Passo Cento Croci-Roncobrellaro-Riolunato-Pezzuole- Pievepelago Difficoltà
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Percorso :Pievepelago-Roccapelago-Selvella-Fabbrica- Passo Cento Croci-Roncobrellaro-Riolunato-Pezzuole- Pievepelago Difficoltà:MC Km 31,5 Dislivello: 950mt Tempo di percorrenza stimato 5 ore Descrizione del tracciato Da Pievepelago si attraversa il centro seguendo la Statale in direzione Modena per poi svoltare a sinistra in direzione Roccapelago su una strada poco trafficata che in costante salita ci porta a oltrepassare prima il borgo di Roccapelago poi l’Oratorio Giovannoni. Ora siamo sulla storica Via Vandelli che con il suo percorso semipianeggiante molto panoramico ci porta verso il Passo Cento Croci passando da Fabbrica e da alcune capanne che si presume siano di origine celtica. Dal passo per la vecchia strada sempre su sterrato si scende in direzione del borgo di Serpiano, si incrocia la Statale 12 che si segue per qualche km per poi lasciarla scendendo a sinistra in direzione del Borgo di Roncombrellaro e Groppo utilizzando tratturi e strade asfaltate poco trafficate. La discesa punta nella valle dello Scoltenna in direzione Riolunato, si attraversa il fiume omonimo sul ponte della Luna poi si sale al paese di Riolunato per poi salire su forestale a Pezzuole e scendere al ponte della Fola con la caratteristica forma a schiena d’asino poi si segue la strada asfaltata che in qualche km riporta a Pievepelago. Osservazioni Storiche Naturalistiche Le prime notizie su Pievepelago, risalgono al 753 e nel 1038 la locale chiesa venne elevata al rango di pieve (plebs). Fu sotto il dominio dei Montegarullo, che vi costruirono una fortezza nell'attuale frazione di Roccapelago e quindi sotto gli Estensi. Alla fine del XVIII secolo Pievepelago ebbe grandi vantaggi dalla costruzione della via Vandelli prima e poi della via Giardini, che favorino lo sviluppo commerciale . La strada necessaria alla continuità politica e territoriale, alla logistica militare ed ai commerci, fu fortemente voluta dal Duca Francesco III d'Este e collegava originariamente le città di Modena e Massa. Per questo motivo, l'abate ingegnere, geografo e matematico di corte Domenico Vandelli fu incaricato di concepire e disegnare un nuovo tracciato stradale che fosse all'avanguardia dei tempi e di dirigerne personalmente i lavori unitamente al Magistrato della Guerra del Ducato. La via Vandelli fu quindi così denominata proprio in onore del suo ideatore e costruttore. Con l'annessione del Ducato di Modena e Reggio al nascente stato italiano nel 1859, la strada perse importanza e soprattutto il prezioso sostegno economico per la sua manutenzione, e così in poco tempo subì un brusco degrado. La strada ducale venne quindi sostituita dalla attuale e più moderna strada modenese denominata via Giardini che inizialmente coincide con la stessa via Vandelli e con la romana via Bibulca. Lungo il percorso molto panoramico sulla via Vandelli che spazia dal monte Cimone al passo dell’Abetone e l’appennino reggiano, si incontrano diverse emergenze quali Sasso Tignoso costituito da un massiccio di serpentino d’effusione vulcanica poi si passa da Fabbrica antico posto tappa per il cambio dei cavalli e ricovero dei viandanti, Capanno Guerri tipica costruzione presumibilmente di origine celtica. Scendendo poi verso Riolunato si attraversano i borghi di Serpiano, Roncombrellaro e Groppo per poi arrivare sul Fiume Scoltenna nei pressi del Ponte della Luna. Si costeggia il fiume che forma in questa zona una forra scavata nella roccia e prima di ritornare a Pievepelago, si passa dal Ponte della Fola di origini romaniche suggestivo per la struttura ad arcate asimmetriche a forma di schiena d’asino. Il primo documento in cui si parla del ponte risale al 1028, ha la particolarità di essere l’unico esempio noto di ponte di pietra a due arcate in tutta l’Emilia. .