Pontremoli (S
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Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ Pontremoli (S. Maria) - Vescovati della Toscana (Pontremoli) - Apua ID: 3387 N. scheda: 42040 Volume: 1; 4; 5; 6S Pagina: 102; 543 - 562; 705; 198 - 199 ______________________________________Riferimenti: 25940, 46190 Toponimo IGM: Pontremoli Comune: PONTREMOLI Provincia: MS Quadrante IGM: 084-2 Coordinate (long., lat.) Gauss Boaga: 1570315, 4914474 WGS 1984: 9.88351, 44.38171 ______________________________________ UTM (32N): 570378, 4914649 Denominazione: Pontremoli (S. Maria) - Vescovati della Toscana (Pontremoli) - Apua Popolo: S. Maria Assunta a Pontremoli Piviere: (SS. Ippolito e Cassiano a Saliceto) S. Maria Assunta a Pontremoli Comunità: Pontremoli Giurisdizione: Pontremoli Diocesi: (Luni - Sarzana) Pontremoli Compartimento: Pisa Stato: Granducato di Toscana ______________________________________ PONTREMOLI (Pons Tremulus e Pontremulus ) in Val di Magra. Città nobile, già borgo cospicuo con sovrastante castello e chiesa collegiata, che fu nella Diocesi di Luni-Sarzana, ora cattedrale e residenza di un vescovo suffraganeo del Metropolitano di Pisa, capoluogo di Comunità, con tribunale di Prima istanza ed un commissario regio, nel Compartimento di Pisa. È situata sulla confluenza del torrente Verde, che alla metà del paese si vuota e perde il suo nome nel fiume Magra, il quale bagna la città di Pontremoli dalla parte di grecale, mentre il Verde percorre le sue mura nell-opposto lato. - Passa per Pontremoli l-antica strada Francesca o Romèa , che Clodia e di Monte Bardone fu pure appellata, la quale attraversa il giogo dell'Appennino al varco della Cisa. Trovasi Pontremoli fra il grado 27° 33' di longitudine e 44° 24' di latitudine, circa 28 miglia a settentrione di Sarzana, 26 a maestale di Fivizzano, passando per la via rotabile, 34 a settentrine-maestro di Massa di Carrara, 58 nella stessa direzione da Pisa e 48 a ostro-libeccio di Parma. Page 1/27 Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ Pontremoli portava una volta il nome di borgo, sia perché è attraversata dall-antica ed unica strada della Cisa, sia perché le sue abitazioni sono disposte a guisa di un borgo lungo più di mezzo miglio. La parte superiore, ch-è pure la più antica, ed è posta come dissi, a destra dal Verde, a sinistra dalla Magra, risiede sul lembo meridionale del Monte Molinatico o della Cisa, mentre la parte inferiore, ossia la moderna, situata tutta alla sinistra della Magra, trovasi alla base occidentale dei vitiferi colli che al Monte Orsajo mediante lo sprone di Logarghena si congiungono. Il punto più elevato della città è quello del Castel Piagnaro che si alza nell-estremità superiore del paese circa 540 braccia più alto del livello del mare Mediterraneo, mentre a 457 braccia fu riscontrata l-altezza delle finestre della torre del Pubblico presso la confluenza del Verde nella Magra. Situata in quell-unica gola che dà adito al più facile passaggio dell-Appennino lunense, circondala da fertili colline, in un clima temperato e salubre non fia da maravigliarsi (diceva il dotto autore del Calendario lunese per l-anno 1836) se molti favoleggiarono intorno all-antichità ed origine di Pontremoli, pretendendo alcuni che costà in tempi remotissimi esistesse la capitale del Liguri Apuani, stantechè su cotesti monti quella ligustica tribù tenne lungamente stanza. Ma l-ipotetica Apua scomparve dal novero delle antiche città della Liguria, tostochè l-istoria fu sottomessa all-impero della critica. - Vedere APUA. Lo stesso dicasi di coloro i quali pensarono, che Pontremoli fosse chiamata più tardi dai Romani così in memoria di un ponte fabbricato sulla Magra lungo la via maestra che da Luni conduceva in Lombardia, mentre altri congetturarono, fosse esistito costà un ponte lungo e tremulo fatto di legno nell'anno 526 dell-E. V. sotto Alarico re de-Goti. Coteste ed altre congetture sull'origine di Pontremoli furono rigettate dall-autore delle Memorie storiche di Lunigiana (Ab. Emanuele Gerini) quantunque egli ne ammetteva una non meno insussistente, tostochè proferiva quella che Pontremoli traesse nome e principio da Q. Marcio Tremulo nel tempo del suo consolalo con P. Cornelio Aruina (anno di Roma 447) per un ponte in quelle angustie di luoghi da esso fatto erigere ad oggetto di agevolare il passaggio degli eserciti romani contro ai Liguri. La qual congettura cade di per se stessa quante volte si pensa che i Romami non penetrarono nei confini occidentali dell-Etruria prima dell-anno di Roma 516. _ Vedere PISA Vol. IV pag. 299. Dondechè fia gioco forza concludere col Targioni che niente si ha di sicuro circa l-origine, e che niun indizio si trova di Pontremoli avanti il secolo XI dell-Era Volgare. - Non fu scoperto tampoco costà il benché minimo avanzo di antichità che ne richiami al dominio romano o a quello dei Liguri, per quanto sia cosa facile a credere che in una situazione così