IL RUOLO DELLE PROVINCE IN MATERIA DI PROTEZIONE CIVILE NELL’AMBITO DELL’ASSETTO ISTITUZIONALE DEL QUADRO NORMATIVO NAZIONALE

La Provincia, in attuazione dell’art. 108 del Dlgs 112/98, ha il compito di predisporre, sulla base degli indirizzi di programmazione nazionale (metodo “Augustus”) e regionale (Piano Regionale di Protezione Civile), il “Piano provinciale di emergenza”. Il vigente "combinato - disposto" in materia di protezione civile individua e attribuisce precise competenze alle Province. La Legge 22 febbraio 1992 n° 225 - Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile - all'articolo 13, individua le Province quali soggetti che partecipano all'organizzazione e all'attuazione del Servizio Nazionale della Protezione Civile, "assicurando lo svolgimento dei compiti relativi alla rilevazione, raccolta ed elaborazione dei dati interessanti la protezione civile, da realizzare, in armonia con i programmi nazionali e regionali". Il Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n° 112 - Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali - in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n° 59 (c.d. Bassanini), al capo VIII - Protezione Civile, art.108, comma b), affida alle Province le funzioni relative alla "predisposizione dei piani provinciali di emergenza in caso di eventi di cui all'art.2, comma 1, lettera b), della legge 225/1992, - sulla base degli indirizzi regionali". La riforma delle autonomie locali avvenuta attraverso il recente Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n° 267 (testo unico), artt. 19 e 20, ha assegnato alle province funzioni amministrative che riguardano numerosi settori tra i quali quello della tutela del suolo, della valorizzazione dell'ambiente e della prevenzione dalle calamità. Alla normativa sinora elencata, è da aggiungersi una norma di chiara ispirazione "emergenziale":

Piano Provinciale di Emergenza 1 La Legge 3 agosto 1998 n° 267 - Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico - all'art.1, comma 4, recita: "gli organi di Protezione Civile, così come definiti dalla Legge 24 febbraio 1992 n° 225, e dal Decreto Legislativo 112/98, provvedono a predisporre, per le aree a rischio idrogeologico, con priorità assegnata a quelle di cui la maggior vulnerabilità del territorio si lega a maggiori pericoli per le persone, le cose e il patrimonio ambientale, piani urgenti di emergenza contenenti le misure per la salvaguardia dell'incolumità delle popolazioni interessate, compreso il preallertamento, l'allarme e la messa in sicurezza preventiva, anche utilizzando sistemi di monitoraggio".

Una riflessione più attenta va posta trattando di rischio industriale. La normativa di riferimento, tuttora in fase di aggiornamento e di recepimento (almeno per il livello operativo), risulta complessa ed articolata. I principali riferimenti normativi si possono dividere in tre livelli. - In ambito Europeo: Direttiva 91/692/CE del Consiglio Europeo Direttiva 96/82/CE del Consiglio Europeo del 9 dicembre 1996

- In ambito Nazionale: L’Italia ha dato attuazione a dette normative mediante propri decreti quali: Decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1998 n° 175 e successive modifiche (denominata direttiva "Seveso") Legge 19 maggio 1997 n° 137 Decreto del Ministero dell'Ambiente del 16 marzo 1998 Decreto Legislativo del 17 agosto 1999 n° 334 (denominata "Seveso 2") Decreto Legislativo del 31 marzo 1998 n° 112 (c.d. "Bassanini"), art. 72

- In ambito Regionale, attraverso propri atti al fine di recepire ed attuare le normative di settore sopra elencate

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QUADRO NORMATIVO REGIONALE Alle norme sinora illustrate si affianca la legislazione regionale di settore (legge regionale 17 agosto 1998 n. 25) che contribuisce alla definizione di ruoli e competenze in materia di protezione civile, delineando un preminente ruolo di coordinamento e indirizzo per la Regione e competenze e funzioni maggiormente operative per le Province, intese quali componenti del "sistema regionale di protezione civile".

IL RIEPILOGO DELLE COMPETENZE

Competenze delle Regioni

In aderenza alle previsioni della L.142/90 (ora abrogata e confluita nel T.U. ordinamento EE.LL. DL.gs. 267/2000), la L225/92 attribuisce alle Regioni un compito di concorso all'organizzazione e all'attuazione delle attività di Protezione Civile, di ordinamento degli uffici e di approntamento delle strutture e dei mezzi necessari per l'espletamento delle attività di protezione civile, avvalendosi di un apposito Comitato regionale di protezione civile, di predisposizione ed attuazione dei programmi regionali di previsione e prevenzione in armonia con le indicazioni dei programmi nazionali, da realizzarsi con il supporto del Comitato Regionale di Protezione Civile, di regolamentazione delle attività regionali di previsione, prevenzione e soccorso mediante legislazione regionale che deve conformarsi ai contenuti della stessa norma nazionale, che ne costituisce i principi di legislazione; Il successivo D.L.gs. 112/98 all'art.108, ha ampliato il campo d'azione delle Regioni, cui sono conferite le funzioni relative:

1) alla predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, sulla base degli indirizzi nazionali;

2) all'attuazione di interventi urgenti in caso di crisi determinata dal verificarsi o dall'imminenza di eventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), della legge 24 febbraio 1992, n. 225, avvalendosi anche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

Piano Provinciale di Emergenza 3 3) agli indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali di emergenza in caso di eventi calamitosi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), della legge n. 225 del 1992;

4) all'attuazione degli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi;

5) allo spegnimento degli incendi boschivi, fatto salvo quanto stabilito al punto 3) della lettera f) del comma 1 dell'articolo 107;

6) alla dichiarazione dell'esistenza di eccezionale calamità o avversità atmosferica, ivi compresa l'individuazione dei territori danneggiati e delle provvidenze di cui alla legge 14 febbraio

7) agli interventi per l'organizzazione e l'utilizzo del volontariato;

La successiva Legge n.401/01 chiama in causa le Regioni nell'attività organizzativa della Protezione Civile, infatti all'art. 5 comma 4-bis recita: "Il Dipartimento della protezione civile, d'intesa con le regioni, definisce, in sede locale e sulla base dei piani di emergenza, gli interventi e la struttura organizzativa necessari per fronteggiare gli eventi calamitosi da coordinare con il prefetto anche per gli aspetti dell' ordine e della sicurezza pubblica,

Le disposizioni di cui sopra costituiscono principi della legislazione statale cui devono conformarsi le leggi regionali in materia di previsione, prevenzione e soccorso.

Le finalità dell'attività della Regione in materia di p.c. sono: 1. prevenire e ridurre i rischi sia naturali che antropici; 2. migliorare lo standard qualitativo degli interventi di emergenza; 3. migliorare l'efficacia nel ripristino delle normali condizioni di vita; 4. diffondere una specifica cultura di p.c.; 5. provvedere al coordinamento delle attività di p.c. svolte dagli enti locali, anche predisponendo appositi atti di indirizzo, direttive e linee guida; 6. approvare, sentito il Comitato, i programmi regionali di previsione e prevenzione

Piano Provinciale di Emergenza 4 7. relativi alle varie ipotesi di rischio ed il piano regionale di concorso in emergenza; 8. favorire forme di raccordo e collaborazione, per aree omogenee di estensione anche sovracomunale, fra EE.LL., allo scopo di ottimizzare l'attività di prevenzione, le capacità di intervento e il rapporto con le organizzazioni di volontariato.

Competenze delle Province

La L.225/92 prevede per le province un generale compito di concorso all'organizzazione e all'attuazione delle attività di Protezione Civile ed uno specifico compito, da realizzarsi con il supporto del Comitato Provinciale di Protezione Civile, relativo "alla rilevazione, alla raccolta ed alla elaborazione dei dati interessanti la protezione civile, alla predisposizione di programmi provinciali di previsione e prevenzione e alla loro realizzazione in armonia con i programmi nazionali e regionali, sulla base dei quali il Prefetto redigeva il piano provinciale di emergenza (art. 14 comma 1).

Con il successivo D.Lgs 112/98 all'art.108 vengono attribuite alle province le funzioni relative:

1) all'attuazione, in ambito provinciale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali, con l'adozione dei connessi provvedimenti amministrativi;

2) alla predisposizione dei piani provinciali di emergenza sulla base degli indirizzi regionali;

3) alla vigilanza sulla predisposizione da parte delle strutture provinciali di protezione civile, dei servizi urgenti, anche di natura tecnica, da attivare in caso di eventi calamitosi, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b) della legge 24 febbraio 1992, n. 225. Viene, quindi, accentuato il ruolo programmatorio e pianificatorio delle Province in materia di protezione civile, ad esse viene conferito il compito dell'elaborazione dei piani provinciali di emergenza, prima di competenza prefettizia, oltre che, nel caso di eventi di cui all'art.2 co.1Iett.b) L225/92, una funzione di controllo sulle strutture operative provinciali affinché mettano in atto le procedure di intervento delineate all'interno del piano.

Piano Provinciale di Emergenza 5 Le Province, inoltre, in base a quanto stabilito dalla Legge Regionale n. 25/98 svolgono le seguenti funzioni:

- trasmettono agli Uffici Regionali di Protezione Civile i dati e gli elementi in loro possesso, necessari ad identificare, censire e classificare i rischi presenti sul territorio regionale;

- partecipano all'attività di rilevamento delle condizioni di sicurezza delle infrastrutture e degli edifici pubblici e privati, organizzata e coordinata dalla Regione; - partecipano all'attività di adeguamento alle condizioni di sicurezza di opere ed infrastrutture.

Competenze del Prefetto

In tema del ruolo del Prefetto e dei rapporti tra Prefettura ed EE.LL. alla luce del recente riordino delle autonomie locali e del decentramento amministrativo, deriva dalla covigenza, dell'art.14 della L. 225/92, in materia di competenza del Prefetto, e dell'art.108 del D.Lgs.112/98, in materia di competenza degli enti locali, entrambi richiamati dall'art. 5 della L. 401/2001. La Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 30 settembre 2002, n. 5114, chiarisce che, “ferma restando la più generale azione di coordinamento del Dipartimento della protezione civile, le competenze prefettizie di cui all'art. 14 della legge n. 225/1992 debbono continuare a "convivere: in un contesto di unicità di obiettivi da perseguire in termini di prevalente interesse pubblico, con il sistema di attribuzioni di cui all'art. 108 del decreto legislativo n. 112/1998, sì da realizzare quella fondamentale integrazione ed implementazione di risorse che il legislatore, anche costituzionale, ha ritenuto indispensabile in materia di protezione civile. Quindi, in concreto, una volta verificatosi l’evento, il prefetto, coerentemente con quello pianificato in sede locale dai competenti enti territoriali, assicurerà, agli stessi, il concorso dello Stato e delle relative strutture periferiche per l’attuazione degli interventi urgenti di protezione civile, attivando quindi tutti i mezzi ed i poteri di competenza statale, e così realizzando quella insostituibile funzione di "cerniera" con le ulteriori risorse facenti capo agli altri enti pubblici. Nella stessa Circolare è precisato che "il prefetto, anteriormente alla adozione delle ordinanze di protezione

Piano Provinciale di Emergenza 6 civile ex art. 5, comma 2, della legge n. 225/1992, derogatorie della normativa vigente, è l’unico soggetto deputato ad assumere iniziative di carattere straordinario, appunto in quanto rappresentante in Ioco dello Stato e quindi legittimato, in via esclusiva, a derogare all'ordinamento giuridico vigente".

In linea con la succitata autorevole interpretazione della vigente disciplina delle competenze come basata sul principio collaborativo tra le istituzioni coinvolte, il presente documento definirà il “modello di intervento” come concertato con il Prefetto al fine di chiarire in sede di gestione di emergenze i compiti e le funzioni dei componenti il sistema provinciale di protezione civile.

Competenze dei Comuni

In linea con le previsione normative della Legge n.142/90 ed anticipando le successive riforme improntate al principio di sussidiarietà, la Legge n.225/92 mette in prima fila l'azione e l'operatività del Comune e del Sindaco. All'art. 15 il Sindaco è definito autorità locale di protezione civile; egli, in quanto organo esponenziale degli interessi della collettività che rappresenta, ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e della tutela del territorio di propria competenza ed in caso di emergenza è chiamato a fornire servizi immediati di assistenza e soccorso alla popolazione colpita. Nel dettaglio, il D.Lgs. n.112 del 31.03.1998, conferisce al Comune le funzioni relative:

1) all'attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali;

2) all'adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all' emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale;

3) alla predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione previste dalla legge n. 142/90, e, in ambito montano, tramite le Comunità Montane, e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi regionali;

Piano Provinciale di Emergenza 7 4) all'attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare 1'emergenza;

5) alla vigilanza sull'attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti;

6) all'utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.

I Comuni, inoltre, in base a quanto stabilito dalla Legge Regionale n. 25/98 svolgono le seguenti funzioni:

- trasmettono agli Uffici Regionali di Protezione Civile i dati e gli elementi in loro possesso, necessari ad identificare, censire e classificare i rischi presenti sul territorio regionale;

- partecipano all'attività di rilevamento delle condizioni di sicurezza delle infrastrutture e degli edifici pubblici e privati, organizzata e coordinata dalla Regione; - partecipano all'attività di adeguamento alle condizioni di sicurezza di opere ed infrastrutture. - acquisiscono, preventivamente all'adozione in Consiglio Comunale, il parere di conformità alle mappe di rischio di strumenti urbanistici generali e delle relative varianti, rilasciato dal dirigente dell'Ufficio Regionale di Protezione Civile; - comunicano al Presidente della Giunta Regionale e al Prefetto eventuali situazioni calamitose in atto o potenziali; - fronteggiano l'evento calamitoso, avvalendosi di mezzi e risorse ordinari, e ove concedibili di contributi statali o regionali; - partecipano all'attività di rilevazione dei danni e provvedono a mezzo delle proprie strutture tecniche qualora l'ambito in cui siano intervenuti i danni sia circoscritto ad un singolo comune; - comunicano al Presidente della Giunta regionale o all'Assessore regionale delegato l'avvenuto superamento della situazione calamitosa qualora il Sindaco sia l'autorità preposta al coordinamento dell'intervento; - partecipano all'adozione dei provvedimenti e delle iniziative atte alla ripresa delle normali condizioni di vita.

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LE CARATTERISTICHE DEL SISTEMA TERRITORIALE

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LA STRUTTURA FISICA DEL TERRITORIO

Il territorio della Provincia di si estende su una superficie di 3446 Kmq, ripartiti tra i 31 comuni che ne definiscono l’estensione amministrativa. Il territorio regionale della è per il 47% montuoso, il 45% collinare e l’8% pianeggiante, con forti differenziazioni tra le due province: mentre la provincia di ha il 69% di territorio montuoso e il 31% collinare, la provincia di Matera presenta valori opposti con il 5% di territorio montuoso, il 72% collinare e il 23% pianeggiante. Per una prima articolazione operativa dell’analisi del sistema territoriale questo può essere suddivisa in quattro zone, delimitate da linee di spartiacque, o da dorsali più o meno significative che possano definire e rappresentare lo spazio fisico della provincia materana attraverso ambiti omogenei. Questi ambiti territoriali possono coincidere, per ulteriore semplificazione, con quelli dei limiti amministrativi dei comuni così aggregati: a) L’area di Matera Comprende il solo comune di Matera che come capoluogo di Provincia rappresenta un fenomeno del tutto atipico nelle dinamiche territoriali, sia per dimensioni che per le problematiche emergenti. b) Il sistema territoriale del Metapontino Comprende i comuni gravitanti sulla costa Ionica, includendo oltre quelli costieri (, , Scanzano I., , e ) anche quelli che vi gravitano (Montalbano I., , , e S. Giorgio Lucano). c) L’area del Medio Basento e della Collina Materna Comprende i comuni della collina interna posti tra il Basento e l’Agri (, S.Mauro F., e al centro, , , Oliveto e a Nord, , , , ed a Sud). d) L’area della collina materana Comprende infine i comuni posti intorno all’asse Bradanico ovvero (, , , , , e ).

Piano Provinciale di Emergenza 10 Da tale articolazione si può evidenziare la realtà di un territorio (quello della provincia di Matera) assai eterogeneo sia nelle componenti geomorfologiche, che in quelle socio-economiche . A occidente si estende la zona montuosa formata dalle propagini meridionali dell’Appennino Lucano che non si presenta compatto in un’unica dorsale, ma sfrangiato in diverse dorsali con scarsa continuità con i rilievi. Queste dorsali sono costituite da una successione di coltri di ricoprimento formate da rocce sedimentarie che hanno subito fenomeni di trasporto e sollevamento tettonico durante l’orogenesi terziaria. L’area orientale è nettamente definita dalla “Fossa Bradanica”, costituita dai depositi clastici plioquaternari: osservata da Nord si presenta come un ampio canale dalle sponde appena modellate. Al margine orientale, appartenenti all’Avanpaese Appulo, affiorano i calcareniti della Murgia materana. A sud-est si estende la pianura Metapontina, originata dai depositi alluvionali dei fiumi lucani che sfociano nello Ionio.

ASSETTO GEOMORFOLOGICO

Da un punto di vista geomorfologico il territorio della provincia di Matera è significativamente caratterizzato dai lineamenti orografici e quindi dall’assetto della sua rete idrografica. Ad una visione d’insieme il territorio della provincia materana ha un andamento degradante dai 1151 metri del Monte Croccia fino al mare lungo la costa Ionica. Pertanto è possibile dividerlo in fasce altimetriche, con morfologia e vegetazione diverse: la parte appenninica comprende le dorsali montuose più significative (in media tra i 700 e i 100 metri), il complesso di Monte Croccia, la montagna tra Accettura, Stigliano, e le colline tra Tricarico ed Irsina; i rilievi assumono, verso Sud- Est, forme meno accentuate e di minore altezza (le colline di Miglionico, Ferrandina, Pisticci e Bernalda); ampie zone di pianura caratterizzano, in ultimo, il territorio verso il mare Ionio.

