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LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina I LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina i GLI ANNI DI CRAXI LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina ii LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina iii La politica estera italiana negli anni ottanta a cura di Ennio Di Nolfo Marsilio LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina iv Il volume contiene gli atti del convegno svoltosi nel gennaio del 2002, promosso dalla Fondazione di studi storici «Filippo Turati» diretta da Maurizio Degl’Innocenti Prima edizione Piero Lacaita Editore, Manduria-Bari-Roma, 2003 © 2007 by Marsilio Editori® s.p.a. in Venezia Prima edizione: settembre 2007 ISBN 978-88-317-9277 www.marsilioeditori.it LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina v INDICE Nota dell’editore Introduzione di Ennio Di Nolfo Considerazioni generali. I rapporti con gli Stati Uniti: la questione degli «euromissili» Relazioni 3 Ennio Di Nolfo 17 Antonio Badini 37 Gianni De Michelis 47 Leopoldo Nuti Interventi 77 Gennaro Acquaviva 83 Lelio Lagorio 91 Giorgio Napolitano I rapporti con gli Stati Uniti: la crisi di Sigonella e la formazione del G7 Relazione 99 Matteo Gerlini Interventi 115 Giulio Andreotti LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina vi indice 123 Fulvio Martini 131 Rinaldo Petrignani Il risveglio della democrazia in America Latina Relazione 151 Ludovico Incisa di Camerana Intervento 163 Angelo Bernassola L’Italia e l’evoluzione della . Dal mercato comune al mercato unico Relazioni 173 Antonio Varsori 189 Giuseppe Mammarella 211 Bruna Bagnato Intervento 263 Pietro Calamia L’Italia e la «Ostpolitik» Relazione 271 Giorgio Petracchi Interventi 295 Luigi Vittorio Ferraris 321 Roman Gutkowski Italia e Austria Relazione 327 Pietro Pastorelli Interventi 335 Arduino Agnelli 343 Leonardo Visconti di Modrone LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina vii NOTA DELL’EDITORE Il volume riporta gli atti del convegno di studio, promosso dalla Fondazione di studi storici «Filippo Turati», svoltosi a Roma, presso la Biblioteca della Camera dei Deputati, nel Palazzo di San Macuto, nel gennaio 2002 e dedicato alla politica estera del governo Craxi (1983- 1987), atti che furono pubblicati dall’editore Piero Lacaita di Man- duria nel 2003. L’iniziativa nacque su suggerimento di antichi collaboratori di Bet- tino Craxi come il sen. Gennaro Acquaviva e l’ambasciatore Antonio Badini, il primo capo di gabinetto e il secondo consigliere diplomatico di Craxi. Marsilio è lieta di poter curare una ristampa aggiornata di quel volume, sempre per la cura di Ennio Di Nolfo, inserendolo nella col- lana «Gli anni di Craxi» che, in coerenza con questo primo riuscito tentativo, ha potuto successivamente ospitare contributi importanti nel lavoro di ricerca storico-critica volto alla ricostruzione dell’azione del leader socialista negli anni del suo maggiore protagonismo. LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina viii LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina ix INTRODUZIONE La nuova edizione di questo volume, dedicato alla politica estera italiana negli anni ottanta, riprende in grande misura le relazioni già edite in precedenza nel volume degli atti del Convegno organizzato all’inizio del 2002 dalla Fondazione di studi storici «Filippo Turati», con l’elisione di alcune parti meramente protocollari e divenute ora marginali rispetto ai temi sviluppati nel volume e con l’aggiunta di nuove testimonianze, a suo tempo omesse per ragioni organizzative. Nell’insieme peraltro il volume rimane immutato e testimonia anco- ra l’importanza della discussione svolta nel 2002, anzi ne accresce il valore poiché il trascorrere di pochi anni ha meglio consentito di inquadrare sia l’opera dei protagonisti (e in particolare quella di Bettino Craxi) sia la portata straordinaria degli avvenimenti che caratterizzarono il decennio (o poco più) del quale si affronta la dis- cussione. Così, dall’insieme delle relazioni o delle testimonianze che vi sono pubblicate, è possibile discernere la continuità della politica internazionale dell’Italia e, al tempo stesso, le punte avanzate che fortemente caratterizzarono certi momenti e certe scelte compiute pro- prio negli anni ottanta. È ben chiaro oggi che quel decennio ebbe un rilievo non comune per la vita internazionale e per le prese di posizione che l’Italia fu chiamata ad assumere in quelle circostanze. Basti pensare che il decennio ebbe inizio con la decisione (presa invero nel dicembre 1979 ma proiettata su tutto il periodo successivo) di installare in Italia gli «euromissili» e fu caratterizzato, nello stesso mese, dall’in- vasione dell’Afghanistan per opera sovietica per chiudersi, fra il 1989 e il 1991, con la fine della guerra fredda e la scomparsa dell’U- LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina x nione Sovietica come soggetto del «sistema bipolare». Sebbene i saggi presentati nel 2002 risentissero di una certa limitazione deri- vante dalla indisponibilità di tutte le fonti, resta però il fatto che quasi tutte le relazioni discusse al Convegno e, ovviamente, tutti gli