Sabato 21 aprile 2012 Luci e colori nelle ville venete del Cinquecento: il raffi nato mondo di Paolo Veronese e CON ENRICO LUCCHESE, ASCOLTI MUSICALI A CURA DI VALENTINO SANI

BEL COMPOSTO storia arte musica Sommario

4 Cartine

6 Luoghi

7 Maser, 1

9 Fanzolo di Vedelago, 2

10 Biografie degli artisti

10 Andrea Palladio

11 Paolo Veronese

12 Alessandro Vittoria

12 Giovan Battista Zelotti

I viaggi di Bel composto: storia, arte, musica fascicolo n. 3/2012 a cura di Pamela Volpi e Valentino Sani sabato 21 aprile 2012 Cartine. L’Italia del Cinquecento Cartine. Il trevigiano oggi

Dopo l’età comunale, analogamente alle principali città del Nord Italia, anche Treviso assistette alla crisi del governo comunale e al suc- cessivo passaggio alla signoria. Bisogna tener conto, comunque, che sin dagli inizi il potere era di fatto in mano ad una ristretta oligarchia aristocratica, al cui interno spiccavano alcune famiglie quali i Tempesta. La prima casata ad impossessarsi di Treviso fu quella degli Ezzelini, che signoreggiò tra il 1237 ed il 1260 con le figure di Ezzelino III e Al- berico. La città fu quindi preda di nuove lotte intestine tra i Guelfi filopapali ed i Ghibellini, sostenitori di un riavvicinamento all'Impero, tanto che solo nel 1283, a seguito della vittoria dei primi, si assistette ad una decisa ripresa economica e culturale durata fino al 1312. Dominata poi dai Collalto e dai Da Camino, la Marca si trovò ancora coinvolta in guerre e saccheggi nel periodo 1329-1388. Occupata dap- prima dagli Scaligeri (1329-1339), nel 1339 si diede spontaneamente alla Serenissima, andandone a costituire il primo possedimento in terraferma. Coinvolta quindi nelle guerre per il primato sulla penisola italiana, la città fu retta dal duca d'Austria tra il 1381 ed il 1384 per passare, nel 1384 e fino al 1388, ai Carraresi. Solo da allora la città tornò definitivamente alla Repubblica di Venezia. Sotto Venezia, Treviso poté godere di un lungo periodo di stabilità e relativo benessere, salvo la parentesi della guerra della Lega di Cambrai che vide la costruzione delle attuali fortificazioni (1509) e l'assedio imperiale e francese, tolto nel 1511.

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2 ASCOLTI 1-3 MARCO CARA (Marcheto, Marchetto, Marcho, Marcus; Carra, De Cara) Maser, Villa Barbaro (Verona, ca. 1465 - Mantova, dopo il 1525) Compositore, liutista e cantore data: 1554-60 1) Colei che amo così, frottola a 4 voci su testo di anonimo committenti: Daniele e Marcantonio Barbaro in Frottole, Libro IV, Venezia, Ottaviano Petrucci, 1504 architettura: Andrea Palladio pittura: Paolo Veronese Luoghi Consort Veneto stucchi: Alessandro Vittoria Voce Bianca Simone Flauti Gianpaolo Capuzzo, Giovanni Toffano Dulciana Paolo Tognon Cetra Pierluigi Polato Cd Bongiovanni, 1999 - «Fiamma amorosa et bella. Musiche di Marchetto Cara alla corte di Isabella d’Este»

Colei che amo così Come amo proprio mi, M’ha ditto sin a qui No, no, mò dice sì. Hi, hi, hi, hi, hi, hi.

Sì ch’anch’io voglio che La me ami como sé, Onde che ormai non è Amante egual a me. He, he, he, he, he, he.

Ma pur contentarà Poi sapia chi vorà, Che quel che non se sa, Quasi ancor non se fa. Ha, ha, ha, ha, ha, ha.

