Estate 1943; Il Colpo Di Stato Del 25 Luglio
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Estate 1943; Il colpo di stato del 25 luglio Un onesto antifascista, Piero Operti, fornendo un’esatta interpretazione dell’andamento della guerra e riferendosi agli inizi del 1943, scrisse: “… fascisti e non, fautori e non della guerra, pensavano che una volta dichiarata bisognava combatterla assolutamente sulla linea del fuoco e nell’interno, perché soltanto con questa lealtà verso se stessa l’Italia anche se sconfitta, avrebbe salvato le ragioni del proprio avvenire e ogni italiano avrebbe salvato in se la nobiltà dell’uomo“. Parole giuste. Piero Operti parlava di lealtà verso la Patria, ma certe persone non hanno Patria. Certi individui, al servizio dei nemici della Patria, volevano combattere Mussolini e il Fascismo. Nel luglio 1943, l’Italia è in guerra da tre anni; lo sforzo bellico impegna al massimo, ma eroismi e sacrifici non bastano più a fronteggiare avversarisuperiori per numero e armamenti. Tradimenti, congiure, sabotaggi, determinano un andamento sfavorevole del conflitto. Chi poteva credere che degli italiani si sarebbe messo al servizio del nemico tradendo e sabotando altriitaliani? Chi poteva credere che ai combattenti impegnati alfronte, venivano inviate armi inadeguate e scarsi rifornimenti. Nel 1947, a guerra finita, l’articolo 16 del trattato di pace voluto da Inghilterra, Russia e America, diceva: “L’Italia non incriminerà, né altrimenti perseguiterà alcun cittadino italiano, specialmente gli appartenenti alle Forze Armate, per aver tra il 10 giugno 1940 e la data dell’entrata in vigore del presente trattato, espresso la loro simpatia per la causa delle potenze alleate o aver condotto un’azione a favore di detta causa“. Niente incriminazioni, quindi, ma onorificenze.All’ammiraglio Franco Maugeri, capo del Servizio Segreto della Marina durante la guerra, nel 1948 viene conferita la “Legione al Merito” con la seguente motivazione: “Per la condotta eccezionalmente meritata nell’esecuzione di altissimi servizi resi al governo degli Stati Uniti come capo dello spionaggio navale italiano, come comandante della base navale di La Spezia, e comecapo di Stato Maggiore della Flotta Italiana durante la Secondaguerra mondiale“. E’ dimostrato che, il Maugeri, era in “contatto” con delle potenze nemiche, contro le quali l’Italia era in guerra e collaborava a determinare la nostra sconfitta. L’ammiraglio Maugeri non è il solo ad avere “contatti” con il nemico, ma ha perfino la faccia tosta di scrivere un libro dal titolo “Dalle ceneri della disfatta“dove parla delle sue imprese e fa rivelazioni molto gravi: “… l’ammiragliato britannico contava amici in abbondanza tra i nostri ammiragli di alto rango e nello stesso Ministero della Marina...”. A chi si riferiva il Maugeri? Forse all’ammiraglioGirosi, capo dell’Ufficio Operazioni di Supermarina? Fratello diquel Marcello Girosi premiato per una missione importante da lui svolta e decorato della “SiIver Star” americana? Si, Marcello Girosi era stato insignito di quell’onorificenza perché, su incarico del generale Donovan del Servizio Segreto americano, venne condotto in aereo, da New York in Sicilia per consegnare al fratello ammiraglio un messaggio segreto da parte di Roosevelt. Altro individuo “meritevole” e l’addetto militare a Berlino, generale Efisio Marras, che fu decorato per “eminenti servizi prestati alla causa delle Nazioni Unite“. Quanti italiani sono morti per far meritare decorazioni a tali personaggi? E quanti, ancora moriranno nel corso del conflitto acausa di “eminenti servizi”? Per l’Italia, il 1943 va male. Perduta l’Africa, le nostre citta sono soggette a continui bombardamenti angloamericani.L’ammiraglio Ellis Zacharias, racconta che ai primi di giugno, al Servizio Segreto Navale Americano, ” …i nostri esperti furono avvisati che la caduta di Mussolini era imminente… Attraversoelementi dissidenti dei più alti gradi della Marina italiana… preparavamo la resa della flotta… Furono aperti negoziati segreti e paralleli con il Maresciallo Badoglio e i comandanti della Marina italiana …“. I primi effetti di tali affermazioni si vedranno nel giro di pochi giorni: 11 giugno, resa di Pantelleria, comandante l’ammiraglio Pavesi. Perdite italiane: 11.000 soldati fatti prigionieri. Perdite inglesi un marinaio ferito. 12 giugno, resa di Lampedusa. 13 giugno, resa di Linosa. 14 giugno, resa di Lampione. Sul “Corriere della Sera” del 13 giugno si può leggere in prima pagina: “Gli inglesi hanno perduto 106 apparecchi in una settimana… Anche le forze navali angloamericane sono state assoggettate agli attacchi dei nostri aerosiluranti, col risultato di quattro unita colpite ...”