I Più Segreti Legàmi

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I Più Segreti Legàmi Enrico Bernard I più segreti legàmi Sinergie neorealiste tra letteratura e arti visive nel carteggio Bernari – Zavattini (1932–1989) Abhandlung zur Erlangung der Doktorwürde der Philosophischen Fakultät der Universität Zürich vorgelegt von Enrico Bernard, angenommen im Frühjahrssemester 2014 auf Antrag der Promotions-kommission [Prof. Dr. Tatiana Crivelli «hauptverantwortliche Betreuungs- person», Prof. Dr. Francesca Bernardini, Prof. Dr. Raffaella Castagnola] als Dissertation angenommen. Thesis Presented to the Faculty of Arts and Social Sciences of the University of Zurichfor the Degree of Doctor of Philosophy by Enrico Bernard, accepted in the Spring Term 2014on the Recommendation of the Doctoral Committee [Prof. Dr. Tatiana Crivelli «main advisor», Prof. Dr. Francesca Bernardini, Prof. Dr. Raffaella Castagnola]. [Rom-Trogen, 2014] BeaT © 2014 BeaT - Enrico Bernard Entertainment Art Verlag Die vorliegende Arbeit wurde von der Philosophischen Fakultät der Universität Zürich im Frühjahrssemester 2014 auf Antrag der Promotions-kommission [Prof. Dr. Tatiana Crivelli «hauptverantwortliche Betreuungs-person», Prof. Dr. Francesca Bernardini, Prof. Dr. Raffaella Castagnola] als Dissertation angenommen. Enrico Bernard Entertainment Art Verlag Speicherstrasse 61 CH-9043, Trogen Via Maria Giudice 37 I-00135, Roma [email protected] ISBN: 978-3-03841-016-4 Edizione online (pdf): ISBN: 978-3-03841-017-1 2 SOMMARIO Premessa L’idea neorealista................................................................................................................... 5 Epilogo di un’amicizia lunga una vita....................................................................................11 Capitolo primo Arte figurativa e neorealismo............................................................................................... 25 Immagine e testo................................................................................................................... 58 Capitolo secondo Fotografia e letteratura......................................................................................................... 79 Il problema della seconda realtà……………………………………………………………….....106 Verismo e neorealismo: un malinteso realismo. ..................................................................116 Immagine e parola…………………………………………………………………………………..132 Il singolare scambio epistolare tra Bernari e Zavattini nel 1950 in merito al concetto di realismo……………………………………………………………........139 La nascita del romanzo neorealista......................................................................................142 Tra fotografia, romanzo e cinema........................................................................................157 Capitolo terzo Una polemica “dura” a morire...........................................................................................205 Letteratura e cinema.............................................................................................................224 Bernari e il cinema...............................................................................................................230 Il “taglio” cinematografico di Tre operai...........................................................................233 Il cinema nel carteggio Bernari-Zavattini............................................................................246 Un certo “Fanelli” (Farinelli).............................................................................................269 Soggetti e sceneggiature.......................................................................................................281 Capitolo quarto Realismo e teatro: “una rottura di…”……………………………………………………………307 Esiste il Teatro Neorealista?................................................................................................319 L’attività teatrale di Carlo Bernari......................................................................................336 Conclusioni..........................................................................................................................347 Bibliografia..........................................................................................................................351 3 4 Premessa. L’idea neorealista. Il neorealismo è stato, e per diversi aspetti è rimasto, un oggetto, se non misterioso, certamente «multiforme e sfuggente come un’anguilla» (Maria Corti) 1 . La critica ha riconosciuto la propria difficoltà nell’elaborare una definizione convincente del fenomeno e, in effetti, non è andata molto al di là della constatazione generica della presenza, nel neorealismo, di un conciliante equilibrio tra cronaca e narrazione2. Questa impostazione – che, fatte salve alcune eccezioni, emerge