COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

PARERE n. 36 del 18 Aprile 2012 (o.d.g. F.S. del 18 Aprile 2012)

OGGETTO: di (VI). Rapporto Ambientale al Piano di Assetto del Territorio.

PREMESSO CHE

– ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11, in attuazione della direttiva comunitaria 2001/42/CE, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, devono provvedere alla valutazione ambientale strategica (VAS) dei loro effetti sull’ambiente al fine di “promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente”; – La Commissione Regionale VAS, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 18 Aprile 2012 come da nota n. 178335 del 16.04.2012 del Dirigente della Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), segretario della commissione; – Il Comune di Caldogno (VI) con note n. 1585 del 30.01.12, n. 3961 del 08.03.12, n. 5551 del 02.04.12, n.6251 del 16.04.12 ha fatto pervenire la documentazione necessaria per ottenere il parere della Commissione VAS; – ITER PROCEDURALE PER LA VAS DEL PAT Il Comune di Caldogno ha approvato con DGC n. 114 del 25.11.09 il “Documento Preliminare e lo schema di accordo di pianificazione” ai sensi dell’art. 15 della legge urbanistica regionale, per la formazione del piano di assetto del territorio comunale. L’accordo di copianificazione tra il Comune di Caldogno, Provincia di e Regione per la redazione del P.A.T. in esame è stato sottoscritto in data 30.09.10. In applicazione dell’art. 5 della legge urbanistica regionale 11/2004 è stata avviata la fase di concertazione e partecipazione con gli enti territoriali e le Amministrazioni interessate alla tutela degli interessi pubblici coinvolti nella redazione del P.A.T., oltre che con le associazioni economiche, sociali e politiche portatrici di interessi diffusi nel territorio comunale, mediante incontri di lavoro e pubbliche assemblee. Il Comune di Caldogno così come dato atto nella DGC n.31 del 03.03.10, ha espletato la fase di concertazione e partecipazione ai fini della redazione del Piano di Assetto del Territorio Comunale ai sensi dell’art. 15 della Legge Regionale n. 11 del 23 aprile 2004 e successive modificazioni, prendendo atto degli esiti dell’avvenuta concertazione e valutando le comunicazioni ed i contributi – diversamente pervenuti – da parte degli enti, amministrazioni, associazioni e soggetti interessati, intervenuti alla concertazione. Il Comune di Caldogno con DCC n.24 del 27.04.11, ha adottato il Piano di Assetto del Territorio Comunale secondo quanto previsto dall’art. 15 della LR n. 11 del 23.04.04. Come da documentazione presentata, l’avviso dell’avvenuta adozione del Piano in parola è stato affisso all’albo pretorio del Comune, pubblicato nel Bur del Veneto n.37 del 27.05.11, nel sito Web comunale e ne “Il Giornale di Vicenza” del 18.05.11. Come emerge dalla dichiarazione del Responsabile del settore urbanistica ed edilizia del Comune, sono pervenute complessivamente n. 120 osservazioni di cui n.70 con attinenza in materia ambientale.

PARERE DELLA COMMISSIONE V.A.S. SULLA RELAZIONE AMBIENTALE La Commissione Regionale V.A.S., con parere n. 49 del 15.07.10, aveva espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale sulla relazione ambientale allegata al documento preliminare per la redazione del Piano di Assetto Territoriale Comunale del Comune di Caldogno.

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INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il comune di Caldogno è situato a nord del Capoluogo della Provincia di Vicenza a quota 52 m s.l.m., si estende per una superficie di circa 16 km 2 e confina con i comuni di , , , e Vicenza. Il Comune è costituito dal capoluogo Caldogno e da 2 frazioni: Cresole e Rettorgole. Il territorio comunale si trova in prossimità delle propaggini più orientali dei Monti Lessini ed è costituito da un unico ambito pianeggiante di forma allungata, appartiene all’area geografica del Bacino Idrografico dei fiumi Brenta e , è interessato dalla presenza di risorgive e dall’attraversamento del Fiume Timonchio, che divide il territorio in senso NO/SE. Il territorio comunale non è attraversato da importanti infrastrutture di tipo ferroviario ed autostradale, ma è lambito lungo il confine comunale ad ovest dalla Strada Provinciale n. 349 “Pedemontana - costo”. La posizione territoriale gode di una localizzazione privilegiata rispetto alla rete di interesse regionale e nazionale: è situata infatti nelle vicinanze dell’autostrada A31, della S.P. n. 349 che porta a , della SP 46 che arriva a e della linea ferroviaria Schio-Vicenza con stazione situata nel confinante comune di Dueville. La SP 349 assieme alla SP 248 e alla SP 50 fungono da collegamento con i caselli autostradali della A31 a ovest nord-ovest, sui comuni confinati di Dueville e Villaverla.

INQUADRAMENTO SOCIO ECONOMICO La popolazione Al 31.12.2009 la popolazione residente di Caldogno contava 11.263 unità, circa 1.802 in più rispetto al 1991, quando il comune contava 9.461 residenti, l'11,3% in più rispetto al 2001. Nel periodo 1991-2009 il saldo naturale della popolazione è sempre stato positivo, a differenza del saldo sociale che ha presentato un andamento più altalenante con valori negativi in corrispondenza degli anni 1992, 1993, 1997, 1999 e 2001. I valori positivi del saldo naturale sono riusciti sempre a compensare quelli negativi, il saldo totale per l’intero periodo risulta quindi essere positivo. Nel periodo di riferimento 1991-2009 si è verificata una crescita costante del numero di famiglie, si è passati infatti da 3.037 nel 1991 a 4.217 famiglie nel 2009. Il numero medio di componenti ha subito nel tempo un costante calo, passando dai 3,1 nel 1991 ai 2,7 nel 2009. Tra i due ultimi Censimenti, si è verificato un incremento delle famiglie uni-personali pari al 57,9%, mentre si osserva una riduzione delle famiglie numerose con 5 o più componenti. Nel periodo si evidenzia anche una differenziazione nella tipologia del nucleo familiare: nel territorio sono sempre più presenti le famiglie formate da coppie senza figli. Il comune di Caldogno ha una densità territoriale di 706,1 ab/km 2 e, fatta eccezione per il comune di Vicenza, rappresenta la realtà più densamente abitata rispetto ai comuni contermini; il dato comunale risulta inoltre decisamente al di sopra della densità territoriale media provinciale pari a 318,2 ab/km 2. Alla fine del 2009 gli stranieri residenti nel comune di Caldogno erano 821, in netta crescita rispetto all’ultimo censimento, dove gli stranieri erano 254. Oltre al numero di stranieri è aumentato contemporaneamente la loro presenza in termini percentuali rispetto alla popolazione totale residente: tale valore è passato dal 2,5% del 2001 al 7,3% del 2009. Degli 821 cittadini stranieri residenti al 2009, più della metà rientrava nella fascia d’età dai 30 ai 60 anni. La popolazione straniera con meno di 10 anni rappresentava circa il 18% del totale e rivelava una quota significativa di giovani coppie straniere con figli. Il 19% degli stranieri residenti è di nazionalità rumena, significativa è anche la presenza di bosniaci e marocchini.

Istruzione Il valutatore afferma che la maggior parte della popolazione di Caldogno possiede la licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale. Gli abitanti con diploma di scuola secondaria superore sono il 29% mentre quelli con scuola media inferiore o licenza elementare sono il 26,2%. L’analfabetismo è molto limitato e la popolazione con istruzione universitaria è circa il 6%, valore corrispondente alla media provinciale. Bisogna considerare che si registra un basso grado di istruzione soprattutto tra la popolazione anziana.

Situazione occupazionale

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Il valutatore afferma che il tasso di disoccupazione del comune di Caldogno al 2001 era 2,87% e risultava inferiore al 3,26% del valore provinciale e al 4,11% di quello regionale. Rispetto al numero di addetti, il settore più importante è quello della manifattura, che passano da 1702 nel 1991 a 1691 nel 2001 subendo un decremento degli addetti, ma, in linea generale, i settori più dinamici sia in termini di unità locali che di addetti sono quelli dei settori immobiliare, noleggio, informatica e ricerca; intermediazione monetaria e finanziaria che ha più che raddoppiato gli addetti, ed il settore della sanità e altri servizi sociali da 37 a 116 addetti nel 2001. Il comune di Caldogno in generale presenta nel periodo 1991-2001 un trend positivo in termini di addetti, passando nel periodi intercensuale da 2.943 a 3.369.

Salute e sanità Il territorio di Caldogno è compreso nell’ambito della ULSS 6 Vicenza. Nella Provincia di Vicenza le principali cause di morte sono imputabili ai tumori maligni e alle malattie del sistema circolatorio. Questa tendenza è in linea con quella regionale.

Il sistema insediativo Il Comune, si presenta oggi, come una realtà urbana frazionata in più nuclei distribuiti; lo sviluppo abitativo e produttivo è concentrato essenzialmente in due fasce principali ad andamento meridiano: quella tra il Capoluogo e Capovilla, nel settore centro settentrionale, e quella di Rettorgole-Cresole, a sud. Il sistema residenziale comprende il nucleo principale di Caldogno, localizzato in posizione baricentrica rispetto al territorio comunale e strutturato a partire dal nucleo insediativo originario, le frazioni di Cresole e Rettorgole – sviluppate lungo le vie di comunicazione principali. Sono identificabili inoltre le località di Scartezzini, Pomaroli, Capovilla e Tommasina, Boschi. Lo sviluppo residenziale è avvenuto non solo a consolidamento dei nuclei storici, ma anche lungo la viabilità storica principale di collegamento di via Pasubio – via Roma e via Barco - via Palazzina, che collegano Caldogno ai centri di Isola Vicentina, Dueville, Villaverla e Vicenza. Rappresentativa per il centro storico di Caldogno è , località in cui si è sviluppata maggiormente l’espansione residenziale. Il centro di Caldogno è uno spazio fortemente caratterizzato dalla presenza della Chiesa di San Giovanni Battista e della Torre Campanaria, dal sistema storico composto da Villa Caldogno e dalla Barchessa, attuale Biblioteca. La nuova Piazza del Mercato e la corte interna del complesso edilizio, sorto dallo studio del Piano Particolareggiato del 2000, è diventata punto di riferimento e di ritrovo per i cittadini. Dal punto di vista della struttura urbanistica e della caratterizzazione fisica e funzionale degli insediamenti, si possono distinguere tre macro aree: il sistema urbano rurale rappresentato dal territorio agricolo ancora esistente, l’area urbana consolidata rappresentata dal centro abitato di Caldogno con la presenza di aree di rilevanza storico architettonico, come Villa Caldogno e le urbanizzazioni lineari che si sviluppano lungo un’asse centrale nord-sud identificabile con le frazioni di Rettorgole, Cresole e Capovilla; l’area urbana artigianale-industriale di località Altura, con una composizione funzionale più articolata rispetto ai precedenti ambiti territoriali, per la presenza di funzioni residenziali ed extraresidenziali legate alla produzione.

Settore primario Il valutatore afferma che le indagini condotte sul comparto delle aziende agricole, svolte nel 2009, hanno permesso di verificare un assetto fondiario piuttosto variegato, nel quale ci sono aziende di grandi dimensioni, condotte estensivamente, aziende di medie dimensioni con allevamento intensivo e terre coltivate, medie aziende con allevamento rapportato alle superfici coltivate, piccole e piccolissime aziende senza allevamento. Negli ultimi anni, l’attività agricola ha subito molte trasformazioni soprattutto nel settore della meccanizzazione e al momento attuale numerose aziende che un tempo erano vitali non sono quasi più attive e i proprietari praticano sul fondo solamente lo sfalcio dell’erba. Nel 2000 le aziende agricole censite erano 325 con una superficie totale pari a circa 1.140 ettari. Comparando i dati del 2000 con quelli del 1990, è stato possibile rilevare un ridimensionamento del numero di aziende agricole. Insieme al numero di aziende si ha un decremento anche della superficie agricola utilizzata ad eccezione delle aziende con superficie dai 10 ai 20 ha, dai 50 ai 100 ha e oltre 100 ha. Mettendo a confronto le aziende per classi di superficie agricola, le più significative risultano essere quelle di piccole dimensioni (fino a 1 ettaro), le quali mantengono per tutto il periodo considerato un

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numero discreto. Nel 2000 (come pure nel 1990), risulta che la quasi totalità delle aziende agricole sono a conduzione diretta del coltivatore (68,6%); quasi la metà impiegano salariati e/o compartecipanti (31,1%). Analizzando la ripartizione della superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni, è possibile notare che, nel 2000, il 93,1% della superficie agricola utilizzata complessiva era investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole: di questa il 66,2% era adibita a seminativi e il 1,3% a coltivazioni permanenti; la presenza di superficie a boschi era poco rilevante (2,2%). Rispetto al 1990 i dati relativi ai seminativi risultano pressoché invariati mentre le coltivazioni permanenti hanno avuto un discreto aumento del 21% al 2000; un’elevata diminuzione hanno subito le superfici boscate, da 106,3 ha a 27,3 ha. Tra i seminativi sono prevalentemente coltivati i cereali (55,4%), mentre tra le coltivazioni legnose, la vite rappresenta il 0,9% della SAU. Una porzione rilevante di SAU (27,5%) è rappresentata da prati permanenti. Secondo le indagini svolte nel 2009 per l’analisi agronomica per la redazione del PAT, le aziende zootecniche rilevate ancora come vitali sono state 17. Gli allevamenti presenti nel territorio comunale sono di bovini da latte e solo in due casi esclusivamente bovini da carne, mentre una sola azienda presenta bovini sia da latte che da carne. Un’altra azienda presenta allevamento di vacche da latte e di cavalli. Nel territorio non sono presenti allevamenti di avicunicoli, né di suini. Due aziende rilevate mantengono la tradizione di portare le vacche a monticare durante l’estate. Tre sono gli allevamenti zootecnici intensivi presenti sul territorio comunale.

