Giolitti Giovanni, 12n Martinetti Vittorio, l 09n, 119n, Lotti Carlo, 157, 166, 167 Moleschott Jakob, 148n, 150, 151, Giorgini Giovan Battista, 43, 183n, 290, 321 Lucca Piero, 287, 321 152n, 292, 322 188n, 189n, 194, 195, 196 e n, Martinez Giuseppe, 13n Luciani Lu�i, 197n, 287, 321 Molmenti Pompeo, 292, 322 197, 230n, 231, 233n, 246n, 284, Martini Ferdinando, 163 Luiggi Luigi, 135n, 287, 321 Monaci Ernesto, 293, 322 320 Marucco Dora, 11n, 12n, 35 Lustig Piacezzi Alessandro, 119n, Montanari Antonio, 212n, 293, 322 Giulio Carlo Ignazio, 285, 320, 327 Masci Filippo, 290, 321 287, 321 Monti Achille, 293, 322 Giuva Linda, 35n Masoni Udalrigo, 135n, 290, 321 Luzzatti Luigi, 35 e n, 58, 162n, Morandi Luigi, 22n Goethe Johann Wolfgang von, 150, Massarani Tullo, 290, 321 188n, 189n, 19ln, 192n, 196n, Morelli-Gualtierotti Gismondo, 293, 151 Massaza Domenico, 238, 239, 240, 287, 321 322 Golgi Camillo, 34, 135n, 14Sn, 244 Matteucci Carlo, 18n, 31 e n, 90n, Moris Giuseppe, 177n, 178, 180, 148n, 154n, 160n, 167n, 197n, Macry Paolo, 12n 92, 180n, 183 e n, 210n, 217, 293, 314, 322 285, 320 Maggi Leopoldo, 197n, 287, 321 219n, 223, 225, 228 e n, 290, Morisani Teodoro, 135n, 293, 322 Gavi Gilberto, 140n, 142n, 285, Maggiorani Carlo, 188n, 189n, 314, 321 Mortara Lodovico, 109n, 119n, 121, 320 19ln, 192n, 196 e n, 288, 321 Mattirolo Luigi, 145n, 290, 321 122, 293, 322 Gozzi Gustavo, 28n Magnasco Salvatore, 185n Maurizi Luigi, 290, 321 Mosca Gaetano, 27, 124n, 128, 129, Graf Arturo, 163n Magni Francesco, 288, 321 Mazzini Giuseppe, 211, 212, 213, 130, 132 e n, 133, 294, 322 Grassi Guido, 285, 320 Magnus Heinrich Gustav, 100 e n 214, 215, 218, 220, 221, 223, Mosca Luigi, 94 Grippo Pasquale, 28, 285, 320 Majorana Quirino, 288, 321 Moscati Amedeo, 258 Guercio Maria, 35n Malatesta Maria, lln 225 Mazziotti Matteo, 291, 321 Mosso Angelo, 145n, 294, 322 Guidi Ignazio, 124n, 132n, 133, Malfatti Bartolomeo, 288, 321 Mazzoni Guido, 109 e n, 110, 112, Mozzarelli Cesare, 1ln, 20n 135n, 285, 320 Malvezzi de' Medici Nerio, 288, 321 113, 119n, 122, 291, 321 Murri Augusto, 160, 294, 322 340 Fonti per la storia della scuola In dice dei nomi 341

