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QUADERNETTI DELLA N. 51 PUBBLICATI DAGLI «AMICIDELLA VAL COLLA» ANNO XXXVI –NUMERO 51– APRILE 2014 ANNO XXXVI DELLA VALDELLA COLLA QUADERNETTI ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA INDICE

Pag. In copertina: Alla scoperta dell'acqua in Val Colla ...... 2 Ricordi di altri tempi ...... 7 La finestra del Presidente 8 Comitato 2014 ...... 11 La nostra attività proposta per il 2014 13 Le fontane dei nostri villaggi ...... 14 Saluto del Sindaco di 16 Dalle montagne al Lago Ceresio col fiume ...... 19 L'acqua e gli acquedotti, elementi indispensabili per l'urbanizzazione di una regione . 20 Dal nostro shop 25 L'uso parsimonioso dell'acqua 28 L'altra faccia di Lugano ...... 34 Gita a Bergamo, visita della città 42 Comunicato Associazione Amici della Val Colla ...... 47 Giornata didattica per far scoprire ai ragazzi l'arte venatoria della caccia 49 Nico van der Voet: un autentico campione della pallanuoto 50 Ricordando la Val Colla della mia infanzia 55 La dura lezione del 1973 56 Negli USA sulla via dell'emigrazione ticinese (1. parte) ...... 64 Caccia alla lepre sui nostri monti, il fascino della seguita 70 Una Valle e i suoi personaggi: el Pelo postin 76 L'intruso ...... 82 Ezio Campana panettiere e negozio di commestibili a 86 La Pasquala e i pizz dal Signur ...... 90 Calendario degli eventi, feste e manifestazioni in valle 92 Fondazione della Svizzera italiana per la ricerca scientifica e gli studi universitari, F.SIRSSU, Lugano ...... 96 Comunicato Consorzio Valle del Cassarate e golfo di Lugano 96

1 IN COPERTINA ALLA SCOPERTA DELL’ACQUA IN VAL COLLA

Acqua, è il tema che cinquantunesima edizione dei “Quadernetti della Val Colla” vuole affrontare, proponendo il viaggio attraverso il mondo dell’acqua, il mondo della natura, e seguire l’acqua alla scoperta di quelle testimonianze lasciate dalla civiltà rurale e che sono presenti in Val Colla. In copertina, per simboleggiare l’acqua (in rügin: muréla, göita) abbiamo riprodotto la fotografia della portatrice dei secchi d’acqua alla fontana. “La dona dala aquadòra” (legno ricurvo, intagliato alle estremità adatto per appendervi i secchi, tratto in spalla facilita il trasporto). Figura di un tempo che era presente in tutti i nostri paesi. L’acqua è l’elemento più diffuso sulla terra; copre i due terzi del globo, scorrendo dentro e fuori di noi. È la matrice della vita. La fonte che la sostiene per tutti gli esseri viventi della terra, compagna fedele, l’acqua fluisce senza sosta nella nostra vita, ci disseta e ci attraversa purificandoci. In sua assenza moriamo rapidamente e per conservarci a lungo in salute dobbiamo assumerne almeno un litro al giorno.

Dalle sorgenti al riale, al fiume, …

2 IN COPERTINA

Sul nostro pianeta la percentuale d’acqua dolce ammonta al 3,5% del totale, ma la maggior parte d’essa è imprigionata nelle calotte polari e nei ghiacciai delle monta- gne. Da noi possiamo affermare che in Svizzera e in siamo privilegiati. Nel nostro paese si trova il 6% delle riserve di acqua dolce d’Europea. Inoltre l’acqua svizzera è ottima: circa il 40% di essa si può immettere nella rete di alimentazione senza bisogno di speciali trattamenti. In Ticino vi sono riserve sotterranee notevoli per qualità e quantità. La nostra acqua che gorgoglia dalle sorgenti, scorre nei fiumi ed infine sgorga dal rubinetto è di qualità eccellente. Ma prima di parlare dell’acqua in Val Colla è bene conoscerne i diversi aspetti. Nulla è più distruttivo della forza dell’acqua. Le devastazioni che ha provocato nel mondo sono innumerevoli e i danni incalcola- bili. L’acqua, quando si scatena di- strugge e uccide. Anche il Ticino ha conosciuto la forza devastatrice dell’acqua in più occasioni e in diver- si modi, basti ricordare la frana di Végia, il 5 agosto 1896. Numerosi sono i cedimenti tuttora at- tivi in Ticino, come quelli in Val Col- la, in Valle Maggia e a Cerentino, tutti causati dall’acqua. Non è da dimenticare che il paesaggio ticinese è stato modellato dai ghiac- ciai nel corso dei millenni, il lavoro dell’acqua allo stato solido è ancora più potente e il nostro territorio lo te- stimonia in modo chiaro. Una delle regioni più interessanti del luganese è la Val Colla con i suoi 2ʼ350 ettari di superficie totale e luo- go nel quale nasce e scorre il fiume Cassarate. Con i venti chilometri di I cassinelli di Condra e dei Monti di Brena, cresta e di cime congiunte, che par- da Viaggiare alla scoperta dell̓acqua, tendo da Gola di Lago e percorrendo Armando Dadò editore, 2003, pag. 57. il Motto della Croce, Caval Drossa,

3 IN COPERTINA

Monte Bar, , Cima di Fojorina, Denti della Vecchia, Monte Boglia e Mon- te Brè che si spengono sulle sponde del Lago Ceresio, questa catena di cime impres- sionanti in ampiezza e bellezza sono una meta pregevole per ogni tipo di escursione. Nel suo percorso siamo sempre alla presenza di acque con sorgenti, riali, ruscelli, fiume e lago. La montagna è un ecosistema delicatissimo che va conosciuto e tutelato e le sorgen- ti richiedono il dovuto rispetto. Quest’ultime sono il luogo in cui l’acqua affiora in superficie dopo un lungo percorso sotterraneo. La sorgente non gela mai anche negli inverni più rigidi. L’acqua sorgiva è sinonimo di forza vitale che purifica e rigenera. Indubbiamente una delle visioni più appassionanti per l’escursionista è il trovarsi di fronte a una sorgente: un’immagine biblica, emozionante ed evocativa. Da Gola di Lago alla Fojorina, nella zona dei terrazzi glaciali, situati a circa 1200 m/sm, dove troviamo gli insediamenti dei monti detti i “barchi” della e della Val Colla, sgorgano una moltitudine di sorgenti che nel tempo sono state im- brigliate dalle necessità dell’uomo per il suo rifornimento idrico, con la formazione di pozzi, fontane, canali e acquedotti. In origine l’acqua che sgorgava qua e là per i prati, veniva captata e fatta scorrere all’interno dei cassinelli. Il raffreddamento dei cassinelli e in alcune cantine, avveniva lasciando scorrere l’ac- qua sorgiva all’interno. In ampie conche di rame, poste a contatto con l’acqua fredda, si conservava il latte per non farlo inacidire e per permettere la separazione delle sue due componenti, facendo affiorare in superficie quella più leggera, la panna. Essa era poi tolta con una spannarola di legno e messa nella zangola per produrre il burro. Altro esempio della genialità dei nostri avi, confrontati con una situazione di disse- sto ambientale sopra i barchi di Scareglia, con conseguenti franamenti ed erosioni dei pascoli provocati dall’irruenza dell’acqua, con arguzia pensarono alla realizza- zione di un canale di pietra che tagliava trasversalmente la montagna. Costruito all’inizio del ’900 allo scopo di raccogliere le acque che durante i periodi di preci- pitazioni abbondanti impregnavano il sottosuolo creando rigagnoli improvvisati e conseguenti smottamenti di terreno. Con la costruzione di questo manufatto, magi- stralmente inserito, si convogliarono direttamente le acque nel fiume, preservando i prati dall’erosione e da franamenti. Questo “Quadernetto della Val Colla” riporta vari temi che indicano come in più modi, nel tempo, si è fatto uso dell’acqua da parte degli abitanti della nostra valle, che ne hanno determinato gli atteggiamenti sensati nei riguardi della natura senza prepotenza e abusi.

4 IN COPERTINA

A completamento del presente annuario, come già nelle passate edizioni, si sono tralasciati i resoconti dei lavori dell’assemblea e dei conti; consultabili in altro modo o durante la prossima Assemblea. Abbiamo proposto il nostro “shop” a disposizione di tutti, nonché il calendario di tutte le manifestazioni che si svolgeranno in valle. Rimandiamo alla finestra del nostro Presidente il compito di illustrare l’attività svol- ta nel 2013 e di quanto si propone per il 2014. Nei contenuti troverete i saluti del nuovo Sindaco e della nuova Vice-sindaco di Lugano agli abitanti del quartiere della Val Colla, i quali ci gratificano con un av- vincente testo. Non abbiamo dimenticato di riportare l’esposto della gita a Bergamo, i racconti e le impressioni di gente della valle, varie interviste a personaggi noti, una serie di itinerari per escursioni alla scoperta dei nostri alpi e della loro ottima pro- duzione di formaggi, come pure il racconto appassionante di una battuta di caccia alla lepre col segugio. Il tutto accompagnato da tante belle ed interessanti fotografie. Auguriamo quindi una buona lettura a tutti, con l’invito a chi non è ancora socio, di voler volentieri aderire in quanto è attraverso il sostegno reciproco che si riesce a costruire una vera crescita della Val Colla.

Piercarlo Poretti, -, responsabile di redazione del presente Quadernetto

Canale di scolo per lʼaccompagnamento delle acque a valle, nel fiume.

5 Impresa generale di costruzioni Edilizia genio civile Certificato no. 70135 Lavori specialistici

Ugo Bassi SA Via S. Balestra 27 Casella postale 220 CH 6906 LUGANO Tel. 091 941 75 55 Fax 091 940 95 93

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Amministrazione Pregassona: Tel. 091 941 16 50

E-mail: [email protected] No. IVA 188 276

6 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA RICORDI DI ALTRI TEMPI

Val Lavazzè, luglio 1923. Scareglia, canali di scolo, ottobre 1930 .

Bidogno, Val Forgnoni, anno 1892. Le fotografie sono state scelte dagli Album storici del Consorzio Alto Cassarate (Lugano), e messe a disposizione dal Consorzio Valle del Cassarate (CVC) e golfo di Lugano.

7 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA LA FINESTRA DEL PRESIDENTE

Care amiche, cari amici e simpatizzanti, non mi è stato facile trovare lo spunto e gli argomenti per scrivere queste righe durante la settimana, nella vita frene- tica del lavoro di ogni giorno con lo “stress a 1000”. Mi è bastata una meravigliosa camminata con le “racchet- te” fino all’alpe Pairolo, in uno scenario incantevole tra pendii innevati e alberi carichi di neve tra il silenzio incan- tato che la natura (per fortuna) ci dona, per far scattare quel “clic” e trovare il giusto momento e gli argomenti da espor- Piergiorgio Rossini re. L’avrete capito che della mia valle ne sono innamorato, visto che sa donarmi tante risorse.

Anche quest’anno “Quadernetti” uscirà con tanti spunti di sicuro interesse grazie ai miei collaboratori di comitato ed in particolare a Pier Poretti che con tanto impegno e dedicando del suo tempo prezioso, sta preparando da mesi questa pubblicazione che senz’altro soddisferà ancora una volta i nostri fedeli lettori. Il nostro “Quadernetti” ha comunque bisogno anche dell’aiuto di voi tutti, soci e simpatizzanti, invitandovi ad una attiva collaborazione contattandoci o inviandoci degli scritti, delle lettere o semplicemente delle fotografie di eventi capitati in Valle nel periodo dei nostri nonni e bisnonni. Questa documentazione è necessaria per conservare una parte della Vita culturale della nostra Valle, lasciare dei ricordi che altrimenti potrebbero venir dimenticati. Il vostro aiuto è prezioso e sono certo che molti di voi ci assisterà. Ci potete contattare all’indirizzo posatale: Associazione Amici della Val Colla - Casella Postale 33 - 6959 Maglio di Colla o all’indirizzo di posta elettronica. [email protected]

Ora passo a presentare gli eventi organizzati lo scorso anno. L’anno appena trascorso è stato un anno impegnativo per la nostra Associazione, basta ricordare gli eventi organizzati nel 2013 che vi voglio ricordare. A marzo Teatro con la compagnia dialettale Cittadella 2000 di Lugano nella palestra del Centro Scolastico di Maglio di Colla, il 20 maggio, Gita sociale a Bergamo. Sempre a maggio avremmo voluto organizzare la “Giornata didattica” nei boschi della Valle con le scuole elementari di Maglio ma purtroppo a causa del maltempo

8 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

la stessa non ha potuto aver luogo è stata quindi rimandata all’anno successivo. Il 21 giugno concerto con i “Cantori delle Cime” nella palestra delle Scuole di Ma- glio. Concorso di disegno e di fotografia indetto durante l’estate e rivolto a tutti i ragazzi in età scolastica. In settembre la tradizionale festa di fine estate a Maglio di Colla con bancarelle, artigianato e buona cucina, con la partecipazione del nostro “Gruppo Costumi della e la “Corale di Pregassona. Nella stressa giornata è pure stata organizza- ta una Camminata Popolare il cui percorso si snodava lungo sentieri e in un idilliaco pae- saggio della sponda destra della nostra Valle. Per finire a dicembre abbiamo offerto la tra- dizionale “Panettonata” in collaborazione con il Gruppo Genitori, in occasione del mercatino di Natale. Come vedete l’annata è stata ricca di mani- festazioni interessanti e anche quest’anno andremo a proporre diversi eventi che vi saranno illustrate nella rubrica ad essi dedi- cata.

Un doveroso riconoscimento lo voglio dedi- care ai nostri soci che con il loro appoggio ci permettono di mantenere viva la nostra As- sociazione e di poter organizzare eventi e manifestazioni nella nostra cara Val Colla. Ringraziandovi ancora per il vostro sostegno porgo un cordiale saluto con l’augurio di tanta salute e prosperità a tutti Voi.

Piergiorgio Rossini, Presidente

9 GHEZZIGHEZZI VIAGGI VIAGGI SASA SA EscursioniEscursioni in torpedonein torpedone 68026802 Rivera Rivera Tel.Tel. 091 091 946 946 11 2111 21 e-mail: [email protected] e-mail: [email protected] www.ghezziviaggi.ch www.ghezziviaggi.ch

10 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA COMITATO 2014

Presidente: ROSSINI Piergiorgio, 6962 Vice-presidente: PETRALLI Angelo, 6951 Scareglia Segretaria: RONCORONI Manuela, 6965 Cassiera: MORESI-BASSI Petra, 6963 Pregassona Membri: ANTONINI Ermidio, 6974 Aldesago MAURI Danilo, 6959 PORETTI Piercarlo, 6976 Castagnola

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Revisori: CAMPANA Gabriele, 6959 Curtina CANEPA-MORANDI Sara, 6802 Rivera CHIESA Marco, 6970 Ruvigliana PETRALLI Manuela, 6959 Piandera

Uno sguardo invernale sulla Val Colla dal Gazzirola (Foto: Andrea Poretti, Bogno).

