Virgoletta E I Suoi Portali Fotografie Di A
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1 2 MEMORIE di LUNIGIANA di ADRIANA G. HOLLETT Virgoletta e i suoi portali Fotografie di A. G. Hollett© 4 a mio marito Reginald che condivide l’amore per la mia terra. 5 6 NOTE DELL’AUTRICE La Lunigiana e i suoi borghi sono sempre stati nel cuore dell’autrice che conservando nella memoria le semplici storie di quelle umili creature vissute in quella terra, ha deciso di ricreare anche con le fotografie l’ambiente in cui esse si svolsero. Ecco quindi le migliaia di fotografie che hanno fermato nel tempo le ultime immagini di quei piccoli borghi disabitati e abbandonati dagli antichi proprietari e degli sperduti agglomerati di casolari che il progresso non ha ancora rggiunto. Sullo sfondo rovine di grandi castelli e dirute torri assalite dalle intemperie e dai rovi e tutt’attorno il fiorire dei crochi tra i ricci delle castagne. Esistono ancora per fortuna interi borghi che, seppure un poco dissacrati da interventi poco ortodossi, possono ancora testimomiare con orgoglio la loro antica origine e questo si puo’ dire per Virgoletta. Il visitatore che osserva da lontano il lungo svolgersi del paese sul crinale non puo’ non ammirare la potenza di quelle altissime e perpendicolari muraglie che ne costituiscono il tessuto urbano ed e’ possibile anche stabilire che Virgoletta non fu il solito borgo agricolo murato. All’ingresso del Pondain,si incontra il primo portale sormontato dall’arme dei Dalla Porta; di seguito, una serie innumerevoli di vere e proprie opere d’arte di pietra nelle facciate e negli architravi delle finestre nonche’ una teoria di portali, a destra e a sinistra, quasi tutti decorati a righe orizzontali e archi a tutto sesto concludono il borgo al ponte levatoio del castello. I palazzi, accostati l’uno all’altro, mostrano solitamente due o tre ingressi ben rifiniti, destinati uno per l’abitazione, gli altri per la bottega e, per un sorcu, alla stalla. E’ da ricordare che la ricchezza di questo paese, nei secoli passati, era legata agli animali da soma che venivano utilizzati per i trasporti delle merci dalla pianura padana a quella laziale. Sulla piazza centrale, stretta tra le case, la facciata della chiesa parrocchiale con il suo aspetto modesto non lascia immaginare le preziosita’che contiene e alla fine del borgo, quella un po’ fatiscente del castello, nasconde eleganti saloni di maestosa bellezza. Molte sono state purtroppo le ferite per gli interventi effettuati, visibili anche da lontano, ma e’ nel borgo che maggiormente colpisce l’offesa fatta alla storia di questi edifici. Fortunatamente i portali sono stati tutti ben conservati per cui sara’ facile per coloro che vorranno riportare all’antica bellezza la propria casa, stonacare le antiche pietre dei prospetti e sostituire gli infissi non appropriati. Recentemente sono stati fatti ottimi recuperi nei saloni del castello e si ha notizia di altre demolizioni e rifacimenti per riportarlo alla sua secentesca eleganza. 7 Per quanto concerne il lavoro fotografico e’ necessario premettere che quasi tutte le fotografie sono state ripulite da ogni soprastruttura attuale per cercare di ricreare l’atmosfera e lo spirito del tempo passato ed e’ per tale ragione che molte abitazioni ristrutturate con ammodernamenti troppo evidenti o nuove costruzioni fuori da un contesto almeno ottocentesco sono state escluse. In verita’ percorrendo il borgo si ha l’impressione di un felice ritorno al passato e alle antiche memorie per cui si possono gia’ notare modifiche e correzioni su recenti ristrutturazioni. Cosi’, cercando di immaginare come potesse essere questo bellissimo borgo dotato di uno straordinario numero di portali come nessun altro paese di Lunigiana, l’autrice lo ha descritto fotograficamente e per sommi capi nella sua storia, segnalando e facendo supposizioni su alcuni particolari significativi e lasciando ad altri la cura di approfondirli. Le notizie sulle proprieta’ e i nomi antichi delle strade di Virgoletta sono stati riferiti da Amelia Serra, Giuseppina Bertolini e Antonio Piola, mentre gli episodi riportati in corsivo ed in grassetto l’autrice li riporta fedelmente dall’opera di Eugenio Branchi “Storia della Lunigiana Feudale”, lavoro poderoso e unico che dovette costare impegno e moltissimo tempo all’autore. Ogni notizia viene da lui corredata dai testi ufficiali e dai luoghi in cui le reperi’ e che sommariamente vengono riportati. Gerini, Codice diplomatico della Lunigiana. Gerini, Memorie storiche della Lunigiana. Esami di testimoni in causa tra Virgoletta e Malgrate, esistenti in Archivio delle Riformagioni di Firenze. Parere di Pietro Cavallo al Granduca di Toscana in ordine alla causa tra Virgoletta e Malgrate.Archivio Mediceo, Affari di Lunigiana. Landinelli, Origine della citta’ di Luni. Litta, Famiglia Malaspina. Tavole genealogiche della famiglia Malaspina, esistenti nell’Archivio domestico Malaspina di Villafranca. Memorie di Casa Finali ad an 1675, esistenti presso il sig. Lorenzo Cortesini di Bagnone, ove si aggiunge che la defunta (Isabella) “fu onorata di un bellissimo funerale di 200 sacerdoti e chierici e di 40 laici.” 