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4 \ KAÀAIMAXOY K Y P H N A I O Y T M N O I
C A L L I M A C li 1 G Y R E N A E I H r M N 1 C V M LATINA INTERTRETATIONE A VIRO GL. ANT. MAR. SALVINIO
Etrufcis Verfibus , Nunc Primutn Editis , Redditi. ACCEDIT POEMATION DE COMA BERENICIS AB EODEM GRAECE SVPPLETVM ET ARECENSVITCATVLLO VERSVM. Vartantes Lecitene SeleRas Aiìnotaùoncs Metricas s , , & Aliquot Latinas Vcrfiunes
Angeli Politiani, Henkici Stfphant , Floridi Salini,
JiONAVENTVRAE VVLCANl , IMCODEMI FkISCHLINI Necncn eiufdem Callimaciìi Graeca Epigrammata A D 1 E C 1 T ANG. MAR. B ANDINI VS I.V. D. MEDICEAE BIBLIOTH. REGIVS PRAEFECTVS.
FI.ORENTIAE TYPIS MOVCKIANIS
A. CI3.I3-CC. LXIlI. Li
I
Digitìzed by Google Digitized by Google Ili A S V A ECCELLENZA IL SIG. ANTONIO MARIA S A L V I A T I D V G A DI GIVLIANO PRINCIPE DI ROCCA MASSIMA, BARONE DI COLLEFERRO, CONTE DI TVRBINO,
MARCHESE DI MONTIERI , E BOCCHEGGIANO
E CIAMBERLANO DELLE LORO MM. II. ec.
dalle fingolari E prerogative , che fovra di ogni altro 1* E. V. diftin- prendeflì io guono , {blamente motivo di fregiare col Voftro ragguardevole Nome gl’ Inni di Callimaco , che ora nobiJ- men-
D mitg'griTr» Google . ,
iv Lettera mente rivettiti alla Letteraria Repubblica fi farei ficuro prefentano , di avere loro prefcelto autorevole Protettore un , e fom- mamente benefico Imperciocché per non ittare a favel- della nobiliflìma Vottra col- lare Profapia , le principali Famiglie Sovrane dell’ Europa congiunta, e dalla quale Cosimo I. Gran-
Duca di Tofcana traile i fuoi felici nata- li di infigni , feconda mai fempre Uomini nella Repubblica facra , e civile , colti- vatori e della Latina , promotori Greca , , e Tofcana Letteratura; noti fono ad ognu- no que’ Voftri gentili cottumi e piacevo- li alieni affatto dalle vanità di , coloro fra le che trovano pafcolo ombre , ed il fumo; quella filofofica, e giufta maniera di colla niente penfare , quale curate quello altri tanta follecitudine che con , e perdi- mento di tempo , e della propria tranquil- lità ambiziofamente desiderano quella am- ; mirabile cottanza, ed egualità negli avver- si e ne’ profperi avvenimenti quella im- , ; pareggiabil prudenza negli affari piu gravi cd importanti della Vottra ben regolata Fa- mi- Dedicatoria v che dal- fràglia quel merito in fomma , ; 1’ c de doveri efercizio della vera virtù , ,« annellì al proprio flato unicamente deriva Aggiungafi quel Voftro raro perfpicacifiì- formató colla pratica del mo ingegno *
e de’ Valentuomini , Mondo , delle Corti , co’ quali vi flètè fatto Tempre un parti-*, colar piacere di trattare ne’ Voftri eruditi con viaggi quel pronto parlare e foave , ; , cui i {ignorili Voflri penfieri mamfeftate , in guifa tale ognuno con piacere , c , che maraviglia vi afcolta * Ma 1’ aver' io fino da’ miei più teneri anni dedicata all’ E. V. 1’ olìèquiofiflìma è ftata e non fa* mia fervitù , che non , lunghezza di tempo nè rà mai , nè per , nè per malvagità di per diftanza di luogo , interrotta, è uno de* fortuna diminuita , o muove a prefen- piu forti motivi , che mi che fpero tarvi quello letterario tributo , perchè fi parte riceverete di buona voglia , e dalla con tanta benigni- mia perlona , che tà quello infigne Poe- riguardate , e perchè ta per la fublimità del fuo ingegno, e per la venuftà de’ luoi verfi fi meritò la bcnc- vo- vi Lettera. volenza del gran Tolomeo Filadelfo Re di coftituito Egitto , dal quale fu Prefetto della celebre Libreria di Aleflandria . E poiché delle molte opere da effo tra- alla de’ mandate memoria poderi , e che fono reftate afforbite nella confufione di tanti fecoli nuli’ altro al- , abbiamo , che cuni Inni , e pochi Epigrammi , ò credu- to di far cofa grata non tanto all’ E. V. che fi è fempre dilettata della nobile poe- f a quanto alli lludiofi tutti delle buone , lettere , di procurarne una nuova corretta la edizione , aggiungendoci traduzione in verfi Tofcani , fatta dallo immortale An- tonio la Maria Salvini , che ora per pri- ma volta comparifce alla pubblica luce .
Pregandovi intanto dal Cielo , ed a
’ tutta 1 Eccellentiffima \ odra Cafa la pie- nezza delle celefli benedizioni, col più pro- fondo rifpetto ò 1’ onore di fofcrivermi Di Voftra Eccellenza.
Dal mio Studio 2v. Aprile 1763.
Vmilijfimo Servitore Angelo Maria Bandini. AL DISCRETO LETTOREVII Angelo Maria Bandi ni.
D Efiderando di rifvegliare il piu che fia pojjibilc ne- gli animi dell Italica Gioventù lo fiudio della Gre-
ca letteratura , ti prefento , o benigno Lettore , in quefl'
anno il Callimaco , promettendoti di darti in apprejfo full' ifiejfa foggia una bella ferie di Clajpci Greci , e
tra ejft Nicandro , Quinto Smirneo , Dionifio Perie- gete , i Dionifiaci di Nonno Panopolita , gli Apotclefmi
di Manetone , corredati oltre alle latine , delle ottime inedite traduzioni fatte già da Antonio Maria Salvi- di Lettere nell' vi , Profejfore infigne Greche Univer- fttà Fiorentina , la di cui fcuola , non altramente , che
quella de' Poliziani , e de' Vettori , à fatto a' nofiri 1 tempi tanto onore all' Italia. Aveva quel grand uomo ridotti in ver/i Tofcani con incredibile felicità gli anti-
chi Poeti Greci , alcuni de' quali furono mentre et vive- altri la di lui morte pubblicati alcuni va , dopo , fi fono perduti , altri ci reflano ancora . EJfendo quefie traduzioni unitamente colli ferirti di molti valentuo-
mini pajfate nella pubblica Libreria Marucelli , mi fo-
no accorto nell ordinarle , che ejfendo quefie fcritte in e con inchi cartucce , confufamcnte , ofiro corrofivo , fi vanno infenfibilmentc perdendo ; come in fatti è Se-
guito tra F altre , di una parte dell' Antologia , e del difficilijfimo Poema di Nonno fulF Evangelio di S. Gio-
vanni , ò creduto di arrecare un fingolar beneficio alli ftudiofi delle lettere Greche , e Tojcane , col falvare
dalle ingiurie del tempo quelle almeno , che mt è riu-
feito con non piccola fatica di render compite . E co- ' H
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cornine E uindo dal Callimaco , ti premetto la di
lui vita , tratta dalla Biblioteca Greca di Gio. Al- berto Fabricio Tom. II. pag. 472. indi le teflimonian-
ze degli antichi autori , ed in fine di ciafcheduno Inno
quelle annotazioni , che per maggiore intelligenza del
tcflo ò creduto necejjarie . , Segue dipoi il Poemetto Greco fulla Chioma di Berenice che , effendo perduto ,
! ifleffo Salvini à fupplito CO , prcvalendofi della tradu-
zione che ne abbiamo , fatta in Latino ad i flanza di Or- talo da Catullo. Ma perchè fi vegga la diverfa maniera tenuta nel fupplire qucjlo bel pezzo di Poefta da due
de' piu grandi uomini , che abbia fino a' dì noflri prò*
dotto la Greca Letteratura , ti Jaggiungo quella verfio
ne , che avanti il Salvini tento fimilmente Giufeppe Catullo Scaligero , inferita nel fiampato dal Maittai- re in Londra nel MDCCXV. in 8. per Iacopo Ton-
fon , e Giovanni Watts . Il tefio Tofano di queflo poemetto è queir ifleffo che fi legge nel Tomo XXI. del- la raccolta de' Poeti Litini colla verftone nelV Italia- nel na favella , imprefia in Milano MDCCXXXI. in 4. E poiché gl' Inni di Callimaco anno meritato di tutti in parte in efiere tradotti , 0 , 0 verfi Latini * da diverfi valenti uomini , quindi ne riporto di eia fcheduna traduzione un faggio , foggiungendo in fine i quali leggono nella di lui Epigrammi , tali fi bellifit ma edizione procurata da Gio. Giorgio Grevio a Vtrccht per Francefco Halma , e Guglielmo Vande Water nel MDCXCVI. Tomi II. in 8. della quale mi fono fervito per teflo. Le varianti in piè di pagina fono tratte dalla degl' Inni di Callimaco prima edizione , che fu fatta in Firenze in caratteri unciali per opera del celebre
Giano Lafcari . Vivi felice .
benché in confufo le di lui traduzio- (1) Si cooferva no ancora , , ni ip verò Greci delle opere di Catullo , Tibullo , e Proper- la pubblica luce. zio , che pure meriterebbero
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CALLIMACHII
AETAS GENVS ET DISCIPVLI .
Scriptor um editorum perditorutnque Catahgus cum
variti ohferv.itionil)ui . Scboliajìae deperditi . Scholiii Graecis quae ex/ianf criptorum De , & J ,
qui in tllit allegantur elencbus . Editiones CalUmacbt CO» L
allimachvs Batti & Mefatmae F. Callima- C chi ftrategi CO nepos Cyrenaeus CO Libys,
Grammaticus do&iflìmus & Poeta infignis , qui fe ipfe in epitaphio Parentis fui ait cecinilfe xpe/ir» ter* ficunuw'yfi » dulcius invidia : difcipulus fuit A Her-
i Io. Alb. FabricI Biblioth. Graec. ( ) Ex T. il. p. 477. Callimachus Epigrammate Batti ( % ) Xxii. quod eli parentis
Epiraphium : tit ifiiv CT vxpà e^fia tpfput irci* , KtfXXrpa'^» pt
fd»i Kupitvai'» xjiiJi* rt xai ytn'r n» . - Ei’5i/n« y afipu m». è fttv non Tarpai® * owXwv
S‘ iitiOiv putrito H f(tv , ò x va /3a«xau'*H lib. (3) Strabo in Lybiae deicriptione xvu. p. b 3 7 A'ytTai
Sì >i Kup E?'?« Sì KvpJvi 9>ipa/ jf* Kxl KaXXf^Hv faivopafav C{ xa'l* K «XX'/aaTt®* . KaXXiVx re' ara po» rò 5 ’ vytpov «-.opa ©tip*, Mijriip - tvixxa mar p/i© >ipiripHf • Cyrenenum voiat & G l- lius xvii. 11. quia vero Alexandriae Aegvpti urbe dm» tilFtme eli veriatus , h nc ab Antigono Carvflio c. 51. - Hill, mirab. appellatur KaXXfywjt© c i’k riit Aiyvv.it. ] •I Digitized by Googie x / 2 Callimachi Hermocratis Grammatici lafii . Litteras primum do- in vico Alexandriae cuit Eleufine , poftea a Pto- lcmaeo PhiJadclpho accitus in Mufeum CO, quod Philolòphis ac viris eruditis munificentia regia Alexandriae dicaverat , in honore habitus CO tum ab ipfo Fhiladelpho , tum a fucceflòre eius Ever- geta , cuius tempora attigiflè eum Scholiaftes ad Hymn. il. i 6. & Suidas teftantur. Regnare autem coepit Evergetes non Ol. ex vii. 2. ut apud eum- dem Suidam legitur , fed ut accuratiores Chronolo- gi tradunt Ol. cxxxni ante Chriftum A.ccxlvii* Sunt , qui etiam pradèólum Bibliothecae Rcgiae fuiffe Callimachum affirmant , ut Raph. Volater- ranus lib. xiv. Commentar, urbanorum & Morho- fius ò fjLctKapiTij; lib. i. Polyhift. p. 43. Sed Sui- das & alii veteres hoc non memorant i itaque in ferie praefe&orum Bibliothecae Alexandrinae omif- fus Callimachus eli a Ionfio lib. 1. Hift. Philofo- phicae c. 18. Imaginem illius in aes incifam exhibet Clarifs. Gronovius T. x. Antiq. Graec. poft p. 792. ex Io. Orlando . Lydcn dclicias fuas verfu cele- brane notat Ovidius il. Trift. v. 3*58. Difcipulos videas eius laudari Eratofthenem , & Philoftephanum ' Cy- hoc Muffo fcripferat ipfe Callimachus ut intra d ì- ( 1 ) De , cam in Catalogo eius Operi) m . (t) Strabo ib'd. p 838. Kupttvaì^ J’ iV< hoc KaXXr kxi E'paroff&tvttt » aV^cTipor n.ripM/a.fvcr rrapà tck tùv A (’yuarn'wv flvatMaiv , Digitized by Google Vita 3 Byzantium Grammati- Cyrenaeos , Ariftophanem cum, & Apollonium Rhodium e difcipulo inimi- cum, quem carmine, cui titulum fecit /£/»,diris laudat Athe- devovit . Ifirum quoque KxMiuayeiov KaMipa- naeus lib. ix. & alibi , tum Hermippum « yetov lib. v. p. 213. De litri AVrijwìt & 'tcutoh y fi ve Mifcellaneis vide Menag. ad Laert. il. 5 9. Familiaris fui Heracliti Halicarnalfei mortem luget Callimachus apud Laertium ix. 17. Vxorem habuit fìliam Euphratae Syracufii CO, fororem Megatimam, quae nupta Stafenoro peperitCallimachum iuniorem itidem Cyrenaeum, auétorem operis pridem deper- diti de infuits , quod verfibus heroicis compofuerat. pariter II. Philologiae omnis peritus , & Poe- ta dottiflimus fcripta compofuit , Suidae fi credi- plura otìingentis licet apud Gyraldum le- mus , , gitur o&oginta , apud Io. Lomeierum p. 373. c. 13. de Bibliothecis 800000. Aliquorum Cata- Gerhardus logum texuit idem Suidas , pleniorem Voflìus lib. 1. c. 1 5. de Hiftor. Graecis , Io. Meur- fius in notis ad Helladium p. 957. feq. & ih Bibl. in apparatu Graeca p. 1283. feq. Thomas Stanleius Richar- ineditarum notarum ad Callimachum , & dus Bentleius in fragmentis Callimachi , diligen- recenfitis qui tiflìme a fe colleótis , & erudite , A a • Stan- J ( 1 ) Suid. in K«XX»V“X® • Digitized by Google . 4 Callimachi Stanleii apparatum MS. utendum acccpcrat ab Eduardo Sherburno CO. Scripferat tum profa, tum carmine Caliimachus , fed pleraque non adeo pro- lixa opufcula quia dicere folitus eft ps'yct 3 a/oj; , / t Confer quae de eius fyuyyavMafìi ftudio , ut vocat Epigr. ix. notata illuftri Spanhemio funt p. 1 1 8. ad Callimachum . Iam ecce tibi Catalo- gum Callimachi operum , quae a viris doélis ob- fervata funt nonnullis noftris fupplementis , cum , atque obfervationibus Flifi' ùywuv de Ludis . Suid. in KaAA/'/x. Har- , pocratio in . Et forte ex hoc poemate funt refert Plutarchus v. petiti verfus , quos 3. fympof. Carmen de Aconito , vide infra KuiJ/ttij . Aitix, de caufts variarum fabularum , rituum poema lib. iv. & antiquitatum , conftans , quod il- (1) Pluribus verbis plagium Cl. Rentleio hoc nomine im- pingit auilor libri a short account of Dr. Bentleys buma- 1 nity and iuflice Lond. 1699- 8 P- 9- feq. Acerbiflime etiam plagii in Meurlìum commini Hentleium arguii Iac. Gro- novius praef. ad Tom. X. thcfauri Antiquitatum Grae- . virorum do£liHìmorum carum Sane cur nullam , qui ante illum in hac arena verfati funt , mentionem no- mi netenus fecerit , ipfe optime dixerit. Tangere tamen eos videtur ad fragmentum cccv. bis verbs: luride qui- dam inter opera Callimachi Daedalum recenfuertint , fed perperam . Ncque vero mihi videtur alios expilalle, qui ipfe habcbat mellora domi . Digitized by Gc . , Vita 5 illuttraverat Epaphroditus tette Schol. Aefchyli , ac Steph. Bvz. Grammaticorum ingenia excrcuifle ob- fervat Clemens Alexandrinus v. Strom. p. 271. licet hoc mirum videtur Wovverano c. 11. Poly. mathiae, fané in illud commentatus fuerat praetcr in Epaphroditum Theon , ut notat Etymol. M. ftVtjfóv . Metaphrafin compofuerat Marianus tette Suida in M xf- Fragmenta his ex Aetiis collega vide- re licet in editione Callimachi Graeviana p. 305. 312. Meminit & Io. Malalas T. 1. Chronici lib. vii. ibi plus in Chron. p. 221. fed male fcriptum tn , & Alex, five Pafchali p. in. aìrwtot; , prò ai’n'o/s, ut bene notavit Malalae interpres Edmundus Chil- meadus . Similis error latere viris dottis vifus ett apud Fulgentium de fermone antiquo: Ientaculum dicitur guflatio . Callìmachus intefìa : ientaculum Iovi defuit qui fufpicaretur proferre Non , , Ful- gentium hoc repetiffe ex aliquo , qui Callimachi Aetia latino carmine vertiffet . Sed Iacobus Gro- novius in Exercitationibus de Dodone p. 33. feq. hariolatus ett fub Callimacho apud Fulgentium latere Gallicanum aliquem Nonio citatum , ve! quod aegre mihi perfuadeo, Caflium in Annalibus. Poflìs & legere Callimorphum, qui paucis interie- ttis ab eodem Fulgentio laudatur. Sed Callimachi Aetia a Fulgentio laudari crediderunt viri dotti ' quia Digitized by Google . . 6 Callimachi quia plures alios Graecos fcriptores , latinis lau« datverbisCO. Scripferat olim A "ria, Callimachi etiam Dionyfius Corinthius poeta Plu- exemplo , , tarcho in Erotico , & Suida in &iovur. tede , tum lib. v. id8. laudatus fuis Butas , Arnobio p. : ficut fcribtt in cau'alibus Butas, & Plutarcho in Romulo ept p. 31. Bara? Sé rii etèrica ixujùhts tv eteyt-oit t rùv P'vi/.xikwv ctvzypzpvv Denique Plutarchus iple » cuius xitix p'wjowiixàdc E'AAki/fie:* etiamnum exftant, cu - rix ywzivJjì) & etèrici (Zafficiputòt Lampriae memorata latinis Varrò, ad quem frequenti^- pcrierunt , & e alii . De lime provocant Plutarchus , Servius , & Callimachi Aetiis, praeter lanum Parrhafium T.i. Lampadis Gruterianae p. 873. egerat Politianus in Centuria fecunda Mifcellaneorum , ut teftatur Pe* trus Crinitus in Epift. ad Alexandrum Sartium , quae legitur inter Politianeas xii. 20. Sed illa fe- cunda Centuria lucem numquam vidit . Forte ex quae prò- Callimachi Aetiis habuit Fulgentius , fert ili. io. Mythol. in arufpicinis altud efi fibra- rum particularumque infpeBio , altud fecundum Battiadem eventuum immutatio . • Achilles Tat. Ila» Yltpì àvépiuv , De venti* goge Antiq. Graec. p.» S- Cnlli- (1) Idem Gronovius T. vii. 9 pro/’trre latri . Et putat elle ntAcbus: in teft* ienraculum verbi Varronij c fcripto cui citulum leccrat, Callimi» chus Digitized by Google / . I Vita. 7 gogc in Aratum c. 33. & SuicL in KaAA<>«£@. . oÌkkt\lqì Argi incolti • Suid. A"pysuf , De . Suid. A'pKah'a 1 Arcadia Bàxyjfy* . Vide mox 2fzyx&’ De Coma Berenices , coniugis Ptolemaei E- vergetae, aftris adfcripta a Conone Samio Ma tele- exftat e latina me- matico , carmen elegiacum , taphrafi Catulli num. lxvii. p. 253. feq. edit. If. Mureti Scaligerique notis iun- Voffii , cuius & , genda fragmenta Callimachi , a Bentleio colle- ga p. 235. feq. & notae Annae Fabri p. 2 66. feq. tum Polit'anus c. 68. Mifc. Meminit & Ge- minus C. 2. Aftron. mi o vqipiv **Tifcfpr[*.ev& Ùttq KxM.ifj.