Giovanni Ambrogio Dalza (Joanambrosio) (Milano, seconda metà XV sec. - ? post 1508) Compositore e liutista Villa Barbaro, ora Volpi, a Maser venne commissionata al Pal- miliare. In particolare la crociera è decorata con paesaggi e 2) Pavana alla Venetiana; 3) Saltarello in Intabolatura de ladio tra il 1556 e il 1557 da Daniele e Marcantonio Barbaro. figure di suonatrici che affiancano quattro porte, due vere e lauto Libro quarto, Venezia, Ottaviano Petrucci, 1508 La committenza è particolarmente importante perché Danie- due dipinte, alle quali si affacciano un paggio e una bambi- Liuto Paul O’Dette le, esperto di architettura e profondo conoscitore di Vitruvio, na. Gli affreschi vennero danneggiati nell’Ottocento quando i Cd Harmonia Mundi, 1999 - «Alla Venetiana - ebbe certamente parte nella definizione del progetto, mentre Giacomelli, allora proprietari, li fecero ricoprire per dipingere 16th Century Italian Lute Music» Marcantonio, uomo politico eminente ritornato in quegli anni ritratti di famiglia e, per far meglio aderire al muro il nuovo da Fontainebleau, favorì un’apertura ai modi francesi evidente intonaco, graffiarono parte dei paesaggi. In origine anche il soprattutto nel Ninfeo, al quale forse, da scultore dilettante, soffitto era affrescato. lavorò anche direttamente. La villa consta di un corpo centrale gigante e frontone a timpa- no e di due ali laterali chiuse da due “colombare”. Entro il timpano Alessandro Vittoria raffigurò due colossali fi- gure cavalcanti dei delfini che sostengono l’arme dei Barbaro.

L’interno venne decorato da Paolo Veronese che qui compose il suo più vasto e celebrato ciclo di affreschi. Il ciclo pittorico del Veronese per Villa Barbaro concerne gli ambienti del corpo centrale dell’edificio: cinque sale e un am- pio vestibolo a crociera. La datazione dell’opera è da collocarsi intorno al 1561; inoltre è concordemente riconosciuta l’autografia del maestro che vi crea inesauribili giochi di illusionismo ottico tali da sconvolge- re e ridurre a significato “altro” l’impianto spaziale concepito dal Palladio. La scelta tematica risalirebbe a Daniele Barbaro che voleva fosse celebrata, attraverso allegorie e scene mito- logiche, l’armonia celeste che sovrintende alla serena vita fa- 7 ASCOLTI 4-6 ASCOLTI 6-8 Bartolomeo Tromboncino Girolamo Dalla Casa (Trombonus, Tromboncin, Trombonzin, Trombecin; Bartolomio, (Girolamo o Geronimo da Udine) Fanzolo di Vedelago, Villa Emo Bartholamio, Bartolo) (Udine, prima metà sec. XVI - Venezia, ca. agosto 1601) (Verona, ca. 1470 - Venezia? post 1535) Compositore e strumentista data: 1557-59 Compositore, trombonista e cantore a liuto 7) Se ‘l dolce bacio ch’io vi diedi, madrigale a 5 voci su committente: Leonardo Emo 4) Ostinato vo’ seguire, frottola a 3 voci su testo di anonimo testo di anonimo in Il secondo libro de Madrigali a 5 voci con i architettura: Andrea Palladio in F. Bossinensis, Tenori e contrabassi intabulati … libro primo, passaggi, Venezia, Ricciardo Amadino, 1590 pittura: Giovan Battista Zelotti Venezia, Ottaviano Petrucci, 1509 Ensemble Il Terzo Suono, direttore Gian Paolo Fagotto Ostinato vo’ seguire Soprani Elena Cecchi Fedi, Laura Fabris La magnanima mia impresa; Contralto Roberto Balconi Fame, Amor, qual voi offesa, Tenore Gian Paolo Fagotto S’io dovessi ben morire. Basso Antonio Abete Ostinato vo’ seguire Tiorba Francesco Tapella La magnanima mia impresa. Cd Arts Music, 2003

