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Anno IX N. 87 | Ottobre 2020 | ISSN 2431 - 6739 Disobbedienti Don Andrea Gallo e Don Lorenzo Milani A mo’ di epigrafe, dal Romanzo della peste: «Molto tempo dopo, tornando a casa, Clodovis pensava al suo estremo vizio di tagliare i panni addosso alle persone. Lo faceva ancora e dom Arnulfo Romero non ne sa- rebbe stato contento. Il tradimento era una delle ossessioni di Clodovis, la paura di non rispettare la parola data, di rivelarsi di- verso da quanto gli altri credevano di lui. Quale più tormentato autodafè. Era cresciuto credendo che gli ul- timi fossero capaci di dare forza e carisma e per lungo tempo, sia che si esaltasse sia che bruciasse nel cro- giolo, gli fece comodo pensare di servire i dannati della terra e gli straccioni nel mondo. Fino a scoprire che questa militanza non rende. Quando entrò a far parte del Marx River era già eretico e si portava dentro molti fallimenti. E dire che se fosse stato nell’ortodossia avrebbe fatto strada come voleva per lui il centena- rio vescovo di Sagunto che divenne il suo spietato aguzzino dopo che Clodovis volle fare l’operaio. In Clodo- vis prevalse l’ideologia su quella che invece fu carità assoluta nel prete degli ultimi dom Arnulfo Romero. Don Roberto Malgesini (1969 - 15 Settembre 2020) Tutto il resto è silenzio». Questo numero non apre con notizie riferite a Un film che metta in- fa. Due titoli: Don Milani (1976) di Ivan Angeli e personaggi famosi dello spettacolo. La nostra sieme don Andrea Gal- Don Milani. Il priore di Barbiana, miniserie Rai attenzione vogliamo dedicarla ad un uomo lo e don Lorenzo Mila- Cinema e Rai Fiction, con Sergio Castellitto. umile e generoso, fino a qualche settimana fa ni è ancora da fare. Don Lorenzo Milani Comparetti (Firenze 27 quasi sconosciuto. Esistono diversi spun- maggio 1923-26 Giugno 1967) e Don Andrea La redazione di Diari di Cineclub vuole espri- ti, sceneggiature e sce- Gallo (Campo Ligure 18 luglio 1928- Genova 22 mere un profondo cordoglio per l’uccisione di neggiati televisivi, specie maggio 2013) erano quasi coetanei. Restano nel- don Roberto Malgesini, prete di contrasto in per don Milani, morto or- la memoria di molti che continuano a volerli quella città di Como, coerentemente fino alla Natalino Piras mai più di mezzo secolo segue a pag. 3 sua fine per aiutare e difendere gli ultimi. In questo modo, a lui vogliamo esprimere tutto il nostro rispetto e riconoscenza per una vita de- Il trigesimo di Philippe Daverio. Ma la cultu- dicata a sostegno dei deboli. Pugnalato e ucci- so da una di quelle persone psichicamente in- ra non deve morire stabile che amorevolmente aiutava. Il due Settembre di que- – da quest’esistenza terrena, ammesso ce ne Cosa significa per una rivista di cultura e in- sto a dir poco nefasto sia concessa un’altra, non solo il mondo intel- formazione cinematografica come la nostra anno “ventiventi” ci ha lettuale tout court ma tutti gli innamorati – per entrare nel merito di questa tragica vicenda? lasciato, sconfitto da un usare coscientemente la traduzione letterale Don Roberto era un uomo che contrastava tumore, Philippe Dave- dal greco antico – della Bellezza e dell’arte, apertamente le ingiustizie sociali stando ben rio. Quando una perso- sperimentano tra le prime emozioni reattive, lontano dalle appariscenze, dai richiami di Giorgia Bruni nalità umana e culturale quello sconforto di sentirsi un po’ più soli nella quel corrosivo spettacolo mediatico che cir- tanto incisiva e forte si congeda – suo malgrado segue a pag. 5 conda oggi tutti noi. Don Roberto era uomo strettamente vicino a quella idea di sensibilità sociale, di solidarietà umana verso i più sfortu- nati. Un’idea in sé perfino culturale e formati- va, politica, quale è quel che richiama in noi l’interesse per un cinema volto a educare e for- mare la nostra società, un nuovo pubblico. Uno strumento atto cioè ad arricchire la so- cietà di una coscienza critica nuova a difesa della solidarietà e della pace, non semplice- mente per farla evadere o addirittura renderla violenta a sé stessa. Non ha importanza che don Roberto fosse un prete, è importante l’e- sempio che ha lasciato. Don Roberto Malgesini è stato un prete coerente con le sue idee, sfi- dando i divieti di un potere amministrativo, per essere fedele al suo credo, per lui quello di “servire il Signore negli ultimi”, per aiutare le persone fragili ed emarginate che gli vivevano attorno. Don Roberto Malgesini aveva 51 anni, la sua vita è stata spenta alle 7,00 del mattino del 15 Settembre, segue a pag. successiva “Ispirato a Magritte altro grande artista amato da Philippe Daverio” di Pierfrancesco Uva

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segue da pag. precedente poco prima che iniziasse il suo solito giro di di- Sean Connery: il mito riluttante fa 90 stribuzione della colazione ai poveri e ai sen- Quasi tutti gli attori sono persone semplici, ma complicate. Sean Connery non è complicato, ma non è zatetto di Como. E’ stato ucciso in piazza San semplice. (Terence Young) Rocco vicino a dove viveva, nella sua parroc- chia. Il quartiere di San Rocco, all’ingresso del- Sean Connery, il polie- certo maniacale nella preparazione di un ruo- la convalle della città, con molte case vecchie, drico attore scozzese lo, ma alcuni elementi di ricerca per me sono da tempo è abitato principalmente da pove- dal grande fascino e fondamentali. Per Guglielmo di Baskerville ri immigrati. L’omicida, un senzatetto tunisi- dalla complessa perso- sono stato in un monastero: mi interessava no di 53 anni con problemi psichici, uno di nalità divistica (spesso scoprire il ritmo dei religiosi che vivono in quei disperati che amorevolmente accoglieva e Barbara Rossi - con riferimento so- questi luoghi e il loro tempo diviso tra storia, accudiva, si è costituito. prattutto alla seconda ideologia, filosofia, logica, fede e anche miste- Don Roberto era persona schiva e defilata. La parte della sua carriera - in netto contrasto ri- ro. Sono un solitario nella messa a punto dei parrocchia era la sua strada, prete, sulla pro- spetto ai canoni del divismo classico), che ha “miei uomini”, ma certamente ciò che perse- pria pelle, degli ultimi, ogni giorno, anche e a contribuito con il proprio carisma e fisicità al- guo sempre è la cadenza del ruolo, che accom- dispetto dei divieti che provavano a fermarlo. la caratterizzazione della prima immagine del pagno dall’inizio alla fine». La sua “missione” non è sempre stata facile per mito cinematografico di James Bond, è arriva- Connery si configura, nel panorama divistico via dell’assistenza a chi in città aveva più biso- to a tagliare lo scorso 25 Agosto il ragguarde- internazionale, come un attore atipico, che ha gno, dalla ricerca di dormitori alla distribuzio- vole traguardo dei 90 anni. saputo minimizzare quelle caratteristiche, fi- ne del cibo. Sono stati questi i motivi di tanti Del carismatico agente segreto - tradotto sul siche e caratteriali (la bellezza giovanile e de- contrasti. La sua pastorale era quella dell’assi- grande schermo dai racconti di I.L. Fleming gli anni maturi, il sex appeal, l’apparente sicu- stenza ai più bisognosi, per coloro che dormi- all’inizio degli anni Sessanta - Connery ebbe a rezza), che rischiavano, a un certo punto della vano per strada e non avevano di che mangia- dire, durante un’intervista a “L’Europeo” nel sua carriera, di costituire un intoppo verso un re. Portava il cibo ai senzatetto e li assisteva in Marzo 1965: «L’offerta di Bond era la fortuna e ulteriore salto di qualità (vedi il deciso allonta- tutte le situazioni di marginalità. Raccontano la fortuna capita una volta sola. E quando ca- namento dal carismatico personaggio di Ja- che accompagnasse direttamente lui nella sua pita bisogna prenderla al volo, poi tenerla ben mes Bond - cui l’attore scozzese garantisce Panda grigia chi di loro stava male e aveva bi- stretta. Mi avrebbero confuso con Bond? Mi ancora maggior fascino - avvenuto nel 1971, sogno di un medico. Lo hanno pianto in tanti. sarei adirato di questo? Per un attore, per uno quando Connery si rende conto non solo della In giorni che hanno preceduto il Natale, il sin- scrittore, esiste sempre il pericolo di essere degenerazione mediatica cui sta andando in- daco della città aveva tentato di impedire que- scambiato con un suo personaggio: quanta gen- contro questa figura, ma anche del progressi- sto aiuto ai circa 150 poveri ricoverati in pros- te continua a scrivere a Sherlock Holmes ben sa- vo oscuramento delle doti attoriali che rive- simità del centro di accoglienza. La Caritas pendo che non esiste e non è mai esistito?». stirne i panni comporta). aveva protestato e don Roberto non era arre- Claire Bloom, sua partner in Anna Karenina, Negli anni Ottanta, dopo aver deciso di torna- trato di un passo. Con altri volontari, tra cui sceneggiato prodotto dalla BBC nel 1961, per la re momentaneamente al ruolo che gli ha rega- tanti studenti liceali, ogni mattina continuava regia di Rudolph Cartier, sosteneva: «Dietro lato maggior successo e popolarità accettando con la sua opera concreta di solidarietà. Perfi- ogni decisione professionale di Connery c’è il di girare Never say never again (Mai dire mai, no quando furono allontanati dai vigili urbani, suo carattere, che è un miscuglio di sicurezza 1983), di Irving Kershner, Sean spiega i motivi continuò a resistere insieme ai giovani delle e fragilità e che cerca sempre quello che defi- che lo hanno spinto a quella scelta: «Una scelta reti di associazioni di volontariato comasche nisce “l’umore delle cose”. Di ogni suo ritratto legata a una sorta di training personale. Vole- organizzando un “bivacco solidale”. E’ nel 2017 cinematografico Sean persegue il flusso inte- vo di nuovo cimentarmi con una parte molto che don Roberto Malgesini viene nuovamente riore e il movimento drammatico della scena fisica e volevo, soprattutto, contrapporre il punito per questi atti di ribellione, dopo l’ar- […] D’altro canto, la combinazione di carisma mio Bond maturo ai film basati solo sul san- chiviazione di un’altra multa fattagli prece- e sex appeal di Sean è sempre stata molto for- gue artificiale degli effetti speciali. Bond ave- dentemente. Da parte sua nessun commento e te […]». A questo giudizio fa eco quello dello va partorito molti fratellastri che non mi pia- nessuna denuncia verso chi voleva impedirgli stesso Connery che - raccontando della sua cevano e che esercitavano la loro licenza di di dare del cibo ai senzatetto della sua città, esperienza durante la lavorazione de Il nome uccidere con eccessiva facilità, come in certi sotto il portico dell’ex chiesa di San Francesco. della rosa di Jean-Jacques Annaud, il film tratto fumetti. […] In quegli anni Bond stava andan- Uno straordinario esempio di dolce e tenace nel 1986 dall’omonimo e celebre romanzo di do verso la sagra delle stupefacenti e spesso forza interiore contro le ingiustizie sociali e le Umberto Eco - ha modo di spiegare: «Non sono segue a pag. 6 prepotenze. Questa nostra umana e piena adesione al suo operato, si intreccia alle riflessioni ulteriori di Natalino Piras che troverete di seguito di altri straordinari esempi di uomini, di sacerdoti, che hanno con il loro credo ed esempio com- battuto contro l’arretratezza culturale e la vio- lenza per la difesa dei diritti. Uomini disobbe- dienti, tutti “uomini contro”, ai quali associamo per generosità un ragazzo di 21 anni, Willy Monteiro Duarte, ucciso negli stessi giorni di don Roberto Malgesini per ragioni che spinge- vano anche lui ad aiutare il prossimo contra- stando con il massimo sacrificio l’arroganza e prevaricazione. DdC

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segue da pag. 1 Diceva ancora, lo scriveva in inglese sulla la- bene come preti degli ultimi. vagna della scuola di Barbiana davanti ai L’anno scorso, il 22 Marzo, sono entrato nella bambini Matteo Renzi e Michele Gesualdi ma chiesa del Carmine a Pisa ed era l’ora globale anche davanti alla macchina fotografica di un che a Milano il folle autista di uno scuolabus giovanissimo Oliviero Toscani: “I care”,”Mi voleva bruciare vivi 51 ragazzini di scuola me- interessa”, contrapposto alla virulenza dello dia. La chiesa del Carmine, in Corso Italia, era slogan usato nel ventennio dagli squadristi di meno che semideserta. Una donna dall’altare Mussolini: “Me ne frego”. A don Milani inte- guidava la recita del rosario. Diceva le litanie ressava la sorte dei poveri e venne considera- della Madonna: Stella del mattino, Torre di Davi- to un comunista. Aveva una visione cristiana de, Porta del cielo, Consolatrice degli afflitti, Regi- della vita ma fu più che determinato nella bat- na degli apostoli e dei martiri. Accosto all’acqua- taglia contro un certo tipo di Chiesa, anche santiera, tra la cassetta delle offerte e le candele nell’utilizzo delle parole. Insieme all’anomalia votive, depliant di programmi liturgici e qual- della scuola di Barbiana, don Milani faceva che altra immaginetta, ho trovato, come bo- esperienza del distacco, della solitudine del okcrossing, un Oscar Mondadori: Lettera a una suo ministero sacerdotale, di educatore asso- professoressa di don Lorenzo Milani e dei suoi luto. Tanta la partecipazione dei suoi parroc- alunni della scuola di Barbiana, una riedizio- chiani quante l’indifferenza dei benpensanti e ne 2017 di un libro che nel 1968 fece storia, agi- dei loro poteri. tato nelle manifestazioni di piazza alla stre- Don Milani era consapevole della solitudine e gua del libretto rosso di Mao. diceva senza fronzoli, guardando nella sua La speaker dall’altare continuava la guida del waste land che “un prete cattolico isolato è co- Don Andrea Gallo, un prete che si è scoperto uomo rosario con voce partecipe e io seduto all’ulti- me farsi una sega”. Bisognava essere espliciti (1928 - 2013). È sepolto nel cimitero di Campo Ligure, mo banco mi sono messo a leggere la prefa- per scuotere le coscienze, per tentare di otte- paese d’origine dei suoi genitori zione di Pietro Citati e la postfazione di Al- nere risultati. Con i ragazzini di Barbiana era resta un prete scomodo. Contro gli ossequien- berto Melloni fondendole come in un unico duro, severo, severissimo. Niente giochi, nien- ti e i coglioni. Certi opinionisti scrivono sui campo. La figura di don Milani mi è ritornata te televisione che chi sa se c’era allora a Bar- giornali che il modello di Scuola voluto da don nella sua interezza e nelle sue sfaccettature, biana, niente di digressione se non studio. Milani non ha più ragione di esistere. Nel 1992, nella sua durezza che niente sa lo scrittore Sebastiano Vassalli, di dogmatico e che nella tensio- autentico farabutto, scrisse su ne pragmatica di rendere il “Repubblica” che Lettera a una Dio cattolico – don Milani era professoressa era “una mascalzo- di famiglia ebrea – al servizio dei nata”. poveri, dei suoi poveri, è ancora Anche don Andrea Gallo legò la oggi un atto rivoluzionario. sua vicenda umana e pastorale Barbiana, nella montagna sopra al servizio degli ultimi. Iniziò la Firenze, era un luogo desolato, sua esperienza di prete in una di poche centinaia di anime. nave scuola per minori da recu- Don Lorenzo Milani vi arrivò perare e fu missionario in Bra- appena ordinato prete, manda- sile, inviso all’ordine cui appar- to là per punizione dalla gerar- teneva, i salesiani di don Bosco, chia ecclesiastica. Era diventato e perennemente in contrasto cattolico da grande, abbandonò con la gerarchia ecclesiastica. Fu una ragazza che amava per en- incardinato prete nella diocesi trare in seminario dove la pri- Don Lorenzo Milani (1923 - 1967). Ai suoi ragazzi: “Ho amato più voi di Dio”. E’ sepolto nel “di Genova e suo persecutore fu ma cosa che lo misero a fare fu piccolo cimitero di Barbiana il cardinal Siri, colluso con il il sagrestano. A Barbiana con- potere, specie quello nero. Pri- sumò la sua intera esistenza e a Barbiana è se- Continuava a restare inviso e perseguitato vato di parrocchia ebbe la strada come luogo polto. Il Priore, come lo chiamavano i parroc- dalla gerarchia ecclesiastica e lui definì l’arci- del ministero. chiani e soprattutto i ragazzini a cui lui insegnava, vescovo di Firenze Florit quasi come un sata- Una volta, tanti anni fa, camminavo a Genova era consumato dall’idea che la Scuola dei poveri na. Non ci furono riconciliazioni. Si mise con- nei luoghi di don Gallo. Era un giorno di acqua e aveva ragione di esistere e di trovare un suo tro anche la madre che cercava di richiamarlo fango. Cercavo un libro, Senza Spirito Santo, usci- ruolo come proposta educante: un ruolo allo- all’ordine. Morì a 44 anni, consumato dal ma- to postumo nel 1993 per le edizioni Graphos. ra sovversivo dentro il sistema borghese che le, un tumore che non gli permetteva di in- Non lo trovavo. Sempre la stessa luce in quel poi era la classe di appartenenza – lui la odia- ghiottire più niente, gli si era ingrossata la peregrinare, un chiaroscuro bluastro, gial- va profondamente – di don Milani. L’idea del- lingua. Si spense dopo essere riuscito a comu- lo-rosa livido che usciva da botteghe che sem- la Lettera scattò, rabbiosa, dopo che due dei ra- nicarsi. bravano, orbite vuote di domus de janas, grigi gazzini di Barbiana erano stati respinti il Chi sa cosa avrebbe detto don Milani della di- anneriti che quando si faceva più buio lo illu- primo anno delle Magistrali: proprio perché sastrata scuola d’oggi, di insegnanti che non minavano fiammelle di chiesa, come annuncio poveri, proprio perché tante professoresse insegnano, di discenti che non imparano per- di una qualche possibile consolazione. Ma il li- che odiavano i poveri erano state messe a inse- ché non ci sono docenti, dello sgarrupamento bro era fuggente come il pane nel Medioevo. gnare per la continuazione della scuola dei ricchi. globale filmato dai telefonini e da torme di ba- Eppure sapevo che esisteva, che l’aveva scritto Per don Milani bisognava se non ribaltare i lordi mandato come atto di affermazione di sé un avvocato, Pietro Carlini che fu anche parti- termini della questione perlomeno cercare di a YouTube. Cosa avrebbe detto don Milani che giano, finito suicida nel 1978 a 54 anni. Era un colmare il divario. Diceva che il servo conosce fu obiettore di coscienza contro il servizio mili- libro che doveva pubblicare Rizzoli ma poi non una parola, il padrone cento: per questo è pa- tare obbligatorio, per questo processato e con- se ne fece niente anche perché Carlini, sofferen- drone. “Io reclamo il diritto”, sosteneva, “di dire dannato insieme a padre Ernesto Balducci, di te dentro, lo voleva così, nudo e crudo, senza al- che anche i poveri possono e debbono combatte- questo mondo perennemente in guerra, eserci- terazioni. Appunto Senza Spirito Santo, quale è re i ricchi”. Era una esplicazione di metodo. ti che non temono neppure la peste. Don Milani segue a pag. successiva 3 n. 87

segue da pag.precedente la condizione del protagonista, un rozzo cam- pagnolo dell’entroterra genovese che va a cer- care la moglie scappata via proprio tra carrug- gi e stanze d’albergo che sembrano lupanari, tra mezzane e ruffiani, un inferno che è ap- punto quello del non amare più. Il libro l’ho trovato infine, in una libreria Feltrinelli, in un punto che la strada sembra farsi più larga. Li- bro disperato. L’unica luce, incantata ma vi- trea, superficie percorsa da fremiti presaghi, è quella dello Staffora che quando si fa torrente tanto somiglia al Bisagno: le trote sul fondo come le janas, fate di fiume, che tessono sorte avversa in telai d’oro. La cupezza si fa abba- Il giovane Don Andrea gliante e solo occhi disperati, appunto senza 76). Spirito Santo, riescono a scorgerne le muta- C’è un ulteriore legame tra don Lorenzo Mila- zioni, l’addensarsi della piena, il fango, imma- ni e don Andrea Gallo, un fatto storico che en- ne mostro, in agguato. Prima di trovarlo ho tra nella solitudine del prete. Una volta il prio- Il giovane Don Lorenzo cercato il libro nelle stesse strade strette e pa- re di Barbiana disse che l’unica guerra giusta prostitute e trans (una volta anche il cardinale lazzi corrosi dove è ambientato, lungo car- fu quella partigiana, la lotta di Liberazione dal Bagnasco volle cantare insieme a loro, con il ruggi e via Prè, tra odori densi d’olio combu- nazifascismo combattuta da molta gente co- Gallo che dirigeva il coro, carismatico come sto e d’incenso, in sottani pervasi di canfora e mune in nome del popolo italiano stanco di quando intonò Bella ciao in chiesa) restano colorate svariate merci provenienti da ogni fascismo e di guerra, calpestato e oppresso sempre giovani. Di don Milani c’è, molto repe- mare, tra cavigliere e sete, ai piedi della colon- però mosso da una forte esigenza di giustizia ribile in rete, vasto repertorio fotografico. na infame per Giulio Cesare Vacchero cui ta- e riscatto. Appunto la condizione degli ultimi, Un’altra volta, su Facebook, ho trovato un’im- gliarono la testa nel 1628 Cum in Rempubli- magine di don Gallo giovane, sguardo ap- cam conspirasset, tra facce attonite e furbe, pena sorridente, prospettico, davanti a corpi grassi e sguscianti, apparizioni di una tavola apparecchiata come per un fru- laidezza e di grazia che si materializzava- gale e essenziale pasto. no agli imbocchi per Via del Campo e poi Il 25 maggio 2013 ci furono a Genova i fu- svanivano, vapori mefitici e profumi celestia- nerali di don Gallo. Era morto tre giorni li in nuove strettoie che parevano muri di prima, a 84 anni. donnola, all’imbocco basso di crêuza de mä. Una folla immensa, al canto di Bella ciao, Una volta, don Gallo fu interrogato dal accompagnava il prete degli ultimi alla cardinale Tettamanzi, allora arcivescovo cattedrale di San Lorenzo davanti al por- di Genova, suo diretto superiore. Chiese il to. Una folla immensa come quella che vescovo al suo parroco, con autorevole be- nell’Aprile del 1993 partecipò a Molfetta, nevolenza: “Ehi, pretaccio, tu preghi?”. Ri- in Puglia, ai funerali di don Tonino Bello, spose don Gallo: “Certo che prego, Emi- prete degli ultimi che andò in Bosnia co- nenza, Voi Superiori, mi fate certe ‘zuppe’ me costruttore di pace al tempo della se non mi rivolgo al Padreterno. Ah, a pro- Pellegrinaggio di Francesco alla tomba di don Lorenzo Milani guerra civile che la ex Jugoslavia devasta- posito, devo chiederle una cosa…Da un po’ adiacente la Chiesa di Sant’Andrea a Barbiana 20 Giugno 2017 va. di tempo, alla fine della messa, dopo la re- Lo stesso giorno dei funerali di don Gallo cita del breviario, dico una preghiera che or- da sempre. Da giovane don Andrea Gallo fu la Chiesa come istituzione beatificava don Pi- mai so a memoria. Ora vorrei divulgarla, ma davvero partigiano nei luoghi, gli stessi di Senza no Puglisi, prete degli ultimi, ucciso a Bran- per farlo mi serve il suo nullaosta. Me lo dà, Spirito Santo di Carlini, nella formazione coman- caccio, Palermo, da sicari della mafia, il 15 Set- Eminenza?”. E sua Eminenza: “Qual è la pre- data dal fratello Dino. Don Gallo, quello che poi tembre 1993. ghiera?”. Risposta precisa del prete ancora più per gli ultimi sarà “Il Gallo”, ebbe nome di batta- Scrivo il pezzo la sera del 15 Settembre 2020. Di mattina, rosso del cardinale: “I primi dodici articoli della glia “Nan”, diminutivo di “Nasan” che in genove- a Como, don Roberto Malgesini 51 anni, prete degli ulti- Costituzione”. (Fonte: Don Andrea Gallo e Federi- se significa nasone. mi senza parrocchia, da uno di questi ultimi, un senzatet- co Traversa, E continuo a camminare con gli ultimi, Il fatto è che il priore di Barbiana e il prete di to psicolabile, è stato ucciso. Genova, Chinaski Edizioni, novembre 2010, p. migranti, senzatetto, ladri, anche assassini, Natalino Piras

Comunità San Benedetto al Porto. Parrocchia della SS, Trinità, Casa madre via San Barbiana si trova nel territorio del comune di Vicchio. Si raggiunge unicamente Benedetto 12. Ufficio accoglienza via Buozzi, 17 16126 Genova tel/fax 010.267877 con mezzi privati. Dalla provinciale si raggiunge salendo per 6 km su una strada uffici Via Milano 58b/1 - 16126 Genova (GE) recentemente asfaltata. 4 [email protected]

segue da pag. 1 Daverio, classe 1949, era iscritto alla facoltà di loro vita.2 lotta. Si, nella lotta perché in una società sof- economia e commercio tuttavia non si laureò Europeista convinto, il critico voleva battersi focata costantemente da slogan vuoti, fake mai pur avendo sostenuto tutti gli esami del in favore di un’Europa “capace di salvaguar- news, video e programmi che mirano all’au- corso. Egli è stato uno storico e critico d’arte, dare la complessità della sua formidabile ere- dience puntando sul trash, svariati influen- gallerista, saggista, divulgatore scientifico, dità culturale e trasmetterla alle generazioni cers (tra cui non si vogliono annoverare natu- assessore con delega alla Cultura del comune future.”3 ralmente i benedetti e sani veicolatori di un di Milano dal 24 Giugno del 1993 al 12 maggio Daverio conosceva bene i limiti concreti dell’at- dignitoso messaggio rivolto alle generazioni del 1997 nella giunta Formentini, appartenen- tuale Europa e intuiva in modo cristallino tan- più giovani) proiettati al like facile – senza te alla Lega della “prima ora”. Quello che a pri- to le numerose difficoltà da fronteggiare per dubbio non ottenuto grazie a contenuti di ca- ma vista potrebbe apparire, specialmente at- approdare alla realizzazione di questo vero e rattere culturale – occuparsi ma, prima anco- tualizzato hic et nunc, un controsenso, fu proprio sogno futuro, quanto il massiccio ca- ra, preoccuparsi di far germogliare anche - pubblicamente chiarito dallo stesso Daverio rico di lavoro gravante sulle teste di tutti colo- forse soprattutto - nei suoli meno fertili, il nel 2015, quando fu intervistato da Daria Bi- ro che, come lui, intendevano sostenerlo atti- seme del sapere, iniziando nuove e fresche le- gnardi, giornalista e conduttrice del pro- vamente. ve alla tensione verso quest’ultimo come mis- gramma Le interviste barbariche. Daverio nacque a Mulhouse, in Alsazia, fece i sione per un’elevazione spirituale, significa D: Lei aveva sposato le idee leghiste ai tempi? suoi primi studi in collegio per poi frequenta- lottare nelle schiere di una Resistenza in cui le R: No, la Lega aveva sposato le idee daveriane, re, successivamente, la Scuola europea di Va- armi richieste sono la tenacia e il coraggio. che è molto diverso. Io non mi sono mai spo- rese. Nel 1975 aprì la sua prima galleria a Mila- Nel 2011 Daverio, in occasione dei fe- no in cui concentrò i suoi interessi per i steggiamenti per il 150esimo anniversa- movimenti d’avanguardia mentre – po- rio dell’Unità d’Italia, ebbe l’idea di fon- co più di dieci anni dopo, nel 1986 – dare un movimento d’opinione che sempre a Milano, inaugurò la seconda – non a caso – volle chiamare “Save Italy” che dedicò all’arte contemporanea. Il allo scopo di sensibilizzare tutti – citta- suo lavoro di gallerista lo portò ad orga- dini e intellettuali provenienti da ogni nizzare numerose mostre curando, in dove – alla costante salvaguardia della veste di editore, anche pregevoli catalo- gloriosa e monumentale eredità cultura- ghi tra cui menzioniamo il Catalogo ra- le italiana. Anche grazie alla manifesta- gionato dell’opera di Giorgio De Chirico fra zione di protesta Villa Adriana nel cuore, il 1924 e il 1929. Per la casa editrice Rizzo- organizzata il 19 maggio del 2011 da Save li pubblicò Il museo immaginato (2011), Il Italy, per citare un concreto esempio, si secolo lungo della modernità (2012), Guar- scongiurò il pericolo della realizzazione dar lontano veder vicino (2013), Il secolo di una discarica a Tivoli, a due passi da spezzato delle avanguardie (2014), La buo- Villa Adriana. Minaccia che quest’anno, na strada, L’arte in tavola e il gioco della pit- sfortunatamente, si è riaffacciata sulla tura (2015). Diresse il periodico Art e Dos- soglia nel mese di Luglio, quando il con- sier, fu consulente della casa editrice siglio comunale di San Gregorio da Sas- Skira, collaborò con molte importanti ri- sola ha approvato il progetto per un “im- viste e quotidiani come Panorama, Vo- pianto di messa in riserva e trattamento gue, Il Sole 24ore, Avvenire, National Geo- di rifiuti speciali non pericolosi di natu- graphic, il Corriere della Sera; occupandosi, ra inerte”: ergo un’empia discarica nella in quest’ultimo caso, della rubrica sull’ar- campagna circostante Villa Adriana e te nel mensile Style Magazine. Per la tele- Villa d’Este che comprometterebbe la visione lo ricordiamo, nel 1999, inviato stessa qualità della vita degli abitanti speciale della trasmissione Art’è su Rai3, della zona. conduttore della trasmissione Artù nel La spinta a far udire la propria voce per 2000; impegnato – dal 2002 al 2012 – nel un mondo migliore, la fiducia nel fatto programma d’arte e cultura Passepartout che la Bellezza possa davvero contribui- in onda su Rai3; infine nel 2011 per Rai 5 re alla salvezza del mondo, la pretesa so- condusse Emporio Daverio. ciale di essere “educati” nel senso più Mi sento di concludere con una frase squisitamente latino del vocabolo – sol- più che mai attuale di Philippe Daverio, lecitati a tirar fuori da noi stessi – alla nella speranza che possa essere d’ispira- sensibilità del patrimonio artistico-letterario stato […] Formentini è una persona molto ci- zione illuminandoci sul senso fondamentale di cui vogliamo essere degni posteri, insom- vile […] poi aveva sposato queste tesi di auto- del rispetto reciproco; primo passo e base ne- ma quella “rabbia” direbbe Pier Paolo Pasolini, nomia in qualche modo gestionale della cessaria per costituire una società migliore al devono essere i chiari insegnamenti universali, prima Lega, certamente non quelle cialtrone- di là dell’odio virtuale, della violenza dei leoni la voce di quei Maestri che non possono essere sche che sono venute fuori dopo […] fino ad da tastiera, del cyberbullismo, delle minacce, più fisicamente tra noi. La cultura, quindi, e la arrivare agli ultimi elementi che vanno oltre del fritto misto scaduto e vermifero della peg- sua costante cura e ricerca, non deve morire l’imbarazzo […]. giore televisione italiana. insieme a loro. Philippe Daverio possedeva un D: Se questi “ultimi elementi” le offrissero, non so, “Rispetto le opinioni di tutti, o quasi di tutti, concetto assoluto dello studio e della cultura, di fare il Ministro della Cultura del nuovo governo purché rientrino nei parametri di vita civile e ossia sciolto da ogni possibile etichetta acca- Salvini? amo quindi poter esprimere anche la mia”. 4 demica così come libero dai nodi stringenti di R: Scapperei immediatamente, terrorizzato. Giorgia Bruni un titolo fine a se stesso. Ho avuto uno scontro anni fa con Salvini per- 2 Le invasioni barbariche, Intervista integrale “Io non sono dottore perché non mi sono lau- ché lo conosco da quando era bambino […] era al critico d'arte Philippe Daverio, puntata del 19 Marzo reato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, in consiglio comunale. Io ho sempre una certa 2015, https://www.youtube.com/watch?v=x- in quegli anni si andava all’università per stu- diffidenza di fronte ai politici che non hanno qHhZmk4-_A . diare, non per laurearsi”1 mai lavorato nemmeno un unico giorno nella 3 P. Daverio, http://www.saveitaly.info/ . 1 La Rai chiude la trasmissione Passepartout di Daverio, su 2duerighe.com, 2 ottobre 2012. 4 Ibidem. 5 n. 87

segue da pag. 2 Reynolds, 1991; re Artù ne Il primo cavaliere di sciocche invenzioni tecnologiche. Il mondo Jerry Zucker, 1995; in ultimo, il maturo scritto- era invaso dai mitra degli emuli di Rambo. re misantropo di Scoprendo Forrester di Gus Non era certo mia intenzione essere un attore Van Sant, 2000) sembra voler fare da contral- scozzese con i muscoli alla Schwarzenegger». tare proprio a quel “bondismo” eccessivo ed Connery non ha mai fatto mistero di provare estremo che lo stesso attore ha contribuito a una certa antipatia, sedimentata nel tempo, diffondere. per il personaggio di Bond: «Devo a James I personaggi che hanno segnato la seconda Bond la mia popolarità d’attore e la mia indi- parte della carriera di Connery - l’ex eroe di pendenza finanziaria. Non ho mai perso di vi- Sherwood ma anche, ad esempio, il capo ber- sta ciò che nel suo carattere mi ha reso cele- bero Mulay Ahmad al-Raysuni de Il vento e il bre, dandomi la possibilità di trovare altri leone, di John Milius, 1975 - e perfino alcuni fra ruoli. Non ho mai amato in James Bond o, me- quelli che sono stati proposti in parallelo al co- glio, nei film in cui l’ho impersonato, il tempo losso James Bond, come il Mark Rutland che essi mi prendevano. […] Io invece volevo dell’hitchcockiano Marnie (1964), risultano assolutamente altre cose. Non dimentichia- estremamente sfaccettati, molto più comples- mo che, quando ho iniziato a interpretare 007 si caratterialmente e frutto di una recitazione avevo trent’anni. E non volevo assolutamente più interiorizzata. perdere tempo». L’ultima caratterizzazione di Connery, anche nel ruolo di produttore del film, è stata - non a caso, nel 2003 - quella del vecchio cacciatore Allan Quatermain in La leggenda degli uomini straordinari di Stephen Norrington. Le ultime caratterizzazioni ricollegano l’atto- re ai suoi inizi teatrali e cinematografici, quando si cimentava con i grandi personaggi della tragedia greca, dei drammi shakespea- riani e pirandelliani, dei romanzi russi, come una spia britannica prigioniera ad Alcatraz da il conte Vronskij nella citata versione televisi- oltre trent’anni, ma anche l’unico individuo va di Anna Karenina di Tolstoj: nel corso della che sia riuscito a fuggirne, in The Rock di Mi- sua lunga carriera lavora con registi come Si- chael Bay (1996); o il doppiaggio, nel 2005, del dney Lumet (La collina del disonore, 1965), Fred personaggio di James Bond nel videogioco Zinnemann - nel suo ultimo filmCinque giorni, Dalla Russia con amore, autoironico divertisse- un’estate, 1982 - oltre al rapporto speciale che ment, si qualificano sia come metacitazioni sia intrattiene con Terence Young, il quale - dopo come ennesimi tentativi di distacco e allonta- averlo scritturato ne Il bandito dell’Epiro (1957) namento da una figura letterario-cinemato- - lo sceglie nel 1962 per il ruolo del micidiale ed grafica oramai sovraesposta, tanto da risulta- elegante agente 007 al servizio di Sua Maestà, re iperrealista. dirigendolo in ben tre film del ciclo:Agente 007 La tendenza al crepuscolarismo degli ultimi - Licenza di uccidere (1962), Agente 007 - Dalla ruoli rivestiti da Connery (non solo il suo Russia con amore (1963) e Agente 007, Thunder- Bond “maturo”, ma anche il Robin Hood in- ball - Operazione tuono (1965). vecchiato e stanco del film Robin e Marian di Tra Connery e Richard Lester, in particolare, Richard Lester, 1976, o l’altrettanto decadente la stima e l’amicizia permarranno inalterate maggiore inglese Robert Dapes di Cuba - dello anche a molti anni di distanza dalle esperien- stesso regista - 1979; l’attempato monaco Gu- ze vissute sui set delle due pellicole che uniro- glielmo da Baskerville de Il nome della rosa, di no le rispettive professionalità: l’attore di Jean-Jacques Annaud; l’anziano padre di In- Edimburgo e il regista di Philadelphia - canto- Sottolineava Connery qualche anno fa: «Una diana Jones ne Indiana Jones e l’ultima crociata re della Londra beat e swing al passaggio degli cosa è certa: ho preso parte a molti film e qual- di Steven Spielberg, 1989; re Riccardo Cuor di anni Sessanta - appartengono, in fondo, alla cuno l’ho dimenticato, qualche altro vorrei di- Leone in Robin Hood principe dei ladri di Kevin medesima generazione. menticarlo! L’importante, in questa profes- Fred Zinnemann non a caso fa risalire l’inizio sione, è rinnovarsi, cercare sempre nuovi dell’allontanamento dell’attore dal ruolo modi per esprimersi, per comunicare. […] dell’agente segreto inglese proprio a partire Non ho insegnamenti da offrire ai giovani dal film di Lester, oltre che dal proprio: «Sean tranne quello che rinnovarsi significa dare al è stato perfetto e credo che il pubblico abbia cinema sempre il meglio di se stessi». cominciato ad accettarlo nel suo aspetto fisico Poliedrico, curioso, energico, a tratti ironico: lontano da 007 anche per via del nostro film e, aggettivi che si attagliano sia al Connery in- prima ancora, grazie a Robin e Marian» (la cita- terprete che alla persona. Mai parole si sono zione da Zinneman, come le altre in questo rivelate più adatte nell’esprimere l’essenza del articolo, è tratta dal volume di Giovanna Gras- suo essere divo, attore, personaggio e, infine, si Sean Connery, Gremese, Roma, 1996; N.d.A.) uomo, di quelle sintetizzate dall’Academy in L’Oscar vinto da Connery nel 1988 come attore occasione dell’assegnazione dell’Oscar come non protagonista nel film di Brian De Palma miglior interprete non protagonista ne Gli in- The untouchables - Gli intoccabili (1987), nei pan- toccabili: «Per alcuni l’attore doveva essere e ni del poliziotto irlandese Jimmy Malone, il restare soltanto James Bond. Per tutti è riusci- più anziano e riflessivo della squadra speciale to a essere Sean Connery». che lotta per la cattura di Al Capone, così co- me il successo tardivo ottenuto interpretando Barbara Rossi 6 [email protected] Progetto “S.O.S. Stanlio e Ollio” Stanlio e Ollio e i loro fratelli Per molti versi antesi- caminetto. L’effetto illusorio che mostra due gnana di Allegri gemelli diverse coppie di Laurel & Hardy, differente- (Our Relations, 1936), la mente proporzionate, fu creato mediante la versione di Brats (1930) costruzione di due set, identici eccetto che in recuperata dal progetto termini di scala. I set furono costruiti ad una “S.O.S. Stanlio e Ollio” dimensione triplicata rispetto alla normale, presenta una somi- per consentire la realizzazione delle scene in- Enzo Pio Pigantiello glianza ancora mag- terpretate da Stanlino e Ollino, in modo tale Simone Santilli giore rispetto al lungo- che i due attori - da notare Ollio-figlio senza metraggio in questione, grazie al fatto che, baffi! -, vestiti da bambini sembrassero effet- trattandosi della riedizione risalente alla fine tivamente piccoli nelle stanze grandi e dai degli anni Trenta, vi è stata aggiunta buona mobili enormi. Gran parte dell’efficacia di parte della stessa musica di sottofondo. Si questa trovata può probabilmente essere at- duo Laurel & Hardy. Il resto è storia della mu- tratta dello storico doppiaggio anteguerra di tribuita allo zampino di George Stevens, all’e- sica e della commedia cinematografica. In Carlo Cassola (Stanlio) e Paolo Canali (Ollio), poca fotografo ufficiale della coppia, che suc- Italia, dove i due si chiamavano Cric e Croc, finora ritenuto perduto, scampato alla distru- cessivamente si sarebbe distinto in qualità di qualcuno vestì persino di parole funerarie la zione del magazzino italiano della Metro Gol- regista di film a lungometraggio. Di fatto, ci celebre sigla musicale che funzionava da mar- dwyn Mayer di Roma nel 1942, quando in pie- sono pochissimi effetti ottici in Brats: l’illusio- chio di riconoscibilità. «È morto Cric, è morto no regime fascista di Monopolio, fu ordinato ne che Stanlio e Ollio siano in salotto con le ri- Croc, povero Cric, povero Croc», con annesse il taglio e l’invio al macero di tutte le pellicole spettive versioni bambine di loro stessi è stata varianti e storpiature dialettali! Di Brats fu gi- di provenienza estera. Prodotta da Hal Roach ottenuta principalmente attraverso un atten- rata anche una versione fonetica in tedesco, e diretta da James Parrott, la comi- Glückliche Kindheit, ad oggi non re- ca in due rulli Brats fu distribuita peribile. Come è noto, infatti, pro- dalla MGM il 22 Marzo 1930. Scritta prio nel 1930, agli albori del cinema e filmata tra Gennaio e Febbraio del sonoro, una delle figure dominanti 1930, nell’edizione italiana venne nella produzione delle commedie intitolata I monelli o I fratellini (Me- cinematografiche americane, Hal tri: 458 in pellicola 35mm; N.O. n. Roach, le cui produzioni venivano 29964 del 12 Gennaio 1938). La tra- distribuite a mezzo della Metro ma è semplice: Stanlio e Ollio ten- Goldwyn Mayer, persuaso che il tano di rilassarsi giocando partite suono, la parola e il dialogo avreb- amichevoli di dama e biliardo, ma i bero conferito alle classiche «com- loro pestiferi figlioletti – versioni medie in due parti» una maggiore miniaturizzate di Stanlio e Ollio vivacità ed efficacia, in accordo con stessi – provocano scompiglio e di- la direzione della Metro, decise di sastri. Dopo aver dato la caccia ad eseguire alcune produzioni sonore un topolino con una doppietta, i dei più noti comici della compa- bimbi lasciano aperto il rubinetto gnia, Charley Chase, Harry Lang- dell’acqua nella stanza da bagno e don, il gruppo di sei bambini «Our vanno a dormire. Stanlio e Ollio Gang»2 e il famoso duo Laurel & 3 cantano loro una nenia, dopo di che Fotografia dal set de ‘’I monelli’’ (1930). Da sx: il regista James Parrott, la tutor per le Hardy in cinque lingue: inglese, Ollio junior chiede un bicchiere versioni fonetiche spagnole, Laurel & Hardy e i loro insegnanti di francese e tedesco spagnolo, francese, tedesco e italia- d’acqua. Suo padre apre la porta del no4. Ciò al fine di soddisfare le nu- bagno provocando una gigantesca inondazio- to e sapiente lavoro di montaggio. Sono pre- merose richieste provenienti da tutte le parti ne comica. Ciò che effettivamente accade in senti unicamente due scene a doppia esposi- del mondo e coprire tutto il mercato europeo. questo epilogo non è tanto un allagamento zione1. In questo film fa il suo debutto Su una stessa sceneggiatura, dunque, si ese- quanto un vero e proprio diluvio, del tutto si- – sebbene sarebbe stato più tardi inserito an- guivano più edizioni. Le scene di sfondo e di am- mile a quello che segue l’apertura delle porte che in riedizioni di film girati in date antece- biente erano utilizzate per tutte le edizioni men- degli ascensori nella famigerata scena del ca- denti – il “cuckoo song”, motivetto che funge tre si realizzavano a parte le scene di dettaglio, polavoro di Stanley Kubrick The Shining da marchio di fabbrica di Laurel e Hardy, segue a pag. successiva (1980). Brats termina con uno tsunami cine- scritto da Marvin T. Hatley. Questi lavorava in matografico, ma la conclusione differisce da una stazione radiofonica nel complesso degli 2 Conosciuti in Italia con il nome di «Simpati- ciò che l’ha preceduta solo per scala di com- Studios Hal Roach ed aveva composto il moti- che Canaglie». pletezza. La distruzione, se vogliamo l’entro- vetto come segnale orario da trasmettersi allo 3 I primi due cortometraggi «two reels» com- pia, è l’essenza di questo mondo, anche e spe- scoccare di ogni ora. Laurel lo ascoltò e, tro- pletamente sonori (in inglese «all talking») parlati da cialmente nelle sue manifestazioni domestiche. vandolo molto adatto, decise che quello sareb- Stan Laurel ed Oliver Hardy si intitolavano «Unaccostu- E’ il secondo film ad annoverare nel cast uni- be stata la sigla di apertura di tutti i film del med As We Are» (tit. TV «Non Abituati Come Siamo») e camente Laurel e Hardy quantunque raddop- «Berth Marks» (tit. TV «Concerto di Violoncello»), en- piati. Le rispettive consorti sono fuori per al- 1 In cinematografia e fotografia, la doppia trambi girati nella versione americana nel maggio del lenarsi “al tiro a bersaglio”, come recita il esposizione è una tecnica in cui la pellicola viene esposta 1929 (cfr. «The Film Daily» del 5 e del 15 maggio 1929). cartello iniziale, mentre l’azione ha luogo nel- due volte, a due immagini differenti. La fotografia risul- Nel parlato originale i due comici tradivano chiaramente la residenza di Hardy, circostanza tuttavia tante mostra la seconda immagine sovrapposta alla pri- il proprio accento regionale d’origine: inglese per il magro non esplicitata nel film. E’ presente un indizio ma. Questa tecnica può essere utilizzata per creare imma- e americano degli Stati Uniti del Sud (il caratteristico ac- su chi potrebbe essere una delle mogli: il ri- gini “spettrali” o per aggiungere oggetti o persone in cento «drool») per il grasso. tratto di Jean Harlow che fa bella mostra sul origine assenti. Si usa frequentemente per creare fotomon- 4 Solo il comico Harry Langdon non riuscì ad taggi. adattarsi a questo sistema. 7 n. 87

segue da pag. precedente gorgoglianti uscirono dal suo stomaco. “Ick quelle in cui apparivano i personaggi. Per i auk”, disse Hardy. “Mio Dio, no – così – ich au- film più importanti ogni sequenza veniva gi- ch”. “Ick auk”, pronunciò Hardy con voce acuta. rata per ben cinque volte in tutte le lingue di- Che ci crediate o no, alla fine ci sono riusciti, verse, sostituendo gli attori secondari con altri, non so bene come. Ad ogni modo, Mister Ger- oriundi o frettolosamente importati (inglesi, many era contento ed ammise che la pronun- tedeschi, francesi o italiani)5. Il giornalista cia era buona. A volte i due poveretti non riu- Homer Croy andò a trovare Laurel e Hardy sul scivano a ricordare tutte le parole, e quindi set proprio durante le riprese di Brats, e de- queste venivano scritte su una lavagna e posi- scrisse con tono divertito e sorpreso il grande zionate appena fuori dal raggio della telecame- sforzo compiuto dai due comici interpretan- ra. Quando si bloccano, i ragazzi alzano gli oc- do le comiche in lingue a loro completamente chi alla lavagna e ricominciano da capo […] »8. estranee, senza conoscere neanche una paro- Il cortometraggio è un classico assoluto. E se la di francese, tedesco o spagnolo: tra le battute di dialogo più celebri, l’ istruzio- «[…]il primo giorno che li ho visti lavorare è ne impartita da Stan ai bambini “Se proprio stato in Brats. Quando sono arrivato, i due ra- dovete fare un rumore, fatelo piano!...” è dive- gazzi erano in un letto che avrebbe fatto pian- nuta proverbiale, il linguaggio della saggezza gere di gioia Brigham Young6; il letto più popolare appare, nella mente bislacca dello grande che abbia mai visto in vita mia, anche stesso Laurel, alquanto confuso: “Tanto va la se non sono mai stato in un harem. Era stato gatta al lardo che impara a zoppicare…”!. Gu- creato appositamente per l’occasione ed era stosissima l’espressione sul viso di Ollio il grande il doppio di un normale letto a due quale, prima di scivolare rovinosamente per le piazze. In effetti è stato realizzato in misura scale mettendo il piede su un pattino lasciato poiché Laurel e Hardy recitavano le fuori posto, appare soddisfatto di aver pro- parti di bambini ed erano vestiti da pargoli. messo una lira9 – nella versione originale un Avevano girato la versione inglese e stavano nickle, moneta da 5 centesimi di dollaro – in lavorando a quella tedesca. Il tutor tedesco fe- premio al bambino che si coricherà per primo. ce loro ripetere le parole in lingua teutonica, In questo film, Stan Laurel riesce a commen- poi si fermò appena fuori dal raggio della tele- tare in modo molto intelligente i personaggi camera. Li ascoltò e li fece esercitare nuova- di Stanlio e Ollio e la loro relazione. Qui, due mente, mostrando loro come posizionare le adulti ignoranti come bambini recitano real- labbra per ottenere il giusto accento. I due mente in ruoli da fanciulli: l’effetto è esilaran- bambini si stesero sui loro grandi cuscini, rus- te e straordinariamente brillante. La dinamica sando sommessamente, quando fuori dalla padri-figli è presentata senza alcuna mediazione scena si udì il suono di un clacson da automo- e litigi, incidenti e comportamento generale si ri- bile, e si misero a sedere sul letto in posizione specchiano tra le due generazioni. Innocenza e di ascolto. Laurel ha dovuto dire: “Voglio un beata ignoranza, in contrasto con i peccati e le fol- bicchiere d’acqua”. E poi il povero Hardy ha lie del mondo. Questa è la loro essenza artisti- dovuto dire “Ich auch” (Anche io n.d.a.) […] due ca: nessun comico nella storia è mai stato così parole difficilissime da pronunciare corretta- innocente, così divertente, così tenero. Dove mente, anche per i tedeschi madrelingua, ep- l’ignoranza è beatitudine, è follia essere saggi, pure Hardy ha dovuto farlo perfettamente. recita il vecchio proverbio. Questa è esatta- Mille e mille volte i due hanno dovuto ripetere mente la condizione esistenziale di Laurel e i dialoghi, mentre fissavano le luci ad alta po- Hardy. La loro innocente ignoranza li rende tenza e lottavano come Donner e Blitz7. “Ich epitome di tutti i fanciulli nel bosco. Il mondo auch”, disse il tutore, graffiandosi leggermente è contro di loro, ma a loro non importa. Sono la gola. “Ick auk” ripetè Hardy. “No, fallo anco- troppo eternamente giovani per portare ran- ra una volta”, ordinò il tutore e strani rumori core, quindi affrontano il mondo con speran- za rinnovata giorno per giorno, ora per ora. Il 5 Le pellicole non realizzate col concorso di at- loro ottimismo è indistruttibile e la loro igno- tori stranieri venivano «doppiate» con dialoghi sincroniz- ranza davvero imbattibile perché costituisce zati e nel caso delle comiche di Stanlio e Ollio gli attori, il l’armatura angelica di una infanzia sempiterna. cui lavoro era in buona parte basato sulla pantomima, Enzo Pio Pignatiello S.O.S. Stanlio e Ollio imparavano «pappagallescamente» (in inglese 'parrot fa- Simone Santilli shion') le battute di dialogo necessarie nelle lingue estere o, in alternativa, venivano doppiati simultaneamente 8 Homer Croy, The seriousness of being funny Salviamo le versioni italiane dei film di (cfr. «32 Foreign Dialogue Talkers On M-G-M’s Current in four languages, in «The New Movie Magazine», mag- Laurel & Hardy Schedule», in «The Film Daily», 20 Febbraio 1931). gio 1930, pp. 66-68 e 132. E’ un progetto con la direzione artistica di 6 Brigham Young (1801-1877), capo statuni- 9 Attraverso curiosi adattamenti di doppiag- Enzo Pio Pignatiello e Simone Santilli nato tense della chiesa dei Mormoni, celebre, tra l’altro, per la gio ed inserimenti di musiche italiane, i film stranieri che nel 2019 con lo scopo di riuscire a realizza- sua poligamia. Si dice abbia avuto 55 mogli e più di 50 giungevano sugli schermi del Bel Paese entravano piena- re una esauriente collana di opere filmiche figli! Dormiva in un letto immenso con cinque mogli per mente a far parte della cultura italiana, e soprattutto restaurate in DVD e Blu-ray e di favorire parte. In capo al letto aveva collocato un gong, che percuo- quelli degli irripetibili Stan Laurel e Oliver Hardy, cattu- un ritorno in pellicola di tali film, resti- teva quando era pronto per rigirarsi. Simultaneamente rando i favori di un pubblico il quale – caso più unico che tuendoli, dopo anni di oblio e rovina, con tutte le mogli cambiavano di posizione, evitando, cosí, raro – continua tuttora a vedere i loro capolavori non una veste rinnovata, alla memoria colletti- ogni difficoltà. come pezzi archeologici bensì come opere vive di due della va e al divertimento delle generazioni pre- 7 Due delle renne di Babbo Natale, descritte risata considerati, a tutti gli effetti, eroi «nazionali». Cfr. senti e future e di quelle che ancora verranno dal poema A visit from St. Nicholas, del 1823, i cui nomi E.P.Pignatiello e A. Benfante, Stanlio e Ollio: due eroi di derivano da parole tedesche che significano, rispettiva- casa nostra, in «Diari di Cineclub», n. 57 (Gennaio Diari di Cineclub| Media partner mente, “Tuono” e “Fulmine”. 2018). 8 [email protected] Sola al mio matrimonio di Marta Bergman Una donna, una madre, una solitudine all’interno di un’esperienza emarginata in evasione verso l’esterno per “far bere gli uomini nei bar”. L’at- trice Alina Serban riesce nel suo ruolo, pedinata discretamente dalla regista Marta Bergman alla sua opera prima di fiction