interventi che le arricchiscono, offrono un panorama esauriente degli snodi principali e del ruolo che i singoli protagonisti (da Craxi ad Andreotti, da Spadolini a De Michelis, da Lagorio a Petrignani e ai loro collaboratori) svolsero in quelle circostanze. Fra le questioni trattate campeggiano la tematica relativa agli «euromissili», quella riguardante i rapporti con gli Stati Uniti, soprattutto in coincidenza con l’ormai famosa vicenda di Sigonella, la spinta data dall’Italia al rinnovamento delle istituzioni europee e il forte impulso che ne derivò nella politica di collaborazione con l’internazionale socialista (dentro e fuori l’Europa, anche in colle- gamento con l’azione per la tutela dei «diritti umani», violati nel sistema sovietico ma anche nell’America Latina) così come la spinta a riprendere iniziative verso il mondo balcanico e quello mediorien- tale, tradizionali per la politica estera italiana ma spesso trascurate in precedenti occasioni. È appena il caso, in questa sede, di mettere in evidenza il peso risolutivo degli orientamenti craxiani nel rendere possibile la partecipazione dell’Italia al progetto di dispiegamento degli «euromissili» e poi nel processo di distensione che rese la scel- ta meno traumatica. Vi era però, in questa decisione, la netta impronta dettata dalla volontà craxiana di non accettare equivoci circa l’adesione dell’Italia alla visione atlantica dei problemi della difesa occidentale. Il tema degli «euromissili» è stato trattato spesso con leggerezza e accentuazioni polemiche che ne offrono una visio- ne fuorviante. Il contributo pubblicato in questo volume ricostrui- sce invece con raro equilibrio e non poca efficacia il senso della dis- puta e la portata della scelta italiana. In termini analoghi, anche la «crisi» dell’Achille Lauro e il suc- cessivo «scontro» di Sigonella sono spesso rappresentati come espressione di una forte carica nazionalistica e del rifiuto di una pre- sunta prevaricazione statunitense. Basta invece leggere il rendiconto analitico del primo incontro fra Craxi e Reagan poco dopo la crisi – un rendiconto offerto dall’ambasciatore Petrignani, testimone diret- to –, per misurare la portata reale dell’episodio che, in una visione più distaccata, offre l’immagine non solo di una punta acuta nelle relazioni bilaterali ma anche della forza che il vincolo esistente aveva e che consentì a Craxi e a Reagan di trasformare la crisi, rovescian- LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina xi done le conseguenze, in un momento di singolare sintonia fra l’Italia e gli Stati Uniti, come del resto la continuità della politica estera ita- liana aveva mostrato in precedenza e avrebbe mostrato negli anni successivi. Il terzo grande tema, che vide Craxi e Andreotti operare con- giuntamente e con perseveranza, riguardò lo sviluppo del processo europeo. La Comunità economica europea (come allora ancora si chiamava l’Unione europea) era ferma istituzionalmente al compro- messo del Lussemburgo (1966), sebbene ormai la sua estensione geografica si fosse estesa ai paesi anglosassoni, alla Spagna e al Portogallo. L’occasione delle elezioni a suffragio universale del Parlamento europeo non aveva ancora espresso le potenzialità sotte- se a tale allargamento della base democratica dell’Unione. Occor- reva che una spinta istituzionale mettesse in moto il meccanismo necessario a modificare la struttura della Comunità, in vista di tra- sformazioni profonde: quelle trasformazioni che avrebbero portato prima all’Atto Unico e poi a Maastricht, e ai successivi mutamenti istituzionali, sino a quelli che oggi sono in attesa di ratifica come nuova base costituzionale dell’Unione. Appare difficile negare che l’Italia e in particolare Craxi ebbero il coraggio politico necessario a vincere le resistenze altrui e soprattutto quelle di Margaret Thatcher, che venne piegata a un compromesso del quale certo non immagi- nava (ma forse temeva) i successivi sviluppi. Tutto ciò accadeva mentre nell’Unione Sovietica la crisi del pote- re del stava logorando il partito e l’efficienza dell’Unione. Accadeva nel momento in cui Gorbacev assunse il potere quale segretario generale del , erede di una situazione sull’orlo della catastrofe, come molti esuli dall’Europa orientale presenti in Italia e divenuti stretti collaboratori di Craxi (si pensi, per esempio, al caso di Jiri Pelikan) prevedevano fondatamente. Su queste basi era possi- bile pensare a una nuova politica di collaborazione balcanica, prima e dopo la dissoluzione della Jugoslavia, secondo una tradizione che rinnovava i legami dell’Italia con un’area del continente alla quale essa era stata legata sin dal Risorgimento. Infine questo volume mette in rilievo la nuova politica italiana verso l’America Latina. Sin da allora si percepiva la spinta verso l’in- novazione; la necessità che il subcontinente latinoamericano trovasse alternative alla pura e semplice integrazione nel sistema politico-eco- nomico dominato dagli Stati Uniti. L’Italia riuscì a non essere assen- te da questo processo, già allora ricco di eccezionali potenzialità. LA POLITICA ESTERA 9277 15-10-2007 8:28 Pagina xii Non tutto allora fu possibile.
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