Fame, ciel, fame, fortuna Bene o mal como a te piace, Giovanni Gabrieli Né piacer né ingiuria alcuna (Venezia, ca. 1554-1557 - ivi, 12/7/1612) Per avilirmi o far più audace, Compositore e organista Ché de l’un non son capace L’altro più non po’ fuggire. 8) Canzona I a cinque voci, da Canzoni e Sonate … per so- Ostinato … nar con ogni Sorte de Instrumenti, Venezia, Bartolomeo Magni, 1615 Vinca o perda, io non attendo De mia impresa altro che honore; La Stagione Armonica, direttore Sergio Balestracci Sopra il ciel beato ascendo Cornetto Doron Sherwin e Josuè Menendez S’io ne resto vincitore, Trombone contralto Ermes Giussani S’io la perdo alfin gran core Trombone tenore Mauro Morini Mostrarà l’alto desire. Trombone basso Andreas Domnik Ostinato … Organo Vittorio Zanon Cd Paragon per «Amadeus», 2005 Circa 1500 Ensemble Voce Emily van Evera Cd Chandos, 1992 - «Reanaissance Music from Villa Emo rappresenta l’esito più alto cui giunge Andrea Pal- e di scorci nel pieno rispetto della superiore “misura” archi- the Courts of Mantua and Ferrara» ladio nell’elaborazione del modello di villa-fattoria in un lin- tettonica. guaggio nuovo ispirato all’architettura antica. Viene costruita Il rapporto tra architettura ed ambiente è gestito con grande Giovanni Bassano (Bassani) tra il 1557 ed il 1559, su commissione di Leonardo Emo (1532- maestria da Palladio, che inserisce la villa all’interno di una (? Venezia, seconda metà sec. XVI - probabilmente agosto o 1586), in un periodo nel quale l’architetto comincia ad essere zona a centuriazione romana, con puntuali riferimenti a sud settembre 1617) richiesto dalle grandi famiglie aristocratiche veneziane, dopo alla via Postumia ed a nord alla linea dei colli asolani, sfondo Compositore e cornettista le esperienze di villa Barbaro a Maser e di villa Badoer a Frat- ideale per le ampie prospettive palladiane. ta Polesine, con le quali villa Emo condivide l’impostazione 5) Ricercata 6 per cornetto solo in Ricercate, Passagi et Ca- generale. Verso la metà del Settecento le barchesse sono state trasforma- dentie per potersi essercitar nel diminuir terminatamente, con La villa palladiana quale esito di una nuova tipologia, dove te in residenza signorile. Nel 1996 Villa Emo è stata dichiarata ogni sorte d’Istromento: et anco diversi passagi per la semplice voce, Venezia, Giacomo Vincenti & Ricciardo Amadino, 1585 le necessità pratiche della vita agricola sono tradotte in forme dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. inedite e in un linguaggio nuovo ispirato all’architettura antica, Fino al 2004 è rimasta in proprietà della famiglia Emo, che l’ha Cornetto Michael Collver ha senza dubbio un punto di approdo definitivo in quest’ope- ceduta in quell’anno al Credito Trevigiano, la banca di credito Cd «Fauve Sounds 102», 2010 ra. Gli edifici funzionali alla conduzione delle campagne, che cooperativo del territorio. nella villa quattrocentesca sono casualmente disposti intorno all’aia, in villa Emo raggiungono una sintesi architettonica mai Il progetto di Villa Emo inserito ne I quattro libri dell’architet- Bartolomeo Tromboncino vista prima, che riunisce in un’unità lineare casa dominicale, tura di Palladio (1570) corrisponde esattamente alla sua rea- barchesse e colombare. lizzazione effettiva e nel descriverla i commenti dell’architetto 6) Ave Maria in Laude. Libro Secondo, Venezia, Ottaviano La composizione del complesso è essenziale, di maestosa sem- sono molto brevi, a differenza di quanto abbia fatto in altre Petrucci, 1508 plicità, riconducibile a precise simmetrie ed a proporzioni circostanze. Accordone matematiche. Il purismo del disegno è sorprendente quanto Voce Marco Beasley calibrato: basti guardare come le colonne estreme della loggia Liuto Guido Morini sono assorbite dal muro per 1/4 del loro diametro e graduano Cd Cypres, 2005 - «Frottole» il passaggio dalla cavità in ombra alle pareti in piena luce. L’or- dine architettonico scelto è il dorico, il più semplice, e persino Ave Maria, gratia plena, le finestre sono prive di cornici. Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus, Alla ricercata linearità degli esterni corrisponde una ricca de- et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, mater Dei, corazione interna, con affreschi di Giovan Battista Zelotti che ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. anima gli ambienti con uno straordinario mondo di personaggi Amen. 9 le riedificato da Baldassarre Longhena); paolo veronese 1550-1557: Palazzo Chiericati (per Girolamo Chiericati), (com- (Verona, 1528 - 1588) pletato postumo nel 1680 circa); Protagonista, con Tiziano e Tintoretto, della grande stagione artistica del Biografie 1550: Villa Chiericati (per Giovanni Chiericati), Vancimuglio di Grumolo Cinquecento veneziano, Paolo Veronese (1528-1588) nasce a Verona, delle Abbadesse (VI) (completata postuma nel 1584 da Domenico Grop- figlio di Gabriele “spezapreda” (scalpellino) e di Caterina; dei genitori non pino); è noto il cognome e il pittore si farà chiamare Caliari dal 1555. 1552: (per Giorgio Cornaro), Piombino Dese (PD); Tredicenne, nel 1541, entra a Verona nella bottega del pittore Antonio 1552 circa: Villa Pisani (per Francesco Pisani), Montagnana (PD); Badile e dieci anni dopo, nel 1551, risulta già in contatto con il patriziato degli artisti 1554-1563: Villa Badoer detta La Badoera (per Francesco Badoer), Frat- veneziano: affresca infatti, grazie alla protezione dell’architetto Michele ta Polesine (RO); Sanmichieli, la villa Soranzo a Treville di Castelfranco (ora non più esi- 1554: Villa Porto (per Paolo Porto), Vivaro di Dueville (VI) (attribuita); stente). In questo stesso anno approda a Venezia, ove esegue, per la 1554: Villa Barbaro (per Daniele e Marcantonio Barbaro), Maser (TV); chiesa di San Francesco della Vigna, la pala con la Madonna e Santi, proemio dell’edizione illustrata dei Commentari di Giulio Cesare (1575). andrea palladio 1554 ?: Villa Zeno (per Marco Zeno), Donegal di Cessalto (TV); mentre lavora a Vicenza e a Mantova, per il Duomo. L’unica figlia femmina, Zenobia, andò sposa nel 1564 all’orafo Giambatti- (Padova, 1508 - Maser, 1580) 1555 circa: Palazzo Dalla Torre, Verona (solo parzialmente realizzato; A Venezia, la prima grande commissione gli viene dalla Signoria, per la sta Della Fede e dal matrimonio nacquero almeno due figli. Silla, il figlio Andrea Palladio, pseudonimo di Andrea di Pietro, è stato un architetto, parzialmente distrutto da un bombardamento nel 1945); quale decora, assieme al Ponchino e allo Zelotti, le tre sale del Consiglio più giovane di Andrea Palladio, studiò lettere a Padova senza laurearsi e teorico dell’architettura e scenografo italiano del Rinascimento, cittadino 1556: Arco Bollani, Udine; dei Dieci in Palazzo Ducale (Sala della Bussola, Sala del Consiglio dei dopo la scomparsa del padre seguì i lavori del Teatro Olimpico tentando, della Repubblica di Venezia. Influenzato dall’architettura greco-romana, 1556 circa: Palazzo Antonini, Udine (alterato da vari interventi succes- Dieci, Sala dei Tre Capi): qui gli scorci possenti sullo sfondo di cieli aperti, senza riuscirvi, di ristampare I quattro libri dell’architettura “ampliandoli anzitutto da Vitruvio, è considerato una delle personalità più influenti sivi); i colori cangianti, la forza di sguardi e gesti sono tali da decretargli un d’altri edifici antichi e moderni”. nella storia dell’architettura occidentale. 1556: Barchessa di , Cicogna di Villafranca Padovana (PD) successo immediato, che condurrà l’artista, pochi anni dopo, a entrare Palladio morì nel 1580 a 71 anni, se non povero, godendo di una condi- Fu l’architetto più importante della Repubblica di Venezia, nel cui territo- (incompleto); con tre tele nella grandiosa sala della Libreria Marciana, da poco ultimata zione economica assai modesta. Le circostanze della sua morte rimango- rio progettò numerose ville che lo resero famoso, oltre a chiese e palazzi, 1557: Villa Repeta, Campiglia dei Berici (VI)(distrutta da un incendio e da Sansovino. no sconosciute: non è nota né la causa, né il giorno preciso (nell’agosto questi ultimi prevalentemente a Vicenza, dove si formò e visse. Pubblicò ricostruita in altra foggia); Dal 1555 è nel frattempo iniziata la prima parte della decorazione della del 1580, intorno al 19), né il luogo, che comunque la tradizione identi- il trattato I quattro libri dell’architettura (1570) attraverso il quale i suoi 1558: Facciata per la basilica di San Pietro di Castello, Venezia (comple- chiesa di San Sebastiano (sacrestia, soffitto, parte del coro e delle pa- fica con Maser, dove forse stava lavorando al tempietto di villa Barbaro. modelli hanno avuto una profonda influenza sull’architettura occidentale; tato postumo); reti, l’organo e l’altar maggiore) che si conclude nel 1560 e testimonia I funerali furono celebrati senza clamore a Vicenza, dove l’architetto fu l’imitazione del suo stile diede origine ad un movimento destinato a du- 1558: Villa Emo (per Leonardo Emo), Fanzolo di Vedelago (TV); la rivoluzione estetica di cui Veronese è portatore a Venezia: una colata sepolto presso la chiesa di Santa Corona. Nel 1844 fu realizzata una nuo- rare per tre secoli, il palladianesimo, che si richiama ai principi classico- 1558: Cupola della Cattedrale di Vicenza, Vicenza (distrutta in un bom- di argenti e pietre preziose, liquida e luminosa, ma anche un disegno va tomba in una cappella a lui dedicata nel Cimitero Maggiore di Vicenza romani. La città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto sono uno dei bardamento nella seconda guerra mondiale e ricostruita); incisivo, dai forti effetti plastici. su progetto dell’architetto Bartolomeo Malacarne, grazie ad un lascito patrimoni dell’umanità UNESCO. 1559: detta La Malcontenta, Malcontenta di Mira (Italia); Gli anni sessanta lo vedono, tra l’altro, impegnato nel decoro di edifici del conte Girolamo Egidio di Velo. Il monumento funebre fu scolpito da Andrea nacque nel 1508 a Padova, che allora faceva parte della Repub- 1559: Casa Cogollo (per Pietro Cogollo), nota come Casa del Palladio, palladiani: la villa dei fratelli Barbaro a Maser e, subito dopo (1562-63), Giuseppe De Fabris. I pochi ritratti conosciuti di Palladio sono largamente blica di Venezia, da una famiglia di umili origini: il padre Pietro, detto Vicenza (attribuito); il refettorio di San Giorgio Maggiore, ove esegue la grande tela con le ipotetici. “della Gondola” era mugnaio e la madre Marta detta la Zota (“la zoppa”) 1560-1563 circa: chiostro dei cipressi e refettorio del monastero di San Nozze di Cana, ora al Louvre. Alla sua morte nel 1580 buona parte delle sue architetture erano solo una donna di casa. Giorgio Maggiore, Venezia; Tra il 1561 e il 1566 realizza per la chiesa dell’Umiltà alle Zattere tre tele parzialmente realizzate; alcuni cantieri (come quello per la Rotonda) fu- A tredici anni iniziò a Padova l’apprendistato di scalpellino, presso Bar- 1560: Convento della Carità, Venezia (realizzati solo chiostro e atrio di- oggi riunite nella Cappella del Rosario a San Giovanni e Paolo. rono proseguiti da Vincenzo Scamozzi, mentre altre opere (come Palazzo tolomeo Cavazza: vi spese diciotto mesi, fino a quando, nel 1523, la strutto nel 1630 in un incendio); Grandi sono la stima e il consenso di cui gode l’artista, che esegue di- Chiericati) furono completate solo molti anni dopo, sulla base dei disegni famiglia si trasferì a Vicenza. Qui nel 1524 risulta già iscritto alla fraglia 1560: Palazzo Schio (per Bernardo Schio), Vicenza; verse opere di soggetto soprattutto religioso sia a Venezia che fuori. pubblicati nei Quattro libri. dei muratori: lavorò infatti – rimanendovi per una dozzina d’anni – nella 1563 circa: Portale laterale della Cattedrale di Vicenza; Nel 1566, sposa Elena Badile, figlia del suo antico maestro, da cui avrà Palladio affronta il tema, dibattuto nel Cinquecento, del rapporto fra ci- bottega del costruttore Giovanni di Giacomo da Porlezza e dello scultore 1563 circa: Villa Valmarana, Lisiera di Bolzano Vicentino (VI); cinque figli, due dei quali, Carletto (1568) e Gabriele (1570) entreranno viltà e natura e lo risolve «affermando il profondo senso naturale della Girolamo Pittoni, con laboratorio in Pedemuro San Biagio, nella parte 1564: Facciata della chiesa di San Francesco della Vigna, Venezia; nella sua bottega. civiltà, sostenendo che la suprema civiltà consiste nel raggiungere il per- settentrionale di Vicenza. 