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IDROGEOLOGIA

Il territorio è interessato da formazioni con diverse caratteristiche di permeabilità. Le stesse formazioni sono non di rado costituite da associazioni litologiche

Piano Provinciale di Emergenza 12 complesse che rendono difficile una delimitazione precisa delle aree potenzialmente sedi di circolazioni idriche sotterranee. In linea di massima le formazioni interessate, in relazione al grado di permeabilità, possono essere accorpate in nove distinti gruppi: Alluvioni attuali e terrazzate. Costituiscono le sedi degli attuali corsi d'acqua e presentano un' elevata permeabilità primaria per porosità. All'interno di queste formazioni si verifica la circolazione idrica della subalvea del fiume di appartenenza. Conglomerati sabbiosi. detriti di falda e depositi lacustri. Costituiscono in gran parte il letto di posa delle formazioni alluvionali e presentano un buon grado di permeabilità variabile a seconda della maggiore o minore percentuale di depositi a grana fine. La permeablità, primaria per porosità, è ancora elevata e, come in precedenza, condizionata dalla percentuale di intervalli limoso-argillosi. Tali terreni, che si rinvengono in chiazze più o meno estese lungo l'asse dell' Appennino lucano e nell'area bradanica, sono spesso sede di falde idriche di dimensioni anche significative. Argille grigio azzurre. Interessano in affioramento tutta la parte orientale della Basilicata. Non sono sede di accumulo di acque sotterranee essendo pressoché impermeabili. Arenarie quarzoso-micacee. Presentano caratteristiche idrogeologiche variabili in relazione al grado di fratturazione ed in relazione alla presenza più o meno abbondante di interstrati argillosi. Argille varicolori ed argille scagliose. Si presentano spesso in alternanza, per notevoli spessori, con cal- cari marnosi. Sono formazioni impermeabili e si rinvengono in superficie lungo l'asse appenninico. Rocce verdi. Presentano permeabilità secondaria per fratturazione e risultano talora sede di falde acquifere di modeste proporzioni. Calcari bianchi e grigi. Presentano permeabilità secondaria elevata per fratturazione e carsismo. Inte- ressano prevalentemente i alcune zone limitrofe alla Puglia. La circolazione idrica dipende dal più o meno intenso grado di fessurazione e carsismo ed in generale costituiscono i più importanti serbatoi idrici naturali.

Piano Provinciale di Emergenza 13 Scisti silicei e diaspri policromi. Presentano caratteristiche di permeabilità secondaria per fratturazione e sono spesso sede di importanti falde acquifere.

CARATTERISTICHE GENERALI

Nel territorio della Basilicata si riconoscono, per le caratteristiche geografico- morfologiche e strati- grafico-tettoniche, due delle principali unità strutturali dell' orogene appenninico: la zona di catena, che si estende lungo il margine occidentale e meridionale della Regione, e la zona di avanfossa che corrisponde all'ampia depressione interposta tra la dorsale appenninica, da un lato, e l' altopiano delle Murge e i rilievi del Gargano, dall'altro. Occorre tenere presente che nella Carta geolitologica le formazioni geologiche affioranti nella regione e peraltro già riportate sulla carta geologica ufficiale, secondo criteri litostratigrafici, sono state riunite in 9 gruppi geolitologici, ricorrendo a criteri di uniformità basati essenzialmente sulle più evidenti caratteristiche fisiche e tecniche che le formazioni presentano in comune. I gruppi geolitologici individuati sono i seguenti: • gruppo 1, comprende i depositi alluvionali, fluviali, lacustri e palustri, nonché i detriti di falda, i depositi provenienti dal dilavamento di masse franose e i depositi. di terra rossa. Si tratta di materiale incoerente a volte debolmente costipato, con granulometria variabile da grossolana (detriti di falda-conoidi-depositi fluviali di fondovalle ecc.) a fine (sedimenti limno- palustri e lacustri del bacino di Venosa e di Atella). Gli elementi a granulometria più grossolana sono di natura calcarea-calcarenitica e arenacea. Dal punto di vista idrogeologico i depositi alluvionali sono caratterizzati da un' elevata permeabilità per porosità. La natura caotica ed incoerente di tali terreni conferisce loro un alto grado di erodibilità.

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Geologia

• gruppo 2, è rappresentato dalle formazioni argillose subappennine. Sono costituite da materiale sciolto coerente e classificabile dal punto di vista granulometrico come limo sabbioso. Sono praticamente impermeabili, ad eccezione di alcune zone superficiali ove la presenza di fessurazioni ed una maggiore componente

Piano Provinciale di Emergenza 15 sabbiosa permette la formazione di modesti acquiferi. Presentano un' elevata erodibilità.

• gruppo 3, vengono riuniti in questo gruppo: a) conglomerati formati da ciottoli di varia natura e dimensioni, a vario grado di cementazione, immersi in una matrice sabbioso-limosa, alternati a livelli sabbiosi e sabbioso-argillosi o a livelli arenacei e marnosi; b) rocce incoerenti o semi coerenti con elementi a granulometria medio-fine ovvero sabbie a prevalente componente quarzosa o quarzoso-calcarea o quarzoso-micacea; sabbioni calcarei, depositi marini terrazzati; arenarie scarsa- mente cementate e rocce piroclastiche incoerenti: Per il carattere prevalentemente incoerente vengono classificate tra le rocce a permeabilità ed erodibilità da media ad elevata, in funzione del grado di cementazione.

• gruppo 4, è rappresentato dalle rocce magmatiche effusive, di consistenza litoide, formate si dalla solidificazione di colate laviche del monte Vulture. Presentano ottime caratteristiche meccaniche e bassa erodibilità. La permeabilità varia da media ad elevata in alcuni punti, in relazione alla fratturazione.

• gruppo 5, a questo gruppo afferiscono le arenarie molto cementate e le piroclastiti cementate. Sono in genere mediamente permeabili per fratturazione e scarsamente erodibili.

• gruppo 6, sono state riunite in questo gruppo tutte le formazioni carbonatiche costituite da rocce prevalentemente calcaree, compatte e dure o porose e tenere. Le caratteristiche meccaniche di tali rocce sono buone, l' erodibilità è bassa e la permeabilità è da media ad elevata in quanto il forte grado di tettonizzazione ha reso tali rocce estremamente fratturate.

Piano Provinciale di Emergenza 16 • gruppo 7, comprende le rocce magmatiche intrusive, di consistenza litoide, acide e basiche ed i corrispondenti termini metamorfici. Le rocce intrusive presentano buone caratteristiche meccaniche e bassa erodibilità; le corrispondenti rocce metamorfosate, invece, poiché spesso sono interessate da fenomeni di alterazione, possono risultare scadenti per quanto riguarda le caratteristiche meccaniche e presentare elevata erodibilità e media permeabilità.

• gruppo 8, vengono riuniti in questo gruppo: a) rocce compatte di natura prevalentemente silicea con intercalazioni di diaspri e marne-calcaree silicifere e argille scistose: i fenomeni di tettonizzazione hanno provocato su queste rocce un'intensa e minuta fratturazione dovuta alla tessitura foliata che le accomuna e ne caratterizza il comportamento meccanico scadente; b) formazioni costituite dall' associazione di termini litologicamente differenti, tra i quali prevalgono quelli a componente argilloso- marnosa associati talora a termini calcareo-marnosi; gli strati di varia,natura sono alternati tra loro in sequenze regolari per enormi spessori e talora si riscontrano lembi di altre formazioni. Questo gruppo di rocce presenta una permeabilità primaria nulla; se fratturate, acquistano una permeabilità secondaria variabile da bassa a media. L'erodibilità è medio-alta.

• gruppo 9, come per il gruppo precedente vengono qui riunite formazioni caratterizzate dall' alternanza di strati di litotipi differenti, tra i quali prevalgono quelli a componenti arenaceo- marnosa o calcareo-marnosa. La permeabilità è bassa per le formazioni a componente arenacea predominante; diventa buona qualora prevalgano i litotipi calcarei resi permeabili per fessurazione. A discrete caratteristiche n1eccaniche associano un’erodibilità media. La Carta della permeabilità della Regione Basilicata è stata redatta seguendo il criterio di accorpare le diverse unità litologiche a seconda dell'affinità nel modo di

Piano Provinciale di Emergenza 17 condurre le acque nel sottosuolo. Dai diversi terreni rappresentati nella Carta geolitologica regionale sono state schematizzate in tutto quattro formazioni idrogeologiche così catalogate: • Formazione 1. Permeabilità per porosità o primaria: da bassa ad elevata. Appartengono a questo raggruppamento le unità litologiche rappresentate nella Carta geolitologica con i simboli 1 e 3. Con i terreni 1 sono stati indicati i depositi del tipo continentale: detriti di falda-alluvioni attuali dune costiere e spiagge attuali - alluvioni recenti - alluvioni fluviolacustri- lacustri e palustri - alluvioni terrazzate - morenico ecc. I terreni 3 rappresentano i conglomerati in genere: conglomerati terrosi - sabbie e conglomerati - conglomerati più o meno cementati - sabbie in generale - arenarie poco cementate - argille sabbiose e marne - rocce poco o nulla coerenti costituite da alternanze irregolari di pomici, lapilli, scorie, ceneri, pozzolane e sabbie vulcaniche.

• Formazione 2. Impermeabile. Appartengono a questa formazione idrogeologica le argille designate con il simbolo 2 nella carta geolitologica: argilla grigio-azzurra e argille marnose, argille sabbiose e siltose, argille bappenniniche, argille di Montalbano ecc.

• Formazione 3. Permeabilità di tipo primaria nulla. Permeabilità per fessurazione e dissoluzione secon daria: da media ad elevata. Sono assimilate in questa formazione idrogeologica le unità litologiche rap- presentate nella Carta geolitologica con i simboli 4, 5, 6, 7 e 9. I terreni contraddistinti dal numero 5 rappresentano le arenarie molto cementate e i tufi di origine vulcanica. Ai terreni 6 appartengono i calcari e le dolomie delle serie carbonatiche. Nei terreni 7 sono rappresentati le rocce ofiolitiche. I terreni con simbolo 9 indicano sedimenti ben stratificati con prevalenza di arenarie, marne e calcareniti, con interstrati di argille e livelli di brecciole calcaree e conglomerati poligenici.

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• Formazione 4. Permeabilità primaria nulla. Permeabilità secondaria per fratturazione: da nulla a media. Questa formazione idrogeologica comprende le unità litologiche 8 a) e b) della Carta geolitologica. I terreni 8 a) sono rocce silicee compatte - calcari e marne silicifere - calcareniti e

Piano Provinciale di Emergenza 19 diaspri rosso-violacei in straterelli talora intensamente fratturati. Nei terreni designati con il simbolo 8 b) sono espressi i complessi eterogenei per tettonizzazione a prevalente componente argillosa. Sono fitte alternanze di terreni in prevalenza argillosi associati a calcareniti- calcari marnosi - marne - arenarie e rocce verdi.

I CALANCHI

L'azione degli agenti idrometeorici su terreni ad elevata componente argillosa produce caratteristiche manifestazioni geomorfologiche conosciute con il nome di calanchi. I calanchi occupano circa un terzo del territorio territorio regionale e sono definiti come forme digitate di erosione lineare veloce: Le forme calanchive in genere interessano i versanti argillosi esposti a sud perchè sono il frutto dell'azione combinata del sole e dell'acqua piovana. Il sole essicca lo strato argilloso superficiale e determina la formazione di una rete di fessure all'interno delle quali la circolazione dell'acqua piovana provoca erosione. Questo processo porta alla formazione di piccoli rivoli che man mano diventano vallecole per poi evolvere a fossi calanchivi più o meno ampi separati da stretti displuvi. I versanti esposti a Nord sono meno soggetti all'erosione calanchiva ed in genere ospitano prato - pascoli, boschi, oliveti, seminativi, ecc.. In Basilicata il fenomeno calanchivo è ben manifesto nei depositi plio- pleistocenici dell' Avanfossa Bradanica, del Bacino di Sant' Arcangelo e degli altri bacini intrappenninici presenti in regione. Reticoli calanchivi interessano depositi lacustri del Pleistocene, facies argillose del Flysch di Gorgoglione e di Albidona, le Argille Varicolori e le Crete Nere. Le aree calanchive della Basilicata ospitano una notevole varietà di fitocenosi tra loro differenziate da fattori fisici quali substrato geologico, esposizione del versante, condizioni climatiche ed altitudine. In regione su queste forme d'erosione si rinvengono sia tipologie a carattere endemico, sia aspetti di vegetazione comuni ad analoghi contesti geomorfologici dell'Italia centro-meridionale.

Piano Provinciale di Emergenza 20 Le condizioni fisiche di questi ambienti sono sempre particolarmente selettive e le specie vegetali sono adatte a sopravvivere a stress termici e idrici, a svilupparsi su substrati in quasi totale assenza di pedogenesi, accelerata erosione e presenza di sali sodici. La vegetazione dei calanchi presenta una rilevante complessità strutturale dovuta al diverso grado di evoluzione raggiunta in funzione di due cause principali: il dinamismo erosivo e l'antropizzazione. Queste determinano diverse condizioni di stabilità dei versanti sui quali i tipi di vegetazione si dispongono a mosaico con locale prevalenza di specie effimere a ciclo biologico annuale (terofite) oppure di specie perenni sia erbacee (emicriptofite e geofite) che suffrutticose (camefite). Alcune di queste specie, soprattutto le perenni Lygeum spartum, Camphorosma monspeliaca e Atriplex halimus possiedono un esteso e poderoso apparato radicale, che svolge un ruolo determinante nei processi di stabilizzazione delle superfici argillose ostacolandone l'erosione. Il recupero ambientale di queste aree con interventi di riforestazione è sicuramente vincolato alla conoscenza, oltre che delle caratteristiche geo-pedologiche, anche di indicatori biologici, quali le associazioni vegetali caratteristiche di questi contesti ambientali alle quali partecipano specie con adattamenti morfo-fisiologici selezionati proprio dalle difficili condizioni fisiche. La presenza e l'impianto di tali specie consente di limitare il fenomeno erosivo ed in molti casi di invertire la tendenza accelerando il recupero da un punto di vista pedologico e di copertura della vegetazione che si afferma gradualmente verso stadi di maggiore evoluzione apportando di conseguenza un notevole miglioramento anche nella stabilità dei versanti.

Piano Provinciale di Emergenza 21

IDROGRAFIA

La regione tributa in massima parte al Mar Ionio tramite il , il Basento, il , l’Agri e il Sinni, che scendono al golfo di Taranto con un corso orientato generalmente da NO a SE, entro valli subparallele; Hanno regime torrentizio e

Piano Provinciale di Emergenza 22 alvei molto larghi e ricoperti da masse ingenti di detriti grossolani, trascinati a valle nelle piene violente ed improvvise. Gran parte di questi fiumi è stato intercettato e sbarrato mediante la costruzione di dighe per l’accumulo di acque per usi potabili e irrigui; tra gli invasi maggiori si segnala nel materano quello di S. Giuliano sul Bradano.

Piano Provinciale di Emergenza 23 L'idrologia superficiale della Regione Basilicata è influenzata tanto dal suo carattere geolitologico ed orografico che dal sistema meteo climatico. I principali corsi d'acqua, Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni, dopo aver attraversato con andamento pressoché parallelo una parte della Regione in direzione Nord Est, sfociano nel M. Jonio. Fiume Bradano: sbocca nel Golfo di Taranto interessando sia la provincia di Potenza sia quella di Matera, con una superficie complessiva in Regione di più di 2000 kmq su un totale di 2755 dell'intero bacino imbrifero. Nonostante la presenza di diversi affluenti, è caratterizzato da una bassa portata media annua alla foce (poco più di 7 mc/s). Fiume Basento: interessa anch' esso entrambe le province scorrendo da NO a SE con superficie com- plessiva di bacino pari a 1546 kmq. La sua portata è pressoché doppia rispetto.a quella del fiume Bradano. Fiume Cavone: nasce, con il nome di Salandrella, nella zona centromeridionale della Basilicata, tra il Basento e l'Agri. Con un bacino idrografico di soli 607 kmq, può essere considerato un torrente piuttosto che un fiume. Fiume Agri: ha carattere di perennità ma con portata annua media piuttosto modesta; scorre nella parte occidentale della Regione con bacino idrografico di 1600 kmq. Su di esso sono stati realizzati i bacini artificiali del Pertusillo e di Gannano. Fiume Sinni: percorre da ovest ad est la parte più meridionale della Basilicata ed ha un bacino di 1306 kmq; lungo il suo corso sono stati realizzati i laghi artificiali di Mass. Nicodemo - Monte Cotugno. Grazie al rilevante afflusso meteorico, è caratterizzato dalla maggiore portata media annua. Si riporta di seguito l’elenco dei corsi d’acque classificate tra il 1° e il 4° ordine suddivisi per gruppi di influenti omogenei. Le caratteristiche generali dei bacini idrografici dei corsi d'acqua che interessano la provincia di Matera sono le seguenti:

Piano Provinciale di Emergenza 24 BACINO REGIONE DI PERTINENZA AREA (KMQ.) VERSANTE Bradano Basilicata-Puglia 2.010 Jonico Basento Basilicata 1.537 Jonico

Cavone Basilicata 675 Jonico Agri Basilicata 1.770 Jonico Sinni Basilicata-Calabria 1.245 Jonico

Si riporta di seguito l’elenco dei corsi d’acque classificate tra il 1° e il 4° ordine suddivisi per gruppi di influenti omogenei.

