Archivio Storico Del Comune Di Gonars
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI GONARS INVENTARIO a cura di Annalisa Schiffo Tesi di laurea 2010 Sommario TAVOLA DELLE SIGLE E DELLE ABBREVIAZIONI........................................................3 Introduzione...........................................................................................................5 I. L'archivio storico del Comune di Gonars........................................................7 PROFILO STORICO ISTITUZIONALE.................................................................................7 VICENDE DELL'ARCHIVIO................................................................................................15 II. Inventario........................................................................................................19 SERIE ORDINARIE...............................................................................................................19 Serie I - Deliberazioni........................................................................................................19 Serie II - Carteggio.............................................................................................................24 Serie III - Contabilità........................................................................................................145 Serie IV – Lavori pubblici................................................................................................149 Serie V – Leva e truppe....................................................................................................153 Serie VI – Anagrafe e Stato Civile...................................................................................155 SERIE SPECIALI.................................................................................................................169 Contratti di enfiteusi.........................................................................................................169 Catasto..............................................................................................................................171 Nota bibliografica...............................................................................................177 Indice dei nomi di persona e di luogo...............................................................179 1 2 TAVOLA DELLE SIGLE E DELLE ABBREVIAZIONI b./bb. = busta/buste c./cc. = carta/carte fasc./fascc = fascicolo/fascicoli s.fasc./s.fascc = sottofascicolo/sottofascicoli n./nn. = numero/numeri n.n. = non numerate reg./regg. = registro/registri s.d. = senza data v.s. = vecchia segnatura 3 4 Introduzione La sensibilizzazione nei confronti degli archivi non è ancora sufficientemente diffusa da poter rendere possibile interventi su tutto il territorio nazionale; la non conoscenza di una cultura della conservazione porta a dimenticare piuttosto che a valorizzare. Nei nostri studi si tratta di buste e registri dimenticati negli scantinati e nelle soffitte dei vari enti, in attesa che qualcuno, ignaro del bene storico che si cela sotto tutta quella polvere, un giorno provveda alla loro eliminazione. Ogni giorno si produce una notevole quantità di documentazione cartacea, ma si vorrebbe fare in modo da non doverla poi conservare. Ecco allora che si creano gli archivi informatici, i quali, oltre ad essere di più facile consultazione, risolvono il problema dello spazio. Ma la documentazione prodotta nei secoli passati ha bisogno di una tutela maggiore per poter essere conservata, a partire dalla sua collocazione e dalla sua consultazione, la quale il più delle volte non è vigilata e ciò porta alla perdita delle carte stesse; riuscire a creare un archivio storico digitalizzato è un’operazione che salverebbe questi inconvenienti. Purtroppo un lavoro di questo tipo comporta spese non indifferenti, specialmente per una amministrazione comunale, che è sempre in lotta con il proprio bilancio. Inoltre è molto più vantaggioso spendere le proprie risorse in un’opera pubblica, i cui risultati sono immediatamente visibili ai cittadini, piuttosto che salvaguardare la storia del paese. Fortunatamente ci sono anche sindaci che pongono tra i loro obiettivi la valorizzazione della cultura e sostengono, nei limiti del possibile, sia l’opera di recupero sia quella di valorizzazione. Per quanto riguarda il Comune di Gonars, un grazie pienamente sentito va all’amministrazione in carica negli anni tra il 2004 e il 2009, la quale, proprio per l’interessamento dell’ex Sindaco Ivan Cignola, ha permesso l’opera di riordino e di inventariazione dell’archivio. Purtroppo tutti i progetti, pensati dal sig. Cignola stesso, una persona molto appassionata alle tematiche storiche, sono stati ora messi da parte. Il lavoro, anche se in questa fase è stato preso in considerazione solo in parte, sarà completato nella speranza che un domani possa essere da esempio anche per altre realtà. 