1564: Palazzo Pretorio, Cividale del Friuli (UD) (progetto, attribuito); All’ampio periodo tra il 1565 e il 1580 appartengono molti dei capolavori: fetto accordo con la natura senza perciò rinunciare a quella coscienza Tra il 1535 e il 1538 avvenne l’incontro fondamentale con il nobile vi- 1565: chiesa del monastero di San Giorgio Maggiore, Venezia (conclusa tra essi si segnalano le opere ora alle Gallerie dell’Accademia, tra cui il della storia che è la sostanza stessa della civiltà». Questo «spiega l’enor- centino Giangiorgio Trissino, che avrà grande importanza per l’attività postuma tra il 1607 e il 1611 con una diversa facciata); grandioso Convito in Casa Levi (1573), concepito come Ultima cena per il me fortuna che il pensiero e l’opera del Palladio avranno nel Settecen- di Palladio. Andrea conobbe Trissino mentre lavora nel cantiere della 1565: Teatro ligneo nel cortile del convento della Carità, Venezia (distrut- convento dei santi Giovanni e Paolo, per il quale l’artista viene processato to, quando i filosofi dell’Illuminismo sosterranno il fondamento naturale sua villa suburbana di Cricoli. Il poeta e umanista lo prenderà sotto la to nel 1570 in un incendio); dall’Inquisizione e condannato ad apportare modifiche al dipinto, in odo- della civiltà umana». Sono infatti neopalladiani molti edifici costruiti nei sua protezione. Sarà lui a conferirgli l’aulico soprannome di Palladio, lo 1565: Loggia del Capitanio, Vicenza; re di eresia (da qui il cambio del titolo, non più Ultima Cena, ma Convito). neonati Stati Uniti d’America come la Casa Bianca ed il Campidoglio a guiderà nella sua formazione culturale e allo studio della cultura classica, 1565: Palazzo Valmarana (per Isabella Nogarola Valmarana), Vicenza In quest’occasione Paolo, a sua difesa, dice che i pittori si prendono Washington o certi edifici di Monticello in Virginia. Neopalladiani sono conducendolo più volte a Roma. In questi anni Palladio realizzò le sue 1565: (per Marcantonio Serègo), Santa Sofia di Pedemonte, «licentia, che si pigliano i poeti et i matti» e che, di fronte a grandi spazi, pure la Redwood Library (1747) e la Marble House a Newport, l’Univer- prime opere significative, fra cui la villa di Gerolamo Godi (1537) a Lone- San Pietro in Cariano (VR); aggiungono – a seconda delle necessità della composizione e quasi per sità della Virginia a Charlottesville, la Piantagione Woodlawn ad Assum- do di Lugo di Vicenza. 1565 circa: (per Girolamo Forni), Montecchio Precal- riempire dei vuoti – figure a piacimento. ption in Louisiana. Dopo la morte di Trissino il Palladio si legò a Daniele Barbaro, patriarca di cino (VI); Agli anni settanta risalgono la seconda fase della decorazione di San Se- Cronologia delle opere (data del progetto dell’opera): Aquileia, che divenne il suo mentore. In quegli anni Barbaro stava tradu- 1566: Villa Capra detta La Rotonda (per Paolo Almerico), Vicenza (com- bastiano (i Martìrii del presbiterio, 1570 c.) e le grandi Allegorie di Palaz- 1531: Portale della chiesa di Santa Maria dei Servi, Vicenza (attribuito); cendo dal latino e commentando il De architectura di Vitruvio, di cui Pal- pletata postuma nel 1585 da Vincenzo Scamozzi); zo Ducale, realizzate dopo gli incendi del 1574 e del 1577, in particolare 1534: Villa Trissino a Cricoli, Vicenza (attribuita per tradizione ma proget- ladio disegnò le illustrazioni. Profondo studioso d’architettura antica, nel 1567 circa: Barchesse di Villa Trissino, Meledo di Sarego (VI) (unica parte le strepitose opere per le sale del Collegio, dell’Anticollegio, del Maggior tata da Gian Giorgio Trissino); 1554 portò Palladio con sé a Roma (assieme anche a Giovanni Battista superstite del progetto mai compiuto per una villa); Consiglio. Qui, Veronese pittore di Stato dà forma sovrumana ai simboli 1537-1542: (per Girolamo, Pietro e Marcantonio Godi), Lonedo Maganza e Marco Thiene) per preparare la prima edizione e traduzione 1568: Ponte di Bassano, Bassano del Grappa (ricostruito nel 1748 e dopo della Repubblica e della gloria di Venezia con una sonorità polifonica. di Lugo di Vicenza; critica del trattato di Vitruvio, che venne stampata a Venezia nel 1556. la seconda guerra mondiale); Dopo le ultime grandi realizzazioni per Palazzo Ducale, sembra chiudersi 1539 circa: , Lonedo di Lugo di Vicenza (VI) (attribuito); Grazie all’influenza