Numero Di Maggio-Giugno 2019
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L’onironauta — Maggio-Giugno 2019 — Redazione: Prof.ssa Romano Caterina, Chiara Nobile 5R, Aurora Barbagli 5P, Ilaria Misuri 5P, Costanza Riccarelli 5P, Francesco Ca- succi 5G, Lorenzo Costagli 4C, Anna Erti 4B, Maria Romanelli 4M, Andrea Donati 3C, Arianna Noto 3N, Alice Polvani 4S, Caterina Bigazzi 4D, Laura Pitti 4D, Ludovica Ca- proni 4G, Butt Noor Zafar 2R , Luca Sabatini 2R, Enrico Droandi 1C, Marco Andreini 3P, Lorenzo Baldi— editor grafico: Andrea Donati — Copertina di Caterina Bigazzi L’onironauta Pagina 2 di 24 Maggio-Giugno 2019 L’onironauta Sommario Narrativa 4 L’infinito di Marco Andreini, 3P 6 Occhi color terra di Anna Erti, 4B 10 4 Maggio 1949: la nascita di un mito. Il Grande Torino di Martina Romagnoli Polidori 1Les Arte 12 La scala dell’evasione di Ilaria Misuri, 5P 14 La Persistenza della memoria di Aurika, 5P Poesia 15 Per Marco che non siamo riusciti a capire 16 Complimenti di Maria Romanelli, 4Les Sport e Motori 18 di Enrico Droandi, 1C Giochi 21 Sudoku 23 Enigma Copertina di Caterina Bigazzi, 4D L’onironauta Maggio-Giugno 2019 Pagina 3 di 24 MAGGIO Andrea Donati, 3C Piove. Piove sempre. Ma lui è in cima alla rampa, ad aspettarmi. Con la sua bici e un’aria di ostentata disapprovazione per il ritardo che dipende e non dipende da me. Non dipende da me perché mica lo guidavo io il pulmino per tornare da Bolo- gna. Dipende da me perché come tutti gli anni mi sono iscritto al kangourou -o come diavolo si scrive- della matematica sapendo già che avrei perso a Bologna. E ho perso a Bologna. Ma lui è lì. Lui c’è sempre. C’è per fare un giro in centro o per giocare ai videogiochi. C’è per ogni progetto, per ogni avventura, per ogni sogno o anche soltanto per stare insieme, durante la settimana o di domenica, perché forse in due ci si sente meno soli. C’è per giocare col suo gatto sensitivo che vede ombre immaginarie. C’è per asciugare le mie lacrime e ascoltare i miei singhiozzi, perché a volte piangere sembra l’unica cosa giusta da fare. Pagina 4 di 24 Maggio-Giugno 2019 L’onironauta L’INFINITO Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare. Marco Andreini, 3P Il giorno 28 maggio 2019 si festeggia lirica. Ci possiamo accorgere rapida- il bicentenario del celebre componi- mente che la chiusura, il paragone al mento poetico scaturito dalla penna di naufrago, è molto legata alla condizio- Leopardi, l’infinito appunto. Pochi ne con cui ci poniamo di fronte ad es- versi come questi risuonano nella sa. La possiamo cogliere come una mente e nelle bocche di migliaia di bellissima metafora del poeta (e di persone che, volenti o nolenti, ne sono tutti coloro che trovano tale armonia) entrati in contatto. Nonostante la sua che si rende parte della maestosità età in tripla cifra, è come un nonno della natura e del tempo, due cose che che ha navigato nel tempo ed è sem- sono talmente immense che l’autore pre lì, a raccontarci qualcosa. definisce, appunto,” infinite”. Ma, Il paragone con il navigatore non è del perché no, i più cupi e restii a simili resto casuale: lo stesso Leopardi sce- pensieri vedranno l’ombra di un pessi- glie quest’immagine per chiudere la mismo cosmico, dove il poeta è suc- cube di una così grande potenza come L’onironauta Maggio-Giugno 2019 Pagina 5 di 24 la natura; quando proviamo ad im- mergerci in lei ne veniamo inghiottiti e scompariamo, perdiamo la nostra unicità e la nostra forma, senza poter far nulla. Non è forse questo il lavoro del poeta: far provare mille emozioni con una manciata di parole? Bisogna universalmente riconoscere però che i toni che qui vediamo sono di tutt’al- tro colore rispetto alle sue produzioni nell’età avanzata (“a se stesso”, “a silvia”): anche seguendo l’interpreta- zione più cupa, è il poeta a rassicurar- ci che il perdere sé stessi (s’annega il pensier mio) è dolce, piacevole. Personalmente ho sempre ammirato il nostro occhio non è sufficientemente potente per catturare e cogliere tutto, rapporto che i romantici avevano con la natura, anche nell’arte. Nessuno ha bisogno di fermarsi, trovare uno può rimanere impassibile di fronte spazio che gli si addica. Ma la mente alla sua grandezza: per quanto uno e la fantasia non conoscono orizzonti. possa essere pieno di sé, non può che Ecco dove sta la magnificenza di Leo- sospirare davanti a un panorama mon- pardi. Ci regala un’immagine che con tano, ai riflessi