FONDATA DA FILIPPO TURATI NEL 1891 DIREZIONE GIORNALISTI EDITORI scarl Ugo Finetti Sergio Scalpelli Via Benefattori dell’Ospedale, 24 - Milano Stefano Carluccio (direttore responsabile) Rivista di Cultura Politica, Storica e Letteraria Tel. +39 02 6070789 / 02 683984 Email: [email protected] Fax +39 02 89692452 [email protected] Grafica: Gianluca Quartuccio Giordano Anno CXX – N. 1-2 / 2011 Email:

Registrazione Tribunale di Milano n. 646 / 8 ottobre 1948 e n. 537 / 15 ottobre 1994 – Stampa: Telestampa Centro Italia - Srl - Località Casale Marcangeli - 67063 Oricola (L’Aquila) - Abbonamento annuo: Euro 50,00 Euro - 10,00

■ L'ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO, PER L’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DI CRITICA SOCIALE 150 ANNI DI UNITÀ DELLA NAZIONE 120 ANNI PER L’UNITÀ SOCIALE

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha prospettiva, amanti dei nostri ideali, desideriamo cogliere ogni pos- concesso il Suo Alto Patronato alla celebrazione dei 120 sibilità di collaborazione con le Istituzioni, sia pubbliche che pri- anni della Critica Sociale. Il comitato promotore è formato, vate, per dare un contributo alla conoscenza dei processi storici e oltre che dalla stessa Rivista, dalla Società Umanitaria, delle idee che hanno dato al nostro Paese la democrazia come sua dalle Ragioni del Socialismo, da Mondoperaio e dagli Ami- civiltà. In proposito ci permettiamo di anticiparLe che è stata pre- ci di Critica Sociale, con la consulenza scientifica della disposta l’edizione digitale, in un cofanetto di sette DVD, dell’in- Fondazione Filippo Turati. Pubblichiamo la nota con cui tera Collezione Storica diretta da Filippo Turati (1891-1926) di cui la Direzione della Critica ha illustrato il significato che in- intendiamo fare dono ad ogni biblioteca, centro studi, archivio e tende attribuire alla celebrazione di questo anniversario ateneo interessato ad arricchire la propria documentazione. Una iniziativa che ci auguriamo possa essere utile ed apprezzata soprat- tuto dai giovani. ignor Presidente, cento venti anni fa nasceva La vastità delle collaborazioni alla Critica Sociale è di tale am- “S Critica Sociale: nel primo numero del 15 gen- piezza da non poterci consentire di abusare ulteriormente della Sua naio 1891, Filippo Turati spiegò ai lettori della cortese attenzione per essere illustrata: si tratta di personalità di Rivista, nel suo editoriale di presentazione della nuova Direzione, spicco del pensiero sociale, economico, giuridico e culturale ita- le ragioni che lo inducevano a scegliere il nome “Critica Sociale” liano, ma anche internazionale, in un arco di tendenze lasciato sem- in luogo della vecchia testata “Cuore e Critica” creata nel 1887 dal pre aperto ad ogni contributo. Quindi è solo a titolo indicativo che mazziniano Arcangelo Ghisleri e della quale Turati era già redat- ricordiamo tra gli autori lo stesso Federico Engels, Vilfredo Pareto, tore. La nuova linea del giornale si proponeva di evolvere il so- i coniugi Webb della Fabian Society (con la quale intratteniamo cialismo democratico risorgimentale, umanitario e romantico, ver- tutt’ora fraterni rapporti di attiva collaborazione), Emile Vander- so un nuovo socialismo scientifico, un socialismo basato sullo stu- velde, Giovanni Mosca, Gaetano Salvemini, Enrico Ferri, Gabriele dio critico della società che si andava formando nella nuova Na- Rosa, Carlo Rosselli, Giacomo Matteotti, Benvenuto Griziotti, zione, frutto del processo unitario terminato solo 30 anni prima, e Giovanni Montemartini, Attilio Cabiati, e molti altri tra i quali, nel che metteva a fuoco l’esistenza di una “Eterna questione”, come secondo dopoguerra, ricordiamo in segno di omaggio alla memo- definì la Questione sociale. ria, il senatore a vita, Leo Valiani e il giornalista Walter Tobagi. Intendiamo ricordare l’anniversario della Critica Sociale co- In questo quadro di autori della Critica Sociale spiccano, in gliendone la profonda relazione con le sue radici originarie, che particolare, i nomi di due futuri Presidenti della Repubblica: Luigi coincidono con le Celebrazioni del 150 Anniversario dell’Unità IL TELEGRAMMA DEL QUIRINALE Einaudi, che iniziò giovanissimo la sua collaborazione, ancora re- d’Italia. Vi sono ragioni di fondo, a nostro giudizio, che brevemente “Sono lieto di comunicare che il Presi- sponsabile del circolo socialista universitario di Torino, e che pro- desideriamo sottoporre alla Sua cortese considerazione e pazienza. dente della Repubblica ha concesso il seguì a offrire i suoi studi in saggi di grande livello, già divenuto Innanzitutto la Rivista sorge prima del Partito dei socialisti (es- Suo Alto Patronato alle Celebrazioni per editorialista del Corriere della Sera, per un arco di dieci anni (1893- si già con un ruolo di primo piano nel movimento democratico uni- il 120esimo anniversario di fondazione 1903); Giuseppe Saragat, che ebbe nella Critica Sociale un punto tario), nel tentativo di contribuire alla costruzione della Nazione della rivista Critica Sociale. Nel formula- di riferimento della sua posizione politica, in particolare con la di- attraverso l’ ingresso delle masse lavoratrici - che compaiono per re lʼaugurio per il successo delle mani- rezione di Giuseppe Faravelli che ne fece per qualche anno una la prima volta sulla scena - nella vita unitaria del nuovo Stato. Il festazioni, invio un cordiale saluto”. vera e propria corrente socialdemocratica all’interno del Partito fine del gruppo della Critica Sociale fu quello di organizzare la socialista. L’attuale edizione è curata da ex giornalisti dell’Avanti! Donato Marra, Segretario Generale partecipazione dei lavoratori alla vita politica con un proprio par- che hanno garantito la continuità della storica testata dopo la chiu- della Presidenza della Repubblica tito, formando così un popolo (Il “fare gli Italiani” garibaldino) sura del quotidiano socialista nel 1994. La registrazione di legge con l’educazione alla associazione: alla cooperazione nell’econo- con cui le pubblicazioni proseguono, infatti, è ancora la medesima mia, alla mutualità nei sindacati e nelle primordiali strutture di welfare, all’autogoverno nei con la quale e Ugo Guido Mondolfo, ereditandola dallo stesso Turati nel- municipi, nelle battaglie per i diritti, prima di tutto per il suffragio universale e per la legge l’esilio francese, la iscrissero al Tribunale di Milano, nell’ottobre del 1948, secondo la prima elettorale proporzionale. Si coglieva (pur tra le polemiche interne) ogni opportunità offerta legge sulla Stampa della neonata Repubblica italiana, dopo la Liberazione. dalla democrazia liberale per promuovere il movimento dei lavoratori come soggetto prota- E’ dunque con viva attesa, Signor Presidente, che Le rivolgiamo la richiesta di un Suo gonista a pieno titolo dello sviluppo e del progresso italiano. Forse questo è il lascito più im- Alto Patronato per la celebrazioni dei 120 anni della Critica Sociale. portante dell’idea socialista della Critica Sociale, e costituisce per noi ancora una finalità ed Con stima, la Direzione” un metodo di attualissimo valore patriottico. In secondo luogo, il nesso che cogliamo con le Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, è la ricca documentazione sui processi di organizzazione e di sviluppo delle forme istitu- 1 zionali, dell’economica e della nuova società unitaria, che Critica Sociale conserva nella sua 0 PER ABBONARSI 0

storia, per la longevità e continuità della sua pubblicazione a cavallo dei due secoli, fino al- 1 l’avvento del fascismo e all’esilio. Sono molte le altre importanti riviste pubblicate in quegli 1 Abbonamento annuo Euro 50,00 c/c postale 30516207 intestato a Giornalisti editori scarl anni, ma la continuità della Critica Sociale consente di avere uno sguardo unitario sui processi 3

0 Banco Posta: IBAN IT 64 A 0760101600000030516207 storici, sulle realizzazioni, le interruzioni, i confronti e i cambiamenti intervenuti nelle poli- 0 Banca di Roma: IBAN IT 56 D 02008 01759 000100462114 7 tiche dell’epoca. 5 E-mail: [email protected] 0

Sotto questo profilo riteniamo la divulgazione del suo archivio essere interessante non 0 Editore - Stefano Carluccio - Direzione editoriale - Carlo Tognoli, 0

0 Francesco Forte, , Francesco Colucci, Massimo Pini,

solo per la storia del movimento dei lavoratori e socialista, ma per la conoscenza, quasi nel 8 comma 1, DCB Milano - Mens.

7 Spencer Di Scala, Giuseppe Scanni, Riccardo Pugnalin, Sergio Pizzolante POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione ITALIANE POSTE dettaglio, degli studi, dei dibatti e persino delle polemiche che hanno accompagnato la co- 7 in a.p.D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) Art. 1 353/03 (conv. in a.p.D.L. ISSN 1827-4501

struzione della Nazione. E’ dunque, a nostro modo di sentire, un patrimonio di tutti gli italiani, 9 La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7/08/1990 n.250 un patrimonio nazionale che sentiamo il dovere di rendere disponibile. Infine e in questa

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120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia

■ LA TESTIMONIANZA DI MASSIMO PINI: “DOPO IL MIDAS MI INCARICÒ DI RIDARE VITA ALLA RIVISTA” QUANDO CRAXI NEL 1976 SALVA LA CRITICA SOCIALE

Massimo Pini mio delle Provincie Lombarde, ed infine la Edilnord. Per chiedere il sostegno pubblicita- el numero del gennaio 1975, rio, mi ero recato personalmente negli uffici di N la fotografia di un comizio di Berlusconi a Foro Buonaparte 24, su indica- Luciano Lama, il segretario zione di Bettino Craxi. Berlusconi, all’epoca comunista della CGIL, risaltava sulla coperti- noto soprattutto come costruttore di Milano na di “La Critica Sociale”, una rivista senza Due, sostenne la “Critica” e anzi ne ospitò gli pretese stampata su carta giallina. Nell’inter- uffici per un certo periodo. “Non ci pare ca- no, un avviso riquadrato informava i lettori suale”, chiarì Carlo Tognoli alla presentazione, che “con questo fascicolo, ‘La Critica Sociale’ “che questa gloriosa testata alla quale è legato sospende temporaneamente le pubblicazioni: il patrimonio più alto e migliore della tradizio- così ha deciso il suo consiglio di amministra- ne laica, riformista, umanitaria del socialismo zione prendendo atto che mancano i mezzi per italiano e, crediamo, non solo italiano, ricom- continuare...”. paia in questo momento che è di generale ri- La direzione della rivista - composta dallo presa e considerazione critica delle linee por- storico Ugoberto Alfassio Grimaldi e da Reno tanti e delle matrici culturali del socialismo nel Ferrara, condirettore - ricordava che nel lon- nostro Paese”. Il direttore Alfassio Grimaldi ci tano ottobre 1926 essa aveva dovuto sospen- tenne a ribadire: “Non siamo una rivista del dere le pubblicazioni perché “ormai la bestia partito socialista come ‘Mondo Operaio’, ma fascista imperversava, e dovevano passare di- dell’area socialista. Perciò saremo aperti alla ciannove anni prima che questa voce ripren- di Salvador Allende in Cile: non si può gover- gica per la prospettiva del “compromesso sto- collaborazione di tutte le componenti laiche e desse a parlare”. Certamente quindi non era di nare un paese nel mondo occidentale con una rico”. Nel contempo, Craxi aveva un occhio cattoliche della sinistra non comunista...”. buon auspicio che proprio nel momento in cui maggioranza del 51%, ma solo con ampie coa- molto attento per gli equilibri interni del suo “il fascismo risorge e minaccia”, le forze so- lizioni, quale avrebbe potuto essere quella tra partito: divenuto segretario del PSI nel comi- Quella dichiarazione faceva capire fin trop- cialiste e democratiche non apparissero in gra- DC e PCI. tato centrale del luglio 1976, dopo la sconfitta po chiaramente ciò che bolliva in pentola nei do di “tenere in piedi viva e vitale la testata Alle elezioni amministrative del 15 giugno di De Martino alle elezioni politiche, egli si rapporti fra PSI e PCI, una vera e propria sfida gloriosa della “Critica”. 1975, il voto sembrò dar ragione alla proposta era posto il problema di una pubblicazione pe- culturale prima ancora che politica. La critica E così concludevano i due direttori: “È un del “compromesso storico”: il PCI arrivò al riodica da affiancare a “Mondo Operaio”, il al dogmatismo sovietico, l’accentuazione del fatto che porta a meste considerazioni: quasi 33,4% contro il 12% dei socialisti, il cui amaro mensile orientato verso la sinistra di Riccardo carattere pluralistico ed aperto della futura so- ci vedessimo innanzi agli occhi Turati e Fara- commento fu: “Noi abbiamo scosso l’albero e Lombardi. Poiché io controllavo una casa edi- cietà socialista, la riconsiderazione del rappor- velli costretti a riprendere la via dell’esilio”. loro hanno raccolto i frutti”. In seguito alla trice, la SugarCo, e facevo parte da dieci anni to libertà-giustizia sociale, l’intero tessuto in Quell’ultimo numero riportava tra le sue pa- sconfitta della DC, passata dal 38,8% al del circolo dei suoi amici intimi, Craxi mi pro- cui si era venuta articolando la trama del revi- gine la pubblicità di alcuni istituti bancari: la 35,3%, venne rovesciato e pose di acquistare le quote della “Critica So- sionismo socialista erano “oggi più che mai”, Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, gli subentrò alla segreteria politica Benigno ciale” dai soci, tra i quali Giannino Parravici- aveva concluso Carlo Tognoli, “di fronte alla il Banco di Napoli e l’IRFIS, un istituto di cre- Zaccagnini. Ora che DC e PCI raccoglievano ni, Reno Ferrara e Piero Caleffi, l’autore di “Si attenzione della cultura di sinistra e ricevono dito siciliano. Era quello il risultato degli sfor- insieme il 70% dei suffragi, le prospettive per fa presto a dire fame”, gravemente malato. Si continui apporti di analisi e contributi da parte zi di Giannino Parravicini, il socialdemocrati- il PSI si facevano sempre più inquietanti: al trattava di una missione complessa, perché i degli esponenti intellettuali più avvertiti”. co presidente del Banco di Sicilia, e all’epoca Comitato centrale del 10 luglio 1975 Bettino soci, dopo la chiusura della rivista, non inten- Nel numero del 26 agosto 1977 “La Critica il più illustre dei soci della “Critica”, se si Craxi, all’epoca vice-segretario e capo della devano cedere il controllo della testata che si Sociale” riportava la “mappa del potere” nella esclude Giuseppe Faravelli, direttore per lun- corrente autonomista che si riferiva a Pietro era posizionata storicamente fra socialisti e so- RAI, dopo la lottizzazione voluta dai comuni- ghi anni dopo Ugo Guido Mondolfo che aveva Nenni, volle lanciare un messaggio chiaro a cialdemocratici, non escludendo un interesse sti col nuovo consiglio di amministrazione fatto rinascere la rivista il 15 settembre 1945. tutti, comunisti per primi: “Insisto nel sottoli- verso i laici e i repubblicani di Ugo La Malfa. presieduto dal socialista frontista Paolo Grassi. E proprio alla memoria di Giuseppe Fara- neare il carattere determinante che ha, deve D’altra parte il ruolo di segretario del PSI ri- La polemica con i comunisti si ampliava quin- velli, da poco scomparso, era stato dedicato il avere e dovrà avere il nostro partito”. coperto con tanta passione ed attivismo da di dalla disputa ideologica alle ben più concre- numero del dicembre 1974 della “Critica So- Milano, città di Turati, della Kuliscioff, del Craxi dal luglio 1976 sembrava fin dall’inizio te questioni del controllo di quotidiani e del ciale”, a cura di Virgilio Dagnino. Venuto a sindaco Caldara, era stata la capitale del socia- contestato al punto che un capo-corrente del- monopolio televisivo. Il PCI reagì per la penna mancare Faravelli, la rivista si rivolgeva ai let- lismo riformista; a Milano aveva iniziato le l’epoca, Claudio Signorile, erede politico di di Elio Quercioli, responsabile per il partito del tori e ai simpatizzanti, chiedendo aiuto, perché pubblicazioni nel 1891 “La Critica Sociale”, Lombardi, aveva dichiarato: “Se non marcerà settore dell’informazione, il quale tacciò di la ‘Critica Sociale’ viva”. 15.000 lire annue un anno prima che a Genova venisse fondato lo faremo fuori in tre mesi”. “qualunquistiche” le critiche; e non mancò un per un abbonamento sostenitore, 6.000 per un il Partito socialista italiano. Filippo Turati e corsivo anonimo ne “L’Unità” che additava ordinario... Per la verità, tra l’autunno del 1974 Anna Kuliscioff avevano rilevato una testata Alla fine però riuscii a portare sotto il con- come “pericolose” certe iniziative. Nonostante e il biennio 1975/6 non era il fascismo a risor- letteraria che si chiamava “Cuore e Critica”, trollo della mia casa editrice tutte le quote de l’eurocomunismo, lo stalinismo di fondo non gere e a minacciare, ma semmai il comuni- trasformandola nella “Critica Sociale”, sino a “La Critica Sociale”, e venerdì 29 aprile 1977 riusciva a mascherarsi. smo: la variante nazionale di un fenomeno farla divenire, ricorda Carlo Tognoli, “un luo- alla Villa Comunale di via Palestro a Milano Il 14 gennaio 1978 usciva nuovamente la globale alquanto pericoloso per la pace, anche go d’incontro della cultura di sinistra”. si svolse la cerimonia di presentazione della “Critica”; da allora sono trascorsi altri trenta- se senescente. In seguito al successo riportato Ma nel 1975 a Milano il PCI era il primo nuova serie del quindicinale, con una grafica trè anni, e ancora oggi la rivista - dopo 120 an- dal referendum per la abrogazione del divor- partito, con 25 seggi nel consiglio comunale, moderna e completamente rinnovata. Erano ni questo 15 gennaio - è viva e vitale. E’ una zio, voluto dal segretario della DC Fanfani, e contro i 22 della DC, i 12 del PSI e cinque del presenti il sindaco di Milano Carlo Tognoli, delle più antiche testate italiane, testimone e alla valanga di NO che aveva raggiunto quasi PSDI. Armando Cossutta, responsabile nel Umberto Dragone vicepresidente della Lega punto di raccolta della tradizione socialista. il 60% dei votanti, il Partito socialista era di- PCI degli enti locali, ai primi di luglio elaborò delle Cooperative, il filosofo Riccardo Bauer Essa è sopravvissuta alla tragica fine del ventato, nonostante la mitezza del suo segre- la formula delle “giunte aperte”, un metodo e il giornalista Italo Pietra, tra gli altri. La ri- Partito socialista italiano, distrutto e costretto tario Francesco De Martino, sempre più mo- per arrivare al “compromesso storico” metten- vista, diretta dallo storico Ugoberto Alfassio alla diaspora dal colpo di Stato di “mani puli- vimentista. Il centro-sinistra era davvero finito do da parte le “giunte rosse”, vale a dire for- Grimaldi e con la condirezione di Reno Ferra- te”: ed oggi rappresenta forse l’unico punto di dopo oltre dieci anni, e il certificatore del de- mate con maggioranze che escludessero i de- ra esecutore testamentario di Faravelli, ricor- coagulo di una rinnovata organizzazione dei cesso fu il ministro delle Finanze, il socialde- mocristiani. Nell’ombra Bettino Craxi mano- dava dunque la direzione della vecchia serie, socialisti. Fu dunque profeta Bettino Craxi mocratico Mario Tanassi, alle ore 19,30 del vrava: il suo disegno consisteva nel far fallire nel nome e nella memoria di Giuseppe Fara- quando, nel corso della estate del 1976, mi dis- primo ottobre 1974. a Milano la “giunta aperta” e spingere i demo- velli al quale era stato dedicato il numero 1/2 se: “Bisogna ridare vita alla ‘Critica Socia- cristiani all’opposizione. E fu proprio ciò che del 1977, fuori commercio e destinato agli ab- le’... Ricorda bene: è la cosa più importante Lo scandalo dei petroli, scoppiato nell’au- accadde: come sottolinea Carlo Tognoli, il bonati. Dal numero 4 del 27 maggio 1977 però da fare in questo momento...”. Il suo messag- tunno del 1974, portò a conoscenza della opi- quale sarà eletto sindaco di Milano dopo le Ferrara lascerà la condirezione: Umberto Gio- gio è stato e sarà accolto. La “Critica”, la più nione pubblica il finanziamento da parte della elezioni politiche del 20 giugno 1976, era ne- vine diventerà capo-redattore, e confermata la antica rivista italiana, ha vissuto e vivrà, nel- Unione petrolifera di tutti i partiti, escluso il cessario far saltare ogni possibile intesa fra co- direzione responsabile di Ugo Intini. l’auspicio che attorno ad essa facciano fronte PCI: era l’inizio della “questione morale”. Pe- munisti e DC, che avrebbe messo fuori gioco Il numero tre del 13 maggio 1977, presen- non solo le memorie, non solo la storia del mo- rò lo stesso PCI aveva offerto alla DC la scap- i socialisti. Il capolavoro di Bettino Craxi fu tato a Milano alla Villa Comunale, era dedica- vimento dei lavoratori, non solo le analisi patoia del “compromesso storico”, la formula di avere costruito addosso ai berlingueriani to alle elezioni europee, ed aveva nel suo in- grandiose che si trovano nella raccolta che pre- inventata da Enrico Berlinguer e dai suoi ac- l’immagine di un successo tattico - la “giunta terno quattro inserzionisti di pubblicità: la sentiamo, ma le diaspore socialiste finalmente coliti cattocomunisti, e ispirata dalla tragedia rossa” - che era in realtà una sconfitta strate- Mondadori, la CBS Sugar, la Cassa di Rispar- riunite nel nome di Turati, Nenni e Craxi. s 4 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia

LA MEMORIA E IL FUTURO ■ IL DISCORSO ALLE CAMERE DEL PRESIDENTE NAPOLITANO PER I 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA “ORGOGLIO, COSCIENZA CRITICA SENSO DELLA MISSIONE, UNITÀ NAZIONALE”

Intervento del Presidente Napolitano alla della bandiera tricolore, dell’Inno di Mameli, consacrato l’opera di giustizia e di riparazione né comune mercato. Siamo smembrati in otto Seduta comune del Parlamento in occasione delle melodie risorgimentali. che ha restituito l’Italia a se stessa. Stati, indipendenti l’uno dall’altro...Otto linee dell’apertura delle celebrazioni del 150° an- Si è dunque largamente compresa e condi- A partire da questo giorno, l’Italia afferma doganali....dividono i nostri interessi materiali, niversario dell’Unità d’Italia visa la convinzione che ci muoveva e che così a voce alta di fronte al mondo la propria esi- inceppano il nostro progresso....otto sistemi di- formulerò : la memoria degli eventi che con- stenza. Il diritto che le apparteneva di essere versi di monetazione, di pesi e di misure, di le- Montecitorio, 17/03/2011 dussero alla nascita dello Stato nazionale uni- indipendente e libera, e che essa ha sostenuto gislazione civile, commerciale e penale, di or- tario e la riflessione sul lungo percorso succes- sui campi di battaglia e nei Consigli, l’Italia lo dinamento amministrativo, ci fanno come stra- ento di dover rivolgere un rico- sivamente compiuto, possono risultare prezio- proclama solennemente oggi”. nieri gli uni agli altri”. E ancora, proseguiva S noscente saluto ai tanti che han- se nella difficile fase che l’Italia sta attraver- Mazzini, Stati governati dispoticamente, “uno no raccolto l’appello a festeg- sando, in un’epoca di profondo e incessante Così Cavour, con parole che rispecchiavano dei quali - contenente quasi il quarto della po- giare e a celebrare i 150 anni dell’Italia unita : cambiamento della realtà mondiale. Possono l’emozione e la fierezza per il traguardo rag- polazione italiana - appartiene allo straniero, ai tanti cittadini che ho incontrato o che mi risultare preziose per suscitare le risposte col- giunto : sentimenti, questi, con cui possiamo all’Austria”. Eppure, per Mazzini era indubi- hanno indirizzato messaggi, esprimendo sen- lettive di cui c’è più bisogno : orgoglio e fidu- ancor oggi identificarci. Il plurisecolare cam- tabile che una nazione italiana esistesse, e che timenti e pensieri sinceri, e a tutti i soggetti cia ; coscienza critica dei problemi rimasti ir- mino dell’idea d’Italia si era concluso : quel- non vi fossero “cinque, quattro, tre Italie” ma pubblici e privati che hanno promosso inizia- risolti e delle nuove sfide da affrontare ; senso l’idea-guida, per lungo tempo irradiatasi gra- “una Italia”. tive sempre più numerose in tutto il Paese. Isti- della missione e dell’unità nazionale. E’ in zie all’impulso di altissimi messaggi di lingua, Fu dunque la consapevolezza di basilari in- tuzioni rappresentative e Amministrazioni questo spirito che abbiamo concepito le cele- letteratura e cultura, si era fatta strada sempre teressi e pressanti esigenze comuni, e fu, in- pubbliche : Regioni e Provincie, e innanzitutto brazioni del Centocinquantenario. più largamente, nell’età della rivoluzione fran- sieme, una possente aspirazione alla libertà e municipalità, Sindaci anche e in particolare di Orgoglio e fiducia, innanzitutto. Non temia- cese e napoleonica e nei decenni successivi, all’indipendenza, che condussero all’impegno piccoli Comuni, a conferma che quella è la no- mo di trarre questa lezione dalle vicende risor- raccogliendo adesioni e forze combattenti, di schiere di patrioti - aristocratici, borghesi, stra istituzione di più antica e radicata tradi- gimentali! Non lasciamoci paralizzare dall’or- ispirando rivendicazioni di libertà e moti rivo- operai e popolani, persone colte e incolte, mo- zione storica, il fulcro dell’autogoverno demo- rore della retorica : per evitarla è sufficiente luzionari, e infine imponendosi negli anni de- narchici e repubblicani - nelle battaglie per cratico e di ogni assetto autonomistico. Scuole, affidarsi alla luminosa evidenza dei fatti. cisivi per lo sviluppo del movimento unitario, l’unificazione nazionale. Battaglie dure, san- i cui insegnanti e dirigenti hanno espresso la L’unificazione italiana ha rappresentato fino al suo compimento nel 1861. Non c’è di- guinose, affrontate con magnifico slancio loro sensibilità per i valori dell’unità naziona- un’impresa storica straordinaria, per le condi- scussione, pur lecita e feconda, sulle ombre, ideale ed eroica predisposizione al sacrificio le, stimolando e raccogliendo un’attenzione e zioni in cui si svolse, per i caratteri e la portata sulle contraddizioni e tensioni di quel movi- da giovani e giovanissimi, protagonisti talvolta disponibilità diffusa tra gli studenti. Istituzioni che assunse, per il successo che la coronò su- mento che possa oscurare il dato fondamentale delle imprese più audaci anche condannate al- culturali di alto prestigio nazionale, Universi- perando le previsioni di molti e premiando le dello storico balzo in avanti che la nascita del la sconfitta. E’ giusto che oggi si torni ad ono- tà, Associazioni locali legate alla memoria del- speranze più audaci. nostro Stato nazionale rappresentò per l’insie- rarne la memoria, rievocando episodi e figure la nostra storia nei mille luoghi in cui essa si è Come si presentò agli occhi del mondo quel me degli italiani, per le popolazioni di ogni come stiamo facendo a partire, nel maggio svolta. E ancora, case editrici, giornali, radio- risultato? Rileggiamo la lettera che quello stes- parte, Nord e Sud, che in esso si unirono. En- scorso, dall’anniversario della Spedizione dei televisioni, in primo luogo quella pubblica. so giorno, il 17 marzo 1861, il Presidente del trammo, così, insieme, nella modernità, ri- Mille, fino all’omaggio, questa mattina, ai luo- Grazie a tutti. Grazie a quanti hanno dato il lo- Consiglio indirizzò a Emanuele Tapparelli muovendo le barriere che ci precludevano ghi e ai prodigiosi protagonisti della gloriosa ro apporto nel Comitato interministeriale e nel D’Azeglio, che reggeva la Legazione d’Italia quell’ingresso. Repubblica romana del 1849. Comitato dei garanti, a cominciare dal suo a Londra : Occorre ricordare qual era la condizione de- Sono fonte di orgoglio vivo e attuale per Presidente. Comune può essere la soddisfazio- “Il Parlamento Nazionale ha appena votato gli italiani prima dell’unificazione? Facciamo- l’Italia e per gli italiani le vicende risorgimen- ne per questo dispiegamento di iniziative e e il Re ha sanzionato la legge in virtù della lo con le parole di Giuseppe Mazzini - 1845 : tali da molteplici punti di vista, ed è sufficiente contributi, che continuerà ben oltre la ricorren- quale Sua Maestà Vittorio Emanuele II assu- “Noi non abbiamo bandiera nostra, non nome sottolinearne alcuni. In primo luogo, la supre- za di oggi. E anche, aggiungo, per un rilancio, me, per sé e per i suoi successori, il titolo di politico, non voce tra le nazioni d’Europa ; ma sapienza della guida politica cavouriana, mai così vasto e diffuso, dei nostri simboli, Re d’Italia. La legalità costituzionale ha così non abbiamo centro comune, né patto comune, che rese possibile la convergenza verso un uni- CRITICAsociale ■ 5 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia co, concreto e decisivo traguardo, di compo- compiersi che sotto l’egida dello Stato più ordinamento politico e amministrativo, con cui di rinnovamento dello Stato in senso democra- nenti soggettive e oggettive diverse, non facil- avanzato, già caratterizzato in senso liberale, potesse essere soddisfatto in Italia il bisogno tico che ha coronato il riscatto dell’Italia dalla mente componibili e anche apertamente con- più aperto e accogliente verso la causa italiana di indipendenza e di coesione nazionale”. E dittatura totalitaria e dal nuovo servaggio in fliggenti. In secondo luogo, l’emergere, in seno e i suoi combattenti che vi fosse nella penisola, così, attraverso errori non meno gravi delle cui la nazione venne ridotta dalla guerra fasci- alla società e nettamente tra i ceti urbani, nelle e cioè sotto l’egida della dinastia sabauda e del- difficoltà da superare, “fu compiuta” - sono sta e dalla disfatta che la concluse. Un riscatto città italiane, di ricche, forse imprevedibili ri- la classe politica moderata del Piemonte, im- ancora parole dello storico - “un’opera ciclo- reso possibile dall’emergere delle forze tem- serve - sensibilità ideali e politiche, e risorse personata da Cavour. Fu quella la condizione pica. Fu fatto di sette eserciti un esercito so- pratesi nell’antifascismo, e dalla mobilitazione umane - che si espressero nello slancio dei vo- obbiettiva riconosciuta con generoso realismo lo...Furono tracciate le prime linee della rete partigiana, cui si affiancarono nella Resistenza lontari come componente attiva essenziale al da Garibaldi, pur democratico e repubblicano, ferroviaria nazionale. Fu creato un sistema le schiere dei militari rimasti fedeli al giura- successo del moto unitario, e in un’adesione col suo “Italia e Vittorio Emanuele”. E se lo spietato di imposte per sostenere spese pubbli- mento. Un riscatto che culminò nella eccezio- crescente a tale moto da parte non solo di ri- scontro tra garibaldini ed Esercito Regio sul- che crescenti e per pagare l’interesse dei debi- nale temperie ideale e culturale e nel forte cli- strette élite intellettuali ma di strati sociali non l’Aspromonte è rimasto traccia dolorosa del- ti... Furono rinnovati da cima a fondo i rappor- ma unitario - più forte delle diversità storiche marginali, anche grazie al diffondersi di nuovi l’aspra dialettica di posizioni che s’intrecciò ti tra lo Stato e la Chiesa”. e delle fratture ideologiche - dell’Assemblea strumenti comunicativi e narrativi. col percorso unitario, appare singolare ogni E fu debellato il brigantaggio nell’Italia me- Costituente. E in terzo luogo vorrei sottolineare l’ecce- tendenza a “scoprire” oggi con scandalo come ridionale, anche se pagando la necessità vitale Con la Costituzione approvata nel dicembre zionale levatura dei protagonisti del Risorgi- le battaglie sul campo per l’Unità furono ov- di sconfiggere quel pericolo di reazione legit- 1947 prese finalmente corpo un nuovo disegno mento, degli ispiratori e degli attori del moto viamente anche battaglie tra italiani, similmen- timista e di disgregazione nazionale col prezzo statuale, fondato su un sistema di principi e di unitario. Una formidabile galleria di ingegni e te a quanto accadde dovunque vi furono movi- di una repressione talvolta feroce in risposta garanzie da cui l’ordinamento della Repubbli- di personalità - quelle femminili fino a ieri non menti nazionali per la libertà e l’indipendenza. alla ferocia del brigantaggio e, nel lungo pe- ca, pur nella sua prevedibile e praticabile evo- abbastanza studiate e ricordate - di uomini di Ma al di là di semplicismi e polemiche stru- riodo, col prezzo di una tendenziale estraneità luzione, non potesse prescindere. Come venne pensiero e d’azione. A cominciare, s’intende, mentali, vale piuttosto la pena di considerare i e ostilità allo Stato che si sarebbe ancor più ra- esplicitamente indicato nella relazione Ruini dai maggiori : si pensi, non solo a quale im- termini della riflessione e del dibattito più re- dicata nel Mezzogiorno. sul progetto di Costituzione, “l’innovazione pronta fissata nella storia, ma a quale lascito più profonda” consisteva nel poggiare l’ordi- cui attingere ancora con rinnovato fervore di namento dello Stato su basi di autonomia, se- studi e generale interesse, rappresentino il mi- condo il principio fondamentale dell’articolo to mondiale, senza eguali - che non era artifi- 5 che legò l’unità e indivisibilità della Repub- ciosa leggenda - di Giuseppe Garibaldi, e le blica al riconoscimento e alla promozione del- diverse, egualmente grandi eredità di Cavour, le autonomie locali, riferite, nella seconda par- di Mazzini e di Cattaneo. Quei maggiori, lo te della Carta, a Regioni, Provincie e Comuni. sappiamo, tra loro dissentirono e si combatte- E altrettanto esplicitamente, nella relazione rono : ma ciascuno di essi sapeva quanto l’ap- Ruini, si presentò tale innovazione come cor- porto degli altri concorresse al raggiungimento rettiva dell’accentramento prevalso all’atto dell’obbiettivo considerato comune, anche se dell’unificazione nazionale. ciò non valse a cancellare contrasti di fondo e La successiva pluridecennale esperienza poi tenaci risentimenti. Ho detto dei principali delle lentezze, insufficienze e distorsioni regi- protagonisti, ma molti altri nomi - del campo stratesi nell’attuazione di quel principio e di moderato, dell’area cattolico-liberale, e del quelle norme costituzionali, ha condotto dieci campo democratico - potrebbero essere richia- anni fa alla revisione del Titolo V della Carta. mati a testimonianza di una straordinaria fio- E non è un caso che sia quella l’unica rilevante ritura di personalità di spicco nell’azione po- riforma della Costituzione che finora il Parla- litica, nella società civile, nell’amministrazio- mento abbia approvato, il corpo elettorale ab- ne pubblica. bia confermato e governi di diverso orienta- mento politico si siano impegnati ad applicare Questi fortificanti motivi di orgoglio italiano concretamente. trovano d’altronde riscontro nei riconoscimen- E’ stata in definitiva recuperata l’ispirazione ti che vennero in quello stesso periodo e suc- federalista che si presentò in varie forme ma cessivamente, dall’esterno del nostro paese, da non ebbe fortuna nello sviluppo e a conclusio- esponenti della politica e della cultura storica ne del moto unitario. All’indomani dell’unifi- d’altre nazioni ; riconoscimenti della portata cazione, anche i progetti moderatamente auto- europea della nascita dell’Italia unita, dell’im- nomistici che erano stati predisposti in seno al patto che essa ebbe su altre vicende di nazio- governo, cedettero il passo ai timori e agli im- nalità in movimento nell’Europa degli ultimi perativi dominanti, già nel breve tempo che a decenni dell’Ottocento e oltre. Né si può di- Cavour fu ancora dato di vivere e nonostante menticare l’orizzonte europeo della visione e la sua ribadita posizione di principio ostile dell’azione politica di Cavour, e la significati- all’accentramento benché non favorevole al va presenza, nel bagaglio ideale risorgimenta- federalismo. E oggi dell’unificazione celebria- le, della generosa utopia degli Stati Uniti mo l’anniversario vedendo l’attenzione pub- d’Europa. Nell’avvicinarsi del Centocinquan- cente sulle scelte che vennero adottate subito Da un quadro storico così drammaticamente blica rivolta a verificare le condizioni alle qua- tenario si è riacceso in Italia il dibattito sia at- dopo l’unificazione dalle forze dirigenti del condizionato, e da un’”opera ciclopica” di uni- li un’evoluzione in senso federalistico - e non torno ai limiti e ai condizionamenti che pesa- nuovo Stato. E a questo proposito si sono re- ficazione, che gettò le basi di un mercato na- solo nel campo finanziario - potrà garantire rono sul processo unitario sia attorno alle più gistrati seri approfondimenti critici : che non zionale e di un moderno sviluppo economico maggiore autonomia e responsabilità alle isti- controverse scelte successive al conseguimen- possono tuttavia non collocarsi nel quadro di e civile, possiamo trarre oggi motivi di com- tuzioni regionali e locali rinnovando e raffor- to dell’Unità. Sorvolare su tali questioni, ri- una obbiettiva valutazione storica del quadro prensione del nostro modo di costituirci come zando le basi dell’unità nazionale. E’ tale raf- muovere le criticità e negatività del percorso dell’Italia pre-unitaria quale era stato ereditato Stato, motivi di orgoglio per quel che 150 anni forzamento, e non il suo contrario, l’autentico seguito prima e dopo al 1860-61, sarebbe dav- dal nuovo governo e Parlamento nazionale. fa nacque e si iniziò a costruire, motivi di fi- fine da perseguire. vero un cedere alla tentazione di racconti sto- Questi si trovarono dinanzi a ferree necessità ducia nella tradizione di cui in quanto italiani D’altronde, nella nostra storia e nella nostra rici edulcorati e alle insidie della retorica. di sopravvivenza e sviluppo dello Stato appe- siamo portatori ; e possiamo in pari tempo trar- visione, la parola unità si sposa con altre : plu- Sono però fuorvianti certi clamorosi sempli- na nato, che non potevano non prevalere su un re piena consapevolezza critica dei problemi ralità, diversità, solidarietà, sussidiarietà. cismi: come quello dell’immaginare un possi- pacato e lungimirante esame delle opzioni in con cui l’Italia dové fare e continua a fare i In quanto ai problemi e alle debolezze di or- bile arrestarsi del movimento per l’Unità poco campo, specie quella tra accentramento, nel conti. dine strutturale, sociale e civile cui ho poc’anzi oltre il limite di un Regno dell’Alta Italia : di segno della continuità e dell’uniformità rispet- fatto cenno e che abbiamo ereditato tra le in- contro a quella visione più ampiamente inclu- to allo Stato piemontese da un lato, e - se non Problemi e debolezze di ordine istituzionale compiutezze dell’unificazione perpetuatesi fi- siva dell’Italia unita, che rispondeva all’ideale federalismo - decentramento, con forme di au- e politico, che - nei decenni successivi all’Uni- no ai nostri giorni, è il divario tra Nord e Sud, del movimento nazionale (come Cavour ben tonomia e autogoverno anche al livello regio- tà - hanno inciso in modo determinante sulle è la condizione del Mezzogiorno che si colloca comprese, ci ha insegnato Rosario Romeo) - nale, dall’altro lato. travagliate vicende dello Stato e della società al centro delle nostre preoccupazioni e respon- visione e scelta che l’impresa garibaldina, la E a questo proposito vale ancor oggi la vi- nazionale, sfociate dopo la prima guerra mon- sabilità nazionali. Ed è rispetto a questa que- Spedizione dei Mille rese irresistibile. gorosa sintesi tracciata da un grande storico, diale in una crisi radicale risolta con la violen- stione che più tardano a venire risposte adegua- L’Unità non poté compiersi che scontando che pure fu spirito eminentemente critico, za in chiave autoritaria dal fascismo. Ed egual- te. Pesa certamente l’esperienza dei tentativi e limiti di fondo come l’assenza delle masse con- Gaetano Salvemini. mente problemi e debolezze di ordine struttu- degli sforzi portati avanti a più riprese nei de- tadine, cioè della grande maggioranza, allora, “I governanti italiani, fra il 1860 e il 1870, rale, sociale e civile. cenni dell’Italia repubblicana e rimasti non della popolazione, dalla vita pubblica, e dun- si trovavano” - egli scrisse - “ alle prese con Sono i primi problemi quelli che oggi ci ap- senza frutti ma senza risultati risolutivi ; pesa que scontando il peso di una questione sociale formidabili difficoltà”. Quello che s’impose paiono aver trovato - nello scorso secolo - più altresì l’oscurarsi della consapevolezza delle potenzialmente esplosiva. L’Unità non poté era allora - a giudizio di Salvemini - “il solo valide risposte. Mi riferisco a quel grande fatto potenzialità che il Mezzogiorno offre per un 6 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia nuovo sviluppo complessivo del paese e che mente garantiti dalla Costituzione repubblicana so di distruzione e generale arretramento da a debellare grazie al solido ancoraggio della sarebbe fatale per tutti non saper valorizzare. e proiettatisi sempre di più in un rapporto alta- cui potevamo temere di non riuscire a risolle- Costituzione e grazie alla forza di molteplici Proprio guardando a questa cruciale questio- mente costruttivo e in una “collaborazione per varci. forme di partecipazione sociale e politica de- ne, vale il richiamo a fare del Centocinquan- la promozione dell’uomo e il bene del paese” - Eppure l’Italia unita, dopo aver scongiurato mocratica; risorse sulle quali sempre fa affida- tenario dell’Unità d’Italia l’occasione per una anche attraverso il riconoscimento del ruolo so- con sapienza politica rischi di separatismo e di mento la lotta contro l’ancora devastante fe- profonda riflessione critica, per quello che ho ciale e pubblico della Chiesa cattolica e, insie- amputazione del territorio nazionale, riuscì a nomeno della criminalità organizzata. chiamato “un esame di coscienza collettivo”. me, nella garanzia del pluralismo religioso. rimettersi in piedi. Il primo, e forse più auten- In tutte quelle circostanze, ha operato, e ha Un esame cui in nessuna parte del paese ci si Questo rapporto si manifesta oggi come uno tico “miracolo”, fu la ricostruzione, e quindi - deciso a favore del successo, un forte cemento può sottrarre, e a cui è essenziale il contributo dei punti di forza su cui possiamo far leva per nonostante aspri conflitti ideologici, politici e unitario, impensabile senza identità nazionale di una severa riflessione sui propri comporta- il consolidamento della coesione e unità nazio- sociali - il balzo in avanti, oltre ogni previsio- condivisa. Fattori determinanti di questa no- menti da parte delle classi dirigenti e dei citta- nale. Ce ne ha dato la più alta testimonianza il ne, dell’economia italiana, le cui basi erano stra identità italiana sono la lingua e la cultura, dini dello stesso Mezzogiorno. messaggio augurale indirizzatomi per l’odierno state gettate nel primo cinquantennio di vita il patrimonio storico-artistico e storico-natu- E’ da riferire per molti aspetti e in non lieve anniversario - e lo ringrazio - dal Papa Bene- dello Stato nazionale. L’Italia entrò allora a far rale: bisognerebbe non dimenticarsene mai, è misura al Mezzogiorno, ma va vista nella sua detto XVI. Un messaggio che sapientemente parte dell’area dei paesi più industrializzati e lì forse il principale segreto dell’attrazione e complessiva caratterizzazione e valenza nazio- richiama il contributo fondamentale del Cri- progrediti, nella quale poté fare ingresso e og- simpatia che l’Italia suscita nel mondo. E parlo nale, la questione sociale, delle disuguaglian- stianesimo alla formazione, nei secoli, del- gi resta collocata grazie alla più grande inven- di espressioni della cultura e dell’arte italiana ze, delle ingiustizie - delle pesanti penalizza- l’identità italiana, così come il coinvolgimento zione storica di cui essa ha saputo farsi prota- anche in tempi recenti : basti citare il rilancio zioni per una parte della società - quale oggi di esponenti del mondo cattolico nella costru- gonista a partire dagli anni ‘50 dello scorso se- nei diversi continenti della nostra grande, pe- si presenta in Italia. Anche qui ci sono eredità zione dello Stato unitario, fino all’incancella- colo : l’integrazione europea. Quella divenne culiare tradizione musicale, o il contributo del storiche, debolezze antiche con cui fare i conti, bile apporto dei cattolici e della loro scuola di ed è anche l’essenziale cerniera di una sempre migliore cinema italiano nel rappresentare la a cominciare da quella di una cronica insuffi- pensiero alla elaborazione della Costituzione più attiva proiezione dell’Italia nella più vasta realtà e trasmettere l’immagine, ovunque, del cienza di possibilità di occupazione, che nel repubblicana, e al loro successivo affermarsi comunità transatlantica e internazionale. La nostro paese. Ma dell’identità nazionale è in- passato, e ancora dopo l’avvento della Repub- nella vita politica, sociale e civile nazionale. nostra collocazione convinta, senza riserve, as- nanzitutto componente primaria il senso di pa- blica, fece dell’Italia un paese di massiccia sertiva e propulsiva nell’Europa unita, resta la tria, l’amor di patria emerso e riemerso tra gli emigrazione e oggi convive con il complesso Ma quante prove superate e quanti momenti chance più grande di cui disponiamo per por- italiani attraverso vicende anche laceranti e fenomeno del flusso immigratorio, del lavoro alti vissuti nel corso della nostra storia potrem- tarci all’altezza delle sfide, delle opportunità fuorvianti. Aver riscoperto - dopo il fascismo degli immigrati e della loro necessaria integra- mo richiamare a sostegno della fiducia che de- e delle problematicità della globalizzazione. - quel valore e farsene banditori non può esser zione. Senza temere di eccedere nella somma- ve guidarci di fronte alle sfide di oggi e del fu- Prove egualmente rischiose e difficili abbia- confuso con qualsiasi cedimento al nazionali- rietà di questo mio riferimento alla questione turo! Anche a voler solo considerare il periodo mo dovuto superare, nell’Italia repubblicana, smo. Abbiamo conosciuto i guasti e pagato i sociale, dico che la si deve vedere innanzitutto successivo alla sconfitta e al crollo del 1943 e sul terreno della difesa e del consolidamento costi della boria nazionalistica, delle pretese come drammatica carenza di prospettive di oc- poi alla Resistenza e alla nascita della Repub- delle istituzioni democratiche. Mi riferisco a aggressive verso altri popoli e delle degenera- cupazione e di valorizzazione delle proprie po- blica, è ancora incancellabile nell’animo di insidie subdole e penetranti, così come ad at- zioni razzistiche. Ma ce ne siamo liberati, così tenzialità per una parte rilevante delle giovani quanti come me, giovanissimi, attraversarono tacchi violenti e diffusi - stragismo e terrori- come se ne sono liberati tutti i paesi e i popoli generazioni. quel passaggio cruciale, la memoria di un abis- smo - che non fu facile sventare e che si riuscì unitisi in un’Europa senza frontiere, in un’Eu- E non c’è dubbio che la risposta vada in ge- ropa di pace e cooperazione. E dunque nessun nerale trovata in una nuova qualità e in un ac- impaccio è giustificabile, nessun impaccio può cresciuto dinamismo del nostro sviluppo eco- trattenerci dal manifestare - lo dobbiamo an- nomico, facendo leva sul ruolo di protagonisti che a quanti con la bandiera tricolore operano che in ogni fase di costruzione, ricostruzione ■ UNA VISITA CHE HA COINCISO CON LE CINQUE GIORNATE e rischiano la vita nelle missioni internazionali e crescita dell’economia nazionale hanno as- - la nostra fierezza nazionale, il nostro attac- solto e sono oggi egualmente chiamati ad as- MILANO E NAPOLITANO NEL 150° camento alla patria italiana, per tutto quel che solvere il mondo dell’impresa e il mondo del di nobile e vitale la nostra nazione ha espresso lavoro, passati entrambi, in oltre un secolo, at- nel corso della sua lunga storia. E potremo tan- traverso profonde, decisive trasformazioni. to meglio manifestare la nostra fierezza nazio- Ma non è certo mia intenzione passare qui Carlo Tognoli nale, quanto più ciascuno di noi saprà mostrare in rassegna l’insieme delle prove che ci atten- umiltà nell’assolvere i propri doveri pubblici, dono. Vorrei solo condividessimo la convin- e manifestazioni per il 150° dell’unità d’Italia hanno toccato il capoluogo lom- nel servire ad ogni livello lo Stato e i cittadini. zione che esse costituiscono delle autentiche L bardo, ma hanno avuto l’epicentro a Roma e a Torino. Si ripete forse ciò che Infine, non ha nulla di riduttivo il legare pa- sfide, quanto mai impegnative e per molti accadde nel 1861 e dopo l’unificazione, quando Milano, che era stata capitale triottismo e Costituzione, come feci in que- aspetti assai dure, tali da richiedere grande spi- dell’impero romano e dell’Italia Cisalpina sotto Napoleone, vide prima Torino e poi Firenze st’Aula in occasione del 60° anniversario della rito di sacrificio e slancio innovativo, in una e Roma assumere un ruolo politicamente più rilevante? Carta del 1948. Una Carta che rappresenta tut- rinnovata e realistica visione dell’interesse ge- No: la presenza del Presidente Giorgio Napolitano per due giornate è il riconoscimento alla tora la valida base del nostro vivere comune, nerale. La carica di fiducia che ci è indispen- città ambrosiana dell’importanza che ebbe nel Risorgimento, che ha avuto dopo la crisi di offrendo - insieme con un ordinamento rifor- sabile dobbiamo ricavarla dalla esperienza del fine ‘800 che sfociò nel decennio delle riforme giolittiane e dopo il 1945 quando fu alla testa mabile attraverso sforzi condivisi - un corpo superamento di molte ardue prove nel corso della ricostruzione e del ‘miracolo economico’. di principii e di valori in cui tutti possono ri- della nostra storia nazionale e dal consolida- La partecipazione del capo dello stato al convegno su Carlo Cattaneo a Palazzo Marino e conoscersi perché essi rendono tangibile e fe- mento di punti di riferimento fondamentali per all’inaugurazione della nuova sede della Regione Lombardia ha un valore particolare in re- conda, aprendola al futuro, l’idea di patria e il nostro futuro. lazione alle recenti decisioni sul federalismo fiscale che ridanno spazio all’Italia delle auto- segnano il grande quadro regolatore delle li- Una prova di straordinaria difficoltà e impor- nomie e delle regioni. bere battaglie e competizioni politiche, sociali tanza l’Italia unita ha superato affrontando e La visita di Napolitano ha coinciso tra l’altro con l’anniversario delle ‘Cinque Giornate’, e civili. Valgano dunque le celebrazioni del via via sciogliendo il conflitto con la Chiesa quando Milano si liberò da sola dal giogo austriaco (episodio unico nell’Impero asburgico Centocinquantenario a diffondere e approfon- cattolica. Dopo il 1861 l’obbiettivo della piena sino al 1918!) aprendo di fatto la prima (sfortunata) guerra risorgimentale. dire tra gli italiani il senso della missione e del- unificazione nazionale fu perseguito e raggiun- Gli storici (e quelli lombardi in particolare) tuttavia sostengono che la città lombarda, nella l’unità nazionale: come appare tanto più neces- to anche con la terza guerra d’indipendenza nel sua storia, ha privilegiato l’economia e la società, rispetto alla politica e allo stato. sario quanto più lucidamente guardiamo al 1866 e a conclusione della guerra 1915-18 : ma Questa è una realtà che non ha impedito a Milano di primeggiare, ma la tolse dal novero mondo che ci circonda, con le sue promesse di irrinunciabile era l’obbiettivo di dare in tempi delle possibili capitali. futuro migliore e più giusto e con le sue tante non lunghi al nascente Stato italiano Roma co- Scienza e tecnica erano al primo posto nella gerarchia dei valori del Cattaneo e della bor- incognite, anche quelle misteriose e terribili me capitale, la cui conquista per via militare - ghesia che si formò con la prima industrializzazione da cui nasceva anche la ‘questione so- che ci riserva la natura. Reggeremo - in questo fallito ogni tentativo negoziale - fece precipi- ciale’ relativa alle condizioni dei lavoratori. gran mare aperto - alle prove che ci attendono, tare inevitabilmente il conflitto con il Papato e “La Perseveranza”, giornale milanese, scriveva poco dopo l’unificazione: “Nuova York come abbiamo fatto in momenti cruciali del la Chiesa. Ma esso fu avviato a soluzione con tiene di gran lunga il primato tra le città degli Stati Uniti, sebbene non sia né la capitale del- passato, perché disponiamo anche oggi di gran- un’intelligenza, moderazione e capacità di me- lUnione, né la capitale del suo Stato”. Commentava il professor Giorgio Rumi: “…La società di riserve di risorse umane e morali. Ma ci riu- diazione di cui già lo Stato liberale diede il se- la vince allora sullo Stato, anzi lo eclissa… Ecco nascere un’illusione perniciosa…” perché sciremo ad una condizione: che operi nuova- gno con la Legge delle guarentigie nel 1871 e lo stato e la politica non possono accantonati come fattori superflui. mente un forte cemento nazionale unitario, non che - sottoscritti nel 1929 e infine recepiti in Milano è legata a questa felice ambiguità: capitale senza esserlo, città di relazioni mondiali eroso e dissolto da cieche partigianerie, da per- Costituzione i Patti Lateranensi - sfociò in tem- senza averne la totale consapevolezza, crocevia d’Europa, però con insufficienti infrastrutture dite diffuse del senso del limite e della respon- pi recenti nella revisione del Concordato. Si eb- di comunicazione con il continente. sabilità. Non so quando e come ciò accadrà ; be di mira, da parte italiana, il fine della laicità Il mito di Milano e della Lombardia come luoghi del lavoro, degli scambi, della finanza e confido che accada ; convinciamoci tutti, nel dello Stato e della libertà religiosa e insieme il dell’innovazione (l’incivilimento di Cattaneo) malgrado le crisi e le difficoltà è ancora vivo. profondo, che questa è ormai la condizione del- graduale superamento di ogni separazione e Sta ai milanesi, di nascita e non, rilanciarlo. la salvezza comune, del comune progresso. s contrapposizione tra laici e cattolici nella vita Questo è il significato, a mio avviso, della presenza di Napolitano a Milano. s sociale e nella vita pubblica. Il presidente della Repubblica Un fine, e un traguardo, perseguiti e piena- Giorgio Napolitano CRITICAsociale ■ 7 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia

