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[ VISIONI aCASA 7 ]

aprile 2020

V I S I O N I ~ incontri di cinema ~

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“Ototo – Suo fratello”

Il legame inscindibile

Titolo originale: Otōto - おとうと (Il fratello minore) Regia: Yōji Yamada Sceneggiatura : Yōji Yamada, Emiko Hiramatsu Interpreti e Personaggi: Sayuri Yoshinaga (Ginko Takano), Tsurube Shofukutei ( Tetsuro Endo), Yū Aoi (Koharu Takano), Haruko Katon (Takano Kinuo), Ryō Kase (Toru Nakata), Nenji Kobayashi (Shohei Tanno) Fotografia: Masashi Chikamori Montaggio: Iwao Ishi Musica: Isao Tomita Origine: Giappone Anno: 2006 Durata: 126 minuti Sinossi

Il complicato rapporto tra una sorella e un fratello legati da un affetto infinito, lui un buono a nulla dedito ad alcol e gioco, continua causa di imbarazzo per la sua famiglia, lei sempre combattuta tra il perdono e l’allontanamento, ma incapace di comprenderne la profonda, opprimente solitudine.

Ginko, dopo la morte prematura del marito gestisce una farmacia con l'aiuto della figlia Koharu che vive con lei insieme con l'anziana suocera. Quando Koharu decide di sposare un medico si iniziano i preparativi per le nozze. Tra gli invitati c'è anche lo zio materno della ragazza, Tetsuro. Tutti in cuor loro sperano però che non partecipi perché portato al bere e sempre pronto ad esibirsi da attore senza speranze qual è. Il che puntualmente accade al matrimonio creando più di un imbarazzo. L'uomo il giorno successivo si scuserà ma ormai il danno è fatto. In breve tempo le nozze di Koharu si riveleranno fragili ma Ginko dovrà anche fronteggiare i debiti contratti dal fratello con una donna. La rottura modernità in un mondo non preparato ad sembra ormai essere definitiva. Fin affrontarne i lati negativi. La breve scena quando non giunge una telefonata in cui il genero medico racconta alla dall'ospedale di Osaka. è suocera in cerca di spiegazioni perché 'non divenuto negli anni un ospite ha tempo' per parlare con la neosposa è periodicamente fisso della Berlinale di cui emblematica di un mutamento negativo è stato chiamato a chiudere, con questo apparentemente irreversibile. Ma Yamada film fuori concorso, la sessantesima non crede al pessimismo e anche quando edizione. Ottima scelta si può dire perché il mira alla commozione cerca la soluzione regista giapponese ci dimostra che è positiva. Facendo un cinema che in ancora possibile passare in due ore dalla Occidente si finisce col trattare con il commedia al dramma raccontando un sopracciglio alzato. Anche se (e microcosmo familiare senza vergognarsi bisognerebbe interrogarsi con onestà dei cosiddetti 'buoni sentimenti'. Nella intellettuale in proposito) alla proiezione storia dello 'zio matto' (nulla a che vedere per la stampa ha ricevuto un caloroso con quello di Amarcord) confluiscono applauso finale. Meditiamo, critici, infatti i temi del vivere con decoro, delle meditiamo. relazioni madre/figlia e nuora/suocera nonché il progressivo irrompere della Trama

Ginko Takano gestisce con l'aiuto della figlia Koharu una piccola farmacia in un quartiere periferico di . Rimasta vedova in giovane età, Ginko ha dovuto crescere sua figlia da sola, ma le prospettive di un matrimonio di Koharu con un ragazzo di buona famiglia sembrano ripagarla di tutti i sacrifici che ha dovuto affrontare. Al sontuoso matrimonio della figlia si presenta all'ultimo momento suo fratello minore Tetsuro , considerato la pecora nera della famiglia. Tetsuro è un tipo stravagante che visse insieme alla sorella dopo che questa rimase vedova. Questo fin quando al tredicesimo anniversario della morte del padre di Koharu , Tetsuro , ubriaco, dette in escandescenze, determinandone il suo allontanamento. Trasferitosi ad Osaka non si era più riavvicinato alla sua famiglia, fino all'occasione del matrimonio dell'amata nipote. Confermando la sua fama, Tetsuro si ubriaca e dà spettacolo durante il banchetto, imbarazzando tutta la famiglia della sposa e scandalizzando la severa famiglia dello sposo. Ginko accoglie comunque il fratello a casa sua e, constatato che forse dopo anni ha trovato un vero lavoro e una compagna, lo accudisce per qualche giorno quindi gli paga il treno per tornare ad Osaka.

