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II. AREA DI STUDIO

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Il fiume Adige nasce da una sorgente nei pressi del lago di Resia, a quota 1.550 m s.l.m., ha una lunghezza di 409 Km ed un bacino imbrifero di circa 12.000 Km2; sbocca nel mare Adriatico a porto Fossone. Il suo bacino idrografico interessa aree comprese nelle regioni , e, in piccola parte, nel confinante stato della Svizzera. Il sottobacino scelto per la sperimentazione è stato individuato a monte della confluenza del torrente Noce nel fiume Adige, in corrispondenza della Piana Rotaliana. (vedi figura 2.1).

Figura 2.1. Mappa del bacino del fiume Adige con evidenziata la Piana Rotaliana

Piana Rotaliana

Fonte: Autorità di Bacino del Fiume Adige

Tale area presenta una situazione interessante ed allo stesso tempo problematica per quanto concerne la gestione della risorsa idrica perché è caratterizzata da una molteplicità di usi di tale risorsa, a volte configgenti tra loro. L’area oggetto dello studio è stata definita attraverso l’utilizzo di un Geographic Information System (GIS).

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1. Definizione e descrizione dell’area di studio

La delimitazione dell’area di studio è stata effettuata sulla base dei confini idrografici dei sottobacini di 2° ordine identificati dal Servizio Foreste della Provincia Autonoma di , disponibili nel database dell’Autorità di Bacino del Fiume Adige. In particolare il sottobacino oggetto dello studio è definito da tre sottobacini di 2° ordine che racchiudono la Piana Rotaliana fino alla confluenza del torrente Noce con il fiume Adige (vedi figura 2.2). I tre sottobacini prescelti (vedi figura 2.3) coprono una superficie complessiva di circa 113 Km2.

Figura 2.2. Localizzazione dell’area oggetto Figura 2.3. I tre sottobacini di 2° ordine dello studio che compongono l’area

Fonte: nostra elaborazione

Nella figura 2.4 è riportata l’ortofoto del sottobacino dove sono evidenziati i comuni coinvolti nel progetto ed i due principali corsi d’acqua: il fiume Adige e il torrente Noce. Il loro regime idrologico in questa zona è a carattere fluviale. Il fiume Adige scorre nella piana definita da due versanti montuosi che formano la valle, costituiti sulla sinistra orografica da Nord verso Sud dal monte Corno, il monte Basso e il monte Corona e lungo la destra orografica dalla piccola catena montuosa denominata Gruppo di Roccapiana comprendente la Craun , la Plon , il Monte, la Las e più a Sud, oltre il

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torrente Noce, dalle Dolomiti del con il monte Corno di e il monte Fausior e la . La distanza tra i due versanti varia da 1,5 a 2,5 Km fino al confine del di San Michele all’Adige. Poi il fondovalle si allarga in corrispondenza dell’ingresso del torrente Noce nella Piana Rotaliana. A valle dell’abitato di San Michele all’Adige, la distanza tra i due versanti varia tra i 3 ed i 4 Km.

Figura 2.4. Ortofoto dell’area di studio

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto IT 2006 GeoTiff disponibili nell’archivio GIS del Museo Tridentino di Scienze Naturali

Il corso del fiume Adige appare in larga parte sistemato, raddrizzato e arginato per lunghi tratti e le rive sono quasi dovunque artificializzate con massicciata ricoperta di vegetazione; dove il versante roccioso cade a picco sul fiume, si sono formate piccole zone di riva naturale intensamente ricoperta di alberi e arbusti. Il paesaggio è caratterizzato dall’impianto delle coltivazioni a mele e a vigneto.

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Immediatamente all’inizio del tratto considerato, in sinistra Adige si immette un canale. In destra a circa 300 m dal fiume scorre la Fossa di Caldaro. In località Masetto entra nella sinistra Adige il Rio . Un altro canale di scolo corre in sinistra Adige a lato della strada arginale e si immette in Adige all’altezza della zona industriale di attraverso un’idrovora. La Statale 22 del Brennero corre sempre in sinistra Adige, mentre la ferrovia che all’inizio del tratto è in destra, passa in sinistra sotto Grumo a San Michele all’Adige dove finisce il tratto considerato. L’autostrada A22 che ha un andamento rettilineo attraversa il fiume più volte. A San Michele attraversa il fiume anche la Ferrovia Trento-Malè, con un altro ponte vicino a quello della linea ferroviaria del Brennero. Una stradina arginale consortile segue la destra Adige, mentre in sinistra corre una pista ciclabile con asfaltato e piccole aree di sosta attrezzata. In località Masetto, la pista ciclabile si porta sulla sponda destra dell'Adige e lo discende attraversando il paese di Grumo, con sottopasso in golena del fiume Adige. Qui la pista si diparte in due rami, uno si dirige verso Mezzolombardo e , attraverso i vigneti della Piana Rotaliana, fino a raggiungere il nuovo ponte ciclabile della Fosina che attraversa il Torrente Noce mentre l’altro ramo segue il fiume Adige raggiungendo il paese di , dove riattraversa il fiume per portarsi nuovamente in riva sinistra. Il tratto del torrente Noce facente parte della nostra area di studio inizia in località La Rochetta. Da qui il torrente segue il confine tra il comune di Mezzocorona e quello di Mezzolombardo fino all’inizio dell’abitato di Mezzocorona, dove in sinistra idrografica s’immette il canale che porta l’acqua in uscita dalla centrale idroelettrica di Mezzocorona (vedi figura 2.5). Questo impianto utilizza prevalentemente le acque del torrente Noce (regolate dal sovrastante serbatoio stagionale di S. Giustina) e quelle dei suoi affluenti Tresenga, Mollaro, Pongaiola e Rinassico (EDISON, 2007).

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Figura 2.5. L’impianto idroelettrico di Mezzocorona

Fonte: Maiolini B.

Il bacino imbrifero utilizzato è complessivamente di 1.228 Km2 ed è situato a monte del sottobacino di studio. Il salto nominale di concessione e di 124,15 m. La principale opera di sbarramento sul torrente Noce è situata anch’essa fuori dall’area di studio, nel comune di Taio in località Mollaro. L’opera di adduzione principale è una galleria in pressione avente una sezione di 20 m2 e lunga 9.123 m; è capace di una portata massima di 60 m3/s che potrebbero salire a 80 m3/s se fosse installata una terza condotta per cui l’impianto è già predisposto. L’acqua, infatti, arriva alla centrale attraverso due condotte forzate in acciaio chiodato dal diametro di 2,6 m e lunghe 120 m, posate all’aperto. Le acque rilasciate dall’impianto inducono un hydropeaking di 60 m3/s. Questo effetto si estende per molti chilometri a valle nel fiume Adige. A tali variazioni di portata corrispondono variazioni di temperatura con riscaldamenti invernali e raffreddamenti estivi, che influiscono sulla vita degli ecosistemi acquatici (Carolli et al., 2008). Il torrente Noce curva poi verso Sud, scorrendo per un tratto parallelo al fiume Adige, attraversando i comuni di Mezzolombardo, Nave San Rocco e fino ad immettersi in destra Adige in località Ischiello, sul confine tra i comuni di Lavis e Zambana. Tra il Noce e l’Adige, proprio nell’area interessata dall’immissione, si immette inoltre un piccolo canale di scolo.

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1.1. L’uso del suolo

Figura 2.6. Carta del valore d’uso del suolo

LEGENDA Uso del suolo Aree residenziali Aree produttive Aree ricreative Aree agricole Improduttivo Campeggi Depuratori e discariche Aree sciabili Aree a bosco, pascolo Strade di importanza Ferrovie Strade di importanza Corsi d'acqua

Fonte: nostra elaborazione

La figura 2.6 mostra la carta del valore d’uso del suolo relativa all’area di studio1. Nel grafico illustrato nella figura 2.7 si possono osservare le percentuali relative a ciascun tipo d’uso del suolo. Più del 55% del territorio è occupata da bosco, si tratta delle zone montuose ai lati della Valle dell’Adige. Più del 30% del territorio dell’area di studio è invece utilizzato come terreno agricolo. Il tipo di coltura più diffuso è quello della vite seguito da quello del melo (vedi figura 2.8).

1 La mappa è stata ricavata elaborando lo shapefile della la carta del valore d’uso del suolo del Trentino scaricabile dal sito della Provincia Autonoma di Trento relativo al Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP, approvato con Delibera del Presidente della Repubblica il 15 febbraio 2006) e, per quanto riguarda le piccole aree appartenenti alla Provincia Autonoma di , lo shapefile CORINE Land Cover 2000 disponibile nel database del Autorità di Bacino del Fiume Adige, servendosi però sempre la classificazione usata nel PGUAP. Questo significa che tutte le zone appartenenti alla macrocategoria CORINE Land Cover “Territorio agricoli” sono state considerate come “Aree agricole” e quelle appartenenti alla macrocategoria “Territorio boscati e ambienti semi-naturali” come “Aree a bosco, pascolo”.

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Figura 2.7. Grafico con le percentuali d’uso del suolo

30,91%

Aree a bosco, pascolo e improduttivo 4,34% Aree agricole 3,72% Aree residenziali 2,45% Aree produttive 1,92% Corsi d'acqua 1,11% Strade e ferrovie 0,10% Aree ricreative, sciabili, campeggi

Depuratori e discariche 55,45%

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.8. Grafico con le percentuali d’uso agricolo

26,91% Vite

Melo 14,75% Prati permanenti e pascoli

Seminativi 2,16% Ortive 0,49% 0,48% Patata 0,02% 55,19% Cereali

Fonte: nostra elaborazione dei dati statistici della Provincia Autonoma di Trento

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Figura 2.9. Superficie agricola per coltura

5000

4000 3000

2000

1000 Superficie [ha] 0 Superficie Prati Coltivazioni Seminativi Cereali Patata Ortive Melo Vite agricola permanenti legnose 1982 4151,27 80,21 12,64 22,04 13,75 662,82 3408,24 1527,23 1832,85 1990 3569,77 80,69 20,66 4,86 21,49 578,11 2910,97 1057,6 1790,11 2000 3686,45 78,83 0,85 17,41 17,96 538,47 3069,15 982,77 2015,56

Fonte: nostra elaborazione dei dati statistici della Provincia Autonoma di Trento

Dal grafico nella figura 2.9 è possibile vedere come nel ventennio 1980-2000 la superficie agricola coltivata a melo sia diminuita di circa il 35%, mentre quella dedicata alla vite è leggermente aumentata. Sul territorio vi sono molte cantine che producono vino di alta qualità. In particolare dai terreni sabbiosi ed alluvionali della Piana Rotaliana, ed in particolare delle campagne di Mezzocorona, Mezzolombardo e Grumo- San Michele all’Adige nascono le uve rosse del famoso Teroldego Rotaliano, vino che si fregia dell’appellativo D.O.C. dal 1971. Altri prodotti vitivinicoli prodotti nella zona sono lo Spumante Metodo Classico, la Trentino Grappa, il Pinot Grigio. Il secondo tipo di cultura più praticato, specialmente nel fondovalle, è la mela in particolare la qualità Red Delicious. Un altro prodotto tipico di questa zona è l’Asparago di Zambana (vedi figura 2.10).

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Figura 2.10. L’Asparago di Zambana

Fonte: www.stradedelvinodeltrentino.com

Le aree residenziali e produttive rappresentano ciascuna circa il 4% della superficie del sottobacino. La rimanente porzione di territorio è fortemente infrastrutturata e urbanizzata con aree produttive lungo il fiume tra cui un impianto di triturazione degli inerti nel punto di immissione del Noce e alcune aree di escavazione. La figura 2.11 mostra l’ortofoto della zona industriale in località La Rupe a Mezzolombardo, area che negli ultimi anni è stata oggetto di bonifica a causa dell’inquinamento della falda acquifera sottostante.

Figura 2.11. Area industriale in località “La Rupe” nel comune di Mezzolombardo

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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In particolare, come già detto, a Mezzocorona è presente una centrale idroelettrica, entrata in funzione nel 1929, che eroga una potenza massima di 64 MW. L’attività turistica nella Piana Rotaliana è particolarmente sviluppata solo nel comune di (vedi figura 2.12), dove si trovano numerose strutture ricettive, in quanto in questo comune è molto sviluppato il turismo, specialmente quello invernale legato agli impianti sciistici presenti nella zona. Nel resto dell’area oggetto dello studio il turismo è poco sviluppato ed è legato principalmente ai percorsi enogastronomici.

Figura 2.12. La Paganella innevata

Fonte: www.visitdolomitipaganella.it Nell’area di studio sono attivi tre impianti di depurazione delle acque reflue a Fai della Paganella, Lavis e Mezzocorona e due vasche Imhoff, una per il comune di Roverè della Luna e l’altra per l’abitato di Zambana Vecchia, di cui si parlerà nel dettaglio in seguito.

1.2. L’assetto idrogeologico

Dal punto di vista geologico l’area di studio è caratterizzata dall’unità strutturale delle Alpi calcaree meridionali, il Subalpino. Questa unità strutturale si trova a sud del Lineamento Periadriatico, è caratterizzata da uno stile tettonico a pieghe e scaglie tettoniche con una pronunciata vergenza verso Sud.

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Nel Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche della Provincia Autonoma di Trento la Valle dell’Adige è descritta come un sistema multifalde solo parzialmente conosciuto grazie ad alcune recenti perforazioni profonde. L'alveo roccioso sepolto ha profondità variabili dai 200 ai 600 metri. Il riempimento quaternario ha composizione variabile da zona a zona con prevalenza di materiali fini cui si aggiungono i depositi laterali (coni di deiezione, falde di detrito, frane, postglaciali ed attuali) o le aree di conoide coincidenti con i maggiori affluenti laterali dell'Adige come per esempio il Torrente Noce a Mezzolombardo. In queste aree caratterizzate da ambienti energeticamente diversi si rinvengono i depositi più grossolani. Tali apporti laterali si insinuano a varie quote nelle alluvioni di fondovalle, costituendo, a seconda della loro origine, vie subordinate di alimentazione per le falde del materasso alluvionale o locali strutture per trappola stratigrafica. Il profilo trasversale del substrato roccioso mostra una profondità in asse con un generale aumento da verso Sud. Ne risulta una circolazione complessa, localmente multifalda, ma con interscambio fra i diversi acquiferi a causa delle irregolari variazioni del substrato roccioso (soglie secondarie) che governano la continua omogeneizzazione delle acque sotterranee.