DOCUMENTO ■ DISCORSO DI FILIPPO TURATI AL CONGRESSO DI LIVORNO (19 GENNAIO 1921) SOCIALISMO E COMUNISMO

PRESIDENTE (Argentinn Altobelli): Ed Nella dottrina: Socialismo e Comunismo ora la parola è a Filippo Turati per la sua an- Compagni! Non toccherò che due note in nunziata dichiarazione. (Mentre l’on. Turati questo breve discorso: la nota dottrina e la nota muove verso la tribuna degli oratori, tre quinti pratica. Sul terreno dottrinale io rivendico dei congressisti scattano in piedi prorompendo sommariamente il mio ed il nostro diritto di in un vivissimo applauso. Qualche voce isola- cittadinanza nel Socialismo, che è il nostro ta grida: Viva la Russia!; ma più numerose so- Comunismo, che non è il socialismo comuni- no le grida di: Viva il Socialismo!. Turati ap- sta o il comunismo socialista, perché in queste pare alla tribuna e gli applausi non cessano denominazioni, artificiose e ibride, effettiva- ancora. Ristabilito alfine il silenzio, egli può mente l’aggettivo scredita il sostantivo ed il incominciare il suo discorso). sostantivo rinnega l’aggettivo. Il Comunismo ebbe due sensi nella storia del Testamento e fatto personale movimento dei lavoratori: o fu il comunismo critico di Marx e di Engels, contrapposto, per TURATI: ragioni tutte tedesche e transeunte, ai vari falsi socialismi (feudale, filantropico, ecc.), antiri- ompagni amici e compagni av- voluzionari tutti, che sono stati superati da un C versari (non voglio, non debbo pezzo, ovunque; - oppure fu il comunismo dire nemici). A Bologna un an- ideologico nelle previsioni della futura società, no fa, in un discorso che fu molto contrastato, il quale al concetto del collettivismo (a ciascu- che forse ebbe tuttavia qualche conferma dalle no secondo il suo lavoro, salvo – s’intende – i vicende dei fatti, io vi pregavo di accogliere le diritti di assistenza per gli invalidi, per i vecchi, mie parole come un testamento. Senza avere per i bimbi), opponeva come fase successiva la presunzione di aggiungere lugubre solennità il concetto più ampio; “a ciascuno secondo i alle mie parole, non debbo farvi oggi diversa suoi bisogni”, concetto questo applicabile solo dichiarazione. E più che mai anzi debbo rin- ad una società progredita, in cui sia abbondan- graziare il Partito ed il Congresso che mi han- za di prodotti. Successioni di fasi, dunque an- no lasciato un altro anno di vita. E’ stato un ziché opposizione di concetti e di sistemi. po’ il mio destino di essere sempre l’imputato Compagni! Questo Comunismo, che si chia- davanti a questo o a quel tribunale di guerra. ma poi Socialismo, può anche espellermi dalle Ma un tribunale che non mi uccide di schianto, file del Partito, ma non mi espellerà mai da se che mi lascia ancora qualche respiro, è un tri- stesso, perché francamente, compagni (attri- bunale mite… al quale si può essere ancora buitelo al privilegio dell’anzianità, non ad un grati. (ilarità). Perciò invoco dalla vostra cor- nostro merito personale), questo Socialismo, tesia una benevola attenzione. Non avete inte- questo Comunismo non solo lo avevamo im- resse ad interrompermi. Non lo hanno special- parato fino dalla giovinezza, ma lo abbiamo in mente quei compagni che più desiderano con- Italia da lunghi anni, insegnato alle masse e ai dannarmi: costoro hanno tutto l’interesse – partiti d’avanguardia, quando questi l’ignora- perché la condanna abbia apparenza di giusti- vano, quando lo temevano, lo sospettavano, lo zia – di ascoltarmi. Anche se una mia parola avversarono. E’ così che io, con altri pochissi-

fosse mal detta, male intesa, non si dimentichi Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale mi, in un tempo che i giovani non possono ri- che è lontana da me ogni intenzione meno che cordare, abbiamo portato nelle lotte proletarie corretta. Se voi non mi interromperete, io vi italiane le finalità supreme del Socialismo: la ruberò poco più di mezz’ora. un uomo non possono scalfirne che l’epider- rando che, negli stessi discorsi dei compagni conquista del potere da parte della classe pro- Non varrebbe la pena di un lungo discorso, mide. Amici, abbattiamo tutti gli idoli e tutte avversari, di quelli che più sono prigionieri di letaria, costituita in partito indipendente di né per fatto personale, né per dichiarazione di le idolatrie, ed anche quella idolatria alla ro- se stessi e della loro tesi di ieri, ho trovato la classe. Questa conquista del potere che Terra- voto: non per fatto personale perché, sebbene vescia, che consiste nel sopravalutare il danno prova che questa evoluzione è rapidamente in cini enunciava come un punto di distinzione in un certo senso tutto questo congresso sia un di frasi e di atti di Tizio o di Caio, di Turati o cammino. Quanta differenza fra le avventate fra la sua e la mia frazione, fra il programma po’ anche il mio processo (anzi doveva essere di Serrati, o fosse pure di Marx e di Lenin previsioni di Bologna e i cauti discorsi degli antico e il programma nuovo, che egli confes- un processo speciale che forse la angustia del (commenti). La forza del Partito non è in de- estremisti e massimalisti di questo congresso! sò essere tuttavia in faticosa elaborazione è, da tempo non farà celebrare con tutti i riti) tutta- terminati uomini, ma nella coscienza del gran (commenti, rumori. Una voce: Serrati!). 30 anni ormai, il glorioso programma del par- via debbo constatare che gli stessi oratori che numero dei suoi componenti. Alla pattumiera TURATI: Non faccio personalità; parlo in tito socialista (approvazioni, commenti). Io mi hanno accusato mi hanno, nello stesso tem- dunque tutte queste quisquilie e leviamoci più generale. Voi non ve ne avvedete, ed è natura- posso perciò amichevolmente sorridere di que- po, anche difeso. E poi consentitemi questo or- alto, molto al di sopra delle persone (approva- le. Ma voi correte verso di noi con la velocità ste novità e di queste pretese scoperte, che fu- goglio testamentario ed innocuo: nel profondo zioni vivissime). di un treno lampo. Quando la mentalità di rono l’anima della nostra vita da quando inco- del cuore essi hanno sentito che la mia difesa guerra (che non è colpa di nessuno) sarà eva- minciammo a pensare (approvazione. personale, più che nelle mie parole, è in me Per dichiarazione di voto. La mozione porata, quando quella che, con frase felice, stesso. di Reggio Emilia e l’unità del Partito Serrati chiamava il socialismo e la psicologia Quel che veramente ci distingue Perciò io non avvilirò il congresso, occu- Né esige un lungo discorso la mia dichiara- dei combattenti, sarà esaurita, permettendo la Ma non è questo che ci distingue oggi. Ciò pandolo, tanto meno in quest’ora, in minuzie zione di voto. Nel discorso di Baldesi e di Va- riflessione sulle esperienze fatte; allora io cre- che ci distingue non è la generale ideologia so- che interessino il mio amor proprio personale. ciren, in quello stesso di Lazzaro (che – a dir do che l’unità del Partito, una unità più orga- cialista – la questione del fine e neppure dei Che io abbia usato in scritti o discorsi, in una vero – mi ha trattato un po’ maluccio, al quale nica e più vera, tornerà a trionfare. Ecco per- grandi mezzi (lotta di classe, conquista del po- occasione o in un’altra, frasi più o meno op- però sono grato per avere nelle sue parole sen- ché pure constatando i dissensi che non giova tere, etc.) -; ma è la valutazione della maturità portune, che io sia caduto o no in qualche in- tito pulsare quel senno di profonda umanità coprire ed attenuare, ma che giova invece de- della situazione e lo apprezzamento del valore fortunio sul lavoro (io dico di no, e rivendico che si direbbe inaridito nei teoremi e filosote- nudare ed analizzare – poiché la critica è ne- di alcuni mezzi episodici. Primi fra questi la questi pretesi infortuni come il documento del- mi dei teorici nuovo stile), c’era quanto basta- cessaria alla vita ed al pensiero dei partiti -, ec- violenza che per noi non è e non può essere la mia sincerità e dei servigi da me resi al par- va per la nostra difesa dottrinale. C’era in que- co perché noi siamo o rimarremo fermamente programma, che alcuni accettano pienamente tito): tutto ciò ha poca importanza o prova solo sti discorsi quanto bastava per persuadere unitari. Ecco perché lo stesso, che passo per e vogliono organizzare (comunisti), altri ac- che io ho lavorato (commenti). Gli infortuni quelli che potevano essere persuasi per farli essere il più destro dei destri, io stesso mi uni- cettano soltanto a metà (unitari comunisti o vi- sul lavoro non avvengono ai critici inerti, a co- dubitare e pensare. Quanto a quelli che hanno sco con tutto il cuore alla mozione votata a ceversa). Altro segno di distinzione è la ditta- loro che non si prestano alla rude fatica… (Vo- un velo settario sulla mente, per questi vani so- Reggio Emilia, che vi sarà ripresentata qui, tura del proletariato, che per noi, o è dittatura ci, Bene, bravo!…). no i discorsi. Bisognerà che la evoluzione de- malgrado certe concessioni, certe transazioni, di minoranza, ed è dispotismo che genererà Tutto questo – ripeto – ha una ben misera gli spiriti avvenga spontaneamente, senza for- certe – vogliamo dirlo – ambiguità che essa naturalmente la vittoriosa controrivoluzione, importanza per chi non si crei, negli uomini, zarli e senza violentarli; e l’evoluzione degli contiene, dovute ad un onesto opportunismo od è di maggioranza, ed è un non senso, è una degli idoli, dei feticci personali. Se il nostro spiriti è senza dubbio in cammino… (commen- di partito, al desiderio cioè di venire incontro contraddizione in termini, poiché la maggio- partito è un partito di classe, se la nostra azione ti vivissimi). a tutti i compagni, per realizzare con essi una ranza è la sovranità legittima, non può essere è azione di storia, gli errori (fossero pure) di Non vi offendete se dico bene di voi dichia- salda e reale unità. (approvazioni, commenti). la dittatura. 8 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia

Terzo punto di dissenso è la coercizione del nemici. Questo avviene sempre nella storia. La violenza e il vero marxismo titi giovani, e per Marx erano state concessioni pensiero, la persecuzione, nell’interno del Par- Anche il Cristianesimo era un’idea immensa, Noi siamo, come voi, figli del “Manifesto” inevitabili allo spirito blanquista dei tempi), e tito, dell’eresia, che fu l’origine ed è la vita una grande forza, ma si afflosciò, si deformò, del ’48. Soltanto che noi, pur sentendoci figli nelle quali si ride delle congiure e della azione stessa del Partito, la grande sua forza salvatrice tradì se stessa quando volle appoggiarsi ai tro- di quel “Manifesto”, non lo seguiamo come un illegale sistematizzata. Potrei ricordarvi ugual- e rinnovatrice, la garanzia che esso possa lot- ni, ai soldati ed ai roghi (applausi). Con la vio- sistema che si elevi a dogma religioso, ma cri- mente quel brano de “La guerra civile in tare contro le forze materiali e morali che gli lenza che desta la reazione, metterete il mondo ticamente, integrato da oltre sessant’anni di Francia nel 1870-71”, in cui afferma che an- si parano di contro. intero contro di voi. Questo è il nostro pensie- esperienza, corretto e perfezionato, come fu che dalla Comune i lavoratori non potevano Ora tutti e tre questi concetti si risolvono poi ro di oggi, di ieri, di sempre, ma soprattutto in dai suoi stessi autori e dai loro interpreti più aspettarsi dei miracoli: “essi sapevano che, per sempre in uno solo: nel culto della violenza, periodo di suffragio universale; quando voi autorizzati. Io citai, a Bologna, la celebre pre- realizzare la loro emancipazione e raggiungere sia esterna od interna, e hanno un solo presup- tutto potrete se avete coscienza, e se no, nulla fazione a Le lotte di classe in Francia di Marx, così quelle forme superiori a cui tende la so- posto, nel quale è il vero e maggiore punto di potrete in ogni modo. Perché voi siete il nu- scritta dopo un cinquantennio, nel 1895, dal cietà moderna con tutte le sue forze economi- divergenza fra noi: la illusione che la rivolu- mero, siete il lavoro, e sarete i dominatori del suo collaboratore e continuatore più fedele, che, essi avrebbero da sostenere delle lunghe zione sia il fatto volontario di un giorno o di mondo, se non metterete, con la violenza, il Federico Engels; nella quale è come il corona- lotte e attraversare una serie di fasi storiche, un mese, sia l’improvviso calare di uno scena- mondo contro di voi. Ecco il fondo del solo mento di tutta l’idea marxista. Dopo aver la- che trasformerebbe le circostanze e gli uomini. rio o l’alzarsi di un sipario, sia il fatto di un nostro dissenso, che è di oggi come di ieri, di mentato l’enorme salasso di sangue e di forza Essi non avevano da realizzare l’ideale: dove- domani o di un post-domani del calendario; sempre. E quando Terracini ci dice, per co- che l’esperimento della Comune parigina ave- vano soltanto sviluppare gli elementi di un mentre la rivoluzione sociale non è un fatto di glierci in fallo: getti la pietra chi in qualche va costato, onde si ebbe in Francia per parec- nuovo mondo che la vecchia società in disso- un giorno o di un mese, è il fatto di oggi, di ie- momento non fece appello alle violenze più chi decenni l’anemia e l’arresto del movimen- luzione racchiude nel suo seno”. E rideva, ver- ri, il fatto di sempre, che esce dalle viscere pazze; io posso rispondergli francamente: ec- to proletario; dopo aver dimostrato come la so la fine dello scritto – già fin dal 1872 – dello stesse della socialità capitalista di cui noi cre- comi qua! Questa pietra io posso lanciarla (ap- tattica rivoluzionaria abbia dovuto subire una spirito poliziesco dei borghesi, che si figura iamo soltanto la consapevolezza, e così ne plausi vivissimi). profonda mutazione per effetto delle conquiste “l’associazione internazionale dei lavoratori agevolano l’avvento; mentre nella rivoluzione Purtroppo a noi, può dolere che questa mo- del suffragio universale, e chiarito come la che agisce alla maniera di un’associazione se- ci siamo, e matura nei decenni, e trionferà tan- struosa fioritura di guerra ci divida, ci allontani violenza, che del resto anche nelle rivoluzioni greta, come un Comitato centrale il quale or- to più presto, quanto meno lo sfoggio della dalla meta, ci faccia perdere anni preziosi, fa- del passato ebbe una parte assai più superfi- dina a quando a quando delle esplosioni nei violenza, provocando prove premature e su- cendo involontariamente il massimo tradimen- ciale e apparente che profonda e reale, sia di- diversi Paesi”. Acquistate nell’atrio del teatro scitando reazioni trionfanti, ne devierà il cam- to al proletariato, privandolo di conquiste e di ventata oggi, per tante ragioni, anche tecniche, l’opuscolo postumo di Engels, edito da Edo- mino. Ond’è che per noi gli scorcioni sono vantaggi enormi, e sacrificandolo alle nostre il suicidio del proletariato, mentre la legalità è ardo Bernstein, I fondamenti del comunismo, sempre la via più lunga, e la via creduta più e vedrete, alle pagine 15 e 19, quel ch’egli lunga è stata e sarà sempre la più breve. La scriveva circa la inutilità, anzi i danni del- evoluzione si confonde nella rivoluzione, è la l’azione illegale, circa la gradualità inevitabile rivoluzione stessa, senza sperperi di forze, sen- della trasformazione economica e l’impossi- za delusioni, senza ritorni. bilità di abolire la proprietà privata prima che Ed ecco perché il concetto lumeggiato dal sia creata la necessaria quantità dei mezzi di compagno Serrati, secondo cui, in omaggio al- produzione, e circa la necessità, per l’esercito la disciplina (la quale, ragionevolmente intesa, proletario, di proseguire ancora per molti anni, noi accettiamo senza riserve e senza ipocrisie), “con lotta dura e tenace da una conquista al- noi dovremmo, più di ieri, sottometterci ed ap- l’altra”. Potrei moltiplicare le citazioni dalle partarci, questo concetto deve essere inteso fonti, ma non è, purtroppo, con dieci o cento con molto grano di sale, al pari della formula citazioni che muterò l’abito mentale dei dis- stereotipa della libertà del pensiero e della cri- senzienti pertinaci. Bastino le poche che ho tica combinata con la disciplina nell’azione fatte, per i compagni di buona fede, a dimo- (commenti), ma quando, in un Partito come il strare almeno da qual parte siano i vari credi nostro, incomincia l’azione? Quando finisce? del vero marxismo e che cosa debba pensarsi Per chi crede al momento traumaturgico del – alla stregua del esso – del bergsonismo so- trapasso, l’azione è di un momento: e allora si ciale, del socialismo generato dalla carestia, e capisce la sottomissione, l’appartarsi di chi di tutte le altre decrepite novità che ci vengono non può cooperare. oggi ammannite dall’estremismo che si dice Ma se l’azione è nei decenni, ma se la rivo- comunista. luzione non è il fatto di un istante, ma il tratto Fu unicamente il culto di alcune frasi isolate di una lente è faticosa conquista, allora, com- dal comizio (“la violenza lavoratrice della pagno Serrati, chi si sottomettesse sistemati- nuova storia” e somiglianti), avulse dal com- camente e rinunziasse per un tempo indefinito plesso dei testi, e ripetute per accidia intellet- alla parola e dal pensiero, evidentemente rin- tuale, che, in unione alle naturali ribellioni del negherebbe se stesso; e voi non avete nessun sentimento, velò a troppi di noi il fondo e la interesse ad avere dei rinnegati tra voi (appro- realtà della dottrina marxista. vazione). Sarebbe questo il maggiore tradi- divisioni ed alle nostre impazienze, suscitando la sua forza e la sua vittoria sicura; “compren- Quel culto delle frasi, in odio al quale il mento che, per ipocrisia, per vanità o per utile tutte le forze della controrivoluzione. Sì, noi de ora il lettore – egli chiedeva – per qual mo- Marx amava ripetere che egli, per esempio, personale, si possa fare al partito. lottiamo oggi troppo contro noi stessi, lavoria- tivo le classi dominanti ci vogliono ad ogni co- “non era marxista”, e anche a me – di cento mo troppo spesso per i nostri nemici, creiamo sto trascinare colà dove spara il fucile e fende cubiti più piccolo – a udire le scemenze di certi Il socialismo e la violenza noi la reazione, il fascismo, ed il partito popo- la sciabola? Perché ci si accusa oggi di vigliac- pappagalli, accadde di affermare che io non Questo culto della violenza, che è negli in- lare. Intimidendo ed intimorendo oltre misura, cheria, quando non scendiamo nelle strade, sono turatiano (ilarità). Perché nessuna formu- cunaboli di tutti i partiti nuovi, che è strascico proclamando (una suprema ingenuità anche dove siamo in precedenza sicuri della sconfit- la – neanche quella di Mosca – sostituirà mai di vecchie mentalità che il Socialismo marxi- noi comunisti) l’organizzazione dell’azione il- ta? E perché con tanta insistenza si invoca da il possesso di un cervello, che, in contatto coi sta ha disperse, della vecchia mentalità insur- legale, vuotando di ogni contenuto l’azione noi che abbiamo una buona volta da prestarci fatti e con le esperienze, ha il dovere di fun- rezionista e blanquista, che a più riprese sem- parlamentare che non è l’azione di pochi uo- alla parte di carne da cannone? Eh! no: non zionare. bra tramontata e risorge di nuovo, che la guer- mini, ma dovrebbe essere, col suffragio uni- siamo così grulli!” ra ha rinfrescato e rinvigorito; non può essere versale, la più alta efflorescenza di tutta l’azio- Evidentemente il povero Engels peccava un La violenza nella storia del socialismo di fronte alla complessità della lotta sociale ne, prima di un partito, poi di una classe; noi tantino di presunzione, e – almeno in quest’ul- italiano. Una facile profezia moderna, che una recrudescenza morbosa ed scateniamo le forze avversarie che le delusioni tima frase – non prevedeva con esattezza l’av- E vengo alla nota pratica della mia dichia- effimera. della guerra avevano abbattuto, che noi avrem- venire! razione, nella quale mi sarà concesso di essere La violenza è del capitalismo, non del so- mo potuto facilmente debellare per sempre. E, Ma già in molte delle monografie preceden- anche più breve. cialismo. E’ delle minoranze che intendono cari amici, non vi sarà sempre possibile ripa- ti, in quelle magnifiche monografie che sono Sul terreno pratico, quarant’anni o poco me- imporsi e schiacciare le maggioranze, non del- rarvi sotto il vecchio ombrello Turati (ilarità come il compimento e il saggio di applicazio- no di propaganda e di milizia mi autorizzano le maggioranze che vogliono e possono, con vivacissima). ne delle teorie astratte, Marx, su questo tema ad esprimervi sommariamente un’altra con- le armi intellettuali, imporsi per legittimo di- Ma conviene rassegnarsi al destino. Le vie della violenza, aveva corretto abbondantemen- vinzione. Potrei chiamarla (se la parola non ritto. La violenza è il contrapposto della forza; della storia non sono facili: il nostro dovere è te il suo pensiero del 1848. Baldesi vi ha citato fosse un po’ ridicola) una profezia, facile pro- è segno di poca fede nelle idee proprie, di pau- quello di cercare di illuminarle, adeguando po- un suo discorso del ’74 ad Amsterdam. Io vi fezia e per me di assoluta certezza. Vi esorto a ra delle idee altrui; è il rinnegamento delle idee polarità, evitando le formule ambigue. E que- rammenterò le prefazioni alle varie successive prenderne nota. Fra qualche anno – io non sarò proprie, e tale rimane anche se trionfi per sto noi facciamo e faremo, o con voi e fra voi, edizioni e traduzioni del “Manifesto”, nelle forse più a questo mondo – voi constaterete se un’ora, poiché apre inevitabilmente la strada o separati da voi, perché è il nostro preciso do- quali i due autori confessano apertamente di la profezia si sia avverata. Se avrò fallito, sa- alla reazione della insopprimibile libertà della vere. Noi saremo sempre col Proletariato che essersi ingannati allora nell’aver sopravalutato rete voi i trionfatori. coscienza umana, che diventa controrivoluzio- combatte la sua lotta di classe. Questo è l’im- le forze rivoluzionarie proletarie (sono del re- Questo culto della violenza, violenza esterna ne, che diventa vittoria e vendetta dei comuni perativo categorico della nostra coscienza. sto le illusioni di tutti i giovani e di tutti i par- od interna, violenza fisica o violenza morale – CRITICAsociale ■ 9 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia perché vi è una violenza morale, che pretende peggio al Congresso di Firenze) e che fu l’an- di. (Dico, anzi, che noi ci siamo già; non si allunga il cammino; la via lunga è anche la più sforzare le mentalità, far camminare il mondo ticipazione dell’odierno Serratismo, del comu- tratta che di saper valersene e di avanzare). breve… perché è la sola. E l’azione è la grande sulla testa (Marx come sapete, correggendo nismo unitario, del socialismo comunista, di Avrete allora inteso appieno il fenomeno rus- educatrice e pacificatrice. Essa porta all’unità Hegel, lo rimise sui suoi propri piedi), e che è quel socialismo che sta un po’ di qua e un po’ so, che è uno dei più grandi fatti della storia, di fatto, la quale non si crea con le formule e ugualmente antipedagogica e contraria allo di là, sia pure per amore dell’unità, ma che re- ma di cui voi farneticate la riproduzione mec- neppure con gli ordini del giorno, per quanto scopo – non è nuovo, già lo dissi, nella storia ca nel proprio seno la contraddizione insana- canica e mimetistica, che è storicamente e psi- abilmente congegnati, con sapienti dosature del socialismo italiano, come di altri Paesi. Ed bile (applausi dei comunisti puri). Sono perfi- cologicamente impossibile, e, se possibile fos- farmaceutiche di fraterno opportunismo. il comunismo critico di Marx e di Engels ne no gli stessi tipi antropologici e somatologici se, ci ricondurrebbe al Medioevo. Avrete ca- Azione prima e dopo la rivoluzione – perché fu appunto la più gagliarda negazione. che rinascono e si presentano. La guerra ha ri- pito allora, intelligenti come siete (ilarità), che dentro la rivoluzione – perché rivoluzione essa Ma, per fermarci all’arretrata Italia, che, co- dato una giovinezza perfino all’anarchismo, la forza del bolscevismo russo è nel peculiare stessa. Azione pacificatrice, unificatrice. Non me stadio di evoluzione economica, sia, a un che ha oggi in Italia un proprio giornale quo- nazionalismo che vi sta sotto, nazionalismo è un caso che proprio dove più l’azione manca, dipresso, di mezzo tra la Russia e la Germania, tidiano. Ebbene, nella storia del nostro partito che del resto avrà una grande influenza nella perché non vi può essere ancora – ad esempio, la storia dei nostri Congressi, che riassume in l’anarchismo fu rintuzzato, il labriolismo… fi- storia del mondo, come opposizione ai congiu- nel Mezzogiorno – ivi lo estremismo, il mira- qualche modo le fasi del Partito, storia (sorri- nì al potere, il ferrismo, anticpazione, come ho rati imperialismi dell’Intesa e dell’America, colismo hanno maggior voga. Non è a caso dete pure del mio consiglio!) che fareste bene detto, del graziadeismo (nuova ilarità), fece le ma che è pur sempre una forma di imperiali- che, dove la organizzazione è più forte, essi si a leggere negli articoli pubblicati nella Nuova capriole che sapete, l’integralismo stesso sparì smo. Questo bolscevismo, oggi – messo al attenuano e la Confederazione del lavoro è e Antologia del 1 e del 16 dicembre da un nostro e rimase il nucleo vitale: il marcio riformismo, muro di trasformarsi o perire – si aggrappa a rimarrà sempre, per sua organica necessità, avversario – onesto e di non comune dottrina secondo alcuni, il socialismo, secondo noi, il noi furiosamente, a costo di dividerci, di an- checché voi tentiate in contrario, col vecchio e di assoluta obiettività – intendo l’on. Meda, solo vero, immortale, invincibile socialismo, nullarci, di sbriciolarci; s’ingegna di creare e vero socialismo. Ministro del Tesoro; quella storia dimostra a che tesse la sua tela ogni giorno, che non fa una nuova Internazionale pur che sia, fuori Ond’è, che quand’anche voi aveste impian- chiare note come cotesta lotta fra il culto della sperare miracoli, che crea coscienze, Sindaca- dell’Internazionale e contro una parte di essa, tato il partito comunista e organizzati i Soviety violenza che pretende di imporsi col miracolo ti, Cooperative, conquista leggi sociali utili al per salvarsi o per prolungare almeno la propria in Italia, se uscirete salvi dalla reazione che ed il vero socialismo che lo combatte, è stata proletariato, sviluppa la cultura popolare (sen- travagliata esistenza; ed è naturale, e non com- avrete provocata e se vorrete fare qualche cosa sempre, nelle più diverse forme, a seconda dei za la quale saremo sempre a questi ferri e la prendo come Serrati se ne meravigli e se ne che sia veramente rivoluzionario, qualcosa che momenti e delle circostanze, il dramma intimo demagogia sarà sempre in auge), si impossessa sdegni, che essa domandi a noi, per necessità rimanga come elemento di società nuova, voi e costante del partito socialista. Ma il sociali- dei Comuni, del Parlamento, e che, esso solo, della propria vita, anzi della vita del proprio sarete forzati, a vostro dispetto – ma lo farete smo, in definitiva, fu sempre il trionfatore con- lentamente ma sicuramente, crea la maturità governo, a noi che ci siamo fatti così supini, e con convinzione, perché siete onesti – a riper- tro tutte le sue deviazioni e caricature. Non è correre completamente la nostra via, la via dei da oggi che noi siamo i social-traditori. Lo social-traditori di una volta; e dovrete farlo fummo sempre: all’epoca degli inizi, all’epoca perché essa è la via del socialismo, che è il so- degli scioperi generali politici, degli scioperi lo immortale, il solo nucleo vitale che rimane economici a ripetizione, eccetera, eccetera. dopo queste nostre diatribe. (Voce: Bravo! Viva la sincerità!) E, dovendo fare questa azione graduale, per- TURATI: Sissignori! Il “Partito operaio”, ché tutto il resto è clamore, è sangue, orrore, nel decennio 1880-90, era già una reazione al reazione, delusione: dovendo percorrere que- corporativismo operaio. E noi, che volevamo sta strada, voi dovrete fino da oggi fare opera farne un partito politico, eravamo guardati con di ricostruzione sociale. Io sono qui oggi alla sospetto. Nel 1891-92 il Partito operaio si al- sbarra, dovrei avere le guardie rosse accanto… largava in Partito dei lavoratori (che s’inspira- (si ride) perché, in un discorso pronunziato il va a un concetto già più ampio, in quanto ab- 26 giugno alla Camera, Rifare l’Italia! Cercai bracciava anche i lavoratori del cervello) e più di sbozzare il programma di ricostruzione so- tardi, a Reggio Emilia (1893), in “Partito so- ciale del nostro paese. Ebbene, leggetelo quel cialista dei lavoratori italiani”, per diventare discorso, che probabilmente non avete letto, finalmente a Parma, nel 1895, sotto i colpi del- ma avete fatto male (Ilarità). Quando lo avrete la reazione più dura, il “Partito socialista ita- letto, vedrete che questo capo di imputazione, liano”. Queste trasformazioni del nome espri- questo corpo di reato, sarà fra breve il vostro, mono appunto il concetto della conquista del il comune programma (Approvazioni). Voi te- potere, che noi introducevamo man mano nel mete oggi di ricostruire per la borghesia, pre- programma che il partito aveva tracciato, ai ferite di lasciar crollare la casa comune, e fate suoi inizi, programma di azione diretta, una vostro il “tanto peggio, tanto meglio!” degli specie di presoviettismo dell’epoca. Nel 1892 anarchici, senza pensare che il “tanto peggio” (Genova) esso culminò nella violenta separa- non dà incremento che alla guardia regia ed al zione dagli anarchici. Ma non per ragioni ideo- fascismo. (Applausi). Voi non intendete ancora logiche di pura filosofia. Forse che dagli anar- che questa ricostruzione, fatta dal proletariato chici ci divideva la diversa concezione di quel- con criteri proletari, per se stesso e per tutti, lo che dovrà essere la società futura? Ma nep- della classe, la maturità degli animi e delle co- che preferiamo essere strumenti anziché criti- sarà il miglior passo, il miglior slancio, il più pure per sogno! Per un avvenire lontano noi se, prepara lo Stato di domani, e gli uomini ca- ci, per quanto fraterni, ciò che non oserà mai saldo fondamento per la rivoluzione completa tutti possiamo anche professarci anarchici, paci di manovrarne il timone. domandare al socialismo francese né a quello di un giorno. Ed allora, in quella noi trionfe- perché l’ideale anarchico rappresenta – tecni- Sempre social-traditori ad un modo, e sem- di alcun altro paese civile. Ma noi non possia- remo insieme. Io forse non vedrò quel giorno: camente – un superlativo di perfezione. Quel pre vincitori alla fine. La guerra dove rincru- mo seguirlo ciecamente, perché diventeremmo troppa gente nuova è venuta che renderà aspra che ci divideva era l’impazienza, la violenza, dire il fenomeno. La lotta sarà più dura, più te- per l’appunto lo strumento di un imperialismo la via, ma non importa. Maggioranza o mino- la improvvisazione, il semplicismo dell’azio- nace e più lunga, ma la vittoria è sicura anche eminentemente orientale, in opposizione al ri- ranza non contano. Fortuna di Congressi, for- ne. Molti anarchici, tutti riflessivi dell’espe- questa volta. costituirsi della Internazionale più civile e più tuna di uomini, tutto ciò è ridicolo di fronte al- rienza e degli anni, ritornarono poi nelle nostre evoluta, l’Internazionale di tutti i popoli, l’In- la necessità della storia. Ciò che conta è la for- file. Sono note le vicende dal 1891 al 1898. Bolscevismo e Internazionale ternazionale definitiva. Tutte queste cose voi za operante, quella forza per la quale io vissi Nel 1904 imperversò il sindacalismo, coi pri- Fra qualche anno il mito russo, che avete il capirete fra breve e allora il programma, che e nella cui fede onestamente morrò, eguale mi grandi scioperi generali, col labriolismo, torto di confondere con la rivoluzione russa, state (come confessaste) faticosamente elabo- sempre a me stesso. Io combattei per essa, io con lo sciopero agrario di Parma: era il soviet- alla quale io applaudo con tutto il cuore… rando e che tuttavia ci vorreste imporre, vi si combattei per il suo trionfo: e se trionferà an- tismo italiano di quel tempo, e fu debellato al (Voce: Viva la Russia!) modificherà fra le mani e non sarà più che il che con voi, è perché questa forza operante Congresso di Firenze nel 1908. TURATI, continuando: … il mito russo sarà nostro vecchio programma… non è altro che il socialismo. Oscillazioni, ritorni, transazioni, ce ne furo- evaporato ed il bolscevismo attuale o sarà ca- Ebbene – conclude con voce rotta dalla no a josa. Venne poi il ferrismo, ossia il rivo- duto o si sarà trasformato. Sotto le lezioni Azione e ricostruzione commozione Filippo Turati -: Evviva il Socia- luzionarismo verbale, ossia proprio quello, dell’esperienza (e speriamo che all’Italia siano Il nucleo solido, che rimane di tutte queste lismo! mutatis murandis, che è oggi il graziadeismo risparmiate le sanguinose giornate d’Ungheria, cose caduche, è l’azione: l’azione, la quale non (Tranne i comunisti secessionisti, tutti i de- (Ilarità); e venne la transazione integralista verso cui la si spinse inconsapevolmente) le è l’illusione, il precipizio, il miracolo, la rivo- legati delle altre frazioni ripetono il grido e dell’ottimo Morgari, che durò appena un paio vostre affermazioni d’oggi saranno da voi stes- luzione in un dato giorno, ma è l’abilitazione tributano a Turati ripetute ovazioni, che lo ac- di anni sui palcoscenici dei nostri comizi (Vi- si abbandonate, i Consigli degli operai e dei progressiva, libera, per conquiste successive, compagnano mentre egli dalla tribuna si reca vissime interruzioni). contadini (e perché no dei soldati?) avranno obbiettive e subiettive, della maturità proleta- nel palco di proscenio a destra, dove lo atten- TURATI – Non pretenderete mica, spero, ceduto il passo a quel grande Parlamento pro- ria alla gestione sociale. Sindacati, Cooperati- dono Treves, Modigliani, D’Aragona, Buozzi, che io dica le opinioni vostre. Vi esprimo fran- letario, nel quale si riassumono tutte le forze ve, poteri comunali, azione parlamentare, cul- Storchi e molti altri amici. Durante il breve camente le mie. Venne dunque l’integralismo, politiche ed economiche del proletariato ita- tura ecc., ecc., tutto ciò è il socialismo che di- tragitto egli riceve infinite strette di mano ed che, a dir vero, in quel momento salvò il Par- liano, al quale si alleerà il proletariato di tutto viene. E, o compagni, non diviene per altre è più volte abbracciato. I comunisti secessio- tito (onde noi lo accettammo come un meno il mondo. Voi arriverete così al potere per gra- vie. Ancora una volta vi ripeto: ogni scorcione nisti gridano: “Viva la Russia!”). s 10 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia

■ EREDI DEL RISORGIMENTO E DEL MOVIMENTO DEMOCRATICO PER UNA NAZIONE “ANCHE GIUSTA” I SOCIALISTI E IL MITO DI GARIBALDI

Maurizio Punzo fesa della “sorella latina” di fronte al dilagare delle truppe prussiane nel 1870, superando il i cercherebbe invano, scorrendo dolore che gli aveva causato, nel 1859, l’an- S la “Critica Sociale” del giugno nessione delle sua Nizza alla Francia 1892, decennale della morte di “La morte di Garibaldi mi fece piangere – Giuseppe Garibaldi, un ricordo dell’Eroe dei erano anni che non piangevo per me”, scrisse Due Mondi, come se i socialisti si fossero or- Turati all’amico Arcangelo Ghisleri la mattina mai lasciati alle spalle la tradizione democra- del 4 giugno. Un particolare che omise nella tica del Risorgimento. lettera-articolo, scritto qualche giorno dopo ed Si era allora alla vigilia della fondazione del inviato alla “Farfalla”, il giornale scapigliato, Partito socialista e l’intento di Filippo Turati, democratico e repubblicano, cui collaborava e di Anna Kuliscioff e degli altri promotori di su cui pubblicava molte delle sue poesie. A Pa- quel progetto, che avrebbe avuto, tra gli altri rigi si fermò più a lungo del previsto, prima di suoi meriti, anche quello di contribuire in mo- recarsi a Londra, tappa successiva del suo do significativo all’unificazione politica e cul- viaggio, proprio per seguire di persona “la so- turale del nostro paese, si ponevano l’obbiet- lennità di oggi al Cirque d’Hiver per Garibal- tivo di segnare nettamente le differenze sul di”, come scriveva, sempre a Ghisleri, il 12. piano programmatico ed organizzativo tra il Turati non viaggiava soltanto per diletto, ma nuovo partito e la Democrazia radicale e re- era in cerca di una cura che fosse in grado di pubblicana, che aveva in Felice Cavallotti il liberarlo della grave forma di nevrastenia che suo massimo esponente. Avevano, nello stesso l’aveva colto quattro anni prima e che influì tempo, il proposito di attrarre verso il sociali- notevolmente su tutto il periodo della sua gio- smo i suoi uomini esponenti più avanzati sui vinezza. La forte reazione emotiva da lui pro- temi sociali. vata nell’apprendere della morte di Garibaldi Si trattava di un’operazione indispensabile e poi nell’assistere alla cerimonia parigina in per garantire al Partito socialista la sua auto- suo onore, non può tuttavia essere spiegata so- nomia ed un personale politico adeguato ai lo dalle sue condizioni psichiche. Per Garibal- suoi compiti, ma estremamente complessa e di aveva, come molti altri giovani, un’autenti- difficile, poiché il socialismo italiano nasceva ca venerazione, poiché rappresentava la con- sul terreno della democrazia, ne accettava i quista dell’indipendenza e dell’unità d’Italia e principi fondamentali, anche se intendeva, na- la fedeltà agli ideali democratici, repubblicani turalmente, conquistare oltre alla democrazia in cui si riconoscevano quei giovani irrequieti, politica anche quella economica, che doveva insoddisfatti della politica della Sinistra come consistere nella proprietà collettiva dei mezzi di quella della Destra e sempre più interessati di produzione e di scambio. alla questione sociale e al socialismo. Turati, del resto, al pari di Leonida Bissolati, Legandosi a Arcangelo Ghisleri, repubbli- di Camillo Prampolini e di tanti altri loro coe- cano ma non socialista, e al suo coetaneo e tanei trentacinquenni che costituirono il grup- compagno di studi Bissolati, Turati, che. come po dirigente del nuovo partito, se erano nati egli stesso confessò più tardi a Prampolini, era

troppo tardi per poter partecipare alle battaglie Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale stato monarchico fin circa a vent’anni, aveva del Risorgimento, erano permeati dagli ideali iniziato, oltre che di poesia e di letteratura, ad di una patria unita e indipendente, amica degli occuparsi di “studi positivi” e proprio nel 1882 altri popoli e tendente a costruire una patria dubbio che l’unità d’Italia fosse il coronamen- grande manifestazione che si tenne nella capi- apparve a puntate sulla “Plebe” di Enrico Bi- più vasta, europea, che venivano loro dal pen- to di un grande disegno e il punto di partenza tale francese in onore dell’eroe italiano. Gari- gnami l’importante saggio su Il delitto e la siero e dall’azione di Mazzini, di Cattaneo, di di nuovi traguardi politici e sociali. baldi era ben conosciuto ed amato in Francia, questione sociale. Le sue idee erano dunque Garibaldi. I socialisti della generazione prece- Lo scritto che viene qui ripubblicato risale al non solo per l’epopea delle battaglie combat- notevolmente cambiate, ed erano state note- dente, del resto, erano stati mazziniani e gari- giugno 1882. Filippo Turati era allora a Parigi, tute prima in America e poi per la liberazione volmente influenzate da quelle, federaliste e baldini e sulla scia di Mazzini e Garibaldi ave- quando fu raggiunto dalla notizia della morte dell’Italia, ma anche per la generosa partecipa- repubblicane, di Ghisleri. Turati, però, pur cre- vano imparato ad associare gli ideali di patria di Garibaldi. Si trovò così ad assistere alla zione, alla testa delle sue camicie rosse, alla di- dendo nel federalismo e nella repubblica, re- con quelli di redenzione sociale. Quando poi pubblicano non si considerava e non aderì mai Mazzini aveva preso nettamente le distanze alle associazioni repubblicane. Già nel 1878 dal socialismo e aveva duramente condannato aveva fatto cenno ad un “socialismo graduale” la Comune di Parigi, Garibaldi, che pure so- come proprio ideale e, da allora, il socialismo cialista non era, ne aveva preso le difese e ave- lo attrasse sempre di più, fino a farlo diventare va poi affermato che l’Internazionale era il So- uno dei maggiori artefici della costruzione e le dell’avvenire, favorendo così il passaggio della crescita del partito e quindi dell’afferma- di tanti giovani patrioti al socialismo. Essi non zione compiuta di un socialismo democratico rinnegavano la patria, ma volevano che fosse e riformista. tale veramente per tutti i suoi cittadini, anche per gli operai e i contadini. Credevano poi in Una tappa importante di questo percorso una patria più grande, senza confini, ed aderi- verso il socialismo fu proprio quel soggiorno vano quindi all’Internazionale, che si batteva parigino. Durante la celebrazioni di Garibaldi per l’uguaglianza sociale ma anche per l’indi- conobbe infatti di persona Benoît Malon, uno pendenza di tutti i popoli. dei maggiori esponenti del socialismo france- se, che aveva grandemente influenzato il pen- Il movimento operaio era nato in Italia sotto siero dei socialisti italiani, tra cui Bignami, l’egida democratica, di Mazzini e di Garibaldi fornendo loro le armi ideali per resistere al- e si era poi sempre di più avvicinato al socia- l’avanzata dell’internazionalismo anarchico lismo. Moltissime società operaie nominavano che dilagò nella penisola negli anni Settanta. Garibaldi loro presidente onorario, conside- Turati prese poi le distanze dal pensiero di randolo uno di loro. Malon, ritenendo più matura e utile all’affer- I socialisti quindi non rinnegavano Garibal- mazione del movimento operaio l’elaborazio- di; al contrario la sua figura e la sua epopea ne di Marx e di Engels, ma rimase sempre in entrava a far parte del loro patrimonio ideale lui l’impronta di un socialismo fortemente e culturale, senza che vi fosse bisogno di spe- umanistico, quale era stato quello del pensa- cifiche celebrazioni o rivendicazioni. Nessun tore francese. socialista, del resto, metteva minimamente in Allo stesso tempo Turati non abbandonò CRITICAsociale ■ 11 1-2 / 2011

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■ LA COMMOZIONE DI FILIPPO TURATI DURANTE LE ONORANZE PER GARIBALDI DELLA CITTÀ DI PARIGI IN UNA LETTERA ALLA FARFALLA “UN POPOLO ENTUSIASTA MAI SAZIO DI UDIRLO...”

