LUNIGIANA ISSN 2421-0167 Un giorno la Paura bussò alla porta, il Coraggio DANTESCA andò ad aprire

ANNO XVIII n. 167 – NOV 2020 Anche se il Timore avrà più e vide che non c’era nessuno.

argomenti, tu scegli la CENTRO LUNIGIANESE Speranza. MARTIN LUTHER KING DI STUDI DANTESCHI SENECA Bollettino on-line

Comitato di Redazione INDICE Se qualcuno ti dice che non ci Direttore MIRCO MANUGUERRA sono verità, o che la verità è Revisori ATTIVITÀ DEL CLSD pp. 3-5 solo relativa, ti sta chiedendo di ANDREA BENEDETTO* non credergli. SAPIENZIALE DAVIDE PUGNANA* E allora non credergli. GIOVANNI GENTILI Comitato Scientifico Il grande tema del III Millennio: ROGER SCRUTON GIUSEPPE BENELLI debellare il Cor-porativismo JOSÉ BLANCO JIMÉNEZ pp. 6-7 FRANCESCO CORSI SILVIA MAGNAVACCA Il tema della post-libertà p. 7 MIRCO MANUGUERRA

(*) Membri esterni COMPAGNIA DEL VELTRO p. 8  COMPAGNIA DEL SACRO CALICE:  2003-2020 CLSD Parigi, XXI secolo p. 9 www.lunigianadantesca.it [email protected] SEVERINIANA Riflessioni su

Nietzsche p. 10

AVVERTENZE DANTESCA

È concesso l’utilizzo di materiale ai soli fini di studio citando sia l’Autore La Divina Commedia in verna- colo spezzino: Inf II pp. 11-12 che la fonte bibliografica completa. Ogni Autore può disporre liberamen- L’Epistola di Ilaro: testo e con- te dei propri scritti, di cui è unico re- testo di un tassello problematico sponsabile e proprietario, citando co- munque la presente fonte editoriale in della biografia dantesca pp. 13- caso si sia trattato di I pubblicazione. 65 Il Bollettino è diffuso gratuitamente presso i Soci del CLSD e tutti coloro Chiose pp. 66-68. che ne hanno fatto esplicita richiesta TEOLOGICA o hanno comunque acconsentito ta- citamente alla ricezione secondo i Le grandi donne del Medioevo: modi d’uso. Per revocare l’invio è Eloisa pp. 69-70 sufficiente inviare una mail di dis- senso all’indirizzo sopra indicato. Dell’Essere o dell’Apparire pp.

71-72

CHE IL VELTRO LA SETTIMA ARTE Per una teoria SIA SEMPRE CON NOI esegetica non arbitraria dell’Ar- Jules-Joseph-Lefebvre te: il Metodo Spaziale pp. 73-74 La Verità (1870)

LA POESIA DEL MESE Abramo

Ferraresi pp. 75-76 INCIPIT VITA NOVA RECENSIONI

Il “poema americano” di Gior- La Tradizione non è il passato,

gio Bolla p. 77 è quello che non passa.

FACCIAMO USCIRE Marino Salvador e ‘Metropolis’ DOMINIQUE VENNER DAL QUADRO p. 78 LA CITTÀ IDEALE

ARCADIA PLATONICA pp. 80-81

1

Centro Lunigianese Rievocazione Storica dell’arrivo di Dante in Lunigiana di Studi Danteschi

Presidente: Mirco Manuguerra

Casa di Dante in Lunigiana® Direttore: Dott. Alessia Curadini

Dantesca Compagnia del Veltro® Rettore: Mirco Manuguerra

C’è una grande forza nelle Museo Dantesco Lunigianese® persone che conducono la

‘L. Galanti’ ® propria esistenza con coerenza: 33 Le Cene Filosofiche decidono di fare in modo che la loro filosofia di vita e le loro azioni siano una cosa sola.

ANTHONY ROBBINS Biblioteca Dantesca Lunigianese Dantesca Compagnia del Sacro Calice ‘G. Sforza’ Rettore: Mirco Manuguerra

® Le Strade di Dante Galleria Artistica ‘R. Galanti’ Conservatore: Dante Pierini

La più grande prigione in cui

le persone vivono Premio ‘Stil Novo’ ® è la paura di ciò che pensano Dante Lunigiana Festival Direttore: Dante Pierini gli altri. Direttore: Prof. Giuseppe Benelli

D. ICKE

Progetto Scuola

Premio ‘Pax Dantis’®

Wagner Festival® Premio di Poesia ‘Frate Ilaro’ Temi il lettore di un solo libro. Direttore: M° Cesare Goretta* Direttore: Hafez Haidar* Segretaria: Bruna Cicala* SAN TOMMASO D’AQUINO

® Lectura Dantis Lunigianese Via Dantis® Direttore: Mirco Manuguerra (*) Membri esterni

2

LIBRERIA CLASSICA DCCL di Dante (1265-2015) I CLSD Per questa Sezione inviare l'ordine, comprensivo di tutti i dati necessari CATALOGO EDITORIALE alla spedizione e alla fatturazione a [email protected] LIBRERIA ON-LINE I prezzi indicati sono comprensivi delle spese di spedizione postali e di I libri di questa sezione NON sono segreteria. Versamento su Conto e-book, ma prodotti di stampa di- Corrente Postale 1010183604 XX del CLSD (1998-2018) gitale: vengono inviati direttamente al domicilio dopo l'acquisto con car- 4 - FOLDER FILATELICO ta di credito. Il sistema di vendita VII Centenario fornisce il prezzo finale comprensivo Pace di Castelnuovo (1306-2006) delle spese postali. Per l'acquisto te- Folder Filatelico con annullo postale lematico copiare l'indirizzo in calce datato 6 ottobre 2006 in fregio del ai volumi e seguire le istruzioni on- line DCC anniversario della Pace di Ca- stelnuovo. In cartoncino con gli in- ® 1 - VIA DANTIS serti di busta e cartolina Emissione La nuova interpretazione generale del limitata con pezzi numerati. Un'idea 6 - NOVA LECTURA DANTIS poema dantesco in chiave neoplato- regalo per tutte le occasioni, raffinata L'opera che sta alla base dell'intera nica sviluppata nella forma di una O- e preziosa. Euro 20,00. epopea del CLSD, oggetto di scheda dissea ai confini della Divina Com- bibliografica su “L'Alighieri” n. 10, media, dalla “selva oscura” alla “vi- 1997. Luna Editore, La Spezia, 1996, sio Dei”. Pagg. 40, Euro 12,00. tavole di Dolorés Puthod, pp. 80,

Euro 15.

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.as 5 - ANNULLI FILATELICI p?id=693017 VII Centenario Pace di Castelnuovo (1306-2006) 2 - INFINITE SCINTILLE DI PACE

Un lustro di Poesia di Pace del Pre- mio “Frate Ilaro” in una sintesi sa- 7 - LUNIGIANA DANTESCA pienziale all’insegna della Fratellanza La determinazione della materia luni- Generale con tanto di maledizione di gianese come nuova branca discipli- ogni settarismo ed ideologismo: libro nare (“Dantistica Lunigianese”) e la vivamente sconsigliato ai seguaci del soluzione del Veltro allegorico come politically correct. Pagg. 160, Euro la stessa Divina Commedia. Edizioni 20,00. CLSD, La Spezia, 2006, pp. 180, Eu- ro 10,00.

Centenario della nascita di Livio Galanti (7 settembre 1913-2013)

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.as p?id=891150

3 - L’EPISTOLA DI FRATE ILARO

Il primo titolo della Collana “I Qua- derni del CLSD” è dedicato al tema della Epistola di Frate Ilaro. Il saggio ricostruisce l’intera storio- grafia e porta nuovi contributi all’au- tenticità Pagg. 64, Euro 12,00. VII Centenario Chiedi l’iscrizione alla Epistola di Frate Ilaro (1314-2014) pagina degli

AMICI DEL CENTRO LUNIGIANESE DI STUDI DANTESCHI

Avrai informazioni aggiornate http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.as sull’attività del CLSD p?id=920281

3

COMITATO ENCICLOPEDIA DELLA L’ADESIONE ® “LUNIGIANA DANTESCA” 2021 LUNIGIANA STORICA alla Dantesca ® PRESIDENZA Compagnia del Veltro prof. Giuseppe BENELLI

(Università di Genova) CONSIGLIO DI REDAZIONE NON È PER TUTTI ! PRESIDENTE ONORARIO prof. Eugenio GIANI PRESIDENTE (Presidente Consiglio Regione Toscana) Mirco Manuguerra

CONSIGLIO DIRETTIVO PRESIDENTI ONORARI MEMBRI ORDINARI Giovanni Bilotti MISSIONE: Consiglio di Redazione della Enciclopedia della Lunigiana® Germano Cavalli

- Affermare l’avversione al Re- MEMBRI ONORARI (Sindaci) DIRETTORE lativismo; Claudio NOVOA (Mulazzo); Alber- Giuseppe Benelli - Impegnarsi nel celebrare le to FIGARO (Maissana); Lucia radici profonde della Cultura BARACCHINI (); Filippo MEMBRI DEL CONSIGLIO DI REDAZIONE Occidentale ripartendo dal cul- BELLESI (Villafranca in Lunigia- Giuliano Adorni to sacro e sapienziale del Prese- na); Angelo Maria BETTA (Monte- Andrea Baldini pe; rosso al Mare); Camilla BIANCHI (Fosdinovo); Reo MARTELLONI Egidio Banti - Assumere in ogni proprio atto (); Annalisa FOL- Riccardo Boggi la Bellezza come punto di rife- LONI (); Carletto MAR- Serena Pagani rimento essenziale del Buon Vi- CONI (); Matteo MASTRINI Claudio Palandrani vere; (Tresana); Daniele MONTEBELLO www.enciclopedialunigianese.it - Rifuggire ogni sistema di pen- (Castelnuovo ); Leonardo siero che non soddisfi al precet- PAOLETTI (), Cristina PON- ZANELLI ().. to aureo della Fratellanza inte- sa in senso Universale. COMMISSIONE - Contribuire all’affermazione SCIENTIFICA del processo storico della Pax PRESIDENTE) Dantis®; prof. Antonio LANZA PER ISCRIVERSI: (Emerito Università dell’Aquila)

- Richiedere (gratuitamente) al MEMBRI prof. Giuseppe BENELLI CLSD il Manifesto della Charta ® (Università di Genova) Magna scrivendo una mail a [email protected] prof. José BLANCO JIMÉNEZ (Università Statale del Cile) - Sottoscrivere il modulo di prof. Francesco D’EPISCOPO adesione e spedirlo all’indirizzo (Università di Napoli ‘Federico II’) postale del CLSD. prof. Silvia MAGNAVACCA - Versare la quota annuale di (Università di Buenos Aires) Euro 20 a titolo di rimborso spese di segreteria generale sul Mirco MANUGUERRA (Presidente CLSD) CC Postale 1010183604 inte- stato al CLSD. prof. Giorgio MASI

(Università di Pisa)

prof. Mario NOBILI (Università di Pisa) - Io vi offro qualcosa che non Serena PAGANI ha prezzo. (Università di Pisa) - La libertà? Martha: «Cos'è l'Autunno?» prof. Antonio ZOLLINO - No, quella ve la possono Jan: «Una seconda Primavera, (Università Cattolica togliere. Vi offro la Conoscen- dove tutte le foglie sono come del Sacro Cuore di Milano) za. fiori». SEGRETERIA GENERALE (l’Abate Faria, Il Conte di Mon- tecristo, ALEXANDRE DUMAS) (ALBERT CAMUS, Il malinteso) CENTRO LUNIGIANESE DI STUDI DANTESCHI

4

NUOVE ACQUISIZIONI che declama la sua ode “Dalla DELLA BIBLIOTECA Torre di Mulazzo”, in situ, il 23 DANTESCA settembre del 1906, correndo il VI Centenario della venuta di Dante in Lunigiana. Sui medesimi fascicoli si trova testimonianza del terribile terre- moto del 1920. La galleria fotografica dell’Al- bum (la cui fonte sono i prezio- sissimi archivi della Spezia) per- IN MORTE DI UN metterà di completare il sito web GRANDE DANTISTA del Comune di Mulazzo in vista dell’inaugurazione a breve della Via Dantis nel borgo storico mo-

numentale, mentre i fascicoli Continuano le donazioni alla Bi- andranno ad arricchire l’esposi- blioteca Dantesca Lunigianese zione del Museo Dantesco e la ‘G. Sforza’ costituita presso il dotazione della Sezione di Cultu- Museo ‘Casa di Dante in Luni- ra Lunigianese della Biblioteca giana’, a Mulazzo: un attestato della ‘Casa di Dante in Lunigia- dell’importanza della presenza di na”. un museo dantesco e del suo ruo- Alla famiglia Silvestri va tutta la lo nella conservazione dei fondi nostra riconoscenza per la fiducia librari. riposta e gli arricchimenti portati alle raccolte del CLSD. EMILIO PASQUINI L’ALBUM DELLE APUANE CI HA LASCIATI UNA PICCOLA GEMMA «SCEMI DI SÈ» EDITORIALE

La Famiglia Giovanni e Piero Nel prossimo numero di “Luni- giana Dantesca” il CLSD de- Silvestri, di Santo Stefano Magra, ha affidato al CLSD il fondo dicherà un ampio spazio alla memoria di Emilio Pasquini, librario di famiglia. Una piccola biblioteca familiare costituita an- improvvisamente scomparso. che da testi scolastici, alcuni di Pasquini era il Presidente del interesse storico: sussidiari degli Comitato Ufficiale per le Cele- anni ’50 e ’60, ma pure testi di di- brazioni in Lunigiana del VII dattica del Trentennio. Centenario della mote di Dante Questi ultimi derivsano dalla Alighieri “Lunigiana Dantesca professione del patriarca, Romeo 2021”. Più volte ospite in Luni- Silvestri, maestro elementare. In- giana, ha sempre seguito con grande attenzione i lavori del segnò dapprima a Bardi, nel par- CLSD. mense, dove sotto la guerra si impegnò nelle forze partigiane, Il Comitato “Lunigiana Dante- poi a S. Stefano Magra, dove sca 2021, l’amministrazione del infine insediò il suo nucleo fami- Comune di Mulazzo e tutto il liare. CLSD, si uniscono al dolore La donazione libraria mostra della famiglia. alcuni titoli sicuramente interes- santi, tra cui una prima edizione di Giovanni Gentile sempre in tema di Didattica scolastica. Di interesse lunigianese è la serie di fascicoli usciti nel 1979 con il quotidiano La Nazione denomi- nata “Album delle Apuane”. Si tratta di una rassegna editoriale conosciuta ormai solo dai cultori di storia locale, dove abbiamo trovato una scheda con la splen- dida testimonianza fotografica di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi 5

II ratto sociale: la fratellanza di- ci. Il bello è che molti di noi ci SAPIENZIALE chiarata unilateralmente non ha stanno casscando per davvero. nessun significato, perché essa IL GRANDE TEMA DEL deve essere sempre vicendevol- É dunque il Templare, il monaco III MILLENNIO: mente ACCETTATA. Da qui non si guerriero, a costituire il vertice DEBELLARE IL scappa. supremo della speculazione in ordine al tema del "buon Cri- CORPORATIVISMO Non è dunque colpa nostra se per stiano", con tutte le conseguenze l'islam - al contrario del libero che da ciò derivano. Purtroppo è dura da accettare, ma universalismo cristiano (che è a- il Cristianesimo come l'abbiamo prioristico e incondizionato) - la D'altra parte non è forse il Mae- immaginato noi, nella nostra con- fratellanza può essere concepita stro stesso che ce lo dice? «Vi temporaneità, non può funziona- solo ed esclusivamente all'inter- manderò nel mondo come agnelli re. O meglio: può funzionare e- no della Ummah, cioè del solo tra i lupi e dovrete essere pruden- sclusivamente all'interno della so- universo islamico. É per questo ti come serpenti». Dunque là fuo- la comunità cristiana, che non è che i paesi islamici non hanno ri ci sono i lupi! Occorre aggiun- più, però, quella del campanile, mai firmato la Carta Universale gere altro? Beh, una cosa direi di della parrocchia, dell'oratorio. Era dei Diritti dell'Uomo (un vero sì: quando San Francesco parlò al quella la realtà in cui muovevano abominio!), in quanto non confor- lupo, non lo fece nella foresta i nostri genitori: era quella la me alla Sharjia, cioè a quella umbra, ma nel deserto islamico. I realtà all'interno della quale loro, legge del Corano che deriva diret- giganti vanno letti alla maniera giustamente, ci donavano i loro tamente dal loro Dio tagliagole. dell'allegoria. E questa, sincera- preziosi insegnamenti. Erano i Milioni e milioni di bambini cre- mente, non è una lezione da po- tempi in cui si lasciava la chiave scono ancora nel pieno convin- co. sulla porta senza alcun problema. cimento che al di là del mondo Anzi, tutti erano invitati ad en- dell'islam (dar al-islam) ci sia Si consideri: solo in quest’ottica è trare. Ma non è più quel tempo e solo e soltanto il mondo della possibile spiegare il motivo per ora in molti siamo disorientati. guerra (dar al-harb). È mai pos- cui il padre Dante ha assegnato, sibile che nel 2020 almeno 1/4 nell'enormità della Divina Com- L'errore che facciamo noi cristia- dell'umanità si possa dichiarare in media, il ruolo più alto, tra gli ni - in una realtà oggi così pro- disaccordo con la Carta Univer- uomini, a quel San Bernardo di fondamente mutata dalla globa- sale dei Diritti dell'Uomo? Chiaravalle che è giusto l'esten- lizzazione che ci è stata imposta - sore della regola Templare! è quello di pensare di avere sem- Eppure è proprio così, il che di- pre a che fare con persone in mostra quanto sopra in premessa: É allora tempo di nuovi Cavalieri: grado di capire. Facciamo questo si stanno parlando lingue diverse, nel 2020, a Parigi, qualcuno è errore perché siamo nel 2020 e sì, ma su piattaforme diverse: noi arrivato a tagliare la testa per crediamo che tutta l'umanità, es- non possiamo essere capiti! Lo strada ad un nostro confratello! sendo inserita nel medesimo tem- ripeto: è questa la vera Babele. I L'ora è ormai giunta. po, sia interamente posta sulla muri sono dettati dai sistemi di medesima piattaforma culturale. pensiero, non dai semplici e inno- Qualcuno potrebbe dire: Beh, a Ma come possono capirci un ma- centi idiomi, che possono sempre Parigi sono esperti nel tagliare le re di soggetti che non ha mai co- essere tradotti in qualche modo. E teste... Ed è ben vero, se siamo in nosciuto l'Umanesimo, il Rinas- dal "non capire" al "non accetta- vena di fare della comoda e fa- cimento, l'Illuminismo, il Roman- re", il passo, come ben si vede, è ziosa demagogia... Una simile ticismo e manco il Cristianesimo fin troppo breve. battuta, però, dimostra assai bene stesso? che l'altra faccia dell'Illuminismo Dobbiamo ringraziare i giganti - non certo quella di Kant, ma La vera Babele non è data dalla del Medio Evo (che non era af- l'altra, quella in cappuccio e questione della lingua, ma della fatto un'epoca buia come si vuol grembiulino che è acerrima ne- piattaforma culturale. Questo è il far credere!), perché se non era mica della Chiesa non meno dello fatto nuovo su cui lavora da annni per i Crociati noi oggi saremmo stesso islam - è uno dei nostri il CLSD in materia di filosofia tutti col bavaglio. Se non fosse grandi nemici interni. Occorre sul tema specifico della Fratellan- stato per loro tutta l'enormità del- seguire T.S. Elliot: «Se crolla il za Universale. l'arte proodotta dal ‘300 ad oggi, Cristianesimo, allora prepariamo- che ci rende tanto grandi agli ci a secoli di barbarie». E il concetto cruciale è proprio occhi del mondo intero, non questo: la Fratellanza. Un’idea sarebbe mai stata prodotta. E le Se riconosciamo i veri Maestri e che noi diamo troppo per sconta- culture ignobili sono tutte feroce- li separiamo dai ciarlatani, noi ta. mente gelose di una tale, ogget- non usciremo mai dallo splendore tiva supremazia. Così ci danno della "diritta via". In realtà si tratta, scomodando dei “suprematisti”, nel ridicolo Hobbes, di un vero e proprio con- tentativo di costringerci a castrar- M. M. 6

IL TEMPO DELLA spettacolarizzato in cui altri met- POSTLIBERTÀ tono in scena le sorti di un pos- sibile “bene comune”. L’effetto DAL WEB più evidente è che sparisce il Fonte: Informazione cattolica concetto di libertà come coscien- 21 Maggio 2020 za soggettiva, interiore, come https://www.rassegnastampa- critica morale, come lavoro di totustuus.it/cattolica/?p=47341 riconquista della propria sogget- tività. &fbclid=IwAR26AxnudsJIBH2 kwXJHlfuDc6qXxIEIou6z0wg YV8ZD74ut_axXqAtDvRE E tutto questo porta, nel caso ita- liano, alla fine di un Paese libero. di Giuseppe Brienza Quella che viviamo è, in pratica, una libertà condizionata. Se con-

cordiamo con il Pensiero Unico e Recensione a G. RICCI, Il tempo partecipiamo al gioco illusorio di della postlibertà. Destino e una realtà artificiosa, tutto va be- responsabilità in psicoanalisi ne; se incominciamo a fare delle (SugarCo Edizioni, Milano 2019) domande in più, a scompigliare

il Politicamente corretto, come Nel libro si descrive […] come il ha fatto Ricci, allora le cose si concetto di libertà sia totalmente complicano, inizia la gogna me- cambiato in Occidente, e questo a diatica, l’isolamento, l’ostracismo cominciare soprattutto dalla e, nei casi più gravi, anche di Rivoluzione del Sessantotto. Nel peggio. Novecento, infatti, il secolo delle ideologie, l’uomo doveva com- battere per conquistarsi le libertà, era una questione di soprav- vivenza.

Con la globalizzazione e con il capitalismo neoliberistico la li- bertà diventa invece un’altra co- sa: una sorta di merce che viene offerta per soddisfare il desiderio di varie categorie e gruppi sociali.

Perché accade questo? La lettura di Ricci è la seguente: fra l’indi- viduo atomizzato e il Sistema si attua una sorta di scambio: varie forme di libertà in cambio della

(falsa) promessa di sicurezza e di benessere materiale. Ma, soprat- tutto, in cambio di una rinuncia ai doveri e alla responsabilità perso- nale.

Il cittadino sarà ricolmo di libertà a condizione che consegni l’istan- za della responsabilità a qualcun altro che la gestirà come vuole. Il Grande Fratello, in pratica, che in questi ultimi mesi di pandemia globale abbiamo ancora più visto all’opera e subìto.

“Delegando” le responsabilità sociali ad altri, ai cittadini non resta che partecipare al mondo dell’ipnosi collettiva, della sug- gestione mediatica, al teatrino

7

III CENE FILOSOFICHE®

DANTESCA LA CENA DEL MESE

COMPAGNIA DEL

VELTRO

INFO & PRENOTAZIONI sulle CENE FILOSOFICHE® 328-387.56.52 [email protected]

GLI IMPEGNI PRINCIPALI

DELLA DANTESCA COMPAGNIA DEL VELTRO

Le Cene Filosofiche Promuovere l’esegesi neoplatoni- ca della Divina Commedia svi- luppata dal CLSD. SONO SOSPESE Studiare la filosofia politica della ® La Dantesca Compagnia del Vel- Pax Dantis e la sua attualizza- tro® rappresenta dal 2011 il ramo zione nella Storia. di attività filosofica del Centro causa Covid Lunigianese di Studi Danteschi. Definire le Regole della Città I- deale atraverso la stesura di un Tale attività - di indirizzo dichia- ratamente neoplatonico - si e- Manifesto del Cittadino Ideale). strinseca con l’attività delle Cene ® Filosofiche , con l’attribuzione ® annuale del Premio ‘Pax Dantis’ per il Pensiero di Pace Univer- sale, con il Premio di Poesia ‘Frate Ilaro’, anch’esso dedicato al tema della Pace Universale, e con questa Rubrica appositamen- te dedicata.

Che il Veltro sia sempre con noi!

8

IV PARIGI XXI SECOLO nuncio della "Morte di Dio" da DANTESCA parte di W.F. Nietzsche.

COMPAGNIA DEL Cari Amici, vi scrivo IN MERITO ALLA DECAPITA- La verità è che la lezione di SACRO CALICE Nietzsche è stata ampiamente tra- ZIONE PER STRADA DI UN A cura di Mirco Manuguerra PROFESSORE A PARIGI visata: la sua è una denuncia, non una dichiarazione: un mondo di

"senza-Dio" (l'Occidente di oggi) e propongo, in proposito, di com- «Così noi dovemo calare le vele mentare questo intervento di è destinato ad essere schiacciato de le nostre mondane operazioni Magdi Cristiano Allam, Premio dagli Dei "falsi e bugiardi" del fa- e tornare a Dio.» 'Pax Dantis' 2010: natismo altrui. Per dirla con Ema- nuele Severino, è questa la vera (Dante, Convivio IV XXVIII 3) "essenza del Nichilismo": la ne- «Cari amici, l’atroce decapitazio- ne di un professore nella Francia gazione di Dio comporta l'implic-

laica e liberale, condannato a ita esaltazione del Nulla e quindi morte da un giovane terrorista l'inevitabile disfacimento genera- islamico che ha ottemperato lette- le. ralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e É la situazione precisa in cui a ciò che ha detto e ha fatto versa l'Europa laicista di oggi, Maometto, ci fa toccare con non a caso precipitata nuova- mano che la radice del male non mente in balia dei barbari di sono i terroristi islamici o gli sempre. Chi lo nega, nega l'evi- estremisti islamici ma è l’islam denza dei fatti. stesso: non sono le persone ma è una religione che legittima e Si continui pure a dare retta ai ordina di discriminare, odiare, cialtroni del mainstream, ma ci fare violenza e uccidere i non sono molte ragioni per credere La Dantesca Compagnia del Sa- musulmani, con il fine esplicito che per questa strada l'Europa è cro Calice è il ramo di attività di imporre l’islam come unica destinata o a perire miseramente, teologica del Centro Lunigianese vera religione all’intera umanità o ad andare incontro ad un con- di Studi Danteschi. ovunque nel mondo. Ecco perché flitto civile senza pari. Tale attività è espressamente ri- […] se vogliamo salvaguardare la volta alla difesa del Cristianesi- nostra civiltà, che si fonda e Ecco perché, cari amici, oggi vi mo Cattolico Dantesco ed alla in- legittima la sacralità della vita, la scrivo: perché mi sto preparando. terpretazione sapienziale delle pari dignità tra le persone, la É questa la novità. Scritture. libertà di scelta individuale, dob- L’attività editoriale di attinenza biamo avere l’onestà intellettuale M. M. teologica del CLSD – non altri- e il coraggio umano di mettere menti classificata – trova il suo fuori legge l’islam come religione spazio naturale su LD in questa dentro casa nostra. L’Europa tor- rubrica, riservata espressamente ni a rimettere fuori legge l’islam alla Compagnia. all’interno dei propri confini co- me ha fatto per 1400 anni, se non Che il Veltro vuole ritrovarsi a essere sotto- sia sempre con noi messa».

Ebbene, è dal 2002 che il CLSD propone la messa al bando di TUTTE le (sub)culture che non soddisfano al principio aureo di fratellanza universale. Parlo di

una fratellanza - come l'ho de- finita più volte - intesa in senso

"aprioristico" e "incondizionato". NON PRAEVALEBUNT

Il modello elaborato dal CLSD rischia di andare a costituire se- riamente, con la sua MALEDI- ZIONE DEL CORPORATIVISMO, uno dei momenti più alti della filo- sofia dai tempi del celebre an-

9

V la della maggioranza. La volontà SEVERINIANA di potenza afferma che la nostra vita non dev'essere condizionata La Metafisica è la lotta da motivazioni legate al piacere o titanica del Logos al dolore - alle "coppie di oppo- contro il Nulla sti" -, ma va indirizzata verso la (M. M.) sua meta, che consiste nella li- bertà e nella spontaneità del A cura di Mirco Manuguerra jīvanmukta. E questa è al di là del

RILESSIONI SU bene e del male. Ciò è espresso NIETZSCHE anche nella Bhagavad Gītā: l'eroe dev'esser superiore alla pietà (asocyan anvasocas tvam), deciso a combattere ma non attaccato all'esito poiché, come dice Whit- man, "le battaglie si perdono nel- lo stesso spirito con cui si vinco- no"... L'insegnamento di Nietz- sche è un puro niṣkāma-dharma: "Forse che miro alla felicità? Io miro alla mia opera!" e "Tutti Pitagora Fonte: https://emanueleseverino.com/2 questi modi di pensare, che misu- 020/04/10/una-delle-questioni- rano il valore delle cose secondo filosofiche-del-pensiero- il piacere e il dolore, cioè secon- contemporaneo-vasco-ursini/ do stati concomitanti e fatti collaterali, sono modi esteriori di pensiero, nonché ingenuità, che chiunque sia consapevole delle «Se ci si rendesse conto che l'ori- sue forze plasmatrici e abbia una ginalità di Nietzsche non consiste coscienza di artista guarderà dal- in un'innovazione incompren- l'alto in basso" (Al di là del bene Parmende sibile e innaturale, ma nella riaf- e del male, par. 225)... Così lungi fermazione poetica di una con- dall'essere una dottrina dell'auto- cezione molto antica, non sarebbe indulgenza, quella che Nietzsche necessario sprecare fiato nel con- vorrebbe che ci imponessimo, se futare tesi che egli non ha mai siamo abbastanza forti, è una for- sostenuto... Di particolare impor- ma di ascetismo e di ardore (ta- tanza è la splendida dottrina del pas). Questa era esattamente l'in- Superuomo, così simile alla con- tenzione di Manu quando stabilì cezione cinese dell' "uomo supe- una regola di vita severa per il riore" e a quella indiana del Ma- Platone brahmano e una molto più facile hāpuruṣa, Bodhisattva e Jīvan- per lo śūdra... mukta... La dottrina del Super- Chi ha compreso il declino e il uomo, che è nello stesso tempo il crollo della civiltà occidentale ri- fiore, la guida e il redentore degli conoscerà in Nietzsche COLUI uomini, e la cui virtù si trova "al CHE HA RISVEGLIATO LA CO- di là del bene e del male", è stata SCIENZA DELL'EUROPA» proposta più e più volte nella storia del mondo. Nella lettera- (A.K. Coomaraswamy, La Danza tura indiana questo ideale ha mol- di Śiva. La visione cosmopolita di ti nomi: egli è un arhat (adepto), Nietzsche) un buddha (illuminato), un jina (vittorioso), un tīrthaṅkara (sco- Aristotele pritore del guado), un bodhisattva (incarnazione della virtù che do- na), e soprattutto un jīvanmukta (liberato in questa vita), le cui azioni non sono buone o cattive, bensì procedono dalla sua natura liberata...La volontà di potenza non ha niente a che fare con la tirannide: essa si oppone sia alla tirannide dell'autocrate sia a quel- 10

VI daa pòrte grande!». E aloa o DANTESCA d ca i e fe:/

LA DIVINA COMMEDIA IN «Ne sta' a sbragiae, perché n' t'er VERNACOLO SPEZZINO pè fermae:/ i han dessiso cossì quei che comanda/ la ond i eno e ci n'adimandae».

Piergiorgio Cavallini – filologo, Aoa a comenso 'n gran anda e dialettologo e traduttore spezzi- rianda/ no – aveva già pubblicato su a sentie aoamai c a son ve n LD la traduzione in vernacolo 'nt'en sito cen de vento ch'i me del Canto VIII del Purgatorio sbanda./ (LD n. 84, giugno 2013), poi, in Via Dantis – Stazione IV occasione del nostro DANTEDÌ Inferno V A son ve n nt en l o onde n PUNTUALE gli è stato assegnato ci / il “Veltro d’Oro” per la tradu- CANTADA QUINTA de l e e i mo na come 'r mae 'n zione di Inferno X, il Canto di tenpèsta/ Farinata (LD n. 162, maggio [Cantada quinta, ond' ensegna o quande dai venti e onde i eno 2020). segondo sercio del'enfèrno e i s at ./ Ora, con questo numero di LD, descora dea pena der vìssio ch'i l’autore inizia una collabora- gh'han av dee gente 'nportante A boriana 'nfernae mai ne zione con la nostra rivista volta ch'i n'eo crestian i i gh'avevo s'arèsta,/ alla pubblicazione sistematica senpre vògia de gòde] e àneme la mena a r dolon; di Canti della Commedia in ver- la i rezia, pista e fa sortie de nacolo spezzino. Cossì a son chinà dar primo zio tèsta./ 'nt'o segondo che men lègo i

gh'ha/ E quand'i arivo la dar boregon, ma con ci de doloe onde c 'a i sbragio, i se despeo e i s'ala- mio./ mento;/

CRITERI ADOTTATI e Dio i giastemo come di ladron. La gh'è Minòsse ch'i bagia li

1 Le rime ove possibile, sono atrà:/ La m'è sta dito che a 'sto gran dantesche i esàmina e corpe sorve aa pòrte; tormento/ 2 Per la traduzione si utilizza lo e i i i dica co' a coa aretortigià. i en condanà quei pecadoi 'nfoià spezzino “classico” che de razon per podee gòde i n' 3 Se lo spezzino non offre solu- A digo, quande ven e àneme sento./ zioni, si utilizzano, in subordine, mòrte/ il vocabolario generico di Luni- ananti a l i e fan a confession E come i stornèi quande 'n sa e 'n giana o di Val di Vara. e l c e en co nossa e c se la / 3 Dove la rima non è possibile, si stòrte/ d'envèrno i svoo con na fia larga ricorre ad assonanze e cena/ 4 Raramente si usano rime uni- i dessida 'nte quale posission cossì quer vento e àneme adanà voche ed equivoche del'enfèrno i devo èsse mandà

5 Alcuni versi sono solo apparen- ziando a coa segondo a dessision. de sa de la de s de i mena; temente ipermetri: ci sono sillabe i ne pèno speae manco 'n m- che graficamente non si elidono Ananti a l dee le senpre i 'n omento/ per non compromettere la com- ha:/ de restae ferme, o che sconissa a prensione del testo, ma sono eva- na adré al'àotra va a sentie a pena./ nescenti nella pronunzia. senténsia /

i di o e i sento e i eno cacià. E come e r svoando i s'ala-

mento/ «A te che te te ven chi, dame fando 'nte l'àia come na odénsia»/ congrega/ - i m'ha 'ito Minòsse miando me cossì a viste a vegnie li 'nt'en lassando pèrde 'n àtimo a momento/ 'nconbénsia -/

dee n ee menà da quela rega; «mia come te te entri e de chi è perché ho dito ar Maistro «Ma che/ chi l'è/ te te te fidi; ne fate fregae 'sta gente castigà 'nte l'àia negra?»./ 11

«A prima de quele àneme che te a sta m da daa str mena de Pòi ho 'tacà me a parlae e a te vè savee» i ha comensà a Dido/ comensei:/ contae/ 'nte l'àia grama i s'eno devià «Francesca, a te diò che o te tor- «l'è sta n'enpeatrice grande aafé. e i han mandà con amicìssia 'n mento/ grido./ i me fa cian e er c e ma f sse La gh'avea tanto 'r vìssio de mèi/ beciae/ «O animao grassioso e gaibà che e còse proibì la l'ha aprovà che 'n zio pe' 'st'àia negra te te che te te me dizessi, en quer mo- perché i ne la podesso critegae. ven/ mento/ da noi ch'avemo 'r mondo 'nsa- quande voi a sospiavi, come De nome, Semiràmide la fa, guonà,/ amoe/ l'ha pià 'r pòsto e ha sposà se i ha 'secondà quer vòstro pensa- figio Nin,/ se o rè do celo i ne voresse ben mento?»./ nt er Paese do S rtan le l'ha noiàotri a 'r pregheéssimo pe' a regnà./ paze/ E le la fa: «Ne ci ran do- toa, che dea nòstra corpa te loe/ Quel'àotra per amoe se de er soven./ ch'aramentasse do tenpo felisse gavin/ ent'a miséia, e o sa o te dotoe. fando i còrni ar maì mòrto Sichè; pò la gh'è Creopatra, ch' i ometin De quelo che sentie e parlae ve Ma se peò de cognosse a raiza piaza/ do nòstro amoe te te gh'è goeta ghe piazeva. E pò Èlena, e per le a sentiemo e a ve diemo nèva a faò come quei che cianza e i la gh'è sta na gran guèra, e la mentre ch'er vento, come aoa, i diza./ gh'è 'Chile/ taza./ che per amoe aa fin i conbaté. Noi a lezévimo 'n di quela stoieta A tèra ond'a son nada la se trèva de Lancilòto quand'i s'è 'namoà; La gh'è Tristan e Pàride» e àotri sorv'aa maina onde 'r Pò i china a éimo soli drent'a na stansieta. mile/ co i se rian e p ci i ne se sm va. n ee m'ha mensonà e 'nsegnà Ci de na v ta a l'avemo mià co' o dido/ Amoe ch'ar chèe gaibà i se gh'en- queo libro e a se semo sbalordì ch'i è sta l'amoe 'nt'a se vita e china/ ma solo n p nto i sta c 'i na fenile./ i m'ha ciapà pe' 'st'òmo tanto bèo fregà./ ch'i me l'han amassà, sangue de Dòpo ch'er me dotoe 'ste còse i dina./ Quand' aemo lèto 'nseme che le ha 'ito/ essì/ dee dòne e dei antighi cavagei Amoe che quei ch'è amà i amo en bazo la voreva sospiando dar magon son restà li 'npor- daveo/ 'sto chi che mai da me i ne saà poido./ i m'ha ciapà pe' 'st'òmo cossì spartì,/ fòrte/ Ho 'tacà a die: «Poèta voentei che, come te pè vede, i è senpre sorve aa boca i m'ha bazà tre- parleai con quei doi ch'enseme i anteo./ mando./ van/ Galeòto i è sta o libro e che l'ha e l'apae ch'i sio ar vento bèi Amoe i è sta a razon dea nòstra scrito:/ lengei»./ mòrte;/ da aloa ci a ne l'avemo lèto». ent'a Caina andeà quei delin- Entanto/ E l i me di a: «A te, quand'i quenti/ saan/ ch'i n'han 'massà» l'ha dito bèlo c n di doi spirti 'ste paòle i ha ci arente a noi, aloa t'i pregheè fòrte./ 'ito / per quel'amoe che'i mena, e i quel'àotro i ha 'tacà a cianze e vegnian»./ uand o sent quele àneme fato sta/ cianzenti/ che de moie me 'n simo a son 'ndà A pena 'r vento 'nvèrso noi i man- o c inà r moro e a l o te n fito./ dé/ sbassà/ a ghe fao, dizo: «O àneme 'nfotà, e 'r poèta i me fa: «Te te tazen- E come 'n pomo 'n tèra a son gro- vegnì a parlae con noi, chi, s'a ti?»./ dà./ podé»./ Me a gh'ho arespòsto con de die: Come coonbe ch'i eno 'nvezendà, «Mia la,/ PIERGIORGIO CAVALLINI svoando co'e ae aravèrte vèrso o che desidéio e che dossi pensei nido,/ i han fato de sti chi doi abeli- daa vògia de 'rivaghe i eno portà; nà!»./

12

L’EPISTOLA DI FRATE Giovanni Boccaccio, di cui si competente e preciso aiuto, non ILARO: TESTO E sono evidenziati i vettori di posso non citare Alessia Curadini CONTESTO DI UN conoscenza delle opere e Mirco Manuguerra (Centro Lu- TASSELLO dantesche; ulteriore spazio è nigianese di Studi Danteschi), il PROBLEMATICO DELLA concesso ai criteri che prof. Alberto Casadei, Carmen definiscono un falso (cap. 2). Ragusa (che mi ha aiutato nella BIOGRAFIA DANTESCA Dopo un’attenta analisi del testo redazione dell’indice e nella (cap. 3), ho predisposto una lettura della tesi fin dai primi sintesi quanto più dettagliata momenti), il Comune di Tesi di Laurea in Lettere possibile degli argomenti interni Pontremoli (per l’accesso ai fondi Università di Pisa (cap. 3) ed esterni (cap. 4) che bibliotecari locali), mio padre Dipartimento di Filologia hanno portato i critici ad Alessandro (che ha pazientemen- Letteratura e Linguistica assumere posizioni differenti te letto queste pagine). circa la veridicità dell’epistola di Relatore: Chiar. mo Prof. frate Ilaro. Inoltre, mi è parso Michelangelo Zaccarello opportuno dedicare un capitolo CAPITOLO 1 alla cronologia della Commedia e Se novella vera di Val di Magra: ai suoi ipotetici dedicatari, analisi della biografia dantesca RICCARDO BASSI fondamentale per la datazione e del soggiorno di Dante in dell’Epistola. L’ultimo capitolo è Lunigiana dedicato all’analisi di una vexata Introduzione quaestio, basata sulla citazione In questo capitolo l’autore ilariana «ad partes procede ad analizzare il primo L’Epistola di frate Ilaro a ultramontanas»: Dante si è recato soggiorno di Dante in Lunigiana Uguccione della Faggiola ha in Francia? (cap. 7). Mi preme (1306), i suoi rapporti con la rappresentato da sempre una sottolineare una mia personale famiglia marchionale dei Mala- vexata quaestio per la critica ipotesi sul rapporto tra frate Ilaro spina e l’influenza della terra di dantesca. Fin da subito i critici e la Regula Sacti Benedicti, cui il Lunigiana nella Commedia e hanno prodotto pagine di studi monaco dovrebbe attenersi nelle altre opere dantesche. atte a confermare o a confutare scrupolosamente e che ha alcuni l’autenticità della missiva. I risvolti sull’esegesi dell’epistola. biografi di Dante sono concordi Le pagine che seguono devono 1.1 nell’affermare che, se si dovesse molto alla mia passione dantesca La fama che la vostra casa confermare la veridicità del iniziata sui banchi del liceo grazie onora (Pg VIII 124): Dante e i documento ilariano, si potrebbe al mio docente di Letteratura Malaspina inserire una tessera molto italiana, mons. Antonio importante all’interno della Costantino Pietrocola. Le mie biografia dantesca. origini lunigianesi mi hanno 1.1.1 Antefatti biografici Data l’immensa mole di condotto a voler scoprire sempre danteschi tra il 1305-1306 bibliografia prodotta su questo l’influenza della mia terra su argomento, un’accurata sintesi Dante e sulle sue opere, forse È innegabile l’importanza risulta quanto mai opportuna, troppo spesso dimenticata dai dell’anno 1306 per la storia del volta a chiarire in maniera chiara suoi abitanti. Riempie di orgoglio conflitto tra guelfi Bianchi e Neri e precisa le varie ipotesi che i sapere che sulle strade della nel panorama politico italiano e critici hanno proposto nei secoli. Lunigiana ha camminato il sesto per la biografia dantesca; pertanto Al contributo puramente tra cotanto senno (If IV 102). Per è necessario analizzare il contesto esegetico, ho premesso questo motivo ho voluto acco- storico italiano del 1305 per un’accurata relazione circa la gliere con favore l’invito, rivol- comprenderne le conseguenze. Il famiglia marchionale dei tomi dal prof. Michelangelo 5 giugno 1305, mentre Dante Malaspina e il soggiorno di Dante Zaccarello, di contribuire, seppu- soggiornava a Bologna,1 dopo un re in piccola misura, agli studi in Lunigiana che tanto ha contribuito nella biografia e nella danteschi lunigianesi con una - 1 L’ipotesi di questo soggiorno è formazione del poeta (cap. 1). Ho sintesi bibliografica dell’Epistola legata alla speciale attenzione che, riservato particolare attenzione di frate Ilaro, non priva di ele- secondo Mirko Tavoni, Dante alla Pace di Castelnuovo Magra, menti di novità. Sarebbe impos- avrebbe riservato alla città di unico documento scritto che sibile fare un elenco significativo Bologna nel De vulgari eloquentia. testimoni la presenza del poeta in di tutti coloro che hanno con- La città dell’Alma mater fu rifugio terra lunigianese il 6 ottobre tribuito con il loro sostegno nel per i Bianchi fino al febbraio 1306, 1306. Poiché l’epistola è tràdita recupero della bibliografia e ma, secondo Giorgio Inglese, dopo la battaglia della Lastra, Dante non era solamente dal ms. Laurenziano leggendo – tutte o in parte – neppure gradito alla parte bianca così XXIX 8, ho provveduto a queste pagine. Oltre al prof. da far ipotizzare al filologo una breve un’analisi della sua collocazione Zaccarello che non ha mai fatto permanenza dantesca a Bologna, per all’interno dello Zibaldone di mancare il suo sostegno e il suo poi collocare il poeta a Treviso 13 lungo e tormentato conclave ardua la vita di un politico personali e familiari: si anno- celebratosi a Perugia, fu eletto al abbastanza visibile come Dante verino tra questi i Riccomanni, i soglio pontificio il guascone che, secondo Marco Santagata, Donati, parenti della moglie, e il Bertrand de Got con il nome di dovette lasciare Bologna sicu- poeta Dino Frescobaldi (1271- Clemente V (1264-1314), noto ramente prima del maggio 1306 1316 ca). In particolare, Dante per lo spostamento della sede per evitare la legislazione anti- avrebbe potuto fare riferimento al papale in Francia e la bianca.5 Il nuovo papa intervenne poeta amico Cino da Pistoia soppressione dell’ordine dei in maniera incisiva nel febbraio (1270-1336), che aveva rapporti Templari.2 Nonostante l’Alighieri dello stesso anno, nominando con Moroello II Malaspina di abbia aspramente criticato il legato papale in Romagna e in Giovagallo (1268-1315). «pastor sanza legge» (If XIX 83), Toscana il cardinale Napoleone Nonostante fossero di parti po- inizialmente al poeta non di- degli Orsini di Marino (1260 ca - litiche opposte, non è impossibile spiacque il tentativo del papa di 1342) le cui simpatie per i Bian- affermare che il poeta pistoiese riappacificare i rapporti con Fi- chi e, forse, anche per i ghibellini avesse tentato di convincere il renze,3 all’epoca governata dai erano note. Il nuovo legato non signore lunigianese a prendere Neri, i quali, dopo la presa del agì come il predecessore Niccolò Dante sotto la propria egida. I potere grazie all’influenza di da Prato (1250 ca-1321) con rapporti tra Moroello Malaspina e Bonifacio VIII (1230-1303), si mezzi diplomatici, ma con azioni Cino da Pistoia sono testimoniati trovarono in contrasto non solo militari intimidatorie per realiz- da uno scambio di sonetti.7 Dopo con i ghibellini, ma anche con i zare l’obiettivo papale di ripor- il sonetto iniziale, composto dal fuoriusciti bianchi che, prima tare i Bianchi a Firenze. Dopo la poeta pistoiese, Dante stesso, per papa Benedetto XI (1240-1304), cacciata dei Lambertazzi da volontà del marchese di Giova- poi Clemente V avevano soste- Bologna,6 il cardinale legato si gallo, rispose a Cino con un so- nuto. Nonostante ciò, i Neri mostrò minaccioso nei confronti netto8 che Gianfranco Contini riuscirono a sconfiggere le città dei Neri fiorentini che cinsero così commenta: bianche superstiti di Bologna e d’assedio e conquistarono il ca- Pistoia, con quest’ultima che, stello di Montaccianico nel Mu- «La risposta dantesca, chiusa o dopo un lungo assedio, fu piegata gello alla fine di agosto del 1306 ermetica quasi come la proposta e il 10 maggio 1306 dalle truppe per evitare il posizionamento di anche più ricca di rime rare, che comandate da Moroello II una base bianca vicino alla città. lo fanno apparire miglior proven- Malaspina signore di Giovagallo.4 A causa di una sommossa po- zalista (lo stile è singolarmente La perdita di queste due città rese polare, il cardinale Napoleone simile a quello del più geniale Orsini lasciò Bologna per Imola guittoniano, il Guinicelli giova-

nel maggio del 1306. È probabile ne), biasima la volubilità di Cino presso Gherardo da Camino (INGLESE 2018 pg. 83) che Dante avesse ricercato la e il sostanziale scetticismo del 2 Mirco Manuguerra ritiene che soluzione personale per il rientro suo cuore, così opposti all’incan- Dante stesso avesse avuto una «spic- a Firenze, contando su appoggi to della poesia». (CONTINI 1946 cata simpatia» per l’ordine di Temp- p. 191). lari in forza della condanna di 5 Maometto in Inf. XXVIII: questo Cfr. SANTAGATA 2017 pp. 184-185: Nel 2006 Gilda Caïti – Russo ha confermerebbe la teoria di un viaggio «L’equilibrio tra le parti si rompe contribuito allo studio di tali del poeta a Parigi (cfr. cap. 7). Chi all’inizio del 1306. Le tensioni si sonetti: scrive ritiene poco fondati gli indizi acutizzano a partire dai primi giorni addotti da Manuguerra sulla di febbraio ed esplodono in tumulti condivisione morale di Dante dei violenti all’inizio di marzo. Il 2 «É risaputo che il casato è principi dell’ordine templare. Cfr. marzo i Lambertazzi sono cacciati da celebrato nel canto VIII del par. 6.1.2 Bologna, dove si insedia un governo 3 Secondo una testimonianza fornitaci guelfo ostile ai Bianchi e ai da Leonardo Bruni, Dante avrebbe Ghibellini. Già il 10 marzo le città 7Lo scambio di sonetti prova la scritto un’epistola latina, oggi “nere” di Bologna, Firenze, Lucca, corrispondenza di Cino da Pistoia perduta, indirizzata ai Priori Prato e Siena si accordano per con un Moroello Malaspina. All’e- fiorentini, per tentare di impetrare il “sterminare per sempre Bianchi e poca, oltre al signore di Giovagallo, perdono e il rientro in città. Questa Ghibellini” (ad exterminum atque anche un discendente di Corrado II missiva, inaugurata con le parole mortem perpetuam Ghibilinorum et (uno dei due protagonisti di Pg. VIII) Populus meus, quid feci tibi? del Alborum)». aveva tale nome. Secondo Casadei, lo 6 profeta Michea, lamenta i meriti di Cfr. SANTAGATA 2017, pg. 183: scambio dei sonetti è legato Dante in campo politico prima «Dall’inizio del secolo Bologna era all’Epistola IV, che Dante inviò a un dell’esilio. Nella seconda parte il governata da una fazione guelfa marchese Malaspina (Franceschino di poeta avrebbe richiesto il perdono per moderata – nella quale era confluita Mulazzo per il docente la colpa di aver combattuto al fianco anche la parte facente capo alla dell’Università di Pisa), poiché dei Ghibellini. Se di questo Dante famiglia ghibellina dei Lambertazzi – l’argomento amoroso, che distoglie chiedeva perdono, è innegabile l’ira che appoggiava apertamente i dalla pratica filosofica, è centrale. della parte bianca e ghibellina nei Bianchi di Firenze, e ciò anche dopo 8 Per un’analisi del rapporto tra suoi confronti. la loro cacciata, soprattutto allo scopo Moroello Malaspina, Dante e Cino da 4 Su Moroello II di Giovagallo si veda di contenere le mire degli Este di Pistoia si veda BARNES 2006 pp. 35- par. 1.1.3 Ferrara». 56 e CAÏTI – RUSSO 2006 pp. 137-148 14