sistematicamente anche nei più recenti studi – sembra però più una confessione di impotenza che una via di uscita dal vicolo cieco in cui gli artisti del neorealismo – sempre imprevedibili, complessi, autarchici e difficilmente assoggettabili a schemi rigidi – hanno involontariamente spinto una nutrita schiera critica. Non riuscendo a fornire una definizione soddisfacente e puntuale delle varie forme assunte dal neorealismo, la critica ha persino tentato, sperando con questo di uscire dalla propria “impasse”, di modificare l’oggetto della ricerca stessa, come sostiene Bàrberi Squarotti quando parla di una «critica asservita alle ideologie d’accatto».3 Molto chiaramente si esprime a questo proposito Italo Calvino: Oggi, in genere, quando si parla di “letteratura impegnata” ci se ne fa un’idea sbagliata, come d’una letteratura che serve da illustrazione a una tesi già definita a priori, indipendentemente dall’espressione poetica. Invece, quello che si chiamava “engagement”, l’impegno, può saltar fuori a tutti i livelli; qui vuole innanzitutto essere immagini e parola, scatto, piglio, stile, sprezzatura, sfida.4 Calvino, parlando del contesto in cui nacque il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno, storicizza la sua osservazione facendone un vero e proprio caso, anche personale, con un esplicito riferimento a Vittorini quando accenna criticamente alla questione dell’”eroe positivo”: Cominciava appena allora il tentativo d’una “direzione politica” dell’attività letteraria: si chiedeva allo scrittore di creare l’”eroe positivo”, di dare immagini normative, pedagogiche, di condotta sociale, di milizia rivo- luzionaria. Cominciava appena, ho detto: e devo aggiungere che neppure in 1 Cfr. CORTI MARIA, Neorealismo, in Il viaggio testuale, Torino, Einaudi, 1978, pp. 25–98. 2 Cfr. LEAVITT IV. L. CHARLES, Cronaca, Narrativa, and the Unstable Foundations of the Institution of Neorealism, in «Italian Culture», 1 (2013), March, pp. 28–46. 3 BÁRBERI SQUAROTTI GIORGIO, Il codice di Babele, Milano, Rizzoli, 1972, p. 72. 4 CALVINO ITALO, Prefazione 1964 a Il sentiero dei nidi di ragno, in Romanzi e racconti, Milano, Mondadori Meridiani, vol. I, 2003, p. 1192. 5 seguito, qui in Italia, simili pressioni ebbero molto peso e molto seguito. Eppure, il pericolo che alla nuova letteratura fosse assegnata una funzione celebrativa e didascalica, era nell’aria: quando scrissi questo libro l’avevo appena avvertito, e già stavo a pelo ritto, a unghie sfoderate contro l’in- combere d’una nuova retorica.5 E se ciò non fosse abbastanza chiaro, ecco che ne Il midollo del leone Calvino alza tiro sostenendo che chi conosce quanto sia difficile e complessa l'attività politica: […] resterà sempre insoddisfatto e infastidito dallo scrittore che imita dall’esterno le operazioni del dirigente politico o sindacale, o dal critico che - con ancor maggiore facilità gli chiede di far ciò: di passare dalla analisi critica alla denuncia, alla indicazione dei rimedi, alla impostazione di lotta, alla critica delle deficienze, alla soluzione positiva e così via. Questa tendenza da parte della letteratura e dell’arte alla mimesi pura e semplice delle organizzazioni di partito e delle Camere del Lavoro, non è solo infantilismo politico, ma un residuo di presunzione intellettuale […]6 Potremmo dunque adottare il ragionamento di Calvino come sintesi della nostra tesi: «La verità è dalla parte della fantasia, anche se smentita dalla politica reale.»7 Non tutti gli scrittori sono però riusciti a scampare al pericolo che questa “politica reale” rappresenta per chi non si mette in riga al servizio di questa o quella “ideologia d'accatto”. Proprio in occasione del centenario della nascita di Vasco Pratolini (1913–2013) il «Corriere della Sera» dedica un ampio servizio al caso dello scrittore fiorentino che ha subito, come molti altri suoi contemporanei, un processo di rimozione.8 La questione è che i tentativi di costringere gli autori del Novecento a salire su una bilancia oscillante tra documento, cioè cronaca, e invenzione letteraria, ovvero narrazione – parliamo dell’ultradecennale polemica con cui si discute la supremazia della forma o del contenuto, dell’estetica o dell’etica, del “bello scrivere” o dell’utilità dell’arte – falliscono ogni qual volta si torni a dare la scalata alla comprensione del neorealismo con i tradizionali strumenti della critica letteraria! Il motivo di questi fallimenti sta nel fatto che il neorealismo non si lascia comprimere, né tantomeno uniformare, nell’ambito di “uno” stile, di “un” genere, ovvero di “una” forma: la natura di quello che dovremmo considerare un vero e 5 Ibid., CALVINO, Prefazione 1964 a Il sentiero dei nidi di ragno, in Romanzi e racconti vol. I, cit., p. 1193. 6 CALVINO ITALO, Il midollo del leone, conferenza del 17 febbraio 1955,
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