Parigi, domenica 11 giugno. A un certo punto — non ti narro i discorsi, le bandiere italiane e francesi intrecciate, le arissimo, se avessi tempo e coccarde quadricolori in seno alle donne, gli C non dovessi fra unʼora partire intermezzi piccanti che saprai dai giornali — per lʼInghilterra ti scriverei la a un certo punto, dal lato al presidente della descrizione per la Farfalla della festa fune- festa, Giosuè Carducci si leva per leggere bre franco-italiana da cui torno in questo dei versi. Non ridere, proprio lui : la sua ca- istante. Una cosa grande — ti dico — una pigliatura arruffata, il suo tipo selvaggio, il cosa smisurata, quale solo Parigi può dare, suo atteggiamento leonino, la sua irrequie- e che produsse in me la più grandiosa emo- tezza nervosa. Non riesco a spiegarmi Gio- zione chʼio abbia provato in mia vita. suè Carducci a Parigi, e mi impensierisco Quante migliaia erano? Non te lo so dire. sul serio dellʼeffetto che produrrà sullʼuditorio Era tutta Parigi democratica, era tutta la la sua pronuncia incorreggibilmente etrusca Francia repubblicana. Ed io là solo, smarrito — quandʼecco sento mormorare il nome di fra quel monte di teste e di braccia francesi, Clovis Hugues, il simpatico deputato di Mar- agitantisi in una tempesta dʼentusiasmo nel siglia, il poeta della rivoluzione, e per più nome di Garibaldi, nel nome dʼItalia! dʼun rispetto il Carducci della Francia. Tʼimmagini? Nellʼatrio, a due palmi di distanza, ho poi Dalla triste mattina che il Figaro mʼappre- constatata unʼaltra volta questa strana somi- se la morte dellʼeroe smisurato, uno strano glianza fisica dei due poeti, le cui rassomi- isterismo di malinconia mʼavea preso lʼani- glianze intellettuali sono oggi curiosissimo di ma, un sentirmi a disagio in paese straniero, studiare pili a fondo. in ambiente ostile, un parermi che gli amici Per finire. Da più di quindici giorni calpe- lontani dovessero aver bisogno di me nella stavo in lungo e in largo il selciato parigino, sventura che colpiva la patria, come io sen- interrogandone con amore di touriste le per- tivo di aver bisogno di loro per espandere sone e le cose, suscitandone le memorie, quel dolore improvviso e che lungi dʼItalia mi raccogliendone le impressioni, eppure, lo riesciva a mille doppi intollerabile. Ho avuto dovetti confessare scrivendone allʼamico un impeto fanciullesco di torme fra voi: ma Pessimista (uno degli pseudonimi di Felice lo stesso intontimento in cui ero caduto mi Cameroni) malato lui, poveretto, di nostalgia trattenne - inerzia a Parigi. parigina, finora, anche fra lʼammirazione, Ricordo che alla posta, quella mattina, al qualche cosa rimaneva in me di refrattario, ricevere le lettere consuete, mi trovai dʼac- di chiuso alle emozioni che questa grande canto ad alcuni italiani, fra cui una coppia di metropoli ha destato in tanti visitatori. sposi in viaggio di nozze. Avevo tra mani Dovevo confessarmi con non poco dolore spiegato il giornale e, senza conoscerli, mo- del mio amor proprio, inetto a comprendere, strai loro il telegramma fatale: « È morto Ga- a sentire tutto un ordine di grandezze. Lʼen- ribaldi! ». Rimasero come istupiditi, increduli, tusiasmo che mi desta in cuore ad ogni pie sbigottiti, quasi da un cattivo augurio: cor- sospinto lo squallido paesaggio delle Alpi,

rucciati della loro letizia di sposi novelli su Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale non mʼaveva mai toccato né davanti al Lou- cui quel telegramma spargeva tantʼ ombra. vre, é davanti allʼarco della Stella. Ero avvi- — E in Italia allora?... Anchʼessi parvero so- lito, ti giuro... spirare allʼItalia. Ma ora mi applaudo — oh Ma imaginati lʼeffetto che dee produrre in dʼAfrica sono bisbeticherie di diplomatici, Non so che sia. Ma la festa e la commo- se mi applaudo! — di essere rimasto. orecchie italiane, uscito a un tratto da dieci- senza eco nel cuore dei popoli? E la diplo- zione di oggi mi pare che abbiano aperto nel La giornata dʼoggi ha dissipato tutte le tri- mila bocche francesi, imaginati i brividi di mazia dovʼè, e perché non protesta? mio seno una fontana di sensibilità nuova e stezze. Lʼentusiasmo di Roma, di Milano, emozione, i sudori freddi e le vertigini di O vʼè dunque una diplomazia dei popoli più fresca, che abbiano sciolto quel ghiaccio, non poteva avere rivelazioni per me : non ne compiacenza, di gratitudine, di tenerezza mille volte più solenne di quella dei governi! che mʼabbiano messo nuova lente negli oc- può avere per un italiano. Era qui che biso- che mi scossero tutto, mentre lʼinno garibal- E mentrʼio pensavo queste cose e si accla- chi. Mi pare da oggi di capire Parigi! È forse gnava essere. Ed era qui che bisognava tra- dino, il nostro vero e solo inno nazionale, il mava a me dʼintorno alla pace latina, agli stati perciò che la abbandono. Mia mamma pic- scinare oggi le vipere del giornalismo e della simbolo di tutta lʼepopea italiana, fu accolto, uniti dʼEuropa, alla fratellanza umana, alla re- chia alla porta dice che è lʼora. s politica — i piccoli mettimale che schizzano fu accompagnato, fu coperto dagli hurra! da- pubblica universale, io mi sentivo orgoglioso il veleno dagli odii fra le nazioni sorelle. Che gli evviva! di tutto questo popolo entusiasta, e commosso di essere italiano, e di ricevere * Da La Farfalla, Milano, 18 giugno 1882. esempio, e che lezione per essi! non mai sazio di udirlo... da un popolo di stranieri una lezione di pa- Il titolo era seguito dallʼindicazione «Viva lʼItalia» è un grido banale in Italia. Ma ci amano dunque davvero! E le rivalità triottismo. (Nostra corrispondenza)

mai gli ideali risorgimentali e anche se non to, le gloriose Cinque Giornate. La stessa po- sentì più il bisogno di richiamarsi espressa- litica di “Croce rossa civile” esercitata durante mente a Garibaldi e al Risorgimento, appare la guerra dalle grandi Amministrazioni socia- evidente come considerasse sempre il sociali- liste era indubbiamente un’opera patriottica, smo come l’erede dei democratici che avevano che non rinnegava la ricerca della pace e l’au- combattuto per l’Italia. Ne è una prova lam- spicio di un nuovo ordine mondiale non basato pante il suo comportamento nel corso della sull’imperialismo, me nello stesso tempo get- Grande Guerra. Egli, contrario come tutti i so- tava un ponte verso un dopoguerra di riforme cialisti all’entrata dell’Italia nel conflitto e ardite e di collaborazione tra tutte le forze po- convinto dei valori di pace e di fratellanza del- litiche e sociali desiderose di rendere migliore l’internazionalismo socialista, fu in prima fila quell’Italia, che aveva superato una grande nell’opporsi fin dall’inizio all’idea che i socia- prova ed aveva finalmente completato, con listi potessero boicottare la guerra e sostenne Trento e Trieste, la sua unità. che, se l’Italia fosse stata invasa, la difesa del Gli avvenimenti volsero poi in un’altra di- territorio nazionale sarebbe stato dovere co- rezione, e prevalsero lo stolto massimalismo mune di tutti i cittadini. Non esitò, quindi, do- filosovietico e poi la reazione fascista, ma que- po Caporetto, a incitare alla resistenza, come sto nulla toglie alla grandezza e alla nobiltà di fece del resto nella sua Milano la Giunta Cal- quei progetti, che si collocavano nel solco del- dara, che fece affiggere sui muri della città un la tradizione democratica e socialista dell’Ita- manifesto che ricordava, nei toni e nello spiri- lia liberale. s 12 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

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Salvatore Sechi ■ MA ANCHE DAL PCI LA LIQUIDAZIONE DELLO SPIRITO LIBERALE DELL’UNITÀ sorgimento. L’obiettivo era di “fare come in Russia”, aprendo la strada alla rivoluzione so- nche la rappresentazione DALLA NAZIONE AL “NAZIONALISMO” cialista. Insomma sostituire una dittatura di de- A dell’Unità d’Italia di rie- stra con una dittatura di sinistra. cheggia una sindrome anti- COSÌ IL FASCISMO HA STRAVOLTO IL RISORGIMENTO Chi voleva riprendere l’opera dei fratelli ca, mai debellata, quella dei vinti, cioè della Carlo e Nello Rosselli, allievi di Gaetano Sal- Chiesa (e direi dei cattolici non liberali) e dei vemini, e completare il Risorgimento combi- contadini meridionali. Sull’onda ancora emo- nando libertà e giustizia veniva trattato da To- tivamente sollecitata di questo stato d’animo gliatti a metà degli anni Trenta come un comu- si arriva a ridurre l’unificazione nazionale alla ne fascista. Perciò l’avversione prima nei con- politica annessionistica della corte dei Savoia fronti di Giustizia e Libertà e successivamente (definiti “franco-piemontesi e massoni” con del Partito d’Azione (che si ispiravano agli uno stile da suddito-pago-di-sé dello Stato ideali del liberalismo risorgimentale, della co- pontificio), e i costi della creazione e del con- stituzione americana, e dei socialisti inglesi) solidamento dello stato unitario a pura “con- fu sempre condita di un’ostilità sprezzante. quista regia”. La lettura della rivista Rinascita offre un pa- Sintetizzando un meno perentorio Banti, da norama emblematico dell’anti-Risorgimento parte di Banfi si è parlato di una sorta di puli- comunista. La data del 1861 fu liquidata come zia etnica, in cui Vittorio Emanuele II, Cavour un affare di agrari e industriali, con le masse e Mazzini “confiscarono con la violenza, uc- popolari in ostaggio di un’oligarchia corpora- cisero, giustiziarono, imposero le loro leggi tiva e di partiti degenerati in “cricche”. Né gli con la forza delle armi”. Come in una camicia scritti di Gramsci, pur avendo elevato il livello di forza, in questa sintesi è segregato il grande del dibattito storiografico, sono andati mai ol- afflato europeo, il disegno europeistico, lo spi- tre la considerazione dell’unificazione nazio- rito universalistico di difesa dell’indipendenza nale come di un’occasione perduta. Chiedo: si nazionale e dei diritti dei cittadini che fu pro- può davvero sostenere che il carattere “maltu- prio del nostro liberalismo. Il silenzio su Ca- siano” della base sociale del Risorgimento de- vour è, a questo proposito, assai sintomatico rivò dalla mancanza di un partito antesignano al pari della concentrazione del fuoco ritorsivo del Pci che guidasse il processo, e saldasse i su Mazzini, che è una figura diversa, cioè a ri- contadini al nuovo Stato attraverso una pro- schio di fanatismo e di nazionalismo. spettiva rivoluzionaria? Purtroppo, grazie al clima da guerra civile Fu, però, attraverso lo schermo del Risorgi- permanente in cui si di batte la politica attuale, mento che i comunisti italiani cercarono di de- la storia viene letta in maniera unidimensiona- finire la propria idea di nazione e di presentarsi le. Se ne fa una clava facendo della parzialità come continuatori della principale tradizione un criterio euristico. Ma in questo modo si fi- nazionale. Si illusero che per diventare inter- nisce per proiettare pari pari sul presente il locutori e possibili partner di una nuova mag- passato. E il giudizio storico, consentitoci dal- gioranza bastasse definirsi anti-fascisti dal mo-

la distanza di ben 150 anni dagli eventi, finisce Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale mento che anche Gramsci, e soprattutto To- per assomigliare a qualcosa come un pregiu- gliatti, proclamarono che il fascismo fosse il dizio, un’ideologia dal gagliardo ritorno. testimone naturale e il legittimo erede delle Non credo che tanto Banti quanto Banfi vo- ni del vecchio mondo cattolico (forse è meglio l’invenzione della tradizione. In questo modo forze politiche e sociali che avevano animato gliano questo. Pertanto, penso converranno dire clericale) né le critiche della storiografia si è retrodatato di secoli, facendola risalire a la vicenda unitaria. Nel mio volume Compa- con me -che cattolico non sono -su un punto: marxista (comunista) hanno potuto contestare Dante, Petrarca, Machiavelli ecc. la domanda gno cittadino (Rubbettino, 2006) ho ampia- non si capisce nulla della grande influenza spi- il quadro che dell’Italia unita ci ha offerto Ro- (e la condizione) di unità. Essa è stata invece mente documentato questa caricatura del pro- rituale e quindi del maggior prestigio tra i cre- sario Romeo, quando ha inquadrato il sotto- un valore limitato. Ha coinvolto piccoli gruppi cesso storico e la conseguente riduzione della denti (e non) che fecero seguito alla spoliazio- sviluppo meridionale così come il carattere pe- ed élites, pezzi di gruppi dirigenti che invece storiografia a strumento ancillare della mano- ne della Chiesa del potere temporale, né delle dagogico (cioè autoritario) con cui venne a il fascismo, proseguendo sulla strada della fal- vra politica. basi sociali e morali in cui si innervò il popo- lungo declinato il rapporto Stato-cittadini nella sificazione della storia e della creazione di miti larismo di Luigi Sturzo (direi l’accesso dei cat- prospettiva dell’accumulazione capitalistica dei governi postunitari, ha enfatizzato, come Grazie al controllo esercitato dalla Dc e in tolici alla politica), se non ci rendiamo conto per l’industrializzazione e del rafforzamento se dietro Cavour, Mazzini, Garibaldi ci fossero particolare da De Gasperi sul dopoguerra, e che furono resi possibili dalla cultura politica dello Stato appena nato e quindi da più lati grandi masse, anzi un intero popolo. Non fu soprattutto grazie al rapporto di forza sfavore- liberale. I governi postunitari poterono ecce- vulnerabile. così. L’unità d’Italia fu una costruzione reto- vole all’Unione Sovietica e ai disegni di Stalin dere in un surplus di “punture di spillo” verso rica, frutto di un’euforia e tenacia propagan- determinatosi dopo l’abbattimento del nazi-fa- i cattolici e soprattutto le loro gerarchie, come Il problema storiografico più importante, pe- distica ad ampio raggio. Ci si servì di ogni or- scismo, la psicosi sovietica dei comunisti è rilevò uno scrittore cattolico-liberale come Ar- rò, è capire come mai il ceto politico liberale dine e grado dell’istruzione, dell’addestramen- stata esorcizzata. Le loro domande radicali so- turo Carlo Jemolo. Ma i papi, direi il fronte che aveva partecipato al Risorgimento, sia to militare, delle feste nazionali, delle ricor- no state parlamentarizzate e imbrigliate nella ampio della “resistenza” cattolica al fatto com- passato, con pochissime eccezioni (penso a renze per popolarizzare un evento che di po- prassi malsana dell’esercizio dei poteri di veto. piuto del 1861, non furono da meno sul ver- Giustino Fortunato, per fare un esempio), al polare ebbe assai poco. La Carta costituzionale ha avuto un carattere sante opposto. Sul dovere dell’educazione dei fascismo. Con la sua cultura non avevano nul- La realtà è che per un paese diverso e diviso, assai ambiguo, di compromesso e mediazione, cittadini/fedeli prevalse la preoccupazione del la o ben poco a che fare Sonnino quanto Sa- nelle tradizioni e nelle culture, la scelta più op- se si esclude la parte programmatica. Proprio controllo. Dai sacri palazzi si rese tardiva, len- landra, Crispi quanto Giolitti. E per stroncare portuna sarebbe stata non l’unità, ma il fede- questo carattere ha consentito ai governi gui- ta e parziale la riconciliazione con i valori uni- rivolte e mettere a tacere oppositori e sovver- ralismo, un sistema di grandi autonomie per dati dalla Dc un’applicazione moderata, ma ef- versali dello stato di diritto, dell’indipendenza sivi (tale fu considerato fino all’ultimo lo stes- sperimentare nel lungo periodo un altro per- ficace come quella che ebbe luogo negli anni nazionale, della cittadinanza. so Giuseppe Mazzini) non si servirono di mi- corso. Invece del federalismo (Cattaneo fu un del centrismo. Furono invece proprio questi ultimi i tratti lizie private o di squadracce d’azione, come vinto del Risorgimento) come collante abbia- La polemica del filosofo liberale Norberto salienti del liberalismo fiorito tra le due spon- fecero i seguaci di Mussolini, ma dei corpi del- mo avuto il centralismo e la burocrazia, gli alti Bobbio con Togliatti e altri segretari del Pci de dell’Atlantico. Lì, tra la costituzione fran- lo Stato, in nome (che era anche uno schermo) comandi militari, la diplomazia ecc. tutta di per quanto concerne la concezione marxista cese, quella americana e le varianti nei diversi dell’interesse nazionale. estrazione piemontese. Ecco perché mi pare dello Stato e la confusione tra pluralismo ed paesi europei dal Congresso di Vienna in avan- Alla fine il fascismo ha imposto al Risorgi- difficile dare torto alla cautela, alla sobrietà, al egemonia hanno occupato l’intero periodo del- ti, ebbe origine e prese forma quel mondo mo- mento la sua caratura. L’idea di nazione è stata rifiuto di ogni enfatizzazione del passato ad la guerra fredda e oltre. È quanto basta a mo- derno che mi pare corretto identificare nel- trasformata in nazionalismo. L’idea del “pri- opera della Lega. strare come Togliatti e i suoi eredi non abbiano l’Europa, nella civiltà cristiana e nel suo prin- mato morale e civile degli italiani” è stata tra- La Resistenza solo da sprovveduti cantori di mai fatto i conti con la tradizione liberale e con cipio, la dignitas hominis. sformata in diritto al colonialismo e all’impe- partito può essere evocata come Secondo Ri- quella socialdemocratica. Riconoscerlo equi- Dell’espansione del cristianesimo a Erasmo rialismo, coinvolgendo in questa logica infame sorgimento (il termine venne inventato dalla varrebbe a riconoscere la loro sconfitta. Essa e Voltaire fino ad oggi, Roberto Vivarelli ci ha anche l’emigrazione che nasceva da un biso- Dc e osteggiato dalle sinistre all’inizio degli ha un vistoso prolungamento nell’incapacità dato un quadro esemplare nel saggio I carat- gno, quello di sfuggire alla miseria in patria. anni Cinquanta). Si è arrivati ad abusi come odierna del Pd di proporre un’alternativa al- teri dell’età contemporanea (Il Mulino, Bolo- Attraverso la scuola, i musei, l’edilizia cele- quello di intitolare a eroi del Risorgimento l’attuale coalizione di governo e allo stesso as- gna 2005). brativa, la mobilitazione di un passato magni- (Pellico, Pisacane, Garibaldi, Mazzini ecc.) setto istituzionale che blocca o frena ogni ri- Nella prassi politica, cioè nell’azione di go- loquente in funzione del presente, la centralità brigate partigiane dominate da comunisti di- forma e progetto di cambiamento. s verno, il liberalismo non ebbe lo stesso rango di Roma, il fascismo prosegue, e si illude di sciplinatissimi nell’obbedienza a Mosca. Esse e livello che nella teoria. Ma né le reviviscenze completare, la retorica del Risorgimento sulle avevano in testa la missione di abbattere il re- Ordinario di Storia contemporanea neo-borboniche né lamentazioni e deplorazio- origini di esso. È quello che viene chiamata gime fascista, non di continuare l’opera del Ri- Università di Bologna CRITICAsociale ■ 13 1-2 / 2011

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■ A OGNI SVOLTA POLITICA, LA MESSA IN STATO D’ACCUSA DELLA PRECEDENTE IDENTITÀ NAZIONALE IL NOVECENTO E IL CASO ITALIANO DEI “PATRIOTTISMI”

Ugo Finetti lizzazione straniera. Per chi ci studia dal- l’esterno come l’ungherese Istvàn Bibò (nel l “caso italiano” del Patriottismo suo “Isteria tedesca, paura francese, insicurez- I è quello di una nazione in cui za italiana”) è evidente che: “la causa princi- nel corso del Novecento, in ogni pale del costituirsi dell’Italia unita non fu l’ir- dopoguerra, il proprio passato è stato in blocco resistibile movimento nazionale italiano, bensì messo sotto accusa e la Patria precedente è sta- la necessità di colmare in qualche modo un ta processata, condannata e rifiutata con una certo vuoto in mezzo all’Europa”, creare da radicalità che ha originato o ha sfiorato una parte inglese e francese uno Stato “cuscinetto” “guerra civile”. contro gli imperi centrali. Uno Stato unitario Il Patriottismo italiano filiato dal Risorgi- realizzato di fatto non attraverso un movimen- mento animando la creazione di uno stato uni- to popolare nazionale, ma una serie di conqui- tario - nel segno di fratellanza e libertà e sulla ste militari dovute soprattutto a truppe e regìa base di comuni radici passate e aspirazioni fu- straniere è pure uno Stato senza il mito di una ture - nel corso di un secolo e mezzo ha quindi spada nazionale. conosciuto evoluzioni e diaspore che vedono Le tre guerre di indipendenza possono esse- oggi il Patriottismo nazionale con connotazio- re infatti lette come tre sconfitte sul piano mi- ni del tutto diverse ed anche contestato o con litare: nel 1849 Carlo Alberto lascia il trono proposte alternative: dal leghismo separatista dopo aver perso a Novara contro Radetzsky; al globalismo inclusivista (“mille patrie, mille nel 1859 Cavour si dimette: si è conquistata la etnie”). Lombardia, ma gli italiani non sono stati in E’ il risultato di una vita nazionale partico- grado di assicurare ai francesi sul campo di larmente conflittuale che ha minato alla base battaglia il supporto necessario per proseguire una categoria centrale dell’originario Patriot- la guerra anche per il Veneto di fronte alla mi- tismo Risorgimentale e cioè “la territorialità” naccia prussiana; nel 1866 il Veneto è final- come identità e patria comune, travagliata e mente “conquistato” grazie esclusivamente ai contraddetta da un lato dalla “questione meri- francesi. Il sangue francese versato non fu dionale” fino alla “questione settentrionale” all’epoca inferiore a quello italiano, ma come (che fanno maledire l’unificazione nazionale nel caso della Liberazione del 1945 l’Italia come entità matrigna) e dall’altro dalla con- esclude sistematicamente dalle celebrazioni gli troversa storia del confine orientale che – al anglo-americani grazie ai quali furono scon- centro delle guerre d’indipendenza e poi della fitti tedeschi e fascisti, così nelle celebrazioni partecipazione ai conflitti “mondiali” – ha vis- del 150° vengono esclusi i francesi perché non suto un ingorgo contraddittorio tra irredenti- siamo ancora in grado di ammettere la verità smo e autonomismo, esaltazione di identità na- storica e cioè che a loro dobbiamo la caduta zionale e rivendicazione di irriducibile speci- del dominio austriaco su Milano e Venezia. fico “danubiano” e nostalgie asburgiche. La terza “eccezione” che mina il Patriotti- Una impossibile memoria condivisa carat- smo risorgimentale riguarda la diaspora inter- terizza l’Italia descritta da Piero Calamandrei na, la netta divisione in seno ai “padri della Pa- (nel suo “Commentario sistematico alla Costi- tria”, il quadro di contrapposizione radicale e tuzione italiana” del 1950) come un Paese “a reciprocamente delegittimante. Non si tratta pareti elastiche e a temperatura variabile”, solo della divaricazione tra monarchici e re- “destinato a vivere in una prolungata crisi di pubblicani, liberali e democratici, ma l’aspro crescenza e a dilatarsi via via che sopravven- contrasto e l’aperta sfiducia che caratterizza- gono le esigenze di diverse esperienze”. rono la stessa fase “costituente” del Parlamen- Al nostro Patriottismo manca un “mini- to nazionale con la contrapposizione plateale mum” di Memoria condivisa perché quella ita- tra i protagonisti, gli “eroi”, della conquista

liana è soprattutto una Memoria traumatizzata Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale territoriale e cioè Garibaldi e Cavour. Una da tre dopoguerra non “gioiosi”. Nel primo do- idealità e una Patria di diverso segno emergo- poguerra, all’indomani della “Grande Guerra” no nell’immediato dopoguerra “unitario” con è finita sotto processo l’Italia liberale e nel se- allargare il consenso e di forgiare un nuovo locale che poi prenderà la forma in particolare Giuseppe Garibaldi, all’epoca deputato di Na- gno della “Vittoria mutilata” se ne è prefigu- modello italico. di “questione meridionale” in quanto si accu- poli, che diserta le iniziali sedute del Parla- rato il superamento violento poi sfociato nel Nel terzo stadio, dopo il 1945, abbiamo avu- serà il governo torinese dell’ex re di Sardegna mento nazionale preferendo arringare gli ope- Fascismo. to il Patriottismo Costituzionale, un Patriotti- di non saper personificare l’unità nazionale in- rai genovesi definendo il ministero di Cavour Nel secondo dopoguerra a finire sotto pro- smo non più di conquista territoriale, ma pa- troducendo una legislazione non di libertà, ma un “governo di codardi” ed il nuovo Parlamen- cesso fu sì l’Italia fascista, ma anche, nuova- cifista con come categoria centrale i Valori di di vessazione. to nazionale una “assemblea di lacché”. Quan- mente, l’Italia liberale e nel segno della “Mor- un antifascismo che non ha tanto difeso un ter- La seconda “eccezione” fu la sudditanza che do Garibaldi finalmente mette piede nell’As- te della Patria” che vedeva come principale ritorio, ma si è soprattutto smacchiato dei re- era effetto anche di un contesto di internazio- semblea parlamentare, il 18 aprile 1861, è per imputato la monarchia liberal-fascista si dette gimi passati. nalismo massonico. Al Risorgimento si rim- scagliarsi contro il governo tanto che il presi- vita alla Repubblica. Infine, dal 1992, la nascita della Seconda proverava una non granitica e limpida autono- dente Rattazzi dovette intervenire per censu- Nel terzo dopoguerra, quello della fine della Repubblica ha coinciso con lo sviluppo di un mia nel senso che per il raggiungimento del- rare il verbale della seduta e non immortalare “guerra fredda” dopo la caduta del Muro di quarto stadio del Patriottismo italiano nel qua- l’unità nazionale si pagarono però prezzi sul l’attacco di Garibaldi a Cavour. I numeri dello Berlino è andata sotto processo l’Italia repub- dro di un contesto di “globalizzazione” inclu- piano dell’indipendenza: dalla bandiera trico- scontro tra i “padri della Patria” furono – con blicana e nel segno di “Tangentopoli” è nata siva che ha al centro non il territorio né la con- lore nata come vessillo collaborazionista che sdegnata astensione di Garibaldi - 194 contro la Seconda Repubblica con alle spalle una ge- divisione di una storia passata di lotte e ideali, sostituiva il blu francese con il colore più ad 77. Un Parlamento che sin dall’inizio rispec- nerale eccezione d’infamia su tutti i precedenti ma la legalità secondo parametri indipendenti esso simile all’ingresso nella Milano “liberata” chiava una patria neonata avvelenata. regimi: repubblicano, fascista e liberale. dalla identità nazionale. Il passato nazionale è di Vittorio Emanuele II a cavallo con a fianco Particolarmente rilevante e inquietante fu Abbiamo così avuto una evoluzione del Pa- anzi considerato come un “handicap” da ripu- Napoleone III, dalla acquisizione del Veneto poi la quarta “eccezione” e cioè quella della triottismo italiano secondo quattro stadi: il Pa- lire e riscattare portando “questo Paese” a pa- in modo umiliante come “regalo” francese in rappresentanza priva di un radicato e mobili- triottismo Risorgimentale con al centro il Ter- rametri sovranazionali: la Patria come “for- quanto nel 1866 all’Italia, al tavolo delle trat- tato consenso. ritorio attraverso guerre di unificazione poi mat” secondo “standard” internazionali, un tative, non era riconosciuto lo “status” di na- venne poi traumaticamente commutato nel Pa- Patriottismo “politically correct” che è deno- zione vittoriosa dopo le sconfitte subite da ma- Nel 1870 - rileva Ivanoe Bonomi in “La po- triottismo Fascista che trasformava la stessa minato Cittadinanza nazionale. rina ed esercito fino alla occupazione di Roma litica italiana da Porta Pia a Vittorio Veneto” - centralità del Territorio sostituendo la catego- Il Patriottismo Risorgimentale cresciuto co- sull’onda di manifestazioni in cui si gridava: gli uomini politici si muovono “in mezzo ad ria della “liberazione” con quella della “con- me una riunificazione territoriale secondo gli “Viva la Prussia”, “Abbasso la Francia”. un popolo indifferente od ostile”. “In tutti i di- quista” ed al binomio “Nazione e Libertà” pre- ideali di fratellanza e di libertà fu minato da Lo Stato unitario - fallito il ‘48 italiano – scorsi dell’epoca – prosegue - si lamenta in- ferì il “Impero e Popolo” secondo l’intento di quattro “eccezioni”. La prima era la autonomia prese forma esponendosi alla tesi di una rea- fatti l’esistenza di un paese legale quasi estra- 14 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia neo al paese reale”. Le categorie sono quelle sentativa a regime parlamentare, economia di Ma rispetto alla polemica “pacifista” del so- “Stato” cancellando le idee di libertà, di plu- della pubblicistica cara alla Restaurazione mercato, una unificazione territoriale secondo cialismo, che si rifaceva agli ideali antipatriot- ralismo politico, di regime parlamentare. Il Fa- francese, ma è comunque certo che il Patriot- ammodernamento infrastrutturale (tra porti e tici dell’internazionalismo proletario, si dispo- scismo si presentò come un ritorno alle origini tismo Risorgimentale dopo il 1861 si trova di ferrovie) e una legislazione di moderne garan- se in alternativa la prefigurazione della fuoriu- risorgimentali contro “prosa” e “fazioni”, esal- fronte questione cattolica, questione meridio- zie. La classe dirigente liberale entrò invece in scita violenta dall’Italia liberale impersonata tando un Mazzini molto purgato in contrappo- nale, questione sociale. crisi e venne processata e delegittimata di da D’Annunzio che come novella “spedizione sizione all’Italia liberale e, soprattutto, contro Con la progressiva uscita di scena dei pro- fronte all’avvento di una nuova “platea politi- dei Mille” si ribellava allo Stato liberale ed oc- non solo l’Italia post 1861, ma soprattutto Ca- tagonisti della conflittualità interna - Cavour co-patriottica”. Una classe politica formata e cupava, alla testa dei reduci contro gli “uomini vour. La mazziniana ”Italia del Popolo” diven- (1861), Mazzini (1872) , Vittorio Emanuele II cresciuta avendo come interlocutore un eletto- seduti” dell’Italia liberale, Fiume. ta un’arma di propaganda “antiborghese” e nel (1878), Garibaldi (1882) – il processo di uni- rato che rappresentava l’1,8 degli italiani e che 1932, nel cinquantenario della morte di Gari- ficazione territoriale trovò una lettura unitaria solo nel 1912 aveva conosciuto un improvviso In quel primo dopoguerra la condanna som- baldi, si cristallizza il Patriottismo fascista celebrativa di cui fu simbolo “Cuore” del so- allargamento in seguito all’apertura di Giolitti maria dell’Italia liberale fu generale e condi- neorisorgimentale come riedizione del bino- cialista Edmondo De Amicis. verso i socialisti, ora si trovava di fronte venti visa e nello scontro tra fuoriuscita violenta e mio Re-Garibaldi ovvero Re-Mussolini, “ca- Il Patriottismo Risorgimentale (territoriale) milioni di italiani. L’Italia liberale come classe autoritaria da un lato nel segno dell’interna- micie nere” novelle “camicie rosse”, espellen- è ancora centrale nel 1915 per legittimare politica non era in grado di fronteggiare una zionalismo proletario e dall’altro ad opera del do l’Italia liberale, emarginando l’Italia catto- l’operazione della Corona volta ad imporre simile rivoluzione della rappresentanza. Nel- nazionalismo revanscista dei reduci prevalse lica, nazionalizzando l’Italia socialista. l’ingresso in guerra scavalcando il Parlamento l’immediato dopoguerra con il sistema propor- quest’ultimo in una rifondazione del Patriotti- A sua volta, nell’esilio, anche l’antifascismo in aperta violazione dell’art. 15 dello Statuto zionale a suffragio maschile universale vi fu smo italiano che in modo giacobino collegava si divideva sul Patriottismo Risorgimentale per (“Senza la preventiva approvazione del Parla- infatti la traumatica irruzione di un elettorato il Risorgimento alla Romanità riprendendo ap- la forte pressione internazionalista, “proleta- mento non vi può essere Dichiarazione di non più limitato e rappresentato dal deputato punto come simbolo identitario il fascio litto- ria” ed un naturale tifo disfattista. Guerra”). Si trattò infatti, in sostanza, di un Patriottismo ed antipatriottismo sono al cen- colpo di stato da parte di Vittorio Emanuele III tro della polemica che vede le opposte letture che cominciava a prefigurare la fuoriuscita au- del Risorgimento da parte di Carlo Rosselli e toritaria dall’Italia liberale. di Palmiro Togliatti. “Giustizia e Libertà” fa L’appello alle armi venne infatti presentato appello al Patriottismo definendo la lotta anti- come Quarta guerra di Indipendenza, ripresa fascista, democratica e repubblicana, come o ritorno alle origini “eroiche” della nascita prosecuzione del Risorgimento coniando ap- della Nazione contro la “prosa” dell’Italia li- punto l’espressione “secondo Risorgimento”, berale e parlamentare che pur aveva promosso mentre il Partito comunista d’Italia teorizza la crescita economica e sociale, modernizzazione continuità tra Risorgimento e fascismo. e presenza di primo piano sulla scena europea. “Il Risorgimento ebbe – scrive Togliatti in Se nel 1914 le ragioni dell’interventismo polemica diretta con Rosselli su “Lo Stato erano state sostenute con la rivendicazione di Operaio” del settembre 1931 - una impronta Nizza e Corsica in quanto prevedevano il man- reazionaria … La tradizione del Risorgimento tenimento dell’alleanza con Vienna, successi- vive nel fascismo ed è stata da esso sviluppata vamente, nel 1915, l’interventismo crescerà ri- sino all’estremo. Mazzini, se fosse vivo, plau- vendicando Trento e Trieste, Venezia Giulia, direbbe alle dottrine corporative. … La rivo- penisola istriana e parte della Dalmazia come luzione antifascista non potrà essere che una convenuto nei Patti di Londra siglati con Fran- rivoluzione ‘contro il Risorgimento’”. Quindi cia, Gran Bretagna ed Impero russo all’insa- Togliatti conclude: “Le fantasie sul ‘secondo puta del Parlamento Va comunque ricordato Risorgimento’ sono fatte solo per nascondere come gli ideali del Patriottismo Risorgimen- questa realtà”. tale animarono l’interventismo democratico e La lettura classista secondo lo scontro tra socialista che vedeva la questione territoriale capitalismo reazionario e classe operaia rivo- come movimento di indipendenza apportatore luzionaria nega ruolo positivo ai “vincitori”, a di liberazione ed emancipazione sociale: da chi ha governato e svolto attività economica e Salvemini a Bissolati, da Battisti allo stesso indica come reprobi tutta la catena dei gover- Mussolini (che aveva l’appoggio anche finan- nanti e degli imprenditori della storia naziona- ziario non dei “francesi”, ma dei “socialisti le. Ha così inizio la diaspora tra Italia e AltraI- francesi”: “Il popolo d’Italia” nacque con la talia con una eccezione di infamia che allunga dizione “quotidiano socialista”). Il Patriotti- la sua ombra su tutti i “vincitori” della storia smo Risorgimentale ebbe la sua eco anche nel- d’Italia da Cavour a Mussolini (destinata a le parole di Filippo Turati, che dopo essersi proiettarsi ad opera della storiografia classista pronunciato contro l’ingresso in guerra nel successivamente anche sul dopoguerra repub- maggio 1915, si unisce nel dicembre 1917 alla blicano). solidarietà ai soldati che difendono il territorio Nella rottura con Mussolini, il re cerca di italiano dopo Caporetto. Nel 1917 si registra rieditare il Patriottismo Risorgimentale, ma una sostanziale unità nazionale e unificazione quell’uso estremo da parte del Savoia lo tra- popolare nella difesa patriottica. scina a una definitiva sepoltura insieme alla E’ nel primo dopoguerra del Novecento che monarchia. si ha il teatro del primo grande processo che Il Patriottismo risorgimentale nella catastro- mise in stato di accusa la precedente storia del- Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale fe dell’8 settembre sopravvive invece negli l’Italia unitaria e cioè la Italia liberale. La let- strati subalterni. Ricorda Renzo De Felice: tura classista del Novecento ha impedito una “Solo se si discende ai gradini ancora inferiori messa a fuoco della crisi dello Stato liberale “locale” secondo il maggioritario, ma rappre- rio dei magistrati romani rieditato dai giacobi- della scala gerarchica è possibile trovare un in quanto ha confuso fascismo e liberalismo sentato da masse organizzate in partiti ideolo- ni francesi. maggior numero di ufficiali che vissero il insistendo sul fascismo come strumento di gizzati antiliberali, inferocito da anni di guerra Il fatto nuovo e specifico del Patriottismo dramma dell’8 settembre senza mettersi sotto “rinnovamento nella continuità” dell’Italia li- violenta e diviso tra chi metteva sotto accusa fascista che sfugge agli storici che sostengono i piedi dignità nazionale, patriottismo, etica berale. Ancora oggi quando si torna ad insiste- la classe di governo in nome dell’”inutile stra- la continuità tra Risorgimento e Fascismo è militare”. re sulla “continuità” tra Risorgimento e Fasci- ge” e chi della “vittoria mutilata”. La “Quarta che Mussolini considerò una base fragile smo si riprendono le tesi (e persino le parole, guerra di Indipendenza” decisa sulla base delle l’identificazione della Patria con il Risorgi- La caduta di credibilità da parte delle autorità in particolare a proposito di Mazzini) che, co- acquisizioni territoriali previste dai Patti di mento e lo scavalcò rifondando il Patriottismo istituzionali, politiche e militari – la “Morte me vedremo, furono quelle dei comunisti degli Londra si concludeva infatti con un ben mise- sulla base della Roma imperiale. Mussolini è della Patria” - apre però la strada al prevalere anni trenta. Si pensi in proposito a come la Pa- ro bilancio rispetto a quanto stabilito dal mo- Dux, oltraggiando la Chiesa sostituisce - nella della visione comunista sulla questione del tria del Risorgimento aveva trovato invece la mento che al posto dello zar c’era ora il presi- numerazione degli anni - “dopo Cristo” con confine orientale con l’accettazione o comun- sua rappresentazione “umanitaria” in Giusep- dente Usa che disconosceva quei Patti e patro- “Era Fascista” ed anche fisicamente vuol evo- que la messa in sordina della eliminazione del- pe Verdi come sofferenze comuni, ansia di li- cinava la nascita della Jugoslavia. care la figura del condottiero romano. I “Padri la Resistenza “patriottica-territoriale” che nel- bertà e odio contro la tirannide. Il “processo” al Patriottismo del Risorgi- della Patria” con il Fascismo sono Giulio Ce- la Venezia Giulia vedeva le brigate dei militari In realtà con il fascismo si realizzò una pro- mento liberale era peraltro già da tempo istrui- sare e Dante Alighieri. A “Nazione e Libertà” “legittimisti”, cattolici e azionisti combattere fonda “discontinuità patriottica”. Il Patriotti- to sin dalla requisitoria dell’Oriani sulla “con- si sostituisce “Impero e Popolo”. vantando l’intestazione a terre considerate in- smo risorgimentale dopo il 1861 aveva preso quista regia” (che sarà ripresa da Gramsci) fi- Il Risorgimento fu quindi ripreso dal Fasci- vece dai comunisti italiani e jugoslavi non ita- forma come costruzione della Nuova Italia in no a quella di Piero Gobetti sul “Risorgimento smo riprese come “movimento” - “conquista”, liane. I sette battaglioni della Osoppo si chia- quanto Stato liberale con democrazia rappre- senza eroi” e come “Rivoluzione fallita”. “eroi” e “martiri” – contro il Risorgimento mavano – fatto inviso ai comunisti jugoslavi CRITICAsociale ■ 15 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia alle cui dipendenze nell’ottobre 1944 Togliatti Il Patriottismo Costituzionale basato sulla L’Antifascismo diventa quindi un Valore ni politiche” prive di “quel grado di matura- aveva messo alle dipendenze i comunisti di Resistenza riesce a limitare la “guerra fredda”, senza limite di tempo e di spazio ed il Fasci- zione e di concretezza” per diventare “pratiche quei luoghi – “Carnia”, “Tagliamento”, “Ita- la contiene e sostanzialmente la supera dal ’53. smo un pericolo permanente, sempre incom- garanzie giuridiche”. Siamo di fronte per lo lia”, “Piave”, “Julia”, “Torre” e “Udine”. Por- Il Patriottismo Costituzionale mantiene viva bente secondo la cristallizzazione della asso- più ad ”una specie di enfatica ostentazione zus è il simbolo della sconfitta definitiva del una solidarietà trasversale ed una tenuta nazio- luta inconciliabilità tra Antifascismo e Antico- verbale di una maturità giuridica che nella so- Patriottismo risorgimentale-territoriale. Esso nale nei momenti di maggiore difficoltà inter- munismo. stanza ancora non c’è”. Non si esce – conclude viene sostituito con il Patriottismo dei Valori na, consente una unità nazionale in sede isti- Il Risorgimento viene quindi “cooptato” nel Calamandrei – “dal campo puramente esorta- antifascisti ovvero il Patriottismo Costituzio- tuzionale vedendo la elezione condivisa del Patriottismo Costituzionale sulla falsariga fa- tivo ed augurale, dei programmi di partito” per nale. Ma è un “patriottismo” che deve cancel- Presidente della Repubblica e la ricerca di scista come Risorgimento “di lotta” (Garibaldi cui “numerose norme in questa Prima Parte lare pagine di storia. nuovi equilibri che superino le divisioni della e Mazzini), ma non “di governo” (Vittorio della Costituzione (sono) soltanto una sostan- Il trattato di pace fu infatti sottoscritto dal- “guerra fredda” tra partiti di democrazia occi- Emanuele II e Cavour). za ancora politicamente fluida, fatta di aspira- l’Italia come nazione sconfitta. Il 20 gennaio dentale e PCI e PSI anche quando erano anco- zioni insoddisfatte e di tendenze ancora in di- 1947 Pietro Nenni rileva che il trattato urta ra stalinisti e filosovietici. La “fortuna” del Patriottismo Costituzionale venire”. “Si tratta soltanto – scrive Calamadrei “contro la coscienza nazionale specie per le Progressivamente dal 1955 (elezione “anti- si basa sulla capacità di “chiamarsi fuori” di - di speranze e tutt’al più di propositi volti ver- clausole territoriali”. E quando esso viene fir- fascista” di Gronchi) al 1960 (unità antifasci- fronte al trauma della sconfitta militare e della so l’avvenire, lontane mete”. mato in febbraio dai delegati dei 21 paesi che sta contro Tambroni) fino al 1968 il Patriotti- umiliazione internazionale, offre le basi di una Una lettura non acritica della Carta Costitu- avevano dichiarato guerra all’Italia sanzio- smo Costituzionale cresce nel rigetto insieme rifondazione senza pendenze passate sosti- zionale ed un recupero dell’Italia liberale e ri- nando la mutilazione sul confine orientale e all’Italia fascista anche dell’Italia liberale e tuendo al Super Io territoriale un Super Io va- sorgimentale si avrà negli anni ’80 quando si la nascita del Territorio Libero di Trieste, il quindi della stessa Italia della ricostruzione de- loriale. La Carta si erge come “santa alleanza” registra – dopo la caduta dei governi di unità ministro della Difesa Cipriano Facchinetti an- mocratica di De Gasperi in quanto prevale nel- originaria e “legge” inviolabile ed eterna: una nazionale con il Pci in maggioranza e la fuo- nota che esso segna “la fine del nostro Risor- riuscita dall’emergenza terroristica ed econo- gimento”. mica – ad un tentativo di contrastare quel Pa- “L’Italia – dichiara de Gasperi - torna alle triottismo Costituzionale dell’”altra Italia”. condizioni di prima del Risorgimento: le sue Con Craxi l’esaltazione della storia della sini- frontiere restano completamente aperte, suoi stra italiana e del socialismo prima della na- territori nazionali le vengono strappati”. La scita del comunismo si traduce nella riabilita- Resistenza ha però il potere di illudere gli ita- zione della tradizione riformista e quindi del liani di essere stati nel 1945 tra i “vincitori”. Risorgimento non solo “di lotta”, ma anche “di Con il Patriottismo Costituzionale cade in governo”. disgrazia il 4 novembre ed il 25 aprile diventa Una rilettura storica che si intreccia anche la nuova Festa della Vittoria. Vengono estro- con l’obiettivo di esaltare una sinistra di go- messi gli Alleati dai festeggiamenti e si inse- verno contro la sinistra antagonista e di valo- gna che la Wermacht è stata messa in fuga dai rizzare la competitività nazionale contro il di- “garibaldini”. sfattismo dell’”AltraItalia”. Nel secondo dopoguerra viene quindi pro- Il patriottico “Viva l’Italia” che nel 1981 cessata e condannata non solo l’Italia fascista, concluse il congresso di Palermo rispecchiava ma anche l’Italia liberale. Così ebbe a senten- un PSI che per la prima volta si dichiarava “ri- ziare Ferruccio Parri nell’Assemblea Costi- formista”, accettava l’economia di mercato ed tuente del il primato della democrazia occidentale e si di- 27 settembre 1945. “Prima del fascismo chiarava quindi “patriottico”. l’Italia non aveva avuto Governi democratici”. Al discorso di Parri reagì Benedetto Croce Ma di lì a poco venne ad incombere il terzo affermando: “Questa asserzione urta in fla- dopoguerra del Novecento con la nuova messa grante contrasto col fatto che l’Italia, dal 1860 in stato d’accusa dell’intera storia nazionale al 1922, è stata uno dei paesi più democratici precedente: dopo la “Vittoria Mutilata” del del mondo e che il suo svolgimento fu una non 1919 e la “Morte della Patria” del 1943, nel interrotta e spesso accelerata scesa della de- 1992, all’indomani della scomparsa dell’Urss, mocrazia”. Ma la condanna dell’Italia fascista si ha “Tangentopoli” ed in Italia il dopo “guer- e la difesa dell’Italia liberale fu voce isolata ed ra fredda”, come osserverà Lucio Colletti, ve- inascoltata. L’assemblaggio di Italia liberale e de “sul banco degli imputati i partiti democra- Italia fascista in una comune e drastica con- tici e sul banco dei giudici i comunisti”. La fi- danna sommaria è un giudizio storico destina- ne della “Prima Repubblica” si traduce in un to a cristallizzarsi fino ai massimi livelli isti- giudizio negativo che allinea insieme Italia li- tuzionali ed accademici come base del nuovo berale, fascista e repubblicana. Patriottismo nato dalla Resistenza. La contestazione globale della storia passata Ancora il 25 aprile 2001 il Presidente della produce una vasta storiografia che sin dai ma- Camera, Luciano Violante, poteva ribadire: “Il nuali scolastici denigra la classe dirigente po- 25 aprile è il giorno della nascita della demo- litica ed economica dell’Italia unita per con- crazia. Dico nascita e non rinascita perché la trapporle la maggiore modernità di una storia democrazia, intesa come pienezza di diritti e nazionale imperniata su lotte, movimenti, di doveri, non c’era mai stata nella storia ita- esperienze artistiche, inchieste giornalistiche liana”. Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale e giudiziarie, libri, film e canzoni. E’ una mo- Si assiste infatti dal secondo dopoguerra dernità globalizzante che ridefinisce l’identità all’irrompere prepotente, all’ombra delle po- italiana irridendo le radici latine (come patria tenze vincitrici e della grande alleanza antifa- la cultura, nella storiografia, nella “vulgata” connotazione che è una armatura in grado di del “latinorum”) e le radici cattoliche (come scista internazionale con l’URSS, nelle masse mass mediatica il disprezzo per aver scelto restituire certezza, orgoglio, solidarietà all’in- patria della Controriforma) e additando come italiane di una patria “alternativa” che riassu- l’economia di mercato e l’alleanza atlantica. tera nazione. stella polare, nuova e vera patria, la cittadinan- me identità storica e aspirazione messianica, A guidare l’insegnamento di questo tipo di Il mito della Costituzione ed in particolare za, una cittadinanza inclusiva con echi di un senso di appartenenza antagonista, un pa- Patriottismo Costiituzionale è la storiografia della sua Prima Parte come patto sacro richie- Rousseau ovvero la Cittadinanza come nuovo triottismo che nel rigetto di Italia liberale e fa- dell’Insmli che ha come “credo” e “mission” de però un’opera di crescente amnesia storica e vero patriottismo, un Patriottismo che non scista e poi della scelta occidentale e atlantica quella che Giorgio Rochat definisce la “lezio- ed una straordinaria mobilitazione e manipo- divide e non distingue, non contrappone, ma diventa un neopatriottismo valoriale impernia- ne” di Guido Quazza e cioè: “La sottolineatura lazione storiografica per cercare di enfatizzare seleziona e affratella senza frontiere secondo to sulla mitologia della “diversità” rispetto della continuità della società e della politica e rendere categorie universali ed eterne ciò che un comun denominatore che nel segno salvi- all’Italia ufficiale ed istituzionale. italiana da Giolitti a De Gasperi attraverso fu invece frutto di eterogeneità e vaghezza, fico di “Tangentopoli” è rappresentato dalla Se dall’interno del corpo comunista viene Mussolini: una continuità tra scelte moderate convulsa stesura affrettatamente licenziata rin- Legalità. coltivato il Patriottismo Costituzionale secon- e nazionaliste, in cui la Resistenza rappresenta viando la sua autentica interpretazione al Par- Alla base di questa versione finale del Pa- do una tradizione antagonista – ghibellin-gia- un momento di rottura democratica”. Tesi lamento a cui si era in procinto di passare la triottismo italiano come “Cittadinanza Nazio- cobina (Dante-Machiavelli-De Sanctis-Gram- sempre autorevolmente presenti anche dopo la mano. nale” vi sono ragioni profonde ancorché spe- sci) – è anche vero che il Patriottismo Costi- caduta del Muro di Berlino. Ancora oggi nel- Tutto ciò che è racchiuso e celebrato nella cifiche del caso italiano di post “guerra fred- tuzionale costituì una base di tenuta unitaria l’Insmli si teorizza la “continuità tra Risorgi- Prima Parte della Costituzione sotto il titolo da”. A livello internazionale o comunque nel nel maremoto della “guerra fredda” che spacca mento e fascismo” e “la frattura che si rivela “Diritti e Doveri dei cittadini” è in realtà, come mondo occidentale all’inizio degli anni ’90 e contrappone i protagonisti della grande alle- ogni giorno più labile tra fascismo e democra- mette in evidenza Calamandrei, solo un “con- prevale infatti la tesi della “fine della storia”. anza antifascista internazionale. zia repubblicana” (Alberto M. Banti) tenuto eterogeneo e fluido”, “vaghe aspirazio- Il dissolvimento del comunismo viene vissuto 16 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