Attività commerciali e produttive Il valutatore afferma che nel 2001 sul totale delle 928 unità locali registrate dal censimento, circa la metà sono distribuite tra due settori: attività commerciali (26,5%) e attività manifatturiere (23,4%), settori emergenti già nel 1991. Gli altri settori rilevanti sono l’attività immobiliare (15,7%) e il settore delle costruzioni (12,1%). Rispetto al 1991 le unità locali che hanno avuto un maggior aumento sono i settori dell’intermediazione finanziaria (150%), l’attività immobiliare (147,5%), seguito dal settore della sanità ed altri servizi sociali (100%). In linea generale si può affermare che il comune di Caldogno presenta nel periodo 1991-2001 un trend positivo in termini di unità locali (eccetto per il settore dell’agricoltura, caccia e silvicoltura), passando da 684 a 928. In base ai dati di fine 2009 della Camera di Commercio di Vicenza, nel comune di Caldogno risultano insediate 1.025 aziende. Di queste il 26,0% svolgono attività nel settore del commercio, il 19,1% operano nel manifatturiero e il 17,8% appartengono al settore delle costruzioni. Nell’ambito delle attività manifatturiere, i settori che concentrano la quota maggiore di unità locali sono: - la fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari, ecc.), 25,0%; - le altre industrie manifatturiere, 21,4%. Per il comune di Caldogno si registra un indice di imprenditorialità complessivo in crescita nel periodo 1991-2001: si passa, infatti, da un valore di 72,8 ad uno di 91,7. Il confronto con i dati relativi alla provincia di Vicenza evidenzia che l’indice di imprenditorialità complessivo a Caldogno è inferiore sia nel 1991 che nel 2001. I settori nei quali il comune di Caldogno risulta più specializzato sono: la pesca, la piscicoltura e servizi connessi, gli altri servizi pubblici, sociali e personali, e le attività manifatturiere. Nel territorio comunale sono individuate 74 attività produttive di cui 47 attività bloccate, 38 da trasferire (concentrate nella parte sud della frazione di Rettorgole) e 2 confermate.

Il sistema della mobilità Il valutatore afferma che il sistema della viabilità esistente – classificata di II° livello dal PTCP è caratterizzato dalla presenza della SP n. 46, che lambisce ad ovest il territorio comunale, e dalla SP n. 349, principali strade di collegamento extraurbano con sviluppo nord-sud. La viabilità di III° livello, con sviluppo in direzione est-ovest, è rappresentata dalla SP n. 41, che attraversa il centro abitato della frazione di Cresole e del Capoluogo, dalla SP n. 101 e dalla SP n. 50 (nonché dalla bretella in corso di realizzazione) che attraversa la località Scartezzini. La viabilità interna si struttura per frazioni principali: − Caldogno: l’asse viabilistico che collega Vicenza a Villaverla con direzione sud-nord si identifica con via Zanella, parallelamente si trova via Dante, queste strade vengono attraversate trasversalmente da viale Pasubio e via Roma che collegano Caldogno alla SP 349; parallelamente verso Villaverla si trova UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 4

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via Marconi e quindi via Montegrappa che portano alla frazione di Capovilla, mentre via Giaroni e via Rizzotti collegano la SP 349 passando per Caldogno a Dueville; − Capovilla: con direzione nord- sud si trovano via Pomaroli e via Capovilla che collegano la frazione alla SP 349, mentre trasversalmente via Monte Grappa la collega al centro di Caldogno; − Rettorgole: si è sviluppata lungo via ponte Marchese ed in parte lungo via Linate – via Curti provenienti entrambi da Vicenza in direzione del centro di Caldogno. Entrambi vengono attraversate da via Diviglio che porta alla SP 248. Il comune di Caldogno in base all’analisi effettuata dalla provincia di Vicenza per la VAS è caratterizzato dal notevole traffico veicolare a motore che interessa alcune strade a causa sia della sovrapposizione di traffici urbani con quelli a media e lunga percorrenza, sia delle conurbazioni sorte linearmente ai bordi delle infrastrutture. Il principale flusso di traffico di attraversamento è quello nord – sud (SP 46 – SP 349) che interessa e lambisce la località abitata di Caldogno e l’area industriale lungo tale asse viabilistico (flussi veicolari tra 12.000 e 16.000 e tra 16.000 e 20.000). Il traffico, inoltre, è particolarmente intenso all’interno degli abitati tra l’asse di collegamento nord-sud che da Caldogno porta a Rettorgole e viceversa (flussi veicolari tra 8.000 e i 12.000). La Provincia, inoltre, ha individuato la viabilità esistente e quella di progetto in fase di realizzazione. Importante l’asse viabilistico che va da nord a sud e si incrocia col il secondo raccordo anulare che passa sopra il centro di Caldogno. Linee di trasporto pubblico L’autobus è il mezzo di trasporto pubblico che serve tutte le frazioni del territorio comunale, la linea di trasporto è una sola (linea 9) con una frequenza media di 30 minuti nelle ore di punta e di un’ora, ad esempio, tra le ore 9:00 e le ore 11:00. L’unica linea di trasporto permette il collegamento con Vicenza e la sua stazione ed i comuni contermini ad essa. I percorsi ciclo-pedonali L’amministrazione comunale, in questi anni, sta promuovendo attraverso il sostegno della provincia di Vicenza un programma di percorsi ciclo-pedonali. Lo scopo di questo programma è quello di promuovere e favorire l’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi in alternativa ai veicoli a motore per i collegamenti a breve raggio soprattutto per la mobilità lavorativa, scolastica e turistica. Tale programma si articola attraverso la realizzazione di itinerari ciclabili caratterizzati dalla continuità e dalla riconoscibilità che privilegiano percorsi brevi, diretti e sicuri in base alle indagini compiute presso l’utenza ciclistica. L’incentivazione della mobilità alternativa permette nel lungo termine di avere risparmi in termini di costi sociali dovuti alle conseguenze degli incidenti e dell’inquinamento atmosferico e acustico. In particolare la provincia di Vicenza prevede la realizzazione di una pista ciclabile naturalistica lungo il Torrente Timonchio. L’amministrazione comunale di Caldogno, ha evidenziato la presenza di piste ciclabili non solo di collegamento urbano, ma anche naturalistiche ricreative. Messa in sicurezza della viabilità esistente Tra le previsioni di sistemazione e messa in sicurezza della viabilità esistente, con delibera del consiglio comunale n. 3 del 26/02/2009 l’amministrazione comunale ha adottato la variante parziale al PRG n. 25, per la sistemazione e messa in sicurezza dell’incrocio SP349 del Botteghino.

Rifiuti Il Valutatore afferma che il sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani è domiciliare con separazione tra frazione secco residua e umida, mentre il sistema di raccolta della carta, vetro e plastica è stradale. La raccolta del rifiuto secco è settimanale, quella dell'umido è bisettimanale e conferito presso l’Ecocentro comunale (riservato prevalentemente alle utenze domestiche), situato in Via Saviabona località Cavazzale nell’area del depuratore. In base ai dati dell’ARPAV del periodo che vanno dal 2004 al 2009 si osserva che il quantitativo di materiali raccolti in modo differenziato è sempre superiore al 65%. Il comune di Caldogno nel 2009 raggiunge il 70%. Tale valore supera di gran lunga la media provinciale pari al 52,8% e gli obiettivi stabiliti dalla normativa nazionale. UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 5

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Nel territorio comunale sono presenti due impianti per il trattamento dei rifiuti: non pericoloso per produzione di energia e recupero materia. Nel comune di Caldogno non sono localizzati impianti di stoccaggio, impianti di recupero, impianti di trattamento meccanico-biologico, impianti di termovalorizzazione attivi ed impianti di compostaggio dei rifiuti.

Energia Il Valutatore afferma che nonostante la crescente attenzione che si è sviluppata negli ultimi anni da parte dello Stato e degli Enti locali per fronteggiare le problematiche ambientali connesse al consumo di energia, i consumi nazionali sono in continuo aumento. La necessità di monitorare e contenere l’impatto provocato sull’ambiente ha determinato la nascita di una nuova sensibilizzazione basata su una cultura del risparmio energetico per limitare gli sprechi e assicurare una sempre maggiore efficienza nei consumi.

STATO DELL’AMBIENTE - CRITICITA’ AMBIENTALI Dall’analisi sullo stato dell’ambiente svolta dal valutatore è stato possibile individuare le criticità sulle componenti ambientali che risultano direttamente influenzate dalle potenziali pressioni generate dalle attività antropiche che insistono sul territorio. Di seguito si descrivono le criticità rilevate per ciascuna componente ambientale.

Aria Secondo quanto dichiarato dal valutatore nel rapporto ambientale le fonti maggiormente responsabili delle emissioni stimate per il comune di Caldogno sono riconducibili al traffico veicolare a motore che interessa alcune strade che attraversano il territorio comunale a causa sia della sovrapposizione di traffici urbani con quelli a media e lunga percorrenza, sia delle conurbazioni sorte linearmente ai bordi delle infrastrutture ed in misura minore al riscaldamento degli impianti civili ed industriali. In base all’analisi effettuata dalla provincia di Vicenza per la valutazione ambientale strategica al PTCP, il principale flusso di traffico di attraversamento è quello nord – sud (SP 46 - SP 349) che interessa e lambisce la località abitata di Caldogno e l’area industriale lungo tale asse viabilistico (flussi veicolari tra 12.000 e 16.000 e tra 16.000 e 20.000). Il traffico, inoltre, è particolarmente intenso all’interno degli abitati tra l’asse di collegamento nord-sud che da Caldogno porta a Rettorgole e viceversa (flussi veicolari tra 8.000 e i 12.000). A seguito della nuova zonizzazione del territorio regionale (DGR n. 3195/2006), che ha superato la precedente classificazione preliminare del 2003, il comune di Caldogno, per la sua posizione rispetto a Vicenza, è stato inserito in ZONA A1 Agglomerato: a maggior rischio di inquinamento atmosferico (area caratterizzata dal superamento dei valori limite, aumentati del margine di tolleranza, o delle soglie di allarme per specifici inquinanti). Gli inquinanti atmosferici più critici sono rappresentati dalle polveri sottili (con valori compre tra 20 e 50 t/a) e ozono, tipici inquinanti del contesto urbano in cui si colloca il comune di Caldogno. Tuttavia, è opportuno precisare che la tendenza rispetto ai dati delle campagne di monitoraggio effettuate nei territori limitrofi e quella di un costante miglioramento dei valori del PM 10 .

Fattori climatici Dal punto di vista climatico il comune di Caldogno è caratterizzato dal clima continentale della Pianura Veneta, con inverni rigidi e scarsamente piovosi, elevate temperature estive e precipitazioni temporalesche. Abbondante piovosità si registra nelle stagioni intermedie, in particolare nel periodo autunnale. Durante la stagione invernale è prevalente il fenomeno dell’inversione termica (la stagnazione dell’aria fredda al suolo) con ventosità limitata, condizioni che favoriscono la formazione delle nebbie e impediscono la dispersione degli inquinanti. La configurazione geografica e le condizioni meteorologiche tipiche del territorio comunale contribuiscono alla scarsa dispersione degli inquinanti e all’aumento delle loro concentrazioni, come spesso accade per le polveri sottili (PM 10 ) nel periodo invernale e per l’ozono durante il periodo estivo. Per quanto concerne l’assetto idrogeologico, le abbondanti precipitazioni, soprattutto nel periodo autunnale, possono influire sui fenomeni di allagamento in alcune zone del territorio comunale, in particolare lungo il Torrente Timonchio, il Fiume Bacchiglione, il Canale Industriale e le Rogge Feriana e Mezzana, come accaduto di recente con

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA l’evento alluvionale del 1 Novembre 2010.

