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ovvero i Classici fra le Nuvole di AA.VV. © Tespi srl per questa edizione Collana: L’arte delle Nuvole, 9 service editoriale Nicola Pesce Editore edizioninpe.it Pier Paolo Argiolas, Andrea Cannas, Giovanni Vito Distefano, Marina Guglielmi Le Grandi Parodie Disney ovvero I Classici fra le Nuvole INTRODUZIONE 9 Dall’Odissea a Guerre stellari: l’ETERNO RITORNO DEI PaPERI 15 1.1 L’universo Disney: lo spazio e il tempo attraversati dall’anti-eroe Paperino 18 1.2 La parodia come macchina del tempo 23 1.3 Gli universi letterari e il libernauta Paperino 30 48 49 la PaRODIa DIsNEy, fIsIONOmIa DI UN mONDO mITIcO 51 2.1 La parodia letteraria a fumetti. Premesse di una grande impresa 51 2.2 Classici con il becco e con la coda. Teoria dei generi e de-generazione disneyana 58 2.3 Dalla letteratura al fumetto. di Guido Martina 77 93 95 5 !" #$%&'( )%$*'(" '(+&", PaPERI E TOPI alla PROva DEl PERsONaggIO 97 3.1 Le molte vite dei Topi e dei Paperi 98 3.2 disneyano 102 3.3 L’ da commedia di Topolino & co. 110 126 PaPERI E TOPI alla RIcERca DI TEmI PERDUTI 129 4.1 I temi nel mondo Disney 130 4.2 Se Paperone fosse povero 132 4.3 Morire a Topolinia? 145 157 NOTE 159 ElENcO PaRODIE cITaTE 173 bIblIOgRafIa 183 glI aUTORI 189 INDIcE DEI NOmI 193 6 , «Topolino» n. 2000 (1994), testo di Bruno Sarda, disegni di Giorgio Cavazzano Introduzione I classici sono quei libri che s’intrufolano nella vita dei lettori con l’idea di non mollare la presa, sono densi per via della storia che vantano alle loro spalle e lievi, per una intrinseca capacità di attraversare tutte le stagioni, e dunque si costituiscono come presenza fantasmatica e onnicomprensiva ad un tempo: si può dire che fondano la nostra esistenza su questa apparente- mente irrisolvibile contraddizione. Com’è possibile? Ce lo ha spiegato con la consueta lucida leggerezza Italo Calvino in . Se- quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da in- conscio collettivo o individuale». Il che equivale a riconoscerli come solidali compagni della nostra quotidianità, sia nella sua dimensione intricata di in- terazioni sociali, sia per quanto concerne l’esercizio della propria individua personalità culturale. come equivalente dell’universo, al pari degli antichi talismani». Scopriamo inopinatamente che il loro disegno complessivo è così vasto da comprendere insieme la metropoli e la grotta dell’eremita, da contemplare in uno stesso spazio improvvisamente ristretto l’autore e il critico, il lettore e l’esperto bibliotecario, l’industria che produce il best-seller e la panchina dove la lettrice ha lasciato in eredità all’ignaro viandante un libro straordinario. 9 !" #$%&'( )%$*'(" '(+&", Con un’imponderabile escursione verso la cultura “bassa” - ma in verità di gerarchie che impongono una graduatoria di generi e forme - sarebbe forse il caso di citare lo slogan reso celebre da Alberto Lupo in un indimenticabile duetto con Mina () del 1972: «Se tu non ci fossi bisognereb- be inventarti». Per la cronaca, in un secondo tempo esso veniva riplasmato, inconsapevole trionfo del post-moderno, nella formula pubblicitaria di un secolo scorso. Ecco, il senso è un po’ quello. Costretti a coniare una nostra dalla Disney Italia, dovremmo partire dalla considerazione che queste ludiche rivisitazioni nutrono un rapporto ambiguo e discutibile con i classici della letteratura, del tipo: «Se (i Classici) non ci fossero, biso- gnerebbe re-inventarli». Notiamo di sfuggita che una delle più sorprenden- ti attitudini riconosciute agli abitanti di Paperopoli e a quelli di Topolinia consiste proprio nella facoltà di coniugare l’alto e il basso, col risultato di saper intrigare il topo di biblioteca alla stessa stregua del bambino alla sua capacità di combinare i codici e i linguaggi più disparati, con l’opportunità di mescolare insieme la citazione pescata dall’ dantesco e i versi della canzonetta sanremese - o il di uno spot televisivo - tutti elementi che stessa vignetta. Quale migliore occasione per far saltare gli schemi e i luoghi comuni della cultura popolare, attraverso salutari iniezioni di poesia d’ogni tempo e luogo (e viceversa)? Quando ci si pone l’obiettivo di studiare la relazione fra un sistema lette- - padri hanno fondato nei casi più eccezionali il nostro immaginario, e come minimo una discreta percentuale del nostro parlare quotidiano - quando, dicevamo, si deve sondare il livello d’interazione fra i classici e l’universo dei fumetti Disney, il quale ha talvolta pervasivamente invaso il nostro, oc- apparati mitici s’incontrano, e a volte si scontrano: quello di volta in volta poetico, epico o narrativo in senso stretto e l’altro, riconducibile appunto al mondo dei Paperi e dei Topi. Le trasposizioni fumettistiche che ne derivano 10 !"#$%&'(!