LINEE GENERALI DI ASSETTO IDROGEOLOGICO E QUADRO DEGLI INTERVENTI BACINO DELL’

Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

5. Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

5.1 Caratteristiche generali

5.1.1 Inquadramento fisico e idrografico Il bacino dell'Oglio ha una superficie complessiva di circa 6.360 km2 (9% della superficie del bacino del fiume ), il 54% dei quali in ambito montano. Il bacino del fiume Oglio si estende dal Gavià e Tonale alla confluenza del fiume Po. L’Oglio si origina a Ponte di Legno alla confluenza dei torrenti Frigidolfo, proveniente dal Gavia, e Norcanello, proveniente dalla Val Sozzine. Esso percorre la Val Camonica alternando tratti ripidi ad altri pianeggianti, immettendosi quindi nel Lago d’Iseo. Esce poi dal Lago in località Sarnico e confluisce nel fiume Po poco a monte di Borgoforte dopo aver percorso complessivamente 280 km. Nel tratto sopralacuale l’Oglio riceve numerosi affluenti, fra i quali i più importanti di sinistra sono i torrenti Val Paghera, Val Moranda, Val Finale e Val Foppa, Val D’Avio, Grigna, Inferno, Rovinazza, Re di Gianico, Re di Artogne e Val Palot; in destra i torrenti Val Grande, Ogliolo di Monno della Val Dorena, Fiumicello, Ogliolo di Corteno, Dezzo, Ogne e Supine. I più importanti affluenti dell’Oglio sottolacuale sono i fiumi Mella e . Il fiume Mella nasce dal Dosso Alto, appartenente ai Monti della Val Trompia e dopo un percorso di 96 km confluisce nell’Oglio in sinistra, in prossimità di Ostiano; nella parte medio-alta l’alveo è incassato, mentre da Pralboino alla confluenza è limitato da arginature continue. In sinistra il Mella riceve vari affluenti: Naviglio di Canneto, Chiusello, Cavata, Tartaro, Moldinaro, Lojolo, Garza e relativo scolmatore. Gli affluenti in destra sono: Delmona, Canale Acque Alte, Riglio e Navarolo. Il fiume Chiese nasce dal ghiacciaio dell’Adamello alla testata della Val di Fumo, percorre la Val Daone per poi immettersi nel Lago d’Idro; uscito dal lago giunge nella pianura confluendo nell’Oglio in sinistra in prossimità di Bizzolano, dopo aver percorso complessivamente 147 km. Il Chiese riceve numerosi affluenti, i più importanti dei quali sono in destra i torrenti , , Abbioccolo, Degnone, Nozza, Vrenda di Presceglie e di Vallio Terme e Sopraponte di , Branchiello, Cacciabella e Gambino; in sinistra i torrenti Vesta, Vantone, Agna, Seriola Molino, Fossamagna e Vaso.

Autorità di bacino del fiume Po 23

Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

Dal fiume Chiese è derivato il Canale Naviglio Grande Bresciano che, attraversando Rezzato, raggiunge Brescia e il torrente Garza. La presenza di notevoli disturbi di carattere geologico-strutturale (linea del Tonale, linea delle ), le sostanziali differenze di litologia (si passa infatti da rocce cristalline lungo la testata del bacino a rocce carbonatiche nella parte mediana) e l’intensa azione esercitata sulla morfologia dai ghiacciai quaternari sono le principali cause della scarsa gerarchizzazione del reticolo idrografico, come si evidenzia da un elevato indice di biforcazione e soprattutto da un elevato scostamento dei valori del rapporto di biforcazione. Altro elemen- to anomalo è rappresentato dal livello di base dell’Oglio che si trova, nella zona montana, a una quota superiore rispetto a quella dell’Adda e del . Sul fiume Oglio, tra l’uscita del lago d’Iseo e la confluenza, sono individuabili tre diversi tronchi, distinguibili per caratteristiche geometriche e idrauliche. Il primo, all’uscita del lago d’Iseo, in cui l’alveo è poco inciso, con fondo ciottoloso (determinato dal lago a monte), scarsa presenza di vegetazione nella regione fluviale e flusso concentrato in un unico filone. Il secondo, intermedio tra il lago e la confluenza in Po, il cui il corso d’acqua ha andamento irregolare, con presenza di difese spondali abbastanza numerose tra foce Cherio e foce Mella; le caratteristiche geometriche dell’alveo inciso sono rappresentate da una larghezza media di 150-200 m, continuamente variabile, da un’altezza media di sponda di 2,5 m, da un materiale d’alveo di granulometria compresa tra il campo della ghiaia e quello della sabbia e da una pendenza di fondo elevata. Il terzo, nella parte terminale di confluenza in Po, in cui il corso d’acqua è delimitato da argini continui, ha andamento meandriforme, con larghezza media dell’alveo inciso di 50-70 m, altezza di 2-3 m e fondo sabbioso-limoso. Ai fini della delineazione degli interventi di Piano, il bacino idrografico dell'Oglio è stato suddiviso nelle sue componenti: • asta principale dell'Oglio; • asta principale del Mella; • asta principale del Chiese; • bacino montano e la rete idrografica minore. Sia il quadro conoscitivo che la valutazione dei dissesti, sui versanti e sulla rete idrografica minore, è riferita, con maggior dettaglio, ai sottobacini dell'Alto Chiese-Idro, Basso Chiese, Mella, Val Camonica, Sebino e Oglio sublacuale.

Autorità di bacino del fiume Po 25 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

5.1.2 Caratteri generali del paesaggio naturale e antropizzato

5.1.2.1 Caratteri generali del bacino del fiume Oglio Il bacino dell’Oglio, con il corso del fiume omonimo, è rappresentativo dei graduali mutamenti dei caratteri e dei paesaggi riscontrabili nelle vallate alpine lombarde. La Valcamonica, dopo la Valtellina la maggiore delle valli lombarde, favorisce una lettura di questo tipo poiché nella sua estensione (circa 80 km da Pisogne al passo del Tonale) comprende ambienti insubri, prealpini e alpini. Il fiume Oglio, erede della traccia glaciale, raccorda questi ambienti in un unico solco dopo il quale, formato il Lago d’Iseo, continua il suo corso fino al Po. Al bacino è assegnabile una suddivisione in tre ambiti, relativamente al corso dell’Oglio: la Bassa Valle, dall’orlo superiore del Sebino fino alla soglia di Breno; la Media, da Breno a Edolo; l’Alta, oltre Edolo sino al Tonale. Ampi depositi alluvionali, conoidi, isolate o compatte emergenze di arenarie rosse, strati calcarei sono l’articolata compagine degli elementi geologici della parte bassa, che acquistano vigore di forme e struttura nell’incedere, oltre Breno, di strutture metamorfiche (dioriti, tonaliti) appartenenti al massiccio dell’Adamello. Dopo Edolo il ripiegamento della valle verso oriente riprende l’andamento della faglia dinarica, indicativo limite tra le formazioni cristalline alpine e quelle calcaree prealpine. Nel manto vegetale, a seconda della quota e dell’esposizione, si rinvengono tutti i vari orizzonti botanici dai quali occorre rimarcare la predominanza del castagno, delle resinose e dei paesaggi agrari composti sui conoidi, terrazzate, sui versanti adagiati sui dossi e sulle conche moreniche, ritagliati dai boschi o ripresi dai pascoli nelle quote più alte. All’uscita dal Lago d’Iseo, l’Oglio scorre tra rive scoscese e boscose in un territorio prettamente agricolo e nella parte più meridionale, da Ostiano allo sbocco nel Po, pur in un’area fortemente antropizzata, il fiume ha fortemente originato la presenza umana, come via di penetrazione degli insediamenti primitivi nell’area quando la grande foresta planiziale ricopriva la pianura. Il fiume crea visuali di alta suggestione per il rinnovarsi di curve e controcurve, capaci di trovare le condizioni per purificarsi e per creare ambienti (anse chiuse delle lanche) adatti ad accogliere grandi varietà di specie animali e vegetali. Tra le aree di eccezionale valore naturalistico vanno segnalati il Parco Nazionale dello Stelvio (che interessa nello sviluppo meridionale la parte più a nord del Bacino), il Parco Naturale Regionale dell’Adamello, la Riserva regionale delle Torbiere d’Iseo, l’area di rilevanza ambientale di Endine-Iseo e l’Area di rilevanza ambientale del Lago d’Iseo.

26 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

Per quanto riguarda le emergenze storico-architettoniche e culturali, l’intero bacino è ricco di significative testimonianze, che rimandano alle epoche più diverse e lontane. Eccezionali testimonianze dell’arte preistorica rupestre fanno della Valcamonica il più vasto e importante comprensorio europeo d’arte rupestre con incisioni sparse su superfici di arenaria rese lisce dal grande ghiacciaio pleistocenico, databili già dal mesolitico (8000 - 6000 a.c.). Importanti sono le testimonianze dell’insediamento di popolazioni dell’età del neolitico e del bronzo, ben documentate nei musei civici di Piadena, Viadana, Asola. Significativi sono gli istituti delle “vicinie” rurali, consuetudine delle genti alpine locali: i Camuni, avvezzi a contrastare una natura spesso ostile, incentrato nella mutua assistenza e nella gestione delle risorse e dei patrimoni collettivi. Il bacino era interessato in epoca romana dalla antica via Postumia, che congiungeva Genova ad Aquileia; a est di Calvatone è stato recentemente scoperto l’antico centro romano di Bedriacum, già citato da Plutarco e Tacito (I sec. a.C. - IV sec. d.C.) e a Isola Dovarese una grande villa tardoimperiale. Il paesaggio è ancora caratterizzato dalle impronte dell’antica centuriazione romana, a cui si è sovrapposta la fitta rete idraulica e viaria. Le maggiori testimonianze storico-architettoniche e monumentali riguardano i castelli, le fortificazioni, gli insediamenti strategici creatisi a sostegno dei confini del Ducato di Mantova e del Ducato di Milano. Si segnalano in particolare i castelli e le rocche di Ostiano, Canneto e Casatico, la cinta muraria di Bozzolo, l’esempio stupendo di piazza tardo-rinascimentale di Isola Dovarese. Altra testimonianza paesaggistica di enorme interesse è costituita dagli elementi della civiltà contadina (paesaggi agrari, insediamenti agricoli, manufatti e opere idrauliche, come il ponte di barche di Torre Oglio) e da esempi di archeologia industriale, in Valcamonica legati allo sfruttamento dell’energia idroelettrica specie nell’alta valle, o allo sviluppo del settore siderurgico in alcuni centri del fondovalle, come a Forno, Breno e Darfo.

5.1.2.2 Caratteri generali del bacino del fiume Mella Il bacino del Mella origina a ovest della Val di Caffaro, in ambito prealpino dalle cime del Monte Colombine, Monte Maniva e Corna Blacca. Il tratto settentrionale, sino alle porte di Brescia, costituisce la Val Trompia. Il Mella confluisce nell’Oglio tra gli abitati di Seniga ed Ostiano. L’orientamento del bacino è in generale da nord a sud.

