2017 Data prima uscita: 3 marzo

0393-3903 - Marzo 2017 Anno XXXIV - N. 3 € 7,00 ISSN - Torino B conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma DC conv.in . D.L. 353/2003 ( POST BB. A

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LIBRO DEL MESE: l’idea della storia di Winckelmann Il tardo MACCARTISMO di Donald TRUMP La SCUOLA che cambia e le TECNOLOGIE digitali

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9 770393 390002 www.lindiceonline.com N. 3 2 Lettere della letteratura: La letteratura fan- Baudrillard – ha sempre la meglio OME ABBONARSI ALL NDICE tastica Te o r i e d e l s i m b o l o DIREZIONE C ’“I ” , , tra gli altri su qualsiasi altro possibile valore? Mimmo Cándito direttore responsabile titoli. Quindi la virata verso l’indagi- Ripensare alla !liera che dalla lettu- [email protected] o Abbonamento annuale alla versione ne sulle modalità – sia storiche che ra conduce alla ricomprensione del Mariolina Bertini vicedirettore cartacea (questo tipo di abbonamento strutturali – dell’egemonia politica e testo in un quadro non solo di tradi- COORDINAMENTO DI REDAZIONE include anche il pieno accesso alla versione Cristina Bianchetti, Bruno Bongiovanni, elettronica): culturale europea. Lo sterminio dei zione disciplinare ma di modelli epi- Guido Bonino, Andrea Carosso, Francesco Italia: € 60 popoli precolombiani, i campi di stemologici, non vuol dire ricaricare Cassata, Anna Chiarloni, Pietro Dean- Europa: € 75 concentramento, la con!gurazione di senso la lettura, l’interpretazione, drea, Franco Fabbri, Giovanni Filoramo, € Beatrice Manetti, Walter Meliga, Santina Resto del mondo: 100 della prospettiva dell’“altro”, la di- farne un momento di storia della Mobiglia, Franco Pezzini, Rocco Sciarro- scussione sull’individuo e l’appar- cultura, superando quella che oggi ne, Giuseppe Sergi, Massimo Vallerani o Abbonamento annuale solo elettro- tenenza. L’ultimo titolo tradotto in sembra diventata la pratica domi- REDAZIONE nico (in tutto il mondo): Italia suona così: Resistenti. Storie di nante nel piccolo orizzonte dei let- via Madama Cristina 16, 10125 Torino Consente di leggere la rivista direttamente tel. 011-6693934 dal sito e di scaricare copia del giornale in donne e uomini che hanno lottato per tori di professione, la micro!lologia? Monica Bardi formato pdf. la giustizia (Garzanti, 2016). Libro Vale a dire un lavoro concentrato [email protected] € 40 Daniela In nocenti emblematico, che ora appare quasi sulle modalità di un testo che quasi daniela.@lindice.net un testamento spirituale: racconta mai supera il con!ne del hortus con- Elide La Rosa Per abbonarsi o avere ulteriori informazioni è possibile contattare il nostro otto storie di uomini che, in varie clusus, per collocarsi in una ri#essio- [email protected] ufficio abbonamenti: epoche e in vari modi, si sono oppo- ne più ampia. Tiziana Magone, redattore capo tel. 011-6689823 – [email protected] [email protected] sti, senza violenza, alla violenza del Ci o"re un interessante esempio Camilla Valletti Per il pagamento: potere. Un monumento alla forza di del tipo di percorso critico auspica- [email protected] Vincenzo Viola L’Indice della scuola Carta di credito, conto corrente postale N. 37827102 intestato a “L’Indice dei un dissenso che da intellettuale si fa bile e necessario la recente edizione [email protected] Libri del Mese” o Bonifico bancario a favore del NUOVO INDICE srl presso e"ettuale, politico. di Eros e Priapo di Carlo Emilio COMITATO EDITORIALE BeneBanca (IT08V0838201000000130114381) Ora viene da chiedersi: ma c’è un Gadda (Adelphi, 2016). È proprio Enrico Alleva, Silvio Angori, Arnaldo Ba- !lo rosso da scorgere all’interno del grazie all’accertamento testuale, in- gnasco, Andrea Bajani, Elisabetta Bartuli, Gian Luigi Beccaria, Giovanni Borgogno- percorso di Todorov a"ollatissimo fatti, che i due curatori, Paola Italia e ne, Eliana Bouchard, Loris Campetti, An- della modernità. Nel Novecento, il di titoli e di argomenti? Cosa ha a Giorgio Pinotti, possono ricollocare drea Casalegno, Guido Castelnuovo, Al- Lettere che fare lo studio delle teorie lette- berto Cavaglion, Mario Cedrini, Sergio processo si è complicato nelle mo- l’impervio testo gaddiano nel conte- Chiarloni, Marina Colonna, Carmen Con- dalità interdisciplinari delle avan- rarie con i protocolli della legittima- sto di un quadro di riferimento più cilio, Alberto Conte, Piero Cresto-Dina, guardie. La letteratura continuava zione della violenza dei conquistado- ampio, in cui il rapporto fascismo/ Piero de Gennaro, Giuseppe Dematteis, GRANDI ORIZZONTI PER Tana de Zulueta, Michela di Macco, Anna a mantenersi centrale quanto più res nel Nuovo Mondo? E il percorso psicologia delle masse si illumina di Elisabetta Galeotti, Gian Franco Gianotti, LETTORI CONSAPEVOLI si rinnovava e costruiva processi di che conduce dal formalismo pri- nuova luce. Claudio Gorlier, Davide Lovisolo, Danilo sperimentazione in parallelo con monovecentesco, indagine sui testi, Insomma occorre una critica let- Manera, Diego Marconi, Sara Marconi, e la critica letteraria è una disci- Gian Giacomo Migone, Luca Glebb Miro- arti visive, musica, teatro. Ma non all’indagine sui signi!cati di “natura teraria che guardi il testo ed oltre: glio, Mario Montalcini, Alberto Papuzzi, Splina che rimane insepolta, come dimenticava il ruolo che poteva ave- umana”, dell’ultima fase dell’intel- testimone, anzi protagonista, di tutti Darwin Pastorin, Cesare Pianciola, Telmo suggeriva il bell’intervento, su que- re, in quella intricata fase storica, un lettuale bulgaro? Domande che, i suggerimenti di rinnovamento che Pievani, Renata Pisu, Pierluigi Politi, Ni- cola Prinetti, Marco Revelli, Alberto Riz- ste pagine, di Andrea Cortellessa, c’è lavoro sulla parola e sulla sua fun- negli anni settanta – gli anni della possono venire dalle acquisizioni di zuti, Giovanni Romano, Franco Rositi, da chiedersi allora se in fondo non zionalità. Un esempio emblematico critica – non ci saremmo mai posti, nuove modalità di conoscenza in- Elena Rossi, Lino Sau, Domenico Scarpa, siano falliti i tentativi di sepoltu- tanto era evidente il contributo che terpretazione. Due esempi, fra i vari Stefania Stafutti, Ferdinando Taviani, di quella sensibilità inquieta è Maurizio Vaudagna, Anna Viacava, Paolo ra de!nitiva della disciplina, che certo in quel Lord Chandos la ricognizione testuale dava ad una possibili: l’indagine, oggi articolata Vineis, Gustavo Za grebelsky ormai da anni va perdendo di Hofmannsthal (1902), concezione della cultura articolata in termini sempre più speci!ci, sui REDAZIONE L’INDICE ONLINE spazio, senso e autorevo- che !nisce per ri!utare tanto in prospettiva storica che in rapporti tra testi letterari e neuro- www.lindiceonline.com lezza. Federico Feroldi ogni lingua esperita, prospettiva epistemologica, metacri- scienze, secondo un percorso che da [email protected] In una tradizione lunga alla ricerca di “una tica. Ma oggi tutto questo può sem- un lontano testo di Remo Ceserani, Fahrenheit 452(www.effe452.it) ed articolata, i problemi lingua in cui le cose brare un procedimento senza senso. Convergenze (del 2010), conduce Luisa Gerini a"rontati dalle ri#essioni e mute mi parlano”. Lo alle indagini di Alberto Casadei [email protected] Laura Savarino interpretazioni dei testi, dai vasti scacco della parola, della sua ca- a letteratura ha perduto il pro- (soprattutto Poetiche della creatività. [email protected] quadri d’assieme e dalle prospettive pacità di dire le cose, diviene una prio ruolo e le proprie guide, e Letteratura e scienze della mente, del L EDITRICE epistemologiche – ma anche ideolo- pagina testimone della produttività i critici, di conseguenza, si adegua- 2011), fondamentali, ad esempio, Nuovo Indice srl giche – che si schiudevano dietro i problematica della ri#essione meta- no all’esistente, al silenzio dei libri, per la lettura della poesia di Amelia Registrazione Tribunale di Torino n. 13 del 30/06/2015 dibattiti di metodo, concernevano linguistica. Un esempio importante in mezzo ad una sovrapproduzione Rosselli, e a quelle di Vittorio Gal- PRESIDENTE i temi fondamentali non solo della di questo processo ci viene da uno di titoli, ciarliera e, per lo più, in- lese, il teorico dei “neuroni a spec- Silvio Pietro Angori disciplina speci!ca, ma dell’intero degli ultimi grandi intellettuali, re- concludente? Oppure è possibile chio” (Arte, corpo cervello 2014), le VICEPRESIDENTE sistema intellettuale e sociale. Nata centemente scomparso. Tzvetan ripensare ad una possibile funzione cui indagini consentono di ripensare Renzo Rovaris dalle rivoluzioni romantiche, la Todorov fu letto in Italia a partire della critica all’interno di un univer- i temi del soggetto e della mimesi. AMMINISTRATORE DELEGATO proiezione dei signi!cati elaborati dalla sua antologia dei formalisti so in cui i meccanismi produttivi e Oppure, su un altro versante, l’af- Mario Montalcini CONSIGLIERI dai procedimenti critici nelle for- russi, pubblicata in italiano da Ei- mercantili sono via via mutati, tra- fermarsi della “geocritica”, dal pio- Sergio Chiarloni, Gian Giacomo Migone, me della gnosi dell’epoca, è stata naudi nel 1968. Poi altre tappe del sformando le opere in feticci, in cui nieristico Jurij Lotman della Semi- Luca Terzolo una delle procedure più feconde suo lavoro sulle forme e i modelli la funzione simbolica – ricordando osfera, che proponeva di ripensare i DIRETTORE EDITORIALE problemi delle identità geogra!che Andrea Pagliardi come problemi etici, a Bertrand UFFICIO ABBONAMENTI tel. 011-6689823 (orario 9-13). Westphal (Geocritica. Reale, fun- [email protected] zione, spazio, apparso nel 2007), o CONCESSIONARIE PUBBLICITÀ agli studi di Pedullà e Luzzato, Fio- Solo per le case editrici rentino, Farinelli, ciascuno con una Argentovivo srl via De Sanctis 33/35, 20141 Milano speci!ca prospettiva nell’organizzare tel. 02-89515424, fax 89515565 l’approccio storico-critico ai testi www.argentovivo.it letterari, nella dimensione di una [email protected] interpretazione dello spazio quale Per ogni altro inserzionista Valentina Cera innovativo universo di riferimento tel. 338 6751865 per la letteratura. [email protected] Entrambe queste prospettive criti- DISTRIBUZIONE So.Di.P., di Angelo Patuzzi, via Bettola 18, che – che già hanno prodotto letture 20092 Cinisello (Mi) - tel. 02-660301 e interpretazioni, una cultura lettera- STAMPA ria rinnovata, insomma – non si pre- SIGRAF SpA (via Redipuglia 77, 24047 occupano certo di fornire supporti Treviglio - Bergamo - tel. 0363-300330) ad esperienze di lettura di corto rag- il 23 febbraio 2017 gio, ma delineano grandi orizzonti COPERTINA DI FRANCO MATTICCHIO L’Indice usps (008-884) is published per lettori attenti e consapevoli. Che monthly for € 100 by L’Indice Scarl, Via è quanto occorre, in!ne, alla critica Madama Cristina 16, 10125 Torino, letteraria, ma direi soprattutto all’at- Italy. Distributed in the US by: Speedimpex USA, Inc. 35-02 48th teggiamento critico. Forse così si ria- Avenue – Long Island City, NY 11101- nima il cadavere insepolto, forse così 2421. Periodicals postage paid at LIC, si resiste alla prepotenza del pensie- NY 11101-2421. Postmaster: send address changes to: ro unico e della logiche autoritarie, L’indice S.p.a. c/o Speedimpex – 35-02 come ci indicava Todorov. 48th Avenue – Long Island City, NY 11101-2421 G$%&'$% P()&$*$ N. 3 3 SommariO LETTERE 23 MICHELE MARI Io venìa pien d’angoscia a rimirarti, FOTOGRAFIA di Luca Simonetti 2 GIORGIO PATRIZI Grandi orizzonti 33 FRANCO MARIANI E MATTIA LATTANZI Firenze 1966 TOMMASO GIAGNI per lettori consapevoli Prima di perderti, l’alluvione, di Andrea Casalegno di Lorenzo Marchese Amedeo Modigliani e il suo mondo, di Marco Maggi RUBRICHE GIOVANNI CASALEGNO La libreria degli amori !niti, 4 Cavalli di Trojan, di Federico Bottino di Monica Bardi SPORT SEGNALI PAGINA A CURA DEL PREMIO CALVINO 35 DANIELE MARCHESINI Eroi dello sport, Donald Trump, il frutto coerente e tardivo di Simona Baldelli 5 24 CARMELA SCOTTI L’imperfetta ed EUGENIO GIUDICI del maccartismo, di Andrea Mattacheo GIGI RIVA L’ultimo rigore di Faruk e Anna Senzamore, di Luca Ru+natto 6 Balibar, la caduta dell’Europa ordoliberale PAOLO CARELLI Il Brasile d’Europa, di Eric Gobetti e il tempo dell’interregno, di Ida Dominijanni SAGGISTICA LETTERARIA 7 Appadurai: le incertezze e le illusioni del capitalismo SCIENZE 25 FRANCO CORDELLI Proprietà perduta, !nanziario, di Franco Rositi 36 SIMONE POLLO Umani e animali, di Massimo Castiglioni 8 Il sex appeal dell’inorganico nel Museo dell’Innocenza di Mauro Mandrioli FURIO BRUGNOLO Forme e !gure del verso, di Pamuk, di Laura Lombardi VITTORIO SILVESTRINI E BRUNO BARTOLI I mondi extraterrestri tra immaginario e scienza di Daniele Piccini 9 , La grande avventura della !sica, di Mario Ferraro di Vincenzo Barone SCUOLA 10 Un etnografo alle prese con la sintesi del mondo. DIRITTO Intervista a Tom McCarthy, di Tiziana Merani 26 Innovare a scuola, di Valeria Pandol!ni 37 FABIO CIARAMELLI La legge prima della legge, 11 Bertolt Brecht e il presunto monopolio È tempo di cambiare, di Santina Mobiglia del Piccolo Teatro, di Stefano Moretti di Vincenzo Rapone ETTERATURE 12 Il romanzo di Francesco Biamonti fra storia, L STORIA uomo e natura, di Domenico Calcaterra 27 VLADIMIR NABOKOV Una risata nel buio, 38 PIERO GOBETTI Dal bolscevismo al fascismo e 13 Giorgio Bassani fra scrittura e cinema, di Ennio Ranaboldo Paradosso dello spirito russo, di Bruno Bongiovanni di Vito Santoro NEEL MUKHERJEE La vita degli altri, L’evoluzione storica del rapporto tra uomo e animali, MASSIMO CASTOLDI (A CURA DI) 1943-1945: 14 di Carlotta Beretta di Marco I “BRAVI” e i “CATTIVI”, di Amedeo Osti Guerrazzi 28 STEPHAN HERMLIN Scardanelli/Hölderlin, 15 I vizi dell’antropocentrismo, di Federico Paolini 39 RENATO CAMURRI (A CURA DI) Pensare la libertà, di Chiara Sandrin 16 La missione di Gabriele Galantara, disegnatore di Alberto Cavaglion BERTOLT BRECHT Il romanzo dei tui, satirico di inizio Novecento, di Erik Balzaretti SILVIA A. CONCA MESSINA di Gerhard Friedrich Pro!tti del potere, di Roberto Giulianelli LIBRO DEL MESE COLSON WHITEHEAD La nobile arte del blu", 17 JOHANN JOACHIM WINCKELMANN Lettere, di Nicola Paladin QUADERNI CRISTÓVÃO TEZZA La caduta delle consonanti di Elena Agazzi e Orietta Rossi Pinelli 29 41 Recitar cantando, 69: Alla scoperta di vecchie intervocaliche, di Paola Splendore RIMO PIANO edizioni, di Vittorio Coletti ed Elisabetta Fava P ARTHUR SCHNITZLER Fink e Fliederbusch, 42 E!etto "lm: La La Land di Damien Chazelle, 18 ALDO SCHIAVONE Ponzio Pilato. Un enigma tra storia di Roberta Ascarelli di Paola Cristalli e memoria, di Roberto Mazzola e Walter Meliga 30 LOUIS-FERDINAND CÉLINE Lettere agli editori e 43 La traduzione: La critica corrosiva di Dubravka RELIGIONI ANDREA LOMBARDI (A CURA DI) Louis-Ferdinand Céline, Saggi, interviste, ricordi e lettere, di Carlo Lauro Ugrešić, di Olja Perišić Aršić e Silvia Minetti MOSHE IDEL 19 Il male primordiale nella Kabbalah, SCHEDE di Maurizio Mottolese TEATRO AGOSTINO PARAVICINI BAGLIANI 45 INFANZIA 31 CARYL CHURCHILL Teatro III, di Pietro Deandrea Il bestiario del papa, di Alessandro Vitale Brovarone di Fernando Rotondo, Giuseppe Caliceti MARIA GALLETTI, ILARIA RIGANI E FRANCESCA e Sara Marconi NARRATORI ITALIANI CERA (A CURA DI) Jean Genet, la scrittura della rivolta, GIALLI E NERI di Samantha Marenzi 46 20 ALESSANDRO ZACCURI Lo spregio, di Luca Fiorentini di Fernando Rotondo e Mariolina Bertini WU MING 1 Un viaggio che non promettiamo MUSICA 47 COMUNICAZIONE breve, di Franco Pezzini di mc 21 FRANCESCA SERRA La grande Blavatsky, 32 BRUCE SPRINGSTEEN Born to Run, di Franco Fabbri di Maria Candida Ghidini SIMON CRITCHLEY Bowie, di Gino Scatasta e STORIA GIANFRANCO CALLIGARICH La malinconia PIERPAOLO MARTINO La !loso!a di David Bowie, di Maurizio Gri"o, Daniele Rocca dei Crusich, di Italia Vivan di Gino Scatasta e Roberto Barzanti

Le immagini di questo numero sono di I!"#$" U#%$&"'$ che ringraziamo per la gentile concessione. Ilaria Urbinati lavora come illustratrice dal 2007, quando ha iniziato la sua carriera come character desi- gner e colorista per il cinema di animazione: fra le altre cose, ha collaborato alla serie tv Geronimo Stilton I e II. Ha poi lavorato come freelance prevalentemente nell’ambito dell’editoria della pubblicità. Tra i suoi clienti Dove, MacDonald, Piemme, DeAgostini, Barilla, Mondadori, “La Stampa”. Ha pubblicato come illustratrice numerosi albi per bambini e ragazzi; è un’appassionata graphic novelist che ama scri- vere e illustrare i suoi lavori; da qualche anno insegna anatomia per artisti e acquerello. I suoi libri più recenti sono: Pino Pace, In viaggio con i tre porcellini (Edt-Giralangolo 2010) Guido Quarzo, Grande, piccolo, così così (Notes 2012) Guido Quarzo, I corsari sono 3 e i pirati 33 (Mdm 2013 – ebook) Valentina Stella, Se mi lascia non Vale (Zandegù 2014 – ebook) Elisa Castiglioni Giudici, Le stelle brillano su Roma (Il Castoro 2014) Pina Varriale, Yusuf è mio fratello (Mondadori 2015) Mark Twain, Tom Sawyer (Libertyreaders 2016) James Mattew, Barrie Peter Pan (Giunti 2016) Ludovica Cima, Il club antilettura (Mondadori 2016) Marta Natalini, L’ombra di Dante (ELI readers 2017, in uscita) Ha disegnato le copertine di: Katy Birchall, Diario di una it-girl per caso (Piemme, 2016) scritto da Michelle Cuevas, Le avventure di Jacques Papier (DeAgostini, 2016. Vincitore del Premio Andersen 2016 - miglior libro 9/11 anni) Diario di una it-girl in love (Piemme, 2017) scritto da Katy Birchall ilariaurbinati.com inapencil.blogspot.com N. 3 4

librario risputandolo dimagrito e globalizzato. Se inve- mai sarebbe stato uno di loro. La dichiarazione risale Cavalli di trojan ce si considera la questione nel secondo modo (libro- al 2015, durante il lancio degli instant articles, un’im- testo-fonte di informazioni) non è Amazon il grande plementazione del social network che permette agli di Federico Bottino livellatore, il titanico editore che divora i suoi !gli è utenti la lettura degli articoli delle più grandi testate Facebook. internazionali, direttamente all’interno della struttura L’()$'*#( )(+!$ ()$'*#$ La campagna elettorale di Donald J. Trump si è svol- web di Facebook. Eppure nemmeno l’editore Scrib- ta quasi totalmente sulle piattaforme social ed è stata ner’s ha mai scritto una riga di Fiesta: si è limitato a di- lcuni editori sostengono che il digitale è margina- vinta a colpi di fake news e contenuti editoriali studiati stribuirlo e monetizzarlo. Gli editori di tutto il mondo Ale. La cosa è in parte vera, in parte falsa. Se si parla ad hoc per scaldare gli animi degli elettori americani. con ingenua leggerezza aderiscono agli instant articles, del libro come oggetto, risultato di una !liera produt- Così, per la prima volta, il fondatore di Facebook ha trasformando il sito di Zuckerberg nell’“l’editore degli tiva che dall’editore giunge alle librerie passando per parlato apertamente della necessità di controllare i editori” e permettendogli, tramite i suoi algoritmi, di tipogra!e e reti distributive, allora è vera. È invece fal- contenuti editoriali di"usi sul suo social network. Nel !ltrare, nascondere o cassare i contenuti editoriali di sa o, perlomeno, fuorviante se si intende il libro come mirino di Mark Zuckerberg sono dunque !niti i conte- tutto il mondo. Ed è appunto nella metodologia di testo, il testo come fonte d’informazione e l’informa- nuti violenti e le notizie false che attirano l’attenzione selezione e distribuzione che troviamo la nuova natura zione come insieme aggregato di dati accessibili. di utenti super!ciali per gon!are di tra+co siti pieni di questa editoria 3.0. Se un editore utilizza il web per farsi conoscere, le di pubblicità. È stato così costituito uno sta" apposito La grande di"erenza fra l’editoria tradizionale e la informazioni vengono distribuite attraverso i siti e i per la nuova sezione notizie di Facebook (newsfeed). post-editoria di cui Facebook è l’indiscusso campione suoi testi (o le anteprime) vengono raggiunti, e letti A dirigerla Campbell Brown, ex Cnn, che ha annun- è teleologica. Se da una parte c’è un’intentio culturale e usati, per mezzo dei siti stessi. Nella sua accezione ciato la formazione di un ente terzo e imparziale con e umanistica, dall’altra c’è un telos commerciale e au- tradizionale, l’editore è un collettore di contenuti. funzioni di garante rispetto alle segnalazioni delle no- toreferenziale. Lo sforzo di Facebook non mira infatti Oggi gli editori si trovano a essere non solo collettori, tizie false. Insomma, Facebook si dota di un comitato all’accrescimento culturale degli individui ma all’au- ma soprattutto contenuti, collezionati a loro volta da editoriale. Ma da quando il social network è diventato mento del tempo medio di permanenza degli individui collettori digitali, assai più grandi. Negli ultimi anni un editore o, meglio, “l’editore degli editori”? “Non sul proprio sito. “L’editore degli editori” non segue cri- alcuni soggetti della !liera produttiva del libro-oggetto produciamo i nostri contenuti ma ci limitiamo a di- teri editoriali storico-culturali, bensì identitari e quan- (in primis le librerie, in parte gli editori stessi) hanno stribuirli e monetizzarli tramite la pubblicità”, diceva titativi. È una macchina programmata per domare i puntato il dito contro i nuovi colossi della distribu- Sheryl Sandberg, attuale capo delle operazioni di Fa- contenuti, trovare i loro speci!ci utenti, ghermirli e, zione come Amazon, colpevoli di fagocitare il mercato cebook, rassicurando gli editori del fatto che Facebook nella luminosità degli schermi, incatenarli.

In occasione della 54esima edizione della Bologna Children’s Books Fair “L’Indice” di aprile ospiterà l’inserto speciale

DEI LIBRI PER RAGAZZI

“L’Indice dei Libri per Ragazzi”, a cura dell’ ACCADEMIA DROSSELMEIER sarà promosso e distribuito all’interno delle !ere Bologna Children’s Book Fair 2017 e Salone del Libro di Torino 2017, e presso una rete di librerie convenzionate. “L’Indice dei Libri per Ragazzi” sarà presentato da testimonial d’eccezione durante gli incontri delle due !ere. La versione pdf dello speciale sarà anche scaricabile dal nostro sito, dove verranno pubblicati interviste e contributi in diretta dalla Fiera di Bologna a cura di Libri Calzelunghe. N. 3 5

Donald Trump, il frutto coerente e tardivo del maccartismo Non è (mai stato) un paese per falliti di Andrea Mattacheo

Down here it’s just winners and losers anddon’t modo in cui i loro interrogatori avrebbero all’atto pratico contribuì solo a riempire ol- get caught on the wrong side of that lineWell mutato il paese nel decennio successivo e nel tre ogni limite le carceri americane di piccoli I’m tired of comin’ out on the losin’ endSo ho- resto del secolo. spacciatori e consumatori, “disperati” e per- ney last night I met this guy and I’m gonna do Il laboratorio sperimentale dell’attività lopiù, casualmente, neri (a questo proposito a little favor for him (Bruce Springsteen da dell’Huac e delle udienze presiedute da Mc- si veda il meraviglioso documentario candi- Atlantic City) Carthy fu Hollywood; non c’è luogo mi- dato agli Oscar del 2017 XIII emendamento gliore del cinema per dare un corpo meno di Ava DuVernay disponibile su Net#ix). el 1970 Donald Trump viveva nel allegorico a una strega rossa. E non ci sono Tornando alla New York degli anni set- NQueens, il quartiere in cui il padre parole più e+caci per svelarlo di quelle di tanta quando Cohn parlò con Trump per la Fred aveva costruito la propria fortuna im- Ronald Reagan, allora attore in !lm non prima volta al Le Club capì di trovarsi da- mobiliare. La sua ambizione era però quella proprio tra i più memorabili del periodo. vanti a un frutto dello zelante lavoro svolto di entrare nei giri delle élite di Manhattan Reagan non si limitò, come molti, a colla- da lui e dal senatore McCarthy. Un giovane che frequentavano il Le Club, il più esclu- borare con le commissioni d’inchiesta ma rampante divorato da una smisurata ambi- sivo tra i locali notturni di New York, e che prese anche parte a una spontanea mobilita- zione, !glio di un imprenditore arricchito- erano soliti chiamare la gente dei sobborghi si speculando sulle macerie del sistema di come Donald “bridge and tunnel people”, zione in difesa dei valori della tradizione sta- per rimarcare una distanza scritta anche tunitense, dichiarando che non si sarebbero edilizia popolare immaginato dall’ammini- nella conformazione geogra!ca della città. più dovute vedere sullo schermo tante storie strazione Roosevelt e distrutto da chi era ve- Il giovane Trump fu respinto diverse volte con dei falliti come protagonisti. Rivelando nuto dopo. Un prodotto confezionato alla alla porta d’ingresso, ma non si scoraggiò e che la colpa di molti registi, sceneggiatori e perfezione dagli anni cinquanta. L’avvocato anzi il ri!uto non fece che accrescere la sua produttori non era quella di aver preso la Cohn a quella “sua creazione” impartì due motivazione. E siccome nell’idea di America tessera del Pcus dopo troppi martini coc- lezioni che gli sarebbero state utili in ogni portata avanti dal futuro presidente, e non ktail a una festa di Beverly Hills. Così come situazione, dalle tante cause legali inten- solo da lui purtroppo, è su+ciente essere non davano fastidio i pochi !lm che diret- tate contro di lui alla campagna elettorale: davvero convinti di qualcosa per ottenerla, tamente mostravano simpatia per “i rossi”; non mostrarti mai debole e rivendica il tuo riuscì in virtù della propria straordinaria spesso invece costruiti secondo una retorica successo prima di ogni cosa. Cohn sapeva forza di volontà, stando alla versione ripor- individualista piuttosto rassicurante. A !ni- che tutti sarebbero caduti in quello che Fre- tata nell’Arte di fare a"ari, a convincere i re sotto accusa furono soprattutto una serie derick Exley ha de!nito, parlando proprio buttafuori a lasciarlo entrare. Da quel gior- di personalità colpevoli di aver portato a degli anni cinquanta in Appunti di un tifoso, no diventò un cliente abituale del Le Club, l’errore americano di far coincidere la realiz- dimostrando di essersi meritato il proprio I libri zazione personale con una qualche qualità posto nell’alta società. A colmare il baratro morale; lo sapeva perché aveva contribuito tra volere e potere fu quasi certamente la David Cay Johnston, Donald Trump, lui stesso a ristabilire quell’ordine etico. La disponibilità economica di “.e Donald”, Einaudi, Torino 2017 vita da a"arista di Trump, così come la sua alla lunga ben più importante dello scarso corsa alla presidenza, sono state caratteriz- gusto e dei modi rozzi che facevano arriccia- Michael Kranish e Marc Fisher, Trump re il naso alla ra+nata clientela dell’isola di Revealed: An American Journey of Am- zate da una continua auto-apologia della Manhattan. A interessarci di quell’ambiente bition, Ego, Money, and Power, Scrib- propria a"ermazione, di fronte alla quale è un personaggio che Trump incontrò nel ner, New York 2016 nessuno ha saputo opporre alcuna signi!ca- buio molto esclusivo di quelle stanze nell’E- tiva resistenza. Non lo hanno fatto le banche George Packer, I frantumi dell’Ameri- disposte a chiudere più di un occhio davanti ast Side, un uomo che avrebbe contribuito ca. Storie da trent’anni di declino ameri- Segnali a plasmarlo e sarebbe diventato, ancora se- a debiti multimilionari. Non lo hanno fatto condo le sue parole, un mentore e un padre cano, Mondadori, Milano 2014 le commissioni federali per il gioco d’az- Andrea Mattacheo putativo: Roy Cohn. Cohn era all’epoca un Frederick Exley, Appunti di un tifoso, zardo. Ma soprattutto non lo hanno fatto noto avvocato legato ad alcune delle più im- Alet, Padova 2005 i suoi avversari politici, che al massimo sono Trump frutto tardivo del maccartismo portanti famiglie ma!ose di New York, che stati capaci di storcere il naso come i ra+- Ida Dominijanni avrebbero in futuro aiutato Trump a otte- Ellen W. Schrecker, Many Are $e nati avventori del Le Club, limitandosi a Balibare l’Europa dell’interregno nere favori molto utili sia nel campo delle Crimes, McCarthyism in America, Little, rimarcare quanto fosse volgare e inadeguato costruzioni sia nel business dei casinò. Ma Brown and Company, Boston 1998 l’ospite inatteso. In un paese che ha perso il Franco Rositi non si diventa padre di qualcuno soltanto Donald Trump; Tony Schwartz, L’arte proprio posto al centro del mondo e prova Appadurai: incertezze e illusioni facendo ciò che uno tra i tanti avvocati new- di fare a"ari, Sperling & Kupfer, Mi- una paura di precipitare che nessuna stati- del capitalismo !nanziario yorkesi vicini alla ma!a avrebbe potuto fare. lano 1989 stica economica può esprimere (lo possono C’è qualcosa di più profondo, e di profon- però fare, molto bene, i reportage di George Laura Lombardi damente americano, ad aver attratto Cohn Nicholas Von Ho"man, Citizen Cohn, Packer raccolti in I frantumi dell’America), Il sex appeal dell’inorganico e Trump: un’a+nità elettiva che risiede nel Doubleday, New York 1988 e a un candidato presidente il cui insulto nel Museo di Pamuk mondo che il primo ha contribuito a prepa- preferito è “loser”, gli avversari di Trump in rare per il secondo. Cohn occupava infatti Hollywood un malinconico senso di scon- Vincenzo Barone un posto rilevante nella storia degli Usa, e campagna elettorale non hanno saputo far I mondi extraterrestri tra immaginario del cinema hollywoodiano, ben prima di forto che nel corso del decennio 1930-1940 altro che raccontare un’altra versione della e scienza incontrare Donald Trump. Nel 1951, dopo si era di"uso dalla cultura alta a molti ambiti sua favola (L’America è già grande). Perché essersi distinto per i metodi d’interrogatorio della cultura di massa. L’obiettivo delle in- quelli che sono stati chiamati a opporsi al Tiziana Merani particolarmente convincenti nel processo dagini era estirpare dalla coscienza nazionale “mostro” sono in fondo !gli della stessa di- Intervista a Tom McCarthy che aveva portato alla condanna a morte quanto la Grande Depressione e la presi- smissione dell’eredità politica e retorica del dei coniugi Rosenberg, era entrato a far par- denza Roosevelt avevano insegnato all’Ame- New Deal, che negli ultimi cinquant’anni Stefano Moretti te, su consiglio di Edgard J. Hoover, della rica, ovvero accettare il fallimento non come anche i democratici hanno stigmatizzato Brecht: il monopolio del Piccolo squadra di avvocati schierata da Joseph Mc- un peccato da espiare ma come una condi- come un fardello illiberale e populista da cui Domenico Calcaterra Carthy per stanare i comunisti nascosti nel zione esistenziale con la quale più o meno liberarsi (si veda a questo proposito il luci- Il romanzo di Biamonti fra storia, paese, diventando in poco tempo il braccio tutti dovevano fare i conti. Il disegno della do articolo Democrats Killed $eir Populist uomo e natura destro del senatore del Wisconsin. Spesso si Huac e di McCarthy andava oltre il conte- Soul dello storico dell’economia Matt Stol- associano l’House Committee on Un-Ame- sto hollywoodiano ed era volto a cancellare ler su “.e Atlantic”). Ripetendo come un Vito Santoro rican Activities (Huac) e l’Homeland Se- l’eredità della Depressione e del New Deal, mantra il titolo di un romanzo distopico di Scrittura e cinema in Giorgio Bassani curity Committee (guidato da McCarthy) si trattasse dei personaggi disillusi dei noir Sinclair Lewis, in molti prima delle elezioni a un’irrazionale fobia nei confronti dei co- oppure dei funzionari che avevano svolto americane si sono detti “non può accadere Marco Ferrari munisti sorta agli inizi della guerra fredda, un ruolo rilevante nelle agenzie di sostegno qui”; e hanno continuato a farlo dopo, a L’evoluzione storica del rapporto oppure alla follia di un singolo invasato. caccia di paragoni distanti e complotti che In realtà il lavoro congiunto di entrambe statale all’economia. I falliti negli anni cin- uomo-animale quanta non avrebbero dovuto più avere di- li rassicurassero. Ma forse era tutto già suc- le commissioni ha radici ben più capillari, cesso, proprio in America, e proprio a par- Federico Paolini che a"ondano nella reazione a una serie di ritto di cittadinanza, politico o simbolico, in I vizi dell’antropocentrismo cambiamenti radicali avvenuti in America America, e sarebbero tornati ai margini da tire dal cuore dell’immaginario di un secolo durante gli anni trenta. Il legame tra Cohn e cui erano stati in parte liberati; per la felicità dato per chiuso con troppo anticipo. Erik Balzaretti Trump si annida in quello che McCarthy e di Reagan che contribuì poi da presidente [email protected] Galantara, disegnatore satirico l’Huac andarono a de!nire, in maniera pro- alla criminalizzazione del fallimento grazie di inizio Novecento grammatica, come “antiamericano”, e nel alla sua strenua crociata contro la droga, che A. Mattacheo è studioso di cinema e redattore editoriale N. 3 6

Balibar, la caduta dell’Europa ordoliberale e il tempo dell’interregno Contropopulisti transnazionali, unitevi! di Ida Dominijanni

crive Roberto Esposito (Da fuori, Einaudi 2016) democratica, e si può curare solo con un movimento un assetto istituzionale coerente con il costituziona- Sche nel corso della sua storia l’Europa ha sempre di democratizzazione che coinvolga contemporanea- lismo dei paesi fondatori, suona oggi fuori tempo risolto – o tagliato – i nodi aggrovigliati della sua mente la dimensione nazionale e quella sovranaziona- massimo: il demos europeo manca perché ne è stata identità sporgendosi su un “fuori”, o in forza dell’ir- le, e travolga quei con!ni esterni e interni, territoriali, programmaticamente impedita la costruzione dal- ruzione di un “fuori” nei suoi con!ni. L’accelerazione nazionali, identitari, che le attuali derive sovraniste la “lunga resistenza conservatrice” che ha concepito impressa alla crisi europea dall’elezione di Donald puntano invece a ripristinare. Intendiamoci, “demo- l’Unione come una macchina tecnocratica alimen- Trump alla presidenza americana sembra confermare crazia” è oggi, come tutti i lemmi del lessico politico tata dal carburante neoliberista, una macchina che questa tesi, avvalorata del resto, e a maggior ragione, moderno, una parola usurata e scivolosa, e infatti Ba- ha disfatto i popoli nazionali cementati dallo stato dall’impatto esplosivo sulle nostre democrazie di un libar ci mette subito in guardia dall’uso contradditto- sociale novecentesco impedendo al contempo – fra altro fuori, quello delle masse di rifugiati e migranti rio che può esserne fatto nel tempo in cui i concetti l’altro con l’assenza di politiche formative, prima fra che non smettono di riversarsi nel vecchio continente correlati di “politica”, “stato”, “rappresentanza” rin- tutte una politica di apprendimento e socializzazione a dispetto dei muri innalzati, o minacciati o fantasti- viano a realtà in profonda e ambivalente trasforma- delle lingue – la crescita di un popolo sovranazionale cati, contro di loro. Senonché si tratta, in entrambi i zione. Si tratta perciò di ripensare, anzi di reinventare in grado di esercitare un qualche controllo dal basso casi, di due “fuori” per modo di dire, che emergono la democrazia europea guardando senza paraocchi in realtà dentro l’Europa, se è vero che Trump è il cor- sulla macchina di Bruxelles. Sì che oggi il problema questa trasformazione. rispettivo americano delle derive nazional-protezioni- si presenta rovesciato: la costruzione del demos euro- ste che minacciano dall’interno la costruzione dell’U- Che cos’è oggi, intanto, l’Unione europea, la sua peo resta all’ordine del giorno, ma deve confrontarsi nione, e che l’immigrazione è l’e"etto della sciagurata costituzione formale e materiale? E che cos’è la crisi con i populismi neo-sovranisti e neo-nazionalisti che storia del colonialismo e della politica medio- pretendono di ripristinare l’allineamento fra rientale europee. Sì che si potrebbe ipotizzare, popolo, nazione e stato spezzato irreversibil- portando alle estreme conseguenze la tesi di mente dalla globalizzazione. Esposito, che se l’Europa di oggi non scioglie La democratizzazione dell’Europa, “l’in- e non taglia i suoi nodi interni è perché nel venzione democratica” che Balibar auspica, mondo globale un fuori non c’è più: qualun- deve dunque passare attraverso due mosse que esterno è anche un interno, il primo con- preliminari, concettuali e politiche. La pri- !ne a saltare essendo precisamente quello fra ma: separare l’istanza popolare di voce, rap- fuori e dentro. Tanto più nel caso dell’Europa: presentanza e partecipazione dalla connota- un continente che non ha frontiere ma è essa zione nazionalista e xenofoba che essa assume stessa una frontiera, porosa, in cui irrompono nei movimenti populisti e nazionalisti che tutte le contraddizioni della globalizzazione. oggi a"ollano la scena europea, contrappo- Una borderland, come la de!nisce Étienne Ba- nendo a questi ultimi un contropopulismo – libar in Crisi e !ne dell’Europa? (ed. orig. 2016, così lo chiama Balibar – transnazionale, cioè trad. dal francese di Fabrizio Grillenzoni, pp. una mobilitazione di cittadinanza attiva im- 334, € 17, Bollati Boringhieri, Torino 2016), perniata non sul ripristino ma sull’attraversa- un volume che raccoglie i suoi interventi sulla mento dei con!ni, dove si gioca oggi – con i crisi della costruzione europea scritti nel vivo migranti da un lato e con l’internazionalizza- degli eventi degli ultimi sei anni: prima fra tut- zione necessaria delle lotte per il lavoro, l’am- ti, per il suo carattere sintomatico, la crisi gre- biente, i diritti dall’altro – il vero allargamen- ca, ma anche quella italiana del 2011, quella innescata dalla brexit, quella in cui si dibatte to demogra!co e democratico dell’Unione. la Francia duramente provata dal terrorismo. La seconda mossa consiste nello smontare Una lettura !loso!ca della cronaca che svi- la falsa opposizione fra il federalismo degli luppa le categorie già elaborate da Balibar in europeisti e il sovranismo degli antieuropei- precedenza (cfr. almeno Noi, cittadini d’Euro- sti: due discorsi immaginari, il primo perché pa?, manifestolibri, 2004 e La Proposition de si appella a un federalismo a venire rimuo- l’égaliberté, Puf, 2010), smontando le contrad- del progetto europeo? Si tratta di una crisi, o piutto- vendo i guasti dello pseudofederalismo re- dizioni e le ripetizioni in cui il dibattito pubblico sui sto di una !ne? “La !ne è già avvenuta”, scrive senza alizzato, il secondo perché coltiva l’illusione di uno destini dell’Europa resta impantanato mentre si cele- in!ngimenti Balibar: nelle sue forme attuali, l’Europa stato nazionale tuttora garante della cittadinanza so- bra il sessantesimo anniversario dei trattati di Roma. è diventata di fatto ingovernabile, perché se per un ciale, laddove esso funziona ormai “come spettatore Che si prospetti per la Ue un futuro a due veloci- verso non è mai decollata la costruzione istituziona- impotente del suo degrado o come strumento zelante tà come ha fatto di recente Angela Merkel, o che si le di una democrazia sovranazionale, per l’altro verso della sua decostruzione”. L’idea di un ritorno alla so- reagisca al protezionismo di Trump ribadendo l’in- la governance neoliberale che ha preteso di sostituirla vranità nazionale, agitata oggi da destra e da sinistra tangibilità dell’impianto liberoscambista dei trattati non riesce più a imporsi come “rivoluzione dall’alto” come via d’uscita dalla gabbia dell’Unione, è dunque come ha fatto Mario Draghi, non cambia infatti la su un continente devastato dalla crisi economica, so- infondata e pericolosa: dalla costruzione europea, lingua, interamente contrassegnata dal codice econo- ciale, politica. All’esito dei suoi sessant’anni di storia, per quanto impantanata essa sia, non si torna indie- mico, del discorso europeista mainstream. Manca la l’unione (non) è governata da un potere occulto e tro (come non si torna indietro dalla moneta unica: prospettiva storica, e con essa l’autocritica della politi- informale, “introvabile”, con una Commissione in- “l’euro ordoliberista distrugge l’Europa, l’abolizione ca: la sequenza delle tre fasi della costruzione europea capace di iniziativa politica e di mediazione, un par- dell’euro la distruggerebbe ugualmente”). (dalla Ceca alla crisi petrolifera del 1973, dal 1973 lamento senza voce, un Eurogruppo privo di legitti- Il vecchio continente si trova dunque oggi nella all’uni!cazione tedesca nel 1990, dall’allargamento mità formale: un regime post-democratico, come lo situazione che Gramsci, ricorda Balibar, avrebbe de- a Est alla crisi economico-!nanziaria del 2007) mo- ha de!nito Jürgen Habermas, senza rappresentanza, !nito “di interregno”, in cui il vecchio muore ma il stra infatti in modo incontrovertibile il sodalizio fra partecipazione e controllo dei cittadini; uno “pseudo- nuovo stenta a nascere. Spostare all’indietro le lan- economia e politica che ha dato all’Europa il pro!lo federalismo” con la faccia odiosa di uno statalismo cette dell’orologio è illusorio, così come è illusorio, ordoliberale che tuttora la connota, spostandone pro- senza stato, incapace di contenere le potenti spinte a livello mondiale, sperare che sia una improbabile gressivamente l’asse dal welfare e dalle costituzioni del disgregatrici innescate dalle crisi del debito e dei mi- de-globalizzazione a risolvere i problemi del mondo dopoguerra al principio della concorrenza fra stati e granti. Due crisi interconnesse, perché se la prima globale. Restare fermi signi!ca arrendersi alla deri- fra popolazioni, un principio diventato dogma dopo porta a compimento la precarizzazione delle società va di auto-dissoluzione dell’Unione, alimentata dai il crollo del socialismo reale e puntellato nell’ulti- nazionali realizzata da decenni di politiche neolibe- “fronti del ri!uto” che crescono al suo interno. È ne- mo decennio dal ricatto del debito e dalla discipli- riste, la seconda canalizza questo disfacimento del le- cessario un salto in avanti: non meno ma più Europa, na dell’austerità (si veda, su questa sequenza storica game sociale nella guerra degli insider contro gli out- ma non un di più di questa Europa. Ancora non si e sul ruolo giocato al suo interno dall’ordoliberismo sider, degli inclusi contro gli esclusi, dei nativi contro vede all’orizzonte il soggetto politico in grado di as- nell’imporre l’egemonia del modello tedesco, il recen- i nomadi. sumersene la s!da, eppure “un’altra Europa, solidale - Politica te Rottamare Maastricht, a cura di Leonardo Paggi, La radiogra!a dell’Europa restituisce dunque un e democratica, è possibile”, vive nei movimenti di re- Deriveapprodi, 2016). processo accelerato di de-democratizzazione, per sistenza alla disciplina del debito e dell’austerità, ed Manca soprattutto, nel discorso europeista main- usare un termine caro a una studiosa americana del è “fra gli strumenti di cui abbiamo bisogno per agire stream, il criterio democratico come metro di misura neoliberalismo e dei suoi e"etti come Wendy Brown controcorrente nella e sulla globalizzazione”. dello stato dell’Unione. Che è invece il criterio cen- (Undoing the Demos, Zone Books, 2015). E l’invo- [email protected] trale del discorso di Balibar, dove la malattia dell’Eu- cazione del demos europeo, che ha accompagnato i

Segnali ropa ha un nome preciso, de!cit di legittimazione tentativi minoritari e fallimentari di dare all’Unione I. Dominijanni è giornalista e !losofa N. 3 7

Appadurai e il capitalismo !nanziario: incertezza e algoritmi illusori Agire in un mercato opaco e manipolabile di Franco Rositi

mercati approvano, disapprovano,… I mercati political economy. gruppi degli indigeni australiani su un territorio vasto Isono sensibili a … I mercati decretano… I mer- La distinzione fondamentale da cui si parte è quel- e aspro rende incerto per!no il darsi di una società cati governano l’economia… Siamo forse in molti a la di Frank Knight che in un libro del 1921 pose la vera e propria, e questa viene ritrovata mediante la sa- provare disagio ogni volta che accada di ascoltare si- dicotomia fra rischio (calcolabile) e incertezza (non cralità euforica della festa religiosa nei grandi raduni. mili formule discorsive di soggettivazione applicate a calcolabile). Distinguere fra incertezza e rischio sem- Se Alessandro Pizzorno ha de!nito il passaggio dal qualcosa che dovrebbe essere in realtà semplicemente bra non sia molto gradito agli statistici, ma è fonda- capitalismo al neocapitalismo come quello da un un luogo (una piazza, una borsa). Già il nostro oriz- mentale per uno sguardo antropologico. La tesi di mercato trasparente e non manipolabile a un mer- zonte cognitivo è popolato da molti soggetti collettivi Appadurai non si limita a dire che la nostra società cato opaco e manipolabile, potremmo ora dire che il fantasmatici che contraddicono il più generale pro- possa de!nirsi per una condizione di incertezza, non capitalismo a dominanza !nanziaria ha ulteriormente cesso di individualizzazione che viene normalmente è dunque una tesi troppo semplicemente contraria a opacizzato le ragioni dello scambio. Ai !ni di una più attribuito alla modernità: il popolo, la gente, lo stato, la nazione, la persona giuridica, le corporations ecc. quella di chi a"erma essere la nostra società caratte- rapida circolazione del capitale, e di una allocazione Cosicché alla !ne per!no un teorico dell’individuali- rizzata dalla dominanza della nozione e delle situa- delle sue eccedenze, in qualche decennio la !nanza smo come James S. Coleman ha voluto attribuire esi- zioni di rischio. Per lui l’incertezza è una dominante ha moltiplicato il ruolo delle scommesse (e di scom- stenza reale a questi strani enti collettivi. Ma almeno universalmente antropologica. Le società o i gruppi messe su precedenti scommesse) a riguardo del valore è di+cile che dietro le “persone !nte” di organizzazio- si di"erenziano fra loro per l’ambito in cui in essi si futuro dei beni cosiddetti sottostanti (in una società, ni e di gruppi (Persone !nte è il titolo rievo- concentra l’incertezza e per come questa viene trat- la nostra, che già qualcuno ha de!nito come “amma- cativo di un libro di Gian Primo Cella, che lata di futuro”), inventando strumenti studia appunto il “paradosso” dei soggetti so!sticati come i derivati, i vari pacchet- collettivi) non si vedano numerosi agenti ti di derivati, le cartolarizzazioni, le stock responsabili in carne e ossa, in particola- options ecc. Si è così generato un mon- re se si tratta dei rappresentanti di quelle do di promesse, e dunque di parole, in organizzazioni e di quei gruppi. Per i mer- cui il rischio è diventato oggettivamente cati vige invece un anonimato pressocché incalcolabile: si è pertanto trasmutato in totale e non siamo neppure in molti a co- incertezza. Su questo punto Appadurai si noscere tre, quattro nomi di personalità in appoggia a una non marginale letteratura esso emergenti (George Soros, John Paul- di economia eterodossa e, in particolare, son, Bernard Mado"…), dunque quasi ai lavori di Elie Ayache, studioso non nessuno di quella classe di gestori (piccoli e troppo noto che ha concluso una serie di grandi) del !nanz-capitalismo che Luciano analisi sentenziando la “!ne della proba- Gallino ha stimato con una certa larghez- bilità”, vale a dire la !ne della calcolabi- za essere fatta da 9-10 milioni di persone lità del rischio. E tuttavia la risposta che (lo 0,13 per cento della popolazione mon- il mondo della !nanza ha dato a questo diale); e comunque il numero degli agenti noti è per i mercati incomparabilmente stato di cronica incertezza è stata quella minore, per esempio, rispetto a quel centi- di volerla testardamente irretire entro la naio di leader politici che qualcuno di noi nozione di rischio, con una nuova supe- saprebbe elencare. rerogazione di matematica e di calcolo L’anonimato dei mercati !nanziari fa in statistico, dalla formula Black-Scholes modo che a essi possa essere attribuita una (1973) per la valutazione del prezzo delle soggettività sui generis, io direi una sogget- opzioni, !no agli approdi più popolari di tività robotica: un grande meccanismo la quel surrogato di teoria che sono i gra- cui intelligenza è però anche minacciosa !ci sugli andamenti dei valori (una ma- perché imperscrutabile, l’incarnazione !- nia “gra!cista” che con!da nella capacità nale della “mano suprema” di Ferdinando esplicativa dei trend). Che le prestazioni Galiani e della “mano invisibile” di Adam rassicuranti dei nuovi ipercalcoli non sia- Smith (che già non avrebbero dovuto ap- no però e+cienti è dimostrato a posteriori parire rassicuranti). Per chi avverte il disagio di aggi- tata e in qualche modo risolta. A tale proposito egli dai loro fallimenti, a priori dalla costante rarsi in un mondo di agenti irresponsabili, tali perché svolge due letture originali e illuminanti dello schema presenza di miti sulle qualità istintive e carismatiche in realtà impersonali, può essere di sollievo leggere con cui Max Weber ha compreso la parentela fra etica dei grandi avventurieri della speculazione, le cui scri- l’ultimo libro di Arjun Appadurai, autore ben noto in protestante e spirito del capitalismo, e dello schema vanie sono sgombre da carte e da computer. L’ethos Italia e ora tradotto nella nostra lingua quasi contem- con cui Émile Durkheim ha svelato la presenza e la della nuova economia oscilla dunque fra la matema- poraneamente all’edizione americana, Scommettere forza della società dietro le “forme elementari” del- tica e la magia. sulle parole. Il cedimento del linguaggio nell’epoca della la religione: nel primo caso si risponde all’incertezza Sulla base della convinzione che i mercati dell’in- !nanza derivata, (ed. orig. 2016, trad. dall’inglese di radicale e dolorosa sulla salvezza con una scommessa certezza siano diventati un generale “spirito del tem- Francesco Peri, pp. 198, € 21, Ra"aello Cortina, Mi- sul valore salvi!co delle virtù metodiche, associate po” e che forniscano essi oggi l’immagine della socie- lano 2016). Per la verità il titolo del libro è in inglese anche al calcolo rigoroso (in Weber, si ricordi, nep- tà, Appadurai ritiene, discutibilmente, che essi stiano più chiaro di quello che gli ha dato l’editore italiano: pure la nozione di rischio è intrinseca al razionalismo forgiando il senso comune e annullando le pretese Banking on Word. $e Failure of Language in the Age capitalista); nel secondo caso la dispersione in piccoli individualiste della modernità. I due capitoli !nali of Derivative Finance. tendono a congetturare un possibile uso positivo del- Il tracciato teorico di Appadurai è complesso sia la frammentazione dei soggetti quale per esempio si perché interdisciplinare (fra antropologia, !loso!a, Altri libri realizza nella loro riduzione ad aggregato di proprie- economia e linguistica) sia perché ricco di nodi te- tà destrutturate nelle analisi dei big data: può esserci orici (carisma, sacro/magia, performatività, retro- Gian Primo Cella, Persone !nte. Paradossi dell’in- qualcosa di progressivo nel declino dell’enfasi moder- performatività, !gure epistemico-retoriche come dividualismo e soggetti collettivi, Il Mulino, Bolo- na su un ideale di individuo compatto e autonomo. metafora e metonimia, dividualizzazione, incertezza/ gna 2014 Immagino che il fatto che questa tesi si appoggi su rischio ecc.). Forse sarà utile al lettore pre-conoscere Ngai-Ling Sum e Bob Jessop, Towards a Cultural riferimenti a categorie tipiche di Deleuze, in parti- lo schema o, se si vuole, lo scheletro della sua tesi. Ap- Political Economy, Edward Elgar, Cheltenham colare dividuale e rizoma, possa a"ascinare qualche padurai è interessato a scoprire il senso delle pratiche 2014 lettore. Ma personalmente non saprei dare un rendi- !nanziarie di ultima generazione, quelle che si legano conto comprensibile di quest’ultima parte, del resto alla straordinaria !oritura dei derivati. Ri!utandosi di Elie Ayache, $e Blank Swan. $e End of Proba- marginale, del libro. Né aiuta, per comprendere le !- accedere alla tesi semplicistica della loro irrazionalità, bility, Wiley, Chicester 2010 nali intenzioni costruttive dell’autore, l’introduzione alle querimonie, egli dice, sulla follia contemporanea, Luciano Gallino, Con i soldi degli altri, il capita- ottima e istruttiva dell’antropologo Paolo Vereni (del- la quale può solo dispiacere che nel citare alcuni auto- egli cerca un senso in qualche modo o misura posi- lismo di procura contro l’economia, Einaudi, To- - Società tivo (non per questo da condividere). Siamo già così rino 2009 ri italiani che si sono occupati recentemente di cultu- ricondotti al mondo più familiare degli umani, lon- ra economica non vi si comprenda Luciano Gallino, tano dalla robotica dei mercati: nel mondo in cui vi- James Samuel Coleman, Fondamenti di teoria so- che a mio avviso è fra di loro il più importante: di gono linguaggio, mentalità, valori, credenze e in cui, ciale, Il Mulino, Bologna 2005 interdisciplinarietà forse non ce n’è mai abbastanza). in breve, l’agire ha senso. Gli studi in questa direzione Frank Hyneman Knight, Rischio, incertezza, pro- [email protected] vanno moltiplicandosi e potremmo dire che questo !tto, La Nuova Italia, Firenze 1960 libro di Appadurai appartiene al !lone della cultural F. Rositi è professore emerito di sociologia all’Università di Pavia Segnali N. 3 8

Il sex appeal dell’inorganico nel Museo dell’innocenza di Pamuk La vibrazione delle cose: gli oggetti come stato d’animo di Laura Lombardi

