Della Lunigiana E Del Territorio Lucense
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00primepagine gsl2010 v6 31-01-2011 9:57 Pagina 1 GIORNALE STORICO DELLA LUNIGIANA E DEL TERRITORIO LUCENSE NUOVA SERIE - ANNO LIX 2008 00primepagine gsl2010 v6 31-01-2011 9:57 Pagina 2 Il volume è stato realizzato con il contributo di: Istituto Internazionale Studi Liguri, Sezione Lunense Comune di Castelnuovo Magra Archivio di Stato della Spezia Provincia della Spezia su delega della Regione Liguria Fondazione della Cassa di Risparmio di Carrara Fondazione della Cassa di Risparmio della Spezia Si ringrazia per la concessione di fotoriproduzione di proprî materiali: Archivio di Stato della Spezia Archivio di Stato di Firenze (Autoriz. Minister. nr. 2377 del 30.3.2009) Archivio Notarile Distrettuale di La Spezia Archivio Storico del Comune di Sarzana Istituto di Studi sui Conti di Lavagna - Genova Massimo Battolla Davide Marcesini (tratto da “La Lunigiana dei castelli”, Edizioni Giacché 2008) Edizioni Giacché Eliana M. Vecchi Si ringrazia per la collaborazione: Il Sindaco Marzio Favini, Giorgio Baudone e Paola Moro del Comune di Castelnuovo Magra; il Sindaco Massimo Caleo e Stefano Milano del Comune di Sarzana; Elisabetta Arioti, già Soprintendente, Enrico Basso ed il personale della Soprintendenza Archivistica della Liguria; il direttore Antonino Faro ed il personale dell’Archivio di Stato della Spezia; Direzione dell’Archivio di Stato di Genova; il direttore Olga Raffo ed il personale dell’Archivio di Stato di Massa; il direttore Giovanna Quilici, Maria Grazia Aranzulla ed il personale dell’Archivio Notarile Distrettuale della Spezia; Patrizia Gallotti e il personale della Biblioteca Civica “U. Mazzini” della Spezia; don Ettore Garfagnini, parroco di Falcinello; Massimo Battolla; Riccardo Barotti; Werther Bianchini; Roberto Ghelfi; Pino Guelfi; Franco Mariano; Giuseppe Meneghini; Ugo Muccini; Giulia Petracco Sicardi; Alfredo Giuseppe Remedi. Progetto e coordinamento editoriale: Eliana M. Vecchi Progetto grafico e impaginazione: Irene Giacché Segreteria redazionale: Teresa Passaro, Sara Lenzoni Il Giornale Storico della Lunigiana è edito dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri, Sez. Lunense 1ª edizione 2009. 1ª ristampa 2011. Stampato a gennaio 2011 presso la Litografia Varo, S. Giuliano Terme (PI) per conto delle Edizioni Giacché, La Spezia. 00primepagine gsl2010 v6 31-01-2011 9:57 Pagina 3 ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI LIGURI SEZIONE LUNENSE LA SPEZIA GIORNALE STORICO DELLA LUNIGIANA E DEL TERRITORIO LUCENSE NUOVA SERIE - ANNO LIX 2008 Comune di Provincia Castelnuovo Magra della Spezia 00primepagine gsl2010 v6 31-01-2011 9:57 Pagina 4 4 Ferdinando Carrozzi Presidente della Sezione Lunense dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri. (La Spezia 1927-2008) 00primepagine gsl2010 v6 31-01-2011 9:57 Pagina 5 5 Questo volume è dedicato alla memoria dell’ing. Ferdinando Carrozzi, Presidente della nostra Sezione Lunense, che all’associazionismo culturale e all’attività pubblica ha dedicato, con passione, buona parte della Sua vita. 00primepagine gsl2010 v6 31-01-2011 9:57 Pagina 6 6 Francesco Saverio Quadrio, I sette salmi penitenziali trasportati alla volgar prosa da Dante Ali- ghieri, Bologna 1753. 00primepagine gsl2010 v6 31-01-2011 9:57 Pagina 7 7 PREMESSA AL VOLUME «Alla Lunigiana ... il vanto d’aver, prima fra le terre d’Italia, compreso Dante, d’a- verlo saputo onorare, d’avergli addolcito le amarezze dell’esilio, dandogli quiete, riposo, uffici. In Lunigiana Dante scordò di esser esule, si sentì cittadino.» Parole di Giovanni Sforza, con le quali il 6 ottobre 1906 egli apriva le giornate di studio e visita ai luoghi danteschi in occasione del centenario del XX secolo e, insieme, anticipava la summa di quel «culto d’amore» per il Poeta che riconosceva nel cuore di tutti i lunigianesi: un discorso di prolusione, quindi, ma anche di conclusione di un già lungo percorso elaborativo dell’episodio dell’«ambasceria» lunigianese, con i suoi pro- tagonisti, così come della poesia dantesca e di quanto l’Alighieri veniva sempre più a rap- presentare per l’Italia. Ed è indicativo in tal senso il titolo del libretto miscellaneo, «Dan- te e l’anima nazionale», curato da Achille Pellizzari, nel quale nel 1922 (data significativamente vicina a quella dell’anniversario della morte del Poeta) furono raccolte, insieme con i di- scorsi introduttivi, le cronache di quei giorni d’inizio Novecento, spesso desunte dai gior- nali. L’unità, perseguita e rappresentata, di cui la pace del 1306 diveniva emblema, era anche quella del territorio lunigianese, con le sue differenze, soprattutto fra l’alta e bas- sa Val di Magra, che, con la fondazione di biblioteche ed istituti culturali legati da una vi- vace collaborazione intellettuale, provava a superare le