In una discoteca piena e Pamela s’imbarca su un volo per il Belgio. Il senza conoscere la lingua ed immersa nella di ragazzi e ragazze, la matrimonio del titolo è preso da una canzone superficiale e grigia intesa con Bruno, è più bella Pamela sta bal- rumena e Pamela e Bruno non si sposano mai, difficile di quanto non pensasse. La sua voglia lando con un ragazzo anzi si limitano ad una rispettosa e quieta di vita, però, la spinge fuori dalle mura di con cui di lì a poco convivenza. La vita con Bruno, un ragazzone quell’appartamento buio, verso le strade e i lo- passa la notte in mac- ordinario che pensa che la tv sia una cosa stu- cali notturni dove si concede all’incontro oc- Andrea Fabriziani china. Nel pieno della pida e che balla romanticamente sulle note di casionale di cui parlavamo in apertura, tutto notte, la polizia la prende di forza e la riporta una canzone metal hardcore, non è facile. I pur di sfuggire alla realizzazione della solitu- da Bruno, il suo fidanzato belga con il quale due non si capiscono, sembrano distanti anni dine. È il momento più basso per la ragazza, parla di rado. I due infatti par- quello dell’abbandono dei sogni lano due lingue diverse, lei il e dell’ascesa di un’incoscienza rumeno, lui il francese. Si sono più umana che mai. Quando la conosciuti su internet ma lui nonna muore, nella fredda e non vuole farlo sapere. Pamela spoglia casa vicino Bucarest, la invece, quando ha conosciuto piccola bambina è costretta ad Bruno non vedeva l’ora di scap- essere accudita da Marian, l’u- pare dal suo villaggio vicino Bu- nico amico di Pamela, che dopo carest. Ora, dopo che il compa- poco tempo s’imbarca anche lui gno ha scoperto il tradimento verso il Belgio per ricongiunge- l’ha sbattuta fuori dalla porta, re finalmente la bambina a sua non vorrebbe far altro che tor- madre. nare da sua figlia, la bambina La crudezza della storia, più vi- che ha lasciato a casa. va e attuale che mai nella sua Sola al mio matrimonio è il primo contrapposizione tra una so- lungometraggio di fiction della cietà benestante ad occidente e documentarista Marta Bergman. una relegata a fanalino di coda Targato 2018 e presentato a Can- d’Europa, si stempera grazie ai nes per la sezione riservata ai toni intimi con cui la regista se- cineasti di ACiD (Association du gue Pamela. Il lavoro empatico Cinema Indépendant pour sa Dif- che la narrazione opera sullo fusion), il film è oggi distribuito spettatore è profondo e non è in Italia dalla Cineclub Interna- difficile notare nella protagoni- zionale Distribuzione. La pro- sta le caratteristiche di un em- tagonista di questa storia è Pa- blema di un’intera generazione mela (Alina Serban), giovane di viaggiatori, di un intero po- ragazza madre che vive con la polo costretto all’emigrazione, nonna e la figlia in un piccolo delle rinunce e dei sacrifici det- villaggio vicino Bucarest. Fin tati dalla lontananza ed infine dall’inizio la vediamo in uno di una promessa forse non an- stato di inquietudine: vuole cora mantenuta. scappare da quel paese privo di Sola al mio matrimonio è un film prospettive e desideri, coperto sulle speranze che l’Europa of- da una coltre bianca di neve che fre ma che poi non sa ripagare, gela tutto. Vuole partire, trasfe- sui vuoti che la nostra società rirsi magari grazie all’incontro non sa colmare. Da un lato la con un uomo e, non appena condizione socioeconomica di possibile, portare con sé sua fi- un mondo che viviamo nella glia per regalare a lei e a sé stes- maggior parte dei casi per sen- sa un futuro migliore. Per iscri- tito dire, ma che invece è reale e versi ad un’agenzia di incontri online, luce. Quando lei vorrebbe conoscere qualche tangibile, dall’altra una fitta coltre di incomu- impegna il televisore e il suo telefono, senza suo amico o vorrebbe imparare la lingua e la nicabilità, di scogli insormontabili che non dire nulla a sua nonna che disapproverebbe. cultura belga, lui la lascia indietro e il sogno rendono facile la via dell’integrazione. Questa Così finalmente conosce Bruno, il belga di cui che brilla negli occhi della giovane Pamela si però non può essere quell’integrazione di cui non vediamo il volto, nascosto nello schermo adombra. Per Pamela, la vita nel ricco occidente, ci si riempie la bocca in determinati ambiti della videochiamata al pc. Mentre sociali. Deve quindi porsi come Pamela parla con lui attraverso lo espressione di una collettività più schermo, neanche lei sembra creder- giusta e più aperta, in cui le disparità ci davvero. Domande di circostanza, economiche ed esistenziali possono incomprensioni, la difficoltà balbet- essere superate, in cui il desiderio di tante di chi non conosce la lingua emanciparsi di una ragazza madre e dell’altro, e poi sorrisi fittizi, masche- la sua voglia di una vita migliore pos- re ed espressioni costruite per piace- sono finalmente essere soddisfatti. re. Nonostante le difficoltà, la porta della fatidica fuga sembra schiudersi Andrea Fabriziani 9 n. 87 Influenze maligne: un horror che non influenza La pellicola è recente, un paio di scontatissimi jump-scares del 2019, e fin dai titoli la tensione viene creata quasi comple- di testa si può notare tamente grazie ad un sapiente studio l’enorme sforzo pro- di atmosfera e ad un’abile cesellatura duttivo che ci sta die- di sceneggiatura. Eppure, sarà proba- tro (sponsor ovun- bilmente a causa della stessa trama que). L’autore, al suo ormai già vista in molte altre salse, la esordio, è tal Denis magia del film non decolla mai. Gli ac- Rovira van Boekholt, corgimenti molto raffinati della foto- un regista che dimo- grafia, con le strane luci verdi e rosse stra di saper fare il improvvise, le attenzioni del montag- proprio mestiere, so- gio e i piccoli dettagli efficaci come i Giacomo Napoli prattutto in tante pic- volti spettrali che baluginano per un cole attenzioni che ricordano da vicino Pupi attimo nelle ombre, sono tutti aspetti Avati e Dario Argento; quindi non si tratta tecnicamente molto curati ma che fi- certo di un dilettante allo sbaraglio ma piutto- niscono per acquisire un retrogusto sto di un raffinato manierista che, inserendo- stantio, un senso di deja-vu che, meri- si nel nuovo filone horror di origine spagnola, tatamente o meno, ammazza la ten- propone con Influenze maligne (il cui titolo ori- sione e quindi anche la pellicola. La ginale La Influencia è ben più azzeccato della miscela, pur metodicamente efficace, generica traduzione) un film del terrore con dell’incrocio tra possessione demonia- tutti i crismi ma che purtroppo non brilla né ca e dramma familiare, ispirata eviden- per originalità né per efficacia, nonostante gli temente anche da recenti capolavori co- interpreti ce la mettano tutta per trasmettere me Insidious, non supera la prova dello un po’ di empatia allo spettatore. Il melo- spettatore, a mio avviso, e finisce ine- dramma alla base della trama è piuttosto ag- vitabilmente per avvitarsi in un qual- ghiacciante in effetti, fitto di orrendi rituali cosa di spento, quasi prevedibile no- satanici compiuti da una spietata strega sui nostante appunto l’impegno profuso poveri bambini protagonisti i quali, dopo es- dagli interpreti e dallo stesso, colto, sere cresciuti e mentre la cattiva è finita in co- regista. L’orrore figlio dell’abitudine genera (con zombi e demoni a condannare la strega ma, dovranno vedersela non soltanto con la una paura smunta, una reiterazione di stereo- che non si capisce se brucerà come da tradi- propria infanzia raccapricciante ma anche e tipi per i quali lo spettatore appassionato non zione oppure no) conclude un’opera incerta e soprattutto con la tremenda “influenza” ap- potrà che provare in più di un’occasione, un potenzialmente molto buona ma che appunto punto della strega sulla figlia di dieci anni del- misto di noia e pietà per le maestranze coin- scade velocemente in un qualcosa dal sapore la protagonista. Lo scopo della vecchia cru- di vecchio, di guasto, di prevedibile, di tri- dele? Possedere il corpo della bambina per stemente fotocopiato. Peccato: i mezzi sfuggire alla morte imminente, ovvio! tecnici e il talento non mancano in questo Le attrici protagoniste, da Manuela Vellés film ma al tempo stesso possiamo esser che interpreta Alice alla stessa piccola quasi certi che tra un anno o due nessuno Claudia Placer che interpreta la bimba No- lo ricorderà più. Il regista indubbiamente ra, si impegnano vivamente e attivamente tenta anche di omaggiare colleghi indige- per trasmettere l’angoscia montante e il ni come Juan Antonio Bayona e Alejandro senso di impotenza disarmante di tutta la Amenábar, autori di cult come The Orpha- situazione, al tempo stesso Maggie Civan- nage e The Others, ma le abilità e i mezzi a tos e tutti gli altri co-protagonisti fanno al- sua disposizione, per quanto buoni, non trettanto, non ultima la stessa Emma ultima la solita vagonata di soldi targata Suárez, adattissima nel ruolo della malva- Netflix, non bastano minimamente ad av- gia. Denis Rovira van Boekholt riesce a man- volte. Influenze maligne tende quindi a rivelarsi vicinarlo ai maestri. Occasione mancata, tenere sempre un approccio intimo e umano più come una produzione derivativa sia per i amaro. Consigliato solo agli amanti del gene- con i propri personaggi, senza ridurli a mere risvolti narrativi che per la relativa messa in re che troveranno un centinaio di minuti di marionette con cui generare ansia e paura scena che come un vero e proprio caposaldo di svago senza farsi troppe pretese. nello spettatore. In effetti, se si passa sopra ad genere. Un finale confuso e molto opinabile Giacomo Napoli

10 [email protected] Luciano Emmer, un piccolo grande maestro del cinema italiano Autore di ritratti indimenticabili dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta Ironico, simpatico, an- spettatori si indentificano con questo ritratto e Rodolfo Sonego, con Gabriele Ferzetti, Fran- ticonformista con due sociale dell’Italia di quel periodo. “Quando an- co Fabrizi, Luciana Angiolino, Gina Busin ed occhi vivaci e attenti, dai in Urss -ha raccontato il regista- Vladimir Elisabetta e Michele Emmer, figli del regista, Luciano Emmer, uno Menson, l’autore del celebre Mosca non crede film di modesto successo anche perché con- degli autori del nostro alle lacrime, premio Oscar come miglior film dannato dalla critica di stampo cattolico scan- cinema capace di rac- straniero visto in patria da ben ottanta milio- dalizzata dalla rappresentazione di una cop- contare l’Italia degli ni di spettatori - mi confessò di essersi ispirato a pia convivente non sposata. Nel 1955 gira una anni Cinquanta e Ses- me realizzando una sorta di rifacimento del mio delle sue opere più sfortunate, Il bigamo, con santa come pochi, na- film”. Nel 1953 Emmer dirige Terza liceo con Va- Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Gio- Pierfranco Bianchetti sce a Milano il 19 Gen- leria Moriconi e Ilaria Occhini, scritto da Ser- vanna Ralli, Franca Valeri; le disavventure di naio 1918, ma si trasferisce ancora un rappresentante di commercio bambino con la famiglia a Venezia. accusato ingiustamente di avere Suo padre è ingegnere capo del Co- una seconda moglie. Il regista in mune e questo incarico gli frutta la quel periodo sente la necessità di tessera di libero ingresso nei sei ci- lavorare anche nel settore pubblici- nema veneziani. Così il giovane Lu- tario, dove spera di poter esprimer- ciano ha la possibilità di appassio- si con maggiore creatività. Una sera narsi ai film di Max Linder, Ridolini, di Febbraio del 1957 c’è agitazione Charlie Chaplin e Stanlio e Olio. Gio- negli studi della Rai perché un nuo- vanotto intraprendente, fonda pre- vo piccolo programma pubblicita- sto insieme al documentarista e regi- rio intitolato Carosello sta per an- sta Enrico Gras, la Dolomiti Film che dare in onda. I dirigenti allarmati produce numerosi cortometraggi si accorgono di non avere ancora dedicati all’arte. Firma così alcuni pronta la sigla della trasmissione. gioiellini cinematografici sui pittori Tocca a Luciano Emmer risolvere Giotto e Bosch. All’inizio degli anni velocemente la situazione inven- Quaranta è autore di un documen- tando su due piedi il celebre teatri- tario sui luoghi natali del Duce; no lungo cinque – sei metri con le Luciano Emmer (1918 – 2009) un’opera non certo elogiativa e pri- tendine aperte una alla volta al suo- va di piaggeria che fa arrabbiare non poco lo gio Amidei, Vasco Pratolini e Carlo Bernari, no della musica rubata a un documentario stesso Mussolini. L’ unica copia sfuggita al ro- uno sguardo attento sui ragazzi dell’epoca sulle rane. Questo piccolo episodio mette in go della censura sarà riscoperta per caso anni tutti presi dalla ricerca dell’amore e del diver- luce l’abilità e il talento di un cineasta capace dopo e presentata nell’ edizione 2011 della Mi- timento. Anche questa volta nessuno intuisce di improvvisare sul set risolvendo le difficoltà lanesiana diretta da Elisabetta Sgarbi, una la modernità dell’opera che sancisce di fatto la più imprevedibili. Nel ’60 ritorna al lungome- delle tante manifestazioni dedicate a Luciano nascita del filone giovanilistico del cinema traggio con La ragazza della vetrina girato ad Emmer, cineasta poi rivalutato dagli studiosi italiano, genere molto amato dal pubblico te- Amsterdam, una produzione italiana con gli di cinema. Agli inizi degli anni Cinquanta il levisivo trent’anni più tardi. Nel 1954 è la volta attori francesi Marina Vlady, Lino Ventura, documentarista, che ha in mente di racconta- di Camilla, per la sceneggiatura di Ennio Flaiano Bernard Fresson e Magali Nöel. È la storia di re il costume e il modo di vivere degli italiani, un minatore italiano innamoratosi di una si trasferisce a Roma dove può finalmente de- prostituta della città olandese. Purtroppo nel buttare nel lungometraggio con Una domenica corso della lavorazione vengono a mancare i d’Agosto, pellicola corale interpretata da Mar- finanziamenti e Ventura, furibondo per non cello Mastroianni doppiato da Alberto Sordi e essere stato pagato, minaccia ogni giorno di da Ave Ninchi e Franco Interlenghi. All’epoca i andarsene. Solo la generosità di Marina Vlady critici dedicheranno al film solo poche righe e Magali Nöel, che pagano di tasca propria la non immaginando invece che l’opera sarà poi troupe, salva il progetto, ma il regista dopo es- considerata unanimemente un capolavoro sersi alimentato a wurstel e crauti insieme al- del cinema di costume, un piccolo classico per le prostitute del luogo, è rimpatriato con il fo- immagini sulle vacanze balneari degli italiani glio di via. La sfortuna però si accanisce del dopoguerra, allegri, spensierati e deside- ancora sulla pellicola presa di mira dalla cen- rosi di dimenticare il passato per guardare “Camilla” (1954) di Luciano Emmer sura che impone un taglio di centocinquanta con speranza al futuro. Emmer invece con metri e l’eliminazione della sequenza nella grande modestia ha sempre ritenuto la sua quale Marina Vlady, nei panni della “ragazza pellicola “un bozzettino di gente in spiaggia, in vetrina”, accoglie Bernard Bresson e dopo niente di più”. L’anno successivo è la volta di aver chiuso la tendina chiede i venticinque Parigi è sempre Parigi, una garbata commedia fiorini della prestazione. Emmer amareggia- sull’Italia provinciale rapita dal fascino della to, decide di dedicarsi completamente alla Ville Lumiére con Lucia Bosè, Aldo Fabrizi, pubblicità. Suoi sono i Caroselli di Le avventure Marcello Mastroianni, Ave Ninchi e Franco di Ercolino con Paolo Panelli, La famiglia senza Interlenghi. Nel 1952 esce nelle sale Le ragazze guai con Alberto Rabagliati, Gangsters con Da- di piazza di Spagna, storia di tre povere fanciul- rio Fo, Gli incontentabili con Adolfo Celi, Un Ra- le dipendenti di una grande sartoria, ancora mazzotti fa sempre bene con Alighiero Noschese, con Marcello Mastroianni protagonista dop- Il dentifricio Durban’s con Carlo Dapporto. Piccoli piato, ma questa volta da Nino Manfredi. Il capolavori della storia della pubblicità italiana successo di pubblico è notevole perché gli Carosello - Rai 1957 segue alla pag. successiva 11 n. 87

segue da pag. precedente Cineturismo? amatissimi dal pubblico televisivo. La sua car- riera prosegue con la realizzazione di ottimi documentari d’arte molto apprezzati anche Howard a Firenze all’estero. Torna poi al lungometraggio nel La mia città di origine, Howard oggettivamente talvolta indulge in ri- 1990 con Basta! Ci faccio un film e Basta! Adesso è città complessa e abi- prese da spot turistico più che da thriller inter- tuata ad essere set di nazionale. Passando al merito del film, è senza film internazionali: Ba- dubbio riuscito e ha una buona sceneggiatura, sta considerare il film forse anche più perfezionata rispetto a Angeli e di Zeffirelli sulla Firen- Demoni. Esistono tuttavia défaillances evidenti: ze cosmopolita british le scritte in inglese sui manufatti medievali e style e quello mancato sulla maschera di Dante e la mappa sono da Leonardo Dini sui geni Fiorentini del umorismo involontario. La dottoressa medico Rinascimento, che è americana a Firenze è altamente improbabile per Zeffirelli l’equivalente del miticoViaggio di così come la carabiniera killer in moto. Alcune Mastorna di Fellini. Le serie televisive recenti, sequenze compresa quella a Istanbul con la lot- come I Medici e appunto questo film di Howard: ta nell’acqua sono a metà tra imitazione di 007 Inferno, hanno americanizzato e spettacolariz- e parodie di Mr. Bean in versione agente spe- zato le scene storicamente classiche girate a Fi- ciale. Ottime invece le sequenze nel salone e “Domenica d’Agosto” (1950) di Luciano Emmer renze. Esistono tante versioni di Firenze per soffitte di Palazzo Vecchio, quelle in treno, quel- tanti film girati nella città del giglio. Si pensi a Amici miei di Monicelli, con la famosa scena nella stazione di Santa Maria Novella. E al film di Troisi nei primi anni ‘80. Alla Firenze di Pieraccioni paesana e chiassosa e a quella di Nuti che dai Giancattivi in poi ne ha fatto la scena della sua poetica e ironia. E ancora la Fi- renze medicea di Gassman in Una vergine per il Principe. La città è stata protagonista anche di documentari come quello di Zeffirelli sulla al- luvione o dell’Italia vista dall’alto. Ha attraver- sato le idee e i progetti di gran parte del cine- “Le ragazze di piazza di Spagna” (1952) di Luciano Emmer ma d’arte mondiale, come Roma e Venezia, Parigi e New York e Berlino, città d’arte e di cinema da sempre. Le riprese del film Inferno sono state controverse: come per James Bond a Venezia o per Il gladiatore e il film di Cruise a Roma, l’uso disinvolto e a volte eccessivo, dei saloni di Palazzo Vecchio e del centro storico, con la piazza dela Signoria bloccata dalle ri- prese, hanno creato varie polemiche, a mio av- viso motivate, su metodi, tempi e tecniche. Se infatti sono a favore della sperimentazione di le museali. Giusti i riferimenti culturali anche se con delle gaffes di sceneggiatura. La ma- schera di Dante ad esempio è un falso storico “Il bigamo” (1955) di Luciano Emmer così come le cisterne a Istanbul imperiali ro- mane non sono certo piscine di nuoto. Il film è tocca noi; Una lunga lunga lunga notte d’amore, valido e Howard riesce anche a dare una de- 2001 e L’acqua…il fuoco, 2003, tutti film di scar- scrizione di Firenze e di Venezia e Istanbul so successo. Poi realizza ancora due straordi- credibile e interessante culturalmente, dun- narie produzioni, Le flame del paradis, 2006, fi- que non inutile neppure per un pubblico col- nanziata dalla provincia di Trento, to. L’auspicio è che si realizzino quelle idee un’affascinante vicenda di stregoneria recitata mancate su Firenze, come la serie Rai sui Me- in Veneto e il documentario Le pecore di Cheyen- dici annì 80,mai realizzata, o il film di Zeffirel- ne, protagonista una pastora al lavoro sulle li incompiuto, che possano dare di Firenze Set cinematografico a Firenze per “Inferno” un film montagne, tra i pascoli e i boschi del Trentino. una immagine forse meno spettacolare, ma thriller-giallo (2016) di Ron Howard basato sull’omonimo Luciano Emmer muore a Roma a novantuno anche meno provinciale e turistica, restituen- romanzo best seller di Dan Brown anni il 16 Settembre 2009 in seguito ai postumi dole il fascino che ne fa, con Parigi e Venezia, di un incidente stradale avvenuto tre mesi pri- nuovi luoghi per le riprese e del massimo di li- una delle tre città più belle del mondo. ma, mentre stava viaggiando in auto con Enri- bertà creativa, non mi convince l’uso dei centri Leonardo Dini co Ghezzi. Con lui scompare un grande autore storici e monumenti a scopo biecamente turi- cinematografico dotato di uno sguardo disin- stico e commerciale inserito a spot nei film in- cantato e attento sulla realtà della vita. Un vero ternazionali. Se un tempo si rimproverava a piccolo grande maestro del cinema italiano Manfredi di mostrare le marche di sigarette nei che probabilmente avrebbe meritato maggior film, stavolta sono intere città che diventano fortuna e considerazione da parte del pubblico teatro di films per invogliare turismo, commer- e della critica. cio e accordi industriali e commerciali. Tutto Pierfranco Bianchetti diventa spot, anche i films americani di 2 ore. 12 [email protected] I dimenticati #68 Miroslava Stern Negli anni tra i fine York, per farle intraprendere una carriera il marito la tradiva con un uomo, chiese il di- Trenta e i primi Ses- professionale nella decorazione e architettu- vorzio, che ottenne quell’anno stesso. santa, ‘l’epoca d’oro’ ra), affinché si svagasse, la invitò a partecipa- Proprio nel ’46 esordì davanti alla macchina del cinema messica- re al ballo Blanco & Negro, organizzato dal da presa in Bodas trágicas di Gilberto Martínez no, gli studios di Città Country Club di Città del Messico: un evento Solares, una versione moderna e latinoameri- del Messico accolsero che coinvolgeva le giovani più affascinanti cana dell’Otello, dov’ebbe il ruolo di Amparo, molte attrici nate fuo- dell’alta società, tra cui sarebbe stata eletta la Desdemona di turno; nei credits ella apparve ri dal patrio suolo, a una reginetta di bellezza. Coi suoi occhi az- come Miroslava, e fu la prima attrice del cine- cui il pubblico di casa zurri, Miroslava conquistò quel titolo, e con ma messicano a presentarsi col solo nome. Lo Virgilio Zanolla tributò largo successo: esso un sussidio per studiare recitazione in stesso anno, fu Beatriz nel drammatico Cin- cubane, argentine, spagnole, venezuelane, co- California presso la RKO; ella prese quest’op- que volti di donna (Cinco rostros de mujer) del- lombiane, statunitensi; pure la nostra Irase- portunità molto sul serio. Quando tornò da lo stesso Martínez Solares, accanto ad Arturo ma Dilian, diva dei ‘telefoni bianchi’ nata a Hollywood non si era «convertita in una Bette de Córdova. Nel ’47 la sua carriera proseguì Rio de Janeiro e figlia d’un diplomatico polac- Davis», come disse scherzando, ma in una con la partecipazione a cinque films ¡A( volar co. A differenza di quasi tutte, quando giunse donna molto affascinante e decisa a intra- joven! di Miguel Delgado, Juan Charrasqueado in Messico la cecoslovacca Miroslava Stern prendere la carriera d’attrice. di Ernesto Cortázar, Capitan Casanova di Ro- era ancora una perfetta sconosciuta: fu in Per farlo al meglio, a Città del Messico s’iscris- berto Gavaldón, Nocturno de amor di Emilio questo paese che si formò e divenne attrice. Gómez Muriel e Una aventura en la noche di Miroslava Šternová Beková non ebbe un’in- Rolando Aguilar), nei quali ebbe occasio- fanzia e un’adolescenza facili. Era nata a ne di lavorare di nuovo con de Córdova e Praga il 26 Febbraio del 1926, figlia di Miro- altri grandi attori del cinema messicano slava Beková e di padre ignoto: venne adot- come Pedro Armendáriz e il comico Mario tata dal dottor Oskar Štern, che sposò sua Moreno detto Cantinflas. Capitan Casano- madre quand’era ancora incinta di lei; dalla va (Casanova aventurero) fu la prima delle moglie, qualche anno dopo egli ebbe anche quattro pellicole da lei interpretate che il figlio Ivo, a cui la futura attrice fu legatis- venne girata ad Hollywood. sima. Oskar Štern era un reputato medico Apparve poi in Secreto entre mujeres di Víct- ebreo in ottime condizioni finanziarie, sic- or Urruchúa (’48), Schiavi dell’odio (La po- ché la famiglia godé una certa serenità fino sesión, ’49) di Julio Bracho, dove fu part- al 1939, quando la Cecoslovacchia venne an- ner del celebre cantante e attore Jorge nessa al Terzo Reich nel Protettorato di Bo- Negrete, nel divertente La liga de las mu- emia e Moravia, ed egli fu subito rinchiuso chachas di Fernando Cortés (id.), ne La casa in un campo di concentramento. Per salva- chica di Gavaldón (’50), con Dolores Del re i familiari dalla stessa sorte, dové dichia- Río, l’attrice messicana più conosciuta rare la non appartenenza della moglie alla all’estero, ne La muerte enamorada di Erne- razza ebraica, e l’adozione della piccola Mi- sto Cortázar (id.) e in Monte de Piedad di roslava: ciò non impedì ai nazisti di detene- Carlos Véjar (id.), con Armando Calvo. Nel re per tre settimane anch’essi. Alla fine, for- ’51 i films a cui prese parte furono addirit- se corrompendo qualcuno, Stern tornò in tura sei: El puerto de los siete vicios di Eduar- libertà e riuscì ad abbandonare la Cecoslo- do Ugarte, Fiesta d’amore e di morte (The vacchia con moglie e figli: dové però lascia- brave bulls) di Robert Rossen, la sua se- re nel paese l’anziana madre, e per la tredi- conda pellicola girata ad Hollywood, con cenne Miroslava, affezionatissima alla Mel Ferrer e il messicano naturalizzato nonna paterna come a tutta la sua famiglia statunitense Anthony Quinn, il bellissimo e già terribilmente scossa dai bombarda- Trotacalles di Matilde Landeta, la storia di menti tedeschi di qualche mese prima, quel due sorelle che - in modo diverso - si pro- congedo - definitivo - fu straziante. stituiscono, Carcere di donne (Cárcel de Mentre la Seconda guerra mondiale semi- mujeres) di Miguel Delgado, Ella y yo dello nava morti tra i campi d’Europa, la famiglia stesso Delgado, con Armendáriz, e Dos ca- Štern si trasferì dapprima in Belgio, quindi in se alla prestigiosa accademia di recitazione ras tiene el destino di Agustín Delgado. La sua Finlandia, eppoi in Svezia, inseguita dallo dell’attore, regista e coreografo giapponese bellezza un po’ algida, che anticipava vaga- spettro dell’esercito tedesco. Infine, poté im- Seki Sano (1905-66), un discepolo di Stanisla- mente quella di Catherine Deneuve, si accom- barcarsi e dopo un’avventurosa traversata vski che per il prezioso ruolo formativo eserci- pagnava a un carattere instabile, frequente a transoceanica raggiungere il Messico, dove tato su tanti giovani attori, venne poi definito passare dal nervosismo all’irascibilità e alla aveva dei parenti: era il 1941. Per ambientarsi «il padre del teatro messicano». Lì conobbe profonda malinconia; come attrice era versa- nella nuova terra, Oskar Stern studiò lo spa- Jesús Jaime Gómez Obregón, di famiglia be- tile: sapeva imporsi tanto nei ruoli drammatici gnolo, e inviò la figlia a New York perché ap- nestante, un ragazzo che studiava per diven- e melodrammatici quanto nella commedia. prendesse anche l’inglese; qui ella si fidanzò tare regista: se ne innamorò, e lo sposò il 2 Nel ’52 ella interpretò quattro film: Música, con un aviatore statunitense, col quale conta- Febbraio del ’46. Ma le sue nozze durarono po- mujeres y amor di Chano Urueta, Screen snap- va di sposarsi, e quand’egli morì in guerra chi mesi, perché Obregón, noto come ‘el Bam- shots: Hollywood on the Ball di Ralph Staub, la tentò di suicidarsi. Rientrata in Messico, stu- bi’, in realtà era omosessuale: il matrimonio sua terza pellicola statunitense, con Bob Ho- diò nel Collegio Americano, segnalandosi nel era stato pilotato dalla sua famiglia e da alcuni pe, Doris Day, Mickey Rooney, Mona Free- disegno. Nel ’45 sua madre morì di cancro, ciò amici gay per far tacere le voci sulla natura del man e molt’altri attori, tutti nel ruolo di se stes- che le causò una profonda depressione. Suo suo vero orientamento sessuale. L’ingenua Miro- si, La bestia magnifica (Lucha libre) di Urueta, padre (che pensava d’inviarla di nuovo a New slava, non appena apprese la verità, e scoprì che segue a pag. successiva 13 n. 87

segue da pag. precedente e Sueños de gloria di Zacarías Gómez Urquiza. Altrettanti ne interpretò nel ’53: Le tre moschet- tiere (Las tres perfectas casadas) di Gavaldón, con de Córdova, film per il quale ottenne una nomination al Premio Ariel dell’Academia Mexicana de Cine, Il mostruoso dottor Crimen (El monstruo resucitado) di Urueta, Reportaje di Emílio Indio Fernández, con de Córdova, Negrete, María Félix, la Del Rio e altri popolari attori, e Más fuerte que el amor di Tulio Demi- cheli. L’anno seguente apparve nel delicato La visita que no tocó el timbre di Julián Soler, in Escuela de vagabundos di Rogelio González, con Pedro Infante, e nel western Il paradiso dei fuo- rilegge (Stranger on Horseback) di Jacques Tourneur, il suo quarto e ultimo film girato ad Hollywood, a fianco di Joel McCrea. Agl’inizi del ’55 il regista Luis Buñuel le offrì la parte di Miroslava Stern e Anthony Quinn Lavinia in Estasi di un delitto (Ensayo de un cri- men), con Ernesto Alonso, tratto dall’omoni- mo romanzo di Rodolfo Usigli: un film defini- to da Alberto Moravia l’«allegoria trasparente Miroslava Stern ed Ernesto Alonso “Trottacalles” dell’impotenza sessuale». (1951) A film appena concluso (il suo trentaduesi- Spagna, ma inizialmente le autorità franchi- mo), Miroslava si suicidò ingerendo una forte ste le avevano vietato l’ingresso, accusandola dose di barbiturici: era il 9 Marzo del ’55 e l’at- d’essere una spia comunista: Dominguín ave- trice contava ventinove anni e undici giorni. va garantito per lei e l’aveva accompagnata Era rientrata a casa il giorno prima (abitava a durante il soggiorno, ospitandola nella sua Città del Messico in calle de Kepler 83, colonia Miroslava Stern e Cantinflas finca Villa de la Paz presso Saeces (Cuenca); Anzures en Polanco) e aveva detto alla gover- tra loro c’era stata una relazione, conclusasi in nante, la signora Rosario Navarro, che inten- dicembre quando Miroslava era rientrata in deva riposare un paio di giorni. L’indomani, al Messico. Dominguín non era stato l’unico ritorno della governante, le aveva confermato amore dell’attrice: si sa che ebbe vincoli col di- di volere riposare, pregandola, se veniva suo scusso miliardario Jorge Pasquel (morto il padre, di dirgli che non si trovava in casa. Il 10 giorno prima di lei, con altre sei persone, in Marzo, alle undici del mattino, la signora Na- un incidente aereo presso San Luis Potosí), varro tornò da lei e la chiamò ripetutamente coi colleghi attori Arturo de Córdova, Steve senz’avere risposta: pensò stesse dormendo; Cochran, Pedro Armendáriz, e - il più impor- un’ora dopo, non ottenendo ancora risposta tante di tutti - col comico Mario Moreno detto telefonò a Oscar Stern per avere il permesso Cantinflas, il quale s’era rifiutato di lasciare la di forzare la porta, chiusa dall’interno. Miroslava Stern e Pedro Infante moglie per sposarla. La verità è che da tempo Chiamò l’attrice Ninón Sevilla, amica di Miro- sia felice». Ella serrava nella mano destra una Miroslava viveva una profonda depressione, slava, e una volta giunta, scavalcando un bal- foto dove appariva a fianco di Dominguín e che aveva la sua origine più lontana nei bom- cone entrarono nella sua camera: la padrona della madre di questi. Noto per le relazioni bardamenti di Praga e nel distacco dalla non- di casa era sdraiata a letto, esanime: indossa- amorose con Rita Hayworth, María Félix e Ava na; la perdita del fidanzato e della madre, l’in- va un negligé bianco e una vestaglia color fra- Gardner, il 2 Marzo di quell’anno Luis Miguel ganno del matrimonio e le delusioni sentimentali gola e aveva accanto un scatola di Ayerlucin Dominguín si era sposato in Nevada con l’at- subìte in seguito non fecero altro che peggio- (barbiturico), un flacone di Dodecalivez e tre trice Lucia Bosé: e subito s’ipotizzò nelle sue rare il suo stato di prostrazione psichica. lettere. La salma di Miroslava venne trasferita nozze la causa del suicidio di Miroslava. Ella Il film di Buñuel giunse nelle sale venticinque in un’agenzia funeraria, dove l’attrice Dolores aveva conosciuto il torero l’anno prima a Città giorni dopo la morte, il 3 Aprile. Nell’autobio- Camarillo s’incaricò di comporla; quindi ven- del Messico, e l’aveva poi rivisto in Europa, grafia Mon dernier soupir (1983), il grande regi- ne portata nel Panteón Francés de la Piedad, e quando aveva rappresentato il cinema messi- sta spagnolo rammentò l’ironia della crema- qui, su richiesta del padre, cremata senza che cano al Festival di Venezia; voleva recarsi in zione dell’attrice, perché in una scena di Estasi venisse effettuata l’autopsia; le sue cene- di un delitto il protagonista cremava ri restarono per molto tempo in questo una perfetta riproduzione in cera di cimitero, nella Cripta Osario, nicchia Lavinia, il personaggio da lei interpre- 104. tato. Miroslava è apparsa in tre docu- Giornali e rotocalchi messicani fecero mentari postumi: El charro inmortal di a gara per spiegare il motivo di quel Rafael Portas (’55), Torero di Carlos Ve- gesto estremo. Le tre lettere erano in- lo (’56) e México de mis amores di Nancy dirizzate rispettivamente al suo rap- Cárdenas (’79). Nel 1993 Alejandro Pe- presentante legale Edoardo Lucio, con layo ha diretto il film Miroslava, con la richiesta di pagare alcuni debiti, al l’attrice e cantante francese Arielle padre e al fratello: in lingua ceca, Mi- Dombasle nei panni della protagoni- roslava si congedava da essi chiedendo sta, mentre nel film Cantinflas di Seba- di perdonarla, e ad Ivo pregava di scri- stián del Amo (2014), a interpretare la vere e inviare una campanella d’argen- sua figura è stata Ana Layevska. to che aveva al torero Dominguín «e che Giornale annuncia la morte di Miroslava Stern. Virgilio Zanolla 14 [email protected] #Venezia77 L’impegno sincero della Mostra e i gruppi d’affari collaterali

La 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, svoltasi al Lido di Venezia dal 2 al 12 Settembre 2020, è organizzata dalla Biennale di Vene- zia e diretta da Alberto Barbera. La Mostra favorisce la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spet- tacolo e di industria; retrospettive e omaggi a personalità di rilievo sono efficaci contributi alla migliore conoscenza della storia del cinema Diari di Cineclub ha seguito questa edizione dell’emergenza e della mascherina con particolare attenzione. Un’organizzazione complessa per le necessarie procedure sanitarie messe in campo al fine di rendere “sanificata” la Mostra cosiddetta della ripartenza con il ricorso alle prenotazio- ni on-line per eliminare fila, distanziare posti e contingentare il pubblico

Un’edizione coraggiosa che è riuscita a dare zavorrano i festival, e in particolare quello ve- umani: il trionfo della miseria. Nutriamo seri un segnale fondamentale a livello mondiale, neziano. Pensiamo a quei “gruppi d’affari”, dubbi che dietro queste operazioni ci siamo capace di incoraggiare un’industria in ginoc- vere piccole società personali per campare finalità che abbiano a che fare con l’arte cine- chio e un’arte che non può passare in sordina. con soldi pubblici. Finte associazioni, consor- matografica. Il più delle volte dietro a questi Il nostro plauso ai tanti colleghi freelance che terie, che nulla hanno a che fare con la cultura “premi” c’è solo un sottobosco di clientelismo nei giorni della Mostra, senza nemmeno la cinematografica e il volontariato (ci si nascon- interessato ad apparire in giurie seriose e prospettiva di un guadagno, si sono impegna- dono dietro o dentro per confondere) che sen- inattendibili, spesso prive sia di leggerezza ti a testimoniare questo evento, solo perché za dignità alcuna, organizzano premietti e che di necessario spessore culturale. volevamo esserci, per assistere da cronisti e da premiucci distribuiti in abbondanza durante Diari di Cineclub ha seguito questa edizione amanti del cinema. la Mostra, discretamente ridicoli e utili solo a con suoi corrispondenti del mondo del volon- Una nota dolente sui premi collaterali. All’in- chi premia. Senza attenuanti soprattutto nei tariato culturale, organizzando anche giornal- terno di una lunga tradizione di premi collate- casi di invitati circensi, squallidi, negazionisti mente, una quasi diretta in podcast, su DdCR | rali meritori con giurie di tutto rispetto, che a e rissaioli che non dovrebbero essere coinvolti Diari di Cineclub Radio, una rubrica curata da volte addirittura segnalano il giusto valore di in eventi culturali. Per non parlare di showgirl Giovanni Ottone che potete ancora ascoltare a film ignorati dalle giurie ufficiali, si è innesta- e attrici improbabili messe a consegnare pre- questo link della radio: https://bit.ly/2YEmrjr ta negli ultimi anni una serie di premi che mi che dovrebbero valorizzare temi sociali e DdC