Acqua Acque superficiali Il Valutatore afferma che la qualità biologica delle acque del fiume Bacchiglione a Caldogno, poco a valle delle risorgive, risulta migliorata rispetto agli anni precedenti, registrando valori di IBE in classe II che indica uno buona qualità biologica dell’acqua e uno stato ambientale (SACA) buono. L’unico parametro critico, è relativo a punteggi bassi di azoto nitrico. Infatti, nel bacino del Bacchiglione, in particolare nelle zone di pianura, le criticità più ricorrenti sono relative ai nutrienti (nitrati e fosforo totale). Il tratto terminale del Torrente Timonchio denota una certa compromissione della qualità biologica delle acque, registrando costantemente un indice di IBE in classe III riconosciuto come ambiente alterato e uno stato ambientale (indice SACA) sufficiente. I valori indicano un inquinamento da reflui di origine civile, ciò è dovuto ai diversi apporti idrici che il Timonchio riceve man a mano che scende verso valle: a riceve l’apporto del Fiume Leogra, del Torrente Rostone, del Torrente Igna e della Roggia Verlata (che raccoglie i reflui dell’impianto di depurazione di Villaverla) e del Bacchiglioncello, acque che presentano condizioni ambientali già compromesse. Per quanto concerne il monitoraggio delle sostanze pericolose nelle due stazioni di monitoraggio presenti nel territorio comunale, nel 2008 non sono stati rilevati superamenti degli standard di qualità, anche se è stata riscontrata almeno una presenza al di sopra del limite di rilevabilità dei metalli, in particolare cadmio e piombo, una presenza di idrocarburi policiclici aromatici (somma composti) nella stazione rappresentativa del tratto finale del torrente Timonchio e una presenza di prodotti fitosanitari nella stazione rappresentativa del tratto iniziale del fiume Bacchiglione.

Acque sotterranee Il Valutatore afferma che per l’acquifero indifferenziato il trend del livello medio della falda individua un progressivo abbassamento, soprattutto a partire dal 1981, a cui si accompagna anche un progressivo impoverimento dei deflussi di risorgiva. Su gran parte del territorio comunale la soggiacenza della falda risulta inferiore a 2 m, con frequenti condizioni di falda sub-affiorante (p ≤ 0.50 m). Il valutatore afferma che in occasione di un sopralluogo effettuato in data 15.01.2011, anche alcune aree ricadenti nella fascia di profondità 2÷5 m, sono risultate allagate per affioramento della falda idrica sotterranea. Si tratta di situazioni particolari, legate ad una fase di piena eccezionale della falda, di cui comunque si deve tener conto in una prospettiva di utilizzo ai fini urbanistici. Per quanto riguarda l'aspetto quantitativo della risorsa idrica degli acquiferi profondi, il comune di Caldogno rientra nelle zone con elevata concentrazione di prelievi di acque sotterranee per uso idropotabile, denominate “Aree di produzione diffusa di importanza regionale” ed il Comune figura anche tra le “Aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi”. Per tali motivi risulta importante la salvaguardia delle caratteristiche qualitative e quantitative delle falde idriche sotterranee. Dal punto di vista qualitativo, nel comune di Caldogno è presente una stazione di monitoraggio della qualità delle acque sotterranee denominata stazione 234 e rappresentativa dell’acquifero freatico superficiale di profondità pari a 5,87 m. Secondo i dati del 2007 e del 2008, lo stato ambientale è sufficiente con concentrazioni elevate di nitrati, indice di un impatto antropico ridotto sulla qualità, con effetti significativi sulla qualità tali da richiedere azioni mirate ad evitarne il peggioramento. Nella “Carta del rischio risorse idropotabili” del Piano provinciale di Emergenza, nell'ambito del territorio comunale si distinguono zone a vulnerabilità molto elevata od elevata dell’acquifero indifferenziato in corrispondenza dei tratti disperdenti dei corsi d’acqua (Torrente Timonchio) e delle aree di cava, specialmente se con falda affiorante. Nel medesimo studio viene anche analizzato il grado di rischio per i pozzi di approvvigionamento idropotabile. Ai tre pozzi presenti nel territorio comunale viene attribuito un grado di rischio elevato". Le falde acquifere profonde sono infatti sufficientemente protette da episodi di inquinamento a carattere locale, grazie alla presenza degli orizzonti argillosi impermeabili, ma possono venire facilmente contaminate da inquinanti provenienti da monte.

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Sistema acquedottistico e fognario Il Valutatore afferma che la percentuale di popolazione allacciata alla rete acquedottistica è aumentata, passando dal 69% al 74%. Tale valore è inferiore al valore medio attuale pari a 90,80%. La parziale mancanza di acquedotto è dovuta all’utilizzo da parte dei cittadini di pozzi privati. Caldogno, insieme ai Comuni di , , e , fa parte delle aree della provincia di Vicenza dove è più accentuata la consuetudine da parte dei cittadini di attingere autonomamente l’acqua della falda freatica. Riassumendo, le principali criticità sono riconducibili a: • presenza di abitanti con approvvigionamento autonomo a rischio qualitativo; • fonti e schemi idrici locali non interconnesse o adduttrici incomplete. Le condizione della rete fognaria sono tali da consentire un regolare deflusso delle acque, anche se non manca qualche punto “delicato”.

Suolo e sottosuolo Il valutatore afferma che i principali elementi di criticità sono di tipo idraulico e idrogeologico, altri derivano dall’intervento antropico, dall’attività estrattiva, dalla presenza e distribuzione dell’edificato e delle infrastrutture.

Fragilità geologiche e idrogeologiche In relazione alla dinamica delle acque superficiali, anche in rapporto alle condizioni geologiche e morfologiche del territorio, sono state individuate e riportate: − le aree a deflusso difficoltoso; − le aree soggette ad inondazioni periodiche. Le aree a deflusso difficoltoso sono aree in cui le condizioni morfologiche (zone altimetricamente depresse) unitamente a quelle idrogeologiche (presenza in superficie di terreni a permeabilità da scarsa a nulla) e/o idrauliche (inadeguatezza della rete di scolo) comportano difficoltà di deflusso delle acque superficiali e fenomeni di ristagno idrico. Tra queste si segnalano in particolare le ex-aree di cava, in particolare se depresse rispetto al piano campagna circostante. Le aree soggette ad inondazioni periodiche corrispondono all'incirca alla metà del territorio comunale e possono essere ricondotte essenzialmente a tre diverse dinamiche: − esondazione dei corsi d'acqua principali (Timonchio e Bacchiglione); − esondazione della rete di bonifica e di quella locale (rogge, fossati, scoli); − emergenza della falda acquifera. Il Piano per l'Assetto Idrogeologico (PAI) individua e classifica le aree a pericolosità idraulica per fenomeni derivanti dalla rete idrografica principale (Timonchio e Bacchiglione). Nell'ambito del territorio comunale tali aree si collocano alle estremità orientale e meridionale, in prossimità del confine e in particolare: − nella classe P1 "Area a pericolosità moderata" ricadono le aree del territorio comunale in fregio alla tratta terminale del Torrente Timonchio (a sud di Capovilla), quelle a ridosso o in fregio del Fiume Bacchiglione (comprendenti le località di Cresole, Ponte Marchese e Lobbia), nonché le aree a cavallo del Canale Industriale e del tratto inferiore della Roggia Muzzana; − nella classe P2 "Area a pericolosità media" rientrano solo due aree estremamente limitate, a ridosso del confine orientale, in località Rizzotti; − come "Aree fluviali" classe P4 " Area a pericolosità molto elevata" sono indicati il corso terminale del Torrente Timonchio, a partire dall'abitato di Capovilla, il Fiume Bacchiglione, il Canale Industriale, lo sbocco della Roggia Feriana e la tratta terminale della Roggia Muzzana. Di seguito si riportano le principali criticità geologiche ed idrogeologiche che caratterizzano il territorio di Caldogno: − la presenza di ampie porzioni di territorio compromesse in modo più o meno rilevante dall’attività estrattiva prima e dal ripristino delle aree scavate poi, dà luogo a situazioni “delicate” e talora

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complesse, in particolare per quanto riguarda possibili fenomeni di contaminazione di suolo, sottosuolo ed acque sotterranee; − l’elevata variabilità nell’andamento spaziale, nello spessore e nelle caratteristiche geotecniche dei diversi litotipi, in particolare a valle del limite superiore della fascia delle risorgive, può comportare problematiche negli interventi di tipo edificatorio; − le particolari condizioni idrogeologiche nei settori centrale e meridionale del territorio comunale, con presenza di falda freatica a profondità limitata dal piano campagna e talora sub affiorante o di falde superficiali confinate, in pressione, possono costituire elemento penalizzante nel caso di scavi e nella realizzazione di strutture interrate (ad esempio per venute d'acqua, instabilità dei fronti di scavo, fenomeni di sottospinta idraulica, ecc), con necessità di adottare accorgimenti particolari; − le carenze che interessano le arginature sulla destra idrografica del Torrente Timonchio e del Fiume Bacchiglione (in Comune di Dueville) e le condizioni di sofferenza idraulica di gran parte dei principali ricettori delle acque di scorrimento superficiale (rete idrografica di bonifica) rappresentano elementi di criticità, talora anche rilevanti, nel contesto idrogeologico ed idrografico locale. Questo comporta la necessità di realizzare adeguate misure di manutenzione e di salvaguardia del reticolo idrografico e delle opere di regimazione e di difesa idraulica. − Tra le altre componenti di fragilità, si individuano le risorgive puntiformi attive (capifonte), le risorgive puntiformi estinte o intubate, le emergenze diffuse lungo i corsi d'acqua e la fascia delle risorgive, individuata tramite il limite superiore e quello inferiore. In alcuni casi le risorgive presentano caratteristiche di “emergenze puntiformi” fisse, sia naturali (polle di risorgiva o capifonte) che di origine antropica (fontanili, scarichi che drenano la falda subaffiorante dei campi denominati “gatoli”), in altri casi si tratta di “emergenze diffuse lungo i corsi d'acqua”. − Le emergenze puntiformi più significative sono state evidenziate e classificate in base all'I.F.R. (Indice di Funzionalità della Risorgiva), definendo specifici vincoli ai sensi dell'art.36 del PTCP. In alcune zone del territorio comunale, i fenomeni di risorgiva si presentano particolarmente sviluppati, con numerose emergenze ravvicinate, sia di tipo puntiforme che diffuso lungo i corsi d'acqua, costituendo ambiti dalle caratteristiche peculiari, denominati “aree di risorgiva”.

Cave attive, dimesse e abbandonate Nell’ambito del territorio comunale di Caldogno, le forme più importanti ed evidenti derivanti dall’intervento dell’uomo sono quelle legate all’attività estrattiva di argilla per laterizi. Le aree di cava ricadono quasi esclusivamente nella porzione settentrionale del territorio comunale, sia sulla destra che sulla sinistra del Torrente Timonchio, indicativamente limitata verso sud dall’allineamento Volpare – Capoluogo – Capovilla. Si tratta di un’attività che si è protratta per numerosi decenni e che vede, allo stato attuale:

Cave con attività estrattiva in atto / autorizzata (Fonte: Quadro Conoscitivo della Regione Veneto e P.R.A.C.)

Codice Denominazione mq note 7836 SCARTESINI 138.000 al confine con Villaverla, con escavazione in atto 7832 FONTANA -MAZZARON 86.000 escavazione non iniziata 7813 FARESIN 22.600 escavazione non iniziata

In aggiunta alle cave attualmente attive sono presenti diverse cave abbandonate o dismesse, per la maggior parte ripristinate all'uso agricolo, alcune alla quota del piano campagna originario, altre ad una quota inferiore.

Cave con attività concluse (Fonte: Quadro Conoscitivo della Regione Veneto e P.R.A.C.)