Questo testo è un estratto dall’intervento al convegno fresca, nel contesto cristiano perdono la loro umiltà conchiglie sul cassettone, al bouquet di !ori d’aran- “Orhan Pamuk” a cura di Laura Lombardi e Mas- e si addicono allo stile elevato”. Le parole anche se cio sul secrétaire, in una lettera a Louise Colet del 29 similiano Rossi, tenutosi il 19 gennaio 2017 all’Ac- “semplici, talvolta quotidiane, rozzamente realisti- gennaio 1854, Flaubert, riguardo alle esposizioni, cademia di Brera, in occasione del conferimento del che”, celano una “sublimità”, che si manifesta nella impreca contro “le %ot de merde qui nous envahit”, le diploma Honoris causa di Brera a Orhan Pamuk. sua profondità. Il bicchiere d’acqua citato da Agosti- false sto"e, il falso lusso, il falso orgoglio, l’industria no, riferendosi alla Bibbia, può dunque assimilarsi che ha sviluppato il brutto: “combien de braves gens alla scarpa da ginnastica di Füsun, all’orecchino, ai qui, il y a un siècle, eussent parfaitement vécu sans elle sue lezioni americane, riunite in Roman- lumi, allo spazzolino da denti, al pettine, al moz- Beaux-Arts, et à qui il faut maintenant de petites zieri ingenui e sentimentali (Einaudi, 2012), zicone di sigaretta: oggetti che posseggono, simil- statuettes, de petite musique et de petite littératu- NOrhan Pamuk indica quanto i personaggi di Balzac mente a quelli biblici, una loro sacralità. Da qui la re!”. Flaubert stigmatizza dunque, con aristocratico e del più “sottile” Flaubert si conoscano e si giudi- loro innocenza. A di"erenza delle wunderkammern disprezzo, quel che Baudelaire, con atteggiamento chino proprio prendendo nota dei loro abiti e del dei secoli precedenti, dove un sasso, una conchiglia, spregiudicato, andava registrando nelle sue passeg- bric-à-brac che arreda i loro salotti. Gli oggetti, os- possono trasformarsi in preziose opere d’arte, nel giate ai Salons. Il mescolarsi dei due registri – high serva Pamuk, divengono tutt’uno col carattere del Museo dell’innocenza gli oggetti non abbandona- and low – nel quale le merci acquistano quell’aura personaggio, sono “estensione” del suo stato d’ani- no la propria banalità quotidiana, ma si compie il che l’opera d’arte va invece perdendo, è d’altronde mo. Siano essi “stimolo per evocare ricordi del pas- passaggio da “oggetti” a “cose”: gli oggetti lasciano sancito dal poemetto in prosa di Baudelaire dove un sato” (Proust), “sintomo della nausea del poeta, perduta la sua aureola nel fango del- vivere” (Sartre), “misteriose e giocose en- la strada, sceglie di non chinarsi a cercarla, tità indipendenti” (Robbe-Grillet), “merci preferendo entrare nella bettola, e qui, sce- opache di cui si può cogliere la poesia solo so dal suo Olimpo, si mescolerà col mondo. considerandone la marca e disponendole in Lo sconvolgimento di Flaubert muove al- serie, in elenchi” (Perec), gli oggetti sempre tre ri#essioni legate al Museo dell’innocen- restano “componenti essenziali degli innu- za, non tanto riguardo al signi!cato degli merevoli istanti di un romanzo, nonché i oggetti in sé – comprendendo negli oggetti, simboli e i segnali di tale istante”. proprio grazie alla similitudine #aubertia- A confermare la sensibilità della cultura na, le opere d’arte – quanto al signi!cato e francese nei confronti degli oggetti è il ce- alla funzione del loro contenitore: il museo. lebre commento che Jean-Luc Godard de- La dichiarazione del francese, infatti, pur dica al cinema di Hitchcock, in Histoire du nella sua forma leggermente isterica, ci ap- cinéma del 1988 : “Abbiamo dimenticato pare ancora feconda di signi!cato nel pre- / perché Joan Fontaine si sporga sul ciglio !gurare l’ingranaggio del turismo culturale della scogliera / e cosa Joel McCrea andas- odierno, quello dei cosiddetti “servizi ag- se mai a fare in Olanda(…) e perché Janet giuntivi”: luoghi senza identità alcuna, nei Leigh si fermi al Bates Motel (…) e perché quali si attua una proliferazione di oggetti, esattamente il governo americano ingaggi non destinati a divenire “cose”, ma a rima- Ingrid Bergman… Ma ci ricordiamo di una nere invece privi di signi!cato, in mancan- borsetta / ma ci ricordiamo di un bicchiere za di nessi a"ettivi e culturali. Luoghi dove di latte (…) di un paio di occhiali / di uno può per!no ridursi l’interesse per l’opera spartito musicale / di un mazzo di chiavi / originale, che talvolta appare meno attraen- e attraverso questi Alfred Hitchcock riuscì te rispetto alle immagini e alla documenta- là dove fallirono Alessandro, Giulio Cesare, zione di contorno. Il museo dell’innocenza Napoleone / avere il controllo dell’universo di Pamuk è dunque strumento essenziale / Forse diecimila persone non hanno di- anche per la riconsiderazione del ruolo del menticato la mela di Cézanne / ma sono un museo. E non importa se il sacrario di Ke- miliardo gli spettatori che si ricorderanno mal (in qualche modo parente de La cham- l’accendino di Delitto per un delitto”. Questo bre verte di François Tru"aut, 1978, opera brano avrebbe ispirato la mostra curata nel di un noto cultore di Hitchcock e densa di 2001 da Guy Cogeval e Dominque Païni riferimenti a Proust), è costituito da oggetti al Centre Pompidou, che si apriva con una di poco valore venale, come i cani di porcel- sala buia, dove, all’interno di bacheche di lana sottratti alla madre di Füsun: quel che vetro, risplendevano singoli oggetti, riferiti, interessa è la funzione speci!ca che essi as- ciascuno, a !lm di Hitchcock: un paio di sumono, il salvataggio dall’oblío che com- forbici, un reggiseno, un bicchiere, prima piono nella ricostruzione del fantasma di che le sale successive svelassero le forti as- Füsun, esprimendo quel “senso delle cose” sonanze tra l’ispirazione del regista e l’arte. lo stato indistinto dell’indi"erenza o dell’ignoranza, che Godard rilevava nei !lm di Hitchcock, Per quella vibrazione delle cose, condensato pre- in cui sono calati nella moltitudine del mondo delle o quel “sublime” che Agostino cercava nel linguag- zioso di stati d’animo, memorie, pensieri, che vanno merci, per divenire qualcosa che è possibile pensare, gio dei passi biblici. Le indicazioni o"erte da Pamuk al di là della loro consistenza materica, schiudendo percepire, immaginare come “dotato di una plurali- per il museo, sotto forma di decalogo, mirano a cre- universi più ampi ed elevati, ricorderemo quanto tà di sensi, capace di emanare da sé i propri signi!- are tra osservatore e oggetto (opera d’arte, nel no- scrive il critico d’ambito simbolista, Camille Mau- cati” (Remo Bodei, La vita delle cose, Laterza, 2009). stro caso) un rapporto privilegiato, dove privilegiato clair, riguardo alla vita tripla degli oggetti. In Trois Ed è un verso de I limoni di Montale – “vedi in que- non sta per elitario, ma per carico di senso; un atto crises de l’art actuel (1906), egli distingue tra la vita sti silenzi in cui le cose/si abbandonano e sembrano di resistenza a quanto l’attuale sistema dell’arte va legata alla loro utilità e quella atomica, nascosta, da vicine/a tradire il loro ultimo segreto” – ad aprire il promuovendo nei musei, concepiti come so!sticate cui deriva poi, come terzo passaggio, la coscienza catalogo L’innocenza degli oggetti di Pamuk. macchine di consumo e non certo come luogo di dell’oggetto di possedere una propria esistenza in- Sempre in Romanzieri ingenui e sentimentali, Pa- traiettorie narrative, nel quale, invece, come auspica tellettuale, individuale e indipendente; ciò che si co- muk, riferendosi agli anni delle Esposizioni uni- Rosalind Krauss, ogni sala ha “il ruolo di un capito- glie nelle nature morte di Henri Fantin Latour, nei versali, osserva: “Nel tumulto dei dettagli la gente lo distinto”, ma “tutte contribuiscono allo svolgersi silenti giardini di Henri Le Sidaner, oppure in I lock sentiva ora di aver smarrito il quadro più genera- della trama principale”. Nel museo pamukkiano, la my door upon myself di Fernand Khnop", nel quale le, e sospettava che il signi!cato si nascondesse da spirale disegnata sull’orecchino di Füsun è la stessa il mondo esterno scompare per lasciar spazio all’in- qualche parte tra le ombre. Adattandosi ai nuovi con cui si svolge il racconto di Kemal, ed è la spirale teriorità; come avviene nelle case di artisti visitate da modi di vita, il moderno abitante della città trovò del tempo, che non segue mai una linea retta, ed è la Kemal, tra cui quella parigina di Gustave Moreau, parte del signi!cato che andava cercando in quegli -Arte stessa del pavimento che si contempla a"acciandosi intérieur dove lo spazio sembra indossare, per dirla oggetti ornamentali”. Tuttavia, proprio la funzione dall’ultimo piano del museo: “la spirale che unisce i con Benjamin, “come un essere tentatore, i costumi compensatoria che l’oggetto assume (il benjami- singoli istanti forma la linea del Tempo, così la linea degli stati d’animo”. niano “sex appeal dell’inorganico”), ci richiama alla che unisce gli oggetti esposti crea una storia”. Il valore elevato che gli oggetti possono trasmette- mente anche il ribrezzo che Flaubert esprime invece [email protected] re ha d’altronde radici molto antiche: nelle Prediche, nei confronti di simili scenari. Infatti, se il dram- Agostino scrive che “gli oggetti umilmente quoti- ma borghese di Madame Bovary è narrato attraverso L. Lombardi insegna fenomenologia delle arti contemporanee

Segnali diani, gli a"ari di denaro o un bicchiere di acqua la sottile aderenza agli oggetti, dalla scatola fatta di all’Accademia di belle arti di Brera N. 3 9

I mondi extraterrestri tra immaginario e scienza Uno, nessuno o centomila? di Vincenzo Barone

tando alla testimonianza di Plutarco, Petrone che portarono alla formazione della compagine di e, per possibili forme esotiche di vita, Titano, con la Sdi Imera – della cui vita non sappiamo nulla pianeti di cui fa parte la terra si siano ripetute in sua atmosfera di azoto e i suoi laghi di idrocarburi. – sosteneva che i mondi fossero esattamente 183, una delle innumerevoli stelle che compongono la Un altro aspetto, persino più intrigante, della que- disposti lungo un triangolo equilatero: 60 su ogni galassia. La risposta dipende in maniera cruciale stione degli altri mondi è la ricerca di civiltà aliene. lato, 3 nei vertici. Che esistessero altri mondi oltre dal meccanismo ipotizzato per l’origine del sistema Il programma fu inaugurato sul piano scienti!co da al nostro non era una tesi isolata nell’antichità (lo solare. Come ricorda l’astro!sico Amedeo Balbi in un breve articolo apparso il 19 settembre 1959 su a"ermavano anche Anassimandro e gli Epicurei); un libro (Dove sono tutti quanti? Un viaggio tra stel- “Nature” e intitolato Searching for interstellar com- Petrone, da buon Pitagorico, si spinge a darne un le e pianeti alla ricerca della vita, pp. 229, € 17,50, munications (Alla ricerca di comunicazioni interstel- numero preciso (di cui ci sfugge il signi!cato re- Rizzoli, Milano 2016) che approfondisce l’attualità lari). Gli autori, l’italiano Giuseppe Cocconi e lo condito). Oggi l’elenco degli esopianeti, o pianeti scienti!ca del soggetto e fa da utile complemento a statunitense Phil Morrison, suggerivano di cercare extrasolari – quelli che orbitano attorno a stelle lon- tane diverse dal sole –, cresce a vista d’occhio grazie quello di Giorello e Sindoni, !no all’inizio del seco- onde radio di lunghezza d’onda vicina a quella di ai telescopi terrestri e alle missioni spaziali: mentre lo scorso alcuni insigni studiosi, come James Jeans emissione dell’idrogeno provenienti dai dintorni scrivo se ne contano 3576, e potete veri!care l’e- e Arthur Eddington, ritenevano altamente impro- delle stelle più vicine. A prendere sul serio la pro- voluzione del loro numero sul sito della Extrasolar babile l’esistenza di altri pianeti simili alla terra. Le posta fu un giovane astronomo, Frank Drake, che Planets Encyclopedia, exoplanet.eu. La scoperta de- cose da allora sono molto cambiate: oggi si stima si mise subito al lavoro al radiotelescopio di Gre- gli esopianeti è lo straordinario, e temporaneo, esito che nella nostra galassia ci siano miliardi di pianeti en Bank, negli Stati Uniti. Nasceva così il progetto di una storia a"ascinante di idee, intuizioni, teorie di questo tipo. Ma come provare che esistono? Le SETI (Search for ExtraTerrestrial Intelligence), cui speculative e ricerche scienti!che, durata più di due evidenze, in linea di principio, sono di due tipi: una avrebbe poi dato impulso un altro famoso astrono- millenni. Una storia brillantemente ricostruita in un debolissima attenuazione della luce emessa da una mo, Carl Sagan. libro di Giulio Giorello e Elio Sindoni, il cui titolo, stella, dovuta all’ombra di un pianeta che le gira at- Già nel 1950, in una conversazione informale Un mondo di mondi (Alla ricerca della con alcuni colleghi a Los Alamos, vita intelligente nell’Universo, pp. 141, Enrico Fermi si era posto il problema € 16, Ra"aello Cortina, Milano 2016), della possibile esistenza di civiltà ex- riprende la de!nizione che Immanuel traterrestri (erano gli anni in cui co- Kant aveva dato della galassia nella sua minciavano a moltiplicarsi i presunti Teoria del cielo del 1755, l’opera in cui si avvistamenti di UFO). E"ettuando a"accia per la prima volta l’ipotesi che a mente un rapido calcolo, come era il sistema solare si sia formato in seguito solito fare, aveva concluso che l’as- all’addensamento di una nube di gas e senza di tracce dell’arrivo di civiltà polveri in rotazione: idea che, riveduta aliene sulla terra, nel corso della vita e corretta, sopravvive nella teoria astro- nomica attuale. del nostro pianeta (alcuni miliardi di “Uno è dunque il cielo, il spacio im- anni), rendeva improbabile l’esistenza menso, il seno, il continente universa- di tali civiltà. La sua domanda, “dove le, l’eterea regione per la quale il tutto sono tutti quanti?”, che dà il titolo al discorre e si muove. Ivi innumerevoli libro di Balbi, è diventata da allora stelle. Astri, globi, Soli e Terre sensibil- emblematica e la relativa argomenta- mente si veggono, et in!niti raggione- zione ha preso il nome di “paradosso volmente si argumentano”. Parole come di Fermi”. queste (tratte dal suo De l’in!nito, uni- Nel 1961, in occasione di una con- verso e mondi del 1584), frutto non di ferenza internazionale, Drake ela- una fantasia disordinata ma di un volo borò una formula, divenuta celebre, “sulle ali della ragione”, costarono care che consente di stimare il numero a Giordano Bruno. La pluralità e addi- di civiltà tecnologiche presenti nella rittura l’in!nità dei mondi non sembra- nostra galassia. La formula contiene vano compatibili con un credo religio- essenzialmente tre parametri. Il pri- so che aveva fatto dell’incarnazione di mo, il tasso di formazione di pianeti Dio, in uno speci!co angolo della terra abitabili nella galassia, è quello che e in un ben preciso momento della sto- possiamo valutare meglio sulla base ria umana, il proprio fulcro. Decisamente meglio torno, o piccole perturbazioni del moto di una stella dei dati astronomici. L’incertezza sta andò un secolo dopo a Bernard de Fontenelle: a a causa della presenza di uno o più pianeti. Si tratta tutta negli altri due parametri: la probabilità che su essere bruciato non fu lui, ma (simbolicamente) la però di e"etti minuscoli, molto di+cili da osservare. un pianeta abitabile compaia una civiltà tecnologi- sua opera più famosa, gli Entretiens sur la pluralité Solo nel 1995 – vero anno di svolta – gli astronomi ca e la durata di tali civiltà. Se questa durata è solo des mondes, messi subito all’indice. La protagonista ginevrini Michel Mayor e Didier Queloz scoprono di qualche migliaio di anni, allora è probabile che delle conversazioni, la marchesa di G., acutamente il primo esopianeta, orbitante attorno a una stella si- siamo soli nella galassia. Se fosse dell’ordine delle si chiedeva: “Il nostro Sole illumina un certo nume- mile al Sole, 51 Pegasi. Da allora, come si è detto, gli decine di migliaia di anni, esisterebbero forse delle ro di pianeti; perché le stelle non potrebbero avere i esopianeti sono diventati più di tremila e lo scorso civiltà extraterrestri, ma non avremmo comunque loro pianeti da illuminare?”. agosto è stata annunciata la scoperta dell’esemplare modo – a causa della velocità limitata dei segnali – Bisogna aspettare l’Ottocento, spiegano Giorello più vicino, Proxima b, orbitante attorno a Proxima di contattarle. Possiamo sperare in un incontro con e Sindoni, perché esploda davvero il dibattito sull’e- Centauri, una nana rossa distante “appena” quattro ET, dunque, solo se le civiltà sono mediamente dav- sistenza di mondi extraterrestri. Nel 1833 il ma- anni luce da noi. Oltre alla vicinanza, l’interesse di vero longeve (milioni di anni). tematico e !losofo della scienza William Whewell questo esopianeta sta nel fatto che è abbastanza si- Al di là di questi divertenti conteggi, c’è un serio a"erma che nessuno può resistere alla tentazione di mile per dimensioni alla terra e si trova nella zona lavoro teorico e osservativo attorno al problema del- congetturare l’esistenza di pianeti orbitanti attorno abitabile della sua stella (cioè nella regione attorno le civiltà extraterrestri e delle modalità di comuni- ad altre stelle, “occupati da organizzazione, vita, in- a una stella in cui i pianeti possono mantenere sulla cazione con esse. Intanto, le antenne di SETI sono telligenza”. Ma qualche anno più tardi, per motivi propria super!cie acqua allo stato liquido). La pos- puntate qua e là nel cielo, in attesa del grande even- squisitamente religiosi, si ricrede, rendendosi conto sibilità che Proxima b ospiti qualche forma di vita, to: un segnale che non possa essere spiegato sulla di quanto l’ipotesi di altri mondi sia di+cilmente a due passi da noi – per così dire –, ha ovviamen- base di fenomeni naturali. Una ricerca sterile, frutto conciliabile con l’idea che solo il nostro sia la sede te messo in !brillazione la comunità scienti!ca e il di vane speculazioni? Qualcuno lo pensa e sostiene della grazia di Dio. La pensa diversamente il !sico pubblico. che questi studi non meritino di essere perseguiti. scozzese David Brewster, che, in un’opera dal signi- Più realisticamente, fa notare Balbi, la ricerca di Ma la ragione, Bruno docet, non ama le gabbie. E !cativo titolo More Worlds than One, suggerisce che vita extraterrestre o di segni di evoluzione prebioti- non bisogna dimenticare, come giustamente osser- ca guarda ad alcuni corpi minori del Sistema Solare vano Giorello e Sindoni, che “la secolare discussio- la venuta di Cristo sulla Terra abbia redento anche Astronomia - gli abitanti dei mondi extraterrestri. che potrebbero avere i requisiti necessari, ossia ac- ne in cui rientrano lo stesso progetto SETI e le sue La questione comincia ad assumere una veste qua liquida, composti organici ed energia interna. revisioni più o meno ra+nate è anche un modo di scienti!ca man mano che le ricerche astronomiche Il candidato migliore è Europa, uno dei satelliti di capire meglio noi stessi, abitanti di uno dei mondi allargano i con!ni dell’universo, arricchendo il ca- Giove, che sotto una crosta di ghiaccio spessa dieci del nostro Universo”. talogo dei suoi abitatori, e gettano luce sul passato chilometri possiede un gigantesco oceano. Ma con- [email protected] del Sistema solare. La domanda che gli scienziati si verrà tenere sott’occhio anche alcuni satelliti di Sa- pongono tra Otto e Novecento è se le condizioni turno: Encelado, con i suoi geyser di vapore acqueo, V. Barone insegna !sica teorica all’Università del Piemonte orientale Segnali N. 3 10

Il tempo fuori dai con!ni di Satin Island Un etnografo alle prese con la sintesi del mondo Intervista di Tiziana Merani a Tom McCarthy

Satin Island, l’ultimo lavoro di Tom McCarthy, !- sti: non preoccupatevi, ci prendiamo cura di voi; ci liberalismo e il fascismo. E da quando era stato nalista al prestigioso $e Man Booker Prize 2015 ed sono gli angeli delle informazioni che danzano sulla pubblicato il libro ad oggi, con la Brexit e Trump, edito da Bompiani nel 2016 nella versione tradotta capocchia di spillo della tua connessione wi-!. Ma siamo indubbiamente scivolati verso il lato fascista da Anna Mioni (ed. orig. 2015, pp. 184, € 17), è un che accadrebbe se non ci fossero? Se il paracadute di quella porta. libro che volta le spalle alle comuni convenzioni del non fosse !ssato? Se gli aerei non arrivassero? Potremmo considerare il libro una metafora romanzo e srotola la planimetria di una storia, igno- Chi è U. e com’è nata l’idea di creare questo del caos della vita? rando l’idea dei personaggi e della trama. D’altronde personaggio? McCarthy è un artista proiettato in mille direzioni, No, la vita è già caotica di suo. Il libro è una pa- fuori e dentro alla materia, sperimentatore e cavia, lo U. in parte è ciascuno di noi – voi, io, chiunque – rabola di tutti gli sforzi che facciamo per dare senso stesso che circa un ventennio fa ha fondato l’Internatio- ma più nello speci!co è un intellettuale, un ‘creati- a quel caos: unire punti non collegati tra loro in nal Necronautical Society, un’associazione !ttizia che vo’ che è abbastanza intelligente per iniziare a capire costellazioni; cercare immagini nelle macchie di in- come tema della rappresentazione artistica ha scelto la l’ente per cui lavora, a di+darne e persino a oppor- chiostro di Rorschach. Ecco ciò di cui si occupano morte e la cui ragione sociale è “do for death what the visi. Ma al tempo stesso U. è fortemente neutralizza- tutta l’attività artistica e l’attività umana. Surrealists had done for sex”, ovvero “fare per la morte to dal proprio coinvolgimento in veste di consulente ciò che i surrealisti hanno fatto per il sesso”. Umberto Eco ha detto che i social media danno di quell’azienda. Ho pensato all’Ulrich di Musil, nel diritto di parola a legioni di idioti. I social media L’uomo, per McCarthy, è una rete, téchne, strumen- L’uomo senza qualità. libro Ma teoricamente anche a sono stimolatori di stupidità? to, lingua, codice, sistema, e la tecnologia si limita a uno dei personaggi di Kafka o di Dostoevskij. mostrarci ciò che siamo sempre stati. Beh, sono d’accordo che i Mentre il precedente romanzo C era un nuovi social media abbiano libro sui mezzi di comunicazione e sulla dato diritto di parola a legioni realtà dei tempi moderni, Satin Island di idioti ignoranti. Ma i vec- è una scheda madre, un documento chi media davano lo stesso di- ipermediale di testi, immagini, suoni, ritto a legioni di idioti istruiti. letteratura e notiziari, ambientato in In realtà i nuovi social media una Londra solo potenzialmente con- inducono a una maggiore stu- temporanea – il libro, infatti, rimette pidità dei vecchi per la minore in discussione il concetto tradizionale ampiezza di cicli informativi di tempo – ma che si sposta da una che prevedono. In de!nitiva è città all’altra, Stoccolma, Francoforte, una questione cibernetica. Parigi, Torino. E nella Genova del G8, raccontato da Madison, la ragazza di I libri sono salutari? U., che rievoca i pestaggi e le violenze alla scuola Diaz avvenute in quel triste No, assolutamente. Non luglio del 2001. hanno fatto molto bene a L’antropologo denominato U., voce Don Chisciotte... Sono solo narrante del libro, ha l’incarico di re- dei mezzi. La questione non digere un documento etnogra!co im- riguarda tanto il formato di menso e misterioso, il Great Report, un mezzo, ma come viene che riassuma in modo totale la nostra letto e interpretato, e le con- epoca. Ben presto ipnotizzato e stordito seguenze sociali che implica. dalle immagini che registra quotidia- Esiste una letteratura con- namente, U. si ritrova a procrastinare, temporanea? a ri%ettere in modo ossessivo su eventi che lo hanno colpito, a pensare in modo Satin Island è completamen- vorticoso a scene che hanno toccato il te proiettato verso la ricerca di profondo della sua anima e sollevato ciò che è contemporaneo. Il interrogativi che tuttavia restano privi contemporaneo è un grande di risposta e alzano il livello del %uido feticcio di ogni epoca. Ciò che in cui siamo immersi, quello dell’incer- ho preso da autori come Mu- tezza. Satin Island è un libro esigente, sil e Mallarmé e inserito nel che chiede concentrazione ai lettori e libro è la comprensione che alla !ne della storia, non regala nessun non si possa essere contem- appiglio per interpretazioni facili. Ma poranei a sé stessi e nemmeno anche questo può essere un regalo. all’arte: la buona arte esprime una sorta di scollamento tem- All’inizio del libro il protagonista porale, una serie di fessure. In è bloccato all’aeroporto di Torino e pratica nella prima pagina di si ritrova a leggere sul portatile un Satin Island rielaboro un ver- articolo dedicato alla sacra sindone. so di Amleto, la sua dichiara- Lo colpisce il fatto che, nonostante zione che ‘il tempo è fuori dai la datazione radiometrica stabilisca cardini’. che il reperto sia della metà del XIV Quali sono i suoi autori secolo, questa scoperta non abbia preferiti? Hanno in!uenzato incrinato le certezze dei credenti. i suoi lavori? Cos’è la fede? Perché U. è un antropologo, e non, ad esempio, un fotoreporter o un artista? La fede è la convinzione che ci sia una sovrastrut- Satin Island pullula di in#uenze, alcune incolla- te direttamente al romanzo. Ci sono interi passaggi tura intorno a noi che conferisce un signi!cato tra- L’antropologia è la moderna disciplina artistica scendentale alle nostre vite. Nel mio romanzo questo che più o meno sono presi tali e quali da Shakespea- per eccellenza: guardi il mondo e scrivi ciò che vedi. re, Debord, Certeau. Come dico nell’introduzione, è evidenziato in modi diversi: gli abitanti delle isole É un’attività totalmente letteraria – la prima legge del Paci!co meridionale, seguaci del Culto del Car- il lettore colto potrà divertirsi a rintracciare questi dell’antropologia di Malinowski è semplice: annota brani, se vorrà. go, pensano che costruendo piste di decollo faranno tutto – ma si occupa anche di scienza, architettura, arrivare aerei carichi di beni destinati a loro; i pa- Può anticipare ai suoi lettori qualcosa sul pros-

-Letterature statistiche, sistemi. Scrivere, senza nessuna delle !n- racadutisti credono nei moschettoni e nell’apertura zioni del XIX secolo. simo libro? automatica, nei dispositivi a decompressione delle loro sacche, nella resistenza dell’aria e così via. La Il mondo di U. è una specie di precognizione di Mi sto tu"ando in studi che riguardano il mondo grande promessa che ci fanno Apple e Google è che un futuro apocalittico? del tempo e del moto. E di Edipo. dietro a quel cerchietto che gira ci sia una rete im- No, viviamo già in quel mondo. Il romanzo si [email protected] ponente di servers, di segnali wi-! e di cavi in !bra situa in una sorta di soglia di passaggio tra il neo-

Segnali ottica, occupati a lavorare per fornirci i dati richie- T. Merani è scrittrice N. 3 11

La ricezione dell’opera di Brecht e il presunto monopolio del Piccolo Teatro È la corte che fa il re di Stefano Moretti

oco meno di due anni fa, mi trovavo a Vilnius con ditore o Helene Weigel e le compagnie, per evitare che in una lettera a Grassi nel 1968: Brecht non poteva Pil drammaturgo Marius Ivaskevicius. Un pomerig- teatranti “dilettanti” o “pagliacci”, potessero ottenere i essere “una questione privata” del Piccolo Teatro. E in- gio andammo a vedere Der gute Mensch von Sezuan diritti di rappresentazione mettendo a repentaglio la fatti di lì a poco smise di esserlo: nel 1970, il debutto di Bertolt Brecht. Il teatro era gremito, come sempre “corretta conoscenza di Brecht”. E qui si giunge a un di Madre Coraggio con Lina Volonghi a Genova per la a quelle latitudini, le musiche e le canzoni, ispirate a altro nodo, forse il più importante, toccato da questo regia di Squarzina pose !ne al “monopolio” strehleria- quelle di Dessau, erano state riscritte con grande estro libro. È possibile detenere i diritti morali, la “corret- no su Brecht. e cantate benissimo, il travestimento da donna a uomo ta interpretazione” di un autore? Per di più quando previsto dalla commedia recitato in modo convincen- quell’autore, dai connotati teorici e ideologici fortissi- L( 920*$%03 B&3:;) te, l’opera ambientata senza forzature nella Cina glo- balizzata di oggi. Eppure, dopo lo spettacolo, a tutti mi, si chiama Brecht? Paolo Grassi (e Strehler) erano Qual è l’esito di questa annosa battaglia? O meglio e due pareva che il dramma non avesse più la forza convinti di sì. gli esiti, trattandosi di Brecht e del Piccolo Teatro. Sul versante del Piccolo Teatro, se l’impegno di Grassi può dirompente che era nelle intenzioni del suo autore. Ci U0( 1234)$%03 6&$7()(8 trovammo a pensare che, dopo anni di interpretazio- essere letto come la tensione verso uno status di eccel- ni di regime, l’aspetto didattico dell’opera brechtiana Dal 1956 al 1968, anno in cui Strehler lascia la di- lenza su tutti gli altri teatri nazionali, allora possiamo avesse soverchiato il suo lato provocatorio e rivoluzio- rezione del Piccolo, Grassi lotta senza quartiere per vederne il lieto !ne nell’autonomia statutaria otte- nario. Quell’episodio mi è tornato in mente leggendo difendere il monopolio ideologico e commerciale di nuta dal Piccolo nel 2014; benché il ruolo attribuito l’epilogo del libro di Alberto Benedetto su Brecht e il Brecht. Negli anni in cui la guerra fredda si combatte- per decreto dal ministro Franceschini non sia quello, Piccolo Teatro di Milano. In quel freddo aprile baltico va anche con le stagioni teatrali, registi come Strehler, immaginato da Grassi, di un Piccolo Teatro custode risuonarono parole simili a quelle che Giorgio Strehler Squarzina e De Bosio non potevano non sentirsi dell’ortodossia del più importante drammaturgo mar- aveva scritto, trentasei anni prima, a Helene Ritzerfeld chiamati a metterlo in scena. Più in generale, in tut- xista del Novecento. della Surhkamp Verlag: “La politica culturale sul te- ta l’Europa occidentale ci si interrogava su come dif- L’altra questione è ben più complessa e necessaria- atro brechtiano – scriveva Strehler – è stata in Italia, mente aperta. Inserire il te- come in Germania soprat- atro di Brecht in un sistema tutto, rinnegata, avvilita, di mercato era estremamen- capovolta con le opere dello te di+cile. Non sappiamo stesso Brecht. (La polemica come sarebbe cambiata la è) la stessa di sempre: Brecht è un autore non più interes- sua ricezione se in Italia e sante, un vecchio classico, nel mondo avessero prevalso non ha più niente da dire”. gli sforzi protezionistici alla In quella lettera Strehler Grassi. Sappiamo però che sembrava capitolare, abdi- rappresentare Brecht come cando con amarezza al suo un drammaturgo “commer- ruolo di “tutore” dell’estetica ciale” o un “classico” lo sna- brechtiana. Un ruolo per cui tura, lo fa apparire vecchio lui e Paolo Grassi avevano e sbiadito, come scriveva combattuto per ventiquattro Strehler. Per Heiner Müller anni. Qual era l’oggetto del Brecht andava salvato dal contendere? E cos’è stata “la “pantano della corruzione politica culturale su Brecht” di sangue e di denaro / con i di cui parlava Strehler? suoi discepoli che non lo ca- piscono”. Forse, come dice- U0( 1234)$%03 5$ 5$&$))$ I libri va Barthes, occorre semplicemente metterlo in scena, Si trattava anzitutto (ma non solo) di “una questio- oggi come ieri, sempre di più, senza timori reveren- ne di diritti”, come recita il sottotitolo del libro di Be- Alberto Benedetto, Brecht e il Piccolo Teatro. ziali o intenti !lologici, perché Brecht deve (anche) nedetto. Sin dal dopoguerra l’intero teatro italiano era Una questione di diritti, Mimesis, (crf “L’Indice” divertire. Può darsi che oggi, in un contesto politico convinto che, per rappresentare un testo di Brecht in 2016, n. 10) Milano, 2016 molto diverso da quello del secondo dopoguerra, sia- Italia, occorresse rivolgersi a Paolo Grassi, a Giorgio Bertolt Brecht, Il romanzo dei tui, L’orma, mo più propensi a rivalutare l’aspetto più tagliente del Strehler e al Piccolo Teatro di Milano. Tra le numerose Roma, 2016 (cfr. in qusto numero, p. 28) suo umorismo. Da pochi mesi possiamo leggere, per lettere che compongono questa avvincente ricostru- la prima volta in italiano, il Romanzo dei tui L’orma, zione storica è nascosto un colpo di scena: il Piccolo Heiner Müller, Teatro IV. Germania 3. Spettri 2016 una satira sugli intellettuali che ci può portare in Teatro non aveva mai siglato nessun accordo, né con sull’uomo morto, Ubulibri, Milano 2001 quella direzione. Paradossalmente, anche nell’edizione Brecht né con i suoi eredi. Navigato teatrante, Grassi Walter Benjamin, Avanguardia e rivoluzione. dell’Opera da tre soldi con cui il Piccolo ha celebrato i sapeva che “è la corte che fa il re”: gli bastò calzare con Saggi sulla letteratura, Einaudi, Torino 1979 suoi settant’anni, l’aspetto più brechtiano dello spet- convinzione la corona di “tutore di Brecht” insieme tacolo era la presenza in scena di un attore nei panni a Strehler per vedersene attribuito il titolo. Nessuno, di Brecht, che guardava la rappresentazione con l’im- sino alla pubblicazione di queste lettere, era mai riu- fondere l’opera di Brecht. Grassi chiedeva agli eredi mancabile sigaro in mano. scito a vedere se la sua corona fosse d’oro o di carto- di assumere per l’Italia il ruolo svolto in Francia dal Può darsi che non sia in Europa, ma negli Stati ne. Tra le mani avevano solo un biglietto, scritto da .éâtre Populaire. Tuttavia, proprio mentre Grassi ri- Uniti che in questo momento Brecht possa avere il Brecht a Strehler dopo la prima dell’Opera da tre soldi: vendicava la “corretta conoscenza” di Brecht, uno dei suo momento d’oro: a giudicare dalle recensioni pare “Mi piacerebbe poterle a+dare per l’Europa tutte le più importanti animatori di quell’esperienza parigina, che La resistibile ascesa di Arturo Ui andato in scena mie opere, una dopo l’altra”. Nient’altro. Negli anni, Roland Barthes, si esprimeva così: “Non si deve tenere nei mesi del trionfo di Donald Trump abbia riacceso Grassi e Strehler arriveranno a dire che Brecht li aveva Brecht in vetrina in nome di un’ortodossia brechtiana, la passione degli spettatori di New York per l’auto- investiti del ruolo di “tutori morali” delle sue opere, è meglio correre il rischio di rappresentarlo più spesso re di Augusta. Perché Brecht ha colto i con#itti di desiderando che il Piccolo diventasse il “Zentrum” sulle scene francesi, in qualsiasi condizione. Il teatro classe e le ipocrisie di ogni potere. In particolare ha brechtiano per l’Italia. Brecht non poté mai avallare di Brecht è fatto per turbare, per scuotere, per istru- sempre dileggiato lo sclerotizzarsi di ogni posizione, né smentire questa interpretazione, poiché morì pochi ire, per divertire e quindi per essere rappresentato”. per quanto inizialmente condivisibile. Per questo a mesi dopo aver vergato quelle righe. Dopo la morte Alcuni anni dopo, anche Sigfried Unseld ri!uterà a distanza di anni mi pare forzato il tentativo di dar- del drammaturgo, Grassi cercherà invano di stringe- Grassi il contratto di esclusiva perché “un autore non ne una “giusta” interpretazione, !ssarlo in un ruolo re un accordo legale con Helene Weigel, vedova di può essere adombrato dai suoi interpreti” e perché preciso. Non si tratta di relativismo. In una pagina Brecht e direttrice del Berliner Ensemble, e l’editore “Brecht rappresentato solo da un teatro ‘è contrario di diario, Walter Benjamin racconta che un giorno, Suhrkamp di Francoforte. Nel frattempo però nasceva allo spirito dell’opera di Brecht’”. Da un lato, vedere prima di una partita a scacchi, Brecht propose di in- il “mito” di Grassi tutore di Brecht: persino Ivo Chie- Grassi e Strehler sempre più circondati da voci con- ventare un nuovo gioco, “dove la funzione di ogni sa, fondatore del Teatro di Genova, chiedeva a Gras- trastanti rende donchisciottesca – e perciò epica – la pezzo cambia dopo essere stato per un po’ nella stessa Teatro - si di essere presentato all’editore Surhkamp prima di loro battaglia. D’altro canto siamo portati a metterne posizione”. Così anche la funzione di Brecht vuole chiedere i diritti per la rappresentazione del Cerchio di in questione, in modo molto profondo, la legittimità. cambiare, come un pezzo di scacchi che non si muo- gesso del Caucaso. Non tanto dal punto di vista dell’etica professionale, ve mai nella stessa direzione. Come scopriamo leggendo il carteggio tra Grassi e i soprattutto alla luce della giungla di animali esotici in [email protected] suoi interlocutori tedeschi, la sola cosa che il direttore cui si muovono da sempre gli organizzatori teatrali. La del Piccolo era riuscito a ottenere era di prevenire le al- perplessità è principalmente estetica. Non possiamo S. Moretti è attore e dottore di ricerca in letterature comparate trui rappresentazioni di Brecht, frapponendosi tra l’e- non condividere il malumore espresso da Ivo Chiesa all’Università di Torino Segnali N. 3 12

Il romanzo di Biamonti fra storia, uomo e natura Contro la marea montante dell’irrazionale di Domenico Calcaterra

el suo libro d’esordio, L’ a n g e l o d i Av r i g u e (1983), Insomma: se il sostrato !loso!co del Biamonti ma- battere ogni artefatta barriera tra sensi e intelligenza, NFrancesco Biamonti fa imbattere il protagonista, turo (Heidegger, Sartre, Merleau-Ponty) è già piena- preferendo muoversi sul versante sdrucciolevole di Gregorio, in un pastore che parla il cantilenante pro- mente presente all’altezza di RG, sebbene meno in- un “realismo esistenziale” (Scritti e parlati, 2008). E a venzale delle Alpi Marittime (lingua aperta alla natu- teriorizzato, più scoperto nella sua orchestrazione di testimonianza di come una simile lezione non abbia ra e all’esistenza): “Ma a chi parlava? Agli angeli o a se fondo; se è già codi!cato il sentimento della natura e !nito di parlare agli scrittori di oggi, basti il realismo stesso sembrava parlare quell’uomo”. Non è di+cile la centralità del dialogo dei personaggi con il paesag- largo di un romanzo sensoriale e meta!sico come leggere questo passaggio come un autoritratto: epi- gio (ma con un signi!cativo salto stilistico), nell’An- Neve, cane, piede (Exòrma, 2015) di Claudio Mo- fania di sé che lo scrittore di San Biagio della Cima gelo a prevalere sarà la necessità di essenzializzare il randini o il sentimento del luogo trasfuso in rastre- consegna al lettore. Ché la stessa domanda viene da dettato (per l’imporsi di un “criterio di oggettivazione mata scrittura nella prosa di Lorenzo Zumbo (Mater, porsi ogni qualvolta ci si accosta a un suo testo. E del narrato”), insieme a una preponderanza accorda- 2012; Il vento contapassi, 2014). così è anche per Il romanzo di Gregorio. Testi e mate- ta al paesaggio, autentico personaggio-specchio delle Non è di+cile risalire a un’intera prismatica gene- riali preparatori verso “L’angelo di Avrigue” (pp. 303, inquietudini dei protagonisti di tutte le narrazioni alogia di esperienze, eppure accomunate da un’ana- € 18, Il Canneto, Genova 2016), a cura di Simona loga tensione di ricerca: dalla rivoluzione pittorica di Morando, volume che propone, in edizione critica, il biamontiane: come a dire che una stessa fabula di romanzo e i testi preparatori da cui è nato proprio il partenza riceve tutt’altro sviluppo, non solo sul piano Cézanne alle più prossime inchieste su materia e luce libro d’esordio di Biamonti. delle restituzione narrativa, ma anche nei presuppo- dei già citati Morlotti e Cazzaniga; dagli studi sul caos L’opportunità di addentrarsi nella sua o+cina di sti e nella prospettiva “ideologica” di fondo. Messi a all’approccio rizomatico all’esistente declinato dal se- scrittura, valutarne tutto il sommerso, le condo Calvino; !no alla maniera poetico- indicazioni di poetica, i mutamenti di rot- paesaggistica di Biamonti. Assistiamo sem- ta, le tematiche care, il modo di trattare i pre al desiderio di intravedere, nel caos, un personaggi, o"re occasione per una ricon- accenno d’ordine. E dove? Nelle epifanie favorite, come fu per Biamonti, dal silen- siderazione della parabola di un così sin- zioso malinconico scrutare, dall’intimo golare e appartato autore. Prima e dopo la dialogare con il paesaggio. Il personaggio- tetralogia einaudiana (L’ a n g e l o d i Av r i g u e , uomo di Biamonti è un signor Palomar 1983; Vento largo, 1991; Attesa sul mare, che, dismesso il carico d’ansia, ha per così 1994; Le parole, la notte, 1998), tra le carte dire metabolizzato la scon!tta gnoseologi- conservate presso la Casa Archivio a San ca, e solo s’accontenta di qualche intermit- Biagio sono stati rinvenuti materiali narra- tenza: atomi di verità da percepire tra “un tivi che attestano una varietà di ispirazioni nulla e un altro”. Peraltro, sia detto di pas- e soluzioni: dal romanzo (a tutt’oggi ine- saggio, L’ a n g e l o d i Av r i g u e esce nel 1983, dito) intitolato da Guido Seborga Colpo di medesimo anno dell’apparire in volume grazia (e dal suo autore Il testimone inuma- delle prose palomariane. Entrambi muo- no), scritto alla !ne degli anni cinquanta, vendo da una poetica intrisa di visività, e ai materiali del cosiddetto romanzo “alge- per cui il vedere somiglia a un tentativo rino”; e, in!ne, le quattro stesure di quello continuo di invenire, tra l’aprico e l’opaco, che dalla curatrice Simona Morando è sta- nel discontinuo “a+orare” e “scomparire” to intitolato appunto Il romanzo di Grego- che è la vita: Calvino assuefatto dalla ne- rio (testo compiuto ma poi abbandonato, vrotica ricerca di un metodo di descrizione scritto tra il 1977-78 e il 1981), che qui si del mondo, Biamonti puntando tutto sul- pubblica per la prima volta, a testimonia- la nudità del dato esistenziale; impegnato re una “tappa fondamentale del percorso ad o"rire un’idea “dell’enigmaticità della di Biamonti” e che ci porta, come bene condizione umana” (così ancora in Scritti argomenta la curatrice, inaspettatamen- e parlati). te alla maniera ultima del postumo e in- Per una “traiettoria stilistica” chiamata a compiuto abbozzo di romanzo, Il silenzio incarnare una precisa proiezione utopica: (2003): un maggior sviluppo della trama, la sua è “memoria etica”, sostanza che (in l’approfondirsi della !sionomia dei perso- potenza) può rendere capaci di fronteggia- naggi, un diminuito spazio assegnato al re l’avventura dell’esistere (tangenza non paesaggio e alla natura sono infatti opzioni di poco conto con il modello calviniano). strutturali già ampiamente presenti nel la- In quella tensione, quasi teatrale, di mise boratorio intorno al romanzo di Gregorio confronto dunque, l’Angelo appare come lo scheletro, en abîme dell’“andamento esistenziale”, e di Jean-Pierre. Di centrale importanza è, in RG, il ossi!cato e scabro referto del Romanzo di Gregorio; entro l’ambiguo coesistere di angoscia e slancio vivi- tema del confronto tra le generazioni, ovviamente tuttavia impensabile, il primo, senza il passaggio per !cante, risiede la dimensione genuinamente utopica incentrato sul rapporto e la percezione della storia: i la scrittura di quest’ultimo, laddove, paradossalmen- dell’umanesimo tragico di Biamonti. Se ogni scrittu- padri (Edoardo) che hanno la colpa di aver concesso te, il lavoro di scavo, di tornitura della psicologia e ra è “azzardo”, per Biamonti assume il senso, respon- spazio alla bestia del fascismo; i !gli (Gregorio) che, !sionomia dei personaggi (soprattutto di Gregorio e sabile, di una partita a carte scoperte davanti al disor- nel loro rimprovero ai padri, sono egualmente inca- Jean-Pierre) diventa non meno necessario. dine della realtà: in ciò risiede la sua eticità, proprio paci di avviare un alternativo modo di fare i conti Se aveva ragione Merleau-Ponty in Il romanzo e la nella qualità di una simile assunzione di responsabili- con la storia (senza discontinuità, la loro esperienza: meta!sica a sostenere che l’opera di un grande roman- tà che s’invera, principalmente, attraverso una scelta motivo per cui Edoardo e Gregorio possono essere ziere è sempre sorretta da “due o tre idee !loso!che”, di voce, una singolare selettiva opzione stilistica, che amici e condividere un’idea della storia come espro- viene naturale chiedersi su quali cardini Biamonti diviene divisa per attraversare il caos e il marasma del- priazione). I giovani (Jean-Pierre), invece, mostrano abbia, con coerenza di discorso, imperniato tutta la la realtà storico-esistenziale. Nel non arrendersi “alla di preferire l’ottundente incoscienza dell’esilio o"erto sua opera. Il gorgo dilaniante della memoria, del rap- marea montante dell’irrazionale”, giunge !no a noi dalle droghe. Tema della verità storica, da incrociare porto tra la malinconia cava del presente e la partita la lezione di resilienza estrema dello scrittore, dinanzi con il dato di una ricerca tutta individuale della veri- irrimediabilmente chiusa col passato; una percezio- alle macerie della storia e alla natura. In Biamonti – tà, che, se sarà poi presente nell’Angelo, troviamo qui ne meta!sica della realtà; lo sporcarsi le mani con e nel Romanzo di Gregorio ciò emerge in maniera se a uno stadio più !gurativo-concreto che propriamen- “la prosa del mondo”, nell’ossessiva detection dentro possibile ancor più evidente –, storia – uomo – na- te allegorico. Gregorio riesce in RG senz’altro perso- il paesaggio. Idee che Biamonti (ventriloquo ancora tura sono osservati simultaneamente, nel tentativo di naggio “romanzesco a tutto tondo” (Morando), frut- Merleau-Ponty) non tematizza ma fa esistere “dinanzi allinearli lungo il medesimo onnicomprensivo oriz- to di una costruzione più articolata; al punto che in a noi al modo stesso delle cose”. Siamo alla meta!sica zonte: un’ampiezza di sguardo che, attraverso il pro- esso possiamo rintracciare il capostipite – per quella come esperienza soggettiva. Sembra dirci Biamonti, vato riverberarsi dei personaggi nelle rovine (naturali, iper-letterarietà dell’enunciato – dei suoi personaggi: facendo ancora eco all’amato Merleau-Ponty, che umane, storiche), tenta di accedere a una comune - Narratori italiani la posizione dell’uomo biamontiano, sostanziata dal- l’uomo “è meta!sico nel suo essere medesimo”. verità esistenziale che, al massimo, riesce a suscitare la selva di rimandi letterari e !loso!ci, mai frutto di Come in certi romanzi di Lalla Romano, si punta nell’uomo biamontiano un istintivo moto di solidale mera ed esteriore erudizione, ma sempre volti ad in- tutto sul risultato “intimo” di una narrazione estre- pietà. Entro un tempo e una storia vissute come di- carnare, nel modo migliore, ciò che è già stato speri- ma, per quella speciale attitudine infra-percettiva mensioni di perdita secca e di totale espropriazione. mentato sul versante dell’esistenza (bellezza e tragedia che condivide con i suoi amati pittori: i Morlotti e i [email protected] del vivere): sillabario di solidarietà, leopardianamente Cazzaniga che hanno voluto improntare la loro ricer-

Segnali inteso a certi!care una comune “condizione umana”. ca sul nesso materia-luce, mossi dallo slancio di ab- D. Calcatterra è insegnante e critico letterario N. 3 13

Giorgio Bassani fra scrittura e cinema Un piccolo, assolato universo contiguo ma intangibile di Vito Santoro

ra i vari aspetti dell’opera di Giorgio Bassani che le menti letterari. È il caso dei numerosi lavori per l’a- nema sono due media distinti, ognuno con i propri Fnumerose iniziative organizzate in occasione della mico Mario Soldati, come Le avventure di Mandrin mezzi, che non vanno confusi: l’una si esprime per celebrazione del centenario della nascita hanno messo (1951), La mano dello straniero (1952), La provinciale mezzo della parola e dei segni di interpunzione, l’altra in evidenza, vi è senza dubbio lo stretto rapporto dello (1953), La donna del !ume (1955), l’episodio Il venta- per mezzo dell’immagine in movimento. Per questo scrittore con la ricerca e la scrittura cinematogra!che. glio del !lm collettivo Questa è la vita (1954): pellicole Bassani non poteva che esprimere il proprio dissen- “Mio padre ha davvero sgobbato per il cinema”, non memorabili, ma senza dubbio dignitose, dove la so nei confronti del Lattuada che invitava gli scrittori ricorda Paola Bassani nel suo Se avessi una piccola !rma di Bassani accompagna quelle di Flaiano, Mora- ad avvicinarsi al cinema. E analogamente non esitava casa mia: lo testimoniano le numerose sceneggiature, via e Pasolini. La !lmogra!a bassaniana presenta an- a rimproverare all’amico Soldati, a proposito del ro- vari interventi critici e celebri polemiche. Eppure Il che la partecipazione all’adattamento di un romanzo manzo di questi Le due città, l’uso di “!nalini” e di romanzo di Ferrara è particolarmente avaro di riferi- fascistoide, quale La fuga di Giovanni Testa di Günther “dissolvenze tipicamente cinematogra!che”. menti cinematogra!ci, peraltro, privi di quella rile- C. Bienek, divenuto !lm con il titolo Il prigioniero Tuttavia Bassani era ben consapevole del fatto che la vanza quasi mitica che sulle sue pagine assumono altri della montagna (1955) per la regia di un regista tanto letteratura poteva essere uno strumento e+cace di co- frammenti, citazioni, microtesti di carattere letterario, mediocre quanto politicamente ambiguo quale Luis municazione tra linguaggi diversi, tanto da sfruttare musicale o artistico. Bassani, quando tratta situazio- Trenker; il soggetto dei Vinti di Michelangelo Anto- nelle sue storie quello che Genette de!nirà l’e"etto re- ni legate al cinema, si concentra più che altro sull’e- nioni (1952) – intitolato originariamente I nostri !gli bound del cinema sulla letteratura. Si prendano ad es- sperienza dello spettatore, non dando quasi empio, tra i tanti, La passeggiata prima di cena, mai rilievo ai !lm che vengono proiettati il cui incipit si caratterizza per il passaggio, es- sullo schermo. L’“a"ollata e fumosa sala del senziale nella tecnica di ripresa cinematogra!ca, Diana” è il luogo in cui trova serenità Lida dal campo di insieme al dettaglio. Oppure Una Mantovani, che, seduta accanto al suo Da- notte del ’43, dove la ‘soggettiva’ dello «svagato vid, capriccioso e imbronciato, confonde la forestiero», che passeggia sul marciapiede della sua storia sentimentale con quella proiettata fucilazione, consente al narratore di regredire sullo schermo, mentre Micol Finzi Contini analetticamente alla vicenda di Pino Barillari (il utilizza l’espressione “molto cinematografo, quale – va sottolineato – osserva la città dalla orge di cinematografo” per de!nire le sue in- !nestra, come il James Stewart della Finestra sul concludenti storie veneziane con gli studenti cortile di Hitchcock). della Ca’ Foscari. Ma il cinema sulla pagina Ma anche in ambito critico, ri#ettendo, bassaniana rappresenta quello squarcio nelle ad esempio, sul problema del punto di vista, mura di Ferrara attraverso cui i personaggi Bassani ricorreva a riferimenti cinematogra!- prendono contatto con il male della storia. In ci. Si pensi ad uno scritto del 1956, Per un “un’arena all’aperto” – una sera d’agosto – il nuovo !lm sui “Promessi sposi”, dove, invitato narratore del Giardino dei Finzi Contini, reca- a collaborare ad una nuova edizione cinema- tosi con l’amico Malnate a vedere il famigera- togra!ca dei Promessi sposi, va a rivedere la to !lm nazista Süss l’ebreo (troppo ripugnante pellicola del 1940, diretta da Mario Came- per essere citato esplicitamente: il riferimento rini. In questo !lm, a suo dire, non disprez- a questa pellicola è allusivo, “un !lm tedesco zabile – anche se grava su di esso l’ipoteca di con la Cristina Söderbaum”), prende piena una interpretazione troppo clericale del testo coscienza dell’odio nei confronti degli ebrei, manzoniano, sulla base delle precise diretti- quando durante la proiezione, uno spettatore ve del regime fascista, desideroso di tutelare intima a lui, che ridacchia e parlotta, di tacere al meglio i suoi rapporti con la Santa Sede – gridando “Fóra, boia d’un ebrei!”. E negli Oc- egli notava come nella pellicola fossero pre- chiali d’oro, la sala cinematogra!ca è il luogo senti tutti i personaggi del romanzo, tranne in cui il narratore, un ragazzo ebreo di Ferra- quello più importante, cioè Manzoni, che, ra, raggiunge la de!nitiva certezza della sua “a di"erenza di un Balzac, di un Tolstoj, di condizione di escluso. un Flaubert, di un Maupassant, di un Dosto- Dal corpus narrativo di Bassani, come è evskij (…) non si oggettiva mai totalmente noto, sono stati ricavati tre !lm: La lunga not- nelle sue creature”, ma “incombente e nasco- te del ’43 (Florestano Vancini, 1960), “bello sto come un burattinaio, manovra da maestro – a giudizio dello scrittore – soprattutto nel- i !li a cui sono appesi i suoi burattini, facendo la rappresentazione oggettiva del massacro in piazza: compiere a loro tutti quei gesti che è opportuno che rappresentazione bella perché vera, non inventata”, I libri compiano”. ma, a suo dire, traditore, !n dal titolo, del racconto La tecnica cinematogra!ca consente a Bassani non originario, incentrato sulla tragedia di un uomo, che Paola Bassani, Se avessi una piccola casa mia. solo di !ssare quelle immagini che fungono da portali “non può non essere insieme ai massacratori”; Il giar- Giorgio Bassani, il racconto di una !glia, a cura spazio-temporali, ma anche e soprattutto di organiz- dino dei Finzi Contini (Vittorio De Sica, 1970), cui di Massimo Ra"aelli, pp. 160, € 17, La Nave di zare e strutturare tali immagini in modo compiuto. Si Bassani riserva una celebre durissima stroncatura, Il Teseo, Milano 2016 pensi alla dissolvenza che segna l’inizio degli Occhiali giardino tradito, e Gli occhiali d’oro (Giuliano Montal- Rita Castaldi, Scritti su Bassani. Articoli, testi- d’oro, “il tempo ha cominciato a diradarli, eppure non do, 1987), che egli giudicava valido solo dal punto di monianze e interviste tra letteratura e cinema, pp. si può ancora dire che sia pochi a Ferrara, quelli che vista formale, dal momento che “la sostanza del libro 294, € 20, Diogene Multimedia, Bologna 2016 ricordano il dottor Fadigati”. O all’apparizione di Geo è stata fondamentalmente evitata”, avendone omesso Josz in Una lapide di Via Mazzini, descritta attraverso Il cinema che serve. Giorgio Bassa- il nucleo centrale, costituito dall’“unione di (…) due Federica Villa, un movimento di campo-controcampo. Per non par- ni cinematogra!co, pp. 240, € 23, Kaplan, Torino emarginati, che proprio dall’emarginazione traggono lare nell’Airone della vetrina della bottega dell’imbal- 2010 la forza di stare insieme, e che anzi sentono di esse- samatore, in cui sono esposti animali impagliati, per re uguali proprio perché diversamente perseguitati”, lo più uccelli, sinistramente simili a quelli collezionati come ebbe modo dichiarare in una intervista a Walter e destinato ad essere completamente stravolto dalla dal Norman Bates di Psycho. Essa appare al protago- Mauro, pubblicata nel 1988. censura del tempo – e la partecipazione alla sceneg- nista del racconto “un piccolo, assolato universo a sé Ma gli interessi cinematogra!ci di Bassani van- giatura di Senso di Luchino Visconti (1954). E vanno stante, contiguo ma intangibile”, un microcosmo di no ben al di là dei giudizi, severi ma assolutamente ricordati anche i contributi di Bassani come narratore quella immobilità mortuaria cui Edgardo Limentani condivisibili, sugli adattamenti delle sue storie per il nelle Ragazze di piazza di Spagna (1952), grande suc- aspira: “Vivi ad ogni modo anche gli uccelli di una grande schermo. Infatti la silloge saggistica, Di là dal cesso di Luciano Emmer, e nella Rabbia di Pier Paolo vita che non correva più nessun rischio di deteriorarsi, cuore, contiene anche scritti sul cinema, con interventi Pasolini (1963). tirati a lucido, ma soprattutto diventati di gran lunga critici brevi ma particolarmente acuti – per lo più in Bassani “sosteneva – scrive la !glia Paola – che più belli di quando respiravano e il sangue correva ve- - Narratori italiani risposta alle sollecitazioni di Guido Aristarco – sui la- l’attività di sceneggiatore era stata una sorta di ap- loce nelle loro vene, lui solo, forse – pensava –, era in vori di Bergman, Fellini, Ferreri, Hitchcock, solo per prendistato o di avviamento alla scrittura, una spinta grado di capirla davvero la perfezione di quella loro citarne alcuni, nonché varie ri#essioni sul rapporto tra fondamentale verso l’espressione letteraria. Attraverso bellezza !nale e non deperibile, di apprezzarla sino in cinema e letteratura. Ma soprattutto lo scrittore ferra- quell’esperienza aveva compreso che le cose esistono fondo”. rese, come la maggior parte dei suoi colleghi residenti solo quando vengono tirate fuori e messe sulla pagi- [email protected] a Roma negli anni cinquanta e sessanta, partecipò alla na, perché prima non ci sono e, se pure ci sono, non stesura di numerose sceneggiature, per lo più adatta- contano”. E poi, secondo lo scrittore, letteratura e ci- V. Santoro è saggista e critico letterario Segnali N. 3 14

L’evoluzione storica del rapporto uomo-animali Volpi da compagnia di Marco P. Ferrari

a storia, scritta da una specie egocentrica come illustrare come lo stesso percorso di addomestica- branco e lo rispetti e obbedisca per quello. Anzi, LHomo sapiens, non poteva che trattare di guerre, mento di Belyaev possa essere rintracciato anche nel proprio questa è la particolarità della domesticazio- accordi, invasioni e scomparse di imperi in cui solo passaggio da un animale selvatico a uno domestico. ne del cane; la convivenza con l’uomo ha profonda- gli uomini stessi sono protagonisti, deuteragonisti e Come è accaduto nel passaggio (durato ovviamente mente cambiato la psicologia di una specie, facendo semplici comparse. Eppure uno sguardo un po’ più decine di migliaia di anni, non qualche decennio) sì che la comprensione delle esigenze e stati d’animo freddo avrebbe potuto permetterci di capire che per da lupo a cane. Raccontato dall’autore, il processo dell’altra specie siano una sua caratteristica peculia- buona parte della nostra vicenda “che conta” siamo non è più un freccia che va dal lupo al cane grazie re. Il cane, in de!nitiva, è l’unica specie che ci capi- stati accompagnati da altre specie, che hanno pro- sca veramente. fondamente modi!cato il nostro comportamento, il alle capacità/necessità dell’uomo, ma un’inestricabi- le interazione tra selezione naturale e arti!ciale, tra Non si può dire lo stesso per l’altro importante nostro impatto sul pianeta, persino il nostro modo animale domestico, il gatto. L’origine come caccia- di pensare e di evolvere. Anche qui, però, quando lupi che si avvicinano volontariamente agli accam- si tratta di parlare degli animali domestici o addo- pamenti e uomini che scelgono i più docili tra gli tore solitario permette ai gatti un’autonomia psico- mesticati la prospettiva è sempre centrata su di noi. animali che si aggirano nei villaggi. Quando que- logia ignota ai cani, e una relativa noncuranza dello L’uomo, si dice, ha trasformato uno o più selvaggi sto sia avvenuto è, anche al momento della stesura stato d’animo del padrone. Anche in questo caso, predatori in buoni amici, l’uomo ha completamente del libro, piuttosto misterioso. Pare che sia stato un la sua presenza nelle nostre case non è dovuta solo cambiato la natura aggressiva di un enorme erbivoro processo a due stadi, in cui a una prima domestica- a un’esigenza umana (la cattura dei roditori che si e lo ha fatto diventare una specie di macchina da car- zione in Europa o Vicino Oriente circa 30.000 anni nutrono delle derrate immagazzinate) ma alla pre- ne e latte, l’uomo ha plasmato senza casuale e opportunistica la forma di un piccolo abitan- del gatti selvatici, molto pro- te delle steppe asiatiche in un babilmente della sottospecie “nobile animale” protagonista africana, attorno alle nostre di leggende. La trattazione è case. Le modi!che della specie comune a molti libri anche selvatica, come accadde per il di alto livello, come l’ormai lupo, sono state importanti, classico Storia naturale della ma neppure lontanamente domesticazione dei mammiferi, paragonabili a quelle cui ab- di Juliet Clutton-Brock (Bol- biamo sottoposto il cane. Lo lati Boringhieri, 2001). stesso copione di coesistenza, Il libro Addomesticati (L’in- cooptazione e collaborazione solita evoluzione degli animali è molto probabilmente av- che vivono accanto all’uomo, ed venuto anche per altre specie orig 2015, trad. dall’inglese di addomesticate, dalla gallina al Francesca Pe’, pp. 496, € 25, maiale alla pecora. Bollati Boringhieri, Torino Quello che emerge dall’ana- 2016) invece restituisce la sto- lisi di Francis è che nei proces- ria a uno scenario più simile si di domesticazione è sempre alla complessa realtà. Scritto stata importante l’interazione dal divulgatore Richard Fran- tra vari aspetti. La dimensio- cis (che però ha ‒ e si nota ‒ ne temporale, per esempio, una formazione in neurobio- perché più tempo un anima- logia) segue passo passo, con le passa accanto all’uomo più scansione quasi enciclopedica, viene modi!cato. Ma anche la la storia delle interazioni tra struttura sociale, l’attitudine molte specie e la nostra. Si va alla collaborazione anche con dal cane al gatto al cavallo alle altre specie, la #essibilità ge- renne, !no ai roditori e alla netica (una variabile piuttosto nostra stessa specie: vedremo sfuggente, in realtà), l’utilità come. per l’uomo e, perché no, an- Il libro parte però da una che il fattore Bambi, l’aspet- piccola ma interessante vicen- to più o meno infantile della da, quella delle volpi di Dmi- specie originaria. try Belyaev. Anche se si svolge In questo, Addomesticati tutta nel secolo scorso, e solo potrebbe essere a+ancato a in Siberia, racconta molto di una parte importante, quella che riguarda appunto la do- quanto accadde nel passato fa se ne è aggiunta una seconda, circa 15.000 anni mesticazione, di un altro classico della divulgazio- ad alcune specie che abbiamo accanto. Belyaev, un fa, nel Sud della Cina. L’animale derivato da questi genetista isolato durante lo stalinismo nella fredda ne, Armi, acciaio e malattie (Einaudi, 1997). Nel avvenimenti era non troppo dissimile all’antenato volume l’autore, Jared Diamond, descrive quelli Novosibirsk, colpevole di darwinismo e mendeli- lupo; il vivere accanto all’uomo ha però allentato smo in un’epoca dominata dal lamarckiano (circa...) che secondo lui sono i fattori etologici per cui al- per così dire la selezione naturale e l’animale che ne cune specie (il cavallo, per esempio, che può vedere Lysenko, fu ridotto ad allevare volpi da pelliccia è derivato ha un mantello variabile, è più piccolo di (che sono le comuni volpi, Vulpes vulpes, con un l’uomo come “padrone”) sono state addomesticate un lupo, e rispetto a quest’ultimo decisamente mul- e altre (come la zebre, i cui maschi sono aggressivi manto folto e a volte grigio perla). Ma, scienziato tiforme. È interessante notare come il grande rime- !no in fondo, continuò a cercare nei suoi anima- e mordaci nel periodo degli amori), sono riusciti a scolamento e la selezione spinta verso il numero di sfuggire al giogo dell’uomo. li tutti i principi dell’evoluzionismo più classico. Il razze oggi esistenti sia avvenuto però solo negli ul- suo obiettivo era avere prima di tutto animali poco Anche se dal punto di vista della divulgazione è timi due secoli. A questo riguardo Francis non può aggressivi e quindi facili da maneggiare, ma il susse- un vero capolavoro, Addomesticati è un’opera in cui guirsi delle generazioni portava con sé anche tutta fare a meno di stigmatizzare la volontà di alcuni al- la genetica la fa da padrone e potrebbe essere, in al- una serie di modi!che non volute nel corpo delle levatori che spingono razze molto desiderate, spesso cuni passi, non facilissima da capire. Per esempio la volpi e non solo nella loro mente: orecchie #osce, da compagnia, verso canoni estetici che potremmo parte !nale, in cui Francis applica i principi della coda abbassata, mantello molto variabile, a macchie chiamare deviati, che selezionano strutture corpo- storia della domesticazione alla nostra specie. Che, bianche e nere. La selezione per la mansuetudine ree grottesche e che portano a una morte precoce e secondo lui (e non solo) si è autoaddomesticata, as- aveva, in breve, trasformato le volpi da pelliccia in spesso dolorosa. Un esempio sono i cani dal muso sumendo per esempio i caratteri giovanili propri di schiacciato come il carlino o il bulldog, che hanno alcuni degli animali che ci accompagnano.