Autorità di bacino del fiume Po 27 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Il paesaggio di quest’area pur evidenziando una certa uniformità e una secolare continuità della destinazione rurale, testimonia una accentuata presenza antropica, caratterizzata da trasformazioni ed eventi storici. Il paesaggio rurale, con i suoi corsi d’acqua naturali e artificiali, la varietà delle colture, la rete a maglie larghe dei suoi insediamenti, è mosso a levante dalla morfologia dei ridotti rilievi alluvionali lungo il limite con la Provincia di Mantova, dove anche l’ambiente con vegetazione a bosco ricorda il confine storico tra il ducato gonzaghesco e le terre bresciane. La parte settentrionale del bacino è caratterizzata dalla incisione del fiume Mella, che origina la Val Trompia, dove lo sviluppo dell’economia industriale, erede di attività estrattive e metallurgiche di antichissima origine, caratterizza il paesaggio e le forme degli insediamenti. Le potenzialità di sfruttamento di questa valle erano fondate sull’abbondanza del minerale di ferro, sulla ricchezza di acque e sull’esuberanza di manodopera, nonché sulla vastità delle estensioni boschive che in un lontano passato ricoprivano i versanti. Fin dall’età romana il minerale estratto nei giacimenti triumplini era in parte lavorato nei forni fusori locali, in parte destinato all’esportazione verso la Val Sabbia. Queste attività ebbero poi sviluppo e perfezionamento grazie agli sgravi fiscali e alle particolari autonomie concesse da Venezia, bisognosa di ferro per gli armamenti, e sotto l’occupazione austriaca. Ben chiari e di facile lettura sono i segni lasciati dalle attività paleoindustriali: le miniere abbandonate, i resti di fucine e di forni disseminati presso i corsi d’acqua (di cui alcuni, come a Tavernole sul Mella, di matrice quattrocentesca) costituiscono interessanti esempi di archeologia industriale. Ugualmente evidenti appaiono nel paesaggio i numerosi disboscamenti effettuati già dall’800, per rifornire di combustibile i luoghi della produzione. Di grande importanza è il ruolo dei corsi d’acqua, fonti di ricchezza diretta attraverso la pesca ma anche linee di confine con i territori di Milano e di Cremona e indirettamente generatori di insediamenti difensivi e commerciali, e l’imponente sistema dei canali che, tracciati a partire dal Medioevo, sottraevano acqua alle zone soggette a impaludamento per distribuirla nelle zone aride, integrandosi con la rete di “rogge”, “seriole”, “navigli” derivati dai fiumi. Armatura portante dell’antica organizzazione agraria sono le cascine e le ville rustiche, nella variante tipicamente lombarda “a corte chiusa”, che, dopo l’attenuazione della funzione economica primaria, risaltano oggi come elementi paesistici di spicco e insieme capisaldi storici di una trama insediativa incentrata sulla suddivisione in feudi.

28 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

I caratteristici borghi fortificati del Medioevo comunale e signorile sino alla prima età moderna, sono ancora ben leggibili nei caratteri urbanistici, mentre le antiche residenze feudali e le ville rustiche, nonostante le trasformazioni funzionali e i restauri, hanno conservato in alcuni casi le preziose decorazioni affrescate; si ricordano quelle di Floriano Ferramola nel castello già Avogadro di Meano, quelle di Lattanzio Gambara e della scuola dei Campi in Palazzo Maggi di Corzano, e i raffinati interni settecenteschi di villa Coccaglio a Montegiardino. Anche le chiese sono spesso ricche di tesori d’arte, più che di qualità progettuale.

5.1.2.3 Caratteri generali del bacino del fiume Chiese I caratteri del bacino del Chiese risultano essere fortemente differenziati e sono distinguibili in tre grossi ambiti: un ambito settentrionale, sino al Lago d’Idro, un ambito intermedio sino alle colline moreniche, e un ambito prettamente di pianura sino all’immissione nell’Oglio. Il Chiese nasce dai ghiacciai del Carè Alto, ricevendo l’apporto di alcuni torrenti di fusione glaciali (Val di Fumo e Val di Daone), scorrendo poco acclive nel fondovalle alluvionale sino a raggiungere il lago d’Idro con andamento paragonabile a quello del Sarca. Questa parte del bacino risulta fortemente strutturata dalla faglia tettonica detta linea della Giudicarie, delimitante l’area Adamello-Presanella ad ovest con caratteri tonalitici (gneiss, scisti, arenarie) e il gruppo del Brenta e le Alpi di Ledro a est, con caratteri prettamente calcareo-dolomitico. Il Chiese e il torrente Arnò nel versante destro della vallata segnano rilievi collinari di calcare grigio lastriforme, a cui corrispondono a sinistra conche terrazzate. Il popolamento della Valle del Chiese è di origine antichissima, legatamente alla sua posizione nodale di collegamento con le aree della Pianura Padana, mentre in periodo medioevale divenne sede di lotte tra le Signorie prealpine e di pianura. Segni di questo periodo sono le fortificazioni come Lodron, Breguzzo, Storo. Nell’intero bacino sono individuabili come importanti elementi paesaggistici: • le aree di mezza montagna, con vaste zone organizzate a sistemi di prati costellati di edifici rurali tradizionali;

Autorità di bacino del fiume Po 29 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

• la valle di Daone, con particolari caratteri ambientali e naturalistici poco contaminati dall’insediamento umano e con i tradizionali fienili giudicariesi e malghe; • l’ambito lacuale del lago d’Idro, con l’orizzonte chiuso dalle montagne e con i versanti folti di vegetazione; • la differenziata varietà tipologia dei centri storici (insediamenti di selle, di terrazzo, di conoide, di pendio, di margine, di fondovalle); • i manufatti e le opere di difesa militare (sino a quelle delle prima guerra mondiale), castelli, rocche, mura, che sono divenute parte integrante del paesaggio e fattore condizionante le forme dell’insediamento; • la zona subalpina e collinare, che costringe il Chiese a una doppia inversione di corso, per poi indirizzarsi vero la pianura seguendo un itinerario nord-sud; • la parte pianeggiante e finale del Chiese, con il suo procedere in un’area oggetto di contesa nel periodo medioevale tra Brescia, Mantova, Venezia, Milano e fortemente connotata da importanti borghi fortificati, spesso localizzati lungo il fiume.

5.1.3 Aspetti geomorfologici e litologici Nel seguito si descrivono le principali caratteristiche geolitologiche del bacino, con particolare attenzione verso quei litotipi che per le proprie caratteristiche geomeccaniche manifestano alti gradi di erodibilità e/o propensione a dissesti gravitativi; fra parentesi si indica la sigla del litotipo riportata nella cartografia di Piano, alla scala 1:250.000, della Geolitologia. Il bacino idrografico del fiume Oglio, può essere suddiviso in tre sottobacini: Oglio Sublacuale, Sebino e Val Camonica. Il sottobacino valle del lago d’Iseo è litologicamente, suddivisibile in due aree divise dalla linea che unisce le località di Trescore e Castelli. L’area di valle è prevalentemente costituita da depositi derivanti dall’alterazione di rocce e terreni (DCG). L’area di monte è invece caratterizzata da litoidi sedimentari con frequenti discontinuità per stratificazione o scistosità (LDS) e litoidi sedimentari massivi (LMS). In subordine, come in località Adro, si possono incontrare modesti affioramenti di terreni a comportamento plastico (TCP), depositi glaciali e fluvioglaciali (DGL), terreni ad abbondante componente organica (TCO), depositi eterogenei e di versante e di trasporto torrentizio (DEV) e alternanze di litotipi eterogenei a diverso comportamento meccanico (ADM). Depositi

30 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

quaternari come alluvioni fluviali e lacustri (AFL) seguono il corso delle principali vie fluviali. Il sottobacino Sebino è litologicamente costituito da litoidi sedimentari massivi e con frequenti discontinuità per stratificazione o scistosità (LMS, LDS). Nell’area prossima alla costa a sud del lago d’Iseo, è possibile incontrare piccoli affioramenti di terreni a comportamento plastico (TCP) e terreni ad abbondante componente organica (TCO). Il fondovalle dell’alto corso del fiume Borlezza è costituito da depositi derivanti dall’alterazione di rocce e terreni (DCG). In subordine si trovano depositi glaciali e fluvioglaciali (DGL) e depositi eterogenei e di versante e di trasporto torrentizio (DEV). All’interno del bacino della Val Camonica il fiume Oglio attraversa, dalla sorgente fino in prossimità della località di Sèllerio, litoidi metamorfici con frequenti discontinuità per stratificazione o scistosità (LDM), il restante percor- so, escludendo l’area a sud-est, è interessato da litoidi sedimentari massivi, con frequenti discontinuità per stratificazione o scistosità (LMS, LDS). L’area di levante che racchiude le testate dei torrenti Ovio, Remulo Pòja di Salarno e di Adamè, Tredenus, Palobbia e altri affluenti minori, è interessata da litoidi ignei massivi (LMI) In subordine si possono incontrare modesti affioramenti di litoidi metamorfici massivi (LMM), litoidi ignei con frequenti discontinuità per stratificazione o scistosità (LDI), depositi derivanti dall’alterazione di rocce e terreni (DCG) e in prossimità della foce nel lago, alternanze di litoidi eterogenei a diverso comportamento meccanico (ADM). In tutta l’area del sottobacino affiorano depositi glaciali e fluvioglaciali (DGL) e depositi eterogenei e di versante e di trasporto torrentizio (DCG). Una considerevole fascia di depositi quaternari di alluvioni fluviali e fluviolacustri, partendo dal lago, fiancheggiano i principali corsi d’acqua.