Il matrimonio di Koharu , al di là dei problemi durante il banchetto, nasce nel peggiore dei modi. Lo sposo trascura la moglie e si dimostra molto insensibile e preoccupato più del suo lavoro che non dei problemi di coppia. Koharu torna così presto a casa dalla madre dove per altro riprende a corteggiarla, Toru , un umile carpentiere che l'ha sempre amata.

Un giorno Ginko viene avvicinata dalla compagna di Tetsuro che, disperata, le chiede se possa restituirle almeno in parte un'ingente somma che ha prestato a suo fratello e che questi ha sperperato col gioco e con l'alcol. Ginko, umiliata, prosciuga i suoi risparmi per restituire tutta la somma alla donna. Trascorso altro tempo Tetsuro si ripresenta da Ginko , ma questa, e soprattutto la figlia, gli rimproverano la sua sconsideratezza cacciandolo in malo modo. Ginko, però, in seguito dà mandato di cercare il fratello, preoccupata per la sua sorte. E così verrà a sapere che, gravemente malato per un tumore alla laringe, è ospitato in una struttura privata di Osaka specializzata nell'accudire persone senza famiglia all'epilogo della loro vita. Si reca pertanto a trovarlo e, dopo un'iniziale freddezza, ricuce il rapporto con il fratello che, pure in condizioni disperate, non ha perso lo humour che lo ha sempre caratterizzato. Qualche mese dopo, nel giorno che precedeva quello che lui aveva previsto per la sua morte, Tetsuro si aggrava e Ginko, avvisata, accorre a trovarlo. Tetsuro ringrazia la sorella per tutto e si scusa se per colpa sua lei non ha potuto risposarsi. Lei lo rassicura che non è così e si appresta a passare la notte insieme a lui. Dopo un ulteriore peggioramento, avvisa la nipote che, accompagnata dal fidanzato Toru , accorre al capezzale dello zio. Koharu fa in tempo a scusarsi per la lite con la quale si separarono, dopo di che lo zio muore. Tempo dopo Koharu si prepara per il nuovo matrimonio, piena di speranze, con il rimpianto che stavolta mancherà quel simpatico guastafeste dello zio.

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Critica

Il film Ototo – Suo Fratello diretto dal bravissimo Yoji Yamada lasciano un segno indelebile nel cuore di chi li guarda. […] una piccola linea si è segnata, portando a memoria tanti ricordi e di come Yoji Yamada sia veramente bravo a portare i drammi odierni che tutti, in un modo o nell’altro, viviamo. La storia parla di Ginko , una donna che purtroppo prematuramente rimane vedova e rimane da sola ad allevare la propria figlia di pochi anni di età. Insieme a loro vive Tetsuro , il fratello di Ginko, che purtroppo ha qualche problema di autocontrollo quando beve e psichicamente è un po’ instabile.