. Ma nel frattempo gli angloamericani ottengono il controllo delle isole del canale di Sicilia. Washington, 26 giugno 1943. AI Dipartimento della Guerra il generale M.C. Cramer, esperto giuridico del Dipartimento, sta preparando la bozza di armistizio con l’Italia: un mese prima della caduta di Mussolini. Dal 12 giugno al 9 luglio, Palermo,Catania, Messina, sono continuamente bersagliate dai bombardieri angloamericani. Lo sbarco e l’occupazione della Sicilia,sono imminenti. 10 luglio 1943: “Operazione Husky”. Il generale George Patton con i suoi “marines” sbarca a Gela. Trovano una certa resistenza da parte della divisione italiana “Livorno” e da due divisionitedesche, la “Goering” e la “Sizilien”, che contrattaccano cercando di ritardare il più possibile le truppe da sbarco americane. Gli inglesi, a loro volta, dopo una debole resistenza delle divisionicostiere, conquistano Siracusa. Poi, la piazzaforte di Augusta, in possesso di pezzi d’artiglieria da 385 millimetri in grado di colpire fino a una distanza di 35 chilometri, di batterie contraeree, di un treno armato con quattro pezzi da 120 millimetri e varie mitragliatrici antiaeree, viene evacuata ancor prima che arrivi il nemico. II giornale inglese “News Chronicle”, del 12 luglio, esce con la prima pagina: “SiciIy: airfields, 100 miles of coast taken” (Sicilia: campo d’aviazione, prese 100 miglia di coste). Ma per la nostra EIAR, l’annuncio del 12 luglio è: “Le nostre truppe oppongono valida resistenza nella piana di Catania“. Durante l’invasione della Sicilia da parte delle truppe angloamericane, responsabili della mancata difesa della piazzaforte di Augusta e della sua resa, avvenuta ancor prima che il nemico sbarcasse, sono il generale Alfredo Guzzoni, capo della VIArmata italiana e il generale Vittorio Ambrosio, capo di Stato Maggiore. Gli ordini erano di distruggere tutte le batterie, la stazione radio, le postazioni di difesa contraerea, i depositi di munizioni, tutto. Il generale Zanussi uscirà con un commento-accusa su come venne difesa la Sicilia: dirà che era stata una “difesa ingloriosa“. Mentre si procede all’occupazione dell’isola, (gli angloamericaniimpiegheranno 38 giorni per averne il totale controllo), a Roma, la monarchia, da tempo sta preparando la congiura che porterà al 25 luglio. Vittorio Emanuele III, il ministro Acquarone e il maresciallo Badoglio, coordinano lo scontento dei gerarchi fascisti (Ciano- Grandi), contrari a Mussolini, e con l’appoggio del generale Ambrosio, si arriverà alla “mossa che porterà allosganciamento dai tedeschi“. E’ in programma l’ordine del giorno Grandi: nomina di Badoglio a capo del Governo, arresto di Mussolini e caduta del Fascismo. Roma, pomeriggio del 24 luglio 1943, al Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini, dopo un intervento durato due ore, conclude: “…nel 1917 furono perdute le province del Veneto, ma nessuno parlò di resa. Allora si parlò di portare il governo in Sicilia. Oggi qualora fosse inevitabile, lo porterò nella valle del Po“. Dopo vari interventi, è il turno di Dino Grandi, che ha presentato l’ordine del giorno con la sfiducia a Mussolini. Grandi premette la sua fedeltà al Duce; spiega che l’ordine del giorno da luipresentato è nell’interesse di Mussolini e lo fa per sollevare “parte del pesante fardello che attualmente pesa su di te“. Votazione: 19 voti sono per le dimissioni, 8 voti sono per il no e un astenuto. Mussolini prende atto della votazione e sentenzia: “… Voi avete aperto la crisi del Regime“. Poi Grandi si reca da Acquarone e lo mette al corrente del risultato della seduta, consegnandogli copia dell’ordine del giorno con le firme dei presenti. Acquarone va subito a riferire a Vittorio Emanuele III. Fannopreparare un decreto che nomina Badoglio capo del governo, firmato dal Re e controfirmato da Badoglio. Decidono poi di “con- seguire con estrema rapidità l’arresto di Mussolini e dei più importanti gerarchi e la neutralizzazione delle forze della Milizia“. L’occasione di arrestare Mussolini si presenta il giornodopo, quando il Duce chiede udienza al Re, al termine della quale questi lo fa arrestare nel modo vergognoso che sappiamo. La Regina Elena, si saprà poi, più volte rinfaccerà al consortequel gesto di slealtà inconcepibile in un sovrano. Sull’arresto diMussolini, Carlo Silvestri dirà: “L’unica operazione militare seriamente elaborata durante la guerra“.E ora comincia il balletto dei comunicati, dei proclami, delle circolari, delle dichiarazioni … Sul “Corriere della Sera”, edizione del 26 luglio, in prima pagina viene pubblicato l’annuncio allanazione (Agenzia Stefani) riguardante le dimissioni di Mussolini e la nomina a capo del governo di Pietro Badoglio. Segue “La parola di Vittorio Emanuele”, un proclama agli italiani per incitarli a restare uniti nel rispetto delle istituzioni in attesa della riscossa e dell’immortalità della Patria. Poi giunge il proclama di Badoglio con una “precisa e chiara consegna”, nel quale, fra l’altro, il neo capo del governo