ù'Xje Bff evòlse ttAo'xau®* . Bf.xyx,& . Hephaeftio Enchirid. p. 30. mi rw irevTX^Tfu il KaAA >iLayJ&- ó'Aov -rotaci to» Hfóry ypv ìvujivotxtoi ( 1 ) ytrifX*' • Quac poftrema verba Callimacho laudato aflfèrt etiam Etymol. M. in Aiiufict"^ Vtut vero Bax- yov non Bpdyyov habent Hephaeftionis editiones » Bpxyyov tamen e tribus codicibus MSS. & Teren- tiani Mauri autori tate redie repofuit Clarifs. Bent- le- (1) In editione Ciarlìi. Bende!! bis male excufum i’w^vó- txtoi contr* leges choriambi . Sed hoc Tvjograplii vitium eli haud dubic . Digitlzed by Google 8 Callimachi leius . Lutatius ad ni. Thebaid. p. 104. Branchi meminit Terentianus de mctris : Hymnum Branchiadae Phoebo cantajfe Iov'tque Pajlorem Branchum , &c. Pro Branchiadae nova editio e vulgati? Terentia» . ni codicibus , dubito an bene , legit Battiadem Galatea Tct^órsix , , cannine hexametro. Athen. lib. vili, p. 284. & Euftath. ad lliad. v. p. 1088. rtoux©' , Glaucus . Suid. eft A»'<5aA@- • Steph.Byz. in Sed locus falluntur qui Comoediae , vel Tra» eorruptus , & , Confer Bentleii goediae hoc nomen effe exiftimant . fragmentum cccv. Verifiniillimum autem mihi vi- illum ita effe legendum : KaAAipa- detur , locum ffibvjpv . . AuiSuhu tv^onj ehccfcaivb ptiv nominibus genti alieni E’3yncxi òyojxxTi'ctt , De 8c ex eo Eu- peculiaribus . Athen. lib. vii. p. 329. operis partes fu- ftath. ad OdylT. J, p. 7 99. Huius quae memorantur Suidae Tfpì pisr- ifle videntur , 3" fUJVMV Tponryc.plai Karà 1 v& evopicarlat iyfivw , & ita! toMh . Poema heroicum de anu pau- E‘mA»j , Hecale , hofpitio percula huius nominis , quae Thefeum illuftris Spanhemii notas ad hy- excepit . Confer mnum in Apollinem v. io 6. ad quem locum Grae- cus Digitized by Google . Vita -9 Sia.' tovtuv tovs tyjwrTov cus Scholiaftes : E'yiahC Toiyy-u oSffv r«c avrcv ytj hvvaa'hai Truffai fiéyz , E'xaAiji' . Dan. Heinfius ad tivayxMr9>j tc tirai ryv «f n otturi efi ex Horatium p. 18. Catlimachus , fo- audiebat apud aemuloi , qttod HymnU , male Hymnos , nullum la Epigramma™ , F legiat & Quorum iudi autem Carmen ftribcret pcrpetuum. «f notant interpretes -, dii commotui , Hecalen , r carmen fuit , wo» compo uit , <7»W perfeRum . Vide irttevram Thefei comple&eretur hifloriam & c. io. Politìanum c. 24. Mifc. Meurfii Thefeum Suidam Natalem Comitem ni. 4. Mythologiae , dodtiflimo Bent- in Kunìrai. Fragmenta a Hecalen Cal- leio collega num. xl. lxvi. & ex. fub Imp. Anafìafio vixit , limachi Marianus , qui Suidas teda- explicaverat metaphrafi Iambica , ut tur in Maptavót genere poematis principem E’Xtyàa , in quo Quintilianus x. habitum effe Callimachum teflatur nume- 3. unde Elegi Ovidio dicuntur Callimachi Dio- alibi molle Callimachi iter . Vide & ri , & Bentleio col- medem lib. ni. p. 382. Fragmenta a cxcii. ledia p. 322. feq. tum num. Sipe$ . Suid. E AtISst -, Epigrammata quorum 1. E’nirPA'MMATA , , Grammati- enarrationem olirti fcripferat Archibiut cus Digitized by Google io Callimachi Suida . in cus , Apollonii Dyfcoli F. tede Hodic editionibus Callimachi noviflìmis exdant Epigram* mata lxii. His adde, quod ex Anthologiae vi. 15. Callimacho au&oritate codicis Palatini vindicat Clarifs. Graevius Praef. ad Callimachum . Etiam hoc vidi Callimacho tributum a Ioachimo Carne* rario Orat. de bello Turcico , quod ad Callinurq referunt codices Stobaei tede Gefnero > H. Ste» phanus tribuit Tyrtaeo : Ou yi( ku; Suvxróv ys (fiuyì~v et'/JUifuevov fcfv A"vSf £$ tì -rpoy-'vuv f\ ytvo c ubavéruv . rbAAow» Syji'oTijTa (puyùv kxì qÌhttov àxivruv iTUl tv SV - ^'(X > ^ K‘X SmÙtov 8c c. Vide & fragmenta a Bentleio collega num. lxx. txxiv. & cxlii. tum Natalem Comitem vii. 15. Mythol. & quae viri do£ìi ad Martialera iv. 13. Attilius Fortunatianus de Priapeio metro : Nam proprio commare Calltmachus in Epigrammatibus ufiis efi , & Bacchylides in carminibui , & aliì. Laudat Callimachum Epigrammatum nomine Pli- nius iv. Epid. 3. Martialis iv. 23. Athenaeus xv. p. 66g. Taro yùp tv rxurì rk K«AMpizyau yivutruuv , ’E Tiyfz;/.^xTz &c. Inter Epigrammata vetera La- tina a P. Pithoeo edita non longe ab initio lib. infcri- primi occurrit hoc Callimachi , imagini ptum Iovis. Quae- Digitlzed by . ,. Vita ii Quaenam baec forma? Dei. Cur verfa ejlì Fulgura luca Divitue non fert debili s baec acies . Quid vero txfijìit tamqu.m uno e corpore corpus ? Hic amor ejl . Si amor ejì , cur videt ? At lovis ejl Cur ita complicitis ahs ? numquam evolat . At cur In fe convertii tela? Sui ille amor ejl . Cur ferro fine tela gent ? Quia vulneris expers lite ejl ; at vejler vulnerai & cruciat . HTtittuj» èXsyuxKÌv s!t Zaw/(3 Elegiacum ob partam vtEloriam , ai Sofibium CO, Athen. lib. iv. p. 144. 6f iv tw orfòt KÓ- ruvSfov -refi (ìuirifatxs > et ywa-iov t'o trvyypotppx . UoX?ioi eìvxi ut ov KxXk‘px- yùf airi fixTiv Zunfiiou , yj& ò ronfnjc tvtviKtov èteyetxMv iroi^rev . Carminis Heroici lib. 1. allegatur in E'tuv , Stobaei ièrm. cxiv. de laude fene£tutis edit. Gefne- ri , fed nihil tale in Grotii edit. p. gjó. & rcs ipfa docet , non effe torvi , quae ibi adducuntur fed iXeyuùv Érvia-ut j Anmverfaria . Vide fupra AiV/a . live €)avpdria , OxvfiaTuv tuv é’s ctruauv njv yijv (i) Intellige Sofibium , qui in aula Ptolrmaeorum fummae rei praet'uìt , de quo Polvbius lib. xv. Fui t Se Sofibius quidam Tragicus , de quo dixi I b. II. c. 19. curo Sofi- 1 bius Laco , Gramnuticus tViAvrixòg , five folvendis quaeftionibus Celebris, quem &auyi.aViov vocat Athenaeus Fb. XI. Se memorat Suidas . De Sofibio Tarentino vide Humfredi Hody librum de Ariftea p. 101. Digìtized by Googk . - , iz Callimachi yv\v v,xl tÓtovs 'JvTitiy auvxyuyiì , Mirabilia , five mi- raculorum per totum orbem colleElanea . Suid. Con- fer Meurfium ad Apollonii Hiftor. Mirabil. c. 144. Phlegontis Mirabil. c. 4. & fragmenta a Bentleio collega num. lxxv. Ionfium il. 12. de fcriptoribus Hift. Philofoph. ubi & alios Sxvpxtrtuv fcriptores collegit . Partem huius operis fuifle credibile eft quod Suidae itidem inter fcripta Callimachi me- moratur -refi tuv tv UtXorovr^Tu kxi ItxXioi 9-xvpa- tri'uv Kctì vxpxSc^uv de rebus tn Peloponnefo & , Italia rnirabilibus lambì Choliambi . Vi- Vuj-iftoi & yuXt apfioi > & lxxvi. C de fragmenta a Bentleio collega num. # & ccxix. tum ad lxxxv. confer Salmafium p. 494- Mifc. . Samuelem Petitum de ufuris , & ad lxxxvi eft quod unde Obf. lib. 1. c. 2. p. 9. feq. xciv. , comperifle petiiffet Scaliger ad Manilium , non 1. fedi. fe fatetur Menagius ad Laertium lib. 23. Addcndus & hic locus Strabonis ix. p. 437. KoA- hpxyj& pìv ciùv pia, Ttjx Kxejtvj-niv vrtpfixX- rx; , K Qeò; yxp ov , It&xi ttxtxì tw Qpoveìv . ori póvq TxpxbtytTxi tijv tm ùùiv 9-iitrtxv . in Apollonium r/3 Rhodium difcipulum ingratum . Suidas in K«AAi'- Rhodiginus 1. Caecilius Mi- l/.xxJ& . Coelius xm. nu Digitized by Googl Vita 13 minatila Apuleius ait Corvinum ( alii fufpicantur Hyginum ) ab Ovidio Ibin appellatum fuijfe , ex avis C » 3 foeditate , cui ventrcm roftro purgare infitum (ìt , & hoc ex Calltmachi imitatione . Haufit haec Rhodiginus ex veteri in Ibin Ovidii fcholiafte, quem Salvagnius Boeffius non vidit , Confer fragmenta Callimachi a Bentleio colletta p. 345. feq. Non adeo prolixum CO fuiflè Battia- dae Ibin docet Ovidius v. 449. Poema difficile, & quod Grammatica crucem figeret, teflatur Cle- mens Alex. v. Strom. p. 571. l'qofiKÙ VTopvvHLXTct , Commentarli Hifiorici . Apollonii Harpocrat. in «wj , Schol. 1. 1 16. Eu- ftath. ad Odyff. p. & Athenaeus in. p. 95. qui innuit hoc opus ab aliis tributum fuiffe Zenodoto. . Suid. I où« «£<£<« , Ius adventus Ilff( perovopuffiuA ìyftvuv , de mutata pifeium nomiti tbus . Suid. vide fupra in i2rvnuii òvopartat . iróXeuv xcu fierovofutaiai Kri'rat wjVwy tuu , Origines infularum & urbium , & nomina muta- opere petita quae ta . Suid. Videntur ex hoc , Cal- li- (1) Imaginem huìu* avi* habes in Mufeo Romano Angeli CauHaci viri praeftantiflimi . libi verfu expo- (a) Prolixiorem fuitfc in deferibendi* , quae ut nere propofuiriet & luxuriofiorem , perinde Parihe- Lucianu* de feribenda nium & Euphorionem , nota* hiftoria T. i. p. 637. Digitized by Google . i4 Callimachi limachum laudans notat Plinius iiT. 21. & 26. Hift. & Lutatius ad iv. Thebaidos v. 46. Carmen de Acontio KvS/rrrtf , & Cydippe , cuius meminit Ovidius de remediis amoris v. 380. 381. ex prettifle videtur in Epift. Heroidum 20. feq. Confer Ariftaenetum lib. 1. Epift. io. quem pleraque grandiora ex hoc Callimachi poemate tranftulittè obfervat in notis doóiiftìmus Iofias Mer- cerus . Confulenda etiam fragmenta a Bentleio collega num. ci. cii. ^ Kw/Jiw 'cu , Comoediae . Suidas . MeAi) , Carmina Lyrica . Suidas . é'9>@- xaì Mlu/wv trfcayryof'ai kut» ródete , Menfium nomina apud fmgulas gentes (T urbcs Suid. Forte haec pars fuit operis Callimachci, cui titulus erat ì2rvnuu' òvojiar'iM . Movirùov , Mnfeum , five de Mufeo , quod A- lexandriae hominibus eruditis alendis primum in- ftituerat munificentia Regis Ptolemaei Philadelphi Suid. De Mufeo ilio Alexandrino agunt Viri dodlif- fimi Io. Frid. Gronovius , & Lud. Neocorus , quorum diatribae T. vm, Thefauri Antiquitatum Graecarum funt infertae, Ionfius ni. 2. ubi, & alios de Mulèo fcriptores deperditos commemorata lillemontius in Hiftoria Imperatorum Gallicc edi- ta T. li. p. 43 1. feq. Guil. Caveus Part. II. Hift. litte- Digitizod by Google Vita 15 litterariae fcriptorum Ecclefiafticorum in Athena- gora , & Rev. D. Adam Rechenbergius in exerci- tatione de hoc Mufeo edita Lipfiae A. mdcxcviii. opifici z{( N (3 3xpntù , In Attuta Barbarica. Suid. in QcunfAnwv . Addendus itaque Callimachus aliis vopifiw fcriptoribus , de quibus agit lo. Wov- veranus c. 9. Polymathiae . Tltpi Kufjt'fiu)' avyypx\i\Lx , Liber de Nymphis. Stob. Eclog. Phyf. In Homerum fcripta Callimachi commentarla , e duobus Strabonis locis , fufpicatur vir dottiffimus Io. Meurfius . De Homeri aetate quidem egit Cal- limachus tette Tatiano, & de Margite Homeri te- tte Harpocratione in Mapyinìt . Sed utrumque hoc non dubito nos fuittè leéluros in eius Ti'vaJ-i sruvro- Sxrùv avyypxupixTuv , fi illud Callimachi opus ad nos perveniflèt . Ilipl ‘Jpvtuv , de Avibus. Athen. Aelian. & alii. Vide fragmenta a Bentleio colletta p. 349. 350. ( 1 ) TUVTobctTw auyypsifj.iJL .Tuv fi 0 , ve irivoLx.it TÙV tv iràtrvi vtoStlx SixlufJL^zvTuv , xxì ùv ruveypu^av iv px , fiifikiois . Index , five Elen* cbus fcriptorum omnis generis , libris cxx. Suid. In ' - hoc Alii fuere (1 ) rivaxit , de quibus , Polemoncm, Hvi'ficra- tem , & Anrigonum laudat Lasrtius vii- 188. Pi&orum nimirum veterum tabulae fingularibus fcriptis colltcìae ac recenfìtae , Digitized by Google 1 6 Callimachi hoc pradìantiffnio opere , & quod intercidilTe im- primi dolendum eft , Callimachus, praeter nomen, aetatem , patriam , genus & vitam uniufcuiuf fcripta que'fcriptoris , , fcriptorum titulum , ar* initium gumentum , & , numemmque verfuum C » > ac fuppofititia rctulit , & dubia a genuinis auéto* diftinxit . Confer rum foetibus , quae de hoc ope^ re notavit Ionfius lib. il. c. 5. Videtur autem di- geftum fuifse ita , ut unius argumenti fcriptores coniungerentur , & una ferie legerentur . Sic Tra- iunftim recenfuerat Callima- gicos , & Comicos chus in Trtvctxi kcu ùvaypct - diftributi . Confer fi iuvat , quae de aliis didafea liarum fcriptoribus notavi fupra lib. il. c. 19. in Ariftotele. Similiter Rhetoras recenfuerat Caliima* chus in tIvxki » fi ve ay«ypz Halicarnaffenfis . Leges , & legumlatores in irtvz^i indicibus legum quorum tertius lauda- Tàv vópuv , , tur Emtndandus ir.terpres Achenaci vi. p. 144. ( 1) Digitized by Google , Vita 17 tar eidem Athenaeo lib. xm. p. 585. ubi prima verba legis cuiuldam refert cum numero trr!%w , Sed & Ti'vzt; tu» ùm^oKp'rov yXuttuv kai irvvToiy- fcriptorumquc H«Ltwv , Index vorum tnuftatarum memoratus quin eiuidem ope- Democriti , Suidae , dubito . Adverfus Callimachi ris pars fuerit , vix vrivuxuf fcripferat Ariftophanes Bvzantius Grammi- tefte lib. ix. ticus , Athenaeo p. 408. Battiadem in P èv Kovjit Zuvxyvyq TOTCtfiuv > live rsfì ri» oì vif orbis terrarum liber . ToTQLtj.ùv , De fluminibut Strabo lib. ix. p. 397. & Suidas . Huius operis quae eidem Suidae referuntur tpì partes erant , t TU» e» EÙfQTYI TOTXflUV & Tffl TUV C» A (TtX TO' de fluviis Europae & Aftae . rctpùv , Callimachum è» «rcTc Tfòt Upa^upa»^» allegat fcriptor vitae Arati . Ad illum , ni fallor , Praxi- B pha- Digitized by Googk . 18 Calli machi phanem qui allega tur a , Demetrio rifi ifiuivslzt §• 57 - ZarufiKa Sfifiotrx . Suid. Tsut/yj . ld. Tpayuìixi , Id. T'MNOI, Hymni , quoaim exfiant hi fex Eie- fcripti, i. in giaco cannine lovem ì allegatur a Sui- in >v da A'yofxv^tx; , Afrp &c. ex eodem petitum eft v. 8. feq. refertur ab quod Athenagora , Cle- mente Alex. & aliis , a Clariflìmoque Bentleio memoriae lapfu relatum inter fragmenta n, cccxciv citi ^tvrrca xmi tx$sv Kp?rf? , yàp u uva , Kmts« emrijwvTj . Hunc hymnum duplici meta- poetica adftriftiore altera phrafi latina , , altera li- beriore donavit H. Stephanus . Vertit & latino praeter Nicolaum Frifchlinum qui carmine , , om- nes profa & verfu tranflulit , Bonaventura Vulca- nius.il. in Apoll'mem .ili. in Dianam , latino carmi- ne redditus a Francifco Florido Sabino Bafil. mdxl. fol. p. 315. inter alia Sabini fcripta , & in editio- ne Callimachi Frifchliniana Bafil. mdlxxxix. in 8. p. 340. IV. in Delum . V. in lavacrum Palladis , quem hymnum e MS. codice accentibus deftitu- v pereleganti metaphrafi donavit An- to edidit , & gelus Politianus c. 80. Mifcell. .'vi. in Cereremo Dorice fcriptus Hic hymnus , ut fuperior quoque eft Digitized by Google , Vita. 19 . videtur a eft , & Argis compofìtus Callimacho fi audimus ingeniofiflìmam Annam T. Fabri filiam. Metaphrafin Graecam Hymnorum Callimachi, uti Hecales quoque , a/t.V , & Epigrammatum compoi'uerat tefte Suida Marianus , verfibus iam- bicis <58 io. in T 'Toftvyjfiarct 'rropiKu . Supra ìfropituc . XvM ct[i(Ò3t . Suid. in AiQvpxfjLp. & fupra in III. E veteribus Grammaticis nonnulli fuc- fcripta vel commenta- runt , qui Callimachi , Aftyages quidam cuius vVo- riis illuftrarent , ut , Archibius pivnipta fì( KaAAi'fxa^ov Suidas memorat , in Epigrammata Eratodhenes, atque item , qui , & qui in fcripferant ut ante dixi : Theon , a Ìtix , cuius vel explicarent metaphrafi , ut Marianus , iam in hymnis feci mentionem : vel quomodo ut Nicanor Ale. interpungenda effent , docerent , Suida librum compo- xandrinus , qui tefte eodem , fuerat %tpì riìt ira-pi . Etiam contra UivuKut Icripfiflè Ariftophanem Grammati- cui adde quod Cal- cura , notavi ex Athenaeo , , limacho detrahere non dubitavit Severianus Proeli e Damalcio in vita 1 fi- Philolophi dilcipulus , ut dori, Suidas retulit in hflviptuvU . lòv Sì K ti( A«/3u.V u’k tffuv ore è Kurarwìrre tòv , B 2 A<- Digitized by Google io Callimachi èri ijStì toA- Ai'fiw roniTvv , ó*iu/zem Si f/.àAAav , a< rpoftTTve . Hoc odium for- A«x^ KU ‘ TV |3'/3 w de Platone Callimachus taffis inde provenit , quod poetarum effe iudi- fecus fenfit , eumque idoneum nomine etiam in Callima- cem inficiata eft , quo chum invehitur Proclus i. in Timaeum p. 28. IV. Scholta brevia Graeca, quae hodie e MS. cui debean- codice in fex hymnos edita exftant , tur autori incertum eft . Scriptores in iis veteres praeter Hefiodum I. HI. allegantur nulli , 95- 53* Homerum II. 6. 35. 50. III. 4. n* 4°* 9 0, l 5°* Theocritum III. IV. 73. 122. 209. 28*. V. 30. III. 19. Diogenianum III. 190- Herodianum 235. Thucydidem IV. 11. Pindari & Bacchylidis de De- Pia. lo IV. 28. Olenis Lycii hymnum IV. 155. & tonem Phaedone IV. 312. Syracufanae dialetti men- in Biblioteca, admodum tio fit II. 15. Gefnerus fi ve au- recentem notat effe fcholiorum horumce , collettorem quod VI. in. a! Aovpov ttorem , fi ve , lingua vulgari appellali kcVtov. ait ìSiutix,vi , five Scholia inedita interlinearia in Callimachum me- rnorat Labbaeus Bibl. nov. MS. p. 372. Anonymum vitae Callimachi auttorem, quae cditionibus pracfigi folet , perperam a Suida diftin* suit Menagius ad Laertium ix. 40. V. Digitized by Googl . V 1 T A ' 11 V. EDITIONES CALLIMACHI Graecae cum Scholiis Graecis . littcrls i. Prima Hymnorum fex , capitalibus , Florentiae in 4. edente Lafcari a. Bafileae apud Hieron. Frobenium mdxxxii. in 4. adiundla ad calccm veteri Gnomologia . 