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Agenzia Generale Agenzia Principale

LUGANO MANNO

Agenzia Generale LUGANO Agenzia Principale MANNO Giuseppe Cassina Ivo Soldati Agente Generale Agente Principale Via R. Simen 5 - 6904 Lugano Via Violino 11 - 6928 Manno Tel. 058 471 17 17 Tel. 058 471 16 88

Semplicemente

12 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA LA NOSTRA ATTIVITÀ PROPOSTA PER IL 2014

• Quadernetto della Val Colla, edizione 2014, numero 51. • Primavera, con data da definire: serata in concerto con cantori, presso il Centro scolastico al Maglio di Colla. Sarà pubblicizzata con manifesti esposti in valle. • Domenica 4 maggio: Assemblea sociale, pressso la sala del Consiglio Comunale nell’ex Municipio del Maglio di Colla. Prima dell’inizio dei lavori assembleari si procederà con la premiazione dei concorsi di disegno e di fotografia. Concorsi indetti dalla nostra Associazione e rivolti ai ragazzi di tutte le scuole elementari del luganese e Val Colla. • Primavera, con data da definire: giornata didattica nei boschi della valle con gli allievi delle scuole elementari del Maglio di Colla, per far scoprire ai ragazzi l’arte venatoria della caccia e i nostri animali selvatici presenti. Organizzazione da parte della nostra Associazione in collaborazione con la Federazione Cacciatori Ticinesi (FCTI). • Lunedì di Pentecoste, 9 giugno; Gita sociale al Lago dʼIseo e Monteisola. Segui- rà la circolare a tutti i soci e simpatizzanti. • Domenica 21 settembre (in caso di cattivo tempo domenica 28 settembre) “Festa di fine estate” tutti in piazza al Maglio di Colla, con il mercatino dell’artigianato, la Camminata podistica amatoriale “in giro per la Val Colla” , pranzo e musica in allegra compagnia. • Sabato 29 novembre: mercatino di Natale e l’immancabile panettonata e vin brulé, offerta a tutti grandi e piccini, in collaborazione con l’Associazione dei geni- tori della Val Colla, presso la sede delle scuole elementari del Maglio di Colla.

(Alcune date e luoghi d’intrattenimento restano da definire).

Se qualcuno di voi avesse delle idee o delle osservazioni da proporre, non esiti a contattarci tramite posta elettronica all’indirizzo: [email protected] Diventa nuovo socio della nostra Associazione!

Associazione Amici della Val Colla – AAVC Casella postale 33 6959 Maglio di Colla www.amicidellavalcolla.ch - [email protected] Conto corrente postale 69-3514-1

13 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA LE FONTANE DEI NOSTRI VILLAGGI (Fotografie di Prisca Gilardi Herber, Aldesago-Signôra)

Scareglia Insone

Signôra Colla

Cozzo Bogno

14 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

Certara Maglio di Colla

Piandera Piandera

Cimadera Curtina

15 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA SALUTO DEL SINDACO DI LUGANO

Sono molto lieto di portare un mio contributo alla nuova edizione del Quadernetto della Val Colla. Un saluto partico- lare va a tutti gli abitanti dei comuni di Bogno, Certara, Cimadera e Valcolla che con le ultime aggregazioni sono entrati a far parte della nostra città.

Il tema di quest’edizione è l’acqua e la sua presenza in Val Colla: credo che questo elemento prezioso e vitale per tutti noi, fonte di sviluppo e di benessere, abbia da sempre unito intimamente i comuni della montagna alla nostra città; dal- Marco Borradori la Val Colla nasce il fiume Cassarate che, scendendo lungo i profili scoscesi della valle e attraversando la città, conclu- de il suo percorso nel Ceresio. Ricordo la creazione del “Raggio verde” lungo il Cassarate: un percorso di tre chilometri, dal quartiere di Cornaredo al lago, che verrà trasformato in parco fluviale, vero e proprio elemento di raccordo tra i quar- tieri. L’intervento di riqualifica della Foce consentirà a tutti i luganesi di godere di un nuovo spazio pubblico e di praticare numerose attività sportive e di svago.

L’abbraccio dei nuovi quartieri della Val Colla completa l’arco ideale che dalla vet- ta del San Salvatore passa al Monte Brè, dal Boglia ai Denti della Vecchia, dal San Lucio fino al Gazzirola che primeggia con i suoi 2116 metri. Lugano non è più solo una città adagiata sul lago, ma anche una città di montagna, di cime e valli legate da crinali magnifici. Non dimentico i boschi, gli alpeggi e i punti panoramici mozzafiato dai quali osservare nella sua interezza la varietà e la ricchezza del paesaggio naturale. La città riserva una particolare attenzione alla protezione del patrimonio boschivo, alla manutenzione delle aree aperte, come prati e pascoli, e agli interventi lungo i sentieri. Si tratta infatti di un patrimonio ambientale e storico che offre ai cittadini la qualità di una vita a diretto contatto con la natura e nuovi contenuti di pregio per la promozione di tutto il territorio.

Il progetto aggregativo è stato ispirato dalla volontà di gestire in maniera più coe- rente e funzionale il territorio al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile, coin- volgendo nelle scelte non solo la popolazione del nucleo cittadino, ma anche tutti coloro che vi abitano attorno e sono direttamente interessati dagli orientamenti

16 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

della città. L’estensione e la condivisione di servizi efficienti sul territorio sono con- dizioni che permettono di migliorare l’attrattività dei quartieri e la qualità di vita dei cittadini.

I comuni della Val Colla, ciascuno con la propria storia e tradizione, sono una parte fondamentale nella costruzione della nuova identità urbana; il loro patrimonio stori- co e culturale è una ricchezza che deve essere conosciuta e preservata dalla nostra comunità.

Marco Borradori Sindaco di Lugano

Cimadera Certara

Scareglia Signôra

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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA DALLE MONTAGNE AL LAGO CERESIO COL FIUME CASSARATE

Un fiume tutto dei cittadini e delle cittadine di Lugano, dalle sorgenti alla foce.

Questo è oggi il Cassarate. Una ricchezza rara in una città. Anzi, rarissima: un fiume interamente “nostro”, dalle sor- genti del Gazzirola sino alla foce, nel cuore del Golfo di Lugano.

Per una città un fiume è un amico più unico che raro. Giovanna Masoni-Brenni Un amico che ci accompagna scendendo a valle dagli alpi caricati, passando accanto all’attività casearia e forestale, sino al contesto urbano. Una dimensione e una realtà nuove per la Città di Lugano.

Un simbolo, quindi, anche del nostro spettacolare paesaggio prealpino, sullo sfondo del quale montagne e lago si congiungono in modo altrove irripetibile.

Il Cassarate, un fiume che un tempo era confine e barriera, oggi invece unisce. E si fa segmento centrale dello sviluppo della Città, vero e proprio asse urbanistico.

Trattiamolo bene questo nostro fiume. Rispettiamolo. Sforziamoci di renderlo ancor più pulito e puro, adottando un comportamento adeguato. E investendo quanto ne- cessario nella depurazione. Valorizziamolo, con i percorsi verdi e pedonali. Fonte di benessere per noi, per i visitatori e turisti.

L’oro blu del Cassarate, nostra “sora acqua”, e il polo verde della Val Colla, ci aiu- teranno a superare meglio anche questi anni così difficili. Anni in cui però spesso si recupera, nelle difficoltà, la capacità di tornare alla sostanza vera e profonda delle cose. E la natura, e l’acqua, ne sono l’anima e l’origine.

Giovanna Masoni Brenni Vicesindaca Capo Dicastero Cultura

19 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA L’ACQUA E GLI ACQUEDOTTI, ELEMENTI INDISPENSABILI PER L’URBANIZZAZIONE DI UNA REGIONE

La Svizzera, il Ticino e anche la regione Valcolla è un territorio ricco di acqua e di sorgenti che deve opportunamente essere protetto, le cui risorse devono essere uti- lizzate con parsimonia, affinché si possa dotare tutta la popolazione di un approvvi- gionamento consono ai fabbisogni attuali e futuri. Compito di assicurare la fornitura di acqua potabile di qualità irreprensibile e in quantità sufficiente spetta agli acquedotti. La regione Valcolla con gli ex Comuni di Bogno, Certara, Cimadera e Valcolla ha sempre cercato, limitatamente alle possibilità finanziarie concessagli dal Cantone di dotarsi di acquedotti efficienti che permettessero un regolare approvvigionamento idrico della popolazione. Dal 1980 ad oggi, la conoscenza del territorio, l’esperienza accumulata dal mio studio nella progettazione di opere idriche, la disponibilità dei diversi esecutivi che si sono succeduti nella regione, mi hanno permesso di seguire passo per passo lo sviluppo degli acquedotti comunali progettando e realizzando buona parte delle opere ora esistenti.

In particolare citiamo i risanamenti delle sorgenti di Colla, Scareglia, Piandera, Si- gnôra, Certara e Cimadera, la realizzazione dei nuovi serbatoi di Piandera, Insone, Colla, Signôra e Cimadera e diverse condotte di collegamento e distribuzione nei diversi comuni della Val Colla e nelle rispettive frazioni. Gli acquedotti si compongono di opere di captazione, opere di adduzione, opere di accumulo e rete di distribuzione.

Sorgente a Sasso Sciuera bassa a Bogno. Captazione di sorgente con camera di rottura a Bogno.

20 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

Le zone urbanizzate della regione Valcolla sono concentrate attorno ai nuclei di Bogno, Certara, Cimadera e ai nuclei delle frazioni dell’ex Comune di Valcolla. I nuclei abitati situati ai lati della valle sulla sponda destra e sinistra del fiume Cas- sarate necessitano più che d’importanti opere di captazione, di accumulo e di distri- buzione, d’importanti opere di collegamento tra le diverse zone abitate. Le opere di presa e di captazione sono situate a monte dei nuclei abitati di Colla, Signôra, Scareglia, Insone, Piandera, Cimadera, Bogno e Certara e confluiscono in diversi serbatoi rinnovati ed eseguiti nel corso degli ultimi decenni. I serbatoi di accumulo sono situati in una fascia variabile tra i 970 m.s.m. e i 1130 m.s.m. Il volume di accumulo dei singoli serbatoi varia da un minimo di 100 mc ad un massimo di 200 mc. Alcuni serbatoi realizzati 30-40 anni fa e ancora funzionanti hanno volumi minori e in alcuni casi la funzione di stoccaggio è ridotta a casi eccezionali. Le opere dell’acquedotto della regione Val Colla sono state rinnovate nel tempo, dagli anni 70 e con limitate possibilità finanziarie. La regione è sempre stata in re- gime di compensazione e nonostante il Cantone non abbia mai rifiutato di ratificare investimenti per le opere primarie, i tempi di realizzazione sono risultati assai lunghi e lo standard delle opere è sempre stato limitato al minimo indispensabile, necessa- rio per una corretta funzionalità. Ciò non ha comunque comportato disfunzioni o minor qualità nella distribuzione di questo importante elemento ai propri cittadini.

Presa di sorgente sopra Colla. Captazione di sorgente in Valle Tagliata, Certara.

21 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

Le parti di acquedotto della regione Valcolla sono: • L’acquedotto di Bogno che fa capo alle sorgenti situate nel quartiere di Bogno; • L’acquedotto di Certara con le proprie sorgenti situate anch’esse a monte del nu- cleo; • L’acquedotto di Cimadera, con il suo nuovo serbatoio inaugurato nell’ottobre 2008 e le opere di captazione situate nei monti di Cimadera. • L’acquedotto di Valcolla con i diversi acquedotti di Colla, Signôra, Scareglia, In- sone e Piandera che fanno capo a serbatoi rinnovati negli ultimi 20 anni e che, oltre alle frazioni citate, approvvigionano le frazioni di Cozzo, Maglio, Malpensa- ta, Curtina e Mulini di Piandera. Negli ultimi anni la regione Valcolla, pur senza procedere a spese importanti, ha mantenuto uno stato di efficienza ottimale dei propri impianti e ha, a piccoli passi, rinnovato le diverse infrastrutture conformemente a quanto previsto dal piano can- tonale di approvvigionamento idrico.

Serbatoio di Scareglia, vasca dʼentrata.

22 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

La regione Valcolla si è infatti dotata senza indugi, di un piano generale dell’acque- dotto, che è servito da base per l’allestimento del piano cantonale di approvvigiona- mento idrico, che oltre alla Val Colla comprende anche la Capriasca. La necessità di poter disporre di uno strumento di pianificazione che permetta di defi- nire in modo inequivocabile le fonti di approvvigionamento e le opere di accumulo di interesse generale, è risultato della massima importanza e a permesso ai diversi ex Comuni di realizzare opere congruenti con le necessità dell’intera regione. Il piano di approvvigionamento idrico è comunque in fase di approvazione e le ope- re più significative che dovranno essere messe in cantiere saranno le opere di colle- gamento delle diverse frazioni previste dal piano cantonale di approvvigionamento, un nuovo serbatoio a Certara, un nuovo serbatoio a Curtina, le opere di gestione dell’acquedotto e diverse opere di miglioria e potenziamento della rete.

Testo e fotografie ing. Tiziano Mauri, Lugano-Davesco

Serbatoio di Insone, locale valvole.

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Nr. 5, 6, 7, 10-11, 14-15, 18, 31, 32, 33, 34-35, 36-40, 41, 42, 43, 44 (Una Valle da scoprire), 45, 46, 47, 48, 49 e 50

Pubblicazioni arretrate: S. Lucio di Cavargna, degli Amici di Cavargna, CHF 22 Itinerari di Valli Ticinesi, di Piergiorgio Morandi, CHF 20 Generazioni a confronto, di Ezio Galli, CHF 20 Una piccola valle racconta, di Aldo Petralli, CHF 15 Glossarietto del gergo dei magnani, di Aldo Soldati, CHF 14 Sciur cürat, degli Amici della Cavargna, CHF 14

Altro materiale: Poster con i paesi della Val Colla, CHF 5 Adesivi con il logo dell’Associazione, CHF 2 Vaso cilindrico con il logo dell’Associazione, CHF 10 “Tazzin” con il logo dell’Associazione, CHF 10 Maglietta color giallo con ricamato il logo dell’Associazione, CHF 10

CD-video “LA VALCOLLA”, CHF 20 Fino a esaurimento scorta

Il materiale può essere ordinato per posta:

Associazione Amici della Val Colla casella postale 33 6959 Maglio di Colla Oppure inviando un messaggio e-mail: [email protected]

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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA L’USO PARSIMONIOSO DELL’ACQUA

L’uso parsimonioso dell’acqua con l’adozione del Piano Cantonale di Approv- vigionamento Idrico (PCAI) e la gestione delle Aziende Industriali di Lugano (AIL SA).

Con il passare del tempo, l’approccio nella progettazione e gestione degli acquedot- ti si è evoluto. Contrariamente a quanto fatto in passato, lo sviluppo di un acquedot- to non si focalizza unicamente sul singolo Comune o addirittura sulla singola frazio- ne bensì a livello regionale. Questo cambiamento si è reso possibile grazie alla vo- lontà dei Comuni e del Cantone. Quest’ultimo, una ventina di anni fa, si è dotato di una specifica legge che disciplina le competenze e i compiti degli enti nell’ambito dell’approvvigionamento d’acqua potabile. In particolare, i Comuni sono tenuti ad assicurare un adeguato servizio di approvvigionamento e distribuzione d’acqua mentre il Cantone è tenuto a definire il fabbisogno d’acqua potabile su tutto il terri- torio cantonale, a definire le fonti a cui si deve far capo e a promuovere l’uso parsi- monioso dell’acqua. Il Cantone si sta dotando di un Piano cantonale di approvvigio- namento idrico (PCAI), strumento indispensabile poter attuare quanto di sua com- petenza. Lo studio del piano di approvvigionamento idrico degli ex Comuni della Val Colla e dei Comuni di Capriasca e è stato avviato dal Cantone nel 2004, lo ha sviluppato in collaborazione con i Comuni e a breve lo adotterà for- malmente. Ciò permetterà di procedere con la richiesta dei crediti necessari per la

Sorgente Sassairora, Scareglia.