di un’immensa distesa i nostri sensi non possiamo delineare, d’acqua, alle figure tremolanti di un dobbiamo perciò aprire il più delicato deserto. L’orizzonte è un limite che dei nostri organi per scorgerla: il cuo- re. non riusciamo a superare, in quanto il Pagina 6 di 24 Maggio-Giugno 2019 L’onironauta OCCHI COLOR TERRA Anna Erti 4B un abbraccio, facendola sentire al sicu- Din din. Era il 15 settembre. Primo ro, quando la vide mettersi in moto, giorno di scuola. fare retromarcia e allontanarsi, sino a ridursi ad una minuscola e semplice “Elena, tesoro mio, appena scesa do- macchia blu, per poi sparire. Mosse un vrai subito cercare l’insegnate che passo dopo l'altro con grande fatica, chiamerà la tua classe, la 1F. Mi racco- era come se i suoi piedi si fossero ap- mando fai la brava e comportati bene. pesantiti, quasi cementificati, nel mo- Ora va. Ci vediamo più tardi. Buona mento in cui aveva visto andare via la giornata". Pronunciate queste poche madre. Raggiunse la maestra che ten- parole la madre avvicinò la sua mano deva in alto un cartello con scritto la al volto della figlia, quasi a volerle da- sua classe, la 1F. Era ancora presto, re una carezza, ma questo atto di amo- bisognava attendere l'arrivo degli altri re si fermò a metà strada e tornò indie- studenti. Mentre aspettava si guardò tro, andando a stringere nuovamente il un po' intorno e vide altri bambini ab- volante. La piccola la fissò per qualche bracciati e baciati dai loro genitori. istante, lo sguardo della madre era ri- Qualcosa di strano, un'emozione mai volto però in avanti. Non comprese sperimentata, cominciava a crescere inizialmente quale fosse stata la sua dentro di lei, come se una enorme vo- intenzione. Aprì la portiera e subito si ragine si stesse formando sotto di lei trovò sul marciapiede. Si avviò verso il pronta ad inghiottirla, avvertiva la pau- cancello e lì timorosa, lanciò un'oc- ra di caderci percorrere il suo corpo. chiata indietro, verso la sua datrice di vita e un'altra avanti verso un ambiente Din din. Finalmente tutti, si avviarono nuovo, un edificio enorme che l'atten- verso la loro aula. Durante il tragitto ad un certo punto si trovò di fronte ad deva e la faceva sentire piccina, picci- na, come una farfalla ai piedi di un gi- una finestra a misura d'uomo, e scorse gante. Era ancora indecisa se prosegui- riflessa su di essa una bambina uguale a lei, con le stesse trecce castane, il re o tornare nell'auto, auto il cui torpo- re così familiare l'aveva avvolta e scal- medesimo vestito azzurro cielo, che data fino a pochi minuti prima come compiva movimenti uguali ai suoi. Ma la cosa che più la colpì furono il sorri- L’onironauta Maggio-Giugno 2019 Pagina 7 di 24 so e gli occhi. Erano tristi. Avevano il solo per quel giorno. colore della terra, di una terra bagnata E così, tra lo scorrere di un’ora e di dalla pioggia, come lo erano le sue un'altra, la mattinata terminò. All'usci- pupille dalle lacrime. ta, nella macchina con il motore acce- Quella che sarebbe stata da quel mo- so, l'attendeva impaziente la madre. mento in poi la sua seconda casa, era “Allora com'è andata? Ti sei trovata abbastanza accogliente, i colori e i bene?” le chiese appena Elena si fu disegni sulle pareti erano vivaci e si- sistemata sul sedile. “Sì mamma, tutto mili a quelli della natura, tanto che bene". Fu l'unica risposta che si sentì sembrava di essere all'aperto. C'erano di darle, qualcosa da dentro la tratte- più giochi e libri di quanti ne avesse neva, era cosciente di essere cattiva mai visti. perché le stava dicendo una bugia, Elena si sedette negli ultimi banchi. tuttavia non aveva voglia di iniziare Guardò gli altri alunni prendere posto, una conversazione. Non conosceva non ne aveva mai visti così tanti, sem- ancora il significato di mentire, di es- pre relegata in casa, senza avere mai sere falsa, ma da quel momento, inve- la possibilità di andare al parco o in un ce, lo sarebbe stata per tutti, persino qualsiasi luogo di divertimento per un per se stessa, sebbene non lo sapesse bambino. Vicino a lei si sedette una ancora. Non era andata affatto bene a ragazza dal volto sorridente e radiante scuola, anzi era stata traumatizzata da come il sole, i suoi capelli le ricorda- quel primo giorno, poiché si sentiva vano il colore del grano, che ogni giu- esclusa, i compagni avevano già fatto gno vedeva maturare e dipingere le gruppo e non la smettevano di parlare campagne.