Limiti entro i quali si Denominazione (da Comuni toccati o Foce o sbocco ritiene pubblico il valle verso monte) attraversati corso d'acqua N. d'ord. d'ord. N. Annotazioni Num. Dell'elenco del Decreto Decreto del Dell'elenco Num. Versante Jonico

Passa in Da confine di provincia di provincia alla Cosenza ove 1 130 Torrente S. Nicola Jonio Nova Siri confluenza dei canali ha le origini e del Roccolo n. 131, vi figura della Scala n. 132 nell'elenco

Canale del Roccolo, inf. Dallo sbocco al 2 131 S. Nicola Nova Siri N. 130 confine di provincia

Dallo sbocco fino Canale della Scala, inf. alla confluenza del 3 132 S. Nicola Nova Siri N. 130 vallone della Castagnara

Dalla foce a km. Torrente Toccacielo e 4 133 Jonio Nova Siri 1,500 a monte di Canale Gargallego Nova Siri

Dalla foce a alla Torrente della Rivolta Nova Siri, mulattiera che da 5 134 Pantanello e canale di Jonio Rotondella Rotondella mena al Ruggiero Tempone del Romito

Dallo sbocco alla Canale della Mortella, Ruggiero confluenza del rio 6 135 Rotondella inf. N. 134 (Rivolta) che scende da nord- est di Rotondella

Piano Provinciale di Emergenza 25 Dallo sbocco per Fosso Carpati, inf. N. 7 136 Rivolta Rotondella chilometri 4,500 134 verso monte

Rotondella, Tursi, Valsinni, Colobraro, Noepoli, Senise, Dalla foce a Francavilla, chilometri 2,500 a 8 137 Fiume Sinni Jonio Chiaromonte, monte del vallone S. Fardella, Episcopia, Maria n. 199 Castelluccio Superiore, Latronico, Lauria Influenti di destra Fiume Sinni Dallo sbocco per 9 138 Canale dell'Acqua Sinni Rotondella chilometri 6,000 verso monte 10 139 Canale della Torre Sinni Rotondella Tutto il suo corso Torrente Candela, Fosso Dallo sbocco alla della Petrosa, Canale 11 140 Sinni Rotondella confluenza del Capozzolo e del canale la Difesa Finocchio Dallo sbocco per 12 141 Torrente Vaccaro Sinni Valsinni chilometri 2,000 verso monte Dallo sbocco 13 142 Torrente Salomone Sinni Valsinni all'ultimo opificio Valsinni, , Dalla confluenza Noepoli, San Paolo della fossa del 14 143 Fiume Sarmento Sinni Albanese, San Puglia n. 156 col Costantino canale Iannace n. Albanese, Terranov 157 di Pollino Influenti di destra Fiume Sarmento E' confine con la provincia di Cosenza Dallo sbocco al ove poi passa 15 144 Torrente Ragone Sarmento Valsinni punto in cui passa in ed ha le Cosenza origini e vi figura nell'elenco

E' confine per tutto il suo percorso con Canale d'Appeso o Tutto il tratto che è 16 145 Ragone Valsinni la provincia Vasalace inf. N. 144 confine di Cosenza e vi figura nell'elenco

E' per un Dallo sbocco alla tratto confine confluenza del con la Fiumarella di S. Giorgio 17 146 Sarmento S. Giorgio Lucano torrente Careto n. provincia di Lucano 147 con torrente Cosenza e vi Selva n. 148 figura nell'elenco

E' confine con la provincia Dallo sbocco al Torrente Careto, inf. N. Fiumarella di San di Cosenza 18 147 S. Giorgio Lucano punto in cui passa in 146 Giorgio ove poi passa Cosenza ed ha le origini

Piano Provinciale di Emergenza 26 E' confine con la provincia Dallo sbocco al Torrente Selva, inf. N. Fiumarella di San S. Giorgio Lucano, di Cosenza 19 148 punto in cui passa in 146 Giorgio Cersosimo ove poi passa Cosenza ed ha le origini

Noepoli, San Dallo sbocco al suo 20 149 Fosso Battispina Sarmento Giorgio Lucano opificio Dallo sbocco alla S. Giorgio Lucano, confluenza del fosso 21 150 Canale Lappio Sarmento Cersosimo, S. Paolo della Cutura col Albanese canale della Monaca n. 151 Dallo sbocco alla biforcazione dei due Canale del Fosso o fosso 22 163 Sarmento S. Giorgio Lucano rami che scendono di Santa Domenica dai due versanti di Morte di Margherita Influenti di destra Fiume Agri

Dallo sbocco fino a 37 245 Fosso del Vallo Agri Tursi Vaccareccia

Dallo sbocco a km. Vallone la Fiumarella di 1,500 a monte della 38 245 Agri Tursi, S. Arcangelo S. Arcangelo confluenza col canale Terlizzi Influenti di sinistra Fiume Agri

Dallo sbocco per Vallone Lupara o Agri 39 319 Agri Missanello Aliano chilometri 4,000 Alvaro verso monte

Dallo sbocco per 40 320 Vallone Rifreddo Agri Aliano chilometri 4,000 verso monte

Dallo sbocco per 41 321 Fosso del Lago Agri Aliano chilometri 4,000 verso monte

Dallo sbocco fino a chilometri 1,000 a 42 322 Fosso dell'Acquasalsa Agri Aliano monte dela confluenza col Fosso Vituri n. 323

Dallo sbocco per 43 323 Fosso Vituri, inf. N. 322 Acquasalsa Aliano chilometri 2,500 verso monte

Dallo sbocco a km. Fosso Agresta e della 2,000 a monte della 44 324 Agri Aliano Fabia confluenza col Fosso Guardatore n. 325

Dallo sboco per Fosso del Guardatore, 45 325 Agresta Aliano chilometri 3,500 inf. N. 324 verso monte Stigliano, Aliano, Gorgoglione, Dallo sbocco a km. Fiume Sauro, torrente Missanello, Guardia 5,000 a monte del 46 326 Cerrito e vallone Agri Perticara, Corleto ponte sul Cerrito Alvaneto Perticara, della strada per Laurenzana Corleto

Piano Provinciale di Emergenza 27 Influenti di destra Fiume Sauro Dallo sbocco alla confluenza del rio Aliano, Gallicchio, 47 327 Vallone S. Elmo Sauro che scende fra Armento Tempa Massitto e Serra S. Luca Influenti di sinistra Fiume Sauro Guardia, Dallo sbocco alla 48 338 Vallone la Difesa Sauro Gorgoglione sua biforcazione

Corleto Perticara, Dallo sbocco alla Torrente Acinelo, Pietrapertosa, confluenza del rio 49 339 Fiumara di Cirigliano e Sauro Stigliano, che scende da C. di Gorgoglione Cirigliano, Salurso Gorgoglione

Dallo sbocco alla confluenza dei due Vallone Tufarello, inf. Gorgoglione 50 340 Gorgoglione rami che scendono N. 339 (Acinello) da est ed ovest di R. S. Cataldo

Dallo sbocco a km. 1,000 a monte della Fosso dei Valloni, inf. Gorgoglione Corleto, 51 342 confluenza in N. 339 (Acinello) Gorgoglione ciascuno dei rami, nei quali si divide

Dallo sbocco alla Torrente II Vallone, inf. Cirigliano confluenza dei due 52 344 Stigliano, Cirigliano N. 339 (Acinello) rami che scendono da Serra Cernosa

Dallo sbocco alla Vallone delle Foreste, Cirigliano 53 345 Stigliano mulattiera inf. N. 339 (Acinello) Cirigliano-Stigliano

Dallo sbocco a km. 54 346 Vallone Le Canne Sauro Stigliano 3,000 verso monte

Fosso Piano del Cento Dallo sbocco fin 55 347 Sauro Stigliano Tomoli sotto M. di Chiara

Dallo sbocco a km. 1,000 a monte della confluenza sita a 56 348 Vallone Mangia-Cavoli Sauro Stigliano sud-ovest di C. Perrone, in ciascuno dei rami, nei quali si divide

Vallone Calvera, inf. N. Dallo sbocco fin 57 349 Mangia-Cavoli Stigliano 348 sotto C. Autunno Vallone di S. Maria, inf. Dallo sbocco fin 58 350 Mangia-Cavoli Stigliano N. 8 sotto le Grotte Seguono influenti di sinistra Fiume Agri Dallo sbocco per 59 351 Fosso della Fornella Agri Stigliano chilometri 3,000 verso monte

Dallo sbocco a km. Fosso del Lupo, di Lago 4,000 a monte della 60 352 Agri Craco, Stigliano Salso e di Salemme confluenza col fosso Croce n. 353

Fosso Croce o del Muto, Dallo sbocco a km. 61 353 Lupo Stigliano Inf. N. 352 2,000 verso monte

Piano Provinciale di Emergenza 28 Fosso Stretto Gannano, Dallo sbocco a km. 62 354 Lupo Stigliano, Craco inf. N. 352 2,500 verso monte

Fosso Santa Fornella, Stigliano, Dallo sbocco a km. 63 355 Lupo inf. N. 352 2,000 verso monte

Dallo sbocco a km. 64 356 Fosso della Granatella Agri Montalbano Jonico 2,000 verso monte

Dalla foce alla confluenza dei fossi 65 357 Vallone Mazoccolo Jonio Montalbano Jonico della Comma e del Confine Dalla foce alla confluenza dei due Vallone La Valle, inf. N. rami che scendono 66 358 Mazzoccolo Montalbano Jonico 357 da nord di Montalbano e da R. Bradia

Montalbano Jonico, Dalla foce a km. Pisticci, Ferrandina, 1,500 a monte dela Fiume Cavone e torrente S. Mauro Forte, confluenza nei due 67 359 Jonio la Salandrella Salandra, Garaguso, rami che scendono , da R. S. Giovanni e Accettura da Mammoletta Influenti di destra Fiume Cavone Dallo sbocco alla confluenza dei 68 360 Vallone Graffolante Cavone Montalbano Jonico Valloni Gatta e Pozzo Fetente

Dallo sbocco alla Fosso del Molino Nuovo mulattiera che 69 361 Cavone Montalbano Jonico e S. Vito conduce a Fontana Noce

Dallo sbocco a km. Vallone Salandra, Montalbano Jonico, 1,500 a monte della 70 362 Pescara e Fosso della Cavone Pisticci, Craco mulattiera Craco Bruscata M.a. Grossi

Dallo sbocco a km. Fosso della Madonna e Salandrella 1,500 a monte della 71 363 Stigliano del Pisciolo (Cavone) confluenza col fosso S. Maria n. 365 Fosso di Monsignore Dallo sbocco fin 72 364 Madonna Craco inf. N. 363 sotto M.a. Grossi

Fosso S. Maria inf. N. Pisciolo Dallo sbocco fin 73 365 Stigliano 363 (Madonna) sotto M.a. Vallone

Dallo sbocco a km. 1,500 a monte della Stigliano, San Salandrella confluenza dei due 74 365 Torrente Misegna Mauro Forte, (Cavone) rami che scendono Accettura da M. Cortaglia e Valle Fredda

Dallo sbocco per Fosso Rossone, inf. N. 75 367 Misegna Stigliano chilometri 3,000 366 verso monte

Dallo sbocco alla Canale Garantone, mulattiera da 76 368 Vallone la Difesa e S. Misegna Stigliano Stigliano a C. Barbara, inf. N. 366 Mezzabotta

Piano Provinciale di Emergenza 29 Dallo sbocco per Fiumarella di Stigliano, S. Barbara 77 369 Stigliano chilometri 2,500 inf. N. 368 (Garantone) verso monte

Dallo sbocco per Vallone di S. Varva, inf. 78 370 Misegna Stigliano chilometri 4,000 N. 366 verso monte

Dallo sbocco alla confluenza dei due Vallone delle Poste, inf. 79 371 Misegna Accettura fossi Cernosa n. 372 N. 366 e Monte Piano n. 373

Dallo sbocco a km. 1,000 a monte della Fosso Cernosa o 80 372 Ponte Accettura confluenza in Montagna, inf. N. 371 ciascuno dei rami, nei quali si divide

Dallo sbocco a km. 0,500 a monte della Fosso Monte Piano, inf. 81 373 Ponte Accettura confluenza in N. 371 ciascuno dei rami, nei quali si divide

Dallo sbocco alla Vallone Mariciello, inf. 82 374 Misegna S. Mauro Forte mulattiera S. Marco N. 366 al bosco di Fazzano

Dallo sbocco alla Vallone Pratiello, inf. N. mulattiera da M.a 83 375 Misegna S. Mauro Forte 366 dell'Arciprete a San Mauro

Dallo sbocco alla Salandrella S. Mauro Forte, mulattiera C. 84 376 Vallone Cannito (Cavone) Accettura Mozzaro per S. Mauro Influenti di sinistra Fiume Cavone (Salandrella) Dallo sbocco al Salandrella Pietrapertosa, 85 377 Fosso dell'Impiso confine di (Cavone) Accettura circondario

Dallo sbocco per Salandrella 86 378 Fosso Piano Cancello Accettura chilometri 2,000 (Cavone) verso monte

Dallo sbocco per Salandrella 87 379 Vallone del Salice Accettura chilometri 2,500 (Cavone) verso monte

Dallo sbocco al terzo Salandrella ponte verso monte 88 380 Vallone Acqua del Prete Oliveto Lucano (Cavone) della strada per Oliveto Lucano

Dallo sbocco per Vallone del Piano del 89 381 Acqua del Prete Oliveto Lucano chilometri 2,000 Lago, inf. N. 380 verso monte

Dallo sbocco al ponte della ferrovia Vallone Riciglio e Le Salandrella 90 382 Garaguso, Oliveto che da Oliveto mena Conche (Cavone) alla valle del Basento

Dallo sbocco a km. Salandrella 3,000 a monte della 91 383 Fosso Margecchio Garaguso (Cavone) confluenza col fosso Cuccaro n. 384

Piano Provinciale di Emergenza 30 Dallo sbocco a km. 1,000 a monte della Fosso Cuccaro inf. N. 92 384 Margecchio Salandra confluenza in 383 ciascuno dei rami, nei quali si divide

Dallo sbocco alla Vallone del Milo inf. N. 93 385 Margecchio Salandra confluenza sotto M.a 383 Lauria ad O.

Dallo sbocco per Salandrella Salandra, San 94 386 Fosso Vallone chilometri 4,000 (Cavone) Mauro Forte verso monte

Dallo sbocco alla Salandrella 95 387 Vallone Galiciano Ferrandina biforcazione sotto (Cavone) Cugno Lungo

Dallo sbocco per Salandrella 96 388 Vallone Calaprecelo Ferrandina chilometri 3,500 (Cavone) verso monte Dallo sbocco per chilometri 1,500 a Salandrella Ferrandina, monte della 97 389 Torrente Gruso (Cavone) Garaguso confluenza nei due rami in cui si divide presso M.a La Costa Dallo sbocco per 98 390 Fosso Pisciagallo Gruso Ferrandina chilometri 3,000 verso monte

Dallo sbocco per chilometri 2,000 a Salandrella monte della 99 391 Fosso Codola Ferrandina (Cavone) confluenza in ciascuno dei due rami in cui si divide

Dallo sbocco per 100 392 Fosso della Chiotica Cavone Pisticci chilometri 2,500 verso monte

Dallo sbocco per 101 393 Fosso Pantano Largo Cavone Pisticci chilometri 3,000 verso monte

Dalla foce a km. 1,000 a monte della 102 394 Vallone del Lavandaio Jonio Pisticci confluenza col fosso di Serricchio n. 395

Dallo sbocco per Fosso di Serricchio, inf. 103 395 Lavandaio Pisticci chilometri 3,500 N. 394 verso monte

Dallo sbocco alla 104 396 Vallone Rugolo Lavandaio Pisticci mulattiera che va ai Cugnarelli Bernalda, Pisticci, Ferrandina, Pomarico, Miglionico, Salandra, Grottole, Grassano, Garaguso, Dalla foce alla Accettura, Tricarico, confluenza col fosso 105 397 Fiume Basento Jonio Campomaggiore, Forza del Castello n. Albano di Lucania, 447 Pietrapertosa, Castelmezzano, Trivigno, Vaglio, Brindisi, Potenza, Pignola

Piano Provinciale di Emergenza 31 Influenti di destra Fiume Basento Dallo sbocco a km. Vallone la Canala di 1,500 a monte della 106 398 Basento Pisticci Pisticci confluenza col vallone Simone

Dallo sbocco al punto in cui diventa 107 399 Torrente la Vella Basento Ferrandina, Salandra confine tra i due comuni di Salandra e Ferrandina

Dallo sbocco per Fosso Buono, inf. N. 108 400 La Vella Ferrandina chilometri 3,000 399 verso monte Dallo sbocco per chilometri 2,500 a Fosso Cretagna inf. N. monte della 109 401 La Vella Ferrandina 399 confluenza in ciascuno dei due rami in cui si divide Vallone el Varvaro e Dallo sbocco per 110 402 canale della Lavannara, La Vella Ferrandina chilometri 5,500 inf. N. 399 verso monte Fosso S. Martino inf. N. Dallo sbocco al suo 111 403 La Vella Ferrandina 399 opificio Dallo sbocco per 112 404 Vallone del Monaco Basento Ferrandina chilometri 2,500 verso monte

Dallo sbocco a km. 113 405 Vallone Manca la salsa Basento Ferrandina 2,000 a monte del ponte della ferrovia

Dallo sbocco fino a 114 406 Fosso Bradanello Basento Salandra, Garaguso tutto il tratto che è confine di Comune

Dallo sbocco a km. 2,000 a monte della Fosso Perticaro, inf. N. 115 407 Bradanello Garaguso confluenza in 406 ciascuno dei due rami in cui si divide

Dallo sbocco per 116 408 Fosso Morrone Basento Garaguso chilometri 3,000 verso monte

Dallo sbocco al Fosso del Bosco 117 409 Basento Garaguso ponte della strada Cognato per Oliveto Lucano

Dallo sbocco per 118 410 Vallone Scannacapre Basento Accettura chilometri 2,500 verso monte

Dallo sbocco per 119 411 Fosso Gallipoli Basento Accettura chilometri 3,000 verso monte Influenti di sinistra Fiume Basento Dallo sbocco per 120 471 Vallone Mantenera Basento Tricarico chilometri 4,000 verso monte

Dallo sbocco per 121 472 Fosso del R. Pianelle Basento Tricarico chilometri 3,500 verso monte

Piano Provinciale di Emergenza 32 Dallo sbocco a km. 1,500 a monte della 122 473 Vallone Acquafredda Basento Tricarico, Grassano confluenza col vallone che scende da M. a Santoro

Dallo sbocco a km. 1,000 a monte della 123 474 Fosso Cupolo Basento Grassano confluenza in ciascuno dei due rami in cui si divide

Dallo sbocco per 124 475 Fosso Cacciatori Basento Grottole, Grassano chilometri 2,000 verso monte Dallo sbocco per km. 1,500 a monte della confluenza nei 125 476 Fosso Serrone Rotto Basento Pomarico due rami che scendono da Salita Faticatore a Pietra Spaccata

Dallo sbocco a km. Torrente Canale di 5,000 a monte della 126 477 Bernalda, il Cavone e Basento Bernalda, Pomarico confluenza col fosso Vallone Pozzillo Carlillo n. 478

Dallo sbocco al Fosso Carlillo, inf. N. Cavone ponte della strada 127 478 Pomarico 477 (Bernalda) Pomarico- Miglionico

Dallo sbocco a km. Fosso Lama e Madonna 1,000 a nord della 128 479 Basento Bernalda degli Angeli mulattiera per Bernalda

Dallo sbocco fino 129 480 Vallone della Venella Basento Montescaglioso alle sue origini Dal punto ove spaglia a km. 2,500 a Fosso della Grandella e 130 481 Spaglia Montescaglioso monte in ciascuno della Lumella dei due rami Gaudella e Venella Dal punto ove 131 482 Fosso del Tenente Spaglia Montescaglioso spaglia a km. 5,000 verso monte

Dal punto ove spaglia al confine fra Fosso Bufalora o del 132 483 Spaglia Montescaglioso i Comuni di Lavandaio Pomarico e Montescaglioso

Pisticci, Montescaglioso, Dalla foce alla Matera, Miglionico, mulattiera per M. Grottole, Irsina, Miracoli a monte 133 484 Fiume Bradano Jonio Genzano, Palmira, della confluenza col Acerenza, vallone dell'Inferno , Forenza, n. 528 Avigliano Influenti di destra Fiume Bradano Dallo sbocco per 134 485 Fosso San Marco Bradano Montescaglioso chilometri 5,000 verso monte

Dal confine di 135 486 Gravina Acquafetente Bradano Montescaglioso Provincia per km. 3,500 verso monte

Piano Provinciale di Emergenza 33 Dallo sbocco fino alla confluenza del Montescaglioso, 136 487 Vallone Mare Bradano vallone che scende Pomarico da est di Serra di S. Lorenzo

Dallo sbocco alla biforcazione sita a Montescaglioso, monte del confine 137 488 Vallone La Radicata Bradano Pomarico dei Comuni di Pomarico e Montescaglioso

Dallo sbocco al Vallone Viscia, inf. N. Montescaglioso, 138 481 La Radicata confine dei suddetti 488 Pomarico comuni

Dallo sbocco fin Fosso Tre Confini Montescaglioso, 139 490 Bradano sotto M. Morelli a Sottani Pomarico sud