“Cari Compagni” di Andrei Konchalovskj 15 n. 87

#Venezia77 I giudizi senza giudizio della SQ alla 77. Mostra d’arte cinematogra- fica di Venezia Miss Marx tra tutti gli italiani in concorso, per la Spettatrice Qua- lunque, è, forse, il mi- gliore (o il meno peg- gio, considerata la cattiveria della SQ). Susanna Nicchiarelli ci mostra la figlia mi- Spettatrice Qualunque nore di Marx con i suoi pregi e con i suoi limiti. Colta, impegnata, divulgatrice delle idee marxiane e vittima poi di un innamora- mento-dipendenza da un uomo senza virtù. La Nicchiarelli regge bene la costruzione del film in costume, genere con le sue insite diffi- coltà, non si lascia prendere la mano da esal- tazioni o pietismi e Romola Garai con la sua interpretazione contribuisce efficacemente a raffigurare la forte personalità femminile di una sentimentalmente fragile donna. Khorshid di Majd Majdi storia di bambini ob- bligati a lavorare o a compiere piccoli reati per “Miss Marx” (2020) di Susanna Nicchiarelli. aiutare le famiglie, ha in comune con molti al- tri film visti in questa mostra il pregio di valo- del bilancio familiare, le semine e i raccolti occultati, molti feriti, molti dispersi, arresti ri documentaristici in film di finzione. Il pro- della terra gelata che cura col marito ma il ge- immotivati e condanne ingiustificate. Il -ter tagonista è un dodicenne con la mamma lo che ghiaccia le patate nell’acquaio si scio- rore che sia accaduto l’irreparabile alla figlia ricoverata in un reparto psichiatrico che viene glie e il quaderno con gli appunti presi diven- conduce la protagonista a una ricerca dispe- spinto a cercare un “tesoro” nascosto in fo- ta un diario intimo di emozioni e passioni. La rata, intaccandone l’incrollabile fede negli gnature prossime ad una scuola-centro di so- fisicità delle due protagoniste è l’espressione ideali comunisti. I fatti sono realmente acca- stegno per bambini di strada. Alì si fa aiutare di due corpi diversi che cercano la modalità duti, solo nel 1992 è stata avviata un’inchiesta dai suoi tre amici e loro, insieme ad un sensi- comune per fuggire da anaffettività coniugale che non ha mai portato a rintracciare i re- bile maestro portano storie nella storia. La lot- e da isolamento. Le figure maschili sono nega- sponsabili. Bianco e nero, storia remota, non ta per la sopravvivenza non è solo individuale, tive, in una prevale la gelosia, nell’altra il cini- d’amore né d’avventura, nessuna vicenda av- l’utilità dell’istruzione è forse il vero tesoro smo, entrambi non possono accettare l’inten- vincente: e invece nel film c’è tutto. Nessun mentre il tesoro è un crimine. Il tunnel nelle sità del legame e lo stringersi della relazione. momento per distrarsi. Nessun particolare fogne è un esercizio di determinazione e le te- La SQ non trova appigli per esercitare il ruolo trascurato. Per la SQ è il film memorabile del- state sono espressione di umanità. Un incre- che le è consono di cinica stroncatrice e am- la 77 Mostra. dibile cast di bambini, tutti presi dalla strada, mette d’essere rimasta ha visto il meritato riconoscimento a Rouhol- favorevolmente colpita lah Zamani del premio giovane attore emer- dall’intensità del rac- gente di Venezia 77 Marcello Mastroianni . conto Al contrario di tanti altri film di finzione che Dorogie Tovarischi! (Cari sono stati efficaci testimonianze di fatti reali compagni!) di Andrei e stimolo di riflessioni civili, Padrenostro è la Konchalovsky è un ricostruzione per nulla credibile di fatti vera- gran film. Non c’è da mente avvenuti. Claudio Noce si rifà infatti scandalizzarsi che ab- all’attentato subito dal padre funzionario di bia vinto il Premio spe- polizia negli anni di piombo. Il film alterna ciale della Giuria e non fatti reali con la fantasia del bambino che assi- il Leone d’Oro. A parere ste, non visto, all’agguato. Ma a rendere irrea- della SQ è un’opera listico il racconto non è la fantasia del bambi- speciale, su un piano no, non è la diversa età del protagonista e del diverso da tutto il resto regista da piccolo (mi sembra 10 anni contro visto. Attribuirgli il Le- “Laila in Haifa” (2020) di Amos Gitai 2), è il coacervo di immagini prive di coeren- one d’oro sarebbe stato za. Favino, che è il padre, riceve la Coppa Vol- ammettere che avesse qualcosa in comune Laila in Haifa di Amos Gitai intreccia le storie pi per la migliore interpretazione maschile con gli altri film in concorso, invece no, non di cinque donne in un locale notturno della ma non è affatto la sua migliore interpreta- c’è proprio paragone. città, club che diventa determinante per il zione, anzi verrebbe voglia di dirgli: “Fermati Nel 1962 a Novocherkassk, in URSS una don- film come uno degli ultimi luoghi rimasti in un attimo. Sei stato un ottimo Buscetta, un di- na, membro del partito comunista locale, si cui israeliani e palestinesi si ritrovano. Dialo- screto Craxi, adesso per un po’ riposati oppure trova ad assistere ad una manifestazione di go e scontro, arte e relazioni umane in un ter- torna a fare l’infermiere della serie .” operai di una fabbrica di locomotive con spa- ritorio di odio e violenza cronici che non fa intra- In The world to come di Mona Fastvold una don- ratoria sui dimostranti. La violenta repressio- vedere pacifiche convivenze. Amos Gitai prova na riporta su un registro le entrate e le uscite ne comporterà numerosi morti che verranno segue a pag. successiva 16 [email protected]

segue da pag. precedente regista opera sempre con discre- col cinema a tessere una trama comune ma zione e pudore non cedendo mai a non riesce a coinvolgere lo spettatore. scivolamenti pietistici. Notturno: Rosi vorrebbe raccontare la quoti- Dolgoe putescestvie presentato du- dianità che sta dietro la guerra in Medio rante la Mostra come omaggio a To- Oriente ma si fa fatica a entrare nel senso del nino Guerra, è stato un ottimo racconto. Il rumore di sottofondo delle prime esempio di come si possano pren- scene, bombardamenti? Le ore di riposo dei dere 2 piccioni con una fava. An- militari? Il vero orrore nei racconti dei bambi- drej Khrzhanovskij ha realizzato ni? Le strade crollate che sono cascate di fan- un film d’animazione con disegni go? Non si vede un filo conduttore che tenga artigianali senza nessun uso del unita la narrazione. Non è il resoconto di un computer dando vita agli schizzi di inviato, non è un documentario che accresce Fellini. L’idea è, in questo caso, il consapevolezza, nulla giustifica, a parere della sogno di Tonino Guerra che imma- “Le sorelle Macaluso” (2020) di Emma Dante SQ, l’impegno (presumibilmente anche econo- gina un viaggio in nave con Federi- mico) di un girato durato tre anni sui confini co Fellini, Giulietta Masina, la Gradisca, Cabi- ragazzo che si ribella e va fuori di testa. Qual- fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano. ria, Zampanò è quindi un duplice omaggio a che dialogo interessante (ma dura poco), mol- Niegu już nigdy nie będzie di Malgorzata Szu- Guerra e a Fellini. to di superfluo come gli effetti speciali che mowska è per la SQ evitabile, meritevole di La verità su La dolce vita di Giuseppe Pedersoli è tingono in rosso certe scene e non si capisce il premi secondo i CP (cinefili puri). Un angelo la dimostrazione di come un lavoro d’archivio perché. Qual è infine il nonno cui è dedicata massaggiatore si aggira in una località stra- può risultare utile per realizzare un discreto l’opera? Il Mazzantini di A cercar la bella morte? niante di ricche ville bianche. Servirebbe la film documentario. Ci viene raccontato che O il Castellitto che non sappiamo chi fosse se neve? La ricchezza fa male? I massaggi fanno nel 1958 solo Giuseppe Amato, a co- bene? Qual è il messaggio? Non serve il mes- sto di rimetterci molto in salute, saggio per fare un buon film? La SQ non trova diede credito ad un Fellini sempre motivi validi per suggerirne la visione: si chie- più esoso. Visto poco dopo Dolgoe pu- da consiglio ai CP. tescestvie diverte molto il disegno del Le sorelle Macaluso di Emma Dante: per il mo- grande pene che pesca in mare dise- mento alla SQ i piccioni e le sorelline fanta- gnato da Fellini e protagonista di uno smine non hanno convinto. Forse però quan- scherzo fatto a Mastroianni (che “per do il film decanterà alcune immagini resteranno darsi tono” aveva chiesto di leggere la impresse anche nella fallace memoria della SQ. sceneggiatura e il maestro gli aveva Forse, la scellerata SQ dovrà vedere il lavoro dato una cartellina con dentro solo teatrale per rifletterci sopra e forse, forse, quel disegno, lasciando Marcello sen- qualcosa di buono troverà. za parole). “Listen” (2020) di Ana Rocha de Sousa Nomadland di Chloè Zhao, Leone d’Oro 2020, Le Giornate degli Autori hanno ha un’interprete straordinaria in Frances presentato 200 Meters di Amen Nayfeh, per la non che venisse dal Molise e precisamente da Louise McDormand. All’attrice si affiancano SQ è un film riuscito in tutto: cast, sviluppo Campobasso (notizia reperita dalla biografia autentici nomadi con inaspettati esiti docu- del soggetto, sensibilità, problemi di chi vive del Castellitto padre)? Ma non bastava al fan- mentaristici dell’opera. La sceneggiatura, nelle invalicabili zone di confine di Israele, al- ciullo farsi accompagnare dal papà, dalla tratta dal libro “Nomadland” di Jessica Bruder legria di famiglia e di luci, problemi di coppia, mamma e dalla nonna a Venezia, fare recitare è girato in Nebraska (storia di una ex profes- rapporti familiari, ansie di genitori. Spesso ai la sorellina? Pure il nonno doveva resuscitare? soressa che sceglie di vivere viaggiando sul festival la SQ e le sue “colleghe” SS (Spettatrici Paolo Conte, Via con me di Giorgio Verdelli: Può suo camper), non ha sbavature e il suo pregio Superficiali) si annoiano su storie-non storie non piacere la musica di Paolo Conte? L’etero- è la sfaccettatura dei personaggi che rifuggo- come potrebbe essere il caso di questo film geneità delle sue passioni? La generosità con no, nonostante sia estrema la loro esistenza che invece ha lasciato SQ e SS inchiodate alle cui offre parole e musica? Ma i meriti di Ver- da estremismi sentimentali o ideologici. Un poltroncine. delli quali sono? premio meritato per l’equilibrio degli elemen- Nowhere Special di Uberto Pasolini, presentato La SQ era sicura che con Lasciami andare Ste- ti che compongono l’opera, regia, sceneggia- nella sezione Orizzonti, è una costruzione che fano Mordini le avrebbe offerto facili spunti tura, interpretazioni. non cede mai a sentimentalismi. Pasolini non su cui ironizzare e invece, forse proprio per Fuori concorso One Night in Miami di Regina delude con questa storia di padre single che sa questo pregiudizio, che aveva il suo fonda- King: Cassius Clay nel 1964 subito dopo aver di dover morire presto e che vuole individuare mento nella sinossi divulgata alla stampa, ha battuto Sonny Liston, si incontra con Mal- la famiglia adatta ad adottare il figlio di quat- apprezzato alla fine un’operazione non sem- colm X, Sam Cooke e Jim Brown: non si tratta tro anni. Anche se non raggiunge le vette di plice per la cura con cui sono stati descritti i di un incontro tra amici ma di un momento precedenti lavori ci offre un’indagine alla Ken personaggi e le loro reazioni. Non un film ca- dedicato a capire come vivere e come difende- Loach su sentimenti paterni e motivazioni ad pace di chiudere la Mostra in bellezza ma re i diritti civili dei neri. Film corretto, essen- adottare. nemmeno un film da stroncare e dimenticare. ziale, (la SQ non è più lei). Dei Predatori la SQ preferirebbe non parlarne. Complessivamente quest’anno la SQ può dire Listen miglior opera prima e premio speciale Il Premio Orizzonti a Pietro Castellitto per la (forse sta invecchiando) che il bottino di film della giuria Orizzonti alla regista Ana Rocha de migliore sceneggiatura non è dalla SQ per nulla visti alla Mostra negli intervalli in cui non pre- Sousa è un film drammatico. Il calvario di una condiviso. Al ragazzo vanno concesse delle atte- feriva rimanere in spiaggia non è stato deplo- famiglia portoghese con problemi economici e nuanti perché è giovane, alle prime esperienze revole. E’ scappata dalla sala una sola volta e in di salute (una figlia sorda), vittima dell’applica- di regia, e, anche se certamente privilegiato, si è quel caso c’erano altre ombre (anche di CP - zione miope e dura della legge. E’ un film amaro messo in gioco su più fronti come attore, come Cinefili Puri) in fuga da una proiezione che, nel quale la bravura degli interpreti (cast: Lúcia sceneggiatore, come regista. Ma proprio la sce- dopo un quarto d’ora, appariva entusiasman- Moniz, Sophia Myles, Ruben Garcia, Maisie Sly, neggiatura alla SQ è sembrata ambiziosa, slab- te quanto il titolo del film tradotto in italiano James Felner, Kiran Sonia Sawar, Lola & Kiki We- brata, incoerente e confusa. Storia di due fami- (Tra una morte e l’altra). eks, Brian Bovell) coniugata ad una sceneggia- glie che si incrociano per caso ma che hanno tura solida evita qualunque melensaggine. La estrazione e formazione diverse. Storia di un Spettatrice Qualunque 17 n. 87

#Venezia77 La Mostra del Cinema 77: inconsueta ma non sorprendente Il Leone d’Oro, largamente previsto, va a ‘Nomadland’, film indie di Chloé Zhao, cinese naturalizzata statunitense. La Giuria premia anche le ope- re di autori più personali e propositivi: Andrei Konchalovsky, Kiyoshi Kurosawa, Michel Franco e Chaitanya Tamhane

La 77. Mostra d’Arte Ci- nematografica la Bien- nale di Venezia, si è svolta dal 2 al 12 Set- tembre, durante un’e- poca straordinaria in Giovanni Ottone cui è presente, dall’ini- zio del 2020, e non ancora in remissione, la gra- ve pandemia da coronavirus Sars - Cov - 2, che ha causato milioni di contagi e centinaia di migliaia di morti in tutti i Paesi del mondo. Tale drammatica emergenza non solo ha con- dizionato drasticamente l’organizzazione del- la convivenza nelle popolazioni, l’assistenza sanitaria e le attività produttive e sociali, ma anche le attività culturali e dello spettacolo. Pertanto la decisione, comunicata già a inizio Aprile dal Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, noto produttore e distributore cinematografico, nominato nella nuova carica lo scorso Genna- io, e dal Direttore Artistico della Mostra, Al- berto Barbera, di escludere l’ipotesi di realiz- zare il Festival online, riconfermandone lo realizzazione e il successo del Festival, il pri- cerimonia dando spazio a interventi di caratte- svolgimento in presenza di accreditati e di mo di categoria A avvenuto dopo Febbraio con re “politico - filosofico” e morale, l’ode della poe- pubblico, nel rispetto delle normative emesse piena partecipazione di pubblico, appare abba- tessa Mariangela Gualtieri, la canzone di Dioda- dal governo, è stata oltremodo meritoria. E, stanza ridicola, e denota una notevole ignoran- to e, purtroppo, i commenti inopportuni della di conseguenza, occorre certamente ricono- za rispetto alle capacità organizzative, speri- presentatrice, l’attrice Anna Foglietta, che è scere e lodare le capacità organizzative del Di- mentate e consolidate da decenni, dell’apparato giunta ad affermare: “la Mostra ha fatto la Sto- rettore Barbera, coadiuvato dal suo ampio della Mostra, addirittura è da considerarsi ria”. staff, e dalla collaborazione degli enti di go- farsesca e fastidiosa l’overdose di retorica che Dopo questa doverosa premessa, occorre en- verno locali e nazionali, che hanno portato, in ha contraddistinto la cerimonia finale di pre- trare nel merito della qualità di cinema pre- circostanze “eccezionali”, a garantire la piena miazione. Il misurato, stringato ed efficace sentata dalla selezione ufficiale della 77. Mo- realizzazione, senza alcun incidente, di un discorso conclusivo pronunciato dal Presi- stra d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel Festival quasi ”normale”, in termini di com- dente della Biennale Roberto Cicutto, avvenu- 2019 il nostro giudizio sul Festival aveva evi- pletezza del programma, numero adeguato di to in fase di commiato, dopo la proclamazione denziato il consolidamento di una tendenza proiezioni e di incontri con le équipes dei film dei Premi da parte delle tre giurie chiamate a alla mutazione della natura della Mostra nel selezionati. L’evento è avvenuto approntando giudicare i film della selezione ufficiale, sarebbe senso di una progressiva trasformazione, an- un semplice ed efficiente sistema di prenota- stato un’ottima introduzione. Viceversa i re- no dopo anno, in un evento che, ricercando la zione anticipata online dei posti nei cinema e sponsabili della Mostra hanno preferito aprire la popolarità ad ogni costo, privilegia il cinema nuovi spazi e sale al Lido e a Venezia, e garan- tendo il rispetto meticoloso e capillare delle norme di sicurezza, misure di protezione in- dividuale e opportuno “distanziamento socia- le”, stabilite dalle autorità politiche e ammini- strative. Inoltre la presenza di un numero di accreditati (giornalisti, addetti dell’industria e cinefili, appartenenti a organizzazioni cul- turali o studenti, ecc.) pari al 55% in meno ri- spetto agli anni precedenti, nonché una pre- senza di pubblico pari al 65% in meno rispetto alla media delle edizioni precedenti, ha certa- mente favorito la realizzazione del Festival con piena fruizione dei film da parte degli spettatori, accomodati agevolmente nelle sale senza essere costretti a faticose file per l’ac- cesso, come nel passato. Indubbiamente l’edi- zione del 2020 della Mostra di Venezia, ha con- tribuito, in modo decisivo, a porre alcune basi per il rilancio dell’industria cinematografica e delle sale, in Italia e a livello internazionale. Tuttavia se la parola “miracolo” per definire la “Nomadland” (2020) di Chloé Zhao. Leone d’oro 18 [email protected]

segue a pag. successiva segue da pag. precedente didascalico. In effetti la scelta dei film della selezione ufficiale, al di là dell’ovvia -promo zione di varie forme di cinema d’autore, ci era sembrata configurare sempre più una propo- sta di cinema “settorializzato” ad arte. Lo sco- po è quello di attrarre diverse categorie di ap- passionati e di pubblico, garantendo ad ognuna di esse film contenenti temi culturali “popola- ri” che le soddisfino, attraverso calibrati equi- librismi mediatori, per ricercare un riscontro totalizzante a livello sociale e mediatico. L’e- dizione della Mostra di quest’anno, non ha quindi sorpreso, perché non ha mostrato si- gnificativi segni di modifica della suddetta tendenza. Ha privilegiato, specie nel “Con- corso”, un cinema ben confezionato in termi- ni tecnici e attuale nei temi presentati (la que- stione femminile, lo sfruttamento del lavoro specie quello minorile, la solidarietà tra umili che vivono ai margini del sistema economico e sociale, l’antifascismo, il ribellismo sociale “Spy no tsuma” - Moglie di una spia (2020) di Kiyoshi Kurosawa. Leone d’argento per la migliore regia violento laddove le diseguaglianze di reddito potenzialmente interessante per il futuro, qualora della Giuria e il Premio per la migliore sce- sono più macroscopiche, la mercificazione venisse confermata la scelta da parte del co- neggiatura) ai film che, secondo il giudizio di dell’arte, il ruolo controverso dei social e dei mitato di selezione, di inserire nel “Concorso” chi scrive, sono risultati quelli qualitativa- mass media, ecc.), ma, in alcuni casi, predica- un maggior numero di film realizzati da regi- mente migliori in termini di contenuti, di torio o ricattatorio sul piano emotivo nei con- sti di Paesi dell’Europa Orientale, del Medio messa in scena ed estetici: Dorogie Tovarischi! fronti dello spettatore. Inoltre alcuni tra i film Oriente e dell’India. E, in generale, su 62 nuo- (Dear Comrades!), di Andrei Konchalovski; Spy migliori del “Concorso”, pur di genere diver- vi lungometraggi della selezione ufficiale, no Tsuma (Wife of a Spy), di Kiyoshi Kurosawa; so, hanno rievocato, con appropriatezza e con proposti nelle sezioni “Concorso”, “Orizzonti” Nuevo Orden, di Michel Franco; The Disciple, di buona tensione drammatica nella narrazione e “Fuori Concorso”, ben 18 non rappresenta- Chaitanya Tamhane. Inoltre ha assegnato i e nella messa in scena, cruciali vicende stori- no la produzione europea, nordamericana o premi per le migliori interpretazioni a un’at- che del secolo scorso australiana: sono precisamente 13 dall’Asia, 3 trice e a un attore, indubbiamente di valore, Indubbiamente il programma della selezione dall’Africa e 2 dall’America Latina. Il “Concor- ma impegnati nei ruoli principali di due film ufficiale ha risentito fortemente della straor- so” ha compreso 18 lungometraggi, 8 dei quali pretenziosi e mediocri, entrambi viziati da bi- dinarietà della situazione contingente, a cui si diretti da registe, ma, purtroppo, nessuna slacchi e incerti studi di caratteri, incon- è aggiunta la curiosa vicenda del Festival di opera prima. Accanto ad autori molto noti gruenze e stucchevoli velleità didascaliche: la Cannes 2020, che ha proposto una selezione (Kiyoshi Kurosawa), alcuni dei quali veterani Coppa Volpi per la migliore attrice è andata ufficiale con vari film di registi prestigiosi, ma e habitués del “Concorso” (Andrei Konchalo- all’attrice britannica Vanessa Kirby, protago- che poi non si è svolto, privando la Mostra del- vski, Amos Gitai e Nicole Garcia), ha contato nista di Pieces of a Woman, di Kornél Mun- la possibilità di assicurarsi alcune opere in sulla presenza di alcuni registi, trentenni, druczó, mentre la Coppa Volpi per il miglior anteprima mondiale, presupposto inderoga- quarantenni, cinquantenni e sessantenni, attore è stata attribuita a Pierfrancesco Favi- bile per tutti i film in competizione a Venezia. con una carriera ormai consolidata (Michel no, co-protagonista di PADRENOSTRO, di Quindi è risultato ovvio che la presenza di film Franco, Majid Majidi, Kornél Mundruczó, Claudio Noce. Per altro occorre dire che le in- statunitensi, e anche francesi, sia stata oltre- Gianfranco Rosi, Jasmila Žbanić e Malgorzata dubbie capacità recitative di Favino sono visi- modo limitata (nella sezione “Concorso” vi so- Szumowska), o promettente, perché hanno bilmente frustrate dalla scelta del regista e no stati solo due lungometraggi prodotti negli già realizzato il loro secondo o terzo o quarto della produzione di avvalersi di un acting coa- USA, uno diretto dalla trentenne americana lungometraggio (Emma Dante, Susanna Nic- ch (una bizzarria del tutto inedita e deleteria, Chloé Zhao e l’altro dal quarantenne unghere- chiarelli, Claudio Noce, Chloé Zhao, Chai- mutuata dal cinema di altri Paesi) e dal fatto se Kornél Mundruczó e un solo film francese, tanya Tamhane, Mona Fastvold, Julia von di essere stato costantemente ritratto da Noce diretto dalla veterana settantenne Nicole Gar- Heinz e Hilal Baydarov). in un modo molto enfatico e idealizzato. cia), rispetto alle consuete presenze di film La Giuria del “Concorso” è stata presieduta Rispetto al verdetto della Giuria occorre se- d’autore e /o di genere e spettacolari prodotti dalla notissima attrice australiana Cate Blan- gnalare una polemica del tutto inadeguata e a Hollywood, che hanno consentito alla Mo- chett e composta dai registi Christian Pet- speciosa innescata da un comunicato stampa stra, negli anni più recenti, di presentare, e zold (Germania), Veronika Franz (Austria), di Paolo Del Brocco, emesso dopo l’annuncio anche premiare, opere che in seguito hanno Joanna Hogg (Gran Bretagna), dall’attrice Lu- dei Premi. L’amministratore delegato di RAI ottenuto prestigiosi Academy Awards. Tutta- divine Sagnier (Francia), dall’attore Matt Dil- Cinema ha dichiarato : ”… Pur consapevoli che via non tutto il male è venuto per nuocere per- lon (USA) e dallo scrittore Nicola Lagioia (Ita- i verdetti delle giurie vanno accettati con sere- ché questa situazione di oggettiva difficoltà a lia). Ha assegnato il Leone d’Oro per il miglior nità, non possiamo non essere dispiaciuti e selezionare film americani ha presumibil- film, a Nomadland, di Chloé Zhao, opera deli- un po’ delusi perché i tre film coprodotti da mente indotto Barbera a evitare, a differenza cata e molto curata, ma certamente, a nostro RAI Cinema presenti nel Concorso ufficiale - dei discussi casi avvenuti nelle edizioni della giudizio, non il film più riuscito e meritevole. Miss Marx, di Susanna Nicchiarelli, Notturno, Mostra del 2018 e del 2019, di inserire nelle se- Al contrario, contravvenendo le aspettative di di Gianfranco Rosi e Le sorelle Macaluso, di Em- zioni “Concorso” e “Fuori Concorso”, film pro- molti critici e addetti professionali, ha dimo- ma Dante - non sono stati considerati come dotti e distribuiti da Netflix, che, come noto, strato coraggio e competenza nell’attribuire i forse meritavano. Tre opere molto diverse tra non ne garantisce affatto la successiva uscita principali Premi (il Premio speciale della Giu- loro, ognuna con uno stile e un’identità ben de- nelle sale dopo la proiezione in anteprima al ria, Il Leone d’Argento - Premio per la miglio- finite e una propria voce forte, originale e au- Festival. Inoltre ha determinato un indirizzo re regia, il Leone d’Argento - Gran Premio tentica, come è stato ampiamente riconosciuto 19 n. 87

segue a pag. successiva segue da pag. precedente dalla critica italiana e internazionale”, allu- dendo inoltre velenosamente al fatto che, se- condo lui, la composizione della Giuria proba- bilmente non includeva tutte le diverse forme del cinema. Secondo noi non si tratta sempli- cemente di una improvvida e pacchiana cadu- ta di stile e di un grossolano tentativo di dele- gittimare la Giuria, che configura una becera “pratica politica” ben nota in Italia, ma della punta dell’iceberg di una massiccia ondata di pressione orchestrata da buona parte della critica nazionale a favore dei film italiani in concorso, soprattutto i film di Rosi e di Nic- chiarelli, che sono stati definiti eccellenti o quasi capolavori dai critici dei due maggiori quotidiani nazionali, i quali sono poi giunti addirittura a definire la Giuria più glamour “Notturno” (2020) di Gianfranco Rosi che competente. presenta come una non fiction frammentaria un’estroversione gioiosa, rabbiosa e passionale, Cogliamo quindi l’occasione, per esprimere il che affastella episodi diversi della quotidiani- tra piccoli litigi, invidie e sogni, ma viene se- nostro giudizio critico negativo sui suddetti tà di uomini, donne e soprattutto bambini, gnata da un lutto tragico che condiziona tutta tre film italiani, confessando che, al contrario oppressi da traumi, penurie e disagi di ogni l’esistenza successiva. Nell’età adulta esplodo- di altri, abbiamo fortemente temuto che la genere. Rosi confeziona un’opera viziata da no le contraddizioni e i conflitti. Infine nell’età Giuria cedesse alle pressioni premiando ope- un marcato e insopportabile estetismo che si della vecchiaia si consuma la definitiva resa re molto deboli a livello drammatico, della sostanzia nella ricerca di immagini curatissi- delle tre superstiti e l’abbandono dell’apparta- messa in scena ed estetico. Miss Marx, di Su- me, dei contrasti di colore e delle sfumature mento. Le sorelle Macaluso, che pure tratteggia sanna Nicchiarelli, è un period film in costu- della luce. E, circostanza ben più grave, offre un interessante universo - archetipo femmi- me, ambientato a Londra tra il 1883 e il 1998. È l’impressione di voler sublimare il suo noto nile con matrice matriarcale, denota una ve- un biopic dedicato a Eleanor Marx, detta Tus- bozzettismo antropologico intellettualizzato, na poetica incerta che si inaridisce progressi- sy (Romola Garay), figlia minore di Karl Marx, presente in Sacro GRA (2013), e l’insopportabi- vamente. La descrizione - osservazione delle militante socialista appassionata, attivista, le artificiosità e falsità delle situazioni, già protagoniste, pur valorizzata da una messa in sindacalista impegnata particolarmente a fa- presente negli episodi di Fuocoammare (2016), scena ricca di elementi scenografici utilizzati vore dei diritti delle donne, intelligente cura- in un’ossessione pedagogica di maniera, mol- con intelligenza, non riesce quasi mai ad es- trice degli scritti paterni e giornalista. Dopo to presuntuosa, genericamente dolente, ma, sere effettuata collocandosi alla giusta distan- aver vissuto una tormentata relazione di cop- in fondo, cinica. In sostanza vi è il sospetto - za. Vi è un’eccessiva preoccupazione nel mostra- pia con il commediografo e politico socialista certezza che Rosi abbia approntato troppi set re la visceralità e la carnalità delle protagoniste, Edward Aveling, scialacquatore e infedele, up, ovvero scene pseudo documentaristiche, cadendo spesso negli stereotipi dell’eccitazione Eleanor si suicidò a 43 anni assumendo una girate dopo aver opportunamente istruito i gestuale e del disagio psichico prodotto da fe- fiala di veleno. Si tratta di un’opera superficia- protagonisti delle storie su come si devono rite non rimarginabili dell’anima o proponen- le che non emoziona quasi mai, ricca di spun- posizionare e su cosa devono dichiarare. Si do scontate metafore. Ne deriva che lo studio ti melodrammatici prosaici e di clichés grot- possono citare ad esempio due momenti clou di caratteri e la riflessione amara sul trascor- teschi, con una colonna sonora invadente e del film: la lunga sequenza girata in un carce- rere del tempo e della vita e sull’impossibilità bizzarra. Susanna Nicchiarelli conferma la re dove sfilano dimessi, muti e a capo chino, di sottrarsi al ricordo della tragedia risultano sua vocazione a favore di un cinema di matri- centinaia di ex combattenti dell’ISIS che sfog- parziali e poco efficaci. ce ideologica e manipolativa improntato alla giano nuovissime e coloratissime uniformi Proponiamo infine le critiche sintetiche dei idealizzazione mitizzante, nostalgica e squili- arancioni; la scena, girata in penombra in due film vincitori dei Premi principali del brata, e ripropone gli stessi difetti di caratte- un’aula pulitissima, in cui una decina di bam- “Concorso”. Nomadland, terzo lungometrag- rizzazione bozzettistica dei personaggi e del- bini, sopravvissuti alle persecuzioni dell’ISIS, gio di Chloé Zhao, cinese naturalizzata ame- le epoche storiche presenti nei suoi film raccontano, con parole e disegni, a una mae- ricana, adatta il romanzo “Nomadland: Survi- precedenti, Il cosmonauta (2009) e Nico 1988 stra caritatevole e comprensiva, le loro storie ving America in the Twenty-First Century” (2017). Configura un ritratto poco credibile del- e i loro incubi con modalità di recitazione pro- (2017), della scrittrice americana Jessica Bru- la sua eroina, in termini psicologici e ideologi- grammata a comando. Le sorelle Macaluso, ope- der. Si tratta di un dramma esistenziale arti- ci, nel privato e nella vita pubblica, con l’ag- ra seconda di Emma Dante, costituisce l’adat- colato come un road movie atipico che si svol- giunta di alcuni trucchetti nella messa in tamento dell’omonima pièce di grande successo ge nel corso di un anno. In una fredda mattina scena, mutuati pedissequamente dall’approc- della stessa regista, notissima rappresentante nevosa di Gennaio la caparbia vedova sessan- cio eterodosso presente in Marie Antoinette della nuova scena teatrale italiana a partire tenne Fern (Frances McDormand, anche (2006), di Sofia Coppola. Notturno, di Gian- dal 2000. Racconta l’itinerario esistenziale di co-produttrice del film), carica i bagagli sul suo franco Rosi, propone un ritratto attuale delle cinque sorelle, interpretate da dodici attrici, furgone attrezzato a caravan e parte da Empi- tragedie e della difficoltà di sopravvivere delle che abitano sole in un grande appartamento re, la città aziendale nel Nevada rurale, ormai popolazioni intrappolate in un teatro di guer- di una vetusta palazzina affacciata sul mare, abbandonata dopo la crisi economica. Dopo ra prolungata, nel vasto e instabile territorio in un quartiere periferico di Palermo. La loro un’esperienza di lavoro temporaneo come di confine tra Iraq, Siria, Libano e Turchia, principale fonte di sostentamento viene da un operaia presso un deposito Amazon nel Mid con particolare riferimento ai Kurdi, dispersi allevamento di piccioni, approntato nella sof- West si reca a un raduno in Arizona dove de- tra i vari Paesi mediorientali. Girato nel corso fitta: noleggiano i volatili a chi li utilizza in oc- cine di “viaggiatori nomadi” ascoltano i consi- di tre anni di viaggio, è ambientato in un ter- casione di feste e matrimoni. La narrazione è gli del veterano Bob Wells, che è ispiratore e ritorio omogeneamente indistinto, con evi- divisa in tre capitoli. L’età giovanile, durante gli guida di tutti loro. Fern conosce una realtà nuo- denti approssimazioni, incongruenze e grosso- anni ’80, in cui la maggiore ha vent’anni e la più va di persone, per lo più anziane e con scarsi lani errori nel definire i diversi contesti etnici. Si piccola ha solo otto anni, è caratterizzata da mezzi, segnate da esperienze dolorose, spesso 20 [email protected]

segue a pag. successiva segue da pag. precedente con precedenti di malattia, di dipendenze o di rotture familiari, che si ritrovano periodica- mente in specifici punti di aggregazione e di ritrovo: una rete di ristoranti, camping, par- cheggi, rifugi e help point in caso di bisogno. Quindi inizia un itinerario in cui percorre le strade del West per raggiungere sedi di lavori precari nel settore agricolo o manifatturiero e per visitare location naturali speciali. A un certo punto conosce Dave (David Strathairn), un affascinante sessantenne con cui nasce una simpatia che si consolida incontro dopo incontro in luoghi diversi. Fern si reca anche a visitarlo nella grande casa in campagna dove l’uomo si è infine insediato dopo la riconcilia- zione con suo figlio, ma, pur essendo stata ac- colta con rispetto e calore, se ne allontana non essendo pronta a intraprendere una nuova re- “Nuevo orden” (2020) di Michel Franco. Leone d’argento lazione sentimentale. Chloé Zhao vive da molti prossimo, di una rivolta dilagante, determinata barbaramente. Marianne viene fermata da un anni in California e ha sviluppato un forte in- dalla gravissima disparità sociale, con una di- gruppo di militari e condotta in una prigione teresse per il West coniugandolo con l’opzio- varicazione di reddito insopportabile. Confi- clandestina dove i soldati, agendo come una ne per il cinema indie e con la piena disponi- gura lo scenario di una vera e propria “jacque- banda criminale, torturano decine di uomini bilità a utilizzare attori non professionisti e rie”, un’insurrezione popolare, priva di e donne detenuti, appartenenti alla classe me- non attori. Ne sono testimonianza i suoi due motivazioni ideologiche o politiche, in cui mi- dia - alta, per obbligarli a convincere i loro fa- interessanti lungometraggi precedenti: Songs lioni di proletari salariati e di sottoproletari miliari a pagare i riscatti richiesti per la loro My Brothers Taught (2015) e The Rider (2017). Noma- poveri, si dedicano a una sanguinosa azione liberazione. Trascorrono giorni e settimane: dland, affronta alcuni temi fondamentali dell’im- di depredazione sistematica dei ceti più ric- Daniel (Diego Boneta), il fratello di Marianne, maginario e della cultura statunitense: il mito chi. In effetti il Messico presenta da decenni i riceve la richiesta di riscatto e si pone in con- del nomadismo e del “prendere la strada” con segni evidenti di una putrefazione delle isti- tatto con un generale dei servizi segreti cono- la propria mobile home; l’individualismo e l’ir- tuzioni statali, causata dalla corruzione ende- scente di suo padre. A questo punto il capo requietezza che inducono al rifiuto della vita mica e dall’affermazione di organizzazioni militare organizza una manovra che consenta sedentaria; la solidarietà tra persone umili e criminali e mafiose, con sempre maggior se- di rubare il denaro del riscatto e di sfruttare la libere che si sottraggono volontariamente e guito. Durante una calda giornata estiva, nel- situazione per indurire la repressione, con pacificamente ai riti della società convenzio- la splendida villa di un barrio residenziale azioni di ritorsione violenta. Michel Franco è nale e ipertecnologica; la passione per la wil- esclusivo di Ciudad de México è in corso un autore di un cinema centrato sulla degenera- derness. Chloé Zhao, che ha anche curato la sce- fastoso ricevimento, con centinaia di invitati, zione delle relazioni in contesti familiari di neggiatura e il montaggio, mostra un approccio in occasione della celebrazione del matrimo- classe media. I suoi film, Daniel y Ana (2009), coerente e onesto, particolarmente efficace nio di Marianne (Naian Gonzaléz Norvind), la Despues de Lucía (2012), A los ojos (2014), Chronic nell’incipit del film in cui, con naturalezza, met- figlia ventenne di un ricchissimo uomo d’affa- (2015) e Las Hijas de Abril (2017), documentano te a fuoco il contesto antropologico e sociologi- ri. Nel frattempo da alcuni giorni in varie aree relazioni ambigue e distruttive in un quadro co e mantiene la giusta distanza dai personag- della metropoli si susseguono scontri e bloc- di sentimenti ossessivi e / o morbosi e di epi- gi. Tuttavia la scrittura diventa progressivamente chi stradali: i rivoltosi lanciano barattoli di ver- sodi di mobbing sessuale e psicologico. Nuevo più incerta e priva di coraggio, in ragione della nice verde contro edifici pubblici e privati e le Orden, che è senza dubbio il film più ambizio- scelta di privilegiare la dimensione privata e automobili più costose. Alla villa giungono, in- so e riuscito di Franco, segna la scelta di inse- intima della sua eroina, senza per altro riusci- sieme alle loro famiglie, imprenditori, finan- rire la costante attenzione alla famiglia in un re a caratterizzarne pienamente il travaglio zieri, affaristi del regime, politici e alti gradi ambito ben più ampio, quello della degenera- psicologico. Poco a poco, e soprattutto nell’e- dell’esercito e dei servizi segreti. Mentre si at- zione caotica della società messicana, tra vio- pilogo, prevalgono dialoghi stereotipati e tende l’arrivo del magistrato che deve celebrare lenza brutale, estrema avidità, perdita di ogni scontati simbolismi visivi, con la ricerca e la il matrimonio, c’è chi si lancia in danze sfrena- codice morale di rispetto e di lealtà e collasso ripetizione di immagini iconiche. Le convin- te e chi si riunisce per il gioco d’azzardo o per della vita democratica. Franco ha dichiarato centi interpretazioni di Frances McDormand consumare un campionario di droghe. Ad un di aver iniziato a scrivere il film sei anni fa e di e di David Strathairn, affiancati da veri “noma- certo punto Rolando (Eligio Meléndez), un an- essersi reso progressivamente conto, con il di” moderni come Linda May e Swankie, ag- ziano e fidato ex dipendente dei proprietari, si trascorrere del tempo, che la finzione si in- giungono qualità al film. presenta all’ingresso della residenza. L’uomo treccia ormai fortemente con la situazione Nuevo Orden, sesto lungometraggio del messi- chiede che gli sia concesso un piccolo prestito geopolitica reale. Reinventa i codici dei gene- cano Michel Franco, propone una lucida di- per pagare l’intervento cardochirurgico d’ur- ri (action - thriller e dramma distopico), svi- stopia: la prospettiva in Messico, in un futuro ben genza a cui deve essere sottoposta sua moglie, luppa la narrazione in modo incalzante, risol- gravemente cardiopatica. Marianne, messa al vendo con successo anche qualche incongruenza corrente della situazione, è l’unica che si sente della trama, e pone la rappresentazione della in dovere di aiutarlo. Quindi, accompagnata violenza sempre al servizio di una puntuale da Cristian (Fernando Cuautle), il figlio della messa in scena. Certamente il film non è con- domestica più fidata, esce in auto per portare solatorio, perché, quasi tutti i personaggi, ser- il denaro a Rolando che abita in un barrio po- vi, padroni e militari, a parte alcuni onesti che polare. Poco dopo alcuni rivoltosi irrompono diventano vittime più o meno consapevoli de- nella villa e, aiutati da gran parte dei domestici, gli avvenimenti, risultano essere coinvolti in iniziano a saccheggiarla: si fanno consegnare operazioni di manipolazione. denaro e gioielli dagli invitati e li uccidono Chloé Zhao, regista Leone d’oro Giovanni Ottone 21 n. 87

#Venezia77 Una voce umana da Tilda Swinton per Almodóvar, a Venezia 77 Il nuovo film di Pedro precedenti interpretazioni: scritta nel 1930, quella della Bergman, protagonista della ver- Almodóvar, un corto andò in scena per la prima volta al Théâtre de sione televisiva del 1966 di Ted Kotcheff, poi di 30’ girato a luglio la Comédie-Française nel Febbraio dello stes- compagna di Rossellini dal 1949 al 1954 e ma- scorso e montato a so anno, protagonista Berthe Bovy. Fu poi la dre di 3 dei suoi figli. tempo di record subi- volta di Simone Signoret, di Gaby Morlay, di A teatro - in fondo il testo può bene esser con- to dopo la fine del Co- Judith Anderson (l’ineffabile signora Danvers siderato una pièce - ci fu poi anche una sempre vid-confinamento è in Rebecca di Hitchcock, del 1940), Susannah grandissima Anna Proclemer, ma non esatta- stato presentato a Ve- York, Liv Ullman, anche se il pensiero princi- mente ‘performing correct’, per lo stesso Maria Cristina Nascosi nezia 77, Fuori Con- pe va ad Anna Magnani, forse la più ‘corri- Cocteau. corso: si tratta di The Human Voice tratto da Je- spondente’ alle aspettative dell’esigentissimo Ma per tornare alla versione di Almodóvar e an Cocteau e interpretato da Tilda Swinton, Cocteau e, forse, non casuale, il realismo, in per maggior comprensione degli intenti, pia- attrice – feticcio del geniale e mai compianto particolare, sempre grande, visto la storia che ce riportare alcune altre sue affermazioni in abbastanza Derek Jarman – di cui ha parlato tra lei e Rossellini stava finendo per l’arrivo di conferenza-stampa: ampiamente al Lido in conferenza-stampa di Ingrid Bergman. “Due esseri viventi affrontano l’abbandono, una presentazione del meraviglioso ‘prodotto’ re- E, una curiosità: a Mentone, in Francia, collo- donna ed un cane...Nei tre giorni di attesa di una alizzato dal suo incontro con Almodóvar. Si cato in un’avveniristica e poetica, ad un tem- telefonata da parte dell’amante/amato, la donna era aggiunto quasi di sorpresa ed a metà Ago- po, splendida costruzione ideata dall’architet- esce in strada solo una volta, per acquistare un’a- sto scorso alla serie di film della sua sezione e to-editore Rudy Ricciotti, c’è il Musée Cocteau, scia ed una latta di benzina, e passa da uno stato Almodóvar si era così espresso: pieno di opere d’arte moderna. In continua- d’animo all’altro: dall’impotenza alla disperazione “Sono entusiasta di tornare a Venezia in ed alla perdita di controllo. Si trucca, indos- questo anno speciale, con il Covid 19 come in- sa vestiti eleganti come se dovesse andare a volontario ospite. Tutto sarà differente, e non una festa, medita di buttarsi dal balcone, vedo l’ora di scoprirlo di persona. E’ un onore finché il suo ex amante non le telefona...E i affiancare Tilda in un anno in cui riceverà colori, in tutta la pellicola son particolar- un premio meritatissimo ( Il leone d’oro alla mente vivi, saturi, addirittura sgargianti. carriera, lo stesso da lui avuto lo scorso anno, La Swinton è vestita di un rosso sangue n.d.r.). Per la verità, The Human Voice è quanto mai simbolico, il colore della ‘camera un festival di Tilda, una rassegna dei suoi in- di sangue’ a cui pensava Cocteau (...). L’uni- finiti e assortiti registri come attrice”. ca voce però è la sua: quella dell’uomo non si Così due leoni d’oro alla carriera si sono sente mai. incontrati ed han dato vita a dell’ottimo All’inizio la donna finge di essere calma e di cinema. comportarsi in modo normale, ma è sempre The human voice, s’intitola, il loro piccolo sul punto di esplodere contro l’ipocrisia e la e breve capolavoro - un ‘semplice’ mo- meschinità dell’altro. The Human Voice è nologo, in fondo - molto ‘manipolato’ da una lezione morale sul desiderio, anche se la entrambi, sia il regista che l’interprete. protagonista si trova proprio sull’orlo dell’a- Tratto da un sempre e comunque im- bisso. Il rischio è una parte fondamentale menso Jean Cocteau, l’opera, pur ripre- dell’avventura di vivere e di amare. Il dolore sa da registi ed attrici tra i maggiori del è molto presente nel monologo; come ho detto cine-empireo, riesce a stupire ancora, all’inizio, il film descrive lo smarrimento e perché dopo trent’anni di gestazione e l’angoscia di due esseri viventi tormentati ripensamenti, ma anche di tante cita- per la mancanza del loro padrone”. zioni in quello che più che cinema è Anche qui, quasi paradossalmente – ma (sempre) mèta-cinema, quello di Almo- non troppo – Almodóvar cita film di al- dóvar, per l’appunto, un omaggio conti- tri: chiaro è il riferimento a Sei donne per nuo al cinema di ogni paese ed anche al l’assassino di Lamberto Bava, un capola- teatro, in realtà, è comunque un lavoro voro ‘pop’ del Cinema Italiano del 1964, ‘nuovo’ digerito, come dice lui, metabo- ma non manca il più ‘recente’ Quentin lizzato e poi ricreato, secondo canoni Tarantino pure lui ‘ricordato’ con il suo moderni ed inusuali, seppur sempre di Kill Bill (2003), nella scena in cui la marca almodovariana e, inutile dirlo, Swinton distrugge con l’accetta un ve- anche swintoniana, perché spazio per stito dell’amante, un vero e proprio ‘de- lei ce ne è stato, eccome, ad iniziare litto’, fuor di metafora, il tutto un’ulte- dall’uso della sua lingua, l’inglese, una ‘prima zione, su di una parete delle grandi sale espo- riore prova provata della cinefilia a tutto volta’ per il regista spagnolo. sitive, è proiettato il film in eccellente b/n con tondo del regista spagnolo. Lei desiderava da tantissimo di poter lavorare la Magnani che recita in francese, una vera Almodóvar ha poi concluso dicendo che ad ot- con Almodóvar che ‘amo’ – ha detto – da quando ‘chicca’ da recuperare…appena possibile. tobre inizierà la pre-produzione del suo pros- ho visto Donne sull’orlo di una crisi di nervi, del La versione di Rossellini de La voce umana è la simo film. 1988. E guarda caso, proprio in quella pellicola prima versione cinematografica ed è un epi- “Nel frattempo ho scritto due sceneggiature che mi sta una delle citazioni-omaggio a Cocteau che sodio del film L’Amore. L’interpretazione della piacerebbe fare con lo stesso senso di libertà. Hanno il regista gli ha fatto negli anni. La prima era Magnani – seguita personalmente in Parigi un’aria teatrale, uno è un western particolare, Stra- stata ne La legge del desiderio, 1987, con la sua dallo stesso Cocteau –venne oltre più conside- na forma di vita, s’intitola, ed è come un fado, una (da sempre, insieme con Penelope Cruz) attri- rata la più fedele tra quelle, alcune già citate, specie di distopia”. ce-feticcio, Carmen Maura. E grande è stata la che la seguiranno. prova, ma, soprattutto, il confronto, con le Una di esse, giusto (?) contrappunto, fu proprio Maria Cristina Nascosi Sandri 22 [email protected] #Venezia77 Io ho denunciato Prodotto dal catanese Antonio Chiaramonte, regia di Gabriel Cash, tratto dal libro di Paolo De Chiara e da lui stesso sceneggiato con la collabo- razione di Enzo Guarnera il Premio “Starlight Cinema International Award” alla 77.a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia per la catego- ria “Impegno Sociale”

Il progetto di produr- Stato e nonostante tutto, i dubbi, il disorien- bene della comunità”. Nato e vissuto a Cata- re una serie di film sul tamento, lo sconforto, continua ad accusare, a nia con questo film Chiaramonte rende giu- tema della legalità parte testimoniare contro i clan mafiosi, provocan- stizia ad una Sicilia fatta anche, sempre paro- da lontano e finalmente do decine di arresti e dando alla vicenda uma- le sue, “di tanta gente per bene che come il comincia a trovare rea- na un coinvolgente e serrato spessore emoti- protagonista del mio film dicono di no alla lizzazione grazie all’at- vo. Encomiabile per lo scavo psicologico compito mafia. La Sicilia è anche terra di cultura di tivazione di una serie di sul personaggio principale, nel film emerge musica, di arte. Il futuro sono i nostri giovani. Il sinergie tra produzione chiaramente nel corso dell’incalzare degli mondo può diventare migliore solo se insegniamo a e istituzioni. Un im- eventi la sostanziale differenza tra “testimoni loro a non inginocchiarsi ai soprusi, a non voltare Franco La Magna portante riconoscimen- di giustizia”, ovvero cittadini onesti (oggi a la faccia di fronte alle ingiustizie ma, malgrado le to ad una potente e detta dello stesso De Chiara 80 persone) che si conseguenze, alzare la testa e stare sempre dalla drammatica opera girata a Catania, dopo quello ribellano al criminale potere mafioso, pur- parte della legalità”. dello scorso anno ottenuto a Fiumicino - dove troppo poi non raramente abbandonati a se Enzo Guarnera, l’avvocato penalista catanese durante la manifestazione “Notte bianca della stessi e “collaboratori”, impropriamente chia- che ha collaborato al film fornendo a De Chia- legalità” ha ricevuto il “Premio legalità 2019” - mati “pentiti”, quando lo sono davvero (esi- ra il materiale processuale e incontrandosi arriva ora anche dall’ultima Mostra Inter- con lui varie volte, assumendo anche il nazionale del Cinema di Venezia dove ha ruolo di supervisore alla sceneggiatura, conquistato il prestigioso Premio “Starli- ha dichiarato che “presentare il film tratto ght Cinema International Award”, piaz- dal libro di Paolo De Chiara assume, per zandosi al primo posto tra i 6 film di pro- me, un significato particolare. Conosco la duzione internazionale in concorso per la vicenda narrata perché l’ho vissuta in pri- categoria “Impegno Sociale”. A ricevere il ma persona. Sono stato e sono ancora riconoscimento è stata l’opera Io ho denun- l’avvocato di Valerio (l’imprenditore ta- ciato (2018) - film di lungometraggio, vota- glieggiato dalla mafia, n.d.a.). L’ho segui- to all’unanimità dalla giuria, prodotto dal to in tutte le fasi: i tormenti, i dubbi, le catanese Antonio Chiaramonte, regia di paure, il momento della denuncia. Le an- Gabriel Cash (anche produttore esecuti- gosce della testimonianza nelle varie fasi vo), tratto dal libro del giornalista e scrit- processuali. Le insonnie, le disperazioni, tore Paolo De Chiara, basato su un pro- la depressione, la crisi nel rapporto coniu- getto nato da un’idea dell’avvocato Enzo gale e in quello con i figli. La perdita di Guarnera (noto penalista del foro etneo ed qualsiasi speranza nel futuro. Ma alla fine ex deputato regionale). Il premio è stato Valerio ha vinto. Anzi abbiamo vinto as- consegnato, durante le giornate venezia- sieme. Si assieme. Ho partecipato alla sua ne, dallo stesso direttore artistico della vicenda non solo come avvocato, ma so- Mostra Alberto Barbera nelle mani d’un prattutto come uomo. E posso dire che emozionato Chiaramonte, presidente di oggi l’avvocato ha un ruolo marginale: “CinemaSet”. siamo diventati amici. Questa esperienza Io ho denunciato godrà di una circuitazione mi ha confermato in un convincimento. nazionale attraverso proiezioni riservate La persona, i suoi problemi, le sue aspet- agli studenti di tutte le scuole d’Italia, cura- tative, vengono prima, molto prima, del te dal MIUR (Ministero dell’Istruzione ruolo sociale. Umanizzare i rapporti, dell’Università e della Ricerca). Successi- esercitare la solidarietà e la condivisione, vamente, dopo le proiezioni alle migliaia e è l’unica via per il cambiamento. Incon- migliaia di studenti delle scuole medie e trare l’altro nella sua identità profonda in- superiori, è prevista altresì una distribu- fonde fiducia e speranza. Il mio incontro zione nelle sale commerciali, sempre in con Valerio ha rappresentato un momen- stretta collaborazione con il Ministero del- to magico. Certamente per me. Mi auguro la Pubblica Istruzione. L’opera è ispirata alla stono casi clamorosi di “falsi pentiti”) spesso anche per lui”. storia vera di un imprenditore siciliano che tali divenuti per motivi meramente opportu- Anche così, soprattutto così, attraverso la dopo anni di soprusi, in preda ad una laceran- nistici, primo tra tutti la riduzione della pena. straordinaria forza del cinema la diffusione te crisi interiore, decide di denunciare i suoi “Sono molto orgoglioso di questo lavoro” ha della legalità nel nostro paese può far sperare aguzzini, due clan mafiosi, entrando a far commentato Antonio Chiaramonte. “Con que- che gradatamente, con la progressiva e conti- parte del piano di protezione (tutt’ora ancora sto film inizia una serie di produzioni cinema- nua acquisizione di una coscienza di massa valido) in qualità di testimone di giustizia. tografiche che esaltano gli eroi positivi della contro la violenza e i soprusi, la spaventosa Paura, smarrimento, disperazione, una vita nostra società. È arrivato il momento di dare piovra mafiosa possa finalmente essere scon- da recluso in un territorio sconosciuto, senza spazio a personaggi positivi: alle vittime che fitta. Per Io ho denunciato sarebbe auspicabile più contatti con la terra d’origine, con amici e non si piegano alla malavita organizzata, ai un coinvolgimento anche nel ciclo cinemato- parenti, sottoposto a continui trasferimenti magistrati e alle forze dell’ordine che con pas- grafico dell’Agiscuola dedicato agli studenti da una città all’altra, l’uomo vede vacillare le sione e impegno ogni giorno scendono in delle scuole secondarie di I e II grado. sue certezze e scivola lentamente in una spi- campo a favore della legalità, combattendo il rale infernale. Chiede d’essere protetto dallo male e mettendo a rischio la propria vita per il Franco La Magna 23 n. 87 Ofuji, il pionere dell’animazione giapponese Ai molti che sono cre- fu punteggiata da film musica- sciuti guardando gli li, e che vari film musicali furo- anime in televisione, e no girati da altri animatori ai meno numerosi ma concorrenti. Si può dire che, in più agguerriti che ama- Giappone, la storia dei video- no registi come Hayao clip d’animazione nasca pro- Giannalberto Bendazzi Miyazaki o Isao Takaha- prio dal lavoro di Ofuji. ta, interesserà forse qualche nota sulla protostoria Dopo i bombardamenti di Hi- dell’animazione giapponese. In mezzo a mol- roshima e di Nagasaki, e la resa ta produzione trascurabile, negli anni 1920, incondizionata dell’impero nip- 1930 e 1940 non mancarono dei piccoli gioielli. ponico (3 Settembre 1945), gli Il primo animatore con ambizioni d’arte fu occupatori americani premet- Noburo Ofuji (nome d’arte di Shinshichiro tero fortemente il tallone sulla Ofuji, 1900-1961), attivo fin dal 1921 ma scoper- produzione cinematografica de- to dagli occidentali nel 1927, quando il suo gli sconfitti. L’animazione fu cortometraggio Kujira (La balena) venne pro- meno censurata del cinema di Fotogramma da “Kujira” (1927) iettato a Parigi. Era la storia di una nave in live action, e Ofuji poté girare almeno un film onryo, cioè gli spiriti dei morti tornati per ven- procinto di affondare per causa di una tempe- all’anno dal 1946 al 1961, anno della sua morte, dicarsi dei torti subìti in vita. Come da tradi- sta, nella quale il pericolo di morte è sover- con una punta di ben quattro nel 1952. La cele- zione, inoltre, i fantasmi non aggrediscono fi- chiato dalla lussuria dell’equipaggio di ma- brità internazionale aureolò il remake a colori sicamente le loro vittime, ma li inducono in schi nei confronti dell’unica donna a bordo. de La balena (datato, appunto, 1952), facendo una specie di follìa che li farà autodistruggere. Una balena li inghiotte, per poi liberare solo la anche leva sugli elogi di Jean Cocteau e di Per l’ultimo degli uomini a bordo, gli spettri ragazza. Pablo Picasso, che lo videro proiettato al Festi- prenderanno le forme di tutte le ossessioni Era un film di silhouettes animate, umane nella brama di potere, ab- ben diverso però dallo stile portato battendosi su di lui come per un al suo apice dalla tedesca Lotte Rei- contrappasso dantesco: orme di niger col suo lungometraggio Le av- piedi che lo schiacciano, corpi di venture del principe Achmed (1926). donna sinuosi che gli si accasciano L’animatore del Sol Levante rita- addosso, facendolo sballottare fra i gliava le figure su carta semi-tra- seni, spade che lo imprigionano e sparente, ottenendo scenografie e soprattutto un grande occhio che si personaggi sfumati e velati, assai apre su di lui, inghiottendone la fi- lontani dal nero incisivo usato fino gura (l’occhio e l’atto del vedere ap- a quella data dai silhouettisti euro- partengono alla cartografia emo- pei o nordamericani. La balena è zionale degli horror giapponesi)”. sensuale e drammatico, ennesima La morte colse Noburo Ofuji a soli riprova che l’animazione non nac- 61 anni, mentre aveva in lavorazio- que per bambini. Ofuji girò nel 1952 ne un lungometraggio sulla vita di un remake di questo film, usando Buddha. ritagli trasparenti di cellophane di L’anno seguente, a dimostrazione diversi colori. dell’altissimo concetto che di lui Nel 1931, con l’umoristico corto Il avevano tanto i colleghi quanto gli fiore d’oro (Kogane no hama), Ofuji spettatori, fu istituito il Premio tentò una doppia sperimentazione, Noburō Ōfuji (1900 – 1961) Ofuji, tuttora in vita, per rendere val di Cannes. omaggio all’animatore nazionale che più si Sempre a proposito di colore, il ca- era messo in luce nell’anno precedente. polavoro di Ofuji con il cellophane trasparente fu La nave fantasma Giannalberto Bendazzi (Yureisen, 1956), di cui così scrive Roberta No- vielli1: “I pirati assaltano una nave, violentano le donne e infine uccidono tutte le persone a bordo. Mentre proseguono la navigazione, però, in- crociano nuovamente la stessa nave, divenuta un natante fantasma: ora rappresentata in bian- Yureisen di “Noburo Ofuji (1956) “The Phantom Ship” Titolo co, così come in traspa- Internazionale Durata: 11’ Audio Sonoro Edizione 2015 renze d’avorio sono i membri del suo equi- migliorando la sincronizzazione dei dischi paggi. Nella più classica tradizione sonori (con la tecnica Tojo Eastphone), e il co- orrorifica giapponese indicano gli Kujira (Balena) di Noburo Ofuji. Mus.: Setsuo Tsukahara · 35mm. Col. lore. Il primo fu coronato da un rapido succes- 1 Animerama – Storia del cinema d’animazio- so, tanto che la produzione seguente dell’artista ne giapponese, Marsilio, Venezia 2015, pagina 91. 24 [email protected] Festival Lanterna Magica Film Fest Conclusa la sessione estiva “Mamma e Papà, istruzioni per l’uso”. Premiato Selfie di famiglia (Mon bébé) – 2019 di Lisa Azuelos