5.1.4 Aspetti idrologici

5.1.4.1 Caratteristiche generali L’Oglio è caratterizzato da un regime pluviometrico di tipo continentale, con massimi estivi e minimi invernali. Il regime di deflusso per le aste dell’Oglio e del Chiese è influenzato dalla presenza rispettivamente dei laghi d’Iseo e d’Idro, che esercitano un elevato effetto di laminazione e regolazione sulle portate. La superficie del bacino imbrifero sotteso alla sezione di imposta dell’opera di regolazione del lago d’Iseo è di 1.816 km2. Sul lago il massimo livello idrome-

Autorità di bacino del fiume Po 31 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

trico alla stazione di Sarnico, per effetto di una portata di piena a frequenza cinquantennale, è dell’ordine di 1,8 m. Nel periodo non regolato (1852-1932) si sono verificati 6 colmi con livello superiore a 1,8 m, mentre nel periodo regolato (1933-1994) i colmi si sono ridotti a due. Il volume medio annuo regolato nel lago varia da circa 80 a 58 milioni di m3. Nel bacino dell’Oglio sono stati costruiti numerosi serbatoi e si sono regolati laghi naturali prevalentemente a scopo idroelettrico; la capacità utile comples- siva è di circa 120 milioni di m3. La superficie del bacino imbrifero del Chiese alla stazione di Gavardo è di 934 km2, di cui 300 competono alla porzione compresa tra il lago e Gavardo. Il volu- me regolabile del lago varia da circa 75 a 35 milioni di m3. Nel periodo dal 1971 al 1991 i volumi medi annui di afflusso sono risultati circa 47 milioni di m3 nel periodo invernale e circa 59 milioni di m3 nel periodo estivo. Nella porzione di bacino a monte del Lago d’Idro sono presenti i serbatoi di Malga Bissina e Malga Boazzo per una capacità complessiva di 76 milioni di m3. Malgrado l’effetto di laminazione prodotto a monte dal lago, la parte bassa del bacino del fiume Chiese contribuisce a formare stati idrologici di piena notevolmente elevati. Il fiume Mella non è laminato da alcun tipo di invaso naturale o artificiale ed è caratterizzato da un regime prevalentemente torrentizio.

5.1.4.2 Portate di piena e piene storiche principali

I valori storici delle portate di piena sono indicati in Tab. 5.1.

Tab. 5.1. Valori delle portate di piena storiche nel bacino dell’Oglio

Sezione Superficie Hmedia Hmin Qmax qmax Data km2 m s.m. m s.m. m3/s m3/s km2 Chiese a Ponte Cimego 235 1.854 470 149 0,63 05/08/1939 Chiese a Gavardo 934 1.230 198 533 0,57 27/08/1934 Oglio a Temù 119 2.204 1140 54 0,45 24/10/1923 Oglio a Capo di Ponte 777 1.857 355 353 0,45 09/10/1933 Oglio a Capriolo 1.842 1.429 185 414 0,22 20/09/1960 Oglio a Castelvisconti 2.316 1.180 - 418 0,18 01/11/1928

L’evento di maggiore gravità che ha colpito il bacino dell’Oglio risale al settembre 1960; in particolare il bacino sopralacuale, compreso quello montano del torrente Cherio, è stato interessato da numerose frane, fenomeni torrentizi con elevati processi erosivi e alluvionamenti sul fondovalle, con gravi danni alla

32 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

rete viaria, distruzione di edifici e vittime. Per il lago d’Iseo si raggiunge il massimo livello storico con allagamenti degli abitati rivieraschi e vittime. Il baci- no sublacuale viene interessato in misura minore dalla piena che fa misurare a Capriolo un valore massimo al colmo di 414 m3/s. Si verificano rotte e tracimazioni con contenuti allagamenti e danni prevalentemente all’agricoltura. Tra gli altri eventi si citano quelli del 1869, in cui avvenne lo sbarramento del fiume Oglio a opera del trasporto di massa del torrente Rabbia, e l’alluvione del 1966 che si rivelò particolarmente disastrosa per la zona dell’alto Chiese.

5.1.4.3 Trasporto solido La caratterizzazione del bacino in rapporto al trasporto solido nell’asta principale è definita dai seguenti elementi: • la quantità di sedimenti mediamente prodotta dal bacino montano in funzione delle specifiche caratteristiche geologico-geomorfologiche e climatiche1, • la capacità media di trasporto solido dell’asta principale in funzione delle caratteristiche idrologiche, geometriche, granulometriche del materiale d’alveo e idrauliche2. Le Tab. 5.2. e Tab. 5.3. rappresentano i dati numerici relativi alla quantità di sedimento media prodotta dal bacino montano e alla capacità di trasporto dell’asta principale.

Tab. 5.2. Caratteristiche del trasporto solido del bacino montano

Sottobacino Superficie Quota media Precipitaz. Trasporto Erosione montano media annua solido specifica km2 m s.m. mm 103 m3/anno mm/anno Mella 434 800 1.268 36,2 0,08 Chiese 394 700 1.185 21,8 0,06 Oglio sublacuale 187 500 1.424 15,8 0,08 Totale 1.015 706 1.265 73,8 0,07

Rispetto a un valore totale di produzione del trasporto solido a scala di intero bacino montano del Po, pari a 3,35 milioni di m3/anno, il trasporto solido

1 Si fa riferimento alla formulazione teorico-sperimentale di Gavrilovich, che permette di stimare il volume del sedimento prodotto in funzione delle caratteristiche geometriche e fisiografiche del bacino, dell’erodibilità dei versanti e delle caratteristiche climatiche. 2 Il valore medio annuo è stato stimato impiegando la formulazione di Engelund-Hansen sulla base della scala di durata delle portate, delle caratteristiche idrauliche (larghezza dell’alveo attivo, pendenza di fondo, scabrezza) e della granulometria del materiale d’alveo.

Autorità di bacino del fiume Po 33 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

prodotto rappresenta il 2,2%, a fronte di un 3,57% di estensione territoriale; nel complesso quindi il bacino si colloca su valori bassi di erosione, come per altro desumibile dal valore di erosione specifica rispetto al valore medio a scala di intero bacino pari a 0,12 mm/anno. Il confronto tra la capacità di trasporto solido dell’asta e il volume di materiale solido prodotto dal bacino montano permette di valutare, pur nell’appros- simazione dei valori medi utilizzati e della scala di dettaglio delle valutazioni stesse, la tendenza al deposito ovvero all’erosione.

Tab. 5.3. Caratteristiche del trasporto solido dell’asta fluviale

Asta fluviale Capacità di trasporto Capacità di trasporto Capacità di trasporto al fondo in sospensione totale 103 m3/anno 103 m3/anno 103 m3/anno Mella 8,0 25,2 32,2 Chiese 30,8 1,8 32,6 Oglio (tra Cherio e Mella) 56,2 5,8 62,0 Oglio (tra Mella e Chiese) 34,6 30,9 65,5 Oglio (tra Chiese e Confl.) 71,8 32,7 104,5

5.1.5 Assetto morfologico e idraulico

5.1.5.1 Caratteristiche generali • Asta dell’Oglio Fino a Malonno, l’Oglio sopralacuale scorre con andamento nord est-sud ovest, in un fondovalle relativamente ampio. Da Malonno a Cedegolo forma una grande ansa e quindi riprende con andamento prevalente nord-sud fino a Breno, dove il corso principale devia decisamente verso sud-ovest. A valle di Edolo il fondovalle è contraddistinto da sezioni relativamente ampie, come nel tratto tra Malonno e Sonico e tra Capo di Ponte e Ceto, e da sezioni piuttosto strette e incassate, come nei pressi di Forno Allione. Sono visibili, inoltre, gradini morfologici determinati dagli affioramenti calcarei e dolomitici. L’Oglio sopralacuale, da Cividate Camuno all’immissione nel Lago d’Iseo, scorre con andamento sinuoso e struttura d’alveo monocursale in un fondovalle densamente urbanizzato e generalmente pianeggiante, morfologicamente diviso in due tronconi dal rilievo roccioso posto immediatamente a monte di Boario Terme in prossimità delle confluenze dei torrenti Grigna e Dezzo; il corso d’acqua attraversa centri abitati con fabbricati molto vicini all’alveo (addirittura a

34 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

filo di sponda in alcuni casi), incontrando sul percorso numerosi attraversamenti viari e varie opere di derivazione. Dall’uscita dal lago a Palazzolo sull’Oglio il fiume scorre con andamento sinuoso in un fondovalle piuttosto stretto tra alte scarpate di erosione, delimitanti più superfici terrazzate, che vanno progressivamente ampliandosi verso valle, definendo una fascia di divagazione dell’alveo di circa 2.5 km all’altezza di Soncino. L’alveo ha struttura monocursale, con frequenti depositi di barra laterale e longitudinale; la presenza di numerose lanche e le tracce di meandri tagliati testimoniano passati fenomeni di instabilità morfologica, che non paiono più attuali. Nel tratto le variazioni di livello, anche in caso di eventi estremi, sono modeste per effetto della laminazione del lago d’Iseo e non presentando fattori di rischio elevati nei confronti delle abitazioni prossime all’alveo; fa eccezione la zona di Sarnico, dove in occasione di eccezionali piene lacustri è possibile che le acque raggiungano le case del lungolago. Il corso d’acqua interferisce con numerosi attraversamenti, alcuni dei quali non sono completamente adeguati al deflusso della portata di riferimento. Numerose sono le opere in alveo, costituite principalmente da traverse di derivazione, in massima parte irrigue. Da Soncino alla confluenza del Mella l’alveo diventa prevalentemente monocursale meandriforme, con tratti interessati da lanche e paleoalvei che testimoniano una certa instabilità morfologica pregressa. I centri abitati in prossimità del corso d’acqua si trovano generalmente a quota superiore rispetto agli ambiti golenali o sono protetti da opere di difesa. Tra le infrastrutture presenti alcune sono di rilevante importanza, quali l’autostrada A21, la linea ferroviaria Brescia-Cremona e la SS 45 bis. Dalla confluenza del Mella all’immissione in Po l’alveo mantiene la tendenza meandriforme, anche se a tratti è rettificato, come immediatamente a valle della confluenza del Chiese. Le golene, definite dagli argini esistenti, generalmente abbastanza ampie, diventano molto modeste nel tratto compreso tra la confluenza del Chiese e la località Bocca le Chiaviche. Tra le principali infrastrutture interferenti si segnalano gli attraversamenti della SS 343, SS 10 e delle linee ferroviarie Parma-Brescia e Cremona-Mantova. • Asta del Mella Fino a Tavernole il corso d’acqua è caratterizzato da un fondovalle stretto, con versanti acclivi e ricoperti da vegetazione; nell’attraversamento di S. Colomba- no scorre canalizzato e presenta in alcuni punti scalzamenti al piede delle