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progettazione e la realizzazione delle opere previste dal PCAI e, successivamente, con la realizzazione delle opere che potranno beneficiare di sussidi cantonali. Ac- canto allo studio sviluppato dal Cantone e a seguito dell’esito positivo della proce- dura d’aggregazione dei Comuni della Val Colla con la Città di Lugano, le Aziende industriali di Lugano (AIL SA) hanno deciso di approfondire ulteriormente l’analisi degli acquedotti esistenti in modo da poter pianificare correttamente gli investimen- ti per conformare le infrastrutture agli standard attuali. I due studi sono stati allesti- ti in stretta collaborazione fra Cantone e Comuni e hanno permesso di definire lo sviluppo futuro degli acquedotti dell’intera Val Colla. Uno dei progetti principali previsti è il collegamento degli acquedotti di tutte le frazioni e di tutti gli ex Comu- ni in modo da permettere di ridistribuire l’acqua di sorgente a tutte le utenze ridu- cendo i disagi in caso carenze d’acqua locali, dovute a fattori climatici o a imprevi- sti. Un altro progetto importante è quello relativo alle sorgenti. Quelle esistenti sa- ranno risanate conformemente alle esigenze attuali mentre altre, che sono state indi- viduate, controllate ed analizzate negli scorsi anni e saranno captate per alimentare l’acquedotto incrementando l’apporto d’acqua specialmente in caso di siccità. Per quanto concerne i serbatoi, alcuni saranno rinnovati, altri sostituiti e altri adattati a nuove funzioni quali, ad esempio, ma- nufatti di controllo o impianti di tratta- mento. Negli scorsi anni sono già stati realizzati alcuni serbatoi, l’ultimo in or- dine di tempo è quello di Cimadera che è già stato progettato e costruito nell’ot- tica regionale. L’ultimo progetto riguar- da la gestione degli impianti, finora parziale e locale, sarà ampliata e centra- lizzata presso le AIL SA. Ciò permetterà di avere sotto controllo, in ogni momen- to, le principali informazioni relative agli acquedotti e permetterà di interve- nire a distanza nella gestione degli im- pianti. Oltre ai progetti di miglioria e potenzia- mento appena descritti, la cui realizza- Potenziale nuova sorgente. zione è già incorso e continuerà nei

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prossimi anni, è prevista la sostituzione progressiva delle condotte al fine di mante- nere aggiornata la rete. Una parte della rete di distribuzione è stata ammodernata negli ultimi anni, l’ultima in ordine di tempo è quella della frazione di Curtina, ul- timata nel corso del 2013. Accanto ai lavori sugli acquedotti, sono previsti pure delle modifiche agli impianti interni. In particolare, tutti gli utenti dovranno adeguare l’impianto interno, instal- lando un contatore che permette di determinare il consumo d’acqua di ogni utente. Ciò permetterà di perseguire sia uno degli obiettivi fissati dal Cantone, promuoven- do un uso parsimonioso dell’acqua sia di uniformare le condizioni tariffali dell’uten- za della Val Colla e quelle di Lugano. Ultimo aspetto in ordine di tempo ma molto importante, è quello relativo alla Sicu- rezza Alimentare della qualità dell’acqua. Le Aziende Industriali di Lugano (AIL SA), che gestiscono gli acquedotti della città di Lugano, mettono tutto l’impegno per garantire ai loro clienti un approvvigionamento nel segno dell’efficienza e della qualità. La costante manutenzione, i controlli e il rinnovamento di tutte le strutture per la raccolta, il trattamento, lo stoccaggio e il trasporto dell’acqua, assicurano la fornitura di una derrata alimentare impeccabile. Nel dicembre 2012, le AIL SA hanno ottenuto la certificazione ISO 22000, uno standard internazionale che definisce i requisiti per la realizzazione di un sistema di gestione basato sulla Sicurezza Alimentare, comprendente la sorveglianza permanente dei pericoli specifici di natura biologica, chimica e fisica, principio base del sistema HACCP. Questo significa che tutte le strutture, partendo dalla captazione fino alla distribuzione, passando dal tratta- mento, accumulo, trasposto e distribu- zione, sono sottoposte ad una attenta analisi mirata all’identificazione dei pericoli e alla valutazione del rischio inserendo, laddove si rende necessario, dei punti di controllo critici atti ad eli- minare i pericoli identificati. Potenziale nuova sorgente.

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La certificazione ISO 22000 ottenuta dalle AIL è una prima al livello nazionale, infatti attualmente nessun’altra azienda distributrice di acqua potabile ne è in pos- sesso. Oggi le AIL sta operando per estendere la certificazione anche agli acquedot- ti dei Comuni aggregati con la città durante il 2013. Uno degli obiettivi è quello di integrare nella certificazione anche questi ultimi. Le Aziende industriali di Lugano, AIL SA, gestiscono le infrastrutture dell’acque- dotto della Città di Lugano per cui, a partire dall’aprile 2013 gestiscono pure quelle della Val Colla. Le AIL SA dispongono di personale specializzato per la pianifica- zione, la progettazione, la posa delle condotte, la sorveglianza degli acquedotti e per il montaggio e la gestione degli impianti interni per un totale di 45 persone. La sorveglianza degli acquedotti è svolta autonomamente da AIL SA, che fa capo a terzi per le analisi della qualità dell’acqua. Altre attività, quali ad esempio la piani- ficazione e la progettazione, sono svolte da AIL SA in collaborazione con Studi terzi. Ing. Andrea Canali, AIL SA Lugano

Sorgente Sassairora, Scareglia, in fase di risanamento.

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33 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA L'ALTRA FACCIA DI LUGANO

Non solo lo shopping, le banche, la “La quarta tappa del progetto aggrega- movida, il casinò. Lugano è anche – tivo, che ha preso forma lo scorso 14 anzi, soprattutto – natura. È la città aprile con l’elezione di Municipio e svizzera con la maggiore superficie Consiglio comunale, richiede un rio- boschiva, ha 6 alpi caricati, conta rientamento strategico del piano di svi- mille capi di bestiame allevati. La luppo territoriale di Lugano – sottolinea fotografia della situazione in un rap- Corrado Piattini (segretario-animatore porto della Regione Valli di Lugano. della Regione Valli di Lugano, in fase di Ne parliamo con il suo segretario- scioglimento dopo la costituzione animatore, Corrado Piattini. dell’ente regionale per lo sviluppo del Luganese e l’avvio dell’attività dell’a- genzia) – Il rapporto «Stato dell’agri- coltura nella valle del Cassarate e proposte per lo sviluppo», inviato al Municipio e ai patriziati, dovrà servire da guida alle autorità cittadine per la pianificazione degli insediamenti e delle infrastrutture, dei trasporti e dell’energia, per gestire il paesaggio, la promozione del settore primario e di altre attività d’incidenza territo- riale”. Dal 2002 a oggi, grazie alle aggregazioni, Lugano è passata da una popolazione di 28’675 unità a 65’015; era la 61.ma città svizzera per superficie con 11 kmq e ora ne conta 73,73 (seconda solo a Zurigo, con un’estensione di 99,8 kmq). È invece la prima considerando le superfici boscate (49,66 kmq, il 67,35% del totale, e si arriva all’80% consideran- do le zone agricole e forestali); è il comune del Sottoceneri con il maggior numero di alpeggi carica- ti (6). Insomma, alle molteplici e riconosciute voca- zioni, si aggiunge quella del settore primario. Alla luce di queste cifre, secondo Piattini “sarà necessa- rio definire un programma di sviluppo agricolo e forestale e prevedere misure di promovimento per dare forma concreta alla nuova sfida territoriale urbano-rurale”. Nell’analisi del rapporto, partiamo proprio dal bo- sco, che significa legna, dunque energia. “Il bosco Corrado Piattini

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nella valle del Cassarate risulta attualmente di 3.909 ettari; permette un potenziale teorico di legname prelevabile annuo di circa 18.500 mc. Un metro cubo di legna boschiva (abete rosso, faggio e castagno) corrisponde alla resa media di circa 200 litri di olio combustibile extra-leggero. L’accrescimento annuo del bosco della val- le del Cassarate equivale a 3,7 milioni di litri di olio combustibile: considerando un costo dell’olio combustibile di 75 centesimi al litro, si parla di circa 2,8 milioni di franchi”. In termini reali, con un’appropriata pianificazione energetica, integrando la filiera bosco-legna-energia e prevedendo delle centrali di quartiere di teleriscal- damento che utilizzano il legname quale vettore, si può ipotizzare di utilizzare pro- gressivamente il 30% del potenziale teorico, sostenendo il settore primario.

Aziende, bestiame e alpeggi

“A seguito della realizzazione, o in fase di conclusione, dei raggruppamenti dei terreni nei diversi comparti funzionali della val Colla, sono state create le premesse, a livello fondiario e di accessibilità ai fondi, per promuovere in modo razionale

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l’attività agricola e la ge- stione forestale», prosegue Piattini. «Lo sviluppo auspi- cato dovrebbe consentire di ristabilire, in prospettiva, la relazione diretta delle azien- de agricole esistenti, o da promuovere, con gli alpeggi tuttora caricati di Pietraros- sa, Corte e Alpe di Certara, Cottino e Piancabella. Lo stesso discorso vale anche per l’alpe del Pairolo”. In base a un’inchiesta pro- mossa dalla Regione Valli di Lugano (agosto/novembre 2012) emerge che nella valle del Cassarate sono attive 11 aziende a tempo pieno (occupano 28 persone), di cui una dedita alla produzione di ortaggi, 8 a tempo parziale e circa 50 persone pra- ticano l’agricoltura amatoriale. “Da segnalare che i patriziati di Colla e di Cimade- ra hanno fatto eseguire due studi (sostenuti dalla Regione e dall’agenzia regionale per lo sviluppo del Luganese) per la verifica delle potenzialità agricole nei rispetti- ve comprensori in previsione dell’avviamento di una nuova azienda”. Per quanto riguarda i capi di bestiame allevati, si contano 106 mucche, 14 manze, 26 giovenche da 1 a 2 anni, 78 giovenche fino a 1 anno, 239 capre, 410 pecore, 12 cavalli, 38 muli, 1 daino e 54 suini. Totale: 978 animali. Se si considerano le aziende che operano a tempo parziale e le persone che praticano l’agri- coltura amatoriale, i capi di bestiame superano le mille unità. A titolo di confronto,

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nel 1886 – in occasione del censimento federale del bestiame – nei comuni inclusi nel bacino del Cassarate si contavano 1.574 proprietari di bestiame, che detenevano 4.076 bovini, 1.909 pecore e 2.059 capre. Nella scorsa stagione sono stati caricati 6 alpeggi, 4 in val Colla (Pietrarossa, Corte di Certara, Cottino e Piancabella), 1 a (Alpe Pairolo) e 1 Cadro (Alpe Bolla). Cento anni fa erano 13.

I patriziati, una presenza importante

I patriziati presenti nella valle del Cassarate, nel territorio giurisdizionale di Lugano, sono 14: Bogno, Brè, Cadro, Castagnola, Certara, Cimadera, Colla, Davesco-Sora- gno, Insone-Corticiasca, Lugano, Piandera, Scareglia, Sonvico e . So- no proprietari di una superficie complessiva, composta da bosco e alpeggi, di 2.694,70 ettari (il 45,26% della valle). Gli alpi di Pietrarossa (patriziato di Colla), Corte di Certara (patriziato di Certara), Cottino (patriziato di Bogno), Piancabella (patriziato di Cimadera), Pairolo (patriziato di Sonvico) e Bolla (patriziato di Cadro) finora sono stati regolarmente caricati. Uno degli obiettivi consiste nel mantenere e ricreare la connessione con le aziende agricole presenti o da promuovere nel fondovalle. Per rafforzare e sostenere il settore agricolo e la gestione forestale in modo adeguato e durevole, la Regione Valli di Lugano ha proposto di costituire la “Comunità d’in- tenti dei patriziati attivi nella valle del Cassarate”, che fanno o faranno parte della città. Lo scopo dell’iniziativa è di meglio tutelare e promuovere gli interessi econo- mici, sociali e culturali dei patriziati della valle, contri- buire a migliorare le relazioni fra agricoltura, natura e pae- saggio, discutere i problemi comuni e trovare valide solu- zioni nel rispetto dell’auto- nomia di ognuno e favorire la collaborazione con la città, le associazioni, l’ente regionale per lo sviluppo del Luganese e l’Alleanza patriziale ticine- se (Alpa).

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Mungitura allʼalpe di Cottino.

Agricoltori riuniti e turismo rurale

Sempre su iniziativa della Regione valli di Lugano, nella primavera 2012 è nata l’associazione delle “Aziende agricole della Capriasca e della valle del Cassarate con superfici di compensazione ecologica interconnesse”, con l’adesione di una quindicina d’agricoltori. “Il progetto «interconnessione» è in linea con gli indirizzi fissati dalla politica agricola federale 2014-2017 intesi a sostenere maggiormente lo spirito innovativo e accrescere ulteriormente la competitività del settore agroali- mentare, nonché promuovere e indennizzare in maniera più mirata le prestazioni d’interesse generale a favore della collettività. L’associazione permetterà fra l’altro di sviluppare un dialogo diretto con gli attori territoriali che svolgono un ruolo importante nella gestione e nella tutela del paesaggio, in particolare con la città di Lugano”.

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Cantina per la maturazione del formaggio allʼalpe di Cottino.

E a proposito di città, si è già mossa concretamente a favore del settore con una prima misura: “il Municipio ha sostenuto la proposta della Regione di riconvertire le selve castanili di Brè e di Villa Luganese, che saranno gestite da agricoltori in- digeni. Analoga iniziativa è stata portata a buon fine dal patriziato di Sonvico”. Il settore primario contribuisce inoltre a sviluppare l’offerta del “turismo rurale” e della ricreazione a contatto con la natura. Lugano, nel confronto delle 10 maggiori città svizzere, è la terza meta turistica più ambita dopo Lucerna e Ginevra con 10 pernottamenti per abitante. Il paesaggio e la natura saranno sempre più un forte ri- chiamo. “Da si sviluppa un corridoio di selvaticità che dal lago di Lugano, seguendo la cresta delle montagne che fanno da corona alla valle del Cassarate, raggiunge il Bellinzonese e la Mesolcina fino al passo dello Spluga, nei Grigioni, per una lunghezza di circa 80 km senza essere attraversato da strade di collegamen- to; costituisce un parco naturale”.

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Futuro della valle del Cassarate

Dipinto questo scenario, bisogna guardare al futuro agricolo. È roseo? “Potenzial- mente sì – risponde convinto Corrado Piattini – Emerge la volontà da parte degli attori locali, che presidiano il territorio, di assumere un ruolo attivo e propositivo nella gestione e nella tutela del paesaggio. Tenuto conto dell’elevata quantità di pascoli rispetto ai prati idonei allo sfalcio, è necessario prevedere un tipo di alleva- mento che necessiti di una minima quantità di foraggio invernale e che il bestiame rimanga il più a lungo possibile sui pascoli. È il caso, per esempio, degli allevamen- ti di caprini e di ovini già presenti. Occorre sostenere, orientare e privilegiare, tramite una serie di azioni mirate, il recupero delle pratiche pascolive e lattiero- casearie tradizionali, con la trasformazione dei prodotti garantendo la necessaria visibilità”. Il tutto nella consapevolezza che l’agricoltura di montagna e il mondo rurale rappre- sentano un valore che va oltre la fornitura di prodotti: hanno un ruolo fondamentale nella manutenzione del territorio e nella difesa del paesaggio. “Concorrono a crea- re un’occupazione durevole e permettono agli agricoltori di rafforzare i loro reddi- ti con la gestione alpestre, gli agriturismi, la vendita diretta dei prodotti e con i servizi di pubblica utilità (la manutenzione dei boschi con funzione ricreativa, lo sgombero della neve durante la stagione invernale, ecc…). Il futuro appartiene a un’agricoltura innovativa che integri questi elementi. Il filo che lega agricoltura, paesaggio, turismo e ricreazione contribuisce al benessere diffuso pure per gli abi- tanti del centro urbano; senza presidi nel territorio il paesaggio è a rischio. Si rende indispensabile studiare forme di sostegno dirette e indirette, anche in termini finanziari, nell’ambito delle strategie di sviluppo dei nuovi comparti territoriali”.