3. Panlìi:» apud Vafcofanum mdxlix. in 4. Editionem Bafil. mdlvi. Boccierò memoratam non vidi , nec quam Bolduanus, Lipeniufque cum cmendationibus Lud. Carrionis aiunt prod* iifle ibid. mdlvii. ncque Parifienfcm mdlxxiv. Graecae fine Scholiis » Aldina A. mdxiii. in 8. cum Pindaro, Dionyfio, Lycophronc. H. Stcphani intcr Poetas Prmcipcs. Parif. mdlxvi» fol. typis luculentis. GraeoLatina cum Scholiis . Paris. A. mdlxxiv. in 4. apud Io. Bcnena- tum Callimachi Hymni excufi funt Graece una cum Scholiis in marg. Ad calcem feparatim fub. ncxa eli verfio latina profaria Nicolai Gulonii Car- notenfis , Graecarum litterarum Profefforis Regii in Academia Parifìenfi. . li Calli maghi Gracco-Latinte fine Scholiis Graecis . Hymni & Epigrammata cum verfione Nicolai Frifchlini , in corpore poetarum Graecorum Ge* nev. mdcvi. fol. Iacobo Le£Ho curante p. 554-feq. notis Hymni , Epigrammata, & fragmenta cum Bo naventurae Vulcanii, Antuerp. & Lugd.Bat.MDLxxxiv. in iì. quae editio cum notis MSS. Martini Sladi, P. Francii & aliorum fuit in Bibliotheca laudati Francii , & ab ilio utenda data fuit Clariflìmo Graevio . Ad Callimachum Mofchi Idyllia quo que adiunxit in hac editione Vulcanius notis Cum Annae Tan. Fabri filiae , quae no vem Epigrammata ex Anthologia inedita , illuftri Huetio cui , Callimachus ifte dicatus eft , com* municante , prima vulgavit , & interpretata eft , fragmentaque poft H. Stephanum , Vulcaniumque nova adiunxit . Parif. mdclxxv. in 4. Scholiis Graeco-Lcttinac cum Graecis , CF notis doHorum virorum i Hymni & Epigrammata e recenfione H. Stepha» ni , cum eiufdem noti? , & cum verfione gemina * notifque Nicodemi Frifchlini } Genev. mdlxxvu, in f • f, Digitized by Googlej 1 Vita 13 in 4. Adiunxit & H. Stephanus Callimadii fragmen- ta quaedam a fe collega CO. Hymni cum duplici interpretatione , profa una , altera cannine , & annotationibus Nicod. Frifchlini recognitis , fcholiifque veteribus Graecis feparatim adnexis , tum Epigrammata Callimachi xxxiii. cum verfione ligata , & fragmenta ( quae Stephano iam colleda ab H* dixi ) Bafil. mdlxxxix. in 8. Vitam Callimachi quoque praefixit Frifchli- Latine a fe nus Graece , & compofitam , & Ar- chiae Epigrammata Graeca ex Anthologia excer- pta , & Latina donata metaphrafi , ne dicam de aliis Frifchlini carminibus & Epigrammatis Grae- cis , & Latinis , hymnoque Graeco in Chriftum proditum , quae in hac cditione Callimacho fub- iunda leguntur . Locupletiffima & elegantilfima omnium edi- , , tio Callimachi eft Vltraiedina A. mdcxcvii. in 8. Voluminibus il. ex recenfione Theodori Graevii , Io. Georgii F. licet Theodorus ipfe manum ul- timam operi non adraovit , fed in flore aetatis ex- li 4 fluì- (1) Epìftolt dedicatoria Frifchlini data eft Tubingae A. ij7r. nulla vero Callimachi editio Frifchliniana Tubingae prodi ic , licet hoc ex A<£tis Erud. 169;. p. 487. a ! iquis poflit fufpicari , fed Genevam ad H. Stephanum Tubin- ga fuas lucubrationes milie Frifchlinus . Falluntur quo- que , qui edicionem A. 1577. non Genevae , fed Pari- fiit prodiidc affirmant . Digitized by Google s ,. 14 CallimaChI Itindus, magno Patri abfolvendum reliquit. In ha£ cditione primum occurrunt Hymni vi. nitide excu* aes india fìrgnli ornati fi , & eleganti icone in cum verfione profaica a Theodoro Gracvio inter* polata, fubiedis per fingulas paginas Scholiis Grae* virorum dodorum Francifci Robor* cis , & notis Bonav. Vulcanii Annae telli , CO H. Stephani , , Theodorus, vel Tan. Fab. filiae Daceriae , & quas ineditis ledionibus ipfe addidit , vel ex Io. Meurfìi academicis in Calliinachum petiit , vel a Iac. Grò* aliis viris accepit novio, P. Frane io , & dodis Hvmnos excipit Poematium de Coma Berenice , latine e Catullo 4 tum Epigrammata Callimachi Lxn. ex edita & inedita Anthologia , & aliunde colleda . Quorum feptem poltrona ante lucem non viderant . Vniverfa notis eruditis illuftravit Bent* uJ'que latine tranf- leius , & ab undeqcadiagefmo tulit : additae praeterca notae funt variorum , An- inde nae Fabri maxime , & Vulcanii . Sequuntur indù* fragmenta Callimachi , poli Henrici Stephani llriam longe diligentius colleda a Vulcanio , An* na Fabri, Ez. Spanhemio, & diligentiflime a Ricar* colle* do Bentleio , cuius Spanhemii & Bentleii dio* (i) Robortelli annotatìones in hvfhnos Callimachi & alio- Venet.i in rumquorumdam fcriptnrum loca , prodiere 543- 8. Nonnulla fragmenta Callimachi emendai & illuftrai Cafaubonu* c. 4. leAionum Theocritearum . Digitized by Googl( V t t A £lion« numquam ante editae fuerant. Addes, fi Thra* placet hoc e Scholiis ineditis ad Dionyfium kui dnupo» cem : T>k Sè kuyuxs ry bóyou erri >j K«AA V^TIU'V * M^réfOi t^ex.ivuja.v tKovtpirxv Sì r&vivat , ctv* cepirvav ÙTotefxvTft tx ut TùùvctvTtov yòp , efS in Graevia* TZv repèlleva (Spt'ty . Habes praeterea na Callimachi editione notas Frifchlini integras fe* fex . Henrici Stephani paratim excufas , & p. 4 $ 6 Epigrarpmata iudicio Ovidii CO, Callimachuin oppofita. Hinc arte, non ingenio valere exiftimantis cgregiae am. Bentleii in loca quaedam hymnorum quibus Stan» quibus nonnulla , de madverfiones , In Quod vero in ii£ leio etiam in mentem venerat . adverfus Cafaubonum c. 18. left. dem p. 49 $. feq. Dofiadae Theocrit & Salmafium p. 141. ad aram numquam «» & « fecuta con» difputat , Graecos argumentis non in» fonante corripuifTe , refellitur ficiandis a la Ienfio lib. il. c. 6. leaionum Lu- cianearum p. 1 66- feq. Vide fis & Iac. Gronovium ad Ovidii iudicio vide Heinfium prolegoffl. ad H». ( 1) De ilio /ioduro ed't. in 4. ubi oftendit Ovidium per ingenium pocticum quo faepe intellexifTe , five itnperum , peccant faepiffime. pcccant poetae, & optimi iuat , qui Digitìzed by Googie , Callimachi ad Mancthonis Apotelefmatica p. 274. Poft Bcnt« lcii animadverfiones fequuntur notae Paulli Voetii Bibiiotheca filli anteceflòris Vltraiettini , quas e , Illuftris Viri Paulli Voetii Vati Winfen , cui tota heic haec editio a Graevio infcripta eli , primus Paullus Bauldry edidit. Volumen claudunt dedica- An- tiones praefationefque Frifchlini , Vulcanii, & indices locupletiftìmi quorum nae Fabri , tum , familiam ducit index Graecus omnium verborum, epigrammatis frag- quae in Callimachi hymnis , & alterum impletur u. mentis occurrunt . Volumen Spa- berrimis & longe do&ilfimis Illuftris Ez. nhemii ad fex Callimachi hymnos commentariis elegantiftimus Brouckhufius ad Proper- opere , ut fcripfit admirandae erudn'to• tium p. 314. vere , quale hodte vix fperare ab ullo mortaitunt nis , & audeamus . QVAE- . \ Q V A E D A M DE CALLI MACHO testimonia vetervm . Ex /ìntboìog. Kfnuyófv Lib. r. C. £7. KaX/ifix^a ro ropevròv tT« riSs . Jtj tV’ xùrìji tl'vyp Tue Mtvsuv vivrai Svelte koàu( « t.Set $' re A EKAAHS ve! KCtì vcapùv ?s ) %SlfÙv V^év®* « >) ifétàzl J KteivS t ctivoi* gv (ìiotu MifKtbXe , iv * - A!%>.cv ». KtfAAi //«^oc rò xiAupfiu , to' veuyviai , 0 %vfovoi vài AÌ'tm ò ypiipai Ai ria KaXXijiifca » Palladae lib. 1. c. 17. ** '» I . %(tAAt tci'Aw *«<' kom' «utoc fia^cy n/v^ov , vJiJs' 1 ììruvett ypuujjiariy.iii rtvi'w x.A. , viiviv e%u» > Lib. il. c. io. E»’f Tpuntiunxyi Philippi. TfetfijietTuoi Mafia t;vyia réuva 1 j vifra ùvc&TuV y ZnivoSóra HtàfcVH /3/f3A«M ) rwXaxet f ...... KtfA* Digitized by Google . l8 de Callimacho tKTavvffctvret K#AAif*otX* sparlerai , o» ci; òVAov jc.A. OvS' avrv Kfirov y^àrruv ùx^piptrt , Antiphanis • xofiuvret Tw» /xfyaAwv ufliSet , eV H’pmij SKVl/é{ T1ik[o'i kou fypc? KctMipixfav Tf • Lib. ni. cap. 25. a")>jAcv. fjLUKStp infiporipri ovviale piUretre y Xa'pe kcu tiv òiS'iu iùfixri K*AA(f2«j'i • E/« to'» «òro» . p/y« BarniSoo ccpù repixv^nv Uveiap , (Qctvrot ?pvt • H f’ Ìtàv xepiuv vS’ «A c irepoc Tota yàp Ufifiiv epvivx , otV où A ’fJtpi t( c&ccv&tcvi«> «//«pi* re ijfifteove • Euri pnv ix Ai(2ut)t avot-pcu ut E*A«Kwy«, H*yoy« tv pLcvrcLii Yhtptàem pi’puv» Ai J# o* vpofiiva àfip’ àyvyiuv tipwav xou' piaxcipu» «pov àfisiftépifyjxt Ama , , Lafcaris Epigramma de Callimachi carminibus» quae ex multis pauca fuperfunt Invite (zazcvvv fui/iirraro rafia xìXupov UàropK H'paxxéovt xpiv xere Uv^xyoptti Aovpoc; h‘te!;xv$pou y iVroù; ivi piovi w,ù ùtfpòv tip \uyaMi /awj/xoVuvov irutjtfuie i A :&:.^pdijy lAoflgk--. Test. Vet. *9 ovvi; Kcù rèo y da isctrot , róìe KaXiipLxy ijpui eùipnuv iapirpiv tSeii-c vcov Attuavo* y Ot'i yóvi(Mv r.(p!njv Trisovfufyjov starici T-'yvtjv , , A 'évxcv $cìv/sv y ivbecv àppiovi'v? • O’ktcuhk £ S èttaro* s'iyoL fiifiiuv ùierev aiùv Atuyuiéot y (iuiòv Ztli rr>y e»: vare fiéiot ‘pytiircv rei.he iv Scicv yevot i‘jv àuSy A y tu y Mop fc Ùt TT iaculi KVÙViCV fiitlpUpcV . MiJ vere ò‘ t^ùpycvrot tot (Tirava ópivoróiotTi MoAtì5 < , yaiKoypdpuv (wòv sbatte TSynj . \ Lucianus de fcribenda Hiftoria p. 371. Óto* òpxt ri xaì 0''//>jpo? ùt fieyuió rat irournìi ùv irupu.hu tcv uvraiov , T , naì tÒv Irvi» l’£i cwt , ku‘ T y Kai rovi uiicvt . E4 Sé Uap- bévioì »j EÙ tuAov nyuytv tira rósoti av l’S-.'ovx èmitre ; , k.ì. Scriptor incertus apud Suidam. ’Zefitipiuvòs arò Aunarxoìi — rà (lèv ovv tu» aiiu» roitjrùv àreSeyero fzerpiui . ri» Sè KaMifjLayov ùt ovk ov yùpat iafiùv y e fiti* Tjivitv,» . ccvivftevot Sì èri puiAov v{Stt rciiau X<à> nati rf fiifiiiu rpoférrve . Pro- Digitized by Google . . 3<5 de Calli macho Produs in Timaeum Fiatoni? p. 28. ElVf? ydp tu uhtet , XMÌ raiqrùy «£«,* è xptri)f $ ' Kal trivi nìdruv y <*; Aoyyhot syri* , H'faxAe/^ig yùv 0 T1cvtikÓ< , ori rwt' Xup’teu t!ts ftr- n^urccv rà a’vti/ju^ov Sov.ipiouVTW rpMTifJ.v\T£ , xai uvtov STSife tov H'paxte t'Sijv Ci Kofa&ùva lìdovTX t« T6iy.fJ.aTa «vAtél-ui' tvu avèpót . Màrqv ct)v xa< A*y/)ic ti; yaffisvfi KaAA/'aa^W , riAarwwj ov* tciv,tÙì ìvtQt Ikovov api vitv , Strabo Lib. xvii. p. 837, {iéyiTat Ss vi Kvpvinì XTt'ffia Barro; , Tpóyovov Ss roS- tcv èavTeù Qórxst ò KaÀAi ptayot Et ibidem : Kw- ‘ 1 rati YjaXtefJxypi xai pvyaìot Sé é«r E paTif’Sré-wfi , UjJ ^ÓTipCt TiTtfl Viti VOI TXpà roit TUV Al’yVTT IUV (3«- ptév Tcmtj; òlfia xai rspì papparik^v fttevftv , 9 y 0 Sì y.xi ruòta spi {mvSaxùt f km t <£iteTo futi' rà puSvpxru tt TU «AAtx Stafépuv . » Scriptor vitae Apollonii Rhodii tiri tuv Untefiaiuv S fi’ysviTO Ss ( AtoAAmwoc ) K«A- Aiptayou piafyriii y 7° psv Tfùrov ffvvùv KaAAt/aa^a» rà tSiu SiSutkùùu , Et ibidem ; oIt<&- ttutziq- Tturs Kute.ipxyu tv Ate^avSps'a ovti ypxppx- *•** Tive't Ss Cxtiv Tixò , e ti ìtmik^sv Ci AAf- itisi PóvSpSiuv y xai aÙTii fi STiSst^óptVOi (U axpoy tvSr Digitized by Google . . . - T E $ T. V E T.’ 31 tic roii aySoMpipt , kxì tuv fji(2lioSv,y.uv Mei/reiov rùv i%«&Wou uvròv , kui ravvivai Ss uìnw ri KoAAfua^u . Suidas : AVoAAwwot A*Af^xvSpsùi — /xe&tjnjj KaAA Scriptor vitae Arati 'ZwYix.tJ.ctTi Si Apparo? A'tei-avSpai ri A xj MfvaJ'Jpw x) eu x«»' sTiypzi-ipaTos tféiv$ti . Notandus eft eo- rum error , qui Geraeum nefeio quem Cyrenen- fem poetam ex his verbis fibi comminifcuntur: enim yjjpa/i fententia eft x legendum , & , Ara- tum intiotuijfe Callimacho iam ferii ; a quo & JLpigrammate àonatum ejfe . Scriptor vitae Theocriti JìyeWo Sì ò 6‘óx.piTot ìtró^pcvot ro v u Apareu xa< K«AA(j Kj NinavSpov . Suidas ' A’euuyw ypillarimi . rtyw>v ypauuar/v.tjv — - xa KaAA ifixyjiv ròv Toojriji/ òro \ivyhm . Idem : <- AVcAAt’v/cv . A’pj£//3/« , ypafifiuruut rùv KaAA •• /maya/ (TiypcipLfruTuv i&yvjiv Idem: Map/av^ , KaAA/imayot/ E'x«A)j« Vfivuv typai^f fj.STU tr/' ‘S'ptxvoù roù ai typaxpt irtpì siyiiìs rij; vxpx Kx^Ai/jm^co . Idem : Api' Xi'su IK6V $t Avrxvtov roù Kupypzt co, vo« , ypannar xa< KaAAip/'^ou roù Ts^rflù . Idem : I"*p« , M«- Kvpvyumi MzuSvv . K«AA//za- VM$pov l'Vpeu » K you JoùAos nxì yvupifiit . Vnde a vetenbus pai* ° KaMipià^ti^- , firn vccatur , i’Vp« Strabo Lib. xiv, A"v^pf« ìyinvTo «I A*A/xapwMVo5 —» HpaxAf/r®* è tuàpot . In hunc o ?ro»jr>)5 , K«AA T/S tì'fÙKtetrs T«\ piflpCV X.A. E/V* , , , Etymologicon Magnum . A’Aurap^H?» px(ììo «AAi/ras . rovi «Avtxì , Athenaeus Lib. vili. 331. ’ 4>/As?e^«vo< Je' ó Kvpwx'ìot fitv ytv^r , K«AA/jX«^ou uv totxu-w» ywip/fzes ) Au- Digitized by Google . . ,, Test. Veter. 33 Cicer. Tufcul. Qv.aejì. Lib. i. Callimachi quidem Epigramma in Ambraciotam Cleombrotum eft, quem ait, quum nihil illi ac- cidiffet adverfi , e muro fe in mare abieciffe le£lo Platonis Libro . Idem ib'td. Quamquam ait non male , Callimachus , multo faepius la- crymafle Priamum Troilum. , quam Attlus Gellius Lib. xvii. c. zi. Ncque diu poli Callimachus poeta Cyrenenfi Alexandriae apud Ptolemaeum regem celcbratus di» Solinus c. 27. Maiof Syrtis ollentat oppidum , Cyrenas vocant : quae domus Cailimacho poetae fuit patria Hygin. Lib. il. Ajiron. Callimachus autem ait,. quod Menalippe Chironis Centauri filia defierit venari, & colere Dianam in quam fpeciem fupra diximus eam Dianam convertilTe Horat. Lib. il. Epift. z. quis : Difcedo Alcacus punfto illius , ille meo Quis nifi Callimachus ? C Pro- Digitized by Google . . ,,. , 34 de Calli macho Properttus il. i. Sed neque Phlegraeos Iovls Enceladique tumultus Intonet angufto peótore Callimachus . il. Elcg. ultima. Tu fatius mcmorem mufis imitare Philetam Et non inflati fomnia Callimachi ni. i. Callimachi manes , & Coi facra Philetae finite In veftrum , quaefo , me ire nemus. ili. 9 . Inter Callimachi fat erit placuiflè libellos Et cecinifle modis , Coe Poeta , tuis . IV. i. Vt noftris tumefatta fuperbiat Vmbria Iibris, Vmbria Romani patria Callimachi . . iv. 6. Cera Philetaeis certet Romana corymbis: Et Cyrenaeas urna miniftret aquas Catullus LXV. Sed tamen in tantis moeroribus , Ortale , mitto Haec exprefla tibi carmina Battiadae . civ. Saepe tibi ftudiofo animo venanda requirens Carmina uti poflem mittere Battiadae Onì- Digitized by Google 1 . ,. . , Test, V*ter. 35 Ovidius Trijlium Lib. il. v. % 6j. nocuit quod faepe lcgenti Nec tibi , Battiade , , Delicias verfu faflus cs ipfe tuas Idem Amor. Lib. I. El. i Battiades femper toto cantabitur orbe j arte valet Quamvis ingenio non valet , Idem Arti* Amator. Lib. ili. v. 32.9- Poetae Sit tibi Callimachi , fit Coi nota Sit quoque vinofi Teia Mufa fenis. Idem de Remed. Am. v. 381. Callimachi numeri? non eft dicendus Achille* tui Cydippe non eft oris , Homere , Ibidem v, 759. inimicus amori : Callimachum fugito ; non eft Et cum Callimacho tu quoque, Coe, noces, Petron. annis Digna facris, Hecale, quam Mufa loquentibus Battiadae veteris vivendo tradidit aevo. C % Mar* Digitized by Google , . , , 1 1 3<5 dk Callimacho Martial. Lib.1v.Epigr.23.ad Tbaliam de Bruttano, Dum tu lenta nimis , diuque quaeris fit fecundus : Quis primus tibi , quifve Graium quifve Epigramma comparabit Palmam Callimachus , Thalia , de fe Facundo dedit ipfe Brutiano . &c. Idem Lib. x. Epigr. iv. ad Mamurram . Sed non vis , Mamurra , tuos cognofcere mores Ncc te fcire : legas Atrio. Callimachi Statius Epithalamio Stcllae . — hunc ipfe choro plaudente Philetas Callimachufque fenex, Vmbroquc Propertius antro Ambiflènt laudare ducem — In Codice ccxlI. Bibliothecae Regiae Taurinen- fis , in quo Callimachi hymni conti nentur curii brevibus adnotationibus in margine, tria legun- tur Graeca in Callimachum Epigrammata . I. Anonymi . II. Antiphili . III. Lafcaris , quod poftremum fupra adtulimus pag. 28. Singula ve- ro Graece , & Latine habentur in Catalogo Taurinenfis Biblioth. Tom. il. pag. 364. Digitized by Google KA A AIMAXOY KYPHNAIOY CALL1MACH1 CYRENAEI H r M N /. . 1 KAÀAIMAXOV3» KYPHNAIOY T M N O £ A'. ‘ E I 2 T O N A I A< Hvò« toi ri nev aAAa Tapée. trrovSvimv ùet'SeiV ’ i} atli Z A«iov, %eòv ciÙtov , pjJyctv , afèv ai/xxrz f Aarijpa 2ix.xrTo}.ov ùpxvt'S^iri Hqàoyóvuv « J v EV jixfV l’Sxioiiriv e’v cu peri (T£ iv A’fKttSly* TOT^pOI TXTCp i^'.lHTZVTO Zfù , y J rapov a) ava «io Kpijrf; a« i|/fù E’v Sé ire rictfpx EVxfv op& òàpvoim irepijKeiréf. éi/Qev o j'wp©' Ve- GL’ INNI DI CALLIMACO SOPRA A GIOVE. I che fu mai altro a cantare D Giove , , Predo le libagion f meglio , che lui ( i ) : Dio Tempre grande , Tempre Re , che i figli Del fango nc governa (a), e tien ragione A* ce- 1 \ Digitized by Google , CALLIMACHIZ9 CYRENAEl. H r M N V S 1. IN I O V E M. Ovii apud facrificia quid altud ftt celebrare I Melius, quam Deum ipfum,femper magnum,femper regem dantem caeltcolis ? Temgenum expulforem , tura canemus a» Et quomodo ipjum , DiHaeum , Lycaeum ? In dubio adnwdum haerct animus : quoniam genus lovis 5 controverfum ert . te quidem alii Idaeis iti montibus aiunt genitum lupiter , , -vero alii in Arcadia : utri pater mentiti Junt? lupiter , te , , 0 Cretenfes femper mendaces . etenim fepulcrum , Rex , tuum Cretenfes fabricarunt . tu autetn non periijli : es enim femper. peperit In Parrhafia autem te Rbea , ubi maxime io Erat mone nemoribus obteflus inde locus illc eli Sa- lui Dicteo Ai celertiali ? (3) come , ? in due è il cuore Canteremo , o Liceo (4) : ’l nafeimento è difputato . Affai ( 5 ) che nato in gl’ Idei colli Giove , te dicon , : chi di loro Giove , te nell’ Arcadia or ? i Creti ognor mendaci Ne mente , o Padre , 6 Che finfero il fepolcro , o Rege ( ) , tuo fei . I Creti : Non morirti , e Tempre (7) Rea in ParraGa partoritti , dove Maffimamente è un poggio , d’ arbofcelli Bigitrzed by Google < 40 TMNOS EIE TON AIA. ftf ós. ùh ti fuv Kc^fyi'j.évov E.’Aì 9q>j; E'prfroi/ , uSì yvmj irivi'trjsrui in. ÒAAa é PV>jc Sl’yvyiov kxàsovti Af^J.’ov a’ti^xvììs; . E'VSa ff «Vi»' \ityaXw ÙtM.kxto y.óXru» H/Jtp , li Aurina èt&To plcv u$xt& , tu x.e re noto AùtixTd yvT>M7a.iT0 , 7éòv h ivi %fùra XoétTtTXl. A’ AàSuv «A avrai [leyzf t'pp-tv , od-T E’pvfictv^®* ò’ Aiuy.óruT& TOTUfiiUv. tri ofipoyjdy tj.v iizouru A’ A’pnaS!