Giuseppe Saragat E La Socialdemocrazia Italiana 1947-1952

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Giuseppe Saragat E La Socialdemocrazia Italiana 1947-1952 ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITA’ DI BOLOGNA DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA DELL’ETA’ CONTEMPORANEA NEI SECOLI XIX e XX “FEDERICO CHABOD” XVIII CICLO ANNO 2007 GIUSEPPE SARAGAT E LA SOCIALDEMOCRAZIA ITALIANA 1947-1952 M-STO/04 STORIA CONTEMPORANEA CANDIDATO Michele Donno TUTOR COORDINATORE Prof. Piero Craveri Prof.ssa Maria Serena Piretti Indice Introduzione ………………………………………………………………...pag. 4 I) Giuseppe Saragat. Dall’adesione al socialismo turatiano alla scissione di palazzo Barberini. L’idea della Federazione europea e il dibattito fra i socialisti in esilio 1) La formazione giovanile, il soggiorno a Vienna e i contatti con l’austromarxismo (1922-30)……………………………………………….8 2) L’esilio a Parigi e il patto d’unità d’azione col PCI. Il dibattito sull’europeismo socialista (1930-43)……………………………………..25 3) Il rientro in patria e la nomina ad ambasciatore in Francia (1943-46)……61 3.1 Il problema costituzionale e le elezioni in Francia…………………...87 3.2 La formazione del nuovo governo De Gaulle e l’avvento della quarta Repubblica……………………………………………………………91 3.3 La nascita del governo Gouin e il rientro di Saragat in Italia (marzo 1946)……………………………………………………………...…103 4) Il PSIUP tra comunismo e socialdemocrazia. La nascita del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (1945-47)……………………………..115 II) Il PSLI e i governi De Gasperi (1947-1951) 1) 1947. Il PSLI all’opposizione. Crisi di governo e crescita del malcontento sociale…………………………………………………………………129 1.1 La crisi di febbraio e l’ingresso del PSLI nel sistema politico……136 1.2 La Piccola Intesa e la questione della riunificazione del movimento socialista…………………………………………………………..155 1.3 La crisi del maggio e la strategia “terzaforzista” del PSLI………..162 1.4 L’“autunno caldo” e l’ingresso del PSLI nel quarto governo De Gasperi…………………………………………………………168 2) 1948. I socialisti democratici al governo. I rapporti con la Democrazia cristiana………………………………………………………………..177 2.1 Roberto Tremelloni e la politica economica del PSLI…………….190 2.2 Le elezioni del 1948……………………………………………….198 3) Tre anni al governo (1948-1950): Un primo bilancio: la denuncia della scelta liberista………………………………………………………….208 4) Fine della collaborazione governativa in “età degasperiana” e nascita del Partito socialista democratico italiano….……………………………..246 2 III) Il PSLI, l’unità europea e la “parabola terzaforzista” 1) La contrapposizione Est-Ovest e le posizioni del PSLI: il “terzaforzismo atlantico”……………………………………………………………….253 2) Il dibattito sulla ricostruzione economica e sociale dell’Europa e il piano Marshall………………………………………………………………...274 3) Dalla “neutralità perpetua” alla “neutralità attiva e appassionata” a favore del processo d’integrazione europea. La definitiva scelta atlantica……294 IV) Alla scoperta dell’America. La stampa quotidiana del PSLI e l’ American way of life 1) “L’homo americanus”…………………………………………………307 2) Stati Uniti e Unione Sovietica a confronto……………………………313 3) I socialisti democratici negli Usa e l’ American way of life …………...316 4) Pagine del “Sogno americano”………………………………………..318 Conclusioni …………………………………………………………………...325 Appendice …………………………………………………………………….329 Bibliografia …………………………………………………………………...386 3 Introduzione La vicenda del socialismo democratico in Italia è antica e prende le mosse dalla seconda metà dell’Ottocento. Le figure di Filippo Turati e degli altri pionieri del socialismo italiano ne sono l’emblema. A Turati, infatti, son continuati a richiamarsi quanti, nel lungo percorso e nelle alterne vicende del socialismo italiano, si son fatti propugnatori degli ideali di libertà, democrazia, uguaglianza. L’umanesimo del primo socialismo italiano trae origine da questi ideali, ma si alimenta in più di una visione pedagogica, solidaristica, cooperativa della predicazione e dell’azione da svolgersi tra le masse dei proletari e dei diseredati. “Apostoli” del socialismo, primo fra i quali Camillo Prampolini nelle campagne padane, furono appunto denominati i primi propagandisti e promotori delle idee di riscatto sociale. Gli studi sul primo socialismo democratico italiano sono cospicui. Esso non aveva questa denominazione, bensì quella di Socialismo riformista, ma il collegamento, il lungo percorso compiuto lo avrebbe portato fino a tempi a noi prossimi, lasciandone inalterati le motivazioni ideali di fondo e i caratteri dell’azione politica. Meno approfondito è lo studio sul socialismo democratico italiano, quale venne articolandosi in gruppi, movimenti e partiti, dopo la seconda guerra mondiale. Su questo ritardo hanno pesato diverse ragioni. In primo luogo una sorta di ostracismo storiografico, che derivava dal pari ostracismo politico esercitato verso le correnti culturali e politiche, che sarebbero poi confluite nel Partito socialista dei Lavoratori Italiani di Giuseppe Saragat. La denuncia del “tradimento” della classe operaia, con la scissione di palazzo Barberini, e dell’“asservimento” alla Democrazia cristiana ed agli americani, hanno creato uno sbarramento culturale e una sorta di diffida accademica per quanti intendessero porsi allo studio della storia del PSLI. Nel tempo l’anatema è caduto e diverse ne sono state le ragioni, prima fra le quali la crisi combinata del marxismo teorico e di quello “realizzato”, che si definì nel decennio che conduce al 1989. 