Testo intervista di Roberto Guidi a Corrado Piattini

(Da Rivista di Lugano, 24 maggio 2013, pag. 6-8)

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41 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA GITA A BERGAMO VISITA DELLA CITTÀ

Come oramai consuetudine anche nella primavera del 2013 abbiamo organizzato la tradizionale gita che ha visto la partecipazione di una cinquantina di soci e simpa- tizzanti che, lunedì di Pentecoste, 20 maggio 2013, sempre con il confortevole tor- pedone della ditta “Viaggi Ghezzi” di Rivera, ha intrapreso la trasferta, destinazione Bergamo, per la visita guidata della città e relativo pranzo gastronomico a base di specialità locali. Partenza allo Stadio di Cornaredo il mattino alle 08.00 ed arrivo a Bergamo, dopo un viaggio in tranquillità ed allegria di circa due ore. Ad attenderci c’era la nostra simpatica e gentile guida che ci ha accompagnati ed eruditi sulla storia e la cultura dei vari siti importanti della città. Abbandonata la pianura costellata di aziende, da villaggi e da ancora molta campa- gna, si è delineata Bergamo come una soglia che introduce all’ambiente alpino. La parte antica sorge all’imbocco delle valli Seriana e Brembana che si addentrano tra i monti e le restanti montagne, note come le Alpi Orobiche.

Foto di gruppo con alle spalle il “Campanone”.

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Chi arriva può avere una rapida visione della singolarità della città antica, cinta da 5 Km di mura che la stringono in un morbido abbraccio e dietro, profili di torri, campanili e cupole, con un centro storico che spicca isolato sul colle: la città alta. Al di sotto, la Bergamo bassa, con i suoi commerci e palazzi signorili che formano la città moderna pulsante di vita commerciale. Arrivati ci siamo recati subito in città alta; visitiamo la Torre Civica, nota come il “Campanone” risalente al XIV secolo. Si prosegue per le strade medievali lastricate di pietra, per poi sbucare in Piazza Vecchia che è il cuore più antico della città e una delle piazze più affascinanti del mondo, come scriveva Le Corbusier dopo averla vista al tramonto. Quest’ultima è stata creata con la demolizione di case e botteghe medievali. È uno spazio rinascimentale con al centro la fontana donata nel 1780 dal podestà Contarini. Qui, d’obbligo, abbiamo scattato la bella foto di gruppo! Questa piazza, ai lati, è racchiusa da edifici storici come Palazzo del Podestà, il Palazzo della Ragione, ora sede di mostre, e su tutti spicca l’imponente Torre me- dievale del Comune.

Piazza Vecchia con il Palazzo della Ragione e la fontana Contarini.

43 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

Spostandoci sul lato posteriore visitiamo la Cappella Colleoni, il Duomo romanico con interni barocchi, e l’austera Basilica romanica di Santa Maria Maggiore, il cui portale è incorniciato da colonne sostenute da leoni rossastri. La basilica è considerata il maggior monumento storico cittadino, serviva anche come aula per le adunanze civiche. Quali opere d’arte vi spiccano il coro con stupe- facenti tarsie eseguite su disegni di Lorenzo Lotto e il confessionale barocco di Andrea Fantoni. Il celebre condottiero Bartolomeo Colleoni non esitò a far demolire un’abside della basilica per far erigere la propria tomba da parte di uno dei più noti artisti del mo- mento: Giovanni Antonio Amedeo. La facciata della Cappella Colleoni, dall’esuberante forza decorativa e cromatica , sembra voglia rivaleggiare con i famosi decori del protiro della basilica. Tutte le vie hanno mantenuto integro il loro sapore medievale con edifici e portali arcuati un tempo sede di antiche botteghe artigianali. Vale una sosta all’Antica Pasticceria Cavour per gustare le squisite torte ed i pastic- cini mignon.

La Torre Civica o “Campanone”. La Cappella Colleoni.

44 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

Di fronte si trova la Gastronomia Angelo Mangili, frequentatissima anche dai turisti. Da qui ci portiamo verso il centro. Percorriamo via Arena, una delle strade più an- tiche della città, dove si affacciano il Monastero di clausura di Santa Grata e il Museo Donizettiano che ospita i cimeli del musicista ed il suo pianoforte. Proseguiamo tra botteghe di vario genere tra cui Minì che vende le specialità gastro- nomiche e piatti pronti. La passeggiata continua fino alla cinquecentesca Piazza Mascheroni. Siamo oltre mezzogiorno, il centro storico della città alta è stato ampiamente visita- to e mirabilmente commentato dalla nostra guida che congediamo con tanti ringra- ziamenti. La fame comincia a farsi sentire, per cui concordiamo di portarci tutti “Da Franco” dove si gusta la cucina tradizionale e ci attende l’agognato pranzo gastro- nomico. Saliti al piano superiore, troviamo delle tavole imbandite e pronte per accoglierci in un’allegra banchettata, con il seguente menù: • Affettati misti di salumi e di prosciutti nostrani, con ogni ben di Dio di sottaceti, verdure ed insalate. • Bis di paste: casoncelli alla bergamasca e gnocchetti di patate al burro e salvia.

Il presidente Piergiorgio Rossini ringrazia i cuochi per la grande abbuffata.

45 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

• bis di carne: arrosto di vitello e coniglio con la profumata polenta bergamasca al rosmarino. • Dessert assortiti, sorbetti e macedonia di frutta. Il tutto accompagnato da un ottimo vino della casa e, per chi lo desidera, un po’ di acqua! Per terminare un buon caffè corretto grappa. Al termine del lauto pranzo il nostro sempre sorridente presidente Piergiorgio Ros- sini, ha ringraziato tutti, commensali, camerieri e cucinieri, per la grande abbuffata in allegra compagnia e ha spiegato a tutti che il pomeriggio rimaneva libero, sia per un’ulteriore visita alla città bassa, sia per uno “shopping” per le botteghe del centro, con la possibilità di poter scoprire i due volti di Bergamo. Per scendere alla parte bassa si è consigliato l’uso della funicolare che da un lato facilita sicuramente i collegamenti ed offre, al tempo stesso, un modo diverso e ca- ratteristico per conoscere Bergamo. La raccomandazione per tutti è il ritrovo puntuale alle 17.00, al torpedone, per il rientro. Come da consiglio, parte di noi usufruisce della comoda funicolare e ci portiamo nella città bassa e più precisamente in Via XX Settembre che è una strada pedonale ed è, insieme alle Vie Sant’Alessandro e Sant’Orsola, centro dello “shopping” cittadino: attrazione per le mogli e pena per il borsello dei mariti! Quasi tutti siamo puntualmente al nostro torpedone “Viaggi Ghezzi” pronti per il rientro, dopo un attimo d’attesa per i soliti ritardatari…partenza per il viaggio di ritorno. Chi era ancora padrone di tutte le sue forze si è unito al corista Giordano che ha intonato le nostre belle canzoni popo- lari. Così senza fatica si è giunti, in tarda serata allo Stadio di Cornaredo, stanchi ma contenti della bella ed intensa gior- nata.

Testo e foto Piercarlo Poretti

46 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA Dobbiamo malauguratamente comunicare ai nostri appassionati lettori che in questa edizione siamo impossibilitati di procedere alla pubblicazione della ricor- rente rubrica: I nostri sposi nel 2013 – I nostri nastri rosa e azzurri nel 2013 – I nostri lutti nel 2013. In applicazione alla Legge sulla protezione dei dati personali la nostra richiesta non ha avuto seguito e tali dati non ci sono stati trasmessi. In particolare in appli- cazione dei disposti di Legge, questi dati non possono essere resi pubblici tramite la pubblicazione della succitata rubrica sul nostro presente Quadernetto 2014.

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48 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA GIORNATA DIDATTICA PER FAR SCOPRIRE AI RAGAZZI L’ARTE VENATORIA DELLA CACCIA

La nostra Associazione, in collaborazione con la Federazione Cacciatori Ticinesi (FCTI), ha il piacere di organizzare una giornata didattica nei boschi della Val Colla per far scoprire agli allievi delle scuole elementari della sede del Maglio di Colla, il mondo degli animali selvatici, e far conoscere la figura del Cacciatore nella storia dell’umanità e i suoi benefici. Inoltre, si trattano i temi della professionalità del cacciatore e del guardiacaccia, dell’importanza economica dell’attività venatoria, della proliferazione incontrollata e della contrazione del biotopo della selvaggina, nonché di una ponderazione delle risorse naturali grazie a un’azione integrata. In questa giornata didattica si vuole esporre ai ragazzi l’attività venatoria con i suoi svariati compiti, sul perché della caccia, la natura profonda della passione della caccia che esercita un fascino sul cacciatore, e le conoscenze che questo deve avere della selvaggina e delle sue abitudini comportamentali nel suo habitat, presentando ai ragazzi la fauna nel proprio ambiente naturale. Solo così si può dare una risposta credibile anche alle altre componenti dell’opinio- ne pubblica. Esiste un gran numero di buoni motivi che giustificano l’esercizio venatorio e che saranno indicati durante questa lezione pratica nei boschi della Val Colla.

Piercarlo Poretti

49 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

INCONTRO CON UN PERSONAGGIO DELLO SPORT RESIDENTE IN VAL COLLA NICO VAN DER VOET: UN AUTENTICO CAMPIONE DELLA PALLANUOTO

Il periodo d’oro della pallanuoto di casa nostra, con grandi sfide e numerosi succes- si della Società Nuoto Lugano, coincide in particolare con la presenza e il forte ap- porto di un autentico campione, l’olandese Nico Van Der Voet. Ripercorriamo brevemente la sua carriera e la sua vita familiare. Nico giunse a Lugano nel 1969 e fu portato al Lido dall’indimenticabile Flavio Bu- stelli. Trova un allenatore pure olandese il signor Bob Steegman, ex giocatore di una squadra del paese dei tulipani ed amico del papà di Nico. Bob ha convinto Nico a lasciare Den Haag per venire nella città che si affaccia sul lago di Lugano e militare nella squadra del posto. In quell’anno Nico si sposa con Adriana; anche Lei validissima pallanuotista olan- dese. Si stabiliscono a Loreto nel 1970. Ben presto la famiglia si arricchisce! Nel 1972 nasce Barbara, Nanette nel 1975 e Jeroen nel 1976. Allorquando i figlioli sono stati grandicelli, Nico ed Adriana si sono trasferiti dapprima a Sonvico ed in seguito, dal 1994 in uno dei bei paeselli della Val Colla: Piandera. Qui Nico ci ospita nella sua accogliente casa con vista sulla magnifica vallata del Cassarate, con accanto la sua Adriana. Sarà un’amichevole chiacchierata per riper- correre e far conoscere ai suoi amici di quella che oramai è anche la sua Val Colla,

Nico Van der Voet al tiro.

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la lunga carriera di questa bella figura di sportivo di classe, campione in una disci- plina sportiva assai dura. Abbiamo visto Nico lasciare Den Haag e la squadra dello Zian come pure la Nazio- nale Olandese con la quale partecipò alle Olimpiadi di Tokyo del 1964 e in Messico nel 1968, dove ottenne il titolo di capo-cannoniere, quale miglior realizzatore con il maggior numero di reti al torneo olimpico. Arrivato a Lugano, mostrò subito il suo grande valore e portò la squadra cittadina a vincere ben sette titoli di “Campioni svizzeri di Divisione Nazionale A”, nel periodo dal 1969 al 1987 quale giocatore, e in seguito altri due titoli di Campioni DNA nel 1988 e nel 1989 come allenatore. Copri pure il compito di allenatore della nostra squadra nazionale nel periodo 1989 – 1990. Occorre far presente che la Società Nuo- to Lugano ha ottenuto ben un totale di 13 titoli di “Campione svizzero di Divisione Nazionale A”, di cui 9 con Nico, risultato mai raggiunto da una squadra in Ticino.

La squadra degli anni d’oro: da destra in piedi l’allenatore Coric, Carlo Stipanic, Teco Frischknecht, Franco Semini, Nico Van Der Voet, Peter Furrer, Fabrizio Calori. Accosciati da sinistra Peter Frey, Pinta Deluigi, Gianni Destefani, Turi Hofmann e Flavio Bustelli.

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Inoltre con Nico la locale formazione partecipò alla Coppa dei Campioni a livello europeo e ai “Meeting” Internazionali del Ceresio nei quali la Società Nuoto Luga- no conobbe i più bei momenti con varie vittorie ed ottimi piazzamenti. Di questo periodo d’oro della Società Nuoto Lugano, ci si ricorda della validità del giocatore Nico, che firmò grandi successi con le sue reti realizzate spesso con tiri improvvisi, forti e potenti che talvolta attraversavano quasi tutta la vasca, reti otte- nute con il suo gioco fatto anche di furbizia. Con lui la pallanuoto ha conosciuto un notevole incremento, divulgando molto questa disciplina presso i nostri giovani, con un incremento notevole della squadra giovanile e successivo inserimento in prima squadra di giovani affermati, che hanno rappresentato il sicuro avvenire della palla- nuoto Lugano e che hanno concorso alla gratificante incetta di titoli Svizzeri, pure da parte della squadra giovanile. Da due talenti come Nico e Adriana non potevano nascere che altri campioni!

Nico Van Der Voet all’attacco.

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Nanette vinse un titolo nazionale Svizzero nel nuoto. Jeroen ha giocato nella Socie- tà Nuoto Lugano per poi entrare, quale titolare, nella squadra Nazionale Svizzera. Ora troviamo il nipote Giljan di tredici anni, nuova promessa del settore giovanile della Nuoto Lugano al quale vanno gli auguri per una brillante carriera come quella percorsa con grande successo dai suoi nonni Nico ed Adriana. E’ risaputo che i nostri sportivi, seppur di grande classe, non possano certamente vivere di solo sport! Nico ha lavorato alle dipendenze della Città di Lugano quale programmatore informatico, dapprima nel primo Centro Elettronico di Lugano, in seguito per il Servizio Organizzazione ed Informatica, e negli ultimi anni per le AIL di Lugano, per poi passare, dopo parecchi anni di lavoro, alla meritata pensione da godere nell’amata Val Colla. Testo Piercarlo Poretti, Castagnola-Bogno Fotografie messe a disposizione da Nico Van Der Voet, Piandera

Bella premiazione dei migliori sportivi del momento in Ticino al Gesti Bar con presenti da sinistra Nico Van Der Voet, Mario Prosperi, il gestore dal Bar, Otto Lutrop e Sergio Dell’Acqua.

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54 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA RICORDANDO LA VAL COLLA DELLA MIA INFANZIA

Con un benvenuto agli ex Co- muni della Valcolla, ora facenti parte della Grande Lugano, vo- glio ricordare qualche aneddoto degli anni 1945-46. Nostra ma- dre aveva affittato a Cimadera una casa per le nostre vacanze. Ci recavamo lì ad inizio luglio, con il tram Lugano-Cadro-Dino e poi con l’autopostale. La casa era affacciata proprio sulla piaz- zetta, dove c’era la fontana del paese. In questo periodo, noi quattro fratelli eravamo accuditi dalla zia Maria e da una nostra parente, la Peppa. Mamma e papà ci veni- vano a trovare la domenica poiché, a casa, vi era ancora la nostra sorellina neonata. Ebbene, in queste vacanze ci divertivamo un mondo a correre lungo le stradine senza pericoli e sul piazzale della Rivôla, piccola scuola di Cimadera. Nel pomerig- gio ci incamminavamo a piedi verso la Piazzascia, dove i prati erano meravigliosi, pieni di erica e rododendri di montagna. In certe zone si trovavano molti mirtilli e rincasavamo la sera con la bocca e le dita tutte blu, a causa del gustoso succo colo- rato. Alla Piazzascia non c’era ancora l’attuale cappelletta; era il punto dove le donne del paese si recavano ad attendere le mucche che scendevano dai pascoli del Pairolo, per poi accompagnarle nelle loro stalle a lato del largo sentiero sassoso. Questi ripari per i bovini venivano chiamati in dialetto i barche. Dopo le mucche, scendevano verso gli ovili, le pecore con il pastore. Le capre, invece, si spostavano anche da sole, in basso al paesello e da lì venivano avviate verso i pendii oltre il cimitero, dove si trovavano tanti appezzamenti erbosi, ognuno di colore diverso, a seconda se il proprietario tagliava l’erba o meno. È molto vivo il ricordo di questi pezzetti di terreno; non era stato ancora fatto il raggruppamento ed ogni proprietario possedeva dei “francobolli” di brughette sparse qua e là. Mi ricordo che una volta mi rincorse il becco, un bestione alquanto aggressivo. Trovai rifugio dentro la chie- sa e chiusi il portone. Il caprone prese a dar capocciate all’uscio fino a quando un gruppo di donne lo cacciò con delle sassate e lui raggiunse finalmente le sue capre con i capretti. Uscii dalla chiesa pallida dallo spavento e non dimenticherò mai la puzza di selvatico che il tozzo animale lasciò dietro di sé! Elena Sopranzi

55 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA LA DURA LEZIONE DEL 1973

Sono passati 40 anni, ma il ricordo dell̓incendio che devastò le piantagioni della val Colla è ancora fresco nella memoria. Suscitò un̓enorme impressione e soprattutto costrinse pompieri e sezione forestale a rivedere le strategie di lotta e di prevenzione.

