14 lo sport lunedì 22 luglio 2002

La Ferrari con cui Fangio vinse due dei suoi cinque titoli mondiali dal 1951 al 1957 dominando la Formula 1 di allora Obiettivo centrato: Fangio non è più solo Quinto titolo mondiale (terzo consecutivo con la Ferrari) per Schumacher che raggiunge il Mito tra presente...... e passato Il tedesco antipatico L’argentino che vinceva che non sbaglia mai con qualunque macchina Lodovico Basalù Il più grande di tutti i tempi. Si è sempre detto questo di , argentino, nato a Balcarce il 24 giugno del 1911 e morto per problemi cardiaci il 15 luglio del 1995. Figlio di un Un altro schiaffone agli avversari. E alla storia. Schumacher ancora, immigrato di Chieti che sposò una ragazza di Buenos Aires, ha il Schumacher per sempre. Chi lo ama è alle stelle, chi lo odia è già in fila merito di essere riuscito a vincere con tutte le migliori macchine, dallo psicanalista. Cinque titoli mondiali, con quello conquistato ieri, dimostrando in questo un intuito senza pari. non sono uno scherzo. E i numeri della carriera del tedesco sono Fangio è l'antitesi di Schumacher. Troppo diverso, assoluta- implacabilmente chiari. Viviamo in diretta una leggenda? Forse sì. mente incurante delle preparazione fisica (come tutti i piloti degli Anche se i tempi non sono più adatti a scomodare artisti, poeti ed anni cinquanta ma anche sessanta), capace di dominare, in ogni eroi. Tutto è pilotato, tutto è condizionato, tutto è terribilmente caso, mezzi ingovernabili, viste le gomme e i freni a disposizione. programmato. Come Schumacher, appunto. Freddo, indubbiamente Ha avuto tra le mani volanti come quelli di , Maserati, bravo, ottimo imprenditore di se stesso, ha eguagliato i titoli di un Mercedes. E Ferrari, ovviamente. Nel 1956 il Drake di Maranello antico condottiero come Fangio. Tra il kaiser e l'argentino ci sono gli mise a disposizione le formidabili D50, che altro non erano se oltre quaranta anni di storia dello sport dell'automobile. E millenni, in non le monoposto cedute alle fine del 1955 dopo che termini di contenuti. Troppo importante è, oggi, la tecnologia: che l'antica Casa aveva deciso di dire basta alle corse in circuito. riporta con i piedi per terra anche i più incalliti sognatori. Troppo diverso da Schumacher, dicevamo. Anche nell'età, Per carità: non togliamo nulla al Re dei Re, al pilota che, in fin dei compenso punito con la squalifica dal Mondiale. I nemici gli rimpro- visto che il quinto titolo lo conquistò a quasi 47 anni. «Lo vidi per za a disposizione. Restano i centesimi o addirittura i millesimi a conti, è riuscito a battagliare a testa alta con un certo . verano anche lo scherzo fatto a Damon Hill (Williams-Renault) all'ul- la prima volta nella primavera del 1949 all'autodromo di Modena fare la differenza tra un fuoriclasse e un pilota normale. Fino a Anche perché, come affermano molti campioni, delle due e delle timo decisivo Gp della stagione 1994, la stessa che lo vide trionfatore - disse di lui - . Aveva uno stile insolito, visto che era venti anni fa erano i secondi che sancivano il divario tra un quattro ruote, «il pilota migliore guida sempre il mezzo migliore». ma anche squalificato per tre gare per irregolarità sulla sua Benetton. forse l'unico a uscire dalle curve senza sbarbare le balle di paglia buono e un… “fermo”, come usano dire gli addetti ai lavori. continua a sostenere che di titoli mondiali Schumacher Va in ogni caso riconosciuta a Schumacher la grande capacità di all’esterno. Questo argentino, pensai, è bravo sul serio: esce spara- Fangio nacque anche agonisticamente in modo diverso da ne vincerà almeno sette. Cesare Fiorio, ex-diesse della Ferrari, fa collaudo, come dimostra anche l'incredibile Rossa di quest'anno, la to e resta nel bel mezzo della pista». Schumacher. Cominciò con le corse su strada