Bracci Carte Sparse Testo.Pdf
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MARIO BRACCI CARTE SPARSE Riflessioni, pagine di diario, relazioni, discorsi (1934-1945) Introduzione, edizione e note a cura di Stefano Moscadelli S I E N A ACCADEMIA SENESE DEGLI INTRONATI 2 0 2 0 ISBN 978-88-89073-42-1 © Tutti i diritti riservati Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o divulgata in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta degli autori e dei proprietari dei diritti editoriali. Con il patrocinio dell’Università degli Studi di Siena e del Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali INDICE Introduzione ................................................................................. 7 1. Mario Bracci: una nota biografica ................................................ 7 2. Alcuni elementi di periodizzazione ............................................... 11 3. Un’antologia di documenti ........................................................... 16 Mario Bracci, Carte sparse. Riflessioni, pagine di diario, relazioni, discorsi (1934-1945) .................................................................. 43 Collocazione dei documenti ........................................................... 45 1. Eventi e problemi di politica internazionale (12 marzo-27 luglio 1934) ......................................................... 49 2. «Cose di Spagna» [post giugno 1937] .......................................... 61 3. «Considerazioni sulla necessità e probabilità della grande guerra» (Porto S. Stefano, 3 agosto 1939) .............................................. 65 4. Annotazioni, durante il periodo di non belligeranza italiana, sulla guerra in corso e sui possibili esiti [gennaio 1940] ............. 83 5. Pagine di diario (12 settembre 1943-29 giugno 1944) ................ 97 6. «Promemoria» alle autorità alleate (Siena, 6 luglio 1944) ............ 137 7. «La provincia di Siena ed i suoi problemi». Relazione al Servizio Informazioni Militare (Siena, 22 agosto 1944) ........................... 145 8. Discorsi nei paesi della provincia (luglio-novembre 1945) .......... 193 9. «Relazione alla sezione senese del Partito d’azione» (novembre 1945) ..................................................................... 233 10. Prospettive dopo la caduta del governo Parri [30 novembre 1945] ................................................................ 239 11. «Della buona fede» [1945 circa] ............................................... 243 Opere citate .................................................................................... 249 Indice analitico ............................................................................... 261 INTRODUZIONE* 1. Mario Bracci: una nota biografica Mario Bracci, figlio dell’avvocato Rodolfo e di Luisa Bartalini, nacque a Siena il 12 febbraio 1900, nella centralissima via Montanini. Conseguita la licenza liceale nel 1916, si laureò poco più che ventenne in Giurisprudenza il 24 aprile 1921, avendo avuto come docenti, tra gli altri, Piero Calamandrei (che a Siena insegnò Diritto processuale civile dal 1920 al 1924), il penalista Eugenio Florian (deputato socialista nella XXVI legislatura, 1922-1924, e firmatario del ‘manifesto Croce’), il giuscommercialista Antonio Scialoja (deputato e senatore liberale, dal 1929 senatore fascista) e soprattutto l’amministrativista Guido Zanobini e il filosofo del diritto Alessandro Bonucci1. Incaricato di Diritto amministrativo nel 1924 presso l’Università di Sassari, dopo un periodo di perfezionamento ad Heidelberg Bracci conseguì la libera docenza nel 1925, prima di vincere nel 1927 il concorso per la cattedra sassarese ed essere chiamato nel 1928 a Siena, dove – oltre a svolgere la * Nel presente volume viene ripreso e ampliato quanto esposto in occasione della conferenza – tenuta il 3 dicembre 2019 presso l’Accademia senese degli Intronati – dal titolo Vicende di storia internazionale, italiana e locale dalle carte di Mario Bracci. Un incontro a 60 anni dalla morte del giurista senese. Ringrazio Giuliana Sapori, Enzo Mecacci, Leonardo Mineo e Leopoldo Nuti per la rilettura e i consigli. L’archivio personale di Mario Bracci – nel quale sono conservati i documenti qui pubblicati –, è stato donato nel 2008 dagli eredi all’Archivio di Stato di Siena (=ASSi); v. Fruzzetti, L’archivio di Mario Bracci e Fruzzetti-Moscadelli, L’archivio di Mario Bracci. I siti citati sono stati verificati il 10 maggio 2020. 