Codice Denominazione mq Codice Denominazione mq 7043 CANALE 130.164 7417 POMAROLI 20.996 7043 CANALE 0 7419 SCARTEZZINI 14.888 7043 CANALE 77.997 7419 SCARTEZZINI 23.592 7044 MARAN 18.636 7420 VEGRE 5.152 UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 9

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7045 PONTARON 157.115 7420 VEGRE 4. 472 7046 SCARTEZZINI 113.148 7421 VIVARO 6.853 7047 VEGRE 0 7422 VEGRE 7.480 7232 TIMONCHIO 10.436 7423 VEGRE 25.124 7306 BOTTE 159.353 7424 PARADISO 5.265 7349 VIA CHIODO 39.089 7425 COMBERLATO 34.815 7410 GHIARE 7.376 7426 VIA SETTE 67.682 7411 MA GLIO 16.134 7427 VEGRE 7.980 7412 CANALE 22.110 7429 GHIARE 6.002 7413 POMAROLI 6.957 7430 VEGRE 3.152 7414 CHIODO 8.331 7431 MAPPALE 75 1.942 7415 CAMPAGNOLA 9.951 7432 REVELIN 6.681 7416 PARADISO - SETTE 53.268 7827 MAZZARON 0

Si ricorda in proposito che la L.R. n.44/1982 definisce come cave “abbandonate” quelle in cui l’attività è cessata prima della L.R. n. 36/1975, come “dismesse” quelle in cui l’attività è cessata dopo l'entrata in vigore della medesima legge. In corrispondenza delle ex-cave depresse sono diffusi i fenomeni di allagamento e/o ristagno superficiale, data la limitata soggiacenza della falda idrica sotterranea e la mancanza di sistemi di scolo. Oltre alle problematiche di tipo idrogeologico ed idraulico, un aspetto particolarmente delicato riguarda la natura del materiale utilizzato per le ricomposizioni. Solo per alcune di esse esiste una documentazione relativa a tale materiale e, tra queste, sei risultano essere state adibite a discarica R.S.U. ed assimilabili o miste; la tipologia dei materiali è specificata nel data-base relativo.

Discariche Il valutatore afferma che dal quadro conoscitivo regionale, nel territorio comunale non vi risultano discariche, mentre dall’analisi geologica per il PAT, come indicato nel paragrafo precedente alcune ex- cave risultano adibite a discarica R.S.U. ed assimilabili o miste; la tipologia dei materiali è specificata nel data-base relativo. In particolare, due di questi siti figurano anche nella Carta della Fragilità del PTCP, indicati come "aree degradate per la presenza storica di rifiuti". Si tratta di depositi di rifiuti realizzati anche dai singoli Comuni o da privati, prevalentemente prima degli anni '80, di vecchie discariche, non più utilizzate, non ripristinate e antecedenti la normativa di settore, nonché di situazioni ambientali in genere, potenzialmente in grado di creare od aggravare contaminazioni di suolo, sottosuolo ed acque sotterranee. E' ipotizzabile che i rifiuti siano stati depositati a diretto contatto con il terreno in posto, di natura essenzialmente sabbioso-ghiaiosa, permeabile, e spesso in falda acquifera. Le analisi chimiche effettuate, in alcuni siti, su campioni di terreno e di acqua hanno comunque evidenziato livelli di inquinamento in genere ridotti e comunque variabili in funzione del sito e della tipologia dei rifiuti, in prevalenza superiori nei terreni rispetto alle acque. Per regolamentare le procedure e verificare i possibili rischi connessi a queste situazioni, la Provincia di Vicenza ha recentemente emanato la Del.G.P. n. 335 del 05/10/2010 "Linee guida e criteri generali per la gestione di siti degradati dalla presenza di rifiuti depositati prima dell'entrata in vigore della relativa normativa di settore dislocati nel territorio della Provincia di Vicenza", a cui si rimanda. Di queste diverse condizioni si è tenuto conto nell'elaborazione della compatibilità geologica. Le discariche per R.S.U., R.S.A. e miste sono state classificate come "non idonee"; nel caso delle discariche per inerti e per terre da scavo, il materiale costituente il riempimento è stato considerato alla stregua del materiale di riporto utilizzato per gli altri riempimenti ed i siti sono stati classificati come "idonei a condizione".

Contaminazione del suolo: inquinamento da idrocarburi Nel territorio comunale di Caldogno, sono avvenuti otto segnalazioni di incidenti con conseguente allarme per inquinamento da idrocarburi (Fonte: Provincia di Vicenza www.provincia.vicenza.it). Gli interventi messi in atto in seguito all’incidente hanno messo in sicurezza d’emergenza le aree contaminate e hanno permesso la bonifica dei siti.

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Rischio sismico Il territorio comunale rientra in zona 3 corrispondente ad un livello di rischio sismico medio.

Invarianti geologiche Per “invariante di natura geologica” (in base la guida operativa per la strutturazione delle Banche Dati dell’art. 50 della L.R. 23 aprile 2004 n.11 - Atti di Indirizzo di cui alla D.G.R.V. n. 3178 del 8 ottobre 2004) si intende un ambito territoriale caratterizzato da particolari aspetti geologici, nel quale non vanno previsti interventi di trasformazione se non per la loro conservazione, valorizzazione e tutela. Nel medesimo sito non vanno effettuate modifiche morfologiche ed idrologiche, se non per motivi di stabilizzazione dei pendii e bonifica dei terreni. Non vanno pertanto inserite come “invarianti” tutte le aree classificate come “non idonee” della Carta delle Fragilità, mentre vanno riportati, tra gli elementi geologici del quadro conoscitivo, solo quelli che hanno le caratteristiche di cui sopra o quelli che, per particolare pregio o interesse, possono essere individuati come “geositi”. Nel caso specifico di Caldogno sono individuate quali invarianti geologiche: − le aree di risorgiva più significative; − il dosso fluviale presente nel settore orientale, per la parte non ancora urbanizzata. Le aree di risorgiva corrispondono agli "ambiti" più significativi, sotto l'aspetto idrogeologico, ambientale e paesaggistico tra quelli individuati nella Carta idrogeologica e nella Carta delle Fragilità, comprendenti gruppi di emergenze ravvicinate, sia di tipo puntiforme che diffuso lungo i corsi d'acqua. Per l'elevata valenza idrogeologica, nonché paesaggistica ed ambientale, tali forme sono da sottoporre a specifiche forme di conservazione e tutela. Il dosso fluviale, per la parte non ancora urbanizzata, costituisce elemento caratterizzato da valenza ed unicità geomorfologica e paesaggistica e, come tale, da salvaguardare vietando soprattutto modifiche all'assetto morfologico. Nel territorio comunale non sono censiti geositi.

Inquinanti fisici Il Valutatore afferma che nel comune di Caldogno sono presenti quattro impianti di comunicazione elettronica. Il territorio è attraversato da elettrodotti di tensione pari a 380 kV, 220 kV e 132 kV. L’Arpav ha messo a punto un indicatore che quantifica l’esposizione complessiva della popolazione a campo elettromagnetici (CEM) di tipo RF (radiazioni ad alta frequenza) e ELF (radiazioni a bassa frequenza), generati dall’insieme delle sorgenti presenti sul territorio. La percentuale di popolazione esposta al CEM generato dagli elettrodotti è superiore ai dati stimati a livello provinciale. La percentuale di superficie vincolata ai sensi della LR n. 27/93 è pari al 10,99% della superficie totale comunale. I dati del rapporto ARPAV del 2001 relativo al “censimento degli spazi dedicati all’infanzia in prossimità delle linee elettriche ad alta tensione” indicano che i siti sensibili dove si sono osservati superamenti del valore di induzione magnetica di 0,2 T sono rappresentati da tre parchi giochi. Tuttavia, il DPCM 8/07/03 ha fissato in 10 T il valore di attenzione dell’induzione magnetica per gli edifici esistenti. Pertanto, in relazione alla normativa oggi in vigore nessun "sito sensibile" indagato ha superato questo valore di attenzione.

Stazioni Radio Base Per quanto concerne l’esposizione del CEM generato dagli impianti radio base, a Caldogno non si hanno dati in quanto non sono state effettuate campagne di monitoraggio ARPAV.

Radon Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, prodotto dal decadimento radioattivo del radio, generato a sua volta dal decadimento dell’uranio, elementi che sono presenti, in quantità variabile, nella crosta terrestre. Il valore medio regionale di radon presente nelle abitazioni non è elevato, tuttavia, secondo un’indagine conclusasi nel 2000, alcune aree risultano più a rischio per motivi geologici, climatici, architettonici, ecc. L’ARPAV ha messo a punto un indicatore che valuta il rischio di esposizione al radon. Un’area a rischio radon è una zona in cui almeno il 10% delle abitazioni, nella

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configurazione di tipologia abitativa standard regionale rispetto al piano, supera il livello di riferimento17, pari ad una concentrazione media annua di 200 Bq/m 3. Il comune di Caldogno è a rischio radon in quanto il 13% delle abitazioni supera il livello di riferimento di concentrazione media annua. Tra le azioni di prevenzione avviate sono state condotte gratuitamente misure di radon della durata di un anno in tutte le scuole (pubbliche e private fino alle medie incluse), ubicate prevalentemente nelle aree individuate ad alto potenziale di radon, per un totale di circa 800 edifici monitorati. L’indagine si è conclusa a settembre 2006. Per il comune di Caldogno i valori rilevati sono tutti al di sotto dei livelli fissati dalla normativa.

Rumore Il Valutatore afferma che nel 2001 il comune di Caldogno ha approvato il Piano di zonizzazione acustica. I campionamenti eseguiti nelle aree più critiche del territorio comunale hanno evidenziato per circa il 60% dei casi il superamento del limite diurno e per il 75% dei casi il superamento del limite notturno. Nella maggior parte dei casi il superamento dei limiti è determinato principalmente dal traffico veicolare pesante e leggero il quale, pur riducendosi, sensibilmente nell'arco notturno, è causa di elevati livelli sonori in virtù dell'aumento della velocità di percorrenza lungo i tratti stradali. Non sono stati accertati superamenti particolari dovuti ad attività aziendali; si ritiene comunque necessario un approfondimento d'indagine nell'area abitativa situata a ridosso del polo industriale di via Istriana, al fine di accertare ogni singola sorgente sonora imputabile a ciascuna delle aziende presenti. Tutte le rimanenti zone, oggetto e non di campionamento, si possono ritenere al di sotto dei limiti di zona previsti dall’attuale zonizzazione acustica.

Biodiversità, flora e fauna Il Valutatore afferma che le maggiori criticità rilevate nell’area SIC IT3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe” e la ZPS IT3220013 “Bosco di Dueville” sono riconducibili ad alcuni aspetti vegetazionali, faunistici, idrogeologici e antropici: − canalizzazione delle sponde dei corsi di risorgiva; − vegetazione ripariale in alcuni punti del corsi d’acqua in cui è presente solamente la componente erbacea mentre mancano quelle arbustiva ed arborea; − intenso sfruttamento delle prative agricole; − potenziali sorgenti di inquinamento diffuso di origine zootecnica e di origine civile industriale con conseguente trofia delle acque; − presenza di specie alloctone vegetali come Robinia e Allanto; I due habitat prioritari rinvenibili nel SIC/ZPS presentano un grado di conservazione buono. L’area SIC/ZPS e le aree naturali minori rinvenibili nel territorio (ambiti di risorgiva) costituiscono contesti ad elevato valore idrogeologico, paesaggistico ed ambientale, da tutelare e valorizzare ai fini della salvaguardia della risorsa idrica e della rilevanza naturalistica. Il Sito di Importanza Comunitaria IT3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe” si estende totalmente nella Provincia di Vicenza, oltre a Caldogno, interessa i comuni di Villaverla, Dueville, Vicenza e Costabissara. L’area SIC è estesa 715 ettari, di cui circa il 10% della superficie totale interessa il territorio comunale, mentre la ZPS interessa una porzione limitata del territorio in prossimità del confine con il comune di Dueville in direzione nord-est. “Il sito è composto da paesaggio agrario caratterizzato da polle e canali di sorgiva confluenti in corsi d’acqua via di maggiore portata. Per poco meno della metà della sua estensione totale il sito è contraddistinto da praterie magre da fieno a bassa altitudine e da terreni di tipo agricolo antropizzati, in cui sono presenti colture seminative non irrigue (prati da sfalcio e campi di mais) e praterie umide a Molinia (molinieti su suoli umido-torbosi ai margini delle polle e dei corsi d’acqua di risorgiva). Si rinvengono, inoltre, corpi d’acqua sia corrente che stagnante, ed altri tipi di habitat legati alla presenza ed all’attività dell’uomo, come, ad esempio, piccoli

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centri abitati, strade, cave e aree industriali. Si rinvengono anche filari di siepi e di macchie arborate e la presenza relittuale di rare specie floristiche igrofile e microterme.”