120 anni di Critica Sociale in 150 anni di Unità d’Italia come il risultato di una pacifica e simpatica locali e nelle istituzioni è messa insieme, “a “autoriforma”. E’ generale la convinzione di panino” tra bandiere locali – comunali, pro- avere di fronte la prospettiva di uno sviluppo vinciali, regionali – e bandiera dell’Unione eu- unidirezionale, quasi automatico e senza alter- ropea: il patriottismo locale e quello europeista native, in un mondo ormai pacificato secondo sono a partire dagli anni novanta le “patrie” parametri comuni ed un indiscusso primato più forti, mentre il tricolore è declassato a pa- dell’economia occidentale. Quel che si deve triottismo vecchio e retorico (ricordo di perio- fare non richiede particolari discussioni. di tutto sommato squallidi, non rimpianti, tra Si afferma quindi in Italia una generale con- “Risorgimento tradito” e “Resistenza tradita”: vinzione di essere di fronte ad una strada ob- Italia liberale, fascismo e cosiddetta Prima Re- bligata che tanto più agevolmente potrà essere pubblica). percorsa con meno partiti, meno politica, meno Stato ed anche meno Italia e più Europa. Pri- Il fenomeno delle contestazioni delle basi vatizzazioni e Moneta Unica si stagliano come unitarie e le rivendicazioni scissionistiche han- una salvifica fuoriuscita dall’Italia, un’Italia in no campo libero in una stagione di “fuga dal- cui i partiti, la politica, lo Stato sono stati solo l’Italia”, di retorica europeista che si rallegra un peso, un freno, una entità burocratico-pa- della diminuita caratterizzazione italiana di ciò rassitaria. che si va privatizzando. Quale Patriottismo “Tangentopoli” celebra il processo che libe- con un passato di cui vergognarsi? Da un lato ra gli italiani dalla partitocrazia, dal regime dei fallimenti e illusioni, dall’altro spoliazioni e partiti e dal primato della politica. La sepoltura oppressioni. E’ il Patriottismo della legalità, la della Prima Repubblica non è riabilitazione né Repubblica dei virtuosi. Il nuovo Patriottismo dell’Italia liberale o dell’Italia fascista. La Se- della Seconda Repubblica postTangentopoli si conda repubblica mette in una innominabile farà chiamare Cittadinanza nazionale, un pa- fossa comune l’intera storia unitaria preceden- triottismo senza frontiere teorizzato da un neo- te e nasce non solo come rifondazione, ma an- giacobinismo che celebra non radici, ma i “ca- che come de-italianizzazione in un quadro di si” in cui, a macchia di leopardo, in Italia ci desiderio di essere cooptati a livelli superiori. sono state “avanguardie coscienti”, “élite con- Leghismo ed europeismo si intrecciano. Sono sapevoli”. gli anni del “gloLocal” ed il riferimento nazio- E’ in questo quadro che il Patriottismo Co- nale si sbiadisce sempre più. La stessa bandie- stituzionale viene riproposto con un sistema di ra italiana è sempre più ridimensionata e fini- Valori ruotanti intorno alla legalità in una di- sce “ in un mazzo in cui nelle amministrazioni mensione morale che non ha frontiere né spe- Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale

cifiche radici. Il Patriottismo Costituzionale a cominciare dall’uso della Consulta, “proteg- vive così una profonda trasformazione con la ge la Repubblica”, “limita la democrazia”, ov- scomparsa dell’”arco costituzionale” che vie- vero “limita, per così dire, la quantità della de- ne sostituito dal “Partito della Costituzione”. mocrazia per preservarne la qualità”. Nell’Italia della Prima Repubblica, vigendo il sistema proporzionale, il Patriottismo Costitu- Questo tipo di Patriottismo ha partorito la zionale era un appello all’unità nazionale ori- Cittadinanza Nazionale che ci individua e re- ginaria antifascista tra cattolici, socialisti e co- gola come una patria di stampo giacobino ri- munisti teorizzando la cristallizzazione di un chiamandosi appunto alla cittadinanza senza “arco costituzionale” che abbracciava oltre il frontiere di Rousseau imperniata non sulla 90 per cento del Parlamento. Nella Seconda Storia, ma sulla virtù di quei cittadini che “ac- Repubblica - con il passaggio dal proporzio- corrono alle assemblee”. Questa ultima forma nale al maggioritario - antifascismo, legalità, di Patriottismo costituzionale si delinea come Costituzione non si spalmano più trasversal- quel “ritorno a Rousseau” da cui Luigi Einaudi mente su maggioranza e opposizione, ma – se- in una sua “predica inutile” metteva in guardia condo la maggior parte di storici, editorialisti e cioè il prevalere demagogico e antidemocra- ed istituzioni depositarie della “difesa della tico dell’idea secondo cui “l’uomo è veramen- Costituzione” - finiscono in blocco da una par- te libero solo se si sottomette a quella volontà te sola dando legittimità agli uni e permanen- generale che egli non ha voluto ma ha sempli- temente delegittimando gli altri. Il Patriotti- cemente riconosciuto perché illuminato da co- smo generato da Tangentopoli nel quadro del loro che sanno”. bipolarismo della Seconda Repubblica si tra- Il Patriottismo costituzionale - con questo duce in un “Partito della Costituzione” secon- suo Partito della Costituzione” e con questa do cui il “patriota” è una sorta di “vigilante”. Cittadinanza nazionale come novella Patria In “Principi e voti. senza passato e senza frontiere - è il Patriotti- La corte costituzionale e la politica”, l’ex smo élitario di “quelli che sanno”. Sradicato, presidente della Consulta Gustavo Zagreble- polemico e inquisitorio tale Patriottismo anti- sky ben teorizza questo nuovo Patriottismo risorgimentale è alla base di un clima di con- Costituzionale come “Partito della Costituzio- trapposizione e di divisione che non solo non ne” che stabilisce unilateralmente di dover ha pari in altro paese occidentale, ma che l’Ita- svolgere anche una “funzione antimaggiorita- lia non aveva mai conosciuto in forme così ria”. Se a vincere le elezioni non sono i partiti acute e devastanti nemmeno durante la “guerra del “Comitato Antifascista”, dell’Anpi e del- fredda”. s Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale l’Insmli, allora il “patriota” della Costituzione, Ugo Finetti CRITICAsociale ■ 17 1-2 / 2011

■ LA AUTONOMIA DELLA MAGISTRATURA MEGLIO GARANTITA DA TOGLIATTI CHE DAL “GIUSTIZIALISMO” DEI NIPOTI DI BERLINGUER USO POLITICO DELLA GIUSTIZIA, ANOMALIA ITALIANA

Fabrizio Cicchitto Tutto questo ha un retroterra che non dob- vengo succederà qualcosa sul terreno dell’or- Stalin. Nella storia vera dei documenti, di de- biamo mai dimenticare, un retroterra che a mio dine pubblico”. Perché? Perché Pansa è andato rivazione comunista, fortunatamente scritta in ersino la componente migliore avviso rende l’Italia un Paese anomalo rispetto a toccare un pezzo di storia occulta, così come un libro di cui raccomando sempre la lettura, P del ’68, quella che animò la tra- al resto dell’Europa. L’Italia è un paese ano- occulto è ancora il quadro del finanziamento quello di Aga Rossi e Zaslavsky (purtroppo sgressione per la libertà dei co- malo e pericoloso per alcune ragioni di fondo irregolare del PCI e il fatto che il PCI ha avuto morto recentemente) “Togliatti e Stalin”, stumi e che rappresentò l’elemento di libera- che, tra l’altro saranno l’oggetto di un altro li- una componente armata di almeno 100.000 emerge che se in Italia non c’è stata una se- zione di una società in parte bigotta, oggi è ap- bro che ho quasi finito dal titolo “L’anomalia persone fino agli anni ’50, successivamente conda guerra civile dopo quella tra partigiani prodata ad una forma di moralismo e di bigot- italiana”. L’anomalia italiana secondo me è poi ridotto a nuclei di specialisti almeno fino e repubblichini, se non c’è stata una solleva- tismo sulla vita privata di Berlusconi per una fatta di più componenti. Essa inizia con il ri- agli anni ’70-’80, Berlinguer regnante, come zione comunista, preparata accuratamente al pulsione omicida di carattere politico-settario. tardo con cui è stata fatta l’Unità nazionale, dimostrano le lettere scritte da Cossutta e da nord da Longo e da Secchia sul modello titoi- Un approdo che dà anche il senso dell’attuale con le contraddizioni di questa unità, che ades- Pecchioli al Partito Comunista dell’Unione sta (che essi non riuscirono a realizzare in imbarbarimento. Ricordo che l’uso della vita so si cerca di rappresentare in forme agiogra- Sovietica. I due dirigenti chiedevano l’innesto quanto Tito e l’armata jugoslava combatteva- privata nella lotta politica in Italia risale a due fiche, ma che invece ha avuto s contri politici di un certo numero di trasmittenti segrete che no sul campo alla pari contro l’esercito nazi- casi che riguardavano la DC e il PCI. Il caso durissimi. Poi siamo entrati con una operazio- poi sono state smantellate in parte – altra di- sta, mentre loro ne diedero una traduzione ter- più noto è il caso Montesi che Fanfani aveva ne antidemocratica nella Prima Guerra Mon- chiarazione dei suddetti – durante il caso Mo- rorista con i gap), chi evitò quindi che la mat- alimentato per colpire Piccioni la DC a sua diale, mentre la maggioranza del Paese e delle ro. Inoltre del personale qualificato fu manda- tanza successiva al 25 Aprile e proseguita fino volta reagì con il caso Sotgiu per cui fu colpita forze politiche era contraria. Vinse una mino- to dal PCI in Unione Sovietica per apprendere al ’47, chi evitò che tutto questo debordasse in la vita privata del presidente comunista della ranza rivoluzionaria e reazionaria che ci portò i rudimenti, gli elementi essenziali di attività una guerra civile, non fu il gruppo dirigente provincia di Roma dopodiché la partita si fer- in guerra. L’anomalia prosegue inoltre per riservate e segrete. del Partito Comunista Italiano (anche se per- mò lì e da allora la vita privata non è stata più quello che avvenne subito dopo la Guerra, dal Il punto più di fondo che rende questo un sonalmente Togliatti era più favorevole a una utilizzata nello scontro politico, fino al 2008. biennio rosso all’avvento del fascismo. Questo paese anomalo e pericoloso, è costituito dal via pacifica) ma fu Stalin. Ricordo che ci sono stati presidenti del con- è un Paese che ha avuto vent’anni di dittatura fatto che quello di cui stiamo parlando – a noi L’Italia deve a Giuseppe Stalin se non c’è siglio e ministri del tesoro democristiani noto- fascista ed è un Paese che dopo aver fatto una sembra sempre di parlare di cronaca perché la stata una guerra civile perché il 3-4 marzo del riamente omosessuali, recentemente diventati terribile guerra civile, quella del ’43-’45, ter- cronaca ci insegue - è molto profondo, è nella ’44 Stalin chiamò Ercoli e gli disse: “Torna in senatori a vita che nessuno giustamente ha mai ribile da entrambi i lati, sia dal lato dei com- storia profonda di questo Paese, attiene alla Italia e fai un’operazione entrista rispetto al contestato. Questa “convenzione” ha caratte- portamenti spesso esecrabili dei repubblichini storia della sinistra italiana e attiene alla storia governo Badoglio”. C’era stata un’operazione rizzato la vita del nostro Paese, una consape- di Salò una vicenda storico-politica da consi- di una istituzione importante quale è la magi- geniale di Prunas, Ministro degli Esteri del go- vole scissione tra la vita privata, che ognuno derare organicamente negativa, ma terribile stratura, ma non solo di essa. verno Badoglio, che aveva stabilito dei rappor- vive come vuole, e la vita politica. anche per quello che è successo dopo, come i Rileggendo e riguardando i documenti, si ti con l’Unione Sovietica. Stalin nel gioco del- Noi oggi siamo al rovesciamento completo libri di Pansa stanno a dimostrare. Un esempio scopre poi, paradossalmente, che la classe di- lo scacchiere internazionale da un lato occu- di questo stile. Ma la china è destinata a peg- dell’inciviltà in corso in questo Paese è, ad rigente togliattiana del PCI aveva in sé la tabe pava e traduceva in potere quello che l’Armata giorare e l’imbarbarimento andrà avanti sia per esempio, che i libri di Pansa hanno una diffi- del legame organico con Stalin, ma era miglio- Rossa aveva conquistato, ma dall’altra parte - ragioni tecnologiche sia per la forte probabilità cile presentazione, al punto che io avendolo re di quella che l’ha seguita, quella berlingue- con un lucido realismo - Stalin sapeva di non del fatto che se oggi tocca a Berlusconi, do- invitato a presentare con me ed altri questo li- riana, perché i primi avevano il senso preciso potere rompere con gli Stati Uniti in un paese mani a cascata toccherà ad altri. bro, mi ha detto: “Non ci vengo perché se ci del limite in quanto glielo aveva dato lo stesso come l’Italia che era stato conquistato dagli 18 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

anglo-americani, al prezzo di provocare una il compromesso fu per la massima autonomia zionario-fascista. Nasce come movimento de- tra coloro che si richiamano al Partito Comu- guerra civile che avrebbe avuto conseguenze della magistratura perché nessuno allora sape- mocratico liberalsocialista perché tale era Lui- nista e coloro chemilitano nei gruppi extrapar- negative su tutto lo scacchiere mondiale. va chi avrebbe vinto: e il vincitore attraverso gi Beria d’Argentine. Ma Magistratura Demo- lamentari. Anche durante gli anni ’47-’48 Togliatti in- il Ministero di Grazia e Giustizia e il controllo cratica in quattro anni, dal ’64 al ’68 diventa Questa divisione si verifica non soltanto sul terpellò l’ambasciatore sovietico in Italia per sui pubblici ministeri, che avrebbe fatto? ciò che è anche attualmente: un soggetto poli- piano culturale ma anche sul terreno della giu- chiedere chiarimenti sulla posizione dei sovie- Quindi massima autonomia della magistratura. tico. Un soggetto politico tutto spostato a sini- risdizione perché quando Calogero fece l’ope- tici rispetto alla possibilità di un’insurrezione. Ma anche massima autonomia alla politica con stra, diviso fra chi si riconosceva nel PCI e chi razione 7 aprile e mise nello stesso sacco BR, E i sovietici gli dissero di no. Quando Secchia la salvaguardia dell’articolo 68. nel movimentismo extra parlamentare. Negri, Autonomia Operaia e così via, un pezzo nel ’47 andò a Mosca criticando Togliatti da Questa operazione “entrista”, che il gruppo Le carte vanno lette. Se si legge quello che di Magistratura Democratica si contrappose sinistra, gli fu ridetto “non è il momento”. dirigente togliattiano del PCI interpretò in una hanno prodotto culturalmente (Bruti Liberati frontalmente a questo perché era legata a quei Cosa significa tutto ciò? Che in assenza del- chiave difensiva, è diventata successivamente in primo luogo) gli esponenti di magistratura gruppi. la possibilità della traduzione automatica del un’altra cosa con Berlinguer. Egli ha certa- democratici troviamo la teorizzazione di una Di questo la DC e il PSI non se ne accorse- leninismo nell’ ipotesi rivoluzionaria, allora fu mente avuto più autonomia nei confronti organizzazione di magistrati come un soggetto ro, e ritennero che la magistratura potesse es- recuperata da parte di Togliatti l’elaborazione dell’Unione Sovietica ma non nella chiave politico a 360 gradi, che ritiene che la classe sere accarezzata con le due leggi Breganze e gramsciana dei “Quaderni dal carcere”. In essi della socialdemocratizzazione del PCI, ma operaia non sia più un soggetto sociale rivolu- Breganzene con i loro meccanismi corporativi Gramsci, genialmente, aveva riflettuto sulla di carriera che avrebbe potuto tener buona la sconfitta della guerra di movimento - cioè del- “bestia trionfante”. la rottura rivoluzionaria armata nei paesi del- l’occidente – e da non- staliniano qual era, (an- Progressivamente da un lato c’è una crescita che se ciò fu abilmente occultato da Togliatti) in parte autonoma di Magistratura Democrati- e si domandò come si poteva realizzare un’ati- ca e dall’altro lato c’è un Partito Comunista pica, rispetto a Lenin, rivoluzione nell’occi- che ha un rapporto dialettico con essa e che se dente che ha lo spessore di una società civile ne occupa in modo “scientifico” con Pecchioli che viceversa manca in Unione Sovietica. prima e con Violante dopo. Gramsci delineò “la strategia dell’egemonia e Poi che cosa accadde? Due fenomeni che si della conseguente conquista delle casematte intrecciano: uno è il crollo del comunismo. ideologico-culturali”. In sostanza Gramsci de- Col crollo del comunismo tutti pensano che il lineò la via di conquistare il cervello di una so- PCI diventarà un grande partito socialdemo- cietà che sul terreno dei rapporti di produzione cratico. Lo pensa anche Craxi e questa è una è capitalistica e sul terreno della direzione po- delle cause della sua rovina. Craxi pensa che litica è moderata conservatore, moderata rifor- la logica delle cose porti il PCI a diventare so- mista. La via indicata fu appunto quella della cialdemocratico e che egli sarebbe diventato il conquista del “cervello” di quella società at- Mitterrand italiano. Così Craxi aprì la guardia, traverso la penetrazione nelle casematte ideo- non fece le elezioni anticipate nel ’91 perché logico-culturali di quella società al fine di pas- glielo chiesero, nel famoso incontro del cam- sare da quel cervello allo Stato. per al congresso dell’Ansaldo, Veltroni e D’Alema. Loro glielo chiesero dicendo “facci Togliatti tradusse in pratica questa parte del guadagnare tempo e poi vediamo”, ma vole- lascito gramsciano, correndo anche un rischio vano guadagnare tempo per far fuori Craxi e perché in Gramsci c’erano tante cose eretiche il PSI e prenderne il posto. Questo è anche che però non furono colte e che furono occul- scritto nella biografia autorizzata di D’Alema tate fino agli anni ’60. Solo dopo c’è stata una fatta da Fasanella. Avviene quindi che, diver- lettura più autentica di Gramsci, si colse la sua samente dalle aspettative, il PCI cambia nome estraneità eretica nei confronti di Stalin, il suo ma non si trasforma in un grande partito so- dissenso dalla svolta estremista del sesto con- cialdemocratico e riformista. Il senatore Pel- gresso dell’Internazione Comunista. Del resto, legrino spiega gli elementi fondamentali di ciò con Togliatti, Gramsci ruppe sul piano perso- che allora avvenne nel PCI-PDS: secondo lui, nale fin dalla vicenda della sua famosa lettera non è una citazione testuale, il vuoto di cultura al PC(b) del 1926. politica che si determina a quel punto nel PCI Che cosa vuol dire la conquista del cervello venendo meno la storica e tradizionale cultura di una società e la conseguente conquista delle comunista viene riempito da personalità come casematte ideologico-culturali? Vuol dire con- Violante con la sua cultura giustizialista”. La quistare una fortissima influenza nelle case classe dirigente del PCI non era pronta – tran- editrici, nella scuola, nella radio, adesso ov- ne la minoranza migliorista ritenuta alternativa viamente nella televisione e inserirsi nella ma- a Craxi, (Napolitano stesso, Gerardo Chiaro- gistratura. Non è un caso che Togliatti nel go- monte specialmente, Bufalini, Cervetti, uno verno di unità nazionale prese il dicastero della dei primi colpiti non a caso da a Giustizia. Milano) - a diventare socialdemocratica anche Intendiamoci. Allora fu un’operazione fatta perché il retaggio del berlinguerismo su Oc- fondamentalmente in chiave difensiva, essen- chetto, D’Alema, Veltroni era fortissimo al do nel PCI così pessimisti visto il loro lenini- netto delle loro divisioni. smo, da temere, tendendo conto della colloca- Il PCI diventa PDS e scopre non la social- zione dell’Italia nell’area di influenza ameri- democrazia, ma scopre paradossalmente Karl cana, che gli avversari li “avrebbero fatti fuo- Schmidt, la dialettica amico/nemico, scopre il ri”, perché così loro avrebbero fatto, se ne Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale giustizialismo di Violante e di Magistratura avessero avuto la possibilità, come dimostra- Democratica, e dall’altra parte diventa il par- vano le parallele vicende in quei paesi dell’Eu- tito etero - diretto dal giornale-partito di Re- ropa dove era arrivata l’armata rossa. I comu- nella chiave dell’invenzione di un comunismo zionario, che il Partito Comunista si è infilato pubblica, ispirata da Scalfari e dai progetti di nisti staliniani di allora vedevano quindi l’in- diverso dal comunismo staliniano, un comu- nel compromesso storico e che a questo punto Carlo De Benedetti e così via. Si saldano così serimento nella magistratura e il controllo del nismo per certi aspetti autonomo che accettava il magistrato può diventare il soggetto rivolu- una serie di anelli che costruiscono nel nostro Ministero di Grazia e Giustizia in una chiave il pluralismo sociale e politico ma più spostato zionario a condizione che “superi” le teorie Paese un meccanismo infernale. E poi – altro difensiva. In quella situazione nella quale i a sinistra. E qui veniamo alla questione mora- sulla “terzietà”. Ci sono due volumi pubblicati punto di crisi – arriva la scadenza di Maa- Costituenti non erano degli angeli, come ci le, all’austerity, all’ occupazione della FIAT e nel ’75 da Laterza: “L’uso alternativo del di- stricht. vengono descritti, ma erano dei lucidi uomini via discorrendo. Ci fu anche il tentativo di un ritto”, che, partendo anche da pubblicazioni Credo che Andreotti e De Michelis, che han- politici. La costituzione è stata elaborata fon- recupero dell’ estremismo del ’68, di quadri di precedenti dei giuristi sovietici, dicono in so- no sottoscritto l’adesione dell’Italia al Trattato damentalmente da esponenti della DC e del quel movimento, recuperato poi per larga parte stanza che ci può essere un uso rivoluzionario di Maastricht, non si siano resi compiutamente PCI. Ora malgrado il Governo di unità nazio- nel gruppo dirigente occhettiano del Partito del diritto, e poi della giurisdizione, per tra- conto dell’operazione eversiva e rivoluziona- nale i due partiti si temevano. Anche da qui de- Comunista. Intanto si realizzava un’operazio- sformare appunto in modo rivoluzionario il si- ria che facevano. rivò l’estrema autonomia della magistratura ne scientifica d’inserimento nella magistratura stema politico e il sistema economico. Sul ter- E qui c’è l’altra anomalia: l’anomalia del dall’esecutivo. Ci fu su questo terreno un com- in parallelo anche con tendenze sorte dall’in- reno del sistema economico pensiamo anche grande capitalismo italiano. Esso non ha mai promesso di fondo buttato poi per aria nel ’93: terno stesso della Magistratura. Magistratura ai pretori d’assalto per quello che riguardava saputo dove stessero di casa il libero mercato l’articolo 68, l’immunità parlamentare. Allora Democratica nasce nel ’64 in polemica con il diritto del lavoro. I congressi di Magistratura e la concorrenza e ha avuto con tutti i partiti la DC e il PCI si temevano reciprocamente e una magistratura italiana per molti aspetti rea- Democratica hanno visto uno scontro esplicito politici, nessuno escluso, un rapporto di reci- CRITICAsociale ■ 19 1-2 / 2011

proca collusione. Tangentopoli non è un cri- nel fatto che il centrodestra della DC venne nere riguarda dieci, mille, cinquemila dirigenti anni. Tutto ciò marca il drammatico periodo mine di Craxi degli anni ’80. Tangentopoli è massacrato, mentre la sinistra democristiana politici, un partito è distrutto con la sentenza storico che ci costringe a parlare di giustizia: sistema organico costruito negli anni ’40 da viene salvata. Da questo salvataggio la sinistra anticipata e l’operazione è fatta. Non bisogna non è una cosa normale. Il mio libro sull’uso Valletta per la parte economica e da Enrico democristiana finisce alleata di chi l’ha salva- mai dimenticare che a Milano c’era una per- politico della giustizia è frutto di una situazio- Mattei. Un sistema fondato sul grande capita- ta, fino a fare un partito insieme. fetta sinergia tra il pool dei magistrati e il pool ne anormale. Dovrei scrivere libri di altro tipo, lismo italiano e sui partiti dell’”arco costitu- Sfido chiunque a dimostrarmi che accostan- dei cronisti giudiziari che lavoravano pratica- non sull’uso politico della giustizia. zionale”. DC, PSI, partiti laici, Ugo La Malfa do De Mita con Scalfaro e Forlani, risulti evi- mente assieme in una comunità politica che Ma questa è la realtà. e Partito Comunista Italiano che ne era coin- dente che Forlani sia un corrotto e gli altri due produceva i fatti che abbiamo visto. Adesso di che discutiamo in televisione se volto non solo con il finanziamento irregolare invece sono adamantini. Tutti e tre facevano Questo è il retroterra che sta alle nostre spal- non della vita privata di Berlusconi? Hanno dall’Unione Sovietica, non solo con il finan- politica nello stesso modo, ma uno è diventato le. Dopodiché Berlusconi che era sfuggito alla provato a distruggerlo con la vicenda della ziamento irregolare delle Cooperative Rosse: Presidente della Repubblica ed era così protet- vicenda di mani pulite anche grazie alla linea corruzione e non hanno sfondato, poi hanno (non a caso l’unico reato derubricato dopo il to, e condizionato, da poter dire in TV anche delle sue televisioni, è entrato in politica e ha continuato con le accuse di mafia e terrorismo ’92-’94 fu l’abuso in atti d’ufficio, che è il rea- “Non ci sto”; De Mita ha svolto la sua attività coperto lo spazio politico che era stato lasciato per bombe a Roma, a Milano e a Firenze (vedi to nel quale cadono gli amministratori comu- politica, mentre invece Forlani è andato a fi- vuoto con la distruzione della DC, del PSI, dei Spatuzza). Nessuno ci ha creduto. Allora han- nali che devono favorire le Cooperative Rosse nire ai servizi sociali e Di Pietro lo ha massa- partiti laici Di conseguenza Berlusconi ha im- no studiato l’uomo anche nella sua singolarità. e non a caso l’ultima amnistia in questo Paese, E si sono concentrati sulla vita privata, al pun- fu quella del 1989 che ha chiuso la partita an- to tale che un prodotto del ’68 trasgressivo co- che per quello che riguardava il finanziamento me Gad Lerner sventola in televisione l’ultimo sovietico). Come dimostra la direzione del PCI numero di “Chi” che pubblica una fotografia citata da Crainz e da Galli della Loggia il PCI, di Berlusconi con 25 parlamentari donne. Sia- nelle varie situazioni locali aveva anche un mo oramai alla barbarie totale. Questo è il rapporto di scambio con imprese private, quel- punto a cui siamo approdati. Concludo per lo che da luogo al reato di corruzione. Ma nel trarne delle conclusioni tutt’altro che piacevo- momento in cui l’Italia entra in Maastricht il li. Tutto questo ci dice che viviamo in un paese sistema di Tangentopoli diventò anti-economi- anomalo che ha un nucleo rivoluzionario-rea- co e quindi va smantellato. Poteva essere zionario, nero-rosso, micidiale perché si som- smantellato con una grande operazione conso- mano insieme spinte eversive di estrema de- ciativa. Invece è stato smantellato con una stra e di estrema sinistra. Bersani bercia alla operazione selettiva nella quale anche nel si- televisione sulla vita privata di Berlusconi? stema industriale alcuni sono stati salvati, altri Non sa dire altro, ma reputa che forse così vin- sono stati distrutti, altri colpiti e salvati. cerà le primarie con Vendola. Se lui la spara più grossa su questo terreno, ritiene di poter Chi nel sistema industriale stava fino alla ci- vendere la partita interna alla sinistra. Siamo ma dei capelli nel sistema di Tangentopoli? La a questo punto. Siamo un Paese unico nel FIAT. La FIAT viene colpita marginalmente mondo occidentale quanto all’uso politico del- ma poi viene salvata, così come viene salvato la giustizia e alla sua traduzione mediatica. Da il Partito Comunista Italiano che stava fino alla noi il circo mediatico-giudiziario su cui hanno cima dei capelli anch’esso nel finanziamento scritto due saggisti francesci è in azione dal irregolare compresi i rapporti con i privati. 1992, anche, se ha cambiato i suoi bersagli in Il bellissimo libretto “Tre giorni di storia ita- corso d’opera. liana” di Ernesto Galli della Loggia, appena uscito, riporta una citazione dal libro “Il Paese Occorre spiegare questa situazione nei suoi mancato” di Cranz di una direzione del Partito termini reali. Evitare le mistificazioni e evitare Comunista del ’74 in cui si esamina il proble- le manipolazioni. Ho l’impressione che l’appa- ma del finanziamento pubblico. Vari esponenti rato mediatico-giudiziario sia molto efficace. del Partito Comunista si dichiarano colpiti dai Altro che Berlusconi che controllerebbe la si- rapporti malsani con i privati che aumentano tuazione mediatica del paese! Ma che cosa la corruzione all’interno del partito. Anche il controlla Berlusconi? Le intercettazioni telefo- PCI quindi aveva un rapporto corruttivo con niche chi è che le dà ai giornali? Riflette su tut- imprese private ( oltre a quelli con l’Urss e le to ciò anche Violante che ha fatto una parziale Coop) e quindi era dentro Tangentolpoli fino analisi autocritica nel suo interessante libro “I alla cima dei capelli da tutti i punti di vista. magistrati”, ma non c’è stato un caso in cui la Però nel ’92-’94 che cosa succede? Succede magistratura sia intervenuta contro le violazio- che la DC, il PSI e i partiti laici vengono mas- ni del segreto istruttorio: sembra porprio che sacrati – sulla DC però c’è da fare una rifles- valga il motto: “cane non morde cane”. sione – e nel Partito Comunista viene colpita Ci troviamo di fronte, quindi, ad una situa- la corrente dei miglioristi. Vengono lambiti i zione fra le più serie e drammatiche della vita berlingueriani, (vedi Cappellini a Milano) ma di questo Paese perché - Dio non voglia: ci l’attacco si ferma lì. La FIAT da una parte, De hanno provato nel ’94 e non ci sono riusciti - Benedetti dall’altra parte e il PCI da un’altra ci stanno riprovando adesso e se salta questa ancoravengono salvati dalla Procura di Mila- resistenza che è stata impersonata fino adesso no, in primo luogo da Di Pietro che acquisisce da Berlusconi ci verremo a trovare in una si- quindi dei meriti sul campo. tuazione con un monoblocco di potere in cui Tra tanti episodi ce n’è uno che è straordi- si possono saldare tanti nuclei significativi: nario ed esemplare: Sama entra alla direzione Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale quelli amministrativi, quelli finanziarii, quelli del PCI con 600 milioni di lire, più - dico io istituzionali, quelli mediatici ed editoriali. per schierzare 600.000 lire – e ne esce soltanto Quindi la battaglia che si sta conducendo è una con 600.000 lire. Siccome Di Pietro è un noto crato sul piano mediatico nel processo Eni- pedito che l’operazione giudiziaria trovasse elementare battaglia elementare, di tutela di garantista dice di essere certo che Sama sia en- mont, mentre il presidente di quel tribunale si l’atteso sbocco politico immediato, perché col quello che rimane (e non è molto) dello stato trato con 600 milioni, però non avrebbe potuto rifiutava di ascoltare Occhetto e D’Alema 30% dei voti Occhetto grazie alla nuova legge di diritto e di fondamentali diritti di libertà. accertare a chi li ha lasciati: quindi Cusani e malgrado che da essi si recò Sanna a Botteghe maggioritaria uninominale avrebbe conquista- Rispetto a questo dico che a livello parla- Sama vengono poi condannati per aver fatto Oscure per quel famoso incontro. to il 70% dei seggi. Berlusconi stava scenden- mentare, a livello culturale, a livello giornali- un’operazione di corruzione che però non ha Contro la DC, il PSI, i partiti laici, svolse do in campo, e subito iniziava le persecuzioni: stico, anche tra la gente non impegnata in po- il nome del corrotto. Insomma un modo di fare un ruolo fondamentale il meccanismo della e viene a sua volta sottoposto al bombarda- litica occorre condurre questa battaglia per assolutamente discriminatorio, con due pesi e sentenza anticipata. Il principio della sentenza mento giudiziario: mi sembra che Paolo Ber- preservare gli elementari diritti di libertà in due misure. Due pesi e due misure che sono anticipata fu teorizzato da Borrelli in un’inter- lusconi fu arrestato nel gennaio del ’94. Ad questo paese. ancora più visibili nella DC. Mentre verso il vista fatta a Bernardo Valli. In sostanza Bor- ogni modo dal 1994 ad oggi Berlusconi è og- Questo libro è un minimo contributo a chia- PSI l’operazione è equanime, cioè il PSI viene relli così la descriveva: “Quello che conta è getto dell’attacco giudiziario. Orbene fatto ciò rire le cose perché oggi demistificare la mani- smantellato completamente e anche chi avreb- l’avviso di garanzia, l’eventuale custodia cau- non è un suo fatto privato, ma è un fatto poli- polazione in atto è già di per sé un’operazione be voluto “ridare l’onore ai socialisti” ad un telare, il rilancio fatto dai giornali di tutto ciò tico di devastante rilievo: il fascismo è durato “rivoluzionaria”, una rivoluzione liberaldemo- certo punto prende una botta che lo mette fuori a quel punto la sentenza è fatta”. Se poi dieci venti anni, e ora non è più questione di prima cratica per il ripristino dello stato di diritto. s gioco, per quello che riguarda la DC la dimo- anni dopo l’imputato viene assolto, quello re- o seconda repubblica, ma si tratta dell’uso po- strazione che l’operazione è tutta politica sta sta un fatto privato. Se un’operazione del ge- litico della giustizia che ormai dura da venti Fabrizio Cicchitto 20 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

MAGISTRATURA ■ IL COLORE POLITICO È STRUMENTALE ALLA DIFESA DEI PRIVILEGI DELLA CORPORAZIONE NÉ ROSSE, NÉ NERE: LE TOGHE SONO GIALLE

l tema della giustizia è talmente strata “in nome del popolo” e che i giudici so- I vasto che ogniqualvolta si affron- no soggetti “soltanto alla legge”. Questo arti- ta la questione sia pure in astratto, colo 101 va letto in connessione con l’articolo ognuno conduce questa astrazione alla concre- 1: la Sovranità appartiene al popolo che la tezza della vita vissuta. esercita secondo le forme e i limiti della Co- “Il cittadino si imbatte con la giustizia per- stituzione, ossia attraverso le leggi nel rispetto chè il bisogno di trovare un punto di equilibrio delle norme costituzionali. nelle controversie non trova altro luogo di ri- Quindi c’è una connessione tra la Sovranità composizione se non nel ricorso alla giustizia: popolare e la Magistratura che non è un potere, si tratta di vicende minime, dal condomino perchè non discende dalla sovranità popolare, all’occupazione di uno spazio, all’incidente e pertanto non ha un potere autonomo rispetto stradale, insomma il ricorso alla giustizia è il agli altri poteri costituzionali. E’ una connes- ricorso definitivo dei conflitti quotidiani, an- sione in cui l’incontro tra la Politica (che è che dei più piccoli”. l’espressione della sovranità popolare attraver- Naturalmente le questioni che emergono so gli strumenti della dialettica democratica) e quando si affronta il tema della giustizia, ri- la Magistratura, diventa il punto essenziale. guardano anche gli alti costi che si debbono I costituenti discussero dell’autonomia della sostenere, soprattutto da parte dei ceti più de- magistratura, e non ci fu nessuno che ritenne boli. Tutto questo appartiene alla dinamica che la magistratura non dovesse essere auto- della società. Per Rino Formica, che è interve- noma o che dovesse dipendere gerarchicamen- nuto nell’ultimo periodo con una accentuata te da qualche potere, nè dall’esecutivo, nè da frequenza in occasione della Riforma costitu- alcun altro potere. Avrebbe dovuto deliberare zionale della Giustizia, di cui ha criticato il fat- in assoluta autonomia e libertà. to che sia stata presentata dal governo e non in E qui sta il punto cruciale per ciò che inten- Parlamento, “il dato socialmente rilevante nel diamo costituzionalmente per “autonomia” rapporto con la Magistratura, ciò che crea il della Magistratura. Perchè essendo l’ammini- maggiore turbamento, è l’incognita se ci si tro- strazione della giustizia un’ ”attività umana” - verà di fronte al “giudice giusto”. e non un’ attività divina - essa è esercitata dagli “Per affrontare la vera questione della giu- uomini, i quali possono agire al massimo “ad stizia - sostiene - occorre procedere con un immagine e somiglianza” del divino, ma senza metodo di distinzione logico-razionale degli esserlo e quindi mai infallibili, con tutti i limiti aspetti prioritari: ci sono problemi di efficien- di ciò che è umano rispetto all’ ”universalmen- za, ci sono problemi di durata dei processi, ci te giusto”. sono problemi di norme da adeguare ai muta- Dunque “autonomia” nel vigilare, control- menti costanti della società, problemi di col- lare, giudicare su qualcosa, come la Giustizia, legamento tra diritto nazionale e diritti di altri che supera la sfera dell’umano, è tuttavia svol- paesi, ecc. La sua stessa natura rende la giu- ta nei limiti propri dell’ agire umano, e neces- stizia ricca di problemi che non possono essere sita quindi di una istituzione nella quale si ri- considerati risolti in assoluto una volta per componga un equilibrio tra sovranità popolare sempre, ma necessita di correzioni ed aggiu- e ordine giudiziario”. stamenti”. Si tratta appunto del Csm. Recentemente è stato proposto un appello “Il punto di equilibrio si raggiunse attraver- (sottoscritto anche dalla Critica Sociale) so l’idea che l’organo di controllo fosse pari- perchè la sinistra non sia più pregiudizial- tario tra espressione del potere democratico, mente ostile a discutere finalmente del tema della sovranità popolare (quindi articolo 1) e della Giustizia in presenza della Riforma un riconoscimento dell’autonomia della Ma- costituzionale presentata dal Governo. gistratura (art. 101): parità nella composizione “L’appello affronta una questione giusta in del Csm tra rappresentanza di origine parla- forma insufficiente ed alquanto elusiva. Rino Formica mentare e rappresentanza dell’ordine giudizia- Conosco l’onestà intellettuale e la serietà e rio. Questo è il punto decisivo sul quale av- coerenza sul punto dei tre proponenti, ma ri- Tra il ’92 ed il ’97, fu modificato il confine Cosa accadde allora? venne la composizione anche delle normative tengo che il loro invito resterà una esortazione tra potere politico rappresentativo ed ordine “Quando si decise come intitolare il Titolo successive, tra le quali quelle relative all’in- perchè non incide su le ragioni politiche che giudiziario. La rappresentanza elettiva ebbe la IV della Costituzione, ci fu una accesa discus- terpretazione della distinzione delle funzioni impediscono alla sinistra ufficiale di uscire dal legittimazione popolare ma fu circondata da sione: ci furono i sostenitori dell’intitolazione tra magistratura inquirente e magistratura giu- “voglio ma non posso”. crescente discredito. L’ordine giudiziario non “La Magistratura”, che indicavano l’ intenzione dicante, così come quelle relative a come in- Questa sinistra subisce da venti anni ebbe mai il formale consenso popolare, ma vi- di affrontare l’ argomento così come nel Capi- terpretare la giusta norma dell’obbligatorietà l’espansione politica del potere giudiziario. de crescere intorno a sè la tolleranza dinanzi tolo III, cioè come tema specifico, ma sempre dell’azione penale. Alla sinistra non riuscì il tentativo maldestro al suo sconfinare nell’esercizio di fatto del po- relativo alla Pubblica Amministrazione per re- In materia di giustizia non bisogna avere di piegare la maggioranza della magistratura tere politico. Dal ’97 ad oggi il prestigio della golarne l’attività nel quadro dell’ equilibrio dei preconcetti, perchè la sua amministrazione è alle sue direttive e si rassegnò a subire il potere politica non è cresciuto, ma si è anche affie- poteri dello Stato. Ci fu chi ritenne di mettere un campo soggetto al continuo trasformarsi della corporazione. volito il riconoscimento popolare al graduale invece un titolo più vasto, per affrontare nel delle dinamiche sociali. Del resto la tesi del- Errore fu quello di voler piegare la magistra- e progressivo espansionismo politico dell’or- suo complesso il tema della “Giustizia”. E ci l’interpretazione dinamica della legge è sem- tura ed errore simmetrico è quello della magi- dine giudiziario. Ecco dove è la ragione del furono infine coloro che sostennero doversi in- pre stata presente nella cultura socialista. Pro- stratura che vuole piegare la politica conside- blocco istituzionale. La magistratura ha invaso titolare,”Il Potere giudiziario”. prio negli anni ’60 fu l’iniziativa socialista che rata capace di produrre metastasi istituzionali. il terreno della politica ma è senza scettro an- Passò la soluzione di mettere il titolo: “La sviluppò nel dibattito politico la necessità che La rottura dell’equilibrio paritario tra Parla- che se può fare del male. La politica è senza Magistratura”. Quindi non la “Giustizia”, per il magistrato non giudicasse in termini cristal- mento e togati nel CSM, come avevano ben la spada, anche se può minacciare. Una sta- codificare una grande aspirazione umana, ma lizzati, ma interpretasse le norme in relazione visto i costituenti, da Calamandrei a Togliatti, gnazione ribollente può durare, ma a lungo an- “Magistratura” per la regolamentazione di una alla situazione sociale. Magistratura Democra- da Dossetti a Ruini, da Targetti a Rossi, ha da- dare prepara il terreno della rivolta istituzio- “attività umana”. E si escluse che dovesse es- tica nasce da un’iniziativa dei socialisti; i “pre- to vita alla repubblica dei giudici. nale. Tornare alla saggezza dei costituenti del sere un “potere”. Le proposte avanzate dai co- tori d’assalto” erano nelle commissioni giusti- In uno Stato di diritto se una corporazione 1946, trascurando gli adattamenti dei costi- stituenti Mastino e Persico di intitolare il capi- zia del partito socialista. Quindi non ci faccia- domina l’insieme tutto regredisce sino alle pri- tuenti di fine 1947, è il terreno sul quale può tolo “Potere giudiziario” furono accantonate. mo velo. Non siamo contrari all’autonomia mitive regole delle tribù. L’appello evita di af- avvenire il dialogo tra politica e magistratura. Cosa si voleva stabilire, quindi, nel momen- della magistratura. frontare la questione della ineguale struttura Questo è l’appello che mi sentirei di sotto- to in cui si escludeva che la Magistratura fosse del CSM perchè la sinistra alla quale si rivolge scrivere. Il resto è esercizio muscolare che an- un “potere”? Si fissò nell’articolo 101, il pri- Ma cosa avvenne nella fine di vita del- è affaticata, debole e subalterna. nuncia tempi oscuri”. mo del Titolo IV, che la giustizia è ammini- l’Assemblea costituente. Perchè fai diffe- CRITICAsociale ■ 21 1-2 / 2011

renza tra i costituenti del ’46 e le conclusio- modo assoluto: andremmo a ferire il principio Quindi la questione è tutta squisitamente grandi banche che avendo incroci di interessi ni del ’47? del “libero convincimento” che ogni giudice politica? internazionali, sono in condizioni di poter fis- Nel novembre del 47, pochi giorni prima deve avere. Se si dovesse decidere sulla base Qui sta il punto dirimente per comprendere sare persino le politiche del credito. della chiusura dei suoi lavori, questo equilibrio di “tabelle” prestabilite, per reati e controver- la situazione politico-storica che si è creata tra Oggi la politica può solo fare interventi di fu rotto con l’”emendamento Scalfaro”. Que- sie civilistiche, non ci sarebbe nemmeno biso- il 1990 e il 1997. Nella Bicamerale si cercò di natura”ex post” solo quando vi sia una emoti- sto emendamento prevedeva la composizione gno del giudice. Il problema del giudice è il scalfire una serie di eccessi attraverso la “boz- vità pubblica che esplode. Se si guarda al pic- del Csm in “due terzi/un terzo” nel rapporto suo comportamento, non il suo convincimen- za Boato”, ma si ridusse in maniera simbolica, colo caso Parmalat, mi stupisco dello stupore, tra toghe e rappresentanza parlamentare, e tro- to. Se cioè un organo disciplinare equilibrato, e aggiungerei ridicola, la composizione del perchè sono vent’anni che c’è shopping stra- vò l’ opposizione della parte più dinamica del- composto in modo paritario dal potere demo- Csm da “due terzi/un terzo”, in “tre quinti/due niero nelle aziende italiane. Nessuno se n’è in- la Costituente, tra cui i democristiani Dossetti, cratico e dalla rappresentanza giusta dei togati, quinti”. teressato sino ad oggi. O la politica recupera Moro, La Pira, Perassi, i socialisti, i comunisti, possa stabilire se un comportamento isolato o Tra il ’90 e il ’97 l’indebolimento del potere iniziativa sulle grandi questioni di squilibrio i liberaldemocratici, compreso il presidente continuato di un giudice sia ispirato da tenden- politico è stato così violento che permane an- dei poteri, o altrimenti siamo destinati a una della Commissione dei 75, Meuccio Ruini. Vi ze estranee alle norme del diritto. cora, e attraverso ulteriori circostanze si è ag- corporativizzazione selvaggia di qualsiasi at- fu una votazione tormentata ed incerta che die- A me ha fatto impressione il fatto che nel- gravato, con leggi elettorali maggioritarie che tività umana”. de al blocco conservatore la maggioranza, con l’ANM, quando si è discusso su che compor- hanno introdotto elementi di squilibrio e in- un’assenza del 40 per cento dei parlamentari tamento avere nei confronti della Riforma del- quietudine. Nel Csm l’equilibrio basato sul Un risultato anti-nazionale nel 150 anni- costituenti, che furono presenti al voto in 315- la giustizia, si è ricostituita una unanimità che principio di parità tra ciascuna delle due rap- versario dell’Unità d’Italia. Paradossale. 320 su 556 eletti. non c’è nella Giunta esecutiva dell’Associa- presentanze, togate e laiche, si formava sulla “Certo. E’ una tendenza anti-nazionale: que- Con questo emendamento veniva depoten- zione, dove Magistratura indipendente è al- rappresentanza proporzionale. Oggi invece ab- sta è la vera secessione, non il federalismo fi- ziata anche la funzione di arbitro del Presiden- l’opposizione. In quella circostanza, proprio il biamo una tendenza alla trasformazione delle scale”. te della Repubblica, che presiede il Csm dive- rappresentante di quella componente modera- minoranze in maggioranze: minoranze eletto- nuto ormai un organismo con una maggioran- ta, il magistrato Ferri, ha sostenuto la necessità rali che diventano maggioranze parlamentari, Se il magistrato, nell’attuale squilibrio al- za precostituita, peraltro formata da una cor- l’interno del Csm (a suo vantaggio rispetto porazione. Nei primi 20-25 anni di applicazio- alla rappresentanza parlamentare), diventa ne della Carta costituzionale, l’”emendamento attraverso l’interpretazione della legge lui Scalfaro” favorì la maggioranza dei togati di stesso fonte del diritto, non ci troviamo nel- ispirazione conservatrice. la situazione capovolta in cui la magistratu- La dinamica sociale successiva, dopo il cen- ra diventa la effettiva titolare della sovrani- tro sinistra degli anni ’60, gli scontri politici, tà, essendo la corporazione sempre in mag- il terrorismo, l’acutizzarsi delle lotte sociali e gioranza nel Csm, ovvero nell’organo di democratiche nel Paese, naturalmente influì controllo? Infatti essa può sempre stabilire nella formazione della nuova generazione dei in ultima istanza una norma extraparla- magistrati. Ma con questo non si può dire che mentare prevalendo nell’organismo di au- ci fu un passaggio dalle “toghe nere” dei con- togoverno in merito ai comportamenti che servatori, alle “toghe rosse” dei magistrati di fondano questo tipo di norme. Leggi entro nuova generazione: tutto questo sarebbe stato cui soltanto la “sovranità popolare” si può assorbito all’interno di una rappresentanza pa- manifestare, e alle quali esclusivamente il ritaria. Con la rappresentanza maggioritaria magistrato è tenuto a rispondere. Non è un delle toghe rispetto ai “laici”, invece, la rap- sovvertimento costituzionale? presentanza dell’ordine non fu più quella di un La domanda è esatta, ma bisogna prima cer- particolare colore interno alla corporazione, care di capire un’altra cosa: ovvero, dal 1948 ma è la rappresentanza della corporazione ispi- al 1992, queste norme come hanno funziona- rata dalle sue tendenze prevalenti: essa non to? Hanno funzionato bene, perchè la forza, il privilegia “toghe nere” o toghe rosse”, ma la prestigio e l’autorevolezza della politica, della corporazione, le “toghe gialle”. Che possono rappresentanza politica, del Parlamento, dei essere in alcuni momenti di tendenza conser- partiti politici (sia di maggioranza che di op- vatrice o ribellistica”. posizione), obbligavano tutte le componenti attive della società a trovare forme di collabo- Il “colore” diventa secondario rispetto al razione. sistema complessivo dei rapporti tra poteri? Quando i magistrati oggi invocano il potere “Sono rimasto colpito da una cosa, questa sì politico, affermano che la magistratura ha dato veramente incostituzionale: assegnare alla nei decenni un tributo di sangue nella lotta Magistratura un potere politico “di fatto”, contro il terrorismo e la criminalità. Ma è pro- quando i costituenti non vollero mai, nemme- prio questo che dimostra come vi era una col- no e soprattutto nel titolo del Capitolo relativo laborazione tra politica e magistratura: non c’è a questa materia, prescrivere un “potere giu- stato nessun caduto nella magistratura durante diziario”, ma vollero scrivere “ordine”. E un la lotta alla corruzione politica. Pur avendo “ordine” è qualcosa che sta all’interno di un messo sotto tiro la politica, i magistrati non so- sistema, l‘ “ordine” non ha una sua autonomia no morti, i morti sono stati tra gli indagati. di potere, ma è all’interno di un più vasto po- Dunque come i magistrati hanno titolo a dire, tere che è il potere democratico. L’ordine non giustamente, che nella lotta al terrorismo e la è una sorgente. Sta in un equilibrio delicato ba- criminalità hanno condotto una lotta eroica e sato sul principio “di essere rispettato, purchè sanguinosa, cosa verissima, proprio per questo rispetti”. le morti vere di persone, di partiti, di forze po- litiche, di aziende, di interessi, dimostrano che Perchè questo nodo non viene fuori? c’è stato uno squilibrio di ingiustizia da parte Perchè la discussione si è appassionata su della magistratura. L’argomento del “tributo di questioni tecniche che sono risolvibili. La que- sangue” è vero in entrambi i sensi, e non sola- stione dell’obbligatorietà della azione penale mente a senso unico. da cosa nasce, se non dalla circostanza del so- che la corporazione fosse unita, e ha portato minoranze attive della corporazione che di- C’è un censimento da fare: un errore giudi- vraccarico di domande di giustizia non più ge- come argomento fondamentale proprio il pe- ventano tutrici della totalità della corporazio- ziario fa molto più danno di qualunque ingiu- stibile dalla magistratura? Allora ci vuole qual- ricolo che lo squilibrio all’interno del Consi- ne. Il discredito della politica che permane e stizia politica. L’ingiustizia politica è sanabile cuno che dia un ordine a queste domande. Ma glio Superiore della Magistratura non verrebbe si diffonde, non consente di affrontare con au- con la lotta democratica. Aggiungo poi la no- questo non può essere dato in modo “assoluto” più tutelato, con la Riforma, a vantaggio della torevolezza il problema del primato della rap- tazione che il vuoto tra politica e interessi le- da chi è ormai un potere politico autonomo di corporazione medesima. presentanza popolare. Questo porterà alla con- gittimi, porta un vulnus anche all’interno degli fatto. L’ordine alla domanda di giustizia deve Sorge cioè un problema che non deve essere seguenza che le corporazioni si faranno partito stessi interessi legittimi. L’equilibrio politico essere stabilito all’ interno di un potere demo- risolto dall’Associazione nazionale della Ma- a sè. Superando il partito politico. Del resto democratico serve anche al complesso delle cratico, non autonomo e assoluto. gistratura: ogni corporazione ed ogni ordine questo non è solo il caso della Magistratura. corporazioni e degli interessi, perchè evita che La stessa separazione delle carriere, se fun- che si rispetti tende a tutelare l’espansione del E’ anche il caso dell’informazione che è diven- siano essi stessi preda di tendenze minoritarie. ziona bene o meno dopo un periodo di prova, proprio potere. Oggettivamente. Perchè oltre tato potere politico. Nel mondo dell’economia Perchè sono le minoranze attive che creano il è tutta materia discutibile e risolvibile. Anche alla finezza dell’interpretazione della norma c’è un potere che non è più nella Confindu- patriottismo antidemocratico di gruppo. Ma la responsabilità civile dei magistrati è risol- interviene un potere reale che consiste non nel stria. Chi guida la danza sono due-tre grandi prevalgono anche all’interno della corporazio- vibile, perchè nessun giudice lo può essere in giudicare se stessi, ma nel giudicare gli altri”. imprese. Nel campo del credito, sono due-tre ne e la sottomettono”. s 22 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