Autorità di bacino del fiume Po 35 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

difese spondali. Tra Tavernole e Marcheno il fondovalle è ancora abbastanza stretto e poco antropizzato e i versanti, acclivi, sono ricoperti da vegetazione. Da Concesio a Corticelle Pieve l’alveo ha andamento subrettilineo, caratterizzato da un elevato grado di artificializzazione che lo rende pressoché canalizzato e morfologicamente stabile. Il corso d’acqua attraversa un’area densamente urbanizzata, su cui si trova la città di Brescia, con edifici e fabbricati anche nelle immediate vicinanze dell’alveo di piena, in massima parte protette dalle opere di difesa esistenti. Numerose sono le infrastrutture viarie interferenti, le più importanti delle quali sono la SS 10, la linea ferroviaria Milano-Venezia e l’autostrada A4; non costituiscono in genere fattore di particolare criticità nei confronti del deflusso di piena. Sono presenti inoltre alcune traverse fluviali di derivazione. Da Corticelle Pieve alla confluenza in Oglio l’alveo ha un andamento da sinuoso a meandriforme, caratterizzato da un minor grado di vincolo imposto dalle opere di sistemazione esistenti e da una configurazione più simile a quella naturale. L’unico abitato interamente attraversato è Manerbio. Tra le infrastrutture interferenti si segnalano gli attraversamenti della A21, della SS 45 bis, della SP 64 e della linea ferroviaria Cremona-Brescia. • Asta del Chiese Il Chiese, dopo aver percorso la valle di Daone con andamento prevalente nord ovest-sud est, compie un’ampia curva verso destra e si immette nella linea tettonica sulla quale è impostata la Val Giudicaria inferiore, assumendo un prevalente andamento nord est-sud ovest. Qui il fondovalle diventa ampio, a debole pendenza ed assume chiaramente l’impronta di valle glaciale fino allo sbocco nel lago d’Idro. A valle del lago il corso del Chiese, compie diverse variazioni di direzione, sempre condizionato dalla presenza di importanti lineamenti tettonici. Dalla sorgente a Prezzo il fondovalle alterna tratti in cui si allarga in ampie conche (in loc. Plana e Madonna della Neve) ad altri in cui si restringe in chiuse ed è interrotto da gradini di rocce in cui l’alveo scorre profondamente incassato. Il tratto da Prezzo al lago d’Idro ha un alveo ampio a debole pendenza, colmato dai sedimenti fluviali deposti dopo il ritiro dei ghiacciai. La porzione meridionale (Pian d’Oneda) è caratterizzata da ripiani alluvionali di colmamento che testimoniano come, dopo il ritiro dei ghiacciai, l’interrimento abbia ridotto la superficie del lago a circa la metà di quella iniziale. A valle di Nozza l’alveo è poco inciso, quasi al livello della SS 237 di fondovalle, delimitato da superfici

36 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

terrazzate più o meno ampie di origine fluvio-glaciali. A valle di Vobardo è canalizzato nel tratto che costeggia la strada. Il Chiese sottolacuale, da Tormini a , ha struttura monocursale sinuosa, con tendenza nell’ultima parte a formare meandri. Fino a Gavardo il fiume passa da una zona di fondovalle delimitata da versanti montuosi piuttosto acclivi a una successiva di tipo collinare, incidendo spesso direttamente il sub- strato roccioso. Successivamente il corso d’acqua passa da una configurazione pedemontana a una di pianura, con tendenza alla divagazione planimetrica. A livello complessivo il corso d’acqua è da ritenersi morfologicamente stabile. Nel settore pedemontano i principali centri abitati e numerosi insediamenti industriali sono ubicati in prossimità dell’alveo, con fabbricati spesso a filo sponda; nel settore di pianura scorre in prossimità di alcuni centri abitati senza attraversarli, benché vi siano tuttavia sporadici insediamenti in ambito golenale. Le escursioni di livello, in occasione di eventi gravosi, non sono piccole, malgrado l’effetto di laminazione del lago d’Idro; la parte di bacino a valle del lago ha infatti una dimensione sufficiente a formare stati di piena di un certo rilievo, che possono interessare gli abitati più prossimi al corso d’acqua. Sono presenti alcune traverse di derivazione sia a scopo irriguo che idroelettrico-industriale; particolarmente complessa risulta la situazione a Gavardo, dove il centro storico è costruito in corrispondenza di due traverse fra cui quella dell’opera di presa del Naviglio Grande Bresciano. Tra gli attraversamenti dell’asta del Chiese i più importanti sono i ponti delle SS 45 bis, a Gavardo, della SS 11, della linea ferroviaria Milano-Venezia, dell’autostrada A4 nella zona di e della SS 236 a Montichiari. Da Montichiari alla confluenza nell’Oglio, l’alveo è monocursale sinuoso, a tratti canalizzato da opere di difesa, in cui localmente si manifestano depositi di barra laterale. Anche in questo tratto il corso d’acqua è da considerarsi morfologicamente stabile. Attraversa zone densamente urbanizzate che sono generalmente protette da opere idrauliche. Tutti gli attraversamenti interferenti con l’asta del Chiese sono appartenenti alla viabilità locale senza condizionare in modo particolare il deflusso di piena. Tra le opere di derivazione si segnala la presenza di alcune traverse fluviali.

5.1.5.2 Fenomeni di erosione spondale L’erosione spondale per l’Oglio, da Cividate Camuno alla confluenza in Po, del Mella, da Concesio alla confluenza in Oglio, e del Chiese sublacuale risulta

Autorità di bacino del fiume Po 37 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

quasi totalmente assente e comunque con incidenza minima sull’assetto morfologico, a tratti anche garantito da un elevato e diffuso grado di sistemazione idraulica. Fenomeni di erosione spondale si riscontrano in corrispondenza delle anse sul versante sinistro del Chiese tra Prezzo e il lago d’Idro. A valle del lago fino a le erosioni provocano lo scalzamento al piede dei versanti.

5.1.5.3 Tendenza evolutiva Il profilo di fondo alveo per l’Oglio, il Mella e il Chiese non è interessato da fenomeni che ne provochino apprezzabili variazioni di quota. I fenomeni di erosione sono limitati a livello locale, in corrispondenza di manufatti di attraversamento ovvero nei punti a maggior sollecitazione del corso d’acqua con effetti di scalzamento di opere di difesa. Una generale tendenza all’erosione di fondo si riscontra per l’alto corso del Mella fino a Concesio, mentre per il Chiese si rileva la tendenza al sovralluvionamento nel tratto tra Prezzo e il lago d’Idro.

5.2 Quadro dei dissesti

5.2.1 Quadro dei dissesti sui corsi d’acqua principali

5.2.1.1 Asta dell’Oglio Le principali manifestazioni di dissesto dell’Oglio sopralacuale, fino a Cividate Camuno, sono ascrivibili alla presenza delle conoidi formate dalla notevole attività torrentizia dei tributari (tra cui l’ampia conoide formata dal torrente Rabbia), in corrispondenza delle quali sono localizzati centri abitati quali Vezza d’Oglio, Cerveno, Ono S. Pietro. Da Cividate Camuno all’immissione nel lago d’Iseo il corso d’acqua non presenta particolari condizioni di dissesto; opere di difesa in alveo si trovano in uno stato di conservazione discreto, con necessità solamente locali di consoli- damenti o ripristini. Il grado di protezione dalle piene risulta non sempre ade- guato; in particolare aree urbanizzate a rischio sono individuabili in prossimità di Cividate Camuno, Esine, Montecchio, Darfo-Boario Terme e Costa Volpino. Dal lago d’Iseo a Soncino il grado di protezione dalle piene risulta generalmente adeguato per effetto della laminazione che il lago esercita sulle piene, determinando a valle contenute variazioni dei livelli idrici. In occasione di eventi

38 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

bicentenari sono da considerarsi a rischio aree urbanizzate in prossimità di Sarnico e a valle quelle in prossimità di Palazzolo sull’Oglio e Pontoglio. Le opere di difesa in alveo sono generalmente in un buono stato di conservazione, a eccezione di situazioni puntuali in prossimità della SS 235 e dell’abitato di Cividate al Piano. Da Soncino alla confluenza del Mella il corso d’acqua non presenta particolari rischi di allagamento, a eccezione di alcune aree in prossimità di Pontevico. Data la presenza di meandri attivi, l’alveo manifesta un modesto grado di insta- bilità, che tuttavia non determina fattori di criticità nei confronti dei centri abitati o degli attraversamenti ma condizioni di parziale dissesto delle opere di difesa spondale, in particolare in prossimità di Pontevico e Seniga. Infine dalla confluenza del Mella alla confluenza in Po, l’Oglio è caratterizzato da un elevato grado di artificializzazione, in relazione alla presenza continua di argini; presenta rischi di esondazione in rapporto agli argini non sempre adeguati in quota e alla limitazione delle aree di espansione anche determinata dalle infrastrutture viarie interferenti. Aree a rischio di inondazione sono indivi- duabili in prossimità della confluenza del Mella, di Ostiano, Gabbioneta, Carzaghetto e in prossimità della immissione in Po. Problemi di instabilità plani- metrica sono presentii a livello puntuale in corrispondenza della confluenza del Chiese e in prossimità di Acquanegra e di Marcaria. Inoltre in corrispondenza della confluenza in Po, l’alveo manifesta una rilevante instabilità del fondo per effetto dell’abbassamento di quello del Po, valutabile in 2-3 m.

5.2.1.2 Asta del Mella Sul Mella fino a Concesio le diffuse erosioni di fondo e di sponda determinano l’innesco di movimenti franosi sulle sponde, che alimentano il trasporto solido. La maggior parte dei dissesti è tuttavia legata alla presenza di aree fortemente industrializzate lungo la bassa Val Mella, che ha portato alla canalizzazione, alla tombinatura e al restringimento della sezione utile. Numerosi edifici di industrie siderurgiche ormai abbandonate presenti in aree golenali condiziona- no il deflusso del corso d’acqua, con restringimenti o deviazioni dell’alveo (ad esempio a Gardone sul Mella). Le difese spondali presenti nel tratto urbano di San Colombano mostrano segni di scalzamento al piede in alcuni punti. Da Concesio a Corticelle Pieve il fiume è condizionato totalmente dall’elevato grado di sistemazione presente; tuttavia il grado di protezione dalle piene non è adeguato. Infatti aree a rischio di esondazione sono individuabili a livello locale in prossimità degli abitati di Concesio, Collebeato e a livello diffuso da Brescia a

Autorità di bacino del fiume Po 39 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Corticelle Pieve. Il corso d’acqua risulta in generale morfologicamente stabile, solo localmente si rilevano opere di difesa in alveo dissestate. Da Corticelle Pieve alla confluenza in Oglio, denota un discreto stato di conser- vazione e di stabilità morfologica; opere di difesa inadeguate e in dissesto sono rilevabili presso Manerbio, abitato che risulta a rischio di allagamento.

5.2.1.3 Asta del Chiese L’elevato trasporto solido proveniente dagli affluenti del Chiese, nel tratto da Prezzo al lago d’Idro, ha determinato la formazione di ampie conoidi sulle quali si trovano i principali centri, tra cui Cimego e Storo. Su quest’ultima località si rilevano dissesti delle difese spondali in entrambe le sponde. Si hanno inoltre diffuse erosioni spondali con scalzamento al piede dei versanti tra il lago d’Idro e Vestone. Da Tormini a Montichiari il corso d’acqua risente dell’effetto di laminazione del lago e denota un grado di protezione dalle piene quasi sufficiente; uniche aree a rischio di allagamento sono ubicate in prossimità degli abitati di Gavardo e Calcinato. Non sono presenti fenomeni di instabilità morfologica e le opere di difesa sono in discreto stato di conservazione. Da Montichiari alla confluenza in Oglio, l’alveo è condizionato per lunghi tratti, in modo discontinuo, da opere di contenimento dei livelli; aree a rischio di esondazione sono localizzate in corrispondenza degli abitati di Calvisano, e Asola. L’elevato grado di sistemazione, unitamente al discreto stato di conservazione delle opere di difesa, conferiscono al corso d’acqua una sufficiente stabilità morfologica.