Patrimonio paesaggistico Nel territorio comunale di Caldogno si possono ritrovare le seguenti unità, riconducibili ad ecosistemi, che contraddistinguono e determinano il paesaggio: • siepi e bande boscate; • prati falciabili • seminativi; • incolti erbacei; • vegetazione acquatica e ripariale. Il territorio comunale è caratterizzato da una vasta area pianeggiante, in alcuni tratti intensamente coltivata, interessata principalmente da seminativi, da nuclei rurali, da centri urbani, da aree adibite a sistema produttivo - industriale, oltre che da attività di cava, sia in atto, sia dismesse o abbandonate. Il patrimonio paesaggistico è stato fortemente condizionato dall’intensa antropizzazione del territorio, in particolar modo dall’attività agricola, ma in primis dalla necessità di zone da destinare ad attività produttive e insediamenti residenziali. Lo sviluppo dell’attività agricola ed industriale ha portato alla scomparsa delle associazioni fitosociologiche autoctone e caratteristiche della porzione di territorio considerata. Nella zona di pianura i prati falciabili sono quasi totalmente scomparsi per lasciar spazio ad una agricoltura che ha cercato di guadagnare più terreno produttivo possibile. Questo processo ha fatto sì che i prati siano quasi completamente scomparsi, tranne qualche piccolo lembo residuo sparso. La quasi totale scomparsa delle superfici prative è dovuta alla concomitanza di diversi fattori: l’abbandono della pratica dello sfalcio e della concimazione, la sostituzione dei seminativi coi prati, il rimpiazzo, nell’allevamento bovino, del fieno da parte di alimenti concentrati energetici. Patrimonio archeologico Il PTCP individua quattro siti con presenza di manufatti di archeologia industriale: - Segheria Dal Toso: Attività produttiva esistente in via Molinetto; - Peschiera di Cresole: non esiste più, sorgeva nell’attuale ZTO C2/12 “Piazzetta di Cresole”; - Molin Vecio: Attività produttiva esistente attualmente destinata a trattoria “Trattoria Molin Vecio”sita in via Giaroni; - Maglio di Lobbia.

Patrimonio architettonico Il Valutatore afferma che per il territorio di Caldogno gli insediamenti storici individuati nell’Atlante dei Centri Storici della Regione Veneto sono tre: • Caldogno • Capovilla • Tommasina

Edifici di interesse storico-culturale Il Valutatore afferma che per il territorio di Caldogno nel catalogo dell’Istituto Regionale sono elencate le seguenti Ville Venete: - Casa Altissimo; - Villa Muzani, Bissari, Curti, Tognazzi-Zervu; - Villa Floriani, Peruzzi, De Paoli, Zarantonello, Pagani; - Villa Ghellini, Piovene, Bagolin, Gallinini-Nanto-Maddalena; - Villa Caldogno, Pagello, Todescato; - Villa Caldogno, Pagello, Nordera, Comune di Caldogno; - Villa Caldogno, Nanti, Valmarana, Valmarana-Fogazzaro, Roveggio, Arnaldi; - Villa Caldogno, Pagello, Rezzaro, Novello, Trevisan, Golin, Arnaldi, Novello, Comune di Caldogno; - Villa Caldogno (?),Comune di Caldogno. Di queste, solo due sono vincolate: Villa Caldogno (?), Pagello, Nordera vincolata ai sensi della legge 1089/39 (una villa Palladiana inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO) e Villa

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Caldogno, Pagello, Rezzaro, Novello, Trevisan, Golin, Arnaldi, Novello, Comune di Caldogno vincolata ai sensi del D.Lgs 42/2004.

La Pianificazione sovraordinata Il valutatore afferma che, al fine di costruire un progetto di assetto del territorio che tenesse conto delle direttive, delle prescrizioni e dei vincoli di livello gerarchico superiore, e di fondare il piano partendo da obiettivi e strategie proposte a livello superiore, sono stati analizzati gli strumenti vigenti di pianificazione sovraordinata e di settore in seguito elencati: - Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC); - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Vicenza; - Piano regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera; - Piano Regionale di Tutela delle Acque; - Piano Regionale Attività di cava. - Piano di Sviluppo Rurale Regionale (PSR); - Piano d’Ambito dell’ATO Bacchiglione. - Progetto di Piano Stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione; Dall’analisi della documentazione si desume che nel territorio emergono: l’ampia area di “ Vincolo paesaggistico – Aree di notevole interesse pubblico” interessante tutto il nord-est del comune e condivisa con Dueville, in cui è incluso il sito SIC/ZPS “Bosco di Dueville” e “Fascia delle risorgive delle sorgenti del Bacchiglione”. Il territorio è trapassato nord-sud da 4 aste idriche soggette a “ Vincolo paesaggistico dei corsi d’acqua ” (Torrente Timonchio, Fiume Bacchiglione, Roggia Muzzana, Roggia Verlata). Sono presenti “ Vincoli paesaggistici delle zone boscate ”. Sono presenti i “ Centri Storici ” (Caldogno, Tommasina, Capovilla, Cresole) e due espliciti “Vincoli Monumentali”. Sono presenti inoltre i siti SIC IT3220040 “ Bosco di Dueville e risorgive limitrofe ” e ZPS IT3220013 “Bosco di Dueville ”. Il territorio di Caldogno è interessato da numerosi elementi di fragilità, legati in particolar modo all’aspetto idraulico: “ Acquiferi inquinati ”; ampia “ Area fluviale ” con “ Pericolosità idraulica ” (P1- Moderato) e “ Rischio idraulico ” (R1-moderato e R2-Rischio medio al confine sud). Sono presenti, prevalentemente a nord, molte “ Cave estinte ” e alcune “ Cave attive ”. Sono individuate delle aree degradate per presenza storica di rifiuti. Il territorio comunale è attraversato da elettrodotti di media ed alta tensione e da metanodotti di rilevanza regionale e nazionale. Relativamente alla Rete ecologica provinciale si rileva in particolare la presenza determinante dell’elemento idrico. La maggior parte del territorio comunale è ricompresa in un’ampia “Area di rinaturalizzazione ” (restoration area), condivisa con Dueville, Villaverla e Costabissara. Si segnala la presenza di numerose Risorgive che interessano il territorio comunale e i SIC IT3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe ” e ZPS IT3220013 “ Bosco di Dueville ”, nodo della rete ecologica. Due parti di aste fluviali, a nord il Timonchio e a sud il Bacchiglione sono, rispettivamente, “ Corridoio ecologico principale ” e “ secondario ” per la Rete Ecologica Provinciale. Completano la rete ecologica i “ corridoi ecologici del P.T.R.C ” e le “ Isole ad elevata naturalità ” (stepping stone). Dal punto di vista produttivo è presente un’unica “Area produttiva ampliabile ” al margine ovest del capoluogo e alcune “ Aree produttive non ampliabili ” di piccola pezzatura. Emergono i seguenti elementi: “ Ambito di interesse naturalistico e paesaggistico da tutelare e da valorizzare ” correlato al contesto del Fiume Bacchiglione. Lungo tutto il corso del Bacchiglione e parte del Timonchio, è segnata la previsione di una “ Pista ciclabile di progetto ” che attraversa l’area del Bosco di Dueville, coordinata con i comuni limitrofi. Sono segnalati, inoltre, alcuni “ Prati stabili ”, delle “ Ville Venete ” (di cui Villa Caldogno è segnalata anche per la presenza di “ Parco e giardino storico ”) e alcuni “ Manufatti di archeologia industriale ” (per esempio mulini e magli).

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Si segnalano in particolare il “ contesto figurativo ” della villa del Palladio “Caldogno” ed il “ contesto figurativo ” della villa di particolare interesse provinciale “Tognato, Fincati, Stimamiglio” a Polegge di Vicenza. Il PTCP - sulla base degli ambiti paesaggistici dell’Atlante Ricognitivo degli Ambiti di Paesaggio del nuovo PTRC - individua il comune di Caldogno nell’ambito di paesaggio n. 23 “ Alta Pianura Vicentina ”. L’ambito interessa il sistema insediativo pedecollinare di Schio e Thiene fino a comprendere, verso sud, la città di Vicenza. È attraversato in direzione nord-sud dall’asse autostradale della A31-, che collega all’autostrada A4. È delimitato a nord-est dalla linea di demarcazione geomorfologica tra i rilievi prealpini dei costi e l’alta pianura recente, a nord-ovest dalla linea di demarcazione geomorfologica tra i piccoli massicci molto pendenti e i rilievi prealpini uniformemente inclinati, ad est dal corso del fiume Brenta, a sud dai rilievi dei Colli Berici ed a ovest dal confine tra i rilievi collinari e la pianura. Il PTA individua il comune di Caldogno tra i comuni della provincia di Vicenza compresi nelle aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi (Allegato E delle NTA del PTA). Per questi territori il piano individua le misure di tutela quantitativa degli acquiferi (Art. 40 delle NTA del PTA). Il comune di Caldogno è classificato in zona B2 aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata sub area urbanizzata. Nel comune di Caldogno per quanto riguarda la carta della pericolosità idraulica ci sono alcune aree perimetrale e classificate “P1” aree a moderata pericolosità; queste aree sono adiacenti ad aree ad elevata pericolosità idraulica. Nel comune non son presenti aree a rischio geologico. Il Piano d’Ambito include tutte le informazioni sulle strutture esistenti e relativo stato di conservazione, le misure di intervento da adottare a seconda delle criticità infrastrutturali e gestionali di ogni comune. Per quanto riguarda il Comune di Caldogno, il Piano prevede un lavoro di estensione delle rete fognaria (presente nel piano degli interventi delle Acque Vicentine). Il comune di Caldogno è interessato dal PATI tematico “ Vicenza e il Vicentino ” inerente alcune tematiche riguardanti il capoluogo che necessitano di un coordinamento sovracomunale ed in particolare: - l’insediamento di strutture del terziario avanzato e direzionale; - l’organizzazione del trasporto pubblico locale urbano e l’interconnessione dello stesso con quello extraurbano.

IL SISTEMA DEI VINCOLI E DELLE TUTELE Dall’analisi svolta dal valutatore emergono i vincoli, le valenze e le risorse del territorio del Comune di Caldogno. Al fine di disporre di un quadro unitario di riferimento si è costruita una tavola ricognitiva di tutti i vincoli gravanti sul territorio derivanti da leggi nazionali e regionali e dello stato di attuazione del Prg vigente: La “carta dello stato di utilizzo del territorio, dei vincoli e delle tutele” (TAV 01 del PAT). La ricognizione dei vincoli derivanti da leggi o da strumenti di programmazione e di protezione sovra ordinati porta al quadro seguente: − vincolo monumentale DLgs 42/2004; − vincolo di destinazione forestale LR 52/1978; − vincolo paesaggistico D.Lgs 42/2004 – Aree di notevole interesse pubblico; − vincolo paesaggistico D.Lgs 42/2004 – Corsi d’acqua; − vincolo paesaggistico D.Lgs 42/2004 – Aree boscate; − Siti di Interesse Comunitario (SIC IT3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe”); − Zona di Protezione Speciale (ZPS IT3220013 “Bosco di Dueville”); − vincolo sismico O.P.C.M. 3274/2003; − ambiti naturalistici di livello regionale (art. 19 NdA del PTRC 1991); − aree a rischio idraulico e idrogeologico in riferimento al PAI; − aree per la realizzazione del bacino di laminazione lungo il T. Timonchio (progetto preliminare); − risorgive puntiformi / fascia di protezione primaria e secondaria; − idrografia / fasce di rispetto;

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− cave / fasce di rispetto; − cimiteri / fasce di rispetto; − impianti di telecomunicazione elettronica ad uso pubblico; − depuratori / fasce di rispetto; − pozzi di prelievo per uso idropotabile / fasce di rispetto; − elettrodotti / fasce di rispetto; − viabilità / fasce di rispetto; − allevamenti zootecnici intensivi; − metanodotti / fasce di rispetto; − oleodotto; − acquedotti non comunali / fasce di rispetto. Fuori dal territorio comunale: − aeroporto / fasce di rispetto; − zona militare / fasce di rispetto.

ATO Il Valutatore afferma che sulla base dei caratteri insediativi, fisici, urbanistici ed ambientali più significativi il territorio del Comune di Caldogno è stato suddiviso in 4 Ambiti Territoriali Omogenei a loro volta suddivisi in sub-ambiti come di seguito elencati.

AT TIPOLOGIA DENOMINAZIONE O 1.1 Caldogno-Capovilla Residenziale 1.2 Cresole-Rettorgole Produttivo 2.1 Pomaroli Pianura soggetta a rilevante opera idraulica 3.1 Scartezzini e pianura a nord del Torrente Timonchio 4.1 Pianura ovest lungo la S.P. n. 349 4.2 Pianura centrale, delle risorgive Pianura 4.3 Pianura del Fiume Bacchiglione 4.4 Pianura sud

SCENARI ALTERNATIVI Secondo quanto dichiarato dal valutatore il tema delle alternative nella definizione delle scelte assume il sistema dei vincoli e delle invarianti come il quadro di assetto imprescindibile per affrontare qualsiasi azione di piano. La carta della suscettibilità alla trasformazione insediativa rappresenta la sintesi del quadro di assetto incrociato con le condizioni di partenza di carattere urbanistico, paesaggistico, ambientale e idrogeologico, costituisce quindi il sistema di guida nelle scelte di piano. Rispetto agli scenari di assetto del territorio sono state poste a valutazione due opzioni principali: − una prima scelta deriva dall’eredità del PRG vigente e viene assunta come l’opzione “zero”o ipotesi di partenza; − una seconda, emersa in fase di partecipazione e concertazione, valuta l’accoglimento o meno di proposte di interesse strutturale / strategico avanzate da privati.