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Figura 2.13. Carta della litologia e dei lineamenti strutturali

FASCIA CERTA

FASCIA PRESUNTA

SOVRASCORRIMENTO CERTO (A SX RISPETTO AL VERSO DELL’ARCO)

Depositi detritici, alluvionali e morenici indistinti. Intervallo clastico e carbonatico stratificato, incompetente: torbiditi del Flyscha (Cretaceo), marne, argille e calcari nastriformi. Terza unità carbonatica competente: Calcari grigi, Calcari e Dolomie a Conchodon, Corna, ecc. Terza unità carbonatica stratificata, incompetente (in prevalenza carbonatica): Rosso ammonitico, Biancone, Scaglia rossa, Maiolica, Calcare selcifero. Seconda unità carbonatica, competente: Dolomia Principale Prima unità carbonatica, competente: Formazione di Contrin, Dolomia dello Scillar, Calcare di Esini, Formazione di Breno Formazione a Bellerophon, Formazione di Werfen, Servino, Carniola

Rioliti

Fonte: nostra elaborazione dello shapefile della carta della litologia e dei lineamenti strutturali del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche della Provincia Autonoma di Trento

Occorre, inoltre, tener presente che, per la maggior parte del suo sviluppo, la valle dell'Adige è impostata in massicci carbonatici, i quali costituiscono un notevole bacino di alimentazione laterale per le falde di fondovalle e, soprattutto, il "manometro" che controlla la pressione idrostatica di tutto l'insieme poroso-fratturato. In sintesi quindi, nell’idrostruttura quaternaria della valle dell'Adige, si evidenzia un acquifero freatico esteso a tutta la valle, di spessore limitato (massimo 50 - 60 metri),

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ad eccezione di alcune aree di conoide come visto in precedenza, prevalentemente ghiaioso sabbioso, con valori di conducibilità idraulica compresi fra 10-3 e 10-5 ms-1. La falda in esso veicolata è separata dalle altre falde più profonde da depositi fini, meno permeabili, la cui potenza è talora considerevole. In profondità sono stati recentemente riconosciuti acquiferi significativi dotati, in genere, di buona potenzialità e le cui acque risalgono naturalmente fino in prossimità del piano campagna come ad esempio in alcune zone dei conoidi laterali di Mezzolombardo, Mezzocorona, Zambana Vecchia, Lavis. Le implicazioni pratiche di questo schema di circolazione idrica si evidenziano sia in una valutazione molto complessa delle risorse disponibili, sia soprattutto nella problematica relativa alla difesa dagli inquinamenti ed alla gestione delle risorse stesse. Infatti, oltre all'intenso sfruttamento della porzione più superficiale dell'acquifero che, in alcune aree, ha manifestato situazioni di crisi in relazione alla limitata capacità di ricarica dello stesso, esiste il rischio che, in coincidenza delle soglie e, soprattutto, in caso di imperfetto grado di confinamento fra le diverse falde, si possa evidenziare una rilevante vulnerabilità dell'insieme delle idrostrutture. La debolezza e la fragilità delle idrostrutture trova spiegazione sia nei richiami di acque superficiali (vulnerabilità per inquinamento), sia nella depressurizzazione indotta negli acquiferi profondi (vulnerabilità da stress). Sotto questo aspetto bisogna, inoltre, rilevare che anche l'eventuale alimentazione delle falde da parte dei massicci carbonatici può essere una via preferenziale d'inquinamento; ne consegue che le stesse norme a tutela delle risorse di fondovalle dovrebbero essere estese anche a tutta la zona di alimentazione delle strutture carbonatiche connesse con la valle dell'Adige. La parte orientale dell’area di studio, in corrispondenza del territorio della Val di è caratterizzata invece dalla presenza della Formazione del Werfen e soprattutto da Rioliti relativi alla formazioni della piattaforma porfirica Atesina di origine lavica ed ignimbritica.

1.2.1. Aree di attenzione per intenso sfruttamento della falda

Nell’area oggetto di studio sono presenti quattro zone (vedi figura 2.14) individuate nel PGUAP come “aree di attenzione per l’intenso sfruttamento della falda”.

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Si tratta di porzioni di territorio nelle quali l’aumento dell’intensità degli emungimenti in atto con nuovi prelievi idrici può determinare l’alterazione quantitativa della falda in base alla Delibera provinciale n. 2563 del 10/10/2008. Essa ha come oggetto l’approvazione della carta della criticità idrica sotterranea ai sensi dell'art. 10 delle norme di attuazione del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche e disciplina dell'utilizzo delle risorse idriche sotterranee. Queste zone appartengono ai seguenti comuni: Rovere della Luna (1), Mezzolombardo (2), San Michele e Mezzocorona (3), Lavis e Zambana (4).

Figura 2.14. Mappa delle aree di attenzione per l’intenso sfruttamento della falda

Fonte: Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche della Provincia Autonoma di Trento 1.2.2. Il rischio idrogeologico

In più 60% del territorio dell’area oggetto di studio il rischio geologico - in particolare di frane - è considerato trascurabile (vedi figure 2.15 e 2.16). Le zone montuose della Paganella, del Roen e delle montagne della Val di Cembra presentano un rischio moderato di frane, mentre nel fondovalle vi sono alcune aree a rischio medio ed elevato; in particolare queste si trovano all’estremità occidentale della valle nei comuni di Mezzocorona e di Roverè della Luna. Vi sono delle piccole aree a rischio geologico molto elevato ai piedi del Monte di Mezzocorona e del Monte Corno di Mezzolombardo dove gli smottamenti potrebbero verificarsi in zone sovrastanti i centri abitati.

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Le zone soggette a rischio di esondazione non trascurabile sono meno del 2%; si tratta di piccole aree lungo il torrente Noce e il fiume Adige nel quali il livello di rischio è medio (vedi figura 2.18).

Figura 2.15. Mappa delle area soggette a rischio geologico.

Fonte: nostra elaborazione dello shapefile della carta del rischio geologico del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche della Provincia Autonoma di Trento

Figura 2.16. Percentuali delle aree a rischio geologico

Percentuali relative al grado di rischio geologico

32,63%

5,79% Trascurabile 1,27% Moderato Medio 0,15% Elevato Molto elevato

60,17%

Fonte: nostra elaborazione

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Figura 2.17. Mappa delle area soggette a rischio esondazione

Grado di rischio esondazione Assente Moderato Medio Elevato Molto Elevato

Fonte: nostra elaborazione dello shapefile della carta del rischio di esondazione del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche della Provincia Autonoma di Trento

Figura 2.18. Percentuali delle aree soggette a rischio esondazione

Percentuali relative al grado di rischio di esondazione

0,15% Trascurabile 1,80% Moderato Medio 0,04% 98,01% Elevato 0,01% Molto elevato

Fonte: nostra elaborazione

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1.3. La struttura amministrativa

L’area di studio, rappresentata nella figura 2.19 ricade prevalentemente (per circa il 97%) nel territorio della Provincia Autonoma di Trento, in particolare nel territorio di 20 comuni amministrativi: Cembra, Fai della Paganella, Faedo, Faver, , , , Lavis, , Mezzocorona, Mezzolombardo, S.Michele all’Adige, Nave S. Rocco, Roverè della Luna, , , Ton, , Vervò, Zambana. Il rimanente 3% dell’area di studio ricade nel territorio della Provincia Autonoma di Bolzano, in particolare nel territorio di 3 comuni: Cortaccia sulla strada del vino, Magrè sulla strada del vino e Salorno. La percentuale di territorio comunale appartenente all’area di studio varia da comune a comune. Alcuni dei comuni sopraelencati si possono considerare interamente compresi nell’area di studio (vedi tabella 2.1): Faedo (100%), Lavis (95,24%), Mezzolombardo (99,74%), Nave S. Rocco (100%), S.Michele all’Adige (100%) e Roverè della Luna (99,79%). Per quanto riguarda Mezzocorona (80,88%), Fai della Paganella (53,73%), Zambana (42,39%) le rispettive porzioni di territorio comunale non comprese nel sottobacino di studio sono costituite da aree boschive o incolte, mentre le aree comunali soggette ad attività antropica sono completamente comprese nell’area di studio.

Figura 2.19. Mappa dell’area di studio

Fonte: nostra elaborazione

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Tabella 2.1. Percentuali di superficie comunale appartenente al sottobacino

Superficie Percentuale Superficie Comune Provincia 2 appartenente al superficie comunale [m ] 2 sottobacino [m ] interessata 1 Cembra Trento 16963023,63 4493474,06 26,49 2 Cortaccia s.s.d.v Bolzano 29106054,00 1896496,80 6,52 3 Faedo Trento 10680535,13 10680535,13 100,00 Fai della 4 Paganella Trento 12129496,40 6517289,14 53,73 5 Faver Trento 9426852,50 1973153,74 20,93 6 Giovo Trento 20813278,21 10641427,06 51,13 7 Grauno Trento 7257980,29 5857,76 0,08 8 Grumes Trento 10725433,10 1151459,65 10,74 9 Lavis Trento 12178335,43 11598147,49 95,24 10 Lisignago Trento 7142917,18 746055,89 10,44 11 Magre' s.s.d.v Bolzano 13884816,00 1394075,77 10,04 12 Mezzocorona Trento 25353368,94 20505846,40 80,88 13 Mezzolombardo Trento 13879198,58 13842892,73 99,74 14 Nave San Rocco Trento 4891611,41 4891611,41 100,00 Rovere' della 15 Luna Trento 10414571,28 10392408,33 99,79 16 Salorno Bolzano 32667450,00 210774,62 0,65 San Michele 17 all'Adige Trento 5315921,25 5315921,25 100,00 18 Spormaggiore Trento 30200470,90 812250,59 2,69 19 Sporminore Trento 17471110,50 48870,47 0,28 20 Ton Trento 26284858,63 87624,67 0,33 21 Valda Trento 6137451,75 472835,80 7,70 22 Vervò Trento 15208270,22 19338,96 0,33 23 Zambana Trento 11686027,60 4953536,58 42,39 Superficie totale dell’area di studio 112651884,32

Fonte: nostra elaborazione

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1.3.1. Analisi demografica

La tabella 2.2 riporta il numero di abitanti per ciascun comune coinvolto nel progetto al 1 gennaio 2009. Il totale degli abitanti effettivamente residenti nell’area di studio è stato stimato essere di 28.957. Questo valore è stato calcolato considerando i dati pubblicati dall’ISTAT e quanto riferito dai Comuni durante le interviste per il questionario di valutazione economica sui servizi ecosistemici d’acqua dolce. Per i comuni di Faedo, Fai della Paganella, Lavis, Mezzocorona, Mezzolombardo, S.Michele all’Adige, Nave S. Rocco, Roverè della Luna, e Zambana tutta la loro popolazione risiede nell’area di studio. I comuni di Giovo e Magrè sulla strada del vino hanno dichiarato, in occasione delle interviste per il questionario di valutazione economica sui servizi ecosistemici d’acqua dolce, che solo una piccola parte dei loro residenti ricade nell’area di studio. Per quanto riguarda il Comune di Giovo solo il maso Serci fa parte dell’area di studio, i cui abitanti sono circa il 2% della popolazione dell’intero comune per un totale di circa 50 persone. Nel caso del Comune di Magrè sulla strada del Vino ricadono nella nostra area di studio solo due piccoli nuclei abitativi facenti parti della frazione di Favogna. Gli altri comuni hanno dichiarato che tutti gli abitanti risiedono fuori del nostro sottobacino. Il grafico presentato nella figura 2.20 mostra come sia distribuita la popolazione dell’area di studio tra i vari comuni. Il 29,14 % degli abitanti risiede nel comune di Lavis, il più popoloso dell’area e, come di può vedere nella tabella 2.3, anche quello com maggiore densità abitativa. Il 23,48 % della popolazione vive a Mezzolombardo, il 17,28 % a Mezzocorona e nell’ordine, con percentuali inferiori al 10%, a San Michele alla’Adige, Zambana, Roverè della Luna, Nave San Rocco, Fai della Paganella, Faedo, Giovo e Magrè sulla strada del vino.