4 Venuti meno schematismi ideologici e corrispondenti pulsioni politico-culturali, anche il mondo accademico ha iniziato ad interessarsi con sguardo meno disattento sia alla vicenda del socialismo democratico “saragattiano” sia alle elaborazioni proprie della galassia socialista, che rivendicava forte autonomia, negli anni fra la fine del conflitto mondiale e l’inizio della Guerra fredda, nel campo politico e culturale della sinistra italiana. All’interesse storiografico ha tenuto il passo la ricerca documentaria, resa difficile da diverse ragioni. In primo luogo la dispersione delle carte dei socialisti democratici, prima della costituzione del PSDI (1952). La ricerca di questa documentazione è stato il momento di fondo di questo lavoro, e non è ancora conclusa. Utilissime sono certo le collezioni della stampa del PSLI e dei gruppi affini, ma nulla è rimasto, come blocco unitario, dell’attività del PSLI, se non nelle carte dei suoi protagonisti. In assenza di un archivio di Giuseppe Saragat, il fondo più cospicuo appare oggi quello di Roberto Tremelloni, conservato presso il Centro italiano di ricerche e d’informazione sull’economia pubblica, sociale e cooperativa (CIRIEC) di Milano. La figura di Tremelloni è centrale nella storia del socialismo democratico italiano sino alla metà degli anni Cinquanta, soprattutto in ragione della sua attività parlamentare e governativa. Ed anche per la fase successiva, ancora da rileggere, il suo archivio presenta documentazione di grande interesse. L’archivio Tremelloni ha suddiviso la documentazione in numerose sezioni. In quella denominata “Attività politica e parlamentare” sono inserite le “Carte di partito”, dove è possibile trovare corrispondenza e circolari ufficiali del PSLI dalla sua fondazione fino al 1952. Questo consente, almeno in parte, di colmare una grave lacuna documentaria sulla storia del PSLI-PSDI che riguarda gli anni dal 1947 al 1952. Infatti solo dopo la costituzione del PSDI (gennaio 1952) buona parte delle carte di partito sono state conservate e sono oggi depositate presso la Fondazione Turati di Firenze e l’Archivio centrale dello Stato di Roma. Oltre ai verbali dei Consigli dei ministri ed ai discorsi parlamentari, la fonte di maggiore continuità nel tempo per la storia del socialismo democratico nel dopoguerra sono i periodici ufficiali del PSLI: “L’Umanità”, quotidiano 5 pubblicato dal 1947 al 1949, seguito dai settimanali “Giustizia Sociale” (febbraio 1950 - aprile 1951) e “La Voce socialista” (maggio 1951 - novembre 1952). Inoltre si è proceduto alla consultazione di quattro quotidiani di partito: “Avanti!”, “l’Unità”, “Il Popolo”, “La Voce repubblicana”. L’insieme di questa nuova documentazione inedita, insieme a quella proveniente da archivi americani 1, consente oggi uno studio più approfondito sulle vicende del dopoguerra italiano, nelle sue connessioni internazionali, e della Ricostruzione. L’aspetto meno conosciuto è certo quello riguardante l’azione del PSLI per l’adesione e la gestione del piano Marshall da parte dell’Italia La documentazione ancora da scandagliare resta notevole, soprattutto per le forme con le quali l’aiuto venne “distribuito” nell’economia e nella società italiana. Tremelloni fu anche presidente del CIR-ERP, organismo che legava il Comitato interministeriale per la Ricostruzione all’European Recovery Program, e responsabile della redazione del Primo piano quadriennale di attuazione dei finanziamenti americani. Altri fondi attendono di essere scandagliati, anche nelle dimensioni locali. Primo fra questi, e assai importante, è quello di Alessandro Schiavi. Ma è l’insieme dei personaggi, talora veramente di primaria importanza, che aderirono, anche per una breve stagione al Socialismo democratico italiano, che si pone come referente per il lavoro di ricerca documentaria. Il presente lavoro prende in esame quattro aspetti importanti della storia del Socialismo democratico. In primo luogo la vicenda personale di Giuseppe Saragat, sino alla scissione di palazzo Barberini. In essa sono individuabili le radici di quell’evento nonché la formazione di un pensiero socialista democratico, che, con la fondazione del PSLI, sarebbe divenutp prassi politica. La seconda parte è appunto dedicata all’azione politico-parlamentare e governativa del PSLI
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