>)’ ptfAAtv Si //* fii'vSpot KaXsttrSou 20 tTSI TYIjJ-irSs Pii/ OT ehJtTXTO AÙTIS. fUTfUv , v H roAAà? ttpvrspis o’upu.v'Scis vypìt l’ctaiv tì'apsv , toAAÌc Jf MfAac vyvitrev ( 2 1 ùpix^af IIoAAà J'e K*p IL^o? vrfp Kpc'Siv n , toAuttsiov re MìtuzIui AtvJ/aA/©-. ro ’ «5 t* eèfinyavi'ìj; tryo i/f'wj Ka< p paro Torvi» P'fój , Ta- 1 ìirtfifcr ila» i W/-X10JV . ( ) . ( ) Coperto intorno intorno , onde è il facrato fu lui Luogo ( 8 ) ; nè punto, bifognolo fi milchia lerpc Di Lucina , o , o donna ; lo chiaman di Rea P Ogigio Ma parto ( 9 ) Gli Apidanefi (io): Ove, perchè la madre giù dai grandi leni Te pole (uoi , in traccia di Tollo andò corrente d’ acqua , cui del parto le purghe Con mondarte , quivi entro il tuo corno lavaflfe E nc ( 11 ) . il Non ancora icorrea Ladon grol^o , Nè de’ fiumi il bianchiamo Erimanto : Ed Digitized byGoogle . . Hymnvs in Tovem . 4 * Sacer : ueqtte eum ahquod indigum Lucinae mulier atht ulla .• Animai , ncque fed ipfum Rbt.ie Vetercm nomtnant puerperii le cium Apidanet . utero Hic te pojlquam mater magno depojuit ex , quaerebat Stutim rivum aquae , quo partus fui Sordei ablucret , tuumquc corpus purgaret Ladon vero magntts nondum fiuebat , ncque ErymantbuS Limpidi(Jimui emntum : fed adbuc ficca erat ommt Arcad a ; quae tami a erit maxime aquofa 20 In pofitrum. quontam tum tempora quo Rbea %onam folvit , 1. peperit , Sane multai defuper quercus liquidai laon Produxit , multa etiam Melai nuvius tum gefidvit curruii Multae praettrea fupra Carionem quamlibet nunc fit bu« , midui , Lufira confiruxerunt ferae ,• ibat etiam vir 2 5 Pedrfier tum Juper Cratbin , tum fuper fcrupulofum Metopen Sitibundia : Jed multa aquae copia fub pedibus latebat ltaque in hac dtfjficultate confidata dicebat veneranda Rbeat Ter. ’ era afeiutta ancor 1 Arcadia Ed tutta ; Ma ben tofto dovea effer chiamata , Ricco d’acque terreo (12) : che allorché Rea La cintura fi lciollé (13) certo molte Querce dalla ridente ed afpra feorza 11 liquido laon fopra innalzava , E molti carri traportava Mela ( 14) < E fovra Catione umido , cave 1’ Faccano g’i animali : andava uomo ’l Pedon fu Crati , e fovra la falfofa trafelato dalla Metòpe , fete ; E fono i piedi era dell’ acqua affai . Onde da non faper che farfi prefa , , Così parlò la venerabil Rea . Tara Digitized by Google 42 TMNOE EIE TON AIA. Vaia, (Ve àvrxvvrxrx S’ex Jtpod'i E , fieyav rfyuv , 0<‘ IlAijfcv <>[.&> fl-JOJTTfW. TO <5 t TOL/At) J'fffpj • Ex è’ eyeev fieyx yevfix. %po'x tpxiSpùvxrx róòt , fl'W , T5cv ere!pure. N f KevOfiòv triti Kpyrxiov iva ttpuipx rxiSevoio , ( ) riferfiurctTy oil vvfifte'uv fin rare fiaiooravro , 35 yfVfJj fiera, re Zrvyx OJcT aA Kìfro Ne'Syv òvofivjvi' to' fiev to9 t tokAÙ xxt avrò Kavy.ùvu'v rroXie^pov o e'rptov , A vepdrisai , ^.vfitpe perai Nijfiji* raXuiÓTxrov Se' fitv uSvp 40 Tìuvai trtvovrt AvutoviW apur 010 . TLure Qevxt àreXenrev èri Kvurro~o cpèpovex , , ’ i) Zfù rxrep vSfitpyf re . Gemi <5 éV«v iyyu&t Kvaxnroù , ( ) T ovtxki rot rctre Sxìfiov xir òfiQxXéi' èvQev ètte ivo Ó’fiepxXtov fierèreirx rréSov KxXeovri KvSuvet . 45 Zevy Partorifci anco tu , o cara Terra : Le tue doglie fon lievi . Ella si diflfe , E Rendendo la Dea alto il gran braccio Percofle la montagna collo feettro ; E gran parte di quella in due parti Hi , E una grolfa acqua fcaturir ne feo . Quivi il tuo corpo, o lire , rifehiarando , E lavando fafciò ed alla ; Neda (15) Dietti a portar nella Cretenlc grotta ; Perchè allevato fufli di nafeofo : Alla più antica di le tutte Ninfe , Che allora lo nutrirò , alla primiera In . , , Hymnvs in Iovem. 43 ito tu .• tuieium dolor e Terra cara , far & undam s /fu« lunr. Dixit : & quum deuuo extendijfet Dea magnum in ftibltme 30 cub tum v montcm [centro . at ille duobus locìs multum Percufftt difcejjit , magnum corpus a ie Effuditque fluxuin. Tum perpurgatum , ara te O Rex , tu fa/ciis involvit: & Nedae dcdit portandura ut ciani ibi educareris In recejfam Crttmfem [ ] Nata maximae nympbarum quae tpfura tutte nutriebant , , 35 maximae pojl Stygem Natu , inquam , , & Pbtlyrtn . nata 1II1 gratiam quippe Neque va repofuit Dea , fiuvium lllum Nedam appellavi . yltque is ohm copiofus iuxta ipfum Cauconum Óppidum , quod Lepnum vocatum efl , in mare defertur : & vetujhjjimam fatte banc aqtum 40 Pofìeri b:bunt Lycaoniae ur/ae i. Arcades . viro betta s reliquit ad Pofìquam T , CnoJJum deferetts , lupiter pater te nympba : Tbettae autem prope , [ Cnojfum ] decidit tibi : i. Ibi tum , Deus , ompbaloi umbilicus: bine ijlum ómpbaltum deitteeps locum nominaut Cydones t 45 Di- Filira in età j dopo Stige , e dopo * la Nè già vana mercè diede Dea j Ma quella fcaturigin nomò Neda , Che groflfa alla città de’ Cauconi Che dicefi Leprìo 1 6) * ne Vien portata lnfiemè con Nereo , sboccando in mare : E quell* acqua antichiflima fi bevono I Nipoti dell’ Orla Licaonia . Quando le Tene (1 7) addietro avea lafliite Padre A Gnolo te portando , o Giove , La Ninfa ( a Gnofo fon vicin le Tene ) ’ Cafcotti quivi , o Nume 1 umbilico ; Onde il pian del Bellico, ovvero Onfalio Quello i Cidoni in avvenire appellano « Gio- > Digitized by Google . A EIS 44ii TMNOL TON AIA. / (f / Si KuppXlITUV t TClfCU TpOJtTV^lVXVTO Zrù , ffì MfAia; a~è KOipnrev AiktuÌxi j Si A'Spv,qeix Ai uvea i i ) Ivi yjpvriu' ’fxufàtnis /ri' Si yA t/xii xypt'ov t)Zpu; A ìyòi A , , Tévro yetp èZcrrivxix TlxvxxfiSot é'pyu jZfA ii> a. Se ovpyrsf ye ( ) erepi 7rpuA.1v O K j ùpyyravTO , i'vx T£TA>ìyovr£i , Kpóv& oiixxiv vty/iv /z>j erto xt/pt^ovr^ A 'aeri Sci twxiot , , KxAx prtv >ìf|fu , JiaAa <$’ o’*ù àv^tjvxi , rctyivoì Sé Tot iiA'òov Ì'uAoi . A’AA’ tri rrxiSvòi èùv ttppxrTxo ttxvtx t£ eix' re; yvwro» ?rporepyysvee; irep eovre; Tùj ^ , y Cùpxvòv yx. èpieyvipxv tyt iv iiriSxiaiov oikov • Alzaia? 5 ’ « 7rx1r.Trxv ÙAvflés( v.'xxv xotSoi' Scévro txAov KpoviSviri Sixrptyx SupLxrx vùptxi* TU X«x»<*. (t) i&tfstfuta ot ( 1 ) . (} ) Giove, te le compagne de’ Cribantì Prefero in braccio le Dittee Melie ; Te r Adraftea culland» addormentava In culla d’ oro , e tu poppavi quella Della Capra Amaltea graffa mammella , E fopra vi mangiavi un dolce favo (i8)r Che repentini nacquero i lavori Della pecchia Panacri , ancor cercante Tutte le cime là ne’ monti Idei , Ed in quelli , che chiamano Panacri : E a te d’ intorno degli armati Fanti La danza ti ballavano i Cureti (19), , Hymnvs in Iovem. 45 lupiter , te vero Corybantum fociae ultiis amplcxae Juut DtCÌaeae Meline : te circumtulit Adrajlea Cuius in aurea •* tu autem fuxijli piena laBìs ubera Caprae Amaltbeae : & infuper diticeni favuni comedifli , Exjhterunt enim fubito opera Panacndis a Vieni te in montibus quos vocant annera ldaeis , P . 50 Commodum itern Curetes te circuì» armatum tripudilo» luferuut Arma concutientes ut Saturnus auribus Jonitum Clypei audiret , non autem te vagientem . quidem crevifli pulcreque e - Pulcrc , educatus es , cade JUs lupiter .* (li Cito etiam adolevi, , & velox tibi oborta ejl lamtgo . <5 quttm adbuc adolefcentulus ejfes cogitajli omnia Sed & , tamquam adultus : Ideoque tibi fratres , quamvis natu priores effent , ut Caelum non inviderunt , tu babercs in divisone affigliatili» domiti» . ' Prifci autem nullo modo veraces fuerunt Poetae : . Co Dicebant filios Saturni trifariam demos divifijje . -Quis fiere Le armi toccando , e percotendo , Acciò Saturno con gli orecchi il luono Di feudo udifle , e non di tuo vagito. Ben tu fufti crefciuto , e ben nutrito (20) Celefte Giove (ai) , torto a pubcrtade il Salirti , e pronto primo pel ne venne ; Ma ancor così in fanciullefca etade Tutti peniier perfetti in cor portavi . • d’ .,* Però i fratei , benché età maggiori ti il Non invidiar , che toccarti Ciclo A poffeder , come tua propia cafa . Ver non fempre diceano gli antichi Poeti ; che la tratta ne partirte A’ figli di Saturno in tre le cafe . Chi Digitized by Google p 40 TMNOS EIS TON AIA, ** <5f fV ù>vy.TM re k) ai'^V utotpov ipvrrxi T'« y 0"( pixÀx piij vsvt\h(& • fV i ). n>;Acw2'a<( rà df tÓttzv òrov àia T^t.^ov é:Ypm t Ysvht'pnìv ùiovroz ù mv ttst* ’ìoiev ù-ahIw . *s TS tOtTY^X TCttot $/(TX» ep yetpùv Ou , yx y I>5 re Biy to ts Kapro; tzXxs el'rxo , , « ^ Stfipou . Gancio è’ oì Eùn rspctxir’ ut ìpialci ( 2 ) (fittole ev$el;itt zi voti (fi , EÌ'too $’ aì&ùv ti (fiéprxTov’ h ov ye vtiwv g y 70 pupi* a-uxeriratov jutV E'pere t , «x anfyx , « xztSzt . t-'Ì pr~n pixKXpsffViv òhifynv au$t TxpY,Kxe A’A/x , A piitotv £Tt po«ri. Avrèe wy tirò yffpa ‘copio" ( uv fS'pte ulyj^t , y ^ , , j ft'v ep/r>j? ù > toutu' ti S’ a Kpctréonr& ut’ itryjjv , , 75 Avr!y.ct £OÀx?*c pitv tdbopjtyj H'(finitolo' Tu i ffyXXaeSa# i t’ i/ioTef , ( ) . ( ) «, Chi , che non luffe cieco forte , e ftolto la forte full’ e Trarria Olimpo , Pluto t.27 )? farli Che fembra in cofe par la tratta , E quelle quanto mai tra lor fon lungi ? Mentirei in ciò , che quà io Rapportali» A perfuader tal fama a chi J’ udiflc . Re degli Dei te non ventura fece , 1’ Ma ti fer ben delie tue mani opre ; ’1 La tua forza , e poder , che al cocchio prelfo Metterti in fedia , e il gran fovrano augello Facerti ambafeiador de’ tuoi fegnali , agli amici miei e deliri Che mortra , , efaufliCz^), De’ fovrani tu il tpegho ne prenderti : Non Digitized by Google . . s * Hymnvs in Iovem . 47 Quii etenim de caelo & inferno fortem mitteret , Nifi effet piane fiupidus ? De re enim acquali convenit Sortem mittere baec autem tantum quantum plurimum , , difìant - ego placerent auribus . Mentirerne ea , quae 65 te deorum regcm fortes conflituerunt opera mainami Non : frd , etiam Tuaque Potentia & Robur , quod collocaci prope Je- dem tuam . Sed confìttuifìi & avem omnium praeflantijffimam nunciam auguriorum quae utinam Tuorum , amidi meis faujla ojìen- dai . Elegifii praetcrea ex iuvenibus omnium optimos : non qui 70 navibus cxerccnt .• Mercaturam , non virum fcutatum , non poetam Sed baec quidem Diis minoribus Ulte reliquifli , j4ha curanda aliis : tu vero elegifli urbium principe quorum poteflate eft agricola lpfos : fub , quorum perititi militine I , Quorum remex quorum funt omnia : quid , & non domi 75 nantis fub poteflate ? Primo quidem fabros canimus effe Vulcani : Mi* effer Non ad perito delle navi ; a brandir lo feudo od a Non , cantare ; • Ma ciò laffafti a piccioli beati , £ 1’ altre cure prendere ad altrui Per te gli Aedi di città fignori Eleggerti , de’ quai fotto la mano Stanne il villan travagliator di terra , l’ Stanne intenditor di lancia , e guerra , Stanne chi rema , e rtan tutte le cole . E che non rta fotto il poder del Rege l Or di Vulcano i fabbri effer fappiamo Digitized by Google , , 48 TMNOZ El£ TON AIA. Tzufflrzt y tTUv.TV\poii Si XitÙjva §>-’ E k Si A/o'« (Surihì‘s . eVf i A/ò« ùSev àvóxruv Qetónpcv. tu kuÌ T Awiidi Se TTcXi&ftt, (pvXaTG-t {rifa i'fyo S’ avrò; u ( i «' A K(*is tv Troh't Aucv CtÒ miceli}; , oì' r tiJ.TU.hv l’Svvt'triv . dòiiriv iv S‘ E’v Sì purfievilw i'flutes , uhi oAfiu. &= fiùti ilèv a /xaAa J iVoy. e c/xe r£*u vjpx&xi 8 , $ W'jj.iTtpu fJLìSicvrt’ Te pi' Tfì yàp eùpù (2ij3jxev . EVre|p<©* xmot yf Tf/ti ra xfy tjot voijeij . pitiwx eùre voi JLVrfpsc rà fieyiqx , ri S' {gy . /’ t‘vi’ O ri uiv Tteiuvi , ri ù% tvv S‘ irò tx\itxv Aùros uvlw Ìmàovtx; , £ y £ kàxtxì Se fityfoiyifv . 90 Sùrop Xuìpe fityct , Kpsw^ij TuvvTéprure ì ixuv , * ij«. <5 Kev A«rjp èmtftovt ni tpyfiaru rii iùSsi ; Ov ro\!icav ( i ) di i Gli Armigeri Marce , Cacciatori Di Diana , e di Febo quei che fanno Ben della lira le canore vie . Da Giove i Regi (24), che di Giove nulla Cola dei Rè è più divina , e fama . Però la forte tua loro alfegnalti , Delti lor le cittadi a cultodire : E tu medefmo nelle rocche aflìfo Sguardi chi il popol con giudizj (torti , lo O chi per lo contrario governa ; Ed in lor verfi d’alte entrate un fiume, E fofficcntc in lor ricchezza poni In Digitized by Google , . s . . Hymnvs in Iovem. 4P Milita dande Marta : venatwcs item Chitone qui lyrae Dianae : Phoebi demque , bene feiunt modos At ex love funt reges : quoniam lovis nihil regibus Divini tir eli. ideoque tuum Ulis decrevijh ordinerà .* g 0 . tpje Conjlituiflt autem , qui urbes cujlodiant tuque fraefìdes In arcibus , tnfpcblor tam corum qui mdiciis iniqua quam eorum qui aliter gubernant Populum , opulctitiam Adiecifli quoque ipfa , & quod fata cft for- tunarum ,* hoc omnibus quidem non ex aequo tamen par e/l Et , fed . hoc colhgere E* noflro rege. n.vn is late circa poientia prognffus e/l. .• Vefperi die pvficn , de quibus mane cogitaverit Et vefperi quidem ardua .• minora autem quamprimum co. gitaverit . quidem Alii vero haec uno anno , ijla autem non uno ; ab alia vero prorfus facultatem fli con/ilia tu ipfe conficiendt amavi , & eorum go difcufft/li . Salve plurimum , o Saturnie exfuperantijjimc , datar honorum, Datar incolwnitatis . tua vero opera qua celebret ? Non già Io tutti sì ; ma non molto eguale E ciò fi può ben ravvifar dal soffro Regnante : eh’ affai largo innanzi è gito : Ciò che pensò il mattin la fera ei compie . Le grandiffime cofe in fulla fera , E le minori , torto eh’ à penfato. Oli altri, in più giorni, o almen non in un folo: E d’ altri affatto il compimento mozzi Tu ftefTo , e sì ne frangi la lor voga . Salve molto o Saturnio fovraniflimo Dator di ben , d’ indennità datore , Chi può cantar l’ opre tue mai l non fue , D Non Digitized by Google 50 TMNOS EIE TON AIA, Oi> yivet hk e sur tU ksv Aiòt épypiXT de ‘rei. , J iréetfp^yfjiip uù^i . d7JW S’ xpsrlw t‘ uòi-A; té. Out èpertit drep f Triturai uvSpzi iì^uv ó//3;« , ^ Or afsrij ù Annotazioni. ( i ) Gran diflicultà anno incontrato gl’ Interpetri nel tradur- re in Latino quelli primi due verfi , e ben lo dimoftra con molte prove , che adduce Arrigo Stefano . La men- te di Callimaco fembra voler dir quello : Se’ Sacrifix.) In onere di Giove vi co più che , non ì fa degna di cantarfi , Giove fteffo . tXiXTiipa Terre- () Altri anno tradotto quel n>iXoycvuv , genum expuifortm , quali che il Poeta alluda a' Giganti Terrigeni terra, dilcacciati da Giove , detti , prole della per la ignobilità della loro nafeita .. Ma il Salvini affai governa i meglio, e fecondo la verità , dice , che Giove figli della terra . Traluce qui dalla caliginofa mitologia 1’ antica , infallibile vera origine del primo padre di 1‘ tutto uman genere , formato dall’ onnipotente Iddio (' dal fango, e dal loto , e datagli anima , e la vita col divino fuo fiato . (3) Poteva il Salvini tradurre : e dà le leggi ai celefliali j ma tien gli è paruto , che il dire ragione elprima molto più , e comprenda non foto il diritto di dar leggi , ma anche di giudicare . '4 ) Intorno all’ educazione di Giove in una parte del monte Liceo vedafi Paulania in Arcad. p. 513. e 517. . il ( 3 ) In due ì cuore affai . L’ interpetre Latino : In ebébio admedum laeret animus. Con più di forza, e con maggior brevità ; in due il il il Salvini ì cuore , che vale, cuore è perplelfo , e Uà in dubbio qual foggetto prenda da can- tarli nell’ Inno . L' invidia i vanti () di molti popoli , che mal foffrivano de’ Digitized by Google , . Hymnvs in Iovem . 51 era quts lovis opera celcbret ? Non fuit , nec ; Salve iterum atque tttrum. Da nobis & virtutem & opes. Neque fine virtute opulentia potefi bomines beare , Neque fine opulentia virtù; : da ergo & virtutem & opes. Non fia : chi canterà di Giove ]’ opre ? Salve Padre , e un’ altra volta falve . Da’ tu virtude infieme , e da’ ricchezza, 1’ Nè aver fenza virtù bear può uomo , lenza aver : da’ 1’ una c 1' altro Nè virtù , , folte <3 e' CreteG , che G gloriavano , che predo di loro (-re. nato G'ove, e folle lepolto , incrodufle il proverbio tmfii femptr , di cui G valle a fuo uopo S. Paolo nella Pili. • Tito cap. 3. che lo prete da Epimenide , come prova S. Girolamo nella Pili, a Tito , e S. Gio. Gn-foltomo nella detta Pi lì. Serm. ni. S. AgoGmo , e lib. pub Origene nel ni. centra Cello ; e da Epimenide anche Callimaco lo abbia preio non è edere che j ma ciò Gcuro . tutte (7) Via Callimaco , onorando Giove io quell' Inno, appellazioni, e cognomi Ipeciofi , e magnifici, chiaman- degli verni- dolo D mori predo di loro ; ma che è eterno : tanto a lui iofe- gnava la fuperftiziofa antica Teogonia Geotilefca. Non nega però efler egli nato di Rea , e indica come, e do- ve legul il parto in ParraGa , cioè nell* Arcadia , detta Tarrafta , da Parrafo uno de' figliuoli di Licaone. Vedi Paufania nell' Arcad. Strabone lib. Vili, e X. Ovidio nel lib iv. de’ Fafii . (8) Vogliono , dice Paufania , che in Arcadia Rea partoride in una certa parte del Liceo. Poiché verlo la (cromiti del monte avvi una fpelonca , nella quale alle fole don- ne confacrate alla Dea era lecito di entrare. Og'gio (9) cosi detto dal fiume d’ Arcadia » di cui parla in appretto Callimaco , 52 Annotazioni do io) Popoli dell' Arcadia . Vedi Stefano , e Dionifio firn irbis , così detti dalla loro antichità . : Fluvius qui (11) Scrive Paufania nell' Arcadia , Lymax dicitur , ti L'hifai: am praettrfluens , rum Seda comungitur . Hoc nomi- ni* Rheat inditum trans qucd lo. a purgathno f , mempt quum in puerperi colla, ve m HIa peperiffet , hunc amntm Njmphat viem abitctrunt . Qui Callimaco ficcotne vuole Giove nafcede in ( iì ) , , che Arcadia in una fpelooca , defcrittaci da Paufania nell' Arcad. cosi vuole , che Rea madre di e(To lo purgale e lavatTe nel fiume Ladone , che prima di tal nafcita di- cono , che era fecco , e che in tal congiuntura Giove lo rendede ricco d' acque » e fiume groflo . Tutta la fioria della natività di Giove , del parto di Rea in una grotta , come Rea per falvarlo da Saturno , che lo vo- leva divorare , in vece di e(To infante , a lui prefentade fallo un lungo fafciato , che Io rapprefentafTe ; e come gl' Idei , o Coribanti percotendo le loro armi I’ occul- ta (Tero , e con tale invenzione facedero , che Saturno non fentilfe i vagiti le (Irida di fi vedere , e e(To ; può efpreffo in un' Ara grande di marmo (toriata in quattro facce , trovata in Albano ; la quale fu dal celebre Pro- pollo Gori fatta incidere in quattro tavole in rame, ed è riportata nella Collezione delle Infcrizioni Doniane fui principio , con non poche Tue Odervazioni . Nella quar- ta facciata di quefl' Ara vi è Giove efprefTo fedente, col Configlio delti Dei intorno . Altri dicono , che non fo- lamente Ladone , ma tutta I' Arcadia folle d' acque po- verifiima , e arida , e fecca , e che molti fiumi facefle Giove riforgere , ed oltre al Ladone anche l' Erimanco > (acro a e di tal il noflro Cal- Dio Pane ; fentimento è limaco , che in commendazione di Giove efalca , e ma- gnifica quelli favolofi prodigi . ufata da’ ( 13 ) Cioè partorì , folvtrt imam , maniera di dire Greci , e da' Latini per denotare si il tempo delle noz- ze , e del connubio , come anche il tempo del parto , e puerperio . A Diana Solvizonia era dedicato un Tempio in Atene, come fi à dallo interpetre di Apollonio. ( 14) Di tal fiume predo Oleno parla Strabene nel lib. viti. che onde Giove appellato fu Olenio , perchè fingono , fof- Sopra l’ Inno m Giove. 