Musmeci Niccolò, 90n, 92, 294, 322 Pasquali Giorgio, 297, 322 Pognini Achille, 249n Regnoli Oreste, 215, 218, 227 Mussolini Benito, 11n, 12n, 30, 53 Passerini Giovanni, 145n, 148n, Polacco Vittorio, 299, 323 Reviglio Maurizio, 301, 323 152n, 297, 322 Polenghi Simonetta, 13n, 21 O n Riberi Alessandro, 177n, 302, 323 Nallino Carlo Alfonso, 294, 322 Pateri Ilario Filiberto, 177n, 180n, Pollone Ignazio , 299, 323 Riccobono Salvatore, 302, 323 Namias Amerigo, 12n 246, 297, 322 Pozzi Domenico, 299, 323 Richehny Prospero, 302, 323 Napoli Federico, 294, 322 Paternò di Sessa Emanuele, 22n, Pratesi Plinio, 250 e n Richiardi Sebastiano, 140n, 141, Naquet Alfred-Joseph, 90, 91, 92, 145n, 148n, 297, 322 Prati Giovanni, 33n, 90n, 92, 180n, 142 e n, 154n, 160n, 167n, 248n, 95, 102, 103, 104, 105, 106, 107, Pazzaglia Luciano, 30n 183n, 184n, 187, 189n, 196n, 250n, 302, 323 108 Pellegrini Giancarlo, 11n 210n, 228n, 230n, 232, 233n, RicottiErcole, 177n, 179, 302, 323 Nasini Raffaello, 124n, 132n, 133 e Pellegrini Vincenzo, 35n 235, 236, 246n, 300, 323 Ricuperati Giuseppe, 13n, 20n n, 135n, 294, 322 Pende Nicola, 297, 323 Precerutti Vincenzo, 239, 242 Roatta Alessandro, 252, 254 Natali Giuseppe, 43, 168n Perez Francesco Paolo, 298, 323 Promis Carlo, 300, 323 Robbiati Angelo, lln Nisio Gerolamo , 197n, 199, 204, Perona Giuseppe, 210n Protonotari Francesco, 140n, 142n, Robecchi Giuseppe, 302, 324 206, 294, 322 Ferrando Giangiacomo, 124n, 131, 300, 323 Rocco Arturo, 303, 324 Nitti Francesco Saverio, 21, 35 e n, 132n, 298, 323 Provana del Sabbione Luigi, 300, Roiti Antonio, 34, 109n, 112, 119n, 58, 109n, 119 e n, 122, 123, 295, Persico Federico, 197n, 298, 323 323, 327 121, 197n, 303, 324 322 Romano Santi, 303, 324 Pessina Enrico, 298, 323 Pullè Francesco Lorenzo, 109n, 110, Novara Giacomo Filippo, 295, 322 Romizi Augusto, 12n Pestalozza Uberto, 298, 323 111, 114, 119n, 122, 300, 323 Novelli Ettore, 35, 295, 322 Rosei Nicola, 303, 324 Petrocchi Giorgio, 210n, 223n Pullè Leopoldo, 300, 323 Peyretti Giovanni Battista, 246 Rosmini Serbati Antonio, 187 Occioni Onorato, 295, 322 Puntoni Vittorio, 124n, 132n, 300, Peyron Amedeo, 298, 323, 327 Rossi Antonio, 90, 91, 92, 98, 99, Oppici Paolo, 295, 322 323 Peyrone