della famiglia Barbaro, Palladio iniziò a lavorare a 1569-1575: Palazzo Barbaran da Porto (per Montano Barbarano), Vi- la parabola trionfale del pittore: le opere estreme si colorano di una pa- 1540-1542 circa: Palazzo Civena, Vicenza; Venezia, soprattutto nell’architettura religiosa. Nel 1570 fu nominato alla cenza; tina crepuscolare, per presentare soprattutto temi patetici e un’intensa 1540 circa-1566 circa: Palazzo Poiana, Vicenza (attribuito); prestigiosa carica di Proto della Serenissima (architetto capo della Re- 1569: Ponte sul Tesina, Torri di Quartesolo (VI) (attribuito); meditazione. Emblematica di questo periodo è l’ombrosa Adorazione dei 1542: Villa Valmarana, Vigardolo di Monticello Conte Otto (VI); pubblica Veneta), subentrando a Jacopo Sansovino. Nello stesso anno 1570: Villa Porto (per Iseppo Porto), Molina di Malo (VI); Pastori di San Giuseppe di Castello. 1542-1556 circa: Palazzo Thiene, Vicenza (probabilmente su progetto di pubblicò a Venezia I quattro libri dell’architettura, il trattato a cui aveva 1571: Palazzo Porto in piazza Castello, Vicenza (incompiuto; parzialmen- Nel 1587 consegna la sua ultima opera databile con certezza, la pala Giulio Romano); lavorato fin da giovane e in cui viene illustrata la maggior parte delle te completato nel 1615 da Vincenzo Scamozzi); destinata alla chiesa veneziana di San Pantalon; il 19 aprile 1588 muore 1542: Villa Gazzotti (per Taddeo Gazzotti), Bertesina, Vicenza; sue opere. 1572 ?: Palazzo Thiene Bonin Longare, Vicenza; nella sua casa veneziana a San Samuele e viene sepolto nella chiesa di 1542 circa: (per Losco Caldogno), Caldogno (VI) (attri- Nel 1534 Andrea sposò Allegradonna, di cui non si sa quasi nulla, salvo 1574-1577: Interventi nelle sale di Palazzo Ducale, Venezia; San Sebastiano. che era orfana del falegname Marcantonio e lavorava presso la nobil- buito); 1574: studi per la facciata della Basilica di San Petronio, Bologna; donna Angela Poiana. Questa le assegnò una magra dote: un letto, una 1542: Villa Pisani (per Vettore, Marco e Daniele Pisani), Bagnolo di Lo- 1576 circa: Cappella Valmarana (per Isabella Nogarola Valmarana) nella trapunta, delle lenzuola, delle pezze di stoffa, che Andrea s’impegnò a nigo (VI); chiesa di Santa Corona, Vicenza; rimborsare per metà in caso di morte della moglie senza figli. Invece di 1542: Villa Thiene (per Marcantonio e Adriano Thiene), Quinto Vicentino 1577: chiesa del Redentore, Venezia; figli ne misero al mondo almeno cinque: Leonida (morto in circostanze (VI) (probabile modifica di un progetto di Giulio Romano); 1578: chiesa di Santa Maria Nova, Vicenza (attribuito, progetto, comple- tragiche nel 1572), Marcantonio, Orazio, Zenobia e Silla. Forse nel 1550 1543: Villa Saraceno (per Biagio Saraceno), Finale di Agugliaro (VI); tato postumo nel 1590); gli nacque un sesto figlio. Marcantonio, iscritto alla fraglia dei - lapici 1544 circa-1552: Palazzo Porto (per Iseppo De’ Porti), Vicenza; 1579: Porta Gemona, San Daniele del Friuli (UD); di come “maestro” nel 1555, lavorò col padre fino al 1560, quando si 1546-1549: Logge del Palazzo della Ragione (Basilica Palladiana), Vicen- 1580: chiesa di Santa Lucia, Venezia (disegni per l’interno; demolita); trasferì a Venezia per entrare nella bottega dello scultore Alessandro za (completata postuma nel 1614); 1580: Tempietto di Villa Barbaro, Maser; Vittoria; rientrato a Vicenza alla fine degli anni ottanta, non viene nomi- 1546 circa-1563 circa: (per Bonifacio Pojana), Pojana Mag- 1580: Teatro Olimpico, Vicenza (completato postumo dal figlio Silla e nel nato in documenti posteriori al 1600. Orazio si laureò in giurisprudenza giore (VI); 1585 da Vincenzo Scamozzi per la scena). all’Università di Padova (1569); coinvolto in processi per eresia davanti al 1546 circa: , Piazzola sul Brenta (PD) (attribuita); Sant’Uffizio, morì nel 1572, pochi mesi dopo il fratello Leonida: «con mio 1547: Villa Arnaldi (per Vincenzo Arnaldi), Meledo di Sarego (VI) (in- gravissimo e acerbissimo dolore [...] la morte nello spatio di due mesi e compiuto); 1548: , Bassano del Grappa (VI) (barchesse; corpo centra- 10 mezzo, d’essi ambedue privo e sconsolato mi lasciò», scrisse Palladio nel 11 ALESSANDRO