53 forte nutrito da una Capra detta Amaltea ; ed io fatti in un medaglione del Re di Francia , battuto in onore d' Antonino Pio , è efpreffo nel rovescio Giove bambi- nello portato da una Capra , onde fu erto appellato Ai- 0t come altri vogliono perché armò il fuo 7‘°X » 0 , pet- to di una pelle di Capra , come fi orterva in uh infi- gne Cammeo della Dattilioteca Smithiaoa . Segue poi il noftro Poeta a defcrivere molci altri fiumiciattoli dell’ Arcadia , come laone , Mela , Carione , e Melo- ii 1’ ne , i qu per avanti dice , che erano afciutti , e di lecchi ; ma che nel parto Rea divennero ricchi , ed abondanti d'acque ,e ne dì anche la gloria a Rea (che è la Terra , fecondo la Teologia de’ Gentili ) la quale la percotendo col tuo fcettro gran montagna d’ Arcadia , in cui era fcavata la fpelonca dove partorì , apri il feno della montagna t da cui copiofe perenni acque Sca- turirono . Dice , che ciò fegul dopo che ebbe partorito Giove , trovandoli in un' eflrema indigenza , e penuria e ciò fatto d' acqua ; che , purgò , e mondò Giove in- fante , e lavatolo ben bene , lo fafciò . Nell' Ara Alba- na , Rea è efprerta giacente nella fpelonca in atto di partorire , coperta nel capo , e nel corpo di un panno . dove (15) Paufania nell’ Arcad. enumera le nutrici , o balie di Giove infante , dì il primo luogo a Tifoa , ed il fe- Areniti Thifoan Hagno condo a Neda: , NEDAM, & , Itvit [oliti in nutricis nominar! : quorum primo Parrbofiorutn fi- nitui nomiti didii urti i feconda flamini 1 tertio fonti in Ljcaio . E qui pii! diftintamente il noftro Poeta celebra Neda , e la confiderà come principale traile nutrici di benefizi predava a popoli Giove ; e narra i » che quei , falubri per i quali (correva ; e dice quanto fodero le Tue acque , che chiama antichirtime , bevute da quei popoli avidamente , e per la bontà 1 e per la memoria dell' ufo fattone nella naicita di Giove . ( 16 ) E' quella una Città dell' Arcadia . (17) Stefano le chiama Oppidum Arcodiot . Neda all' altre Città preferì Goofo dove d' Arcadia , portò Giove ; e di quivi come cofa notabile , e pregio e vaoto , dice , che cafcarono i nodi del legato bellico di Giove , che iodi in poi Onfalio fu detto da' Cidonj . Oltre alle no- mi- Digitized by Google 5+ Annotazioni ]' minate balie e nutrici , leda Callimaco anche ai< ire Ninfe , che ebbero in cuflodia Giove pargoletto: cioè le Melie , che io baloccavano , tenendolo in collo, rammentate dai medefimo anche nell’ Inno iv. Adradea la di a aveva cura idormentarlo , cullandolo in una cul- la d' oro . Perchè le Ninfe Melie Dittee lo portavano egli da laperfi io collo , è , che linfe la favolola ftoria , Giove iolfe nodrito di miele di api che , o pecchie ; ed nutrimento allude a quello un’ antichidima , e pel Ag- getto rariflima Gemma , in agata Sardonica bianca , da me una volta veduta , in cui era (colpito G ove bambi- no nudo entro in un coppo , frappando dal mezzo in fu fuofi colle mani alzate ; predo del quale era una pec- chia , che volava per porre in bocca di elio il favo di miele , e predo di Giove dava trattenendolo uno de' Coribanti , o Cureti Idei . Tal pecchia è detta Pana ri da Callimaco , il quale annovera due nutrimenti preda* nell' infanzia i ti a Giove ; favi di miele , e il latte della Capra Amaltea , che veniva (premutogli in bocca dalle fue balie . E perchè poi da Saturno non fi udifle- ro i vagiti , e le drida del pargoletto Giove , affinchè accortoli , che era nato , non lo divoratile , ufizio era de' Cureti , o Coribanti di (altare , e ballare infoino la culla, colle fpadc , o altro indrumrnto percotendo i lo- ed tali danze ro feudi ; in , e fragori , ballanti , e (aitan- efpreflì ti, fono e rapprefentati nelle medaglie antiche , da var) Autori riportate, e più chiaramente nella da me riferita Ara Albana fuddetta . Per lodare I* infanzia di Giove come prodigiola , Callimaco à dato in grandi efagerazioni . Paulama aneli' edo narra i prodigi , durati di fino al (uo tempo , qurd' acque , e fiumi d' Arcadia , Cosi (crivendo : Qued /« font filettare [cium laborrt , arqut ex te (egetei fitries exanf.anr ubi Lycat I levit i , & , mer- da ad aquam tini fona tum premitene cnverfui , riteque truffata pericf* quer-u rt divina , hefirt , , e ramum non alte in aquam pirr'gir ex e tarma- , (ed fummam , fi/ht repente , ta aqua attr kalitui uebulae perfimiltt arque ira non multo , , pn/f nubtt attt'.Htur : mexque plurum nubtum acctffione obdu- elt eaelo, A' ad>m finti optatit tmbnbut perfunduntur . Quan- tunque Callimaco abbia dato i' onore agli Arcadi , e Diqi IbyGoogle ,,. Sopra l’ Inno di Giove. 55 Giove di loro il vanto , che predo nafcede ; contutto, lo ciò dice poi , che Rea confegnò a Neda , perchè Io portade nella Grotta Cretenle , c quivi di nafeodo lo allevafle; e la chiama la più antica delleN'infe. In quel- la grotta, in cima al monte Liceo, non era permefso ad altri ,che alle donne facerdotefle d entrarvi per far lacrifi- zio , come abbiamo già detto. Gli antichi Teologi Pagani in finterò tre Giovi, due nati Arcadia, e uno in Creta , Candia poi detta come narra Cicerone nel lib. ni. della Nat. degli Dei cap. ai. Altri popoli ancora a gran vanto fi recarono , che Giove lode nato appo loro , come gli an- Frigj ' Beozj in i Meflenj tichidimi » Tebe , , i Troj ; ma i Crctefi , e gli Arcadi più univerfalmente furono creduti privilegiati , e ingranditi dall' onore di tal na- fi feimento , come da molti Autori raccoglie , citaci dallo Spanemio. L’ autorità di Callimaco , c quanto qui attribuifee agli Arcadi , e poi a' Cretefi , è citata da Clemente Alelsandrino nel luo Protrept. p. a«. dove redarguire i Gentili di tali deliri intorno agli Dei lo- ro . Predo S. Cirillo contro Giuliano lib. x. fi legge I' Infcrizione incifa nel fepolcro di Giove , che era oella Grotta Idea , e fi dice , che Pittagora in eda entrato I’ onorò di un funebre facrifizio . Ptetefero gii Egizj che tal fepolcro fofse prelso di loro ; e fopra tal morte di Giove fon derifi da Madimo Tirio difsert. 3S. ma in difefa de’ Cretefi , che oltre alla culla , vantavanfi anche avere prefso di loro il (epolcrodi Giove perorò di , Antioco Sofìda , come fi può vedere prefso Filodrato . Vedali Cicero- ne nell' accennato luogo, e Lattanzio Ind.div.lib.I.cap. 1 1 Qui oltre a molti attributi afsegnati a Giove, quello è no- tabile della ftia efidenza , inculcata anche da Platone nel Fedro, e nel Timeo, e da Cicerone nella Nat. degli Dei lib. 1. cap. 1 o. e fi efpongono l'opinioni,e I’ afserzioni de’ Filofofi più antichi, di Anafiimandro , e di Aoaflimene . gli grandi Celebrarono Antichi con fede , pompe ,facrifi- zj, danze , c inni le nozze de' loro Dei , e quelle fo- no deferitte non folamente da molti fcrittori antichi ma anche in Marmi , in Medaglie , io Gemme e Cam- mei fi ofservano effigiate , come oltre a quella di Giove, quella ancora di Bacco fimilmcnte confegnaro alle Nin- A 4 fa Digitized by Google . \ 5 6 Annotazioni per fe da Mercurio educirfi , ed allevarti ; del medefi- mo Mercurio! di cui defcrive Filolìrato una bella antica pittura Icon. I dal capo di Giove , come vedremo appriTso , ed in una patera antica dal Sg Gori riportata nel Mulco Etru- sco : e troppo prolilso farei, fe di tali fede natalizie de- volt-di gli Dei , io qui minutamente decorrere ; lo che potrà pid agevolmente fatti da altri . Noi abbiamo qui ficure prove delle coftumanze adoprate nel puerp -rio del- le partorienti , dell' ufo di falciare il parto , del cibo Colico darti a' bambini nati , di latte , e d nvele , che noftri dura fino a' giorni , e durerà fempre ; e fi ofserva anche codumato ne' primi lecoli della nofira (anta Re- ligione , tanto naturalmente , che mitiicamente ne’ bat- moda reniti Infiniti rarianabitei lai tezzati : fi-ut , mtl ÓT ttneup'fcite i de' quali riti li veda il Calalio . Il celebre Bochart illuftra quello luogo nel lib. xr. cap. ( iS) 51. degli animali della Sacra Scrittura . Dice adunque , che il latte di capra non lolo è di grand' ufo nella me- dicina , ma che ne' giornalieri cibi fi pratica da alcu- tt ni popoli . Quindi Salomone Proverb xxvir. 17. /uf- lue eaPrarum m cthnm luum ’n ebum drmm inai, ficiti , Ór ór in vibium aneillarum tuarum. Paolo Egineta: Lai mu- enerillum liebre temoerafffìmum efi , mex , bine afininum , tvtllumijue po/lremo vaceinum , Sono da riservarti le paro- turo meìle le di Galeno: Sun lac eaprarum , abfque effetti ijtium multi), qui Je\um fnmpferant in ventre fit ceaoulmrum , quoi hominem mire gravar , angue fuffocat. Lo che beo CO- nolcendo gli antichi , afs-gmrono a Giove , oltre alla nutrice Amaltea , anco Melilsa per fomminitirargli il miele . Vedi Meurfio in Creta lib il. cap. 7. Nella Pi- di fi ergo /*. enei flola Barnaba legge : QuU f ór ì fituin primum infans mette , demde tibie vivifici tur , (19) Con piti nomi fono gli (ledi appellati Cureti , Cori- bantl , Dattili Idei , Dattili Dittei , e Cabiri , apprelso Stobeo detti xoéplJpor adfeffores della gran madre Rea , de’ quali molto parlano Nonno nei Diomliac. lib. Xiv. Strabone lib. X. Diodoro Siculo lib. v. Paufania lib. viir. della Apollonio Rodio, Licofrone , e altri , come pure loro faitaziooe Pirrica, familiare a’Cretefi ,e lolita farti nella ce- . Sopra l’ Inno di Giove. 57“ Celebrazione del Natale di Giove . Cosi fallanti , e ar* roati fono rapprefentati nella fuddetta Ara Albana, e in una Medaglia da' Laodicelì legnata in onore di Caracal- la , e in un'altra degli Apamrfi della Frigia in onore di Decio , dal Patino, e dal Seguino prodotte. 1’ (xo) Delcritta la nafcita di Giove , I’ infanzia, educazio- ne , e occultazione , e i prodigi feguiti , mentre ven- ne in luce ; palsa Callimaco ad encomiare la fanciullez- la za , e pubertà ; poiché anch’ efsa fu in onore c cui. 1’ to prefso gli antichi , di cui parla Eulìazio fopra Ilia- 6*il. de pag. e ne fanno Mlimonianza le medaglie , o monete degli Egefi ©EOHIOE KPHTATOE , e de’ Ro- mani iovi crescenti, e nelTeloro Gruteriano io vi pvero. Mi fovviene d’ un' Ara dal Sig. Gori riportata nelle Do- mane iovi arcano, il qual cognome forfè può allude- re alla (ua occultazione fatta da’ Cureti , che alcuni vo- gliono efsere (lati tre , ed altri cinque, de' quali aliai ragionafi apprefso Proclo fnpra Platone . Del culto di Giove jlnxur* , lenza baiba , à parlato nel Mufeo E- trufeo , ed à additati alcuni fimulacri di efso il lodato Sig. Gori . (xi) Nel Grutero li anno alcune Arc,o Altari antichi dedi. Cati a Giove Celr/lt , ed in alcune prefso Monlig. Fabree- ti è appellato Ctltflìno. Molte deità anno quello titolo di Celejlt , come Giunone , Diana , Venere j ma a Giova fu creduto competere tale appellazione in fpecial modo, perchè a efso toccò il governo , e la fede del Cielo , a Netiunno il mare , e Tacque, a Plutone fuoi fratelli tutta T abitazione fotterraoea . Giove fece parte dei Cielo anche agli altri Dei , da efso , o per opera di efso nati . (xx) Lattanzio nel lib. I. della falfa Religione , in cotal guifa efpone la favola : Ergo illui vtrum tft , quti ortrm Urrmt ita partili fuor , ut Oritnth rtgio Iovi eoiirtt , flato- ni pari Oeeiienrii tltìngcnt , ut Noptuua mantim» omnia tivtniruat li fi odo moftra , che Nettuno , e Plutone (pontaneamente cedefsero il regno , e a Giove lafciaf- fero il cielo ; ma che elfì depcnder volefsero dalle for- ti , e con efse fi eleggefsero il regno , feinbra cofa in- degna della maeflà di Giove al aofìro Poeta , 6 io que- fio a 58 Annotazioni. Ho come menzogneri riconofce gli antichi Poeti » che ciò finterò : e rigetta la loro opinione , tenendo per -fermo , che il vallo dominio di Giove non dependefse dalla forte , e dalla ventura , ma dalla fua virtù , dal potere , e dall' opre , colle quali affilo in cocchio , in fogno del pofsefso prefo della miglior parte , aggiunfe a 4' elso Aquila fua mimffra e ambafciatrice , e le minute cure rilalciò agli altri Dei ; ma il maggior penfiero e più importante di lcegliere i Regi , e dilpenfare le cariche, -al fuo potere lolamcnte rilerbò . Il Salvini fi è valuto di una voce popolare , nel luogo dove fi parla dell' ele- de' regni e degl' imperi via di forte la qua- zione , , per , fi le da noi fi dice tran ; perchè dalle borie i nomi traggono de’ medi a forte . La più fovrana cura di Gio- il ve , dice efsere governo degli uomini , il dare a tut- il I’ eleg- ti , e in tutte I’ opre loro proprio dettino, e i governatori fat- gere Rè , fuoi , e miniffri ; e quindi $' tafi con arce e fenno la ffrada , introduce a commen- dare il Re Tolomeo Filadelfo,- fiotto il cui imperio , e a governo viveva ; e quindi il loda come fomigliante giuffo vigilante di Giove ; , , penfatore , ed operatore cole grandi . (ij_) Vedafi prefiso Servio al primo dell' Eneid. v. ? 