Dallo sbocco alla confluenza del rio Torrente l'Acquaro e che scende da Pizzo 140 491 Bradano Matera, Miglionico vallone del Porcaro la Neviera a sud presso la strada di Miglionico Dallo sbocco per 141 492 Vallone Salsa Bradano Miglionico chilometri 3,000 verso monte

Dallo sbocco a km. 1,000 a monte della Vallone Conche ed 142 493 Bradano Miglionico biforcazione nei due Acquaro rami in cui si divide sotto M. di Ventura

Dallo sbocco a km. Torrente Acquaviva e 143 494 Bradano Miglionico, Grottole 1,500 a monte di vallone Rivivo Fontana Petrarole

Dallo sbocco fino a 144 495 Vallone Foggia di Lupo Bradano Miglionico C. a Corleta

Dallo sbocco a km. , 2,000 a monte della 145 496 Torrente Bradano Grottole, Grassano, confluenza col Tricarico Vallone del Bosco n. 499 Dallo sbocco alla Torrente Cacarone, inf. biforcazione sotto 146 497 Bilioso Tricarico N. 496 Tricarico a nord- ovest

Dallo sbocco per Vallone le Chiaviche o 147 498 Bilioso Tricarico chilometri 2,500 le Chianche, inf. N. 496 verso monte

Dallo sbocco per Vallone del Bosco, inf. 148 499 Bilioso Tricarico chilometri 2,000 N. 496 verso monte

Dallo sbocco per 149 503 Vallone Calderaso Bradano Irsina chilometri 2,000 verso monte

Piano Provinciale di Emergenza 34 Dallo sbocco alla Fiumara di e Irsina, Tolve, confluenza del 150 504 torrente Alvo, Olivo e di Bradano Palmira, , vallone Paganaro n. Pietragalla o Cancellara Pitragalla 517 col vallone Tommasotto n. 518 Influenti di sinistra Fiume Bradano Dal punto ove 151 546 Fosso Grotta di Cassano Spaglia Irsina spaglia per km. 2,000 verso monte Dallo sbocco per 152 547 Fosso di Giammaria Bradano Irsina chilometri 4,500 verso monte

Dallo sbocco per 153 548 Fosso Marmuddo Bradano Irsina chilometri 7,000 verso monte

Dallo sbocco fino Irsina, Genzano, alla strada Palazzo 154 549 Torrente Bradano Palazzo San San Gervasio- Gervasio Spinazzola

Dallo sbocco al Fosso Martello, inf. N. 155 550 Basentello Irsina ponte della strada 549 per Irsina

Dallo sbocco alla Fosso Giacutecchio, inf. confluenza dei 156 551 Basentello Irsina N. 549 valloni Fratta e Delle Noci Passa in Dal punto ove provincia di 157 557 Fosso Lettieri Spaglia Irsina spaglia al confine di Bari e vi provincia figura nell'elenco Dallo sbocco per Fosso della Particella, 158 558 Basentello Grottole chilometri 3,000 inf. N. 549 verso monte

Dallo sbocco a km. 4,000 a monte della 159 559 Canale Annunziata Bradano Matera confluenza col canale Annunziatella n. 560

Passa in provincia di Dallo sbocco al Bari, ove ha 160 560 Canale Annunziatella Annunziata Matera confine di provincia le origini e vi figura nell'elenco

Burrone di San Dallo sbocco per 161 561 Francesco e canale di S. Bradano Matera chilometri 4,500 Antonio verso monte

Dallo sbocco per Canale dell'Immacolata 162 562 Bradano Matera chilometri 2,500 o canale del Granaio verso monte Passa in provincia di Bari, ove ha il Dallo sbocco al suo principale 163 563 La Gravina di Puglia Bradano Matera confine di provincia corso e le origini e vi figura nell'elenco

Piano Provinciale di Emergenza 35 Dallo sbocco per Vallone Guerro, inf. N. chilometri 3,000 a 164 564 Gravina di Puglia Matera 563 monte della strada per Matera

Dallo sbocco per Fosso Garamma inf. N. 165 565 Gravina di Puglia Matera chilometri 2,500 563 verso monte

Dallo sbocco alla 166 566 Fosso Salata Bradano Montescaglioso mulattiera che mena a Matera

Dallo sbocco alla Vallone il Costole o 167 567 Bradano Montescaglioso confluenza con la Lama di San Biagio Lama del Pozzo Dal punto ove 168 568 Torrente il Portico Spaglia Montescaglioso spaglia per km. 2,500 verso monte Passa in provincia di Lecce, ove Dal confine della spaglia, e in Torrente Fiumicello e Montescaglioso, 169 569 Spaglia Provincia di Lecce a quella di Bari, Gravina di Matera Matera quella di Bari ove nasce; figura nei rispettivi elenchi Dallo sbocco per Fosso Visciglito, inf. N. 170 570 Fiumicello Montescaglioso chilometri 2,000 569 verso monte

Gravina di Dallo sbocco fino Fosso le piane, inf. N. 171 571 Matera Matera alla strada per 569 (Fiumicello) Matera

Passa in provincia di Bari dopo Gravina di Dallo sbocco fino a Vallone dei Cassoni e aver servito 172 572 Matera Matera tutto il tratto che è dell'Ombro, inf. N. 569 per un tratto (Fiumicello) confine di confine e vi figura nell'elenco Dallo sbocco a km. 1,000 a monte della Gravina di biforcazione in Fosso Pantano di S. 173 573 Matera Matera ciascuno dei due Domenico, inf. N. 569 (Fiumicello) rami che comprendono Serra Vaccaro

Passa in provincia di Gravina di Vallone di Iessa, inf. N. Dallo sbocco al Bari, ove ha 174 574 Matera Matera 569 confine di provincia le origini e vi (Fiumicello) figura nell'elenco

Dallo sbocco a km. Fosso di S. Giorgio, inf. 175 575 Iessa Matera 1,500 a monte della N. 574 strada per Matera Gravina di Dal punto ove Vallone la Femina, inf. 176 576 Matera Matera spaglia per km. N. 569 (Fiumicello) 3,000 verso monte Dal punto ove Vallone S. Bruno e 177 577 Fiumicello Matera spaglia per km. Malpasso, inf. N. 569 6,000 verso monte

Piano Provinciale di Emergenza 36 E' per un tratto confine con la provincia di Tutto il tratto che è 178 578 Torrente il Galasso Jonio Montescaglioso Lecce, ove ha confine foce ed origini e vi figura nell'elenco

PRINCIPALI CARATTERISTICHE IDROLOGICHE DEI BACINI In base alle caratteristiche idrologiche si può affermare che i bacini del Bradano e del Basento sono caratterizzati da ridotte precipitazioni e da poche sorgenti; inoltre i due fiumi hanno portate medie piuttosto basse. I bacini dell'Agri e del Sinni, invece, presentano precipitazioni più elevate e sorgenti consistenti. I due corsi d'acqua presentano portate medie e di magra più elevate rispetto a quelli degli altri bacini. Il regime dei corsi d'acqua lucani è tipicamente torrentizio; le massime portate si registrano nel periodo invernale, mentre nella stagione estiva è caratteristico un regime di magra. Anche l'Agri e il Sinni, pur godendo degli apporti di numerose sorgenti e pur essendo caratterizzati da una nevosità maggiore rispetto al Bradano e al Basento, mostrano un notevole divario tra portate di magra e portate di piena. A seconda delle portate e dei caratteri orografici dei versanti incisi, i corsi d'acqua possono assumere aspetto e "comportamenti" diversi che trovano riscontro nell'adozione di una terminologia locale specifica che distingue tra: fossi, valloni, fiumarelle, torrenti, fiumare, gravine e fiumi. Spostandosi verso valle, l'alveo dei fiumi lucani (soprattutto per il Bradano e per il Basento) tende a formare ripetuti meandri, con greti larghi, che sono soggetti ad esondazione in occasione dei maggiori eventi di piena e ad impaludamenti nella stagione secca. Alcuni corsi d'acqua sono stati intercettati mediante la costruzione di dighe e gli invasi artificiali creati vengono utilizzati per usi potabili ed irrigui. Gli invasi in funzione sono quelli di, di S. Giuliano sul fiume Bradano, del Pertusillo e di Gannano sull'Agri, di Monte Cotugno sul Sinni. Di seguito, si riportano nel dettaglio caratteristiche e territori interessati da eventuali incidenti sui predetti invasi artificiali.

Piano Provinciale di Emergenza 37 DIGA DI SAN GIULIANO SUL FIUME BRADANO Ente concessionario: Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto Caratteristiche tecniche: • a gravità massiccia; • in calcestruzzo semplice; • altezza della Diga: mt. 44; • volume totale di invaso: mc. 107 milioni; • sviluppo del coronamento: mt. 314; • tracimabile attraverso paratoie mobili che si azionano mediante tre sistemi: idraulico, elettrico, manuale-semiautomatico; sistema di allarme: esiste un sistema di allarme acustico nelle immediate vicinanze degli scarichi. L'attivazione può avvenire manualmente o automaticamente con l'apertura delle paratoie degli scarichi di superficie. L'ipotetico collasso della diga interesserebbe prevalentemente terreni agricoli scarsamente abitati, oltre alla frazione di Serramarina ed al centro turistico residenziale di Metaponto. Gli effetti potrebbero essere veramente catastrofici se gli eventi dovessero verificarsi nel periodo estivo, allorchè il centro di Metaponto risulta particolarmente sovraffollato.

DIGA DI GANNANO SUL FIUME AGRI .

Ente concessionario: Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto Caratteristiche tecniche: • a gravità alleggerita; • in calcestruzzo armato; • altezza della Diga: mt. 15,6; • volume totale di invaso: mc. 2,7 milioni; • sviluppo del coronamento: mt. 134; • tracimabile attraverso 6 luci chiuse da paratoie a settore; sistema di allarme: esiste un sistema di allarme acustico nelle immediate vicinanze degli scarichi. L'ipotetico collasso della diga interesserebbe: lungo la valle, prevalentemente terreni agricoli scarsamente abitati;

Piano Provinciale di Emergenza 38 sulla fascia litoranea, invece, zone con più fitti insediamenti. I centri abitati interessati sono, in particolare, il centro agricolo Heraclea ed i centri turistici residenziali del Lido di Policoro e di . Gli effetti potrebbero essere realmente catastrofici se tale evento avvenisse a causa del cedimento della diga del Pertusillo, che si trova a monte di quella di Gannano. In tal caso, i 155 milioni di metri cubi d'acqua, contenibili nel Pertusillo, si riverserebbero in un invaso, quello di Gannano, che ne contiene poco più di 2,5 milioni di mc..

DIGA DI MONTE COTUGNO SUL FIUME SINNI

Ente concessionario: Ente Irrigazione di Puglia e Basilicata Caratteristiche tecniche: • in terra omogenea; • altezza della Diga: mt. 70; • volume totale di invaso: mc. 530 milioni; • sviluppo del coronamento: mt. 1.850; sistema di allarme: opportunamente realizzato anche mediante sirene. L'ipotetico collasso della diga interesserebbe anche importanti centri abitati, con conseguenti gravi effetti: si tratta, in particolare, dei centri di Valsinni, Policoro, Lido di Policoro e Nova Siri Scalo.

DIGA DEL PERTUSILLO SUL FIUME AGRI

Ente concessionario: Ente Irrigazione di Puglia e Basilicata Caratteristiche tecniche: • ad arco gravità in calcestruzzo; • altezza della Diga: mt. 93; • volume totale di invaso: mc. 155 milioni; • sviluppo del coronamento: mt. 340; sistema di allarme: opportunamente realizzato anche mediante sirene. L'ipotetico collasso della diga interesserebbe, fino all'invaso della Diga di Gannano, terreni agricoli scarsamente abitati, nonché la centrale idroelettrica

Piano Provinciale di Emergenza 39 dell'E.N.E.L. e l'impianto di potabilizzazione dell'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese. Peraltro, l'onda di piena, giungendo nell'invaso di Gannano, ne provocherebbe il suo cedimento con gli effetti sopra descritti.

DIGA DI PONTE FONTANELLE SUL TORRENTE CAMASTRA

Ente concessionario: Ente Irrigazione di Puglia e Basilicata Caratteristiche tecniche: • in terra; • altezza della Diga: mt. 56,30; • volume totale di invaso: mc. 42 milioni; • sviluppo del coronamento: mt. 371,39; sistema di allarme: opportunamente realizzato anche mediante sirene. L'ipotetico collasso della diga interesserebbe, in un primo tratto, terreni agricoli scarsamente abitati; successivamente, i centri abitati degli Scali di Garaguso, Salandra, Ferrandina e Pisticci.

DIGA DI SERRA DEL CORVO SUL TORRENTE BASENTELLO

Ente concessionario: Ente Irrigazione di Puglia e Basilicata Caratteristiche tecniche: • in terra; • altezza della Diga: mt. 39,50; • volume totale di invaso: mc. 41,7 milioni; • sviluppo del coronamento: mt. 1.015; • tracimabile attraverso 4 paratoie a ventola; sistema di allarme: cartelli monitori di pericolo posizionati a valle della diga e segnalatori acustici. L'ipotetico collasso della diga interesserebbe prevalentemente terreni agricoli scarsamente abitati. Interessato all'evento, in particolare, risulterebbe il Borgo di Santa Maria d'lrsi. Peraltro, l'onda di piena, giungendo nell'invaso di San Giuliano, ne provocherebbe il suo cedimento con gli effetti sopra descritti.

Piano Provinciale di Emergenza 40

La circolazione sotterranea delle acque, pur se cospicua, presenta una notevole dispersione che spesso ne impedisce l'utilizzo su larga scala e, a causa degli eventi tellurici, risente di frequenti sconvolgimenti. Il territorio della Provincia di Matera ricade quasi totalmente nell’ambito della Autorità di Bacino della Basilicata, ad eccezione di una modesta porzione del territorio comunale di Matera., come si evince dalla tabella seguente.

Piano Provinciale di Emergenza 41

AdB AdB Comune Comunità Montana bacino idrografico Basil. Murge (%) (%) 1 Accettura collina materana cavone-basento 100 2 Aliano collina materana agri 100 3 Bernalda bradano-basento 100 4 Calciano medio basento basento-cavone 100 5 Cirigliano collina materana agri 100 6 Colobraro basso sinni sinni-agri 100 7 Craco collina materana cavone-agri 100 8 Ferrandina basento-cavone 100 9 Garaguso medio basento basento-cavone 100 10 Gorgoglione collina materana agri 100 11 Grassano bradano-basento 100 12 Grottole bradano-basento 100 13 Irsina bradano 100 14 Matera bradano 95 5 15 Miglionico bradano-basento 100 16 Montalbano Ionico agri-cavone 100 17 Montescaglioso bradano-basento 100 18 Nova Siri basso sinni sinni 100 19 Oliveto Lucano medio basento cavone 100 20 Pisticci basento-cavone 100 21 Policoro sinni-agri 100 22 Pomarico bradano-basento 100 23 Rotondella basso sinni sinni 100 24 Salandra basento-cavone 100 25 San Giorgio Lucano basso sinni sinni 100 26 San Mauro Forte collina materana cavone 100 27 Scanzano Ionico agri-cavone 100 28 Stigliano collina materana cavone-agri 100 29 Tricarico medio basento bradano-basento 100 30 Tursi basso sinni sinni-agri 100 31 Valsinni basso sinni sinni 100

Piano Provinciale di Emergenza 42

VIABILITÀ

La dotazione di infrastrutture nella provincia di Matera risulta alquanto carente. Inoltre, nel settore dei trasporti, si evidenzia una situazione negativa per quanto riguarda le categorie strade e autostrade, rete ferroviaria, aeroporti e telecomunicazioni. Infatti, uno dei nodi critici del territorio di Matera è rappresentato dalla particolare situazione che caratterizza la rete stradale della provincia. Essa si estende per 2.755 Km dei quali gran parte (41%) sono extraurbane, prevalentemente di piccole dimensioni e di non facile percorribilità. Il 22,9 % è costituito da strade statali e il restante 35% da strade comunali e provinciali. L’attraversamento del territorio di Matera, (in senso quasi orizzontale nella direzione Sud - Ovest), partendo dal versante ionico verso Potenza e Melfi, è attualmente garantito dalla Basentana –SS 407, dalla Strada Statale 598 (Val d’Agri) e dalla Strada Statale 653 (Sinnica). Tuttavia la Basentana rappresenta ancora la via di collegamento più rilavante (si estende per 150 Km) tra l’autostrada A3 presso lo svincolo di Sicignano degli Alburni e la strada statale 106 Ionica presso Metaponto.0 Inoltre, essendo la strada affiancata dalla linea ferroviaria che collega il capoluogo di Regione con l’area del Metapontino può opportunamente configurarsi come un vero e proprio “corridoio intermodale”come vengono così definiti quegli assi infrastrutturali che consentono il collegamento, attraverso l’integrazione di diversi sistemi di trasporto, di determinate aree del paese per favorire l’interrelazione fra ambiti territoriali caratterizzati da assetti economici ancora in fase di sviluppo. Altro importante asse stradale che attraversa il territorio materano è rappresentato dalla Strada Bradanica che si estende in direzione Nord-Est, partendo dalla Città di Matera verso Melfi e proseguendo verso Foggia. Di questa arteria erano stati realizzati pochi tratti che rendevano la sua funzionalità molto ridotta. Attualmente è in corso di esecuzione il suo completamento. La linea ferroviaria nazionale, che attraversa il territorio provinciale nella parte sud, è la Battipaglia – Metaponto, che si connette con la ferrovia Ionica, consentendo il collegamento con Taranto. La Ferrovia riveste in definitiva un

Piano Provinciale di Emergenza 43 ruolo infrastrutturale subalterno se non proprio secondario sotto il profilo del trasporto pubblico; le due linee esistenti (la Potenza – Ferrandina – Metaponto e la Taranto – Reggio Calabria) sono a binario unico e su di esse viaggiano un numero relativamente basso di convogli. Lo scalo ferroviario più vicino al capoluogo di provincia è quello di Ferrandina. La Città di Matera, infatti, continua a non essere collegata con il sistema ferroviario Statale. Tuttavia Matera dovrebbe, i lavori sono in corso da diversi anni, a breve essere collegata con la linea per Battipaglia e Metaponto e quindi con i due corridoi, Tirrenico e Ionico;

Piano Provinciale di Emergenza 44 Inoltre, in relazione alle infrastrutture di collegamento ferroviario viene evidenziata la necessità di portare a compimento interventi di grande rilievo per il collegamento “trasversale”della provincia materana con la regione Puglia: completamento della Tratta ferroviaria FF.SS. Ferrandina scalo – Matera; realizzazione della tratta ferroviaria FF.SS Matera – Altamura (BA). In relazione agli aeroporti è da segnalare il progetto di completamento di un aereoporto nella “Valbasento”consistente nella riattivazione e nella realizzazione degli interventi di riclassificazione dell’aviopista “E. Mattei”. Lo scalo aeroportuale più vicino è quello di Bari- Palese in Puglia In agro di Nova Siri, Pisticci e di Policoro sono invece previsti tre piccoli porti turistici ed una serie di interventi programmati per la realizzazione di villaggi turistici e strutture alberghiere. Lo scalo portuale più vicino alla nostra provincia è quello di Taranto. Non sono attivi in provincia attrezzature logistiche per il trasporto merci e nodi di interscambio delle stesse. Dall’analisi dello stato del sistema delle infrastrutture di collegamento e degli atti programmatici e le proposizioni delle pianificazioni inerenti il tema della mobilità si evince quell’esigenza di superare “l’isolamento”che ha caratterizzato la provincia materana e che non è da intendersi solo in senso fisico, ma anche relazionale e quindi immateriale. Diventa di fondamentale importanza, per consolidare quei processi di sviluppo già avviati, inserire il territorio materano in un sistema di reti primarie sia di collegamento viario e ferroviario che di collegamento di reti telematiche. Inoltre nel quadro degli interventi progettuali previsti dall’Amministrazione Provinciale per migliorare e potenziare le infrastrutture per la mobilità si riportano qui di seguito tutti quelli che fanno parte delle proposte programmatiche 1998/2000 e contenute nell’accordo di programma all’interno del Programma Operativo Regionale 2000/2006:

Asse viario Bradanico Ionico – Salentino

Con l’obbiettivo di dare continuità all’Asse Bradanico (che è diretto a Nord verso la zona industriale di Melfi e a Sud verso Matera città) anche verso la zona sud-

Piano Provinciale di Emergenza 45 occidentale della provincia è stato ipotizzato di realizzare oltre al completamento del tratto di Bradanica di competenza provinciale una serie di percorsi alternativi che consentano un collegamento rapido con il Metapontino e la fascia Ionica in generale attraverso l’adeguamento della SS. 175 e con le aree interne murgiane attraverso la SS. 7. Punto nodale, perché tali percorsi possano svilupparsi effettivamente, diventa la costruzione di un nuovo Ponte sul Fiume Bradano in forza di quello vecchio chiuso al traffico. E’ da sottolineare che la prospettiva degli interventi da attivare, di adeguamento e completamento della viabilità esistente, mira alla realizzazione di un collegamento più rapido tra la zona industriale del Valbasento e l’area industriale di Melfi che attiverebbe un percorso più breve di 40 Km rispetto a quello attuale via Basentana – Potenza – Melfi.