Al tredicesimo anniversario della morte del marito, Tetsuro ubriaco da il meglio di se e purtroppo Ginko rompe i contatti con lui che decide di andarsene via. Dopo anni di distanza, al matrimonio della nipote, Tetsuro si ripresenta, irrompendo nella vita di Ginko come un fulmine a ciel sereno. Ginko vuole bene a suo fratello, lo ama con tutto il suo cuore, ma vivere con lui non è per niente facile. Struggente, pieno di amore e persino di odio, astio, contraddistingue Ototo – Suo Fratello , un film dalle molte sfaccettature che ci fanno ricordare che molte volte odiamo chi ci è di fronte, pur volendogli bene, senza renderci conto che forse dall’altra parte ci sono problemi che ai nostri occhi si celano misteriosamente. Nel caso di Testuro vediamo un uomo con qualche problema psichico che però nella propria vita non ha avuto carezze dai genitori o dai fratelli, per lo meno ne ha 5

ricevuti molto pochi, e ha dovuto fare i conti con la vita tutto da solo e i suoi problemi non l’hanno aiutato molto. Queste sfaccettature di Tetsuro alla fine vengono meno a galla rispetto alle sue bravate e Ginko , la sorella, lotta con se stessa per cercare di aiutarlo il più possibile, ma purtroppo soffre tanto per colpa dei suoi comportamenti. E’ bellissima la scena in cui Ginko ricorda di quando il defunto marito, alla nascita della loro figlia, gli chiede di far scegliere il nome della bambina a Testuro , perché potrebbe essere l’unica cosa buona che la sua vita gli concederà. Poesia, credetemi, poesia di Yoji Yamada .

Di solito si usa la frase "cinema dei buoni stupendo, film di Ichikawa Kon del 1961 che sentimenti" per indicare un film dai propositi ottenne un riconoscimento a Cannes e molti magari anche nobili ma un po' retorico, poco premi in Giappone ma, come Yamada stesso incisivo, talvolta bolso. Come dire, un tipo di indica nei titoli di coda, è semplicemente film "non impegnato". Yamada Youji fa ispirato a esso per il tema, quello del rapporto cinema dei buoni sentimenti ma senza fra una sorella maggiore e un fratello minore virgolette. I suoi film sui sentimenti umani "pecora nera" della famiglia. E' una storia non sono retorici (almeno i più recenti) ma normale di persone normali. Una matura incisivi e toccanti. Otouto (il fratello minore) vedova vive con la vecchia madre e una figlia non è un remake dell'omonimo ma più critico, in età da marito. Il fratello minore della

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donna è una figura scomoda, un cantante ha tempo’ per parlare con la moglie è fallito che campa di espedienti e si caccia significativa. Sullo sfondo, quasi una spesso nei guai per il vizio del bere. La sua citazione inversa di Ozu , compare spesso non partecipazione al matrimonio della ragazza, la Tokyo Tower ma la Tsutenkaku Tower, paventata dai parenti, è uno di questi casi, simbolo di Osaka e della buona sorte (la torre con conseguente indignazione e rabbia della contiene la statua della deità nippo- famiglia. Nonostante episodi come questo o americana Billiken, emblema della buona altri simili, come quando lascia da pagare un sorte). debito e sparisce, la sorella maggiore continua per tutta la vita, con affetto sincero e stoicità, a volergli bene e a cercare di aiutarlo. Quando, nonostante tutti i pasticci creati e i rapporti famigliari rovinati, lui verrà ricoverato malato terminale in ospedale, sarà ancora una volta lei ad accorrere al suo capezzale. La scena in cui - in omaggio al film di Ichikawa - lei lo veglia con il polso legato al suo per svegliarsi in caso di difficoltà Non c'è nulla di troppo in Otouto, non ci sono è straziante. eccessi di recitazione, gigionismi, musiche Attraverso l'interazione con questa pecora lacrimose, azioni esagitate. C'è solo ciò che nera viene tratteggiato con tocchi delicati il occorre per comunicare le difficoltà del microcosmo famigliare di tre generazioni di vivere. Un film fatto di tutto e di niente, donne, che mette in evidenza alcuni grandi appartenente a quel cinema della semplicità temi dei film di Yamada e del cinema che è grande cinema. Invecchiando, Yamada giapponese tradizionale: il vivere con decoro ha saputo asciugare una certa tendenza allo nonostante le avversità, il sacrificio come strappalacrime presente in alcuni suoi unica risorsa certa, le relazioni difficili ma precedenti, peraltro grandi, film. fondamentali tra famigliari, il progressivo Yoshinaga Sayuri inossidabile e irrompere della modernità in un mondo non professionale, Shoufukutei Tsurube , come preparato ad affrontarne i lati negativi. La già in Dear Doctor, bravissimo, Aoi Yuu breve scena in cui il genero medico racconta sempre meno bambolina e sempre più attrice alla suocera perché, a causa del lavoro, ‘non a tutto tondo.