importante, com-è cotesta di Pontremoli, vi si dovesse stabilire di buon-ora una riunione di abitanti. Si entra in Pontremoli per sei porte, dove tanto il Verde come la Magra si attraversano sopra due ponti. Il Castel Piagnaro, situalo nella parte superiore, difende il passo del primo ponte sulla Magra fuori della Porta Parmigiana, mentre alla parte inferiore accrescevano riparo alcune grandiose torri. Due di queste esistono tuttora presso la confluenza dei due corsi d'acqua più volte citati, e poste fra due piazze, una delle quali serve al palazzo del Comune e l-altra al campanile della cattedrale. Dissi il primo ponte sulla Magra, quello fuori della Porta Parmigiana, non solo per essere il primo a incontrarsi sulla strada maestra che scende dalla Cisa, ma perché esso credesi il più antico che cavalchi la fiumana dove da tempi assai remoti doveva sboccare la strada militare che servì come serve tuttora di comunicazione fra le provincie cisappennine della Liguria marittima e della Toscana occidentale, e quelle transappenniae della Lombardia. Queste medesime ragioni avvalorano la già espressa congettura che costà esistesse una stazione opportunissima e importante per fissarvi stanza una popolazione. E sebbene il buon Villani nella sua Cronica (Cap. 3. del Lib. II.) Page 2/27 Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ scrivesse che Totila re de-Goti distrusse in Toscana Arezzo, Perugia, Pisa, Lucca, Vollerra, Luni e Pontremoli, contuttociò di quest-ultimo paese non si può citare altro di antico che un privilegio dell-Imp. Arrigo III, o IV come re di Germania, mancante della fine e privo d'indicazioni croniche, col quale egli concedeva ai fratelli Ugo e Folco, figli del Marchese Azzo autore degli Estensi, alcuni castelli posti nei distretti di varie città della Lombardia e della Toscana, fri i quali viene specialmente annoverato Pontremoli nel contado lunense. - (MURAT. Ant. Estens . P. I.) All-Articolo pero GRONDOLA in Val di Magra dissi, che non deve recare sorpresa se i marchesi Malaspina consorti degli Estensi, essendo divenuti padroni del poggio e Castello di Grondola , situato nel distretto di Pontremoli e quasi sullo sbocco di una strada maestra che varca l-Appennino per scendere in Borgo Taro e di là dirigersi a Piacenza, se il poggio, io diceva, ed il Castello di Grondola furono presi di mira tanto dai Parmigiani che vi scendevano dalla parte di grecale per la via della Cisa, quanto dai Piacentini che vi penetravano da maestro per Val di Taro. - Che se niuno contrasta ai March. Estensi trè ai Malaspina il dominio feudale sul castello e poggio prenominato, pochi altronde si accordano nel sentimento di coloro i quali vorrebbero che il borgo, ora città di Pontremoli, ed i suoi abitanti fossero stati soggetti a quei toparchi. Chi pensa in tal guisa si appoggia non solamente sopra l-atto d'investitura concesso nel 1164 dall'Imp. Federigo I al March. Obizzo, e da Federigo II nel 1220 confermato ai marchesi Corrado e Obizzo II Malaspina, ma ancora citano in loro difesa un lodo pronunciato nel 1202 fra Gualtiero vescovo di Luni ed i marchesi Alberto, Guglielmo e Corrado Malaspina, relativo alla cessione di alcuni luoghi di Lanigiana; al qual lodo prestarono il consenso anco i nobili ed il popolo di Pontremoli (populus et milltes de Pontremulo). - Ma oltredichè in quei due diplomi imperiali Pontremoli non venne nominato fra i dominj de-Malaspina, dirò che l-espressione stessa di popolo e militi Pontremolesi, chiamati a consentire al lodo del 1202, escludeva la condizione feudale della popolazione stessa. Per lo contrario molti sono i documenti di quel tempo, dai quali chiaramente risulta che Pontrerooli nei secoli XII e XIII govervasi a Comune, ripartito in popolo ed in ottimati (milites ), e che qual paese indipendente faceva trattati di pace, di alleanza e di accomandigia con le vicine città. Ad un simile scopo realmente doveva mirare non solo il lodo del 1202 di sopra citato, ma la concordia stabilita nel novembre del 1194 e giurata fra i marchesi Malaspina da una parte ed i Piacentini coi Pontremolesi dall-altra. - (MURATORI, Oper cit. e Annali d-Italia ad Ann. 1193). Fra le espressioni frattanto pili rimarchevoli della convenzione del 1194 avvi la promessa fatta dai marchesi Malaspina di difendere per le loro terre i Pontremolesi e gli abitanti del loro distretto (nota bene) in tota nostra Terra tum in strata , quam extra , nelle robe e nelle persone, e di concedere in perpetuo ai medesimi transito libero per le terre e corti di quei Marchesi tanto nell- andare e nello stare, come nel ripassare. La qual concordia quattr'anni dopo (anno 1198) fu ratificata dal Marchese Corrado figlio del fu Marchese Obizzo I appena escito dalla minor età, e fu poi rinnovata nel 1200 fra i popoli predetti ed i marchesi Alberto, Corrado e Guglielmo Malaspina, anche riguardo a non dover eglino impedire il passagio per la Lunigiana ai negozianti ed alle loro merci, se non l- impedivano i Pontremolesi.