Ii.Area Di Studio

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Ii.Area Di Studio PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo II II. AREA DI STUDIO 43 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo II 44 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo II Il fiume Adige nasce da una sorgente nei pressi del lago di Resia, a quota 1.550 m s.l.m., ha una lunghezza di 409 Km ed un bacino imbrifero di circa 12.000 Km2; sbocca nel mare Adriatico a porto Fossone. Il suo bacino idrografico interessa aree comprese nelle regioni Trentino Alto Adige, Veneto e, in piccola parte, nel confinante stato della Svizzera. Il sottobacino scelto per la sperimentazione è stato individuato a monte della confluenza del torrente Noce nel fiume Adige, in corrispondenza della Piana Rotaliana. (vedi figura 2.1). Figura 2.1. Mappa del bacino del fiume Adige con evidenziata la Piana Rotaliana Piana Rotaliana Fonte: Autorità di Bacino del Fiume Adige Tale area presenta una situazione interessante ed allo stesso tempo problematica per quanto concerne la gestione della risorsa idrica perché è caratterizzata da una molteplicità di usi di tale risorsa, a volte configgenti tra loro. L’area oggetto dello studio è stata definita attraverso l’utilizzo di un Geographic Information System (GIS). 45 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo II 1. Definizione e descrizione dell’area di studio La delimitazione dell’area di studio è stata effettuata sulla base dei confini idrografici dei sottobacini di 2° ordine identificati dal Servizio Foreste della Provincia Autonoma di Trento, disponibili nel database dell’Autorità di Bacino del Fiume Adige. In particolare il sottobacino oggetto dello studio è definito da tre sottobacini di 2° ordine che racchiudono la Piana Rotaliana fino alla confluenza del torrente Noce con il fiume Adige (vedi figura 2.2). I tre sottobacini prescelti (vedi figura 2.3) coprono una superficie complessiva di circa 113 Km2. Figura 2.2. Localizzazione dell’area oggetto Figura 2.3. I tre sottobacini di 2° ordine dello studio che compongono l’area Fonte: nostra elaborazione Nella figura 2.4 è riportata l’ortofoto del sottobacino dove sono evidenziati i comuni coinvolti nel progetto ed i due principali corsi d’acqua: il fiume Adige e il torrente Noce. Il loro regime idrologico in questa zona è a carattere fluviale. Il fiume Adige scorre nella piana definita da due versanti montuosi che formano la valle, costituiti sulla sinistra orografica da Nord verso Sud dal monte Corno, il monte Basso e il monte Corona e lungo la destra orografica dalla piccola catena montuosa denominata Gruppo di Roccapiana comprendente la Craun , la Plon , il Monte, la Las e più a Sud, oltre il 46 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo II torrente Noce, dalle Dolomiti del Brenta con il monte Corno di Mezzolombardo e il monte Fausior e la Paganella. La distanza tra i due versanti varia da 1,5 a 2,5 Km fino al confine del comune di San Michele all’Adige. Poi il fondovalle si allarga in corrispondenza dell’ingresso del torrente Noce nella Piana Rotaliana. A valle dell’abitato di San Michele all’Adige, la distanza tra i due versanti varia tra i 3 ed i 4 Km. Figura 2.4. Ortofoto dell’area di studio Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto IT 2006 GeoTiff disponibili nell’archivio GIS del Museo Tridentino di Scienze Naturali Il corso del fiume Adige appare in larga parte sistemato, raddrizzato e arginato per lunghi tratti e le rive sono quasi dovunque artificializzate con massicciata ricoperta di vegetazione; dove il versante roccioso cade a picco sul fiume, si sono formate piccole zone di riva naturale intensamente ricoperta di alberi e arbusti. Il paesaggio è caratterizzato dall’impianto delle coltivazioni a mele e a vigneto. 47 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo II Immediatamente all’inizio del tratto considerato, in sinistra Adige si immette un canale. In destra a circa 300 m dal fiume scorre la Fossa di Caldaro. In località Masetto entra nella sinistra Adige il Rio Faedo. Un altro canale di scolo corre in sinistra Adige a lato della strada arginale e si immette in Adige all’altezza della zona industriale di Lavis attraverso un’idrovora. La Statale 22 del Brennero corre sempre in sinistra Adige, mentre la ferrovia che all’inizio del tratto è in destra, passa in sinistra sotto Grumo a San Michele all’Adige dove finisce il tratto considerato. L’autostrada A22 che ha un andamento rettilineo