L̓incendio che dal 4 al 7 dicembre 1973 divorò 1̓750 ettari di boschi e pascoli sulla sponda destra della val Colla fu uno dei più estesi e devastanti mai capitati in Ticino. Provocò ingenti danni su una superficie boschiva di 800 ettari e distrus- se 224 ettari di preziose piantagioni di protezione realizzate a partire dal 1895. L̓evento fu il culmine di un̓evoluzione che, dall̓inizio degli anni cinquanta, aveva visto il numero degli incendi, la superficie bruciata e i danni del fuoco au- mentare impietosamente. Vane furono le misure di prevenzione e lotta messe in atto per arginare il fenomeno. La sciagura della val Colla diede lo spunto decisivo al cantone, ai proprietari di boschi (in particolare i patriziati), ai comuni, ai con- sorzi e ai pompieri per avviare una valutazione completa e critica delle modalità in uso per prevenire e spegnere gli incendi di bosco. La riforma produsse misure legislative d̓immediata attuazione e un progressivo aggiornamento dei mezzi tecnici e delle strategie operative. L̓organizzazione attuale si basa, negli aspetti generali, sui principi decisi allora.

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Annus horribilis

11 1973 è stato per il Ticino l̓anno re- cord degli incendi di bosco, il più disa- stroso dal 1880, da quando cioè ci sono le statistiche. Favoriti da una meteorolo- gia eccezionalmente secca e ventosa, i roghi sono stati oltre 180 e hanno inte- ressato una superficie di 7.229 ettari di boschi e pascoli in diverse regioni del cantone. Ci sono stati eventi molto este- si ovunque, il più grave si è sviluppato sul versante destro della val Colla. Il fuoco fu favorito dalle condizioni mete- reologiche dei mesi di ottobre e di no- vembre: ci furono 50 giorni praticamen- te senza precipitazioni e 15 con vento secco e caldo da nord, di cui 5 nei giorni che precedettero l̓incendio, che scoppiò il pomeriggio del 4 dicembre nelle vici- nanze di Bogno, salendo lungo i fianchi del monte Gazzirola. Durante la notte, spinto da un forte vento, si congiunse con un secondo fronte partito nelle vicinanze di Cozzo la sera del 4. Si estese poi all̓intero versante destro della valle, forse a causa di un nuovo innesco. Fu spento definitiva- mente il 7 dicembre.

Atto di piromania?

Non si riuscì mai a risalire alle cause. Si suppose un atto di piromania, per il quale ci furono un arresto e un processo che si risolse con un̓assoluzione per insufficien- za di prove. Fu uno degli incendi più estesi capitati in Ticino, un evento di tale ampiezza che oscurò per tre giorni il cielo del Luganese, suscitando in Ticino e in Svizzera impressione enorme. Le fiamme divorarono 224 ettari di piantagioni, albe- ri dai 3 agli 80 anni di età, frutto dell̓opera di almeno due generazioni di forestali.

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Si pensò immediatamente a una rapida e drammatica ripresa dei fenomeni erosivi e di alluvionamento molto frequenti prima dei rimboschimenti. Si reagì molto rapidamente e già nel 1974 il consorzio Alto Cassarate (oggi valle del Cassarate e golfo di Lugano) e i patriziati, assieme il servizio forestale cantonale e federale, intrapresero una serie d̓interventi sia per rimar- ginare le ferite sia per prevenire eventi futuri. Le piantagio- ni erano assicurate e la compagnia versò all̓istante 600mi- la franchi, che furono molto utili per i primi interventi. Nello stesso anno fu allestito il primo di una serie di progetti di ripristi- no delle piantagioni. Opere che permisero di ricreare i boschi distrutti con rimbo- schimenti e con il ringiovanimento naturale. Per agevolarne la gestione e protegger- li più efficacemente, furono costruiti 16 km di strade e piste forestali e un moderno

Gli incendi di bosco in Val Colla Dall̓estratto della carta nazionale si vede chiara- mente come prima del 1980 gli incendi in Val Colla fossero tanti e so- prattutto estesi. Le misure legislative, or- ganizzative e tecniche hanno cominciato a dare i primi risultati negli anni ottanta con una diminu- zione della superficie per- corsa, per poi manifestar- si in modo marcato dal 1990 a oggi con un netto calo sia del numero (effet- to dell̓informazione, del- la prevenzione e degli annunci di pericolo e divieto), sia della superficie percorsa (effetto dell̓organizzazione dei corpi pompieri, del picchetto forestale e della disponibilità degli elicotteri e delle infrastrutture come strade e riserve d̓acqua). Il fatto, ben leggibile sul piano, che dal 1990 nessun incendio si sia più sviluppato verso l̓alto, evitando qualsiasi minaccia ai rimboschimenti, è una ulteriore conferma della bontà del nuovo approccio.

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dispositivo antincendio, munito di una vasca per il carico degli elicotteri. L̓investimento per la ricostruzione, durata una ventina d̓anni, fu di 5,1 milioni di franchi, di cui 2,25 per il ripristino e la cura dei rimboschimenti, 2,35 per la rete stradale e mezzo milione per le infrastrutture antincendio. Nel 2002 fu approvato un progetto per la continuazione delle cure selvicolturali e per completare le infrastrut- ture per la lotta antincendio. Per i lavori, ultimati quest̓anno, sono stati investiti 1,52 milioni, di cui 310mila per opere antincendio. È allo studio un nuovo progetto per la cura delle piantagioni adulte in tutta la vai Colla e per la sistemazione della rete stradale e le infrastrutture antincendio nella zona di Bogno e Certara. A 40 anni dall̓incendio i danni di allora, che fecero seriamente temere per la sicurezza della valle, sono stati riparati, le piantagioni si sono ben sviluppate e la zona è protetta contro gli incendi. Grazie al lavoro del circondario forestale (progetti e direzione lavori), all̓ottima organizzazione del consorzio valle del Cassarate con la sua squa- dra, alla collaborazione con gli enti locali (patriziati e comuni) e alla presenza dei corpi pompieri di Capriasca e Lugano, il risanamento del bacino del Cassarate è

Per agevolare la gestione e proteggere più efficacemente le piantagioni furono costruiti 16 km di piste forestali.

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stato completato e si può guardare al futuro con otti- mismo.

Il divieto di accendere fuochi all̓aperto

Gli incendi del 1973 evi- denziarono lacune sul piano legale, organizzativo e tec- nico. Si decise quindi di elaborare una nuova legge sulla polizia del fuoco con il relativo regolamento di applicazione: entrati in vi- gore tra il 1976 e il 1978, essi rivoluzionarono quanto fatto fino allora, creando nuove basi per la gestione degli incendi boschivi in Mino. Furono istituiti an- nunci di pericolo d̓incendio e di divieto di accendere fuochi all̓aperto (la compe- tenza per attivarli fu affida- ta alla sezione forestale) e codificata una procedura per informare la popolazione tramite Meteosvizzera. Furono costituiti i corpi pom- pieri di montagna che, in collaborazione e subordinati a quelli urbani, avrebbero avuto il compito specifico della lotta contro gli incendi di bosco in sostituzione delle squadre comunali create con risultati poco omogenei nel 1936. I costi di spe- gnimento passarono dai comuni al cantone. Furono definite le competenze per la gestione degli incendi di bosco: alla sezione forestale furono delegati la prevenzio- ne, la progettazione e il finanziamento di infrastrutture antincendio, la consulenza

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specialistica ai pompieri e l̓organizzazione degli elicotteri; ai pompieri la conduzio- ne degli interventi di spegnimento. Queste misure hanno permesso di rendere siste- matici gli annunci di pericolo e divieto con grande effetto di prevenzione, annunci che sono diventati parte integrante del meteo e sono ormai ben conosciuti e rispet- tati dalla popolazione. Inoltre i provvedimenti legislativi adottati hanno messo ordi- ne in una struttura di volontari sì motivati, ma scarsamente equipaggiati e istruiti. Inoltre mancava un comando unitario in caso d̓incendi di grandi estensioni. La tattica, la tecnica, il materiale e i mezzi per lo spegnimento degli incendi di bosco sono diventati parte integrante dell̓istruzione dei pompieri come specialità ticinese a livello svizzero. Trasferendo i costi al cantone, i comuni, soprattutto piccoli, che in caso d̓incendio dovevano pagare fino al 70% delle spese di spegnimento sul proprio territorio, si sono visti togliere un onere pesante. In precedenza capitava che, in modo più o meno palese, squadre di spegnimento di un comune si rifiutassero di uscire dai propri confini per motivi finanziari. La sezione forestale ha poi collabo- rato con l̓Istituto svizzero di ricerche forestali allo sviluppo in Ticino di un̓importante ricerca scientifica sul tema, grazie alla quale gli incendi di bosco sono stati inseriti nella legge forestale nel capitolo dei pericoli naturali accanto a frane e valanghe, riconoscendone finalmente la pericolosità per l̓ambiente. La co- stante diminuzione del numero d̓incendi, della superficie percorsa e dei danni, malgrado annate di siccità estrema, dimostra che le scelte fatte dopo il 1973 anda- vano nella giusta direzione a dimostrazione della lungimiranza dei politici e dei tecnici di allora. Ing. forestale Gabriele Corti

Bibliografia S. Mariotta, Il bacino del Cassarate 1880-2000, 120 anni di interventi forestali per la sicurezza del territorio, Edizioni universitarie della Svizzera italiana. Autori diversi, Quando il bosco va in fumo, ufficio di statistica del canton Ticino, Dati, statistiche e società, anno V, marzo 2005. Siti internet www.ti.ch/Istat; www.valledelcassarate.ch; www.ti.ch/incendi-boschivi

(Da Rivista di Lugano, 18 ottobre 2013, pag. 14-16)

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63 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA NEGLI USA SULLA VIA DELL’EMIGRAZIONE TICINESE (1. PARTE)

Sono un Moresi, originario di Certara (val Colla) ora Comune di Lugano, apparte- nente ad una famiglia di emigranti verso gli USA. Già mio bisnonno paterno Gio- vanni Gibellini, papà di mia nonna Edmea sposata in seguito con Rinaldo Moresi, partì con alcuni suoi compaesani, verso le fine del 1800 per Chicago. Faceva di mestiere il magnan (l’arrotino), tipica professione dei cületa (così sono soprannomi- nati gli abitanti della val Colla). Divenne cittadino di quella nazione il 17 luglio 1923, cambiando il nome in John Gibelin. Lui poi ritornò nei suoi luoghi d’origine attorno al 1930. Per contro verso il 1920 mio nonno Rinaldo con i suoi due fratelli Giuseppe e Luigi partì da Calais (Francia) con un bastimento verso New York. Loro erano attivi nel settore della ristorazione.

Famiglia Moresi, North Adams, USA.

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Passarono, come tutti gli emigranti da Ellis Island, la famosa isola davanti a New York, ora diventata Museo dell’immigrazione (consigliato per una visita: ne vale veramente la pena). Lì si facevano tutte le procedure per poter entrare negli USA. Rinaldo andò a fare il cuoco per decenni presso lo Stevens Hôtel, uno dei più gran- di alberghi di Chicago. La sua famiglia, era rimasta a Certara, e lui rientrava in Svizzera a scadenze regolari, a parte nel periodo della seconda guerra mondiale poiché arruolato come cuoco della marina militare in Florida. Divenne cittadino USA il 17 dicembre 1943. Fece questa vita fino al 1959, allorquando si trasferì de- finitivamente nel suo paesello natio di Certara, per godersi la meritata quiescenza. Per contro i suoi fratelli Giuseppe e Luigi lavorarono e fecero famiglia negli USA, stabilendosi a North Adams nello Stato del Massachusetts, ai confini con il Vermont,

Famiglia Righi, North Adams, USA.

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chiamato il polmone verde degli USA per le sue caratteristiche montagnose con immense distese di boschi. Tutta questa introduzione per dirvi che sono sempre stato affascinato dalle storie dell’emigrazione. Al termine dei miei studi in scienze economiche e sociali all’Università di Friborgo, nel 1976, ho fatto il mio primo viaggio sulla via dell’emigrazione, alla scoperta del paese della grande mela. Era l’anno del 200° degli USA (bicentenial). Sono stato ai due estremi, prima negli Stati di New York (la capitale è la città di Albany), nel Massachusetts (la capitale è Boston), nel Vermont (la capitale è Montpelier), nel Connecticut (la capitale è Hartford) e nel New Hampshire (la capitale è la città di Concord), e poi in California (la capitale è la città di Sacramento) soprattutto nella regione di San Francisco. Sono poi ritornato esattamente 20 anni dopo, nel 1996, con la mia famiglia. Mia moglie Fiorenza ed i miei figli Patrizia (allora 13enne), Carlo (12enne) e Fabia (9

G. Moresi, USA.

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anni). In quest’occasione ho dato particolare attenzione alla visita dei nostri parenti nel Massachusetts. Volevo che i miei figli conoscessero ed entrassero in contatto personalmente con i loro “cugini” d’America. Parlavo prima dei fratelli di mio non- no Rinaldo, ossia Giuseppe e Luigi, che nel frattempo avevano cambiato nome in Joe e Luis. Ebbene la grande famiglia dei Moresi lì ha avuto una grossa espansione. Joe sr., attivo nella ristorazione, sposò Lina (una giovane proveniente da Tremosine sul lago di Garda; un villggio gemellato con North Adams), ebbero tre figli: Rose, Joe jr. e Bob, che a loro volta hanno fatto famiglia. Rose con Vergil ed i loro figli Tom, Janice, Jmmy e Wyne. Joe jr. con Francis ed i loro figli Rusty, Nancy, Laurie e Peter. Bob con Janice ed i loro figli Robin e David. Luis, attivo anch’esso nella ristorazione, sposò Ida, anch’essa originaria di Tremo- sine (guarda un po’ che caso!), ed ebbero un figlio John. A loro volta i figli dei figli si sono sposati e siamo arrivati ormai alla 5° generazione, formando in quella regio- ne una vera e propria colonia di Moresi da Certara. Ai nostri giorni ormai nessuno là parla più l’italiano. Ma le origini non si scordano. Anche i più giovani quando visitano le grandi città europee vogliono scoprire con interesse il luogo da dove sono partiti i loro antenati, la Val Colla. Ne sono fieri e rimangono pure impressio- nati quando nel cimitero di Certara vedono che l’80% dei defunti si chiama Moresi, lo stesso loro cognome. Loro sono nati e cresciuti in quella zona del Massachusetts che confina con il Ver- mont, che è veramente bella. Sembra alquanto strano, ma questi emigranti valcolle- si lasciarono le loro terre montagnose per stabilirsi in una zona proprio simile dal punto di vista geografico. L’unica ma fondamentale differenza è che qui da noi si viveva di stenti, mentre là negli USA c’erano più opportunità di lavoro. E la maggior parte di loro fece fortuna! Ho avuto l’opportunità di viaggiare con loro ed ho sco- perto una parte del mondo talvolta poco turistica ma agli antipodi dell’America che noi europei conosciamo attraverso televisione e giornali. Nel contempo ho cercato interessanti informazioni da Wikipedia su questi due Stati. E con piacere le riscrivo.