5.2.2 Quadro dei dissesti sui versanti e sulla rete idrografica minore Come indicatori di dissesto vengono presi in considerazione i fenomeni gravitativi che interessano i versanti e i processi fluvio-torrentizi sui corsi d’acqua. I fenomeni di dissesto maggiormente presenti, che interessano diffusamente buona parte del bacino, risultano essere le frane, i fenomeni di dissesto in ambito di conoide, seguiti dal sovralluvionamento ed erosione lungo i corsi d’acqua e, limitatamente al settore alpino del bacino, le valanghe. La Tab. 5.4 evidenzia i valori che esprimono, in sintesi, e caratterizzano i diversi fenomeni di dissesto. I fenomeni franosi maggiormente rappresentati sono le frane per colata in roccia (circa il 30% dei casi), seguono le frane per crollo in roccia e quelle con meccanismo evolutivo complesso (circa il 11% dei casi); sono presenti anche frane in terreni sciolti (circa il 5% dei casi) e deformazioni

40 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

gravitative profonde; buona parte delle frane segnalate nel bacino non sono classificate. In Valcamonica si possono individuare due aree distinte caratterizzate da elevata franosità; il territorio a monte di Malegno (perlopiù colate in roccia localizzate in sinistra Oglio) e il bacino del torrente Dezzo più a valle, in sinistra, dove sono presenti soprattutto colate in roccia e frane complesse.

Tab. 5.4. Superfici in dissesto relative a conoidi, esondazioni, frane, corsi d’acqua soggetti ad erosione e/o sovralluvionamento, numero dei corridoi di valanga (valori riferiti al settore montano)

Sottobacino Superficie Superficie Conoide Esondazione Erosione Franosità Franosità Valanghe settore Sovralluvion. osservata potenziale montano aste km2 km2 km2 km2 km km2 km2 Numero Val Camonica 1.444 1.444 47 0 131 52 55 842 Sebino 350 350 5 0 6 6 9 13 Mella 1.018 443 1 0 9 3 11 11 Alto Chiese-Idro 962 962 4 3 51 6 24 278 Basso Chiese 561 0 0 0 0 0 0 0 Oglio sublacuale 2.024 222 3 0 0 3 4 0 Totale 6.358 3.421 60 3 197 70 103 1.144

Nel sottobacino del Sebino sono interessati da alta franosità i territori tra Solto Collina e Vigolo in destra; sul corso sublacuale dell’Oglio una discreta franosità caratterizza la testata della Val Cavallina e alcuni comuni della media valle. I fenomeni torrentizi maggiormente rappresentati sono quelli di erosione di sponda (circa il 40%); sono presenti anche dissesti dovuti all’erosione diffusa in rivoli e solchi. Le esondazioni si concentrano nel tratto di fondovalle dell’asta principale, prevalentemente a monte del Lago d’Iseo. Dissesti sulla rete torrentizia sono presenti in valle del Dezzo tra Schilpario e Vilminore di Scalve (erosione di sponda) e in più tratti a valle di Edolo lungo l’asta principale; il torrente Grigna è soggetto a erosione di sponda. I dissesti riferiti alle conoidi sono presenti in tutto il tratto prelacuale dell’Oglio e in particolare a monte della Valgrande e tra la Val Saviore e il lago; tali processi, anche se con incidenza minore, interessano anche le sponde del lago d’Iseo, particolarmente quella orientale. Sono inoltre gravosi in tutta l’area attorno al lago d’Endine e in corrispondenza dello sbocco in pianura del sottobacino del Cherio. I fenomeni valanghivi sono limitati alla testata del bacino e allo spartiacque orobico.

Autorità di bacino del fiume Po 41 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

5.2.3 Stima della pericolosità a livello comunale La Tab. 5.5. riporta, per il bacino dell’Oglio nel suo insieme, il numero dei Comuni per le diverse classi di pericolosità. La valutazione delle diverse pericolosità rispecchia bene la situazione che deriva dal censimento e dall’analisi dei dissesti: i comuni dell’alta Valcamonica sono interessati da alti livelli di pericolosità per frana e per episodi valanghivi, i territori montani sono interessati da pericolosità da media ad alta per quanto riguarda il dissesto della rete torrentizia e elevati livelli di pericolosità per esondazione interessano i comuni di pianura lungo l’asta principale.

Tab. 5.5. Numero e percentuale di Comuni per classe di pericolosità Classe di pericolosità Moderata Media Elevata Molto elevata Sottobacino No Comuni No % No % No % No % Oglio 319 83 26,0 125 39,2 77 24,1 34 10,7

5.3 Livello di protezione esistente sulle aste principali

• Asta dell’Oglio Il fiume Oglio, nel tratto sopralacuale da Cividate Camuno al lago d’Iseo, presenta un grado di sistemazione complessivamente modesto, in quanto gli interventi sono limitati ad alcuni tratti; tra le opere di sistemazione dell’alveo prevalgono le difese di sponda; si hanno inoltre alcuni brevi tratti arginati e alcune opere di stabilizzazione del fondo; il corso d’acqua è inoltre interessato da numerose opere di derivazione a uso principalmente idroelettrico. Opere di difesa spondale, con funzione di contenimento dei livelli, sono presenti inoltre lungo le rive del lago a difesa degli abitati. Dall’uscita dal lago fino alla confluenza del Mella, le opere longitudinali in alveo sono principalmente costituite da difese spondali, concentrate in prossimità dei principali centri abitati e sulle sponde esterne delle curve a contrastare l’evolu- zione dei meandri. Le opere trasversali di controllo del profilo di fondo alveo sono sporadiche ed esclusivamente ubicate in prossimità degli attraversamenti; inoltre si incontrano numerose traverse fluviali di derivazione ad uso general- mente irriguo. Le opere di contenimento dei livelli hanno carattere locale a dife- sa di centri abitati, in particolare a valle di Pontevico e in prossimità di Seniga. Dalla confluenza del Mella all’immissione in Po, l’Oglio è delimitato sia in destra che in sinistra da argini pressoché continui, con brevi interruzioni nelle aree già naturalmente rilevate; le arginature a monte della confluenza del Chiese sono

42 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

piuttosto distanti, con zone di golena relativamente ampie; tra il Chiese e Bocca le Chiaviche si stringono notevolmente fino a coincidere con le sponde; oltre agli argini principali esistono anche una serie di argini secondari a protezione di aree agricole e di alcune cascine in golena. Da Bocca le Chiaviche gli argini si allontanano nuovamente, aumentando verso valle in altezza, per andarsi poi a collegare con gli argini maestri del Po. In tutto il tratto hanno scarso sviluppo le difese di sponda; unica opera trasversale presente è una briglia a protezione dei ponti di Isola Dovarese; non sono state rilevate opere di derivazione importanti. In corrispondenza degli argini in prossimità della confluenza in Po, sono presenti in destra due idrovore (Regona d’Oglio e di S. Matteo delle Chiaviche) che consentono il deflusso delle acque provenienti da canali artificiali in occasione di piene straordinarie. • Asta del Mella Il fiume Mella, nel tratto da Concesio a Corticelle Pieve, risulta condizionato da arginature pressoché continue, di altezza compresa tra i 2 e 3 m, protette a tratti da difese spondali e caratterizzato da sezione d’alveo regolarizzata; numerose sono anche le opere trasversali, traverse, briglie o soglie. Infatti l’area attraversata dal fiume è densamente urbanizzata, con edifici e fabbricati anche nelle immediate vicinanze dell’alveo di piena. Da Corticelle Pieve alla confluenza in Oglio, le opere longitudinali hanno carattere discontinuo, con conseguente configurazione del corso d’acqua più vicina a quella naturale; infatti le arginature sono limitate ad alcuni tratti specifici, come per altro le difese di sponda, per il fatto che molti abitati si trovano a quota di sicurezza rispetto al fiume. Sono presenti alcune traverse e, in prossimità degli attraversamenti, alcune opere di stabilizzazione del fondo. • Asta del Chiese Per il Chiese sublacuale, da Tormini a Montichiari, le opere di sistemazione dell’alveo sono costituite essenzialmente da difese di sponda e da argini a carattere sporadico, generalmente in prossimità dei centri abitati. Le opere trasversali sono prevalentemente rappresentate da traverse di derivazione sia irrigue che idroelettrico-industriale; particolarmente complessa risulta la situazione a Gavardo, dove il centro storico è costruito in corrispondenza di due traverse, fra cui quella dell’opera di presa del Naviglio Grande Bresciano. Da Montichiari alla confluenza in Oglio, l’alveo è delimitato da arginature a distanza modesta, spesso in froldo e a carattere discontinuo, che nella parte terminale si interconnettono a quelli dell’Oglio; solo in corrispondenza di

Autorità di bacino del fiume Po 43 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Carpenedolo l’alveo per alcuni chilometri presenta una certa tendenza a ramificarsi favorito dal fatto che gli argini si distanziano di 150-200 m. Tra le opere trasversali si segnala la presenza di alcune traverse e a monte di e di briglie e platee a protezione degli attraversamenti.

5.4 Individuazione degli squilibri

5.4.1 Gli squilibri sui corsi d’acqua principali e nei territori di fondovalle Le principali condizioni di squilibrio per le aste principali considerate sono riconducibili ai seguenti punti principali. • Asta dell’Oglio Nell’Oglio sopralacuale i maggiori problemi sono i seguenti: - nel tratto alto, fino a Cividate Camuno, dalla presenza delle conoidi formate dalla notevole attività torrentizia dei tributari, in corrispondenza delle quali sono localizzati numerosi centri abitati; - nel tratto da Cividate Camuno all’immissione nel lago d’Iseo dal rischio di esondazione che interessa aree urbanizzate in prossimità di Cividate Camuno, Esine, Montecchio, Darfo-Boario Terme e Costa Volpino. Nell’Oglio sottolacuale sono da rilevare le seguenti situazioni: - dal lago d’Iseo a Soncino sono da considerarsi a rischio di inondazione limitate aree urbanizzate in prossimità di Sarnico, di Palazzolo e Pontoglio; - da Soncino alla confluenza del Mella rischi di inondazione interessano alcune limitate aree in prossimità di Pontevico; - dalla confluenza del Mella alla confluenza in Po sono presenti rischi di esondazione in rapporto agli argini non sempre adeguati in quota e alla limitazione delle aree di espansione anche determinata dalle infrastrutture viarie interferenti. Le aree interessate sono individuabili in prossimità della confluenza del Mella, di Ostiano, Gabbioneta, Carzaghetto e in prossimità della immissione in Po. Problemi di instabilità planimetrica sono presentii a livello puntuale in corrispondenza della confluenza del Chiese e in prossimità di Acquanegra e di Marcaria. Inoltre in corrispondenza della confluenza in Po, l’alveo manifesta una rilevante instabilità del fondo per effetto dell’abbassamento di quello del Po, valutabile in 2-3 m.

