Linee Generali Di Assetto Idrogeologico E Quadro Degli Interventi Bacino Dell' Oglio

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Linee Generali Di Assetto Idrogeologico E Quadro Degli Interventi Bacino Dell' Oglio LINEE GENERALI DI ASSETTO IDROGEOLOGICO E QUADRO DEGLI INTERVENTI BACINO DELL’ OGLIO Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio 5. Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio 5.1 Caratteristiche generali 5.1.1 Inquadramento fisico e idrografico Il bacino dell'Oglio ha una superficie complessiva di circa 6.360 km2 (9% della superficie del bacino del fiume Po), il 54% dei quali in ambito montano. Il bacino del fiume Oglio si estende dal Gavià e Tonale alla confluenza del fiume Po. L’Oglio si origina a Ponte di Legno alla confluenza dei torrenti Frigidolfo, proveniente dal Gavia, e Norcanello, proveniente dalla Val Sozzine. Esso percorre la Val Camonica alternando tratti ripidi ad altri pianeggianti, immettendosi quindi nel Lago d’Iseo. Esce poi dal Lago in località Sarnico e confluisce nel fiume Po poco a monte di Borgoforte dopo aver percorso complessivamente 280 km. Nel tratto sopralacuale l’Oglio riceve numerosi affluenti, fra i quali i più importanti di sinistra sono i torrenti Val Paghera, Val Moranda, Val Finale e Val Foppa, Val D’Avio, Grigna, Inferno, Rovinazza, Re di Gianico, Re di Artogne e Val Palot; in destra i torrenti Val Grande, Ogliolo di Monno della Val Dorena, Fiumicello, Ogliolo di Corteno, Dezzo, Ogne e Supine. I più importanti affluenti dell’Oglio sottolacuale sono i fiumi Mella e Chiese. Il fiume Mella nasce dal Dosso Alto, appartenente ai Monti della Val Trompia e dopo un percorso di 96 km confluisce nell’Oglio in sinistra, in prossimità di Ostiano; nella parte medio-alta l’alveo è incassato, mentre da Pralboino alla confluenza è limitato da arginature continue. In sinistra il Mella riceve vari affluenti: Naviglio di Canneto, Chiusello, Cavata, Tartaro, Moldinaro, Lojolo, Garza e relativo scolmatore. Gli affluenti in destra sono: Delmona, Canale Acque Alte, Riglio e Navarolo. Il fiume Chiese nasce dal ghiacciaio dell’Adamello alla testata della Val di Fumo, percorre la Val Daone per poi immettersi nel Lago d’Idro; uscito dal lago giunge nella pianura confluendo nell’Oglio in sinistra in prossimità di Bizzolano, dopo aver percorso complessivamente 147 km. Il Chiese riceve numerosi affluenti, i più importanti dei quali sono in destra i torrenti Caffaro, Re di Anfo, Abbioccolo, Degnone, Nozza, Vrenda di Presceglie e di Vallio Terme e Sopraponte di Gavardo, Branchiello, Cacciabella e Gambino; in sinistra i torrenti Vesta, Vantone, Agna, Seriola Molino, Fossamagna e Vaso. Autorità di bacino del fiume Po 23 Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio Dal fiume Chiese è derivato il Canale Naviglio Grande Bresciano che, attraversando Rezzato, raggiunge Brescia e il torrente Garza. La presenza di notevoli disturbi di carattere geologico-strutturale (linea del Tonale, linea delle Giudicarie), le sostanziali differenze di litologia (si passa infatti da rocce cristalline lungo la testata del bacino a rocce carbonatiche nella parte mediana) e l’intensa azione esercitata sulla morfologia dai ghiacciai quaternari sono le principali cause della scarsa gerarchizzazione del reticolo idrografico, come si evidenzia da un elevato indice di biforcazione e soprattutto da un elevato scostamento dei valori del rapporto di biforcazione. Altro elemen- to anomalo è rappresentato dal livello di base dell’Oglio che si trova, nella zona montana, a una quota superiore rispetto a quella dell’Adda e del Sarca. Sul fiume Oglio, tra l’uscita del lago d’Iseo e la confluenza, sono individuabili tre diversi tronchi, distinguibili per caratteristiche geometriche e idrauliche. Il primo, all’uscita del lago d’Iseo, in cui l’alveo è poco inciso, con fondo ciottoloso (determinato dal lago a monte), scarsa presenza di vegetazione nella regione fluviale e flusso concentrato in un unico filone. Il secondo, intermedio tra il lago e la confluenza in Po, il cui il corso d’acqua ha andamento irregolare, con presenza di difese spondali abbastanza numerose tra foce Cherio e foce Mella; le caratteristiche geometriche dell’alveo inciso sono rappresentate da una larghezza media di 150-200 m, continuamente variabile, da un’altezza media di sponda di 2,5 m, da un materiale d’alveo di granulometria compresa tra il campo della ghiaia e quello della sabbia e da una pendenza di fondo elevata. Il terzo, nella parte terminale di confluenza in Po, in cui il corso d’acqua è delimitato da argini continui, ha andamento meandriforme, con larghezza media dell’alveo inciso di 50-70 m, altezza di 2-3 m e fondo sabbioso-limoso. Ai fini della delineazione degli interventi di Piano, il bacino idrografico dell'Oglio è stato suddiviso nelle sue componenti: • asta principale dell'Oglio; • asta