Il territorio del Massachusetts nell'entroterra è collinare; è attraversato dal sistema degli Appalachi la cui vetta più alta è quella del Monte Greylock (1064 m). Le coste sono pianeggianti e fronteggiate da isole tra le quali Martha's Vineyard e Nantu- cket. I fiumi principali sono il Taunton, il Connecticut, il Charles e il Merrimack. I più grandi laghi sono il Quabbin Resevoir e il Wachusett Reservoir, entrambi di origine artificiale. Grazie al fascino degli eventi storici che hanno avuto luogo in

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questa zona, il Massachusetts è un'importante meta turistica. La capitale, Boston, riunisce in sé il fascino del vecchio mondo e della metropoli americana rendendola una città unica. Molto forte anche la spinta culturale, vi sono oltre 50 istituiti tra college e università tra le quali la famosissima Harvard e il Massachusetts Institute of Technology MIT. La popolazione ha origini multietniche, di cui il 23,8% irlande- si americani, il 14,2% italoamericani, il 11,8% statunitensi di ascendenza britanni- ca, l’8,7% franco-americani, il 7,0% americani, il 6,7% tedeschi, il 4,9% portoghe- si, il 4,2% franco-canadesi ed il resto di svariate altre provenienze.

Il nome del Vermont deriva dal francese e significa monte verde, proprio come la catena delle Green Mountains che attraversa lo stato. È l'unico stato del New En- gland a non affacciarsi sull'Oceano Atlantico. Il Vermont confina con il Massachu- setts a sud, il New Hampshire ad est, New York ad ovest, e il Canada a nord (Que- bec). L'economia, come nel resto del New England, si basa sulla coltura di cereali, ortaggi, patate e frutta, sull'allevamento di bovini e animali da cortile e sullo sfrut- tamento dell'ampia area boschiva. In generale quindi tutte attività economiche le- gate al verde. Inoltre in Vermont si trovano cave di marmo e di granito. Lo Stato è famoso anche per la produzione di sciroppo d'acero. Nel secondario sono sviluppa- te le industrie alimentare, tessile, del legno, della carta e della cellulosa.

Nel 2009 ho poi fatto un altro bel viaggio negli USA, stavolta visitando la Califor- nia, la Georgia ed il New York State, sempre sulle vie dell’emigrazione ticinese. Ma questo sarà il tema per un racconto in un’altra puntata. Buona lettura ed arrivederci sul prossimo numero dei nostri bei Quadernetti della Val Colla.

Testo e foto di Gianni Moresi,

ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA Siamo sempre alla ricerca di vecchie documentazioni quali: fotografie, mappe e documenti da poter riprodurre sul nostro “Quadernetto”. Inviare a: Associazione Amici della Val Colla – AAVC Casella postale 33 - 6959 Maglio di Colla [email protected]

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69 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA CACCIA ALLA LEPRE SUI NOSTRI MONTI, IL FASCINO DELLA SEGUITA

Era ancora buio pesto e noi eravamo già in macchina: caricati i cani, sistemati i fu- cili, tutto a posto. Partiamo! Ci attendeva un’intensa giornata di caccia. Arrivati sopra l’ultimo paese, lasciata la macchina, ci incamminammo verso gli “alpetti”. Un’occhiata alle condizioni meteorologiche della notte, uno sguardo alle fasi lunari e al vento, bastarono per far capire la scelta della zona e del tipo di terreno più adat- to per favorire la concentrazione e l’attività dei cani. L’aria era frizzante, non c’era vento, le cime più alte svettavano imbiancate di neve nel cielo plumbeo, per cui si decise di salire al “Böscior”, all’”alpett dala nonna Gnagna”, dove alcuni giorni prima, durante una giornata di addestramento “prova cani”, il giovane Clay, da solo, aveva scovato una lepre e l’aveva cacciata per più di un’ora, facendogli ripercorrere il giro del “Triem-Faedin” per ben tre volte.

I segugi bernesi Lillo e Clay al San Lucio con la neve.

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Arrivati, sciogliemmo i cani. Il più vecchio, Lillo, prese la passata verso il crinale e salì in direzione di “Triem” e il giovane Clay, figlio di Lillo, lo seguì perlustrando il terreno a ventaglio. Procedevano quasi a passo d’uomo nella ricerca della pastura, con fare compassato e senza troppe fughe in avanti, ma cerchiando la zona per tro- vare l’incontro giusto. Lasciai fare ai cani, anche se volevo essere il primo a provare al di sotto del sentie- ro, dove vi è l’ultimo prato e dove Clay, alcuni giorni addietro, aveva fatto l’incon- tro giusto per lo scovo. Certo che chi ama il lavoro del segugio lo trova affascinante dovunque, ma sicura- mente tra i tuoi monti che conosci a menadito, la caccia col segugio alla lepre è tra le più coinvolgenti. Talvolta nel fitto del bosco li perdi di vista, ma loro, nel loro mestiere, non perdono il collegamento con il padrone canettiere. Tutte le fasi della cacciata: cerca, accostamento, scovo e seguita sono poi “raccon- tate” dal segugio stesso, attraverso i suoi scagni e l’emissione della voce, che di fase in fase cambia l’enfasi (tono) e nella frequenza (ritmo). Vista l’infilata presa dai cani, indicai a Guerino di fermarsi al “Böscior” e a Gian- carlo di proseguire e portarsi nel bosco di faggio in zona “Cartel dal foc”. Sopra di me sentii che Lillo batteva l’incontro. E’ un cane di grande olfatto e attac- cato alla pastura che sta proseguendo nella battuta. Subito Clay crede nel lavoro di suo padre, lo rag- giunse e batte pure lui. Vuol dire che la lepre non è lontana! In quel momento la voce dei due segugi bernesi si spostò ver- so il crinale del Pizzo Ferraro, sempre più sicura in fase di acco- stamento, risolvendo le ultime doppie… esplode nello scovo; i due cani partirono si- Due lepri maschi in combattimento per il possesso della femmina. curi, veloci, verso

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l’alto. Guerino urlò a Giancarlo di portarsi verso il sentiero del “Cartel dal foc” ed io mi alzai fino a raggiungere la radura sotto a una grande pietraia a metà Faedin, dove la lepre è già passata giorni fa sotto la cacciata del Clay. La seguita proseguì in direzione della “Bassa” e per qualche attimo non si sentì più. Fui sicuro che la lepre aveva portato i cani in fallo prima di cambiare direzione e probabilmente scollinare sull’altro versante della montagna. Passarono, infatti, alcuni momenti di trepidazione, che a me sembrarono intermina- bili non sapendo se i cani avessero scollinato e quale direzione avessero preso; poi, in lontananza, in alto, si sentirono le voci spiegate all’unisono dei due segugi che spingevano la fuggitiva nella nostra direzione. Mi preparai: aguzzando l’udito scrutai tutti gli anfratti davanti a me. Malaugurata-

I segugi bernesi Lillo e Clay alla ricerca della passata notturna.

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mente sentii due “fungiat”, marito e moglie che si chiamavano e schiamazzavano a vicenda a una cinquantina di metri in direzione della cacciata. Sicuramente la lepre che secondo la direzione presa dalla cacciata doveva discende- re versi di me, era stata deviata e i cani erano entrati in fallo nella pietraia, con conseguente difficoltà a riprenderla. I cercatori di funghi, capito quanto stava accadendo e gentilmente redarguiti ed in- vitati a non fare baccano dal sottoscritto, si allontanarono. Nel frattempo Clay si era alzato a cerchio, fece una rabbiosa riborsa e, infilata bene, la lepre si diresse nuova- mente in direzione della “Bassa”. Anche Lillo raggiunse suo figlio e la cacciata serrata proseguì nel folto della fagge- ta, attraversò la piana sopra la zona del “Cartel dal foc” e l’indomita corsa dei cani sagaci all’agognata preda che si diresse verso il basso, dove ad attenderla c’è Gian- carlo che, con una fucilata ben assestata, arrestò la grossa lepre. Subito i cani raggiunsero il luogo del lepricidio e si accontentano di assestare qual- che mordicchiata alla preda morta, quindi furono premiati con un pezzo della lingua di lepre a ciascuno. Contenti di come si era conclusa la battuta, con Guerino, raggiungemmo Giancarlo che nel frattempo aveva marcato nel foglio di statistica l’uccisione e controllato la preda constatando che era un lepre maschio di peso notevole, sicuramente oltre i cinque chili. Con sorpresa riscontrammo che era privo dei suoi attributi. Infatti, era un maschio castrato che, probabilmente durante un combattimento con un altro ma- schio, magari più giovane e per il possesso della femmina, aveva subito la sconfitta con la conseguente castrazione per opera del vincitore. Fatto non nuovo in natura, per cui si può affermare che la vittima dell’entusiasman- te battutta di caccia non era più buona per la riproduzione; in conclusione il “danno” alla zona degli alpetti fu minore. Ma ad avermi soddisfatto di più è stato il lavoro dei cani, che hanno saputo esegui- re un accostamento ampio e metodico su terreno pietroso e difficile. Saper levare, cacciare, risolvere i falli velocemente dimostrando le loro capacità intellettive, olfat- tive e di persistenza. Saper cacciare da vicino la preda fuggitiva senza dargli tregua!

Testo e foto Piercarlo Poretti Presidente del Club Segugio Svizzero, Sezione Ticino (www.segugiosvizzero.ch)

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75 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA UNA VALLE E I SUOI PERSONAGGI! EL PELO POSTIN

È la volta del postino del paese, in questo caso Cimadera, che ai tempi, girando casa per casa, conosceva vita e miracoli di ogni abitante. La bella descrizione di questo personaggio fatta in modo eccezionale dalla maestra signora Luciana Antonini-Bassi, che ringraziamo in modo particolare, sia per noi, che per averci dato la possibilità di pubblicarla sui “Quadernetti della Val Colla” di cui proprio, il Pelo, fu tra i cinque Soci fondatori dell’allora “Associazione Ami- ci di Cimadera e Piandera” merita di essere letta.

Era stato in America, almeno così mi par di ricordare (biascicava, infatti, alcune parole d’inglese), ma la nostalgia della sua terra, il ricordo di profumi e sapori no- strani, così profondamente radicati in lui, lo costrinsero ben presto a ritornare a quel selvaggio villaggio aggrappato alle montagne, così vicino al cielo. Si stabilì per sempre, in una modesta casetta in fondo al paese. Indossò con grande orgoglio e doveroso rispetto la divisa grigio-azzurra e il cap- pello con l’ala rigida e la scritta P.T.T. Il Pelo iniziò così la carriera di postino buralista che durò un’intera vita. Il suo ufficio, un locale angusto a pian- terreno di un antico edificio, era diviso a metà da uno sportello di vetro rialzabile e dalla cabina telefonica con l’apparec- chio nero affisso al muro, a disposizione di tutti. Nell’altra metà, ammucchiati in buon ordine, c’erano i sacchi di stoffa rigida, color cenere, ben sigillati da un lucchet- to argenteo; contenevano i pacchi da spedire o da distribuire. In quel locale era d’obbligo entrare uno alla volta, in ordine d’arrivo, come in confessionale. Nessuno, infatti, doveva sapere quel che diceva, che confidava o Chicago, 5 settembre 1927 che spediva all’altro.

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Il Pelo considerava il suo mestiere come una missione e si comportava di conse- guenza; al pari di un medico coscienzioso rispettava il segreto professionale. Lavorava senza fretta. Eseguiva le operazioni con estrema minuzia e puntigliosità. Andavo anch’io in posta, a fine mese, a saldare le fatture con gli spicciolo ricavati dalla vendita del latte e del burro. Ne avevo tanti, dentro un sacchetto di carta pe- sante. Il buon uomo chiudeva la porta, sollevava lo sportello di vetro e con la mas- sima pazienza e discrezione contava e ricontava le monetine e le rare banconote, annotandone man mano l’ammontare. Addizionava dal basso all’alto, dall’alto al basso, a più riprese – sicché – diceva concludendo: “As disaria che al sia giüste, ma al saria mei che tü controlàs ammò ̓na volta anca ti”. Ricontrollavo, tanto per accontentarlo, mentre lui bollava con agilità il libretto gial- lo delle ricevute: tam, tam, tam, tam, … Sempre più velocemente, quasi con piacere. E firmava, prima in aria, poi sulla carta, con gesti ampi. Mi sembra di riudirlo quel rumore rassicurante, e di risentire l’odore del cuscinetto d’inchiostro color viola copiativo. Uscivo lasciando il posto alla donna vestita di scuro che spediva la busta leg- gera come l’aria al figlio giovane o al marito emigrati in America o in Austra- lia. Il Pelo pesava la lettera su un bilancino d’ottone (chissà dove sarà finito?) simi- le a quello usato dagli speziali, e tam- tam, la lettera finiva inghiottita nella capiente borsa di cuoio nero, insieme a tante altre che raccontavano di gioie (poche!) e di dolori, di speranze e delu- sioni, di fatiche, di salute e di malattie, di nascite e di morti, di giovenche e vi- tellini… All’orario stabilito (non un minuto in anticipo, non uno in ritardo) il postino chiudeva a doppia mandata la porta di legno dell’ufficio, si caricava il sacco di El Pelo con una figlia. tela su una spalla e la pesante borsa,

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odorosa di cuoio a tracolla. S’avviava a piedi verso i Mulini. Quattro volte al giorno, in ogni stagione, percorreva quel sentiero di cui conosce- va ogni albero, ogni ombra, ogni sasso, ogni profumo. Camminava spedito, le ginocchia flesse, molleggiate, i piedi saldi a leggere il terreno per renderselo amico, come solo san fare gli uomini di montagna. Quattro volte al giorno a macinar chilo- metri senza lamentarsi mai. Giunto alla meta, scaricato il peso e tan- ta responsabilità, si concedeva un attimo di riposo. Rinfrescava il viso e i polsi nell’acqua serena del ruscello, se ne ri- empiva più volte il cavo delle mani e la sorseggiava goloso. Un attimo di tregua prima di ricaricarsi altro peso, altre lettere e pacchi da distri- buire porta a porta, con la neve, con il El Pelo con le figlie fuori dallʼufficio postale. vento, con la pioggia e con il sole. Nei giorni precedenti il Natale, quando il lavoro diventava troppo oneroso, alcune donne lo aiutavano a trasportare i pacchi fino in paese caricandoli sulla gerla a stec- che rade (el cargànsce). A distribuirli però era sempre lui, puntuale e preciso. In quel periodo anche noi bambini lo aspettavamo con gioia. Ci regalava il catalogo dei giocattoli del Franz-Karl Weber; un dono grande di carta lucida e colorata. Ci ba- stava sfogliarlo – fa una pell d’öcc – per essere felici; altro non si poteva pretendere. Ci faceva sognare ad occhi aperti e così, come per magìa, le bambole e gli orsac- chiotti di carta diventavano veri. A fine mese, il buon postino, sfoderava quel suo bonario sorriso, apriva il capiente sacchetto di cuoio dentro il quale tintinnavano i pochi preziosi quattrini dell’A.V.S. e li consegnava soddisfatto. Lo ringraziavano, le mani giunte in orazione – che Dio et benedisa. Gesù Maria ai pore morte! – Gesù Maria per tücc – rispondeva… ma e dovaresov miga ringraz-