METODOLOGIA DI VALUTAZIONE Il Valutatore afferma che il Piano Regolatore Generale del Comune di Caldogno approvato nel 1991 è stato interessato dagli anni novanta da 25 varianti parziali. Le varianti recenti hanno riguardato una molteplicità di zone del territorio comunale: − la variante n. 17 (approvata nel 2007) prevedeva l’integrazione di nuovi tracciati viari coerenti con gli esistenti e con quelli già programmati, l’individuazione di nuove aree residenziali nella logica di una ricucitura delle aree di frangia contigue ai centri edificati, per servizi ed impianti di interesse pubblico;

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− la variante n. 19 (approvata nel 2008) proponeva di dare un assetto definitivo alla parte di territorio destinato agli usi agricoli, disciplinando i nuovi interventi ammessi e favorendo nel contempo il recupero del patrimonio edilizio esistente. L’impostazione della variante al PRG n. 17 comporta una dotazione consistente di aree di espansione che il PAT si trova a gestire come una pesante eredità del piano regolatore vigente. Eredità che impone al PAT un atteggiamento prudente, considerando che parte del fabbisogno futuro verrà coperta dai piani attuativi che oggi sono in corso di realizzazione o comunque previsti. L’alternativa “do nothing”: L’alternativa “do nothing”, che in molti casi può significare impatti vicini allo zero, per Caldogno significa invece avere un “residuo” del PRG vigente che si concretizza in una disponibilità di aree per la residenza e la produzione, presenti in piani attuativi approvati da recenti varianti al PRG e non ancora attuati. Non fare niente significa quindi dare attuazione a scelte passate con regole vecchie. Alternativa che gestisce le scelte con regole nuove: Non esistendo la condizione per annullare le scelte passate, si è optato per una scelta strutturale in grado di condizionare l’attuazione prevedendo indirizzi specifici di intervento assumendo gli obiettivi di salvaguardia e tutela che la legge di governo del territorio attribuisce ai piani. Un ulteriore tema che il PAT eredita dal PRG riguarda l'area di espansione produttiva D1 /10, localizzata ad est della SP n. 349, prevista da circa un decennio. Il PAT non intende sostenere ulteriormente questa previsione, né proporre alcuna espansione delle zone produttive ritenendo sufficiente, per risolvere l'eventuale trasferimento di attività ricadenti in zona impropria, la presenza dei lotti ancora liberi. Pertanto, in questi ambiti il PAT prevede altre funzioni demandando la loro attuazione al Piano degli Interventi. A seguito della presentazione del Documento Preliminare sono emerse e pervenute al comune diverse proposte di interventi da realizzare mediante accordi pubblico/privato, finalizzati al miglioramento della qualità urbana: Parco Tecnologico, Centro Equestre Internazionale, Borgo rurale e Green Housing, Parco Urbano, Acquapark e Italconst. Il Valutatore afferma che di queste, due non erano contemplate dal documento preliminare e dal rapporto ambientale preliminare e quindi sono state poste all’attenzione del procedimento di VAS, chiedendo in via preliminare di essere valutate dalle autorità ambientali riconosciute nel procedimento. Il Valutatore afferma che la procedura di evidenza pubblica e la valutazione da parte delle autorità ambientali competenti, ha indotto il Consiglio comunale ad accogliere le proposte (del “Parco Tecnologico” e del Centro Equestre Internazionale) acquisendole all’interno delle opportunità che il PAT prefigura come trasformazioni possibili per i prossimi 10 anni.

Dimensionamento del PAT Il Valutatore afferma che il carico dell’offerta residenziale che il PAT consente di attuare risulta pari complessivamente a circa 845.000 m 3 derivanti dalla dotazione che porta il PRG, pari a circa il 56% e che corrisponde ai volumi approvati, mentre il PAT porta un potenziale carico urbanistico di 370.000 m3 (44%) in parte attivabili su nuove aree (80%) e in parte derivabili da modifiche di indici su aree già definite in sede di PRG vigente (20%).

ATO Denominazione PAT PRG Totale 1.1 Caldogno -Capovilla 226.035 280.465 506.500 1.2 Cresole -Rettorgole 94.675 170.325 265.000 2.1 Pomaroli 0 0 0 3.1 Scartezzini e pianura a nord del Torrente Timonchio 0 6.500 6.500 4.1 Pianura ovest lungo la S.P. n. 349 2.200 1.800 4.000 4.2 Pianura centrale, delle risorgive 49.403 10.597 60.000 4.3 Pianura del Fiume Bacchiglione 1.530 1.470 3.000 4.4 Pianura sud 0 0 0 Totale 373.843 47.1157 845.000

COERENZA ESTERNA DEL PIANO

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Dall’analisi svolta dal Valutatore risulta che la dimensione del comune e la crescita prevista dal dimensionamento del PAT non consentono di ipotizzare né impatti positivi, né possibili incoerenze o feed-back negativi misurabili in rapporto agli scenari di livello provinciale, regionale, né tantomeno nazionale ed europeo. Le scelte e le alternative di piano hanno una rilevanza significativa solo a livello locale. Considerando i tassi di crescita possibili, determinabili dall’offerta che il PAT consente nell’arco di validità ma che è attivabile solo dal PI, e le modalità previste dall’apparato normativo per tale crescita compresi gli “indirizzi e i criteri per l’incentivazione della qualità architettonica”, lo scenario di crescita individuato dal PAT di Caldogno risulta coerente con gli scenari di previsione del PTCP di Vicenza.

OBIETTIVI E AZIONI DEL PAT Il valutatore afferma che le finalità e le strategie che si intendono sviluppare con il Piano, sono contenute negli obiettivi specifici di sostenibilità socioeconomica e ambientale definiti dall’Amministrazione comunale, come indicato nelle matrici riportate di seguito:

ARIA Obiettivi − Contenimento delle emissioni in atmosfera. − Il PAT promuove ed incentiva l’adozione di tecnologie rivolte al risparmio energetico e all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nella realizzazione dei nuovi edifici, tramite Azioni specifica indicazione nelle norme tecniche − Il PAT incentiva la mobilità sostenibile con la realizzazione di tracciati integrativi alla rete ciclabile esistente, confermando quanto già pianificato nel Prg vigente ACQUA − Tutela dei corsi d'acqua e della fitta trama di rogge e canali. − Tutela e controllo della risorse idropotabili Obiettivi − Tutela e salvaguardia delle risorgive − Promozione del risparmio idrico e riciclo delle acque − Corsi d’acqua: il PAT prevede direttive, prescrizioni e vincoli sia per quelli vincolati ai sensi del D.Lgs 42/2004, sia per quelli non vincolati. − Risorse idropotabili: il PAT prevede specifiche direttive, prescrizioni e vincoli di tutela − Risorgive: il PAT, in accordo con il PTCP, salvaguardia tali contesti ad elevato valore Azioni idrogeologico, paesaggistico ed ambientale, individuando gli elementi idrologici e prevedendo direttive, prescrizioni e vincoli finalizzati al miglioramento dello stato ottimale e all’indice di funzionalità di risorgiva (IFR) − Risparmio idrico: definizione di direttive per i nuovi interventi edilizi e le ristrutturazioni. SUOLO E SOTTOSUOLO − Prevenzione e messa in sicurezza dai rischi geologici e idrogeologici. Obiettivi − Ricomposizione delle cave dismesse o abbandonate. − Tutti gli interventi urbanistici dovranno essere supportati da indagini geognostiche ed idrogeologiche specifiche, in relazione del grado di idoneità dell'area. − Per tutti gli interventi dovrà essere garantita la compatibilità idraulica secondo le disposizioni previste dal PAT. − Il PAT individua il sedime che si prevede di utilizzare per l’invaso temporaneo delle acque Azioni di piena del torrente Timonchio, ubicato nel settore nord-orientale del territorio comunale di Caldogno, a confine con il Comune di Villaverla (progetto preliminare). È tra gli interventi previsti per la sistemazione idraulica dell'area metropolitana di Vicenza. L’area si colloca in sinistra idrografica rispetto al Torrente Timonchio. − Il PAT individua le ex-cave adibite a discarica R.S.U., R.S.A (aree non idonee); per tali aree e per tutte le altre cave dismesse o abbandonate prevede direttive e prescrizioni. RISORSE NATURALISTICHE E AMBIENTALI − tutela dell'integrità della rete ecologica locale, valorizzazione dell'area del Bosco di Obiettivi Dueville (SIC), tutela degli ambiti soggetti a vincolo paesaggistico.

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− Il PAT individua l'ambito per l'istituzione di parchi e riserve naturali di interesse comunale (Bosco di Dueville e Parco Lattezzon) e prevede direttive, prescrizioni e vincoli; individua Azioni la rete ecologica locale (area nucleo, corridoi ecologici, isole ad elevata naturalità, area di rinaturalizzazione) e prevede specifiche direttive, prescrizioni e vincoli. PAESAGGIO AGRARIO E TERRITORIO RURALE Obiettivi − Tutela e valorizzazione degli ambiti e degli elementi significativi del paesaggio agrario. − Il PAT individua le corti o complessi di valore storico-ambientale, gli (ex) mulini, gli edifici di archeologia industriale e prevede specifiche direttive, prescrizioni e vincoli. − Dà direttive e prescrizioni per il riutilizzo dei fabbricati rurali non più funzionali all’attività agricola, per gli edifici e i manufatti esistenti, nonché per la nuova edificabilità in territorio agricolo. − Indica i percorsi ciclabili per la fruizione e la scoperta dei valori (storici ambientali paesaggistici) presenti nel territorio. Azioni − Individua e tutela come invarianti paesaggistiche i prati stabili, le aree boschive, le strutture di piscicoltura, i grandi alberi. − Dà direttive in merito all'utilizzo di metodi di produzione più rispettosi degli ecosistemi agricoli e per orientare l’attività aziendale verso la produzione di servizi ambientali, anche in relazione alle potenzialità ricreative, sportive e culturali presenti. − Il PAT, in una logica di riordino del territorio, individua le aree compromesse da attività estranee all’ambito agricolo. PAESAGGIO DI INTERESSE STORICO Tutela e valorizzazione dei Centri Storici, degli edifici e manufatti di interesse storico e Obiettivi monumentale. − Il PAT perimetra i Centri Storici, individua le Ville Venete e gli edifici e complessi di valore monumentale-testimoniale e prevede specifiche direttive, prescrizioni e vincoli. − Definisce altresì i contesti figurativi dei complessi monumentali (Ville Venete), le Azioni pertinenze scoperte da tutelare e i coni visuali significativi. − Indica le modalità di classificazione degli edifici esistenti e stabilisce i gradi di protezione e le corrispondenti tipologie di intervento. SISTEMA INSEDIATIVO RESIDENZIALE, PRODUTTIVO, COMMERCIALE E DIREZIONALE − Miglioramento della funzionalità degli insediamenti residenziali e della qualità urbana. Obiettivi − Miglioramento della funzionalità complessiva degli ambiti per attività produttive, commerciali e direzionali. − Il PAT perimetra le aree di urbanizzazione consolidata e di edificazione diffusa, verificandone i margini e prevedendo specifiche direttive, prescrizioni e vincoli. − Individua altresì le aree di riqualificazione o riconversione (all'interno o contigui alle aree di urbanizzazione consolidata o di edificazione diffusa), le aree idonee per interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale, le opere incongrue; assegna specifiche direttive, prescrizioni e vincoli. − Individua le linee preferenziali di sviluppo insediativo con destinazione residenziale ed a servizi, in riferimento alla previsione di incremento demografico decennale. Definisce la dotazione minima di standard primari e secondari necessari agli insediamenti esistenti e di nuova previsione. Azioni − Il PAT perimetra le aree di urbanizzazione consolidata occupate da attività economiche non integrabili con la residenza e prevede specifiche direttive, prescrizioni e vincoli. − Definisce la dotazione minima di standard in ragione delle diverse destinazioni d'uso. Il PAT definisce direttive e prescrizioni per la localizzazione delle grandi strutture di vendita e di altre strutture ad esse assimilate. Disciplina le attività produttive in zona impropria prevedendo direttive e prescrizioni. − Il PAT individua i contesti territoriali multifunzionali destinati alla realizzazione di programmi complessi: l'ambito del “Parco Tecnologico”, ad est del territorio comunale, in connessione con la S.P. n. 349: area attualmente destinata a funzione produttiva ed a servizi, indirizzata a creare un sistema integrato – commerciale, direzionale, produttivo, residenziale e di servizi – di interesse sovra comunale. Tale previsione contempla la presenza di strutture