Purgatorio, manifesto poetico sadei, Dante sarebbe stato accolto l’avversione al potere vescovile della nostalgia per il mondo nella primavera 130610 in Lu- della famiglia12. In Val di Magra cortese di Corrado l’antico, me- nigiana da Franceschino Mala- questa famiglia, dopo aver cenate duecentesco dei trovatori, spina, signore di Mulazzo, appas- soggiogato i feudatari minori campione di ospitalità, di onore, sionato di letteratura, come poeta dell’imperatore, dovette di generosità, di merito e di illustre, già conosciuto per la Vita contrastare il potere del vescovo dirittura morale. Se i tempi sono Nova (CASADEI 2019b pp. 125- – conte di Luni con cui strinse 11 cambiati e l’ospitalità sembra 139). Così commenta Casadei: una pace nel 1306, che testimonia rivolgersi in modo ben più dram- la presenza di Dante in Lunigiana matico agli unici sopravvissuti «Ma chi lo ha chiamato, dato che (cfr. par. 3.3). Presso i Malaspina delle lotte fratricide italiane, agli in quel preciso periodo Moroello trovarono ospitalità alcuni poeti «scacciati» Dante e Cino, quasi di Giovagallo è sicuramente im- provenzali dopo la migrazione un secolo dopo, ciò non toglie pegnato nella campagna di verso l’Italia settentrionale, che, grazie all’ambientazione al Pistoia? Appare molto più pro- dovuta alla crociata contro gli tempo stesso nostalgica e babile che, sin dall’inizio, siano Albigesi (1209-1219). Il primo di profetica del Purgatorio, i Mala- stati Franceschino e altri Mala- essi fu Giraut de Borneilh (1138- spina incarnino per sempre per spina di Mulazzo e Villafranca a 1215) che dedicò al figlio di Dante il mito dell’accoglienza voler ospitare uno dei più famosi Obizzo I una canzone in nobile e cortese. Il rapporto tra le poeti lirici del periodo, da tempo provenzale. Da segnalare è altresì due forme di ospitalità, quella dei celebre per la Vita Nova, quindi il trovatore Raimbaut de trovatori e quella degli esiliati in grado di rin-verdire i fasti della Vaqueiras (1180-1207) che ebbe italiani, a meno di un secolo di munificenza malaspiniana a una tenzone in lingua provenzale distanza, di cui parla l’Epistola favore dei poeti provenzali e ita- con Alberto Malaspina IV del fiorentino, rivolta allo liani» (CASADEI 2019b p. 130). (1160/1165-1210), figlio di stesso Moroello Malaspina, tra- Obizzo. In ambito dantesco sforma qui l’illustre interlocutore dobbiamo ricordare Corrado I, in testimone e garante dell’ec- l’Antico (1180 ca-1254) 1.1.2 Origini della famiglia Ma- cellenza di un vero e proprio ghibellino fedele a Federico II di laspina dibattito sulle ragioni della poe- Svevia (1194-1250) con cui sia. Si tratta certamente di un’oc- La famiglia Malaspina ha origine combatté. Il 28 agosto 1221, casione esterna, ma anche di una dalla stirpe longobarda degli presso la chiesa di Sant’Andrea a maniera elegante di fornire une , di cui furono coeredi , Corrado e il cugino prospettiva storica alla tradizione della marca. Concentrarono il Opizzino (fine XII secolo - 1254) lirica rievocata e attualizzata». loro potere attorno alle città di divisero i possedimenti della (CAÏTI – RUSSO 2006 p.140). Luni, Tortona, , Genova, famiglia, dando origine ai due Pavia, Parma, Piacenza e rami della casata: quello dello Il sonetto di risposta si colloca Cremona. Secondo la tradizione, Spino Secco, il cui territorio si durante il periodo in cui Dante il capostipite dei Malaspina fu estende a destra del fiume Magra, era intento a comporre il Oberto Obizzo I (X-XI secolo ca) con capoluogo Mulazzo, e quello Convivio, presentandosi come un per mezzo del quale, secondo dello Spino Fiorito, sulla riva poeta – filosofo, cantore della Mirco Manuguerra, nacque sinistra, con capoluogo Filattiera. Nel 1266 il ramo dello Spino rettitudine, che non si occupa più dell’amore, ma di riflessione Casadei ritiene invece che Dante secco si suddivise in quattro 9 filosofica. Secondo Alberto Ca- abbia continuato a scrivere il diramazioni: di Giovagallo, di Convivio presso i Malaspina, ma lo Val Trebbia, di Villafranca e di abbia interrotto nel momento Mulazzo. Mentre Moroello fu di 9 Cfr. FIORAVANTI 2011-2014 pg. 9: dell’innamoramento per la «gozzuta fede Nera, Franceschino di «Dato infine che il quarto trattato [del alpigina» nel Casentino (CASADEI Mulazzo fu un convinto Convivio] presenta come già defunto 2019b pp. 125-139). Sull’opera ghibellino (1275 ca - 1320). Gherardo da Camino, morto nel interrotta si veda par. 1.2.2 10 marzo 1306 (cfr. Cv IV XIV 12), e La datazione è stata ipotizzata sulla non conosce l’elezione di Enrico VII base di Pg. VIII 133-135: «Ed elli: (novembre 1308), la stesura "Or va; che ’l sol non si ricorca / sette dell’ultima parte dell’opera deve volte nel letto che ’l Montone / con collocarsi non prima della primavera tutti e quattro i piè cuopre e inforca». del 1306 e non dopo i primi mesi del Sulla datazione dell’arrivo di Dante 1309». Lo stesso Fioravanti in Lunigiana si veda par. 1.1.4. Sulle evidenzia, però, un’interruzione della opere scritte da Dante presso i composizione del Convivio durante il Malaspina e nel Casentino si veda 12 soggiorno di Dante in Lunigiana e il par. 1.2. Cfr. MANUGUERRA 2006 p. 49: soggiorno casentinese, mentre 11 Il legame tra i due, a differenza «Con lui nacque pure quella sarebbe stato ripreso nella delle ipotesi su Moroello, è avallato fierissima avversione al potere permanenza a Lucca, data dalla Pace di Castelnuovo in cui vescovile che tanto dovette l’accessibilità, prima impedita, a Dante fu procuratore proprio di caratterizzare l’epopea del Casato importanti volumi filosofici. Alberto Franceschino di Mulazzo. (Cfr. 1.3). fino alla venuta di Dante». 15

1.1.3 I Malaspina nella Comme- E detto l’ o perc é doler ti de - Nel canto VIII del Purgatorio dia bia». / Dante elogia la famiglia Malaspi- na: (If XXIV 145-151) Nella Commedia Dante cita esplicitamente la famiglia feudale «Se la lucerna che ti mena in Secondo Livio Galanti, l’ori- dei Malaspina in tre canti alto/ gine del riferimento al vapor è da differenti (If XXIV, Pg.VIII, truovi nel tuo arbitrio tanta cera/ ricondurre al particolare feno- Pg.XIX). Nel canto XXIV il quant’ mestiere infino al sommo meno meteorologico, tipico luni- ladro sacrilego Vanni Fucci smalto»,/ gianese, delle nebbie primaverili predice a Dante la sconfitta dei cominciò ella, «se novella vera/ e autunnali che si addensano sul Bianchi nell’assedio di Serravalle di Val di Magra o di parte vicina/ 13 fiume Magra all’altezza di Villa- pistoiese (1302) per mano dei sai, dillo a me, che già grande là franca, molto probabilmente os- Neri fiorentini e dei lucchesi, era./ / servate dallo stesso poeta.15 guidati dal «vapor di Val di Fui chiamato Currado Mala- Figlio di Manfredi, signore di Magra», Moroello Malaspina di spina;/ 14 Giovagallo, Moroello fu un abile Giovagallo : non son l’antico ma di lui di- comandante tanto da vivere quasi scesi;/ tutta la vita lontano dalle sue Tragge Marte vapor di Val di a’ miei portai l’amor c e qui terre, impegnato in guerra. Nel Magra/ raffina»./ 1297 fu podestà e capitano c ’ dì tor idi nuvoli involuto; «Oh!» diss’io lui «per li vostri generale della guerra che la città e con tempesta impetuosa e agra/ paesi/ di Bologna stava combattendo sovra Campo Picenfia combat- già mai non fui; ma dove si contro le truppe guidate da Azzo tuto,/ dimora/ VIII d’Este (post 1263-1308). ond’ei repente spe erà la ne - per tutta Europa c ’ei non sien Due anni dopo entrò per la prima bia,/ palesi? / volta in conflitto con il vescovo sì c ’o ni Bianco ne sarà feruto./ La fama che la vostra casa o- conte di Luni. La guerra contro la nora,/ città bianca di Pistoia (1302- grida i segnori e grida la con- 1306) lo fece incorrere in una 13 Dino Compagni narra: «I trada,/ scomunica, poi annullata nel Fiorentini e’ Lucchesi posono sì che ne sa chi non vi fu ancora;/ 1310. Dopo la sconfitta dei l’assedio a Serravalle […] onde il e io vi iuro s’io di sopra vada / Bianchi, predetta nella fictio della castello s’arrendè a patti, salve le che vostra gente onrata non si Commedia da Vanni Fucci, persone: i quali furono loro attesi, sfregia/ perché i Pistoiesi andarono presi» Moroello fu eletto capitano della del pregio de la borsa e de la (Cron.II 26). Come ogni linguaggio Taglia guelfa e podestà di Pistoia. spada./ profetico, anche quello di Vanni Partecipò altresì all’assedio del Uso e natura sì la privilegia,/ Fucci lascia un’ambiguità circa la castello di Montaccianico (cfr. che, perché il capo reo il mondo battaglia in cui ebbe un ruolo par. 1.1.1). Oltre alla già citata decisivo Moroello di Giovagallo, torca,/ amicizia con Cino da Pistoia, avendo partecipato sia alla battaglia sola va dritta e ’l mal cammin secondo Giorgio Padoan, Dante di Serravalle pistoiese (1302) sia alla dispregia». / avrebbe avuto modo di incontrare capitolazione di Pistoia del 1306. Ed elli: «Or va; c e ’l sol non si il marchese lunigianese dopo la Nelle edizioni della Commedia a cura ricorca/ di Bosco, Reggio e di Pasquini, battaglia di Lastra (20 agosto sette volte nel letto c e ’l Mon- Quaglio, i commentatori indicano la 1304), cui il poeta non partecipò, tone/ seconda come oggetto della profezia, per impetrare la richiesta di con tutti e quattro i piè cuopre e data la definitiva sconfitta dei rientro a Firenze con il favore di Bianchi. Contrariamente, Anna Maria inforca,/ uno dei capi dei Neri (PADOAN Chiavacci Leonardi e Giorgio che cotesta cortese oppinïone/ 1985). Nel 1310, come Dante, Inglese, visto il verso finale di Inf. ti fia chiavata in mezzo de la salutò con favore la discesa in XXIV, in cui Vanni Fucci afferma di testa/ Italia di Arrigo VII di Lus- aver raccontato tutto ciò a Dante con ma ior c iovi c e d’altrui semburgo (1275-1313), come perché ne abbia dolore, e visto il sermone,/ distaccamento di Dante dalla parte pacificatore delle fazioni, da cui se corso di iudicio non s’arre- bianca dopo la battaglia della Lastra, ricevette l’investitura come si- ritengono plausibile solo la battaglia sta.» / gnore dei feudi già governati. del 1302. 16 14 Morì l’8 aprile 1315, sempre fe- (Pg VIII 112-139) . Alberto Casadei esprime molti dele all’imperatore, alla cui fun- dubbi circa il rapporto di Dante con il signore di Giovagallo; commentando zione di paciere aveva fortemente Nella valletta dei principi Dante il finale di Inf. XXIV, ritiene infatti creduto. incontra Corrado II Malaspi- che è poco probabile teorizzare una na(1200/1220 - 1294) che chiede scissione tra Dante “personaggio” e Dante “reale”, dovendo il primo dolersi di un fatto per cui il secondo 16 Per un commento completo del 15 dovrebbe godere, essendo suo pro- Su tale argomento si veda BARNES canto si veda ZACCARELLO 2006 pp. tettore il vincitore. 2006 pp.35-56. 7-23. 16 notizie al poeta della Val di Ma- nipote, Alagia di Niccolò Fieschi sette volte nel letto c e ‘l gra in un’atmosfera malinconica di Lavagna (ca. 1265 - 1344), Montone/ e quasi nostalgica che pervade moglie di Moroello Malaspina, con tutti e quattro i piè cuopre e l’intero canto. Dante ha cono- signore di Giovagallo. inforca»/ sciuto solo per fama la famiglia e la terra del nobile interlocutore, Nepote o io di là c ’ a nome Se si accetta, come teorizza Ma- ma, secondo la finzione del poe- Alagia,/ nuguerra, che l’incontro nella ma, presto ne avrà la prova (cfr. buona da sé, pur che la nostra valletta dei principi sia avvenuto par. 1.1.4). Corrado profetizza casa/ dopo il tramonto del 6 aprile l’esilio al poeta, ma promette non faccia lei per essemplo 1300, il sole avrebbe lasciato la anche ospitalità nella terra lunen- malvagia;/ costellazione dell’Ariete il 20 a- se, la cui fama riecheggia in tutta e questa sola di là m’ rimasa. prile; Dante quindi sarebbe giun- Europa. Circa l’ambientazione to in Lunigiana [entro N.d.R.] il scrive Marcello Ciccuto: (Pg XIX 142-145) 20 aprile 1306. José Blanco Ji- «Se pensiamo che in luoghi come ménez ci informa che Claudio questi si sia realizzato uno scor- Moroello Malaspina sposò Alagia Palandrani fece notare come fos- cio di cultura cortese connotata alla fine degli anni Ottanta del se ancora in vigore il calendario da interessi politici assai com- XIII secolo. Secondo Ottobono giuliano; pertanto la rettifica ve- plessi, allora non sarebbe difficile Fieschi, uno dei pochi papi che drebbe lo spostamento al giorno individuare agganci (verbali più e Dante non condanna nella bolgia 12 aprile (JIMÉNEZ 2015 p. 24). meno consistenti, di contesto an- dei simoniaci (If XIX), solo la Sulla datazione del viaggio dan- che) con la compagine tutta del- nipote potrà accelerare la sua tesco ha espresso le proprie ri- l’episodio purgatoriale dell’VIII permanenza in Purgatorio grazie serve Alberto Casedei, che ritie- alle preghiere di suffragio che canto, già rilevato, metteur en 17 ne di collocare l’inizio del viag- scène di un episodio di bassa ella vorrà elevare. gio ultramondano di Dante il 25 tentazione che per parte sua marzo 1300, data tradizional- rovescia il modello di racconto mente accettata come il primo della Genesi. […] mi preme 1.1.4 Il soggiorno di Dante in Venerdì santo e inizio dell’anno ricordare almeno che a differenza Lunigiana fiorentino ab incarnatione Domi- del racconto biblico è in Dante la ni. Casadei ritiene, infatti, che, figurazione di un regno di non Grazie alla mediazione di Cino da vista la mobilità della solennità di espulsione, di perfetta, inaltera- Pistoia, è probabile che Dante co- Pasqua e la grande importanza bile e assolutamente compiuta nobbe Moroello II di Giovagallo simbolica del viaggio ultramon- e, dopo il suo soggiorno bolo- nobiltà in nome della grazia. 18 dano dantesco, l’autore avrebbe Inoltre l’inno che si canta, Te gnese, si trasferì in Lunigiana. optato per una datazione signifi- lucis ante terminum, altro non è Marco Santagata ipotizza il tra- cativa e memorizzabile. che una preghiera “d’avviso”, che sferimento per il giugno del 1306, Tornando all’arrivo di Dante in non riguarda le anime lı` raccolte, tra l’assedio di Pistoia e le opera- Lunigiana, la data sarebbe anti- zioni belliche dei Neri nel Mugel- trattandosi di una richiesta a Dio 19 cipata di alcuni giorni, ma re- affinché le accidentalità, le insi- lo. Circa la data dell’arrivo di sterebbe comunque nell’aprile del die del vivere stiano lontane da Dante in Val di Magra Livio 1306. Di recente su questo ar- questa perfetta dimora; è il vero Galanti ha avanzato un’ipotesi gomento è tornato Alberto Ca- apparente delle cose mondane a sulla base della profezia di Cor- sadei: rappresentare in questo canto un rado Malaspina in Pg VIII 133- pericolo al sogno di perfezione 135: «Molto importante sarebbe anche evocato con Nino e Currado, a- stabilire la data più o meno sicura lias le discordie d’Italia, forme di Ed elli: «Or va’: c é ‘l sol non si dell’arrivo di Dante in Lunigiana: concupiscentia o possedimento di ricorca/ si può pensare al marzo-aprile beni terrestri superabili solo se ci 17 1306 stando a Pg. VIII 133-139, si mantiene nell’esercizio della Per una completa rassegna sul che in effetti presuppone un pe- carità: per cui si dovrebbe dire rapporto tra Alagia Fieschi, Dante e riodo abbastanza circoscritto, fis- Moroello si veda BARNES 2006 pp. anche e ampiamente di altri le- 35-56. sato dal ritorno del sole nella gami, ad esempio e ovviamente 18 Una diversa ipotesi è stata avanzata costellazione dell’Ariete per sette con Paradiso III, Piccarda e in da Alberto Casadei: cfr. par. 1.1.1 volte, che di sicuro indica il pri- 19 special riguardo l’imperial Co- Cfr. SANTAGATA 2017 p. 190: mo soggiorno lunigianese di Dan- stanza d’Altavilla» (CICCUTO «Potremmo azzardare una data: giu- te» (CASADEI 2019b p. 130). 2006 pp. 28-29). gno, dopo la rivolta di maggo contro l’Orsini, un mese nel quale Moroello, Insieme alla pace di Castelnuovo impegnato fino ad aprile nell’assedio Nel canto XIX del Purgatorio è Magra (cfr. par. 1.3) e alla corri- di Pistoia e non ancora preso dalle spondenza poetica con Cino da citata un’altra componente della operazioni belliche contro il castello famiglia Malaspina. Papa Adria- di Montaccianico in Mugello, poteva Pistoia in nome del marchese di no V (1205 ca. 1276) ricorda la trovarsi nei suoi possedimenti luni- Giovagallo, Dante registrò nella gianesi». Commedia alcuni riferimenti del 17 proprio soggiorno in terra di Lu- 1.2 Poggi27 e di una certa Ravenna, di nigiana sia diretti (Pd. XVI 73- «Io dico seguitando» (If VIII 1) cui, però, non si trova riscontro 74) sia indiretti di tipo storico – e la redazione dei primi canti nella famiglia Alighieri. Peraltro, geografico e di tipo lessico – dell’Inferno in Lunigiana Boccaccio riporterebbe un rac- ambientale.20 Secondo Pietro Ali- conto non udito dallo stesso An- ghieri (1300-1364), 21 la cui te- drea Poggi, essendo quest’ultimo stimonianza è dubbia, il padre 1.2.1 La leggenda del ritro- morto prima del ritorno a Firenze avrebbe soggiornato per non poco vamento dei primi sette canti del Certaldese.28 Le due testimo- tempo in Val di Magra. Dante dell’Inferno nianze boccacciane non colli- soggiornò a Villafranca, Mulaz- mano sul ruolo di Dino Fresco- zo, Giovagallo e in Val Trebbia. Giovanni Boccaccio fornisce una baldi (1271-1316 ca); mentre, Al tempo di Dante, i Malaspina interessante testimonianza crono- secondo quanto riportato dal erano i soli ad aver conservato il logica, a lungo dibattuta, circa la Trattatello, quest’ultimo avrebbe valore in combattimento e la li- composizione della prima cantica riconosciuto la scrittura di Dante, beralità nobiliare.22 Presso i Ma- della Commedia. Nel Trattatello secondo le Esposizioni sarebbe laspina Dante è un libero intel- in laude di Dante e nelle Esposi- stato lo stesso Andrea Poggi ad lettuale che svolge anche un im- zioni sopra la Comedìa, che autenticare gli scritti poi recati al portante ruolo diplomatico, fir- raccolgono le 17 letture pub- poeta stilnovista. La differenza mando la pace di Castelnuovo bliche dell’Inferno a lui commis- tra le testimonianze potrebbe (cfr. par. 1.3). Una parte della sionate dalla municipalità fioren- essere spiegata ipotizzando che critica ritiene che in Lunigiana tina presso la chiesa di Santo Boccaccio avesse udito questo Dante abbia iniziato a comporre i Stefano in Badia dal 23 ottobre fatto da due fonti diverse. Infatti, primi canti dell’Inferno, altri in- 1373,24 il Certaldese ci informa nelle Esposizioni si può leggere: vece ritengono che il poeta abbia del ritrovamento a Firenze, continuato la stesura dal canto all’interno di alcuni forzieri ap- «Ora questa istoria medesima VIII dell’Inferno, precedentemen- partenuti alla famiglia del poeta, puntalmente, quasi senza alcuna te iniziato (cfr. par. 1.2).23 Grazie di un quadernuccio da parte di un cosa mutarne, mi racontò già un alla famiglia Malaspina, Dante parente di Dante negli anni del ser Dino Perini, nostro cittadino e ottenne l’apertura di un dialogo suo soggiorno in Lunigiana. Tali intendente uomo, e, secondo che con le famiglie della parte Nera. scritti, secondo la testimonianza esso diceva, stato quanto più Ignoto è il motivo e il momento boccacciana, avrebbero contenuto esser di potesse famigliare e preciso dell’anno 1307 in cui i primi sette canti dell’Inferno e amico di Dante; ma in tanto muta Dante lasciò la Val di Magra. sarebbero stati fatti pervenire a il fatto, che esso diceva non Secondo Alberto Casadei, il poeta Dante tramite Moroello Mala- Andrea Leoni, ma esso medesimo si trasferì nel Casentino presso i spina, non potendo il poeta rien- essere stato colui, il quale la conti Guidi perché si stava pre- trare in città. Nel Trattatello e donna avea mandato a’ forzieri parando un nuovo tentativo di nelle Esposizioni sul canto VIII per le scritture e che avea trovati rientro a Firenze per i Bianchi, dell’Inferno si trova il racconto questi sette canti e portargli a grazie all’appoggio del cardinale del ritrovamento.25 Dino di messer Lambertuccio»29. Napoleone Orsini (cfr. par 1.1.1). Secondo Boccaccio, dovremmo Il tentativo fallì nel luglio 1307, ipotizzare una redazione dei La versione narrata da Perini lo portando Dante ad abbandonare il primi sette canti dell’Inferno pri- vedrebbe come scopritore del Casentino per riparare nuova- ma dell’esilio dantesco. In con- quadernuccio e tramite con mente in Lunigiana e a Lucca formità con quanto riportato da Frescobaldi. Nulla si sa di ser (cfr. par. 1.2.2). Boccaccio, un tal Andrea di Leo- Dino Perini, testimone diretto di ne Poggi, nipote di Dante, avreb- tale episodio. In una glossa be ritrovato nei forzieri questi scritti.26 Tale parente del poeta 27 sarebbe stato il figlio di Leone Cfr. Inglese 2018 p. 95 «Leone ap- parteneva, come Dante, al popolo di San Martino del Vescovo». 28 A causa della crisi della banca dei 20 Per una sintesi dei luoghi testuali 24Il Comune di Firenze commis-sionò Bardi, di cui il padre era socio, Gio- danteschi si veda GALANTI 1988 e a Giovanni Boccaccio una pubblica vanni Boccaccio è costretto a rien- GIANNANTONIO 1989. lectura Dantis in cui erano declamati trare a Firenze nel 1340. Il Certaldese 21Si fa riferimento all’espressione i canti della Commedia e poi chiosati. aveva lasciato Firenze nel 1327. Cfr. «per non modicum tempus» nella I com-menti del Certaldese sono stati Inglese 2018 pg. 95 «È difficile che terza redazione del commento della raccolti nelle Esposizioni sopra la [Boccaccio] abbia ascoltato personal- Commedia. Santagata sospetta un’in- Comedia. mente i ricordi di Andrea Poggi, che 25 terpolazione: cfr. SANTAGATA 2017 p. Cfr. APPENDICE 1 testi n° 1-2. si ritiene morto tra il 1322 e il 22 190. 26 La seconda versione del Trattatello maggio 1334». 22 29 Cfr. Pg. VIII 129. riporta il nome del tale che avrebbe GIOVANNI BOCCACCIO, Esposizioni 23Per un’adeguata trattazione circa la ritrovati i primi setti canti dell’Infer- sopra la Comedìa di Dante, a cura di cronologia di stesura dell’Inferno si no e che questi sarebbero stati con- Giorgio Padoan, Mondadori, Milano rimanda al par. 3.2.2. tenuti in un quadernuccio. 1965. 18 dell’Egloga II, composta da Dan- tizzato solamente il cambio del permanenza a Roma, allora è as- te e diretta Giovanni del Virgilio governo politico in Firenze, il sai probabile che avesse lasciato a (ms. Laur. XXIX 8 68r), Boccac- secondo predisse l’esilio a Dante. Firenze alcuni suoi fogli con e- cio lo identifica come Melibeo, Nell’ottobre del 1301 Dante partì ventuali abbozzi che avrebbe amico di Dante a Ravenna nel per Roma per un’ambasceria potuto farsi inviare nel periodo 1320, «nimium iuvenis» (Ecl. II presso il papa e non tornò a più a del suo soggiorno in Lunigiana. 34). Se si presta fede a tale Firenze, mentre nel novembre i Circa l’abbozzo dei primi canti a espressione, Perini sarebbe stato Donati e i Neri ripresero il potere Firenze, Marco Santagata ritiene adolescente nel 1307 a Firenze, in città grazie a Carlo di Valois che possa sussistere un fondo di avrebbe incontrato Dante a circa (1270-1325). Il poeta, secondo le verità: la Commedia avrebbe avu- 30 anni e l’incontro con Boc- ipotesi di Galanti, avrebbe scritto to origine in Lunigiana a partire caccio sarebbe avvenuto tra il il canto a Roma, ma comunque da materiale in volgare che Dante 1346-1347 e il 1350, periodo del lontano da Firenze dove non lasciò a Firenze prima dell’esilio. suo soggiorno ravennate. avrebbe potuto portare nuova- Nonostante la leggenda dei sette Nonostante non si dubiti delle mente il testo per inserirlo nel canti resti una questione aperta, è fonti romagnole boccacciane, il quadernuccio. Infatti, se fosse importante sottolineare il fatto problema è di ambito biografico. ritornato in città, sarebbe stato che Boccaccio fu il primo ad Infatti, se si tiene fede all’infor- costretto a pagare la multa, adde- analizzare il particolare incipit del mazione della giovinezza di bitatagli per decreto del podestà canto VIII dell’Inferno in cui si Melibeo - Perini nel 1320, allora, Cante Gabrielli da Gubbio (1260 apre una grande analessi sull’at- appena adolescente, avrebbe ca – 1335 ca) il 27 gennaio 1302, traversamento dello Stige dopo ritrovato i primi sette canti e non sarebbe stata necessaria la l’arrivo Dante e Virgilio, al ter- dell’Inferno e l’incontro con Boc- seconda condanna al rogo del 10 mine di If VII, davanti alla città caccio non sarebbe potuto avve- marzo. Si aggiunga altresì un cal- di Dite. nire in Romagna prima degli anni colo temporale derivato dalle Quaranta del XIV secolo. Si ag- affermazioni dello stesso Ciacco. Io dico se uitando c ’assai giunga altresì che lo stesso autore L’espressione «Infra tre soli» (If prima/ delle Esposizioni ha un dubbio VI 68) indica tre anni dal mo- c e noi fossimo al pi de l’alta filologicamente moderno sulla mento dell’incontro tra i due con- torre, / veridicità del racconto, basandosi cittadini, cioè dal 25 marzo 1300 li occ i nostri n’andar suso a la su alcune discrepanze tra il canto alla primavera del 1302, culmine cima/ VI e il canto X dell’Inferno.30 della persecuzione contro i Bian- per due fiammette che i vedemmo Che Boccaccio avesse inventato chi con le proscrizioni. Se si do- porre, / questo episodio per poi contrad- vesse prestare fede alle teorie di e un’altra da lungi render cenno,/ dirsi in seguito pare difficile, ma, Livio Galanti, allora Dante a- tanto c ’a pena il potea l’occ io secondo Giorgio Inglese, è al- vrebbe scritto questa profezia nel tòrre. / trettanto arduo affermare che il gennaio 1302, quindi ante (If VIII 1-6) canto VI dell’Inferno possa esse- eventum, oppure contemporanea- re stato scritto precedentemente mente. Il verso «come di ciò al periodo di gennaio-ottobre pian a o c e n’aonti» (If VI 72) Analizzando il canto VIII dell’In- ferno, Giorgio Padoan individua 1302 (INGLESE 2018 p. 97). Al è commentato così da Anna Ma- contrario, Livio Galanti ritiene ria Chiavacci Leonardi: «[La un cambiamento di stile, più di- che il canto di Ciacco (If VI) parte dei Bianchi] tenti cioè la via staccato dal modello virgiliano possa essere stato scritto da Dante della riconciliazione e dell’am- (PADOAN 1993 pp. 39-56). Infatti, nei mesi tra la prima signoria dei menda, o quella della forza» se nei primi sette canti, Dante ha modellato i suoi versi seguendo il Neri (novembre 1301) e la sua (CHIAVACCI LEONARDI 2015 p. 31 libro VI dell’Eneide, dal canto condanna in contumacia (GA- 193). Chi scrive ritiene, in forza VIII si assiste a un cambio di pro- LANTI 1985 p. 72-73). Lo stesso del sopracitato commento, di studioso lunigianese non ritiene postdatare, rispetto alle teorie di spettiva. La Commedia ha in sé sovrapponibili le profezie di Livio Galanti, la composizione vari cambiamenti di pensiero che Ciacco e di Farinata degli Uberti del canto VI dell’Inferno almeno possono essere letti, secondo lo (1212-1264). Secondo Galanti, al periodo successivo la costitu- studioso, solo alla luce del fatto mentre il primo avrebbe profe- zione della Universitas Partis che Dante non modificasse più i versi della sua opera dopo averli Alborum de Florentia (8 giugno 30 pubblicati; ciò è anche provato Si veda APPENDICE 1 testo n°3 1302). Secondo Giorgio Inglese, 31Cfr. Codice diplomatico dantesco, a per salvare l’autenticità della leg- dall’assenza di particolari aggiun- cura di Teresa De Robertis, Giuliano genda, sarebbe necessario pre- ti successivamente (PADOAN Milani, Laura Regnicoli, Stefano supporre una riscrittura dei primi 1993). Filippo Villani ci testi- Zamponi, Roma, Edizioni Salerno, monia la pubblicazione casenti- canti, rendendo priva di ricadute 32 2016, p. 9 : «ut, si quis predictorum critiche l’informazione boccac- nese di alcuni canti. Oltre a una ullo tempore in fortiam dicti com- munis pervenerit, talis pervenien ciana (INGLESE 2018 p. 97). Se 32 signe comburatur sic quod moria- Dante, però, fu sorpreso dal colpo FILIPPO VILLANI, Espositio seu tur». di stato fiorentino durante la sua comentum super Comoedia Dantis 19 frattura stilistica, Giorgio Padoan teoria possa essere stata udita fondo di verità riscontrabile nella individua uno iato temporale. La solamente da Dante stesso che, narrazione boccacciana, inter- pubblicazione casentinese sareb- quindi, era certo di aver spiegato viene anche Emilio Pasquini, dif- be avvenuta in tutta fretta, quan- precisamente la struttura del cer- ferendo da Padoan per il conte- do il poeta non aveva ancora chio, che, dunque, sarebbe diviso nuto del quadernuccio recupera- chiari i particolari della narra- al centro come quello degli avari to. Infatti tali documenti non zione seguente. Infatti, Pluto non e dei prodighi. Scrive Giorgio conterrebbero i primi sette canti è descritto minuziosamente in If Padoan: dell’Inferno, bensì il progetto di VII, cui sono solamente riservate un poema in lingua latina le cui le espressioni «maledetto lupo» «A giocargli lo scherzo di memo- terzine ritroveremmo nell’episto- (If VII 8) e «fiera crudele» (If VII ria fu verisimilmente proprio lo la di frate Ilaro.35 15), differentemente dagli altri stacco temporale, non necessa- Secondo Giorgio Inglese, l’e- custodi infernali incontrati da riamente molto ampio, ma che, spressione «seguitando» è da i- Dante e Virgilio nei canti prece- coincidendo con un momento tu- dentificare come un semplice rac- denti. Un altro elemento di dif- multuoso della sua vita, lo di- cordo narrativo senza alcun rife- ferenza tra i canti VII e VIII si strasse, momentaneamente ma rimento alla cronologia di com- può riscontrare nella descrizione profondamente dall’opera (e non posizione (INGLESE 2018 p. 98). della palude stigia. Infatti, mentre è il solo caso: si ricordi – anche Anche Alberto Casadei si allinea nel canto VII si può vedere il se è esempio ben minore – l’Ar- alla teoria di Inglese circa l’inci- ribollire dell’acqua, nel canto rigo di cui si chiede notizia a pit di If VIII, osservando però un VIII il pantano esalerebbe una Ciacco, If VI 80, e poi non più probabile fondo di verità nella nebbia che impedisce una vista nominato)» (PADOAN 1993 p. leggenda boccacciana. Sulla base nitida. A sostegno della sua tesi, 44). degli avvenimenti narrati da Giorgio Padoan reca l’assenza di Ciacco e del tema del dialogo tra una condanna esplicita dei super- Secondo lo studioso, un ulteriore il poeta e Francesca da Rimini (If bi e degli invidiosi nell’Inferno, elemento si può notare nelle dif- V), Casadei sostiene l’esistenza pur avendo Filippo Argenti tali ferenti posizioni assunte da Dante di un abbozzo dei primi quattro caratteristiche. nei confronti della politica fioren- canti dell’Inferno, poi rivisto e tina. Mentre in If VI il poeta mar- modificato, dopo che Dante li Quei fu al mondo persona ca la differenza tra i Neri e i ricevette durante il primo sog- orgogliosa;/ Bianchi, invece evidenzia la pro- giorno presso i Malaspina.36 Non bontà non è che sua memoria pria differenza dai ghibellini nel- c’è dubbio sulla retrocessione fregi:/ l’incontro con Farinata degli U- narrativa del canto VIII dell’In- 34 così s’ l’om ra sua qui furiosa./ berti, per poi essere additato in- ferno (PINTO 2011) e questo Quanti si tegnon or là sù gran direttamente da Brunetto Latini sembra far pensare a un innesto regi/ come un discendente dei romani a successivo, soprattutto alla luce che qui stanno come porci in differenza dei rozzi fiesolani che, degli studi di Bortolo Martinelli, brago/ ora, governano la città di Firenze. che arriva a identificare un Vetus di sé lasciando orribili dispregi./ Padoan, ripercorrendo le incon- Infernus nei primi sette canti del- gruenze narrative, teorizza un li- la Commedia, ove sono più forti (If VIII 46-51) cenziamento dei canti I-VII nel gli echi virgiliani. I restanti canti

1308 e la ripresa successiva dei sarebbero da attribuire a un dise- Noto è il vizio della superbia da restanti, anch’essi con uno iato gno successivo del poeta sulla attribuire ai sovrani. Questi vizi tra il XVI e il XVII, prima del- base della classificazione dei pec- capitali, suscitati dal medesimo l’ingresso a Malebolge. Circa il cati secondo la dottrina medie- sentimento, la «trestitia», non vale (MARTINELLI 2012). possono essere stati dimenticati mentarium, curante V. Nannucci, Fi- dal poeta fiorentino; è sufficiente renze, Piatti 1845, pp. 107-108: «In richiamare If VI 74-75: «super- qua fingit puniri apparenter iracondo bia, invidia e avarizia sono / le tre et superbos, et non apparenter, in faville c’hanno i cuori accesi». limo talis paludis, fingit puniri Lo studioso, forte di una chiosa di accidiosos et invidos in diversis parti

Pietro Alighieri, secondo cui nel- bus dicte paludis». 34 la stessa palude sono condannati A causa della comunanza di intenti iracondi, accidiosi, invidiosi e dei Bianchi e dei ghibellini, i Neri 33 superbi ipotizza che una tale marcarono sempre di più la loro differenza con «la parte selvaggia» 35 Si veda par. 3.4. 36 (If VI 65). Cfr. POLLIDORI, VALEN- L’ipotesi di Casadei è stata ripresa Allegherii, Le Lettere, Firenze, p. 39: TINA. (1995). Le rime di Guido Orl- da Le Pillole di Dante, rubrica video «a Moruello deinde honesta necess- andi (edizione critica), in «Studi di a cura del canale YouTube Enci- itate decedens, Casentinum applicuit, Filologia Italiana», LIII, pp.188-189 clopedia Infinita. La video – lezione ubi, aliquandiu manens, multum «Color di cener fatti son li Bianchi del prof. Alberto Casadei è visibile al operis edidit». […] che furon guelfi e or son ghi- link https://youtu.be/mSGqZ_v034k 33 Cfr. PETRI ALLEGHERII, Super Dan- bellini: / da ora innati sien ribelli, / (ultimo accesso 28.06.2020 ore tis ipsius genitoris Comoediam com- nemici del Cumun come gli Uberti». 12.30). 20

1.2.2 La composizione della arrivando alla pubblicazione di If La lettera, scoperta da Karl Witte, Commedia in Lunigiana I-VII nel 1308. La composizione è intesa come razo accompa- della prima cantica della Comme- gnatoria della canzone Amor da Durante il soggiorno in Lunigiana dia con le successive modifi- c e convien pur c ’io mi do lia è possibile che Dante avesse cazioni sarebbe avvenuta definiti- che narra di un amore per una recuperato, come racconta Boc- vamente nel 1314,38 dopo una fanciulla che avrebbe distolto caccio, del materiale rimasto a parziale pubblicazione di If IX- Dante dagli «officia libertatis».39 Firenze. Il dibattito sulla crono- XVI nel 1311. Tutto questo po- La connessione tra i due testi logia e la pubblicazione dell’In- trebbe essere confermato dal- danteschi non è provata, ma ac- ferno è complesso. Si è già di- l’Epistola IV, inviata da Dante a cettata tradizionalmente.40 L’epi- scusso circa la possibilità di com- Moroello Malaspina dal Casen- stola ci informa di un amore, posizione almeno del canto VI tino. tutt’altro che stilnovistico, che lo dell’Inferno a Firenze prima del- avrebbe distolto da un’opera di l’esilio (cfr. par. 1.2.1). Giorgio «Ne lateant dominum vincula meditazioni «tam celestia quam Petrocchi, autore de La Com- servi sui, quam affectus gratuitas terrestria». Sulla base di questa media secondo l’Antica Vul ata dominantis, et ne alia relata pro missiva, quindi, si potrebbe ten- scrive: aliis, que falsarum oppinionum tare di fare luce su un periodo seminaria frequentius esse solent, biografico dantesco molto oscuro, «L’autore […] concorda in linea negligentem predicent carcera- quello tra il 1307 e il novembre di massima sulla datazione 1304- tum, ad conspectum Magnificen- 1312. Dante avrebbe continuato a 8 per l’Inferno, 1308-12 circa per tie vestre presentis oracoli eriem tenere saldi i rapporti con il suo il Purgatorio, 1316-21 per il placuit destinare. Igitur michi a patrono lunigianese anche presso Paradiso, e solo insinua un lavo- limine suspirate postea curie la corte dei Conti Guidi nel Ca- ro a datazione intermedia, 1313- separato, in qua, velut sepe sub sentino. Emilio Pasquini e Marco 15, necessario per rivedere e admiratione vidistis, fas fuit se Santagata notano una consonanza quindi pubblicare le prime due qui libertatis officia, cum primum con l’incipit del canto XXV del cantiche, e si permette di inserire pedes iuxta Sarni fluenta securus Paradiso in cui la Commedia è un’ulteriore… insinuazione: è et incautus defigerem, subito heu! definita come «poema sacro / al possibile che Dante, tra il 1312 e mulier, ceu fulgur descendens, quale ha posto mano e cielo e il 1316, trascurasse completa- ap-paruit, nescio quomodo, meis terra» (Par XXV 2). In base a mente di attendere al suo poe- auspitiis undique moribus et questo, i due studiosi ritengono ma?» (PETROCCHI 1969 p. 64) forma conformis. O quam in eius che l’opera interrotta, di cui parla apparitione obstupui! Sed stupor Dante, sia la Commedia. Scrive Pertanto sulla base di quanto subsequentis tonitrui terrore Pasquini: «in Lunigiana [Dante] proposto da Petrocchi, se si do- cessavit. Nam sicut diurnis coru- avrebbe steso i primi due canti vesse prestare fede al ritrova- scationibus illico succedunt dell’Inferno, i successivi cinque mento del quadernuccio, potrem- tonitrua, sic inspecta flamma pul- in Casentino, pubblicandoli insie- mo avallare anche l’ipotesi di critudinis huius Amor terribilis et me nel 1308» (PASQUINI 2001 p. Emilio Pasquini circa il conte- imperiosus me tenuit, atque hic 8). Santagata ritiene che, dopo il nuto. Secondo lo studioso, il ma- ferox, tanquam dominus pulsus a recupero del materiale fiorentino, teriale recuperato non sarebbe patria post longum exilium sola Dante avrebbe ripreso la stesura altro che l’iniziale progetto di un in sua repatrians, quicquid eius dell’Inferno a metà del 1306 in poema latino la cui idea sarebbe contrarium fuerat intra me, Lunigiana, avrebbe interrotto la tramontata, ma di cui resterebbe veloccidit vel expulit velligavit. loro stesura arrivando presso il testimonianza nell’epistola di Occidit ergo propositum illud Casentino, incontrando l’amore frate Ilaro.37 Emilio Pasquini e laudabile quo a mulieribus sui- della «gozzuta alpigina»41 e lo Giorgio Padoan ritengono che il sque cantibus abstinebam; ac me- poema sia frutto dell’esilio. ditationes assiduas, quibus tam 39 Essendo un esule, Dante avrebbe celestia quam terrestria intuebar, Su tale questione cfr. VILLA 2014 pp. 1787-1789. dovuto mostrare ai propri pro- quasi suspectas, impie relegavit; 40 tettori la sua produttività poetica, Di notevole importanza per gli et denique, ne contra se amplius studi sulla montanina è il volume licenziando a poco a poco i suoi anima rebellaret, liberum meum AA.VV. 2009. Amor, da che convien componimenti. I due autorevoli ligavit arbitrium, ut non quo ego, pur c ’ io mi do lia a cura di Emilio dantisti teorizzano una diffusione sed quo ille vult, me verti Pasquini, Departamento de Filología per canti isolati, confermata an- oporteat. Regnat itaque Amor in Italiana UCM-Asociación Complu- che dall’assenza di autorevoli va- me, nulla refragante virtute; qua- tense de Dantología, Madrid. 41 rianti d’autore. Secondo la data- literque me regat, inferius extra Dante compone la canzone Amor zione di Giorgio Padoan, Dante sinum presentium requiratis» da c e convien pur c ’io mi do lia compose i primi due canti del- per una donna casentina il cui amore l’Inferno nel 1306 in Lunigiana, i (Epistola IV) è sensuale. Questo amore e questa canzone rappresentano un’interru- successivi canti nel Casentino, zione delle meditazioni dantesche. 38 Sulla morte di papa Clemente V Secondo Emilio Pasquini: «Si tratta, 37Sul poema latino si vede par. 3.4 (aprile 1314) si veda par. 6.1.2 inoltre, di un amore lontanissimo dai 21 avrebbe ripreso in seguito, ter- destinatario di questa missiva Se mai contin a c e ‘l poema minandolo nel suo ultimo sogg- aveva ben noti l’argomento dei sacro/ iorno a Lucca alla fine del 1308 o sonetti di Cino da Pistoia e al quale ha posto mano e cielo e all’inizio del 1309,42 non negando Dante: quest’ultimo, infatti, dopo terra i successivi accorgimenti.43 An- essersi mostrato come poeta- (Pd XXV 1-2, termini in che Jiménez è convinto che Dante filosofo, era caduto innamorato di evidenza miei) abbia composto la prima parte del una «gozzuta alpigina», disto- ove il poeta non ragiona delle poema in Lunigiana, ove accettò gliendosi dalla composizione del materie trattate, bensì del ruolo di riprendere il lavoro già iniziato Convivio. Dal Casentino, dove dell’ingegno umano e della gra- precedentemente, e lo abbia ulti- sperava che avesse successo l’ul- zia, ispiratori non più di una mato dopo l’interruzione qui de- timo tentativo di rientro a Fi- comedìa, ma di un poema sacro47 scritta (JIMÉNEZ 2015 pp. 33-41). renze, il poeta avrebbe scritto a (CASADEI 2019b p. 126). Scrive In sostanza, il poeta fiorentino un Malaspina per ricordare il Casadei: avrebbe voluto giustificarsi con tempo passato. Essendo ostaco- Moroello per l’interruzione del lato nella continuazione della progetto poetico. Al contrario, missione di cantor rectitudinis, «[…]la distinzione «infernale/ter- Giorgio Inglese ritiene che l’ope- non poteva fare ritorno alla corte restre/celeste» è condivisa sia a ra interrotta dal poeta fiorentino marchionale lunigianese. Caduta livello di scritture popolari, sia di sia il Convivio: «a me pare che, la maschera di poeta-filosofo, quelle colte, prima e dopo Dante, in antitesi a mulieres et… cantus secondo Casadei, 45 Dante iniziò e non poteva non essere applicata le meditationes relative a celestia oppure continuò (cfr. par. 1.2.1) nel caso in cui il poeta avesse siano tratti dal Convivio (basti la stesura della Commedia, una voluto far riferimento, nell’epi- rammentare che la voce cielo volta tornato a Lucca, ove si stola in esame, a un’opera in cui nell’indice analitico dell’edizione trovava anche il figlio Giovanni si stava esplicitamente parlando Vasolo-De Robertis occupa quasi per una transazione commer- dell’inferno.[…]Risulta insomma 46 molto improbabile che Dante, sei colonne)» (INGLESE 2018 p. ciale, e/o in Lunigiana tra il 101). Inglese, infatti, afferma che 1307 e il 1308. Se si presta fede pensando al suo Inferno a qua- il progetto della Commedia abbia al ritrovamento a Firenze di lunque stadio fosse giunto, non avuto inizio solamente dalle pre- materiale poetico riguardante la usasse il vocabolo più adeguato a messe del Convivio. Il poema a- Commedia, il poeta avrebbe ri- indicarlo, mentre la coppia «ter- vrebbe preso forza dalla morte preso la sua opera, però, non dal restria/celestia», oltretutto in dell’imperatore Alberto I d’A- canto VIII, ma dal canto V combinazione con l’accento, con- sburgo (1255-1308) o dopo l’ele- dell’Inferno; ciò sarebbe testimo- tenuto nell’epistola, riguardo alla zione di Enrico VII di Lussem- niato dall’argomento del dialogo lunga lontananza del poeta dalle burgo, quindi tra l’estate del 1308 con Francesca da Rimini: l’amore donne e dalle poesie amorose, si e i primi mesi del 1309. Dante che impedisce il libero arbitrio, adatta benissimo a quanto era avrebbe dedicato tutto se stesso proprio come la donna montanara appunto oggetto di particolare alla stesura del poema con le impedisce a Dante gli «officia meditazione nel IV libro del speranze di vedere realizzato il libertatis». Il canto V avrebbe Convivio» (CASADEI 2019b p. suo disegno politico. Sul desti- anche differenze stilistiche e al- 127). natario dell’epistola non concorda legoriche, rispetto ai precedenti. Alberto Casadei (Moroello di In base alla teoria di Casadei, non Se si accetta la teoria di Alberto Giovagallo è teorizzato sulla base ci sarebbero contraddizioni con la Casadei, allora Dante avrebbe di una chiosa non dantesca), che profezia di If VI, pronunciata da soggiornato una seconda volta in associa all’anonimo Malaspina Ciacco. Circa le meditazioni in- Lunigiana e in Lucchesia e a que- Franceschino di Mulazzo, protet- terrotte, il dantista si associa a sta permanenza si deve la com- tore di Dante e appassionato di Giorgio Inglese e ribadisce che posizione dell’Inferno e, forse, poesia.44 Secondo lo studioso, il l’incipit di Pd. XXV, anche del Purgatorio.

modi stilnovistici e più vicino alla stagione “petrosa”» (PASQUINI 2001 45 La sintesi della tesi, esposta da p. 9). 42 Alberto Casadei, è ascoltabile al In base a queste considerazioni si seguente link: devono eccettuare alcuni accorgi- https://youtu.be/mSGqZ_v034k menti o riscritture seguenti, come (ultimo accesso 26/05/2020 ore quella di papa Clemente V nel canto 15.36) XIX. Cfr. par. 6.1.2. 46 I biografi di Dante hanno ipotiz- zato che Giovanni sia da identificare 43Marco Santagata colloca la defini- come figlio illegittimo del poeta, tiva pubblicazione dell’Inferno nella sulla scorta del fondamentale contri- seconda metà del 1314. buto di MICHELE BARBI, Un altro 44 Sulla questione di Moroello di Gio- figlio di Dante, in Problemi di critica vagallo e di Franceschino si veda par. dantesca. Seconda serie (1920-1937), 47 Sul titolo della Commedia si veda 1.1.1 Firenze, Sansoni, 1941, pp. 347-370. CASADEI 2013 pp. 15-45 22