Michele, 90, 91, 100, 101, 101, 104, 106, 107, 108 Orlando Vittorio Emanuele, 12n, 20 102, 104, 105, 106, 107, 108 Rossi Vittorio, 303, 324 Ornaghi Lorenzo, 11n Quazza Guido, 13n Piazza Pietro, 90, 93, 94, 97, 105, Roth Angelo, 303, 324 Ostenc Michel, 30n Rubini Giulio, 206n 108, 210 e n, 211 e n, 212, 213 e Radicati Talice di Passerano Costan- Rudatis Stefania, 257 n, 214, 215, 217 e n, 219, 225, tino, 238n Padula Fortunato, 295, 322 Ruffini Francesco, 124n, 303, 324 226, 227, 228 Raffaele Federico, 301, 323 Pagliani Luigi, 295, 322 Rummo Gaetano, 304, 324 Picco Idea, 14n Pais Ettore, 296, 322 Ragazzini Dario, 12n, 13n Piccolomini Enea, 145n, 148n, 150, Pais Francesco, 213n Raibaudi Michelangelo, 3 O l, 3 2 3 Saccardo Pier Andrea, 304, 324 152n, 298, 323 Paladino Giovanni, 296, 322 Raicich Marino , 17n Salemi-Pace Giovanni, 304, 324 Pietramellara Lodovico, 213n Palasciano Ferdinando, 296, 322 Rajna Pio, 301, 323 Salinas Antonio, 154n, 160n, 167n, Pietravalle Michele, 124n, 127, 130, Palma Luigi, 12n, 145n, 148n, 152n, Ramorino Felice, 30 323 304, 324 132n, 135n, 298, 323 l, 296, 322 Rampoldi Roberto, 21 Sanguinetti Apollo, 304, 324 Pincherle Salvatore, 299, 323 Panzacchi Enrico, 296, 322 Ranalli Ferdinando, 90n, 30 323 Sannia Achille, 304, 324 Piria Raffaele, 73, 99 e n, 104, 108, l, Parato Felice, 177n, 180n, 246, 296, Ranelletti Oreste, 124 e n, 129, 131, Santella Franco, 56n 177n, 180n, 299, 323 322 132 e n, 133, 301, 323 Saredo Giuseppe, 12n Paravia Pier Alessandro, 296, 322 Piroli Giuseppe, 90n, 299, 323 Rattazzi Urbano, 63n, 182n Scacchi Arcangelo, 304, 324 Parona Corrado, 124n, 132n, 296, Pirotta Romualdo, 299, 323 Rava Luigi, 25, 26 Scalori Ugo, 304, 324 322 Pistelli Ermenegildo, 299, 323 Rayneri Giovanni Antonio, 87, Scavia Giovanni, 305, 324 Parravano Nicola, 297, 322 Pizzorno Angelo, 248, 249, 250, 180n, 181, 301, 323 Scherillo Michele, 124n, 129, 130, Pascal Carlo, 124n, 129, 130, 135n, 252, 253, 254 Re Felice, 301, 323, 327 132n, 305, 324 297, 322 Plana Giovanni Antonio Amedeo, Re Vincenzo, 242, 245 Schiaparelli Giovanni Virginio, 305, Pascale Giovanni, 135n, 297, 322 299, 314, 323 Redtenbacher ]oseph, 100 e n 324 Indice dei nomi 343 342 Fontiper la storia della scuola