9 *. quel- all’ lo , che fu favoleggiato intorno Aquila di Giove 3 a cui diede I’ imperio , e la maggioranza (opra tucti i vo- latili . Orazio lib. iv. Ode 4 . Qualem miniftrum fulminìi 4Urei» , Cui R ix Deorum rrgnum In uvei vagai PirmiUt y &C. Fu delle fortune di Giove prenunzia e favoreggiatrice T Aquila , quali fempre polla a’ fianchi , e prefiso al trono di Giove negli antichi monumenti. Mi fovviene di aver veduto in Roma prefso l’ eruditiffimo Monfig-Guar- nacci un fimulacro di marmo, opra di eccellente llatuario Greco , che rapprefienta Giove , che con tazza nella de- 1' lira pafice colle fue mani Aquila , ancorché tal mini- fiero fi veda in molte fculture antiche adempiuto da Ga- nimede . In un altro fimulacro di metallo alto un pal- mo , che fi conferva nel Muleo de’ Sigg. Conti della Gheiardefca in Firenze , Giove fedente in una fedia , e , Sopra l’ Inno di Giove. $9 diftefo il tuo deliro frono ornatidimo , tiene piede , é lo fa polare lui dnrlo dell' Aquila , quafi efsa fu da- la luoi più faufti ta baie de’ augurj , e fortune ; per lo che anche da’ Romani fu prefa in venerazione y e portata per inlegna de' loro elerciti in guerra a Si diffonde il Poeta in moftrarc la potenza di Giove , a cui i le cofe Rè , gli uomini , e tutte fono (ottòpode, e da e(so fi maneggiano y fi volgono , e fi rivolgono corre egli vuole; e moflra confillere la divinità di Giove nel- la lovrana potenza , e invariabile giudica . Noi illumi- nati dalla nofira fantidima Fede , rigettiamo quelle Fa- nel vivo vole , e nodro Dio e vero riconofehiamo , e ’ adoriamo 1 Onnipotenza , la Fortezza , la Sapienza , la Non t/l magnai Giudiz'a , e diciamo: , fuut Devi ncftet, qui mirabili (olut facit * magni , &c. (14) Da Efiodo à preio tal (entimento Callimaco, è gli altri Poeti y e quelli forfè dal noltro divino Volume. Nelle Parabole di Salomone cap 8. e 9. è fcritto Mtum t/l cenfchum dice la divina ( Sapienza ) & atqwiai 1 mi* tft prudenti* , mtn tft fortttude. ree me reget regnane li. conditore! iu/la decer n gum unt . her rie prittcipei imperane y pottntti & decermene iufltiam . Efchilo nell Agim v. 4}. attribuire a Giove la didribtizione de' troni regali , e degli feettri , è Dione Gr follomo nell’Orazione primi del Regno , dice, che i (oli buoni Rè vengono da Giòve detto ancor Re degli Dei , e Padre ; ancorché anche gli' altri Dei per lomiglianza , e dependenza appellati fiano Regi ; onde viene tanto più Callimaco a lodare Tolomeo Filadelfo , colla moglie, c Arfiooe fui forella,- è i genitori di rfso Tolomeo di Lago , e Berenice y che fi leggono ornati della gloriofa appellazione di ©EQN EtìTHFDN. Somma lode attribuifce Callimaco a Giove, modrando , che egli aflide a' Rè perchè giulfamente governino , che veglia alla cudodia di elfi , e a' popoli alla loro cura raccomandati , de* quali è Cudode y con- fervatore, propugnatore , difenfore , e benefattore rtiaf- firno ; i quali gloriofi titoli per fomiglianza fonò anche a’ fommi Regi , e Principi attribuiti . Modra il Poeta, che dall’alto Giove fpecula , ofserva , e difamina le lo- io azioni , c chi bene , o malamente governa ; onde era- Digitized by Google , / ,60 Annotazioni. erano a Giove , e ad altri Dei Preludenti , Tute'ari , e Cladodi confacrate le rocche delle Cittì , perchè in elee credevano , che efso , e gli Dei vegliassero alla cuQo- dia de' Regni , e delle Città ; e perciò Giove fi trova nelle antiche medaglie appellato AKPAIOS , Arctum alla dell' Traefes ; e quanto prefidenza altre Deità , ve* dati quel che ofserva Vitruvio nel lib. I. cap. 7. Qui Gio- Speculatore ve è detto EVa' o{ Infpettort , ; oltre di ciò lo dimodra Giudice , e Punitore delle loro cattive a* zioni , e dorti giudiz) , e larghidimo Donatore di beni di ricchezze di entrate , e , quando con retta giudizia, vigilanza , e cura governano . Dopo aver premette le iodi di Giove , e con efse congiunte quelle del Re To- 1‘ lomeo Filadelfo , termina Inno con una bella fuppli. ca al medefimo Giove , e con I’ invocazione e preghiera di favori , e di grazie . Digitized by Google . I M N O E B'. EIS TON AnOAAflNA. H rMNVS II. IN APOLLI NEM Digltized by Google . . éi TMNOE EIE TON AHOAAÌ2NA , l'.v ò ÌzÙtxto ècnpvtv& tu cpTyl; , Ola ò‘ otcv T6 AaS'pov . £km ^ixà O fi: : , óV Rat Sy TBV Tei SvptTfX xaAw Toìt Ov’y c pasti ‘ hrevivcev ò A>ÌA/oc »jJo t< JE’^atfAoj; , o Jé JU/m( £v jjVp/ KaAÒv stufa, vvv òùxKtivetàe AÙtoÌ Mtroyjta tvXxuv , Avrai ài x.Ay Sei’ o yap 3-so'c tóctVt (/.ctnpstv 0<* ài noi ptc/T tjv r* *, « «VrvW^s * fi' Vo'AAwv « tuvtÌ Ostt.vsTXi , aAA* è', r;e e’oQaVc. pv fJjj oÙTOt’ owe Atròc ènìivo;. • O'c , fiiycti oc , fVr.’pfl’ ù E'xóspys , >£ ovtots Aito/ . ciuTyXlu) MtfVf xÌJxfW j pfV aj/jfijv iyy'& Toò (boifiou Toùc vai Seti i'yuv fTiàqiiYiTavrot; , XEptffl'9'ciu Jy* TfXtuv fit'XAsvfi yófiov , roArtjV TÉ , fltpìfav ài ri Ttiyoi (t ipyxioiffi S’f/xE'flAoiC . ij H>«- /NNO X0//U APOLLO fcofTefi Val del lauro d’ Apollo il ramo ( i ) ? ’ lungi Q Qual 1 atrio tutto ! lungi , dico , . Chiunque fe’ profano , e fcellerato (2) Febo alle porte col bel piè già batte : Non vedete ? la Delia palma a un tratto S’ inchina , e cenno fanne dolcemente (3), E fu nell' aria vago canta il cigno (4) Schiudetevi or voi (Unghe delle porte , voi Digitized by Gooile _ J , *3 HYMNVS IN APOLLINEM. \ Vantop i re ijìe Apoliinis commotus e/l laureus ramus ! Quantopere hoc totum antrum procul fu qutsquis Q ! , Jacinorofus . Et certe o/lia praeclaro pede Phoebus tundit . Non vides ? annuit Deliaca fuave quid palma ' olor in puicre modulatur . Dcrepente , & aere 5 Jpfa vos tiunc repagula for um recumbite , lpfì etiam vos vettes . Deus enim iam non longe abeft . * At vos pueri , cantar, > etiam ad fymphomam parate . . Apollo non cuivis apparet ei qui/quis vtr bonus . , fed viderit Qui ip/um , magnus bic : qui non videt , obiettai io ille eft , ' ' • Videbimus te , 0 Apollo , & numquam erimus abietti . Neque tacitarli citharam , ncque tacitimi gre/fum Phoebo prefente pueri habeant : celebraturi Siquidem ftnt ohm nuptias , & canitiem ra- /«" » - . . \\ * * Et muros conditimi fuper antiqua fondamenta . 15 ; ‘ ‘ r * . • • • * n. » 'Ad- voi ferrami che non lungi è Iddio- E (5) , Accingetevi giovani al canto voi , , , jion a tutti Ed al ballo (6) , eh’ Apollo Appar , ma a colui folo , .eh’ è prode . ’l ’l vede è vile Chi vede è grande , chi non e faremo Vedremo , o lungi Oprante , non Vili già. cheta giammai ; nè cetera , Nè piè lenza rumor tengano i giovani , Quando Febo è in paefe , fe pur vogliono pel canuto Nozze compire , e rondar , E fovra antiche fondamenta muro Fer- Digitized by Google 6 4. TMNOS EIE TON AnOAAflNA. tgÙ( H yucàfiLu vuiixi , *V«i ^/Ay{ oùxér àepyo'f . EutpuifiHr à't'oyrst tic AVs'AAawoc » . EJ^*r >£ Tovrot , óre vMiovriv àoiSoì »j' H">U(ìapu> y rofat , Avitup/oi ivrcx Mapfixptv èvrì yuvamt òi'&póv ri yavjùtnf< . IV , « ot . TjV ^ofjV Vo/Aav , òri mura òvpièv àditi , Tip/.i) tu . ivvarou yàp y èrti Aii issili jj^eu Olii’ ò yopòt pierà oif3ov àeiiot yàp J :w TOj figurò» XpuTtx tu VaA/a ) f y ìj r èvivcpTÌt , KVl AvpK ré t àepipia re Avuti» tj re Qupvjrpri' y y y ' V : ecco che i giovani ho ammirati Fermare (7) , ; Poiché oziofa non (la piu la lira . d* Tacete (8) , udendo la canzon Apollo . il i Poeti cantano Tace anco mar , quando Celebrando la cererà , o pur gli archi , Armi del bello rilucente Febo (9) . Ne Teti piagne in alti omei Achille, Quando le Peane , le Peane afcolti , E fofpcnde gli affanni il Jagritnofo Saffo in pietra , piantata Frigia umida , Marmo in vece di donna , che lpalanca Digitized by Google . Hymnvs in Apollinem. 6 5 quandoquidaii cbelys non Admiratus funi pueros , ampiini otioja fuit . T avete hnguis voi audientes de Apolline cantum Tavet pelagus quando ctlebrant poetae & , Aut citharam aut tela divina Lycorei Apollinis . deplorat 20 N -que Tbetis Achdlem mifera mater , audiverit . Qttoties lo paean , io paean , dolores Sed & lacrymofum differì jaxum , JQui in Pbrygia bumidus lapis induruit ; Lapis il le prò muliere Niobe miferabiliter binate . , lo io refonate.’ nialum e/l cum diis contendere. 25 Qui eontendit cum diis beatis , cum ni co rege contenderli : Qui cum meo rege , etiam cum Apolline contenderti . Coetttm butte Apollo quum ex fententia eitts , cecinerit , Honore afficiet potefl enim quum a lovis dextrafit collocatiti, . Atqui band coetus t/ìe Apollinem uno tantum die celebrabit : Ejl enim laudttm ubtque plenus quis non facile . Pboebtm laudarit ? Aurea funt pollini amiblus A & , & fibula , Et lyra arcui Lyclius pbaretra , & , & : Au- la atto miferabile la bocca . Dite, le Pean : mal con Iddìi contendere ( io) , Chi pugna con gl* Iddii può pugnar anco e Col Rege mio , chi col Rege mio Pugna , può pugnar anco con Apollo . Apollo al perchè a lui Coro , lecondo 11 cuor onor farà : ne canta , ; eh’ ei puote Poiché ei di Giove alia man delira fiede(ti). fol Nè Febo canterà un giorno il Coro , Ch’ egli è ricolmo , e traboccante d’ inni . Chi ha , che Febo di leggier non canti ! D’ oro à Ja velie Apollo, e d’or la fibbia (12), oro la 1 ’ D’ è lira , arco , c Ja faretra : E D’oro Digitized by Coogle . 66 TMNOE EIE TON ATIOAAnNA . XfU Kcti re va^vKTtxvoi . Fiutavi xe Tcxpi^pxio . 35 f Kai K£v cui mlXÒì ùu' vt &‘ outotì ©>jAf lais èb‘ ìWov fVi yvóot ijA9s rrupstuu; , Ai ot KÓjjLcti Trebbi Svcevvu At !fjrnnv tXutx , Ov Ai t©" toAAwv(^ ÙTO^u^airiv é'diipou A , ’ A’AA’ avviai Tuycutsiuv . tv af«i' <5 « xtv ix.s~vm * ! * * 40 npwxfc £pz& vitutte , ay.iìfix tuvt tyévovro . Tt£v»j 5 à/z Kt7yo« qì'ssutIuj àvépct y.eiy(&' , àoéóv' GoifZa yap >9 ro£ov ÌTirpsTiTCU ùoiSii. Keivu $è Spiai i£ f’x Q>oì(òcv Ncjumv xixAijVxsjuJfo f tVi xf/vy , jq , £ E’£oV £t’ ’fjitppvirù erpepev A ZtuyqTtbx; iVxtfC ì lì’iSeu vt epuri xtxcujutv©' A’iJpjroia P'tia xt (Ze(Zó D* oro i calzar: eh’ aureo è molto Apollo (13 ), Ed è di molte robe onufto , e ricco . E tu da Pito argomentar lo puoi ; E di più , Tempre bello , e giovin Tempre : Nè di Febo alle morbide mai venne Femminee guance un pel minimo fopra (14). Oli odorofi al Tuoi gittan le chiome (15): Non graffo ne diftillano i capelli D’ Apollin ; ma la ftefla Panacea (16): in la cittade rugiada E , in cui quella : Cafca in terra , incorrotto divien tutto Per arte ei tocca in ogni cola il legno (17), E niua . ,, , Hymnvs in Apollinem. 67 Aurei funt etiam calia, nam multo auro Pbocbus Et omnium rerum copia affìtut. id quod ex Delpbis colligaj. 35 Quia etiam femper formo/us, & femper iuvems eli. num. quam Phoebi Teneris ne tantillum quidem lanuginis increvit genis . Captili vero odoriferi! in terram Jlillant oleis . Non adipe crines Apollinis Jlillant , Sed ipfa panacea . In urbe autem quacumqttr illae Cuttae in terram deciderint , omnia incolumia redduntur , Arte praeterea nemo tam varia eli praedicus quam Apollo, llle fagittatorem fortitus efi virum , ille poetam . Pboebo enim & Jagitta curae ejl & carmen . lllius etiam funt fortes , & vates . Ex Pboebo item Medici didicerunt prolationem mortis . 45 Pboebum etiam Nomium cognominami , ex ilio tempore iuxta iugales Ex quo Amphryfum pavit equas , lmpuberis amore infiammatili Admeti . Eacde quidem pafcuum ftt plenum , neque caprae Egeaut 5° E niun mai cotanto , quanto Apollo . 1’ A lui uom faettante , a lui il cantore Toccogli in forte , e tiengli in fua balia : 1’ Ch’ a Febo arco vien commeflTo , e il canto . i Di lui calcoli fon da trar le forti , E di lui fono gl’ Indovini ancora . Certamente da Febo i Medicanti A differir la morte apparato anno . E Febo Paflorale anco invochiamo (i3), Fin da quel tempo , quando lungo Anfrifo Le cavalle da cocchio a pafeer venne Accefo dall’ amor del frelco Ameto Facilmente de’ bovi la pallura E' piu perfetta , e più doviziofa ; Nè le capre avran duopo di lor 'putti E 2 So Digitized by Coogle . u , 6 8 TMNOS EIS TON AEIOAAflNA . Acvoivro (ìpapìuv jjsvv tTipviXxhs , A Vo/Aav BeiTKopsv*i; ttpSaAftey t’rvr/uyev , &ò ùyuùxKroi Ó'ics ùò‘ tÙo’xi 5; y.sv eìcv , xy.uSoi , lì tu.poi' II' èé y.s [iovvoróy.os , StàvpoTìKos ui'^x yévBiro. «£(' A’V9-f«T5/ . ( - «Jrò< Jt' Kn^opcvuts ) , &fpiiAt KaAtj tv O’fTuylvi TCpiY,ys&‘ cyyóhi Ai/uwj; . Iiprcpis ùypurrcvtrx KxpqxTX cruneyis uìyùv 6 o 0 KwStzìuV Kspxctr Efc)’ cpaùsv rù. Tf'jórcc ScpciMx (Poiflis e’ysipsiv. Qoifjcs >9 (SxOuysiov cpluj toAiv impure Birru* ^ K^<' Aifivhv èriovri yJpx% tìyqrxro Aaw, oiy.ic'/jp' AcEtss ì) ùpcrc ruycx Surciv U'pt- jrloXitcff/ kl i£o (i) , (z) pi Y$t Sopra !c quali pafcolanti Apollo fenza L’ occhio gittò ; nè fenza latte , o (i?) Seme faran le pecore , ma tutte gli lotto e quella eh’ avrà fatto Con agnei , , Uno faranne torto a un corpo due . Seguendo Febo gli uomin le cittadi , legnato fi Di , che Tempre diletta fi : Nelle cittadi , che fondan , Febo E i fondamenti Febo rterto tede ; In quattro anni piantò le fondamenta Primiere Febo nella bella Ortiqia , Pref- Digitized by Googl . • Hymnvs in Apollinem. 69 flint hoedis admixtae E,; ovtbus , tu quas apollo Pafcentes oculum comecent : tieqtie fine luffe Cves ncque infoecundae filtrine oranes , , Jcd fub fe ugnimi babuerint : unìpara Et quae cric , gemellipara repente fuerit. bottiuni qui illi . P tnfuper fequuntur , civitates dimctiri fa leni 55 Homines . Pboebus enim fetnper civitates gaudet Condì , & ipfe fundamenta carlini Pboebus ponit Qjadrimus adhuc prima fundamenta Pboebus iecit In pillerà Ortygia rotundam prope paludem . Diana venata capita affidile eaprcarum 6 J Cyntbiadum ajferebat , ipje vero compingebat aram apollo. Conjlruxii cornibus qutdem fundamenta , comprgitque aram Ex eornibus : contila vero undique oppofuit panetibus . Sic didicit prima fundamenta Pboebus iacere . Pboebus ctiam foccundam meam civitatem ofendit Batto : <“> 5 Et Libyam ingredienti corvus praeivit populo aiufpicatus coloniae duffor : & iuravit fe moenia dattirimi No- Preflb a! padul , che gira intorno intorno (zo}. Diana nel cacciare delle capre Cintia di continuo le tede ’ Recava , e 1 ara n’ intrecciava Apollo. Co’ corni divifavane i foftegni 1 ’ Sotto , e di corni congegnò altare (21); E cornute fè intorno le pareti . Così le fondamenta in pria n’ apprefe la Febo a rizzare , e Febo ancor mia Di profondo terreno alma cittadc Difegnò a Batto (22), c al popolo, ch’entrava fe la Dentro alla Libia , guida un corvo Deliro e felice fondatore , c feorta , E di dare le mura egli giuronne A’ < v . 70 TMNOS EIE TON AltOAAfìNA* è’ H'fierépoti (ìx SI' 'VcAAov toàào! tre y.ctXéousi , BoySpòfitcv , rfoAAo» Sì KXcéptOV 7TZVTVI TOl OUVOfl» TOV 73 ( Sé AÙ ) Aìircip èyù Katpvtiov' èpici Txrpu.ov «ru. zeri] rat ro'ùf Tpùricov Ut , KapvJ/f , éSe^Acv , ùevTtpov rpiTzrov 1 aù ®/iw , ye fiiv u^v Kvpluum ) Ex fiev ere £:rapnjf fxrsv j/fv(^ Oi’SitÒSzo tì'yzye ®v\pu.!luj Ùtcktisiv su Sé ae ©>j U pq; 75 3 Oi /©-’ A’pi^oré Ayji A ’trfivfiS'i traforo yctty . Ae~ pLi Se roi fidXz nzXòv dvdKropov' tv Sé tsAjjì' ©#*£ reteirpùfilw éirtrvfiio vi evi toAAoi , sctriov ìtrylov rzvpci . T' ti ttcvsiv eV , w ava , Kctpveie rf o-f7 Se xpoiov v,SJv‘ Xe/fiari dei Sé toi ctévaov Tvp , d»e Tore yfii^òv Tepifiòmercti uvUpzKZ re$pv\ . HT ( 1 J Ri/j»iW • A' noRri Rè , Tempre il ver giura Apollo (jjV O Apol'o , molti Boedromio chiamanti (24), E molti Clario (25) ( ai nome affai per tutto) Ma io Carneo ( 2Ó ), di mio paele al rito. Sparta è , Carneo , la prima tua fattura , E la feconda è Tera (27), ed è la terza città di . La Cirene Te , di Sparta La generazion d’ Edipo fella Alla fondazion Terea n’ adduffe . E te di Tera poi il buon uom perfetto All’ Asbitide terra appreflb pole , E fab- BKjfceO'By'G'oogle , . r Hymnvs in Apollinem. 7 tur No/ìris regibus : & femper fiat entrando Apollo . Apollo multi te appellitant O , Boedromium , - Multi etiam Clarium [ undique etiim nomen tibi multi ° plex ] 7 Sed ego Carneum . mea in patria fic vocatur . parta tibi : S , Carnee , prima fuit fedes Altera dem Tbere : tertia vero , urbs Cyrenae . Te quidem e Sparta feptimus in familia Oedipi Adduxit in Tberaeam culoniam : e Thera autcm 75 Sanus Arifioteles Asbyfiidi invexit terrae : tibi - Confiruxitque admodum elegans templum , inque ci vitate lnfiituit fefiivitatem antiiverfariam , in qua multi in Supine procumbunt coxendicem , 0 Rex , tauri . io Carnee qutm multi precibus venerantur tuae qui- lo , s , dem arae Flores gerunt in vere quotquot tempus , gepbyro Piflos tum producit , infpirante rorem . Hyeme vero crocum fuavera . & femper tibi perpetuus ignis eft: Ncque uraquam beficrnum abfumit carbonem ciuis . Equi- affai E fabbricotti un bel palagio , E ftituì in città fella folenne ’ Annuale , in ;ui molti per 1 eftrema Volta caggion fui fianco , o Sire , tauri affai . le le , Carneo fupplicato L’ are tue menan fior di primavera , ffagioni Quanti varj ne portan le , Allorché foffia Zeffiro rugiada , E di verno il foave amabil croco (28). Sempre è a te perenne accefo fuoco Nè d’ ieri il carbon mai il cener pafee (29). E 4 Quan- .. 7 2 TMNOS EIE TON A nOAAflNA 8 ' ’ pifj/a euri cpn Kxpveutòe; ijhuùcv ùpxi . Oi ò’ cu tu T/,yr,; Kvpv,; èSùvavro Tehxssai Sì vu.TO.ic A'ithiv è'vatav Aupies; , twcivLÙ , c Toù$ piev ava!; i$sv auro; , 3 eTtSei Iparo vu[iQy JO Erà« «Ve' M’jprur/,; ntfaruìco;' piovra v y'/j T'vJ/Sji’s kxtStsQvs , /3;o)y o-/y/y Eufuxt/AG yspoV ei’d£ Sreurepcv Ou* x£mo àh/.ov aVoAA&jv , OlJsJ £ TOh.Cl tot tvetpifyu c~p'/.7ijj.ct re usx Kuplwvf , »' MvuOfJluo; Tporepvp; àpTxy.ru& . àSì piiv auro 95 Barriamo» <&o!(ìoio t?Jsv Svi/ uXhov erisxv . à/.oyjjuJjy l’ij nj Txr/iov , , ouvexa Tauro roi etpupiyiov A shtpó; rpurisov evpero hai; , II’ /-'•(&' èwfilhltw yjUTèUV tTihil MUSO ró^uv UvQu 75< 'KXTIÓVTI SUvlwrSTO (Jaipum©- 9-|jp , ro ó'tp/j. 70 v Quanto gioì fc e Febo , allora quando Uomini di Bellona armati , e cinti Colle Libiche bionde a falrar vanno (30), Quando n’ è giunta la Carnea «Cagione . Non per anco poteano accoflarfi Alla Cima fontana (31) i Doridi, E abitavano Azili in bofehi folta (32): Colìor ne rimirò lo lidio Tire , E alla fua Ninfa dimoftronli dando _ CJ il lione Su Mirtufa cornuta , eve IfTeide uccife oltraggiator de’ buoi D’ Euripilo altro non feorfe (33) , luogo Piu . . • Hymnvs in Apollinem. 73 Equidem laet.itus ejl vebemcnter Apollo cìncti S , quando baU 5 i. tbeis Blionae ( armati ) Viri tripudiarunt cum fiavis Libyjfis , Solenme ubi ipfìs Camene fefhvitatis advenijfet tempus * Sed tura nonduni ad fontem Cyren poterant accedere Dortenfes .* vrwn denfam minoribus Abiliti incolebant . quider» rex Apollo ojlcndit con - Hos ipfe wdit , fuaeque 1 . 90 Sta ns fuprr Myrtufa promontorio . ubi leonent Hypfeis occidit , bounì Eurypyli perniciem . Haud ijla faltationem vidit diviniorem aliai» Apollo : civ.tati tot largirli! Nec ulli ejl commoda quot Cyreitae , Recordatus prijhni Cyrcncs raptus : neque Jane tpfi r Rattiadae maga quam Pboebum Deum alluni coliterunt lo io Paean , atidimus : quoniam ijlum Delpbicus tibi primum bymnum invenit populus : Quo tempore laculationem aurearum dcmonflrajli fagitta rum . tibi dejcendcnti Nam Pytbonem occttfrit faeva beflirt , 100 . eum tu auidem per Horrtbihs ferpens occidijli , aliar» fu aliai» Mit Pili di quello divino il Regc Apollo ; beni a città diè quanti a Nè , Cirene (34) , L’antica rammentandoli rapina. gli llelfi di Nè Battiadi , Febo (35) Più ad altro Dio onor fecion giammai . le , ic Pean udiam (36) . perocché quella Primiera fin degl’ Inni a te trovonne Il popol Delfo , allorché tu inoltravi 11 lontano colpir degli archi d’ oro ; Che mentre a Pico tu tornavi , incontro Tcrribil belva venne , alto ferpence , Cut , . 