in Argentina, dopo giustamente notare che Schumacher è in un certo senso facilitato, F2002, che ha superato per efficienza la F2001 dello scorso anno. Non Come successo anche con altri campioni, il rapporto tra aver maturato esperienza in una autorimessa aperta nel 1933 visto che non deve combattere contro assi quali Piquet, Mansell o va sottovalutato il rapporto quasi perfetto con gli ingegneri e con i Ferrari e Fangio si incrinò proprio nel corso della stagione 1956, insieme ai cinque fratelli. Senza l'intervento del governo argenti- Prost, ovvero gli antagonisti con cui aveva a che fare Ayrton Senna. meccanici, quel carisma che lo ha aiutato a compattare attorno a sé la quella che lo portò a conquistare il quarto titolo mondiale. «Un no non sarebbe mai passato agli onori della storia automobilistica «Ogni epoca ha il suo campione», usava dire Enzo Ferrari, tanto per squadra che al suo arrivo nel 1996, era letteralmente allo sbando. Jean timido, un mediocre, un furbo? Non riuscii mai a capire Fangio», mondiale. Governo che nel 1948 gli comprò due fiammanti Mase- tagliare corto. Todt, nemmeno lui un gran simpaticone, adora il tedesco e non disse poi il costruttore modenese. Al quale non piacevano comun- rati da impiegare nella locale e famosa “Temporada”. In totale, da A scoprirlo è stato , che lo ha rubato a Eddie trascura di sottolineare come tutti i piloti della F1 attuale, messi que quei piloti che rubavano popolarità e gloria alle sue monopo- allora, Juan Manuel, voce stridulo, sguardo sfuggente, vinse 78 Jordan, il nel Gp del Belgio del 1991 lo aveva fatto debuttare su una insieme, non raggiungano le 40 vittorie totali in un Gran premio. sto. Come successe poi anche con l'austriaco . Al corse su strada e 24 Gran premi su un totale di 186 corse disputa- sua monoposto (Michael arrivò e si presentò con un settimo tempo in Ora Schumacher è anche l'unico pilota, ad avere vinto tre titoli (e punto che l'attuale direttore sportivo della Jaguar fu sostituito te, oltre ai 5 titoli mondiali ottenuti dal 1951 al 1957. prova al volante di una macchina non certo competitiva). Dopo quella anche consecutivi) con la Ferrari. Lo seguono (1952 e con lo sconosciuto canadese . Che dalle motoslit- «Non si possono paragonare campioni che hanno corso in gara la carriera di Schumacher fu legata alla Benetton e a Briatore fino 1953) e Lauda (1975-1977). In tutto fanno 12 titoli mondiali piloti per te fu portato alla guida di una F1. epoche diverse» amava dire Enzo Ferrari. E non potrebbe che alla fine del 1995, con due titoli mondiali (1994 e 1995) e 19 vittorie. il Cavallino, contro gli 11 della McLaren. Schumacher è amato anche Cosa direbbe, oggi, Enzo Ferrari, di Schumacher? Continue- essere così, come paragonare il volo nello spazio di Yuri Gagarin a Sin dall'inizio della carriera tuttavia non è stato tra i piloti più dal "regista" del box Ferrari, l'inglese . Che afferma: «Nessu- rebbe a tenerlo in squadra? È una bella domanda alla quale è però quelli di oggi. Affascinanti entrambi, ma il primo affrontava "simpatici". Non eccezionali neanche i rapporti con la stampa e con no come Michael riesce a frenare così tardi prima di una curva, difficile dare una risposta. Quel che è certo è il rapporto percen- l’ignoto, ora si affrontano le centraline elettroniche e il mezzo l’opinione pubblica italiana, visto il suo ostinato rifiuto a imparare la nessuno ha il suo controllo». A questa tesi si è sempre contrapposto tuale tra uomo e mezzo è decisamente cambiato a favore di meccanico, di “meccanico” non ha più molto. Comunque sia, nostra lingua. «È presuntuoso e in più è scorretto in pista», ha detto di Ron Dennis, della McLaren: «Non è un Mister Invincibile, anzi. In più quest’ultimo. Se un Fangio, quasi mezzo secolo fa, poteva permet- grandi piloti, gradi vetture, ognuno