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Tabella 2.2. Residenti comune e nell'area di studio (al 1 gennaio 2009)

Residenti nell'intero Residenti comune e nell'area Comune comune (al 1 gennaio 2009) di studio (al 1 gennaio 2009)

Lavis 8437 8437 Mezzolombardo 6798 6798 Mezzocorona 5005 5005 Salorno 3452 - San Michele all'Adige 2576 2576 Giovo 2497 50 Cortaccia sulla strada del vino 2238 - Cembra 1859 - Zambana 1661 1661 Rovere' della Luna 1583 1583 Nave San Rocco 1339 1339 Ton 1319 - Spormaggiore 1288 - Magre' sulla strada del vino 1279 10 Fai della Paganella 907 907 Faver 832 - Sporminore 723 - Vervò 696 - Faedo 591 591 Lisignago 504 - Grumes 462 - Valda 231 - Grauno 149 - TOTALE 46426 28957

Fonte: nostra elaborazione sulla base ai dati pubblicati ISTAT e quanto riferito dai comuni durante le interviste per il questionario di valutazione economica sui servizi ecosistemici d’acqua dolce

Tabella 2.3. Densità abitativa nei comuni dove risiedono gli abitanti dell’area di studio

Densità (abitanti/superficie) Faedo 54,79 Fai della Paganella 74,48 Lavis 672,42 Lisignago 70,25 Mezzocorona 194,45 Mezzolombardo 479,86 Nave San Rocco 275,81 Rovere' della Luna 153,31 San Michele all'Adige 502,26 Zambana 142,75 Densità media TOTALE nell’area di studio 249,11 Fonte: nostra elaborazione

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Figura 2.20. Distribuzione percentuale degli abitanti dell’area di studio nei vari comuni

San Michele M ezzo co ro na all'Adige 17,28% 8,90% Zambana 5,74% Rovere' della Luna 5,47%

Nave San Rocco 4,62% Fai della Paganella M ezzolombardo 3,13% 23,48% Faedo 2,04% Giovo 0,17% Magre' s.s.d.v. 0,03% Lavis 29,14%

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.21. Andamento della popolazione nell’area di studio

40000

30000

20000

10000 Abitanti residenti Abitanti

0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anni

Fonte: nostra elaborazione dei dati del Servizio Statistico della Provincia Autonoma di Trento

Dal grafico presentato nella figura 2.21 si può notare come la popolazione residente nell’area di studio sia rimasta mediamente costante dal 1920 fino metà anni ’40, ossia fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Da questo periodo è possibile osservare un trend di crescita della popolazione. Dagli anni ’90 e in misura ancora

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maggiore dal 2000 in poi il tasso di crescita è risulta in aumento. Tale incremento è dovuto in larga parte al fenomeno dell’immigrazione.

Figura 2.22 Andamento del numero di residenti nei comuni dove risiedono gli abitanti dell’area di studio dal 1920 al 2009

9000

8000 Faedo

7000 Fai della Paganella

6000 Lavis

5000 Mezzocorona

4000 Mezzolombardo Nave San Rocco 3000 Abitanti residenti Abitanti Rovere' della Luna 2000 San Michele all'Adige 1000 Zambana 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010

Anni

Fonte: nostra elaborazione dei dati del Servizio Statistico della Provincia Autonoma di Trento

Se si osserva l’andamento demografico dei singoli comuni (vedi figura 2.22) si può notare che la popolazione è aumentata in particolare nei grandi centri abitati, mentre i comuni più piccoli il numero degli abitanti è rimasto più o meno costante, fino agli anni ’90. Negli ultimi due decenni, tuttavia, si è verificato invece un aumento degli abitanti anche in questi piccoli comuni. Di seguito viene presentata una breve analisi per ciascuno dei comuni dell’area oggetto dello studio, illustrata attraverso tabelle (vedi tabelle 2.4-2.26), ortofoto e grafici (vedi figure 2.23-2.66).

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Tabella 2.4. Il comune di Cembra

CEMBRA La popolazione del comune di Cembra risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Le poche unità di abitazioni che ricadono nel sottobacino, appartenenti alla frazione di Lago Santo, sono seconde case per ferie.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 1.859 Altitudine 667 Superficie (kmq) 16,97 Densità (abitanti/superficie) 109,54 Comuni confinanti , Faver, Giovo, Lisignago, Lona-Lases, Salorno (BZ), Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Fadana, Lago Santo

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.23. Ortofoto del comune di Cembra

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Tabella 2.5. Il comune di Cortaccia sulla strada del vino (in lingua tedesca Kurtatsch an der Weinstrasse)

CORTACCIA La popolazione del comune di Cortaccia sulla strada del vino risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Nella percentuale di territorio compresa nel sottobacino (il 6,52% della superficie comunale), non ricade nessuna abitazione. Si tratta di un’area montuosa occupata da boschi e rocce.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 2.238 Altitudine 333 Superficie (kmq) 29,41 Densità (abitanti/superficie) 76,00 Comuni confinanti (TN), Egna (BZ), Magrè sulla Strada del Vino (BZ), Roverè della Luna (TN), Termeno sulla Strada del Vino (BZ), Ton (TN), Tres (TN), Vervò (TN) Comprensorio d'appartenenza Comprensorio di Bolzano Località e Frazioni Corona, Favogna di Sopra (Oberfennberg),Rio Largo (Breitbach), Hofstatt, Niclara (Entiklar), Penone (Penon), Rain

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.24. Ortofoto del comune di Cortaccia

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Tabella 2.6. Il comune di Faedo

FAEDO Il comune di Faedo risulta essere completamente compreso nell’area di studio. Dal 1920 fino al 1980 la popolazione di questo comune ha subito un calo superiore al 40%. Dal 1980 invece si è innescato un’inversione di tendenza. Confrontando il grafico della figura 2.26 con quello della figura 2.27 si può vedere come la diminuzione del numero dei residenti corrisponda ad una forte calo della popolazione attiva che si dedica al settore agricolo mentre aumenta leggermente quella impiegata negli altri settori.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 591 Altitudine 591 Superficie (kmq) 10,64 Densità (abitanti/superficie) 54,79 Comuni confinanti Giovo, Mezzocorona, San Michele all'Adige Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Barco, Cadino, Canazzi, Masetto, Molini, Pineta, Villa Piccola

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.25. Ortofoto del comune di Faedo

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Figura 2.26. Andamento della popolazione residente nel comune di Faedo

800 700 600 500 400

Abitanti 300 200 100 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.27. Popolazione attiva in condizione professionale per settore di attività nel comune di Faedo

250

200 150

100 50

Popolazione attiva 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010

Anno Agricoltura Industria Commercio Servizi Totale

Fonte: nostra elaborazione

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Tabella 2.7. Il comune di Fai della Paganella

FAI DELLA PAGANELLA Il comune di Fai della Paganella è compreso per più del 50 % nell’area di studio. Il confine del sottobacino segue la cresta del monte Fausior, suddividendo idealmente il comune in due parti. Tutte le aree abitate risultano comprese nell’area di studio. Il numero dei residenti è rimasto abbastanza costante negli anni e si aggira sui 900 abitanti (vedi figura 2.29). La presenza di impianti di risalita alla Paganella ne fanno un'importante località turistica invernale, ma anche nella stagione estiva si registra un buon afflusso turistico. In base alle statistiche ISTAT al 2007 sono presenti sul territorio comunale 17 alberghi, 233 alloggi privati, 261 seconde case un rifugio e una casa per ferie per un totale 3.443 di posti letto. Nel grafico della figura 2.30 si può osservare come variano le presenze nel complesso della struttura ricettiva in questo caso si è preso ad esempio l’anno 2006. Questo implica che anche il carico inquinante è soggetto ad una oscillazione proporzionale.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 907 Altitudine 957 Superficie (kmq) 12,15 Densità (abitanti/superficie) 74,97 Comuni confinanti , , Mezzolombardo, Spormaggiore, , Zambana Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Al Plaz, Cortalta, Santel

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.28. Ortofoto del comune di Fai della Paganella

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Figura 2.29. Andamento della popolazione residente nel comune di Fai della Paganella

1200

1000

800

600

Abitanti 400

200

0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.30. Presenze ed arrivi per mese nel complesso della struttura ricettiva (2006) nel comune di Fai della Paganella

60000 50000 40000 30000 20000 10000 0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

Presenze Arrivi

Fonte: nostra elaborazione

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Tabella 2.8. Il comune di Faver

FAVER La popolazione del comune di Faver risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Nella percentuale di territorio compresa nel sottobacino (il 20,93% della superficie comunale), non ricade nessuna abitazione. Come si può notare nella figura 2.31. si tratta infatti di un’area montuosa occupata da boschi e rocce.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 832 Altitudine 673 Superficie (kmq) 9,42 Densità (abitanti/superficie) 88,32 Comuni confinanti Cembra, Salorno (BZ), Segonzano, Valda Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Ponciach, Portegnago

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.31. Ortofoto del comune di Faver

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Tabella 2.9. Il comune di Giovo

GIOVO La parte di territorio comunale compresa nel sottobacino (il 51,13% della superficie comunale) è un area montuosa occupata prevalentemente da boschi e rocce, nella quale non ricade nessuna abitazione fatta eccezione per il centro abitato Maso Serci facente parte della frazione di Palù di Giovo. In base a quanto dichiarato dal comune di Giovo la popolazione residente in questo maso è circa il 2% della popolazione dell’intero comune per un totale di circa 50 persone.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 2497 Altitudine 496 Superficie (kmq) 20,8 Densità (abitanti/superficie) 119,04 Comuni confinanti Albiano, Cembra, Faedo, Lavis, Lisignago, Mezzocorona, Salorno (BZ), San Michele all'Adige, Trento Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Ceola, Masen, Mosana, Palù, Valternigo, Verla di Giovo, Ville

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.32. Ortofoto del comune di Giovo

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Tabella 2.10. Il comune di Grauno

GRAUNO La popolazione del comune di Grauno risiede completamente all’esterno dell’area di studio. La parte di territorio comunale compresa nel sottobacino è minima, meno di 0,01 km2 (il 0,08 % della superficie comunale). Come si può notare nella figura 2.33. si tratta di una zona montuosa coperta da bosco, nella quale non è presente nessuna abitazione.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 149 Altitudine 976 Superficie (kmq) 7,30 Densità (abitanti/superficie) 20,41 Comuni confinanti , Grumes, Salorno (BZ), Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni nessuna

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.33. Ortofoto dei comuni di Grauno e di Grumes

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Tabella 2.11. Il comune di Grumes

GRUMES La popolazione del comune di Grumes risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Nella percentuale di territorio compresa nel nostro sottobacino (il 10,74 % della superficie comunale), non ricade nessuna abitazione. Si tratta di un’area montuosa occupata da boschi e rocce (vedi figura 2.33).

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 462 Altitudine 851 Superficie (kmq) 10,78 Densità (abitanti/superficie) 42,85 Comuni contigui Grauno, Salorno (BZ), Segonzano, Sover, Valda Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni nessuna Fonte: nostra elaborazione

Tabella 2.12. Il comune di Lavis

LAVIS Il comune di Lavis è compreso per più del 95 % nell’area di studio. In questo comune risiede quasi un terzo degli abitanti dell’intero sottobacino. Negli anni ‘60 il comune di Lavis ha sperimentato un grosso boom edilizio con le creazioni di nuovi quartieri residenziali ed un notevole aumento della popolazione (vedi figura 2.35). La densità degli abitanti è elevata. Il Torrente (esterno all’area di studio) segna il confine con il vicino comune di Trento, di cui Lavis è diventato grosso comune di periferia. Negli ultimi anni la crescita della popolazione ha subito un ulteriore incremento: nei cinque anni dal 2001 al 2006 si è infatti passati da 7.591 a 8.307 abitanti, con un incremento medio di circa 150 unità all’anno, contro le circa 90 unità all’anno del decennio precedente. Il tasso di immigrazione del triennio 2004-2006 è del 10% superiore a quello del triennio 1992-1994 (vedi figura 2.36). Confrontando il grafico della figura 2.35con quello della figura 2.37 si può vedere come all’incremento del numero di abitanti corrisponda prevalentemente ad un aumento della popolazione attiva nel settore dei servizi e in misura minore nel settore del commercio. L’industria ha riportato un leggero aumento del numero degli occupati nel decennio 1961- 1971, che poi si è stabilizzato. Al contrario l’agricoltura ha riscontrato una leggera diminuzione della popolazione attiva nel ventennio 1961-1981, che è rimasta poi costante nel ventennio successivo.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 8437 Altitudine 232 Superficie (kmq) 12,44 Densità (abitanti/superficie) 667,76 Comuni contigui Giovo,Nave San Rocco,San Michele all'Adige,Terlago,Trento, Zambana Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Pressano, Nave San Felice, Sorni Fonte: nostra elaborazione

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Figura 2.34. Ortofoto del comune di Lavis

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

Figura 2.35. Andamento della popolazione residente nel comune di Lavis

9000 8000 7000 6000 5000 4000

Abitanti 3000 2000 1000 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.36. Movimento demografico nel Comune di Lavis (indici triennali)

50 40 30 20 10 0 1972-1974 1982-1984 1992-1994 2004-2006

Tasso di immigrazione Tasso di emigrazione

Fonte: nostra elaborazione

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Figura 2.37. Popolazione attiva in condizione professionale per settore di attività nel comune di Lavis

4000 3500 3000 Agricoltura 2500 Industria 2000 Commercio 1500 Servizi 1000 Totale Popolazione attiva 500 0 1961 1971 1981 1991 2001 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Tabella 2.13. Il comune di Lisignago

LISIGNAGO La popolazione del comune di Lisignago risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Nella parte di territorio compresa nel sottobacino (il 10,44 % della superficie comunale), non è presente nessuna abitazione. Come si può notare nella figura 2.38 si tratta infatti di area montuosa occupata da boschi e rocce. I tecnici comunali nel corso dell’intervista per il questionario di valutazione economica dei servizi ecosistemici d’acqua dolce hanno riferito che nell’area sono invece presenti delle sorgenti di acqua potabile dismesse agli inizi degli anni ‘80, sulle quali sono in atto dei lavori di recupero delle opere di presa dell’acquedotto comunale. Con la realizzazione di una nuova condotta di adduzione questo intervento garantirà la piena autonomia di approvvigionamento di acqua nel serbatoio a monte dell’abitato di Lisignago. Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 504 Altitudine media m s.l.m. 582 Superficie (kmq) 7,16 Densità (abitanti/superficie) 70,39 Comuni contigui Albiano, Cembra, Giovo Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni nessuna

Fonte: nostra elaborazione

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Capitolo II

Figura 2.38. Ortofoto del comune di Lisignago

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

Tabella 2.14. Il comune di Magrè sulla strada del vino (in tedesco Margreid an der Weinstraße)

MAGRE’ La popolazione del comune di Magrè sulla strada del vino risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Nella percentuale di territorio comunale compresa nel sottobacino (il 10,04% della superficie comunale) ricadono solo due piccoli nuclei abitativi facenti parti della frazione di Favogna (vedi figura 2.39).

