Prepositura Agostiniana Di San Michele All'adige 1145 Settembre 29 - 1807 Giugno 29

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Prepositura Agostiniana Di San Michele All'adige 1145 Settembre 29 - 1807 Giugno 29 Ente Prepositura Agostiniana di San Michele all'Adige 1145 settembre 29 - 1807 giugno 29 Luoghi San Michele all'Adige (TN) Altre Forme autorizzate del nome Monastero dei canonici regolari di Sant'Agostino di San Michele all'Adige Archivi prodotti Documentazione dell'archivio della Prepositura Agostiniana in San Michele all'Adige, 1145 settembre 29 - 1807 giugno 29 Agostiniani di San Michele, 1145 settembre 29 - 1807 giugno 29 Storia Il monastero agostiniano e la chiesa di San Michele all'Adige furono istituiti il 29 settembre 1145 (1), per volontà del principe vescovo di Trento Altemanno e sotto la protezione dei conti di Appiano, una della più importanti famiglie trentine del tempo. Fin dalla sua fondazione il monastero ebbe incorporato il diritto di parrocchialità sul territorio che lo circondava, che comprendeva anche la pieve di Giovo (2).<br>Il Vescovo assicurava al convento e alla chiesa un'entrata annua di cinque marche su di un maso a Termeno e poco più tardi gli concesse il luogo detto Traversara, presso Zambana, il monte di Favogna e la decima della chiesa di Faedo. Il conte Ulrico d'Appiano donò invece i propri possedimenti situati nella zona attorno al convento, le decime minori del conte Federico d'Appiano e un censo annuo di 10 soldi da pagarsi da ciascun casale sui beni ereditati dai suoi figli.<br>Nel 1177 papa Alessandro III confermò i possessi del monastero e concesse il diritto di libera elezione del preposito da parte del Capitolo dei canonici, poi confermato e investito dal vescovo di Trento (3).<br>Nel 1317 fu unita alla Prepositura la pieve di San Floriano (4) (che comprendeva anche Magré e Cortina all'Adige), nel 1360 la pieve di Salorno (5), entrambe attualmente nella diocesi di Bolzano-Bressanone. Nel 1414, per breve tempo, fu incorporata alla Prepositura anche la pieve di Ossana (6). Con queste aggregazioni il convento agostiniano poneva la sua giurisdizione su una zona abbastanza vasta e cospicui dovevano essere perciò anche i redditi che al monastero derivavano, soprattutto per ciò che riguarda le decime.<br>Nel 1326 Enrico, re di Boemia e conte del Tirolo, concesse il privilegio di poter condurre 10 carri di sale ogni anno senza pagar tassa, ratificò donazioni e concesse il diritto di pesca nell'Adige da Egna a Trento. Nel 1327 i rappresentanti della comunità di Faedo donarono al preposito di San Michele un fondo e i diritti comunali al fine di ottenere un servizio liturgico stabile nella chiesa di Sant'Agata (7). <br>Nel 1415 il preposito ottenne dall'antipapa Giovanni XXIII la facoltà di consacrare e benedire oggetti sacri, facoltà confermate in seguito da altri papi (8).<br>Già nel 1474 si rileva la presenza del preposito alla Dieta provinciale degli stati del Tirolo, nella Curia dei prelati: non solo alle diete generali, ma anche ai congressi dietali (9).<br>Il monastero di San Michele aveva le caratteristiche delle fondazioni tipiche dell'area germanica, nelle quali le intenzioni spirituali di riforma del clero impegnato nella cura d'anime, cui veniva prescritta una regola di impianto monastico, si intrecciavano con gli interessi temporali dell'alta nobiltà (10). Fu per secoli l'estrema propaggine meridionale della chiesa tedesca: i suoi prepositi vennero dall'area centroalpina (Bressanone, Brunico, Matrei), ma anche da località della Carinzia, Baviera e Sassonia; il primo ad avere origine dalla diocesi di Trento fu Giorgio Amort da Lavis eletto preposito nel 1476. Il 10 dicembre 1476 il preposito Giorgio Amort fu confermato e investito della Prepositura dal vescovo suffraganeo Albertino "per annuli ac libri traditionem et bireti impositiones, ut moris est" (11). Nel 1742 il preposito Ignazio Kronabiter fu investito "per annuli traditionem et biretti capite tuo impositionem" (12). Negli stessi documenti viene precisata inoltre la stretta commistione tra il potere spirituale e quello temporale concesso al preposito: "administrationem eiusdem monasterii tam spiritualium tam temporalium plenarie tibi committentes" (13).<br>Nel 1530, in occasione della nomina del nuovo preposito, il vescovo Bernardo Cles propose alcuni capitoli da osservarsi dal nuovo eletto e dai canonici in merito all'amministrazione del monastero, puntando l'attenzione sulla 1/3 conservazione dei beni mobili ed immobili del convento, che dovevano essere inventariati, non alienati e messi a frutto, e sulla presentazione annuale della resa di conto (14).<br>La Prepositura fu oggetto di verifica nel 1538 in occasione della prima visita pastorale del vescovo Bernardo Cles. Venne constatata la presenza di "omnia sacramenta, quae debito cum honere observantur" e la regolare registrazione su un apposito urbario dei beni mobili e immobili spettanti al monastero (15).