Vignali Giovanni, 3 12, 3 2 S Schiff Ugo, 90, 91, 92, 93, 94 e n, Spano Giovanni, 308, 324 Torrigiani Filippo, 124n, 128, 129, Vigo Giovanni, 18n 95, 103, 104, IOS, 106, 107, 108 Spaventa Bertrando, 32n, 33, 184n, 130, 132n, 135n, 139, 311, 32S Villari Pasquale, 33 e n, 34n, 90n, Schron Otto von, 1S4n, IS 7, 160 e 188n, 189n, 190n, 19ln, 196n, Tosatti Giovanna, 35n 92 , 14S e n, 148 e n, 149, 150, n, 161, 164, 165, I67n, 305, 324 210n, 228n, 308, 324 Tovajera Manfredo, 114, 123 IS2 e n, IS3, 184 e n, 186, 187, Schupfer Francesco, 34, 109n, Sperino Casimiro, 308, 324 Trabucco Carlo, 30n 188n, 189 e n, 190 e n, 191 e n, 119n, 120, 121, 14Sn, 147, 148n, Squitti Baldassarre, 197n, 308, 325 Trambusti Arnaldo, 13Sn, 138, 140, 311, 32S 197n, 206, 210n, 219n, 228n, ISO, 152n, IS4n, I60n, 167n, Stampini Ettore, 109n, 113, 119n, Trinchese Salvatore, 14Sn, 148n, 229, 312, 314, 325 197n, 248n, 2S0n, 30S, 324 120, 122, 123, 308, 32S ISO, 152n, 311, 32S Vinciguerra Decio, l 09n, 119n, 313, Scialoja Vittorio, 22, 27, 30, 34, SO, Stanziale Rodolfo, 13Sn, 309, 32S Turazza Domenico, 311, 325 32S 56, 109n, 113, 119n, 121, 122, Stappato Alessandro, 124n, 132n, Turi Gabriele, 13n Viola Giacinto, 313, 32S 123, 154n, IS7, 160n, 163, 167n, 134, 309, 32S Virgilii Filippo, 12n 197n, 305, 314, 315, 324 Striiver Johann, 140n, 142n, 154n, Ugdulena Gregorio, 90n, 91, 92 , Vita Levi Marco, 12n Sclopis di Salerano Federigo, 306, 160n, 248n, 309, 32S 311, 32S Vitelli Girolamo, IS4n, I60n, 161, 324 Ugolini Romano, 3Sn 162, 163, 164, I6S, 167 e n, Scolari Saverio, 306, 324 Talamo Giuseppe, 12 e n, 13n, I6n, Umberto I, re d'Italia, 249n 248n, 250n, 2S3, 2S4, 313, 32S Scorza Gaetano, 306, 324 17n, 3ln Volpe Gioacchino, 313, 32S Talpone Giuseppe, 245 Secondi Riccardo, 306, 324 Vaccà Luigi, 311, 32S Volpicella Cesare, 43, 4S, 93, 108, Sella Quintino, 100 e n, 306, 324 Tamassia Giovanni, 309, 32S Vachino Giovanni Francesco, 311, 184, 188, 190, 191, 192, 217, Selmi Francesco, 210n, 225 Tanari Sebastiano, 213n 32S 223, 22S, 228, 230, 233, 236, Senise Tommaso, 109n, 114, 119n, Tardy Placido, 309, 32S Vaglia Ponzio, 25ln 247 123, 154n, 1S6, 160n, 16S, 166, Tarozzi Giuseppe, 13Sn, 309, 32S Valeri Domenico, 2ln Volpicelli Luigi, 13n 167n, 306, 314, 324 Tassinari Paolo, 90, 91, 93, 97, 100, V alla uri Tommaso, 140n, 141, Sepe Stefano, lln, 20n, 25 e n 106, 107, 108 I42n, 246, 312, 32S Wedekind Roberto, 44 Serafini Enrico, 109n, 119n, 307, Tenca Carlo, 183n, 184 e n, 18S, Valletti Felice, 250, 254 324 186, 187, 188 e n, 189n, 190n, Valli Eugenio, 312, 325 Zamagni Vera, 18n Serafini Filippo, 140n, 145n, 307, 19ln, 194, 195, 196n, 197, 2 10n, Valvassori Peroni Angelo, 312, 32S Zanichelli Domenico, 313, 3 2 S 324 228n, 230n, 233 e n, 246n, 309, Vecchio Giorgio, lln Zuccante Giuseppe, 313, 325 Sergi Giuseppe, 109n, 110, 111, 32S Veneruso Danilo, lln Zumbini Bonaventura, 145 e n, 119n, 123, 307, 324 Tesorio Mario, 56n Vidari Ercole, 312, 32S 148n, 149, IS2n, 314, 325 Settembrini Domenico, 29n Teza Emilio, 309, 32S Vigliacco Matteo, 237, 244 Zurria Giuseppe, 314, 32S Severi Francesco, 13S e n, 136n, Tiratelli Antonio, 148, 1S2 139, 140, 307, 324 Tocco Felice, 310, 325 Siacci Francesco, 197n, 307, 324 Tolomei Giampaolo, 310, 32S Simonetta Luigi, 51, 124n, 13 2n, Tomasi Tina, 13n 307, 324 Tornati Cristoforo, 177n, 310, 32S Sobrero Ascanio, 90, 91, 93, 94, 9S, Tommasi-Crudeli Corrado, 188n, 96, 97, 101, 102, IOS, 106, 107, 189n, 19ln, 192n, 196n, 310, 108 325 Soldani Simonetta, 13n Tommasini Oreste, 310, 325 Salmi Arrigo, 135n, 136n, 137, 138, Tonello Michelangelo, 310, 325 140, 307, 324 Toniolo Gianni, 18n Somigliana Carlo, 308, 324 Torraca Francesco, 310, 325 Sonnino Sidney, 23 e n, 24, 2S Torre Andrea, 310, 32S Le pubblicazioni degli Archivi di Stato italiani