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 1279 Altitudine 241 Superficie (kmq) 13,86 Densità (abitanti/superficie) 92,1 Comuni confinanti Cortaccia sulla Strada del Vino (BZ), Cortina sulla Strada del Vino (BZ), Egna (BZ), Roverè della Luna (TN), Salorno (BZ) Comprensorio d'appartenenza Comprensorio di Bolzano Località e Frazioni Favogna Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.39. Ortofoto del comune di Magrè sulla strada del vino

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Tabella 2.15. Il comune di Mezzocorona

MEZZOCORONA Il comune di Mezzocorona è compreso per più dell’80% nell’area di studio (vedi figura 2.40). Tutte le aree abitate risultano comprese nel sottobacino. La popolazione nel comune di Mezzocorona ha subito una continua crescita, in particolare negli anni ’60 e dal 1990 in poi (vedi figura 2.41). All’incremento della crescita negli anni ’60 corrisponde un aumento della popolazione attiva impiegata nel settore industriale, mentre l’incremento negli ultimi due decenni è legato allo sviluppo del settore terziario (vedi figura 2.42).

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 5005 Altitudine 219 Superficie (kmq) 25,42 Densità (abitanti/superficie) 196,89 Comuni confinanti Faedo, Giovo, Mezzolombardo, Roverè della Luna, Salorno (BZ), San Michele all'Adige, Ton Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Località Monte, Maso Nuovo, Ponticello, Pineta

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.40. Ortofoto del comune di Mezzocorona

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Figura 2.41. Andamento della popolazione residente nel comune di Mezzocorona

6000 5000 4000 3000

Abitanti 2000 1000 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.42. Popolazione attiva in condizione professionale per settore di attività nel comune di Mezzocorona

2500

2000 Agricoltura 1500 Industria

Anno 1000 Commercio Servizi 500 Totale 0 1961 1971 1981 1991 2001 Popolazione attiva

Fonte: nostra elaborazione

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Tabella 2.16. Il comune di Mezzolombardo

MEZZOLOMBARDO Il comune di Mezzolombardo è compreso quasi interamente (99,74% della superficie comunale) nel sottobacino di studio (vedi figura 2.43) Fatta eccezione per una leggera diminuzione ad inizio secolo, il comune di Mezzolombardo ha assistito ad un costante aumento della popolazione (vedi figura 2.44). Dal 2000 questo incremento ha subito un ulteriore accelerazione, raddoppiando la sua velocità di crescita. Dal grafico della figura 2.45 si può notare come questo aumento corrisponda prevalentemente ad un aumento della popolazione attiva nel settore dei servizi e del commercio.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 6798 Altitudine 227 Superficie (kmq) 13,81 Densità (abitanti/superficie) 492,25 Comuni confinanti Fai della Paganella, Mezzocorona, Nave San Rocco, San Michele all'Adige, Spormaggiore, Ton, Zambana Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 6798

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.43. Ortofoto del comune di Mezzolombardo

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

82 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C.

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Figura 2.44. Andamento della popolazione residente nel comune di Mezzolombardo

7000 6000 5000 4000 3000 Abitanti 2000 1000 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.45. Popolazione attiva in condizione professionale per settore di attività nel comune di Mezzolombardo

3000 2500 Agricoltura 2000 Industria 1500

Anno Commercio 1000 Servizi 500 Totale 0 1961 1971 1981 1991 2001 Popolazione attiva

Fonte: nostra elaborazione

83 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C.

Capitolo II

Tabella 2.17. Il comune di Nave San Rocco

NAVE SAN ROCCO Il comune di Nave S. Rocco è interamente compreso nel sottobacino di studio (vedi figura 2.46). In questo comune si è assistito ad un incremento sempre crescente del numero di residenti, soprattutto dagli anni ’90 in poi (vedi figura 2.47). Nel triennio 1992-1994 il tasso di immigrazione è stato del 45% circa e nel triennio 2004-2006 addirittura del 56% (vedi figura 2.48) Questo comune, similmente a Lavis e Zambana, è diventato infatti un grosso comune della periferia della città di Trento, che è facilmente raggiungibile con i mezzi di trasporto pubblico.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 1339 Altitudine 207 Superficie (kmq) 4,92 Densità (abitanti/superficie) 276,01 Comuni confinanti Lavis, Mezzolombardo, San Michele all'Adige, Zambana Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Maso Inon, Maso San Valentino

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.46. Ortofoto del comune di Nave San Rocco

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Figura 2.47. Andamento della popolazione residente nel comune Nave San Rocco

1600 1400 1200 1000 800

Abitanti 600 400 200 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.48. Movimento demografico nel Comune di Nave San Rocco (indici triennali)

60 50 40 30 20 10 0 1972-1974 1982-1984 1992-1994 2004-2006

Tasso di immigrazione Tasso di emigrazione

Fonte: nostra elaborazione

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Capitolo II

Tabella 2.18. Il comune di Roverè della Luna

ROVERE’ DELLA LUNA Il comune di Roverè della Luna è compreso quasi interamente (99,79 % della superficie comunale) nel sottobacino di studio (vedi figura 2.49). Fino agli anni ’90 la popolazione di questo comune è rimasta abbastanza costante, oscillando intorno ai 1.400 abitanti (vedi figura 2.50) Negli ultimi anni si è assistito invece ad un rapido incremento (circa 100 abitanti nel decennio 1991-2001 ed altrettanti nel quinquennio 2001-2006), con un tasso di immigrazione che nel triennio 2004-2006 ha raggiunto quasi il 40% (vedi figura 2.51).

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 1583 Altitudine 251 Superficie (kmq) 10,41 Densità (abitanti/superficie) 154,56 Comuni confinanti Cortaccia sulla Strada del Vino (BZ), Magrè sulla Strada del Vino (BZ), Mezzocorona, Salorno (BZ), Ton, Vervò Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni nessuna

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.49. Ortofoto del comune di Roverè della Luna

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Figura 2.50. Andamento della popolazione residente nel Comune di Roverè della Luna

1800 1600 1400 1200 1000 800

Abitanti 600 400 200 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.51. Movimento demografico nel Comune di Lavis (indici triennali)

50 40 30 20 10 0 1972-1974 1982-1984 1992-1994 2004-2006

Tasso di immigrazione Tasso di emigrazione

Fonte: nostra elaborazione

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Capitolo II

Tabella 2.19. Il comune di Salorno (in tedesco Salurn)

SALORNO La popolazione del comune di Salorno (vedi figura 2.52) risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Il confine meridionale del comune segue e in parte s’interseca con il limite settentrionale del sottobacino. La parte di territorio comunale compresa nell’area di studio (lo 0,65 % della superficie comunale), consiste nella la sottile striscia di intersezione tra i due confini, in tutto solo 0,21 km². Nel fondovalle questa area è occupata da campagna mentre a est, è ricoperta a bosco. Segue infatti la linea spartiacque sui monti che dividono la valle dell’Adige con quella dell’Avisio.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 3452 Altitudine 224 Superficie (kmq) 33,2 Densità (abitanti/superficie) 105 Comuni confinanti Capriana (TN), Cembra (TN), Cortina sulla Strada del Vino (BZ), Egna(BZ), Faver (TN), Giovo (TN), Grauno (TN), Grumes (TN), Magrè sulla strada del vino (BZ), Mezzocorona (TN), Montagna(BZ), Roverè della Luna (TN), Valda (TN) Comprensorio d'appartenenza Comprensorio di Bolzano Località e Frazioni Cauria (Gfrill), Pochi (Buchholz)

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.52. Ortofoto del comune di Salorno

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Tabella 2.20. Il comune di San Michele all’Adige

SAN MICHELE ALL’ADIGE Il comune di San Michele all’Adige è interamente compreso nel sottobacino di studio (vedi figura 2.53). In questo comune l’aumento del numero di residenti nell’ultimo secolo è stato notevole: dal 1921 al 2010 la popolazione è raddoppiata, passando da 1.256 abitanti nel 1921 a 2.576 nel 2010 (vedi figura 2.54). A tale crescita corrisponde un aumento della popolazione attiva nei settori dell’industria, del commercio e dei servizi (vedi figura 2.55).

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 2576 Altitudine 228 Superficie (kmq) 5,30 Densità (abitanti/superficie) 520,37 Comuni confinanti Faedo, Giovo, Lavis, Mezzocorona, Mezzolombardo, Nave San Rocco Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Grumo, San Michele

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.53. Ortofoto del comune di San Michele all’Adige.

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Figura 2.54. Andamento della popolazione residente nel comune di San Michele all’Adige

3000

2500 2000

1500

Abitanti 1000

500 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.55. Movimento demografico nel Comune di San Michele all’Adige (indici triennali)

1200

1000 800 Agricoltura Industria 600

Anno Commercio 400 Servizi 200 Totale 0 1961 1971 1981 1991 2001 Popolazione attiva

Fonte: nostra elaborazione

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Capitolo II

Tabella 2.21. Il comune di Spormaggiore

SPORMAGGIORE La popolazione del comune di Spormaggiore risiede completamente all’esterno dell’area di studio. La superficie di territorio comunale compresa nella nostra area di studio, 0,81 km², è una sottile striscia del versante orientale del Monte Corno, molto scoscesa con pendenze anche superiori al 50 %, ricoperta a bosco e rocce (vedi figura 2.56).

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 1288 Altitudine 565 Superficie (kmq) 30,17 Densità (abitanti/superficie) 42,69 Comuni confinanti , Cavedago, Fai della Paganella, Mezzolombardo, , Sporminore, Ton, Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Bèlfort, Fabbrica, Maurina, Meano, Sedriago, Seghe

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.56. Ortofoto del comune di Spormaggiore

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Tabella 2.22. Il comune di Sporminore

SPORMINORE La popolazione del comune di Sporminore (vedi figura 2.57) risiede completamente all’esterno dell’area di studio. La superficie di territorio comunale compresa nel sottobacino è molto esigua, solo 0,05 km². E’ una piccola porzione di terreno incolto compresa tra la strada statale 241 e il torrente Noce, appena a monte della Rocchetta.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 723 Altitudine 515 Superficie (kmq) 17,49 Densità (abitanti/superficie) 41,33 Comuni confinanti Campodenno, Spormaggiore, Ton Comprensorio d'appartenenza C6 - Valle di Non Località e Frazioni nessuna

Fonte: nostra elaborazione Figura 2.57. Ortofoto del comune di Sporminore

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Tabella 2.23. Il comune di Ton

TON La popolazione del comune di Ton risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Il confine comunale orientale del Comune di Ton (vedi figura 2.58) segue e in parte s’interseca con quello del sottobacino. La parte di territorio comunale compresa nell’area di studio è la sottile striscia di intersezione tra i due confini (in tutto solo 0,09 km²). Questa fascia precorre la cresta delle montagne che delimitano ad Ovest la valle dell’Adige, ad un altitudine media di 1.700-1.800 m s.l.m.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 1319 Altitudine 482 Superficie (kmq) 26,36 Densità (abitanti/superficie) 50,03 Comuni confinanti Campodenno, Cortaccia sulla Strada del Vino (BZ), , Mezzocorona, Mezzolombardo, Roverè della Luna, Spormaggiore, Sporminore, Taio, Vervò Comprensorio d'appartenenza C6 - Valle di Non Località e Frazioni Masi, Toss, Vigo (sede comunale) Località: Baschieri, Bastianelli, Castelletto, Ceramica, Comino, Moncovo, Nosino, Raut, Rocchetta e Sabino

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.58. Ortofoto del comune di Ton

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Tabella 2.24. Il comune di Valda

VALDA La popolazione del comune di Valda risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Nella percentuale di territorio compresa nel sottobacino non è presente nessuna abitazione. Come si può notare nella figura 2.59 si tratta infatti di area montuosa occupata da boschi e rocce.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 231 Altitudine 795 Superficie (kmq) 6,09 Densità (abitanti/superficie) 152,06 Comuni confinanti Grumes, Faver, Salorno (BZ), Segonzano Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni nessuna

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.59. Ortofoto del comune di Valda

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Tabella 2.25. Il comune di Vervò

VERVO’ La popolazione del comune di Vervò risiede completamente all’esterno dell’area di studio. Così come accade al contiguo Comune di Ton, il confine comunale orientale del Comune di Vervò segue e in parte s’interseca con quello del sottobacino. La parte di territorio comunale compresa nell’area di studio (vedi figura 2.60), è pari a solo 0,02 km². Questa fascia precorre la cresta delle montagne che delimitano ad Ovest la valle dell’Adige, ad un altitudine media di 1.700-1.800 m s.l.m.

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 1583 Altitudine 886 Superficie (kmq) 15,18 Densità (abitanti/superficie) 45,84 Comuni confinanti Cortaccia sulla Strada del Vino (BZ), Roverè della Luna, Taio, Ton, Tres Comprensorio d'appartenenza C6 - Valle di Non Località e Frazioni Priò

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.60. Ortofoto del comune di Vervò

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Tabella 2.26. Il comune di Zambana

ZAMBANA Il territorio del comune di Zambana è costituito da due aree non confinanti tra loro (vedi figura 2.61). La prima risulta essere fuori dal sottobacino di studio. E’ una zona d’alta quota appartenente al gruppo della Paganella, ricoperta da boschi e rocce. La seconda è inclusa in buona parte nel sottobacino; in particolare la zona abitata è compresa all’interno dell’area di studio. Nel 1955 l’abitato di Zambana vecchia è stato praticamente cancellato da una frana che ha costretto gli abitanti ad abbandonare il vecchio villaggio e a trasferirsi verso il centro della valle (Zambana nuova). L’elevato incremento del numero della popolazione registratosi dagli anni ‘60 in poi (vedi figura 2.62), è associabile un aumento della popolazione attiva impiegata nel settore industriale, in quello del commercio e in quello dei servizi (vedi figura 2.63).