Itinerari Trasversali agli assi stradali Basentana - Cavonica – Saurina – Val D’Agri – Sinnica

All’interno di una linea d’interventi che mirano alla ricucitura ed reintegrazione di territori e segmenti produttivi finora frazionati scaturisce la proposta che punta a potenziare e creare dei collegamenti “trasversali”le cui realizzazioni si prefiggono principalmente obbiettivi di: superare “l’isolamento”di qui centri abitati posti nelle zone interne al territorio provinciale; favorire la creazione di percorsi alternativi alle grandi vie di comunicazione a carattere nazionale (Basentana, Sinnica)

Trasversale “Saurina”– “Basentana”

Il primo collegamento (cosiddetta “trasversale alta”) che proposto è quello da realizzarsi tra l’asse Basentano e quello, non ancora completamente terminato, rappresentato dalla “Saurina”. In pratica si ipotizza un collegamento tra i comuni della Montagna Materana (Stigliano, S.Mauro Forte, Gorgoglione, Cirigliano, Garaguso, Salandra) mediante

Piano Provinciale di Emergenza 46 la realizzazione di un asse trasversale che collega la “Saurina”con la SS. 407 Basentana attraverso la costruzione di alcune “bretelle”trasversali ed anche un tratto della “Cavonica”.

Completamento “Cavonica”

L’asse longitudinale denominato “Cavonica”rappresenta una strada progettata per i comuni della Montagna Materana il cui andamento segue la fondovalle del Torrente La Salandrella e del Fiume Cavone. Di questa arteria è in esercizio solo un tratto terminale, tra la SS. 106 e la SP: Tinchi - Montalbano, mentre è in appalto il 1° tronco di monte. Tra quest’ultimo tronco e la SS.176 manca ancora la progettazione, mentre il tratto tra la SS.176 e la SP: Tinchi – Montalbano esiste sottoforma di pista.

Trasversale fondo Valle Agri (SS. 598) – SS. 653 Sinnica

Questo collegamento (cosiddetta “trasversale bassa”) si attua mediante interventi di completamento e ammodernamento della SP. 154 –2° tronco con la costruzione di un nuovo ponte sul Fiume Agri; la provincializzazione ed ammodernamento della ex strada Ente irrigazione aranceti di Tursi e con l’adeguamento della SS. 176 si possa mettere meglio e potenziare la relazione tra fondovalle del Sinni e val d’Agri e la SS. 407 Basentana. L’esecuzione di tali interventi non solo possono rappresentare un vantaggio per lo snellimento del traffico veicolare locale (aree irrigue del Metapontino) ma potrebbero acquistare maggiore valenza interreggionale e nazionale anche nella direzione di un potenziamento dei collegamenti tra la Basentana e l’area del Parco Nazionale del Pollino.

Completamenti

Nell’ottica di un potenziamento dei collegamenti sia tra il capoluogo di Provincia con i comuni limitrofi che tra i comuni della fascia interna (Pisticci e Montalbano)

Piano Provinciale di Emergenza 47 con quelli della fascia ionica sono previsti i seguenti completamenti e adeguamenti di Strade Provinciali:

Completamento SP. Matera – Gravina (BA) Completamento SP. Montescaglioso - Matera Completamento SP. Pisticci – S.Basilio (3 lotti) Adeguamento SP. Montalbano Ionico – Scanzano Ionico Completamento SS. 103.

Collegamenti ferroviari

RETE FERROVIARIA ITALIANA (RFI)

Linea: Battipaglia — Potenza Inferiore — Mataponto

Tale collegamento rappresenta l’asse portante del sistema ferroviario regionale ed è l’unica linea con impianti di buon livello a servizio della Regione. Lunga complessivamente 150,32 km, interessa il territorio lucano per circa 110 km con

Piano Provinciale di Emergenza 48 tracciato, per buona parte, parallelo alla SS. 407 “Basentana”. La funzione di questa linea è essenzialmente trasversale: infatti rappresenta l’attraversamento della Regione nell’ambito del collegamento a lunga percorrenza Taranto —Roma. La frequenza media sulla linea è di un treno oglu 2h37’ nel verso Metaponto — Potenza e di un treno ogni 2h58’ nel verso contrario.

Linea: Taranto – Reggio Calabria.

La linea lambisce la provincia lungo il litorale ionico, rivestendo un ruolo secondario nel sistema ferroviario regionale.

FERROVIE APPULO-LUCANE (FAL)

La rete FAL è stata costruita agli inizi del secolo con l’intento di collegare tra loro, e con le linee ferroviarie principali, i comuni delle zone interne della Calabria e della Lucania.

Un basso grado d’interconnessione ed un mancato adeguamento delle linee per soddisfare una domanda di trasporto via via più esigente, hanno determinato nel tempo la convenienza alla sostituzione di diverse linee FAL con servizi su gomma.

La rete (lunga complessivamente 185 km) si sviluppa, oggi, nelle regioni Puglia per 87 km e Basilicata per 98 km.

Le due linee di carattere interregionale sono la Potenza Inferiore — Avigliano — Gravina —Altamura - Bari e Matera — Bari.

Piano Provinciale di Emergenza 49

IL CLIMA

Come é noto, i fattori che influiscono decisamente sul clima di una regione, sono la latitudine, l’altitudine, la distanza dal mare, la posizione rispetto ai grandi centri di azione dell’atmosfera, l’esposizione, la vegetazione. Per quanto riguarda il territorio compreso nei confini della la nostra regione, la latitudine ha una limitata influenza, essendo l’intero territorio compreso nel piccolo intervallo di circa 1°. Ha invece notevole influenza la posizione della regione, che risente dell’influenza dei tre mari (Tirreno, Adriatico e Jonio) e la sua orografia particolarmente tormentata senza una direzione prevalente delle dorsali montuose, la distanza dal mare, l’esposizione dei versanti,

Piano Provinciale di Emergenza 50 la vegetazione ed infine l’altitudine, per la quale si ha una netta differenziazione tra la provincia di Potenza (tutta al di sopra dei 500 m s.l.m.) e quella di Matera, Tale diversità é ancora accentuata dalla differente posizione rispetto alle perturbazioni atmosferiche, dato che il sistema appenninico attribuisce alle due province diverse influenze climatiche costituendo uno spartiacque tra i bacini del mar Tirreno e quello dello Jonio. Il sistema orografico costituisce, infatti, una barriera alla traiettoria delle perturbazioni atlantiche nel Mediterraneo, che conseguentemente influenzano in misura maggiore la parte ovest della regione, nell’ambito della penisola italiana. Il clima della Basilicata è di tipo mediterraneo con inverni piovosi ed estati calde e siccitose, salvo che nelle zone più interne del versante tirrenico dove l’inverno è più freddo e ricco di precipitazioni. Sul territorio lucano si registra la presenza di piogge in tutto l’anno, ma concentrate, in misura diversa da zona a zona, nel semestre autunno-inverno, e con temperature che seguono un regime generalmente analogo per tutto il territorio.. La diversa distanza dal mare influenza, inoltre, il grado di continentalità climatica di alcune zone, accentuando le escursioni termiche e gli scarti tra le precipitazioni del periodo autunno- inverno e quelle del periodo primavera-estate. La rete di rilevamento della temperatura sul territorio lucano è abbastanza scarsa. Di seguito si riportano le stazioni operanti, (appartenenti all’ARPA Basilicata, ex Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale) .

STAZIONE BACINO QUOTA TMedia Latitudine Longitudine Anno • (m. s.l.m.) (°C) inizio serie Melfi Ofanto 531 14.31 41.00 15.65 1924 Monticchio Ofanto 652 13.14 40.95 15.57 1929 Bagni Palazzo Bradano 483 13.96 40.63 14.40 1925 S. Gervasio Potenza Basento 826 12.50 40.63 15.77 1922 Abetermarco Maratea 300 15.30 39.98 15.72 1925 Lao Matera Bradano 401 14.47 40.68 16.62 1925 Policoro Agri 31 16.22 40.22 16.69 1959 Valsinni Sinni 250 15.84 40.17 16.44 1921

Piano Provinciale di Emergenza 51 In generale nella regione si possono distinguere, in funzione dei caratteri orografici del territorio, tre tipologia di clima: a) Clima delle colline orientali: clima temperato semiarido ad estate secca, con escursioni stagionali di circa 16°C, con una piovosità media che si aggira sui 600 mm ed un bilancio idrico fortemente deficitario nei mesi estivi. In particolare, la piovosità annua è compresa tra 550 e 700 millimetri, concentrata in autunno (circa il 31%) ed in inverno (circa il 34%) e con un’incidenza minima in estate (13%). La piovosità mensile maggiore si registra in novembre e dicembre, quella minore in agosto. L’intensità e la frequenza delle precipitazioni risultano decrescenti da nord a sud. Le temperature medie mensili sono comprese tra 3 e 28 °C, con punte massime in agosto (40-46 °C) e minime in febbraio (anche inferiori a 10 °C). I venti predominati sono lo scirocco, il maestrale e la tramontana; durante l’inverno lo scirocco viene sostituito dal ponente. b) Clima appenninico interno: clima umido ed estate tendenzialmente secca, con temperature minime invernali intorno ai 3°C e massime estive intorno ai 23°C e precipitazioni anche superiori ai 1.000 mm annui. In particolare le precipitazioni annue risentono notevolmente delle variazioni altimetnche ed oscillano tra 650 e 1.000 mm nel settore orientale e tra 780 e 1.700 mm nel settore centro-occidentale, ove possono raggiungere anche valori intorno ai 2.000 mm sulle quote più alte (oltre 1.200 m). L’incidenza massima della stagione invernale sulle precipitazioni totali è del 39%, quella della stagione autunnale ~ del 28%, mentre la minima della stagione estiva è del 10%. La piovosità aumenta da nord a sud per l’influenza del libeccio sulla parte meridionale del territorio. Le temperature medie mensili ed annue risultano inferiori a quelle della zona collinare orientale ed in particolare, nel settore appenninico orientale le temperature medie annue si aggirano sui 13-14 °C, con minimi compresi tra 3 e 3,5 °C, registrati in gennaio-febbraio e massimi tra i 24 ei 25 °C, nel mese di agosto. c) Clima pedecollinare-litoraneo ionico: clima secco semiarido che, dal punto di vista della piovosità media annua, presenta dei valori medi intorno ai 500 mm lungo il litorale jonico, mentre la parte sud-occidentale, a causa della situazione topografica e del contrasto tra Tirreno e Jonio, subisce l’esposizione al vento umido di levante per cui presenta una piovosità intorno ai 850 mm annui. Le precipitazioni sono concentrate

Piano Provinciale di Emergenza 52 prevalentemente nel periodo invernale (39%) e autunnale (27%) e diminuiscono sensibilmente nel periodo estivo (12%). A volte le piogge sono concentrate in pochi giorni assumendo, in tal modo, un carattere prevalentemente torrenziale. Le temperature medie mensili oscillano tra i 7 e i 26 °C, con valori minimi nel mese di gennaio e massimi nel mese di agosto.

DATI TERMOMETRICI

Focalizzando l’attenzione sui comuni della provincia di Matera, si fa riferimento, di seguito, ad uno studio che l’ENEA ha condotto a livello nazionale, sfruttando i dati provenienti da 1.131 stazioni (appartenenti alla Rete Agrometeorologica Nazionale - RAN, al Servizio Idrografico e Mareografico - SIMN, all’Aeronautica Militare Italiana - AMi), su un arco temporale che va dal 1950 al 1995. La classificazione prodotta è basata sulla suddivisione dei mesi dell’anno in mesi molto freddi, mesi freddi, mesi confortevoli, mesi caldi, mesi molto caldi, con le caratteristiche sintetizzate di seguito.

Tipologia mesi Caratteristiche molto freddo Tmax < 19 °C Tmin < O °C freddo Tmax < 19 °C Tmin < 10°C confortevole 19 °C 32°C

Classificazione climatica

A ciascuna zona climatica corrisponde una sigla composta dal numero di mesi confortevoli presenti nell’anno e dalla lettera “F” o a seconda se sono più di 6 i mesi freddi e molto freddi o, viceversa, più di 6 i mesi caldi e molto caldi. Ad esempio se una zona è classificata 4F, significa che mediamente nell’anno ci sono 4 mesi confortevoli ed il numero di mesi complessivamente freddi è maggiore di 6. Nello specifico si possono avere 7 mesi freddi ed i caldo, oppure 6 freddi, I molto freddo e i caldo etc. In Basilicata sono state individuate varie zone climatiche: 2C, 3C, 4C, 3F, 4F. Le località in provincia di Matera sono tutte all’interno della fascia C (tranne Stigliano che si trova più nell’entroterra.

Piano Provinciale di Emergenza 53 Generalmente i mesi confortevoli sono maggio ed ottobre, accompagnati da aprile oppure settembre. I mesi molto caldi sono 1 o 2 e solo raramente 3 mentre quelli caldi sono generalmente 3 e a volte 4. In questa zona ci sono anche i mesi freddi o molto freddi (fanno eccezione i comuni sulla costa jonica) il cui numero varia con la latitudine e l’altitudine. La temperatura minima media per le località interne cala anche sotto i 2°C mentre quella massima media si aggira intorno i 32 °C.

Si riportano di seguito i grafici delle temperature medie in alcune località della provincia di Matera.

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DATI

PLUVIOMETRICI Dati pluviometrici significativi sono tratti dalle rilevazione della rete gestita in passato dal Servizio Idrografico dello Stato Sezione decentrata di Catanzaro che ha funzionato per oltre 50 anni con una estesa rete sia nella nostra regione che in zone immediatamente limitrofe. Pur considerando che la presenza di numerosi invasi ha certamente potuto in parte modificare alcuni parametri, i dati sono stati inseriti in questo studio, considerando che i confini amministrativi della regione non corrispondono esattamente alla delimitazione geografica data dallo spartiacque dei bacini idrografici. Più precisamente la zona presa in esame comprende i Bacini del Bradano (che ricade anche nelle Puglie), del Basento, del Cavone, dell’Agri, del Sinni (e bacini minori, fino al torrente Canna escluso) e dal versante Tirrenico, il bacino di Castrocucco (e bacini minori fino al confine campano). Complessivamente la zona presa in esame copre una superficie di 8522 Km2 ed è controllata, come si é detto, dalla Sezione Idrografica del Genio Civile di Catanzaro.