L'Ufficio centrale per i beni archivistici, Divisione studi e pubblicazioni cura l'edizione di un periodico (Rassegna degli Archivi di Stato) e di cinque colla­ ne (Strumenti, Saggi, Fonti, Sussidi, Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato) e di volumi fuori collana. Tali pubblicazioni sono in vendita presso l'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato. Altre opere vengono affidate a editori privati. Il catalogo completo delle pubblicazioni è disponibile presso la Divisione studi e pubblicazioni dell'Ufficio centrale per i beni archivistici, via Palestro 11 - 00185 Roma.

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Rivista quaclrimestrale dell 'Amministrazione degli Archivi di Stato. Nata nel 1941 come « Notizie degli Archivi eli Stato ", ha assunto l'attuale denomina­ zione nel 1955. L'ultimo fas cicolo pubblicato è il n. LIII/1 (gennaio-aprile 1993).

STRUMENTI

CXVI. Archivio Tu rati. In ventario, a cura di At'ITONIO DENTONI-LITTA, Roma 1992, pp . 452, tavv. 10, L. 26.000. xn , CXVII. ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA, Anticbi inventari dell 'A rchivio Gonzaga, a cura eli AXEL BEHNE, Roma 1993, pp . 302, L. 32.000.

CXVIII. Gli archivi Pallavicini di Genova. Arch ivi prop ri. In ventario, a cura eli MARCO BOLOGNA, Roma 1994, pp . 430.

SAGGI

21. L'ordine di Santo Stefano nella Toscana dei L01·ena. Atti del conve­ gno di studi, Pisa 19-20 maggio 1989, Roma 1992, pp. 338, L. 29.000.

22. Roma e lo Studium Urbis. Sp azio urbano e cultura dal Quattro al Lepubb licazioni degli Archivi di Stato italiani Le pubblicazioni degli Archivi di Stato italiani

SUSSIDI Seicento. Atti del convegno, Roma, 7- 10 giugno 1989, Roma 1992, tavv. 77, pp. 554, L. 34.000. 5. ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, I blasoni delle fa miglie toscane conser­ PIERO 23. Gli archivi e la memoria del presente. Atti dei semJnari di Rimini, vati nella raccolta Ceramelli-Papiani. Repertorio, a cura di MARCHI, XXII, 19-21 maggio 1988, e di Torino, 17 e 29 marzo, 4 e 25 maggio Roma 1992, tavv. 4, pp. 580, L. 70.000. 1989, Roma 1992, pp . 308, L. 20.000. 6. ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Bibliografia. Le fo nti documentarie nelle pubblicazioni dal 1979 al 1985, Roma 1992, pp . XXVI, 542, L. 24. L'archivistica alle soglie del 2000. Atti della conferenza inte1·nazio­ 44.000. nale, Macerata, 3-8 settembre 1990, Roma 1992, pp. 354 (il volume è stato edito a spese dell'Università di Macerata).

25. Le fo nti per la storia militare italiana in età contemporanea. Atti QUADERNI DELLA " RASSEGNA DEGLI ARCHIVI DI STATO , del III seminario, Roma, 16-17 dicembre 1988, Roma 1993, pp . 496, L. 26.000. 64. Bibliografia di Cesare Guasti, a cura di FRANCESCO DE FEo, Roma 1992, pp . 282, L. 23.000. 26. Italia ]udaica. Gli ebrei nell'Ita lia unita, 1870-1945. Atti del IV MANA, convegno internazionale, Siena 12-16 giugno 1989, Roma 1993, pp. 65. Archivio Galimberti. In ventario, a cura di EMMA Roma 1992, 564, L. 52.000. pp . XLIV, 200, L. 15.000. 66. ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Archivio Vittorio Bodini. In venta­ 27. L'Archivio centrale dello Stato (1 953-1993), a cura di MARIO SERIO, rio, a cura di PAOLA CAGIANO DE AZEVEDO, MARGHERITA MARTELLI e RITA Roma 1993, pp. 612, L. 48.000. NOTARIANNI, Roma 1992, pp . 156, L. 11.000. 67. FIORENZA GEMINI, Due parrocchie romane nel Settecento: aspetti di storia demografica e sociale, Roma 1992, pp. 168, L. 17.000. 68. COMUNE DI SAN MINIATO, Guida generale dell'archivio storico, a cura FONTI di LUIGINA CARRATORI, ROBERTO CERRI, MARILENA LOMBARDI, GIANCARLO