■ LA ETEROGENEITÀ DI PARTITI SENZA IDENTITÀ È ALL’ORIGINE DELLA CRISI DEL BIPOLARISMO LA PRIMA PIETRA, UNA LEGA DEI SOCIALISTI? “PER UNIRE I RIFORMISTI NEL SOCIALISMO EUROPEO”

120 anni della Critica Sociale, sempre favorevole a mettere insieme delle for- I oltre che un anniversario per ce- ze che abbiano un obiettivo preciso. Sono lebrare e per conoscere meglio il sempre colpito dai socialisti che sono nel cen- ruolo avuto dal socialismo riformista nella co- tro destra e che si esprimono ormai così: “la struzione della società nazionale dopo l’Unità sinistra dice, la destra risponde”, come se an- d’Italia, offrono anche l’occasione per un chia- che loro fossero di destra. Non possiamo met- rimento non solo storico, ma politico, su ciò tere insieme destra e sinistra, dobbiamo met- che resta dell’identità della sinistra italiana. tere insieme il riformismo socialista. Questa è Non fosse altro che per la coincidenza coi 90 la base: un socialismo liberale, democratico anni dalla scissione comunista al congresso di come è nella gran parte dell’esperienza del so- Livorno. cialismo europeo. Per questo serve che in Ita- Naturalmente non è un confronto tra Pci e lia ci sia un processo di revisione della storia Psi, partiti ormai scomparsi. della sinistra italiana una revisione socialista Ma il modo differente con cui le due storie e una revisione comunista. In altri momenti sono terminate, l’intreccio conflittuale tra le con Rino Formica abbiamo sostenuto che il sorti dell’uno e dell’altro partito, collocati su problema era di farsi carico di tutti gli errori e fronti opposti di fronte alla “rivoluzione giu- di tutti i successi delle forze della sinistra ita- diziaria” -l’uno tra le vittime, l’altro coi “rivo- liana, socialisti e comunisti. Se ognuno invece luzionari” - non solo ha lacerato una ferita già pensa solo di glorificare la propria parte e di aperta, ma l’ha persino aggravata, nonostante mettere solo in evidenza gli errori dell’altra le speranze dopo la fine dell’ Urss. parte, si perdono di vista i nuclei vitali delle Tutto questo potrebbe essere derubricato a due forze. Bisogna ormai posare le armi se si “fatti vostri”, ad una questione, cioè, esclusi- vuole mettere assieme i nuclei vitali delle due vamente interna a una “vecchia sinistra”, già storie e conseguire l’obiettivo di una grande rottamata o da rottamare. Se non fosse che forza riformista e socialista in Italia. Tutto que- quello scontro all’ultimo sangue ha scardinato sto finora è mancato, ma credo che anche nelle l’ intero sistema politico, ingessandolo per nuove generazioni stia maturando l’idea che vent’anni in un bipolarismo artificiale ( la po- una sinistra come quella che c’è oggi in Italia, sizione della stragrande maggioranza dell’elet- non sia una sinistra credibile. Anche nelle sue torato socialista nel centro destra ne è esempio punte più radicali, come quella di Vendola, si paradossale, ma più che comprensibile), e nel tratta di forze di piccola entità. Il partito socia- disordine istituzionale. Alla fine occorrerà da- lista che sta nel centrosinistra raggiunge l’1 re una coerenza ai progressivi interventi isti- per cento, il 2 al massimo. Un partito socialista tuzionali con un piano di assestamento conclu- (come fu anche il partito comunista) non può sivo del sistema politico e dello Stato. non essere un partito di massa, un partito di Dunque questa “vecchia sinistra” non passa, popolo. Questa è l’esigenza che vedo. L’esi- nè nel bene, nè nel male, perchè la sua vicenda genza di una battaglia politica e culturale per passata e presente si intreccia con lo stato di mettere assieme tutte le forze che, comunque salute del sistema politico odierno. La soluzio- e da ovunque provengano, si pongano il pro- ne non è dunque questione di “volti nuovi”, blema di dare all’Italia una forza del riformi- ma è la soluzione di una questione “vecchia”, smo socialista di stampo europeo”. quasi marcita, senza la quale i “volti nuovi” di oggi sono destinati ad affollare la gerontocra- Per chiarire eventuali equivoci: proponi zia dei decenni futuri (e i suoi medaglieri). una forma di associazionismo politico tra ex La Critica Sociale ne parla con Emanuele socialisti ed ex comunisti purchè si abbia Macaluso, direttore delle Nuove Ragioni del chiaro lo scopo di ricongiungere identità po- socialismo: entrambe le riviste (con Mondo- litica e forma partito, superando la situazio- peraio) sono significativamente animatrici del ne di oggi in cui il contenitore si sostituisce Comitato promotore per le Celebrazioni dei Dalla mostra sui 120 anni di Critica Sociale ai contenuti? 120 anni di Critica Sociale, che si svolgeranno “Perfetto. Un’associazione di forze con nel corso dell’anno sotto l’Alto Patronato del l’obiettivo di un partito di sinistra riformista Presidente della Repubblica, Giorgio Napoli- Intervista con Emanuele Macaluso legato al socialismo europeo”. tano. “Penso che questo bipolarismo - dice Maca- sere la divaricazione tra identità politiche e gi sia quello della ricostruzione delle forze po- Un partito laburista? luso - sia entrato ormai in crisi non solo, come partiti politici, tra contenuti e contenitori, litiche, dei partiti politici. E’ una cosa a cui “Non ne farei questione di nomi. Il laburi- ha scritto Michele Salvati sul Corriere della dove alla fine i contenuti, le culture politi- pensare già ora per uscire dalla crisi di questo smo ha un riferimento nel lavoro e ha un rife- Sera, perchè l’eterogeneità dei due poli non fa che, sono in funzione del contenitore, che bipolarismo ormai superato. Per il riformismo rimento nella storia del socialismo europeo. Io funzionare il sistema. E’ vero che nell’uno e privo di un suo profilo, non può agire senza socialista l’approdo non può che essere un par- vengo dal sindacato dove sono stato dodici an- nell’altro polo c’è di tutto. Ma la verità è che spaccarsi, non può radicarsi, essere luogo tito che abbia come riferimento il socialismo ni, è la mia prima grande esperienza. Dal ’44 l’eterogeneità è già all’interno dei partiti. Ri- della partecipazione popolare alla forma- europeo, dove la storia dimostra che possono al ’56 ho diretto un sindacato di categoria, tengo che la sinistra - questa è l’opinione che zione della politica nazionale, come dovreb- convivere anche forze cattoliche: Jacques De- quello dei minatori, ho diretto la Camera del ho espresso sulla mia rivista - debba far esplo- be essere il partito politico per vocazione lors ha avuto un ruolo straordinario per il par- Lavoro di Caltanissetta, ho diretto la CGIL si- dere questa contraddizione attraverso una crisi naturale. Non credi? tito socialista francese, e non ha mai dovuto ciliana dal ’47 al ’56 e quindi ho vissuto l’uni- costruttiva del Partito democratico con l’obiet- “Il Partito democratico è una coalizione tra nascondere la sua fede cristiana”. tà sindacale. L’unità sindacale si è rotta nel tivo di una grande forza che metta assieme tut- la ex Margherita e l’ex Ds. Infatti non è un ca- ’48. Ero segretario regionale della CGIL e sta- ti i “riformisti” e non tutti i “riformismi”, co- so che questo partito non sia riuscito ad avere Stai ipotizzando una sorta di associazio- vo nel Direttivo nazionale. Partecipai alla riu- me dicono, di matrice diversa (cattolica, co- una sua base politico-culturale, ed ogni volta, nismo politico tra socialisti di ogni campo, nione del comitato direttivo in cui si definì la munista, socialista, ecc). No. Il riformismo de- quindi, che affrontano temi come quello del te- una sorta di Lega dei socialisti? rottura: fu una seduta molto drammatica e ve avere un proprio segno, una sua qualità di- stamento biologico, si blocca e non riesce ad “La trasversalità va bene, ma a condizione quindi ho presente questi problemi. La cosa stintiva, precisa: il riformismo socialista, quel- assumere una posizione propria come partito. che abbia un obiettivo e l’obiettivo deve essere che mi ha sempre turbato e sulla quale non rie- lo del socialismo europeo”. Dall’altra parte è la stessa cosa: la scissione di la costruzione anche in Italia di una grande sco ancora a darmi una spiegazione, che non Fini ha dimostrato che non c’era un partito e partito socialista come c’è in tutta l’Europa sia una spiegazione negativa, è che nonostante La caratteristica dell’attuale sistema po- che anche nel PdL c’era e c’è di tutto: ci sono tranne che nel nostro Paese. Altrimenti l’asso- sia venuta meno la ragione della rottura (e la litico, dopo vent’anni di seconda repubbli- i socialisti, i democristiani, l’aziendalismo ber- ciazionismo politico è un altro equivoco. Dun- ragione della rottura del ’48 fu lo sciopero po- ca, ormai invecchiata anch’essa, sembra es- lusconiano. Penso allora che il problema di og- que una “lega dei socialisti” si può fare, sono litico per l’attentato a Togliatti, il patto atlan- CRITICAsociale ■ 23 1-2 / 2011

tico, il mondo era diviso e ognuno pigliò la sua questione prioritaria a mio avviso. Il socialismo ■ “A VOI LA RESPONSABILITÀ DI GUIDARE IL REVISIONISMO ISTITUZIONALE” posizione), nonostante tutto questo sia finito, separato dal sindacato non esiste. Il laburismo non si è tornati l’unità sindacale. inglese si è un po’ staccato dai sindacati. Ma AI COMPAGNI SOCIALISTI DEL PDL La cosa veramente sorprendente è che tra il non è pensabile una forza socialista senza lega- 1969 e il 1970 si stava definendo il processo mi col sindacato, nè un sindacato che non abbia dell’unità sindacale con Carniti, Benvenuto, anche un orizzonte politico, non partitico”. Lama. Con Trentin i metalmeccanici fecero la Rino Formica federazione unitaria, sebbene ci fosse ancora Tra poco si vota per il rinnovo di impor- la guerra fredda. Oggi che non c’è più l’Unio- tanti amministrazioni comunali. Credi che ne Sovietica, non c’è più il partito comunista, dopo le elezioni dei consigli sia possibile ini- Roma, 17 febbraio 2011 non c’è più il partito socialista, non c’è più la ziare a dar vita a quell’ipotesi di associazio- democrazia cristiana e non c’è più l’occidente nismo dei riformisti, a quella sorta di Lega ari Compagni, conosco diviso dall’oriente com’era prima, perché il dei socialisti, nei municipi? “C la vostra storia, conosco sindacato non è unito? “Penso che se si ricomincia a re-identificare i vostri tormenti, conosco Penso che la responsabilità sia delle buro- la possibilità di una forza socialista, sia indi- il vostro orgoglio, ma conosco anche le ra- crazie sindacali, le incrostazioni dei poteri spensabile partire da un coinvolgimento dei gioni profonde della ribellione che in questi dentro il sindacato che hanno ormai raggiunto consiglieri comunali, che sono una parte im- diciotto anni di errante navigare vi hanno una specie di ossificazione in tutte e tre le cen- portante, non possono essere lasciati fuori. Bi- spinto ad essere fuori dal vostro campo tra- trali sindacali che non hanno più provato a sognerà vedere nel concreto cosa sarà possibile dizionale di partecipazione civile e di predi- mettere insieme un confronto vero. Bisogna fare: non c’è dubbio che il peso della vicenda lezione culturale. vedere se è possibile, o meno, fare una rifles- dei municipi significa tanto, anzi tantissimo. Creare un insieme di forze in unʼarea mo- sione sulle politiche sindacali, perché non c’è Vediamo cosa succederà alle elezioni, penso derata e tollerante sotto la guida di un frui- Mani pulite è il momento catartico di que- dubbio che oggi la forte divaricazione tra la che una iniziativa in questa direzione bisognerà tore delle comodità del vecchio ordine, fu sto groviglio e nello stesso tempo funziona CGIL e la CISL, tra la CGIL e la UIL è più prenderla. Del resto siamo nel 120esimo anni- per molti una scelta obbligata. Chi ha resi- da contrasto ad ogni svolta in versione revi- profonda di quanto non lo fosse negli anni ’50. versario della Critica Sociale e il terreno natu- stito a queste tentazioni aveva due vie da- sionistica. Alle culture politiche si sostituisco- Siamo tornati indietro, ancora come se ci fosse rale su cui è cresciuto il socialismo italiano è vanti: o consegnarsi ad una sinistra perden- no fulminanti intuizioni e narrazioni post- un sindacato legato al governo, la CISL e la stato anche nei municipi, prima ancora che nel- te in politica ma resistente nelle radici dei ideologiche; vecchi strumenti combinati con UIL, e un sindacato legato all’opposizione co- le fabbriche. Il socialismo municipale, la de- contropoteri, o lavorare nella semiclandesti- nuovi linguaggi vengono adottati per selezio- me la CGIL . Quindi siamo tornati a una situa- mocrazia come partecipazione all’esperienza nità per aprire un varco nella continuità di re- nare le classi dirigenti. Ma su tutto domina zione peggiore di quella degli anni ’50, perché dell’autogoverno. Non c’è dubbio. Ed è per gime truccata da rottura di ciclo. un imperativo: conservare il patto costituzio- dopo gli anni ’50 questa questione era stata su- questo, appunto, che il problema del Comune, Coloro che hanno scelto la prima soluzio- nale, espellere i corpi estranei anticostituzio- perata sia con il travaglio della CISL e della della comunità, è stata una delle bussole del ne hanno sentito la mortificazione di essere nali, ricucire lo strappo costituzionale fissan- UIL sia con il travaglio della CGIL: insieme vecchio socialismo, ma anche del nuovo socia- rinchiusi in un protetto serraglio da circo iti- do, però, una nuova scala gerarchica tra i si erano staccati dallo stretto cordone ombeli- lismo. E’ una strada che va percorsa”. nerante, coloro invece, che hanno optato poteri nella quale la politica non sia più il do- cale che legava l’uno al governo e l’altra al- per la seconda ipotesi, hanno dovuto sop- minus ma sia la forza servente di una logica l’opposizione. Oggi siamo tornati al peggio Le riforme istituzionali non necessitano portare i colpi che i tempi lunghi di una tran- extra ed ultra politica (le leggi regolatrici del- del peggio. Il mondo del lavoro di oggi è ra- di un quadro più razionale in cui inserirsi? sizione sanno infliggere ai sopravvissuti di la moralità civile amministrata dalla giurisdi- dunato non in una forza politica con una sua I cambiamenti in corso d’opera, al di là del una grande storia. Lʼeffetto congiunto della zione e non dalla politica che si rinnova). identità ma nel sindacato – occorre quindi sti- merito, sembrano andare avanti in ordine sterilizzazione del patrimonio socialista, con- Lo sconfinamento dei poteri al di fuori del molare un riavvicinamento e una prospettiva sparso. Non è un cavillo, ma una questione segnato alla sinistra antisocialista e del lento quadro politico degli equilibri istituzionali, di unità. Io penso che il nostro lavoro politico di metodo relativa all’equilibrio finale esaurirsi della vena culturale revisionista del non fa solo vittime di prima linea, ma deva- e culturale della sinistra deve tendere a questo dell’assetto dello Stato e della società. Ri- socialismo sommerso, carica , voi socialisti sta e modifica la morfologia del terreno del processo”. prenderesti l’idea della Costituente? nel centro-destra, di una immensa e, forse, gioco democratico. La proposta di un’ Assemblea costituente è imprevista responsabilità: dichiarare chiusa I socialisti che Berlusconi imbarcò nellʼAr- Una profonda revisione della cultura sin- stata una battaglia che animammo anni fa For- la fase della resistenza democratica allʼinter- ca di Noè, furono schiavi ai remi, ma sicco- dacale potrebbe essere una delle priorità del mica ed io. Ne scrivevo sulla Stampa di Tori- no di un contenitore che non ha risposto alla me erano i più bravi salirono sul ponte di co- dibattito di un ipotetico partito del sociali- no, proponendo non un’assemblea di 600 per- originaria speranza di poter garantire una mando, ma non convinsero il capitano a ca- smo riformista europeo? Un partito dei la- sone, ma un gruppo ristretto di eletti, sul mo- dialettica nuova e costruttiva alle spinte plu- pire che una rotta senza bussola porta nelle voratori senza sindacato è inimmaginabile. dello della Costituente del ‘46 composta da 75 rime della società. secche o su gli scogli. Così è avvenuto! Del resto così nacque il partito laburista membri. Non dovrebbero essere parlamentari, Oggi il vostro immobilismo ci riproduce il Non vi chiedo di prendere la scialuppa e britannico: un’associazione (la Fabian so- ma personalità elette per un incarico a termine, film della timidezza di Craxi che non volle di abbandonare la nave, ma se volete salva- ciety) e le Unions. per un periodo di un anno e mezzo, ad esem- capire sino in fondo la “rottura dellʼ89”. Allora re un popolo che deve sostenere la rinascita “Non c’è dubbio: la questione sindacale è la pio. Se un parlamentare volesse farne parte do- non si seppe costruire lʼalternativa ad una del Paese con la fine di una transizione tutta vrebbe dimettersi. La Costituente dovrebbe crisi istituzionale di sistema. Lʼimplosione giocata allʼinsegna dellʼantipolitica, dovete consegnare un testo al termine dei suoi lavori dellʼ89 mise in luce lʼulteriore impoverimento mettere sottocoperta il capitano, curarlo e contenente la proposta di riforma da presentare delle “risorse naturali” della Carta Costituzio- sbarcarlo in un porto sicuro. in una legge costituzionale da sottoporre al vo- nale (il ruolo dei partiti, il primato della politi- A voi tocca il compito di riprendere la gui- to del Parlamento. E’ un progetto a cui si po- ca, gli equilibri tradizionali dei poteri). da delle forze del revisionismo istituzionale, trebbe lavorare, ma ormai siamo verso la fine La società si era fatta adulta e si era poli- politico e sociale. Voi potete farlo perchè ve- della legislatura, se addirittura non si sciolgano ticizzata liberandosi dalla mediazione dei nite da una scuola di liberi pensatori, di re- le Camere anticipatamente. Abbiamo di fronte partiti. Ma in quali forme ciò avvenne? frattari al dominio del potere, e di ribelli alla solo due anni, di vita politica accidentata, e Le ingenuità e le incertezze della società subalternità sociale. Non vi chiedo di passa- con la riforma della Giustizia che rischia di che voleva rappresentanza senza la media- re con altri, ma di essere voi stessi sino in non andare in porto per tempo. Aveva perfet- zione dei partiti, ritenne che la sola riscrittura fondo. Berlusconi quando scoppiò mani pu- tamente ragione Formica, che, in un recente dei linguaggi politici e delle relazioni tra i lite, rinnegò Craxi e si sentì sciolto da ogni articolo, sosteneva che sarebbe stato più op- gruppi facesse germogliare lʼidea, sbagliata vincolo di gratitudine. Voi invece, dovete es- portuno presentare la riforma da parte dei ma suggestiva, di poter governare la com- sere riconoscenti per lʼospitalità accordatavi, gruppi di maggioranza, piuttosto che dal go- plessità con la semplificazione delle formule ma non obbligati a masticare capsule di cia- verno. Il fatto che un potere, che non sia quello politiche e con lʼaccorciamento della catena nuro, perchè ciò che avete dato è molto di del Parlamento, indichi come riformarne dei poteri. più di quanto vi è stato concesso. E non vo- un’altro, crea tensioni fortissime. In questo La crisi della politica produce il devastante glio ricordare che il Cavaliere spesso ha fat- contesto chi propone una legge per andare ad fenomeno del capo carismatico, dominus di to finta di non conoscervi. una riforma costituzionale più razionale?”. unica istanza e luogo esclusivo per la sintesi Spero di rivedervi presto in campo. dei conflitti. Con affetto fraterno Una legge istitutiva di iniziativa popolare, Noi socialisti avevamo da tempo (dal Mi- Rino Formica ad esempio. das) maturato la consapevolezza che la rot- “Si può anche fare, ma pensiamoci bene per- tura del legame politica-società-istituzioni, P.S. Vedo che intorno al Pdl spuntano co- chè mi sono già battuto per queste cose. Oggi avrebbe prodotto una eccezionale domanda me funghi velenosi personaggi che in forme non so se siamo ancora in tempo, perchè la si- di nuovo riformismo che sarebbe entrata in truffaldine si richiamano al socialismo. tuazione mi pare molto deteriorata e la legisla- drammatica rotta di collisione con una parte La precondizione per una ripresa della mi- tura ormai è avviata verso la conclusione”. s dei poteri strutturati e del ceto politico domi- gliore tradizione dei socialisti italiani è disfar- nante e culturalmente ostile ad ogni forma di si subito dei Lavitola e dei Graziani e del loro Intervista a cura di Stefano Carluccio rottura revisionistica. verminaio” 24 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

■ LA CHIUSURA NELLA LITIGIOSITÀ EUROPEA RESTA INCOMPRENSIBILE DOPO LA FINE DEL COMUNISMO IL SOCIALISMO ATTRAVERSO LE SUE CRISI

Enrico Landoni cazione internazionalista del partito, proprio nel momento in cui andavano profondamente ella caduta del Muro di Ber- modificandosi i rapporti di forza che fino a N lino sono chiaramente indivi- quel momento avevano caratterizzato lo scac- duabili la definitiva sconfitta chiere internazionale. del paradigma ideologico e politico del comu- “Il sistema comunista” - disse Craxi - “usa- nismo ed il crollo rovinoso del sistema statuale va alternativamente e preferibilmente anzi il delle cosiddette “democrazie popolari”, la cui termine socialista rispetto al termine comuni- crisi drammatica ed irreversibile è in realtà sta: i Paesi socialisti, i regimi socialisti, il so- coincisa, più in generale, con il complessivo cialismo reale. Per noi tutto questo rappresen- fallimento di un immane e mostruoso progetto tava un inganno, ma per loro rappresentava di ingegneria sociale ed economica, chiamato una pesante realtà. Sorgono movimenti demo- “socialismo reale”. cratici, di diritti civili, liberaldemocratici e af- Socialiste, d’altra parte, secondo la defini- fiorano dei gruppi socialdemocratici. C’è una zione delle stesse autorità comuniste al gover- situazione in movimento, complessa, nella no dei Paesi succitati e delle loro stesse Costi- quale naturalmente i socialisti democratici eu- tuzioni, erano a vario titolo chiamate le repub- ropei dovranno agire in modo tale da potere bliche comprese tra la vecchia Prussia ed i esercitare una influenza non solo generale ma Balcani.1 L’inesorabile smottamento di queste anche rivolta a gettare le basi di capisaldi so- organizzazioni giuridico-statali, per certi versi, cialisti democratici in questi Paesi […]”.9 ha quindi finito per mettere in discussione la Anche alla luce di questa citazione, quella complessiva validità del socialismo, quale dot- di Craxi emerge dunque come una delle co- trina politica di libertà, emancipazione e pro- scienze più lucide del socialismo europeo di gresso, non soltanto all’interno degli Stati del quel tempo, che, nel suo complesso però, in un Patto di Varsavia, ma anche e soprattutto nei momento di particolare difficoltà e di fronte Paesi dell’Occidente sviluppato e capitalista, soprattutto alla sfida del futuro e della globa- a dispetto delle colpevoli sottovalutazioni del- lizzazione, anziché recuperare lo spirito crea- le socialdemocrazie europee. tivo e la visione mondiale che avevano indub- L’Internazionale Socialista, che ha svolto un litico e soprattutto culturale, anche le demo- bile destrutturazione del solido impianto cul- biamente favorito il rilancio dell’Internaziona- ruolo fondamentale a supporto delle forze del crazie avanzate dell’Ovest.3 D’altra parte, po- turale ed etico della socialdemocrazia, in virtù le Socialista, a partire dall’importantissimo dissenso interno al blocco comunista,2 impe- chi giorni dopo il fatidico 9 novembre 1989, proprio dell’inarrestabile disfacimento del mo- congresso di Ginevra del 26-28 novembre gnandosi nello stesso tempo con grande vigore intervistato dalla televisione francese, persino dello sovietico, meritano una particolare cita- 1976,10 finì per ripiegarsi su stesso, rinchiu- sul fronte del dialogo e della cooperazione con il grande Mitterand, faticando probabilmente zione gli intellettuali francesi Gilles Martinet, dendosi all’interno della litigiosa e disartico- le stesse élite burocratiche al governo delle a mettere a fuoco la reale portata dello storico terrorizzato dal vuoto ideologico e da un vero lata dimensione continentale, senza riuscire ad “democrazie popolari”, tra il 1989 ed il 1991 evento che si era da poco consumato in Ger- e proprio horror vacui venutosi a creare in se- elaborare dei condivisibili ed al contempo vin- ha scelto infatti di non affrontare il delicatis- mania, dichiarò che la crisi irreversibile del no alla sinistra europea,6 ed Alain Touraine. colanti obiettivi per i vari partiti nazionali. simo problema delle profonde interconnessio- modello comunista avrebbe dovuto trovare Quest’ultimo in particolare, sulle pagine di Meno di quindici anni erano dunque trascor- ni di ordine culturale esistenti tra il cosiddetto differenti risposte nazionali, rigorosamente Le Monde del 23 gennaio 1990, ebbe ad espri- si dalla pubblicazione di quello splendido vo- “socialismo reale” ed il modello socialdemo- dentro comunque il contesto geopolitico in cui mersi con assoluta chiarezza in merito alle pos- lumetto dal titolo Quale socialismo per l’Eu- cratico, che, pur incommensurabilmente di- le aberrazioni di quel paradigma erano andate sibili conseguenze negative dello smottamento ropa, contenente l’assai interessante e prezioso stanti e diversi tra loro, sono stati per l’appunto sviluppandosi. Secondo l’allora presidente comunista sulla tenuta complessiva del model- scambio epistolare avviato da Brandt nel 1972 legati in qualche modo dall’appartenenza sto- francese, in sostanza, come ha acutamente sot- lo socialdemocratico: “La decomposizione dei con il leader socialdemocratico austriaco, Bru- rica ad una comune matrice ideologica e cul- tolineato Marco Gervasoni all’interno di una regimi comunisti […] segna la fine non solo di no Kreisky, e con l’indimenticato Olof Pal- turale. sua bella biografia politica, la caduta del Muro un modello politico, ma, in senso più largo, di me,11 sulla base del quale era stata completa- Agli occhi di quasi tutti i leader dei partiti di Berlino avrebbe riguardato soltanto il co- una rappresentazione rivoluzionaria della storia mente riscritta l’agenda politica del socialismo socialisti dell’Europa occidentale, d’altra par- munismo, senza mettere minimamente in di- e della società, sulla quale una gran parte della internazionale, eppure il socialismo europeo, te, in quello specifico frangente il crollo del scussione l’identità dei socialisti né aprire la sinistra, persino al di fuori dei Paesi del socia- in quel frangente, sembrò aver completamente Muro di Berlino rappresentò non tanto lo sti- strada ad una facile vittoria del libero lismo reale, si è costituita […]”.7 dilapidato e quasi rinnegato, per certi versi, molo ed il punto di partenza per un comples- mercato.4 questo inestimabile patrimonio programmati- sivo ripensamento ed una profonda revisione Anche Willy Brandt, allora Presidente del- Secondo il sociologo transalpino, i socialisti co ed ideale. ideologica e culturale del socialismo democra- l’Internazionale Socialista ed indiscusso pro- democratici ed i comunisti, al di là delle loro Aveva dunque inizio, proprio a cavallo tra gli tico, quanto piuttosto la conferma della sua de- tagonista del socialismo internazionale, pochi profondissime divergenze, si erano trovati a anni Ottanta e Novanta, la crisi strutturale del finitiva vittoria sul comunismo e della scom- mesi dopo, nell’ambito di un colloquio con condividere una cultura politica messa davve- socialismo, rimasto privo, in virtù delle miopi parsa quindi di ogni reale ostacolo alla piena Mario Telò per il quotidiano l’Unità, si dimo- ro a dura prova dagli eventi consumatisi a Ber- scelte compiute da numerosi leader europei, del ed irreversibile affermazione dei suoi valori. strò chiaramente di questo avviso, aggiungen- lino nel novembre del 1989 e dal vento di suo tratto distintivo e della sua vera forza, ov- Con un certa presunzione, in sostanza, quegli do tuttavia di temere fortemente per le sorti del cambiamento che stava spirando di fatto in tut- vero della vocazione internazionalista. stessi dirigenti delle socialdemocrazie, che, a socialismo democratico all’interno dei Paesi ti i Paesi compresi tra il Danubio ed i Balcani. Nel momento stesso in cui andava raffor- ragione e con successo, avevano ritenuto di dell’Europa orientale, con particolare riferi- Con il disfacimento del modello comunista, a zandosi l’interdipendenza economica tra le va- poter in qualche modo contaminare il moloch mento all’Ungheria, dove stava montando una suo avviso, non sarebbe terminata la storia del- rie Nazioni del mondo e le forze del capitali- comunista, disseminando all’interno del bloc- forte ondata nazionalista, xenofoba ed ultrare- la sinistra, ma al cospetto dell’ubriacatura li- smo internazionale, sospinte dal trionfante co sovietico proprio i germi del socialismo de- ligiosa, alimentata da un vero e proprio furore berista che stava favorendo il trionfo del mer- verbo neoliberista, si dirigevano alla conquista mocratico ed occidentale e sostenendo corag- iconoclasta nei confronti di qualsivoglia retag- cato, i socialisti avrebbero dovuto battersi per delle terre vergini dell’Est europeo, la social- giosamente alcuni dei più autorevoli dissiden- gio socialista, quand’anche di mera ascenden- favorire “l’alleanza tra i nuovi movimenti di democrazia europea optò dunque per la defi- ti, di fronte al crollo di quel complesso siste- za semantica.5 ispirazione morale e culturale, con una politica nitiva rinuncia ad ogni progetto di trasforma- ma, pensarono che il paradigma socialista, in Al di là di queste specifiche valutazioni, va neosocialdemocratica, di lotta contro le disu- zione della realtà, scegliendo addirittura di ac- quanto superiore al comunismo, sarebbe rima- più in generale ricordato che tra le file della si- guaglianze rafforzate dalla concorrenza inter- cantonare irreversibilmente ogni possibile in- sto immune dagli inevitabili effetti collaterali nistra europea quasi nessuno volle davvero te- nazionale e dall’accelerazione dei mutamenti tervento correttivo nei riguardi delle numerose di questa drammatica cesura storica. nere in debita considerazione il rischio di una tecnologici ed economici”.8 sperequazioni, determinate dall’incontrollata Nei principali Paesi dell’Europa occidentale possibile ricaduta negativa sulle sorti e le pro- Dell’esistenza di un legame non tanto poli- avanzata del mercato. andò così affermandosi l’idea secondo cui, do- spettive del modello socialdemocratico del tico ed ideologico, evidentemente, quanto La crisi strutturale del socialismo va tuttavia po tutto, le conseguenze della caduta del Muro processo di disfacimento del cosiddetto “so- piuttosto storico e culturale tra socialismo de- inserita nel più generale processo di involuzio- di Berlino e dell’ineluttabile crollo del comu- cialismo reale”. mocratico e “socialismo reale” aveva in realtà ne della politica, che gli interessi economici nismo, cui la stessa socialdemocrazia europea Tra i pochi però che compresero con reale parlato, seppur in modo più sfumato e proble- organizzati sono riusciti a ridurre ormai ad un aveva contribuito in modo decisivo, avrebbero tempismo ed acuta lungimiranza l’assoluta ne- matico, anche Craxi già in occasione della riu- ruolo ancillare, a loro direttamente subordina- riguardato e coinvolto di fatto quasi esclusiva- cessità di una nuova piattaforma socialista, di nione della Direzione Nazionale del PSI del to, all’interno delle differenti realtà statuali, mente gli stessi Paesi del blocco comunista, fronte alla crisi irreversibile del comunismo, 29 novembre 1989, ritenendo altresì fonda- peraltro dilaniate da rivendicazioni particola- senza chiamare in causa, dal punto di vista po- ed il pericolo di un’incipiente ed incontrolla- mentale un’ulteriore valorizzazione della vo- ristiche e drammatici squilibri economici, e CRITICAsociale ■ 25 1-2 / 2011

profondamente segnate da paure irrazionali.12 La paralisi operativa e programmatica che luta attualità, ma sembra rappresentare ancora della libertà personale e messi l’uno contro La globalizzazione economica, la progres- impedì di fatto ai membri dell’IOS di assume- oggi l’analisi più lucida e completa di uno dei l’altro dalla sbandierata modernità del capita- siva scomparsa di confini materiali tra i Paesi re, tra il 1938 ed il 1939, qualsivoglia iniziati- più gravi problemi dell’umanità, a dispetto del lismo globalizzato, che sembra tuttavia ricor- e la loro crescente interconnessione ed inter- va unitaria, di fronte all’annessione tedesca colpevole disinteresse attualmente mostrato nei dare molto il modello economico agognato da dipendenza, facilitata dalle nuove tecnologie, della regione cecoslovacca dei Sudeti ed al- suoi riguardi dalla politica internazionale.19 alcuni “illuminati” industriali di fine Ottocen- unite ad una drastica compressione del ruolo l’invasione della Polonia, rappresentò dunque In questo stesso torno di tempo, inoltre, il to, inclini a ritenere che i diritti dei lavoratori della politica e della sua prospettiva interna- lo sbocco inevitabile di quella che, a buon di- gruppo di lavoro sui problemi del Medio e la loro complessiva emancipazione rappre- zionale, hanno paradossalmente finito, d’altra ritto, può essere considerata la più grave crisi Oriente costituito dall’ex borgomastro di Ber- sentassero un pernicioso ostacolo al libero di- parte, per rivalutare in qualche modo proprio della storia del movimento socialista interna- lino all’interno dell’Internazionale Socialista, spiegamento delle forze del mercato, oltre che questa dimensione nazionale e localistica.13 Il zionale, giunto infatti alla fine degli anni Tren- riusciva a ritagliarsi un ruolo estremamente ri- un pericoloso attentato all’ordine costituito.22 prepotente riemergere di questa istanza terri- ta del secolo scorso in una condizione di asso- levante sulla scena internazionale, divenendo Al cospetto dunque di questo terribile pas- toriale sembra in realtà aggravare ulteriormen- luta prostrazione. un affidabile interlocutore delle parti in con- sato, cui è stato consentito di ritornare sotto le te la crisi del socialismo, che, rinchiuso all’in- Davvero rapidi furono però i tempi della sua flitto, sotto la guida del grande Olof Palme.20 mentite spoglie del futuro e della modernità, terno di una visuale così angusta, fatica a di- ripresa, che culminò in una vera e propria pa- Il leader della socialdemocrazia svedese, d’al- sembra francamente impossibile ritenere esau- spiegare la propria carica creativa indissolu- lingenesi di un modello culturale, prima anco- tra parte, era stato fino ad allora uno dei pochi rita la missione storica del socialismo, a meno bilmente legata ad una prospettiva internazio- ra che politico ed economico, destinato a di- statisti di rilievo internazionale ad essere riu- che naturalmente non se ne ignorino genesi e nale e mondiale. ventare il vero propellente dello sviluppo com- scito a tener testa ad alcuni padri della patria sviluppo e non si voglia soprattutto perpetuare Alla luce di questa ricostruzione, è dunque plessivo dell’Europa occidentale per oltre qua- israeliana, non senza usare l’ironia tagliente o la mistificazione della storia e della realtà, che facile intuire come l’attualità della crisi socia- rant’anni, non senza, evidentemente, difficoltà lo spirito polemico, come quella volta in cui, ha reso possibile appunto la trasformazione in lista non dipenda tanto dalla presenza o meno o battute d’arresto. accusato da Golda Meir e da Yigal Allon di modernità e progresso della gretta e retriva vi- al governo dei principali Paesi del mondo di aver avuto dei rapporti diretti con il terrorismo sione della società sostenuta dai pionieri del forze politiche di ispirazione vagamente pro- All’interno di questa importantissima stagio- palestinese, osò rispondere a quest’ultimo: “E capitalismo industriale e la metamorfosi del gressista e dunque da particolari contingenze, ne di pace, conquiste economico-sociali e pro- tu cos’eri, Yigal?”, con riferimento all’attività socialismo da messaggio di liberazione e rivo- quanto piuttosto dalla perdita di un ruolo e di gresso, il socialismo ha quindi potuto dispie- svolta da Allon contro le autorità inglesi, pri- luzione a preziosa quanto inutile anticaglia. una visione culturale, prima ancora che politi- gare il proprio disegno riformatore, conqui- ma della fondazione dello Stato di Israele.21 La nuova sfida del socialismo sembra essere ca, di rilievo ed interesse planetario, in virtù standosi, grazie all’impegno ed al contributo Di fronte alla grandezza ed all’autorevolez- dunque quella del ritorno al futuro, cui è pos- anche delle scelte totalmente divergenti assun- di uomini come Brandt, Wilson, Kreisky, Pal- za degli esempi prodotti da questi dirigenti sibile approdare solo tornando appunto a de- te in tempi assai recenti, in mancanza di qual- me, Mitterand, González e Craxi, credibilità, della socialdemocrazia europea, attorno a due nunciare e a criticare le vere forze del passato siasi forma di coordinamento, da vari leader simpatie e consensi in tutto il pianeta, e dive- dei più drammatici problemi che affliggono e della conservazione e a studiare l’economia socialisti dell’Europa occidentale. nendo quindi un punto di riferimento impre- l’umanità e la cui gravità purtroppo non è an- e la società con i nuovi strumenti messi a di- Schröder e Blair in particolare hanno tentato sposizione dalla tecnologia, ma con lo stesso l’opzione semplicistica della contrapposizione approccio dei padri del socialismo internazio- tra un cosiddetto “vecchio socialismo” ed una nale e dello stesso Karl Marx, naturalmente. “nuova socialdemocrazia”, dall’inconsistente, Il tema della continuità dinamica tra passato per non dire impalpabile, impianto ideale e e futuro deve pertanto tornare al centro del- culturale, andando alla ricerca di una terza via l’azione politica socialista, come del resto in- tra lo storico paradigma socialdemocratico ed dicato in termini estremamente chiari pochi il liberismo dominante.14 mesi prima della sua morte da François Mitte- A tal riguardo, con un po’ di vis polemica, rand, all’indomani della sconfitta del PS alle ma soprattutto con vero spirito costruttivo, si presidenziali francesi del 1995: “Ogni debo- potrebbe forse affermare: tertium non datur. lezza del Partito Socialista nei confronti del Il socialismo è infatti tale oppure non è, non centro lo conduce alla sconfitta e ogni volta ha cioè bisogno di anodine aggettivazioni né che questa tentazione riappare finisce per in- di particolari specificazioni, come l’espressio- debolire il partito. Il PS non deve mai dimen- ne “socialismo dei cittadini” utilizzata da Za- ticare che la sua battaglia, ben lungi dal tro- patero,15 e soprattutto deve assolutamente in- varsi nel campo politico, è prima di tutto una serirsi all’interno di una prospettiva interna- battaglia contro le forze sociali, che, loro, de- zionale. Analizzando la sua storia, d’altra par- terminano le condizioni della battaglia politi- te, emerge in tutta evidenza come i momenti ca. Non c’è per i socialisti che questo ancorag- di sua particolare debolezza e crisi siano so- gio a sinistra. Non ammetterlo significa solo stanzialmente coincisi proprio con la perdita perdere la propria forza e la propria identità e di questa visione d’insieme di livello mondia- correre irrimediabilmente verso la disfatta. Per le, con lo sviluppo incoerente e disarticolato il futuro, come per il passato, la vittoria della di proposte programmatiche profondamente sinistra è possibile a condizione che resti se diverse da Stato a Stato e conseguentemente stessa. Al di fuori del grande rassemblement con l’attuazione di politiche destinate ad ante- delle masse popolari non c’è salvezza”.23 porre gli interessi locali e nazionali ai valori Facendo tesoro di questa lezione e ponendo senza frontiere, che stanno alla base dell’inter- fine soprattutto alla stagione delle pericolose nazionalismo socialista. alchimie politico-programmatiche ed elettora- Non va infatti dimenticato che il fallimento scindibile nella cultura di tutta l’umanità. Si è data affatto riducendosi nel corso degli ultimi li, che tanto gli hanno nuociuto, a partire dalla della Seconda Internazionale si è tragicamente trattato ovviamente di un cammino piuttosto anni, fa davvero impressione osservare l’im- metà degli anni Novanta del secolo scorso, il consumato nell’estate del 1914, con l’appro- lungo, iniziato ufficialmente nel 1951 con la barazzante titubanza e l’assordante silenzio socialismo può davvero tornare a svolgere un vazione da parte di tutti i partiti socialisti ricostituzione al congresso di Francoforte sul che sembrano dominare l’azione politica dei ruolo centrale nella definizione della nuova d’Europa, ad eccezione di quelli italiano, serbo Meno dell’Internazionale Socialista,18 desti- socialisti europei. agenda politica mondiale, sulle cui priorità una e russo, dei crediti di guerra, e con la liquida- nata a diventare l’ambasciatrice del socialismo I relativi partiti nazionali, d’altro canto, sono gloriosa organizzazione come l’Internazionale zione quindi, sull’altare della ragion di Stato, nel mondo, che, proprio grazie al rilancio di molto divisi tra loro, mentre i rispettivi leader Socialista, oggi presieduta da George Papan- della solidarietà internazionale, che persino il questo organismo, letteralmente rigeneratosi vagano confusamente alla ricerca di una scor- dreou e assolutamente bisognosa di un com- Presidente di questo organismo, il belga Emile nel corso degli anni Settanta, ha conosciuto ciatoia politico-programmatica di mera utilità plessivo riassetto, deve saper esprimere una Vandervelde, leader del Parti Ouvrier Belge e forse nel 1980 il suo momento di massimo elettorale, di una terza via, oppure di un nuovo posizione chiara ed utile in particolare alla Ministro del Governo De Broqueville, fu co- successo internazionale. centro, dove poter produrre in vitro una nuova causa del nuovo proletariato internazionale, al stretto a rinnegare, di fronte alla proditoria in- Il socialismo è giunto al culmine della pro- specie di socialismo, contenente una ridottis- di là di ogni confine statale e politico. vasione del suo Paese da parte delle truppe te- pria parabola evolutiva, dopo essere riuscito, sima quantità di cellule provenienti dal suo “Quali sono gli interessi che vogliamo di- desche.16 Né, a maggior ragione, possono es- da indiscusso protagonista, a condizionare passato, depurato del suo pesante armamenta- fendere? Quelli delle classi operaie di un certo sere tralasciati alcuni specifici riferimenti alla l’agenda politica internazionale, assumendosi rio ideologico e culturale, ed un’interminabile numero di Paesi, o quelli di tutto il genere drammatica crisi dell’Internazionale Operaia la responsabilità diretta di articolare proposte serie di luoghi comuni più o meno validi per umano? La storia dovrebbe averci insegnato e Socialista (IOS), che, alle soglie della secon- davvero attuabili su scala planetaria e capaci tutte le famiglie politiche. che seguire il primo obiettivo, separatamente da guerra mondiale, condannò di fatto all’im- soprattutto di modificare, riequilibrandoli, i o decisamente contro il secondo, non solo è in- potenza i principali partiti del movimento ope- drammatici rapporti di forza economici esi- Oggi però il socialismo non ha bisogno né giusto, ma anche illusorio […]”.24 Lo disse raio internazionale, dopo più di dieci anni di stenti tra nord e sud del mondo. di apprendisti stregoni né di esperimenti di la- Craxi a Ginevra nel 1976, al cospetto dei de- laceranti discussioni, polemiche divergenze ed Proprio nel 1980 veniva infatti presentato da boratorio. Necessita al contrario di certezze, legati al XIII congresso dell’Internazionale egoistiche prese di posizione, dettate per lo più Willy Brandt, a nome dell’Internazionale So- storia, passato e tradizioni, la cui frettolosa di- Socialista. Sarebbe davvero opportuno ripeter- da interessi nazionali, di fronte all’emergenza cialista, il celebre rapporto North-South: a pro- smissione sta provocando danni gravissimi a lo oggi, alla luce dell’assoluta attualità del- nazifascista.17 gram for survival, che non solo resta di asso- milioni di uomini, sfruttati, impoveriti, privati l’impegno internazionalista. s Se lavori in proprio, possiamo fare business insieme.