attraversa il fiume più volte. A San Michele attraversa il fiume anche la Ferrovia Trento-Malè, con un altro ponte vicino a quello della linea ferroviaria del Brennero. Una stradina arginale consortile segue la destra Adige, mentre in sinistra corre una pista ciclabile con fondo asfaltato e piccole aree di sosta attrezzata. In località Masetto, la pista ciclabile si porta sulla sponda destra dell'Adige e lo discende attraversando il paese di Grumo, con sottopasso in golena del fiume Adige. Qui la pista si diparte in due rami, uno si dirige verso Mezzolombardo e Mezzocorona, attraverso i vigneti della Piana Rotaliana, fino a raggiungere il nuovo ponte ciclabile della Fosina che attraversa il Torrente Noce mentre l’altro ramo segue il fiume Adige raggiungendo il paese di Nave San Rocco, dove riattraversa il fiume per portarsi nuovamente in riva sinistra. Il tratto del torrente Noce facente parte della nostra area di studio inizia in località La Rochetta. Da qui il torrente segue il confine tra il comune di Mezzocorona e quello di Mezzolombardo fino all’inizio dell’abitato di Mezzocorona, dove in sinistra idrografica s’immette il canale che porta l’acqua in uscita dalla centrale idroelettrica di Mezzocorona (vedi figura 2.5). Questo impianto utilizza prevalentemente le acque del torrente Noce (regolate dal sovrastante serbatoio stagionale di S. Giustina) e quelle dei suoi affluenti Tresenga, Mollaro, Pongaiola e Rinassico (EDISON, 2007). 48 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo II Figura 2.5. L’impianto idroelettrico di Mezzocorona Fonte: Maiolini B. Il bacino imbrifero utilizzato è complessivamente di 1.228 Km2 ed è situato a monte del sottobacino di studio. Il salto nominale di concessione e di 124,15 m. La principale opera di sbarramento sul torrente Noce è situata anch’essa fuori dall’area di studio, nel comune di Taio in località Mollaro. L’opera di adduzione principale è una galleria in pressione avente una sezione di 20 m2 e lunga 9.123 m; è capace di una portata massima di 60 m3/s che potrebbero salire a 80 m3/s se fosse installata una terza condotta per cui l’impianto è già predisposto. L’acqua, infatti, arriva alla centrale attraverso due condotte forzate in acciaio chiodato dal diametro di 2,6 m e lunghe 120 m, posate all’aperto. Le acque rilasciate dall’impianto inducono un hydropeaking di 60 m3/s. Questo effetto si estende per molti chilometri a valle nel fiume Adige. A tali variazioni di portata corrispondono variazioni di temperatura con riscaldamenti invernali e raffreddamenti estivi, che influiscono sulla vita degli ecosistemi acquatici (Carolli et al., 2008). Il torrente Noce curva poi verso Sud, scorrendo per un tratto parallelo al fiume Adige, attraversando i comuni di Mezzolombardo, Nave San Rocco e Zambana fino ad immettersi in destra Adige in località Ischiello, sul confine tra i comuni di Lavis e Zambana. Tra il Noce e l’Adige, proprio nell’area interessata dall’immissione, si immette inoltre un piccolo canale di scolo. 49 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo II 1.1. L’uso del suolo Figura 2.6. Carta del valore d’uso del suolo LEGENDA Uso del suolo Aree residenziali Aree produttive Aree ricreative Aree agricole Improduttivo Campeggi Depuratori e discariche Aree sciabili Aree a bosco, pascolo Strade di importanza Ferrovie Strade di importanza Corsi d'acqua Fonte: nostra elaborazione La figura 2.6 mostra la carta del valore d’uso del suolo relativa all’area di studio1. Nel grafico illustrato nella figura 2.7 si possono osservare le percentuali relative a ciascun tipo d’uso del suolo. Più del 55% del territorio è occupata da bosco, si tratta delle zone montuose ai lati della Valle dell’Adige. Più del 30% del territorio dell’area di studio è invece utilizzato come terreno agricolo. Il tipo di coltura più diffuso è quello della vite seguito da quello del melo (vedi figura 2.8). 1 La mappa è stata ricavata elaborando lo shapefile della la carta del valore d’uso del suolo del Trentino scaricabile dal sito della Provincia Autonoma di Trento relativo al Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP, approvato con Delibera del Presidente della Repubblica il 15 febbraio 2006) e, per quanto riguarda le piccole aree appartenenti alla Provincia Autonoma di Bolzano, lo shapefile CORINE Land Cover 2000 disponibile nel database del Autorità di Bacino del Fiume Adige, servendosi però sempre la classificazione usata nel PGUAP.
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