NANNI, SILVIA NANNIPIERI, ARIANNA 0RLANDI e IVO REGOLI, Roma 1992, XII. I Libri iurium della Repubblica di Genova. Introduzione, a cura pp. 160, L. 8.000. DINO PUNCUH ANTONELLA ROVERE, L. di e Roma 1992, pp . 413, 69. ELEONORA SIMI BONINI, Il fo ndo musicale dell'Arciconfr aternita di S. 30.000. Girolamo della Carità, Roma 1992, pp. 230, L. 19.000. XIII. I Libri iurium della Repubblica di Genova, 1/ 1, a cura di ANTO­ 70. Fonti per la storia della popolazione. 2. Scritture parrocchiali della NELLA ROVERE, Roma 1992, pp. XVI, 408, L. 34.000. Diocesi di Trento, Roma 1992, pp . 206, L. 26.000. 71. UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, Fonti orali. Censimento degli XIV. ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA, Giulio Romano. Repertorio di istituti di conservazione, a cura di GIULIA BARRERA, ALFREDO MARTIN! fo nti documentarie, a cura di DANIELA FERRARI, introduzione di e ANTONELLA MULÈ, prefazione di PAOLA CARUCCI, Roma 1993, pp . ANDREA BELLUZZI, tt. 2, Roma 1992, pp. LIV, 1302, L. 66.000. 226, L. 36.000. XV. Le pergamene del Convento di S. Francesco in Lucca (s ecc. XII­ 72. GEHUM TABAK, I colori della città eterna. Le tinteggiature dei palazzi VITO TIRELLI MATILDE TIRELLI CARLI, XIX) , a cura di e Roma 1993, romani nei documenti d'archivio (s ecc. XVII-XIX), Roma 1993, pp. pp . CXL, 524, L. 109.000. 120, L. 15.000. XVI. ELENA AGA Ro , L'inganno reciproco. L'armistizio tra l'Italia e 73. ANTONELLA PAMPALONE, La capp ella della fa miglia Sp ada nella Ch ie­ ssr gli angloamericani del settembre 1943, Roma 1993, pp. XVI, sa Nu ova. Testimonianze documentarie, Roma 1993, pp. 142, L. 476, L. 62.000. 22.000. 74. ASSOCIAZIONE ARCHIVISTICA ECCLESIASTICA, Guida degli Archivi dioce­ XVII. ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO, Fonti per la storia della scuola. sani d'Ita lia, Il, a cura di VINCENZO MONACHINO, EIVIANUELE BOAGA, LU­ I. La scuola normale dalla legge Casati all'età giolittiana, a cu­ CIANO 0SBAT, SALVATORE PALESE, Roma 1994, pp. 312. ra di CARMELA COVATO e ANNA MARIA SORGE, Roma 1994, pp . 336. Le pubblicazioni degli Arcbivi di Stato italiani

PUBBLICAZIONI FUORI COLLANA

ARCHIVIO DI STATO DI GENOVA, Inventario dell'A rchivio del Banco di S. Giorgio (1 40 7-1805), sotto la direzione e a cura di GIUSEPPE FELLONI, III, Banchi e tesoreria, Roma 1990, t. pp. 406; Roma 1991, t. 2°, pp. 382, l L. 23.000; t. 3°, pp. 382, L. 24.000; t. 4°, pp. 382, L. 24.000; Roma 1992, t. pp. 382, L. 24.000; Roma 1993, t. 6°, pp. 396, L. 25.000; IV, Debito pubblico, Roma 1989, t. pp. 450, t. 2 pp. 436, L. 26.000; Roma 1994, l o, o, t. 3°, pp. 380.

Les archives et les archivistes au service de la protection du patrimoine culture! et naturel. Actes de la vingt-siptiènze Confé rence internationale de la Ta ble ronde des archives, Dresde 1990 Archives and Archivists serving l th e protection of the Cultura! and Na tura! He ritages. Proceedings of th e twenty-seventh In ternational Conference of th e Round Ta ble on Archi ves, o, Dresden 1990, Roma 1993, pp. 186, L. 17.000. so,

ALTRE PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO

I seguenti volumi sono stati pubblicati e diffusi per conto dell'Ufficio cen­ trale per i betti archivistici da case editrici private.

CAMILLO CAVOUR, Ep istolario, 1856 (g ennaio-magg io), XIII, a cura di CARLO PISCHEDDA e MARIA SARCINELLI, Firenze, Olschki, 1992, tt. 2, pp. X, 1026.

UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, L 'A rchivio di Stato di JV!ilano, a cu­ ra di GABIUELLA CAGLIARI POLI, Firenze, Nardini, 1992, pp. 252, tavole.

UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, L 'Archivio di Stato di Roma, a cura di Lucro LUJ\'lE, Firenze, Nardini, 1992, pp . 284, tavole.

UFFICIO CENTRALE PER I BENI ARCHIVISTICI, viaggio di Enrico in Italia, Il VII Città di Castello, Edimond, 1993.