1.3 La pace di Castelnuovo concorrenti città di Genova e Tale era il nome del «vapor di Magra: 6 ottobre 1306 Lucca. Fin dai primi tempi fu Val di Magra» (If XX 145), inevitabile uno scontro tra le due signore di Giovagallo, e del figlio Che Dante sia stato presente in istituzioni che miravano al di Opizzino di Villafranca, fratel- Lunigiana è provato da due do- controllo della bassa Val di Vara, lo di Corradino (BARNES 2006). cumenti archivistici concernenti della Val di Magra e anche delle La controversia sorge per le se- una pace di natura privata tra il vie di comunicazione come la guenti espressioni: «dominos vescovo di Luni, Antonio Nuvo- Francigena. I possedimenti della Morroellum et Conradinum fra- lone da Camilla, e i discendenti di Curia Lunense non comprende- tres» e «praedictis Dominis Mor- Corrado Malaspina dello Spino vano originariamente l’intero roello et Conradino et fratibus». Secco. La prima testimonianza territorio lunigianese, ma i vesco- Livio Galanti, riassumendo le reca la procura di Franceschino di vi riuscirono gradualmente a varie posizioni critiche, scrive: Mulazzo con cui delegò Dante a sottomettere l’intero territorio dal rappresentare la famiglia per la monte Bardone alla costa. I poteri «Approvo in pieno quello che stipula della pace, mentre il se- comitali furono concessi al sosteneva lo Staffetti: che il condo documento fissa le clau- presule di Luni dall’imperatore Moroello citato nella procura è sole, pattuite dalle parti, nel pa- Federico I. Il conflitto tra i po- tutt’altra persona quello che il lazzo vescovile di Castelnuovo tentati si acuirono alla fine del notaio cita nell’atto della pace. Il Magra il 6 ottobre 1306. Queste XIII soprattutto a motivo di una primo è il figlio del fu Opizzino, rogazioni furono scoperte in pes- politica di restaurazione del e vien ricordato perché France- simo stato (tarli e polvere) nel- dominio temporale del vescovo schino rilascia anche per lui la l’archivio circondariale di Sarza- Enrico da Fucecchio. Il presule, procura a Dante; il secondo, na nel 1765 grazie a una ricerca volendo riorganizzare le strutture invece, per il quale il cugino suo commissionata da Manfredi Ma- territoriali della Curia e i metodi Franceschino non rilascia nessuna laspina di Terrarossa, che aveva di riscossione dei proventi dei procura, e si riserva perfino di intenzione di rivendicare i propri propri iura, ampliò le proprie fargli ratificare la pace conclusa, diritti sul paese di Treschietto fortificazioni e andò a creare una è il signore di Giovagallo, assente (attuale comune di Bagnone). Il complicata situazione giurisdizio- per gl’impegni politico-militari nobile appartenente al ramo dello nale. Il Codice Pelavicino ci in- che in quel tempo doveva sicu- Spino Fiorito, cercando prove forma di cinque accordi di ricon- ramente avere in Toscana. […] storiche negli archivi del circon- ciliazione tra il vescovo di Luni e Questa sicurezza [di veder dario, fu fautore del fortunato la famiglia marchionale.48 Per- firmata la pace, ndr] non si può, ritrovamento. I documenti furono tanto possiamo affermare che il invece, avere nei riguardi di stampati dall’avvocato Miglio- documento del 1306 non sia altro Moroello, che non ha rilasciato ratto Maccioni nel 1769 nel che un approdo definitivo tra una nessuna procura ed è assente; per Codex diplomaticus familiae curia sempre più debole e l’avan- cui il Poeta, a nome di Marchionum Malaspinianum, ma zare del potentato malaspiniano. Franceschino, se potrà, la farà nei erano già apparsi nelle Novelle Il codice presenta alcune proble- termini stabiliti ratificare anche a letterarie dei mesi settembre – matiche interpretative circa i Moroello. Una riserva che non ottobre 1767, trascritte da partecipanti alla pace della fami- poteva sicuramente riguardare il Giovanni Antonio Vivaldi con glia Malaspina, l’eventuale detta- Moroello di Villafranca per il l’ausilio del canonico Niccolò tura di Dante e il periodo di arri- quale la ratifica era già assicurata Maria Torriani. I due documenti, vo del poeta fiorentino in Luni- da parte del fratello Corradino». oggi conservati presso l’Archivio giana. Infatti, mentre c’è accordo (GALANTI 1985 pp. 39-40) di Stato di La Spezia, furono unanime nel riconoscere a Fran- rogati dal notaio sarzanese ceschino di Mulazzo il ruolo di Che Dante fosse presente alla Giovanni di Parente di Stupio e propugnatore della pace, non si rogazione della pace è certo, da conservati nel suo secondo concorda sul ruolo di Moroello, valutare invece è il suo apporto protocollo (3 gennaio 1304-23 data la presenza di un’omonimia. nella fase preparatoria prelimi- dicembre 1306). Data la loro nare. Infatti, vista la grande fi- rilevanza, alla fine del XIX ducia che Franceschino di Mu- 48 Il Codice Pelavicino è conservato secolo furono soggetti a un uso di presso l’Archivio Capitolare lunense, lazzo doveva riporre in Dante, reagenti chimici per rivelare la oggi a Sarzana, ed è formato da 426 nominandolo «procuratorem, ac- presenza di una firma autografa cc, di cui 26 non numerate, torem, factorem et nuncium spe- di Dante. Si aggiunga altresì la contenenti diversi documenti tra cui cialem Dantem Alegerii de Flo- grande macchia di umidità nella anche il Liber Iurium della Chiesa di rentia» (Pace di Castelnuovo), parte inferiore. La pace fu rogata Luni. Si veda Codice Pelavicino. pare difficile che il poeta fio- nel tentativo di arginare le Edizione digitale, a cura di E. Sal- rentino fosse giunto in Lunigiana incursioni e gli assalti orditi dai vatori, E. Riccardini, L. Balletto, R. solo nell’agosto e addirittura in Malaspina nei confronti dei Rosselli del Turco, C. Alzetta, C. Di un successivo momento.49 Dante, Pietro, C. Mannari, R. Masotti, A. territori sottoposti alla Curia Miaschi, 2014. lunense, ormai indebolita dallo 49 Sull’arrivo di Dante in Lunigiana si strapotere marchionale e dalle [consultato in data 07/05/2020] veda par. 3.1.4 23 avuta la procura «ante missam»50 della Pace di Castelnuovo fosse può notare il sonetto di accompa- a Sarzana per conto della famiglia stato composto sotto dettatura di gnamento dell’Epistola a Cino da marchionale, le cui richieste Dante, sarebbe la prima forma di Pistoia, opportunamente parafra- doveva avere ben chiare, sale a pensiero politico compiuto com- sato. Castelnuovo Magra per stilare le posto dal poeta.51 È dunque necessario definire i clausole con cui i Malaspina vettori della conoscenza delle riconoscevano al presule di essere opere di Dante: da chi Boccaccio la parte lesa, garantendo alla curia CAPITOLO 2 ha potuto conoscere così preci- l’amministrazione dei suoi ori- Giovanni Boccaccio alla scuola samente una grande mole di testi ginari possedimenti, ma chieden- poetica di Dante danteschi a Napoli? Nel cuore do l’amnistia per le azioni com- della città angioina, può essere piute. Eliana Maria Vecchi giu- 2.1 Giovanni Boccaccio fedele stato Pietro Piccolo da Monte- stifica anche la procura di Dante di Dante forte 55 il primo tramite possibile di disporre dei beni economico – della Commedia (BILLANOVICH immobiliari dei Malaspina, dal In questo paragrafo non si intende 1955 p. 17). Si deve a Sennuccio momento che avrebbe dovuto indagare il rapporto tra Dante e del Bene il ruolo di mediatore per garantire al vescovo Antonio da Boccaccio, non essendo im- le epistole dantesche e, forse, per Camilla un’obbligazione in caso portante ai presenti fini, ma solo l’epistola di frate Ilaro (INDIZIO 56 di mancato mantenimento delle accennare ai riferimenti danteschi 2014 p. 277). Per la conoscenza clausole (VECCHI 2008 pp. 60- nelle opere del Certaldese durante dei testi di ambito bolognese a 175). Di particolare interesse è il periodo napoletano e i primi Napoli, tra i quali, secondo l’inizio del trattato di pace la cui anni del rientro a Firenze. Si deve un’intuizione di Giorgio Padoan arenga riporta un linguaggio di- a Giuseppe Billanovich la ri- anche le Ecloge (PADOAN 1979), stante da quello utilizzato nor- composizione unitaria della pre- si può individuare Graziolo malmente del notaio rogatore. coce devozione a Dante di Boc- Bambaglioli, ben noto per il suo 57 Bertin ha ipotizzato, sulla base di caccio (BILLANOVICH 1947). Le commento all’Inferno. Si un’indagine linguistica delle opere boccacciane del periodo opere dantesche e soprattutto di 1332-1341 sono l’Elegia di C- 55 «Nacque probabilmente a Monte- Cassiodoro, un intervento dante- ostanza, la Caccia di Diana, l’Al- forte Irpino tra il 1306 e il 1308. sco nella redazione del testo stes- legoria mitologica, il Filocolo, il Allievo di Bartolomeo da Capua so (BERTIN 2005 pp. 1-34). Filostrato, le Rime, le epistole (Grammatico, 1562, c. 163v), coltivò Su tale ipotesi scrive Eliana Ma- latine, il Teseida. Si può osser- interessi grammaticali e retorici utili ria Vecchi: vare la presenza di echi della all’acquisizione delle abilità argo- mentative indispensabili sia nel foro, Commedia, della Vita Nova e di sia negli ambienti di corte e della «È possibile che l’esordio del- alcune Rime nella Caccia a 52 diplomazia. Questa preparazione do- l’instrumentum pacis, cui il brano Diana (1334 circa). Nell’episto- minata dal trivio gli consentì di fi- 53 suddetto [di Cassiodoro] si col- la Sacre famis si può notare un gurare tra i primi intellettuali del lega divenendone parte, abbia riferimento all’Ep. IV di Dante al Regno che avvertirono la portata raggiunto la sua definitiva, assai marchese Malaspina.54 Se il Te- innovativa della Commedia dante- più articolata, struttura in un seida consente di poter provare sca» (cfr. secondo momento, proprio grazia una conoscenza del De vulgari http://www.treccani.it/enciclopedia/pi a un ulteriore concorso compo- eloquentia da parte di Boccaccio, etro-piccolo-da- monteforte_%28Dizionario- sitivo di Dante il quale, dopo la la Commedia delle ninfe fio- Biografico%29/) [ultimo accesso conclusione dell’accordo pacifi- rentine (1342), opera del primis- 06/05/2020 ore 18.41] catorio, vi introdusse anche ele- simo periodo fiorentino, reca al- 56 Il ruolo di Sennuccio del Bene, qui menti di pensiero politico, for- cune riprese dello scambio eglo- solamente accennato, è analizzato ap- nendosi una più ampia arenga- gistico tra Dante e Giovanni del profonditamente ai par. 5.3.5 -5.3.6. narratio, colta e meditata, quasi Virgilio. Nel Filocolo invece si 57 Scrivono Albanese e Pontari: «In un sigillo delle sue meditazioni qualità di secondo cancelliere del Comune, il Bambaglioli sarebbe politiche» (VECCHI 2008 p. 160). 51 Per i riferimenti alla teoria del rimasto in carica fino al marzo 1334, CLSD si vedano MANUGUERRA 2003 allorché con tutta la sua famiglia Secondo una teoria del Centro pp. 5-6 e MANUGUERRA 2006 pp. venne colpito dalla pensa dell’esilio Lunigianese di Studi Danteschi, 69;74 […] e scelse Napoli come dimora del 52 Dante maturò l’intuizione per il Cfr. BILLANOVICH 1947 suo confino. […] La fama di proprio trattato politico, la Mo- 53 Per un’edizione delle epistole boc- Graziolo tra i dantisti è ovviamente narchia, proprio presso la corte cacciane si veda GIOVANNI BOC- legata soprattutto alla sua attività di dei Malaspina. Infatti, visto il CACCIO, Rime; Carmina; Epistole e esegeta della Commedia, e in misura riferimento alle Variae di Cassio- lettere; Vite; De Canaria, a cura di minore anche alla probabile difesa doro, se il preambolo degli Atti Vittore Branca, Giuseppe Velli, Gi- che il cancelliere bolognese sostenne netta Auzzas, Renata Fabbri, Manlio della Monarchia, pubblicamente Pastore Stocchi, Milano, Mondadori, bruciata a Bologna nel 1329. […] 50 Mirco Manuguerra indica come 1992. Tale ipotesi [sc. quella del 54 orario le 7.00 (MANUGUERRA 2006 Per un’analisi approfondita si veda coinvolgimento di Graziolo nella pp.65-70) par. 1.2.2 prima diffusione delle Ecloge] ripresa 24 possono anche ipotizzare altri studio per i classicisti, lo p. 267). Queste trascrizioni sono vettori della conoscenza dantesca Zibaldone è molto più complesso, inscrivibili nel primo periodo na- di Boccaccio: Paolo da Perugia, poiché tradisce testimonianze poletano (1334-1335) e, secondo tramite dell’arrivo di Cino da uniche, quali alcune epistole dan- Gabriella Albanese, mostrano un Pistoia a Napoli (INDIZIO 2014 p. tesche, componimenti petrarche- interesse del Certaldese che si 278), e Dionigi di Borgo S. schi, alcuni versi boccacciani e estende alle «arti del quadrivio» 58 Sepolcro. È quindi da eviden- altri versi di poeti trecenteschi. (ALBANESE 2013 p. 70). ziare che Boccaccio ebbe un Dato che lo Zibaldone è da La seconda sezione è formata accesso di primo ordine alle considerarsi un codice composito, dalla giustapposizione di fogli opere dantesche durante il suo costituito da tre sezioni (cfr. sparsi del graduale, 2 quaterni e 4 soggiorno napoletano. infra), nel 1915 fu riprodotta in fogli singoli che occupano i cc. facsimile solo la terza parte, l’u- 26r-45v, recanti le trascrizioni più nica allora riconosciuta autografa antiche di Boccaccio, risalenti al 2.1 Lo Zibaldone Laurenziano (ZAMPONI ET AL. 1996 p. 183). periodo fiorentino in cui fre- XXIX 8 L’analisi dello Zibaldone è quentava la scuola di Giovanni

molto complessa, vista la provvi- Mazzuoli da Strada (1326-1327), 2.1.1. I due manoscritti lau- sorietà dei materiali e la stra- padre di Zanobi. La c. 45v con- renziani di Boccaccio tigrafia testuale. Boccaccio lo ri- tiene una punta cronologica cavò con la Miscellanea dall’a- molto più avanzata: il Certaldese Negli ultimi anni del XIX secolo dattamento di un antico codice trascrisse tre alfabeti e un’epi- Henri Hauvette iniziò uno studio liturgico palinsesto, scritto in be- grafe greca scoperta a San Felice sistemico volto a confermare neventana, contenente un gra- a Ema (1327). l’autografia di alcuni manoscritti duale e risalente alla seconda Ai presenti fini, risultano di gran- boccacciani conservati presso la metà del XII secolo. Giuseppe de importanza i testi contenuti tra Biblioteca Laurenziana di Indizio ci informa che l’acquisto i cc. 46r-77v, che Giuseppe Firenze. Lo studioso non fu certo del supporto è avvenuto a Napoli Indizio divide in tre sottosezioni, il primo a studiare i manufatti del all’incirca tra il 1330 e il 1335 cc. 46r-59v; 60r-72v; 73r-77v 59 Certaldese, ma a lui si deve la (INDIZIO 2014 p. 266). Il codice (INDIZIO 2014 pp. 267-275). La conferma dell’autografia del ms. smembrato servì al giovane prima sottosezione è quanto mai Pl. XXXIII 31 (Miscellanea Boccaccio per vari obiettivi. La composita, sia dal punto di vista laurenziana) e del ms. Pl. XXIX 8 complessità del codice è dovuta contenutistico sia cronologico: i (Zibaldone laurenziano), di cui ai vari livelli di scrittura sovrap- testi sono collocabili dal 1339 al però riconosce la scrittura di posta alla beneventana. 1348. L’unica incertezza verte Boccaccio solamente nei cc. 46- sulla trascrizione dell’egloga di 77. I due manoscritti sono sostan- Giovanni del Virgilio ad Alber- zialmente sincroni, ma hanno 2.2.2. La divisione interna tino Mussato. Secondo Indizio, contenuti differenti. Mentre la dello Zibaldone visti gli elementi che avvicinano Miscellanea reca testimonianza sensibilmente l’egloga a Mussato dello studio del Certaldese degli È possibile dividere il ms. al Teseida, opera composta nel autori latini, quindi è oggetto di Laurenziano Pluteo XXIX 8, alla 1340 circa, sarebbe antiecono- luce degli studi più recenti, in tre mico proporre la trascrizione nel

sezioni, la prima delle quali è periodo romagnolo del Certaldese e sostenuta da Giuseppe Indizio e, più di recente, avvalorata dalle composta dai cc. 2r-25v, tre (1345-1348 circa), ma dovrebbe indagini sulla tradizione manoscritta quaterni palinsesti con scrittura a essere anticipata agli ultimi anni delle Egloge da Gabriella Albanese, doppia colonna, contenente le della permanenza napoletana. La fa di Graziolo Bambaglioli il opere di Andalò del Negro. datazione tarda è stata proposta candidato più credibile tra i possibili Astronomo e geografo genovese, da Zamponi sulla base di uno vettori della Corrispondenza poetica Boccaccio partecipò alle sue schema di rigatura, ma, come di Dante e Giovanni del Virgilio a lezioni a Napoli sicuramente segnalato da Di Benedetto e Napoli» (ALBANESE – PONTARI 2016 prima del 1334, anno della sua Padoan (PADOAN 1979 p. 47), i pp. 66-68). morte. Lo Zibaldone reca il cc. 56 – 59 sono stati collocati in 58 Dionigi da Borgo S. Sepolcro (1300-1342) fu un teologo e monaco Tractatus de spere materialis e la maniera errata da un tardo rile- agostiniano, noto soprattutto per la prima parte del Tractatus gatore. Indizio infine ritiene che, sua amicizia con Petrarca e per i theorice planetarum, la cui sulla base delle Rime napoletane rapporti con Giovanni Boccaccio. Il assenza, secondo Giorgio Padoan, e del Filocolo, Boccaccio cono- religioso era legato in particolar è dovuta alla caduta di un scesse l’egloga all’incirca nel modo ai cardinali Napoleone Orsini e fascicolo (PADOAN 1978 pp. 229- 1338 (INDIZIO 2014 p. 269). Giovanni Colonna, quindi è assai 246). Non concorda Giuseppe probabile la conoscenza dell’epistola Indizio secondo cui, pur dantesca ai cardinali italiani. Per una ammettendo la caduta di un biografia approfondita si veda fascicolo, il resto del codice non 59 http://www.treccani.it/enciclopedia/di Si riportano in APPENDICE 2 le onigi-da-borgo- sarebbe stato sufficiente per divisioni in conformità con quanto sansepolcro_(Dizionario-Biografico) contenere l’opera (INDIZIO 2014 scritto da Giuseppe Indi-zio. 25

2.2.3. La sezione dell’Epistola – PONTARI 2016 pp. 67-68). 2.2 Criteri di definizione di un di frate Ilaro Scrive Indizio: falso

La seconda sezione, compren- «È proprio Campana che assevera Questo paragrafo si propone di dente i cc. 60r-72v, è stata la piena solidarietà grafica della tracciare un profilo storico del oggetto di controversie crono- corrispondenza intercorsa tra Del concetto di falso e di falso logiche dovute soprattutto al Virgilio e Vacchetta con gli altri dantesco per una corretta esegesi criterio paleografico. Giuseppe testi romagnoli di cc. 75r-76r e di dell’epistola di frate Ilaro, la cui Indizio ricusa la datazione pro- parte di c. 77r, come per primo autenticità è solo ipotizzabile (cfr. posta da Zamponi et al. di già Billanovich, concordemente par. 3.2). collocare i cc. 67-72 nel periodo seguito da Di Benedetto e fiorentino (1340-1341), posti- Padoan» (INDIZIO 2014 p. 273). 2.2.1 Il concetto di falso nel cipandole di due anni rispetto alle tempo tre epistole antiquiores di Possiamo dunque ipotizzare che Boccaccio (INDIZIO 2014 p. sia errata l’inversione cronologica La storia dei falsi si perde nel 271)60. Un elemento addotto dallo tra le Ecloge, collocando la tempo, ma gli studiosi hanno po- studioso si basa su un’attenta conoscenza dello scambio tuto determinare i criteri dif- analisi dell’uso delle maiuscole, dantesco – del virgiliano nel ferenti che hanno caratterizzato i omogeneo nei cc. 46v-72v dello periodo napoletano (1340-1341) falsari in diverse epoche. Zibaldone e nei cc. 17r-38v della sulla base di criteri cronologici e Secondo la definizione di Bart D. Miscellanea, collocabili attorno paleografici; da collocare durante Ehrman si definisce falso «un al 1339. Secondo Giuseppe In- il soggiorno romagnolo (1342- testo in cui si dice che a scriverlo dizio, la datazione della tra- 1348) è invece l’egloga tra Del è stato qualcuno (un personaggio scrizione dell’epistola di Ilaro è Virgilio e Vacchetta. famoso) che invece non è stato». in stretta connessione con la L’ultima sezione, 3 fogli e 1 (EHRMAN 2018 p. 31). Il filologo datazione delle Ecloge di Dante e bifolio, comprende i cc. 73r-77v aggiunge altresì che per definire Giovanni del Virgilio. La critica ed è inscrivibile al periodo un falso deve potersi provare il ha dibattuto per molto tempo fiorentino-romagnolo di dolo; in caso contrario potrebbe soprattutto in relazione all’egloga Boccaccio, tra il 1342 e il 1348 trattarsi di un’errata attribuzione del maestro bolognese con Guido circa. In sintesi scrive Giuseppe o di un’assegnazione a un autore Vacchetta.61 Secondo Zamponi, il Indizio: omonimo.62 Certaldese sarebbe venuto a co- È opportuno premettere un con- noscenza tra il 1340-1341 non dei «Le conclusioni di questa parte cetto chiave per la definizione di testi danteschi, ma solo di quelli dell’analisi conducono ad una un falso. Le tipologie di manu- di Del Virgilio - Vacchetta, come prima rilevante osservazione: pur fatti soggetti a falsificazione sono mostrerebbe la Commedia delle con le inevitabili approssimazioni influenzati dalle condizioni sto- ninfe fiorentine (ZAMPONI ET AL. del caso, la determinazione rico – ambientali in cui sono 2013 pp. 185-186). Secondo l’ar- cronologica più attendibile porta prodotti. Se nel periodo ellenisti- gomentazione di Indizio, i il testo ilariano al 1340-‘41; la co (III – II sec. a.C.) le biblio- riferimenti dell’opera boccac- lieve postdatazione, avanzata in teche di Alessandria e Per-gamo ciana sono da attribuire allo modo non convincente nello acquistavano a prezzi elevati i scambio Dante – Del Virgilio. A studio collettivo, opta per l’inizio manufatti dei più svariati autori riprova cronologica, possiamo del secondo periodo fiorentino di per arricchire la propria collezio- recare la figura di Graziolo Boccaccio (1342) e non dà ne, è sorta contemporaneamente Bambaglioli, esiliato da Bologna comunque supporto a quanto una «sensibilità protofilologica» nel 1334 e indicato da Gabriella sostenuto da Billanovich, nonché (INDIZIO 2006 p. 97) volta a sma- Albanese e Paolo Pontari come da altri sulla sola sua autorità: lo scherare i falsi prodotti per ra- uno dei probabili vettori della studioso, obbligatosi nei margini gione economica. Cambiando le diffusione delle Ecloge in di una prospettiva retoricistica, ha condizioni cul-turali, se fino al IV territorio partenopeo, (ALBANESE coerentemente circoscritto la sec. d.C. sono prodotti falsi neo- datazione al 1348-‘49, termine testamentari, come ad esempio la 63 60 Per uno studio più approfondito si irricevibile» (INDIZIO 2014 p. Lettera a Tito, tra il V e il VII veda INDIZIO 2014 pp. 270-271. 274). sec. sono sorti manufatti di argo- 61 L’egloga di Giovanni del Virgilio a mento teologico volti a sconfes- Guido Vacchetta è collocabile nel Indizio auspica che i futuri studi sare o a confermare dottrine cri- periodo immedia-tamente precedente circa l’epistola ilariana non rilan- stiane differenti da quelli accet- o successivo alla corrispondenza cino il termine 1348 per poca tate canonicamente dalla Chiesa. eglogistica del maestro bolognese informazione (INDIZIO 2014 p. Tra l’XI e il XIV secolo aumen- con Dante. Per uno studio appro- 275). UGUSTO AMPANA fondito si veda A C , Guido Vacchetta e Giovanni del 62 Per un’analisi approfondita con

Virgilio (e Dante), «Rivista di Cul- annessi esempi si veda EHRMAN 2018 tura Classica e Medievale», VII, pp. 21-47. 63 1965, pp. 252-265 Cfr. INDIZIO 2006 p. 99 26 tano falsi di natura legale, crona- la prima pubblica lettura della sostengono l’autenticità della che di Ordini religiosi e docu- Commedia nella chiesa di Santo missiva e coloro che la ricu- 71 menti canonici (INDIZIO 2006 p. Stefano in Badia a Firenze da sano: editando il testo, i critici 100). A questa era del falso si parte di Giovanni Boccaccio hanno studiato il «ruolo di Boc- ascrive l’epistola di frate Ilaro. «perché la Commedia riceva una caccio copista o rifacitore se non consacrazione ufficiale e trovi addirittura falsificatore» (ARDUI- conseguentemente discreta acco- NI – STOREY 2006 p. 78). È ind- 2.2.2 Dante e il falso glienza nel margine dei classici» ubbio il fatto che se si dimo- (ROSSI 2002 p. 149). Inoltre, se di strasse la veridicità dell’episodio All’epoca di Dante, secondo Giu- falso si tratta, perché il falsario narrato, la testimonianza di Ilaro seppe Indizio, non era cultural- non ha inserito “universali con- sarebbe una tessera fondamentale mente praticata ed è anacronistico divisi” come la dedica del Para- per la biografia dantesca. Scrivo- supporre l’imitazione fraudolenta diso a Cangrande della Scala? In no Arduini e Storey: di testi contemporanei (INDIZIO conclusione si deve ammettere 2006 p. 101). Se, come si addice che, sebbene ci siano elementi «Fondamentale, però, nelle con- a un falsario, l’epistola di frate utili per ipotizzare la veridicità siderazioni del rapporto fra Boc- Ilaro non presenta anacronismi dell’episodio narrato nelle linee caccio e l’esemplare è l’orien- evidenti (cfr. par. 5.2), il manu- fondamentali,67 sarebbe irragio- tamento grafico del copista non fatto non reca nemmeno un ele- nevole escludere alcune manipo- solo nella cura con cui esegue la mento importante nell’ottica di lazioni nella trasmissione a trascrizione ma anche nei ‘difetti’ una falsificazione: l’esplicito ri- Giovanni Boccaccio del manu- della copia, da errori, correzioni, ferimento a Dante. Che Dante fatto68. abbreviazioni alla disposizione rappresenti oggi una celebre auc- grafica delle diverse componenti. toritas è fuor di dubbio, ma non Tutta l’organizzazione della copia era così tra il 1325-1340, prima CAPITOLO 3 è rivelatoria dei meccanismi di che Boccaccio si impegnasse «in Egregio et magnifico viro produzione da parte del copista - una vera e propria opera di evan- Uguiccioni de Fagiola: il testo una produzione caratterizzata da gelizzazione dantesca» (INDIZIO dell’epistola di frate Ilaro e molteplici periodi di lavoro e da 2006 p. 103). Gli unici centri in l’esegesi degli argomenti interni diversi registri di copia, tipici del cui l’autore era conosciuto appro- genere- zibaldone, che rendono fonditamente64 erano Firenze, Bo- ancora più complicata l’analisi logna e Ravenna. Se Dante fu 3.1 La c. 67r e l’edizione critica storico-grafica – e delle caratte- consapevole della propria gran- del testo ristiche del suo esemplare» (AR- dezza,65 la sua fama non si espan- DUINI – STOREY 2006 p. 78). se molto nemmeno dopo la sua All’interno della terza sezione morte, tanto che alcuni luoghi dello Zibaldone boccacciano (cfr. Analizzando l’assetto grafico del- testuali della Commedia sono par. 2.2), alla c. 67r possiamo l’epistole trascritte nello Zibal- stati modificati se non censurati trovare la sola testimonianza di done Laurenziano, mentre Boc- dai suoi precoci commentatori. un testo che nei secoli avrebbe caccio utilizza un’impaginazione (INDIZIO 2006 p. 106). Dunque, assunto un ruolo assai importante in due colonne per le sue missive anche se ci trovassimo di fronte a negli studi danteschi:69 l’epistola in prosa (Zib. cc. 50v-52r), sono un falsario mosso dallo spirito di di frate Ilaro a Uguccione della disposte, invece, a piena pagina le reverenza nei confronti di Dante, Faggiola, signore di Pisa e di epistole dantesche (c. 62v-63r) e perché produrre un falso attorno a Lucca. Tale testo è un unicum; l’autografa boccacciana Sacre un poeta ancora non molto avva- non esistono infatti altri mano- famis (c. 65r-65v),72 la cui im- lorato dall’intellighenzia accade- scritti che riportino l’epistola o paginazione presenta accuratezza mico-clericale dell’epoca? (INDI- 66 che accennino al relativo conte- e armonia nel rapporto tra spazi ZIO 2006 p. 107) Si dovrà nuto.70 È importante evidenziare bianchi e scrittura. Lo stesso non attendere il 23 ottobre 1373 con la particolare collocazione del- può dirsi della c. 67r (Epistola di

64 l’epistola: Giovanni Boccaccio la frate Ilaro) ove la trascrizione è Sulla conoscenza di Dante da parte colloca tra i testi danteschi. È tutt’altro che accurata. Si può dell’autore dell’epistola si veda par. 5.3.5 ragionevole ipotizzare che il affermare che, in base ai canoni 65 Cfr. PADOAN 1975 p. 109 «Nessun Certaldese desse grande valore dell’epistolografia medievale, la uomo più di Dante ebbe consape- alla testimonianza ilariana. Poi- lettera copiata da Boccaccio è volezza della propria grandezza, nes- ché la tradizione è unite stimo- suno più di lui sperò nel riconosci- niale, la critica si è divisa nel 71 Cfr. cap. 4 mento dei propri alti meriti artistici: e corso dei secoli tra coloro che 72 Per un’edizione delle epistole nessuno ne ottenne meno». boccacciane si veda GIOVANNI BOC- 66 È importante sottolineare il fatto CACCIO, Rime; Carmina; Epistole e che se alcuni testi danteschi circo- 67 Cfr. par. 5.3.2 sulla contraddizione lettere; Vite; De Canaria, a cura di larono precocemente (cfr. par. 6.1.2), della Regula Sancti Benedicti. Vittore Branca, Giuseppe Velli, la stretta cerchia di lettori non è 68 Cfr. parr. 5.3.5-5.3.6 Ginetta Auzzas, Renata Fabbri, Man- sufficiente per elevare Dante ad auc- 69 Cfr. cap. 4 lio Pastore Stocchi, Milano, Monda- toritas. 70 Cfr. par. 3.2 dori, 1992. 27 mancante di una vera e propria nenti, frater Ylarus,77 humilis Lunensem dyocesym transitum petitio, in cui si può leggere una monacus de Corvo78 in faucibus faceret, sive loci devotione sive richiesta del mittente, della Macre, salutem in Eo qui est alia causa motus, ad locum mo- conclusio e della datatio.73 om[n]ium vera salus. nasterii supradicti se transtu- Secondo Arduini e Storey, la lit.[8]Quem ego cum viderem, punteggiatura problematica, le [Exordium] [2] Sicut Salvator adhuc et michi et aliis fratribus diverse abbreviazioni tormentate, noster evangelizzat, bonus homo meis ignotum interrogavi quid come «al(iter) q(ue)ret» (Epistola debono thesauro cordis sui peteret; et cum ipse verbunon 8 n22), applicate in modo incerto profert bonum. In quo duo inserta redderet, sed loci tamen con- e gli errori di trascrizione, come videntur: utscilicet per ea que structionem inspiceret, iterum «postulatu(m)» (Epistola 15 n31), foras eveniunt intrinseca inter[r]ogavi qui peteret aliter delineano il profilo di un copista congnoscamus in aliis, et ut quereret. Tunc ille, circumspectis selettivo che ha copiato dell’an- perverba que ob hoc data sunt mecum fratribus, dixit: Pacem. tigrafo solamente ciò che ri- nobis nostra manifestemus [9] Hincmagis ac magis exarsi ad teneva interessante. (ARDUINI – interna. A fructu enim eorum, ut congnoscendum de illo, cuius 74 STOREY 2006 p. 80). scriptum est, congnoscetis eos. condit[i]onis homohic esset Si riporta di seguito il testo [3] Quod, licet de peccatoribus traxique illum seorsum ab aliis, dell’epistola di frate Ilaro in con- hoc dicatur, multo universalius et habito secum deinde colloquio formità all’edizione diplomatico de iustis intelligere possumus, ipsum congnovi. Quem quamvis – interpretativa di Beatrice cum isti semper proferendi et illi illum ante diem minime vidissem, Arduini e Wayne Storey.75 semper abscondendi famaeius ad me per longa primo persuasionem quodammodo tempora venerat.81 [Salutatio] [1] Egregio et recipiant. [4] Nec solum glorie mangnifico viro domino Uguic- desiderium persuadet ut bona que [Petitio] [10] Pos[t]quam vero cioni de Fagiola76 inter Ytalicos intus habemus fructificent de vidit me totaliter sibi attentum proceres quam plurimum premi- foris, quin ipsum Dei deterret affectumque meum ad sua verba imperium, ne si quanobis de congnovit, libellum quendam de 73«Per essi [sc. i dictatore medievali] gratia sunt concessa maneant sinu proprio satis familiariter l'epistola (definita da Alberico da otiosa. Nam Deus et natura reseravit et liberaliter michi Monte Cassino come "congrua otiosa despiciunt. Propter quod obtulit. Ecce – dixit - mea pars sermonum ordinatio ad exprimendam arbor illa que in etate sua operis mei quod forte nunquam intentionem delegantis instituta", fructum denegat ingni vidisti; talia vobis monumenta oppure come "oratio ex constitutis da[m]pnatur.[5] Vere igitur iste relinquo ut mei memoriam fir- sibi partibus congrue ac distincte composita, delegantis affectum plene homo cuius opus cum suis mius teneatis; [11] et cum significans") constava essenzialmente expositionibus a me factis exibuisset quem [ipsum] libellum di cinque parti: la salutatio, con il destinare intendo, inter alios [iam dixi] ego in gremium nome della persona cui si scrive al Ytalos, hec, quomodo dicitur, gratanter accepi, aperui et in eius dativo seguito dal nome dello deprolat[i]one interni thesauri a presentiaoculos cum affect[i]one scrivente (all'esterno l'indirizzo pueritia reservasse videtur; cum, defixi. Cumque verba vulgaria s'avvicina al tipo moderno con il secundum quod accepi ab aliis, percepissem et quodammodo me- nome della persona e i titoli al quod mirabile est, ante me admirari ostenderem, cunta- dativo), l'exordium, o benevolentiae pubertatem inaudita loqui tionis mee causam petivit. [12] captatio, o proemium, o proverbium, generalmente formato da una tentavit; [6] et, mirabilius, que Cui me super qualitate sermonis sentenza o da un motto, l'elocutio, la vix ipso latino possunt per viros admirari respondi, tum quia narratio e la conclusio. Qualche excellenctissimos explicari, difficile ymo inoppinabile vi- trattatista aggiunge anche la conatus est vulgari aperire de[re]tur intentionem tam ar- valedictio e la data, segnata sempre - sermone, vulgari, dico, non duam vulgariter exprimipotuisse, questa - all'uso medievale». Cfr. simplici, sed musico. Et ut laudes tum quia inconveniens videbatur http://www.treccani.it/enciclopedia/s ipsius in suis operibus esse coniunctio tante sententie ami- critture-epistolari_%28Enciclopedia- sinantur, ubi sine dubio apud culo populari. [13] Inquid enim Italiana%29/ anche per una storia sapientes clarius elucescunt, ille respondens: rationabil[i]ter completa dell’epistolografia [ultimo 79 accesso 15/05/2020 ore 09.18]. Per breviter ad propositum veniam. certe pensaris; et cum a principio un’analisi approfondita si veda anche celitus fortasse semen infusum in ARMANDO PETRUCCI, Scrivere lettere: [Narratio] [7] Ecce igitur quod huiusmodi propositum germi- una storia plurimillenaria, Bari – cum iste homo ad partes ultra- naret vocem ad h[o]clegiptimam Roma, Edizioni Laterza, 2008. montanas ire intenderet80, et per preelegi. Nec tantummodo pre- 74 Per un’esposizione più dettagliata e elegi quin ymo cum ipsa more completa si veda (ARDUINI – STOREY 77 solito poetando incepi: 2006 p. 80) L’esegesi del mittente è studiata al 75 I criteri dell’edizioni sono esposti par. 5.3. 78 [14] Ultima rengna canam flu- in (ARDUINI – STOREY 2006 pp. 80- Per la storia del monastero si veda 81) il par. 5.1. vido contermina mundo, 76 La figura del destinatario è analiz- 79 Cfr. par. 3.4. zata al par. 5.4. 80 Cfr. cap. 7 81 Per la narratio si veda par. 5.3 28

Spiritibus que lata patent, que 3.2 Sintesi del contenuto del 3.3 Le glosulae all’Inferno86 premia solvunt, manufatto ilariano 3.3.1 Il vocabolo glosula Pro meritis cuicunque suis. Scopo di questo paragrafo è la Quasi al termine dell’epistola [15] Sed cum presentis evi con- sintesi del contenuto dell’Epistola [17], frate Ilaro ci informa di una dit[i]onem rependerem, vidi can- di frate Ilaro a Uguccione della richiesta dello stesso Dante: il tus illustrium poetarum quasi pro Faggiola. Un monaco benedet- monaco avrebbe dovuto glossare nicilo esse [a]biectos. [16] Et tino pulsanese di nome Ilaro, ap- la copia dell’Inferno da inviare a hoc ideo [quod] generosi homi- partenente al Monastero di Santa Uguccione della Faggiola. Sulla nes quibus talia meliori tempore Croce del Corvo «in faucibus natura di questa richiesta si scribebantur liberales artes, pro Macre» avrebbe visto giungere continua a dibattere. Nel Medio- dolor, dimisere plebeis. Propter presso il proprio romitorio un evo erano quasi obbligatorie le quod lirulam qua fretuseram viandante misterioso e schivo glosse a opere latine, siano esse deposui, aliam preparans conve- che, dopo un iniziale rifiuto di antiche o medievali; proprio que- nientem sensibus modernorum. rispondere alle domande di mo- sti commenti sono definiti glo- Frustra enim mandibilis cibus ad naci, avrebbe riferito di cercare la sulae per le opere di autori come ora lactentium admovetur.82[17] Pace. Dopo un primo momento, il Prisciano, Lucano e Ovidio, di Que cum dixisset, multum affec- monaco avrebbe riconosciuto cui – ci informa Alberto Casadei tuose subiu[n]xit ut, si talibus nell’ospite Dante Alighieri e – fu glossatore Giovanni del vacare liceret, opus illudcum avrebbe conversato con il poeta Virgilio, nel cui ambiente fu pro- quibusdam glosulis prosequenter in un luogo appartato. Durante dotta, secondo la tesi di Bellomo, et meis deinde glosulis sotiatum questo colloquio, il poeta l’epistola (CASADEI 2013 p. 138). vobistransmicterem. [18] Quod fiorentino avrebbe mostrato al Certamente non deve passare quidem [feci], et si non ad ple- monaco un «libellum quendam», inosservata la possibilità che il num que in verbis eius latent la cui alta materia, secondo il termine si possa riferire effet- enucleavi, fideliter tamen labo- parere del religioso, avrebbe tivamente a un testo latino. Ilaro ravi et animo liberali.83[19] Et avuto necessità di una trattazione avrebbe potuto commentare i utper illum amicissimum vestrum in lingua latina e non in volgare. versi latini danteschi [14] e iniunctum fuit, opus ipsum Dante allora, visto lo stupore del inviarli a Uguccione della Fag- destino post[il]latum. In quo si monaco, avrebbe recato come giola, mentre non sarebbero stati quid apparebit ambiguum, insuf- giustificazione l’abbandono delle necessari per un testo volgare. Un ficientie mee tantum modo im- arti liberali e della conoscenza ulteriore indizio terminologico putetis, cum sine dubio textus delle lingue antiche da parte dei potrebbe giungere dall’assenza ipse debeat omniquaque perfectus contemporanei. Lo stesso poeta del termine glosula negli antichi haberi. [20] Si vero de aliis avrebbe affermato di aver commenti della Commedia che duabus partibus huius operis inizialmente composto alcuni usano il più diffuso glosae:87 aliquando mangnificentia vestra versi in lingua latina. Conclusa la Se le fazion che porti non son perquireret,84 velud qui ex col- sua giustificazione circa la lingua false, / Venedico se' tu Caccia- lectione partium ad integrare utilizzata, Dante avrebbe richie- nemico. «Quia lictera per semo- proponit, ab egregio viro domino sto a Ilaro la composizione di strat de persona et nomine Morello marchione secundam alcune glosse per l’opera mo- cruciati presentis et de causa cru- partemque ad istam sequitur re- strata, che era destinata a Uguc- quiratis; et apud illustrissumum cione della Faggiola. Il signore di Fredericum RegemCicilie poterit Pisa avrebbe potuto trovare il 85 ultima inveniri. [21] Nam sicut seguito dell’opera presso Moro- 86 Nei parr. 3.3-3.4 i riferimenti ille qui auctor est michiasseruit ello Malaspina e presso Federico, inseriti tra parentesi quadre [] ri- se in suo proposito destinasse re di Sicilia. Dunque, dopo una mandano al testo dell’epistola di frate postquam totam consideravit breve permanenza, Dante sarebbe Ilaro nel par. 3.1 87 Ytaliam,vos tres omnibus pre- partito per recarsi «ad partes Per le citazioni si fa riferimento al elegit ad oblat[i]onem istius ultramontanas». Si è dedicato il Dartmouth Dante Project, interrogato operis tripartiti. capitolo 7 all’analisi di questo da chi scrive il 09-04-2020 alle ore 10.30 e consultato attraverso il sito tassello biografico dantesco. http://www.dante.dartmouth.edu/. Nel riportare la sintesi del Avendo ricercato il termine glosa, la contenuto dell’epistola, l’utilizzo ricerca ha individuato 154 occorrenze del condizionale è giustificato dal di cui 146 contenute nei commenti momento che la copia di Boc- precedenti al 1405; 142 su 154 sono caccio è l’unica testimonianza contenute nel commento di Pietro della missiva ilariana. Non Alighieri. Si riportano solamente al- 82 Dai par. 10 – 17 cfr. par. 3.4 cune citazioni di Graziolo Bambag- 83 abbiamo quindi alcun tipo di altra Sulle glosse si veda par. 3.3 documentazione atta a testimo- lioli, Jacopo della Lana, Guido da 84Sulla cronologia delle cantiche del- Pisa, Pietro Alighieri, del Codice la Commedia si veda par. 6.1 niare la veridicità dell’epi-sodio, cassinese, di Benvenuto da Imola, 85 Sui dedicatari delle cantiche della dei contenuti e dell’invio dell’e- dell’Anonimo fiorentino e di Filippo Commedia si veda par. 6.2 pistola. Villani. 29 ciatus, idcirco glosa ad declara- «Ideo dic quod duo alba erant 3.3.2 Il suggerimento delle tionemaliam non procedit»88. duae alae volantes et ventilante chiose all’Inferno sillius Angeli igniti, quae figurant «Poca favilla gran fiamma se- puritatem eius et velocitatem. Le glosse avrebbero comportato conda, colla loro ottima grazia e Licentia enim poetarum et non un facile lavoro per il perfetto intelletto compieranno pictorum attribuit alas Angelo, ut monaco del Corvo, occupandolo quello che per me sarà lassato; notum est apud omnes. Tertium per diverso tempo. Inoltre è lecito tegnendo sempre che ogni espo- vero album erat quaedam interrogarsi sulle tempistiche di sizione, interpetrazione, allegorìa, navicula alba, quam regebat redazione di una copia sentenzia, postilla overo glosa Angelus sub se, in qua portabant dell’Inferno. Che il monastero del che per me sarà fatta se si unum grege manimarum. Et quod Corvo fosse impossibilitato a consona e dice con lo tenere della ista sit intentio autoris, litera confezionare un esemplare di santa madre Ecclesia romana ho sequens glosa est praecedentis»93. lusso è noto, essendo appena un per ferma e dritta»89. romitorio. Giuseppe Indizio «Alla quarta cosa si è da sapere ritiene possibile una copiatura «Est autem Mammona, ut di- che Beatrice presuppone essere secondo il metodo delle pecia, cit glosa, nomen demonis, qui de nell'omo libero arbitrio, lo quale così facendo si sarebbero divitiis temptat hominem in hac Iddio gli donò per la sua lar- accelerati i tempi di realizzazione 90 vita» . gitade, quando lo creò, di una copia di lavoro (INDIZIO Eccl. XV: Deus ab initio consti- 2014 pp. 288-289). In tal modo si «Gigantes figurative pro superbis tuit hominem, et reliquitcum in escluderebbe un soggiorno accipiuntur affectibus seu moti- manum consilii sui; et la glosa prolungato di Dante presso il bus; unde ait Psalmista: non sal- dice in libertate arbitrii»94. cenobio lunigianese [7]. I vabitur rex propter multam vir- monaci, una volta prodotta la tutem, et gigas non salvabitur «Per cui. Circum locutione decla- copia di lavoro, avrebbero avuto propter multitudinem virtutis rat de qua Ytalia, id est parte più tempo per confezionare un suae. Ubi dicit glosa: gigas, idest Ytalie, sentiat in methonomia; et, probabile esemplare di lusso, superbus, propter terrena bona ut dixi supra, numquam perifrasi visto il dedicatario, citatur, unde finguntur Gigantes utitur, quod in ipsa aliquod accompagnandolo con le glosse filii terrae»91. singulare misterium non di Ilaro. Molto probabilmente a includat. morì la vergine Sarzana si sarebbe potuta «che {chiose interlineari}. lux. et Camilla, de qua dictum est supra, realizzare la copia da inviare a sempre amor accende. i. ad ali- in glosa super illo verbo “e cantai Uguccione. Come si è già quas res appetendas. di quel giusto”».95 evidenziato, per un testo volgare Che vista sola. che {chiose po- non sarebbero state necessarie le steriori}. idest. qui visus est ille Analizzando nuovamente il con- chiose. Ennio Silvestri le crede qui solus amorem causat. Vel tributo di Casadei, si evince plausibili come aiuto del monaco melius glosaet dic. che vi sta so- anche il carattere poco elegante al signore di Pisa per sciogliere la. idest. que lux sola stat in del termine glosula difficilmente alcuni intricati noti della cantica 92 mente tua in tuo intellectu» . attribuibile a un uomo che è o che (SILVESTRI 1984 p.8). Questa si vuole presentare colto come teoria risulta in contraddizione 96 Ilaro (CASADEI 2013 p. 138). con la descrizione della figura di

88 Graziolo Bambaglioli, Commento Uguccione da parte di Carla all'«Inferno» di Dante, a c. di Luca Maria Monti, che prova il suo Carlo Rossi, Pisa, Scuola Normale grande acume retorico e culturale 97 Superiore, 1998. (MONTI 2010 pp. 127-159). In 89 Jacopo della Lana, Comedia di tal caso Uguccione sarebbe stato Dante degli Allaghieri col Commento sì uomo d’armi, ma anche capace di Jacopo della Lana bolognese. di leggere l’Inferno. Inferno, Introduzione. Nota Al momento la diffusione di 90 Guido da Pisa, Expositiones et copie della Commedia chiosata è Glose super Comediam Dantis, or 93 Benvenuto da Imola, Benevenuti de Commentary on Dante's Inferno. Rambaldis de Imola Comentum super da attribuirsi al periodo Edited with Notes and an Intro- Dantis Aldigherij Comoediam, Pur- successivo alla morte del poeta. duction by Vincenzo Cioffari. Al- gatorio 2.22-24 Resta da valutare quindi un bany, N.Y., State University of New 94 Anonimo Fiorentino, Commento possibile commento alla prima York Press, 1974. Inf. I.52-54 alla Divina Commedia d'Anonimo cantica redatto prima della morte 91 Pietro Alighieri, Petri Allegherii Fiorentino del secolo XIV, Parad- del poeta. Scrive Fabrizio super Dantis ipsius genitoris Comoe- iso 5. Nota 95 Franceschini: diam Commentarium, nunc primum Filippo Villani, Expositio seu co- in lucemeditum., Inferno 31.31 mentum super “Comedia” Dantis «Il primo importante commento 92 Il codice cassinese della Divina Allegherii, a cura di Saverio Bell- Commedia... per cura dei monaci be- omo. Florence: Le Lettere, 1989, In- latino all’Inferno, risalente al nedettini della badia di Monte Cas- ferno 1.106-108. sino, Paradiso 5.9 96 Cfr. par. 5.3.2 97 Cfr. par. 5.4.4 30

1324, si deve a Graziolo Bamba- Frate Ilaro avrebbe inviato una 3.4.1 Dalla mirabile visione alla glioli cancelliere del comune di copia dell’Inferno a Uguccione Commedia Bologna e il primo commento della Faggiola con alcune piccole volgare delle tre cantiche, steso note, giustificando così l’utilizzo Leggiamo nella Vita nova: tra il 1324 e il 1327. è del di un termine non presente nei bolognese Iacomo o Iacopo della successivi commenti danteschi, «Apresso questo sonetto apparve Lana […] Il primato del culto di essendo il podestà di Pisa in a me una mirabile visione, nella Dante tocca dunque, in equivoca- grado di leggere e comprendere la quale io vidi cose che mi fecero bilmente, a Bologna» (FRANCE- prima cantica della Commedia proporre di non dire più di questa SCHINI 2009 p. 237). (MONTI 2010 pp. 127-159), ma benedetta infino a tanto che io volendolo accompagnare forse potesse più degnamente trattare Se quanto affermato da frate Ilaro nei luoghi più complicati oppure di lei. E di venire a·cciò io studio fosse reale, allora si deve più lontani dalla retorica di un quanto posso, sì com’ella sae, retrodatare di più di dieci anni il comandante, sebbene colto, come veracemente. Sì che, se piacere primo commento alla cantica. La era Uguccione, si pensi, a titolo sarà di Colui a cui tutte le cose critica poco si è interrogata sulla di esempio, al canto IV del- vivono, che la mia vita duri per lingua delle glosse, trattandosi di l’Inferno. alquanti anni, io spero di dire di mere ipotesi, ma se si accetta lo lei quello che mai non fue detto stupore del monaco di fronte a d’alcun»a. (Vita Nova, ed. a cura un’opera tanto importante in 3.4 L’ipotesi di un poema latino di Guglielmo Gorni /1996 pp. lingua volgare,98 chi scrive ritiene in versi 1060-1062) possibile l’uso del latino. Se consideriamo un fatto non Assai problematica è la citazione Nel finale dell’opera possiamo secondario, ossia che Uguccione degli esametri latini, forse di leggere la promessa di non era signore di Pisa, «crocevia di origine dantesca [14]. Nel pre- parlare di Beatrice, se non più uomini, lingue e culture, è uno sentare i versi dell’Inferno, poi- degnamente: tale dignità sarebbe snodo cruciale della diffusione ché Ilaro si stupì della lingua in conseguita da un attento studio. della Commedia e di quel culto di cui erano stati scritti soprattutto La critica si è divisa soprattutto Dante che tanti pisani ignorano o per la materia che compren- alla luce dei versi latini riportati sottovalutano e che certi studiosi, devano, Dante avrebbe dichiarato da frate Ilaro, memorizzati quando Dante lo avrebbe visitato in un modo o nell’altro tendono a di aver composto questi versi 99 negare o a ridimensionare» latini: al Corvo. Nel 1906 Pio Rajna (FRANCESCHINI 2009 p. 237), considerò impossibile la dedica a allora possiamo anche ipotizzare Ultima regna canam fluvido Beatrice di quei versi, dal il fatto che gli ultimi capoversi contermina mundo, momento che: «troppa superba siano stati inseriti dal mittente Spiritibusque lata patent, que fiducia sarebbe stata la sua se il proprio per ricondurre le proprie premia solvunt, latino avesse dovuto essergli chiose all’ambiente pisano, ove, Pro meritis cuicunque suis. strumento» (RAJNA 1906 p. 252). uno fra tutti, Guido da Pisa, ha Secondo lo studioso, essendo contribuito significativamente al (Epistola di frate Ilaro) ridotta la platea degli eventuali commento dell’opera dantesca. lettori, Dante avrebbe dovuto escludere quelle «Donne, Tornando sul termine glosula, Secondo quanto riportato, Dante ch’avete intelletto d’amore» (Vn Livio Galanti ritiene plausibile avrebbe dapprima iniziato a X 15) con cui avrebbe voluto un’ipotesi che sarebbe giustificata redigere un poema latino in versi, parlare della sua donna (RAJNA anche dalle affermazioni di poi, a causa dei pochi lettori che 1906 p. 252). Rajna sovrappone Casadei. Il dantista lunigianese avrebbe avuto, si sarebbe volto la cronologia della composizione scrive: alla lingua volgare. Ripercor- della Commedia con l’incipit «Frate Ilaro parla di quibusdam riamo dunque l’esegesi di questo latino riportato dall’epistola;100 al glosulis, che è quanto dire poche assai controverso passo. contrario la critica successiva si è noticine; e la cosa si ridimensiona basata su una datazione pre- di molto perché poteva trattarsi cedente, di poco posteriore alla solo di spiegare al Signor della composizione della Vita Nova. Faggiola, le notizie che riguard- Convinti assertori dell’autenticità, avano i luoghi e i personaggi di Giorgio Padoan e Emilio Pa- questa regione dal Poeta citati nel squini101 retrodatano le compo- libro; cosa che egli poteva benis- simo fare anche senza essere for- 99 nito di particolare o erudizione» Sulla datazione della visita si veda par. 5.2. (GALANTI 1984 p 38). 100 Sulla cronologia della composi- zione della Commedia si veda parr. 1.2.2 – 6.1.2 101 Si veda PADOAN 1993 pp. 20-23 e 98 Cfr. par. 3.4.2 PASQUINI 2001 pp. 6-8 31 sizione di questi versi tra il 1295 cotale modo di parlare fosse dal tica, ripiegando sul volgare.104 e il 1297, nel periodo precedente principio per dire d’amore» (Vn Nel 2014 Pasquini è tornato sugli la composizione del Convivio e XVI 6). esametri latini dell’epistola ila- del De vulgari eloquentia.102 In riana, evidenziando una somi- questo periodo è normale che gli Se gli esametri fossero stati com- glianza che già Giorgio Padoan amori siano cantati in volgare, posti tra il 1295 e il 1297, sa- aveva notato con alcuni versi del- mentre la lingua latina sia riser- rebbero stati scritti in latino, dato l’Egloga II a Giovanni del Vir- vata ai temi più elevati. Proprio a che le idee dantesche di dignità gilio (PASQUINI 2014 pp. 6-7): questo si rifà Pasquini, affer- del volgare per gli argomenti mando che i versi, tràditi dall’e- filosofici sono ascrivibili all’e- Tunc ego: «Cum mundi circum- pistola ilariana, siano riferibili a silio. È pressoché impossibile che flua corpora cantu un progetto di un poema latino negli anni successivi o contem- astricoleque meo, velut infera non comprendente gli altri due poranei al suo primo soggiorno in regna, patebunt, regni (PASQUINI 2001 pp. 6-7). In Lunigiana (1306), Dante avesse devincere caput hedera lauroque forza del sonetto Oltre la spera composto un inizio della Com- iuvabit: che più alta gira (Vn XXX 10- media in latino, vista la redazione concedat Mopsus!». «Mopsus» 13), lo studioso ritiene che, essen- del Convivio e del De vulgari tunc ille «quid ?» inquit. do Beatrice onorata nell’Empireo, eloquentia. A conferma di ciò, (Eg II 48-51) quei versi iniziassero un’opera in Giorgio Padoan reca una testi- onore di Beatrice. Questo sarebbe monianza di Filippo Villani, che Concorde con Padoan, Pasquini anche confermato dal fatto che: riporta a sua volta un racconto di nota una somiglianza tra «cir- suo zio Giovanni Villani: cumflua» e un non meno pre- «più degnamente» [Vn XXXI 13] cisato quid degli esametri del- significa proprio “in una lingua «Audivi, patruo meo, Iohanne l’Epistola di Ilaro (PASQUINI più nobile” del volgare, appunto Villani hystorico referente, qui 2014 p. 7). In aggiunta lo stu- il latino cui si affidava il poema Danti fuitamicus et sotius, dioso ritiene che il maggiore dan- paradisiaco: con perfetta con- poetam aliquando dixisse quod, tismo sia l’accostamento tra gruenza al proponimento espresso collatis versibus suis cum metris «flua» e «fluvido» di Pd XXX dalla Vita nova». (PASQUINI 2001 Maronis, Statii, Oratii, Ovidii et 105 61-63 (PASQUINI 2014 pp. 7-8). p. 7). Lucani, visum ei fore iuxta L’edizione Petrocchi, riportando purpuram cilicium collocasse. fulvido, commette un errore – Pasquini si basa sull’ipotesi di Cumque se potentissimum in Padoan, che richiama alcuni luo- rithmis vulgaribus intellexisset, ghi testuali danteschi della Vita ipsis suum accommoda vitin- 104 103 Secondo Fioravanti: «Ma poiché nova (PADOAN 1993 pp. 21-23). genium» . nella Vita Nova (16.9) erano apparse Infatti, nel periodo fiorentino, citazioni dall’Eneide, dall’Ars poe- Dante riconosceva ai soli versi Dante avrebbe gareggiato con i tica di Orazio e dai Remedia Amori d’amore la possibilità di essere grandi poeti della latinità nel sdi Ovidio, e l’epistola latina scritta composti in volgare: comporre versi in latino. Padoan in morte di Beatrice e inviata ritiene che la motivazione dif- addirittura ai “principi della terra” «E lo primo che cominciò a dire ferente, offerta a Ilaro, sarebbe da (cioè con tutta probabilità ai Priori sì come poeta volgare si mosse ricondurre all’impossibilità di fiorentini; cfr. Vn19.8) sembrerebbe presupporre una discreta conoscenza però che volle fare intendere le porre in discussione il primato dell’ars dictandi, si può ipotizzare un sue parole a donna, alla quale era della lingua latina con un monaco soggiorno bolognese di Dante an- malagevole d’intendere li versi (PADOAN 1993 pp. 20-21). Che teriore agli anni dell’esilio. Di questo latini. E questo è contra coloro gli esametri dell’epistola non fos- soggiorno renderebbe testimonianza che rimano sopra altra matera che sero riconducibili all’Inferno è il sonetto della Garisenda, trascritto amorosa, con ciò sia cosa che certo, solo gli «ultima regna» nel 1287 dal notaio bolognese Enri- sarebbero stati cantati da quel chetto delle Querce» (Convivio, a cura di Gianfranco Fioravanti, in 102 poema il cui preludio si poteva Per la datazione di composizione leggere già nel finale della Vita Dante, Opere, edizione diretta da del Convivio si veda l’Introduzione Marco Santagata, vol. 2, Milano, del Convivio, a cura e con commento nova (PADOAN 1993 pp. 20-23). Mondadori, 2014, p. 299). Se questa di GIANFRANCO FIORAVANTI e Dante si sarebbe esercitato in ipotesi fosse confermata, Dante CLAUDIO GIUNTA, in Dante Alighieri, lingua latina anche prima del avrebbe potuto formarsi preliminar- Opere, ed. dir. da MARCO SANTA- soggiorno bolognese (1304- mente a Bologna e comporre l’incipit GATA, vol. 2, Milano, Mondadori, 1306), ma si sarebbe avveduto del poema paradisiaco, mentre nel 2014 pp. 5-79. Per la datazione di della sua acerbità nella grama- soggiorno successivo (1304-1306) composizione del De vulgari elo- avrebbe maturato, grazie a uno studio quentia si veda l’Introduzione del De maggiormente approfondito, il Con- vulgari eloquentia, a cura e con com- vivio e il De vulgari eloquentia. 103 105 mento di MIRKO TAVONI in Dante Cfr. Expositionis seu Comenti Cfr. Pd. XXX 61 – 63: «e vidi Alighieri, Opere, ed. dir. da MARCO Filippi Villani super Comedia Dantis lume in forma di rivera / fulvido di SANTAGATA, vol. 1, Milano, Monda- Allegherii Prefatio Incipit feliciter, fulgore, intra due rive / dipinte di dori, 2011 pp.1067-1116 Inferno, nota 1. mirabil primavera». 32 afferma Pasquini – poiché si 3.4.2 La “questione della Billanovich, ritenendo l’epistola affida a una lectio facilior lingua” e le ipotesi della critica un falso (BELLOMO 2004 pp. 189- (PASQUINI 2014 p. 7). Infatti su 209). Il filologo ha attribuito la questo vocabolo ci sono almeno L’epistola di frate Ilaro si con- composizione del manufatto altre due varianti: fulgido e centra soprattutto sulla questione ilariano a un anonimo fluvido. Benché la maggioranza della lingua della Commedia: preumanista vicino alla cerchia di dei manoscritti, come l’Urbinate Ilaro è stupito che una materia Albertino Mussato o di Giovanni e il Trivulziano, riportino fulvido, tanto alta sia trattata in volgare e del Virgilio. L’intento del falsario ossia “rosseggiante”, questo non non in latino, quale converrebbe. sarebbe stata una dimostrazione è sufficiente per determinare la Se si vuole prestare fede al rac- che Dante avesse iniziato a lezione e, se si ammette che ful- conto ilariano, il monaco avrebbe concepire il suo poema in latino, gido sia una banalizzazione, si conosciuto Dante molto pro- ma poi lo avrebbe abbandonato potrebbe fare affidamento a babilmente grazie alla Vita Nova non per impossibilità, ma perché fluvido come hapax legomenon, e, sulla base di quanto prece- sarebbe stato ai più incom-- da preferirsi quale lectio diffi- dentemente affermato, si giusti- prensibile. L’anonimo redattore, cilior. Infatti apparirebbe in ficherebbe lo stupore, cui si ag- forse Giovanni del Virgilio, lingua latina nell’epistola ilaria- giunge il primato della lingua avrebbe voluto avere l’ultima na, mentre in volgare nel Para- latina da ritenere assioma per un parola nei confronti del netto 106 diso nell’Empireo. Pasquini, monaco. Analizzando scrupolo- rifiuto di Dante di comporre un però, ritiene preliminarmente au- samente l’episodio, si nota una poema in latino. Nel 2010 tentica la testimonianza del mo- contraddizione. Dante avrebbe Alberto Casadei pubblica un naco del Corvo (PASQUINI 2014 consegnato tutto o una sola parte saggio sull’epistola, interrogan- p. 6): si ritiene dunque che l’ipo- dell’Inferno a frate Ilaro, ma la dosi sul motivo del silenzio di tesi appena esposta non sia to- materia degli infera regna è Dante nella prima Egloga in talmente verificabile. La possibi- tutt’altro che alta. Quindi, come risposta a Giovanni del Virgilio lità di accostamento dell’incipit sarebbe da giustificare lo stupore che lo sollecitava a scrivere un dell’ipotetico poema latino e dei di un monaco alla vista di tanta poema epico in versi latini versi 48-51 dell’Egloga II è stata bassezza cantata in volgare?108 Si (CASADEI 2013 p.139). Perché – confutata da Gabriella Albanese. potrebbe pensare a una lettura si chiede il critico – non citare il La filologa, commentando il ver- veloce? Ma sempre dell’Inferno suo progetto di poema latino in bo «patebunt» e facendo riferi- si tratta. Nel 1947 Giuseppe versi abbozzato subito dopo la mento a Pd. I, afferma: Billanovich propose l’ipotesi di Vita Nova? Casadei si pone nella un falso boccacciano, ritenendo cerchia di chi ritiene che il «Qui riecheggia la chiusa di Pd I che il Certaldese avesse redatto la falsario abbia voluto rispondere 23-4 «l’ombra del beato regno / lettera come esercitazione re- agli accusatori di incapacità di segnata nel mio capo io mani- torica, ritrovando molti riferi- Dante di comporre esametri festi» nel medesimo concettuale e menti nelle sue opere (BILLA- latini. Certo, l’ipotesi di Casadei 109 sintattico: il verbo patetè precisa NOVICH 1947 pp. 21-86). Giun- è resa debole dalle affermazioni traduzione latina del verbo ita- to all’analisi dei passi riguardanti di Gabriella Albanese circa il liano ‘manifestare’, e ha il me- la questione della lingua, lo stu- confronto tra Eg. II e i versi desimo significato di ‘rendere dioso giudicò apologetico l’in- dell’epistola (cfr. 3.4.1). pubblica’ l’ultima cantica. Cade tervento di Boccaccio nei con- dunque la presunta tangenza di fronti di Dante: il poeta non questo verbo con il secondo degli ignorava l’uso del latino, anzi lo 3.4.3 L’approccio filologico di esametri tràditi nell’epistola di padroneggiava a tal punto da Saverio Bellomo e la confu- frate Ilaro […] dove il significato comporre un poema in versi, poi tazione di Giuseppe Indizio del verbo patente il suo contesto abbandonato perché ritenuto non non hanno nulla a che vedere con adatto.110 Nel 2004 Saverio Nel suo contributo sistemico Giu- questo verso, e ugualmente deboli Bellomo ha ripreso la teoria di seppe Indizio concede a Saverio appaiono le altre presunte con- Bellomo il merito di aver af- 107 sonanze. (Eg. II Commento)» . 108 Tra i tanti episodi in cui il poeta frontato per la prima volta lo In base a quanto affermato da utilizza un linguaggio basso e volgare spinoso problema dell’autenticità Albanese, la plausibilità della si cita Inf. XVIII 130-132: «di quella dell’epistola dal punto di vista sozza e scapigliata fante / che là si connessione tra i due testi non è filologico (INDIZIO 2014 p. 295). raffia con l’un ie merdose / e or più così solida Se il protagonista del manufatto s’accoscia e ora in piedi stante» oppure Inf. XXI 139: «ed elli avea non fosse Dante - ci informa Indizio - trovare i lemmi ilariani del cul fatto trombetta». 109 nella seconda Egloga sarebbe 106 Si veda par. 3.4.5 per l’ipotesi di Cfr. 5.3.5 e APPENDICE 2 Gennaro Sasso. stato sufficiente per determinare 107Egloge, a cura di Gabriella 110 Nel periodo in cui Billanovich la paternità dei versi, ma ci si Albanese, in DANTE, Opere, ed. diret- scrive, le Ecloge di Dante con potrebbe trovare di fronte a un ta da Marco Santagata, vol. II, 2014, Giovanni del Virgilio erano ritenute falsario di Dante con Dante stesso Milano, Mondadori, p. 1716. un falso. 33