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Il ciclo delle stagioni e della vita

Yoji Yamada è una delle voci più tradizionaliste del cinema giapponese e lo conferma anche in questo nuovo lavoro dai toni più leggeri.

E' ormai un abitudinario della Berlinale Yoji Yamada, uno dei registi più classici del cinema giapponese contemporaneo. Anche quest'anno l'autore di Il crepuscolo del samurai ha onorato il festival tedesco con la presenza del suo Otouto, presentato fuori concorso come film di chiusura della Competition ed ispirato ad un lavoro di Kon Ishikawa, scomparso di recente, a cui il lavoro è dedicato. Il suo tono classicheggiante e delicato si conferma nel raccontare la storia di una famiglia, tema affrontato più volte anche dagli altri autori presenti in concorso, una famiglia che come tutte le altre ha una pecora nera, il fratello minore del titolo che viene descritto in modo efficace dalla giovane Koharu nel voice over che scandisce la narrazione: Testuro, questo il suo nome, è un uomo sempre allegro e sopra le righe, spesso ubriaco, che la ragazza considerava lo zio divertente da piccola e che, crescendo, aveva imparato ad apprezzare meno, proprio a causa del suo essere sempre immaturo e fuori luogo. Il suo rapporto con la famiglia Takano, di cui fa parte, è fatto di alti e bassi: più volte allontanato per il suo comportamento in occasioni ufficiali (che sia l'anniversario della morte del cognato, o il matrimonio dell'amata nipote Koharu), il rapporto tra lui e la sorella Ginko non arriva mai alla rottura definitiva, proprio perchè, in fondo, la sua gioia a tenerla su nei momenti più drammatici, a cominciare dalla prematura morte del marito che ha lasciato lei e la piccola Koharu da sole a gestire la farmacia di famiglia. Il passo del film è molto classico, scandito dal passare delle stagioni che simbolicamente sottolinea la circolarità degli eventi narrati e della vita; l'atmosfera è placida ed è richiamata dallo scorrere dell'acqua. Yamada è una delle voci più tradizionaliste del cinema giapponese e si rifà ai maestri tra i suoi conterranei, da Ozu a Kurosawa, e lo conferma anche in questo nuovo lavoro dai toni più leggeri: sia nella prima parte più tendente alla commedia, che nella seconda più drammatica, Yamada mantiene un tono delicato ed uno stile pulito, con una messa in scena semplice, scandita da alcune sequenze statiche e teatrali. Seppur tradizionalista in stile ed approccio, Yamada non rinuncia a comunicare il cambiamento nella società giapponese, mettendo al centro della storia due figure femminili forti che fanno da constrasto a quelle maschili, nessuna delle quali si erge a modello positivo, dal primo, distante, marito di Koharu, fino ovviamente al co-protagonista Tetsuro. Tsurube Shofukutei nel film OtoutoSia Sayuri Yoshinaga, bravissima nel rendere la compostezza e la forza di Ginko, sia il brillante Tsurube Shofukutei, che dà il volto e la travolgente mimica al fratello minore Tetsuro, sono all'altezza della situazione e danno credibilità e spessore ai propri personaggi, lavorando anche di fino sulle sfumature dei loro ruoli; due attori già visti due anni fa 8

proprio alla Berlinale in Kabei - Our Mother E' invece la delicatezza e gentilezza a caratterizzare il lavoro di Yu Aoi sulla più giovane Koharu, una figura che insieme al suo ragazzo interpretato da ed al primo marito di lei, rappresenta lo sguardo dell'autore verso le nuove generazioni e le loro incertezze nell'ambito del clima della società giapponese contemporanea. Un'attenzione verso il futuro del suo paese che si conferma nell'altro lavoro di Yamada, presentato nella sezione Forum: Kyoto Story, diretto a quattro mani insieme ad un giovane regista giapponese. (MoviePlayer Antonio Cuono 20/02/2020)