<br>Nel 1590 il vescovo e il Capitolo della Cattedrale di Trento auspicarono la soppressione del monastero in favore del Seminario, e nuovamente nel 1659 a favore di un'accademia o università. In entrambi i casi la proposta trovò l'opposizione del preposito e la soppressione non fu attuata.<br>Ai tempi del vescovo Carlo Emanuele Madruzzo e in occasione della visita pastorale del 1635, poiché la prepositura dipendeva dal conte del Tirolo per quanto riguardava il potere temporale, sorsero dei contrasti con l'ufficio spirituale di Trento in particolar modo per la vacanza e l'assegnazione della prepositura e per l'esame dei conti e dei registri di amministrazione (16).<br>Nel 1686 il preposito Antonio Quetta ottenne l'aggregazione della Prepositura alla Congregazione Lateranense in Roma; da quell'epoca i prepositi si chiamarono anche abati lateranensi ed i canonici Canonici Regolari Lateranensi (17).<br>Nello stesso anno i canonici presentarono al vescovo alcune capitolazioni in occasione dell'elezione del nuovo preposito: questo avrebbe dovuto render conto dell'amministrazione al Capitolo della Prepositura, costituito da tutti i canonici. Si toccavano poi i punti dell'educazione e degli uffici liturgici: si sarebbero dovuti tenere in convento un lettore per l'insegnamento delle lettere e delle scienze ai religiosi, un cantore per l'insegnamento del canto e degli strumenti musicali ai novizi, e provvedere ai libri necessari istituendo una biblioteca con un custode. Tutti i documenti, l'inventario di tutti i beni mobili e immobili, i privilegi, i diritti e i preziosi si dovevano conservare in un armadio dell'archivio col sigillo capitolare, chiuso con due chiavi, una nella mani del preposito, l'altra del decano (18). <br>Il 2 novembre 1796, in seguito all'invasione francese, il monastero venne saccheggiato e venne dispersa parte dell'archivio.<br>Il patrimonio della Prepositura comprendeva anche la chiesa di San Michele arcangelo e le fondazioni ad essa legate e i canonici che avevano tra i loro compiti quello di cura d'anime non avevano redditi propri.<br>Tra le confraternite erette nella Prepositura, solo la Confraternita del Suffragio possedeva un patrimonio a sé stante e amministrato da due sindaci, mentre la Confraternita della Cintura non possedeva alcun reddito.<br>Il 29 giugno 1807, con decreto del re di Baviera intimato il 2 luglio 1807 (19), il convento fu soppresso e i suoi beni furono incamerati e destinati ad aumentare le rendite dell'Università di Innsbruck. Sotto il Regno d'Italia i beni furono incorporati al Monte Napoleone (20) e in seguito, durante il governo austriaco, furono devoluti in gran parte al Fondo di religione.<br>Il complesso della ex Prepositura venne acquistato dalla Dieta provinciale tirolese di Innsbruck, che nel 1874 vi inaugurò la Scuola Agraria, sviluppatasi poi nell'Istituto Agrario Provinciale. La sede del vecchio convento, lasciata dalla scuola trasferitasi nella nuova e moderna struttura, venne adibita a sede del Museo degli usi e costumi della gente trentina. Fonti archivistiche e bibliografia ADT, Investiture<br>ADT, Atti visitali<br>ADT, Libro B Note (1) Mancando l'atto originale di fondazione, per la fondazione del monastero è necessario ricorrere a diverse testimonianze redatte in tempo posteriore e tra loro leggermente discordanti. Cfr. CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini fino al XIII secolo. Studio introduttivo e schede, Trento, 1999, p. 256, nota 349.<br>(2) Cfr. CURZEL E., op. cit., pp 258-260.<br>(3) Cfr. WEBER S., La Prepositura Agostiniana di San Michele all'Adige, Trento, 1978, p. 31.<br>(4) Cfr. CURZEL E., op. cit., pp. 250-254.<br>(5) Ibidem, pp. 254-256.<br>(6) Ibidem, pp. 184-186.<br>(7) Cfr. BUCCELLA M., Aspetti istituzionali ed economici nella vita di un monastero agostiniano (S. Michele all'Adige presso Trento, sec. XII - XIV), IN : "Civis. Studi e testi", III, 1979, n. 9, p. 266.<br>(8) Cfr. WEBER S., op. cit., p. 61.<br>(9) Il Trentino aveva presso la Dieta provinciale due rappresentanti per le città, due per il contado, e tre per il clero. Questi ultimi erano designati uno dal Vescovo, uno dal Capitolo e uno dalla Prepositura di San Michele all'Adige. La Dieta deliberava in materia legislativa e amministrativa, teneva una sessione annuale e sottoponeva le deliberazioni al visto imperiale.<br>(10) Cfr. CURZEL E., Chiese trentine. Ricerche storiche su territori, persone e istituzioni, Biblioteca dei quaderni di storia religiosa, Verona, 2005, pp. 348-349.<br>(11) Cfr. ADT, Investiture, I, cc. 90-91.<br>(12) Ibidem, 9, cc. 105-106.<br>(13) Ibidem.<br>(14) Cfr. WEBER S., op. cit., p. 72- 74.<br>(15) Cfr. ADT, Atti visitali, 1, c. 183.<br>(16) Cfr. WEBER S., op. cit., p. 85, p. 91 e segg.<br>(17) Ibidem, p. 100.<br>(18) Ibidem, p. 103 e segg.<br>(19) Cfr. Archivio di Stato di Trento, Intendenza di finanza, b. 221, fascicolo 2/3 relativo al I Distretto.<br>(20) Il Monte Napoleone era l'istituzione finanziaria incaricata di amministrare il debito pubblico nel periodo napoleonico. 3/3.
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