Scrittura Al Feminile in Lavorazione

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Scrittura Al Feminile in Lavorazione Alessandra F. Celi Simonetta Simonetti Memorie nascoste Carte di donne nel territorio apuano (secc. XVI- XX) Dec. Di Medaglia d’ Oro al V.M. 2 Per una storia di genere nel territorio di Massa Carrara 3 4 Presentazione Enrica Briganti Pres. Commissione provinciale Pari Opportunità La realizzazione di una pubblicazione sulla “Scrittura e memoria delle donne” è stata fortemente voluta dalla nuova Commissione provinciale Pari Opportunità, non solo condividendo in questo un percorso iniziato dalla precedente Commissione, ma ritenendo necessario operare una scelta di valorizzazione delle donne del nostro territorio, figure chiave di mediazione politica, sociale e culturale. Affinità elettive quindi hanno guidato la voglia di abbracciare un indirizzo che potesse tutelare la memoria delle donne le cui carte e testimonianze scritte rischiavano di essere frammentate, abbandonate e disperse, in un oblio di valori. Una sorta di cura di genere volta alla salvaguardia di quella rivoluzione silenziosa che le donne, attraverso il rapporto con la scrittura, hanno saputo mettere in campo nel contesto di una storia affascinante e ricca di sé. Riannodare i fili di scritture femminili ha inteso cogliere la trasformazione dell’identità femminile, la capacità creativa di provocare e riflettere, nel costante negoziare con il contesto sociale e culturale del proprio femminile impegno. Lavorare sulla memoria, nella ricerca appassionata dell’essenza della donna nel passato, assume una straordinaria attualità quando attraverso la ricerca si vuol capire e conoscere e poi capire ancora quel «senso proprio dell’esistenza» per dirla con le parole di Carla Lonzi. Mettere a valore l’essenza della donna con una attenzione continua alle forme in cui ha saputo e saprà esprimersi sarà una strada di studio, un indirizzo di ricerca di luoghi comuni dove riscoprire valori collettivi oggi smarriti e depotenziati. Credo infatti che la memoria oggi più che mai debba farsi luogo di riflessione e cammino di senso. 5 Che le donne felici e stimate del futuro rivolgano i loro pensieri al dolore e all’umiliazione di quelle che le hanno precedute …. e ricordino con un po’ di gratitudine i nomi di quante hanno aperto e preparato la strada alla loro mai gustata prima e forse sognata felicità (Cristina di Belgioioso) Ringrazio Alessandra Celi e Simonetta Simonetti per la preziosa opera realizzata, le donne della Commissione Pari Opportunità, Marina Babboni e le preziose collaboratrici del settore cultura, un lavoro corale che la nostra Provincia ha saputo con sensibilità e lungimiranza donare al territorio. 6 Introduzione Anna Scattigno Ass. Archivio per la memoria e la scrittura delle donne «Alessandra Contini Bonacossi» Il progetto di censimento regionale delle scritture femminili. All’inizio degli anni 2000 l’Associazione «Archivio per la memoria e la scrittura delle donne» mise in cantiere, con il sostegno della Regione Toscana, il progetto Carte di donne 1. Erano molte allora le domande che ci premevano: quale rapporto hanno costruito nel tempo le donne con la scrittura, un legame solido e costante, oppure una pratica rara che non è entrata con forza nella costruzione della loro soggettività? Quali tipologie di scrittura caratterizzano nel lungo periodo la produzione femminile, scritture private come lettere, diari, memorie, racconti di visioni, o anche scritture destinate ad un pubblico di lettori e lettrici e a un possibile mercato librario, come opere di devozione, poesie, romanzi, racconti di viaggio e pièces treatrali, fino al giornalismo, alla produzione scientifica? Il ritratto di Johannes Vermeer ( La lettera , 1670) che scegliemmo per la copertina dei due volumi che nel 2005 e nel 2007 raccolsero un lavoro pluriennale di censimento nei fondi e negli archivi pubblici e privati della Toscana rappresenta bene la tipologia di carte di donne più presente negli archivi. Vi è raffigurata una giovane nell’intimità domestica, mentre china su un tavolo è intenta alla scrittura di una lettera: sono proprio lettere in gran parte, le carte femminili che abbiamo ritrovato e censito nei fondi d’archivio già a partire dal XVI secolo, poi sempre più numerose tra Sei e Settecento, fino alla ricchezza di epistolari femminili che caratterizza il XIX secolo. 1 Carte di donne. Per un censimento regionale della scrittura delle donne dal XVI al XX secolo , a cura di A. Contini e A. Scattigno, 2 voll. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2005 e 2007. 