(INDIZIO 2014 p. 295). Indizio denzia che si presenta una sola Se Giuseppe Indizio ritiene poco ripercorre punto per punto la occorrenza nelle Troades di probabile che Giovanni del teoria di Bellomo. Si parta dal- Seneca tragico (BELLOMO 2004), Virgilio conoscesse Claudiano l’espressione Ultima regna: se ma Indizio frena questa ipotesi. (INDIZIO 2014 p. 296 ), Gabriella Bellomo riconduce il termine a Se regna è stato utilizzato dal Albanese è convinta del con- Claudiano, molto probabilmente falsario avendo come esempio trario.113 Non essendoci prove ignoto a Dante, Indizio invece Claudiano, non si può ammettere certe atte a testimoniare questa dimostra come i lemmi possano che ci sia un’altra fonte (INDIZIO conoscenza, il dibattito rimane ritrovarsi anche in altri autori, 2014 p. 298). Se si analizzano aperto. quali Aulo Gellio, Lucano, Ovi- solo lata e patent, possono anche dio, Curzio Rufo e Seneca (IN- essere letti nei libri iniziali delle 111 DIZIO 2014 p. 296). Saverio Bell- Heroides di Ovidio. Indizio 3.4.4 Una pars operis mei: Ilaro omo collega contermina mundo a muove una critica a Bellomo conosceva la Commedia? un’epistola metrica di Albertino sulla ricerca forzata delle fonti Mussato al Doge di Venezia non conosciute da Dante (INDIZIO Nel 2012 Gennaro Sasso Giovanni Soranzo in occasione di 2014 pp. 300-301). Se è vero che pubblicò un contributo intitolato una pesca straordinaria di un praemia solvunt si può leggere Appunti sulla epistola di frate pesce spada. Che Dante non fosse nell’In Eutropium (XX 211) di Ilaro, concentrandosi principal- a conoscenza di tale testo – Claudiano, è bene ammettere che, mente sulla plausibilità del secondo Bellomo – è inutile di- secondo Indizio, nemmeno poema latino in versi (SASSO mostrarlo, questa informazione fa Giovanni del Virgilio avrebbe 2012 pp. 5-43). Sasso inizia datare l’epistola tra il 1312, anno avuto un grande accesso alle l’analisi dalla frase dell’epistola: in cui il Doge ha assunto la fonti. Più agevolmente Dante «una pars operis mei, quod forte carica, e il 1314 (BELLOMO avrebbe potuto far ricorso ad altre numquam vidisti» (SASSO 2012 2004). A questa argomentazione fonti, conosciute anche con pp. 17-18). Dunque, Dante a Indizio oppone un ostacolo sto- florilegia o sententiae, una fra quale opera si riferirebbe? L’ese- rico: se la scomunica di papa tutti Virgilio: «premia posse rear gesi tradizionale risponderebbe al 112 Clemente V nei confronti dei Ve- solvi» (Aen. IX 254). Sul quesito ribadendo che il poeta si neziani fu revocata nei primi mesi sintagma pro meritis– osserva stia riferendo all’intera o a una del 1314 e così si riaprirono i Indizio – si può trovare un’ipotesi parte della sua opera poetica e canali diplomatici, i più tempe- più economica, collegandolo a che, quindi, lo stupore di Ilaro, stivi saranno stati i Padovani e i praemia, in un contesto biblico: lettore attento almeno della Vita Ravennati a riattivare le relazioni «Reddet unicuique secundum Nova, sarebbe da giustificarsi con la Laguna (INDIZIO 2014 pp. opera eius» (Mt 16, 27)(INDIZIO sulla base del finale del libello 296-297). Se così è stato, siccome 2014 p. 301). Questo passo è giovanile di Dante. Questa ipotesi l’azione diplomatica di Albertino commentato da Tommaso risente però di un pregiudizio. Mussato a servizio della città di d’Aquino (Lectura super I Ep. Infatti, analizzando attentamente Padova è nota, è possibile che Beati Pauli ad Timotheum, II, la frase, Dante avrebbe detto Dante presso Guido Novello da lect. 1), Rabano Mauro (Comm. pars: è possibile dunque che il Polenta sia venuto in possesso di in Eccl. VII 11) e nell’Historia poeta si riferisse a una cantica lettere di altri diplomatici fratris Dulcini Heresiarche (Cap. della Commedia definendola (INDIZIO 2014 p. 296). In ag- XI). Dante stesso lo cita in Mon. parte della sua produzione giunta Indizio analizza il genere e II 3, 5: poetica? Sasso ipotizza che Dante il numero di contermina: mentre avesse consegnato una parte Mussato lo declina come agget- «Et cum premia sint meritis appena edita della Commedia a tivo femminile singolare, con- menserunda iuxta evangelicum Ilaro, differente da quella che già cordato con regio, nei versi «Eadem mensura qua mensi aveva iniziato a circolare in ilariani è neutro plurale (INDIZIO feriti, remetietur vobis», maxime maniera indipendente,114 però 2014 pp. 296-297). Inoltre, nobili maxime preesse convenit». sorge un altro problema non di analizzando un autore sicura- natura cronologica, ma linguistica mente noto a Dante come Lu- (SASSO 2012 p. 18): perché Ilaro cano, si può notare l’accosta- 111 Per un approfondimento sulla si sarebbe stupito alla vista della mento dei vocaboli contermina e possibilità di conoscenza di Seneca lingua volgare nella parte regna nei versi: tragico da parte di Dante si veda successiva di un’opera che già INDIZIO 2014 pp. 299-300 «Inde peti placuit Libyci con- 112 Indizio cita anche Cicerone: termina Mauris regna Iubae». «Atque utinam, patres conscripti, 113 Si vedano i numerosi echi inter- [civibus] omnibus solvere nobis testuali individuati nel Commento (Phars. IX 300-301) premia liceret!» (Phil. XIV 30); alle Egloge, a cura di Gabriella Ovidio: «Tempus adest […] / premia Albanese, in Dante, Opere, ed. diretta L’analisi si sposta poi sui lemmi (sunt promissa mihi digno que da Marco Santagata, vol. II, 2014, lata e patent. Se li si analizza in nepoti) / solvere et ablatum terris Milano, Mondadori. 114 unione con regna, Bellomo evi- inponer ecaelo» (Met. XIV 808-811). Sulla diffusione della Commedia (INDIZIO 2014 p. 301) si veda par. 6.1.1. 34 conosceva? Sasso inoltre ritiene si riferisca proprio al poema essi non possono contenerlo che ci siano buone ragioni per sacro (SASSO 2012 p. 26). interamente, allo stesso modo il ritenere che Dante fosse a Qualunque falsario avrebbe tra- Cristallino e l’Empireo possono conoscenza della competenza del dotto in latino l’inizio di If I per essere visti come un insieme, ma monaco del Corvo circa le sue avvalorare il proprio manufatto allo stesso tempo contermini opere (SASSO 2012 pp. 17-18). Il (SASSO 2012 p. 27). Nell’ottica di perché il Primo Mobile non può critico basa la sua ipotesi su forte un falso, Dante avrebbe redatto contenere l’Empireo. Sasso [10]. Innanzitutto è quasi una prima bozza in latino e poi ipotizza che fluvidus mundus non impossibile definire a quale l’avrebbe tradotta in volgare, ma possa identificare né l’Inferno, sintagma si riferisca. Ilaro forse perché allora citare versi tanto perché non è fluvidus, né la Terra non ha mai conosciuto l’opera di lontani del celebre incipit della perché entrambi non sono cui sta leggendo ora una parte Commedia? Se si ritiene corretta contermini agli Ultima regna oppure forse non ha ancora letto la teoria di Bellomo, secondo cui (SASSO 2012 pp. 30-37). Se però quella parte? Sasso esclude la il falsario pre-umanista avesse entrambi i cieli si offrono alle formula di cortesia: si suppone scherzato sulla questione del lati- anime e attribuiscono premi a che se Dante avesse richiesto no, perché non avrebbe composto ciascuno secondo i propri meriti, delle glosulae al monaco, versi con un’allusione all’Infer- si troverebbe una contraddizione quest’ultimo conoscesse almeno no? Inizialmente Sasso ha riba- perché solo nell’Empireo hanno la parte precedente dell’opera, dito che l’attribuzione dei versi sede i beati. ammesso, ma non dato che essa latini alla Commedia sia opera di L’attenzione di Gennaro Sasso si sia la Commedia. Dunque è Boccaccio. Ebbene, il critico am- pone poi sull’aggettivo fluvidus possibile la meraviglia di Ilaro mette che, analizzando la teoria di di cui dimostra l’errata interpre- alla vista di una parte di un’opera Billanovich, secondo cui il Cer- tazione dell’esegesi classica in volgare, quando già in volgare taldese avrebbe voluto difendere dell’epistola.115 L’aggettivo non era quella precedente? Quale la capacità di Dante di comporre comporta la morte, ma l’eterno opera inizia in una lingua e si versi in volgare, e ammesso che fluire e il movimento del mondo conclude con un’altra? Gennaro sia arduo ritenere i versi trascritti contermine all’Empireo, cioè il Sasso ribadisce che tutte queste da Ilaro l’inizio della Commedia, Primo Mobile. Identificare il stranezze e confusioni siano di sarebbe stato sufficiente tra- fluvidus mundus con la Terra si difficile attribuzione a Boccaccio, scrivere un incipit latino di una troverebbe in contraddizione con perché questi luoghi testuali qualsiasi opera dantesca, non era echi biblici e aristotelici (SASSO contraddittori non sono utilizzati necessaria l’allusione al poema 2012 pp. 32-35). Secondo Sasso, dal Certaldese come fonti sacro (SASSO 2012 p. 27). Infatti l’interpretatio facilior, che com- dantesche (SASSO 2012 p. 18). la critica mossa dagli oppositori porta la pregiudiziale di attribuire sarebbe stata valida indipenden- a questi versi l’inizio del progetto temente dal tema dell’opera. della Commedia, provocherebbe 3.4.5 I versi latini sono l’inizio una serie di equivoci, uno tra tutti della Commedia? il fatto che Terra ed Empireo Ammesse le contraddizioni sulla 3.4.6 L’analisi puntuale dei siano conter-mini (SASSO 2012 p. meraviglia di Ilaro, Gennaro versi di Gennaro Sasso 37). Sasso ipotizza quindi che, Sasso discute l’attribuzione dei ammesso che i versi siano dante- versi latini al un primo stadio Ultima regna canam fluvido schi, essi siano l’inizio di un’ope- della Commedia, come da in- contermina mundo, ra diversa, poi sostituita dal pro- dicazione boccacciana (SASSO spiritibus quelatent, que premia getto della Commedia (SASSO 2012 pp. 18-19). solvunt 2012 p. 38). Se l’opera, cui si riferisce Dante pro meritis cuicunque suis. [14] citando i versi latini, fosse la Commedia, perché iniziare dalla Il primo verso è assai proble- 3.4.7 Gli antecedenti della Com- terza cantica? Già Padoan e- matico: se infatti gli Ultima regna media scludeva che il poema potesse è l’Empireo, perché citarlo al iniziare dalla fine (PADOAN 1993 plurale? All’Empireo è conte- La sopracitata ipotesi ha valore p. 22). Se tale era il progetto rmine il fluvidus mundus, ossia il solamente se tali versi sono stati poetico dantesco, i versi si de- Cristallino o Primo Mobile. scritti da Dante. Si è già evi- vono intendere come l’inizio Questo sarebbe contermine al denziato come ci sia una notevole della Commedia, ma è indubbio cielo delle stelle fisse e così di differenza tra gli ultima regna e che essi si riferiscano al Para- seguito fino al cielo della Luna. l’organizzazione delle anime nel diso, ignorando Inferno e Pur- Sasso spiega il plurale degli Paradiso, come chiosato da gatorio. Sasso ritiene che Padoan ultima regna sulla base degli Beatrice in Pd. IV 28-63. I beati abbia giustamente ribadito come i infera regna, citati nella prima hanno sede nella Candida Rosa, versi trascritti da Ilaro non Egloga di Dante in risposta a ma per speciale grazia concessa a possano costituire l’incipit della Giovanni del Virgilio. Se infatti Commedia, ma che non si sia l’Inferno è costituito da cerchi e 115 Per l’analisi approfondita si veda avveduto che nell’epistola Dante gironi contermini tra di loro, ma SASSO 2012 pp. 32-37. 35

Dante si mostrano nei cieli che li CAPITOLO 4 Carlo Troya, nello stesso anno,121 hanno influenzati.116 Se si fa ri- Sintesi storica dell’esegesi scrisse a favore dell’autenticità, ferimento invece ai versi dell’e- dell’epistola di frate Ilaro da lui stesso confermata nuova- pistola, dobbiamo evincere che le mente nel 1856 nel saggio Del anime salvate dalla dannazione si In questo capitolo si propone una Veltro alle orico e de’ i ellini. trovino anche nel Cristallino. Sas- sintesi bibliografica della critica Nonostante Luigi Muzziavesse so ritiene spiegabile la differenza plurisecolare riguardo all’epistola pubblicato il volume Tre epistole solamente ipotizzando che ci si di frate Ilaro a Uguccione della latine di Dante Allighieri trovi di fronte a due opere dif- Faggiola, comprendente il restituite a più vera lezione nel ferenti (SASSO 2012 pp. 39-43). I periodo dalla prima stampa della 1845 con una nuova edizione del versi ilariani sarebbero ambientati lettera all’attuale dibattito cri- testo, Troya si attenne alla prima in Paradiso, ma non nel Paradiso. tico.119 edizione edita da Mehus. A In questo modo si vedrebbe Emanuele Repetti è altresì da confermata la precisione con cui i attribuire la prima intuizione di 4.1 Il XVIII e il XIX secolo versi della Eg. II si riferiscono ai un ipotetico secondo soggiorno di regni della Commedia. In caso La prima copia dell’epistola di Dante in Lunigiana per avallare contrario perché Dante avrebbe frate Ilaro fu stampata a Firenze l’ipotesi della veridicità dell’epi- composto i primi versi della sua nel 1759 da Lorenzo Mehus sodio narrato da Ilaro nell’epi- opera contraddicendo il suo (1717-1802), umanista fiorentino, stola.122 Riguardo questa ipotesi progetto? Questi versi, ammesso, che la inserì nel volume scrisse Emanuele Gerini (1777- ma non dato, che siano danteschi, proemiale delle Latinae Epistolae 1835), abate fivizzanese e storico sarebbero testimoni di un’opera Ambrosi Camaldulensis del mo- malaspiniano. Il presule analizzò in lingua latina, forse ideata dopo naco Ambrogio Traversari (1386- l’espressione «vapor di Val di la Vita Nova, successivamente 1439) alle pagine CCCXXI- Magra»,123 tentando di tracciare abbandonata, che divenne gra- CCCXXII. Pio Rajna indicò gli un ipotetico itinerario del se dualmente la base per la Com- errori che il primo editore dell’e- condo soggiorno di Dante (GERI- media. Sasso ritiene, quindi, er- pistola commise nell’interpreta- NI 1829). Nel 1827 Ferdinando rata l’ipotesi di Billanovich che zione ipotizzando che tali con- Arrivabene, dando alle stampe identifica i versi, traditi dall’epi- getture, a suo dire, troppo lontane una nuova traduzione, datò stola, come embrione dell’Inferno dalla presunta veridicità del testo, l’epistola nel 1310 (ARRIVABENE (SASSO 2012 pp. 39-43). Il critico aprissero la strada a successivi 1827 pp. 108-112). Iniziò con procede anche analizzando l’ipo- errori interpretativi (RAJNA 1909 Silvestro Centofanti, convinto so- tesi che questi versi si riferiscano pp. 243-247). Solo nel 1808 Gian stenitore della falsità del docu- al prosieguo di ciò che è scritto Jacopo Dionisi conferì impor- mento, la critica sulla dedica nel finale della Vita Nova. Il li- tanza al testo dell’epistola, inse- della cantica del Paradiso a bello specificava che la prota- rendola nella Preparazione Federico d’Aragona (CENTOFAN- gonista sarebbe stata Beatrice e istorica e critica alla nuova TI 1832), spiegata in maniera non i regni e i premi dei beati. Per edizione di Dante Alighieri, poco approfondita da Cesare quanto si ritenga poco probabile precisamente dalle pagine 209 a Balbo che indicò un dubbio dello queste ultime ipotesi di Gennaro 212. Emanuele Repetti fu il stesso Ilaro (BALBO 1839). Anche Sasso, è possibile che le nume- primo studioso a porre dubbi Saverio Baldacchini aderì alla rose contraddizioni riscontrate circa l’autenticità dell’epistola teoria di Balbo, indicando il ri- siano oggetto di un’inconsapevo- con una nota poco esaustiva e ferimento al monarca aragonese lezza dallo stesso Ilaro. Il mo- molto vaga, recante la mancanza come primo, pensato da Dante naco, volendo impetrare favori da di datazione come unico indizio per la terza cantica, poi sostituito 117 Uguccione, romanzò il possi- contrario all’autenticità (REPETTI da Cangrande della Scala. bile incontro con Dante. È tutta- 1820 p. 208). Fu Karl Witte in Baldacchini afferma altresì la via poco probabile che un umile Ueberdas Missvertan-dniss propria convinzione circa l’auten- monachus de Corvo118 aprisse Dantes120 a proporre la teoria ticità dell’epistola che, in caso una discussione sulla questione della falsificazione dell’opera da contrario, avrebbe visto la pre- della lingua, facendo credere che parte dello stesso Ilaro, mentre senza di un falsario tanto esperto il poeta progettò precedentemente da ingannare lo stesso Giovanni in latino la Commedia. 119 Il capitolo non analizza le singole Boccaccio (BALDACCHINI 1840). teorie critiche, ma ne traccia la storia. Venturi, convinto assertore della Un’analisi approfondita della critica 121 dell’epistola ilariana è riservata ai TROYA, CARLO. 1826. Del Veltro capitoli 3, 5, 6 e 7 ove sono citati allegorico di Dante, Firenze. 122 soprattutto i contributi della critica Sul secondo soggiorno di Dante in del Novecento e della contempora- Lunigiana si veda il par. 3.4 e più neità. approfonditamente GALANTI 1993. 116 120 Cfr. Pd. IV 28-63. WITTE, KARL. Settembre 1826. Recentemente anche Marco 117 Cfr. par. 5.4. Canzone di Dante Alighieri in morte Santagata è tornato su questa ipotesi 118 Circa il mittente dell’epistola di di Arrigo VII, in «Antologia», LXIX, (cfr. SANTAGATA 2017 pp. 283-284 frate Ilaro si veda par. 5.3. Firenze. 123Inf. XXIV 145 36 falsità, teorizzò la presenza di anche opponendosi all’apposi- vulgativo (FERRARI 1894 pp. 284- un’incongruenza cronologica con zione di un’epigrafe commemo- 285). Del tedesco Franz Xaver la composizione del Paradiso rativa dell’episodio della visita Kraus è l’ipotesi di un colle- che, stando all’epistola, sembra dantesca presso il monastero del gamento tra il falsario ilariano e essere stato ultimato al momento Corvo nel 1865 (TOMMASEO quello dell’Epistola a Cangran- 127 dell’incontro tra Dante e il 1886 pp. 64-67). Nel 1884 Adolfo de. Un importante passo eseg- 126 monaco (VENTURI 1844 pp. 75- Bartoli, dantista fivizzanese, etico fu compiuto nel centenario 98). Il già citato Luigi Muzzi teorizzò la costruzione del falso del soggiorno di Dante in Luni- ebbe il merito di aver riassunto ilariano sul Trattatello boccac- giana, celebrato nel 1906, e tutte le posizioni filologiche fino ciano (BARTOLI 1984 pp. 189- successivamente anche nel 2006. a quel momento espresse. Nel 209). A Giovanni Andrea Scar- 1845 il giovane Giosuè Carducci tazzini è da attribuire la nega- pubblicò un poemetto intitolato zione del desiderio di pace, 4.2 Il XX secolo Dante al monastero del Corvo riportato nella lettera, ma anche negli Juvenilia, facendo sì che, una chiusura definitiva agli studi Nel XX secolo apre la storia attorno all’enigma dell’epistola successivi (SCARTAZZINI 1883 p. dell’esegesi dell’epistola ilariana ilariana, nascesse nuovamente un 276). Per il dantista italo- l’intervento di Pio Rajna, volto a rinnovato interesse dei critici. svizzero, infatti, Boccaccio cadde sconfessare categoricamente la Grazie agli studi di Eugenio in errore nel ritenere autentica veridicità della testimonianza del Branchi, è dimostrata l’apparte- l’epistola e riportandola nel suo monaco lunigianese. Nel suo nenza del cenobio del Corvo non Zibaldone, nel caso, non ancora intervento del 1906 lo studioso all’ordine agostiniano, ma a quel- accertato in quel momento, fosse propone una sua edizione del o benedettino e, più precisa- lui il copista. Solo nel 1894, testo ilariano, presentando mente, alla Congregazione pulsa- grazie agli studi di Henri un’accurata analisi delle sue nese. Lo stesso Branchi testimo- Hauvette, si dimostrò autografo scelte lessicali per la constitutio niò la corrispondenza tra il di Boccaccio il ms. Laurenziano textus. Rajna passa in rassegna i cenobio lunense e quello di Santa XXIX 8, ma, allo stesso tempo, luoghi più problematici del testo, Maria del Trivio, in Val di Para, fu accolta favorevolmente quali la dedica a Federico d’Aragona e soprattutto la figura che sembra fosse retto da un certo l’ipotesi precedentemente citata 128 Federico, fratello di Uguccione di Scartazzini. Anche tre storici del monaco Ilaro, sospettando della Faggiola (BRANCHI 1859). lunigianesi intrapresero la critica una troppa conoscenza di Dante Una testimonianza chiave è da dell’epistola. Mentre Giovanni per un semplice monaco (RAJNA attribuirsi a Pietro Fraticelli ri- Sforza, alla stregua di Bartoli, si 1909 pp. 235-285). Nel 1934 è da guardo la dedica del Paradiso a pronunciò contrariamente all’au- segnalare l’intervento di un altro 124 Federico d’Aragona . Dato che tenticità (SFORZA 1891 p. 313), autorevole studioso, Vincenzo un falsario produce il proprio Sante Bastiani pubblicò uno scrit- Biagi, che opera una sintesi manufatto secondo il criterio di to giudicato campanilista e privo bibliografica e procede a una sua verosimiglianza e siccome è in- di valore scientifico (BASTIANI analisi dell’epistola. Il critico verosimile, secondo le fonti a noi 1891). Pietro Ferrari dedicò inve- divide il suo saggio in tre parti tutt’oggi note, che Dante abbia ce un intervento puramente di- differenti: nella prima confuta le dimostrato sempre così grande tesi avverse all’autenticità, propo- benevolenza verso il sovrano ara- nendo un’analisi dei punti più in «Giornale Ligustico di Archelogia, critici, nella seconda propone va- gonese, è plausibile che l’epistola Storia e Belle Arti», anno XIII, p. 64- ilariana non sia un falso, man- rie argomentazioni atte a confer- 67. mare la veridicità del manufatto, cando del criterio di verosimi- 126 Nato a () il 19 glianza. Fraticelli ritenne, infatti, nov. 1833, laureato in giurisprudenza mentre nella terza e ultima parte che il falsario avrebbe dovuto presso l’Università di Siena, coltivò Biagi procede a un commento al inserire la dedica del Paradiso a gli studi letterari, pubblicando le testo latino della lettera. (BIAGI Cangrande della Scala per au- lettere del Beato Colombini. Nel 1934). Nel 1947 Giuseppe Billa- mentare l’indice di veridicità del 1859 fu chiamato come segretario da novich diede alle stampe un suo Viesseux presso l’Archivio Storico documento (FRATICELLI 1861). Il intervento con cui recuperò una italiano. Primo ideatore delle tavole linguista Niccolò Tommaseo si tesi già proposta da Macrì-Leone dantesche, Bartoli fu docente presso 129 inserì nel dibattito critico eviden- circa l’epistola. Secondo lo stu- l’Università di Firenze. Tra i tanti dioso, la lettera non sarebbe un ziando le scarse referenze di contributi alla storia della letteratura 125 Uguccione della Faggiola, ma italiana, si possono citare I Primi due Secoli della Letteratura Italiana e Storia della letteratura italiana, 124 Per un’analisi approfondita dei opera monumentale interrotta al 127 Sull’Epistola a Cangrande si veda dedicatari delle cantiche si veda par. settimo volume. Per una biografia più CASADEI 2019 p. 31-102. 6.2. precisa si veda il seguente link 128 Per le considerazioni sul mittente 125 TOMMASEO, NICCOLÒ. 1886. http://www.treccani.it/enciclopedia/a dell’Epistola di Ilaro si veda par. 5.3 129 Lettera ad Eugenio Branchi intorno dolfo-bartoli_(Dizionario- MACRÌ – LEONE, 1888. Vita di alle particolarità sulla vita di Dante Biografico)/ [ultimo accesso Dante scritta da Giovanni Boccaccio, da questi pubblicate (15 aprile 1865), 31/05/2020 ore 17.28] testo critico, Firenze, Sansoni. 37 falso propriamente detto, ma un 4.3 Attuale dibattito critico sul tema portando a riprova tre esercizio di retorica di Giovanni tipologie di elementi. Il primo Al dibattito contemporaneo si Boccaccio (BILLANOVICH 1947). elemento è filologico. Lo studio- deve l’innegabile merito di una Non mancano le critiche, mosse so vede infatti una connessione sistemazione delle varie ipotesi da Giorgio Padoan, che ritiene tra i versi latini dell’epistola, che esegetiche circa l’epistola di frate assai improbabile la creazione di il poeta avrebbe composto dopo Ilaro. È altresì evidente un un falso da parte di Boccaccio e la Vita Nova, e il disvelamento ulteriore approfondimento lingui- poi si sia servito di esso come degli «umbriferi prefazi»132 del- stico e critico operato dai critici fonte per le sue opere dantesche, l’Empireo (cfr. par. 3.4). Nel fino a oggi. Nel 2004 Saverio il Trattatello in laude di Dante e 2006 Giuseppe Indizio133 ha pub- Bellomo pubblicò un testo fonda- le Esposizioni sopra la Comedia, blicato un importante studio circa mentale, poi schematizzato nel in cui il certaldese propone un la scarsa fortuna del poeta fio- 2013, riprendendo e in parte mo- accurato vaglio delle informa- rentino ancora vivente. Nello dificando la tesi già assunta da zioni sulla vita di Dante (PADOAN stesso anno lo studioso ha pub- Giuseppe Billanovich (BELLOMO 1993). A Padoan si deve l’inse- blicato un saggio fondamentale 2004 pp. 201-235 poi BELLOMO rimento nell’Enciclopedia dante- per l’esegesi ilariana, proponendo 2013 pp. 419-438). È convinzione sca,130 alla voce Ilaro, di una sin- un contributo sistemico che dello studioso che la lettera sia un tesi del dibattito critico e della analizzasse la componente storica falso prodotto in ambito preuma- sua tesi contraria a quella di Bil- ed esegetica dell’epistola. Da nistico nella cerchia di Albertino lanovich. Padoan, inoltre, ripren- ultimo, nel 2017, Indizio ha Mussato o, preferibilmente, in dendo l’ipotesi di Fraticelli, evi- voluto studiare l’ipotetica non quella di Giovanni del Virgilio. denzia l’inconsistenza di uno dei esistenza del monaco Ilaro, muo- Bellomo ritiene che Dante non criteri fondamentali del falso, la vendo da un testo di Paolo avesse avuto la possibilità di co- verosimiglianza con le fonti sul- Pellegrini (PELLEGRINI 2015 pp. noscere gli epitaffi e le fonti clas- l’autore da falsificare. Infatti, teo- 41-103). Ancora del 2006, ma già siche o medievali, come Claudia- rizza il dantista, se l’epistola di edito nel 2004 [2001], è no, rintracciabili nell’ipotetico Ilaro fosse opera di un falsario, l’intervento di Mirco Manugue- poema latino in versi. Il dantista quest’ultimo avrebbe inserito, co- rra,134 presidente del Centro Luni- ritiene inoltre che la particolare me dedicatario del Paradiso, collocazione dell’epistola vicino Cangrande della Scala e non Fe- alle Ecloge nello Zibaldone Lau- derico d’Aragona perché il primo frate Ilaro’. Un nuovo ar omento per renziano sia un ulteriore elemento fu tradizionalmente considerato l’autenticità in «Lunigiana Dante- per avvalorare la propria tesi. tale anche grazie all’Epistola a sca», XII, n. 97, luglio 2014. Bellomo ritiene che un preuma- 132Par. XXX 76-78 Cangrande. Vasco Bianchi riten- 133 nista abbia redatto questo falso Come per il caso di Emilio Pa- ne il manufatto prodotto in epoca per due ragioni fondamentali che squini si è proceduto a una sintesi umanistica, mettendo in evidenza scaturiscono dall’importanza del- bibliografica. INDIZIO, GIUSEPPE. la questione della lingua e l’uso la lingua latina. Infatti si attri- 2006. Dante e l’eni ma del monaco del latino, non affatto secondari Ilaro di S. Croce. Contributo alla buisce a Dante il pensiero ini- all’interno del poema (BIANCHI vexata quaestio, in «Dante studies», ziale, e quindi più importante, di 1974 pp. 101-174) Da segnalare è CXXIV, pp. 91-118. INDIZIO, un poema latino in versi, facendo anche lo studioso lunigianese GIUSEPPE. 2006. L'epistola di Ilaro. assumere al documento la fun- Livio Galanti che propose una Un contributo sistemico, in «Studi zione di rivalsa contro il netto Danteschi. Fondati da Michele tesi interamente nuova. Avendo rifiuto del fiorentino di scrivere Barbi», LXXI, pp. 191-263INDIZIO, confutato la tesi di Billanovich un poema in lingua latina. Come GIUSEPPE.2016. Una biografia dante- circa l’accostamento di una parte già nel secolo scorso, il cente- sca in costruzione: alcune questioni della lettera al Filocolo e ad altre nario del 2006 mise la Lunigiana di metodo, in Dante. Fra il settecen- opere boccacciane, ritenne che il tocinquantenario della nascita al centro del dibattito critico dan- manufatto copiato da Boccaccio (2015) e il settecentenario della mor- tesco. Convinto assertore dell’au- non fosse l’epistola originale, ma te (2021), a cura di E. Malato, A. tenticità della lettera è Emilio Pa- un documento d’archivio conser- Mazzucchi, Roma, Salerno, II, pp. squini,131 intervenuto più volte vato presso il monastero a te- 737-749 INDIZIO, GIUSEPPE. 2017. Il monaco Ilaro "non è mai esistito"? stimonianza del fatto e datato Note su una recente ipotesi. Con due oltre il 1337, ossia dopo la morte appendici, in «Italianistica. Rivista di di Federico d’Aragona (GALANTI 131 Emilio Pasquini è intervenuto letteratura italiana», XLVI, 3, pp. 1985). diverse volte sull’epistola di frate 139-163 134 Ilaro e chi scrive ha ritenuto oppor- MANUGUERRA, MIRCO. Lunigiana tuno sintetizzare la sua posizione Dantesca, Centro Lunigianese di critica, inserendo la relativa biblio- Studi Danteschi, Tipografia Mo- grafia. PASQUINI, EMILIO. 2001. derna, La Spezia, 2006, p. 49 ; M. Dante e le figure del vero. La fab- MANUGUERRA, L'Epistola di frate 130 PADOAN, GIORGIO. Ilaro, voce in brica della Commedia, Milano, Ilaro, Ameglia, Centro Lunigianese ED, voce in «Enciclopedia dantesca», Bruno Mondadori.PASQUINI, EMILIO. di Studi Danteschi, 2013, pp. 52 II ed. riv., Istituto dell’Enciclopedia 2006. Vita di Dante, BUR, Milano. n.n.(Quaderni del Centro Lunigianese italiana, Roma, vol. III, pp. 361-363. PASQUINI, EMILIO. 2014.‘Epistola di di Studi Danteschi) M. 38 gianese di Studi Danteschi, con- articolo con cui si vuole con- monacho de Corvo 32 giove di vinto sostenitore dell’autenticità futare la tesi di Bellomo circa la terra presso il fiume Magra per- della lettera.. Nel 2006 Luca Car- partenità preumanistica dell’epi- ché vi edificasse un monastero, lo Rossi conferma la veridicità stola, ma anche quella di Billa- dedicato alla Santa Croce e a San delle informazioni contenute nel- novich che vede Boccaccio come Nicola o a San Nicodemo, per i l’epistola sulla base della tradi- autore di un esercizio retorico monaci del suo Ordine. Circa le 135 zione dei commenti (ROSSI 2006 (SASSO 2012 pp. 5-43). Lo motivazioni della dedicazione del pp. 191-263). Per concludere gli studioso non accetta e confuta la monastero e della cappella alla interventi del 2006 sono da citare tesi di Padoan e di Pasquini. Santa Croce si potrebbe ipotiz- gli interventi di H. Wayne Storey Sasso ritiene la soluzione della zare che la misteriosa imbar- e Beatrice Arduini che hanno questione quasi impossibile, ma cazione, recante il crocifisso di curato un’edizione diplomatico- afferma che la lettura del caso Nicodemo e la reliquia del Pre- interpretativa dell’epistola ilaria- debba essere condotta alla luce ziosissimo Sangue, oggi conser- na. Il fondamentale contributo dei della biografia e del pensiero vate rispettivamente presso la due filologi contiene una pre- dantesco. Opportuno è anche Cattedrale di San Martino a messa metodologica in cui si ricordare la soluzione che propo- Lucca e presso la Cattedrale di analizza l’epistola alla luce dei ne Alberto Casadei (CASADEI Santa Maria Assunta in Sarzana, più recenti studi sul manoscritto, 2013 pp. 129-141) Secondo lo fosse approdata nel poco distante basandosi soprattutto sulla collo- studioso pisano, l’epistola ila- porto di Ameglia in una data cazione nello Zibaldone (STOREY riana ha avuto una genesi simile imprecisabile, dato che tale – ARDUINI 2006 pp. 77-89). Nello all’Epistola a Cangrande, unendo approdo rappresentava un tutto stesso conve-gno Storey è inter- un nucleo di verità a successive uno con l’antico porto di Luni. venuto analizzando i contesti sto- giustapposizioni frutto di interpo- Sulla questione di San Nicola o rico – culturali dell’epistola: par- lazioni. Nel 2015 José Blanco Nicodemo ci sono due ipotesi. ticolare attenzione è data alla Jiménez pubblica Io dico se- Mentre Ennio Silvestri sostiene la figura di Boccaccio, copista di guitando che raccoglie i suoi stu- seconda ipotesi, indicando un Dante, e a Uguccione della Fag- di sulla composizione della Com- legame tra il culto del crocifisso giola (STOREY 2006 pp. 57-76). media con particolare riferimento del Corvo e quello di Lucca, Pone l’accento, invece, sulle glo- al rapporto di Dante e delle sue Giuseppe Indizio ritiene che il sulae dell’Inferno Fabrizio Fran- opere con la Lunigiana. Il dan- dedicatario sia San Nicola, data la ceschini che, intervenendo nel tista cileno dedica il quarto capi- presenza di un circuito assisten- 2009 in un convegno sulle letture tolo all’epistola di frate Ilaro, ziale per pellegrini e viandanti pisane di Dante, fa riferimento datandola tra il 1312-1313, anni molto esteso, la cui direttiva all’epistola, dal momento che le dell’ipotetico secondo soggiorno interessa la chiesa di San Nicolao prime glosuale al poema, collo- di Dante in Lunigiana. Jiménez di Pietra Colice e la chiesa di San cabili attorno 1315, sono asso- riprende gli studi di Padoan di- Nicolò a Pontremoli (INDIZIO ciabili al partito imperiale e a chiarando l’autenticità dell’epi- 2017 p. 159). Il luogo in cui fu Pisa di cui era signore l’ipotetico stola, anche grazie agli studi di edificato il monastero aveva uno dedicatario dell’Inferno (FRANCE- Storey, Arduini e Monti (BLANCO specifico ruolo nella rete marit- SCHINI 2009 pp. 235-278). Nel- JIMÈNEZ 2015 pp. 81-94). tima tra il Levante ligure e la To- l’anno accademico 2008-2009 scana, conteso perciò tra Re- Vania Avellano si laurea con una pubblica di Genova e dalla città tesi sull’epistola ilariana all’Uni- CAPITOLO 5 di Pisa. Una fonte cartografica versità di Roma Tre con relatore Gli argomenti storici esterni della fine del XII secolo, pro- il prof. Maurizio Fiorilla. In un babilmente di area pisana, riporta estratto della tesi, datato l’anno la suddivisione in 45 settori del successivo, l’autrice ripercorre al- 5.1 Storia del monastero di litorale; il confine tra il 30° e il cuni luoghi testuali incerti, contr- Santa Croce del Corvo 31° è rappresentato dallo stesso ibuendo con una propria inter- monastero.136 Il cenobio si tro- pretazione (AVELLANO 2009 pp. vava altresì al centro di impor- La storia del Monastero di Santa 390-397). Nel 2010 Carla Maria Croce del Corvo presso Bocca di tanti dispute padronali locali tra il Monti, analizzando la figura di Magra è importante, ai presenti vescovo – conte di Luni, le con- Uguccione della Faggiola, riper- correnti aristocrazie locali e le fini, soprattutto per la colloca- corre la vicenda biografica del potenze egemoniche di Pisa, Luc- zione e la funzione che suddetto condottiero ghibellino, confer- ca e Genova. In ambito stretta- luogo ha assunto nel tempo. Il mando la plausibilità della dedica mente lunigianese la pressione documento più antico risale al 2 dell’Inferno al signore di Pisa febbraio 1176 e consiste in una ostile al presule di Luni era tanto (MONTI 2012 pp. 127-159). Nel chartula offersionis, rogata ad forte da far perdere il potere 2012 Gennaro Sasso pubblica un Ameglia, con cui Pipino, vescovo 136 di Luni, donò a un imprecisato Cfr. PAUL GAUTHIER DALCHÉ MANUGUERRA, Attualità del dibattito (1995), Carte marine et portulane au e nuovi contenuti, in «Lunigiana XIIe siécle, Roma, École française de Dantesca», XII, 2014, n. 97. 135 Cfr. par. 3.4 Rome, p. 161 39 temporale alla Curia nel XIII suoi insediamenti era sottoposta nasteri erano indipendenti.139 secolo. all’egida pontificia con precisi L’entità del capitolo del Corvo è È sorta una controversia circa obblighi per i monaci di age- pressoché ignota, ma non si deve l’Ordine di appartenenza dei volare e assistere pellegrini e ipotizzare un gran numero di mo- monaci del Corvo. Secondo Luigi viandanti. Non è improbabile che naci. Identificare il numero dei Podestà: un viandante, proveniente da monaci residenti presso il ceno- Pisa, potesse trovare ricovero bio lunigianese è molto impor- «Che i Monaci di S. Croce del presso il monastero di Santa Cro- tante ai fini dell’epistola di frate Corvo fossero veramente dell’Or- ce per poi recarsi verso l’Occi- Ilaro per determinare la presenza dine de’ Benedettini Pulsanesi, dente ligure e, forse, in Fran- di un monaco così chiamato nel cioè, a mio credere Camaldolesi, cia.138 In ogni caso, ci informa periodo dell’ipotetico soggiorno eremiti della Congregazione delle Indizio, il presunto falsario, se è dantesco in faucibus Macre140. La Puglie, ce ne fa pienissima fede il mai esistito, dell’epistola di frate testimonianza più importante e surricordato documento del 1237, Ilaro si dovrebbe collocare nei controversa risale al 19 gennaio nel quale il Priore d’esso Mo- dintorni e non dovrebbe essere 1315, periodo in cui i sostenitori nastero di S. Croce, dopo avere ricercato nella cerchia di dell’autenticità dell’epistola col- replicatamente dichiarato, che il Giovanni del Virgilio (INDIZIO locano il passaggio di Dante medesimo dipendeva pleno iure, 2017 pp. 157-158). Dieci anni presso il monastero lunigiane- dalla Badia di S. Michele in dopo la fondazione, il vescovo se.141 Il documento è un atto di Orticaria, aggiunge ancora, che: Pietro di Luni, con una rogazione vendita pisano in cui compaiono est et fui Ordinisseu Obedientie datata 5 novembre 1186, sot- solamente tre monaci del Corvo, S. Marie de Ponchiano» (PODE- topose il monastero del Corvo al il priore Giovanni e altri due re- STÀ 1985 p. 121). capitolo dell’abbazia di San ligiosi, Bartolomeo e Benedetto. Michele degli Scalzi in Orticaria La formula dibattuta recita: «et Secondo l’ipotesi del presule, poi di Pisa. Secondo questo docu- ipsi etiam monaci omnes dicti ripresa da Vincenzo Biagi, il mo- mento, i monaci dovevano essere monasterii Sacte Crucis de Corbo nastero sarebbe appartenuto alla solitari e non avere un parroco, in in eodem monasterio residentes Congregazione Camaldolese – conformità alla deliberazione del […] qui faciunt et sunt totum Pulsanese.137 Paolo Pellegrini ha Concilio Lateranense del 1123 conventum et capitulum». potuto dimostrare l’inesistenza (SILVESTRI 1984 pp. 5-6). Da una Vincenzo Biagi ritenne che i con- della sopracitata congregazione; parte la custodia e la cura dei venuti dovevano essere solamente infatti i Camaldolesi e i Pulsanesi monaci, le decisioni comunitarie una rappresentanza così da non non possono essere ricondotti ad e la nomina del Priore era di ostacolare la presenza di un certo alcun legame comune se non competenza dell’abate di San Ilaro, rimasto al monastero. Su l’appartenenza all’Ordine di San Michele, mentre alla Curia lu- questa ipotesi è tornato recen- Benedetto di cui rispettano la nense il cenobio avrebbe dovuto temente Giuseppe Indizio recan- Regola. Le funzioni del Mo- versare le decime e promettere do diversi documenti atti a con- nastero del Corvo furono di ri- obbedienza nelle questioni spi- fermare che a Pisa erano giunti covero e di assistenza ai pelle- rituali. Tra il 1238 e il 1258 si solo tre rappresentanti dei religio- grini e ai viandanti. Eliana Maria aprì una contesa tra i monaci e il si presenti nel cenobio lunigiane- Vecchi ci informa del fatto che vescovo di Luni per questioni se (INDIZIO 2017 pp. 153-156). ancor prima dell’edificazione del legate all’atto di obbedienza per Secondo il critico, l’espressione monastero nel XII secolo, nella le questioni spirituali. L’atto con- asserentes sese esse si riferisce al medesima località sorgeva una clusivo, redatto dal notaro Adiuto quorum dei 2/3 del capitolo del cappella dedicata alla Santa Cro- di Lucca, sanciva l’obbedienza monastero. A riprova di questo ce e a San Nicolao (VECCHI 2013 dei monaci al presule di Luni per Indizio cita un atto di vendita p. 118). Le sopracitate funzioni le questioni spirituali, mentre redatto dai monaci del Convento sono anche avvallate da un atto di debita obbedienza per le nomine di S. Domenico di Cortona il 18 papa Alessandro III, datato 9 interne doveva essere promessa marzo 1437: febbraio 1177, con cui l’intera all’abate di San Michele a Pisa, le congregazione dei Pulsanesi con i cui decisioni erano inappellabili [supradictibus] fratribus in da parte del prelato lunense. I ordine professis er conventua- 137La congregazione pulsanese è nata documenti di archivio dell’epoca li us dict iloci et conventus […] dall’esperienza eremitica di San non testimoniano alcun rapporto Giovanni da Matera nel 1129 quando della congregazione pulsanese fondò la prima comunità di Santa toscana con uomini politici po- Maria di Pulsano sul Gargano. In tenti e nemmeno presentano e- 139 Sui rapporti con di Uguccione Toscana le prime comunità pulsanesi, ventuali patronati; pertanto i mo- della Faggiola con i monasteri San Michele a Guamo presso Lucca, benedettini si veda par. 5.4.2 San Jacopo del Poggio a nord di Pisa 140 Per uno studio più preciso circa i e Santa Croce del Corvo presso documenti di archivio riguardanti i Bocca di Magra, dipendevano monaci del Corvo si veda PELLEGRINI dall’abbazia pisana di San Michele 2016 pp. 123-126. degli Scalzi. 138 Cfr. par. 5.2.3 141 Cfr. parr. 5.2.3-5.2.4 40 asserentes se esse totum capitu- suorum dicti monasterii monaco Parentuccelli, il Capitolo della lum et conventum et edificatur.142 rum vide licet domni Thomasii Cattedrale di Sarzana incamerò i prioris, domni Gregorii et domni beni e la chiesa di Santa Croce Padre Emilio Panella, commen- Mathei, domni Martini, domni con il crocifisso. Lo stesso tando tale documento, scrive: Francischi, domni Pauli, donni collegio di presuli decise di cele- Bartholomei, donni Iacobi, donni brare nuovamente la festa del- «asserentes se esse totum capi- Petri, donni Augustini et ipsi l’Invenzione della Santa Croce tulum et conventum dicti loci: [i etiam monaci congregati ad dal XVII secolo presso il Corvo, frati] attestano cioè di essere capitulum sono campane ut moris iniziando i lavori della chiusura almeno due terzi dei frati pro- est, qui sunt maior et sanior pars dell’abside. Nel 1850 il Capitolo fessi, membri del capitolo con- monacorum dicti monasterii, una perse la struttura del monastero a ventuale, quorum necessario per cum dicto domino abbate, causa delle leggi del Regno di un soggetto collettivo a porre atti fecerunt et constituerunt eorum Sardegna e la struttura fu venduta le ali. Non si nifica c e ‘tutti i predictorum monacorum et ipsius al sig. Carlo Andrea Fabbricotti, frati allora mem ri del convento’ monasteri industriale del marmo. Alla fine ché pochi giorni dopo, Cortona iprocuratorem[…]Simonem» degli anni ’30, per l’indebi- 27 marzo 1437, i capitolari (evidenze mie)145. tamento della famiglia Fabbricot- saranno 10, mentre qui sono 9» ti, il monastero passò alla Banca 143 (PANELLA 2009) . «Laurentius venerabilis abbas Monte dei Paschi di Siena. Nel monasterii sancti Michaelis Di- 1954 l’istituto di credito cedette In base a quanto citato e allo scalciatorum de presentia, con- la proprietà all’Ordine dei Car- stesso documento notarile pisano silio et consensu infra scriptorum melitani Scalzi della . in cui si trova scritto altresì: «et suorum dicti monasterii mona- ipsi monaci omnes dicti mona- corum vide licet domni Thomasii, sterii sacte Crucis de Corbo in domni Mathei, domni Gregorii, 5.2 La datazione dell’epistola eodem monasterio residentes», domni Bernardi, domni Pauli et Indizio ritiene almeno ipotiz- domni Iacobi congregatorum ad zabile la presenza di uno o più capitulum sono campane ut moris 5.2.1 La datazione dell’ipotetico monaci rimasti in Lunigiana.144 est, qui sunt maior et sanior pars passaggio di Dante al Di opposto avviso è Paolo Pelle- monacorum dicti monasterii, et Monastero di Santa Croce del grini che non ritiene possibile che ipsi etiam monaci una cumdicto Corvo: prima ipotesi 1306 ci fossero altri monaci al Corvo domino abbate, fecerunt […] oltre i sopracitati nei primi mesi eorum predictorum monacorum Non ci sono documenti che at- del 1315. Il filologo reca alcuni et ipsius monasteriis indicum […] testino la visita di Dante al Mo- documenti, conservati nel mede- Simonem» (evidenze mie)146. nastero di Santa Croce del Corvo, simo registro dell’atto di vendita, ma solamente ipotesi. Cercare di in cui, nel caso si volesse indicare Siamo certi dell’esiguo numero dirimere questo intricato nodo una rappresentanza di un gruppo degli abitanti del Corvo e, a tal della biografia dantesca è arduo, più grande, era usata la locuzione proposito, Pellegrini spiega la ma chi scrive si pone l’obiettivo maior pars. teoria di Biagi, volta a giusti- di redigere un contributo siste- ficare la possibilità dell’ospitalità mico, avulso da pregiudizi che «Laurentius venerabilis abbas dantesca. Infatti questo spieghe- implichino una conclusione a monasterii sancti Michaelis Di- rebbe la richiesta del vescovo priori. È opportuno premettere scalciatorum de presentia, con- Antonio Nuvolone da Camilla a che è ipotizzabile che Dante ab- silio et consensu infra scriptorum papa Bonifacio VIII di recupero bia visitato il romitorio di Bocca del priorato nel 1299 (PELLE- di Magra in un periodo differente 142 PANELLA, EMILIO. 2009. Convento GRINI 2016) Il monastero conti- rispetto al momento storico in cui San Domenico (1298-1499). Spoglio nuò a essere abitato e frequentato probabilmente fu inviata l’epi- archivistico dei primi secoli. Pagine fino agli anni 1350-1360, quando stola; se si vuole prestare fede web aprile 2009, http: //www.e- i monaci ripararono prima a almeno all’incontro narrato da theca.net/emiliopanella/convento/cort Sarzana, presso Santa Croce, per Ilaro, allora il poeta avrebbe do- ona7.htm vuto avere con sé almeno una 143 Cfr. nota precedente. poi trasferirsi nell’abbazia pisana 144 Sull’esistenza di frate Ilaro si veda pochi anni più tardi. Nel 1452, parte dell’Inferno. In sostanza il par. 5.3. Ci informa Giuseppe Indizio per volere di papa Niccolò V passaggio presso il Monastero del che non è impossibile un’assenza del Corvo è legato fortemente alla monaco Ilaro nel rogito per vari composizione e, forse, anche alla motivi di natura pratica (i monaci 145ASPi, Ospedali riuniti S. Chiara, prima diffusione dell’Inferno.147 avrebbero potuto lasciare deserto un 2642, ff. 11r-v (21 gennaio 1308): il Si legge nell’epistola «pars operis cenobio così strategico?), personali documento riporta la nomina a mei quod forte numquam vidisti», oppure naturali, potendo essere morto procuratore del monastero del ma a quale parte della sua opera nei mesi successivi al 20 settembre monaco Simone 1313, ma prima del 19 gennaio 1315, 146 Ivi, ff. 19v-20r (6 febbraio 1308): giorno in cui fu firmato il documento il documento riporta la nomina del 147 (INDIZIO 2017 pp. 155-156). monaco Balduccio a sindaco. Cfr. par. 6.1.2 41 si sarebbe riferito Dante?148 Il di si potrebbe ipotizzare che la ha sicuramente iniziato a com- termine è vago: indica una parte consegna riguardasse solamente i porre l’Inferno e forse ha anche della sua opera poetica oppure si primi quattro o sette canti.151 In abbozzato il Purgatorio,153 il cui riferisce a una parte dell’Inferno? sintesi, questa ipotesi non avreb- canto VI è collocabile, secondo Se si presta fede a Ilaro come be apparenti contraddizioni, poste Alberto Casadei, nei mesi appena conoscitore di Dante, il monaco le dovute premesse. Certo, se si successivi alla morte dell’impe- avrebbe potuto leggere solamente presta fede a quanto espresso da ratore Alberto d’Asburgo.154 In la Vita Nova.149 Se invece Ilaro, come giustificare il suo questo periodo Dante può essere pensiamo a una parte dell’In- andare «ad partes ultramontanas» giunto al Corvo e aver consegna- ferno, dobbiamo ipotizzare che la proprio in quel periodo, dopo cui to al monaco almeno di una parte parte precedente a quella donata sappiamo che Dante raggiunse il della cantica infernale.155 Se con- fosse tanto diffusa da giungere Casentino? (cfr. cap.7) sideriamo questo momento sto- presso un monastero isolato come rico, possiamo anche veder con- il Corvo, ma questa è un’ipotesi fermata l’espressione «ad partes antieconomica.150 Non dobbiamo 5.2.2 Seconda ipotesi: 1307- ultramontanas» : sia essa riferita perdere di vista, però, il fatto che 1308 all’ipotetico viaggio in Francia Ilaro potesse mentire sulla cono- sia al ritorno in Casentino per poi scenza dell’opera precedente e Ipotizziamo invece che la visita svalicare l’Appennino e dirigersi soprattutto che non ci è dato dantesca presso il romitorio del a Forlì, ove Dante si trova nell’e- sapere se il poeta avesse con sé Corvo sia avvenuta in periodo state 1310. 156 l’opera oppure se il monaco aves- successivo, ma non di molti anni. se recuperato in epoca successiva Dopo il soggiorno in Casentino, una copia dell’Inferno per poi Dante si sarebbe trasferito a 5.2.3 Terza ipotesi: 1314-1315 donarla a Uguccione. Ai presenti Lucca ove, secondo Marco Santa- fini, assumiamo l’ipotesi che l’in- gata, Moroello di Giovagallo Passiamo a considerare ora il contro sia avvenuto e che Dante avrebbe garantito per lui e periodo in cui la maggior parte avesse donato al monaco una soprattutto gli avrebbe trovato un della critica ha ipotizzato la visita parte della sua opera e iniziamo a impiego presso la misteriosa di Dante presso il romitorio del proporre alcune datazioni. Docu- Gentucca (SANTAGATA 2017 p. Corvo, forte soprattutto dell’ade- mentata la presenza di Dante in 203). Dunque, ammesso il le- renza cronologica con il mo- Lunigiana il 6 ottobre 1306 con game tra la permanenza lucchese mento in cui frate Ilaro avrebbe gli Atti della Pace di Castelnuovo e la famiglia marchionale dei potuto inviare l’epistola (cfr. par. (cfr. par. 3.3), i critici, sulla base Malaspina, ipotizzato anche da 4.2.2). L’ipotesi di un terzo sogg- del riferimento cronologico di Pg. Giorgio Inglese (INGLESE 2018 p. iorno lunigianese è stata avanzata VIII 133-139, hanno ipotizzato 91), è possibile che il poeta fosse da Marco Santagata, forte so- l’arrivo del poeta in Lunigiana tornato qualche volta in Luni- prattutto di una particolarità ri- nella primavera 1306 (cfr. par. giana e non è impensabile collo- scontrabile nell’Epistola XI di 1.1.4). In questo periodo il poeta care a questa altezza cronologica Dante, indirizzata ai cardinali avrebbe potuto visitare il Corvo. la visita a Santa Croce del Corvo. italiani, riuniti nel conclave di Sorge così un problema. Am- Dato l’ipotetico legame cultuale Carpenteras dopo la morte di messo, ma non dato, che la parte tra il Crocifisso del Monastero papa Clemente V (SANTAGATA dell’opera, conosciuta da Ilaro, del Corvo e il Volto Santo di 2017 pp. 283-284). Dante cita sia la Vita Nova e che Dante Lucca,152 cui si deve anche som- infatti come esempio di avarizia consegni a Ilaro l’Inferno, il poe- mare la reliquia del Preziosissimo la controversa figura del vescovo ta ha già composto almeno una Sangue, conservata a Sarzana, – conte di Luni Gherardino parte della prima cantica a questa non è impensabile, sulla base Malaspina, nominato due anni altezza cronologica? Certo po- dell’espressione «sive devotio- prima dal pontefice, ma esau- trebbe venirci in aiuto il ne», che il poeta avesse potuto far torato, come guelfo, dopo la con- quadernuccio boccacciano, quin- visita dapprima a Sarzana e poi quista di Lucca a opera di Uguc- salire al romitorio del Corvo. cione della Faggiola nel giugno