Sabato 26 Settembre scorso si è conclusa all’Auditorium del Parco della città dell’Aquila la sessione estiva denominata “Mamma e Papà, istruzioni per l’uso”. L’iniziativa cultu- rale è organizzata e promossa dall’Istituto Ci- nematografico dell’Aquila. Stefano Masi, giornalista, critico cinemato- grafico e coideatore dell’iniziativa culturale ha animato l’ultimo appuntamento con un ricco ed articolato programma di incontri e proiezioni, rendendo merito ad nella sua normalità basata su rap- un percorso itinerante che ha porti affettivi fondativi con intreccio coinvolto diversi Istituti scola- di tenerezze, complicità e qualche in- stici del comprensorio, oltre ad comprensione superate con leggerez- insegnanti, dirigenti scolastici e za e ironia.Una decisa rappresenta- famiglie. Nonostante le note dif- zione femminile. ficoltà legate al Covid, giovani La serata ha avuto anche un ulte- studenti con il coinvolgimento riore momento culturale per dei loro genitori, hanno potuto grandi e piccini: la proiezione assistere nel corso di questi me- del cortometraggio I fratelli- si, ad alcune proiezioni in strea- ni con Stanlio e Ollio (1961), ini- ming di alcuni lungometraggi ziativa inserita all’interno del che affrontano il delicato e com- Progetto “S.O.S. Stanlio e Ollio: plesso tema del rapporto genito- salviamo le versioni italiane dei ri-figli. Un progetto con un im- film di Laurel & Hardy!”. il pro- portante valore formativo. mo della versione italiana de I A conclusione della serata, la fratellini recuperata dal Proget- giuria nominata dalla Commis- to é visibile a questo indirizzo: sione scientifica dell’Istituto Ci- La giuria con Stefano Masi (le foto sono di Maria Caprasecca) https://bit.ly/30foxqQ. Per molti nematografico dell’Aquila com- versi antesignana di Allegri ge- posta da Angelo Tantaro (Direttore melli (Our Relations, 1936), la ver- di Diari di Cineclub); Enzo Pio Pi- sione di Brats (1930) recuperata gnatiello e Simone Santilli (Di- dal progetto “S.O.S. Stanlio e Ol- rettori artistici del Progetto “S.O.S. lio” presenta una somiglianza Stanlio e Ollio”, dopo aver visiona- ancora maggiore rispetto al lun- to online e discusso nei mesi gometraggio in questione, grazie scorsi, i film messi a disposizio- al fatto che, trattandosi della riedi- ne dalla Direzione del Festival zione risalente alla fine degli an- Lanterna Magica Film Fest 2020 ni Trenta, vi è stata aggiunta – sezione “Mamma e Papà: istru- buona parte della stessa musica zioni per l’uso”, ha deciso di at- di sottofondo. tribuire il premio a: DdC Selfie di famiglia (Mon bébé) – 2019 di Lisa Azuelos. Questa la www.istitutocinematografico.org motivazione: MiBACT Il rapporto assoluto tra una mamma MIUR | single, un pò folle e romantica che Regione Abruzzo nonostante il suo ruolo, si ritaglia Provincia dell’Aquila attimi di spensierata felicità, capace Da sx: Simone santilli, Enzo Pio Pignatiello, Angelo Tantario, Pierluigi Rossi, Mercedes Comune dell’Aquila di rendere magica una famiglia Calvisi, Stefano Masi, Manuela D’Innocenzo, Giovanni Chilante Diari di Cineclub | Media partner 25 n. 87

Alla scoperta del viaggio dantesco #10 Conosciamo la Divina Commedia: canto V, Inferno verso il settecen- tenario di Dante L’Inferno è la prima delle anima nominata da Virgilio è Semiramide, tre Cantiche che com- regina che rese lecita la lussuria nel suo regno pongono l’Opera Ma- per non essere accusata di esserne tormenta- gna di Dante Alighieri. ta. A seguire troviamo Didone, regina di Car- Dante ha iniziato il suo tagine che si uccise alla partenza del suo Enea. viaggio, e quello dell’a- È indicata anche Cleopatra, la “lussuriosa”. nima di tutti gli uomini, Fra i personaggi storici, Virgilio indica anche Martina Michelangeli trovandosi nella selva eroi della mitologia e della letteratura, come oscura nella notte del Paride, Achille e Tristano. Dante, colpito dalle 7 Aprile, giovedì santo, e l’alba dell’8 Aprile, il storie di queste anime si sente smarrito, poi- venerdì santo, dell’anno 1300. Nel quinto can- ché colpito da una profonda pietà nei loro to dell’Inferno siamo nelle ultime ore dell’8 confronti (vv. 70-72): Aprile. Siamo al secondo cerchio, controllato “Poscia ch’io ebbi ’l mio dottore udito/ nomar le da Minosse (personaggio mitologico figlio di donne antiche e ’ cavalieri,/ pietà mi giunse, e fui Giove e di Europa), re di Creta, giudice in vita quasi smarrito.” e nell’inferno dantesco. Seguendo il suo ruolo In questo sentimento di tormento e dolore, ascolta le confessioni dei peccatori, dopo di l’attenzione di Dante è colpita da due dannati che avvolge la sua coda intorno al corpo per che sono sospinti insieme nella schiera, e far capire all’anima la sua collocazione nel Re- sembrano muoversi così leggeri, come se la gno del Male (vv. 4-12): dannazione di quel luogo non li colpisse. Vir- “Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:/ essamina gilio non nega a Dante la possibilità di parlare le colpe ne l’intrata;/ giudica e manda secondo con i due amanti e lo consiglia di attendere il ch’avvinghia./ Dico che quando l’anima mal nata/ giusto momento per rivolgersi a loro. I due li vien dinanzi, tutta si confessa;/ e quel conoscitor dannati sono paragonati a due colombe, sim- “Paolo e Francesca da Rimini” di Gustave Doré de le peccata/ vede qual loco d’inferno è da essa;/ cignesi con la coda tante volte/ quantunque gradi L’anafora, cioè la ripetizione della stessa pa- vuol che giù sia messa.”. rola (in questo caso “Amor”) a inizio verso, è In questo luogo sono puniti i lussuriosi, e chiaramente di stampo stilnovistico. Il dolce Dante ascolta continui lamenti e il dolore dei stilnovo è la corrente letteraria che cantava peccatori, che nella vita hanno sottomesso la della dolcezza dell’amore e che Dante utilizzò ragione al desiderio (vv.37-39): nei suoi versi giovanili dedicati alla “gentilis- “Intesi ch’a così fatto tormento/ enno dannati i sima” Beatrice (Vita Nova) . Dante è turbato e peccator carnali,/ che la ragion sommettono al colpito dalle dolci parole di Francesca, ma de- talento.”. sidera comunque scoprire come e quando Minosse si accorge della presenza di Dante, nacque l’amore dei due amanti. La donna de- vivo fra le anime, e lo avverte di non fidarsi cide di ricordare quel momento felice e rega- della grandezza dell’ingresso infernale e so- “Paolo e Francesca” olio su tela, cm 98 × 227 realizzato la a Dante (e ai lettori) la storia della loro pas- prattutto di non fidarsi di Virgilio come gui- intorno all’anno 1887 di Gaetano Previati, conservato presso sione, nata tramite un’altra storia d’amore da, essendo anche lui un dannato del Limbo. l’ Accademia Carrara di Bergamo, Pinacoteca per eccellenza, quella di Lancillotto e di Gine- Il poeta antico, sentitosi toccato nell’orgoglio vra (vv. 127-138): risponde a Minosse, zittendolo, come fece con bolo della dolcezza e della fragilità di due ani- “Noi leggiavamo un giorno per diletto/ di Caronte (vv. 21-24): me che si muovono insieme verso lo stesso de- Lancialotto come amor lo strinse;/ soli eravamo e “E ’l duca mio a lui: “Perché pur gride?/ Non stino (vv. 80-87): sanza alcun sospetto./ Per più fïate li occhi ci impedir lo suo fatale andare:/ vuolsi così colà dove “O anime affannate,/ venite a noi parlar, s’altri sospinse/ quella lettura, e scolorocci il viso;/ ma si puote/ ciò che si vuole, e più non dimandare”. nol niega!”./ Quali colombe dal disio chiamate/ solo un punto fu quel che ci vinse./ Quando Per la legge del contrappasso, “i peccator car- con l’ali alzate e ferme al dolce nido/ vegnon per leggemmo il disïato riso/ esser basciato da cotanto nali” sono travolti dal turbine della bufera in- l’aere, dal voler portate;/ cotali uscir de la schiera amante,/ questi, che mai da me non fia diviso,/ la fernale che non potrà mai fermarsi, è eterna. ov’è Dido,/ a noi venendo per l’aere maligno,/ sì bocca mi basciò tutto tremante./ Galeotto fu ’l libro Una schiera di anime travolte dalla bufera, in- forte fu l’affettüoso grido.” e chi lo scrisse:/ quel giorno più non vi leggemmo curiosisce Dante, il quale si rivolge a Virgilio Dal momento che i due amanti si avvicinano a avante.” per saperne qualcosa di più. Questa volta il Dante e inizia il dialogo fra loro, il pathos col- Mentre Francesca racconta la loro storia, Pao- Maestro risponde subito al suo discepolo, no- pisce il lettore per tutto il canto, fino alla fine. lo piange in silenzio. Proprio le sue lacrime, minando alcuni lussuriosi morti in maniera Dante si rivolge ai due dannati e sarà la donna forse, insieme alle parole della donna fanno violenta (vv. 67-69): della coppia, Francesca da Rimini, a racconta- venire meno Dante, che sviene ormai travolto “(…) e più di mille/ ombre mostrommi e re l’amore con il cognato Paolo Malatesta, dalla pietà verso quell’amore. Una passione nominommi a dito,/ ch’amor di nostra vita condannato con lei fra i lussuriosi per l’eterni- che nella vita terrena divenne un amore per- dipartille.” tà (vv. 100-107): duto, poiché non vissuto, mentre nella danna- Le anime castigate dalla bufera nell’oscurità “Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,/ prese zione dell’Inferno è stato reso eterno (vv. 139- sono soprattutto donne, che nelle storia sono costui de la bella persona/ che mi fu tolta; e ‘l modo 142): state indicate come donne dedite alla lussuria ancor m’offende./ Amor, ch’a nullo amato amar “Mentre che l’uno spirto questo disse,/ l’altro e ai piaceri della carne. In questo canto infatti perdona,/ mi prese del costui piacer sì forte,/ che, piangëa; sì che di pietade/ io venni men così com’io la presenza femminile è intensa, come se l’a- come vedi, ancor non m’abbandona./ Amor morisse./ E caddi come corpo morto cade.” more, la passione, il tormento amoroso sia condusse noi ad una morte./ Caina attende chi a predominante e tipico nella donna. La prima vita ci spense”. Martina Michelangeli 26 [email protected] QL Quaderni Letteralri #3 Il contratto d’autore: come funziona e quali regole prevede Prosegue la rubrica, condotta da Maria Rosaria Perilli, di cultura editoriale di Diari di Cineclub per raccontare di prosa, poesia, testi teatrali, nar- rativa, saggistica. Questo che segue un resoconto della terza puntata trasmessa su DdCR – Diari di Cineclub Radio | https://bit.ly/2YEmrjr In questa puntata si parla delle regole del rapporto tra Autore ed Editore. Ospite di Maria Rosaria Perilli l’avv. Elisabetta Bavasso

Dopo la pausa dovuta va? La tentazione è forte, però meglio non es- all’emergenza Corona- sere avventati se vogliamo bene a noi e alla virus, torna il nostro nostra opera. Allora cosa cercare, esattamen- appuntamento con QL te? Ad aiutarci penserà oggi un esperto, a cui - Quaderni letterari, ru- ho rivolto alcune domande chiave: l’avvocato brica sulla cultura edi- Elisabetta Bavasso, del Foro di Firenze. toriale che prevede in- Elisabetta, quali sono i punti essenziali di un con- terviste sui temi della tratto d’autore? pubblicazione con le Il contratto d’autore è il contratto con il quale si case editrici, per arri- regola il rapporto tra chi produce un’opera arti- Maria Rosaria Perilli vare a uno dei momen- stica (letteratura, servizi giornalistici, fotogra- ti cruciali nella vita di fia, illustrazione...), frutto del suo ingegno, e chi ogni scrittore: la firma del contratto d’autore. si occupa di editarla e diffonderla. L’opera resta vincola oltre la solerte attivazione della catena Finalmente! Un percorso così lungo, fatto di comunque proprietà dell’autore, il quale può sti- della distribuzione che porta il libro nelle li- parole, di ricerca della casa editrice più seria, pulare un contratto di edizione, ad esempio, nel brerie (e nei siti di vendita online, nella gran- e poi il lavoro sfiancante con l’editor, che ha caso di un libro, con l’editore, affinché il testo sia de distribuzione, nelle vendite per corrispon- proposto sterminate correzioni al nostro li- stampato e distribuito per la vendita. Quindi denza, rateali, combinate, nelle fiere, ecc.). bro. Adesso però il testo è perfetto, la storia è di- l’autore resta sempre il proprietario dell’opera e Altre iniziative restano alla libera scelta di cia- ventata anche più bella e la veste grafica ci ha già l’editore è il soggetto che la rende fruibile al pub- scuno e niente vieta che le parti si possano ac- fatto innamorare così come farà innamorare blico. Il contratto prevede la remunerazione cordare su attività di promozione con concor- tutti quelli che “avranno la fortuna”, entrando in dell’autore e le attività dell’editore. Segue le nor- so alle spese. È bene definire quali attività e libreria, di lanciare lo sguardo sulla copertina. mali regole dei contratti commerciali, con liber- quali spese ci si obbliga a sostenere, ed è utile «Allora, quando uscirà il mio libro?» chiedia- tà tra le parti di stabilire le condizioni; natural- stabilire un tetto massimo delle spese che mo ansiosamente al nostro editore. Lui, anzi- mente vi sono consuetudini consolidate. eventualmente dovrà sostenere l’autore. ché dare subito l’agognata risposta, allunga I vari punti sono sempre ben dettagliati, o è il caso L’editore può chiedere un pre-acquisto di copie? E una serie di fogli debitamente spillati, por- che l’autore presti particolare attenzione nella let- ancora, nel contratto sono previsti eventuali antici- gendoci la penna. «Prima devi firmare il con- tura di ciò che andrà a firmare? pi sui diritti d’autore? tratto, qui e qua, lì e là», e noi, naturalmente, Il tipo di contratto non è soggetto a regime non ce lo facciamo mica ripetere. In fondo un vincolistico (come i contratti di lavoro o loca- contratto è segno di garanzia, e poi l’editore zione), per cui può essere realizzato qualun- sa cosa fa, magari non ha neanche chiesto que accordo. Il mercato e la consuetudine, ol- contributi in denaro, quindi “vendere molto” tre alla Legge sul diritto d’autore e al Codice è nel suo interesse. Giusto, è nel suo interesse. civile, fanno da regola (Legge, 22/04/1941 n° L’editore sa certamente cosa fa. E noi sappia- 633, G.U. 16/07/1941 e modifiche apportate dal- mo cosa stiamo firmando? Questa serie di fo- la L. 3 maggio 2019, n. 37). Molto incide il rap- gli tutela i nostri interessi? Ogni opera dell’in- porto di “forza” contrattuale tra le parti, che gegno nasce da un’idea e viene creata con un deve essere equilibrato per evitare che una impegno meritevole di essere salvaguardato. parte sia sfavorita nel rapporto. Ad esempio, Arriviamo quindi al punto. Cos’è il contratto Maria Rosaria Perilli e l’avv. Elisabetta Bavasso un giovane e talentuoso autore non ancora d’autore? Semplice: è il contratto che regola il Non essendo le regole tutte “scritte” in una legge, conosciuto può trovare un editore affermato nostro rapporto con la casa editrice. Che sta- è necessario che le parti prestino attenzione a ciò che gli garantisca una buona riuscita della sua bilisce regole e impegni per l’una e l’altra par- che firmano. L’autore avrà una remunerazione e prima pubblicazione e quindi accettare ini- te. Una volta firmati quei fogli sarà difficile l’editore sarà obbligato a svolgere determinate at- zialmente condizioni economiche modeste, tornare indietro, magari ci sono delle clausole tività (stampa, immissione nel circuito della di- avendo però il vantaggio del lancio della sua a nostro sfavore, per esempio un’esclusiva di stribuzione e così via); le scelte editoriali, come il opera e dell’essere seguito come autore e con- dieci anni, così se nel frattempo verremo notati titolo, impaginazione, grafica, copertina, sono la- fortato nelle sue aspirazioni; viceversa, un au- da una casa editrice più importante non avremo sciate principalmente all’editore. tore già affermato può ottenere dall’editore neanche la libertà di cogliere l’occasione. Oppu- Nel contratto devono essere specificate anche le migliori percentuali (royalties) sulle vendite. re, un domani l’editore ci chiederà di andare a eventuali spese che l’autore dovrà sostenere per la Un contratto disciplinante un rapporto che si presentare il libro a Ortisei o Nuoro, il tutto a no- promozione del proprio libro? realizza in fasi diverse può richiedere inter- stre spese, dal viaggio all’albergo (anche per lui), Il contratto di cessione dei diritti d’autore fa na- venti successivi e correttivi, ecco perché una e noi non potremo rifiutarci perché questo era scere un rapporto articolato, a volte complesso. giusta contrattazione iniziale è preziosa. “previsto dal contratto”. E vogliamo parlare dei Tra l’autore e l’editore si crea anche un concorso Accordo comprensibile e chiari diritti e doveri soldi? Guadagneremo qualcosa? O anche… devo per la rifinitura dell’opera: il contratto avrà le sono quindi necessari. Può apparire noioso e comprare io tante copie? Intanto siamo alla scri- clausole necessarie a seconda del tipo di realtà in ripetitivo, ma aiuta chi poi dovrà interpretarli vania del nostro editore, con la penna in mano. cui si opera. Nessun contratto può però preve- in caso di litigio. Prima di firmare è allora giu- Nessuno ci mette fretta, ma ci sono tante cose dere tutto ciò che può nascere da un rapporto di sto parlare col nostro editore e chiedere delu- da leggere e punti complessi su cui prestare at- lavoro che, spesso, diventa anche personale e cidazioni. Sarà bene cominciare col piede giu- tenzione, scritti con terminologia tecnica. Tra che si determina semplicemente realizzandosi. sto, con la massima fiducia reciproca e le noi e la pubblicazione l’ultimo passo, costituito Normalmente l’autore non viene vincolato a migliori (ma realistiche) prospettive. da questi fogli. Cosa fare? Firmare e… come va spese di pubblicità, come pure l’editore non si Maria Rosaria Perilli 27 n. 87 Lunigiana Cinema #Fellini100 | Rimini 1920 – 2020 Festival Le iniziative di Diari di Cineclub | https://bit.ly/3iapiI0 Cinema, libri, ambiente e diritti umani Fivizzano (MS) 2 – 4 ottobre 2020 Con il patrocinio concesso dal Comitato delle celebrazioni per il centenario di Federico Fellini https://fellini100.beniculturali.it/

• Fellini 100 anni dopo. Roberto Chiesi - Rubrica radiofonica in podcast su DdCR | Diari di Cine- club Radio | https://bit.ly/2YEmrjr

• Fare l’aggettivo. Mostra di disegni sull’opera di Federico Fellini dell’artista Valentina Restivo sullo Spazio espositivo web di Diari di Cineclub | https://bit.ly/3bV3Pkw

Si svolgerà presso il Museo di San Giovanni la • Articoli apparsi nella raccolta Diari di Cineclub 2020 - 2021 (Autori diversi) | https://bit.ly/ I° Edizione con la direzione artistica di Danie- 2G0fGlV le Ceccarini. Per celebrare Fivizzano, città del- la stampa, oltre alle proiezioni dei cortome- • Documenti apparsi sul sito del periodico (Autori diversi) | https://bit.ly/368swsQ traggi e documentari il festival aprirà una finestra sul mondo della letteratura con pre- sentazioni di libri e incontri con gli autori mettendo sotto i riflettori giovani artisti e ci- neasti allo scopo di far conoscere luoghi, storie e tradizioni, che diventano strumenti potenti per favorire la conoscenza del territorio e dif- fondere la passione per il cinema. Quest’edizione è organizzata dall’Associazio- ne Tatiana Pavlova, patrocinata e realizzata grazie al contributo del Comune di Fivizzano che sostiene e promuove l’iniziativa, in colla- borazione con le Officine Tok, l’Associazione Passi Paesi Parole e il patrocinio di Diari di Ci- neclub, periodico indipendente di cultura ci- nematografica e Russia Privet che promuove il turismo, l’arte e la cultura nell’Unione Econo- mica Eurasiatica. Nella la serata conclusiva verrà assegnato il premio “Miglior corto Diari di Cineclub” dalla giuria composta da Paolo Minuto, docente di storia del cinema italiano; Angelo Tantaro, di- rettore di Diari di Cineclub; Roberto Chiesi, critico cinematografico scelto tra le 6 opere messe a disposizione dalla Direzione Artistica. Sarà assegnata anche la menzione speciale di Russia Privet DdC

La bellissima Piazza Medicea di Fivizzano, orgoglio della città

https://lunigianacinemafestival.movie.blog/

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28 [email protected] Fellini 100 | Rimini 1920 - 2020 Omaggio a Fellini. Inaugurato lo spazio espositivo web di Diari di Cineclub dell’artista livornese Valentina Restivo Prima dell’inaugurazio- ovvie sono le piccole -Anita Eckberg che fa il vuole rivelare una verità” sostiene Picasso; in ne della sua mostra Fare bagno nella fontana, o la tabaccaia tettona di effetti il regista era un rinomato bugiardo. l’aggettivo Valentina ed Amarcord-altre più grandi sono altrettanto Mi piace: la verità è noiosa. Cos’è vero e cos’è io abbiamo fatto il pun- iconiche, ma forse meno definite. falso…è un dibattito banale, in un certo senso. to su cosa effettivamen- Fellini ha dichiarato molte volte un certo im- Penso al lavoro di Orson Welles sul contrasto te fosse felliniano: nel re- barazzo nel parlare delle proprie opere… tra vero e falso, alla figura del falsario, così af- gista, nei suoi film, e Lo condivido, bisogna distaccarsene. Come in fascinante. Non vedo l’ora che qualcuno falsi- soprattutto nella visio- Dostoevskij che ne L’adolescente dice che biso- fichi un Restivo. Virginia Tonfoni ne dell’artista livornese. gnerebbe davvero avere un ego immenso per Non sono bugiarda nella vita; piuttosto non Diceva Federico Fellini non provare un minimo di imbarazzo a parla- parlo…ma con le matite lo sono un po’ di più, e che “il vero realista è il visionario”. Lo credi anche tu? re sempre di noi stessi. Un escamotage è quel- compenso così la mia sincerità. Io sto a mezza strada: parto da un’idea reali- lo di continuare a creare, ispirarmi a persone Virginia Tonfoni stica, cercando di mantenermi lontana dall’i- che non conosco, immagini che custodisco Nasce a Livorno nel 1978. Si laurea in Lingue e Letteratu- perrealismo. La visione avviene con la tecnica, dentro e arri vare a raccontarmi tramite qual- re Straniere a Pisa e si trasferisce a Barcellona per seguire nel modo in cui si trasporta la realtà nell’ope- cun altro o qualcos’altro. Certo si può spiegare un Master in Comunicazione, per poi iniziare a lavorare ra, attraverso la tecnica. Le immagini girate ciò che facciamo, ma limitandosi ai tecnici- nel campo dell’editoria e del cinema. Nel 2012 torna a Li- da Fellini mi aiutano offrendomi la sua visio- smi: zero poesia, solo fumo negli occhi. vorno, dove ora vive e insegna nella scuola pubblica. Dal ne, una realtà filtrata dal sogno e registrata in Come hai scelto i soggetti ritratti? 2013 collabora regolarmente con Alias l’inserto culturale un film. Ovviamente nella visione c’è l’apporto de il manifesto e con altre testate; ha moderato incontri delle visioni altrui, la suggestione di altri con autori internazionali e nazionali collaborando con mondi. Per fare arte, le visioni degli altri sono festival letterari, di fumetto e illustrazione come BilBol- determinanti; in Fellini si rintracciano il cine- Bul (Bologna), Lucca Comics&Games (Lucca), Elbabooks ma di Kurosawa e la filosofia di Jung, come il (Isola d’Elba), Leggenda Festival (Empoli), Fumet- carisma del mago della festa che gli ha aperto ti&popcorn (Pisa) e FiPiLI Horror Festival (Livorno). un mondo sulle sedute spiritiche. Nessuno in- Contribuisce alla realizzazione del festival Combat Comi- venta niente; per quanto banale, è la verità. La cs di Livorno fino al 2015 ed è ideatrice di Fumetti in villa visione è una summa di tante, tante visioni: la (Livorno, 2017), mostra e ciclo di incontri da lei moderati, sua, quella felliniana, è mischiata con il baga- realizzati in collaborazione della Biblioteca Labronica F. glio autobiografico e con molta poesia. Guerrazzi. Nel 2017 esce il suo primo libro, Violeta – Co- Fellini, che esordisce come caricaturista e disegna- Valentina Restivo razón maldito,la biografia a fumetti di Violeta Parra, re- tore, dichiara che vorrebbe fare un mestiere che sia Per scegliere di fare un ritratto, basta un det- alizzata con Alessio Spataro e pubblicata da Bao Publi- un punto d’incontro tra il disegno e la scrittura. Un taglio: un paio d’occhiali, una pettinatura. La shing. Dal 2018 partecipa come ricercatrice indipendente po’ come il tuo lavoro? costante della creazione dei miei ritratti però a congressi internazionali, presentando ricerche afferenti Le mie opere si collocano, anche se in modo è il nero: nei diversi momenti e stili del mio al fumetto. diverso, in uno stesso punto di equilibrio poe- percorso, il nero non è mai scomparso. Il nero tico e estetico. I ritratti solcati dal segno grafi- dal quale emerge il sogno, la visione. co essenziale e crudo, rimandano alla scrittura. Il sogno per Fellini è un universo importante dal Ritrarre personaggi- scrittori, drammaturghi, fi- quale attingere. Anche per te è così? losofi, attori, fotografi- che nemmeno conosco, I sogni per me sono importanti, più quelli de- è un modo per raccontarli. Non mi interessa gli altri. Dei miei mi rimangono solo sensa- esclusivamente la somiglianza, legata all’eser- zioni, atmosfere. Qualcosa in sospeso che poi cizio di stile. Piuttosto mi sarebbe piaciuto mi sento di dover chiarire con chi ho sognato, parlare con ognuno di loro, sentire il suono magari attraverso un disegno o un ritratto. della loro voce, mentre si raccontano. Marcel- Fellini non ha mai perso quella traccia inconfondibile lino, Donaldino, Milone, Pupone, come li della provincia. Come artista cosa pensi della tua città? avrebbe chiamati lui. Mi piacerebbe saper La vita dell’artista di provincia in fondo mi scrivere e scrivere racconti sui miei personag- piace. C’è una tranquillità che mi consente di gi. Per questo ho scelto di ritrarli, di ritrarre lavorare; una città più grande mi distrarreb- quelli che rispondo all’aggettivo felliniano. be. La mia città si presterebbe a essere raccon- Quali sono per te i film più felliniani? tata, tra qualche tempo. Conosco un sacco di Non potevo prescindere da 8 e mezzo, per me persone, di estrazione sociale e con percorsi uno dei massimi esempi estetici e poetici, diversissimi. Nei miei ricordi d’infanzia ci so- quella sospensione dell’atmosfera, il bianco e no il circolino e i giocatori di carte che sedeva- nero così suggestivo, quei dialoghi ai limiti no al tavolo fino a notte fonda, il mare al Ca- dell’assurdo e quel bellissimo Marcello Ma- lambrone affollato da certe figure improbabili, stroianni, l’unico che prendeva meno sul serio costellazioni dell’estate, la Piazza XX Settem- il regista, era più leggero, gli poneva meno bre, il mercato. Una provincia universo…mi quesiti, si poteva permettere di giocare con consola che Fellini abbia girato il suo Amarcord Fellini, che fece di questo film il punto più alto già da maturo. Per un’operazione del genere Visita la Mostra della creazione di un alter ego. servono distanza e maturità, senza perdere il Spazio espositivo Web Diari di Cineclub Attraverso una ricerca random, una nuova vi- fattore magico perché il racconto sia autentico. Fare l’aggettivo - Valentina Restivo sione dei film ho selezionato i personaggi che Fellini dice che felliniano è in buona sostanza un si- https://bit.ly/3iPtpKp avevano l’innegabile carattere felliniano, e quelli nonimo di fregnacciaro. Che ne pensi? Con il Patrocinio Comitato delle celebrazioni per il cen- presenti nelle scene che mi hanno colpito; le più “L’arte è una menzogna attraverso la quale si tenario di Federico Fellin 29 n. 87

Fellini 100 | Rimini 1920 - 2020 Fellini e la sua magia dell’inventare il vero Testimonianza di un attore ancora oggi stupefatto e contento Quando la mia agente mi Giulietta… Domani va bene ?...Si ?..Grazie, grazie, comunicò che il Maestro ho tante cose da chiederle sui trapassati…Si, Sergi- voleva incontrarmi l’in- no farà il film con me, si...A domani allora, a doma- domani per un possibile ni…” . ruolo in Ginger e Fred Dell’incontro seppi tutto il giorno dopo dalla mai avrei immaginato gli mamma. Fu un avvenimento, non soltanto arcani fili che avrebbero per lei ma anche per qualcuno della strada di avvolto l’incontro accom- casa nostra. La sera prima, al Caffè delle Co- pagnandomi poi per tut- lonnine, mio padre ne aveva parlato; il giorno te le mie pose nel film. Co- dopo davanti al portone numero 6 di Borgo sbigottito e contento nelle mani di un assi- me quasi tutti gli attori Santa Croce pare sostasse gente… stente alla regia che ha il compito di farmi in- Sergio Ciulli a quel tempo vivevo a Quel che è certo è che la mamma, solitamente contrare con l’attrice con cui farò coppia fissa, Roma pur non essendo romano e come quasi piena di timidezze, si relazionò così bene con lei personaggio madre e io personaggio figlio… per tutti gli attori il mio obiettivo quotidiano l’ospite che in conclusione della visita lui le of- Lei, la mamma falsa, si chiama Ginestra, veste era “una scrittura”. frì di essere la mia mamma anche nel film. un tailleur rosa candido ed ha un cappellino La possibilità che l’indomani ciò avvenisse Lei, probabilmente arrossendo, se ne schernì civettuolo che le incornicia il volto delicato…. rendeva ancora più bella l’ora in cui la Roma ma lui trovò il modo di in- Ha lo stesso sguardo dolce che vedevo dal terrazzo s’arrossava nel tra- filarcela comunque. ma anche forte della mia monto. E poi: Fellini ! Cosa volere di più ?... Vi- Due o tre mesi dopo sono mamma vera… E parla vificato da tanta prospettiva saltai in padella sul set! E’ il mio primo quasi scusandosi di farlo gli avanzi di frigorifero cenando sotto le stelle giorno di riprese e ci arri- ma, allo stesso tempo, ap- che lucean parecchio… L’indomani trenino vo forte di un contratto pare talmente convinta di della metro, Cinecittà e incontro. E che incon- con un buon numero di quello che dice che non si tro! Fui accolto come se il Maestro non desi- pose e dentro un costume può che crederle… Come derasse altro che avermi nel film… Mi mostrò di scena curato da Danilo la mia mamma vera! E’ so- subito un suo disegno, una coppia… “Sono ma- Donati che ha assemblato lo appena appena fisica- dre e figlio” precisò, fissandomi. “Lei registra col cose mie con cose che ven- mente diversa ma ha lo magnetofono le voci dei trapassati, lui l’aiuta a in- gono da qualche banco di stesso sorriso… Subito mi terpretarle, ci crede…” E sempre fissandomi in- Porta Portese. Mi ci muo- viene da pensare che starò tensamente, sorridendo : “Me lo fai ?” vo bene, a parte il piccolo bene sul set con lei…. Si, …Io lo fissai a mia volta, incredulo. Chi“ glielo disagio che mi procura un sarà proprio così !... E sarà ha detto?” chiesi. foulard in seta sin troppo così per ogni cosa che da “Detto cosa?” rispose. E intanto sorrideva di più ridondante. Ma me lo ha quel momento farò in Gin- e continuava a fissarmi ancora, ancora di più. messo un premio Oscar ger e Fred... Ci starò bene! “Che la mia mamma questo fa…” borbottai e mi del Costume! Così me lo Avanzerò nel film insieme venne da ridere, chissà perché… tengo e mi presento al Ma- al film, il suo crescere sarà Rise anche lui e dopo restammo zitti un po- estro che è in mezzo al so- anche il mio… Me ne sen- chino. Poi disse : “Nessuno” e lo disse in modo lito casino del prima di tirò parte… Al punto che che non c’era altro che credergli. ogni ciack. Malgrado ciò Federico Fellini anche quando non sarò “Mi ci fai parlare ?” aggiunse indicandomi il te- mi accoglie con il sorriso di uno che sta aspet- convocato per girare andrò ugualmente sul lefono. “Come si chiama ?” tando solo me, mi da una rapida occhiata e set, godrò di quello che vedo e me lo porterò Glielo dissi e chiamai Firenze. Seppi solo dire: poi dice : “Si, così vai bene!”. Tampinato dal so- via con gli occhi in qualche modo… Anche in “ Mamma? Ciao, ti passo Fellini.” Poi ascoltai il lito codazzo si muove per allontanarsi ma poi questo modo condividerò con Giuliettina e Mar- Maestro chiedere un appuntamento per il si riaccosta, accenna al foulard e mi sussurra cellino (il Maestro così li chiama), il fare cinema... giorno dopo. “Vengo a trovarla a Firenze, Signora complice “Levatelo se non ti piace !” lasciandomi segue a pag. successiva

Gli attori Sergio Ciulli e Ginevra Spinola sul set di “Ginger e Fred” (1985) Ricordo dal set di “Ginger e Fred” opera di Valentina Restivo 30 [email protected]

segue da pag. precedente all’amo, assecondava al volo. E poi, a un certo … E questo mi renderà più sicuro ogni volta punto di questo fare, il Maestro mi fece un che toccherà anche a me di farlo. E facendo fa- cenno d’assenso e si zittì. Nel silenzio rotto cendo arriverà il giorno più temuto ma anche soltanto dal ronzio del motore della macchina il più desiderato da un attore: quello dei primi da presa rimasta sempre in funzione entrò in piani! Arriverà del tutto inaspettato dopo che campo il ciack e l’assistente tornò a darmi le avremo girato il master dell’intera scena con battute. Ed io dissi facile facile le mie. Anche Ginger e Fred, stipati dentro un pulmino col- la mia faccia doveva essere giusta perché mo di strani personaggi. Dopo questa scena quando diede lo stop il maestro battè le mani che porta un numero che non ricordo più : e sorridendo annunciò: “Questa è quella buona! Pulmann – Interno-Esterno giorno Set “Ginger e Fred” (1985) Controllare e stampare” e a me quasi dispiacque Ginger e Fred prendono posto davanti a una perché avrei ancora voluto continuare a gioca- coppia, madre e figlio. allungamenti delle battute. In una successiva re a fare il cinema. Lei è una signora molto distinta. Commossa, convocazione aveva poi curato dettagli e piani E continuai si, continuai a farlo con lui anco- piange. Ginger la osserva. di Giuliettina e Marcellino, con me e Ginestra ra per qualche giorno. Roba semplice, presen- Figlio : Sono lacrime di gioia, signora! poco inquadrati a porgere le battute, a volte ze soltanto fisiche nell’orbita della storia di Ginger: Ma come? addirittura fuori campo. E oggi, in un pome- Ginger e Fred. Ma mi divertivo lo stesso, an- Figlio: E’ successa una cosa al di là di ogni com- riggio assolato, riservava a Sergino, lo stesso che senza battute. Ovviamente anche questo prensione. Vero mammà? trattamento!… E questo mi faceva sentire si non sfuggì al maestro. Durante l’ultima mia Signora: Al di là…Si, si… gratificato ma anche emotivamente coinvol- posa, tra una pausa e l’altra, mi accostò: Figlio: Una delle voci, questa volta, è rimasta inci- to. Forse troppo...Tanto è vero che in attesa di “Oggi finisci, vero?” disse. sa senza il microfono. Mammà registra su nastro ma- cominciare mi ripetevo le battute senza che “Si…“ gnetico voci di treapassati…Sono anni che accade ! non ci fosse alcun bisogno di farlo, sudavo “Hai impegni domani?“ Fred: Ma in che modo ? Mi spieghi meglio… troppo… E quando seduto al mio posto nel po- “No…” Figlio: Con un registratore! Si lascia il registratore in co spazio del pulmino, accerchiato e compres- “Me lo faresti un passaggino ancora?” e poi, con funzione in una stanza chiusa, con il microfono inseri- so dalla troupe, mi ritrovai tutto solo davanti un sorrisetto complice: “Ti faccio convocare, se to… Più tardi si ascolta il nastro e si odono le voci… alla macchina da presa e mi fu chiaro che solo mi riesce…” Signora; Ma stavolta si sono incise senza microfo- sarei rimasto, dentro di me stavo arruffato E con buona pace dell’amministrazione ci riu- no, capite ? Senza microfono ! Senta ! non poco. Ma si erano fatte le cinque della se- scì almeno un paio di volte in più di quanto Il figlio mette in funzione un piccolo registra- ra, il programma della giornata era giunto alla previsto dal mio contratto. E la seconda volta tore che tiene in mano: fine e dovevo darmi una mossa… E allora non feci neanche il passaggino ma restai per Voce incisa: Where is Pippo ? chiusi gli occhi, rivolsi un pensierino a San tutto il tempo delle riprese vestito, truccato e Ginger: Cosa ha detto ? Genesio protettore dei comici e attesi, respi- contento, ai bordi del set a guardare Federico Figlio: Ha detto Pippo. rando lento come mi avevano insegnato in inventare il vero giocando a fare il cinema. Signora: E’ una voce che conosciamo. Ha parlato anni lontani, il ciack in campo. Che arrivò, ov- Che poi, a dirla tutta, è il gioco più facile del altre volte. Chiama sempre Pippo… viamente. E con il ciack arrivò anche l’azione mondo se si ha la fortuna di giocarlo con lui… Ginger: ( guarda Fred ) Ma lui si chiama Pippo… comandata dal Maestro… E arrivarono pure le Sergio Ciulli Fred: Io non ho sentito proprio niente. Una specie battute di Ginger, di Fred, della Madre, tutte di frrr…Un fruscio e basta! emesse da un’unica voce incolore apparte- Conseguenze a margine Figlio: Esatto! E’ proprio come dice lei, un fruscio… nente ad uno dei tanti assistenti più o meno A - Quanto dicono i personaggi della madre e del figlio Un salto di frequenza da una dimensione a un’altra volontari di turno… E arrivarono anche le mie nella loro scena è quanto ha sempre detto anche la mia …Dalla loro dimensione alla nostra… che udii uscirmi di bocca al minimo sindacale, mamma vera raccontandomi i contatti Signora: Questo li costa tanta energia a loro, eh si. cioè senza infamia e senza lode, piatte. E così B – Dopo la visita di Fellini a Firenze e per molti anni Fred: A loro chi? quando allo stop di fine scena seguì un silenzio ancora la mia mamma e il Maestro si sono scambiati au- Signora: Ai morti, poverini !... di troppo ebbi voglia di scappare ma la voce guri e regalini. Cioccolatini e fiori lui a lei, bambole di Figlio: E’ stato tutto esaminato, sa. Tecnici, testi- del Maestro disse : “Ne facciamo un’altra.” Ma lo pezza fatte in casa lei a lui. Anche le mie due mamme, moni… Tutto sotto controllo. Non c’è possibilità di disse alla troupe, non a me. A me fece solo un quella inventata e quella vera, in piena autonomia hanno manomissione…Senta, senta… cenno con la mano del tipo “ancora…” e così io scambiato tra loro lettere e telefonate divenendo amiche e Voce incisa: Pippo…Pippo… continuai ad avere voglia di scappare ma sor- confidenti. Signora: Ha sentito ? E’ chiarissimo: Pippo! risi lo stesso alla ragazza del trucco che mi ri- C – Dopo l’ultima convocazione ho trovato in camerino un Fred: Mi vogliono dare il benvenuto… dava una passatina. E poi arrivò un altro ciack, libro di disegni del Maestro con questa dedica : Fred appare un po’ turbato. Ginger cerca di un’altra azione, le battute dette dall’assistente e “ A Sergio Ciulli. con i sentimenti dell’amicizia. Federico sdrammatizzare le mie che mi parvero un tantino meglio di Fellini, “ Ginger e Fred. 1985 “ Ginger: Che hai ? Mica ti sarai fatto impressionare ? prima… Chissà, forse era veramente così ma il D - Grazie, Maestro! Sergino Fred: A volte mi pare di sentire che presto… guaio era che io volevo che fossero per forza Ginger : Cosa ? buone perché non volevo viverle più. Aspetta- Fred: Mah, è come se da un po’ di tempo in qua le vo lo stop come una liberazione, rinunciavo a cose mi guardassero in maniera strana… fare di più! Ma per mia fortuna non ci rinun- Ginger: Chi è che ti guarda in maniera strana ? ciò Federico, no , che aveva di certo capito quel- Fred: Le cose…come se mi volessero salutare…Ad- lo che m’arruffava dentro! Così, invece di da- dio, Pippo…addio, addio,addio re lo stop rilanciò lui la battuta iniziale di Signora: E non le è di conforto ? Le vogliono bene… Fred, costringendomi per un riflesso automa- Fred alza di colpo le mani e incrociando le dita tico d’attore a rispondere. M’agganciò così be- si tocca facendo scongiuri. ne all’amo professionale che insieme ripetem- Fred: Ahò! (fischia)Eh! mo tutta la scena, una volta, due, tre, saltando Figlio: Mammà, non insistere ! lo stop ma con un po’ di cazzeggio in più ogni …Una scena non lunghissima ma il Maestro, volta che la ripetevamo, giocandoci qualche quando l’abbiamo girata, l’aveva lavorata mol- invenzione birichina del testo che Federico to con varianti di ripresa, stacchi particolari, fabbricava e che Sergino, ormai ben attaccato 31 n. 87 Gli anni ruggenti (1962) Gioiavallata, Puglia, 1937, temporali e a presentarsi puntualmente, cam- può che tessere elogi per l’interpretazione di anno XV dell’era fascista. biando veste, fino ai giorni nostri. Al centro Cervi, maneggione fiero della sua, a suo dire, Salvatore Acquamano della narrazione, come in altre pellicole di sudata posizione, nonostante sia in possesso (Gino Cervi), podestà del Zampa, vi è l’individuo comune, incline a dive- della sola licenza elementare e quelle altrettan- paese, ha riunito nella nire baricentro delle vicende narrate, qui rap- to mirabili di Moschin, tronfio quanto pavido propria abitazione i suoi presentato dall’affabile assicuratore interpre- “ducetto” e Randone, il dottore de Vincenzi, principali accoliti, a parti- tato da Manfredi, il quale contorna l’istintiva antifascista come altri professionisti ed intel- re dal consigliere politico carica di simpatia che gli era propria con una lettuali del paese che sono soliti riunirsi in un Carmine Passante (Ga- recitazione pacata, basata su un umorismo circolo privato, i quali non possono far altro stone Moschin). Il moti- sommesso e controllato, cui non è estranea che constatare magagne e soprusi, coltivando Antonio Falcone vo dell’urgente adunata una certa amarezza di fondo. Ecco quindi l’uo- la speranza di poter appoggiare qualche sa- risiede in una lettera che mo medio che ha aderito, in buona compagnia, crosanto moto di ribellione (“Magari ci fosse il primo cittadino ha ricevuto da un cugino, un po’ per convinzione, un po’, se non soprat- qualche Don Chisciotte in più e qualche Don Abbon- impiegato alla prefettura di Taranto, con la tutto, per convenienza e quieto vivere, a deter- dio in meno”, è il suo laconico commento nell’il- quale si rende noto l’invio da parte della Dire- minati imposti ideali, rendersi testimone di co- lustrare ad Omero la situazione del paese). Da zione Generale del partito di un funzionario me tante belle parole, proclami dall’alto di un non sottovalutare il ruolo di validi caratteristi da Roma con l’incarico di un’ispezione politi- balcone, rituali squadristici, missioni espansio- quali Ruggero Pignotti nei panni del direttore co-amministrativa del Comune. Fra i notabili nistiche (a celare le consuete razzie colonizzatri- della scuola elementare col vizio delle “donni- inizia a serpeggiare la paura che siano stati ci) e “guerre purificatrici” (cui partecipano i con- ne allegre” (i cui favori vengono pagati coi scoperti determinati altarini, vedi tangenti sueti agnelli sacrificali, ovvero gente pronta a fondi dei sussidi scolastici), Totò Ponti (alme- varie, appropriazioni indebite dei fondi stan- tutto pur di guadagnare qualche soldo), non sia- no dalle mie ricerche credo sia lui, doppiato da ziati per le opere di bonifica o un aeroporto fa- no altro che il consueto paravento, dalla portata Giacomo Furia) e Giuseppe Ianigro in quelli, ri- sullo la cui pista è nient’altro che una palude… spettivamente, del direttore dell’ospedale (fra Quindi, una volta appreso che all’albergo cit- l’altro gode della pensione di guerra pur essen- tadino è giunto da poco, proveniente dalla Ca- do stato riformato) e del consulente a strade e pitale, tale Omero Battifiori (Nino Manfredi), giardini (aduso ad appropriazioni indebite, la assicuratore, non esiteranno neanche un se- cui moglie è amante di Passante), elementi condo ad individuarlo come il paventato fun- idonei a comporre il composito quadro “vizi zionario, in incognito, anche perché l’aspetto privati pubbliche virtù”. Diverse le sequenze appare sì mite e bonario, ma dalle parole e da- indimenticabili, ora spassose (la mandria di gli atteggiamenti si evince una ferma fedeltà mucche in viaggio da una fattoria all’altra, per ai precetti e alle direttive mussoliniane. Il pa- esempio o il dialogo equivoco fra Battifiori e il ese viene quindi solertemente tirato a lucido, consulente a strade e giardini), ora dolenti e frasi del Duce su ogni muro occupabile, ve- tragiche (le grotte dove vivono i contadini, spasiani, messa in sicurezza di noti agitatori speranzosi che il presunto alto funzionario politici, chiusura dei vicoli che portano alle possa mettere una buona parola sulle loro mi- più che modeste dimore dei contadini, previ- sere condizioni parlando con “lui”, anche se sione di varie cerimonie e visite guidate a di- non manca chi in punto di morte non lesina a mostrare l’efficienza e la devozione alla causa mandarlo a quel paese), ma a restarti impres- fascista, coerentemente all’immagine diffusa sa è certo quella finale: l’assicuratore è sul tre- dalle mirabolanti cronache dei cinegiornali. Il no, di ritorno a Roma, seduto su uno strapun- tranquillo Omero, che nel frattempo si è inna- tino dopo aver evitato di sedersi in uno morato della figlia del podestà, la maestra El- scompartimento dove un signore inneggiava vira (Michèle Mercier), coinvolto nei vari riti alle mirabili gesta dell’uomo solo al comando celebrativi, non solo verrà a capo dell’equivoco, e legge una lettera affidatagli da un contadino ma, grazie anche al dottor de Vincenzi (Salvo perché la portasse al Duce, cui affida la speran- Randone), oppositore del regime, si renderà za, vedovo e con un figlio caduto in Africa, di ben presto conto del raggiro messo in atto ai tragica nella sua prevaricazione sopraffattrice, avere finalmente una casa normale, da non di- danni della povera gente che, ancora una volta, di qualsivoglia potere che non tenga minima- videre con le bestie, con una finestra da cui po- ha voluto credere al sospirato uomo della prov- mente conto delle reali necessità umane. L’im- tersi affacciare… Ecco allora che Gli anni rug- videnza…Sceneggiato da Ettore Scola, Rugge- maginario paese pugliese di Gioiavallata (gli genti, premiato con la Vela d’Argento al 15mo ro Maccari e Luigi Zampa, regista del film, ispi- esterni del film hanno interessato Ostuni, Al- Festival di Locarno nel 1962, dopo gli sberleffi al randosi all’opera teatrale L’ispettore generale berobello, i Sassi di Matera) si rende così ne- regime e generalmente al potere costituito in (Revizor) di Nikolaj Gogol’, 1836, Gli anni ruggen- cessario microcosmo all’interno del quale met- ogni foggia, riprendendo quanto su scritto, as- ti si collega idealmente, formando così una tri- tere in scena una parodia sferzante ed impietosa sume la consistenza di un’opera profonda- logia sul Fascismo, ai precedenti Anni difficili sul potere costituito, universalmente considera- mente e concretamente civile nel descrivere la (1948) ed Anni facili (1953), sempre diretti da to, sulle sue derive autoritarie e sulla sua impos- totale disfatta sociale, morale e politica di un Zampa e tratti rispettivamente da una novella sibilità a giudicare se stesso, contraddizione paese sempre alla ricerca di un definitivo (Il vecchio con gli stivali) e da un soggetto di Vita- con la quale convive e di cui si nutre per conti- punto d’equilibrio fra diverse ideologie, prefe- liano Brancati. Rispetto ai titoli citati forse si nuare ad esistere, affermando la sua suprema- rendo piuttosto servirsi ora dell’una ora indulge a tratti in un bozzettismo di facile pre- zia celandosi dietro il rispetto della legge e dell’altra a seconda delle varie convenienze in sa, senza però mai dimenticare l’impegno civi- dell’ordine. La regia di Zampa asseconda quan- gioco. Il tutto trovando facile attecchimento le ed una satira graffiante, dai toni acri, nell’a- to delineato dalla sapida sceneggiatura, ponen- in una popolazione che, riprendendo le parole bilità di prendere spunto dalla Storia per do particolare risalto ai dialoghi e conseguente- di Montanelli in risposta ad una frase di Giu- mettere alla berlina convenienze, prepotenze, mente alle interpretazioni attoriali, riguardo le seppe Prezzolini, “non si divide in furbi e in fessi, furberie proprie di un certo malcostume italico, quali, scritto della mirabile prova di Manfredi a sono nello stesso tempo tutti furbi e fessi”. il quale appare propenso a superare le barriere rendersi un vero e proprio “io narrante”, non si Antonio Falcone 32 [email protected] Le altre vittime dimenticate del nazismo Benjamin, Kolmar, Huizinga Hillesum, Boye, shoah, testimonio