- Etologia animali dal mantello colorato e la coda bassa: in una parola, molto simili ai cani. Tutta la storia di Belya- notevoli di+coltà respiratorie. La mole, la scansione e la profondità degli argo- ev e delle sue ricerche è raccontata da un a"asci- Un fondamentale fattore nella domesticazione del menti fanno di Addomesticati un libro che rimarrà nante libro, How to Tame a Fox (and Build a Dog), lupo è stata la sua spiccata socialità, che potrebbe nel novero delle opere da leggere e tenere come pun- di Lee Alan Dugatkin, appena uscito - 2017 - da averne facilitato l’interazione con una specie dif- to di riferimento anche per anni a venire. University of Chicago Press. ferente ma altrettanto sociale, come la nostra. Per [email protected] Con estrema cura e precisione, tanto che il libro questa ragione non è vero, per esempio, che il cane

Segnali può a volte risultare enciclopedico, Francis cerca di consideri il “padrone” come un lupo alfa del proprio M. P. Ferrari è giornalista e biologo N. 3 15

Dopo la tragedia di Farindola, una ri%essione sull’allontanamento dallo stato di natura I vizi dell’antropocentrismo di Federico Paolini

e straordinarie precipitazioni nevose cadute recen- ma anche il più banale “stay hungry, stay foolish” (let- china per la comprensione della natura (per Robert Ltemente sull’Italia centrale e il disastro dell’hotel teralmente, “siate a"amati, siate folli”) di Steve Jobs Boyle l’universo era una “macchina semovente”, per Rigopiano a Farindola (Pescara) hanno riproposto la non sono altro che rappresentazioni storicizzate di un Johannes Kepler un “grande orologio”); la di"usione questione del rapporto fra l’uomo e la natura. Diso- unico desiderio, quello dell’omo sapiens di divenire al- (1800) del sistema economico teorizzato dagli eco- rientati dall’anomala situazione, i mezzi di informa- tro rispetto alla sua biologia (una specie appartenente nomisti classici (Adam Smith, David Ricardo, John zione e i cittadini (dai loro pro!li sui social network) alla famiglia dei primati). Stuart Mill) che considerava lo sfruttamento delle hanno accusato gli amministratori di imprevidenza In epoca moderna e contemporanea, questo pro- risorse una misura della capacità dell’uomo di do- e di incapacità con i consueti toni melodrammatici cesso può essere suddiviso in due macro-periodi. Il minare con successo la natura, al !ne di accrescere (i primi) e violenti (i secondi). All’indomani della valanga che ha travolto l’hotel Rigopia- il proprio benessere materiale; l’accettazione no si sono moltiplicati i paragoni fra l’inav- di massa del processo di modernizzazione vedutezza italiana e la lungimiranza giap- (1900-1974) caratterizzato dall’industrializza- ponese (uno di quei topos ormai divenuti zione fondata sulla tecnologia delle macchine, virali al pari del Novecento che, ovviamente, dalla specializzazione funzionale delle diverse è stato un secolo breve): evidentemente, i sfere della vita sociale e dal riconoscimento giornalisti e gli haters di ogni natura si sono del ruolo della scienza e delle tecnologia intese dimenticati in fretta del maremoto abbattu- come fonti primarie della crescita economica tosi, nel 2011, sulla costa orientale del Giap- e del cambiamento sociale. pone nella regione di Tōhoku. Il secondo macro-periodo ha cominciato a Nel paese asiatico – sinonimo, per l’opi- delinearsi nella seconda metà degli anni set- nione pubblica italiana, di e+cienza e rigo- tanta e non si è ancora esaurito. La sua prima re – il sapere scienti!co a disposizione dei fase può essere individuata fra il 1974 e l’ini- decisori politici, invece, non è stato impie- zio degli anni novanta, quando le crisi ecolo- gato per informare le politiche di sviluppo giche prodotte dall’industrializzazione hanno al principio di precauzione che, in un’area incrinato il paradigma della modernizzazione costiera dove il rischio di tsunami è molto facendo emergere il movimento ambientali- elevato, avrebbe dovuto sconsigliare una sta. A partire dalla seconda metà dei novanta, simile densi!cazione urbana. Con!dando si è sviluppato un forte dualismo tra il para- sull’attendibilità scienti!ca delle previsioni digma della modernizzazione – adattato dagli sismologiche (che non prevedevano eventi “apprendisti stregoni del post-pensiero” (la catastro!ci in quell’area) e sulla funzionalità de!nizione è di Giovanni Sartori) a una socie- del sistema d’allerta, le coste nord-orientali tà ipertecnologizzata e dominata dall’intelli- dell’isola principale di Honshu sono state genza arti!ciale a cui è assegnato il compito di protette con muri frangionde anti-tsunami garantire il progresso dell’umanità, quindi di la cui altezza variava da 18 a 38 piedi (da continuare ad assicurare l’estraneità dallo stato 5,49 a 11,58 metri). Ciò ha prodotto un di natura – e i movimenti ambientalisti radi- senso di sicurezza che ha contribuito a dissolvere la primo ha avuto inizio con l’a"ermazione del pensie- ro scienti!co seicentesco ed è terminato intorno alla cali che hanno iniziato, per dirla con Slavoj Žižek, a paura per gli e"etti devastanti di un maremoto e a veicolare il paradigma di una benevola madre-natura creare un ampio consenso verso il processo di densi!- metà degli anni settanta del Novecento, quando si è esaurita la fase accelerata dello sviluppo industriale. violata dall’arroganza umana (Lessons from the “airpo- cazione delle aree costiere. L’11 marzo 2011, però, la calypse”, “In this times”, 10 gennaio 2017, inthese- natura ha deciso di scuotere il previdente Giappone In questo primo periodo, il processo di allontamen- to dallo stato di natura è stato caratterizzato da tre times.com/article/19787/spaceship-earth-lessons-of- con un inatteso terremoto di magnitudo 9.0 (uno dei airpocalypse-slavoj-zizek-climate-ecology-smog). più potenti della storia) a cui è seguita un’onda di momenti topici: l’a"ermazione del meccanicismo (1600-1700) che utilizzava il modello della mac- Nel XXI secolo, movimenti come il primitivismo maremoto che ha raggiunto altezze comprese fra i 10 (che predica il ritorno ad un modello sociale pre-agri- e i 40 metri, causando oltre 15.000 morti accertati colo), l’ecologia profonda (il cui obiettivo è sovverti- e il grave danneggiamento della centrale nucleare di I libri re l’attuale civiltà contro natura), il vegetarianesimo Fukushima Dai-ichi (l’evento è stato classi!cato al (soprattutto le sue declinazioni più radicali, quali la massimo grado di pericolosità, come per l’incidente Roberto Bondì e Antonello La Vergata, Natura, pp. veganiana e la fruttariana) sono entrati, sempre più di Černobyl, in Ucraina). 244, € 18, il Mulino, Bologna 2015 spesso, nel discorso pubblico !no a diventare un vero Tornando a Farindola, l’hotel Rigopiano era stato Jared M. Diamond, Armi, acciaio, malattie. Bre- e proprio pensiero mainstream alternativo al sistema edi!cato su un’area rialzata formata da detriti scesi a di valori impostosi tra il Seicento e gli anni settanta valle dal canalone a monte dell’albergo in una zona ve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, del Novecento. L’appropriazione delle teorie dell’am- dove, nel 1936, si era veri!cata una valanga di porta- trad. dall’inglese di Luigi Cavalleri, pp. XII-400, € bientalismo radicale (spesso banalizzate e ridotte alla ta paragonabile (120.000 tonnellate) a quella del 18 13,50, Einaudi, Torino 2006 dimensione di mode cool, cioè giuste, proprie di chi gennaio 2017. Desmond Morris, La scimmia nuda. Studio zoolo- I due episodi (eventi naturali accaduti in contesti ha stile) da parte delle élite globalizzate e dei mezzi di gico sull’animale uomo, trad. dall’inglese di Marisa informazione ha di"uso il punto di vista, divenuto fortemente antropizzati) possono essere letti come Begami, pp. 269, € 12, Bompiani, Milano 2003 conseguenze, inaspettate e dagli esiti tragici, di un re- ormai di massa, che vuole la natura sempre e comun- taggio culturale ormai dominante: quello, cioè, che Carolyn Merchant, $e Columbia Guide to Amer- que amica ed alleata dell’uomo. Da qui il ri!uto dei considera l’uomo – grazie ai saperi scienti!ci e alle re- ican Environmental History, pp. 400, Columbia rimedi scienti!ci (quindi “contro-natura”) per argina- alizzazioni tecnologiche – in grado di assoggettare la University Press, New York 2002 re patologie spesso mortali, le case che si riempiono natura al suo volere mediante il pieno controllo degli di nuovi animali domestici (spesso potenzialmente Hans Jonas, Sull’orlo dell’abisso. Conversazioni sul letali, come il pitone di Seba), i turisti in pantaloni elementi. La costruzione di una centrale nucleare di rapporto tra uomo e natura, a cura e trad. dal tede- fronte a una costa oceanica minacciata dai maremoti, corti a spasso sui crepacci dei ghiacciai… sco di Paolo Becchi, pp. XXII-400, € 14, Einaudi, Insomma, le dinamiche sopra descritte hanno !- l’edi!cazione di un hotel alla base di un canalone in- Torino 2000 sidiato dalle valanghe, gli isterismi dei cittadini e dei nito per produrre due distorsioni culturali che rap- mezzi di informazione di fronte ai disagi causati da Jean-Paul Deléage, Storia dell’ecologia. Una scienza presentano le facce antitetiche dello stesso antro- un evento non controllabile (una nevicata ecceziona- dell’uomo e della natura, pp. 344, Cuen, Napoli 1994 pocentrismo: da un lato i sostenitori del progresso scienti!co-tecnologico, inteso come condizione ne- le) sono tutte esternazioni di una cultura che ha di- Keith .omas, L’uomo e la natura. Dallo sfrutta - menticato come la natura – per dirla con il Leopardi mento all’estetica dell’ambiente 1500-1800, trad. cessaria per proteggere l’uomo dalle forze avverse del- del Dialogo di un folletto e di uno gnomo – non è be- dall’inglese di Elda Negri Monateri, pp. XVII-418, la natura; dall’altro i fautori del ritorno ad uno stato nevola con l’uomo, del cui destino non si preoccupa Einaudi, Torino 1994 di natura arcadico, in realtà mai esistito. Il risultato in quanto l’estinzione dell’umanità né arresterebbe il è l’o"uscamento delle capacità di riconoscere le mi- -Ambiente corso dei !umi, né altererebbe il sorgere e il tramon- Donald Worster, Storia delle idee ecologiche, trad. nacce possibili: tanto quelle antropiche (gli inquina- tare delle stelle. dall’inglese di Elisa Gunella, pp. 568, € 27,89, il menti, l’esaurimento delle risorse…), quanto quelle Se vogliamo individuare un denominatore comune Mulino, Bologna 1994 naturali (i maremoti, le valanghe… ma anche i virus fra le diverse epoche della storia, questo potrebbe es- Konrad Lorenz, Il declino dell’uomo, trad. dal tede- o gli animali potenzialmente letali). sere la costante tensione evolutiva volta ad allontanare sco di Andrea Casalegno, pp. 252, € 10, Mondado- [email protected] l’umanità dallo stato di natura: la tradizione giudaico- ri, Milano 1987 cristiana, il Fedone di Platone, l’Ulisse dell’Alighieri, F. Paolini insegna ???? all’ Università della Campania Luigi Vanvitelli Segnali N. 3 16

La missione di Gabriele Galantara disegnatore satirico di inizio Novecento Tra bocche fameliche e piazze tentacolari di Erik Balzaretti

ia benvenuto questo centocinquantesimo dalla Tempi, dedicato alla storia d’Italia dal fascismo alla Roma dal 1892 e fatto chiudere in epoca fascista) e Snascita di Gabriele Galantara, in arte Rata Langa, seconda repubblica, e Segni di Guerra, realizzato nel ci fanno conoscere un modo di fare satira militante illustratore socialista militante sin da !ne Ottocento 2015. Questo trittico rappresenta un vero esempio senza compromessi, intesa come una vera missione e colonna portante di un giornale satirico strepito- di saggistica storica illustrata e apre alla scoperta di che lo porterà ad una morte precoce. Come lui solo so come “L’Asino”. La ricorrenza ci permette !nal- una delle tante applicazioni dell’arte del disegno in l’altro socialista Giuseppe Scalarini ha pagato con mente di accendere i ri#ettori sulla storia e i temi, relazione al mutare delle tecniche di stampa e con la prigione e le bastonate la propria idea di libertà. sempre troppo a rischio di una progressiva tenden- chiari riferimenti alle più importanti tendenze e stili Santilli raccoglie una serie di contributi rilevanti za all’oblio, della caricatura e della satira illustrata artistici. La ricchezza di questo strano connubio tra per la conoscenza della vita e dell’opera di Rata e sugli sforzi che appassionati e studiosi riversano disegno e giornalismo, dove il primo non era vissuto Langa, dedicati a temi prettamente storici come su questo aspetto speci!co dell’arte e della comu- come subalterno alla parola scritta ma spiccava quello di Giorgio Galeazzi incentrato sulla presenza nicazione. La caricatura, modello di comunicazione variopinto tra copertine, contro copertine, doppie dell’“Asino” nella Roma negli anni del Blocco artistica ormai passata di moda popolare e del sindaco mazziniano come le rivoluzioni che la fecero Ernesto Nathan, o come grande, e il giornalismo satiri- l’a"ascinante storia giudiziaria di co illustrato sono !gli della lotta Galantara raccontata da Valerio politica e sociale in tempi dove il Zandonà e vista attraverso le carte potere, niente a"atto democrati- della pubblica sicurezza e della co, e l’antagonismo a esso aveva- questura; o, ancora, la monogra!a no spazi e !sionomie ben de!nite. inedita su Rata Langa scritta da La satira vera e pungente è sempre Enrico Gianeri, padre della storia stata mal tollerata, ma solo quan- della caricatura e satira italiana. Ma do non si poteva reprimere anche l’intervento di maggior interesse !sicamente. Molto dello scontro per profondità e innovazione è delle idee e dei corpi trovava spa- quello di Paola Pallottino che zio nelle pagine dei giornali go- entra nei segreti strumenti del vernativi e di opposizione, letti da mestiere dell’illustratore satirico: borghesi conservatori o illuminati non solo le capacità artistiche, e da una classe lavoratrice che tro- ma anche l’impianto retorico vava nelle illustrazioni satiriche e alla base della funzionalità del nella caricatura un linguaggio ac- discorso disegnato. Pallottino, cessibile per capire e partecipare con la scrupolosità che da della vita pubblica, alla ricerca sempre contraddistingue le sue di diritti, credendo davvero che ricerche, individua una serie di gli “ultimi” avrebbero vinto. Sui !gure retoriche e di metafore giornali satirici tutto (cioè tutti iconogra!che alla base del i protagonisti e gli elementi sim- modo di raccontare di Rata bolici dell’agone politico) veniva Langa e di molti altri autori che mediato e reso a"ascinante da pubblicavano sulle riviste tra Otto metafore, allegorie, parodie, si- e Novecento. Ecco così che le neddochi, metonimie straordina- enormi bocche dentate pronte a riamente illustrate da generazioni ingoiare tutto e tutti che Galantara di artisti impegnati, tra i quali ha realizzato spesso e in plurime si ergevano giganti del disegno, varianti, in una lunga carriera che spesso prestati al giornalismo po- prevedeva un ritmo di produzione litico o veri militanti armati di altissimo, trovano antecedenti e rabbia e di matita come Gabriele corrispondenze contemporanee e Galantara. L’età d’oro della sa- mostrano come le !gure del potere tira illustrata in Europa inizia a e la paura da esse trasmesso si !ne Settecento con la rivoluzione mantengono nel tempo. Metafore francese e arriva !no alla seconda e allegorie che testimoniano metà del Novecento, alle parodie come la satira illustrata di un borghesi della rivoluzione. Con la grande autore possa dialogare disfatta di un’intera generazione in modo interclassista sia con la è stata scon!tta anche la grande massa degli ignoranti e analfabeti satira illustrata che infatti non c’è sia con le fasce più acculturate più; si è fermata prima della !ne della borghesia. Pallottino, del secolo, ed è stata uccisa, anche inoltre, raccorda l’indagine sulle !sicamente, nel nuovo millennio metafore galantariane (tra cui con l’attacco a “Charlie Hebdo”. spicca una straordinaria sequenza Quello che è rimasto è l’ambigua dedicata a una piazza san Pietro anticlericalmente tentacolare) alla eredità di una libertà senza busso- tavole centrali, vignette e caricature, è testimoniata ricerca di quegli autori europei che hanno anticipato la. Non ci resta che rivolgerci al passato e il Centro dall’immenso numero di riviste satiriche di ogni e ripreso, in momenti diversi del Novecento, lo studi Gabriele Galantara lo fa molto bene e da mol- tendenza che inondavano il nostro paese. Solo stesso tema iconogra!co. ti anni, attraverso un percorso di ricerca coerente il fascismo, con le leggi liberticide e i manganelli Il volume si presenta denso di notizie e e rigorosamente scienti!co, lasciandoci come testi- fermerà questo !ume in piena, riservandosi però approfondimenti e ricco di immagini belle e colorate monianza di un lavoro indefesso e di grande qualità di utilizzare la stampa illustrata per i propri !ni che non mancano di appassionare e incuriosire. In una serie di volumi iconogra!camente ricchissimi propagandistici. L’ultimo lavoro di Fabio Santilli, gran parte si tratta di litogra!e a tinte piatte, ma sui temi della satira illustrata. Gabriele Galantara. La missione della caricatura nella con quella vena grottesca ed espressionista che fa L’arte!ce e curatore di queste ricognizioni è Fabio storia e nell’arte (Centro studi Gabriele Galantara, di Galantara un vero dominatore dell’illustrazione Santilli, ricercatore appassionato, il quale possiede la 2016), condensa questa storia comune a molte satirica e caricaturale. Copertine e controcopertine grande qualità di coniugare la ricerca storica con la testate e a molti illustratori satirici in cui primeggia la - Satira belle e tremende allo stesso tempo, incredibilmente passione per l’arte caricaturale e satirica. Al di là della !gura di Galantara, giornalista e illustratore satirico audaci, come solo la vera satira illustrata sapeva mission del Centro studi, dedicata a tutto quello che pubblicato in tutta Europa, apprezzato anche da essere in un’epoca in cui uomini e artisti vivevano e potreste volere saper su Galantara, Santilli in questi chi gli era nemico. Mai indagate abbastanza, la anni ha prodotto e curato una serie di volumi, con vita e le opere dell’artista di Montelupone, vicino morivano per un ideale. contributi di alto livello dai titoli eloquenti quali a Macerata, ci parlano attraverso il suo disegno [email protected] Segni di Gloria, dedicato al risorgimento e all’Italia liberty-espressionista che si erge dalle pagine della

Segnali liberale sino alla prima guerra mondiale, Segni dei sua creatura editoriale “L’Asino” (pubblicato a E. Balzaretti è storico dell’illustrazione ed esperto in narrazioni visive N. 3 17 Libro del mese sale del Museo Capitolino, aperto Estasi e spie antiquarie “dalla mattina alla sera” agli artisti Contro gli scartabellatori di vocaboli e agli eruditi da poco più di due di Orietta Rossi Pinelli decenni. E ancora, la presenza di di Elena Agazzi stranieri altolocati o studiosi cele- Johann Joachim Winckelmann sessivo, problema di denaro, che bri, che garantiscono una rete di inckelmann è universal- pubblicazione completa delle Let- LETTERE non è mai su+ciente soprattut- scambi e d’incontri e che a volte mente noto sia come fon- tere (841 in totale), ricostruisce to nei primi tempi, neppure per W a cura di Maria Fancelli si traducono in amicizie a lungo datore dell’archeologia classica e la complessa storia dell’edizione comprarsi un abito. Tanto meno della storia dell’arte moderna, sia dell’epistolario, dalla !ne del Set- e Joselita Raspi Serra, termine. Stranieri a cui Winckel- lo è per garantirsi la vecchiaia. come cultore del modello greco tecento a oggi. Ricorda che Win- 3 vol. , pp. 906, pp. 758, pp. 881, € 150, mann faceva volentieri da “cicero- Nel passaggio da Dresda a Roma ne”, come molti altri eruditi, anti- antico per eccellenza in ambito ckelmann si esprimeva in latino, Istituto italiano di studi germanici, si coglie un lieve allentarsi delle storico-artistico. In Italia, il suo in francese, in tedesco e in italiano Roma 2016 quari, mercanti d’arte attivi nella apprensioni, che poi nel tempo capitale ponti!cia. Le pagine di pensiero è stato di"uso all’ini- e sottolinea l’impegno investito si diradarono sempre più ma mai zio degli anni quaranta del seco- nell’uniformazione linguistica e inckelmann era morto da quest’opera sono popolate anche del tutto. L’assillo era dato anche da personaggi che hanno avu- lo scorso tramite una raccolta di stilistica delle lettere, volta a ot- Wdiciannove anni quan- dalla volontà di lasciare traccia di scritti curati da Federico P!ster nel tenere un continuum discorsivo. do, nel 1787, Goethe si trovava to una sporadica frequentazione sé nelle vicende culturali presenti con lo studioso ma che sono sta- volume Einaudi Il bello nell’arte: Questa edizione rappresenta un a Roma e prendeva appunti per e future. Risoluta appare la sua ti presenze signi!cative a Roma, scritti sull’arte antica (che ha ispi- grande evento per tutti gli studio- quello che sarebbe stato pubbli- ricerca, più volte proclamata, di rato successive, anche se non nu- si del transfert culturale nel XVIII cato, anni dopo, come il diario magari solo per qualche anno. spazi di “libertà” intellettuale e merose, raccolte di scritti di carat- secolo, tanto per la realizzazione del Viaggio in Italia. In quel te- Si pensi al più volte ricordato personale, proprio perché la sua tere estetico e antiquario), seguito di un ricco apparato di note, utili sto compiva una mirabile sintesi Robert Adam, grande architetto vita dipendeva, naturalmente, a distanza di quasi due a ra"ronti incrociati tra le lettere, del contributo che l’antiquario scozzese, amico di Pi- dalla generosità dei vari mecenati, decenni dalla traduzio- quanto per il lavoro, insieme pa- tedesco aveva dato allo studio ranesi. Winckelmann compresa quella del cardinal Ales- ne di Maria Ludovica noramico e di sintesi, operato nei dell’antichità: “Fu Winckelmann ebbe modo di analiz- sandro Albani. Solo con costui in Pampaloni, per i tipi di commenti. per primo a farci sentire la neces- zare e di apprezzare sia e"etti Winckelmann raggiunse Boringhieri, della Sto- Un giusto respiro viene dato an- sità di distinguere tra varie epo- il magni!co corredo “la massima libertà di studiare” ria dell’arte nell’antichi- che alla ricostruzione della biogra- che e a tracciare la storia degli e arrivò a considerarsi una “delle di immagini che i testi tà, dall’edizione curata stili nella loro graduale crescita della sua opera dedi- !a. Winckelmann svela in questo rare persone al mondo che sono da Franco Strazzullo epistolario aspetti della propria e decadenza”. L’idea della storia perfettamente felici”. Però la sua cata al Palazzo di Dio- per Liguori di Le scoper- come processo di “crescita e de- cleziano in Dalmazia. personalità che possono essere vita non risulta mai perfettamen- te di Ercolano (1981), certo colti, per quanto riguarda la cadenza” risaliva a secoli prima, te felice. Anche la sua amicizia più Lui, che era sempre poi dalla fondamentale ma la de!nizione di una storia assillato dalle di+coltà ricchezza intellettuale, anche nelle forte, quella con il pittore boemo edizione del 1992 dei opere, ma che rimarrebbero altri- degli stili coniugata a un modello Anton Raphael Mengs, fu segnata editoriali e soprattutto Pensieri sull’imitazione ciclico delle umane vicende non dal dover provvedere menti ignoti per ciò che concerne da momenti di tensioni e da om- proposta da Michele Cometa per la sfera emotiva. Il desiderio di era stato, prima di allora, organiz- bre. All’artista però riconosceva il ai costi delle illustrazioni. Dal- le edizioni Aesthetica di Palermo, zato in termini così sistematici. le lettere a+ora anche l’attività indipendenza e di libertà che si re- merito di avergli fatto acquistare nonché da un’edizione del Saggio spira nelle prime lettere inviate in Un modello destinato a un’ampia un po’ di tranquillità e soprattut- clandestina di chi scavava ille- sull’allegoria (Minerva, 2004) a e prolungata fortuna a cui non galmente: le “spie antiquarie” di Germania dopo l’arrivo a Roma to di avergli dato “l’occasione di cura di chi scrive. Una delle due scaturisce dalla riluttanza di un corrispose nel tempo altrettanta conoscere i segreti dell’arte an- cui si serviva il cardinal Albani, curatrici dell’attuale edizione delle attenzione al suo autore, tranne per ampliare la sua collezione. E uomo forzato sia a sposare la con- tica”. Le lettere documentano il lettere, la storica dell’arte Joselita versione al cattolicesimo, sia ad per alcuni studi fondamentali lungo e travagliato sodalizio. Te- tanti altri temi ancora possono Raspi Serra, ha pubblicato nel soprattutto in ambito tedesco. essere ricostruiti con l’aiuto delle accettare compiti che con#iggono stimoniano, allo stesso tempo, le Duemila il ricco volume Ville e con il suo desiderio di dedicarsi Solo negli ultimi decenni, al inclinazioni di uno studioso di+- schede e dell’indice dei nomi. Tra palazzi di Roma (Quasar, 2005). contrario, l’attenzione degli stu- questi il restauro, i falsi, il crude- allo studio e alla stesura dei lavori, dente e poco generoso, come nel Winckelmann redasse le relative come l’importante Storia dell’arte diosi si è !n troppo concentrata le tranello teso a Winckelmann suo di+cile rapporto con Anne- annotazioni nel 1756, poco dopo nell’antichità (iniziata nel 1757 e sulla personalità dell’antiquario dall’amico Mengs e da Giovanni Claude-Philippe Caylus, di cui essere giunto a Roma dalla Ger- pubblicata in tedesco nel 1764). I (nato nel 1717 nella Marca di Casanova con “ritrovamento” del respinse i tentativi di accedere alla mania; esse illustrano lo stato del “cattivi umori” sono invece desti- Brandeburgo da un’umile fami- !nto a"resco “antico” con Giove e collezione Albani perché riteneva patrimonio delle collezioni roma- nati ai falsi eruditi e ai dilettanti glia di calzolai) a scapito però di Ganimede, opera in realtà dipin- di essere l’unico ad avere il diritto ne prima che Napoleone, alla !ne nelle cose d’arte, come si legge in una ricostruzione capillare del ta dallo stesso Mengs. E ancora, di studiarne le opere. del secolo, facesse trasferire a Pa- una lettera a Michelangelo Bian- ricchissimo contesto di storici, le mansioni, non gravose, del Accanto alla ricostruzione bio- rigi, in seguito alla pace di Tolen- coni del 17 settembre 1757, in cui eruditi, antiquari nel quale Win- Prefetto delle antichità di Roma, gra!ca, quest’opera si o"re a let- tino, le opere simbolicamente più si scaglia contro gli “scartabellato- ckelmann era immerso e al quale carica che Winckelmann ricoprì ture assai di"erenziate. Nei tre care a Winckelmann: ad esempio ri di Vocaboli che non sanno scri- faceva esplicito o implicito riferi- dal 1763, quasi una sine cura. E volumi, ma soprattutto nel se- il Laocoonte, l’Apollo e il Torso del vere una sola parola Greca” e che mento. Non si può dunque che in!ne la vita quotidiana e i ritro- condo e nel terzo, grande eviden- Belvedere. però de!nisce al contempo, non salutare con immensa gratitudine vamenti, in città care all’antiqua- za ha la città di Roma, pulsante di Al germanista Giorgio Zampa senza sincero dispiacere scienti!- l’edizione critica, voluta dall’Isti- rio, come Firenze ma soprattutto presenze e di scambi culturali, ma spetta il merito di aver curato una co, “guastamestieri”. tuto italiano di studi germanici, anche ritratta nella sua !sicità. Napoli. Uno strumento d’inda- raccolta delle Lettere italiane, pub- Si può dunque apprezzare il e magistralmente curata dalla All’intollerabile frastuono della gine per percorsi incrociati che blicate nel 1961, che recepisce il linguaggio “creativo” di un uomo germanista Maria Fancelli e dal- Roma popolare, anche notturna, contribuirà di sicuro agli studi su lavoro di ricerca sull’epistolario al che si sentiva scarsamente in sin- la storica dell’arte Joselita Raspi fa da contraltare l’incanto dei pa- quei decenni e potrà coinvolgere quale si erano dedicati nei decenni tonia con l’ambiente paludato Serra, del corpus completo delle norami godibili dalle abitazioni piacevolmente anche un pubblico precedenti gli specialisti Carl Justi delle Accademie europee del tem- lettere di Winckelmann, dal 1742 aristocratiche. “Dalla mia stan- di lettori curiosi. e Walther Rehm. Maria Fancelli, po, pur nutrendo l’ambizione di al 1768, in tre volumi, tradotto za [in palazzo Albani] abbraccio che condivide perciò con Joselita [email protected] appartenervi. Aspirava ad aprire in italiano. L’opera, corredata da tutta Roma con uno sguardo”. Al Raspi Serra e con Fabrizio Cambi, il suo cuore agli antichi amici del schede !lologiche a commento lamento per l’eccessivo costo dei coordinatore del lavoro scienti- di ogni epistola, è completata da O. Rossi Pinelli ha insegnato storia della critica periodo tedesco, come Hyeroni- Ca"è, si contrappone l’estasi nelle d’arte all’Università La Sapienza di Roma !co complessivo, l’impresa della un prezioso indice dei nomi che mus Dietrich Berendis o Konrad consente l’uso trasversale e tema- Friedrich Uden, salvo sentirsi poi tico della monumentale impresa. impelagato in una corrispondenza Senza dubbio però la sequenza “per totum orbem terrarum”, una cronologica e l’uniformità lin- volta raggiunta la fama interna- guistica delle missive inducono zionale. L’unico tentativo di far a una prima lettura sequenziale, ritorno in patria, nella speranza di come si trattasse di un romanzo poter riscuotere il dovuto ricono- epistolare, genere molto in voga scimento, dopo il fallimento delle nel Settecento europeo. Un ap- trattative per ottenere un ruolo proccio, questo, che restituisce prestigioso a Berlino o a Dresda, con grande immediatezza la bio- sfociò malauguratamente nella gra!a intellettuale e umana del tragedia del suo assassinio a Trie- protagonista. Le sue di+coltà e ste, che ha ispirato molte pagine i ripensamenti nelle fasi opera- della letteratura noir dei due seco- tive (“Quante volte ho ricopiato li successivi. la mia Storia dell’Arte e quanti [email protected] primi abbozzi di questo lavoro”) ma anche aspetti molto materiali Agazzi insegna letteratura tedesca come quel costante, a volte os- all’Università di Bergamo N. 3 18 Primo piano è proprio qui che sta il passaggio Il rigore asciutto del documentarista chiave del libro. Perché Giovanni Tacito e indicibile patto tace sul punto? Perché la letteratura di Roberto Mazzola cristiana delle origini, pur benevo- di Walter Meliga la verso Pilato, non s’interrogò mai Aldo Schiavone delle tradizionali fonti storiche ro- su ciò che accadde realmente quel l libro di Aldo Schiavone è un Giovanni per questo resoconto PONZIO PILATO mane; il confronto fra Cesare e Dio; giorno? Perché, si chiede l’autore, Ibellissimo esempio di ricerca (breve quando non brevissimo la dialettica fra potere e violenza; il storica, di quali!cata divulgazio- nei sinottici), nel quale Gesù in- UN ENIGMA TRA STORIA E MEMORIA il Pilato dei Vangeli appare sempre dualismo fra il Dio degli eserciti e ne, sorretta da non trascurabili terviene due volte: è la particolare pp. 174, € 22, velato da un’insuperabile ambigui- quello dell’amore; ma prima e sopra pregi di scrittura, e in!ne di liber- forma letteraria di questo vangelo Einaudi, Torino 2016 tà, da un’ombra di non detto, da un ogni cosa, la lacerazione fra umano silenzio voluto che “intercetta ogni tà scienti!ca. Un’indagine precisa che ha fatto sì che quel dialogo ci e divino, il lago di so"erenza dove e appassionata dentro la memoria fosse consegnato? È la sua forte n libro a struttura circolare, volta la luce o la deforma”, quasi “tutto, confondendosi, vacilla – e cristiana del cosiddetto proces- cristologia che ci mostra un Gesù quello di Schiavone. Bisogna che la più antica tradizione cristiana U (sembra) non poter più coincide- so di Gesù, condensatasi poi nel che in quel frangente parla con la giungere alle sedici parole !na- fosse custode di un segreto, a pro- re”. Una categoria, quella duale, che racconto evangelico, sfocia in voce del !glio di Dio di “regno” li per vedere svelato il signi!cato posito di Pilato, che non poteva es- spezzava inesorabilmente il moni- un’interpretazione assolutamente e di “verità”? Pilato deve essere profondo della scena iniziale, dove sere rivelato, ma nemmeno poteva smo teologico-politico ebraico e la non scontata di ciò che avvenne rimasto incerto di fronte alla pro- un prigioniero e un inquisitore, nel essere completamente rimosso? La stessa concezione d’autorità sottesa il mattino di un giorno del mese clamazione del regno, ma non chiuso di una stanza, si fronteggia- verità, secondo l’autore, sta nel fatto al pensiero giuridico romano. In ebraico della pasqua del 30 d.C. manca di intervenire sulla veri- no nell’intermittenza di parole e che svelare quel segreto, ovvero la quella luce del primo mattino, al o giù di lì tra il re dei giudei e il tà, scandalosamente testimoniata silenzi. Le 142 pagine di mezzo ne tacita intesa fra Pilato e Gesú favo- termine dell’incontro con quel sin- suo giudice, e che sarà determi- costituiscono il presupposto. In esse rita dalla stessa asimmetria fra i due dal prigioniero che ha di fronte, golare ebreo dall’indecifrabile ma- nante per quello che si indaga, si raccolgono indizi, si interlocutori, avrebbe con una domanda (“Che cosa è ne seguirà !no a oggi. elaborano deduzioni, si producono gnetismo e carisma, Pilato intuì che signi!cato alterare irri- la verità?”) che è ancora la nostra. ipotesi, al solo !ne di comprendere qualcosa di assolutamente nuovo mediabilmente il rap- È al procuratore roma- Una domanda senza risposta, alla il segreto di quell’incontro che, a stava prendendo forma, che l’inse- porto d’equilibrio fra no di Giudea, Ponzio !ne del primo dialogo, perché prescindere dalla fede di chi vi si ac- gnamento di quell’ebreo condanna- libertà e predestinazio- Pilato, in quei giorni a Gesù non ribatte o perché Pilato costa, rappresenta, di+cile negarlo, to dal Sinedrio stava scardinando la ne; avrebbe signi!cato Gerusalemme per sor- (Giovanni ci dice che, avendola un punto di non ritorno: nulla, in- struttura teologica del monoteismo sminuire, scrive ancora vegliare di persona lo pronunciata, uscì dal pretorio per fatti, è stato più come prima dopo ebraico, introducendo, dal suo in- Schiavone, “il valore di svolgersi delle festività trattare con il gruppo degli accu- di esso. 142 pagine per cercare, terno, la presenza rivoluzionaria del quel gesto letteralmente ebraiche, che il grup- satori) non gliene dà il tempo. dunque, di penetrare con rigore !- !glio, e trasformando, così, l’uno senza eguali: il martirio po dei sommi sacerdo- Schiavone ha probabilmente ra- lologico e attenta esegesi delle fonti, in Padre, e quest’ultimo in due at- del Figlio di Dio per la ti e degli altri notabili gione a ri!utare l’interpretazione nella “sterminata mole di ri#essioni traverso la presenza del Figlio. Due salvezza dell’intera uma- decide di consegnare che ne ha dato Nietzsche nell’An- e di eventi che quella breve sequen- persone in una, “secondo un !gura nità”. Per salvare la pie- Gesù, perché sia mes- ticristo (per il quale, ricordiamo- za d’immagini e di pensieri non ha d’inclusione escludente destinata tra angolare del sistema teologico so a morte (secondo quanto ci lo, Pilato è la sola !gura degna di smesso per due millenni di genera- a segnare attraverso innumerevoli del cristianesimo, la vicenda doveva dice l’evangelista Matteo), dopo rispetto del Nuovo Testamento): re”. A fondamento di tutto ciò due elaborazioni, da quelle cristiano- restare inspiegabile, su Pilato doveva l’enorme bestemmia pronuncia- non c’è “sarcasmo” in lui, egli non elementi fra loro strettamente con- ellenistiche !no a Hegel, tutto il essere gettata l’ombra dell’enigma e ta poco prima durante l’interro- vuole sopra"are Gesù, e tuttavia nessi: la scelta dello stile narrativo pensiero dell’Occidente”, e aprendo dell’incomprensibilità, altrimenti si gatorio davanti a Caifa (e, come anche Nietzsche ha ragione, giac- da un lato, il tentativo di compren- un varco attraverso il quale, non sarebbe aperta “la strada a mille in- spiega bene l’autore, il possente ché quella domanda contiene in dere cosa sia e"ettivamente accadu- solo “sarebbe passato tutto il cam- terpretazioni, tutte potenzialmente attacco alla teocrazia ebraica che sé, se non l’“annullamento”, certo to quel mattino di duemila anni fa mino d’Europa (e poi d’America), fuorvianti rispetto all’impianto teo- vi è implicito). Schiavone ricorda una pesante ipoteca sul messaggio nel Pretorion nella città di Gerusa- e l’impianto complessivo dello stato logico della nuova religione”. che, fra i personaggi storici che cristiano e mi sono sempre chie- lemme, dall’altra. moderno con il suo intero apparato Tuttavia, qualcuno continuò a la tradizione associa al racconto sto perché l’evangelista, che ve- Lo sforzo di leggere fra le righe i ideologico”, ma avrebbe cambiato conservare memoria di ciò che ac- della passione, Pilato è l’unico al rosimilmente non l’ha udita ma Sinottici, ma ancor più il Vangelo la stessa concezione antropologi- cadde realmente e quando, nel IV quale i Vangeli attribuiscono un raccolta da qualcun altro, l’ab- di Giovanni, per provare a carpire ca di uomo, ponendolo di fronte secolo d.C., a Nicea, si stabilì di dialogo con Gesù; per la parte che bia lasciata nel suo testo. È una il signi!cato più intimo di quell’in- al mistero della trascendenza, alla aggiungere al ricordo della morte ebbe negli eventi che condurran- domanda “greca” e “!loso!ca”, contro, e di tutto ciò che ne è dipe- forza coercitiva e lacerante della co- di Cristo il nome di Ponzio Pilato, no alla croci!ssione è da sempre dettata forse anche dal pragmati- so, non poteva essere raggiunto se scienza, nonché al problema della senza indicarlo come responsabile una !gura emblematica e insieme smo scettico del funzionario im- non scegliendo il rigore asciutto del libertà e dell’autodeterminazione. della croce, questo non avvenne un “enigma”. E forse anche qual- periale, ma è là da quando Pilato documentarista che senza enfasi si Il Gesù di Pilato, infatti, nel de!- solo per esigenze cronologiche, “ma cosa di più, se l’immagine che ne l’ha proferita. E comunque Pilato sforza di descrivere e fare rivivere la nire la superiorità del regno di Dio per qualcosa di più sostanziale. In traccia Schiavone mi suggerisce vuole salvare Gesù e gli evangeli- realtà attraverso una lettura scarna su quello di Cesare, non ne de!nì quella scelta c’era l’eco, ormai lon- che oggi per noi ‒ occidentali e sti lo a"ermano più volte, ma poi e essenziale, attenta soprattutto alla forme e ambiti, ma fece molto di tana, di un ricordo, di un conto da cristiani, !gli di ciò che avvenne cederà alla piazza, volendo soddi- verità dei fatti. Le pagine di Aldo più: introdusse un punto, nella sto- chiudere, di una verità da non per- dopo quel giorno ma anche del sfarla (secondo Marco e Luca) e Schiavone sembrano richiamare lo ria, drammaticamente incerto “che dere del tutto: quei due nomi dove- mondo greco-romano, già allo- spinto dal timore (per Giovanni). stile rigoroso del Rossellini docu- lasciava un immenso territorio da vano stare insieme, come in quella ra antico di sapere e di scienza e Ma ancora una volta, per noi, un mentarista del Messia: niente situa- esplorare: esattamente quello che la mattina in cui si consumò l’indici- del quale il procuratore di Giu- interrogativo, vertiginoso, alla zioni aggrovigliate e melodramma- storia, nei due millenni successivi, si bile. Per sempre”. dea è un rappresentante ‒ Pilato !ne permane: che cosa sarebbe è diventato anche un simile o tiche, per il solo gusto manierista sarebbe incaricata di fare”. [email protected] accaduto se Pilato avesse invece dell’intreccio, niente dialoghi lette- Come e dove si colloca dunque meglio che, dopo due millenni rilasciato Gesù? Se quel discrimi- rari, niente personaggi da presepio Pilato rispetto a tutto ciò? Figura R. Mazzola insegna diritto canonico ed di cristianesimo e vari secoli di ne di poche ore, da cui si schiu- solo per accentuare i contrasti fra i marginale e ancillare, inconsapevol- ecclesiastico all’Università del Piemonte orientale umanesimo, noi siamo diventa- se la redenzione per i credenti e protagonisti, ma solamente i fatti, mente coinvolto in un ti simili a lui e che una nuova storia per tutti, si fosse così come si svolsero nella loro im- farsi della storia per lui come lui vediamo le concluso diversamente, che cosa mediatezza e essenzialità attraverso incomprensibile, oppure cose del mondo e ne sarebbe stato del nostro mondo? un puntuale e costante richiamo !- coprotagonista consa- avvertiamo, talvolta Schiavone risolve in altro e stra- lologico alla versione greca dei Van- pevole di ciò che accad- e in modo inconsa- ordinario modo la questione, al geli sinottici e, soprattutto, al Van- de in quelle ore? Aldo pevole e asimmetrico prezzo certo di qualche interven- gelo di Giovanni. Si tratta di una Schiavone riabilita Pilato come lui, il mistero to (su cui si potrebbe discutere) cifra stilistica e di metodo funziona- nella sua giusta luce, non e la trascendenza. Il al testo di Giovanni: Pilato ha le all’impianto “dialettico” dell’inte- tanto per le sue doti di colloquio di Pilato intuito il disegno di Gesù, lo as- ro libro, perché quell’incontro fra il amministratore e di mi- con Gesù non è un seconda (Schiavone parla di “taci- giovane ebreo di Nazareth e il go- litare, riscattandolo, così, processo (ha ragione to e indicibile patto”) se pur non vernatore della Giudea fa esplodere dalla cattiva fama che, da Schiavone a puntua- lo comprende e consegna il re dei il dualismo antropologico e politi- Tacito in poi, ha accom- lizzarlo), semmai un giudei ‒ e di quell’altro regno che co-teologico che da duemila anni pagnato la sua !gura, interrogatorio che egli non a"erra ma di cui avverte accompagna il pensiero occidenta- quanto sotto il pro!lo di nel progresso si sol- la forza misteriosa ‒ alla morte le: la contrapposizione fra opposti uomo che, forse prima e leva a un piano emo- che suggella la sua missione. Una modelli di teologia politica, quella più di altri, in quell’in- tivo e intellettuale soluzione all’enigma suggestiva e ebraica d’ispirazione sadducea, e contro con il prigioniero, che non ci saremmo potente, degno culmine di questo quella sconvolgente contenuta nel- intuì che cosa di straordi- aspettati fra un alto stupendo libro. le parole di Gesú; la dialettica fra nariamente “indicibile” funzionario romano [email protected] Nuovo Testamento e Bibbia ebraica; stava accadendo, consen- e un ebreo sedizioso. una nuova forma di comunicazio- tendo, consapevolmente, Dobbiamo seguire il W. Meliga insegna !lologia romanza ne letteraria come i Vangeli a fronte che ciò avvenisse. Ora testo dell’evangelista all’Università di Torino N. 3 19 Religioni di Scholem e dei suoi seguaci, La scorza precede il frutto Idel contrappone una lettura più L’asino-papa e la camera a pappagalli complessa e intricata, dove il ri- di Maurizio Mottolese torno in forme nuove di motivi e di Alessandro Vitale Brovarone simboli antichi prevale sulle forti Moshe Idel modello è fondato sull’idea di un innovazioni concettuali. La sua Agostino Paravicini Bagliani si richiamano agli animali ad ogni IL MALE PRIMORDIALE mescolamento originario di bene ipotesi di lavoro, già delineata in IL BESTIARIO DEL PAPA passo. Per Paravicini Bagliani i sim- e male, cui segue un processo NELLA QABBALAH studi recenti su altri temi (si veda pp. 378, € 32, boli (cavallo, pavone, colomba, dra- catartico, di puri!cazione pro- go…) non creano un patrimonio TOTALITÀ, PERFEZIONAMENTO, Il Figlio nel misticismo ebraico, Einaudi, Torino 2016 gressiva delle “scorie”, mediante di cognizioni e atteggiamenti im- PERFETTIBILITÀ Edizioni Centro studi Campo- una lotta contro le forze negati- mutabili e soggiacenti, ma sono il ed. orig 2013 trad. dall’inglese strini 2015), è quella di intendere a maniera più frequente di af- ve che vede come protagonista frutto di elaborazione, accettazione, di Fabrizio Lelli, pp. 411, euro 32, la Qabbalah “nel quadro di un frontare un problema storico si l’uomo religioso con le sue azioni L negazione, dove ogni richiamo al Adelphi, Milano 2016 #usso di tradizioni giunte gra- fonda su un insieme di tradizioni cultuali. Il libro prende in esame simbolo è presentato come un fatto dualmente in vari luoghi dell’Eu- che si vogliono confermare o nega- l’intreccio continuo e variegato di storico, dotato di cause e intenzioni: ella Simbolica del male, Paul ropa dal Medio Oriente”. re, o anche soltanto integrare. queste tre modalità di pensiero e cosa che non è sempre chiara prima Ricoeur proponeva di arti- Anche sul piano fenomenolo- Un’ ipotesi di lavoro, una fondata N di rappresentazione (nonché di gico, l’autore invoca un cambia- della lettura di questo libro. colare una “tipologia” dei miti in- molte altre varianti) nelle tappe intuizione, poi la ricerca di fonti torno al male, dal momento che mento di prospettiva. Laddove che consentano di appoggiarla. Al- Naturalmente i richiami che fondamentali della sto- gli studiosi della ricerca classica fanno risuonare storie la coscienza mitica, pur ria ebraica – dalla tarda tri, come Agostino Para- rimanendo più o meno avrebbero cercato una dottrina vicini Bagliani, seguono altrimenti note sono antichità all’Ottocento “monocroma”, !nendo spesso per continui, e questo acca- simile a se stessa, pro- –, così da fornire anche un percorso mentale duce simboli e racconti “teologizzare” le concezioni ebrai- opposto: l’osservazione de perché il libro non una guida aggiorna- che, egli mette in luce la “#uidità desidera esaurire il dici- in numero illimitato. ta alle grandi correnti di fonti, la costruzione Allo scopo di “orien- concettuale” insuperabile dei testi di un quadro !glio delle bile, ma o"rire un’ aper- della Qabbalah sulla in oggetto. Si tratta di testi di na- tura di interesse che può tarsi nel dedalo delle base dell’intensa ricer- cose e dei tempi, che poi mitologie del male”, tura esegetica più che speculativa, ulteriormente estender- ca svolta negli ultimi si potrà anche confron- auspicava “una specie volti solitamente a trovare signi!- si: così il montare sull’ decenni. tare con conoscenze e di morfologia” delle cati per la prassi rituale. Opinioni metodi consolidati. Na- asino alla rovescia della Fin dall’inizio le diverse convivono, persino nella sue !gure principali. turalmente camminare Coena Cypriani richia- proposte interpretative stessa opera, senza alcuna ricer- Fra i quattro “tipi” di in terreno poco esplora- ma certamente rituali di di Idel si stagliano su ca di coerenza sistematica. Alla rappresentazione eletti to comporta dei rischi, scherno che ricorrono uno sfondo polemico, che spe- base del pensiero mistico stanno a modello, il primo era quello che quali perdersi in terre incognite. in documenti statutari medievali, cialmente nelle Osservazioni con- cumuli di immagini mitiche di poneva il male all’origine stessa Questo libro è riuscito. Una pro- ma anche nelle storie di Nasred- clusive emerge in modo più netto provenienza remota (l’origine del della creazione. lungata attenzione alla presenza din Hoca, saggio apparentemente ed esplicito rispetto ad altri suoi male, ad esempio, era spesso con- La recente poderosa indagine degli animali (siano essi animali da stordito, che sa – in tradizione più studi. La critica è rivolta in pri- nessa all’immaginario del “seme” di Moshe Idel, Il male primordiale serraglio, corrida, o anche d’ a"ezio- tardiva – dominare le furie di Ta- nella Qabbalah, sembra rispon- mo luogo a Gershom Scholem e maschile che, invece di trovare la merlano, e in tante altre tradizioni: Isaiah Tishby, due autorità nello ne) si interseca con la tradizione pa- dere a queste indicazioni (il libro sua corretta collocazione intra- queste intersezioni esterne possono studio novecentesco della Qabba- pale, !lopapale e antipapale (quest’ di Ricoeur, peraltro, è citato più uterina, veniva “sparso invano”, trovare spazi che Paravicini Bagliani lah, i quali avrebbero indirizzato ultima anche piuttosto virulenta), volte nel volume). Va detto che, producendo scorie impure e ani- non esplora, ma mi pare implici- la ricerca su binari poco solidi o a molte riprese, mettendo in evi- !n dagli inizi della sua vastissi- me demoniche a causa di questa tamente voglia suggerire. Le stan- troppo rigidi. Viene sgretolata denza una tradizione ininterrotta, ma ricerca sulla mistica ebraica, dislocazione; racconti biblici e ze del pappagallo, che si trovano innanzitutto la loro ricostruzione ma estremamente variabile, fatta Idel ha optato per una metodo- precetti rabbinici legati alla pro- menzionate in tante occasioni, ma “monolitica” e “sempli!catoria”, di accettazione e di ri!uto consape- logia basata sull’individuazione creazione alimentavano continue che poi non pervengono sino a noi, secondo la quale la dottrina del ri#essioni sui rapporti fra il ma- voli, di continui cambiamenti, che di “modelli” (seppure #essibili e giungono sino agli ultimi papi, con trovano riscontri nei Motti e facezie dal valore euristico) per organiz- male interno al divino dei sistemi schile e il femminile dell’Alto). dualistici iranici sarebbe passata vistose svolte, in particolar modo da del piovano Arlotto, dove è in causa zare la mole e la varietà straordi- Paolo VI a Francesco I, con feno- un “dipintore” che doveva dipin- narie dei materiali del misticismo alla gnosi e da qui alla Qabbalah on mancano nemmeno (quest’ultima intesa complessiva- meni, come il pappagallo e addirit- gere una “camera a pappagalli” per ebraico. Sul piano dei contenuti, Nelementi della tradizione un borghese: imprese sontuose che mente come una “trasformazione !loso!ca, che penetrarono a più tura il coccodrillo di quest’ ultimo, Idel si concentra qui sul primo nascono probabilmente per imita- gnostica del giudaismo”). Tale riprese nell’universo ebraico, che senza questo libro assumereb- “tipo” ricoeuriano, analizzando zione delle residenze cardinalizie. genealogia storica, di enorme ri- venendo reinterpretati profon- bero un signi!cato storico ben poco tuttavia le sue ulteriori intricate Mentre la prima parte del libro è lievo nella ricerca moderna, più damente e in modi molteplici: percepibile. Ma dopo la lettura, che articolazioni tipologiche nelle di- dedicata primariamente ad anima- che essere su"ragata da prove, questo vale, ad esempio, per l’i- non è facile, ma neppure respinge, verse fasi del giudaismo. Nei testi li che costituiscono il grande siste- sarebbe l’esito di una ri#essione dea aristotelica secondo cui “la nascono interessi e richiami all’ at- della Qabbalah si assiste, in ef- ma simbolico (ma, come si è det- personale, in#uenzata da fattori privazione precede l’esistenza”, tenzione per cose che spesso passa- fetti, a uno spostamento decisivo to, simboli tutt’altro che accettati dei tratti caotici e oscuri dell’esi- come le analisi esistenzialiste di per la teoria della necessità del no poco osservate o poco percepite. e trasmessi senza mutamento), la stenza all’interno del divino stes- Hans Jonas o le tragiche esperien- male ai !ni dell’autorivelazione Il mondo !gurativo animale ha seconda parte si dedica ad anima- so. Il male appare qui una “parte ze storiche vissute dagli studiosi. divina, o per il collegamento tra il continui momenti di incontro e li di minor peso simbolico, ma di di Dio”, ovvero un risvolto del Idel non esclude matrici arcaiche “pensiero puro” e la negatività (su intersezione con l’ iconogra!a, sia signi!cato importante: così la po- processo di “autogenesi divina”. del pensiero cabbalistico sul male, questo vi sarebbe, a detta di Idel, quella di tradizione cattolica (la Ne derivano una serie di specula- ma cerca di de!nirne meglio la una linea fra la Qabbalah e Hegel, cavalcatura bianca del papa, cui lemica sulle “corse di tori”, corri- zioni divergenti rispetto a quelle natura, complicando la questio- e solo in parte via Jacob Böhme). l’autore dedica pagine molto belle de, anche a San Pietro (1500, con del monoteismo classico, fondato ne. Privilegia l’ipotesi di un’in- Come si vede, l’interesse delle e acute), sia di tradizione luterana partecipazione di Cesare Borgia); sulla bontà e onnipotenza assolu- #uenza zoroastriana-zurvanica, analisi e l’ampiezza dello sguar- (l’asino-papa, o papa-asino, crea- così la contradditoria evoluzione ta della divinità. avvenuta a più riprese (per esem- do giusti!cano ampiamente la tura mostruosa ed emblema della dell’attenzione, ed anche tenerez- L’autore identi!ca tre modalità pio a Qumran o nella Provenza pubblicazione dell’opera (peral- somma di tutti i vizi), con grande za, per gli animali, poco accetta a principali con cui la Qabbalah medievale) e su aspetti speci!ci. tro edita in italiano prima che dominio delle fonti. Le descrizioni Pio IX anche perché sostenuta da descrive il male primordiale. La Fra questi: l’esistenza di una po- in qualsiasi altra lingua) in una delle maniere di rappresentare ani- Giuseppe Garibaldi. prima è quella dell’anteriorità larità di entità positive e negati- collana pregevole come “Il ramo mali e problemi sono moltissime e L’ apertura di tempo, dalle ori - del male rispetto al bene: come ve nel mondo superno, inferiori d’oro” dell’Adelphi, per le ottime curatissime; viceversa le illustrazioni gini cristiane in sostanza sino ad nella storia biblica i primogeniti tuttavia a un principio divino cure di Fabrizio Lelli e Elisabetta sono relativamente poche. Questo oggi, e di spazio, dal mondo cat- (Caino, Ismaele, Esaù) precedono supremo e scarsamente antagoni- Zevi. Dopo aver osservato l’auto- è, quasi paradossalmente, un van- tolico a quello ortodosso e prote- i giusti, e nella natura “la scorza stiche (più che un vero dualismo, re alle prese con le origini ultime taggio: il percorso dell’ argomen- stante, o"rono indicazioni chiare precede il frutto” (aforisma chia- una “pseudo-simmetria subor- del male, sarebbe interessante tazione non è distratto dalle note su come possano svilupparsi in- ve nella letteratura cabbalistica), dinata”); l’emergere di una ma- vederlo sviluppare in modo orga- ra+gurazioni medievali, che spesso, teressi anche nel pubblico non così nella struttura emanativa del nifestazione del male, anteriore nico il confronto, già iniziato in con la loro pervasività hanno crea- specialistico. La mole straordinaria divino certe componenti negative al bene, dal “pensiero” divino; la alcuni articoli scienti!ci, con le to quel “medioevo da sfogliare” che di conoscenze di prima mano può precedono il dispiegamento del distinzione fra una decade buona elaborazioni mistiche sulle perso- non ha fatto un gran bene alla co- anche essere un richiamo a cosa bene. La seconda modalità deriva e una decade cattiva nelle sfere su- ni!cazioni del male nelle struttu- noscenza. sia opportuno fare per allargare e dall’idea del divino come totali- periori (ma anche qui senza una re infradivine e inferiori, ovvero Con certezza la lettura di questo rinnovare la conoscenza, sia con i tà, che in quanto tale comprende con#ittualità violenta). nel mondo angelico e demonico libro richiede e stimola con natura- papi e gli animali, sia con ogni al- in sé ogni cosa e ogni paradigma Altri punti di discussione deci- più prossimo all’uomo. lezza, e lo si capisce già dalle prime tro oggetto d’interesse. delle cose, incluse quelle dannose sivi riguardano i grandi passaggi pagine, una rilettura. Tutto questo [email protected] [email protected] o malvagie; il male sarebbe dun- interni al mondo ebraico. Alla ri- anche con alcuni vantaggi, primo que un aspetto necessario della costruzione “unilineare”, segnata M. Mottolese studia tradizione rabbinica e mistica fra tutti un ingresso discreto e pon- A. Vitale Brovarone insegna !lologia e linguistica natura in!nita del divino. Il terzo da nette “discontinuità”, propria ebraica all’Università di Gerusalemme derato nel mondo dei simboli, che romanza all’università di Torino N. 3 20 Narratori italiani nella sequenza visionaria dello La ferita dell’invidia “spregio” emergono con partico- Una voce da Rama di Luca Fiorentini lare vigore, il romanzo di Zaccuri di Franco Pezzini sembra in e"etti assumere le sem- bianze – lo ha osservato !nemente Alessandro Zaccuri Angelo entra in contatto con Salvo, Demetrio Paolin nella sua recen- Wu Ming 1 L’autore riesce a cucire tutto que - giovane esponente di una famiglia sto in un a"resco corale di cui col- LO SPREGIO sione per Vibrisse – di una vertigi- UN VIAGGIO CHE NON di malavitosi meridionali costretti pisce l’ampiezza di respiro: non solo pp. 120, € 16, nosa parabola sul libero arbitrio. Se PROMETTIAMO BREVE all’esilio nel Nord Italia. Tra i due per l’entità del lavoro che ha preso Marsilio, Venezia 2016 il destino tragico di Angelo è in un VENTICINQUE ANNI DI LOTTE NO TAV si stringe rapidamente un legame forma poco a poco nel corso di pp. 655, € 21, di amicizia. Ma Salvo, a sua volta certo senso iscritto negli appetiti anni, ma per la capacità di portare ituata sui monti lombardi al proteso verso una sicura carriera che determinano meccanicamente Einaudi, Torino 2016 alla luce le qualità di un incredibi- Scon!ne con la Svizzera, la Trat- criminale, può mettere in atto la le sue azioni, assai più complesso è le laboratorio collettivo, ridotto da toria dell’Angelo è sede di vari traf- propria vocazione appoggiandosi il divenire psichico del Moro, il cui n’inchiesta può essere – senza certa (non-)informazione a covo di !ci illeciti: contrabbando di alcool a un nucleo familiare pronto ad amore per il !glio, risultato di una Uperdere in rigore o in veridici- strambi banditi. Di qui la narrazio- e tabacco, sfruttamento della pro- assecondarne le stravaganze e il libera scelta, !nisce per provocare tà – anche un grande romanzo? Si ne particolareggiata delle lotte, attra- stituzione, e probabilmente anche narcisismo, e soprattutto a rico- un’istantanea ricon!gurazione dei tratta di intendersi sulle categorie verso montagne di articoli, !lmati, altro. Il proprietario, Franco Mo- noscerne e celebrarne le qualità. desideri non solo propri ma anche adottate, ma alla luce delle continue voci non sforbiciate; e una quantità trasformazioni delle forme narrative relli detto “il Moro”, ha iniziato Sarà un impressionante episodio altrui: è quel primario e volontario di incontri con testimoni, ricordi di mi pare si possa o"rire alla questio- giovanissimo a intessere rapporti legato a questo squilibrio ad aprire moto d’amore da cui prende for- persone scomparse, ricostruzioni di ne risposta a"ermativa. Che calza a con i malviventi attivi nella zona, in Angelo la “ferita” dell’invidia e a ma, per così dire, la vita. Ma il di- dibattiti, anche ripensamenti auto- questo Viaggio che non promettiamo mostrando ingegno ed portarlo a compiere un spiegarsi della vita, nell’orizzonte critici (dolorosi, severamente onesti) breve, diluviale racconto di vicende eccezionale freddezza gesto – quasi infantile su certe dialettiche fallimentari tra delineato da Zaccuri, produce una di singoli e comunità, insieme epos e procurandosi così, nella sua istintiva im- diversi linguaggi di opposizione. geminazione non più controllabi- e Commedia umana, weird tale e in un breve volgere di prudenza – che Salvo e La qualità narrativa, dunque; e le dei nuovi e inattesi amori verso atlante, travelogue e testimonianza anni, una discreta for- il suo clan intenderan- la seconda osservazione è imme- cui le anime possono indirizzarsi, memoriale. Nel resoconto in cinque tuna e una posizione di no come uno “spregio”: diatamente conseguente. In questo dunque anche la possibilità che parti di Venticinque anni di lotte No rilievo nella criminalità peccato irrimediabile lavoro, come pro parte per studi già una di queste – fatalmente, la più Ta v i toni possibili, adeguati e neces- locale. Individuo capa- che trascinerà Angelo, apparsi e che hanno contribuito cara – si distanzi dall’abbraccio sari ci sono tutti, dal comico al do- ce di o"rire di sé un’im- incapace !no all’ultimo all’enorme bibliogra!a, si documen- protettivo del “padre” !no a ren- lente, dal malinconico al grottesco; magine spietata, tanto di comprendere ciò che ta con passione e rigore qualcosa so- dersene indipendente, e correre a c’è l’assedio e c’è il ritorno, come un che sul suo conto si rin- sta accadendo, verso litamente tenuto sotto il livello del quel punto verso la distruzione. tornare a casa in vari sensi possibili. corrono !n dalla prima una !ne mostruosa. non-racconto. Non-racconto non La tragedia messa in scena nello Ma persino il resoconto puntuale di ora voci particolarmen- La storia tuttavia non solo nel senso di un tema ignorato Spregio potrebbe essere letta in al- argomenti in genere poco digeribi- te inquietanti (fra tutte l’accusa si chiude qui, ma torna sul suo (se non per banalizzazioni), ma nel li – dati tecnici, viluppi burocratici, di parricidio), il Moro conduce la primo protagonista, il Moro, o tri termini come la tragedia di un senso di un’indicibilità – è bene non proclami politici – riesce a incalzare propria esistenza senza mai valica- per meglio dire su quanto resta da creatore che si scopre tale quando parlarne, farlo è considerato prova re i con!ni del ruolo che si è asse- è ormai troppo tardi; che tenta con e+cacia il lettore. fare al Moro dopo la perdita. Nelle Con buona pace di chi ha mo- di cattiva educazione in salotto, di gnato. Taciturno, apparentemente ultime pagine del libro la narrazio- perciò di sostituirsi alla creatura adesione a derive populiste e magari imperturbabile, il Moro è estraneo che ama e che vede perdersi, e che, strato negli anni di+denza verso ne rallenta e suggerisce, con gra- un registro di scrittura magmatico terroristiche – al pari di altri in que- a una ricerca anche occasionale del zia, una soluzione tanto potente non riuscendovi, si mantiene non- sta nostra Italia: esattamente il tipo piacere; le sue relazioni con gli al- dimeno fedele al proprio ruolo di aperto a suggestioni postmoderne, quanto profondamente conforme alla cultura pop, a forme ibride (i di irraccontabilità omertosa che un tri esseri umani si reggono su un al presupposto ideologico – al pro- creatore, !no alla !ne. paese libero non dovrebbe ammet- principio di stretta funzionalità. famosi oggetti narrativi non identi- getto – che sorregge l’opera. [email protected] tere. Chapeau dunque alla Einaudi La stasi spirituale del Moro è !cati, dove l’“identi!cazione” resta Percorso da riverberi sacrali che un dato storico, superato a strappi che ha accettato questo tipo di s!da, tuttavia interrotta, in una sera del si lasciano percepire già nei nomi L. Fiorentini è ricercatore in letterature moderne fecondi con il mutare di orizzonte con il varo di un libro tanto impor- giugno del 1980, da un evento al Collège de France di Parigi dei luoghi e dei personaggi, e che all’intorno), questo Viaggio mostra tante. imprevedibile. Nella legna- l’importanza della formula. Repor- Ma a questo punto una terza os- ia di fronte alla Trattoria, tage dell’autore da continui viaggi in servazione riguarda il contenuto. annunciato da un lamento loco, !umi d’interviste, recupero di Esaminando qui in modo sequen- che il Moro confonde lì per racconti valsusini sull’oggi e su pas- ziale, minuzioso e inattaccabilmen- lì con un miagolio, compa- sati più o meno remoti, carotaggi te documentato le concatenazioni re un misterioso fagotto. Il d’archivio si raccordano in queste di articoli giornalistici relative ai Moro si avvicina, e già pri- pagine attraverso una solida base singoli fatti, il repertorio dei ricatti ma di chinarsi capisce: “Il narrativa: questa è debitrice di una retorici, le notizie di nomine e mo- neonato smise subito di fri- pluralità di modelli e fonti ma le ri- vimenti d’a"ari attorno al cantiere, gnare e lo !ssò con gli occhi elabora in forma originale, in modo le costruzioni progressive sui gior- grigi, trasparenti. Al Moro da valorizzare via via i diversissimi nali – titolo dopo titolo – di “mo- sembrò che si fossero incon- materiali raccolti. stri” No Tav, le iniziative poliziesche trati”. È quanto in e"etti Si avverte così l’in#uenza del ro- e giudiziarie adottate (come certi avviene. L’uomo decide im- manzo sudamericano, ma emergo- pestaggi di singoli manifestanti, il mediatamente di adottare il no anche ammiccamenti a generi ricorso disinvolto a gas Cs notoria- bambino, dandogli il nome molto più popolari (compare persi- mente causa di tumori e malforma- di Angelo; sposa la cuoca no Lovecraft buonanima, in dialo- zioni, o per altro verso certe accuse assunta alcuni anni prima, go con l’autore) per raccontare con processuali, come a Erri De Luca e Giustina, e le chiede di !n- ironia, ma in riferimento a qualcosa a una tesista di Antropologia cultu- gere che Angelo sia il loro !- di serissimo, un certo bacino anche rale), è inevitabile avvertire – visti i glio naturale. Viene dunque immaginale d’interessi dietro il Tav; precedenti, cerco di dirlo in termini a costituirsi una famiglia, si avverte l’in#usso di saghe e can- incensurabili – una grande amarez- ossia un vincolo di a"etti e zoni di gesta, e insieme dei grandi za e una forte distanza dalle scelte di passioni, là dove ciò non romanzi otto e novecenteschi sui istituzionali. Scomodare Antigone era mai stato previsto. rapporti tortuosi tra singolo, col- non sembra fuori luogo. Angelo, che ignora di lettività e potere. Nessuna retorica Una leggenda valsusina parla di essere un trovatello, cresce facile da coro alpinista di maniera, una città scomparsa che in un tem- coltivando uno speciale cul- ma un senso della montagna e del po remoto si sarebbe allargata nell’a- to per il Moro: un culto che territorio come dimensioni con spe- rea, Rama. Stesso nome di un’altra non si interrompe, ma che ci!cità autentiche e profonde, total- di cui parla la Bibbia, e citata da anzi viene ad accentuarsi mente ignorate dalle logiche degli Geremia (31, 15): “Una voce si ode quando Angelo apprende a"ari, e richiamate qui con voce da Rama, lamento e pianto amaro”. la natura delle attività che partecipe. E, se movimenti contrari Un lamento che oggi, leggendo dai occupano le giornate del a “grandi opere dannose, inutili, im- luoghi della Rama valsusina questo padre. La spinta a superare poste dall’alto” (così la quarta di co- libro nero dell’Italia delle Grandi i successi di quest’ultimo, pertina) punteggiano l’Italia e anzi Opere, sembra in qualche modo dapprima spontanea e poi l’Europa, emerge un’attenzione alla riproporsi. in parte incoraggiata (pur se peculiarità del caso Val Susa senza la [email protected] silenziosamente) dal Moro quale ben poco può comprendersi stesso, si complica allorché degli eventi in corso. F. Pezzini è saggista N. 3 21 Narratori italiani dal corpo diretto al crematorio Castelli dai destini incrociati e, mescolandosi alle particelle di Vocazioni gaddiane di Maria Candida Ghidini smog della Londra di !ne Otto- di Itala Vivan cento, sciogliendosi nel nulla della fratellanza universale professata in Francesca Serra riore che Francesca Serra ci narra vita, dà un preciso rendiconto del Gianfranco Calligarich frica, poi, non è che un bel cartellone in un libro rocambolesco, fatto di pubblicitario: l’idilliaca Asmara dai LA GRANDE BLAVATSKY quartiere di St. John Wood e delle LA MALINCONIA capitoli stretti che si susseguono bianchi edi!ci frangiati di palme e ROMANZO sue vicende immobiliari (ovvia- DEI CRUSICH regolari (sei parti, quasi tutti di dalla serenità “primordiale” insidiata pp. 219, € 15,50, mente strette in saldo connubio dodici capitoli, la tentazione com- pp. 441, € 20, dai “furenti selvaggi”, gli sciftà “neri Bollati Boringhieri, Torino 2016 binatoria è forte). con trascorsi editoriali vari). Bompiani, Milano 2016 come il buio della notte”, “i lenzuoli La storia di Madame è di per Un !lo di fumo è l’esito della bianchi a farne fulminei e furibon- hissà perché la Russia trova sé romanzesca, ma non è questo storia, un !lo che inanella i destini l recente romanzo di Gianfranco di fantasmi”. Ancora una volta, la tanto spazio nella narrativa C che rende La grande Blavatsky un più disparati, combinandoli in un Calligarich disegna una saga di tre narrativa italiana che tocca la nostra italiana contemporanea: gli auto- I romanzo. libero scambio di associazioni e generazioni di Crusich: nomi, que- storia coloniale ricade in consunti ri più diversi vi soggiornano per L’autrice ci avvisa !n dal sottoti - rimandi, ammassando nella stessa sti, che rivelano l’ibridismo imperia- stereotipi. Accanto alle sagome in- lunghi periodi, come Serena Vi- tolo, Romanzo, di non aver alcuna pagina l’ingegnere Paolo Gorini, le austroungarico con quella !nale determinate degli abitanti indigeni, tale o Paolo Nori, o vi si accosta- intenzione di proporre una bio- inventore dei più moderni forni in “ich” che germanizza, accomu- il lavoro della colonizzazione che qui no per più brevi incursioni, come gra!a o un’inchiesta sul personag- crematori del tempo, Giuseppe nandoli, nomi veneti (Calligari) e s’illumina di passione, “tanto che se Elisabetta Rasy o Nico Orengo. gio. Siamo nel regno della !ction, Mazzini, da lui imbalsamato, Ele- slavi (Crusic), e che è così frequente un camion fosse stato qualcosa da Scavano nella sua storia, spesso del gioco dell’immaginazione che anor Marx, la primogenita suicida in terra triestina. indagano sui suoi scrit- sposare senza dubbio per lui [Ago- alla !ne si rivela essere di Karl Marx, avvelenatasi come Dalla Trieste di !ne tori, e questi di botto stino] sarebbe stato un una rincorsa a"annata Madame Bovary, che compare Ottocento proviene in- Fiat 634. Alti tre metri si trovano spogliati del fatti il fondatore della loro sacrosanto status della verità, attraverso nella stessa pagina, anche perché e mezzo e lunghi quasi vie che svicolano dal- la giovane Marx l’aveva tradotta in dinastia marchiato da otto, dodici tonnellate di di autori e diventa- un’intima malinconia no personaggi di altre la realtà come siamo inglese. Non manca neppure Ga- stazza e capaci di traspor- abituati a considerar- ribaldi, anche lui fautore, invano, che si perpetuerà nei tare sul cassone anche un storie. E non succede discendenti, insieme al la. E quale argomento della propria cremazione. L’eroe carro armato”. solo da noi, visto che lampo gelido degli occhi migliore per questo di dei due mondi era stato anche l’e- Indi"erenti al senso un Dostoevskij ambi- grigi. Una percezione del guo e disperato si ag- Elena Petrovna Bla- roe di Helena, che era stata ferita tragico dell’avventu- vatskaja, la “s!nge del dolore più personale e ra coloniale, i Crusich gira in un romanzo di quasi mortalmente, combattendo psicologica di quella che J.M. Coetzee, mentre XIX secolo”, la regina per lui a Mentana. non sembrano nutrire dell’apparenza e della caratterizza il morente passioni civili durante un teatrale Limonov si La dottrina segreta della Blavat- mondo asburgico di cui esibisce nella docu-!ction di Em- contraddizione, cre- sky, la ricerca di una sintesi uni- la dittatura fascista, nel atrice di arditi miscugli di vita e pure egli è espressione, e che vorreb- periodo della Resistenza (qui sem- manuel Carrère. Del resto, anche versale e cosmica che leghi ogni be alludere al “male oscuro di cui le Calvino, autore molto frequenta- morte, silenzio e voce, esoterismo piano dell’essere e ogni aspetto pre chiamata “guerra civile” e dipin- e divulgazione, segreto e pubblici- storie e le leggi e le universe disci- to da Francesca Serra, non aveva della coscienza, diventa così la ta come un indistinto azzu"arsi), e tà, occultismo e positivismo? pline delle gran cattedre persistono in!ne nel dopoguerra trascorso a resistito e, sotto lo sguardo vigile legge della scrittura di Francesca Per entrare nella logica del li- a dover ignorare la causa, i modi: e Milano. Insomma, non certo una e silvano del vecchio Cosimo, ave- Serra. La sua narrazione viene bro proviamo a seguire la vicenda lo si porta dentro di sé per tutto il famiglia di eroi né di interpreti d’un va fatto cavalcare, se non Tolstoj, a formare costruzioni plausibili fulgurato scoscendere d’una vita, almeno un suo amato alter ego, il dei due giovani fratelli avvocati, secolo tanto drammatico. L’assenza gli angeli custodi dei ultimi anni e convincenti, ma fragili, come più greve ogni giorno, immedicato”. di spessore storico viene compensata principe Andrej. complessi castelli di carta, castelli Così Gadda, naturalmente, che Cal- Francesca Serra parte da un pe- di Madame. Questi attivissimi da una gran dovizia di dettagli di vite dai destini incrociati, fatti di ele- ligarich sembrerebbe riecheggiare e riferico quartiere della Londra vit- esecutori testamentari sembrano individuali, che però faticano ad ani- menti !niti che si combinano in riprendere nel tema principale e, più toriana per raccontare una storia guardarci dalle prime pagine del mare il racconto e dopo la metà del combinazioni in!nite. fortemente, negli stilemi baroccheg- iniziata in Russia, ma esplosa poi libro, accanto alla carrozzina della romanzo addirittura lo so"ocano in gianti e nella scrittura frammentata. in tutto il mondo; una storia di loro venerata cliente. Ci accompa- una ripetizione vuota della persisten- Trieste è dunque il porto asbur - ponti tra Oriente e Occidente, tra gnano nel rutilante turbinio degli istratti dalle mirabolanti te malinconia del vivere e del morire. gico da cui s’imbarca il capostipite remotissime credenze e futurolo- eventi narrati, !no a perdersi nel- Dcose raccontate, a"ascinati Il libro di Calligarich, tuttavia, si Luigi, che diventerà “il Vecchio” giche ipotesi scienti!che; una sto- le isole Samoa, insieme a Robert dalla magnetica personalità della distingue per una accanita ricerca sti- ria di sospetti e in#ussi profondi Louis Stevenson che vi sbarca con protagonista del libro, non subito per i sei !gli e i numerosi nipoti. listica che sembra attingere all’esem- nei campi più diversi. Una storia loro dopo un lungo viaggio trava- ci accorgiamo che, in realtà, è la Il primo Crusich è giovane ma già pio di Gadda. Quando Calligarich a buon diritto russa, allora. Anche gliato. Eppure, chi sono costoro? narrazione il !ne della narrazio- segnato dall’inguaribile ferita di una usa l’inversione (e lo fa lungo tutto perché profondamente russa e, Così precisa nella resa puntuale ne stessa. È il !lo che non si deve perdita che non si rimarginerà mai, il libro) non si può non riandare con proprio per questo, perfetta cit- dei dettagli, l’autrice svicola e non spezzare lo scopo del racconto. anzi, verrà trasmessa al primogenito la mente al timbro gaddiano. Per il tadina del mondo è la sua prota- ci dice mai i loro nomi. Li sbale- Tutto si lega e tutto si annulla. Per Agostino e quindi al nipote Gino vecchio Crusich, “Che la fortezza gonista, Helena Blavatsky (1831- stra su navi e carrozzelle, indugia questo i libri di Serra ritornano Crusich. I suoi occhi grigi come fosse una base navale inglese poteva 1891), la fondatrice della teoso!a, sui loro lugubri panciotti vittoria- continuamente su se stessi, come quelli del vecchio e stanco impera- stabilirlo dalla geometrica e arrogan- autrice ispirata di testi che hanno ni, li fa passeggiare a Odessa sulla l’uroboro dell’emblema della So- tore cercano un altrove dove fuggire te bandiera bianca, rossa e blu che, segnato molti grandi uomini della mitica scalinata di Ėjzenštejn e ce cietà Teoso!ca. e che sembrerebbe essere l’Africa, il in cima a un pennone, sembrava vo- !ne dell’Ottocento (.omas Alva li o"re per!no allo sguardo con Le brave ragazze non leggono ro- porto di Massaua dove comunque lersi imperialmente appropriare non Edison, William James, William una bella fotogra!a, vera. Ma è manzi sbocca con l’ultimo capito- non arriverà mai, arenandosi invece solo della terraferma su cui era pian- Crookes...), o, secondo la Società solo un abbaglio, il primo di una lo (Morte) in La morte ci fa belle, tra gli ulivi di Corfù. Ma intanto il tata ma anche del cielo azzurro in pro!lo dell’Africa come mèta mitica di Ricerche Psicologiche di Lon- lunga serie. la cui ri#essione sul corpo morto cui stava sventolando”. Nel racconto e ina"errabile è stabilito, e si ria"ac- dra (e il nemico numero uno di È un abbaglio perché i due gio- femminile ritorna in La grande San Giorgio in casa Brocchi, Gadda cerà nella vita di Agostino che in So- Madame, un certo Hodgson, il vanotti nella foto, appoggiati alla Blavatsky. Tutto si lega in una se- scrive: “Che Jole, la cameriera del malia andrà all’epoca della conquista quasi anagramma di un altro suo mitica carrozzina di Madame, rie di analogie e ritorni nella scrit- conte, uscisse ogni sera per far fare non sono loro: si tratta di George italiana, portandoci moglie e !gli. a"ezionato conoscente, il diaco- tura di Serra: la !ssazione per la la passeggiatina a Fu+ (…); che, in- Robert Stowe Mead, stimato stu- Strane partenze e strani arrivi, quelli tanto, frotte di bersaglieri ritardatari no Dodgson, meglio conosciuto morte apparente, il magnetismo, dioso di gnosticismo e religione dei Crusich, perennemente inseguiti trasvolassero in corsa (…); e che Jole, come Lewis Carroll), “una dei più Alice nel paese delle meraviglie e istruiti, ingegnosi ed interessanti tardoantiche, che aveva lasciato dal fantasma di famiglia (l’enigma- travista la monaca in tram, quella il suo creatore, l’anagrammatico impostori della storia”. tutto per diventare suo segretario, tica malinconia) e alla ricerca di re- povera monaca le mettesse in tutte Charles Lutwidge Dodgson, Ma- Elena Petrovna Blavatskaja e James Pryse, un altro teosofo moti paradisi che possano rinnovare le vene un certo desolato sgomento: (Lyolya, Lyolinka, Lolo...), il suo che insieme a Mead aiuterà Elena rilyn Monroe che legge l’Ulisse e la perduta felicità dell’Eden origina- che tutto ciò accadesse, era, si po- originario nome, porta con sé il Petrovna a redigere la sua monu- Stevenson !ssato per le mappe e i rio, il dorato tramonto dell’impero, trebbe quasi arrischiare, nell’ordine marchio di tutte le grandi donne mentale Dottrina segreta. viaggi. Il movimento degli eventi “quando il mondo era ancora un quasi naturale delle cose, o, almeno, della sua famiglia: Elena Pavlovna Scrivere è come abbandonarsi a è ciclico e circolare (come avrebbe posto immenso, stupendo e sempli- delle cose del 1928 p.C.”. Molti altri Dolgorukaja, la nonna, botani- facoltà extrasensoriali e la scrittura voluto Elena Petrovna) e il libro ce da vivere”. sono i risvolti espressivi che da Calli- ca, scienziata, corrispondente di qui mima massimamente il pro- !nisce coi due giovani avvocati I Crusich attraversano il primo e garich fanno risalire a Gadda, senza Wilhelm von Humboldt, Elena prio oggetto. A ben vedere, Mada- dell’inizio che svaniscono dall’al- il secondo Grande Massacro, come però che qui risuoni la nota profon- Andreevna la mamma, scrittrice, me Blavatsky non è l’argomento tra parte del mondo: “Poi più nul- vengono qui indicate le guerre mon- da d’una cognizione del dolore che la George Sand russa. ma il modo della scrittura. A furia la. Solo un po’ di vento e un certo diali, nonché la guerra d’Africa con dava vastità e risonanza al mai con- Madame Blavatsky ha raccolto di frequentare Helena, l’autrice puzzo di bruciato”. relativa prigionia di Agostino, e il cluso narrare gaddiano. in sé tutta l’eredità del suo lignag- avrà imparato qualche esercizietto [email protected] ventennio fascista, rimanendo anco- [email protected] gio e l’ha proiettata in una vita di e si comporta come lei, anzi, come rati alla loro inspiegabile malinconia avventure e imprese, in un lungo e l’anima di Madame che, con gli M. C. Ghidini insegna letteratura russa e solo super!cialmente curandosi dei I. Vivan insegna studi culturali e postocoloniali tortuoso viaggio interiore ed este- occhi ancora ben aperti, si astrae all’Università di Parma contesti su cui mettono i piedi. L’A- all’Università degli Studi di Milano PALAZZO Ducale un festival lungo un anno