5 6 I. L'archivio storico del Comune di Gonars PROFILO STORICO ISTITUZIONALE Gonars, comune della Bassa Friulana, con i suoi circa 4800 abitanti, vede le proprie origini come centro abitato nel periodo patriarcale: si suppone che fosse addirittura un bene della Chiesa di Aquileia, e per questo il documento più antico che ne attesta l'esistenza è appunto una bolla patriarcale del 1031. Lo stemma di Gonars (concesso nel 1937 su una richiesta del Comune del 1935)1, come cita lo Statuto Comunale: Il Comune negli atti e nel sigillo si identifica con il nome Gonars e con lo stemma come appresso: d’azzurro, all’albero al naturale nodrito sulla pianura di verde e sostenuto da due volpi al naturale, controrampanti, circondato da due rami di quercia e d’alloro annodati da un nastro dai colori nazionali, ornamenti esteriori da Comune. I tre elementi - le volpi, l'albero, il prato - volevano essere un riferimento ai tre borghi principali di cui si compone il Comune, e si rifanno ad alcune ricostruzioni toponomastiche risultate poi non del tutto corrette. A parte il toponimo Ontagnano, indubbiamente un prediale derivato dal nome Antonius, gli altri due toponimi, Gonars e Fauglis, non sono di così facile interpretazione e nel tempo sono state formulate varie teorie. Al momento, le ipotesi più probabili sembrano essere per Gonars un’origine germanica, forse dal nome longobardo Gunnar o Ghanart e per Fauglis una derivazione dal latino moderno Favulles, diminutivo di “fave”, perché è proprio in questa forma che compare per la prima volta nel XIII secolo. Come accennato poco sopra, il documento più antico che attesta l'esistenza della villa Gonarium è del 1031, ma, a causa di un errore di trascrizione, più tardi il toponimo antico parve essere Ganarium, nome la cui origine poteva essere il basso latino “gannire”, in altre parole lo squittire delle volpi. Questa interpretazione motivò la richiesta del Comune di Gonars di inserire due volpi nello stemma. L'albero, un faggio, rappresenta invece la frazione di Fauglis: anche in questo caso, la scelta del faggio fu condizionata dall'interpretazione toponomastica, ora messa in dubbio, secondo la quale Favuîs poteva derivare da fagus, fagulium, che significa faggio. 1 b. 83, categ. I, classe 1a 7 Infine, il prato fa riferimento al praedium Antonianum, in altre parole al terreno concesso al colono romano Antonius. La popolazione all'epoca viveva di agricoltura, con i primi liberi, i quali pagavano un censo o un livello al proprietario, e le affittanze erano a carattere enfiteutico, contratti che continuarono ad esistere fino a metà del XIX sec., come testimoniano quelli rinvenuti nell'archivio comunale, datati 1847 e 18492, che si riferiscono a Gonars e alle sue due frazioni, appunto Fauglis ed Ontagnano. Da questi contratti si può desumere quale fosse, a metà dell'800, il grado di alfabetizzazione della popolazione, che risultava essere per la maggior parte analfabeta, poiché era costituita principalmente da persone che facevano parte delle classi meno abbienti. A fronte di questo dato bisogna tuttavia rilevare che, nei secoli precedenti, nel territorio gonarese si distingueva un ceto medio, composto da artigiani, notai, maestri e commercianti. Alla metà del XVI secolo risale una delibera, (conservata nell'Archivio di Stato di Gorizia) dove si definivano i confini dei beni dei conti di Strassoldo, e dove si parlava di una “loggia del comun”, esistente anche ad Ontagnano. Bisognerà aspettare il secolo successivo per veder citata una loggia a Fauglis. L'organo esecutivo era presieduto da uno o più “degani” (oggi il sindaco) ed era costituito da giurati e da un messo; anche i “camerari”, uomini che amministravano i beni della Chiesa, dovevano rendere conto al decano. Questo tipo di organizzazione chiamata “vicinia”3durò fin oltre la metà del XIX sec.. Poi con l'Unità del Regno d'Italia, si cercò di creare anche un'unità amministrativa4; nel 1866, anno in cui cessa il Regno Lombardo Veneto, la Provincia del Friuli, e quindi anche Gonars diventa italiana. Da questo momento il Comune di Gonars assume l'assetto amministrativo tuttora in vigore5. L'economia vacillava a causa dei vari conflitti interni che nelle prime fasi della storia a noi conosciuta del territorio portavano a ripetuti avvicendamenti nell'egemonia del territorio stesso; ad esempio si sa che nel 1415 Ontagnano e Fauglis erano sotto la giurisdizione dei conti Frangipane di Castel-Porpetto, mentre Gonars, nel 1542 era soggetto alla podesteria di Marano, e molto probabilmente già dall'origine della podesteria stessa, istituitasi nel 1256. Nel 1420 il Friuli passò sotto il dominio Veneto, ma nemmeno l'assoggettamento ad una realtà politica di tale importanza