Quando si parla di vittime del nazismo, l’associazione più immediata è con quelle tra loro scomparse nei campi di sterminio, per lo più quasi tut- te di origine ebraica. Non si è mai pensato a quegli individui, uomini e donne, ebrei e no, che il nazismo ha privato brutalmente di un futuro fat- to di aspirazioni, progetti e ideali. Molti di loro erano intellettuali e artisti, che a causa della dittatura, preferirono votarsi al suicidio. Questa fu la sorte di Walter Benjamin - autore de L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica e cugino della poetessa berlinese di origini ebraiche Gertrud Kolmar, deportata ad Auschwitz - che per non cadere nelle mani delle S.S. si toglie la vita in Spagna. Ancora più tragica la sorte di Karin Boye, poetessa e scrittrice svedese, morta suicida ad Alingsas, nei pressi di Goteborg, quando apprende dalla Radio che i nazisti hanno invaso la Grecia, quel ‘sacro suolo dell’Ellade’, da lei considerata la culla della civiltà europea. In filigrana la figura di Etty Hillesum, la giovane ebrea olan- dese, che pur potendo sottrarsi all’olocausto, preferirà seguire i destini del suo popolo, lasciandoci una mirabile testimonianza nel Diario e nelle sue Lettere

Quando nel ’33 il nazi- rimasto vedovo. Di lei si perdono le tracce nel smo prende il potere in ’43 in seguito ad una retata della Gestapo nella Germania, non man- Speyererstrasse di Berlino, sua ultima dimo- cano di lì a poco le voci ra, quando Gertrud ha quarantotto anni. Do- di quell’intellighenzia po la guerra verrà ritrovato il suo diario, che composta da intellet- verrà pubblicato postumo da uno dei suoi fa- tuali ed artisti – scrit- migliari. Si pensa infatti che sia tra le vittime tori, drammaturghi e della shoah deportate ad Auschwitz. Tra le sue registi in particolare – raccolte poetiche 3 restano memorabili alcuni che preferiscono la via versi tratti da La parola dei muti, che presenta- Walter Benjamin 1892 – Portbou 1940) dell’esilio, negli Stati no una dimensione visionaria e – alla luce Valeria Consoli Uniti ed in altre nazio- dell’olocausto incombente – quasi profetica. ni d’Europa, piuttosto che sottostare alla ti- rannia del regime hitleriano. Per citare solo i ‘‘ Quelli che s’aggirano qui sono corpi soltanto, più famosi fra loro, Thomas Mann, Berthold non hanno più anima, Brecht e Max Reinhardt. soltanto nomi nel registro dello scrivano, Ci fu tuttavia chi, per motivazioni personali e carcerati: uomini, ragazzi, donne, perché forse troppo tardi si era accorto della Il loro gemito tormentoso, il loro pazzo terrore minaccia incombente, non riesce a sottrarsi e i loro occhi fissano vuoti ad una sorte infausta. E’ questo il caso di Wal- con lo sguardo sbriciolato, distrutto ter Benjamin1, l’autore ormai quasi dimenti- per ore in una fossa buia, Gertrud Chodziesner nota con lo pseudonimo di cato de L’ opera d’arte nell’epoca della sua riprodu- soffocati, calpestati, picchiati alla catena Gertrud Kolmar. (1894 – Auschwitz, 1943) cibilità tecnica e dell’Angelus Novus, che, inviso una bestia, sulle mani e sui piedi, carponi..( al regime hitleriano, era espatriato prima in Francia e di lì in Spagna, dove contava di po- tersi imbarcare per gli Stati Uniti. Ma una vol- ta attraversato il confine spagnolo attraverso i Pirenei, la polizia franchista si era mossa sulle sue tracce. Pur di non tornare nella Francia ormai occupata dai nazisti, a Portbou in Cata- logna, si toglie la vita. (1940) Una sorte amara sarebbe toccata ad una sua Karin Maria Boye (1900 – Alingsås, 1941) cugina, la poetessa e scrittrice berlinese di origine ebraica Gertrud Kolmar2, la quale a differenza delle due sorelle e del fratello, che cercarono la strada dell’espatrio, preferisce re- Johan Huizinga (1872 - 1945) stare in Germania accanto all’anziano padre, 1 W.Benjamin – nato a Berlino nel 1892. Filo- Tra le vittime illustri del nazismo non vi sono sofo, scrittore, critico letterario e traduttore. Pensatore soltanto intellettuali di nazionalità tedesca. eclettico, si è occupato anche di epistemologia, di mistici- Nella piccola Olanda di Anna Frank, il filosofo 4 smo ebraico e di materialismo storico. e storico Johan Huizinga , autore di Homo lu- dens e di Autunno del Medioevo, finirà i suoi 2 G. Kolmar – Pseudonimo di Gertrud Kaethe Esther Hillesum, detta Etty (1914 – Auschwitz 1943) Sara Chodszisner, nata a Berlino nel 1894 da una fami- giorni in carcere (1945) a causa della sua inop- 5 glia ebraica, profondamente radicata in quella borghesia pugnabile difesa della libertà, specie sul piano figura di Etty Hillesum , recentemente risco- laica e colta, che le consente una giovinezza agiata e por- della ricerca storica e scientifica, mentre la perta, splende per il suo coraggio e per la sua tatrice di svariate esperienze culturali. La sua vita cambia testimonianza di fede. quando, poco più che ventenne, ha una storia per lei molto 3 Tra le sue raccolte poetiche più importanti Il Deportata nel campo di raccolta di Wester- importante con Karl Jodel, un ufficiale di carriera peraltro canto del gallo nero, a cura di Marina Zancan (1999), La bork al confine con la Germania, dove ama già sposato. Rimasta incinta è costretta dalla famiglia ad parola dei muti (1933) Welten, (1937) segue a pag. successiva abortire e a lasciare quello che sarà il suo grande amore. 4 J.Huizinga – storico e linguista olandese 5 E.Hillesum – (Middelburg, Paesi Bassi, 1914 Questa drammatica esperienza è racchiusa pressoché in- (Groninga, Paesi Bassi, 1872/1945) è considerato uno de- – Auschwitz, 1943) Laureata in Giurisprudenza all’Uni- teramente nelle sue raccolte poetiche ed in tutta quella sua gli storici più importanti del Novecento. Ha lasciato im- versità di Amsterdam, diventò presto un’esperta di psico- esperienza di scrittura, che avrebbe costituito la sua vera portanti studi oltre che sul Medioevo e sul Rinascimento, logia junghiana, anche grazie all’insegnamento di Julius ragione di vita. sull’estetica ed in altri ambiti del sapere umano. Spier, ben presto suo grande amico e confidente. 33 n. 87

segue da pag. precedente definirsi il ‘cuore pensante della baracca’- di Il perdono è l’arma più efficace? Incontro chiara che, fino a quando sarebbe esistito un con Ines Orsini solo tedesco di buon cuore, lei non aveva il di- ritto di odiare un popolo intero. Rifiuta il sal- Abbiamo incontrato la Maria Goretti nel filmCielo sulla palude (1949) di Augusto Genina vacondotto, che le avrebbe consentito l’espa- trio, per poter seguire come ebrea i destini “Sembri proprio Ma- della sua gente. A soli ventinove anni verrà de- riettina mia…”. Ines portata ad Auschwitz con tutta la famiglia. Si Orsini si emoziona salverà solo Jaap, il fratello pianista. non poco nel rievocare Appare ancora più assurdo il destino della po- le parole che Assunta Goretti, la mamma di Ignazio Gori Maria, le disse nel 1950 stringendole le mani e sembra, come posso testimoniare dal mio incontro con la signora Orsini, che anco- ra quelle parole, quasi confessate, possano trasmettere un brivido, una magica energia, come uno smisurato, amoroso presentimen- to, a cui difficilmente si può restare insensibi- li. “Sembra che il martirio di Maria Goretti ab- bia prolungato, attraverso di me, solo per averla “incarnata” nel Cielo sulla palude di Au- gusto Genina (1949), una sorta di tenace resi- etessa e scrittrice Karin Boye6, svedese e aria- stenza alla vita. Ne ho passati di dolori e di di- na, che perde la vita per un grande amore sia sgrazie, ma sono ancora qui, integra come la pure ideale, seguendo in questo Simone Veil, luce che sprizza dall’anima, con una fede inat- che pur essendo di origini ebraiche sosteneva taccabile. Ed è questo senz’altro il più grande il primato del pensiero greco da lei visto come miracolo che riconduco all’esperienza che ho l’origine stessa della civiltà europea. E’ l’Aprile fatto in tutti questi anni.” Il corpo può sgreto- del ’41. Alla notizia ferale che i nazisti hanno larsi davanti alle avversità, ma non la fede. di Maria, una rappresentanza simbolica, che a invaso quello da lei definito il sacro suolo Suggeriscono questo gli occhi di Ines, a volte volte non nego essere stata un poco imbaraz- dell’Ellade, Karin, già provata nella salute e da con lunghi silenzi, altre con parole tutte sue, zante, come fossi io il simulacro da toccare e una serie di avversità, si toglie la vita nei pres- timide, trattenute, come una sorta di pudore non il corpo della santa. Resto stupefatta an- si di Göteborg. Ancora una volta, come in un antico, quasi irresistibile, o inspiegabile, per cora oggi quando rivedo questa pellicola e ho sinistro gioco di scacchi bergmaniana ascen- quelli che dalla mia generazione a seguire un ricordo nitido dello stupore di Genina, denza7, la Morte ha vinto! hanno fatto della presunzione un vanto me- grande regista – non dimentichiamo film co- Valeria Consoli diatico. L’avventura cinematografica di Ines me Maddalena, Lo squadrone bianco e Bengasi Orsini (classe 1935) è iniziata per puro caso, ’41, autentici capolavori – nel vedermi recitare convinta dalle sorelle a presentarsi ad un pro- con estrema naturalezza … e avevo solo quat- vino, dove l’avrebbe spuntata – su inerzia del tordici anni! Ricordo che la scena del perdo- destino – su oltre quattromila bambine candi- no, sul letto di morte, quando Maria in un filo date a interpretare “Maria Goretti”, in base a di voce dice di voler perdonare il suo carnefi- un’idea sviluppata da Augusto Genina e il suo ce, Alessandro Serenelli e di volerlo con lei un sceneggiatore Fausto Tozzi (poi regista nel giorno in Paradiso, me la fecero ripetere mol- 1971 del bellissimo stracult Trastevere). Un’e- tissime volte, perché la moglie di Genina ci te- sperienza quasi meta-cinematografica, capa- neva a far emozionare anche alcune sue ami- ce di spalancarle una dimensione spirituale che, che vollero assistere a diversi ciak. Era la difficile da trovare se non si passa attraverso il scena clou, forse la più emozionante di un fuoco di certe emozioni. Il successo del film di film che è tutto un concentrato di estrema Genina – vincitore del Nastro d’Argento al mi- emozione e poesia.” Il sorriso di Ines è conta- glior regista, Premio della Presidenza del gioso e l’averla trovata dopo molte ricerche, Consiglio dei Ministri, Miglior Regia alla Mo- mi ha donato non solo la gioia cinefila di capi- stra Internazionale d’Arte Cinematografica di re di più su uno dei film che più amo, ma an- “Il settimo sigillo” - Det sjunde inseglet (1957) di Ingmar Venezia del 1949 – non ha solo il merito – a che di avvertire un filo d’appartenenza ad un Bergman detta di grandi critici, come Tatti Sanguineti passato che mi coinvolgeva ancor prima di co- 6 K.Boye – ( Gotheborg, Svezia , 1900 – Aling- o Sergio M. Grmek Germani – di essere consi- noscerlo, di venirne a contatto. “Girare il film, sas, 1941) – Scrittrice, poetessa e critica letteraria, speri- derato tra i Top100 imprescindibili del nostro che inizialmente non volevo fare – ero piccola mentò vari generi letterari. Il suo più importante romanzo, cinema, ma di aver avvalorato artisticamente e parecchio spaventata – è costato molto alla Kallocaina, appartiene a quel genere definito distopico, che il ricordo dell’esperienza “gorettiana”, sempi- mia famiglia, che era una famiglia di umili annovera fra i suoi maggiori esponenti George Orwell con terno valore di “dolore materno” e soprattutto origini. Vivevamo ad Acilia, in piena borgata La fattoria degli animali e 1984 e Roy Bradbury con Gli valore di “perdono”, uno dei cardini della fede romana. Mia madre doveva accudire nove fi- anni della Fenice, da cui il regista Francois Truffaut ( Pa- cristiana. “L’aver interpretato Maria Goretti gli e mio padre, guardia giurata, prese sette rigi, Francia, 1918 – Neuilly , Francia, 1984) avrebbe tratto mi ha segnata profondamente, ma l’emozione mesi di aspettativa dal lavoro per accompa- il suo film Fahrenheit 451 (1966) vera e propria, dopo ovviamente quella di aver gnarmi ogni giorno a Cinecittà, dove giram- 7 L’immagine del gioco degli scacchi rievoca la visto il film montato e musicato, l’ho avvertita mo gli interni. Gli esterni invece li abbiamo scena forse più importante del film Il settimo sigillo (1957) negli anni successivi, incontrando la gente, in girati a Fondi, soprattutto per le scene dove oc- del regista svedese Ingmar Bergman (Uppsala, Svezia, Italia e in giro per il mondo, ricevendo dal pub- correvano gli acquitrini che avrebbero dovuto 1918 – Faro, Svezia, 2007). blico che aveva apprezzato il film e dai devoti segue a pag. successiva 34 [email protected]

segue da pag. precedente del 1950. È stata una giornata incredibile, riprodurre le Paludi Pontine di inizio secolo, emozionante, commossa, un fiume di gente intorno a Nettuno. Giranno anche diverse se- riempiva piazza San Pietro, fino al Tevere; è quenze a Castiglione della Pescaia. Fu una stata la prima cerimonia di canonizzazione lunga e dura lavorazione, genuina, verace. Se pubblica e il clamore si era sparso in tutto il era prevista una scena di pioggia, si aspettava mondo. Roma era invasa da pellegrini. Il film che piovesse, così come una giornata di caldo era uscito appena qualche mese prima e fui ri- afoso o di vento forte… A volte mi viene da sor- cevuta da Pio XII, il quale mi disse che, se ridere pensando alla velocità delle odierne avessi voluto proseguire la carriera di attrice, produzioni cinematografiche. Genina era un avrei, in rispetto alla figura di Maria Goretti, direttore d’orchestra impeccabile, e spesso, dovuto interpretare solo personaggi di carat- come nel Cielo sulla palude, aveva a che fare con tere religioso. È così che, circa un anno dopo, attori non professionisti, presi dalla strada, fui contattata da una produzione spagnola “Cielo sopra la palude” dalle campagne. Era rigido, non faceva trape- per interpretare il film Il segreto di Fatima (La lare nulla, ma il risultato è ancora sotto gli oc- Señora de Fátima, 1951), di Rafael Gil, dove nel chi di tutti. Ogni tanto sfoglio il cast figurava anche Fernando Rey, mio album e riguardo le foto di sce- grande attore, tra i preferiti di Luis na del film, sono meravigliose, il Buñuel…”. Una sorta di promessa gioco di luce e ombre, la scelta ac- dunque, fatta al Pontefice, la tiene, curata dei luoghi… mi viene quasi dopo l’esperienza in Spagna, lega- da piangere.” Cielo sulla palude sem- ta al mondo “gorettiano” e una vol- bra essere stata dunque, dalle pa- ta abbandonata l’idea di condurre role di Ines, un’immersione di vita una carriera cinematografica, -an totale, di stupore e sofferenza, sot- che se “di genere”, la induce a re- to tanti punti di vista. Vedere certi Augusto Genina (1892 - stare presente nella comunità di film – da Leo McCarey a Ermanno 1957) Nettuno, del santuario di Nostra Ines Orsini Olmi – è come pregare e gli occhi Signora delle Grazie, dove è custo- lucidi di Ines, che nella sua casa di Frosinone dito il corpo di “Marietta”, di sentirsi insom- mi racconta la sua vita come se stesse strap- ma parte attiva in un microcosmo popolar-re- pando brandelli di luce, sembrano non volersi ligioso che tanto la tiene in calda considerazione, spegnere nel ricordo di certi particolari. “Ri- come una sorta di superstite, di testimone di cordo la scena in cui Marietta vede per la pri- un mondo di semplicità ormai andato, perdu- ma volta il mare e l’ultima, quando poco pri- to, ma che resiste nel cuore di chi crede tena- ma di morire prega la suora dell’ospedale di cemente alla forza della fede e soprattutto alla aprire la finestra, perché vorrebbe sentire an- forza del perdono. “E’ il perdono il fulcro del cora una volta il rumore del mare di Nettuno ricordo di Marietta. Il perdono è la cosa più …”. Anche se vorrei non posso addentrarmi difficile del mondo, ecco perché è tenuto tanto con la signora Ines in discorsi troppo tecnici in alto dal culto cristiano. Se riuscirai a perdo- sulla sua interpretazione o sul valore neoreali- nare, finanche l’assassino di tuo figlio, avrai la “Cielo sopra la palude” sta della pellicola e mi limito ad ascoltare le ra- forza di cambiare il mondo. Ripensando a gioni che le hanno permesso di maturare, di questi tristi giorni, all’omicidio del giovane capire il martirio di Maria Goretti, un marti- Willy Monteiro Duarte, il valore del perdono rio che ogni giorno si rinnova in un mondo torna veemente e fa discutere, lega o disuni- dove la violenza, soprattutto verso le donne, sce l’opinione pubblica. Ma l’esperienza di sembra non accennare alla diminuzione. For- Maria Goretti insegna che solo attraverso il se molti non sanno che Cielo sulla palude non è perdono si può liberare l’altro, il colpevole, il stato l’unico film interpretato da Ines Orsini e quale cova la rabbia e la colpa di non meritare ancor più interessante è sapere com’è matu- alcuna clemenza. Il perdono è l’atto d’amore rata la seconda e ultima esperienza cinemato- più alto e anche l’arma più efficace contro l’o- grafica della sua carriera sul grande schermo. dio.” Non devono stupire le parole dette con “Maria Goretti è stata santificata nel Giugno questa semplicità e forza disarmante, così co- me non dovrebbero mai stupire, a distanza di Ines Orsini con la mamma di Marietta settant’anni, le rivelazioni di una donna rima- della dodicenne Maria Teresa Goretti, avvenu- sta bambina nel cuore. “Ho vissuto la violenza to nel 1902 a Le Ferriere, nei pressi di Nettuno, del film quasi come se fosse reale. Mi dovette- aveva scelto di vivere in disparte, presso un ro spiegare perché Marietta era morta, e convento di frati cappuccini di Ascoli Piceno. È quando mi dissero il significato di “violenza fin troppo ovvio che le parole dell’uomo rivolte carnale” ne ebbi timore. Avevo paura persino a Ines Orsini, nascondano un segreto lumino- a sedere accanto a Mauro Matteucci, l’attore so. Perché avrebbe detto “assomiglia nel volto e che interpretava Alessandro Serenelli. Usavo nell’anima?”. Forse perché la mimesi tra l’attri- mio padre da scudo. Ho incontrato il vero ce e la vera Maria, trasognata nel ricordo, era Alessandro Serenelli in seguito e anche lui, ormai matura e il desiderio da parte dell’uomo dopo mamma Assunta, mi confermò la somi- di riaverla davanti, di riabbracciarla era tal- glianza con Maria – “Confermo che Ines Orsi- mente intenso da portarlo a sintetizzare al ni assomiglia nel volto e nell’anima a S. Maria massimo la sua emozione, sopita negli anni, Goretti!” – e mi sentii come sollevata da quelle nel momento in cui la fede, attraverso il perdo- parole, chissà perché, il volto povero, dimesso no, aveva a spron battuto scavalcato il rimorso. di quell’uomo mi fece tenerezza.” Serenelli, Ines Orsini e Alessandro Serenelli, tentò di violentare la dopo 27 anni di carcere scontati per l’omicidio giovane Maria Goretti Ignazio Gori 35 n. 87 Chaplin e l’oltre. Le epifanie in Luci della città In un precedente arti- colo avevamo eviden- ziato la grandezza di Charlie Chaplin regi- sta. Avevamo, nel det- taglio, sottolineato il valore poetico di un film comeLuci della cit- Fabio Massimo Penna tà (1931). In questa pel- licola Charlot viene scambiato per un miliardario da una fioraia cieca. L’omino, grazie all’amicizia con un uo- mo ricco, paga, rimanendo anonimo, l’opera- zione che restituisce la vista alla fanciulla. Molto tempo dopo Charlot si trova di fronte alla ragazza oramai guarita. Lei, inizialmente, non lo riconosce ma toccando la mano del va- gabondo capisce di essere di fronte al benefat- tore che le ha cambiato la vita. Che non è un ricco uomo d’affari, come credeva, ma un uo- mo indigente. La toccante scena viene accom- pagnata dalle didascalie: “Tu?” domanda sor- presa la fioraia, in risposta l’omino le chiede “Puoi vedere ora?” e lei lo rassicura “Sì, posso vedere ora”. Al di là del valore poetico della se- quenza possiamo scorgere qualcosa di altro in questo scambio di battute e collegare la scena al grande dibattito teorico che da sempre ac- compagna la settima arte. In particolare Gui- do Aristarco nel saggio L’utopia cinematografica ci offre una chiave interpretativa applicabile al film di Chaplin. Il critico e intellettuale di Fossacesia, partendo dalla frase “C’è un oltre in tutto. Voi non volete o non sapete vederlo” che Pirandello fa dire al protagonista de I qua- derni di Serafino Gubbio, espone la teoria dell’ “Luci della città” (City Lights) è un film muto del 1931 scritto, prodotto, diretto e interpretato da Charlie Chaplin “oltre”, della “realtà seconda”, fenomeno che, una coppia di innamorati ma scopre che in re- Bunuel: “Bunuel, cioè, affonda il rasoio in letteratura, Giacomo Debenedetti aveva altà ha ripreso la scena di un omicidio, trova nell’occhio perché questo è malato: non reci- rinvenuto nelle epifanie e nelle intermittenze un cadavere nel luogo dove aveva visto i due de, secondo me, l’organo della vista ma lo ope- del cuore dei romanzi di Joyce e Proust: “Le amanti ma quando vi torna una seconda volta ra perché possa vedere meglio” (Guido Ari- une e le altre sono infatti fenomeni di ‘secon- si accorge che il corpo è sparito. Le sue certez- starco, op. cit.). La fioraia di Chaplin viene da vista’ per cui ‘la cosa, percepita nell’oggetti- ze vengono continuamente messe in discus- operata e riacquista la vista ma non è ancora vità materiale, naturale del suo apparire, invi- sione, vuole arrivare alla verità ma è costretto curata dalla sua incapacità di vedere “l’oltre”. ta a scorgere ed effettivamente fa scorgere ad accettare la semplice apparenza. Alla fine Il vero momento della guarigione lo ha quan- qualcosa d’altro’: quando i re magi si recarono di fronte a un gruppo di giovani vestiti da do tocca la mano di Charlot e riconosce final- a rendere omaggio a Gesù appena nato, ‘men- clown che fingono di giocare a tennis pur non mente il suo benefattore. Non il sognato e po- tre videro (nella mangiatoia) niente altro che avendo né racchette né palline, anche lui fa tente uomo d’affari ma un misero e dignitoso un bambino, videro qualcosa d’altro’ ” (Guido finta di credere alla partita simulata. Il foto- omino. L’attimo della rivelazione, quello in Aristarco, L’utopia cinematografica, Sellerio edi- grafo accetta di vivere nella finzione e smette cui la realtà esteriore si apre per permettere di tore, Palermo, 1984). Al lettore moderno e allo di ricercare la verità. La fioraia cieca di Luci scorgere la verità nascosta dietro le cose, ren- spettatore cinematografico si chiede di essere della città vive nella finzione credendo che la de la fioraia capace di capire, di comprendere in grado di intuire la realtà che si nasconde ricchezza porti con sé anche la generosità e la profondità dei sentimenti di un personag- dietro le apparenze, la verità che per affiorare non prende in considerazione l’ipotesi che gio all’apparenza ridicolo e insignificante. La ha bisogno di un attento lavoro di analisi e di dietro il grande gesto che le ha restituito la vi- ragazza afferma infatti “posso vedere ora”: osservazione per togliere il velo di sembianza sta possa esserci un povero vagabondo. È cie- può vedere, cioè, non da quando è stata opera- esteriore che la ricopre. Il rischio per l’uomo ca nel senso che la sua mentalità si conforma ta ma da quando è stata in grado di scorgere la contemporaneo è quello di rimanere legato al- a una concezione delle società a carattere con- grandezza interiore di un povero vagabondo. la superficie delle cose, di essere incapace di sumistico per la quale le uniche qualità che Come in Proust il sapore delle madeleine (bi- distinguere tra la realtà e l’apparenza, di vive- contano sono l’affermazione sociale e la capa- scotti friabili a forma di barchetta) facendo ri- re perennemente nella finzione. Paradigmati- cità di accumulare capitale. L’incontro con affiorare ricordi sepolti avvia le “intermitten- co nel rappresentare il disagio dell’uomo nell’e- Charlot le permette di vedere oltre il successo ze del cuore” così in Luci della città il tocco della poca dell’immagine è il film Blow up di sociale e scoprire il valore delle qualità morali. mano del vagabondo apre il velo delle appa- Michelangelo Antonioni in cui il protagonista L’operazione che restituisce la vista alla ra- renze e fa intravedere un brandello di verità. si deve arrendere alla fine alla propria incapa- gazza rientra ancora nel concetto di fenome- Con la sua consueta concretezza visiva Chaplin cità di comprendere una realtà sfuggevole in no di seconda vista teorizzato da Aristarco in trasforma le idee in poesia. continua mutazione. Con la sua macchina fo- particolare con riferimento alla scena dell’oc- tografica Thomas immortala quella che sembra chio tagliato in Un chien andalou (1928) di Luis Fabio Massimo Penna 36 [email protected] Festival Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica: dieci anni di festival made in Sicily Febbraio 2011. Una mat- adoperare la pervasività del cinema per avvi- tina fredda e umida a cinare i vari segmenti della società alla cono- Licodia Eubea.Stiamo scenza del patrimonio culturale, sia esso ma- effettuando un sopral- teriale che immateriale. luogo per la realizzazio- La maggior parte dei documentari selezionati ne di un nuovo film e annualmente nella categoria dei film di diffi- Giacomo Caruso, presi- cile circuitazione a livello nazionale e interna- Lorenzo Daniele dente Archeoclub della zionale. Mancando una vera e propria distri- sezione locale, ci guida buzione, al cinema così come in TV, un festival per le strade del centro come il nostro diventa occasione privilegiata storico. per mettere in contatto l’opera e il suo fruito- È la prima volta che vi- re. Al tempo stesso, la presenza in sala dei rea- sitiamo Licodia Eu- lizzatori dei documentari in concorso permet- bea: siamo rapiti dalla te a questi ultimi di raccontarsi e confrontarsi Alessandra Cilio sua bellezza, dai resti in modo diretto e informale col proprio pub- del poderoso mastio blico. che domina il paese dall’alto, dai panorami La manifestazione spinge a promuovere la che abbracciano l’entroterra ibleo, dalle colli- cultura cinematografica, quella archeologica ne verdi punteggiate di pascoli. ed etnoantropologica, ma anche la cultura Camminiamo e parliamo. Della scelta di dedi- della sua location. Licodia Eubea è un paese carci al cinema archeologico, dell’esistenza in piccolo ma ricco di attrazioni storico-artisti- Europa di festival dedicati a questa particolare che, naturalistiche ed enogastronomiche. No- tipologia documentaristica, di quanto poco se nostante l’innegabile appeal che gli è congeni- ne parli in Italia, dove l’unica manifestazione relativa a questo settore si trova a Rovereto. Lentamente si fa spazio un’idea: e se organiz- zassimo una piccola rassegna cinematografi- ca in Sicilia, a Licodia Eubea? Giacomo ne è entusiasta. Avrebbe anche gli spazi per acco- glierla: la vecchia chiesa sconsacrata di San Benedetto e Santa Chiara, da poco rimessa a nuovo dai soci della sua associazione grazie a Conversazione col giornalista Fabio Isman, L’Italia una concessione del Comune. Sezione ‘Ragazzi e Archeologia’- laboratori didattici dell’Arte venduta L’idea ci piace e decidiamo di passare ai fatti. per le scuole Nel giro di qualche mese, organizziamo l’e- to, però, il Comune appare isolato dalle migliore sotto il profilo tecnico, stilistico e vento. Pochi film in appena due giorni, un principali rotte che indirizzano i flussi turisti- narrativo. L’ossatura della manifestazione, esperimento. La gente del posto appare inte- ci verso città del sud-est siciliano ben più fa- pensata nel 2012, è rimasta inalterata. Sostan- ressata e partecipa numerosa. mose, come Caltagirone, Ragusa, Scicli, Sira- zialmente il festival è costituito da due blocchi Il risultato ci incoraggia a pensare ad una se- cusa o Catania. Trasversalmente, dunque, il principali, uno dedicato alle proiezioni cine- conda edizione, più strutturata, più impegna- festival si pone anche come strumento di pro- matografiche, l’altro agli incontri con specia- tiva. Incrementiamo il numero delle proiezio- ni, invitiamo delegazioni artistiche ed esperti, li alloggiamo come meglio possiamo in un pa- ese pressochè privo di strutture ricettive, con- tando sull’ospitalità della comunità locale. Coinvolgiamo enti istituzionali come la Soprin- tendenza ai Beni Culturali e la Scuola di Specia- lizzazione in Beni Archeologici dell’Ateneo etneo, ma anche uno dei media più rodati in ambito di- vulgativo, la rivista Archeologia Viva di Giunti Sezione ‘Ragazzi e Archeologia’ Turisti e visitatori del festival durante una visita guidata Editore. Dal 2014 L’Assessorato al Turismo, Sport mozione turistica. listi di vario genere. Assieme alla sezione e Spettacolo – Sicilia Film Commission investe A Licodia Eubea sono legati i nomi di scrittori principale, “Cinema e Archeologia”, sono sta- nel progetto e lo cofinanzia attraverso il - Pro come Giovanni Verga, e di studiosi del passa- te sviluppate sezioni come “Ragazzi e Archeo- gramma Sensi Contemporanei, offrendo così to come i fratelli Cafici e Antonino Di Vita. logia”, “Cinema ed Antropologia”, e ancora la un’importante possibilità di crescita. Proprio alla memoria di questo illustre arche- “Finestra sul Documentario Siciliano”, inau- Prende così forma il nostro festival, dedicato alla ologo, che univa nella sua persona lo spirito di gurata da Sebastiano Gesù nel 2014 con l’inten- comunicazione della Storia e del Patrimonio Cul- ricerca al desiderio di una sua efficace comu- to di favorire la conoscenza di quello sconfinato turale attraverso le arti visive, la Rassegna del Do- nicazione, intitoliamo un premio conferito a patrimonio filmico, costituito da documentari cumentario e della Comunicazione Archeologica. chi ne abbia condiviso gli ideali. Al “Premio prodotti da Siciliani e sulla Sicilia nell’arco di ol- Obiettivo principale della manifestazione è Antonino Di Vita” se ne aggiungono altri due, tre un secolo. prettamente legati alle opere proiettate: il Parallelamente, ogni anno vengono allestite mo- premio “Archeoclub d’Italia” al film più gradito stre fotografiche o pittoriche, organizzati aperiti- dal pubblico; il premio “ArcheoVisiva”, attribuito vi con annesse visite guidate presso i musei civici da una giuria internazionale al documentario segue a pag. successiva 37 n. 87

segue da pag. precedente del paese ed escursioni all’interno del centro Vacanze d’estate storico e dell’hinterland di Licodia Eubea: even- ti collaterali finalizzati a valorizzare la cono- I film di carattere turistico-balneare, dagli anni Cinquanta ai scenza del territorio in cui il festival ricade e nostri giorni rendere l’esperienza dell’evento quanto più completa possibile. Vacanze d’estate è un L’edizione 2020, purtroppo, cade sotto il segno (non memorabile) film del Covid-19 e delle restrizioni imposte dalla “turistico-balneare”, gi- pandemia. In questi mesi abbiamo riflettuto a rato, nel 1985, da Ninì lungo sull’opportunità di organizzare una ma- Grassia (tra i paesi di nifestazione dal vivo e sulla possibilità di opta- Palinuro, Caprioli e re per un festival virtuale. Pisciotta, tutti in pro- Alla fine, ha prevalso il desiderio di mettersi in vincia di Salerno), che gioco su scala globale, e abbiamo optato per Nino Genovese si può assumere a ti- una soluzione ibrida. L’evento avrà luogo, co- tolo emblematico di una serie infinita di opere me previsto, negli spazi dell’ex Chiesa di San del genere, che, dal secondo dopoguerra ad Benedetto e Santa Chiara, dal 15 al 18 ottobre. oggi, hanno “imperversato” nelle sale italiane. Contemporaneamente, abbiamo progettato Siamo giunti alla fine di quest’estate 2020, si- uno spazio virtuale (www.streamcult.it) dove curamente anomala, caratterizzata da ma- “La famiglia Passaguai” (1951) di Aldo Fabrizi chiunque, registrandosi, può avere libero ac- scherine, distanziamento sociale, divieti di Versilia verranno ambientati parecchi film, cesso alla diretta streaming delle giornate, assembramenti e disposizioni di sicurezza come Souvenir d’Italie (1957) di Antonio Pie- partecipando da casa alle proiezioni, agli in- (purtroppo, non sempre rispettate); una lun- trangeli, con le prime straniere che scoprono contri e ai dibattiti con archeologi, giornalisti ga, calda estate che sicuramente passerà alla il “Bel Paese” e la sua “fauna” estiva; Guendali- e registi. storia come un unicum e di cui, presumibil- na (1957) di Alberto Lattuada, e tanti altri. I documentari selezionati quest’anno spazia- mente, ben presto si occuperà anche il cine- Lo stesso cliché si nota, peraltro, anche in di- no dall’antropologia culturale all’archeologia, ma: come ha sempre fatto nella sua storia, dal versi film di quegli anni, come Una Domenica coprono un arco temporale di oltre seimila an- momento che esso è sempre stato (e continua d’Agosto (1950) di Luciano Emmer e Racconti ad essere) uno specchio dei tempi. d’estate (1958) di Gianni Franciolini, due bei A questo punto, può anche essere interessante film, imperniati su personaggi e varie storie vedere come il cinema italiano, per l’appunto, che s’intrecciano; un film diverso è, invece, il abbia rappresentato le “nostre” estati, dagli poco noto Tempo di villeggiatura (1956) di Anto- anni Cinquanta fino ad oggi, seguendo in fili- nio Racioppi, girato ai Castelli Romani (Rocca grana anche la storia del Paese e i suoi cam- di Papa, Nemi). biamenti. Negli anni Sessanta le vacanze al mare diven- All’inizio degli anni Cinquanta, i primi segnali tano un rito di massa; le località turistico-bal- di ripresa economica, il desiderio di dimenti- neari sono affollate da tanta gente, in partico- Il pubblico di Licodia nella sala proiezioni care gli orrori della guerra e di ricominciare a lare da giovani, con i loro divertimenti, balli, ni, comprendendo Paesi come Italia, Serbia, vivere normalmente, a divertirsi, di rimboc- musiche, canzoni in voga, flirt ed amori estivi, Ungheria, Spagna, Grecia, l’isola di Cipro e carsi le maniche e ricominciare una vera e in una sorta di saga, che dura lo spazio di una ancora Iran, Iraq ed Egitto. Editi tutti tra il propria “ricostruzione” economica e morale, breve stagione; lo vediamo, ad esempio, nel 2019 e il 2020, vengono presentati al pubblico inducono gli Italiani a permettersi le vacanze filmLa Voglia matta del 1962 diretto da Luciano italiano per la prima volta. estive, non più appannaggio delle classi più Minimo comune denominatore, il concetto di abbienti ed altolocate, ma ora più o meno alla skills. Si tratta delle abilità sviluppate dall’uo- portata di tutti. mo nel corso dei secoli per insediarsi in un da- Ed ecco gli spostamenti dalle città ai vari lidi, to ambiente e sfruttarne le risorse, miglioran- con i mezzi più disparati, dai treni super-af- do il proprio stile di vita. Ma sono anche quei follati alle prime utilitarie stracolme di pas- saperi quasi dimenticati immortalati dalla pel- seggeri, per non parlare delle vespe e delle licola perché possano sopravvivere nel tempo: motociclette, che riuscivano ad ospitare inte- sono canti, sono gesti, sono incastri perfetti di re famigliole, in precario equilibrio, ma piene pietre, risultato di secoli di sperimentazioni, di tanta gioiosità. tentativi ed errori. Abilità, skills. Necessarie oggi Ecco le spiagge affollate di bagnanti accalcati più che mai per riuscire ad adattarsi all’impre- in pochi metri quadri, tra ombrelloni, sdraio e vedibilità di questi tempi dove anche un limite palloni, bambini chiassosi e schiamazzanti, Salce, che “lancia” una giovanissima Catheri- può trasformarsi in opportunità. pranzi interi consumati sulla spiaggia, con ne Spaak, di cui si invaghisce un maturo inge- l’immancabile cocomero messo a raffreddare gnere milanese (Ugo Tognazzi), mentre si tro- Alessandra Cilio, Lorenzo Daniele sul bagnasciuga… va, con un gruppo di amici, su una spiaggia Direttori artistici del festival È quello che avviene, per esempio, ne La Fami- del litorale sabaudo, con vista del promonto- glia Passaguai del 1951, primo film di una trilo- rio del Circeo; si tratta di un film che, sull’on- Alessandra Cilio, Archeologa impegnata nella comunica- gia diretta ed interpretata da Aldo Fabrizi, che da del boom economico, segna il cambiamento zione del patrimonio culturale, è anche sceneggiatrice e si svolge sulla spiaggia affollata di Fiumicino e dei costumi dei giovani della borghesia di quei guida turistica. Dal 2011 dirige la Rassegna del Documen- ci riporta con la memoria (o l’immaginazione) tempi, il cui comportamento anticipa la con- tario e della Comunicazione Archeologica di Licodia Eu- a quelle ingenue, semplici e poco pretenziose testazione del sessantotto. bea. estati di una volta. Ma questa saga “giovanilistica” viene ricorda- Rassegna del Documentario e della Comunicazione Arche- Qualcosa di simile si vede anche nel precedente ta, con un pizzico di malinconia, in uno dei ologica di Licodia Eubea www.rassegnalicodia.it La Famiglia Brambilla in vacanza (1941) di Carl film più famosi della serie “turistico-balnea- * le foto del servizio sono di Roberto Greco Boese, girato durante la guerra sulla spiaggia re”, quel Sapore di mare (1983) di Carlo Vanzina, Diari di Cineclub | Media partner di Viareggio; e in altre località famose della segue a pag. successiva 38 [email protected]

segue da pag. precedente 1960, regia di Giorgio Bianchi) o Gli Amanti la- el sol… Vamos a la Playa (1983) di Guerri- antesignano di tutti i film balneari degli anni tini (1965), film ad episodi di Mario Costa, in ni. successivi, che racconta l’estate di un gruppo cui quello che gli dà il titolo, interpretato da Ma i nostri baldi “vacanzieri”, alla ricerca di di ragazzi di buona famiglia nella Versilia del- Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, si svolge avventure erotico-sentimentali, non si accon- la metà degli anni Sessanta, a Forte dei Mar- sulla spiaggia di Mazzarò, sempre a Taormi- tentano solo delle nostre belle spiagge e spes- mi; il sequel dal titolo Sapore di mare 2 - Un anno na. Ma i due celebri attori comici avevano fat- so si recano all’estero; per esempio sulla Costa dopo è diretto da Bruno Cortini nel 2008, to il loro esordio, grazie a Domenico Modu- azzurra (1959, regia di Vittorio Sala); o in Spa- mentre Carlo Vanzina, nello stesso anno, diri- gno, in un altro film “vacanziero”, gna (Brevi amori a Palma di Maiorca, 1959, di ge il film ad episodiUn’estate al mare e nel 2013 Appuntamento a Ischia (1960) di Mario Mattòli; Giorgio Bianchi); in America (Vacanze in Ame- Sapore di Te, ambientati sempre in quella “get- isola nella quale, nel 1957, Mario Camerini rica, 1984, Sognando la California, 1992, entram- tonatissima” Versilia, in cui - oltre a quelli so- aveva già girato Vacanze ad Ischia. pra citati - vengono girati tanti altri film, tra Nell’isola d’Elba Giorgio Bianchi gira nel 1962 cui, ad esempio, Bagnomaria (1998) diretto ed Peccati d’estate, mentre non mancano i film interpretato da Giorgio Panariello. ambientati in un’altra famosa isola, Capri, tra Alla bella costa tirrenica, fa da pendant la fre- cui il poco noto Ragazze da marito (1952) di quentatissima riviera adriatica, ricca di stu- Eduardo De Filippo, con tre ragazze mandate pende località balneari, con film come L’Om- dalla famiglia nell’isola per trovare un buon brellone (1965) di Dino Risi (girato a Riccione); partito, preceduto dal cult-movie di Luigi Co- Acapulco, Prima spiaggia… a sinistra (1983) di mencini, L’Imperatore di Capri, risalente al 1949 Sergio Martino (girato a Cesenatico); Stesso mare, stessa spiaggia (1983) di Angelo A. Pann (alias Angelo Pannacciò), girato a Rimini; no- ta località turistica, teatro di molte storie ed avventure estive, che riguardano i più noti Ri- bi di Carlo Vanzina); oppure nelle isole del mini, Rimini (1987) di Sergio Corbucci, di cui il Mare Caraibico (Selvaggi, 1995, e Un’estate ai fratello Bruno dirige il sequel, dal titolo Rimini, Caraibi, 2009, entrambi di Carlo Vanzina; Va- Rimini - Un anno dopo, e Abbronzatissimi 1 e 2 canze ai Caraibi, 2015, di Neri Parenti;); sul Mar (1991 e 1993) di Bruno Gaburro (girati fra Ri- Rosso (Sharm El Sheikh - Un’estate indimentica- mini, Riccione e Cervia). bile, 2010, di Ugo Fabrizio Giordani); mentre Da una nota canzone dei Righeira, L’estate sta “Leoni al sole” 1961 di Vittorio Caprioli una vacanza “forzata” è quella che alcuni mili- finendo, prendono il titolo due film: il primo, e interpretato da un insuperabile Totò, che ca- tari italiani, inconsapevoli della fine della del 1987, diretto da Bruno Cortini, è una storia ratterizza magistralmente un personaggio in- guerra, trascorrono nella stupenda isola greca avventurosa che non rientra nella categoria dimenticabile. di Kastellorizo (nota anche come Megisti), dei film di cui qui ci stiamo occupando; il se- Nell’sola di Ventotene (la più piccola delle immersa nel blu del Mar Egeo, nel film (pre- condo, del 2013, per la regia di Stefano Tom- Pontine), poi, si svolge il complesso e proble- mio Oscar) Mediterraneo (1991) di Gabriele Sal- molini, riguarda un gruppo di ragazzi che tra- matico Ferie d’Agosto (1996) di Paolo Virzì, in- vatores; e sempre in Grecia, nella stupenda iso- scorre le vacanze a San Felice Circeo (Latina), centrato sul contrasto fra due gruppi di villeg- la di Paros (la più grande delle Cicladi) è girato ma assume i connotati di un noir. gianti, molto diversi fra loro per idee politiche Immaturi - Il Viaggio (2011) di Paolo Genovese. Certo, la “fauna” dei “vacanzieri” balneari ita- e cultura, che si trovano a convivere come vi- Ma – per tornare all’Italia – essa, dalla riviera liani è davvero varia. cini di casa. Sempre a Ventotene, molti anni ligure e toscana a quella romagnola, dalla Pu- Vi sono i Leoni al sole (1961), film di e con Vitto- prima, nel 1973, Marco Leto aveva girato La glia alla Calabria, dalle due grandi isole di Si- rio Caprioli, liberamente ispirato al bel ro- Villeggiatura, ambientato, però, a Lipari, in cui cilia e Sardegna alle piccole isole sparse su manzo Ferito a morte di Raffaele La Capria, su il prof. Franco Rossini (in realtà Carlo Rossel- tutto il territorio nazionale, è tutta quanta un gruppo di giovani “vitelloni da spiaggia”, li) era stato inviato al confino durante il perio- meta di vacanze estive e di film che, nel corso che, nella caratteristica e frequentata spiaggia do del fascismo, in una sorta di “villeggiatura del tempo, le hanno raccontate nei modi più di , in un’estate più infuocata e calda obbligata”. disparati. che mai, sono alla ricerca di una vita gaudente La Puglia, per esempio, con particolare riferi- e spensierata e di facili avventure sentimenta- mento al Salento e alle sue stupende spiagge, li; non la solita commedia balneare d’evasio- accoglie Ferzan Özpetek, che gira il bellissimo ne, però, quanto un film struggente e malin- Mine vaganti (2010) sulla spiaggia di Punta Su- conico, pur nella sua “leggerezza” ironica e ina, a Gallipoli, che, dopo il film, è diventata il divertita. fulcro della movida e del turismo balneare in Vi sono, certamente, i simpatici Tipi da spiag- Salento; il recentissimo Odio l’estate (2020) di gia (1959, regia di Mario Mattòli), come quelli Massimo Venier, con Aldo, Giovanni e Giaco- che frequentano Taormina, località à la page, mo, è anch’esso ambientato in diverse località in cui non possono mancare le Femmine di lusso turistiche della Puglia salentina (tra cui Ca- (film che ha per titolo ancheIntrigo a Taormina, “Ferie d’Agosto” (1996) di Paolo Virzì stellaneta Marina). Per la Basilicata, ricordia- Molto particolari, ed anche un po’ bizzarri, so- mo Operazione vacanze (2012) di Claudio Fra- no poi i personaggi (interpretati da Ugo To- gasso, girato nelle località balneari di Scanzano gnazzi, Gigi Proietti, Michele Placido, Carlo Jonico e Policoro (in provincia di Matera). Croccolo, Ninetto Davoli, Franco Citti, Paolo Un film particolare è Dove vai in vacanza? Stoppa, Jodie Foster) che si susseguono all’in- (1978), tre episodi diretti da Mauro Bolognini, terno di un unico ambiente, lo spogliatoio del- Luciano Salce e Alberto Sordi, in cui risalta l’e- la spiaggia, volgarmente chiamato Casotto pisodio di quest’ultimo, con le sue Vacanze in- (1977, regia di Sergio Citti), o quelli che fre- telligenti. quentano la spiaggia di Fregene, che, alla vigi- Se, con l’arrivo dell’estate, con il boom econo- lia di ferrAgosto, diventa “teatro” di una serie mico e le migliori condizioni di vita aumen- di avventure, in FerrAgosto in bikini (1960) di ta progressivamente il numero delle famiglie Marino Girolami, o nel più tardo Quando calienta segue a pag. successiva 39 n. 87