11 febbraio > 16 luglio 2017 Genova > Palazzo Ducale Piazza Matteotti, 9

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Una Mostra Partecipanti alla Fondazione Palazzo Ducale

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Piazza Matteotti 9, GENOVA / ! 010.8171663 / www.palazzoducale.genova.it N. 3 23 Narratori italiani chissà, forse allora non ci sarà uopo cui si muovono Fausto e Giusep- Tra pallottole d’argento, e il lupo uscirà dalla sel- Un problema pe dal secondo capitolo (Al primo Una lunga strada va, e insieme correremo… la po- sangue) !no a pagina 114, quando e lame d’argento esia, quella che salvò in gioventù generazionale Fausto si risveglia sul Pratone (ma zigzagante l’infelice Torquato, forse salverà le propaggini spettrali e le visioni di Luca Simonetti anche me”). Ma tutta questa tema- di Lorenzo Marchese ci accompagnano !no alla con- di Monica Bardi tica, che in autori meno avvertiti clusione). Il testo, indubbiamente Michele Mari si risolverebbe in qualche banali- Tommaso Giagni ben scritto, procede faticosamen- Giovanni Casalegno tà pseudo-psicanalitica, qui resta te, reitera poche idee sul con#itto IO VENÍA PIEN D’ANGOSCIA a+data a tocchi leggeri e discreti, PRIMA DI PERDERTI LA LIBRERIA intergenerazionale: quando, nel DEGLI AMORI FINITI A RIMIRARTI evitando ogni sovraccarico di sim- pp. 142, € 16,50, !nale, Fausto si rende conto di pp. 150, € 13,50, boli. Einaudi, Torino 2016 avere anche lui, nonostante gli pp. 241, € 14, Einaudi, Torino 2016 Si sa che due grandi passioni di sforzi, fallito e fatto cenere della Robin, Torino 2017 Mari sono il romanzo gotico e il iuseppe, scrittore fallito di realtà che racconta, senza riscat- ebbraio 1813. In una sonnac- pastiche. Qui entrambe trovano Gmezza età e ghostwriter, sepa- tarla (“Ti avventuri !no ai margi- iovanni Casalegno è un Fchiosa Recanati, Carlo Orazio una felice sintesi, certamente de- rato dalla moglie Benedetta, ormai ni, ma torni indietro. Perché puoi Ggrande lettore e sono pro- Leopardi annota sul suo diario il terminata dall’aver innestato la tra- consacrata al fanatismo new age tornare indietro quando ti pare. E ve sicure della sua biblio!lia e comportamento sempre più strano ma fantastica alla salda intelaiatura in una comunità in campagna, si alla !ne lasci il mondo nella sua abilità di lettura i volumi cura- Nella tua carne. del fratello maggiore, del romanzo storico. uccide gettandosi dal disuguaglianza”), viene ti per Einaudi ( Racconti erotici Storie di Giacomo Tardegardo. Il pastiche è ubiquo in terrazzo di casa sua. da alzare le spalle, sen- , 2009 e libri, 2011). Nel 2015 è usci- La vita familiare nel pa- Mari, e già era nel pri- Disperderne le ceneri za grande impressione. to per Neos Ultima cena al Mac lazzo avito, al cui centro mo romanzo. L’auto- tocca al !glio Fausto, Non molto funziona, Pi, un romanzo in cui una storia è la grande biblioteca, re, lo sappiamo, è uno trentenne in#essibile, fra dialoghi sentenziosi d’amore si intreccia con il gusto procede per il resto che, per dire “un gol venuto al mondo coi in cui i personaggi si del cibo e del vino. Il nuovo ro- come sempre, con i tre fantastico”, scrive “un denti a+lati e autore, rinfacciano torti reci- manzo trae spunto dall’acquisto, fratelli (compresa la so- goal fabuloso”: è chiaro con più di un riman- proci !nalmente venu- su una bancarella, di un libro di rella minore, Paolina) però che, se frasi come do a Giagni stesso, di ti a galla, scene surreali Salvador Dalì con una dedica che fanno lega tra loro “Alle corte ‘l raggiunsi, tre romanzi realisti e che non s’imprimono d’amore. La dedica apposta sul- per sopravvivere dinan- ed ei con la sua usuale spietati su !gure del (rese in uno stile velo- le prime pagine di un volume è zi alla bigotta tirannide bontà mi fe’ intendere neoproletariato roma- ce e scarno che talvolta il rimando al passato del libro, dei genitori, il pedante di non avercela meco” no (“Se il padre avesse ricorda una sceneggia- alle persone che lo hanno tenuto conte Monaldo e la manesca con- sono attribuite al diario segreto di scritto la biogra!a di un re ghi- tura più che un romanzo) e visio- fra le mani e forse anche letto; tessa (già marchesa) Adelaide. Ma Carlo Leopardi nell’A.D. 1813, il gliottinato, lui avrebbe scritto ni prive dell’inquietante, #uida ma lo sca"ale in cui i libri ven- assieme alle inspiegabili bizzarrie di tutto riesce assai più credibile che quella del boia”). A Giuseppe, chiarezza dei sogni. gono conservati dal libraio, in Tardegardo, fuori dal palazzo acca- non nel diario della naja di un ven- uomo dimesso e rinunciatario, Lo sforzo di un tentativo malri- una sezione speciale, indica la dono eventi sempre più sinistri, in tenne negli anni settanta. E anche Fausto non perdona di appartene- uscito trapela soprattutto da due possibilità di un loro futuro e di corrispondenza con la luna piena. le immancabili liste bibliogra!che re a una generazione, quella gio- indizi, uno testuale e uno extra- una rinascita collettiva. Il libraio E proprio dalla luna il maggiore di Mari, ovviamente, appaiono vane nei primi anni settanta, che testuale. Verso la !ne, Giagni ri- è Umberto, che sembra nato in- dei giovani Leopardi sembra esse- meno stravaganti se, come in que- ha cercato di cambiare il mondo porta un brano di quattro pagine sto caso, si inseriscono nel quadro dal salotto di casa, senza compro- sieme alla sua libreria e ha la ca- re ossessionato, mentre da scarta- dell’immaginario secondo roman- degli studi giovanili di Leopardi. mettersi né mettere in discussione pacità di abbinare il libro giusto facci polverosi emerge una oscura zo di Fausto, Esoticoatto, su un bor- D’altronde, la struttura del i privilegi di classe ereditati. Così, alle persone che entrano nel suo storia di antenati lupeschi… Tra gataro che si prostituisce a signore romanzo storico rende più stra- la dispersione delle ceneri al Prato- negozio. Un mago che si prende pallottole e lame d’argento, zinga- borghesi. Leggerlo è una boccata niante il contrasto con la ghost ne a Roma potrebbe essere il segno cura degli altri ma non è mai ri- ri cacciatori di licantropi e prelati d’aria fresca nella farraginosa te- forcaioli, conversazioni erudite e story. Il libro naturalmente non della de!nitiva sepoltura di un pa- uscito a guarire le sue ferite. oria di spettri !n lì dispiegata; fa esercizi ginnici, omicidi e rime, il aspira all’esattezza !lologica, e in- dre troppo poco ingombrante. Ma La storia personale di Umber- desiderare di leggere quel romanzo breve romanzo (il secondo di Mi- fatti Mari si prende parecchie li- qualcosa va storto. Giuseppe da to (che sviene dopo aver ascol- e chiarisce che, se Giagni ha talen- chele Mari, apparso nel 1990 per i bertà. Per fare solo pochi esempi: ghostwriter si materializza davanti tato una poesia di Pedro Salinas to (e credo sia, dei suoi coetanei, tipi di Longanesi, poi per Marsilio al principio del 1813, Leopardi a Fausto quale vero e proprio fan- e coglie questo evento come il uno di quelli che ne ha di più), nel 1998, e adesso in!ne ripub- non aveva ancora scritto il Saggio tasma, non vuole sparire: in un’in- segno di una vocazione) costi- esso risiede nel disegno dal vivo, blicato da Einaudi), diviso in 48 sopra gli errori popolari degli anti- certezza fra sogno e realtà, davanti tuisce però soltanto la cornice nella restituzione vivida e pensata capitoletti, scorre veloce verso una chi (che è del 1815); inoltre, non al !glio compaiono le !gure di di un racconto che contiene del con#itto fra generazioni, che splendida pagina !nale. solo all’epoca l’autore non aveva una vita, i personaggi letterari, gli molti racconti su libri, autori e al tempo della crisi economica è Il romanzo segue di un solo ancora letto Senofonte, ma non amici, la donna amata (Catia), che librai: quella di Eleonora, nota anche, inevitabilmente, con#itto anno il libro d’esordio di Mari conosceva nemmeno il greco (che accompagnano la guerra silenzio- scrittrice di bestseller, che co- di classe. L’indizio extratestuale (Di bestia in bestia) e in e"etti le studierà solo a partire dall’estate sa e in!nita che tocca quasi tutti nosce la formula di un inchio- parte da una domanda: perché un due opere si assomigliano mol- dello stesso anno), né del resto mai noi, cioè quella fra padre e !glio. stro magico e quella della libra- trentenne che ha all’attivo un solo to. Anche nel precedente, il tema imparò il tedesco. C’è da chieder- Il giovane lo avverte con chiarez- ia francese Stefanie, accanto a centrale era quello del doppio: lì si, quindi, perché Mari non abbia za: “Questo duello è l’occasione romanzo decide di scriverne un al- vicende di molti piccoli editori il doppio era rappresentato da un ambientato la storia qualche anno di trasformare un suicidio inutile tro in cui, invece di narrare, fa il che hanno rivolto ai libri quel- fratello gemello “bestiale”, qui dal dopo, quando queste ed altre in- in un passaggio rituale che semina bilancio della sua opera, e in più la “guerra delle passioni” che il licantropo. E anche nel primo li- congruenze non sarebbero più sta- futuro”. Ma non è detto, nono- cala le autovalutazioni in una sto- pittore Adriano Galizia, amico bro, l’idea essenziale era quella te tali. La ragione, crediamo, è che stante la sicurezza ostile di Fausto, ria elementare e confusa, a strappi dell’autore, ha ritratto in un’o- della letteratura come contraltare il Leopardi del 1815 sarebbe stato che la vittoria sarà sua. allegorica? La risposta è nell’evi- pera che illustra la copertina del della vita, della creazione fantasti- un personaggio già sostanzialmen- denziazione di un problema che, romanzo. Un variegato coro di ca come cura e superamento del te formato, già poeta, ed inoltre l tema del confronto pertur- come per Fausto, è anzitutto gene- voci per un’apologia del libro male. Come già in quel romanzo, ormai irresistibilmente proiettato Ibante col padre è in e"etti un razionale. Prendiamo uno scrittore di carta e dei piccoli miracoli anche in questo la vita e il suo male verso l’evasione da Recanati e ver- classico della letteratura. Senza coetaneo, Paolo Sortino (1983), dell’editoria minore. Viene in si oppongono alla letteratura, a sua so la costruzione di nuovi legami riandare indietro !no a Shake- altrettanto bravo ma meno colto e mente, osservando la cura dei volta impersonata dalla bibliote- al di fuori dell’ambiente familiare. speare, Lunar Park (2005) di Bret consapevole, più istintivo di Gia- gesti del libraio Umberto nel ca (che qui è quella, reale, di casa A Mari evidentemente interes- Easton Ellis si muoveva, non di- gni: dopo l’ottimo esordio di Elisa- raccogliere e conservare i suoi Leopardi). Verso la !ne del libro, sava costruire una chiusura clau- versamente da Prima di perderti, beth (2011) ha pubblicato Liberal libri con dedica, il passo di Bo- Giacomo giunge a spiegare il male strofobica, una contrapposizione sul crinale fra messa in !gura di (2015), un romanzo stonato per la laño dedicato in 2666 a un gesto che lo corrode come una sorta di esterno/interno (proprio come nel ossessioni private, esame di co- disarmonia fra eccesso di teoresi eloquente dell’editore Bubis, un reazione alla sua clausura erudita, romanzo precedente), che peraltro scienza dello scrittore ed espiazio- e storia inconsistente, che ricorda gesto “da commercianti onesti, agli studi matti e disperatissimi si rivela essere non già la soluzione ne dello spettro paterno. Colpisce un po’ Prima di perderti. Dai passi da commercianti in possesso di (“io volevo capire e fui tutto della bensì il problema: infatti, il tenta- però che premesse simili condu- a vuoto dei due scrittori emerge un segreto che forse risaliva alle !loso!a e della scienza, dell’astro- tivo razionale di chiudere fuori la cano a esiti opposti: tanto Lunar una verità ostica, ma su cui vale la origini dell’Europa, un gesto che nomia e della storia, e intanto il minaccia fallisce, dato che il peri- Park fagocita scrittura di genere pena di ri#ettere: i migliori scritto- era una mitologia o che apriva le lupo si rinselvava sempre più nel colo proviene proprio dall’interno. (horror) e autobiogra!a senza sfa- ri italiani sotto i trentacinque anni porte a una mitologia le cui co- profondo…”), e preannuncia la Anzi la guarigione reale sarà o"erta sature, tanto il secondo romanzo sembrano anche quelli che meno lonne principali erano il libraio sua conversione alla poesia come appunto dall’apertura all’esterno, e di Giagni appare legnoso, i perso- di tutti sanno come servire il loro e l’editore, non lo scrittore, dai una speranza e un presagio di sal- fuor della fabula (per tornare nel- naggi mal sbozzati, con le scene talento e, per assurdo, cosa farsene percorsi capricciosi e soggetto a vezza (“una cosa mi è chiara: que- la storia) dalla fuga da Recanati. che danno la fastidiosa sensazione della letteratura. fantomatici imprevisti, ma il li- sto spasmo di vita involuta che mi [email protected] di essere state concepite a freddo e [email protected] braio, l’editore e una lunga stra- preme e tumultua nel petto non montate alla rinfusa. E non basta da zigzagante disegnata da un alimenterà più nessun Saggio, e L. Simonetti è saggista a giusti!carle il setting onirico in L. Marchese è critico letterario pittore di scuola !amminga”. N. 3 24

Dolori che nessuna Virato a seppia erba dei campi può guarire Eugenio Giudici ANNA SENZAMORE di Luca Ru+natto pp. 320, € 12, Eclissi, Milano 2017 Carmela Scotti L’ IMPERFETTA dispetto di quel che fareb- pp. 194, € 14,90, Abe pensare l’incipit (“Era Garzanti, Milano 2016 una notte buia e tempestosa”), tanto scontato da suonare biz- zarro se non sardonico, Giudici inalista al Premio Calvino nel non sperimenta, non si balocca 2014, pubblicato da Garzan- F con il genere tentando di for- ti nel 2016, L’imperfetta è, senza zarne i limiti, anzi ne rispetta le dubbio, un esordio notevole: regole con scrupolo diremmo un bel romanzo, denso, cupo, quasi religioso e scrive un giallo disperato e al contempo dispe- comme il faut. Se c’è una novità ratamente vitalistico, che rivela in Anna Senzamore, sta nel fatto una voce matura (non presen- che grazie a lui, verosimilmente, la Val d’Ossola entra tando alcuno dei vizi più tipici nella geogra!a gialla d’Italia: diciamo che se non è un delle opere prime) e, soprattutto, hapax, poco ci manca. una strabiliante padronanza della In realtà, Giudici è sostanzialmente un narratore di scrittura. storie, di fatti inquadrati in contesti studiati a dovere e La vicenda narra le avventure di Catena (Sicilia, !ne ricostruiti con mestiere e passione. Non stupisce dunque Ottocento), giovinetta segnata da traumi e violenze che si sia dato alla letteratura d’indagine, mettendo in precoci, costretta ad una vita selvaggia e, quasi suo mal- opera, tuttavia, una tecnica narrativa che guarda più ad grado, toccata da una sensibilità ereditaria per la poten- Agatha Christie che alla colluvie di esempi contempora- za e il mistero della natura, cosa che le guadagnerà le come se pesassero chili, le rimestavo come il caglio che nei: italici, scandinavi, francesi e altro. stimmate della fattucchiera, tanto facilmente assegnate cuoce”; oppure, molto più avanti: “Ci sono dolori che Ed è soprattutto un narratore della provincia (in buo- in quel tempo di religiosità so"ocante e superstiziosa, di nessuna erba dei campi può guarire. Io sono nata da na compagnia nella letteratura italiana): vedi Piccole uomini e armenti sottomessi alla tirannia di una cam- una radice di dolore, la felicità non so com’è fatta, se ha Storie, il libro d’esordio, !nalista al Calvino 2012, il cui pagna avara, di donne sottomesse a uomini poco più faccia o bocca per parlare”. Col procedere della vicenda, gusto un po’ rétro per la ricostruzione di ambienti mini- che animali. Il libro poggia su una struttura a chiasma cresce la consapevolezza del “potere” della protagonista mi, per la vita di uomini e donne alla periferia geogra!ca ma agile e quasi impercettibile (quasi si potesse legge- ed il linguaggio in qualche modo vi si adegua. Fino ad e letteraria del paese, si ritrova a+nato e potenziato nei re nei due sensi), e si sviluppa sul doppio binario della arrivare alla chiusa bellissima, con Catena sul patibolo, mezzi espressivi in Anna Senzamore. vicenda stretta e di una sorta di diario (ricapitolazione, perduta da un atto di giustizia e fatta strega dal dolo- L’inizio dei fatti ha una data precisa, 21 aprile 1932, delirio?), ovvero un conto alla rovescia verso il patibo- re e dalla cattiveria umana, che parla ormai quasi per natali di Roma. Il contesto è quel fascismo di provincia lo, che l’eroina tiene dal carcere della Vicarìa, in cui è incantesimi: “Guardo il mio corpo bruciare, il fuoco che si provava a cambiare (non riuscendoci, vivaddio) ristretta dopo aver compiuto il proprio destino con una un’Italia in fondo ancora troppo attaccata a gerarchie e serie di delitti e"erati quanto giusti, in una Palermo alzarsi nel cielo, il fuoco che lecca e accarezza. Bruciata la carne, di me non rimane che vento. Bianche di latte, valori sostanzialmente ottocenteschi, un fascismo che devastata dal colera e stilizzata con pochi, e+cacissimi qualcuno con peccaminoso eufemismo ha voluto de- tratti (voci d’uomini e animali, sozzure alle cantonate), tra la cenere scura, ossa di strega, che bruci all’inferno”. Ma l’ultimissimo capitolo è dedicato a Giovanni, quel !nire “dal volto umano”. Un ambiente pedemontano a comporre un a"resco degno d’un Consolo. in cui si muovono, si industriano, si incontrano nobili, L’ i m p e r f e t t a , nel suo incedere serrato, quasi metrono- !glio che Catena ha fatto in tempo a dare alla luce ma non a crescere, quel !glio che della madre conserva vaga borghesi, minimo-borghesi, e una creatura nata forse nel mico, !orisce ogni poco di situazioni e immagini ica- posto sbagliato, sullo sfondo delle montagne ossolane e stiche e fascinosamente disturbanti: stupri, infanticidi, ma tenace memoria e con amore assoluto ne riscatta la bruciante, brevissima parabola terrena. di un’industrializzazione che condiziona, per il momen- incesti ambientati in una Sicilia arcaica, poverissima, to, più il paesaggio che le coscienze. Insomma, un romanzo che ha molto poco di conso- corsa dall’epidemia e da una morale oppressiva e pro- A condurre le indagini sulla morte d’un nobilotto lo- latorio, e che a volte può sembrare forse eccessivamente fondamente aliena al concetto di giustizia, ma sa anche cale è Saro Di Matteo, un poliziotto lucano – e questo un accendersi, d’improvviso e senza sentimentalismi, di cupo, ma che in realtà racconta il poderoso attacca- hapax per sicuro non è – alieno comunque ai luoghi co- tenerezze e di pietà scon!nata per creature che paiono mento alla vita (e alla terra) di una donna non comune, muni del migrante per esigenze di Servizio (con la maiu- schiacciate da un destino gramo, eppure tenacemente ossia di una donna. scola, come lo pronuncerebbe il Di Matteo medesimo), attaccate ad un vivere che non perde mai la sua magia [email protected] il cui lavoro si complica d’un inatteso coinvolgimento primordiale; anche le azioni più esecrabili e i personaggi sentimentale che ne metterà a repentaglio equilibrio e più crudeli (cioè più o meno tutti salvo i bambini e il L. Ru+natto è giornalista e lettore del Premio Calvino carriera. Non mette caso dire che alla !ne trionferà (sul padre di Catena), sembrano in fondo giusti!cati da una piano puramente professionale, purtroppo per lui) a di- disperazione stolida, inconsapevole, non emendabile in spetto di pressioni politiche incrociate, portandosi a casa vita. La protagonista attraversa la sua rapida e tragica una promozione e un grosso rimpianto. vicenda sempre sospesa tra lucidità e delirio, contesa tra Ma lo ritroveremo presto, perché neppure Saro Di la violenza degli umani e la forza magica della Terra, alla Matteo si sottrae al fascino della serialità, datosi che disperata ricerca del padre amatissimo, morto troppo Anna Senzamore è la prima uscita d’una suite Di Mat- presto, ma ugualmente in tempo per trasmetterle l’a- teo, secondo che elegantemente ci informa il risguardo more dei – pochi – libri e la comprensione dei doni di del libro. Quel che piace in Anna Senzamore, al di là del natura e degli astri del cielo. meccanismo giallo costruito a regola d’arte, è proprio la Tra i numerosi episodi narrati, ci piace ricordare quel - capacità di ricostruire l’epoca e l’ambiente avvalendosi lo dell’incontro col carabiniere, vicenda che, curiosa- di una conoscenza storica impeccabile e di una prosa mente, fa pensare ad una sorta di Mille e una notte a che restituisce un’impressione di “virato a seppia”, che è rovescio: il milite tiene in vita Catena solo per avere un po’ la cifra del Giudici scrittore ed è molto distante qualcuno che lo ascolti raccontare (e anche, ovviamen- della “lingua d’uso” del giallista medio. Una scrittura te, per altro), poi però, quando ne scopre e distrugge il apparentemente dimessa, mai sopra le righe, ma capace tesoro di libri da lei gelosamente custodito, !nisce male di !nezze lessicali che, pur passando quasi inosserva- lui pure, non prima d’averla resa madre d’un bambino te, trasmettono un senso di esattezza e al contempo di nel quale, in qualche modo, il destino di Catena si ri- scon!nato a"etto per i tempi e per gli uomini narrati scatterà. nel libro. Per tacere degli oggetti, che a volte sembra- L’ i m p e r f e t t a è in sostanza un lungo monologo inte- no essere i veri protagonisti del racconto: dalla Ceira- riore, poetico e selvaggio, sostenuto da una prosa che nina guidata da Di Matteo (tra l’altro il 1932 è proprio è il vero punto forte del lavoro, e che testimonia di un l’anno della liquidazione della Scat) al radiofonografo approccio molto meditato alla scrittura da parte dell’au- Filomele posseduto dalla vittima, su cui girano i dischi trice, con una ricerca sui valori ritmici e poetici che tor- Excelsius. Insomma, tutto un delizioso antiquariato che na evidente dalla prima all’ultima frase. Una lingua di ben s’accompagna alla scrittura quasi volutamente fané grande compattezza e molto sorvegliata ed evocativa di Giudici (ma tanto più immagini!ca del traduttese del clima umano della vicenda e del pensiero magico d’oggidì) nel restituire quel che si de!nirebbe un’atmo- della protagonista: un “parlato” solenne e performativo sfera, godibilissima anche da chi di gialli e noir e a+ni nella sua semplicità (come di un rituale pagano, o ap- non ne vuole neppure sentir parlare.