8 Virgoletta and its portals “Virgoletta is a small land situated on the left side of the river Magra, in a restricted but fertile, pleasant plane oriented towards the south”. This is the description of Virgoletta given by Eugenio Branchi in “Storia Della Lunigiana Feudale”, one of the few authoritative texts on the feudal history of Lunigiana. Located on a small hill on the left bank of the river Bagnone, this little but very original walled village, shows from a distance the high walls of its so-called houses “a schiera”, forming a valiant bulwark against any type of invasion (pages 38-39). It is impossible to trace the origin of its first settlement, apart from a reference to the name of “Verrucola dei Corbellari”, ancient lords prior to the era of the Malspina family. However, before discussing the Malaspina family is important to briefly outline the history of Lunigiana. This region, situated between Liguria and Tuscany, was historically a land subject to invasion by the Longobards, up to 945 when Oberto I became count of Luni. Oberto’s territories included the Appennino Ligure-Tortonese-Piacentino, the valleys of Trebbia and Staffora and the family seat was established in the castle of Oramala. His son, Oberto Obizzo I, became the ancestral head of the Malaspina family in Lunigiana. The family’s castle, known as Malnido, now reduced to a ruin, is to be found in Villafranca. Geographically, the river Magra divided the Malaspina dominion into two parts: on the right the “spino secco” and on the left the “spino fiorito”. Virgoletta, originally part of the feud of Villafrancam, has in its coat of arms the “spino secco” (page 105). The Malaspina family divided the Lunigiana into many small feuds, one for each son, and Virgoletta constituted, together with the castles of Panicale and Licciana, Castevoli, Villa, Brugnato, and others, the feud of Villafranca, alloted to Opizzino in 1221. The Malaspina family governed the feud for 600 years and its sepulchre was situated in the church of San Niccolo` infront of the family’s castle in Villafranca. Unfortunately, this sepulchre no longer exists today. Some marquis of the Malaspina family lived in Virgoletta’s castle (page71) and occasionally, upon the death of the marquis, the marquess governed in her husband’s place. All this was permitted by approval from the Emperor and by the Grand Duke of Tuscany. The marquess Teodorina, for example, widow of the marquis Spinetta, in 1468, became guardian of her children, all of them under age, and being bold and of strong character, earned the love of her subjects and the respect of her enemies. Also, the marquess Elena Cybo, widow of marquis Federico III, in 1602, governed and administrated with success after the death of her husband. The last marquis of Virgoletta, Giovanni, upon his death in 1809, unlike his predecessors was buried in Virgoletta’s cemetery (page 17). The first settlement on the site of Virgoletta consisted of a tower (page 18), to the east on the hill and afterwards, the village was built along the crest. The village of Virgoletta exhibits two oratories outside the walls. One, dating back to 1640 and dedicated to the Virgin Mary “della neve” (literally “of the snow”)(pages 125-126), 9 and the other, even older, dedicated to Saint Simon (page 127). The former is located to the east of the village on the footpath to Bagnone and the latter to the west, on the path to Villafranca. The village was entirely closed against the outside with the exception of three entrances: the first known as “Pondain” (pages 44-45), a small drawbridge for wagons and pedestrians, was the main entrance; the second called “Scaleri” (pages 27-30-31), a large covered stairway on the south side, barred by three imposing portals, and employed as a warehouse for goods and for the passage of donkey caravans and villagers on foot; the third called “Ravlin” (page 20), a private entrance to the castle courtyard, protected by a guard-house. The main street runs from “Pondain”(page 46) to the castle. A remarkable number of portals (more than 70), can be seen on both the left and right along the street. All the portals are sculptured from stone in the form of a rounded arch. Many abodes possessed three portals (page93), one for access to living quarters, the second leading to a shop and the third descended to underlying donkey stables. Every family, in feudal times and later, possessed a certain number of donkeys which were employed for transporting various kinds of goods to the north, as far as the plain of Padania, and to the south, as far as the plain of Lazio. The parish church in the main piazza (pages 68-69-etc.), dedicated to the martyr saints Gervasio and Protasio, was built in 1300 (circa), later extended in 1800, and houses many precious articles: a white marble altar dating back to 1600 (page 71) and containing relics of Christian martyrs, two sculptured marble dossals (pages 74-77), some rich vestments and vessels, many gilded candelabra and four precious silver shrines.