segue da pag. precedente che vanno in villeggiatura, diventa quasi una logica conseguenza che le città risultino quasi deserte e i pochi abitanti rimasti, inebetiti nella canicola estiva, vi si aggirino quasi in uno stato di trance. E questo succederà ancor più negli anni Set- tanta e nei decenni successivi. Ed ecco, allora, che il famoso viaggio on the ro- ad di Vittorio Gassman e Jean-Louis Trinti- gnant nel filmIl Sorpasso di Dino Risi del 1962, prende l’avvio proprio dalla Roma spopolata del FerrAgosto. Nella quale si muovono, ad esempio, anche i tre personaggi interpretati da Carlo Verdone in Un sacco bello (1980), alle prese con i “problemi” del ferrAgosto: il figlio hippie, il “coatto” disposto a partire con chiun- que per una vacanza “sessuale” all’estero, il bamboccio ingenuo che si infatua di una turi- sta spagnola; è lo stesso Verdone, “coatto” di- “Il sorpasso” (1962) di Dino Risi venuto adulto, che - in un episodio del film vaggia Alicudi. di Lina Wertmüller, con Mariangela Melato e Grande, Grosso e… Verdone (2008) - con la mo- Le Isole Eolie - dopo Stromboli di Roberto Giancarlo Giannini, girato lungo la costa glie (Claudia Gerini) e un figlio “impossibile”, Rossellini e Vulcano di William Dieterle (che orientale sarda, in provincia di Nuoro (Cala si reca a Taormina, soggiornando nell’hotel di riguardano episodi drammatici), dopo Il Po- Fuili, Cala Luna, Capo Comino, Arbatrax); ma lusso “San Domenico Palace”, con “disastro- stino (che si svolge sullo sfondo stupendo anche La Calda Vita (1964) di Florestano Vanci- se”, ma divertenti conseguenze. dell’isola di Salina, nella frazione Pollara) - re- ni (Cala Carbonara), Vacanze sulla Costa Sme- Ed ecco anche Pranzo di FerrAgosto (2008), esor- gistra un film molto “spinto”, Senza buccia ralda (1968) di Ruggero Deodato e Piccolo gran- dio di Gianni Di Gregorio, commedia garbata e (1976) di Marcello Aliprandi, storiellina turi- de amore (1993) di Carlo Vanzina (entrambi scanzonata sulla terza età: nella Roma semide- stica ambientata e girata a Vulcano, tra mare, ambientati a Baja Sardinia), Giochi d’estate serta di Agosto, Gianni, un cin- (1984) di Bruno Cortini (Porto quantenne interpretato dallo stes- Rotondo), Vita Smeralda (2006, so regista, che vive con l’anziana Porto Cervo e Poltu Quatu) di e madre novantenne, una nobildon- con Jerry Calà: quest’ultimo (co- na decaduta e capricciosa, in un me attore) e Carlo Vanzina (come appartamento di Trastevere, per regista) sono sicuramente quelli estinguere i debiti condominiali che hanno fatto più film “esti- accetta che la sua casa sia “invasa” vo-balneari” di chiunque altro. da altre tre anziane signore: una Insomma, in conclusione, sono convivenza forzata che, fra ten- davvero centinaia i film (senza sioni e momenti di autentico diver- contare le fiction e le miniserie te- timento, si prolunga fino al pranzo levisive) che raccontano le “no- di ferrAgosto. stre” vacanze estive, inseriti oggi Ma, prima, vi era stato Nanni Mo- nella categoria del cosiddetto “ci- retti, che con la sua Vespa - resa famosa da sole e… nudità, seguito, molti anni dopo, dal ne-cocomero” (contrapposto al “cine-panetto- Audrey Hepburn che la guida, insieme con classico” film turistico-balneare: Panarea ne”), cui abbiamo potuto solo accennare, in Gregory Peck, in Vacanze romane (1953) di Wil- (1997) di Pipolo, che racconta le “gesta” di un una sorta di “carrellata” attraverso il tempo, liam Wyler - se ne andava in giro per le strade gruppo di ragazzi che trascorrono le loro va- dal dopoguerra ad oggi, che – ovviamente – deserte di Roma, verso le zone periferiche e la canze nell’isola eoliana. non ha nessuna pretesa di completezza e nel- campagna, in un episodio di Caro Diario del Ora, se la Sicilia occupa un posto di assoluto la quale ogni lettore noterà che manca proprio 1993; film nel quale - nel “capitolo” che s’intito- rilievo come sfondo e ambientazione di film qualcuno tra i film a lui più cari: ma, d’altron- la Isole - racconta un “particolare” e surreale estivi e “vacanzieri”, anche la Sardegna non è de, era impossibile indicarli tutti!... tour fuori stagione nelle isole Eolie, da Lipari da meno: ricordiamo il famoso Travolti da un Tutti quanti, però – sia quelli più “intelligenti” a Salina, da Panarea a Stromboli, fino alla sel- insolito destino nell’azzurro mare di Agosto (1974) e ben fatti, come quelli più ingenui o addirit- tura stupidi, banali e grossolani – ci hanno fatto cogliere il sapore del tempo che cambia, dando l’idea di costumi, usi, abitudini, com- portamenti, atteggiamenti che si modificano, si evolvono, migliorano o (al contrario) si “in- volgariscono”, che il cinema, nel corso degli anni, ha saputo rispecchiare in maniera egre- gia: e continuerà a farlo!… Con il sapore dolce-amaro e la malinconia di un’estate calda ed assolata, che trapassa gra- dualmente nei colori più tenui e sfumati dell’autunno, lasciandoci la nostalgia (forse il rimpianto) delle lunghe estati della nostra vi- ta, il cui ricordo rimarrà indelebilmente im- presso nella memoria e nel cuore… “Un sacco bello” (1980) di Carlo Verdone Nino Genovese 40 [email protected] L’Arte del Menare “Grandguignolesco, scorretto, turpe, oscuro. Machiavellico nella sua brutalità. Fine nella sua violenza. Oltraggioso nella sua messa in prosa. Nero nella sua risata. Sgarbato nei modi, greve nei contenuti.” Definizione di Fantasi di Menare, tratto dal Hyperborea.it, secondo IgNoranza Eroica

La Crisi del ‘900 fu ori- ‘80 come in La Leggenda Leggendaria degli gine di molti generi Eroi Epici (Nerdheim),dei solitari cacciatori letterari: davanti a un di mostri in una distopica Penumbria di Vilu- mondo che stava cam- pera (Sansolini/Mazza)o di canaglie prive di biando a una velocità onore, ma dal cuore non per forza nero, che si impensabile e a una trovano a compiere imprese considerate im- serie di tensioni sem- possibili dai “buoni” muovendosi spesso lun- pre crescenti, più di go la sottile linea che definisce la moralità co- Nicola Santagostino uno scrittore iniziò a me in “Guiscardi senza gloria” (Mauro Longo), interrogarsi su dove si stava andando e a met- ciò che conta è che le radici di tutto questo tere su carta, in modi più o meno espliciti, la sua visione del mondo. E così se da un lato Pi- randello ci pone davanti il dilemma dell’iden- In “Vilupera” di Mazza e Sensolini la Penumbria è terra tità o Beckett ci fa sorgere dubbi sul senso di mostri crudeli stesso della comunicazione e della ricerca del- la verità, altri autori rispondono a quelle do- sono profonde e attingono a fonti quali David mande esistenziali con soluzioni “alternati- Eddings con il suo ciclo dei Belgariad, a tutti ve”. Howard Phillips Lovecraft ad esempio gli scritti di Robert E. Howard e anche ad au- racconterà di un mondo dove queste risposte tori molto più recenti come Joe Abercrombie portano solo alla follia e all’orrore mentre il con la sua Trilogia della Prima Legge. Come si suo caro amico Robert E. Howard donerà al potrà quindi notare la definizione con cui si mondo la saga di Conan il barbaro. Conan vi- apre questo articolo forse risulta un po’ stretta ve in un passato antico della terra, l’era hybo- In “Brancalonia” i giocatori si trovano a interpretare rispetto a tutte le fonti e le sfumature stilisti- riana. Un passato che poi darà origine ai po- canaglie non di certo eroiche che citate, e questo ritorno di fiamma sta toc- poli del nostro mondo e che nasconde cando non solo il mondo letterario in sé la voglia di avventura e la ne- italiano ma, ad esempio, si è espan- cessità di un mondo più semplice so in quello del gioco di ruolo con che tormentava il continente ame- prodotti come Brancalonia, un ricano dopo la fine dell’epoca della manuale di espansione per la quin- Frontiera. Ma anche se lo Sword ta edizione di Dungeons and Dra- and Sorcery, questo genere di uo- gons nato dalle antologie di Zap- mini e donne possenti, di spade si- pa&Spada, che strizza l’occhio a bilanti e di sinistri sortilegi, ha for- diversi canoni del genere e ha col- giato l’immaginario di più di una pito il pubblico estero riuscendo a generazione, merito anche dei suoi ottenere, nell’arco di 20 giorni, protagonisti moralmente ambigui 190.912 euro, a monte di 3.297 so- e dannatamente umani, la sua pre- stenitori, sulla piattaforma inter- senza sugli scaffali e nella produ- nazionale di crowdfunding Kick- zione cinematografica è sempre starter. Il perché di questo ritorno più scemata fino a sparire quasi del all’avventura e alla forza come so- tutto nelle ultime decadi. In Italia, luzione dei problemi, spesso mi- però, da almeno una decina di anni schiata con una sensibilità più mo- un nuovo movimento pare aver ri- derna e aperta a punti di vista ben acceso la passione per questi mon- diversi da quelli dell’inizio del se- di fatti di situazioni complesse colo scorso, sacrificando una certa spesso risolte con un mix di forza e forma di epica che spesso sa più di arguzia e condite con una certa mitologia o supereroismo, può for- ironia di sottofondo. Autori come se essere il segno della necessità di Mauro Longo, Roberto Recchioni, un ritorno a narrative meno con- il collettivo Nerdheim e IgNoranza torte e dove la violenza spesso suo- Eroica o case editrici come Ache- na semplice, distaccata e in un cer- ron Books con le loro due antologie to senso edulcorata, ripulita dalle Zappa&Spada che dà origine al ge- sue conseguenze e dove la diffe- nere “Spaghetti Fantasy” stanno renza tra buoni e cattivi non è sot- dando un nuovo significato al ter- tile, ma semplicemente non esiste. mine “MeNare”, con la N maiusco- Rispetto a un mondo dove gli eroi la, come ci insegnano Jack Sensoli- sono come i nemici che affronta- ni e Luca Mazza. no, forse la soluzione è semplice- Non importa si parli di avventurie- mente questa: non avere più eroi, ri ormai ritiratisi in pensione e co- ma solo persone. stretti a tornare a combattere in un comico tripudio di stereotipi anni In “Guiscardi senza gloria” di Mauro Longo avventura e ucronia si mischiano Nicola Santagostino 41 n. 87 A proposito di Davis – Quando la strada finisce la musica continua Dall’inizio alla fine ci e contestazione è la voce segreta che ci indi- per amplificare i rimpianti celati che, malgrado si aspetta che da un rizza in un rompicapo magnifico da cui non si i nostri sforzi, sono destinati a durare in un momento all’altro salti esce. tempo infinito. fuori un certo Robert Llewyn cammina in cerchio ritrovandosi sem- Oscar Isaac ci regala un’interpretazione stra- Zimmerman. L’aurea pre allo stesso punto e ad ogni raffronto con il ordinariamente intensa, riesce a mantenere iconica di Dylan si mondo, apparentemente casuale, ne esce più la distanza tra il protagonista e il pubblico e Stefano Pavan spande in una magi- debole dimostrando la sua piena inadegua- allo stesso tempo genera un’empatia di rim- strale pellicola dove l’incapacità di adattamento tezza al cambiamento. È più forte di lui, non balzo con Llewyn che è incapace di cogliere le del protagonista è immersa tra il fumo e le note può scegliere la strada verso una crescita. occasioni che il destino gli offre anche quando del Greenwich Village. Davis è l’allegoria del male di vivere, un dolore vive situazioni tragicomiche. Siamo agli inizi degli anni sessanta, locali in sottile impersonato da un musicista che alla Eppure, malgrado il protagonista si avviti su penombra, giacche a coste di velluto, sciarpe, fine deve anche subire, con l’arrivo del genia- sé stesso, senza un riscatto finale, fuoriesce neve, strade bagnate in una New York grigia loide Zimmerman/Bob, l’immenso talento al- un film pieno di intensa umanità. Una delica- ma magneticamente attraente. trui come se il destino, con spietata chiarezza, ta malinconia con un’attraente nostalgia per Llewyn (Oscar Isaac) è un folksinger che cerca stesse lì pronto a sussurrare sorridendo ciò un tempo che ormai non c’è più, ma di cui si maldestramente di entrare nella percepisce il potente suono della sua storia. Passa da un divano lontananza. all’altro, in un continuo girovaga- Anche questo film si colloca sulla re a vuoto, viene umiliato, escluso, scia del cinema della sconfitta, sul immerso in un’altalena di poesia e fallimento che in questo caso si al- gatti da ritrovare. terna tra distacco e coinvolgimen- I fratelli Joel e Ethan Coen con A to senza etichettare in maniera proposito di Davis ci regalano un brutale Llewyn Davis in un fallito. film con un’accuratezza e una ri- Notevoli le musiche di Todd Ka- cerca poetica impressionanti. sow e del mitico T-Bone Burnett, È la celebrazione di una sconfitta. storico produttore dal sound vin- Un viaggio senza soluzione che ci tage dolce e graffiante (tra le tan- conduce nei meandri più profon- te opere ricordiamo la colonna di e celati dell’anima, senza cele- sonora di Crazy Hurt e l’album brazioni o banali melodrammi, il del “Cougar” John Mellencamp film è una miscela perfetta tra “No Better Than This is”) e la fo- umorismo yiddish e le ostilità di tografia di Bruno Delbonnel che una vita fuori sincronismo. cattura, con grande abilità, le gri- Eppure, l’unico luogo dove il pro- gie e fredde giornate newyorkesi. tagonista sembra trovare una di- Nel viaggio in macchina si respira mensione è sul minuscolo palco di qualche riga di “On the road” con un locale del Village, quando can- un John Goodman che è una ma- ta le sue canzoni con le note che schera perfetta immersa in una incorniciano la visione di un mon- malinconia tra disincanto e sarca- do impietoso. smo. Solo in quegli istanti delicati, qua- Il film ha avuto 2 candidature agli si impercettibili, Llewyn Davis Oscar, 1 gran Premio della Giuria sente di avere un senso. al Festival di Cannes, 3 candida- Passato il momento Llewyn torna ture a Golden Globes, 3 candida- a perdersi. Si perde perché è un ture a BAFTA e 4 candidature a perdente, uno in lite con il proprio Critics Choice Award. esistere, uno a cui non appartiene Nella galleria dei perdenti “A pro- nemmeno la sua distruzione. Egli posito di Davis” è un film delicato è solo, davanti ai tasselli della pro- e toccante che possiede una cala- pria rovina che si alternano tra in- mita per attrarre e scuotere i cuori capacità, sfortuna e noncuranza. sensibili. Un ritratto di un mondo Cerca di capire, si sforza di afferrare se il suo che tanto non saremo mai. del folk anni ‘60 con buona musica e buone so- talento è vero e poi lascia andare le cose. In I Coen sono cesellatori sublimi capaci di norità, il tutto nella maestria geniale dei questa incertezza Llewyn non è cattivo, ma esprimersi passando tra tutti i più stabili Cohen che non delude mai. Da vedere, poi vi stancamente contiene la rabbia. Siamo di schemi del racconto. verrà la voglia di ascoltare il Dylan dei primi fronte ad un’inettitudine sveviana dove il duro I due fratelli, senza utilizzare Davis come un tempi. Mi raccomando, prima spegnete il te- rapporto tra arte e business, tra mercificazione bersaglio, afferrano la sua indifesa incoerenza lefono. Stefano Pavan

42 [email protected] Un treno, un film #15 Prima dell’alba (1995) Se c’è un film in cui la poesia del viaggiare in treno si sposa a quella di una città - in questo caso, Vienna - quello è Prima dell’alba (Before Sunrise) di Richard Lin- klater (1995): un’opera, tra l’altro, dal finale aper- Federico La Lonza to, tanto da avere avuto due sequel, e non è detto si tratti degli ultimi. Questa deliziosa commedia sentimentale di 101 minuti, di confezione americana e austriaca, prodotta dalla Castle Rock Entertainment in collaborazione con la Detour Filmproduction e la Filmhaus Wien Universa Filmproduktions, è stata concepita e sceneggiata dallo stesso Lin- klater col contributo di Kim Krizan, e si è av- valsa della fotografia di Leo Daniel, del mon- “Prima dell’alba” (1995). Ethan Hawke e Julie Delpy taggio di Sandra Adair e Sheri Galloway, delle musiche di Fred Frith, della scenografia di approfondendo sempre più la reciproca cono- nel 1989, con tale Amy Lehrhaupt, una donna Florian Reichmann, dei costumi di Florentina scenza. È chiaro che si sentono fortemente at- conosciuta in quell’occasione, che un inciden- Welley e del trucco di Karin Dust. tratti l’uno dall’altra, e tuttavia, con estrema te motociclistico si portò via poco prima che il La trama è la seguente. Il 16 Giugno 1994, su delicatezza, per buona parte del film il loro film giungesse nelle sale; proprio come Jesse e un treno diretto da Budapest a Vienna, rapporto viene mantenuto sul piano di un Céline, lui e lei trascorsero quella sera e quella Céline, una francese di ventitré anni che sta garbato cameratismo, finché al tramonto, sul- notte a passeggiare per la città, discorrendo tornando a Parigi dopo una visita alla nonna, la ruota panoramica del Prater non si scam- di tutto. Quando Linklater volle rifarsi ai loro disturbata dalle voci alterate d’una coppia dialoghi per stendere la sceneggiatura del di coniugi che seduti vicino a lei le impedi- film, comprese immediatamente che non scono la lettura d’un libro, si alza e cambia avrebbe potuto avventurarvisi senza il sup- di posto: poco dopo, però, la coppia che al- porto d’una presenza femminile, che avreb- terca le passa davanti attraversando il cor- be orientato meglio i temi trattati e conferi- ridoio. Questo litigio cattura l’attenzione di to alle battute la necessaria spontaneità: Jesse, un venticinquenne proveniente dagli perciò si affidò alla collaborazione della Stati Uniti seduto dirimpetto a lei dall’altra trentaquattrenne Kim Krizan, che egli co- parte del corridoio, che ha girato un pezzo nosceva come attrice, avendo già lavorato d’Europa per dimenticare una delusione con lui in piccoli ruoli nei film Slacker (’91) e sentimentale ed è in procinto d’imbarcarsi La vita è un sogno (’93). La sceneggiatura ven- su un aereo che lo riporterà al suo paese, il ne scritta in soli undici giorni; la decisione quale domanda a Céline se conosca il motivo biano un bacio, e da lì, nuove tenerezze, sem- più importante che scaturì dalla loro intesa, di quel diverbio. La ragazza risponde d’igno- pre però con gesti d’assoluta purezza: ma su suggerimento di lei, fu quella di non am- rarlo; ma anziché chiudersi, con estrema na- sapranno andare anche oltre. Finché inesora- bientare il film negli Stati Uniti, in quanto, turalezza il colloquio si sposta subito ai ri- bile, il sorgere dell’alba li costringe al conge- come disse lo stesso Linklater, viaggiando «al spettivi libri che leggono, sicché tra di loro do: ma prima che ciascuno riprenda il suo di fuori del tuo solito regno, sei molto più s’instaura un dialogo. Affascinato dalla sua in- viaggio, salutandosi, esprimono entrambi la aperto alle esperienze». Il problema, a questo terlocutrice e occasionale compagna di viag- volontà di rivedersi nello stesso luogo, tra sei punto, era rimediare gli attori giusti: per Jesse gio, poco prima di scendere alla West Bahnhof, mesi. E se, una volta rimasti soli, lo spettatore egli scelse il venticinquenne Ethan Hawke con un abilissimo discorso sulle opportunità può leggere sui loro volti un alternarsi di sen- (che dapprima gli era parso troppo giovane), che si perdono nella vita, Jesse riesce a con- timenti contrastanti, il rammarico per la se- dopo averlo visto recitare in teatro in una vincerla a fermarsi con lui e sostare fino all’in- parazione e la speranza di un nuovo incontro, commedia a New York; per Céline, la venti- domani mattina nella capitale austriaca. Non nessuno può giurare che essi stessi non dubiti- seienne francese Julie Delpy gli apparve subi- avendo denaro sufficiente, non è in grado di no sul quando e se quest’altro incontro avverrà. to perfetta, e venne preferita a Jennifer Ani- alloggiare in un albergo, perciò la loro notte Protagonisti del film sono Ethan Hawke (Jes- ston e a Gwyneth Paltrow, anche in grazia del sarà consumata girando assieme per la città, se) e Julie Delpy (Céline), ben coadiuvati dagli suo delizioso accento parigino. Invitati da lui di attrazione in attrazione: sul ponte Zollams- altri interpreti: Andrea Eckert e Hanno Pös- ad Austin in Texas (tra l’altro, città natale di steg incrociano due attori dilettanti, sul Do- chl (la coppia sul treno), Karl Bruckschwaiger Hawke, che è bisnipote del drammaturgo Te- naukanal incontrano un singolare poeta im- e Tex Rubinowitz (i due attori dilettanti sul nessee Williams ed è stato il secondo marito provvisatore e una chiromante, sostano in un ponte), Erni Mangold (la chiromante), Domi- dell’attrice Uma Thurman), i due futuri prota- caffè, in un negozio di dischi, dove lui ascolta nik Castell (il poeta improvvisatore), Haymon gonisti del film trovarono subito il copione Come Here di Kath Bloom, visitano un’antica Maria Buttinger (il barista), Harald Waiglein convenzionale e noioso, e con Linklater e la chiesa e il Friedhof der Namenlosen, il cimite- (il chiarrista nel club) e Bilge Jeschim (la dan- Krizan s’incaricarono di riscriverlo: per fortu- ro dei senza nome a Simmering, sempre par- zatrice del ventre). na questi ultimi, non essendo permalosi e ba- lando di se stessi e confrontandosi su vari ar- La genesi di Prima dell’alba risale a una conversa- dando anzitutto alla migliore resa dell’opera, gomenti, dai più futili ai più profondi, esponendo zione che il regista e cosceneggiatore Linklater ebbero l’intelligenza di accettare le modifiche desideri e aspirazioni di ciascuno e dunque ebbe in un negozio di giocattoli di Filadelfia, segue a pag. successiva 43 n. 87

segue da pag. precedente lavora in un’organizzazione ambientalista, ha di buon grado («Stavo cercando due partner una relazione con un reporter di guerra. Dal Annunciamo la terza creativi, non semplicemente due bei visini» loro incontro, succede che Jesse perda di pro- stagione di Cult Fi- ebbe poi a dichiarare lo stesso regista). Il ri- posito il volo aereo che dovrebbe riportarlo sultato fu che quando uscì il film Hawke e la negli Stati Uniti. Altri nove anni dopo, in Befo- ction su UniCA Delpy vennero candidati per la prima volta re Midnight, ritroviamo i due in vacanza su all’Oscar per la migliore sceneggiatura non un’incontaminata isola greca, ospiti di amici e originale, e che ottennero la medesima candi- con due gemelle frutto del loro amore. Tutto datura anche per gli altri due episodi della tri- parrebbe favorire il loro idillio, ma una lite logia Before: la cosiddetta «trilogia della vita», improvvisa scardina una per una le loro cer- ripresa in Prima del tramonto (Before Sunset, tezze: «La spontaneità è scomparsa dalle no- 2004) e conclusa - ma siamo davvero sicuri? - stre vite» dice a Jesse Céline: dopo la fase del con Before Midnight (2013). sogno e della follìa e quella della speculazione Di Jesse e Céline, protagonisti della trilogia, in filosofica, quella della realtà quotidiana è Prima dell’alba si potrebbe dire che essi non ab- spesso frustrante anche senz’apparenti moti- biano ideologie: il loro fascino è proprio quel- vi, e risulta assai difficile da combattere. Alla lo, tutto giovanile, di abbandonarsi all’esi- fine essi, seduti al tavolino di un bar, cerche- stenza obbedendo semplicemente a un ranno di riconciliarsi. (C’è da aggiungere che impulso naturale: «noi non abbiamo idea di nel 2001 i due attori sono apparsi brevemente dove andiamo / alloggiati nella vita / come ra- come Jesse e Céline anche in un altro film del mi nel fiume / che scorrono a valle trascinati regista, Waking Life, che però è d’animazione). dalla corrente» dicono alcuni versi della lirica A proposito di Prima dell’alba, è singolare co- che dedica loro il poeta improvvisatore, foto- me, anni dopo, Hawke e la Delpy abbiano rac- grafando con splendido intuito le loro moti- contato d’essersi sentiti veramente attratti vazioni del momento. La loro storia d’amore, l’uno dall’altra durante i venticinque giorni di che nasce atipica perché figlia del caso e riprese del film: creando appunto quell’alchi- dell’improvvisazione, si mantiene tale per tut- mia che ricercava Linklater quando li scelse a to il film, cosicché nella linearità del suo svol- protagonisti. Il tema dello scorrere del tempo gersi non perde un milligrammo di freschez- e il flusso di coscienza della memoria sono za: aiutata indubbiamente dal fascino dei molto cari a questo regista, che ammiratore A ridosso della ripartenza di una nuova stagio- luoghi, ma anche dalla straordinaria aderenza del cinema di Eric Rohmer, rappresenta un ne cinematografica, anche Unica Radio,- l’e psicologica dei dialoghi, in cui gli argomenti più sentimento come l’amore in tutte le sue sfac- mittente radiofonica degli studenti universi- disparati e di più vario peso vengono affrontati cettature, inclusa una giusta dose di pragma- tari di base a Cagliari, riapre i battenti dopo con la stessa immediatezza, dalla bontà di un tismo, senza per questo che i disagi ìnsiti nella una lunga pausa forzata. Questo non può che frullato alle necessità dell’amore, alla reincar- realtà abbiano il sopravvento sulla componente essere il clima favorevole per l’inizio di una nazione e all’esistenza di Dio. Prima dell’alba si utopica, o che questa possa mettere in ombra il nuova stagione radiofonica di Cult Fiction, il conclude nella stazione di Vienna Haup- controcanto dell’esistenza materiale. format di approfondimento cinematografico tbahnhof, dove Céline sale sul treno per Parigi Costato due milioni e mezzo di dollari (nel di Unica Radio che ancora una volta godrà del- e Jesse, pensoso, si dirige verso l’aeroporto. Lo cinema, una cifra esigua), Prima dell’alba ne la preziosa collaborazione di Diari di Cine- spettatore sa già che essi non si rivedranno ha incassati oltre cinque e mezzo al box office, club. L’appuntamento settimanale, ogni gio- tra sei mesi, bensì tra nove anni: e non più cioè ben più del doppio; il 22 Gennaio del ’95 vedì alle 20:00, in diretta streaming sul sito di nella stazione di Vienna ma in una libreria di venne presentato al Sundance Festival, e Unica Radio o direttamente dall’App dell’emit- a partire dal 27 di quel mese fu proiettato Parigi, in Prima del tramonto: dove Jesse, dive- tente, vedrà la partecipazione di un ospite, nuto uno scrittore affermato, si trova per pre- nelle sale cinematografiche statunitensi, con un successo di pubblico appena discreto ma amici di Diari di Cineclub, addetti ai lavori sentare un romanzo di cui è autore, ispirato recensioni assai favorevoli: un critico, James dell’industria cinematografica, del mondo del all’esperienza della notte viennese con Céline, Berardinelli, lo definì addirittura «Il migliore volontariato culturale, autori, critici, appassio- ed ella, che si è riconosciuta nella protagonista romanzo di tutti i tempi»; quell’anno stesso, nati e veterani daranno il loro contributo ai del libro, si presenta per rivederlo; Jesse è spo- Linklater venne premiato al Festival di Berlino microfoni del programma meglio del 3D. Ri- sato ma non va più d’accordo con la moglie, e con l’Orso d’argento per la migliore regia. cordiamo nella precedente edizione il contri- ha un figlio di quattro anni, mentre Céline, che Federico La Lonza buto, tra i tanti autorevoli, di Stefania Ippoliti, Nevina Satta, Simonetta Dellomonaco, Bruno Zambardino, Diego Cugia, Roberto Chiesi, Italo Moscati, Franco Mariotti, Costanza Qua- triglio, Sergio Naitza, Gennaro Aquin, Anto- nietta De Lillo... Alla conduzione, come sem- pre Salvatore Uccheddu, appasionato viscerale e cinefilo onnivoro, insieme a lui Denise Maria Paulis, dottoressa in Scienze della Comunica- zione e “giurina” a Venezia 76 sotto la guida di Costanza Quatriglio. Ogni puntata di Cult Fiction sarà poi disponi- bile per il download in podcast dal sito di Uni- ca Radio e condivisa sui canali social Facebo- ok, Telegram e Instagram. Salvatore Uccheddu Per seguire Cult Fiction: http://streaming.unicaradio.it/live https://www.unicaradio.it/app/ https://www.unicaradio.it/ 44 [email protected] Cast away. Il tempo naufragato di Zemeckis La vita scorre veloce per immaginato potesse accadere. E’ soltanto Chuck Noland (Tom adesso che Noland si rende conto di come il Hanks), responsabile tempo avesse agito indipendentemente da lui per le spedizioni della e da ciò che aveva sofferto. Dunque , un tempo FedEx, la più grande crudele senza alcuna pietà, che approfitta di impresa USA del set- una tragedia per crearne altre, irreparabili, tore. Chi si ferma è senza vie di ritorno. Come dire che per Ze- perduto. E Chuck No- meckis il tempo esiste solo in relazione a ciò Danilo Amione land si ferma e perde che siamo e che ci aspettiamo dalla vita. Non tutto. L’aereo su cui viaggia per le consegne esiste un tempo in valore assoluto ma soltanto precipita in mare e lui è l’unico a salvarsi, a so- relativamente alle nostre attese e speranze. I pravvivere alla sciagura. O meglio, a dover so- quattro anni di stenti sull’isola avevano tra- pravvivere. Sì, perché il nostro approda miracolo- sformato anche fisicamente Noland e dato la samente su uno sperduto isolotto del Pacifico, dimensione di un cambiamento già avvenuto, nell’arcipelago delle Fiji. Il tempo si è fermato. ma per lo spettatore il senso di smarrimento, E Zemeckis da grande esperto della materia lo scavalcamento di campo emozionale, avvie- (tutti legati al tema “tempo” sono molte delle ne quando il suo eroe si ritrova solo dinnanzi sue opere: da Ritorno al futuro a La morte ti fa alla fotografia della ex fidanzata felice con bella , fino a Contact, Le verita’ nascoste e all’ulti- marito e figli. E certamente serve a poco che mo, ad oggi, Benvenuti a Marwen) ci regala la lei gli giuri che avrebbe voluto aspettarlo, cre- ”summa teorica” della sua ricerca sul senso dendolo ancora vivo, e che sono stati i suoi ge- del tempo attraverso il cinema, evidentemen- nitori a costringerla al matrimonio. Tutto è te per lui l’unico mezzo in grado di dare, pro- comunque cambiato e quanto era stato vissu- prio perché fuori da ogni regola, una soluzio- to prima della sciagura si era trasformato sol- ne a cotanto chiedere. E che con il tempo si tanto in apparenze e il presente in incubo per- poteva certo giocare al cinema l’aveva capito ché realtà senza più speranza. Qui Zemeckis viene evocato per necessità o anche soltanto anche quel genio di Frank Capra che in Oriz- esprime magistralmente cinema in maniera per caso. “Il sogno dentro un sogno” del Totò- zonte perduto ci illude di eterne giovinezze quasi insostenibile, avendo fissato negli spet- Iago pasoliniano definisce non soltanto la re- tranne poi a tirarsene fuori secondo le più ba- tatori immagini di felicità e sofferenza , attese altà del presente ma anche quella che la me- nali ma doverose leggi biologiche, invitandoci e delusioni, senza dare a nessuna di esse alcu- moria ci impone di non cancellare. Lì alla rassegnazione. Ben conoscendo questo il- na possibilità di cambiamento. Dunque, il ci- l’esempio era letterario, qui Zemeckis lo con- lustre precedente, Zemeckis si limita dunque, nema come illusione della realtà che trova nel- verte ancora una volta in immagini, più facili apparentemente, a mostrarci la vita da nau- la realtà stessa ogni risposta possibile. A questo al raggiro e all’inganno , forse memore della frago del nostro spedizio- grande lezione dell’Orson niere, il suo voler sopravvi- Welles di F come falso, punto vere ad una natura ancor di non ritorno per chi si ad- più violenta e traditrice del- dentra nella caverna cine- la avanzata tecnologia aero- ma alla ricerca della verità. nautica. Novello Robinson E non è certo un caso che Le Crusoe senza neanche un verità nascoste, il film girato Venerdì con cui poter con- da Zemeckis durante l’anno dividere l’essenza stessa d’interruzione delle riprese dell’uomo, la parola, Noland di Cast Away (per consentire si inventa un amico con cui ad Hanks di dimagrire e dialogare in un pallone da rendersi credibile come nau- pallavolo sopravvissuto an- frago) si muova anch’esso ch’esso alla sciagura, antro- sul piano ambiguo di una pomorfizzandolo quanto - ba realtà i cui riferimenti sono sta alla bisogna. Ciò che lo in un passato divenuto fan- spinge a questo è la speran- tasmatico e invisibile. Dun- za di tornare a casa dalla fi- que lo sguardo smarrito fi- danzata già promessa sposa, la cui foto ne ac- punto diventa paradigmatico quanto Ze- nale di Noland fermo ad un crocevia sgomento compagna i momenti più o meno duri che è meckis sotto la scorza del paradosso e del di- dinnanzi alla sua nuova realtà, evocatore delle costretto a trascorrere sull’isola. E’ dunque la vertissement aveva già espresso in Ritorno al perplessità esistenziali del miglior Buster Ke- “speranza” di un tempo da rivitalizzare il pun- futuro, laddove la possibilità per il protagoni- aton, è l’esatto contraltare di quel suo sguar- to di snodo dell’opera di Zemeckis. E’ proprio sta, che ha la (s)ventura di vivere nel passato, do deciso che, nella prima sequenza del film, con la speranza che Noland riesce a riattivare di avere un rapporto incestuoso con la madre dava comandi temporali da non mancare nel- l’orologio della vita, oramai comunque com- o di correre il pericolo di non nascere fa sì che le consegne, orologio alla mano, ai subalterni pletamente diversa, e a dare un senso ad ogni nello spettatore si inneschi una forte spinta pronti ad obbedire, tutti protagonisti e vitti- suo fare. Compresa la decisione inevitabile di identificativa, ma soprattutto si fissino im- me di quel grande gioco senza regole e solu- tentare, anche a costo della vita, il ritorno a magini visionarie in una memoria remota che zioni, sempre pronto a metterti in scacco, che casa. Impresa che gli riesce grazie ad una ge- si rinnova dinnanzi ad una realtà cinemato- è il tempo, reale o cinematografico che sia. niale ed insieme intuitiva e casuale invenzio- grafica che supera ogni razionalità consolida- ne veliera. Tornato a casa e rioccupato il suo ta. Cinema, memoria e realtà diventano così posto nel tempo e nello spazio dovutigli, trova in Zemeckis un tutt’uno nel definire lo scorre- però la fidanzata sposata con figli. Anche per re temporale come inesistente di per sé ma lei tutto era cambiato, come lui non aveva mai connaturato all’uomo solo quando da questi Danilo Amione 45 n. 87

La memoria di ieri e oggi: articoli ritrovati. Rinascita pag. 28, 23 Giugno 1962 La critica militante di Umberto Barbaro Servitù e grandezza del cinema È inevitabile, almeno per cinema era un’arte, e già in questa netta più alto grado di rispec­chiamento del reale. chi conobbe­ Umberto contrap­posizione non è difficile scorgere un Né si deve dimenticare che mentre ricollegava Barbaro da vicino e a lui palese intento demistificatorio e un atto con- le più recenti istanze rinnovatrici­ a una tradi- guardò come a un mae- creto di rivolta alle storture, allo strumentali- zione misconosciuta. Barbaro non risparmia- stro, ab­bandonarsi alla smo, alla stupidità, alla cialtroneria, all’essen- va le sue energie per diffondere e approfondi- commozione, sfoglian­ za corruttrice del fascismo. Di pari passo, re le teorie elaborate dai cineasti sovietici, do la raccolta dei suoi però, i suoi strali si appuntavano anche sull’al- cosi che all’indomani della Liberazione poteva scritti di criti­co militante tra faccia della medaglia, sulle deformazioni legittimamente sottolineare il peso decisivo (Servitù e grandezza del ci- mer­cantilistiche dell’arte cinematografica, ri- avuto dalla grande scuola cinematografica Mino Argentieri nema, a cura di Lorenzo dotta al livello di un intrattenimento­ a carat- russa sulla cultura cinematografica italiana e Quaglietti, Editori Riuniti, 1962) dove più vivo tere evasivo e portatrice di ideologie reaziona- sui suoi indirizzi. è il ricordo di una personalità che rias­sumeva rie e di luoghi comuni miranti a conservare le In quella occasione, da varie parti si gridò allo in sé le doti dell’intellettuale impegnato e una masse in uno stato di assopimento e igno­ scandalo, ma Io scandalo­ e la faziosità erano squisita gentilezza di animo. Sferzante e vi- ranza. Né Barbaro si lasciava facilmente in- imputabili a coloro i quali travisavano le idee goroso nella po­lemica, partigiano irriducibile gannare, a questo proposito, dalla raffina- delle sue convinzioni, coerente e conseguente tezza formale di certi vuoti e pretenziosi ai propri princìpi, assertore di una immacola- componimenti, dalle esercitazioni avan- ta intransigenza, riconosciamo Barbaro in guardistiche gratuite o pretestuose, dai film una prosa che non cela, sotto il velo di una realizzati in bella calligrafia, nei quali intrav- scrittura limpida, impeccabile, elegante, iro- vedeva i connotati di ogni devia­zione forma- nica e pungente­ un profondo rispetto per le listica, i prodotti di una decadenza giunta fa­tiche altrui e un amore sconfinato per gli all’estremo stadio di usura, la mancanza di uomini e per la vita. Un amore che non cono- un’autentica ispirazione e l’assenza di un sceva i cedimenti della sfiducia, le ombre della mondo morale e di un valido sostegno cultu­ solitudine, e che pur non ignorando la somma rale. Saldo nel suo convincimento circa­ la in- di dolori e sofferenze che affliggono la umani- scindibilità tra forma e contenuto­ nella cre- tà, era rinsaldato dalla consapevolezza­ che il azione artistica e l’imprescindibile­ necessità mondo, sebbene a prezzo di un oneroso trava- di un forte impegno ideale, non avrebbe tar- glio, va ri­scattandosi da oscuri trascorsi e dato a pronunciarsi severamente contro i proce­de verso un avvenire più giusto e più primi­ tentativi di cinema calligrafico esple- umano. Di qui la fede incrollabile che Barbaro tati in Italia, attorno al ‘41 ‘43 con le prove nutriva negli ideali del socia­lismo. arricchita fornite da Un colpo di pistola di Castellani. da una formazione intellettuale approdata so- Malombra di Sol­dati e Giacomo l’Idealista di lidamente al pensiero marxista e posta al ser- Lattuada; e le sue meditazioni su quei film vizio della classe operaia e della sua lotta per il sa­rebbero state riprese e sviluppate dai gio- rinnovamento della società. vani aggressivi e pugnaci critici del quindi- Durante la dittatura fascista, in pie­no periodo cinale Cinema e della rivi­sta Bianco e nero, i di persecuzioni, troviamo Barbaro (rifiutò d’i- quali, proprio in virtù delle illuminanti dia- scriversi al partito delle camicie nere: quindi gnosi di Barbaro, auspicavano l’avvento di subì ostra­cismi d’ogni genere e sopravvisse alla una cinematografia nazionale, che rispec­ fame e alla miseria, aiutato dal suo amico Luigi chiasse la realtà del paese. La propo­sta che al- di Barbaro, attribuendogli semplicistici e roz- Chiarini, che lo volle al proprio fianco e impo- lora veniva avanzata, di un cinema che attin- zi significati, affatto estranei alla metodologia se la sua pre­senza al Centro Sperimentale di gesse alle fonti del Verga e del De Sanctis non e alla serietà dello studioso. Più di una volta è Ci­nematografia. in qualità d’insegnante) im- è, però, comprensibile in tutta la sua portata capitato di sentir rimproverare Barbaro per la merso in un’attività tutt’altro che sporadica e rivoluzionaria, se non si considerano le ricer- scarsa sensibilità che avrebbe rivelato nei con- sotterranea. I suoi studi, le sue traduzioni, i che compiute da Barbaro al fine di scoprire, fronti del neorealismo, e mai appunto fu mos- testi di Balasz, Pudovkin e Eisenstein che egli nelle vicende della nostra­ cinematografia, una so senza altrettanta cognizione di causa. Si introdu­ce nelle aule della scuola di cinema, i vena che non fosse inquinata dal dannunzia- disse che Barbaro nel ‘45 anziché valorizzare pochi film sovietici che commenta di fronte nesimo e recasse una impronta popolare e ten­ lo exploit neorealista, si era preoccupato di po- agli allievi esercitano una influenza­ decisiva denzialmente democratica. Basta rileggere gli stulare una «terza fase» della evoluzione cine- sulla preparazione dei nuovi quadri cinema- articoli consacrati a Sperduti nel buio e ad As- matografica; e si trascurò di capire che l’ap- tografici: soprattutto il lavoro di Barbaro ten- sunta Spina (due indimenticabili capolavori ri- prezzamento positivo riservato ad alcuni film de a riallacciare le esperienze cinematografiche­ proposti da Barbaro in opposizione ai film stranieri — Ivan il terribile, Enrico V, Alle sei di ai più densi e fecondi filoni della cultura e, in houle cardiers di Lucio D’Ambra, alle volgariz- sera dopo la guerra, Amanti perduti — scaturiva tale senso, crea le premesse di quella revisione zazioni filmate dei roman­zi e dei testi teatrali dalla intuizione del superamento dei fragili criti­ca che nel dopoguerra sgombrerà il cam- dannunziani, alle spettacolari sagre della ro- canoni estetici, che individuavano nel mon- po dagli equivoci disseminati da chi a torto in- manità) per accorgersi che, nel momento in taggio rapido l’elemento specifico e peculiare seguiva il miraggio di una autonoma estetica cui Barbaro richiamava l’attenzione su pelli- dell’arte del cinema e la base fondamentale per cinematografica.­ A quanti, parafrasando ma- cole trascurate anche dai critici più avveduti, una verifica dell’artisticità del film. Non cisi lamente e distorcendo mascalzonescamente indicava in un cinema permeato dai succhi accorse nella circostanza specifica, che Barba- un’affermazione di Lenin, asserivano che il ci- della migliore letteratura­ verista post-risorgi- ro, al di là del giudizio sui singoli film presi a nema avrebbe dovuto essere un’arma — l’ar- mentale una reazione all’accademismo trion­ modello, valutava il mezzo espressivo nei termini ma più forte — Bar­baro rammentava che il fante, un punto di partenza per pervenire a un segue a pag. successiva 46 [email protected]