Pagina a cura del Premio Calvino Pagina punto una magarìa). “Facevo girare le parole in cerchio, L. R. N. 3 25 Saggistica letteraria tura e dagli ambienti intellettuali Delegare al corpo ma decise a occupare un’area e a I poeti? Artigiani del verso impossessarsi del microfono come la dimensione poetica fosse un oggetto di potere, nella di Daniele Piccini convinzione di poter essere uguali di Massimo Castiglioni ai poeti sul palco. Furio Brugnolo di Orelli e che qui incrocia metri- Del resto, come già accenna- FORME E FIGURE cologia e storia della lingua), è da Franco Cordelli Festival Internazionale dei poeti, to, anche il pubblico faceva parte DEL VERSO individuarsi nella strenua ricerca petrarchesca di eufonia, che può PROPRIETÀ PERDUTA tenutosi, questa volta, nella più dello spettacolo (sebbene determi- PRIMA E DOPO PETRARCA, ordinata cornice romana di piazza nate situazioni non fossero certo talvolta passare per l’insistenza e la pp. 272, € 24, LEOPARDI, PASOLINI di Siena a luglio del 1980. previste); e se il pubblico di Ca- ripresa e talvolta per la variazione e L’ Or m a , Ro m a 2 0 1 6 pp. 232, € 24, l’attenuazione dei valori fonici. Pe- Il libro, in ciascuna parte, si stelporziano ha avuto la pretesa di Carocci, Roma 2016 presenta frammentato in una serie diventare lui stesso protagonista trarca è del resto al centro anche del astelporziano, 28-30 giu- saggio sulla scrittura materiale dei di paragra! più o meno lunghi, del festival è stato perché utilizza- "rontare un testo poetico Cgno 1979. A molti, luogo e ognuno introdotto da un titolo va lo stesso strumento espressivo versi, cioè su come i testi poetici, data non diranno nulla; ad altri A(in questo caso italiano) non dalle origini !no al Quattrocento, non sempre coerente con il con- dei poeti. A un concerto di musi- solo medievale ma anche moder- evocheranno una serie di ricordi, tenuto. Non una banale cronaca, ca rock gli spettatori non si metto- vengono trascritti nei codici. Qui si poco importa se nitidi o sbiaditi. no senza essere consapevoli del tratta di problemi di resa gra!ca del- ma certamente una testimonianza; no in testa di saltare sul palco per tour de force metrico che l’autore In quei tre giorni, sulla spiaggia non un romanzo, ma annullare la distanza con i musi- la forma metrica e a proporsi è un romana di Castelpor- vi dispiega è ingenuo problema anche !lolo- in questione entra la cisti e sostituirsi a loro, perché il e al limite fuorviante: ziano, si tenne il primo possibilità del roman- linguaggio musicale è ignorato gico, cioè di restituzione Festival internazionale si potrebbe riassumere editoriale: la modalità di zo, il suo esistere o so- da tutti e a nessuno verrebbe in così il punto di parten- dei poeti (attenzione: pravvivere: “In Cordel- mente di suonare la chitarra dopo rappresentazione dei te- dei poeti, non della po- za dei saggi di metrica sti lirici adottata da Pe- li la vecchia, centenaria averla strappata di mano al chitar- raccolti da Brugnolo in esia, e non è una distin- malattia del romanzo, rista. La distanza rimane solida e trarca nell’originale dei zione di poco conto), Forme e !gure del verso. Rvf, che non corrispon- si capisce, non si era accettata. Cordelli si rende conto In e"etti il dato di fon- organizzato da Ulisse assopita del tutto… Al di tutto questo, della particolare de a quella moderna Benedetti, Simone Ca- do inseguito dallo stu- (Petrarca uni!ca la rap- contrario sonnecchiava condizione che lega il pubblico dioso, sempre in una rella e Franco Cordelli, presentazione di sonetto in lui, come una bestia della poesia ai poeti, e a tal pro- chiave riccamente sto- già animatori, l’anno e canzone, trascrivendo pronta da un momento posito, nella seconda parte, scrive rica, è un dato di na- precedente, delle spe- due versi per riga, men- all’altro ad artigliare. alcune interessanti considerazioni: tura istituzionale: solo rimentazioni poetiche tre la norma successiva prevede l’a Si accorgeva, ad esempio, che un “L’enorme successo di pubblico si veri!cata la norma soggiacente al del Beat ’72 di Roma. Sul palco capo dopo ciascun verso per tutte luogo continuava ad ossessionar- basa su un meccanismo di identi- far versi si potrà, con consapevo- costruito per l’occasione si alter- le forme) andrà o no rispettata dal lo, e sapeva benissimo che quello !cazione non mitico ma plausibi- lezza, discriminare il senso delle narono poeti italiani e stranieri, moderno editore? era un sintomo inequivocabile. le: io posso veramente fare come scelte soggettive, delle opzioni costantemente in contatto con Da Petrarca si arriva all’altro deci- Che cosa è un romanzo infatti se lui (Giudici, Lolini, Bettarini o stilistiche. un pubblico, quello della poesia, sivo terminale della tradizione poe- non l’invenzione di un luogo?”. Baraka) e lo posso fare qui e ora Per rendersene conto basta legge- decisamente restio a starsene se- tica italiana: Leopardi. Brugnolo Il luogo è ovviamente la spiaggia, perché io parlo come lui. I ‘mi- re e meditare il primo dei saggi qui duto a guardare e ad ascoltare. indaga sulla di"usione (dalle origi- quella su cui è stato edi!cato il nestrones’ di Castelporziano, non raccolti: quello che indaga sull’uso Più che il desiderio di assistere a ni al Novecento) di una particolare palco destinato a crollare durante vedendo la di"erenza del testo, dell’apocope poetica nel corpo del una manifestazione senza eguali in !gura: quella della promozione rit- l’ultima sera e su cui si sono alter- credevano che la di"erenza con- verso. Brugnolo si preoccupa di Italia, una forte spinta di parteci- mica nella sesta sede dell’endecasil- nate esibizioni di ogni tipo. sistesse solo nel possesso del mi- tracciare un gra!co che dalle origini pazione, una volontà di sostituirsi labo di un aggettivo possessivo, che Poeti più che poesia, si dice- crofono, cioè credevano che fosse giunge !no almeno a D’Annunzio al poeta di turno per prendere il dovrebbe essere atono. Muove dal va all’inizio. La presenza !sica, solo una questione di potere. Ma e Pascoli, per registrare lo spiccare microfono, parlare e non essere A Silvia la spettacolarizzazione e l’azione non basta un microfono per fare del Canzoniere petrarchesco come celebre secondo verso di : più il “pubblico”, giacché “pub- scenica del poeta prendono il so- un poeta, così come non basta il luogo di una codi!cazione a lun- “quel tempo della tua vita mortale” blico è chi si raduna per porsi di ictus tua pravvento: ad unire gli autori, ita- possesso di una macchina da scri- go invalsa. Osserva Brugnolo: “In (dove l’ su evita un’accen- fronte a qualcosa, che potrà poi liani e stranieri (tra i quali si ricor- vere o di una stilogra!ca (…). Per- estrema sintesi (…): 1. davanti a tazione di seconda e settima sede). essere applaudito o distrutto, esal- dano William Burroughs e Allen ché, paradossalmente forse, ma il parola iniziante per consonante Anche qui lo spaccato diacronico tato o scon!tto. Non è pubblico Ginsberg), è il fatto di aver dele- pubblico della poesia ha ragione: semplice è vietata la forma piena; restituisce un risultato di rilievo: duemila persone che si radunano gato al corpo la dimensione poe- è vero che c’è meno di"erenza tra 2. davanti a parola iniziante per s- quella !gura è parte integrante del per schierarsi, per sostituire i can- tica. E intanto il palco diventava un ragazzo che parla più o meno implicata o sci-/sce- è vietata la for- patrimonio della più antica versi- didati, per salire in un giorno solo un terreno di lotta, tra chi avrebbe correttamente l’italiano e Valenti- ma apocopata; 3. davanti a vocale !cazione, ma si dirada nel Dante – chi si reputa troppo uguale a se dovuto leggere e chi, tra la folla, no Zeichen che non tra il mede- o parola iniziante per vocale sono della Commedia e soprattutto in stesso e ad ogni altro”. cercava di conquistare e sfruttare simo ragazzo e uno qualsiasi dei ammesse entrambe le possibilità”. Petrarca. Si tratterà di un tipo per- La citazione viene dal libro che lo spazio per puro esibizionismo, Pink Floyd. Ma la di"erenza c’è, Quella che in Petrarca diviene nor- cepito quale eccezionale. Come tale più di ogni altro rappresenta Ca- nonostante i presentatori facesse- anche se non si vede. Si tratta di ma comincia a formarsi, con oscil- Leopardi lo recupera e lo trasmette stelporziano: Proprietà perduta di ro di tutto per mantenere l’ordine renderla evidente, di non cadere lazioni, in Dante e sarà rispettata ai poeti successivi che, a partire da Franco Cordelli, originariamente (un altro ottimo strumento per in due eccessi opposti: né snobisti- specialmente a partire dal “classi- D’Annunzio e Pascoli, lo reintegra- pubblicato da Guanda nel 1983 e comprendere quella situazione è ca chiusura nel testo, né mignotte- cismo proto-cinquecentesco”, !n- no nel canone. Autentica storia è ora riproposto, nella collana Fuori Castelporziano. Ostia dei poeti, il sca apertura alla musica”. ché, dopo D’Annunzio e Pascoli, quella tracciata da Brugnolo circa Formato, dall’Orma (arricchito da !lm che Andrea Andermann girò si assiste al regredire dell’apocope e l’uso del doppio settenario (l’ales- una breve prefazione dell’autore per l’occasione, 1980). Una ra- a seconda edizione del Festival al collassare delle norme preceden- sandrino), che tra modelli francesi e da una postfazione di Andrea gazza in particolare, ricordata da Lrende particolarmente eviden- temente invalse. e riprese carducciane conosce un Cortellessa). Proprietà perduta è il Cordelli e immortalata dal !lm, si te questa di"erenza, e la gente, ap- Ecco, l’accento di questi saggi nuovo vitalissimo capitolo della terzo capitolo di una particolare aggrappava tenacemente al micro- provando o dissentendo, si è limi- batte sempre sulla diacronia, sul co- sua fortuna nel Novecento, specie storia che lega Cordelli al mondo fono tanto che era quasi impos- tata ad ascoltare i poeti. Una vera stituirsi, !ssarsi e in!ne dissolversi con Montale. Al Novecento guar- della poesia. Nel 1975 viene li- sibile strapparglielo dalle mani. ripetizione di Castelporziano era di istituti metrici e linguistici, in cui dano proprio gli ultimi due saggi cenziata per Lerici l’antologia, più È stata ribattezzata col nome di impossibile e ogni tentativo pote- consiste la stessa praticabilità della del libro, quello sulla metrica del volte ristampata, Il pubblico della “Ragazza Cioè” (così è tuttora va soltanto contribuire a rendere scrittura in versi. Al centro del dise- Pasolini friulano (Pasolini è poeta, poesia, curata in collaborazione ricordata) a causa di quel martel- ancor più marcato quel senso di gno storiogra!co si colloca l’organi- tanto più in dialetto, incomprensi- con Alfonso Berardinelli; nel 1978 lante “cioè” che ripeteva ossessi- perdita che si avverte subito dopo smo petrarchesco, con il suo sforzo bile al di fuori del suo virtuosismo è la volta del Poeta postumo. Manie vamente. Cercava di mettersi al aver vissuto qualcosa. La proprietà di regolarità e coerenza. Si prenda metrico) e quello su Vecchio e gio- pettegolezzi rancori (ancora Lerici), centro dell’attenzione formulando perduta del titolo, dunque, non si allora il saggio sulla grammatica vane di Saba. Qui e solo qui (tanto che avvalendosi di un fondamen- frasi sconclusionate, quasi prive di spiega soltanto con il riferimento ed eufonia nei Rerum vulgarium è vero che è un’appendice al libro) tale apparato fotogra!co si cala senso, ma da cui emergeva un cer- a La vera vita di Sebastian Knight fragmenta: Brugnolo indugia sulle Brugnolo si consente di oltrepassa- all’interno delle serate del Beat to piacere per il luogo, per quella di Vladimir Nabokov (come sot- opzioni morfologiche che la lingua re la frontiera fra tecnicismo erudi- ’72; passano ancora alcuni anni, bella gente e una gran voglia di tolinea l’esergo della prima se- poetica trecentesca mette a disposi- to e interpretazione, ciò che anche ed ecco Proprietà perduta, testo al comunicare. zione), ma chiamando in causa zione del poeta e cerca di decifrare per Pasolini era appena accennato: di fuori di ogni etichettatura - dia- Il tentativo di Castelporziano un’esperienza (quella del festival e le ragioni per cui di volta in volta, pudore di studioso, si direbbe, che rio, memoriale, romanzo, saggio di mettere in scena una forma della poesia) ormai scomparsa per nella catena fonica del verso o di un vuole difendere la speci!cità e l’u- - diviso in due sezioni distinte e d’avanguardia per le masse (con sempre e irripetibile, anche e so- poco più ampio contesto, Petrarca tilità di una storia tecnica del far complementari. La prima, Il mare il rischio, nella successiva edizio- prattutto in virtù del libro che ad prediliga una forma piuttosto che versi, anche al di qua di una vera e della metafora, si riferisce all’espe- ne di piazza di Siena, di doversi essa è dedicata. un’altra (ad esempio avessin in Rvf propria ermeneutica. rienza di Castelporziano; la secon- difendere dalla massi!cazione del [email protected] 186, 1 e avessir in Rvf 60, 11). La [email protected] da, Commento al testo, riprende festival) ha contribuito a rivelare risposta, sostiene Brugnolo (che il discorso a partire dal secondo nuove presenze, lontane dalla cul- M. Castiglioni è critico letterario muove dagli studi di Nencioni e D. Piccini è critico letterario N. 3 26 Scuola sociale, per cui gli autori la de- Nuovi ambienti di apprendimento !niscono “un processo costante- Uno sguardo lungo mente negoziato e che si de!ni- di Valeria Pandol!ni sce in rapporto ad una pluralità di Santina Mobiglia di interessi, di rappresentazioni Marco Pitzalis, Mariano Porcu, interpretazioni che gli attori sco- e di condizioni”. Non a caso, i È TEMPO DI CAMBIARE riorganizzazione del sapere è la Antonietta De Feo, lastici producono sull’esperienza fattori che agiscono direttamen- NUOVE VISIONI dimensione che percorre tutto il Francesca Giambona scolastica digitale. Un indubbio te sulla propensione all’innova- DELL’INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO libro, con un frequente rimando INNOVARE A SCUOLA valore aggiunto deriva dalla ri- zione sono, confermando altri NELLA SCUOLA SECONDARIA a Edgar Morin che ne ha fatto cerca etnogra!ca: l’osservazio- la base del suo approccio globale NSEGNANTI STUDENTI studi, l’aggiornamento professio- a cura di Clotilde Pontecorvo, I , ne nelle aule ha fatto emergere alla complessità. E TECNOLOGIE DIGITALI nale, l’uso personale degli stru- Antonella Fatai, Amelia Stancanelli un’estrema diversità di strategie menti, il senso di appartenenza pp. 267, € 25, Impossibile dare conto qui nel pp. 200, €17, didattiche e di “arrangiamenti merito dei singoli contributi, che Il Mulino, Bologna 2016 alla comunità professionale e il Valore Italiano, Roma 2016 locali”, “sperimentazioni e ripo- ricoprire incarichi istituzionali nella prima parte, dopo l’urgenza sizionamenti simbolici e pratici del cambiamento evocata da Luigi l volume tratta un tema al attinenti le tecnologie. Emerge ecana della psicopedagogia tanto degli insegnanti quanto un quadro complesso ed etero- italiana, Clotilde Pontecorvo Berlinguer, disegnano una mappa centro del dibattito scienti!co D aggiornata dei bisogni, successi e I degli studenti. Così, la Lavagna geneo, che suggerisce di rifuggire ha sempre unito al suo lavoro di e dell’agenda politica europea insuccessi formativi, con un’at- interattiva multimediale (Lim) da letture causali lineari, che le- studiosa e ricercatrice e nazionale, quel- ride!nisce lo spazio tenzione speci!ca e ghino necessariamente i processi un impegno a tradurne lo dell’innovazione a socio-materiale del- corredata dai numeri di digitalizzazione delle scuole a i risultati in proposte di scuola legata ai proces- la classe, è oggetto e alla dispersione sco- quelli di innovazione. rinnovamento della re- si di digitalizzazione. soggetto di rinegozia- lastica che vede il suo Interessante, e ulteriore ele- altà scolastica al passo Lo fa distinguendosi zioni e ride!nizioni snodo cruciale negli mento che contraddistingue il con il mutamento dei da altre pubblicazio- di pratiche e rapporti anni post-obbligo. La volume, è la chiave di lettura del tempi. “Cambiare”, !n ni sul tema, a partire sociali molto di"erenti terza parte del libro progetto Scuola digitale quale di- dal titolo, è la parola- dall’obiettivo che si in rapporto alle dispo- presenta un’articolata pone: non mira a valu- spositivo (in senso foucaultiano) chiave che attraversa sizioni (habitus) degli disamina dei “saperi tare l’e+cacia dell’uso discorsivo, portatore di un im- l’intero volume in cui, attori, alle culture pro- per la scuola”, intro- delle tecnologie di- maginario centrato sulla pedago- insieme alle co-curatri- fessionali – e discipli- dotta da una interes- gitali sui processi di gia sociocostruttivista e sui “nuo- ci (docenti e formatrici nari – degli insegnan- sante incursione nelle insegnamento-appren- vi ambienti di apprendimento”, esperte rispettivamente ti, alle qualità sociali teorie della mente in dimento (né il progetto Scuola imposto dalle agenzie sovrana- e scolastiche degli studenti, alle in ambito scienti!co e umanisti- vista di una modellizzazione dei Digitale-Semid@s oggetto della zionali (Ue, Banca mondiale, gerarchie vigenti negli istituti. co), ha raccolto un’ampia serie di processi cognitivi e da un bilancio ricerca di cui dà conto). L’obiet- Ocse), ai policy makers e agli at- Da qui l’importanza del conte- contributi tesi a mettere a fuoco della didattica per competenze, tivo è, piuttosto, “mettere in luce tori del campo (à la Bourdieu) sto, opportunamente evidenziata lo stato del dibattito e le elabora- cui seguono interventi speci!ci la complessità organizzativa, so- scolastico. Il dominio simbolico anche in relazione alle esperienze zioni più aggiornate rispetto alle sui singoli ambiti disciplinari ana- ciale e pedagogica della didatti- e culturale di quelle agenzie si attuali emergenze della scuola lizzati nei loro punti critici. Come ca digitale, al di là di ogni sem- osservate nei licei e negli istituti impone, non senza conseguenze secondaria: quel segmento dell’i- arricchire l’insegnamento delle pli!cazione di ordine causale”. professionali, laddove le di"eren- sociali: coloro che si attardano a struzione dove, soprattutto nella materie classiche con l’apporto Possiamo innanzitutto dire che ze signi!cative nell’uso e inter- recepire “l’ordine del discorso ri- fascia superiore, alla pur feconda degli studi antropologici? Come l’obiettivo è raggiunto: dalla let- pretazione della Lim sono ascri- formatore e innovatore” sono eti- stagione di sperimentazioni tra rovesciare la persistente “matofo- tura emerge la complessità della vibili ai due universi scolastici e chettati come “resistenti al cam- gli anni settanta e Duemila non è bia” nel piacere della matemati- realtà scolastica, la pluralità di sociali estremamente di"erenti. biamento” e messi in questione seguito un consolidamento istitu- ca? Come a"rontare le s!de della attori, fattori e meccanismi che Il titolo del volume ne eviden- anche nel sistema delle gerarchie zionale in grado di costruire nuo- contemporaneità negli insegna- entrano in gioco e si interseca- zia il !lo conduttore e apre a un scolastiche. Così, le tecnologie vi percorsi adeguati alla sua muta- menti della letteratura, della sto- no nell’“ecologia della pratica interrogativo che va oltre una in classe fanno emergere una ta realtà e funzione. Tramontato ria, delle scienze umane e sociali? educativa”. Da qui un punto di questione meramente scienti!- tensione fra dispositivo (oggetto il progetto di una grande rifor- Non sono che alcuni esempi degli forza del libro: l’approccio mul- co-terminologica, interessando che incorpora i discorsi che ne ma strutturale, che alimentava interrogativi da cui muove la ri- tidimensionale all’oggetto di ruoli, pratiche e relazioni nelle hanno accompagnato l’avvento a le aspettative degli anni settanta cerca di nuovi paradigmi. studio, il rifuggire da concezioni comunità scolastiche: cosa vuol scuola) e “disposizioni” (in senso e ottanta verso una complessiva Da segnalare in!ne, nelle ap- deterministiche e da sempli!ca- dire innovare a scuola? Gli autori bourdiesiano) degli attori scola- ride!nizione dell’impianto di- pendici del libro, le considerazio- zioni basate su causalità lineari, riconoscono come la questione stici. dell’innovazione sia divenuta un sciplinare e culturale, e dopo in- ni di Anna Maria Ajello, attuale più consone agli esperimenti da terventi di riordino dall’alto non laboratorio che alla eterogenea, “problema” principale per l’Oc- uesta tensione è narrata presidente dell’Invalsi, che fa se: non esiste una de!nizione con e+cacia attraverso una certo migliorativi, l’attenzione si utilmente il punto sul signi!cato e per questo a"ascinante, realtà Q è spostata oggi – osserva Ponte- del mondo o, meglio, dei mondi univoca e tra gli attori scolastici compiuta integrazione fra rife- e gli scopi del rapporto di auto- corvo – piuttosto sulle “strategie educativi. Tale approccio consen- “si condividono o si oppongo- rimenti teorici e evidenze empi- valutazione nel nuovo format, educative” e “pratiche didatti- te di superare un limite di molti no diverse expertise e de!nizioni riche. La lettura dei casi studio rivolto agli insegnanti per pro- che”, rendendo “molto più cen- studi sul tema, che propongono dell’innovazione”. Un esercizio così scorre veloce e piacevole, muoverne la ri#essività sulla loro trale la dimensione metodologica letture parziali e avulse dai con- di operativizzazione del concetto tra riferimenti al quadro teorico azione educativa e sulle risorse e interattiva dell’insegnamento- testi. Il volume o"re invece una è compiuto nel volume laddove e estratti etnogra!ci che danno da implementare per migliorarla. visione sistemica, atta a cogliere si individuano, in base al que- concretezza alle ri#essioni degli apprendimento” per una visione Come quelle !nali delle curatrici le interazioni fra molteplici di- stionario compilato dagli inse- autori. Meno riuscita la parte in che, al di là dell’impostazione co- che delineano nuovi percorsi da mensioni interconnesse a livello gnanti, alcune dimensioni sot- cui si descrivono, in maniera for- gnitiva, sappia guardare alla qua- costruire per una formazione, op- macro, meso e micro, assumen- tostanti il costrutto teorico della se troppo dettagliata, le tecniche lità della relazione educativa. Ed è portunamente interattiva, degli do uno sguardo interdisciplina- “propensione all’innovazione”, statistiche di analisi dei dati, cor- appunto questo duplice versante insegnanti, in grado di pre!gu- re, come testimonia l’aggiornata distinguendo fra innovazione redate da gra!ci e tabelle di non dell’(inter)attività educativa il rarne e accompagnarne la pratica bibliogra!a nazionale e interna- “tecnologica” e “didattica” e in- immediata comprensione. !lo conduttore unitario dei brevi professionale in termini coerenti zionale. dividuando tre pro!li di docenti. La descrizione delle di+coltà saggi e interventi di autori a vario con il cambiamento auspicato Un ulteriore punto di forza del Abbiamo così gli “innovatori glo- che hanno caratterizzato l’im- titolo competenti da prospettive nella relazione didattica in classe. volume è l’articolato impianto bali” (45 per cento), più presenti plementazione del progetto nel- diverse, nell’intreccio di teorie In conclusione, la lettura del metodologico della ricerca, che nella scuola primaria, gli “inno- la realtà sarda, tra controversie scienti!che ed esperienze matura- volume produce l’e"etto di uno si è avvalso dell’uso combinato di vatori moderati” (34 per cento) politiche, intellettuali e ammi- te nella pratica diretta sul campo. stimolante brainstorming sui temi tecniche d’indagine quantitative e i “non utilizzatori” (21 per cen- nistrative, delinea un quadro “Trasversalità” è un’altra parola- e nodi irrisolti della nostra realtà (questionario agli insegnanti) e to), prevalenti nella scuola secon- che accomuna diverse politiche chiave cui è dedicata l’intera se- scolastica troppo a lungo avvitata qualitative (interviste a docenti daria (quest’ultimo label è forse nazionali in ambito educativo. zione centrale del libro in cui, ol- in diatribe politiche e sindacali di e dirigenti scolastici, osservazioni poco e+cace, rinviando al mero Così, il volume assume un valore tre all’insegnamento dell’italiano corto raggio, alle quali troviamo nelle classi e focus group con do- utilizzo degli strumenti e non va- di tipo euristico per l’analisi di come prima e seconda lingua, alle in queste pagine contrapposto centi e studenti), cui si aggiunge lorizzando la portata conoscitiva altre realtà a livello nazionale e risorse formative rappresentate uno sguardo lungo, aperto a com- una ricca analisi di dati nazionali dell’analisi condotta). Il merito fornisce interessanti spunti per dai linguaggi digitale, cinemato- parazioni internazionali, per sol- ed europei sulle dotazioni multi- degli autori è di non essere cadu- ri#ettere sui recenti cambiamenti gra!co e teatrale, trovano ampio lecitare una ripresa del confronto mediali per la didattica, sull’uso ti nella “trappola” quantofrenica che attraversano il campo dell’e- spazio alcune esperienze pilota, pubblico sulle fragilità del sistema da parte di studenti e insegnanti che insidia i ricercatori sociali: i ducazione scolastica in Italia e in dall’educazione alla pace alle mol- scolastico che coinvolgono le pro- e sulla formazione di questi ul- dati quantitativi sono arricchiti Europa. teplici e signi!cative realizzazioni spettive sociali e culturali di un timi. L’integrazione fra tecniche dagli approfondimenti qualita- sul terreno dell’alternanza scuola- futuro ormai prossimo. [email protected] d’indagine e l’ascolto di diversi tivi. In merito all’innovazione lavoro come ponte tra scuola e so- [email protected] stakeholders hanno consentito di emerge un altro aspetto interes- V. Pandol!ni è assegnista di ricerca in sociologia cietà. Più in generale, la “transdi- cogliere le rappresentazioni e le sante: la sua natura processuale e all’Università di Genova sciplinarità” come progetto di S. Mobiglia è traduttrice N. 3 27 Letterature te “!lmiche”, i tempi dell’azione, L’implacabilità del destino la loro ambientazione sapiente, sia Mettersi in esterno che in claustrofobiche di Ennio Ranaboldo case ed alberghi e, naturalmente, i nei panni altrui dialoghi dei personaggi. Nella sua Vladimir Nabokov c’è, nel romanzo, alcuna coloratura composizione cadenzata, il roman- di Carlotta Beretta UNA RISATA NEL BUIO storico-politica di rilievo), padre di zo legge come fosse una sceneggia- famiglia e a"ermato critico d’arte, ed. orig. 1938, trad. dall’inglese tura pronta per la messa in scena e Neel Mukherjee stante il nobile intento di migliorare con una stravagante e dilettantesca di Franca Pece, l’inizio delle riprese. LA VITA DEGLI ALTRI la vita dei braccianti, questo obiet- vena creativa: “Aveva a che vedere Una risata nel buio fu scritto tivo è perseguito all’altissimo prezzo pp. 225, € 20, con i cartoni animati a colori che ed. orig. 2014, trad. dall’inglese Adelphi, Milano 2016 in russo, in poco più di sei mesi, di altre vite. Quella che era una spe- proprio allora cominciavano a da un Nabokov povero in canna, di Norman Gobetti, ranza di cambiamento si rivela così fare la loro comparsa… riprodur- dopo la tragica morte del padre e pp. 607, € 20, una lotta sanguinaria. educente brogliaccio tematico re sullo schermo, con la massima Neri Pozza, Milano 2016 dei lavori successivi – L’ In c a n- in esilio a Berlino, negli anni suc- La ri#essione del romanzo ruota S precisione e a colori smaglianti, un cessivi alla Rivoluzione d’Ottobre. proprio intorno al costo umano del tatore (1939) ma, soprattutto, Lo- dipinto famoso, meglio se di scuola on questo romanzo Neel lita (1955) – Una risata nel buio è E pubblicato a puntate, nel 1930, movimento naxalita. Ciò nonostan- !amminga”. su una rivista russa (“Camera CMukherjee a"ronta un perio- te, La vita degli altri non è un invito prova generale del plurifecondo la- L’apparente solidità dell’uomo do controverso della storia india- boratorio nabokoviano: Oscura”). La prima traduzione in al paci!smo, ma semmai e della sua tranquilla na: il movimento naxa- lo sguardo ustorio nella inglese di qualche anno dopo ve- all’empatia, a mettersi posizione famiglia- lita della !ne degli anni psiche, la disinvolta pa- rosimilmente inorridì Nabokov, nei panni altrui. La cita- re si frantuma a cau- sessanta. Mentre l’Eu- dronanza dell’impianto ma il vero problema – com’è stato zione in esergo al roman- sa dell’attrazione nei ropa e gli Stati Uniti narrativo, e il prodigio rivelato in anni recenti – non era zo, da cui il titolo, è trat- confronti della dicias- erano attraversati dalle di quella lingua inglese, tanto la versione perché Nabokov ta da Una perfetta felicità settenne di estrazione lotte studentesche e impiegata agilmente per riscrisse sostanzialmente il libro, di James Salter e recita: lumpenproletariat Mar- dalle contestazioni alla la prima volta in forma trasformando il feuilleton dell’edi- “Come facciamo a im- got Peters, incontrata guerra del Vietnam, a di romanzo, con presso- zione russa nella sua memorabile maginare come dovreb- casualmente nel buio Calcutta e nel Bengala ché impeccabile domi- opera prima in inglese, già arric- bero essere le nostre vite di un cinema: arrivista, studenti e contadini si nio stilistico. chita dall’inimitabile !ligrana della se non le illumina la luce petulante e completa- allearono in un pro- Il catalogo delle pre- sua prosa: “La nudità di Margot delle vite altrui?”. Da un getto rivoluzionario occupazioni di Na- mente priva di scrupoli. era naturale, come se da molto lato, i membri della fa- di stampo maoista. bokov (1899-1977) sembra già Accecato dal crescente tempo avesse l’abitudine di correre miglia Ghosh non hanno il benché compiutamente allestito: il traci- turbamento erotico per la ragazza, sulla battigia dei sogni di Albinus”. L’obiettivo era di migliorare le minimo interesse per le condizioni mare del personaggio, una caduta Albinus sarà prima raggirato, poi Nell’universo nabokoviano, i terribili condizioni dei braccian- delle classi inferiori e si accaniscono scevra di ogni caratterizzazione sfruttato e in!ne demolito dagli in- sogni raramente conducono ad un ti nelle campagne; i mezzi erano su Purba e i suoi !gli. Al contrario, morale, più trappola della forza trighi di questa sensuale e volubile dolce risveglio e più spesso invece la guerriglia, il terrorismo e gli la loro unica preoccupazione è man- brutale delle pulsioni che non pec- ingenue, aspirante attrice ambiziosa hanno natura raggelante di incubo. assassinii politici. Il prologo del tenere intatta la propria reputazione cato originale. Lo sgretolamento ma senza talento, del tutto irresisti- Non c’è mai vera liberazione da se romanzo, l’omicidio-suicidio di con parenti, conoscenti e vicini di progressivo della quieta identità bile per Albinus. La giovane è ma- stessi, dalla piaghe delle proprie os- un contadino e della sua famiglia, casa. Dall’altro lato, Supratik, fer- borghese e del confortevole tessu- novrata come un pupazzo dal suo sessioni, né si sfugge all’indi"erente stabilisce il tono della narrazione, vente sostenitore dei subalterni, non to sociale e famigliare. La fredda luciferino amante, Axel Rex, illu- implacabilità del destino. Se non, che non si fa remore a descrivere si cura minimamente di ferire le per- malvagità che trasuda dalle azioni stratore satirico di mestiere ma an- forse, nel momento del trapasso e con gra!ca precisione la disperata sone cui vuole bene o di sacri!care dell’abietta coppia di amanti clan- che archetipo del tru"atore; appe- dell’abbandono de!nitivo, come situazione dei braccianti, le e"e- l’anziano e onesto Madan per porta- destini che sfruttano la vulnerabili- na tornato dall’America è accolto accade all’ormai annichilito Albert: rate azioni dei naxaliti e la feroce re a termine i suoi piani. Entrambi i tà del protagonista. Una misura di come un fratello dallo sprovveduto “Albinus sentì una tra!ttura nel repressione della polizia. fronti, dunque, non sono realmente iniquità pura che infetta l’aria !no Albert, che spera nel suo aiuto per !anco che gli riempì gli occhi di La stessa brutale precisione viene in grado di comunicare e rapportarsi ad eliminare ogni possibilità di sal- il progetto cinematogra!co (che una luce abbacinante di beatitudi- applicata nel raccontare le dinami- agli altri. In questo modo il roman- vezza. non sarà molto più fortunato del ne”. daniele. che di una famiglia della classe me- zo non designa un vincitore morale, E al centro – come potrebbe es- reale adattamento per lo schermo [email protected] dia bengalese, i Ghosh, altro grande ma traccia uno spettro di posizioni, sere altrimenti con Nabokov? – il del romanzo che, nel 1969, ebbe centro del romanzo. La spaziosa casa rimanendo ideologicamente ambi- motore immobile, la causa origi- buona fortuna critica ma scarsissi- E. Ranaboldo è saggista al 22/6 di Basanta Bose Road, dove i guo. nale di tutto: l’eros dominante, ma distribuzione). membri vivono in ordine di impor- Nonostante tratti di un movi- compulsivo e la sua scompaginan- Axel è un’anima nera, un cor- tanza, col patriarca all’ultimo piano mento rivoluzionario che coinvolge te fenomenologia: la perversione ruttore dal passato torbido e, nel e la vedova in disgrazia e i suoi !gli i contadini, La vita degli altri è so- dell’anima, l’infedeltà, l’asservi- presente, un complice opportuni- al piano terra con la servitù, è teatro prattutto un grande romanzo bor- mento della dipendenza, la menzo- sta del crimine in atto, sfoggiante di scontri, gelosie, piccole tragedie e ghese, a metà tra i Buddenbrook e gna, !no alla caduta libera in una la casuale e"eratezza del parassita: mutevoli alleanze. Il precario equi- Pastorale americana. Il punto di vista spirale di impotenza !sica e psico- “Godeva immensamente a mettere librio domestico viene improvvisa- dei subalterni emerge raramente ed logica. in ridicolo la vita trasformandola a mente scosso dal dissesto !nanziario è quasi sempre !ltrato da quello di In equilibrio funambolico tra poco a poco e inesorabilmente in dell’azienda famigliare, la Charu & Supratik o degli altri giovani della commedia degli inganni e noir, caricatura”. Sons, e dalla scomparsa del nipote borghesia che hanno sposato la cau- sono molte le “risate nel buio” di Neppure la morte della !gliolet- più grande, Supratik, che decide di sa naxalita. L’unica voce autonoma cui il lettore gode, grazie alla dis- ta, il dolore brutale della moglie, gli unirsi ai naxaliti nelle terre al con!ne è quella di Madan, il vecchio cuoco settoria ma so!sticata lievità, mar- sforzi dell’onesto cognato saranno tra il Bengala e il Bihar. di famiglia, e vittima sacri!cale dei chio di fabbrica nabokoviano, e al in grado di scuotere Albinus dalla Il romanzo poggia su una strut- piani del giovane rivoluzionario. registro molto spesso esilarante di sua ostinata passività. Ad un certo tura duplice. Mentre seguiamo lo Questo succede perché lo sguardo questa burla dissacrante, simulta- punto, un’amara consapevolezza svolgersi del grottesco dramma bor- dell’autore ritorna continuamente a neamente crudele e brillante. si fa strada ma sarà troppo tardi, ghese dei Ghosh, leggiamo della lot- esaminare, ironico e pietoso al tem- Dove uno dei geni più versatili la frana è inarrestabile: “Forse per ta naxalita di Supratik attraverso le po stesso, la classe media di Calcutta e polisemici della modernità voglia la prima volta nel corso dell’anno lettere che il ragazzo scrive alla don- e il suo fallimentare ruolo politico. condurre per mano l’attenzione del passato con Margot, Albinus fu na amata, senza però mai spedirle. La decadenza della famiglia Gho- lettore lo si intende nelle primissi- pienamente conscio del sottile, Le lettere si interrompono quan- sh rispecchia il disfacimento della me righe. Eclissando ogni buona viscido strato di turpitudine che si do Supratik torna a casa dopo due classe dirigente bengalese che non è regola di suspense, la voce narrante era depositato sulla sua vita”. anni, con l’intento di continuare a stata in grado di assumere un ruolo esordisce con una sorta di necrolo- Il cinema ha, come abbiamo vi- combattere in città. Tuttavia il sogno di guida dopo l’Indipendenza, la- gio, svelando la storia ed il destino sto, ampio signi!cato nel roman- rivoluzionario di Supratik sarà scon- sciando dunque spazio al sorgere di !nale del protagonista, in un inci- zo: lo schermo è quello deformato !tto dalla repressione della polizia. movimenti rivoluzionari, populismi pit succinto e senza scampo: “C’era dalla vanità ottusa di Margot, che La vita degli altri si chiude con un e a frequenti commissariamenti da una volta un uomo che si chiamava mal digerisce il suo fallimento, doppio epilogo. Nel primo, Soma, il parte del governo centrale. La luci- Albinus, il quale viveva in Germa- e sarà Albinus a pagarne le spese: bistrattato !glio della vedova Purba, da prosa di Mukherjee, nell’ottima nia, a Berlino. Era ricco, rispettabi- “Quel mostro sullo schermo non vince la medaglia Fields (il “nobel” traduzione di Norman Gobetti, ci le, felice; un giorno lascio la moglie aveva nulla in comune con lei… per la matematica). Nel secondo, conduce dunque in un universo per un’amante giovane; l’amò; non era orrenda, orrenda!”. Ma è anche ambientato nel 2012, vediamo gli borghese dai colori e sapori insoliti, ne fu riamato; e la sua vita !nì nel l’altra musa elettiva, in simbiosi eredi di Supratik portare avanti la eppure a tratti così famigliare. peggiore dei modi”. con la letteratura, a cui guarda fun- rivoluzione naxalita nelle campagne, [email protected] Albert Albinus è un molto be- zionalmente ed esteticamente la anche grazie ad un metodo per far nestante berlinese (sono gli anni scrittura di Nabokov: il montaggio saltare in aria i ponti ferroviari in- C. Beretta è dottoranda in studi letterari e Trenta del secolo scorso, ma non delle sequenze narrative, fortemen- ventato proprio dal giovane. Nono- culturali all’Università di Bologna N. 3 28 Letterature grande amore, di disillusioni e di camminano sulla testa, questi signo- Il limite fragile tra dolore profondo. Tra tutte, anche Intellettuali ri, dunque vanno capovolti, rimessi La ritualità la voce stessa di Hölderlin, o di in piedi. È così che gli intellettuali verità e "nzione Scardanelli, che recita a comando, capovolti sono trasformati in “tellet-ual-in”: del poker declama, ricorda, urla. Tui. Capovolti, cioè privati della di Chiara Sandrin L’ottava sequenza, al centro esat - di Gerhard Friedrich loro presunta autonomia, si pre- di Nicola Paladin to della serie di quindici episodi sentano però come cifra illeggibile, Stephan Hermlin che compongono il radiodramma, Bertolt Brecht impenetrabili alla possibilità di una Colson Whitehead cita la celebre invettiva contro i spontanea lettura. La loro esistenza SCARDANELLI/HÖLDERLIN tedeschi della penultima lettera IL ROMANZO DEI TUI paradossale, che “nella vita” sparisce LA NOBILE ARTE DEL BLUFF UN RADIODRAMMA dell’Iperione e conduce alle im- ed. orig. 1968, a cura e trad. dal tedesco nell’apparenza di naturalezza, è resa ed. orig. 2014, trad. dall’inglese a cura di Azzurra D’Agostino plicazioni politiche della scrittura di Marco Federici Solari, evidente nell’estraniamento brech- di Paola Brusasco, pp. 198, € 17, e Marianne Schneider, hölderliniana, un motivo fonda- pp. 247, € 18, tiano che trasforma la Germania in Einaudi, Torino 2016 pp. 216, € 9, mentale del radiodramma, e pro- L’ Or m a , Ro m a 2 0 1 6 un paese che richiama sì la Cina ma Mimesis, Milano 2016 babilmente il motivo fondamen- non lo è perché si chiama Cima, il l percorso letterario di Colson tale dell’interesse di Hermlin per l romanzo dei tui ebbe una lunga non-paese di molte parabole del IWhitehead è scandito da due tap- tephan Hermlin (1915-1997), Hölderlin. Il radiodramma si in- I gestazione: Brecht vi lavorò a più drammaturgo tedesco. Brecht mette pe: la pubblicazione di Zona Uno Spseudonimo di Rudolf Leder, serisce infatti in un’accesa discus- riprese dal 1931 al 1942, lascian- in scena i suoi Cimesi nella loro fun- (2011), libro capace di esaurire l’au- esponente signi!cativo della scena sione che in quel preciso momen- do tuttavia il testo incompiuto. La zione oggettiva, svelandone le illuso- tore in#uenzandone la vita extralet- culturale della Repubblica demo- to, sulla base della tesi formulata prima edizione tedesca è postuma rie pretese. Visto però che l’illusione teraria, e $e Underground Railroad cratica tedesca, “l’ultimo comu- in un fortunato saggio del 1969 (1968), segue un’edizione in ingle- ha le fattezze della normalità, la stes- (2016), incluso da Obama tra “i nista del XX secolo”, come è stato di Pierre Bertaux sul rapporto se pubblicata in Germania (1973), sa realtà si presenta con le fattezze cinque libri da portare in vacan- de!nito, ha vissuto alla !ne della di Hölderlin con la Rivoluzione una francese del 1979, mentre quel- dell’assurdo, o anche del mostruoso. za”, opera che lo ha consacrato tra vita un momento di rinnovata, francese, poneva le premesse per la spagnola è del 1990. Dobbiamo E mostruoso è infatti il capitolo i nomi più importanti della narra- grande notorietà, grazie alla pole- una profonda revisione ora chiederci perché in Italia – dove iniziale su Johann Gottlieb Denke, tiva americana contemporanea. La mica aperta nel 1996 della ricezione hölderli- peraltro Brecht conobbe l’assassino maniaco che nobile arte del blu", uscito in Italia dal critico Karl Cori- niana. A questa discus- un’ampia ricezione – la all’inizio degli anni venti nel 2016, è stato scritto nel 2014, tra no, che denunciava la sione si riferirà anche il traduzione sia disponi- in Slesia uccise e mangiò questi due apici. falsità di alcuni episodi dramma Hölderlin, di bile solo ora. Quale può ventisei persone. Brecht Il testo nasce su proposta di Gran- narrati in Abendlicht, Peter Weiss, del 1971, essere il motivo di que- vorrebbe “assegnargli il tland, una rivista sportiva online del 1979, la sua ope- con l’incontro tra Karl sto ritardo? L’argomento posto che gli spetta tra i (fallita nel 2015) che propone a ra più famosa, quella Marx e il poeta della principale del romanzo- grandi tedeschi”. Come Whitehead di pagargli l’accesso alle che da tutti, per anni, Torre, che si sarebbe frammento è la critica mai? È semplice: Den- World Series of Poker (WSOP), era stata considerata !nto pazzo per sfuggire caustica e de!nitiva degli ke ha riciclato in modo una sorta di campionato mondiale un’autobiogra!a. Il fat- alle persecuzioni anti- intellettuali, dell’intel- produttivo i cadaveri di di poker, in cambio di un resoconto to che alcuni di questi giacobine. Ma da quel lettuale borghese come ventisei individui, un’o- dell’esperienza. L’autore si in episodi, particolarmen- momento sarà l’intera funzione sociale, come perazione che i generali un intenso periodo di allenamento te importanti, legati al opera hölderliniana ad essere ri- venduto e venditore di della prima guerra mon- !sico e mentale per cercare di arri- destino della sua famiglia di origi- considerata sotto un’altra prospet- fumo teso a ingannare il proletariato diale non sono stati capaci di attuare vare alla fase !nale del torneo a Las ne ebraica nell’epoca nazista, non tiva. Se nel 1943, in occasione del represso, come leccapiedi dei poten- con i loro milioni di morti. Quella Vegas. La nobile arte del blu" si pre- sarebbero mai stati smentiti anche centenario della morte del poeta, ti senza dignità. È chiaro: qui regna gente è morta per niente, senza nes- senta come una forma narrativa non al di fuori della !nzione letteraria, la sua tomba era stata ricoperta un atteggiamento opposto a quello suna utilità. In questo capitolo la facilmente identi!cabile, autobio- portava la polemica oltre l’antico dalle corone di !ori dei gerarchi gramsciano, espresso nel noto con- critica ai Tui è implicita: gli intellet- gra!ca ma romanzata, innervata da dibattito sul nesso tra “poesia e nazisti che celebravano con tutti cetto di intellettuale organico. tuali non hanno denunciato l’inutile un’ironia che rende di+cile !darsi di verità” nel patto autobiogra!co, e gli onori la memoria del loro poeta Certo, anche Gramsci conosce la macello di milioni di esseri umani, Whitehead sia come autore sia come tuttora non può non far ri#ettere nazionale, adesso, nel 1970, il bi- !gura del pennivendolo ma è consi- un massacro del tutto privo di “riu- personaggio; a tratti guida al poker sul limite fragilissimo tra verità e centenario della sua nascita doveva derato piuttosto un caso individuale, tilizzo produttivo”. E non è un caso per novellini ma, più in generale, ri- !nzione nell’opera letteraria. celebrare il riconoscimento di un una deviazione che tradisce l’essen- che nell’episodio citato il nome del #essione su cosa il poker rappresenti Alla luce di questa ri#essione “altro” Hölderlin. Anche l’edizio- ziale unità organica, antropologica protagonista omicida sia appun- in quanto gioco e metafora di vita. – e tanto più in quanto riguar- ne delle opere, pervenuta come si tra homo faber e homo sapiens; per to Denke: nel principio cartesiano Whitehead si destreggia molto da la biogra!a di un poeta come sa per la maggior parte in forma Gramsci ogni individuo è, in gradi – Ich denke, ossia cogito ergo sum – bene nel tessere una disamina in Hölderlin, e dunque riguarda una manoscritta, fu messa in discus- diversi, sia l’uno che l’altro. Al con- Brecht installa la cifra di un perverso ordine crescente dei paradigmi di grande parola intessuta nella sua sione. Alla storica edizione curata trario in Brecht, e qui ci troviamo “cannibalismo platonico”. Uno stig- casinò, America, umanità, e sono la poesia, Das Wahre, il Vero – anche da Friedrich Beißner a partire dai forse di fronte al motivo del ritardo ma sarcastico che impregna tutto il meccanica e la ritualità del poker a un testo come Scardanelli/Höl- primi anni quaranta del Novecen- italiano, il Tui è essenzialmente e per romanzo, facendosi be"a negli anni permettergli di evidenziare il paralle- derlin richiama la domanda fon- to si a+ancherà, in chiara polemi- indole traditore degli sfruttati, tanto hitleriani di un’intera casta di intel- lismo tra la propria disillusa percezio- damentale sul con!ne tra poesia ca con quest’ultima, a partire dal che solo eccezionalmente e contro lettuali tedeschi. Questa edizione ne di vita e il poker. Ciononostante, e verità, e sul signi!cato stesso di 1975, l’edizione di Francoforte, la sua “natura sociale” – in quanto compensa il ritardo italiano grazie il linguaggio di Whitehead è l’unico verità, se e quando questa coincide un’edizione che, con la pubblica- usufruisce in modo parassitario del alla sua curatela. La traduzione si vero nemico di questo gioco meta- con la poesia. zione integrale di tutte le varianti surplus prodotto dal proletariato – rivela all’altezza del testo e nella sua forico: suona infatti familiare solo Pubblicato nel 1970, in occasio- contenute nei manoscritti, mirava l’intellettuale si può trasformare in introduzione Marco Federici Solari agli a!cionados di Texas Hold’em, ne del bicentenario della nascita di alla conoscenza più ravvicinata e sostenitore delle masse. In questa ne dà un’esauriente inquadratura ma totalmente alieno ai neo!ti del Hölderlin, il radiodramma con- autentica possibile dell’opera höl- analisi Brecht si presenta come un sotto l’aspetto biogra!co, !lologico poker, complice la scelta di mante- centra nella successione concitata derliniana. marxista ortodosso che considera il e concettuale. Utilissimo il “glossa- nere molti termini tecnici in inglese. di quindici brevi sequenze il tenta- Scardanelli/Hölderlin fa eviden- margine di scelte individuali stret- rio” dei nomi “cimesi” introdotti da In quei momenti la narrazione di tivo di un incontro molto di+cile temente parte di questo contesto. tamente delimitato dalla posizione Brecht. Altrimenti chi mai capireb- Whitehead rischia di incepparsi e con Scardanelli, la misteriosa !gu- L’impegno politico di Hermlin economica nel processo della ripro- be che Gogher Gogh si legge Adolf diventare una spocchiosa rassegna ra in cui Hölderlin si è trasformato sostiene l’impianto generale del duzione del capitale. Ora, la cul- Hitler? di tecnicismi e commenti sarcastici. negli ultimi decenni della sua vita. radiodramma, che raccoglie e svi- tura politica della sinistra italiana, [email protected] La nobile arte del blu" si può legge- All’interno della casa in riva al luppa un interesse dell’autore per essendo radicalmente gramsciana, re a diversi gradi di profondità. Dal !ume osservata dai due forestieri Hölderlin coltivato !n dalla prima non poteva conciliare il brechtia- G. Friedrich insegna letteratura tedesca punto di vista del poker, propone la che introducono la storia, si alter- giovinezza. Tuttavia il lettore, o no Tui con i propri fondamenti. all’Università di Torino visione molto americana di un gio- nano voci, con modulazioni diver- l’ascoltatore, frastornato dal caos Brecht parte dalla presenza di un co basato sull’intelligenza invece che se, tra sussurri, musica e altri suoni, brulicante di voci, confuso dall’in- “!siologico” capovolgimento nella sull’azzardo. Dal punto di vista nar- in un ritmo convulso, per riferire, treccio tra l’autenticità delle fonti percezione della realtà nei Tui. Un rativo, è un testo che gioca con il let- citando fedelmente dai verbali e la loro disseminazione arbitraria capovolgimento che risulta da una tore trascinandolo nelle varie fasi del redatti dai tanti visitatori del leg- in un’opera poetica che ha l’ambi- insanabile separazione del lavoro viaggio di Whitehead verso l’evento gendario poeta della Torre, notizie zione di essere anche opera biogra- intellettuale da quello manuale. Nei !nale. In questa dinamica il lettore sulle sue abitudini quotidiane, sui !ca, torna a ri#ettere sul rapporto termini di Gramsci: Homo faber e sperimenta l’avvolgimento menta- suoi gesti, sulle sue parole. Nel tra verità e !nzione, sulla !gura di Homo sapiens qui non si incontrano le ed emotivo provocato dal poker, caos sonoro in cui si è trasportati, Scardanelli e sul pericolo della sua mai. sentendosi alla !ne del libro come se ci sono poi ancora voci, più note, trasformazione da maschera tragi- È questa scissione a produrre fosse alla !ne di una mano di carte. e alcune molto famose, che parla- ca a menzogna patetica. l’inganno “oggettivo” che Brecht Eppure resta un interrogativo: La no dal passato, emergendo dalla nobile arte del blu" non sarebbe stato [email protected] de!nisce “idea di fondo” del suo ro- memoria custodita in preziosi epi- manzo. I Tui, scrive l’autore, “han- più appassionante se fosse stato un stolari, testimonianze di una vita C. Sandrin insegna letteratura tedesca no maturato la convinzione che lo romanzo tradizionale senza conta- intensa, di grandi amicizie, di un all’Università di Torino spirito determini la materia.” Sicché minazioni autobiogra!che? N. 3 29 Letterature Il romanzo è un abilissimo mon- Addolcire il peso della vita taggio di piani temporali, stili, toni, Abitudine alla menzogna lingue, giochi di parole: la lettera- di Paola Splendore tura e la !lologia sono il terreno di Roberta Ascarelli privilegiato in cui Heliseu esercita Cristovão Tezza sa, ma senza confondere ... la vita la memoria e le sue capacità di au- Arthur Schnitzler Sulle orme di Gustav Freytag, che LA CADUTA con lo scritto, entità diverse che toinganno, trovando sempre nella FINK E FLIEDERBUSCH nel 1853 aveva scritto I giornalisti, devono intrattenere un rapporto inizia giovanissimo a occuparse- DELLE CONSONANTI citazione giusta una maniera per COMMEDIA IN TRE ATTI rispettoso e non troppo intimo”. ne. Negli appunti che risalgono INTERVOCALICHE stemperare le ansie, allontanare a cura e trad. dal tedesco Intensa ri#essione sulla genesi della agli anni Novanta troviamo una ed. orig.2014, trad. dal portoghese un pensiero molesto, o “addolcire di Fabrizio Cambi, pp. 172, €15, scrittura e sulla paternità, fuori da piccante storiella amorosa in cui di Daniele Petruccioli, il peso della realtà”, qualcosa tra la Analogon, Asti 2016 ogni luogo comune e ogni retorica, valvola di scarico e il perno intorno un marito mette in pagina il tra- pp. 237, € 15, Fazi, Roma 2016 Bambino per sempre è stato anche in dimento della moglie pur di of- a cui ruota il senso stesso della sua lla !ne del 1917, Arthur Sch- Italia molto apprezzato dalla critica, frire una notizia accattivante; poi vita. Uno spazio in cui si raccolgono nitzler fa un buon consuntivo l giorno in cui l’Università ren- benché presto caduto nel silenzio, A lavora a due testi sul tema e ela- le voci della letteratura antica bra- dell’anno appena trascorso. In fa- Ide omaggio alla sua carriera di come ha ricordato Franco Cordelli bora ri#essioni più articolate, ma studioso, il professore di !lologia siliana e di quella europea, intrec- miglia regna la pace, la situazione sulla “Lettura” del 31 luglio 2016. non meno critiche, su un mestiere romanza Heliseu da Motta e Silva ciate alla trasformazione linguistica economica è solida, ottima l’acco- Nel nuovo romanzo, rivolgendo- particolarmente idealizzato nella si risveglia da un sonno agitato. Tra che portò a di"erenziare i parlanti glienza riservata ai suoi libri. Solo si a un pubblico immaginario, in Vienna di inizio secolo. le sue “angosce mattutine” c’è non portoghesi dagli spagnoli, la caduta la commedia Fink e Fliederbusch cui entra per!no l’ispettore Mai- Ma che Fink e Fliederbusch sia solo l’ansia per la cerimonia, l’in- della consonante intervocalica oc- gli da qualche dispiacere: “qui è gret, il professore Heliseu tenta il un’opera completata durante la certezza su quello che dirà nel suo corsa intorno all’undicesimo seco- già sparito dal cartellone, - scrive bilancio di una vita, assumendo guerra ne fa molto più di una de- discorso, ma la percezione !sica lo: “Tutto è cominciato quando il nel diario – (…). Le chiacchiere a tratti il tono della confessione o nuncia della doppia morale della del “disastro progressivo” dell’età dolor ha preso a trasformarsi subdo- dei recensori mi interessano sem- società asburgica. Vi è la condan- che incalza, il senso di colpa per un dell’autodifesa. E come nel mo- lamente in door e in!ne in dor: ecco pre meno (nell’intimo). Ciò non na delle falsi!cazioni che avevano !glio poco amato e il nologo di Molly Bloom – c’è più fatto! Un’altra lingua”. Questo spie- signi!ca una sopravvalutazione generato gli entusiasmi del ’14 ricordo bruciante delle di un’eco di Joyce nel ga il titolo italiano di un romanzo del Fink, che non è certo un ca- e che continuano a ingannare due donne della sua vita. romanzo – nelle ore molto più semplicemente intitolato polavoro”. Tutto questo ribolle nel successive al risveglio nell’originale O professor, che o"re Leggero, spumeggiante e dis- sulla natura e gli esiti del con#it- monologo inarrestabile, la sua mente è invasa anche una ri#essione sul linguag- sacrante, Fink e Fliederbusch è in to, e vi sono, angosciosi, gli in- lungo quanto tutto il da sensazioni e ricordi gio, sulla sua verità sempre sospesa realtà un capolavoro di stile e di terrogativi sulla manipolabilità e romanzo La caduta delle (amori, colpe, tradi- e le sue in!nite variabili. attualità: una commedia satirica l’“insalvabilità” dell’io. consonanti intervocaliche menti) e specialmente Il racconto del professore, luci- degna di Prima pagina di Billy di Cristovão Tezza, tra i dalla memoria !sica do arguto ironico, vola alto rispet- Wilder in cui i dialoghi sono così chnitzler interviene su questi maggiori scrittori e sag- ancora vivissima delle to alle tragedie vissute, nel privato brillanti che (per citare Zweig) Stemi soprattutto con tre opere gisti brasiliani contem- due donne che ha ama- come nella storia del suo paese, dal- non riescono neppure ad attaccar- che della guerra non parlano: il poranei. to, l’impiegata di banca le speranze rivoluzionarie dei tempi si ai personaggi, il ritmo è incal- Ritorno di Casanova, Fuga nelle te- La sua narrativa, più Monica, diventata sua della dittatura degli anni sessanta al zante, il tema – la critica sferzante nebre e questo Fink e Fliederbusch: di dieci romanzi pubblicati, mol- moglie, morta volando dal balcone presente della presidente, “alla testa alla stampa menzognera e disone- testi sullo sdoppiamento, sulla di- to premiata e conosciuta fuori del mentre inna+ava i !ori, e la sedu- del peggior governo brasiliano degli sta – estremamente coinvolgente. storsione della ragione e sulla sua suo paese, è quasi ignorata in Ita- cente dottoranda franco-brasiliana, ultimi trenta anni”. Perché in fondo Fabrizio Cambi lo ha tradotto incerta tenuta nel trionfo delle lia, dove prima di questo era stato .erèse, che Heliseu accompagne- a che serve arrovellarsi se “il mondo con grande maestria per i caratteri ideologie, ma anche sul bisogno di tradotto solo Bambino per sem- rà in varie sessioni erotico-intel- basta a se stesso”? Con un’ironia di Analogon o"rendo al pubblico una patria e sul suo costo in termi- pre (traduzione di Maria Baioc- lettuali e nella scrittura di una tesi che non perde mai intensità Tezza italiano un’opera schnitzleriana ni di verità e responsabilità. chi, Sperling & Kupfer, 2007), in sul piano inespresso del discorso mette insieme le esperienze intellet- che era sfuggita al setaccio degli “A cinquantatré anni Casanova, Brasile un bestseller da cui è stato parlato, il “non-detto”, elemento tuali di Heliseu con le sue emozioni editori e suggerendone una lettura da tempo non più spinto a vagare anche tratto un !lm presentato al caratteristico della lingua brasiliana più profonde, così che nel profes- acuta e convincente. per il mondo dal giovanile piacere Festival di Rio 2016. Nel romanzo, in cui “l’unico signi!cato certo è sore, narcisista e compiaciuto, con Protagoniste di questa com- dell’avventura, ma dall’inquietu- un giovane padre con la vocazione l’ambiguità”. Il !glio gay che vive il suo fastidioso intercalare eheh e media sono due testate: il gior- dine dell’avanzante vecchiaia, fu alla scrittura si trova a fare i conti in California con un compagno e la sua falsa coscienza, !niamo per nale liberaldemocratico “Die preso da una così intensa nostal- con la rabbia e la disperazione per una bambina adottata resta sullo riconoscere – ed è qui la forza di un Gegenwart” e il foglio di intrat- gia di Venezia”. È il perfetto ini- la nascita di un !glio down. Il !- sfondo, ma torna come un’ombra romanzo colto e coinvolgente – i tenimento dalle simpatie con- zio di una novella quasi perfetta, glio “eterno” – nel titolo originale a inquietarlo ritenendolo responsa- tratti dell’uomo comune con le sue servatrici “Die elegante Welt”. I Il ritorno di Casanova, nella quale O !lho eterno –, quello che non di- bile della morte della madre. Forse i fragilità e le sue paure, dell’uomo redattori sono delle simpatiche la !gura del vecchio avventuriero venterà mai adulto, aiuterà tuttavia tempi sono maturi perché Heliseu, solo di fronte alla vecchiaia. canaglie: giocatori, arrampicato- cede alle lusinghe di un facile con- dopo anni di lontananza, cerchi la servatorismo pur di avere di nuo- suo padre a diventare adulto, a dare [email protected] ri, ex-poliziotti, letterati falliti, un senso alla sua vita, e addirittu- riconciliazione sciogliendo così an- snob incalliti; tra tante penne vo una dimora stabile e una sicura accoglienza. ra a riconciliarlo con la letteratura: che il suo stesso di+cile rapporto P. Splendore insegna lingua e letteratura inglese in vendita vi è un avventizio a “Scrivendo può scoprire qualco- con la !gura del padre. all’Università di Roma Tre caccia di fortuna che cerca di Anche Fliederbusch è un av- “sfondare” in entrambi esiben- venturiero che, alla !ne, si lascia do due identità e due visioni del attrarre da parole d’ordine reazio- mondo. È Fink il conservatore e narie e che baratta le sue contrad- Fliederbusch il liberale, a seconda dizioni per una precaria appar- dei momenti, delle opportunità e tenenza. Per di più Fliederbusch delle suggestioni: “L’altro ieri ero è un ebreo che viene dalle case Fliederbusch – a"erma – …ieri maleodoranti di Leopoldstadt ero Fink…oggi sono entrambi… – il quartiere di Vienna dove si forse nessuno dei due”. addensavano i correligionari in Un po’ avventuriero e un po’ fuga dall’oriente europeo – e, ab- spostato, Fliederbusch si trova bandonato il liberalismo della sua nella assurda situazione di bat- tradizione, cerca di radicarsi nel tersi a duello contro se stesso per piombo patriottico di un foglio degli articoli ingiuriosi indiriz- della destra, come del resto aveva- zati al suo alter ego. Tra padrini, no fatto tanti correligionari, entu- curiosi e colleghi in attesa di uno siasti all’inizio del con#itto. scontro cruento è costretto a ri- A tutto questo Schnitzler con- velarsi suscitando l’ammirazione trappone dalle pagine della sua del conte Niederhof che gli pro- biogra!a – Una giovinezza a Vien- pone di diventare redattore di na, scritta tra il 1915 e il 1918 – un nuovo giornale nazionalista e il ricordo di un ebraismo colto, clericale. Fliederbusch sceglierà tollerante e liberale dal quale non allora l’identità di Fink e nell’a- si era mai staccato e che rivaluta desione ai valori della destra tro- come una promessa per la pace verà un po’ di pace. che sarebbe presto giunta. L’abitudine alla menzogna e la [email protected] doppiezza dei giornalisti erano

temi gustosi per un patologo della R. Ascarelli insegna letteratura tedesca società viennese come Schnitzler. all’Università di Siena N. 3 30 Letterature Maniaco del lavoro scrupoloso di Carlo Lauro