Abitanti (al 1 Gennaio 2009) 1661 Altitudine 206 Superficie (kmq) 11,67 Densità (abitanti/superficie) 142,33 Comuni confinanti Mezzolombardo, Lavis, Nave San Rocco, Trento, Terlago, Andalo e Fai della Paganella Comprensorio d'appartenenza C5 - Valle dell'Adige Località e Frazioni Zambana Vecchia

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.61. Ortofoto del comune di Zambana

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto della Provincia Autonoma di Trento

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Capitolo II

Figura 2.62. Andamento della popolazione residente nel comune di Zambana

2000 1750 1500 1250 1000

Abitanti 750 500 250 0 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 Anno

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.63. Popolazione attiva in condizione professionale per settore di attività nel comune di Zambana

800 700 600 Agricoltura 500 Industria 400

Anno Commercio 300 Servizi 200 Totale 100 0 1961 1971 1981 1991 2001 Popolazione attiva

Fonte: nostra elaborazione

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Capitolo II

1.4. Gli usi idrici

1.4.1. Le concessioni idriche

Grazie ai dati forniti dal Servizio Utilizzazione delle Acque Pubbliche (SUAP) della Provincia Autonoma di Trento sulle concessioni idriche è stato possibile effettuare un’analisi degli usi idrici in riferimento ai vari settori economici.

Figura 2.64. Localizzazione concessioni idriche rilasciate dal Servizio Utilizzazione delle Acque Pubbliche (SUAP) della Provincia Autonoma di Trento

Fonte: nostra elaborazione

Al settembre 2008 il numero delle concessioni idriche rilasciate dal SUAP nell’area di studio è di 1.245 per un totale di 1.353 punti di derivazione. Ogni

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Capitolo II

concessione, infatti, può avere uno o più punti di derivazione, anche se la maggior parte ne ha uno solo. L’acqua viene derivata principalmente da pozzi (vedi figura 2.64). Più del 80% delle concessioni è rilasciato per portate medie derivabili inferiori a 0,5 l/s (vedi figura 2.65). Questo rispecchia la situazione riscontrabile a livello provinciale descritta nel Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche, dove il 70% delle derivazioni non supera il mezzo litro al secondo. Si tratta per la maggior parte di concessioni rilasciate per uso irriguo.

Figura 2.65. Entità delle concessioni idriche rilasciate dal Servizio Utilizzazione delle Acque Pubbliche (SUAP) della Provincia Autonoma di Trento

Fonte: nostra elaborazione

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Capitolo II

Le classi d’uso per le quali vengono rilasciate le concessioni sono le seguenti: agricolo, civile, idroelettrico, industriale, innevamento, ittiogenico (pescicoltura), verde pubblico e altro.

Figura 2.66. Suddivisione percentuale delle tipologie degli usi idrici in base al numero di concessioni nel 2008

9,81% AGRICOLO CIVILE

5,23% INDUSTRIALE

0,88% ITTIOGENICO ALTRO 83,43% 0,48% IDROELETTRICO 0,08% INNEVAMENTO 0,08%

Fonte: nostra elaborazione

Per quanto concerne il numero di concessioni rilasciate (vedi figura 2.66), l’83,43% delle concessioni riguarda l’uso agricolo. Seguono l’uso civile, l’uso industriale e in percentuali inferiori all’1% gli altri usi.

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Capitolo II

Figura 2.67. Suddivisione percentuale delle tipologie degli usi idrici in base portata media erogabile nel 2008

15,26%

AGRICOLO 7,91% INDUSTRIALE 3,21% CIVILE 1,45% ITTIOGENICO IDROELETTRICO 0,10% ALTRO 0,04% 72,04% INNEVAMENTO

Fonte: nostra elaborazione

Considerando la portata media erogabile (vedi figura 2.67), che nell’area di studio è complessivamente di circa 2.800 l/s (2,8 m3/s), l’uso agricolo risulta essere prevalente (circa il 72%) mentre l’entità delle concessioni rilasciate per uso industriale non sono superiori rispetto a quelle destinate all’uso civile. Se si osserva la situazione a livello provinciale, si nota invece che le portate idriche sono rilasciate, in termini di entità, prevalentemente per uso idroelettrico. Nell’area di studio questo non si verifica, in quanto vi è solo una concessione attiva per questo uso. In realtà l’utilizzo dell’acqua per produzione idroelettrica è molto rilevante in questa zona (si ricorda che nell’impianto di Mezzocorona la portata massima in ingresso e in uscita di è 60 m3/s, valore molto più grande dell’intera portata erogabile nell’area di studio per tutti gli usi), ma l’acqua viene prelevata a monte del sottobacino. La quantità d’acqua derivabile varia mensilmente (vedi figura 2.68), principalmente per quanto riguarda le concessioni rilasciate per uso agricolo (vedi figura 2.69), dove nei mesi primaverili ed estivi la portata media mensile derivabile è molto maggiore rispetto agli altri mesi. Ovviamente, invece, le concessioni rilasciate per innevamento sono attive solo nei mesi invernali, da novembre a febbraio. Nel caso degli altri tipi d’uso la quantità d’acqua concessa lungo i mesi dell’anno è costante.

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Capitolo II

Figura 2.68. Portata media mensile delle concessioni rilasciate

2500

2000

1500

1000

500 Portata media mensile [l\s] mensile media Portata

0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08

Fonte: nostra elaborazione

Figura 2.69. Portata media mensile delle concessioni rilasciate per uso agricolo

2500

2000

1500

1000

500 Portata media mensile [l\s]

0 gen-08 feb-08 mar-08 apr-08 mag-08 giu-08 lug-08 ago-08 set-08 ott-08 nov-08 dic-08

Fonte: nostra elaborazione

1.4.2. I titolari delle concessioni

I titolari di concessioni con portate medie derivabili superiori a 10 l/s, (solo 35 delle 1.245 concessioni rilasciate nella nostra area di studio) sono principalmente: i consorzi di bonifica, i consorzi di miglioramento fondiario ed i consorzi irrigui, i comuni, gli agricoltori e le cooperative agricole, le industrie che operano nel campo chimico o estrattivo. I titolari di grandi concessioni, che ai sensi dell’art. 6 del R.D. n. 1775 del 1933 sono coloro a cui è rilasciata una concessione con portata media derivabile superiori a 100 l/s, risultano essere: un consorzio di bonifica, due consorzi irrigui ed un comune.

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Capitolo II

1) I consorzi di bonifica I consorzi di bonifica sono stati istituiti con R.D. n. 215 del 1933 (ma erano operanti già sotto altra veste giuridica fin dal 1880). La loro funzione è quella di provvedere alla progettazione ed esecuzione delle opere di bonifica e alla manutenzione ordinaria e straordinaria ed all’esercizio delle opere pubbliche di bonifica provinciale alla realizzazione di iniziative necessarie alla difesa ecologica e territoriale. Si occupano inoltre della progettazione ed esecuzione delle opere di miglioramento fondiario ed assumono anche le funzioni di consorzio idraulico per l’irrigazione. Attualmente i compiti dei consorzi di bonifica sono soprattutto quelli di regimazione delle acque e del mantenimento in efficienza di quanto sinora realizzato.

Figura 2.70. I due consorzi di bonifica (dal 2007 fusi in unico consorzio denominato Consorzio di Bonifica Trentino) e gli enti irrigui presenti nell’area di studio

Fonte: nostra elaborazione

In passato i consorzi hanno contribuito in larga parte ad ovviare a problemi di carattere igienico-sanitario connessi al territorio svolgendo un’azione determinante nella bonifica dei terreni situati nella piana dell’Adige. Ciò ha consentito il recupero all’uso

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Capitolo II

agricolo di terreni acquitrinosi e insalubri e la realizzazione di opere di difesa dei centri abitati dalle frequenti piene dell’Adige e dell’Avisio. Questa attività ha prodotto un notevole miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti delle campagne sia da un punto di vista economico sia sociale. La legislazione nazionale in materia di difesa del suolo e di utilizzo e protezione delle acque prevede una valorizzazione dell’attività dei consorzi di bonifica, che saranno chiamati sempre più a svolgere compiti di difesa ambientale e di regimazione delle acque di superficie. Nell’area di studio erano attivi due consorzi di bonifica: il Consorzio di Bonifica Atesino e il Consorzio di Bonifica della Piana Rotaliana (vedi figura 2.70. La L.P. n.9/2007 ha stabilito la fusione dei due consorzi, con l’aggiunta del Consorzio Fersinale, nel Consorzio Trentino di Bonifica. 2) I consorzi di miglioramento fondiario ed i consorzi irrigui Istituiti anch’essi con R.D. n. 215 del 1933, si configurano come consorzi privati di interesse pubblico e agiscono su un territorio definito, svolgendo un’importante azione nella protezione e nel mantenimento dell’ambiente in campi specifici come l’irrigazione, la viabilità rurale, la dotazione ed il mantenimento di tutte le infrastrutture indispensabili per un razionale sfruttamento del suolo e per il mantenimento della sua integrità. I consorzi di miglioramento fondiario e i consorzi irrigui sono riuniti nella Federazione Provinciale dei Consorzi Irrigui e di Miglioramento Fondiario. Nel nostro sottobacino sono attivi 13 consorzi di miglioramento fondiario e 4 consorzi irrigui (vedi figura 2.70). 3) Gli acquedotti comunali La gestione degli acquedotti comunali è in alcuni casi è gestita dai comuni stessi (Fai della Paganella, Faedo, Grauno, Grumes, Spormaggiore, Sporminore, Ton, Valda, Vervò). Per quanto riguarda invece i comuni di Lavis, Nave San Rocco, Roveré della Luna e Zambana la gestione è affidata a Dolomiti Energia SpA. I comuni di Cembra, Faver, Giovo e Lisignago insieme ad altri comuni che non fanno parte dell’area di studio, sono associati nel Consorzio Bassa Val di Cembra, il quale ha affidato la gestione a Dolomiti Energia SpA.

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Capitolo II

Dolomiti Energia S.p.A gestisce anche gli impianti ecologici dei comuni di Nave San Rocco, Roveré della Luna e Zambana. Per quanto riguarda i comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo e S. Michele all’Adige la gestione è affidata all’AIR (Azienda Intercomunale Rotaliana).

1.5. La qualità delle acque

Per quanto concerne la qualità delle acque, lo studio ha analizzato i dati del triennio 2000 - 2002 del Piano di Tutela della Qualità delle Acque (Delibera della Giunta Provinciale della Provincia Autonoma di Trento n. 3233 del 30 dicembre 2004). e del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (Decreto del Presidente della Repubblica, 15 febbraio 2006). Grazie ai dati di qualità forniti dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA) è stato possibile ripetere le stesse elaborazioni anche per il periodo 2003-2007 sulla base dei parametri macrodescrittori.

Figura 2.71. Localizzazione dei punti di monitoraggio principale e secondario delle acque superficiali e delle acque sotterranee

Fonte: nostra elaborazione

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1.5.1. La qualità delle acque superficiali

I punti di monitoraggio della qualità delle acque che rientrano nell’area di studio sono (vedi figura 2.71):

1. Fiume Adige Ponte Masetto - San Michele 2. Fossa di Caldaro SP x Salorno 3. Fossa di Caldaro Grumo 4. Torrente Noce – Ponte Rupe - Mezzolombardo 5. Rio Faedo 6. Fossa di Cornedo I punti di prelievo “Fiume Adige Ponte Masetto - San Michele” e a “Torrente Noce – Ponte Rupe – Mezzolombardo” sono considerati punti di monitoraggio principale ai sensi del D.Lgs. 152/99 e s.m. mentre gli altri sono punti di monitoraggio secondario. Sempre in base D.Lgs. 152/99 e s.m. nel Piano di Tutela della Qualità delle Acque al viene effettuata la distinzione tra parametri di qualità di base obbligatori e parametri addizionali “facoltativi”.

Tabella 2.27. Parametri di base nell’analisi della qualità delle acque (in grassetto sono indicati i parametri macrodescrittori utilizzati per la classificazione) Parametri di base Portata [m3/s] pH Solidi sospesi [mg/l] Temperatura [°C] Conducibilità (μS/cm (20°C)]** Durezza [mg/l CaCO3] Azoto totale [N mg/l]** Azoto ammoniacale [N mg/l]* Azoto nitrico [N mg/l]* Ossigeno disciolto [mg/l]** BOD5 [O2 mg/l]** COD [O2 mg/l]** Ortofosfato [P mg/l]* Fosforo totale [P mg/l]** Cloruri [Cl- mg/l]* Solfati [SO4 mg/l]* Escherichia coli [UFC/100 ml] (*) determinazione sulla fase disciolta (**) determinazione sul campione tal quale Fonte: Tabella 4 dell’allegato I del D.Lgs. 152/99

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I parametri obbligatori, suddivisi a loro volta in macrodescrittori e non, hanno la funzione di rilevare le pressioni antropiche tramite la misura del carico organico, del bilancio dell’ossigeno, dell’acidità, del grado di salinità, del carico microbiologico, delle caratteristiche del trasporto solido e di fornire informazioni di supporto per l’interpretazione delle caratteristiche di qualità e di vulnerabilità del sistema anche mediante la valutazione dei carichi trasportati; l’elenco, mostrato nella tabella 2.27, riporta integralmente la tabella 4 dell’allegato I del D.Lgs. 152/99. Nella tabella 2.28 si trova inoltre tabella 7 del medesimo documento, dove vengono illustrati i criteri utilizzati per classificare il livello di qualità delle acque.