44 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

• Asta del Mella Sul Mella, nel tratto fino a Concesio, condizioni di squilibrio sono rappresentate delle erosioni di fondo e di sponda, dalla presenza di aree fortemente industrializzate lungo l’alveo, che è fortemente condizionato e artificializzato, con condizioni di deflusso sensibilmente compromesse da restringimenti o deviazioni. Da Concesio a Corticelle Pieve il grado di protezione dalle piene non è adeguato, con rischio di esondazione a livello locale in prossimità degli abitati di Concesio, Collebeato e a livello diffuso da Brescia a Corticelle Pieve. A valle di Corticelle Pieve le uniche condizioni di rischio riguardano l’abitato di Manerbio. • Asta del Chiese L’asta del Chiese è interessata dalle seguenti più importanti condizioni di criticità: - fenomeni di dissesto che possono interessare le conoidi presenti nel tratto da Prezzo al lago d’Idro sulle quali sono localizzati i principali centri abitati, tra cui Cimego e Storo; - diffuse erosioni spondali con scalzamento al piede dei versanti tra il lago d’Idro e Vestone; - aree a rischio di allagamento in prossimità degli abitati di Gavardo, Calcinato, Calvisano, Carpenedolo e Asola.

5.4.2 Gli squilibri nei territori collinari e montani

5.4.2.1 Condizioni di squilibrio connesse ai fenomeni di dissesto che interessano il reticolo idrografico minore Le principali condizioni di squilibrio connesse ai fenomeni di dissesto che interessano il reticolo idrografico minore nella parte montana del bacino sono caratterizzate per i diversi sottobacini montani considerati. • Sottobacino montano dell’Oglio Sull’Oglio sopralacuale le situazioni di maggiore squilibrio sono rappresentate dalle conoidi formate dai tributari secondari presso le quali sono ubicati i centri abitati (Vezza d’Oglio, Cerveno e Ono S. Pietro). Ad esse si aggiungono alcuni fattori di rischio quali la presenza di sezioni inadeguate o di attraversamenti di dimensioni ridotte (torrente Re di Niardo), di tratti tombinati (affluente del tor-

Autorità di bacino del fiume Po 45 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

rente Guerna, torrente Lava), impluvi scarsamente regimati (in località Saviore dell'Adamello), di tratti in sovralluvionamento (torrente Remulo) e in erosione. Nel sottobacino del Dezzo l’accentuata tendenza erosiva che contraddistingue il reticolo idrografico aggrava le condizioni d’instabilità dei versanti e rende ineffi- caci le opere di regimazione presenti (ad esempio i pennelli sulla sponda sinistra in località Dezzo). Consistente il trasporto solido del corso d'acqua principale e l’erosione di sponda; in particolare tra Schilpano e Vilminore i fenomeni erosivi minacciano di coinvolgere tratti di strada e alcune abitazioni. Nel sottobacino del lago d’Iseo il versante orientale interessato da corsi d'acqua relativamente brevi e poco sviluppati, ma sedi di un consistente trasporto solido. Molti tributari presentano sezioni ridotte e sono tombinati nei tratti d'attraversamento dei centri abitati (ad esempio nei pressi di Sulzano e Sale Marasino, sulla sponda bresciana). Il torrente Nembre (Valle Vandul), nel tratto a monte dell'abitato di Zone, presenta sovralluvionamento e vegetazione in alveo, e manifesta segni di cedimento delle opere di protezione. Condizioni di rischio idraulico si riscontrano anche in corrispondenza degli attraversamenti della SS 510 e della linea ferroviaria. Nel sottobacino del Cherio situazioni di rischio idraulico si riscontrano in corrispondenza degli ultimi tratti di alcuni torrenti e rii minori, che presentano un notevole trasporto solido, sulle cui conoidi sono situati insediamenti abitativi (Monasterolo del Castello, Casazza, Luzzana). Lungo il reticolo secondario si rilevano nella maggior parte dei casi fenomeni di sovralluvionamento, erosioni spondali locali e sezioni idrauliche sottodimensionate in corrispondenza degli attraversamenti di centri abitati. • Sottobacino montano del Mella Le più rilevanti condizioni di squilibrio sono rappresentate dalla diffusa tendenza all’erosione di fondo e di sponda che alimenta il trasporto solido. La maggior parte dei dissesti rilevabili lungo il reticolo è tuttavia legata alla presenza di aree fortemente industrializzate lungo le aste torrentizie (Valle del Garza, Valle del torrente Faidana) che ha portato a interventi di canalizzazione, tombinatura e restringimento della sezione di deflusso. La presenza in aree golenale di vecchi edifici di industrie siderurgiche ormai abbandonate rappresenta un ostacolo al deflusso.

46 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

• Sottobacino del Chiese Le condizioni di criticità maggiori riguardano i fenomeni erosivi che interessano quasi tutti i tributari minori, nel tratto a monte del lago, con conseguente instabilità morfologica e formazione di elevato trasporto solido.

5.4.2.2 Condizioni di squilibrio connesse ai fenomeni di dissesto che interessano i versanti Per gli aspetti di versante le principali condizioni di squilibrio sono caratterizzate per i diversi sottobacini montani considerati. • Sottobacino montano dell’Oglio Sull’Oglio sopralacuale fenomeni di crollo minacciano nuclei abitati e importanti reti viarie (alcuni tratti della SS 42). Coperture detritiche, anche di notevoli dimensioni, possono essere mobilitate in occasione di intensi eventi meteorici: in particolare lungo il versante sinistro del torrente Allione, affluente di destra dell’Oglio, e lungo la Val Roncaglia presso Pian Camuno, sul versante sinistro dell’asta principale poco a monte dell’immissione nel lago d’Iseo. Fenomeni di soliflusso sono localizzati lungo la SS 345, nei pressi del passo Crocedomini e sul versante destro della Valle delle Valli. Processi erosivi superficiali, che tendono ad alimentare il trasporto solido, coinvolgono in particolare il versante sinistro del torrente Palobbia, il bacino del torrente Pizzolo, i compluvi del versante sinistro del Torrente Poja di Salarno. Per le valanghe sussistono, nonostante gli interventi attuati, alcune situazioni di squilibrio, le principali delle quali si rilevano sul versante destro del torrente Poja presso Valle dei Molini e Valle. Numerose porzioni del bacino soggette a erosioni diffuse e a fenomeni di instabilità; localizzate nelle parti medio-alte, alimentano un notevole trasporto di materiale. Nel sottobacino di Dezzo il settore medio-alto e il versante tra Colere e Dezzo sono interessati da diffusi dissesti, soprattutto tra i centri abitati di Schilpario e Azzone e nel sottobacino del torrente Gleno. Fenomeni di crollo interessano la SS 294. Nel sottobacino del lago d’Iseo i fenomeni di dissesto più frequenti sono ascrivibili essenzialmente a scivolamenti di roccia e/o detrito e a crolli che interessano spesso nuclei abitati e reti di collegamento viarie. Nel sottobacino del Cherio i movimenti franosi, ascrivibili a scivolamenti traslativi di detrito, superficiali e profondi, sono poco frequenti e in genere con scarsa interferenza con centri abitati o infrastrutture viarie.

Autorità di bacino del fiume Po 47 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

• Sottobacino del Mella I dissesti presenti sono generalmente di limitata entità e in gran parte ricollegabili ad erosioni di sponda dei corsi d’acqua e a frane superficiali in terreni sciolti. Numerosi sono invece i fenomeni di crollo che coinvolgono la viabilità, per i quali per altro nella maggior parte dei casi sono già state realizzate opere di protezione. • Sottobacino del Chiese Le principali tipologie dei fenomeni franosi presenti sono costituite da frane di crollo e caduta massi e da processi erosivi. Le cadute di massi sono diffuse su tutto il bacino, in particolare lungo la SS 234, nei versanti della bassa Val Caffaro e della Val Sabbia nel tratto tra Idro e Nozza. Processi erosivi ed erosioni spondali sono presenti in corrispondenza delle valli laterali del medio Chiese. Scivolamenti di detrito sono presenti sia sulle sponde del lago di Idro che in Val Caffaro. Le valanghe sono ricorrenti nell’alto settore dei bacini, soprattutto in Val Caffaro e Val Daone, con interferenze sulla viabilità. Nel settore montano del bacino si conta un numero importante di situazioni puntuali di dissesto (240) che interessano poco più di un quarto dei Comuni dell’intero bacino; circa 170 sono i centri abitati interessati da tali dissesti. Tale situazione è in particolar modo riscontrabile lungo la Valcamonica e nel sottobacino dell’Alto Chiese - Idro.

5.4.3 Stima del rischio totale a livello comunale La Tab. 5.6 riporta il numero dei Comuni soggetti a rischio. Si osserva che circa il 38% dei Comuni del bacino risultano a rischio da elevato a molto elevato.

Tab. 5.6. Numero e percentuale di Comuni per classe di rischio Classe di rischio Moderato Medio Elevato Molto elevato Sottobacino No Comuni No % No % No % No % Oglio 319 80 25,1 118 37,0 85 26,6 36 11,3

I territori dei Comuni a monte del lago d’Iseo risultano per la maggior parte classificati con rischio da medio a elevato, così come i Comuni lungo il tratto mediano inferiore del corso dell’Oglio, dove sono anche presenti vaste aree a rischio residuo di esondazione. Il rischio rilevato nell’Oglio sopralacuale discende oltre che dalle interferenze tra pericolosità e vulnerabilità, anche dalla sovrapposizione degli effetti dovuti ai diversi fenomeni di dissesto già descritti in precedenza.

48 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

5.5 Linee di intervento sulle aste

5.5.1 Linee di intervento strutturali sull’asta dell’Oglio

5.5.1.1 Tratto dalla sorgente a Cividate Camuno Le linee di intervento di seguito indicate rappresentano l’applicazione, alla situazione del bacino idrografico dell’Oglio, dei criteri generali, definiti a scala di intero bacino idrografico del Po ed espressi nella Relazione generale. Gli interventi strutturali sulle aste sono coerenti con l’assetto di progetto definito nell’ambito della delimitazione delle fasce fluviali e con la relativa regolamenta- zione dell’uso del suolo nella regione fluviale, che rappresenta il più importante intervento a carattere non strutturale per i corsi d’acqua principali. Nel primo tratto dalla sorgente a Cividate Camuno gli interventi strutturali individuati sono costituiti da: a) contenimento dei livelli di piena per tempo di ritorno 200 anni tramite realizzazione e adeguamento in quota di arginature locali a difesa dell’abitato di Capo di Ponte, su entrambe le sponde; b) incremento della capacità di deflusso dell’alveo attivo tramite interventi di ricalibratura; c) realizzazione di opere di difesa spondale a carattere sporadico con funzione di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo inciso; d) realizzazione di locali opere trasversali di stabilizzazione del profilo di fondo.