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NOTE ticolare LʼInternazionale socialista. Storia, stemi produttivi territoriali?, a cura di Marcel- Drammatiche scissioni tra due guerre mon- protagonisti, programmi, presente e futuro, lo De Rosa e Domenico De Vincenzo, Liguo- diali, ivi, pp. 114-135. A tale riguardo si ve- 1 Sulle peculiarità politiche e giuridiche di cit., pp. 11-12; Gianni Finocchiaro, Una svol- ri, Napoli 2002. Di fronte poi allʼemergere dano inoltre LʼInternazionale Operaia e So- ciascuno degli Stati appartenenti al blocco ta dellʼInternazionale Socialista al 13° con- 14 Uno dei principali ispiratori della profon- cialista tra le due guerre, a cura di Enzo Col- sovietico e sugli eventi che condussero alla gresso, in Affari Esteri, a. IX, n. 33, gennaio da revisione politico-ideologica, cui Gerhard lotti, Feltrinelli, Milano 1985; Patrizia Doglia- loro liberazione dal comunismo si veda in 1977, pp. 115-130; Lucio Pesetti, LʼInterna- Schröder nella seconda metà degli anni no- ni, La ricostituzione della Internazionale So- particolare Bruno Bongiovanni, La caduta zionale Socialista dal 1951 al 1983, Marsilio, vanta ha sottoposto la SPD, è stato Ulrich cialista nel primo decennio postellico (1918- dei comunismi, Garzanti, Milano 1995. Venezia 1989, pp. 120-175. Beck. Tra le sue opere si vedano in partico- 1928), estratto dagli Annali della Fondazione 2 Sullʼattività svolta su questo fronte da 11 Cfr. Willy Brandt - Bruno Kreisky - Olof lare Was ist Globalisierung? Irrtumer des Giangiacomo Feltrinelli, 1983-1984, pp. 225- Bettino Craxi in particolare, che dal 1976 al Palme, Quale socialismo per lʼEuropa, Leri- Globalismus-Antworten auf Globalisierung, 277; Milos Hajek, Il fascismo nellʼanalisi 1992 è stato Vicepresidente dellʼInternazio- ci, Cosenza 1976. Per un profilo politico e Suhrkamp, Frankfurt am Main 1998, la cui dellʼInternazionale Operaia Socialista, ivi, nale Socialista, si vedano soprattutto lʼinter- biografico di questi tre indimenticati leader traduzione in italiano è stata pubblicata da pp. 389-430; Mario Mancini, LʼIOS e la que- vento di Lech Walesa al convegno Bettino della socialdemocrazia europea si vedano in Carocci lʼanno successivo; La società del ri- stione del fronte unico negli anni Trenta, ivi, Craxi, il socialismo europeo ed il sistema in- particolare Peter Koch, Willy Brandt: eine schio: verso una seconda modernità, Caroc- pp. 177-198. ternazionale, che è stato organizzato dalla politische Biographie, Ullstein, Berlin - Fran- ci, Roma 2000; Anthony Giddens, come no- 18 Cfr. Antonio Missiroli, 1945-1990. Quan- Fondazione Craxi e si è svolto a Milano nel kfurt 1988; Willy Brandt: ein politischen Le- to, è stato invece il principale punto di riferi- do Brandt disse: “Ricominciamo da capo!”, gennaio del 2005, pubblicato in Bettino Cra- ben, 1913-1992. Katolg zug einer Ausstel- mento ideologico-culturale di Tony Blair, so- in LʼInternazionale Socialista. Storia, prota- xi, il socialismo europeo e il sistema interna- lung des Archivs der sozialen Demokratie prattutto agli esordi della sua esperienza di gonisti, programmi, presente e futuro, cit., zionale, a cura di Andrea Spiri, Marsilio, Ve- der Friedrich Ebert Stiftung, a cura di Werner governo. Si vedano in particolare, tra le sue pp. 136-153. Si veda inoltre Internazionale nezia 2006, pp. 219-222, e la relazione di Krause, Archiv der sozialen Demokratie der opere, Oltre la destra e la sinistra, Il Mulino, Socialista 1951-1974, a cura dellʼIstituto di Andrea Spiri e Victor Zaslavsky, I socialisti Friedrich Ebert Stiftung, Bonn 1993; Barbara Bologna 1997 ed il celebre pamphlet La ter- Studi Socialisti, Società Edizioni Popolari, italiani e il dissenso nellʼEst europeo, pubbli- Marshall, Willy Brandt: a political biography, za via, Il Saggiatore, Milano 1999. Sul New Roma 1974, pp. 10-35. cato nello stesso volume, pp. 155-181. Macmillan, Basingstoke 1997; Gregor Labour e la figura di Tony Blair in particolare 19 Cfr. Willy Brandt, Memorie, Garzanti, 3 Con particolare riferimento alla realtà ita- Schollgen, Willy Brandt. Die Biographie, si vedano invece Jim Claven, The centre is Milano 1991, pp. 395-400. liana, davvero emblematica di questo orien- Propylaen, Berlin 2001; The struggle for a mine: Tony Blair, New Labour and the future 20 Cfr. Aldo Garzia, Olof Palme. Vita e as- tamento apparve lʼintervista rilasciata da democratic Austria. Bruno Kreisky on peace of electoral politics, Pluto Press, Annandale sassinio di un socialista europeo, cit., pp. Biagio De Giovanni a Franco Cuomo e pub- and social justice, edited by Matthew Paul 2000; John Crowley, Sans epines, la rose. 173-177. blicata con il titolo Il comunismo è una storia Berg, Berghan Books, New York - Oxford Tony Blair, un model pour lʼEurope?, La De- 21 Cfr. Willy Brandt, Memorie, cit., pp. 449- ormai conclusa sullʼAvanti! del 31 gennaio 2000; Paolo Magagnotti, Il cancelliere man- couverte, Paris 1999; Tony Blair in his own 454. 1990. 22 Per oltre un ventennio in Italia, a cavallo 4 Cfr. Marco Gervasoni, François Mitte- tra gli anni Settanta e Novanta del dicianno- rand. Una biografia politica e intellettuale, Ei- vesimo secolo, il fondamentale punto di rife- naudi, Torino 2007, pp. 205-206. rimento per i sostenitori di queste posizioni 5 Cfr. LʼInternazionale Socialista. Storia, assolutamente retrive dal punto di vista so- protagonisti, programmi, presente e futuro. ciale ed ultraliberiste, sotto il profilo più squi- Colloquio con Willy Brandt, a cura di Mario sitamente economico, è stato il vicentino Telò, lʼUnità, Roma 1990, pp. 22-24. Alessandro Rossi, nominato Senatore del 6 Cfr. Gilles Martinet, Vuoto ideologico nel- Regno nel 1870. Il patron dellʼomonimo la- la sinistra, in Avanti!, 29 novembre 1989. nificio, nonché leader dellʼAssociazione La- Sulla crisi politico-programmatica della sini- niera Italiana da lui fondata nel 1877, si di- stra europea lʼex ambasciatore di Francia a stinse in particolare per la vis polemica con Roma scrisse in particolare: “La cultura rivo- la quale, nel corso della propria lunga attività luzionaria, che è sempre servita da stimolo politica, imprenditoriale e pubblicistica, con- allʼazione riformista, quando questa non si tinuò a sostenere un punto di vista assolu- atteneva al puro pragmatismo, ha conosciu- tamente critico nei confronti di qualsivoglia to un crollo pressoché completo. Siamo dun- intervento regolatore dello Stato nellʼecono- que in presenza di un encefalogramma qua- mia del Paese, soprattutto sul fronte dei di- si piatto. Finito il tempo dei miti, affrontiamo ritti dei lavoratori e delle tutele delle catego- infine i problemi concreti, senza a priori e rie più deboli, rappresentate dai fanciulli e senza pregiudizi! A chi ragiona così, io con- da a dire. Intervista a Bruno Kreisky, RBS, words, edited by Paul Richards, Politicos, dalle donne. Proprio a questo riguardo, dis- siglierei la prudenza, poiché la storia di que- Trento 1980; Jan Bondeson, Blood on the London 2004; Florence Faucher-King – Pa- sentendo totalmente dalle proposte avanza- sto secolo ha conosciuto periodi in cui si è snow. The killing of Olof Palme, Cornell Uni- trick Le Gales, Tony Blair 1997-2007. Le bi- te da Luigi Luzzatti e sostenute allora dal ter- creduto di poter annunciare la fine delle versity Press, Ithaca - Londra 2005; Aldo lan des reformes, Presses de la Fondation zo Ministero Cairoli, il senatore Rossi ebbe ideologie, e altri periodi in cui queste sono Garzia, Olof Palme. Vita e assassinio di un Nationale des Sciences Politiques, Paris infatti ad esprimersi con la consueta fran- risorte maliziosamente al momento in cui socialista europeo, Editori Riuniti, Roma 2007; John Rentoul, Tony Blair, Warner Bo- chezza, soprattutto in ordine al problema del meno ce lo si aspettava. Lʼumanità può dif- 2007; Tra utopia e realtà: Olof Palme e il so- oks, London 1996; Id., Tony Blair. Prime Mi- nascente conflitto di classe, finendo, tra lʼal- ficilmente fare a meno di miti, siano essi re- cialismo democratico. Antologia di scritti e nister, Little, Brown and Company, London tro, per utilizzare degli argomenti tuttʼaltro ligiosi o laici […]. Oggi si pongono mille pro- discorsi, a cura di Monica Quirico, Editori 2001; Andrea Romano, The boy. Tony Blair che avulsi dal corrente dibattito economico: blemi dei quali i più importanti per i socialisti Riuniti, Roma 2009. e i destini della sinistra, Mondadori, Milano “Eʼ tempo che si smetta da taluni intorbida- […] sono lʼaumento delle ineguaglianze, la 12 Su questo specifico argomento sono 2005; Jonh Sopel, Tony Blair: the moderni- tori della questione sociale di considerare persistenza della disoccupazione, le minac- usciti di recente numerosi lavori di taglio pre- ser, Bentham Books, London 1995. come opposti gli interessi del capitalista e ce allʼambiente, lʼintegrazione dei lavoratori valentemente sociologico e psicologico. Si 15 Sulla politica del PSOE e la figura di Jo- del salariato, affermando alla stregua di so- immigrati, e, ovviamente, anche il problema veda in particolare, tra questi, il volume col- sé Luis Rodríguez Zapatero si vedano in fismi che i rapporti tra imprenditori ed operai di unʼEuropa comunitaria che non si può li- lettaneo curato da Gioacchino Lavanco e particolare Anna Bosco, Da Franco a Zapa- sono divenuti cozzo e battaglia di due inte- mitare alla libera circolazione dei capitali [… pubblicato nel 2003 da Franco Angeli con il tero. La Spagna dalla periferia al cuore ressi egoistici ed escludentisi a vicenda. ]. Gli obiettivi unificatori, globalizzanti del titolo Psicologia dei disastri. Comunità e glo- dellʼEuropa, Il Mulino, Bologna 2005; La Lʼintromissione tra gli uni e gli altri del co- passato […] hanno dovuto essere abbando- balizzazione della paura. Spagna di Zapatero, a cura di Anna Bosco mando della legge non fa che rattizzare il ve- nati o ridimensionati […]. In mancanza di si- 13 Soprattutto gli studiosi di economia, ne- e Ignacio Sanchez-Cuenca, Il Mulino, Bolo- leno di questi sofismi, ed inoltre dà luogo ad mili obiettivi e di un nuovo grande disegno, gli ultimi tempi, si sono trovati a riflettere su gna 2009; Alfonso Botti - Carmelo Adagio, una delle più strane contraddizioni ed ingiu- le divergenze di interesse aumentano, le questo tema, riuscendo, in alcuni casi, a pro- Storia della Spagna democratica. Da Franco stizie umane […]”. Alessandro Rossi, Perché ineguaglianze riemergono e i movimenti so- porre delle stimolanti chiavi di lettura delle a Zapatero, Bruno Mondadori, Milano 2006, una legge? Osservazioni e proposte sul pro- ciali assumono un carattere sempre più cor- complesse dinamiche socio-economiche pp. 135-185; Marco Calamai - Aldo Garzia, getto di legge per regolare il lavoro delle porativo […]”. che caratterizzano la società contempora- Zapatero: il socialismo dei cittadini. Intervista donne e dei fanciulli, Tip. Barbera, Firenze 7 Alain Touraine, Peut-on encore être de nea. Cfr. Glocalismo: lʼalternativa strategica al premier spagnolo, Feltrinelli, Milano 2006; 1880, p. 135. gauche?, in Le Monde, 23 gennaio 1990. alla globalizzazione, a cura di Jerry Mander Jorge Gutierrez Chavez, Zapatero. Il riformi- 23 François Mitterand, Mémoires interrom- 8 Ibidem. e Edward Goldsmith, Arianna, Casalecchio sta che fa quello che dice, Editori Riuniti, Ro- pus, Odile Jacob, Paris 1996, p. 245. 9 Il testo dellʼintervento pronunciato da di Reno 1998. Tra i più recenti lavori pubbli- ma 2006. 24 Per un nuovo internazionalismo, discor- Craxi in occasione della succitata riunione cati a questo riguardo, con particolare riferi- 16 Cfr. Franco Andreucci, 1899-1914. Il so di Bettino Craxi al XIII congresso dellʼIn- della Direzione Nazionale del PSI è stato mento però alla realtà italiana, si vedano in- movimento operaio unito nella Seconda In- ternazionale Socialista, Ginevra 26-28 no- pubblicato sullʼAvanti! del 30 novembre vece Il sistema finanziario italiano tra globa- ternazionale, in LʼInternazionale Socialista. vembre 1976, pubblicato in Bettino Craxi, 1989. lizzazione e localismo, a cura di Pietro Ales- Storia, protagonisti, programmi, presente e LʼInternazionale Socialista, a cura di Claudio 10 Sullʼimportanza del XIII congresso del- sandrini, Il Mulino, Bologna 2001; Tra globa- futuro, cit., pp. 101-113. Accardi, Biblioteca Universale Rizzoli, Mila- lʼInternazionale Socialista si vedano in par- lizzazione e localismo: quale futuro per i si- 17 Cfr. Leonardo Rapone, 1914-1945. no 1979, pp. 23-39. 28 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

■ INADEGUATI I PARALLELI STORICI TRA LE “RIVOLUZIONI DEI GELSOMINI” E LA FINE DELL’EST SOVIETICO. UN ARTICOLO DEL PREMIO PULITZER NEL MONDO ARABO È IL 1848, NON IL 1989

Anne Applebaum e di discuterne sotto una singola denominazio- ne quale “Le rivoluzioni Arabe” sia forte, le gni rivoluzione va vista nel differenze tra le singole nazioni potrebbero ri- “O suo contesto, ognuna ha un velarsi più importanti delle loro similitudini. impatto distintivo. Le rivolu- Allo stesso modo è vero che dal 2012, alcune zioni si espandono da un punto all’altro. Inte- o forse tutte queste rivoluzioni potrebbero sem- ragiscono all’esterno in modo limitato. Il dram- brare fallite. I dittatori potrebbero tornare al lo- ma di ogni rivoluzione si svela separatamente. ro posto, la democrazia cadere, i conflitti diven- Ognuna ha i suoi eroi, le sue crisi. Quindi cia- tare guerre etniche. Come nel 1848, il cambia- scuna di esse richiede un racconto a parte. mento del sistema politico potrebbe richiedere “Questo potrebbe essere il primo paragrafo di molto tempo e potrebbe non arrivare affatto da storia del futuro sulle “Rivoluzioni arabe del un moto popolare. I negoziati, come ho scritto 2011”. Di fatto, è tratto da una introduzione di qualche settimana fa, sono in genere un canale un libro sulle rivoluzioni europee del 1848. migliore e più sicuro per il passaggio di potere. Nelle scorse settimane, parecchi, inclusa la Alcuni dei dittatori regionali potrebbero addi- sottoscritta, hanno paragonato le folle di Tu- rittura accorgersene. Pensare al 1848 fornisce nisi, Bengasi, Tripoli, e Cairo con le piazze di un utile metro di giudizio. Ci fu un momento, Praga e Berlino vent’anni fa. Ma c’è una im- al culmine delle manifestazioni del Cairo, men- portante differenza. Le rivoluzioni di piazza tre sedevo nel mio salotto e guardavo in diretta che hanno posto fine al Comunismo ebbero Hosni Mubarak che si rivolgeva al popolo egi- esiti simili perché seguivano un singolo avve- tra volta. In alcune nazioni, la rivoluzione por- guadagnarono l’indipendenza dopo la Prima ziano. Posso vederlo parlare, ascoltare la tradu- nimento politico: l’improvvisa mancanza di tò a battaglie fra diversi gruppi etnici. Altre Guerra Mondiale. Nel 1849, molte rivoluzioni zione, osservare le reazioni della folla: per un sostegno dell’Unione Sovietica al dittatore lo- vennero fermate da un intervento esterno. del 1848 possono essere sembrate disastrose, momento, era possibile immaginare di assistere cale. Le rivoluzioni arabe, invece, sono il pro- La maggior parte dei moti del 48 fallì. Gli ma guardando indietro nel 1899 o nel 1919, alla realizzazione in tempo reale di una rivolu- dotto di diversi cambiamenti, economici, tec- ungheresi riuscirono a cacciare gli austriaci ma saranno apparse come l’inizio di un successo. zione. Ma di sicuro stavo vedendo solo quello nologici, demografici, e si sono sviluppate su solo per breve tempo. I tedeschi fallirono la lo- Nel mondo arabo di oggi, stiamo vedendo che le telecamere mi mostravano e tanto di distinti significati e aspetti in ogni nazione. In ro unificazione. I francesi crearono una repub- diverse popolazioni con obbiettivi diversi quello che era davvero importante non era vi- questo senso, ricordano i moti del ’48 e non blica che cadde pochi anni dopo. Costituzioni prendere in mano le dimostrazioni di piazza, sibile; gli uomini in divisa che negoziavano die- quelli del 1988. Anche se ispirate molto gene- vennero scritte e poi abrogate. I sovrani furono ognuna delle quali va giudicata “nel suo con- tro le quinte ne sono un esempio. La televisione ralmente dalle idee di una democrazia e di un detronizzati e re-insediati. Lo storico A.J.P. testo”. In Egitto, le decisioni prese dai militari crea l’illusione di una narrativa lineare, dando nazionalismo liberale, la maggior parte dei di- Taylor definì il 1848 un momento nel quale la possono aver avuto lo stesso peso delle azioni agli eventi l’impressione di un inizio, di uno mostranti appartenenti alla classe media del storia raggiunse un punto di svolta senza riu- delle folle di civili. Nel Bahrain, il conflitto fra sviluppo e di una fine. La vita reale non è mai 1848 avevano, come i loro contemporanei ara- scire a svoltare. Comunque a lungo termine, i sunniti e sciiti è chiaramente il focolaio cen- così; i moti del ‘48 non furono così. Possiamo bi, diversi obbiettivi in ciascuna nazione. In temi discussi nel 1848 si radicarono nella cul- trale. Il ruolo dell’Islam non è lo stesso in pae- aiutarci nel giudicare la confusione della Storia, Ungheria, chiedevano l’indipendenza dall’Au- tura, e alcuni dei piani rivoluzionari finirono si diversi fra loro, come lo sono Tunisia e Ye- di volta in volta, perché ci ricorda quanto non stria asburgica. In quella che oggi è la Germa- per concretizzarsi. Alla fine del ‘800, il can- men. In Libia, il regime ha già dato prova di sia dissimile dal presente. s nia, puntavano a riunire le popolazioni di lin- celliere Bismarck unificò la Germania, e la voler ricorrere a repressioni violente, cosa che gua tedesca in un singolo Stato. In Francia, la Francia vide realizzarsi la Terza Repubblica. in altri casi è stata evitata. Nonostante la ten- Washington Post, 21 febbraio 2011 loro intenzione era rovesciare il sovrano un’al- Le nazioni un tempo governate dagli Asburgo tazione di accomunare tutti questi avvenimenti Traduzione a cura di Ilaria Calamandrei

l Ministro degli Esteri, il sociali- ■ LA POLITICHETTA DELLA LEGA E LE RIVOLUZIONI NEL NORD AFRICA cisione, sostenuta dall’opinione pubblica sta- I sta Franco Frattini, non ha “par- tunitense, venne presa, era ormai troppo tardi: lato a vanvera”. Evidentemente TRA DITTATORI E IMMIGRATI Garibaldi aveva perduto a Mentana. sa quel che dice, anche per il garbo con cui ha La solidarietà internazionale verso la libertà sopito sul nascere ogni polemica con la Lega dei popoli e i diritti umani è nel Dna dell’Italia Nord, fuori luogo in questa situazione. Il mi- che stiamo celebrando, è la “sua ragione so- nistro semplicemente non è restato insensibile ciale” di Nazione democratica e occidentale. a ciò che il Presidente Napolitano ha richia- Chi non apprezza il nostro Risorgimento, mato pochi giorni fa durante le celebrazioni quindi, non può comprende il Risorgimento al- del 150 anniversario dell’Unità d’Italia al Tea- trui ed è miope verso i grandi vantaggi che il tro Regio di Torino. Principi già espressi nel successo di questi eventi porterà a tutti. Ai po- discorso solenne di fronte alle Camere il 17 poli del Mediterraneo e quindi anche al nostro marzo e declinati concretamente in relazione Paese. Una miopia, quella leghista, che non si alla crisi libica. “Non possiamo lasciare - ha accorge di danneggiare se stessa: i popoli li- detto il Presidente della Repubblica - che ven- beri non scappano a Lampedusa. La libertà è gano calpestate le speranze del popolo libico”. la soluzione al problema degli immigranti, il Ci attendono ore difficili per le difficili scel- vero modo di aiutarli nel loro Paese. Senza in- te che abbiamo il dovere di compire: “Se pen- ternazionalismo democratico, il federalismo si siamo a quello che è stato il Risorgimento co- metterà sotto assedio da solo, defluirà nei tor- me movimento liberale e liberatore - ha detto renti valligiani tornando alla sorgente, anzichè Il Presidente Napolitano in sintonia col Presi- irrigare tutta l’Italia come potrebbe e come la dente Obama - non possiamo restare indiffe- Costituzione chiede di realizzare già dal ’47. renti alla sistematica repressione di fondamen- gistica, mentre circola a livello internazionale zini chiedendo agli inglesi di intervenire a di- Pietro Nenni, proseguendo nell’idea di Gae- tali libertà in qualsiasi Paese. Non possiamo ai più alti livelli tra gli studiosi, in particolare fesa della Repubblica Romana nel 1849, la cui tano Salvemini (“Federalismo e Mezzogior- lasciare che vengano distrutte e calpestate le angloamericani. E’ il caso dell’articolo, uscito inaspettata mancanza di sostegno egli rimpro- no”, Critica Sociale - 1900), proponeva una speranze, che si sono accese, di Risorgimento il mese scorso sul Washington Post, del pre- verò aspramente. Nella lettera a Carlyle, teo- futura Repubblica basata sulle autonomie già anche nel mondo arabo, cosa decisiva per il fu- mio Pulitzer, Anne Applebaum, che pubbli- rizzò per la prima volta il primato dell’“l’in- nell’agosto del ’45 dalle colonne dell’Avanti!. turo del mondo”. Il paragone che il Presidente chiamo in queste pagine. La Applebaum, è ternazionalismo democratico” sulla realpolik Internazionalismo, federalismo, autonomi- Napolitano ha fatto tra quanto sta accadendo editorialista di politica estera, repubblicana, di allora che suscitò il suo disprezzo. In quella smo sono tutti aspetti del principio di autogo- di straordinario (e di insperato fino a poco fa) sostenitrice del principio che un intervento stessa circostanza, viceversa, una delegazione verno e sono dunque nel Dna anche del socia- nella sponda sud del Mediterraneo e il Risor- esterno, anche militare, debba essere offerto di ufficiali americani chiese al proprio governo lismo democratico e liberale. Non c’è quindi gimento italiano, piuttosto che con l’89 del- quando il moto democratico abbia un suo svi- di intervenire (lo testimoniava Margaret Ful- un copyright, in proposito: ogni grave cade per l’est europeo, è una lettura che, tranne in que- luppo autonomo nel paese e quando il popolo ler, corrispondente per la New York Tribune la via più breve. s sto decisivo caso, non circola nella nostra sag- chiede un aiuto. E ciò che fece Giuseppe Maz- dalla Repubblica romana). Ma quando la de- La Critica CRITICAsociale ■ 29 1-2 / 2011

■ L’ISPIRAZIONE MAZZINIANA DELL’ART. 11. NO ALLA GUERRA, MA ANCHE LE ARMI A DIFESA DEI DIRITTI L’INTERVENTISMO È NELLA NOSTRA COSTITUZIONE

i può dire che la cultura politica intervista con Zeffiro Ciuffoletti nazione dal punto di vista nazionale. Si tratta- S democratica, dalla rivoluzione va quindi di una incitazione all’Inghilterra a francese in poi, è interventista. loro che la libertà e la democrazia non l’ave- lati a Milano a favore della Società delle Na- intervenire nel continente dove invece, dagli Va poi giudicato se l’interventismo sui valori vano e non avevano nemmeno la propria na- zioni durante il viaggio di Wilson in Italia. Si accordi di Vienna in poi, dominava l’Austria. (“rovesciare i troni per rilanciare i popoli”, che zionalità. Questo è l’elemento chiave del pen- trattava già di un riformismo socialista che I suoi articoli in proposito sollevarono molta è lo slogan di Napoleone) risponde a un effet- siero di Mazzini. riassumeva in sé la tradizione mazziniana de- eco, sicuramente nella cerchia dell’entourage tivo processo di espansione della democrazia In questo, il pensiero democratico america- mocratica, quella stessa tradizione a cui ade- mazziniano a Londra. Nelle sue corrisponden- oppure risponde anche ad interessi politici, no è rimasto tributario di Mazzini. Nel corso riva certamente anche Turati, ma nel quadro ze trovavano spazio anche gli Stati Uniti. Ve- strategici, economici di potenza. Per esempio, della prima guerra mondiale gli americani in- del pacifismo socialista che si tradusse, dopo nivano trattati i problemi della schiavitù e del- nel caso di Napoleone è indubbio che egli ro- tervenirono sul fronte europeo (nel 1917), ro- Caporetto, in una salvaguardia del suolo na- la democrazia, questioni che poi la cultura vesciò l’Europa e molti troni, ma poi diventò vesciando le sorti dello scontro – pochi lo ri- zionale. La centralità della salvaguardia del americana farà proprie e che sfoceranno nella imperatore. Tuttavia nello stesso tempo mise cordano ma si trattò di circa 900.000 soldati suolo nazionale. Turati sosteneva che il paci- seconda guerra mondiale, un altro fenomeno in moto quello sconvolgimento delle idee che che sbarcarono nel Continente; un esempio di fismo come valore assoluto fosse negativo, di interventismo per conservare e salvaguar- poi produrrà la primavera dei popoli, cioè quel interventismo della democrazia statunitense. ma limitava l’intervento armato solo alla dife- dare la democrazia dall’attacco dei sistemi au- fenomeno che nell’800 porta alla nascita delle Il presidente Wilson, quando venne in Europa sa della Patria dall’aggressione. E’ il pensiero toritari, del razzismo e del fascismo. Il fatto nazionalità moderne, alla libertà e anche alle alla fine del conflitto, si recò immediatamente socialista della seconda internazionale, quello che della coalizione che vinse la seconda guer- idee più radicali della democrazia. Allo stesso a Genova presso la tomba di Mazzini. Si trattò della pace a ogni costo. Sappiamo come finì. ra mondiale in nome della democrazia facesse mazzinianesimo. dell’unica cerimonia pubblica di cui vi fosse Sappiamo che molti partiti socialisti poi vota- parte, dal ’41 in poi, anche la Russia rappre- notizia sul giornale socialista “Il Lavoro” di rono le spese di guerra, cioè si allinearono alle senta una delle tante circostanze storiche che Mazzini un democratico interventista: in Genova. Diverse università italiane chiesero politiche dei diversi Stati in conflitto tra loro. inducono alleanze con chiunque pur di com- che senso? poi di poter rendere omaggio a Wilson. Tanti Come al solito, la politica è fortemente intes- battere il nemico comune. Nel senso che avrebbe voluto che l’Inghil- atenei conferirono la laurea honoris causa al suta di elementi valoriali, ma anche di elemen- terra partecipasse al moto di emancipazione presidente Usa, che tuttavia considerò l’omag- ti di realismo e di cogenza storica, cioè di rea- In altre occasioni ha avuto modo di soste- dell’Italia, dei patrioti italiani, perché erano gio a Genova alla tomba di Mazzini come il lismo politico in sostanza. nere come vi sia in proposito nella nostra oppressi da un sistema autoritario e centrali- principale evento della sua visita. Ritornando a Mazzini, la sua vis polemica Costituzione un’influenza diretta mazzia- stico (rappresentato dall’Austria), che negava A tal proposito, apro una parentesi con rife- sollevava a più riprese l’esigenza che l’Inghil- niana le nazionalità e la libertà. Quindi, egli riteneva rimento anche a un tipo di tradizione, a un fi- terra si preoccupasse delle sorti di un paese Sì. La Costituzione italiana del ’47 è un te- che l’Inghilterra, come paese liberale e demo- lone della tradizione, socialista riformista della che aveva né libertà né rispetto dei diritti ele- sto in cui viene bandita la guerra ma viene an- cratico, dovesse sentire l’obbligo di aiutare co- Critica Sociale: un discorso di Leonida Bisso- mentari e che viveva in uno stato di subordi- che consentito che l’Italia si allei con tutti que- 30 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

gli organismi internazionali che operano per la milato il Muro di Berlino, ma non è né l’uno Così come nella Costituzine si voleva ag- e che scrivono una Costituzione. In questo ca- giustizia, per i diritti umani, la pace. L’articolo né l’altro, è un fenomeno del tutto nuovo. giornare l’articolazione dei poteri dello Stato so una Costituente non deve fare una nuova 11 della Carta si ispira a Mazzini e ai demo- Tornando al tema della Costituzione ita- con ciò che oggi viene chiamato federalismo: Costituzione, si tratta di rettificare o sistemare cratici del 1848 (“L’Italia ripudia la guerra co- liana. Lei sostenne anche sulla Critica So- ebbene c’è bisogno di una messa a punto del la Costituzione esistente, che è un ottimo testo, me strumento di offesa alla libertà degli altri ciale che va considerata una sorta di armi- sistema. Per esempio noi abbiamo due Camere ma che abbisogna di una messa a punto. Le co- popoli e come mezzo di risoluzione delle con- stizio durante il periodo della guerra fredda identiche che fanno la stessa cosa. Quando le se cambiano, la società cambia, le situazioni troversie internazionali; consente, in condizio- nel ’46-’47. Dopo la fine il crollo del Muro, leggi oggi arrivano nella società italiana, arri- cambiano, la velocità del mondo di oggi è sot- ni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni vent’anni dopo, c’è l’esigenza di una sua re- vano già con molto ritardo rispetto all’esigen- to gli occhi di tutti quindi bisognerebbe avere di sovranità necessarie ad un ordinamento che visione? za iniziale perché abbiamo quei due passaggi, istituzioni snelle che governino i cambiamenti. assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; La nostra Costituzione è frutto di un com- due Camere che sono un doppione. Se si vo- E questo pone anche un problema, per esem- promuove e favorisce le organizzazioni inter- promesso tra la cultura cattolica e la cultura leva un’articolazione diversa dello Stato si po- pio, che nella nostra Costituzione è frutto di nazionali rivolte a tale scopo”). E’ un articolo social-comunista. Diciamo la verità: questa è teva ovviare trasformando il Senato nel Senato un compromesso, frutto dell’antifascismo della nostra Costituzione dove c’è molto ani- la nostra Costituzione. E il primo articolo è lì delle Regioni e questo avrebbe dato già un’im- quindi del terrore di un governo forte. Abbia- mo democratico e molto animo mazziniano. a dimostrarlo. Fra l’altro il primo articolo ha pronta di tipo tedesco al nostro sistema statua- mo così creato un governo debole che è “L’Italia, l’Austria e il Papa”. E’ un saggio un vaga assonanza con il sistema corporativo le. La Costituzione già prevedeva le Regioni. un’aspetto essenziale della ingovernabilità del che raccoglie gli interventi di Mazzini nel mo- perché anche quello metteva in primo piano i Si trattava soltanto di ridisegnare e questo sistema che è cosa a tutti nota. mento in cui in Inghilterra furono aperte le let- posti di lavori. In generale le considerazioni li- avrebbe anche ridotto il costo immenso della tere, cioè il famoso “affare delle lettere”: la berali e democratiche mettono al primo posto politica. Poi probabilmente andrebbero razio- Mi permetto anche di dire, questo è un corrispondenza di Mazzini che era un esule a mio parere, che ha creato anche una magi- Londra fu per ordine del Ministero degli Esteri stratura ircocervo che è un potere ed è un rivelata. Il caso diventò di dominio pubblico ordinamento nello stesso tempo. perché denunciato nel Parlamento inglese e di- Effettivamente è così ma la cosa più grave è venta un caso politico che occupa molte sedute che noi abbiamo preteso di fare un sistema pro- in Parlamento in difesa della privacy perfino cessuale all’inglese senza avere la terzietà del degli esuli sospettati di essere rivoluzionari, giudice. Quando si adottò alla fine degli anni ma che doveva essere francamente rispettata. ’80 una riforma del sistema processuale biso- Il fatto che non lo fosse e che si scopre questa gnava prevedere una separazione delle carriere violazione delle lettere che viene denunciata perché altrimenti questo non ha senso. portò alla crisi di un governo. Pensi un po’ che paese era l’Inghilterra del’800 rispetto alle at- Quando si istituì la prima costituente dei tuali intercettazioni oggi in Italia! 75 di fatto non c’era ancora un Parlamento In quella polemica Mazzini solleva a più ri- ma c’era un governo dei partiti, provviso- prese l’esigenza che non solo questo è sbaglia- rio. Ora come si foremrebbe una Costituen- to ma il problema era quello che l’Inghilterra te? Avremmo un doppio parlamento? doveva preoccuparsi delle sorti di un paese che L’assemblea costituente viene eletta diret- non aveva né libertà né rispetto dei diritti ele- tamente dal popolo con il suffragio esteso alle mentari degli uomini e che viveva in uno stato donne. Anche questa è un’idea che Mazzini di insubordinazione dal punto di vista nazio- aveva già espresso ma la prima assemblea co- nale e quindi era una incitazione all’Inghilterra stituente è quella romana del ’49 ed è mazzi- di intervenire nel continente dove invece dagli niana come ispirazione. accordi di Vienna in poi dominava l’Austria. E’ dunque molto interessante la domanda Questo libro fu molto letto all’epoca. Gli ar- che lei fa. Tecnicamente è molto semplice: c’è ticoli sollevarono molta eco e sicuramente nel- una elezione politica per il rinnovo del Parla- la cerchia dell’entourage mazziniano a Londra mento e parallelamente si può eleggere anche e le corrispondenze che Mazzini aveva, c’era un’assemblea costituente che abbia un manda- anche il rapporto con gli Stati Uniti. Il proble- to preciso, quello della revisione costituziona- ma della schiavitù, il problema della democra- le. D’altra parte lei sa che si formò una com- zia, i problemi che poi la cultura democratica missione all’interno del Parlamento che lavorò americana farà proprie e che sfocerà nella se- proprio nella redazione del testo costituziona- conda guerra mondiale che è un altro fenome- le, commissione di consulenza, commissioni no di interventismo per conservare e salva- tecniche. Quindi non è un’impresa da poco ma guardare la democrazia dall’attacco dei sistemi allora si trattava di creare ex novo una Costi- autoritari dal razzismo e dal fascismo. Da que- tuzione mentre adesso si tratta semplicemente ste problematiche poi nasceranno nella prima di prendere atto della maturazione di un dibat- guerra mondiale al società delle nazioni e dopo tito che è ormai trentennale e ha portato a ipo- nascerà l’organizzazione mondiale. tesi di riforma costituzionali che hano registra- to nell’opinione pubblica già un consenso Assistiamo a un Risorgimento arabo? molto vasto. Il metodo delle commissioni bi- Sarei cauto. Il fatto che stranamente non ci camerali purtroppo per ragioni di lacerazione siano bandiere americane e israeliane che bru- politica, di dissenso politico – questo semmai ciano in questi giorni è interessante. Sarei tut- esattamente la libertà, ma nella nostra Costi- nalizzati i poteri territoriali: le Regioni, i Co- è il vero problema – nel quadro politico italia- tavia molto cauto. Vicende diverse non si pos- tuzione sono, proprio in forza di queste culture muni, le Province e lo Stato non possono tutti no, è un rischio, c’è sempre questa biforcazio- sono assimilare l’una all’altra. Qualcuno ha fondanti, fortemente tutelati i diritti sociali. fare le stesse cose, bisognerebbe dividere i ne che ha reso vane le bicamerali. Ma una assimilato i moti del nordafrica al Risorgimen- Ora il problema della Costituzione italiana è compiti, quindi anche organizzare meglio il si- Commissione costituente eletta a suffragio to, qualcun’altro al Muro di Berlino, ma è né semmai che avrebbe bisogno di un rodaggio stema fiscale Ma tutto questo senza un disegno universale ha una sua specifica sovranità. l’uno né l’altro: è un fenomeno del tutto nuovo dopo cinquant’anni. Ci sono molte procedure di Stato coerente non si raggiungerà. e la sincronia di quei movimenti può essere e molte istituzioni formalmente scritte nella Aggiungo ancora un’osservazione: che la Chi può convocare la sua elezione? frutto anche dell’interferenza della comunica- Carta ma che hanno avuto con l’applicazione nostra Costituzione sia democratica e che ri- Sono uno storico e non un costituzionalista, zione, un fatto che pochi hanno valutato. Molti materiale in relazione ai rapporti di forza per i senta moltissimo di Mazzini la si comprende però le posso dire che nella Repubblica roma- hanno pensato ai computer, alla rete, a inter- partiti e in relazione ai rapporti fra i poteri dif- nel metodo con cui nasce. Nasce con un’As- na il testo che doveva incardinare l’Assemblea net. In realtà, forse la componente più rilevan- ferente. Oggi per esempio nella nostra Costi- semblea costituente, dalla rappresentanza po- costituente fu fatto da coloro che avevano nel- te nell’universo islamico sono i network tele- tuzione c’è un istituto come l’immunità parla- polare. Noi dobbiamo riformare la Costituzio- le mani il potere quindi è il Governo. Poi il visivi, che parlano di valori che spesso appar- mentare che come lei sa è saltato in modo im- ne con una partecipazione del popolo al dibat- Parlamento deve ratificare una proposta di tengono esclusivamente a quel mondo e che prudente, in modo emotivo, in modo non serio tito. Non bastano le tante fallimentari commis- questo genere. Questa procedura ha una forza noi fatichiamo a comprendere appieno.. dal punto di vista istituzionale-politico con sioni parlamentari che poi non hanno avuto democratica incredibile. Vede, le Costituzioni l’affaire Tangentopoli. Quello era un elemento esito ma hanno preso tantissimo tempo ai la- spesso sono concesse dall’alto, mentre le co- Forse la sensazione può sorgeredal fatto di equilibrio dei poteri che aveva un suono vori del Parlamento e hanno prodotto molti stituzioni democratiche riconoscono che l’as- che stranamente non ci siano bandiere ame- molto liberale. Saltando quello noi viviamo documenti e molti progetti poi in gran parte semblea costituente è del popolo e quindi si ricane e israeliane che brucino. sempre una intrusione pesante della magistra- vanificati. Il metodo mazziniano dell’assem- tratta di restituire al popolo questo potere eleg- Questo è interessante però io sarei molto più tura - giustificata o non giustificata secondo i blea costituente, al contrario, è un metodo che gendo l’assemblea che ha una specifica mis- cauto. Il fatto vero è che i fenomeni non si pos- diversi punti di vista - nel quadro della politica restituisce il potere delle regole fondamentali sione che è quella della costituente che si pone sono assimilare l’uno all’altro. Qualcuno ha e questo è uno squilibrio che secondo me an- al popolo attraverso l’elezione dei suoi rappre- a latere del governo. s assimilato il Risorgimento qualcuno ha assi- drebbe risolto nella Costituzione. sentanti che formano l’assemblea costituente Zeffiro Ciuffoletti CRITICAsociale ■ 31 1-2 / 2011

■ OCCORRE UNA PAUSA DI RIFLESSIONE. RESTA URGENTE UNA AGENZIA PER LA SICUREZZA COORDINATA A LIVELLO EUROPEO NUCLEARE, UNA MORATORIA NON È UN ABBANDONO

Il governo ha deciso una moratoria di un vamente il nucleare, come nel 1987 dopo anno sull’avanzamento del programma nu- Chernobyl. Crede che la scelta governativa cleare in Italia. Quali prospettive intravede di una moratoria possa condurre a un rin- per il futuro del nucleare nel nostro paese? vio del referendum sul nucleare previsto il E’ in atto una revisione generale che interes- 12 giugno? sa l’intero continente europeo e che si focaliz- Non saprei, ma propongo una piccola con- za su tre aspetti: le cause e le conseguenze del- siderazione laterale: sembra che in Giappone l’incidente giapponese, il destino delle vecchie vi sia stato un incidente nucleare e solo secon- centrali tuttora attive in Europa e le valutazioni dariamente un terremoto e uno tsunami deva- sulle centrali di futura costruzione. Mi sembra stante, e non viceversa. Questo almeno è stato normale e legittimo che ci si fermi a riflettere il taglio dato dai media italiani alla vicenda. e credo che l’Italia possa approfittare della si- Non voglio parlare di allarmismo eccessivo, i tuazione per fare il punto sullo stato dell’arte bilanci devono essere stilati a tempo debito, e per agire finalmente di concerto con le altre ma le informazioni che passano al pubblico nazioni europee. A questo proposito, non so vengono gestite in maniera quantomeno discu- spiegarmi per quale motivo non si dia vita a tibile e fanno sì che la tematica della radioat- un’agenzia europea per la sicurezza nucleare, tività sia conosciuta superficialmente dalla assimilabile all’esperienza statunitense. E’ un stragrande maggioranza degli italiani. Si tratta passaggio fondamentale che consentirebbe di di un argomento circondato da un alone magi- attuare standard condivisi di sicurezza in tutti co, che evoca una minaccia oscura e imminen- i paesi del Vecchio Continente. Non ha senso te. E’ allora comprensibile che dopo ogni in- che la sicurezza continui a essere applicata in cidente si scatenino le paure che albergano maniera diversa nei vari paesi dell’Unione. E’ dentro gli individui. Tuttavia, la paura non aiu- una situazione anacronistica e pericolosa. ta a prendere decisioni ponderate e lungimi- ranti. Invito ad allargare il nostro sguardo. Dal punto di vista economico, il nucleare Reagendo ai fatti di Fukushima, Obama ha da- presenta dei vantaggi decisivi rispetto ad al- to disposizione all’agenzia statunitense per tre fonti energetiche? l’energia nucleare di rivedere i criteri di sicu- Se diamo uno sguardo ai dati disponibili, rezza, ma ha anche ribadito l’orientamento scopriamo che l’energia elettrica nel mondo energetico del Paese, evitando bruschi ripen- viene prodotta principalmente mediante i com- samenti. Se consultiamo i sondaggi negli Stati bustibili fossili (petrolio, carbone, gas natura- Intervista con Chicco Testa Uniti, rimane una maggioranza popolare favo- le). Il 67% dell’energia elettrica deriva infatti revole al nucleare. da essi, in particolar modo dal carbone (il mentre l’Italia si trova a dipendere dall’estero molto Bill Gates, volta a realizzare reattori nu- 40%). Questa è una percentuale in costante au- per l’80% del proprio fabbisogno energetico. cleari di piccola taglia (di dimensioni pari a un Negli ultimi tempi si è discusso a lungo mento. Da un bilancio comparato che tenga quinto/un sesto delle centrali francesi). Si trat- sulla capacità del sistema Italia di gestire conto degli ultimi quindici anni, si nota che il L’enfasi posta sul futuro delle energie rin- terebbe di reattori con caratteristiche di costru- tecnologicamente ed organizzativamente contributo dei combustibili fossili al fabbiso- novabili pare dunque eccessiva e fuorviante? zione standardizzate e pertanto molto meno un complesso programma nucleare. Molti gno globale passa appunto dal 62 al 67%, Le rinnovabili potranno sicuramente far la costosi. Seguo questi sviluppi con interesse, sostengono che le prove negative fornite mentre quello delle fonti rinnovabili dal 19,7 loro parte nel riequilibrio del fabbisogno ener- ma non è il mio mestiere esprimere preferenze. davanti ad alcune recenti situazioni emer- al 20% con un aumento trascurabile. getico globale, ma la problematica dei costi e Ciò che posso dire è che oramai ci confrontia- genziali dovrebbero scoraggiarci. E’ d’ac- Io non ritengo che il nucleare rappresenti “la della quantità rimane ineludibile. La rinnova- mo con pacchetti tecnologici avanzati che han- cordo? Soluzione”, ma sono convinto che sia un mo- bile più importante in Italia è tuttora l’idroe- no superato test probanti di ogni sorta. L’esem- E’ un’obiezione che si ripresenta spesso e do per ridurre la dipendenza dai combustibili lettrico, un sistema costruito quasi interamente pio giapponese è illuminante al riguardo. che mi lascia perplesso perché la dice lunga fossili, poiché ne possiede le medesime carat- prima degli anni settanta del secolo scorso. Si A Fukushima è andato in crisi l’impianto di sul grado di sfiducia che gli italiani dimostrano teristiche. Le rinnovabili, invece, sono in gran tratta di una fonte energetica che non garanti- raffreddamento poiché è venuta a mancare nei confronti del loro sistema, delle loro classi parte intermittenti, cioè funzionano solo in sce prestazioni stabili, ma che è soggetta a l’energia elettrica. Per quale motivo? Non tutti dirigenti, dell’onestà dei controllori. Serve una presenza di particolari condizioni atmosferiche oscillazioni di diversi punti percentuali da un sanno che l’elettricità è venuta meno non solo riflessione seria per superare questa sindrome o geografiche. E’ un problema che accomuna anno all’altro a seconda dei livelli di piovosità. per il black-out successivo al terremoto, ma perché si rischia ormai la paralisi nazionale, solare, eolico e idroelettrico. I combustibili Il solare rappresenta l’1% del totale ed è pre- anche a causa dell’onda di diciassette metri non solo rispetto al nucleare ma a qualsiasi fossili possono vantare un grande vantaggio, sumibile che nel futuro prevedibile possa rag- provocata dallo tsunami che ha investito i ge- progetto di sviluppo e innovazione. Io piutto- ossia la continuità. Nella nostra vita quotidiana giungere il 3%. Bastano questi dati per capire neratori di riserva poche ore dopo il terribile sto vedevo, e vedo, nel nucleare un’occasione abbiamo bisogno di elettricità con intensità va- quanto sia improbabile che le energie rinnova- sisma. In una centrale di nuova generazione, per rilanciare e riaffermare le nostre compe- riabile, a seconda dei vari momenti della gior- bili risolvano a breve il dilemma energetico prendiamo il modello Epr francese, esistono tenze e risorse. Gli italiani danno grande prova nata e delle diverse stagioni dell’anno. Esigen- mondiale e nazionale. quattro sistemi di raffreddamento indipendenti di sé ovunque nel mondo, costruendo impianti za che può essere soddisfatta da fonti energe- l’uno dall’altro. Non c’è paragone. D’altronde, favolosi ed efficienti, mentre in patria sembria- tiche che funzionino sempre e che riescano a Da una recente analisi del Professor Bru- basti pensare che la centrale giapponese è stata mo incapaci di realizzazioni anche molto ba- competere per taglia e continuità con i com- no Coppi del Mit, pubblicata dal Sole 24 ore, progettata e costruita a cavallo tra gli anni cin- nali, come discariche o termocombustori. In- bustibili fossili, che è nel nostro interesse eli- emerge una preferenza, in termini di effi- quanta e sessanta. torno ad ogni progetto si addensano dubbi, so- minare sempre di più dall’uso comune. Il nu- cienza e sicurezza, per reattori nucleari di spetti e recriminazioni rispetto a eventuali in- cleare risponde a questi requisiti. Innanzitutto, dimensioni contenute (Westinghouse). L’Ita- Aldilà dell’obsolescenza tecnologica, ha filtrazioni truffaldine o malavitose. Nel secon- per considerazioni squisitamente ambientali. lia sembra essersi indirizzata verso il model- notato altre mancanze nella gestione della do dopoguerra e sino agli anni settanta l’Italia Dopo l’incidente nucleare di queste settimane, lo francese (Epr), che prevede invece im- crisi giapponese? è cresciuta e progredita, mentre oggi appare un è facile prevedere che i giapponesi (ma anche pianti più grandi. Qual è la sua valutazione? Probabilmente vi è stata una sottovalutazio- paese sfiduciato e annichilito, privo di autosti- i tedeschi) facciano un passo indietro e tornino L’Italia ha adottato il modello francese sol- ne da parte della Tepco, la società responsabile ma. Io vedo in tutto ciò un preoccupante disfa- massicciamente ad utilizzare petrolio e carbo- tanto per le quattro centrali che fanno parte dell’impianto. Nella prima fase dell’emergen- cimento della coscienza nazionale, che deve ne. Nel frattempo, il prezzo della Co2 ha co- dell’accordo concluso con Enel, ma l’obbiet- za, i tecnici forse speravano di poter salvare i essere superato. s minciato a salire. Non è un buon segnale. tivo è di realizzarne una decina. Siccome non reattori. Di conseguenza, invece di optare per Non si tratta di esprimere una netta prefe- sono un tecnologo, non voglio pronunciarmi a un intervento deciso che avrebbe fermato (ma Tra i fondatori di Legambiente, Chicco Testa renza a favore del nucleare, ma solo ricono- favore di una soluzione a discapito di un’altra. anche compromesso fin da subito) gli impian- attualmente è Managing Director di Rothschild, scere la sua potenziale importanza per la di- Teniamo conto che si parla comunque di im- ti, si è preferito attuare una scelta di compro- Presidente della Telit Communications PLC e versificazione energetica e per la riduzione pianti di notevoli dimensioni; la centrale che messo che non li rendesse inservibili. La ma- Presidente di E.VA., Energie Valsabbia, società della nostra dipendenza dai combustibili fos- possiamo definire di ispirazione francese (Epr) novra purtroppo non ha avuto successo. che sviluppa e costruisce impianti idroelettrici sili. Un discorso che vale a maggior ragione supera di una volta e mezzo l’impianto ameri- e solari. E’ stato membro del Parlamento ita- per l’Italia. Un paese tradizionalmente povero cano (Westinghouse). La differenza non è con- Tornando all’Italia, l’umore dell’opinione liano e Presidente di Acea e di Enel. di risorse come la Cina può perlomeno contare siderevole. Segnalo piuttosto una linea di ri- pubblica è stato influenzato dai fatti giap- sul carbone (per quanto sia molto inquinante), cerca interessante, nella quale ha investito ponesi e sembra orientato a rifiutare nuo- Intervista a cura di Fabio Lucchini 32 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