Louis-Ferdinand Céline le dubbiose tirature, la pubblici- LETTERE AGLI EDITORI tà insu+ciente riservata ai suoi libri (indicati più volte, a"ettuo- a cura di Martina Cardelli, samente, come le “mie bestie”). pp. 250, € 19, Su questo registro di s!ducia e di Quodlibet, Macerata 2016 tendenziale isolazionismo si muo- vono trent’anni di epistolario, dal LOUIS#FERDINAND CÉLINE 1931 al 1961, poco cambia che SAGGI, INTERVISTE, RICORDI E LETTERE scriva nel pieno dei riconoscimen- a cura di Andrea Lombardi ti a Parigi o dal gelido e ingiusto con la collaborazione di Gilberto Tura, esilio !nlandese di Klarskovgaard. pp. 318, € 38, Due ossessioni, non meno co- Italia Storica, Genova 2016 centi di quelle pecuniarie, agitano Céline e sono indice d’una mania- a bibliogra!a di Céline in Ita- cale cura del testo a stampa e della Llia conosce continui aggiorna- veste gra!ca. La prima è quella menti. Da quel 1964 che vide la delle bozze che genera frequenti traduzione di Mort à crédit a cura allarmi per le licenze dei correttori di Giorgio Caproni, romanzi e (“per carità non aggiunga una sola pamphlet sono stati via via pub- sillaba al testo senza avvertirmi! In blicati e ripubblicati dalla grande un attimo farebbe crollare il rit- editoria – Einaudi in primis – con mo”; “con o senza il mio accordo mezzo senza dare una risposta magni!ca traduzione inedita di modernità e consumismo (l’ab- traduzioni puntualmente inge- non dovete sopprimere nemmeno all’esordiente e scalpitante Céline Morte a credito lasciata da Giusep- brutimento di televisione, setti- gnose (Celati, Guglielmi, Raboni, una lettera”). L’altra riguarda le circa l’eventuale pubblicazione del pe Guglielmi, molto più celiniana Pontiggia, Ferrero) per l’arduo manali, automobili, cinema so- copertine dei volumi per le quali, primo romanzo (colpevole, forse, e plebea di quella toscaneggiante compito di restituire noro), il precipizio della giovane anche dall’esilio, invo- la #emmatica lettura di Benjamin di Caproni, il quale già nel 1968 Céline. letteratura, l’imminente invasione ca la sobrietà (“sempli- Crémieux). Così il Voyage – e più riconobbe lealmente tutte le pro- Negli ultimi anni cissima, classica, niente “gialla”, la crescente inso"erenza tardi anche il capolavoro succes- prie insoddisfazioni per “quell’at- per la ferocia e la pesantezza degli poi, oltre a biogra!e e piaggerie, niente colo- sivo, Morte a credito – era passa- to temerario”. studi critici, sono usciti ri, asciutta”). uomini. Tra citazioni di Voltaire to a Robert Denoël, editore ben Articolo polemico (1970) è il o di La Rochefoucauld (non è pezzi del vasto episto- Per l’operaio Céline Céline underground di Celati (al- sensibile e spregiudicato (avrebbe un neo-arroccamento sui classici, lario. L’ultimo, e forse gli editori sono so- pubblicato lui, fra il ’37 e il ’41, tro sommo traduttore) sulle pru- Céline adorava Racine e si face- il più interessante, è la stanzialmente sfrut- gli ustionanti pamphlet antise- denze bigotte di prefatori come corrispondenza con gli tatori, “ru+ani delle miti) ma meno blasonato di un Carlo Bo o sulla “civile noncuran- va spedire in Finlandia musica editori sulfurea e scan- meningi”; il loro esta- Gallimard. za” verso Céline dimostrata dalle di Couperin), le conversazioni zonata, a tratti d’irresi- blishment, un covo di Nelle ultime lettere si a"accia avanguardie italiane e dai francesi riprendono i moniti apocalittici stibile comicità; e certo incapaci e vacanzieri. drammaticamente la lotta contro di “Tel Quel” o dell’ École du re- degli scritti. non si capirebbe tanta Passato nel 1951 alla il tempo: Céline lamenta il ritar- gard; mentre la consueta lucidità Nel novero delle lettere, spic- libertà di sberle+, ironie e minac- Gallimard, la ribattezza sempre do della sognata canonizzazione di Cases ne Il “caso Céline”. Illusio- cano quelle scambiate con Elie ce rivolti a rispettabili patrons di con mille nomignoli, a colpi d’a- nella Biblioteca della Pléiade “tra ni illuministiche e paranoia antise- Faure, di lucidità brutale sulle case editrici come Denoël e Gal- scia (“NNNNRF” “Gallimerda”, Bergson e Cervantes” (miraggio mita (1971) analizza la spiazzante questioni sociali e classiste. limard senza la spavalda autocon- “Nennere"e”, “il ghetto N.R.F., che si realizzerà nel 1962, un parabola dal Voyage alle Bagatelles. Quanto a quelle inviate alla sapevolezza d’essere il più grande frocio-gaullista-partigiano”). De- anno dopo la sua morte). Trova E poi ancora ci sono le voci di stampa collaborazionista francese, e innovativo scrittore del secolo, cisivo per la mediazione è stato anche ingiusto che l’editore non Vonnegut, Arbasino, Le Clézio, a parte qualche delirio di troppo, anzi “il demolitore della porta di il giovane Pierre Monnier che gli procuri uno studioso delle sue Vandromme, Dubu"et, Deleuze non sovrappongono nessuna reale quella camera in cui stagnava il ha aiutato lo scrittore negli anni opere, come avviene per quei de- e Guattari, Guillemin etc. (manca adesione politica all’anarchismo romanzo sino al Voyage”. Il Viag- !nlandesi; la corrispondenza con testati e misconosciuti confrères: purtroppo la sorprendente stron- naturale, allo scetticismo ingua- gio al termine della notte (1932) – lui è più amicale, come del resto da Gide e Cocteau a Giraudoux, catura di Da un castello all’altro ribile di Céline. Pezzo di bravura assicura Céline – “è pane per un quella con un altro giovane, Ro- Camus, Sartre, Aragon, Malraux, !rmata da Pasolini, voce inappel- è qui una sorta di missiva antise- intero secolo di letteratura”. E in ger Nimier, unico della Gallimard Genet (del quale fa a brani la pro- labilmente “contro” Céline). e"etti, ombra di Proust a parte, è a non ricevere invettive e anzi pic- mita (in “Révolution nationale”, sa del Diario di un ladro) oltre a Gli interventi di Pound, Miller, 1943) contro Proust, baco da lui il gigante del secolo. cole complicità. Burroughs, Bukowski, danno in- “stranieri” tra i più illustri: Joyce, seta e genio talmudico. In realtà Per descrivere la sua opera pri- Nimier era diventato il suo re- Faulkner, Miller. vece la misura di un’accettazione Céline era lettore troppo sottile ma, Céline usa svaria- ferente dopo che un’e- Spesso periodi interi di let- americana dello scrittore, di"usa, te perifrasi musicali minenza grigia della tere, all’insegna dell’iperbole, senza riserve. Burroughs rievoca per un abbaglio su Proust; sotto la (“Tutto ciò è perfetta- “NRF” come Jean sembrano usciti dai pamphlets una visita, insieme a Ginsberg, coltre di sberle+ per il pédé, il juif mente orchestrato”, Paulhan (tra i primi di- se non dai romanzi: i sarcasmi e nel 1958 a Céline (residente or- e il suo stile bavoso, si troveranno “Una specie di sinfonia fensori di Céline dalla l’inventiva verbale, le paranoie, il mai nel suo serraglio di Meudon) talvolta auree pagliuzze di rico- letteraria”, “Fa pensare torbida accusa di col- pessimismo sull’uomo e le sorti il quale, richiesto di alcune opi- noscimenti mai concessi ad altri anche al genere Ope- laborazionismo) aveva progressive sono i medesimi. La nioni su Beckett, Sartre, Genet, (esempio, l’illuminante missiva ra”); più tardi giungerà rotto la corrispondenza traduzione di Martina Cardelli li Michaux, S. de Beauvoir e con- a Paulhan del febbraio ’49, non alla formula iconica di con lui, ferito dai molti rende assai bene e l’Introduzione temporanei vari, rispondeva infal- presente nella scelta di Cardelli). “Petite Musique” per epiteti (“languido ane- è ammirevole. libilmente “Non è nessuno. Non Merito non minore dei due ap- indicare il laborioso mone”, “povero servo”, è nessuno. Non è nessuno”. passionati curatori è la ricca do- scardinamento sintat- “cesellante purista fedi- lla sua silloge può a+ancar- Saul Bellow vedrà invece in cumentazione iconogra!ca: tappe tico e la “resa emoti- frago”), e dalla ranco- Asi un volume che nella sua lui un “rompicapo incredibile” e che vanno dal reprensibile ragaz- va” e ritmica che, sole, possono rosa ingratitudine (“Le sue lettere robusta struttura potrebbe qua- “sgradevole”, rilevando inconci- zetto del Passage Choiseul al mili- garantire al romanzo una vitalità sono divertenti”, conclude amaro si ricordare i francesi Cahiers de liabilità assoluta tra lo spirito di te del ’14, dal distinto dr. Destou- messa in crisi dai nuovi mezzi del Paulhan, “come possono esserlo le l’Herne: Louis Fernand Céline una scrittura superiore e contenu- ches al neo-letterato vincitore del cinema. lettere dei bambini o dei pazzi”). Saggi, interviste, ricordi e lettere, a ti antisemiti. Prix Renaudot, dal con!nato in Oltre che “stilista”, spesso con Impassibile di fronte alla gra- cura di Andrea Lombardi con la In uno stralcio delle sue conver- una landa !nlandese al malandato ambigua modestia Céline si auto- gnuola celiniana diretta e indiret- collaborazione di Gilberto Tura. sazioni raccolte da Yvon De Be- reduce di Meudon circondato da de!nisce “operaio”, “maniaco del ta (“vecchio cioccolataio”, “farao- gnac, Mussolini – curioso reperto La vastità e la varietà dei materia- cani, gatti e un pappagallo. Oltre, lavoro scrupoloso”, non senza sus- ne dei premi letterari”, “bandito”, li, per la maggior parte inediti in – de!nisce Céline “una bomba ar- naturalmente, alle donne di una sulti di vittimismo (“Odio quello “pagliaccio”, “disastroso salumie- Italia, sono un’opportunità note- mata a rancore”, nel Voyage scor- vita, a mitiche prime edizioni, a che faccio, ma lo faccio perfetta- re”) è invece il potente e facolto- vole per qualsiasi curioso di Céli- ge “scrittura giacobina” e “argot mente”); un operaio, però, “che so Gaston Gallimard, misurato, ne. Si può solo citare alla rinfusa. boulevardier”, ma preconizza “un numerosi giornali d’epoca, alla vuol essere pagato in contanti, sempre dialogante. Due forze Tura, ad esempio, racconta la classico di questo secolo”. galleria di contemporanei più o alla consegna del lavoro, chiaro, contrattuali a tenzone, l’una ne- storia intrigante della prima tra- Le interviste riportate da Lom- meno da lui considerati. preciso, cash, senza storie”. Da cessitosa dell’altra. duzione del Voyage, la prima mai bardi sprizzano di vitalità visio- [email protected] qui continue di+denze e proteste Gaston scontava un peccato uscita, dovuta ad Alex Alexis; e naria. Nell’’in!nità di conside- per gli emolumenti non adeguati, originale: aver perso due mesi e presenta un ampio estratto della razioni, spiccano la ripulsa verso C. Lauro è studioso di letteratura francese N. 3 31 Teatro noi ci sbarazzeremo di gente come Nella farsesca polveriera degli istinti te”. Un confronto rabbioso che si Colui che recideva legami di Pietro Deandrea rivelerà profetico di una frattura sociale insanabile; basti pensare al e cantava il tradimento controverso funerale del 2013 dove Caryl Churchill rappresentata nel primo atto da una la lady di ferro è stata accolta con di Samantha Marenzi TEATRO III bambola, mette in discussione la scritte del tipo “$e bitch is dead”. propria identità di genere, abban- SETTIMO CIELO, Sempre impietosa sulle distor- JEAN GENET, LA SCRITTURA parlare semplicemente di impegno donando il marito per vivere con TOP GIRLS, BEI SOLDI, sioni dei nostri anni, nel 1994 DELLA RIVOLTA politico. Il suo sostegno alle Pantere una nuova compagna e il fratello KRIKER LO SPIRITO DELLA VENDETTA Churchill scrive Serious Money, a cura di Marina Galletti, Nere e ai palestinesi apre interroga- S , omosessuale Edward. I personag- a cura di Paola Bono sul cosiddetto Big Bang prodotto Ilaria Rigano e Francesca Cera tivi sul rapporto di un intellettuale gi vivono più liberamente i propri dalla deregolamentazione thatche- con la scrittura, e con la storia. Il li- ed. orig. 1979, 1982, 1987 e 1994, desideri e la farsa lascia il posto alla pp. 352, € 25, trad. dall’inglese di Riccardo Duranti, riana dei mercati !nanziari. Un’o- Editoria & Spettacolo, Spoleto 2016 bro che solleva la questione politica ri#essione; anche l’anziana Betty ha pera frenetica e a"ollata, miscu- è Un captif amoureux (Gallimard, Laura Caretti e Margaret L. Rose, ormai lasciato Clive, e ha scoperto glio di tecnicismi e scurrilità che 1986), pubblicato postumo e mai Marta Gilmore, Paola Bono, le gioie della masturbazione. È un ai totale la fede, e io mai incarnano perfettamente i nuovi tradotto in italiano, dedicato alla pp. 475, € 22, !nale che non o"re soluzioni, ma tutt’intero”, scriveva Genet squali pre-globalizzazione, ma con “M rivoluzione in Palestina. Ne scrive Editoria & Spettacolo, Spoleto 2016 un’inebriante apertura alla ricerca, nel suo libro più politico, l’ultimo, il un’ennesima trovata straniante per Risset nel saggio Il bianco del cielo, alla scoperta, con Betty che conclu- primo dopo anni di silenzio lettera- indurre alla ri#essione ed evitare il cui titolo echeggia quel Bleu du ata nel 1938, Caryl Churchill de: “Sono stata sposata tanti di que- rio. È un’indicazione per leggere Ge- facili immedesimazioni: le battute ciel (1957) in cui Georges Bataille è una drammaturga britanni- gli anni, che non sono molto sicura net, per osservarlo proprio ai con!ni N in versi rimati. I nuovi trader non tra letteratura, vita e teatro. Il vo- evocava la guerra civile spagnola. ca che scrive testi per radio, Tv e che sia così che si fa conoscenza. Ma Osservando la dialettica tra politica teatro sin dal 1958 e che con ogni se non si sa il modo giusto di fare accettano lezioni di etica dai vecchi lume, che raccoglie scritti italiani e banchieri: “Non facciamo altro che francesi, esce a dieci anni dal conve- e letteratura Risset vede nel libro la nuova opera suscita ancora clamo- una cosa, bisogna inventarselo”. ri#essione su una scrittura che non re e grandi attese. Nel 2012 April Top Girls (1982) a"ronta più continuare / ciò che voi bastardi ci gno Jean Genet. La traversée diagona- avete insegnato. / Facce nuove nel le, organizzato da Galletti e Rigano è reportage né sogno, e che sigilla de Angelis scriveva sul “Guardian” direttamente la questione fem- il patto tra testimonianza storica e che è impossibile immaginare oggi minista, ma sempre senza pretese vecchio recinto, / alzar denaro con all’Università Roma Tre nel 2006 un bel sorriso distinto, / altrettanto per il ventennale della morte dello visione poetica. Albert Dichy, tra la scena teatrale senza pensare a naturalistiche. Come sottolinea la i maggiori specialisti dell’opera di furbo, altrettanto !nto”. Analoga- scrittore. Tornare su un progetto Churchill, ai suoi testi che hanno curatrice, le opere di Churchill non Genet e fondatore dei suoi archivi mente, il Fondo monetario interna- signi!ca rimettere insieme persone rivoluzionato il linguaggio del pal- sono mai rassicuranti, ma s!dano presso l’Institut mémoires de l’édi- zionale, con la sua priorità di saldare che hanno condiviso un oggetto di coscenico come han- continuamente cliché e tion contemporaine, va le banche, emerge come continua- studio, una discussione, no saputo fare solo i aspettative. Nel primo a fondo del problema zione della politica imperiale: “Bob un dialogo. Che hanno capolavori della storia atto Marlene, donna in tra campo politico e condiviso interlocutori, del teatro. Lamentarsi carriera, organizza una Geldof era un povero s!gato, / ha campo letterario. Dichy e nel tempo li hanno della nostra mancanza cena iperalcolica per fe- fatto bene!cenza nel verso sbaglia- sottrae Un captif amou- perduti. Questo volume di attenzione per talen- steggiare la sua promo- to. / Doveva far concerti in Africa reux dall’orientalismo è anche un omaggio a ti stranieri è ormai un zione invitando donne Centrale / e spedire i soldi a qualche del racconto di viaggio a Jacqueline Risset, !gura vezzo, ma in questo caso che come lei hanno su- ente occidentale”. Un testo di+ci- cui la fascinazione per il diventa inevitabile: sono perato le barriere impo- lissimo da tradurre, così come $e di riferimento negli studi mondo arabo lo assimi- pochissime le traduzioni ste dal patriarcato, ma Skriker (1994), opera di teatro-dan- della letteratura francese lerebbe. Salvato dall’u- in italiano dei suoi testi. si tratta di personaggi za popolata da creature del folclore in Italia, la cui scomparsa morismo più ancora che Per fortuna dal 2014 storici e protagoniste di britannico tra cui la protagonista ha trasformato l’appun- dall’impegno politico, il Editoria & Spettacolo poemi o quadri. Un cre- del titolo. La skriker è uno spirito tamento del libro in un libro si apre con la con- colma questa lacuna traducendone scente sovrapporsi di battute porta metamor!co tanto quanto i suoi impegno nuovo, che mostra, accan- fessione del fallimento dell’autore: la l’opera completa. alla luce l’enorme so"erenza vissuta monologhi polisemici e magmatici, to alla vitalità dell’opera di Genet, il rivoluzione palestinese non può che Questo terzo volume, poi, da queste vite così controcorren- spesso paragonati alle sperimenta- movimento del pensiero su di lui. sfuggirgli. A questo rapporto con la contiene quattro capolavori im- te, !no a lacrime e vomito; Griet zioni joyciane. Martoriata dalla so- Il volume eredita dalla formula del narrazione, dove è possibile proiet- perdibili. Nel 1979 Settimo cielo la Pazza si lancia in uno straziante cietà moderna, lamenta il suo fato: convegno la ricchezza di prospetti- tare lo stile e l’estetica sulla brutalità spalanca a Churchill le porte della monologo sulla famiglia massacra- “un tempo lasciavano una ciotola di ve, pluralità necessaria per osservare degli eventi della realtà, Leila Shahid notorietà. Nel primo atto l’Africa ta dagli spagnoli: “Non ne potevo cibo stregato per l’apprendista stre- un’esperienza refrattaria all’unidire- aggiunge la dimensione a"ettiva, coloniale del periodo vittoriano, e più, ero fuori di me, li odio quei ba- gone (…) ora ci odiano e ci ferisco- zionalità del commento. la commozione profonda che i pa- il patriarca-colonizzatore Clive che stardi. Esco di casa quella mattina e no feroci in fretta e non si aspetta”. Una pluralità di sguardi che apre lestinesi in rivolta provocano nello ne sta al centro, vengono deco- grido per far uscire le vicine e dico La sua vendetta coinvolge giovani vie, disegnando la mappa di possibi- scrittore, spingendolo a una confes- struiti attraverso uno straniamento ‘Forza, andiamo dove nasce il male madri single e socialmente escluse, li traiettorie di lettura. Caratterizzato sione su se stesso. Colui che recideva d’ispirazione brechtiana: la moglie e facciamo i conti con quei bastar- trascinate nel suo mondo sotterra- da questo sguardo obliquo di Genet legami e cantava il tradimento trova Betty è interpretata da un uomo, di’”, e racconta così la sua battaglia neo che, secondo alcuni critici, si e su Genet, il libro è diviso in cinque in questo incontro la possibilità di il !glio Edward da una donna e il contro i diavoli dell’inferno, dipinta rivela tossico come il capitale mul- sezioni dedicate ai temi della poli- raccontarsi e di raccontare la scrittu- servo africano Joshua da un bianco. in un quadro di Bruegel il Vecchio. tinazionale. tica, della lingua e della letteratura, ra, a cui torna dopo anni di silenzio. Viene così messa a nudo la costru- Finito questo “sogno”, la domanda Te a t ro I I I è impreziosito da ap- del teatro e del circo, del corpo e l’e- A farlo tornare alla scrittura, e in zione sociale e politica delle iden- è ovvia: qual è la so"erenza dietro parati come glossario, postfazioni rotismo in relazione col cinema e le qualche modo alla !nzione poeti- tità etniche e di genere, proiezioni al successo di Marlene? Nei due re- dei (valenti) traduttori, bio-bi- arti visive, e del rapporto col Saint ca, è l’insorgenza della realtà, che si della paura del diverso da parte del alistici atti seguenti la protagonista bliogra!a. L’Introduzione informa Genet di Sartre (1952), facendosi impone in Palestina come si era im- maschio bianco. Una farsesca pol- emerge come una spietata carrieri- che questo pregevole progetto do- carico non solo della pluralità degli posta in prigione. Realtà e !nzione veriera di istinti repressi esplode sta che ha abbandonato ogni senso vrà prendersi una pausa, ma sono argomenti, ma anche di come ognu- costituiscono i due poli su cui viene all’arrivo dell’esploratore Harry, con di umanità per diventare manager tante le opere di Churchill ancora no penetri nell’altro: la letteratura letta la scrittura teatrale di Genet. A la sua virilità corredata di sessualità di un’agenzia di collocamento, epi- non tradotte. A partire da Vinegar nella politica, il teatro nella lingua, questo binomio restituisce profon- promiscua. Amante della moglie e tome perfetta del liberismo thatche- Tom (1976), teatro-canzone sulla la vita nella ra+gurazione artistica. dità Raimondo Guarino attraverso del servo di Clive, oltre che mole- riano. La critica a questo tipo di caccia alle streghe del Seicento e Con il titolo Genetiana alcuni scrit- alcuni esempi dell’assimilazione di statore di Edward, Harry equivoca emancipazione femminile si fonda sulle streghe di oggi: “Ti avrebbero ti e manoscritti di Risset mostrano, Genet nel teatro italiano. Una assi- le virili ri#essioni di Clive: “pensa su idee e pratiche socialiste dell’au- impiccata allora? Chiediti come ti in chiusura al libro, lo scorcio di un milazione che non passa attraverso archivio. al cameratismo tra uomini, Harry, trice che, tra gli anni settanta e ot- prendono adesso”. la messa in scena dei suoi testi tea- che condividono avventure e peri- tanta, includevano una tecnica di In ciascuno dei temi a"rontati trali ma conosce la celebrazione del- coli, che rischiano insieme la vita... scrittura collettiva con importanti [email protected] emerge un aspetto della sfasatura alla la sua personalità, il ritorno concreto (Harry abbraccia Clive) Ma cosa ti compagnie teatrali: analogamente quale costringe Genet, mai tutt’inte- nel luogo originario di molta sua P. Deandrea insegna letteratura inglese salta in mente? (…) La più ribut- alla scrittura !lmica di Mike Leigh, all’Università di Torino ro, come lui stesso scrive, mai uni- scrittura, che è la prigione. tante delle perversioni! Così cadde i laboratori di discussione e improv- voco aggiungiamo noi, chiamati alla Un’ultima sfasatura: quella di Ge- Roma, Harry, questo peccato può visazione con il cast precedevano la necessità di “sfuggire al commento net che guarda Genet nel ritratto distruggere un impero!”. Si impone stesura solitaria del copione. La que- sui signi!cati, di uscire dall’interpre- che gli fa Giacometti, o che trova i quindi un matrimonio riparatore, stione del monetarismo thatcheria- tazione di uno scrittore che è mol- suoi temi, tras!gurati, nella pittu- che sarà altrettanto caricaturale. no culmina in un litigio tra Marle- to più di uno scrittore”, come ha ra di Rembrandt. Patrice Bougon, L’atto secondo è ambientato a ne e la sorella proletaria Joyce, che a"ermato Raimondo Guarino alla scrivendo sui saggi estetici che Ge- Londra, durante la contestazio- le ha cresciuto la !glia non voluta: presentazione del volume. Bastino net dedica ai due artisti, disegna la ne e le spinte emancipatorie degli “Che bene c’è che sia la prima don- gli esempi di tre snodi attorno ai traiettoria invisibile tra sguardo e anni sessanta, ma per i personaggi na, se è lei? Immagino che ti sarebbe quali, nel libro, si apre un ventaglio visione. In questa obliqua traversata sono passati solo venticinque anni piaciuto anche Hitler se fosse stato di sfumature di senso: la questione emerge il volto del poeta che questi e i ruoli degli attori sono stati ri- una donna (…). gli anni ottanta politica, il confronto con l’arte visi- studi tornano a illuminare: un auto- mescolati. Victoria, !glia di Clive saranno stupendi, okay, ma perché va, e il teatro. Con Genet non si può ritratto di Jean Genet. N. 3 32 Musica ed espressione corporea (il ballo, la La musica del Boss, "nalmente gestualità dei musicisti). Sono un veggente, sono un bugiardo Ci sono alcuni passaggi illumi- di Franco Fabbri nanti, non perché siano del tutto di Gino Scatasta inediti, ma perché non fanno ancora Bruce Springsteen Dunque, di musica nel libro ce parte del senso comune, nemmeno Simon Critchley demici che si avvicinano alla cultura BORN TO RUN n’è. Anzi, ce n’è tanta, molto di più della critica rock, e il tono cordiale BOWIE pop con un rigore che non esclude che nella maggioranza dei libri “su” la passione. L’AUTOBIOGRAFIA del racconto di Springsteen li chia- ed. orig. 2014 e 2016, trad. dall’inglese Springsteen. Quando ho comin- ed. orig. 2016, trad. dall’inglese risce e+cacemente. Molti riguar- È anche il caso di Pierpaolo Mar- ciato a rendermene conto, dopo i di Massimo Baldini, postfazione di Michele Piumini, dano l’e"etto della British Invasion tino, che insegna letteratura inglese capitoli introduttivi, il sollievo si è di Barbara Carnevali pp. 225, € 16, e analizza la musica di Bowie con al- pp. 536, € 23, (1964-65) sulla musica degli Stati accompagnato alla curiosità: il nu- il Mulino, Bologna 2016 tri strumenti. Il volume da lui scrit- Mondadori, Milano 2016 Uniti. Springsteen racconta che mero crescente di “orecchie” e di prima dell’arrivo dei Beatles negli to si intitola però La !loso!a di Da- sottolineature sulla mia copia del Pierpaolo Martino vid Bowie, all’interno di una collana n attesa di ricevere l’edizione ita- Usa c’erano per lo più gruppi vo- libro ne è testimone. Avevo letto da cali che si facevano accompagnare LA FILOSOFIA sulla musica contemporanea dell’e- Iliana, ero andato a leggere qualche poco l’autobiogra!a di Elvis Costel- recensione dell’autobiogra!a di Bru- da musicisti professionisti, o gruppi DI DAVID BOWIE ditore Mimesis, che annovera altri lo (Musica infedele & inchiostro sim- strumentali che non cantavano (le WILDE, KEMP titoli analoghi relativi, fra gli altri, ce Springsteen sulla stampa interna- patico, Baldini e Castoldi, 2016) e vi zionale. Ero rimasto colpito dall’u- surf bands), ma l’idea di un gruppo E LA MUSICA COME TEATRO agli U2, a Frank Zappa, ai Queen avevo rintracciato una miniera di ri- vocale e strumentale, che per di più pp. 146, € 12, e ai Genesis. Lo studio di Martino niformità di quegli articoli, tutti ferimenti, molti dei quali introvabili incentrati sulle di+coltà dei rapporti componesse le proprie canzoni, era Mimesis, Sesto San Giovanni 2016 analizza il percorso artistico multi- anche nella saggistica più competen- fra Bruce e il padre, alcolizzato, inca- del tutto ignota. Questa e altre os- mediale e “multimodale” di Bowie, te: per questo gli accenni ai retrosce- pace di comunicare, spesso violento, servazioni chiariscono il debito di un anno dalla morte, non di- nel dialogo e nell’in#uenza recipro- na psicanalitici di Springsteen mi e sulle conseguenze che quei rappor- Springsteen (e più in generale del minuisce l’interesse editoriale ca di musica, testi e immagini che avevano messo in guardia. Ma Born A ti avevano avuto sul carattere e sul rock statunitense) con la musica per David Bowie, già segnalato su “si ride!niscono a vicenda”. Marti- To Run non è da meno, sia pure in subconscio del Boss, !no a spinger- inglese: l’elenco delle in#uenze di- queste pagine da Pietro Deandrea no parte dalla !gura di Wilde, visto un orizzonte musicale più ristretto, lo, da adulto, a cercare aiuto psica- chiarate è chiaro e dettagliato. Vi si (2016, n. 6)con una recensione di a partire da un’intuizione di Micha- ma con una prospettiva tempora- nalitico. Questo pareva aggiungono, naturalmente, molti ri- alcuni testi usciti o ripubblicati su el Bracewell come la prima pop star le e geogra!ca almeno essere, secondo i recen- ferimenti nordamericani, variamen- questa !gura molteplice che pare del secolo, per passare al fondamen- altrettanto interessante. sori, l’unico elemento di te importanti nel corso degli anni: sempre più incarnare alcuni nodi tale incontro di Bowie con Lindsay Sarà bene, comunque, vera novità, all’interno di dal rock’ n’ roll e dal pop degli anni della nostra contemporaneità. Ora, Kemp, con una ricchissima serie che precisi cosa inten- un racconto già sviscera- cinquanta al rhythm and blues, al per quanto possa apparire strano o di riferimenti ad autori come Ma- do quando dico che in to da decine di biogra!e soul, e poi al country, al folk. E qui si provocatorio, è la !loso!a ad acco- cInnes e Kureishi o a registi come un libro come questo e da in!nite analisi delle arriva, condotti per mano dallo stes- munare due volumi su Bowie usciti Jarman e Haynes, il tutto !ltra- (come questi) “si parla di canzoni. Devo dire che so Springsteen, alla questione critica alla !ne dello scorso anno. to attraverso il discorso critico di musica”. Prima di tutto, la prospettiva di legge- principale che lo riguarda, quella Simon Critchley è l’autore del Bachtin e Barthes. È in Kemp che intendo che il mondo re un libro nel quale la dell’autenticità. Leggendo il dipa- testo tradotto dal Mulino, che Martino indica l’origine della tea- sonoro (umanamente scoperta più consistente narsi iniziale della carriera del Boss, riprende la seconda edizione di tralità di Bowie, la sua capacità ca- è che la personalità di organizzato, direbbero !no al successo già consolidato, ci si maleontica, la sua indi"erenza per il gli etnomusicologi) sia Bowie, uscita dopo la morte dell’ar- un cantautore sia stata domanda dove mai trovi fondamen- principio di non contraddizione, la nel fuoco della narra- tista con l’aggiunta di cinque brevi plasmata da un rapporto di+cile to quell’immagine di rock “autenti- centralità del corpo nelle sue perfor- zione: si racconta di qualcuno che capitoli. Critchley insegna !loso!a col padre (u"a!) non mi sembrava co” che lo ha sempre accompagnato: mance, la capacità di mescolare le ascolta o che produce suoni. Poi, a New York, ha scritto su Lévinas a"atto esaltante. Mi aveva però in- si legge che Springsteen con i musi- fascinazioni queer con la tradizione intendo che si dica l’origine di quei e Heidegger, ma, come racconta curiosito la conclusione dell’articolo cisti insieme ai quali ha lavorato ha del music-hall e con il teatro kabuki suoni (una voce? uno strumento? egli stesso in un’intervista, a diciot- di Neil Spencer sul “Guardian”, là fatto veramente di tutto, suonando giapponese. L’ultimo capitolo del una fonte acusmatica di qualche to anni era pronto a diventare una dove si diceva che nel libro ci sareb- ballabili da un bar all’altro, arrivan- rockstar se un incidente alla mano volume è una competente analisi bero molte meno automobili che tipo?), e se sono riconoscibili secon- do per!no a un discreto successo do qualche categoria sonoro-musi- non gli avesse impedito di suonare musicale dell’opera di Bowie, con nelle canzoni di Springsteen, quindi con un gruppo, gli Steel Mill, che lo la chitarra. La sua passione per la una particolare attenzione alla sua mi accingevo perlomeno a veri!care cale: un genere, uno stile, un titolo. stesso autore de!nisce “prog-metal”. Poi, intendo che si accenni a come musica traspare in modo evidente ultima produzione, compresa quel- questa a"ermazione. Confesso che E quando arriva a proporsi alle case da questo testo su Bowie, nel quale la di !ne anni novanta e primi anni ero pronto a sfruttare il suggerimen- quei suoni sono organizzati, e all’ef- discogra!che come cantautore, è fetto che hanno su chi li produce o li si dice convinto che esista un lega- del Duemila, poco amata da molti to del recensore inglese, e a scrivere perché in quel momento i cantau- me fondamentale fra biogra!a e fan di Bowie e di cui invece Marti- che nell’autobiogra!a c’è anche ascolta, e alla funzione che svolgono tori (Jakson Browne, James Taylor, nella comunità di cui si sta parlando. !loso!a, pur dichiarando che una no sottolinea in modo convincente molta meno musica. e naturalmente Dylan) “tirano”. lettura in chiave autobiogra!ca dei l’importanza creativa, !no al ritor- Perché un libro parli di musica Niente sorprese o scandali, per ca- Ma ho dovuto ricredermi. In- testi di Bowie è riduttiva. In questo no dopo anni di silenzio con $e tanto, non è nemmeno vero che non è né necessario né su+ciente rità. Anzi. Born To Run spiega e+- volume si spinge ancora più avanti, Next Day e l’ultimo Blackstar. nell’autobiogra!a ci siano poche che contenga degli esempi sul pen- cacemente proprio l’anomalia di un in quanto non solo collega la bio- A Blackstar sono dedicati anche automobili. Ce ne sono tantissime tagramma, né che usi una termi- cantautore “serio” che sapeva ballare, gra!a e la !loso!a di Bowie, ma le gli ultimi capitoli, forse i più coin- (nominate per modello, anno, co- nologia accademicamente corretta: suonare la chitarra elettrica e in!am- unisce anche alla propria biogra!a. volgenti, del libro di Critchley, che lore, accessori, venditore, costo), quando Springsteen dice che il suo mare una platea prima di registrare il Questo “piccolo libro”, osserva in- intreccia altri percorsi, quelli di ma soprattutto sono numerose, bassista “suona come Bill Wyman primo disco. degli Stones” i lettori che conosco- fatti nella sua postfazione Barbara Heidegger, Hölderlin e Kafka, con dall’inizio alla !ne, le rievocazioni di www.francofabbri.net percorsi urbani, scorribande, viaggi no il rock capiscono perfettamente Carnevali, è un “tentativo di spiega- quello di Bowie. Come il libro di su e giù per il New Jersey, traversate cosa vuol dire (e un bassista decente re a una comunità di fan, ma in pri- Martino, anche quello di Critchley F. Fabbri ha insegnato popular music mo luogo a se stesso, l’eccezionalità ruota attorno a un quesito che continentali, con ogni tipo di mez- saprebbe subito cosa fare, se gli si all’Università di Torino zo a quattro ruote (anche camion, chiedesse di suonare a quel modo), di un’emozione estetica durata più Bowie pone in tutta la sua produ- pick-up, furgoni), al punto che, sen- anche se non mi risulta – purtroppo di quarant’anni”. zione e che risuona in Heat, l’ultima za alcuna forzatura e senza che l’au- – che esista alcun saggio musicolo- Carnevali, che insegna estetica traccia di $e Next Day: “e mi dico tore mai vi faccia accenno esplicito, gico sullo stile di Bill Wyman. Fatta e !loso!a sociale a Parigi, segnala che non so chi sono”, la cui risposta si capisce perché in tante canzoni questa premessa, il libro di Spring- inoltre come Critchley resista alle viene fornita poco dopo: “Sono un di Springsteen la vita si svolga den- steen è ricchissimo di musica, nei due tentazioni snobistiche del !lo- veggente, sono un bugiardo”. Si può tro un’auto, o sia vista da un’auto: vari modi accennati sopra: contiene sofo (e in generale dello studioso) essere veggente e insieme bugiardo? perché così è stata la sua vita. In un resoconti etnogra!ci di situazioni di che si avvicina al pop: da una par- Sì, risponde Critchley, perché l’arte passaggio Springsteen descrive l’im- ascolto, di esecuzione, di composi- te “la critica dell’ideologia di stile di Bowie “è una confezione consa- pianto audio di un’automobile come zione, contiene osservazioni di na- adorniano, che nega lo statuto di pevole e completamente arti!ciosa un elemento essenziale, e questa af- tura organologica (tipi di strumen- arte a ciò che de!nisce con disprez- di illusioni la cui falsità non è fasul- fermazione rimanda a innumerevoli ti, loro caratteristiche, rapporti fra zo prodotti dell’industria culturale”; la, ma al servizio di una verità per- passaggi nei quali l’autoradio o il strumento e tecniche di esecuzione, dall’altra, l’atteggiamento postmo- cepita, corporea”. Sì, perché, come lettore di cassette sono protagonisti: includendo anche gli strumenti del- derno “di chi si abbassa ironica- intuì il poeta Yeats alla !ne della sua da quegli apparecchi Bruce e i suoi lo studio di registrazione), contiene mente verso un ambito che, in re- vita, si può incarnare la verità anche compagni di viaggio ascoltano i suc- ri#essioni critiche e autocritiche su altà, continua a sospettare indegno, senza conoscerla, viverla attraverso cessi di classi!ca, le compilation su questioni di forma, di genere, di sti- e di cui si può parlare solo in modo le maschere di Bowie che danno a cassetta preparate con ardore !lolo- le, e sul rapporto fra testo e musica obliquo”. Critchley invece “pren- chi lo ascolta la possibilità di salvarsi gico (una per ogni stato attraversato, nelle canzoni, nonché accenni pe- de il suo oggetto sul serio e non si “dalla banalità di essere al mondo”. preoccupa di doverlo giusti!care o viaggiando verso la California), e il netranti ad aspetti della storia della [email protected] proprio primo disco appena uscito, popular music, soprattutto negli nobilitare”, una ri#essione che vale trasmesso dalla radio, segno di una Stati Uniti. Una parte non trascu- anche per la postfazione di Carne- G. Scatasta insegna letteratura inglese svolta nella carriera e nella vita. rabile riguarda i rapporti fra musica vali e per molti altri studiosi o acca- all’Università di Bologna N. 3 33 Fotografia Il quadro della catastrofe Il plusvalore della visione di Andrea Casalegno di Marco Maggi

Franco Mariani e Mattia Lattanzi Paolo Uccello sul Diluvio. Alla sede AMEDEO MODIGLIANI delle Éditions du Patrimoine). A FIRENZE 1966 L’ALLUVIONE di “La Nazione” raggiunge l’altez- E IL SUO MONDO quelle immagini si era appassiona- za di otto metri. Immergendovisi, to Roland Barthes, sino all’estremo RISORGERE DAL FANGO pp. 131, € 32, alcuni giornalisti salveranno una dell’“intossicazione”; progettava di 50 ANNI DOPO: TESTIMONIANZE, Abscondita, Milano 2016 famiglia che abita nel palazzo di commentarle in un seminario dal DOCUMENTI, MEMORIE fronte. titolo Proust et la photographie, che DI UNA CITTÀ OFFESA i apre come un cassetto di A Santa Croce il livello della non poté tenere perché nel frat- pp. 416, € 28, Giunti, Firenze 2016 Smemorie, l’album fotogra!co piena supera il limite raggiunto il Amedeo Modigliani e il suo mondo tempo sopravvenne la morte. Leg- 13 settembre 1557, quando peri- gere la Recherche come un roman à arlo Maggiorelli è un operaio di pubblicato da Abscondita. Ritratti rono molti a"reschi trecenteschi e dell’artista e dei familiari realizza- clef, appuntava nelle note perve- C53 anni, che lavora all’acque- la ristrutturazione venne intrapresa dotto comunale di Firenze. La notte ti in anonimi studi livornesi; un nuteci (in traduzione italiana in La da Giorgio Vasari. Nel refettorio estratto dell’atto di nascita datato preparazione del romanzo. Corsi (I e dal 3 al 4 novembre 1966 Giuseppe dell’antico convento l’acqua arriva Peruzzi, giornalista del quotidiano Un posto di rilievo hanno le au- 16 aprile 1958, a quasi trent’anni II) e seminari al Collège de France, ora a sei metri. In piazza Santa Cro- torità cittadine. Il sindaco Piero dalla morte; rituali immagini di 1978-1979 e 1979-1980, a cura cittadino “La Nazione”, gli telefona ce, il 5 novembre si scorge il segno dalla sede del giornale “per sapere se Bargellini sprona incessantemente !ne anno scolastico e di aule ac- di Emiliana Galiani e Julia Pon- dell’acqua sul monumento a Dante, l’indomani ci sarebbero state di+- il governo e il Paese a non sotto- cademiche; i luoghi della vita, da zio, Mimesis, 2010), produce un al quale Giacomo Leopardi aveva coltà nell’erogazione dell’acqua”. valutare, come era avvenuto in un Iglesias a Parigi, rivisitati da Anna “plusvalore della lettura”, derivan- dedicato la sua seconda canzone. Il “C’è una piena che fa paura” è la primo tempo, il quadro della cata- Marceddu, già curatrice degli Ar- te dalla condensazione fra i tratti 6 novembre in piazza Santa Croce risposta. “Chissà se si potrà !ltra- strofe. Sarà invitato alla Casa Bianca chivi fotogra!ci del Modigliani del personaggio letterario e i “bio- s’incastra nel fango anche la vettura re un’acqua così melmosa. Penso da Lyndon Johnson. Poi i vicesin- Institut Archives Légales; cartoline grafemi” del suo reale o supposto che trasporta il presidente della Re- sarà di+cile. Ora torno a vedere daci Luciano Bausi e Lelio Lagorio, d’epoca del Vieux Montmartre; modello in carne e ossa. pubblica Giuseppe Saragat. come va, mi richiami il cardinale Ermenegildo Florit e il ritratti e autoritratti di Un analogo e"etto – una sorta La documentazione tra poco”. Qualche ora generale Ugo Centofanti. Un ca- modelle e compagni di di “plusvalore della vi- visiva è impressionan- dopo risponde di nuovo: pitolo riporta molte testimonianze strada: Picasso, Brancu- sione” – producono i te. A Ponte alle Grazie “È un disastro, qui si af- di coloro che è ormai consuetudi- si, Braque, un indimen- nomi propri che com- l’acqua è scesa, ma s!ora foga tutti!”. Maggiorelli ne chiamare gli “angeli del fango”. ticabile pro!lo di Anna paiono nei titoli dei si allontana dal telefono, ancora il piano stradale, Altri sono dedicati a ognuno dei Achmatova, della quale ritratti di Modigliani. quasi completamente poi ritorna. “ È un gros- corpi dello stato attivi nel soccorso, è riprodotto in apertu- Chi non ha sperimen- ricoperto dai tronchi so disastro e non so cosa alla venuta di papa Paolo VI per la ra un intenso ricordo tato la jouissance deri- trascinati dalla corrente. fare”. Peruzzi lo invita a messa di Natale, nel cinquantesimo del pittore, al quale fu vante dall’immaginare Ponte Vecchio visto da mettersi in salvo. “Non giorno dall’alluvione, agli interventi legata per una breve il modello dietro la li- nord ha l’acqua vicina posso andare via! Sono di star internazionali come Franco stagione; riproduzioni nea sinuosa del collo e il al colmo delle arcate; da solo e devo sorvegliare Ze+relli e Richard Burton, al docu- di inviti a vernissages volto delicatamente ap- sud è una visione apoca- tutto l’impianto. Non mentarista Folco Quilici, al canta- e scatti di allestimenti poggiato alla mano si- littica, con le botteghe posso, non posso. Ora la lascio, riat- storie !orentino Riccardo Marasco. di opere di Modigliani, dal Salon nistra di Jeanne Hébuterne con cap- sfondate dai tronchi, rimasti a deci- Il libro è un mosaico, e sta al let- tacco e torno a vedere se posso fare d’Automne del 1912 all’Esposizio- pello, o la posa composta e l’abito ne incastrati nella struttura, che per tore ricostruire il quadro complessi- qualcosa”. ne internazionale d’arte di Venezia impeccabile di Léopold Zborowski? fortuna ha retto. vo. Il suo pregio sta nei particolari, Maggiorelli è la prima vittima ac- del 1930 che lo consacrò. Ora, nelle fotogra!e dell’album Una via è completamente ingom- che oggi è facile dimenticare, e nelle certata dell’alluvione di Firenze. “Il Il mondo di Modigliani è evo- Modigliani, Jeanne Hébuterne ci bra di auto sommerse e rovesciate, numerosissime testimonianze. suo corpo venne ritrovato due gior- sta davanti, rincantucciata su uno in un’altra un natante della Polizia cato attraverso il medium dell’al- ni dopo, completamente ricoperto bum, forma caratteristica della sgabello con un libro illustrato salva le persone rimaste bloccate al ntonio Paolucci, già ministro di fango, in un cunicolo dell’im- “postmemoria”. Con questo ter- sulle ginocchia, Maddalena s!nita pianto, mentre il !glio era fuori primo piano. Borgo San Jacopo è Aper i Beni culturali, allora aveva completamente ostruito da carcasse 25 anni e venne incaricato di recu- mine si intende la memoria nella dalla gravidanza che non riuscirà a che aspettava notizie”. Le vittime condizione di posterità; scomparsi portare a termine; Léopold Zbo- u+ciali saranno diciassette in città e di auto e detriti, piazza San Lorenzo perare, al gabinetto fotogra!co della è allagata, in via Santa Maria i com- Soprintendenza, “le innumerevoli i testimoni diretti, restano le trac- rowski, il poeta mercante che com- diciotto in provincia, anche se qual- ce degli eventi, disperse e spesso prò l’esclusiva dell’opera di Modì cuno ritiene che siano state di più. mercianti vendono al miglior o"e- lastre spezzate e le fotogra!e impa- rente le poche derrate che hanno state dal fango”. Paolucci ricorda mutile. Sono tuttavia proprio le per quindici franchi al giorno e la Duemila miliardi i danni. lacune e i silenzi dell’album, spiega fornitura di tele, colori e modelle, Completamente ricoperto di fan- recuperato, in viale Fratelli Rosselli che “l’attuale Opi!cio delle Pietre si muove un mezzo an!bio dei Vi- Dure è nato a seguito dell’alluvio- Marianne Hirsch, la più in#uente è sorpreso in un interno con un go sarà anche gran parte del centro teorica in questo campo, a costitu- braccio ingessato e gli occhi forse storico: una tragedia, e una rinascita, gili del Fuoco. ne”, per merito di Umberto Baldi- ire il tessuto connettivo sul quale volutamente chiusi, come anche che possiamo seguire quasi minuto La piena ha invaso chiese, con- ni, “che ha così duplicato l’Istituto il ricordo continua a intessere il li tiene, in posa già surrealista, la per minuto grazie alle testimonian- venti, archivi e la Biblioteca Nazio- centrale del Restauro di Roma”. proprio racconto; in particolare at- moglie Hanka che gli sta accanto. ze visive e narrative raccolte, per l’e- nale. Le fotogra!e documentano Quell’intervento è stato fondamen- traverso quella speciale ibridazione Le fotogra!e dei mondani di ditore Giunti, da Franco Mariani e i primi interventi di salvataggio tale perché l’alluvione, spazzando di attestazione di realtà e invito Proust, osservava Barthes, produ- Mattia Lattanzi, due giornalisti che e ripulitura, poi i primi passi del via le botteghe artigiane di San Fre- hanno dedicato a quell’evento una lunghissimo, certosino lavoro di diano, aveva fatto scomparire una all’investimento simbolico che è cono un “faccia a faccia tra il sogno parte importante della loro vita pro- restauro. Davanti a Palazzo Vecchio realtà fondamentale per il restauro caratteristica dell’immagine foto- e il reale”: ma con quali e"etti per fessionale. Le immagini provengo- una grande tela, su un carrettino, ha delle opere d’arte. gra!ca. Nell’album Modigliani, il sogno, per quella condensazione no dall’archivio personale di Franco al centro un enorme buco. Maria Un restauro che non è ancora alla fotogra!a è assegnato il com- immaginaria catalizzata dal sospet- Mariani e dall’associazione Firenze Luisa Bonelli, allora direttrice del terminato, spiega Cristina Acidini, pito di far rivivere un mondo, quel to di una presenza reale dietro la Promuove. Museo della Scienza, mostra davan- già soprintendente dell’Opi!cio e mondo che nelle pitture e sculture pagina o di fronte al cavalletto? Assistiamo così all’attimo dello ti all’ingresso il cannocchiale con poi del Polo museale !orentino. Re- dell’artista a+ora come un sospet- La fotogra!a, risponde Barthes straripamento in Lungarno della le lenti di Galileo. Una ragazza ac- stano, in particolare, da restaurare to o un’intermittenza del cuore. contemplando pensoso i ritratti di Zecca Vecchia, la mattina del 4 no- covacciata comincia delicatamente “numerose suppellettili liturgiche”. Negli stessi anni in cui si svol- Paul Nadar, “aiuta e insieme osta- vembre, osservato a pochi metri di a ripulire una tela completamente Nel tempo, tuttavia, le tecniche e le ge la vicenda di Modigliani, nella cola” il sogno. Una simile, ambiva- distanza da due piccoli gruppi di ricoperta di fango. Ai piedi del Da- conoscenze hanno fatto grandi pas- medesima città ma a una certa di- lente esperienza abbiamo vissuto, !orentini sotto l’ombrello. Vediamo vid di Michelangelo sette volontari si avanti in direzione di un restauro stanza da Montmartre e Montpar- sfogliando quest’album, davanti poi Lungarno delle Grazie comple- trasportano un’enorme tela. meno invasivo. Il case study più im- nasse, nel faubourg Saint-Honoré, al ritratto di Victoria, modella tamente sommerso, con l’acqua Scandito dai titoli del quotidiano portante rimane il Cristo di Cima- Paul Nadar, !glio del celebre Félix, e+giata nello studio parigino di che ha raggiunto le porte delle case. “La Nazione”, il testo documenta bue, per la gravità dei danni subiti fotografava il mondo di Proust: Reutlinger nel 1906 con acconcia- L’acqua trascina 500.000 metri cubi tutti gli aspetti del disastro, ma an- e la di+coltà del recupero. Ma solo non ritratti di artisti mercanti e tura a coroncina e lieve pendaglio di terriccio, ai quali si mescolerà che tutti gli interventi di salvatag- recentemente si è potuto intervenire modelle, ma di aristocratici deca- intorno al collo d’alabastro; o da- presto la nafta degli impianti di ri- gio, compreso quello degli animali sulla grande Ultima cena del Vasari, duti e gran borghesi, gli individui vanti a quello di Beatrice Hastings, scaldamento custodita nelle canti- del giardino zoologico. Pompieri, nel cenacolo di Santa Croce: “Qua- sui quali si esercitò instancabil- che nel 1918 dona a Modigliani ne, lasciando una striscia oleosa sui forze dell’ordine, militari, semplici rant’anni fa si sarebbe fatta un’ope- mente l’occhio entomologico dal un’istantanea sulla quale aggiunge muri quando la piena sarà ri#uita. cittadini, le migliaia di volontari razione del tutto diversa, e molto quale scaturirono Swann e Mada- a penna: Paris 1918, e di seguito L’acqua circonda Santa Maria del accorsi da tutta Italia e dall’estero, più pesante, con conseguenze per il me Verdurin (il progetto Le Mon- una parentesi: very ill. supporto ligneo originale”. de de Proust – vu par Paul Nadar Fiore, assedia la stazione centrale, si radioamatori, decisivi nella prima , [email protected] rovescia nei sottopassaggi, dilaga in fase dei soccorsi, quando le linee [email protected] curato da Anne-Marie Bernard, è Santa Maria Novella, dove danneg- telefoniche smettono di funzionare, stato pubblicato in varie vesti, in M. Maggi insegna letteratura e arti gia il grande a"resco prospettico di nessuno è dimenticato. A. Casalegno è giornalista ultimo nel 1999 in un volume all’Università della Svizzera italiana Programma ZeroSei Ogni futuro nasce bambino

La prima infanzia è il momento fondamentale per lo sviluppo.

Oggi però assistiamo a una contrazione generalizzata degli investimenti a favore di servizi educativi e di cura dei bambini, a Torino e in Piemonte come in altre parti del Paese, in un momento in cui, invece, sarebbe essenziale andare nella direzione opposta, di fronte al dato che vede oggi, in Italia, più di un minore su dieci in situazione di povertà assoluta (dati Istat)

È per questo motivo che, da tempo, la Compagnia di San Paolo investe a favore dei bambini nella fascia 0-6 anni in progetti a gestione diretta, con il sostegno a iniziative in ambito sanitario, sociale, culturale e con una intensa attività di ricerca ed è per questa stessa ragione che nasce oggi il Programma triennale ZeroSei: per costruire un quadro coordinato, per massimizzare effetti e per raggiungere economie di scala, con l’obiettivo di promuovere il benessere e lo sviluppo armonico dei bambini torinesi e piemontesi favorendo l’integrazione tra servizi e offerte di cura ed educazione a loro destinati.

Per saperne di più visita il nostro sito internet e iscriviti alla newsletter per essere sempre aggiornato sulle nostre iniziative. www.programmazerosei.it N. 3 35 Sport sulla tavola. E mi sono ricordata La solitudine del maratoneta le alzatacce notturne per assistere, Come sbagliare con mio padre e mia madre alle di Simona Baldelli dirette di boxe oltre oceano, in par- un calcio di rigore con stile ticolare l’ultimo incontro, l’ultimo Daniele Marchesini Owens alla Casa Bianca per congra- Benvenuti-Monzon. E ho ripensa- di Eric Gobetti EROI DELLO SPORT tularsi con lui. Un eroe molto “nor- to alla rabbia, immensa, allora per male”, lo de!nisce l’autore, è Livio STORIE DI ATLETI, me inspiegabile, di Cassius Clay, Gigi Riva Hadžibegić. Un rigore che avrebbe Berruti, medaglia d’oro nei 200 VITTORIE, SCONFITTE diventato poi Muhammad Ali. Ca- L’ ULTIMO RIGORE DI FARUK fatto la di"erenza, secondo l’autore, alle Olimpiadi di Roma del 1960. pisco ora, dopo tanto tempo, che la per una Jugoslavia ancora in bilico pp. 248, € 16, Personaggio lontano dai cliché di UNA STORIA DI CALCIO E DI GUERRA Il Mulino, Bologna 2016 loro voglia di riscatto, economico, tra una riforma di stampo federale rivincita e riscatto sociale, ma em- etnico, sociale, era la stessa che ac- pp. 192, € 15, e una frammentazione nazionalista blema di una nazione, l’Italia, che Sellerio, Palermo 2016 aniele Marchesini è stato do- compagnava i movimenti e le ma- che porterà alla guerra fratricida. in quegli anni correva in un vortice nifestazioni che a"ollavano le strade Può apparire eccessiva l’insistenza Dcente di storia contemporanea d’ottimismo, verso il miracolo eco- Paolo Carelli all’Università di Parma e si dedica del mondo. Erano eventi collettivi, del noto giornalista sportivo sul va- nomico. E c’è il corpo, che dopo cui l’Italia assistette a cavallo di un IL BRASILE D’EUROPA lore simbolico di quel tiro in porta, da tempo allo sport, analizzandolo secoli di morti!cazione a vantaggio boom che tardava a de#agrare e IL CALCIO NELLA EX JUGOSLAVIA sulla possibilità reale di cambiare il sia da un punto di vista sociale sia dell’anima, al principio del XIX se- culturale. L’ultima opera, che ha un’austerity già incombente. TRA UTOPIA E FRAGILITÀ corso della storia grazie a un calcio colo, torna ad a"ermare la sua pre- Leggendo le pagine e le gesta de- di rigore. Tuttavia la descrizione di per sottotitolo Storie di atleti, vitto- senza e i propri diritti, pp. 123, € 12, rie, scon!tte, è un testo gli atleti evocati da Marchesini ho Urbone Publishing, Praga (Rep. Ceca) 2016 quella nazionale bella e impossibile, celebrati nelle lettere da avuto modo di ripensare ai grandi di quel gruppo di ragazzi travolto che ha, fra i molti pregi, Leopardi, Darwin per la quello di una scrittura mutamenti sociali del secolo scorso ono usciti negli ultimi mesi due da uno stato in disfacimento risulta scienza e persino dalla e di questo appena iniziato. Sono davvero e+cace. È in fondo il rac- #uida e colloquiale, in chiesa che scopre, nelle Slibri che raccontano storie simili, grado di coinvolgere stata sui campi di cricket e ho avuto quasi sovrapposte, di certo intreccia- conto della tragedia jugoslava vista partite di calcio degli modo di ri#ettere sull’identità na- con gli occhi di un gruppo di pri- accaniti sportivi e non, oratori ispirati da don te indissolubilmente, sulla straordi- sedotti da un linguag- zionale, classi sociali e colonizzazio- naria parabola del calcio jugoslavo. vilegiati, non per questo però meno Bosco e padre Semeria, ne. Ho attraversato l’Europa ancora colpiti e amareggiati dalla !ne di un gio asciutto e personale, un’occasione di aggrega- O forse sarebbe meglio dire: sulla smembrata dalla guerra appena mondo nel quale si identi!cavano. dietro il quale traspare zione e formazione non storia della Jugoslavia attraverso il !nita e dalla fame pedalando in Una tragedia minore, forse, ma pur una competenza prezio- solo dottrinale. calcio. In particolare sulla !ne trau- compagnia di Bini, Camellini, e poi sempre una tragedia. sa. L’argomento viene L’epica del ciclismo è matica di quella storia, di quell’av- Gino Bartali e del suo rivale Fausto Parte da più lontano il racconto trattato !n dalle origini raccontata con la giusta ventura sublime e folle che fu la Ju- Coppi. Eroi dello sforzo collettivo, del blogger sportivo Paolo Carelli, delle civiltà greca e lati- enfasi, condita di fatica e leggenda, goslavia, anche calcisticamente. Sì, li chiama con precisione Marchesi- che analizza con accortezza la storia na, e il diverso atteggiamento delle così come la solitudine, dice l’au- perché se lo stato jugoslavo è crol- ni. Assai diversi dai divi su due ruo- del calcio jugoslavo !n dalle origini. due società nei confronti dell’agoni- tore, del maratoneta. Suggerisco di lato così disastrosamente, lasciando te di giorni più vicini a noi, spesso Ne risulta una storia tormentata, smo, ne racconta, in qualche modo, leggere, e rileggere, e poi ancora, i dietro di sé rovine e ricordi opachi associati a scandali di doping, schia- sempre strettamente correlata con la struttura sociale. “Così, mentre paragra! che riassumono le gesta di quella che è stata la gloriosa Fede- vi di sponsor ed esigenze televisive, la politica e con le appartenenze in Grecia le feste atletiche (agones) di Spiridon Louis, Rolando Petri, razione di Tito, un discorso simile quasi fossimo ormai incapaci di nazionali e ideologiche. Squadre sono gare vere, che valgono per il Abebe Bikila e la valenza sociale e si può fare anche sul calcio jugo- spingerci in avanti con le nostre sole più volte fondate, sciolte d’u+cio premio simbolico o materiale che politica delle loro imprese sportive. slavo: !nito così tristemente da far e ricostituite, seguendo le diverse rappresentano, perché all’esercizio Si attraversano ring e spogliatoi per forze, schiavi di un mondo che fa- dimenticare il passato. Una storia fasi politiche attraversate dal paese !sico si riconosce un importante conoscere da vicino i protagonisti gocita e digerisce tutto e tutti in una straordinaria in e"etti; la storia di nel corso del Novecento, come nel valore educativo, disputate tra chi della noble art e capire perché la manciata di minuti e non ammette una scuola calcistica unica, fatta di caso dei team di Mostar, Fiume, attraverso di esse aspira fortemente boxe abbia esercitato ed eserciti il scon!tte. Lo sport è occasione di virtuosismi e leggerezze, ascese irre- Sarajevo. Poi l’eterna rivalità fra le a raggiungere la gloria e per quella suo fascino romantico. Leggendo il ri#essione su regimi totalitari che frenabili e improvvise cadute. Uno quattro squadre principali del cal- via l’immortalità, a Roma risultano capitolo dedicato a Primo Carnera, non ammettono défaillance ad ope- stile che ha fatto spesso parlare di cio jugoslavo (Dinamo Zagabria, ludi, divertimenti, esibizioni più Jake La Motta, Rocky Marciano… ra dei loro atleti e questo vale per le fútbol bailado in salsa europea, pa- che competizioni, spettacoli inter- mi sovviene un ricordo personale. Olimpiadi di Berlino del 1936, per ragonando i campioni balcanici ai Hajduk Spalato, Partizan e Stella pretati da schiavi o atleti prezzolati, Trovai, fra i libri di mio padre, una Primo Carnera che celebra la mu- più famosi (e vincenti) cugini bra- Rossa di Belgrado), che si colora po- o"erti al pubblico che vi assiste en- biogra!a di Duilio Loi. La lessi con scolosità del fascismo a Roma nel siliani. Un Brasile d’Europa, insom- liticamente e in!amma le tifoserie, tusiasta: i circenses che fanno il paio la stessa voracità con cui a"rontavo 1933 o per le Spartachiadi dell’U- ma, il cui segreto starebbe proprio trasformandole progressivamente in con il panem della ben nota formula un libro di avventure. In particola- nione Sovietica nel 1928. E la men- in quella commistione di lingue, un prefetto bacino di reclutamento di Giovenale”. L’atleta, lo sportivo, re, mi si piantò in mente un ricordo te non può evitare di correre alle appartenenze, culture; esattamente per le bande paramilitari negli anni e le gesta da lui compiute, diventa- legato all’ennesima scon!tta di un recenti olimpiadi e alle squali!che come per il grande paese latino- novanta. no, pagina dopo pagina, una chiave periodo sfortunato, di cronica e per doping di intere delegazioni, a americano. Genio e sregolatezza, La lettura di questi volumi – en- di lettura di molteplici aspetti so- acuta povertà. Loi racconta di esse- dimostrazione che le medaglie sono forza e agilità, caparbietà e metodo; trambi molto documentati anche ciali. Si parte analizzando l’aspetto re salito sul tram che lo riportava a ancora un simbolo di forza. con un unico neo: la mancanza di da un punto di vista storico – lascia eroico, da semidio della mitologia casa con il volto tumefatto e l’anima Certo, le righe dedicate alle cam- disciplina. Condita, va detto, da un un’impressione contraddittoria. Da greca, di cui sono ammantati i cam- a pezzi, e di aver visto un biglietto da pionesse dello sport, in questo bel limite psicologico, che ferma spes- una parte si ha l’impressione di un pioni delle varie discipline e di cui il mille lire a terra. Gli altri passeggeri saggio, sono assai poche ma, essen- so i campioni jugoslavi a un passo mondo scomparso, dove le squadre pubblico pare aver sempre bisogno. sembravano non essersene accorti, do lo sport paradigma della società, dalla vetta. In particolare negli anni di calcio erano ancora espressione Bisogno di identi!cazione, emula- nessuno reclamava la banconota. Vi non c’è da stupirsene. Costellano e d’oro del calcio jugoslavo, che sono reale di una società, con tutte le sue zione, ispirazione di ideali, valori, a posò un piede sopra, si chinò !n- impreziosiscono il libro, i pensieri gli ultimi. Di questi anni tormentati ambiguità. E dunque un mondo volte, persino, riferimenti culturali. gendo di allacciarsi la scarpa, in!lò di illustri scrittori ed intellettuali – il decennio che va dall’Olimpia- fatto di appartenenze e identità che La trasformazione dello sportivo in le mille lire in tasca e scese dal tram. come Massimo Bontempelli, Gia- de invernale di Sarajevo del 1984 vanno ben al di là del valore tecnico divo, una !gura che tracima dalla Andò a comprare una bombola como Leopardi, Joyce Carol Oates, all’esclusione dall’Europeo del 1992 o economico di un team calcistico. semplice cronaca sportiva e di cui per la cucina a gas e due bistecche. Virginia Woolf, Antonio Gramsci, – ci racconta in particolare Gigi Ma rimane anche la sensazione che vogliamo sapere tutto, vita privata, Tornato a casa, allacciò la bombola fra gli altri. Riva, incentrando il suo volume su quello stile, quel modo di intende- gusti, scelte alimentari. re il calcio sempre sopra le righe e e cucinò la carne. La moglie, in si- [email protected] quell’ultimo dannato rigore sbaglia- Si prosegue con l’esame del con- lenzio, si sedette a tavola e mangiò to agli ottavi di !nale di Italia ‘90 fuori dagli schemi, sia sopravvissuto testo, dell’ambito in cui l’evento alla !ne della Jugoslavia. In fondo il cibo miracolosamente apparso S. Baldelli è scrittrice e autrice teatrale dal centrocampista bosniaco Faruk si svolge. Ed è chiaro perché, in quello spirito irriverente – stretta- quest’ottica, Jesse Owens, nero mente correlato a un’identità mista, d’Alabama, quattro volte medaglia a un’appartenenza mai riconducibi- d’oro alle Olimpiadi di Berlino le ad una sola realtà culturale – vive del 1936, in piena esaltazione del- ancora nel genio di giocatori come la razza ariana, sia scolpito in una Pjanić, Ljajić, Džeko, Handanovič memoria condivisa, tramandata, o lo stesso Ibrahimović. Sono atleti sociale quasi, più di qualsiasi altro spesso senza una vera patria; e insie- atleta suo contemporaneo. Vittorie, me potrebbero formare una nuova le sue, che divennero occasione di straordinaria nazionale jugoslava. riscatto per milioni di persone allo- Che però – ne siamo certi – perde- ra come oggi. E, ci ricorda Marche- rebbe in !nale, sbagliando il rigore sini, la questione razziale era aperta decisivo. e dolorosa anche al di fuori della [email protected] Germania nazista e dei suoi alleati.