divisioni, soprattutto ammini- strative. È stato certo un difficile confronto misurarsi, in occasione del nuovo centenario, con le manifestazioni di un secolo prima, durante le quali si era potuto infiammare anche l’a- nimus popolare, come ci hanno mostrato i materiali epistolari e giornalistici riuniti da Loris Jacopo Bononi nel volume «Il carteggio del Comitato per le celebrazioni dante- sche di Sarzana del 1906 (1306-2006)», edito dal Comune di Sarzana nel quadro cele- brativo. Nel nuovo millennio l’Alighieri continua a grandeggiare, anche nel web con edizioni, bibliografia, recensioni, perfino blog a lui dedicati. La formazione di un Comitato Istituzionale per la celebrazione dei 700 anni della “Pace di Dante” da parte dei Comuni di Castelnuovo Magra, ove la pace fu stipulata, di Mulazzo, capofeudo del marchese Franceschino Malaspina, e di Sarzana, ove fu rogato l’instrumentum di procura all’Alighieri, hanno portato all’organizzazione di due con- vegni di studio e di diverse manifestazioni collaterali. Non sono mancate anche iniziati- ve da parte di altre associazioni culturali, di cui la prolusione di Giuseppe Benelli, che apre la prima sezione del volume, rende ampiamente conto. In questo Giornale Storico si pubblicano gli atti del convegno tenutosi a Castel- nuovo Magra, proprio nella giornata del 6 ottobre, promosso - con la collaborazione scien- tifica dell’Archivio di Stato della Spezia e della Sezione Lunense - dall’Amministrazione comunale, che da alcuni anni celebra l’avvenimento anche con una ricostruzione stori- ca e che ha voluto apporre, accanto all’epigrafe commemorativa in marmo del 1906, un bassorilievo bronzeo con il profilo del Poeta e una dedica a Dante «costruttore di pace». 00primepagine gsl2010 v6 31-01-2011 9:57 Pagina 8 8 Se, come afferma Sforza, «Firenze sapeva di avere in lui il suo poeta, l’Italia igno- rava di averlo», almeno prima della pubblicazione della Commedia, che fece di lui «il poeta dell’umanità tutta quanta», tuttavia «in Lunigiana giunse ignoto e la Lunigiana seppe divinarlo.» In effetti, codici della Commedia, accostati alla famiglia testuale dei Danti del Cento, si leggevano in Val di Magra già nella prima metà del Trecento e, nel suo intervento qui accolto, Loris Jacopo Bononi riporta l’attenzione alle epistole di Gio- vanni Manzini, che negli anni ottanta del XIV secolo scriveva brani emozionanti e vi- branti di passione sull’Inferno di Aldigerius Dantes. Altrettanto coinvolgente ci ap- pare la dedica – ricordo – colloquio, per Dante e con Dante, che Bononi ha stilato per questo volume. Guglielmo Gorni, rilevando la passione politica dell’Alighieri, che si traduceva in azioni politiche, scrive che «Dante, specialmente il Dante giovane, annetteva più im- portanza alla vita pratica, che a noi forse appare (a torto, ma inevitabilmente) come un diversivo dalla vocazione più vera di lui, quella di poeta, la sola che per noi conta.» Delle molte ambascerie che, anche con grande inventiva, gli sono state attribuite dalla storiografia, la partecipazione all’accordo di Castelnuovo è quella maggiormen- te certificata dalla documentazione notarile. Nell’ottobre del 1306, un notaio sarzanese, Giovanni di Parente di Stupio, stese nel suo cartulario il contratto di pace fra il vescovo conte lunense, Antonio da Camil- la, e i marchesi Malaspina del ramo dello Spino secco, dai quali l’Alighieri, ormai exul inmeritus da Firenze, aveva avuto una procura speciale per la stipulazione delle con- dizioni conciliative. L’accordo fu siglato nella forma di quei procedimenti infragiudiziali che sono chiamati “paci private”, per concludere una ricorrente serie di conflitti, durati decenni e divenuti, si potrebbe dire, strutturali, fra i due poteri antagonisti nel con- trollo politico e commerciale dei territori ed elementi nodali della Lunigiana, in parti- colare dei fasci viarî. Lotte, peraltro, alimentate dalla politica egemonica di città come Lucca, che dominava di fatto buona parte della Val di Magra. I conseguenti, necessari rapporti dei Malaspina con la città toscana, anche nell’ambito di avvenimenti interna- zionali in cui erano in ballo gli stessi interessi dei marchesi, sono qui accortamente lu- meggiati da Alessandro Soddu. La pace era stata preceduta nei decenni precedenti da lodi, arbitrati e sentenze giu- diziarie, quasi sempre legati alla Curia romana, intesa al sostegno del potere tempora- le dei vescovi, per i quali erano stati scelti come arbitri personalità di spicco della Cu- ria medesima, quali i cardinali Ottobuono Fieschi e Gerardo Bianchi, che ben conoscevano i termini della questione lunigianese ed avevano sostenuto con le loro deliberazioni le ragioni episcopali. Nel 1306 la volontà di “paciari” francescani, i rapporti del vescovo Antonio con i Malaspina tramite il consortile fliscano, le mutate condizioni politiche e, soprattutto, quelle