■ IL GIAPPONE DIMOSTRA LA SICUREZZA DEL SISTEMA per cui si potrà ricominciare a parlarne, a se- conda di come vanno le elezioni, non prima LA PAURA DEL NUCLEARE del 2014. Poi forse a quel punto si ricomincerà con lo sterile dibattito sul tipo di centrali da fa- re, e ci si chiederà se non è il caso di aspettare che maturino tecnologie nuove e tuttora non mature, come l’IRIS o i reattori di IV genera- Piero Risoluti del degrado di quel sistema, allora gli opposi- zione, dibattito di cui ci sono già le prime av- tori hanno ripiegato sul solito problema delle visaglie. Non bisogna dimenticare che dopo uello che è successo alla centrale scorie, dichiarando, come si continua a fare Chernobyl ed il referendum del 1987 ci fu una Q di Fukushima si presta a due tuttora, che il problema non è risolto. Quando moratoria, non una rinuncia definitiva imme- chiavi di lettura: una tecnica ed si saranno calmate le concitate corrispondenze diata. Inoltre, in Italia come in Germania si è una politica. Tecnicamente, è stato dimostrato dal Giappone e si comincerà a ragionare, suc- subito attivata una lobby agguerrita ed influen- che la cosiddetta difesa in profondità, realizzata cederà più o meno la stessa cosa. te sulle energie rinnovabili, in particolare attraverso l’interposizione di barriere protettive Il fatto che alcuni paesi si siano affrettati a sull’eolico, che vive e vivrà su forti contributi frapposte tra il nocciolo del reattore e l’am- prendere le distanze dal nucleare è frutto inve- dello Stato, quindi a spese dei contribuenti e biente esterno, ha funzionato. Infatti tali bar- ce di un lettura esclusivamente politica. Inten- con pochi rischi imprenditoriali. riere hanno resistito ad un sisma che è risultato do con questo che ciascun paese ha dato del- Sarebbe stato meglio difendere la scelta fat- perfino tre volte superiore a quello di progetto, l’incidente una lettura derivante dalla rispetti- ta, con le argomentazioni tecniche sopra viste, ed è stato per magnitudo il V° di tutti quelli fi- va situazione politica interna. Il caso più ma- e cercare di spiegarlo alla gente con una con- nora conosciuti e registrati. Anche i sistemi di croscopico è quello tedesco. La Merkel ha il vinta campagna di informazione, insistendo in refrigerazione sono rimasti sostanzialmente problema dell’aumento considerevole, regi- particolare che in Italia si sarebbero realizzate funzionanti. Ciò fino a che non è intervenuta strato nelle ultime elezioni parziali e previsto solo centrali dell’ultima generazione, quindi la colossale onda di maremoto, la quale però a dai sondaggi, dei consensi del partito dei verdi, più che sicure, e questo costituirebbe per l’Ita- sua volta non ha compromesso i sistemi di di- che come quelli italiani hanno fatto in passato lia un indubbio atout, dato che non avremmo fesa dell’isola nucleare: semplicemente ha mes- la loro fortuna con al lotta al nucleare. Allora in funzione centrali della generazione prece- so fuori uso i diesel di emergenza, ed è stato si è messa a fare l’antinuclearista. In Germa- dente, sicure ma in via di invecchiamento. Sic- questo che ha determinato, con la mancanza di nia, inoltre, esiste una potentissima lobby europea. Tali autorità sono essenzialmente na- come ho partecipato in passato ed anche re- refrigerazione del nocciolo e delle piscine di sull’energia eolica, che vive e prospera sui zionali, a cominciare da quella USA. Lo stesso centemente a convegni con intervento del pub- stoccaggio, la crisi delle strutture ed i conse- contributi statali, anche se l’imbroglio di pre- dicasi per l’invocato “concerto” con i paesi eu- blico (non quelli con esperti, che ripetono guenti rilasci all’ambiente. Sarebbe bastato che sentare l’eolico come conveniente e più rispet- ropei. ) Un certo coordinamento europeo tra le sempre le stesse cose, tipo che nel mondo ci tali sistemi fossero stati collocati, come avvie- toso dell’ambiente verrà prima o poi svelato. Autorità di sicurezza nazionali del resto esiste, sono oltre 400 centrali), posso testimoniare ne nelle centrali di ultima generazione, in locali I francesi almeno sono stati più coerenti e più e comunque in materia di sicurezza nucleare che la gente è molto interessata ad avere co- a tenuta stagna, perché inconvenienti molto prudenti: hanno subito criticato l’operato delle vigono criteri e standard internazionali condi- noscenze corrette sui rischi del nucleare e che gravi alle centrali sarebbero stati evitati. autorità giapponesi per come hanno dato le in- visi, in termini di valori numerici, e sono quelli posizioni pregiudiziali dipendono solo dalla Siccome non c’è stata una defaillance attri- formazioni. A loro preme soprattutto di far sa- fissati dalla Commissione Internazionale di mancanza di adeguate informazioni. Anche buibile al sistema nucleare ed intrinseca ad es- pere ai loro concittadini che in materia di tra- Radioprotezione. Come si applicano a livello perché un tipo come Di Pietro sarà decisamen- so, l’incidente giapponese non si presta certo sparenza e di corrette informazioni sul nuclea- nazionale, come vengono fatti rispettare e con te poco credibile come difensore dell’ambien- ad una revisione critica della sicurezza delle re non scherzano. Con il tutto-nucleare che li quali organizzazioni è invece un’altra cosa. te e come pubblico accusatore dell’energia nu- attuali centrali nucleari, tanto meno ad un ri- distingue, non possono permettersi distrazioni cleare. s pensamento sull’utilizzo della fonte nucleare. su questo punto. Ma sia loro che gli inglesi Sono abbastanza certo che questa verità si farà non hanno minimamente messo in discussione LE CONSEGUENZE IN ITALIA Esperto nazionale nel Comitato Fissione strada, anche se con lentezza, non diversamen- la sicurezza delle centrali nucleari, come del Nucleare della Commissione Europea. Diret- te da come le cose sono andate per Chernobyl, resto ha fatto l’Amministrazione Obama. Inol- La moratoria italiana (di per sé, appare già tore in passato della Task Force dell’ENEA per come racconto nel mio libro La paura del Nu- tre, i francesi hanno un’Agenzia per la Sicu- singolare il concetto di mettere in moratoria il Deposito Nazionale dei materiali Nucleari. cleare. Da dove viene, quanto costa. In quel rezza Nucleare fatta di grandi competenti e di un’energia che nel paese non esiste) è anch’es- Autore dei libri I rifiuti Nucleari. Sfida tecno- caso ci fu un attacco frontale e furibondo con- altissimo livello e prestigio nazionale e inter- sa tutta frutto di un’esigenza politica. C’è il re- logica o politica? (Armando Editore, 2002) e tro l’energia nucleare, al grido che le centrali nazionale. (Per cui mai si metterebbero a di- ferendum, a proposito del quale si era chiara- La paura del Nucleare. Da dove viene, quanto nucleari potevano esplodere. Poi quando pendere da un’Autorità sovranazionale su que- mente fatto il calcolo imprudente del non quo- costa. (Armando Editore, 2010). È Consigliere emerse, con il tempo e senza più titoli di prima sto campo: qui c’è da sorridere all’idea di rum, e quindi si cerca così di depotenziarlo. di Amministrazione della SOGIN (Società Ge- pagina, che l’incidente non era figlio dell’ener- Chicco Testa, non saprei se illuministica o in- Con la moratoria si arriva inoltre a ridosso del- stione Impianti Nucleari). È membro del Co- gia nucleare ma del comunismo sovietico, cioè genua, di chiedere un’Autorità di Sicurezza le per molti versi decisive elezioni del 2013, mitato Scientifico della Fondazione ReL

■ IN ARRIVO LA “QUARTA GENERAZIONE” DI REATTORI DI DIMENSIONI RIDOTTE me base il tipo di reattore che ha dato nei de- damento. Nell’improbabile evenienza di una cenni miglior prova di sé. La potenza elettrica fusione totale del nocciolo, questo colerebbe PICCOLO È PIÙ SICURO? netta degli impianti è di 1650 Mw per Epr e come lava, ordinatamente, in una piscina sot- 1154 per Ap 1000, tra le massime mai realiz- tostante che ne garantisce il raffreddamento. zate, con vantaggi legati tanto alla fabbricazio- Gli Ap 1000 fanno della semplificazione ne modulare quanto alle economie di scala; le progettuale il proprio punto di forza, insieme rese termico-elettriche rispettive sono del 35% all’impiego estensivo di sistemi passivi (non a recente intervista concessa al realizzazione di una serie di centrali di dimen- e 37%, efficienze un tempo ipotizzabili solo necessitano cioè l’intervento umano per l’atti- L Sole 24 ore da Bruno Coppi, sioni relativamente piccole. Tra queste ci sono per reattori oggi da considerarsi di IV genera- vazione) al fine di conseguire un’affidabilità docente al Mit di Boston, sol- i modelli della Generazione 3+ progettati dal zione. Impianti che saranno disponibili in molto spinta. Non si richiede pertanto l’utiliz- leva dubbi sul modello nucleare che il nostro consorzio Iris, reattori di piccola taglia commercio solo fra alcune decine di anni, in- zo di gruppi elettrogeni in caso di mancanza paese, una volta superata la pausa di riflessio- (335MWe contro i 1600MWe) per la produ- torno al 2030/2040. Siamo dunque di fronte a di corrente dall’esterno. ne che passerà dal referendum e dalla morato- zione combinata di elettricità, calore, acqua sistemi in grado di fornire energia in sicurezza, Nell’eventualità di un incidente, non è es- ria di un anno appena decisa dal governo, do- potabile. Sono basati su una impiantistica sem- con emissioni di Co2 per unità di energia pro- senziale l’intervento immediato di un operato- vrebbe seguire nel prossimo futuro. Come ha plificata: in sostanza sono centrali “plurimo- dotta seconde solo alla fonte idroelettrica. re, circostanza che permette di ridurre la pos- ricordato il professore, sostanzialmente esisto- dulo” gestite da un’unica sala di controllo. Altissimi gli standard di sicurezza per en- sibilità di errore umano nell’emergenza. Que- no sul mercato due tipi di reattori: l’Epr, rea- Questa scomposizione consente di eliminare trambi i modelli. Secondo l’analisi degli stu- sta è stata la criticità verificatasi in Giappone. lizzato dalla francese Areva e l’Ap 1000 della gran parte dei componenti del circuito prima- diosi dell’Enea, i reattori Epr portano a mas- Infatti, negli impianti di vecchia concezione, Westinghouse. L’Italia ha adottato il modello rio da dove maggiori sorgono le possibilità de- sima compiutezza i tradizionali punti di forza come quello di Fukushima, solo con la ripresa francese soltanto per le quattro centrali che gli incidenti e, per le piccole dimensioni, sono dei reattori ad acqua in pressione, che li hanno dell’energia elettrica possono riattivarsi i mec- fanno parte dell’accordo concluso con Enel, meno soggetti agli effetti sismici. I test termi- resi molto affidabili, anche in termini di pre- canismi di raffreddamento. Tra i sistemi di si- ma il professor Coppi sospende il suo giudizio, nano nel 2011 e la commercializzazione sarà venzione dalle conseguenze di incidenti co- curezza passiva ricordiamo la gravità e la con- ricordando come diversi colleghi del Mit e an- nel 2015. Avremo un federalismo nucleare? munque altamente improbabili. L’Epr è carat- vezione naturale dell’aria, che permettono di che altri esperti non siano convinti che reattori L’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tec- terizzato dall’indipendenza di circuiti ed edi- raffreddare il reattore naturalmente per molte di grande potenza posseggano effettivamente nologie, l’energia e lo sviluppo economico so- fici, con progettazione nella classe sismica più ore dopo un inconveniente grave; questo siste- i migliori requisiti in termini di efficienza, eco- stenibile) ha operato un confronto tra i due stringente e previsione di un sistema di raccol- ma è denominato Pcss, acronimo di Passive nomia e sicurezza. Il governo degli Stati Uniti, modelli, premettendo che le centrali ad acqua ta (core catcher) del combustibile nucleare fu- Core Cooling System ed entra in funzione au- dichiara Coppi, si sta infatti orientando alla in pressione Epr e Ap1000 hanno entrambe co- so (corium) per il suo confinamento e raffred- tomaticamente. s CRITICAsociale ■ 33 1-2 / 2011

■ RACCONTO DELLA VITA NEL “COLLEGE” DOVE SONO STATE GETTATE LE BASI DELLA SCUOLA LIBERALSOCIALISTA DI ECONOMIA PUBBLICA RICORDI DEL COLLEGIO GHISLERI DI PAVIA

Francesco Forte mio arrivo, quel giorno, alla stazione di Pavia é stampato nella mia memoria; e lo rivivo, qua- si con la stessa gioia sottile, ogni volta che mi 1. capita di tornarci. Anche adesso, come allora, percorro a piedi tutta la strada, elegante e snel- Di recente, Piero Melazzini, un mio antico la, che porta in centro, sino all’angolo, da cui compagno di studi, presidente della Banca Po- snoda l’antica Strada Nuova, ove si allunga l’ polare di Sondrio che apriva filiali a Pavia e edificio settecentesco dell’ Università. Sull’an- nel pavese, mi ha chiesto di rievocare, per la golo, c’era, luccicante di specchi, il bar Deme- circostanza, le mie vicende dalla Valtellina trio, con un odore di paste fresche e di buon all’Università di Pavia e al Collegio Ghislieri; caffé. Ci feci una sosta, per un cappuccino bol- e – ci tenne a precisarlo – al celebre Istituto di lente. L’Università, dal Demetrio, era facile tro- Finanza, fondato da Griziotti, ove si era for- varla: era, uscendo, sulla sinistra, a cento metri. mato l’altro mio maestro, Ezio Vanoni, di cui Entrai dal grande arco del porticato principale. la Valtellina va fiera. Ho così scritto, nell’esta- Eravamo, forse, una cinquantina, ci condussero te del 1999, queste memorie, che hanno avuto in un’aula ove ci comunicarono due temi, uno una circolazione molto fortunata e che ora, ri- umanistico e uno scientifico. pubblico qui Nel chiedermi di scriverle, Me- lazzini ha soggiunto, “non multa sed multum”: riprendendo un motto di Luigi Luzzatti, teori- 2. co delle Banche popolari, all’inizio dello scor- so secolo. Mentre mi esponeva questo motto Essendo iscritto a giurisprudenza, potevo che riguardava la sua Banca, ma anche ciò che scegliere fra i due settori e optai per il gruppo avrebbe voluto da me, con quella sua richiesta scientifico, ciò che condizionava anche l’orale, un po improvvisa, mi é venuto in mente il pro- essendo le commissioni esaminatrici distinte. fessore Balatti, che al liceo Piazzi di Sondrio, Non c’era a Pavia, allora, la facoltà di Econo- ci insegnava, nei lontani (per me straordina- mia e commercio. C’era però, accanto alla ce- riamente presenti) anni 44-47, la storia e la fi- lebre facoltà di Giurisprudenza, le cui radici losofia e che aveva deciso che non ha senso affondano nel medio evo, un’ottima facoltà di studiare tutti i filosofi: perciò ci eravamo con- Scienze politiche, con molti valorosi profes- centrati, nel 45-46 su Davide Hume: non mul- sori, i cui insegnamenti erano comuni anche a ta, sed multum. Andare a fondo: era anche il giurisprudenza. Io mi promettevo di diventare principio didattico del professore di latino e assiduo anche di Scienze politiche, ove c’era- greco, Albino Garzetti, celebre per le sue edi- no molte materie che mi attraevano; ma desi- zioni italiane di Tacito e poi del suo successo- deravo, in primo luogo, corrispondere all’aspi- re, il professor Massera. Non so di Balatti, ma razione paterna di avere almeno un figlio lau- Garzetti e Massera avevano studiato a Pavia, reato in legge( mia sorella studiava lettere an- uno al Collegio Borromeo, l’altro al Ghislieri. tiche a Milano, mio fratello minore, poi alunno Si stava laureando a Pavia, anche la professo- del Ghislieri, aveva- da tempo- dichiarato la ressa supplente di matematica, Marisa Cantel- sua vocazione per la fisica, cui in effetti si é li, che non mi interrogava mai, con grande in- dedicato). La giurisprudenza era una tradizio- vidia dei miei compagni, perché “lui é bravo, ne familiare: anche mio nonno materno, che lo tengo per il giorno in cui viene il preside” stato, quasi un secolo dopo, anche un altro più Sondrio (ove mio padre era Procuratore della era stato magistrato, era, naturalmente, laurea- (il professor Miotti, un burbero matematico). pacato personaggio della Valtellina:Luigi Cre- Repubblica), che, dopo la “liberazione”, era to in legge. E lo erano due fratelli di mio pa- Da Sondrio, chi si conseguiva la maturità al daro, professore a 26 anni di storia e filosofia emerso come leader della sinistra locale, in dre. I cugini di mia mamma, a Torino (lo zio Liceo Piazzi andava preferibilmente all’Uni- all’Università di Pavia, Ministro della Pubbli- contrapposizione a Vanoni. A me liceale, la Attilio, il cui figlio era stato ghisleriano) e No- versità di Pavia, non a quella di Milano:perché ca Istruzione, per quattro anni, agli inizi del prospettiva del Ghislieri a Pavia, per diventare vara, avevano studio d’avvocato Il Maestro al- Pavia era, come é anche ora, “una città univer- 900 prima con Luzzatti, poi con il Giolitti, che economista appariva come una via luminosa. la cui scuola di finanza pubblica ambivo spe- sitaria.” E poi a Pavia vi erano i celebri collegi aveva sviluppato il “Magistero”, la educazione Ecco, dunque, che finiti, nell’estate 1947, gli cializzarmi, comunque, aveva la cattedra a universitari: il Borromeo il Ghislieri, e i mi- pedagogica per i maestri e attuato vaste rifor- esami di maturità, in autunno venne il giorno giurisprudenza. Quasi tutti i candidati al Ghi- gliori aspiravano ai due collegi.La tradizione me scolastiche, rivolte a accrescere il livello decisivo: l’esame scritto a Pavia, per la ago- slieri, invece, aspiravano a medicina, per la ef- dei liceali valtellinesi al Ghislieri era partico- di istruzione degli italiani. Suo nipote, il pro- gnata ammissione al Ghislieri. Poi ci sarebbe ficienza e la celebrità della facoltà pavese, in larmente robusta e ricca di nomi importanti, fessor Bruno Credaro, anche lui ghisleriano stato l’orale, ma l’importante era passare lo cui avevano insegnato scienziati come il Gol- nelle scienze, nelle discipline filosofiche e let- era il nostro provveditore agli studi. Qualche scritto, ove avveniva la “decimazione”. Data la gi, il Forlanini, il Besta (ghisleriano Valtelli- terarie, nell’economia e nella giurisprudenza, decennio prima, di Credaro senior era arrivato media molta alta, con cui avevo superato la nese, neurologo) e si erano forgiate figure mi- nella politica. Io speravo di andare al Ghislieri, alla facoltà di lettere di Pavia, come alunno del maturità, in un liceo come il Piazzi, in cui il tiche, come Padre Gemelli (ghisleriano, neu- per fare l’economista, come Ezio Vanoni, di Ghislieri, un altro valtellinese, Pio Rajna, fi- motto che Melazzini mi aveva menzionato, rologo, della scuola del Besta), iniziatore della Morbegno, ghisleriano, allievo della celebre lologo celebre, titolare a Firenze della cattedra “non multa sed multum”, veniva applicato con scuola psicologica e fondatore dell’Università scuola finanziaria pavese di Benvenuto Gri- di lingue e letterature neolatine, capo scuola puntiglioso rigore e dato che “scrivere” era co- Cattolica.E poi, medicina, era, allora, la laurea ziotti. Nella biblioteca della Villa Quadrio di dell’indirizzo positivista filologico-storico del- munque il mio punto di forza, mi sentivo ab- più ambita. Un altro gruppo di aspiranti ghi- Sondrio, ove io andavo a compulsare i volumi la critica letteraria in contrapposizione con bastanza sicuro. Andavo a Pavia ferrato di studi sleriani del settore scientifico era costituito da- della “Nuova Collana degli Economisti” aleg- l’indirizzo estetico idealistico della scuola ca- e con una sorta di entusiasmo. I posti erano 21 gli studenti di ingegneria: questa facoltà non giava il ricordo di Maurizio Quadrio, braccio peggiata dal De Sanctis. Il suo amico Giosué per studenti lombardi o figli di lombardi, “di esisteva a Pavia, ma ivi molti venivano a stu- destro di Mazzini, in una quantità di vicende. Carducci, nei suoi Levia Gravia, lo aveva pre- merito distinto” (era ancora usato, nel bando diare, per il biennio propedeutico; in seguito E il “fiero valtellinese indomito, pur riboccan- so un po in giro, ma gli aveva anche reso concorsualeil termine scritto nel curricolo di la loro borsa di studio proseguiva, presso un te di affetti gentili”, come lo aveva definito omaggio, dedicandogli con i versi “e ogni Maurizio Quadrio). Da Sondrio partii il pome- Politecnico, di solito quello di Milano, (come Aurelio Saffi, iscrittosi, diciannovenne, a leg- buon valtellinese giura: mi son tuscan”, per riggio del giorno prima per Milano, ove fui ac- il monzese Villoresi, che ideò e progettò ge all’Università di Pavia era stato accolto – polemizzare contro il purismo filologico. Io ne colto nell’ospitale appartamento di mio zio, l’omonimo canale irriguo) o di Torino (come come diceva un suo biografo – “già a metà ero edotto, nonostante si trattasse di controver- magistrato ma anche libero docente di filosofia il bergamasco Radici, creatore, con i fratelli dell’anno nel Collegio Ghislieri, posto che si sie per iniziati, perché la mia professoressa di del diritto, che mi aveva già magnificato l’Uni- Pesenti, della Italcementi). Riuscii, comunque, conferiva dagli stessi professori agli studenti italiano apparteneva alla famiglia Rajna. Era versità pavese e la scuola di scienza delle fi- fra scritti, orali, media della maturità, primo più distinti”. Da Pavia, però il Quadrio era an- stato alunno del Ghislieri, nella facoltà di me- nanze del professor Griziotti. Lui si era dato del gruppo scientifico e secondo, dopo il pri- dato via presto, con un “battaglione Minerva” dicina, Bruno Besta, di Teglio, che per qualche cura della mia iscrizione all’ateneo pavese, alla mo del gruppo umanistico, Giancarlo Buzzi, che, nel 1820, aveva partecipato ai moti del ragione, i miei genitori conoscevano, docente facoltà di legge Il mattino seguente presi il tre- un ragazzo timido, che aveva fatto il liceo a Piemonte. E poi era stato protagonista di epici di tisiologia e microbiologia al Forlanini di no per Pavia: anche in terza classe le vetture Como ed aveva parenti a Sondrio, con cui, en- eventi, del risorgimento. Al Ghislieri, per fre- Roma ed anche l’aristocratico avvocato Me- erano confortevoli, mentre da Sondrio a Mila- trato in Collegio, strinsi amicizia. Ricevetti, al quentare filosofia nell’ateneo pavese, vi era rizzi, la figura di spicco del foro giudiziario di no ancora si viaggiava in vagoni scalcinati. Il sommo della felicità, la notizia, da un anziano 34 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

filosofo e filologo, il professor Suali, che ave- profilando, andando oltre la “ricostruzione” di noi, forse il Dossena, che é divenuto in se- in cui io cascai in pieno: mise, per una cena, va presieduto la Commissione, almeno per la Eravamo perciò avidi di scambiarci le idee e guito celebre per le sue limeriks) “Nel meo, al numero 1 dei primi piatti il “ latte” con caffè mia parte. Ero abbastanza sicuro di farcela, ma le esperienze intellettuali, con i compagni più nel meo lo prese il Borromeo”. Un giorno, o cacao (portato in voluminosa bustina a par- non con un successo così ampio. I primi cin- anziani e con quelli che facevano altre facoltà mentre lo cantavamo, vicino al Borromeo, un te); anche al numero 1 dei “secondi” mise latte que, al Ghislieri, considerati come i “bravissi- di assorbire, nello scambio, un po’ di ciò che funzionario di polizia ci si avvicinò e ci disse con caffè o cacao, però accompagnato da fette mi”, venivano fatti oggetto di attenzione par- loro stavano imparando, in particolare delle ul- che il Rettore Don Cesare Angelini ( un fine di pane tostato e burro; e al numero 1 del des- ticolare e destinati, se avessero corrisposto alle time novità intellettuali e scientifiche. Gli letterato, autore di una raffinata edizione Ei- sert, anziché mettere, come di solito, “frutta” aspettative, alle varie borse estive per scambio scambi di opinioni e informazioni, in partico- naudi degli Atti degli Apostoli) si era lamen- oppure “dolce” aveva messo ancora “latte con con studenti esteri e poi a quelle postuniversi- lare fra i più anziani, con maggiore prepara- tato, sostenendo che si trattava di un “canto biscotti”. Quando, quella sera, ricevetti, senza tarie, nelle Università europee e americane. zione ed esperienza e i neofiti o con gli stu- osceno”. Il funzionario ci chiese, perciò, di averlo previsto, come primo piatto, anziché C’era, insomma, al Ghisilieri, una mentalità denti che venivano, con i “posti di scambio” spiegare il significato della parola “meo”, ri- una minestra, una scodellona di latte caldo con “meritocratica”, di allevamento dei migliori dall’estero( come il tedesco Wolfgang Huber, servandosi di vietarci di usarla in luogo pub- a fianco la spessa bustina di carta e, in caso di cervelli, simile, suppongono, a quella che al- reduce di guerra, laureando in legge a Mun- blico, riferita al Borromeo o ad altri.. Soffocò altra scelta, un bricco di caffé, ci rimasi male. berga nei dirigenti delle grandi squadre di cal- chen ove io poi mi recai, in contropartita) e la a stento una risata quando gli spiegammo che Bevvi solo un po’ di caffelatte, pensando “mi cio per la formazione degli juniores. guida discreta ma attenta del Rettore professor non voleva dire nulla, essendo solo l’ultima rifarò con il secondo, sempre sin troppo ab- Bernardi, ci consentivano un’apertura a tutto sillaba della parola Borromeo. bondante”. Ma, con rabbia, anche il “secondo” campo sul mondo di cui gli altri, anche nelle che mi toccò era latte. I miei vicini di tavolo 3. grandi città e nelle grandi università raramente ghignavano. Dovetti contentarmi delle fette di usufruivano. D’altra parte, il Collegio Ghislie- 4. pane imburrato, accompagnato da un piatto di In Collegio eravamo un centinaio soltanto, ri, benché si potesse definire “elitario” non era verdura mista preso al tavolo centrale. Mentre di età fra i 18 e i 30 anni (alcuni terminavano un luogo di “cremini”. Alcuni anziani erano Eravamo molto gelosi dei nostri vari diritti, contavo sulla frutta o l’eventuale fetta di torta, i corsi in ritardo perché erano stati militari) tut- stati feriti in guerra, erano reduci di prigionia, come quello di rientro serale sino a mezzanotte per rifarmi la bocca, mi vidi, ancora arrivare- ti maschi. Le donne non erano ammesse nei i più giovani, ( la grande maggioranza), co- (sino alle undici, con il portone aperto, poi fra le risa dei compagni- ancora come dessert posti al Ghislieri. Vi era stata al riguardo una munque erano passati sotto i bombardamenti, suonando: ci veniva ad aprire, assonnato, il il latte: accompagnato da quei biscotti secchi disputa giuridica nei primi decenni del secolo, avevano subito il razionamento, avevano man- portiere in uniforme) e quello di scegliere, il a forma di ruota, che, inzuppati, diventano un in cui il Ministro Credaro aveva dato ragione giato il pane nero della tessera, umido e duro giorno prima, il menù preferito, fra tre primi, cibo molle per bambini ancora poco avvezzi a a coloro che sostenevano che anche le studen- erano stati privi del riscaldamento invernale. tre secondi e tre dessert (frutta, formaggio o masticare. Andai a protestare, il giorno dopo, tesse in possesso di titoli adeguati avessero di- Alcuni come me, e penso altri, in province di dolce oppure latte).La verdura (di solito patate, dal capo cucina: con grande garbo questi mi ritto ad accedervi. Ma poi non se ne era fatto montagna, avevamo vissuto da spettatori rav- cavolfiori e barbabietole rosse in insalata) si disse che era nel suo compito farsi che la sera più nulla. Analogamente nel secondo dopo- vicinati e, nell’inverno 44-primavera 45 era- trovava in piattoni su un tavolo centrale e cia- uno studente universitario potesse avere, anzi- guerra. Fu negli anni ’60 che la questione si ri- vamo stati coinvolti, nelle sparatorie della scuno ne poteva prendere a piacere. Anche dei ché la solita minestra, di pasta o riso, una sco- solse, grazie a una cospicua donazione della guerriglia partigiana. Nonostante le nostre sto- primi, a mezzogiorno, si poteva fare il “bis” della di latte; e che, per secondo, potesse gra- signora Mattei, vedova di un industriale val- rie personali spesso ruvide, per forza degli attingendo a zuppiere al tavolo centrale: cosa dire, del semplice pane e burro, da accompa- tellinese di Morbegno, ed ebbe inizio il Ghi- gnare con una tazza di buon latte di fresca pro- slieri femminile. venienza dalle stalle pavesi; e poi perché me- Si usava, in Collegio, per le “matricole”, per ravigliarsi se per dessert, quella sera, nel menù una antica tradizione, l’iniziazione da parte de- avevamo il latte con biscotti, dato che per fine gli anziani, composti da due gruppi ben distin- cena era stato messo in tante altre sere? Quella ti, i cosidetti “fagioli” ovvero gli studenti del volta, tanto per cambiare, lo avevano posto al secondo anno e i veri e propri anziani, cioé gli numero 1. “Il ghisleriano, aggiunse, dovrebbe studenti degli anni successivi. Non si trattava, rendersi conto dello sforzo che noi facciamo, però, di prove crudeli, ma soprattutto scherzo- ogni giorno, di preparargli piatti diversi, aven- se, con minacce, generalmente non eseguite, do presenti le diverse condizioni di stomaco di “condannare” chi non avesse superato le ed esigenze di dieta di chi sta tutto il giorno a prove alla cosidetta “lavatio”, che consisteva tavolino a studiare oppure, invece, é andato nell’obbligo, per la matricola, di mettere “a ba- nelle cliniche e nei laboratori, ove c’è cattivo gno” il posteriore, nel lavabo della propria odore ” Una lezione che mi meritavo. stanza, operazione scomoda, specialmente per Avevamo, in effetti, molti più possibilità di l’altezza del lavabo dal pavimento. La mia un normale studente della nostra età, agli inizi “prova” fu nel dover bere un sorso d’acqua in degli anni ‘50. un teschio, che uno studente di medicina, poi Avevamo, così, a disposizione nella sala diventato mio grande amico, teneva in camera, musica, una ampia dotazione di dischi di mu- lucidissimo, per studiarne le componenti. Pri- sica classica, ma anche di musica leggera. Il ma di bere dovevo dire la frase “bevi Rosmun- jazz era particolarmente apprezzato, in quel da nel teschio del padre tuo”. Io, dopo il sorso dopoguerra, assieme ai cantanti americani più stabilito, per seguitare lo scherzo dissi “posso recenti e i musicofili ghisleriani attratti dal averne, un altro sorso, mio signore”?. Fui così “mito americano” avevano provveduto a arric- “assolto” ed inizio la nostra amicizia. Gli chire la nostra collezione di dischi, aggiornan- scherzi a volte consistevano in quiz. Ne ricor- dola in modo selettivo. Gli studenti avevano do uno, che inventammo, quando io ero “fa- diritto a dare suggerimenti per gli acquisti, ma giolo” e che, penso, sarebbe piaciuto ad Achil- entro un budget ragionevole, che l’ammini- le Campanile. Si trattava della domanda, “Dite strazione sorvegliava con la mentalità propria chi era il padre della figlia di Jorio, il celebre dei pavesi: che non é affatto avara, né gretta, dramma di D’Annunzio”. Il gruppo di matri- e neppure severamente austera, ma é ben mi- cole, cinque, che avevamo messo in una stanza surata. C’era la sala della radio, ove si ascol- di uno di loro, per poterne uscire, doveva dare tavano, fra l’altro, la sera i notiziari e i dibattiti la risposta. Tornati dopo mezz’ora, trovammo fra esperti sui fatti del giorno, ma in cui era an- il gruppo in grave imbarazzo. Nessuno sapeva che possibile sintonizzarsi sui canali in altre chi fosse il padre della figlia di Jorio. “Eppure lingue. Nella la sala di lettura vi era una ampia é facilissimo”, disse il mio collega più anzia- eventi, vi era, in Collegio, il massimo ordine, per me impensabile, data la dimensione delle dotazione di riviste e giornali, basata anche es- no, ai cinque che si vergognavano di ignorare la pulizia più scrupolosa dovunque, anche le porzioni che dai camerieri ci venivano portate, sa sulla scelta degli studenti: sicché avevamo la letteratura del novecento, “si tratta del pa- nostre discussioni sotto i portici non erano mai sulla base delle nostre ordinazioni. Ma dove- l’Unità, il Popolo e l’Avanti! perché gli alunni, dre, non della madre, pensateci bene”. A sera chiassose. Ciascuno rispettava le opinioni po- vamo serbare rispetto alle “regole del gioco”, avidi di dibattito politico, li avevano chiesti, ancora nessuno era riuscito a rispondere, e si litiche e religiose degli altri. Non si notavano, scritte o meno. Ad esempio, ricordo che molti assieme ai grandi quotidiani e alla Provincia scusavano, assurdamente, asserendo che non come in anni più recenti é accaduto, “scami- di noi, non immaginando che cosa avrebbero Pavese, indispensabile per sapere che cosa avevano studiato D’Annunzio al liceo. Finì, ciati” o mal pettinati o mal rasati. Queste for- desiderato avere il giorno dopo per pranzo o c’era al cinema, di pomeriggio e dopo cena e per esaurimento della nostra pazienza, in una me di esibizione non erano “in” Si potevano cena, segnavano sempre 1, per le varie opzio- per leggere le recensioni degli eventi locali. grande risata. cantare, talora, canzoni goliardiche un po’ ni. Io ero uno di questi, non tanto perché man- C’erano anche più di un giornale sportivo, date Nell’ambiente ghisleriano e all’Università, sboccate, ma non s’usavano parole turpi o be- cassi di spirito programmatorio, quanto perché le diverse preferenze della tifoseria ghisleriana noi che venivano dalle varie province, aveva- stemmie. Una canzone che ricordo, era quella mi ero convinto, con ripetute osservazioni, che in fatto di calcio e ciclismo. Il giornale più mo voglia di capire come sarebbe andato mon- contro il collegio Borromeo, con cui eravamo il numero 1 era, comunque, sempre la scelta compulsato il mattino, prima di far colazione, do del dopoguerra, volevamo inserirci e pro- tradizionalmente rivali. Consisteva, essenzial- migliore. Errore grave. Punto nel suo orgoglio, era la Gazzetta dello Sport, in particolare gredire in quella realtà dinamica che si andava mente, nel ritornello, (escogitato da qualcuno il capo-cuoco ci fece, un giorno, un tranello, quando c’erano il giro di Italia e il tour de CRITICAsociale ■ 35 1-2 / 2011

France e il lunedì, con i risultati delle partite arrivava nella grande pìazza, contrassegnato tuzioni in rapporto all’evoluzione del capitali- fici o figure sulla lavagna. In compenso, ci for- del campionato. Qualcuno- a me capitava dalle alte torri di colore rosso e la Caserma Me- smo. Nel primo anno, ad insegnare economia niva molti esempi concreti in collegamento spesso- arrivava tardi alla colazione del mat- nabrea (adesso é una parte dell’Università), politica, c’era.Di Fenizio-un signore quaran- con i gli articoli che aveva scritto o stava per tino e, magari, finiva per perderla( alle 9 in con un via vai di sfollati, che ancora in parte vi tacinquenne vivace, sorridente, vestito in mo- scrivere su Il Corriere della Sera e su Mondo punto la porta di ingresso del refettorio veniva abitavano, si entrava infine sul retro del palaz- do sportivo, che faceva lezione camminando Economico. Questo fatto dava a noi studenti chiusa) perché si era intrattenuto a leggere ar- zo color giallo dell’Università (il cosi detto a destra e a sinistra della lavagna, su cui ogni un senso di grande importanza, perché ci in- ticoli dei giornali. giallo Fraccaro dal nome del Rettore che aveva tanto scriveva, con il gessetto, a grandi carat- troduceva, in modo diretto, spesso in anticipo fatto riaffrescare gli antichi muri)e si arrivava teri, una formula o un grafico, dichiarando, su- nei fatti reali della congiuntura economica e nell’ala del porticato a destra, ove c’erano le bito, con una erre tenue e un sorriso aggiuntivo della finanza.Bruno Leoni, insegnava, con un 5. aule di Legge. Le lezioni iniziavano alle 9.15. che era “elementare”. Il Dife, come lo chiama- rigoroso metodo positivistico, intriso di riferi- menti e paradigmi economici, filosofia del di- Il Ghislieri non era solo “cultura”. Il Rettore ritto e, nella facoltà di scienze politiche, dot- del Collegio teneva molto alle nostre attività di trina dello stato:questo era il vecchio nome sport e, comunque, di esercizio fisico.Vi erano, della materia che ora si denomina “scienza po- nel Ghislieri, anche la sala scherma, il campo litica” e che lui stava modernizzando. Appresi di pallacanestro, e, sotto i portici, sulla destra, così, dal suo insegnamento, i primi elementi la stanza-deposito per le biciclette.Ciascuno di della teoria delle decisioni razionali. Raccolsi, noi ne aveva una. Avevo preso, sull’esempio di ad uso di noi studenti, in dattiloscritto ( che re- qualche collega, l’abitudine di inserire sul por- digevo con la mia Lettera 22), le sue lezioni taoggetti fissato sul manubrio, un libro da stu- introduttive di Dottrina dello Stato, che ho poi diare e facevo molti “ripassi”, pedalando e ri- conservato in tutti i miei innumerevoli traslo- petendomi mentalmente ciò che vi era nel te- chi:qualche anno fa ho rilegate e mi riprometto sto. Le strade di Pavia pianeggianti, fuori dal di pubblicarle, dato che egli a suo tempo non centro, allora non erano attraversate, se non ra- lo fece (forse pensava di completarle, ma a ramente da automobili ed era una delizia peda- causa della sua morte prematura a opera di un larvi, anche se non c’erano le “piste ciclabili”. pazzoide la vita di questo grande studioso è Vi era, in Collegio, anche una biblioteca spe- stata stroncata prima che fosse al colmo della cializzata, nelle varie discipline dei nostri studi. sua pienezza scientifica).Dopo superati i suoi Era, per me, una miniera preziosa, data la sua due esami; e, ancora studente, egli mi chiese particolare ricchezza di libri d’economia, do- di collaborare, con recensioni, alla rivista di vuta, in parte, a lasciti di ex alunni ma anche scienze politiche, “Il Politico”, che aveva ap- alle ordinazioni fatte, via via negli anni, dagli pena fondato nella Facoltà di scienze politiche studenti. Vi si poteva entrare, praticando libe- pavese, per rinnovare questo settore di studi. ramente la lettura ai tavoli vicino agli scaffali. Il professor Leoni, in seguito, divenne celebre Solo per i prestiti “esterni” si compilava la negli USA, ove i suoi libri sono molto noti. Lo scheda, da consegnare a un addetto, che però reincontrai, nel 1960 quando ero associate pro- non si trovava necessariamente nella bibliote- fessor nel Department of Economics Univer- ca. In effetti, il Collegio era ampiamente basato sità di Virginia e lui ci era venuto come visi- sulla fiducia: non si pensava che uno studente ting professor. I nostri anni pavesi, avevano potesse portare via un libro abusivamente o generato fra di noi, nonostante la differenza di spostarlo dal proprio posto, senza poi riporlo età e di ruoli, e anche la differenza di idee in esattamente dove lo aveva preso. Anche la vita politica e in politica economica (lui liberale li- pavese, del resto, allora, era ampiamente basata 6. vamo noi studenti, era un “maestro” efficacis- berista puro, io liberal-socialista) una solida sulla reciproca fiducia. La bicicletta potevamo simo, di una chiarezza esemplare. Le cose più amicizia, che si protrasse in seguito, quando lasciarla fuori dal bar, appoggiata la muro, Non multa sed multum. Il motto si addiceva complicate, come l’oligopolio e gli incroci fra io divenni professore a Torino, ove lui risiede- chiusa solo con un piccolo lucchetto, per im- bene, all’Università pavese, come la ricordo, le varie forme di mercato sul lato della doman- va. Ricordo quando io e mia moglie visitam- pedire alla ruota di scorrere, senza timore che nelle facoltà di legge e scienze politiche (ma da e su quello dell’offerta, la teoria dell’equi- mo la casa ove gli era appena nata una bambi- qualcuno la portasse via. Gli studenti universi- penso anche in quelle di lettere filosofia e di librio ottimale della produzione con gli iso- na, che si agitava nella culla: Didi Leoni, ora tari, in ogni caso, erano circondati da partico- matematica e fisica), basate sul “poco ma mol- quanti e gli isocosti, l’equilibrio economico invece mi sorride, dal video di canale 5, ove lare simpatia e rispetto. Quando poi si sapeva to buono’ generale di Walras-Pareto, la macroeconomia presenta il notiziario politico. Mi affascinava- che uno era “del Collegio Ghislieri”, c’era Non so quanti siano, oggi, gli studenti iscrit- keynesiana (che egli per primo tratto, in Italia, no anche le lezioni di storia delle dottrine po- sempre qualche po’ di ammirazione, da parte ti e quelli frequentanti, a giurisprudenza. Al- nel suo manuale), con gli equilibri e squilibri litiche di Vittorio Benonio Brocchieri, che, io di tutti, in particolare delle ragazze del luogo. lora gli iscritti non superavano i 30 annui e in di piena occupazione e di disoccupazione o in- andavo a sentire per puro diletto, in quanto Ma la vita nel Ghislieri non era tutta rose e fio- aula a diritto privato dal celebre professor Gor- flazione, la propensione al consumo e il mol- non potevo inserirne l’esame nei corsi com- ri. Ad esempio, per metà delle stanze, il riscal- la eravamo in quattro, talora in sei. Il doppio, tiplicatore, mediante le sue spiegazioni alla la- plementari fuori facoltà, avendoli già tutti im- damento scarseggiava. Io, da matricola, ne ave- al terzo anno, nel corso biennale del maestro vagna, con poche, formule e figure geometri- pegnati con Dottrina dello Stato, Storia delle vo scelto una all’ultimo piano, gelida, di inver- del diritto commerciale Mario Rotondi, ove che, disegnate con mano sicura, diventavano Dottrine Economiche e Politica Economica. no, ma- in compenso - molto grande e affian- avevo come compagno Guido Rossi, che era semplici e logiche. Ricordo, che all’esame, Mi avvinceva anche la storia del diritto italia- cata da uno spazioso corridoio silenzioso.E, na- entrato al Ghislieri l’anno dopo di me e poi, egli, dopo una domanda sulla concorrenza mo- no, che veniva insegnata da Pietro Vaccari, un turalmente, le scale si facevano a piedi. All’ul- dopo aver frequentato l’Istituto di Finanza, per nopolistica (un’altra sugli sviluppi internazio- professore austero, massiccio, sulla sessantina, timo piano, dove stavo io, lungo il soffitto del addestrarsi nelle discipline economiche, optò nali della scienza economica, su cui Di Fenizio con una voce profonda, con cui ci guidava a corridoio, quando la sera, a una certa ora, le lu- per la carriera universitaria nelle materie del era costantemente aggiornato e ci aggiornava), spaziare nei secoli dell’epoca longobarda ci venivano spente, volavano dei piccoli pipi- diritto privato su basi economiche, alla scuola mi chiese le equazioni Walras-Pareto del- quando Pavia, con le sue cento torri, era la ca- strelli. La cosa, però, non ci impressionava. di Mario Rotondi. Questi un giurista, con l’equilibrio economico generale, che io gli pitale dell’Italia e, perciò, ivi era sorto un ga- Non vi era niente di cupo, in quel loro volo not- grandi interessi economici, collaborava anche esposi con estrema facilità, terminando con binetto di studi giuridici, il preludio della fu- turno, nel piccolo mondo ordinato del nostro alla Rivista di Diritto Finanziario e Scienza “spero di aver risposto giusto”.” Perché me lo tura Università, con il compito di comparare e collegio, con il grande giardino, pieno di alberi, delle Finanze. Il volto pallido, affilato, vestito chiede ?”, mi domandò il professor Di Fenizio, integrare diritto romano e germanico. Pietro che io vedevo dalla finestra-balcone. Il mattino impeccabilmente di scuro, le mani di pianista mentre mi dava la lode. “Perché, dissi io, mi Vaccari o meglio il Vacarius, come noi lo chia- dopo, noi saremmo andati, allegri, nella sala di che muoveva appena, il parlare sommesso, sembrava così facile, che forse avevo dimen- mavamo, associandolo idealmente ai maestosi lettura, a discutere di politica e di sport e poi aveva una logica elegante quanto implacabile. ticato qualcosa”. Piuttosto compiaciuto, mi professori delle Università medievali, non era nel grande refettorio, spalancato per la colazio- Il diritto commerciale e soprattutto il diritto in- disse “in effetti non é complicato come sem- un puro giurista era in primo luogo uno stori- ne, spandendo odore di pane bianco fragrante dustriale, di cui era stato l’iniziatore (ho poi bra”. In realtà, il merito era del suo manuale. co, con interessi amplissimi. Così mi stimolò e di latte e caffé bollenti. Ci attendeva- quando avuto a Milano, come collega ed amico, il suo La statistica ce la insegnava Libero Lenti, che allo studio dei contratti con cui aveva avuto non eravamo in ritardo- un’altra chiaccherata, allievo pavese, il ghisleriano, professor Remo arrivava da Milano, in un’automobile, assieme inizio, a Genova, il capitalismo, nel medioevo. sotto i portici dell’Ateneo, con i colleghi stu- Franceschelli, che ne fu il principale studioso a Di Fenizio e che, nella corporatura, era al- Ed io durante il secondo anno, e poi ancora in denti e studentesse, dopo la passeggiata, nella sistematico), nel suo ragionare, apparivano co- quanto più grosso di lui sicchè usciva dallo parte nel terzo, mi immersi per molte ore po- tranquilla mattina di Pavia, dalla piazza del me sequenze di sillogismi e corollari, desunti sportello posteriore dell’auto (guidata da un meridiane, nella munitissima biblioteca cen- Collegio all’Università. Anche questo percorso da poche premesse. Dietro il suo impianto giu- autista) per secondo. Aveva sempre un mezzo trale dell’Università di Pavia, ove erano con- ho fra i ricordi che danno serenità dalla lunga ridico vi era un acuto impianto economico. Si sigaro in mano, lo fumava prima e dopo la le- servati i preziosi manoscritti dell’epoca. E ivi, Piazza di San Pio, si entrava in una via un po’ sentiva che aveva coltivato gli studi economi- zione, il che dava a noi studenti un titolo ag- grazie a un personale efficiente e paziente, ne stretta, poi si passava davanti a un bar, ove ci, una caratteristica che hanno, credo, i giuri- giuntivo per fumarci, sotto i portici, la nostra trovai e schedai parecchi di banchieri, che fa- spesso si entrava, per un caffé corretto, per to- sti della sua scuola, che li rende particolarmen- sigaretta durante gli intervalli. Parlava molto cevano contratti di finanziamento a operatori gliersi di dosso i rimasugli di sonno ; e poi si te adatti a comprendere gli sviluppi delle isti- più lentamente Di Di Fenizio e non faceva gra- marittimi, mediante accomandite, che acqui- 36 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