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ricettive. SERVIZI Obiettivi − Il riordino e lo sviluppo dei servizi. − Il PAT identifica i servizi e le attrezzature di maggior rilevanza, ovvero le parti del territorio ad elevata specializzazione funzionale (es. Parco Urbano del Capoluogo comprendente palazzetto dello sport, campo sportivo, aree verdi e piscina coperta) nelle quali sono concentrate una più funzioni strategiche Azioni − Il PAT individua i contesti territoriali a servizi destinati alla realizzazione di programmi complessi: l'ambito del “Centro Equestre”, a sud-est del capoluogo: area destinata alla realizzazione di un impianto sportivo di interesse regionale. − Tale previsione contempla la presenza di strutture ricettive. SISTEMA INFRASTRUTTURALE Obiettivi − Il miglioramento del sistema infrastrutturale. − Il PAT recepisce le previsioni della pianificazione sovraordinata ("bretella di Novoledo", in corso di realizzazione e bretella di collegamento alla variante alla S.P. n. 46). − Il PAT identifica gli assi infrastrutturali di maggior importanza che attraversano il territorio comunale (nord-sud ed est-ovest); prevede tracciati viari alternativi all’attraversamento del capoluogo (a est e a ovest del centro abitato) per perseguire gli obiettivi strategici di miglioramento complessivo della viabilità; ne definisce direttive, prescrizioni e vincoli in Azioni coerenza con l'obiettivo posto. − Definisce il perimetro di "centro abitato"; individua le fasce di rispetto stradali all'esterno di tale perimetro. − Indica la maglia dei percorsi ciclabili di collegamento tra le frazioni ed il centro di Caldogno (urbani), di fruizione del territorio (naturalistici), nonché di interesse sovracomunale (tracciato lungo l'argine del Bacchiglione e del torrente Timonchio). SALUTE UMANA − Garantire il benessere dei cittadini rispetto all'inquinamento acustico. − Contenere l'inquinamento luminoso. Obiettivi − Garantire che non ci siano per i cittadini problemi di salute connessi con la vicinanza alle fonti di emissioni elettromagnetiche e all’esposizione di gas radon. − Inquinamento acustico: il PAT definisce appropriati indirizzi per garantire il comfort acustico dei nuovi insediamenti e per minimizzare gli impatti acustici sulla popolazione. − Inquinamento elettromagnetico: il PAT definisce specifiche norme tecniche che definiscono Azioni i criteri per la localizzazione idonea di reti e servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico; disciplina gli interventi ammessi nel rispetto della normativa vigente in materia, da concordare con gli enti competenti; predispone misure di mitigazione − delle emissioni elettromagnetiche.

PARERI DELLE AUTORITA’ AMBIENTALI Il Comune di Caldogno con nota n. 6251 del 16.04.12 ha fatto pervenire la dichiarazione del Responsabile della struttura tecnica, con la quale si attesta che “ si è provveduto a richiedere ulteriore parere all’adozione del piano, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica agli enti aventi competenza in materia ambientale, che in data 13.04.12 prot. n. 180208 è pervenuto parere sulla valutazione di compatibilità idraulica del genio civile di Vicenza, che gli altri pareri trasmessi sono quelli evidenziati con DGC n. 31 del 03.03.10”.

AGGIORNAMENTO DEGLI ELABORATI CARTOGRAFICI CON IL REALE UTILIZZO DEL TERRITORIO Il Comune di Caldogno con nota n. 2976 del 22.02.12 ha fatto pervenire la dichiarazione del Responsabile della struttura tecnica, con la quale si attesta “che gli elaborati cartografici del Piano di Assetto del Territorio riportano le reali destinazioni d’uso del territorio Comunale, nel rispetto dei vincoli e delle tutele individuate e recepite dagli strumenti sovraordinati ”.

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COERENZA DELLE LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO CON EVENTUALI PROGETTI DI OPERE/INFRASTRUTTURE LA CUI APPROVAZIONE E’ DI COMPETENZA DELLA REGIONE/PROVINCIA Il Comune di Caldogno con nota n. 6251 del 16.04.12 ha fatto pervenire la dichiarazione del Responsabile della struttura tecnica, con la quale si attesta “che prima dell’adozione del piano è stata effettuata un’attenta verifica delle eventuali variazioni rispetto ai vigenti strumenti urbanistici comunali e delle aree su cui sono in corso autorizzazioni regionali e/o provinciali, e che l’intervento relativo al “bacino di laminazione lungo il torrente Timonchio” il cui progetto preliminare è stato approvato con DGR n. 3576/2007 e Progetto definitivo ha avuto parere favorevole da parte della commissione tecnica regionale - sez ambiente il 23.02.12, è di competenza regionale”.

PIANO DI MONITORAGGIO Il valutatore afferma che al fine di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano nonché la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e, quindi, adottare le opportune misure correttive, è redatto il Piano di Monitoraggio.

OSSERVAZIONI Il Comune di Caldogno con nota n. 6185 del 13.04.12 ha fatto pervenire la dichiarazione del Responsabile della struttura tecnica, con cui il responsabile del procedimento attesta che le osservazioni totali sono 120 di cui 70 inerenti il Rapporto Ambientale.

− L’ Unità di Progetto Coordinamento Commissioni, esaminati i documenti trasmessi ha elaborato la propria istruttoria dalla quale emerge che: Il Rapporto Ambientale del PAT ha opportunamente considerato le criticità presenti sul territorio nonché quelle derivanti dalle scelte di Piano. La metodologia risulta correttamente impostata e rispetta tutti i passaggi necessari alla Valutazione. Il Rapporto Ambientale conferma i criteri assunti dal PAT, che contiene alcuni obiettivi/strategie tra i quali: − Contenimento delle emissioni in atmosfera; − Salvaguardia delle risorgive, delle rogge e della rete idrografica; − Tutela dei corridoi ecologici; − Valorizzazione Centri Storici in quanto sistema di relazioni e connessioni tra manufatti edilizi, spazi aperti, rete stradale, segni storici minori e simbolici, articolazione di funzioni e usi; − Salvaguardia risorse ambientali, geologiche (dosso fluviale) e storiche con particolare riguardo alle invarianti che connotano il territorio; − Dotazione delle aree verdi e parchi di quartiere, garantendone accessibilità in sicurezza, dotazione adeguate e di qualità; − Completamento e lo sviluppo della rete delle piste ciclabili e dei percorsi pedonali; − Individuazione delle Ville Venete e degli edifici di valore monumentale testimoniale (archeologia industriale, mulini, ...), nonché dei rispettivi contesti figurativi e pertinenze per le quali il PAT individua normative di tutela; − Individuazione di misure compensative finalizzate a garantire l’invarianza idraulica all’interno di ciascuna area di intervento; − Predisposizione di indirizzi e prescrizioni per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone a rischio idraulico; − Riqualificazione/riconversione di aree occupate da depositi, magazzini, attività artigianali che insistono in aree adiacenti o interne al tessuto consolidato; − Individuazione delle maggiori opere incongrue con l'ambiente circostante per le quali è necessario programmare azioni volte alla loro eliminazione e/o mitigazione;

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− Individuazione delle espansioni edilizie in ambiti adiacenti al tessuto esistente con la conferma delle aree di espansione già previste dal vigente PRG; − Valorizzazione degli argini fluviali da recuperare come percorsi ciclabili naturalistici; − Miglioramento della viabilità esistente con particolare attenzione alla funzionalità della futura connessione con la “Tangenziale nord di Vicenza”; − Tutela dei corridoi ecologici e delle isole ad elevata naturalità esterne all’ambito; − Individuazione di misure compensative finalizzate a garantire l’invarianza idraulica all’interno di ciascuna area di intervento; − Predisposizioni di prescrizione per le aree con presenza di attività estrattive, in atto, dismesse o abbandonate; − Riqualificazione dell’attività per il tempo libero all’interno della zona produttiva. Per quanto riguarda le azioni individuate dal valutatore per mitigare gli effetti significativi derivanti dall’attuazione del Piano, si rendono necessarie alcune integrazioni alle NTA. La verifica della coerenza esterna è stata fatta in relazione alla pianificazione sovraordinata. Per quanto riguarda il monitoraggio si ritiene che l’Amministrazione comunale, coinvolgendo le competenti Autorità Ambientali, debba applicare nel corso di attuazione del Piano il monitoraggio che più avanti viene proposto. In merito alla valutazione dei contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi Art. 38 e delle aree di riqualificazione e riconversione Art. 31 individuati sull’ elaborato 4 “Carta della Trasformabilità”, atteso che nel Rapporto Ambientale non sono stati valutati gli effetti derivanti dall’attuazione di dette azioni strategiche, si ritiene che le stesse, in sede di predisposizione degli strumenti attuativi, debbano essere sottoposte a Verifica di Assoggettabilità.

VISTE - la Direttiva 2001/42/CE ; - la LR 11/2004; - il D.Lgs. n.152/2006; - la LR 4/2008; - la DGR 791/2009

RITENUTO

che dalle analisi e valutazioni effettuate, nel suo complesso, la proposta di Rapporto Ambientale sia correttamente impostata e contenga le informazioni di cui all’allegato I della Direttiva 2001/42/CE, nonché la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del PAT potrebbe avere sull’ambiente come prescritto dall’art. 5 della medesima Direttiva.

TUTTO CIÒ CONSIDERATO LA COMMISSIONE REGIONALE VAS

ESPRIME PARERE POSITIVO

sulla proposta di Rapporto Ambientale del Piano di Assetto Territoriale del Comune di Caldogno (VI) a condizione che siano ottemperate le seguenti

PRESCRIZIONI prescrizioni:

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1. Le Norme Tecniche di Attuazione dovranno essere integrate con tutte le prescrizioni poste dalle competenti Autorità Ambientali, nonché con le modifiche derivanti dall’accoglimento delle osservazioni attinenti a questioni ambientali o al Rapporto Ambientale. 2. Relativamente ai “Contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi” individuati nell’elaborato 4 “Carta delle Trasformabilità”, alla fine dell’ art. 38 delle NTA, va aggiunto il seguente comma: “Ai fini della procedura VAS gli interventi di cui al presente articolo dovranno essere sottoposti, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 152/2006, alla verifica di assoggettabilità” e tenendo conto anche dell’art. 40 della LR 13-2012; 3. Relativamente alle “Aree di riqualificazione e riconversione” individuati nell’elaborato 4 “Carta delle Trasformabilità”, alla fine dell’ Art. 31 delle NTA, va aggiunto il seguente comma: “Ai fini della procedura VAS gli interventi di cui al presente articolo dovranno essere sottoposti, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 152/2006, alla verifica di assoggettabilità” e tenendo conto anche dell’art. 40 della LR 13-2012; 4. Relativamente a tutti gli accordi tra soggetti pubblici e privati di cui all’art. 6 della LR 11/2004, alla fine dell’art. 38 va aggiunto il seguente comma: “Ai fini dell’assoggettamento alla procedura VAS detti Accordi dovranno essere sottoposti, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 152/2006, alla Verifica di Assoggettabilità” e tenendo conto anche dell’art. 40 della LR 13-2012; 5. Relativamente alle “infrastrutture di collegamento in programmazione” individuate nell’elaborato 4 “Carta delle Trasformabilità”, alla fine art. 40 delle NTA, va aggiunto il seguente comma: “Ai fini della procedura VAS gli interventi di cui al presente articolo dovranno essere sottoposti, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 152/2006, alla verifica di assoggettabilità” e tenendo conto anche dell’art. 40 della LR 13-2012; 6. Le NTA dovranno essere integrate prevedendo l’esclusione della realizzazione di piani interrati e seminterrati, per le aree ricadenti all’interno della fascia delle risorgive (tra il limite superiore e il limite inferiore) indicata nell’elaborato 3 “carta delle fragilità”, ai fini della salvaguardia idraulica e dell’ambito di risorgiva. 7. Si prescrive di inserire nelle NTA un articolo che contenga tutte le misure di mitigazione previste nel rapporto ambientale. 8. Per quanto riguarda il contenimento dell’inquinamento luminoso e l’incremento del risparmio energetico occorre integrare l’articolo 67 con le seguenti prescrizioni: “Per l'illuminazione di impianti sportivi e grandi aree di ogni tipo devono essere impiegati criteri e mezzi per evitare fenomeni di dispersione di luce verso l'alto e al di fuori dei suddetti impianti. Fari, torri faro e riflettori illuminanti parcheggi, piazzali, cantieri, svincoli, complessi industriali, impianti sportivi e aree di ogni tipo devono avere, rispetto al terreno, un'inclinazione tale, in relazione alle caratteristiche dell'impianto, da non inviare oltre 0 cd per 1000 lumen a 90° ed oltre. È fatto divieto di utilizzare per fini pubblicitari fasci di luce roteanti o fissi di qualsiasi tipo, anche in maniera provvisoria. Per l'illuminazione di edifici e monumenti, gli apparecchi di illuminazione devono essere spenti entro le ore ventiquattro. L'illuminazione delle insegne non dotate di illuminazione propria deve essere realizzata dall'alto verso il basso. Per le insegne dotate di illuminazione propria, il flusso totale emesso non deve superare i 4500 lumen. In ogni caso, per tutte le insegne non preposte alla sicurezza, a servizi di pubblica utilità ed all'individuazione di impianti di distribuzione self service è prescritto lo spegnimento entro le ore 24 o, al più tardi, entro l'orario di chiusura dell'esercizio. E' vietato installare all'aperto apparecchi illuminanti che disperdono la luce al di fuori degli spazi funzionalmente dedicati e in particolare, verso la volta celeste. Tutti gli impianti di illuminazione pubblica devono utilizzare lampade a ristretto spettro di emissione; allo stato attuale della tecnologia rispettano questi requisiti le lampade al sodio ad alta pressione, da preferire lungo le strade urbane ed extraurbane, nelle zone industriali,nei centri storici e per l'illuminazione dei giardini pubblici e dei passaggi pedonali. Nei luoghi in cui non é essenziale un’accurata percezione dei colori, possono essere utilizzate, in alternativa, lampade al sodio a bassa pressione (ad emissione pressoché monocromatica). E’ vietata l’installazione all’aperto di apparecchi illuminanti che disperdono la loro luce verso l’alto.” 9. Le NTA dovranno essere integrate alla fine dell’articolo 70 al fine di assicurare il controllo sugli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione del Piano nonché la verifica del