Tabella 2.28. Valore del 75° percentile dei macrodescrittori rilevati nella fase di classificazione per ogni punto di monitoraggio significativo

Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 100-OD < | 10 | < | 20 | < | 30 | < | 50 | >| 50 | BOD5 < 2,5 < 4 < 8 < 15 > 15 COD < 5 < 10 < 15 < 25 > 25 NH4 < 0,03 < 0,1 < 0,5 < 1,5 > 1,5 NO3 < 0,30 < 1,5 < 5 < 10 > 10 Fosforo < 0,07 < 0,15 < 0,30 < 0,6 > 0,6 Escherichia coli < 100 < 1000 < 5000 < 20000 > 20000 Punteggio da attribuire per ogni parametro analizzato 80 40 20 10 5 (75° percentile del periodo di rilevamento) LIVELLO DI INQUINAMENTO DAI 480 – 560 240 – 475 120 – 235 60 – 115 < 60 MACRODESCRITTORI Fonte: Tabella 7 dell’allegato I del D.Lgs. 152/99

Come si può osservare nella tabella 2.29 la qualità dell’acqua nei due punti di monitoraggio risulta essere di livello 2, ossia buona. Anche per quanto concerne la classificazione con l’indice biologico E.B.I. (Extended Biotic Index), si ottiene lo stesso risultato. I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano bassi livelli di alterazione derivanti dall’attività umana e si discostano solo leggermente da quelli normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.

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Tabella 2.29. Valore del 75° percentile dei macrodescrittori rilevati calcolati nei due punti di monitoraggio principale nel triennio 2000-2002 e relativo punteggio per classificazione della qualità delle acque

Fiume Adige - Ponte Torrente Noce - Ponte Masetto - San Michele Rupe - Mezzolombardo [% sat] 6 4 100–O.D. Punteggio 80 80 [O2 mg/l] 2,6 2,15 BOD 5 Punteggio 40 80 [O2 mg/l] 0 0 COD Punteggio 80 80 [N mg/l] 0,12 0,045 NH4 Punteggio 20 40 [N mg/l] 0,9 1 NO3 Punteggio 40 40 [P mg/l] 0,063 0,035 Fosforo totale Punteggio 80 80 [UFC/100ml] 1525 620 Escherichia coli Punteggio 20 40

PUNTEGGIO 360 440 TOTALE Fonte: Tabella 2I.9 del Piano di Tutela della Qualità delle Acque della Provincia Autonoma di Trento

Si riportano in seguito (vedi figure 2.72 e 2.73) i grafici riportanti i carichi nutrienti stimati nei due punti di monitoraggio. Il carico di nutrienti trasportato dai corsi d’acqua è stato calcolato per il Piano di Tutela della Qualità delle Acque utilizzando la concentrazione delle sostanze in esame, rilevata attraverso il monitoraggio significativo, e la portata misurata nella medesima sezione all’istante del prelievo. La sezione sull’Adige a Ponte Masetto presso San Michele all’Adige rappresenta in sostanza il monitoraggio dell’ingresso nella provincia di Trento, e, quindi, anche nel sottobacino di studio, dei carichi inquinanti provenienti dalla Provincia di Bolzano. Infatti la sezione di Ponte Masetto si trova a monte della confluenza in Adige della Fossa di Caldaro, altro ingresso per l’apporto di carichi inquinanti dalla Provincia di Bolzano ma, data l’esiguità delle portate in gioco rispetto a quelle in Adige, nell’analisi fatta nel Piano di Tutela della Qualità delle Acque questo apporto viene considerato trascurabile in termini di carico. Il dato di portata della sezione in questo caso fornito

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dal Servizio Opere Idrauliche della Provincia Autonoma di Trento è dell’ordine di grandezza pari ai 100 m3/s.

Figura 2.72. Rappresentazione dei carichi mensili di azoto totale e fosforo totale transitati dalla sezione a Ponte Masetto nel triennio 2000-2002

Fonte: Figura 2I.15 del Piano di Tutela della Qualità delle Acque della Provincia Autonoma di Trento

La sezione sul Torrente Noce a Ponte alla Rupe presso Mezzolombardo controlla i carichi inquinanti complessivi in uscita dal bacino del Noce. Va però osservato che la portata transitante dalla sezione subisce una forte regolazione a causa dell’utilizzo idroelettrico dell’acqua invasata nel bacino di Santa Giustina. Per quanto concerne il quadriennio 2003-2007, i dati forniti dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente i risultati confermano il buon livello della qualità dell’acqua che già era stato osservato analizzando i dati del triennio precedente 2000-2002 (vedi tabella 2.30).

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Figura 2.73. Rappresentazione dei carichi mensili di azoto totale e fosforo totale transitati dalla sezione a Ponte Rupe nel triennio 2000-2002

Fonte: Figura 2I.15 del Piano di Tutela della Qualità delle Acque della Provincia Autonoma di Trento

Tabella 2.30. Valore del 75° percentile dei macrodescrittori rilevati nella fase di classificazione nei due punti di monitoraggio principale nel periodo 2003-2007 e relativo punteggio per classificazione della qualità delle acque

Fiume Adige - Ponte Torrente Noce - Ponte Masetto - San Michele Rupe - Mezzolombardo [% sat] 9 16 100–O.D. Punteggio 80 40 [O2 mg/l] 2,7 2,7 BOD 5 Punteggio 40 40 [O2 mg/l] 0 0 COD Punteggio 80 80 [N mg/l] 0,06 0,03 NH4 Punteggio 40 80 [N mg/l] 0,8 1,1 NO3 Punteggio 40 40 [P mg/l] 0,05 0,04 Fosforo totale Punteggio 80 80 [UFC/100ml] 1400 1300 Escherichia coli Punteggio 20 20

PUNTEGGIO 380 380 TOTALE Fonte: elaborazione nostra

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Grazie alla disponibilità dei dati relativi ai quattro punti di monitoraggio secondario presenti nella nostra zona anche per questi ultimi è stata effettuata la stessa analisi (vedi tabella 2.31). Nei tre punti Fossa di Caldaro S.P. x Salorno, Fossa di Caldaro – Grumo e Fossa di Cornedo il livello di qualità risulta essere sufficiente ossia, secondo la definizione dello stato ambientale per i corpi idrici superficiali (tabella 2 dell’allegato I del D.Lgs. 152/99): “La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.” Va osservato che la Fossa di Caldaro è il corpo recettore dell’impianto di depurazione di Mezzocorona.

Tabella 2.31. Valore del 75° percentile dei macrodescrittori rilevati nella fase di classificazione per ogni punto di monitoraggio secondario nel periodo 2003-2007 e relativo punteggio per classificazione della qualità delle acque

Fossa di Caldaro Fossa di Caldaro Fossa di Rio Faedo S.P. x Salorno Grumo Cornedo [% sat] 32 38 5 39 100–O.D. Punteggio 10 10 80 10 [O2 mg/l] 2,3 3,1 1,7 3,1 BOD 5 Punteggio 80 40 80 40 [O2 mg/l] 16 13 2,55 10 COD Punteggio 80 20 80 20 [N mg/l] 0,18 0,3 0,01 0,52 NH 4 Punteggio 20 20 80 10 [N mg/l] 1,8 2,1 1,5 1,3 NO 3 Punteggio 40 20 40 40 [P mg/l] 0,15 0,22 0 0,16 Fosforo totale Punteggio 40 20 80 20 [UFC/100ml] 7100 13000 106 7700 Escherichia coli Punteggio 10 10 40 10 PUNTEGGIO TOTALE 280 140 480 150

Fonte: nostra elaborazione

I dati relativi ai macrodescrittori nel punto di monitoraggio secondario Rio Faedo forniscono invece un livello di qualità ottimo; la presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è paragonabile alle concentrazioni di fondo rilevabili nei corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica.

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1.5.2. La qualità delle acque sotterranee

I punti di monitoraggio delle acque sotterranee relativi all’area di studio sono: 1. Torrente Noce: Pozzo Albere – Grumo, San Michele all’Adige 2. Torrente Noce: Pozzo Noce – Fosina, Mezzocorona 3. Fiume Adige: Pozzo Zento - Mezzocorona La serie storica di dati fornita dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente della Provincia Autonoma di Trento va dal 2002 al 2006 con due campionamenti all’anno, uno in primavera ed uno in inverno. Lo stato ambientale delle acque delle acque sotterranee è definito in base allo stato quantitativo e a quello chimico.

Tabella 2.32. Classificazione relativa ai corpi idrici sotterranei

Classe 1 Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche; Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche Classe 2 idrochimiche Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma Classe 3 con alcuni segnali di compromissione; Classe 4 Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti; Classe 0 Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali in (*) concentrazioni al di sopra del valore della classe 3. (*) per la valutazione dell’origine endogena delle specie idrochimiche presenti dovranno essere considerate anche le caratteristiche chimico-fisiche delle acque. Fonte: paragrafo 4.4.2 dell’allegato I del D.Lgs. 152/99

Ai fini della classificazione chimica è utilizzato il valore medio, rilevato per ogni parametro di base o addizionale nel periodo di riferimento. Le classi chimiche dei corpi idrici sotterranei sono definite secondo lo schema della tabella 2.32, tenendo anche conto dei parametri e dei valori riportati nella tabella 2.33 La classificazione è determinata dal valore di concentrazione peggiore riscontrato nelle analisi dei diversi parametri di base o dei parametri addizionali. Ai fini dell’analisi si è fatto riferimento unicamente alla classificazione chimica secondo i parametri di base.

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Tabella 2.33. Classificazione chimica in base ai parametri di base (1)

Unità di misura Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 0 (1)

Conducibilità µS/cm (20°C) < 400 < 2500 < 2500 >2500 >2500 elettrica Cloruri mg/L < 25 < 250 < 250 >250 >250 Manganese µg/L < 20 < 50 < 50 >50 >50

Ferro µg/L <50 <200 < 200 >200 >200

Nitrati mg/L di NO3 < 5 < 25 < 50 > 50

Solfati mg/L di SO4 < 25 < 250 < 250 >250 >250

Ione ammonio mg/L di NH4 < 0,05 < 0,5 < 0,5 >0,5 >0,5 (1) se la presenza di tali sostanza è di origine naturale, così come appurato dalle regioni o dalle province autonome, verrà automaticamente attribuita la classe 0. Fonte: Tabella 20 dell’allegato I del D.Lgs. 152/99

I dati finali sono riassunti nella tabella 2.34 I pozzi Ponte Albere e Ponte Noce fanno entrambi parte della classe 1, ossia sono indice di un impatto antropico nullo o trascurabile e presentano pregiate caratteristiche idrochimiche. Nelle analisi presso il pozzo Zento si riscontrano invece valori molto alti di ferro e manganese indice di qualità scadente delle acque. Nel Piano di Tutela della Qualità delle Acque si segnala l’inizio di una campagna di monitoraggio mirata per definire con chiarezza l’origine naturale o antropica dei superamenti.

Tabella 2.34. Classificazione dello stato chimico delle acque sotterranee in base alle concentrazioni medie dei macrodescrittori secondo le indicazioni dell’allegato 1 della 152/99

Ponte Albere - Ponte Noce - Ponte Zento - Grumo Fosina Mezzocorona Conducibilità [µS/cm (20°C)] 221,4 268,3 555,7 elettrica Cloruri [mg/l] 2,39 3,44 6,92 Manganese [µg/L] 5,00 5,00 135,8 Ferro [µg/L] 26,3 11,5 422,5 Nitrati [mg/l di NO3] 4,41 4,30 0,13 Solfati [mg/ldi SO4] 14,18 13,08 48,8 Ione ammonio [mg/L di NH4] 0,031 0,032 0,118 Stato chimico 1 1 4 Fonte: nostra elaborazione

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1.6. Le aree protette

Nel sottobacino oggetto di studio sono presenti delle aree soggette a particolare tutela (vedi figura 2.74). Esse appartengono alla rete ecologica europea Natura 2000, ossia al sistema di aree destinate alla conservazione della diversità biologica attraverso la tutela di una serie di habitat e specie animali ritenute meritevoli di protezione nel territorio dell’Unione Europea.

Figura 2.74. Reti ecologiche ed ambientali

BIOTOPO LA ROCCHETTA PARCO NATURALE MONTE CORNO

GROTTA DELLA LOVARA

BIOTOPO LAGABRUN

BIOTOPO LEGENDA LA RUPE Alvei Pascoli Rocce e rupi boscate Siti Natura 2000

BIOTOPO ZPS zone a protezione speciale FOCI DELL'AVISIO Riserve naturali provinciali

Fonte: nostra elaborazione del materiale allegato al Piano Urbanistico Provinciale della Provincia Autonoma di Trento La Rete Natura 2000 è attualmente composta da due tipi di aree: i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste rispettivamente dalla Direttiva 92/43/CEE "Habitat" e dalla Direttiva 79/409/CEE "Uccelli". Tali zone possono avere tra loro diverse relazioni spaziali, dalla totale sovrapposizione alla completa separazione. In Trentino tutte le superfici individuate come ZPS rientrano in territori già designati SIC. Obiettivo principale di Natura 2000 è

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la salvaguardia della biodiversità attraverso il mantenimento in uno stato di "conservazione soddisfacente" delle risorse naturali (habitat naturali e seminaturali, nonché flora e fauna selvatiche) nel territorio comunitario.

Tabella 2.35. Le aree protette

Sito Zona a Superficie Denominazione Comune Descrizione Natura protezione [ha] 2002 speciale Biotopi Fiume e Mezzolombardo, provinciali La Rupe 42 circa vegetazione sì sì Nave San Rocco compresi ripariale nell'area di Lagabrun Cembra 4,5 circa sì sì studio Torbiera Sporminore, Ambiente Spormaggiore, fluviale, La Rocchetta 88 circa sì sì Campodenno, Bosco Denno e Ton ripariale Biotopi Greto provinciali Lavis, Trento e fluviale e sul confine Foci dell'Avisio 100 circa sì sì Terlago bosco dell'area di igrofilo studio Montagna, Parco Naturale Salorno, sì sì Monte Corno Anterivo, Egna, Trodena Interessante per la colata di tufo e Altro sito Grotta della latte di monte biogenico, che Mezzolombardo 0,948 Natura 2000 Lovara forniscono un habitat particolare per la fauna ipogea Fonte: nostra elaborazione

Nella tabella 2.35 sono elencate le aree protette presenti nella nostra di studio. I biotopi che vengono segnalati come presenti sul confine dell’area di studio, sono compresi in essa solo in porzioni minime. Oltre ad essi nella zona dei comuni di Giovo, Cembra e Lisignago sono presenti anche dei biotopi comunali e comprensoriali. Particolare attenzione è stata attribuita al biotopo “La Rupe” descritto in dettagli in seguito, per la sua estensione e per l’elevato interesse dal punto di visto ecologico.