segue da pag. precedente di una sintesi, la quale riassorbiva nel suo seno apporti e moduli mutuati dalla letteratura, dal Teatro teatro e dalle arti figurative, per fonderli e ri- crearli attraverso un linguaggio autonomo. Non ci si accorse che, proprio risalendo da Il lampadario di Caroline Baglioni a RomaEu- questa piattaforma, cioè sempre più allargan- ropaFestival do il respiro culturale del cinema, in definitiva Approda a RomaEuro- del Teatro Stabile dell’Umbria, Baglioni negli Barbaro si batteva per il realismo e per un am- paFestival 2020 Il lam- ultimi cinque anni ha ottenuto numerosi ri- pliamento delle sue possibilità. Soltanto il pas­ padario, il testo della conoscimenti come autrice con il monologo saggio degli anni avrebbe confermato la giu- 35enne Caroline Ba- “Gianni “ con cui ha vinto il premio Scenario stezza di tali posizioni, poiché Barbaro non si glioni, che, dopo aver per Ustica (2015), il Premio In-Box (2016) e il fece mai irretire da sottoprodotti neorealistici, superato assieme ad al- Premio Museo Cervi (2017). Successivamen- dalle contraffazioni dal bozzettismo, dalle ma­ tri due autori una sele- te, insieme a Michelangelo Bellani, ha fonda- nipolazioni in chiave idillica e sentimentale zione che aveva regi- to la compagnia Baglioni&Bellani scrivendo dallo svuotamento dei contenuti critici, dalle strato la partecipazione e mettendo in scena alcuni testi sui legami misture, dagli ibridi connubi tra commercio di 181 autori, nell’Ago- familiari, un tema cui si è appassionata anche cinemato­grafico e anelito di verità, dai ritorni Giuseppe Barbanti sto 2019 a seguito della grazie ai suoi studi di antropologia, Mio padre ai vecchi schemi naturalistici e melodramma- lettura pubblica dei la- non è ancora nato (2018) e Sempre verde (2019). tici dai richiami a una falsa oggettività docu- vori della terna finalista era uscita vincitrice “Sin da giovane ho sempre avvertito l’esigen- mentaristica, dagli allettamenti della cronaca, della prima edizione della Biennale College za di avere come punto di riferimento e, per della tranche de vie del cosiddetto approccio im- Teatro- Autori Under 40. Un premio partico- certi versi, anche di partenza per ideazione e co- mediato, fotografico, puramente testimoniale. larmente ambito perché ha comportato la struzione del testo un fatto concreto da svilup- Con ciò non si vuole sostenere che Barbaro, produzione dell’allestimento a cura del Festi- pare, non necessaria- nella sua lunga milizia di critico, fu immune val del Teatro della Biennale e la successiva mente come racconto da errori. Spesso, anzi, si è verificato che le sue messa in scena del testo nell’ambito della 48° principale – spiega Ba- sentenze fossero inficiate da una eccessiva ri- edizione del Festival. L’appuntamento a Ro- glioni – Anche ne Il gidezza e da un contenutismo invadente, che maEuropaFestival è in programma a Roma al lampadario, il tema-ti- lo inducevano a respingere categoricamente i Mattatoio – Teatro 2 martedì 6 ottobre in tolo che ci era stato as- film di un Viscon­ti, di un Antonioni o di un doppia replica alle 19 e alle 22. La proposta si segnato per la prima Fellini: o che lo spingevano a diminuire i valori incardina nell’ambito del format di dramma- edizione della Bienna- di un Renoir, di un Carnè e di una corrente del turgia contemporanea Situazione Dramma- le College Teatro- Au- film francese prebellico, cui non perdonava un tica, ideato da Tindaro Granata, Carlo Gua- tori Under 40, prendo pessimismo pro­grammatico, compiaciuto, let- sconi e Ugo Fiore, che permette di approfondire le mosse da una tragica terari. Spesso i suoi giudizi su alcune pellicole e mettere a confronto le opere di tre autori Un- notizia di cronaca, un Caroline Baglioni sovietiche peccarono di una parzialità estre- der35 (accanto a Caroline Baglioni, Tatjana conducente rimasto sospeso per 6 ore a testa ma, che lo costringeva a sottovalutare le insi- Motta e Fabio Pisano). Le letture dei testi (il in giù a seguito del crollo del Ponte Morandi die riposte in una tendenza alla monumentali- cui copione sarà distribuito anche agli spetta- a Genova nell’Agosto 2018”. Ne Il lampadario, tà e alla apologetica. Tuttavia, ad onta di uno tori) sono accompagnate da un confronto di- peraltro, la tragedia fa solo da sfondo (nella schematismo che si accentuò soltanto negli ul- retto con i singoli drammaturghi, le loro tec- motivazione del premio si annota Il lampada- timi anni della sua carriera di critico e che va niche e il loro rapporto con la scena attraverso rio ha sorpreso e interessato per la capacità di anche accollato all’incandescenza di una bat- degli incontri, guidati da Antonio Audino e lavorare su un fatto di cronaca senza renderlo taglia culturale esasperata da un avversario il realizzati in collaborazione con Rai Radio3, esplicito, quasi nascondendolo tra le pieghe quale non esitava a ricorrere al peggiore arma- media partner delle tre serate, nell’ambito di del testo”) alla vicenda del protagonista, una mentario fascista, alla di­scriminazione, al ri- Tutto Esaurito! – Il Mese del Teatro. Caroline delle migliaia di persone che avevano attra- fiuto del dibattito e del dialogo, alla menzogna, Baglioni nasce come attrice/performer, di- versato il ponte poche ore prima del crollo. alla invettiva, alle misure censorie e poliziesche plomandosi nel 2008 al Centro Universitario Nella commedia ripercorre anche attraverso (Barbaro, com’è risaputo, fu riallontanato dal Teatrale di Perugia diretto da Roberto Rug- le suggestioni indotte dalle immagini il pro- Centro Sperimentale, in seguito a un provve- gieri. A seguito della partecipazione nel 2012 prio passato riletto alla luce della misteriosa dimento maccartista); nonostante le disagiate ad un laboratorio di drammaturgia nel Tea- dimensione del presente che sta vivendo. La condizioni in cui operò — prima, durante la tro Valle occupato, comincia ad affiancare al regia dello spettacolo che ha debuttato al Fe- dittatura mussoliniana, poi, in re­gime di san- suo impegno come attrice la scrittura di testi stival di Venezia è di Leonardo Lidi, giovane fedismo clericale — Barbaro non è venuto me- per il palcoscenico, entrando nel gruppo di ri- regista piacentino impegnato nella coprodu- no, nemmeno per un attimo, ai suoi imperati- cerca “La Società dello Spettacolo”. Pur facen- zione che ha coinvolto Biennale Teatro, AMAT vi di studioso integerrimo. L’eredità che egli do tuttora parte della Compagnia dei Giovani di Ancona e Comune di Fabriano con inter- affida ai posteri è racchiusa in alcuni volumi preti Ludovico Fededegni, che compendiano e valgono una travagliata Annibale Pavone, Emanue- esistenza spesa per uno scopo nobile. Servitù e le Turetta, Giuliana Bianca grandezza del cinema, secondo capitolo di una Vigogna. La lettura del testo rac­colta che raggrupperà l’opera intiera dello al Mattatoio Teatro 2 di Ro- scrittore scomparso, si presenta pertanto co- ma sarà, invece, affidata alla me un documento indispensabile a chiunque stessa Caroline Baglioni, desideri meglio definire l’entità del contributo che, oltre a curare l’allesti- arrecato da Barbaro alla cultura moderna: un mento del suo testo, ne sarà documento palpitante che in noi tutti riaccen- anche interprete affiancata de l’amarezza per la perdita­ subita e per un da Alessandro Bay Rossi, vuoto difficil­mente colmabile. Michele di Mauro, Chri- stian La Rosa. Mino Argentieri “Il lampadario” (foto di Andrea Avezzù) Giuseppe Barbanti 47 n. 87 Effetto notte. Il ritorno e il cinema all’aperto del Circolo del Cinema FICC di Oristano Tornare al cinema, ci si è dovuti stavolta misurare con un car- all’aperto, sul grande tellone pensato per un pubblico di spetta- schermo e con una vi- tori più vasto ed eterogeneo. Anche il do- sione pubblica. Que- versi districare fra diritti di proiezione, sta è stata l’esperienza opere non proponibili nelle arene estive e inattesa, dunque an- diversi cataloghi ai quali attingere, ha co- cor più piacevole, vis- stituito per noi un impegno a tratti gravo- suta dal nostro circolo so ma sempre di grande formazione. di Oristano durante i Trovare l’incastro giusto fra opere relativa- mesi estivi. mente recenti, non (o pochissimo) viste, Infatti, dopo la con- non proposte dai due complessi multisala Pasquino Fadda sueta ripresa delle at- presenti in provincia (tuttora, a metà Set- tività in sede, avvenuta tembre, purtroppo ancora chiusi), ha com- nei mesi di Gennaio e Febbraio (con una ras- portato un’attività di ricerca appassionan- segna dedicata all’attore-regista Fabrizio te ma mai semplice. La varietà e Bentivoglio e un’altra alla commedia classica l’originalità sono le caratteristiche che ci americana), abbiamo dovuto interrompere le hanno fatto da guida nelle nostre ricerche nostre serate per i motivi noti a tutti, con filmiche: si è deciso così di alternare la grande rammarico dei nostri soci che già pre- commedia romantica (Un profilo per due di gustavano l’imminente trittico di film diretti Stéphane Robelin) al western d’autore (I da Federico Fellini che Band Apart aveva ap- fratelli Sisters di Jacques Audiard), la satira prontato per celebrare i cento anni dalla na- politica di Sono tornato di Luca Miniero al scita del grande regista riminese. surreale Ma Loute diretto da Bruno Du- Per questo motivo, quando nel mese di Giu- mont, il film drammatico del sardo Mario gno siamo stati contattati dall’Assessorato al- Piredda (L’agnello) a Il cittadino illustre di la Cultura e da altri soggetti pubblici che ope- Gastón Duprat e Mariano Cohn, con uno rano sul territorio (la Pro Loco cittadina, la Fondazione Oristano) per collaborare all’or- ni di distanza. ganizzazione di otto serate cinematografiche, Il pubblico ha notevolmente apprezzato tutte abbiamo aderito con grande entusiasmo. le proposte (si è registrata una media di no- Il cinema all’aperto mancava in città da ben vanta spettatori per ogni serata) mostrando cinque anni, ci comunicavano i nostri “part- di gradire il cinema all’aperto che, dopo mesi ner” nell’impresa, intenzionati a porre fine a tale di forzate visioni domestiche, è stato visto (è “digiuno”, ma ciò, lungi dall’intimorirci, funge- bene ribadirlo, in totale sicurezza) come un va per noi da pungolo ad accettare la sfida. ritorno alla normalità e alla bellezza della con- A Band Apart è quindi spettato il compito di divisione dello spettacolo cinematografico. trovare un nome per l’evento (il truffautiano Al momento la nostra associazione, conscia Effetto notte è il titolo che abbiamo scelto), cu- Il pubblico (foto di Gianni Mameli) anche dell’esperienza fatta e forte dell’attua- rare il progetto grafico e stilare la lista dei film zione pratica delle norme vigenti in materia, in programma; ad eccezione dell’ultima pro- si trova a riflettere sulle modalità di ripresa iezione, a ingresso gratuito, offerta dalla Pro delle proprie attività. La riuscita di questa ma- Loco. nifestazione, per la quale non nascondiamo la Al successo della manifestazione ha contribu- nostra soddisfazione, ci spinge però ad essere ito non poco la scelta dello Spazio giovani speranzosi per il futuro... “Flavio Busonera” quale sede delle proiezioni. E proprio mentre ci accingiamo a concludere Da un punto di vista logistico, il piazzale an- questo piccolo “Diario di viaggio”, siamo stati tistante il centro si è rivelata una location contattati per altre collaborazioni riguardanti ideale per consentire che la rassegna avesse il ritorno del cinema nelle sale. Se son rose... luogo in ottemperanza ai protocolli vigenti in In chiusura, consentiteci un ultimo affettuoso materia di contrasto alla diffusione del virus; Ringraziamenti e saluti al pubblico (foto di Gianni Mameli) grazie a Santina Raschiotti, Presidente del inoltre, l’ausilio fornitoci dai suoi operatori, Comitato per i Beni e le Attività culturali della unito a quello dei ragazzi della Consulta gio- straordinario Oscar Martínez. Fondazione Oristano, che ha egregiamente e vanile, ha fatto sì che quest’iniziativa (non E originale è stato anche il film dell’ultimo ap- pazientemente curato in ogni momento il scontata) si concretizzasse. A loro e all’impe- puntamento: Billy di Jean-Pierre Duriez, gira- dialogo fra i diversi “attori” coinvolti in questa gno di chi ha a sovrinteso ogni aspetto tecnico to nel 1991. Una fiaba-western tutta interpre- bella avventura estiva chiamata Effetto notte. tributiamo un sincero grazie. tata da bambini (oggi adulti, molti dei quali Nell’illustrare la scelta più prettamente arti- presenti alla serata) che presero parte al film Pasquino Fadda stica, occorre sottolineare che il lavoro del no- come controfigure nelle scene a cavallo,- esi (Per Il direttivo Band Apart stro direttivo, spesso avvenuto “a distanza”, è bendosi in spettacolari evoluzioni (ricordia- Pasquino Fadda, Enrico Ghinami, Paolo Licheri, Gianni stato stimolante e di grande arricchimento. mo che in città esiste una lunga e importante Mameli, Rossana Orrù, Andrea Piras, Carla Piras, Essendo infatti la nostra associazione cultu- tradizione legata all’equitazione). La bravura Mattia Succu, Maria Paola Zoccheddu) rale orientata per statuto verso una program- dei piccoli cavalieri, catturata dalla pellicola, è mazione di “cicli di film” tematici (monografie stata motivo di ammirazione da parte degli https://www.associazionebandapart.it/ di autori e attori, di generi e di argomenti), idea- spettatori e di risate da parte di coloro che ri- ti e organizzati da gruppi di soci e appassionati, conoscevano le proprie “gesta” a circa trent’an- “Edicola virtuale” Diari di Cineclub

48 [email protected] L’Ateneo fiorentino e la gestione dell’emergenza sanitaria: il cine- ma apre le porte agli studenti universitari Formazione e contesto con spirito costruttivo una situazione tanto essere fruibili da tutti gli studenti tramite il siste- emergenziale anomala quanto imprevista. ma di webconference Webex, integrato all’inter- A partire dal mese di Il quadro attuale: la Fase 3 dell’emergenza all’Uni- no della piattaforma di Ateneo Moodle. Marzo, in applicazione versità di Firenze L’opzione in presenza/da remoto per sostene- ai DPCM recanti misu- Dopo quattro mesi dalla ripresa delle attività re esami e tesi di laurea potrà essere indicata re urgenti in materia istituzionali, alla vigilia dell’inaugurazione del al momento della prenotazione online e tutti di gestione dell’emer- coloro che non esprimeranno alcuna prefe- genza epidemiologica renza sosterranno la prova automaticamente da Covid-19, è stata pre- a distanza. vista la sospensione di Con grande sforzo organizzativo, per assicu- tutte le attività didatti- rare il rispetto delle norme sanitarie di pre- che in presenza e con- venzione del contagio, la presenza nelle sedi Francesca Palareti testualmente, al fine universitarie sarà contingentata e ridotta in di garantire la continuità formativa, l’imple- mentazione di servizi a distanza da erogare tramite l’utilizzo di piattaforme dedicate . Università di Firenze, Campus delle Scienze sociali a Novoli nuovo anno accademico 2020/2021, l’Ateneo fiorentino ha aggiornato le Linee guida opera- tive, già varate nel mese di Aprile, in vigore dal 1° Settembre scorso. Il documento, approvato dal Consiglio di am- ministrazione e dal Senato accademico, rac- Università di Firenze, Biblioteca di Scienze sociali a coglie le principali indicazioni degli organi di Novoli Didattica a distanza con la piattaforma Google Meet governo per studenti, docenti e personale tec- Il mondo dell’istruzione – scuole, università e nico-amministrativo a garanzia del rispetto base alla capienza delle aule, impostata su cri- biblioteche – ha dovuto quindi affrontare in delle norme di sicurezza richieste dall’emer- teri di turnazione con slot a tempo che con- prima linea questa fase emergenziale con- genza sanitaria. sentiranno l’accesso a circa un terzo degli traddistinta da criticità ed incertezze e, nono- Presenza e socializzazione, così come il dirit- studenti che frequentano abitualmente facol- stante l’iniziale diffidenza verso la didattica to allo studio, costituiscono valori irrinuncia- tà e dipartimenti. Di conseguenza sarà dispo- digitale – in molte realtà estranea alla pratica bili, quindi ha prevalso l’orientamento di apri- nibile un numero limitato di postazioni e gli quotidiana – adottata in via esclusiva, ha of- re gradualmente tutte le strutture – aule, ingressi saranno regolamentati anche trami- ferto agli studenti supporto con grande reat- biblioteche, spazi studio – con norme severe e te l’utilizzo di un QR Code identificativo per la tività, mettendo in campo tutte le proprie rigorose di comportamento1, che prevedono il tracciabilità delle presenze allo scopo di far ri- competenze e dimostrando una tempestiva rispetto del distanziamento sociale e il con- partire in sicurezza la vita universitaria, fa- capacità di adattamento ai nuovi scenari. trollo sistematico dei dispositivi di protezione cendo affidamento sul senso di responsabilità Il necessario processo di trasferimento di individuale e della temperatura corporea. individuale e su un’organizzazione collettiva contenuti e servizi dalla modalità in presenza In relazione alla riorganizzazione della didat- meticolosa e razionale. a quella a distanza con il conseguente consoli- tica, infatti, l’anno accademico contemplerà Sale cinematografiche e didattica universitaria: damento dei canali digitali – videoconferen- anche la partecipazione diretta in loco e sarà l’accordo con il multisala di Novoli ze, videolezioni, chat di gruppo – se da una caratterizzato da un sistema misto: nella co- La necessità di garantire il rispetto delle nor- parte ha evidenziato il potenziale reale offerto siddetta Fase 3 le attività si svolgeranno sia in me vigenti ha fatto emergere una criticità lo- dalle nuove tecnologie, in grado di permettere presenza che a distanza, prolungandosi fino gistica sostanziale aggravata dall’attuale pan- la gestione avanzata di classi virtuali, dall’al- al prossimo 31 dicembre. Nel primo semestre demia. Per rispondere, infatti, all’esigenza di tra ha comportato un impegnativo lavoro di l’Università offrirà ai propri iscritti la possibi- assicurare la didattica in presenza, a fronte progettazione e revisione delle metodologie lità di scegliere la modalità di svolgimento di degli oggettivi limiti strutturali dovuti alla ca- didattiche tradizionali con una rimodulazio- lezioni ed esami, tenuto conto del quadro sa- pienza limitata delle aule universitarie, si è ne degli obiettivi formativi. nitario e delle esigenze di studenti impossibi- prospettata l’urgenza di reperire spazi ag- Tutte le attività indifferibili legate alla carrie- litati a seguire le lezioni e a sostenere esami e giuntivi in grado di accogliere l’ingente nu- ra degli studenti, dalle lezioni agli esami di tesi di laurea in sede. La frequenza in aula mero di iscritti. profitto e sedute di laurea, dai corsi discipli- sarà consentita in via prioritaria alle matrico- Il Rettore dell’Ateneo fiorentino, Luigi Dei, fa- nari organizzati dalle biblioteche all’assisten- le in segno di accoglienza solidale da parte cendo propria l’esperienza virtuosa di altri za bibliografica per la ricerca documentale, dell’intera comunità accademica verso la cate- atenei italiani2, a margine del test d’ingresso a hanno continuato a svolgersi con regolarità goria di studenti che si affaccia per la prima Medicina che si è svolto il 3 Settembre scorso da remoto, privilegiando strumenti e strate- volta nel sistema universitario. Tutte le lezio- presso la Fortezza da Basso di Firenze, ha an- gie didattiche mirate a favorire una positiva ni frontali saranno comunque trasmesse in nunciato un accordo stipulato con il multisala interazione con gli studenti. La condizione di diretta online e videoregistrate, in modo da “The Space Cinema”. forzato isolamento, infatti, ha richiesto il segue a pag. successiva mantenimento di relazioni a distanza – age- 1 A tale riguardo è stato pubblicato un proto- volate dall’utilizzo di piattaforme tecnologi- collo anticontagio per garantire adeguati livelli di prote- 2 L’Università di Parma, per esempio, ha sot- che ­– tra docenti e studenti, che hanno rap- zione attraverso specifiche misure di prevenzione per il toscritto di recente un accordo con “The Space Cinema” presentato il vero collante in grado di contenimento del contagio e per gestire in sicurezza la per la disponibilità di nuovi spazi: potrà utilizzare le 7 rafforzare la trama di rapporti, la condivisio- convivenza con il virus contestualmente alla ripresa delle sale del “The Space Cinema” di Parma Centro e le 12 sale ne della sfida e la propensione ad affrontare attività. Ad ogni studente sarà consegnato un vademecum del “The Space Cinema” di Parma Campus per un totale che riassume tutte le prescrizioni da osservare di quasi duemila posti in più 49 n. 87

segue da pag. precedente Volumi proposti La struttura, posta all’ingresso di via di Novoli, vanta una posizione ottimale all’interno del Centro Commerciale San Donato a due passi Letteratura contemporanea, prosa, poesia, testi teatrali L’amico di lei

Daniela Tani Smith editore “In questa storia non ci sono eroi, non c’è catarsi, Aliou è l’antieroe per eccellenza. Ma non si esce moralmente illesi dalla lettura. Il caso domina gli eventi umani, sembra dirci la scrittrice, ma è un caso fortemente condizionato dalle regole sociali che vigono nell’angolo di mondo rap- presentato, cioè per estensione in tutto l’occidente. Chi ne fa le spese è il nero rifugiato, va da sé, visto da tutti come un profittatore, un ladro (di donne, di proprietà, di opportunità) e da tutti segretamente disprezzato per il colore della sua pelle. Ma ne fa le spese anche il “bianco virtuo- so” (Marianna) che invano si prova a trasgredire le regole sociali (scritte e non scritte) pagando a caro prezzo la sua utopica illusione” Andrea Carraro Daniela Tani vive tra Firenze e i boschi del Casentino. Laureata in Lettere moderne, conduce corsi di scrittura creativa riconosciuti da Enti e Associazioni. Ha pubblicato: L’ospite cinese, Del Firenze, multisala “The Space Cinema” a Novoli Bucchia Editore 2013; Kebab per due, Autodafé 2015; D’amore e d’altro, AlterEgo 2017. L’amico di lei, Smith editore - 2020 dal Campus universitario delle Scienze sociali, Collana Autori di culto, pag. 180 brossura centro di servizi e supporto alla didattica delle Isbn 9788894514117 Scuole di Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche. Al suo interno ospita otto sale per un totale di 1858 poltrone disponibili, con un’area dedicata alla ristorazione ed un parcheggio in- terno multipiano. Gli spazi, concessi in affitto all’Università, ga- rantiranno lo svolgimento delle lezioni – dal 21 Settembre fino a Natale – ad un numero consi- stente di studenti tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13.30. Le otto sale saranno utilizzate come aule aper- te a circa mille studenti di Medicina ed Agraria e, probabilmente, di altri corsi con numero elevato di iscritti, disposti in postazioni oppor- tunamente distanziate. Si tratta di un accordo significativo perché la disponibilità di quasi mille posti rappresenta un notevole aiuto per l’amministrazione e soprattutto una preziosa opportunità in considerazione dell’ubicazione strategica del cinema in una zona già dotata di un insediamento universitario, quindi con tutte le infrastrutture adeguate, centro com- merciale, mensa, trasporti e biblioteca. Il multisala, quindi, diventerà a tutti gli effetti un polo didattico di assoluto prestigio in cui coesisteranno campus universitario e cinema, che rappresenta un luogo di intrattenimento, socializzazione e condivisione per una colletti- vità cittadina che in questi spazi si ritrova e si riconosce, un valore aggiunto rilevante soprat- tutto in una fase problematica come quella at- tuale in cui pressante appare l’esigenza di ri- cucire le relazioni e di trovare occasioni di stimolo e di confronto, sebbene con l’adozione di tutte le cautele richieste a tutela della salute propria ed altrui. La collaborazione con l’Università, dunque, conferma ancora una volta il riconoscimento del ruolo del cinema come parte integrante del tessuto sociale, specchio dei cambiamenti in atto, organismo vitale della nostra comunità e baluardo di cultura, ricerca, innovazione, ma anche capace di evocare sogno, immaginazio- ne, magia. Francesca Palareti 50 [email protected] Abbiamo ricevuto L’occhio del diavolo Agoni, smarrimenti, riscatti nel cinema di Ingmar Bergman

Franco Marucci Nardini Editore 2020 - primo titolo della collana Blow-Up

“L’occhio del diavolo” è un film bergmaniano che è una raffinata variazione ricamata origi- nalmente sulle trame dei due principali e più rivisitati miti occidentali, quelli di Faust e di Don Giovanni. Ma il titolo di questo libro rias- sume in un esergo fantasioso un filo condut- tore che percorre tutta la filmografia del regi- sta. Dalle sue radici luterane Bergman indaga infatti l’agone tra divino e diabolico nella vita umana lasciando all’uomo, sempre preda del- le sue allucinazioni e dei suoi smarrimenti, poche possibilità di riscatto. Ma il “diavolo” è in fondo Bergman stesso, che con il suo oc- chio scruta questi agoni “come in uno spec- chio”, uno specchio nebuloso, offuscato, di- storto.

L’autore Franco Marucci ha insegnato Lettera- tura inglese princi- palmente nell’Uni- versità Ca’ Foscari di Venezia, dove è stato professore or- dinario per un ven- ticinquennio. Gli ot- to volumi della sua “Storia della lettera- Franco Marucci tura inglese” sono stati pubblicati da Le Lettere, Firenze, 2003-2017, e sono disponi- bili anche in traduzione integrale inglese (Pe- ter Lang, Oxford, 2018-2019). La sua produzio- ne nell’ambito della letteratura inglese comprende anche svariate monografie criti- che su singoli autori, saggi, readers e cure, traduzioni, edizioni di testi. Interessato da sem- pre ai rapporti tra letteratura e arti, ha scritto sulla filmografia completa di Michelangelo Antonioni e su Luchino Visconti, Federico Fellini, Stanley Ku- brick, Woody Allen e altri registi, nel suo blog fran- comarucci.wordpress.com

Il cinema e i suoi Maestri attraverso l’ingrandi- mento e lo studio di frammenti il cui dettaglio è fondamentale per la comprensione dell’insie- me: è il vedere oltre le apparenze. Cinema allo stato puro, quindi.

ISBN: 978-88-404-01-18-8 Prezzo € 20,00 Pagine 286 La presentazione del libro che inaugura la collana “Blow-Up” dedicata al cinema e ai suoi prota- formato cm. 14x20 gonisti è del 17 Settembre 2020 Caffè Letterario delle Murate, Piazza delle Murate, Firenze. Copertina in brossura con bandelle Era presente l’autore. Ha presentato Marco Luceri, critico cinematografico del “Corriere fioren- www.nardinieditore.it tino”. Firenze Video di introduzione su schermo digitale 51 n. 87

Musica La levità profonda del compositore Fiorenzo Carpi Da sempre l’esperien- concerti e sonate e abbozza un quartetto per za cinematografica è volgersi, poi, al teatro. Già nel ’47 è tra i fonda- audiovisiva. Se fin dal- tori del “Piccolo” di Milano assieme a Giorgio le origini (fine XIX Strehler, dei cui spettacoli diviene in seguito sec.) la tecnica pone li- compositore ufficiale. Tra questi,La porta divi- miti evidenti al sincroni- soria – su testo di Kafka e commissionato dal smo tra suono e imma- leggendario Victor De Sabata – rende l’idea gine, il ricorso abituale dei vertici toccati in quegli anni da Carpi. A alla performance di uno Roma, fertile è il contributo che dà al nascente strumentista tradisce, Teatro dei Gobbi, accanto ad artisti quali Da- Demetrio Nunnari nell’era del muto, la vo- rio Fo e Franca Rame, Vittorio Caprioli e Fran- lontà di fare della pro- ca Valeri, Gassman, Salce, Proietti, Eduardo iezione anche un momento di ascolto. Supe- De Filippo. All’estero sa farsi apprezzare a rata l’empasse del dire tutto per figure, col Madrid, Lione, Marsiglia, Parigi, Vienna, Sali- tempo i dialoghi trovano posto sullo schermo sburgo, Monaco. Debutta sul grande schermo in guisa di succinte legende. E da forma di ri- con Zazie nel metrò di Louis Malle, ma è l’in- produzione del vero quotidiano il cinema si fa contro con Luigi Comencini il punto di volta evento narrativo. Spoglio del tratto prosodico, della sua carriera. Nel ’66 lavorano ad Incom- tuttavia, il linguaggio si riduce a puro signifi- preso (Diari di Cineclub n. 62), dramma stra- cato; si assottiglia in spessore emotivo. Ma la ziante dedicato a quell’età dei segreti che è l’a- musica strumentale – che è senza concetto – dolescenza. Carpi trova nella pudica purezza riaffiora una interiorità che sfugge ai “perché” della sua scrittura l’antro di accesso alla fosca della ragione. Melodia e ritmo destano la me- psicologia del piccolo Andrea. E poi l’intuizio- Fiorenzo Carpi (1918 - 1997) moria stinta dei primi vagiti e del palpito della ne: per alcuni primi piani degli occhi del bim- vita. Vi è nella musica un che di ancestrale e bo – più azzurri dell’azzurro del cielo – sceglie pruriti con Splendori e miserie di Madame Royale materico, preesistente persino alle facoltà del un celebre “Adagio” di Mozart. Poche note su (’70) di Caprioli e Salon Kitty (’75) di Tinto verbo e del pensiero. Così, quando il parlato un ritmo di “siciliana” che gli addetti chiamano Brass. Non si comprende, dunque, come di un ritrova lo spazio soprasegmentale perduto, la “zoppo”. È il passo malfermo, malato, di chi tale artista poliedrico ed empatico rimanga “colonna sonora” resta elemento necessario s’appresta a cadere, forse morire. Ricorre poi, oggi un ricordo quasi sbiadito. Complice for- all’economia del racconto. Ne impregna il altrove, ad un unico inciso variato senza posa, se egli stesso, taciturno e insofferente alle luci passo di carica ansiogena, e dilata col suo gri- ad enfasi dell’avita incostanza giovanile. Con della ribalta. Parte del suo repertorio teatrale do emozioni e fobie. Correre con l’occhio della la freschezza di una vena melodica che tanto è conservata negli archivi del “Piccolo” di Mi- mente alla pinna de Lo squalo di Spielberg o al ricorda le nenie infantili, Fiorenzo Carpi sigla lano, mentre gli spartiti dei brani composti coltello nella doccia di Psycho è - fuor di meta- tutti i successi di Comencini; da Infanzia, voca- per la televisione si reperiscono ancora adesso fora - anche un “sentire”. È fisiologico, dun- zione e prime esperienze di Giacomo Casanova (del con difficoltà. Introvabili quelli di Incompreso, que, che un regista scorga nel compositore un ’69) a Voltati Eugenio (’80), da Un ragazzo di Cala- persi in un dedalo di diritti d’autore ceduti. compagno d’avventura, e nella sua “penna” lo bria (‘87) a Marcellino pane e vino (’91) fino all’ope- Fiorenzo Carpi – Film Music, cd prodotto in Spa- strumento che dia corpo al proprio immagi- ra prima: (’72), sceneggiato per la tivù gna da “Saimel” (2003), riprende in maniera nario. Tra gli anni Sessanta e Settanta, con la con un Nino Manfredi stellare. Carpi affida la confusa alcuni successi. È ancora edito, inve- sua inventiva – anche di ingegnoso rumorista cifra stilistica della sua scrittura a strumenti ce, Fiorenzo Carpi – Ma mi (Skira, 2003), bel li- - Ennio Morricone [1928-2020] fa le fortune della tradizione povera – specie i “legni” -, rie- bro di Casiraghi e Luciani, impreziosito dai dei western nostrani di Sergio Leone. Nino Ro- vocando in maniera struggente i luoghi agresti contributi di Martina Carpi, figlia del compo- ta rievoca, invece, le atmosfere dei luoghi poe- dell’antico borgo di Collodi. Un burattino sitore, e da una prefazione di Dario Fo. Il volu- tici e bislacchi dell’infanzia del suo mentore commuove, con la sua odissea, tutta una ge- me ripercorre l’opera di un artista colto e ap- Fellini: il circo, la strada, i bordelli. Un altro nerazione, e pensarlo vuol dire sentirlo anco- passionato, capace di spaziare con grazia ed fausto sodalizio, rimasto tuttavia un po’ nell’om- ra oggi. Ma le esperienze dell’infaticabile Car- ironia in ogni genere musicale. Poi, soprattut- bra, è quello tra Luigi Comencini e Fiorenzo Car- pi, dopo l’esordio con Malle, son tante davvero: to, richiama nel titolo la sua canzone più ac- pi [1918-97]. Primogenito d’una famiglia di creati- Parigi o cara (’62) di Caprioli, Senza famiglia, nul- clamata, al centro addirittura di un falso stori- vi – che si muove tra le lettere e le arti figurative –, latenenti cercano affetto (’72) di Gassman, Le uova co. Creduta a lungo un canto della Resistenza, Carpi è un talento eclettico sempre in divenire. fatali (’77) e Maggio musicale (’89) di Gregoretti. Ma mi è per l’immaginario popolare l’inno al Subito attratto dal repertorio classico, scrive Si cimenta anche nel cinema dei tabù e dei patriottismo partigiano. Solo in seguito si scopre che nasce nel ’62, con la parentesi antifa- scista finita da un pezzo, e che il testo è di Giorgio Strehler e le note di Fio- renzo Carpi: “Ma mi, ma mi, ma mi - quaranta dì, quaranta nott - a San Vit- tur a ciapaa i bott”. A can- tarla, fra i Grandi, è Jan- nacci, “strillone” geniale e impertinente. E noi ap- presso a lui a far da eco. Demetrio Nunnari 52 [email protected] Le regole, la libertà, la giustizia Eterodossi di tutto il mondo: unitevi! Certo, è molto pericoloso avere ragione dove i potenti hanno torto. Ma è un rischio che si deve correre

Ogni cosa sembra portare in sé la sua contraddizione. Macchine, dotate del meraviglioso potere di ridurre e potenziare il lavoro umano, fanno morire l’uomo di fame e lo ammazzano di lavoro. […] Tutte le nostre scoperte e i nostri progressi sembrano infondere una vita spirituale alle forze materiali e al tempo stesso istupidire la vita umana, riducendola a una forza materiale. (Karl Marx, Discorso per il XIX anniversario del People Paper, Londra, 19 Aprile 1856)

Era da parecchio tem- non avendo più, con la crescita zero degli ulti- concreta della dialettica tra i gruppi sociali, po che non leggevo un mi quarant’anni, tenere carni di bimbi da che un tempo, che noi vecchi abbiamo cono- articolo, di facile e mettere a tavola: chi alle prossime elezioni voterà sciuto bene, si chiamavano classi, del loro universale compren- per la parte politica a me avversa non può che essere scontro, della loro lotta; rispondono a interes- sione, bello: Il coraggio un coglione! Ricordate? A cosa può servire e so- si ben precisi, storici, prima non c’erano, ci della parola, pubblicato prattutto a chi, il ritorno in auge di tutte le ot- sono, non ci saranno più, sempreché un con- nel numero di Agosto to province sarde e dei suoi undici capoluo- sistente numero di persone intelligenti, al do- della Gazzetta del Medio ghi? A qualche politico di meno di mezza minio dell’attuale classe dirigente che le ha Campidano, indomito tacca e a un numero ben più cospicuo di fun- imposte con la forza palese o con la furbizia quindicinale che resi- zionari e impiegati, soprattutto dirigenti che alla creduloneria degli individui che queste Antonio Loru ste in cartaceo nell’ex portano a casa stipendi mensili che un opera- regole subiscono, si adoperino per cambiarle, provincia sarda del io, un impiegato con un ruolo, un insegnante, sostituirle con altre, sempre storiche, meglio Medio Campidano, con capoluogo doppio, portano ormai obbligatoriamente in ccb - con- rispondenti alle esigenze di giustizia di una Sanluri e Villacidro; la provincia più povera to corrente bancario, (altra regola, voluta da platea molto più vasta, universale. Nuove re- d’Italia! Sti cazzi, me cojoni? Il coraggio della chi, a vantaggio di chi?) se va bene in sei mesi! gole potranno sorgere se un forte e consape- parola, del signor Francesco Diana, ha tante ca- Per far che? Chi lo sa? Io no! Il coraggio della vole gruppo antagonista all’attuale capitali- ratteristiche positive: ben scritto, chiaro, di parola e la libertà di parola sono niente, inuti- smo liberista e liberticida nemico della giustizia grande forza analitica, puntuale e preciso li e dannosi se non si è educati alla libertà e al- sociale, saprà porsi l’obiettivo della conquista mette in fila ordinatamente una serie di dell’egemonia culturale nella società. An- problematiche legate al diritto di poter che grazie a una lettura politica diffusa, esprimere la propria opinione e al corag- (non meramente folclorica), quasi inesi- gio che in ogni caso si deve avere per po- stente proprio in Sardegna, dell’opera di terlo esercitare, in tutte le situazioni reali e Antonio Gramsci. Marx sosteneva che nel concrete. Dopo tanta buona, corretta e or- capitalismo, tutto è fuori posto, il mondo dinata analisi, mi lascia insoddisfatto la capitalistico è un mondo rovesciato. An- conclusione: [….] riteniamo che la libertà di tonio Gramsci, il Marx d’Italia, l’ha riba- opinione, ovviamente espressa nel rispetto delle re- Roma, Campo dei Fiori, statua di Giordano Bruno dito nel complesso della sua immensa ope- gole, rappresenti condizione indispensabile per il con- ra di lucidissima analisi politica, improntata seguimento della necessaria emancipazione sociale, alla demistificazione dei dogmi capitalisti- traguardo di ogni società. Prendo spunto dall’arti- co-borghesi. Se non le ricordiamo noi, che colo del signor Diana per fare un discorso ge- qualche anno l’abbiamo, ai giovani, queste veri- nerale sulle regole, o universale, come dicono tà, chi mai potrà farlo? Dobbiamo arrenderci i filosofi. Chiedo perdono per la presunzione. al pensiero-non pensiero unico e dominante Il rispetto delle regole dov’è, quando, a po- su scala planetaria? Qualcuno ha detto che chissimi anni di distanza dal referendum sul- non c’è tristezza, afflizione, incazzo, che buon la cancellazione delle nuove provincie, queste libro non possa guarire, nebbia che non possa tra non molto potrebbero essere di nuovo ri- dissipare. Anche i buoni film sono un’ottima pristinate de jure? In Sardegna il referendum terapia. Sulla presunta santità delle regole e per l’abrogazione delle nuove provincie vide la sul loro assoluto dovuto rispetto consiglio ai vittoria del partito abrogazionista con il 90% la consapevolezza dell’atto del pensare in ma- giovani la visione di due film del grande Giu- dei voti, mica ceci, pistacchi e noccioline ame- niera critica. Altri esempi di non-rispetto liano Montaldo: Giordano Bruno e Sacco e Van- ricane? Cosa ne ha fatto la politica di quella delle regole? Dall’abrogazione dello Statuto zetti. Due storie dove la regola trionfa sulla più chiara espressione popolare? All’indomani del dei lavoratori e dell’Art. 18, al referendum sul pervicace e ostinata eresia, i tristi vengono referendum, reso ufficiale il risultato, un im- taglio dei parlamentari e dei vitalizi agli ex giustiziati: rogo per Giordano Bruno, sedia portante politico locale, noto a livello regiona- parlamentari; regole, (soprattutto l’Articolo elettrica per Nicola e Bartolomeo. Quando si le e impegnato anche a livello nazionale, più a 18), che davano conforto ai lavoratori e le loro dice il progresso! Oggi qualche anima bella far numero, che a rappresentare gli interessi famiglie, diritti acquisiti in anni di lotta, che lancia strali contro quelle regole del ‘Seicento generali del suo elettorato, in confidenza mi in qualche caso hanno lasciato anche vittime e del Primo ‘Novecento. A babbu motu est bonu disse: questa è un’ulteriore dimostrazione che a li- sul campo, e non solo per modo di dire: e il ri- su molenti puru! Acqua passata non macina più. vello locale, territoriale e regionale, noi sardi di po- spetto di quelle regole? La regola della ri-con- Sono le regole di oggi che dobbiamo guardare litica non capiamo un cazzo. Quando eleggiamo trattazione annuale di salari e stipendi, dov’è con spietato occhio critico. È da quelle regole, i rappresentanti politici, a tutti i livelli, appar- andata a finire? La verità è che le regole non norme generali, leggi, precetti e comanda- tenenti al suo partito, alla sua area, al suo ap- sono piante spontanee che nascono senza ra- menti che derivano le attuali diseguaglianze e parentamento temporaneo, siamo saggi e gioni, anche le piante spontanee poi, hanno le ingiustizie, il piacere perverso della smodata oculati nella scelta, quando votiamo in manie- loro ragioni, determinate dall’incontro-scon- ricchezza di pochissimi, il dolore, il male di vi- ra difforme ci trasformiamo repente in co- tro con l’ambiente al quale sono adattate e che vere dei poveri. Oggi come nel ’Seicento italia- glioni? Mi sovvien di un ex presidente del con- a loro volta e a loro modo adattano, trasfor- no dei papi, come nel XX secolo nello Stato siglio, imprenditore, sceso in campo per salvare mandolo per la maggior soddisfazione possi- simbolo della democrazia moderna, gli USA. l’Italia dalle grinfie adunche dei comunisti man- bile delle loro esigenze. Le regole non discen- gia casalinghe e pensionati video-dipendenti, dono dal cielo, sono la prova tangibile, reale e Antonio Loru 53 n. 87

Festival Carbonia Film Festival 2020. Fare Cultura oltre la crisi Cinema - Lavoro - Migrazioni 6 - 11 Ottobre 2020 Prenderà il via martedì Festival” al miglior film del concorso interna- 06 ottobre, e si svolgerà zionale lungometraggi. Il film premiato verrà fino a domenica 11 otto- proiettato presso le sedi dell’associazione di bre, l’edizione 2020 del Ancona e Napoli, nell’ottica di una circuita- Carbonia Film Festival, zione dei film del Festival, anche in proiezioni organizzato dal CSC in presenza, oltre i confini regionali. Fieri – Andrea Contu Carbonia della Società Forum Internazionale ed Europeo di ricerche Umanitaria insieme al- sull’immigrazione, con la cui Rassegna Cro- la Cineteca Sarda, con il sostegno della Fonda- cevia di Sguardi condivideremo uno dei film zione Sardegna Film Commission, il contributo in concorso. Arci Nazionale e Circolo Arci Il del Comune di Carbonia, il patrocinio della Calderone di Sant’Antioco, con cui ospitere- Regione Autonoma della Sardegna, che finan- mo uno spettacolo teatrale centrato anch’esso Fabbrica del Cinema, sede del Centro Servizi Culturali zia il CSC di Carbonia anche attraverso i fondi sui temi del Festival, come esito di un percor- di Carbonia-Iglesias della Società Umanitaria e del per lo sviluppo delle politiche cineportuali, e so, durato un anno, con giovani immigrati di Centro Audiovisivi numerose collaborazioni. seconda generazione che si chiama “Oltre - Ol- La formula di questa edizione 2020 sarà del tutto tre l’orizzonte. Contro-narrazioni dai margini concept del Carbonia Film Festival di quest’an- inedita e ibriderà gli eventi in presenza e in sala, al centro”. La Comune, palestra di cittadinanza no, che l’Artista Sarah Mazzetti ha simbolica- che si terranno nel capoluogo sulcitano, con la attiva, progetto pilota per un osservatorio cine- mente espresso all’interno del manifesto 2020. possibilità di fruire online dell’intero catalogo dei matografico e assembleare permanente, che La “sperimentazione” della fruizione digitale, film in competizione e di altri contenuti speciali. basa la sua attività sull’organizzazione di pro- che permetterà di raggiungere nuovi spettatori Diretto dal critico cinematografico e -pro iezioni introdotte da conversazioni con i ri- e spettatrici, e le “radici” di un Festival che conti- grammatore Francesco Giai Via, attualmente spettivi autori e/o talent civili e accompagnate nuerà a svolgersi in città. anche Direttore del Festival del Cinema Italia- da assemblee in luoghi pubblici e/o digitali, Ci siamo interrogati sul senso di poter fare no di Annecy e consulente alla programma- animerà un incontro sui temi del Festival, ri- “Cinema ai tempi del Covid” ma soprattutto zione per la Mostra del Cinema di Venezia, il volto alle nuove generazioni. sul significato di un evento che, per sua stessa Carbonia Film Festival presenta ogni anno il La rete dei festival di cinema sardi, riuniti sot- vocazione e definizione, ha sempre come mis- meglio della produzione internazionale lega- to l’egida della Fondazione Sardegna Film sion quella di coinvolgere il numero maggiore ta ai temi del lavoro e delle migrazioni, attra- Commission nel “Sardegna Film Network”, di persone possibile. Il distanziamento impo- verso due sezioni competitive internazionali esprimerà una giuria che assegnerà il premio sto da questa emergenza sanitaria sembra es- dedicate ai lungometraggi e ai cortometraggi. ufficiale al miglior cortometraggio. serne l’antitesi. Scommettiamo insieme al Per la ben nota emergenza Covid saranno Gli eventi speciali di questa edizione del festi- territorio, alle istituzioni che ci sostengono e quest’anno limitati gli eventi collaterali che al nostro staff, su un modello che sia capace di tradizionalmente hanno animato la città du- occupare nuovi spazi, senza necessariamente rante i giorni del festival, dai concerti agli doverli pensare in funzione della crisi del mo- aperitivi sonori, dai dj set sparsi per il centro mento, intendendoli invece come prospettiva al “festival village”, la corte che ospitava il me- per il futuro. Non dunque un atto di resisten- glio delle produzioni creative e legate all’arti- za culturale ma la scelta consapevole che è ne- gianato del territorio; così come saranno con- cessario proseguire il cammino tracciato, tingentati gli ingressi presso il Cine-Teatro guardando oltre l’orizzonte. Centrale di piazza Roma, storico cuore pul- Fare Cultura in un Paese che con l’emergenza sante della rassegna, che ospiterà tutte le pro- sembra forse essersi reso conto della necessi- iezioni e gli eventi speciali in presenza. tà di tenere vivo un dibattito, rappresentare Carbonia Film Festival ha deciso di cogliere istanze e dubbi, mettere in scena preoccupa- questo limite come un’opportunità e di offrire zioni e speranze, anche attraverso la cultura, al più ampio pubblico nazionale un roaster di dovrebbe essere vissuto come un atto di impe- titoli in anteprima, proiettandosi fuori dai gno civile. Questo atto di impegno, che abbia- confini regionali. mo voluto condividere con il maggior numero Il nuovo sito del Festival, che si appoggerà alla di realtà, persone e luoghi possibili, andrà in piattaforma Festivalscope, sarà in grado di offri- scena a Carbonia, città del lavoro e delle migra- re ogni giorno gratuitamente due film del con- zioni, e si propagherà per tutta la nazione, dal 06 corso internazionale lungometraggi, fruibili per all’11 ottobre. “Quando la foresta brucia, è proprio 48 ore, e accompagnati da contenuti speciali. quello il momento in cui mettersi a cantare”. Nella stessa ottica è stato trasferito totalmen- Andrea Contu te online il programma formativo Carbonia Manifesto realizzato dall’illustratrice Sarah Mazzetti (Carbonia, 1981) è un operatore culturale del CSC Carbo- Cinema Giovani, con una serie di webinar e nia della Società Umanitaria. Dirigente Arci, fa parte masterclass pensati appositamente per un val saranno due mostre, una di illustrazione e della Presidenza Nazionale dell’Ucca – Unione Circoli gruppo di studenti e appassionati di cinema grafica, e una basata sulle stampe dei frame Cinematografici Arci. Dal 2015 al 2019 è stato consigliere under 30, selezionati tramite bando, chiamati del celebre “Banditi a Orgosolo”, a cura di An- di amministrazione della Fondazione Sardegna F C. anche a costituire l’omonima giuria che asse- tioco Floris, e due incontri con personalità che gnerà un premio al miglior cortometraggio. hanno rappresentato con la propria attività, o I film in concorso saranno visibili gratuitamente su tutto Tra le importanti collaborazioni quella con Ucca anche solo per la propria stessa esistenza uma- il territorio nazionale al sito www.online.carboniafil- - Unione Circoli Cinematografici Arci, una cui na, i temi del lavoro e delle migrazioni. “Radici” mfest.org giuria assegnerà il “Premio Ucca Carbonia Film e “sperimentazione” dunque, rappresentano il Diari di Cineclub | Media partner 54 [email protected] Michel Piccoli – L’interprete del fascino discreto dell’estetica Equilibrio di tecnica, da sensazioni delle più varie. Accade, pertan- osservazione, studio e to, che la trama sia meno indispensabile ri- sinergia con l’attività spetto alla presenza di attori che vi partecipa- scelta o casualmente di- no e così il film diviene incisione capitale (o, rezionata. Si potrebbe per converso, cenno di dimenticabilità). E esaurire in questi am- un’incisione capitale si rimarca con le pellico- biti lo scenario conte- le nelle quali è (stato) protagonista Michel Pic- stuale al riconoscimen- coli. Protagonista attivo della cinematografia to della professionalità di qualità internazionale per circa un settan- di Michel Piccoli – in- tennio (il primo film risale al 1945), Piccoli (de- terprete del fascino ceduto a 95 anni nel maggio di quest’anno) ha Carmen De Stasio discreto di un’estetica affiancato la carriera versatile di attore a che si rinnova come un’incisiva realtà da regista impegnato anche condizione intellettuale. Ma non è solo que- sul fronte sociale e politico. Senza alcuna re- sto: la modalità di esecuzione ‒ insieme a una torica, la sua figura è capitale nello scenario determinante dose di gestione del tempo pro- cinematografico internazionale d’ogni tempo prio ed altrui; insieme al rispetto di regole in- per un motivo che rinvigorisce l’unicità stili- tese a calibrare il momento, il movimento e la stica: la particolare raffinatezza nel rendere il situazione in rispondenza alla volontà del polimorfismo degli interventi; la leggerezza soggettista e dello sceneggiatore, oltre a una d’insieme in performance memorabili per serie variabile di condizioni (anche estempo- sensibilità mai accademica, tantomeno fondata ranee) ‒ celebra l’edificio interpretativo che sulla sola tecnica. Ed infatti è sul fronte dell’an- coabita l’invenzione entro accurati schemi. tiaccademismo e dell’esclusione da un’affetta- Insomma, un’implementazione continua zione ombreggiata da criteri di protagonismo Michel Piccoli ( 1925 - 2020) rende il clima dell’attore nella gestuali- dinamici e a frequenze diverse, soste- tà dei tempi grafici prospettati sullo nendo, viepiù, la capacità di trasforma- schermo (attualmente non solo quello re (o, meglio, edificare) una battuta, un cinematografico). cenno veloce e muto, in situazione ag- Michel Piccoli è così assimilabile a un gregante di tipo espansivo e intimisti- «regista» di intonazioni. Non basta, an- co a un tempo, adempiendo a una sorta cora una volta: esistono condizioni in- di montaggio non solo meccanico ed visibili e non misurabili. Forse anche il esterno, quanto a uno speciale mon- dato innegabile della casualità intervie- taggio che si appropria delle declina- ne a registrare avvenimenti apparente- zioni complesse, conferendo all’azione mente non condizionabili, ma che pure una panoramica quasi sussurrata, ela- sono fautori del riconoscimento oltre il borata senza ambiguità. tempo esistenziale di contro all’evane- In questo modo la concentrazione di scenza di personalità figurali destinate una molteplicità disposta ad esplicita ad eludere la memoria. Pertanto parle- L’ amante “Les choses de la vie” (1970) di Claude Sautet condizione individuale si propone at- remo di evidenza performativa anche traverso la traslazione storica come av- nel mutismo della memoria; un’evidenza che che Piccoli si dissocia da qualsiasi preambolo venimento artistico-cinematico, attraverso il permette al pubblico di confrontarsi e, talora che possa legarsi a un edonismo esauribile. In quale il polimorfismo estetico di Piccoli si di- inconsapevolmente, scegliere la visione di un tal senso non è arduo riscontrare una memo- lata in una narrazione sincera e che supera, fi- film anche per la presenza di un/una interpre- rabilità dal tenore storicistico, elaborata in nanche, il dato o il fatto visibile. Ne sono testi- te verso il/la quale ci si protende ad un acco- crescendo senza mai consumarsi dietro par- monianza le interpretazioni per registi di glimento a scatola chiusa – raccoglitore di venze talora ostili all’evento cinematografico spessore culturale al di fuori di schemi tempo- promesse frequentemente gradite e non tra- che, pertanto, devia dal solo attributo descrit- rali come L. Buñuel, J.L. Godard, R. Clément, dite – nella quale insistono i prolegomeni a tivo per soddisfare un avvicinamento su piani A. Hitchcock, C. Gravas, M. Ferreri solo per ci- un’attesa tutt’altro che vana e che è sapida e tarne alcuni e in pellicole sovente ardite (tra poderosa e suscita velleità di riconoscimento i più recenti, penso ad Habemus Papam diret- per ritrovarsi con un dato indimenticabile to da N. Moretti nel 2011). che struttura, ancora una volta, in concreto Quel che resta, in altri termini, è la rigenera- ed esistente le vulnerabilità di un film. In tali zione di un codice di ritratti in formazione termini il film raggiunge le anse impervie di continua; refrattari a qualsiasi maschera- un ambito artistico al quale l’interprete con- mento; sostenibili in comportamenti che, ferisce una presenza come ingrediente tra i nella pienezza stilistica, segnano l’appunta- più efficaci e qualificanti. mento con una profondità a campo lungo e, Viviamo l’epoca dell’immediatezza informa- simultaneamente, in un primo piano di tipo tiva per via dell’opportunità di conoscere in empatico. Un primo piano in grado di di- just in time notizie, eventi o circostanze che sporre la vitalità espressiva oltre le trappole in un preciso momento caratterizzano il no- dell’astrazione. Che declina continuamente stro interesse, anche fortuito. La produzione in un incastro di concertazioni intellettuali cinematografica non è esente da siffatta im- con un modus che mai trascura il dettaglio mediatezza, andando a conciliare una serie in un’estetica del vero. di versanti, tra i quali i più comuni riguarda- Carmen De Stasio no il plot del film verso il quale si è spinti per * Prossimo numero: curiosità, oppure per mero interesse guidato “Dillinger è morto” (1969) Un film di Marco Ferreri L’evoluzione del fatto e le indagini sospese 55 n. 87 Esce Cabiria studi di cinema ciemme nuova serie Gennaio - Agosto 2020 Indice di «Cabiria» n. 194-195 Cinema e letteratura. Intervista a Fellini e Moravia p. 122 analisi Rinaldo Vignati La vocazione interrot- ta: il viaggio di Aldo Buzzi nel cinema p. 129 Alberto Marchi Arrigo Benedetti e il ci- nema p. 159 Arrigo Benedetti Il cieco che accompa- gna il muto p . 175 Soggetti in biblioteca p. 178 Un romantico saccheg- gio p. 182 Libri p. 187