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ziam mi, l’è al Canevascin che a dovresov dig grazie, l’è lü che l’ha inventà er’A.V.S. – e si riavviava con passo veloce. Quando però era costretto a consegnare l’avviso della visita del BECAFALÌ*, il buon uomo s’incupiva come se la colpa di quel funesto messaggio fosse anche sua. La poveretta, cui era indirizzata la maledetta lettera raccomandata, firmava il libret- to nero con le mani tremanti, i capelli scompigliati irti sul capo. Scompariva poi, umiliata, nel buio del corridoio, inghiottita da una porta pesante che si richiudeva con uno scricchiolio sinistro, un cigolio simile ad un prolungato lamento. Il Pelo rimaneva solo sull’uscio, impalato, quasi non avesse più il coraggio di con- tinuare. Il profondo senso del dovere però, più forte del momentaneo sconforto, gli ridava la spinta di terminare il suo giro. Dopo il lavoro, per riprendere vigore, se ne andava nella natura, in posti discosti, sconosciuti ai più, alla ricerca di erbe selvatiche, medicinali o aromatiche che costi- tuivano in gran parte la sua salutare dieta. Era particolarmente goloso del crescione; ne apprezzava il sapore fresco e pizzican- te che rinvigoriva il corpo e depurava il sangue. Cresceva in primavera nei posti umidi, vicino ai ruscelli. Il Pelo lo coglieva a mazzi e lo gustava condito con un filo d’olio e un “cicinin de sa”. Consigliava a tutti quella miracolosa dieta primaverile e se qualcuno si dimostrava scettico cercava di persuaderlo dicendo: – Credum a mì. De creson en mange üna biela strecolma tücc i sante dì. L’è ’na bontà! Vardon scià. E som qui sücc comè ün corné, san comè un corài. Tü dovarìa provà a fa era cüra anca ti, per üna qüai qüindesena de dì. E pö tüm darè reson! – I più si limitavano ad ascoltarlo ma, al crescione, preferivano un appetitoso salame o ün “schnüc” de larde lübrificante. Nei giorni festivi, libero da pacchi e lettere, si recava alla piccola osteria del paese per godersi qualche ora di meritato svago. Appoggiava (finalmente!) l’amato cappello sul bancone reso lucido da mani ruvide e offriva un bicchiere di vino a tutti i presenti. Cantava, unendosi ai loro cori sgua- iati; la sua voce, chiara e intonata emergeva potente riuscendo a soffocare, almeno in parte, le stecche dei compaesani. In quei momenti il suo viso si coloriva, si distendeva, rilassato. Il buon uomo dimen- ticava il tempo e il lavoro e osava persino fare le ore piccine. La sua pacatezza, il gusto per la vita e per le cose semplici m’interessavano. Ora il buon postino non c’è più. Vive nel ricordo di molti. Spesso mi fermo davanti

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El Pelo alla consegna della posta. alla sua tomba, sempre adorna di fiori di campo. Lo saluto con un Requiem. Ancora mi sorride dalla foto. Indossa, con il solito orgoglio, la divisa blu swissair e l’inseparabile cappello con la scritta argentea P.T.T. che luccica nei miei occhi e nel sole.

Leggere queste righe è per noi un’emozione forte che ci fa ricordare la nostra gio- ventù fatta di cose semplici e di grande significato, vissuta con persone semplici e di grande dignità. Grazie Luciana! Da parte delle due figlie di Pelo, Sonia Albertini-Bassi e Gabriella Cavallini-Bassi. Testo di Luciana Antonini-Bassi, Capriasca, Cimadera. Foto gentilmente concesse per la riproduzione da parte delle figlie di Pelo, signore Sonia Albertini-Bassi, Sonvico e Gabriella Cavallini-Bassi.

* BECAFALÌ: era incaricato dall’Ufficio Esecuzione e Fallimenti di eseguire il pignoramento; un vero spauracchio per la povera gente di quei tempi.

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81 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA L’INTRUSO!

Era il mese che precede quello del Santo Natale, il tempo era nuvoloso ed una leg- gera pioggerella cadeva e con lei le ultime foglie rimaste sugli alberi. La giornata presso il Centro Scolastico di Maglio di Colla stava per iniziare. La maestra Morena era quasi sempre la prima a girare la chiave nella toppa e, in quel giorno senza sole, ad accendere le luci dello spazioso atrio. Ancora un po’ assonnata rifece quei gesti che faceva da anni. Si recò nel piccolo locale che si affaccia sul cortile e dal quale si vede l’asilo. Là le luci erano ancora spente ed una leggera nebbia si era prepoten- temente infilata tra i due stabili. Morena si avvicinò ancora di più al vetro, poi con la mano cercò di pulirlo, ma questi era lindo. Lei vedeva qualcosa di molto strano in quello spazio che aveva visto innumerevoli volte. Era presto e la notte non si era ancora decisa a lasciare alla luce mattutina l’impegno di gestire quel piovoso giorno. Non riusciva a capire cosa fosse quell’ immensa ombra che si vedeva al centro del piazzale. Seppur poco impressionabile un brivido le corse lungo la schiena. Ma non voleva lasciarsi trascinare da quel senso di paura che quella “cosa” le stava causando. De- cise di uscire nel cortile, lo voleva fare prima che arrivassero i suoi colleghi. Con piglio deciso abbassò la maniglia della porta e si trovò sul piazzale. Al centro di questo vi era un immenso albero che il giorno prima non c’era! Incredula si avvici- nò. Un albero, il cui tronco misurava almeno un metro di diametro, usciva dall’a- sfalto in modo netto e, da dove Morena lo osservava, questi aveva ancora tutte le foglie. In quel momento sentì dei rumori, sicuramente i suoi colleghi erano arrivati. Decise di informarli anche perché se quello era uno scherzo, poteva essere un gros- so pericolo per i bimbi che fra poco avrebbero invaso quello spazio e non da ultimo quel grosso intruso che svettava al di sopra della scuola stessa, poteva cadere e ro- vinare seriamente tutto! Come fosse arrivato lì era un problema in quel momento secondario. I colleghi videro subito dall’espressione dell’amica che qualcosa di grave era successo. Non proferendo parola Morena li accompagnò a cospetto dell’intruso. Stupore, incredulità erano aggettivi che si leggevano sui visi di tutti. Poi la decisione di non permettere a nessuno di avvicinarsi di più, fintanto che la direzione della scuola e la polizia non fossero avvisati e che si fossero prese le prime precauzioni. Fu sempre Morena a telefonare al direttore Lanzetti che si trovava nel suo ufficio a Cassarate. L’insegnante dovette ripetergli diverse volte cosa occupava il cortile della sede scolastica al Maglio di Colla. Dopo una lunga e a momenti con- citata comunicazione nella quale furono coinvolti anche gli altri insegnanti, il primo provvedimento che fu preso era di allontanare tutti nell’attesa che il direttore e la

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polizia arrivassero sul posto. Nel frattempo alcune automobili che da Signôra erano scese verso Maglio di Colla, si erano accorti dell’intruso e si erano fermati. I maestri si impegnarono con decisione a tenere a debita distanza i curiosi scolari spiegando loro che poteva esserci un serio pericolo ad avvicinarsi. Ben presto si sentirono le sirene della Polizia avvicinarsi. Arrivarono anche i pompieri ed il direttore Lanzetti che come tutti non voleva credere a quanto i suoi occhi stavano vedendo! Giunse sul posto anche un botanico ed un esperto di selve di nome Angelo. Ora la luce del giorno lasciava vedere chiaramente la folta chioma e la grandezza dell’intruso che sovrastava il tetto dello stabile scolastico. Le foglie avevano una forma di goccia ed erano di un color rosso vivo. Sembravano gocce di sangue appe- se! Erano talmente folte che difficilmente si riusciva ad intravedere i rami. Transenne e le alte scale dei pompieri furono sistemate. Gli specialisti si aggiravano con cautela attorno al tronco. Ben presto arrivarono anche dei giornalisti della stampa scritta, della radio e della televisione per documen- tare l’evento. Anche da debita distanza si poteva vedere l’albero e, chi si era potuto avvicinare, diceva che il tronco usciva net- tamente dall’asfalto. Nessuna fessura attor- no: sembrava lì da sempre! Gli specialisti si misero al lavoro con strumenti modernissi- mi per determinare la solidità dell’apparato radicale, la compattezza del tronco e dei rami e non da ultimo che tipo di pianta fos- se. Fu deciso di legare il tronco con cavi d’acciaio che furono fissati ai muri portanti dello stabile e a delle rocce nelle vicinanze. La scuola e l’asilo restarono chiusi per giorni, mentre il paese era assalito da mol- tissimi curiosi e da specialisti botanici da tutto il mondo. Nessuno aveva mai visto un albero simile ed anche nei vecchi tomi di botanica non si trovava nessuna pianta che

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potesse lontanamente assomigliargli. Passarono i giorni e le foglie dell’intruso resta- vano rosse, mentre tutti gli alberi, a parte i sempreverdi, erano ridotti a scheletri. Passarono pure le feste natalizie, ripresero le lezioni anche a Maglio di Colla. L’in- truso era sorvegliato come un pericoloso criminale. Si era accertato che era salda- mente ancorato al suolo, anche se nessuno sapeva spiegarsi come fosse stato possi- bile che fosse cresciuto in una notte. Le autopostali trasportavano in continuazione persone che volevano vedere questa miracolosa pianta che fin dal primo momento fu chiamato “l’intruso”. Si cercò di ritrovare una certa normalità anche nelle aule. I bambini ripresero le loro attività e con esse i piccoli litigi durante la ricreazione e dopo il termine delle lezioni. I maestri e i botanici, quest’ultimi oramai di casa al Maglio, si accorsero che l’albero ogni tanto perdeva delle foglie. C’erano dei giorni che ne perdeva poche, in altri momenti ne cadevano veramente tante. Foglie che al mattino seguente erano sostituite. Avvenne un giorno che alcuni bambini, poco di- stanti dall’intruso, litigarono ferocemente e vennero alle mani. Improvvisamente tutte le foglie dell’albero caddero! Tutti capirono che i comportamenti violenti feri- vano l’intruso e di conseguenza le foglie cadevano come gocce di sangue o lacrime! Da quel giorno gli allievi si comportarono sempre bene per non ferire quell’amico che li osservava dal cortile. Ogni tanto, accanto al fusto, si trovava qualche foglio- lina che veniva mostrata ai bambini come monito. Le vermiglie foglie della bella e ricca fronda danzavano mosse da ogni alito di vento nel piccolo villaggio della Val Colla. “L’intruso” era giornalmente ammirato da centinaia di persone! La storia dell’albero sensibile si diffuse e tutti in valle ma anche più lontano diven- nero più buoni! Passarono i giorni, i mesi e gli anni. L’intruso vide tanti bimbi diventare grandi e lasciare il posto ad altri più piccoli. Le sue foglie rosse non cadevano quasi più! Anche quel mattino la maestra fece girare la chiave nella toppa, accese la luce nel grande atrio della scuola al Maglio di Colla, poi come faceva da tempo, si accinse ad andare a salutare l’amico nel cortile. Il sorriso sulle labbra della maestra era quel- lo che ogni giorno accompagnava i suoi passi fino ad accarezzare il liscio tronco e a guardare se per terra c’era qualche foglia. Restò impietrita appena uscita sul piaz- zale. L’intruso non c’era più! Dove c’era il tronco posò i suoi piedi; l’asfalto era li- scio ed integro! L’intruso come era comparso era scomparso.

Prisca Gilardi Herber, Aldesago-Signôra

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85 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA EZIO CAMPANA PANETTIERE E NEGOZIO DI COMMESTIBILI A CIMADERA

L’Ezio adesso è lì curvo come un frassino cresciuto tra i rovi, quelli dei Müfin, dove cercava funghi. Molto più in su, andate a vedere in Piancabella l’albero sul quale ha inciso il suo nome e la data: aveva ottant’anni, era in gamba. Al rampegava a mo! Adesso lo spostano le giovani infermiere con la carrozzella vecchia e cigolante, lui non sa guidarla; non era un bullo nemmeno in macchina, ma la strada Cimadera- Lugano fino a piazza la sapeva a memoria: anzi la sua Fiat verde pisello la sapeva a memoria. Ci andava quasi tutti i giorni a fare la spesa. Riempiva la macchina, era per la botega, e anche per il prestino, poco sotto, ma separato. Il prestino, il suo regno. Gelo- so di ogni oggetto e di ogni spazio. Guai a spostargli una spatola, l’impastatrice si pulisce senz’acqua, la di- venta rügina dopo, il tavolo di marmo sempre sgombro, con la raspa di ferro non si gratta mai il tavolone di le- gno sul quale apparivano magicamente ogni mattina, michette, lunghini, pagnot- te, mezzi chili e i cannonci- ni che così buoni li trovi solo in Sicilia: si fa per dire. A volte veneziane. Si infu- riava silenziosamente quan- do vedeva che alcuni ragaz- zi, spesso i Ber dan giö, mangiavano via della vene- ziana solo lo zucchero a granelli che la copriva. I capis nagot. La sua giorna- ta, anzi la sua nottata? Si alzava prestissimo, alle due o tre del mattino. E go miga bisogn dara sveglia! Tutto

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legato al clima, alla temperatura, alle stagione, all’umidità. Il suo lavoro dipendeva dalla lievitatura della pasta: sempre grande mistero. Lui l’accarezzava ogni cinque minuti e d’improvviso era pronta. Ades sì che l’è viva. E da quell’ammasso vermi- forme con precisione maniacale prendevano forma le varietà più semplici di pane bianco e semibianco. Non c’erano pani speciali. Già il pane era speciale. Semmai venerdì pane nero e strappo alla regola, per le nipotine gli Zibak. Alle sei suonavano le campane alla radio. I primi clienti arrivavano poco dopo l’inno nazionale quando l’Ezio si sintonizzava su Monte Ceneri. Risvegliati dalle prepotenti fragranze del forno. Qualcuno chiedeva una cottura personalizzata, più croccante se può signor Ezio. Lo interrompevano, lo distraevano, gli toglievano la concentrazione soprattut- to dal radiogiornale, il pri- mo della giornata sul Cene- ri. Le stesse notizie le avreb- be ancora risentite e risenti- te. Ma loro, non le notizie, lo disturbavano, i me stufis ’ra zücoria, e a lui sembra- va di perdere tempo. La ra- dio a transistor gracchiava tutta la notte, Tirreno mos- so, golfo di Taranto molto mosso, gli teneva compa- gnia e lo informava emozio- nandolo, primo allunaggio 21 luglio alle ore 02:56. Armstrong trascorse due ore e mezza al di fuori della navicella, mentre Aldrin un po' meno. Annotava prover- bi e ricette su quaderni sgualciti. Era un curioso e

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intelligente solitario e così è rimasto. Sempre sul suo. Intimorito per ogni possibile conflitto. Am pias miga taca lit. Anche quando i ragazzini, per la terza di luglio, Madonna del Carmelo, suonavano la Tittella dal campanile esattamente di fronte alle sue finestre, non osava protestare. Sbuffava, sopportava. Si lamentava con la Marina. I ragazzi suonavano di pomeriggio insistentemente, ma lui di pomeriggio andava a fare un sognetto per essere riposato la notte successiva. Infame il mestiere di panettiere. Quando il Diego, sacrestano, è andato in pensione l’Ezio l’ha sostitu- ito. Brontolando e brontolando non ha mai sbagliato orario di richiamo a Messa. Va giö ti Marina a sonà! Ligio e preciso aveva rubato il mestiere da paneté dal Pelle- grini a Lugano. Per cinque franchi al mese impastava cento chili di pasta al giorno. Domenica esclusa perché la domenica tornava a Cimadera con la bicicletta, senza marce. Cimadera dove ha deciso di continuare e terminare la sua vita. Non ha mai visto il mare. L’è trop lontan. Al massimo è andato ad Einsielden dove sfortuna vuole si è beccato una polmonite. Fragile di polmoni. Asma costante. La farina entra dappertutto. Ogni tanto a fare il pane ci andava la Marina o qualche figlio mal pratico ovviamente. Oggi si ricorda del suo anniversario di matrimonio, 67 anni, e con mano lenta ma ferma sorseggia, forse per la prima volta uno e un solo sorso di champagne. E poi chiede dei funghi. Se quest’an l’è staia bona. Ma quando non ne venivano e al mercato di Lugano la sua povera mamma scendeva con la cavagna mezza vuota ci racconta che la gente diceva: dal sass dara Piaza- scia, da lì a pasa rin sü, trovai üna to- gnaca becada dal cücü.