%") meriterebbero di essere analizzate, come ha puntualizzato la studiosa Linda Hutcheon in, in quanto opere che godono di una loro piena autonomia e dignità artistica, e non prodotti derivati o di serie B. È vero che gli autori delle storie a fumetti, sceneggiatori e disegnatori, hanno spesso favorito e avallato una vera e propria politica di cannibaliz- zazione delle fonti letterarie. Divorando i classici l’universo dei fumetti ne ha assimilato l’anima e lo spirito, nel senso che le hanno ac- quisito uno spessore testuale inedito, il quale dipende sostanzialmente dal fatto che quelle storie si sono riconnesse alle grandi matrici narrative in cui archetipi, condivisi da tutte le arti - al di là delle differenze tecniche -, da cui derivano tutte le storie del mondo. A loro volta, i classici sono entrati nell’immaginario di quell’immenso popolo dei bambini, quelli più piccoli e i bambini adulti, che ha imparato a riconoscersi negli archetipi, che si è sentito magari inconsciamente parte quasi fosse una salutare medicina attraverso quel particolare medium che è il fumetto. Soprattutto, chi ha praticato da piccolo lo sport mentale della lettura tra- visata in forma di parodia, una volta diventato grande, magari dopo aver incautamente deciso di varcare le porte dell’Accademia, non ha avuto alcuna - nomeni dell’intertestualità: ovvero, è stato in grado di cogliere il legame e il dialogo che ciascun libro, e ogni prodotto artistico nel senso più ampio del termine, intrattiene con le opere che precedono, ispirano e suggestionano quell’immaginario comune - senza contare che ogni libro si sforza di instau- rare un colloquio pure con gli autori che verranno dopo: ogni testo sa di far parte di un disegno più ampio. Se vogliamo dedicarci oggi a rivalutare e interpretare quelle che Walter Benjamin chiama in quotidiano» all’interno di una micro-storia nazionale, o di un macro- discorso sovranazionale, diventa cruciale focalizzarsi sulla costruzione dell’immaginario nella cultura popolare e in quella per l’infanzia: il fumetto, la nona arte, diventa allora una chiave di lettura decisiva. Esportate in tutto il pianeta, le della Disney, pubblicate dal 1949 - l’abbrivio fu per l’Italia -, hanno scortato più o meno fedelmente nel mondo del fumetto decine e decine di “monumenti” della letteratura 11 !" #$%&'( )%$*'(" '(+&", mondiale, da Dickens a Tolkien, da Dante a Hoffmann, dall’Ariosto a Cervantes, raggiungendo un risultato che raramente è riscontrabile in modo così oggettivo: hanno riscosso insieme l’attenzione della critica e quella di un pubblico esteso ed eterogeneo ad un tempo. questo diffuso attestato di stima - e probabilmente risentendo ancora del ricordo di un’infanzia piacevolmente “disturbata” dai bipedi fatti di becco, piume o code di topo - tentano di dare una spiegazione a questo succes- so, ed entrano nel merito di una relazione, quella fra letteratura e fumet- to, che hanno inteso nel senso del rapporto simbiotico. I relativi contributi si sforzano di indagare il mondo delle a partire dai quattro punti cardinali necessari per orientarsi dentro un sistema tanto articolato. Andrea Cannas ha affrontato la questione del cronotopo (cap. 1), ovvero dello spazio/tempo all’interno del quale si muovono i nostri protagonisti, testo parodiato - ma sempre chiamano in causa, in ultima istanza, il Tempo e il Luogo abitato dal lettore. Alla questione dei generi letterari (cap. 2), con relative ricadute e condizionamenti sulle strutture delle storie a fumetti, è dedicato il capitolo di Pier Paolo Argiolas: la parodia delle grandi “istituzio- sull’immaginario letterario, e desiderosa di competere positivamente con gli disneyani investiti dai loro fratelli gemelli letterari si è dedicato Giovanni - mali che li interpretano. Noti al grande pubblico i primi (da Ulisse a Renzo Tramaglino), notissimi ai lettori più giovani i secondi (Paperino e Topolino in prima istanza), il raffronto dei panni rivestiti dai diversi “attori” disneyani ha rivolto l’attenzione Marina Guglielmi, nella convinzione che la prospetti- va di studio tematico, come le tre che la precedono, non solo inauguri nuove potenzialità di interpretazione dei fumetti ma possa fornire spunti e sugge- stioni originali anche alla rilettura dei grandi “precursori” che hanno ispira- to le parodie. S’intende che ciascuno degli autori ha dovuto invadere il campo d’azione del proprio compagno di viaggio, circostanza che non stupisce se conside- - 12 !"#$%&'(!%") to, pronto tuttavia ad appropriarsi delle forme appartenute ad altri generi e a declinare in modo assolutamente personale temi che erano una volta appannaggio esclusivo della letteratura. S’intende che ciascuno degli autori condivide l’idea di fondo che ha guidato il progetto, che forse non ostenta alla gravità di formule e scale di valori già precostituite. L’idea che le le sentissimo un po’ come nostri amatissimi Classici… 13 !"#$%&'& ( Dall’Odissea a Guerre stellari: l’eterno ritorno dei Paperi L’artista del futuro capirà che inventare una favola […] e disegnare un’immagine capace di allietare decine di generazioni o milioni di bambini e di adulti è immen- samente più importante e fecondo che non scrivere un romanzo o una sinfonia, o dipingere un quadro in grado di distrarre per un po’ di tempo qualche persona delle classi ricche per poi essere dimenticato per sempre.