Piano Provinciale di Emergenza 56 In essa sono dislocate 81 stazioni pluviometriche, con un periodo di osservazione di circa 50 anni. Di queste stazioni, due (Viggianello e Castelluccio Inferiore) ricadono nel bacino del Lao, la cui superficie, in massima parte, appartiene al territorio della Calabria, tre ricadono in Puglia (Gravina, S.Chiara, Poggiorsini). La densità delle stazioni é di 1 ogni 105 Km2 (media Italia 1 ogni 85 Km2 ). Le quote sul livello del mare variano dai 3 m di Metaponto (Bradano, Basento) ai 1066 di Anzi (Basento). La stazione con maggiore precipitazione media annua é Trecchina (Bacino del Castrocucco) con 2153 mm, e quella con minore precipitazione é Metaponto, con 532 mm. Tra le 81 stazioni, 21 registrano una piovosità annua media superiore ai 1000 mm, 2 superiore ai 2000 mm, mentre nessuna stazione registra una piovosità inferiore ai 500 mm. La media annuale regionale é di 894 mm, con un contributo di 28 l/sec*Km2 . La tabella generale contenente la piovosità media annua mensile e la totale annuale viene riassunta nella tabella qui di seguito riportata (cinquantennio 1921-1970) riferita alle sole stazioni ricadenti nella Provincia di Matera:

N° STAZIONE G F M A M G L A S O N D ANNO 1 IRSINA 61 42 58 41 40 39 23 26 52 57 69 68 576 2 TRICARICO 70 51 61 49 46 38 25 25 23 63 79 84 644 3 MIGLIONICO 75 49 63 47 47 41 27 27 52 71 91 90 680 4 VENUSIO 66 47 56 42 49 34 29 23 47 65 90 76 624 5 MATERA 58 43 52 36 41 36 25 23 44 65 75 69 567 6 MONTESCAGLIOSO 65 44 57 39 41 35 28 21 40 70 77 75 592 7 METAPONTO 64 45 49 34 33 27 14 14 42 68 70 72 532 8 CALCIANO 77 54 76 43 50 36 25 25 49 60 87 93 675 9 GRASSANO 67 53 65 49 51 41 32 29 55 69 85 85 681 10 GROTTOLE 66 47 59 42 43 35 26 21 47 58 80 74 598 11 FERRANDINA 69 47 58 38 44 35 23 20 42 59 80 82 597 12 PISTICCI 89 53 65 44 52 36 25 23 47 73 107 94 708 13 POMARICO 81 62 71 46 48 36 32 22 49 69 93 100 709 14 BERNALDA 74 52 60 44 42 36 21 23 42 77 91 93 655

Piano Provinciale di Emergenza 57 15 ACCETTURA 110 85 91 58 61 43 22 31 56 87 122 132 898 16 SALANDRA 86 61 74 50 51 38 28 27 58 72 86 94 725 17 S.MAURO FORTE 82 60 73 51 48 36 27 26 45 62 88 94 692 18 S.BASILIO 63 46 50 39 37 25 16 18 37 67 80 75 553 19 ALIANO 85 68 64 50 54 37 24 28 48 65 94 95 712 20 GORGOGLIONE 102 86 82 56 63 42 28 28 55 76 110 119 847 21 STIGLIANO 93 70 79 52 54 42 24 26 53 77 107 113 790 22 MONTALBANO J. 85 58 62 42 49 35 21 18 46 71 94 95 676 23 POLICORO 74 54 55 38 35 25 15 18 36 69 82 85 586 24 S.GIORGIO L. 112 83 73 55 53 41 26 23 48 75 113 113 815 25 VALSINNI 112 78 65 51 50 40 20 22 45 73 111 114 781 26 TURSI 106 65 72 49 48 38 22 26 49 79 103 112 769 27 NOVA SIRI 113 83 87 57 49 28 17 21 48 83 114 121 821

Grafico comparativo mm pioggia mensili per 4 località del materano

Piano Provinciale di Emergenza 58 Ai fini dell’osservazione della variazione dei dati pluviometrici negli ultimi anni, caratterizzati in genere da andamenti siccitosi è stato preso in considerazione lo studio riportasto di seguito. Al fine di valutare se si possa considerare l’ultimo decennio appena trascorso, dal 1991 al 2000, quale periodo caratterizzato da una generale penuria di precipitazione nell’area di interesse, sono state presi in considerazione i dati relativi alle precipitazioni annue sulla regione effettuando una comparazione fra gli stessi. A tal proposito è stato calcolato il valore del rapporto fra la precipitazione media annua calcolata sulla base dei dati riferiti all’ultimo decennio, rispetto al valore medio relativo all’intera serie dei dati . Tale indice, anche se poco sofisticato, costituisce un parametro di facile determinazione che consente di dare una valutazione di prima massima sul possibile manifestarsi di una tendenza negli anni ad una riduzione delle precipitazioni. I valori presi in considerazione sono riportati nella tabella, ove come è facile osservare il rapporto tra le due grandezze in esame è nella maggior parte dei casi minore dell’unità, a dimostrazione che nell’ultimo decennio si sono registrate precipitazioni mediamente inferiori alla media di lungo periodo assunta come valore atteso di riferimento nell’ipotesi di stazionarietà del fenomeno. Inoltre anche nei casi in cui il valore del rapporto è maggiore dell’unità, ciò indica un surplus di poche unità percentuali. Al fine di estendere l’informazione relativa ai siti sede di stazione pluviometrica, anche alla restante parte del territorio regionale, è stata effettuata una interpolazione dei dati, realizzando le tavole di seguito allegate che rendono più immediata e agevole la lettura e la interpretazione del fenomeno. L’esame delle tavole ( in particolar modo quella relativa al rapporto) sembrerebbe confermare la tendenza alla riduzione delle precipitazioni negli anni recenti, rispetto agli anni passati. Tale fenomeno appare ancora più evidente se si considera che nel computo delle medie sul lungo periodo sono stati considerati anche i valori più recenti che quindi potrebbero aver contribuito ad abbassare il valor medio complessivo.

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I VENTI Il regime dei venti dominanti e l’avvicendarsi di quelli periodici ed occasionali su una data regione sono strettamente correlati con la distribuzione della pressione atmosferica e col suo andamento nel corso dell’anno. La distribuzione stagionale della pressione é determinata da due fattori essenziali, e cioè il diverso comportamento termico della terra e del mare e l’avvicendarsi di alcune tipiche masse d’aria, che influisce sia sulla temperatura che sulla pressione, nonché sull’umidità già in parte caratterizzata dalla causa precedente, ossia dal diverso comportamento termico terra - mare, specie nelle stagioni inverno - estate. Il primo può dirsi un fattore essenzialmente statico, mentre il secondo é di carattere dinamico.

Piano Provinciale di Emergenza 64 Il primo dei comportamenti accennati fa sì che sulle aree più calde, e cioè sul mare nel corso dell’inverno e sulla terra nel corso dell’estate, tendono progressivamente a formarsi zone di pressione minore rispetto a quelle regnanti su aree limitrofe, mentre sulle zone più fredde (mare nel periodo estivo e terra nel periodo invernale) finiscono con lo stabilizzarsi alte pressioni. Questo effetto é facilmente constatabile anche sull’Italia, malgrado la ristrettezza del suo territorio. Ad ogni modo, il regime dei venti é spesso complicato oltre che dalle situazioni bariche stagionali, dalla complessa orografia locale. Sulle coste, il regime viene influenzato dall’azione del mare e, nell’interno, dalla presenza dei rilievi. Nel complesso, tutto il territorio italiano é sotto il dominio dei venti occidentali (perturbazioni atlantiche) che trovano comunque ostacoli da parte della catena appenninica. Ciò produce notevoli variazioni nel regime dei venti tra la provincia di Potenza, che risulta esposta ai venti tirrenici (maestrale, libeccio) e quella di Matera, che risente maggiormente delle perturbazioni adriatiche. Come si é detto precedentemente, per la mancanza di stazioni rilevatrici sul territorio regionale, non esistono sufficienti dati di misurazione del regime dei venti, per cui bisogna fare riferimento alle indicazioni di carattere generale, valide per la penisola italiana. Per quanto riguarda la zona di Potenza ove esistono elementi di valutazione grazie alle rilevazioni effettuate dalla stazione meteo dell’Aeronautica Militare, il periodo delle “calme” é piuttosto limitato (soltanto 111 giorni all’anno).

Il territorio della provincia di Matera è servito altresì dal Srvizio Agrometereologico lucano dell’ALSIA con le seguenti stazioni :

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Acerenza ACE Aliano ALI Bernalda ME3 Bosco Galdo Campomaggiore CPM Castel Saraceno CSR Craco CRP Ferrandina Grassano Scalo GR1 Grottole Castellana GRD Grottole Serre GRU Guardia P. Lavello LAV Matera Picciano MTP Matera Sud MTQ Metaponto Montescaglioso MTS Nemoli NEM Nova Siri NS3 Pisticci Rotonda P. Policoro Pantano PO3 Policoro Troyli PO1 Rotonda loc. Lori ROS Incoronata SanMauroF. SMF S. Maria d'Irsi SMI Sarconi SAR Senise Tursi MO6 Venosa VEN Viggianello VIG

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COMUNE LOCALITÀ Altitudine (m. s.l.m. ) Coordinate

ALIANO BADERTA DELLE M. 250 40° 48’ N 16° 56’ E BERNALDA C.DA PEZZAGRANDE 38 40° 26’ N 16° 46’ E FERRANDINA C.DA S. CHIARA 240 40° 28’ N 16° 23’ E FERRANDINA C.DA FOLLIA 350 40° 30’ N 16° 28’ E GRASSANO GRASSANO SC. 198 40° 36’ N 16° 15’ E GROTTOLE C.DA SERRE 539 40° 36’ N 16° 23’ E GROTTOLE C.DA CASTELLANA 143 40° 39’ N 16° 23’ E IRSINA S. MARIA D’IRSI 166 40° 44’ N 16° 21’ E MATERA C.DA MATINELLE 237 40° 42’ N 16° 31’ E MATERA DUE GRAVINE 162 40° 38’ N 16° 35’ E METAPONTO PANTANELLO 10 40° 23’ N 16° 47’ E MONTALBANO J. COZZO DEL FICO 153 40° 17’ N 16° 35’ E MONTESCAGLIOSO C.DA MENZANE 30 40° 29’ N 16° 43’ E NOVA SIRI C.DA PIETRA DEL CONTE 150 40° 09’ N 16° 35’ E PISTICCI C.DA POZZITELLO 60 40° 22’ N 16° 33’ E PISTICCI CASTELLUCCIO 58 40° 21’ N 16° 36’ E PISTICCI C.DA PAOLONE 46 40° 23’ N 16° 35’ E POLICORO C.DA TROYLI 138 40° 14’ N 16° 37’ E POLICORO PANTANO SOTTANO 10 40° 12’ N 16° 42’ E S. GIORGIO L. PIANO DELLE ROSE 456 40° 08’ N 16° 22’ E STIGLIANO C.DA TORRE 288 40° 24’ N 16° 20’ E TURSI MARONE 40 40° 26’ N 16° 37’ E Piano Provinciale di Emergenza 67 IL SISTEMA INDUSTRIALE

Il quadro di sintesi, di seguito riportato, consentirà di indicare programmi di redazione di mappe di rischio industriale.

ELENCO DELLE AREE INDUSTRIA LI

Lotti disponibili Agglomerato Superficie totale N. aziende insediate infrastrutturati

Val Basento 3880 ha 120 ha 45 La Martella 395 ha 30 ha 24

Jesce 295 ha 21

Irsina 295 ha Policoro 50 ha

Le principali produzioni negli agglomerati industriali in Provincia di Matera sono

• Valle del Basento: chimica, polimeri e resine, nylon, imballaggi industriali manufatti e componentistica auto e industriale, quadri elettrici • La Martella: mobili imbottiti, trasformazione prodotti agroalimentari • Jesce: mobili imbottiti ed indotto materie plastiche e componentistica, trasformazione prodotti agroalimentari .

DITTE IN ESERCIZIO NELL'AGGLOMERATO INDUSTRIALE DELLA VALLE DEL BASENTO

COMUNE DI SALANDRA

Num. DENOMINAZIONE PRODUZIONE 1 MANENTI CONGLOMERATI S.R.L. Lavorazione inerti 2 EUROAGRICOLA Stoccaggio di Cereali 3 AGIP SNAM Centrale GAS 4 LATRONICO GIOVANNI Lavorazione Inerti

Piano Provinciale di Emergenza 68

COMUNE DI POMARICO

Num. DENOMINAZIONE PRODUZIONE 5 I.M.E. di FALCONE UMBERTO Lavorazione Inerti

COMUNE DI FERRANDINA

Num. DENOMINAZIONE PRODUZIONE 6 CONSORZIO A.S.I. Imp. Tratt. Acque 7 P.N.T. ex Pirelli Industria Gomme 8 DROP 3 - NOVATEX ITALIA Ind. Produz. filo cucirino da fibra 9 SAPIO INDUSTRIE SUD Prodotti Chimici 10 C.P.M. di C. LEO Costruzioni Meccaniche 11 CIDAL Commercializz. di Surgelati 12 MECA Elettromeccanica 13 TU.CA.M. Carpenteria-Impiantistico 14 COOPBOX-SUD Prodotti Termoplastici 15 COGESTRA S.p.A. Conglomerati Bituminosi 16 SALATTI GIUSEPPE & C. S.p.A. Materiali e Attrezzature Edili 17 SINISI PIETRO Comm. Pezzi di Ricambio e Macchine Agricole 18 FILIPPUCCI (STIB) Produzione Manufatti in Argilla Cotta 19 ELEMER Apparecchiature Elettroniche 20 PANTONE ANTONIO Officina Meccanica 21 NARDANDREA LEONARDO Lavorazioni Marmo 22 IACOVINO PIETRO & ROCCO s.n.c. Officina Elettromeccanica 23 SO.ME.CO. s.r.l. Montaggi Industriali 24 SOLDO s.r.l. Carpenteria Metallica 25 LA CARPIA DOMENICO Fornitura Servizi 26 BONIFACIO FRANCO Officina 27 POLYMERIC ADDITTIVIES s.r.l. Resine Speciali 28 FARINA MARIANO GIOVANNI Comm. di Carburante 29 COPARM Attrezzature per Mattatoi 30 SIDERURGICA LUCANA Carpenteria Metallica 31 GIRARDI & CREANZA Officina Meccanica 32 FAL BIT Conglomerati 33 EUROSALOTTI Mobili Imbottitti 34 AGRIFER CEREALI E SEMENTI s.n.c. Impianto stoc. - lav. e com. cereali e sementi 35 SMECAP Manufatti in Cemento 36 MAXIM S.p.A. Produzione di Mobili Imbottiti 37 B.N.G. s.a.s. di JULA BERNARDINO Lavorazione Rifiuti Indifferenziati 38 SOLDO s.r.l. Carpenteria Metallica

Piano Provinciale di Emergenza 69 COMUNE DI PISTICCI Num. DENOMINAZIONE PRODUZIONE 38 ALTAPAK Films a bolle d'aria per imballaggi industriali 39 DOW ITALIA s.r.l. Resine Epossidiche 40 ERGOM S.p.A. Manufatti per industria automobilistica 41 CAFFARO S.p.A. Polimero Poliammidico 42 FAPAK Films Nylon per imballaggi alimentari 43 EMBLEM EUROPE Films nylon biorientati 44 NYLSTAR Fibre in Nylon 45 SNIA RICERCHE Ricerca e Sviluppo Polimeri 46 INCA INTERNATIONAL (DOWN Prod. Polimero-Preforme e Bottiglie in CHEMICAL) PET 47 LAMITEL Laminati per Circuiti Stampati 48 SAFIPLAST Manufatti in Resine Rinforzate 49 SOFTEN Prodotti per Imbottiti 50 TECNOPARCO VALBASENTO S.p.A. Gestione Servizi alle Imprese 51 POLITEX Tessuti non Tessuti 52 CAV. PASQUALE VENA & F.LLI Amaro Lucano 53 MEBA METALMECCANICA Infissi 54 WASH SYSTEM s.a.s. Lavanderia Industriale 55 QUINTO CARMINE Imbottigliamento e Comm. Bibite 56 LEATHER VALLEY (CALBE SUD) Trattamento di Pelli per Arredamento 57 ORSA s.r.l. Prod. di componentistica per Auto

LA POPOLAZIONE

L’analisi dei dati demografici (registrazioni anagrafiche) aggiornati al 2003 evidenzia innanzi tutto come la popolazione residente nella provincia di Matera ammonti complessivamente a 204.108 unità, pari a circa il 34% dell’intera popolazione lucana. La provincia risulta essere una delle meno popolose del Paese ed in particolare della ripartizione meridionale. La città con più abitanti, Matera, ha d’altra parte una popolazione che supera di poco le 50.000 unità e su tutto il territorio provinciale si contano appena altri 3 comuni che possono vantare un numero di residenti di poco superiore alle 10.000 unità (Pisticci, Policoro e Bernalda). La mancanza di grandi centri urbani se da un lato pone il territorio provinciale in una condizione di relativa carenza di

Piano Provinciale di Emergenza 70 infrastrutture e risorse di tipo specialistico da utilizzare in caso di emergenza, dall’altro ha delle evidenti implicazioni positive, in quanto comporta l’assenza di tutti quei problemi legati alla grande dimensione urbana e alla conseguente congestione in situazioni emergenziali.

La scarsa densità demografica

La provincia di Matera, oltre ad essere una di quelle meno popolate del Mezzogiorno, è anche una di quelle caratterizzate dalla più bassa densità demografica (60 abitanti per chilometro quadrato rispetto ad una media meridionale di circa 168). Valori un po’ più elevati si registrano da un lato nella città di Matera (146,7 abitanti per kmq) e dall’altro nei comuni di Bernalda, Grassano, Nova Siri e Policoro, tutti situati lungo la costa. Quest’ultimo in particolare, con circa 228 abitanti per chilometro quadrato, risulta essere il comune della provincia con la più elevata densità abitativa. Le altre aree del territorio provinciale, ed in particolare quelle più interne che soffrono uno stato di emarginazione delle dinamiche economiche in atto, sono viceversa caratterizzate da una scarsissima densità demografica che molto spesso si abbina a fenomeni di spopolamento e di invecchiamento piuttosto accentuati.

Il progressivo declino della popolazione residente

Le dinamiche della popolazione materana nel corso degli anni presentano caratteristiche piuttosto peculiari, risultando in controtendenza rispetto a quelle che hanno caratterizzato le altre ripartizioni geografiche del Paese. La popolazione residente registra infatti, tra il 1991 e il 1999, una variazione negativa del -1,3%, passando dalle 208.884 unità del 1991, alle 206.193 del 1999. Nello stesso periodo a livello regionale il fenomeno di riduzione della popolazione residente, pur presente, appare tuttavia di dimensioni decisamente inferiori (-0,6%), mentre nel resto del Mezzogiorno e nell’intero territorio nazionale si osserva addirittura una variazione positiva del numero di abitanti pari, in entrambe le ripartizioni, a +1,6%. Nel caso di Matera la dinamica demografica non ha avuto tuttavia un andamento costante nel corso del decennio in esame. La popolazione provinciale, infatti, ha registrato una leggera crescita fino al 1993, anno in cui il trend si è invertito per proseguire in modo decrescente e con intensità sempre maggiore fino al 1999 (come evidenziato dal grafico seguente).

Piano Provinciale di Emergenza 71 Andamento della popolazione residente nel periodo 1991-1999 (1991 =100)

103, 00

102, 00

101, 00

100, 00

99, 00

98, 00

97, 00 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999

Provincia di Matera Basilicata Mezzo gio rno Italia

La tendenza della popolazione a concentrarsi nelle aree forti dello sviluppo

La considerazione dei dati relativi all’andamento demografico disaggregati per singolo comune evidenzia come il calo della popolazione residente sia un fenomeno riscontrabile in quasi tutti i comuni della provincia, con le uniche eccezioni del capoluogo e dei principali comuni costieri (Bernalda, Nova Siri, Policoro e Scanzano Jonico). La dinamica demografica positiva in questi casi, pur essendo imputabile principalmente all’andamento della componente naturale, è stata sicuramente rafforzata da saldi migratori di segno positivo. Quest’ultimo fenomeno è attribuibile al fatto che questi comuni identificano le aree economicamente più vitali della provincia (il Materano da un lato ed il Metaponto dall’altro). Viceversa le aree nelle quali si registrano fenomeni di spopolamento più accentuato sono quelle più interne, ed in particolare i comuni localizzati nell’area del Medio Basento e della Collina Materna dove l’intenso decremento demografico è con ogni probabilità attribuibile alla mancanza di rilevanti prospettive di sviluppo, sia per la gracilità del tessuto produttivo locale, che per le caratteristiche stesse del territorio che si presenta orograficamente ed infrastrutturalmente molto svantaggiato.