Testo di Albino Campana (figlio di Ezio) Fotografie di Marycarmen Bricalli Campana (figlia di Ezio)

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89 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA LA PASQUALA E I PIZZ DAL SIGNUR

Una vita di lavoro intenso ma sempre accompagnata dal suo “Signur” che le sta vicino, la conforta, e non da ultimo risponde alle sue invocazioni; a volte attraverso la voce di altre persone ma che Lei sa sono le parole e i consigli del suo “Signur! È al secolo Pasquala Moresi, nata il 3 maggio 1923. Abita a Colla, nella sua casa paterna; mura che hanno condiviso con Lei gioie e dolori. Pasquala è la figlia più grande, oltre a Lei due sorelle ed un fratello, ritornato accanto al “Signur” all’età di 5 anni a causa di una meningite. Questo è il dolore più grande che ha sopportato ed ha accompagnato Pasquala e che ancora oggi oscura il suo radioso sorriso che l’ac- compagna sempre. Mi racconta delle sue giornate di quando già bambina accudiva le mucche e le capre. Il suo lavoro in campagna accanto alla mamma ed alle sorelle; Lei la più vivace non aveva paura della mole dei suoi animali; le disturbava solo che non la lasciavano in pace mentre lei lavorava ad uncinetto sporcandole i motivi che nascevano tra le sue mani. Già perché la piccola Pasquala è molto brava in questa delicata attività inse- gnatale dalla sua “Tata” sorella del papà che viveva in famiglia con loro. Quel padre emigrato in America e che là vi morì nel 1948. Anche il disegno ed il lavoro a maglia erano delle attività in cui Lei eccelleva; tanto che per otto anni impartì alle bambine delle scuole di Colla i primi approcci con il filato.

90 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA

Pasquala si ricorda molto bene dei suoi anni di scuola a Colla; le sue maestre Pelle- gatta di Cadro e Carpinetti di e dei suoi tre anni alle scuole Maggiori al Maglio di Colla. Mi racconta poi degli anni di lavoro in diversi alberghi: a Casta- gnola e a Lugano. Agli anni trascorsi presso l’Istituto Don Orione a Lopagno, dove impartiva anche lezioni di lavoro a maglia alle suore che vi operavano. Ai due anni trascorsi presso una famiglia a Milano dove aveva il compito di accudire alla casa ed ad un neonato. Ride sonoramente al ricordo di quando glielo misero in braccio la prima volta e le chiesero di cambiargli i pannolini; vedendolo così piccolo disse: “No, vöri mia fal, al rumpi!” In seguito questo piccino le si affezionò ed ancora oggi questo architetto la ricorda con affetto! Pasquala ha molto piacere di parlare dei suoi ultimi sei anni lavorativi trascorsi alla stazione FFS a Lugano. Durante questo periodo prese in affitto un appartamento poco distante in quanto doveva alzarsi molto presto per riordinare gli uffici. Lì fi- nalmente aveva tempo per i suoi preziosi pizzi raffiguranti scene tratte dai Vangeli e nei quali non mancava mai la raffigurazione del suo “Signur”. Uno di questi capolavori lo chiese e ricevette il signor Gianinazzi, ispettore ferro- viario che lo volle per esporlo all’entrata della sua nuova abitazione e come mi precisa Pasquala: “All’ammirazione degli ospiti!”. Pure la sua attività di sacrestana presso la parrocchia di Colla non è certamente tra- scurabile. Tranne brevi periodi nei quali lavorò lontana, la dedizione per la casa del “So Signur” duro per 70 anni! Lavoro, fede, altruismo, estro, una sim- patia che ti contagia al primo incontro ed un pizzico di sregolatezza che segna sempre l’esistenza di persone non comu- ni e che forse avrebbero meritato di na- scere in un’altra era. La signora Pasquala mi dice sorridendo che della sua vita è contenta e che “Ul mé Signur al m’a dii che par incuntrass da persona a ghè am- mò temp!” Attimi di vita raccolti da Prisca Gilardi Herber, Aldesago-Signôra

91 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA CALENDARIO DEGLI EVENTI, FESTE E MANIFESTAZIONI IN VALLE

Ogni piccolo borgo della nostra valle offre momenti di svago e di amicizia; ogni paese c’è una sagra in onore del Santo Patrono Protettore. Per conoscersi, per stare insieme, la dimensione più naturale è quella ludica, quella della festa. Vi proponia- mo un dettaglio, che speriamo esaustivo, di queste feste nostrane, invitandovi a partecipare e a creare nuove amicizie tra gli amici della nostra valle.

BOGNO Propaganda turistica di Bogno e la Parrocchia di Bogno: • Sabato 12 luglio: Festa di San Lucio sulla capanna al passo di San Lucio. • Martedì 15 luglio: Festa dell’Assunzione in paese, con la parrocchia di Bogno. • Sabato 16 agosto: Festa di San Rocco sulla capanna al passo di San Lucio. Società Cacciatori Gazzirola di Bogno: • Sabato 22 marzo: Assemblea Generale Ordinaria con il Cenone, Località da sta- bilire. • Sabato 26 aprile: Tiro Sociale Gazzirola, con la Soc. Cacc. Capriasca allo Stand a Gola di Lago. • Sabato 17 maggio: 1° Tiro dell’amicizia in Italia, al lago d’Elio (sopra Macca- gno). • Sabato 12 luglio: Mini Maratona di 50 piattelli allo Stand di Gola di Lago. • Sabato 19 luglio: Grande Maratona Non-Stop di 100 Piattelli, presso lo Stand di tiro a Serpiano. • Domenica 27 luglio: Tiro Sociale della Società Cacc. Capriasca congiuntamente con i Soci della Società Cacciatori Gazzirola di Bogno presso lo Stand di Gola di Lago.

CERTARA Associazione Amici dell’Alpe Corte di Certara: - diversi appuntamenti a partire da marzo fino a fine anno fra cui in particolare: - domenica 24 agosto Festa sull’Alpe Corte di Certara con gli Amici dell’Alpe.

CIMADERA Unione Tiratori Monte Era e la Parrocchia di Cimadera: • Domenica 18 maggio: Tiro obbligatorio a 300 m. con l’Unione Tiratori Monte Era.

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• Domenica 1 giugno e domenica 6 luglio: Tiro federale di campagna, tiro obbli- gatorio e, al pomeriggio tiro sociale. A mezzogiorno sarà servito il pranzo. • Domenica 15 giugno: Festa di Sant’Antonio. • Domenica 20 luglio: Festa patronale della Madonna del Carmelo. • Sabato 2 e 9 agosto: Pomeriggio, tiro per i “Giovani Tiratori” organizzato con la collaborazione dei Civici Carabinieri di Lugano presso lo Stand di Cimadera. È rivolto un caloroso invito a tutti i giovani della Val Colla a voler approfittare dell’occasione per una loro partecipazione ai corsi indetti per i “Giovani Tiratori” che normalmente sono organizzati presso lo Stand dei Civici Carabinieri della Resega a Lugano. Immagine di altri tempi per il poligono dell’Unio- ne Tiratori del Monte Era, nuovamente popolato da Giovani Tiratori a 300 m. (GT) anche solo per qualche ora. In particolare si tratta dei GT della Civici Carabinieri di Lugano, che ai primi di ago- sto del 2013 sono venuti a recare visita ai loro neo- concittadini ove hanno affinato la preparazione in vista della finale del campionato gruppi di catego- ria. Le trasferte presso il piccolo ma funzionale poligono di Cimadera hanno portato fortuna ai giovani luganesi, che si sono poi aggiudicati l’oro cantonale e la partecipazione alla finale nazionale.

COLLA Patriziato di Colla, la Parrocchia di Colla e il Centro Orizzonte: • Domenica 4 maggio: Apertura dell’Alpe di Pietrarossa con l’arrivo delle capre. • Domenica 8 giugno: Festa della Polenta e formaggio, presso il Centro Orizzonte di Colla. • Sabato 28 e domenica 29 giugno: Festa patronale dei SS Pietro e Paolo alla chie- sa di Colla. • Venerdì 1. agosto: Festa nazionale. Brunch all’Alpe Pietrarossa, organizza il Team Christian. • Domenica 17 agosto: Festa dell’Alpe di Pietrarossa, organizza il Team Christian. • Domenica 8 febbraio 2015: Festa di carnevale, organizzata dal Comitato Carne- vale di beneficenza “El Colèta” presso il Centro Orizzonte di Colla.

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COZZO Comitato dell’Oratorio della Beata Vergine Maria del Carmelo: • Sabato 12 e domenica 13 luglio: Festa patronale della B.V. Maria del Carmelo, sagra paesana presso l’Oratorio di B.V. Maria del Carmelo.

CURTINA Amici della Curtina: - sabato 26 e domenica 27 luglio – Festa di Sant’Anna, sagra paesana.

INSONE Comitato dell’Oratorio di San Rocco: • Domenica 24 agosto: Festa paesana di Pro San Rocco, pranzo di Polenta con contorni nostrani presso il capannone “Al Ritrovo”. • Sabato 27 settembre, ore 19.00: Festa del bollito presso il capannone “Al Ritro- vo”. • Sabato 8 novembre, ore 19.00: Fondue ai 4 formaggi per tutti, presso il capanno- ne “Al Ritrovo”.

MAGLIO DI COLLA Associazione Amici della Val Colla, Associazione Genitori della Val Colla, Società Tiratori Gazzirola e Comitato Carnevale di beneficienza “El Colèta” Val Colla: • Domenica 4 maggio: Assemblea sociale dell’Associazione Amici della Val Colla, presso la sala del Consiglio Comunale della ex casa comunale al Maglio di Colla, con la premiazione dei ragazzi partecipanti ai due concorsi di disegno e di fotogra- fia banditi dall’Associazione Amici della Val Colla. • Data da definire, in primavera, che sarà pubblicizzata con manifesti in valle. Serata in concerto con un coro di cantori, presso la palestra del Centro scolastico al Maglio di Colla. • Data da definire con i maestri, in primavera: Giornata didattica nei boschi del- la Val Colla con gli allievi delle scuole elementari del Maglio di Colla, per far scoprire ai ragazzi l’arte venatoria della caccia. Organizzazione da parte dell’As- sociazione Amici della Val Colla in collaborazione con la Federazione Cacciatori Ticinesi (FCTI).

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• Domenica 4 maggio e domeniche 1 e 15 giugno: Tiro obbligatorio e tiro federale di campagna organizzato dalla Società Tiratori Gazzirola. • Lunedì di Pentecoste, 9 giugno: Gita sociale con l’Associazione Amici della Val Colla, al Lago d̓Iseo e Monteisola. Seguirà invito tramite circolare a tutti i soci e simpatizzanti. • Domenica 21 settembre (in caso di cattivo tempo domenica 28 settembre): “Festa di fine estate” in piazza al Maglio di Colla, con il mercatino dell’artigiana- to e gara podistica amatoriale “In giro per la Val Colla”. Organizzazione Associa- zione Amici della Val Colla. • Sabato 29 novembre: Mercatino di Natale e Panettonata offerta, presso il Centro Scuole Elementari. Organizzato in collaborazione dell’Associazione Genitori con l’Associazione Amici della Val Colla. • Sabato 17 gennaio 2015: Polenta e merluzzo in umido. • Venerdì 24 e sabato 25 gennaio 2015: L’inizio del Carnevale con il Comitato del Carnevale di beneficenza “El Colèta” presso il capannone al Maglio di Colla.

PIANDERA Pro Piandera e Comitato dell’Oratorio di Santa Maria Maddalena: • Domenica 27 luglio: Festa paesana dell’Oratorio di Santa Maria Maddalena. • Venerdì 1. agosto: Festa nazionale.

SCAREGLIA Comitato dell’Oratorio di Santa Maria della Neve: • Domenica 27 aprile: Festa della Madonna di Re. • Giovedì 31 luglio, sabato 9 e domenica 10 agosto: Festa patronale all’Oratorio di Santa Maria della Neve. Programma dettagliato vedere www.scareglia.ch

SIGNÔRA Comitato dell’Oratorio di San Giuseppe: • Martedì 18 e mercoledì 19 marzo, e di seguito al giovedì 1° maggio: Festa pa- tronale di San Giuseppe, presso l’Oratorio di San Giuseppe.

95 ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA FONDAZIONE DELLA SVIZZERA ITALIANA PER LA RICERCA SCIENTIFICA E GLI STUDI UNIVERSITARI, F.SIRSSU, LUGANO

Concorso per l’assegnazione di borse di studio 2013 / 2014

Fondo dott. Cleto Paltenghi per studenti della Val Colla

Richiamato il suo regolamento, la Commissione del Fondo apre il concorso per l’assegnazione della/e borsa/e di studio per l’anno universitario 2013/2014 a favore di studenti originari della Val Colla (comuni di Bogno, Certara, Cimadera e Valcol- la) o ivi residenti, di condizione modesta, che si distinguono negli studi e che neces- sitano di un aiuto finanziario, iscritti alla formazione di base presso la facoltà di medicina di un’università svizzera o, in mancanza di concorrenti, in una disciplina delle scienze naturali (email: [email protected] e info: www.ti-edu.ch/ sirssu). Per la valutazione delle necessità finanziarie la Commissione si basa sia sui fattori di reddito della famiglia e dello stesso studente senza appoggi familiari (dichiarazio- ne fiscale aggiornata) sia su altri fattori d’aggravio economico, dovuti per esempio a fratelli/sorelle contemporaneamente agli studi fuori casa, persone a carico, parti- colari difficoltà dovute a perifericità del domicilio e simili, purché credibilmente documentati nella loro incidenza economica all’atto della richiesta. Le domande, corredate dai necessari allegati che comprovino la situazione scolasti- ca dello studente (iscrizione ai corsi ed esami sostenuti), la sua condizione econo- mica, l’attestazione d’eventuali altre borse di studio ottenute come pure ogni altro elemento utile a illustrare la specifica situazione dello studente, vanno inoltrate alla Commissione Fondo Paltenghi, Fondazione SIRSSU, c/o avv. Enzio Bertola, c.p. 336, 6906 Lugano-Cassarate (TI), entro venerdi 16 maggio 2014.

Consorzio Valle del Cassarate e golfo di Lugano

Cerchiamo foto vecchie della Val Colla con ampie vedute delle nostre montagne, alta Capriasca e Valle di Lugano da inviare a:

[email protected]

96 Con le carte Raiffeisen il mondo è ai vostri piedi.

BancCona Ra ileffe iscarteen Raiffeisen6950 Tesserete 6952 del il C amondossarate è ai vostri piedi.Sede giuridica Sede commerciale Tel. 091 936 36 36 Tel. 091 936 36 76 Fax 091 936 36 37 Fax 091 936 36 77 CB 80366 Banca Raiffeisen 6950 Tesserete 6952 Canobbio Agdeel nzie Cassa a: ra6t965e Cadro / 6949 SedeCom giuridano /ica 6 9 44 Cureglia /Sede 696 c4omm Davercesco-Siale oragno 6946 Ponte CapriasTcael. /0 69916 983 S6o 3nvico6 36 Tel. 091 936 36 76 Fax 091 936 36 37 Fax 091 936 36 77 Con noi per nuovi orizzonCB 80ti 3 66

Agenzie a: 6965 Cadro / 6949 Comano / 6944 Cureglia / 6964 Davesco-Soragno 6946 Ponte Capriasca / 6968 Sonvico Con noi per nuovi orizzonti