5.5.1.2 Tratto da Cividate Camuno al Lago d’Iseo La fascia di esondazione (fascia B) è individuata dai limiti morfologici di contenimento della piena di riferimento ad eccezione di situazioni puntuali in prossimità di abitati in corrispondenza dei quali si attesta su opere di contenimento dei livelli in progetto. Gli interventi strutturali individuati sono costituiti da: a) contenimento dei livelli di piena per tempo di ritorno 200 anni tramite realizzazione e adeguamento in quota di arginature locali a difesa degli abitati di Cividate Camuno, Esine, Cogno, Montecchio, Darfo, Bessimo, Castelfranco, Costa Volpino, Zancone;

Autorità di bacino del fiume Po 49 FIG. 5.2. SINTESI DEL QUADRO DEGLI INTERVENTI SULL'ASTA DELL'OGLIO DALLA SORGENTE FINO ALLA CONFLUENZA IN PO

60,3 22,2 23,5 44 111,3

9,39 km2 / 15,56 · 106 m3 11,76 km2 / 22,30 · 106 m3 61,23 km2 / 198,42 · 106 m3

A carattere locale A carattere locale, anche tramite adeguamento in quota delle opere esistenti A carattere locale, anche tramite adeguamento in quota delle opere esistenti

A carattere locale, anche tramite integrazione e completamento delle opere esistenti A carattere locale, anche tramite integrazione e completamento delle opere esistenti

Interventi di ricalibratura

Stabilizzazione del fondo alveo

* Valori stimati Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

b) integrazione e completamento di opere di difesa spondale esistenti e realizzazione di nuove opere con funzione di contenimento a livello locale dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo.

5.5.1.3 Tratto dal lago d’Iseo a Soncino La fascia di esondazione (fascia B) è individuata dai limiti morfologici naturali di contenimento della piena di riferimento ad eccezione di situazioni puntuali in prossimità di abitati, in corrispondenza dei quali si attesta su opere di contenimento dei livelli in progetto. Gli interventi strutturali individuati sono costituiti da: a) contenimento dei livelli di piena per tempo di ritorno 200 anni mediante realizzazione e adeguamento in quota di arginature locali a difesa degli abitati di Palazzolo sull’Oglio e Pontoglio; b) integrazione e completamento di opere di difesa spondale esistenti e realizzazione di nuove opere con funzione di contenimento a livello locale dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo.

5.5.1.4 Tratto da Soncino alla confluenza in Po La fascia di esondazione (fascia B) è individuata dai limiti morfologici naturali di contenimento della piena di riferimento fino alla confluenza del Mella; a valle di essa dalle opere di contenimento dei livelli esistenti e in progetto. Gli interventi strutturali individuati sono costituiti da: a) contenimento dei livelli di piena per tempo di ritorno 200 anni mediante nuova realizzazione e adeguamento delle arginature esistenti in prossimità di Pontevico, della confluenza del Mella, in corrispondenza e a valle di Ostiano, di Gabbioneta, di Carzaghetto e in corrispondenza dell’immissione in Po; b) integrazione e completamento di opere di difesa spondale esistenti e realizzazione di nuove opere con funzione di contenimento a livello locale dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo.

5.5.2 Linee di intervento strutturali sull’asta del Mella

5.5.2.1 Tratto dalla sorgente a Concesio Gli interventi strutturali individuati sono costituiti dai seguenti punti:

Autorità di bacino del fiume Po 51 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

a) incremento della capacità di deflusso dell’alveo attivo tramite interventi di ricalibratura a tratti; b) realizzazione di opere di difesa spondale a carattere locale con funzione di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo inciso.

5.5.2.2 Tratto da Concesio a Corticelle Pieve La fascia di esondazione è individuata in massima parte dalle opere esistenti di contenimento dei livelli; tali opere sono a carattere discontinuo fino a monte dell’abitato di Brescia; successivamente diventano continue fino a Corticelle. Gli interventi strutturali individuati sono costituiti dai seguenti punti: a) contenimento dei livelli di piena per tempo di ritorno 200 anni mediante nuova realizzazione e adeguamento delle arginature esistenti: - a carattere locale nei pressi di Concesio a monte del ponte stradale, nel tratto tra Concesio (loc. Campagnola) e Collebeato (loc. Stocchetta) e da loc. Stocchetta a Brescia, - a carattere quasi continuo da Brescia (ponte SS 11) al ponte di Corticelle Pieve. a) Integrazione e completamento di opere di difesa spondale esistenti e realizzazione di nuove opere con funzione di contenimento a livello locale dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo.

5.5.2.3 Tratto da Corticelle Pieve alla confluenza in Oglio La fascia di esondazione è individuata dai limiti morfologici naturali di conteni- mento della piena di riferimento, ad eccezione di situazioni puntuali in pros- simità di abitati ove si attesta su opere di contenimento dei livelli in progetto. Gli interventi strutturali individuati sono costituiti dai seguenti punti: a) contenimento dei livelli di piena per tempo di ritorno 200 anni mediante nuova realizzazione di argini e adeguamento di quelli esistenti a difesa di Manerbio, in territorio di Ostiano fino ad interconnettersi con il sistema arginale del fiume Oglio; b) integrazione e completamento di opere di difesa spondale esistenti e realizzazione di nuove opere con funzione di contenimento a livello locale dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo.

52 Autorità di bacino del fiume Po FIG. 5.3. SINTESI DEL QUADRO DEGLI INTERVENTI SULL'ASTA DEL MELLA DALLA SORGENTE FINO ALLA CONFLUENZA IN OGLIO

31,9 26,1 37,8

3,44 km2 / 7,92 · 106 m3 18,17 km2 / 26,59 · 106 m3

A carattere locale, anche tramite adeguamento in quota delle opere esistenti

A carattere locale, anche tramite completamento e integrazione delle opere esistenti A carattere locale, anche tramite completamento e integrazione delle opere esistenti

Interventi di ricalibratura a tratti

* Valori stimati Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

5.5.3 Linee di intervento strutturali sull’asta del Chiese

5.5.3.1 Tratto dalla sorgente a Tormini Gli interventi strutturali individuati sono costituiti da opere locali di difesa spondale con funzione di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo inciso.

5.5.3.2 Tratto da Tormini a Montichiari La fascia di esondazione (fascia B) è individuata dai limiti morfologici naturali di contenimento della piena di riferimento, ad eccezione di situazioni puntuali in prossimità di abitati ove si attesta su opere di contenimento dei livelli in progetto. Gli interventi strutturali individuati sono costituiti da: a) contenimento dei livelli di piena per tempo di ritorno 200 anni mediante nuova realizzazione di argini e adeguamento di quelli esistenti a difesa degli abitati di Gavardo e in prossimità di Calcinato loc. Ponte S. Marco; b) integrazione e completamento di opere di difesa spondale esistenti e realizzazione di nuove opere con funzione di contenimento a livello locale dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo; c) miglioramento della capacità di deflusso mediante adeguamento delle traverse di derivazione presenti.

5.5.3.3 Tratto da Montichiari alla confluenza in Oglio La fascia di esondazione (fascia B) è individuata in massima parte dalle opere di contenimento dei livelli esistenti e in progetto e localmente da limiti morfologici naturali di contenimento della piena di riferimento. Gli interventi strutturali individuati sono costituiti da: a) contenimento dei livelli di piena per tempo di ritorno 200 anni mediante nuova realizzazione di argini e adeguamento di quelli esistenti a difesa di Calvisano, Carpenedolo, Asola; b) integrazione e completamento di opere di difesa spondale esistenti e realizzazione di nuove opere con funzione di contenimento a livello locale dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo.

54 Autorità di bacino del fiume Po FIG. 5.4. SINTESI DEL QUADRO DEGLI INTERVENTI SULL'ASTA DEL CHIESE DALLA SORGENTE FINO ALLA CONFLUENZA IN OGLIO

82,8 34,7 37,9

4,26 km2 / 8,84 · 106 m3 9,13 km2 / 20,79 · 106 m3

A carattere locale, anche tramite adeguamento in quota delle opere esistenti A carattere locale, anche tramite adeguamento in quota delle opere esistenti

A carattere locale, anche tramite completamento e integrazione delle opere esistenti A carattere locale, anche tramite completamento e integrazione delle opere esistenti

Adeguamento delle traverse per il miglioramento delle capacità di deflusso

* Valori stimati Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

5.5.4 Linee di intervento non strutturali Il quadro degli interventi strutturali sopra evidenziato va integrato con azioni a carattere non strutturale collegate allo specifico sistema di difesa progettato lungo le aste fluviali. Come detto in precedenza, le modalità di uso del suolo nelle aree delimitate dalle fasce fluviali, costituenti la regione fluviale, sono dettate dalle relative norme e sono coerenti con l’assetto difensivo individuato. Le fasce fluviali sono state delimitate nei seguenti tratti delle principali aste del bacino: • Oglio: da Rino alla confluenza in Po; • Mella: da Concesio alla confluenza in Oglio; • Chiese: da Roè Volciano alla confluenza in Oglio. Ai fini delle esigenze di monitoraggio di previsione in tempo reale degli eventi di piena, le caratteristiche idrologiche del corso d’acqua richiedono di integrare le reti di misura esistenti in modo da poter disporre di: • previsioni di eventi critici per i tratti alti sulla base di valori di precipitazioni; • previsioni delle portate al colmo lungo l’Oglio, da valle del lago d’Iseo alla confluenza, lungo il Mella, da monte di Brescia alla confluenza, lungo il Chiese, da valle del lago d’Idro alla confluenza.

5.6 Linee di intervento sui versanti e sulla rete idrografica minore del bacino dell’Oglio

Nel seguito vengono evidenziate le linee di assetto da conseguire nel bacino montano, in coerenza con le linee generali di intervento sui versanti e sulle rete idrografica minore delineate a scala di intero bacino idrografico. Per i fenomeni di dissesto di versante e sulla rete idrografica minore, oltre agli interventi a carattere strutturale, le Norme di attuazione contengono gli indirizzi circa la regolamentazione dell’uso del suolo, con particolare riferimento agli aspetti urbanistici, individuati in funzione dello stato di rischio riscontrato.