7 Se la donna intenta a scrivere una lettera entra con forza nell’iconografia fin dall’età moderna, la penna di Teresa d’Avila, efficace icona della scrittura femminile, allude a una pratica ben diversa: nella grande tela di Zurbaràn custodita nella cattedrale di Siviglia (1650 ca.), Teresa nella quiete delle pareti conventuali è intenta anch’essa a scrivere: il tavolo è ingombro di manoscritti, la mano che regge la penna è sospesa, Teresa ascolta lo Spirito che la illumina dall’alto. Tra le nostre carte, figurano esempi significativi di questo impegno femminile nella produzione di opere di teologia e spiritualità, di mistica e poesia religiosa. Quale è stato il destino della scrittura femminile? Dove rintracciarla e come restituirle valore? Sono ancora domande, che hanno segnato gli inizi e l’orientamento della ricerca: l’ambizione era quella di individuare nel rapporto di lungo periodo tra le donne e la scrittura, non solo le tipologie ma anche i modi di conservazione, e una possibile periodizzazione dell’accesso delle donne alla pratica di scrivere. Tutto ciò a partire dalle peculiarità di un bacino come quello della Toscana e dei suoi archivi, segnato da caratteri specifici che derivano dalla storia e dalle tradizioni culturali della regione e delle sue città: un contesto che intuivamo, quando abbiamo iniziato la ricerca, ricco di documenti ma di non facile accesso. Spesso il ritrovamento delle scritture femminili è stato frutto di intuizione, di fortuna talvolta. Le carte delle donne sono segnalate negli inventari in modo laconico e spesso sono del tutto assenti negli inventari più antichi e per lo più seminascoste tra le carte di famiglia. È dunque occorso un grande esercizio di pazienza e di intelligenza da parte delle studiose che in questo lavoro di censimento hanno coinvolto le loro competenze e contribuito ad alimentare una piccola comunità di studio e di ricerca. Nel gruppo figurano archiviste, storiche, bibliotecarie, letterate: sono loro che nel primo e nel secondo volume, e ora in questo dedicato in particolare agli archivi di Massa e Carrara e di Pontremoli, hanno descritto le carte rinvenute e tracciato i profili di figure singole, di generazioni di donne appartenenti a famiglie e casate toscane, di associazioni, di comunità, e storie di amicizia, di legami d’amore. Il censimento è uno strumento di lavoro, un punto di riferimento e di avvio per percorsi di ricerca. L’intento è quello di restituire per sondaggi, per affioramenti potremmo dire, una mappatura dei fondi in cui è conservata, più spesso dimenticata, la scrittura delle donne del passato. 8 Il lungo periodo, dal XVI secolo alla contemporaneità, ha consentito di cogliere gli snodi più significativi, i punti di rottura e di trasformazione nel rapporto tra le donne e la scrittura, intesa come strumento di consapevolezza individuale e di costruzione di sé, ma anche come impegno intellettuale e tramite, tra Otto e Novecento, della tessitura di reti di socialità, di relazioni culturali e politiche. Il frutto del lavoro di censimento introduce a una sorta di archivio virtuale, accessibile in rete e aperto a sempre nuove acquisizioni, strumento di ricerca ma anche stimolo alla conservazione e trasmissione del patrimonio di scrittura delle donne in Toscana. Il cantiere di Massa e Carrara L’Archivio Ducale . Già in occasione della pubblicazione del secondo volume di Carte di donne nel 2007 il contributo di Alessandra Celi e Simonetta Simonetti aveva consentito di porre in luce il rilievo, tra gli archivi toscani fino ad allora censiti, dei fondi dell’Archivio Ducale conservati presso l’Archivio di Stato di Massa. Ne emergevano documenti di grande interesse che concernevano le donne del casato Cybo Malaspina e che figurano ora in questo volume che, con il sostegno della Provincia di Massa e Carrara, prosegue il censimento iniziato allora e che riguardò, oltre alla singolare ricchezza delle scritture femminili presenti nell’Archivio Ducale, anche alcuni archivi di famiglia di recente acquisizione, presenti presso l’Archivio di Stato di Massa e presso la sezione di Pontremoli: ricordiamo l’Archivio Maraffi-Giuliani a Pontremoli e l’Archivio dei conti Fantoni di Fivizzano. E ancora, tra gli archivi privati, quello della famiglia Dosi Dolfini e il Fondo Fabbricotti, ricostruito negli anni Settanta del Novecento e conservato presso la Biblioteca Giampaoli, intrecciato con un altro fondo, il Fondo Antonio Bernieri, conservato presso l’Archivio di Stato di Massa. Dell’interesse degli epistolari conservati tra le carte dei Cybo Malaspina nell’Archivio Ducale le due autrici offrono una testimonianza significativa, attraverso i profili delle «Signore» di Massa e Carrara, che ressero il governo del territorio in tempi diversi, in prima persona o come reggenti. Nelle loro pagine Ricciarda, ultima discendente dei Malaspina che andò in sposa a Lorenzo Cybo e ne ebbe tre figli, emerge come una 9 protagonista dalla figura assai contrastata. Il profilo che ne tracciano Celi e Simonetti si discosta dalla tradizione che ha raffigurato Ricciarda come una donna ambiziosa e avida di potere:
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