Piano Provinciale di Emergenza 72 Il progressivo invecchiamento della popolazione

La dinamica demografica negativa ha avuto degli evidenti effetti sulla struttura per età della popolazione residente, causando un progressivo spostamento degli individui dalle classi più giovani verso quelle più anziane. Un’analoga tendenza è rilevabile in tutte le ripartizioni territoriali del Paese, ma le modifiche registrate a livello provinciale risultano senza dubbio più pronunciate; più in particolare si osserva che:

• il peso della componente giovanile tra il 1991 e il 19981 si è progressivamente ridotto, passando dal 19,9% al 16,9% del totale; riduzione meno accentuate si sono verificate sia nella ripartizione meridionale (da 20,2% a 17,8%) sia a livello nazionale (da 15,9% a 14,5%), dove tuttavia l’incidenza di questa componente risulta significativamente inferiore a quella che si registra sul territorio provinciale;

• viceversa nello stesso periodo la popolazione in più età più avanzata – cioè gli individui con più di sessantacinque anni – ha aumentato la sua incidenza, passando dal 13,0% al 15,9% del totale; anche in questo caso le variazioni registrate a livello meridionale e nazionale risultano relativamente più contenute (nel Mezzogiorno da 12,9% si è arrivati a 15,2%, mentre in Italia si è passati dal 15,3% al 17,7%).

Le dinamiche registrate da queste due componenti destano preoccupazione, soprattutto in considerazione dell’effetto che potrebbero determinare nela gestione di una situazione emergenziale per effetto della minore autonomia e capacità di autosoccorso delle persone più anziane .

Piano Provinciale di Emergenza 73

Totale della Popolazione residente al 1 Gennaio 2003 per sesso e stato civile

Provincia: Matera

Codice Comuni Totale Maschi Totale Femmine Maschi+Femmine Comune

77001 Accettura 1.174 1.208 2.382 77002 Aliano 614 649 1.263 77003 Bernalda 5.852 6.127 11.979 77004 Calciano 438 433 871 77005 Cirigliano 200 235 435 77006 Colobraro 747 774 1.521 77007 Craco 376 427 803 77008 Ferrandina 4.586 4.716 9.302 77009 Garaguso 597 608 1.205 77010 Gorgoglione 576 590 1.166 77011 Grassano 2.846 2.876 5.722 77012 Grottole 1.284 1.305 2.589 77013 Irsina 2.792 2.833 5.625 77014 Matera 28.669 29.587 58.256 77015 Miglionico 1.277 1.333 2.610 77016 Montalbano jonico 3.916 4.002 7.918 77017 Montescaglioso 5.031 5.055 10.086 77018 Nova siri 3.205 3.297 6.502 77019 Oliveto lucano 282 296 578 77020 Pisticci 8.740 9.031 17.771 77021 Policoro 7.547 7.700 15.247 77022 Pomarico 2.192 2.248 4.440 77023 Rotondella 1.556 1.645 3.201 77024 Salandra 1.510 1.609 3.119 77025 San giorgio lucano 723 759 1.482 77026 San mauro forte 1.081 1.122 2.203 77027 Stigliano 2.608 2.899 5.507 77028 Tricarico 3.046 3.200 6.246 77029 Tursi 2.773 2.729 5.502 77030 Valsinni 886 908 1.794 77031 Scanzano jonico 3.405 3.378 6.783 TOTALE 100.529 103.579 204.108

Piano Provinciale di Emergenza 74 distribuzione della popolazione

Legenda

32-1000

1000-2000

2000-5000

Oltre 5000

Piano Provinciale di Emergenza 75

densità della popolazione

Legenda

0-50

50-100

100-200

Oltre 200

Piano Provinciale di Emergenza 76

Popolazione ulta sessantacinquenne Provincia: Matera Totale Totale Eta' Maschi+Femmine Maschi Femmine

65 1.071 1.201 2.272

66 1.014 1.186 2.200 67 990 1.186 2.176 68 1.071 1.136 2.207 69 976 1.161 2.137 70 1.018 1.067 2.085

71 884 1.015 1.899 72 955 1.180 2.135 73 811 973 1.784 74 824 982 1.806 75 809 978 1.787

76 740 890 1.630

77 681 795 1.476 78 615 727 1.342 79 592 777 1.369 80 510 740 1.250 81 449 685 1.134

82 405 683 1.088 83 253 384 637 84 139 240 379 85 168 235 403 86 167 260 427

87 197 284 481 88 159 255 414 89 155 252 407 90 141 166 307 91 87 170 257

92 75 130 205 93 68 87 155 94 41 77 118 95 20 42 62 96 21 30 51

97 8 16 24 98 5 8 13 99 2 13 15 100 e più 3 7 10 TOTALE 16.124 20.018 36.142 Piano Provinciale di Emergenza 77 IL SISTEMA SANITARIO E SOCIO ASSISTENZIALE

Strutture sanitarie codificate dal Ministero della Sanità Codice Denominazione struttura struttura OSPEDALE PROVINCIALE-MATERA- 170 011 OSPEDALE DI ZONA-TRICARICO- 170 012 OSPEDALE CIVILE STIGLIANO 170 013 OSPEDALE CIVILE POLICORO 170 014 OSPEDALE CIVILE TINCHI - PISTICCI 170 015 AIAS - SEZIONE DI MELFI - SEDE DI MATERA 170 021 CENTRO RIABILITAZIONE R.A.M. - MATERA 170 022 CENTRO RIABILITAZIONE SPASTICI A.S. USL N. 4 170 023 PRESIDIO OSPEDALIERO UNIFICATO ASL 5 170 025 AIAS POTENZA - SEDE DI MARCONIA PISTICCI 170 027 C.M.R. - SEDE DI BERNALDA 170 031 ASL 4 - MATERA 170 104 ASL 5 - MONTALBANO JONICO 170 105

Il sistema sanitario provinciale si articola in due Aziende Sanitarie Locali: la Asl. N. 4 con sede a Matera e l’Asl, N. 5 con sede a Montalbano Jonico, con

Piano Provinciale di Emergenza 78 una articolazione territoriale rilevabile di grafici e dalle tabelle che seguono.

Asl 4 territorio e popolazione

Superficie 1.913 kmq. Densità 64 Ab. per kmq

7

8

14 5 6

2 9 4 13 11 10 12 3

1

COMUNE ZONA ALTIMETRICA SUPERFICIE 1 BERNALDA PIANURA 123,11 2 CALCIANO COLLINA INTERNA 48,68 3 FERRANDINA COLLINA INTERNA 215,47 4 GARAGUSO COLLINA INTERNA 38,62 5 GRASSANO COLLINA INTERNA 41,07 6 GROTTOLE COLLINA INTERNA 115,88 7 IRSINA COLLINA INTERNA 262,21 8 MATERA COLLINA INTERNA 387,98 9 MIGLIONICO COLLINA INTERNA 88,93 10 MONTESCAGLIOSO PIANURA 176,74 11 OLIVETO LUCANO MONTAGNA INTERNA 31,47 12 POMARICO COLLINA INTERNA 128,73 13 SALANDRA COLLINA INTERNA 77,11

Piano Provinciale di Emergenza 79 Distretto Livello Indirizzo Matera 2 via Montescaglioso Tricarico 2 via Fuoriporta Rabatana Bernalda 1 via Concilio Vaticano II Ferrandina 1 via Mazzini 19 Grassano 1 via Aldo Moro Irsina 1 via Agnesod Montescaglioso 1 viale Belvedere Pomarico 1 Vl. Kennedy 76

. Comune Popol.99 Densità Farmacie Distretto(liv) Matera (2) 1 Bernalda 12.280 99.74 2 Bernalda (1)

2 Calciano 927 19.04 1 Tricarico (2) Tricarico (2) 3 Ferrandina 9.466 43.93 2 Ferrandina (1) 4 Garaguso 1.197 30.99 1 Tricarico (2) Tricarico (2) 5 Grassano 5.898 143.6 1 Grassano (1) Tricarico (2) 6 Grottole 2.699 23.29 1 Grassano (1)

Matera (2) 7 Irsina 5.867 22.37 3 Irsina (1) 8 Matera 56.628 145.95 13 Matera (2) Matera (2) 9 Miglionico 2.677 30.1 1 Pomarico (1)

Matera (2) 10 Montescaglioso 9.918 56.11 2 Montescaglioso (1) 11 Oliveto Lucano 630 20.01 1 Tricarico (2) Matera (2) 12 Pomarico 4.508 35.01 1 Pomarico (1) Tricarico (2) 13 Salandra 3.272 42.43 1 Ferrandina (1)

14 Tricarico 6.656 37.62 2 Tricarico (2)

Totale 122.623

Piano Provinciale di Emergenza 80 Asl 5 territorio e popolazione

Superficie 1.534 kmq. Densità 56 Ab. per kmq

1 13

3 Asl 5 territorio e popolazione

6 14 5 9

2 7

15 17

4 10 11 16 8

12

COMUNE ZONA ALTIMETRICA SUPERFICIE 1 ACCETTURA MONTAGNA INTERNA 89,27 2 ALIANO COLLINA INTERNA 96,32 3 CIRIGLIANO MONTAGNA INTERNA 14,93 4 COLOBRARO COLLINA INTERNA 65,91 5 CRACO COLLINA INTERNA 76,28 6 GORGOGLIONE MONTAGNA INTERNA 34,23 7 MONTALBANO JONICO PIANURA 132,94 8 NOVA SIRI COLLINA INTERNA 52,11 9 PISTICCI PIANURA 231,47 10 POLICORO PIANURA 67,29 11 ROTONDELLA COLLINA INTERNA 76,93 12 SAN GIORGIO LUCANO COLLINA INTERNA 38,94 13 SAN MAURO FORTE COLLINA INTERNA 86,89 14 STIGLIANO COLLINA INTERNA 209,96 15 TURSI COLLINA INTERNA 156,93 16 VALSINNI COLLINA INTERNA 31,97 17 SCANZANO JONICO PIANURA 71,5

Piano Provinciale di Emergenza 81

Distretto Livello Indirizzo

Pisticci 2 p. Elettra

Policoro 2 via Brennero

Stigliano 2 V. S.S.Nazionale

Montalbano Jonico 1 V.le dei Caduti

San Mauro Forte 1 via Di Vittorio

Tursi 1 P. Cattedrale

N. Comune Popol.99 Farmacie Zona Distretto (liv)

Stigliano (2) Montagna 1 Accettura 2.511 1 San Mauro Forte interna (1) Collina 2 Aliano 1.340 1 Stigliano (2) interna Montagna 3 Cirigliano 477 1 Stigliano (2) interna

Collina Policoro (2) 4 Colobraro 1.606 1 interna Tursi (1) Collina 5 Craco 865 1 Pisticci (2) interna Montagna 6 Gorgoglione 1.280 1 Stigliano (2) interna

Pisticci(2) Montalbano 7 8.434 2 Pianura Montalbano Jonico Jonico (1) Collina 8 Nova Siri 6.388 2 Policoro (2) interna 9 Pisticci 17.985 3 Pianura Pisticci (2)

10 Policoro 15.236 3 Pianura Policoro (2) Collina Policoro (2) 11 Rotondella 3.384 1 interna Tursi (1) San Giorgio Collina Policoro (2) 12 1.627 1 Lucano interna Tursi (1)

Stigliano (2) San Mauro Collina 13 2.764 1 San Mauro Forte Forte interna (1) Collina 14 Stigliano 5.933 2 Stigliano (2) interna

Collina Policoro (2) 15 Tursi 5.765 1 interna Tursi (1)

Collina Policoro (2) 16 Valsinni 1.863 1 interna Tursi (1) Scanzano 17 6.631 1 Pianura Policoro (2) Jonico

Totale 84.089

Piano Provinciale di Emergenza 82 Indicatori relativi alla popolazione per comune e ASL - anno 1991

Pop. Indice Variaz. % Indice di Popolazione Anziana Indice di Comuni Popolazione Vecchiaia d’invecchiam 1991 (> 65 anni) 1997/1991 dipendenza 1991 ento AZIENDA SANITARIA LOCALE N.4 MATERA Bernalda 12.037 +1,9% 1.396 55,4 44,1 11,6 Calciano 1.049 -12% 210 126,5 52,7 20,0 Ferrandina 9.427 +0,8% 1.217 64,6 45,6 12,9 Garaguso 1.270 -4,2% 197 79,8 51,2 15,5 Grassano 6.065 -2,2% 1.047 89,8 54,2 17,3 Grottole 3.006 -9,6% 397 65,8 46,8 13,2 Irsina 6.558 -9,3% 1.078 92,1 48,7 16,4 Matera 54.919 +2,7% 5.838 52,1 41,5 10,6 Miglionico 2.718 -0,9% 427 78,2 51,4 15,7 Montescaglioso 10.104 -1,9% 1.276 61,9 45,8 12,6 Oliveto lucano 762 -13,8% 152 153,5 46,3 19,9 Pomarico 5.018 -9,5% 829 86,8 51,6 16,5 Salandra 3.363 2% 445 60 50,4 13,2 Tricarico 7.017 -3,7% 1.141 88,7 49,1 16,3 Totale 123.313 - 15.650 78,1 12,7 AZIENDA SANITARIA LOCALE N. 5 MONTALBANO J. Accettura 2.740 -7,6% 562 114,2 59,8 20,5 Aliano 1.495 -8,4% 311 142,7 51,3 20,8 Cirigliano 532 -8,8% 182 288,9 82,2 34,2 Colobraro 1.756 -6,2% 356 130,9 52,4 30,3 Craco 971 -10% 167 97,1 49,8 17,2 Gorgoglione 1.395 -6,7% 280 127,3 53,8 20,1 Montalbano J. 8.688 -2,2% 1.061 62,3 43,8 12,2 Nova Siri 5.922 +6,9% 634 51,5 42,7 10,7 Pisticci 18.311 -1,5% 2.345 63,9 45,6 12,8 Policoro 14.551 +4,6% 1.028 29,5 41,4 7,1 Rotondella 3.712 -7,5% 583 92 46 15,7 San Giorgio L 1.820 -9,3% 409 148,7 56,6 22,5 San Mauro Forte 3.025 -6,9% 476 95 45,6 15,7 Scanzano 6.210 +6,8% 600 40,8 46,6 9,7 Stigliano 6.576 -8,2% 1.394 136,9 54,8 21,1 Tursi 6.003 -3,2% 739 59,2 45,5 12,3 Valsinni 1.965 -4% 358 108,8 51,5 18,2 Totale 85.672 - 11.585 84 - 13,5 TOTALE 610.528 -0,03% 86.686 74,3 46,5 14,2

Piano Provinciale di Emergenza 83

Centri o Servizi dialisi

AZIENDA U.S.L. DENOMINAZIONE STRUTTURA INDIRIZZO COMUNE

MATERA OSPEDALE “MADONNA DELLE GRAZIE”-MATERA- C.da CATTEDRE AMBULANTI MATERA MONTALBANO JONICO OSPEDALE CIVILE TINCHI VIALE JONIO PISTICCI

Piano Provinciale di Emergenza 84 Case di riposo

ASL N.4 ASL N.5

Trifoglio Maggese (Ferrandina) Giovani Oggi (Cirigliano)

Brancaccio (Maratea) C.A.S.A. Hostilianus (Stigliano)

S. Antonio (Tricarico) Centro residenz. Per anziani (S.Giorgio L.)

Colobraro 80 (Colobraro)

Situazione case di riposo

N. AUSL Case di riposo Posti Posti Pop. anziana disponib. occupati ASL N.4 Ferrandina 60 45 MATERA Matera 120 107 Tricarico 40 36

ASL N.5 Stigliano 20 20 MONTALBANO S.Giorgio lucano 22 18 Colobraro 30 23 Cirigliano 15 11

TOTALE 307 260

Struttura edilizia delle case di riposo

Anno di Casa di Anno di Ascensori ristruttura- N. stanze Ambulatorio riposo costruzione speciali zione Ferrandina 1963 1997 3 - - Matera 1980 - 78 2 montalett. SI 2 montacar. Tricarico 1922 1985 41 2 montalett. - Cirigliano Scorso sec. 1990 - - - Colobraro - - - - - S.Giorgio - - - - - Stigliano - - - - -

Piano Provinciale di Emergenza 85 LE STRUTTURE RICETTIVE

Elenco strutture alberghiere

Numero di Comune Denominazione Indirizzo camere

Accettura HOTEL CROCCIA Via Salita Bastioni 10 Accettura HOTEL SANGIULIANO Via Cartoscelli, 7 15 Bernalda I PITAGORICI Via Verdi, 341 11 Bernalda KENNEDY Metaponto - Viale Jonico, 1 33 Metaponto - SS 106 Jonica Km Bernalda PALATINUM 28 449,330 Bernalda SACCO Metaponto - Piazzale Lido, 7 75 Bernalda TURISMO Metaponto - Viale delle Ninfee, 5 61 Bernalda SACCO (DIPENDENZA) Via Olimpia, 12 12 Calciano MOTEL SANTA DOMENICA Via S. Domenica Sottana S.S. 407 23 Ferrandina DEGLI ULIVI SS 407 Basentana (Borgo Macchia) 66 Ferrandina DIAMANTE SS 407 Basentana (Borgo Macchia) 18 SS 407 Scalo Ferroviario, 31/33 Garaguso HOTEL 407 10 (Garaguso Scalo) Irsina FORLIANO Zona PIP 30 Matera HOTEL DEL CAMPO Via Lucrezio 16 Matera HOTEL PALACE Piazza Michele Bianco 65 Matera DE NICOLA Via Nazionale, 158 105 Matera IL PICCOLO ALBERGO Via de Sariis, 11 11 Matera ITALIA Via Ridola, 5 46 Matera MOTEL PARK SS 99 Km 14,960 58 Matera SASSI HOTEL Via S. Giovanni Vecchio, 89 10 Matera ROMA Via Roma, 62 10 Nova Siri GIARDINI D'ORIENTE Via Luci del Varietà 70 Nova Siri HOTEL IMPERIALE Via Gramsci 31 Nova Siri AKIRIS Contrada Laccata 60 Nova Siri SIRIS Via Magna Grecia, 2 69 Località Lido di Macchia (Pisticci Pisticci HOTEL DEGLI ARGONAUTI 93 Marina) SS 407 Basentana Km 77,500 Pisticci HOTEL AURORA 64 (Pisticci Scalo) Policoro HERACLEA HOTEL RESIDENCE Via Lido 86 Policoro CALLA' Corso Pandosia, 11 22 Policoro CALLA' 2 Via Lazio 22 Policoro STELLA MARINA Piazzale Lido, 1 14 S.S. 407 Basentana Km. 45,500 Salandra LA SALITELLA 16 (Salandra Scalo) Salandra MOTEL BASENTUM Scalo Ferroviario (Salandra Scalo) 16 Scanzano Ionico MICENEO PALACE HOTEL Strada per Montalbano Jonico 61 Scanzano Ionico MOTEL DUE PALME S.S. 106 Jonica Km. 430,750 23 Scanzano Ionico MOTEL VECCHIA RAVENNA S.S. 106 Jonica Km. 431 30 Scanzano Ionico VILLAGGIO ALBERGO "TORRE DEL FARO" Via Torre del Faro 456