1 In questo paragrafo mi permetto di riprendere, in parte, quanto in proposito ho scritto recentemente in Moscadelli, Mario Bracci allo specchio delle sue carte, § 1, cui rimando per indicazioni specifiche e approfondimenti. Gli elementi essenziali della biografia di Mario Bracci sono stati in varie occasioni ricostruiti e riproposti nelle pubblicazioni a lui relative o in repertori biografici di vasta diffusione (ad esempio v. Craveri, Bracci, Mario, Vivarelli, Introduzione e Cianferotti, Bracci, Mario). Fra i tanti interventi che hanno avuto come oggetto di studio soprattutto la portata del contributo di Bracci nell’ambito delle scienze giuridiche, e non solo, mi preme di sottolineare quelli, fondamentali, di Giulio Cianferotti (Dottrine generali del diritto e lotta politica; Gli scritti di Mario Bracci sulla proposta e l’atto complesso; L’opera giuridica di Mario Bracci; Ufficio del giurista nello Stato autoritario). 8 stefano moscadelli professione di avvocato nello studio paterno – fu professore ordinario di Diritto amministrativo dal 1930 e dove tenne temporaneamente anche le cattedre di Diritto ecclesiastico (1929-1930, 1932-1936), Diritto internazionale (1947- 1948), Istituzioni di diritto pubblico (1948-1949), Scienza delle finanze e diritto finanziario (1949-1951) e Diritto agrario (1951-1955). Eletto rettore dell’Università di Siena il 18 novembre 1944, pochi mesi dopo la liberazione della città, mantenne la carica fino al 19552. Il rettorato di Bracci coincise con il rilancio del piccolo Ateneo senese, a lungo limitato alle antiche Facoltà di Medicina e di Giurisprudenza, alle quali solo nel 1933 si era aggiunta quella di Farmacia. Si deve infatti a Bracci l’istituzione della prima Scuola universitaria in Italia per l’assistenza sociale e di una Scuola di perfezionamento in discipline bancarie per i laureati in giurisprudenza, prodromo della Facoltà di Economia che sarebbe stata istituita alla metà degli anni Sessanta. E soprattutto a lui si deve la prima progettazione del nuovo policlinico universitario, che avrebbe consentito di trasferire progressivamente i reparti dal vetusto ospedale cittadino di Santa Maria della Scala, posto nel cuore del centro storico, a una moderna e funzionale struttura ospedaliera fuori città. Per quanto concerne il suo percorso politico, è noto che Bracci fece le sue prime esperienze nelle file del Partito repubblicano, al quale aderì anche sulla spinta di Piero Calamandrei. Ed è altrettanto noto che dopo aver firmato, nel 1925, il ‘manifesto Croce’ degli intellettuali antifascisti3, si ritirò dalla politica attiva concentrandosi negli studi giuridici4 e nell’attività didattica, per quanto gli argomenti di alcuni suoi contributi – ad esempio quelli sulle pensioni di guerra (1925)5 e sulla qualificazione della S. Sede come soggetto di diritto 2 Barni, Mario Bracci rettore; Raselli, Mario Bracci e l’Università di Siena. 3 «Una vasta e violenta reazione si era manifestata nel Paese, in ogni strato sociale, dopo il delitto Matteotti, e Benedetto Croce ci aveva raccolti attorno ad una civile protesta che rimane la più nobile testimonianza di quello spirito italiano di libertà sul quale scendeva l’ombra» (Bracci, I fattori storici del fascismo italiano, p. 38). 4 Si tratta di un atteggiamento che ha molto in comune con quanto è stato osservato anche per Piero Calamandrei; v. Cianferotti, Ufficio del giurista nello Stato autoritario, pp. 269, nota 46, 271 e soprattutto 312-313 e 321-323 per i riferimenti «alla pratica della reticenza, alla pluralità dei piani di comunicazione, allo “scrivere tra le righe”, alla dissimulazione honesta». Sul percorso personale che portò Bracci a rifiutare il fascismo v. Bracci, Quelli che non marciarono, sul quale v. Vivarelli, La generazione di Mario Bracci, p. 16 ss. 5 Bracci, Le pensioni di guerra, su cui v. Cianferotti, Dottrine generali del diritto e lotta politica. Introduzione 9 internazionale (1931)6 all’indomani dei patti lateranensi – prendessero spunto da questioni di stretta contemporaneità. Nel novembre 1944, vincendo ostilità politiche e contrastando voci calunniose7, Bracci ottenne l’ingresso nel Partito d’azione e come suo esponente entrò nella Consulta nazionale (1945) e nel primo governo De Gasperi (in carica dal dicembre 1945 al luglio 1946) come ministro del Commercio con l’estero, in quest’ultimo caso subentrando a Ugo La Malfa, uscito dalla compagine governativa e dal Partito d’azione dopo il congresso del febbraio 1946. In questa fase, la sua attività si caratterizzò soprattutto nel segno della collaborazione sul piano tecnico-giuridico col presidente De Gasperi, in particolare su due punti delicati dell’agenda di governo: il provvedimento di amnistia presentato da Palmiro Togliatti8 e – dopo l’esito del referendum istituzionale del 2-3 giugno 1946 – la definizione delle procedure per il passaggio dei poteri dalla monarchia agli organi del nascente Stato repubblicano9. Già vicino, fin dalla primavera 1946, alle posizioni socialiste10, nel 1947, sciolto il Partito d’azione, Bracci aderì in modo convinto al Partito socialista italiano stringendo un legame forte di amicizia