1.6.1. Il biotopo “La Rupe”

Il biotopo La Rupe è situato lungo il torrente Noce, nella zona antistante l'imbocco della nel comune di Mezzolombardo (vedi figura 2.75). E’un biotopo protetto che fa parte della Rete Natura 2000, istituito nel 1993. Il biotopo La Rupe

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costituisce uno degli ultimi lembi dell'antico paesaggio fluviale che caratterizzava il corso del fiume Adige con i suoi affluenti, profondamente modificato a causa delle profonde alterazioni provocate dalle bonifiche.

Figura 2.75. Ortofoto del biotopo La Rupe

Fonte: nostra elaborazione delle ortofoto del Museo Tridentino di Scienze Naturali

In passato, infatti, i corsi d'acqua si snodavano sull'ampio fondovalle formando meandri e zone umide di varia tipologia. Caratterizzati da una ricca vegetazione, questi ambienti rappresentavano l'habitat per la sosta, lo svernamento e la riproduzione di numerose specie animali, molte delle quali sono oggi scomparse. L'origine del biotopo è dovuta alle opere di sistemazione idraulica realizzate nel secolo scorso dall'Amministrazione Statale Austro-ungarica: il corso del torrente Noce, che un tempo raggiungeva il fiume Adige all'altezza dell'abitato di San Michele, venne deviato a sud dell'abitato di Mezzolombardo attraverso un nuovo alveo lungo circa 7 Km e rivestito interamente di pietrame. Nel 1926, in coincidenza di una piena, il Noce ruppe l'argine destro assestandosi nel nuovo letto, parallelo a quello artificiale, ove scorre tuttora. Qui, per un tratto di circa 600 m, il torrente Noce presenta un alveo

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ampio, ad andamento più libero rispetto al tratto precedente, con la presenza di un’ansa, a destra, che lambisce il fianco della montagna (Maiolini et al., 2000). L’improvviso ampliamento della sezione ha consentito la formazione di isolette naturali, con un’apparente ramificazione del corso del fiume (Palmeri, 1996). Questa area protetta comprende ambienti diversificati che presentano differenti condizioni per la vita di piante ed animali: il corso d'acqua con ampie anse, meandri, pozze e lame d'acqua; le rive caratterizzate da campagne e da vegetazione ripariale con salici e pioppi. L'elevato pregio naturalistico di questo tratto di torrente è in primo luogo testimoniato dal popolamento ittico, rappresentato da varie specie, alcune delle quali divenute ormai rare in Trentino a causa dell'alterazione dei corsi d'acqua. Lungo il torrente nidificano uccelli tipici delle zone umide, come il germano reale (Anas platyrhynchos), il martin pescatore (Alcedo atthis), l'usignolo di fiume (Cettia cetti) e uccelli di ripa, come il piro piro piccolo (Actitis hypoleucos). Inoltre, sia durante le migrazioni che d'inverno, qui sostano numerose interessanti specie dell'avifauna. I lembi di bosco ripariale sono frequentati da vari anfibi, uccelli e mammiferi, che qui trovano sicuro rifugio e ricche possibilità di alimentazione. La presenza di pareti rocciose e di aree aperte adatte alla caccia favorisce la presenza di uccelli da preda sia diurni che notturni, come i rari pellegrino (Falco peregrinus) e gufo reale (Bubo bubo). Il vecchio alveo fu tenuto completamente sgombro dalla vegetazione allo scopo di poterlo utilizzare in caso di nuovi eventi di piena eccezionali diventando un ambiente molto povero dal punto di vista naturalistico oltre che poco gradevole dal punto di vista paesaggistico. L'area, oggi tutelata come biotopo, ricade in un settore territoriale ad elevata antropizzazione e per questo è stata soggetta per lungo tempo a molteplici attività umane, che ne hanno impoverito le caratteristiche ecologiche. Per questo motivo il Servizio Parchi e Foreste Demaniali della Provincia Autonoma di Trento ha deciso effettuato una serie di importanti interventi di ripristino e miglioramento ambientale, tra cui la realizzazione di nuovi corpi idrici con acque stagnanti e correnti. Gli obiettivi dell’intervento - creare cioè, un nuovo e vasto corpo idrico con caratteristiche diverse rispetto al torrente Noce, a vantaggio della fauna acquatica (nuovo habitat adatto all’avifauna - nidificazione per specie acquatiche e sosta per specie migratrici - ed all’ittiofauna - riproduzione, area rifugio) - sono stati raggiunti nei

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primi anni successivi all’intervento. In questi dieci anni però, l’ambiente si è modificato, allontanandosi dalla condizione desiderata. Da recenti studi (Oss, 2007) risulta che vi non sia più un ambiente con condizioni diversificate di acque ferme e correnti, come era stato creato dieci anni fa, nonostante mantenga un certo grado di naturalità. È importante a questo proposito sottolineare l’importanza dei monitoraggi sia a breve che anche a lungo termine, per valutare come la situazione creata con l’intervento evolve e, se necessario, per predisporre delle modifiche.

1.7. Il carico inquinante

Come evince dal Piano di Tutela della Qualità delle Acque, richiamato poi nel Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche, per comprendere in maniera adeguata lo stato della qualità delle acque è utile stimare l’entità e la distribuzione spaziale e temporale della pressione antropica in termini di inquinamento immesso sul territorio. Il carico inquinante può essere di tipo puntuale o diffuso. Nel primo caso si tratta principalmente di scarichi puntuali di sostanze inquinanti. Il carico di tipo diffuso invece è generato dalle attività connesse all’uso agricolo e zootecnico del territorio che comportano lo spargimento sul terreno di concimi chimici o di deiezioni animali. Le problematiche derivanti da questo tipo di inquinamento coinvolgono prevalentemente i nutrienti, mentre quelle inerenti al carbonio sono trascurabili in ragione dell’elevato abbattimento operato dai suoli. Gli inquinamenti di tipo puntuale rappresentano in modo diretto la pressione che l’antropizzazione esercita sul territorio attraverso la produzione di liquami domestici, di reflui urbani e di reflui industriali derivanti da attività commerciali o di produzione di beni. Questa tipologia di inquinamento, rispetto a quella di tipo diffuso, risente sempre meno degli eventi meteorologici in relazione alla sempre maggior presenza di reti fognarie sdoppiate, mentre soffre degli episodi stagionali causati dai picchi di presenze turistiche sul territorio e dall’intensità delle attività produttive. Gli inquinamenti di tipo puntuale riguardano principalmente quattro tipologie di scarico:

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− i depuratori; − le fosse Imhoff; − gli scarichi civili tal quali; − gli impianti produttivi/industriali.

1.7.1. Gli impianti di depurazione delle acque reflue

Gli impianti di trattamento della acque reflue presenti nel sottobacino oggetto di studio sono tre (vedi figura 2.76): - Fai della Paganella, che serve soltanto il comune di Fai della Paganella; - Lavis, che serve i comuni di Giovo, Lavis, Lisignago e dal 2005 anche l’abitato di Zambana Nuova, in quanto l’impianto di depurazione di Zambana è stato dimesso a fine 2004; - Mezzocorona, che serve i comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo, S. Michele all’Adige, Faedo.

Figura 2.76. Impianti di depurazione delle acque reflue e siti inquinati

Fonte: nostra elaborazione

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Per quando riguarda l’abitato di Zambana Vecchia i reflui vengono trattati in una vasca Imhoff,; anche il comune di Roverè della Luna possiede un vasca Imhoff dove trattare le proprie acque reflue. Grazie al dal Servizio Opere Igienico Sanitarie (SOIS) della Provincia Autonoma di Trento è stato possibile ottenere le schede tecniche dei tre impianti di depurazione in funzione, i dati di portata e le qualità delle acque in ingresso e in uscita dagli impianti di trattamento. I dati di portata sono stati forniti dal SOIS come dati volumetrici totali trattati per mese, per gli anni disponibili in archivio. I volumi totali sono quindi indicativi della reale pressione antropica sulla risorsa acqua. Per l’elaborazione dei dati di qualità delle acque in ingresso e in uscita dagli impianti di trattamento si è fatto riferimento alla tabella 1 dell’allegato V sui limiti di emissione degli scarichi idrici del D.Lgs. n. 152 dell’11 maggio 1999 riportata nella tabella 2.36., considerando i seguenti parametri di qualità: - BOD5 in entrata ed in uscita - COD in entrata ed in uscita - Solidi sospesi totali in entrata ed in uscita. Per quanto concerne l’impianto di Fai della Paganella (vedi tabella 2.37) il carico entrante in fatto di abitanti equivalenti (5200 A.E. d) è sostanzialmente differente rispetto al totale degli abitanti residenti nel comune (per es. nel 2006 erano 911). Questo surplus così considerevole è attribuibile al fatto che si tratta di una zona turistica, soggetta quindi a carichi che variano durante l'anno e che tengono conto mediamente della presenza di una forte componente turistica. Nella figura 2.77 si può osservare come ci siano alcuni picchi, principalmente nella stagione invernale, dove il volume totale entrante è superiore a quello trattato.

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Tabella 2.36. Limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane Potenzialità impianto in 2.000 – 10.000 >10.000 A.E. (abitanti equivalenti) Parametri (media giornaliera) Concentrazione % di riduzione Concentrazione % di riduzione BOD5 (senza nitrificazione) < 25 70-90 < 25 80 mg/L COD mg/L < 125 75 < 125 75 Solidi Sospesi mg/L < 35 90 < 35 90 Fonte: tabella 1 dell’allegato V del D.Lgs. 152/99 Tabella 2.37. Impianto di depurazione di Fai della Paganella

Denominazione Fai della Paganella Indirizzo Loc. La Cornella - Fai della Paganella Bacino di appartenenza Trentino occidentale Corpo idrico recettore rio della Valle Bacino idrico Noce Altitudine 934 m s.l.m. Coordinate geografiche X=1660286 Y=5116160 Comuni serviti Fai della Paganella Potenzialità 5200 A.E. Dotazione idrica 350 L/(A.E. d) Coefficiente di afflusso in fognatura 0,8 Portata media giornaliera 1456 m³/d Portata media oraria 60 m³/h Fattore di punta 2 Portata massima di punta 120 m³/h Data di messa in servizio 15/03/89 Data avvio sistema di telecontrollo 05/04/95 Dimensione dei comparti – Linea di 173 m² Superficie - 780 m³ Volume trattamento Ossidazione Dimensione dei comparti – Linea di 145 m² Superficie - 360 m³ Volume Trattamento Sedimentazione secondaria

Fonte: Servizio Opere Igienico Sanitarie della Provincia Autonoma di Trento. Figura 2.77. Volumi totali e trattati nell’impianto di depurazione di Fai della Paganella

140000 120000 VOLUMI TOTALI

] VOLUMI TRATTATI

3 100000 80000 60000

volume [m volume 40000 20000 0 gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 data

Fonte: nostra elaborazione

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Capitolo II

Figura 2.78. Andamento dei parametri BOD, COD e Solidi Sospesi in ingresso e in uscita dall’impianto di depurazione di Fai della Paganella

900 800 700 600 500 400

BOD mg/l 300 200 100 0 gen-00 dic-00 dic-01 dic-02 gen-04 dic-04 dic-05 gen-07 gen-08

BOD in uscita BOD in ingresso Limite di legge per BOD in uscita

2500

2000

1500

1000 COD mg/l 500

0 gen-00 dic-00 dic-01 dic-02 gen-04 dic-04 dic-05 gen-07 gen-08 COD in uscita COD in ingresso Limite di legge per COD in uscita

1500

1250

1000

750

SS mg/l SS 500

250

0 gen-00 dic-00 dic-01 dic-02 gen-04 dic-04 dic-05 gen-07 gen-08 BOD in uscita BOD in ingresso Limite di legge per BOD in uscita

Fonte: nostra elaborazione

Dai grafici della figura 2.78 e dalla tabella 2.38 è possibile osservare che i limiti di legge sono rispettati e i valori medi annui non subiscono crescita nel tempo.

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Capitolo II

Tabella 2.38 Valor i medi di BOD5, COD e Solidi Sospesi parametri BOD, COD e Solidi Sospesi in ingresso e in uscita dall’impianto di depurazione di Fai della Paganella

BOD 5 in BOD 5 out % di riduzione media annua % normativa Valore medio annuo 2004 329,78 11,83 96,41 80 Valore medio annuo 2005 307,5 12,21 96,03 80 Valore medio annuo 2006 271,65 15,06 94,46 80 Valore medio annuo 2007 250,49 14,04 94,4 80 VALORE MEDIO 282,86 13,29 95,3 80 TOTALE COD in COD out % di riduzione media annua % normativa Valore medio annuo 2004 617,31 29,92 95,15 75 Valore medio annuo 2005 621,04 30,48 95,09 75 Valore medio annuo 2006 542,23 36,94 93,19 75 Valore medio annuo 2007 514,68 32,21 93,74 75 VALORE MEDIO 561,18 32,29 94,25 75 TOTALE SS in SS out % di riduzione media annua % normativa Valore medio annuo 2004 361,86 16,32 95,49 90 Valore medio annuo 2005 357,81 18,75 94,76 90 Valore medio annuo 2006 306,31 21,25 93,06 90 Valore medio annuo 2007 235,7 15,68 93,35 90 VALORE MEDIO 309,25 17,83 94,23 90 TOTALE Fonte: nostra elaborazione

Tabella 2.39. Impianto di depurazione di Lavis

Denominazione Lavis Indirizzo Loc. Formiche - Lavis Bacino di appartenenza Trentino centrale Corpo idrico recettore fiume Adige Bacino idrico Adige Altitudine 200 m s.l.m. Coordinate geografiche X=1660709 Y=5110715 Comuni serviti Giovo, Lavis, Lisignago Potenzialità 30000 A.E. Dotazione idrica 400 L/(A.E. d) Coefficiente di afflusso in fognatura 0,8 Portata media giornaliera 9600 m³/d Portata media oraria 400 m³/h Fattore di punta 3 Portata massima di punta 1200 m³/h Data di messa in servizio 05/06/03 Data avvio sistema di telecontrollo 20/11/03 Dimensione dei comparti – Linea di 368 m² Superficie - 1654 m³ Volume trattamento Denitrificazione Dimensione dei comparti – Linea di 648 m² Superficie - 2915 m³ Volume trattamento Ossidazione Dimensione dei comparti – Linea di 1060m² Superficie - 2400 m³ Volume

Trattamento Sedimentazione secondaria

Fonte: Servizio Opere Igienico Sanitarie della Provincia Autonoma di Trento.