Tab. 5.7. Linee generali di assetto da conseguire nel sottobacino dell’Oglio

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Rete idrografica minore Oglio: Le condizioni di maggiore criticità, che richiedono interventi di controllo, sono rappresentate dalle conoidi formate dai tributari secondari presso le quali sono ubicati i centri abitati (Vezza

56 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 d’Oglio, Cerveno e Ono S. Pietro). A esse si aggiungono alcuni fattori di rischio quali la presenza di sezioni inadeguate o di attraversamenti di dimensioni ridotte (torrente Re di Niardo), di tratti tombinati (affluente del torrente Guerna, torrente Lava) o impluvi scarsamente regimati (in località Saviore dell'Adamello). Alcuni tratti sono interessati da intensa azione erosiva di sponda e richiedono interventi di adeguamento e integrazione delle opere di protezione esistenti. Vi sono infine esigenze di manutenzione straordinaria (torrente Fa) e tratti di corsi d’acqua in condizioni di sovralluvionamento (torrente Remulo); Dezzo: Il reticolo idrografico è generalmente in condizioni di accentuata erosione che aggrava le condizioni d’instabilità dei versanti e rende inefficaci le opere di regimazione presenti (ad es. i pennelli sulla sponda sinistra presso la località Dezzo). Consistente il trasporto solido del corso d'acqua principale e l’erosione di sponda; in particolare tra Schilpano e Vilminore i fenomeni erosivi minacciano di coinvolgere tratti di strada e alcune abitazioni e richiedono interventi di controllo. Lago d’Iseo: Sul versante orientale del Lago d'Iseo i corsi d'acqua, relativamente brevi e poco sviluppati, sono sede di un consistente trasporto solido. Molti presentano sezioni ridotte e sono canalizzati nei tratti d'attraversamento dei centri abitati (ad es. nei pressi di Sulzano e Sale Marasino, sulla sponda bresciana). Il torrente Nembre (Valle Vandul), nel tratto a monte dell'abitato di Zone, presenta sovralluvionamento e vegetazione in alveo e manifesta segni di cedimento delle opere di sostegno sulla sponda destra. Condizioni di rischio idraulico si riscontrano anche in corrispondenza degli attraversamenti della SS 510 e della linea ferroviaria. Interventi di manutenzione sono necessari in molti dei tributari soprattutto della sponda orientale. Cherio: Situazioni di rischio idraulico si riscontrano in corrispondenza degli ultimi tratti di alcuni torrenti e rii minori, che presentano notevole trasporto solido, sulle cui conoidi sono situati insediamenti abitativi (ad es. Monasterolo del Castello, Casazza, Luzzana). Lungo il reticolo secondario si rilevano nella maggior parte dei casi fenomeni di sovralluvionamento, erosioni spondali locali e sezioni idrauliche sottodimensionate in corrispondenza degli attraversamenti di centri abitati. Versanti Oglio: Fenomeni di crollo minacciano nuclei abitati e importanti reti viarie (alcuni tratti della SS 42). Coperture detritiche, anche di notevoli dimensioni, possono essere mobilitate in occasione di intensi eventi meteorici: si segnalano i movimenti franosi lungo il versante sinistro del torrente Allione, affluente di destra dell’Oglio, e lungo la Val Roncaglia presso Pian Camuno, sul versante sinistro dell’asta principale poco a monte dell’immissione nel lago d’Iseo. Fenomeni di soliflusso sono localizzati lungo la SS 345, nei pressi del passo Crocedomini, e sul versante destro della Valle delle Valli. Processi erosivi superficiali, che tendono ad alimentare

Autorità di bacino del fiume Po 57 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 il trasporto solido, coinvolgono in particolare il versante sinistro del torrente Palobbia, il bacino del torrente Pizzolo, i compluvi del versante sinistro del Torrente Poja di Salarno. Le valanghe interessano numerosi canaloni e incisioni alle quote più elevate con limitate interferenze con centri abitati e infrastrutture viarie. Nonostante siano stati attuati numerosi interventi di consolida- mento, sussistono ancora situazioni di squilibrio, le principali sul versante destro del torrente Poja presso Valle dei Molini e Valle. Interventi specifici sulle aree in frana sono mirati a migliorare le condizioni di stabilità, agendo soprattutto sulla regolarizzazione, il drenaggio delle acque superficiali e il rinverdimento delle scarpate e delle aree denudate. Numerose porzioni del bacino sono soggette a erosioni diffuse e a fenomeni di instabilità; localizzate nelle parti medio-alte dei corsi d'acqua secondari, caratterizzati da alvei a forte pendenza e da notevoli salti naturali, determinano un notevole trasporto di materiale. Per tali dissesti si individuano essenzialmente interventi di regimazione idraulica (briglie e soglie) sui tratti torrentizi a essi soggiacenti, per contrastare l’erosione di fondo e spondale e limitare e il trasferimento di materiale a valle. Dezzo: Il settore medio-alto del bacino e il versante tra Colere e Dezzo sono interessati da diffusi dissesti, soprattutto tra i centri abitati di Schilpario e Azzone, e nel sottobacino del torrente Gleno. Fenomeni di crollo si rilevano a ridosso della SS 294. Lago d’Iseo: I fenomeni di dissesto più frequenti sono ascrivibili a scivolamenti di roccia e/o detrito e a crolli che incombono spesso su nuclei abitati e sulle reti di collegamento viarie. Cherio: I movimenti franosi, ascrivibili a scivolamenti traslativi di detrito, superficiali e profondi, sono poco frequenti e in genere con scarsa interferenza con centri abitati o infrastrutture viarie. Diffusi risultano invece i dissesti che interessano le sponde delle aste secondarie innescati dall’erosione esercitata dalla corrente.

Tab. 5.8. Linee generali di assetto da conseguire nel sottobacino del Mella

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Rete idrografica minore La diffusa tendenza all’erosione di fondo e all’erosione spondale determina l’innesco di movimenti franosi sulle sponde che alimen- tano il trasporto solido. La maggior parte dei dissesti lungo il reti- colo è tuttavia legata alla presenza di aree fortemente industrializ- zate lungo le aste torrentizie (Valle del Garza, Valle del Faidana), che ha portato alla canalizzazione, alla tombinatura e al restringi- mento della sezione utile. La presenza in area golenale di vecchi edifici di industrie siderurgiche abbandonate rappresenta un ostacolo al deflusso. Versanti

58 Autorità di bacino del fiume Po Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino dell’Oglio

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 I dissesti presenti sono generalmente di limitata entità e in gran parte ricollegabili a erosioni di sponda dei corsi d’acqua e a frane superficiali in terreni sciolti. Numerosi sono invece i fenomeni di crollo che coinvolgono la viabilità; nella maggior parte dei casi sono già state realizzate opere di contenimento (ad es. lungo la SS 345 nel tratto tra Bovegno e Collio). Alcuni movimenti franosi sono stati innescati da un uso non corretto del territorio e dalla scarsa regimazione delle acque superficiali; si tratta tuttavia di fenomeni non estesi e presenti nelle posizioni basse delle valli più antropizzate (es. Val Faidana e Val Garza).

Tab. 5.9. Linee generali di assetto da conseguire nel sottobacino del Chiese

Linee generali di assetto Versanti Rete idrografica minore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Rete idrografica minore Quasi tutti i tributari minori, nel tratto a monte del lago, sono caratterizzati da una decisa azione erosiva che provoca erosioni spondali ed elevato trasporto solido. Versanti Le principali tipologie dei fenomeni franosi presenti sono individuate dalle frane di crollo e caduta massi e dai processi erosivi. Le cadute di massi sono diffuse su tutto il bacino, in particolare lungo la SS 234, che costeggia la riva occidentale del lago d’Idro, sui versanti della bassa Val Caffaro e della Val Sabbia, nel tratto tra Idro e Nozza. Processi erosivi ed erosioni spondali sono presenti in corrispondenza delle valli laterali del medio Chiese. Scivolamenti di detrito interessano sia le sponde del lago di Idro che la Val Caffaro. Le valanghe sono ricorrenti nella parte alta dei bacini, soprattutto in Val Caffaro e Val Daone, con interferenze nei confronti della viabilità.

5.7 Fattori naturalistici, storico-culturali ed ambientali

Le linee di intervento strutturale del Piano tengono conto delle caratteristiche ambientali dei diversi bacini idrografici, nel rispetto degli ambiti di rilevanza naturalistica e paesaggistica e del patrimonio monumentale esistenti. In parti- colare, nei bacini in esame, le aree di interesse naturalistico sono le seguenti. • Fiume Oglio - il Parco Nazionale dello Stelvio; - i Parchi Regionali dell’Adamello, dell’Oglio Nord e dell’Oglio Sud; - le Riserve Regionali dei Boschi di Giovetto di Palline; Boschetto della Cascina di campagna; Bosco de l’Isola; Bosco della Marisca; Bosco di

Autorità di bacino del fiume Po 59 Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Barco; Isola Uccellanda; Lanca di Gabbioneta; Lanche di Azzanello; Le Bine; le Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo; Piramidi di Zone; Torbiere d’Iseo; Valle del Freddo; Valli di S. Antonio, Torbiera di Marcaria; - i monumenti naturali de “Il Baluton”; - le aree di rilevanza ambientale del Corso superiore del Fiume Oglio; Endine-Iseo; Franciacorta; Lago d’Iseo; Monte Guglielmo; Monte Isola; - i biotopi di rilevanza floristico-vegetazionale dell’Alta valle delle Messi; Monti Coltignone e S. Martino. • Fiume Mella. Il bacino del Mella lambisce marginalmente alcune aree di interesse naturalistico; si segnalano: - la riserva naturale dell’Altopiano di Cariadeghe a nord-est di Brescia; - le aree di rilevanza ambientale di Caffaro-Valle Sabbia, in prossimità delle sorgenti del Mella-Passo del Maniva, e Monte Guglielmo, nel tratto mediano della Val Trompia. • Fiume Chiese: - le riserve regionali Altopiano di Cariadeghe; Sorgente Funtanì; - i monumenti naturali: Buco del Frate; Masso di Arenaria rossa; - le aree di rilevanza ambientale: Caffaro-Valle Sabbia; Lago d’Idro; Anfiteatro morenico del Garda; - i biotopi di rilevanza floristico-vegetazionale: Monte Tremalzo e Monte Tombea; Monti Coltignone e S. Martino. Le aree ricadenti in ambito sono le seguenti: - il Parco Naturale Provinciale Adamello-Brenta; - il biotopo di interesse naturalistico faunistico Plaudi di Malga, Clevet, Lago d’Ampola; - il biotopo di interesse naturalistico floristico-vegetazionale Palù di Boniprati, Lago d’Idro. In tutto l’ambito di studio su 605 beni storico-culturali considerati, circa il 7% appartiene alla tipologia dei centri e nuclei storici (45). Gli edifici monumentali interessano prevalentemente tipologie religiose (353) e, in numero più limitato, edifici civili (104), militari (42), industriali (44) sia ricompresi nei centri storici che esterni. Sono presenti inoltre 17 aree archeologiche, tra le quali il Parco Nazio- nale delle incisioni rupestri di Naquane, il maggiore del genere del bacino e 14 areali di interesse paesistico ambientale (sistemazioni agrarie, parchi storici).

60 Autorità di bacino del fiume Po