Dunque tra il 1307-1308 Dante 1314. Il vescovo fu costretto a 148 Sulla parte dell’opera di veda par. 3.4.4 149 Si deve considerare anche il 151 Cfr. par. 1.1.2 153 Cfr. par. 1.2.2 – 6.1.2 – 6.1.3 carattere elegiaco della Vita Nova, 152 Nel mese di giugno 2020, dopo 154 L’ipotesi è oggetto della video- opportunamente analizzato da l’esame di laboratorio al carbonio 14, lezione tenuta da Alberto Casadei: si Stefano Carrai (CARRAI 2006). È gli studiosi hanno dimostrato veda il link https://youtu.be/g5d- opportuno chiedersi se un’opera l’autenticità del Volto Santo di 21WzL4Q [ultimo accesso elegiaca sia appropriata per un Lucca, collocandolo nell’VIII secolo. 17/06/2020 ore 9.25] monaco Si veda il link 155 Si veda il par. 6.1.2 sulla diffu- 150 La diffusione di alcune parti della https://www.finestresullarte.info/flas sione delle cantiche prima cantica è ritracciabile solo in h-news/6912n_straordinaria- 156 Le fonti utilizzate sono soprattutto una cerchia ristretta di poeti (INDIZIO scoperta-lucca-volto-santo-opera-piu- SANTAGATA 2017 pp. 205-208; 231- 2020 pp. 77;79-81): si veda il par. antica-occidente.php [ultimo accesso 232 e INGLESE 2018 pp. 107-109. Si 6.2. 26.06.2020 ore 11.09] veda cap. 7 42 nominare Castruccio Castracani sua opera di cui tratteggiò forse Ilaro. Se, come ci informa l’e- proprio vicario nel territorio dio- anche il progetto pistola, il dedicatario del Pur- cesano poiché non avrebbe potuto gatorio è Moroello Malaspina e svolgere il suo compito dato costui è identificabile con il l’esilio a Fucecchio (cfr. par. 5.3). 5.2.4 La datazione dell’invio marchese di Giovagallo, essendo Perché dunque citare un esempio dell’epistola dato per vivente nel testo ilariano, locale per un’epistola destinata a la missiva non deve essere stata essere pubblica? In che modo Nella parte finale dell’epistola, si composta oltre l’8 aprile 1315, Dante era a conoscenza di alcune può individuare il termine post data della morte del Capo della controversie locali? Dante assi- quem dell’invio della missiva, (26 Taglia Guelfa. Un ulteriore stette al funerale di Arrigo VII aprile 1313), che corrisponde al- terminus ante quem è da iden- nel 1313, ma il periodo suc- l’assunzione del titolo di Rex tificare con la cacciata di Uguc- cessivo è molto oscuro. Secondo Siciliae da parte di Federico d’A- cione dalla città di Pisa nell’aprile 158 Santagata, è tutt’altro che impro- ragona (INDIZIO 2017 p. 163). 1316. Quando Giorgio Padoan babile che il poeta abbia conti- Si può ragionevolmente ipotizza- ipotizza la collocazione tempo- nuato il soggiorno pisano sotto re che la stesura dell’epistola, rale dell’epistola, era ignota la l’ala di Uguccione, quindi abbia data l’indicazione di Uguccione data precisa di morte del mar- soggiornato nella Toscana nord- della Faggiola come mittente, sia chese di Giovagallo di cui si co- occidentale, area in cui è compre- successiva alla morte di Enrico nosceva solamente l’anno (1315). sa la Lunigiana (SANTAGATA VII (28 agosto 1313). Innan- Lo studioso riteneva infatti di 2017 p. 282). Se dunque Dante zitutto, ammesso come ipotesi più poter datare l’epistola dopo la tornò in Lunigiana, perché non economica che Ilaro si rivolgesse battaglia di Montecatini, apogeo ipotizzare una visita presso il a Uguccione per chiedere favori di Uguccione della Faggiola 159 Corvo? La datazione storica po- per il Monastero, è corretto (PADOAN 1993 pp.17-19). Eliana trebbe far propendere per questa pensare che l’epistola sia collo- Maria Vecchi, recuperando la ipotesi e anche la composizione cabile quando il condottiero ghi- notizia dal Liber anniversariorum della punta più avanzate del- bellino divenne signore di Pisa del convento genovese di San l’Inferno.157 Se si presta fede a (20 settembre 1313) e non è da Francesco di Castelletto, fissò la quanto riportato da Ilaro circa escludere che debba essere ulte- morte del signore di Giovagallo l’espressione pars operis mei, dal riormente collocata dopo l’assun- l’8 aprile 1315, facendo quindi momento che lo stesso Santagata zione dell’incarico di capitano decadere la tesi di Padoan non esclude un ipotetico viaggio della Lega di Pisa e di Lucca (14 (VECCHI 2002-2003 p. 81-90). In in Francia poco dopo il soggiorno luglio 1314), dopo che que- sintesi si può circoscrivere il lucchese (SANTAGATA 2017 pp. st’ultima fu conquistata (14 giu- periodo dell’invio dell’epistola di 227-232), sia esso a Parigi o ad gno 1314) con l’aiuto di Ca- frate Ilaro a Uguccione della Avignone, chi scrive propende struccio Castracani, vicario del Faggiola ai mesi che intercorrono per ritenere più economica la vescovo – conte di Luni, Ghe- tra il 14 giugno 1314 (conquista seconda proposta. Dante avrebbe rardino Malaspina, dal 4 luglio di Lucca da parte di Uguccione) e mostrato una parte incompleta dello stesso anno. Castracani l’8 aprile 1315 (morte di Moroel- della sua opera, sicuramente potrebbe essere identificato come lo di Giovagallo, ammesso che l’Inferno e forse i primi canti del il tramite tra il Corvo e l’alleato sia lui il dedicatario). Chi scrive Purgatorio. Lo stretto legame tra Uguccione.160 Si possono altresì definisce questo lasso di tempo Lucca e la Lunigiana, testimo- analizzare alcuni momenti che periodo ilariano. niato anche dalle reliquie ivi limitano storicamente il possibile conservate (non si dimentichi che invio della lettera da parte di frate Ilaro afferma «sive devotione») e 5.3 Frate Ilaro dalla presenza nel territorio 158 Per un’analisi approfondita dei lucchese dei Pulsanesi, sono ele- rapporti della figura di Federico 5.3.1 «Tibi monacho de Corvo»: menti che possono avvalorare d’Aragona si veda par. 6.2.2 il mittente dell’epistola. 159 Cfr. par. 5.4.4 ulteriormente questa tesi. Dante 160 quindi sarebbe giunto al Corvo, È da escludersi la possibilità, Dopo aver analizzato il destina- ipotizzata da Paolo Pellegrini (PEL- avrebbe incontrato il monaco più tario dell’epistola e la sua collo- LEGRINI 2016 p. 115), secondo cui colto (cfr. par. 5.3.2) e gli l’interlocutore privilegiato per il ro- cazione temporale, è opportuno avrebbe mostrato una parte della mitorio del Corvo fosse Castruccio concentrarsi sulla figura di frate Castracani in quanto vicario plen- Ilaro, la cui esistenza continua a ipotenziario del vescovo – conte di interrogare la critica. Paolo Pelle- Luni. Infatti la Curia lunense avrebbe grini insiste sul silenzio dei docu- 157 La communis opinio dei critici in- avuto solo la potestà spirituale sul menti di archivio circa la pre- dividua la data della prematura scom- monastero e non quella territoriale. senza di frate Ilaro nel monastero, parsa di papa Clemente V, prefigu- Rivolgersi a Uguccione significhi- citando la cronotassi dei Priori rata in Inf. XXI 112-115, come la rebbe scrivere a un signore de facto conclusione dell’Inferno. Per una assoluto della Toscana nord-occi- del Corvo, riportata in alcune trattazione più approfondita si veda dentale che avrebbe potuto influen- testimonianze dell’archivio dell- par. 6.1.2 zare qualsiasi organizzazione. ’abbazia di San Michele a Pisa 43

(PELLEGRINI 2016 pp. 129-133). I parte di Aldo Rossi di un atto fratres autem consuetudines documenti, già citati da Vincenzo rogato presso la badia di Villa ieiuniorum prosequantur. Aquam Biagi, indicano l’assenza di un Serena (Ordine di San Benedet- in manibus abbas hospitibus det; priore Ilaro nei primi anni del to), ove compare un certo fra- pedes hospitibus omnibus tam XIV secolo. terYlarus de Calestanno il 18 abbas quam cuncta congregatio Vi figurano in sequenza Filippo ottobre 1332 (INDIZIO 2017 p. lavet; quibus lotis, hunc versum (24 dicembre 1305 e 21 novem- 156). Tutte queste sono solo dicant: Suscepimus, Deus, bre 1307, Bartolomeo, I ottobre ipotesi, ma non possiamo certo misericordiam tuam in medio 1309 (a nativitate, sebbene non sostenere il silenzio dei docu- templi tui. Pauperum et esplicitato); Giacomo, 28 novem- menti come unica spiegazione peregrinorum maxime bre 1310; Giovanni, 5 maggio dell’inautenticità dell’epistola. susceptioni cura sollicite 1314, 19 gennaio 1315, I febbraio exhibeatur, quia in ipsis magis 1315, 10 aprile 1331. A queste Christus suscipitur; nam divitum attestazioni andrà aggiunto il 5.3.2 Le modalità di accesso del terror ipse sibi exigit honorem. resoconto di una visita dell’abate pellegrino Dante e la Regula Coquina abbatis et hospitum di S. Michele Lorenzo, che vede Sacti Benedicti super se sit, ut, incertis horis presenti a S. Croce il priore Tom- superveniente shospites, qui maso e i monaci Gabriele, Gio- Si è citata precedentemente la numquam desunt monasterio, non vanni, Giacomo e Bartolomeo possibilità che il monaco Ilaro inquietentur fratres. In qua [maggio 1306 oppure 1307] fosse uno tra i più colti di Santa coquina ad annum ingrediantur (PELLEGRINI 2016 pp. 123-124). Croce del Corvo. Chi scrive ha duo fratres qui ipsud officium I documenti dimostrano come in ipotizzato questo sulla base di bene impleant. Quibus, ut date certe non ci siano priori di un’attenta analisi della Regula indigent, solacia administrentur, nome Ilaro, ma non è da esclu- Sacti Benedicti. Infatti, nelle ut absquemur murationes erviant, dere la presenza di un monaco circostanze dell’epistola ilariana et iterum, quando occupationem colto con quel nome che, per ci troviamo di fronte a un ospite minorem habent, exeantubi eis incarico del priore, tenesse una che giunge presso un monastero imperatur in opera. Et non solum corrispondenza con un notabile benedettino, i cui componenti ipsis, sed et in omnibus officiis dell’epoca per impetrare favori avrebbero dovuto accoglierlo monasterii ista sit consideratio, nei confronti del romitorio come Cristo. ut quando indigent solacia lunigianese (cfr. par. 5.3.2). accommodentur eis, et iterum «Omnes supervenientes hospites Paolo Pellegrini insiste sulla quando vacant oboediant tamquam Christus suscipiantur, particolarità onomastica. Infatti, imperatis. Item et cellam quia ipse dicturus est: Hospes fui pur essendo presenti nel culto hospitum habeat assignatam et suscepistis me; et omnibus benedettino S. Ilario di Poitiers, frater cuius animam timor Dei congruus honor exhibeatur, vescovo e confessore, e sant’Ila- possidet; ubi sint lecti strati maxime domesticis fidei et rio o Ilariano martire, compagno sufficienter. Et domus Dei a peregrinis. Ut ergo nuntiatus di San Donato, patrono di Arez- sapientibus et sapienter fuerit hospes, occurratur ei a zo, lo studioso basa la sua ipotesi administretur. Hospitibus autem priore vel a fratribus cum omni sull’assenza di riferimenti a que- cui non praecipitur ulla tenus officio caritatis, et primitus orent sto nome negli elenchi degli abati societur neque colloquatur; sed si pariter, et sic sibi socientur in e dei priori della Congregazione obvia verita ut viderit, salutatis pace. Quod pacis osculum non Pulsanese (PELLEGRINI 2016 pp. humiliter, ut diximus, et petita prius offeratur nisi oratione 130-131). L’argomentazione, benedictione pertranseat, dicens praemissa, propter illusiones nuovamente e silentio, appare sibi non licere colloqui cum diabolicas. In ipsa autem debole. Già Vincenzo Biagi scri- hospite» salutatione omnis exhibeatur veva: humilitas omnibus venientibus (Regula Sancti Benedicti, LIII).

sive discedentibus hospitibus: «Un egregio studioso, il dottor La congregazione pulsanese, cui inclinato capite vel prostrato Bientinesi dell’Archivio di Stato apparteneva il monastero del omni corpore in terra, Christus in di Pisa, che raccoglie documenti Corvo, applicava ancora più eis adoretur qui et suscipitur. per la storia delle congregazioni rigidamente la Regola di San Suscepti autem hospites ducantur monastiche in Toscana, mi assi- Benedetto. Per questo motivo, ad orationem et postea sedeat curava nella scorsa estate [1909], qualora il Priore non fosse stato cum eis prior aut cui iusserit ipse. di essersi imbattuto in un frate colto, le disposizioni Legatur coram hospite lex divina Ilaro, probabilmente camaldolese prevedevano che il monaco più ut aedificetur, et post haec omnis e dei primi del sec. XIV: egli istruito dovesse intrattenersi con ei exhibeatur humanitas. pero non ha potuto fornirmene l’ospite. Questo fa sì che possano Ieiunium a priore frangatur più precise notizie» (BIAGI 1910 concordare le notizie di assenza propter hospitem, nisi forte p. 97 n°1). di un priore di nome Ilaro al praecipuussit dies ieiunii qui non Corvo e le disposizioni possit violari; Oltre a ciò, Giuseppe Indizio ci benedettine. Nel 1953 Ciro informa di un ritrovamento, da Angelillis pubblicò un articolo 44 sulla Congregazione Pulsanese e, di difficoltà è fin troppo chiaro e (SASSO 2012 p. 16). Questo spie- proprio sui monaci più colti, che questa la potesse trovare in gherebbe la suspense nell’agni- scrisse: un cenobio benedettino lo è zione dell’anonimo visitatore e le ancora di più, ma se si legge regole di ospitalità piegate all’e- «Quelli che sapevano di lettere attentamente la Regula si scopre stro narrativo. Per ragioni forse potevano dedicarsi a studi sacri e che la risposta di Dante era legate alla protezione del cenobio profani; desiderati nella comunità proprio l’augurio che i monaci a- lunigianese dalle incursioni dei anche per il buon ricevimento da vrebbero dovuto rivolgere all’a- pirati o della Repubblica di Ge- fare agli ospiti del monastero, ché nonimo pellegrino. Altra contrad- nova, per ordine del Priore, il pure in ciò i Pulsanesi ben dizione sorge nell’atteggiamento solo per la Regula a poter tenere seguivano gli statuti generali di Ilaro e dei confratelli, deside- una corrispondenza, il monaco benedettini i quali prescrivevano rosi di sapere chi fosse; i monaci Ilaro avrebbe scritto a Uguccione docti fratres eliguntur cui cum non avrebbero dimostrato l’umil- della Faggiola, arricchendo di supervenientibus hospitibus tà che prescriveva San Benedetto, aneddoti l’ipotetico passaggio di loquantur» (Mabillon: Ann. indicando addirittura la prostra- Dante a Bocca di Magra. benedict., II, 430). (ANGELILLIS zione. Se possiamo spiegare il Boccaccio, trascrivendo la 1953 pp. 425-426) colloquio privato di Ilaro con missiva, avrebbe omesso la parte Ilaro quindi avrebbe potuto essere Dante come autorizzato dal Pri- in cui il monachus de Corvo il monaco più colto del mona- ore a motivo della sapienza del avrebbe avanzato la richiesta al stero, studioso anche di argo- monaco, come spiegare lo zelo Signore di Pisa oppure un tramite menti profani (cfr. par. 5.3.3), fin troppo esagerato del mittente (cfr. 5.3.5) gli fece avere il delegato dal Priore per l’acco- dell’epistola nei confronti di un manoscritto senza la petitio e, glienza degli Ospiti. Per prima anonimo pellegrino? È strano che forse, con le dovute modifiche. cosa Ilaro non avrebbe intera- un monaco, per quanto timorato, mente rispettato le disposizioni possa avere un tale desiderio di dell’art. LIII: infatti mai si fa conoscere un uomo che ha 5.3.3 Frate Ilaro “esperto co- riferimento a eventuali domande pronunciato solamente la parola noscitore di Dante” da porre ai viandanti, quasi che la «pacem». Si può constatare una risposta implicasse l’accettazione ulteriore stranezza: Dante avreb- Secondo Gennaro Sasso, da una o il rifiuto di ospitalità, contrav- be lasciato in ricordo a Ilaro una prima analisi del testo ilariano venendo quindi al Vangelo: parte della sua opera che ancora il colpisce la grande precocità di monaco non conosceva per in- Dante nel comporre versi (SASSO Petite, et dabitur vobis; quaerite viarla a Uguccione della Faggiola 2012 pp. 10-16). Ilaro si stupì che et invenietis; pulsate, et aperietur corredata da chiose. Ebbene, per Dante avesse composto opere in vobis. Omnis enim qui petit, quanto nel dialogo potesse es- volgare fin da giovane con tali accipit; et, qui quaerit, invenit; et sergli apparso colto, Dante avreb- argomenti che persino i più dotti pulsanti aperietur. Aut quis est ex be mai lasciato interpretare l’In- in lingua latina non lo avrebbero vobis homo, quem si petierit filius ferno a un religioso appena co- potuto eguagliare. Si nota una suus panem, numquid lapidem nosciuto? Ma soprattutto, se si contraddizione: il poeta compone porriget ei? Aut si piscem ipotizza che la consegna di un in volgare laddove si dovrebbe petierit, num quid serpentem manufatto contenente l’Inferno comporre in latino, quindi il porrigetei? (Mt 7, 7-10) possa essere avvenuta, Dante riferimento, secondo Sasso, non Esurivi enim, et dedistis mihi avrebbe avuto più copie con sé? può essere alla Vita Nova poiché manducare; sitivi, et dedistis mihi Oppure restò tanto tempo presso l’amore è da cantare in volgare bibere; hospes eram, et il Corvo affinché i monaci pre- (SASSO 2012 pp. 12-13). La collegistis me (Mt 25, 35). disponessero una copia? Se si descrizione si confà precisamente suppone il metodo della pecia, al Convivio, ma sorge un’enorme Si potrebbe obiettare il fatto che Ilaro e i suoi confratelli avrebbero problematica cronologica. Per non fosse necessario citare nel- potuto copiare separatamente il quanto le canzoni del Convivio l’epistola la prassi benedettina testo dantesco in poco tempo, possano essere state composte completa, ma allora perché chie- predisponendo una copia di lavo- precedentemente, è opportuno dere con insistenza? Se soprat- ro, e in seguito, presso il mona- attribuirle al periodo della vita di tutto ai poveri si doveva dimo- stero di Sarzana, si sarebbe pro- Dante ante pubertatem, ossia strare ospitalità degna, perché ceduto alla stesura di una copia di prima dei 9 anni? Lo stesso Ilaro, chiedere il motivo a un viandante lusso da inviare a Uguccione (IN- argomenta Sasso, che si reputa che – citando lo stesso Ilaro – DIZIO 2014 p. 288-289). Dunque, esperto conoscitore di Dante, sarebbe potuto giungere al Corvo se si distingue il periodo dell’ipo- avrebbe definito il piccolo poeta per devozione? Una coincidenza tetico passaggio di Dante al Cor- tanto sapiente da superare, a 9 troppo precisa si rivela nella ri- vo da quello dell’invio dell’epi- anni, la sapienza dei dotti (SASSO sposta di Dante: il pellegrino stola con la copia dell’Inferno, si 2012 p. 12). Non ritenendo «dixit: Pacem». Che Dante cer- può anche ipotizzare che Ilaro possibile questa argomentazione, casse pace e serenità dopo un avesse romanzato l’episodio per Gennaro Sasso osserva un’ana- periodo di grandi cambiamenti e renderlo più patetico e allettante logia con i prodigi delle Vite dei 45

Santi, escludendo quell’improba- Casadei ipotizza che siano opera Virgilio la genesi dell’epistola è bilità cronologica che mai Boc- di un compositore di ambito proprio il tentativo di difesa del caccio, seppur animato da reve- ravennate-bolognese in risposta volgare messo in capo dal mit- renza nei confronti di Dante, a- all’accusa del circolo padovano tente. Se è nota l’avversione del vrebbe inserito in un testo (SASSO dell’incapacità di Dante di com- bolognese per il volgare, perché 2012 p. 12). È suggestiva l’im- porre versi in latino (CASADEI esaltare l’enfant prodige Dante, magine del nove, la stessa età del 2013 pp. 139-140): tra loro è da che avrebbe superato con il vol- primo incontro con Beatrice (Vn I annoverare anche Giovanni del gare ciò che i grandi poeti scri- 1), ma si deve al secondo incon- Virgilio (CASADEI 2013 p. 140n). vono in latino, e quale motivo tro e alla delusione per il mancato avrebbe avuto per non opporsi, saluto la composizione del so- come nelle Ecloge, alla veste netto A ciascun’alma presa e 5.3.4 Giovanni del Virgilio e il linguistica della Commedia? gentil core, quindi all’incirca ai “sorriso” di Ilaro 18 anni di età. Dante è consolato da Amore per la delusione dovuta Giuseppe Indizio ha confutato la 5.3.5 L’ipotesi del mediatore all’innamoramento per Beatrice tesi di Saverio Bellomo che Ilaro-Boccaccio «tostamente dalla tua puerizia» riteneva l’epistola frutto di un (Vn V 7). Il poeta sarebbe stato esercizio retorico di Giovanni del Secondo quanto argomenta Giu- innamorato fin dall’età di nove Virgilio (INDIZIO 2014 pp. 291- seppe Indizio, se si presta fede ai anni, ma avrebbe composto molto 292). Una delle tante spie di richiami testuali dell’epistola in- più tardi. Nelle due redazioni del questa ipotesi sarebbe la dedica a dividuati da Billanovich, dovrem- Trattatello e nell’Accessus alle Federico d’Aragona del Para- mo presupporre un compositore Esposizioni Boccaccio non cita la diso; infatti, secondo Bellomo, molto esperto di luoghi testuali mirabile precocità di Dante, anzi dato lo stretto rapporto del danteschi (INDIZIO 2014 p. 312), identifica il periodo di composi- professore bolognese con Alber- vivente l’autore, cosa da esclu- zione del libellum giovanile nei tino Mussato e Padova, mai a- dere nei confronti dei un monaco mesi successivi alla morte di Bea- vrebbe scritto di una dedica a di Santa Croce del Corvo.164 Nel trice. Avrebbe potuto il Certal- Cangrande della Scala. Al contra- periodo immediatamente succes- dese mentire in un manufatto che rio, Indizio dimostra l’infonda- sivo alla morte di Dante, la cono- poi avrebbe preso come fonte? tezza della tesi poiché non solo scenza delle opere dantesche, an- Degna di nota è l’ipotesi di non è spiegabile il rapporto vi- che di quelle incompiute, a e- Giuseppe Billanovich che attri- scerale tra Mussato e Giovanni sclusione della Commedia, è da buisce al compositore dell’epi- del Virgilio, ma allo stesso modo attribuirsi a un cenacolo culturale stola una grande conoscenza dan- non è comprensibile perché nella fiorentino. Considerando lo stato tesca, oltre che riferimenti ad al- seconda Egloga in risposta a di incompiutezza del Convivio e cune opere di Boccaccio.161 Che Dante, il grammatico bolognese del De vulgari eloquentia, In- questi siano granitica certezza o citi le imprese di Cangrande con- dizio, sulla scorta di Guglielmo ipotesi plausibile è da stabilire, tro i Padovani come esempio Gorni, ritiene arduo che Dante ma resta il fatto che il monaco mirabile da cantare in versi epici abbia voluto far circolare le pro- Ilaro difficilmente avrebbe potuto latini (INDIZIO 2014 pp. 291-292). prie opere non ultimate (INDIZIO avere una conoscenza tanto ap- In secondo luogo – si chiede 2014 p. 310). Una conoscenza profondita delle opere dante- Indizio- quale potrebbe essere il precedente al 1335-1340 al di sche,162 ma soprattutto fra queste, motivo per cui, avendo redatto fuori di Firenze è da escludersi nel tempo in cui scrive, le Ecloge l’epistola negli anni successivi per il Convivio, di cui Luca Az- non erano ancora state compo- alla diffusione del sacrato poema, zetta ci informa che pochi ste.163 Circa la parte centrale Giovanni del Virgilio avrebbe i- commentatori antichi della Com- dell’epistola con la questione del- gnorato alcuni elementi del Pa- media erano a conoscenza (AZ- la lingua e i versi latini, Alberto radiso? (INDIZIO 2014 pp. 291- ZETTA 2009 p. 6). Per quanto 292) A ciò si aggiunga la ripro- riguarda Ilaro e il periodo entro

161 vazione mostrata dal grammatico cui potrebbe essere avvenuto l’e- I testi delle opere in questione, bolognese nei confronti delle pisodio biografico dell’incontro confrontati con l’epistola di frate prime due cantiche della Com- tra Dante e il monaco e il mo- Ilaro, sono collocati in APPENDICE 2 162 La diffusione delle opere media, suggerendo l’adozione di mento dell’invio della missiva a dantesche rappresenta una problemat- modelli epici della latinità clas- Uguccione della Faggiola, è da ica enorme cui si rimanda alle sica per l’altezza dell’argomento, escludersi che il poeta fiorentino Introduzioni di Dante, Opere, ed. mentre lo stupore di Ilaro è clas- avesse promosso la conoscenza o diretta da Marco Santagata, vol. I-II, sificato da Indizio come «remore la lettura del De vulgari elo- Milano, Mondadori e, per uno studio […] trite di un modesto scolastico di sintesi legato all’epistola ilariana, attardato, non certo quelle di 164 si veda INDIZIO 2014 pp. 263-316 I luoghi testuali sono i medesimi 163 circoli proto-umanistici à la pa- Circa l’allusione alla prima riportati in APPENDICE 2: CV I IX 5; Egloga di Dante in risposta a ge» (INDIZIO 2014p. 292). Un Dvg II IV 2; Ep. XI; Ep. XII; Mon I I Giovanni del Virgilio si veda il par. ulteriore elemento che rende ar- 1-3; I III 3; I IV 4 3.4 duo attribuire a Giovanni del 46 quentia. Chi usò entrambi i imperialista. Al novero dei lettori Dante. Boccaccio non aveva trattati incompiuti – conclude del trattato (lettori attenti, se ne bisogno di andare in Lunigiana Indizio – doveva essere parte di hanno usato per un falso o per comporre le sue novelle quel cenacolo fiorentino entro cui un’esercitazione retorica) pare lunigianesi o per trascrivere la erano note, successivamente alla improbabile ascrivere Boccaccio, lettera di frate Ilario, ammesso morte di Dante: di questo gruppo né facilmente vi si ascriverebbe che si tratti di trascrizione e non non faceva parte Giovanni del Del Virgilio, che non pare legato di invenzione, perché la sua Virgilio, la cui presenza a Firenze stabilmente ad un cenacolo geografia è sempre letteraria […] non è testimoniata da alcuna dantesco, né appartenne alla Ma la Lunigiana resta un puro prova (INDIZIO 2014 p. 311). categoria dei polemisti-giuristi dato evocativo, fantastico». Circa le epistole XI e XII si deve militanti, né, al di là di un (MOROSINI 2009 p. 64) considerare la tradizione unica. generico riferimento nell’epitafio Sarebbe antieconomico pensare dantesco, mostra di conoscere a Se Boccaccio non passò mai per che un retore o falsario abbia a- fondo la Monarchia». (INDIZIO la Lunigiana, ma ambientò le sue vuto accesso a una linea di tra- 2014 p. 308) due novelle in un luogo di smissione che non fosse quella di memorie dantesche (Decameron I Boccaccio, ossia quella fiorentina Sorge quindi la figura di un 4 e II 6), allora deve essere per la XII e quella curiale per la mediatore tra il manufatto di Ilaro presente un mediatore che avesse XI. JenaroMacLennan ci informa e la trascrizione di Boccaccio avuto rapporti con i Malaspina e i sull’Ep. IV: «Yet we know that (1335-1340). Questo retore o territori lunensi. Giuseppe Indizio the epistle to Moroello was of falsario, secondo quanto riportato individua Sennuccio del Bene estreme rarità throughout the da Indizio, sarebbe dovuto sia come probabile mediatore Trecento, Boccaccio himself and appartenere al cenacolo fiorentino (INDIZIO 2014 p. 313). Infatti, Senuccio del Bene being the only sia essere in contatto con la oltre a essere a conoscenza two men of letters of that period Lunigiana (INDIZIO 2014 p.314). dell’Ep. IV, è riconosciuto come who give evidence of knowingit». Il mediatore avrebbe scoperto un precoce cultore di Dante, il cui In questo caso è escluso Giovanni documento reale con cui un influsso, secondo Piccini, è del Virgilio, ma non Boccaccio. monaco del Corvo chiedeva ravvisabile in quasi tutte le sue Se consideriamo la diffusione alcuni favori a Uguccione della opere (PICCINI 2004 pp. 31-52). della Monarchia, non possiamo Faggiola per il romitorio Inoltre già Billanovich riteneva esimerci da considerare la con- lunigianese e avrebbe costruito Senuccio il vero mediatore delle danna del cardinale Legato Ber- per pii fini di lode oppure per Ep. XI e XII nei confronti di trando del Poggetto nei confronti comporre un falso un manufatto Boccaccio, dal momento che le del trattato, strumentalizzato dai con alla base un incontro (che sia imitò nei suoi scritti giuristi dell’epoca nella contesa avvenuto oppure no è poco (BILLANOVICH 1947 p. 138). Non tra papa Giovanni XXII e Lu- importante) tra il monaco e il da ultima va considerata la dovico il Bavaro. Infatti, il rogo poeta Dante. In questo manufatto citazione di Franceschino degli esemplari implicò una avrebbe inserito echi danteschi Malaspina di Mulazzo in Da · rarefazione della tradizione diret- che solo un cultore di memorie ppoi c ’i’ o perduta come ta e indiretta dell’opera che vide del poeta fiorentino, partecipe di speranza e rifugio dopo la morte una canalizzazione nell’ambito un gruppo cui si possono di Arrigo VII. La mediazione di giuridico imperiale e curiale (IN- annoverare, secondo Indizio, Sennuccio del Bene riuscirebbe a DIZIO 2014p. 307). La diffusione Pietro e Jacopo Alighieri, chiudere il cerchio della della Monarchia fu evidente- Giovanni Villani, l’Ottimo, trasmissione del testo ilariano a mente clandestina. Scrive Giu- Andrea Lancia e Senuccio del Giovanni Boccaccio, forse anche seppe Indizio: Bene (INDIZIO 2014 p.312). Il includendo l’ipotesi di Livio mediatore inoltre è considerato Galanti che vedeva nel testo non «In via di probabilità lo pseudo- fededegno da Giovanni l’autentica epistola di frate Ilaro a Ilaro che, a un di presso, Boccaccio che accoglie alcune Uguccione, ma un documento scriverebbe tra il 1325 (dopo la informazioni dell’epistola nel d’archivio (GALANTI 1985 pp. morte di Dante certamente) ed il Trattatello e nelle Esposizioni, 109-110). Sennuccio del Bene 1335 (qualche tempo prima della ma soprattutto è reso necessario potrebbe essere venuto in trascrizione boccacciana), per dal momento che si ipotizza che possesso di un documento presso aver usato del trattato politico il Certaldese mai si recò in gli archivi del Corvo che dovrà ascriversi tra i più precoci Lunigiana. Scrive Roberta riportasse la corrispondenza con cultori di Dante, o meglio ad un Morosini: Uguccione della Faggiola in cui, cenacolo dantesco connotato da per richiedere dei favori, si comprovati legami con tradizioni «La Lunigiana è il luogo scelto inviava una copia dell’Inferno. dirette del Dante minore; ovvero, da Boccaccio per depositare due Risulterebbe quindi poco meno persuasivamente, al novero delle sue convinzioni poetiche importante determinare che dei polemisti di formazione più importanti, ma solo ed l’incontro tra Dante e il colto giuridica, meglio se al versante esclusivamente in virtù di ragioni monaco del Corvo sia avvenuto laico o comunque di parte letterarie e biografiche legate a 47 oppure sia frutto dell’invenzione continuando una ricostruzione 5.4.1 Biografia di Uguccione ilariana. che si sarebbe basata su sue della Faggiola invenzioni. Se Boccaccio ha copiato il testo sicuramente prima Uguccione della Faggiola nacque 5.3.6 La datazione del del 1348, data dell’epistola nel 1250 a Corneto di Verghereto 165 mediatore Ilaro - Boccaccio Quampium a Zanobi da Strada, tra i monti dell’Appennino tosco ultimo testo trascritto nello – emiliano da una famiglia Ammesso, ma non dato, che Ilaro Zibaldone, iniziando quest’ultimo feudale.168 Di parte ghibellina, nel abbia realmente inviato l’epistola agli inizi degli anni Quaranta del 1292 fu podestà di Arezzo, carica a Uguccione, è giusto interrogarsi XIV secolo, dobbiamo ipotizzare che ricoprì nuovamente dieci anni anche sul momento in cui il che il recupero del documento dopo, quando, dopo la condanna mediatore tra Ilaro e Boccaccio ilariano a opera di Sennuccio del a morte, gli esuli fiorentini di recuperò la missiva destinata al Bene o di qualche altro mediatore parte bianca, tra cui anche Dante, signore di Pisa e la fece fosse avvenuto precedentemente, si unirono ai ghibellini in un conoscere al Certaldese. ma non di molto, dal momento fronte anti-Neri. Forse già nel Boccaccio venne a conoscenza che sarebbero dovute circolare 1302 il poeta incontrò Uguccione. dei materiali danteschi durante il almeno a Firenze le opere di Nel 1311 giurò fedeltà a Enrico suo soggiorno napoletano cui si Dante. Innanzitutto si deve VII cui mise a disposizione deve anche la conoscenza molto premettere che il mediatore operò trecento cavalieri. Legato probabilmente dell’epistola di sicuramente dopo la morte di imperiale a Genova per sostenere Ilaro (1335-1340). È opportuno Dante, quindi il periodo si la causa ghibellina, fu colto dalla sottolineare che il Certaldese restringe tra il 1321 e il 1340 notizia della morte godette di un accesso di primo circa. Per restringere il periodo dell’imperatore. La città di Pisa ordine ai testi danteschi tanto da possiamo avvalerci delle ipotesi lo volle come podestà e capitano inserirne molti nelle proprie di circolazione della Monarchia e del Popolo e di Guerra il 20 166 167 opere. Anche l’epistola di frate del Convivio. È ragionevole settembre 1313 per contrastare la Ilaro è densa di luoghi danteschi, sostenere che il recupero del testo lega guelfa toscana. Avendo al più o meno espliciti, impossibili ilariano e la trascrizione boc- suo comando le truppe imperiali, da reperire per un monaco cacciana dei contenuti con l’agg- sconfisse i Lucchesi presso lunigianese, a causa della stretta iunta dei riferimenti danteschi Pontetetto. Il 14 giugno 1314, diffusione delle opere al di fuori debbano concentrarsi tra il 1330- grazie all’aiuto di Castruccio di un ristretto cenacolo fiorentino. 1340. Castracani, conquistò Lucca che Giuseppe Indizio ha quindi stipulò con Pisa una lega militare ipotizzato che fosse un (14 luglio 1314). L’11 settembre componente di quel circolo ad 5.4 Il destinatario dell’epistola: 1314 giurò fedeltà alla causa aver inserito nel manufatto Uguccione della Faggiola imperiale con Cangrande della ilariano alcuni riferimenti alle Scala e Bonaccoldi di Mantova. opere di Dante, confermando L’incipit dell’epistola di frate L’apice della sua carriera fu però la veridicità dell’invio Ilaro riporta, come destinatario, l’assedio di Montecatini e (INDIZIO 2014 p. 312). Non siamo Uguccione della Faggiola, l’inaspettata vittoria contro i Neri a conoscenza di quanto anche lo signore di Lucca e di Pisa, cui il il 29 agosto 1315. A tale successo stesso monaco avesse manomesso monaco del Corvo avrebbe seguì un rapido declino dovuto il testo, inserendo, ad esempio, i inviato una copia dell’Inferno alla gestione autoritaria del dialoghi oppure l’invenzione correlata dalle chiose. È indubbia potere. Nel 1316 gli fu impedito degli stessi dedicatari delle l’importanza che Uguccione ebbe il rientro a Lucca e a Pisa; si cantiche successive. Inoltre è nella storia del suo tempo; stato ampiamente dimostrata la pertanto è necessaria un’analisi difficoltà di attribuire biografica per determinare i 168 «Figlio di Ranieri - che un docu- integralmente a Boccaccio il testo caratteri dell’amicizia tra il mento del 1274 indica come nobile e ilariano, dal momento che il condottiero e Dante, come che morì nel 1293 -, appartenne ad Certaldese avrebbe utilizzato le supposta da Ilaro, i suoi rapporti una famiglia feudale, forse ramo dei informazioni, ivi contenute, come con i monaci pulsanesi e la città conti Feltri di Carpegna, titolare nel fonti per le sue opere successive, sec. XIII del castello di Faggiuola e di Pisa. di altre terre nella Massa Trabaria, in 165 una regione, cioè, posta tra l'Umbria, Si rimanda a INDIZIO 2006a circa l’impossibilità di falso interamente la Toscana e la Romagna». Si veda il boccacciano. Il presente è frutto di seguente link uno studio attento del contributo http://www.treccani.it/enciclopedia/u sistemico di Giuseppe Indizio. guccione-della- 166 Per una trattazione più completa si faggiuola_%28Dizionario- veda INDIZIO 2014 pp. 275-279 che Biografico%29/ [ultimo accesso riprende lo studio di Giuseppe Billan- 29/04/2020 ore 19.32] ovich per cui si veda BILLANOVICH 167 1947 p. 21-86 Si veda il par. 5.3.5 48 allontanò definitivamente dalla questo risulterebbe strano, se non 5.4.3 I rapporti del Monastero Toscana con il figlio Ranieri. avessimo innumerevoli prove del del Corvo con la città di Pisa Rifugiatosi presso Cangrande rapporto non solo di Uguccione, della Scala, morì a Vicenza nel ma anche della sua famiglia con L’abbazia pisana di San Michele novembre 1319. l’ordine benedettino di cui fece degli Scalzi presso l’Orticaria Francesco Petrarca, nato ad Arez- parte probabilmente anche il conserva alcuni documenti che zo durante gli anni di governo di fratello del capo ghibellino. testimoniano gli stretti legami di Uguccione, lo ritrae in questo Nel 1303 Uguccione concede dipendenza del monastero del modo: benefici ai monaci Camaldolesi Corvo e di quello di S. Jacopo di stanziati presso i possedimenti Poggio. Continua Biagi: «Ugutio etate nostra multis actus aviti su cui aveva signoria: nel fortune tempestati bus, ad aulma 1306 consentì che suo fratello «Direi anzi che la politica di tandem memorati Canis Magni Federico si ascrivesse all’Ordine; accentramento seguita dall’abate venonensis, velut in portum nel 1308 concede un beneficio al di S. Michele, Lorenzo, nel aliquem, fessus senex appulit; ubi monastero del Trivio, a sua volta fortunoso periodo del dominio di magnifice exceptus – quod in illa situato presso i possedimenti di Uguccione in Pisa, dovesse essere domo precipuum erat – non ospiti famiglia; nel 1313 Uguccione se non ispirata, accarezzata dal sed parentis locum tenuit. Orta tenne l’adunanza di guerra per capitano ghibellino. I Regesti, di autem, ut fit super mensas, semel deliberare la guerra contro Lucca cui si è fatto parola, parlano, ad eden dimentione, cum multi nella chiesa di S. Jacopo di esempio, di lotte che Lorenzo magni comestores referrentur ab Poggio che, come il monastero sostenne contro l’abate di Guamo aliis, expectantibus ut Ugutio del Corvo, era soggetto ai in quel di Lucca, territorio che ipse, qui inter maximos habe- Camaldolesi pulsanesi di S. Uguccione devastò terribilmente bantur, de se aliquid loquerentur, Michele degli Scalzi; nel 1315 nell’autunno 1313, e della sua cepessitque vir immensi corporis Ludovico il Bavaro, a petizione nomina a vicario generale «in de esu suo in etate iuvenili del Faggiolano, attribuisce, con partibusTuscie», avvenuta il 14 quidam incredibilia narrare, altri privilegi, le terre di quella novembre 1315, proprio quando Petrus Nanus, qui in eadem chiesa in feudo allo stesso la potenza di Uguccione era nel Canis aula sapientia celebris sed Uguccione e ai fratelli Francesco massimo fiore» (BIAGI 1934 p. mordax habebantur, respondisse e Neri; un nipote di Uguccione 59). traditur: «Minime quidem miror (figlio di suo fratello Francesco Lo studioso inoltre ritiene che il hecque dicis, cum maioras ileas, che perì a Montecatini) è dei monastero di Santa Croce del queta menscimus: Pisas ac Camaldolesi nel 1350. (INDIZIO Corvo fosse il luogo più favore- Lucam uno prandio comedisti». 2014 p.89n). vole per una corrispondenza pi- Pungentis ioci cuspidem Già Vincenzo Biagi aveva scritto sana, anche grazie al ricambio transfixisse senis animum reor: a riguardo: continuo dei priori che avevano constans est enim opinio potuisse diritto di partecipare alle assem- die illo quo de dictarum civitatum «Ci è noto intanto, per le diligenti blee presso il cenobio pisano. dominio pulsus erat vulgitu ricerche del Podestà, dello Sforza Che il monastero del Corvo multum comprimi si e convivio e di Ubaldo Mazzini, che il avesse avuto poca fortuna lo surrexisset»169. monastero del Corvo dipendeva conferma la sua rapida chiusura, dall’abbazia di S. Michele degli rari dovevano essere i pellegrini Scalzi di Pisa, e che il luogo fin che ivi sostavano, tanto da non dagli ultimi anni del sec. XIII era dare nell’occhio. Così, ipotizza 5.4.2 I rapporti tra Uguccione e stato fortificato, per farne quasi Biagi, fu anche per Dante che il monachesimo benedettino una sentinella avanzata contro volle rifugiarsi lì per cercare l’ingordigia dei Genovesi. Che pace. L’altisonante saluto, «Egregio et l’autorità civile e militare pisana, Scrive Biagi: magnifico viro domino Uguiccio- impersonata in Uguccione, ni de Fagiola», stride con l’i- capitano fiero e di larghe vedute e «La visione drammatica non si dentificazione di Ilaro come aspirazioni, non si curasse affatto attenua così, si fa anzi più «humilis monacus de Corvo in di una località così importante, intensa: la grandezza di uno faucibus Macre»; secondo quanto potrà darsi, ma non mi sembra spirito travagliato dalla sventura riportato, un umile benedettino probabile, specialmente nel acquista risalto in questa lotta avrebbe scritto a un politico tempo in cui s’andava adden- sanguinante colle prime necessità all’apice della sua carriera. Tutto sando la tempesta, che doveva della vita. Ilaro non lo dice, ma poi scatenarsi nel 1315 sui campi lascia quasi capire d’avere inteso di Montecatini» (BIAGI 1934 pp. che un triste destino aveva 169 57-58). condotto Dante lassù: «sive FRANCESCO PETRARCA, Rerum me- devozione, SIVE ALLA CAUSA moranda rum libri, ed. critica per cura di GIUSEPPE BILLANOVICH, motus»! E la causa poteva essere Firenze, Sansoni, 1945, pp. 99-100 anche d’altra natura: prima (sezione De mordaci bus iocis) d’ogni altra necessità di trovarsi 49 in luogo fidato, in luogo dove né 2017 Giuseppe Indizio ha pub- dipendenza all’abbazia pisana per gli emissari, o i fautori del re blicato un contributo di risposta le questioni non spirituali (IN- Roberto, né i guelfi di Lucca e di al saggio di Pellegrini dal titolo Il DIZIO 2017 p. 147). Senza voler Lunigiana, che s’erano accordati monaco Ilaro ‘non mai esi- forzare il testo ilariano, ci si po- con lui, potessero porre le mani, stito’? Note su una recente ipo- trebbe chiedere per quale motivo trovandosi sotto la tutela tesi, affermando che: il monaco si sarebbe voluto rivol- dell’amico Uguccione» (BIAGI gere al massimo esponente poli- 1934 pp. 61-62). «Condivisibili o meno, i percorsi tico pisano. Ebbene, in base a una Di questi rapporti non è convinto dell’indagine non appaiono neutri ricerca di Eliana Maria Vecchi si Paolo Pellegrini. Recando a (né sistemici) ma polarizzati è dimostrato il possesso di alcuni testimonianza un estratto degli attorno a un asse precostituito. Di terreni sia nella diocesi di Luni Statuta di Arezzo del 1303, qui, in gran parte, le ragioni per sia nell’arcidiocesi di Pisa da pa- ritiene che nessun privilegio sia cui tali percorsi, salvo errore di rte del monastero del Corvo stato concesso da Uguccione ai chi scrive, non paiono condurre (VECCHI 2013 p. 32). Secondo monaci camaldolesi: il ad esiti tanto persuasivi da Pellegrini, l’autorità politica non documento riporterebbe una modificare a fondo lo status avrebbe avuto alcuna influenza delibera de immunitate eremi, quaestionis sulla lettera ilariana» sulle comunità monastiche bene- concessa dal Consiglio dei Cento, (INDIZIO 2017 p. 147). dettine, rendendo quindi inutile che il podestà avrebbe dovuto un’ipotetica corrispondenza di un fare rispettare (PELLEGRINI 2016 Indizio confuta le tesi di Pel- monaco con un uomo politico p. 101). I legami con l’abbazia legrini, partendo da un’analisi tanto potente (PELLEGRINI 2016 p. non sarebbero da ricondurre alla della realtà storica dei rapporti tra 115). Sulla base dei documenti di carica ricoperta da Uguccione, il monastero del Corvo, il mit- archivio, Uguccione non avrebbe bensì all’influenza della famiglia tente, la diocesi di Luni, Uguc- quindi avuto la possibilità di con- sui territori di proprietà dei cione e Castruccio Castracani cedere particolari privilegi al Trivio. Nel 1298 Uguccione fu degli Antelminelli. Il monastero Corvo, mentre il protettore più nominato vicario su tutti i del Corvo dipendeva per le no- naturale sarebbe stato Castruccio possedimenti abbaziali per sei mine interne dall’abbazia pisana Castracani, all’epoca vicario epi- mesi con poteri giurisdizionali. di San Michele degli Scalzi scopale (PELLEGRINI 2016 pp. Pellegrini conferma la pressione (INDIZIO 2017 pp. 149-150). Tra 114-115). Nel periodo ilariano, dei Faggiolani sul capitolo il 1314 e il 1315 la diocesi di però, Indizio dimostra che l’al- camaldolese per l’elezione del Luni era in crisi, soprattutto dopo leanza tra l’Antelminelli e il Fag- fratello Federico ad abate nel che Arrigo VII ne privò il ve- giolano era ancora forte, tanto da 1307, come poi avvenne scovo dei poteri comitali, creando combattere insieme nella batta- nell’anno successivo, non senza uno status di impasse istitu- glia di Montecatini; il loro rap- opposizioni (PELLEGRINI 2016 p. zionale risolto solo nel 1314.171 A porto si sarebbe incrinato con la 103). Scrive Paolo Pellegrini: ciò si aggiunga la nomina di svolta autoritaria di Uguccione Castruccio Castracani quale vica- nel governo di Pisa e Lucca, ma «Da quanto visto emerge come la rio episcopale da parte del presule questo periodo non corrisponde base del legame tra S. Maria del lunense, salvo poi entrarvi in con la datazione ipotizzata del- Trivio e i Della Faggiola non conflitto. Paolo Pellegrini sostie- l’epistola di frate Ilaro (INDIZIO fosse necessariamente legata alla ne che l’Antelminelli sarebbe 2017 pp. 150-151). Scrive Miche- carica di podestà di Arezzo, ma stato dunque l’interlocutore più le Luzzati: anzi avesse un’origine storica naturale per un monaco del Corvo chiaramente individuabile nel (PELLEGRINI 2016 p. 115), non «È indubbio che non il prestigio profondo e antico radicamento tenendo conto - scrive Indizio - la personale del Castracani, ma le che i Faggiolani vantavano sul pressioni di Uguccione avevano territorio dell’alto Tevere, il che potuto convincere il vescovo anche favoriva l’ingerenza di Nonostante l’inesistenza di questa, si Gherardino Malaspina a creare Uguccione e dei suoi congiunti vedrà in seguito come siano almeno suo visconte il Castracani, e i ipotizzabili i rapporti tra il romitorio nella vita della abbazia» Comuni di Sarzana e di Sar- del Corvo e Uguccione della (PELLEGRINI 2016 p. 103). zanello a sceglierlo come loro vi- Faggiola. 172 La non esistenza di una congrega- 171 Castruccio Castracani degli Antel- cario» (LUZZATI 1979 p. 22) . zione Camaldolese – Pulsanese minelli (1281-1328) fu nominato ha fatto vacillare uno dei punti visconte nelle Terre lunigianesi di più solidi su cui si basava il filone Uguccione della Faggiola, costrin- della critica autenticista.170 Nel gendo l’ormai esautorato Gherardino 172 Per una biografia completa di Ca- Malaspina, vescovo – conte di Luni, struccio Castracani degli Antel- a nominarlo anche vicario e ammini- minelli si veda il link 170 Una buona parte della teoria stratore della diocesi. Castruccio ri- http://www.treccani.it/enciclopedia/c autenticista del passato si basava sultò essere plenipotenziario nel astracani-degli-antelminelli- sull’esistenza della Congregazone territorio lunigianese, ma legato con castruccio_%28Dizionario- Camaldolese-Pulsanese, teorizzata da un’alleanza al signore di Pisa. Cfr. Biografico%29/ [ultimo accesso Vincenzo Biagi (BIAGI 1934p. 59). 5.2.4 30/04/2020 ore 21.26] 50