stavano e vendeva azioni della “compera sa- Adriano Olivetti nella sua società di Ivrea, co- l’Italia, oltre che la scienza delle finanze. La agile e multiforme dei fatti economico-finan- lis”, una compagnia che gestiva il monopolio me già Giancarlo Buzzi. Il re delle macchine scuola di Benvenuto Griziotti non fu solo una ziari che alle alte teorie), fu parlamentare per del sale della Repubblica Genovese: che dai da scrivere assumeva ghisleriani con avidità, fucina di studiosi, fu anche, forse in primo luo- innumerevoli legislature, e insegnò, assidua- proventi ricavava anche mezzi per pagare il specie se laureati in filosofia, convinti che fos- go, una scuola di etica dell’impegno civile : mente, la scienza delle finanze all’Università servizio dei suoi prestiti. Schedai anche con- sero utili a dar sprint alla sua impresa. L’am- egli riteneva che il sapere dovesse essere mes- di Pisa, poi in quella di Roma, alla Facoltà di tratti di acquisto di terre e fabbricati e paga- biente pavese ha dato a Tatò una formazione so al servizio della società, del buon governo, Statistica, producendo un Manuale universita- menti mediante lettere di cambio. Conservo che gli ha permesso di diventare uno dei mag- del progresso nazionale e mondiale. E la sua rio di Scienza delle Finanze e vari contributi a ancora questo materiale, che mi é servito per giori manager dell’Italia di fine ‘900, allo svol- impostazione metodologica, rivolta a combi- questa disciplina. Lavorò sino alla morte pre- capire le origini del capitalismo industriale e ta nel nuovo secolo: giungendo al vertice pri- nare economia, politica, diritto e tecniche ope- matura nel 1973 (la prigionia di cui narra nel finanziario, molto più degli scritti di Marx. A ma dell’Olivetti, poi della Mondadori, indi del- rative nel campo della finanza pubblica traeva, bel libro Fra la cattedra e il bugliolo, ne aveva Vaccari sarebbe piaciuto che io facessi la tesi l’Enel. Io invece, grazie al Collegio e all’Uni- in primo luogo, la sua ragion d’essere dall’ob- logorato la sua fibra) sempre con grande im- con lui sulle origini del capitalismo a Genova. versità di Pavia, ebbi prima tre borse di alcuni biettivo di penetrare, in questo modo, a fondo pegno, lucidità di pensiero e nobiltà di scelte Ma io oramai ero votato alla scienza delle fi- mesi in Austria e Germania, poi, dopo la lau- nei dati della realtà e concorrere a migliorarne di vita.Uomo di grande generosità, l’incedere, nanze. Le discipline collaterali mi interessava- rea, una semestrale alle Università di Zurigo e le istituzioni e le decisioni pubbliche. Questo un po’ curvo, segnato dagli anni di carcere, il no per gli intrecci con la “mia materia”. Così di Berna. Negli USA ci andai nel ’59 con un impegno Griziotti seppe trasmetterlo a nume- viso sereno, la folta capigliatura canuta ben or- é stato anche con il professor Pietro Nuvolone, posto di “distinguished postdoctoral fellow “, rosi suoi allievi, fra i quali spiccano grandi fi- dinata, il parlare pacato, lo ricordo, in partico- ghisleriano, allora molto giovane, che ci inse- istituito presso il Department of Economics gure :ho già ricordato il ghisleriano Ezio Va- lare, in una commissione di libera docenza, in gnava, con frequenti collegamenti alla filoso- dell’Università di Virginia da una ricca vedova noni, la cui grande statura morale oltreché cui ci trovammo colleghi esaminatori, negli an- fia, secondo un indirizzo positivista, aperto al- americana. Mi ci chiamò il capo del Diparti- scientifica non ha bisogno di sottolineature. ni ‘60: dopo una pessima lezione, fatta da un la sociologia, diritto penale e procedura pena- mento James Buchanan, ora premio Nobel, che Basterebbe, a testimoniare il suo senso di mis- candidato, venuto dalla Sicilia, quando questi le. Oltre al testo generale dell’Antolisei, stu- aveva studiato l’italiano durante il suo dotto- sione, al servizio del Paese, il modo come egli stava per esser bocciato, io feci notare che for- diammo così due sue monografie, sui reati di rato di economia a Chicago, apprezzava la ha sacrificato la sua vita, per il rigore e l’equità se era stanco del viaggio ed emozionato, per- stampa e sui limiti taciti della norma penale, scuola economica italiana di scienza delle fi- del bilancio, recandosi al Senato, per il voto ché i suoi ascoltatori non erano studenti, ma che ci introducevano in due temi ancora oggi nanze, su cui stava scrivendo una elaborata sulla sua legge finanziaria, contro l’avviso del professori importanti. Pesenti, allora, perorò scottanti: i diritti del giornalista alla libertà di monografia, che è alla radice della sua teoria medico, che aveva consigliato giorni di riposo, così a fondo la causa del timido candidato, che cronaca e di pensiero e i suoi obblighi deonto- di Public Choice ed era stato in visita, per le per il suo cuore. Il bilancio fu approvato, come decidemmo, sia pure solo a maggioranza, di logici, sottilmente confliggenti, di non ledere sue ricerche, come “tappa obbligata” all’Uni- lui chiedeva, mentre il suo cuore cedeva allo promuoverlo. Un altro importante allievo di l’onorabilità altrui, esondando dal diritto di Griziotti fu il ghisleriano professor Gian Anto- cronaca; il limite agli obblighi dei funzionari nio Micheli, un fine giurista, con interessi e dei militari ad obbedire alle leggi e agli or- scientifici a cavallo fra la procedura civile e il dini ricevuti, quando violassero, come era ac- diritto finanziario, che dopo essere stato assi- caduto negli anni della guerra, norme etiche stente di Griziotti nell’Istituto di Finanza, di- condivise. Con lui elaborai uno studio, che venne professore di procedura civile, ma nella portai poi alla laurea, come “tesina” sul reato sua maturità, tornò alle origini, ricoprendo, a di oltraggio all’incaricato di pubblico servizio, Roma, alla Sapienza, la prima, prestigiosa cat- in cui cercavo di definire che cosa si potesse tedra di diritto tributario alla Facoltà di Giuri- intendere per “pubblico servizio”. Nuvolone sprudenza: due dei Ministri delle Finanze degli era stato allievo di Griziotti, il mio maestro anni più recenti, Franco Gallo e Augusto Fan- nella scienza delle finanze e collaborava alla tozzi sono suoi allievi...nipotini della scuola Rivista di Diritto Finanziario e Scienza delle pavese di Griziotti e un terzo Giulio Tremonti, Finanze, per il diritto penale tributario. Un al- fu suo discepolo, tramite una borsa di studio tro professore ghisleriano, collegato a Griziot- dell’Istituto di Finanza dell’Università di Pa- ti, con cui lavorai fruttuosamente fu Rodolofo via, in cui si stava specializzando. Contando De Nova, acutissimo docente di diritto inter- assieme a Vanoni e Pesenti, anche me e il mio nazionale..Mi interessava il fatto che si potes- allievo Franco Reviglio ora professore a Tori- sero tracciare, anche fra stati sovrani, delle re- no, alla Facoltà di Economia, sono sette i Mi- gole per attivarne la cooperazione nelle rela- nistri delle Finanze, docenti di finanza pubbli- zioni finanziarie, , in un mondo che era appena ca, che, dal 1944, direttamente o indirettamen- uscito da grandi conflitti e in cui stavano emer- te sono sbocciati dalla scuola griziottiana. gendo i prime abbozzi di unità europea. Con De Nova feci una ricerca sulla “tutela interna- zionale delle pretese tributarie” di uno stato, 9. in uno stato estero, che divenne la seconda te- sina, per la mia laurea, che discussi in scienza Griziotti, con il suo esempio, nell’Istituto di delle Finanze, nell’estate del 1951, con Gri- Finanza pavese insegnava anche come si “fa ziotti, sul principio del beneficio, le rendite fi- scuola”, nella scienza. Così, Sergio Steve, as- scali e i tributi speciali, di cui ampie parti sono ssistente di Griziotti a Pavia, poi professor a state successivamente pubblicate, in u a riela- Venezia, indi a Milano e, in seguito, per molti borazione, in questa Rivista, con il titolo Teo- anni a Roma alla Sapienza (ove dal 1986 gli ria dei tributi speciali. versità di Pavia nel ’55.Io gli feci da guida e sforzo del suo discorso, volto a illustrarlo.. Ma sono succeduto) ha dato luogo, a sua volta, a scoprimmo di avere scritto entrambi, l’uno a bisogna aggiungere il borromaico Antonio Pe- una scuola numerosa di studiosi di elevata insaputa dell’altro, su riviste diverse, saggi senti. Nel 1935, quando aveva pubblicato già qualità ed impegno. Pur con le differenze di 7. molto simili sulla possibilità di configurare la saggi importanti di scienza delle finanze e di impostazione, questo Maestro ha ripreso da tassazione automobilistica in rappprto al bene- diritto finanziario, Pesenti venne condannato Griziotti il metodo di collegare teoria econo- L’Università di Pavia non era solo un luogo ficio dell’uso delle strade. Pavia. Fu per me, dal Tribunale Speciale a 24 anni di carcere, per mica e dati istituzionali e fattori politici, che ove si imparavano alcune materie, fra loro se- così, una Cambridge Italiana, meno snob, ma la sua attività di propaganda contro la guerra la scuola macroeconomica cosidetta keynesia- parate, era un luogo ove ci si apriva la mente, altrettanto raccolta, intrisa di senso empirico in Etiopia, svolta Parigi- ove stava studiando. na -(Steve ha spiegato molto bene che il pen- con lo studio interdisciplinare, con docenti fer- lombardo, ma alta, nella teoria, come nelle sue Dalla fede repubblicana, nella prigionia durata siero genuino di Keynes non era quello poi sti- vidi, di diverse generazioni, usciti dai Collegi torri: il cui colore rosso, che si ergeva verso il sino al 1943, quando cadde il regime fascista, lizzato dai keynesiani)- aveva quasi distrutto, universitari pavesi o con essi profondamente cielo, era per me il simbolo di quel sapere. passò a quella comunista. Ministro delle Finan- con un danno che ancora noi, nell’Europa con- legati. Docenti che si prendevano cura dei loro ze nel governo Bonomi, nel 44-45 successiva- tinentale sopportiamo. Molte delle considera- studenti, li indirizzavano nei loro interessi par- mente diede notevoli contributi ai lavori della zioni che Steve ha elaborato nel corso degli ul- ticolari, discutevano con loro, senza formalità, 8. Costituente in materia economica, fondò la ri- timi decenni sono estremamente attuali per la spesso sotto i portici, a volte anche al Caffé vista Critica Economica, che sotto la sua guida revisione della politica fiscale dei paesi euro- Demetrio, talora nelle conferenze che facevano Il mio principale interesse, a Pavia, sin dal elaborò gli indirizzi economici del PCI, secon- pei al fine di stimolarne la crescita e l’occupa- al Ghislieri e al Borromeo. Un esempio tipico secondo anno, fu, come ho detto, per l’Istituto do una linea moderna, che arricchitasi di nuove zione. A Pavia ci si preparava, all’Istituto di della fertilità di questo ambiente è la vicenda di Finanza, diretto dal professor Griziotti e so- leve intellettuali, ha consentito a questo partito Finanza, ad essere economisti capaci di ammi- di Franco Tatò, entrato in Ghislieri nel ’50, stenuto, in modo efficaceze, con le risorse ag- di qualificarsi come forza di governo dotata di nistrare, nelle istituizioni. Fra i più giovani al- quanto io iniziavo il quarto anno; dopo vari giuntive della Camera di Commercio. L’Istitu- una cultura economica capace di comprendere lievi di Griziotti, che sono emersi in questo successi scolastici si laureò nel ’54 in filosofia to di Finanza di Griziotti, che tutt’ora ha un po- la realtà contemporanea e le sue istituzioni.Pe- campo, una menzione spetta a Mario Sarcinel- con Enzo Paci, su Max Weber e il linguaggio sto di grande rilievo nell’ateneo pavese e nella senti (che Griziotti con me, affettuosamente, li, che collaborava con me all’Istituto di Finan- della storiografia, ebbe due borse di studio in cultura economica italiana, é un centro di pen- chiamava “il pesentino”, forse per delinearne za, sotto la guida grizziottiana, nella redazione Germania ed una negli USA, poi fu accolto da siero e di formazione civile, cui deve molto la duttilità del pensiero, più portato alla analisi della Rivista di Diritto Finanziario e Scienza CRITICAsociale ■ 37 1-2 / 2011

delle Finanze, che Griziotti aveva fondato e di- studenti dell’Ateneo pavese, di cui ero diven- al pianoforte, si esibiva in pezzi di opera lirica. Italia, e faceva la spola con Pavia. Noi due ed rigeva, con scrupolo tenace. Sarcinelli, poi, si tato il capo, avendo vinto alla guida dell’Unio- Oppure andavamo al Cinema d’essai, che, con Emilio Gerelli, che ha poi diretto l’Istituto di laureò con Parravicini succeduto a Griziotti, ne Goliardica.(il cui segretario nazionale era un gruppo di amici, avevamo fondato e in cui Finanza di Pavia, per lunghi anni, vincemmo suo allievo dal 1933, anche lui Ghisleriano e Marco Pannella, che noi criticavamo perché si proiettavano film dell’epoca del muto e so- nel 1961 il concorso di cattedra. Parravicini si subito il pavese Paolo Baffi lo prese con sé troppo politicizzato, ma alla fine seguivamo) nori degli anni prebellici. I miei redditi erano insediò come ordinario a Pavia, io fui chiama- all’Ufficio Studi della Banca di Italia. Da lì, le contese elettorali con la Fuci. Lasciai il “te- buoni, perché accanto allo stipendio avevo an- to a Torino da Einaudi, Gerelli andò a Venezia Sarcinelli ha spiccato il volo per prestigiosi in- stimone” a Saverio Venosta, mio compagno al che un fisso mensile, come redattore capo del- ove avevano insegnato Vanoni e poi Steve sul- carichi in istituzioni bancarie nazionali e inter- Liceo Piazzi di Sondrio, che era allora al col- la Rivista diretta dal professor Griziotti. Mi- la prestigiosa cattedra di scienza delle finanze. nazionali. Marco Vitale, ghisleriano, venuto legio Borromeo, come laureando in legge ed gliorarono quando cominciai ad avere proventi Alla statale di Milano, al posto di Vanoni, che poco dopo all’Istituto di Finanza, é diventato era il mio braccio destro nell’organismo stu- di scritti vari, come quelli su “Automobilismo io avevo ricoperto transitoriamente, dal 1954- uno dei maggiori esperti italiani nella finanza dentesco. Saverio, di poche parole, era un ec- Industriale”, in cui pubblicai alcuni saggi bre- 55, prima come supplente, poi, per breve tem- privata, ma spesso ricopre incarichi difficili po, come incaricato, c’era dal 1956-57, Sergio nelle pubbliche amministrazioni ed é fra i fon- Steve. Questi nel 1964 passò a Roma. Così datori dell’Università Carlo Cattaneo di Ca- Parravicini gli successe alla Statale di Mila- stellanza La scuola di Griziotti era una garan- no,.e Gerelli giunse a Pavia. Poi Parravicini zia, un viatico di carriere brillanti, negli uffici ebbe la cattedra a Firenze, indi nella Facoltà studi, nelle pubbliche amministrazioni, nel- di Economia di Roma, ove tornò all’economia l’Università in Italia e all’estero. Sarebbe però monetaria e creditizia, con cui aveva iniziato riduttivo non menzionare anche il grande pre- le sue ricerche. Teoricamente, nonostante la stigio che godevano l’Università di Pavia e il differenza di età, Parravicini ed io eravamo ri- Ghislieri., in Italia e a livello internazionale e vali, per una futura cattedra universitaria, per- di cui ho fatto poco sopra cenno, menzionando ché lui era tornato alla carriera degli studi solo James Buchanan.. da pochi anni e aveva passato un lungo perio- do alle armi, come ufficiale. Ma Parravicini si comportava con me come un fratello maggio- 10. re. E mi portò con sé, alla fine del ‘53, al Mi- nistero delle Finanze, ove dirigeva l’Ufficio In questo ambiente iniziai, nel luglio 1951, Studi per il Ministro socialdemocratico Rober- dopo la tesi di laurea con Griziotti, sul princi- to Tremelloni. Così collaborai con lui al libro pio del beneficio e i tributi speciali e la nomi- bianco sul Sistema Tributario Italiano, al quale na, pochi mesi dopo, ad asssistente ordinario per altro diedi un contributo minore: dovevo nell’Istituto di Finanza, la mia carriera nel- lavorare anche per l’ENi, che mi aveva presta- l’ateneo pavese. Frequentavo, allora, France- to parzialmente al Ministro Tremelloni e, co- sco Alberoni, allievo del Cairoli (il terzo col- munque, attendere ai miei doveri universitari legio Universitario per studenti di merito di- a Pavia e alle mie ricerche. Mentre scrivevo, stinto, da poco fondato per l’impegno del Ret- per Moneta e Credito, la rivista della BNL, di- tore Plinio Fraccaro), che si stava perfezionan- retta dal ghisleriano, allievo di Griziottti, Luigi do con padre Gemelli, a Milano, alla Cattolica Ceriani, due lunghi saggi sulla tassazione delle in psicologia e Alberto Arabasino, assistente società, che poi raccolsi in un volumetto, Va- di diritto internazionale, che dopo qualche cellente organizzatore e godeva fra gli studenti vi, tratti dalla mia tesi di laurea sul principio noni mi nominò, nel ’54, come ho eccennato, tempo avrebbe lasciato studi in cui già si era una grande popolarità, per la capacità gestio- del beneficio nella tassazione, riguardanti suo supplente alla cattedra di scienza delle fi- distinto, per dedicarsi interamente alla sua vo- nale che metteva nelle iniziative a noi affidate l’impiego dei tributi automobilistici per il fi- nanze alla statale di Milano. cazione letteraria. Conobbi anche Carlo Maria dal rettore Fraccaro, come la mensa e la casa nanziamento delle strade. Grazie a questi scrit- Cipolla, assistente di storia economica, che in dello studente, ove avevamo organizzato, con ti e ad altri, più complessi, pubblicati sulla Ri- seguito diventò professore di questa materia scandalo della Fuci, ballo serali. Nell’ultima vista, su questi stessi temi, nel 1953 risposi a 13. all’Università di California a Berkeley. tornata elettorale in cui ci presentammo, io di- un bando dell’ENI, appena fondato, che cer- Un altro mio collega era , missionario dal presidente, con lui designato cava consulenti economici nel settore petroli- Presi alloggio nella capitale lombarda, ma detto Gingio, ghisleriano, assistente di proce- al mio posto, prese molti più voti personali di fero.. Il mio ardimento fu premiato, fra le re- con la Topolino facevo la spola con Pavia, ove dura civile. Divenne, in seguito, una delle me e fece guadagnare alla nostra lista nuovo ferenze avevo indicato anche Griziotti e Vano- Griziotti mi attendeva, per la Rivista ed ove principali figure politiche italiane.Da Leoni, seguito. Saverio, che era per carattere molto ni. Enrico Mattei mi prese, a tempo parziale, avevo tutti gli amici. Nel febbraio 1956 Vanoni c’era Mario Albertini, che teorizzava il fede- modesto, disse a tutti che il successo era mio con obbligo limitato di recarmi a Roma, senza morì. Anche Griziotti, poco tempo dopo, ci la- ralismo e creò l’Unione federalista italiana. merito. In seguito è stato sindaco di Sondrio, vincolo di tempi e di orario, in cambio di una sciò. Io ero senza i miei Maestri, ma con l’ap- Divenne, poi, professore di filosofia della po- poteva avere una carriera politica importante, ottima retribuzione. Cambiai la mia moto Gi- poggio di Steve ebbi dal 1966-67l’incarico di litica nella nostra Università.Le sue teorie in- ma è morto precocemente. lera con una Topolino C di seconda mano e di- scienza delle finanze ed economia e statistica fluenzarono il movimento italiano verso il fe- venni, dal mio punto di vista, abbiente. Così (tre materie) a Urbino. L’anno dopo per econo- deralismo, compresa la Lega di Umberto Bos- presi ad andare, per i miei pasti, alla Croce mia, chiesi che venisse dato l’incarico a Benia- si, nel periodo iniziale. Ma le idee di Albertini 11. Bianca, il miglior albergo ristorante di Pavia, mino Andreatta, mio giovane amico, dai tempi sono sopratutto importanti, per le basi teoriche di proprietà del commendator Sozzani, un della Cattolica, ove avevo fatto 54-56)i corsi se- dell’Unione economica e monetaria europea. Nel mio primo anno di assistente ebbi diritto grande albergatore che, per i menù, aveva rali di scienza delle finanze. Tenni per me la sta- I suoi saggi nel libro “Il Federalismo” che pub- all’alloggio gratuito al Ghisilieri, grazie a una creato gustosi incroci fra la cucina pavese e tistica, che, come ora, mi ha sempre affascinato, blicò, presso le edizioni del Mulino, venti anni borsa di perfezionamento. L’anno dopo trovai quella della Valtellina, grazie al fatto che un in quanto permette di quantificare i fatti e le fa, rimangono fondamentali per capire i pro- un’abitazione in Via Garibaldi, presso una an- figlio e un nipote erano albergatori in Provin- qualità apparentemente meno P suscettibili di blemi di fondo dell’Europa di Maastricht. A fi- ziana signora, ex infermiera del Policlinico cia di Sondrio.. Credo che il celebre Vissani, misura. Parravicini mi consentiva di assentarmi losofia del diritto c’erano due ghileriani: Gia- San Matteo, che affittava tre camere, di quel in confronto lui, risulterebbe come un nano da Pavia, più di quel che, a regola, dovessi, co- como Gavazzi e Amedeo Conte, con i quali di- suo appartamento. Gli altri due ospiti erano un della gastronomia. me assistente ordinario. Io cercavo di ripagarlo, scutevo di logica simbolica e di teoria degli in- anziano farmacista a riposo, con cui facevo, la dando alla Rivista- per cui lavoravo ovunque sieme applicate alle scienze sociali. Da Di Fe- sera tranquille camminate per le antiche strade avessi un po’ di tempo- il massimo dell’impe- nizio, ad economia politica, avevo come col- di Pavia sino al ponte Vecchio sul Ticino o a 12. gno, in modo che, anche dopo la scomparsa del lega il borromaico Mario Talamona, ora pro- San Pietro in Ciel d’oro e una giovane stranie- Maestro, campeggiasse negli studi della finanza fessore a Milano e vicepresidente della Cari- ra, che praticava ginnastica artistica, al suono Frattanto, a Pavia, a sostituire come docente pubblica.. Operava, fra noi due, quell’amicizia plo, con cui si discuteva dei cicli economici, di un disco e credo insegnasse questa nuova di scienza delle finanze, Griziotti andato fuori discreta e quella fiducia fra compagni di colle- su cui stava lavorando.Con Alberto Ferrari, un disciplina in qualche scuola privata d’avan- ruolo( rimaneva però a dirigere l’Istituto di Fi- gio, sia pure di epoche diverse, che solo chi é altro ghisleriano, assistente di diritto commer- guardia. Quella musica cadenzata, continua- nanza), venne, dall’Ufficio Studi della Banca stato al Ghislieri. può capire. E fu così anche ciale, che poi fece carriera nella Montecatini e mente ripetuta m’ossessionava, disturbando la di Italia, il suo allievo Giannino Parravicini, con Franco Volpi, anche lui del Ghislieri, che ci nella Farmitalia Carlo Erba della Montedison, mia concentrazione, mentre con la piccola Oli- che era stato alunno del Ghislieri nei primi an- aiutava nell’Istituto di Finanza. Io curavo i suoi facevamo lunghe gite in bicicletta nell’Oltre- vetti, battevo a macchina i miei primi saggi per ni ‘30 e si era poi specializzato a Parigi in eco- scritti scientifici, assieme a Parravicini, lo gui- po. Dai bordi della strada, nei campi, si vede- Riviste importanti.Ma l’affitto era basso e il nomia della moneta e del credito, condividen- davamo nella carriera universitaria, intanto per vano mondariso, che cantavano. Alcune ci sa- luogo molto conveniente, perché la mia stan- do con Pesenti, nel ‘34, la stessa pensioncina. succedermi, come assistente ordinario a Pavia, lutavano agitando le mani, mentre continuava- za, provvista di proprio bagno, dava diretta- Con Parravicini facevamo lunghe discussioni, appena io fosse stato sistemato altrove, poi per no a cantare “lo sai che i papaveri sono alti, al- mente sul cortile, con un ingresso autonomo. sulle ultime tendenze della nostra disciplina e gli ulteriori sviluppi..E così accadde, Franco di- ti... e tu sei piccolina”. La sera, con amici pavesi, andavamo al Regi- sul sistema finanziario italiano. La sua fami- venne docente della nostra materia, e, un gra- Negli anni dell’Università di ero molto im- sole, un antico, grande bar, in piazza del Bro- glia viveva a Roma, ove si era installato quan- dino dopo l’altro, succedendo a Parravicini, eb- pegnato nell’Organismo rappresentativo degli letto ove una matura cantante, accompagnata do lavorava all’Ufficio Studi della Banca di be la cattedra a Firenze, in cui dopo aver dato 38 ■ CRITICAsociale 1-2 / 2011

vita a una nuova scuola di finanza pubblica ora (accadde purtroppo, per un tumore cerebrale, nuovo Istituto. La nuova sede fu poi inaugu- trimonio volle laurearsi, a Roma, in economia, insegna, invece, economia dello sviluppo eco- quando era ancora nel pieno della sua attività), rato da Mussolini, con Lubin, nella villa sul con Maffeo Pantaleoni, il maggiore degli eco- nomico. E’ caratteristica degli studiosi usciti sul carro funebre, accanto alle corone di Uni- Pincio, da lui donata, che tutt’ora porta il nome nomisti italiani dell’epoca, da cui anche Ben- dalla scuola grizziottiana di non focalizzarsi so- versità e accademie, vi era anche quella del- del milionario (in dollari) polacco-americano. venuto, si recava, di tanto in tanto, per consigli lo su una materia, ma di “spaziare “ : del resto l’Associazione Calcio Pavia, che ricordava L’Istituto si è successivamente trasformato di studio. A proposito di Pantaleoni, Griziotti il Ghislieri ci stimolava a ciò, creando continue una delle sue glorie: il terzino Benvenuto Gri- nella FAO: che in omaggio a ciò ha conservato mi raccontò un’altra “parabola”. Loro due, occasioni di contatto interdisciplinare. ziotti. Piaceva molto al mio Maestro che io an- a Roma, la sede primncipale. La storia di Gio- camminavano per strada(presumo a Roma) co- dassi al Ticino, ogni volta che mi fosse possi- vanni Montemartini, nei racconti che man ma- me noi due, ( nel Corso di Pavia). Griziotti dis- bile.. Ignorava, però, che io ci andavo, per re- no mi faceva Griziotti, si intrecciava con quel- se al grande economista che intendeva misu- 14. mare, non per nuotare, lo sport che lui più te- la del fratello prendeva forma di apologo. Nel- rare la pressione tributaria del sistema fiscale, nacemente sponsorizzava, con tutti coloro che l’Oltrepo’ vi erano, nei primi del novecento, in Italia. Maffeo si fermò di colpo, estrasse dal Il professor Benvenuto Griziotti era un si- avesse vicino. Aveva anche creato una piccola anni in cui i contadini se la passavano male, gilet di Benvenuto l’orologio e vi alitò sopra, gnore di alta statura, asciutto, atletico, con una scuola di nuoto, al Ticino, per i più piccoli. perché, per il tempo avverso, il raccolto delle poi disse “ misuri il vapore acqueo sul vetro di elegante chioma bianca sul volto fiero, allun- Da assistente. lo accompagnavo, ogni gior- uve era scarso e scadente, ma in altri anni, in questo orologio”. Anche Griziotti, mentre me gato, con un profilo di uomo assorto negli studi no, dall’Università alla sua casa in Piazza Ga- cui questo raccolto si preannunciava come so- lo raccontava, si fermò; mi prese il polso, a cui in cui i grandi occhi chiari si muovevano poco, ravaglia. Era la pausa dedicata ai ricordi per- vra abbondante, le cose potevano andare per- tenevo, il mio orologio di ordinario metallo e quasi fermi in un pensiero lontano.Un gigante sonali.Così mi raccontò di Luigi e Giovanni sino peggio. Arrivavano, allora, da lontano, la fece il gesto di alitargli sul vetro. L’apologo buono, così mi apparve la sua figura austera, Montemartini, i due fratelli che avevano spo- sera tardi, i n carrozze con le tendine abbassa- mi sovviene ogni volta che sento di studi eco- quando, io matricola, lo vidi per la prima volta, sato le sue due sorelle. Il minore, Luigi, che si te, dei signori vestiti di scuro, che andavano, nometrici con cui si cercano di quantificare ef- mentre usciva da una lezione, nell’aule a fian- era accasato con la sorella più giovane, era sta- non visti, ad alloggiare nell’Albergo principale fetti economici ad ampio raggio immisurabili. co della presidenza, sotto il porticato e e si av- to professore di botanica poi onorevole socia- del paese e mandavano emissari, che sparge- viava al suo celebre Istituto al secondo piano. lista sino al delitto Matteotti, e all’apice della vano la voce che i prezzi stavano scendendo, Vestito di scuro, con un doppio petto, i panta- carriera universitaria era tornato a Pavia come perché i compratori forestieri erano andati al- 16 loni con una riga impeccabile, il gilet dello cattedratico e direttore dell’Orto botanico an- trove, I contadini, temendo che il prezzo po- stesso tessuto, con l’orologio a catena., la ca- nesso alla Facoltà di Scienze, viveva ancora a tesse crollare o che la grandine sopravvenisse, L’Istituto di Finanza di Pavia, diventato Di- micia bianca, con le punte sempre ben piegate, pianterreno, nella casa di Piazza Garavaglia. negli ultimi giorni, vendevano ai sensali le uve partimento di Economia Pubblica e Territoriale cravatta scura, con un nodo elegante, un po Il maggiore, Giovanni, che aveva sposato Au- dai filari, per “un boccone di pane”. Luigi opera per le Facolta di Giurisprudenza e Scien- molle, che suscitava invidia per la sua perfe- rora, la sorella più anziana, aveva avuto una Montemartini aveva riflettuto su ciò e aveva ze Politiche e per la Facolta di Economia isti- zione, mi sembrava la figura mancante del storia molto più lunga da raccontare. Docente promosso le prime cooperative di lavorazione, tuita nel 1964. E’ un centro di studi vivo e vi- “Quarto stato” di Pelizza da Volpedo: quella, di economia politica all’Università pavese, fra viticoltori, denominate “cantine sociali”. tale. Vi ha sede la Rivista fondata da Griziotti, cioé, che io mi figuravo, del saggio che, moti- ove Benvenuto da studente, lo aveva conosciu- Quando, nei giorni festivi, venivo invitato a diretta da Emilio Gerelli e Giulio Tremonti, vato da amore per “l’Italia e gli italiani” all’ini- to, aveva dato inizio al movimento cooperati- pranzo dal professore, a casa sua, egli, con or- professore di diritto tributario( valtellinese, an- zio del secolo, si era assunto il compito di dare vo, in agricoltura. Aveva poi promosso le im- goglio, mi mostrava il vino della Cantina So- che lui, per un periodo Ministro delle Finanze, ascolto alle esigenze del popolo dei contadini prese municipalizzate e scritto un celebre libro ciale di Santa Maria della Versa, fondata da allievo dell’ateneo pavese, ove è stato alunno e degli operai, promuovendo nuove scuole, fa- del Collegio Fraccaro, l’ultimo nato). Luigi vorendo lo sviluppo delle leghe operaie, delle Bernardi, Professore di Scienza delle Finanze cooperative e delle Banche popolari. Questa, a Giurisprudenza, figlio del mio rettore Aure- in effetti, era un po’ la storia di Griziotti e dei lio, pubblica ogni anno un denso volume di ri- suoi familiari.. Suo padre, Antonio, era stato cerche sullo stato della finanza pubblica italia- con Garibaldi nelle battaglie della terza guerra na con un gruppo scelto di collaboratori, di va- di indipendenza. Il fratello maggiore di questi, rie istituzioni. Un altro professore di scienza Giacomo, garibaldino di più antica data, aveva delle finanze pavese, titolare nella Facolta’ di combattuto con Manin a Venezia, poi nella se- Economia, Alberto Majocchi porta avanti gli conda guerra di indipendenza e nei “mille”. studi sul federalismo iniziati da Mario Alberti- Una famiglia che, a parte il servizio patriottico, ni. Ci sono molti altri noti studiosi di finanza era dedita, per lo più all’avvocatura. Il fratello pubblica, come Italo Magnani, che ha la catte- maggiore di Benvenuto, l’avvocato Brunetto dra di Economia di politica alla Facolta’ di aveva avuto un ruolo nel difendere i socialisti Giurisprudenza, Franco Osculati, ordinario di coinvolti nei moti di Milano repressi dal Bava scienza delle finanze alla Facolta’ di Scienze Beccaris, poi era stato fra i fondatori del- Politiche, e, Angela Fraschini, Michele Berna- l’Azienda Elettrica Municipale di Milano, ai sconi (figlio di un mio compagno di collegio), primordi del secolo. Di tutto ciò appresi diret- fra i non cattedratici Anna Marenzi. Giuseppe tamente dalle sue rievocazioni, quando, nei Ghessi, che è redattore capo della Rivista e’ an- primi anni ’50, con una vecchia Balilla, con al- che il segretario la Società Italiana di Econo- toparlante, lo accompagnai nel pavese, nella mia Pubblica. Questa ha sede nel Dipartimento campagna elettorale per il Senato, in cui egli – e ogni anno tiene, a Pavia, il suo convegno di vecchia gloria riformista – correva per il Par- studi, raccogliendo in volume i saggi sul tema tito Socialdemocratico. Una piccola folla ci si centrale della riunione. Dal 1998 al 2000 ne so- avvicinava, quando arrivavamo, nelle piazze, no stato Presidente e il convegno si svolge al con l’auto coperta di manifesti. Poi, quando Ghislieri. Ci vengono sempre più studiosi, Brunetto, che aveva ottenuto i primi applausi dall’Italia e dall’estero, soprattutto giovani, che dagli anziani, cominciava a rievocare le sue volentieri pagano le quote della nostra associa- battaglie politiche dell’inizio del novecento, sulla Municipalizzazione dei pubblici servizi Giovanni Montemartini. Il pranzo curato dalla zione, che si autofinanzia.. Oramai io sono era un mezzo disastro. Man mano la piazza si in cui tracciava anche la teoria dell’imprendi- signora Jenny Griziotti Kretschamn, moglie di l’anziano. Ma quando esco dal Collegio e fac- spopolava, mentre lui continuava a rievocare. tore politico. Era così sorta la AEM. In segui- Benvenuto, era servito con molta eleganza, ma cio la strada acciottolata della Piazza di San Allora la socialdemocrazia non era di moda, to, divenuto direttore generale del Ministero era anche assai sostanzioso, spesso c’erano gli Pio, camminando sulla striscia lastricata, passo Brunetto non fu eletto. Il comune di Milano, dell’Industria e agricoltura, a Roma aveva svi- agnolotti con sugo di carne, seguiti da zampo- per la via stretta che porta nella piazza delle però, per riconoscenza della sua opera nella vi- luppato gli studi sui cicli agricoli. Il signor Lu- ne con patate arrosto e lenticchie. Con la si- torri rosse e giungo sotto i portici dell’Univer- ta municipale, gli ha intitolato una piazza, vi- bin, un emigrato polacco, di umile origine, che gnora Jenny avevo sostenuto i due esami di sità, mi sento come 50 anni fa. s cino a Via Larga, ove egli abitava. aveva fatto fortuna negli Stati Uniti, con il politica economica e storia delle dottrine eco- commercio agrario, avuto sentore di questi nomiche, materie che essa insegnava con una Francesco Forte studi, si era recato a Roma, proponendogli di metodologia “istituzionalista” a me non molto 15 creare, con il suo finanziamento, un Istituto In- congeniale. Molto bella, anche in età avanzata, Il presente scritto, con alcune varianti, è ternazionale, con il compito di occuparsi dei bravissima pianista, grande nuotatrice, di cor- comparso con il titolo Sotto i Portici dell’Uni- Benvenuto Griziotti è generalmente ricorda- problemi dell’agricoltura mondiale. Negli anni poratura atletica, era originaria della Russia, versità di Pavia. Ricordi del Collegio Ghislieri to come un austero studioso. Ma la sua figura 10 sorse così l’Isituto in cui anche il professor ove era nata nel 1884 (lo stesso anno di Ben- e di Pavia, prima come fascicolo a sé stante, era più complessa. Da giovane era stato cam- Griziotti aveva lavorato. Montemartini nel do- venuto) da una famiglia aristocratica; Benve- edito dalla Banca Popolare di Sondrio, nel pione di scherma, aveva vinto trofei e coppe a po oguerra diventava assessore della prima nuto la aveva conosciuta a Berlino, ove era, settembre 1999, poi, arricchito di molte pre- Pavia, a Milano e nelle gare nazionali. Il mio giunta di centro sinistra del comune di Roma, dal celebre professor Adolf Wagner, a perfe- ziose fotografie, come articolo con lo stesso ti- amico Gianni Brera, di pura razza pavese, che guidata dal Nathan e dava vita alle aziende zionarsi nella scienza delle finanze;la aveva tolo, nel Notiziario della Banca Popolare di si era laureato a Pavia in Scienze politiche, ed municipalizzate romane: ma poco dopo, stron- reincontrata a Ginevra, ove, successivamente, Sondrio n.81, del dicembre 1999: che nono- aveva avuto Griziottti come docente, sarebbe cato dall’eccesso di impegni, moriva, nel si era recato, alla scuola di Wilfredo Pareto. stante l’understatement del titolo è una bellis- felice di sapere che quando il Maestro morì 1921, lasciando incompleto lo aviluppo del Presto si sposarono. Però Jenny, prima del ma- sima rivista periodica.

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■ L’EDITORIALE NELL’ULTIMO NUMERO DI CUORE E CRITICA CON CUI FILIPPO TURATI ANNUNCIÒ IL 21 DICEMBRE 1890 LA SUA DIREZIONE

ol prossimo numero Arcangelo quand’anco fossero accessibili ai molti, poco C Ghisleri commette alle mie ma- aiuterebbero i giornali e le rassegne speciali- ni la compilazione di questo pe- ste, di sola letteratura o di sola un’arte o una riodico, ch’egli creò e sostenne e riscaldò con scienza, che del movimento intellettivo e mo- tanto e cosi esperto amore per ormai quattro rale riflettono un breve frammento, e si direb- anni, e che ora — sopraffatto da altri impegni be perciò che vivano fuori della vita. Né me- assorbenti — non gli pare di poter piti curare glio si addice all’intento il giornale di partito, con la stessa assiduità di zelo. Egli pensa al- vincolato ad una scuola, che si fa propagatore tresì che il viaggio di questo suo figliuolo — di un verbo, banditore di un credo, fuor del uscito ormai d’adolescenza — da Bergamo a quale non esiste salute; e combatte i vecchi Milano, debba vieppiù rinvigorirgli i polmoni dogmi con un dogma e le superstizioni col fa- e le gambe; e la vita intensa d’una capitale ac- natismo. celerargli il polso e stimolargli il pensiero. Nulla adunque di sovversivo nelle alcune Ad altro e più complesso ideale s’ispirò Cuo- modificazioni che furono annunciate e delle re e Critica, s’ispirerà la Critica Sociale; altri- quali s’è tolto ad occasione il trasferimento di menti essa intende di aiutare, nella sua forma- sede. A una certa età non v’è figliuolo affet- zione, la coscienza di chi vi scrive, e quella di tuoso che non dissimuli un po’ il suo lato sen- chi la segue fedele, che è dire, in una parola, la timentale, per effetto d’uno spirito critico più coscienza di chi vi lavora; né io, scrivendo ai sviluppato. Questo è avvenuto già da tempo a vecchi amici del giornale, vorrò dire di più, che Cuore e Critica, che oggi è conosciuto gene- d’un programma — e meno ancora di un nuo- ralmente come un periodico — l’unico in Ita- vo programma — non v’è punto il bisogno. lia — di sociologia radicale; anzi, perché tale Basti che ci siamo intesi su questo: Cuore e si annunciava fin dalla nascita, anche allora fra Critica, mutando sede, non muta fede, non collaboratori vi fu dissenso sul nome di batte- smentisce né abbandona se stesso. Rimane simo. Se dunque Cuore e Crìtica diverrà, col sempre l’albo di discussioni, sereno e mode- nuovo anno, il sottotitolo della Critica Sociale, sto, il convegno in cui tanti eccentrici e solitari non perciò penserete, o lettori — e voi neppu- trovarono come un lor centro e parve loro di re, o fide lettrici — che si abbia avuto l’inu- sentirsi men soli. Tribuna aperta a tutte le in- mano proposito di «strappargli il cuore». Oh! telligenze oneste e sincere che, pervase dal no; il generoso muscolo, propulsore al cervello soffio della vita e degli studi moderni, non se- di sangue caldo e nutrito, continuerà a battere guono pecorilmente le orme dei trapassati e vigoroso dentro i precordii. La Critica Sociale, scevransi dalla folla anonima dei presenti che senza l’alimento del cuore, sarebbe un lavoro mai non fur vivi e mai nol saranno, se nei nu- negativo e dissolvente che — assolutamente meri venturi vibrerà anche più alta, che per — non può essere il nostro. (...) l’addietro, la nota sociale, non sarà per propo- sito determinato di esclusivismo unilatere sarà Mi affido nella coopcrazione degli attuali segno dei tempi e merito dei nuovi e valenti abbonati. Nessuna Rivista, forse, quanto la no- che si aggiungeranno indubbiamente ai vecchi stra, può compiacersi di avere, nel numerato collaboratori, che rimangono ciascuno al suo stuolo de’ suoi lettori, una vera famiglia di in- posto, e dei quali sarebbe vano, e parrebbe telligenze generose e benevoli, congiunte al pomposo, far qui la rassegna. giornale e fra loro meno dal caso fortuito La Critica Sociale tradirebbe lo stesso suo dell’abbonamento, che da una intima e vera si- nome e immeschinirebbe di soverchio se stes- milarità di ideali, di tendenze, di simpatie; on- sa se escludesse dal suo quadro, non vasto ma de il periodico riesce un po’, anzi moltissimo, vario, la critica letteraria, la artistica, la politi- il «giornale de’ suoi lettori»; fra questi e la Re- ca, e via via lo studio di quanti sono della sto- dazione non v’è distinzione recisa, e per poco ria e dell’evoluzione sociale coefficienti inte- non direi che formano una cosa medesima. granti e vitali. Solo, questi studi speciali, che Or io penso che se, ispirandoci alla suprema “AGLI AMICI altrove divagano sbrancati, infecondi, quasi fi- necessità del primum vivere, e volendo aiutare ne a se stessi, coordinerà, per quanto riesca fat- questo, dunque, figlio nostro comune anche tibile, come membra d’un solo organismo, al sul terreno dei mezzi di sussistenza, ciascun di DI QUESTO GIORNALE” suo fine supremo, a quello che è, del periodi- noi si proponesse di procurargli soltanto un co, carattere, ragione ed essenza: cooperare, nuovo abbonato — ciò che, volendo, non do- LETTERA APERTA DEL NUOVO DIRETTORE sinceramente, assiduamente, alla elaborazione vrebbe riuscirci impossibile — il duplice pro- di una solida coscienza sociale, quale chiedo- blema che accennavo più sopra sarebbe pre- no i tempi procellosi e l’ambiente moderno, stamente risolto. E gli attuali abbonati ed ami- ti tendono lo sguardo un po’ sopra e d’intorno, rebbe ogni sforzo per cacciamela fuori. informata ai bisogni della nuova vita e del ci diverrebbero cosi il primo nucleo fondatore all’infuori delle materiali preoccupazioni del Ma, di fronte a questo ospite inatteso e pieno nuovo pensiero. E poiché un tal fine, anche so- di quella Rivista Sociale, larga, varia, indipen- giorno per giorno, che non sentasi tormentato d’esigenze, la coscienza dei più resta inquieta, lo a tentarlo, sfida e sembra irridere la pochez- dente, della quale Cuore Critica fu come il fe- come da un’ansia, che in taluni è speranza, in incerta e confusa. Come l’antico filosofo erra- za dei mezzi che sono in nostro potere, e la an- lice embrione; di una Rivista, come n’hanno, altri sgomento, che qua sembra religioso en- va alla ricerca dell’uomo, noi brancoliamo un gusta cornice già sembra che minacci il dise- almeno una, tutte le nazioni d’Europa, e della tusiasmo e altrove utopia di pensiero, e ci met- po’ tutti alla ricerca, più o meno affannosa, gno, è fra i sogni più fervidamente vagheggiati quale — senza impingere nella bolsa retorica te un po’ tutti fuori di posto, spingendo gli ar- della nostra coscienza; di una coscienza socia- di chi scrive queste linee, di coadiuvare l’ope- delle solite lacune da colmare — non mi pare diti all’intemperanza, alla pusillanimità i peri- le che ci permetta di assistere, attori operosi e ra del giornale mercé il sussidio di pubblica- che l’Italia possa ornai rimaner priva più a lun- tosi, i buoni talora allo sconforto, gli scettici sereni — e non soltanto spettatori passivi o zioni popolari accessorie che, trovando nel pe- go senza danno e vergogna. al cinismo. Tutto, e non gli uomini soltanto, subbietti incoscienti — al dramma sociale che riodico la base e il punto di partenza, staccan- Il momento — non è chi non lo senta — sente il contraccolpo della situazione penosa. evolve sul teatro della storia. dosi mano mano da esso come gemme dal volge intensamente sovrattutto alle questioni La letteratura, l’arte, la vita stessa, dal salotto Al rintraccio, alla creazione, dirò meglio, di tronco, spargansi, fin dov’esso non può giun- sociali e agli studi positivi che tendono a pro- al tugurio, dal gabinetto del Ministro alla ca- codesta coscienza, mal provvedono i fogli gere, messaggere ed interpreti del suo spirito, cacciarne, o almeno a rischiararne, il graduale serma, sono invasi, loro malgrado, anche rilut- quotidiani che, sospinti dalla febbre dell’«at- del suo stesso ideale. scioglimento. tanti, dalla preoccupazione degli odierni pro- tualità » fatua e fugace, frangono il poliorama Sol che il presidio della vostra simpatia, o Nel disfarsi sempre più ruinoso delle antiche blemi sociali, che s’affermano imperiosi dei fatti in briciole minute; mal provvedono i amici del giornale, non abbandoni i nostri sfor- fedi, nelle incalzanti delusioni della politica eziandio, anzi tanto più, da chi s’affanna a ne- giornali ebdomadarii per le famiglie, antologie zi, non lasci sole le nostre speranze! s tradizionale, di fronte ai fatti che attestano, do- garli. La questione sociale — questa Sfinge — sonnacchiose e linfatiche, buone pei cervelli Milano, Dicembre 1890 vunque, l’affacciarsi, per quanto crepuscolare, per la prima volta nella storia, ha preso intero atrofici e pei cuori tisicucci, intese a dilettare di nuove albe sociali, non v’è alcuno, fra quan- possesso del cervello umano, così che vano sa- col pretesto dell’arte o degli indovinelli; e, Filippo Turati