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L’impianto di depurazione di Lavis è stato costruito recentemente ed è entrato in funzione dal 2003 (vedi tabella 2.39). Si può osservare dal grafico nella figura 2.79 come in generale tutto il volume di acqua reflua entrante sia completamente trattato nel depuratore.

Figura 2.79. Volumi totali e trattati nell’impianto di depurazione di Lavis

120000

100000 ] 3 80000

60000

40000

volume [m volume VOLUMI TOTALI 20000 VOLUMI TRATTATI 0 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 data

Fonte: nostra elaborazione

Tabella 2.40. Valori medi di BOD5, COD e Solidi Sospesi parametri BOD, COD e Solidi Sospesi in ingresso e in uscita dall’impianto di depurazione di Lavis

BOD 5 in BOD 5 out % di riduzione media annua % normativa Valore medio annuo 2004 164,52 2,82 98,29 80 Valore medio annuo 2005 210,67 2,35 98,88 80 Valore medio annuo 2006 269,77 3,23 98,80 80 Valore medio annuo 2007 284,43 3,17 98,89 80 VALORE MEDIO 238,34 2,98 98,75 80 TOTALE COD in COD out % di riduzione media annua % normativa Valore medio annuo 2004 392,1 28,02 92,85 75 Valore medio annuo 2005 463,04 32,37 93,01 75 Valore medio annuo 2006 556,83 42,65 92,34 75 Valore medio annuo 2007 557,58 43 92,29 75 VALORE MEDIO 491,79 38,01 92,27 75 TOTALE SS in SS out % di riduzione media annua % normativa Valore medio annuo 2004 250,09 5,25 97,90 90 Valore medio annuo 2005 297,23 4,02 98,65 90 Valore medio annuo 2006 314,38 3,08 99,02 90 Valore medio annuo 2007 332,92 3,87 98,84 90 VALORE MEDIO TOTALE 294,02 4,00 98,64 90 Fonte: nostra elaborazione

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Anche la qualità del livello di depurazione è molto buona; dai grafici riportati nella figura 2.80 e dalla tabella 2.40 si può osservare come i limiti di legge siamo rispettati e ci sia un’elevata percentuale di abbattimento del carico inquinante. Figura 2.80. Andamento dei parametri BOD, COD e Solidi Sospesi in ingresso e in uscita dall’impianto di depurazione di Lavis

800

600

400 BOD mg/l 200

0 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 BOD in uscita BOD in ingresso Limite di legge per BOD in uscita

1600

1200

800 COD mg/l 400

0 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 COD in uscita COD in ingresso Limite di legge per COD in uscita

1000

800

600

400 SS mg/l SS

200

0 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 SS in uscita SS in ingresso Limite di legge per SS in uscita

Fonte: nostra elaborazione

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Tabella 2.41. Impianto di depurazione di Mezzocorona

Denominazione Mezzocorona Indirizzo Loc. Ischie - Mezzocorona Bacino di appartenenza Trentino centrale Corpo idrico recettore fossa di Caldaro Bacino idrico Adige Altitudine 205 m s.l.m. Coordinate geografiche X=1664776 Y=5119076 Mezzocorona, Mezzolombardo, S. Michele, Comuni serviti Faedo Potenzialità 26500 A.E. Dotazione idrica 350 L/(A.E. d) Coefficiente di afflusso in fognatura 0,8 Portata media giornaliera 6160 m³/d Portata media oraria 256,67 m³/h Fattore di punta 1,7 Portata massima di punta 437 m³/h Data di messa in servizio 11/02/85 Dimensione dei comparti – Linea di 260 m² Superficie - 900 m³ Volume trattamento Ossidazione Dimensione dei comparti – Linea di 380 m² Superficie - 950 m³ Volume Trattamento Sedimentazione secondaria

Fonte: Servizio Opere Igienico Sanitarie della Provincia Autonoma di Trento.

L’impianto di depurazione di Mezzocorona (vedi tabella 2.41) è servito da una rete di collegamento tra Faedo, Grumo e Mezzocorona lunga 5.794 m con tre stazioni di sollevamento. Tranne pochi casi in generale il volume di acqua reflua entrante risulta essere completamente trattato nel depuratore (vedi figura 2.81).

Figura 2.81. Volumi totali e trattati nell’impianto di depurazione di Mezzocorona

300000 VOLUMI TOTALI 250000 VOLUMI TRATTATI ] 3 200000

150000 100000 volume [m volume 50000 0 gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 data

Fonte: nostra elaborazione

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Figura 2.82. Andamento dei parametri BOD, COD e Solidi Sospesi in ingresso e in uscita dall’impianto di depurazione di Mezzocorona

800 700 600 500 400 300 BOD mg/l 200 100 0 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 BOD in uscita BOD in ingresso Limite di legge per BOD in uscita

2500

2000

1500

1000 COD mg/l 500

0 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 COD in uscita COD in ingresso Limite di legge per COD in uscita

1000

800

600

400 SS mg/l SS

200

0 gen-04 gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 SS in uscita SS in ingresso Limite di legge per SS in uscita

Fonte: nostra elaborazione

La qualità della depurazione risulta essere molto buona (vedi figura 2.82 e tabella 2.42) fatta eccezione per l’anno 2005, durante il quale sono stati registrati dei valori al

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di sopra dei limiti di legge e la percentuale di abbattimento del carico inquinante è risultata inferiore a quella richiesta dalla normativa.

Tabella 2.42. Valori medi di BOD5, COD e Solidi Sospesi parametri BOD, COD e Solidi Sospesi in ingresso e in uscita dall’impianto di depurazione di Mezzocorona

BOD 5 in BOD 5 out % di riduzione media annua % normativa Valore medio annuo 2004 200,49 18,49 90,78 80 Valore medio annuo 2005 180,84 66,94 62,99 80 Valore medio annuo 2006 263,00 4,46 98,3 80 Valore medio annuo 2007 355,40 3,40 99,04 80 VALORE MEDIO 252,01 25,79 89,77 80 TOTALE COD in COD out % di riduzione media annua % normativa Valore medio annuo 2004 523,43 65,70 87,45 75 Valore medio annuo 2005 440,38 218,58 50,37 75 Valore medio annuo 2006 591,17 37,04 93,73 75 Valore medio annuo 2007 751,04 36,60 95,13 75 VALORE MEDIO 578,53 107,84 81,36 75 TOTALE SS in SS out % di riduzione media annua % normativa Valore medio annuo 2004 244,29 28,31 88,41 90 Valore medio annuo 2005 225,04 117,29 47,88 90 Valore medio annuo 2006 344,79 5,75 98,33 90 Valore medio annuo 2007 482,94 7,58 98,43 90 VALORE MEDIO 321,39 50,23 84,37 90 TOTALE Fonte: nostra elaborazione

1.7.2. I siti inquinati

Nel Piano di Tutela della Qualità delle Acque sono riportati i siti inquinati che rappresentano fonti di inquinamento puntuale derivanti da attività antropica sullo stato delle acque e rientrano quindi tra gli impatti di cui al punto 2, allegato IV, D.Lgs. 152/99. La conoscenza e la localizzazione di tali zone costituisce un importante input per la definizione della vulnerabilità integrata del territorio e la valutazione complessiva delle stato delle risorse idriche. Si tratta in genere di siti inquinati ex industriali retaggio dell’industrializzazione degli anni ‘70 ed ’80 che con l’espansione delle zone urbanizzata, sono compresi o

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lambiscono i centri abitati ed i corpi idrici, oppure di sversamenti di idrocarburi legati ad attività di depositi di carburante o stazioni di rifornimento. I siti inquinati secondo quanto indicato dall’art. 2 del D.M. n. 471/99 e attualmente sottoposti alle procedure indicate agli articoli 7, 8 e 9 del medesimo decreto presenti nella nostra area di studio sono indicati nella tabella 2.43.

Tabella 2.43. I siti inquinati individuati

Denominazione Comune Inquinante AREA LOC. ISCHIELLO LAVIS idrocarburi - metalli DISTRIBUTORE DI CARBURANTE AGIP LAVIS idrocarburi EX DISTILLERIE VALDADIGE MEZZOCORONA metalli AREA LOC. LA RUPE MEZZOLOMBARDO metalli Fonte: nostra elaborazione

L’area in località Ischiello (Comune di Lavis) è un sito è di proprietà della Provincia Autonoma di Trento e la contaminazione, recentemente rilevata, riguarderebbe un deposito e/o mescolamento con il terreno di materiale inquinante derivante presumibilmente da scorie di fonderia. Sono in corso le indagini pianificate nel Piano della Caratterizzazione del sito e si sta svolgendo l’iter tecnico-amministrativo per la procedura di bonifica nel rispetto di quanto previsto nella normativa vigente in materia. Il distributore di carburante AGIP (Comune di Lavis) è uno dei 130 distributori dismessi in Provincia di Trento e sottoposti a verifica della qualità prima di essere utilizzati prima di altri usi. L’area delle ex distillerie Valdadige (Comune di Mezzocorona) è di proprietà dell’Agenzia per lo Sviluppo S.p.A., società a prevalente capitale pubblico, ed era stata adibita negli anni scorsi ad impianto di depurazione aerobico- anaerobico al servizio di una distilleria d’alcol etilico. L’inquinamento accertato è imputabile alla presenza di metalli nel suolo. Sono in corso degli approfondimenti per definire la causa della presenza di tali metalli con particolare riguardo ai terreni circostanti non interessati dall’insediamento produttivo.

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Il sito inquinato in località La Rupe (Comune di Mezzolombardo) appartiene all’area industriale di Mezzolombardo e presenta una condizione ambientale particolarmente complessa. Originariamente di proprietà del demanio dello Stato, alla fine degli anni Sessanta è stato dato in concessione alla società Fluormine, per la realizzazione dei processi produttivi connessi all’attività di estrazione di minerali di fluormine e solfuri provenienti da alcuni giacimenti dell’Alto Adige e del Trentino (vedi figura 2.83).

Figura 2.83. Area La Rupe

Area La Rupe Impianto FLUORMINE Vasca di decantazione Prensenza di fanghi

Fonte: dalla presentazione del Progetto Speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali (PAT) sul sito”La Rupe” di Mezzolombardo

Sul sito era stato realizzato un impianto di arricchimento per minerali di fluorite e solfuri che andavano ad occupare un’area di circa 12.000 m² posta immediatamente a monte del ponte di attraversamento sul Torrente Noce (Ponte alla Rupe) della strada provinciale Mezzolombardo-Nave San Felice, mentre il settore destinato allo stoccaggio e alla decantazione dei materiali (vasche), sito a valle della suddetta strada in direzione sud-ovest, occupava un’area stimabile in circa 140.000 m². A partire dagli anni ‘80, la Provincia Autonoma di Trento ha provveduto all’esecuzione degli interventi per la

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sistemazione e l’urbanizzazione dell’area industriale ubicata in località “La Rupe” di Mezzolombardo.

Figura 2.84. Vista dell’area industriale (foto aerea del 1992)

Fonte: dalla presentazione del Progetto Speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali (PAT) sul sito”La Rupe” di Mezzolombardo

Nel 1999 la Provincia Autonoma di Trento ha venduto alcune particelle della zona per la realizzazione di insediamenti artigianali. I lavori per la realizzazione degli insediamenti produttivi sono iniziati nel luglio 2000 ed il materiale di risulta proveniente dalle operazioni di escavazione, costituito prevalentemente dai fanghi di fluormine, è stato conferito nella discarica di inerti sita in località Nogarole di Mezzolombardo (vedi figure 2.84 e 2.85).

Figura 2.85. La discarica degli inerti in località Nogarole di Mezzolombardo

Fonte: dalla presentazione del Progetto Speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali (PAT) sul sito”La Rupe” di Mezzolombardo

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Le analisi di laboratorio effettuate dall’autorità competente sui dei campioni di terreno prelevati in questa discarica hanno però messo in evidenzia la potenziale pericolosità del sito, che per motivo è stato posto sotto sequestro penale. E’ iniziato quindi un iter di verifiche per quantificare lo stato di contaminazione del sito e per valutare il rischio sanitario connesso. I risultati di queste analisi hanno evidenziato un livello di rischio per la salute umana accettabile, mentre è stato segnalato un possibile rischio a lungo periodo delle acque di falda a causa delle concentrazioni di piombo riscontrato nei terreni. La Provincia Autonoma di Trento ha deliberato due accordi di programma, il primo nel dicembre 2001 (Delibera della Giunta Provinciale n. 3660 del 28/12/01) e il secondo nel agosto 2005 (Delibera della Giunta Provinciale n. 1686 del 05/08/05) per mettere in atto le necessarie procedure di bonifica e ripristino ambientale del sito, che sono ancora in corso.

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