5.4.4 Uguccione: interlocutore Carla Maria Monti contribuisce hanno avuto origine quasi con- privilegiato per il Monastero altresì a una più precisa datazione temporaneamente, perché Dante dell’epistola, collocandola dopo avrebbe dedicato l’Inferno guelfo Che Uguccione avesse il potere la vittoria a Montecatini di a un campione di ghibellinismo, quasi assoluto su tutta Pisa e Uguccione (29 agosto 1315).173 signore di quella città vituperio Lucca è da considerare provato La stessa storica ritiene plausibile delle genti? Sarebbe antieco- (INDIZIO 2017 p. 146), sarebbe che la profezia post eventum nomico sostenere che il poeta non quindi da chiedersi per quale pronunciata da Forese Donati sia intendesse consegnare personal- motivo non avrebbe potuto da riferirsi alla vittoria del capo mente la prima cantica al signore influenzare decisioni economiche ghibellino a Montecatini, essendo di Pisa. Chi scrive, dunque, ba- oppure anche nomine religiose. In l’unica tragedia che Firenze sandosi sull’incertezza del mo- mancanza di prove certe non dovette sopportare in quegli anni: mento in cui collocare la visita di possiamo giungere a una Dante al Monastero del Corvo e soluzione, pur restando ancora Ma se le svergognate fosser sull’influenza di Uguccione nei valido l’interrogativo di Pio certe,/ territori della Toscana nord-occi- Rajna sulle motivazioni che di ci c e ‘l ciel veloce loro dentale, ritiene che sia più econo- avevano spinto Dante a non aver amanna, / mico pensare a una deliberata consegnato egli stesso una copia già per urlar avrian le bocche scelta del monaco. Ilaro, per con- dell’Inferno al signore di Pisa, aperte; to del cenobio, avrebbe richiesto essendo in ottimi rapporti con il c e se l’antiveder qui non mi favori al signore di Pisa, allegan- medesimo (RAJNA 1909 p. 250), inganna,/ do una copia dell’Inferno da lui ammesso che sia stato il poeta a prima fian triste che le guance postillata. indicare il destinatario. Carla impeli/ Maria Monti individua un colui c e mo’ si consola con elemento a favore della veridicità “nanna”./ CAPITOLO 6 della dedica della cantica infer- La cronologia di composizione (Pg. XXIII 106-111) nale a Uguccione nell’epistola e di pubblicazione della indirizzata dal condottiero a Commedia e i dedicatari di Questa teoria, ormai accolta dalla Gherardo Spinola e Bernabò Do- Purgatorio e Paradiso critica, è confermata anche dal ria. Infatti al capo ghibellino è trasferimento della ricorrenza riconosciuto il possesso di grandi 6.1 Questioni di cronologia patronale fiorentina. Infatti «la capacità oratorie da Albertino delle cantiche della Commedia città che nel Batista / mutò il Mussato nei suoi Gesta Itali- primo padrone» (If XIII 143- corum (MONTI 2010 pp. 142- Questo paragrafo si pone l’o- 144), segnata dall’infamia di quel 143). Sebbene fittizie, le orazioni biettivo di gettare luce sulla dif- dies horribilis, trasferì la metterebbero in luce oltre la fusione del poema sacro nel pe- solennità del proprio patrono, San capacità bellica, anche l’abilità riodo in cui sarebbe potuto av- Giovanni Battista, al 24 giugno, oratoria e culturale di Uguccione, venire il transito di Dante presso giorno della sua Natività (MONTI che compose la sopracitata mis- il Monastero di Santa Croce del 2010 pp. 155-156). siva rispettando i canoni dell’ars Corvo Supponendo che l’epistola sia dictandi dell’epoca. Monti ritiene autentica, Uguccione della Fag- infatti che la grandezza culturale giola sarebbe il dedicatario del- e la statura politica del condot- 6.1.1 Come si è diffusa la Com- l’Inferno. Da risolvere sarebbe tiero ghibellino siano tali da col- media? anche l’interrogativo riguardante locarlo in una posizione premi- la natura stessa della cantica. Se, nente all’interno del panorama La diffusione della Commedia come teorizza buona parte della politico italiano. Scrive la storica: presenta numerose problemati- critica, le prime due cantiche che, non solo cronologiche, ma «L’Uguccione presentato nella anche “metodologiche”. I critici lettera di frate Ilaro ben si attaglia si interrogano da molto tempo al ruolo che egli ebbe in questi circa la modalità con cui Dante 173 Sulla datazione dell’epistola di mesi [sc. dopo la battaglia di frate Ilaro si veda par. 5.2.4. Am- avrebbe fatto circolare la propria Montecatini], quando certo poté messo, ma non dato, che il dedi- opera. Emilio Pasquini ritiene che essere considerato come uno dei catario del Purgatorio sia da iden- la Commedia possa essere as- tre uomini in Italia degni di tificare con Moroello di Giovagallo, similata a un grande romanzo di essere dedicatari della Com- la storica, riprendendo la datazione appendice, la cui pubblicazione media: “nam sicut ille qui auctor ipotizzata da Giorgio Padoan era continua e progressiva (PA- est michi asseruit se in sui (PADOAN 1993 p. 19), non considera SQUINI 2001 p. 12). Questa sua proposito destinasse postuam la scoperta di Eliana Maria Vecchi ipotesi sarebbe avallata dallo consideravit Ytaliam, vostres che fissa la data di morte del status del poeta – esiliato che condottiero lunigianese l’8 aprile omnibus preelegit ad oblationem 1315. In questo caso resta preclusa la doveva cercare i favori dei suoi istius operis tripartiti”». (MONTI possibilità di una datazione posteriore vari patroni, mostrandosi come 2010 p. 154) alla battaglia di Montecatini. autore prolifico. In questo modo 51 si possono anche spiegare le 6.1.2 La diffusione dell’Inferno cordano che una simile condanna contraddizioni che possono essere e del Purgatorio negli anni 1307-1308, quando si riscontrate in un’attenta analisi sarebbe dovuto comporre il canto, dei canti, una tra tutte quella fra If Si è già analizzata la prima fase non sia ipotizzabile. Infatti, ana- X e Pd. XVII, ove non Beatrice, di composizione dell’Inferno (cfr. lizzando il pontificato di Cle- come sembra intendersi dalle par. 1.2.2), ora è necessario stu- mente V, Indizio ha indicato il parole di Virgilio dopo il dialogo diare attentamente il suo comple- 1312 come termine post quem con Farinata degli Uberti, ma tamento e la sua diffusione. Chi Dante avrebbe composto il canto. Cacciaguida chioserà le profezie scrive intende premettere un In quell’anno Clemente V avreb- dell’esilio.174 Dante, secondo Pa- assunto importante, suggerito da be incontrato lo sfavore del poeta squini, non avendo la possibilità Alberto Casadei: generalmente si fiorentino per l’asservimento del di correggere i canti precedenti dedica un’opera ultimata o co- potere papale ai gigli di Francia, perché già divulgati, ha modi- munque non appena abbozzata. essendo stato composto all’in- ficato in fieri la propria opera Sulla base di questo assunto, domani delle delusioni del Con- 179 (PASQUINI 2001 pp. 1-24). Sono Dante sarebbe giunto al Corvo cilio di Vienne (1311-1312). numerosi i punti critici della teo- con anche buona parte del Pa- La profezia sulla morte di Ber- ria appena esposta. Che Dante radiso? L’ipotesi più economica trand de Got fu inserita a metà del potesse aver fatto circolare la è ritenere che tra il 1314 - 1315 1314, poco prima del licenzia- Commedia in un ambiente ri- Dante avesse ultimato e forse an- mento della cantica. Analizzando stretto di amici, quali, a titolo di che diffuso l’Inferno e il Pur- la composizione del canto, Al- esempio, Dino Frescobaldi, è or- gatorio, la cui composizione è berto Casadei ritiene che la pro- mai avvalorato,175 da dimostrare è quasi contemporanea a quella fezia pronunciata da Niccolò III una pubblicazione per capitoli della prima cantica.177 L’analisi nei confronti del successore gua- successivi, mancando un riscon- della diffusione sarà condotta scone sia giustificabile tramite il tro sicuro nei manoscritti. sulla base di argomenti esterni e cerimoniale papale tradizionale Secondo Alberto Casadei: «È interni, ritenendo da escludersi (CASADEI 2016 p. 255). Infatti, semmai verosimile che Dante una divulgazione ampia a grap- secondo la prassi, nessun pon- leggesse e permettesse di trascri- poli di canti.178 Sono da sempre tefice avrebbe mai regnato un vere uno o più canti, a uso per- controverse le terzine sulla pro- maggior numero di anni rispetto a sonale di ospiti o personaggi il- fezia di papa Niccolò III: San Pietro, il cui pontificato lustri o amici (come i ravennati)» tradizionalmente durò 25 anni. (CASADEI 2013 p. 62n). Questa Ma più ‘l tempo già che i piè mi Quindi, secondo Casadei, forte ipotesi potrebbe essere avallata cossi anche della notizia certa del dalle apostrofi contro Alberto e c ’i’ son stato così sottosopra cancro intestinale di cui soffriva d’Asburgo (Pd. VI 97-102) e c ’el non starà piantato coi pi il pontefice, l’invettiva di Dante papa Giovanni XXII (Pd. XVIII rossi: sarebbe da datare nei giorni 124-136); dato il loro carattere successivi all’incoronazione di diretto e contingente per argo- ché dopo lui verrà di più laida Enrico VII (29 giugno 1312) menti esterni e interni sarebbe da opra, (CASADEI 2016 p. 255). Papa ipotizzare una diffusione im- di ver ponente, un pastor sanza Clemente V aveva già tradito mediata.176 Che le singole can- legge, l’imperatore, consegnandosi nelle tiche abbiano circolato singolar- tal che convien che lui e me mani di Filippo il Bello. Secondo mente è ormai provato, è da sta- ricuopra il dantista, la profezia ante bilirsi una cronologia di diffu- eventum sarebbe avallata dalla sione perché si possa contribuire Nuovo Iasòn sarà, di cui si legge vaghezza con cui è pronun- alla veridicità o meno dell’epi- ne’ Macca ei; e come a quel fu ciata.180 Scrive Casadei: stola di frate Ilaro. molle suo re, così fia lui chi Francia «Il tradimento perpetrato dal papa legge. “guasco” era quindi imperdona-

(If XIX 79-87) 179 L’assise conciliare fu convocato con la bolla Regnans in excelsis il 12 Giuseppe Indizio è intervenuto agosto 1308, ma si poté celebrare due volte circa il canto XIX del- solo tre anni più tardi. Gli argomenti l’Inferno, definendolo «la punta in discussione erano l’ordine dei cronologicamente più avanzata» Templari, l’indizione di una Crociata 174 Per un’analisi completa si veda (INDIZIO 2003 p. 17). I critici con- e altre questioni di fede. Il tradimento PASQUINI 2001 pp. 13-24. di Clemente V è da identificarsi con 175 Cfr. INDIZIO 2020 pp. 80-81 il trasferimento del tesoro papale da 176 Per un’analisi approfondita delle 177 Non si devono omettere le varie Roma in Francia, non tanto al tue apostrofi si veda CASADEI 2013 ipotesi cronologiche della visita di soggiorno fuori dal Laterano, abituale pp. 77-106. Di diversa opinione è Dante al romitorio del Corvo. Cfr. per i pontefici di allora. Giuseppe Indizio: cfr. par. 6.1.3 e par. 5.2 180 Sulla natura delle profezie si veda 178 INDIZIO 2020 Si veda INDIZIO 2020 p.77 CASADEI 2013 pp. 88-102. 52 bile già nel 1312-131, e questo torno di tempo, quando cioè il “lungo studio”); forse anche il lascia spazio all’unica ipotesi a sogno di un’alleanza fra Papa e secondo, dove si “tratta” di Enea, mio avviso convincente per l’in- Imperatore, ancora vagheggiato dell’Impero, di san Paolo. La terpretazione del «Cinquecento alla fine della Monarchia, risulta datazione della glossa è stata diece e cinque» (P. XXXIII 43) e del tutto irrealizzabile, a causa meglio precisata da Indizio del finale del Purgatorio: il DVX appunto di Filippo e dei vari (2003), grazie al fatto che le al- - imperatore deve essere identi- signori avversi ad Arrigo in Italia lusioni ai fatti di cronaca sem- ficato nello stesso Enrico ancora (CASADEI 2013 p. 98) brano susseguirsi, nel testo del in grado di combattere con i suoi Se si ritiene ormai certo che la Barberino, in ordine, come in un nemici accertati, la Chiesa con i composizione della Commedia diario. Nelle dieci carte che prec- suoi satelliti (come Firenze e sia avvenuta per canti successivi, edono il riferimento a Dante, si Roberto d’Angiò) e Filippo il allora, secondo Casadei, il dà cenno della morte di Arrigo Bello (CASADEI 2016 pp. 255- termine ante quem è da VII (24 agosto 1313) e della ca- 256) identificare con la morte di duta di Lucca nelle mani di Enrico VII (28 agosto 1313).181 Uguccione (14 giugno 1314). Si A sostegno della sua tesi, Casadei Circa gli argomenti esterni, la può quindi concludere che nella definisce If. XIX l’«antecedente notizia più antica sulla Commedia seconda metà del 1314 è ormai diretto del finale del Purgatorio» è ricavabile in una glossa latina di nota una Comedia de infernalibus (CASADEI 2016 p. 256), ove Francesco da Barberino (1264- di Dante Alighieri» (INGLESE 182 l’obiettivo polemico di Dante si 1348) ai propri Documenti 2018 p. 122). sposta da Bonifacio VIII a Cle- d’amore traditi dal manoscritto mente V, nella visione altrettanto autografo Vat. Barb. 4076 c 63 su Sulla base delle argomentazioni problematica del «cinquecento cui si legge: di Giorgio Inglese e di Giuseppe diece e cinque» (P. XXXIII 43). Indizio, Francesco da Barberino Hunc Dante Arigherii in quodam Se Dante attribuisce a questo mi- sarebbe giunto a Mantova da suo opere quod dicitur Comedia sterioso personaggio, identificato Venezia nel corso del 1314 per et de infernali bus inter cetera da Casadei con Enrico VII, i po- poi dirigersi a Firenze. Il notaio multa tractat, commendat teri di un messo celeste che potrà avrebbe avuto noti, a differenza protinus ut magistrum: et certe, si lottare contro i poteri avversi del di quanto teorizzato da Petrocchi, quis opus illud bene conspiciat, re di Francia e della Curia papale, il I canto dell’Inferno, poiché ne videre poterit ipsum Dantem allora questa visione di avver- riprende il verso «Vagliami il super ipsum Virgilium vel longo sione deve essere successiva lungo studio» (If I 83), e forse tempore studuisse, vel in parvo all’incoronazione dell’imperatore anche del II. Alberto Casadei tempore plurimum proferisse. (29 giugno 1312), quando si retrodata la visita di Francesco a mostrò esplicitamente il contrasto (Doc III IV) Mantova al 1313183 e ritiene che tra essi. il notaio avesse letto pressoché Se quindi l’apoteosi del Purga- A tale proposito scrive Giorgio l’intera cantica, dato il riferimen- torio non poteva non riguardare i Inglese: to alla Comedia; solo dopo aver destini che, politicamente, Dante «La chiosa latina mostra che letto If XVI e Inf. XXII poteva considerava fondamentali, è Francesco ha letto almeno il pensare che fosse quello il titolo. evidente che gli ultimi canti si primo canto dell’Inferno (procla- Che Dante avesse divulgato an- riferiscono, per la prima volta, mazione di Virgilio quale mae- che il Purgatorio potrebbe essere all’azione del suo unico punto di stro dell’autore, dichiarazione del supposto sulla base di un’eco di riferimento stabile tra il 1311 e il Pg. VI 124-129 nella c. 50 dei ’13. Né si può pensare che quanto 181 Recentemente Giuseppe Indizio Documenti d’amore ma queste scritto in Purg. XXXIII, 31-51 sia ha tentato di riassumere tutte le restano solo ipotesi da verificare. davvero accaduto: la morte di posizioni critiche circa le modalità di È possibile, sulla base di quanto Arrigo ben prima di una sconfitta composizione della Commedia ipotizzato precedentemente, che il di Clemente e di Filippo impone (INDIZIO 2020 p. 77). A Padoan poeta avesse licenziato le due di considerare questa come (PADOAN 1993), che ipotizza una cantiche prima della morte di un’autentica profezia, poi non composizione a gruppi di canti, si Enrico VII, punto di massimo oppone Petrocchi, convinto di una realizzata – perché non è stato revisione di Inferno e Purgatorio scontro tra la forza imperiale e la certo il “Dux” a uccidere la prima della pubblicazione per intero 182 «fuia» e il «gigante», e i «fatti» (PETROCCHI 1969). Indizio ritiene che Negli stessi anni si vedano i non hanno svelato alcunché «il poeta possa aver non solo riferimenti alla Commedia nei dell’«enigma forte». Dunque, il ritoccato alcuni canti in tempi Memoriali bolognesi: cfr. finale del Purgatorio rappresenta successivi ma anche aver composto http://www.treccani.it/enciclopedia/m il gesto di adesione più forte che parti di una cantica in anticipo sulla emoriali- il Dante autore e uomo politico conclusione e pubblicazione di una bolognesi_%28Enciclopedia- poteva compiere a favore di cantica precedente» (INDIZIO 2020 p. Dantesca%29/ [ultimo accesso 77). Alberto Casadei, già nel 2013, si 02/05/2020 ore 8.36] Arrigo VII. Nessun’altra ipotesi mostrava contrario a questa ipotesi, 183 Per un’analisi delle motivazioni rende conto insieme dell’allegoria bollandola come tutta da dimostrare storiche si veda CASADEI 2013 pp. e della condizione storica in quel (CASADEI 2013 p. 83) 102-106 53

Chiesa, meretrix magna asservita attende sullo scranno vuoto (Pd. martiro,/ al sovrano francese. Giuseppe XXX). Indubbiamente questo in- c ’io non conosco il pescator né Indizio ci informa della presenza dizio ci porta a proporre una da- Polo». / di altri due argomenti esterni utili tazione della terza cantica suc- (Pd XXX 124-136) per la datazione della pubbli- cessiva alla morte dell’Alto Arri- Dante rivolge il tu (v.130) al papa cazione del Purgatorio (INDIZIO go. Molto probabilmente il Para- Giovanni XXII che aveva sco- 2014 pp. 223-246). Il cosiddetto diso nel 1314, pieno periodo ila- municato Cangrande della Scala, martiniano: la Maestà senese di riano, non era stato neppure ab- presso cui il poeta soggiornava, e Simone Martini contiene alcuni bozzato.185 Un utile argomento altri capi ghibellini tra il 1317 e il versi di chiara derivazione dante- interno per la datazione della ter- 1318. Già nel Purgatorio la cita- sca: «Mille trecento quindici vol za cantica è il finale di Pd XVIII. zione di Alberto tedesco aveva […] / e Delia avia o ni el fiore O mili ia del ciel cu’ io con- riportato un riferimento diretto, spinto / e Iuno ià ridava: I’ mi templo,/ che implica una diretta allusione rivo […]». La critica nota l’ana- adora per color che sono in alla storia contemporanea. Diffi- logia con Pg. XXIX 78, ma, se- terra/ cilmente un’invettiva così ecce- condo Indizio, sbaglia la data- tutti svïati dietro al malo zionale, che interrompe la fictio zione dell’opera. Infatti, basan- essemplo!/ temporale dell’opera, può non dosi sulla datazione fiorentino- riferirsi a un episodio avvenuto di senese, l’opera ci informa di una Già si solea con le spade far lì a poco tempo (CASADEI 2013 diffusione del Purgatorio a metà guerra;/ pp. 77-80). del 1316 e non del 1315 (INDIZIO ma or si fa togliendo or qui or

2014 p. 238). Infine l’argomento quivi/ Se dunque collochiamo il finale ugurgieriano-lanciano. I volgariz- lo pan c e ’l pïo Padre a nessun del XVIII canto del Paradiso tra zamenti dell’Eneide di Ciampolo serra./ il 1317 e il 1318, dobbiamo anche degli Ugurgieri e Andrea Lancia Ma tu che sol per cancellare analizzare la successiva assenza citano rispettivamente Pg. XXX scrivi,/ di riferimenti a Cangrande della 48 e Pg. II 81. I critici fanno pensa che Pietro e Paulo, che Scala, volto a testimoniare il suo oscillare la datazione in base al- moriro/ allontanamento da Verona per l’anteriorità dell’uno o dell’altro per la vigna che guasti, ancor son completare l’opera presso Guido (INDIZIO 2020 p. 79). Giuseppe vivi./ Novello da Polenta a Ravenna. Indizio ritiene però che Ciampolo Dante infatti elimina ogni tipo di sia da anteporre cronologicamen- Ben puoi tu dire: «I’ o fermo ’l riferimento alla politica, pur te a Lancia, fissando il terminus disiro/ criticando le opere dei principi in ante quem la pubblicazione del sì a colui che volle viver solo/ Pd. XIX. Scrive Casadei: Purgatorio entro il 1316.184 e che per salti fu tratto al «In ogni caso, l’apostrofe di Par.

XVIII, 130-36 costituisce un 185 Recentemente Giuseppe Indizio, unicum nel poema, perché 6.1.3 La composizione e la analizzando la canzone Da·ppoi che riconduce a un tempo effettivo e diffusione del Paradiso la natura ha fine posto la cui attribuzione a Cino da Pistoia è da circoscrivibile dell’autore reale, e Si parta dall’assunto che il testo escludere secondo Alberto Casadei deve perciò essere considerato un ilariano sembra ritenere compiuto (CASADEI 2016 pp. 243-260), ha segnale forte anche della finalità il Paradiso o in via di con- notato che: «ai vv. 34-35 […] politica che a essa va attribuita. clusione, ma questo non concorda compare la sequenza rimica “beato Viceversa, la totale mancanza di con gli argomenti esterni e interni regno”: “degno”, identica a Par. I, 23 riferimenti alle successive della stessa cantica. In primo e 27, un segno di relazione – posta la vicende legate a Cangrande e a luogo è da premettersi un’intui- danteità del lemma “beato regno” – Giovanni XXII, persino là dove apportatrice di qualche cauta zione di Alberto Casadei: Dante deduzione, da cui in ogni caso non si sarebbe stato ovvio farvi riferi- impiegò sette anni nella redazio- potrà arguire una circolazione del mento (per esempio nei passi che ne dell’ultima cantica dato che si Paradiso poco dopo il 24 agosto riguardano indubitabilmente il trovò di fronte, tra le innume- 1313». Se così fosse e se Dante fosse pontefice «caorsino»), spinge a revoli difficoltà, anche quella di giunto presso Santa Croce nel ipotizzare un allontanamento di immaginarsi un non – luogo, periodo successivo alla morte di Dante dalla corte scaligera già fuori dallo spazio e dal tempo. Arrigo, avrebbe avuto con sé un nella seconda metà del 1318, Mai nessuno prima aveva descrit- abbozzo del Paradiso. Il luogo fatto plausibile in base alle e- testuale, analizzato da Indizio, è to il Paradiso. Oltre a questo ele- videnze esterne» (CASADEI 2013 molto problematico perché legato mento, dobbiamo anche far ri- all’incoronazione poetica. Proprio la p. 80). ferimento all’assenza di riferi- rima regno / legno allude all’alloro menti a Enrico VII, se si eccettua poetico che si posò sul capo di Recentemente Giuseppe Indizio l’apoteosi finale, la corona che lo Albertino Mussato nel dicembre ha ipotizzato un riferimento a 1315. Dante avrebbe dunque Bonifacio VIII e non a Giovanni solamente composto la rima regno / 184 XXII, dal momento che Dante Per un’analisi più approfondita si degno, mancando il riferimento a avrebbe infranto la convenzione veda INDIZIO 2014 pp. 223-246 legno. 54 cronologica del poema (INDIZIO Sulla base della datazione ipo- base a riferimenti interni ed e- 2020 p. 84). Un altro elemento tizzata da gran parte della critica sterni del Paradiso, uno su tutti il addotto è l’errata interpretazione (Bosco – Reggio, Chiavacci Leo- rapporto con Cangrande, espresso dello “scrivere per cancellare”: nardi, Inglese, Casadei), l’opera, in Pd. XVII oppure la sopracitata secondo Indizio alluderebbe alla dedicata a Federico d’Aragona, condanna di papa Giovanni XXII. privazione del «pan che ‘l pio sarebbe apparsa mancante di al- Si dovrebbe pensare a una prima Padre a nessun serra». Scrive In- meno una quindicina di canti. Se stesura del Paradiso senza questi dizio: la composizione del Paradiso è elementi, inseriti poi successiva- successiva al 1314, la sua dif- mente, ma sarebbe antiecono- «L’A. vuole evidentemente con- fusione è postuma. In base alle mico. Sempre Alberto Casadei trapporre un modello (virtuale) di Ecloge, si ipotizza un arrivo di scrive: pontefice, autentico interprete Dante presso Guido Novello tra il della parola di Cristo, rispettoso 1318 e il 1319 (CASADEI 2013 pp. «Tirando le somme, le dediche o dell’esempio degli apostoli Pietro 58-59), ove avrebbe ultimato la addirittura gli invii delle tre e Paolo, che preferibilmente in- Commedia senza attribuirle un cantiche secondo le indicazioni di cluda e non escluda, di contro al titolo. Nell’Egloga II si legge: Ylarus, sebbene non impossibili pontefice attuale, Bonifacio VIII, intorno al 1314, risultano ben che invece emette provvedimenti Tunc ego: «Cum mundi cir- poco accettabili soprattutto nel (‘scrive’) con un’inquietante ten- cumflua corpora cantu loro insieme; e, a guardare le mi- denza a scomunicare, dunque a astricoleque meo, velut infera nuzie, andrebbe anche conside- escludere i suoi nemici dalla co- regna, patebunt, rato che la formulazione delle munione dei fedeli (‘cancellare’)» devincere caput hedera lauroque frasi conclusive sembrerebbe pre- (INDIZIO 2020 p. 86). iuvabit: supporre una spedizione separata concedat Mopsus!». «Mopsus» delle tre cantiche, piuttosto im- In favore di Bonifacio VIII, In- tunc ille «quid?» inquit. probabile se il destinatario non dizio adduce anche un argomento conosceva quella o quelle pre- (Eg. II 48-51) storico: papa Caetani usò le sco- cedenti» (CASADEI 2013 p. 133) muniche per guerreggiare, volen- Se la Commedia non è stata do aumentare i possedimenti di ancora divulgata interamente tra famiglia e mettendo al bando i 6.2 I dedicatari del Purgatorio e la primavera e l’autunno 1320,187 suoi nemici, come Giano della del Paradiso: Moroello Mala- quindi non hanno ancora meritato Bella e i Colonna (INDIZIO 2020 spina e Federico d’Aragona la corona d’alloro, come auspi- p. 86). Se i sostenitori di Gio- cato nell’incipit di Pd. XXV, vanni XXII datano il canto al 6.2.1 Moroello Malaspina dedi- come può il Paradiso essere stato 1317, il pontefice sarebbe asceso catario del Purgatorio inviato a Federico d’Aragona pre- al soglio di Pietro da appena un cedentemente? Ammesso, ma anno, ma soprattutto – scrive In- Nel finale dell’epistola, frate Ilaro non dato che Dante avesse inviato dizio – non ritirò mai le scomu- informa Uguccione della Fag- a Federico d’Aragona almeno i niche, nemmeno quella a Can- giola del seguito dell’opera: se primi canti, se Uguccione si fosse grande, su cui si basa la tesi di avesse voluto continuare nella rivolto al rex Ciciliae avrebbe Alberto Casadei (INDIZIO 2020 lettura, avrebbe potuto trovare le potuto leggere solamente una par- pp. 87-88). Che Dante infranga la due cantiche successive presso te dell’opera. La testimonianza fictio temporale nell’incipit di Pd Moroello Malaspina e Federico della II Egloga ci informa di XXV è noto, ma, secondo Indi- d’Aragona. Sebbene le maggiori un’imminente pubblicazione del zio, il poeta avrebbe utilizzato incongruenze sorgano per il so- Paradiso e di una già avvenuta alcuni presidi narrativi soffocanti vrano aragonese, sono riscon- divulgazione degli infera regna. volti a non far cadere in errore il trabili non pochi problemi anche Ma, se si ritiene per vera la testi- lettore (INDIZIO 2020 p. 89). sul dedicatario del Purgatorio. monianza ilariana, questi versi Dunque, riferendosi all’incorona- Innanzitutto dovrebbe stabilirsi sarebbero già stati divulgati al- zione poetica, questi versi devono l’identità effettiva del Moroello meno in parte. Un’analisi delle essere stati composti dopo l’in- citato, data la presenza di almeno ultime frasi dell’epistola sembre- coronazione di Albertino Mussato due omonimi. Alberto Casadei rebbe alludere a una disponibilità a Padova (dicembre 1315).186 pone alcuni interrogativi circa la dell’intero poema di lì a poco, ma dedica della seconda cantica: il questo risulta antieconomico in signore di Giovagallo è sì un Ma- 186 Cfr. Pd. XXV 1-9: «Se mai laspina, ma perché non dedicare a contin a c e ’l poema sacro / al fonte / del mio attesmo prender ’l lui l’Inferno, ove, se si ritiene quale ha posto mano e cielo e terra, / cappello». 187 corretta l’esaltazione del vapor di sì c e m’ a fatto per molti anni Per il commento e la datazione si Val di Magra (If XXIV 145), il macro, / vinca la crudeltà che fuor mi veda Egloge, a cura e con commento condottiero è onorato? La giu- serra / del bello ovile ov’ io dormi’ di GABRIELLA ALBANESE, in DANTE agnello, / nimico ai lupi che li danno ALIGHIERI, Opere, edizione diretta da stificazione potrebbe trovarsi in guerra; / con altra voce omai, con MARCO SANTAGATA, vol. II, Milano, una diversa persona: il Moroello altro vello ritornerò poeta, e in sul Mondadori, 2014. citato potrebbe essere il figlio di 55

Opizzino di Villafranca, fratello per vivente, se fosse lui citato. ed ormai ostile al progetto impe- di Corrado II, citato in Pg VIII. Quindi, l’epistola dovrebbe esse- riale. Non si tralasci l’importanza Se fosse così, allora come spie- re stata inviata precedentemente. di quell’anno; infatti si sta ce- gare il riferimento ad Alagia Fie- lebrando il concilio di Vienne, schi, moglie del marchese di importante anche ai fini della cro- Giovagallo? Secondo un’intui- 6.2.2 Federico d’Aragona nologia della Commedia (cfr. par. zione di Livio Galanti, si potreb- dedicatario del Paradiso 6.1.2). Ci informa Giuseppe be ipotizzare che, viste le nume- Indizio: rose assenze di Moroello dalla Decisamente più problematica Lunigiana, in sua assenza la fami- cronologicamente e storicamente «Il 12 marzo [1312] re Giacomo glia soggiornasse non a Giova- è la dedica del Paradiso a II, sollecitato dal Papa – alla cui gallo, ma a Mulazzo, la corte Federico III d’Aragona.188 Per benevolenza era fermamente citata nell’Epistola IV (GALANTI analizzare sistemicamente questa intento per una soluzione favo- 1985 pp.121-137). Lì Dante a- citazione è opportuno evitare il revole dei suoi diritti sulla Sicilia, vrebbe conosciuto Alagia Fieschi pregiudizio di dedica della terza la Sardegna, la Corsica, le Ba- e a quella corte si riferirebbe cantica a Cangrande della Scala. leari, oltre che sulle decime del nell’Epistola IV, indirizzata pro- Federico d’Aragona è citato come suo reame, temi rimasti ino- prio al signore di Giovagallo, rex Ciciliae, titolo ancora in pinatamente in sospeso dai tempi 189 secondo Galanti (GALANTI 1985 discussione tra gli storici . La di Bonifacio VIII – si lamenta pp.121-137). In sintesi, non ab- figura del sovrano aragonese è ufficialmente col fratello minore biamo certezze su chi sia il de- legata all’ambiente di Enrico VII, per essere stato tenuto all’oscuro dicatario del Purgatorio. Mentre in particolare a contese dei patti di alleanza con l’Im- il riferimento al signore di Gio- matrimoniali sorte poco dopo peratore, ricordando con pun- vagallo sarebbe suffragato anche l’estate del 1311. L’Alto Arrigo tiglio che Federico era rex Tri- dal riferimento ad Alagia e, forse, aveva intavolato alcune trattative nacrie, Roberto d’Angiò rex Si- delle altre testimonianze dante- con il suo grande oppositore, ciliae» (INDIZIO 2017 p. 162) sche, per il meno famoso Mo- Roberto d’Angiò, re di Napoli, roello di Villafranca si può ipo- affinché la figlia Beatrice di Indizio mira a confutare la tesi, tizzare una dedica a un discen- Lussemburgo sposasse Carlo di avanzata da Pellegrini, secondo dente indiretto di Corrado II, ci- Calabria. La stessa figlia dell’im- cui il mittente dell’epistola avesse tato nel Purgatorio. Come fa peratore venne anche promessa a sbagliato il titolo di Federico III, notare Alberto Casadei, è strano Pietro d’Aragona, principe ere- dal momento che in uno scambio che Dante non abbia dedicato ditario dell’isola siciliana. Dopo epistolare con Giacomo II si l’Inferno dei guelfi a un con- che Enrico VII inviò un’amba- definisce ancora rex Trinacriae il dottiero così fedele ai Neri, men- sceria in Sicilia per conoscere i 19 aprile 1314 (PELLEGRINI 2016 tre vi abbia dedicato una cantica propositi del sovrano siculo, Fe- p. 126n). Nonostante le pressioni ove l’ultimo canto è tutto filo derico III inviò i propri delegati a pontificie, Arrigo VII nominò rex imperiale e i riferimenti sono solo Genova nel febbraio 1312. Que- Siciliae Federico III e lo costituì alla famiglia e alla moglie (CA- sta doppia possibilità certo non Ammiraglio dell’Impero, conce- SADEI 2013 p. 133). Certo, Mo- piacque a papa Clemente V, dendogli l’egemonia sulle Repub- roello di Giovagallo si vide con- favorevole da sempre agli Angiò bliche marinare di Venezia, Ge- fermare i suoi feudi nel 1310 a nova e Pisa. Essendo vivente an- Vercelli da Enrico VII, di cui di- 188 Il numerale più corretto per cora Roberto d’Angiò si andò a venne vicario imperiale a Brescia riferirsi al sovrano aragonese sarebbe creare una vera e propria disputa nel 1311, ma questo appoggio II (secondo) poiché fu il secondo medievale che si concluse con la potrebbe essere più tattico che Federico che governò la Sicilia, ma decadenza e l’allontanamento del convinto. Sempre Casadei fa no- egli stesso scelse di farsi chiamare III sovrano angioino dal regno di tare come Moroello di Giovagallo (terzo) in omaggio al bisnonno Napoli il 26 aprile 1313.190 non debba essere considerato Federico II di Svevia che fu anche re Dopo aver individuato la plau- di Sicilia. certo un campione di ghibel- 189 sibilità storica del riferimento al linismo, corrente verso cui Dante Preliminarmente è necessaria una distinzione tra il titolo di rex sovrano aragonese, non ci si può tendeva nel cosiddetto periodo Trinacriae e quello di rex Ciciliae o esimere da considerare il rapporto ilariano (CASADEI 2013 p. 133). Siciliae. Dopo la prima fase della di Dante con Federico III d’Ara- Di difficile risoluzione è anche la guerra dei Vespri siciliani, tra il gona. Certamente non sono lu- dedica a Uguccione della Fag- 1282, anno dell’incoronazione di singhieri i riferimenti che si pos- giola, ghibellino, di una cantica Pietro III d’Aragona, e la pace di sono trovare nelle opere di Dante: ove Dante mantiene convinta- Caltabellotta (1302), la Sicilia mente la fedeltà guelfa e inserisce ottenne l’indipendenza: il sovrano l’invettiva contro la città di cui il insulare avrebbe assunto il titolo di rex Trinacriae, mentre il re di Napoli dedicatario fu podestà (CASADEI quello di rex Siciliae. La corona di 2013 p. 133). Sappiamo però che Napoli era nelle mani degli Angiò, da 190 Per una cronaca maggiormente Moroello di Giovagallo morì l’8 sempre fedeli al papa, mentre quella approfondita si veda INDIZIO 2017 pp. aprile 1315 e nell’epistola è dato siciliana nelle mani degli Aragonesi. 162-163 56

Racha, racha! Quind nunc perso- rebbe le parole a Dante per un’e- tici» deve per forza essere sostan- nat tuba novissimi Frederici, quid saltazione del nipote (INDIZIO zialmente falso - ma non si e- tintinabulum secundi Karoli, quid 2014 p. 292). Sarebbe strano - sclude, ed è anzi probabile, che lo cornua Iohannis et Azonis marc- continua Indizio – sostenere la siano entrambi». (CASADEI 2019 hionum potentum, quid aliorum teoria che un antenato non possa p. 59) magna tum tibie, nisi «Venite non criticare i suoi discendenti, si carnifices, venite altriplices, veni- prenda come esempio Ugo Ca- Convinto assertore della falsità di te avaritie sectatores»? peto (Pg. XX). Se si vuole anche quest’ultima, lo studioso pisano notare una consonanza, si può ritiene che possa esserci diffe- (Dve I XII 5) fare riferimento all’annullamento renza tra i dedicatari delle singole della validità ultraterrena della cantiche e Cangrande, unico Ponetevi mente, nemici di Dio, a’ scomunica, che sarà un cavillo dedicatario della Commedia sulla fianchi, voi che le verghe de’ giuridico anche nel processo sulla base del Trattatello boccacciano, reggimenti d’Italia prese avete – e validità della nomina di Federico ove si legge: «Alcuni vogliono dico a voi, Carlo e Federigo regi, III come re di Sicilia. Dante a- che lui averlo intitolato tutto a e a voi altri principi e tiranni -; vrebbe quindi dato credito al messer Cane della Scala» (Trat- guardate chi a lato vi siede per sovrano aragonese come alfiere tatello I red., ed. Ricci, 194), ma consiglio, e annumerate quante dell’eredità di Enrico VII con U- al «volontario ragionare di di- volte lo die questo fine dell’u- guccione, con cui stava pre- versi» sarebbero da attribuire mana vita per li vostri consiglieri parandosi un’alleanza. In questo suddette voci. (CASADEI 2019 p. v’è additato! Meglio sarebbe a periodo, secondo Indizio, ridotto 59n). voi come rondine volare basso, tra il 1314 e il 1315, il poeta che come nibbio altissimo fare avrebbe guardato a questi cam- sopra le cose vilissime (Cv IV VI pioni di ghibellinismo che si op- 6.2.3 Conclusioni 20) ponevano a Roberto d’Angiò e alla nera Firenze e non a Can- In sintesi, indicando dedicati l’In- «Iacomo e Federigo hanno i grande della Scala, signore di ferno a Uguccione della Faggiola, reami; Verona (INDIZIO 2014 p. 292). il Purgatorio a Moroello Malas- del retaggio miglior nessun L’ostacolo maggiore risulta la pina e il Paradiso a Federico possiede» citazione di Pg VII 119 in cui la d’Aragona, si individua una cer-

(Pg VII 119-120) critica appare velata, ma so- chia di notabili dell’epoca rien- prattutto i toni aspri di Pd XIX tranti nell’entourage favorevole «Vedrassi l’avari ia e la viltate 130-135 e XX 61-63. Perché alla missione di Enrico VII. Lo di quei c e uarda l’isola del dedicare una cantica a un sovrano stesso Moroello di Giovagallo, foco, criticato in essa? Si può ipotiz- ammesso ma non dato che sia lui ove Anchise finì la lunga etate» zare che nel periodo ilariano il destinatario, ha avuto rapporti Dante avesse progettato sola- molto stretti con l’imperatore, (Pd XIX 129-132) mente di concludere l’opera con anche se, forse, fu solo un’a- il Paradiso da dedicare a Fede- desione dettata dall’interesse. «E quel c e vedi ne l’arco rico III, ma che le circostanze Che la questione cronologica di declivo, successive lo abbiano dissuaso, composizione del Paradiso sia Guiglielmo fu, cui quella terra procedendo per una dedica al tanto importante è fuor di dubbio, plora signore di Verona. Al contrario ma è ugualmente da notare una che piagne Carlo e Federigo Alberto Casadei nota un’analogia connessione non banale tra i tre vivo» tra l’incipit dell’epistola ilariana e notabili individuati da Ilaro.

(Pd XX 61-63) l’accessus apocrifo dell’epistola a Poiché chi scrive accetta l’ipotesi Cangrande (CASADEI 2013 p. di una richiesta di aiuto da parte 132). Scrive Casadei: di Ilaro al signore di Pisa, si Se nell’Inferno manca un riferi- potrebbe ipotizzare che le dediche mento a Federico, nel Purgatorio non siano frutto di un pensiero si legge un elogio di Manfredi: «La dedica a Cangrande forse tro- dantesco, ma che Ilaro abbia vò una risposta nella cosiddetta voluto individuare una precisa vadi a mia bella figlia, genitrice/ Epistola di Ilaro dove, come è cerchia di destinatari vicini a de l’onor di Cicilia e d’Ara ona/ noto, si afferma che la dedica del Uguccione. e dic i ‘l vero a lei s’altro si Paradiso era assegnata a Fede- dice./ rico d’Aragona: e si noti che, a

meno di non pensare a un cam-

(Pg III 115-117) biamento da parte dell’autore su

un punto così delicato (cambia-

Giuseppe Indizio ritiene che que- mento che oltretutto sarebbe av- ste parole fatte pronunciare a venuto dopo la segnalazione pre-

Manfredi siano autentiche: il fi- cisa dei destinatari a Ilaro, primo glio dello Stupor Mundi preste- glossatore e portavoce «uffici- ale»), uno dei due testi «auten- 57

Capitolo 7 «Ad partes ultra- 7.1 Parigi meta del viaggio? conoscenza indiretta, dato che gli montanas»: il viaggio di Dante stessi metodi di insegnamento in Francia e a Parigi All’interno della Commedia e- erano utilizzati presso lo Studio mergono alcuni passi con rife- di Bologna (Pd XXIV 46 – 51). All’interno dell’epistola di frate rimenti diretti alla Francia: Cv I Riguardo la permanenza di Ilaro si fa riferimento alla de- III 4 (Parigi); If IX 122 (Se-polcri Dante a Parigi – annota Christian stinazione che Dante avrebbe di Arles); Pg XI 81 (Oderisi da Bec – le fonti dei critici favore- raggiunto dopo la permanenza al Gubbio, Parigi); Pg. XXVI 140- voli si basano sulle testimonianze Monastero del Corvo: il poeta si 147 (Arnaut Daniel, Langue di Giovanni Villani, Boccaccio e sarebbe diretto ad partes ultra- d’Oc); Pd VI 60 (fiume Rodano); Benvenuto da Imola.195. Nei suoi montanas. L’espressione utiliz- Pd X 136-138 (Sigieri di Bra- studi sulla biografia dantesca, zata dal redattore dell’epistola è bante e il Vico de li Strami, Giorgio Petrocchi lascia aperto stata ampiamente studiata da Parigi); Pd XIX 118-120 (rivolta l’interrogativo, citando autorevoli Alberto Casadei che, dopo una popolare contro Filippo il Bello, studi che contrastano la visita di precisa analisi delle testimonian- Parigi); Pd XXIV 46-51 (di- Dante in Francia: tra i tanti,196 si ze coeve al manufatto ilariano,191 sciplinare del Baccelliere e del legga Paul Renucci: «Dante n’a recanti questa espressione, ha Maestro alla Sorbona, Parigi).193 inséré dans son oeuvre aucun optato per indicare la Francia Da una prima analisi gli echi détail obligeant à croire qu’il quale meta del viaggio dantesco francesi che Dante ha inserito nel vécut au Quartier latin. Et ses (CASADEI 2013 p. 137). No- Convivio e nella Commedia pos- fils qui s’employ rent à commen- nostante lo studio puntuale di sono essere suddivisi in due sot- ter la Divine Comédie n’ont Casadei, alcuni interrogativi re- togruppi: la città di Parigi (Cv I jamais laissé entendre dans leurs stano aperti circa la particolarità III 4; Pg XI 81; Pg XX 52 Pd X gloses que leur pèer fût allé à del luogo ove è situato il Mo- 136-138; Pd XIX 118-120; Pd Paris».197 nastero di Santa Croce del Corvo. XXIV 46-51) e le citazioni del Se infatti consideriamo l’impor- territorio francese (If IX 122; Pg tanza e la difficoltà di attraver- III 49-51; Pd VI 60). Non si è 7.2 La Liguria e l’accesso alla samento dei valici appenninici, volutamente inserito all’interno Francia non è difficile pensare che un dei due gruppi il riferimento ad monaco lunigianese potesse usare Arnaut Daniel e alla lin ua d’oc Ai presenti fini, sono di notevole tale espressione per indicare un data la diffusione nell’Italia set- importanza le testimonianze circa viaggio oltre gli Appennini. Già tentrionale dei poeti provenzali e la geografia della Francia quali si Giorgio Padoan sostenne questa della conoscenza di questa lingua possono desumere dal poema: tesi, ipotizzando che Dante aves- da parte dei poeti coevi a 194 se attraversato la diocesi di Luni Dante. Benché in Cv I III 4, Pg 195 per recarsi al di là del valico del XI 81 e Pg XX 52 si faccia Si veda GIOVANNI VILLANI, Nuova Cerreto verso la Pianura Padana riferimento a Parigi, la sola ci- cronica, a cura di G. PORTA, per raggiungere l’Italia nord – tazione non è probatoria del Fondazione Pietro Bembo / Guanda, orientale.192 Se Marco Santagata viaggio; poco significativo risulta Parma, 1991, pp. 795-796; GIOVANNI esclude l’ipotesi di un soggiorno anche il riferimento a Filippo il BOCCACCIO, Trattatello in laude di di Dante in Francia attorno al Bello in Pd XIX 118-120, infatti Dante, a cura di L. SASSO, Edizioni 1315, indica invece possibile un «possono dimostrare tutt’al più Garzanti, Milano, 1995, par. III; ID., Accessus 34, ed. Padoan, in Tutte le viaggio prima della discesa di che l’autore della Commedia opere, Milano, Mondadori, VI, p. 8; Arrigo VII in Italia (SANTAGATA aveva una certa idea, ma diffusa BENVENUTO DA IMOLA, Comentum 2017 p. 208). In mancanza di negli ambienti colti fiorentini super Dantis Aldighierij Comoediam, dirette testimonianze, gli studiosi della sua epoca, della storia e Firenze, 1887, Pd. XXIV 46-48. In hanno avanzato ipotesi di vario della lingua (?) francese» (BEC particolare – annota Bec – Benvenuto tenore, sebbene sia doveroso 1989 p. 148). Anche i riferimenti da Imola ipotizza in viaggio di Dante ribadire l’assenza di qualsivoglia agli studi accademici presso a Parigi, commentando il canto prova atta a confermare la pre- l’Università della Sorbona, (Pd X XXIV del Paradiso: «Et vide quod senza del poeta fiorentino in terra 137-138; Pd XXIV 46 - 51), auctor sepe fuerat expertus hunc actum in se ipso, dum disputerat francese. indicati dagli studiosi, fra cui Pio Parisius». Non essendoci prove Rajna, come il motivo che spinse documentarie di questa permanenza, Dante a recarsi in Francia, la certezza di Benvenuto e la possono essere frutto di una conseguente teoria di Pio Rajna (PIO RAJNA, Per la questione dell’andata di Dante a Parigi, in «Studi 193 Cfr. MANUGUERRA 2017 p. 142 ad danteschi», II,1920, P. 85) sono da eccezione del riferimento al Convivio ammettere solo quali ipotesi. 196 e a Pg XX 52 per cui si veda BEC Si veda BEC 1989 p. 150n per una 191 Sulle testimonianze si veda 1989 p. 147 sintesi bibliografica 194 197 CASADEI 2013 pp. 134-136 Per un’analisi approfondita si PAUL RENUCCI, Dante disciple et 192 Circa l’arrivo di Dante a Verona si rimanda a BELTRAMI 2017 pp. 247- juge du monde gréco – latin, Paris, veda INDIZIO 2020b pp. 11-25 267. Belles – Lettres, 1954, pp. 84-87 58