Fellini 100 L’occasione del cente- nario felliniano ci offre l’opportunità di ag- giungere qualche con- tributo non peregrino ai tanti che si stanno pubblicando in tutto il mondo. Di Fellini si po- trebbe parlare in ogni nostro fascicolo senza paura di ripetersi, sco- prendo sempre qualco- sa di nuovo – o di anti- co, se ricuperiamo (come siamo soliti fare e facciamo anche ora) dei materiali dimenti- bibliografie, a Fellini e Moravia sul rapporto cati. Partiamo da questi. tra cinema e letteratura. Qui accanto potete vedere una piccola tavola Di nuovo, invece, pubblichiamo un saggio sul di vignette, firmata semplicemente “Federi- “soggetto” nel cinema di Fellini da parte di co”, uno dei tanti disegni umoristici che Felli- uno dei massimi esegeti americani del Mae- ni ha realizzato prima di esordire nel cinema, stro, Frank Burke; e inoltre uno studio su che credo non sia stata più ripubblicata da quanto di innovativo Fellini ha dato al lin- quando comparve su «Spettacolo» il 7 luglio guaggio filmico: in genere parlando dei suoi 1944 a p. 43. È un “raccontino”, come si legge film tutti si soffermano sui contenuti, come se nel cartiglio, suddiviso in quattro scene, dove questi fossero avulsi da una serie di scelte troviamo il circo, la “donnona”, una sorta di espressive personalissime che spesso sono odalisca (come la “bella sulamita dello Sceicco state innovative e rivoluzionarie. Ma non è Bianco) e una danza del ventre domestica, con tutto: Aldo Buzzi e Arrigo Benedetti vengono tanto di tegame in testa al posto della falce di analizzati nel loro rapporto con il cinema an- luna della procace Selene circense (e qui viene dando a indagare in anfratti meno noti del lo- in mente la padellata che don Pietro dà al vec- ro lavoro intellettuale. Per questa volta non editoriale chietto allettato in Roma città aperta). Voglia- avremo né Cineforum né Groovy Movies, che Fellini 100 p. 2 mo dire che c’è già molto del suo mondo a ve- torneranno nel prossimo fascicolo (assieme a laboratorio nire? Potremmo farlo, ma finiremmo per nuovo materiale felliniano). Buona lettura. Fellini continua a danzare p. 3 alimentare luoghi comuni. Marco Vanelli Marco Vanelli C’è poi, nel Laboratorio, il testo della lettura «Io non me ne intendo». Fellini e il linguaggio della Dolce vita che padre Nazareno Taddei (al- CINIT - CINEFORUM ITALIANO cinematograficop. 5 tro centenario) redasse nel 1960: è un pezzo di Via Manin, 33 Frank Burke storia della critica cinematografica, della so- 30174 Venezia-Mestre Fellini: cambiare il soggetto p. 81 cietà italiana, di una pastorale culturale che Tel. 041-962225 Nazareno Taddei sj anticipò il Concilio (e ne pagò lo scotto). Fon- http://cinit.it/ Lettura de La dolce vita p. 103 damentale rileggerla. Inoltre, dal 1964, un’in- e-mail [email protected] Massimo D’Avack tervista dimenticata, assente da tutte le 56 [email protected]

Ascolta i programmi in podcast DdCR | Diari di Cineclub Radio Alcuni programmi trasmessi: www.cineclubroma.it/diari-di-cineclub-roma/diari-di-cineclub-radio

DdCR | Diari di Cineclub Radio - PODCAST -Alla scoperta della Divina Commedia | 22° Canto |14.09.2020|09:37. https://bit.ly/3hqaCnp dall'8 Agosto 2020 al 25 Settembre 2020 l’Inferno. Martina Michelangeli legge Dante -77. Mostra del Cinema di Venezia | La Premiazio- -Il cinema probabilmente | Ottava Puntata. The |21.09.2020|09:54 https://bit.ly/3chwkJl ne. Lido di Venezia | Diario Critico a cura di Weight. Conduce Natalino Piras -Il cinema probabilmente | Settima Puntata. “Il Giovanni Ottone |12.09.2020|24:2077. https:// |25.09.2020 | 09:54 https://bit.ly/3n044QL mestiere del prete”. Conduce Natalino Piras bit.ly/3mcoLZj - Il quadrifoglio di Stefano Pavan. L’eretico er- |18.09.2020|06:21 https://bit.ly/2Ee011z -Mostra del Cinema di Venezia | Undicesima Gior- rante (Brano singolo 2016). |25.09.2020 | 03:56 -QL Quaderni Letterari | Terza Puntata. Il con- nata. Lido di Venezia - La mattina | Diario Cri- https://bit.ly/332IKSp tratto d’autore: come funziona e quali regole tico a cura di Giovanni -Daniela Murru legge Gramsci (XXIII). Letture prevede. Conduce Maria Rosaria Perilli con la -Mostra del Cinema di Venezia | Decima Giornata. delle due lettere che Antonio Gramsci scrisse sua ospite, l’avvocato Elisabetta Bavasso, del Lido di Venezia | Diario Critico a cura di Gio- a sua moglie Giulia Schucht: Roma, 1 Giugno Foro di Firenze |18.09.2020|21:59 https://bit. vanni Ottone11.09.2020|43:30 https://bit. 1925 e 9 Giugno 1925. |25.09.2020 |04:59 ht- ly/32JE3wV ly/32j0N6D tps://bit.ly/2RZiHp6 -Daniela Murru legge Gramsci (XXII). Lettura -Il cinema probabilmente | Sesta Puntata. Il passo -Artistica - Mente | Settima Puntata. Il Futuri- XXII della lettera che Antonio Gramsci scrisse di Kirk Douglas. Conduce Natalino Piras smo. Conduce Mariella Pizziconi. |24.09.2020 a sua moglie Giulia Schucht: Roma, 7 Febbraio |11.09.2020|07:25 https://bit.ly/3hseUek | 06:27 https://bit.ly/3cv1eOt 1925.18.09.2020|03:36 https://bit.ly/2FFfUPd -Daniela Murru legge Gramsci (XXI). Lettura -La storia del cinema – Il neorealismo - Lezione IV. -Artistica-Mente | Sesta puntata - Picasso. Con- della lettera che Antonio Gramsci scrisse a sua Prof. Paolo Minuto, l’appuntamento periodi- duce Mariella Pizziconi |17.09.2020|05:58 ht- moglie Giulia Schucht: Roma, 2 Febbraio 1925 co di cultura cinematografica. tps://bit.ly/2RAuRV1 |11.09.2020|04:37. https://bit.ly/2ReFIUx |24.09.2020|19:31 https://bit.ly/364mMQQ -Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XV). Un -77. Mostra del Cinema di Venezia | Nona Giorna- - Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XVI). brano tratto da “Gli Angeli distratti” apparso ta. Lido di Venezia | Diario Critico a cura di Un brano tratto dall’articolo “I giovani infeli- per la prima volta su “Libertà “il 19 Aprile del Giovanni Ottone |10.09.2020|35:42 https://bit. ci” pubblicato postumo nel volume Lettere Lu- 1947. |17.09.2020|07:30 https://bit.ly/32AAj- ly/3hfBeHL terane, edito nel 1976 da Einaudi gW -Artistica-Mente | Quinta puntata. Il Cubismo. |24.09.2020|08:56 https://bit.ly/32Xpk1x -Riflessioni su arte e cinema | Nona Puntata. L’ar- Conduce Mariella Pizziconi |10.09.2020 |04:02 -Nobel per la letteratura | Ottava Puntata. Ga- te di parlare. Un esempio da Marc’Antonio. https://bit.ly/3hf9WkY briela Mistral, Premio Nobel per la letteratura Conduce Giacinto Zappacosta -Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XIV). 1945 - Poesia: Intima. Conduce Maria Rosaria |16.09.2020|05:44 https://bit.ly/32ANYVm Due brani tratti dal ciclo “Donne di Roma”, Perilli |23.09.2020|03:47 https://bit.ly/2FYL- -Raccontando | Terza puntata. Ti racconto una 1960 (da Donne di Roma - Introduzione Mo- 4Rs storia. Introduzione a Sono Dea e il mio tem- ravia e Pasolini 104 fotografie di Sam Waage- -Poesia del ‘900 (XVI). Pierfranco Bruni legge po tratto dal romanzo “Oltre la nausea” – naar. Il Saggiatore) |10.09.2020|08:34. https:// Alberto Bevilacqua “Ti raccolsi per ricordo” da 2009. Conduce Carmen De Stasio bit.ly/35nG6Is Duetto per voce sola, Einaudi 2008 |16.09.2020|05:53 https://bit.ly/3c7I15A -77. Mostra del Cinema di Venezia | Ottava Gior- |22.09.2020|01:10 https://bit.ly/3633XgT -Nobel per la letteratura | Settima puntata. Peter nata. Lido di Venezia | Diario Critico a cura di -Doroga dlinnaja, Lunga è la strada | Terza Punta- Handke, Premio Nobel per la letteratura 2019 Giovanni Ottone |09.09.2020 | 32:14 https:// ta. Trasmissione mensile dedicata alla cultura - Brano tratto dal poemetto “Canto alla “, Ei- bit.ly/32d7Xcm russa. L’allegria del bere. A cura di Giulia De naudi 2016. Conduce Maria Rosaria Perilli -Riflessioni su arte e cinema | Ottava Puntata. So- Florio (Università di Modena e Reggio Emilia) |16.09.2020|03:25 https://bit.ly/2E5yf7p crate visto da Roberto Rossellini. Conduce e Maria Candida Ghidini (Università di Par- -Poesia del ‘900 (XV). Pierfranco Bruni legge Giacinto Zappacosta |09.09.2020 |05:30 ht- ma) con la partecipazione straordinaria di Carlo Michelstaedter “A Senia” (1910) da Poe- tps://bit.ly/3hm13pT Marco Raffaini |22.09.2020|31:54 https://bit. sie (1905-1910), a cura di Sergio Campailla, -Nobel per la letteratura | Sesta Puntata. Giosuè ly/2Eo5qmF Adelphi, Milano 1987 |15.09.2020|01:39 https:// Carducci, primo Premio Nobel per la lettera- -Fellini 100 anni dopo XI puntata. “Quando an- bit.ly/3ixgCMM tura italiano - dal libro secondo delle Odi Bar- davo a scuola” del 27 Aprile 1941. Conduce Ro- -Fellini 100 anni dopo - X puntata. “Il caricaturi- bare, Una sera di San Pietro. Conduce Maria berto Chiesi |22.09.2020|09:32 https://bit. sta” di Federico Fellini dell’11 ottobre 1941. Rosaria Perilli |09.09.2020 |03:22. https://bit. ly/3iVTac7 Conduce Roberto Chiesi |15.09.2020|10:56 ht- ly/32bB0gA -Fiabe popolari russe | Ottava puntata. Un ciclo tps://bit.ly/3irVsiW -77. Mostra del Cinema di Venezia | Settima Gior- di fiabe popolari russe. Interpreta Irene Mu- -Fiabe popolari russe | Settima puntata. Un ciclo nata. Lido di Venezia | Diario Critico a cura di scará. La volpe e il matterello. |21.09.2020|04:34 di fiabe popolari russe. Interpreta Irene Mu- Giovanni Ottone |08.09.2020 |32:51 https://bit. https://bit.ly/35W1NzH scará. Sora volpe e il lupo. Da Fiabe russe, edi- ly/2ZiLAjQ -La Fiaba nella Fiaba | Prima Puntata - Mam- zioni Progress - Mosca. (1976) Traduzione di -Poesia del ‘900 (XIV). Pierfranco Bruni legge moy e il cucciolo d’acciaio. Da “Mammoy, di Aldo Canestri |14.09.2020|06:28 https://bit. Berto Ricci “Ed ora queste” (1927) da “Prose e Catorchio, Cletus e altre avventure” di Patri- ly/3c8YSoF Ritmi,” 1967, Giovanni Volpe Edito- zia Boi. Conduce l’autrice. |21.09.2020 |09:23 -Alla scoperta della Divina Commedia | 21° Canto re |08.09.2020 |01:10 https://bit.ly/3m0P1Wa https://bit.ly/33M4Rfi l’Inferno. Martina Michelangeli legge Dante -Nuove Trasparenze, esecuzione musicale della 57 n. 87

Band (XV). “Una per Walter”; Musica di Clau- liceo” di Federico Fellini, del 22 Gennaio 1941. - “L’asso nella manica”. Conduce Natalino Pi- dio Baldocci, Arrangiamento batteria by Wal- Conduce Roberto Chiesi |01.09.2020|11:26 ht- ras |21.08.2020|04:51 https://bit.ly/2QedwAG ter (ego) Brambilla. Recorded live Agosto tps://bit.ly/31NlZS6 -Verso Sud - (testo e musica di Stefano Pa- 2020 |08.09.2020|03:38 https://bit.ly/2RaWpjv -Fiabe popolari russe | Quinta puntata. Un ci- van). Da Treni verso il sud |21.08.2020|04:36 -77.Mostra del Cinema di Venezia | Sesta Giorna- clo di fiabe popolari russe. Interpreta Irene https://bit.ly/3aKqejV ta. Lido di Venezia | Diario Critico a cura di Muscará. | Il contadino e l’orso. Da Fiabe rus- -Daniela Murru legge Gramsci (XVIII) - Let- Giovanni Ottone |07.09.2020|30:35 https://bit. se, edizioni Progress - Mosca. (1976) Traduzio- tura delle due lettere che Antonio Gramsci ly/3m0vGEM ne di Aldo Canestri |31.08.2020|03:42 https:// scrisse a sua moglie Giulia Schucht: Roma, 20 -Fiabe popolari russe | Sesta Puntata. Un ciclo di bit.ly/3bc5Dp3 ottobre e 10 novembre 1924. |21.08.2020|07:38 fiabe popolari russe. Interpreta Irene- Mu -Lontano da te. (Testo e musica di Stefano Pa- https://bit.ly/3aJtLyW scará. La volpe e la cicogna. Da Fiabe russe, van). Da “Lacrime e ruggine” |31.08.2020|04:13 -Artistica-Mente - Seconda puntata - I po- edizioni Progress - Mosca. (1976) Traduzione https://bit.ly/2YQr75V stimpressionisti. Conduce Mariella Pizziconi di Aldo Canestri |07.09.2020|02:51 https://bit. -Alla scoperta della Divina Commedia | 19° |20.08.2020|04:01 https://bit.ly/3aHWbt9 ly/2Zcn8k8 Canto l’Inferno. Martina Michelangeli legge -Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XI) - -Alla scoperta della Divina Commedia | 20° Canto Dante |31.08.2020|09:29 https://bit.ly/3l- “Roma malandrina” testo da “Storia della città l’Inferno. Martina Michelangeli legge Dante tRAA5 di Dio” raccolta di scritti giornalistici 1950 – |07.09.2020|08:37. https://bit.ly/2QZjBRJ -Cambierà il tempo. (Testi e musica Stefano 1966 Einaudi editore. Articolo pubblicato il 12 -77. Mostra del Cinema di Venezia | Quinta Gior- Pavan). Da “Cambierà il tempo” Aprile del 1957 sulla rivista settimanale “Roto- nata. Lido di Venezia | Diario Critico a cura di |28.08.2020|04:33 https://bit.ly/3hBnQyQ sei” |20.08.2020|08:44 https://bit.ly/31ewXj7 Giovanni Ottone |06.09.2020|27:50 https://bit. Daniela Murru legge Gramsci (XIX). Lettura -Nobel per la letteratura | Quinta Puntata - ly/3jVBEVF della lettera che Antonio Gramsci scrisse a sua Bob Dylan - Premio Nobel nel 2016. Blowin in -77- Mostra del Cinema di Venezia | Quarta Gior- moglie Giulia Schucht: Roma, 26 novembre the wind (chitarra e voce Claudio Baldocci). nata. Lido di Venezia | Diario Critico a cura di 1924 |28.08.2020|04:30 https://bit.ly/2QtGfSh Conduce Maria Rosaria Perilli Giovanni Ottone |05.09.2020|16:10 https://bit. -Artistica-Mente – Terza puntata - I Macchia- |19.08.2020|03:44 https://bit.ly/326DvPV ly/3h2BUAf ioli. Conduce Mariella Pizziconi -Bella Ciao - Versione Sardo Campidanese; -77. Mostra del Cinema di Venezia | Terza Giorna- |27.08.2020|03:23 https://bit.ly/31wSGTq Traduzione Franco Boi dell’Anpi Sardegna; ta. Lido di Venezia | Diario Critico a cura di -Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XII). Adattamento musicale di Ennio Santaniello Giovanni Ottone |04.09.2020|21:01 https://bit. “L’odore dell’India” impressioni scritte da |19.08.2020|02:19 https://bit.ly/3iTYaxr ly/3lRbwwY Pier Paolo Pasolini durante il suo primo viag- -Alla scoperta della Divina Commedia, Marti- -Il cinema probabilmente | Quinta Puntata. “Sier- gio in India nel 1961 per Il Giorno e poi raccol- na Michelangeli legge Dante | 17° Canto l’In- ra Charriba e Ricciardetto”. Conduce Natali- te in L’Odore dell’India per Longanesi (1962) ferno |19.08.2020|09:11 https://bit.ly/3gblLry no Piras |04.09.2020|07:22 https://bit.ly/3lP- |27.08.2020|06:43 https://bit.ly/2EGX1KJ Scrittori ad Hollywood | Terza (e ultima) pun- V8N7 -Riflessioni su arte e cinema. Sesta puntata. tata - Raymond Chandler: Lavorare con Billy -Daniela Murru legge Gramsci (XX). Lettura del- La Mandragola di Machiavelli. Il labile confine Wilder. Conduce Enzo Lavagnini la lettera che Antonio Gramsci scrisse a sua tra bene e male. Conduce Giacinto Zappaco- |18.08.2020|08:24 https://bit.ly/2Ybuvbf moglie Giulia Schucht: Roma, 16 Gennaio sta |26.08.2020|03:55 https://bit.ly/34BYQ- -Fellini 100 anni dopo - VII puntata “Al caffè” 1925. |04.09.2020|04:20 https://bit.ly/2QRa- DQ di Federico Fellini del 18 maggio 1940. Condu- 2En -Le fiamme del deserto. (Testi e musica Stefa- ce Roberto Chiesi |18.08.2020|07:31 https://bit. -77. Mostra del Cinema di Venezia | Seconda Gior- no Pavan). Da “Cambierà il tempo”. ly/3awt1xg nata. Lido di Venezia | Diario Critico a cura di |26.08.2020|02:50 https://bit.ly/2D5p3PW -Poesia del ‘900 (XI). Pierfranco Bruni legge Giovanni Ottone |03.09.2020|18:30 https://bit. -Raccontando – Seconda puntata. Ancora un Vittorio Bodini, “La luna dei Borboni “ da La ly/3hQTMzf tempo ricreo attraverso la finestra (da Qua- luna dei Borboni, 1952 |17.08.2020|01:24 ht- -Artistica-Mente | Quarta Puntata. Espressioni- rantena a Combray - La quarantena di 59 au- tps://bit.ly/31ZKCtp smo pittorico. Conduce Mariella Pizziconi. tori. Racconto n. 2 di Carmen De Stasio | La -Daniela Murru legge Gramsci (XVII). Lettera |03.09.2020|04:34 https://bit.ly/3gSzmo3 Recherche.it (2020) in occasione dell’anniver- che Antonio Gramsci scrisse a sua moglie -Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XIII). sario della nascita di Marcel Proust. Conduce Giulia Schucht a Roma il 6 ottobre 1924 Un brano tratto da “Romàns” romanzo breve Carmen De Stasio |26.08.2020|20:05 https:// |17.08.2020|06:51 https://bit.ly/2PXt2Rt pubblicato postumo da Nico Naldini nel 1994 bit.ly/3hvMnFt -Riflessioni su arte e cinema. Quinta puntata. |03.09.2020|08:17 https://bit.ly/3lH8afM -Poesia del ‘900 (XII) - Pierfranco Bruni legge La politica come scandalo. Albertazzi inter- -77. Mostra del Cinema di Venezia | Prima Giorna- Bartalo Cattafi, “Allo scoperto” da Simun, preta Machiavelli. Conduce Giacinto Zappa- ta - Lido di Venezia | Diario Critico a cura di 2004 |25.08.2020|01:17 https://bit.ly/34xRLnC costa |14.08.2020|09:13 https://bit.ly/2DM4R- Giovanni Ottone |02.09.2020|16:27 https://bit. -Fellini 100 anni dopo – VIII puntata - “Come my ly/31RYNSI si comporta... l’uomo quando a notte alta tor- I Suoni. I pensieri nelle parole (8°) - Carmen -Riflessioni su arte e cinema | Settima Punta- na a casa solo solo” del 19 Aprile 1941. Conduce De Stasio introduce la poesia di Alfonso Car- ta . L’antichità classica. Qualche spunto dalle Roberto Chiesi |25.08.2020|11:05 https://bit. damone | La poetica dell’osservare e dell’a- pellicole. Conduce Giacinto Zappacosta ly/3gorR8d scoltare l’esistenza. |14.08.2020|08:24 https:// |02.09.2020|05:17 https://bit.ly/3gLSMLu -Un ciclo di fiabe popolari russe. Interpreta bit.ly/3gQHFSh -Magnifica ossessione di Antonio Falcone Irene Muscará. | Il leprotto spaccone. Da Fia- -Artistica-mente - Prima puntata - Impressio- (IV). Ricordando Alan Parker be russe, edizioni Progress - Mosca. (1976) nisti e la fotografia. Conduce Mariella Pizzi- |02.09.2020|08:14 https://bit.ly/2QLnolF Traduzione di Aldo Canestri |24.08.2020|02:47 coni |13.08.2020|02:51 https://bit.ly/2XW- -77. Mostra del Cinema di Venezia | Presenta- https://bit.ly/2QiegF3 g2zV zione. Lido di Venezia | Diario Critico a cura -Nuove Trasparenze, esecuzione musicale -Un ciclo di fiabe popolari russe. Interpreta di Giovanni Ottone |01.09.2020|11:15 https:// della Band (XIV). Esecuzione dal vivo di Cover Irene Muscará. | Masha e l’orso. Da Fiabe rus- bit.ly/2EF6J0V di “Venus” Nuove Trasparenze in concerto se, edizioni Progress - Mosca. (1976) Traduzio- -Poesia del ‘900 (XIII). Pierfranco Bruni legge |24.08.2020|03:11 https://bit.ly/34zyNwS ne di Aldo Canestri |13.08.2020|06:40 https:// Giacinto Spagnoletti “Vorrei non fosse più -Alla scoperta della Divina Commedia. Marti- bit.ly/2FdCrly giorno” da Poesie raccolte, 1940 – 1990 na Michelangeli legge Dante | 18° Canto l’In- Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (X) |01.09.2020|01:12 https://bit.ly/3lD8lJ4 ferno |24.08.2020|09:26 https://bit.ly/32lL4T0 “Frammenti per un Romanzo del mare: Coleo -Fellini 100 anni dopo - IX puntata. “Secondo -Il cinema probabilmente | Quarta Puntata di Samo” (1951) |12.08.2020|07:52 https://bit. 58 [email protected] ly/3av7k0F - Verso Sud - (testo e musica di Stefano Pavan). -Fellini 100 anni dopo - VI puntata - “Luci della -Il cinema probabilmente | Terza Puntata Da Treni verso il sud |21.08.2020 |04:36 ht- città - Camere ammobiliate” di Federico Felli- “Tempo reale e tempo filmico”. Conduce Na- tps://bit.ly/3aKqejV ni del 14 Settembre 1940. Conduce Roberto talino Piras |12.08.2020|07:23 https://bit. - Daniela Murru legge Gramsci (XVIII) - Lettura Chiesi |11.08.2020|08:14 https://bit.ly/30R- ly/2PMFNhE delle due lettere che Antonio Gramsci scrisse 4RdL -Fellini 100 anni dopo - VI puntata - “Luci del- a sua moglie Giulia Schucht: Roma, 20 ottobre -Nobel per la letteratura | Quarta Puntata - Wi- la città - Camere ammobiliate” di Federico e 10 novembre 1924. |21.08.2020|07:38 https:// slawa Szymborska, Premio Nobel nel 1996. Da Fellini del 14 Settembre 1940. Conduce Rober- bit.ly/3aJtLyW Amore a prima vista, raccolta 1954-2001: Ac- to Chiesi |11.08.2020|08:14 https://bit.ly/30R- - Artistica-Mente - Seconda puntata – I postim- canto a un bicchiere di vino. Conduce Maria 4RdL pressionisti. Conduce Mariella Pizziconi Rosaria Perilli. |11.08.2020\18:29 https://bit. -Nobel per la letteratura | Quarta Puntata - |20.08.2020|04:01 https://bit.ly/3aHWbt9 ly/3iuN6H6 Wislawa Szymborska, Premio Nobel nel 1996. -Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XI) “Ro- -La storia del cinema - La serialitá (seconda parte). Da Amore a prima vista, raccolta 1954-2001: ma malandrina” testo da “Storia della città di Lezione III | Prof. Paolo Minuto, l’appunta- Accanto a un bicchiere di vino. Conduce Ma- Dio” raccolta di scritti giornalistici 1950 – 1966 mento periodico di cultura cinematografica. ria Rosaria Perilli. |11.08.2020|03:44 https:// Einaudi editore. Articolo pubblicato il 12 Apri- |10.08.2020|18:29 https://bit.ly/30KgumI bit.ly/3iuN6H6 le del 1957 sulla rivista settimanale “Rotosei” -Alla scoperta della Divina Commedia, Martina -La storia del cinema - La serialitá (seconda |20.08.2020|08:44 https://bit.ly/31ewXj7 Michelangeli legge Dante | 16° Canto l’Inferno parte). Lezione III | Prof. Paolo Minuto, l’ap- - Nobel per la letteratura | Quinta Puntata - Bob |10.08.2020|09:43 https://bit.ly/3cz51dP puntamento periodico di cultura cinemato- Dylan - Premio Nobel nel 2016. Blowin in the grafica. |10.08.2020|18:29 https://bit.ly/30K- wind (chitarra e voce Claudio Baldocci). Con- a cura di Nicola De Carlo gumI duce Maria Rosaria Perilli |19.08.2020|03:44 -Alla scoperta della Divina Commedia, Marti- https://bit.ly/326DvPV na Michelangeli legge Dante | 16° Canto l’In- - Bella Ciao - Versione Sardo Campidanese; ferno |10.08.2020|09:43 https://bit.ly/2XIolyU Traduzione Franco Boi dell’Anpi Sardegna; L’ospite di una radio -Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XII). Adattamento musicale di Ennio Santaniello “L’odore dell’India” impressioni scritte da |19.08.2020|02:19 https://bit.ly/3iTYaxr amica: Paolo Minuto Pier Paolo Pasolini durante il suo primo viag- - Alla scoperta della Divina Commedia, Martina Cult Fiction e Unica Radio sono lieti di re- gio in India nel 1961 per Il Giorno e poi raccol- Michelangeli legge Dante | 17° Canto l’Inferno cuperare uno dei privilegi della scorsa sta- te in L’Odore dell’India per Longanesi (1962) |19.08.2020|09:11 https://bit.ly/3gblLry gione radiofonica. Trattasi della collabora- |27.08.2020|03:55 https://bit.ly/2EGX1KJ - Scrittori ad Hollywood | Terza (e ultima) puntata zione con Diari di Cineclub, il magazine -Riflessioni su arte e cinema. Sesta puntata. La - Raymond Chandler: Lavorare con Billy Wil- online di approfondimento cinematografi- Mandragola di Machiavelli. Il labile confine der. Conduce Enzo Lavagnini co che, per la puntata del 24 Settembre, ha tra bene e male. Conduce Giacinto Zappaco- |18.08.2020|08:24 https://bit.ly/2Ybuvbf dato a Tore e Denise la possibilità di avere sta |26.08.2020|02:50 https://bit.ly/34BYQ- -Fellini 100 anni dopo - VII puntata “Al caffè” di come ospite Paolo Minuto: docente di sto- DQ Federico Fellini del 18 maggio 1940. Conduce ria del cinema italiano all’Università per -Le fiamme del deserto. (Testi e musica Stefano Roberto Chiesi |18.08.2020|07:31 https://bit. stranieri di Reggio Calabria; responsabile Pavan). Da “Cambierà il tempo”. ly/3awt1xg della Cineclub Internazionale Distribuzio- |26.08.2020|02:50 https://bit.ly/2D5p3PW -Poesia del ‘900 (XI). Pierfranco Bruni legge ne con la quale porterà nelle sale dal 1° otto- -Raccontando – Seconda puntata. Ancora un Vittorio Bodini, “La luna dei Borboni “ da La bre Sola al mio matrimonio di Marta Berg- tempo ricreo attraverso la finestra (da -Qua luna dei Borboni, 1952 |17.08.2020|01:24 ht- man; titolare della rubrica Storia del cinema, rantena a Combray - La quarantena di 59 au- tps://bit.ly/31ZKCtp appuntamento periodico di cultura cinema- tori. Racconto n. 2 di Carmen De Stasio | La -Daniela Murru legge Gramsci (XVII). Lettera tografica su DdCR | Diari di Cineclub Ra- Recherche.it (2020) in occasione dell’anniver- che Antonio Gramsci scrisse a sua moglie dio; e in passato Presidente della FICC – Fe- sario della nascita di Marcel Proust. Conduce Giulia Schucht a Roma il 6 ottobre 1924 derazione Italiana dei Circoli del Cinema e Carmen De Stasio |26.08.2020|20:05 https:// |17.08.2020|06:51 https://bit.ly/2PXt2Rt Presidente di IFFS – International federa- bit.ly/3hvMnFt -Riflessioni su arte e cinema. Quinta puntata. La tion of film societies. - Poesia del ‘900 (XII) - Pierfranco Bruni legge politica come scandalo. Albertazzi interpreta Insomma, in questa quarta puntata c’è tan- Bartalo Cattafi, “Allo scoperto” da Simun, Machiavelli. Conduce Giacinto Zappacosta to da raccontare. 2004 |25.08.2020|01:17 https://bit.ly/34xRLnC |14.08.2020|09:13 https://bit.ly/2DM4Rmy - Fellini 100 anni dopo – VIII puntata - “Come si -I Suoni. I pensieri nelle parole (8°) - Carmen De https://www.unicaradio.it/2020/09/cult-fi- comporta... l’uomo quando a notte alta torna Stasio introduce la poesia di Alfonso Carda- ction-episodio-3x4-24-Settembre-2020/ a casa solo solo” del 19 Aprile 1941. Conduce mone | La poetica dell’osservare e dell’ascolta- Roberto Chiesi |25.08.2020 |11:05 https://bit. re l’esistenza. |14.08.2020|08:24 https://bit.ly/ ly/3gorR8d 3gQHFSh - Un ciclo di fiabe popolari russe. Interpreta Irene -Artistica-mente - Prima puntata - Impressioni- Muscará. | Il leprotto spaccone. Da Fiabe rus- sti e la fotografia. Conduce Mariella Pizziconi se, edizioni Progress - Mosca. (1976) Traduzio- |13.08.2020|02:51 https://bit.ly/2XWg2zV ne di Aldo Canestri | |24.08.2020|02:47 ht- -Un ciclo di fiabe popolari russe. Interpreta Irene tps://bit.ly/2QiegF3 Muscará. | Masha e l’orso. Da Fiabe russe, edi- - Nuove Trasparenze, esecuzione musicale della zioni Progress - Mosca. (1976) Traduzione di Band (XIV). Esecuzione dal vivo di Cover di Aldo Canestri |13.08.2020 |06:40 https://bit. “Venus” Nuove Trasparenze in concerto ly/2FdCrly |24.08.2020|03:11 https://bit.ly/34zyNwS -Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (X) - Alla scoperta della Divina Commedia. Martina “Frammenti per un Romanzo del mare: Coleo Michelangeli legge Dante | 18° Canto l’Inferno di Samo” (1951) |12.08.2020||07:52 https://bit. |24.08.2020|09:26 https://bit.ly/32lL4T0 ly/3av7k0F - Il cinema probabilmente | Quarta Puntata - -Il cinema probabilmente | Terza Puntata “Tempo “L’asso nella manica”. Conduce Natalino Piras reale e tempo filmico”. Conduce Natalino Pi- |21.08.2020|04:51 https://bit.ly/2HBzo87 ras |12.08.2020|07:23 https://bit.ly/2PMFNhE 59 n. 87

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Il Cinema Muto | I Precursori Film Before Film - Phenakistoscope, Zootrope, Praxino- scope | https://you- tu.be/r4B3FHHt_k8 How to make a Zoe- Nicola De Carlo trope | https://youtu. be/lfAzr0GWknU Autour d une cabine-Emile Reynaud-1894- | https://youtu.be/A5MXcxaRXNc 1874 Pierre Jules César Janssen - Passage ar- tificiel de Venus sur le Soleil | https://youtu. be/LowU9vKZzJs 1878-1881 Eadward Muybridge - “The Attitu- des of Animals in Motion” 1 - Horses | ht- tps://youtu.be/oGRTEjTzgBc Marey Films (XII) body motions | https:// youtu.be/11lKItGNuiY The Kinetoscope | https://youtu.be/sfI0N- VC0hLU Edison Kinetoscope Films 1894-1896 | ht- tps://youtu.be/WmZ4VPmhAkw Bioscop 1895 Skladanowsky Brothers | ht- tps://youtu.be/TOWNraClhlw

Il cinema muto | I Lumière youtu.be/xv-L-vb6U8Q youtu.be/ob_O0Da-Ujk Sortie d’usine - Lumière - Les 3 versions HD The Invisible Thief (1909) Ferdinand Zecca Mother 1926 Vsevolod Pudovkin | https://you- | https://youtu.be/qvgPEiw_q04 | https://youtu.be/2dDD tu.be/3U51Jg7P0_E Lumière - Arrivèe des Congressistes â Neuvil- Vsevolod Pudovkin: La fine di San Pietrobur- le-sur-Saône (1895) | https://youtu.be/ Il cinema muto | Griffith go (1927) | https://youtu.be/T0elOw373jM dh3RUtW7qkU D. W. Griffith: Intolerance (1916) | https:// Zemlya Earth 1930 Dovzhenko | https://youtu. L’Arrivée d’un train à La Ciotat (Louis Lu- youtu.be/SoaF8_dlqQA be/fInaSOtpqE0 mière, 1896) | https://youtu.be/MT-70ni4Ddo Broken Blossoms (1919) | https://youtu.be/ Lumière - Démolition d’ un mur (1895) | ht- ZdIiZzc0Ceo Il cinema muto | L’inizio del cinema sonoro tps://youtu.be/CKjiUUX_dK0 D. W. Griffith: Nascita di una nazione (1915) | Entuziazm: Simfoniya Donbassa (1930) Ciclo Lumière - Le Jardinier et le Petit Espiègle https://youtu.be/N_yU8rRQKoA Dziga Vertov | https://youtu.be/70tgGdcSd- (1895) | https://youtu.be/k3J4lSPzpLk Sk - Primo film con interventi sonori sovieti- 1895 - Repas De Bebe | https://youtu.be/Wqy- Il cinema muto Chaplin co. EU2D8M0 Charlie Chaplin-The Immigrant (1917) HD | Road to Life (1931) movie | https://youtu.be/ Partie de cartes (Lumière Frères, 1895) | ht- https://youtu.be/ycLOeCLJ9V0 h7w1ghRUI38 - Primo film sonoro sovietico. tps://youtu.be/DeVaPwgJiu4 Charlie Chaplin: La Strada della Paura (1917) | https://youtu.be/eLF-aLPwfrg Il sonoro in Italia Il cinema muto | Méliès La canzone dell’amore (1930) di Gennaro Ri- Georges Méliès: Escamotage d’une dame chez Il cinema muto | L’Espressionismo ghelli Steiner | (Prima Parte) Primo film so- Robert-Houdin (1896) | https://youtu.be/FQ- Stellan Rye & Paul Wegener: Lo studente di noro italiano | https://youtu.be/IOaR20jVzUg QM9wMuR0o Praga (1913) | https://youtu.be/198fzLdaqp8 La canzone dell’amore (1930) di Gennaro Ri- Georges Méliès: L’Homme à la tête en ca- Il gabinetto del dottor Caligari - di Robert ghelli Steiner (Seconda Parte ) | https://you- outchouc (1901) Les Chevals & Lawrence Lehe- Wiene, con Friedrich Fehér, Werner Krauss, tu.be/OsLfF45Cbkg rissey (2013) | https://youtu.be/yK7XpRe9Z- Conrad Veidt | https://youtu.be/IJucDz-___o “Rotaie” (1929) di Mario Camerini | https:// GE youtu.be/D6r5GV4OQeY Nosferatu il vampiro (1922) | https://youtu.be/ Il cinema muto | Il cinema in Francia fino al wf7JSuZB9H4 1914 Ferdinand Zecca: Histoire d’un crime (1901) Metropolis (Fritz Lang - 1927) | https://youtu. | https://youtu.be/d1vwqcMoMn8 be/txSVDY4_vnY Max Linder - Le chapeau de Max - 1913 | ht- Faust (1926) Friedrich Wilhelm Murnau | ht- tps://youtu.be/bmeeBXfw1cg tps://youtu.be/Cmz3RVvydOU Ferdinand Zecca: Les Victimes de l’alcoolisme (1902) | https://youtu.be/qTOVxJfCk40 Il cinema muto | L’Avanguardia sovietica La grève (Ferdinand Zecca - 1904) | https:// Oktober, Sergei Eisenstein - 1927 | https:// A cura di Nicola De Caro 61 n. 87

Ripubblichiamo con new entry segnalate dai lettori offesi per alcune involontarie esclusioni La televisione del nulla e dell’isteria (XLII) La Rai Tv, insieme al cinema, è stata la più grande industria culturale del paese, che ha favorito l’integrazione nazionale, una lingua comune a tutti, il superamento dei dialetti locali, la possibilità di accesso ad una qualità formativa prima riservata a pochi. L’avvento della tv commerciale ha portato al ribasso senza alcuna resistenza da parte di un pubblico ormai educato ad essere oggetto di consumo in una società dello spettacolo, effimero, volgare, evasivo che conduce alla resa. La Tv è anche il più importante mezzo di comunicazione capace di mutare i costumi e le abitu- dini degli spettatori. E il massacro è avvenuto con la responsabilità dei politici interessati alle logiche di spartizione del potere e di favorire risor- se senza un progetto culturale. Ma oggi, quale è la responsabilità di questa ex industria culturale sulla formazione e lo sviluppo del bullismo ita- lico? Chi sono e cosa hanno in comune tra di loro questi personaggi, quale è il loro contributo alla cultura del nostro paese e al resto del pianeta. Perchè la Tv dedica molta attenzione a questi personaggi che tutta questa bellezza non hanno e quindi incapaci di condurre e donare bellezza e garbo? Contiamo sui vostri contributi per capirci qualcosa su questa unica “buona scuola” del nulla e dell’isteria. Quale può essere il nostro im- pegno verso la TV che va difesa dai partiti e aiutata a migliorare nella capacità di produzione culturale contro sprechi, clientele e lottizzazioni.

“...Fra 30 anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione...” (Profezia avverata)

Paolo Del Debbio Sandra Milo Mauro Corona

Marco Amleto Belelli noto Alessandro Cecchi Paone Alessia Marcuzzi Alfonso Signorini Antonella Clerici come divino Otelma

Barbara D’Urso Fabio Fazio Gigi Marzullo Flavio Insinna Bruno Vespa

Maria De Filippi Mario Giordano Massimo Giletti Maurizio Costanzo Vittorio Sgarbi

Simona Ventura Teo Mammucari Mara Venier Mara Maionchi Tina Cipollari segue a pag. successiva 62 [email protected]

segue da pag. precedente

Gigi e Ross Gialappàs Band Tiziano Crudeli Angela Troina (Favolosa cubista) Luca Barbareschi

Cristiano Malgioglio Platinette (M. Coruzzi) Daniela Santachè Rocco Siffredi Iva Zanicchi

Emilio Fede Valeria Marini Alba Parietti Vladimir Luxuria Paola Perego

Morgan Marco Castoldi Flavio Briatore Antonino Cannavacciuolo Alda D’Eusanio Alessandro Sallustri

D. Parenzo e G. Cruciani Lele Mora Maurizio Belpietro Federica Panicucci Patrizia De Blank & f.

Vittorio Feltri Mario Adinolfi Piero Chiambretti Loredana Lecciso Costantino della Gherardesca Dalla TV Italiana con qualche imbarazzo

63 n. 87

Omaggio ll cavaliere pallido - Pale Rider (1985) di Clint Eastwood

“Ci sono più deputati che lavanderie cinesi e puttane per ogni deputato” Josh LaHood (Chris Penn) il minaccioso proprietario di miniere

* Il titolo è anche un chiaro riferimento ai quattro Cavalieri

Diari di Cineclub Periodico indipendente di cultura e informazione cinematografica www.ilpareredellingegnere.it www.sababbaiolaarrubia.blogspot.it XXIV Premio Domenico Meccoli ‘Scrivere di www.AAMOD.it/links www.cinemanchio.it Cinemà’ Magazine on-line di cinema 2015 www.gravinacittaaperta.it www.cineclubclaudiozambelli.org ISSN 2431 - 6739 www.ilclub35mm.com www.associazionebandapart.it/ Responsabile Angelo Tantaro www.suburbanacollegno.it www.laspeziashortmovie.wordpress.com Via dei Fulvi 47 – 00174 Roma [email protected] www.anac-autori.it www.bibliotecaviterbo.it È presente sulle principali piattaforme social www.asinc.it www.cinalmese35.com www.cinenapolidiritti.it Comitato di Consulenza e Rappresentanza www.usnexpo.it www.officinakreativa.org www.unicaradio.it/wp www.monserratoteca.it www.cinelatinotrieste.org Cecilia www.prolocosangiovannivaldarno.it https://suonalancorasam.com Mangini, Giulia Zoppi, Luciana Castellina, Enzo www.cineclubgenova.net www.cosedaintolleranti.it Natta, Citto Maselli, Marco Asunis www.losquinchos.it www.russiaprivet.org/ita a questo numero hanno collaborato in redazione www.associazionearc.eu www.lombardiaspettacolo.com Maria Caprasecca, Nando Scanu idruidi.wordpress.com www.laspeziafilmfestival.it il canale YouTube di Diari di Cineclub è a cura di www.upeurope.com www.tottusinpari.it Nicola De Carlo www.globalproject.info/it/resources Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri: www.domusromavacanze.it www.anelloverde.it www.cineclubroma.it www.isco-ferrara.com www.premiocentottanta.wixsite.com/contest La testata è stata realizzata da Alessandro Scillitani www.bookciakmagazine.it Grafica e impaginazione Angelo Tantaro www.bibliotecadelcinema.it www.scuoladicinemaindipendente.com La responsabilità dei testi è imputabile esclusiva- www.cagliarifilmfestival.it il marxismo libertario mente agli autori. www.retecinemaindipendente.wordpress.com www.armandobandini.it I nostri fondi neri: www.cineforum-fic.com www.radiobrada.com Il periodico è on line e tutti i collaboratori sono vo- www.senzafrontiereonlus.it www.officinastudiotempi.com lontari. www.hotelmistral2oristano.it www.fotogrammadoro.com Il costo è zero e viene distribuito gratuitamente. www.ilgremiodeisardi.org www.radiosardegnaweb.csmwebmedia.com Manda una mail a [email protected] www.amicidellamente.org www.yesartitaly.it per richiedere l’abbonamento gratuito on line. www.carboniafilmfest.org www.teatriamocela.com Edicole virtuali www.teoremacinema.com www.visionandonellastoria.net (elenco aggiornato a questo numero) www.cinecircoloromano.it www.raccontardicinema.it dove poter leggere e/o scaricare il file in formato PDF www.davimedia.unisa.it www.firenzearcheofilm.it/link www.sardiniarcheofestival.it/diari-di-cineclub www.cineclubroma.it www.radiovenere.com/diari-di-cineclub www.edinburghshortfilmfestival.com/contact www.ficc.it www.teatrodellebambole.it/co www.lunigianacinemafestival.movie.blog www.cinit.it www.perseocentroartivisive.com/eventi http://gamificationlab.uniroma1.it www.cineclubsassari.com www.romafilmcorto.it www.artnove.org/wp www.pane-rose.it www.piccolocineclubtirreno.it cinemaeutopia blog.libero.it/Apuliacinema www.greenwichdessai.it www.riff.it www.ilquadraro.it www.cineforumdonorione.com www.tiranafilmfest.com www.sardiniafilmfestival.it www.laboratorio28.it www.festivalcinemasicilia.org www.cgsweb.it/edicola www.cinergiamatera.it www.cinemaesocietaschool.it www.lacinetecasarda.it www.cineconcordia.it/wordpress www.sudsigira.it www.valdarnocinemafilmfestival.it www.parrocchiamaterecclesiae.it www.culturalife.it www.moviementu.it www.manguarecultural.org www.istitutocinematografico.org www.giornaledellisola.it www.infoficc.wordpress.com www.cineclubalphaville.it www.plataformacinesud.wordpress.com www.consequenze.org www.hermaea.eu/it/chi-siamo www.cinematerritorio.wordpress.com www.alexian.it www.centofiori.de www.corosfigulinas.it www.circolozavattini.it www.cineclubpiacenza.it www.facebook.com/diaridicineclub www.vocinellombra.com/diari-di-cineclub www.facebook.com/diaridicineclub/groups www.crcposse.org www.officinavialibera.it www.cineclubinternazionale.eu 64