74 TMNOS EIE TON AnOAAfìNA . BaAAccv mvv òi'qóv' érupTuiTs Ss Aaò; , 7ruiijov et l*tj ùj , i'ei JSJ « juaj'njp rt.J'ar’ «5 hipurct yiji tif vofaòv tip’ vSxti a’vplpfTÒv sfati . A>jo7 ( • ) j oux axo tojjtÒc t/Jwp FI !Suy.& f£ r'fpije cAiyij A ( i ) Sai? . Cui tu finirti un fopra I’ altro rtrale fcoccando e il Ratto , popolo gridava ; le le Pean : cioè lafc ire il colpo : Te la madre a drittura parcorio Soccorritore , e quindi ancor ciò cantali . Il livore , d’ Apollo repli orecchi DilTc di furto (37), quel Cantor non lodo. Che Annotazioni, 1' (1 ) Confacrò Antichità gli alberi , e a ogni Deità, di quelli i rami , e le frondi attribuì , e pofe in loro tutela . Il Lauro fu facro ad Apollo , di cui erano coronate le im- pofle del fuo I’ adito , e penetrale ; il tripode , ara , ed elio Nume ancora fi vede in molti antichi monumenti fculti medaglie porta , , e gemme coronato ; e talvolta nella delira un ramo di Lauro , e lo tenevano in mano anche i le fuoi Profeti , e Interpetri de’ Tuoi oracoli , e Allorché Femmine Fatidiche , quando vaticinavano . Apol- . . Hymnvs in Apollinem. 75 JMittens velocem fagittam . acclamavi autem popultts , lo io Paran , mute fagittam .* quontam te water Pepent auxihatorem . Atque hoc ex ilio tanit populus . 115 Invidia in aures Apolhnis clanculum dixit , Non admiror poetam qui non tantum quantum pontus , , , cantat . Invidiam Apollo pede repulit dixit .• , & ftc filivi i copiofus eli [ed multas AjTyni f.uxus , Sordes terrae & multam tn aqua illuviem trabit . I lf) Cereri autem non ex omni fluvio aquam libant Me'ijfae.' Sed qui purus & nulla [orde infeÙus ferpit latex Tonte e ]acro parvus , eximius aquarum fles rex pereat Salve : fed invidus ubi male , illue abeat Che non canta quant’ è nel vallo mare . piè fpinfe il Apollo con un livore ; E così diflTe : dell’ Affino fiume la terra E' grande corrente , ma di Moka mondiglia , e molto trae full’ acqua Sozzume , le MelilTe a Cerere acqua portano Non da ogni cola ; ma quella , Che limpida , e non torbida ne forge Da facra fonte poca Ili Ila , e fiore (38). Re falve : e col livor tornili il bialmo . Apollo moflrava diefler prefente fi fcotev*,e eommove- va il Lauro ,e fi fentiva un fragore nell’ antro , affinchè gli uomini facinorofi, e colpevoli non entraflcro, e bef- ‘ . 1 ferò lontani Comincia adunque Inno Callimaco , e prima efpone l’ingreflo, che fa Apollo nel fuo Tempio, ed Oracolo . Ovidio Metamorf. lib. vii. v. 105. fa trema- re tutto il vicino monte , e il fuolo . Virgilio imitò Callimaco , così dicendo nel lib. ni. dell' Eneid. fix tn fatui tram , fremire omnia vifa repente , liminajut , Laurufqut Vii , teiufcjue movtri ree . Meni dream , C* munire aAjtit terlina tufi — Digitized by Google f/6 Annotazioni era Tale l’opinione de' Gentili circa la prefenza , ed, ap- parizione delle loro Deità. Ez. Spanemio ollerva lo fco- della terra (eguito timento , quando Paolo e Sita cele* bravano - cete- Dio con Inni ; Ad. XVI. i 5 Hymnit Deutu brantibui /ubile vere terme motus attui ejt marnili f , ile ut moverennir fundamenta carceri! . (i) Virgilio lib. vi. Eneid. — 1 Pro, ni bine , procul effe profani , v.itei . Conelem.it , toteque abft(ìite tu e Il Sacerdote primadi lodare gli Dei , invocarli , e farloro i lacriBzio , dilcacciava facinorofi , e agli alianti intima- va un gran filcnzio. Servio (opra il citato luogo di Vir- gilio , dice tal formula rituale effere derivata da' fonti Greci , e cita Callimaco , e il luo emiflichio : t'xuC ÌKÙt tqi (ìi(2 o\ot . (3) Anche la palma era predo il Tempio , e I' Oracolo dr Apollo , in memoria della fua naiicita ; poiché Latona abbracciata avendo palma forza partorì una con , lo ; come anche altrove canta Callimac» . (4) Seguita ad enumerare tutti i contraffegni del prefente apparimelo d' Apollo . Perchè i C'gni fodero dedicati ad Apollo , cel dice Cicerone nella Tufcul. I. Cygni ,qui c nrn fine auffa Apollini liicalì funi , fed quod ab 10 divmatie- nem balere videantur ; qua providentes quid in morte boni (ir, cum canta , fy vcluptare moriantur . Eliano fcrive,chc non ha mai Icntito cantare il Cigno lib. 1. var. Iftor. c. 14. Altri vogliono , che il Cigno denoti la prefenza del So- I’ le nel giorno ; e il Corvo adenza nella notte ; e che però fono quelli in tutela del medefimo. ' le porte da fe (lede $’ aprono indicano (5) Anche , che , la prefenza de’ Numi . Virgil Eneid. lib. v. 0/7 14 iamque dcmui paniere ingenti» cir.um Spente fua . Daila lettura forfè de" divini libri della noflra Sacra Scrit- tura appare , che molto abbiano profittato i Poeti . Da- principe! vid nel Sai. 23. Attollite portai veftrat , ty eleva- tniHt acternalei intro’bit glorine e portee , fy Rex . Quii fi ijle Rex glorine ? Scc. In fomigliante guila alcantar, che ’ fanno gli Angioli 1 inno , e la gloria di Dio , Efaia di- ce VI. l. 4. Et commuta fnr.t fuperliminar'a cardinum » voce tuntantit. Credevano i Gentili , che col cantare In- ni , -.£*by-Googld . 1 Sopra l’Inno d’ Apollo. 77 fi ni , col fonare , e biliare accelerale pili predo U ' prelenza e 1 epifania o apparizione degli Dei , , ; per- ciò Callimaco (veglia al canto , e al luono in onor d’ Apollo i giovani , anzi i ragazzi , i quali o tonavano i flauti la lira , o , o tibie , o cantavano gl' inni . Per- ciò i ragazzi , leciti che erano a tal minillero , appren- devano la mufica,come fcrive Plutarco nel trattato della mufica , impiegando tre anni dall’ anno tredieelimo fino a tutto il decimo quinto in impararla. Le donzelle an- cora o fanciulline furono impiegate in tale ufficio di can- lodi fi tare le di Diana , come riconofce predo Orazio lib. t. Od. ai. Dianam diche unirne v’rg’nes , Inton/um pueri dune Cynthmm . Non fu quello alieno da’ coflumi degli Ebrei , come ci fi dimodra in David , che giovinetto tratteneva Saul col tuono , e col canto . 6 al canto, e al fuono fi aggiugne il danzare fiilta- ( ) Oltre , re , o ballare d’ intorno I’ Altare d’ Apollo , di cui fa qui efpreda menzione Callimaco . E' da vederfi Apollo- nio Rodio nel lib. i. v. 536 . Cori predo gli antichi erano compolli di ragazzi , e di uomini , e credevano, che le e faltazioni grate a' loro danze , fodero molto numi , come infegna Platone nel lib. ni. delle Leggi . Non è qui luogo di parlare a lungo di quede danze , le quali erano molte , e di varie (orti . Si veda la didertazione de da me fcritta faieatimibus vetemm , e inferita dal chia- riflimo Sig. Dottor Giovanni Lami nel tomo v. del . Meurfio Segue a dire Callimaco , che gli Dei appari- rono a coloro , che fono devoti , che gl’ invocano , e fopra di gli adorano , e fono buoni ; che è da vederli Iamblico de' Mifterj fez. il. cap. 6. e cap 10. c fez. ni. la cap. 31. e quefli buoni confeguifcono vifione di efli , e beni grandidimi . Dell' Epifanie degli Dei non poco à ragionato nel Mufeo Etrulco il Sig. Gori , di cui parla- a’ no gli antichi monumenti dedicati Numi prefenti , e ampiamente di efiì tratta Ez. Spanemio nella Differì, r. De prae/l. Numifm. (7 ) Dice il Poeta tre benefizi confeguirfi da quei , che cele- colle danze brano col canto , col fuono , e Apollo ; che in Digitized by Google , 78 Annotazioni in primo luogo conducono ad effetto favorevoli nozze ’ ad io fecondo , che una felice, e prolpera vecchiaia li in conducono ; terzo , che fortunatamente poffono ve- a fine der condotte , o reffaurate , o lopra laidi fonda- le menti innalzate mura delle Città; i quali beni li do- nano a' devoti d' Apollo e riverenti , fuoi adoratori . Il Salvini traduce qui ircAi'iiv rt xtptsSati, rondar pel canuto gl’ ioterpetri latini cannici* radere . Gli antichi aborriva- no la canutezza de’ capelli e gli folevano , o radere , o tignere • Apollo lèrapre giovane è rapprefeotato ; e da’ Poeti è celebrata la perpetua beltà di lui ; e lì dice pro- e motore , favoreggiatore delle nozze , liccome propi- zio a chi fonda o reftaura le , mura delle città . Predo Virgilio lib. iv dell’ Eneid. v. 6 jj. Urlem pratclaram lami enea J , moeni* vidi . Paufania ci deferive Apollo nel lib. 1. deporta fopra no fallo la cetra , intento ad aiutare Alcatoo nel fabbricare le mura de’ Megarcf: . Aiutò ancora Batto nell’ alzare mura di città le Cirene dell’ Affrica , come canta Pinda- ro nell’ Olimpid. vih. e Ovidio lib. il. delle Metaraor. 9 nella Pillola di Paride , ilio» a/piciet firmataque turrllui alrit Moenia , Zipolimene ftruSla canore Ijrae . E con Nettuno ergè le mura di Troia . (I) Ev$«pt7r* . Ne’ lacrifizj , e nelle folenni funzioni de’ egli noto che s’ Gentili è , intimava il lilenzio , e la fauffa acclamazione . Faveti linguis . Il Poeta medefimo intima il fileozio, 1’ attenzione, e la compoltezza , men- 1 ’ tre canta 1 Inno in onor d Apollo . Callimaco ne’ fuffeguenti verlì (9) Dà principio al Peane , 1’ che è acclamazione , la quale di tempo in tempo con alta , e lonora voce era ripetuta dal Coro de’ ra- gazzi cantori . Mortra qual maravigliofa virtù abbia la. mufica di fedare nel cuore umano le partìoni il , dolore, il pianto e gli affanni , ; adducendo gli efempli di Teti la dogliofa per morte d’ Achille , di Niobe cangiata in pietra per lo fmoderato pianto nella perdita de' fuoi fi- gliuoli . Vcdafi Ovidio nel lib. vii. delle Metareorf. Pro- di erano i pri Apollo Peani ; onde preffo Omero lib. 1. diceli , che i Greci tutto il giorno impiegavano in caa- (a- Digitized by Googld , . , Sopra l’ Inno d’ Apollo. 79 i placare tare Perni per Apollo irato ; e Peane è detto dal placate, come Icrive Macrobio ne’ Maturo. Iib. i. c. 17. ( io) Non (blamente è vano, ma gran maleè contraltare con il i verft di d' gli Dei ; che con Omero , e Elìodo , e di altri , moltiflìmo potrebbe illullrarfi , fé la bifogna il portafle . Dice Callimaco , che chi relitte , e contralta agli Dei fuperi , relitte ancora e contralta al luo Re cioè a Tolomeo Filadelfo Re d' Egitto , accetto e caro ad Apollo, gran favoreggiatore delle l'cienze, e deli' ar- ti , e degli Icienziati coltivatori delle Mule , e libera- JilTtmo proteggitore . t’affa a inoltrare quanto lia degno Apollo d' edere onorato , celebrato , e cantato con In- lodi di ni ; e quanto abondi di , e pregj ; e dice , che chi canta di lui fari da edo onorato . Loda di poi Apol- lo per la moltiplice, e varia cognizione di tutte le co- fe , e delle fcienze ed arti, pel magiltero di làper faec- tare , cantare , vaticinare , medicare , palcere gli ar- menti , fabbricar le Città , molti de' quali pregj fi at- libuifce Apollo predo Ovidio nel lib. 1. delle Metamorf. — me quod erirque fuitque Per , Eftque , parer : per me comordant carmina nervii . una Certa quidem noflra ejl , noflra tamen faguta Certior vulnera pedore , in vacuo , quae fecìt Jnvenrum medicina mcum efl , opifexque per trbtm Dicor (ubichi potenlta nobit . , & herbarum a (tef- Avendolo inoltrato onorabiliflimo , perchè da Giove fo al piè alto legno onorato , mentre lo fa ledere alla fua delira pada le lue elterne bellez- ; a defcrivere tutte ze , e doti ; e di poi all’ interne riguardanti il lapere , 1’ e arti , e le fcienze , volge il fuo canto . Licorto Licoria piè (11 ) Apollo appellato , dalla Città a del monte Parnafso , cosi detto anche negl’ Inni Orlici , e da Apollonio nell' Argon, lib. iv. v. 1490. e tal città tu 1 ' antica fede de’Delb. Pindaro molto prima di Callima- ' co aveva attribuito a Minerva 1 onore di federe alla dedra di Giove , la quale augulta fedione denota non baiamen- te I’ onore , ma anche la podelìà . Congetturano gl’ In- terpetri,che Callimaco vivendo folto i Tolomei in Alef- aver nell’ fandria , e nella loro Regia , poda notato uno c nell' altro divino Tellamento quelle , ed altre efpref- So Annotazioni {ioni , ed altre limili ne porta nell' Inno fopr* il Bagno di Pallade ; onde Orazio imitandogli nel Iib. i. Ode ij. dille : illi Prcximos ( lovi ) tamen occupavi! Pallai honores . (n) Due forti di vedi fi vedono nelle Sculture antiche in- dolio ad Apollo ; la clamide , di cui qui parla Callima- fermezza fu Ile co , colla (palle di una fibbia d’oro : e la velie citaredica o fia la palla lunga , ; e tutti quelli ornamen- ti dice che fono d’ oro : d' oro pure la lira 1’ , , , arco , la faretra e fino i calzari . Ne’ , monumenti antichi , e nelle medaglie non di rado è elprelfo Apollo tutto nudo. (ij) Allude al fimulacro tutto d’oro di Apollo, collocato in Delfo nel luo famolo Tempio , opulentillimo ancora per i doni d’ oro ad elio portati da tutte le parti del di cui ragiona Paulama mondo , neile Fociche , Euri- pide in Ione v. 1141. ed appretto Plutarco dell' Oracolo Pitico . Apollo è fempre efprcfìo giovine e bello (14) , ; onde Ti- bullo lib. 1. Eleg. 4. Solit interna e/l Vhoelo Face henne inventa. Ez. Spanemio d"fcrive una medaglia antica de’ popoli di Tarfo in cui è. efpreflo Apollo coll'epigrafe NEO£, nT0IO£. (15) Anche nella Sacra Cantica vi fono delle deferizioni li- delle mili , de’ capelli , e mani , che diflillano oli odo- puole aver prefo rofi , da’ quali Callimaco , imitato da Apollo lib ni. Tibullo , dove deferivo Eleg. 4. Intanfì trine1 lorica cervice JìueLant . StUUiat Tjrio inyrrhca rare COMA . e nel fb. il. Eleg. a. lìtius pvro distili ANT tempora nardo: Del Nardo Tirio ,e Afiirio, che è il più eccellente, le fi delicate perfone tutte ungevano , e profumavano , e nelle principali parti del corpo, nel capo, nelle tempie, narici, nelle oli nel collo, nelle mani , ulando odorofi, balfami , croco , mirra , nardo ec. Teognide dice, che anche il Tempio di Apollo efalava un divino odore, intorno al qual ludo con dottilìime ottervazioni fi dif- fonde il grande Spanemio in quello luogo . Ne' templi i fiir.tt- Digitized by Googje Sotra l’ Inno d’ Apollo . 81 mulacri degli Dei erano tutti unguentati , e piofuma- lii ti nelle più celebri lolennità , e ornati di ricchi ine ve- lli onde in alcuni vali Etrulchi lì vedono molte lem- ; mine , altre cancfore , altre portare (allettine piene di oli , e baifami , altre corone di bori , altre alcune pic- cole leale per Ialite , e adornare quei fimulacri . Dell' ulo poi di profumare le velli , e renderle per la fragran- za odorole , molto praticato dagli Orientali , li anno in più luoghi molti etempli nella Sacra Scrittura . erba panacea fi detcrive da Tentrallo e da Plinio ( 16 ) L’ , , d' incorno a Mofide la qual nalce ned’ Arcadia ; ed è propriamente confacrata ad Apollo , e ad bfculapio ; perchè è erba (aiutare , e molto opportuna per lanare le malattie , alle quali credevali donar il rimedio Apol- lo, detto Salutare , e Solere , e Medico I’u Tpit . Quindi Ippocrate giura per è che Apollo Medico , per Elcula- pio , e Igia , e per Panacea , le di cui maravigliole qua- lira , e bencbzj qui narra Callimaco . (17 ) Palla di poi il Poeta a celebrare Apollo diflinto ed ec- cellente nell' arte [agutaria , nel tirare al legno, e col- mu/ica pire lenza sbaglio , nella , e nella divinatone , c lcienza augurale, e dice, che lotto la fua tutela e prote- i penti delle arti i zione lono medefime , Sagictieri , i Sonatori i Mulìci , Cantori e , Vati , gli Auguri , 0 periti di trarre le quelli , che lono forti , per le quali ogni erano tratti i primi Signori in mefe Delfo , per ti- rar fu le forti dal tripode nei Dellìco Oracolo . Gran- de onore fa a' Medici Callimaco , ma a' Medici pentii- lìmi , e prudentiihmi , che G aflomigliano ad Apollo , i quali con gli opportuni , validi , e (alutcvoli rimedj fanno tenere in dietro la morte . Apollo in un' ara dai Sig. Gori riportata nelle Note alle Satire del Soldani Senator Fiorentino , c chiamato Salutare : apollini sa- lutari . xS) alle mentovate ( Oltre doti , pregj , e attributi da' qua- li è denominato Apollo altri , ne à , c belli , e con- fiderabiii . Egli appellato è NsVtos Nonio , cioè Pa- Horale per aver inlegnato , a’ Pallori , non lolamcnte il canto , e i carmi paftorali , e il fonar la firinga, o 6- ftola 1’ , o zampogna , ma anche arte di cultodirc , e F go- Digitized by Google 82 Annotazioni governare le greggi gli , e armenti , i cavalli , e le ca- valle, e laper il modo di avere le razze, c accoppiarle, e le ragioni varie di tener ben coltivata la campagna ; e quanto dice d' Apollo, con gli elempli della tua paltò- ral vita , il dimolira. Ez Spanemio, oltre a’ molti Poe- cita in tal ti , Omero luogo imitato da Callimaco , il le quale narra non vacche , ma le cavalle ellere Hate a palccrfi da guidate Apollo nella Tellagha , che erano di della mandra Admeto , là dove lcorrc il fiume Am- frilo. V. Strabene lib ix. Virgilio nella Georg, lib. ni. Lucano lib. vi. delle Farla!. Sopra tutt' i greggi e armenti fopra de’ quali (19) , , get- ta i luoi benefici Iguardi Apollo, dice, che per tal virtù fono le pallure più abbondanti e periette , , più feconde fono le mandre , e fi raddoppiano i parti degli armenti . (10,) Mollra