principale del Mella; • asta principale del Chiese; • bacino montano e la rete idrografica minore. Sia il quadro conoscitivo che la valutazione dei dissesti, sui versanti e sulla rete idrografica minore, è riferita, con maggior dettaglio, ai sottobacini dell'Alto Chiese-Idro, Basso Chiese, Mella, Val Camonica, Sebino e Oglio sublacuale. Autorità di bacino del fiume Po 25 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico 5.1.2 Caratteri generali del paesaggio naturale e antropizzato 5.1.2.1 Caratteri generali del bacino del fiume Oglio Il bacino dell’Oglio, con il corso del fiume omonimo, è rappresentativo dei graduali mutamenti dei caratteri e dei paesaggi riscontrabili nelle vallate alpine lombarde. La Valcamonica, dopo la Valtellina la maggiore delle valli lombarde, favorisce una lettura di questo tipo poiché nella sua estensione (circa 80 km da Pisogne al passo del Tonale) comprende ambienti insubri, prealpini e alpini. Il fiume Oglio, erede della traccia glaciale, raccorda questi ambienti in un unico solco dopo il quale, formato il Lago d’Iseo, continua il suo corso fino al Po. Al bacino è assegnabile una suddivisione in tre ambiti, relativamente al corso dell’Oglio: la Bassa Valle, dall’orlo superiore del Sebino fino alla soglia di Breno; la Media, da Breno a Edolo; l’Alta, oltre Edolo sino al Tonale. Ampi depositi alluvionali, conoidi, isolate o compatte emergenze di arenarie rosse, strati calcarei sono l’articolata compagine degli elementi geologici della parte bassa, che acquistano vigore di forme e struttura nell’incedere, oltre Breno, di strutture metamorfiche (dioriti, tonaliti) appartenenti al massiccio dell’Adamello. Dopo Edolo il ripiegamento della valle verso oriente riprende l’andamento della faglia dinarica, indicativo limite tra le formazioni cristalline alpine e quelle calcaree prealpine. Nel manto vegetale, a seconda della quota e dell’esposizione, si rinvengono tutti i vari orizzonti botanici dai quali occorre rimarcare la predominanza del castagno, delle resinose e dei paesaggi agrari composti sui conoidi, terrazzate, sui versanti adagiati sui dossi e sulle conche moreniche, ritagliati dai boschi o ripresi dai pascoli nelle quote più alte. All’uscita dal Lago d’Iseo, l’Oglio scorre tra rive scoscese e boscose in un territorio prettamente agricolo e nella parte più meridionale, da Ostiano allo sbocco nel Po, pur in un’area fortemente antropizzata, il fiume ha fortemente originato la presenza umana, come via di penetrazione degli insediamenti primitivi nell’area quando la grande foresta planiziale ricopriva la pianura. Il fiume crea visuali di alta suggestione per il rinnovarsi di curve e controcurve, capaci di trovare le condizioni per purificarsi e per creare ambienti (anse chiuse delle lanche) adatti ad accogliere grandi varietà di specie animali e vegetali. Tra le aree di eccezionale valore naturalistico vanno segnalati il Parco Nazionale dello Stelvio (che interessa nello sviluppo meridionale la parte più a nord del Bacino), il Parco Naturale Regionale dell’Adamello, la Riserva regionale delle Torbiere d’Iseo, l’area di rilevanza ambientale di Endine-Iseo e l’Area di rilevanza ambientale del Lago d’Iseo. 26 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio Per quanto riguarda le emergenze storico-architettoniche e culturali, l’intero bacino è ricco di significative testimonianze, che rimandano alle epoche più diverse e lontane. Eccezionali testimonianze dell’arte preistorica rupestre fanno della Valcamonica il più vasto e importante comprensorio europeo d’arte rupestre con incisioni sparse su superfici di arenaria rese lisce dal grande ghiacciaio pleistocenico, databili già dal mesolitico (8000 - 6000 a.c.). Importanti sono le testimonianze dell’insediamento di popolazioni dell’età del neolitico e del bronzo, ben documentate nei musei civici di Piadena, Viadana, Asola. Significativi sono gli istituti delle “vicinie” rurali, consuetudine delle genti alpine locali: i Camuni, avvezzi a contrastare una natura spesso ostile, incentrato nella mutua assistenza e nella gestione delle risorse e dei patrimoni collettivi. Il bacino era interessato in epoca romana dalla antica via Postumia, che congiungeva Genova ad Aquileia; a est di Calvatone è stato recentemente scoperto l’antico centro romano di Bedriacum, già citato da Plutarco e Tacito (I sec. a.C. - IV sec. d.C.) e a Isola Dovarese una grande villa tardoimperiale. Il paesaggio è ancora caratterizzato dalle impronte dell’antica centuriazione romana, a cui si è sovrapposta la fitta rete idraulica e viaria. Le maggiori testimonianze storico-architettoniche e monumentali riguardano i castelli, le fortificazioni, gli insediamenti strategici creatisi a sostegno dei confini del Ducato di Mantova e del Ducato di Milano. Si segnalano in particolare i castelli e le rocche di
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