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Yōji Yamada

Toyonaka (Osaka), 13 sett 1931

Regista e sceneggiatore giapponese

Nato a Toyonaka, nella prefettura di Osaka, figlio di un ingegnere che lavorava presso la Ferrovia della Manciuria meridionale, all'età di due anni Yamada fu costretto a trasferirsi a Dalian in Cina, dove - se si escludono pochi rientri in patria -, trascorse buona parte dell'infanzia e dell'adolescenza.

Due anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1947, la famiglia Yamada tornò a vivere stabilmente in Giappone, ad Ube nella prefettura di Yamagata, dove Yōji rimase dai 15 ai 18 anni di età.

Spinto dal desiderio di vivere a Tokyo, nel 1950 si trasferì nella capitale per iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Tokyo. Pur studiando con diligenza, Yamada capì presto di non essere interessato alla materia e frequentò le lezioni con scarsa regolarità. Nonostante questo, riuscì a conseguire la laurea nel 1954.

Dopo aver terminato gli studi, Yamada decise di intraprendere una carriera nel Cinema. Nel 1954, riuscì a ottenere un posto nella storica , una delle maggiori case di produzione e distribuzione cinematografica del Giappone. Inizialmente le sue mansioni erano di collaboratore alle sceneggiature, in seguito venne preso come assistente alla regia da Yoshitarō Nomura e Yasujirō Ozu , regista che ha influenzato molto il suo stile e del quale oggi viene considerato il maggiore erede.

La prima sceneggiatura scritta da Yamada risale al 1958, mentre la sua prima regia è del 1961 con Nikai no Tanin .

Per diverso tempo, Yamada è stato noto in Giappone e nel mondo per aver diretto una lunghissima serie di pellicole che va sotto il nome di (in italiano si può tradurre con "È dura essere un uomo"). Questi film hanno per protagonista Tora-san, un simpatico vagabondo sfortunato in amore, personaggio che ha accompagnato Yamada per 26 anni della sua carriera artistica. 10

Infatti, dal 1969 al 1995, il regista ha diretto ben 46 capitoli della serie sui 48 di cui è composta (non diresse solo il terzo ed il quarto). Ad oggi, Otoko wa tsurai yo , dopo la serie di pellicole di arti marziali di Wong Fei Hung, viene considerata la serie cinematografica più lunga della storia del Cinema.

La fortunata serie fu interrotta a causa dei problemi di salute del protagonista, Kiyoshi Atsumi , alla morte del quale Yamada decise di non proseguire, nemmeno per dare un finale che molti fan chiedevano.

Nel 2018 si è però avviato un progetto per una pellicola celebrativa con uscita nel 2019, a 50 anni dal primo film della serie.

Alla chiusura di Otoko wa tsurai yo , Yamada seppe andare oltre, dirigendo altri film di successo come Il fazzoletto giallo (1977) e, soprattutto, la cosiddetta "Trilogia dei samurai" composta da Il crepuscolo del samurai (2002), Kakushi ken: Oni no tsume (2004) e Love and Honor (2006).

Nella sua lunghissima carriera ha ricevuto innumerevoli premi, soprattutto in patria, dove è uno dei registi più apprezzati dalla critica e dal pubblico. Ha presieduto il sindacato dei registi giapponesi ed è professore alla Università Ritsumeikan.

Nel 2012 è stato insignito dell'Ordine della Cultura. Nel 2010 a Berlino ha ricevuto la Berlinale Kamera, premio onorifico per la sua carriera.

Il crepuscolo del samurai ricevette il numero record di 12 premi agli Awards of the Japanese Academy del 2002 quindi fu anche candidato all'Oscar al miglior film in lingua straniera l'anno seguente.

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