Si come ad Arli, ove Rodano tutto perché gli unici echi testuali stagna (If IX 112) In aggiunta alle motivazioni che fanno riferimento alla Proven- spinsero Dante a recarsi in Fran- za.200 Nonostante non ci siano Tra Lerici e Turbia, la più di- cia, resta da stabilirsi il momento certezze sul soggiorno, sappiamo serta, in cui il poeta si sarebbe recato in che Dante si trovava in Italia, la più rotta ruina è una scala, Francia. Da un’attenta analisi forse a Forlì nel luglio 1310 verso di quella, agevole ed della bibliografia, si possono in- presso Scarpetta degli Ordelaf- aperta. (Pg III 49-51) dividuare due periodi differenti, fi.201 Sicuramente il poeta si entrambi legati all’ipotetico sog- inserì nel dibattito sulla discesa di e ogne valle onde Rodano è pieno giorno presso il Monastero del Arrigo VII in Italia, componendo (Pd VI 60). Corvo. Il primo periodo si colloca molto probabilmente nell’ottobre in seguito al soggiorno lucchese – novembre 1310 l’Epistola V Ammesso che Dante avesse ed è precedente alla discesa di (CASADEI 2013 p. 86) e giurando potuto conoscere la particolarità Enrico VII in Italia. Fautore di fedeltà all’imperatore a Verona il del cimitero di Arles, resta da questa ipotesi è Marco Santagata 17 dicembre 1310 assieme a Mo- spiegare la precisa descrizione che si basa sui riferimenti alla roello Malaspina di Giovagallo dell’arco ligure che si estende da geografia della Liguria e della (INGLESE 2018 p. 111). Lerici a La Turbie. Dante si Provenza. L’ipotesi di Marco Santagata non potrebbe essere imbarcato a Nel Purgatorio sono presenti collima con quella di Giorgio Lerici, evitando la pericolosa via tracce di un itinerario che dalla Inglese che vede il poeta tornare fra Puntabianca e Maralunga, per Lunigiana si snoda attraverso la nuovamente nel Casentino. Dopo raggiungere Sestri Levante, ove, Liguria fino alla Provenza. Il una permanenza presso i Conti forte delle risorse dei congiunti cammino, montuoso e acciden- Guidi, ove avrebbe avuto una della casa Malaspina (i conti tato, parte da Lerici, all’estremità proficua attività poetica,202 Dante Fieschi di Lavagna, cfr. Pg. XIX orientale della Liguria (e fino a si sarebbe diretto al di là degli 100), si sarebbe potuto imbarcare pochissimo tempo prima ancora Appennini per raggiungere la per la Francia. Questa ipotesi non possedimento malaspiniano), e Pianura Padana. Dunque, nel caso è da scartare a priori, dal mo- arriva a Turbia (La Turbie), al- dell’ipotesi di Giorgio Inglese, è mento che il promontorio, su cui l’estremità occidentale, nelle vici- da escludersi il viaggio dantesco sorge il romitorio del Corvo, non nanze di Nizza. […] L’itinerario è in Francia, ma l’andare ad partes dista molto dal porto di Lerici e la esattamente quello dell’antica ultramontanas potrebbe riferirsi terzina del canto III del strada romana che portava in proprio all’attraversamento degli Purgatorio (Pg III 49-51) sem- Provenza. (SANTAGATA 2012 pp. Appennini. La seconda ipotesi bra proprio una descrizione “di- 206-207). temporale sul viaggio dantesco in pinta” dal mare (MANUGUERRA Dunque nel 1309 Dante avrebbe Francia è collocabile tra il 1314 – 2017 p. 143). Se si segue questa lasciato la corte dei Malaspina e 1315. Alberto Casadei ritiene che ipotesi, viene meno la teoria di la città di Lucca per recarsi in uno dei pochi motivi che Alberto Casadei secondo cui Francia, forse ad Avignone che avrebbero potuto spingere Dante Dante, dopo la visita al mona- all’epoca ospitava la corte papale. a recarsi in Francia sarebbe stato stero del Corvo, avrebbe attra- All’epoca, infatti, il poeta non era il conclave successivo alla morte versato gli Appennini e poi si ancora avverso a papa Clemente di Clemente V (CASADEI 2013 p. sarebbe diretto, via terra, verso la V199 e avrebbe potuto giovarsi del 137n).203 Sebbene le indagini di Francia, ad partes ultramontanas favore dei Malaspina. Infatti, Marco Santagata facciano pen- 198 (CASADEI 2013 p. 137). Chi presso la corte pontificia, era pre- sare che Dante seguì il conclave scrive ritiene assai ardua l’ipotesi sente un congiunto di Alagia da lontano, Mirco Manuguerra di Casadei, soprattutto perché, Fieschi, il cardinale Luca Fieschi, ritiene che il poeta avesse preso ammesso che l’intenzione del che avrebbe potuto accogliere il poeta fosse quella di andare in poeta. Se si accetta la tesi della 200 Francia, sarebbe passato anche sosta di Dante presso Sestri Sui riferimenti alla città di Parigi e agli studia si veda supra, attraverso gli Appennini. Levante prima di imbarcarsi per 201 la Francia, non è antieconomico Cfr. SANTAGATA 2017 p. 231. Se la testimonianza di Biondo Flavio pensare che avesse anche ricevuto (Historiarum ab inclinatione Romani 7.3 La datazione del viaggio in una lettera di raccomandazione da imperii decades quattuor, decade II, Francia parte dei Fieschi per il cugino libro IX, p. 342) è messa in dubbio da porporato (SANTAGATA 2012 p. Michele Barbi (BARBI, MICHELE. 208). Se l’importanza della città 1934. Problema di critica dantesca. 198 L’ipotesi di Alberto Casadei si di Avignone è nota, tuttavia non Prima serie 1893-1918, Firenze, basa su due testi documentari che ci sono evidenze di un viaggio di Sansoni, pp. 189-195) e da Alberto attestano il transito di merci dirette Dante in terra francese, soprat- Casadei (CASADEI 2013 p. 85), che via terra da Genova ad partes ritiene difficile che Dante si possa ultramontanas per mezzo dei territori rivolgere ai Bianchi. di Piacenza e Lodi, quindi in regioni 199 Sull’avversione di Dante nei 202 Sulla cronologia della Commedia transappenniniche (CASADEI 2013 p. confronti di papa Clemente V si veda si veda par. 6.1 136). il par. 6.1.2 203 Cfr. par. 5.2.3 59 parte al seguito dei cardinali BIBLIOGRAFIA DANTE ALIGHIERI Monarchia italiani diretti a Carpenteras, (abbr. Mn), commento a cura di convinto di poter riportare la sede Diego Quaglioni, in Opere, cit., papale a Roma (MANUGUERRA OPERE DI DANTE II, pp. 807-1415. 2017 p. 146). Durante il viaggio in mare vicino alle coste della Commedia secondo l’Antica DANTE ALIGHIERI Epistole (abbr. Liguria, il poeta avrebbe compo- Vulgata, edizione critica a cura di Ep), commento a cura di Claudio sto l’Epistola XI. L’obiezione più Giorgio Petrocchi, II edizione Villa, in Opere, cit., II, pp. 1417- forte a queste ipotesi è mossa da rivista, Firenze, La Lettere, 1994. 1592. Marco Santagata: dopo la morte Saranno impiegate le abbrevia- di Moroello Malaspina di Gio- zioni If, Pg, Pd. per indicare le tre DANTE ALIGHIERI Ecloge (abbr. vagallo e la caduta in disgrazia di cantiche. Eg), commento a cura di Gabriel- Uguccione della Faggiola, Dante Per il commento si sono consul- la Albanese, in Opere, cit., II, pp. avrebbe potuto solamente ri- tate le edizioni a cura di: 1593-1783. volgersi verso i centri ghibellini del nord d’Italia (SANTAGATA DANTE ALIGHIERI, Commedia, a Codice diplomatico dantesco, a 2017 pp. 288-289). Dunque il cura di Anna Maria Chiavacci cura di Teresa De Robertis, Giu- poeta avrebbe potuto trovare Leonardi, voll. 3, Milano, Mon- liano Milani, Laura Regnicoli, rifugio solamente presso Can- dadori, 1991-1997. Stefano Zamponi, Roma, Edizioni grande della Scala a Verona.204 Salerno, 2016. L’introduzione presso una corte DANTE ALIGHIERI, Commedia, a tanto importante può essere av- cura di Giorgio Inglese, voll. 3, CRONISTI E venuta, secondo Santagata, so- Roma, Carocci, 2007-2016. COMMENATORI CLASSICI lamente grazie a un potente in- tercessore che, però, è ignoto. Lo DANTE ALIGHIERI, Commedia, a DINO COMPAGNI, Cronica delle studioso ipotizza che queste ca- cura di Umberto Bosco e Gio- cose occorrenti ne’ tempi suoi ratteristiche siano da attribuirsi a vanni Reggio Divina Commedia, (abbr. Cron.), introduzione e note Uguccione della Faggiola che, di voll. 3, Milano, Mondadori, 2010. di Guido Bezzola, Milano, BUR lì a poco, governerà Vicenza. classici, 2018. Qualora si voglia ipotizzare la DANTE ALIGHIERI, Rime, a cura presenza del poeta in terra di Gianfranco Contini, II ed. rive- PETRUS ALLEGHERIUS, Super francese, contrariamente a quanto duta e accresciuta, Torino, Giulio Dantis ipsius genitoris Comoe- affermato da larga parte della Einaudi Einaudi editore, 1946. diam commentarium, a cura di V. critica, chi scrive ritiene possibile Nannucci, Firenze, Piatti, 1845. ipotizzare il viaggio di Dante in I testi delle altre opere di Dante Francia solamente nel primo sono citati secondo le seguenti Regula Sancti Benedicti (= La periodo individuato da Marco edizioni: Regola di San Benedetto e le Santagata (1309-1310). Si ag- regole dei Padri), a cura di giunga altresì che non è im- DANTE ALIGHIERI, Opere, ed. Salvatore Pricoco, Fondazione possibile pensare a un utilizzo diretta da Marco Santagata, voll. Lorenzo Valla, Milano, Arnoldo differente dell’espressione ad 2, Milano, Mondadori, 2011- Mondadori editore, 2011. partes ultramontanas da parte di 2014. un monaco che visse alle pendici Rerum memorandarum libri, ed. degli Appennini che, ancora oggi, DANTE ALIGHIERI, Rime, a cura critica per cura di Giuseppe Billa- rappresentano un confine im- di Claudio Giunta, in Opere, cit., novich, Firenze, Sansoni, 1945. portante e marcato per gli abitanti I, pp. 3-744. della Lunigiana. GIOVANNI BOCCACCIO, Trattatel- DANTE ALIGHIERI Vita nova lo in laude di Dante, a cura di (abbr. Vn), a cura di Guglielmo Luigi Sasso, Milano, Garzanti, Gorni, in Opere, cit., I, pp. 745- 1995. 1063. Appendici GIOVANNI BOCCACCIO, Esposi- DANTE ALIGHIERI De vulgari elo- zioni sopra la Comedìa di Dante, [Omissis] quentia (abbr. Dve), commento a a cura di Pasquale Stoppelli, Bo- cura di Mirko Tavoni, in Opere, logna, Biblioteca Italiana Zani- cit., I, pp. 1067-1547. chelli, 2011.

DANTE ALIGHIERI Convivio (ab- br. Cv), commento a cura di 204 Sull’arrivo di Dante a Verona si Gianfranco Fioravanti e Claudio veda INDIZIO 2020b pp. 11-25. Giunta (per il testo delle canzo- Santagata esclude la possibilità di un ni), in Opere, cit., II, pp. 5-805. soggiorno a Milano presso i Visconti

(SANTAGATA 2017 p. 288) 60

LETTERATURA Alberto della Piagentina notaio e di Gabriella Albanese, Lucia SPECIALISTICA cultore di Dante, in «Rivista di Battaglia Ricci, Rossella Bessi, Studi Danteschi», 9, 1, 2009, pp. Salerno Editrice, 2000, pp. 151- AA.VV. Amor, da che convien pur 57-91 162. c ’io mi do lia a cura di Emilio Pasquini, Departemento de Filo- BALBO CESARE, Vita di Dante, BELLOMO SAVERIO, Il sorriso di logia Italiana, Madrid, UCM- vol. II, Torino, Pomba, 1839. Ilaro e la prima redazione in Asociatión Complutense de Dan- latino della "Commedia", in tología, 2009. BALDACCHINI SAVERIO, De’ pre- «Studi sul Boccaccio», XXXII, senti studi danteschi in Italia e 2004, pp. 201-235. ALBANESE GABRIELLA, Boccac- particolarmente intorno ai dubbi cio bucolico e Dante: da Napoli a mossi da alcuni sull’autenticità BELLOMO SAVERIO, Il punto Forlì, in Boccaccio e la Roma- della lettera di frate Ilario del sull’epistola del monaco Ilaro in gna. Atti del Convegno di Forlì, Corvo, in «Museo di scienze e di Boccaccio e i suoi lettori. Una 22-23 novembre 2013, a cura di letteratura», Napoli, 1840. lunga ricezione. Atti del Conve- Gabriella Albanese e Paolo Pon- gno di Bologna-Ravenna, 7-9 tari, Ravenna, Longo, 2015, pp. BARBI MICHELE, Problema di novembre 2012, a cura di G. M. 67-118. critica dantesca. Prima serie ANSELMI et alii, Bologna, Il 1893-1918, Firenze, Sansoni, Mulino, 2013, pp 419-438. ALBANESE GABRIELLA, PONTARI 1934. PAOLO, Il notariato bolognese, le BIAGI VINCENZO, Un episodio Egloge e il Polifemo dantesco: BARBI MICHELE, Problemi di celebre della vita di Dante con nuove testimonianze manoscritte critica dantesca. Seconda serie documenti inediti, , For- e una nuova lettura dell’ultima (1920-1937), Firenze, Sansoni, miggini, 1910, p. 6 egloga, in «Studi danteschi», 1941. LXXXI, Firenze, Le Lettere, BIAGI VINCENZO, L’epistola ila- 2016. BARNES JOHN C., Moroello “va- riana e la sua autenticità, Pisa, por”: metafora meteorica e visio- Nistri-Lischi editori, 1934. ALLEGRETTI PAOLA, GORNI GU- ne dantesca del marchese di GLIELMO, Dante "con liberale Giovagallo, in «Dante studies», BIANCHI VASCO, La lettera dello animo dona" (Boccaccio): il CXXIV, 2006, pp. 35-56. pseudo – Ilario e il problema di nome dell'autore e altri elementi Dante nella cultura del ‘300 in proemiali nella "Monarchia", in «Archivio Storico per le Province «Studi Danteschi. Fondati da BARTOLI ADOLFO, L’Epistola di Parmensi», IV serie, XXVI, Par- Michele Barbi», LXXV, 2010, frate Ilario, in ID., Storia della ma, Deputazione di Storia Patria pp. 37-78. Letteratura Italiana, Tomo V, Firenze, Sansoni, 1884, pp. 189- Provincia di Para, 1974, pp. 101- 209. 134. ANGELILLIS CIRO, Dante e i Pulsanesi, in «Archivio storico BILLANOVICH GIUSEPPE, Boccac- pugliese», VI, 1-4, Bari, 1953, BASTIANI SANTE, Del Marchese cio Dettatore, in «Giornale pp. 434-436. Moroellio Malaspina (Veltro allegorico) in relazione di Dante storico della letteratura italiana», e della sua Cantica, Parma, CXXI, 1943. ARDUINI BEATRICE, STOREY H. Stabilimento tipolitografico Luigi WAYNE, Edizione diplomatico- Mattei, 1891. BILLANOVICH GIUSEPPE, La leg- interpretativa della lettera di genda dantesca del Boccaccio. frate Ilaro (Laur. XXIX 8, c.67r), BEC CHRISTIAN, Dante e Parigi, Dalla «lettera di Ilaro» al in «Dante studies», CXXIV, «Trattatello in laude di Dante», 2006, pp. 77-90 in Dante e le città dell’esilio Atti del Convegno Internazionale di in ID., Prime ricerche dantesche, Studi di Ravenna (11-13 settem- Edizioni di Storia e Letteratura, ARRIVABENE FERDINANDOIl 2 bre 1987), a cura di Guido di Pi- Roma, 1947 (1949 ), pp. 21-86. secolo di Dante, Udine, Matiuzzi, no, Ravenna, Longo Editore, 1827. 1989, pp. 147-154. BILLANOVICH GIUSEPPE, Pietro Piccolo da Monteforte tra il AVELLANO VANIA, Per il testo BELLOMO SAVERIO, Tra biogra- Petrarca e il Boccaccio, in Me- dell’Epistola di frate Ilaro, in fia e novellistica: le novelle su dioevo e Rinascimento. Studi in «Rivista di studi danteschi», IX, Dante e il ‘Trattatello’ di Boc- onore di Bruno Nardi, Firenze, 2, Luglio – dicembre 2009, pp. caccio, in Favole parabole isto- 1955, pp. 1-76. 343-349. rie. Le forme della scrittura no- vellistica dal Medioevo al Rina- BILLANOVICH GIUSEPPE, Testi AZZETTA LUCA, Tra i più antichi scimento, Atti del Convegno di bucolici nella biblioteca del Boc- lettori del "Convivio": ser Pisa, 26-28 ottobre 1998, a cura caccio, in «Italia Medioevale e 61

Umanistica», IV, 1961, pp. 201- CASADEI ALBERTO, Dante oltre EHRMAN BART D., Sotto falso 221 la "Commedia", Bologna, Il nome. Verità e menzogna nella Mulino, 2013. letteratura cristiana antica. Ro- BILLANOVICH GIUSEPPE, Giovan- ma, Carocci, 2018. ni del Virgilio, Pietro da Moglio, CASADEI ALBERTO, Tre canzoni Francesco da Fiano, in «Italia in morte di Enrico VII: questioni FERRARI PIETRO, Nostalgie di Val Medioevale e Umanistica», VI, storiche e attributive (e tracce di Magra, Padova, Società Coo- 1963, pp. 203-234 e VII, (1964), dell’«Inferno» nel 1313) in perative tipografiche, 1907. pp. 29-324. Enrico VII, Dante e Pisa a 700 anni dalla morte dell’imperatore FERRARI PIETRO, Il monastero di BILLANOVICH GIUSEPPE, Tra e dalla Monarchia (1313-2013), S. Croce del Corvo, in «Per l’Ar- Dante e Petrarca. Umanesimo a Atti del Convegno internazionale te (Parma Giovine)», VI/36, 9 di- Padova e a Verona e Umanesimo Pisa – San Miniato 24-26 ottobre cembre 1894, pp. 284-285. a Avignone, Sansoni, Firenze, 2013, a cura di Giuseppe Petralia e Marco Santagata, Ravenna, 1966, pp. 349-376. FIORENTINI LUCA, Il "secolare Longo Editore, 2016, pp. 243-260 commento" alla "Commedia": BLANCO JIMÉNEZ JOSÉ, «Io dico allegoria e esemplarità nell'ese- seguitando.» - Estudios sobre el CASADEI ALBERTO, Dante. Altri gesi del Trecento, in Dante. Fra texto de la Commedìa" y su fecha accertamenti e punti critici, Mila- il settecentocinquantenario della de composición, Santiago, Video no, Franco Angeli, 2019. nascita (2015) e il settecente- Carta, 2015, ed italiana «Io dico nario della morte (2021), a cura seguitando» – Studi sul testo CASADEI ALBERTO, Osservazioni di Enrico Malato, Andrea Maz- della Commedìa e la sua data di semantiche e cronologiche su zucchi, 2016. Roma, Salerno, II, composizione, Roma, Aracne, Epistola IV e canzone «Monta- pp. 617-639. 2017. nina», in «Deutsches Dante- Jahrbuch», vol. XCIV, fasc. I, FRANCESCHINI FABRIZIO, Letture BOLOGNA CORRADO, Dante e il 2019b, pp. 125-139 e lettori di Dante nella Pisa del latte delle Muse, in Atlante della Trecento (con una postilla su letteratura italiana. I. Dalle CENTOFANTI SILVESTRO, Sopra Mart), in Pisa crocevia di uomini, origini al Rinascimento, a cura di frate Ilario. Lettera ad Ales- lingue e culture. L'età medievale, Amedeo De Vincentiis (vol. I), sandro Torri (1834), in AA.VV., a cura di Lucia Battaglia Ricci, e Sergio Luzzatto e Gabriele Pedul- Studi inediti su Dante Alighieri, Roberta Cella, Roma, Aracne, là, Torino, Einaudi, 2010, pp. Firenze, Agenda Libraria, 1846., 2009, pp. 235-278. 145-155 pp. 3-19. FRATICELLI PIETRO, Storia della BRANCHI EUGENIO, Sulla lettera CICCUTO MARCELLO, I Malaspi- vita di Dante Alighieri, compilata di frate Ilario del Corvo a Ugug- na “prodi” della Commedia e sui documenti, in parte raccolti gione della Faggiuola. Lettera a l’etica cortese dantesca, in da Giuseppe Pelli, in parte Pietro Fraticelli, «Il Poliziano», «Dante studies», CXXIV, 2006, inediti, Firenze, Barbera, 1861. I, 1859, pp. 286-290. pp. 25-34. FUMAGALLI EDOARDO, Boccac- BRUGNOLI ANGELO, Itinerari CIMATI CAMILLO, Dante in Luni- cio e Dante, in Boccaccio autore danteschi. Dante nella terra di giana, in «Archivio Storico per le e copista, a cura di Teresa De Luni, Parma, Scuola tipografica Province Parmensi», XXII, 1992, Robertis, Carla Maria Monti, benedettina, 1965, pp. 16; poi, in pp. 25-31. Marco Petoletti, Giuliano Tantur- ID, Dante in Lunigiana. Bisman- li, Stefano Zamponi, Firenze, tova. Lawrence. Luni, Parma, D’ALESSANDRO VITALIANO, L'e- Mandragora, 2012, pp. 25-31. Scuola tip. benedettina, 1968, pp. pistola di Frate Ilario, in «Pa- 5-16. lestra. Rassegna bimestrale di GALANTI LIVIO, La lettera di cultura varia e di attualità (Mad- frate Ilaro del Corvo, in «Qua- CAÏTI RUSSO GILDA, Il marchese daloni)», III, 1, 1964, pp. 10-19. derni ‘Conoscere’ - Alla scoperta Moroello Malaspina, testimone dei Castelli di Lunigiana seguen- ideale di un dibattito tra Dante e DANDOLO TULLIO, Dante a S. do le orme di Dante», n. 2, (L’e- Cino sull’eredità tro adorica in Croce del Corvo – Testimonianze pistola di frate Ilaro), Carrara, «Dante studies», CXXIV, 2006, del Boccaccio – Lettera di frate Edizioni a.b.c., 1984. pp. 137-148. Ilario a Uguccione della Faggiola – Opportunità, in ID, GALANTI LIVIO, Il soggiorno di CARRAI STEFANO, Dante elegia- Corse estive del Golfo della Dante in Lunigiana, Pontremoli, co. Una chiave di lettura per la Spezia, Milano, Schiepatti, 1863. Editrice “Il Corriere Apuano”, «Vita nova», Saggi di Lettere Centro Dantesco della Biblioteca Italiane, Firenze, Olschki, 2006. Comunale di Mulazzo, 1985. 62

GALANTI LIVIO, Il secondo cura di Enrico Malato, Andrea Lunigianese di Studi Danteschi, soggiorno di Dante in Lunigiana Mazzucchi, Roma, Salerno, II, Ilmiolibro.it, 2013. e la composizione del Purgatorio, 2016, pp. 737-749. Società Dante Alighieri (Comi- MANUGUERRA MIRCO, Attualità tato di Carrara) – Centro Aullese INDIZIO GIUSEPPE, Il monaco del dibattito e nuovi contenuti, in di Ricerche e di Studi Lunigianesi Ilaro "non è mai esistito"? Note «Lunigiana Dantesca», XII, 2014, – Amministrazione comunale di su una recente ipotesi. Con due n. 97. (Commissione Civica Bi- appendici, in «Italianistica. Rivi- blioteca), Pontremoli, 1993. sta di letteratura italiana», XLVI, MANUGUERRA MIRCO, Sul viag- 3, 2017, pp. 139-163. gio di Dante a Parigi, «Atrium – GALANTI LIVIO La Lunigiana nel- Studi Metafisici e Umanistici», la Divina Commedia. Contributi INGLESE GIORGIO, Vita di Dante. XIV/3, 2017, pp. 134-158 che la regione ha fornito per il Una biografia possibile, Roma, suo immortale capolavoro. Pon- Carocci, 2018. MARTINELLI BORTOLO, Dante. tremoli, Editrice “Il Corriere Genesi della Commedia: dal Apuano”, Centro Dantesco della INDIZIO GIUSEPPE, Dino, Cino, ‘vetusinfernus’ al ‘novus Infer- Biblioteca Comunale di Mulazzo, Senuccio e gli altri. Note sulla nus’, in «Studi danteschi», 1988. prima diffusione della Commedia LXXVII, Firenze, Le Lettere, avanti la sua pubblicazione, con 2012. GERINI EMANUELE, Moroello una premessa metodologica e Malaspina, celebrato da Dante un’appendice sulla cronolo ia MEHUS LORENZO, Latina eEpi- sotto l’alle oria di ‘vapor di Val del Paradiso, in La Commedia. stolae Ambrosi Camaldulensis, in di Ma ra’ in «Memorie storiche Filologia e interpretazione, Atti Vita Ambrosii Traversari, tomo I, d’illustri scrittori e di uomini del Convegno Milano 20-21 Firenze, Typographia Cesarea, insigni dell’antica e moderna maggio 2019, a cura di Maria 1759, pp. CCCXXI-CCCXXII. Lunigiana», vol. II, Massa, Fe- Gabriella Riccobono, Milano, driani, 1829, pp. 49-51. Leledizioni, 2020, pp. 73-90. MONTI CARLO MARIA, Uguccio- ne della Faggiola, la battaglia di GINZBURG CARLO, Dante's "Epi- LUGANO PLACIDO, Dante, il Mo- Montecatini e la "Commedia" di stle to Cangrande" and itstwoau- nastero del Corvo e l’Epistola di Dante, in «Rivista di Studi Dan- thors, in «The Proceedings of the frate Ilaro, in «Rivista storica teschi», 10, 1, 2010, pp. 127-159. British Academy», CXXXIX, benedettina», IV, 1909, pp. 209- 2006, pp. 195-216. 230. MOROSINI ROBERTA, "Fu in Luni- giana": la Lunigiana e l'epistola GORNI GUGLIELMO, Il poema: LUGANO PLACIDO, Per un episo- di frate Ilario (Codice 8, Pluteo Ulisse e San Francesco, in ID., dio dantesco: frate Ilaro riabi- XXIX, Zibaldone Mediceo-Lau- Dante. Storia di un visionario, litato? – A proposito di un nuovo renziano) nella geografia lette- Roma - Bari, Laterza, 2008, pp. studio su l’autenticità dell’Epi- raria di Boccaccio, in «The 231-242. stola Ilariana, in «Rivista storica Italianist», XXIX, 1, 2009, pp. Benedettina», V/5, 1910. 50-68. GROSSI MARIO, La lettera di frate Ilario (1309?), in Id, Spigolature LUZZATI MICHELE, Castruccio PADOAN GIORGIO, Introduzione a liguri e lunigianesi, Ed. Liguria, Castracani degli Antelminelli, Dante, Firenze, Sansoni, 1975. Genova, 1976, pp. 33-37. voce in «Dizionario biografico degli italiani», vol. II, 1979, PADOAN GIORGIO, Appunti sulla INDIZIO GIUSEPPE, Dante e l’e- http://www.treccani.it/encicloped genesi e la pubblicazione della nigma del monaco Ilaro di S. ia/castracani-degli-antelminelli- «Commedia», «Lettere Italiane», Croce: contributo per una vexata castruccio_%28Dizionario- XXIX, 1977, pp. 401-415. quaestio, in «Dante studies», Biografico%29/ CXXIV, 2006, pp. 91-118. PADOAN GIORGIO, Il Boccaccio, MANUGUERRA MIRCO, Lunigiana le Muse il Parnaso e l’Arno INDIZIO GIUSEPPE, Problemi di Dantesca, Ed. del Centro Luni- Firenze, Olschki, 1978. biografia dantesca, Ravenna, gianese di Studi Danteschi, La Longo Editore, 2014. Spezia, Tipografia Moderna, 2006. PADOAN GIORGIO, Giovanni Boccaccio editore e interprete di INDIZIO GIUSEPPE, Una biografia Dante, a cura della Società Dan- dantesca in costruzione: alcune MANUGUERRA MIRCO, L'Epistola tesca Italiana, Firenze, Olschki, questioni di metodo, in Dante. di frate Ilaro, Ameglia, Centro 1979. Fra il settecentocinquantenario Lunigianese di Studi Danteschi, della nascita (2015) e il sette- pp. 52 n.n., Quaderni del Centro centenario della morte (2021), a 63

PADOAN GIORGIO, Il lungo cam- PODESTÀ LUIGI, I Vescovi di Luni ROSSI ALDO, Dossier di un’attri- mino del "poema sacro". Studi dall’anno 895 al 1289 in «Atti e buzione, in «Paragone», XIX, danteschi, Firenze, Olschki, Memorie Regia Deputazione di 216, 1968, pp. 61-125 1993. Storia Patria delle Province Modenesi», serie IV, 1985. ROSSI LUCA CARLO, Un ignoto PADOAN GIORGIO, Ilaro, voce in episodio della fortuna dantesca «Enciclopedia Dantesca», II ed. POGGIOLINI ALFREDO, L’autenti- in margine ai classici, in «Rivista riv., Istituto dell’Enciclopedia Ita- cità dell’epistola ilariana in di studi danteschi», II.1, 2002, pp. liana, Roma, vol. III, pp. 361- «Rassegna nazionale», CLXXIII, 147-160. 363. 1910, pp. 561-573. ROSSI LUCA CARLO, La lettera di PANNELLA EMILIO, Convento di POLLIDORI VALENTINA (a cura di) Ilaro e la tradizione dei commen- San Domenico (1298-1499). Spo- Le rime di Guido Orlandi, ed. ti, in «Studi Danteschi. Fondati glioarchivistico dei primisecoli, critica, in «Studi di Filologia da Michele Barbi», LXXI, 2006, Pagine web aprile 2009, Italiana», LIII, 1995, pp. 188- pp. 191-263. http://www.etheca.net/emiliopann 189. ella/convento/cortona7.htm ROSSI LUCA CARLO, Aneddotica RAFTI PATRIZIA, Riflessioni sul- dantesca, tra storia e leggenda: PARODI ERNESTO GIACOMO, Au l’usus distin uendi del Boccaccio la produzione, la circolazione, la sujet de la lettre du frère Ilario, negli Zibaldoni, in Zibaldoni di ricezione dei testi, in Intorno a «Nouvelle revue des Etudes Boccaccio. Memoria, scrittura, Dante. Ambienti culturali, Italiennes», XVIII, 1921, pp. riscrittura. Atti del Seminario in- fermenti politici, libri e lettori nel 301-316. ternazionale di Firenze – Cataldo XIV secolo, a cura di Luca (26-28 aprile 1996), a cura di Azzetta, Andrea Mazzucchi, Ro- PASQUINI EMILIO, Dante e le Michelangelo Picone e Claude ma, Salerno, 2018, pp. 273-294. figure del vero. La fabbrica della Cazalé Bérard, Firenze, Franco Commedia, Milano, Bruno Mon- Cesati Editore, 2009. SANTAGATA MARCO, Ipotesi sul- dadori, 2001. la genesi fiorentina della "Com- RAJNA PIO, Quale fede meriti la media", in «Paragone», s. 3ª, 53, PASQUINI EMILIO, Vita di Dante, lettera di frate Ilaro, in Dai tempi XLVIII-XLIX-L, 2003, pp. 38-57 BUR, Milano, 2006. antichi ai tempi moderni (per nozze Scherillo-Negri), Milano, SANTAGATA MARCO, Una pro- Hoepli, 1904, pp. 195-208. PASQUINI EMILIO ‘Epistola di messa non mantenuta, in ID, L'io frate Ilaro’. Un nuovo ar omento e il mondo. Un'interpretazione di per l’autenticità in «Lunigiana RAJNA PIO, Testo della lettera di Dante, Bologna, Il Mulino, 2011, Dantesca», XII, n. 97, luglio frate Ilario e suo valore storico, pp. 225-290. 2014. in Dante e la Lunigiana nel sesto centenario della venuta del poeta SANTAGATA MARCO, Dante. Il in Valdimagra MCCCVI- PELLEGRINI PAOLO, Tra Dante e romanzo della sua vita, Milano, MDCCCCVI, Milano, Hoepli, Boccaccio: il monaco Ilaro "non Oscar Mondadori, 2017. è mai esistito", in «Storie e 1909, pp. 233-285 Linguaggi. A Journal of the Hu- SASSO GENNARO, Appunti sull’e- manities», 1, 2016, pp. 41-103. RAJNA PIO, Per la questione pistola di frate Ilaro, «La Cul- dell’andata di Dante a Pari i in tura», L, 2012, pp. 5-43. «Studi danteschi», II, 1920, pp. PETROCCHI GIORGIO, Itinerari 75-87 danteschi, Milano, Franco Ange- SCARTAZZINI GIOVANNI ANDREA, li, 1969. L’impostura ilariana, in Dante in REPETTI EMANUELE, Sopra l’Alpe Germania, Milano, Hoepli, vol. Apuana e i marmi di Carrara, PICONE MICHELANGELO, Dante e II, 1883, pp. 308-316. Dalla Badia Fiesolana, 1820. Uguccione, in ID., Scritti danteschi, a cura di Antonio SEMERIA GIOVANNI BATTISTA, Lanza, Ravenna, Longo, 2017, ROSSI ALDO, Dante nella pro- Badia di Monte Corvo, in «Secoli pp. 333-340. spettiva del Boccaccio, in «Studi cristiani della Liguria», vol. II, danteschi», XXXVII, 1960, pp. Torino, Chirio e Mina, 1843, pp. 63-139 PINTO RAFFAELE, Indizi del dise- 155 e sgg. no primitivo dell’Inferno (e della Commedia): Inf. VII-XI, in ROSSI ALDO. Dante, Boccaccio e SFORZA GIOVANNI, Castruccio «Tenzone. Revista de la Asocia- la laurea poetica, in «Paragone», Castracani de li Antelminelli in ción Complutense de Dantolo- XIII, 150, 1962, pp. 3-41. Lunigiana, in «Atti e Memorie gía», 12, 2011, pp. 105-152. della Regia Deputazione di Storia

64 patria per le Province Modenesi e XXXII-XXXIII, 2002-2003, pp. ziani, in Gli Zibaldoni di Boc- Parmensi», VI, 1843, pp. 299-327 81-90. caccio. Memoria, scrittura, ri- scrittura. Atti del Seminario in- SILVESTRI Ennio, L’epistola di VECCHI ELIANA MARIA Ad pacem ternazionale di Firenze – Cataldo frate Ilario, in ID., Ameglia nella et veram et perpetuam concor- (26-28 aprile 1996), a cura di Storia della Lunigiana, III, ed. diam devenerunt”. Il cartulario e Michelangelo Picone e Claude postuma, Appendice IV, Ame- l’instrumentum pacis del 1306, in Cazalé Bérard, Firenze, Franco glia, 1963 (19912), pp. 427-400 Il nostro Dante ed il Dante di Cesati Editore, pp. 181-254. tutti, 1306-2006, Atti del Con- SILVESTRI ENNIO, Il Monastero di vegno (Castelnuovo Magra S. Croce del Corvo, in «Quaderni 2006), a cura di E. M. VECCHI, ‘Conoscere’ - Alla scoperta dei vol. del “Giornale Storico della Castelli di Lunigiana seguendo le Lunigiana e del territorio lucen- orme di Dante», n. 1, (Il se”, LIX (2008, ed. 2010), pp. 60- Monastero di S. Croce del 175. Corvo), Carrara, Edizioni a.b.c., 1984. VECCHI ELIANA MARIA, La fon- dazione del monastero di Santa

STAFFETTI LUIGI, Santa Croce del Croce del Corvo ed una tito-

Corvo, in «Pro infantia», numero lazione mai esistita, in Sotto il unico, Carrara, tip. Sanguinetti, segno della croce 312-2012. Atti 1899. della giornata di studi. Castel- nuovo Ma ra Ca’ Lunae (10 settembre 2012), a cura di Eliana STOREY H. WAYNE, ARDUINI, Maria Vecchi, «Giornale storico BEATRICE, Edizione diplomatico- interpretativa della lettera di della Lunigiana e del Territorio frate Ilaro, in «Dante studies», Lucense», LXIV, 2013, pp. 97- 143. CXXIV, 2006, pp. 77-89.

VENTURI PIETRO, Osservazioni STOREY H. WAYNE Contesti e culture testuali della lettera di critiche sulla lettera di frate frate Ilaro, in «Dante studies», Ilario, monaco del monastero del Corvo, colla quale si pretende CXXIV, 2006, pp. 57-76. dedicata ad Uguccione della Fia iola la cantica dell’Inferno STOREY H. WAYNE, Boccaccio di Dante, in «Giornale Araldico», narra la vita di Dante: dagli tom. C, Roma, 1844, pp. 75-98. "Zibaldoni" alle "Esposizioni", in Boccaccio e la nuova "ars VILLA CLAUDIO, Un oracolo e narrandi", a cura di Wlodzimierz una ragazza: Dante fra Moroello Olszaniec, Piotr Salwa, Warsza- Lunigiana Dantesca e la gozzuta alpigina, in Dai wa, Instytut Filologii Klasycznej Dante Pierini, 2003 pochi ai molti. Studi in onore di UW – Wydawnictwo Naukowe Mulazzo, Museo Roberto Antonelli, a cura di Pao- Sub Lupa, 2015, pp. 11-20. ‘Casa di Dante in Lunigiana’ lo Canettieri e Arianna Punzi, Roma, Viella, 2014, pp. 1787- TOMMASEO NICCOLÒ, Lettera ad 1798. Eugenio Branchi intorno alle particolarità sulla vita di Dante WITTE KARL, Canzone di Dante da questi pubblicate (15 aprile Alighieri in morte di Arrigo VII, 1865), in «Giornale Ligustico di in «Antologia», LXIX, Firenze, Archeologia, Storia e Belle Arti», Settembre 1826. anno XIII, 1886, pp. 64-67.

ZACCARELLO MICHELANGELO, TROYA CARLO, Del Veltro Lectura di Purgatorio VIII, in allegorico, Torini, Giacomo Cau- «Dante studies», CXXIV, pp. 7- da editore, 1826. 24, 2006. VECCHI ELIANA MARIA, La data ZAMPONI STEFANO, PANTAROT- di morte di Morello Malaspina, TO MARTINA, TOMIELLO ANTO- signore di Giovagallo, e il NELLA, Stratigrafia dello Zibal- problema della sua sepoltura in done e della Miscellanea Lauren- Genova, in «Studi Lunigianesi», 65

10 CHIOSE DEL CLSD 1.1.1 Antefatti biografici dante- Sulla datazione del viaggio dan- ALLA TESI DI LAUREA schi tra il 1305-1306 tesco ha espresso le proprie ri- DI RICCARDO BASSI serve Alberto Casedei, che ritie- [1] ne di collocare l’inizio del viag-

gio ultramondano di Dante il 25 Faccio, inanzitutto, molti compli- 2 Mirco Manuguerra ritiene che marzo 1300, data tradizional- menti al giovanissimo Riccardo Dante stesso avesse avuto una mente accettata come il primo Bassi per il suo impegno profuso «spiccata simpatia» per l’ordine Venerdì santo e inizio dell’anno intorno a temi così profondi come di Templari in forza della con- fiorentino ab incarnatione Domi- l’Epistola di frate Ilaro e lo rin- danna di Maometto in Inf. ni. Casadei ritiene, infatti, che, graziamo delle tante citazioni. XXVIII: questo confermerebbe la vista la mobilità della solennità di

Trattiamo di un documento che teoria di un viaggio del poeta a Pasqua e la grande importanza Parigi (cfr. cap. 7). Chi scrive simbolica del viaggio ultramon- ha amplissimi controlli in Danti- stica Lunigianese: dall’Epistola ritiene poco fondati gli indizi ad- dano dantesco, l’autore avrebbe IV dal Casentino a Moroello Ma- dotti da Manuguerra sulla con- optato per una datazione signifi- laspina alla struttura allegorica di divisione morale di Dante dei cativa e memorizzabile. Pur VIII; dall’Epistola XI ai principi dell’ordine templare. Cfr. Cardinali al probabilissimo viag- par. 6.1.2 In verità qui si fa un poco di confusione tra la datazione del gio di Dante in terra di Francia al seguito della delegazione cardi- Beh, se è vero, come è vero, che Viaggio (uscita dalla “selva oscu- nalizia italiana volta al conclave Maometto è squartato come una ra”: 4 aprile 1300 secondo il in cattività a Carpentras, fino alla bestia nella lurida oscurità di Ma- CLSD, da cui la citata presenza di Leggenda dei primi sette canti lebolge, allora è più che lecito Dante il giorno 6 nella Valletta pensare che i Templari a Dante dei Nobili) e l’arrivo di Dante in dell’Inferno e varie altre questio- non fossero poi tanto antipatici… Lunigiana (12 aprile 1306, termi- ni ancora. In ogni caso nessuno ha scritto ne ad quem rettificato, o “termine Un sentito ringraziamento va sen- che una congettura tanto scontata galantiano”). Le due datazioni za dubbio rivolto anche al prof. possa essere indicativa del viag- sono da porre in relazione esclu- Michelangelo Zaccarello, illustre gio di Dante a Parigi, ma sicura- sivamente sul piano astrologico. Relatore di questo lavoro: sap- mente stiamo parlando di un ele- In quanto alla tesi canonica del- piamo bene quanto abbia studiato mento più che compatibile con l’uscita del Dante-personaggio i temi lunigianesi, autore com’è - una siffatta esperienza. dalla “selva oscura” al 25 marzo, di una lectura di Pur VIII redatta In quanto alla «condivisione mo- non solo il parere citato è del nel 2006 in occasione del VII rale di Dante dei principi dell’or- tutto insignificante, ma manca, centenario della Pace di Castel- dine templare» basta citare la per onesta completezza, la dimo- nuovo. collocazione di Bernardo di Chia- strazione al tempo stesso astro-

Tra l’altro, non è sfuggito ai molti ravalle (ritenuto l’estesore della nomica, teologica e filologica lunigianesi accorsi alla presenta- Regola) al culmine del Viaggio proposta dal CLSD per il 4 di a- zione della tesi (i quali me lo della Divina Commedia. prile. Si veda in proposito M. MA- hanno subito segnalato con vivo NUGUERRA, Una soluzione teologi- entusiasmo), l’elogio che il prof. co-astronomica coerente per l’e- nigma della datazione del Viag- Zaccarello mi ha rivoòlto pubbli- 1.1.4 Il soggiorno di Dante in camente definendomi “il Domi- Lunigiana gio nella Commedia, su «L’Ali- nus degli studi danteschi in Luni- ghieri», XLIV/21 (2003), pp. 109- giana”. Detto da lui, è davvero [2] 114. motivo di grande soddisfazione. Se si accetta, come teorizza Ma- [3] Chiaramente, un lavoro di tale nuguerra, che l’incontro nella portata non avrebbe potuto essere valletta dei principi sia avvenuto «Molto importante sarebbe anche da sé esaustivo per un giovane dopo il tramonto del 6 aprile stabilire la data più o meno sicura esegeta: in alcuni luoghi la tesi 1300, il sole avrebbe lasciato la dell’arrivo di Dante in Lunigiana: presenta elementi da puntualiz- costellazione dell’Ariete il 20 a- si può pensare al marzo-aprile zare ai nostri lettori e la ragione prile; Dante quindi sarebbe giun- 1306 stando a Pg. VIII 133-139, di queste mie chiose, nella piena to in Lunigiana [entro N.d.R.] il che in effetti presuppone un pe- positività del giudizio generale, è 20 aprile 1306. José Blanco Ji- riodo abbastanza circoscritto, fis- giusto quella di portare loro un ménez ci informa che Claudio sato dal ritorno del sole nella maggior sostegno. Palandrani fece notare come fos- costellazione dell’Ariete per sette

Riporterò i brani oggetto di atten- se ancora in vigore il calendario volte, che di sicuro indica il pri- giuliano; pertanto la rettifica ve- mo soggiorno lunigianese di Dan- zione in rosso facendo seguire le mie chiose puntuali in neretto. drebbe lo spostamento al giorno te» (CASADEI 2019b p. 130). 12 aprile (JIMÉNEZ 2015 p. 24). M. M. Questa dotta lezione non è altro che l’indicazione del termine sta- 66 bilito da Livio Galanti più di 1.3 La pace di Castelnuovo [6] cinquant’anni fa, nel 1965! La Magra: 6 ottobre 1306 forma indeterminata del discorso «È possibile che l’esordio del- disturba parecchio, perché il let- [5] l’instrumentum pacis, cui il brano tore può essere indotto a pensare suddetto [di Cassiodoro] si col- che il merito dell’intuizione possa Di particolare interesse è l’inizio lega divenendone parte, abbia essere del soggetto che scrive. del trattato di pace la cui arenga raggiunto la sua definitiva, assai Non vorremmo essere costretti a riporta un linguaggio distante da più articolata, struttura in un se- pensare che ci sia qualcuno che quello utilizzato normalmente del condo momento, proprio grazie a voglia approfittare del fatto che notaio rogatore. Bertin ha ipotiz- un ulteriore concorso compositi- sono ancora pochi, purtroppo, co- zato, sulla base di un’indagine vo di Dante il quale, dopo la con- loro che conoscono l’operato di linguistica delle opere dantesche clusione dell’accordo pacificato- Livio Galanti per farsi la bocca e soprattutto di Cassiodoro, un in- rio, vi introdusse anche elementi grossa con questi concetti. In tervento dantesco nella redazione di pensiero politico, fornendosi ogni caso con il CLSD si va poco del testo stesso (BERTIN 2005 pp. una più ampia arenganarratio, lontano e noi restiamo a completa 1-34). colta e meditata, quasi un sigillo disposizione di tutti gli studiosi delle sue meditazioni politiche» onesti. Per il tema specifico si In realtà è Carlo Dolcini lo sco- (VECCHI 2008 p. 160). veda L. GALANTI, Il soggiorno di pritore (2003) dell’eccezionale Dante in Lunigiana, Pontremoli, parafrasi dalle Variae di Cassio- Non è con le dotte formulette re- Centro Dantesco della Biblioteca doro nel Preambolo degli Atti toriche (“Instrumentum pacis”) o Comunale di Mulazzo, 1985. L’e- della Pace di Castelnuovo. Si con le ipotesi fantasiose che si dizione segue di vent’anni il la- veda C. DOLCINI, Qualcosa di entra nella storia di una discipli- voro del 1965 con cui il galanti nuovo su Dante: sue tesi politiche na, ma con le scoperte, e si dà il vinse il concorso nazionale in- nel 1306, in «Pensiero Politico caso che la scoperta della parafra- detto dalla rivista “Cultura e Medievale», 1 (2003), pp. 19-25. si dalle Variae di Cassiodoro nel Scuola” con commissione d’esa- Sulla base di tale lavoro il Bertin Preambolo dell’Atto della Pace me presieduta da Umberto bosco. ha poi forzato l’esegesi sostenen- di Castelnuovo è di Carlo Dolcini

do la mano dantesca su tutto il [5], autore stranamente mai citato 1.2.1 La leggenda del ritro- testo del Preambolo. Si ravvisa- nella tesi, il quale – va detto chia- vamento dei primi sette canti no, tuttavia, in questo lavoro, sia ramente – ha trattato del processo dell’Inferno una grave imprecisione nel titolo, di formazione di un pensiero poli- che generalizza l’attribuzione tico in Dante con ben maggiore [4] dantesca all’intero documento profondità e cognizione di causa della Pace, sia la definizione del- rispetto a certe firme improvvisa- Circa il fondo di verità riscon- la Monarchia come opera più te. Si veda in proposito: *Atti del trabile nella narrazione boccac- prossima «per cronologia [...] alla Conve no ‘Il ruolo della Luni- ciana, interviene anche Emilio pace di Castelnuovo», cosa che giana nella formazione politica di Pasquini, differendo da Padoan non trova alcun serio riscontro ed Dante’ (Mulazzo, Museo ‘Casa di per il contenuto del quadernuccio anzi, a nostro parere manifesta- Dante in Lunigiana’, 1 maggio recuperato. Infatti tali documenti mente assurda, se è vero che ci 2004), su «Lunigiana Dantesca» non conterrebbero i primi sette troviamo di fronte, come ben n. 16 (2004), pp. 1-9. canti dell’Inferno, bensì il proget- delineato dal Dolcini, alla prima to di un poema in lingua latina le forma di un pensiero politico in cui terzine ritroveremmo nell’e- Dante. La Monarchia è opera CAPITOLO 3 pistola di frate Ilaro matura e la scena mistica dei due Egregio et magnifico viro angeli che cacciano il serpente in Uguiccioni de Fagiola: il testo Qui va meglio chiarito ciò che Pur VIII ne è la chiara antici- dell’epistola di frate Ilaro e poi sarà meglio introdotto al pazione allegorica. l’esegesi degli argomenti interni paragrafo 3.4 (come indicato in Da notare che nel saggio del Dol- nota 35) perché sembra che la tesi cini l’A. esprime la propria grati- 3.1 La c. 67r e l’edizione critica di un poema in lingua latina come tudine allo studioso lunigianese del testo progetto primevo della Comme- Mario Nobili, insigne professore dia sia del Pasquini, invece è del dell’Università di Pisa oggi in [7] Padoan: ne Il progetto di poema quiescenza: alla nota 1 (op. cit., paradisiaco: ‘Vita Nuova’ XLII p. 19) si legge che «durante lieti Si può affermare che, in base ai (e l’Epistola di frate Ilaro), in Il incontri spoletini volle incitarmi a canoni dell’epistolografia medie- lun o cammino del ‘Poema Sa- studiare l’atto di pace dei Mala- vale, la lettera copiata da Boc- cro’ – Studi danteschi, Firenze, spina in rapporto alle opere di caccio è mancante di una vera e Leo S. Olschki Editore, 1993, pp. Dante». Senza l’input di Mario propria petitio, in cui si può leg- 5-23, il Padoan parla espressa- Nobili, dunque, non ci sarebbe gere una richiesta del mittente, mente di un «poema paradisiaco stata la scoperta della parafrasi di della conclusio e della datatio. in laude di Beatrice». Cassiodoro. Secondo Arduini e Storey, la 67 punteggiatura problematica, le di Pasquini pubblicata su “Luni- vedendo disattese le aspettative diverse abbreviazioni tormentate, giana Dantesca” nel 2014. sull’Aragonese, il Paradiso fu al- come «al(iter) q(ue)ret» (Epistola fine consegnato in dedica asso- 8 n22), applicate in modo incerto 6.2.1 Moroello Malaspina dedi- luta a Cangrande della Scala. e gli errori di trascrizione, come catario del Purgatorio Si vedano in proposito: «postulatu(m)» (Epistola 15 n31), M. MANUGUERRA, Lunigiana delineano il profilo di un copista [9] Dantesca, Centro Lunigianese di selettivo che ha copiato dell’an- Studi Danteschi, Tipografia Mo- tigrafo solamente ciò che riteneva Sempre Casadei fa notare come derna, La Spezia, 2006. p. 49; interessante. (ARDUINI – STOREY Moroello di Giovagallo non deb- M. MANUGUERRA, L'Epistola di 2006 p. 80). ba essere considerato certo un frate Ilaro, Ameglia, Centro Lu- campione di ghibellinismo, cor- nigianese di Studi Danteschi, La tesi è del Padoan, che la e- rente verso cui Dante tendeva nel 2013, pp. 52 n.n. (Quaderni del spose a chiare lettere già nel lem- cosiddetto periodo ilariano (CA- Centro Lunigianese di Studi Dan- ma Ilaro in Enciclopedia Dan- SADEI 2013 p. 133). teschi); tesca: «Chi trascrisse quel testo M. MANUGUERRA, 2014. Attuali- era interessato esclusivamente al- Un argomento veramente sca- tà del dibattito e nuovi contenuti, la parte riguardante l’Alighieri». dente, perché – come anche il in «Lunigiana Dantesca», XII giovane estensore di questa tesi di (2014), n. 97. laurea specificherà più avanti (cit. Tutti questi testi sono corretta- CAPITOLO 4 INGLESE 2018 p. 111), troviamo mente citati in nota 134 da Ric- Sintesi storica dell’esegesi Dante a giurare fedeltà all’impe- cardo Bassi. dell’epistola di frate Ilaro ratore a Verona il 17 dicembre

1310 assieme a Moroello Mala- 4.3 Attuale dibattito critico spina di Giovagallo. Ciò siginfica CONCLUSIONI che dopo la frequentazione di [8] Dante, il Malaspina cambiò radi- L’Epistola di Ilaro è ritenuta au- calmente bandiera. tentica ormai dai migliori esege- Nel 2015 José Blanco Jiménez ti. pubblica Io dico seguitando che 6.2.2 Federico d’Aragona dedi- raccoglie i suoi studi sulla com- catario del Paradiso Al di là degli scopi e degli usi posizione della Commedia con tipici di una tesi di laurea, occorre particolare riferimento al rapporto [10] precisare che il presentare ancora di Dante e delle sue opere con la l’argomento come oggetto di di- Lunigiana. Il dantista cileno de- Perché dedicare una cantica a un scussione vuol dire costringere ad dica il quarto capitolo all’epistola sovrano criticato in essa? Si può un passo indietro la Dantistica di frate Ilaro, datandola tra il ipotizzare che nel periodo ilari- Lunigianese. ano Dante avesse progettato sola- 1312-1313, anni dell’ipotetico se- Non è questione di campanili- mente di concludere l’opera con condo soggiorno di Dante in Lu- smo: se la materia lunigianese ar- il Paradiso da dedicare a Fede- nigiana. José Blanco Jiménez retra, arretra con essa l’intelligen- rico III, ma che le circostanze riprende gli studi di Padoan za che abbiamo di tutta l’opera di successive lo abbiano dissuaso, dichiarando l’autenticità dell’epi- Dante. stola, anche grazie agli studi di procedendo per una dedica al Storey, Arduini e Monti (BLANCO signore di Verona. Di sicuro, non saranno le argo- JIMÈNEZ 2015 pp. 81-94). mentazioni cervellotiche di alcuni È la tesi sostenuta dal CLSD fin a farci distogliere l’attenzione A p. 90 dell’opera di Blanco Ji- dal 2001. In pratica l’esegesi ila- dalla visione di insieme ottenuta ménez, nell’edizione italiana u- riana del III Millennio nasce tar- in un ottica di scenario più pro- scita per i tipi di Aracne (Roma, gata CLSD con la confutazione babile. 2017) si legge precisamente: dell’argomento negativo di Fede- rigo III d’Aragona. Gli unici stra- Troppo spesso la Doxa di alcuni «…altri studi nell’ultimo decen- non va oltre il confine della pura nio hanno contribuito ad affer- li di Dante ad personam contro il sovrano aragonese sono quelli del vanità e non è per una opinione mare l’autenticità del foglio di avversa che possono essere ri- Ilaro. Da citare due contributi … Paradiso: gli altri sono da consi- derare sproni al buon governo messe ogni qualvolta in discus- firmati da H. Wayne Storey e da sione le potenti determinazioni Giuseppe Indizio, poi soprattutto riferiti a tutti i Signori d’Italia, non al solo Federigo. Parliamo finora raggiunte. quelli svolti e promossi dal Cen- tro Lunigianese di Studi Dante- dunque di un tempo in cui Dante D’ora in poi occorrerà senz’altro schi». – a differenza delle dediche pre- molto di più. cedenti, su cui l’Epistola di Ilaro Segue l’esposizione dell’argo- mento del CLSD intorno al pro- ormai lo impegnava in via defi- MIRCO MANUGUERRA blema di Federigo III di Aragona, nitiva – poteva tranquillamente risalente al 2001 (v. [9]), e la tesi cambiare opinione. E così fu: 68