nel suo tempo. Ora, due lui, più volte, Villeneuve. Forse si riferiva in particolare alla manovra godo quando perde». Uno scatenarsi di umori, di passioni, attorno a tersi di derapare sulle quattro ruote con continui spettacoli da piloti, sono appaiati nell’albo d’oro della F1. Ma Schumacher tutt’altro che corretta di Schumi a Jerez nel 1997, nel tentativo di un personaggio che, in ogni caso, è entrato nella storia non solo della acrobata, oggi Schumacher fila velocissimo come fosse su due promette, a 33 anni, ancora una lunga carriera. E scommettere strappare il titolo al canadese e alla sua Williams. Ma Michael, già alla F1 ma dello sport in generale. Anche perchè Schumacher promette, a binari. E se un tempo pilotare una F1 non era cosa da tutti, ora sul sesto titolo e su altri a venire è a questo punto sin troppo Ferrari dal 1996, dove era stato ingaggiato a suon di miliardi (piovuti 33 anni, ancora una lunga carriera. E scommettere sul sesto titolo e su non è più vero. Come dimostrano tanti giovanissimi piloti che si facile. anche nelle tasche di Briatore che ne deteneva il cartellino), fu in altri a venire è a questo punto sin troppo facile. adattano sorprendentemente presto agli oltre 800 cavalli di poten- l.b.

ampante, ragliante, ruggente. qualcuno, almeno uno, con cui bat- Straordinario gioco di meta- tersi. Uno sguardo alle classifiche R morfosi, nel giro di circa mez- mondiali dimostra in modo inequi- zo secolo, per il quadrupede più Eppure il Cavallino una volta ragliava vocabile che i cosiddetti antagonisti, amato dagli italiani. Il cavallino di piloti e scuderie, non sono che sparu- Maranello, passato nella sua ormai te comparse, messe lì per simulare lunga esistenza attraverso i tre stati GIULIANO CAPECELATRO una rappresentazione corale, una allegorici, che designano l'aggressiva gara, che in realtà non esiste. baldanza giovanile, il vituperio dell' gli altri facevano il bello e il cattivo Provarle, va detto, la premiata scu- parte per il giro di ricognizione. E il cavallino per altre quattro stagioni. che Joseph Conrad, ne “Il tifone” Se il budget della Ferrari viaggia sui ultimo scorcio (si fa per dire: un tempo. Inerzia dal costo salatissimo; deria le provava tutte. Mise accanto plurilaureato Alain compie un'im- Non certo per meriti sportivi: soltan- assegna al capitano Mac Whirr. Nel mille miliardi di vecchie lire l'anno, ventennio buono) del 1900, l'apoteo- ogni anno centinaia di miliardi, bu- al compassato lo presa epica: unico nella storia della to una volta, infatti, salirà sul gradi- mezzo di un tifone, Mac Whirr, sor- inimmaginabile per qualsiasi altro si recente. dget di gran lunga superiore alle al- scalpitante . Provò a competizione, finisce fuori pista ne- no più alto del podio. Con Alesi, do alle voci della ragione, ai consigli team (McLaren e Williams anna- Da tre anni la Ferrari vive l'ebbrez- tre scuderie, venivano bruciati nelle miscelare gli umori sassoni di Berger anche fosse un pivello alle prime ar- passato il fantasma di Ivan Capelli, assennati degli ufficiali, decide di an- spano qualche centinaio di miliardi za di un trionfo che sembra destina- gallerie a vento e nei capannoni dell' e . Stizzita, decise di mi. tornerà l'apollineo Berger, ma la dare avanti, fino a lasciarsi inopina- indietro), gran parte della Formula to a non conoscere fine. Da tre anni azienda nella speranza vana di for- affidarsi al tre volte campione del Si va a Montecarlo. Fiorio e Prost musica non cambierà. Poi, nel '96, tamente alle spalle l'avversità. Per 1 affoga nei debiti e resta in campo ogni nube è scomparsa dalla fronte giare un prototipo degno di questo mondo , affiancandogli neanche si guardano più in cagne- la Ferrari cala l'asso di briscola: l'in- anni e anni, la Ferrari prende botte solo nel tentativo di arraffare