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raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, e gli effetti cumulativi ancorché non direttamente derivanti dalle azioni di piano. Dovranno essere sottoposte a monitoraggio, integrando gli indicatori presi in considerazione nel Cap. 11 pag. 289 e seguenti del Rapporto ambientale, i seguenti indicatori così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e, quindi, adottare le opportune misure correttive:

FONTE Note/periodicità INDICATORI u. m. dei dati per la costruzione dell'indicatore monitoraggio

Qualità dell’aria – concentrazione (con labora torio mobile inquinanti (PM10, benzene, etc.) varie ARPAV posizionato in ambito in atmosfera comunale) Misure di risanamento della Regione - Provincia - caratteristiche annuale qualità dell’aria Comune n. autorizzazioni emissioni in n, caratteristiche, Provincia annuale / quinquennale atmosfera ubicazione MATRICE MATRICE ARIA Veicoli in transito nelle Regione - Provincia - n annuale infrastrutture principali Comune Dati e studi disponibili relativi alla qualità delle acque dei corpi idrici Vari (ARPAV, Provincia, varie annuale (superficiali e sotterranei) presenti etc.) in ambito comunale Episodi di contaminazione n - localizzazione (riguardanti falde, pozzi e corsi Comune - ASL - ARPAV annuale caratteristiche d'acqua) MATRICE MATRICE ACQUA Presenza e stato delle risorgive n e caratteristiche Comune, Provincia annuale

Popolazione servita da acquedotto ab, % Ente Gestore annuale Perdite dalla rete acquedottistica % Ente Gestore annuale Consumi idrici delle utenze civili / Ente Gestotre - Consorzio mc/a, mc/g/ab annuale industriali / agricole di Bonifica Popolazione allacciata alla rete ACQUEDOTTO ACQUEDOTTO EFOGNATURE SOTTOSERVIZI SOTTOSERVIZI ab, % Ente Gestore annuale fognaria Suolo urbanizzato totale/ % Comune annuale superficie comunale Suolo agricolo/superficie % Comune annuale comunale Suolo agricolo appartenente alle classi di capacità d’uso I / totale % Comune annuale suolo agricolo n, estensione ambito, Comune, Provincia, SUOLO E SOTTOSUOLO ESOTTOSUOLO SUOLO Attività estrattive annuale caratteristiche, stato Regione Dotazione di verde pubblico (totale mq ed ubicazione comune annuale e pro capite) Interventi di potenziamento degli elementi vegetazionali lungo i caratteristiche e corsi d'acqua (connessi descrizione degli comune all'implementazione dei corridoi interventi

BIODIVERSITA’ ecologici) Funzionalità dei corridoi ecologici comune annuale Richieste autorizzazione comune – provincia – n e ubicazione annuale paesaggistica regione Fenomeni di degrado paesaggistico all’interno degli n, ubicazione, Comune annuale ambiti naturalistici e le aree di caratteristiche interesse naturalistico Fenomeni di degrado TUTELATI paesaggistico o nuova n, ubicazione, edificazione negli ambiti agricoli Comune annuale PAESAGGIO E BENI caratteristiche integri, ancora liberi dal fenomeno dell’edificazione diffusa

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Fenomeni di degrado paesaggistico relativi agli elementi di pregio architettonico presenti in ambito comunale (con particolare n, ubicazione, Comune annuale riferimento alle Ville Venete) e al caratteristiche contesto paesaggistico/territoriale in cui tali elementi di pregio risultano inseriti Classificazione acustica (valori misurati per la redazione del Piano Localizzazione e comune annuale di Zonizzazione Acustica e descrizione delle aree successivi aggiornamenti) Dati relativi alla rumorosità delle Localizzazione e Comune, ARPAV, strade in particolare vicine agli annuale

RUMORE descrizione delle aree Provincia ambiti edificati ad uso residenziale n ubicazione e Comune - Provincia - Interventi di bonifica acustica annuale tipologia ARPAV

Sorgenti di inquinamento elettromagnetico e elementi n, caratteristiche ARPAV, Enti Gestori annuale vulnerabili posti in prossimità degli

ELETTRO- stessi (abitazioni, scuole, etc.) MAGNETISMO

Controllo emissioni - fonti verso la n, ubicazione e Comune annuale volta celeste caratteristiche

LUMINOSO LUMINOSO Emissioni legate agli impianti di n, ubicazione e

INQUINAMENTO INQUINAMENTO Comune annuale illuminazione pubblica caratteristiche n, caratteristiche ubicazione, danni a Fenomeni di allagamento in Comune, Consorzi di persone, cose, ad ogni evento occasione di intense precipitazioni Bonifica, Protezione Civile animali, superficie allagata Popolazione residente potenzialmente interessata da n, localizzazione, Comune, Protezione Civile annuale fenomeni connessi con il rischio tipologia di rischi industriale, Percentuale popolazione esposta % ARPAV annuale a rischio da radon e CEM Interventi edilizi che prevedono tecniche costruttive cautelari per la

RISCHI PER LA POPOLAZIONE n Comune annuale salvaguardia dall’esposizione a radiazioni ionizzanti

Residenti n Comune, Regione Veneto annuale

Alloggi sfitti - disabitati n, caratteristiche ISTAT - Comune ad ogni aggiornamento ISTAT Attuazione sup. espansioni

POPOLAZIONE POPOLAZIONE mq, mc Comune annuale residenziali Richieste di edilizia pop. (n. totali e n e caratteristiche Comune semestrale soddisfatte) Iscrizioni scolastiche n Comune annuale n. ubicazione e Aree pubbliche di socializzazione Comune annuale caratteristiche Aree verdi attrezzate pubbliche (aree attrezzate: presenza panchine e giochi per bambini, n. ubicazione e Comune annuale tavoli ping-pong, tavoli per il pic- caratteristiche

DOTAZIONIPUBBLICHE nic, campi di calcetto e basket, etc.) “Equipaggiamento verde” delle Caratteristiche P D R O A’ A’ Comune annuale aree produttive (aree verdi, quantitative (mq

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presenza alberi, filari, siepi, etc.) verde/mq totale, n elementi vegetazionali presenti, etc.) e qualitative (caratteristiche) Aziende con sistemi di gestione n, settore, Comune annuale ambientali tipologia, % sul totale Aziende e superfici ad agricoltura ubicazione e tipologia Comune annuale biologica Intensità agricola (area utilizzata mq Comune annuale per agricoltura intensiva) n° di veicoli per Parco veicolare circolante Autoritratto ACI biennale categoria Tratte viabilistich e e punti ubicazione e maggiormente critici per comune - polizia stradale biennale caratteristiche incidentalità MOBILITA’ km, ubicazione,

TRASPORTO E Mobilità ciclabile e pedonale comune biennale tipologie

Consumi gas metano mc/ab/anno ente gestore annuale

Consum i energia elettrica kWh/ab/anno ente gestore annuale

ENERGIA Produzione locale di energia da n ubicazione tipoligia comune - gestori mensile/annuale fonte rinnovabile kW/anno

Produzione di rifiuti procapite t/(ab*anno) ente gestore annuale RIFIUTI % Raccolta differenziata t/anno ente gestore annuale

In considerazione dell’Istruttoria Tecnica per la Valutazione di Incidenza Ambientale del PAT si prescrive che: 10. nell’attuazione di un qualsiasi articolo delle N.T.A., la cui azione strategica insista all’interno dei siti della Rete Natura 2000 ricadenti all’interno del presente Piano di Assetto del Territorio, SIC IT3220040 “B OSCO DI DUEVILLE E RISORGIVE LIMITROFE ” e ZPS IT3220013 “B OSCO DI DUEVILLE ”, o la cui area di analisi (come definita nello studio esaminato e graficamente rappresentata nell’elaborato “D04 08 A”, VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE – HABITAT E TRASFORMABILITÀ , allegato allo studio) ricada, anche solo parzialmente, all’interno del suddetti siti della Rete Natura 2000, dovrà essere redatta apposita Valutazione di Incidenza ai sensi dell’ Art. 6 della Direttiva 92/43/CEE; 11. nell’attuazione di un qualsiasi articolo delle N.T.A., la cui azione strategica insista all’interno del sito della Rete Natura 2000, ZPS IT3220013 “B OSCO DI DUEVILLE ”, sia posta particolare attenzione al rispetto delle direttive, prescrizioni, limitazioni e divieti ai sensi di quanto previsto dal DECRETO DEL MINISTERO DELL ’ AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE n. 184/2007; 12. relativamente agli articoli: - ART . 15 AREA PER LA REALIZZAZIONE DEL BACINO DI LAMINAZIONE LUNGO IL TORRENTE TIMONCHIO , - ART . 36 LINEE PREFERENZIALI DI SVILUPPO INSEDIATIVO , - ART . 38 CONTESTI TERRITORIALI DESTINATI ALLA REALIZZAZIONE DI PROGRAMMI COMPLESSI , per quanto concerne il programma complesso denominato “Campo Equestre Internazionale”, - ART . 40 INFRASTRUTTURE DI COLLEGAMENTO IN PROGRAMMAZIONE , Secondo quanto dichiarato a pagina 27 dello studio esaminato; - ART . 55 NUOVA EDIFICABILITÀ (ZONA AGRICOLA ), - ART . 57 INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO AGRICOLO , - ART . 64 INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO , DI AMPLIAMENTO O DI DISMISSIONE DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE IN ZONA IMPROPRIA ,

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da attuarsi attraverso P.I., questo venga sottoposto ad apposita Valutazione di Incidenza ai sensi dell’ Art. 6 della Direttiva 92/43/CEE; 13. venga redatta ai sensi dell’ Art. 6, Direttiva 92/43/CEE, apposita Valutazione di Incidenza per l’applicazione delle misure di compensazione disposte dallo Studio di Compatibilità Idraulica;

Oltre a quanto sopra riportato, in sede di attuazione del Piano occorre ottemperare alle seguenti ulteriori prescrizioni:

14. Il Piano degli Interventi dovrà garantire la contestualità degli interventi previsti dal PAT in ambito urbano con carattere di perequazione ambientale in ambito rurale.

15. Il Piano comunale di zonizzazione acustica dovrà essere adeguato in relazione alle previsioni attuative del Piano degli Interventi.

16. In sede di monitoraggio dovranno essere misurati gli effetti cumulativi nonché quelli derivanti dalle scelte di Piano per verificare gli effetti previsti in relazione agli obiettivi descritti nel Rapporto Ambientale.

FIRMATO Il Presidente della Commissione Regionale VAS (Segretario Regionale per le Infrastrutture) Ing. Silvano Vernizzi

FIRMATO Il Segretario della Commissione Regionale VAS (Dirigente della U. P. Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV) Avv. Paola Noemi Furlanis

Il presente parere si compone di 27 pagine

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