VII logia, quasi quarantenne, filosofo, delle lezioni ci abbandonammo TEOLOGICA famoso per il suo insegnamento completamente all’amore lo stu- innovativo della logica, gode tra dio delle lettere ci offriva quegli A cura di i suoi alunni di successo e ammi- angoli segreti che la passione MARIA ADELAIDE PETRILLO razione, poiché si oppone ai pen- predilige. Aperti i libri, le parole

satori tradizionalisti del tempo. si affannavano di più intorno ad «In principio era il Verbo, e il Eloisa studia Logica con lui alla ar omenti d’amore c e di stu- Verbo era presso Dio, e il scuola di Sainte Geneviève. Tra dio…” Verbo era Dio» alunna e maestro nasce ben presto (Giovanni, I 1) un legame speciale e il loro de- Dal loro amore nasce il figlio stino sarà legato in modo indisso- Astrolabio (anagramma del latino lubile. LE GRANDI DONNE DEL Petrus Abelardus) nome dal poe- La loro infelice storia d’amore, tico significato di “colui che ra- MEDIOEVO: ineguagliabile per intesa fisica e pisce le stelle”, partorito presso i ELOISA spirituale, oltrepasserà ogni limite familiari di Abelardo. Egli, per di tempo, per essere da tutti cono- salvare la ragazza dal disonore, sciuta. Sarà un amore carico di propone di contrarre un matri- passione ed erotismo, Abelardo monio segreto, al quale Eloisa si stesso scriverà “Eloisa aveva tut- oppone, nel timore che quel tipo to ciò che più seduce gli amanti” di unione metta fine alla carriera e delle lezioni impartite alla ra- ecclesiastica dell’amato e in una gazza, ricorderà: ”Erano più nu- sua lettera scrive “Quante lacri- merosi i baci delle parole, la ma- me verserebbero coloro che ama- no correva più spesso al suo seno no la filosofia a causa del (no- che ai libri” ed Eloisa dirà:” Ogni stro) matrimonio… cos’ anno in volta che la nostra passione potè comune le lezioni dei maestri con inventare qualcosa di insolito, su- le serve, gli scrittoi con le culle, i ito lo provammo…” Per la fan- libri e le tavolette con i mestoli, ciulla Abelardo compone poesie le penne con i fusi? Come può chi che vengono lette in tutti i circoli medita testi sacri e filosofici sop- culturali di allora. portare il pianto dei bambini, le Abelardo ed Eloisa in un’opera di ninne nanne delle nutrici, la folla Edmund Blair rumorosa dei servi? I ricchi pos- sono sopportare queste cose per- L’infelice vicenda di Abelardo ché hanno palazzi e case con ed Eloisa appassionò tutta l’Eu- ampie stanze appartate, perché la ropa dal Mille in poi, continuan- loro ricchezza non risente delle do a ispirare autori e poeti nei se- spese e non è afflitta dai problemi coli successivi: da Paolo e Fran- quotidiani“. cesca di Dante a Romeo e Giu- lietta di Shakespeare, a V. Hugo, I due si sposano in segreto, ma il fino a commuovere lo stesso fatto viene risaputo e lo zio Ful-

Voltaire… berto, venuto a conoscenza del Eloisa nasce tra il 1090 e il 1100 loro amore e del loro matrimonio, a Parigi. Abelardo ed Eloisa sorpresi da Ful- punisce Abelardo con la più atro- Lo zio materno Fulberto di Notre berto (Vignaud 1819 ) ce delle pene: lo fa evirare con la Dame, a cui verrà affidata adole- complicità di un suo fido servi- scente, si prende cura della sua In una lettera piena di amore e tore. formazione. Eloisa è bella, intelli- ammirazione Eloisa osserva: gente, affascinante, studia nel “Tutti si precipitavano a vederti convento di Argenteuil le Arti li- quando apparivi in pubblico e le berali, il latino, il greco, l’ebrai- donne ti seguivano con gli occhi co. Si distingue subito per la voltando indietro il capo quando “cultura letteraria sen a pari”, ti incrociavano per la via […] è scrittrice di straordinario talento Avevi due cose in particolare che e con una vasta conoscenza bi- ti rendevano subito caro: la gra- blica e classica. zia della tua poesia e il fascino Intorno al 1117 conosce il chieri- delle tue canzoni, talenti davvero co (tenuto quindi alla castità) Pie- rari per un filosofo quale tu eri tro Abelardo, bretone di nascita, […] Eri iovane ello intel- considerato a tutt’oggi uno dei li ente”. Abelardo nella sua au- Gli infelici innamorati si ritirano più importanti teologi della storia to io rafia “La storia delle mie in due monasteri alle porte di della Chiesa. Professore di teo- disgrazie” scrive:”Col pretesto Parigi: lei all’Argenteuil e suc- 69 cessivamente all’oratorio del Pa- da delle sue riflessioni anche sentimento d’amore c e si prova racleto, fondato proprio da Abe- nelle lettere ad Abelardo, come verso un’altra persona?“. lardo, del quale diverrà badessa; quando afferma “Io c e o molto lui si ritirerà a Saint Denis e ne peccato sono completamente in- sarà l’abate. nocente”. Il peccato sessuale si Il loro amore è però più forte dissolve di fronte alla verità del- della separazione e continuerà per l‘amore – disinteressato e quindi tutta la vita con una unione spi- “puro”- verso Abelardo, che rituale profondissima, anche at- Eloisa c iama “unico padrone traverso un carteggio di lettere e del mio corpo e del mio animo”. speculazioni filosofiche, giunto Seguendo il medesimo criterio fino a noi. dell’interiorità come valore mo- rale, giudica la propria vita monastica, così impeccabile agli occhi di tutti, una vita senza vero In una delle ultime lettere Abe- merito: “Non posso aspettami lardo chiederà che il suo corpo nulla da Dio per la vita che ho venga seppellito nell’eremo che seguito e le sofferenze patite, per- anni prima aveva donato alle mo- ché non ho compiuto nulla per nache del suo ordine. Quasi ven- Suo amore ma soltanto per obbe- t’anni dopo, anche la salma di dire a te, Abelardo, che me lo Eloisa verrà sepolta nella stessa ordinavi… tomba dell’unico, grande amore della sua vita. La leggenda rac- conta che Abelardo abbia spalan- Eloisa,pur continuando ad amare con passione Abelardo e ricor- cato le braccia per accogliere il Miniatura del sec.XIV dando tutto il piacere della loro corpo della donna amata nel relazione fisica, sarà una monaca momento della inumazione. Dei suoi scritti conserviamo tre irreprensibile e una badessa sti- Ecco ciò che scrive Victor Hugo, lettere indirizzate ad Abelardo per mata da tutti. “Il piacere che ho ispirandosi ai due innamo-rati: lo stile e per l’audacia colpiscono conosciuto è stato così forte che tanto che alcuni studiosi ritennero non posso odiarlo”e ancora:” E’ “Trovarono tra tutte quelle orri- le lettere non autentiche; negli difficilissimo strappare dall’ani- bili carcasse due scheletri, uno ultimi decenni altri autorevoli mo il dolce desiderio del piace- dei quali abbracciava singolar- studiosi hanno invece ritenuto il re…” scriverà all’amato “ mi è mente l’altro. Uno di que li sc e- carteggio vero. Una quarta lettera sempre stato più dolce il nome di letri, che era quello di una don- è indirizzata a Pietro Venerabile amica e quello di amante o pro- na, era ancora coperto di qual- (recatosi al Paracleto per far sep- stituta, il mio cuore non era con che lembo di una veste di una pellire lì Abelardo) il quale le me, ma con te“. stoffa che era stata bianca, ed era chiedeva indicazioni circa l’edu- visibile attorno al suo collo una cazione del figlio Astrolabio, che Lui divenuto (forse) insensibile collana di adrézarach (semi) con gli era stato affidato. Eloisa, che ed arido, cerca di convincerla che un sacchettino di seta, ornato da continua i suoi studi di filosofia, l’amore terreno è stato un errore: perline verdi, che era aperto e di teologia, di logica, di esegesi “La mia morte, ben più eloquente vuoto. Quegli oggetti erano di biblica, compone i Problemata, di me, ti dirà che cosa si ama così poco valore che di certo il una raccolta di quarantadue pro- quando si ama un uomo“. oia non li aveva voluti. L’altro blemi e domande (rivolte ad Abe- che abbracciava stretto questo, lardo) sorte dopo la lettura della era lo scheletro di un uomo. “Tu, o Signore, ci hai uniti in- I due amanti riposano, per sem- Bibbia. sieme e, quando hai ritenuto, tu La studiosa Maria Teresa Fuma- pre insieme, nel cimitero monu- ci ai divisi” scrive in una pre- mentale di Parigi. Ai piedi di galli, sulla “Enciclopedia delle ghiera Abelardo. donne” annota: Abelardo, un cagnolino, simbolo di fedeltà. Ma Eloisa, con tutta la carica Per Eloisa il significato morale di della passione duratura di cui è un’a ione sta non nel comporta- capace una donna (basti pensare mento visibile e accertabile (che all’amore di Francesca nell’Infer- è criterio di legalità sociale) ma no di Dante), negli anni si dimo- nell’inten ione (animus) c e sterà ben più tenace di lui nel muove c i a isce: solo l’inten- mantenere intatto l’amore e si zione rivela il valore essenziale domanda: “Perché la subli- dell’a ione: “Nulla pu inquina- mazione si dovrebbe raggiungere re l’anima se non ci c e viene soltanto annichilendo i sensi e il dall’anima”. uesta l’idea ui- 70

SOCIETÀ DELL'ESSERE Deve sentire che lo ascolto incon- zionato" in cui esistono regole e O DELL'APPARIRE? dizionatamente, senza offender- format. Il passo successivo ri- mi, senza scandalizzarmi, senza guarda l'inquadramento in vari irritarmi, senza stancarmi. Que- schemi privi di contenuti e valori, sto ascolto è quello che il Signore in grado solo di fornire facili illu- esercita quando si mette a cam- sioni. minare accanto ai discepoli di Ecco che entra in campo la fin- Emmaus e li accompagna per un zione: ci prestiamo ad indossare bel pezzo lungo una strada che una maschera per essere accettati, andava in direzione opposta a legittimati, ammessi. Ci trave- quella giusta (cfr Lc 24,13-35). stiamo per recitare un copione (...) Questo ascolto attento e diventando attori di una teatro disinteressato indica il valore che sterile che non trasmette emozio- l’altra persona a per noi al di ni e valori. là delle sue idee e delle sue scelte Accettiamo compromessi, anche Apparire, ai giorni nostri, sembra di vita". quando contrastano con il nostro avere una valenza maggiore del- modo di credere e pensare e non l'ESSERE. 293. La seconda sensibilità o at- abbiamo il coraggio di andare Spesso dimentichiamo che ogni tenzione consiste nel discernere. controcorrente per uniformarci ad individuo rappresenta una entità Si tratta di cogliere il punto un dictat imperioso. unica con un ruolo ben preciso giusto in cui si discerne la grazia Rinunciamo quindi ad essere noi nello spazio e nel tempo. Anche il dalla tentazione. Perché a volte stessi, credendo di essere al cen- compito che siamo chiamati a le cose che attraversano la nostra tro del mondo, in una sorta di portare avanti nella società, l'a- immaginazione sono solo tenta- delirio di onnipotenza. gire quotidiano, deve essere sem- zioni che ci allontanano dalla no- La conseguenza più evidente, é la pre orientato al rispetto verso i stra vera strada. Qui devo do- solitudine interiore. nostri simili, senza eccezioni. mandarmi che cosa mi sta dicen- Pirandello esprime questa con- Dobbiamo pensare all'altro uscen- do esattamente quella persona, cezione della vita nel teatro e so- do da falsi stereotipi e superando che cosa mi vuole dire, che cosa prattutto nel romanzo "Uno i pregiudizi che condizionano la desidera che io capisca di ciò che Nessuno e Centomila" riflettendo nostra mente; vedere in ciascuno le sta succedendo. (...) sulla insuperabile solitudine del una bellezza straordinaria, una singolo chiuso nella rete delle il- occasione di arricchimento comu- 294. La terza sensibilità o atten- lusioni create da lui stesso e con- ne, un momento di crescita uma- ione consiste nell’ascoltare gli dannato alla sofferenza ogni qual- na e spirituale illuminato da una impulsi c e l’altro sperimenta volta si rende conto della vanità e luce nuova e sferzato da un vento “in avanti”. È l’ascolto profondo finzione illusoria che lo circonda. pungente di libertà. di “dove vuole andare veramente " Io penso che la vita é una molto La dignità della persona va difesa l’altro”. Al di là di ci c e sente triste buffoneria, poiché abbiamo SEMPRE partendo dal rispetto e pensa nel presente e di ciò che in noi, senza poter sapere nè verso l'essere, che Parmenide de- a fatto nel passato l’atten ione come né perché né da chi, la ne- finiva realtà vera, immutabile, è rivolta a ciò che vorrebbe cessità di ingannare di continuo perfetta; l'uomo, cioè, necessaria- 205 essere. (...) noi stessi con la spontanea mente diverso da me perché en- creazione di una realtà ( una per trambi unici esemplari di un pro- Tuttavia la società attuale sembra ciascuno e non mai la stessa per getto di vita comune ma non per essere più concentrata in atteggia- tutti) la quale di tratto in tratto si questo allineati lungo binari che menti superficiali e provocatori in scopre vana ed illusoria... ." impediscono la condivisione. cui l'APPARIRE prevale dav- Forse siamo ancora in tempo per L'altro costituisce un valore ag- vero sull'essere al punto di fare marcia indietro e riappro- giunto verso il quale difesa, pro- schiacciarlo. priarci della nostra identità con la tezione, sensibilità ed amore sono La pubblicità, il mondo dello convinzione che tutti noi, come le parole d'ordine. spettacolo, dello sport e della te- singoli e come insieme, dobbia- Papa Francesco afferma infatti: levisione in generale, offrono una mo costituire i punti di forza, le

visione della realtà falsata propo- trame di un legame rinsaldato, il 292. La prima sensibilità o at- nendo un contenitore "preconfe- pensiero che ragiona in prospet- tenzione è alla persona. Si tratta tiva per ritrovare quella purezza di ascoltare l’altro c e ci sta 205 dell'essere che ci distingue senza dando sé stesso nelle sue parole. (ESORTAZIONE APOSTOLICA POST-SINODALE CHRISTUS VIVIT sentire il bisogno di esibire la no- Il segno di questo ascolto è il DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI stra felicità . tempo c e dedico all’altro. Non GIOVANI E A TUTTO IL POPOLO DI Ancora Papa Francesco ci invita una questione di quantità, ma che DIO, Loreto, presso il Santuario della alla riscoperta dei valori e " ... a l’altro senta c e il mio tempo Santa Casa, 25 marzo, So-lennità del- un amore che va al di là delle suo: il tempo di cui ha bisogno l’Annunciazione del Signore, dell’an- barriere della geografia e dello per esprimermi ciò che vuole. no 2019, settimo del Pontificato). spazio". (...) 71

43. D’altra parte i movimenti digitali di odio e distruzione non costituiscono – come qualcuno vorrebbe far credere – un’ottima forma di mutuo aiuto, bensì mere associazioni contro un nemico. Piuttosto, «i media digitali pos- sono esporre al rischio di dipen- denza, di isolamento e di pro- gressiva perdita di contatto con la realtà concreta, ostacolando lo sviluppo di relazioni interper- sonali autentiche». C’ iso no di gesti fisici, di espressioni del volto, di silenzi, di linguaggio corporeo, e persino di profumo, tremito delle mani, rossore, sudo- re, perché tutto ciò parla e fa parte della comunicazione uma- na. I rapporti digitali, che dispen- sano dalla fatica di coltivare un’amici ia una reciprocità sta- bile e anche un consenso che ma- tura con il tempo anno un’ap- parenza di socievolezza. Non co- struiscono veramente un “noi” ma solitamente dissimulano e amplificano lo stesso individua- lismo che si esprime nella xeno- fobia e nel disprezzo dei deboli. La connessione digitale non ba- sta per gettare ponti, non è in rado di unire l’umanità". 206

Potremo così apprezzare ogni momento che la vita ci riserverà, prendendo coscienza della sua bellezza, diventando autentici ed attivando il nostro pensiero alla ricerca della verità. Come sottolineava il beato Carlo Acutis, “Tutti nascono come ori- ginali, ma molti muoiono come fotocopie”. Il nostro compito è impedire che questo accada.

FEDERICA BRUGNOLI

206 (LETTERA ENCICLICA FRATELLI TUTTI DEL SANTO PADRE FRAN- CESCO SULLA FRATERNITÀ E L'A- MICIZIA SOCIALE, Dato ad Assisi, presso la tomba di San Francesco, il 3 ottobre, vigilia della Festa del Pove- rello, dell’anno 2020, ottavo del mio Pontificato).

72

IX pensiero, dell’intera esperienza do di verifica e falsificazione sot- LA SETTIMA ARTE della vita. tostante a quanto colto prima fa- Tutto questo implica tra l’altro cie dall’Esotrama. Ne risulta una

Il Cinema è l’universo più che determinante sia il contesto trama astratta delle traiettorie de- non esterno alla mente, ma inter- gli Schemi Spaziali inseriti nella completo del nostro no ad essa con le sue caratte- Spazialità Dinamica dove sono immaginario. ristiche di universalità secondo le collegati in un reticolo che dispo- A cura di Rita Mascialino varie specie e di individualità se- ne gli Schemi Spaziali secondo condo i vari soggetti. Tale Spa- quanto prodotto dalla mente u- PER UNA TEORIA zializzazione si pone come mezzo mana quanto a comprensione del- ESEGETICA di indagine della Rete Spaziale la realtà, ad assegnazione di si- NON ARBITRARIA convogliata dal linguaggio e dalle gnificati sia sulla base specie- DELL’ARTE: immagini, dai suoni e ho potuto specifica o universale che su constatare come la comprensione, quella portata dalla soggettività IL “METODO SPAZIALE” il significato di quanto prodotto individuale del vissuto di cia-

all’interno della mente umana al- scuna mente. Il lavoro di Spazia- Vengo qui a delineare la mia l’origine si costruisca secondo lizzazione, relativo all’ambito proposta per una base oggettiva Schemi Spaziali che assieme for- dell’arte di qualsiasi tipo, va funzionale a identificare il signi- mano l’impronta più originaria e attuato ad ogni parola, frase, ficato dell’arte e a fungere altresì veritiera del significato. Tale im- capoverso, ad ogni immagine, da base affidabile o più affidabile pronta più originaria è stata da suono e ritmo, nonché va costan- per le più varie teorie estetiche e me distinta in due percorsi di- temente comparato con le identi- di ricerca. versi, quelli dell’Esotrama e del- ficazioni precedenti e associabili La partenza per la teorizzazione l’Endotrama entrambe riferite relativamente all’intera opera. Il di quello che è stato da me de- all’Esplicito e all’Implicito, ter- Metodo distingue il più precisa- finito il Metodo Spaziale risale a mini con cui ho specificato sche- mente possibile l’Esotrama dal- diversi decenni or sono, quando maticamente il concetto di trama l’Endotrama, sia a livello esplici- ho deciso di descrivere il mio secondo l’ottica spaziale intrin- to che implicito, conscio e incon- personale modo di vedere il mon- seca al Metodo, ciò per cui il scio, così avendo i due percorsi do, ossia ho osservato e analizza- Metodo Spaziale, se ci si riferisce separati a disposizione per l’iden- to il modo in cui osservavo il alle sue principali Fasi testé citate tificazione più corretta degli mondo – processo per nulla è anche identificabile come Me- Schemi Spaziali, perché proprio agevole da seguire –, che cosa e todo Quadrifasico. L’Esotrama, gli Schemi Spaziali rilevati dal- come osservavo quando vedevo, come esplicita il concetto espres- l’Endotrama in riferimento all’E- ascoltavo, leggevo, pensavo, fo- so nel termine, è la trama relativa sotrama dicono l’ultima parola – calizzando l’ambito della mia ri- alla facciata degli Schemi Spa- o la prima – sul significato se- cerca precipuamente sul mondo ziali, la trama di superficie, quella condo il piano oggettivo dello dell’arte, a me caro in particolare, che si coglie agevolmente in base stesso. In altri termini: nel Me- di tutte le arti: dalla poesia alla alle caratteristiche esteriori e ai todo Spaziale si viene a rico- narrativa, alle arti visive, alla mu- dettagli di uno o l’altro tipo, pre- struire la rete infinita di associa- sica. Risultato dell’analisi fu la cisi nei contorni delle loro forme zioni di un’immagine a immagini constatazione che al centro della e nei colori. Tuttavia l’Esotrama, simili o quasi simili o diverse o comprensione del significato del limitandosi alla facciata degli parzialmente diverse immagaz- mondo secondo il filtro della Schemi Spaziali, a quanto appare zinate secondo la realtà ogget- mente specie-specifico o univer- della Spazialità Dinamica, può tivamente esperita e soggettiva- sale e individuale o soggettivo sta non cogliere il significato, ossia mente formata nella mente del- la Spazializzazione dell’esperien- può sbagliare nell’analizzare e l’individuo. Le associazioni pos- za in tutte le sue diverse direzio- centrare il significato di quanto si sono avvenire per immagini glo- ni, manifestazioni, ossia l’identi- vuole comprendere, permanendo bali o per singoli tasselli – di cui ficazione degli Schemi Spaziali essa più facilmente a livello di comunque si compongono le relativi al lessico, alla morfolo- sintesi di elementi di superficie. immagini globali –, finché la neo- gia, alla sintassi, a tutto il mondo L’Endotrama, come esplicita il corteccia, su quanto i cervelli ar- delle figure retoriche e precipua- concetto espresso nel termine, è caici le inviano, produce le im- mente logiche, alle associazioni la trama relativa allo scheletro magini che vengono recepite co- tra elementi della percezione, in- degli Schemi Spaziali spogliati me tali dalla mente umana, non- somma a tutto il mondo lingui- della loro facciata linguistica, ché le parole, che sono il grande stico. Lo stesso sistema è appli- visiva, musicale, meno agevole a magazzino delle memorie espe- cabile alle arti visive e alla musi- individuarsi. Essa risulta come un rienziali della specie e dell’indi- ca, a qualsiasi atto del percepire e insieme di traiettorie dei moti sot- viduo provenendo esse nella loro del comprendere. Schemi Spaziali tesi alle azioni esplicite e impli- radice oscura dal più arcaico non isolati e statici, ma che si cite –, privati della loro visibilità modo di adattamento alla vita, rinvengono nella Spazialità Dina- di facciata esotramatica. L’Endo- inoltre e tra l’altro i più arditi cal- mica caratteristica del reale e del trama è lo strumento più profon- coli matematici, la verifica e la 73 falsificazione attuata dalla Spa- nua interazione reciproca, in cir- zialità Dinamica della logica. cuiti elettrici relativi ai sistemi Dunque quando tutti gli Schemi sensoriali che procedono secondo Spaziali reggono gli uni con gli stimoli elementari, questo proce- altri come costrutto e ricostruzio- dendo secondo canali di frequen- ne, ossia dopo un lavoro paziente za spaziale che trovano il comple- e attento a base di falsificazioni e tamento e il perfezionamento a verifiche, allora si hanno un si- livello di corteccia cerebrale, che gnificato e una serie di significati elabora in un complesso lavoro di che hanno fondamento e che non integrazione e di connessione i sono frutto di facile quanto inutile dati percettivi raccolti primaria- libera interpretazione. Su tale ba- mente dai cervelli arcaici, retti- se semantica oggettivamente fon- liano e limbico, ossia dai cervelli data si instaurano poi tutte le in- non linguistici che precedono nel- dagini relative all’infinito conte- la loro formazione quelli lingui- sto storico, anche tra l’altro il ra- stici, della corteccia. Il sistema mo dell’etimologia del linguag- visivo recepisce a livello di reti- gio, delle parole, ossia la storia na, diversamente attraverso coni e diacronica dei significati delle pa- bastoncelli, gli stimoli ambientali role nell’evolversi delle epoche. scomponendoli in parti elemen- Ho voluto quindi, una volta ana- tari secondo canali di frequenza lizzato e descritto, nonché pubbli- spaziale trasdotti in segnali elet- I PROSSIMI FILM cato, ossia a cose fatte e ufficiali, trici che inviati alla corteccia ven- cercare sul piano interdisciplinare gono da questa processati per della biologia, se la Spazializza- dare la possibilità più completa di La gatta sul tetto che scotta zione del linguaggio, delle im- adattamento all’ambiente, secon- magini, dei suoni avesse un ri- do il sistema visivo ad esempio: Eyes Wide Shut scontro oggettivo nell’ambito de- l’immagine visiva. gli studi scientifici generali di fi- In questa estremamente comples- La grande bellezza siologia e neurofisiologia degli sa cooperazione delle diverse aree organi di senso, in particolare del neurali vengono a coincidere con Il posto delle fragole sistema visivo e uditivo su cui si la Teoria e il Metodo Spaziale le incentra soprattutto lo scheletro frequenze spaziali, principalmen- Il settimo sigillo della Teoria Spaziale e del Meto- te le basse frequenze e le alte do Spaziale, questo nella prospet- frequenze spaziali. Le basse fre- La fontana della vergine tiva evoluzionistica da cui nessu- quenze formano lo schema glo- na scienza può oggi prescindere. bale dell’immagine, non perfet- […] Così ho potuto riscontrare la tamente definito, a macchia fosca presenza di una corrispondenza per così dire come nella visione oggettiva delle coordinate del scotopica o notturna fornita dai Metodo sul piano degli studi bastoncelli, che si ha con scarsa e scientifici generali testé citati, os- anche scarsissima presenza di sia ho potuto constatare che Teo- stimoli luminosi, mentre le alte ria e Metodo Spaziale sono co- frequenze dettagliano l’immagine struzioni dotate di fondamento come nella visione fotopica o oggettivo, il fondamento biologi- diurna fornita dai coni, che si ha co in correlazione con i fenomeni con sufficiente e anche notevole logici e psicologici, senza con ciò presenza di stimoli luminosi. Le rientrare minimamente in uno o basse e le alte frequenze riguar- l’altro riduzionismo, ma solo a- dano analogicamente anche il vendo un riscontro con la natura sistema uditivo, ciò che ha fatto della mente umana. ipotizzare come il cervello utiliz- Qualche parola sulle citate basi zi medesime o affini modalità di oggettive del metodo. analisi per sistemi sensoriali di- Alla base del fenomeno dell’adat- versi, modalità che hanno la loro tamento degli umani all’ambiente base nella Spazializzazione del- sta l’attività neurale delle varie l’esperienza. zone dei due emisferi cerebrali, per quanto interessa il Metodo RITA MASCIALINO detto a grandi linee: destro, spa- ziale, e sinistro, linguistico, i quali elaborano e immagazzinano l’esperienza, grazie a una conti- 74

X Affinò da solo, come autodidatta, negli altri membri della comunità LA POESIA DEL MESE il resto della sua istruzione. A ebraica) via via più pessimista, seguito dei moti del '48, lo scrit- giungendo infine alla posizione A cura di tore, ritornato nel frattempo nella paradossale per cui auspica, sì, STEFANO BOTTARELLI Livorno natia, strinse rapporti con l'unità d'Italia – fino al punto di

«E l’amore guardò il tempo e giovani repubblicani di ispirazio- combattere e morire per essa – rise, perché sapeva di non ne mazziniana. Da lì in poi ma soltanto nella speranza che i crebbe la sua passione politica: sentimenti anti-ebraici possano averne bisogno» attivamente impegnato nella pro- anzi accentuarvisi e condurre in (A. M. Rugolo) paganda patriottica, divenne in ultima istanza alla cacciata degli breve tempo persona non gradita ebrei dal suolo italiano. Allora e al Granducato di Toscana e dun- solo allora, a suo parere, gli ebrei ABRAMO FERRARESI que si spostò in Lombardia. Qui sarebbero stati costretti a cercarsi entrò a far parte di due diverse una patria altrove, e a combattere, società segrete patriottiche, una se necessario, per averla. I Diari delle quali caratterizzata da una (1848–1859), strumento fonda- NOVEMBRE non minoritaria presenza ebraica, mentale per l'analisi dell'evolu- e potrebbe anche avere svolto zione interna al pensiero politico Il novembre sta alla porta attività di spionaggio per conto suo, riflettono anche – sia pure in freddoloso e intabarrato, del governo piemontese - benché una lingua talvolta rozza – gli e- poggia in terra la sua sporta alla lettura i suoi diari non sem- pisodi, a volte rocamboleschi e ed un sacco ben legato. brerebbero provare una tale ipo- non privi di umorismo, della sua Scioglie il sacco: nebbia neve… tesi. vita semi-nomade. Le ultime pa- La va mal pei poverini! Allo scoppiare della Seconda gine, dai toni eroici e in parte in- Ma la sporta è colma e greve guerra d'indipendenza italiana, si genuamente retorici, si colorano di castagne pei bambini. arruolò come volontario sotto le però di tragedia per il lettore che insegne dei Savoia, morendo, nel conosca la conclusione della sua ABRAMO FERRARESI giugno ‘59, nella battaglia di Ma- breve parabola militare. Nei

genta, raggiunto da un colpo di due epistolari, uno rivolto alla so- fucile austriaco. rella e uno all'amico Guglielmo L’antico greco Tirteo, a proposito De Longhi, è possibile apprezzare dei caduti di guerra, sostenne: È una lingua meno goffa, in quanto bello morire combattendo in scevra dalle preoccupazioni lette- battaglia. I suoi manoscritti fur- rarie da cui Ferraresi sembra tal- ono fatti pervenire alla sorella. La volta afflitto nel redigere i Diari. principale originalità del suo pen- Egli sembra, inoltre, badare di siero risiede nella peculiare co- meno qui alla costruzione di un munione fra velleità patriottiche e personaggio secondo i crismi del- quello che si potrebbe a tutti gli la mitologia risorgimentale, e me- effetti definire un sionismo ante glio si può vedere in filigrana la litteram. In una prima fase (tra il sua umanità, insieme alle sue 1848 circa e il '56) Abramo paure e alle sue incertezze. sembra credere che il futuro go- L'opera poetica risulta in endeca- Abramo Ferraresi è stato uno verno italiano possa farsi promo- sillabi sciolti: dopo le prime pro- scrittore, patriota, martire del Ri- tore attivo, presso la comunità ve scolastiche, Abramo si dedica sorgimento e intellettuale sionista internazionale, della necessità im- principalmente a due filoni. Nel italiano. prorogabile di costituire, in teoria primo, quello della poesia politi- Nacque a Livorno nella prima- in un luogo qualunque ma prefe- co-civile, ricalca talvolta – si di- vera del 1822 da una famiglia ribilmente in Palestina, uno Stato rebbe consapevolmente - le im- della piccola borghesia mercanti- nazionale ebraico. Per lo scrittore pronte del Giuseppe Parini della le ebraica. Durante il suo sesto o il fervido sostegno alla causa ita- Salubrità dell'aria, sia pure con settimo anno di vita si trasferì liana e a quella ebraica sembrano risultati di scarso interesse, e ta- a Lucca con il padre, commer- essere, in quel momento, perfet- laltra quelle della tradizione della ciante di tessuti - da poco rimasto tamente compatibili, ed egli po- poesia patriottica; nel secondo, di vedovo - e la sorella Sara. Lì si trebbe anzi essere considerato un gran lunga più affascinante, Fer- distinse negli studi presso il Liceo patriota a tutti gli effetti per en- raresi sembra per certi versi an- Reale. La famiglia si ritrovò, tut- trambe. Negli ultimi anni di vita, ticipare alcuni modi pre-simboli- tavia, in ristrettezze economiche a tuttavia, egli sembra farsi (anche, sti, unendoli però a un sistema di causa di alcuni rovesci negli af- stando ai diari, a causa di alcuni immagini e metafore ispirato alla fari paterni; Abramo, costretto a episodi di discriminazione che gli tradizione cabalistica con cui era dedicarsi all'attività famigliare, capitarono di subire, unitamente entrato in contatto in giovane età interruppe gli studi regolari. al disinteresse per la causa sio- attraverso la mediazione di uno nista che gli pareva di avvertire zio paterno, Dante Isaia Ferraresi. 75

Di suo poi resta una novella in- compiuta (abbandonata probabil- mente intorno al ‘56), provviso- riamente intitolata dall'autore La nuova Gerusalemme, in cui si immagina che – a Unità d'Italia compiuta – il riconquistato Stato del Vaticano sia concesso dal neonato governo nazionale alla comunità ebraica, coniugando dunque le sue ambizioni patriot- tiche con quelle sioniste. Nel pro- tagonista Abele, lo scrittore mette in scena una versione chiara- mente idealizzata di se stesso: uomo di umile origine, Abele si fa onore nei ranghi dell'esercito sabaudo e tratta infine la cessione di Roma con il Papa egli stesso. Riconoscente, Vittorio Emanue- le gli permetterà di far stabilire gli ebrei italiani nei territori ap- pena ripresi allo Stato Vaticano. I diari, gli epistolari e La nuova Gerusalemme sono tuttora inediti e custoditi nell’archivio privato della famiglia Ferraresi. Una rac- colta di poesie è attualmente in corso di pubblicazione per i tipi dell’editore Adelphi, grazie allo studioso Mario Antonini di Luc- ca, curatore del fondo. Questa poesia qui scelta a cantare il mese di novembre da cui assume titolo, esprime la semplicità direi quasi infantile dell’animo di un uomo teso fra Storia con la esse maiu- scola e arte della letteratura in cui tale innocenza risulta incastonata.

76

XI ginare. Giorgio Bolla non inse- XIV RECENSIONI gna: dice; e dicendo non spiega: Lay chansos en lo vers chiede (fors’anche pretende) di vai donc te·y via, essere capito. bos es lo vers AMONG WATER, ANGELS os e valens enans’ e meillura; AND WIND: Va da sé che si sta parlando di Domna que no ama cavalier leal LEGGENDO IL versi indubbiamente ermetici, i deu aprendar u so noel. “POEMA AMERICANO” quali presuppongono un lavoro DI GIORGIO BOLLA affatto banale, non solo per l’ese- [Scendi canzone nel verso geta ma anche (e soprattutto) per vai dunque sulla tua via il traduttore. buono è questo verso Con grave ritardo, tra cento im- buono e valente fino ad essere il pegni perennemente rincorsi, mi Le liriche si susseguono tra vere migliore;/ trovo a finalmente a leggere e a folgorazioni con chiuse ungaret- Donna che non ama leale cava- recensire l’ultima fatica editoriale tiane: liere/ di Giorgio Bolla, poeta e amico deve però rispettare la sua nobil- del cantiere poetico del ‘Frate Ila- XI tà./] ro’, già vincitore del Premio nel 2017. È successo: (Tra Acqua, Angeli e Vento) l’altra sera Tra Acqua, Angeli e Vento (tutto il vento di valle Poco bello andare oltre a svelare: rigorosamente con le maiuscole) ha chiamato il vento come s’è detto, è nella natura è il titolo in Italiano (ma solo di montagna, stessa dell’arte di Giorgio Bolla sotteso) di un’opera uscita que- veloce il balzo lascaire che sia il lettore (dal- st’anno per i tipi di Gradiva Pu- della voce l’esperto esegeta al visitatore oc- blications Humanities Building di nel fioco silenzio casionale) ad esplorare da sé l’u- New York in dedica alla figlia dell’im runire. niverso proposto ed i suoi incanti. Eleonora. Un universo che non è affatto La vita onirico, ma frammenti di realtà, L’opera è stata scritta in lingua si toglie di vita vissuta nel mondo, non nel madre e tradotta a fronte da Ca- il peso dominio del virtuale. Solo che la rolina Migli Bateson. Si compone dell’apparen a. magia del verso ha il potere, in di tre poemetti e una silloge. Giorgio Bolla, di sollevare il let- ma pure tra sottili e fascinosi vir- tore dalla banalità del quotidiano. Il primo poemetto (2013) dà il tuosismi sempre lasciati alla li- E allora le comuni esperienze su titolo all’opera ed è composto di bera interpretazione del lettore: cui si sofferma l’occhio perfo- XXIV composizioni. rante del poeta sono alzate dal X Vento del Logos dal basso del- Il secondo (“Preghiere oltre se l’Acque alle altezze degli Angeli. stesso”, 2016) injizia con una Le avvisaglie del vento invicazione (“Preghiera”), si svi- rombano le pianure Nasce da un simile itinerario di luppa attraverso una serie di dodi- in campanili di ocra lettura un percorso di vita, di la- ci liriche (I-XII) e si conclude fulgente. voro, di speranza che ci viene con “A volte su strade dritte”. ampiamente attestato dalla devo- Abbacinare le pietre zione rivolta dall’Autore ad un Il terzo è dedicato alla figura di del sole Santo che ha speso la propria vita Don Lorenzo Milani (Il prete dei è lavoro facile giusto per innalzare quella degli fanciulletti). Presenta dieci liriche per il poeta, altri. (XIII-XXII) con in più “Sara- scavare il gioco jevo, ancora”; “Paese di nebbie e dei ricordi E dopo il volo nell’alto dei cieli, di acque”; “Il senso della piog- lavora il senso proprio come il Dante della Di- gia”; “Forse sarà la tua terra”. di perdute falsità. vina Commedia, si torna nelle nostre “città rumorose” (Montale, Chiude la raccolta la silloge Miei “I limoni”) e si ricomincia da sensi: altre diciassette composi- fino addirittura alla sperimenta- capo, più consapevoli, più deter- zioni che si datano fino al 2018. zione, del tutto inattesa, di quel minati. “provenzale antico” che fu stima- L’opera suggella lo stile dell’Au- tissimo presso il nostro grande Grazie! a Giorgio Bolla. tore: la sua poesia gioca sulla pa- padre Dante: rola, ma non per un senso di mu- M. M. sicalità fine a se stesso: il poeta vuol far sentire, vuol fare imma-

77

MARINO SALVADOR nome Rotwang, anche e soprat- vador hanno e conservano una E METROPOLIS tutto proiezione del regista a li- propria luce con la quale scrutano vello profondo – vedi lo studio essi stessi le oscure ombre dei ‘Metropolis’ di Frit Lan a fir- sotterranei del metaforico regista. ma della scrivente su «Lunigiana Un’interpretazione che recupera Dantesca», n. 141, 2018) –, men- la personalità degli attori, di cui tre con il suo obiettivo inquadra Maria è un esempio emblematico, Maria, figura mariana interpretata personalità che permane anche da Brigitte Helm, come con un sotto l’indispensabile manipola- più potente terzo occhio lumino- zione da parte del regista che sissimo dopo averle spento il lu- deve sì piegare tale personalità me che essa teneva in mano negli alle proprie finalità, ma appunto spaventosi sotterranei dell’abita- non ha il potere di cancellarla. zione dello scienziato. Nella po- Certo la luce della candela è de- stproduzione di Marino Salvador bole, ma non tanto da lasciarsi l’obiettivo non è più un occhio spegnere nella fauce del regista, che guarda e vede, ma è diventato mentre in Fritz Lang, genio a una fauce non più luminosa che tutt’oggi incontrastato del cine- ha ingoiato nelle proprie oscurità ma, Rotwang dagli occhi cattivi la donna che tiene ancora la can- brucia per così dire la personalità dela accesa nella sua mano. Se degli attori con il suo proiettore nel film la luce del proiettore di accecante, questo affinché essi Marino Salvador (Udine) è pit- Rotwang è tale da accecare Maria divengano plasmabili personaggi tore, scultore e fotografo d’arte, che è ormai senza luce propria, del suo film, maschere in suo nonché artista esclusivo del Pre- nell’interpretazione di Marino possesso. Un dettaglio importan- mio Franz Kafka Italia®. Salvador la donna viene inglobata te: in questa postproduzione di È noto tra l’altro per le sue seri- dalla fauce di Rotwang, così da Marino Salvador non viene sal- grafie fotografiche e postprodu- apparire divorata da essa come da vata solo la personalità degli zioni fotografiche che riprendono un mago cattivo, ma assieme attori, ma con essa, su di un piano la pop art di Andy Warhol inno- all’attrice sta anche la sua luce metaforico più esteso, anche in vandola profondamente, pur re- per quanto debole, ossia l’inglo- particolare quella della donna – stando la matrice estetica ricono- bamento non riesce a spegnere la Rotwang spegne la candela solo scibile, e rendendola capace di candela che continua a dare luce nelle mani di Maria, Lang non significare in uno sviluppo che e- al suo interno dove stanno le inventa nulla di parallelo o affine sprime la nuova realtà culturale e ombre dell’inconscio di Rotwang, per i personaggi maschili nel con- sociale tipica dell’epoca attuale, lo scienziato, mago e regista. testo del suo film muto, pietra che non è più quella immortalata L’immagine di Marino Salvador, miliare del cinema di tutti i tempi. da Warhol con le sue celebri seri- elegante esteticamente nella gam- Splendida quest’opera di Marino grafie relative a Marilyn Monroe ma del bianco e nero e dei grigi, Salvador, oltre che per la bellezza e ad altri personaggi famosi . sviluppa il tema segnato da Lang della creazione artistica anche Per le immagini e la critica re- in direzione di un approfondi- perché apre ad approfondimenti lativa alla pop art di Marino Sal- mento diverso come già per le nell’ambito culturale interdisci- vador si rimanda al Catalogo di sue innovative icone pop, dove ad plinare, nello specifico tra arte vi- Marino Salvador La vita a colori, esempio il volto di Marilyn Mon- siva e arte cinematografica, a ‘Ritratti in frammentazione’ di roe, che nella celebre e per qual- riflessioni sulle idee e sulla perso- Rita Mascialino, pp. 72-77, Edi- che aspetto spietata versione di nalità umana, la quale nella vi- zione Amazon Poland Wroclaw, Warhol assume tratti clowneschi, sione dell’Artista regge a tutto, 2020, nonché a Stefano Mineo subisce significative alterazioni appunto Invincible. Video Art – Andy Warhol- chiaroscurali e prospettiche che Marino Salvador – Pop Art tra ne mettono in rilievo la parte in- RITA MASCIALINO storia ed avanguardia, Centro teriore più vera della personalità, Accademico Maison d’Art di quella che sta sotto l’aspetto este- Padova, 2020. riore, come pretende lo sguardo La postproduzione fotografica dal più recente dell’Arte a consumi- titolo Invincible, Invincibile, ri- smo ormai tramontato. Marino guarda un tema importante e Salvador toglie a Rotwang, come complesso nel film muto di Fritz già anticipato proiezione del regi- Lang Metropolis (1927). Un bre- sta oltre che scienziato impazzito ve cenno alla sequenza cinema- per il dolore relativo alla morte di tografica di riferimento. Nel film Hel, la sua amata, la facoltà di spegnere la luce di cui vivono i vi è l’immagine del mago e scienziato pazzo dal simbolico suoi personaggi nell’interpreta- zione degli attori, i quali in Sal- 78

«CHE EPOCA TERRIBILE QUELLA IN RIVISTE CONSIGLATE CUI GLI IDIOTI GOVERNANO DEI CIECHI» ARTHOS – Pagine di Testimo- nianza Tradizionale, fondata e diretta da Renato Del Ponte, Edi- trice I.C.D.C. - ARŶA, Genova. [email protected]

ATRIUM - Studi Metafisici e Umanistici, Associazione Cultu- rale ‘Cenacolo Pitagorico Ady- tum’, Trento.

WILLIAM SHAKESPEARE [email protected] (DA RE LEAR) CRISTIANITA’ – Prgano uffi-

ciale di Alleanza Cattolica, fon- «È GIUNTO IL TEMPO DI DECIDERE data da Giovanni Cantoni, Arti SE STARE DALLA PARTE DEI Graficeh Àncora, Milano. MERCANTI O DA QUELLA DEGLI [email protected] EROI»

IL PORTICCIOLO – Rivista di informazione, approfondimenti e notizie di cultura, arte e so- VERBA DANTIS cietà, Centro Culturale ‘Il Portic- è l’etichetta dantesca ciolo’, La Spezia. [email protected] lunigianese LEUKANIKà - Rivista di cultura varia, Circolo Culturale

CLAUDIO BONVECCHIO ‘Silvio Spaventa Filippi’, Luca- (PREMIO ‘PAX DANTIS’ 2009) nia. [email protected]

«SENZA WAGNER NON ESISTE L'OC- QUADERNI DEI GIULLARI – CIDENTE. CON WAGNER NASCE LA Rivista di cultura generale QUESTIONE MODERNA DELLA DICOTOMIA TRA AVERE E ESSERE» www.giullari.wordpress.com

SIMMETRIA – Rivista di Studi e Ricerche sulle Tradizioni Spirituali, Associazione Cultura- le ‘Simmetria’, Roma. [email protected]

Cantine Lunae QUIRINO PRINCIPE

(WAGNER LA SPEZIA FESTIVAL 2014) Bosoni Srl

Via Palvotrisia, 2, 19030 «SE IL CRISTIANESIMO SE NE VA, AL-

LORA DOVREMO AFFRONTARE MOL- Castelnuovo Magra SP

TI SECOLI DI BARBARIE»

0187 693483 [email protected]

THOMAS STEARNS ELIOT

79

XII l’aria oscura dell’apprensione e VOLO D'ANIMA ARCADIA PLATONICA dello spavento e si depositano, come corona, attorno a Dio Padre Creatore: Colui che non rinnega mai il suo Aiuto alle sue creature angustiate dalle pene e dai pericoli. Anche la mia Fede, radicata

presso le potenze divine che A cura di Bruna Cicala dominano sull’intero S'approssima mutevole la riva Universo, eleva una preghiera di La Poesia è il fiorire richiesta d'una strada ora irta ora e di ringraziamento riconoscente dell’uomo nella Parola scoscesa alla Santa Giuseppe Ungaretti Trinità. Che non turba mai la nell'amena vallata rinverdita Pace dei suoi ove l'anima s'espande alle aeree tanti Figli, se non per donare loro la possibilità di mire una redenzione: fatta di Amore e vaga intorno ai sospesi attimi che sa figliare vicinanza, fraternità e solidarietà. trascorsi La Speranza tinge di color verde sfiorando gli esseri terrestri il mio essere nel loro incessante avvicendarsi e apre, in parte, il mio intelletto a sintonizzarsi a mulinare il gaio e triste andare. sull’onda rasserenante Sorvola le antiche case e i borghi dell’accoglienza UNA PANDEMIA e dell’accettazione di quanto il dì familiari futuro gravidi ai ricordi Un’epidemia si diffonde con mi arrecherà. grande rapidità. e di volti ormai lasciati

Vastissimi territori e continenti nei lontani giorni del pianeta NARDINO BENZI

Terra sono contagiati. Le capacità devoti ai molti che ora dormono

umane di la quiete eterna della pace. comprendere e di elaborare

restano attonite.

L’impotenza scatena nella Vola o.mia diletta anima sensibilità la paura.

Talvolta, i filamenti del timore si nei viottoli secolari e solitari

ispessiscono sereni alle volute celesti e generano un senso misterioso di sgomento. e negli anfratti rugosi degli abissi L’ansia si autorafforza e, negli usci delle attese alimentando l’angoscia, apre le porte all’immaginario postume agli indugi negativo: spingendo ai fremiti dei passi fuggitivi verso gli atti inconsulti determinati dal panico. in quel passato sparso Molti cuori, sebbene afflitti, con nella brezza cieca delle ombre la forza del volere, scelgono di rivolgere I propri riporta il saluto recondito

occhi verso il Cielo. dei mille silenzi aspersi Lì depositano il loro bagaglio

colmo di grave improvvidi d'assenze

apprensione e domandano la e dalle essenze che bruciano protezione della Divina Provvidenza. Molte gli acerbi rimpianti del ritorno.

preci fendono LUIGINO BERNARDI 80

Caro Mirco, 20201031 LA LITURGIA

Vorrei raccontarti una cosa che DELL'ALBA È nata una bimba da un giorno mi è successa stamani. nella casa che di un tempo Avevo paura che quello che Ho un’amica che i primi di set- passato/ sognavo/ tembre ha compiuto cento anni. É la memoria profuma e rispolvera lo sognasse il mondo una persona con un grande carat- di una sorella più grande di poco come una leggenda tere, una gran voglia di vita, ag- È venuta alla luce insieme alla quando il suo mito è celebrato da guerrita nelle proprie idee, curio- gioia/ tutti/ sa, ama De Andrè… ma non si negli occhi di una madre e di un può descrivere a parole, biso- padre / ma i sogni che mi sono gnerebbe sentirla parlare. che brillano e il futuro le tengono appartenuti/ in mano/ molto brutti come il loro tempo Ha letto molto, ma adesso non La donna al seno l’allatta e le loro notti può più farlo a causa di una La figlia maggiore la guarda erano le storie dei miei pensieri maculopatia. Componeva poesie. mentre un nome l’uomo le cerca e vagavano e si fermavano Quando scrivo qualcosa di nuovo, “Chiediamolo a Dante!” dice alla e riprendevano le telefono … e le leggo ciò che moglie/ ho scritto. Lei ascolta e poi dà il e sicuro raggiunge il salotto ora, non mi bastano, perché non suo parere. Stamattina le ho letto dove sacra sta la Divina mi basta il dolore i testi che ti stavo per inviare. Commedia e non mi ci accontento e chiedo ai Dopo avermi ascoltato, ha voluto “Nel Paradiso lo voglio cercare miei movimenti raccontarmi di come suo padre, perché possa avere nella sua vita come in una sinfonia, novant'anni fa, avesse scelto il la nostra bimba un roseo futuro” gli accordi lieti dove anche il nome da dare alla sorella. Incre- Parla Elio a Irma e alla figlia tragico/ dibile! La conosco da molti anni, decenne/ tutto il loro tragico anche sua sorella, ma questa non che ascolta curiosa in silenzio muove e s’ascolta e ha esito Lui poi apre a caso le pagine la sapevo. Ci ho scritto subito una antiche/ poesia! E te la mando perché i miei sogni, il mio dolore, la mia e legge il passo che gli appare per morte/ quando c’è Dante di mezzo… primo/ non sono più capaci di ascoltare Ho conosciuto molti anni fa il e di ascoltarsi padre, che era già vecchio (nato “Onde la donna, che mi vide perché vogliono altre sinfonie e nel 1889). Mi è rimasto un ri- assolto/ altri fraseggi perentori cordo lucido di lui e del suo mo- de l’attendere in sù, mi disse: do di essere. Aveva scritto duran- «Adima il viso e guarda come tu vogliono capire quanto non è che te la guerra, più precisamente se’ volto»”/ libertà/ durante quindici giorni di puni- la libera combinazione del zione, prima della ritirata di Ca- Gli piacque delle cinque lettere il desiderio nelle frasi, poretto, il diario “Pinocchio in suono/ la meraviglia di altre e la melodia che gli produssero in trincea”, che tra l’altro oltre che e altre cantate e altre sinfonie e petto/ essere stato pubblicato, lo si trova altre ripetizioni “Adima chiamerò mia figlia!” anche su Internet. Amava Dante e non ossesse Sorrideva Elio mentre dalla porta non clamorose la Divina Commedia. Nelle sere usciva/ ma frequenti, invernali, accanto alla stufa, leg- e come un ragazzo camminava geva alla famiglia interi Canti svelto/ come l’intonazione dei passeri e col tempo li recitava a memoria. Al Municipio di Montale voleva quando si chiamano, la sera Proprio per questo vorrei condi- giungere/ per il prossimo risveglio videre con te un lucido ricordo in per registrare della nuova nata il e il prossimo offertorio versi della mia amica centenaria. nome./ nella liturgia dell’alba. PAOLA RICCI ADIMA É UN NOME MARCO LANDO

PAOLA RICCI

Di seguito la lirica di Paola Ricci Adima è un nome.

81

Il CLSD ringrazia il Comitato di Redazione Sede Sociale e tutti gli Autori c/o Museo che hanno collaborato ‘Casa di Dante in Lunigiana’ a questo Numero: via P. Signorini 2 Mulazzo (Ms)

SAGGISTI Indirizzo Postale

Riccardo BASSI via Santa Croce 30 Stefano BOTTARELLI c/o Monastero di Federica BRUGNOLI S. Croce del Corvo Piergiorgio CAVALLINI Mirco MANUGUERRA 19031 – AMEGLIA (SP) Rita MASCIALINO Maria Adelaide PETRILLO Presidenza 328-387.56.52 POETI

Nardino BENZI [email protected] Luigino BERNARDI Giorgio BOLLA Marco LANDO Info Paola RICCI www.lunigianadantesca.it

Contribuzioni Iban Bancoposta IT92 N 07601 13600 001010183604

Conto Corrente Postale 1010183604

Partita IVA 00688820455

82