qual- del suo sagace condottiero: Luca Cor- nome. quello di cui si diceva un sco; semplicemente si ignorano. Si gaggio di , en- su botte, si riduce ad una macchiet- che briciola in più dalla grande tor- dero di Montezemolo, caro agli Nel ventennio infausto (si parva li- gran bene. La comicità raggiunse corre; Prost rientra ai box per il nor- fant prodige del volante, che comun- ta degli autodromi. Ma lui, niente. ta dei diritti televisivi, spartiti per Agnelli. Chiamato, dopo la superba cet), il cavallino ha ingoiato rospi vette inattingibili. male cambio gomme. Riparte, ma si que durerà fatica prima di fregiarsi Va avanti in mezzo alla tempesta, ora dall'implacabile Mangiafuoco esperienza manageriale di Italia tremendi. Inseguiva con caparbietà Prost non si prese mai con Cesare trova sospeso con la macchina a del titolo. sicuro che la vittoria non potrà non del circo, il potente Bernie Ecclesto- '90, al capezzale di una scuderia che quel mondiale che aveva conquista- Fiorio, direttore sportivo di lungo mezz'aria, come un pupo sulla gio- Spunta il nuovo millennio, la Ferra- arridergli. Alla fine la spunta. ne. Così la Ferrari ha messo al mon- metteva in pista macchine da far to ancora nel 1979, ultimo anno dell' corso. Il rancore covò per tutta una stra, le ruote che girano a vuoto, la ri muta ancora una volta pelle. Il Però, a questo punto, viene a trovar- do quello splendido giocattolino ros- rizzare i capelli in testa agli esteti era rampante, a firma del sudafrica- stagione ed esplose, incontenibile, gara in malora. È la fine per Fiorio. cavallino ragliante scopre di poter si nella stessa condizione desolante so, la vettura che funge da cornuco- della Formula 1. no . Ma, ad ogni sta- l'anno successivo, quel 1991 che rap- Prost, inalberando il gran naso co- ruggire. E posa tre volte consecutive del protagonista de “Il deserto dei pia al cittadino tedesco (o monega- Per evitare di montarsi troppo la gione, lo vedeva allontanarsi, farsi presenta forse il punto più basso nel- me una scimitarra, si metterà con- l'alloro sul capo del pilota e del suo Tartari” di Buzzati. La Ferra- sco?) Michael Schumacher. Ma non testa come un qualsiasi parvenu, la più sfuggente, beffardo nella sua la storia della scuderia. tro tutto l'universo Ferrari dichia- mentore. Personaggio chiave della ri vince, chi può negarlo? Ma contro ha che se stessa con cui misurarsi. Ferrari farebbe bene a prendere un inafferrabilità. Rimediando figure Innanzitutto, il tricampione del rando che lui è un pilota e non un rinascita, Luca Cordero di Monteze- chi? E qui lo assalgono fantasmi esi- Non ci fossero di mezzo montagne bagno di umiltà, ripercorrendo il ri- barbine, e costringendo i media na- mondo, che con l'acqua doveva ave- autista di camion. La scuderia si molo, caro agli Agnelli, nella figura stenziali. Perché di fronte alla Ferra- di milioni, di dollari, che sono in cordo delle infinite umiliazioni di zionali, che aspettavano solo l'occa- re un fatto personale tanto non la guadagna lo sferzante appellativo di faustianamente adolescenziale riuni- ri non c'è proprio nessuno. Un deser- tanti a volersi pappare nell'unica ve- cui è lastricata la strada del succes- sione di intonare l'osanna, a reso- sopportava, ne combina una delle “cavallino ragliante”. sce due straordinari paradigmi lette- to. Da cui dovrebbe spuntare un ra gara che li appassiona, avrebbe so. In fondo, per un ventennio è ri- contare non gare sportive ma sipa- sue. È aprile; a Imola piove, ma ne- Il testimone passa allo scudiero Ale- rari. giorno il nemico. Logica vuole che tutta l'aria di un esercizio onanisti- masta imbelle alla finestra, mentre rietti comici. anche tanto. Si scaldano i motori, si si, che resterà sotto le insegne del Da un lato, ha l'atona impassibilità uno possa dichiararsi vincitore se ha co.