Dopo le Olimpiadi lo stesso presi- E. Gobetti è storico freelance, dente Roosevelt non volle ricevere scrittore e documentarista N. 3 36 Scienze Da questa ri#essione può de- Condividere con i viventi rivare una variazione nelle scelte Una scienza democratica alimentari, così che non preveda- diversi da noi no il ricorso ad animali e a loro di Mario Ferraro derivati, ma può anche (in modo di Mauro Mandrioli meno drastico) nascere la richie- Vittorio Silvestrini e Bruno Bartoli riferimento allo studio dei sistemi sta di una gestione più etica non LA GRANDE AVVENTURA complessi. Non è qui possibile di- Simone Pollo agli animali”. solo degli allevamenti, ma anche DELLA FISICA scutere tutte le interessanti questioni del trasporto animale e della ma- sollevate in questa parte del libro, se UMANI E ANIMALI, L’idea di base dell’autore non è DA GALILEO AL BOSONE DI HIGGS usare la ricerca scienti!ca per ri- cellazione. Come conciliare invece non per sottolineare alcuni punti. QUESTIONI DI ETICA pp. 316, € 19, Nel discutere i sistemi complessi conoscere automaticamente un etica animale e sperimentazione Carocci, Roma 2016 pp.148, € 14, qualche status morale particolare scienti!ca? Questo è un problema gli autori si concentrano su quel- Carocci, Roma 2016 li che hanno un comportamento agli animali o un qualche speci!co particolarmente attuale in Italia siste oggi, nel nostro paese, una dovere umano nei loro confronti, perché a !ne 2016, il governo ita- caotico e quindi imprevedibile, nel el corso degli ultimi anni la Evasta letteratura di divulgazione senso che piccole perturbazioni pos- quanto piuttosto guidare il lettore liano ha prolungato di un anno la della !sica: originariamente formata Nricerca scienti!ca ha portato alla scoperta di un’etica animale moratoria sul divieto di utilizzo di sono produrre e"etti grandi. Un a inattesi risultati nel campo dell’e- da traduzioni di testi inglesi od ame- esempio sono le società umane, in (intesa come etica dell’uomo verso animali negli studi sul meccanismo ricani, da un paio di decenni almeno tologia e delle neuroscienze ani- gli animali) che sempre più spesso d’azione delle sostanze d’abuso e cui la complessità delle interazioni è mali. In particolare, a di"erenza di è costituita anche da opere di auto- tale che in molti casi l’agire sociale è presente nella società occidentale sugli xenotrapianti d’organo, una ri italiani, alcune delle quali hanno quanto abbiamo pensato per molto e che occupa uno spazio crescente ampia serie di restrizioni introdotte produce e"etti opposti a quelli che si tempo, il linguaggio, la capacità di conosciuto un grande successo di intendeva ottenere. Sono quelli che nella ricerca accademica. a seguito del recepimento in sen- pubblico. Queste opere hanno fatto produrre cultura, l’empatia, la stra- i sociologi de!niscono e"etti per- Umani e animali: questioni di so molto restrittivo della Direttiva molto per dimostrare che la !sica ti!cazione sociale e la capacità di versi dell’azione sociale, su cui esiste etica è un excursus decisamente europea 63/2010 sulla protezione (come tutte le scienze) è “democra- contare non sono frutto di capacità un’ampia letteratura; un esempio è intenso che segue il rapporto tra degli animali utilizzati a !ni scien- tica”, nel senso che può essere capita cognitive esclusive della nostra spe- presentato a p. 307. uomini e animali dalle prime for- ti!ci. Già da anni è in atto una da tutti, con un po’ di impegno. cie. La scienza ci racconta, infatti, La inerente impredicibilità dei si- me di interazione (con riduzione nell’utilizzo dei modelli Il testo presentato qui si di"eren- sempre più spesso di pe- stemi caotici, secondo gli autori, ha la caccia e l’invenzione animali, e la loro dismissione oggi zia da altri libri divulgativi per l’am- sci, api, procioni, del!ni fatto fallire i tentativi di applicare il dell’allevamento) sino è semplicemente impensabile: e piezza del suo scopo, un excursus “da e pulcini che dimostra- metodo galileiano e le metodologie alle iniziali forme di di+cilmente la tutela assoluta della Galileo al bosone di Higgs”, e per il no di sapere contare, di !sico-matematiche a discipline qua- etica animale codi!cata vita degli animali impiegati in la- suo livello di complessità, decisa- bombi che apprendono li sociologia, economia e biologia. nell’Inghilterra dell’Ot- boratorio potrà apparire una ragio- mente elevato, almeno in certe par- come risolvere problemi Mentre si può essere d’accordo nei tocento per arrivare ne pubblicamente difendibile per ti. La struttura del libro è in qualche pratici per raccogliere primi due casi, il giudizio mi sembra alla contemporaneità interrompere ricerche che hanno modo paradigmatica: la prima parte cibo, e di corvi e primati troppo a"rettato per quanto riguar- dei movimenti per la avuto indubbi e"etti positivi sullo è dedicata alla !sica classica (dalla non umani che usano e da la biologia: la bio!sica, appunto liberazione animale e sviluppo di nuovi farmaci. In que- dinamica all’elettromagnetismo per l’applicazione del paradigma gali- costruiscono strumenti. dell’antispecismo. A ga- sto caso è condivisibile la posizione giungere alle teorie della relatività leiano e delle relative metodologie A questo, si aggiunge la rantire l’inclusione nella dell’Autore secondo cui sia lecito speciale e generale), la seconda in- scoperta che alcuni ani- sfera di considerazione aspettarsi che la comunità scienti!- vece tratta degli sviluppi della mec- !sico-matematiche allo studio della mali (sia uccelli che pri- morale non sono né la ragione né ca continui nel processo di riduzio- canica quantistica, !no alla teoria materia vivente, ha prodotto dei mati) sono in grado di attribuire ad il linguaggio, bensì piacere e dolo- ne del numero di animali usati e di delle particelle elementari. Ciascun risultati fondamentali per la com- altri individui stati mentali, come re. “Dopo Darwin”, scrive Richard sostituzione della sperimentazione capitolo ha una parte introduttiva, prensione dell’attività della cellula o pensieri, conoscenze, aspettative e Ryder “gli scienziati hanno conve- animale con altri modelli. Tuttavia che viene poi approfondita ed estesa dei sistemi neurali, tanto per citare intenzioni. nuto che non c’è una magica dif- “le analisi etiche e le istanze sociali mediante l’uso di un apparato mate- solo due esempi. In de!nitiva il suc- Queste scoperte sono di par- ferenza essenziale fra gli umani e in merito non possono essere pen- matico piuttosto complesso, almeno cesso delle applicazioni delle meto- ticolare interesse per il fatto che gli altri animali dal punto di vista sate come mere regolamentazioni per un testo divulgativo; quindi gli dologie !siche dipende dal grado abbiamo impostato il nostro rap- biologico. (…) Se assumiamo che esterne imposte nell’opera quoti- approfondimenti possono risultare di complessità della struttura che si porto con gli animali partendo la so"erenza sia una funzione del diana di ricercatori e tecnici coin- ostici per chi non abbia una cono- studia: non sorprende quindi che da una discontinuità tra uomini e sistema nervoso allora è illogico volti, ma come fonti per la ri#essio- scenza del formalismo di base della per sistemi molto complessi, come animali, da una posizione antro- sostenere che gli altri animali non ne e la condotta di chi è implicato !sica. Il testo contiene appendici le società umane, ogni tentativo di pocentrica di superiorità culturale so"rono in modo simile a noi, anzi in prima persona su tali questioni”. matematiche, di necessità piuttosto modellizzazione matematica abbia che giusti!ca ogni nostra azione è proprio perché alcuni animali Possiamo essere capaci di convi- stringate, che dovrebbero permette- fallito. nei loro confronti. Come Charles hanno sistemi nervosi come il no- vere con gli animali, ovvero con vi- re di comprendere le formule nel te- Le ultime pagine del libro sono Darwin scriveva nei suoi taccuini stro che sono così tanto studiati”. venti diversi da noi? Probabilmente sto; tuttavia, ad un lettore che voglia poi dedicate all’etica della scienza ed “Gli animali (quelli che abbiamo Come dobbiamo quindi compor- sì, ma solo rivedendo individual- usare queste appendici sarà richiesto al suo porsi rispetto ad altre forme reso nostri schiavi) non ci piace tarci verso gli animali? mente il nostro approccio alla “na- un certo sforzo. del pensiero e dell’attività umana: considerarli nostri eguali. I padro- La proposta che l’autore o"re è tura” nella sua complessità e analiz- Le parti che richiedono una com- sono argomenti che concernono la ni di schiavi non vorrebbero forse di provare a mettere in atto un ap- zando come le nostre scelte di vita prensione delle formule, comunque, ragione d’essere del lavoro scienti- attribuire l’uomo negro a un altro proccio dal basso adottando una quotidiana impattano sulla tutela occupano una parte limitata del li- !co e proporne una loro discussio- genere?”. Animali con a"etti, capa- prospettiva sentimentalista che animale e ambientale. La lettura di bro e anche chi non abbia con!- ne è importante, anche se, come è cità imitativa, che provano paura, tenga conto del fatto che l’uomo Umani e animali: questioni di eti- denza con le basi matematiche della ovvio, non necessariamente si può dolore e dispiacere per i morti… ha una naturale preferenza verso i ca può quindi essere un modo per !sica troverà spiegazioni semplici essere in accordo su tutto. meriterebbero rispetto, suggeri- propri simili e che questa attenzio- iniziare se non a cambiare, quanto ed osservazioni stimolanti. I con- Ad esempio, personalmente non va Darwin. Alla luce del fatto che ne privilegiata verso i membri della meno a ri#ettere su cosa cambiare. cetti e le teorie !siche sono esposti credo che il principio antropico esiste anche una mente (nel senso propria specie gioca un ruolo fon- [email protected] in modo lucido e chiaro, anche nel introdotto alla !ne del libro, per la pieno del termine) animale, dob- damentale della de!nizione della caso di argomenti complessi, come verità in forma dubitativa, possa ave- biamo rivedere il modo in cui ci moralità, in cui la ricerca di una so- M. Mandrioli è genetista al centro di ricerca sulla ad esempio la teoria della relatività re, specie nella sua versione “forte”, rapportiamo con gli altri animali? stanziale uguaglianza interspeci!ca storia delle idee all’Università di Modena o quella delle particelle elementari. un valore epistemologico. Il fatto Per trovare una risposta a questo è semplicemente irraggiungibile. L’uso di formule in un testo divulga- che la struttura dell’universo abbia quesito è interessante leggere il li- “Laddove l’etica animale indica la tivo non è arbitrario, perché la ma- permesso lo sviluppo della vita non bro intitolato Umani e animali: razionalità come risorsa centrale tematica è il linguaggio della !sica, necessariamente implica che l’ uni- questioni di etica, di recente pub- per la ri#essività che espande i con- comprensibile da tutti (con un po’ verso si sia formato a+nché la vita blicazione per Carocci, e scritto da !ni della considerazione morale”, di impegno): capire questo linguag- si sviluppasse. Comunque, per citare Simone Pollo, ricercatore presso il suggerisce l’autore, “qui si sotto- gio non sarà inutile, e permetterà ai gli autori, “a questo punto ci siamo dipartimento di !loso!a dell’Uni- linea la centralità di sentimenti, lettori più volenterosi una migliore trasferiti su una terra incerta...” e ol- versità Sapienza di Roma. simpatia e immaginazione”. Partire comprensione della struttura delle tre i limiti di questa recensione. Come ben illustrato dall’autore, quindi dalle preferenze di specie, su leggi !siche. In conclusione, per chi è questo le interazioni con gli animali han- cui però inserire il fatto che siamo In un certo senso questo è un te- libro? Anche se tutti possono usarlo no caratterizzato la storia dell’uo- in grado di leggere e comprendere sto “a due velocità” e sta al lettore per conoscere le linee fondamentali mo sin dalle origini, anzi si po- gli stati emotivi degli animali (e decidere; in ogni caso è un libro che dello sviluppo della !sica, il lettore trebbe arrivare a dire che gli esseri viceversa) per far sì che l’avvicina- rende bene il senso e la bellezza del- ideale, a mio parere, è chi abbia già umani sono tali perché nel corso mento morale agli animali non sia la !sica.Il capitolo delle conclusioni conoscenze di !sica, diciamo ad un della loro evoluzione e storia han- la conclusione di un ragionamento, cerca poi di situare gli argomenti livello di scuola superiore, e voglia no interagito con gli animali man- ma l’esito di esperienze: “simpatia e trattati in un quadro di riferimento approfondirle anche alla luce degli giandoli, allevandoli, usandoli per sentimenti sono il cuore della vita più generale, a"rontando i problemi sviluppi recenti. vari scopi e intrattenendo con loro morale tanto in genere quanto nel della struttura delle teorie !siche e [email protected] relazioni a"ettive. Potremmo quasi caso speci!co delle relazioni con gli quello delle relazioni tra la !sica ed a"ermare che “siamo umani grazie animali”. altre discipline, con un particolare M. Ferraro insegna !sica all’Università di Torino N. 3 37 Diritto mersione di un’alterità destabiliz- Tra etica e ineludibile libertà zante, che si sottrae all’essere deru- bricata in routine. Successivamente, di Vincenzo Rapone però, la ricostruzione scivola su un piano di ulteriorità rispetto a que- Fabio Ciaramelli vuole che tanto il reale si presuma sta dimensione semplicemente fat- LA LEGGE PRIMA depurato dal suo nocciolo di inco- tuale, dispiegandosi in una critica DELLA LEGGE noscibilità, quanto, sul versante op- dell’essere come registrazione del posto, che Dio sia “malizioso ma LÉVINAS E IL PROBLEMA semplice dato, toccando, invece, i non cattivo”, come vuole Einstein. DELLA GIUSTIZIA territori della religione e dall’etica. Si percepiscono, a questo livello, i Sintetizzando, diremo che, staccato pp. 128, € 16, risultati di una certa interpretazio- Castelvecchi, Roma 2016 il singolo da un rapporto di im- ne dell’anestetizzazione cartesiana mediata con!denza e prossimità al dell’onnipotenza divina, in virtù mondo, il rapporto con l’altro è già elle battute iniziali l’autore della quale il rischio, così come l’as- motiva la scelta di scrivere “da sempre” espressione di un’al- N sunzione di una responsabilità più terità irriducibile, che ci sottrae a questo testo con la necessità di ri- radicale di quella giuridica, sono, di portare l’attenzione su Lévinas, au- ogni presa de!nitiva e assoluta sul fatto, banditi. Ridotto il Dio della reale, con!gurata sul paradigma tore sì di recente oggetto di studi, tradizione monoteista a comodo ma, proprio per questo, assai più della proprietà. In questo senso, garante del continuo processo di Lévinas sostituisce alla prossimi- “noto che conosciuto”. Pur cer- conferimento di sostanza della cer- tamente rilevante, la motivazione tà dell’amore cristiano, che ama il tezza soggettiva, il reale non o"re addotta risulta progressivamente prossimo “come se stesso”, e, quin- nessun attrito, costituendosi come meno fondante di quanto ini- di, come ri#esso del proprio io, l’i- ego-sintonico: così, con Nietzsche, zialmente dichiarato, poco più di naccessibilità del Dio ebraico, che l’uomo moderno “inventa la felici- una semplice “causa occasionale”. non fonda il legame sociale sulla tà”, letteralmente, addomesticando L’approccio di Ciaramel - reciprocità, quanto sulla gratitudi- il mondo, cioè ripor- li, infatti, è tutt’altro che ne e sul dono. La spaesante “alterità filologico-ricostruttivo, tandolo all’interno del volto dell’altro”, la sua trascen- quanto, piuttosto, teso a della tranquillizzante denza rispetto a ogni dimensione ripensare la portata e le cerchia delle mura immediata, rivelano l’anteriorità aperture possibili del pen- domestiche. Sul- dell’etica nella costituzione stessa e di ciascuno, colto in una dimensio- dell’origine e della produzione del siero del !losofo, la cui ri- lo sfondo di questa della socialità e della legalità. Ante- ne pre-linguistica, ante-predicativa, signi!cato, considerato nel giusna- #essione, lo ricordiamo, si problematica, questa riorità che, si badi bene, non può precedente il suo essere costituito turalismo in linea di principio deri- muove sulla scorta di quel lettura di Lévinas ha essere oggetto né di presupposizio- nella modalità di soggetto giuridi- vabile, senza mediazione, dalla sfera ripensamento del soggetto un senso che incro- ne, né di fondazione nel senso di co. Alla legge che deduce il partico- dell’essere. Dunque, luogo elettivo cartesiano inaugurato dal- cia almeno tre livelli derivazione da un’origine logica o lare dall’universale, secondo la deri- di quella nostalgia per l’origine, la !loso!a di Husserl e che del discorso: antro- materiale, ma che, al contrario, può vazione sillogistica, va giustapposta, da cui l’autore intende smarcarsi percorre l’intera corrente pologico, teologico, essere ricavata solo “a cose fatte”, a in questa prospettiva, quella di- ad ogni costo, in qualunque mo- fenomenologica (Heideg- etico-giuridico. Il posteriori, après-coup. “Il volto par- mensione etica preoriginaria, incar- dalità si presenti. Prese le distanze ger, Sartre, Merleau-Ponty). tema del desiderio, inteso come la: ciò che disturba l’ordine logico nante la trascendenza nell’alterità, e tanto dal positivismo statualistico La legge prima della legge è una co- destabilizzazione dell’ordine dato e della totalità, ciò che interrompe la giustizia, entrambe dispiegantesi quanto dal giusnaturalismo, quella erente declinazione in senso etico- interruzione nel “già detto” (gioca l’origine ontologica per il fatto stes- in un ordine, quello linguistico, che si delinea, in de!nitiva, è una giuridico del pensiero del !losofo, qui l’interpretazione di desiderio so di parlare è sempre già interno che non è mai chiuso in se stesso. Si posizione di altissimo pro!lo etico, secondo l’etimo: de-siderare è sot- può essere de!nita un’analisi delle all’ordine originario della media- de!niscono le linee di un orizzon- che sgorga da una considerazione trarsi alle geometrie del moto degli te contenutistico che richiede una conseguenze, derivanti dalla critica zione”. Si de!nisce un’area che è da non meramente tecnica del feno- astri), trova la sua ragion d’essere in un lato di separazione, dall’altro di positivizzazione solo a posteriori da della soggettività, quale prodotto meno normativo e che, per questo, un duplice ordine di questioni. Da salvaguardia dell’altro, espressione parte dell’ordinamento giuridico della “questione della tecnica”. Og- è in grado di superare la categoria un lato, vi è la constatazione che di un’entità trascendente ed asso- propriamente detto, orizzonte in getto della critica fenomenologica, della semplice legalità, oggi così “senza alterità irriducibile, non c’è luta, che lacera costantemente il mancanza del quale ogni forma di l’asserto, proprio della civilizza- abusata, quale mera forma di rassi- zione contemporanea, che il reale pensiero”, dall’altro, il consapevo- già dato, impedendo che chi vi si socialità è, di fatto, completamente curazione delle istanze moralistiche possa essere totalmente prevedibile, le superamento dell’impostazione rapporti giunga a costituirsi come svuotata di senso. Quindi, non vi si della coscienza collettiva. Piuttosto, assolutamente simbolizzato, e che, fenomenologica husserliana, che soggetto unitario: l’Altro, dunque, dà ordinamento oggettivo, se non ancora, si dia in una forma tale !ssa in un correlato oggettivabile divide, più che costituire il singo- per il tramite di una mediazione l’importante è render conto tanto da non “mettere in scacco” mai il l’esito della sua propria ri#essione lo come uno, a immagine e somi- che investe il singolo a partire dal- dell’a+liazione, quanto della disaf- soggetto. In questo approccio sono pure non !ssata, cartesianamente, glianza di Dio. Il percorso che si di- la sua individuale posizione di re- !liazione di ciascuno dall’orizzonte messi in discussione gli assunti fon- sull’orizzonte del cogito. La stessa pana dall’erotismo alla religione ha sponsabile, esplicantesi a partire da normativo, a testimoniare della di- dativi la scienza moderna, così come tensione erotica, che costituisce una conclusione in sede gius!loso- una “legge prima della legge” e che sposizione etica del singolo, della la sua pretesa di fondare il dominio oggetto della produzione letteraria !ca: l’uomo è un’entità eticamente lo riguarda a partire da un dram- sua ineludibile libertà, quali modi tecnico del mondo, caratterizzan- giovanile di Lévinas (determinante rilevante, ben prima di essere posto matico confronto con un’alterità di una giammai circoscrivibile “in- ti, se non istitutivi dell’ottimismo in questo senso la pubblicazione di fronte all’ordinamento giuridico. irriducibile all’io. Al tempo stesso, sondabile scelta dell’essere”. proprio delle società secolarizzate. del terzo volume delle Œuvres com- La legge prima della legge tematizza, però, non si con!gura nemmeno [email protected] Premesso il parallelismo kantiano plètes, Éros, littérature et philosophie) pertinentemente, una “prima ade- un “ritorno del diritto naturale”: tra Dio e la cosa in sé (das Ding), il rileva non tanto per il suo vissuto sione” al giuridico, che riguarda la quest’ultimo è criticato come luogo V. Rapone insegna !loso!a del diritto mondo ridotto a questione tecnica emozionale, quanto rispetto all’e- “cifra esistenziale”, la “sto"a intima” di un approccio lineare al problema all’Università di Napoli

Ferdinand Runkel, M(,*#$( )$ BD:EF$0. P"+$&( )"! D$"#$* )(!!" ,*+!$( A&+(!", edizione italiana a cura di Gianfranco Casaglia, tradu- zione di Elisa Ricci, pp. 352, 30 €, Edizioni Museo Ugo Guidi, Forte dei Marmi, 2016

Il libro contiene l’intero lascito delle lettere, pubblicato nel 1910 da “Internationale Verlagsanstalt für Kunst und Literatur GmbH”, Berlin, numerose illustrazioni in b/n, foto dell’epoca e riproduzioni di disegni e acquarelli, tratti dall’edizione tedesca.

Le Memorie costituiscono uno dei pochi documenti originali su cui si basa la biogra!a del pittore dell’Isola dei Morti. La biogra!a, narrata dalla moglie del maestro, Angela, esprime la forza e la semplicità del racconto orale, !ltrata dallo sguardo dello storico Ferdinand Runkel, che ne ha mantenuto la piacevole leggibilità. Le numerosissime lettere contribui- scono alla tessitura del racconto, arricchendolo di fondamentali notizie sulle opere più famose. Il volume è un importante documento storico che o"re un’immagine accessibile del grande simbolista svizzero. N. 3 38 Storia e nell’inverno del 1925. Obiettivo Pionierismo, modernismo, ultracritico erano la “Bisanzio tarta- Assoluzioni a buon mercato ra”, l’autocrazia zarista e il primitivo sperimentalismo “popolismo” contadino (così Go- di Amedeo Osti Guerrazzi betti de!niva il populismo). di Bruno Bongiovanni Quanto alla terza parte, quella 1943#1945: italiano, abituato a considerare le sulla Rivoluzione, essa recuperava I $BRAVI% E I $CATTIVI% politiche della memoria tedesche Piero Gobetti blicani, hanno inteso conservare le un blocco di articoli pubblicati in ITALIANI E TEDESCHI TRA MEMORIA, tra le più aperte ed avanzate. E RESPONSABILITÀ E STEREOTIPI invece il cammino della memoria DAL BOLSCEVISMO loro clientele. Solo Nitti si è ben precedenza. La rivoluzione bolsce- vica stava modernizzando la Russia, a cura di Massimo Castoldi è stato lungo e faticoso anche in AL FASCISMO comportato. I socialisti, apparentemente rivo- portandola verso l’unica e per tutti pp. XVI – 112, € 24 Germania. In questo paese, infatti, NOTE DI CULTURA POLITICA luzionari, hanno aggregato i piccolo ultima meta storica d’arrivo, ossia il Donzelli, Roma 2016 i primi anni dopo la guerra sono pp. 63, € 12, borghesi parassitari. E il loro unico capitalismo, al momento in Russia stati contrassegnati dagli impera- Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2016 teorico è stato Rodolfo Mondolfo, statalizzato. Lenin e Trockij, sia pure l percorso della memoria del- tivi “dimenticare” e “rimuovere”, studioso a lungo del materialismo attraverso un’azione decisamente la seconda guerra mondiale in Piero Gobetti I con il risultato che i lager e i luoghi storico. Il personaggio che più inte- violenta, erano considerati gli uo- Italia e in Germania è stato aspro degli eccidi e dei massacri, oggetto PARADOSSO ressa Gobetti, con il suo problemi- mini politici più liberali dell’età e accidentato. Per quanto possa della relazione di Altmeyer, sono DELLO SPIRITO RUSSO smo, è invece Salvemini, socialista e contemporanea. E qui emerge un sembrare singolare, tenendo conto stati prima riutilizzati come caser- pp. 259, € 18 isolato libero pensatore. Molte delle paradosso assai diverso da quello delle responsabilità dei due paesi me o campi per le displaced persons, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2016 poche pagine sono dedicate a Salve- del titolo del libro di Gobetti. I co- nello scatenare la più sanguinosa oppure semplicemente abbando- munisti di sinistra, o marxisti occi- mini. E non pochissime ai popolari guerra mai avvenuta sul nostro nati e distrutti. “Non c’era alcun di Sturzo. dentali (da Pannekoek a Gorter, da ei volumi che sono stati pub- continente, entrambe le società interesse, né da parte della politica Nelle ultime cinque pagine ci si Rühle e poi a Bordiga e a tanti altri, blicati da Gobetti, con il suo hanno fatto molta fatica a rico- né di una considerevole fetta della D accosta al titolo del libro e si discor- come Mattick), ma anche i socialisti lavoro di editore, tra il 1922 e il struire e soprattutto ad accettare società tedesca, a confrontarsi con re di una riscossa proletaria che ha di tutte le tendenze, consideravano le proprie responsabilità e le pro- 1926 (anno della morte), volumi il periodo nazista”. Soltanto all’ini- poi continuati, come Edizioni del avuto i suoi realistici animatori in l’approdo al capitalismo di stato (la prie colpe. Il percorso dell’oblio, zio degli anni sessanta le Baretti sino al 1929, Antonio Gramsci e in Nep per il menscevico Martov era prima, e della presa di questo giornale si è già “una piccola rivista tori- nel 1921 il Termidoro dei Soviet) coscienza, dopo, è stato cose hanno cominciato occupato (nel 2012 e nese, L’Ordine Nuovo”. un fallimento autoritario-repressivo in qualche modo paral- a cambiare, grazie an- negli anni successivi) Gobetti trascura però e una degenerazione sociale della ri- lelo nei due paesi. Per che all’impatto media- in occasione dell’inizio le diverse anime del voluzione. Per Gobetti – unico tra i entrambi la volontà di tico dei grandi processi della loro ristampa, con comunismo italiano, liberali, tutti avversari del comuni- dimenticare è andata di dell’epoca, come il pro- caratteri identici all’ori- come Grieco e Bordi- smo oppressivo e anti-economico – pari passo con un mec- cesso Eichmann (1961) ginale, presso le Edizioni ga (vero fondatore del il capitalismo sovietico, indirizzato canismo di scarico di e il primo processo di Storia e Letteratura. PcdI) e come i massima- verso il liberalismo, era invece un responsabilità. Così in di Auschwitz (1963- L’iniziativa davvero me - listi di sinistra milanesi approdo felice che emancipava la Germania la società ha 1968). Con la caduta ritoria, che utilizza in ed emiliani (Repossi e Russia dal suo passato barbarico e addossato per decenni del muro e la riuni!- gran parte le eccellen- Fortichiari). Dei cinque arcaico. ogni colpa ai nazisti, a cazione è cominciata ti schede esplicative di membri del primo co- C’è inoltre un aspetto particola- Hitler oppure alle SS, la terza e più recente Alessia Pedìo, è del Comitato Edi- mitato esecutivo del PcdI (1921), re nel Paradosso. Gobetti, prima e creando una memoria almeno par- fase della politica della memoria zioni Gobettiane. I volumi al ter- oltre ai quattro sopra elencati, solo dopo la morte di Lenin, e nonostan- zialmente assolutoria della propria tedesca. Nel 1999 lo stato federa- mine saranno ben 114. La politica, uno era ordinovista, Terracini. E te gli eventi del 1924-25 e il duro storia recente. Un esempio classico le ha cominciato una politica di di questi cinque, quattro vennero la cultura, la letteratura e la !loso- scontro interno al partito comunista di questo meccanismo è la creazio- largo respiro per la costruzione di espulsi (tutti tranne Grieco). Terra- dell’Urss, ivi compresi l’inizio del de- !a dei drammatici e convulsi anni ne del mito della “Wehrmacht pu- memoriali di nuova concezione, cini, polemicissimo e indignato nei clino politico di Trockij e l’a"ermar- venti italiani stanno così per tornare lita”, ovvero della guerra condotta riconoscendo “un’importanza fon- nuovamente al meglio conoscibili. confronti del patto Hitler-Stalin, fu si di Stalin, non abbandonò l’imma- in maniera tradizionale e rispettosa damentale nell’ambito di una cul- Nulla mancherà e molto è già stato cacciato dal partito nel 1939, men- gine aprioristicamente unanimistica delle leggi internazionali da parte tura della memoria democratica”. compiuto. tre era al con!no, e riammesso se- e solidaristica del gruppo dirigente delle forze armate regolari, inno- Dopo aver descritto l’attività dello Veniamo ai testi di Gobetti pub- miclandestinamente nel 1943. sovietico. Non sappiamo del resto centi, mentre gli orrendi crimini blicati nelle edizioni che furono Eccoci alla conclusione del testo. cosa avrebbe scritto se avesse potu- Studienkreis, e sottolineato l’im- commessi sono da attribuire alle portanza del posizionamento del- le sue. Non pochi sono E al fascismo, dove si sot- to procedere nella stesura e se fosse sole SS. le “pietre d’inciampo”, Altmeyer già comparsi, tra cui il tolineano la concezione vissuto più a lungo. Non era questa Allo stesso modo in Italia ogni conclude con una ri#essione sulle celeberrimo e sempre ci- e l’azione di Dino Gran- una faccenda da poco. Era infatti in colpa della guerra è stata scaricata di. Gobetti lo interpreta s!de per il mantenimento della tato (ma anche discusso) gioco tutta la paradossale interpre- sulle spalle dei tedeschi, mentre i Risorgimento senza eroi come una svolta reazio- tazione della rivoluzione bolscevica memoria nelle prossime generazio- , “bravi italiani” non solo avevano divenuto un pilastro del- naria e una “palingenesi come rivoluzione potenzialmente, ni quando i testimoni diretti saran- combattuto in maniera leale con- la storiogra!a sull’Italia delle classi medie”. Iper- inesorabilmente e irreversibilmente no scomparsi. tro gli Alleati, ma avevano protetto uni!cata. Escono ora altri fascistizzandosi, l’Italia liberale. Occorre allora arrivare a Filippo Focardi è stato uno dei le popolazioni (ebrei compresi) dei due testi. Il primo è il bre- arriverà – e qui Gobetti un lucidissimo saggio del 1932 di primi studiosi italiani a ricostru- paesi invasi dal “barbaro teuto- vissimo Dal bolscevismo al sbaglia la profezia – a un Leone Ginzburg, in quell’anno ven- ire i percorsi dell’oblio nostrano. ne”, dai “discendenti motorizzati fascismo (1923), che si av- imminente e durissimo titreenne. Scrivendo sui “Quaderni Il suo libro Il cattivo tedesco e il di Attila”. Non solo, l’Italia pote- vale di un titolo che poco scontro tra il regime e di Giustizia e Libertà”, Ginzburg bravo italiano (Laterza, 2013) è va vantare anche un movimento ha a che fare con i conte- le opposizioni politiche. metteva in luce, a proposito del giustamente considerato il libro di Resistenza che aveva rivelato la nuti che racchiude e che deriva dalla Accadde, come ben si sa, esattamen- Paradosso di Gobetti, che certo l’av- fondamentale sull’argomento. In te il contrario. “vera natura” del popolo italiano, fusione di due articoli italocentrici vento di Stalin scompaginava tutto, questo nuovo saggio Focardi sinte- Importante è ora la Russia-Urss. fondamentalmente antifascista e comparsi con il titolo La nostra cul- ma, pur criticando l’informazione tizza e aggiorna i risultati delle sue tura politica nel marzo del 1923 su Il 3 febbraio 1926 il giovane edito- insu+ciente, riconosceva a Gobetti democratico. ricerche. La costruzione del mito “La Rivoluzione Liberale”. Come re partì per Parigi, dove morì, a soli la capacità di inserire il bolscevismo Il libro 1943-1945: i “bravi” e i del “bravo italiano”, nasce secondo scrive Polito nella postfazione, non 24 anni e mezzo, il 16 dello stesso nella storia russa. Sosteneva poi, “cattivi” raccoglie gli atti di un con- lui, immediatamente dopo l’8 set- vi è il Risorgimento, ma vi è, dopo mese. Al !losofo genovese Santino con un cenno geniale, che il fasci- vegno tenutosi a Milano nel 2013, tembre 1943, per la voglia da par- l’unità italiana conquistata, la na- Caramella, di un anno più giovane no suscitato dalla Russia bolscevica con la partecipazione di alcuni dei te della classe dirigente italiana di scita e la polimorfa presenza delle di Piero, venne a+data la direzione era dovuto, per Piero, allo sforzo più importanti studiosi del perio- accreditarsi presso gli Alleati e can- idee politiche e dei partiti politici. E della casa editrice, ma con il nome ch’essa aveva compiuto per adeguar- do e soprattutto della memoria cellare le colpe della guerra fascista. vi sono anche i con#itti che hanno “Edizioni del Baretti”. Riuscì a pub- si a un tipo di civiltà simboleggiato della seconda guerra mondiale. I blicare 17 volumi. Si cominciò pro- La guerra fredda ha poi permesso, contrassegnato le une e gli altri. dal mito dell’America. C’era tutto. partecipanti hanno ri#ettuto pro- Il discorso è estremamente cri- prio nel 1926 con le opere solo par- per motivi geopolitici, di cancella- Pionierismo, modernismo, speri- prio sul tema della memoria, con tico. A partire dal secolo XIX non zialmente inedite di Piero Gobetti: mentalismo, mobilità, gigantismo, re qualsiasi memoria dei crimini una serie di relazioni di altissimo sono infatti sorte esigenze morali e Risorgimento senza eroi e appunto concretezza, senso pratico, antiintel- italiani commessi non solo duran- livello. .omas Altmeyer, direttore nell’azione degli italiani vi è sem- Paradosso dello spirito russo, ora rie- lettualismo, realismo, lotta dell’uo- te la seconda guerra mondiale, ma pre stato qualcosa di dilettantesco. merso con un’ottima e talvolta seve- mo contro la natura. Nel Paradosso dello Studienkreis Deutscher Wi- anche durante le guerre coloniali, Quanto allo stesso Cavour, non di- ra postfazione di Antonello Venturi. non erano stati inclusi gli Usa, ma il derstand (il Circolo per lo studio specie in Etiopia. Questa narrazio- ventò popolare “per le sue qualità di Il Paradosso era diviso in tre parti, riferimento si accostava ai ragiona- della Resistenza tedesca), è autore ne, che vedeva nei tedeschi, e tal- realizzatore”, ma per un’astuzia non la prima delle quali (La lotta delle menti di Piero. di un saggio La memoria rimossa e volta nel fascismo, gli unici respon- eccezionale che lo fece protagoni- idee) e quasi tutta la seconda, sino ritrovata. Passato e presente delle at- [email protected] sabili dei crimini del regio esercito sta di misti!cazioni internazionali. all’ottavo capitolo (La Letteratura), tività commemorative in Germania. italiano, è stata poi condivisa dagli V Neppure Camillo Benso si salva, erano pronte con l’ampliamento B. Bongiovanni insegna storia contempoanea Il risultato del suo studio può ap- dunque. I liberali, e persino i repub- di precedenti scritti nell’autunno all’Università di Torino parire sorprendente per il pubblico N. 3 39 Storia occidentale, ma si considera questa V zona come uno dei molti “territo- americani, che consideravano l’Ita- ri plurali d’Europa sbranati dalla lia una pedina fondamentale negli Carismatico maestro contemporaneità”. equilibri politici del Mediterraneo, Luigi Ganapini, studioso della e soprattutto dall’intera società ita- di Alberto Cavaglion repubblica sociale italiana, ha de- liana. Dai comunisti ai democri- dicato la sua relazione all’8 settem- stiani, passando ovviamente per i PENSARE LA LIBERTÀ dell’anima”. La quarantina di quaderni tra- bre. Anche Ganapini sottolinea il neo fascisti, le élite del dopoguerra I QUADERNI DI ANTONIO GIURIOLO scritti, e qui per la prima volta annotati e resi vittimismo e le auto giusti!cazioni hanno accettato, per scopi diversi, pubblici, sono una vera sorpresa. Da un lato di cui la memorialistica è impre- a cura di Renato Camurri, una narrazione auto assolutoria essi confermano, ma solo in minima parte, ciò gnata, ma, nonostante tutti i limi- pp. XV – 507, € 32, della società italiana che ha im- Marsilio, Venezia 2017 che sempre Meneghello aveva sostenuto, ov- pedito, !no almeno agli anni No- ti di questo genere di letteratura, vero che se non fosse caduto nella Resistenza, vanta del secolo scorso, qualsiasi dai testi si possono ricavare spun- Giuriolo avrebbe potuto diventare un “punto ti interessanti. Specie attraverso on era solo un uomo più autorevole, ri"essione critica sul recente passa- dieci anni più vecchio di noi; era un di forza del radicalismo laico”; ma dall’altro i lo studio di diari non pubblicati “N to. Giustamente Focardi conclude anello della catena apostolica, quasi un uomo quaderni aprono il nostro sguardo più ampi conservati nell’Archivio diaristico che, nonostante i grandi passi in santo”. Nel romanzo sulla Resistenza più an- orizzonti che con la scrittura meneghelliana nazionale di Pieve Santo Stefano, avanti fatti negli ultimi anni “resta tieroico che si conosca, I piccoli maestri, Luigi nulla hanno a che vedere. Questo libro, in l’autore ripercorre i sentimenti e (…) molta strada da fare per svi- Meneghello si concede alla mitologia una sola breve, ci esorta a demeneghellizzare Giuriolo le idee di quei militari che furono e dunque a farcelo conoscere meglio. Vengono luppare in Italia una memoria non volta: per tratteggiare i lineamenti del maestro travolti dalle vicende armistiziali, in mente per assonanza e a#nità tematiche i vittimistica, e non reticente, una non piccolo per de!nizione, anzi, carismatico, per arrivare alla conclusione che quaderni gramsciani: per la lettura, ad esem- memoria autocritica e responsabi- Antonio Giuriolo. “Di maestri di simile tem- pio, di Machiavelli e delle Istorie "orentine. le, capace di andare oltre miti !n “l’8 è il momento fondante della pra”, si legge in Fiori italiani, “ce ne sono stati Qui gli studiosi della ricezione del Principe troppo abusati”. memoria divisa e inconciliabile de- in Italia pochi, ma non pochissimi”. Ed è vero, Raoul Pupo analizza un altro gli italiani”. sotto il fascismo – e per ri"esso nella cultura basti ricordare al legame Chiodi-Fenoglio. antifascista – troveranno pane per i loro denti; caso di memoria divisa, ovvero Il saggio conclusivo, di Paolo Giuriolo però non era un maestro nel senso ma nemmeno certa cultura cattolica, di area quello del con!ne italo-sloveno (o Jedlowski, riguarda la di#cile co- liceale del termine, era un uomo appartato, veneta e modernista, rimarrà a bocca asciutta, italo-jugoslavo). Trattandosi di un struzione di una memoria auto- dotato di forte carisma e solidi studi: un uomo analizzando il quaderno dedicato ad Antonio territorio aspramente conteso per critica nel cinema italiano e stra- di minoranza, la cui !gura nel dopoguerra fu Fogazzaro. Sono pagine davvero impressio- quasi tutto il XX secolo, soggetto niero. L’autore identi!ca nei !lm emarginata dalla storiogra!a o meglio sarebbe nanti per profondità e larghezza di vedute. Tra a occupazioni, contro occupazio- di Joseph Losey Mr. Klein (del dire dalla mitogra!a resistenziale proprio in 1976) e di Florestano Vancini La Calogero e Capitini, Giuriolo parte da Croce ni, tentativi di snazionalizzazione virtù del suo rifuggire da ogni congrega. per andare oltre Croce secondo itinerari in cui lunga notte del ’43 (del 1960), due nonché di orrende stragi e depor- La crescente fortuna di Meneghello, per la letteratura ha i caratteri civili e patriottici esempi particolarmente signi!cati- tazioni di massa, si tratta di un case paradosso, ha contribuito ad alimentare un e diciamo pure retorici dell’Ottocento, nel vi di opere che non fanno sconti study estremamente signi!cativo e mito, ra$orzando l’anello della catena aposto- senso più nobile del termine, che Meneghello delicato. Le memorie italiana, slo- alle nostre complicità e alla nostra lica, trasformando Giuriolo in icona, appun- passerà al setaccio della ironia severa. Tonalità, vena e croata sono state profonda- volontaria smemoratezza, conclu- to, “quasi un uomo santo”, ma rimandando quella ironica, che a Giuriolo non appartiene. mente divise e spesso contrappo- dendo che “La memoria autocriti- all’in!nito la scoperta dell’uomo Giuriolo. Di grande interesse il lavoro sul risorgimento, ste, con forti ripercussioni anche ca non si può imporre per decreto. Va riconosciuto al curatore di questo pre- in un tentativo di ricucire la lacerazione aper- sulla ricerca scienti!ca. Pupo solle- Si può però suggerirla”. zioso volume il merito di aver levato ogni aura ta da Gentile e dal fascismo, che certo, come va una serie di temi quali la dela- L’insieme dei saggi permette di leggenda con un lavoro di concreta !lolo- scrive Camurri, avvicina queste pagine agli zione, la violenza politica, le annes- di avere una visione ampia delle gia. Ne viene fuori la grandezza di un uomo studi dei Rosselli, ma in una chiave singolare, sioni e le deportazioni, e suggerisce questioni che hanno attraversato chiuso nella sua ricerca interiore, deciso a ri- con nervature del modernismo e della !loso!a che soltanto attraverso la compara- il di#cile percorso della memoria cercare una sorta di petrarchesca “secessione tardo-idealista. zione e una trattazione di medio- italiana negli ultimi settanta anni, lungo periodo si possa arrivare a sottolineando problemi, confron- una comprensione approfondita e tando altre memorie e propo- di una condotta arbitraria e di un’o- non partigiana degli eventi. nendo prospettive di ricerca, per Onestà intermittente nestà intermittente. Si dà vita così Anche nel caso delle memorie arrivare alla conclusione, come a sistemi molto regressivi, poiché di con!ne, comunque, il lavoro detto da Massimo Castoldi nell’in- di Roberto Giulianelli sbilanciati sulle imposte indirette, di Pupo evidenzia come a decen- troduzione, che: “È sempre più che sono impopolari, ma anche più ni di silenzi alternati a periodi di necessario ripensare al ventennio Silvia A. Conca Messina e a svantaggio dell’Asia (in primis facilmente esigibili e meno soggette polemiche pseudo storiogra!che, fascista, riconoscendo negli italiani PROFITTI DEL POTERE Cina), quanto la ride!nizione dei all’elusione rispetto a quelle gravan- rapporti di forza che si realizza in dopo il crollo della Jugoslavia sia non solo un popolo di vittime e di STATO ED ECONOMIA ti sul reddito o sul patrimonio. Al seno al vecchio continente fra il seguito il lavoro della commissione eroi, rimuovendo i nostri stereoti- NELL’EUROPA MODERNA netto della loro iniquità, i sistemi mista italo-slovena che, nel 2000, pi, superando le nostre reticenze, XVI e il XVIII secolo si siano im- !scali sembrano connettersi per via pp. XVIII – 236, € 22, posti come comprensibile espres- ha pubblicato un rapporto !nale assumendoci le nostre responsabi- diretta ai destini cui gli Stati euro- Laterza, Roma-Bari 2016 sione ed evidente conseguenza “che, comunque lo si voglia giudi- lità, come ci esorta a fare il !loso- pei vanno incontro in questa fase. dell’a$ermarsi del cosiddetto stato Dunque, la loro ine#cienza può care, testimonia di un lavoro fatto fo camerunense Achille Mbembe nterrogarsi intorno al ruolo del- moderno. Uno stato che adotta la essere conteggiata fra le cause delle assieme, perlomeno con grande e come fece per i tedeschi Willy lo stato in economia è tornato a I prima vera politica economica della crisi spagnola e italiana del Seicen- passione”. La commissione ha co- Brandt il 7 dicembre 1970, solo, essere un’utile abitudine da quando storia (il mercantilismo) e fa largo to, così come, di converso, la loro stituito la fase !nale di un periodo davanti alla memoria del ghetto di l’odierna crisi globale ha dram- uso di strumenti tesi a fronteggiare e#cacia ha costituito sia una varia- contrassegnato dal confronto tra Varsavia”. maticamente messo in ridicolo le una spesa pubblica che l’alta con- bile essenziale del “miracolo olan- le storiogra!e nazionali, a cui sta convinzioni degli oracoli che fra [email protected] centrazione dei poteri, la prolifera- dese”, sia una premessa determi- seguendo la fase della storiogra!a il tramonto del ventesimo secolo zione degli u#ci e la permanente “post-nazionale”, nella quale non nante della rivoluzione industriale A. Osti Guerrazzi collabora e l’alba del ventunesimo avevano condizione di belligeranza propria inglese. Per uno di quei paradossi esiste più un con!ne orientale o con l’Istituto germanico di Roma invocato l’assoluta autonomia del- dell’età moderna innalzano sino a che la storia non di rado presen- la sfera produttivo-distributiva da raggiungere livelli inediti. Gravano ta, proprio nel Regno Unito, sola quella politica. Nulla di nuovo sot- sui bilanci statali del tempo soprat- monarchia non assoluta nell’Euro- to il sole, si osserverà giustamente, e tutto i costi di guerre combattute pa del tempo, a cavallo fra XVII e ciò acuisce la frustrazione per avere con mezzi dalla crescente comples- XVIII secolo si rintraccia il sistema accolto con favore o ostacolato con sità tecnologica, costi coperti talvol- !scale più accentrato e uniforme insu#ciente energia peana falsi ta ricorrendo a éscamotages come la del vecchio continente, cui lo stato e arroganti sulle magni!che sorti vendita delle cariche e più spesso abbina una ferrea politica prote- progressive del mercato. facendo leva sul debito pubblico e zionistica (Navigation Acts, Calico Intendiamoci. Questo studio di sul gettito !scale. Acts), apparecchiando così la tavola Silvia Conca non ha l’obiettivo di E proprio intorno all’esazione per la “grande trasformazione” – mettere riparo ad alcuna nefandez- delle tasse Conca propone le sue notissima e citatissima de!nizione za teorico-intellettuale del recente ri"essioni più interessanti. Si trat- di Karl Polanyi – che aprirà le porte passato. È un assai solido libro di ta di una funzione i cui contorni all’età contemporanea. storia che, sulla scorta della lette- vengono de!niti al termine di sof- [email protected] ratura più avvertita, ricorda come ferte mediazioni fra corona, nobiltà

tanto il rovesciamento degli equi- e alta borghesia, e il cui esercizio è R. Giulianelli insegna storia economica libri mondiali a favore dell’Europa a#dato poi ad “appaltatori” preda all’Università politecnica delle Marche

N. 3 41

Alla scoperta di vecchie edizioni: dalla prima versione di Butter#y al Don Carlo del 1886 Recitar cantando, 69 di Vittorio Coletti ed Elisabetta Fava

isogna dar atto alla Scala di aver fatto e commendevole che il Paese del melo- za sempre sorprendente e ha un controllo Bun bel servizio alla cultura musicale dramma impari a conoscere le sue grandi magistrale dell’emissione; mai un acuto dei nostri melomani così terribilmente opere in tutte le loro anche meno note sforzato, mai una nota troppo sfuggita: a"ezionati solo alle stesse cose, aprendo manifestazioni e versioni, specie quando dizione chiarissima, !nale tutto mormo- la sua stagione con un’opera arcinota queste sono tutt’altro che spregevoli (la rato, ma intenso e aderente al personag- come la ma proponendola (ottima dire- stessa cosa della prima Butter%y potrem- gio anche da un punto di vista scenico. zione di Chailly; belle voci di Maria José mo dire per il primo Macbeth di Verdi). Su questo punto come sulla qualità vo- Siri nel ruolo en titre e di Carlos Alvarez V$))%&$% C%F3))$ cale lo sosteneva alla pari la Charlotte di in quello di Sharpless, un po’ meno quel- Isabel Leonard, appassionata, con timbro la di Bryan Hymel per Pinkerton; sobria cangiante di vero mezzosoprano, physique e funzionale la regia di Alvis Hermanis; du rôle inattaccabile. La partitura di Mas- grande l’orchestra) una versione mai più n novembre il Teatro Regio di Tori- senet, però, è molto giocata sull’orchestra messa in scena dopo la prima, proprio a no ha allestito una nuova produzione Milano, nel 1904, dove fu sonoramente I e soprattutto sulla sottile interazione tra del Samson et Dalila di Camille Saint- questa e le voci: determinante, quindi, la !schiata. In seguito al !asco milanese Saëns (1877), trasposizione operistica Puccini mise mano in successive reda- direzione di Michele Mariotti, che ha te- di un celebre episodio biblico dal Libro nuto saldamente l’insieme, dalla vivacità zioni alla partitura e fece fare modiche dei Giudici: un po’ manipolato, intanto anche al libretto, sino ad arrivare, attra- brillante dell’inizio, con le voci petulanti per ricavarne materia per i tre atti di una verso messe in scena a Londra, Parigi e dei bambini che preparano i canti di Na- New York, alla forma attuale in genere rappresentazione, e poi per non far fare tale e il borbottare di alcune macchiette rappresentata. Dunque la prima Butter%y troppa brutta !gura all’eroe poca testa e di paesani, passando per il dramma pri- era sparita ed è merito della Scala averla molti muscoli, che nell’originale si fa tur- vato del II e III atto, !no all’epilogo, di riesumata. Non perché sia migliore del- lupinare per tre volte da Dalila senza farsi per sé un po’ lungo, del IV atto, a cui le redazioni successive. Tagli e ritocchi venire il sospetto che lei lo voglia tradire. però l’appannarsi progressivo, lo stingere hanno (come in genere succede) sempre L’opera di Saint-Saëns ha invece un re - spiro tra eroico e spirituale, che la ren- di voci e orchestra come in una nebbia migliorato la prima versione. Per lo più le di ricordi che si perdono è riuscito a dare seconde o terze versioni delle opere d’arte de molto vicina all’oratorio (bravissimo Pinchas Steinberg a coordinare solisti, or- una commozione autentica. sono migliori delle precedenti e i secon- Da non mancare era anche l’edizione di Promessi Sposi sono meglio ri!niti dei chestra e coro dando a ciascuno il passo giusto e legando l’insieme). Saint-Saëns del Don Carlo in programma alla Sca- primi (non parliamo degli anteprimi del la in gennaio, direttore Myung Whun Fermo e Lucia) e così il secondo Simon conosceva molto bene il gregoriano, di cui ci sono echi evidenti nelle preghiere Chung, soprano Krassimira Stojanova, Boccanegra di Verdi o il terzo Orlando fu- !nalmente in Italia, dove rimpiangiamo rioso dell’Ariosto. Allora perché lodevole degli Ebrei, e ancor meglio Bach, a cui rende persino l’omaggio di una citazione che non sia stata chiamata qualche anno l’operazione della Scala? Per tre ragioni prima, all’apice delle sue possibilità (che principalmente: una è che è istruttivo dalla Passione secondo Giovanni all’inizio mostrare, di opere così note e fortunate del terzo atto. A fronteggiare questa di- restano notevolissime). L’interesse della come la Butter%y, il percorso creativo, mensione quasi sacra c’è il mondo profa- serata era nel fatto che venisse eseguita la vederne qualche volta anche le fasi che no dei !listei, con una coralità sgargiante versione data a Modena nel 1886, vale a hanno preceduto quella de!nitiva: è una nei colori e ossessiva nelle ripetizioni, dire con tutti e cinque gli atti della ver- bella occasione per sorprendere un’opera resa per di più esotica da alcuni tocchi ar- sione francese, ma in italiano e senza i nel suo farsi e capire che un capolavoro monici e timbrici (come il Glockenspiel ballabili; in più si è vista anche una scena non nasce già perfetto, ispirato diretta- nell’ultimo quadro); in mezzo si fa strada quasi sempre omessa, quella in cui, all’i- mente dal Cielo, libretto e musica. L’altra poi l’elemento privato e sensuale, conse- nizio del terzo atto, Elisabetta ed Eboli si è che la prima Butter%y, già ovviamente gnato al personaggio di Dalila, che domi- scambiano le maschere, rendendo com- per noi bellissima, presenta con maggior na in sostanza tutto il secondo atto, pilo- prensibile l’equivoco in cui cade Carlo, evidenza alcune delle principali novità tando le emozioni altrui e simulando le che si rivolge con amorosi accenti a Ebo- del teatro di Puccini: l’esotismo non di proprie, !no al culmine della celebre aria li credendola Elisabetta e segnando la super!cie, esplicitato nel linguaggio ver- “Mon cœur s’ouvre à ta voix”. Con una catastrofe per sé e per gli altri. L’insieme bale e in quello musicale, per il quale c’è Daniela Barcellona in forma impeccabi- purtroppo questa volta non ha piena- più spazio, e quella mescolanza di tragico le c’era un altro leone del palcoscenico, mente scaldato il cuore: la regia di Peter e di comico che torna nell’opera dopo ol- Gregory Kunde, memorabile nella scena Stein, che vantava il battesimo a Sali- tre due secoli di separazione rigorosa (ma della prigionia, capolavoro di tormento sburgo, era non più che modesta, con i già Verdi nella Forza del destino aveva ri- spirituale reso senza eccessi e con un’im- cantanti sempre sul proscenio, cercando aperto i contatti tra i due sottogeneri) e medesimazione che non poteva mancare di coinvolgere anche il pubblico. Le sce- vanamente di sovrastare l’orchestra, ma che nella prima Butter%y era assai vistosa, con esito sempre pallido e o"uscato. Le specie in una serie di scenette del matri- ne di Hugo de Ana rendevano bene l’ar- ticolazione interna del testo: sculture ni- scene non compensavano: palcoscenico monio tra i due protagonisti, in cui spic- sguarnito, pareti drappeggiate di tele cavano lo zio ubriacone, istigato a bere e nivitiche e inquietanti nei palazzi !listei, a cantare da Pinkerton, la madre, la zia e splendidi costumi per le fanciulle !listee, celestine, persino nella foresta di Fon- ascetismo per il mondo so"erente degli tainebleau; uno studio un po’ squallido

Quaderni il cugino discolo di Cio Cio San. La terza ragione è che Pinkerton fa giustamente ebrei. ospitava Filippo II, un Furlanetto ormai una !gura peggiore che nella versione !- Al Comunale di Bologna era in scena calato dentro la parte con totale identi- Recitar cantando, 69 nale e appare più visibilmente l’antenato a dicembre Werther di Jules Massenet, !cazione e anche commovente quando Vittorio Coletti di Trump che è, col suo disprezzo per i altra opera un tempo popolarissima, ma soccorre la moglie con una tenerezza che “musi” gialli, e anche quando, alla !ne, di tempra intimistica, che adatta ai modi reprime appena lei riapre gli occhi. Don ed Elisabetta Fava sembra davvero disperarsi davanti al do- del libretto il romanzo epistolare di Goe- Carlo è un capolavoro non solo per i suoi Butterfly e Don Carlos: lore di Butter#y, si corregge subito con the: molto abilmente, ma anche con ine- temi memorabili, ma per la ricchezza di alla scoperte di vecchie edizioni “mi riprenderò”, caso mai lo spettatore vitabili forzature, per cui Charlotte ma- idee che lo a"ollano, coprendo anche i avesse creduto a un suo reale e duratu- nifesta un’evidente simpatia per Werther, minimi interstizi di dialogo: illumina- ro pentimento. Nella redazione de!niti- mentre Alberto si incattivisce, aderendo zioni di un istante, inserite in un discor- Effetto film va questa bassezza gli viene risparmiata allo stereotipo del baritono. Gli occhi so sempre #uido, come una narrazione e, anzi, gli si dà in cambio la magni!ca erano puntati su Juan Diego Florez, al tra epico e domestico; persi questi par- Paola Cristalli romanza “Addio !orito asil” in cui con- suo esordio nella parte del protagonista: ticolari, l’insieme si s!laccia; nonostante La La Land di Damien Chazelle fessa “son vil” come e"ettivamente è, ma alcuni splendidi assoli, anche dell’or- lo fa così bene che gli si perdona la por- molto si è discusso, azzannandosi sui blog musicali, sull’idoneità della voce di Flo- chestra (il violoncello viscerale, il corno cata. L’interesse di un’operazione come inglese nella prima aria di Elisabetta), questa della Scala sta soprattutto nel far rez a sostenere il personaggio di Werther. La traduzione Nessun interprete può essere reduplica- soprattutto nei primi due atti, più gio- vedere con quanta abilità Puccini abbia cati sulle sfumature, non si è potuta ap- Olja Perišić Aršić saputo perfezionare quello che era già to, quindi è inutile e anche pretestuoso evocare l’ombra grandissima di Alfredo prezzare del tutto questa vitalità interna e Silvia Minetti ottimo, anche sul piano drammaturgico e questo scavo del dettaglio così acuto e (ad esempio, col drastico taglio, nell’ulti- Kraus: anche perché tanti altri hanno moderno sotto il pro!lo psicologico. La nostalgia critica ma versione, della pur piccola parte della a"rontato dopo di lui quest’opera; sta di di Dubravka Ugrešić moglie americana di Pinkerton). È giusto fatto che Florez canta con una naturalez- EF$4(G3))( F(7(

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Il jazz che fa vacillare il mondo di Paola Cristalli

La La Land, di Damien Chazelle con Emma Stone, Ryan Gosling, John Legend, Rosemarie DeWitt, J. K. Simmons, Usa 2016

on formula romantica rubata a Coleridge, si dice pone Chazelle al riparo dalla saturazione che ha reso ca, sono il vero campo di gioco di Chazelle, e la sua Cche il cinema pretenda dallo spettatore la sospen- stucchevoli i più celebri revenant del musical visti negli comfort zone. Whiplash era un !lm sul jazz come pas- sione dell’incredulità. Tanto più romantica la formula ultimi vent’anni, da Moulin Rouge! a Chicago. Tutto !la sione adolescenziale, sacri!cale, ribelle, enfatica, estati- diventa quando si tratta di musical. Per accedere in- secondo le regole. Il ragazzo incontra la ragazza. Due ca. La La Land è sempre più, mentre il !lm procede, il denni al territorio del musical, e godersi lo spettaco- colpi di clacson, un dito medio (versione aggiornata jazz secondo Seb. J. K. Simmons, l’ex mentore-tiranno lo, occorre sopravvivere al trauma rappresentato, per di smor!e o repliche linguacciute), altri scontri che di Whiplash, prova a portarci fuori strada: “Attieniti alla il comune sistema di attese, da un passo di cammino sembrano casuali e invece sono made in heaven, scin- scaletta, niente free”. Ma il free è quanto di più lontano che senza motivo apparente diventa passo di danza, di tille d’attrazione et voilà. Siamo già su una panchina, dal mondo di Seb. La sua jazz land sta tutta tra Ho- un discorso che per esprimere amore e rabbia e altri la città drappeggiata in un tramonto rosa e arancio. Su agy Carmichael e .elonious Monk, e lui la percorre, struggimenti si trasforma in canzone. È lo stesso trau- una panchina. Come nel !lm d’esordio di Chazelle, al volante della sua auto vintage color amaranto, con ma che accompagna il genere !n quasi dalle origini. che si chiamava Guy and Madeline on a Park Bench. commovente ostinazione. C’è nella sua passione anche C’è stata una stagione, l’aureo apprendistato dei primi Ma soprattutto come in Dancing in the Dark, ovvero qualcosa di ottuso (gli dice l’amico bandleader: tu hai il anni Trenta, in cui il cinema ambientava i suoi musical proprio il numero-chiave di Spettacolo di varietà, dove mito di .elonious ma lui era una rivoluzionario, tu sei tra ribalte e backstage di Broadway, e musica e canzoni Fred Astaire e Cyd Charisse, dopo mezz’ora di scontri ancorato al passato); sul “New York Times”, Anthony e scintille, scivolavano a passo di danza nell’iperuranio venivano motivati da uno spettacolo che prendeva vita; Oliver Scott ha osservato che i gusti rétro di Seb posso- ma presto il musical scioglie i propri numeri da ogni dell’armonia, e il Central Park della Mgm diventava vincolo di plausibilità narrativa, e per mettersi a cantare il migliore dei mondi possibili. Dal la loro panchina no essere letti come un “più che plausibile vezzo da mil- e ballare basteranno un gazebo e un temporale (Isn’t con veduta su una città tras!gurata (“ho voluto !lmare lennial”. Il jazz che ami tu è musica per ascensori, per this a lovely day/to be caught in the rain, Fred Astaire e Los Angeles dal vero, ma in modo che sembrasse tutto ristoranti, per posti dove la gente beve e parla e intanto Ginger Rogers in Cappello a cilindro di Mark Sandrich falso”), Emma Stone/Mia e Ryan Gosling/Seb non ac- qualcuno s’a"anna coi tasti e i !ati, lo provoca lei; lui 1935), o ci vorrà la gloria en plein air di un’intera città cedono a nessun iperuranio, ma sanno come lambirne ribatte con le eroiche origini della musica afroameri- (New York New York / what a wonderful town, Gene i margini. Lei si toglie i tacchi e in!la scarpe basse, alli- cana, ma questo conta poco; conta invece, perché alla Kelly & friends in Un giorno a New York di Gene Kelly neandosi non solo alla primadonna Charisse ma anche !ne è il !lo che tende il !lm da un capo all’altro, una e Stanley Donen, 1949). Un trauma dolce che, dal- alle garconnes Leslie Caron e Debbie Reynolds. Balla- certa mitologia della solitudine al pianoforte, del cono le origini, produce la disposizione complice di alcuni, no, e potrebbero essere appena usciti dal secondo anno di luce che esalta e isola dalle relazioni umane (City of l’inso"erente disagio di altri. Damien Chazelle convo- di una scuola di ballo. Però il loro desiderio di un’altra stars / are you shining just for me?). Perché il suo jazz in!- ca il trauma dalla prima inquadratura. L’ingorgo su una vita irrompe, palpita, trova le note e trova le parole ne è proprio quello, musica che s’insinua negli ascenso- superstrada della Los Angeles Land d’improvviso di- (What a Waste of a Lovely Night porta echi di standard ri, nei ristoranti, nei club, tra lo svuotarsi dei bicchieri venta un %ashmob dove tutti escono dai loro abitacoli, come A Fine Romance o Let’s Call the Whole $ing O" e il rumore bianco delle chiacchiere, e si fa strada, pro- calcano l’asfalto come fosse un palcoscenico, s’arrampi- e, squisita sorpresa, non s!gura al confronto). duce un varco, scava un ascolto, apre una porta su quel cano sui cofani, compongono una sgargiante coreogra- che sembrava inaccessibile: e qualche volta “spalanca il !a multietnica, mentre musica e parole ci assicurano ui suona il piano nei locali e vorrebbe aprire un suo mondo, e lo fa vacillare”. Alla !ne le loro preghiere sa- che domani sarà Another Day of Sun. Perché lo fanno? Lclub di “pure jazz”, lei serve ca"è agli studi Warner ranno esaudite, dunque non saranno felici. Poiché non Anche in termini di economia musical, è un’ouverture e sogna una carriera d’attrice. Cercano a loro modo il sono Charisse e Astaire, poiché la perfezione non è del dissonante, giocata su una scala che richiama un po’ A “magico accordo” tra ambizione e sentimento, come loro mondo, non ci sarà happy ending (e poiché non Chorus Line un po’ Hair, esterna al paradigma classico quarant’anni fa Robert De Niro e Liza Minnelli in New sono Bogart e Bergman, non avranno nemmeno Pari- con il quale d’ora in poi il !lm si confronta. Diciamo York New York. In un’intervista Chazelle, interrogato gi). Avranno solo l’illusione di una sliding door, sei anni che il coro dell’ouverture sorregge la solennità della di- sul miglior momento musical del cinema postclassico, dopo, lui al piano del suo club, lei che il destino ha chiarazione di poetica. Richiudete le portiere, allacciate sceglie per!damente la scena di ballo di John Travolta portato in platea. E se tutto fosse andato diversamen- le cinture: si parte, e sarà come sempre: per chi crede e Uma .urman in Pulp Fiction (quasi tutto il resto, te, le ambizioni, le audizioni, le sere della prima, i pas nessuna spiegazione sarà necessaria, per chi non crede in e"etti, è trascurabile). Ma dimentica (dimentica?) de deux, i baci rubati? Insieme (forse) montano il !lm nessuna spiegazione sarà su+ciente. Let’s face the music il grande !lm di Scorsese, sontuosa, struggente varia- della loro vita mancata, sgranature sbiadite da vecchio and dance. La La Land è un elegante esperimento sulla zione d’autore sul genere, e per La La Land quasi una home movie alternate a rutilanti fondali che citano la spendibilità di quel trauma, oggi, e sulle precarie delizie !ligrana: il jazzista e la performer, l’amore che unisce, sequenza onirica di Un americano a Parigi. Siamo al che esso può ancora riservare. Può essere ancora que- la carriera che allontana, una città di cui si raddoppia punto: il momento di massima tensione manierista di sta the art / that appeals to your heart (da Spettacolo di il nome (Ny Ny, La La, città vera, città immaginaria) La La Land varietà di Vincente Minnelli 1953)? L’arte del musical e la musica che ha l’ultima, malinconica, parola. Tren- coincide con un appello emotivo a cui è romantico, che trovò la sua suprema levigatura negli tenne del New Jersey, origini per metà francesi, studi di+cile porre resistenza. L’esperimento è riuscito (e lo anni cinquanta, è ancora capace di agganciare i nostri ad Harvard, Chazelle dichiara invece una curiosa de- spettatore è vivo e, si direbbe, soddisfatto: sale ovunque piene e un’in!lata record di nomination che, a questo

cuori del 2017? L’esperimento prevede di saper ma- vozione a Les demoiselles de Rochefort di Jacques Demy, - Effetto film neggiare lo stereotipo, le matrici originali del genere, delicata stravaganza tra !lm musicale e nouvelle vague. punto, saranno o non saranno diventati veri Oscar). e sullo stereotipo il !lm lavora con trasparenza, produ- L’ouverture automobilistica ne richiama la prima se - Gran !nale, comunque. Il mondo si spalanca, vacilla cendo una tessitura così sottile che a ogni piega evoca quenza, dove pure si ballava tra i camion parcheggiati e svanisce in sette minuti di cinema e jazz, sto"a di cui memorie (e svela il meccanismo). Ma tra crepuscoli su una chiatta; più signi!cativamente, il tema di Mia son fatti i sogni americani. Sette minuti nel migliore cangianti e visioni notturne pro!late di luci al neon, e Seb, che fornisce al !lm la sua legatura sentimentale dei mondi impossibili. c’è in La La Land una pulizia stilistica e concettuale che (composizione originale di Justin Hurwitz, come tutta [email protected] lo rende fragrante, ed elimina dalla rivisitazione ogni la colta e #uida colonna sonora), deve qualcosa, o for- traccia di stantio. Non è forse la scelta più audace; ma se moltissimo, al tema romantico di Michel Legrand P. Cristalli è critico cinematogra!co ed editor la via della semplicità, sul piano !gurativo e musicale, per le Demoiselles. La musica, le retoriche della musi- presso le Edizioni Cineteca di Bologna Quaderni N. 3 44