VITTORIA GIOVAN BATTISTA ZELOTTI (Trento, 1525 - Venezia, 1608) (Verona, 1526 - Mantova, 1578) Scultore e medaglista, a Venezia nel 1543 si formò alla bottega del San- Fu uno dei più conosciuti e famosi pittori di affreschi della metà del XVI sovino con il quale collaborò, tra le altre, alla decorazione della tomba del secolo sulla terraferma veneziana. doge Francesco Venier in S. Salvatore e a quella della Libreria Marciana Formatosi alla bottega di Antonio Badile e Domenico Riccio, fu contem- (1550). Operò quindi in palazzo Thiene a Vicenza, ove lasciò stucchi di poraneo di Paolo Veronese, con cui si legò strettamente. Lavorò con lui raffinato estro manieristico e un bizzarro camino a foggia di maschero- agli affreschi di villa Thiene, a villa Soranza a Treville (1551 ca.) ed anche ne, e in Sant’Antonio a Padova, prima di ritornare (1553) a lavorare col a Venezia, nel Palazzo Ducale (Sala del Consiglio dei Dieci in Palazzo Sansovino a Venezia (stucchi della scala d’oro del Palazzo Ducale e della Ducale, 1553/54) e nella Biblioteca Marciana (1556/57). scala d’onore della Libreria). Lo sviluppo della sua arte tende a un pittori- Godette di un’ottima reputazione tra i nobili del suo tempo ed era quindi cismo sempre più accentuato, all’unisono con la pittura contemporanea. molto richiesto per decorare le loro dimore. Nel 1557 realizzò gli affreschi Tra le sue opere più significative: la piccola statua delBattista (1550) ora di villa Godi a Lonedo, poi di Villa Emo a Fanzolo e Malcontenta. Nel 1570 a S. Zaccaria; la statua di Mercurio (1559) all’esterno di Palazzo Ducale; lavorò nel Castello del Catajo e dipinse camere in Villa Caldogno. Nel il busto del Sansovino nell’oratorio del Seminario e quello di Benedetto 1572 era attivo a Villa Da Porto a Torri di Quartesolo. Nel 1575 infine si Manzini alla Ca’ d’Oro; le statue di San Rocco e San Sebastiano per l’alta- trasferì come prefetto dei palazzi ducali di Mantova, alla corte dei Gonza- re di S. Francesco della Vigna (1561-63); i busti di Gasparo e Tommaso ga, dove morì nel 1578. Contarini (Madonna dell’Orto); il S. Girolamo dei Frari; la piccola scultura Elenco delle opere. di S. Zaccaria nella chiesa omonima; il Cristo dei Frari (1581, con la col- Ville venete: villa di Brugine, villa Foscari della Malcontenta, Godi a Lo- laborazione di Andrea dell’Aquila); per la chiesa di S. Giorgio a Venezia nedo di Lugo Vicentino, Thiene, Emo di Fanzolo di Vedelago, Caldogno, quattro statue degli evangelisti poste internamente sopra la porta d’in- Pojana a Pojana Maggiore (affresco della loggia con allegoria della For- gresso; il Battista del duomo di Treviso (1583); tre statue nella Sala delle tuna), castello del Catajo di Battaglia Terme, villa Da Porto a Torri di porte nel Palazzo Ducale (1597). Quartesolo (gli affreschi staccati sono ora esposti nella sala del consi- Verso il 1560 esegue gli stucchi nella villa Barbaro a Maser e a Villa glio comunale del Palazzo del Capitaniato a Vicenza), Rigoni Savioli di Giustinian di Portobuffolè, collaborando con Andrea Palladio e Paolo Ve- Abano Terme, la facciata del palazzo Trevisan a Murano, il soffitto della ronese. Tra il 1578 e il 1579 costruisce il monumento funebre al vesco- Biblioteca Antica dell’Abbazia Benedettina Santa Maria Assunta di Praglia vo Bollani. I frammenti di quest’opera sono conservati al Museo Civico (Padova), castello di Thiene. Vittoria di Santa Giulia (Brescia). Nel 1583 esegue un rilievo in bronzo Palazzi: palazzo Barbaran da Porto a Vicenza. dell’Annunciazione ora conservato nel Art Institute di Chicago. Chiese: basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, chiesa di San Mat- La parte più originale dell’attività del Vittoria, che comprende anche fi- teo a Villanova di Istrana. gure e rilievi in bronzo o in marmo di nervoso modellato, è tuttavia la produzione di ritratti, spesso eseguiti in terracotta bronzata o dorata e inseriti in monumenti funerari (Venier a San Salvador, 1557, Da Lezze ai Gesuiti, Contarini alla Madonna dell’Orto, Grimani a San Sebastiano, 1564), nei quali raggiunse risultati di particolare intensità espressiva e vivace pittoricismo.

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