Callimaco in quanta gloria , rinomanza, e for- gli tuna montino uomini fondatori di citta , Dando lot- to la protezione di Apollo, e leguendo la di lui mente . i Solevano fondatori , prima di fondar città per le loro Colonie, concitare l'Oracolo Delfico, e intendere qual luogo folle da fceglierli più opportuno , e di quali facri- fi fìzj , e leggi dovelsero lèrvite; ed affinchè tutto que- Do con fauDi aufpicj addivenne, volevano dependere di Apollo Darò dall’ Oracolo , fortunato in fondar città , e nel governarle . Oltre all’Oracolo Pithio , che conful- tavafi in tale importantiDimo affare dalla Grecia , vi era anche il Dodoneo , e quello di Giove Ammone,in gran- difliroa riputazione, de’ quali Oracoli parla Cicerone nel lib, 1. della Divinaz. ed è da vederfi GiuQino nel lib. vni. cap. r. Del modo di fondare le mura , del difegnarle delle coll’aratro , e dell’ufo mifure, e (compartimenti, fecondo la difciplina degli antichi Tofcani , da’ quali pre- gli aufpicj e i riti i fero la norma , , Romani , ne è ra- gionato a lungo nel principio del Tomo ni. del Mufeo Etrufco nella Clafse 1. Sembra, che l’Oracolo Pithio , o Delfico nell’ effere confultato avelie la maggior rino- manza , come ci mofira Plutarco, che tratta di eflo. Giuliano Imperatore nell’ Orazione iv. p. 188. così dice lodando Apollo: Stetti & civilifo» infl'nutts v»ees ornavk. Hk Sopra l’ Inno d Apollo* S3 pile e/l qui Atcìs coi uni is frequentali! oriti , gr , maximum tartan , mmorem ad ctthurn tcmpofuit . Ma qui da Calli- maco è chiamato Apollo non lolamente Gonfultorc , c Maeltro di ben fondare c edificare le città , ma ancora Fondatore , Autore , ec. e tale chiaramente lo dimo- Ara Arilhde nel Panegirico della Città di Cizico , che fu da elio fondata : Qui alni quiJem vrbie's tnttrpreii buie Iti a m AVClOR t/l \ aliai enim \RBìS/>er condttorei quo- quover/ui dimiffoi condi.Hl ; huiut tp/e frotinui FVNDaMFNTA iecit . Nè lolamente egli fondò Cizico , ma Deio anco- ra , di cui qui molto parla Callimaco ; e Cirene lua pa- 'l'era oltre a altre tria , e , o Terea , e Carne ; molte Cit. tà nominate dagli fcrittori , come Nallo in Sicilia , e Megara , ed altre molte , che tal vanto fi davano . Delcrive l 'Ara cornea ccflrutta da annoverata (ai ) Apollo , traile fette maraviglie del mondo . Era tutta collrutta di corna di capre ben difpofte ed intrecciate ,e congegna- infieme le quali Cintiadi fon te ; capre qui dette , perchè prefe dal monte Cmtio , dove fi palcevano . Quella era collocata in Deio , poi come alcuni fpofitori vogliono , detta Efefo. Le corna caprine poi collegate , e intrec- ciate infieme lenza veruna cementazione, o altra mate- ria, erano le delire folamente , altri vi adattavano an- le ftnifire molte ancora cora ; e pendevano dalle pareti . (iì) Batto Re della Libia , fondatore di Cirene , fecondo 1' intrusione avuta dall' Oracolo d’ Apollo , di cui parla dell' Pithio egli confultò (opra Plutarco Oracolo , che , il. di che vedali Erodoto lib. Paulania , gl' Interpreti di Pindaro Ode iv. Pith. Efichio , ed altri , i quali dell* tbbondevolezza , e feracità de* fuoi terreni ragionano . Dice, che alle felicità della fua patria, fu feorta , e co* fuoi aufpicj fondatore, un corvo , confacrato perciò dal- 1' Antichità ad Apollo, ed annoverato tra gli uccelli au- gurali ; ben fpello (colpito negli antichi monumenti , nelle Medaglie , e nelle Gemme predo di Apollo , o predo il fuo Tripode , o con tutti i Simboli proprj di Apollo, cioè c»|la Lira, col Lauro , coll' Arco, col CarcafTo , e col Delfino . L' ideilo Batto è anche ce- lebrato da Pindaro nelle Pitti. Od. v. da altri è detto Ariftotele , da altri Batto . F a ( * 3 ) s 84. Annotazioni ’ Tolomei lotto 1 imperio de’ quali pafsò (ìj) Cioè V , tutta 1 la regione Cirenaica , dopo che Macedoni s' impadro- nirono dell’ Egitto , il che avvenne a' tempi del primo Tolomeo Lago Re , e dell’ uno c I' altro de' Ré d Egit- ed Evergete dipoi per tellamento di to , Filadelfo, ; To- lomeo Apione pervenne a' Romani , inltituiti eredi nel 651Ì. dalla fondazione di Roma , e da Lucuilo fu ordina- ta con nuove leggi, e finalmente ridotta in Provincia, come fi raccoglie da Strabone , da Plutarco , da Appia- e da altri. dice no , da Guidino , Suctomo di Velpafia- no cap. 1. Qnaejlor Cretam, ty ijrcnai Provinetam forti ce. pit . Dice, Apollo cfler veritiero , amante della venta, e non della bugia , e menzogna; e fingono, che mentre nafeeva Apollo , al parto luo aiinletle la Verità ;,lo che fi legge in Plutarco nelle Simpol. iib il. quel). 9. onde appiedo Elchilo nel Cefi è appellato fioirhf djsivqot ,vatet non mtncUx ; e perciò i Cuoi Oracoli come veraci e termi reputati il giuramenti erano ; quindi noflro Poeta dice, che fempre il vero giura apollo. Afferma Plutarco nellib. xj. che a tenor di quella di delle Leggi , Solone , quei , che in giudizio erano chiamati , dovevano giurare per per Apollo, o per Cerere, o per la Giove , Dea Temi. acuirem o cioè Aiutatore con tal cognome era vene, f 1 4 ) , ; rato Apollo dagli Ateniefi , in onore di cui indituirono ’ le Fede Hoedromie , e fu data 1 appellazione al mefe Boedromio, nel quale Telco lupcrò e viole le Amazzoni, in memoria della qual vittoria gli Ateniefi celebravano le dette fede . Anche in Tebe ebbe Apollo Boedromio lungi da di un Tempio , non quello Diana Efefia per tellimonianza di Paulania nelle Beot. (15) Ciarlo, così detto Apollo da Claro città dell’ Ionia, in cui era un nobil Tempio conlacrato al medefimo , e predo i Corinti fu rinomato il fimulacro di Apollo Cia- predo i detti Clarii . no , e il culto Colofoni , (16) Carneo. Paltò a’ Cirenei il culto d’ Apollo, cognomi- nato Carneo , per mezzo de’ Lacedemoni , da’ quali dice il nodro Poeta , e fi pregia che avede origine Cirene fua . ideilo atteila Paulania : Carnami quem patria L' , adpellant domellicum , coli coeptut tfi apu.l Spartano , an- tequarn Htrtulis filli ab txftlio redtrcnt . Altra fniegazione . Sopra l’ Inno d’ Apollo. 85 dà Microbio a tal cognome Carneo dato ad Apollo. Ma il ooflro Poeta grande amatore della tua patria , di cui è onore , vuole, che Sparta folle la prima fondata da Apolio, la feconda Tera , e la terza Cirene lua patria; i motivi e le circoftanze le e adduce , , per quali turono fondate . Delle Fede , e de' Certami Carnei vedali il Meurfio nella Grec. Per. che diffulamente ne tratta . Solevanfi celebrare in Cirene a onore di Apollo . ilola del mare Fgco, una delle Sporadi tra (a (17) Tera , Cirenaica , c Creta , fondata da Membliaro , compagno di e confanguineo Cadmo , da primo appellata Callide , come inlegna Strabone nel lib. vm. poi detta Thcra , o Tebano, figliuolo di Tera , da Thera Autefione. Vedali Paulania nell’ Acaichc . Pindaro, e Apollonio Rodio. Thera fu il fedo da Edipo , e da Cadmo il decimo della profapia . Cirene come fi è detto fu fondata da Batto , di cui abbondevolmente parla F.rodoto nel lib. iv. 1 Ci- renei dedicarono in Delfo una flatua a Batto , e la pole- ro entro un cocchio , per molìrare , che da Thera, ilola ’ gli aveva dedotti nell’ 1 della Libia , Affrica ; e aliai dato loro un onorarono per aver buon pollo , e per aver codrutto un bel palagio , e inllituita una folenne annua facrifizj di tori, in feda , con onore d' Apollo , che a fe 1’ avea foftituito nell’onore di fondarla , fecondo il fuo penderò, e difegno. Dice ancora , che dopo i cruenti facrifìzj de’ tori, gli altari d’ Apollo loievano elfer co- inghirlandati di fiori di tutte le perti , e forti , quanti in tutte le flagioni dell’ e ne germogliano anno ; dalla il Poeta deferizione , che fa , fembra , che tali fede di e di facrifìzj , di corone, ghirlande , e fedoni di fiori, feguiflero ne’ giorni pii! ridenti di Primavera. ( zS) 1| Croco Cirenaico per la fui fragranza e grande odo- re era dimatiflimo, di cui parla Teofrado Hid. PI. lib. vi. ijnae aptid cap 6. odoraiijfnnae , Cjrcnat , refae ; unie edam tmgucnrum rcfaceum illls fnav’Jfunum ; violarum cria/n CT re- litjuorum forum aior ibi exitnius ac divinili ; maxime antem lib. vi. dice I’ ideilo crai Plinio cap. 17. ; fecondo Cal- Plinio lib. xxi. limaco , leguitato da cap. 6. fioriva , c gettava maggior odore nel principio dell' Inverno . Gran profufionc di Croco fi faceva in Roma negli fpettacoli F j Tea- 26 Annotazioni Teatrali onde di Adriano fcrive S'parziano, ; & CrOCVm per gridai theitri fiacre iaffìt . Si profondeva an- cora per lufio ne’- fontuofi banchetti Stimatiflìme erano le vedi crocce del ancora , tinte color del croco , che bel giallo pieno era un , rammentate fpefio da’ Poeti , e dagli antichi fcrittori , delle quali ragionano il Rubens, de re ed il Ferrari vefinri» , ed altri Hlologi . (29) Siccome in Delfo , così nella Cirene nel Tempio di A- pollo Cirneo notte e giorno ardeva lui fuo altare il fuo- co , detto ineliinguibile . Predo i Cirenefi nella Libia , anche il delubro di Giove Artimone aveva tal onore del fuoco inedinguibile , per cui gran cura fi prelero i Gre- ci ne’ loro Pritanei , e 1 Romani nel Tempio della Dea per furono Veda , cui indituite le Vedali donzelle , che di elio fuoco avellerò vicendevolmente perpetua cura . (30) La faltazione Pirrica fi faceva intorno l’ara d’ Apollo giovani vediti di armi di baltco (uciacca da , e , o ; co- me fi rapprefenta a maraviglia bene nella pittura anterio- re d’ un antico vaio Etrulco . Vuol dimollrare Calli- maco , che divina è l’origine della lua patria , e che da il Apollo luo natale , e tutto il luo edere , e ogni bene riconofce . Cirene fanciulla fi finge edere data rapita, fpofata da Apollo, e trapnrtata nella Libia e ; di cui molto parla anche Pindaro nelle Pith. Ode ix. c Apollo- nio lib. ti v. 510. Fu qutda Ninfa Cirene figlia d’Ipleo Re de’ Lapiti; e mentre (ola lena’ armi nel monte Pelio cacciando combatteva con un Leone , vedutala Apollo , di eda s’ invaghì , la rapi , e fecela (ua fpofa . Dipoi Apollo dette a Batto certi incantcfimi , co’ quali fugò i Leoni , che in quei contorni erano molti , ed inquieta- vano i padani , e divoravano gli armenti ..Perciò dice, che non vi è città , benché cara ad Apollo , che pofla vantarfi più di Cirene di aver ricevuto da elio maggiori benefizi , e più didinti favori . E perchè tal vanto era foggetto all’ altrui invidia , perciò nel rimanente dell’ Inno , lèguitando a cantare le glorie , e i vanti di Ci- rene fua patria , i quali tutti ridondano in maggior lede larghifiimo di Apollo mrdefimo , , e liberalilhmo dona- tore , e fondatore , fa vedere quanto egli defedi il livore, e in fine lo prega a cacciarlo iofieme col biadino. ( 3 «) Digitized by Googjp 7 Sopra l’ inno d’ Apollo . 8 Fonte predo i Cirenei; alcuni giudichino ( 31 ) Cima benché doverli leggere Kup>i« , con tuttociò altri meglio llimano doverli ritenere nel tetto Kupvijs , Vedi le OlTervazioni dello Spanemio , . (jt) Azili, o Aziri , prima abitata da’ Cirenei Gli Scolla- rti notano , cosi edere (lato appellato tanto il monte , fi che il fiume . Qui deduce , che folle bolcagliofa alTai , e abbondante di fiere. Di erta parla Erodoto nel lib. iv. cap. 169. uri pi Io figlio di Nettuno e il qual» prima ( jj) E , Re , te- neva quel gran tratto di paefe , ove fu fondata Cirene ; onde uccilo che fu da Cirene Ninfa il Leone , da edo confegul il regno , che aveva a lei già promelfo . Ram- memora il Poeta dove fegul tal memorabile occifione , cioè fui monte Mirtola , o Mirtulla , o Mimila , come fi fi legge prelso Stefano; e qui dice cornuta montagna , ferie perchè formava in cima due punte a corna loini- glianti. Efalta nell’ iflefso tempo Apollo benefattore e (34) , Cirene più di 1' da efso tutte altre Città beneficata , per la no- biltà , e divinità della fua origine , per la vaga ridu- zione, ed amenità, per la grafsezza , e fertilità de’ ter- reni, per la gran copia di fiumi , e di fontane , di mon- di per le pitture per le razze ti , e bofehi ; , de’ caval- gli agoni equellri li ftimatiflimi , per , e perchè aveva prodotti uomini iìlurtri in fapere , tra’ quali chiari inge- gni fi annoverano Cameade , Aridippo, e Sinefso , da Gratta rivirai aniiquum veneratili nomea cui è detta t & , celebrata infinirii vlim dcHcrum carminitui , a quali fi ag- giunga il nottro celebratiflimo Poeta Callimaco, da cui è a si alto fegno encomiata in quello bell’ Inno . B jt t 7 < ac Soci . cosi denominati da (35) Battiadi Batto , di Co- pri lodato . (36) Prefa l’opportunità dichiara il Poeta onde abbia avuta I’ origine 1’ acclamazione folita farfi ne’ facrifìzj in onore d’ erano Apollo , perocché quelli accompagnati dagl’ In- ni io fuo onore cantati , e dice, che derivò fin da quel uccife il tempo , che Apollo Dragone Pithio ; allora quando Latona traportando Apollo e Diana a Delfo, nel le fi falsare per un bolco , avventò un Drago , fatica F 4 (opra Digitized by Google 83 Annotazioni (opra un alto fafso gridò forte le Pae al fuo figliuolo A* 1 pollo , il quale lo laettò , e quindi ne nacque I accla- lo mazione in fuo onore Paean , di cui ragiona Macro- bio , e Ovidio nel lib. i. delle Metamorfofi . Strabone nel lib. ix. dice, che fu uo uomo alsalfino, cognominato Dragone . Pilo , o Pitea , C'ttà della Focide , Delfo con altro nome detta , che fu prima inventrice degl'in- ni in onore d’ Apollo . Il livore furtivamente difse negli orecchi ad ec. (37 ) Apollo, Callimaco da un certo invidiolo cenfore di quei tempi accufato fu di troppa brevità nel lodare gli Dei , e nclli fuoi Epigrammi moflrato troppo fcarfo , e digiuno : che lodando Apollo avea lafciato il più , e il meglio ; ma egli rilponde , e ribatte la calunnia del maledico, dicen- ' i fiumi, 1 do , che gran come è Eufrate nella Siria , grolli più quanto più fon , menano di mota e fanghiglia nelle loro correnti ; laddove i piccoli rufcelli feurrono con acque più limpide , e depurate ; colla quale (imili- tudine difende la breviloquenza ne' fuoi componimenti Poetici tale anche la mente il tenore di ; e è , e Pin- daro , che nella prima Ode delle Pith moflra quanto (ia proliflità . biafimevole la Alcuni vogliono , che il male- di dico , e invidiofo calunniatore Callimaco , fia fiato Apollonio Rodio . Melifie così dette le Sacerdotefse di Cerere (38) , , che por- ' tavano al Tempio 1 acqua più pura e limpida , attinta da’ 1' alle fonti per elpiazioni ; quali afsomiglia fe , e le fue Poefie Callimaco . Di quelle Mehfjt parla I’ antico Interpetre di Pindaro nella iv. delle Pithie . Vedali Ce- lio Rodigino lib. xir. cap. 1. lib. xxu. cap. 3. e Lelio Giraldi nel Sintagma V. della Storia degli Dei . Anche la Sacerdotcfsa Pithia in Delfo era chiamata MtHJJ» Dtlfic». Dìgitized by Google EI2 THN APTEMIN H r M N v S Uh IN D I A N A M. — Difliteed by Google . 9 ° TMNOE EIE THN APTEMIN. "?TC[Ltv a ycp t/a TIa7 ? tri Mvpi^cura t«<$£ Tporttrrt yovìjx , , 5 Aai poi Tapòsvi'lw ui’vviov arra (puP.aa’rtiv , , , Kau TcfoiOtovfijllw' i’va pai /xoi A’hXu ( i ) Zùvvv&at Afj/vwrcV , ( i ) £ujvvo9oh . JAWO .TOP/?./* A DIANA. TAlana che non è lieve a chi canta (i) L/ ( ’ Scordarfene ) cantiam , dicendo 1 Inno , A cui fono a cuor gli archi ed i colpiri , Delle lepri e la ricca , , e gaia danza (2), ’ E 1 andar alto fu per le montagne (3). Principiando da quando ella del padre Sedendo fovra le ginocchia figlia (4), Bambina ancora al genitor sì di (Te : Dammi , babbo , oflervar virginitade Eter- Digitized by Google pi 85 HYMNVS IN DIANAM. ejl ianoia [ ncque enim leve canentibui , fi ciuf D oblivifcantur ] retia curae Celebramui , cui tela & funi , Et tnpudium fub arbonbui , & in montibus ludi : bine ducentes quomodo patrii - Principium , , quum infide ret genibui , ^ Fucila adirne adolefcens , haec verba ad patrera protulerit : Da mibi , tata , virginitatcm in aeternum confervare , Et nominum multitudinem .• ne hac mecum Pbocbui cer • tare pojft . Da etiam fagittas & arcus . fine pater : non a te pba- , retram , pojìulo Elee niaguum arcum , [ mibi Cyclopei fagittas io fabricabunt nubi etiam arcum Confejhm , fiexilem ] ut Sed lucem feram , & ad geuua ufque t Unicom agrejlcs Succingam fimbriatam , quando [eros periino . trip udii Da mibi tum Jexaginta foeias Oceaninas , annoi notai omnei adbuc lai Omnes tiovem , pud difcinflai. Da Eterna (5), e molti ancor titoli dammi (6), Acciocché Febo non gareggi meco . Padre i'u via: dammi frecce ed archi (7); : Non ti chieggo il turcatto , o P arco grande Fabbricheranno a me torto i Ciclopi (8) Gli Orali , ed a me ancor pieghcvol arco ; ’1 verta Ma il portare del lume (9) , c cinger Fino al ginocchio orlata (io), acciò le belve Selvaggie uccida . c dammi Occanine Settanta ballataci , di nove anni Tutte, e non cinte ancor, fanciulle tutte (n), E Digiti^ed by Google ; pz TMNOS EiZ APTEMIN. As; p.i/ à;/.prrófavt A’[iv; ASC Sé fXOt OipéX TX'/ TX' TOfaV Ss [Alt llV TIVÙ VélpOV , H'V T OJ ’pétriv oiy.y'cd)" to?.stiv S’ sTipi^opai xvSpùy 2 0 Mcvv'iv òr’ òlpstxia’iv ór wSì vitti yvvurxé; T tipo (Afa xi y.u?.icv7t fiovpiov' y\