Piano Provinciale di Emergenza 86

Elenco campeggi

Bernalda (Metaponto Lido) Camping Julia Str. Tur. Arch. S. Palagina Bernalda (Metaponto Lido) Camping Magna Grecia Via Lido, 1 Bernalda (Metaponto Lido) Camping Park Riva dei Greci Str. Turistica Archeologica sn c.p. 38 Bernalda (Metaponto Lido) Camping Village Internazionale V.le Magna Grecia Bernalda (Metaponto Lido) Kammel Camping Club V.le Magna Grecia Bernalda (Metaponto Lido) Metapontum Village Via Torremare Bernalda (Metaponto Lido) Villaggio Mondial Camping Nova Siri Camping Castroboleto Via Lungomare s.n. Nova Siri Camping Jonio Via Mare Nova Siri Camping Soleado Via Lungomare s.n. Scanzano Jonico Camping le Due Barche Via Lido Torre, 33

Piano Provinciale di Emergenza 87 Elenco agriturismi

comune località denominazione indirizzo

Bernalda Bernalda RAYO DE LUNA c.da Incoronata

Bernalda Bernalda MACCHIAGRICOLA s.s. 106

Bernalda SALIERNO Bernalda Torremare

Bernalda Bernalda VILLAGGIO SAN MARCO contrada San Marco

AZIENDA AGRARIA Bernalda Metaponto AGRITURISTICA s.s. 106 MACCHIAGRICOLA

AGRITURISMO SAN Pisticci Marconia c.da S. Teodoro TEODORO

Nova siri Nova siri LA COLLINETTA contrada Pietra del Conte

VILLAGGIO Policoro Policoro SANT'ANTONIO via Nazionale

Policoro AGRI PARK Policoro via Pesaro

IL PAGO Rotondella Rotondella c/da Trisaia Pantanello

San Giorgio San Giorgio CENTRO AGRITURISTICO Lucano Lucano VILLAGGIO PRIMO SOLE s.s. Sarmentana MASSERIA D'ELIA

Scanzano jonico Scanzano BUFALORIA via Marche jonico

Scanzano jonico Scanzano IL PONTE jonico

Piano Provinciale di Emergenza 88 IL SISTEMA TERRITORIALE DI SOCCORSI

VIGILI DEL FUOCO

Provincia di Matera

Comando prov. di Matera

• Sede: Via Timmari 11 - 75100 (Matera) • Tel.: 0835/338311 • Fax: 0835/333641

Distacc. di Ferrandina

Località Borgo Macchia • Tel.: 0835/757082

Distacc. di Policoro

• Sede: Corso Pandosia - 75025 (Policoro) • Tel.: 0835/972122

Piano Provinciale di Emergenza 89 CARABINIERI

Nome Comune Indirizzo Telefono Fax

Comando Via Dante Matera 0835332821 0835322821 Provinciale CC Alighieri

Compagnia Via Dante Matera 0835332821 0835331402 Carabinieri Alighieri Compagnia Pisticci Vico I Vespuccio 0835581010 0835581407 Carabinieri Compagnia Policoro Via Monte Bianco 0835973622 0835985875 Carabinieri Compagnia Tricarico Via Santa Croce 0835723013 0835723044 Carabinieri

Stazione Carabinieri Accettura Via IV Novembre 0835675010 0835675010

Stazione Carabinieri Aliano Via Mercato 0835568025 0835568025

Stazione Carabinieri Bernalda Via Quasimodo 0835548482 0835543010

Stazione Carabinieri Metaponto Via Martin Luter King 0835745331 0835745010 (Bernalda)

Stazione Carabinieri Calciano Via S. Pertini 0835672012 0835672012

Stazione Carabinieri Colobraro Via Vittorio Veneto 0835841010 0835841956

Piano Provinciale di Emergenza 90 Piazza Caduti In Stazione Carabinieri Ferrandina 0835554961 0835556010 Guerra

Stazione Carabinieri Garaguso Via Olivi Del Duca 0835671821 0835671465

Stazione Carabinieri Gorgoglione Via Marconi 0835560010 0835560010

Viale Della Stazione Carabinieri Grassano 0835721010 0835721010 Rimembranza

Stazione Carabinieri Grottole Via Nihita Kruscev 0835758010 0835758010

Stazione Carabinieri Irsina Corso Di Vittorio 0835629010 0835518483

Stazione Carabinieri Matera Via Dante Alighieri 0835332821 0835331402

Stazione Carabinieri Miglionico Via A. De Gasperi 0835559894 0835559010

Stazione Carabinieri Montalbano Via Dei Caduti 0835691010 0835593676 Jonico

Stazione Carabinieri Montescaglioso Via Aldo Moro 0835207010 0835208523

Stazione Carabinieri Nova Siri Scalo Via Lazio 0835877377 0835536322 (Nova Siri)

Stazione Carabinieri Pisticci Vico I Vespucci 0835581010 0835581407

Stazione Carabinieri Marconia Via E.Curiel 0835411900 0835411326 Pisticci

Stazione Carabinieri Policoro Via Monte Bianco 0835973622 0835985875

Stazione Carabinieri Pomarico Via Degli Olmi 0835552518 0835551010

Stazione Carabinieri Rotondella Via Gramsci 0835504010 0835504010

Stazione Carabinieri Salandra Piazza V. Veneto 0835679100 0835673010

San Giorgio Stazione Carabinieri Via Tenete Agresta 0835846010 0835846010 Lucano San Mauro Stazione Carabinieri Via A. De Gasperi 0835674010 0835674010 Forte

Stazione Carabinieri Stigliano Via Manzoni 0835561010 0835565665

Stazione Carabinieri Tricarico Via San Croce 0835723013 0835723044

Stazione Carabinieri Tursi Via S.Sebastiano 0835533010 0835532505

POLIZIA DI STATO

Piano Provinciale di Emergenza 91

Questura di Matera Indirizzo: Via Gattini, 12 - 75100 Telefono: 08353781

Commissariati di Pubblica Sicurezza

DENOMINAZIONE INDIRIZZO CAP COMUNE TELEFONO

Commissariato di P.S. Scanzano Jonico via Leopardi, snc 75020 Scanzano Jonico 0835952211

Commissariato di P.S. Pisticci via Caboto, 13 75015 Pisticci 0835445711

Polizia Stradale

DENOMINAZIONE INDIRIZZO CAP COMUNE TELEFONO

Sezione Polizia Stradale via Tasso, 40 75100 Matera 0835378680 Sottosezione Polizia Stradale via Dante, 4 75025 Policoro 0835972110

Polizia Ferroviaria

DENOMINAZIONE INDIRIZZO CAP COMUNE TELEFONO

Stazione FF.SS Polizia Ferroviaria 75012 Bernalda 0835745070 Metaponto

Polizia Postale

DENOMINAZIONE INDIRIZZO CAP COMUNE TELEFONO

Polizia Postale Piazza Matteotti, 12 75100 Matera 0835331028

GUARDIA DI FINANZA

Piano Provinciale di Emergenza 92

COMANDO PROVINCIALE MATERA

Sede: MATERA Prov.: MT C.a.p.: 75100 Indirizzo: VIA LAZAZZERA SNC Telefono: 0835331542

NUCLEO PROVINCIALE PT MATERA

Sede: MATERA Prov.: MT C.a.p.: 75100 Indirizzo: VIA LAZAZZERA SNC Telefono: 0835331542

COMPAGNIA MATERA

Sede: MATERA Prov.: MT C.a.p.: 75100 Indirizzo: VIA LAZAZZERA SNC Telefono: 0835331542

BRIGATA FERRANDINA

Sede: FERRANDINA Prov.: MT C.a.p.: 75013 Indirizzo: CORSO VITTORIO EMANUELE II SNC Telefono: 0835554056

BRIGATA METAPONTO

Sede: BERNALDA Prov.: MT C.a.p.: 75010 Indirizzo: VIALE EUROPA, 3 Telefono: 0835745124

TENENZA POLICORO

Sede: POLICORO Prov.: MT C.a.p.: 75025 Indirizzo: VIA BOLOGNA SNC Telefono: 0835972112

Piano Provinciale di Emergenza 93 CORPO FORESTALE DELLO STATO

DENOMINAZIONE INDIRIZZO LOCALITA’

COORDINAMENTO VIA NAZIONALE MATERA PROVINCIALE MATERA

COMANDO STAZIONE VIA DEL MAGGIO, 19 ACCETTURA (MT) ACCETTURA COMANDO STAZIONE EX ASFD LOCALITA' PALAZZO ACCETTURA (MT) GALLIPOLI PALAZZO FD

COMANDO STAZIONE GROTTOLE VIA N. KRUSCOV GROTTOLE (MT)

COMANDO STAZIONE IRSINA VIA NOVELLO, 25 IRSINA (MT)

COMANDO STAZIONE MATERA VIA DELLA QUERCIA, 3 MATERA

COMANDO STAZIONE MATERA VIA SETTE DOLORI,10 MATERA (MT) BIS PARCO ARCHEOLOGICO

COMANDO STAZIONE PISTICCI VIA DI GIULIO,86 PISTICCI (MT)

COMANDO STAZIONE POMARICO VIA ZIZZI POMARICO (MT)

COMANDO STAZIONE VIA DIAZ, 19 ROTONDELLA (MT) ROTONDELLA VIALE REGINA SALANDRA (MT) COMANDO STAZIONE SALANDRA MARGHERITA, 126 COMANDO STAZIONE SAN VIA MATINOLI, 66 SAN MAURO FORTE (MT) MAURO FORTE COMANDO STAZIONE SCANZANO VIA S.S.106,34 SCANZANO JONICO (MT) IONICO

COMANDO STAZIONE STIGLIANO VIA ROMA, 147 STIGLIANO (MT)

COMANDO STAZIONE TRICARICO VIA LUCANA,25 TRICARICO (MT)

COMANDO STAZIONE TURSI VIA FRANCIA, 7 TURSI (MT)

Piano Provinciale di Emergenza 94

Area di Comune Popolazione C.O.M. Distanza tempo ammassamento

Accettura 2.531 Stigliano da definire 18 17 Aliano 1.369 Stigliano da definire 24 28 Bernalda 12.266 Bernalda Ferrandina - - Calciano 923 Grassano Tricarico 7 11 Cirigliano 485 Stigliano da definire 14 13 Colobraro 1.647 Policoro Policoro 39 39 Craco 874 Stigliano da definire 29 30 Ferrandina 9.508 Grassano Tricarico 29 29 Garaguso 1.217 Grassano Tricarico 24 26 Gorgoglione 1.302 Stigliano da definire 20 19 Grassano 5.929 Grassano Tricarico 12 17 Grottole 2.716 Grassano Tricarico 31 31 Irsina 5.947 Grassano Tricarico 28 29 Matera 56.387 Matera Matera - -

Miglionico 2.694 Bernalda Ferrandina 38 39 Montalbano Jonico 8.498 Policoro Policoro 18 21 Montescaglioso 9.906 Bernalda Ferrandina 25 31 Nova Siri 6.333 Policoro Policoro 23 28 Oliveto Lucano 657 Stigliano da definire 36 38 Pisticci 18.029 Bernalda Ferrandina 22 25 Policoro 15.227 Policoro Policoro - - Pomarico 4.541 Bernalda Ferrandina 32 35 Rotondella 3.433 Policoro Policoro 22 28 San Giorgio Lucano 1.651 Policoro Policoro 40 38 Salandra 3.294 Grassano Tricarico 23 29 San Mauro Forte 2.817 Stigliano da definire 32 33 Scanzano Jonico 6.635 Policoro Policoro 5 5 Stigliano 6.036 Stigliano da definire - - Tricarico 6.759 Grassano Tricarico 15 18 Tursi 5.813 Policoro Policoro 23 27 Valsinni 1.887 Policoro Policoro 26 25 TOTALE PROV. MATERA 207.311

Piano Provinciale di Emergenza 95

SEDI C.O.M. ED AREE DI AMMASSAMENTO

Piano Provinciale di Emergenza 96

C.o.m. di Grassano

Comune Popolazione C.O.M. Area di ammassamento Distanza tempo

Calciano 923 Grassano Tricarico 7 11 Ferrandina 9.508 Grassano Tricarico 29 29 Grassano 5.929 Grassano Tricarico 12 17 Garaguso 1.217 Grassano Tricarico 10 11 Grottole 2.716 Grassano Tricarico 17 21 Irsina 5.947 Grassano Tricarico 28 29 Salandra 3.294 Grassano Tricarico 23 29 Tricarico 6.759 Grassano Tricarico 15 18 36.293

C.o.m. di Bernalda

Comune Popolazione C.O.M. Area di ammassamento Distanza tempo Bernalda 12.266 Bernalda Ferrandina - - Miglionico 2.694 Bernalda Ferrandina 38 39 Montescaglioso 9.906 Bernalda Ferrandina 25 31 Pisticci 18.029 Bernalda Ferrandina 22 25 Pomarico 4.541 Bernalda Ferrandina 32 35 47.436

Piano Provinciale di Emergenza 97

C.o.m. di Stigliano

Comune Popolazione C.O.M. Area di ammassamento Distanza tempo Accettura 2.531 Stigliano da definire 18 17 Aliano 1.369 Stigliano da definire 24 28 Cirigliano 485 Stigliano da definire 14 13 Craco 874 Stigliano da definire 29 30 Gorgoglione 1.302 Stigliano da definire 20 19 Oliveto Lucano 657 Stigliano da definire 32 33 San Mauro Forte 2.817 Stigliano da definire - - Stigliano 6.036 16.071

C.o.m. di Policoro

Comune Popolazione C.O.M. Area di ammassamento Distanza tempo Colobraro 1.647 Policoro Policoro 39 39 Montalbano Jonico 8.498 Policoro Policoro 18 21 Nova Siri 6.333 Policoro Policoro 23 28 Policoro 15.227 Policoro Policoro - - Rotondella 3.433 Policoro Policoro 22 28 San Giorgio Lucano 1.651 Policoro Policoro 40 38 Scanzano Jonico 6.635 Policoro Policoro 5 5 Tursi 5.813 Policoro Policoro 23 27 Valsinni 1.887 Policoro Policoro 26 25 51.124 Piano Provinciale di Emergenza 98 C.o.m. di Matera

Comune Popolazione C.O.M. Area di ammassamento Distanza tempo

Matera 56.387 Matera Matera - - TOTALE 56.387

Le associazioni di volontariato

Il volontariato è una risorsa preziosa per la gestione delle varie potenziali emergenze e, pertanto, deve considerarsi la prima immediata e concreta risposta al verificarsi di eventi calamitosi E’ stato, da sempre, sostenuto che il coinvolgimento della popolazione e delle organizzazioni di volontariato in particolare, a fianco delle competenze peculiarmente spettanti agli organismi dello Stato, della Regione e degli Enti Locali, costituisce una condizione irrinunciabile affinché il complesso sistema di protezione civile possa esprimersi al massimo delle sue potenzialità. Per qualificare e dimensionare adeguatamente il contributo del volontariato, specie quello altamente specializzato, aperto alla più larga disponibilità, è necessario definire le procedure da porre in essere sinergicamente ed in un armonico collegamento con gli enti pubblici ai vari livelli di responsabilità e competenza territoriale. Tra i settori più rilevanti per l’impiego delle associazioni di volontariato nel settore della protezione civile si individuano i seguenti: • antincendio

Piano Provinciale di Emergenza 99 • subacqueo • sanitario • radiocomunicazioni • soccorso alpino e speleologico • logistico • unità cinofile

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO DELLA PROVINCIA DI MATERA

ASSOCIAZIONE INDIRIZZO LOCALITA’

CROCE D'ORO Piazza Eraclea, 7 POLICORO

ASSOCIAZIONE Piazza Don Luigi Sturzo, 2 EMERGENZA RADIO A.E.R. SCANZANO IONICO

GRUPPO VOLONTARI PER L'AMBIENTE Via Duomo, 12 MATERA

A.S. CENTRO SUBACQUEO Viale delle Nazioni Unite presso ONDA BLU Piscina Comunale - MATERA

ASSOCIAZIONE LUCANA C.B. Piazza Firenze n° 2 bis MATERA VOLONTARI DI P.C. e E. R. ASSOCIAZIONE VOLONTARI Via Quartiere A. Moro - Presso P.A.S.E.R.P. Centro Commerciale POMARICO

GRUPPO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Via Zanardelli, 33 STIGLIANO DI STIGLIANO

Piano Provinciale di Emergenza 100 IL SISTEMA SANITARIO DI EMERGENZA UURGENZA 118

Punti territoriali di soccorso ed infrastrutture

N. Comune Ospedale Eliporto Elisuperficie Ambul. Ambul. Auto M 1 Irsina A 2 Tricarico Osp. Distret. o A 3 Matera Dea 1° liv. o A1 A AM 4 Grassano AM 5 Bernalda A 6 Ferrandina A 7 S. Mauro Forte A 8 Stigliano Osp. Distret. o A 9 Peschiera A (Craco) 10 Tinchi (Pisticci) Osp. Distret. o A 11 Tursi A.M. 12 Policoro PSA o A1 A

PUNTI TERRITORIALI DI SOCCORSO ED INFRASTRUTTURE

PTS di 1° livello, assicurati da un autista-soccorritore e da un infermiere professionale, adeguatamente formati per l'emergenza/urgenza. Essi costituiscono delle postazioni mobili di soccorso sul territorio. Autoambulanze di Primo Soccorso (in sigla: ”A"): Bernalda, Ferrandina, Irsina, Matera, Peschiera (Craco), Policoro, S. Mauro Forte, Stigliano, Tinchi (Pisticci), Tricarico.

PTS di 2° livello, disposti sul territorio baricentricamente rispetto ai due punti di 1° livello immediatamente più vicini, ed assicurati da un infermiere-autista e da un medico della continuità assistenziale dedicata all'emergenza, anch'essi adeguatamente formati attraverso programmi mirati. Tali punti rappresentano delle postazioni mobili di soccorso avanzato sul territorio Automediche (in sigla: "AM"): Matera, Grassano, Tursi.

PTS di 3° livello. Gli Ospedali Distrettuali di Tricarico, Stigliano, Tinchi (Pisticci) sono costantemente presidiati dalle ore 8 alle ore 20 dai medici della struttura e nelle ore residue dai medici della continuità assistenziale dedicata all'emergenza. Essi costituiscono delle postazioni fisse di primo soccorso in ospedali non accreditati al trattamento di pazienti acuti e sono identificati come PTS di 3° livello.

Piano Provinciale di Emergenza 101 P.T.S. di 4° livello, dislocati presso i PSA, assicurati da un autista-soccorritore, da un infermiere professionale e da un medico della continuità assistenziale dedicata all'emergenza, anch'essi adeguatamente formati attraverso programmi mirati. Essi costituiscono delle postazioni mobili di soccorso avanzato sul territorio; Autoambulanze di Soccorso Avanzato (in sigla: ”A1"): Matera, Policoro.

I PUNTI TERRITORIALI DI SOCCORSO

Piano Provinciale di Emergenza 102

Piano Provinciale di Emergenza 103 Comune P.T.S. distanza tempo

Piano Provinciale di Emergenza 104

Piano Provinciale di Emergenza 105

Piano Provinciale di Emergenza 106