La corrispondenza fra tempi del passato nel passaggio dal serbocroato all’italiano Una nostalgia irradiata dalla critica corrosiva di Olja Perišić Aršić e Silvia Minetti

on un click automatico della mia macchina focalizzare queste brevi note sulle speci!cità della prossimo e il trapassato remoto, oltre ad esprimere “Cfotogra!ca interiore, negli ultimi tempi tra- traduzione del passato dalla lingua serbocroata alla la temporalità deittica del passato, esprimono anche sformo in fotogra!e l’ambiente del Centro-Europa, lingua italiana. una temporalità anaforica di antecedenza. Quando insieme ai volti delle persone che incontro. Poi den- Innanzitutto, come è noto, la categoria dell’aspet- quindi traduciamo dal serbocroato all’italiano, noi tro di me si apre iPhoto: import-e"ects-sepia-done. to verbale (che designa un’azione rispetto alla sua dobbiamo chiederci: Come se la realtà circostante fosse uno schermo e durata, indica se essa è compiuta, incompiuta, limi- a) se l’azione sia compiuta o meno: lavoravo (in- sul mio palmo fosse incollato un telecomando invi- tata ad un periodo di tempo determinato o reiterata compiuta), ho lavorato/lavorai (compiuta); sibile con tre opzioni: passato, presente e futuro, di b) se si tratta di un’azione che ha conseguenze nel cui solo una funzionante: il passato, seppia”. Europa nel tempo) viene espressa nella lingua serbocroata attraverso il lessico. Ciascun verbo, con alcune ec- presente o meno: ho lavorato (legata al presente) / in seppia, della scrittrice croata Dubravka Ugrešić, è lavorai (non legata al presente); uscito nel 2016 in traduzione italiana per l’editore cezioni, possiede una forma perfettiva e una forma c) se si tratta di un’azione avvenuta prima di un’al- Nottetempo di Roma (pp. 349, € 13,50). Si compo- imperfettiva, indicate da due lemmi distinti che, ne di ventotto saggi brevi, scritti in un arco tempo- oltre ad avere diversa aspettualità, hanno talvol- tra azione nel passato: avevo lavorato. rale anch’esso breve, tra il 2010 e il 2013. ta signi!cati diversi. In italiano invece la categoria Possiamo incontrare talvolta una corrispondenza I singoli saggi possono scaturire da note di viaggio dell’aspetto verbale è espressa morfologicamente, perfetta tra aspetto perfettivo/imperfettivo nella lin- dell’autrice o da fatti di cronaca, visioni del mon- attraverso tempi verbali che possono rappresenta- gua serbocroata e tempi verbali italiani con la stessa aspettualità, tuttavia questo spesso non accade. do dalla bicicletta o incursioni nell’universo para- re un’azione compiuta (passato prossimo/remoto e Il passo seguente può a nostro avviso risultare digmatico di Ikea e di Starbucks con i suoi codici trapassato prossimo) o durativa (imperfetto). Studi interessante, perché nell’originale l’autrice usa il di comunicazione. Avvenimenti noti e meno noti, in questo ambito hanno fra l’altro mostrato come eterogenei eventi pubblici e privati, presente storico e noi l’abbiamo tra- diventano spunto per il montaggio dotto alternando diversi tempi verbali di immagini tratte dalla nostra storia al passato della lingua italiana. Qui si recente e meno recente e ri#essioni vedono bene tutte le sfumature che si sulle nostre prospettive. Con i suoi possono utilizzare in italiano, a fron- te dell’originale croato che sembra, scatti magistrali, l’autrice fotografa, ri- uscendo a coglierne l’irripetibile “qui in questo senso, più “piatto”: “Na ed ora”, i tamburi di Zuccotti Park, klupici, poput hotelskih portirki iz immigrati raccoglitori di tulipani in komunističkih vremena, sjedi ruski Olanda, pesci nell’acquario di facol- kolega i puši. Prisjedam i ja, isprva tosi magnati, prostitute nelle vie di pušimo šutke, a onda malo pričamo o Amsterdam, calciatori e receptionist, ruskim oligarsima. Super dečki, kaže tassisti e traduttrici, hostess e vendi- kolega, pametni i načitani, jedan je tori di tappeti, badanti e giocatori di kupio engleske dnevne novine, drugi bussolotti, autori anonimi e anonimi cio engleski knjižarski lanac, sada će, “stroncatori”. Nelle sue inquadrature valjda, i protok ruske književnosti na possono trovarsi a fare da sfondo le zapadnom tržištu biti snažniji. Tja, ondate migratorie in Europa, le ten- što ćemo, vučji zakon, tko jači – taj sioni sociali, le perversioni del merca- kvači, za njega lično nema krize, nikad to del lavoro, l’ecosistema europeo, la mu nije išlo bolje. Pridružuju nam se nuova marginalità sociale, gli scenari dvije mlade Slovakinje, što dočekujem del post-comunismo e l’eredità del co- s olakšanjem. Zamjećujem kako munismo, le trasformazioni del mer- srednjo-europska melankolija diskret- no sjenči njihove poglede poput !ne cato culturale globale (speci!catamen- ( te l’industria del libro), le di"erenze di šminke” Sulla panchina, come faceva- genere e i canoni letterari, l’autore e no un tempo le portinaie del periodo l’autorialità e molti altri temi ancora. comunista, era seduto un collega russo Di quando in quando fanno capoli- a fumare. L’avevo raggiunto, all’inizio no nell’immagine curiose, inquietan- abbiamo fumato in silenzio, poi ci sia- mo messi a chiacchierare degli oligar- ti, esotiche, nuove specie botaniche i tempi verbali possano talvolta avere nella lingua chi russi. Sono dei bravissimi ragazzi, aveva detto il e animali, a"ascinante metafora del cambiamento italiana valenze aspettuali diverse da quelle di base. collega, intelligenti e istruiti, uno ha comprato un sociale e culturale, che arrivando da lontano modi- La dialettica aspettuale dei verbi in serbocroato e !cano (minacciando o vivi!cando? – è questo l’in- giornale inglese, un altro un’intera catena di librerie, le dinamiche tra le forme del passato in italiano con- cosi adesso la letteratura russa avrà più sbocchi sul terrogativo) il “nostro” ambiente di vita, le nostre sentono di focalizzare a titolo di esempio una delle classi!cazioni e la nostra visione del mondo. mercato occidentale. E già, cosa possiamo fare, la questioni su cui ci siamo ampiamente confrontate legge della giungla, vince il più forte, per lui per- Il lucido obiettivo di Dubravka Ugrešić mette a in corso d’opera, a partire delle rispettive lingue ma- fuoco, con le loro contraddizioni e a volte in sovrap- sonalmente non c’era nessuna crisi, le cose non gli dri: la possibilità, nella traduzione del passato tra le erano mai andate meglio. Ci raggiunsero due giova- posizione o in dissolvenza, tre di"erenti paesaggi, due lingue, di trovare o meno un’equivalenza asso- tre zone dai con!ni #uidi, dalle coordinate spaziali e ni slovacche e questo mi sollevò. Notai come la ma- luta tra, per esempio, il perfekat serbocroato (aspet- linconia del Centro-Europa discretamente segnasse temporali sempre più liquide. Accanto all’euro-zona to perfettivo) e uno dei tre tempi perfettivi italiani. e alla jugo-zona, ci viene mostrata una zona che non i loro sguardi come un’ombra di trucco). Può essere interessante osservare che la lingua ser- L’utilizzo massiccio (in post-produzione, come si conoscevamo, la ON-zona (Out of Nation) quella bocroata odierna mostra una temporalità ridotta: da cui la scrittrice invia a potenziali lettori i suoi direbbe in linguaggio fotogra!co) dell’e"etto seppia ha un solo tempo passato e"ettivamente usato che scritti, come tanti “messaggi in bottiglia”. Sfondo, – la tonalità del passato, il colore della nostalgia – è il perfekat. Nelle grammatiche serbe e croate tra i obiettivo e tavolo di montaggio allo stesso tempo come esplicitamente dichiarato dall’autrice, confe- per Europa in seppia, è un’Europa, nella quale e a tempi passati vengono collocati anche l’aoristo (pas- risce probabilmente a questo libro la sua peculiare partire dalla quale Dubravka Ugrešić si muove cu- sato semplice, aspetto perfettivo), il piuccheperfetto luminosità. Ci piace concludere questo %ash sulla riosa, utilizzando consapevolmente la condizione (trapassato, tempo composto perfettivo e imperfet- traduzione di Europa in seppia con la considerazio- dinamica dell’esilio, su un asse temporale passato- tivo) e l’imperfetto (tempo semplice, imperfettivo). ne, da a"ascinate lettrici quali innanzitutto siamo, presente-futuro dove il seppia, colore del passato, A parte l’aoristo, che spesso viene usato per dare che la nostalgia, pur presente, non risulta malin- si stende a tratti a dare ombra e spessore al presente maggiore enfasi e dinamicità all’esposizione, gli altri conico rimpianto di un passato scomparso, poiché - La traduzione e al futuro. Per ciò che concerne il lavoro di tradu- due ormai sono poco utilizzati. Li troviamo talvolta costantemente irradiata dalla critica corrosiva, mai zione, è stato indubbiamente stimolante lo sforzo nella lingua letteraria moderna dove vengono usati acida, ironica e irriducibilmente contestataria, di di rendere in italiano ombreggiatura e spessore. Si è con precisi intenti stilistici. La questione che ci in- Dubravka Ugrešić. cercato di prestare particolare attenzione alle nuan- teressa mettere in evidenza è che al perfekat serbo [email protected] ces temporali della narrazione, dove frequente è il corrispondono ben quattro tempi passati italiani: ricorso dell’autrice al presente storico (soprattutto passato prossimo, passato remoto, imperfetto e tra- O. Perišić Aršić è traduttrice e insegnante di lingua serba e croata nei passaggi più autobiogra!ci), tenendo conto del- passato prossimo. Per esprimere di"erenze di aspetto [email protected] le di"erenze tra l’italiano e il serbocroato nell’uso e di tempo anaforico e deittico, l’italiano principal-

Quaderni linguistico del tempo passato. Pertanto vorremmo mente usa la #essione del verbo. Così il trapassato S. Minetti lavora presso un ente autorizzato alle adozioni internazionali N. 3 45

ai piccoli lettori: che possono riconoscersi nel in un libro per l’infanzia. E, proprio per que- bambino di carta, nei suoi pensieri, giochi, sto, meritevole. Nel Pinguino Carletto, Lapis Infanzia a"etti, emozioni, in una scenario !gurativo e editore, lo fa con intelligenza e leggerezza Silvia Bruno Tognolini, IL GIARDINO DEI MUSI ETER- coloristico di grande valore per la formazione Roncaglia, aiutata dalle immagini geometriche NI, p. 271, € 13,90, Salani, Milano 2017 di un immaginario fatto di buon gusto. e coloratissime di Agnese Baruzzi. Siamo già Da tre anni in un mondo in cui ciò che conta non è tanto quello che si sa o si desidera fare, ma la sola Tognolini ha scritto libri di poesie e !la- F. R . strocche (“eguaglia il miglior Rodari” ha detto immagine. Anzi, proprio il colore. Quello della Tullio De Mauro), fantascienza ( Lunamoonda, divisa professionale. C’è quella dell’addetto alla Robot), fantasy storico-religiosi (Lilim del tra- manutenzione stradale (arancione) e quella del poliziotti (blu). Quella del vigile del fuoco (ros- monto) e molto altro. Come de!nire questo: Anna Lavatelli, “IO TI SALVERÒ”. LA STORIA urban-fantasy-poliziesco-animalista-animista- DELL’INDIMENTICABILE RIN-TIN-TIN, ill. di sa) e quella dell’apicultore (gialla). Quella del spirituale-ecumenista? Più semplicemente fa Cinzia Ghigliano, pp. 40, € 16, Orecchio Acer- giardiniere (verde) e quella del dottore (bian- tornare in mente i versi del grande biblista bo, Roma 2017 co). All’interno di questo sfavillante mondo Paolo De Benedetti: “Martino, gatto mio/ tu lavorativo ingabbiato in divise e protocolli, si credi ch’io sia Dio /…/ ora tu sai chi è Dio / in Lavatelli e Ghigliano, autrici pluripremiate, snoda la piccola odissea del Pinguino Carletto grembo a lui, lassù./ Ma io non lo so più” (Gat- rispettivamente scrittrice post-rodariana, ossia in cerca di lavoro. Ma c’è la crisi. Siamo lontani ti in cielo). Il giardino dei musi eterni è una della generazione che ha fatto propria la lezio- anni luce da quando i bambini sognavano di specie di paradiso degli animali di compagnia, ne del grande scrittore e poi ha saputo andare fare questo o quel lavoro. Carletto è disponibi- gli animanimali, ovvero Àniman, formalmente oltre, e fumettista nata su “Linus” e poi decol- le a tutto. In ogni lavoro vede qualcosa di bello situato sopra un vero pet cemetery, dove cani, lata anche come illustratrice, hanno scritto/ e di utile. Ma il suo colore bianco e nero è sem- gatti, conigli, criceti, uccellini ecc. ecc. sono disegnato una sorta di memoir dalla parte di pre fuori luogo. Sbagliato. Anche l’apicultore tutti e ciascuno, ovunque e qui, adesso e sem- un eroe normale a quattro zampe divenuto di gli dice: “Tu sembri… tu sembri… Non so più pre, spiriti nel vento, tra corse e voli sfrenati culto tra i ragazzi prima al cinema e poi in te- cosa sembri, ma comunque non un apicoltore. e canti maestosi. Ma succedono fatti strani. levisione. Una storia vera anche se ovviamen- Se fossi stato giallo, come un anatroccolo o un Spariscono misteriosamente diversi Àniman e te un po’ romanzata, perché ha veramente un pulcino, allora se ne poteva parlare, ma così… compaiono peluche con occhi minacciosi, rab- carattere romanzesco. Un cucciolo spaurito no, no, no, mi dispiace”. Perduta ormai ogni biosi, disperati in mano a bambini incattiviti, e denutrito viene raccolto e accudito da Lee speranza, Carletto è scoraggiato come un no- intristiti, impauriti. Il malvagio custode cerca Duncan, militare americano, fra le trincee vello Calimero. Ma improvvisamente vede da- qualcosa nelle tombette, prima con il feroce della prima guerra mondiale in Francia: ribat- vanti all’Hotel Splendor un cartello: “Cercasi cane Bestio e poi con uno scanner. Il Comune tezzato Rin-tin-tin diventa il portafortuna del cameriere”. Si presenta e, grazie al suo elegante sta per vendere il terreno del cimitero a un co- soldato e il beniamino dei commilitoni, che completo bianco e nero, ottiene non solo il struttore di villette a schiera. Tognolini annoda giocando e ridendo con lui “sembravano tutti posto di cameriere, ma addirittura di capo dei sapientemente i !li delle trame e inventa per- tornati bambini”. Jack London diceva che per camerieri. Da tre anni sonaggi azzeccati, a"ascinanti, surreali. Ginger un cane il suo padrone è il suo dio; Rin-tin-tin G$243663 C(F$:3)$ elegante e acuta gatta; Ted lupo poliziotto che pensa: “Per me c’era solo lui. Era il mio sole, la dirige con professionalità le indagini della Fic- canasi Task Force e parla come nei tele!lm: i più sospetti alla !ne risultano innocenti, ma Vanna Cercenà, UNA GATTA IN FUGA, , pp. 94, non esistono insospettabili; la gattara Nonnina € 8,90, Giunti, Firenze 2017 e il Gufo (vivo), Saltafossi che possono vedere e interagire con gli Àniman; l’antichissima e saggia tartaruga Mama Karma che parla come Vanna Cercenà aveva pubblicato nel 2014 la Yoda, il Gran Maestro Jedi di Guerre stellari. storia di una bambina italiana che appena qua- Sarà lei a dirci la morale che spiega il partico- rant’anni fa, in Svizzera, viveva nascosta in una lare rapporto fra bambini e animali: “Tutto ha so+tta perché sua mamma, lavoratrice stagio- un’anima! Tutto è animato! Tutto è animale! nale, non aveva il diritto di portare i !gli con sé Non c’è la Bella! Non c’è la Bestia! Siamo tutti (Non piangere non ridere non giocare, recensito delle Belle Bestie”. Capiranno i ragazzi? Mama sull’“Indice” 2014, n. 9). Per far passare le lun- Karma risponderebbe: “Futuro è nebbioso”. ghissime ore da sola la piccola Teresa ascoltava Da undici anni La Gatta di Gino Paoli, tenendola bassa perché nessuno la scoprisse; ed era proprio un gatto, F3&0(05% R%)%05% un gatto vero, grosso e tigrato, che l’avrebbe Schede poi salvata dalla clausura, entrando nella sua so+tta e facendosi seguire – sui tetti – dal pro- prio padrone bambino. Lì, però, lo sguardo del Ruth Krauss, UNA STORIA CHE CRESCE, ed. orig. gatto era muto. Oggi, invece, per raccontare 1947, trad. dall’inglese di Alice Pascutti, ill. di I disegni della sezione SCHEDE la Siria, Cercenà sceglie la voce di una gattina. Helen Oxenbury, pp. 40, € 13,50, il Castoro, sono di Franco Matticchio Il suo sguardo spaesato e diretto registra le fu- Milano 2017 ghe, i campi profughi, le malattie, la paura, gli mia luce”. Finita la guerra, Lee riesce a portare sca!sti. Nascosta nello zaino della sua padron- Di solito sono le mamme a preoccuparsi cina attraversa la Siria e la Giordania; con lei è senza motivo del !glio che è più piccolo dei il fedele amico in patria e lo addestra, !nché notato da un produttore inizia una grande ospitata in una tenda, con lei riparte per l’Egit- compagni, mentre lui non ci pensa nemmeno to, con lei percorre a piedi un pericolosissimo perché sta bene così com’è. Ruth Krauss, inve- carriera di star a Hollywood, specializzato in eroici interventi di salvezza. Popolarissimo tra i tunnel, con lei vede il mare per la prima volta, ce, ha rovesciato il punto di vista, assumendo e poi lo attraversa. Con lei patisce un caldo in- quello del bambino che nel corso dell’anno bambini, viene citato pure da Anne Frank nel diario. Vive il passaggio dal muto al sonoro e sopportabile, e poi un freddo tremendo. A una vede il cucciolo diventare un cane, i pulcini gatta la guerra sembra “una cosa terribile che polli, l’erba, i !ori, le foglie, le piante crescere, poi sul video attraverso i suoi discendenti, il più famoso dei quali è il protagonista di suc- fanno gli uomini per far morire tutti, anche i ma a lui sembra di rimanere sempre lo stesso. gatti”; una gatta vede le ingiustizie (il bambi- Anche se la mamma lo rassicura, “certo che stai cesso in tv in Italia !no al 2008, in uno squa- drone di cavalleria nel West. Dal cimitero dei no senza salvagente perché “sua mamma non crescendo”, forse perché allora, quando Krauss cani di Parigi, dove riposa, ora ha dettato la sua ha più cose luccicanti da dare a quegli uomi- scrisse il libro, nel 1947, le mamme avevano indimenticabile storia a Lavatelli, che usa pa- ni cattivi”), ascolta anche chi non vuole essere cose più importanti di cui occuparsi. Quan- role sobrie eppur capaci di emozionare anche ascoltato (come gli sca!sti che si preparano ad do, però, l’aria comincia a farsi più fredda e il chi non conosce il famoso cane, e a Ghigliano, abbandonare la nave), vuole solo mangiare, bambino si rimette i vestiti di lana, pantaloni che passa dal grigio delle trincee a una misura- dormire, fare la pipì e stare con le persone che e giacca sono troppo stretti e gambe e mani- ta coloritura sempre con disegni morbidi e pa- le vogliono bene. Il suo sguardo mostra la sem- che troppo corte. Allora può correre fuori e stosi che sono la sua cifra d’artista. La storia è plicità delle cose indicibili con una leggerezza annunciare a gran voce la buona novella: “Sto narrata con tale semplicità e chiarezza da essere rara: perché è questo, ancora una volta, il mira- crescendo anch’io!”, accompagnando le parole godibile pure dai più piccoli, soprattutto per- colo di Cercenà. Riesce a raccontare una storia con una capriola che in una tavola su due pagi- Infanzia ché il protagonista è un animale. Da tre anni terribile rendendola un’avventura alla portata ne ricostruisce, come in una serie di fotogram- dei lettori bambini. La riempie di amicizie, di mi disegnati, la meccanica della piroetta in F. R. piccole gioie, di colpi di scena appassionanti; tutta la sua esplosione di vita e di gioia. Helen senza, però, alcun bisogno di snaturarla, senza Oxenbury corona così splendidamente il suo nascondere nulla. Nel 2015 Vanna Cercenà ha lavoro fatto di immagini, !gure e scene teneris- vinto il premio Andersen come miglior scritto- Gialli e neri sime e tondeggianti, magicamente realistiche, Silvia Roncaglia, PINGUINO CARLETTO, ill. di re. La motivazione recitava: “Per saper propor- senza sdolcinature. Chi scrive non conosce le Agnese Baruzzi, pp. 40, € 13,50, Lapis, Roma re narrazioni intense e schiette (…) sostanziate illustrazioni originali del libro, che da allora ha 2017 da competenza storica e passione civile; per la fatto molta strada, è diventato anche lui “gran- costante attenzione alle storie al femminile e de”, ma dubita che possano essere migliori di C’erano una volta le bambine e i bambini ai punti di vista meno frequentati dalla grande Comunicazione queste della grande illustratrice americana. che, da grande, sognavano di fare la principessa storia”. Oggi Cercenà dimostra di saper rac- Quanto all’autore, è proprio vero – come dice e l’astronauta. Poi sono arrivati le veline e i cal- contare allo stesso modo anche la storia che ciatori. Ora tanti bambini e bambine, troppi, anche il titolo originale fedelmente tradotto – stiamo vivendo. Compito arduo, letture pre- che anche una storia può crescere col tempo, desiderano diventare attori o web star. Un se- ziose. Da otto anni diventare un classico, che, come diceva Calvi- gno dei tempi. Ma in questo libro non si parla Politica no, ha sempre qualcosa da dire, in questo caso di desideri, ma di lavori veri e propri. E’ raro, S(&( M(&:%0$ N. 3 46

Juan Esteban Constaín, L’UOMO CHE NON !cienti. In centro di Milano il proprietario l’archiviazione, riprende in mano l’impo- come se occorresse la letteratura di gene- FU GIOVEDÌ, ed. orig. 2014, trad. dallo spa- di macellerie di lusso e un ricco imprendi- nente materiale d’indagine sull’assassinio re per fare i conti senza in!ngimenti con gnolo di Andrea Rigato, pp. 189, € 16,50, tore senza ombre sono trovati cadaveri con di Olof Palme arrivando alla conclusione, una storia patria rimossa o derubricata. Fazi, Roma 2016 un sasso sul petto, senza legami apparenti o meglio all’ipotesi che i responsabili pro- Qui indaga un grigio delegato di pubblica (apparentemente?). Da Roma il ministro vengano dall’interno della polizia. Adesso a sicurezza di basso rango, bistrattatto per gli Ho sperato, per molti anni, di vedere manda una squadra di specialisti, addirit- capo dei servizi di sicurezza c’è Lisa Mattei, oscuri natali – proviene da un orfanotro!o prima di morire un Meridiano Mondado- tura con un pro!ler israeliano che subito di cui è stato mentore proprio Johansson e – da superiori pomposi e inetti, ra+nato ri dedicato a Chesterton, con tutte le sue sentenzia che il killer (serial ovviamente) che dal MI6 britannico riceve l’informazio- lettore a"ascinato soprattutto da Sherlock storie poliziesche !nalmente tradotte come ha una “mente malata”. La ma!a i sassi li ne che un cittadino svedese di origine so- Holmes, dal cui metodo trae ispirazione Dio comanda, la magni!ca Autobiogra!a mette in bocca, dunque la pista da segui- mala appartenente a un gruppo terroristico nel suo lavoro: osservazione e deduzione, e qualcun altro dei suoi capolavori, per re non può esser che quella del terrorismo sta preparando un attacco suicida eclatante, indizi e prove. Inopinatamente, il coman- esempio Il club dei mestieri stravaganti (di islamico. Si scatena una reazione xenofoba quasi sicuramente il giorno della festa na- do militare gli impone come sorvegliante cui esiste una traduzione eccellente presso e securitaria, impazzano gli editorialisti: zionale quando saranno riuniti in un parco un capitano, anche lui un reietto, alcolista, Guanda) e L’uomo che fu giovedì. Ma a dif- Milano dice no alla paura, Reagire ecc. Alla i regnanti e il governo. Manca meno di un reduce dall’Africa dove il padre colonnel- ferenza di Kafka, di Borges, di Calvino, di questura viene di fatto tolto il caso, ma mese e il timer comincia a correre. Lisa e i lo si è suicidato per una tru"a all’esercito. Fruttero e Lucentini, la grande editoria in il questore mette in ferie la squadretta di suoi collaboratori e soprattutto collabora- Due “perdenti” che forse proprio per que-

- Gialli e neri Italia non ama Chesterton e non lo include Carella e Ghezzi per continuare le indagi- trici danno avvio a una classica indagine di sto dopo l’iniziale di+denza fanno ami- tra i classici. Ho rinunciato a quella spe- ni clandestinamente, non tutta la polizia è polizia sul campo, paziente, faticosa, anche cizia e procedono insieme in una strana ranza infondata. Il destino ha però voluto scema. Cambia la scena. Poco più in là del- noiosa, fatta di dettagli apparentemente in- alleanza fra un detective “letterario” e un che, nel momento stesso della mia rinun- la San Siro bene, c’è la Caserma, case Aler, signi!canti: pedinamenti, porta a porta, ta- u+ciale che incarna l’imperativo kantiano cia, comparisse in libreria L’uomo che non un labirinto di più di seimila appartamenti bulati, intercettazioni, ricerche d’archivio. – tu devi – dietro la maschera dell’onore fu giovedì, il romanzo su Chesterton, esila- degradati, pensionati barricati, occupanti Niente lacrimogeni, fumogeni, agenti anti- militare. Per loro è l’ultima occasione di rante e geniale, di uno scrittore colombia- regolari o abusivi, immigrati, calabresi che sommossa, granate stordenti, fantascienti- conquista o riscatto della dignità. Chi ha Schede no, Juan Esteban Constaín (classe 1979); esercitano il racket degli alloggi, tunisini lo !ci marchingegni elettronici, interrogatori ucciso Celestina e perché? Che cosa è suc- un a"ettuoso e irriverente tributo alla me- spaccio, altri africani qualcosa di peggio; il “che funzionano”, ma i normali metodi e cesso in Africa e continua a Novara? Il noir moria del creatore di padre Brown, meno Collettivo per il diritto alla casa media fra i strumenti di una polizia e+ciente, di un si intrica piacevolmente con il feuilleton: monumentale, certo, di un Meridiano, ma orfanelli bastardi poi adottati, agnizioni, più allegro, più maneggevole e soprattutto camu"amenti, donne perdute ma redente più sorprendente. Il dispositivo narrativo col sacri!cio della vita, una duchessa deus L’uomo che non fu giovedì de ha un sapo- (dea) ex machina…Scardigli o"re un giallo re leggermente rétro: ricorda Possessione di atipico di grande leggibilità per la scrittura Antonia Byatt (1990) e tutti i romanzi che gradevole, limpida e scorrevole, costruito sulla scia di Possessione si articolarono su un come un meccanismo in cui se scatta una doppio piano temporale. Qui abbiamo una rotellina si muovono tutti gli altri ingra- narrazione principale che rimanda al 2013. Poche settimane prima delle dimissioni di naggi: come è accaduto alla povera Celesti- Benedetto XVI, il narratore – che come na e accade ora al delegato Moschino e al Constaìn è un professore universitario di capitano Sta"el. storia, con competenze di traduttore da F. R. varie lingue antiche – , viene contattato in gran segreto da emissari del Vaticano che gli a+dano una missione intrigante e deli- cata: tradurre i brani in inglese medioevale Antoine Volodine, TERMINUS RADIOSO, ed. interpolati nel dossier del processo canoni- orig. 2014, trad. dal francese di Anna D’E- co per la beati!cazione di G. K. Chester- lia, pp. 540, € 20, 66thand2nd, Roma 2016 ton. Perché quel processo canonico non è andato in porto quando è stato avviato È tornata la fantascienza? Sembra di sì, segretamente, nel 1958? Il narratore non si anche quella che mira a più alti livelli di limita al compito che gli è stato a+dato, qualità e attenzione, dal new weird esploso ma, con l’aiuto dei documenti riservatissi- con la trilogia dell’Area X di VanderMeer mi che ha in mano, e di un inedito Diario (Stile Libero Einaudi) al “post-esotismo” di dello scrittore fortunosamente ritrovato, Volodine, un nuovo tipo di immaginario ricostruisce il soggiorno romano di Che- totale (totalitario) che ingloba le dimen- sterton del 1929. È questo il secondo pia- sioni realistica, onirica, fantastica e politica no cronologico del romanzo, gestito con e che trova nella distopia di Terminus ra- sapienza da Constaín, che ha imparato da dioso una realizzazione a"ascinante. Dopo Borges e dal Bolaño de La letteratura nazi- il crollo della Seconda Unione Sovietica, sta in America l’arte della biogra!a imma- scon!tta dai barbari dalla testa di cane ginaria; quell’arte in cui la !nzione arriva fanatici e sanguinari crociati dello sfrutta- a un grado supremo di credibilità, per poi mento, tre valorosi combattenti decidono irridere con una piroetta !nale l’ingenuità di fuggire nelle zone contaminate dalle del lettore tentato di prenderla per buona. radiazioni delle centrali nucleari implose e Ottimo conoscitore dell’Italia in cui il ro- gruppi, si mobilita contro gli sfratti, strap- gruppo ben motivato e a+atato in cui cia- impazzite, nella steppa brulicante di erbe manzo si svolge, Constaín, intervistato da pa qualche alloggio per i senza tetto. Un scuno porta il suo mattoncino. Natural- mutanti dai nomi evocativi: vulpiane steri- una rivista, ha messo al primo posto tra terzo omicidio, con regolamentare sasso, di mente non tutto è come sembra, a partire li, settentrine, gran mugghianti, erbegianni i suoi libri prediletti le Lezioni di lettera- un lurido tru"atore sposato con una bellis- dal collega inglese, emergono solo doman- comuniste… Contemporaneamente un tura inglese di Tomasi di Lampedusa: del sima e ricchissima ex top model, nonché de e nessuna risposta vera, c’è anche il so- Tomasi critico ama evidentemente la leg- coltissima traduttrice di Nietzsche, donna spetto di una talpa e spunta pure l’ipotesi di treno di soldati e prigionieri frammischia- gerezza stendhaliana, ben ripresa nelle pa- sublime, complica la situazione e fa salire un collegamento con l’omicidio di Palme, ti procede stancamente alla ricerca di un gine saggistiche, ri#essive e divaganti, che ancor più la febbre nel popolino e in alto a riprova che quell’evento è una ferita non campo di lavoro, ossimorico ultimo rifugio costellano il suo libro. Ispirazioni diverse loco. Alla !ne un corpo si schianta al suolo rimarginabile nel mondo svedese. Persson concentrazionario di libertà dagli orrori si intrecciano dunque in questa operina (ma non dal quarto piano della questura), è meno famoso di Larsson e Mankell, ma esterni. Uno dei tre, Kronauer (un caso in cui l’erudizione è sempre declinata con le tre trame parallele si congiungono, e tut- non è certo inferiore per qualità narrative che sia un eteronimo dell’autore?), soldato un garbo autoironico a"abile e malizioso. ti, proprio tutti, buoni, cattivi e così-così, e passioni: racconta realisticamente con i dalla salda morale proletaria (abnegazione Tra tutte spicca, naturalmente, l’ispirazio- hanno torto. Mettiamoci una pietra sopra. mezzi della letteratura una società in crisi, altruismo egualitarismo), in cerca di aiuto ne chestertoniana, e la !gura di Chesterton Anche Monterossi: “la Grande Fabbrica ma che possiede gli anticorpi democratici. attraversa la spaventosa taiga e giunge al evocata magistralmente: “Chesterton ap- della Merda” (parole sue). Robecchi varia kolchoz Terminus radioso. Il cui presiden- parteneva alla specie più strana, pericolosa e modula sapientemente i registri, dall’u- F. R. te è uno sciamano discendente dai maghi ed eccezionale che si può incontrare all’in- moristico-ironico-sarcastico-surreale al bolscevichi e tornato alla vecchia cultura e terno del cristianesimo: un cristiano vero. drammatico-tragico, e gli scenari, dal lusso alle pratiche asiatiche della magia nera. Ha Mario Scardigli, CELESTINA. IL MISTERO Un uomo buono e generoso che praticava allo squallore. raggiunto una quasi immortalità grazie alle DEL VOLTO DIPINTO, pp. 355, € 22, Monda- la virtù più alta della fede: la compassione”. radiazioni, padre/marito incestuoso di tre F3&0(05% R%)%05% dori, Milano 2016 !glie/mogli domina penetrando nei sogni M(&$%F$0( B3&)$0$ altrui, zombi, non-vivi-non-morti o quasi- Come scrive l’autore in coda, la storia è vivi-quasi-morti, manipolandoli e punen- inventata, ma non del tutto: il 18 novem- doli capricciosamente con tormenti di cen- Leif GW Persson, PRESUNTO TERRORISTA, bre 1902 venne ritrovato a Novara il corpo tinaia o migliaia di anni. Le varie storie si Alessandro Robecchi, TORTO MARCIO, p. ed. orig. 2015, trad. dallo svedese di Marghe- di una prostituta d’alto bordo seminuda, incontrano e degradano ineluttabilmente 420, € 15, Sellerio, Palermo 2017 rita Podestà Heir, pp. 642, € 19,50, Marsi- il volto dipinto di nero. Di qui lavora la verso l’estinzione della civiltà, dell’umani- lio, Venezia 2016 fantasia di Scardigli, sempre entro accura- tà, della vita forse. Il lettore non può che Nel quarto noir di Alessandro Robecchi te ricostruzioni d’ambiente e di costume, lasciarsi trascinare dall’eleganza della scrit- tornano i protagonisti Carlo Monterossi, Persson, docente di criminalogia, è au- retrocedendo, però, l’antefatto ad Asmara tura e dall’immaginazione magmatica di ideatore della trasmissione tv-trash del do- tore della trilogia La Caduta dello Stato alla vigilia del massacro di Adua che mise un indistinto “noi” narrante in un #usso lore (e di successo) Crazy Love di cui si ver- Sociale, in cui, mescolando verità e imma- in luce tutta l’ine+cienza dell’esercito di in-coscienza, onirico e ipnotico, dentro gogna e che vorrebbe espiare scrivendo un ginazione, immagina che Lars Johansson, italiano e l’impreparazione e gaglio"aggi- universi paralleli di magia/orrore e sogni/ già capo della polizia e poi dei servizi di si- saggio sul suo idolo Bob Dylan, e Carella ne dei generali. Non è un caso che anche incubi. e Ghezzi, sovrintendente e vice di polizia curezza, “l’uomo che vede dietro gli ango- Lucarelli e Costantini abbiano collocato stropicciati e disincantati, ma svegli ed ef- li”, quando stanno per scadere i termini per alcuni loro ultimi romanzi nelle ex colonie, F. R. N. 3 47

I MEDIA E LE POLITICHE. COME I GIORNALI RAC- la qualità delle scelte informative dei giornali coalizione Enduring Freedom, ma più spesso creativitá insaziabile e ribelle. C’erano tutti, da CONTANO LE SCELTE PUBBLICHE CHE RIGUAR- italiani con quelli francesi e spagnoli). La ri- in avventurose inchieste condotte muoven- Picasso a Paul Eluard, da Man Ray a Georges DANO LA VITA DEI CITTADINI, a cura di Luigi cerca si conclude con un risultato aperto, che dosi in un territorio dove mai il governo di Bataille, da Cocteau a Jacques Prévert, ma c’e- Bobbio e Franca Roncarolo, pp. 260, € 21, Il o"re agli studiosi delle politiche pubbliche un Kabul poteva garantire controllo e sicurezza ra soprattutto la consapevolezza di vivere un Mulino, Bologna 2016 terreno di ampie opportunità per un’analisi (oggi questo controllo non arriva nemmeno tempo che stava segnando la !ne di un’epoca più e+cace della crisi dei sistemi democratici alla metà delle province, un 20 per cento è e però anche scontava l’incertezza del nuovo Nel nostro tempo segnato dalla progressi- in un tempo di drammatiche trasformazioni controllato dai talebani, e il resto è in mano a che l’avrebbe sostituita, mentre le armate nazi- va mediatizzazione di ogni aspetto della vita identitarie. bande di ogni natura, compresa una crescente ste di Hitler minacciavano alle porte di Parigi. presenza degli uomini neri del cali"o al-Bagh- sociale, il rapporto tra la politica e l’informa- mc Come già per Modigliani, per Curzio Ma- zione è diventato uno dei temi dominanti del dadi). Da questa rara esperienza, Piro ha ora laparte, per Carmelo Bene, anche in questo dibattito sulla crisi della democrazia postindu- raccolto la memoria del tempo misurandosi nuovo lavoro Osvaldo Guerrieri riprende un striale. E nel dibattito l’analisi si è concentrata in un tentativo di reportage composito, dove suo personale modulo narrativo che intreccia l’io narrante regge il !lo di un racconto che soprattutto sull’attribuzione del primato, a chi Nico Piro, AFGHANISTAN MISSIONE INCOMPIU- documenti e interpretazioni, realtà e !nzione, intreccia emozioni e analisi politica, sperimen- esso appartenga, se al processo politico e alla TA 2001-2005. VIAGGIO ATTRAVERSO LA GUER- storia e psicologia, costruendo sulla tempesto- tando il trasferimento del linguaggio televisi- sua capacità di metabolizzare le sollecitazioni RA IN AFGHANISTAN, € 28. pp. 682, Lantana, sa relazione tra Picasso e la Markovitch (diven- vo sul modulo narrativo della scrittura; se pur di cui i media si fanno portatori per conto Roma 2016 tata ora la celebre fotografa surrealista Dora dell’opinione pubblica o se invece non siano qualche sospensione di giudizio appare talvol- Maar) un appassionato ritratto della capitale ta prudente, il risultato raggiunge comunque giornali tv e rete gli attori dominanti di un Caso esemplare di “guerra dimenticata”, francese nel tempo forse più entusiasmante una sua pienezza espressiva per la forza di una confronto dove si decide la qualità e la natura l’Afghanistan da 15 anni è il campo di batta- della sua straordinaria storia culturale. Sul pia- testimonianza che s’avverte sempre fortemen- del discorso pubblico. I due autori di questa glia d’un con#itto dove le operazioni militari no della comunicazione, il metodo di lavoro

te coinvolta, e sinceramente impegnata a sot- - Comunicazione raccolta collettanea (entrambi docenti presso e le strategie politiche si muovono lungo linee di Guerrieri pone domande intriganti, perché trarsi a quella estetica dell’apparenza cui oggi l’Università di Torino) hanno guidato una ri- procedurali che quasi mai aprono percorsi di sottopone il risultato a una indagine esplora- molto lavoro giornalistico ama abbandonarsi. cerca che si colloca all’interno della geogra!a conoscenza autentica. Sono problemi comu- Il libro è anche un interessante esperimento di tiva che tende a recuperare una possibile linea di quel dibattito ma focalizza un tema che ni a tutte le guerre, ma in Afghanistan hanno crowdfunding, che ha consentito una raccolta di con!ne tra il diritto dell’autore di persegui- la centralità del confronto tra informazione una particolare rilevanza perché quel paese è di fondi capace di superare il 174 per cento re un suo originale percorso interpretativo di e politica rischia di oscurare: non la politica, una sorta di portaerei interrata in uno dei gan- dell’obiettivo iniziale, a conferma della qualità personaggi storici al di là della loro dimensio- dunque, e la sua totalità idealizzata ma, piut- gli vitali delle geostrategie planetarie, situato ne simbolica e, dall’altra parte, la materia con- del progetto e della credibilità dell’autore. Schede tosto, le politiche, cioè gli atti concreti delle com’è all’incrocio tra Cina, Iran, rotte caucasi- creta dei fatti della storia, i documenti, gli atti scelte pubbliche, i processi che le determina- che, e mari caldi. E in questi 15 anni, gli attori mc u+ciali, le memorie autentiche di quei giorni no, la relazione attuativa che esse propongono che hanno operato – e tuttora operano, quale e del loro vissuto. Oggi la tv, e soprattutto le ai cittadini. Qual è la consapevolezza che di che sia poi il nome u+ciale della missione – serie di tele!lm di successo, ci hanno abituati questi processi si ha nelle nostre società – si conducono uno scontro che, mirando al con- ad accogliere con riserve sempre più #ebili i chiedono gli autori – e qual è il ruolo che nella trollo dell’Asia centrale, può ben considerarsi Osvaldo Guerrieri, SCHIAVA DI PICASSO, pp. prodotti della “docu!ction”, piegando alle ra- determinazione di questa consapevolezza svol- il pilastro d’una impalcatura politica dove si 240, € 16, Neri Pozza, Vicenza 2016 gioni del linguaggio spettacolare il dovere di gono i giornali quotidiani nella rappresenta- confrontano gli equilibri intercontinentali. una aderenza alla realtà; il metodo di lavoro zione di un dibattito di cui sfuggono spesso le Nico Piro, inviato speciale della Rai, ha rac- La “schiava”del titolo è Henriette .eodora di Guerrieri si colloca su un contiguo piano complessità dei temi in elaborazione. (La ri- contato la lunga guerra afghana (“é la più lun- Markovitch, che nella Parigi degli anni tren- semantico, ma Guerrieri ne esce con assoluta cerca è stata limitata a una analisi delle testate ga guerra del tempo moderno”, scrive) in una ta e quaranta fu personaggio centrale di una dignità grazie a una ra+nata ricerca docu- quotidiane – escludendo perciò la tv e la rete in!nita serie di viaggi attraverso le montagne temperie artistica dove i destini della Francia mentaria e a una scrittura di intensa e+cacia – e a tre temi: il mercato del lavoro, la cittadi- e le vallate “del paese più bello del nostro pia- e dell’Europa democratica facevano da sfon- narrativa. nanza agli immigrati, le energie rinnovabili; e neta”, talvolta all’interno di convogli militari, do angosciato alle tensioni ideali di uno stra- ha messo a confronto, attraverso 4652 articoli, delle truppe italiane dell’Isaf o dei soldati della ordinario gruppo di intellettuali, e alla loro mc

David Hume, LIBERTÀ E MODERAZIONE. IL CASO BECCARIA. A 250 ANNI DALLA PUBBLI- limitato; la riacquisizione del reo alla società, Giancarlo Monina, LELIO BASSO, LEADER SCRITTI POLITICI, trad., introd. e note a cura CAZIONE DEL “DEI DELITTI E DELLE PENE”, a ossia il suo recupero, visto come un guadagno, GLOBALE, pp. 439, € 39, Carocci, Roma di Spartaco Pupo, pp. LXIV-314, € 19, Rub- cura di Vincenzo Ferrone e Giuseppe Ricuperati, spetta perciò alla giustizia sociale, non a quella 2016 bettino, Soveria Mannelli 2016 pp. 426, € 33, Il Mulino, Bologna 2016 penale. E la confessione estorta con la tortu- ra non può conciliarsi con questo insieme di Questo volume copre trent’anni della Questa antologia sistematica degli scritti Il convegno torinese spicca fra quelli tenu- considerazioni. biogra!a politica e intellettuale di Lelio politici di Hume colma una lacuna. Lo scoz- tisi nel 2014 sul pensiero di Beccaria perché Basso (1948-1978) e si a+anca a recenti zese, infatti, per quanto non certo trascura- pone in rapporto umanizzazione della giusti- D(0$3F3 R%::( titoli che tratteggiano in modo compiuto to dalla nostra editoria, è stato presentato zia, abolizione della pena capitale ed elimina- un’esperienza singolare. Nel campo frasta- soprattutto come un !losofo. Mancava da zione della tortura. La strada che condusse gliato del socialismo italiano Basso occu- molti anni un’aggiornata selezione dei suoi a tale proposta illuministica, qui ripercorsa pa infatti una posizione originale, tesa a scritti politici. Inoltre, la silloge che qui se- sotto molteplici angolazioni, fu lunga e acci- CARTEGGI DI CARLO CATTANEO. SERIE II. fondere le battaglie interne, i legami con gnaliamo si presenta più ampia e compren- dentata: già nel Cinquecento Francesco Ca- LETTERE DEI CORRISPONDENTI, VOL. III: 1845- gli ambienti internazionali e lo studio dei siva di quelle uscite alcuni decenni addietro, soni giudicava la tortura da limitarsi, per il 1849, a cura di Gianluca Albergoni e Ra"aella classici. Monina o"re un quadro esaustivo, Gobbo, pp. 682, € 60, Le Monnier, Firenze/ coprendo in maniera esaustiva che non trascura alcun passaggio e lo fa - Politica tutto l’arco della ri#essione po- Casagrande, Bellinzona 2016 giovandosi sempre di fonti di prima mano. litica humiana. Dagli scritti sul L’adesione non cede mai a toni agiogra!ci partito politico, all’interrogati- Punto di riferimento imprescindibile per o ad accomodanti interpretazioni. Basso vo se sia possibile una scienza la storia risorgimentale, man mano che il suo appare come un eroe di frontiera. Per un della politica, dalla polemica pensiero veniva frainteso e strumentalizzato a verso non rinuncia alle lotte interne di un anticontrattualista, alle messe a opera di non pochi esponenti politici Carlo partito che troppo si a+dò alle scherma- punto sul concetto di interesse, Cattaneo ha ricevuto attenzioni sempre più glie delle correnti e alle logiche dell’appa- Schede passando per le notazioni sul costanti dagli studiosi, inevitabile reazione al rato. La mobilità tattica, con la quale Bas- commercio e la !nanza e quelle costituirsi di una vulgata che ne stava appiat- so partecipò al confronto, lo espose a una sulle scienze e le arti. Il pensiero tendo la !gura. Il suo corpus archivistico ha vera e propria persecuzione negli anni della politico dello scrittore scozzese o"erto in!niti spunti per la ricostruzione del “vigilanza rivoluzionaria” impersonata da si fonda sul convincimento che percorso e"ettivo di questo pensatore in tutta Rodolfo Morandi. La pagina sull’ultimo l’uomo sia un animale natural- la sua complessità. Nel 2001 sono stati pub- incontro tra i due (1955) rivela assonanze mente socievole, tendenzial- blicati i primi due tomi del carteggio. Ben 430 insospettabili: Morandi confessa di sentire mente propenso a uniformarsi sono le lettere indirizzate all’intellettuale da “fallita la sua politica, il suo tentativo di co- all’ordine costituito non sulla 165 corrispondenti diversi: fra di loro uomini struire un ferreo partito frontista”. D’altro base di un consenso razionale, di scienza, imprenditori innovativi, docenti, canto anche la proposta bassiana, una sorta ma per la forza dell’abitudine. ammiratori del Cattaneo profetico, cui stava di impetuoso “vento del Nord” !nalizzato L’approccio empirista che pre - stretta la realtà asburgica, oltre naturalmente a spazzar via i giochi romani, non riscuote siede all’insieme del pensiero humiano si rischio di distorcere i fatti, e un secolo dopo a Giuseppe Mazzini, certo meno tecnico e la fortuna che avrebbe meritato. Il concetto rispecchia anche negli orientamenti assiolo- Christoph Blumbacher la de!nì inumana; ma più idealista, che gli chiedeva di lavorare senza di “alternativa democratica”, sotto cui Bas- gici. La sua preferenza per la monarchia non ancora a !ne Seicento, in non poche regioni tregua per la causa dell’insurrezione contri- so inscrive la sua azione minoritaria, fu per- esprime un consenso ideale a una determi- d’Europa, imperversavano caccia alle streghe e buendo a costituire gruppi segreti di attivisti. !no accusato di moderatismo borghese da nata forma di governo, quanto un’opzione trattati di demonologia. Nel momento in cui, L’anno più intenso in questa sezione dell’epi - chi si apprestava a varare il centro-sinistra. per un modo di esercizio del potere modera- grazie al lento processo di laicizzazione della stolario è il 1844, quando la gestione del “Po- Negli anni !nali la statura “globale” di Bas- to, perché più adatto ad assorbire con#itti e giustizia, si giunse a desacralizzare l’operato litecnico” mise Cattaneo in comunicazione so venne riconosciuta. E Monina mette in tensioni e perciò capace di assicurare la pa- del giudice, il concetto stesso di pena subì una con un multiforme insieme di interlocutori; luce quanto la democrazia per la quale Bas- ci!ca convivenza. Nella lunga introduzione, cruciale umanizzazione. Questo agli occhi di dal 1849 il federalista milanese rimase per la so si batteva si presentasse come la realizza- il curatore, con argomenti plausibili, tende a Beccaria implicava la centralità del recupero di maggior parte del tempo a Lugano, in con- zione di una scelta socialista, marxiana nei classi!care Hume come un autore conserva- ogni reo. Infatti il reato trae la propria ragion seguenza della partecipazione ai recenti moti. postulati di classe, liberale nell’esaltazione tore, una sorta di archetipo del conservato- d’essere in seno alla società, e tale valutazio- In qualità di simbolo d’una linea di pensiero dei diritti. Così, soprattutto nell’ultima rismo moderno. Altrettanto legittimamente ne – di natura innovativamente !loso!ca – lo democratica e per certi versi radicale, egli ri- fase del suo impegno, il “piccolo Lenin” si può però ritenere Hume un archetipo del rivela da prevenirsi sul piano politico e sociale. cevette anche lettere al limite del minatorio, emerge come uno strenuo “avvocato del so- liberalismo. Ma forse si può più semplice- Si"atta necessità richiede, nota Luigi Ferrajoli, come quella della sedicente Carlotta R., che cialismo”, convinto della “primazia politica mente dire che è un autore classico che sem- una concezione del potere punitivo come po- lo apostrofava come “mostro” e fautore di una del partito” anche quando, dopo il 1968, pre o"re motivi di rinnovata ri#essione. tere limitato, il che a sua volta comporta una repubblica simile a un “precipizio aperto”. ne era percepibile il declino. (lungimirante) dottrina del potere pubblico M(2&$*$% G&$99% D. R. R%G3&)% B(&*(0)$

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AFG3&'%0$, G$(0F2:( / G%GG% R(99(3FF( G$('0$, T%II(4% - Prima di perderti - M(&:;34$0$, D(0$3F3 - Eroi dello sport. - Carteggi di Carlo Cattaneo. Serie II. Lettere Einaudi - p. 23 Storie di atleti, vittorie, scon!tte - Il Mulino - dei corrispondenti, vol. III 1845-1849 - G$%&3FF%, G$2F$% / S$05%0$, EF$% - Un p. 35 LeMonnier - p. 47 mondo di mondi - Ra"aello Cortina - p. 9 M(&$, M$:;3F3 - Io venia pien d’angoscia a A00( M(&:3552 - Amedeo Modigliani e il suo rimirarti - Einaudi - p. 23 G$25$:$, E2'30$% - Anna Senzamore - Eclissi M(&$(0$, F&(0:% / L())(0*$, M())$( - mondo - Abscondita - p. 33 - p. 24 A66(52&($, A&H20 - Scommettere sulle parole - Firenze 1966. L’alluvione - Giunti - p. 33 Ra"aello Cortina - p. 7 G%G3))$, P$3&% - Dal Bolscevismo al Fascismo M(&)$0%, P$3&6(%F% - La !loso!a di David - Edizioni di Storia e Letteratura - p. 38 Bowie: Wilde, Kemp e la musica come teatro - G%G3))$, P$3&% - Paradosso dello spirito russo - Mimesis - p. 32 Edizioni di Storia e Letteratura - p. 38 M%0$0(, G$(0:(&F% - Lelio Basso, leader (F$G(&, É)$3003 - Crisi e !ne dell’Europa? globale - Carocci - p. 47 B- Bollati Boringhieri - p. 6 G23&&$3&$, O47(F5% - Schiava di Picasso - Neri Pozza - p. 47 M2E;3&H33, N33F - La vita degli altri - Neri B(44(0$, P(%F( - Se avessi una piccola casa mia. Pozza - p. 27 Giorgio Bassani, il racconto di una !glia - La Nave di Teseo - p. 13 B30353))%, AFG3&)% - Brecht e il Piccolo 3&IF$0, S)36;(0 - Scardanelli/Hölderlin. Te a t ro - H (G%E%7, VF(5$I$& - Una risata nel buio - Mimesis - p. 11 Un radiodramma - Mimesis - p. 28 NAdelphi - p. 27 B$(I%0)$, F&(0:34:% - Il romanzo di H2I3, D(7$5 - Libertà e moderazione. Scritti Gregorio - Il Canneto - p. 12 politici - Rubbettino - p. 47 B%GG$%, L2$'$ - I media e le politiche. Come i giornali raccontano le scelte P(''$, L3%0(&5% (( :2&( 5$) - pubbliche che riguardano la vita dei Rottamare Maastricht - DeriveApprodi cittadini - Il Mulino - p. 47 - p. 6 B&3:;), B3&)%F) - Il romanzo dei tui P(&(7$:$0$ B(7('F$(0$, A'%4)$0% - Il - L’ Or m a - p. 2 8 bestiario del Papa - Einaudi - p. 19 B&2'0%F%, F2&$% - Forme e !gure P3&44%0, L3$9 G.W. - Presunto del verso. Prima e dopo Petrarca, terrorista - Marsilio - p. 46 P$&%, N$:% - Afghanistan. Missione Leopardi, Pasolini - Carocci - p. 25 incompiuta 2001-2005 - Lantana - p. 47 P%FF%, S$I%03 - Uomini e animali, (FF$'(&$:;, G$(09&(0:% - La questioni di etica - Carocci - p. 36 malinconiaC dei Crusich - Bompiani - p. 21 C(I2&&$, R30()% - Pensare la $7(, G$'$ - L’ultimo rigore di libertà. I quaderni di Antonio Giuriolo RFaruk. - Sellerio - p. 35 - Marsilio - p. 39 R%G3::;$, AF344(05&% - Torto C(&3FF$, P(%F% - Il Brasile d’Europa. marcio - Sellerio - p. 46 Il calcio nella ex Jugoslavia tra utopia e R%0:('F$(, S$F7$( - Pinguino Carletto fragilità - Urbone Publishing - p. 35 - Lapis - p. 45 C(4(F3'0%, G$%7(00$ - La libreria degli amori !niti - Robin - p. 23 C(4)(F5$, R$)( - Scritti su Bassani. :(&5$'F$, M(&$% - Celestina. Il Articoli, testimonianze e interviste misteroS del volto dipinto - Mondadori tra letteratura e cinema - Diogene - p. 46 Multimedia - p. 13 S:;$(7%03, AF5% - Ponzio Pilato. Un C(4)%F5$, M(44$I% - 1943-1945: i enigma tra storia e memoria - Einaudi «bravi» e i «cattivi» - Donzelli - p. 38 - p. 18 CJF$03, L%2$4-F3&5$0(05 - Lettere S:;0$)*F3&, A&);2& - Fink e agli editori - Quodlibet - p. 30 Fliederbusch - Analogon - p. 29 C3&:30K, V(00( - Una gatta in fuga S:%))$, C(&I3F( - L’imperfetta - - Giunti - p. 45 Garzanti - p. 24 C;2&:;$FF, C(&LF - Teatro III. S3&&(, F&(0:34:( - La grande Settimo cielo, Top Girls, Bei Soldi, I53F, M%4;3 - Il male primordiale nella Blavatsky - Bollati Boringhieri - p. 21 Skriker, Lo spirito della vendetta - Editoria e quabbalah - Adelphi - p. 19 S$F734)&$0$, V$))%&$% / B(&)%F$, B&20% - La Spettacolo - p. 31 Innovare a scuola. Insegnanti, studenti e grande avventura della !sica - Carocci - p. 36 C$(&(I3FF$, F(G$% - La legge prima della legge tecnologie digitali - Il Mulino - p. 26 S6&$0'4)330, B&2:3 - Born to Run. L’autobiogra!a - Mondadori - p. 32 - Castelvecchi - p. 37 Jean Genet, La scrittura della rivolta - Editoria e C%0:( M344$0(, S$F7$( A. - Pro!tti del potere. 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